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Home » Nutrizione » Triptofano: cos’è, proprietà, a cosa serve, alimenti ricchi, quando usare gli integratori, benefici e controindicazioni
Sommario
Sicuramente hai già sentito parlare del triptofano, ma forse non sai di cosa si tratta. E’ un
amminoacido essenziale, il cui ruolo è fondamentale per il nostro metabolismo. Deve essere
presente nella dieta a nché il piano alimentare sia bilanciato: è quindi importante conoscere
quali alimenti ne contengono buone quantità.
Svolge molteplici funzioni, anche se non tutti ne sono a conoscenza. Tra queste, stabilizza il
tono dell’umore, modula il ritmo sonno-veglia e può aiutare nel mantenimento del peso.
Inoltre, molti sportivi fanno uso di integratori di triptofano per migliorare la propria
performance d’allenamento, ma a cosa serve di preciso questo amminoacido?
Continua a leggere per conoscere le sue caratteristiche, a cosa serve e in quali alimenti puoi
trovarlo.
Gli amminoacidi sono i mattoncini con cui sono formate le proteine. Viene da sé che gli
alimenti ricchi in triptofano saranno da ricercare nei cibi proteici. Tra questi rientrano:
Uova.
Latte.
Carne.
Però, bisogna fare attenzione perché non tutti gli alimenti ricchi di proteine sono buone fonti
di triptofano. Si distinguono infatti proteine nobili, ricche di amminoacidi essenziali, e proteine
dal basso valore biologico.
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Inoltre, gioca un ruolo chiave come stabilizzatore dell’umore ed è coinvolto nei meccanismi di
regolazione del sonno. È persino un valido aiuto per ridurre stati di ansia e depressione.
Questo amminoacido essenziale è davvero fondamentale! Vediamo nel dettaglio a cosa serve
e in quali alimenti si trova.
Però, agisce anche sul sistema nervoso, come regolatore dell’umore, riducendo stati depressivi,
ansia e irritabilità. Inoltre, controlla lo stato del sonno e il senso della fame.
Analizziamo di seguito i principali ruoli che il triptofano ricopre nel nostro organismo.
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Sintesi proteica
Come gli altri amminoacidi, partecipa alla sintesi di proteine strutturali. Queste servono per
mantenere e sviluppare la massa muscolare, ma non solo. I tessuti dei nostri organi si
danneggiano con l’età, o con lo sforzo sico intenso.
Quindi, produrre nuove proteine è indispensabile per rinnovare i tessuti dei nostri organi
(ricambio cellulare).
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L’asse intestino-cervello è un motore molto e ciente. Uno stato di benessere a livello del
sistema nervoso centrale migliora la percezione del senso di sazietà, riducendo il desiderio di
cibo.
Età.
Peso.
Altezza.
Corporatura.
Stato di salute.
Una dieta sana e bilanciata è importantissima per non rischiare carenze nutrizionali di
triptofano. Questo amminoacido si trova in molti alimenti sia di origine animale che vegetale.
Come si può dedurre, è abbondante negli alimenti proteici, quali carne, pesce, uova, latticini,
legumi e frutta secca.
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Parmigiano 560 mg
Noci 287 mg
Salmone 220 mg
Ostriche 196 mg
Uovo 170 mg
Latte 80 mg
Patate 20 mg
Banane 10 mg
Le dosi presenti negli alimenti normalmente inclusi nella tua dieta devono servire a soddisfare i
fabbisogni di triptofano per mantenere il normale equilibrio siologico. Per avere degli e etti
ampli cati è necessario prediligere alimenti ricchi di triptofano (senza abusarne) o utilizzare
integratori alimentari.
Migliora l’umore
Molti studi scienti ci associano carenze di triptofano ad alterazioni del tono dell’umore e
disturbi d’ansia. Il triptofano in uenza positivamente la sfera psichica.
È noto che mangiare cioccolato mette di buon umore. Ti sei mai chiesto perché? Ecco spiegato
l’arcano: il cioccolato è un alimento ricco di triptofano.
Tuttavia, in casi di disturbi psichici, come sbalzi d’umore o depressione, mangiare cioccolato
non basta. Quindi, è necessario ricorrere ad integratori per poter godere dei suoi bene ci.
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Sono necessari 0,5 g di amminoacido, due volte al giorno, per migliorare l’elaborazione
emotiva e l’umore. Sappiamo che questo ruolo del triptofano è correlato alla produzione di
serotonina, l’ormone del benessere.
In dettaglio, una parte del triptofano che noi assumiamo con la dieta o con l’integrazione viene
convertito in serotonina. L’eccesso di questa molecola è soggetto a ulteriori modi che di
struttura nella ghiandola pineale. In risposta all’alternanza luce-buio ed altri fattori, la
serotonina viene trasformata in melatonina.
I ricercatori hanno capito che il triptofano agisce sul sonno, aumentando la fase REM (sonno
profondo), e migliora i sintomi dell’apnea notturna. I test hanno riportato risultati ottimi con
2,5 g di triptofano, assunto prima di dormire.
Trial clinici hanno dimostrato che l’integrazione di triptofano può migliorare signi cativamente
le capacità di ricordare, apprendere ed elaborare le esperienze emozionali, in soggetti con una
storia familiare normale.
