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INTRODUZIONE

al

Ethel Cogliani e Stefano Andrde


F U N F A S T I K. C O M
Il Ritmo nell’alimentazione
Quando si parla di alimentazione si parla troppo spesso di quanto
bisogna mangiare, si parla molto spesso di cosa si può mangiare
ma si parla molto poco spesso della frequenza dei pasti e della
distribuzione dei cibi durante la giornata. 1

In realtà questo ha una valenza spesso ben più grande rispetto a


tutte le altre considerazioni anche se nella nostra società è un tabù
parlarne.

“5 pasti al giorno” ci dicono di mangiare, se no moriamo. Ma in


realtà non è così!

Anzi in realtà più si riesce a separare un pasto da un altro e


meglio è. Già, nessuno te lo ha mai detto?
Ecco qui scoperto l’arcano di molte problematiche e perché, anche
mangiando bene, alcune persone hanno difficoltà a migliorare il
loro stato di salute: mangiano troppo spesso.
Uno dei processi più dispendiosi a livello energetico è proprio la
digestione. Quindi immagina impegnare per 5 volte al giorno
(minimo) il tuo corpo in questa attività e rischi che non ti
rimangano energie per tutto il resto.
Ma basta vedere come si comportano gli animali in Natura:
mangiano e si riposano per permettere al processo di progredire
senza troppi intoppi.
Il massimo dell’attività invece gli animali la relegano per lo più a
quando sono a digiuno, hanno fame e sono alla ricerca della
prossima preda.
Eh ma i ruminanti?
Altolà, noi siamo carnivori e il nostro istinto e la nostra indole e i
nostri ritmi sono legati a quel tipo di comportamento e non a 2
quelli degli erbivori che mangiano in continuazione. Mi
raccomando, se no abbiamo serie difficoltà a capire realmente
come funzioniamo.
Ma io se non mangio ogni 3 ore sto male!

Potrei fare tantissimi discorsi riguardo alla sensazione della


necessità di mangiare: da un punto di vista di abitudine, da un
punto di vista psicologico, da un punto di vista culturale ma mi
servirebbe un libro solo per toccarli in modo approfondito tutti.

Quindi parto da quello che è di mia stretta pertinenza toccando


solo di striscio alcuni di questi argomenti.
Quello che intanto è un grave problema di base è che la nostra
alimentazione contiene tantissimi anti-nutrienti: riempie il sacco ma
non alimenta realmente il nostro corpo.

Quello che accade è che il nostro corpo è perennemente affamato


pur mangiando in continuazione.
Per chi invece mangia mediamente bene, e parlo anche di persone
che mangiano cibi naturali e seguono regimi alimentari onnivori
(quindi senza sbilanciamenti legati a fanatismi veg), anche il quel
caso spesso ci si trova ad avere costantemente fame, quindi a
questo punto cosa determina il problema di base?
Lo squilibrio dei nutrienti.

Un bodybuilder che mangia un’insalata e del pollo anche se in


abbondanza ha fame.
Cosa c’è si sbagliato in questo pasto?

Mancano i grassi quasi totalmente.


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Donna ansiosa che mangia una bistecca e della cicoria saltata la
sera continua avere voglia di mangiare per lo più dolci.

Cosa c’è di sbagliato in questo pasto?


Mancano gli amidi.

In entrambi i casi è la carenza a chiamare la voglia di maggiori


quantità di cibo. Il che vuol dire che, se mangiamo in modo da
bilanciare le necessità del nostro corpo, non dovremmo avere
fame.

Quindi un buon pasto deve contemplare non solo la bontà dei


nutrienti, ma anche il loro bilanciamento in base alle esigenze
specifiche.

Ecco che LA dieta carnivora/onnivora (al singolare) comincia a


diventare ben più complessa di come la si dipinge.

