Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il Cammino di Santiago
I EDIZIONE
AGGIORNATA
ELENCO AGGIORNATO
DELLE OSPITALITÀ TANTE COSE DA VEDERE
LUNGO IL CAMMINO DURANTE IL VIAGGIO
SCOPRI
S. Juan
Atapuerca de Ortega
1050 m 1000 m
Cardeñuela Ages
ANCHE TU
860 m
IN MENO
6 km 4.1 km 2.8 km 2.1 km 1.4 km 5 km 2.5 km 3.7 km
TUTTE LE CURIOSITÀ
CHE SI INCONTRERANNO ESPAÑA FRANCIA Strada principale
DI 5 GIORNI
Strada alternativa
Frontiera
Inizio/fine tappa
Ronchevalles
O PIÙ
Valcaros
fuente
DI 1 MESE
Arneguy
ruinas
TUTTE LE MAPPESain Jean
CON LE ALTIMETRIE
Untto Pied de Port
E KM DI PERCORRENZA
COME OTTENERE
LE ORIGINI STORICHE LA TUA CARTA DEL PELLEGRINO L’ABBIGLIAMENTO E
LO ZAINO PERFETTO
È IN EDICOLA!
ANCHE IN
VERSIONE
DIGITALE A Scansiona il QR Code
,90€
4
2
PREFAZIONE
«O Signore, che non neghi mai il Tuo aiuto a quelli provato un’esperienza nuova, ha vissuto nella natura,
che Ti amano e per quelli che Ti servono nessuna terra ha preso la Compostela, da mostrare agli amici. Non
è lontana, benedici il cammino del Tuo servo affinché, sanno che cosa hanno perso, e mandano altri turisti
con la Tua protezione e guida, cammini senza peccato che, come loro, perderanno la grande occasione che il
per sentieri di giustizia». Cammino offre. Perché il Cammino, a chi lo percorre
Recita così un’antica benedizione dei pellegrini recitata da pellegrino, dà molto di più: cambia la vita. È un
oggi come una preghiera. itinerario di conversione, nel senso etimologico della
Mi pare che possa degnamente aprire questa guida, parola, per cambiare direzione, prospettiva. Si parte
scritta da un pellegrino, con l’entusiasmo del neofita, perché si vuole dare più significato alla propria vita, e,
che ha chiesto a me, “veterana” del Cammino, una pre- se si è pellegrini, si torna trasformati. Ma bisogna “far-
fazione. Sì, questa è una vera guida, leggetela “prima” si pellegrini”, cioè mettersi totalmente “a disposizione”
di decidere se, e come fare il Cammino. Mi pare infatti di Colui che ci guida. Pellegrinare è affidarsi, cioè: fi-
che l’obiettivo dell’autore sia aiutare i lettori a fare il darsi del Solo di cui ci si può fidare.
Cammino da pellegrini e non da turisti. O, meglio: a Quindi: a piedi, sì, ma senza organizzarsi troppo: zai-
cercare di prendere coscienza se le motivazioni che li no quasi vuoto, via tutte le zavorre, niente program-
spingono a fare il Cammino sono da turisti - anche non mi, niente parenti o amici, niente cellulare. Si inizia
escludendo l’aspetto religioso - o da pellegrini. Se non il Cammino, sapendo che si potrebbe interromperlo e
ci si sente maturi per farsi pellegrini, se non si riesce ad riprenderlo più volte o anche non arrivare mai. Sarà
accettare di troncare netto, per un periodo, con la vita un altro a decidere. Un Altro: il Signore del tempo, che
di tutti i giorni, allora meglio far a meno di chiedere la ci darà, se vuole, il tempo per arrivare: se questo è nel
Credenziale - che è pur sempre un’investitura, sebbene Suo progetto. Altrimenti, inutile accorciare la strada,
a causa del gran numero di pellegrini, oggi, venga data saltare dei pezzi, chiedere passaggi. Se si dovesse arriv-
senza cerimonie - e rinunciare anche all’ospitalità degli are con questi stratagemmi, inutile dirsi pellegrini: in
ospizi dei pellegrini. Per i turisti ci sono tanti alberghi realtà, non si è vissuta l’esperienza del pellegrinaggio.
di tutti i livelli. Leggete dunque questa guida, prima di partire, ma
Quando ho percorso il Cammino la prima volta, nel laggiù, lasciatevi guidare da qualcun Altro. Il Camino
1987, il problema non si poneva: il Cammino non era Francès è perfettamente segnalato e fin troppo attrez-
diventato di gran moda, era segnalato, sì, ma pochissi- zato, lo possono percorrere tutti: l’importante è farlo
mo attrezzato, nei rari ospizi si dormiva quasi sem- tutto (almeno da Roncisvalle) e bene - cioè partendo
pre par suelo (a terra), il mondo dei turisti era ben possibilmente da soli... Solo così non si sarà mai soli.
diviso da quello dei pellegrini. Oggi non è più così. Lui non nega mai il Suo aiuto a quelli che lo amano, e
Il Cammino è diventato di moda, negli ospizi, troppo per quelli che lo servono nessuna terra è lontana.
confortevoli, arrivano sempre più folle che di pellegrino Ultreya y Suseya!
hanno ben poco, l’atmosfera è cambiata...
Questa gente, che lo percorre senza capirlo, comunque Elena Manzoni di Chiosca
torna contenta: ha speso poco, ha fatto amicizie, ha Priore della Confraternita di San Jacopo di Compostella
3
GUIDA AL CAMMINO
DI SANTIAGO
SOMMARIO
«RITROVA TE STESSO
SII TE STESSO» pag. 6
LE RADICI STORICHE
E CULTURALI DEL CAMMINO pag. 8
IL CAMMINO OGGI:
UN FORMICAIO DI POPOLO pag. 16
ALLENAMENTI, MATERIALI
E ACCESSORI ESSENZIALI pag. 24
ULTIMI PREPARATIVI
E POI... IN CAMMINO pag. 34
TUTTE LE TAPPE
IN 32 SCHEDE
con cartine, informazioni e curiosità da pag. 44
TUTTE LE VIE
PORTANO A SANTIAGO pag. 76
L’ULTIMO CAMMINO:
VERSO FINISTERRE pag. 78
CAMMINO INGLESE:
LA ROTTA DEI CROCIATI pag. 80
CAMMINO ARAGONESE:
LA VARIANTE ITALIANA pag. 82
CAMMINO BASCO
O RUTA DEL TUNNEL pag. 84
CAMMINO PRIMITIVO:
NEL CUORE DELLA STORIA pag. 88
CAMMINO PORTOGHESE:
LA VIA DEI TEMPLARI pag. 90
VIA DE LA PLATA
E CAMMINO SANABRE pag. 92
ELENCO COMPLETO
DELLE OSPITALITÀ
tutti gli "albergues" per i pellegrini da pag. 94
«RITROVA TE STESSO,
SII TE STESSO»
Le accorate parole pronunciate da San Giovanni Paolo II,
primo papa pellegrino a Compostela, il 19 agosto 1989,
risuonano ancora come il migliore incitamento
e il più solenne dei moniti per chi vuole intraprendere oggi,
come mille anni fa, il Cammino di Santiago.
uando si chiede a un pellegri- presto e di diventare realtà, si fanno so. Evoca luoghi, persone, altri modi
6
vita vissuta in una prospettiva alie-
nante. «Il pellegrino non misura la
distanza ma è la distanza che misura
il pellegrino»: è un antico detto del
Cammino che bene esprime la “rivo-
luzione” che sulle strade che portano a
Santiago di Compostela ogni viajero
vive con fatica, con dolore ma con la
consapevolezza che su quella polvere e
su quel fango si svela e si rivela il pro-
prio destino.
MILIONI DI STORIE:
UNA STORIA
È da oltre 1200 anni che milioni di
pellegrini percorrono lo stretto budello
di strada che conduce alla Cattedra-
le compostelana nella quale è sepolto
il corpo di San Giacomo, primo tra
gli apostoli a essersi offerto al marti-
rio per testimoniare amore e fedeltà
a Gesù. Nel corso di questi secoli,
come spiegato nelle pagine seguenti, il
Cammino ha vissuto periodi di gran-
de splendore e di quasi totale oblio.
Alla fine del millennio scorso, però,
in un modo che appare misterioso
agli occhi dei contemporanei, mossi I dodici apostoli sulla Porta Santa
da una chiamata imperscrutabile, della cattedrale di Santiago de Compostela
migliaia di pellegrini sono partiti
nuovamente alla volta di Santiago. rischiano di essere vanificati mentre la propria grammatica interiore. Ri-
Tra questi Giovanni Paolo II che, in solo una pratica di vita oggi in disuso, mettendo le maiuscole al loro posto, si
occasione della Giornata mondiale l’affidamento, diventa l’atteggiamen- può tornare a riveder le stelle, amiche
della gioventù da lui voluta nella cit- to dominante che ripaga e mette al e guardiane di ogni pellegrino, smi-
tà jacopea, lanciò il famoso e accorato riparo dallo sconforto. tizzando alcuni dei tabù che oppri-
grido all’Europa: «Ritrova te stessa. Nell’incedere faticoso, passo dopo mono l’uomo contemporaneo: la pau-
Sii te stessa. Riscopri le tue origini. passo, vescica dopo vescica, seguendo ra della malattia, del dolore e della
Ravviva le tue radici. Torna a vivere le familiari frecce gialle, qualcosa si morte, che portano conseguentemente
dei valori autentici che hanno reso smuove in noi: l’urgenza di una nuo- alla paura di vivere. Riconciliati e in-
gloriosa la tua storia e benefica la va leggerezza, di un sollievo che, da nestati nuovamente nella Vita, tutto
tua presenza negli altri continenti». soli, non potremo mai raggiungere. acquista senso e valore.
Da allora, sul recuperato sentiero ja- Questa è l’essenza del Cammino, così Il Cammino è un seme che ogni pel-
copeo, accorre uno spaccato del nostro diverso nella forma per ogni pellegri- legrino pianta a ogni suo passo per-
tempo: atei, agnostici, esoterici, ecolo- no, ma così simile nella sostanza per ché dia frutto.
gisti, anime inquiete e... qualche cri- tutti: si incontrano davvero la Cari- I germogli e i frutti possono matu-
stiano. Ognuno di loro porta la sua tà e la Provvidenza (chi ha fatto il rare con tempi molto diversi ma è
storia, la sua umanità, il suo essere. Cammino abolirà la parola “caso” certo che chiunque abbia intrapreso
Scopre dentro di sé sensazioni che gli dal proprio lessico) e si può fraterniz- la via di Santiago con onestà e since-
sembrano nuove, strane e incompren- zare con l’apostolo, il quale si mani- rità, avrà la prova che il Cammino
sibili: incontri, coincidenze, sorprese festa in modo inequivocabile ai pelle- non termina a Santiago, ma da lì
che fanno comprendere che ogni pel- grini che hanno accettato il suo invito ricomincia nella vita “normale” che
legrino è guidato dall’alto e che il suo di andare a piedi fin sulla sua tomba. può così trasformarsi in un altro non
viaggio è importante. Fare program- Il Cammino aiuta ogni uomo a ri- meno esaltante pellegrinaggio.
mi, così, diventa inutile: ogni giorno trovare se stesso e anche a rivisitare Maurizio Minchella
7
LE RADICI STORICHE
E CULTURALI EUROPEE
Una scelta importante come quella di mettersi in marcia
per più di un mese percorrendo il più antico
degli itinerari di fede, non può essere presa
senza conoscerne le origini e il profondo radicamento
nella storia e nella cultura del nostro Continente.
P
erché, da oltre mille anni, occidentale dell’Europa? Una tom- tiochia, a Efeso, in Grecia. A Pie-
decine di milioni di uomi- ba! Non una tomba qualsiasi, però, tro spettò il compito di predicare
ni e donne si sono messi in bensì quella dell’apostolo Giaco- a Roma e sulla sua pietra tombale,
cammino lungo gli impervi sentie- mo, il Maggiore, fratello di Gio- come predetto, fu edificata la Chie-
ri del nord della Spagna, arrivan- vanni, il prediletto di Gesù. sa. Giacomo raggiunse, invece, il
dovi dopo aver percorso centinaia, Dopo la morte di Cristo e la disce- nord della Spagna, terra di secolare
a volte migliaia, di chilometri a sa dello Spirito Santo su di loro, cultura celtica (così come la Bre-
piedi, partendo dalle rispettive abi- gli apostoli si erano sparpagliati in tagna e l’Irlanda, che diventarono
tazioni? Cosa li attirava, e li attira ogni angolo del mondo allora co- poi terreno fecondo di vocazione
ancora oggi, in quel lembo di terra nosciuto per annunciare la parola cristiana) dove predicò per anni.
di Galizia, estremo promontorio del Redentore: in Africa, ad An- Tornò in Palestina, intorno all’an-
no 42, e qui subì il martirio. Fu,
infatti, condannato e decapitato
per la sua predicazione. Due suoi
discepoli, Teodoro e Anastasio,
ne raccolsero le spoglie e decisero
di riportarle in quelle verdi regio-
ni del nord ovest, che erano state
ben più ospitali. Sbarcati nei pressi
dell’attuale Finisterre portarono il
corpo fino a un antico campus di
sepoltura romano, dove lo seppelli-
rono sotto un’arca di marmo simile
a un altare, di cui per secoli si perse
ogni traccia.
Era iniziata, infatti, la lunga de-
cadenza dell’Impero romano, che
portò alla sua definitiva caduta nel
476, sprofondando l’Europa in un
susseguirsi di guerre, invasioni e
distruzioni che ne decimarono la
popolazione, riportando regioni
un tempo floride per produzione
Allora come oggi: cappello, conchiglia, bordone agricola e commerci, come la stessa
e boraccia sono i simboli del pellegrino
Galizia, indietro di secoli. Nei primi
8
anni del 700, poi, la Spagna venne vamento della tomba dell’apostolo Nella piana di Clavijo, nei pressi di
invasa quasi totalmente dagli arabi e attraversò l’Europa cristiana come Logroño, il re Ramiro I d’Austria
solo nel nord della penisola soprav- un fulmine scuotendo le coscienze. affrontava, in palese inferiorità
visse un barlume di civiltà cristiana. Pochi anni dopo, il 23 maggio numerica, l’esercito musulmano.
Come sempre accade, però, quan- 844, un altro evento miracoloso. Quando i soldati cristiani stavano
do la notte sembra più buia, una
stella appare ad aprire la via all’alba
della rinascita. Era, infatti, una stel-
la quella che appariva ogni notte a
un eremita di nome Pelayo; ferma
là sul monte Libradón, insieme ad
altre luci che sembravano indicare
un tumulo. Pelayo informò subito
il vescovo di Ira Flavia, Teodomiro,
che ordinò di cercare sul monte.
Si ritrovò così l’antico campo di se-
poltura e anche quell’ara di marmo,
ormai totalmente ricoperta dalla
vegetazione. Al suo interno, ecco
emergere i resti di un uomo decapi-
tato. L’antica leggenda dell’aposto-
lo sepolto in Spagna diventava così,
improvvisamente, realtà.
Era l’anno 813, le vie di comuni-
cazioni erano ormai pressoché ine-
sistenti e infestate dalle incursioni Cosa spinge, da secoli, milioni di pellegrini
a seguire un sentiero per giorni e giorni?
islamiche, ma la notizia del ritro-
9
Da quel giorno il pellegrinaggio cavallo nella fonte battesimale del-
alla tomba dell’apostolo Giacomo, la grande chiesa dell’apostolo che
sulla quale, nel frattempo, era sta- venne rasa al suolo, ma che fu, poi,
ta eretta una chiesa, diventò uno ricostruita con l’aiuto dei pellegrini
dei tre pellegrinaggi canonici del stessi. Infatti, nel 1075, il vescovo
cristianesimo, insieme con quello Diego Példez poté benedire la pri-
a Roma, alla tomba di Pietro e a ma pietra di quella che è oggi la
Gerusalemme, al Santo Sepolcro. Cattedrale di Santiago.
Fu proprio per proteggere il fiume Ormai il culto dell’apostolo era
di pellegrini che, in quei secoli, si esteso in tutta Europa e gli itine-
metteva in marcia da tutta Europa rari jacopei si consolidarono. Dalla
per i luoghi Santi, che si avviarono Francia si partiva da Parigi, dove
le Crociate, in Palestina e la Recon- convergevano i pellegrini dai Paesi
quista, in Spagna. Negli stessi anni Bassi e dalle isole britanniche; op-
nacquero anche gli ordini monastici pure da Vézelay (con pellegrini che
ospedalieri e militari, allo scopo di giungevano dalla Germania), da Le
L’immagine dell’apostolo Giacomo dare ausilio, soccorso e protezione Puy (con i pellegrini svizzeri) o da
che accoglie i pellegrini sulla colonna ai pellegrini. Di conseguenza furo- Arles dove si raccoglievano i pelle-
centrale del Portico della Gloria nella
Cattedrale di Santiago de Compostela
no anche edificate chiese, ospitalità, grini provenienti dall’Italia dopo
sanatori, monasteri e fortezze, men- aver percorso la via Francigena,
tre sulle rotte dei pellegrini vennero superando le Alpi al Monginevro
ormai per soccombere, ecco ap- costruiti ponti, sistemati sentieri e oppure percorrendo la costa via
parire San Giacomo (Santiago) in poste croci a indicare la strada. Ventimiglia e Nizza. In Spagna, il
groppa a un focoso destriero bian- “Cammino francese” partiva quin-
co che, riappropriatosi dello sten- LE ROTTE di dal passo di Roncisvalle o, più a
dardo crociato, guidò la carica fa- ATTRAVERSO L’EUROPA sud-est, da quello di Somport: i due
cendo strage di mori. Nacque così Intanto, l’11 agosto 997, orde di itinerari si congiungevano (come
la leggenda di Santiago matamoros Mori guidate da El Mans Ur sac- oggi) a Puente la Reina. C’era però
la cui effige si ritrova in decine di cheggiarono Santiago. El Mans Ur (e c’è ancora) chi preferiva percor-
chiese lungo il Cammino. stesso portò ad abbeverare il suo rere il “Cammino del Nord”, lungo
10
la costa cantabrica. Infine, su San-
tiago convergevano anche i sentieri
provenienti da Madrid, da Siviglia
e dal Portogallo.
Il culto di San Giacomo e il rito del
pellegrinaggio iniziarono, a partire
dall’XI secolo, a essere ampiamente
documentati in tutti i Paesi cristia-
ni, contribuendo così a costruire
un unicum culturale che coinvolge-
va l’arte, l’architettura, i costumi,
la letteratura e persino il linguaggio
dell’intero Continente.
Non solo la fondazione di chiese,
ospedali e confraternite, quindi,
ma anche il nascere di una specifica
produzione letteraria (detta “odepo-
rica compostellana”, di cui il bolo-
gnese Domenico Laffi fu uno dei
più insigni rappresentanti), di una
pittura, di una scultura e persino
di una musica (con canti popolari La statua dell’apostolo che viene abbracciata
dai pellegrini (si vedono le mani) nella Cattedrale
e religiosi conosciuti ancora oggi)
tipicamente legati al pellegrinaggio. rivitalizzato mentre gli Ordini mi- grini a Santiago; così come la per-
litari: Templari e cavalieri di San dita di Gerusalemme aveva segnato
SANTIAGO PROTETTORE Giacomo su tutti, andarono a co- la fine del pellegrinaggio al Santo
DI SPAGNA stituire l’ossatura degli eserciti che, Sepolcro. Nel 1588, addirittura,
La prima “guida del pellegrino” fu, alla guida dei “re cattolici”, Isa- per cautelarsi contro un possibile
senza dubbio, il Liber Sancti Jaco- bella e Ferdinando, conclusero la saccheggio da parte dei pirati in-
bi, redatto intorno al 1150, in anni Reconquista della penisola iberica glesi guidati da Francis Drake (che
di grande fermento religioso, dopo cacciando, il 2 gennaio 1492, l’ulti- solo una regina anglicana poteva
che, nel 1122, papa Callisto II ave- mo governatore arabo di Granada. nominare “lord”) l’arcivescovo di
va istituito l’Anno Santo jacopeo Le truppe dei sovrani di Castiglia Santiago, Clemente, fu costretto
(che si celebra ogni volta che la portavano sulle loro insegne le im- a sotterrare in un luogo segreto le
festa di San Giacomo, il 25 luglio, magini di San Giacomo, che venne ossa di San Giacomo.
cade di domenica). Inoltre, nel così proclamato patrono di Spagna. Guerre e carestie si abbatterono
1179, papa Alessandro III estese nuovamente sul popolo spagnolo,
l’indulgenza plenaria a tutti coloro DECADENZA, MORTE al punto che, dei resti dell’aposto-
che si recavano a Santiago in pelle- E RESURREZIONE lo, si perse persino la memoria.
grinaggio. Il flusso di pellegrini ad La conclusione della grande spinta Fino al 1878 quando, nel corso di
limina Sancti Jacobi (letteralmen- emotiva e spirituale che aveva re- lavori sotto l’altare maggiore della
te “alla soglia di San Giacomo”, stituito unità all’Europa, coincise Cattedrale, venne ritrovata un’ur-
come ancora oggi si certifica sulla plasticamente con la scoperta del na con i resti di un uomo dalla
Credencial e sulla Compostela) di- “nuovo mondo” da parte di Cri- testa mozzata. Si era già in epoca
ventò, in quei secoli, un autentico stoforo Colombo e con l’inizio di “scientifica”, per cui occorsero anni
fiume facendo nascere paesi e ad- una nuova era in cui la ricchezza di “indagini” prima che, nel 1884,
dirittura città lungo il Cammino, economica faceva da contr’altare papa Leone XIII potesse dichiarare
mentre si edificavano sempre nuovi all’impoverimento spirituale. ufficialmente che si trattava pro-
e più grandi hospital, meravigliose La nascita degli stati nazionali, le prio delle spoglie smarrite di San
Cattedrali, arditi ponti di pietra. eresie e gli scismi protestanti, le Giacomo. Da quel giorno il Cam-
Tutto il nord della Spagna, dalla guerre tra monarchie, le pestilen- mino iniziò, seppur lentamente, a
Navarra alla Galizia passando dal ze... prima ostacolarono, poi resero rinascere nonostante le due sangui-
León e dalla Castiglia, ne risultò quasi impossibile il flusso dei pelle- nose guerre mondiali che distrusse-
11
UN MUSEO
A CIELO APERTO
Cosa rimane oggi di questi quasi
duemila anni di storia travagliata?
La testimonianza delle pietre, pri-
ma ancora di quella degli uomini!
Gli 800 chilometri dell’odierno
Cammino francese sono, infatti,
l’unico esempio al mondo di un
“unicum culturale” omogeneo e
perfetto, senza alcuna contamina-
zione, dell’arte sacra dall’inizio del
Medioevo al Rinascimento.
Su questo autentico museo a cielo
aperto si inseguono testimonianze
artistiche e architettoniche che rac-
contano una storia affa-
scinante: dallo stile
sobrio e didascali-
La spettacolare cattedrale gotica di Leòn co del romanico,
all’esaltante verti-
ro definitivamente il ruolo di mo- giovani di tutto il mondo.
calità del gotico;
tore culturale, politico, economico Da quel giorno a oggi è stato tutto dalla ricchezza del
e morale dell’Europa. Un secolo un crescendo, tanto che i pellegrini plateresco, fino all’e-
dopo, nel 1989, Giovanni Paolo II ad limina Sancti Jacopi sono pas- suberanza del baroc-
divenne il primo pontefice a recarsi sati dai 2.500 del 1985, agli olte co.
a Santiago, seguito da una folla di 300.000 degli ultimi anni. A volte questi stili
12
si sono fusi o sovrapposti, come numentale sul Cammino che non le funzioni. Alla fine del XII seco-
nell’esempio forse più spettacolare, riconduca alla storia della civiltà lo furono, invece, i Cistercensi a
proprio nella Cattedrale di Santia- cristiana europea, in tutte le sue proporre nuove idee “ristrutturan-
go, dove all’incommensurabile bel- manifestazioni più alte. In questa do” vecchie chiese e erigendone di
lezza del Portico della Gloria, scol- parte di Spagna hanno lavorato ar- nuove sull’esempio delle cattedrali
pito da Maestro Mateo nel 1188 tisti, artigiani, architetti e semplici di Chartres o di Reims. Nacquero
(«il monumento iconografico più manovali giunti da tutto il Conti- così le meraviglie gotiche di Burgos
completo della scultura medioeva- nente. Ognuno ha portato la sua e di León.
le»), si è sovrapposta l’imponente esperienza in una fusione di stili Durante il regno dei “re cattolici”,
ridondanza della facciata barocca che fa dell’arte del Cammino una fino a tutto il XVI secolo, fiorì in-
detta dell’Obradoiro. Non c’è sorta di gigantesco catalogo delle vece l’arte spagnola, con l’archi-
nulla di artistico o più pregevoli espressioni artistiche tettura plateresca: uno stile filigra-
mo- dell’Europa, come si è detto, dal nato, fatto di pinnacoli, balaustre,
Medioevo al Rinascimento. Alle scudi araldici che impreziosivano
preesistenti vestigia dell’Impero le decorazioni di chiese e palaz-
romano (ancora oggi rimangono zi. Infine, il trionfo del barocco,
ponti e tratti di strada o di fortifi- canto del cigno della cosidetta
cazioni) si sovrappose innanzitutto “Chiesa trionfante”, già alle soglie
il solido stile romanico, mentre, della sua crisi. Ricchezza e fasto
già a partire dal VI secolo, le chiese delle forme venivano contrappo-
diventavano monasteri, luoghi di ste all’ostentato minimalismo di
apprendistato anche per scultori, protestanti e luterani.
architetti e pittori. Insieme ai pel- La modernità, invece, non è riusci-
legrini francesi arrivarono, poi, i ta ad apportare alcun contributo
monaci di Cluny che introdussero artistico significativo al Cammi-
forme architettoniche e plastiche no, se si fa eccezione per il Palazzo
ispirate al loro senso dell’ordine: la Episcopal di Gaudí, ad Astorga,
pianta della chiesa a croce latina e proprio a fianco della cattedrale,
il deambulatorio dietro al coro per il cui stile neo-gotico riesce a fon-
consentire il fluire ordinato dei pel- dersi armoniosamente nella storia
legrini alle cappelle senza disturbare dell’arte del Cammino.
13
L’Anno Santo L’ARTE NON È
SOLO ESTETICA
dei Cavalieri di San Giacomo. Tut-
to il Cammino è un rincorrersi di
jacobeo Questo “unicum culturale” cristiano
di cui abbiamo parlato, però, non è
leggende, di miti, di storie fantasti-
che e di miracoli che arricchiscono
Il 25 luglio è la festa di San fatto solo di Cattedrali, chiese, ho- la storia di ogni tappa del viaggio.
Giacomo apostolo. Se non spital, palazzi, fortezze e monasteri Arte, infine, è soprattutto etica, nel
temete la confusione varrebbe da ammirare per la loro architettura. senso del valore morale profondo
davvero la pena di arrivare al Ogni luogo di culto è anche un fio- di tutto questo universo di splen-
termine del Cammino proprio rire di altre espressioni artistiche: dore edificato da uomini rimasti
in quei giorni, quando la città affreschi, quadri, sculture, vetrate quasi sempre anonimi. Infatti, tut-
galiziana si veste a festa e ti i quadri, le pitture, le statue, gli
o spettacolari retablo, le ricchissime
ogni sera si canta, si balla e si
pale d’altare lignee che adornano affreschi e le opere architettoniche
assiste a spettacoli pirotecnici.
molte chiese, anche minori. (con l’unica, pregevole, eccezio-
Nell’anno in cui il 25 luglio
cade di domenica, invece,
Sul Cammino, poi, si incontrano ne della statua di Maestro Mateo,
viene proclamato l’Anno Santo decine e decine di crocifissi: segna- nella Cattedrale di Santiago) non
jacobeo, secondo quanto via e testimonianza di culto, alcuni, sono “firmati” perché opera di un
stabilito da papa Callisto II, come i cruceiros in pietra della Gali- piccolo esercito di artisti e di ma-
nel 1122. L’Anno Santo è, zia, realizzati intorno al XIV secolo, estri che migrava di Paese in Paese
naturalmente, un’occasione sono autentici capolavori. per realizzare questi capolavori, cui
di particolare rilevanza per un Arte, però, non è solo estetica ma tutto il popolo contribuiva e, con
cattolico. Solo durante tale anche epica, con i continui richia- esso, la folla dei viandanti.
periodo viene aperta e può mi all’epopea dei paladini di Carlo Ognuno dedicava qualche giorno
essere attraversata la Porta Santa Magno o alle gesta del Cid Campe- di lavoro gratuito, prestava i buoi
della Cattedrale di Santiago ador; con i castelli merlati dei Cava- o i carri, si offriva di aiutare o di
e chi si reca in pellegrinaggio lieri del Tempio o le chiese fortezza sfamare chi lavorava semplicemen-
quell’anno riceve speciali
indulgenze.
Ogni secolo contiene 14 Anni
Santi giacobei e tale giubileo Simboli del Cammino
(proprio per la particolare Essendo il pellegrinaggio una scelta di vita,
coincidenza di date) si verifica nell’antichità, chi decideva di partire alla
con cadenza di 6, 5, 6 e 11 anni. volta di Santiago de Compostela seguiva
Il 119° Anno Santo jacopeo è un autentico rito di vestizione: il saio, i
stato quello del 2010 e i prossimi sandali, il cappello venivano benedetti, poi
saranno nel 2021 e, poi, nel
si impugnava il bordone (il bastone), cui
2027. Questo appuntamento
era appesa una zucca vuota che fungeva
porta ad aumentare
considerevolmente il numero dei da borraccia... e si partiva. Una volta giunti
pellegrini: nel 2010, infatti, come a Santiago, si proseguiva per Finisterre al
si vede anche dalle statistiche fine di trovare sulla spiaggia una conchiglia,
che pubblichiamo più avanti, simbolo dell’avvenuto pellegrinaggio.
sono stati oltre 270 mila. Oggi bordone e zucca sono stati sostituiti da
bastoncini hi-tech e da comode bottigliette
di plastica e rimangono solo dei souvenir per Uno dei tanti cartelli stradali
i turisti. La conchiglia, invece, è diventata che indicano gli attraversamenti
riservati ai pellegrini
il più diffuso e conosciuto simbolo del
Cammino, esibito su tutti gli zaini, reiterato
in ogni possibile declinazione sulle indicazioni stradali e nei gadget.
Noi la chiamiamo “capasanta”, per gli spagnoli è la concia, in
galiego è la vieira, che riprende il latino pectem veneris, pettine di
Venere. Il simbolo stilizzato, utilizzato spesso nella segnaletica (e
anche in queste pagine), rappresenta poi, simbolicamente, i tanti
cammini che portano a Santiago, che diventa così il centro da cui si
irradiano i raggi.
14
te per «la maggior gloria di Dio»,
mentre i pellegrini portavano le Il cammino delle stelle
pietre dalle cave di Triacastela per- “Compostela”... Da cosa deriva questo termine che accompagna
ché fossero trasformate in calce- tanto il nome della città di Santiago quanto il documento che
struzzo a Santiago. viene rilasciato come attestazione dell’avvenuto pellegrinaggio?
Questo è il senso antico e potente
La versione più accreditata fa risalire il termine al latino campus
del Cammino.
Tutto questo va compreso e assi- stelae, campo della stele, che allude all’antico luogo di sepoltura
milato prima di mettersi in mar- romano nel quale fu trovata l’arca contenente i resti dell’apostolo.
cia per quella che non è una gita La versione più comune, invece, e certamente anche più
o una vacanza, né un’esperienza romantica, vuole che significhi “campo della stella” alludendo
esoterica, un’impresa sportiva o appunto alla stella apparsa per giorni all’eremita Pelayo per
una escursione ecologica... ma un indicare la tomba di San Giacomo. Di stelle, poi, il Cammino è
pellegrinaggio... di Fede, di storia
pieno, tanto che una delle sue definizioni più classiche è proprio:
e di cultura, alla riscoperta delle
“via lattea”. Di notte, infatti, il sentiero perennemente orientato
autentiche radici culturali europee
e di valori antichi - forse oggi con- da est a ovest pare seguire esattamente quello che, in cielo, è
siderati “fuori moda” - ma che ri- segnato dal fascio di stelle che costituiscono la galassia che noi
mangono, comunque, eterni. chiamiamo, appunto “via lattea”.
15
IL CAMMINO OGGI:
UN FORMICAIO DI POPOLI
Oltre 300.000 pellegrini l’anno e il numero cresce sempre.
Un piccolo esercito in marcia, ogni giorno,
seguendo il più importante “Itinerario Culturale Europeo”,
con motivazioni, scelte e logiche differenti,
ma con un unico, grande obiettivo: abbracciare l’Apostolo.
