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1.

Gli effetti macroeconomici


degli shock petroliferi

1.4.1 Breve introduzione dei paradigmi fondamentali della macroeconomia fino


a un soggetto controverso agli ordini del giorno meramente politici. La validità tec-
nica di molti studi è stata offuscata dalla limitata capa-
Fin dall’embargo petrolifero proclamato dall’Organiz- cità di gestire sufficienti variabili per verificare ipotesi
zazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC, Organ- specifiche, mentre i risultati econometrici sono stati fil-
ization of Petroleum Exporting Countries) nel 1973, i trati sia dai forti preconcetti circa il funzionamento del
rapidi e imprevisti aumenti dei prezzi del petrolio sono mondo, sia dal desiderio altrettanto forte di come si sareb-
stati oggetto di grande interesse, sia per gli economisti be voluto che questo funzionasse. In terzo luogo, alcuni
sia per i non esperti. Data l’enorme portata delle reces- importanti paesi industrializzati furono colpiti dallo shock
sioni nazionali verificatesi negli anni Settanta, la con- del 1973 meno duramente di altri, e ciò ha reso più dif-
troversia circa le determinanti macroeconomiche degli ficile all’analisi econometrica fornire spiegazioni pie-
shock petroliferi potrebbe destare stupore: perché si namente soddisfacenti. Questi fattori hanno contribuito
dovrebbe dubitare della capacità degli shock petroliferi quindi ad alimentare venticinque anni di intensa ricerca
di determinare le grandi variazioni del PIL (Prodotto Inter- e di vigorose polemiche circa la capacità degli shock
no Lordo) effettivamente osservate in così tanti paesi? petroliferi di causare recessioni macroeconomiche.
Verosimilmente il principale fondamento di tale di- Nel 1983 James Hamilton ha identificato un rappor-
battito sta nella scarsa incidenza sul PIL che il petrolio to di causalità di Granger fra i prezzi del petrolio e il PIL
e i suoi stretti sostituti rivestivano nella maggior parte negli Stati Uniti, per l’intero periodo compreso fra la
dei casi: dall’1,5% al 3% prima dei fatti del 1973. Esper- Seconda Guerra Mondiale e gli eventi del 1979-80 con-
ti macroeconomisti mettono in dubbio il fatto che gli nessi alla Rivoluzione iraniana e allo scoppio del con-
effetti osservati potessero essere originati da shock che, flitto fra Iran e Iraq (Hamilton, 1983). L’autore ha evi-
per quanto rilevanti, riguardassero una così ridotta por- denziato come i prezzi del petrolio fossero aumentati rapi-
zione dell’economia. In secondo luogo, quanto accadu- damente prima di ogni recessione che ha colpito gli Stati
to nel 1973 non poteva essere considerato in sé come un Uniti nel dopoguerra. Parecchi anni più tardi McMillin
puro caso di studio, in ragione del concomitante emer- e Parker (1994) hanno notato come il calo dei prezzi del
gere di una pluralità di altri importanti fattori. L'econo- petrolio, legato alla scoperta di nuovi giacimenti e allo
mia mondiale era appena uscita dal regime di tasso di sviluppo di nuove tecniche di estrazione e raffinazione
cambio fisso sancito dagli accordi di Bretton Woods. Ai durante le decadi fra la Prima e la Seconda Guerra Mon-
tempi dello shock del 1973, alcuni paesi, fra cui gli Stati diale, aveva contribuito positivamente alla crescita eco-
Uniti, erano sull’orlo della recessione; negli Stati Uniti, nomica, persino durante il difficile decennio degli anni
in particolare, proprio in quel periodo si verificò una Trenta. Benché lo studio di Hamilton sia risultato più
stretta della politica monetaria. Separare questi effetti e determinante, il combinarsi di entrambi gli studi ha for-
determinare il peso degli shock petroliferi sulle varia- nito una chiara evidenza della capacità dei prezzi del
zioni del PIL, sul tasso di disoccupazione e sugli altri petrolio di influenzare le variabili macroeconomiche già
indicatori della recessione dopo il 1973 è stato tecnica- quasi sessanta anni prima dell’embargo dell’OPEC.
mente difficile; le potenziali interpretazioni del ruolo del Nel 1989 sono apparsi due importanti studi riguar-
petrolio sono state viste come importanti argomenti di danti l’analisi economica degli shock petroliferi, giunti
vari programmi dottrinali, che spaziano dai mutamenti però a conclusioni diametralmente opposte. Douglas