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Diversamente accade per pazienti con capacità cognitive compromesse, per Alzheimer o
disturbo bipolare per esempio, dove la sola integrazione alimentare non è su ciente.
Gli studi condotti hanno riportato di erenze signi cative tra atleti a cui era stato
somministrato triptofano, rispetto a quelli che avevano assunto il placebo.
L’integrazione non ha modi cato i valori siologici, come la frequenza cardiaca, l’ossigeno, o la
velocità di recupero del battito. Il bene cio viene ancora una volta dall’interazione con il
sistema serotoninergico.
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In particolare, è stato scoperto che, nei pazienti con disturbo depressivo, il triptofano non
verrebbe convertito in serotonina, ma in neurotossine, come l’acido chinolinico.
La mancata conversione potrebbe essere causata a sua volta da stati in ammatori e de cit di
vitamine e minerali, che fungerebbero da elementi limitanti per il proseguimento delle reazioni
chimiche.
Ecco perché, in questi casi, è bene scegliere formulati di integratori multivitaminici, che
comprendano oltre al triptofano, le sostanze utili per la sua conversione in serotonina.
Intestino-cervello
Nell’intestino, media funzioni come la peristalsi e la secrezione di enzimi digestivi. Il tutto viene
inviato al cervello, attraverso il nervo vago, come messaggio di “sazietà”.
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Cervello-intestino
Stress e ansia si traducono in un aumento della peristalsi intestinale, o una eccessiva
produzione di enzimi digestivi, dovuti ad una mancata regolazione da parte della serotonina.
Tuttavia, gli studi non hanno associato al triptofano il ruolo di ridurre signi cativamente il BMI
in soggetti in sovrappeso, rispetto al placebo. Possiamo però considerare l‘integrazione di
triptofano un valido aiuto per modulare il senso della fame, che ci permette di fare pasti
regolari e poco abbondanti.
Inoltre, ha un ruolo di controllo non solo sul cibo. E etti positivi si evincono anche sui soggetti
“binge drinkers” (bevitori), per i quali l’integrazione di questo amminoacido riduce il desiderio
di alcolici.
Puoi acquistarli nelle farmacie, nelle erboristerie, nei supermercati più riforniti ed anche nei
negozi online. Li trovi anche in compresse, in capsule, o in tavolette masticabili, ma quali
scegliere e perché?
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Stati d’ansia.
Stress.
Irritabilità.
Ad esempio, se decidi di assumere integratori per conciliare il sonno, prediligi quelli formulati
con melatonina, che ne migliorano gli e etti. Invece, se il problema sono l’ansia o lo stress, sarà
più indicato un integratore contenente melissa e valeriana, oltre al triptofano.
In commercio esistono anche integratori di triptofano 100% naturali. Tra questi sono molto in
voga quelli ottenuti dall’estratto di gri onia. Si tratta di una pianta appartenente al gruppo
delle Fabacee (cugina dei piselli), di origine africana, naturalmente ricchissima del precursore
biochimico del triptofano.
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Così facendo, si evita lo sbalzo tra eccesso e carenza di triptofano e dei suoi
prodotti di sintesi, serotonina e melatonina.
Raccomandazioni
È fondamentale leggere l’etichetta del prodotto per una sua corretta somministrazione. È
infatti importante non eccedere nel dosaggio. Infatti, troppi amminoacidi nella dieta
potrebbero andare a sovraccaricare fegato e reni, con conseguenze negative sullo stato di
salute di tali organi.
Gli integratori di L-triptofano non vanno visti come sostituto del pasto, ma come fonte di
amminoacidi ausiliaria alla dieta. Ecco perché è opportuno rivolgersi ad un esperto della
nutrizione che sia in grado di bilanciare adeguatamente l’integrazione con gli alimenti.
Di cilmente si raggiungono tali valori con l’alimentazione; è più probabile superarli con
un’integrazione scorretta. Un consumo eccessivo di questo amminoacido potrebbe avere
conseguenze negative di varia entità sul metabolismo.
Bruciore di stomaco.
Gonfiore addominale.
Mal di testa.
Nausea.
Debolezza muscolare.
Sindrome serotoninergica.
Inoltre, si consiglia di consultare il proprio medico prima di implementare la propria dieta con
cibi ricchi di triptofano, o integratori, in caso di:
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Gravidanza e allattamento.
Nervosismo.
Mal di testa.
Nausea.
Vertigini.
Irregolarità intestinale.
Difficoltà a dormire.
Eccesso di sudorazione.
Antidepressivi triciclici.
La sindrome serotoninergica può veri carsi anche quando, in concomitanza con l’assunzione di
farmaci antidepressivi o antipsicotici, si integra la dieta con un sovradosaggio di triptofano.
Questa è una sindrome iatrogena, i cui sintomi non sono da non sottovalutare: può portare alla
perdita delle funzioni cerebrali e, in ultimo, alla morte.
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Fonti
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Jessica Dovicchi
Consulente scientifica nel campo delle scienze della nutrizione, con competenze
biologiche. Appassionata di ricerca e nuove scoperte, si occupa di biologia, nutrizione,
alimentazione e salute.
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