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ARTICOLO ORIGINALE
SCIENZA RIABILITATIVA 2007; 9.1 : 23-35

DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN FISIOTERAPIA:


UNO STRUMENTO UTILE AL FISIOTERAPISTA,
UNA TUTELA PER IL PAZIENTE
GERARDO CAPALDO*

Lottica responsabilizzante prodotta


dallevoluzione giuridica, accademica e
professionale che ha investito la figura
del fisioterapista italiano a partire dagli
anni 90 del secolo scorso, ha imposto al
riabilitatore la consapevolezza che la
propria capacit valutativa doveva assurgere a parte integrante e codificata della
attivit sul paziente. (Tab. I).
Lobbligo di accertamento delle condizioni del paziente sancito anche penalmente dalla Suprema Corte agisce in
virt della completa titolarit e autonomia dellintervento del fisioterapista;
risulta personale e non delegabile ad altri
professionisti sanitari e non inficiato
nella sua pienezza dalla eventuale presenza di prescrizione medica.
Ma al di l delle preoccupazioni giurisprudenziali che, a torto o a ragione,
negli ultimi anni sono diventate una
priorit per ogni clinico, resta laspetto
morale del fisioterapista al cospetto di
un paziente che, quale che sia il suo percorso di accesso alla terapia fisioterapica, ha certamente diritto ad un intervento pregno dei principi di efficacia ed
efficienza ma, in primis, necessita di una
prestazione appropriata intendendo con
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ci non solo ladeguatezza del trattamento proposto al disturbo presentato,


ma anche la sua reale necessit a fronte
di altri interventi.
La visione del fisioterapista si deve
dunque allargare oltre i limiti del saper
fare per giungere a quelli del quando
non fare.
Un semplice esempio pu aiutare a
chiarire il concetto.
Un uomo di 58 anni giunge alla
vostra osservazione per una iniziale
lesione alla cuffia dei rotatori della spalla destra. La valutazione funzionale vi
conferma un leggero deficit muscolare
ed una dolorabilit compatibile con la
diagnosi medica. Anche lanamnesi relativa allinsorgenza del disturbo e allattivit lavorativa del paziente orientano
sulleziologia microtraumatica del dolore alla spalla.
In conformit alla diagnosi di presentazione, effettuate un efficace ed efficiente trattamento di riduzione del dolore e di
rinforzo muscolare, con ottimi risultati
che soddisfano il paziente, voi e il medico inviante. Questo il saper fare.
Ma proprio mentre mobilizzate il
braccio vi accorgete di un neo in prossiSCIENZA RIABILITATIVA

* Dottore in Fisioterapia
U.O. Terapia Fisica e
Riabilitazione Territoriale ASL 3
Genovese
2 anno corso di Laurea
Specialistica in Scienze delle
Professioni Sanitarie della
Riabilitazione Universit degli
Studi di Genova
Direttore del sito FisiOnLine
www.fisionline.org

Parole chiave
Diagnosi differenziale, equipe multidisciplinare, tumori spinali, lombalgia, cervicobrachialgia, Mc Kenzie
Abstract
Il moderno approccio alla medicina
centrata sul paziente impone agli
operatori sanitari una reale collaborazione allinterno dellequipe multidisciplinare al fine di sfruttare pienamente tutte le capacit professionali, nel rispetto delle rispettive
competenze, con lo scopo ultimo di
migliorare la risposta sanitaria al
bisogno di salute.
Questo articolo, mediante la descrizione di due casi clinici, affronta il
ruolo della diagnosi differenziale
fisioterapica e della sua integrazione
nella collaborazione tra medico e
fisioterapista.

