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an = loga (n) bn = nα cn = bn dn = n! e n = nn
lim an
n→+∞
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b. Se invece
an
lim =0
n→+∞ bn
allora diremo che la successione an è un infinito di ordine inferiore ri-
spetto alla successione bn per n → +∞.
c. Se infine
an
lim = l ∈ R \ {0}
n→+∞ bn
allora diremo che le successioni an e bn sono infiniti dello stesso ordine
per n → +∞.
Caso 2. Se il limite
an
lim
n→+∞ bn
non esiste, diremo che le due successioni an e bn sono infiniti non con-
frontabili per n → +∞.
an = loga (n) bn = nα cn = bn dn = n! e n = nn .
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Perchè quanto appena detto sia vero a tutti gli effetti, ci resta da dimo-
strare che (qualunque siano α ∈ (0, +∞), a ∈ (0, +∞) \ {1} e b ∈ (1, +∞)
risulti
loga (n)
lim =0
n→+∞ nα
e
nα
lim n = 0.
n→+∞ b
Siete d’accordo?
Esercizio 2. Verificare che per ogni a ∈ (0, +∞) \ {1} e che per ogni
α ∈ (0, +∞) risulta
loga (n)
lim = 0.
n→+∞ nα
Svolgimento guidato. Step 1. Siano α ∈ (0, +∞) e a ∈ (0, +∞) \ {1}
fissati arbitrariamente.
Consideriamo la funzione
loga (x)
f (x) =
xα
con x variabile in [1, +∞).
Siete d’accordo (è una banalità) sul fatto che per ogni numero naturale n ≥ 1
si abbia
loga (n)
f (n) = ?
nα
Siete d’accordo (pensateci bene!) che se esiste il limite
lim f (x)
x→+∞
lim f (x) = 0.
x→+∞
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Vi ricordo che (per fissare una volta per tutte le notazioni sia ln(x) =
loge (x))
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g(x) = loga (x) ⇒ g è derivabile in (0, +∞) e g 0 (x) = · per ogni x ∈ (0, +∞)
ln a x
e
h(x) = xα ⇒ h è derivabile in (0, +∞) e h0 (x) = αxα−1 per ogni x ∈ (0, +∞).
lim f (x)
x→+∞
k(x) = bx ⇒ k è derivabile in (0, +∞) e k 0 (x) = ln(b)·bx per ogni x ∈ (0, +∞).
2. Alla luce di tutti i risultati conseguiti sulle cinque successioni della stringa
di prima, sapreste verificare (un solo passaggio!) che risulta per esempio
ln n
lim = 0?
n→+∞ n!
allora la successione
an = f (n)
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ammette il limite per n → +∞. Non solo. Risulta proprio
lim an = l.
n→+∞
lim an = l ∈ R ∪ {±∞}.
n→+∞
f (n) = an
cos(n) + 1 √
lim √3
, lim n2 sin(n), lim ( n + sin n),
n→+∞ n n→+∞ n→+∞
e−n
lim .
n→+∞ sin(n) + cos(n) + 5
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Esercizio 8. Un mezzo caffè a chi calcola il seguente limite
¶ln(n3 +1)
1 + ln(n3 )
µ
lim .
n→+∞ 3 ln(n)
an ∼ bn per n → +∞
sin n1
¡ ¢
lim 1 = 1.
n→+∞
n
Suggerimento. Il limite
sin(x)
lim =1
x→0 x
potrebbe essere di qualche utilità?
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Esercizio 11. Spiegare (verificare) perchè la serie
+∞ µ ¶
X 1
sin
n
n=1
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per ogni α > 0. Ne segue che (fissato α > 0) esiste sicuramente (per defi-
nizione del limite sotto esame) un indice naturale n̄ tale che per ogni n ≥ n̄
risulti
ln n
≤ 1 ⇐⇒ ln n ≤ nα .
nα
Ora vi resta solo da scegliere intelligentemente α (e le scelte possibili so-
no infinite) in modo da poter applicare il criterio del confronto. A voi la
conclusione dell’esercizio quasi risolto.