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RISORSE MINERARIE TRA SCARSITÀ E CRESCITA

Bohi ha pubblicato una monografia, relativa agli shock possibili di trasmissione sono stati identificati e, in diver-
petroliferi del 1973-74 e del 1979-80 in Giappone e negli sa misura, studiati: a) il mercato del lavoro; b) l’uso dei
Stati Uniti, dalla quale non emerge alcun legame tra le beni strumentali; c) l’andamento dei tassi d’interesse;
variazioni di prezzo del petrolio e l’occupazione nei set- d) l’incertezza e il blocco degli investimenti; e) le ipo-
tori produttivi considerati a un livello di disaggregazio- tesi di shock settoriali. Questi meccanismi non devono
ne a tre cifre del sistema Standard Industrial Classifica- necessariamente escludersi a vicenda.
tion (SIC): da ciò è scaturita la conclusione che le reces- Il mercato del lavoro. L’analisi dei meccanismi lega-
sioni che ne seguirono erano da attribuirsi alla politica ti al mercato del lavoro ha fatto ricorso al concetto dei
monetaria restrittiva piuttosto che agli shock petroliferi canali aggregati e allocativi: i primi riguardano il tradi-
(Bohi, 1989). Knut Anton Mork ha esaminato alcuni zionale meccanismo macroeconomico dei potenziali effet-
aspetti rimasti insoluti nello studio di Hamilton del 1983, ti sull’output, sui trasferimenti del reddito e sulla rigidità
mettendo in luce un indebolimento della relazione tra dei salari; i secondi sono relativi alla corrispondenza tra
prezzi del petrolio e PIL nel corso degli anni Settanta il livello di impiego degli input desiderati dalle imprese e
(Mork, 1989). Sulla base di dati supplementari relativi quello effettivamente utlizzato. Lo studio dei mercati del
alla mancata risposta al crollo dei prezzi del petrolio del lavoro ha mostrato che un dato livello di disoccupazione
1986, Mork ha osservato che gli aumenti del prezzo del è la risultante di ben più ampi fenomeni di creazione e
petrolio sembrano aver ostacolato la crescita economica distruzione di posti di lavoro, non essendo altro che un
ma anche che le diminuzioni di prezzo non sembrano risultato netto il tasso di disoccupazione osservato. Davis
aver stimolato la crescita, almeno nel secondo dopo- e Haltiwanger (2001) hanno trovato che gli shock petro-
guerra. Mork ha introdotto quindi il concetto degli effet- liferi causano più distruzione che creazione di posti di
ti asimmetrici dei prezzi del petrolio, con differenti varia- lavoro in quasi ogni settore industriale, con un ordine di
bili associate agli aumenti e alle diminuzioni dei prezzi. grandezza pari a circa il doppio di quello provocato dagli
Queste variabili asimmetriche avrebbero permesso di shock monetari. L’effetto riallocativo dello shock deter-
identificare una relazione stabile tra i prezzi del petro- minato dall’OPEC dal terzo trimestre del 1973 al quarto
lio e il PIL per tutto il dopoguerra. L’ipotesi degli effet- trimestre del 1974 ha interessato circa l’11% dell’occu-
ti macroeconomici asimmetrici rispetto alle variazioni pazione totale manifatturiera degli Stati Uniti nei quindi-
dei prezzi del petrolio è stata ampiamente accettata sin ci trimestri successivi a quell’evento. Essi hanno indivi-
dalla pubblicazione del lavoro di Mork nel 1989, ma il duato gran parte di tale riallocazione nell’ambito di set-
dibattito circa la stabilità delle relazioni tra prezzi del tori industriali disaggregati a quattro cifre, il che suggerisce
petrolio e PIL non è giunto a conclusioni soddisfacenti che la ricerca di Bohi abbia esaminato gli effetti sull’oc-
per tutti, specialmente durante gli anni Novanta. cupazione a un livello troppo alto di aggregazione indu-
Una delle conseguenze degli effetti asimmetrici dei striale per trovare gli effetti degli shock petroliferi.
prezzi del petrolio è che tutte le variazioni impreviste di Keane e Prasad (1996) hanno scoperto che negli Stati
prezzo, che si tratti di aumenti o riduzioni, possono avere Uniti gli aumenti di prezzo del petrolio hanno ridotto i
effetti negativi per l’economia. La dispersione di Lilien salari reali di tutti i lavoratori, ma hanno incrementato
(1982) o l’ipotesi degli shock settoriali sono strumenti i salari relativi di quelli qualificati. Essi hanno trovato,
in grado di tenere conto di questo comportamento dei inoltre, che le variazioni di prezzo del petrolio non hanno
prezzi e Gilbert e Mork (1986) hanno offerto una spie- indotto uno spostamento del lavoro verso i settori che
gazione preliminare di tale fenomeno seguendo una simi- hanno fatto registrare un incremento relativo dei salari.
le impostazione. Gli effetti asimmetrici consentono di È possibile che gli shock petroliferi cambino le tecnolo-
spiegare la mancata reazione positiva delle economie gie ottimali impiegate nelle industrie in modo da distrug-
mondiali al crollo dei prezzi del petrolio del 1986. gere parte delle abilità meno tangibili dei lavoratori, indu-
cendoli a cercare impiego in industrie che richiedono abi-
lità inferiori all’apparente livello di capitale umano. Parte
1.4.2 Meccanismi di trasmissione del capitale umano dei lavoratori può essere specifico per
degli shock petroliferi un’industria; così la separazione diviene un fattore di
dalla microeconomia alla mobilità verso il basso, almeno nel breve termine. Lo stes-
macroeconomia so studio suggerisce che il lavoro qualificato può essere
un sostituto dell’energia in molti settori industriali.
Durante gli anni Novanta, in seguito alla sfida lanciata L’uso di beni strumentali. Questo canale non è stato
da Bohi e all’identificazione della relazione asimmetri- oggetto, finora, di studi empirici; tuttavia Finn (2000)
ca da parte di Mork, la ricerca si è concentrata sui mec- ha sviluppato un modello relativamente aggregato in cui
canismi di trasmissione attraverso cui gli shock petroli- gli aumenti di prezzo del petrolio deprimono il prodot-
feri provocano, o contribuiscono a provocare, recessio- to marginale futuro del capitale e ciò a sua volta riduce
ni macroeconomiche. Diversi e importanti meccanismi gli investimenti e lo stock di capitale futuro. Gli aumenti