I
mmaginate di guardare gli oltre ziamenti comunitari che hanno LE CIFRE
800 chilometri del Cammino di consentito di restaurare o mettere DEL CAMMINO
Santiago da un satellite, magari in sicurezza molti tratti di sentiero Cerciamo di capire chi sono, queste
in un giorno di agosto. All’alba ve- e di potenziare le ospitalità. decine di migliaia di pellegrini?
dreste spuntare, simultaneamente, Dall’altra una diffusa (a volte un
da centinaia di “buchi” quaranta, po’ confusa) ricerca di spiritualità,
cinquantamila formichine munite trascendenza e contatto con la na-
di zaino che, lentamente, si sposta- tura che attraversa le popolazioni
no fino a un “buco” successivo in occidentali in profonda crisi d’i-
cui rifugiarsi a metà pomeriggio. dentità. Magari questa ricerca si
Intanto, oltre un migliaio arrivano concretizza, a volte, solo in aspetti
esultanti a Santiago e altrettante esoterico-folkloristici, altre volte in
si mettono in marcia per la prima esaltazioni ecologico-naturaliste,
volta. ma la profonda religiosità del Cam-
A pensarci è uno spettacolo gran- mino, alla fine, riconduce inevita-
dioso. Anche perché, a differenza bilmente a considerare quelle radici
di altri grandi pellegrinaggi religiosi cristiane del “idem sentire” europeo
nel mondo (come alla Mecca o al che qui sono chiaramente espresse e
Gange), questo non ha un periodo rappresentate anche da un patrimo-
fisso dell’anno in cui essere compiu- nio culturale di arte sacra che non
to. Sul Cammino di Santiago ogni ha paragoni al mondo.
giorno, anche in inverno (seppure, Alla riscoperta del Cammino ha
ovviamente, in maniera ridotta) contribuito, quindi, anche la Chie-
ci sono pellegrini. Un percorso di sa cattolica, soprattutto con la visi-
Fede che esiste da oltre mille anni ta di Giovanni Paolo II del 1989,
ma che, dagli anni Novanta a oggi, in occasione della storica Giornata
è stato “riscoperto” fino a diventare, mondiale della gioventù, celebrata
purtroppo, una moda: quasi uno sul Monte do Gozo, l’altura dalla
status symbol. quale i pellegrini scorgono per la
Sicuramente sono molti i motivi prima volta l’ambita meta: la Catte-
di questo successo. Da una parte, drale di Santiago. Wojtyla è stato il
l’impegno del governo spagnolo primo papa pellegrino, seguito poi
nel valorizzare quello che è stato da Benedetto XVI, il 6 novembre
dichiarato “Itinerario Culturale del 2010; mentre papa Francesco
Europeo”, con conseguenti finan- non ne ha sentito l'esigenza.
16
Alcune statistiche, raccolte a pa- poco) gli uomini e che i pellegri- sono giunti a cavallo e ai 79 giunti
gina 23 e tratte dal registro della ni appartengono prevalentemente su sedia a rotelle o handbike.
Oficina de Acogida de Peregrinos, alla fascia di età tra i 30 e i 60 anni Infine, non tutti partono da Saint
la struttura diocesana che, a Santia- (54,81%) con un 18% di ultrases- Jean Pied de Port percorrendo l’in-
go, rilascia l’ambita Compostela, ci santenni. Gli impiegati sono poco tero Cammino, anzi, questi “eroi”
possono aiutare. più del 25%, seguiti dagli studenti sono meno del 10% (che diventa il
Nel 2018 i pellegrini che han- (18%)e da oltre 42 mila pensionati 15% con chi parte da Roncisvalle
no raggiunto Santiago sono stati (13%). Sono in aumento i pelle- evitando i Pirenei), mentre circa il
327.378; di questi, quasi la metà grini che - al momento di ricevere 25% inizia a Sarria e poco più del
sono spagnoli ma, tra gli stranieri, la Compostela - hanno dichiarato 15% compie solo gli ultimi 100
provenienti da oltre cento nazio- di aver compiuto il Cammino per chilometri appena sufficienti a rice-
ni, gli italiani sono ormai da anni motivi religiosi (42,78%). vere la Compostela.
il secondo gruppo con 27.009 Come abbiamo detto, a Santiago
pellegrini, “tallonati” dai tedeschi si giunge da molti Cammini, ma IL RITMO QUOTIDIANO
(25.296); mentre al quarto posto quasi il 57% dei pellegrini ha scelto DEL CAMMINO
ci sono (forse un po' a sorpresa) gli comunque quello cosiddetto “fran- Una volta conosciuta la compo-
americani, che vengono soprattut- cese”, seguito dal “portoghese” con sizione di questo esercito di pelle-
to seguendo l’onda emotiva di film il 20,72%. Altrettanto noto il fat- grini, vediamo ora di comprendere
come “The Way” e “Sei vie per San- to che la Compostela sia attribuita meglio come si svolge la loro vita
tiago” o dei libri di Coehlo. tanto a chi compie il pellegrinaggio sul Cammino. Nei mesi di maggior
Spulciando tra i dati del 2018 si a piedi (oltre il 93%), quanto a chi affluenza, c’è ormai un “ritmo di
scopre che, per la prima volta, le lo percorre in bici (6,35%), ma an- marcia” consolidato che è difficile
donne hanno superato (seppure di che ai 318 pellegrini che a Santiago evitare. Punto primo: ci si sveglia
17
La più celebre
poesia murale
Questa che segue è la traduzione
della scritta che appare sul muro
di una fabbrica poco prima di en-
trare a Nájera. L’autore è Eugeno
Garibay Baños, già parroco di un
paesino limitrofo.
Pellegrino, chi ti chiama? molto presto (intorno alle 6) per imporre a tutti i rifugi l’apertura
Che forza occulta ti attrae? mettersi in marcia prima che il sole alle 16, come avveniva un tempo
sorga. La ragione, soprattutto d’e- ma, ormai, anche il Cammino è un
Non il Campo delle Stelle,
state, sta nel poter percorrere un business, buona parte delle ospitali-
né la grande Cattedrale. bel tratto di strada prima che il sole tà sono private e dotate almeno di
incominci a picchiare sulla nuca un bar, così il pellegrino che arriva
Non è il coraggio di Navarra, (visto che si cammina praticamente presto consuma di più... In ogni
né il vino di Rioja, sempre da est a ovest, seguendo la caso è giusto fermarsi entro le 17
né i molluschi di Galizia,
propria ombra). D’altra parte, poi, per avere a disposizione il tempo
quasi tutti i rifugi chiudono alle 8 per lavarsi, lavare gli indumenti e,
né i campi di Castiglia. del mattino per cui, anche se pio- soprattutto, stenderli perché siano
ve o si è stanchi, bisogna comun- asciutti per l'indomani.
Pellegrino, chi ti chiama? que partire. Naturalmente ci sono Punto terzo: a nanna presto. In ge-
Che forza occulta ti attrae? anche dei maniaci (il termine non nere si mangia tra le 19 e le 20 e su-
Non la gente del Cammino, è errato) che scelgono di svegliarsi bito dopo le 21 ci si mette in bran-
(e svegliare gli altri) alle 4 del mat- da cercando (non è mai sicuro) di
né le tradizioni rurali.
tino. Si muovono nel buio del ri- dormire. Purtroppo l’affollamento
fugio con torce elettriche o lucine e la maleducazione rendono le notti
Non è la storia e la cultura, da speleologo... vanno in bagno, in rifugio quasi sempre un’avventu-
né il gallo della Calzada, preparano lo zaino, inciampano ra poco gradevole. Anche questo è
né il palazzo di Gaudí, nel bastone, parlottano e... ci vuole il “pegno” che si paga, la parte ne-
veramente della santa pazienza per gativa della riscoperta di una socia-
né il castello a Ponferrada.
sopportarli. lità più semplice e spontanea.
Punto secondo: ci si ferma a metà
Tutto ciò che io vedo passando pomeriggio... anche se, nelle sta- PROBLEMI E SOLUZIONI
è una gioia vederlo, gioni centrali, il sole rimane alto SEMPLICI
ma la voce che mi chiama in cielo fino a sera inoltrata. Qui, Se questi sono i ritmi di vita che,
la sento molto più in profondo. purtroppo, il motivo è dovuto al per oltre un mese, sarà inevitabile
sovraffollamento dei rifugi. Mol- seguire, qualcuno potrebbe sentirsi
ti pellegrini, infatti, si mettono in già scoraggiato. Invece, tra le cose
La forza che mi sospinge, coda davanti alle porte già a mez- più belle di questa esperienza c’è
la forza che mi attrae, zogiorno e, dopo le 14, si rischia di proprio la riscoperta di una sempli-
non so spiegarla neppure io. non trovare più posto. Per evitare cità del vivere, fatta di quotidiane
Soltanto Lui, dal cielo, lo sa. questa cattiva abitudine basterebbe emozioni e di una dimensione più
18
Consigli per chi va in bici
Questa nostra Guida è stata concepita per chi affronta il Cammino
in maniera tradizionale - cioè a piedi - ma, come abbiamo visto
anche dai dati riportati in queste pagine, sono moltissimi anche i
ciclisti. Per loro esistono guide e siti specifici, perché il percorso è
spesso dissimile da quello di chi va a piedi. È ben difficile, infatti,
La poesia murale di padre Baños
alla periferia di Nájera poter seguire sempre il sentiero pedonale, a meno di essere dei
veri e propri campioni di ciclocross. Va anche detto che i ciclisti
non sono sempre ben visti da chi va a piedi... questione d’invidia,
intima e reale dei problemi. visto come sfrecciano apparentemente senza fatica, e di fastidio,
Ogni mattina, quando ci si alza, visto che bisogna scansarsi quando passano. Nella maggior parte
l’unico pensiero è quello di cammi- dei rifugi, poi, chi arriva in bicicletta deve aspettare, perché il
nare. Per tutto il giorno si rimane pellegrino a piedi ha la precedenza nell’attribuzione dei letti,
emozionati e costantemente stupiti quindi - almeno nel periodo di massima affluenza - è meglio
dalle meraviglie di una natura rigo- mettere in preventivo di cercare alloggio direttamente in un hostal.
gliosa e di un’arte ricchissima. Le Naturalmente anche la scansione delle tappe è ben diversa.
uniche difficoltà da superare sono le In bicicletta si possono percorrere tranquillamente 60-70 chilometri
scarse asperità del sentiero, le possi- ogni giorno per cui si può concludere il pellegrinaggio in una
bili intemperie del clima e i dolori dozzina di giorni. Infine, per ottenere la Compostela è necessario
sparsi qua e là per il nostro corpo. aver percorso almeno 200 chilometri.
Così, le uniche “preoccupazioni”
quotidiane, nella semplicità e nella leggeri ma alimentarsi regolarmen- da mangiare per loro. Oltretutto, se
serenità del passeggiare tra campi e te (ogni 2 o 3 ore) con frutta o al- si è da soli, fare la spesa non con-
boschi, tornano a essere quelle ele- tro cibo energetico e leggero. Dopo viene oppure si è costretti a portare
mentari: mangiare, bere e dormire. mezzogiorno si è già a caccia di un nello zaino gli avanzi di cibo per il
Se il cellulare rimarrà spento, anche rifugio, per cui qualcuno preferisce giorno dopo. In alcune ospitalità
le seccature, i problemi e lo stress prima trovare il letto e poi mangia- tradizionali la cena si consuma in
dei mille impegni quotidiani saran- re, altri preferiscono una breve so- comune, ognuno mette a disposi-
no dimentcati e tutto diventerà più sta in un bar per un boccadillo e uno zione quello che ha. Molti rifugi,
semplice, più umano, più vero. zumo de naranja (vedi box del vo- soprattutto privati, invece, prepara-
Vediamo, comunque, quali potreb- cabolario), altri ancora preferiscono no loro la cena; non è obbligatoria,
bero essere i “problemi”. Per bere: continuare a camminare con rego- ovviamente, ma in genere è buona
ci si rifornisce al mattino, si trova- larità, senza soste particolari. Il vero ed economica. L’alternativa più
no spesso fontane o, alla peggio, si pasto si fa, dunque, la sera. Quasi semplice è quella di farsi indicare
chiede un po’ d’acqua a chiunque tutti i rifugi dispongono di uno qualche locale con menù del dia, la
del luogo s’incontri: vi riforniranno spazio cucina in cui potersi prepa- cena a prezzo fisso per pellegrini.
con un sorriso, magari chiedendovi rare qualche cosa che si è acquista- Sono moltissimi i bar, le mesón e i
se volete anche qualcos’altro. Solo to nei negozi di alimentari lungo il ristoranti che offrono questo servi-
in alcune tappe, ben indicate nel- Cammino o nel paese stesso dove zio economico (in genere tra 9 e 12
le pagine successive, ci sono lunghi si è arrivati. Questa pratica, però, è euro) servendo tra le 19 e le 20 (ben
tratti da affrontare con una buona sconsigliata a chi viaggia da solo. In prima che arrivino i clienti spagnoli
scorta idrica. Quanto a mangiare, genere la cucina diventa il regno dei per la cena): un primo, un secondo
durante il cammino è meglio stare gruppi, delle comitive, che fanno con contorno, un dessert, acqua e
19
vino tinto (rosso). Sarà che la fame
è tanta, ma è parere comune che,
normalmente, ovunque ci si trovi,
si mangi veramente bene.
20
C’è quasi sempre una zona predi-
sposta per lavare e stendere gli in- Piccolo vocabolario utile
dumenti e, spesso, si trova anche Riportiamo qui una serie di vocaboli spagnoli di probabile utilizzo
una lavatrice (a pagamento). in diverse situazioni: dalla ricerca di un letto, al mangiare,
Solo pochissimi rifugi, tra cui quel- alla farmacia. Lo spagnolo è abbastanza simile all’italiano, per cui
lo di San Nicolás de Puentefitero, abbiamo riportato solo le parole particolarmente diverse.
gestito dalla Confraternita di Peru- albergue rifugio, ostello
gia, erano privi di energia elettrica hostal albergo, pensione
e acqua calda, ma sopperiscono a casa rural affitta stanze
questa mancanza con un’ospitalità cama letto
più tradizionale e fraterna. habitación stanza
Quando, soprattutto in piena esta- almoada e manta cuscino e coperta
te, l’affollamento si fa davvero esa-
gerato, molti paesi si attrezzano tienda negozietto
mettendo a disposizione palestre, posada locanda
scuole e sacrestie dove i pellegrini mesón trattoria, osteria
in esubero trovano a malapena da
lavarsi e possono dormire per ter- desayuno colazione
ra. Alcuni rifugi, invece, attrezzano comida pasto
grandi tende all’aperto. menù del dia cena a prezzo fisso
L’alternativa più comune ai rifugi cerveza birra
sono gli hostal, alberghetti a condu- tenedor forchetta
zione familiare che offrono stanze sopa minestra, zuppa
(a due o più letti) a un prezzo che aceite olio
può variare dai 20 ai 40 euro a te- vinagre aceto
sta, spesso con colazione compresa. hielo ghiaccio
Gli hotel veri e propi, naturalmen- zumo succo
te, costano di più, ma sempre meno naranja arancia
che in Italia e una camera singola platáno banana
può variare dai 40 ai 70 euro con manzana mela
colazione. Altra ottima soluzione tapas stuzzichini
(quando si trova) è quella della casa tortilla frittata
rural, una via di mezzo tra la pen- boccadillo panino
sione e l’agriturismo dove si affitta- jamon prosciutto
no stanze e posti letto quasi sempre queso formaggio
con prima colazione. salchichón salame
Nelle pagine finali di questa pub-
blicazione troverete comunque un coche autovettura
elenco completo e aggiornato di carretera strada asfaltata
tutte le ospitalità accreditate, molte mochila zaino
delle quali ormai accettano anche
la prenotazione telefonica, sebbene esparadrapo cerotto
l’unica regola di un pellegrinaggio gripe influenza
dovrebbe essere quella di lasciarsi costipado raffreddore
guidare dalla Provvidenza, senza pierna gamba
mai affannarsi, preoccuparsi o ar- rodilla ginocchio
rabbiarsi. Sul Cammino, da secoli hombro spalla
ormai, nessuno è più morto di fame
o di sete e, per quanto ormai la fol- Holá salve
la di pellegrini (o sedicenti tali) so- beuenas días buongiorno
prattutto in agosto, sia straripante, hasta luego arrivederci
non capita neppure mai di dover qué tempo hará manaña? che tempo farà domani?
dormire in mezzo alla strada. sello timbro sulla Credencial ma
anche francobollo
21
In marcia nella luce incantevole dell’alba
Frecce, sassi
e... scritte
Perdere il sentiero è davvero difficile. Da quando
don Elias Valiña, negli anni Settanta del secolo
scorso, incominciò a tracciare frecce con la vernice
gialla sui sassi e sui tronchi del difficile sentiero che
porta al Cebreiro, la flecha amarilla (freccia gialla)
è diventata uno dei simboli del Cammino stesso
e ci accompagna lungo tutto il tragitto. In alcuni
tratti, come in Navarra, il sentiero è marcato anche
con segnavia bianco/rossi come quelli delle nostre
Alpi. Altro simbolo utilizzato per indicare la via: sui
muri delle case, sui marciapiedi, sui cartelli stradali
è - come già detto - quello della conchiglia. Anche
i sassi - secondo un’antichissima tradizione dei
viandanti - vengono utilizzati come indicatori.
spray
Piccole piramidi o vere e proprie frecce si trovano
da parte di improbabili pellegrini writer (più
sui sentieri di montagna, mentre quasi ogni cippo
correttamente “teppisti”) che insozzano pietre
è coperto da piccoli sassi lasciati dai pellegrini, così
miliari, muri, sottopassi e cartelli indicatori.
come le non poche lapidi dedicate ai pellegrini
Nella hit parade della maleducazione da scritta
morti sul Cammino, che diventano quindi autentici
primeggiano i separatisti baschi, con una
monumenti di pietà collettiva. Deprimente, e anche
“menzione speciale” per gli insulti ai pellegrini da
un po’ vergognoso, è invece l’uso di bombolette
parte dei centri sociali di Ponferrada.
22
Statistiche del Cammino
TOTALE PELLEGRINI PER MESE
NUMERO DI PELLEGRINI DAL 1985 2015 2016 2017 2018
GEN. 1.217 1.304 1.355 1.628
Anno n° % anno su anno FEB. 1.544 1.733 1.696 2.181
1988 3.501 +20,5 MAR. 5.080 11.067 5.176 11.056
1989 5.760 +64,5 APR. 17.722 15.103 26.925 22.064
1990 4.918 -14,6 MAG. 31.078 32.782 35.346 40.665
1991 7.274 +47,9 GIU. 35.364 39.079 41.619 45.684
1992 9.764 +34,2 LUG. 44.799 45.483 47.470 50.868
1993* 99.436 +918,4 AGO. 54.795 53.714 57.680 60.412
1994 15.863 -84,1 SET. 37.432 40.159 42.189 47.006
1995 19.821 +24,9 OTT. 25.575 28.231 31.341 35.602
1996 23.218 +17,2 NOV. 5.229 6.394 7.346 7.651
1997 25.179 +8,5 DIC. 2.062 2.864 2.893 2.517
1998 30.126 +19,6 Tot. 262.516 277.913 301.036 327.378
1999* 154.613 +413,2
2000 55.004 -64,4
2001 61.418 +11,7
2002 68.952 +10,9
PELLEGRINI PER SESSO
2003 74.614 +8,2 2014 2015 2016 2017 2018
2004* 179.944 +141,2 Maschi 128.500 138.929 144.070 153.169 162.542
2005 93.924 -47,8 Femm. 109.386 123.529 133.843 147.867 164.836
2006 100.377 +6,9
2007 114.026 +13,6
2008 125.141 +8,9
2009 145.877 +16,6 PELLEGRINI PER NAZIONE
2010* 272.135 +86,6
2011 183.366 -32,62 2015 2016 2017 2018
2012 192.488 +4,97 Spagna 122.344 124.255 132.478 144.137
2013 215.880 +12,12 Italia 22.151 23.951 27.073 27.009
2014 237.983 +10,23 Germania 18.873 21.225 23.227 25.296
2015 262.516 +10,34 Portogallo 12.481 13.247 12.940 14.413
2016 277.913 +5,87 U.S.A. 13.658 15.236 17.522 18.582
2017 301.036 +8,32 Francia 9.916 8.872 8.835 8.775
2018 327.378 +8,75 Irlanda 5.367 6.539 6.643 7.548
Inghilterra 5.417 6.053 5.768 7.626
* le date con l’asterisco sono gli Anni Santi jacobei.
Fonte dei dati:
www.oficinadelperegrino.com
si ringrazia: PELLEGRINI ITALIANI MESE PER MESE
www.pellegrinibelluno.it
2015 2016 2017 2018
Gennaio 80 86 93 117
Febbraio 49 86 77 113
CAMMINO PRESCELTO Marzo 151 247 269 295
2015 2016 2017 2018 Aprile 663 951 1.244 1.323
Francese 172.207 176.115 180.738 186.199 Maggio 2.248 2.412 2.931 3.218
Portoghese 43.135 52.145 59.235 67.822 Giugno 3.225 3.752 3.665 3.917
Del Nord 15.871 17.292 17.836 19.040 Luglio 3.190 3.309 3.722 3.565
La Plata 9.221 9.071 9.138 9.127 Agosto 7.949 7.508 9.262 8.418
Primitivo 11.426 12.090 13.684 15.038 Settembre 2.816 3.307 3.419 3.498
Inglese 9.247 9.704 11.321 14.150 Ottobre 1.360 1.649 1.756 1.836
Altri 1.351 1.496 9.084 15.958 Novembre 279 509 489 546
Dicembre 111 135 146 150
Totale 22.151 23.951 27.073 27.009
MEZZO DI LOCOMOZIONE
PRESCELTO
LE RAGIONI DEL PELLEGRINAGGIO
2015 2016 2017 2018
piedi 236.265 254.074 278.643 306.064 2015 2016 2017 2018
bici 25.353 23.372 21.933 20.787 Culturale e religiosa 141.969 122.999 142.662 156.720
cavallo 761 342 417 318 Religiosa 99.680 132.687 130.831 140.037
handbike 79 125 43 79 Solo culturale 20.809 22.227 27.543 30.621
23
ALLENAMENTI, MATERIALI
E ACCESSORI ESSENZIALI
Dal momento che il Cammino entra nel cuore bisogna
anche preparare il corpo e scegliere le attrezzature giuste.
Allenarsi non vuol dire, però, farsi prendere da manie
di perfezionismo: alla fine, ciò che conta è predisporre
lo spirito ad affrontare una prova emozionante.
«C
e la farò?». Questa è la da mangiare o da bere, come po- ficio, è bene crearsi una “tabella di
prima domanda che, teva accadere agli antichi romei. avvicinamento” alla data di parten-
comunque, tutti si Certo non si può pensare a una za che preveda un costante e mai
pongono dopo aver letto del Cam- “vacanza relax”, ma di pericoli non eccessivo recupero di funzionalità
mino di Santiago, esserne stati af- se ne corrono; in qualsiasi momen- sopite.
fascinati e aver deciso di intrapren- to la stanchezza o qualche proble- Camminare è il gesto più semplice
derlo. Quegli 800 chilometri - che ma fisico dovessero impedire di e naturale che l’uomo compie. Non
diventano quasi mille se si decide proseguire, c’è sempre un medico, comporta sforzi muscolari partico-
di raggiungere anche Finisterre - da oppure un taxi, un pullman o un lari, tali da richiedere allenamenti
fare completamente a piedi, sem- treno per tornare. “mirati”. Purtroppo però, proprio
brano un’impresa riservata a super Tranquilli, dunque, come detto e camminare per ore (per giorni), è
atleti, a escursionisti professionisti, ripetuto, il Cammino è per tutti, l’unica cosa che non facciamo qua-
a giovani ricchi di energia e di tem- basta avere cuore e spirito. si più da generazioni. Magari si
po libero per allenarsi. va in palestra, in piscina, si fa foo-
Per questo può stupire, guardando RISCOPRIRE IL GUSTO ting… o si va in bicicletta, ma tre,
le statistiche, scoprire che la mag- DI CAMMINARE quattro ore e più di passeggiata, in
gior parte dei pellegrini ha un età Siccome però abbiamo anche un montagna o in campagna, sono un
compresa tra i 30 e i 60 anni con cervello, che conosce benissimo le avvenimento davvero raro. In par-
oltre il 18 per cento di over 60. reali condizioni di un fisico quasi ticolare, proprio i piedi sono la par-
Se, dopo questi dati, qualche dub- sempre logorato dalla sedentarietà te del corpo che maggiormente ha
bio ancora persiste, basta pensare della vita in città e del lavoro in uf- perso le sue antiche connotazioni
ai milioni di pellegrini che hanno
affrontato quei sentieri in epoche
in cui non esistevano le comodità
e le certezze che si offrono oggi.
Il loro abbigliamento era spesso co-
stituito solo da cappello, tunica e
sandali con cui affrontavano qual-
siasi tipo di clima.
Oggi basterebbe pensare che il
Cammino di Santiago attraversa
la Spagna, civilissimo Paese euro-
peo, dove non si corre certo più il
rischio di perdersi, di essere assaliti Il paesaggio della Galiza e il cippo che
da lupi o briganti o di non trovare indica i chilometri che mancano a Santiago
24
di resistente supporto all’incedere,
anche su terreni sconnessi. Ormai
sono abituati a essere tenuti sempre
riparati e protetti in comode scar-
pe (anche quando si fa ginnastica o
footing) e non potranno che soffrire
se utilizzati per 8, 10 ore al gior-
no, tutti i giorni, per un mese… a
maggior ragione se imprigionati in
ruvidi scarponi.
Cosa fare allora per recuperare
l’abitudine a camminare e “riedu-
care” i piedi alla loro funzionalità
primordiale? Come comportarsi se
si vive in città e si dispone, come
sempre, di poco tempo per allenar-
si? Incominciamo con il dire che
ognuno di noi ha, ovviamente, del-
le esigenze diverse, a seconda del
fisico, dell’età, dell’avere o meno
intrapreso qualche attività sportiva
nel tempo, dell’avere o meno spe-
cifici problemi fisici. Un bel check
up iniziale, quindi, comprensivo
di analisi del sangue, elettrocardio-
gramma sotto sforzo ed eventuali
visite da ortopedico o altri specia-
listi, non fa mai male. Una volta
individuati, con l’aiuto del proprio
medico di fiducia, eventuali punti
deboli o limiti fisici, ponetevi l’o- Le ombre si stagliano, all’alba,
biettivo di rimettervi almeno un sul Cammino: avanti verso ovest
Documenti e contanti
Poche cose, ma da tenere Credencial – la carta d’identità, la carta di credito
con attenzione. o bancomat (accertandovi presso la vostra banca
Può sembrare assurdo ma, della possibilità e dei limiti di prelievo in Spagna),
anche se si sta percorrendo la carta sanitaria e il denaro necessario (meglio
un itinerario religioso e le se c’è una tasca per la moneta). Per sicurezza,
persone che s’incontrano comunque, è buona cosa fare delle fotocopie di
dovrebbero essere tutti “pii documenti e carte e riporle, insieme a 100 euro di
pellegrini”, la sera evitate di riserva, in una tasca interna, nascosta dello zaino.
lasciare sulla branda portafogli, Se dovessero derubarvi o se doveste smarrire il
cellulare od orologio… rischiate portadocumenti, almeno avrete la possibilità di
di non trovarli più e di essere fare la denuncia e di ritornare in Italia.
quindi veramente nei guai.
Per questo, piuttosto che un
portafogli tradizionale, è meglio
dotarsi di una sacchetta porta-documenti da
tenere sempre in tasca (magari legata alla
cintura) durante il cammino e al collo la sera e la
notte. In essa riponete – oltre alla preziosissima
25
Camminare nella natura è la cosa più naturale che esista.
Farlo tutti i giorni, per ore, richiede però una certa preparazione
26
Teneteli un po’ sotto l’acqua fredda
e, se si stanno formando delle ve- Ricordate il sasso!
sciche (la pelle è gonfia e sensibile,
magari già con del siero sotto) ap- Un altro “oggetto” da non dimenticare
e da riporre in una tasca interna dello
plicate un apposito cerotto. Ripo-
zaino, è un piccolo sasso della propria
satevi tutto il pomeriggio, ma… il
terra. Lo avrete raccolto, magari, nel corso
giorno dopo, domenica, ricomin- delle passeggiate di allenamento o lo
ciate. Tornate al vostro percorso avrete scelto perché simbolico delle rocce
e rimettetevi in cammino, possi- della vostra regione, ma lo conserverete
bilmente facendo un pezzetto in gelosamente per poterlo poi lasciare ai
più del giorno precedente, sempre piedi della Cruz de Hierro, sui Montes de
senza forzare inutilmente. Tornati Leòn. Sul significato tradizionale del gesto
a casa, stessa procedura di cura dei di “portare la propria pietra” verso Santiago abbiamo già detto,
piedi e di riposo. tuttavia, oltre al senso storico, quel piccolo sasso andrà assumendo
Almeno per le prime settimane cer- altri significati. Ogni sera e ogni mattina, quando dovrete tirare
cate di fare questo tutti i sabato e fuori e poi riporre le vostre cose dallo zaino, vi capiterà di dargli
le domeniche (in fondo si tratta di un’occhiata e di ripensare a ciò che quel sasso rappresenta di
perdere due o tre ore al massimo); autentico ed emozionante: un pezzo di “sacro suolo della Patria”,
ciò consentirà di scoprire i punti il ricordo della propria terra, della casa, delle tradizioni familiari.
deboli dei piedi e, più in generale, Così, quando lo lascerete sulla montagnetta che sorge ai piedi
del fisico (se dovessero acutizzarsi della Croce di Ferro, nel punto più alto del Cammino, in compagnia
dolori muscolari, ai legamenti o di altri milioni di sassi portati lì da tutto il mondo, compirete un
doppio rito: quello di offrire, come un dono, tutto quanto ormai
alle ossa), nonché di ammorbidire
quel sassolino rappresenta per voi e quello di sciogliere un ultimo
gli scarponi.
legame con il passato, lasciando il cuore libero di raggiungere, con
L’importante è aumentare progres- un ultimo sforzo, la meta agognata: Santiago de Compostela.
sivamente la distanza delle passeg-
giate - magari anche cambiando
percorso, se si può, tanto per non qua fino a portare il peso a 6-8 chi- è un modo per avvicinarsi gradual-
annoiarsi andando su e giù sempre li, abituando così le spalle e - anche mente a un’esperienza unica… La
per lo stesso tratto - fino ad arri- qui - scoprendo quali possono es- forza, l’energia e la volontà che
vare a percorrere, almeno 12/16 sere i punti deboli del fisico (spalle, sgorga spontanea e inattesa lungo
chilometri (3/4 ore) il sabato e un anche, schiena) o dell’attrezzatura il Cammino non sono riproducibi-
po’ di più la domenica. Incomin- (regolazione dell’altezza dello zaino li “in laboratorio”. Lungo la rotta
ciate anche a usare le attrezzature e degli spallacci). Naturalmente, jacopea potrà capitare di incontra-
che state preparando per il viaggio anche se la cosa richiede un po’ di re giovanotti palestrati incapaci di
(magliette, pantaloni, calzettoni, “coraggio”, bisogna uscire a cam- proseguire per scarsa volontà… o
biancheria e, naturalmente, zaino) minare anche quando fa freddo o arzilli settantenni che hanno già at-
così, quando tornate a casa, potre- piove a dirotto: sul Cammino non traversato tutta l’Europa macinan-
te anche incominciare a fare una si potrà rimanere a letto al calduc- do più di quaranta chilometri ogni
“prova bucato” per scoprire che la cio, tanto vale quindi incominciare giorno.
maglietta e la parte bassa dei pan- a sperimentare il valore dei mate-
taloni, se ben strizzati, asciugano in riali: la giacca antivento o una fel- LA SCELTA
poche ore e sono pronti e puliti per pa per il freddo, la mantella per la DELL'ATTREZZATURA
il giorno dopo, mentre le calze e pioggia. Mentre ci si prepara fisicamente a
la parte superiore dei pantaloni ri- L’importante è non scoraggiarsi questo grande viaggio, è bene porre
chiedono molto più tempo. Stesso mai, anche se compaiono dolori attenzione alla scelta dell’attrezza-
discorso per lo zaino. Incominciate persistenti, per esempio alle ginoc- tura. Prima e unica spesa significa-
a camminare con quello che ave- chia o ai tendini, oppure se conti- tiva: gli scarponi. Fatevi consiglia-
te scelto per il pellegrinaggio con nuano a formarsi fastidiose vesci- re da qualche esperto in un negozio
dentro solo una bottiglia d’acqua che. Quello che si deve capire è che specializzato cercando scarponcini
e un po’ di cibo (in tutto un paio questi non sono allenamenti fina- da trekking, con suola molto robu-
di chili). Poco alla volta aggiungete lizzati a vincere una gara o a parte- sta, capaci di reggere 800 chilome-
altri materiali o bottigliette d’ac- cipare a una sfida; semplicemente tri di sentieri, meglio se con rinfor-
27
Come
si prepara
lo zaino
Nelle pagine 32 e 33 è mostrato
uno “spaccato” del materiale
necessario ad affrontare il
Cammino. Riporlo nello zaino
è un’operazione che richiede
una certa logica. È bene,
prima di tutto, sistemare in
apposite buste impermeabili i Zaino a terra e qualche attimo di riposo
materiali di farmacia, di igiene sui gradini di un’antica chiesa
personale e di pronto utilizzo
e riporle in tasche esterne zi in goretex che proteggono i piedi tubolari, traspiranti, con rinforzi
facilmente raggiungibili. Una dal fango e, almeno in parte, dalla “anti vesciche” (ma non contateci
di queste tasche, però, deve pioggia. Naturalmente gli scarponi troppo). Provatene un paio di mo-
essere riservata alla mantella sono la prima cosa da provare; sa- delli durante le passeggiate del sa-
impermeabile, sempre a portata rebbe folle partire con delle scarpe bato e della domenica, poi compra-
di mano! Nel disporre le altre
nuove. Bisogna usarli diversi giorni tene almeno tre paia per il viaggio.
per ammorbidirli e per capire in Quanto alle magliette, oggi esi-
cose all’interno dello zaino,
quali punti creano problemi ai pie- stono, a prezzo veramente con-
fate largo uso di sacchetti di
di agendo di conseguenza, magari tenuto, delle buone magliette in
plastica e seguite il criterio che,
regolando l’allacciatura intanto che poliestere, leggere e traspiranti, che
sul fondo, vanno messe le cose il piede si abitua. Prima di partire si lavano in acqua fredda e asciu-
più pesanti e, a salire, quelle cambiate invece la soletta imbot- gano in poche ore. Almeno due
che dovrete tirar fuori per tita interna e, semmai, portatene a maniche corte e una a maniche
prime. Quindi, in fondo, vanno un’altra con voi… a metà Cammi- lunghe (anche un po’ più pesante)
le seconde scarpe, il carica no potrebbe essere utile cambiarla costituiscono il giusto quantitativo
batteria, il libro e… la carta nuovamente. cui aggiungere - se si vuole - una
igienica. A salire il sacchetto Anche una seconda calzatura è canottiera sportiva, per le giornate
della biancheria (magliette, consigliabile, per riposare i piedi di grande caldo.
calze, slip e fazzoletti); quindi nei tratti di sentiero più facile, quel- Ormai si trovano anche le slip in
il sacchetto con il ricambio li che costeggiano o coincidono per tessuto di poliestere; oltre a essere
serale (tuta, maglietta e calze), lunghi tratti con le strade asfaltate. comode e leggere hanno l’enorme
poi l’asciugamano, la busta coi Per un po’ sono stati in voga i san- vantaggio di poter essere utilizzate
sandali di plastica e, sopra a dali da trekking, forse consigliabili sotto la doccia o, comunque, lavate
tutto, la bottiglietta d’acqua e il in estate, altrimenti basta un paio con la certezza che si asciughino in
sacchetto con il cibo.
di comode scarpe da ginnastica poche ore. Ciò permette di portar-
(sperando che non piova). Infine ne con sé anche solo due paia.
