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HAIM TADMOR

LA CRONOLOGIA DELL'EPOCA MONARCHICA1

I. LE FONTI ED IL LORO VALORE

1. La cronologia e la sua compilazione

In tutto l'antico Vicino Oriente, in Egitto, in Babilonia ed in Assiria 2, ma anche in


Giuda ed in Israele, era prassi corrente datare gli avvenimenti in riferimento agli anni di
regno del monarca in carica. Un sistema unificato di calcolo cronologico, uguale per ogni
città e provincia dello Stato, costituisce un elemento essenziale per ogni amministrazione
centralizzata. È verosimile quindi che in Israele le fondamenta per un sistema uniforme
di calcolo, comune all'amministrazione civile come a quella militare, siano state poste
all'inizio della monarchia unita, sotto il regno di Davide e di Salomone. Tale calcolo
veniva naturalmente effettuato secondo gli anni di regno, poiché il sistema del calcolo
secondo ére, com'era conosciuto in Grecia ed a Roma3, era estraneo ai popoli dell'antico
Vicino Oriente fino all'epoca ellenistica.
Gli óstraka dell'epoca monarchica, quali quelli di Samaria e di Lakiš, fanno
semplicemente riferimento all'anno del regno, per es. «Nell'anno IX» 4 , senza
menzionare il nome del re, com'è del resto corrente negli óstraka egiziani del regno
nuovo. È possibile che in documenti ufficiali, redatti su pergamena o papiro, non giunti
per altro fino a noi, i dettagli siano stati registrati totalmente: il nome del re, l'anno del
regno il mese, e il giorno del mese. Gli antichi compilatori di cronologie hanno riassunto
i dati in composizioni più ampie, quali le «Cronache dei re di Giuda» e le «Cronache
dei re d'Israele», alle quali fanno riferimento i libri dei Re. La natura esatta di tali opere
resta però poco chiara; ma esse devono aver registrato, verosimilmente, non solo la
durata del regno di ogni singolo re, ma anche la sua età all'atto dell'accessione al trono,
il nome del padre, ed in Giuda anche quello della regina-madre.
Dopo la divisione della monarchia unita, i compilatori di cronologie hanno
completato tali ampie composizioni mediante sincronismi. Così l'anno di accessione di
un re d'Israele veniva posto accanto all'anno di regno del re di Giuda suo contemporaneo
(abbreviato: «sincronismo giudaita»); e l'anno d'incoronazione di un re di Giuda veniva
posto accanto all'anno di regno del re d'Israele suo contemporaneo (abbr. «sincronismo
israelita»). E poiché i compilatori di cronologie consideravano i due regni ebraici come
parti di un unico popolo, le cui storie erano strettamente correlazionate, essi registravano
i dati cronologici sincronicamente. Anche in Mesopotamia, durante il periodo neo-
assiro, le complesse relazioni tra l'impero assiro e la Babilonia hanno dato luogo a tutta
una letteratura sincronistica, il principale esempio di questa è la «Cronaca babilonese»5.

1
Estratto da The World History of the Jewish People, a cura di B. Mazar e A. Malamat, vol. IV, I, Jerusalem
1979, 44-60 e 318-320. Per gentile concessione della Massada Press, Jerusalem.
2
Si veda WHJP II, 1970, cap. V, 63-101.260-269.
3
Vedasi J. Finegan, Handbook of Biblical Chronology, Princeton 21964, 108-223; E. Bickerman,
Chronology of the Ancient World, London 1968, 70-77; e G.E. Samuel, Greek and Roman Chronology,
München 1972, 245-248.
4
Si veda per es. D. Diringer in O. Tufnell (ed.), Lachish III, Oxford 1953, 339. (óstrakon n. 20); e J.C.L.
Gibson, Texbook of Syrian Semitic Inscriptions I, Oxford 1971, 8-9 (óstraka n. 1, 2, 6, 10, 19).
5
La Cronaca babilonese: F. Delitzsch, Die babylonische Chronik, Leipzig 1906. Per la lista sincronica
regia da Aššur: A.L. Oppenheim, ANET, 272-274. Per la lista reale egiziana: A. Gardiner, Egypt of the
Pharaos, Oxford 1961, 46-69.
Tale opera narra gli avvenimenti principali in Babilonia dalla prima metà dell'VIII sec.
in avanti (datandoli secondo il re babilonese in carica), includendovi quei re d'Assiria e
d'Elam connessi direttamente o indirettamente con le vicende babilonesi. La narrazione
assume così la forma di una cronaca sincronica.
Alla fine dell'epoca monarchica e specialmente durante l'esilio in Babilonia, i
compilatori di cronologie composero ampie opere cronologiche nelle quali tentavano di
produrre schemi cronologici completi ed organici dell'intera epoca monarchica. Il
redattore esilico dei libri dei Re aveva a propria disposizione non solo ampie opere
cronologiche, ma, a quanto sembra, anche documenti più antichi, quali cronache ed
elenchi di re6.
Ma, dato che il regno del Nord era scomparso un secolo e mezzo prima della
redazione dei libri dei Re, è probabile che le cronache israelitiche non siano
sopravvissute intatte per un periodo così lungo. Il redattore non sempre riusciva a
trovare i dati necessari e si vedeva costretto, quindi, ad aggiungere certi dettagli – come
ad es., i sincronismi israelitici – sulla base dei propri calcoli e delle proprie supposizioni
e congetture. E poiché le date così calcolate non corrispondevano sempre alle
eterogenee testimonianze delle fonti, esse davano luogo a contraddizioni (relativamente
frequenti nelle fonti sincroniche israelitiche, piuttosto rare, relativamente, nelle cifre
degli anni di regno israelitiche). I dati giudaiti in possesso del redattore sembrano invece
essere stati più attendibili, per cui la quantità di errori nella trasmissione di dati
cronologici appare relativamente esigua.
Pur essendo ancora oggetto di dibattito se gli antichi materiali cronologici usati dal
redattore dei libri dei Re siano stati o meno desunti da un complesso «canonico», i cui
dettagli erano già stati armonizzati, le numerose incoerenze nei dati cronologici di Re
sembrano indicare che il redattore abbia attinto a fonti diverse, spesso in conflitto. Certi
passi derivano da antiche cronache e sono stati incorporati verbatim nei libri dei Re. Essi
conservano informazioni cronologiche autentiche che l'editore non ha modificate. Infine,
vi è una certa verosimiglianza nella supposizione che in quantità notevole di passi vi siano
errori scribali di trasmissione. Mutamenti nei sistemi di registrazione dei numerali,
attestati da documenti epigrafici ebraici, possono, alla lunga, aver facilmente dato luogo
ad errori.

