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Effetti Macroeconomici Shock Petroliferi
Effetti Macroeconomici Shock Petroliferi
Bohi ha pubblicato una monografia, relativa agli shock possibili di trasmissione sono stati identificati e, in diver-
petroliferi del 1973-74 e del 1979-80 in Giappone e negli sa misura, studiati: a) il mercato del lavoro; b) l’uso dei
Stati Uniti, dalla quale non emerge alcun legame tra le beni strumentali; c) l’andamento dei tassi d’interesse;
variazioni di prezzo del petrolio e l’occupazione nei set- d) l’incertezza e il blocco degli investimenti; e) le ipo-
tori produttivi considerati a un livello di disaggregazio- tesi di shock settoriali. Questi meccanismi non devono
ne a tre cifre del sistema Standard Industrial Classifica- necessariamente escludersi a vicenda.
tion (SIC): da ciò è scaturita la conclusione che le reces- Il mercato del lavoro. L’analisi dei meccanismi lega-
sioni che ne seguirono erano da attribuirsi alla politica ti al mercato del lavoro ha fatto ricorso al concetto dei
monetaria restrittiva piuttosto che agli shock petroliferi canali aggregati e allocativi: i primi riguardano il tradi-
(Bohi, 1989). Knut Anton Mork ha esaminato alcuni zionale meccanismo macroeconomico dei potenziali effet-
aspetti rimasti insoluti nello studio di Hamilton del 1983, ti sull’output, sui trasferimenti del reddito e sulla rigidità
mettendo in luce un indebolimento della relazione tra dei salari; i secondi sono relativi alla corrispondenza tra
prezzi del petrolio e PIL nel corso degli anni Settanta il livello di impiego degli input desiderati dalle imprese e
(Mork, 1989). Sulla base di dati supplementari relativi quello effettivamente utlizzato. Lo studio dei mercati del
alla mancata risposta al crollo dei prezzi del petrolio del lavoro ha mostrato che un dato livello di disoccupazione
1986, Mork ha osservato che gli aumenti del prezzo del è la risultante di ben più ampi fenomeni di creazione e
petrolio sembrano aver ostacolato la crescita economica distruzione di posti di lavoro, non essendo altro che un
ma anche che le diminuzioni di prezzo non sembrano risultato netto il tasso di disoccupazione osservato. Davis
aver stimolato la crescita, almeno nel secondo dopo- e Haltiwanger (2001) hanno trovato che gli shock petro-
guerra. Mork ha introdotto quindi il concetto degli effet- liferi causano più distruzione che creazione di posti di
ti asimmetrici dei prezzi del petrolio, con differenti varia- lavoro in quasi ogni settore industriale, con un ordine di
bili associate agli aumenti e alle diminuzioni dei prezzi. grandezza pari a circa il doppio di quello provocato dagli
Queste variabili asimmetriche avrebbero permesso di shock monetari. L’effetto riallocativo dello shock deter-
identificare una relazione stabile tra i prezzi del petro- minato dall’OPEC dal terzo trimestre del 1973 al quarto
lio e il PIL per tutto il dopoguerra. L’ipotesi degli effet- trimestre del 1974 ha interessato circa l’11% dell’occu-
ti macroeconomici asimmetrici rispetto alle variazioni pazione totale manifatturiera degli Stati Uniti nei quindi-
dei prezzi del petrolio è stata ampiamente accettata sin ci trimestri successivi a quell’evento. Essi hanno indivi-
dalla pubblicazione del lavoro di Mork nel 1989, ma il duato gran parte di tale riallocazione nell’ambito di set-
dibattito circa la stabilità delle relazioni tra prezzi del tori industriali disaggregati a quattro cifre, il che suggerisce
petrolio e PIL non è giunto a conclusioni soddisfacenti che la ricerca di Bohi abbia esaminato gli effetti sull’oc-
per tutti, specialmente durante gli anni Novanta. cupazione a un livello troppo alto di aggregazione indu-
Una delle conseguenze degli effetti asimmetrici dei striale per trovare gli effetti degli shock petroliferi.