Questo, ovviamente, nella logica
serve anche un paio di ciabattine di Sempre nei negozi di articoli
di essere partiti indossando i
plastica, indispensabili per quando, sportivi si trovano pantaloni da
“tre strati” (maglietta a maniche arrivati al rifugio, dovete lasciare gli trekking: resistenti, comodi, leg-
corte, maglia a maniche lunghe scarponi fuori dalla stanza e andare geri, dalle grandi tasche capienti e
e giacca). Appena incomincia a a fare la doccia. con la possibilità di staccare la par-
fare caldo, la giacca trova posto Sempre rimanendo nella zona dei te inferiore. Questo consente non
all’interno dello zaino, mentre piedi - la più importante e delicata solo di utilizzarli come pantaloni
la maglietta può essere anche - l’altro acquisto significativo sono corti nei giorni caldi, ma anche di
lasciata a prendere aria appesa i calzettoni. Anche qui esistono ot- lavarli più agevolmente, poiché è la
allo zaino. timi prodotti da trekking estremo: parte bassa che si sporca con il fan-
28
Pellegrini appena usciti dal rifugio (la porta a destra),
sistemano l’attrezzatura e si avviano per una giornata di marcia
go o la polvere. Non dimenticate elastici e tiranti), il sostegno verti- Ormai ci sono anche ottimi sacchi
di mettervi in tasca e nello zaino, cale che separa lo zaino dalla schie- da montagna che pesano meno di
anche un paio di fazzoletti. na facilitando il passaggio dell’aria 600 g quando il peso medio di un
Indispensabile è il cappello; sce- (deve essere comodo e regolabile). normale sacco estivo è più del dop-
glietene uno a falde larghe, non Accertatevi, infine, che disponga di pio. I prezzi, però, costituiscono
certo un semplice cappellino a una copertura impermeabile, ne- un distinguo da non sottovalutare.
unghia, soprattutto perché il sole cessaria anche se si ha la mantella. Semmai c’è da ragionare sulla ne-
attacca quasi esclusivamente alle Parliamo ora della giacca antiven- cessità di portare o meno il sacco
spalle (al mattino si cammina sem- to, alternativa tecnica, più leggera a pelo… sostituendolo magari con
pre da est a ovest) e bisogna quindi e pratica, alla tradizionale felpa. un ben più leggero e pratico len-
riparare la nuca per evitare insola- Quella mostrata nella foto a pa- zuolo a sacco. Infatti, sui letti di
zioni. Un “cappellaccio”, inoltre, gina 38 è tipicamente da ciclisti, tutti i rifugi si trovano sempre sia
può essere un riparo in caso di offre protezione dal vento e dalla il cuscino che una coperta di lana;
pioggia leggera o può essere bagna- pioggia leggera, ha l’interno felpa- il sacco a pelo diventa indispensa-
to per rinfrescare la testa quando il to, ma è assolutamente traspirante bile solo quando non si trova posto
sole picchia. e pesa meno di mezzo chilo. Capi e si è costretti a dormire per terra:
Altrettanto indispensabile è la analoghi si trovano anche tra le at- in una palestra, in una parrocchia
mantella impermeabile che, una trezzature da trekking di montagna. o sotto una tenda. Se, in questi
volta ripiegata, deve occupare poco In ogni caso, un capo pesante è, casi, però si è messo in preventivo
spazio e non pesare più di 400 g. comunque, obbligatorio anche in di utilizzare un hostal o un albergo,
Ne esistono di vari modelli, l’im- piena estate, per quando si passano allora, davvero, il sacco a pelo può
portante è che sia comoda, facile le montagne (magari con il brutto essere sostituito.
da indossare, di buon materiale e tempo), per certe sere ventose e per
che copra bene anche lo zaino. molte mattine, quando ci si avvia TANTE PICCOLE
Già, lo zaino! Scegliere non è facile all’alba, infreddoliti anche dall’aver COSE UTILI
nella vastissima gamma di modelli dormito poco e male. Passando ora agli accessori indi-
per ogni esigenza. Tenete presente Infine, un discorso a parte merita spensabili per il Cammino, pren-
solo alcuni parametri: la capienza il sacco a pelo. Come si sa, ne esi- diamo subito in considerazione
(40 litri sono sufficienti), la como- stono di tutti i tipi, per ogni esi- la piccola farmacia. Le medicine
dità (molte tasche, spallacci ampi, genza e anche di peso contenuto. base da portare sono: paracetamolo
29
(in pastiglie e bustine) se si è preso tintura di iodio; munitevi anche di curarsene qualcuna. Chi vuole farsi
troppo freddo o tanta pioggia; an- qualche garza e di almeno due ben- la barba deve aggiungere rasoio e
tinfiammatori (in pomata, pastiglie de (serviranno per i piedi). Natural- crema, così come le signore devono
e bustine) per combattere tendiniti mente ognuno può avere qualche aggiungere altri prodotti. Per tutti,
e dolori articolari; un antidolorifi- ulteriore esigenza o necessità per- invece, è indispensabile una buona
co (in bustine) per dolori acuti o sonale. C’è chi si porta integratori crema solare.
muscolari. Naturalmente è inutile e chi fasce elastiche, ma una cosa Ci sono, poi, una serie di piccoli
prendere le scatole, bastano poche devono ricordarsi tutti: i tappi per oggetti da non dimenticare: ago e
pastiglie o bustine: alla peggio, sul le orecchie… Non ci si può imma- filo (che possono avere anche un
Cammino, le farmacie si trovano ginare che cosa significhi cercare di uso “sanitario”); un paio di forbici-
con una certa facilità. Bisogna an- dormire in una stanza dove ci sono ne; delle spille da balia e delle mol-
che portare con sé vari tipi di ce- magari tre o quattro persone che lette (indispensabili per stendere il
rotti: quelli antinfiammatori sono russano pesantemente. bucato o appenderlo allo zaino);
utilissimi, perché rilasciano gra- Per l’igiene personale serve, in qualche metro di spago che, oltre a
dualmente il principio attivo senza fondo, davvero poco: dentifricio, servire per stendere, può sostituire
ungere come una pomata, però in spazzolino e una saponetta di sa- provvisoriamente un laccio o una
Spagna non si trovano. Poi i “mi- pone di Marsiglia (da tenere in cintura rotti e, infine, una ventina
tici” cerotti contro le vesciche, ri- apposita scatoletta o busta imper- di sacchetti di plastica (di quelli
cordando però che si attaccano alle meabile). Il sapone di Marsiglia della frutta nei supermercati) che
calze e le rovinano (meglio il vec- (oggi ne esistono anche varietà servono per riporre indumenti e
chio sistema dell’ago e del filo di profumate) ha il grande vantaggio materiali nello zaino, separandoli
cui parliamo a pagina 35). Infine, di poter essere usato sia per puli- e riparandoli dall’umidità. Poi, an-
molti cerotti normali, che possono re se stessi sotto la doccia sia per il che se in quasi tutti i rifugi si trova,
servire sia per qualche piccolo ta- bucato dei capi di vestiario. Sono non è male portarsi della carta igie-
glio sia a fermare una benda. Serve molto comode anche le bustine di nica, così come sono sempre utili
sicuramente un disinfettante, c’è shampoo, come quelle che si trova- dei fazzoletti di carta.
chi preferisce la penicillina e chi la no negli alberghi, se si riesce a pro- Completano l’elenco gli accessori
30
personali: il cellulare (con relati-
vo carica batteria) che fa anche da
macchina fotografica; un coltellino
svizzero (sempre utile per tagliare
il cibo o stappare una bottiglia);
una piccola torcia elettrica (spesso
indispensabile al mattino nel buio
del rifugio); eventuali occhiali scuri
(per chi soffre il sole) e l’orologio.
ACQUA, CIBO
E... BASTONE
Lo “zaino ideale” è ormai completo,
così come il nostro abbigliamento.
Prima di partire, però, ci sono da
prendere ancora delle decisioni.
Prima di tutto come portarsi die-
tro l’acqua. La tradizionale zucca
Un sentiero che sembra infinto e là,
appesa al bordone pare ormai defi- in fondo, un paese... un’oasi di ristoro
nitivamente improponibile e anche
la vecchia boraccia ha lasciato il mentre si cammina, la scelta dipen- essere richiusi e appesi allo zaino).
posto alle più pratiche bottiglie di de molto dal fisico e dalle abitudini Nessuno vuol mettere in discussio-
plastica. Bere lungo il cammino è personali. Meglio, naturalmente, ne l’effettiva comodità di questi at-
indispensabile, c’è persino che dice tenersi leggeri (anche in senso di trezzi che, in salita, consentono di
che bevendo molta acqua si evitino peso nello zaino) e pensare solo aumentare la spinta utilizzando an-
le tendiniti. La cosa migliore, co- a reintegrare le energie spese. Va che le braccia e scaricando quindi
munque, è quella di bere... quando benissimo quindi la frutta (mele, parte del peso dello zaino; mentre
si ha sete e ci sono giornate in cui pere, banane) che è anche dissetan- nelle discese ripide, aiutano a non
la sete può essere davvero tanta. Sul te; ma non è da escludersi l’appor- scivolare e a camminare più sicuri.
sentiero si trovano spesso delle fon- to di zucchero (energia di rapido Quello che, invece, è davvero fa-
tane e nessuno vi negherà mai un consumo) offerto da una barretta stidioso è il loro uso “compulsi-
po’ di acqua, anche entrando in un di cioccolato. Se si parla di fame vo”, inutile e fastidioso, quando
negozio o bussando alla porta di vera e propria, invece, il pane è la si percorrono, per esempio, tratti
una casa, l’importante quindi è ca- soluzione migliore e, siccome non di strada asfaltata o pianeggiante.
pire come e quanta portarne con sé. siamo più abituati a mangiarlo da In questi casi il ticchettio nevroti-
A meno di altre necessità, due bot- solo, occorrerà farcirlo con pro- co di decine di bastoncini che per-
tigliette da mezzo litro dovrebbero sciutto o formaggio (non partico- cuotono ritmicamente il terreno,
essere più che sufficienti durante la larmente utili alla dieta). rischia di diventare una colonna
marcia. Una la si può tenere nella Infine due parole sul bastone. Il sonora fastidiosa e stressante anche
tasca dei pantaloni, pronta a esse- “bordone” è uno dei simboli del più del rombare dei camion o dei
re sorseggiata anche camminando; Cammino: serviva a sorreggere e clacson delle auto.
l’altra dentro lo zaino come “ri- cadenzare il passo lento e affaticato Come al solito, è una questione di
cambio”. La bottiglietta di plastica, dell’antico pellegrino, ma anche a rispetto, sensibilità ed educazione.
oltre a essere pratica, è anche utile tener lontani i feroci cani da guar- Il bastone è un ausilio per cammi-
per assumere delle medicine o degli dia o da pastore o, addirittura, i nare quando si è in difficoltà, non
integratori in bustina, sciolti nelle lupi, in montagna. Con il tempo il uno strumento tecnologico per
ultime due dita d’acqua. Ogni tan- bordone è stato sostituito da un più performance podistiche.
to poi, si può comprare dello zumo corto bastone e, oggi, da racchette Quando non ce n’è assoluto biso-
de naranja (del succo d’arancia) e o bastoncini da trekking telescopici gno, questi rumorosi bastoncini
riempirne la seconda bottiglia, per (si accorciano richiudendosi in 3 o andrebbero riposti, per godersi (e
offrirsi un po’ di vitamine e di gu- 4 inserimenti), leggerissimi (pesa- far godere agli altri) il ritmo antico
sto in più. no poco più di mezzo chilo la cop- dei propri passi e il silenzio magico
Quanto al cibo da consumare pia) e sicuramente pratici (possono della natura.
31
TASCA SUPERIORE (Farmacia)
Paracetamolo – in pastiglie e bustine
TASCA SINISTRA (Toilette e varie) Antinfiammatorio – in pomata, pastiglie e bustine
Dentifricio e spazzolino Antidolorifico – in bustine
Sapone di Marsiglia Penicillina
Crema solare Disinfettante
Ago e filo Eventuali medicine personali
forbicine Occhiali scuri*
4 spille da balia g 350
4 mollette da bucato
10 m. di spago
Fazzoletti di carta
g 500
TASCA ANTERIORE
Cerotti antinfiammatori
Cerotti contro le vesciche
Cerotti normali
2 bende
Garze
Tappi per le orecchie
Taccuino e penna
g 400
TASCA SU CINTURA
Cellulare
Coltellino
Torcia*
g 300
TASCA INTERNA
Copia dei documenti*
Soldi di riserva*
Sasso*
g 200
SACCO A PELO
g 1300
TUTTO QUELLO CHE C’È DA PORTARE dovrà essere ben diversa e più pesante). Evidentemente le magliette,
le calze e la biancheria vanno lavate praticamente ogni giorno ma,
come già detto, ogni rifugio è attrezzato per questa necessità.
Visto così forse sembra poco, eppure tutto quello che si vede è Serve altro? Gli uomini che intendono rimanere rasati devono
stato più che sufficiente per affrontare il Cammino e va bene in un aggiungere dei rasoi usa e getta e la crema da barba (circa 200 g)
periodo compreso tra aprile e settembre (in inverno l’attrezzatura mentre le donne, naturalmente, hanno altre esigenze.
32
TASCA DESTRA
INTERNO ZAINO
Mantella impermeabile e
sacchetti di plastica Scarpe da ginnastica - g 750
Libro* - g 100
g 450 Carta igienica e carica cellulare* - g 200
Ricambio serale: tuta e maglietta - g 900
2 paia di calzettoni - 2 paia di slip
2 fazzoletti - 1 canottiera trekking - g 300
Asciugamano a nido d’ape - g 250
Sandali di plastica - g 400
Acqua - g 500
INDOSSO
Giacca antivento felpata - g 450
Maglietta maniche lunghe - g 150
Maglietta maniche corte - g 120
Pantalone, cintura, fazzoletto - g 480
Slip e calzettoni - g150
Cappello - g 100
Acqua - g 500
Portadocumenti
(documenti, carte,
soldi, Credencial) - g 150
Scarponi - g 1300
BASTONCINI
g 600
ZAINO VUOTO
g 1500
Attenzione, comunque, che, con tutto quello che vedete qui sopra, poter affrontare 30 giorni di marcia. Infine, come è ovvio, ognuno
si raggiunge già un peso di 9 chili nello zaino, che salgono facilmente può avere scelte diverse per quanto riguarda i modelli e le marche,
a 10 quando vi si ripongono la giacca antivento, la maglietta a rispetto all’attrezzatura qui presentata e mostrata come esempio solo
maniche lunghe e si mette magari un po’ di frutta o un panino da perché effettivamente utilizzata dall’autore dei testi.
mangiare sulla strada. Come più volte ripetuto, 10 chili sulle spalle Ciò che vale per tutti, invece, è lo schema generale del materiale da
sono da considerarsi un limite, non vincolante certo, ma serio, per portarsi con relativi pesi indicativi.
33
ULTIMI PREPARATIVI
E POI... IN CAMMINO
Prima di partire bisogna ancora scegliere il periodo
in cui intraprendere il pellegrinaggio, studiare
come arrivare al punto di inizio prescelto e, magari, farsi
un’idea di come tornare indietro. Poi, finalmente,
in marcia, senza dimenticare qualche buona norma…
O
ra che tutta l’attrezzatura
è pronta rimangono solo
da decidere alcuni “detta-
gli” del viaggio, non certo insignifi-
canti, quali: la scelta del periodo in
cui partire, con che mezzo recarsi
all’inizio del Cammino ma, anche,
come fare, poi, a tornare da San-
tiago quando il pellegrinaggio sarà
concluso. Scegliere il periodo giu-
sto per la partenza è un problema
serio, legato necessariamente agli
impegni personali, di lavoro o di
studio. Chiaramente non è facile
“staccare” per almeno cinque setti-
mane, a meno di avere ferie arre-
trate o di essere ancora studente o
già pensionato. Proprio per questo,
come si evince dalle statistiche di
pagina 23, la maggior parte dei
pellegrini sceglie di partire tra lu-
glio e agosto (N.B. i dati si riferi-
scono all’arrivo a Santiago, quindi
circa un mese dopo la partenza).
SCEGLIERE
ASCOLTANDO IL CUORE
Ciò che però non è a tutti chiaro e
che rende, quindi, difficile una scel-
ta “razionale”, è il fatto che il pel-
legrinaggio non è una vacanza, un
modo per trascorrere le ferie, ma-
gari a basso costo, ma è un “Voto”
La celebre statua del pellegrino - una promessa - che si pronuncia o
sull’Alto de San Roque, dopo O Cebreiro si scioglie. È la risposta a una chia-
34
mata, a un desiderio dell’anima, a magnifiche Cattedrali. propria precisa, profonda e sincera
una necessità interiore di silenzio e Se si decide di partire, quindi, se volontà di partire.
di fede che comporta “l’obbligo” di davvero leggendo queste pagine,
staccarsi dalla materialità, dai biso- quelle di un’altra guida, le centina- ...OPPURE FARE
gni e anche dagli affetti quotidiani. ia di storie presenti sul web, oppu- QUALCHE COMPROMESSO
Un tempo, i cristiani che partiva- re ascoltando qualche racconto di Certo questa difficile scelta di stac-
no per Santiago, per Roma o per viaggio, si sarà “accesa una luce” e carsi da tutto e da tutti per oltre un
Gerusalemme dai più sperduti luo- si sarà profondamente convinti di mese non sarà compresa facilmen-
ghi d’Europa, facevano una scelta voler intraprendere un viaggio fuo- te; ed ecco allora piovere critiche,
di vita, uscendo a piedi dalla soglia ri dal tempo e dall’attuale contesto ricatti morali o materiali, persino
di casa, dopo avere vestito gli abiti storico... allora si dovrà anche ritro- prese in giro... Così, alla fine, per
del pellegrino, essersi confessati e vare almeno un po’ di quella Fede, non scontentare qualcuno, per non
comunicati; dopo aver ricevuto la di quel coraggio, di quella volontà rischiare il posto, per non far pre-
benedizione e fatto testamento... antica. Almeno per una volta, chi occupare i propri cari, per non es-
perché sapevano che ci sarebbe vuol partire deve, quindi, ascoltare sere additato al pubblico ludibrio,
voluto un anno, magari due, pri- solo il cuore e cercare le motivazio- si sarà tentati di prendere la scusa di
ma di tornare - a Dio piacendo - a ni nel profondo dell’anima e non dire che si va a fare una gita turisti-
casa. Quindi, percorrevano a piedi nella razionalità. ca, un trekking sportivo, una vacan-
migliaia di chilometri affrontando Deve avere il coraggio di “rompe- za “ecologica”... qualsiasi cosa pur
disagi e pericoli (fame, freddo, ma- re”, di staccare davvero, di lasciarsi di non pronunciare la parola tabù:
lattie, guerre, banditi) che per noi, dietro: lavoro, impegni, proble- “pellegrinaggio”. Per lo stesso moti-
oggi, sono del tutto sconosciuti. mi... ma anche certezze, comodità vo si “taglierà” il viaggio, decidendo
Partivano quasi senza soldi, affi- e affetti. In fondo, rispetto al pelle- di dedicare al Cammino il minimo
dandosi solo alla Carità e alla Prov- grino di un tempo, quello richiesto del tempo a disposizione, quello
videnza. oggi è un ben piccolo sacrifico, ma che gli obblighi ci impongono: le
Poveri, sì, ma con una grande Fede “sacrificio” (sacrum facere) significa vacanze estive, insomma.
dentro il cuore; e con questa loro fare qualche cosa di sacro, qualche La grande storia del Cammino ac-
semplice, grande Fede, arricchita cosa che rende veri e liberi, che cetta anche questo - tanto che la
di tenacia e volontà, hanno costru- rende vivi. Ecco allora che, alla Compostela viene rilasciata anche
ito il Cammino e, sul Cammino, fine, una scelta “cosciente” (cioè a chi ha percorso solamente 100
hanno contribuito a edificare chie- secondo coscienza) non deve tener chilometri a piedi (in fondo solo 4
se, ponti, città, fortezze, hospital e conto di niente altro, se non della o 5 giorni) - così come accetta chi
35
Più avanti...
più in alto
Il più antico dei saluti che i
pellegrini si scambiano lungo
il cammino (oggi, purtroppo,
in disuso) è il tradizionale
«Ultreja», cui si risponde
«Suseja». L’espressione,
antichissima, nasce dalla
fusione del saluto romano eja
con l’avverbio ultra, come dire:
«vai oltre, vai avanti, animo».
A questo saluto, che in origine
si scambiavano i pellegrini in
marcia verso Santiago e quelli
che tornavano verso casa, si
rispondeva con l’unione di
eja e super: «Suseja», ovvero
«vai più in alto». Come tutte
le cose di quel tempo, anche
questo saluto aveva (e ha)
un suo profondo significato
spirituale. Al pellegrino ancora
in marcia ad limina Sancti
Jacobi, cioé verso la tomba
dell’apostolo Giacomo, si dava
coraggio spingendolo a farsi
forza per andare avanti; a chi
invece stava tornando, avendo
ormai ricevuto le indulgenze,
si augurava di raggiungere una Il volto buono e benedicente di San Giacomo in versione
meta più alta, non più terrena. pellegrino, con il cappello ornato dalla conchiglia
si mette in marcia pur non essendo in coscienza, negare che l’incontro certi - in cuor loro, ringraziano per
cristiano, chi è vittima dei moderni quotidiano con il bello e il sacro, quanti doni hanno ricevuto.
sincretismi spirituali o in preda a nell’arte e nella natura, e lo stupo- Poiché, però, alla fine, una scelta
raptus esoterici oppure si è esaltato re per la riscoperta della dimen- va fatta, torniamo a parlare di cose
per un banale film americano. Ac- sione del silenzio, della solitudine, pratiche. È difficile dire quale sia
cetta anche chi compie il Cammino dell’abbandono nelle mani di qual- il periodo migliore per partire. Di
“a tappe”: un tratto nelle vacanze di che Cosa che è più grande (e mi- certo i peggiori, come detto, sono
quest’anno, un tratto l’anno pros- gliore) di noi... non porti, alla fine, luglio e agosto (quando l’affolla-
simo... concludendo il percorso a una sorta di “miracolo” personale. mento è pazzesco e, soprattutto, vi
magari in quattro o cinque anni. Per cui, giunti al termine di questa sono davvero tanti finti pellegrini,
Accetta tutti: nella consapevolez- esperienza, tutti, proprio tutti, an- magari comitive di studenti che vo-
za profonda che, strada facendo, che gli atei e gli agnostici, i luterani gliono solo fare una vacanza spen-
“qualche cosa”, comunque, avverrà. e i buddisti, gli ecologisti e gli spor- dendo poco). Si evita anche il cuore
Nessuno ha mai concluso il Cam- tivi, si mettono in coda, nella Cat- dell’inverno, quando molti rifugi
mino spiritualmente più povero tedrale di Santiago, per abbracciare sono chiusi e le condizioni dei sen-
di quando è partito. Nessuno può, la statua dell’apostolo e - ne siamo tieri difficili. Per comune tradizio-
36
ne, maggio è considerato il mese
migliore, per l’equilibrio del clima, Un libro e un taccuino
la bellezza dei campi di grano an-
cora verdi e la lunghezza delle gior- È vero che non si ripeterà mai
nate. Tuttavia, proprio perché tutti abbastanza di ridurre al minino
le cose da portare nello zaino
lo dicono, anche maggio e giugno
per poter viaggiare quanto più
stanno diventando mesi super af-
leggeri è possibile, tuttavia
follati. Per cui, ci risiamo: alla fine è
portare con sé il libro preferito
giusto fissare la data di partenza in
è un consiglio davvero utile.
base a qualcosa che abbia un senso
Ognuno ha il suo: può essere
per noi o un valore simbolico, ri- un romanzo o un racconto del
tuale (il giorno del proprio comple- Cammino, una guida artistica
anno, un anniversario importante, o religiosa, un libro di poesie
la ricorrenza di un Santo protetto- o di fantasy. Quando, nel
re) e, per tutto il resto, affidarsi alla tardo pomeriggio, dopo aver
Provvidenza e... alla grande storia tutto lavato e sistemato, vi
del Cammino. concederete finalmente un po’
di riposo in branda prima di
COME ARRIVARE cena, anche la mente avrà bisogno di riposarsi e nutrirsi.
E COME RITORNARE Altra cosa importante è il taccuino su cui segnare le tappe, i
Iniziare l’avventura a Saint Jean chilometri percorsi, le esperienze provate, i ricordi, gli indirizzi delle
Pied de Port comporta la neces- persone che s’incontrano. Quasi tutti abbiamo perso l’abitudine
sità di raggiungere questo paesi- di tenere un diario, spesso addirittura di scrivere a mano, eppure
no pirenaico francese e ciò non è rileggerlo al ritorno sarà un’esperienza commovente.
esattamente facile. La prima scelta Inoltre, siccome sul Cammino si perde la dimensione del quotidiano,
possibile, la più logica, è quella del tenere segnati i giorni della settimana aiuta, per esempio, a
treno. Da qualsiasi parte d’Italia ricordarsi quando è domenica e, quindi, oltre al precetto della
si parta, bisogna fare in modo di Messa, bisogna tener presente che... i negozi sono chiusi.
37
Come far asciugare arrivare in Francia, a Nizza (sulla
tratta dopo Ventimiglia). Da Nizza
scarpe e calze bisogna, poi, prendere il treno per
Hendaye (al confine spagnolo con
Questo “trucco” ce lo Irún, sulla costa atlantica); si scende
ha insegnato Maribel, a Bayonne e qui si prende un tre-
storica hospitalera di no locale per Saint Jean. In tutto ci
Cizur Menor (poco dopo vogliono più di 30 ore per arrivare,
Pamplona) ed è molto per cui bisogna consultare bene gli
semplice: per asciugare orari per imbroccare le coinciden-
sia scarponi che calze
ze, oppure decidere di fare tappa a
bisogna riempirli di
carta da giornale. Nizza o a Bayonne, a seconda della
Così, nei giorni di distanza già percorsa in Italia. L’im-
pioggia, Maribel portante, comunque, è arrivare a
prepara tutto il Saint Jean almeno a metà pomerig-
necessario per aiutare i gio per potersi registrare all’Ufficio
poveri pellegrini bagnati degli Amici del Cammino e trova-
fradici che, appena Il rifugio di Cizur Menor re posto in rifugio. Una possibilità
arrivati al rifugio, alternativa è quella di prendere un
trovano ad attenderli
treno per Lourdes (c’è anche un
cumuli di vecchi quotidiani. Per gli scarponi basta infilare la carta,
premerla bene, tenerli rivolti all’ingiù (in modo che non ristagni
volo diretto da Bergamo); da qui
acqua tra suola e suoletta interna) e, magari, cambiare la carta si riprende il treno per Bayonne e
prima di andare a dormire. Per le calze si fanno dei rotoli spessi quindi quello per Saint Jean.
con dei fogli di giornale e vi si infilano sopra i calzettoni... nel Per chi volesse intraprendere il
giro di poche ore saranno quasi asciutti, soprattutto se li si lascia Cammino più avanti, per esempio
in un luogo aerato e caldo. da Pamplona o Logroño, la soluzio-
CONDIZIONE
NORMALE DI MARCIA
Nello zaino ha trovato
posto la giacca, mentre la
maglietta a maniche lunghe
è nella reticella sopra lo
zaino perché prenda aria.
Nella tasca dei pantaloni si
intravede il portadocumenti,
ben legato alla cintura;
all’interno: fazzoletto e
cartina. Nell’altra tasca c’è,
invece una bottiglietta da
mezzo litro d’acqua, sempre
a portata di mano (l’altra è
nello zaino). In caso di gran
caldo la parte inferiore dei
pantaloni può essere tolta.
Il bastone non è sempre
necessario per camminare;
in particolare i bastoncini
telescopici da trekking
(come quello impugnato
nella foto), quando non ce
n’è bisogno, possono essere
legati allo zaino.
38
ne migliore è quella di raggiungere qui, esiste un comodo parcheggio. Madrid e da lì per l’Italia. L’alter-
Saragozza via Barcellona (ci sono Pensare al ritorno prima ancora di nativa sono i pullman: c’è una linea
anche voli diretti). Da Saragozza partire, forse, non è la cosa miglio- diretta notturna per Irún e da qui
si trovano, poi, vari pullman per le re; sicuramente è sconsigliato pre- per Hendaye, in Francia, dove si ri-
città del Cammino più a nord. notare un volo o un treno, perché prende il treno dell’andata per Niz-
Naturalmente non è da scartare è giusto vivere il Cammino giorno za. Con la stessa linea di pullman si
l’ipotesi di andare in auto, soprat- per giorno, fermandosi o riparten- può, invece, scendere a Vitoria e, da
tutto se si è in più di due (sui siti do in base alle suggestioni che ci qui, cambiare velocemente per arri-
ci sono spesso appelli a condividere può offrire un luogo o ai problemi vare a Pamplona. Un altro pullman
il viaggio). In questo caso dall’Italia che ci può riservare il fisico o il cli- (non si effettua di domenica) porta
è tutta una comoda autostrada fino ma, quindi senza l’affanno di “do- a Roncisvalle... se è qui che abbia-
all’uscita di Bellocq, dopo Tolosa e ver arrivare” per forza in un certo mo lasciato la macchina. Infine,
Pau; da qui rimangono una sessan- giorno. altre linee di pullman o ferroviarie
tina di chilometri di statale per rag- Giunti a Santiago, poi, come detto, collegano Santiago praticamente
giungere Saint Jean Pied de Port. molti pellegrini amano proseguire con tutte le maggiori città spagno-
In tutto sono circa mille chilometri per raggiungere (in altri tre giorni le. Comunque, ogni informazione
dal confine italiano che si possono di marcia) Finisterre. Altri preferi- e gli orari dei pullman si trovano
percorrere anche in meno di 12 ore. scono rimanere nella “città di pie- facilmente all’ufficio del Turismo
Giunti alle porte della cittadina pi- tra” qualche giorno, sia per riposarsi di Santiago che è in rua do Vilar,
renaica francese si trova un grande sia per godersi la bellezza del luogo. dietro la Cattedrale.
parcheggio. Attenzione però, per- Comunque, quando, in un modo o
ché non esistono collegamenti tra nell’altro, si deve far ritorno a casa BISOGNA ANCHE
Saint Jean e Roncisvalle, per cui, le soluzioni sono due. La più rapida FARE I CONTI
se si vuole riprendere la macchina è l’aereo: dall’aeroporto Lavacol- Come già accennato, il costo
al ritorno, sarebbe meglio lasciarla la di Santiago c’è un volo diretto di questo lungo viaggio non
all’abbazia spagnola dove, anche per Roma, altrimenti vari voli per è elevato. Fissarsi un tetto di
ASSETTO DA PIOGGIA
Si tratta di una immagine un po’ triste e persino
inquietante... ma è così che si va in giro quando piove.
Anzi, la cosa migliore sarebbe quella di aver legato
entrambi i bastoncini allo zaino per tenere anche le
mani sotto la mantella, lasciando così scorrere l’acqua
fino a terra. Queste mantelle, in genere, sono studiate
in modo da coprire in maniera omogenea sia la persona
che lo zaino, anche se voluminoso. Le uniche cose che
rimangono scoperte sono la parte inferiore delle gambe
e i piedi (oltre, naturalmente, al volto).