2. Storia delle ricerche

Lo studio della cronologia biblica non ha avuto inizio con le scienze moderne: il
confronto con i dati cronologici contraddittori nei libri dei Re è antico. Così in varie
versioni del testo dei LXX a Re – il testo Vaticano (= cod. B dei LXX) e la recensione
Lucianica – si possono distinguere le tracce di un sistema cronologico differente da quello
del testo massoretico (TM).
È stato suggerito che tali varianti (in particolare il sincronismo tra Giosafat e suo
figlio Jehoram, ed i re della dinastia d'Omri) riflettono l'archetipo ebraico dei LXX,
considerato più attendibile del TM in questioni di cronologia7. Tale problema, però, non
è ancora risolto.
I problemi che nascono dalla versione dei LXX sono complessi, ed è stato sostenuto
che il TM è, in realtà, quello originale e quindi preferibile, mentre le varianti nei LXX
6
A. Jepsen, Die Quellen des Königsbuches, Halle a/S 1956, 30 ss.; E.R. Thiele, The Mysterious Numbers of
the Hebrew Kings (abbr. MNHK), Grand Rapids, Mich. 21965, 174-191 (31983); S.R. Bin-Nun, in: VT 18
(1968) 414-432.
7
J. M. Miller, in: JBL 86 (1967) 277-288 e specialmente J.D. Shenkel, Chronology and Recensional
Development in the Greek Text of Kings, Cambridge, Mass. 1968.
altro non sarebbero che tentativi posteriori di armonizzare le date contraddittorie
nell'archetipo ebraico dei LXX 8 . Giuseppe Flavio, nel suo tentativo di risolvere la
questione dei dati contraddittori, propone un suo proprio sistema, differente in alcuni
elementi dal TM9. Inoltre gli autori della compilazione cronologica rabbinica séder ‛ôlām
rabbāh si confrontarono anch'essi con difficoltà per conciliare i dati del TM10. Similmente
gli esegeti medievali Raši, Ibn-Ezra e Gersonide hanno presentato tentativi di
armonizzazione, per conciliare le ovvie contraddizioni.
Dalla metà del sec. XIX in avanti, le scienze bibliche si sono più volte interessate a
fondo dei problemi cronologici attinenti ai re di Giuda e d'Israele11. Gli studiosi più antichi
preferivano usare gli anni dei regni piuttosto che i sincronismi; gli studiosi del sec. XX,
tendono a preferire i sincronismi. Anche in questo campo il problema è stato affrontato
in più maniere, con una generale tendenza a favorire i sincronismi giudaiti piuttosto che
quelli israeliti.
Il fatto sta che nessuno dei sistemi proposti fino ad oggi – neanche il più tradizionale
dal punto di vista testuale – è riuscito a preservare allo stesso tempo i sincronismi e i dati
degli anni di regno. Quelli che cercano di mantenere quanti più dati cronologici biblici
possibile, sono in genere costretti a congetturare tesi remotissime sulla possibilità di
lunghi periodi di correggenze o di altri elementi spesso privi di ogni sostegno testuale.
Anche sul sistema di calcolo degli anni di regno vi sono svariate opinioni. La
congettura più estrema è che il sistema di calcolo sia stato cambiato più volte, perfino nel
lasso di tempo di un medesimo regno12. Si tratta di un'impostazione spesso motivata dal
desiderio di provare l'esattezza ed armonizzare quanti più dati biblici possibile.

3. Questioni di metodo

Il presente studio parte dal presupposto che i dati riguardanti gli anni di regno in
Israele non rappresentano il prodotto di calcoli ufficiali durante il regno del re in
questione, ed in ciò lo scrivente differisce dalla massima parte dei sistemi di cronologia
biblica. Ci confrontiamo invece con dati già sottoposti a redazione – talvolta a redazione
meticolosissima – da parte dei redattori della struttura cronologica di Re. Pertanto una
valutazione di questi dati da parte di uno studioso moderno di cronologia dipende
esclusivamente dalla retta comprensione dei metodi dei quali si sono serviti gli antichi
compilatori di cronologie che hanno preparato tale struttura.
Prima d'iniziare l'analisi del modus operandi seguito dagli antichi studiosi dovremo
chiarire una serie di problemi inerenti ad ogni discussione di sistemi di datazione: che
genere di calendario veniva usato nel periodo biblico? L'anno era un anno solare, come
in Egitto, ovvero era un anno solare-lunare come in Mesopotamia (nel quale l'anno solare
di 365 giorni veniva aggiustato a quello di 12 mesi lunari mediante l'intercalazione ogni
pochi anni di un tredicesimo mese)? Da un lato i termini per «mese»: jrḥ (= «luna») e ḥdš

8
D. W. Gooding, in: JThS n.s. 21 (1970) 118-131; E.R. Thiele, in: JBL 93 (1974) 174-200.
9
Thiele, MNHK, Chicago 1951, 167-203.
10
Vedasi in generale The Jewish Encyclopaedia XI, 147-149 ed Encyclopaedia Judaica XIV, 1091-1093
(con bibl.).
11
Per uno studio della bibliografia fino al 1961, cfr. H. Tadmor, art. Chronology, in Enc. Bibl. IV (1962)
261-264. Altri studi: D.N. Freedman, in G.E. Wright (ed.), The Bible and the Ancient Near East, Essays...
W.F. Albright, New York 1961, 203-228; C. Schedl, in: VT 12 (1962) 88-119; J. Gray, I & II Kings, London
1964, 55-74; A. Jepsen - R. Hanhart, Untersuchungen zur israelitisch-jüdischen Chronologie, BZAW 88,
Berlin 1964, 1-47; V. Pavlovský - E. Vogt, in: Bibl 45 (1964) 321-347; J.M. Miller, in: JBL 86 (1967) 276-
288; A. Jepsen, in: VT 18 (1968) 31-45; W.R. Wifall, in: ZAW 80 (1968) 317-336; S. Yeivin, M. Zer Kabod
Volume, Jerusalem 1968, 367-381 (ebr.).
12
Come suggerito dal Thiele, MNHK2 e, più recentemente, dal Wifall (nota precedente).
(= «luna nuova») indicano che l'unità fondamentale del calendario biblico era lunare.
Dall'altro non può esservi dubbio che le maggiori sagre annuali – quella dei pani azzimi
nel mese di ’abîb, la pentecoste all'epoca della mietitura dei cereali, la festa del raccolto
«al ritorno dell'anno» (Es 34,22) – venivano determinate dalle stagioni del ciclo agricolo.
È quindi possibile concludere che nell'Israele biblico il calendario era solare-lunare. Ciò
nonostante ignoriamo come questi due elementi venissero armonizzati – l'anno solare di
365 giorni e quello lunare di 354. Intercalando un mese, come in Babilonia, o
aggiungendo dieci giorni alla fine di ogni ciclo di 12 mesi, come in Egitto, o mediante
qualche altro metodo?13.

