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PANDOLFI
3
4 INDICE
Capitolo 1
significa che assegnata una qualunque semiretta (r, +∞) esiste un numero K = Kr
tale che
n > Kr =⇒ xn > r .
Chiamando intorno di +∞ una semiretta superiormente illimitata, la definizione di
limite si può anche esprimere come segue:
5
6 CAPITOLO 1. SERIE NUMERICHE E DI FUNZIONI
La definizione di
lim xn = l ∈ R
n→+∞
è analoga, pur di ricordare che il termine “intorno di l ∈ R” indica un intervalla
aperto (a, b) che contiene l (e non è restrittivo assumere che l’intorno sia simmetrico,
ossia che sia (l − ǫ, l + ǫ) con ǫ > 0).
Allora si ha:
limn→+∞ xn = l significa che per ogni intorno di l (nell’insieme di arrivo R)
esiste un intorno V di +∞ (nell’insieme di partenza N) tale che
n ∈ V implies xn ∈ I .
In modo equivalente:
lim xn = l
n→+∞
vuol dire che per ogni ǫ > 0 esiste r tale che se n > r allora xn ∈ (l − ǫ, l + ǫ).
Sia {xn } una successione. Si dice che una certa proprietà vale
definitivamente per gli xn se esiste N tale che ogni xn con n > N veri-
fica tale proprietà. Per esempio, diremo che la successione {xn } è positiva
(o a termini positivi ) quando ogni xn è positivo. Diremo invece che è de-
finitivamente positiva quando xn è positivo per n abbastanza grande. Per
esempio, se xn = 1/n la successione è positiva. Se xn = n − 50 la successione
è definitivamente positiva.
Si dice
P brevemente che α è la somma della serie.
Se ∞ n=1 xn = l ∈ R si chiama resto k-mo la differenza
k
X ∞
X
Rk = l − xn = xn .
n=1 n=k+1
Segue da qui:
P
Teorema 2 Se xn converge allora limn→+∞ xn = 0.
Di conseguenza:
non converge.
Infine:
Teorema 4 Alterando un numero finito di termini di una serie non si altera il suo
carattere, di essere convergente, divergente o oscillante.
1.2.1 Esempi
E’ facile dare esempi di serie oscillanti, convergenti o divergenti. Mostriamo due
esempi.
P+∞ n
Esempio 5 La serie n=0 (−1) è oscillante. Infatti, calcolando le somme parziali
si trova
1 se n è pari
sn =
0 se n è dispari.
Si vede direttamente dalla definizione che questa serie diverge. Per questo si
noti che
1 n+1
log 1 + = log = log(n + 1) − log n .
n n
Dunque, la somma parziale k-ma è
k Xk
X 1
log 1 + = [log(n + 1) − log n]
n
n=1 n=1
= [log 2 − log 1] + [log 3 − log 2] + · · · + [log k − log(k − 1)] + [log(k + 1) − log k] .
xn = q n .
• se q ≤ −1 la serie è indeterminata.
P+∞ n
P+∞ n
Figura 1.1: n=0 (1/2) = 2 a sinistra, n=0 (−1/2) = 2/3 a destra
4 4
3.5 3.5
3 3
2.5 2.5
2 2
1.5 1.5
1 1
0.5 0.5
0 0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
P+∞ P+∞ n
Figura 1.2: n=0 1/n! = e a sinistra, n=0 (−1) /n = log 2 a destra
4 4
3.5 3.5
3 3
2.5 2.5
2 2
1.5 1.5
1 1
0.5 0.5
0 0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
1.3. ALCUNE PROPRIETÀ DELLE SOMME FINITE CHE NON VALGONO PER LE SERIE11
P+∞ 2
P+∞
Figura 1.3: n=1 1/n = π 2 /6 a sinistra e n
n=0 (−1) /[(2n + 1)! ] = sin(1) a destra
4 1.2
3.5 y
1
3
sin(1)
0.8
2.5
0.6
0.4
1.5
0.2
1
0
0.5 x
0 −0.2
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 −1 0 1 2 3 4 5 6
perché xk+1 ≥ 0. Dunque la successione (sk ) ammette limite, finito o meno, per il
teorema delle funzioni monotone. Il limite è finito se e solo se la successione (sk ) è
superiormente limitata, ossia se e solo se esiste M tale che sk < M per ogni k.