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GLI EFFETTI MACROECONOMICI DEGLI SHOCK PETROLIFERI

del prezzo del petrolio possono avere così effetti di lunga 1979-80 e del 1990-91. Il numero ridotto di osservazio-
durata sull’output. ni, così come la complessità delle interazioni economi-
L’andamento dei tassi di interesse. Parecchi studi che specificate nei modelli econometrici, hanno reso
hanno dimostrato che i tassi di interesse reagiscono agli difficoltoso l’ottenimento di risultati univoci. Nel 1997
aumenti di prezzo del petrolio (Ferderer, 1996; Hooker, Bernanke ha sostenuto che gli shock di politica mone-
1996, 1999; Balke et al., 2002). Il lavoro di Balke ha taria fossero la causa principale delle recessioni del 1974-
individuato reazioni asimmetriche dei tassi di interesse 75, del 1982 e del 1991 e che gli shock petroliferi imme-
a breve e a lungo termine per distinguere shock petro- diatamente precedenti avessero soltanto un’influenza
liferi positivi e negativi e ha trovato prove dell’esisten- marginale (Bernanke et al., 1997). Tale studio, basato su
za di una preferenza nel differenziale d’interesse tra i un modello di autoregressione vettoriale (VAR, Vector
commercial papers da quattro a sei mesi e i buoni del AutoRegression), richiedeva una specificazione sul modo
Tesoro a sei mesi. Questa relazione suggerisce un desi- in cui operano i mercati dei capitali privati; Hamilton e
derio di sicurezza qualora gli incrementi dei prezzi del Herrera (2004) hanno riesaminato il modello di Bernanke
petrolio accrescano l’incertezza nell’economia. scoprendo che i risultati previsti dal modello stesso impli-
L’incertezza e il blocco degli investimenti. Bernanke cano che la Federal Reserve avrebbe dovuto diminuire il
(1983) ha sviluppato un modello d’investimento non tasso sui federal funds di 900 punti base e che gli inve-
reversibile in cui un aumento del prezzo del petrolio stitori privati avrebbero dovuto sopravvalutare il tasso sui
accresce le incertezze e induce le imprese a rinviare l’in- fondi per ben trentasei mesi di fila. Tenendo conto di una
vestimento fino a che queste incertezze scompaiono. politica monetaria più plausibile, Hamilton e Herrera
Questo modello non è stato applicato agli effetti macroe- hanno concluso che la politica monetaria può fare poco
conomici degli shock petroliferi, anche se un certo nume- per attenuare gli effetti degli shock petroliferi.
ro di autori ha alluso alla possibilità che tale effetto fosse L’ipotesi alternativa, secondo cui la politica moneta-
a fondamento dei fenomeni da essi osservati. ria avrebbe risposto in modo sistematico agli shock petro-
Gli shock settoriali. L’ipotesi di shock settoriali (Lilien, liferi e che essa, e non l’incremento di prezzo del petro-
1982; Hamilton, 1988), conosciuta anche come l’ipote- lio, sarebbe la causa delle recessioni sorte in seguito a
si di dispersione dell’occupazione, presuppone che uno tali shock, viene talvolta chiamata ipotesi sistematica di
shock con effetti differenziati sui diversi settori abbia un politica monetaria. Hooker (2000) ha però rilevato che
maggior impatto sulla disoccupazione aggregata. Al cre- il tasso sui federal funds è diventato meno sensibile alle
scere della dispersione degli shock settoriali aumenta la variazioni di prezzo del petrolio proprio quando, in base
necessaria riallocazione della forza lavoro e ciò com- all’ipotesi monetaria sistematica, sarebbe dovuto diven-
porta un tasso di disoccupazione complessivo più ele- tare più sensibile.
vato. Gli effetti riallocativi di qualunque shock di prez- In conclusione, le prove attualmente disponibili sug-
zo, positivo o negativo, possono causare incrementi nella geriscono che le recessioni seguite agli shock petrolife-
creazione o nella distruzione di posti di lavoro e, con il ri nel quarto di secolo appena concluso erano dovute agli
trascorrere del tempo necessario affinché le risorse ven- shock in sé, piuttosto che alla politica monetaria.
gano riassorbite altrove, possono portare a un aumento
dell’occupazione aggregata.
Loungani (1986) ha dato una dimostrazione della 1.4.4 Cosa determina
possibilità che gli shock petroliferi possano essere even- uno shock petrolifero?
ti settoriali dispersi di questo tipo. Altri ricercatori (Keane
e Prasad, 1996; Carruth et al., 1998; Davis e Haltiwanger, L’analisi degli shock petroliferi è iniziata dallo studio di
2001) hanno apportato parziale sostegno a quest’inter- una singola variabile di prezzo del petrolio utilizzata
pretazione sull’influenza degli shock petroliferi. nelle regressioni per stimare gli effetti simmetrici delle
variazioni di prezzo del petrolio. L’approccio asimme-
trico di Mork (1989) ha utilizzato variabili diverse per
1.4.3 La politica monetaria gli aumenti e per le riduzioni del prezzo del petrolio.
nei confronti degli shock Questa impostazione ha permesso di stabilire una rela-
petroliferi zione stabile fra gli shock petroliferi e il PIL per l’inte-
ro periodo che va dal dopoguerra alla fine degli anni
L’iniziale scetticismo circa il fatto che il petrolio potes- Ottanta ma, a partire dalla metà degli anni Novanta, e
se essere così influente da determinare le recessioni veri- per i periodi di osservazione successivi, tale relazione
ficatesi a seguito degli shock ha condotto a un certo ha cominciato a perdere di significatività. Si è allora rico-
numero di studi che hanno cercato di separare gli effet- nosciuto che il termine ‘shock’ implicasse non sempli-
ti degli shock petroliferi da quelli degli shock di politi- cemente una variazione, bensì una variazione inaspetta-
ca monetaria concomitanti degli episodi del 1973-74, del ta dei prezzi del petrolio e che la misura di un vero shock