Quindi riuscire a capire come personalizzare una specifica


nutrizione non può prescindere dalla conoscenza degli obiettivi
che ci si prefigge, del contesto in cui si vive e delle problematiche
ormonali, gastrointestinali, allergie, dell’attività fisica che si svolge
(intensità, frequenza, durata delle sessioni).
Nel momento in cui abbiamo trovato un equilibrio tale per cui
riusciamo a mangiare non più di 3 volte al giorno e non
avvertiamo fame tra un pasto e l’altro, abbiamo trovato il nostro
equilibrio.
Da lì in realtà inizia il lavoro vero e proprio, perché in realtà l’idea
è di ridurre progressivamente la frequenza dei pasti.
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Sì, una frequenza di pasti ideale non supera i 2 pasti al giorno
(quindi 1-2 pasti al giorno sono l’ottimale per noi).
Dai 3 pasti in giù è tutto un gioco mentale e di equilibri di
nutrienti e sostegno ormonale.

In questo equilibrio le variabili sono tantissime e illustrarle tutte e


tenerle tutte a mente è un’impresa non da poco, ma soprattutto
bisogna sapersi ascoltare.

Indicazioni per creare il giusto equilibrio all’interno del corpo:

- Sapere se si hanno specifiche problematiche (analisi base e


sintomatologia che approfondisco nel libro Dietro la
Malattia)
- Individuare i punti critici della propria vita e giornata in
modo da tarare l’apporto di nutrienti al momento ideale in
cui servono.
- Associare all’attività fisica il giusto apporto per permettere
al corpo di recuperare e sostenersi nella performance (se
di potenza avrà bisogno di un determinato tipo di apporto
se di durata o breve avrà bisogno di un altro tipo di
apporto…).
- Ascoltare i messaggi che dà il corpo per correggere in
modo fino l’alimentazione.
Solo trovato l’equilibrio con i 3 pasti si può iniziare a pensare al
digiuno intermittente e al digiuno.
Quando abbiamo imparato a mangiare possiamo imparare a non
mangiare
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Quando si parla di digiuno si pensa sempre a qualcosa di privativo
di carenza ed è un concetto che spaventa moltissimo.

Intanto partiamo da un concetto: non ci sono vere quantità ideali


nell’alimentazione, ma c’è il mangiare fino a sazietà e il non
mangiare. Stop.
Versioni alternative a queste come diete ipocaloriche, spuntini
frequenti ecc… in realtà sono tutte condizioni che si possono e si
devono mantenere solo nel breve periodo se non si vogliono
avere danni a livello metabolico-ormonale.
È per questo che il consiglio che probabilmente troverai
maggiormente utile in queste pagine è: non fermarti mai alle
apparenze e i pregiudizi, ma cerca sempre dietro l’ombra della
paura che per lo più ci viene imposta da una società bulimica.

Partiamo quindi in modo graduale in modo da togliere un po’ di


remore verso questa pratica definita “estrema” da moltissimi
vedendo come, in realtà, naturalmente siamo portati al digiuno in
determinate situazioni e non ci costa neanche tanto.
Quando dormiamo. A parte qualcuno che si sveglia di notte e
svaligia il frigorifero tipo Homer Simpson, e in quel caso ci
sarebbe da aprire una parentesi infinita circa il corretto
funzionamento ormonale, tutti noi siamo portati a digiunare 12-13
ore proprio durante il sonno notturno e non moriamo.
Incredibile!
Quando stiamo male. L’istinto che viene a molti quando ci si sente
male con febbre mal di testa raffreddore influenza è quello di non
mangiare, talvolta si ha anche difficoltà a bere. È un istinto
guaritore che ci guida allo strumento più potente che ci è stato
regalato dall’evoluzione per stimolare l’auto-guarigione. 6

Voglio iniziare il discorso sul digiuno partendo da una frase detta


dal maggior esponente mondiale riguardo a questa tematica
“Nella pratica di digiuno non bisogna avere fretta bisogna
prepararsi al digiuno come ci si prepara ad un intervento
chirurgico”
S. Filonov

Ora da dove inizia la pratica di un chirurgo? Dalla formazione base


universitaria, che poi prosegue nel master che si accompagna al
praticantato come dottorando, post-dottorato e professore.
Dopodiché, prima di ogni intervento, ci sono dei “rituali” che
accompagnano la preparazione: pulizia degli strumenti, indossare i
camici la mascherina la cuffietta, lavarsi le mani ecc…

Stessa cosa per il digiuno, non si può pensare al digiuno come la


panacea di ogni male e che, se fatta, anche così tanto per farla,
debba avere dei risultati per forza.
Quindi qual è l’università del digiuno?