Il teorema facilmente si estende al caso di successioni a termini negativi oppure
definitivamente positive o negative.
Si potrebbe anche provare:
Inoltre:
P P
Teorema 10 (Teorema del confronto) siano P xn e yn due P
serie a termini
positivi,
P con x n ≤ y n per ogni
P n. Allora, se y n converge, anche xn converge;
se xn diverge lo stesso fa yn .
Dim. Proviamo l’asserto nel caso in cui la (1.2) valga per ogni n.
Se xxn+1
n
< q < 1 alloraP < qx2 < q 2 x1 e, in generale, xn < q n−1 x1 . Si
x2 < qx1 , x3 P
sa che se 0 ≤ q < 1 allora x1 q n = x1 q n converge, si veda l’esempio 7. L’asserto
segue quindi dal Teorema del confronto. In modo analogo si vede il secondo asserto.
Ricordando i teoremi sui limiti, si può enunciare il corollario seguente:
P
Corollario 13 Sia xn una serie a termini positivi. Vale:
xn+1
• se limn→+∞ xn = q < 1 allora la serie converge;
√
• se limn→+∞ n xn = q < 1 allora la serie converge;
xn+1
• se limn→+∞ xn = q > 1 allora la serie diverge;
√
• se limn→+∞ n xn = q > 1 allora la serie diverge.
Concludiamo con un esempio:
Esempio 14 Consideriamo la serie
+∞
X 1
= +∞ . (1.3)
n
n=1
x ≥ log(1 + x) .
Infatti, la funzione log(1 + x) è concava e quindi ha grafico che sta sotto a ciascuna
delle tangenti; e y = x è la tangente nell’origine.
In particolare vale
1 1
≥ log 1 + .
n n
Abbiamo visto che la serie a termini positivi
+∞
X 1
log 1 +
n=1
n
diverge, si veda l’esempio 6. Dunque, per confronto, anche la serie (1.3) diverge.
La serie (1.3) si chiama serie armonica .
14 CAPITOLO 1. SERIE NUMERICHE E DI FUNZIONI
Le serie a termini positivi hanno una notevole proprietà, che non è condivisa dalle
generiche serie a termini di segno variabile: se si altera l’ordine di infiniti termini di
una serie si trova una nuova serie, che generalmente ha un comportamento diverso
da quello della serie di partenza. Invece:
Teorema 15 Due serie a termini positivi, con gli stessi elementi in ordine diverso,
hanno la medesima somma.
esiste finito e quindi anche la serie converge; se invece esiste h(x) tale che
Z x Z +∞
h(x) ≤ f (x) , lim h(s) ds = h(s) ds = +∞
x→+∞ 0 0
e la serie diverge.
Questo test per la convergenza o divergenza delle serie si chiama test di MacLaurin.
1.4. SERIE A TERMINI POSITIVI 15
Dunque,
+∞
X 1
nγ
n=1
converge per γ > 1, diverge altrimenti.
ossia se gli addendi si susseguono cambiando segno ad ogni passo. Esiste, per le
serie a segni alterni, una notevole condizione sufficiente di convergenza, che inoltre
dà anche una stima per la somma della serie:
• limn→+∞ xn = 0
allora la serie a segni alterni (1.4) converge; inoltre, detta s la somma della serie,
per ogni n vale
k
X
s − xn ≤ |xk+1 | .
n=1
16 CAPITOLO 1. SERIE NUMERICHE E DI FUNZIONI
|an | ≤ M |bn | .
Dunque,
P P
Teorema 19 Valga (1.5).
P Se bn converge
P assolutamente, anche an conver-
ge assolutamente; se |an | diverge allora bn non converge assolutamente (ma
potrebbe convergere).
e quindi:
P P
Teorema 20 Valga (1.5) e sia l > 0. In tal caso le due serie an e bn hanno
lo stesso comportamento.
Infatti, √
n3 nn n3 2πnnn e−n p
∼ ∼ 2pin3/2 e−n
nn (n2 + 1)nn
n3 /2e−n converge, come si vede facilmente dal criterio della radice.
P
e
1.5. FORMULA DI STIRLING 17
Questa serie dipende dal parametro q e, come si è visto, converge se |q| < 1, diverge
se q ≥ 1 ed oscilla se q ≤ −1.
Facendo variare il parametro q, ciascuno degli addendi viene ad essere una
funzione di q,
fn (q) = q n .