39
malesseri fisici, anche per chi pensa
di essere super allenato. Inutile esa-
gerare in prevenzione, né caricarsi
di medicine (comunque è facile
trovare delle farmacie), né preoc-
cuparsi in maniera esagerata. Basta
avere rispetto di se stessi, non stra-
fare, prendersi cura dei sintomi...
ma, soprattutto, non lasciarsi con-
dizionare, non fermarsi al primo
malessere, stringere un po’ i denti,
avere fede nella forza misteriosa che
infonde il Cammino. Molto spes-
so, poi, i dolori (a un ginocchio o a
un muscolo) passano da soli dopo
Piramidi di sassi realizzate dai pellegrini lungo il Cammino: a volte servono a
pochi giorni... magari per lasciare
indicare la via, altre volte sono semplicemente una testimonianza di condivisione spazio ad altri, ma l’importante è
non scoraggiarsi, non mollare mai;
spesa quotidiano di 30/35 euro torna dal Cammino di Santiago si piuttosto rallentare ma non fermar-
è assolutamente credibile: tra 8 rimane segnati per tutta la vita. si, fare qualche tappa breve ma non
e 12 per dormire in un rifugio, arrendersi, non cercare mai “scor-
tra 10 e 12 per mangiare la sera FINALMENTE IN MARCIA ciatoie” (come quella di cedere alla
con il menù del dia; altri 8, 10 Ecco dunque arrivato il momento tentazione di prendere un taxi o un
per comprarsi qualche cosa da di partire. Da qui in poi diventano pullman). Ciò che conta, infatti,
mangiare e fare colazione al utili le informazioni contenute da non è arrivare a tutti i costi, l’im-
mattino. Naturalmente ci sono dei pagina 44 in poi, che descrivono, portante è dimostrare a se stessi di
costi extra che possono capitare: passo a passo, tutto l’itinerario da sapersi sacrificare per un obiettivo
una sera che non si trova posto in percorrere; ma su un paio di cose è totalmente immateriale: conseguire
rifugio (o si vuole dormire in una giusto ancora soffermarci. la Compostela non offre benefici
stanza tranquilla...) e si sceglie un Qualunque sia stata la decisione per economici od onorifici, il premio
hostal; oppure qualche spesa extra la data d’inizio del viaggio è bene del Cammino è l’emozione di com-
di farmacia, qualche cartolina, che l’attrezzatura sia scelta, curata e prendere e superare i propri limiti,
un paio di regali. Comunque, gestita con attenzione. di scoprirsi più forti, più tenaci, più
ipotizzando di compiere il tragitto Le regioni che si attraversano, infat- fiduciosi, più coraggiosi, più sensi-
nei 32 giorni indicati nelle ti, non offrono grandi garanzie cli- bili, più veri di quanto si fosse pri-
pagine successive, si può stare in matiche. Può capitare, per esempio, ma di partire.
una spesa che varia tra i 900 e i che sui Pirenei nevichi anche a mag-
1.200 euro, cui vanno aggiunti gio; le mesetas sono torride al limite QUALCHE BUONA NORMA
i costi di viaggio: circa 150 euro della sopportazione quando batte Nessuna guida al mondo, e ben po-
per arrivare (in treno o in 3 in il sole, ma possono anche assomi- chi racconti di viaggio, riusciranno
macchina) almeno 200 per tornare gliare alla Siberia se fa freddo e tira a descrivere i piccoli, grandi mira-
(escludendo l’aereo). vento; la Galizia alterna, notoria- coli che il Cammino ha in serbo
In ogni caso, molto meno di qual- mente, il sole con la pioggia anche esclusivamente per ciascun pelle-
siasi altra lunga “vacanza”, proprio nell’ambito della stessa giornata. grino. Magari un piccolo gesto di
perché - come non ci si stancherà È buona norma, quindi, prepararsi generosità che capita proprio nel
mai di sottolineare - questa non è per ogni evenienza e vestirsi a stra- momento in cui si ha bisogno; il
una vacanza e il vero “costo” è un ti (“a cipolla”) in modo da potersi consiglio di uno sconosciuto, il pas-
altro: la fatica, il sacrificio, la sop- svestire o rivestire a seconda delle so sicuro di un viandante da seguire
portazione. Con la differenza che, mutate condizioni climatiche. quando si è stanchi, una vecchietta
quando si torna da una qualsiasi va- Se qualche giorno di maltempo e che offre da mangiare, un sorriso
canza, per bella che sia stata, dopo qualcuno di caldo asfissiante, in più inaspettato... Momenti, volti, im-
quindici giorni rimane solo un ri- di un mese di viaggio, sono inevi- magini che passano in un secondo
cordo sfocato, mentre quando si tabili; altrettanto inevitabili sono i restando indimenticabili, perché
40
offrono conforto, regalano serenità
e testimoniano che, sul Cammino,
non si è mai soli... Proprio perché
non si è mai soli, però, è bene anche
che si precisino alcune norme di
comportamento che dovrebbero es-
sere di semplice buon senso e buo-
na educazione, ma che un paio di
secoli di assuefazione all’egoismo,
al narcisismo e alla furbizia mate-
rialista fanno spesso dimenticare.
La regola principale è il rispetto
per gli altri. Sorridere e salutare
con gentilezza anche se si è stan-
chi. Non disturbare chi vuole stare
in silenzio, ma rispondere corte-
semente a chi vuol chiacchierare.
Attendere con pazienza il proprio
turno quando si fa la coda per en-
trare in un rifugio o per la doccia. Lunga fila di pellegrini in marcia
Non occupare più spazio di quello percorrono il Cammino, magari Purtroppo non c’è una regola che
che ci è assegnato, in genere sem- con auto al seguito per trasportare vieti loro l’ingresso nei rifugi, né
pre scarsissimo. Lasciare le docce e i gli zaini. L’amico in auto arriva pre- un’autorità che possa decidere chi
servizi puliti (ci sono spazzoloni per sto in un rifugio, mostra e timbra ha la precedenza nell’assegnazio-
asciugare o pulire). Se si usa la cuci- le Credencial di tutti e scarica gli ne dei letti. Quello che ci vorreb-
na non solo lavare e riporre le stovi- zaini occupando così buona parte be, come detto prima, è maggiore
glie ma, se capita, condividere con dei posti letto. Poi arriva la comiti- educazione e rispetto. Le comitive
altri ciò che si ha. Soprattutto non va fresca, riposata e ridanciana che, di ragazzi possono organizzarsi per
disturbare. Se non si vuole andare a magari, la sera, dopo cena, ha anche dormire in tenda, quelle parroc-
dormire presto o se ci si vuole alzare voglia di suonare la chitarra, canta- chiali in istituti religiosi, chi ha
molto prima dell’alba, bisogna pre- re e bere in allegria. Peccato che ci i mezzi per viaggiare con auto al
parare le proprie cose in anticipo, siano pellegrini autentici (magari seguito può anche dormire in ho-
non accendere la luce e muoversi il anche anziani) che si sono fatti dav- stal... rendendo così un servizio sia
più possibile in silenzio... vero 30 o più chilometri con lo zai- alla sacralità del Cammino, sia a chi
Un capitolo a parte merita la ma- no sulle spalle e le vesciche ai piedi intende ricercarla e rispettarla.
leducazione di gruppo, lo spirito e rischiano di non trovare posto o, A questo punto non rimane che
vacanziero e “goliardico” di certe comunque, di non riuscire a ripo- augurare “Buen Camino”.
comitive (non solo di giovani) che sare per colpa di questi finti romiti. Anzi: Ultreja!
41
LE TAPPE
DEL CAMMINO
Vi proponiamo le schede di 32 tappe per raggiungere
Santiago, ma ognuno ha il suo passo e le sue preferenze,
quindi cambiare meta o percorso è sempre possibile.
N
elle pagine seguenti viene
proposta una delle tante
ipotesi diverse di suddivi-
sione dei circa 800 chilometri che
dividono Saint Jean Pied de Port da
Santiago de Compostela. Persino sui
chilometri totali da percorrere non
c’è una precisione assoluta... perché
dipendono da che strada si segue.
Leggendo, infatti, si scoprirà che
esistono diverse alternative lungo il
Cammino. Ciò ha un fondamen-
to storico, perché i pellegrini non
seguivano sempre un’unica strada;
ma anche una ragione pratica, poi-
ché buona parte dell’antico percor-
so è stata, negli anni, ricoperta dal
manto di asfalto di strade nazionali
o locali e l’attuale sentiero è stato in
buona parte “ricostruito” in anni
più recenti, a volte fiancheggiando
la carreggiata, a volte offrendo alter-
native più agresti.
42
Come sempre, quindi, sovrana sarà
la scelta che ognuno, quotidiana- Insidie digitali
mente, farà a seconda anche del-
La modernità ha ormai contaminato anche un rito semplice, antico e bello come
le condizioni climatiche, fisiche o
camminare in silenzio fuori dal traffico urbano.
mentali del momento. Inoltre, lun- Pochissimi tra noi, ormai, riescono a fare a meno del cellulare, di internet,
go il Cammino ci sono oltre 300 delle mille messaggerie, delle foto e dei selfie. Tutto ciò però è davvero triste
rifugi (l'elenco completo lo trovate e spesso fastidioso. A volte è davvero imbarazzante vedere “pellegrini” che
da pagina 94), situati quasi in tutti i cammino con l’asta da selfie in mano e sorridono ebeti; altri con la go-pro in
paesi e le città, per cui la possibilità testa collegata in diretta sul web; altri ancora (quasi tutti) che scrivono, inviano,
di variare le soste non manca. ricevano, “chattano”, conversano... mentre camminano. Ci mancava solo il
Gps. È vero che, ormai, non sappiamo più neppure girare dietro casa senza il
PASSO A PASSO navigatore, figuriamoci “avventurarsi” per sentieri sconosciuti. Inutile ricordare
che, sul Cammino di Santiago, perdersi è impossibile. C’è talmente tanta gente
Per ogni singola tappa abbiamo re-
e talmente tante indicazioni che non ci riuscireste neanche volendolo. Se poi,
alizzato una cartina del percorso e per caso, uscite volontariamente dal sentiero e non sapete come ritrovarlo...
una dell’altimetria, entrambe mol- Beh, siamo in Spagna, non nel cuore del Sahara: qualcuno a cui chiedere c’è
to utili perché indicano: incroci, sempre. Nonostante queste considerazioni, ormai anche il Gps sembra diventato
deviazioni, distanze tra singoli paesi indispensabile, con il paradosso di vedere persone che guardano la mappa
e presenza o meno di rifugi. Prima virtuale sul cellulare, quando hanno di fronte un cartello o una feccia. Comunque,
di partire è sempre bene valutare sul web è ormai facile trovare le mappe da scaricare sul proprio smarthone.
con attenzione, oltre alle distanze, Molto più difficile è capire che se ne dovrebbe fare a meno.
le difficoltà cui si va incontro, che
sono tutte, sempre spiegate nel te- Qualche notizia in più, qualche cu- nata come meglio preferite.
sto introduttivo. riosità, aneddoti e semplici consigli Infine, fra tutti i consigli che già
Per ogni tappa, poi, abbiamo cer- completano, comunque, per quan- avete letto, prevalga un concetto:
cato di offrire un panorama, neces- to possibile, il panorama di infor- quello della “leggerezza”. Leggero
sariamente sintetico, delle molte mazioni che servano per affrontare sia il vostro passo: senza forzare,
meraviglie, sia artistiche sia paesag- ogni tappa. senza arrancare di forza, senza però
gistiche, che s’incontrano strada fa- fermarsi o arrendersi al primo fasti-
cendo. Inutile, quindi, appesantirsi STRUMENTI DI VIAGGIO dio o dolore. Leggero sia il vostro
con libri o guide turistiche, anche Le pagine seguenti possono anche animo: disponibile al dialogo anche
in questo caso è meglio lasciar- essere fotocopiate prima di parti- se reso difficile dagli ostacoli lingui-
si guidare dagli occhi e dal cuore. re, tenendo poi in tasca solo quella stici, aperto al sorriso anche quando
Nelle città principali esistono, sem- che interessa e lasciando le altre al sarete stanchi o nervosi. Leggero
mai, uffici del turismo... ma stiamo riparo nello zaino. Niente guide sia il vostro cuore: colmo di gioia
parlando pur sempre di un pel- o libri scomodi e pesanti, quindi. per tutte le infinite meraviglie che
legrinaggio e non di una gita, per Con questi pochi grammi di carta osserverete e per quella ritrovata di-
cui il miglior compagno di viaggio avete a disposizione tutto quello mensione spirituale che è fatta an-
deve essere lo stupore per l’incon- che serve per programmare il cam- che di lunghi dialoghi con se stessi,
tro, a volte inatteso, sorprendente e mino, per sapere dove vi trovate e nel silenzio della natura e nella soli-
commovente con quanto di bello il quanto manca al paese successivo tudine del cammino. Infine, leggero
Cammino sa offrire. riuscendo così a cadenzare la gior- sia anche... il vostro zaino!
43
01 Saint Jean Pied de Port / Roncisvalle - Km 26
ESPAÑA FRANCIA Strada principale Percorso
Strada alternativa Sicuramente è una tappa impegnativa, con
Frontiera un forte dislivello: scegliendo la via della
Inizio/fine tappa montagna si parte dai 200 m di altitudine
Ronchevalles di Saint Jean, per salire fino a 1400, ma ne
vale assolutamente la pena.
Valcaros La salita, comunque, non è mai ripida e il
fuente sentiero è sempre ben tracciato e comodo.
Arneguy L’unico rischio sono le condizioni climatiche
avverse. Se piove o c’è nebbia meglio
ruinas scegliere, quindi, la via di fondovalle, più
Sain Jean
brutta ma più facile, che costeggia la strada
Untto Pied de Port e consente di trovare ristoro o, addirittura, di
fermarsi a Valcarlos.
I
telefonate e stress vari.
l Camino Francés incomincia, come noto,
a Saint Jean Pied de Port, antico borgo di UN TUFFO NELLA STORIA
grande suggestione, dominato dagli spalti Non si può, inoltre, ignorare la storia millenaria In più
della Cittadella. Qui ci si immerge per la prima di questo tratto di rotta jacopea, che accompa-
A
volta nel clima del pellegrinaggio. In rue de la gna il pellegrino dando un senso nobile ai suoi Roncisvalle c’è qualche cosa da
Citadelle tutto è dedicato a chi parte; nei locali passi pesanti. È bello pensare che su questi sen- imparare subito e – possibilmen-
dell’Associazione Amici del Cammino si richie- tieri sudarono e soffrirono anche santi, cavalieri, te – da non scordare mai per tutto il
de (se non la si è già ricevuta) e si timbra per la monaci e imperatori, oltre che milioni di umili Cammino. Si è pellegrini su un sentie-
prima volta la Credencial; si riceve un elenco di viandanti. Oppure immaginare che le aquile, ro di Fede, storia e cultura cristiana,
ospitalità e una cartina con le altimetrie. Soprat- che volano alte ma, a volte, planano fino a pochi non semplici turisti. Così, la splendi-
tutto si scambiano le prime occhiate e i primi metri dal sentiero, siano le anime dei paladini di da chiesa gotica con la statua in oro
saluti con le altre decine di pellegrini. Quindi si Rolando che qui vicino si sacrificarono, combat- e diamanti della Vergine di Ronci-
viene smistati nei rifugi, primo fra tutti quello tendo da eroi, per proteggere l’armata di Car- svalle, non è solo un monumento da
municipale, che si trova pochi metri più avanti. lo Magno da un’imboscata di mori spalleggiati fotografare, ma un luogo d’incontro e
L’impatto con gli stanzoni affollati di letti a ca- da traditori baschi. Reminiscenze di scuola: la di preghiera. Non si può, quindi, per-
stello, le code per andare ai servizi, la carenza di Chanson de geste, l’Olifante, l’epica del sacrificio dere la Messa del pellegrino, alle 20.
spazi e il rincorrersi di conversazioni in decine di per Fede e Onore, che ora si fanno realtà renden- È un momento di grande intensità e
lingue, può essere scioccante. Sempre sulla stessa do un doveroso omaggio alla lapide di Rolando commozione che dovrebbe accomu-
via si trovano: un polveroso museo, ristoranti e sull’Alto de Ibañeta. L’arrivo a Roncisvalle, poi, nare tutti nel ringraziamento per aver
negozi di alimentari. Infatti, bisogna ricordarsi insieme con quello a Cebreiro e a Samos, sono superato i Pirenei e nella richiesta di
che, domani, sul sentiero di montagna, non ci quelli che più fanno rivivere le atmosfere dell’an- aiuto per gli oltre 750 chilometri che
sarà modo di trovare cibo. tico Cammino medievale. Il complesso mona- ancora ci aspettano…
stico appare da lontano imponente, solitario,
FINALMENTE IN MARCIA immerso in un bosco secolare. Le sue pietre an-
Certo come primo impatto, soprattutto per chi tiche, la chiesa gotica… persino il grande stanzo-
non è abituato a camminare, l’attraversamento ne della Collegiata, dove si cercherà di dormire Curiosità
dei Pirenei non è certamente da poco, per questo in più di cento, sono rimasti gli stessi da secoli.
molti preferiscono evitarlo, partendo magari da
Pamplona, o trovando un passaggio per Ronci-
Insomma, tutto ciò che ci circonda, anche l’in-
contro con altri pellegrini, la cena comune, lo G iunti a Roncisvalle non ci sono
negozi ma solo due ristoranti.
Quello realizzato nel complesso mo-
svalle. Eppure, come tutte le cose del Cammino, scambio di un saluto o di un semplice sorriso,
anche questa salita, ha un senso preciso che, se sembra aiutarci nel distacco dalla modernità e nastico è la “Posada” e ha una sua
compreso, affrontato e superato, aiuta non solo a dai suoi ritmi alienanti. particolarità. Come tutti i locali che
praticano il menù del dia per pelle-
grini costa poco, bisogna prenotarsi,
e mangiare presto: tra le 19 e le 20.
Ma quello che è veramente curioso
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
è che tutte le guide indicano il suo
Lepoeder
Collado
menù, evidentemente invariato da
1.300 metri
de Bentartea decenni: maccheroni al pomodoro e
trota... Così per tutti, invariabilmente,
Ronchevalles
ogni giorno! Non essendoci in loco
Untto un allevamento, c’è da chiedersi
come avvenga il rifornimento di qua-
Sain Jean si duemila trote la settimana.
Pied de Port
19.8 km 5.2 km
44
Roncisvalle / Larassoaña - Km 27 02
Percorso rio Arga Strada principale
Sembra una tappa di discesa e, invece, Inizio/fine tappa
nasconde un paio di asperità (Alto de
Zubiri
Mezkiritz e Alto de Erro) da affrontare Larrasoaña Lanzoain
su sentieri anche scoscesi, oppure resi
scivolosi dall’umidità, ma sempre ben Roncevalles
indicati dalle frecce gialle.
Naturalmente il cammino si complica Viscarret
in caso di maltempo, ma allora potete
Erro Espinal
fermarvi a Zubiri. Si marcia immersi in una
fitto bosco sbucando, ogni tanto, sulla
strada asfaltata e attraversando graziosi Burguete
paesini, in cui è facile trovare un bar o dei
negozi per rifocillarsi. rio Urrobi
È
solo il secondo giorno che ci si sveglia
In più in una camerata condivisa con decine e
Il sentiero dopo Roncisvalle
decine di altri pellegrini e già ci si è resi
G ià al secondo giorno di cammi-
no i ritmi di vita sono cambiati e
diventati più naturali, ben diversi da
conto delle difficoltà della convivenza. Se non
si hanno ottimi tappi per le orecchie o il son-
no pesantissimo, ci si sarà svegliati più volte
quelli a cui si era abituati in città. Ci si a causa dello sgradevole coro dei russatori in-
sveglia all’alba o anche prima, si cam- calliti. Poi ci sono quelli che vogliono partire
mina tutta la mattina; ci si ferma se si quando è ancora buio e si arrabattano, si vesto-
è stanchi, si mangia e si beve se se ne no, si preparano e girano per la stanza armati
avverte il bisogno. Arrivati a destina- di lampadina; anche se cercano di non distur-
zione ci si dedica a lavarsi, riposarsi, bare... non ci riescono mai. Pazienza; l’impor-
fare il bucato, studiare la tappa di do- tante è non innervosirsi e prepararsi sempre
mani. La sera si mangia molto presto con calma e attenzione per non dimenticare
(entro le 20) e si va “in branda” ben nulla. Una volta fuori tutto sembrerà più bello. AL PASSO DEL SORRISO
prima che il sole tramonti... Detto così In fondo oggi inizia la vera avventura. Quello Da oggi, poi, molto più che nella tappa pirenai-
sembra peggio della vita in collegio, dei Pirenei è stato (per usare un termine ciclisti- ca che ha due itinerari e che è molto più “selet-
invece proprio la possibilità di vivere co) solo un “prologo di montagna” vissuto nella tiva”, anche se si volesse, è impossibile trovare
in maniera sana e naturale è una delle totale solitudine dell’incanto della natura. Da la solitudine. Tutto il sentiero è praticamente
esperienze più belle del Cammino. oggi, invece, il sentiero promette i primi incon- un’unica fila di pellegrini. Se si ha un passo
tri con paesi, chiese e monumenti che sono sorti rapido se ne possono superare decine: singoli,
lungo il Cammino e che del Cammino ancora coppie, gruppi. Ogni volta augurate “Buen Ca-
Curiosità costituiscono l’essenza vitale. mino” e regalate un sorriso, anche se siete stan-
chi. Non è solo una prassi di buona educazione
I l ponte gotico attraverso il quale si
entra nella cittadina di Zubiri, è solo
il primo di molti, analoghi capolavori
IL BUON GIORNO
SI VEDE DAL MATTINO
Usciti dalla Collegiata di Roncisvalle, costeg-
e gentilezza, ma un rito che accomuna uomini
e donne uniti da questo unico sogno: raggiun-
di ingegneria medievale (evoluzione
gere la tomba dell’Apostolo. Arrivati a Zubiri
giando la strada asfaltata, si arriva subito al
della consolidata esperienza roma- il sentiero continua, a sinistra, prima del ponte
cartello stradale che indica la distanza da San-
na), ancora perfettamente saldi e tiago de Compostela... la foto pare d’obbligo. medievale sul rio Arga che, tuttavia, vale la pena
incrollabili dopo oltre ottocento anni, Subito a destra si imbocca il sentiero e inco- di attraversare e ammirare prima di continuare
che incontreremo lungo il Cammino. mincia la camminata odierna. I primi passi il cammino. Da qui, per i prossimi 6 chilome-
Questo, però, ha un nome partico- sono quelli che segnalano i dolori accumulati tri che separano da Larrasoaña, e per tutta la
lare: si chiama “ponte della rabbia”, nella tappa precedente. Sofferenze muscolari, tappa di domani, il Cammino seguirà parallelo
ma non si allude al nervosismo di al- fitte al ginocchio, qualcuno ha già anche vesci- il corso dell’Arga. Larrasoaña è un piccolo bor-
cuni pellegrini dopo oltre 20 chilome- che ai piedi, poi lo zaino che “sega” le spalle... go che pare vivere solo del flusso dei pellegrini.
tri di marcia, bensì alla malattia che D’ora in poi, quasi sempre, il check up di se stes- Uno dei tre rifugi è presso il municipio, arriva
può colpire gli animali. Secondo la si, nei primi chilometri, rischia di essere disar- un’impiegata del Comune ad aprire, timbrare le
leggenda, per prevenire questa ma- mante. Però bisogna aver fede e continuare, ma- Credencial, assegnare i letti e vendere souvenir o
lattia, i capi di bestiame che lo attra- gari adagio, ma continuare sempre. Se si è partiti qualche genere alimentare. Bagni e docce sono
versavano, venivano fatti girare per prima delle 7,30 e, quindi, non si è potuto fare a pian terreno per tutti (uomini e donne, anche
tre volte attorno al pilone centrale. colazione a Roncisvalle, è possibile trovare risto-
Lepoeder se dormono alUntto
piano di sopra). Nel paese c’è una
metri Collado
ro dopo appena 3 1.300
chilometri ade
Burguete,
Bentarteaoppure piccola, deliziosa chiesa medievale (purtroppo
più avanti a Espinal. A volte basta un buon caf- chiusa) e un bar risotrante che prepara una buo-
felatte per rialzare il morale e far svanire i dolori. na cena a prezzo fisso.
Espinal Burguete
Erro
Viscarret
Larrasoana Ronchevalles
495 m
Il ponte di Zubiri Lanzoain
Zubiri
5.5 km 5.3 km 3 km 2.1 km 4.7 km 3.4 km 3 km
45
03 Larassoaña / Pamplona - Km 16,5
Strada principale
Inizio/fine tappa
Percorso
Pamplona Ancora boschi fitti ad avvolgere il sentiero
che affianca e interseca in più punti il fiume
Trinidad Larrasoaña
de Arre Arga e la statale per Pamplona.
Zuriain Se piove, o ha piovuto nella notte, alcuni
fuente Zabaldika passaggi possono diventare difficili a causa
Arleta del fango e di strati di umido sottobosco in
Burlada cui si affonda fino alle caviglie.
fuente La tappa odierna non prevede grandi
rio Arga dislivelli, ma non risparmia continui
Akerreta
Irotz saliscendi, alcuni anche ripidi.
Dopo la lunga periferia di Burlada, l’ingresso
in Pamplona, attraverso il Portal de Francia,
mozza il fiato per l’emozione.
S
ebbene siano solo due giorni che abbiamo quesito. Da una parte fermarsi a dormire in una
abbandonato il traffico e il caos della moder- grande città crea ancora più problemi che in una
nità per immergerci nella quiete della natura, piccola: gli 8 rifugi, tra cui quello del conven-
nel silenzio magico della montagna e nell’incanto to delle Adoratrices con 114 posti, si riempiono
dei boschi, ritrovare il ruggito dei tir, il tanfo del già pochi minuti dopo l’apertura. D’altra parte,
gasolio, i clacson delle auto e, poi, gli ingorghi le cose da vedere sono davvero molte e notevo-
cittadini e l’andirivieni isterico dei suoi abitanti è li. Oltre alla Cattedrale e all’annesso museo, c’è
una sensazione strana e fastidiosa. la chiesa di San Lorenzo con le reliquie di San
In questa tappa accade per la prima volta di rima- Firmin, cui è dedicata la grande festa estiva con
nere stupiti di come sia bastato poco per trasfor- la corsa dei tori. Tutto il centro è uno splendore
marci da cittadini, automobilisti incalliti, a pelle- che culmina con la plaza del Conselio e il Palacio
grini medievali che guardano con angoscia e quasi Navarro. Per fortuna, come sempre, il Cammi-
con terrore quei mostri su quattro ruote. no aiuta, perché passa proprio per i luoghi più
belli, a iniziare dal Portal de Francia che accoglie La cinta muraria di Pamplona
COME UN GRUPPO DI ALIENI i pellegrini di oggi come quelli del XVI secolo,
La stessa sensazione di essere stati improvvisa- nel contesto dell’antica cinta muraria. Dunque,
mente catapultati in un’era differente si prova fermarsi o proseguire, magari fino al piccolo ma In più
anche attraversando le strade animate e colo- accogliente paese di Cizur Menor? Ascoltate il
ratissime di una grande e splendida città come
Pamplona. I pellegrini si muovono come naufra-
cuore, più ancora che la mente o i piedi.
N ella settimana intorno al 7 di lu-
glio scordatevi di fermarvi (ma
anche solo di passare in orari pome-
ghi nel mare del traffico urbano... li si scorge da
lontano con i loro zaini barcollanti che sembrano ridiani) per Pamplona. La festa di San
enormi salvagente multicolori. Non che i citta- Firmino, infatti, non porta con sé sol-
dini ci facciano molto caso, sono ormai abituati tanto la chiusura di molte strade del
da anni a vederne passare centinaia... ma il sen- centro per la tradizionale corsa dei
so di estraneità rimane. Da giorni ci si muove a tori ma, soprattutto, attira migliaia di
piedi: sole, vento e pioggia sono i soli compagni; turisti e visitatori da tutta la Spagna e
vesciche e crampi le quotidiane preoccupazioni. non solo. Trovare da dormire (ma an-
Il pellegrino non ha una casa e, ogni sera, cerca che da mangiare o rifocillarsi) diventa
un rifugio; cerca solo un piatto caldo per sfamar- così un problema. Meglio fermarsi a
si e una fontana per dissetarsi... Come possono Trinidad de Arre, e passare da Pam-
“loro”, i cittadini, capire tutto questo? “Loro” che plona al mattino presto e quindi pro-
hanno una casa, un letto, un frigorifero... seguire, magari anche fino a Puente
la Reina (sono solo 4,5 chilometri da
NEL DUBBIO, FÈRMATI aggiungere alla prossima tappa).
Il senso di estraneità svanisce solo davanti alla im-
ponente Cattedrale gotica; qui sono i pellegrini
che dovrebbero essere padroni di casa... Invece, a Curiosità
meno che sia in corso una funzione, la Cattedrale
è chiusa e, per entrare a pregare... bisogna pagare
il biglietto del museo! Unico privilegio lo “scon-
to” che si ottiene mostrando la Credencial. È così
S e si è scelto di proseguire fino
a Cizur Menor, trovate il rifugio
Roncal, gestito da Maribel (Maria
che si distrugge la tradizione di ospitalità e reli- Isabella): una vera “istituzione”. Da
giosità del Cammino. A Pamplona, come avverrà decenni è lei che svela ai pellegrini i
poi a Burgos e a León, ogni pellegrino si pone un Pamplona: Palacio Navarro
trucchi per asciugare scarponi e cal-
ze, dopo una giornata di pioggia. È
lei che, ogni sera, gratuitamente, si
prende cura dei loro piedi martoriati;
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO dispone di un vero e proprio arma-
Larrasoana mentario fatto di cerotti, garze, aghi,
tintura di iodio e creme... Ed è sem-
pre lei che è pronta a offrire un con-
Pamplona Trinidad
de Arre siglio o una parola buona a chiunque
446 m Akerreta
Burlada 410 m Zurialn 530 m ne abbia bisogno. Sono i personaggi
Zabaldika
Irotz come lei che danno il senso dell’an-
tica ospitalità del Cammino.
I
boschi, oggi, lasciano il posto ai campi di
In più grano e alle coltivazioni di asparagi bianchi e
peperoni. Se siete fortunati di passare nel pe-
S e non volete dormire nell’affollata
Puente la Reina, oppure se già ieri
avete accorciato le distanze, vi consi-
riodo giusto (maggio per gli asparagi, luglio per
i peperoni) potrete certamente gustarli anche in
molti menù del dia. Particolari davvero gli aspa-
gliamo di raggiungere il delizioso bor- ragi, coltivati sotto grandi teli di plastica nera che
go medievale di Cirauqui, arroccato impediscono la sintesi clorofilliana che li farebbe
sulla cima di un colle e ancora rinchiu- diventare verdi. A vederli raccogliere sembrano
so nelle antiche mura. Sulla piazza legnetti bianchi, ma una volta preparati (qui si
della chiesa di San Roman, si apre il usa lessarli con un po’ di aceto e servirli freddi ac-
rifugio privato Marolotox, comodo compagnati da maionese) sono davvero squisiti. L’Alto del Perdon
e familiare con annesso ristorantino
davvero caratteristico per un’ottima RICORDANDO
cena conviviale. Il menù del dia viene DON CHISCIOTTE IL PONTE DELLA REGINA
servito rigidamente al termine della S. Già uscendo da Pamplona, scorgiamo in lontanan- Lasciando il vento dell’Alto del Perdon la stra-
Messa delle 19, celebrata nella chiesa za le inconfondibili sagome dei giganteschi mulini da si sviluppa in discesa e ci accompagna senza
romanica del XIII secolo, dal pregevole che producono energia elettrica sull’Alto del Per- intoppi a una delle città simbolo della rotta jaco-
portale e dove una lapide ricorda an- don. In tutta la ventosa Navarra ce ne sono decine
cora: “los caidos por Dios y España”.
pea: Puente la Reina. È qui che si congiungono
su ogni altura. Certo non si può dire che contribu- il Cammino navarro, fin qui percorso, e quello
iscano a migliorare il panorama, inoltre l’energia aragonese, che arriva dal colle del Somport, dan-
che produce tutta questa moltitudine di altissimi do vita al “Cammino francese” vero e proprio.
Curiosità pilastri eolici, non è neanche la metà di quella di
All’arrivo in città si trova subito il rifugio dei padri
una centrale termica, però è energia pulita, che non
Reparadores, dove i 96 posti letto sono ripartiti in
C irca a metà strada tra Zariquie-
gui e l’Alto del Perdon si trova la
Fuente de la reniega (fontana del rin-
inquina... se non il paesaggio.
Per consolarsi basta pensare ad altri mulini a ven-
to, quelli contro cui gagliardamente si batté Don
comode stanze. In città ci sono anche altri rifugi,
tra cui quello privato dei Santi Apostoli, subito
negamento). Secondo quanto narra Chisciotte della Mancia, protagonista del romanzo dopo il ponte, con altri 100 posti comodi. La fa-
la tradizione del Cammino è qui che di Cervantes. In fondo, anche chi ha intrapreso il cilità di soggiorno consiglia di dedicare tempo alla
il Demonio tentò un pellegrino rima- Cammino ha abbandonato la sua identità per in- visita di questa splendida e importane cittadina
sto senz’acqua e ormai praticamente seguire un sogno, affrontando un’avventura che medievale. Poco distante dal rifugio si trova, infat-
esausto, chiedendogli di rinnegare la molti possono considerare folle, in questo mon- ti, la templare Chiesa del Crocifisso.
sua Fede in Cristo in cambio di un do di comodità. Don Chisciotte era appassionato Un arco a crociera che attraversa la strada la unisce
po’ di acqua. Ma il pellegrino resistet- dell’epica cavalleresca, che proprio su questo Cam- all’antico hospital dei pellegrini. Il nome le deriva
te alla tentazione e quando, ormai mino scrisse le pagine più belle, e nel suo scagliarsi dal grande crocifisso ligneo dalla particolare for-
allo stremo delle forze per la sete, contro i mulini a vento c’era la disperata volontà di ma a Y che ricorda la lettera dell’alfabeto runico
stava agonizzando, un angelo fece combattere la modernità che, con le sue macchine, algiz, il cui significato è, non casualmente, quello
scaturire dalla roccia la limpida fonte distrugge l’epica romantica e il rapporto sacro tra
di “rinascita”. Più avanti, sempre sulla calle mayor
di acqua cristallina a cui ancora oggi uomo, natura e Dio. Con questi pensieri (l’unica
i pellegrini attingono per affrontare vera compagnia del pellegrino) si scala l’Alto del (che poi è il Cammino), ecco la chiesa di Santiago
l’ultima rampa dell’Alto del Perdon. Perdon per raggiungere il ben noto monumento al con l’imponente facciata romanica, il pavimento
pellegrinaggio: un corteo di sagome metalliche che in legno e l’immagine di San Giacomo pellegrino.
sembra attraversare l’altura «donde se cruza el cami- Infine, naturalmente, il ponte romanico fatto co-
no del viento con el de las estrellas» (dove si incrocia il struire dalla regina Munia di Navarra per facilitare
cammino del vento con quello delle stelle). il passaggio dei pellegrini.