prezzi del petrolio è che tutte le variazioni impreviste di Keane e Prasad (1996) hanno scoperto che negli Stati
prezzo, che si tratti di aumenti o riduzioni, possono avere Uniti gli aumenti di prezzo del petrolio hanno ridotto i
effetti negativi per l’economia. La dispersione di Lilien salari reali di tutti i lavoratori, ma hanno incrementato
(1982) o l’ipotesi degli shock settoriali sono strumenti i salari relativi di quelli qualificati. Essi hanno trovato,
in grado di tenere conto di questo comportamento dei inoltre, che le variazioni di prezzo del petrolio non hanno
prezzi e Gilbert e Mork (1986) hanno offerto una spie- indotto uno spostamento del lavoro verso i settori che
gazione preliminare di tale fenomeno seguendo una simi- hanno fatto registrare un incremento relativo dei salari.
le impostazione. Gli effetti asimmetrici consentono di È possibile che gli shock petroliferi cambino le tecnolo-
spiegare la mancata reazione positiva delle economie gie ottimali impiegate nelle industrie in modo da distrug-
mondiali al crollo dei prezzi del petrolio del 1986. gere parte delle abilità meno tangibili dei lavoratori, indu-
cendoli a cercare impiego in industrie che richiedono abi-
lità inferiori all’apparente livello di capitale umano. Parte
1.4.2 Meccanismi di trasmissione del capitale umano dei lavoratori può essere specifico per
degli shock petroliferi un’industria; così la separazione diviene un fattore di
dalla microeconomia alla mobilità verso il basso, almeno nel breve termine. Lo stes-
macroeconomia so studio suggerisce che il lavoro qualificato può essere
un sostituto dell’energia in molti settori industriali.
Durante gli anni Novanta, in seguito alla sfida lanciata L’uso di beni strumentali. Questo canale non è stato
da Bohi e all’identificazione della relazione asimmetri- oggetto, finora, di studi empirici; tuttavia Finn (2000)
ca da parte di Mork, la ricerca si è concentrata sui mec- ha sviluppato un modello relativamente aggregato in cui
canismi di trasmissione attraverso cui gli shock petroli- gli aumenti di prezzo del petrolio deprimono il prodot-
feri provocano, o contribuiscono a provocare, recessio- to marginale futuro del capitale e ciò a sua volta riduce
ni macroeconomiche. Diversi e importanti meccanismi gli investimenti e lo stock di capitale futuro. Gli aumenti
del prezzo del petrolio possono avere così effetti di lunga 1979-80 e del 1990-91. Il numero ridotto di osservazio-
durata sull’output. ni, così come la complessità delle interazioni economi-
L’andamento dei tassi di interesse. Parecchi studi che specificate nei modelli econometrici, hanno reso
hanno dimostrato che i tassi di interesse reagiscono agli difficoltoso l’ottenimento di risultati univoci. Nel 1997
aumenti di prezzo del petrolio (Ferderer, 1996; Hooker, Bernanke ha sostenuto che gli shock di politica mone-
1996, 1999; Balke et al., 2002). Il lavoro di Balke ha taria fossero la causa principale delle recessioni del 1974-
individuato reazioni asimmetriche dei tassi di interesse 75, del 1982 e del 1991 e che gli shock petroliferi imme-
a breve e a lungo termine per distinguere shock petro- diatamente precedenti avessero soltanto un’influenza
liferi positivi e negativi e ha trovato prove dell’esisten- marginale (Bernanke et al., 1997). Tale studio, basato su
za di una preferenza nel differenziale d’interesse tra i un modello di autoregressione vettoriale (VAR, Vector
commercial papers da quattro a sei mesi e i buoni del AutoRegression), richiedeva una specificazione sul modo
Tesoro a sei mesi. Questa relazione suggerisce un desi- in cui operano i mercati dei capitali privati; Hamilton e
derio di sicurezza qualora gli incrementi dei prezzi del Herrera (2004) hanno riesaminato il modello di Bernanke
petrolio accrescano l’incertezza nell’economia. scoprendo che i risultati previsti dal modello stesso impli-
L’incertezza e il blocco degli investimenti. Bernanke cano che la Federal Reserve avrebbe dovuto diminuire il
(1983) ha sviluppato un modello d’investimento non tasso sui federal funds di 900 punti base e che gli inve-
reversibile in cui un aumento del prezzo del petrolio stitori privati avrebbero dovuto sopravvalutare il tasso sui
accresce le incertezze e induce le imprese a rinviare l’in- fondi per ben trentasei mesi di fila. Tenendo conto di una
vestimento fino a che queste incertezze scompaiono. politica monetaria più plausibile, Hamilton e Herrera
Questo modello non è stato applicato agli effetti macroe- hanno concluso che la politica monetaria può fare poco
conomici degli shock petroliferi, anche se un certo nume- per attenuare gli effetti degli shock petroliferi.
