Indice
1 Medie numeriche 1
1.1 Disuguaglianze tra medie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.2 Alcune applicazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
1.3 Il numero di Nepero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1 Medie numeriche
1.1 Disuguaglianze tra medie
Mostreremo nel seguito che tra le quattro medie c’è una precisa relazione: per ogni
assegnata n-upla di numeri reali positivi si ha
H ≤ G ≤ A ≤ Q.
1
Cominciamo col provare che la media geometrica è sempre non maggiore della media
aritmetica.
Proposizione 1.1. Siano x1 , . . . , xn , numeri reali positivi. Vale che:
√ x1 + x2 + . . . + xn
n
x1 · x2 · . . . · xn ≤ . (1)
n
Inoltre l’uguaglianza in (1) vale se e solo se x1 = x2 = . . . = xn .
x1 + . . . + xn = n ⇒ x1 · . . . · xn < 1, (2)
che equivale alla (1) nel caso particolare in cui la media aritmetica è pari ad 1. Questo
è sufficiente per mostrare (1) nella sua generalità. Infatti posto
x1 + . . . + xn
A= ,
n
la (1) segue immediatamente applicando la (2) alla n-upla
x1 x2 xn
, , ..., .
A A A
Proviamo quindi (2), ragionando per induzione.
Sia n = 2. Allora se x1 + x2 = 2 (con x1 6= x2 e quindi x1 , x2 6= 1), si ha
x1 + x2 + . . . + xn + xn+1 = n + 1, (3)
e due tra x1 , x2 , . . . , xn , xn+1 sono distinti tra loro. Allora esiste un elemento, diciamo
x1 , minore di 1 (se fossero tutti maggiori di 1 la media sarebbe maggiore di 1, assurdo).
Quindi esiste a > 0 tale che
x1 = 1 − a.
x2 = 1 + b.
2
Allora possiamo riscrivere la (3) come segue:
(1 − a + b) + x3 + x4 + . . . + xn+1 = n,
(1 − a + b) · x3 · . . . · xn · xn+1 ≤ 1. (4)
x1 · x2 = (1 − a)(1 + b) = 1 − a + b − ab < 1 − a + b,
x1 · x2 · x3 · . . . · xn · xn+1 < 1.
Abbiamo dunque provato che vale (2) per una qualunque (n + 1)-pla, supponendola vera
per una qualunque n-upla.
Il principio di induzione consente allora di affermare che (2) vale per ogni n ∈ N.
√ a+b
ab ≤
2
e il massimo valore di h si ha per il triangolo isoscele, cioè con a = b.
a+b
2 √
ab
a b
Se a e b rappresentano
√ i lati di un rettangolo, 2(a + b) ne rappresenta il perimetro. La
quantità 4 ab invece può essere interpretata come il perimetro di un quadrato avente
3
√
la stessa area: infatti in tal caso il lato di questo quadrato misurerebbe ab, e la sua
area ab, quanto l’area del rettangolo di lati a e b. Pertanto la disuguaglianza dice che
il quadrato, e solo il quadrato, ha il perimetro più piccolo tra tutti i rettangoli di data
area.
Se n = 3, si ha
√
3
12 abc ≤ 4(a + b + c).
La quantità a secondo membro si può interpretare come la somma delle lunghezze degli
spigoli di un parallelepipedo rettangolo. La quantità a primo membro, invece, la si
può pensare come la somma delle lunghezze √ degli spigoli di un cubo avente lo stesso
volume: infatti un cubo siffatto ha lato 3 abc e il suo volume è abc, pari al volume del
parallelepipedo rettangolo di spigoli a, b e c. Dunque la disuguaglianza afferma che il
cubo, e solo il cubo, ha la più piccola somma delle lunghezze dei lati tra i parallelepipedi
rettangoli di eguale volume.
4
in quanto a2 + b2 − 2ab = (a − b)2 > 0 se a 6= b. Supponiamo ora (6) vera per n.
Proviamola per n + 1 elementi non tutti uguali tra loro. Usando l’ipotesi di induzione e
la (7) n volte abbiamo:
Esercizio 1. Tra tutti i parallelepipedi rettangoli di dato volume, il cubo, e solo il cubo,
ha la minima area superficiale.
5
Esercizio 4 (disuguaglianza di Nesbitt). Siano a, b, c tre numeri positivi. Si ha
a b c 3
+ + ≥ . (8)
b+c a+c a+b 2
Soluzione. Usando la disuguaglianza tra media armonica e media aritmetica in (1), si
ha
(a + b) + (a + c) + (b + c) 3
≥ 1 1 1 .