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RISORSE MINERARIE TRA SCARSITÀ E CRESCITA

poteva essere di gran lunga più complicata rispetto a elasticità. Tecnicamente le elasticità parziali della varia-
quella implicita nel metodo della variabile asimmetrica bile dipendente rispetto alla variabile indipendente sono
del prezzo del petrolio. date dai coefficienti della funzione di risposta a impul-
Nel 1995 per la prima volta è stata sviluppata una so (IFR, Impulse Response Function) calcolati dal model-
misurazione del prezzo del petrolio che tenesse conto lo autoregressivo e la somma di tali coefficienti a inter-
del fattore sorpresa presente in una data variazione dei valli ritardati potrebbe essere interpretata come un’ap-
prezzi (Lee et al., 1995). Tale misura divide la variazio- prossimazione dell’elasticità (del PIL ai prezzi del
ne in ogni periodo per un indice di volatilità recente dei petrolio); tuttavia i risultati del calcolo della IFR dipen-
prezzi del petrolio. Hamilton (2001) ha mostrato che la dono dal metodo di triangolarizzazione del modello di
misura dello shock petrolifero contenuta in tale studio è autoregressione, e ciò implica un elemento di arbitra-
in grado di creare una relazione stabile fra i prezzi del rietà per le stime difficile da valutare (Hamilton, 1994).
petrolio e il PIL per l’intero periodo dal dopoguerra fino Mentre l’analisi degli shock petroliferi si è orientata
agli anni Novanta. verso i meccanismi che traducono le variazioni dei prez-
Hamilton (1996) ha introdotto il concetto di aumen- zi in ampie e sostenute variazioni di output e di occupa-
to netto del prezzo del petrolio (NOPI, Net Oil Price zione, l’econometria basata sulle serie storiche non è
Increase), con una variabile che considera soltanto le stata in grado di verificare ulteriormente le ipotesi strut-
variazioni positive di entità maggiore rispetto all’anno turali. Le approssimazioni strutturali effettuate con i
precedente. Il metodo NOPI su base annuale ha portato metodi di autoregressione vettoriale sono basate su meto-
a un rapporto stabile tra prezzi del petrolio e PIL fino di di triangolarizzazione che implicano una relazione di
alla data di pubblicazione dello studio ma le successive causalità ma i risultati sono sensibili all’ordinamento
analisi che hanno utilizzato il concetto di NOPI hanno delle variabili. I valori dei coefficienti non sono diretta-
rivelato che, con l’estensione del periodo di riferimento mente identificabili con quelli ottenuti nei modelli eco-
da uno a tre anni, si rafforza la stabilità della relazio- nomici strutturali e l’interpretazione delle funzioni di
ne tra prezzi del petrolio e PIL. La misurazione trien- risposta d’impulso può non riflettere necessariamente
nale del NOPI identifica come shock un aumento del solo gli effetti di una variabile di interesse. Questo è un
prezzo del petrolio soltanto quando questo supera il prez- ambito nel quale, per le prossime decadi, ci si attendo-
zo più elevato osservato nei tre anni precedenti e la dimen- no miglioramenti nell’applicazione. Allo stato attuale,
sione dello shock è data semplicemente dal rapporto per- la verifica di modelli ipotetici delle relazioni struttura-
centuale fra tale eccedenza e il picco del triennio prece- li, come quelle che possono essere effettuate con dati tra-
dente. Hamilton (2003), riconoscendo la simultaneità tra sversali, non sono un aspetto di primario interesse per lo
l’offerta di petrolio e il prezzo, ha sperimentato una misu- studio macroeconomico degli shock petroliferi.
ra fisica dell’interruzione delle forniture di petrolio, con
risultati abbastanza simili a quelli ottenuti con la misu-
ra triennale della variabile NOPI. 1.4.6 Evidenze empiriche
non statunitensi