L’alimentazione. Se si hanno delle basi sbagliate a livello alimentare


il digiuno diventa un tormento, se invece si inizia a mangiare bene
talvolta il digiuno diventa la diretta conseguenza di una sazietà
insita nel fatto che il corpo è stato nutrito a dovere.
Quindi cerchiamo di capire quali sono i passi e le condizioni a cui
dobbiamo fare fede perché la pratica del digiuno diventi parte
della nostra quotidianità e non ci spaventi più.

Prima cosa bisogna regolare la glicemia. 7


Una delle cose che si sentono di più e che richiamano la voglia di
mangiare sono proprio i cali glicemici quindi, ogni atteggiamento
alimentare volto a destabilizzare questo aspetto crea delle
problematiche di base per cui il digiuno diventa una pratica
insopportabile. Ma non solo.

I grassi sono fortemente stabilizzanti la glicemia e regolarizzanti


l’appetito. Carboidrati semplici e proteine, senza un giusto apporto
di grassi che li accompagnano, sono invece dannosi per questo
equilibrio.

Anche alcune condizioni di stress prepotente generano degli sbalzi


glicemici che purtroppo possono inficiare la qualità del digiuno e i
risultati che si riescono ad ottenere. Quindi anche condizioni di
stress molto forti, vicinanza eccessiva a radiazioni e fonti luminose
fastidiose, irregolarità del sonno, possono creare quegli scompensi
che purtroppo rendono il digiuno meno agevole e riducono la sua
efficacia.

Arrabbiarsi prima durante e immediatamente dopo il digiuno


genera degli scossoni alla nostra glicemia che difficilmente si
riescono a tamponare in una situazione di “simil meditazione”
corporea quale è il digiuno. Ovviamente queste cose sono solo
esempi e dipendono molto dall’assetto ormonale specifico e se ci
sono problemi fortemente invalidanti a livello metabolico.
Stimolare il senso di sazietà.
E in questo caso ci vengono sempre in contro i grassi.

Svuotare stomaco e intestino.


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Sì, finché il tuo stomaco e il tuo intestino stanno provvedendo alla
digestione assimilazione dei cibi il tuo corpo non può iniziare
quelle che sono le sue normali attività durante il digiuno.
Ma quindi cosa fa il nostro corpo quando non è impegnato
perennemente a digerire?
In modo molto sintetico si dedica a tutte quelle incombenze
arretrate che ha dovuto tralasciare a causa del nostro vizio del
cibo.

In modo un po’ più approfondito molti dei processi che si attuano


durante il digiuno sono a carico del nostro Sistema Immunitario.
Il S.I. è preposto a tantissime funzioni, alcune contingenti alcune di
normale manutenzione.

Quelle contingenti sono quelle di combattere alcuni organismi che


entrano nel nostro corpo, o gestire il delicato equilibrio tra flora
batterica e il nostro corpo o riconoscere tra le sostanze estranee
quelle nocive e quelle che invece possono passare senza
danneggiarci.
Quelle di manutenzione invece sono la detossificazione, lo
smaltimento delle cellule senescenti, smaltimento degli organelli e
cellule malate o danneggiate (autofagia) i cui materiali vengono poi
riciclati per carpire, combattere infezioni persistenti.
Ma il digiuno fa molto molto di più. Nel momento in cui il corpo
smette di mangiare cominciano a consumarsi le riserve: prima
vengono attaccate le riserve di glicogeno, poi vengono attaccati i
grassi e solo in ultimo le proteine.
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Questo meccanismo di alimentazione endogena (cibarsi di sé stessi)
è il meccanismo che permette di sopravvivere a lungo sfruttando
ogni singola risorsa a disposizione fino ad esaurimento scorte.
Quando finiscono queste scorte? Per una persona normopeso ma
comunque al limite del sottopeso la possibilità di rimanere senza
mangiare è di circa 30 giorni (senza mangiare né bere è di 15
giorni), solo per rendere l’idea. Quindi persone in forte
sovrappeso o obese potrebbero stare anche mesi senza mangiare
ed avere comunque le riserve sufficienti per sopravvivere!

La nostra paura di rimanere senza cibo ci ha portato a mangiare


molto oltre le reali necessità del nostro corpo, che tende ad
accumulare tutti i nostri eccessi facendoci diventare una
popolazione di obesi bulimici.

