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Unità Operativa Autonoma di Otorinolaringoiatria, ULSS 13, Presidio Ospedaliero, Dolo (VE)
* Studio di Esplorazioni Funzionali Vestibolari, Dolo (VE)
invalidità biologiche permanenti molto modeste, comprese in una valutazione che non
supera il 10% rispetto al valore quo ante del soggetto leso e di cui il 66% riguardano
richieste di risarcimento danni proprio per lesioni concernenti il distretto cervicale
(colpo di frusta alias distorsione cervicale). È in pratica necessario che questa esigen-
za di metodologia valutativa rifugga da semplicistici automatismi “di comodo”, basa-
ti sull’inaccettabile equazione che ad ogni distorsione cervicale e ad ogni sindrome
vertiginosa correlata corrispondano sempre e comunque postumi meritevoli di per-
centuali d’invalidità standardizzate, oppure che si debba generalmente e pretestuosa-
mente rifiutare l’accreditamento di reliquati permanenti invalidanti, ancorché in misu-
ra minima. L’impiego delle succitate metodiche di indagine diagnostica non ha la pre-
tesa di risolvere l’annoso problema del giusto risarcimento di danni di siffatta entità,
ma sicuramente rappresenta un valido, oggettivo ausilio prima per il valutatore medi-
co-legale e successivamente per il magistrato nel difficile tentativo di inquadrare con
maggiore obiettività gli effettivi postumi permanenti di una lesione organico-funzio-
nale dell’apparato vestibolare secondaria a trauma cervicale(12).
Recenti disposizioni legislative (Legge 5 Marzo 2001, n. 57 e successivo Decreto
3 Luglio 2003, pubblicato sulla GU 11 Settembre 2003 - serie generale n. 211) in ma-
teria di risarcimento del danno, infatti, impongono di dare la massima oggettività a
quelle alterazioni patologiche che possono esitare da eventi traumatici.
Non è infrequente imbattersi in un esame otovestibolare composto unicamente
dai seguenti elementi:
- esame audiometrico;
- ricerca nistagmo (Ny) spontaneo;
- prova calorica monotermica secondo Veits.
Un tale protocollo di indagine tuttavia risulta essere assai limitato. Infatti, l’e-
quilibrio di un soggetto deriva dalla complessa integrazione, a livello dei nuclei vesti-
bolari del tronco encefalico, delle funzioni di più sottosistemi sensoriali (visivo, vesti-
bolare e propriocettivo in primis, uditivo ed esterocettivo in secundis). Ne deriva che
le conclusioni diagnostiche che si possono trarre utilizzando questo protocollo sono
ben lontane dal rispecchiare fedelmente le condizioni di salute del paziente. Precise
argomentazioni scientifiche giustificano questa affermazione.
In primo luogo un esame otovestibolare che sia privo delle prove visuooculo-
motorie e della stabilometria non indaga per nulla le efferenze oculomotorie nonché
le afferenze visive e propriocettive; non vi è modo perciò di valutare né l’uscita moto-
ria dell’apparato vestibolare né il contributo che la vista e la sensibilità interna del
corpo forniscono per il mantenimento dell’equilibrio e di conseguenza:
- viene omessa la più importante quota di diagnosi “centrali”;
- viene perduta tutta la diagnostica di tipo posturale.
In secondo luogo un esame otovestibolare non valuta in modo accurato il labi-
rinto qualora:
142 • Il colpo di frusta cervicale
patologie. Il confronto tra esami eseguiti in tempi differenti sullo stesso soggetto è
reso estremamente agevole dal fatto che è sufficiente paragonare fra loro degli indici
numerici calcolati da un software e non delle valutazioni espresse solo in base alla
soggettività dell’esaminatore (soprattutto di quello che esegue un esame vestibolo-
metrico con il solo ausilio dei propri occhi). Tale soggettività, infatti, rappresenta la
maggiore fonte di imprecisione e di errore che ha afflitto fino ad oggi le valutazioni
vestibolari e la sua eliminazione costituisce, di conseguenza, un importantissimo
risultato. Le modalità con cui viene raggiunto questo obiettivo sono molteplici(1, 4, 5, 6).