Dunque, la serie armonica può intendersi come serie di funzioni. In generale, data
la successione ( fn (x) ) i cui elementi sono funzioni (tutte con lo stesso dominio) si
chiama serie di funzioni la serie
+∞
X
fn (x) .
n=0
La somma della serie si calcola punto per P punto; ossia, per ogni fissato valore di
x si calcola la somma della serie di numeri +∞ n=0 fn (x).
n
Il dominio comune alle funzioni f (q) = q è R, ma abbiamo notato che la serie
geometrica converge (ad 1/(1 − q)) soltanto per |q| < 1. Dunque, in generale,
il dominio su cui è definita la somma di una serie di funzioni è più piccolo del
dominio comune delle funzioni.
Consideriamo ora
+∞
X
(−1)n q 2n .
n=0
Questa è una serie geometrica di ragione q 2 e quindi converge se e solo se |q| < 1,
alla funzione
1
1 + q2
che ha estensione ad R, di classe C ∞ . Nonostante la regolarità dell’estensione, la
serie converge solo per |q| < 1 e ciò mostra che il problema della convergenza di una
serie di funzioni è alquanto delicato.
Osservazione 21 Osserviamo subito che una serie di funzioni tutte continue anche
se converge in ogni punto potrebbe convergere ad una funzione discontinua. Esempi
di questo tipo si incontreranno nello studio della serie di Fourier.
Come si è detto, i problemi relativi alle serie di funzioni sono numerosi e delicati.
Sono però importantissimi per le applicazioni della matematica. Noi accenneremo
solamente a due casi: il caso delle serie di potenze ed il caso delle serie di Fourier.
18 CAPITOLO 1. SERIE NUMERICHE E DI FUNZIONI
Si fissi il valore di x 6= 0 e sia n0 tale che |n0 x| > 1. Allora, per n > n0 , si ha
Dunque, se x 6= 0, il termine generale della serie non tende a zero, e quindi la serie
non converge.
Vale però:
Questo risultato in particolare implica che se una serie di potenze converge allora
l’insieme su cui essa converge è un intervallo centrato in x0 (e non si esclude che
sia ridotto al solo x0 , oppure che sia tutta la retta). Questo si chiama l’ intervallo
di convergenza della serie di potenze e si chiama raggio di convergenza la sua se-
miampiezza. Il raggio di convergenza può essere nullo, si veda l’esempio 22. Può
essere un numero finito non nullo oppure può essere +∞: è un numero finito non
nullo nel caso particolare della serie geometrica, è +∞ nel caso in cui la serie di
potenze si riduca ad un polinomio, ma non solo in tal caso:
1.6. SERIE DI POTENZE 19
Fissato x, si trova una serie numerica, convergente per ogni valore del parametro x,
come si vede facilmente usando il criterio del rapporto.
Di nuovo, fissato x, si usi il criterio del rapporto per studiare la convergenza della
serie numerica che si ottiene. Si vede che si ha convergenza per −1 ≤ x ≤ 1, estremi
inclusi, mentre la serie diverge per |x| > 1.
Infine, mostriamo una serie di potenze che diverge in ambedue gli estremi del-
l’intervallo di convergenza. Questa è la serie
+∞
X
(−1)n x2n .
n=0
20 CAPITOLO 1. SERIE NUMERICHE E DI FUNZIONI
Questa è una serie geometrica di ragione −x2 e quindi converge se e solo se −1 <
x < 1, estremi esclusi.
Si noti che la somma di questa serie è la funzione
1
f (x) = ,
1 + x2
una funzione di classe C ∞ (R). La ragione per cui la serie corrispondente non debba
convergere negli estremi sembra misteriosa, e verrà chiarita al paragrafo 1.6.3.
E’ interessante vedere i grafici di alcune delle somme parziali delle tre serie intro-
dotte sopra. L’intervallo di convergenza delle serie è (−1, 1). I grafici delle somme
parziali sono disegnati su un intervallo un po’ più grande e, punteggiato, si riporta
anche il grafico della somma della serie, ovviamente solo sull’intervallo (−1, 1). La
prima e la seconda serie sono alla figura 1.4 L’ultima serie è alla figura 1.5. Il grafico
Figura 1.4:
2
3
1
2.5
−1
0 2
1 x
−1 1.5
−2 1
−3 0.5
−4 0
−5 −0.5
−1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5
Figura 1.5:
3
y
2.5
1.5
0.5
0
−1 1 x
−0.5
−1
−1.5
−1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5
Dim. Limitiamoci a considerare il caso 0 < L < +∞. Applichiamo il criterio del
rapporto per la convergenza della serie di numeri
X
an [x − x0 ]n ,
Si noti che il Teorema 29 può usarsi anche se infiniti coefficienti an sono nulli.