4. Il calcolo degli anni di regno

In che maniera venivano calcolati gli anni di regno e, in particolare, che conto
veniva fatto dell'anno d'assunzione al trono?
Cerchiamo anzitutto di definire il concetto di «anno di regno». Si riferisce
all'effettivo anno del calendario, contato dal giorno dell'assunzione al trono del re (o dal
giorno dell'incoronazione) al giorno corrispondente dell'anno seguente? Ovvero si
riferisce all'anno di calendario seguente l'assunzione più prossimo, contato da un
capodanno a quello seguente?
In Mesopotamia ed in Egitto l'anno del regno coincideva in genere con quello del
calendario. Durante il regno nuovo in Egitto (dalla XVIII alla XX din.), però, gli anni del
regno venivano calcolati dal giorno dell'incoronazione del faraone14. E sebbene manchino
prove dirette di quale dei due metodi venisse usato in Giuda ed in Israele, vi sono chiari
indizi che nel sistema usato dai redattori di Re gli anni di regno di ogni re coincidevano
con l'anno del calendario. Il vantaggio di tale sistema era che sia i compilatori della
cronologia regia, sia i funzionari regi nei vari settori della pubblica amministrazione non
avrebbero avuto difficoltà nel determinare l'inizio di un anno di regno, dato che il
capodanno – fosse quello agricolo o quello del culto – erano allo stesso tempo l'«anno
nuovo per i re» nel computo ufficiale.
La domanda seguente, alla quale dobbiamo rispondere, suona: come calcolava il re
l'anno della propria assunzione al trono?
Due sono i metodi attestati nell'antico Vicino Oriente per computare l'anno iniziale
di un re: la post-datazione e la pre-datazione15. Nella post-datazione, il primo anno del re
inizia non con la sua accessione al trono, ma col capodanno seguente. Ai fini del computo
cronologico, la parte dell'anno in cui il re era salito sul trono non veniva computata nella
cronologia del nuovo re (era dunque un «anno zero», in quanto veniva computata come
un resto dell'anno del re anteriore). Nel sistema della pre-datazione, il primo anno del re
veniva computato dal giorno dell'assunzione al trono, talvolta dal giorno
dell'incoronazione ufficiale. In questo sistema poteva accadere che ad un re che avesse
regnato per un periodo molto breve – per es. soltanto un mese, una metà prima di
capodanno, l'altro dopo – fossero attribuiti «due anni» di regno», dato che le prime due
settimane erano considerate un primo anno e le altre due, seguenti il capodanno, il
13
Per il problema del calendario e dei mesi intercalari nel periodo biblico, cfr. J.B. Degal, in: VT 7 (1957)
250-307.
14
A. Gardiner, in: JEA 31 (1945) 11-28; e Egypt of the Pharaohs, Oxford 1961, 69-71. È possibile che
un'usanza simile vigesse presso la corte persiana (cfr. E. Bickerman, Chronology of the Ancient World,
London 1968, 90), il che potrebbe spiegare la contraddizione tra le date di Neh. 1,1 e 2,1. Ciò eviterebbe di
emendare il testo di Neh. 2,1. Per altre proposte cfr. H. Tadmor, in: JNES 15 (1956) 227, n. 70 e recentemente
D.F.A. Clines, in: JBL 93 (1974) 35.
15
Per queste espressioni, come per i termini «anno di accessione» e «anno di non-accessione», cfr. J.
Finegan, Handbook of Biblical Chronology, 80-86.
secondo anno. Quando elaboriamo uno schema cronologico organico, dobbiamo allora
ridurre di un anno il computo totale degli anni di regno, effettuato secondo il sistema della
pre-datazione, dato che l'ultimo anno, incompleto, del regno di un re viene compreso fra
gli anni del suo successore 16 . In caso diverso, lo stesso anno del calendario verrebbe
attribuito sia al re uscente, sia a quello entrante. Nel sistema di post-datazione invece il
numero degli anni ufficiali di un re coincideva col numero degli anni nei quali aveva
effettivamente regnato.
Il sistema della pre-datazione era corrente in Egitto durante i regni antico ed
intermedio e ricompare ai tempi della XXVI din.; il sistema della post-datazione – o,
come viene chiamato da alcuni studiosi, «dell'anno di accessione» – veniva usato soltanto
in Babilonia e cadde in disuso coll'avvento degli imperi ellenisti. Esso nacque dall'usanza
di dare un nome ad ogni anno del regno di un re. In esso l'anno di accessione di un re era
espresso mediante una locuzione particolare: «L'anno dell'inizio del regno» (in accadico
šanat rēš šarrūti), mentre l'anno I iniziava soltanto col primo capodanno, nel mese di
nisan17 (marzo-aprile). In Assiria però gli anni venivano contati mediante i nomi degli
«eponimi» (limmu) designati a questo scopo 18 , per cui il problema di contare
separatamente gli anni di accessione non si poneva. Le iscrizioni reali assire, che iniziano
con la metà del IX sec. a.C., contavano gli anni secondo palȗ, «periodo di regno» o
«periodo in carica». Ma tale computo, introdotto sotto influenza babilonese, non
coincideva necessariamente col computo secondo anni di regno19.
Il sistema della post-datazione era correntemente in uso nella Siria-Palestina, come
risultato della diffusione dei sistemi amministrativi babilonesi durante i periodi neo-
babilonese e persiano. Viene menzionato in 2 Re 25,27 per indicare la data nella quale
Evil-Merodach, re di Babilonia, liberò Jojakin dalla prigione: bišenat molekô, cioè durante
l'anno d'accessione o šanat rēš šarrūti nella terminologia babilonese20.
Per i periodi anteriori è però ragionevole supporre che Israele e Giuda usassero il
sistema della pre-datazione, essendo più semplice e più naturale di quello poco
convenzionale della post-datazione. D'altra parte i dati cronologici inizianti con Manasse
o con Amon, re di Giuda, possono essere adeguatamente spiegati soltanto mediante il
sistema della postdatazione. L'introduzione di tale sistema può essere spiegata in una delle
seguenti due maniere: 1. Amon, o suo padre Manasse, introdussero in Giuda il sistema
babilonese della post-datazione, ovvero 2. sebbene la pre-datazione venisse usata in
Giuda attraverso tutta la sua storia come regno indipendente, il compilatore esilico della
cronologia redasse i dati ed adeguò gli anni di regno per i periodi di Manasse o di Amon,
e di Sedecia, secondo il sistema della post-datazione.

16
Cfr. la prassi egiziana nei periodi ellenistico e romano (per es. «il XXX anno [di Tolomeo II], che è l'anno
I [di Cleopatra VIII»); T.C. Skeat, in: Mizraim 6 (1937) 8 e Finegan, Handbook, 80-81.
17
L'usanza è cominciata in Babilonia durante la dinastia cassita, nel XIII sec. a.C., ma potrebbe, in realtà,
aver iniziato già nel XIV sec.; cfr. anche J.A. Brinkman, WO 6 (1971) 153. Le espressioni rê’šît malekȗt e
rê’šît mamlekȗt/mamléket, usate per i regni di Jojaqim e Sedecia (Ger. 26,1; 27,1; 28,1 e 49,34) non
costituiscono necessariamente delle espressioni cronologiche esatte come la babilonese šanat rēš šarrūti,
ma termini generici, indicanti l'inizio del regno di questi re, sia che fosse meno d'un anno, un anno intero o
più di un anno. La espressione accadica rēš šarrūti, «l'inizio del regno» appare in alcuni testi senza la
connotazione cronologica esatta. Cfr. anche H. Tadmor, JNES 15 (1956) 227, n. 17; e Studies in Honor of
Benno Landsberger, Chicago 1965, 353. Per un'opinione diversa cfr. N.H. Sarna, Hagȗt ‛Ivrit be-America
I, Tel Aviv 1972, 121-130 (ebr.).
18
A. Ungnad, art. Eponymen, in Reallexikon der Assyriologie II, 412-459.
19
H. Tadmor, in: JCS 12 (1958) 22-33.
20
Vedasi H. Tadmor, in: JNES 15 (1956) 227 e EncBibl IV, 267-268. L'espressione šenat molekô (2 Re
25,27) appare anche in una iscrizione fenicia dell'epoca persiana. Dove predominava l'aramaico,
l'espressione usata era una traduzione di šanat šarrūti: si veda adesso F.M. Cross, Papyri from the Fourth
Century b.C. from Dâliye, in New Directions in Biblical Archaeology, a cura di DN. Freedman - J.C.
Greenfield, Garden City, N,Y. 1969, 44 ss.
5. Il «capodanno regio» nel periodo biblico

Una tradizione dell'epoca tardo-post-esilica, registrata nella Mišnāh, Rô’š haššānāh