DIFFERENTIAL DIAGNOSIS IN
PHYSIOTHERAPY: A USEFUL
INSTRUMENT FOR THE
PHYSIOTHERAPIST, A PROTECTION
FOR THE PATIENT
Key words
Differential diagnosis, multidisciplinary team, spinal tumors, back pain,
neck pain, Mc Kenzie
Abstract
The modern approach to patient-centered medicine imposes on the medical staff a real cooperation inside the
multidisciplinary team in order to
make the most of the whole profes-

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Tabella 1

D.M. 741/94

Regolamento concernente lindividuazione della figura e del relativo profilo


professionale del fisioterapista. Il fisioterapista loperatore sanitario []
che svolge in via autonoma o in collaborazione con altre figure sanitarie gli
interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricit, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali [] Elabora anche in
equipe multidisciplinare la definizione del programma di riabilitazione []
Pratica autonomamente attivit terapeutica []

Codice deontologico dei

Titolo II Compiti e doveri del FT capo III condotta professionale


Art. 10 Al Fisioterapista compete la valutazione della persona assistita
attraverso lanamnesi ed un esame clinico funzionale
Art. 11 comma 2 Il FT elabora il programma terapeutico riabilitativo in
riferimento alla diagnosi ed alla prescrizione medica. Qualora risultino
valutazioni discordanti, cambiamenti del quadro clinico e/o risposte non
coerenti durante il trattamento, il FT tenuto ad informare il medico curante, collaborando a fornire elementi utili sia per un eventuale approfondimento diagnostico, che per la definizione di un pi appropriato programma terapeutico
Art. 15 Il FT ha la responsabilit diretta delle procedure diagnostiche e
terapeutiche che applica

Fisioterapisti 10/1998

Sentenza Corte di
Cassazione n 859/98
Responsabilit
professionale del
fisioterapista

sional skills, in respect of everyone's


abilities, with the final object of
improving the sanitary answer to the
need for health.
This article, through the description
of two clinical cases, deals with the
role of differential diagnosis in physiotherapy and its integration in the
collaboration between doctor and
physiotherapist.

Incombe sul fisioterapista, nellespletamento della sua attivit professionale, un obbligo di accertamento delle condizioni del paziente traumatizzato prima di compiere manovre riabilitative che possono rivelarsi dannose, sicch, in mancanza di idonea documentazione medica (eventualmente non prodotta dal paziente) lo stesso fisioterapista ha il dovere di
assumere tutte le informazioni richieste dal trattamento che si accinge a
praticare

L. 42/99

Disposizioni in materia di professioni sanitarie


Art. 1- comma 2: il campo proprio di attivit e di responsabilit delle
professioni sanitarie determinato dai contenuti dei decreti ministeriali
istitutivi dei relativi profili professionali e degli ordinamenti didattici dei
rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base, nonch
degli specifici codici deontologici, fatte salve le competenze previste per le
professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario per laccesso alle quali richiesto il possesso del diploma di laurea, nel rispetto
reciproco delle specifiche competenze professionali

L. 251/00

Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione e della professione ostetrica
Art. 2 (professioni sanitarie riabilitative)
Gli operatori delle professioni sanitarie dellarea della riabilitazione svolgono con titolarit e autonomia professionale, nei confronti dei singoli
individui e della collettivit, attivit dirette alla prevenzione, alla cura, alla
riabilitazione e a procedure di valutazione funzionale, al fine di espletare
le competenze proprie previste dai relativi profili professionali

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mit del bordo mediale della scapola. Ha


circa 6 mm di diametro, asimmetrico
con bordi sfumati e di colore scuro.
Interrogato al riguardo il paziente non
riesce a chiarirne i tempi di insorgenza o
di evoluzione anche perch fino a quel
momento non era cosciente di tale presenza: per tale motivo non ne aveva mai
parlato con il suo medico.
Mentalmente voi issate una red flag e
attuate un rinvio medico presso il curante o lo specialista dermatologo che,
saprete successivamente, diagnosticher
un melanoma allo stadio iniziale.
Questo dunque un esempio del
saper quando non fare, la capacit perci di riconoscere lesistenza di una prioritaria appropriatezza che esula il nostro
campo di intervento e che richiede lintervento di un altro specialista.
La diagnosi differenziale in fisioterapia presenta differenze non solo formali
ma soprattutto sostanziali riguardo alla
diagnosi medica. Questa, infatti, intesa
come procedura atta a ricondurre un
fenomeno (o un gruppo di fenomeni)
dopo averne considerato ogni aspetto, ad
una categoria, serve a riconoscere una
malattia (categoria) in base a dei sintomi
o dei segni (fenomeni).
Rappresenta, quindi, latto finale di
una serie di giudizi intermedi attraverso i
quali la conoscenza dei fenomeni che
avvengono nel paziente viene via via
acquisita e perfezionata al fine di individuare la relazione esistente con una certa malattia, determinandone la sua caratterizzazione e stadizzazione (staging). (1)
La procedura di diagnosi differenziale in fisioterapia, invece, pi simile ad
un processo di screening, inteso come
indagine che mira a selezionare le caratteristiche salienti delle malattie tentando
di determinare se tali caratteristiche sono
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presenti nel singolo individuo.