ro di autori ha alluso alla possibilità che tale effetto fosse L’ipotesi alternativa, secondo cui la politica moneta-
a fondamento dei fenomeni da essi osservati. ria avrebbe risposto in modo sistematico agli shock petro-
Gli shock settoriali. L’ipotesi di shock settoriali (Lilien, liferi e che essa, e non l’incremento di prezzo del petro-
1982; Hamilton, 1988), conosciuta anche come l’ipote- lio, sarebbe la causa delle recessioni sorte in seguito a
si di dispersione dell’occupazione, presuppone che uno tali shock, viene talvolta chiamata ipotesi sistematica di
shock con effetti differenziati sui diversi settori abbia un politica monetaria. Hooker (2000) ha però rilevato che
maggior impatto sulla disoccupazione aggregata. Al cre- il tasso sui federal funds è diventato meno sensibile alle
scere della dispersione degli shock settoriali aumenta la variazioni di prezzo del petrolio proprio quando, in base
necessaria riallocazione della forza lavoro e ciò com- all’ipotesi monetaria sistematica, sarebbe dovuto diven-
porta un tasso di disoccupazione complessivo più ele- tare più sensibile.
vato. Gli effetti riallocativi di qualunque shock di prez- In conclusione, le prove attualmente disponibili sug-
zo, positivo o negativo, possono causare incrementi nella geriscono che le recessioni seguite agli shock petrolife-
creazione o nella distruzione di posti di lavoro e, con il ri nel quarto di secolo appena concluso erano dovute agli
trascorrere del tempo necessario affinché le risorse ven- shock in sé, piuttosto che alla politica monetaria.
gano riassorbite altrove, possono portare a un aumento
dell’occupazione aggregata.
Loungani (1986) ha dato una dimostrazione della 1.4.4 Cosa determina
possibilità che gli shock petroliferi possano essere even- uno shock petrolifero?
ti settoriali dispersi di questo tipo. Altri ricercatori (Keane
e Prasad, 1996; Carruth et al., 1998; Davis e Haltiwanger, L’analisi degli shock petroliferi è iniziata dallo studio di
2001) hanno apportato parziale sostegno a quest’inter- una singola variabile di prezzo del petrolio utilizzata
pretazione sull’influenza degli shock petroliferi. nelle regressioni per stimare gli effetti simmetrici delle