Mostriamo ora che esistono serie di potenze il cui raggio di convergenza non può
determinarsi né col criterio del rapporto né con quello della radice1
1
nella forma enunciata sopra. Il criterio della radice può modificarsi in modo da avere un nuovo
criterio, che identifica in raggio di convergenza in ogni caso.
1.6. SERIE DI POTENZE 23
E’
p
n 2 se n è pari
|an | = 1
2 se n è dispari.
Quindi, p
n
lim |an | non esiste .
E’: n+1
2(−1) (n+1) 2−2n+1 se n è pari
an+1
= =
an 2(−1)n n 22n−1 se n è dispari
e quindi
an+1
lim non esiste.
an
In casi di questo tipo, conviene considerare x come una parametro e studiare la
convergenza della serie numerica ottenuta, per ogni valore di x. Usando il criterio
della radice per ogni x fissato, si vede che
p
n
|an xn | < q < 1
se 2x < q e quindi se x < q/2, per qualche q < 1. Dunque il raggio di convergenza
è almeno 1/2. D’altra parte, se |x| > 1/2 allora per n = 2k, pari, si trova
Allora, ambedue le serie convergono per |x − x0 | < R e quindi la loro somma può
scriversi nuovamente come serie di potenze di centro x0 , convergente per |x−x0 | < R:
hX i hX i X
an (x − x0 )n + an (x − x0 )n = [an + bn ](x − x0 )n .
24 CAPITOLO 1. SERIE NUMERICHE E DI FUNZIONI
Il raggio di convergenza della serie somma può essere maggiore di R. Per esempio,
se bn = −an , allora la serie somma ha raggio di convergenza +∞ anche se R < +∞.
Ciò però può aversi solamente se R1 = R2 . Infatti, se per esempio R1 < R2 allora
R = R1 . Infatti, scrivendo
X hX i hX i
an xn = (an + bn )xn + (−bn )xn
min{R, R2 }
a cui si può applicare sia il criterio del rapporto che quello della radice. Il raggio di
convergenza è 4 per la serie della variabile t, e quindi 2 per la serie della variabile
x. Analogamente, la seconda serie converge per |x| < 1/2. Dunque, il raggio di
convergenza della serie somma è esattamente 1/2.
Calcoliamo tutti i possibili prodotti di un termine della prima con un termine della
seconda e raccogliamo i coefficienti dei termini con la medesima potenza (x − x0 )r .
1.6. SERIE DI POTENZE 25
nel campo complesso, converge sempre nel punto z0 . Se converge anche in altri punti, allora essa
converge in un disco aperto di centro z0 e raggio R > 0 (si scrive R = +∞ se la serie converge per
ogni z).
La convergenza è uniforme in ogni disco di centro z0 e raggio R0 < R; è assoluta in ciascun
punto z interno al disco di convergenza.
Per convergenza assoluta nel caso di serie di potenze a valori complessi, si intende la conver-
genza della serie2 X
|an | · |z − z0 |n .
La dimostrazione è del tutto analoga a quella vista per le serie di potenze reali. Però, ora può
mostrarsi di più: sia f (z) la somma di una serie di potenze di raggio di convergenza R. Esiste
2
ora | · | indica il modulo dei numeri complessi.
26 CAPITOLO 1. SERIE NUMERICHE E DI FUNZIONI
almeno un punto z1 tale che |z1 − z0 | = R, nel quale la funzione f (z) non è regolare. Ciò
chiarisce la stranezza notata all’Esempio 26. Per |x| < 1 vale
+∞
1 X
= (−1)n x2n
1 + x2 n=0
e la funzione 1/(1 + x2 ) è di classe C ∞ (R). Non si vede quindi quale fenomeno possa bloccare la
convergenza della serie. Se però la serie si legge nel campo complesso, allora
+∞
1 X
= (−1)n z 2n
1 + z2 n=0
e la funzione 1/(1 + z 2 ) non è definita nei punti ±i, che distano 1 dal centro della serie.