Nello specifico costituisce anche la
capacit di identificare quelle condizioni
che, ricadendo al di fuori della competenza e responsabilit del fisioterapista,
richiedono la consulenza di altri professionisti sanitari (neurologo, ortopedico,
cardiologo, dermatologo, medico di
medicina generale ecc.) ai quali il
paziente deve essere prontamente inviato. (2)(3)
Il fisioterapista non identifica la
malattia nel senso di patologia, ma certamente deve identificare una serie di
segni, sintomi, comportamenti ed altri
dati potenzialmente patologici, dallanamnesi e dalluso di test. (4)
Il corretto utilizzo nella pratica clinica quotidiana del fisioterapista di questa
capacit valutativa di fondamentale
importanza sia per le responsabilit
deontologiche e legali, ma soprattutto
per quella morale nei confronti del
paziente.
Lo screening valutativo del fisioterapista trova quindi una necessaria collocazione in tutte quelle situazioni in cui si
ha un accesso diretto del paziente al trattamento fisioterapico, ma indispensabile anche nei casi in cui venga comunque attuato un preventivo filtro medico:
non irrazionale pensare, infatti, che
determinate condizioni mediche possano
non essere state ancora diagnosticate
perch insorte successivamente alla visita medica, o perch il paziente ha taciuto
lesistenza di determinati sintomi, o
anche perch la patologia non stata
scoperta da altri professionisti sanitari.
Ma unaltra modalit di utilizzare la
capacit diagnostica differenziale in
fisioterapia quella di sfruttare la propria capacit osservazionale a supporto
della diagnosi medica, in un sempre pi
auspicabile ambito di collaborazione
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reciproca.
La particolare relazione terapeutapaziente che il fisioterapista pu e deve
sviluppare, fornisce la base ad una
potenziale capacit valutativa che data
anche da una maggior disponibilit di
tempo per losservazione e dalla possibilit di un dialogo informale.
Lattivit svolta su pi sedute permette, inoltre, di monitorare costantemente
levoluzione o la comparsa di segni clinici misconosciuti in sede di prima visita, consentendo anche di modificare il
piano di trattamento in caso di discrepanza con la diagnosi originale.
La diagnosi differenziale in fisioterapia, pertanto, non pu limitarsi alla
distinzione tra malattie di propria o altrui
competenza, ma deve necessariamente
ampliarsi nellambito della relazione esistente tra patologie aventi caratteristiche
sintomatologiche affini o confondenti.
Applicare una terapia fisioterapica
alla cieca, delegando in toto ad altri
operatori sanitari laspetto valutativo,
oltre ad essere un atteggiamento antistorico giustamente punito dalla giurisprudenza, pu dare adito a prestazioni quantomeno inappropriate che non trovano
alcuna giustificazione in essere.
Il comportamento corretto ci viene
suggerito dal Titolo 2, art 11, del codice
deontologico del fisioterapista: Qualora risultino valutazioni discordanti,
cambiamenti del quadro clinico e/o
risposte non coerenti durante il trattamento, il FT tenuto ad informare il
medico curante, collaborando a fornire
elementi utili sia per un eventuale
approfondimento diagnostico, che per la
definizione di un pi appropriato programma terapeutico.
Un po pi scarna risulta essere la
normativa deontologica medica che nel
declamare le modalit di rapporto con le
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altre professioni sanitarie, allart. 68 si


