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ARTICOLO ORIGINALE
SCIENZA RIABILITATIVA 2007; 9.1 : 23-35
* Dottore in Fisioterapia
U.O. Terapia Fisica e
Riabilitazione Territoriale ASL 3
Genovese
2 anno corso di Laurea
Specialistica in Scienze delle
Professioni Sanitarie della
Riabilitazione Universit degli
Studi di Genova
Direttore del sito FisiOnLine
www.fisionline.org
Parole chiave
Diagnosi differenziale, equipe multidisciplinare, tumori spinali, lombalgia, cervicobrachialgia, Mc Kenzie
Abstract
Il moderno approccio alla medicina
centrata sul paziente impone agli
operatori sanitari una reale collaborazione allinterno dellequipe multidisciplinare al fine di sfruttare pienamente tutte le capacit professionali, nel rispetto delle rispettive
competenze, con lo scopo ultimo di
migliorare la risposta sanitaria al
bisogno di salute.
Questo articolo, mediante la descrizione di due casi clinici, affronta il
ruolo della diagnosi differenziale
fisioterapica e della sua integrazione
nella collaborazione tra medico e
fisioterapista.
DIFFERENTIAL DIAGNOSIS IN
PHYSIOTHERAPY: A USEFUL
INSTRUMENT FOR THE
PHYSIOTHERAPIST, A PROTECTION
FOR THE PATIENT
Key words
Differential diagnosis, multidisciplinary team, spinal tumors, back pain,
neck pain, Mc Kenzie
Abstract
The modern approach to patient-centered medicine imposes on the medical staff a real cooperation inside the
multidisciplinary team in order to
make the most of the whole profes-
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DIAGNOSI DIFFERENZIALE
DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN FISIOTERAPIA: UNO STRUMENTO UTILE
AL FISIOTERAPISTA, UNA TUTELA PER IL PAZIENTE
Tabella 1
D.M. 741/94
Fisioterapisti 10/1998
Sentenza Corte di
Cassazione n 859/98
Responsabilit
professionale del
fisioterapista
Incombe sul fisioterapista, nellespletamento della sua attivit professionale, un obbligo di accertamento delle condizioni del paziente traumatizzato prima di compiere manovre riabilitative che possono rivelarsi dannose, sicch, in mancanza di idonea documentazione medica (eventualmente non prodotta dal paziente) lo stesso fisioterapista ha il dovere di
assumere tutte le informazioni richieste dal trattamento che si accinge a
praticare
L. 42/99
L. 251/00
Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione ostetrica
Art. 2 (professioni sanitarie riabilitative)
Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea della riabilitazione svolgono con titolarit e autonomia professionale, nei confronti dei singoli
individui e della collettivit, attivit dirette alla prevenzione, alla cura, alla
riabilitazione e a procedure di valutazione funzionale, al fine di espletare
le competenze proprie previste dai relativi profili professionali
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DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN FISIOTERAPIA: UNO STRUMENTO UTILE
AL FISIOTERAPISTA, UNA TUTELA PER IL PAZIENTE
reciproca.
La particolare relazione terapeutapaziente che il fisioterapista pu e deve
sviluppare, fornisce la base ad una
potenziale capacit valutativa che data
anche da una maggior disponibilit di
tempo per losservazione e dalla possibilit di un dialogo informale.
Lattivit svolta su pi sedute permette, inoltre, di monitorare costantemente
levoluzione o la comparsa di segni clinici misconosciuti in sede di prima visita, consentendo anche di modificare il
piano di trattamento in caso di discrepanza con la diagnosi originale.
La diagnosi differenziale in fisioterapia, pertanto, non pu limitarsi alla
distinzione tra malattie di propria o altrui
competenza, ma deve necessariamente
ampliarsi nellambito della relazione esistente tra patologie aventi caratteristiche
sintomatologiche affini o confondenti.
Applicare una terapia fisioterapica
alla cieca, delegando in toto ad altri
operatori sanitari laspetto valutativo,
oltre ad essere un atteggiamento antistorico giustamente punito dalla giurisprudenza, pu dare adito a prestazioni quantomeno inappropriate che non trovano
alcuna giustificazione in essere.
Il comportamento corretto ci viene
suggerito dal Titolo 2, art 11, del codice
deontologico del fisioterapista: Qualora risultino valutazioni discordanti,
cambiamenti del quadro clinico e/o
risposte non coerenti durante il trattamento, il FT tenuto ad informare il
medico curante, collaborando a fornire
elementi utili sia per un eventuale
approfondimento diagnostico, che per la
definizione di un pi appropriato programma terapeutico.
Un po pi scarna risulta essere la
normativa deontologica medica che nel
declamare le modalit di rapporto con le
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fisioterapista. (15)
In altri Paesi, dove il fisioterapista
anche prescrittore di esami diagnostici,
la sua capacit clinico-valutativa risulta
essere vantaggiosa anche economicamente. Ad esempio, i fisioterapisti che
lavorano per lesercito americano possono prescrivere la diagnostica per immagini (TAC, RMN, RX), lastensione dal
lavoro per 30 giorni e inviare i pazienti
ad un qualsiasi medico specialista. Questa esperienza ha dimostrato di poter
ridurre il numero di indagini radiologiche fino al 50%. (16)
Stesso risultato, minor uso di radiografie, e stessi outcomes anche in un
altro studio su 481 pazienti che ha confrontato un gruppo di fisioterapisti specialisti e un gruppo di chirurghi ortopedici nella gestione dei disordini muscolo-scheletrici presso 2 reparti di ortopedia, di 2 ospedali. (17)
Studi recenti, perlomeno nel mondo
dove la ricerca in fisioterapia una realt
e non solo un auspicio, confermano che
laccesso diretto del paziente al fisioterapista specializzato sicuro per quanto
riguarda il riconoscimento di circostanze
che richiedono il rinvio al medico (18) e
risulta anche economicamente vantaggioso. (19)
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CONCLUSIONE
Come in tutte le attivit umane, anche
nella gestione terapeutica del paziente, il
dialogo risulta essere uno strumento fondamentale. Lo scambio di informazioni
tra due figure professionali distinte, quali il dottore in medicina e il dottore in
fisioterapia, genera indiscutibili vantaggi
di cui sarebbe scorretto privare il malato.
Lespansione del sapere medico porter sempre di pi ad una parcellizzazione
delle conoscenze e delle competenze: solVOL. 9 N. 1 LUGLIO 2007
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