1
(k+1)
(Lr)k+1
(sk )[x − x0 ]k+1 < M .
(k + 1)! (k + 1)!
f
Il membro destro tende a zero e quindi, per il criterio del confronto, tende a zero
uniformemente anche l’errore
k
X 1 (n)
n 1
(k+1)
k+1
f (x) − f (x0 )[x − x0 ] = (sk )[x − x0 ] .
n! (k + 1)!
f
n=0
La condizione del Teorema 35 è soddisfatta nel caso delle funzioni di cui cor-
rentemente si usano gli sviluppi di Taylor, almeno su un opportuno intervallo. La
tabella seguente riporta alcune funzioni e il raggio di convergenza della relativa serie
di McLaurin (ossia, della serie di Taylor di centro 0).
Infine, studiamo la relazione tra parità di una funzione e sua serie di Taylor.
Vale:
Teorema 36 Sia
+∞
X
f (x) = an x n .
n=0
quindi f ′′ (0) = 0 ossia vale anche a2 = 0. Iterando questo procedimento si vede che
ogni a2k è nullo.
Se f (x) è pari, sono dispari tutte le sue derivate di ordine dispari e quindi sono
nulli gli a2k+1 .
Il viceversa è ovvio.
Unicità della serie di potenze Si noti che lo stesso numero può esprimersi
come somme di addendi diversi: 5 = 4 + 1 = 3 + 2. Si potrebbe quindi immaginare
che la medesima funzione si possa rappresentare come somma di serie di potenze
col medesimo centro, diverse tra loro. Invece, mostriamo che la serie di potenze che
converge ad una funzione f (x), se esiste, è unica:
Teorema 37 Siano
+∞
X +∞
X
an (x − x0 )n , bn (x − x0 )n
n=0 n=0
Dunque si ha anche
+∞
X
(an − bn )(x − x0 )n−1 = 0 .
n=1
Calcolando per x = x0 si vede a1 − b1 = 0 e dunque
+∞
X
(an − bn )(x − x0 )n−1 = 0 .
n=2
+∞
X 2π 2π
a0 + an cos n x + bn sin n x . (1.9)
L L
n=1
La verifica è immediata:
3
L’estremo inferiore dei periodi può essere nullo. Accade ciò se la funzione è costante, ma non
solo in tal caso. Per esempio, l’estremo inferiore dei periodi positivi è nullo per la funzione di
Dirichlet.
4
molto spesso, ma non sempre: si faccia attenzione al contesto!
5
o, a seconda delle applicazioni, lunghezza d’onda.
1.8. LA SERIE DI FOURIER IN L2 (0, L) 31
Vale:
Teorema 41 Sia f (t) continua su R e periodica di periodo T . Per ogni x ∈ R si
ha Z T Z x+T Z T Z T
f (s) ds = f (s) ds , f (x + s) ds = f (s) ds .
0 x 0 0
Figura 1.6:
1.2
0.8
0.6
0.4
0.2
0
kT x0 (k+1)T (x0+T) x
−0.2
−1 0 1 2 3 4 5 6
Le somme finite
N
X
a0 + [an cos n(2π/L)x + bn sin n(2π/L)x] . (1.11)
n=1
1
[cos a][cos b] = [cos(a + b) + cos(a − b)]
2
1
[sin a][cos b] = [sin(a + b) + sin(a − b)]
2
1
[sin a][sin b] = [cos(a − b) − cos(a + b)] .
2
Usando le formule di Werner si vede facilmente che
L se n = m = 0
Z L
cos n(2π/L)x cos m(2π/L)x dx = 0 se n 6= m
0
L
Z 2 se n = m
L
(1.12)
sin n(2π/L)x cos m(2π/L)x dx = 0 per ogni n, m.
0
Z L
0 se n 6= m
sin n(2π/L)x sin m(2π/L)x dx =
L
0 2 se n = m
Moltiplichiamo i due membri dell’uguaglianza (1.11) per cos k(2π/L)x e sin k(2π/L)x
e integriamo su [0, L]. L’integrale è nullo se k 6= n. Altrimenti si trova
1.8. LA SERIE DI FOURIER IN L2 (0, L) 33
1
RL
a0 = L 0 P (x) dx
2
RL
ak = L 0 P (x) cos k(2π/L)x dx (se k > 0)
2
RL
bk = P (x) sin k(2π/L)x dx .