1.4.5 L’econometria Gran parte delle valutazioni empiriche degli effetti degli
degli shock petroliferi shock petroliferi sulle performance dell’economia nel
suo complesso sono state calcolate con dati relativi agli
Le prime analisi econometriche degli shock petroliferi Stati Uniti. Tuttavia un certo numero di lavori sono stati
si fondavano su stime di regressione basate sul metodo inizialmente condotti con dati non statunitensi e una ricer-
dei minimi quadrati ordinari, generalmente aumentati da ca che prende in esame i paesi europei è stata pubblica-
aggiustamenti di autocorrelazione. Queste analisi erano ta recentemente. Burbidge e Harrison (1984) hanno usato
di norma stime strutturali, da cui le elasticità potevano un metodo di autoregressione vettoriale con variazione
essere prontamente calcolate. Hamilton (1983) ha intro- simmetrica dei prezzi del petrolio per confrontare le rea-
dotto per questo tipo di analisi la tecnica più avanzata zioni di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Giappone e
dell’autoregressione vettoriale, maggiormente indicata Germania in seguito agli shock petroliferi del 1973 e del
per lo studio delle serie storiche in cui vengono raccol- 1979-80. Gli autori giungono alla conclusione che gli
ti i dati macroeconomici e da allora la maggior parte shock petroliferi hanno riguardato tutti questi paesi ma
delle analisi ha fatto ricorso a tali metodologie (nelle che il Giappone è stato colpito molto più duramente dallo
analisi macroeconomiche dei prezzi del petrolio sono shock 1979-80 che non da quello del 1973.
stati utilizzati anche modelli di correzione di errore, un’al- Mork, sulla base della specificazione degli effetti
tra tecnica per le serie storiche). A causa della struttura asimmetrici dei prezzi del petrolio da lui stesso propo-
dei ritardi dei modelli di autoregressione i coefficien- sta già nel 1989, ha effettuato una stima di autoregres-
ti di regressione non possono essere interpretati come sione vettoriale per sette paesi dell’Organizzazione per

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GLI EFFETTI MACROECONOMICI DEGLI SHOCK PETROLIFERI

la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) dal 1.4.7 L’impatto macroeconomico