I,I, distingue tra un «capodanno per i re», cioè un capodanno regio, ed un «capodanno per
anni», quello del calendario. Il primo cade nel mese di nisan (marzo-aprile), il secondo in
quello di tišri (settembre-ottobre). La tradizione sembra riflettere l'usanza del I sec. d.C.:
gli Asmonei, Erode il grande ed i capi della prima rivolta calcolavano i loro anni dal mese
di nisan, come sembra essere avvenuto in Giuda nel periodo biblico. Durante il I sec. d.C.
però e specialmente durante la prima metà del II sec. d.C., il computo degli anni dal tišri
in questioni di economia e di religione prevalse su quello dal nisan. Da allora il 1° tišri è
stato il solo capodanno nella tradizione ebraica21.
Dalla fine del XIX sec. gli studiosi moderni sono divisi sul problema dell'inizio
dell'anno in Giuda ed in Israele all'epoca biblica, e quindi sulla data del capodanno regio.
Alcuni mantengono che un solo calendario venisse usato sia in Israele che in Giuda,
calendario che correva dai mesi di nisan quello di ’adar (febbraio-marzo). Altri
mantengono che il calendario più antico in Giuda ed in Israele iniziava nel mese di tišri,
e che il computo primaverile (dal nisan) era il prodotto dell'influenza assira e babilonese.
Molti credono, ancora, che i capodanni in Giuda ed in Israele erano distanti di mezzo
anno, ma anche su questo dato vi sono divergenze di opinione: secondo alcuni, i re di
Giuda contavano dal tišri, quelli d'Israele dal nisan; per altri avveniva l'esatto contrario.
Le attestazioni delle nostre fonti indicano piuttosto che nell'Israele antico esistevano
due capodanni, il primo in primavera (nel primo mese), il secondo in autunno (nel settimo
mese, nel regno del Nord forse nell'ottavo mese, cfr. 1 Re 12,33). Il «calendario» di Gezer,
che registra le attività agricole di un coltivatore, inizia con jrḥw ’sp, «stagione del
raccolto», dunque la fine di ’elul (agosto-settembre), o tišri, o l'inizio di marḥešwan
(ottobre-novembre). La terminologia usata da Es. 23,16: weḥag hā’āsîf beṣē't haššānāh e
da Es. 34,22: weḥag ha’asîf teqûfat haššānāh presuppone un anno agricolo che inizia, o
termina, con la sagra del raccolto in autunno. Altre tradizioni del Pentateuco (Es. 12,2;
23,15; 24,18; Lev. 23,24 e Deut. 16,1) parlano invece del mese di ’abib come primo mese.
In effetti, durante il periodo biblico, i mesi vengono sempre contati partendo dalla
primavera. L'usanza viene illustrata da Ger. 36,22: nel nono mese (kislev, novembre-
dicembre) il re era seduto nel palazzo d'inverno, davanti ad un braciere acceso.
Allo stesso tempo però si può congetturare che durante e dopo la monarchia unita
vi fossero vari sistemi di computo, usati in differenti settori della vita: nel commercio e
nell'agricoltura era prassi corrente calcolare dall'autunno, mentre nel culto, e specialmente
nelle tradizioni del sacerdozio gerosolimitano, l'anno iniziava in primavera. Il computo
dell'anno nuovo dalla primavera, secondo il modello mesopotamico, è sempre stato
seguito dal popolo d'Israele, mentre l'anno agricolo, in autunno, è stato recepito dalla
tradizione locale della Canaan anteriore alla conquista.
Possiamo adesso ritornare alla domanda posta all'inizio: quand'è che i re di Giuda
calcolavano l'inizio dei loro anni di regno? Sebbene dati espliciti siano molto scarsi, vi
sono alcune indicazioni dalle quali risulta che in Giuda gli anni venivano contati dalla
primavera. Pertanto, in Ger. 46,2 la battaglia di Karkemiš, nella quale l'esercito egiziano
venne sconfitto dai Babilonesi, viene datata nel IV anno di Jojaqim (605 a.C., cfr. sotto
la tavola delle date sicure). Se ne può dedurre che alla fine del VII sec. a.C. gli anni di
regno iniziavano nel primo mese della primavera 22 . E poiché tali sistemi di computo
21
M. Stern, Compendia rerum Judaicarum ad Novum Testamentum I,I, Assen 1974, 62-68 e M.D. Herr,
ibid. I,2, Assen 1976, 843-845.
22
EncBibl IV, 265-266. È anche possibile che Ezechiele abbia contato gli anni dell'esilio di Jojakin dalla
primavera, anche se la testimonianza di Ezechiele non è decisiva, poiché s'adatterebbe, almeno in parte,
tendono ad essere estremamente conservativi, possiamo ragionevolmente supporre che
anche prima di Jojaqim i re di Giuda contavano dalla primavera. Ciò corrisponderebbe, a
sua volta, con la prassi del sacerdozio di Gerusalemme menzionata poc'anzi, il cui anno
iniziava appunto nel mese di ’abîb.
D’altra parte, non possediamo alcun dato sul capodanno regio nel regno del Nord,
e gli studiosi non sono d'accordo sul fatto se avesse luogo in primavera o in autunno.
Esiste però una testimonianza che il capodanno in Giuda non coincideva con quello in
Efraim; si trova in 2 Re 15,8.10: Zaccaria, il quale regnò per sei mesi, salì sul trono l'anno
XXXVIII di Uzzia di Giuda, e morì nell'anno XXXIX di Uzzia. Durante questi sei mesi,
quindi, un nuovo anno regio aveva avuto inizio in Giuda, mentre nello stesso tempo nulla
di simile era avvenuto in Israele23. Se questo fosse invece avvenuto, il regno di sei mesi
di Zaccaria sarebbe stato computato come due anni (cfr. i regni, molto brevi, di Nadab,
figlio di Geroboamo I e di Elah, figlio di Baaša d'Israele). È temerario concludere che tale
discrepanza di mezzo anno in relazione al capodanno regio esisteva non solo ai tempi di
Uzzia e di Zaccaria, ma attraverso tutto il periodo dei regni di Giuda e di Israele? Se,
certo, com'è stato notato, i re di Giuda contavano i loro anni partendo dalla primavera, e
se esiste una discrepanza di mezzo anno, siamo costretti a concludere che i re efraimiti
registravano i propri anni partendo dall'autunno (il settimo e l'ottavo mese)24.

6. Il metodo redazionale dell'antico compilatore di cronologie

Rivolgiamoci adesso al principale problema presentato all'inizio della nostra


discussione: qual era il modus operandi dell'antico compilatore di cronologie nella
strutturazione cronologica dei libri dei Re? Crediamo ch'egli debba aver usato i metodi
correnti presso i compilatori di cronologie della Mesopotamia per quello che riguarda
l'arrotondamento degli anni25. Posto che uno degl'intenti principali di questo redattore
fosse di sincronizzare i regni dei re di Giuda e d'Israele, egli era ovviamente preoccupato
soltanto degli anni regi completi. Se le sue fonti riferivano che un certo re di Giuda aveva
regnato X anni e Y mesi (per es. Davide a Hebron: sette anni e sei mesi, 2 Sam. 5,5) egli
doveva omettere il numero dei mesi eccedenti gli anni completi (per es. l'ultimo anno
incompleto), contando soltanto gli anni interi. La stessa procedura verrebbe del resto
seguita da un autore moderno di cronologie che pensasse di comporre uno schema
sincronistico sulla base di dati di regni, calcolati mediante pre-datazione.
Il risultato è che tutti i re di Giuda e d'Israele, i cui anni regi sono stati arrotondati dal
redattore, hanno in realtà regnato (secondo il loro computo) un anno in più di quanto
attribuito loro in Re. Pertanto Roboamo regnò 17 anni ed X mesi, morendo nel XVIII anno
del suo regno; e poiché Roboamo e Geroboamo I ascesero al trono nello stesso anno,
Roboamo morì l'anno XVIII, e non il XVII, di Geroboamo. La cosa è stata del resto
registrata nel sincronismo 1 Re 15,1 : «Orbene, nell'anno XVIII di re Geroboamo, figlio
di Nebat, ’Abijam cominciò a regnare su Giuda». Inoltre l'ipotesi che il redattore abbia
omesso i mesi in più, lasciando soltanto il numero degli anni interi, risolve due importanti
problemi cronologici: i 10 anni di regno di Menahem d'Israele ed il singolo di ’Ahazia.
Secondo il sincronismo, Menahem cominciò a regnare il XXXIX anno di Uzzia di Giuda
e morì l'anno L di Uzzia (2 Re 15,17.23). Pertanto Menahem deve aver regnato non 10,