limita a specificare che nellinteresse
del cittadino il medico deve intrattenere
buoni rapporti di collaborazione con le
altre professioni sanitarie rispettandone
le competenze professionali.
In entrambi i casi, comunque, si pone
laccento su un atteggiamento collaborativo centrato sul paziente.
Oggigiorno, in campo sanitario, la collaborazione tra le diverse professionalit
una necessit il cui unico limite dato
dalla presunzione caratteriale delloperatore. Nessuno, dunque, pu pi ragionare
per compartimenti stagni o in esclusivit.
questo il caso delle presentazioni
cliniche che andiamo ad esporre.
CASO CLINICO 1
Silvana P., anni 56, donna, di professione medico. Giunta in fisioterapia di
sua iniziativa in seguito allinsorgenza di
lombosciatalgia acuta a destra.
La signora, visibilmente agitata, era
soprattutto preoccupata per il referto di
una risonanza magnetica, autoprescrittasi ed effettuata il giorno prima (6 aprile
2005), ma soprattutto per la prognosi
prospettata dal collega medico radiologo
che consigliava un precoce intervento
neuro chirurgico.
Lesame, infatti, evidenziava oltre a
note degenerative croniche diffuse con
irregolarit a carico del muro posteriore da iniziale patologia osteofitosica;
debordo a largo raggio del disco L3
L4 in sede preforaminale sin; debordo a
largo raggio del disco L4 L5 con iniziale impegno foraminale inferiore bilaterale un impegno del forame di
coniugazione dx da parte di una formazione occupante spazio adesa al profilo
somatico di L4, liscia non infiltrata, sviluppata lateralmente.
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Di tale formazione il referto poneva


in primis sospetto di meningioma loco
regionale con DD vs neurinoma. (Illustrazione 1)
Ad ogni modo si consigliava
approfondimento diagnostico con TC e
mezzo di contrasto. In attesa di effettuare
la TC e la visita neuro chirurgica la dottoressa chiedeva un consulto fisioterapico.
7 aprile 2005
Lanamnesi medica pregressa non
rivelava episodi significativi o traumi.
Linsorgere acuto del dolore, senza
ragione apparente, risaliva a circa un
mese prima, con localizzazione in regione lombare e successivamente irradiazione allarto inferiore dx.
La paziente dichiarava una incostanza dei sintomi che peggiorano con il
carico, la posizione seduta ed i movimenti in flessione del tronco.
FANS e terapia steroidea non controllavano il dolore, che comunque migliorava leggermente da sdraiata e non
disturbava il sonno. Nessuna variazione
del peso o della temperatura corporea,
ma la signora osservava una certa astenia
diffusa che le dava unimpressione di
peggioramento delle proprie performance motorie.
Obiettivamente si rilevava una leggera ipotrofia del quadricipite dx con iporeflessia rotulea, ipolordosi lombare,
contrattura antalgica della muscolatura
paravertebrale e una modesta limitazione
nel movimento di flessione del tronco.
La valutazione del dolore effettuata
con la metodica McKenzie (5) (6) descriveva
un peggioramento della sintomatologia
nelle flessioni del tratto lombare: in piedi,
specie a fine range di movimento, e da
sdraiata, durante il movimento. Le estensioni ripetute non determinavano effetti
mentre la mobilizzazione manuale in
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estensione del tratto lombare produceva,