Pamplona
Cizur 446 m
Puente Muruzàbal Zariquiegui Menor
la Reina Obanos 625 m
345 m
Uterga
495 m
Puente La Reina
D
a quando si è iniziato il Cammino ci si è erano realizzate queste strade, segnate ai lati da In più
dovuti confrontare con un ritmo di vita pietre squadrate, coperte in basso da un acciotto-
lontanissimo, se non antitetico a quello
cui eravamo abituati. Certo le moderne attrezza-
lato fine e quindi completate con il manto a “dor-
so di mulo” perché l’acqua scivolasse ai lati. Senza
C on tanta gente che arriva da ogni
parte d’Europa e del mondo, con
lingue tanto diverse, perché il Cam-
ture personali: scarpe, indumenti, zaini sono così ricorrere alla storia e alle leggende, la grandezza mino non è una Babele di incompren-
tecnologiche da non potersi paragonare con i san- e la gloria di Roma ci vengono incontro così, sioni? Perché c’è una lingua comune
dali, la tonaca e la semplice sacca dei pellegrini di in un semplice, commovente, tratto di strada. che lega i pellegrini: la “lingua del Ca-
otto o nove secoli fa e, seppure scomodi e sovraf- Qui davvero ci si può fermare e pensare che quel- mino”, appunto, fatta di poche frasi
follati, i rifugi che ci accolgono oggi hanno tutti la pietra... sì, proprio quella su cui ora poggia e tanti sorrisi. “Olà”, “buen Camino”,
la doccia calda e, a volte, la lavatrice. Ciò che ac- il nostro scarpone, fu magari calpestata da San “ultreja” per salutarsi; il Pater noster
comuna è, invece, la fatica; anzi, forse, alcuni dei Francesco, da un cavaliere templare, da un re o e l’Ave Maria in latino per pregare;
moderni viandanti soffrono di più a causa della da un legionario romano... oltre che da milioni qualche parola di spagnolo diventata
mancanza di abitudine a camminare. Pensare di di anonimi che, come noi, sono passati di qui di uso comune... ma, soprattutto, la
percorrere gli stessi sentieri che milioni di persone spronando con spirito ardente il corpo dolente. buona volontà che deriva dal condivi-
hanno già seguito è, di per sé, emozionante, ma dere questa esperienza. Se vi capita
quando ci si trova sotto ai piedi le stesse identiche IL CUORE DELLA NAVARRA di trovare qualcuno che dice di non
pietre calpestate per secoli dai pellegrini, allora il Terra meravigliosa e fiera, rigogliosa e ricca, mar- capire nonostante i vostri sforzi di tra-
senso di continuità e l’emozione di essere parte gine estremo del sentimento identitario spagno- durre in qualche modo – siatene certi
di questa tradizione, si fanno più forti. È quan- lo, cuore e sangue della Reconquista, la Navarra è – è solo perché non vuole.
to accade oggi nel passare i tre ponti medievali la prima regione incontrata sul Cammino e ora
sull’Arga, il Salado e l’Iranzu... tre gioielli rimasti ci si appresta a raggiungere Estella, la città voluta
intatti, solidi e potenti come la memoria dei seco- e costruita da Sancho III el Grande, intorno al Curiosità
li luminosi in cui furono costruiti. 1090, come presidio del Cammino e centro di
accoglienza per i pellegrini. Un altro grande re di
Navarra lo si era incontrato già a Roncisvalle; si
trattava di Sancho VII el Fuerte, che lì è sepolto
E stella è anche la capitale dei carli-
sti. Se capitate di domenica, qui o
al monastero di Irache, potrete facil-
nella cappella di Sant’Agostino, con ancora ac- mente incontrare molte persone che
canto le catene con cui aveva trascinato in pri- si recano a messa con il caratteristico
gionia il sovrano musulmano da lui sconfitto a basco rosso dei fedeli alla monarchia
Tolosa nel 1212. Da allora, lo stemma di Navar- tradizionale. Il carlismo nasce alla
ra raffigura proprio quelle catene con cui furono morte di re Ferdinando VII di Borbo-
imprigionati i mori. Le tombe di altri grandi re ne (1833) quando la Spagna si divise
navarri si erano ammirate all’interno della Catte- in due opposte fazioni. Da un lato i
drale di Pamplona e ora, a Estella, ci si può fer- seguaci del figlio legittimo, Carlos V
Cirauqui mare incantati di fronte al Palacio de los Reyes de - detti appunto “carlisti” - dall’altro, i
Navarra, considerato il miglior esempio di archi- seguaci di Isabella. Da allora, proprio
SULLE ORME DI ROMA tettura civile romanica di tutta la regione. L’inte- la Navarra è stata il cuore di questo
L’emozione si fa, se possibile, ancora più forte ap- ra città, comunque, è un gioiello: dalla chiesa di movimento che ha avuto una parte
pena usciti da Cirauqui, quando lo sterrato lascia San Pedro de la Rùa, con la celebre colonna dei determinante anche nella Cruzada
il posto ai sassi ordinati e regolari dell’antica stra- “tre serpenti” a quella romanica di San Miguel, del 1936-39 contro la repubblica so-
da romana. Per alcune centinaia di metri è possi- fino al convento di Santo Domingo. Un tempo cial-comunista.
bile camminare sui resti quasi intatti di una delle centro di commercio e porto franco, Estella è an-
vie imperiali costruite quasi duemila anni fa. che ricca di ospitalità con ben 5 albergue per un
È affascinante ammirare la perfezione con cui totale di oltre 400 posti letto.
Estella
450 m
Mañeru
Lorca Puente
Villatuerta Cirauqui la Reina
495 mt 345 m
4 km 5 km 5.5 km 2.5 km 5 km
48
Estella / Los Arcos - Km 22 06
Percorso Olejua
Ermita de
Monjardín
Strada principale
Strada alternativa
Appena usciti da Estella si sale a Mùes Inizio/fine tappa
Ayegui rimanendo sempre su strada Villamayor fuente de Estella
e tra case abitate: è qui che, per una de Monjardín los moros
volta, consigliamo la strada più lunga. Ayegui
Si potrebbe, infatti, proseguire diritti per
Azqueta, ma il Monastero di Irache e la
sua Fuente del vino sono imperdibili. Dopo
il brindisi si riprende il cammino rinfrancati Los Arcos N-111 Azqueta
senza sentire la leggera salita fino ad fuente
Monasterio del vino
Azqueta e quella più marcata che conduce
a Villamayor. Da qui la strada è quasi tutta Urbiola de Irache
in discesa tra campi, vigne e colline, per 12
chilometri di silenzio e natura. Allo
U
(un panino) in qualche bar aperto.
na volta tanto vale la pena di alzarsi un – unico paese, della tappa odierna che garantisce
po’ più tardi o di concedersi ancora un la possibilità di trovare bar, ristoranti e, eventual-
giro per Estella o una sosta per colazione mente, un buon rifugio, gestito dalla Confrater-
ad Ayegui. Infatti, sarebbe davvero un peccato nita olandese – vale la pena di fare una sosta per
passare all’alba dalla Fuente del vino e trovarla ammirare un’altra fuente, non più di vino, ma di
chiusa. «Pellegrino, si quieres llegar a Santiago con acqua cristallina: la Fuente de los Moros. Se fa
fuerza e vitalidad, de este gran vino echa un tra- caldo e sono ormai alcuni chilometri che si pro-
go y brinda por la felicidad», (Pellegrino se vuoi cede, in salita, sotto il sole che picchia, questi ar-
raggiungere Santiago con forza e vitalità, bevi un chi medievali in pietra che proteggono un’antica
sorso di questo gran vino e brinda per la felicità). scalinata che scende fino alle fresche acque della
Così è scritto all’ingresso del cortile della cantina fonte, sembreranno un’oasi.
che offre questa fontana unica al mondo, con un
rubinetto di acqua e uno di vino rosso - tra l’al- UNA BENEDIZIONE
tro davvero eccezionale - raccolti sotto l’effigie in SPECIALE
pietra di un pellegrino sorridente. Rinfrancati nel Dopo una bella, lunga e silenziosa camminata
fisico da questo dono, si può rinfrancare anche lo tra i campi, ecco finalmente Los Arcos, precedu-
La fonte del vino spirito pochi metri più avanti, lasciandosi incan- ta dalle segnalazioni dei suoi quattro ostelli che
tare dalla mole imponente del monastero di San- offrono buona ospitalità ai pellegrini. Dopo es-
ta Maria la Real di Irache. In questo luogo, ancor sersi sistemati e riposati, alle 19, si può assistere
Curiosità prima dell’anno Mille, esisteva una comunità be- alla Messa nella chiesa di Santa Maria, al termine
nedettina cui, nel 1054, il re di Navarra affidò la della quale il parroco era solito chiamare i pelle-
O ggi è l’ultima sera che si tra-
scorre in Navarra. C’è stato un
tempo in cui i regni di Navarra e
costruzione di un grande hospital per pellegrini.
L’importanza del monastero crebbe con il tempo
grini vicino all’altare, distribuire loro un’imma-
gine dell’Apostolo con la preghiera già recitata a
fino a divenire, nel XVII secolo, sede dell’Univer- Roncisvalle e impartire una benedizione speciale.
Castiglia si sono fronteggiati in una sità di Navarra. Poi, purtroppo, seguì un lungo All’uscita è anche possibile farsi apporre il sello
lunga e sanguinosa guerra durata
declino e, nonostante l’attuale, rinnovato flusso della chiesa sulla propria Credencial.
ben due secoli. Per i pellegrini di
allora, la prossima tappa compor-
tava, quindi, l’attraversamento di
un confine “caldo”; era necessario
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
cambiare moneta e soggiacere a
controlli e dazi doganali. Fu proprio Villamayor
nelle pianure attraversate dal Cam- de Monjardín
mino che si svolsero alcune delle 675 m
battaglie più sanguinose e Viana era Azqueta Estella
Los Arcos 450 m
l’ultima città fortificata della Navarra 495 m
445 m
che contrastava la nemica Logroño,
oggi capitale della Rioja, più celebre
per l’eccellente vino che non per le Irache
gesta belliche. Ayegui
12.4 km 1.9 km 5 km 0.4 2.1 km
49
07 Navarra
Los Arcos / Logroño - Km 28
La Rioja Álava Barranco Mataburros
Strada principale
Percorso
Limite provinciale
Tra Torres del Rio e Viana c’è il tratto definito
Inizio/fine tappa
“rompepiernas” (spaccagambe) per la
Viana
particolare natura del terreno e i continui
saliscendi. Niente di peggio, comunque, di
quanto già affrontato.
Da Viana si può già vedere Logroño in
Sansol lontananza, ma prima di arrivare ci sono
Torres del Rio ancora 10 chilometri e un’altra breve salita,
Los Arcos
rio Ebro Barranco Valdegón quella dell’Ermita de las Cuevas.
Logroño Su un tratto asfaltato si passa il confine tra
Pantano Las Cañas Barranco Balsero Navarra e Rioja, poi si volta a sinistra e, per
sentiero, si arriva a Logroño attraversando lo
spettacolare ponte sull’Ebro.
U
scire all’alba da Los Arcos consente di Nella splendida chiesa di Santa Maria, che si in-
immergersi sereni in un paesaggio di vi- contra sulla via principale, infatti, c’è la tomba di In più
gneti e campi di frumento, seguendo la Cesare Borgia, figlio di papa Alessandro VI, qui
propria lunghissima ombra, proiettata dal sole
nascente. Sono i primi pensieri del mattino quelli
morto in duello nel 1507. La chiesa ha una bella
facciata rinascimentale e, in genere, per fortuna, L a città di Clavijo è situata 18 chi-
lometri a sud di Logroño, fuori dal
Cammino, ma è qui che si svolse la
che arricchiscono l’anima, prima che la stanchez- la si trova aperta anche al mattino, magari perva-
za, la sete, la fame, la preoccupazione per dove sa da una dolce musica medievale di sottofondo famosa battaglia tra cristiani e mu-
dormire, giungano ad assillarla. Questa mattina, che commuove il pellegrino affaticato. Poco più sulmani del 23 maggio 844. Le trup-
poi, ci si può avviare con passo lieve per i primi avanti le imponenti e un po’ tristi rovine della pe cristiane, comandate da Raniero I,
chilometri sapendo già che, a Torres del Rio, si chiesa di San Pietro, dalle cui mura si gode la vi- fronteggiavano le ben più numerose
incontrerà una delle meraviglie del Cammino. sta della strada che si sta per affrontare. armate di mori guidati da Abderra-
Si tratta della chiesa ottagonale del Santo Sepol- man II. L’esito del combattimento
cro, costruzione alto medievale attribuita ai Tem- L’ENTRATA IN RIOJA sembrava ormai volgere inesorabil-
plari con funzione, forse, di cappella funebre. Si riprende la marcia in discesa, poi ancora in mente a sfavore dei cristiani, i quali
Particolare è, infatti, la “lanterna dei morti” che salita, fino all’ermita de las Cuevas. Tutte queste invocarono su di essi la protezione
sovrasta la torre centrale; un tempo vi si accende- “ermite” erano luoghi di culto, costruiti da reli- dell’Apostolo. Improvvisamente ecco
va un fuoco visibile, come un faro, da molto lon- giosi che si ritiravano, appunto, in eremitaggio, apparire proprio Santiago, splenden-
tano. Naturalmente la si troverà chiusa! Solo chi ma erano anche ripari contro le intemperie per te, su di un grande cavallo bianco,
passa la notte nel locale rifugio ha la possibilità i pellegrini che, a quei tempi, viaggiavano quasi con lo stendardo crociato e la spada.
di farsi accompagnare a visitare l’interno. Uscen- senza carico e vestiti di solo saio e mantello. I cristiani vinsero così la battaglia e
do dal paese, però, ci si può consolare con i resti A Logroño si entra attraversando l’Ebro su di un San Giacomo si conquistò sul cam-
dell’antico monastero benedettino sormontato da lungo ponte di pietra. Quello attuale, di sette ar- po l’appellativo di matamoros.
una croce celtica che risale al X secolo. cate e circa 200 metri di lunghezza, è abbastanza
recente (1884) e sostituisce quello medievale che
aveva ben 12 arcate e torri di difesa. Lungo la Curiosità
rua Veja si incontrano: la Parroquial de San Bar-
tolomé, romano gotica; la chiesa di Santa Maria
del Palacio, con l’alto campanile appuntito, pira-
midale, alto 45 metri e… il primo di sei rifugi,
P oco prima di entrare a Logroño,
sulla destra, si incontra “casa
Felicia”: un’altra “istituzione” del
che non sono sempre sufficienti a contenere tutti Cammino. Per anni la signora Felicia
i pellegrini che arrivano. Più avanti la bella chiesa passava le sue giornate sulla soglia
gotica di Santa Maria la Ridonda e, uscendo dal di casa per offrire dell’acqua, un
centro, ma sempre seguendo il Cammino, l’ancor caffè, una fetta di torta ai pellegrini.
più maestosa chiesa di Santiago, fatta edificare da Felicia è morta nel 2002 e ora è sua
Raniero I dopo la vittoriosa battaglia di Clavijo e figlia che ne continua la tradizione,
Il ponte sull’Ebro a Logroño per questo sormontata da un’imponente ed emo- pronta anche a porre il suo sello per-
zionante immagine di San Giacomo matamoros sonale sulla vostra Credencial. Natu-
con cappello, stendardo, scimitarra e vigoroso ralmente, potete lasciare un’offerta
LA CITTÀ DEI BORGIA stallone cavalcante sopra i corpi dei musulmani o acquistare qualcuno dei souvenir
A ripagare della fatica del tratto di sentiero chia- sconfitti. Di fronte a questo lato della chiesa c’è esposti (conchiglie, bastoni, spille),
mato “spaccagambe” – oltre alla vista all’ermita anche la “Fuente del peregrino”; per recarsi ad ma il sentimento che spinge la figlia
de la Virgen de Poyo, del XVI secolo – ecco final- attingere la sua acqua freschissima si passa sopra a continuare ad assistere i pellegrini
mente Viana, cinta di fortificazioni, che merita a una curiosa riproduzione del Cammino che oc- di passaggio è quello dell’antica, ge-
una sosta ammirata tra le sue strade medievali, cupa buona parte del piazzale e assomiglia quasi nuina accoglienza jacopea.
anche perché qui c’è un piccolo pezzo d’Italia. a un “gioco dell’Oca”.
Torres
Viana del Rio Sansol Los Arcos
470 mt 505 mt
445 mt
Logroño
380 mt
Il cammino in Navarra
C
he effetto fa camminare appesantiti da qua- (dove non c’è niente da vedere tranne il locale
In più si 200 chilometri di marcia, infagottati dal- ostello) e si allunga inutilmente di un paio di chi-
la zaino, magari anche un po’ zoppicanti, lometri. Scendendo a destra si costeggia la strada,
zione di Pamplona a opera dei musul- le loro magliette leggere, i pantaloncini e le scar-
mani. Fu un re di Navarra, Garcia I, a pette bianche? Se non si è mai provata invidia e un
edificare il monastero di Santa Maria po’ di umiliazione eccone l’occasione, passando al
la Real, nel 1052, in corrispondenza mattino presto, attraverso lo splendido parco della
di una grotta in cui, inseguendo alcuni Grajera, periferia urbana di Logroño.
uccelli nel corso di una battuta di cac- Più avanti, il sole ancora basso accende riflessi di
cia, aveva trovato una statua della Ma- oro sulle acque color malva del lago e, tra canneti e
donna. Il coro sotto la chiesa è pratica- papaveri, volano basso centinaia di uccelli. Quanto
mente scavato nell’argilla della grotta basta per archiviare subito i sentimenti negativi e
originale che ancora conserva quella sentirsi degli autentici privilegiati per le emozioni,
statua miracolosa. Qui si trova anche il la gioia e la commozione che scaturisce dall’incon-
Pantheon Real dove, nonostante mol- tro quotidiano con il bello e il Sacro.
te devastazioni, ancora sono sepolti i
corpi degli antichi re di Navarra. QUESTIONE DI SCELTE…
Alla natura incantata del parco fanno presto
da contrappunto una serie di attraversamen-
ti di strade e super-strade, resi oggi abbastan-
za agevoli e sicuri, per poi passare accanto alle
rovine dell’antico hospital di San Juan de Acre, Nájera: Santa Maria La Real
fondato nel 1185, i cui portali sono stati traslati
nell’antico cimitero, che si trova appena usciti
da Navarrete. Quest’ultima è una cittadina mol- LA VERGINE NELLA GROTTA
to accogliente, con un rifugio tra i migliori del L’arrivo a Nájera sarebbe (come accade per tutte
Cammino e, se riuscite a trovare aperta la chiesa, le città) assai desolante, tra industrie e capannoni,
potrete ammirare l’imponente retablo nero e oro, se non fosse che, proprio su un anonimo muro di
di recente restaurato. Dopo la città (che fu teatro una fabbrica, ci si imbatte in quella che è ormai la
di aspre battaglie tra castigliani e navarri) si in- più famosa poesia murale del mondo, quella dedi-
crocia nuovamente la statale 120. Sul ciglio della cata ai pellegrini del Cammino dal parroco Baños
Poesia murale entrando a Nájera strada una targa ricorda Alice de Graemer, pelle- e oggi tradotta anche in tedesco e italiano, sempre
grina belga morta, travolta da un’auto, quando sullo stesso muro. La città vecchia è unita a quella
il Cammino coincideva totalmente con la stra- nuova da un bel ponte romanico a otto arcate sul
Curiosità da asfaltata. Oggi, per fortuna, i tratti su asfalto rio Yalde, sul quale si affaccia anche il moderno
sono davvero pochi e ben presto ci si reimmette albergue con 90 posti letto. Eventualmente ce ne
R acconta la leggenda che nel ca-
stello di Nájera vivesse Ferragut,
un gigante musulmano, forse di-
su sentieri di campagna. A un certo punto, però,
le frecce gialle – in genere sempre precise – indi-
sono altri sei, per cui, dopo esservi sistemati, si
può dedicare tutto il tempo che rimane alla visita
cano tanto a destra quanto a sinistra. A destra si del monastero di Santa Maria la Real che appare
scendente diretto di Golia, tanta era scende dritti ricongiungendosi alla statale, a sini- come una fortezza aggrappata alla montagna, ma
la sua forza. Il colosso teneva segre- stra si sale verso i campi… Cosa scegliere? I cam- che conserva nel suo cuore la calda e miracolosa
gati alcuni cavalieri di Carlo Magno. pi? Sbagliato… facendo così si passa per Ventosa immagine della Vergine della Cueva.
Saputo questo, il paladino Orlando
decise di liberare i cristiani sfidando
il gigante e lo abbatté utilizzando lo
stesso trucco di Davide, ovvero sca- SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
gliando una grossa pietra. Il Poyo
de Roldán, pochi chilometri prima di
Ventosa
Nájera ricorda questo combattimen- Nájera Navarreto
to e conserva, al suo interno quel 500 m 520 m
prodigioso sasso. Una raffigurazioni
Logroño
di questa epica battaglia si trova an- 380 m
che su di un capitello dell’antico por-
tale gotico del cimitero di Navarrete.
12 km 4 km 13 km
51
09 Nájera / Santo Domingo de la Calzada - Km 21
Strada principale Percorso
Inizio/fine tappa Tappa tranquilla e piacevole, strada dritta,
Azofra senza particolari asperità, immersa tra
campi e vigneti che si estendono a perdita
d’occhio, delimitati, a destra, dalle alture
Santo Domingo della Sierra de la Demanda. L’unico paese
Nájera
de la Calzada Acequia importante che si incontra è Azofra dove
Cirueña si apre forse il più bel rifugio del Cammino,
Charca modernissimo, con camere a due letti.
Si prosegue in leggera salita fino a Cirueña,
attraverso un intrigo di sentieri e strade
rurali, ma il Cammino è sempre ben indicato
e, poi, non si può sbagliare… basta seguire
sempre la propria ombra!
L
a campagna della Rioja è l’ennesimo, nuo- però che aprono alle 10) si abbandonano i pen-
vo, affascinante aspetto naturalistico che sieri filosofici per dedicarsi agli acquisti. In caso
questo meraviglioso viaggio ci regala. Oggi, di stanchezza, il rifugio municipale è un esempio
uscendo da Nájera si è passati, quasi per incanto, di comodità assolutamente unico. Se ieri non si è
dalle rocce aspre e rosse, dalle grotte scavate da trovato posto a Nájera o se si è deciso di “sfalsa-
antichi abitanti su pareti scoscese e inaccessibili, re” le tappe, questa è una delle rare occasioni per
agli immensi campi di grano e agli ordinati vi- dormire tranquilli in una comoda camera a due
gneti. Le coltivazioni di frumento si susseguono a letti. Dopo Azofra si trovano due punti di riferi-
perdita d’occhio, a volte “pettinate” dal vento che mento dell’antico Cammino tracciato da Santo
crea disegni, onde e vibrazioni curiose. Domingo nel XI secolo: la cappella della Virgen
Camminando, quando il sole è ancora basso, la de la Valvanera e il Rollo de Peregrinos. Da qui in
nostra lunghissima ombra ci precede sul sentiero poi si sale, con pendenza regolare e senza strappi
o, a volte, si proietta sulle spighe dando vita a gio- fino al borgo di Cirueña. Vale la pena di ricordare
chi di luce che sembrano crearle attorno un’aura che bisogna sempre portare con sé acqua e qual-
dorata. Ci si sente, dunque, un po’ “santi” e i che cosa da mangiare (un po’ di pane o frutta),
pensieri s’inseguono, cercando le persone care e anche se la via non è ardua: 15 chilometri senza
proponendosi di non disperdere mai più, nella trovare ristoro possono essere pericolosi.
quotidianità nevrotica che prima o poi ritrovere- Il “gallinero”
mo, questo patrimonio di sensazioni, sentimenti NELLA CASA DEL SANTO
e fede. Anche i buoni propositi fanno parte del Al termine di questo tratto si giunge nella “Com- Curiosità
senso profondo del Cammino, grazie all’incon- postela riojana”, Santo Domingo, la città nata at-
tro con se stessi, con il creato e il suo Creatore
e insieme al rimorso che ci coglie per non aver
mai capito, mai scoperto prima, mai apprezzato
torno alla tomba del Santo de la Calzada (il Santo
della strada), che dedicò la sua vita a rendere più
agevole e sicuro il tratto di Cammino tra Nájera
E cco la storia del miracolo detto
“della forca e dei polli”. Siamo agli
inizi del XIV secolo e una famiglia di
a pieno quante cose meravigliose ci circondano e Redecilla, costruendo ponti, chiese e hospital. pellegrini tedeschi (padre, madre e
Santo Domingo, insieme al suo discepolo, San figlio), provenienti da Colonia, sosta
Juan de Ortega (che dà nome all’omonima città in una locanda di Santo Domingo.
che si raggiungerà tra due giorni), dedicò tutta la La figlia dell’oste s’invaghisce per-
sua lunga vita alla rotta jacopea. Sono stati due dutamente del giovane che, però, la
santi modesti, che nessun monastero aveva accol- rifiuta. Inviperita la ragazza lo denun-
to e, per questo, vivevano in un eremo, ma con cia per il furto di una coppa d’argen-
il loro esempio di Fede e di abnegazione, hanno to che lei stessa aveva nascosto nel
lasciato un’impronta sul Cammino più di tanti bagaglio. Secondo la legge il giova-
“grandi” della storia e della Chiesa. notto viene condannato a morte e im-
La basilica che oggi custodisce le spoglie del piccato. I genitori, affranti, ripartono
santo è impressionante per la fusione di stili: verso Santiago, ma la madre insiste
dal romanico antico dell’abside alla facciata ri- per tornare a vedere il figlio morto. Si
nascimentale, dalle arcate gotiche al campanile avvicina piangendo al corpo appeso
barocco, dal retablo fiammingo al coro ancora e scopre che – miracolo – è ancora
rinascimentale. Tutti i pellegrini “turisti” si sof- vivo. Corrono dunque, i genitori, dal
la propria ombra sul sentiero fermano, naturalmente, a fotografare il gallinero, giudice ma questi, che è seduto a ta-
dove vivono i discendenti dei polli del miracolo vola e sta per mangiare due bei polli
RAGNATELA DI SENTIERI (di cui parliamo qui a destra); però è la tomba del arrosto, risponde freddamente che il
Entrando in Azofra, unico paese in cui si è certi Santo, gotica e in alabastro nero, a essere di uno figlio era vivo almeno quanto i due
di poter trovare qualche negozio (ricordandosi splendore davvero commovente. polli ben cotti. A quelle parole il gal-
lo e la gallina si rianimano ed escono
vivi, intatti, bianchi e pennuti dalla pa-
della. Tutti allora corrono al patibolo
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO e tirano giù il ragazzo vivo. Da allo-
S. Domingo ra a oggi – e sono passati seicento
de la Calzada
640 mt anni – dentro alla Cattedrale vengono
Cirueña allevati, ammirati e vezzeggiati (unico
752 mt
Azofra esempio al mondo) un gallo e una
565 mt Nájera gallina bianchi, in un’apposita gabbia
500 mt gotica, chiamata gallinero, dinnanzi
alla cripta con le spoglie del Santo e
a fianco di pregevoli dipinti che ripro-
ducono la storia del miracolo.
In più
A
ll’alba si esce da Santo Domingo attraver-
sando il grande ponte sul rio Oja, che fu
S i è più volte fatto cenno ai meravi- fatto costruire proprio dal santo per evitare
gliosi retablo che si trovano in mol- che i pellegrini venissero taglieggiati dai barcaioli.
te chiese di Spagna. Il retablo è una Voltandosi ad ammirare il leggero color ocra del
sorta di scenografia in legno dorato, campanile della cattedrale, il pensiero non può non
che si costruisce dietro all’altare per andare all’opera di quanti, in oltre mille anni, han-
arricchirne la sacralità. A Santiago esi- no contribuito a far sì che, oggi, si possa percor-
ste un museo dedicato agli artigiani, rere sicuri e, tutto sommato, comodi questa rotta
veri e propri artisti, che per ogni chiesa jacopea. Se si pensa ad altre ere, in cui i cavalieri
disegnavano le diverse scene da im- degli Ordini militari e ospedalieri erano chiamati
mortalare: santi, immagini sacre o bi- a difendere il sentiero dai briganti o dai mori, e il
bliche. Quindi essi stessi sceglievano pellegrino era in balia dell’ignoto, non si può non Statua della Vergine nella chiesa
gli alberi da tagliare e seguivano il la- ringraziare i tanti Santo Domingo che, con il loro di Santa Maria a Belorado
voro di costruzione del retablo grezzo lavoro disinteressato, hanno reso più agevole e ac-
prima di incominciare a impreziosirlo cessibile la “via lattea”. È un bene, quindi, che la
con intagli, sculture e ceselli che po- tappa odierna sia tutta dedicata a Santo Domingo. UNA GIORNATA
tevano durare anche anni. Infine la do- Si passa, infatti, prima da Redecilla del Camino (in TRANQUILLA
ratura rendeva il tutto un capolavoro. cui fu battezzato) e poi da Villoria, dove nacque, il Come detto, oggi la strada è tranquilla, quasi
12 maggio del 1090. tutta a fianco di quella asfaltata. Inoltre è ricca
di ospitalità: Redecilla del Camino, Viloria e Vil-
IL PARROCO DI GRAÑON lamajor del Rio hanno tutte rifugi municipali o
Molte guide consigliano di fare tappa nella cit- privati, ristoranti con menù del dia, bar e nego-
tadina di Grañon, invece che a Santo Domin- zi con alimentari il che rende il percorso, già di
go, per godere della tradizione di ospitalità del per sé facile, anche particolarmente tranquillo.
parroco della locale chiesa di San Juan Bautista. In caso di maltempo o di malore le distanze sono
Dispone di 40 posti nella sacrestia e nel campa- davvero minime. Belorado (la Belfuratus del Co-
nile della chiesa stessa. È una delle sempre più dex Calixtinus) è stata un centro importante del
rare accoglienze religiose (la stragrande maggio- Cammino medievale. Oggi i rifugi sono cinque,
ranza dei rifugi è ormai municipale o privata), tra cui uno parrocchiale, presso la chiesa di Santa
dove si può ancora rivivere lo spirito autentico Maria. Se riuscite a trovare posto in questo siete
del pellegrinaggio. Il parroco non abbandona avvantaggiati nella visita della chiesa che conser-
mai i viandanti e li invita a condividere la cena. va una bella scultura della Vergine del XII secolo.
Cicogne sul campanile di una chiesa Non impone un prezzo per l’ospitalità, lascia L’altra chiesa da visitare è San Pietro, nella plaza
una cassetta delle offerte, dove c’è scritto che Mayor. Comunque, se ci si sente bene, se si han-
si può anche prendere ciò di cui si ha bisogno no ancora energie, se si è dormito a Grañon. op-
Curiosità (ammesso di averne davvero bisogno). Anche il pure se si ha il rimpianto di non averlo fatto… si
momento della Messa e della benedizione sono può anche proseguire per Tosantos. Sono altri 7
L e abbiamo incontrate la prima
volta sulla torre campanaria di
Logroño, poi ancora sulla chiesa
vissuti come corale partecipazione a un gesto
altrettanto importante, il pellegrinaggio ap-
punto. Se ci fossero più occasioni del genere sul
chilometri per raggiungere il rifugio parrocchiale
di San Francisco de Asis, dove si possono condi-
videre cena e momenti di preghiera con i frati.
di Navarrete; ieri a Santo Domin- Cammino sarebbe meglio per tutti e aiutereb- Appena di fronte a questo paese si può visitare
go, oggi sui tetti e sui campanili be a vincere, almeno in parte, quella mentalità anche la suggestiva ermita della Virgen de la Peña
delle chiese di Redecilla e Viloria. sciatta, egoista e materialista che è tipica, ormai, (Vergine della roccia) effettivamente scavata nella
Sono le cicogne, una caratteri- della maggioranza dei moderni viandanti. roccia di un antico insediamento rupestre.
stica di questo tratto di Cammi-
no, che sembra sposarsi a pieno
con l’architettura plateresca delle
chiese, contraddistinta da una SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
torretta campanaria centrale con Villamayor Viloria
due archi laterali. I grandi nidi del- Belorado del Rio de la Rioja
770 m 790 m
le cicogne sono, dunque, sia a lato Castildelgado Redecilla Grañón
del Camino 724 m
della torretta che sopra la stessa,
S. Domingo
spesso con simmetria davvero de la Calzada
divertente e i grandi trampolieri 640 m
sembrano beatamente ignorare
sia il suono delle campane che il
vociare dei turisti ammirati.
S
ono tante le cose belle da vedere oggi, an- i sovrani di Castiglia, per difendere i pellegrini, In più
che se in molti pellegrini può serpeggiare avevano decretato la pena di morte per chi era
il timore per la salita ai Montes de Oca.
La giornata inizia passando da Tosantos e dalla
Virgen de la Peña (di cui si è già detto).
sorpreso a rubare e le cronache dell’epoca sono
piene di impiccagioni di «sudditi di Sua Maestà
britannica». Oggi la traversata dei Monti dell’O-
S an Juan de Ortega, come si è già
detto, è stato un collaboratore di
Santo Domingo. Nato nel 1080 da
Più avanti si trova Villambistia con la chiesa di ca è solo faticosa ma, al tempo stesso, gradevole, una ricca famiglia castigliana, appe-
Santo Stefano. Ancora un attraversamento della per il gusto aspro del paesaggio. La prima parte na ordinato sacerdote incominciò ad
carretera n. 120 e si giunge a Espinosa del Ca- del percorso è la più ripida, ma dopo pochi chilo- affiancare Domingo nella sua opera
mino, dove – eventualmente – c’è un piccolo metri si incontra la Fuente de Mojapán, presso la di miglioramento del Cammino. Dopo
rifugio. Proseguendo su una bella strada rurale, quale è possibile rinfrescarsi e rifornire la borrac- un pellegrinaggio in Terra Santa, poi,
tra campi coltivati e steccati, si incontrano le cia. L’importante è procedere con passo regolare decise di ritirarsi sui Monti dell’Oca
emozionanti rovine del monastero di San Fe- così, in meno di un’ora, si arriverà all’Alto della per aiutare i pellegrini in questo tratto
lice che, tra il VI e VII secolo, dava anch’esso Pedraja (1.130 metri), dopo aver incontrato un pericoloso. Morì, nel 1163, e fu sepol-
ospitalità ai viandanti in marcia verso Santiago. monumento, raffigurante una paloma (una co- to nella cappella che ancora lo ospita
Qui sarebbero ancora sepolti i resti mortali di lomba), dedicato a tutti i caduti della guerra civile e che lui stesso aveva iniziato a co-
Diego Porcellos, il fondatore di Burgos. 1936-39, senza distinzione di parte. Il tratto che struire. La fama dei suoi miracoli por-
Il sentiero ridiscende, infine, sulla strada asfal- segue è un lungo, interminabile falsopiano in di- tò qui anche la regina Isabella che,
tata che conduce a Villafranca Montes de Oca. scesa. Il sentiero di terra bianca, abbagliante sotto nel 1477, fece ampliare la cappella
Se ci si è tenuti sul lato destro della carreggiata si il sole, fiancheggia il bosco. Il monastero sembra dando vita al complesso che ancora
incontrano subito una mesón e un bar, utili per non arrivare mai e la sua apparizione improvvisa è oggi possiamo ammirare.
rifocillarsi prima di affrontare la prima rampa che simile a quella di un’oasi nel deserto.