anche al computo autunnale: cfr. A. Malamat, in: IEJ 18 (1968) 146 ss.; e: VTS 28 (1975) 123-145; K.S.
Free dy -D.B. Redford, in: JAOS 90 (1970) 262-274. Ulteriore sostegno all'opinione che l'anno in Giuda
iniziava di primavera è stato apportato da D.J.A. Clines, in: Australian Journal of Archaeology 2 (1972) 9-
34; e JBL 93 (1974) 22-40.
23
H. Tadmor, ScrHier 8 (1961) 259 ss.
24
S. Talmon, in: VT 8 (1958) 48-74.
25
Per dettagli sui metodi usati dai compilatori egiziani e mesopotamici, cfr. Enc Bibl IV, 271-274.
ma 11 o addirittura 12 anni (se contiamo secondo il sistema della pre-datazione). Il miglior
sistema per salvare il numero 10 ed il sincronismo di 2 Re sarebbe quello di supporre che
Menahem abbia regnato, in realtà, 10 anni ed X mesi (dunque 11 anni nel computo
ufficiale) e che l'antico redattore, fedele al proprio metodo, abbia omesso il numero
ridondante di mesi, fissando il totale degli anni di Menahem in 10 anni completi.
L'altra difficoltà risolta da quest'ipotesi riguarda l'unico anno di regno di Ahazia di
Giuda. Secondo il sistema di predatazione, se il suo regno fosse terminato prima di un
capodanno sarebbe stato considerato zero ai fini di un computo cronologico, nel qual caso
il compositore della cronologia avrebbe riferito il numero esatto di mesi di quell'anno
incompleto. Se il regno fosse durato oltre il capodanno, cioè avesse continuato nel suo
secondo anno ufficiale, avrebbe ricevuto due anni. Pertanto congetturiamo che il redattore
abbia trovato nelle proprie fonti che Ahazia regnò un anno e pochi mesi, ma, fedele al
proprio metodo di arrotondamento delle cifre, abbia omesso il numero dei mesi,
attribuendo al re soltanto un anno (2 Re 8,26).
Quali furono le fonti usate dal nostro redattore? È ragionevole ammettere che la
massima parte del materiale proveniente da Giuda sia consistito in cronache ufficiali o
almeno in estratti da queste, materiali che registravano sia gli anni di regno completi, sia
i mesi addizionali; invece che il materiale proveniente da Israele a sua disposizione sia
stato in parte originale, in parte già rielaborato. Sembrerebbe che per il periodo intercorso
tra Geroboamo I e la dinastia di Omri, solo dati su anni di regno completi siano giunti fino
a lui. Ciò significa che nella sua fonte il numero degli anni di regno dei re d'Israele era già
stato arrotondato e che, quindi, solo gli anni interi erano elencati.
Si tratta di cifre piuttosto simili: Geroboamo I, 22 anni; Nadab, 2 anni; Baaša, 24 anni;
’Elah, 2 anni; Omri, 12 anni; Ahab, 22 anni; Ahazija, 2 anni; Joram, 12 anni. Si ricorse
dunque ad un arrotondamento delle cifre secondo cicli di 2-22 anni e di 12 anni, il che era
abbastanza prossimo al numero reale degli anni di regno; sembra per ragioni
mnemotecniche (ma potrebbe anche essere stato il prodotto di corruzione testuale).
Pertanto il redattore non s'occupò di tali cifre già arrotondate, sebbene ciascuna di esse
fosse più alta di un anno del numero effettivo degli anni di regno. D'altra parte, per il
periodo che inizia con l'assunzione di Jehu al trono, i dati disponibili per il nostro redattore
sembrano essere stati più precisi. Qui egli è stato fedele al proprio metodo di
arrotondamento, sicché i 28 anni di Jehu ed i 16 di Joaš sono stati in realtà 28 e X mesi e
16 e Y mesi rispettivamente, il che, nel sistema della pre-datazione, dava rispettivamente
29 e 17 anni.
Contrariamente alla sua prassi corrente, il nostro compilatore di cronologie era esatto
quando s'occupava di re che avevano regnato meno di un anno. Qui i suoi metodi
s'avvicinavano a quelli dei compilatori delle liste reali babilonesi26: egli registrò il numero
effettivo degli anni, dei mesi e persino dei giorni di regno. Così egli registrò per Zimri 7
giorni, per Zaccaria 6 mesi, per Šallum 1 mese, assegnando a Jehoahaz ed a Jehojakin di
Giuda 3 mesi ciascuno. Sono queste cifre certamente desunte da cronache o da altri
documenti ufficiali, per cui ci avvicinano di un passo alle fonti cronografiche originarie,
non più esistenti.

7. Coreggenze

Un altro principio che ha guidato l'autore delle nostre cronologie è il presupposto che
durante tutto il periodo della monarchia israelitica non vi siano state coreggenze: che cioè

26
Per un'opinione alquanto differente, cfr. J.A. Brinkman, A Political History of Post-Cassite Babylonia,
Roma 1968, 63-67.
l'erede al trono che avesse rivestito le funzioni di reggente mentre il padre era ancora in
vita, contasse tale periodo come parte del proprio regno. Le nostre fonti ci indicano, per
altro, che vi sono stati due periodi di reggenza: Jotam «giudicò (= governò) il ‛popolo del
paese’» mentre suo padre Uzzia era ancora in vita (2 Re 15,5)27, ed Uzzia sembra essere
stato reggente per 15 anni, mentre suo padre Amazja viveva ancora (2 Re 14,17)28. Sia che
il compilatore della cronologia fosse al corrente di queste e di altre coreggenze e decise di
tacerle, sia che le ignorasse del tutto – com'è più probabilmente il caso – è chiaro che il
sistema da lui scelto ha creato una serie d'incongruenze nello schema cronologico dei libri
dei Re.
L'ipotesi che vi siano state effettivamente coreggenze in Giuda ed in Israele – cosa di
per sé logica e del resto oggetto di chiari riferimenti nelle fonti – aiuta notevolmente a
risolvere alcune delle contraddizioni più serie29.

II. LA DETERMINAZIONE DELLO SCHEMA CRONOLOGICO

1. Date sicure

Lo schema cronologico dell'epoca monarchica si divide spontaneamente in tre


periodi: a) da Geroboamo 1 alla rivolta di Jehu; b) da Jehu fino alla caduta di Samaria; e
c) dalla caduta di Samaria alla distruzione del tempio. Poiché i dati cronologici dell'ultimo
periodo sono i meglio accertati, inizieremo le nostre considerazioni cronologiche
dall'ultimo periodo, per procedere poi a ritroso30.
È soltanto ovvio che solo informazioni da fonti extra-bibliche ci provvedano di date
assolute e servano quindi da «punti di ancoraggio». La tavola seguente elenca venti
sincronismi esterni per il periodo pre-esilico31, presi quasi esclusivamente da fonti assire
e babilonesi. Si tratta di date assolute dal punto di vista cronologico (secondo il calendario
giuliano), dato che le cronologie assire e babilonesi del I mill. a.C. sono basate su di
un'elencazione continua di anni fino all'epoca ellenistica e romana, e vengono confermate
da calcoli astronomici32.