invece, un miglioramento con diminuzione dellintensit dolorosa. (Schede 1 e 2)
Lesame funzionale, dunque, sembrava suggerire una ipotesi eziologica
discogenica.
In accordo con la paziente e in attesa
della visita neuro chirurgica si impostava
un trattamento fisioterapico di educazione posturale alle attivit della vita quotidiana integrato da esercizi secondo il
protocollo McKenzie per i derangement
n 3, da praticare autonomamente pi
volte durante la giornata. Nei giorni successivi era osservabile una tendenza alla
centralizzazione della sintomatologia.
14 aprile 2005
Esame TC spinale con mezzo di contrasto che conferma la presenza, a livello di L4 e del canale di coniugazione
destro tra L4 e L5, di una neoformazione
a bottone di camicia che dallinterno del
rachide, a sede paramediana destra,
raggiunge lesterno del forame radicolare destro. Dopo contrasto si ottiene una
modesta opacizzazione solo alla periferia della lesione, quasi si trattasse di una
capsula. Il referto conclude che le due
ipotesi prospettate alla RM sono entrambe valide: il tipo di opacizzazione solo
periferica potrebbe rendere pi probabile lipotesi di neurinoma della radice
destra di L4.
La dottoressa decideva di chiedere
un consulto presso un importante istituto neurochirurgico del Nord Italia, ma
nel frattempo continuammo il trattamento fisioterapico anche per monitorare levoluzione della sintomatologia al
fine di fornire maggiori elementi al
medico neurochirurgo.
Il 4 maggio 2005 veniva quindi redatta una relazione fisioterapica, con la
descrizione del trattamento effettuato, la
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conseguente regressione dellintensit


dolorosa soggettivamente descritta dal
miglioramento nelle prestazioni della
vita quotidiana e la tendenza alla centralizzazione osservata, con dolore presente
solo a livello lombare e, non costantemente, in regione malleolare interna.
Il 10 maggio 2005, lo specialista neurochirurgo refertava una ipotesi diagnostica di ernia discale espulsa escludendo lipotesi tumorale, consigliando di
proseguire la fisioterapia e, in caso di
dolore irriducibile, lintervento di discectomia.
La paziente effettuava cos dieci
sedute di fisioterapia e veniva dimessa.
A tuttoggi (luglio 2007) la paziente
non ha subito alcun trattamento cruento
e non ha recidivato la sintomatologia.
CASO CLINICO 2
Gabriella P., anni 58, donna, casalinga, ex operaia che, con il pensionamento
e linizio della menopausa lamenta la
comparsa di algie a livello cervicale e
alle spalle, maggiore a destra e con irradiazione al gomito dello stesso lato.
Dopo visita specialistica fisiatrica e diagnosi aspecifica di cervicalgia la
signora stata inviata allosservazione
fisioterapica per valutazione e trattamento McKenzie del rachide cervicale.
(Schede 3 e 4)
Come documentazione di diagnostica
per immagini la signora fornisce una TC
cervicale che rileva modesta protrusione discale postero mediana C4-C5, protrusione discale posteriore ad ampio
raggio, osteofitosi marginosomatica e
impronta sul sacco durale a livello C5C6 e C6-C7 invitando, a completamento delle indagini, allesecuzione di una
risonanza magnetica.
La valutazione fisioterapica non rileVOL. 9 N. 1 LUGLIO 2007

va alcuna limitazione articolare del


rachide cervicale n possibile evocare
la sintomatologia con i movimenti test
del protocollo valutativo McKenzie, ma
in anamnesi la signora riferisce un peggioramento del dolore nella posizione
sdraiata sul fianco destro e un immediato sollievo dopo lassunzione di FANS.
Interessante, invece, la valutazione
della spalla destra che presenta una limitazione nel movimento attivo in abduzione che, anche passivamente, risulta
dolente a circa 120. Gli altri movimenti
appaiono nella norma.
possibile inoltre evocare dolorabilit palpando larticolazione acromionclaveare, il solco bicipitale, la borsa
subacromiale e la muscolatura paravertebrale. Risulta positiva al test di Jobe (che
testa il m. sovraspinoso) e a quello di
Speed (che testa il m. c. l. del bicipite).
(Illustrazioni 2 e 3) (7)(8)
Si riterrebbe quindi utile un esame
ecografico della spalla destra al fine di
completare la valutazione della borsa e
delle strutture tendinee (9) ma, non avendo in Italia il fisioterapista la possibilit
di prescrivere indagini di diagnostica per
immagini si decide il rinvio della paziente al medico di riferimento comunicando
le osservazioni di cui sopra.
Il medico prescrive lecografia e il
referto riporta iniziale distensione della
borsa sottoacromiondeltoidea destra;
tendine del muscolo sopraspinato destro
sclerotico con presenza di iniziali e millimetriche calcificazioni preinserzionali;
irregolari i profili del solco omerale per
il tendine del capo lungo del bicipite
destro. Reperti analoghi sono presenti
anche a sinistra senza tuttavia apprezzabile distensione della borsa.
Target del trattamento diventa cos la
spalla e la cura viene quindi impostata su
laserterapia a fini antalgici e antiflogistiSCIENZA RIABILITATIVA