variazioni di prezzo del petrolio. L’approccio asimme-
trico di Mork (1989) ha utilizzato variabili diverse per
1.4.3 La politica monetaria gli aumenti e per le riduzioni del prezzo del petrolio.
nei confronti degli shock Questa impostazione ha permesso di stabilire una rela-
petroliferi zione stabile fra gli shock petroliferi e il PIL per l’inte-
ro periodo che va dal dopoguerra alla fine degli anni
L’iniziale scetticismo circa il fatto che il petrolio potes- Ottanta ma, a partire dalla metà degli anni Novanta, e
se essere così influente da determinare le recessioni veri- per i periodi di osservazione successivi, tale relazione
ficatesi a seguito degli shock ha condotto a un certo ha cominciato a perdere di significatività. Si è allora rico-
numero di studi che hanno cercato di separare gli effet- nosciuto che il termine ‘shock’ implicasse non sempli-
ti degli shock petroliferi da quelli degli shock di politi- cemente una variazione, bensì una variazione inaspetta-
ca monetaria concomitanti degli episodi del 1973-74, del ta dei prezzi del petrolio e che la misura di un vero shock
poteva essere di gran lunga più complicata rispetto a elasticità. Tecnicamente le elasticità parziali della varia-
quella implicita nel metodo della variabile asimmetrica bile dipendente rispetto alla variabile indipendente sono
del prezzo del petrolio. date dai coefficienti della funzione di risposta a impul-
Nel 1995 per la prima volta è stata sviluppata una so (IFR, Impulse Response Function) calcolati dal model-
misurazione del prezzo del petrolio che tenesse conto lo autoregressivo e la somma di tali coefficienti a inter-
del fattore sorpresa presente in una data variazione dei valli ritardati potrebbe essere interpretata come un’ap-
prezzi (Lee et al., 1995). Tale misura divide la variazio- prossimazione dell’elasticità (del PIL ai prezzi del
ne in ogni periodo per un indice di volatilità recente dei petrolio); tuttavia i risultati del calcolo della IFR dipen-
prezzi del petrolio. Hamilton (2001) ha mostrato che la dono dal metodo di triangolarizzazione del modello di
misura dello shock petrolifero contenuta in tale studio è autoregressione, e ciò implica un elemento di arbitra-
in grado di creare una relazione stabile fra i prezzi del rietà per le stime difficile da valutare (Hamilton, 1994).
petrolio e il PIL per l’intero periodo dal dopoguerra fino Mentre l’analisi degli shock petroliferi si è orientata
agli anni Novanta. verso i meccanismi che traducono le variazioni dei prez-
Hamilton (1996) ha introdotto il concetto di aumen- zi in ampie e sostenute variazioni di output e di occupa-
to netto del prezzo del petrolio (NOPI, Net Oil Price zione, l’econometria basata sulle serie storiche non è
Increase), con una variabile che considera soltanto le stata in grado di verificare ulteriormente le ipotesi strut-
variazioni positive di entità maggiore rispetto all’anno turali. Le approssimazioni strutturali effettuate con i
precedente. Il metodo NOPI su base annuale ha portato metodi di autoregressione vettoriale sono basate su meto-
a un rapporto stabile tra prezzi del petrolio e PIL fino di di triangolarizzazione che implicano una relazione di
alla data di pubblicazione dello studio ma le successive causalità ma i risultati sono sensibili all’ordinamento
analisi che hanno utilizzato il concetto di NOPI hanno delle variabili. I valori dei coefficienti non sono diretta-
rivelato che, con l’estensione del periodo di riferimento mente identificabili con quelli ottenuti nei modelli eco-
da uno a tre anni, si rafforza la stabilità della relazio- nomici strutturali e l’interpretazione delle funzioni di
ne tra prezzi del petrolio e PIL. La misurazione trien- risposta d’impulso può non riflettere necessariamente
nale del NOPI identifica come shock un aumento del solo gli effetti di una variabile di interesse. Questo è un
prezzo del petrolio soltanto quando questo supera il prez- ambito nel quale, per le prossime decadi, ci si attendo-
zo più elevato osservato nei tre anni precedenti e la dimen- no miglioramenti nell’applicazione. Allo stato attuale,
sione dello shock è data semplicemente dal rapporto per- la verifica di modelli ipotetici delle relazioni struttura-
centuale fra tale eccedenza e il picco del triennio prece- li, come quelle che possono essere effettuate con dati tra-
dente. Hamilton (2003), riconoscendo la simultaneità tra sversali, non sono un aspetto di primario interesse per lo
l’offerta di petrolio e il prezzo, ha sperimentato una misu- studio macroeconomico degli shock petroliferi.