L 0
Notare che
• il coefficiente a0 è la media integrale di P (x).
• la formula per a0 non si ottiene da quella di ak ponendo k = 0. Per questa
ragione conviene separare a0 nella formula (1.9).
Vale inoltre:
Teorema 42 Si ha
L +∞
LX 2
Z
2
La20 an + b2n .
|P (x)| dx = + (1.13)
0 2
n=1
ATTENZIONE
Sia ora f (x) ∈ L2 [0, L]. Chiamiamo coefficienti di Fourier della funzione f (x)
i numeri
RL
a0 = L1 0 f (x) dx
RL
ak = L2 0 f (x) cos k(2π/L)x dx (se k > 0) (1.14)
RL
bk = L2 −L f (x) sin k(2π/L)x dx .
Si chiama serie di Fourier associata alla funzione f (x) la serie (1.9) con i
coefficienti dati da (1.14). Le sue somme parziali sono polinomi tigonometrici,
N
X
SN (x) = a0 + [an cos n(2π/L)x + bn sin n(2π/L)x] .
n=1
Si può provare:
Teorema 43 Sia f ∈ L2 (−L, L). Vale:
Z L
lim |f (x) − SN (x)|2 dx = 0 ossia lim ||f − SN ||L2 (0,L) = 0 .
N →+∞ 0 N →+∞
Dunque, la successione delle somme parziali (SN (x)) converge ad f (x) nella
distanza di L2 (0, L) e quindi
+∞
X
f (x) = a0 + [an cos n(2π/L)x + bn sin n(2π/L)x] . (1.15)
n=1
Abbiamo notato che una serie di Fourier converge ad una funzione periodica.
Dunque, la serie in (1.15) converge all‘estensione di f (x) periodica di periodo
L. E quindi, usando il Teorema 41, i coefficienti di Fourier di f (x) si possono
calcolare integrando su qualunque intervallo di lunghezza L. In particolare
su (−L/2, L/2).
L +∞
LX 2
Z
2
|f (x)| dx = La20 + [an + b2n ] .
0 2
n=1
Di conseguenza:
Se accade che le due funzioni f (x) e g(x) sono continue, allora la condizione (1.16)
implica che esse coincidono. In generale, se vale (1.16), le due funzioni possono
“considerarsi equivalenti” nel senso che danno il medesimo contributo alle espressioni
integrali nelle quali figurano.
ha serie di Fourier
" +∞ #
L 2 4L 2 X (−1)n π
x2 = − 2 cos n x .
3 π n=1
n2 L
Pensiamo bene a ciò che abbiamo fatto: nel primo caso abbiamo calcolato l’estensio-
ne periodica di periodo L della funzione dispari f (x) = x definita su −L/2, L/2); nel
secondo caso abbiamo calcolato l’estensione periodica di periodo 2L della funzione
pari f (x) = x2 definita su (−L, L).
f (x) = f (−x) .
f (x) sin nx
f (x) = −f (−x) ,
Teorema 48 Sia
+∞
X 2π 2π
f (x) = a0 + an cos n x + bn sin n x .
L L
n=1
Supponiamo ora che sia data una funzione f (x) definita solamente su [0, L/2].
Ad essa possono associarsi infinite serie di Fourier di periodo L, una per ciascuna
“arbitraria” estensione di f (x) a [−L/2, 0]. Tra queste estensioni due sono privile-
giate: l’estensione pari e l’estensione dispari. L’estensione pari conduce ad una serie
di soli coseni mentre l’estensione dispari conduce ad una serie di soli seni. Dunque:
Teorema 49 Sia f (x) ∈ L2 (0, L/2). Essa è somma di un’ unica serie di Fourier
di soli seni, e di un’unica serie di Fourier di soli coseni. La prima definisce l’unica
estensione dispari di f (x) ad R, periodica di periodo L; la seconda definisce l’unica
estensione pari di f (x) ad R, periodica di periodo L.
Le formule per la serie di Fourier di f (x) di soli seni e di soli coseni si otten-
gono scrivendo nelle (1.14) le opportune estensioni di f (x). Per esempio, usando
l’estensione pari, per k 6= 0 si trova
Z L/2
4 L/2
Z
ak = (2/L) f (x) cos k(π/L)x dx = f (x) cos k(π/L)x dx .