È ora di invertire il trend!


Ora ti introdurrò in modo molto molto graduale a dei digiuni
prolungati passando per quello che è l’ormai tanto propagandato
digiuno intermittente.
Il digiuno intermittente non è altro che un’alimentazione
discontinua che prevede l’alternarsi di periodi di 16-20 ore di
digiuno con periodi di 6-4 ore di sovralimentazione, riducendo i
nostri pasti a 2.
Ci sono diversi modi di praticarlo, io personalmente quello che
preferisco è quello spontaneo, ma penso che valga la pena all’inizio
farsi guidare da qualche schema.
Normalmente per creare una discontinuità che non sia troppo
ripetitiva e quindi che comunque crei un’abitudine, si inizia a
saltare la colazione, poi il pranzo, poi la cena e a rotazione così
ripetendo il ciclo. 10

Con il tempo è bene variare anche l’orario dei diversi pasti: quindi
colazione alle 7 o alle 9 o alle 11, oppure pranzo alle 12, alle 14, alle
15, la cena alle 17, alle 19, alle 20.
Passo successivo arrivare ad un pasto al giorno e anche questo
può variare di orario a piacere ed essere una colazione un pranzo
o una cena.

Tutto questo a cosa serve? A far riprendere l’istinto della fame


non condizionata dagli orari.

Noi spesso abbiamo fame solo perché è ora di mangiare. Infatti, se


facessimo lo sforzo di resistere una mezz’ora, con molta
probabilità, quella fame assurda che sentiamo comincerebbe a
sparire. Siamo proprio come i cani che, arrivata l’ora della
passeggiata, guarda caso, gli scappa enormemente la pipì che fino a
2 secondi prima riuscivano a trattenere. Milioni di anni di
evoluzione per essere ammaestrati. Bah, quanta fatica sprecata.

Dopo che abbiamo ricondizionato il nostro cervello a rispondere


al reale stimolo della fame e non a quello indotto dalle abitudini,
siamo realmente liberi di scegliere se mangiare o no, senza paure.
Quindi:
Passo 1 alimentazione equilibrata in base alle esigenze specifiche del
corpo su base ormonale, digestiva, stile di vita e ambiente.
Passo 2 Creare discontinuità.
Passo 3 Digiuno.

Così si sono abbattute le barriere e si riesce ad entrare confidenti


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nella pratica più antica del mondo che prima veniva fatta per
necessità ma adesso è una vera e propria scelta.

Una scelta a stare bene. Che è una necessità perché il corpo


chiede pietà a causa delle ipersollecitazioni che lo massacrano ogni
giorno.
Cavolo quel frigorifero diventa come una calamita!

Le forme di digiuno in tutto il mondo sono diverse ma, per dare


un’idea ben precisa di cosa sia realmente il digiuno, non quelle
cose commerciali basta sapere che nel digiuno: o si beve acqua (e
nient’altro) o non si beve. Stop.

Altre forme “commerciali” di digiuno con tisane, beveroni


vegetali, integratori e altro non sono digiuni (possiamo chiamarli
detox, possiamo chiamarli in cento modi diversi ma non digiuni).