è proprio lì, svoltando a destra. Nel caso, c’è co-
munque anche un rifugio municipale piuttosto ANTICA OSPITALITÀ
squallido. Meglio procedere. Prima di pensare a qualsiasi altra cosa è giusto Curiosità
entrare nella chiesa, lasciarsi avvolgere dal suo
silenzio, dal buio riposante e rivolgere un ringra-
ziamento sulla tomba del Santo che, ancora una
volta, ha vegliato sul Cammino consentendoci di
L a chiesa di San Juan de Ortega fu
eretta, in stile “isabelino”, dall’ar-
chitetto Gil de Siloe, sulla precedente
arrivare sani e salvi. Poi, ci si può anche rilassare. struttura romanica voluta dallo stesso
Nel piazzale del monastero si affacciano sia l’o- Ortega. Di quella struttura sopravvi-
stello parrocchiale, sia un bar ben fornito, sia ve un capitello “speciale” che rap-
una fresca fontana per chi vuole solo dissetarsi presenta l’Annunciazione. Nei giorni
prima di proseguire. Ammesso che si riesca a dell’equinozio (21 marzo e 21 set-
trovare posto (il rifugio ha solo una sessantina tembre) di ogni anno si ripete, infatti,
di letti), l’esperienza di dormire nel monastero è il cosiddetto “miracolo della luce”.
molto “medievale”, isolati come si è dal resto del Intorno alle 17, attraverso una fine-
mondo. Certo la sistemazione è assai spartana e stra della facciata, un raggio di sole
Il sentiero dei Montes de Oca la sera può far freddo (siamo pur sempre a 1.000 va a colpire esattamente il prezioso
metri di altitudine), ma trovarsi tutti in chiesa bassorilievo del capitello, conferen-
I BOSCHI DEI BRIGANTI per la Messa e la benedizione del pellegrino, poi, do una dimensione particolare alla
Venivano principalmente dalla vicina Aquitania, di nuovo, tutti attorno al fuoco a gustare la fa- scena dell’Annunciazione e rendendo
a quei tempi sotto il dominio inglese, i banditi mosa zuppa d’aglio del parroco, è un’esperienza ulteriore testimonianza della maestria
che infestavano i Montes de Oca taglieggiando che vale la pena di vivere. Al mattino, infine, una degli architetti medievali.
e, spesso, uccidendo i pellegrini. Come si è già tazza di latte caldo… e nessuno chiede nulla, il
capito, parlando del miracolo di Santo Domingo, donativo è a discrezione.
S. Juan
de Ortega
Espinosa
del Camino
Villafranca Villambistia
Montes de Oca Tosantos
Belorado San Juan: rifugio e monastero
770 m
L a Cattedrale di Burgos è uno dei te) con i suoi fumi inquietanti; se la giornata è
gioielli del Cammino. Iniziò a co- bella, però, ci si può consolare scorgendo anche le
struirla Fernando III, nel 1221; l’edifi- torri della Cattedrale. Ora il Cammino prosegue
cio centrale è del XIII secolo, mentre tranquillo: in discesa fino a Villalval; pianeggiante
le famose torri furono aggiunte nel XV. fino a Cardeñuela de Riopico; su strada, ma tran-
Per visitare l’interno, con il Santo Cri- quilla, fino a Orbaneja. Quindi il primo impatto
sto di Burgos, la Cappella del Conde- con la modernità… l’antico sentiero sale su un
stabile e quella di San Giacomo (con ponte di acciaio per superare una rombante auto-
un imponente Santiago matamoros) e strada e arrivare così a Villafria. Da qui in poi le
altri capolavori, bisogna entrare pa- frecce vanno cercate sul marciapiede che costeggia
gando il biglietto (sconto e sello con la statale. A destra: auto, camion, moto, frenesia.
la Credencial). Per fortuna però, a La cattedrale di Burgos Tutto intorno: capannoni, magazzini, negozi e
differenza di Pamplona, è stato man- decine di alberghetti che cercano di intercettare
L
tenuto anche uno spazio (entrando asciare San Juan de Ortega per Burgos si- i pellegrini più stanchi. Ci vuole calma e pazien-
dalla navata centrale a sinistra) in cui gnifica lasciare il medioevo, la quiete, la za. Magari affidandosi alla curiosità di guardare
l’ingresso è libero, per chi vuole pre- riflessione, la sacralità di pensieri e gesti, l’espressione delle persone che s’incrociano e ri-
gare e assistere alle funzioni religiose. pensando di doversi, tra poco, reimmergere nel manendo sorpresi da quanti di questi sconosciuti
caos, nella puzza, nel traffico, nella sciatteria male- salutano con un sorriso.
ducata delle grandi città occidentali.
Intanto, però, ci si può godere il Cammino scen- MISTICA BURGOS
dendo dai Monti dell’Oca con cuore leggero e lan- Altra consolazione per il fatto di dover attraver-
ciando uno sguardo alla pianura castigliana: pano- sare a piedi tutta la città è quella di poter passare
rama che diventerà familiare nei prossimi giorni. davanti a tutte le più belle chiese della città e, per
Si passa per Agés, che con i suoi tre rifugi acco- la prima volta, di trovarle tutte aperte. Nell’or-
dine s’incontrano le chiese di: San Nicolás (di
glie tutti quelli che non hanno potuto o voluto
Bari), gotica del XV secolo; Santa Gadea e Ague-
fermarsi al monastero di San Juan, e si raggiunge
da; San Esteban (con un museo del retablo); fino
Atapuerca, il più antico sito preistorico spagnolo. ad arrivare alla porta con l’Arco di Santa Maria,
Se non si ha fretta o si pensa di scandire in ma- del 1553, che immette (finalmente) nella città
niera diversa la tappa, vale la pena di salire alla vecchia. L’elenco dei tesori artistici, però, è lun-
sua chiesa medievale e, dalla collina, godere dello go. Ci sono, infattti, anche: il Monastero di San-
splendido paesaggio; magari guardando la fila di ta Maria la Real de las Huelgas; la Certosa di Mi-
pellegrini che scende dai Montes. Anche il sito raflores, fuori le mura, con un celebre Santiago
Stele di fronte alla stazione di Burgos archeologico meriterebbe una visita, ma bisogna pellegrino nel retablo maggiore e l’Hospital del
uscire dalla strada per un chilometro e mezzo e, Rey, che si incontra uscendo di città dalla Puer-
soprattutto, informarsi sugli orari di apertura. Co- ta de Romeros. A questo punto, quindi, bisogna
Curiosità munque ad Atapuerca ci sono anche due rifugi. decidere. Se si pensa di fermarsi in città è meglio
tirare diritto fino al rifugio, che è all’Università,
R odrigo Diaz conte de Vivar (1043,
1099), detto “el Cid Campeador”,
fu un nobile castigliano, eroe leggen-
LO SGUARDO DALLA CROCE
Proseguendo in salita ci si arrampica sulla Sierra
di Atapuerca (1.060 metri). Nel punto in cui si
uscendo dalla città, per poi tornare con calma a
visitarla. Ci sono anche altri due rifugi in centro,
quello di Santa Catalina, vicino alla Cattedrale
dario della Reconquista della Spagna, scollina si trova una grande croce in legno da cui e quello della Comunità di Emmaus, ma sono
invasa dai musulmani nel 711, e libera- si può lanciare uno sguardo, tra il perplesso e il entrambi molto piccoli.
ta dai sovrani cattolici solo nel 1492. Il
nome Cid deriva dall’arabo sidi (signo-
re, padrone) e l’aggettivo campeador è
una storpiatura di campione, vincitore. SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
Grande capitano e politico sagace, pur
in un’epoca resa complessa da giochi S. Juan
di alleanze e tradimenti, le sue gesta Atapuerca de Ortega
divennero epiche e furono esaltate nel 1050 m 1000 m
poema Cantar de Mio Cid (XII secolo). Cardeñuela Ages
Orbaneja Riopico Villaval
La sua figura, nei romanzi, acquisisce
un profilo leggendario, incarnando le Burgos Villafria 925 m
860 m Gamonal
qualità ideali dell’anima castigliana.
S
e ieri sera ci si è potuti riempire gli occhi (dell’arcivescovo) che attraversa il rio Urbel. Bello
e il cuore con le meraviglie architettoniche anche Rabé de las Calzadas con le case in pietra,
di Bugos, questa mattina meglio pensare a l’Ermita di Nuestra Señora del Monasterio e il rifu-
riempire di acqua le bottiglie o la borraccia. Da gio “Libera nos Domine”. Qui potete rifocillarvi o
oggi, infatti, e per parecchi giorni, ci sarà da af- riposarvi prima di affrontatare le mesetas.
frontare quella che è considerata, da alcuni, la
prova più dura del Cammino: l’attraversamento FUGA DALLA REALTÀ
delle mesetas. Andiamo con ordine, però. Ecco, finalmente, la prima salita, non particolar-
L’uscita da Burgos regala nuovamente la vista mente ripida, che porta agli altopiani (mesetas,
dell’Hospital del Rey, che fu il più importante dei appunto, in spagnolo) tipici di questa regione.
32 anticamente riservati ai pellegrini in questa cit- Il sentiero è sempre ben definito e, a volte, sembra
tà. Di seguito vi è anche il vecchio cimitero dei come un lungo strappo nel susseguirsi dei campi
pellegrini, con la tomba di quel San Marco, pel- di grano. Il paesaggio di queste immense pianure Case in pietra di Rabé
legrino francese che, sulle orme di Santo Domin- - che si sviluppano a una quota costante intorno
go e di San Juan de Ortega, dedicò la sua vita ad agli 800 metri sul livello del mare - non muterà In più
assistere i giacobei arrivando al punto addirittura, per giorni: all’azzurro del cielo si contrappone, a
secondo i racconti, di portarli sulle proprie spalle perdita d’occhio, il verde del frumento (se si passa
quando erano troppo affaticati. ad aprile o maggio) oppure il giallo del grano (a «La Cattedrale di Burgos è uno splen-
giugno, luglio) o il color paglia, arido delle stoppie dido poema. Il suo gotico fiorito non
(se si passa ad agosto o settembre). Per chilome- è un groviglio spesso, traboccante,
tri non v’è un solo ristoro e la terra del sentiero è ma un canto ordinato, portentoso. (…)
Niente è confuso, tutto si orchestra.
bianca, cretacea, abbagliante sotto il sole. Le con-
È necessario vedere la linea da tre pia-
dizioni atmosferiche sono, quasi sempre, un tor-
ni diversi: dalle torri del coro, dall’absi-
mento. Normalmente sono il sole e il caldo a non
de e dall’entrata, che si elevano l’una
lasciare scampo, ma se capita di passare in giorni sull’altra. Tutto un popolo di statue, ve-
freddi ci si accorgerà che il vento e il gelo possono ramente umane, accompagna come
essere altrettanto crudeli. Il clima è secco e ventoso le note di una partitura questo canto
ma, in qualsiasi periodo, ci si può aspettare an- della pietra. Ma, sotto, gli antichi santi
che la pioggia. infatti, proprio a causa del caldo e dell’inizio, con le loro grandi teste di
della forte irradiazione della terra che contrastano contadini, con i loro grandi piedi d’a-
Portale della cattedrale di Burgos con l’aria fresca e umida che arriva dall’Atlantico, postoli, ricordano i tempi dei cuori puri
i temporali sono frequenti, improvvisi e violenti. e la continuità» (Léon Degrelle – Il mio
TORMENTI ANTICHI Questi spazi smisurati e il silenzio assoluto fanno Cammino di Santiago).
E MODERNI sentire piccoli e indifesi di fronte all’immensità e
Da Burgos a Tardajos «no te faltarán trabajos» (non alla forza della natura… mai soli, però, in quanto
ti mancheranno le tribolazioni), così dicevano gli il fatto di poter vedere il sentiero per chilometri
antichi pellegrini. Oggi, però, l’unica vera “tribo- permette di scorgere sempre, davanti o dietro, Curiosità
lazione” è il passaggio dell’autostrada che collega a decine di altri pellegrini. Inseguendo pensieri,
Leòn, con i suoi orrendi sottopassi lordati di scritte.
Il Cammino prosegue tranquillo, su strada asfaltata
ma non trafficata, e consente di passare da Villal-
emozioni e sensazioni si arriva a Hornillos dove,
un tempo, oltre all’hospital sorgeva anche un leb-
brosario per pellegrini. Il paese conta 96 anime,
C ome è capitato ormai soven-
te di vedere, la maggior parte
dei paesi e delle città che si stanno
bila, troppo presto per i negozi, ma perfettamente con ben tre rifugi, oltre a una comoda casa rural, attraversando sono sorti o si sono
in orario per la colazione… Tardajos è un antico un negozio che vende alimentari e un bar con un sviluppati in funzione di questo pelle-
borgo romano con il suo bel Puente del Arzobisco gustoso menù del dia. grinaggio. Anche Hornillos è un caso
tipico e suggestivo di antico borgo
che - come avviene per decine di al-
tri paesi (magari piccolissimi, in cui la
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO popolazione raddoppia ogni sera per
l’afflusso di pellegrini) - l’itinerario ja-
copeo taglia in due in maniera netta.
Hornillos Rabè de las
Villalbilla Burgos In questi paesi, tutto: albergés, ho-
825 m Calzadas 860 m stal, chiese, bar, masón, negozi si af-
Tardajos
faccia sulla strada. Così, quella che,
una volta, era la sirga peregrinal, oggi
prende spesso il nome di calle Mayor,
calle Real o calle Santiago…
L
a tappa è breve, però è meglio alzarsi pre-
In più sto, all’alba, perché già alle 7,30 il sole
picchia e fa un caldo torrido, nonostante
G razie alla resistenza dei re astu-
riani, l’invasione musulmana del
711 fu bloccata, al nord, su una linea
l’altezza dell’astro nel cielo sia quella che in Italia
si riscontra almeno un’ora prima. Già l’Italia…
Quando si era a casa, ben difficilmente capitava
che passava anche dal castello e dal di vedere l’alba e, anche se si è costretti ad alzarsi
paese di Castrojeriz, che furono così presto per andare al lavoro, il sole nascente dietro
investiti dalle scorribande dei mori. ai caseggiati non regala certo l’incanto di sfuma-
Il borgo fu abbandonato ai musulma- ture e i giochi di luci e di ombre che si possono
ni, mentre in mano cristiana rimasero godere in questi sconfinati paesaggi agresti.
solo le fortificazioni sulla collina. Nel
746 il re delle Asturie, Alfonso I, at- I SIMBOLI DEL SAN BOL Le rovine del monastero di San Antón
taccò gli arabi e, per decenni, la città In meno di un’ora e mezza, scendendo dalla pri-
fu teatro di scontri. Distrutta e rico- ma meseta della giornata, si scorge a sinistra un LE ROVINE DEL FUOCO
struita due volte fu quindi abbando- sentiero che, in poche centinaia di metri, condu- La strada dopo Hontanas è meno “selvaggia”; si
nata dalla popolazione. Anni dopo, ce a una rigogliosa macchia verde. Sembra un’o- rimane sempre su di uno smisurato altopiano al
Alfonso III incaricò Nuno Numéz di asi nel desolato (in tarda estate) paesaggio mese- di sopra degli 800 metri di quota, ma ora s’in-
fortificarla e, nel 884, egli riuscì a di- tico e, in qualche modo, lo è. Si tratta, infatti, contra spesso la strada. Ed è proprio al termine
fenderla all’attacco di Almondhir e vi di una fonte d’acqua freschissima, accanto alla di un tratto di strada alberato (quindi partico-
si stabilì come governatore. quale sorge un piccolo rifugio reso caratteristico larmente gradito), che ci si imbatte nei grandio-
dalla cupola in pietra che sovrasta l'edificio basso si archi gotici del vecchio convento e ospedale
(da lontano assomiglia un po’ a un trullo di Albe- di San Antón. La strada vi passa sotto costeg-
robello), l'Arroyo de San Bol. Sul muro esterno, giando le incantate e un po’ inquietanti rovine
per anni, vi erano disegnati una grande croce a di quello che era un sanatorio famoso in tutto
otto punte rossa e il motto dei Cavalieri Tem- il mondo. Qui, infatti, i monaci dell’Ordine di
plari: «Non nobis Domine, sed nomine tuo da glo- Sant’Antonio, con la loro tonaca nera sormon-
riam». Oggi, invece, sul muro spicca una conchi- tata dal Tau (la croce a forma di T dell’alfabeto
glia stilizzata a ennesima riprova del processo di greco) azzurro, avevano imparato a curare una
“scristianizzazione” che sta subendo il Cammino. fastidiosa malattia cutanea che spesso affligge-
Riprendendo la marcia si affronta una nuova me- va i pellegrini soggetti a immunodepressione,
seta. «Questa grande aridità mi piace, perché nel a causa del prolungato stato di debilitazione.
suo vuoto, è sorprendentemente spirituale. (…) Quella malattia, da allora, è conosciuta come
Sento in me grandi sorgenti di poesia sgorgare “fuoco di Sant’Antonio”. Oggi qui c’è ancora
Cammino verso Castrojeriz senza posa, melodiose e fresche». Così scrive- un piccolo rifugio, ad ospitalità monastica.
va Léon Degrelle, discusso e carismatico leader Dopo queste scoperte rimangono solo pochi
politico belga tra le due guerre, descrivendo le chilometri di strada per arrivare a Castrojeriz,
Curiosità sue sensazioni mentre attraversava proprio que- annunciato da distante dalla visione delle bian-
ste pianure nel 1951, quando il Cammino non che rovine del castello che lo sovrasta.
Q uando si cammina in questi
sconfinati altopiani, una delle
tante cose strane che accadono è
era certo tracciato come oggi ed era anche assai
meno frequentato. Con questi pensieri si giunge
Centro di fondazione romana (Castrum Caesaris
o Castrum Sigerici), Castrojeriz offre sei rifugi e
a Hontanas, piccola località arroccata intorno diversi ristoranti, ma non bisogna dimenticare
che i paesi si annunciano… con la alla bella chiesa dell’Immacolata, del XIV secolo. di visitare la collegiata di Nuestra Señora del
punta del campanile. Poiché, infatti, Oltre a bar, negozi e ben quattro rifugi, il paese Monzano e la gotica chiesa fortezza di San Gio-
quasi tutti i borghi sono costruiti in offre persino una piscina comunale. vanni del XIV secolo.
avvallamenti di corsi d’acqua, essi
rimangono per ore nascosti sotto la
linea dell’orizzonte. Il primo ad appa-
rire è, dunque, il campanile e, poco SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
per volta, ecco tutto il paese. Tutta-
via, un po’ per l’aria calda, un po’ per Hontanas
867 m San Bol Hornillos
la conformazione del terreno, un po’ Castrojeriz 825 m
anche per la stanchezza, la prospet- 808 m
tiva delle distanze rimane spesso fal-
sata e la meta sembra non arrivare
mai. È bene, quindi, controllare sem-
pre sulla mappa chilometrica.
A
ncora una volta conviene partire presto, lixtinus, antico ponte medioevale sul rio Pisuer-
finché il sole è ancora basso, per affron- ga, fatto costruire da Alfonso VI. Oggi ha solo 7 In più
tare più freschi la salita che porta, con delle originali 11 arcate, che segnano il confine
N
discreta pendenza, ai 910 metri di altitudine tra la provincia di Burgos e quella di Polencia. ell’ermita di San Nicolás de
dell’Alto di Mostelares. Giunti in cima, vale la Si entra, quindi, nell’ordinata cittadina di Itero Puentefitero, il pellegrino viene
pena – anche per riposarsi un po’ – di contem- de la Vega, per poi riprendere il sentiero che, in accolto con l’antico rito della lavanda
plare la bellezza delle interminabili pianure e meno di due ore, consentirà di raggiungere Bo- dei piedi. A lui viene offerto il pasto
delle coltivazioni che sembrano perdersi all’in- adilla del Camino e lì ammirare uno dei simboli comune con semplicità e cortesia.
finito; una ricchezza che spiega anche il nome della rotta jacopea: il cosiddetto “rollo gotico” o Non c’è corrente elettrica, ma non
della città di Frómista, che deriva dal latino fru- jurisdiccional, una colonna in pietra del XV seco- se ne sente la necessità: il sole tra-
mesta, proprio per la grande quantità di grano lo che era l’emblema, appunto, del potere della monta tardi e restare a chiacchierare
e frumento che qui veniva raccolto. Appena in- Legge dell’uomo, accanto a quella di Dio, incar- al lume dei ceri aiuta a immergersi in
trapresa la discesa dall’Alto, s’incontra la Fuente nata nell’adiacente chiesa di Santa Maria. Nel una dimensione più semplice e anti-
del Piojo, ottima per rifornirsi d’acqua. Fino a paese vi sono anche quattro rifugi e bar. ca. L’accoglienza dignitosa e umile,
qualche decina di anni fa, qui era ancora pos- La tappa prosegue, sempre esposti, naturalmen- la ritualità ordinata e ferma, fanno
sibile trovare i resti dell’antica strada imperiale te, alle condizioni climatiche: se c’è il sole sembra sì che anche i pellegrini più sciatti,
romana. Ormai, però, tutte le sue pietre sono di essere nel Sahara, se piove o tira vento sembra egoisti, edonisti e laici, in una parola:
state asportate, magari considerate “scomode” di essere in Siberia... Comunque, a Dio piacen- “moderni”, si comportino con rispet-
per il passaggio dei trattori. do, anche oggi si arriverà al termine. to regalando a chi si ferma una delle
rare sere e notti di autentico riposo
L’ERMITA ITALIANA (del corpo e dell’anima).
Il paesaggio si anima di qualche pianta solo con
l’approssimarsi della valle del rio Pisuerga, molto
verde e ricca di sorgenti. È qui, sulla sinistra, che Curiosità
si affaccia – come simbolo di serenità e tradizione
– l’ermita di San Nicolàs de Puentefitero, un’an-
tica costruzione del XIII secolo ristrutturata e ge-
stita dalla italiana Confraternita di San Jacopo di
L e grandi depressioni frutto di ero-
sione fluviale che, con regolarità,
interrompano il vasto altopiano mese-
Compostela, di Perugia. Nella cadenza “classica” tico fanno assomigliare il paesaggio a
delle tappe che stiamo proponendo non è previ- quello del... fondo del mare. È pro-
sto di fermarsi qui a dormire, tuttavia in quella L’ermita di San Nicolas prio un fondale marino senz’acqua:
che sarà la personale scansione del Cammino di Il rifugio municipale di Frómista è proprio di una grande pianura con avvallamenti
ogni lettore, vale la pena di prendere in conside- fronte al più importante capolavoro di questa profondi, simili, come nel cuore degli
razione di farlo. In ogni caso, anche se solo per città agricola e di mercato: la chiesa di San Mar- abissi, a montagne rovesciate, come
pochi minuti, è bello fermarsi a scambiare due tin, uno degli esempi più limpidi del romanico se la pianura sprofondasse in una
parole con gli ospitalieri italiani che, volentieri, in Spagna. Costruita nel 1066 come parte inte- fossa a forma di picco rovesciato.
vi mostreranno il luogo o vi offriranno ristoro. grante di un monastero ora demolito, la chiesa Infine, così come il fondo del mare è
Si tratta, infatti, di uno dei pochi rifugi che ten- ha splendidi capitelli con decorazioni allegoriche reso soffice, in superficie, dal fluttua-
tano di conservare intatta la tradizionale ospita- alle colonne delle tre navate. Il ciborio ottagonale re delle onde: «…qui, invece, sono i
lità jacopea, senza lasciarsi sopraffare delle mode. e le due torri cilindriche ai lati della facciata aiu- campi di grano color oro pallido che
tano a ricordare che, in questa regione, le chiese si agitano alla dolce carezza del ven-
to imitando il moto ondoso del mare»
SI ENTRA IN POLENCIA erano anche fortezze, all’interno delle quali si
(Léon Degrelle - Il mio Cammino di
Appena passata l’ermita italiana, incontriamo rifugiava la popolazione durante le frequenti e
Santiago).
Puentefitero, il pons Fiterie citato dal Codex Cal- sanguinose incursioni musulmane.
890 m Castrojeriz
Frómista Boadilla Itero la Vega Puente 808 m
787 m del Camino 769 m Fitero
6 km 8 km 0.7 km 10 km
58
Frómista / Carrión de los Condes - Km 19,3 16
Percorso Strada principale
Strada alternativa
Giunti ormai a metà del Cammino, questa è
Inizio/fine tappa
da considerarsi una tappa di riposo: facile, Villalcázar
piatta, ma anche monotona. Il sentiero de Sirga Frómista
corre sempre a fianco della strada asfaltata,
segnalato costantemente da ordinati cippi Carrión de
bianchi con il simbolo della conchiglia. los Condes
Villarmentero
Per vincere questa noia, si può prendere de Campos
una deviazione attraverso i campi che, Revenga
da Población de Campos, porta fino a de Campos Población
de Campos
Villarmentero: il panorama non cambia, ma
almeno non si vedono le auto. Arrivati a
Villacàzar, però, è giusto uscire dal sentiero
per visitare il paese e la sua chiesa fortezza.
S
e, come è ormai molto probabile, si ha qual- del mitico Cid Campeador, di cui sposarono le
In più che problema con i piedi, questa è la tappa figlie per interesse e da cui furono fatti uccide-
adatta (tempo permettendo) per togliersi gli re. La città, oggi conta appena 2.500 abitanti
A
nche questa è una prova. Una cosa erano i onde del mare. Il giallo intenso delle messi si sciare questo rifugio per rituffarmi nel
Pirenei o i Montes de Oca; altra cosa que- mischia al rosso vivo dei papaveri a giugno. In mondo assolato là fuori contribuisce
sto polveroso sentiero pianeggiante, com- a far lievitare la malinconia. Eppure
luglio, nei prati, ma anche lungo il sentiero, si
pletamente nudo, questa immensa meseta senza avanti, non ho fatto che pochi chi-
incontrano grandi e profumate distese di camo-
lometri; riprendo il rosario dopo aver
nulla. Arrivati a questo punto del Cammino si milla. Agosto offre la sensazione del deserto,
salutato e riprendo il cammino; arde
sono già provati, sicuramente, sia il sole cocen- arido e bruciato, e, sotto il sole rovente, la terra il saluto del sole sulle braccia e sulla
te che la pioggia battente e si è già imparato a emana sentori di brace. nuca. In questo mattino di domenica
conoscere e a superare le sofferenze fisiche (o, al dov’è Santiago? Da quant’è che sto
massimo, a conviverci). Si sa che una tappa come L’OASI TANTO ATTESA camminando? Pare ormai, quest’al-
quella odierna richiede che, già ieri sera, si sia Magari prima di quanto ci si aspetti, ecco co- tra, la mia vita di sempre!». (Davide
provveduto a rifornire lo zaino con acqua e cibo munque sbucare da sotto l’orizzonte la pun- Gandini, Il Portico della gloria)
di sostegno (ognuno ha il suo: frutta, cioccolato, ta di un campanile. È Calzadilla de la Cueza,
pane). Si sa dell’importanza del cappello per il minuscolo paese costruito ai lati del Cammino
sole o della mantella per la pioggia. Si sa anche dove riappaiono – a decine – le frecce gialle, per
che, volendo, oggi è possibile calzare scarpe leg- indicare i due rifugii (in caso si fosse davvero
gere per tenere i piedi a riposo. Però, alla fine, esausti) e il frequentatissimo bar dove trovare
per quanto ci si concentri sui preparativi tecnici, ombra, ristoro e un meritato riposo. L’ultimo
pratici e fisici non è questa la prova che bisogna tratto di strada sembrerà persino allegro, tut-
superare. Diciassette chilometri di implacabile to saliscendi e zig-zag che allontanano o riav-
solitudine, senza stimoli esterni di cose da vedere, vicinano alla statale 120. Per oggi, almeno, la
pretendono un lungo dialogo con se stessi. presenza della grande arteria con le sue auto e i
Per circa quattro ore, guardando solo i piedi che camion rombanti, consente una piccola distra-
procedono sul sentiero, ci si potrà immergere zione. Magari poi, domani, ci verrà a nausea.
a pieno nei pensieri. Dieci secoli fa come oggi, Intanto ci si avvicina alla meta di questa tappa: Una freccia sul sentiero
questa era la terra, questo era il sole, il vento e il Lédigos, preceduta dal bel monastero di San-
silenzio che milioni di altri uomini e altre donne, ta Maria de las Tiendas, fondato nel 1182 da
come noi, prima di noi, hanno affrontato. Bernardo Martin. Era un’abbazia, ma anche un Curiosità
hospital per pellegrini, sotto il controllo dei Ca-
IL PROFUMO DELLA TERRA
Procediamo con ordine, però. L’uscita da Car-
valieri dell’Ordine di Santiago.
Se si hanno ancora energie o se i due rifugi di T ra i tanti pensieri che si ha tempo
e modo di affrontare nel corso di
questa tappa, ecco che, improvvi-
rión è piacevole, attraverso l’antico ponte sul rio Lédigos fossero pieni, si può raggiungere un altro
omonimo, e ben presto s’incontra, sulla sinistra, paesino che fu sotto il controllo di un Ordine samente, può colpire un’assenza…
l’antico monastero di San Zoilo, restaurato all’i- militare: Terradillos de los Templarios, dove il quella di un’amica e fedele compa-
nizio del secolo scorso. Ancora qualche chilo- rifugio è intitolato a Jacques de Molay, l’ultimo gna sin dall’inizio del viaggio: la frec-
metro tranquillo, su strada asfaltata e alberata, Gran Maestro dell’Ordine dei Templari. cia gialla indicatrice. Oggi, su questo
unico sentiero, mai intersecato, in
effetti non ce n’è bisogno. Eppure se
ne sente la mancanza. Allora è giu-
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
sto rivolgere un pensiero grato a don
Elias Valiña, parroco del Cebreiro, lì
sepolto nella chiesa di Santa Maria la
Calzadilla Carrión de Real. Don Elías è un altro dei perso-
Lédigos de la Cueza
880 m los Condes naggi storici del Cammino, perché è
839 m
stato lui l’inventore della freccia gial-
la che incominciò a tracciare per non
far perdere i pellegrini su quel difficile
e nebbioso sentiero di montagna.
6.2 km 17.2 km
60
Lédigos / Sahagún - Km 16,1 18
Percorso Strada principale
Limite provinciale
Un’altra tappa facile, per lenire le sofferenze
di metà cammino. Dopo meno di tre Inizio/fine tappa
chilometri da Lédigos s’incontra Terradillos Terradillos
de los Templarios. Qui si trova il bivio che Moratinos de los Templarios
riconduce il sentiero nei campi. Sahagùn Eremita de la
Volendo si può anche seguire la pista che Virgen del Puente
costeggia la statale fino a Sahagún, ma San Nicolás
è senz’altro meglio seguire le indicazioni, Real Camino Lédigos
anche perché, altrimenti, sono altri 13
chilometri senza incontrare paesi. Raggiunto
il rio Sequillo si passa il confine con la rio Sequillo
provincia di León, si attraversa la strada e si
prosegue per campi fino alla città. LEÒN PALENCIA
U
ltima di queste tratte mesetiche che, con
In più il sole cocente e implacabile dell’esta-
te, rischiano di essere davvero pesanti.
L’ Ordine di San Benedetto fu una
delle pietre miliari della struttu-
ra sociale europea medievale. Gra-
Da oggi si entra nella provincia di León e si
cambia nuovamente, poco per volta, paesaggio.