−L/2 L 0
Dato che queste formule (e la corrispondente identità di Parsevale) sono di uso molto
comune, vanno ricordate. E’ bene quindi scriverle in modo esplicito:
L/2 +∞
L 2 LX 2
Z
|f (x)|2 dx = a + an .
0 2 0 4
n=1
con
Z L/2
bn = (4/L) f (x) sin n(2π/L)x dx . (1.19)
0
L +∞
2 LX 2
Z
|f (x)|2 dx = b .
L/2 0 4 n=1 n
1
(sin a)(cos b) = [sin(a + b) + sin(a − b)] .
2
Si trova:
L/2
2π 2π
Z
bn = (4/L) cos x sin n x dx =
0 L L
Z L/2
2 2π 2π 2π 2π
= sin + n x + sin − n x dx =
L 0 L L L L
2 L L
= (1 − cos(1 + n)π) + (1 − cos(1 − n)π) =
L 2π(1 + n) 2π(1 − n)
4 1
− π n2 −1 se n è pari
=
0 se n è dispari.
Dunque,
+∞
2π −4 X 1 4kπ
cos x = sin x, 0 < x < L.
L π 4k2 − 1 L
k=1
π
cos L x se 0<x<L
f (x) = π
− cos L x se −L < x < 0
40 CAPITOLO 1. SERIE NUMERICHE E DI FUNZIONI
Figura 1.7:
1
0.8
0.6
0.4
0.2
−0.2
−0.4
−0.6
−0.8
−1
−3 −2 −1 0 1 2 3
• in x0 la serie di Fourier converge alla media dei valori dei limiti direzionali:
1
[f (x0 −) + f (x0 +)]
2
(in particolare, la serie di Fourier converge ad f (x0 ) se in particolare f (x) è
continua anche in x0 ).
Esempio 52 Sia
−1 se −π < x < 0
χ (x) = 5 se x=0
1 se 0 < x < π .
1.9. LA CONVERGENZA PUNTUALE DELLA SERIE DI FOURIER 41
Si noti che questa funzione differisce dalla funzione sgn (x) per il valore che assume
in 0; ma il valore assunto in un solo punto non altera gli integrali che definiscono i
coefficienti di Fourier. Dunque le funzioni definite su [−π, π] ed uguali a χ(x) ed a
sgn (x) hanno la medesima serie di Fourier, che è la serie
4 sin x sin 3x sin 5x
+ + + ···
π 1 3 5
Per x = 0 questa serie converge e converge al valore 0, media dei limiti direzionali
di χ(x) per x → ±0. Per il teorema 51 la somma della serie è quindi sgn (x).
Se si disegnano alcune somme parziali, come in figura 1.8, si vede che le somme
parziali saltano sopra e sotto il valore ±1 di una quantità che non si attenua al
crescere di N . Calcoli piuttosto laboriosi mostrano che
lim SN (1/N ) = d
N →+∞
Figura 1.8:
1.5
0.5
−0.5
−1
−1.5
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8
Il fenomeno appena illustrato non dipende dalla particolare funzione sgn (x)
usata nell’esempio. Si può provare che, nelle ipotesi del Teorema 51, esso si verifica
in vicinanza di ogni salto. Tale fenomeno va sotto il nome di Fenomeno di Gibbs.
Infine, riportiamo alcune serie di Fourier di funzioni f (x) periodiche di periodo
2π e, nelle figure seguenti, i grafici della restrizione della funzione a (−π, π), con
42 CAPITOLO 1. SERIE NUMERICHE E DI FUNZIONI
Figura 1.9:
1.5
3.5
1 3
2.5
0.5
0
−π π
x 1.5
−0.5
1
−1 0.5
0 −π π
x
−1.5
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 −5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5
sovrapposti i grafici di alcune somme parziali. Nella colonna di sinistra della tabella,
si riporta l’espressione della funzione su (−π, π). La funzione è poi estesa ad R per
periodicità.
x + 2π se −π < x < 0 sin x sin 2x sin 3x
x se 0<x<π
π−2 1 + 2 + 3 + ···
Figura 1.10:
4 1.2
3
1
2
0.8
0.6
0
−π π x
0.4
−1
0.2
−2
0
−3
−π π x
−4 −0.2
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 −5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5