Esercizio 16. Stabilire, usando i criteri del confronto e del confronto asin-
totico, il carattere delle seguenti serie
+∞ ¡ 1 ¢n +∞ +∞ +∞ √
3
X
2
X (3n + 1)2 X 3n − nn X n4 + 2
, √ , , .
4n + 1
p
n! 9n5 + 1 5 + 4 (n3 + 1)(2 + n5 )
n=1 n=1 n=1 n=1
I tre esercizi che seguono sono di natura teorica (sono o parzialmente risolti
o con suggerimenti comprensibili per portarli a termine). Chiederei a tutti
di provare a cimentarsi quanto meno sul primo degli esercizi che seguono.
Esercizio 18. Dimostrare il criterio del confronto per serie a termini non
negativi enunciato nella seguente forma.
Teorema 1. Siano an e bn due successioni di numeri reali non negativi tali
che
an ≤ bn per ogni numero naturale n ≥ 1.
Risulta allora
+∞
X +∞
X
1. bn converge ⇒ an converge
n=1 n=1
e
+∞
X +∞
X
2. an diverge ⇒ bn diverge.
n=1 n=1
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e con tn la successione delle somme parziali associata alla serie
+∞
X
bn .
n=1
converge ovvero che (per definizione di convergenza di una serie) esista finito
il limite
lim sn .
n→+∞
Osserviamo (e qui entra in gioco l’ipotesi generale del teorema) che per ogni
n ≥ 1 risulta
sn ≤ tn ,
dal momento che per ogni n ≥ 1
sn = a1 + a2 + . . . + an−1 + an ≤ b1 + b2 + . . . + bn−1 + bn = tn .
Ne segue che (sappiamo che il limite a membro sinistro della seguente disu-
guaglianza esiste (perchè?); dobbiamo solo controllare che sia finito).
lim sn ≤ lim tn = T
n→+∞ n→+∞
Sulla falsa riga di quanto appena visto, provate a dimostrare il punto 2 del
teorema.
Quesito: cosa cambia nella dimostrazione dei due punti del teorema, se si
sostituisce l’ipotesi
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con l’ipotesi
an ≤ bn per ogni numero naturale n ≥ n̄
per un qualche indice naturale n̄ > 1?
Esercizio 19. Anche questo, come preannunciato, è un esercizio teorico.
Si tratta della dimostrazione fuori programma (e sottolineo fuori program-
ma) del criterio del confronto asintotico per serie a termini strettamente
positivi. Non è necessario che la impariate, ma è sicuramente utile per alle-
narsi sulla logica dimostrativa di semplici enunciati matematici. Ricordiamo
l’enunciato del criterio del confronto asintotico.
Teorema 2. Siano an e bn due successioni di numeri reali strettamente
positivi. Se
an ∼ bn per n → +∞
ovvero se
an
lim =1
n→+∞ bn
allora le serie
+∞
X +∞
X
an e bn
n=1 n=1
hanno lo stesso carattere (o convergono entrambe (e mi raccomando non
necessariamente alla stessa somma) o divergono entrambe a +∞).
Dimostrare il teorema, seguendo i suggerimenti forniti.
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Step 2. La dimostrazione è praticamente conclusa. Lascio a voi spiegare
perchè le due serie
+∞
X +∞
X
an e bn
n=1 n=1
hanno lo stesso carattere.
Se la serie
+∞
X
an
n=1
converge, perchè converge la serie
+∞
X
bn ?
n=1
E se la serie
+∞
X
an
n=1
diverge, perchè diverge la serie
+∞
X
bn ?
n=1
an ≤ bn per n ≥ n̄.
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e con A la somma della serie
+∞
X
an ,
n=1
Vi chiedo (ed elargirò un solo caffè a chi fornirà per primo una soluzione
convincente) di esibire due successioni an e bn di numeri reali strettamente
positivi tali che siano verificate le seguenti condizioni
Pan < bn per ogni n ≥ 5
+∞
n=1 bn converge P+∞ P+∞
la somma A della serie n=1 an è strettamente maggiore della somma B della serie n=1 bn .
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