1967 al 1992 (Mork et al., 1994). Francia, Regno Unito, dei prezzi del petrolio
Repubblica Federale di Germania, Canada e Giappone
hanno evidenziato un modello di risposta temporale assai La più recente stima per gli Stati Uniti basata sul meto-
simile a quello degli Stati Uniti ma non la Norvegia che, do dei minimi quadrati ordinari (OLS, Ordinary Least
essendo un importante produttore di petrolio, ha mostra- Square) dell’elasticità del PIL rispetto al prezzo del petro-
to una risposta positiva agli shock petroliferi. lio ottenuta senza ricorrere al metodo di autoregressione
Parecchi studi europei sono apparsi di recente. Con vettoriale è quella di Mory (1993) ed è pari a ⫺0,055.
riferimento a variabili simmetriche per le variazioni di prez- Questo valore è molto prossimo alla somma dei coeffi-
zo del petrolio durante il periodo 1989-99, Papapetrou cienti ritardati del prezzo del petrolio stimati con il meto-
(2001) ha utilizzato le funzioni di risposta a impulso per do di autoregressione vettoriale (Mork et al., 1994) per
calcolare gli effetti che le variazioni del prezzo del petro- gli Stati Uniti e che risulta pari a ⫺0,054; tuttavia la com-
lio hanno generato sulla produzione industriale (⫺0,027) ponente dei coefficienti ritardati nel denominatore dei
e sull’occupazione (⫺0,008) in Grecia. Questi impatti coefficienti riportati è sconosciuta. Questo valore non deve
relativamente ridotti non erano riferiti al periodo dei gran- necessariamente essere una valutazione certa dell’effetto
di shock petroliferi degli anni Settanta; tuttavia i prezzi degli shock petroliferi sul PIL degli Stati Uniti. Nello stu-
del petrolio influivano ancora per circa il 20% sugli erro- dio di Mork sono riportate le stime di autoregressione del
ri di previsione per la produzione industriale e intorno rapporto tra prezzi del petrolio e PIL per circa 12 paesi
al 10-20% per l’occupazione; valori, questi, decisamen- OCSE, e la somma dei coefficienti ritardati del prezzo del
te maggiori di quelli attribuibili all’impatto dei tassi di petrolio varia considerevolmente da paese a paese. Comun-
interesse. Cuñado et al. (2003) hanno usato un metodo que, a causa della costruzione di tali coefficienti, sarebbe
di autoregressione vettoriale per studiare quattordici paesi azzardato trarre conclusioni dal confronto diretto dei loro
europei, confrontando i risultati delle diverse variabili valori. La somma dei coefficienti di risposta a impulso di
associate alle variazioni dei prezzi del petrolio. Le spe- Hamilton e Herrera (2004), calcolata per quarantadue mesi
cificazioni di Hamilton (NOPI) e di Mork indicano effet- negli Stati Uniti utilizzando per misurare lo shock il meto-
ti significativi degli shock petroliferi in undici casi, men- do NOPI su base annuale, è ⫺0,055. La somma dei coef-
tre il metodo condizionato dalla varianza in tredici casi ficienti di risposta a impulso per otto trimestri in Hamil-
(Lee et al., 1995); gli effetti negativi di uno shock petro- ton (2003), calcolata per gli Stati Uniti per il 1997-98, è