G. CAPALDO

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DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN FISIOTERAPIA: UNO STRUMENTO UTILE
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ci, esercizi di Codman per la spalla


destra e stretching bilateralmente come
attivit decontratturanti e di autotrattamento. Successivamente si provveduto
a rinforzare attivamente mediante schemi F.N.P. (10) il cingolo scapolare con particolare riguardo al recupero della mobilit attiva in abduzione.
Dalla settima giornata la paziente
dichiarava assenza di dolore. Veniva
dimessa in decima.
DISCUSSIONE
Nessuno sa abbastanza, ed abbastanza presto (Ezra Pound)
Ascolto attivo, osservazione, empatia e
capacit comunicative. Raccolta anamnestica, esame obiettivo e diagnosi. Tempo.
Una relazione fruttuosa dal punto di
vista comunicativo e valutativo richiede
tempo da dedicare al nostro paziente e
questo spesso risulta in contrasto con la
riduzione dei tempi assistenziali voluta
dal management sanitario. (11)
Anche per questo diventa ancor pi
pregnante la collaborazione tra il personale sanitario che ruota attorno al
paziente e alla sua richiesta terapeutica.
Il fisioterapista ha il dovere di visitare il paziente al fine di garantirgli una
prestazione adeguata alla richiesta, ma
ha anche lobbligo morale di valutarlo
allo scopo di evitare che il proprio intervento risulti inappropriato al problema
reale e questo non solo perch il pi delle volte la diagnosi medica risulta aspecifica, tanto che Davenport afferma che
la pratica della fisioterapia basata sullevidenza risulta minata dallalto tasso
di diagnosi mediche non specifiche. (12)
Un disturbo primario di tipo, diciamo, medico pu simulare la sintomatologia di un problema di tipo fisioterapico. Ma questultimo potrebbe anche
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distogliere lattenzione da una pi grave


patologia al momento misconosciuta. (13)
Inoltre, la capacit osservazionale del
fisioterapista pu risultare essere un utile
strumento diagnostico che corretto fornire al medico al fine di dotarlo del maggior numero possibile di informazioni
utili per stilare una diagnosi il pi possibile reale. Correttezza vorrebbe, altres,
che qualora il medico si addentrasse in un
terreno valutativo a lui poco familiare,
richiedesse un consulto fisioterapico senza arrogarsi competenze universalistiche.
Dove questo gi avviene il gradimento da parte del medico notevole e il
consulto con il fisioterapista diventa un
componente utile e favorevole nel processo di gestione del paziente da parte
del medico di base. (14)
Nel caso clinico 1 la valutazione
fisioterapica della paziente, insieme alla
valutazione clinica del neurochirurgo,
stato un elemento utile al medico per
giungere a stilare una diagnosi che, alla
luce della sola diagnostica per immagini
sarebbe forse stata indirizzata verso altri
percorsi terapeutici.
Nel caso clinico 2 il pedissequo trattamento del rachide cervicale e la mancata valutazione di altri distretti articolari avrebbero probabilmente prodotto un
intervento inappropriato.
Interessante osservare come fattore di
inganno diagnostico sia risultata in
entrambi i casi lindagine per immagini:
se vero che la tendenza umana di credere solo a ci che si vede, non dobbiamo dimenticare che questa non necessariamente una verit assoluta. Talvolta
pi importante ci che sentiamo e ci
che ricerchiamo, quindi anamnesi e test
clinici. Questo, comunque, non toglie
valore allimaging la cui interpretazione
dovrebbe, invece, diventare patrimonio
consolidato della formazione di base del
SCIENZA RIABILITATIVA