3 a+b + a+c + b+c
Riordinando, si ha
1 1 1
[(a + b) + (a + c) + (b + c)] + + ≥ 9,
a+b a+c b+c
da cui si ottiene
a+b+c a+b+c a+b+c
2 + + ≥9
a+b b+c a+c
e di conseguenza facilmente la (8).
An n
An
≥1+n −1 =
An−1 An−1
An−1 + nAn − nAn−1 nAn − (n − 1)An−1 xn
= = = ,
An−1 An−1 An−1
1
che, come è facile verificare, si può dimostrare anche in maniera diretta col principio di induzione
6
ossia Ann ≥ xn An−1
n−1 . Ragionando iterativamente si ha
7
1 n+1
A5 ) La successione bn = 1 + è strettamente decrescente.
n
e quindi
n n+1
1 n−1 n 1
= < = .
bn−1 n n+1 bn
1 n
an = 1 +
n
1 n 1 n+1
2 = a1 ≤ 1+ < 1+ = bn ≤ b1 = 4.
n n
1 6
2 = a1 < e < b5 = 1 + < 2.986.
5
8
Per avere un’approssimazione migliore, bisogna scegliere n abbastanza grande. Ad esem-
pio,
Osservazione 1.5. Osserviamo che il numero di Nepero e si può scrivere come la somma
di una serie:
X +∞
1 1 1
e = lim 1 + + . . . + = .
n→∞ 2! n! k!
k=0
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Quanto appena provato nell’osservazione precedente è di notevole importanza, e per-
mette di ottenere alcune significative proprietà del numero di Nepero.
Dimostrazione. Si ha
n +∞ +∞
X 1 X 1 1 X (n + 1)!
e− = =
k! k! (n + 1)! k!
k=0 k=n+1 k=n+1
+∞
1 X 1 1 n+2
< j
= .
(n + 1)! (n + 1) (n + 1)! n + 1
j=0
a Pn 1
il che è assurdo in quanto b! b − k=0 k! è certamente intero.
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2 Teoremi sul limite delle medie
2.1 Criterio del rapporto e della radice
Teorema 2.1 (Criterio del rapporto). Sia an una successione tale che an > 0 per
ogni n ∈ N, e tale che
an
lim = `. (12)
n→∞ an−1
Vale che:
Non può essere a > 0; in tal caso, infatti, passando al limite in (12) si avrebbe
an a
` = lim = = 1,
n an−1 a
il che è assurdo essendo ` < 1 per ipotesi. Dunque a = 0.
Infine, se ` > 1, per la successione bn = a1n > 0 risulta
bn 1
lim = (0 se ` = +∞).
n→+∞ bn−1 `
Essendo 1/` < 1, per quanto appena dimostrato risulta lim bn = 0 e dunque lim an =
n→+∞ n→+∞
+∞.
Osservazione 2.1. Se ` = 1 non si può dire nulla sul limite di an . Alcuni esempi per
cui
an+1
lim =1:
n→∞ an
11
• an = n;
• an = n1 ;
n
• an = ;
n+1
√
• an = 2 + sin n. Si ha:
√
2 + sin n
lim √ = 1.
n 2 + sin n + 1
Teorema 2.2 (Criterio della radice). Sia an una successione tale che an ≥ 0 per
ogni n ∈ N, e che verifica
√
lim n
an = `. (13)
n→+∞
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Dimostrazione. Supponiamo ` < 1. Allora posso scegliere ε > 0 tale che ` + ε < 1 (ad
esempio ε = 1−`
2 ). Esiste quindi ν ∈ N tale che
√
n
an < ` + ε, ∀n > ν,
ossia
0 ≤ an < (` + ε)n .
Poiché ` + ε < 1, si ha lim (` + ε)n = 0. Dal teorema dei carabinieri segue la tesi nel
n→+∞
caso ` < 1.
Similmente, se ` > 1 posso scegliere ε > 0 tale che ` − ε > 1. Per n abbastanza grande
si ha
an ≥ (` − ε)n .
Essendo ` − ε > 1, risulta lim (` − ε)n = +∞, e dal teorema del confronto si ha la
n→+∞
tesi.
Teorema 2.3 (di Cesàro sulle medie aritmetiche). Sia an una successione di
numeri reali. Se an è regolare, allora anche la successione delle medie aritmetiche
a1 + · · · + an
n
è regolare e risulta
a1 + · · · + an
lim = lim an . (14)
n→+∞ n n→+∞
Dimostrazione. Sia ` = lim an . Proviamo il teorema nel solo caso ` ∈ R. I restanti casi
vengono lasciati per esercizio.
Sia ε > 0 fissato, e ν ∈ N tale che
|an − `| < ε, ∀n > ν.