In primo luogo, tutte le misurazioni si incentrano sulla velocità della fase lenta
del nistagmo: è quest’ultima la vera risposta dell’apparato vestibolare a stimoli visi-
vi, acceleratori e termici. La frequenza del nistagmo cessa definitivamente di essere
il parametro guida della funzione vestibolare, eliminando tutte quelle alchimie topo-
diagnostiche che ad essa si correlavano (Figura 1).
In secondo luogo, solo l’esecuzione delle stimolazioni bitermiche fornisce gli
elementi da cui si ricavano i tre parametri diagnostici, fondamentali ed irrinunciabili,
che sono la reflettività assoluta, il deficit vestibolare di lato (ovvero la ripartizione tra
il labirinto di destra e quello di sinistra della reflettività totale misurata alle prove
rotatorie) e la preponderanza direzionale: solo così si può distinguere se un’asimme-
tria della risposta vestibolare sia in relazione ad una riduzione di funzione di un emi-
sistema vestibolare (deficit di lato) oppure ad una prevalenza della risposta vestibola-
re in un verso (preponderanza direzionale). L’esecuzione di stimolazioni monotermi-
che è assolutamente da proscrivere in quanto esse non rendono possibile il calcolo di
nessuno dei parametri sopra indicati e non hanno, perciò, alcuna potenzialità topo-
diagnostica (Figura 2).
In terzo luogo, l’utilizzo delle stimolazioni rotatorie permette di calcolare la re-
flettività totale (ovvero la somma dell’azione congiunta dei due emisistemi vestibola-
Stato dell’arte della diagnostica strumentale in tema di vestibologia forense • 145
Figura 2. L’esecuzione di
Deficit di lato vs preponderanza direzionale stimolazioni caloriche mo-
notermiche, soprattutto se
si ottiene una risposta a-
Deficit di lato a sinistra simmetrica, non consente
di differenziare il deficit di
lato dalla preponderanza
direzionale. Nel primo ca-
so si tratta di una riduzio-
ne monolaterale della sen-
sibilità dei recettori vesti-
bolari canalari; nel secondo
di una prevalenza in una di-
rezione della risposta ocu-
lomotoria riflessa indipen-
dentemente dal lato stimo-
Stimolazione monotermica asimmetrica lato. Per il deficit di lato il va-
lore topodiagnostico della
prova è evidente, per la pre-
Preponderanza direzionale destra ponderanza direzionale in-
vece non lo è essendo pos-
sibile per quest’ultima un’o-
rigine sia vestibolare cen-
trale o periferica sia extra-
vestibolare (miofasciale cer-
ri) e di misurare l’interazione visuovesti- vicale, ad esempio).
bolare (ovvero quel fondamentale proces-
so di integrazione tra informazioni visive Scompenso vestibolare
e vestibolari che si realizza a livello delle
strutture nervose tronco-cerebellari). Il Bilancio funzionale
loro mancato utilizzo non consente una
corretta valutazione dello scompenso di- Esame obiettivo Prove termiche
namico del sistema vestibolare, cui è di- e rotatorie
rettamente proporzionale la sintomatolo-
gia lamentata dal paziente, e non permette Ny spontaneo- Preponderanza
il rilievo di una importante quota dei di- posizionale direzionale
sturbi centrali delle vie vestibolooculomo-
torie (Figura 3). Scompenso di tipo Scompenso di tipo
statico dinamico
Figura 3. Il grado di bilanciamento funzionale dei due emisistemi vestibolari va valutato sia in condizio-
ni statiche che in condizioni dinamiche. Le condizioni statiche vengono testate dall’esame obiettivo
(ricerca del Ny spontaneo e/o di posizione) mentre quelle dinamiche dalle prove termiche e rotatorie
(misura della preponderanza direzionale). Il nistagmo si definisce spontaneo quando evidenziato a
paziente seduto e/o in piedi e con il capo eretto e posizionale quando si manifesta durante il manteni-
mento del decubito supino, prono, in fianco Dx ed in fianco Sin. La preponderanza direzionale esprime
un’asimmetria significativa del Ny evocato in risposta ad una stimolazione simmetrica che si applica
durante le prove termiche e rotatorie. Il rilievo di un Ny spontaneo e/o posizionale implica di necessità
la presenza di uno scompenso di carattere statico tanto quanto valori anormali di preponderanza dire-
zionale definiscono uno scompenso di carattere dinamico.
146 • Il colpo di frusta cervicale
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