G. CAPALDO

use of medical imaging


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DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN FISIOTERAPIA: UNO STRUMENTO UTILE
AL FISIOTERAPISTA, UNA TUTELA PER IL PAZIENTE

fisioterapista. (15)
In altri Paesi, dove il fisioterapista
anche prescrittore di esami diagnostici,
la sua capacit clinico-valutativa risulta
essere vantaggiosa anche economicamente. Ad esempio, i fisioterapisti che
lavorano per lesercito americano possono prescrivere la diagnostica per immagini (TAC, RMN, RX), lastensione dal
lavoro per 30 giorni e inviare i pazienti
ad un qualsiasi medico specialista. Questa esperienza ha dimostrato di poter
ridurre il numero di indagini radiologiche fino al 50%. (16)
Stesso risultato, minor uso di radiografie, e stessi outcomes anche in un
altro studio su 481 pazienti che ha confrontato un gruppo di fisioterapisti specialisti e un gruppo di chirurghi ortopedici nella gestione dei disordini muscolo-scheletrici presso 2 reparti di ortopedia, di 2 ospedali. (17)
Studi recenti, perlomeno nel mondo
dove la ricerca in fisioterapia una realt
e non solo un auspicio, confermano che
laccesso diretto del paziente al fisioterapista specializzato sicuro per quanto
riguarda il riconoscimento di circostanze
che richiedono il rinvio al medico (18) e
risulta anche economicamente vantaggioso. (19)

tanto una vetusta presunzione culturale


pu individuare in una sola figura professionale lunicum dello scibile terapeutico.
Che sia il metodo pluridisciplinare la chiave di volta che porta alla soluzione del
moderno approccio alla malattia un dato
di fatto gi acquisito dalla comunit scientifica internazionale. (20)(21)(22)(23)(24)(25)(26)(27)
Equipe, staff, team, gruppo, squadra:
ormai ogni documento programmatico
sanitario incorpora e auspica uno di questi termini: Google produce 9.080 documenti in lingua italiana digitando equipe multidisciplinare e 2.370 se specifichiamo riabilitativa.
I componenti dellequipe multidisciplinare sono professionisti che lavorano
insieme per la produzione di servizi con
ruoli, funzioni e formazione molto differenti tra loro, per responsabilit, mansioni e richieste caratteristiche delle diverse
professionalit (28), ognuno con capacit tali da gestire con pi efficacia e
competenza un aspetto del rapporto con
lutente piuttosto che un altro. (29)
In conclusione, superando le definizioni da accademia fa comunque sempre
bene ricordare che lequipe multidisciplinare una struttura circolare e come
tale non ha vertici ma solo un centro su
cui ruotare: il paziente.

G. CAPALDO

(25) Christie D, Hood D, Griffin A.


Thinking, feeling and moving:
drama and movement therapy as
an adjunct to a multidisciplinary
rehabilitation approach for
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(28) A. Tiberio, F. Fortuna,
Dizionario del sociale, ed.
Franco Angeli Milano, 2001
(29) G. Cocco, A. Tiberio
Lo sviluppo delle competenze
relazionali in ambito sociosanitario, ed. Franco Angeli
Milano, 2005
Ringraziamenti
Lautore ringrazia
la Sig.ra Ilaria Moro

CONCLUSIONE
Come in tutte le attivit umane, anche
nella gestione terapeutica del paziente, il
dialogo risulta essere uno strumento fondamentale. Lo scambio di informazioni
tra due figure professionali distinte, quali il dottore in medicina e il dottore in
fisioterapia, genera indiscutibili vantaggi
di cui sarebbe scorretto privare il malato.
Lespansione del sapere medico porter sempre di pi ad una parcellizzazione
delle conoscenze e delle competenze: solVOL. 9 N. 1 LUGLIO 2007

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Illustrazione 1: RMN colonna L/S caso 1

Illustrazione 2: test di Jobe

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Illustrazione 3: test di Speed

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Scheda 1: valutazione caso clinico 1

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AL FISIOTERAPISTA, UNA TUTELA PER IL PAZIENTE

G. CAPALDO

Scheda 2: valutazione caso clinico 1

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Scheda 3: valutazione caso 2

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Scheda 4: valutazione caso 2

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