TAVOLA DELLE DATE SICURE


AVVENIMENTO SINCRONISMO ANNO TESTO BIBLICO

27
Cfr. EncBibl IV, 286; VI, 126.
28
Ibid. I, 439.
29
Si veda specialmente E.R. Thiele, The Question of Coregencies Among Hebrew Kings, in A Stubborn
Faith, Fs W.A. Irwin, Dallas 1956, 39-52.
30
Lo schema cronologico qui delineato solo brevemente, è stato presentato dall'autore di queste linee in
forma dettagliata nel suo articolo sulle cronologie bibliche, in EncBibl IV, 274-302; cfr. la bibl. ivi 309-310.
31
Ibid. 255.259, tavv. 7-9 e le note corrispondenti. Due nuovi sincronismi si sono aggiunti: al n. 3 cfr. A.R.
Millard - H. Tadmor, in: Iraq 35 (1973) 57 ss. e H. Tadmor, in: ibid. 64; il n. 8 verrà pubblicato nel nostro
Inscriptions of Tiglath-pileser III, King of Assiria, The Israel Academy of Sciences and Humanities,
Jerusalem, di prossima pubblicazione. Si notino anche i seguenti studi recenti sul sincronismo n. 4: L.D.
Levine, in: BASOR 206 (1972) 40-42; M.D. Cogan, in: JCS 25 (1973) 96-99. Per i sincronismi nn. 16-19
vedasi oltre, n. 33. Per il sincronismo n. 20, cfr. sopra n. 19. Per il problema dei sincronismi egiziani nel
periodo biblico, si veda K.A. Kitchen, The Third Intermediate Period in Egypt, Warminster 1973; e Late
Egyptian Chronology and the Hebrew Monarchy: JANESCU 5 (1973) 225-233 (FS Th.H. Gaster).
32
Per la cronologia assira e babilonese nel primo mill. a.C., cfr. G. Smith, The Assyrian Eponym Canon,
London 1976; F.X. Kugler, Sternkunde und Sterndienst in Babel 11,1, Münster Westf. 1912, 432-461; R.A.
Parker - W.H. Dubberstein, Babylonian Chronology, 626 B.C. - A.D. 75, Providence, R.I. 1956.
1. Ahab l’israelita partecipa
alla battaglia di Qarqar VI anno di
come uno dei dodici re di Šalma-eser III.
853 a.C. —
Siria.
2. Jehu, «figlio di Omri» offre XVIII anno di
tributo alla Assiria. Šalma-eser III.
841 —
3. Jehoaš, re d’Israele offre
tributo ad Adad-nirari III.
— 796 —
4. Menahem, re d’Israele offre
VIII anno di Tiglat-
tributo a Pul (Tiglat-pileser 738 2 Re 15,19-20
pileser III
III) re di Assiria.
5. Campagna di Tiglat-pileser
III in Filistea. Ahaz offre — 734 2 Re 16,7-8
tributo.
6. Conquista della Galilea e
della Transgiordania ed
esilio degli abitanti, da parte — 733-32 2 Re 15,29
di Tiglat-pileser III, durante
il regno di Pékah d’Israele.
7. Morte di Pékah d’Israele. — 732 2 Re 15,30
8. Tiglat-pileser III riceve
tributo da Osea durante la — 731 —
spedizione in Caldea.
9. IX anno di Osea; prigionia
del medesimo da parte di
Šalman-eser V; inizia
— 724 2 Re 17,4-5
l’assedia di Samaria.
10. Conquista di Samaria da
parte di Šalman-eser V.
— 722 2 Re 17,6 e 18,10
11. Deportazione di Israeliti da
parte di Sargon II.
II anno di Sargon. —
12. Campagna di Sargon contro
IX-X anno di Sargon. 713-12 Is 20,1-2
Ašdod.
13. Campagna di Sennacherib IV anno di
701 2 Re 18,13 // Is 36
contro Giuda. Sennacherib.
14. XXXI anno di Giosia;
campagna di Necho II, XVIII anno di 2 Re 18,13 //
609
battaglia di Meghiddo, Nabopolassar. 2 Cro 35,20
regno di Jehoahaz.
15. IV anno di Jehojaqim;
XXI anno di Ger 46,1 ss (tra
Nabucadnezzar sconfigge 605
Nabopolassar. nisan ed ’ab)
l’Egitto a Karkemiš.
16. Conquista di Gerusalemme VII anno di
598/97 2 Re 24,8 ss.
da parte di Nebucadnezzar. Nebucadnezzar.
17. Deportazione di Jojakin e VIII anno di
597 2 Re 24,12-14
10.000 uomini. Nebucadnezzar.
18. X anno di Sedecia. XVIII anno di
587 Ger 32,1
Nebucadnezzar.
19. XI anno di Sedecia, XIX anno di 2 Re 25,8.
7 ab 586
distruzione del tempio. Nebucadnezzar. Ger 52,1 ss.
20. Liberazione di Jojakin nel Accenssione de Evil- 2 Re 25,27 ss.
25/27 adar 561
XXXVII anno di prigionia. merodak. Ger 52,31

2. Dalla caduta di Samaria alla distruzione del tempio

È un periodo di 134 anni e sei mesi secondo i dati degli anni di regno dei re di Giuda;
va dal VI anno di Ezechia (compreso) all'X1 anno di Sedecia. Il mezzo anno – tre mesi di
Jehoakaz e tre di Jojakin – viene compreso (nel sistema di post-datazione) nel computo
degli anni interi, sicché restano soli 134 anni. Questo periodo viene diviso in 112 anni di
regno, dalla conquista di Samaria (VI anno di Ezechia) alla morte di Giosia, e 22 dalla
morte di Giosia alla distruzione del tempio, I'XI anno di Sedecia.
Le date degli ultimi re di Giuda – Jehoakaz, Jehojaqim, Jehojakin e Sedecia – sono
determinati mediante sincronismi tra Jojaqim e Sedecia, e Nebucadnezzar re di Babilonia
(cfr. la tavola precedente):
Morte di Giosia 609
Regno di Jehoakaz ed 609
accenssione di Jojaqim
Regno di Jojaqim 608/07-587/97
Regno di Jojakin e di 597
Sedecia

Più difficile è invece determinare l'anno esatto della distruzione del tempio e di
Gerusalemme. Sono stati proposti il 587 e il 58633. Poiché finora manca il passo della
Cronaca babilonese che parla dell'avvenimento 34 , non esiste ancora una conclusione
generalmente accettata. Questo problema ne determina un altro, più complesso: quando
avvenne la deportazione di Jojakin e quando Sedecia iniziò esattamente a contare i propri
anni di regno: dalla primavera del 597, dall'autunno del 597 o soltanto dalla primavera del
596? L'autore di queste righe, che segue la tesi secondo la quale Giuda contava gli anni
dalla primavera, preferisce datare la distruzione di Gerusalemme nel 586, d'accordo con 2
Re 25,8 un testo che sincronizza l'anno XI di Sedecia col XIX anno di Nebucadnezzar,
iniziato il 1° nisan del 596. Il primo anno di Sedecia avrebbe pertanto avuto inizio nel
nisan 596, invece che nel nisan 597 immediatamente dopo la deportazione di Jojakin. La
spiegazione per tale ritardo di un anno è che mentre una parte della popolazione veniva
deportata (e non può esservi dubbio che i 10.000 vennero condotti via dopo il 1 nisan 597),
Sedecia avrebbe evitato di celebrare la propria accessione e avrebbe calcolato quindi il
proprio anno di accessione dalla primavera del 597. L'unico difetto di tale proposta è che
postula un anno di accessione molto poco comune di 12 e x mesi. Pertanto dobbiamo
prendere in considerazione le seguenti alternative: a) l'equazione che I'XI anno di Sedecia
è l'anno XIX di Nebucadnezzar non è sicura (ma non vi sono ragioni sufficienti per
ammetterlo); o b) è stato il compilatore delle cronologie a contare gli anni di regno di
Sedecia dalla primavera del 596 invece che dalla primavera del 597. In ogni caso, finché
non vengano scoperti altri dati, il 586 sembra essere la data da preferire per la distruzione
del tempio e della città.
Poiché la morte di Giosia nel XXXI anno del suo regno è stata calcolata per il 609
a.C., il suo primo anno di regno dev'essere stato il 639/38 a.C. Tra il 722 a.C., data della
caduta di Samaria ed il 639/38, inizio del regno di Giosia, passarono 83 anni. Ma la somma
degli anni attribuiti ai re di Giuda dal IV anno di Ezechia (anno della caduta di Samaria
secondo 2 Re 18,9-10) al primo anno di Giosia è di soli 81 anni: 24 di Ezechia (dal suo VI
al XXIX anno), 55 di Manasse, 2 di Amon, tutti secondo il sistema della post-datazione.
Varie soluzioni vengono proposte per questa discrepanza:
1. La cifra totale per gli anni di regno di Manasse e/oppure di Amon, qual è stata
trasmessa dal TM, è corrotta. A Manasse vanno assegnati 57 anni e/o ad Amon 4
anni. Ma tutte le antiche versioni appoggiano le cifre del TM