Ora qui voglio darti solo degli spunti su come creare la tua
alimentazione equilibrata e creare la tua discontinuità in modo che
avrai completamente abbattuto le tue barriere verso il digiuno
senza sforzo e anche divertendoti Partendo dal fatto che non
conosco i tuoi gusti e i tuoi problemi specifici puoi iniziare con
questa tabella a creare il tuo equilibrio.
COLAZIONE PRANZO CENA
LUNEDÌ Uova Bistecca ai ferri Spezzatino in
prosciutto insalata mista bianco con
burro ghee (cetrioli carote, crema di zucca
finocchi zucchine e
lattuga…) bieta
MARTEDÌ Hamburger Pollo con Polpette con
lardo carote e carne e verdure 12
broccoli e batate al
forno
MERCOLEDÌ / / Salsicce con
patate e funghi
con lardo di
colonnata
GIOVEDÌ Mezzo avocado Pollo al forno /
burro ghee e con insalata
uova russa di carote
zucchine e
patate
(maionese fatta
in casa)
VENERDÌ Salmone / Frittata con
selvaggio lardo pancetta patate
e noci finocchi carote
e zucchine
SABATO / Fegato alla Pesce a piacere
veneziana con al forno con
cicoria saltata contorno di
spinaci e patate
dolci saltati
nello strutto
DOMENICA Carpaccio / Patate lardo
Manciata di pancetta e
frutta secca carciofi affogati
Nota: in ogni pasto ci devono essere abbondanti grassi
Gli amidi devono essere prediletti nel pasto serale (patate, patate dolci,
topinambur, platani) mentre le verdure amidacee (come carote zucchine zucca)
bieta si possono mangiare indifferentemente a pranzo e cena.
Si può scegliere di mangiare carne anche solo a pranzo.
Quando si salta la cena prevedere una quota di amidi a pranzo.
Le parti animali più nobili sono le interiora e il diaframma.
Qualora si scelga di fare un unico pasto proteico e gli altri con scarico di
proteine, scegliere il pranzo per mettere le proteine.
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Introdurre meno “zuccheri” possibile a colazione e prediligere invece i grassi.
Frutta, miele, caffè, cioccolato… sono consentiti ma con moderazione e cercando
di limitarli a specifici momenti della giornata (es. caffè meglio non oltre le 13,
miele e frutta meglio nella seconda parte della giornata) ma sono volutamente
tolti dallo schema base proprio per non inserirli in una regola fissa ma nella
sporadicità.
Non sono inserite nello schema alcune solanacee (peperoni, melanzane, pomodori
che possono essere introdotte sporadicamente e possibilmente solo secondo
stagionalità).
I grassi ideali sono quelli animali (lardo, strutto, sego, burro ghee, pancetta) gli
altri grassi (cocco e derivati, avocado, olio d’oliva olive e frutta secca) devono
essere usati con parsimonia e evitando gli eccessi.

Ora sei abile e arruolato per trovare piacere anche nelle cose
semplici e non dover trovare per forza piacere solo negli eccessi e
nei fasti. Sei tornato alla primordialità dell’essenza umana.

Può Funfastik™ migliorare le condizioni anche se non si varia


l’alimentazione? Dato che avete parlato di dieta onnivora e
carnivora, può adattarsi anche a diete vegetariano-vegane?
Già diverse persone hanno provato Funfastik™ pur non
cambiando le loro abitudini alimentari e hanno avuto modo di
migliorare notevolmente. Il raggiungimento di un equilibrio di
salute passa da moltissimi fattori e controllare il maggior numero
di fattori possibile permette il raggiungimento di un buon stato di
salute anche se non applichiamo al 100% tutte le indicazioni.
La magia di Funfastik™ sta proprio in questo: insegnare a
ricercare il proprio equilibrio all’interno di una società e all’interno
di abitudini che ci destabilizzano continuamente.

Con questo report e in assenza di una problematica di base 14


eccessiva puoi iniziare ad avviarti gradualmente nel magico mondo
Funfastik e imparare divertendoti e conoscendo te stesso, a
coltivare la tua salute ogni giorno, facendo del Fufastik world solo
il punto di inizio di una vita prospera e duratura.
Se invece sai già di avere delle problematiche per cui non ti senti
di approcciare a questo tipo di pratica da solo, puoi contattare
tramite il sito https://funfastik.com alla pagina contatti per
richiedere l’inserimento nel percorso o inviando una mail a
funfastikworld@gmail.com.

Ti diamo ufficialmente il benvenuto nel magico mondo Funfastik™

Buon divertimento

Ethel e Stefano
Ethel Cogliani

Nutrizionista con approccio funzionale,


specializzata nel trattamento delle malattie
autoimmuni e ideatrice del metodo
IMMUNOREICA. Autrice dei libri
“Dietro la Malattia” e “Tiroide X-Files”.
Editrice e caporedattrice della rivista 15
IMMUNOREICA Magazine. Responsabile scientifica della SIMNE
(Società Italiana Medicina e Nutrizione Evolutiva). Co-
organizzatrice del Paleomeeting.

Stefano Andrade

Personal Trainer e maestro di Arti Marziali


e difesa personale, specializzato nell’uso del
movimento e della respirazione per il
perfezionamento delle performance
atletiche e la gestione dell’ansia. Direttore
Tecnico sezione Sport di IMMUNOREICA.

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