ra fisica dell’interruzione delle forniture di petrolio, con
risultati abbastanza simili a quelli ottenuti con la misu-
ra triennale della variabile NOPI. 1.4.6 Evidenze empiriche
non statunitensi
1.4.5 L’econometria Gran parte delle valutazioni empiriche degli effetti degli
degli shock petroliferi shock petroliferi sulle performance dell’economia nel
suo complesso sono state calcolate con dati relativi agli
Le prime analisi econometriche degli shock petroliferi Stati Uniti. Tuttavia un certo numero di lavori sono stati
si fondavano su stime di regressione basate sul metodo inizialmente condotti con dati non statunitensi e una ricer-
dei minimi quadrati ordinari, generalmente aumentati da ca che prende in esame i paesi europei è stata pubblica-
aggiustamenti di autocorrelazione. Queste analisi erano ta recentemente. Burbidge e Harrison (1984) hanno usato
di norma stime strutturali, da cui le elasticità potevano un metodo di autoregressione vettoriale con variazione
essere prontamente calcolate. Hamilton (1983) ha intro- simmetrica dei prezzi del petrolio per confrontare le rea-
dotto per questo tipo di analisi la tecnica più avanzata zioni di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Giappone e
dell’autoregressione vettoriale, maggiormente indicata Germania in seguito agli shock petroliferi del 1973 e del
per lo studio delle serie storiche in cui vengono raccol- 1979-80. Gli autori giungono alla conclusione che gli
ti i dati macroeconomici e da allora la maggior parte shock petroliferi hanno riguardato tutti questi paesi ma
delle analisi ha fatto ricorso a tali metodologie (nelle che il Giappone è stato colpito molto più duramente dallo
analisi macroeconomiche dei prezzi del petrolio sono shock 1979-80 che non da quello del 1973.
stati utilizzati anche modelli di correzione di errore, un’al- Mork, sulla base della specificazione degli effetti
tra tecnica per le serie storiche). A causa della struttura asimmetrici dei prezzi del petrolio da lui stesso propo-
dei ritardi dei modelli di autoregressione i coefficien- sta già nel 1989, ha effettuato una stima di autoregres-
ti di regressione non possono essere interpretati come sione vettoriale per sette paesi dell’Organizzazione per
Raymond e Rich (1997), utilizzando un modello a Hamilton J.D. (1988) A neoclassical model of unemployment
cambiamento di regime, offrono prova del fatto che gli and the business cycle, «Journal of Political Economy»,
shock petroliferi sembrano non indurre un’economia a 96, 593-617.
passare da una fase di crescita a una di recessione. Tut- Hamilton J.D. (1994) Time series analysis, Princeton (NJ),
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tavia, hanno trovato significative prove statistiche del
Hamilton J.D. (1996) This is what happened to the oil price-
fatto che il valore NOPI degli shock petroliferi abbia un macroeconomy relationship, «Journal of Monetary
forte effetto depressivo sul tasso di incremento del PIL Economics», 38, 215-220.
nei periodi di bassa crescita economica. Questi risultati Hamilton J.D. (2001) A parametric approach to flexible
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economie si trovavano sull’orlo di una possibile reces- Hamilton J.D., Herrera A.M. (2004) Oil shocks and
sione oppure stavano effettivamente entrando in una fase aggregate macroeconomic behaviour. The role of monetary
policy, «Journal of Money, Credit and Banking», 36, 265-
recessiva che, in mancanza degli shock petroliferi, avreb- 286.
be potuto essere più contenuta. Hooker M.A. (1996) What happened to the oil price-
In conclusione, sembra che gli shock petroliferi non macroeconomy relationship?, «Journal of Monetary
siano stati la causa scatenante delle recessioni più recen- Economics», 38, 195-213.
ti (potrebbero aver innescato quelle precedenti), ma che Hooker M.A. (1999) Oil and the macroeconomy revisited,
abbiano contribuito a trasformare un rallentamento ini- Washington (D.C.), Mimeo, Federal Reserve Board, August.
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