33
Si veda A. Malamat, in: IEJ 18 (1968) 135-157; e: VTS 28 (1975) 123-145 e WHJP IV, cap. x: basandosi
su di un calendario in tišri, egli arriva all'anno 586 per la distruzione di Gerusalemme.
34
D.J. Wiseman, Chronicles of Chaldaean Kings (626-556 B.C.) in the British Museum, London 1956, 72.
2. Come alternativa è stato proposto35 che Ezechia sarebbe stato coreggente durante
gli ultimi anni di suo padre Ahaz, anni non compresi nei 29 del suo regno. I
sincronismi che collocano l'inizio dell'assedio di Samaria nel IV anno di Ezechia
e la sua distruzione nel VI, sono basati sulla supposizione della sua coreggenza.
Ma la proposta crea più problemi di quanti non ne risolva, specialmente dato che
non concorda con la datazione della morte di Ahaz nel 727, l'ultimo di Tiglat-
pileser III.
Proponiamo pertanto una terza soluzione, coerente con l'ipotesi che l'antico
compilatore abbia arrotondato gli anni: i 29 anni di Ezechia, i 55 di Manasse ed i 2 di
Amon rappresentano soltanto gli anni completi di ciascun re. Ognuno di essi deve aver
regnato alcuni mesi addizionali, per un totale, se facciamo la somma, di altri due anni.
Secondo la sua usanza, l'autore della cronologia ha omesso i mesi in soprannumero,
registrando soltanto gli anni completi.
Un altro elemento da prendere in considerazione è che gli anni di regno degli ultimi
re di Giuda, cominciando da Manasse, siano stati computati mediante la post-datazione.
Quand'è che questo nuovo metodo è stato introdotto? Era già usato durante il regno di
Manasse (come prodotto dell'influenza mesopotamica), o è stato l'autore post-esilico ad
applicare il sistema della post-datazione, iniziando con Manasse o con Amon? In
quest'ultimo caso, sembrerebbe che il nostro autore avesse già a propria disposizione uno
schema cronologico – secondo il sistema della pre-datazione – per l'epoca anteriore a
quella di Manasse. Per ora tali domande dovranno rimanere senza risposta.

3. Dalla rivolta di Jehu alla caduta di Samaria

Se Ezechia è salito sul trono nel 727/26 a.C., tra questa data e la ribellione di Jehu
nell'842 sarebbero passati 115 anni. Ma la cifra totale degli anni di regno dei re di Giuda
ed Israele per questo periodo è superiore ai 115 anni: in Israele il totale è di 140, dunque
un divario di 25 anni, in Giuda di 159, un divario di 44 anni.
Per spiegare queste differenze dobbiamo supporre che le cifre del TM siano corrotte,
ovvero che alcuni dei re siano stati coreggenti, associati al potere e all'autorità mentre i
padri erano ancora in vita. Sono possibilità non mutuamente esclusive.
Sia in Israele che in Giuda il computo veniva fatto mediante il sistema della pre-
datazione. Secondo l'impostazione da noi data al problema, il numero degli anni di regno
registrato in Re per questo periodo comprende però soltanto gli anni interi, senza i mesi
eccedenti. Pertanto in un computo continuativo degli anni di regno, ogni re ha regnato un
po' più a lungo degli anni che gli sono stati attribuiti dai libri dei Re (per es. Jehu morì nel
suo XXIX anno, Joahaz nel suo XVIII, Jehoaš nel suo XVII, Menahem nel suo XI, ecc.).
Una data certa, determinata da un sincronismo esterno, per la fine di questo periodo
è la caduta di Samaria. Ma anche in questo caso, l'opinione degli studiosi è divisa. In
passato si soleva accettare la pretesa di Sargon II, registrata negli annali di Ḫorsabad, di
aver conquistato personalmente Samaria e condotto in esilio i suoi abitanti all'inizio del
proprio regno, durante la sua šanat rēš šarrūti, cioè tra il dicembre 722 o il gennaio 721,
e l'aprile 721. Tale data negli annali viene per altro contraddetta da un'altra iscrizione più
attendibile; secondo questa, Sargon non sembra aver intrapreso una campagna militare
prima del suo II anno, cioè non prima dell'aprile del 720. I compilatori degli anni regi
hanno evidentemente trasportato al 721 un avvenimento del 720, verosimilmente al fine
di far cominciare il resoconto del regno di Sargon con una grande vittoria militare. Il
riferimento biblico a «il re d'Assiria» il quale assediò e conquistò Samaria (2 Re 17, 5-6)
35
Cfr. J. Lewy, Die Chronologie der Könige von Israel und Juda, Giessen 1927, 19-20, n. 3.
è dunque a Šalman-ezer V, e dovrebbe essere considerato attendibile. La tradizione viene
appoggiata, ancora, dalla cronaca babilonese, che sostiene che Šalman-ezer V conquistò
šamara’in (la forma aramaica di šômerôn, Samaria)36.
Un altro problema non ancora risolto riguarda la data dell'accessione al trono di
Ezechia. Secondo 2 Re 18,10 egli si trovava nel suo VI anno all'atto della caduta di
Samaria. Tale data viene confermata da Is. 14,28: «Nell'anno in cui morì il re Ahaz, venne
quest'oracolo: 'Non rallegrarti, o Filistea tutta, che la verga che ti ha colpito sia spezzata!'».
Spezzare la verga che aveva colpito i Filistei è probabilmente un riferimento alla morte di
Tiglat-pileser III, l'unico re d'Assiria dai tempi di Ahaz degno di una tale qualifica. Sembra
dunque che Ahaz sia morto, ed Ezechia salito sul trono, lo stesso anno nel quale Tiglat-
pileser morì 37 , il che, secondo la cronaca babilonese, avvenne il 12 tebet 727/26 a.C.
dunque il 27.XII.727 o il 15.I.726.
D'altra parte la soprascritta 2 Re 18,13//Is. 36,1 afferma che «nel XIV anno di Ezechia
Sennacherib, re d'Assiria, salì contro tutte le città fortificate della Giudea e le conquistò».
Tale avvenimento viene descritto dettagliatamente negli annali di Sennacherib, per cui è
fissato al dilà di ogni ragionevole dubbio per il 701 a.C. Ne consegue che Ezechia sarebbe
salito sul trono nel 716/15. Ma tale data viene contraddetta sia da Is. 14,28, come spiegato
poc'anzi, sia da una serie di sincronismi tra Ezechia e il re Osea in 2 Re 18,1.9-10. Pertanto
lo studioso moderno che scelga di basarsi sulla data di 2 Re 18,13, dovrebbe negare
l'autenticità dei sincronismi in 2 Re 1838. È stato così proposto che la soprascritta 2 Re
18,13 // Is. 36,1 sia appartenuta in origine alla narrazione sulla malattia e la miracolosa
guarigione di Ezechia (2 Re 20, 1-11 // Is. 38,1-8), per essere collocata nel presente
contesto da un editore posteriore, il quale pose nel contesto dell'anno fatale della
spedizione di Sennacherib tutte le narrazioni profetiche riguardanti Isaia ed Ezechia, e
della miracolosa liberazione di Gerusalemme39.

