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Arte in TV Le avventure nell’arte (Tiepolo e condotto da Antonio Morassi) _ 3 Gennaio 1954

1. TV vs Arte = Rischi nell’inserire l’arte in televisione :


“Parlare d’arte in televisione mi pare una contraddizione di termini” Emilio Garroni
. Banalizzazione
. Discriminazione “La televisione può offrire nel campo dell’educazione e dell’informazione

. Gerarchia di interessi e valori artistica immense possibilità, data la coerenza tra contenuto e mezzo
di comunicazione” 1963 Carlo Ludovico Ragghianti
. Predilezione per slogan facili
. Assecondare la pigrizia e la passività del pubblico

⟶ Ragghianti non mira a una divulgazione noiosa ma auspica all’apertura della televisione a una comunicazione aperta a una
pluralità di voci; la televisione deve imparare a mediare, far raggiungere un accordo tra cultura e comunicazione

Mediazione - Come si parlano arte e televisione?


Con la TV non è più necessario uscire di casa per incontrare la cultura, la fruizione è più agevole (a portata di telecomando)
Ragghianti individua due fasi :
- Mediazione : feedback, scambio, confronto; due spazi diversi e disgiunti affiorano, confluiscono in un terreno unico.
L’arte trasmigra dai suoi soliti contenuti alla televisione : si tratta di una ri-locazione (spostamento teso a ri-situare,
ri-semantizzare eventi in un campo differente), di una rimodulazione di un linguaggio.
“La rilocazione comporta uno spostamento che nel cercare di salvaguardare il vecchio,
dandogli un’ulteriore opportunità, inaugura nuovi scenari, nuovi rituali, nuove avventure”
- Assimilazione : assorbimento dei contenuti culturali

Riduzione Culturale Semplificazione ≠ Banalizzazione


“Far rientrare il mare in un bicchiere” Italo Calvino
Si lavora la materia prima (l’arte) e la si confeziona prêt-à-porter per lo svago, bisogna effettuare una riduzione culturale
evitando il difficilese e il linguaggio per gli addetti ai lavori (no lessico specifico ma vicino a tutti); bisogna smantellare
l’edificio di giochi retorici e parlare delle opere con un linguaggio chiaro e diretto, fruibile da tutto il pubblico.

Tra divulgazione e Pubblicità


La televisione nel dialogo con l’arte riscopre una funzione pedagogica : offre strumenti per comprendere al meglio la materia;
si fa buona maestra tra divulgazione e pubblicità
- Divulgazione : esposizione aliena da tecnicismi, diretta a un vasto pubblico che promuove lo spirito critico
- Pubblicità : stratagemma antieducativo e propagandistico che ha lo scopo di aumentare il capitale di visibilità

Assimilazione
La Televisione si trova costretta a riprendere ciò che è fuori di sé per farlo proprio, per trasformarlo in un suo prodotto, non si
fa piegare alle esigenze degli altri dispositivi o delle discipline che trasmette; essa combina e distribuisce immagini, suoni,
prodotti, eventi, situazioni. La TV ha proprie regole, è un ingranaggio che adotta opzioni e stratagemmi comunicativi nei quali
mischia intenti didattici e mercantili.

. Per un verso si china all’oggetto che si propone di mediare : si limita a dire qualcosa di un quadro, scultura ecc
. Per un secondo verso si ispira a logiche/normative che fanno parte del sistema comunicante, che possono prescindere
dall’organizzazione del referente comunicato.
L’arte smarrisce la sua aura e viene inglobata per far parte della quotidianità degli spettatori, si dissolve in un flusso continuo.

Oltre accademismo e banalizzazione


A causa dell’assimilazione, la TV deve far fronte a due rischi :
1. L’accademismo (specialisti eccessivo) : tendenza a riproporre i modelli della paleotelevisione = L’approdo (1963 - 1977) ✱
⟶ alcuni esempi inglesi sono sono The Shock of the New e Ways of Seeing
2. La banalizzazione (semplificazioni grossolane) : desiderio di rendere tutto semplice, lineare, favorendo trionfo di una
divulgazione amicale e sfacciata. Sempre più spesso siamo vittime di un eccessivo riduttivismo culturale che porta l’arte a
essere solo un pretesto per dar vita a altre discussioni

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