lifero sulla produzione industriale hanno raggiunto nor- ⫺0,116 usando il NOPI su base triennale e ⫺0,535 usan-
malmente il picco dopo circa sei trimestri e la ripresa è do il metodo sviluppato da Lee nel 1995 per la misura-
sopraggiunta dopo dieci-dodici trimestri. Nel 2003 è stato zione dell’effetto sorpresa associato alle variazioni di prez-
simulato un modello di ciclo reale congiunturale, simi- zo del petrolio (Lee et al., 1995). Pertanto, il NOPI su base
le a quanto fatto da Finn (2000), per studiare gli effetti triennale restituisce una reazione considerevole del PIL
degli shock petroliferi sull’economia spagnola (Miguel quando il picco di prezzo del petrolio del triennio prece-
et al., 2003). Tale studio ha dato risalto alla dipendenza dente viene oltrepassato. Gli studi europei mostrano una
da variabili esogene dei tassi di interesse nell’economia gamma omogenea di reazioni, ma evidenziano anche una
spagnola, una differenza importante rispetto agli Stati certa variabilità in considerazione delle differenti struttu-
Uniti, e ha stabilito che gli shock petroliferi potrebbero re industriali e delle diverse politiche monetarie.
aver determinato il 60% delle fluttuazioni della con- Enti governativi e agenzie quali il Fondo Monetario
giuntura economica dal 1970 al 1998. Internazionale (FMI) e l’OCSE non di rado forniscono
Bachman e Jacquet (1998), in un lavoro non pubbli- stime dell’elasticità del PIL rispetto ai prezzi del petro-
cato condotto per l’Office of the Strategic Petroleum lio che sono, di fatto, il risultato di simulazioni. Tali risul-
Reserve del Department of Energy statunitense, hanno tati oscillano fra ⫺0,002 e ⫺0,01. Questi valori non devo-
effettuato un’analisi di autoregressione vettoriale degli no essere presi seriamente. I grandi modelli di simula-
shock petroliferi su quindici paesi sviluppati e in via di zione non fanno ricorso a variabili asimmetriche per le
sviluppo nell’area del Pacifico: Stati Uniti, Canada, Mes- variazioni dei prezzi del petrolio, né effettuano misura-
sico, Cile, Australia, Giappone, Filippine, Indonesia, Sin- zioni dell’effetto sorpresa associato ad alcune di esse.
gapore, Hong Kong, Malaysia, Thailandia, Taiwan, Corea Questi modelli inoltre considerano il petrolio come un
del Sud e Cina. La gran parte di questi paesi sono stati semplice input nelle funzioni di produzione in modo che
analizzati solo in pochi altri studi. Gli autori hanno uti- esso non risulta distinguibile da altri prodotti come il
lizzato le variabili asimmetriche di Mork ai prezzi del caffé o lo zucchero. Nessuno degli elementi che la ricer-
petrolio e hanno trovato, per molti di questi paesi, cor- ca ha individuato come plausibili meccanismi di tra-
relazioni negative col PIL nei primi e secondi anni suc- smissione delle variazioni di prezzo del petrolio a varia-
cessivi sia agli aumenti dei prezzi del petrolio del 100% zioni sproporzionate del PIL è presente in questi model-
sia alle diminuzioni del 50%. li (Jones et al., 2004)