Per n > ν si ha
a1 + . . . + an a1 + . . . + an − n`
− ` =
n n
(a1 − `) + . . . + (an − `)
=
n
(a1 − `) + . . . + (aν − `) |aν+1 − `| + . . . + |an − `|
≤ +
n n
(a1 − `) + . . . + (aν − `) n − ν
< + ε.
n n
13
Poiché ν è fisso, si ha
(a1 − `) + . . . + (aν − `)
lim = 0.
n→∞ n
n−ν
In definitiva, osservando che < 1, per n ≥ ν1 si ha
n
a1 + . . . + an
− ` < 2ε,
n
e questo conclude la dimostrazione.
è regolare e risulta
p
lim n b1 · . . . · bn = lim bn . (15)
n→+∞ n→+∞
Osservazione 2.2. Nella Proposizione 1.1 è stato provato che se an è una successione
di numeri positivi, allora
√ a1 + . . . + an
n
a1 · . . . · an ≤ . (16)
n
È interessante osservare che se an → `, al crescere di n le due medie (grazie al teorema
di Cesaro) sono “sempre più vicine”, tendendo allo stesso valore `.
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Osservazione 2.3. L’esistenza del limite delle medie geometriche o di quelle aritmetiche
di una successione an non implica la convergenza stessa di an ; dunque la tesi del Teorema
di Cesaro non è più vera se eliminiamo l’ipotesi di esistenza del limite di an .
Per verificare ciò, è sufficiente utilizzare la successione an definita come
(
1 se n è dispari,
an = (17)
2 se n è pari.
Abbiamo
p
√ n 2 n−1
2 se n è dispari,
n
a1 · · · an = √
2 se n è pari,
e
3n − 1
se n è dispari,
a1 + a2 + . . . + an 2n
=
n 3
se n è pari.
2
Risulta quindi
√ √ a1 + a2 + . . . + an 3
lim n
a1 · · · an = 2, lim = ,
n→+∞ n→+∞ n 2
ma
Osserviamo infine che, in tal caso, le due medie in (16), pur convergendo entrambe, non
convergono allo stesso limite.
Un’altra conseguenza del teorema di Cesaro è il seguente risultato.
Teorema 2.5 (Criterio rapporto-radice). Sia an una successione tale che an > 0
per ogni n ∈ N. Se la successione
an
an−1
√
è regolare, allora n an è regolare e
√ an
lim n
an = lim .
n→+∞ n→+∞ an−1
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è
√
r
n a ·
a2 a3 an
1 · · ... · = n an .
a1 a2 an−1
√
r
a2 a3 an an
lim n an = lim n a1 · · · ... · = lim .
a1 a2 an−1 an−1
Osservazione 2.4. Osserviamo che se an > 0, dal criterio della radice e del rapporto-
radice segue immediatamente il criterio del rapporto.
abbiamo
√
lim n
an = 1, (19)
n→+∞
mentre
an+1
lim non esiste. (20)
n→+∞ an
√
Per verificare la (19) ci basta osservare che la sottosuccessione di n an di posto pari e
quella di posto dispari convergono entrambe a 1:
√ n √
q
lim 2n
a2n = lim 2 = 1,
n→+∞ n→+∞
√ √
2n+1
lim 2n+1 a2n+1 = lim 1 = 1.
n→+∞ n→+∞
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Teorema 2.6. Sia an una successione di numeri reali. Se la successione
(an − an−1 )
a1 + a2 + . . . + an
lim = lim an se il secondo limite esiste
n→+∞ n
√
lim n
a1 · . . . · an = lim an se an > 0 e il secondo limite esiste
n→+∞ n→+∞
√ an
lim n
an = lim se an > 0 e il secondo limite esiste
n→+∞ n→+∞ an−1
an
lim = lim (an − an−1 ) se il secondo limite esiste
n→+∞ n n→+∞
Tabella 1
2.3 Applicazioni
√
n
A6 ) lim n = 1.
n→+∞
Applicando il criterio rapporto-radice, il limite è immediatamente provato essendo
n+1
lim = 1.
n→+∞ n
√
n
A7 ) lim n! = +∞.
n→+∞
Essendo
(n + 1)!
lim = lim (n + 1) = +∞,
n→+∞ n! n→+∞
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Infatti, essendo
n
nn
(n + 1)! n 1
lim · = lim = ,
n→+∞ (n + 1)n+1 n! n→+∞ n+1 e
lim(an+2 − 2an+1 + an ) = `,
n
allora
an+1 − an
lim = `.
n n
Soluzione. Posto an+1 − an = bn , l’ipotesi asserisce che (bn+1 − bn ) → `. Quindi,
osservando che la media aritmetica di cn := bn − bn−1 , n ≥ 2, c1 := b1 è
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