Intanto, però, ci si avvia ancora lungo la statale
zie alla fedele aderenza alla Regola 120 fino a Terradillos de los Templarios che è un
benedettina, l’Abbazia francese di po’ la copia del paesino in cui abbiamo trascorso
Cluny divenne, già a partire dal tar- la notte. Come detto, da qui, se si vuole, si può
do X secolo, la più famosa e presti- proseguire su una pista che costeggia la statale ri-
giosa istituzione monastica europea, sparmiando forse un chilometro o due ed evitan-
permeando di cultura e arte cristiana do qualche leggero saliscendi. A meno di essere
l’intero continente. La gerarchia e la davvero mal ridotti fisicamente, o di trovarsi in
disciplina cluniacense erano un mo- uno di quei giorni di interminabile pioggia, con-
dello di formazione per tutti i cattoli- viene però seguire las flechas amarillas (le frecce
ci. I priori di Cluny, colti e aristocrati- gialle) e tagliare per i campi. Questo consentirà,
ci, collaborarono fruttuosamente con
tra l’altro, di attraversare altri due paesini storici:
molti monarchi europei che affidaro-
Moratinos e San Nicolás del Real Camino. Un Sahagún: arco di San Benito
no loro ruoli di responsabilità, come
tempo luoghi significativi della rotta jacopea, ci-
testimonia la forte presenza clunia-
tati anche in manoscritti di dodici secoli fa, oggi fianco dell’antica chiesa della Trinidad c’è, invece,
cense nel regno di Castiglia.
borghi rurali senza pretese, con la loro vecchia quello municipale piuttosto sciatto e disordina-
chiesa sempre chiusa. In entrambi c’è anche un to. Qui, chi arriva per primo si prende il posto
rifugio… non si sa mai! che vuole e questo, stante la maleducazione e
Curiosità l’egoismo diffusi, acuiti dalla stanchezza, non è
BENVENUTI NEL LEÓN certo un ottimo sistema. Per vivere bene in un
A ppena fuori Sahagún, passato il Quando si passa il rio Sequillo, si lascia la Palen- rifugio dove bisogna condividere in molti po-
vecchio puente de Canto, osser- cia per entrare nella provincia di León, già con il chi metri quadrati è necessario che si osservino
vando la campagna oltre le rive del rio miraggio di raggiungerne presto la capitale con poche, elementari regole, un tempo dettate da
Cea, si scorgono grandi piantagioni di la splendida cattedrale. Intanto ci si deve accon- semplice buona educazione. Oggi, invece, pare
frassini. È la testimonianza leggenda- tentare di attraversare la strada, stando attenti al che le regole violino la libertà e nel nome della
ria dell’epica battaglia che, proprio traffico, e di tuffarsi in un sentiero che è giusto propria, personale “libertà” ognuno ritiene sem-
qui, contrappose i paladini di Carlo in mezzo tra statale e autostrada. Insomma, il pre di avere solo diritti e nessun dovere. Comun-
Magno ai mori di Aigolando. Prima tre panorama non è certo tra i migliori, ma biso- que, una volta sistemati, lavati e riposati rimane
duelli di cento cristiani contro cento gna imparare a camminare anche quando non tempo per visitare questa che fu, a tutti gli effet-
musulmani; poi lo scontro terribile tra si hanno particolari stimoli visivi. Il Cammino è ti, una città francese, dipendenza di Cluny, con
i due eserciti, nel quale più di 40 mila pur sempre un pellegrinaggio, una scoperta, una ospedali, chiese e monastero amministrati da un
uomini perirono e, tra essi, il padre sfida, non una gita di piacere. abate francese. Vale la pena di raggiungere i resti
di Orlando, Milon. Le lance in frassi- del monastero benedettino di San Benito, di cui
no dei cavalieri cristiani morti, però, UNA CITTÀ “FRANCESE” rimangono solo il grande arco di entrata e una
fiorirono e da esse crebbe un bosco. L’entrata in Sahagùn è quella tipica di una vera delle torri minori. Le chiese di San Tirso e San
Da allora, in questa campagna, si può città. Dopo tanti paesini di campagna si è stu- Lorenzo, entrambe del XIII secolo, sono in sti-
ammirare il bosco dei frassini. piti di ritrovare una periferia. Prima di arrivare le romanico. Nel museo delle suore benedettine
in centro, sulla destra, c’è l’Albergue Viatoris, (altra piccola ospitalità) si può anche ammirare la
rifugio privato, comodo e ordinato. Più avanti, a statua della Vergine vestita da pellegrina.
Terradillos Lédigos
de los Templarios 880 m
San Nicolás Moratinos
Real Camino
Sahagùn
816 m
“Tierra de campos”
C
ome già accennato, poco per volta, il pa- un negozio per alimentari e masón per mangiare. In più
esaggio sta cambiando. Si è sempre cir- Ancora una dozzina di chilometri e s’incontra,
condati da campi, ma l’infinito tavoliere
mesetico lascia ora spazio a qualche ondulazione
invece, Calzadilla de los Hermanillos. Anche qui
due piccoli rifugi, ultima possibilità per fermarsi, S e anche quella di oggi è stata una
giornata sotto il sole feroce o nella
polvere sollevata dal vento. Se anche
collinare, mentre ritorna qualche alberello a li- perché poi si affrontano circa 19 chilometri di
mitare il sentiero polveroso. Alla fine di questa totale solitudine. Chi ha percorso questa via ga- oggi si è dovuto attingere alle risorse
tappa s’incontreranno anche dei laghetti… poco rantisce che si tratta di una splendida esperienza, del cuore e della volontà per contra-
più che pozze, che sono quel che rimane di an- di un percorso suggestivo non tanto per i paesag- stare i dolori fisici e la stanchezza
tichi acquitrini. Uscendo da Sahagún, dopo il gi (sostanzialmente simile a quelli del Cammino mentale; allora possono essere di
ponte sul rio Cea,si incontra il bosco de las lan- francese), ma proprio perché poco frequentato e conforto queste parole: «Dopo l’ar-
zas de Carlo Magno (le lance di Carlo Magno) privo di contatti con la modernità: «immerso nel sura e la polvere dei sentieri, l’incon-
di cui abbiamo detto. Ci si avvia, quindi, lungo medioevo» lo ha definito qualcuno. Se, dunque, tro con la fede del Cammino è come
il sentiero, sostanzialmente pianeggiante, fino a si desidera rafforzare quanto già provato nella una sorgente di acqua fresca dalla
incrociare la statale 120. Qui i segnali, proprio tappa dopo Carrión de los Condes, questa può quale tutti possono bere. È la fede
di generazioni di uomini e di donne
in corrispondenza di un rondò, diventano con- essere sicuramente una buona scelta.
cristiani, di un’umanità in cerca di
fusi con frecce gialle sia a destra che a sinistra.
un’intimità nuova con i propri simili e
Il mistero è spiegato dal cartello di cui diciamo UN ALTRO PEZZO D’ITALIA con il proprio Dio» (Miriam Giovanza-
a destra. Nonostante un certo patriottismo sto- Se, invece, al bivio, si è scelto il Cammino fran-
na, Maurizio Totaro – Il Cammino di
rico che porterebbe a preferire una via romana a cese, dopo aver lasciato sulla sinistra l’Ermita de
Santiago de Compostela).
un cammino francese... proseguiamo sulla nostra Nuestra Señora de Perales, si arriva a Bercianos
rotta jacobea, ma spendiamo due parole anche del Real Camino, altro paese agricolo strutturato
sulla Calzada romana detta anche trajana dal attorno alla rotta jacopea e dotato di un rifugio
nome dell’imperatore Traiano. conosciuto per la sua calda ospitalità. Da qui il
sentiero continua su strada asfaltata. Prima di ar-
UNA VIA DI SOLITUDINE rivare all’autostrada, s’incontrano il rio del Olmo
Se «tutte le strade portano a Roma», anche tut- e una serie di stagni, che sono ciò che rimane di
te le varianti (e ce ne sono molte) del Cammino una regione descritta, ancora verso la metà del
portano a Santiago, per cui si può scegliere que- secolo scorso, come «paludosa». Non esiste alcun
sta via senza alcun pericolo di perdersi. Oltretut- riscontro sicuro, ma non è improbabile che il
to anche l’antica via romana è ben indicata dalle nome di El Burgo Ranero stia proprio a indicare
frecce gialle. In questo caso, poi, non si allunga il “borgo delle rane”. La cittadina (meno di mille
neppure di molto. Poco dopo il bivio si arriva al abitanti) non ha molto da offrire, salvo la chiesa
paese di Calzada del Coto, dotato di un rifugio, di San Padro con un bel retablo rinascimentale in
El Burgo: il rifugio “Domenico Laffi”
policromia del XVI secolo. Invece, due impor-
tanti immagini della Madonna: la Virgen de las
Nieves e la Virgen Manca sono oggi conservate Curiosità
nel Museo Catedralizio. Quanto ai rifugi, il Laffi
è una delle tante case gialle tipiche di questi paesi
di campagna, con il suo balconcino che si affac-
cia sulla plaza Major. Dispone solo di 28 posti
L e opere scritte sul Cammino di
Santiago, conosciute con la de-
finizione di «letteratura odeporica
letto (come l'altro, il Laguna) e porta, appunto, compostellana», appartengono a
il nome del pellegrino e viaggiatore italiano del diversi generi letterari: dal diario di
XVII secolo, di cui parliamno a fianco, forse più viaggio, alla saggistica, alla lettera-
Arcobaleno sul cammino noto all’estero che in Patria. tura esoterica. L’abate bolognese
Domenico Laffi viene da tutti con-
siderato come il principale autore
odeporico italiano. Il suo: Viaggio in
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO ponente a San Giacomo di Galitia e
El Burgo Finisterrae, pubblicato nel 1673, è
Ranero Bercianos tuttora presente in tutte le collane
875 m del Real Camino
850 m estere dedicate alla letteratura da
Sahagùn viaggio jacopea (tradotto in inglese,
816 m francese, castellano e portoghese).
A lui è intitolato il rifugio di El Burgo
Ranero, gestito dalla Associazione
Amici del Cammino di León.
7.8 km 10.2 km
62
El Burgo Ranero / Mansilla de las Mulas - Km 19 20
Percorso Strada principale
Non è una tappa lunga ma, ancora una Inizio/fine tappa
volta, terribilmente monotona e solitaria. Mansilla de
Solo un paese interrompe il lungo las Mulas
sentiero rettilineo, comodo, facile, ma… Reliegos
infinito e, quindi, per certi versi, ancora
più stancante di una salita.
Prima di incontrare Reliegos, però, ci
vogliono 13 chilometri (il tratto solitario El Burgo
più lungo dopo quello tra Corriòn e Villamarcos
Ranero
Calzadilla). Per fortuna, da qualche anno,
questo tratto è delimitato da una fila di
alberi che, se proprio non offrono riparo
dal sole cocente, almeno danno un
senso di fresco.
È
il penultimo tratto di desolante e stancan- ti alle mani generose della Provvidenza.
te solitudine. Però domani, per certi versi,
sarà peggio… dovendo affrontare la viabi- LA CITTÀ FORTIFICATA
lità dell’hinterland di León. Almeno, però, sarà Ripresa la marcia, mancano ormai “solo” 6 chi-
finita questa: «Terra tutta uguale, estremamente lometri per arrivare a Mansilla de los Mulas, che
monotona, coperta di spighe a dorso di mulo. La accoglie i viaggiatori con i resti delle sue impo-
medesima cosa, con lo stesso paesaggio sempre, nenti fortificazioni.
continuamente...» come scriveva Léon Degrelle Il nome Mansilla, Mansiella o Mansella, le fu
nel 1951. Da allora a oggi non è cambiato nul- dato dai romani fin dall’anno 70 d.C. quando
la, tranne i platani che costeggiano il Cammino, circondarono per la prima volta di mura questo
messi a dimora una ventina di anni fa e non an- insediamento facendone una roccaforte milita-
Cinta muraria di Mansilla cora così grandi da poter dire che abbiano tra- re. L’appellativo las mulas le fu invece aggiunto
sformato il sentiero in un viale ombroso. Lungo dopo, quando qui iniziò a svolgersi un impor-
la rotta s’incrociano anche diversi ruscelli e alcu- tante mercato di prodotti agricoli. Più volte
In più ne strade. Sono questi i “traguardi intermedi”, di distrutta dalle incursioni saracene del IX e X
cui diciamo a sinistra, che possono offrire qual- secolo, fu abbandonata dalla popolazione fino
C iascuno deve trovare dentro di sé
le risorse per superare i momen-
ti di difficoltà e quelli di scoramento.
che stimolo al lento e faticoso procedere. al 1181, quando Fernando II de León, nell’in-
tento di creare una linea di fortificazioni lungo
La grande monotonia di un sentiero
MEZZOGIORNO DI FUOCO il fiume Elsa, ne ordinò la ricostruzione e ripo-
Se si arriva a Reliegos a mezzogiorno di un’asso- polazione. Nel XIV e XV secolo arrivò ad avere,
sempre uguale a se stesso, appa-
lata domenica d’agosto, può sembrare di essere all’interno delle mura, la bellezza di cinque ho-
rentemente infinito, privo di punti di
stati catapultati sul set di un film western am- spitales per i pellegrini e sette chiese. Di queste
riferimento, richiede un particolare
bientato ai confini con il Messico. Il paese de- le uniche rimaste sono: Santa Maria, con un re-
sforzo di fantasia, un dialogo costan-
te con i propri pensieri alla ricerca di
serto, polveroso, arrostito da un sole implacabile. tablo barocco del secolo XVIII e il Santuario de
stimoli e distrazioni. Certo di grande
Non c’è ombra, non c’è anima viva. In piazza si Nuestra Señora de Gracia. Il rifugio municipa-
aiuto, per chi ha Fede, è la preghiera, apre un piccolo bar con alcuni gringos (pellegrini le, lo si incontra sul Cammino. È ampio e acco-
che può scandire il passo e dare un stranieri) affranti dalla stanchezza, chiazzati dal gliente, anche se 80 persone non riescono certo
ritmo al tempo. Altrimenti, può esse- sudore, con i cappelli calati sugli occhi. Poco più a stendere tutto il loro bucato nel piccolo cortile
re utile “porsi degli obiettivi”, delle avanti la chiesa e alcune donne in nero che vi interno… Dispone anche di un negozietto di
tappe intermedie, al termine delle scivolano dentro. È l’ora della Messa. Ascoltare la souvenir e, chissà perché, questo fa sentire più
quali premiarsi con una breve sosta, voce del prete dall’altare e il sommesso coro dei vicini alla meta finale. Ci sono altri due rigugi
un sorso d’acqua o qualche cosa da pochi fedeli presenti è come ascoltare la voce di più piccoli, un paio di localini per mangiare, ma
mangiare per ridarsi forza. Dio dopo tanto silenzio di solitudine. È il ripo- anche supermercati e ristoranti.
so e il ristoro autentico, quello che il bar appena
superato non avrebbe potuto offrire. Riposo del-
le membra, finalmente seduti su una panca nel
Curiosità fresco delle antiche navate. Ristoro dell’anima,
perché essere arrivati proprio lì, quel giorno, a
M ansilla conserva ancora buona
parte della cinta muraria che la
circonda. La potenza di queste forti-
quell’ora, durante una funzione… non è un caso,
ma uno dei tanti “doni del Cammino”. Quando
poi, finita la Messa, tutti se ne vanno per far ri-
ficazioni si nota dai muraglioni, spes- torno alle loro case e si deve riprendere lo zaino
si a volte tre metri, e dalle forti torri per immergersi nuovamente nella canicola, solo
alte 13 metri. La cinta aveva quattro allora ci si sente davvero pellegrini, soli ma affida- “Cruceiro” a Mansilla
grandi porte in corrispondenza dei
punti cardinali; quella occidentale, di
Santa Maria (chiamata anche di San
Martin), è l’unica che si conserva
quasi intatta con il suo arco a punta SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
Mansilla de
e le immagini della Vergine. A est si las Mulas
alzava l’arco di San Agustin; a sud la 795 m Reliegos
820 m
Puerta del Camino, da cui entravano El Burgo
i pellegrini; a nord l’arco del Puente o Ranero
875 m
del Portazgo che immetteva al ponte
sull’Esla, da cui ancora oggi si ripar-
te alla volta di Santiago.
6 km 13 km
63
21 Mansilla de las Mulas / León - Km 20
Strada principale
Percorso
Inizio/fine tappa
Quanto meno oggi c’è varietà.
Si esce da Mansilla attraverso l’antico
rio Esla ponte di pietra e ci si inserisce, a sinistra,
Arcahueja nel sentiero che costeggia la statale
Villamoros
de Mansilla 601. Il primo paese, dopo 6 chilometri,
è Villamoros, quindi Puente Villarente.
Attraversata la strada si prende a destra
León per i campi, un po’ discosti dalla statale,
Valdelafuente Dopo Arcahueja incomincia la facile salita
860 m Mansilla de all’Alto del Portillo, da cui si gode la vista
Puente de
Villarente las Mulas della grande León. Si scende quindi su
Valdelafuente e, infine, tra ponti pedonali e
passaggi forzati, si entra in Leòn.
D’
ora in poi basta mesetas, basta solitudi- attraversare e tenersi sulla sinistra per imboccare go. Al suo interno si trova anche la
ne, basta pianure sempre uguali. Arriva il ponte pedonale che scavalca l’autostrada. splendida cripta del Pantheon Real,
León e il cuore freme per l’attesa di in cui sono sepolti 23 reali di Spagna.
ammirare la sua Cattedrale. Intanto ci aspettano FINALMENTE LEÓN Uscendo dalla città si incontra, inve-
piste a ridosso della statale, sentieri tra i campi, Ancora una volta, l’approccio del pellegrino con ce, San Marcos grande complesso
una bella salita e, infine, l’arrivo in città tra svin- la città caotica è strano e il ritorno alla modernità conventuale di forme rinascimentali
coli autostradali e periferie caotiche… disorienta. Abituati ormai al ritmo lento della fati- costruito dall’Ordine dei Cavalieri di
Andiamo con ordine. Uscendo da Mansilla de ca, fa effetto vedere tutti andare di fretta. Sembra Santiago, fra il secolo XVI e il XVIII.
los Mulas, per una volta, non bisogna seguire anche strano doversi fermare ai semafori, dopo
la propria ombra! Abituati, da giorni, a cam- che non ci si è fermati per la pioggia battente o il
minare regolarmente da est ad ovest, con il sole caldo cocente, dopo che si sono affrontate monta-
che sorge alle spalle e abbronza solo polpacci e gne e mesetas! Così, un po’ impacciati, curiosando
gomiti… si rimane stupiti che questo tratto di tra le vetrine, sentendo crescere la fame nel passa-
strada veda il sole sorgere a destra. Si sta quin- re davanti a panetterie, pasticcerie e salumerie…
di camminando in direzione nord e, siccome il finalmente si arriva in centro. Bei palazzi storici,
sentiero che costeggia la statale è molto chiaro, bandiere, bar, tanti turisti e, ovunque, zaini di pel-
ma pressoché privo delle confortanti frecce gial- legrini che ondeggiano. Infine, eccola: maestosa,
le, qualche dubbio può insorgere. Tuttavia se la splendida, elegante; la più bella cattedrale gotica
strada che si costeggia è la 601 per Leòn, si può spagnola: Santa Maria la Regal.
proseguire tranquilli. Se già lo spettacolo esterno è emozionante, quan-
do si entra si rimane senza fiato. Quasi 1.800
RITROVIAMO I PAESI metri quadri di vetrate riempiono le navate di Croci sulla rete
Dopo tante tappe solitarie fa piacere ritrovare luci, colori ed effetti ottici di una delicatezza po-
molti paesi lungo il cammino. Oggi ne incontre- etica. La grandiosità del rosone, lo slancio delle
remo quattro. Il primo, Villamoros de Mansilla, colonne, l’impressionante altezza delle vetrate, la Curiosità
non ha niente da offrire, neppure un bar per la maestosa bellezza dell’abside… tutto concorre a
colazione. Più importante è Puente Villarente,
cui si accede, appunto, da uno strano ponte sul
rio Porma. Qui, invece, non è difficile trovare
innalzare lo sguardo e lo spirito. Meglio raggiun-
gere in fretta un rifugio e poi tornare con calma.
In città ci sono nove rifugi: quello più grande e
A rrivando a León si è costretti a
passare in un sentiero tracciato
sullo sterrato che sovrasta una serie
bar, ristoranti e alberghi… più per camionisti tradizionale è il monastero benedettino di Santa di svincoli stradali e recintato da una
che per pellegrini, però. Si lascia finalmente la Maria del Cammino; quello più moderna è la re- rete d’acciaio. È qui che la pietà e la
strada, attraversando il borgo di Arcahueja dove sidenza universitaria. fede dei pellegrini ha compiuto un
piccolo miracolo: migliaia e migliaia
di croci, piccole e grandi, fatte con
rametti, nastri, steli di fiori riempiono
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO ogni angolo della rete. È uno spetta-
colo al tempo stesso impressionante
Valdelafuente
860 m e affascinante. Come una galleria
León d’arte dove ognuno esprime il suo
838 m Arcahueja
Puente de Villamoros Mansilla de stile, come un grande reliquiario
Villarente de Mansilla las Mulas dove ognuno pone il simbolo mate-
795 m
riale della sua preghiera. Uno spet-
tacolo che si rinnova costantemente
con il flusso ininterrotto di pellegrini.
7 km 2 km 5 km 2 km 4 km
64
León / Villadangos del Páramo - Km 22 22 Strada principale
Percorso
Strada alternativa
Protagonista di oggi è una vecchia
conoscenza: la statale 120, che sarà Villadangos Santuario Virgen Inizio/fine tappa
compagna per tutta la giornata. Si esce da del Páramo Valverde del Camino
León dal ponte di San Marcos e si prosegue, de la Virgen
attraverso Trobajo del Camino, fino a Virgen Trobajo
del Camino. Attenzione all’uscita da questo N - 120 del Camino
paese, si deve restare sulla sinistra per
San Miguel
trovare il sentiero. Attenzione anche alla del Camino
eventuale deviazione per Villar de Mazarife. La Virgen
Proseguendo sul percorso storico, lungo la Villar de del Camino
statale, l’unica emozione è data dal dover Mazarife
attraversare due volte la strada in entrata e
uscita da San Miguel del Camino.
León
A
ltra giornata adatta alle scarpe da gin-
In più nastica perché il percorso oggi coincide
completamente con quello della strada
Q ualche indicazione per chi sce-
gliesse la via alternativa attra-
verso il páramo, la tipica campagna
statale. Non si cammina sull’asfalto, però, ma
su una comoda pista costruita negli ultimi anni.
leonense. Il sentiero è tranquillo e Unico inconveniente il rumore di auto e camion,
silenzioso, sempre segnato da frec- anche se la costruzione dell’autostrada ha portato
ce gialle e pazientemente ricostruito, via buona parte del traffico. Uscendo da León ri-
negli ultimi decenni, dalla locale asso- passiamo davanti al monastero di San Marco, che
ciazione di amici del Cammino. Ci vo- fu il più fastoso degli hospital per pellegrini, con
gliono meno di 14 chilometri per rag- la facciata costellata di conchiglie che sembrano
giungere Villar de Mazarife, dal bivio augurare buon viaggio. Dopo il ponte si passa Camminando nel “páramo”
dopo la Virgen del Camino, passando alle vie trafficate dei sobborghi leonensi (tale è
per altri due paesi: Oncina de Valdon- Trobajo del Camino) e si supera la ferrovia su un
cina e Chozas de Abajo. Villar è l’uni- ponte pedonale. Dopo un po’ si incontra la “fa- UNA SCELTA DIFFICILE
ca possibilità per fermarsi a dormire mosa” statale 120 e, fino a Virgen del Camino, si Con questi pensieri in testa si riprende il cam-
e vi sono, infatti, ben tre rifugi privati: marcia davvero sul ciglio della carreggiata. mino e... si rischia di sbagliare strada. All’uscita
due moderni e uno ex-parrocchiale. di Virgen, infatti, bisogna fare attenzione sia a
C’è anche una méson dove cenare UNA BRUTTA VISIONE imboccare la pista che evita gli svincoli, sia alla
con menù del dia. Forse anche perché si ha ancora negli occhi l’incanto deviazione che indica, a sinistra, la variante per
gotico della Cattedrale di Leòn, ma l’incontro con il Villar de Mazarife. Si tratta, come detto, di un
santuario de la Virgen del Camino è come un pu- sentiero di campagna, per chi non ha voglia di
gno nello stomaco. Questa è, senza dubbio, l’unica seguire la strada statale e che si ricongiungerà
Curiosità brutta chiesa di tutto il Cammino, e dire brutta è alla rotta jacobea a Puente y Hospital de Obri-
poco. Non tanto per le discutibili 13 statue di bron- go. Come sempre è difficile dare un consiglio.
L e avevamo già notate prima di arri-
vare a Leòn ora riappaiono ai margi-
ni di alcuni di questi borghi di campa-
zo che sovrastano l’ingresso; quanto per l’informe
anonimità di tutta la costruzione, che potrebbero
Se l’obiettivo è Santiago e non un trekking eco-
logico, si prosegua diritto; ma è anche vero che
essere una scuola, un cinema, un grande magazzi- se si vuole approfittare di questo pellegrinaggio
gna. Sono case costruite interamente no… ma nulla indica essere una chiesa. L’interno, per fuggire dalla modernità e trovare un po’ di
sotto terra, spesso quasi invisibili, non poi, è desolante. Un grande hangar rettangolare pri- silenzio, è meglio scegliere la deviazione.
fosse per il camino e per un ingresso vo di finestre, di quadri, persino di un Crocifisso Sul Cammino tradizionale non ci sono molte
seminascosto (mai rivolto verso la stra- e circondato per tutta la lunghezza perimetrale da altre annotazioni. Con continui, leggeri saliscen-
da). Il tetto non è, come nelle pallozas
una fila di neon bianchi, algidi, ospedalieri. Il con- di si raggiungono prima Valverde de la Virgen
(antiche abitazioni-stalla che ritrovere-
fronto con León è doloroso. Ci furono secoli in cui (dove ci sono bar, ristorante e rifugio); quindi
mo al Cebreiro) di paglia, ma è costi-
l’arte riusciva a trasformare le colonne di pietra in San Miguel del Camino (che le frecce gialle ci
tuito proprio da una collinetta di terra
zampilli d’acqua e le vetrate in statue di luce; un’ar- fanno attraversare fuori dalla statale) e, infine,
verdeggiante. All’inizio possono sem-
brare disabitate ma, avvicinandosi, si
te dove l’ispirazione sacra portava al bello perché la Villadangos del Páramo, con un rifugio muni-
scopre che hanno spesso infissi nuovi visione del bello riportasse le anime al sacro. Negli cipale da 60 posti letto. La chiesa parrocchiale
e fiori alle piccole finestre. E se fossero ultimi tre secoli, invece, il primato della materia custodisce una statua dell’Apostolo raffigurato
proprio loro il modello cui si è ispirato sullo spirito ha comportato, nell’arte, il trionfo del con il cappello a tre punte e su un vigoroso ca-
Tolkien per le case degli Hobbit? brutto. Chi ha progettato quel Santuario non aveva vallo bianco. Si tratta di una tra le più celebri
la Fede che assurge alla vette della trascendenza; ma rappresentazioni di Santiago matamoros. Sui bat-
solo una visione immanente, piatta, bassa, fredda di tenti della porta bassorilievi con scene dalla vita
una contingenza puramente materiale. dell’Apostolo e della battaglia del Clavijo.
San Miguel
Villadangos del Camino Valverde
del Páramo 905 m de la Virgen La Virgen
890 m del Camino
Trobajo León
del Camino 838 m
È
una tappa lunga, rispetto alle precedenti, Traiana e la Via de la Plata (vedi pagina 92), ar-
ma ormai si è giunti a due terzi abbondan- roccata su un colle e circondata da mura romane In più
ti del Cammino e le gambe, anche se con e medievali. Per arrivare in centro bisogna arram-
A
inevitabili dolori qua e là, ormai hanno trovato il picarsi su strade, rampe e scalette ripide per attra- ntoni Plácid Guillem Gaudí y Cor-
loro ritmo. Meglio, comunque, partire presto e versare, poi, la Puerta del Sol. Così, finalmente, net (1852-1926), definito «l’archi-
avviarsi con brio sulla pista che, uscendo da Vil- tetto di Dio» per la sua profonda fede
ladangos, costeggia (questa volta sulla destra) la si sfocia nella plaza Major su cui si affacciano
cattolica, si diploma nel 1878 alla
statale 120. Dopo più o meno un’ora s’incontra tanto la Cattedrale quanto il palazzo episcopale
Scuola Superiore di Architettura di Bar-
San Martin del Camino e si prosegue decisi fino di Gaudì. Due meraviglie architettoniche che cellona. Le sue opere sono caratteriz-
a Hospital Puente de Orbigo. meritano di essere ammirate con calma. Meglio, zate dalla ricerca di forme straordinarie
quindi, trovare subito posto in uno dei due rifu- e imprevedibili, realizzate utilizzando i
IL PONTE DELL’ONORE gi: il primo, privato, nei pressi della Cattedrale, più diversi materiali. Nel 1884 ottiene la
Eccolo, imponente, il ponte romano sul rio Or- l’altro in piazza San Francesco. direzione dei lavori della basilica della
bigo detto “del paso honroso” (del passaggio d’o- Ritorniamo, quindi, alla Cattedrale di Santa Ma- Sagrada Familia, una costruzione che
nore). C’è una bella storia che ne giustifica il ria, di matrice gotica, ricoperta da un’imponente assorbirà tutte le sue energie fino al
nome. Nel 1434, un nobile cavaliere, don Suero giorno della morte e che non riuscirà a
facciata barocca con profusione di raffigurazioni
de Quiñones, s’innamorò di una dama, la quale, completare. Nel cantiere della basilica
però, rifiutava la sua mano. Colpito nel suo or- jacobee, tra cui la statua di Pero Mato, l’eroico al-
trascorre gli ultimi anni della sua vita in
goglio il cavaliere decise di mostrarle quanto egli fiere della battaglia di Clavijo. All’interno: splen- una solitudine quasi da eremita e, oggi,
fosse forte e coraggioso compiendo un’impresa dide vetrate, un maestoso retablo e la statua della è sepolto nella cripta.
che avrebbe fatto parlare di sé. Decise quindi di Virgen de la Majestad. Il palazzo episcopale è, in-
lanciare una sfida contro tutti i cavalieri d’Europa, vece, un’opera di inizio Novecento e rappresenta
affermando che, per un mese, avrebbe impedito a
chiunque di loro di attraversare il ponte di Orbi-
l’eccezione a quanto scritto in precedenza circa Curiosità
l’arte moderna. Non per niente è realizzato in sti-
M
go. La notizia si diffuse e il torneo ebbe luogo a le neogotico e rappresenta un omaggio al Cam- olto spesso usiamo il termi-
partire dal 10 di luglio di quell’anno e terminò il mino da parte di colui che è stato giustamente ne cattedrale solo per indicare
9 di agosto, ma nessuno riuscì ad attraversare il una chiesa imponente. In realtà, una
definito «l’architetto di Dio»: Antoni Gaudí.
ponte. Grato della vittoria ottenuta e dell’onore Cattedrale o, più correttamente, una
salvato, il cavaliere si recò a Santiago a ringrazia- All’interno si trova oggi il Museo dei Cammini
che conserva manoscritti, documenti, dipinti e Ecclesia cathedralis, è la chiesa che
re l'Apostolo e donò un collare d’oro che ancora ospita il seggio di un vescovo. Da
oggi adorna il busto della statua di San Giacomo. statue che si riferiscono ai pellegrinaggi europei. tale seggio, chiamato cathedra, deri-
Nel caso si fosse già stanchi o si volesse appro- La chiesa di San Bartolomeo, del XI secolo, quel- va la definizione stessa di cattedra-
fondire l’argomento, la cittadina dispone di tre la di San Francesco e l’Hospital de San Juan com- le. Un altro nome con cui si indica è
rifugi e di tutti i servizi. Se, invece, si decide di pletano il patrimonio artistico di Astorga. Ecclesia mater, per indicare che è la
continuare, fuori da Hospital Puente de Orbigo “chiesa madre” di una diocesi. Data
ci si ripropone la scelta tra la pista che segue la la sua importanza è anche detta Ec-
statale e il sentiero che, invece, passa per tre paesi: clesia major e, sempre a causa del
Villares de Orbigo, Santibáñez de Valdeiglesiás suo ruolo di principale “casa di Dio”
e San Justo de la Vega, tutti in grado di offrirci in una regione, la cattedrale era chia-
eventuale ristoro. mata anche Domus Dei, da cui deriva
il termine italiano Duomo e il corri-
TRA LE MURA DI ASTORGA spondente Dom in tedesco.
Da San Justo le rotte si unificano e portano alla
splendida Astorga, l’Asturica Augusta dei tempi
di Roma imperiale, posta all’incrocio tra la via Il ponte sul rio Orbigo
Villadangos
San Justo del Páramo
Astorga Santibáñez de Villares San Martin 890 m
868 m de la Vega Valdeiglesias de Órbigo Hospital del Camino
847 m 828 m de Órbigo
U
rio Jerga
n buon consiglio, per oggi, è quello di piacevole, sotto un bel bosco di roveri e con la
In più alzarsi poco prima dell’alba e recarsi nel- confortante sosta consigliata all’ermita del San-
la plaza Major (tanto è di lì che passa il to Cristo de la Vera Cruz, ormai alle porte di
S
rude, solitaria, mistica e grandiosa bellezza.
e il tempo è clemente, questa potrà essere
una delle tappe più belle di questo spettaco- L’ULTIMO DEI TEMPLARI
lare Cammino. La salita è costante ma non Dopo aver lasciato anche il nostro piccolo sas-
particolarmente aspra e, a ogni curva del sentiero, so... si riprende la strada e si raggiunge il rifugio
il panorama è sempre più incantato, tra migliaia di Manjarín, il cui pittoresco hospitalero, Tomás,
di piccole querce e un manto di siepi di erica che dichiara di essere «l’ultimo dei Templari». Non c’è
dipingono di viola i fianchi della montagna. luce né acqua corrente, ma una tazza di zuppa e la
Poi: fiori ovunque, anche in mezzo al sentiero, sua stravagante cordialità possono valere una sosta.
di ogni colore e, ancora, grandi prati con greggi Ancora un piccolo sforzo e si raggiunge il punto
di pecore e aspre rocce modellate dal vento (un più alto del Cammino, a quota 1.517 metri. Poi è
compagno quasi sempre presente). Improvvisa- tutta discesa, un po’ per strada asfaltata (ma poco
mente, alzando gli occhi, ecco i resti di quello che trafficata) e un po’ per sentieri. Scendendo lungo il
fu un borgo importante del Cammino, con un sentiero ci appaiono i tetti neri di ardesia di El Ace- El Acebo
monastero e un hospital: Froncebadón. Talmente bo, paesino davvero grazioso con tre comodi rifugi.
importante che, durante il regno di Ramiro II, All’uscita del paese, all’incrocio con la strada asfal- Curiosità
nel 942, vi fu celebrato un Concilio; ed è bello tata, sorge il monumento “ai ciclisti del Cammino”
I
pensare che i prelati di quel tempo scegliessero in ricordo di tale Henrich Krause che qui trovò la l rito di portare una pietra, che oggi
un monastero tra le montagne, piuttosto che una morte con la sua bicicletta. In effetti, se piove, la viene simbolicamente lasciata ai
basilica in qualche centro più mondano, per riu- discesa può essere pericolosa. Giunti a Molinaseca piedi della Cruz de Hierro, trae le
nirsi a decidere delle sorti della Chiesa spagnola. ci aspettano due rifugi, uno municipale e uno pres- sue origini da un’antica consuetu-
Oggi, a Froncebadón, si trovano, comunque, ben so la chiesa di Santa Marina, entrambi uscendo dal dine. Tutte le chiese e le Cattedrali
cinque rifugi accoglienti. paese che offre negozi e ristoranti con menù del dia. del Cammino sono state edificate
grazie al lavoro e all’aiuto dei fedeli,
sia locali che pellegrini. Per esempio,
la calce con cui è stata costruita la
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO Cattedrale di Santiago veniva dalle
cave di Triacastela ed erano proprio i
pellegrini a offrirsi di portare almeno
Manjarín
una pietra calcarea fino a Santiago.