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RISORSE MINERARIE TRA SCARSITÀ E CRESCITA

Raymond e Rich (1997), utilizzando un modello a Hamilton J.D. (1988) A neoclassical model of unemployment
cambiamento di regime, offrono prova del fatto che gli and the business cycle, «Journal of Political Economy»,
shock petroliferi sembrano non indurre un’economia a 96, 593-617.
passare da una fase di crescita a una di recessione. Tut- Hamilton J.D. (1994) Time series analysis, Princeton (NJ),
Princeton University Press.
tavia, hanno trovato significative prove statistiche del
Hamilton J.D. (1996) This is what happened to the oil price-
fatto che il valore NOPI degli shock petroliferi abbia un macroeconomy relationship, «Journal of Monetary
forte effetto depressivo sul tasso di incremento del PIL Economics», 38, 215-220.
nei periodi di bassa crescita economica. Questi risultati Hamilton J.D. (2001) A parametric approach to flexible
sono in linea con le osservazioni più episodiche effet- nonlinear inference, «Econometrica», 69, 537-573.
tuate in occasione dei grandi shock petroliferi verifica- Hamilton J.D. (2003) What is an oil shock?, «Journal of
tisi nell’ultimo quarto del ventesimo secolo, quando le Econometrics», 113, 363-398.
economie si trovavano sull’orlo di una possibile reces- Hamilton J.D., Herrera A.M. (2004) Oil shocks and
sione oppure stavano effettivamente entrando in una fase aggregate macroeconomic behaviour. The role of monetary
policy, «Journal of Money, Credit and Banking», 36, 265-
recessiva che, in mancanza degli shock petroliferi, avreb- 286.
be potuto essere più contenuta. Hooker M.A. (1996) What happened to the oil price-
In conclusione, sembra che gli shock petroliferi non macroeconomy relationship?, «Journal of Monetary
siano stati la causa scatenante delle recessioni più recen- Economics», 38, 195-213.
ti (potrebbero aver innescato quelle precedenti), ma che Hooker M.A. (1999) Oil and the macroeconomy revisited,
abbiano contribuito a trasformare un rallentamento ini- Washington (D.C.), Mimeo, Federal Reserve Board, August.
ziale dell’economia in una recessione vera e propria. Hooker M.A. (2000) Are oil shocks inflationary? Asymmetric
and nonlinear specifications versus changes in regime,
Washington (D.C.), Mimeo, Federal Reserve Board, August.
Jones D.W. et al. (2004) Oil price shocks and the
Bibliografia citata macroeconomy. What has been learned since 1996, «The
Energy Journal», 25, 1-32.
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48 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

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