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10 Capitolo 1.

Analisi dell’errore

della risoluzione del problema da (n + 1)! a circa n3 /3 moltiplicazioni. È naturale


chiedersi se tale metodo sia ottimo, ossia se non esistano algoritmi che richiedano un
numero inferiore di moltiplicazioni (l’ottimalità è stata dimostrata relativamente ai
metodi che usano solo combinazioni di righe e di colonne). Tale tipo di problema fa
parte di una classe più ampia, oggetto di studio del settore della complessità com-
putazionale che ha avuto recentemente consistenti sviluppi. Nel caso della risoluzione
di un sistema di n equazioni lineari in n incognite sono stati individuati metodi che
richiedono non più di knθ operazioni aritmetiche, dove k è una costante positiva e
θ < 3 (il più piccolo valore noto di θ è 2.38 . . .).

1.4 Rappresentazione in base di un numero.


L’insieme dei numeri rappresentabili con un calcolatore è finito: con n cifre che
possono assumere i valori binari 0 e 1, il massimo numero di configurazioni diverse
ottenibili è 2n . Ad esempio, con n = 3 si hanno le otto configurazioni seguenti:

000, 001, 010, 011, 100, 101, 110, 111.

Un problema fondamentale è quello di associare ad ogni configurazione di cifre bi-


narie un numero reale in modo che l’insieme dei numeri rappresentati sia oppor-
tunamente distribuito nell’intervallo della retta reale a cui appartengono i numeri
da rappresentare e in modo che l’errore che si commette risulti sufficientemente
contenuto.
Per affrontare tale problema è opportuno fare riferimento al sistema di rappre-
sentazione in base dei numeri reali. Sia β ≥ 2 il numero intero che si assume come
base della rappresentazione. Vale il seguente teorema.

Teorema di rappresentazione in base. Sia x un numero reale non nullo; allora


esistono e sono unici il numero intero p e la successione {di }i=1,2,... di numeri interi,
0 ≤ di < β, d1 6= 0, non definitivamente uguali a β − 1, tali che

X
p
x = sgn(x)β di β −i , (1.6)
i=1

dove sgn(x) = 1 se x > 0, sgn(x) = −1 se x < 0. 2


La (1.6) viene detta rappresentazione in base del numero x. Le quantità che
compaiono nella (1.6) vengono dette

p esponente,
di cif re della rappresentazione,
P

di β −i mantissa.
i=1

Se esiste un indice k tale che dk 6= 0 e di = 0 per i > k, la rappresentazione in base


β si dice finita di lunghezza k.

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