4. Da Geroboamo I alla rivolta di Jehu

Il numero totale degli anni dei re d'Israele da Geroboamo I a Joram, figlio di Ahab, è
di 98, e quello dei re di Giuda, da Roboamo ad Ahazia, figlio di Jehoram, di 95. Ma, dato
che Roboamo e Geroboamo I ascesero al trono nel medesimo anno, e che Joram ed Ahazia
vennero entrambi uccisi durante la rivolta di Jehu, il numero degli anni di regno per i re
sia di Giuda che d'Israele dev'essere il medesimo.
Abbiamo congetturato, che i dati sugli anni di regno dei re di Giuda, perfino in questo
periodo, comprendono soltanto gli anni interi, senza i mesi eccedenti dell'anno finale
incompleto. Se questo è così, dovremo diminuire di un anno gli anni di regno di ogni re
d'Israele, se vogliamo elaborare una tavola cronologica.
Siamo in possesso di due sincronismi esterni: 1. la battaglia di Qarqar, alla quale Ahab
partecipò secondo gli annali assiri, ebbe luogo nel VI anno di Šalman-ezer III d'Assiria,

36
Per dettagli, cfr. H. Tadmor, in: JCS 12 (1958) 33-40.
37
Cfr. J. Begrich, in: ZDMG 83 (1929) 213; 86 (1932) 61. Per una tesi completamente differente, secondo
la quale Ezechia avrebbe assunto il potere nel 716/15, cfr. Thiele, MNHK 2, 155-172; e: VT 16 (1966) 83-
107.
38
Per es. Thiele, art. cit. (n. 36); W.F. Albright, in BASOR 100 (1945) 22; si veda anche, più recentemente,
J. Gray, I & II Kings, London-Phi1adelphia 21970, 68 e 74. ln realtà, com'è stato dimostrato (ultimo A.
Catastini 1982), l'indicazione cronologica di 2 Re 18,13 e parall. non è attendibile.
39
L.L. Honor, Sennacherib's Invasion of Palestine, New York 1926, 70; J. Levy, in: OLZ 31 (1928) 158-
159; H. Tadmor, EncBibl IV, 278-279.
dunque nell'853 a.C.; e 2. Jehu offrì un tributo al re d'Assiria nel XVIII anno di Šalman-
ezer III, dunque nell'841 a.C.
Il problema principale per la cronologia di questo periodo riguarda gli anni 853-841.
Se Ahab è caduto nella battaglia contro Aram (1 Re 22) dopo aver partecipato alla battaglia
di Qarqar40, allora nei 13 anni compresi tra 1'853 e 1'841 dobbiamo render conto degli
avvenimenti seguenti, riferiti al regno del Nord:
X = periodo in cui Ahab regnò, dalla battaglia di Qarqar alla sua morte;
2 anni di regno di Ahazia (in realtà un anno di calendario);
12 anni di regno di Joram (in realtà 11 anni di calendario);
Y= periodo di tempo dall'accessione al potere di Jehu alla consegna del tributo
all'Assiria.

La cifra X dovrebbe comprendere almeno alcuni mesi: Ahab era stato alleato di Ben-
Hadad a Qarqar e non appare verosimile che avrebbe attaccato a Ramot di Galaad il
proprio ex-alleato immediatamente dopo Qarqar. Anche la cifra Y dovrebbe comprendere
almeno alcuni mesi: il tributo è stato certamente offerto dopo il nisan dell'841 a.C., mentre
la ribellione sembra abbia avuto luogo nell'inverno precedente, mentre il re era
convalescente delle sue ferite nella sua residenza invernale degli Omridi, Jizre‛’el.
Alle difficoltà di render conto di 12, X e Y anni nel breve periodo che intercorre tra
1'853 e 1'841 a.C. s'aggiungono varie contraddizioni tra i vari sincronismi ed i totali degli
anni di regno41.
È forse possibile risolvere il problema cronologico mediante un emendamento
testuale: se Joram, figlio di Ahab, avesse regnato non già 12, ma solo 10 anni (in realtà 9
completi ed alcuni mesi), restiamo con un periodo di circa 2 anni per il regno di Ahab tra
Qarqar e Ramot di Galaad, e circa un anno per il periodo tra l'accessione di Jehu e la
consegna del tributo all'Assiria. Se a questo aggiungiamo 9 o 10 anni di regno per Joram,
arriviamo ad un totale di 13 anni al massimo, tra 1'853 e 1'841 a.C.
Per altro, nessun sistema proposto finora nel contesto di una cronologia biblica offre
una soluzione soddisfacente al problema dei dati contraddittori in quest'epoca,
specialmente per quello che riguarda il regno di Giosafat. Qui la traduzione greca ha
conservato cifre diverse, le quali, secondo alcuni studiosi, sono da preferire a quelle del
TM42.

5. La monarchia unita

40
A. Jepsen ha proposto la congettura secondo la quale la storia della morte di Ahab, 1 Re 22, doveva essere
in realtà collocata all'epoca della dinastia di Jehu, e che il re caduto nella battaglia di Ramot di Galaad (in
una guerra contro Ben-Hadad III, figlio di Hazael), sarebbe stato in realtà un erede di Jehu, cfr. A. Jepsen,
in: AfO 14 (1941-44) 154-158. Questa tesi è stata recentemente ripresa e sviluÈ pata da J.M. Miller, il quale
sostiene che il re sarebbe stato Jehoahaz, figlio di Jehu, in: JBL 85 (1966) 441-445; e: ZAW 80 (1968) 337-
342. Non abbiamo adottato questa tesi in questo studio perché solleva più problemi di quanti tenti di
risolvere.
41
EncBibl IV, 289-294.
42
Si veda recentemente J.D. Shenkel, Chronology and Recensional Development in the Greek Text of
Kings, Cambridge, Mass. 1968, 61-108. Ma cfr. le osservazioni critiche di ER, Thiele, in: JBL 93 (1974)
182-190.
Nulla sappiamo della durata del regno di Saul. Il passo 1 Sam. 13,1 («Saul aveva un
anno quando regnò; e governò Israele per due anni») è chiaramente incompleto. La lezione
originaria deve aver avuto in ciascun caso una cifra ragionevole: Saul aveva X anni quando
cominciò a regnare; e regnò Y e 2 anni su Israele. I tentativi di completare il numero nella
colonna delle decine sono però puramente congetturali.
L'informazione offerta da 2 Sam. 5,4 e 1 Re 11 sui regni di Davide e di Salomone è
anch'essa molto ridotta:
Davide: 30 anni di età all'inizio del suo regno;
7 anni di regno su Giuda soltanto,
33 anni di regno su tutto Israele, totale 40 anni;
Salomone: 40 anni su Israele, totale 40 anni.

I regni di 40 anni di Davide e di Salomone sembrano essere formati da cifre


approssimative e tipologiche. Di Davide viene riferito che aveva 30 anni quando assunse
il potere, e che regnò per 40 anni e 6 mesi (2 Sam. 5,4), il che lo rende settuagenario al
momento della sua morte. Ma secondo l'opinione generale, si tratta di un numero
tipologico, indicante la durata corrente di una vita umana (cfr. Sal. 90,10)43 . Ciò non
ostante, la quantità delle narrazioni in Samuele sulla carriera di Davide ci costringe a
presupporre che abbia avuto un regno relativamente lungo, di almeno alcuni decenni.
Anche Salomone deve aver regnato per un periodo piuttosto lungo, sicché il suo
successore salì sul trono all'età di 41 anni (1 Re 14,21). Pertanto, esattamente come il
compilatore della cronologia arrotondò i 38/ 39 anni di regno di Jehoaš, re di Giuda, a 40
anni44, così sia a Davide che a Salomone vennero attribuiti 40 anni, cifra tipologica che
nella Bibbia indica correntemente una generazione45. Parimenti, unità di 80, 40 e 20 anni,
esprimenti rispettivamente due, una e mezza generazione (Giud. 3,11.30; 8,28; 15,20; 1
Sam. 7,2) sono state usate dal compilatore che narrò il periodo precedente l'instaurazione
della monarchia46. Per altro, dati come questi, originanti per la loro stessa natura nella
tradizione orale, per importanti che possano essere ai fini di una genealogia e d'una
cronologia, sfuggono ad ogni verifica in sede strettamente cronologica.

43
Cfr. A. Orr, in: VT 6 (1956) 304 e 306; R. Borger, in: JNES 18 (1958)
44
Si veda EncBibl III, 481; IV, 281-282.
45
EncBibl IV, 247-251.
46
Per un possibile parallelo sumero, cfr. T. Jacobsen, The Sumerian King List, Chicago 1939, 93 n. 145
(Mes-anne-pada e suo figlio A-anne-pada, i due primitivi re di Ur, i quali regnarono ciascuno 40 anni).
Assegnare 40 ad una generazione è comune anche nella tradizione cronografica greca, cfr. A.E. Samuel,
Greek and Roman Chronology, München 1972, 241-246; cfr. anche D.W. Prakken, Studies in Greek
Genealogical Chronology, Lancaster, Penn. 1943, 20.

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