1460 m Foncebadón Era un modo, non solo per colla-
El Riego borare all’edificazione del santuario
de Ambrós
920 m dell’Apostolo, ma anche di sentirsi
Rabanal partecipi della più grande edificazio-
El Acebo del Camino
1150 m 1150 m ne della Chiesa di Cristo.
Molinaseca
590 m
I
l tratto di Cammino previsto per oggi richie- stanco, può trovare due rifugi nel borgo medie-
In più de una partenza anticipata, anche per avere vale di Cacabelos, proprio nei pressi del Santua-
il tempo di una sosta a Ponferrada, da cui ci rio delle Virgen de las Angustias. Altrimenti si
È
l’ultima tappa di montagna del Cammino e chi) o che ci sia nebbia. Comunque sono poco più
non certo la più facile, in compenso, però, di 10 chilometri e, visto che ormai se ne sono per- In più
è costellata di paesi e di rifugi che tranquil- corsi più di 600, non c’è di che spaventarsi. Atten-
lizzano nel caso di condizioni climatiche o fisiche
veramente avverse. Chi avesse ancora energia da
zione, però, alle indicazioni non sempre precise.
Ci sono frecce sia per pellegrini a piedi che per E rano i primi anni del 1300 quando
un contadino di Barxamaior affron-
tò la salita al Cebreiro per ascoltarvi
spendere e voglia di panorami spettacolari, ap- ciclisti e, qualche volta, si perdono entrambe. Due
la S. Messa. Improvvisamente, però,
pena uscito da Villafranca del Bierzo trova le in- i punti dubbiosi. Uno, prima di La Faba: conti-
una tempesta di neve si abbatté sul
dicazioni, a destra, per Pradela: una salita, anche nuando diritti si segue un sentiero più breve e più
sentiero. Nonostante la tormenta l’uo-
piuttosto dura, due o tre chilometri in più, ma una ripido; girando a destra, la strada si allunga ma si
mo continuò la sua marcia, ma giunse
splendida vista della valle del rio Valcarce. Il Cam- mantiene un passo regolare. Secondo rischio all’al- in chiesa solo al momento dell’eleva-
mino tradizionale segue, invece, la vecchia statale tezza di La Laguna, soprattutto se c’è nebbia: il zione. Il sacerdote, in cuor suo, derise
oggi soppiantata dalla limitrofa autostrada. Certo Cammino è a sinistra, più piccolo e mal indicato; il poveraccio pensando a quanta inu-
la visione di pilastri e viadotti non è consolatoria, proseguendo diritti probabilmente si arriva lo stes- tile fatica avesse fatto “solo” per un’o-
però si cammina agevolmente e in sicurezza su una so a O Cebreiro... ma non lo abbiamo verificato. stia consacrata. In quell’attimo, però,
pista a lato della strada. Da qui in poi tutti i paesi l’ostia si tramutò in carne e il vino del
che attraverseremo sono dotati di uno o più rifugi MONTE DELLA PURIFICAZIONE calice in sangue. Calice e patena del
e quindi anche di bar. A Trabadelo e Vega ci sono Su quest’ultimo tratto di strada si passa anche miracolo sono ancora conservati nel-
anche ristoranti e negozi. il confine con la Galizia, indicato da un cippo la chiesa del Cebreiro, poco distante
sempre molto fotografato e dalla successiva pietra dalle tombe del prete incredulo e del
miliare che indica 152,5 chilometri da Santiago. contadino ricco di fede.
D’ora in poi, questi majon (cippi) si incontreran-
no (quasi sempre) ogni 500 metri, a scandire una
sorta di conto alla rovescia. In effetti anche alla
meta odierna, ormai, manca poco.
Annunciato da bassi muri in pietra, dopo una
svolta a destra, si entra nel complesso del Cebrei-
ro, giustamente ritenuto un luogo “magico”, in-
cantato, sicuramente sacro e suggestivo. Il grande
e rimodernato rifugio è alla fine del borgo e apre
alle 16. Meglio dedicare quanto più tempo si ha
a disposizione alla scoperta del Mons Febrarius
Chiesa di Santa Maria la Real al Cebreiro (il monte della purificazione) come lo definiva
il Codex Calixtinus. Qui tutto sembra rimasto
ATTENTI ALLE FRECCE come mille e più anni fa: le pallozas dai tetti di O Cebreiro: le “pallozas”
Per ora la strada è pianeggiante, la valle è fresca, paglia (che oggi ospitano musei e punti di risto-
ombrosa, un po’ chiusa, ma rallegrata dallo scorre- ro) ma, soprattutto, la piccola chiesa preromani-
re gioioso del rio. Si lascia la statale poco dopo La ca di Santa Maria la Real, che conserva il Caliz Curiosità
Portela, girando a sinistra, in discesa, in direzione del Milagro eucaristico (il calice del miracolo)
di Vega de Valcarce, che rappresenta una buona
tappa intermedia. Più avanti, si passano Ruitelán
e Las Herrerías. La difficoltà della salita, che inizia
della transustanziazione, che qui avvenne nel se-
colo XIV, nonché le tombe dei due protagonisti.
Nella stessa chiesa si trova anche un’immagine
L e pallozas, che costituiscono le
tipiche costruzioni del Cebreiro,
sono abitazioni di origine celtica, di
da qui, dipende molto dalle condizioni climatiche. medievale del XII secolo di Madonna con Bam- pianta circolare od ovale, con muri di
Questa è una montagna assai umida e, anche in bino che, secondo la leggenda, spalancò gli occhi pietra e (originariamente) senza fine-
piena estate, è facile che piova (persino che nevi- dallo stupore di fronte al miracolo. stre. All’interno, travi in legno sosten-
gono il tetto in paglia di segale intrec-
ciata; un tipo di copertura che, oltre
a resistere al peso della neve, durava
O Cebreiro SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO anche trent’anni. Le pallozas erano
abitazione, granaio e stalla allo stes-
so tempo e uomini e animali vivevano
separati solo da una palizzata. Al cen-
La Laguna Las Herrerías
Ruitelán Strada alternativa tro trovava posto il fuoco sormontato
La Faba Vega de Valcarce Villafranca dal paiolo; non c’era camino e il fumo
Ambasmestas del Bierzo usciva attraverso la paglia. Nella re-
La Portela de Valcarca 505 m gione di Lugo si contano ormai solo
Trabadelo Pereja 14 pallozas originali.
S
Riocabo, poi si scende attraversan- e il tempo è bello questa può essere una del- del bivio che, anche oggi, ci costringe a scegliere.
do diversi paesini: Montán, Fontear- le tappe più gradevoli del Cammino. Già La rotta storica è quella che, a destra, porta a San
cuda, Furela (con bar e alimentari), scendendo dal Cebreiro, lo sguardo spazia, Xil: una via “alta” e boscosa. A sinistra, invece, ab-
Pintìn e, appunto, Calvor mentre già per la prima volta, su queste montagne verdi, biamo preferito la variante per Samos, attraverso la
in lontananza si vede Sarria. Come con le valli bordate di pascoli e sbuffi di nebbia valle del rio Ouribio. Entrambe si ricongiungono,
detto, complessivamente, il tratto candida che risalgono dalle gole dei torrenti. È la poi, a Sarria e, complessivamente, la deviazione per
per arrivare a Sarria è più breve che Galizia, forse la regione più bella di tutto la rotta Samos allunga di quasi cinque chilometri. Tuttavia
non passando per Samos, ma biso- jacopea: verde, collinare, ricca di boschi e di pra- il monastero (il più antico e il più grande di tutto
gna dosare le forze con attenzione. ti. Per certi versi assai simile, anche nel paesag- il Cammino) ci pare non possa essere ignorato. Ol-
gio, alla Bretagna e all’Irlanda: tutte e tre regioni tretutto, poiché è visitabile solo dalle 19, è obbliga-
abitate anticamente dai Celti, tutte e tre poste ai torio fermarsi a dormire lì. Il sentiero per arrivarci
confini occidentali dell’Europa. è molto bello, tolti i primi chilometri di strada
Curiosità asfaltata, immerso in una fresca valle che costeg-
SU E GIÙ PER LA MONTAGNA gia per lunghi tratti il rio. Spettacolare l’arrivo: il
A circa 150 metri dal complesso Usciti dal rifugio, a O Cebreiro, si respira aria di monastero visto dall’alto appare ancora più ma-
monastico di Samos si trova la montagna e, ancora per un quindicina di chilo- estoso. Un po’ ricorda Roncisvalle, ma tre volte
cappella del Salvador, chiamata an- metri, rimarremo su questo massiccio galliego in più grande. L’ultimo tratto di Cammino, ormai a
che “del cipresso” per il solitario albe- un continuo saliscendi. fianco del monastero, è segnato da una ringhiera
ro che le cresce a fianco. Costruita nel Il sentiero che scende dal Cebreiro attraversa il in ferro battuto che ripete all’infinito il motivo
X secolo, con una sola navata, l’absi- bosco fino a una strada carrabile che si congiun- della conchiglia. Il rifugio è nella parte posteriore
de rettangolare e la porta sul lato me- ge, poi, alla provinciale all’altezza di Liñares, dove del monastero stesso. Un unico stanzone con 70
ridionale, ha al suo interno un seggio si trova anche un bar. Si prosegue, alternando il posti letto, ci sono comunque anche due rifugi
di pietra, ricoperto da un’armatura in sentiero a brevi tratti di strada e raggiungendo privati e, nel paesino: bar, ristorante e farmacia.
legno, che percorre tutto il perimetro. l’Alto de San Roque, con la sua celebre statua del Una volta sistemati, vale la pena di dedicarsi
Il motivo della costruzione di questo pellegrino oggetto di tutte le foto ricordo. Da qui alla visita del monastero intitolato a san Julian.
piccolo tempio non è del tutto chiaro. si scende incontrando il primo di tutta una serie Fu fondato nel VII secolo e, fedele alla Regola
Pare che si trattasse di un oratorio pri- di paesini montani, con le case in pietra dai tetti benedettina, era luogo di preghiera e di lavoro.
vato, oppure fungesse da cappella fu- di ardesia raggruppate attorno alla vecchia chie- Più volte ampliato e ricostruito, ha oggi una
neraria per i monaci o, ancora, come setta. È Hospital de la Condesa, dove sorge anche struttura rinascimentale e una facciata barocca.
cappella riservata ai pellegrini che non un piccolo rifugio; da qui si riprende a salire fino Splendidi i due chiostri: quello piccolo, gotico,
trovavano alloggio nel monastero. all’Alto de Poio, punto più alto della tappa odier- de las Nereidas e quello rinascimentale con le sce-
na (1337 metri). D’ora in poi è tutta discesa, ne della vita di San Benito.
Fonfria
Triacastela 1280 m
550 m Alto do
Sancristobo Poio Liñares
Samos Renche
532 m Hospital de
L’arrivo al monastero di Samos la Condesa
M
ano a mano che ci si avvicina alla meta la tipica sirga peregrinal lungo la quale s’incontrano,
di questo pellegrinaggio, si sente cresce- nell’ordine: la chiesa medievale di Santa Marina, In più
re dentro una forza particolare. È vero: quella romanica di El Salvador e tutta una serie di
la stanchezza è tanta e i dolori, magari meno acuti,
sono diffusi ovunque; ma ci sono quei majon, quel-
rifugi (ce ne sono 21, la maggiore concentrazione
del Cammino). Uscendo dal centro si ammirano F ino a 45 anni fa, Portomarín (Pons
Minee) si affacciava su entrambe
le sponde del fiume Miño, un tempo
le pietre miliari che, ogni 500 metri, ci avvisano i resti della Fortezza e il bel convento della Mad-
collegate tra loro dal grande ponte
che manca sempre meno. Ormai si è arrivati all’ul- dalena (entrambi del XIII secolo). D’ora in poi il
romano, poi ristrutturato nel medio-
tima fase: oggi si passa il cippo che indica gli ultimi sentiero (oggi sono rari i tratti su strada asfaltata)
evo, di cui oggi è stata conservata
100 chilometri e, di conseguenza, si incominciano conduce nel cuore agricolo della Galizia. Dopo solo un’arcata (quella con la scalina-
a trovare i gruppi e le comitive dei pellegrini che, Sarria la strada prende a salire, prima in maniera ta di cui si parla a fianco). Nel 1962,
compiendo solo quest’ultimo tratto, acquisiscono abbastanza netta, fin oltre Barbadelo (anche qui c’è quando fu ultimata la diga di Belesar,
comunque il “credito” minimo sufficiente a rice- tre rifugi), poi più dolcemente fino a passare Brea, tutto il paese era ormai trasferito sul
vere la Compostela una volta giunti a Santiago. Ferreiros e giungere a Rozas. Da qui, invece, è tutta vicino monte del Cristo. Qui vennero
Quando li si incontra, freschi e riposati, con i loro (o quasi) discesa, persino ripida dopo Vilachá. ricostruiti tutti gli edifici, compreso la
zaini leggeri e gli orpelli un po’ folkloristici, ci si chiesa romano-gotica di San Pedro e
sente come dei “veterani di guerra” nei confronti PASSEGGIATA DI CAMPAGNA la grande chiesa di San Nicolás, sul
dei “pivelli”. I nostri abiti consunti, a forza di usar- In realtà, quella di oggi è proprio una lunga e cui lato destro sono ancora visibili i
li e lavarli ogni sera; gli scarponi impolverati; la piacevole passeggiata tra dolci campagne e freschi numeri scritti sulle pietre durante lo
pelle scottata e persino l’andatura zoppicante (ma boschi, in un susseguirsi di casolari e paesini dove smontaggio per consentirne poi la
più agile e resistente) ci conferiscono il titolo di ancora si trovano mucche e galline per strada, si corretta ricostruzione.
“autentici” pellegrini e ci spronano lontano da loro incontrano contadini con i loro antichi attrezzi e
e sempre più vicini a Santiago. donne con la gerla sulla schiena. Un sentiero ric-
co di sorprese (fontane, cappelle, hórreos artistici),
scorci panoramici e possibilità di ristoro. L’arrivo
a Portomarín, poi, è spettacolare, con il grande,
lungo e moderno ponte che scavalca il rio Miño,
oggi divenuto lago dopo la realizzazione della diga
di Belesar, le acque del cui bacino hanno coperto
la vecchia Portomarin. Al di là del ponte si erge
quindi la “città ricostruita”, dominata dalla mole
rassicurante della chiesa fortezza di San Nicolás,
in stile romanico, con una sola navata e il grande
rosone sopra il portale, costruita dall’Ordine dei
Cavalieri ospitalieri di San Giovanni di Gerusa-
Un “hórreo” in pietra lemme. Per raggiungerla bisogna salire (dopo il
ponte) la scalinata in pietra della Capilla de las
LA “SIRGA” DI SARRIA Nieves la cui base è costituita da uno degli archi
Questa è anche (ad eccezione dell’ultima) la tappa
più lunga, per cui è bene alzarsi all’alba, godendo
del vecchio ponte romano; la cappella che lo sor-
monta è quanto resta dell’antica chiesa medievale
Curiosità
D
anche dello spettacolo del sole nascente dietro al che sorgeva accanto al ponte stesso. In città ci sono a oggi in poi se ne troveranno cen-
monastero di Samos. Il sentiero nella valle è grade- ben 13 rifugi, di cui quello municipale, proprio tinaia in tutta la Galizia: in legno,
vole e Sarria appare, da lontano, arroccata sul suo dietro l’abside di San Nicolás, dispone di 110 po- pietra, mattone... sono gli hórreos,
colle. Bisognerà letteralmente “scalarlo” (nel senso sti letto tra cui alcuni riservati proprio a chi arriva sorta di “casette” rettangolari, erette
di salire scale) per raggiungere il centro, solcato dal- direttamente dal monastero di Samos. su di una piattaforma sopraelevata,
con il tetto spiovente e la piccola por-
ta cui si accede da una scaletta. In re-
altà sono granai, costruiti per conser-
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO vare meglio il frumento che resta così
Rozas
Portomarin 659 m Brea in alto, lontano dall’umidità della terra
350 m I Rente Barbadelo e sempre asciutto, grazie alle apertu-
625 m Samos re in cui passa l’aria. Non c’è fattoria
532 m o cascinale che non ne abbia almeno
Ferreiros Teiguín
Sarria uno. Alcuni, poi, sono antichissimi, in
440 m Ayan
granito e legno, spesso sormontati da
croci o altri simboli sacri che servono
a invocare la protezione sul raccolto.
Vilacha
438 m
1.8 km 5 km 1.8 km 1.7 6.1 km 5.2 km 4.5 km 4 km 3.9
72
Portomarín / Palas de Rei - Km 24,5 30
Percorso Strada principale
Inizio/fine tappa
Ancora su e giù per i colli della Galizia.
Uscendo da Portomarín le indicazioni fanno N - 547 Portomarin
attraversare il rio Miño su un ponte pedonale Eirexe
in senso opposto a quello percorso ieri. Ligonde
Palas Hospital Gonzar
Poi su nei boschi in buona salita. de Rei de la Cruz
Si attraversa due volte la strada asfaltata e
si continua in salita fino a Gonzar e, ancora
più su, fino a Hospital de la Cruz. Prima Ventas
di Ventas de Narón si imbocca una strada Avenostre de Narón Castromayor
asfaltata poco trafficata e il Cammino è
segnato da una striscia gialla. Solo arrivati
all’altezza di Avenostre si gira in un sentiero
che conduce a Palas de Rei.
A
ll’inizio si pensa a un errore, magari dovu- so, i simboli della maternità e della vita. Ligonde,
to al sonno. Le frecce gialle segnalano di un tempo, era un importante centro jacobeo che
scendere da Portomarín fino alla carretera, ruotava attorno alla chiesa romanica di Santiago
poi, però, rimandano indietro fin quasi al gran- al cui fianco sorgeva un hospital; dietro, invece, c’è
de ponte percorso ieri. Infine, improvvisamente, ancora il Campo Santo con il Cimitero dei Pelle-
indicano un viottolo sporco dietro al guard rail grini. Non si può non rivolgere un pensiero pieno
che scende verso il fiume. Solo allora ci si accorge di compassione per chi, dopo che aveva cammina-
della lunga passerella pedonale che scavalca le ac- to per centinaia e centinaia di chilometri, è morto
que. Le frecce, ordinano di imboccarla e quindi ed è stato sepolto qui... ad appena 74 dalla meta.
di tornare sulla riva opposta. Da qui, finalmente, All’uscita del paese s’incontrano i rifugi gemelli di
parte un bel sentiero nel bosco, in gagliarda sali- Ligonde ed Eirexe (significa chiesa in galliego),
Palas de Rei ta. Un bell’inizio di mattinata. separati da poco più di un chilometro con, in
mezzo, un bar ristorante. Ancora una salita breve
METEO DI GALIZIA all’Alto del Rosario e, poi, giù da Avenostre, ormai
In più Si è detto che la Galizia è simile, per le sue radici quasi nella periferia di Palas de Rei che le guide
culturali e linguistiche, ma anche per il paesaggio, medievali definivano Palatium regis. Di regale non
D a quando siamo entrati in Galizia,
prima di O Cebreiro, molti rifugi
sono gestiti dalla Xunta (la giunta
alla Bretagna e alla Irlanda. Lo è anche per il clima.
Se si parte presto è facile essere immersi in una fit-
ha più nulla: è moderna, ma ospitale. I rifugi sono
sette: quello ACAG è posto tra la chiesa di San
ta nebbia, poi viene il sole, ma un acquazzone c’è Tirso e il municipio, ma non è difficile trovare
regionale) della Galizia. Sono quelli, da aspettarselo da un momento all’altro. In questa anche alberghi, così come ogni altro genere di ser-
per intenderci, che sulla lista dei ri- tappa può capitare di mettere e togliere la mantella vizio. Non c’è molto da vedere, al di là del portale
fugi consegnata a Saint Jean sono impermeabile quattro o cinque volte. In compenso, romanico di San Torso e della statua al pellegrino
indicati con la sigla ACAG. La mag- anche oggi ci sono molte cose interessanti da ve- di fronte al municipio, in Campo dos Romeiros,
gior parte sono costruiti nei piccoli dere. A Gonzar, oltre a due rifugi e un bar per la dove i pellegrini si riunivano all’alba per iniziare
paesi (oggi, per esempio, a Gonzar, colazione c’è il primo dei molti cruceiros che incon- quella che – un tempo – era l’ultima tappa per
Ligonde ed Eirexe) e sono stati rea- treremo oggi (altri a Ventas de Naron, Prebisa, Li- arrivare, in un sol fiato, a Santiago.
lizzati con il finanziamento del Fondo gonde e Lestedo). Castromaior deve il suo nome ai
Sociale Europeo ottenuto quando il castrum romani o ai castros celtici; in ogni caso, qui
Cammino è stato dichiarato “Itinera- intorno, ci sono almeno altri quatto paesi con nel
rio culturale europeo”. Si tratta quindi nome “castro”. Da qui, iniziano splendidi boschi
di costruzioni tutte eguali, moderne,
di eucalipto, mentre il sentiero costeggia la strada
bianche, a due piani, con sotto cu-
e continua a salire, ma in maniera meno sensibile.
cina, sala e lavatrice e, sopra, una
Si giunge così a Hospital de la Cruz con un rifugio
ventina di letti, bagni e docce.
solitario fuori dall’abitato e si prosegue imboccando
una strada secondaria, verso Ventas de Narón.
Curiosità IL CIMITERO DEI PELLEGRINI
Passata Ventas l’illusione della discesa è breve, per-
I
chiesa di San Pietro. La chiesa parrocchiale del tura. Poi che sarà? Finisterre o il ritor-
l tratto odierno è solcato da ben nove tra fiu-
convento de Sancti Spiritus (che fu anche hospi- no? Che ne sarà di tutte le sensazioni,
mi e torrenti, il che significa altrettante valli
tal) conserva, invece, un’immagine del XV secolo le emozioni, le paure, le sofferenze e
in cui scendere e poi risalire, ma anche al-
raffigurante Santiago matamoros. A Melide, oltre le immense gioie accumulate in que-
trettanti ponti, magari antichi e bellissimi, come
a ogni tipo di servizio e ristorazione, ci sono an- sti giorni? Per una volta sono questi
quelli di Furelos e di Ribadiso da Baixo; oppure
che molti rifugi tra cui uno enorme da 159 posti. pensieri e non il chiasso maleducato
anche passaggi più rustici come la passerella in o il russare esagerato dei nostri vicini
pietra sul rio Raido Barreiros. Una tappa com- SPLENDIDI BOSCHI a impedirci di prendere sonno.
plessivamente gradevole. La natura è radiosa, Lasciata la cittadina ci si immerge in una selva
fresca, non selvaggia, anzi, ammansita dal lavoro di eucalipti. Per chi ama camminare nei boschi,
dell’uomo che qui è presente ovunque: paesi, ca- questi della Galizia sono una meravigliosa sor-
sali e cascine, centinaia di hòrreos, stalle e pollai presa. Ecco Boente, con la sua antichissima chie-
e, ovunque, campi sempre perfetti. Una tappa af- sa parrocchiale del VIII secolo preceduta dalla
frontata con la consapevolezza che, ormai, man- Fuente de la saleta e dall’ennesimo cruceiro. Poi,
ca davvero pochissimo. I majon si susseguono e, dopo un tuffo nella valle del rio Boente, si ar-
quanto più diminuisce il numero dei chilometri riva a Castañeda dove, un tempo, si produceva
che ci separano da Santiago, tanto più aumenta la calce per la Cattedrale di Santiago utilizzan-
un sentimento di attesa e di incredulità al tempo do le pietre che i pellegrini portavano fin qui da
stesso. Davvero si è arrivati fin qui? Davvero si Tricastela. Si attraversa quindi la strada asfaltata
sono passati monti e pianure, boschi e deserti, per raggiungere Ribadiso da Baixo (o “de Abajo”
patendo il freddo e il caldo, la sete e la stanchez- in spagnolo). Anche qui un ponte medievale im-
za? Davvero si è appreso come affrontare i dolori mette nel borgo. Subito a destra del ponte si apre
fisici e le angosce dell’anima... magari senza scon- un comodo e suggestivo rifugio, ex hospital de Boschi di Galizia
figgerli, ma imparando a conviverci, senza che San Antón, posto sulla riva del fiume, con tanto
essi ci impediscano di arrivare alla meta? di scaletta per consentire ai pellegrini di immer-
gere i piedi nelle fresche acque del rio. Curiosità
SCORCI DI MEDIOEVO Ormai, per arrivare ad Arzúa, mancano meno di
Quante cose belle si sono incontrate, e quante
ancora ce ne sono! Dunque, in marcia! Uscendo
tre chilometri di salita. Qui c'è da scegliere tra
ben 10 rifugi ma, una volta sistemati e prima di S i è già fatto cenno altre volte alle
varie golosità gastronomiche
che si possono gustare sul Cammi-
da Palas de Rei si scende quasi subito nella bella rifocillarsi in uno dei molti ristorantini, si deve
valle del rio Pombre; quindi si sale per ridiscen- ammirare la chiesa parrocchiale di Santiago con no. Arrivati in Galizia, può stupire la
scritta Pulperia su diversi locali. In
dere in quella del rio Porto, che segna anche il entrambe le immagini dell’Apostolo: sia pellegri-
effetti qui siamo lontani dal mare,
confine tra la provincia di Lugo e quella della no che matamoros.
ma la Galizia è terra di pescatori e il
pulpo a feira, più conosciuto come
pulpo a la gallega, è un piatto tipi-
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
co, semplice e poco elaborato ma,
al tempo stesso, squisito. Il segreto
Palas sta nel rendere tenera la carne del
de Rei
565 m polipo battendolo prima di cuci-
Ribadiso
da Baixo Furelos Casanova San Xulian narlo, altrimenti perde tutto il suo
300 m Castañeda Boente gusto. Nelle pulperias galiziane,
Arzúa 415 m normalmente, il polipo viene servito
390 m a fettine su piatti di legno, condito
Melide Leboreiro con olio e limone, ma ci sono anche
455 m Ponte altre gustose ricette.
Campana
S
u come programmare l’ultimo tratto di Cam- non finire mai. Si passa davanti agli impianti della
mino si scontrano due “filosofie”. C’è chi TV di Galizia e di quella spagnola, si incontra l’a-
preferisce fermarsi a due passi da Santiago, in bitato di San Marcos e, infine, ecco il monumento
genere sul Monte do Gozo, per poi scendere all’al- sulla vetta e la cappella ai suoi piedi. Qui, un tem-
ba nella città dell’Apostolo e assistere alla Messa di po, i pellegrini s’inginocchiavano in lacrime scor-
mezzogiorno dedicata ai pellegrini. Qui si propo- gendo per la prima volta le torri della Cattedrale.
ne invece un’unica, lunga tappa, sapendo di poter Oggi quel rito non si può ripetere perché alberi e
arrivare in città anche nel pomeriggio avanzato e costruzioni impediscono la vista. Come detto all’i-
trovare comunque posto per dormire. Questa scelta nizio, se si vuole, si può sostare qui nell’immenso
presenta due vantaggi. Arrivando nel pomeriggio rifugio da 400 posti; ma Santiago è lì, coraggio,
si può fare la coda per ritirare l’ambita Compostela, mancano poco più di quattro chilometri di disce-
rientrando così nel novero dei pellegrini “citati” il sa... che passano come un soffio. Ci si destreggia
Il sentiero accanto all’aeroporto giorno dopo all’inizio della Messa. Secondo vantag- tra rotonde e svincoli, si passa dal monumento
gio, il mattino dopo si può visitare con maggiore dedicato ai personaggi illustri giunti a Santiago,
calma, la città e la Cattedrale, prima della Messa. poi si risalgono le strade affollate fino alla Puerta
In più Inoltre, a questo punto, dopo un mese di marcia e del Cammino. Il rifugio del Seminario Minore è
con Santiago negli occhi e nel cuore, non sono certo a sinistra, ma procedendo diritto si entra nella cit-
U na volta giunti bisogna fare tutto
con calma. Prima di tutto go-
otto o nove ore di cammino a spaventare... tà vecchia: la “città di pietra”. Il cuore è pieno di
gioia, gli occhi di lacrime, il naso rivolto all’insù
dersi lo spettacolo della Cattedrale SINTESI FINALE per ammirare i palazzi e cercare le torri della Cat-
e del proprio personale trionfo. Poi, L’ultimo tratto di strada sembra riservare una sin- tedrale. Si chiede, si gira, si passa sotto un arco...
eseguire con serena devozione tutti tesi di molte delle situazioni che abbiamo incon- ed è lì. Sì, è lì... la maestosa grandezza, l’enorme
i gesti rituali che milioni di pellegrini trato in questo mese di marcia. Spazi solitari fino splendore della Cattedrale di San Giacomo.
hanno compiuto per secoli. C’è tem- a Salceda; ultimi boschi incantati dopo Pedrou- Il Cammino è compiuto.
po fino alle 19 per recarsi a ritirare zo; quindi tratti di sentiero alternati o affiancati
l’ambita Compostela mostrando la alla strada e, infine, l’impatto con la modernità
sdrucita Credencial ricca di timbri passando accanto a cancellate, reticolati e torri
(bisogna mettere in conto almeno dell’aeroporto di Santiago. Anche oggi s’incon-
mezz’ora di coda). Nello stesso edifi- trano delle belle chiese, come la Capilla de san
cio, a pian terreno, si forniscono indi- Roque a Labacolla e orrendi monumenti mo-
cazioni per trovare alloggio in uno dei
derni, come quello enorme sul Monte de Gozo,
tanti albergue di cui è dotata Santia-
costruito in onore di Giovanni Paolo II (chissà se
go: ben 18, tra cui il solo Seminario
gli è piaciuto?) I chilometri da fare sono tanti, è
Minor ha quasi 200 posti.
vero, ma c’è un’ansia crescente che spinge tutti i
pellegrini a forzare il ritmo. Non ce n’è bisogno,
però, se ci si è svegliati presto c’è tutto il tempo
Curiosità per arrivare e, comunque, Santiago è lì da oltre
mille anni... alla peggio può aspettare un altro
T utta la giornata odierna è densa
di gesti rituali. Nelle acque del rio
che attraversa Labacolla gli antichi
giorno. Meglio dunque fare sosta e rifocillarsi a
Pedrouzo o a Labacolla (l’antica Lavamentula).
pellegrini erano soliti lavare se stes-
si e gli abiti primi di arrivare “purifi-
“FALTA MENOS...”
“Manca poco”. Manca solo la salita al Monte do
cati” a Santiago. Nella cappella del La Cattedrale di Santiago
Gozo (Mons Gaudii, monte della gioia) che pare
Monte de Gozo si lasciava il cibo in
esubero per i più bisognosi. I riti in
Cattedrale sono però i più noti: porre
la mano nei solchi alla base dell’Al-
SENZA RIFUGIO CON RIFUGIO
bero di Jesse, al centro del Portico
della Gloria, inchinandosi a Cristo e
all’Apostolo per chiedere tre grazie;
battere il capo su quello di Maestro Pedrouzo
I Arca
Matteo, autore del Portico, la cui
immagine è riprodotta alle spalle di Santiago Santa Salceda
de Compostela San Arzúa
Irene
Adamo. Infine, su tutto, l’atteso ab- 260 m Monte
do Gozo
Marcos
Labacolla 565 m
braccio all’Apostolo, salendo sul re- 370 m
tro dell’altare. Rúa
C
ome detto, il Cammino
oggi più conosciuto e fre-
quentato, quello più classi-
co, ma non certo l’unico percorso
in oltre 1200 anni dai pellegrini di
tutto il mondo, è quello cosiddetto
“francese” che abbiamo lungamen-
te illustrato, tappa per tappa, nelle
pagine precedenti. In quelle che
seguono, invece, vedremo breve-
mente altre antiche rotte jacopee,
recentemente tornate in uso come
alternativa al troppo frequentato
Cammino francese o come espe-
rienza diversa per pellegrini che
vogliono tornare nella città di San
Giacomo. Un tempo, i pellegrini
provenienti da tutto il continente
europeo potevano passare i Pirenei
solo in pochi punti utili, ovvero in
corrispondenza dei centri spagnoli
di Roncisvalle (come abbiamo vi-
sto), Somport (ed è la variante co-
Riconosciuto anche siddetta “aragonese”) oppure Irùn
(da cui iniziano il Cammino Vasco
il Cammino d’inverno e il Cammino del nord che, a sua
volta, ha una ulteriore variante de-
Il “Camino de Invierno” costituisce una variante del Camino Francese finita “Cammino primitivo”).
e permette a chi cammina nei mesi invernali di raggiungere Santiago Molti, però, erano anche i pellegri-
attraversando territori posti a basse quote e quindi con un clima ni che giungevano dall’Inghilterra
più mite. Il cammino inizia a Ponferrada e segue il corso del rio Sil direttamente via nave, sbarcando
passando per Valdeorras, Monforte, Deza ed Estrada. a La Coruña o a Ferrol, nel nord
Sono in tutto 210 km. Con legge regionale la Galizia ha dichiarato della Galizia, imboccando così un
questo cammino “Ruta de peregrinación oficial a Compostela” breve percorso di pochi giorni che
elevandolo quindi al rango degli altri e più conosciuti Cammini. ha preso il nome, ovviamente, di
76
Questa mappa illustra la rete dei Cammini, oggi in buona parte ricostruiti e sufficientemente percorribili a piedi,
lungo le tre grandi rotte del pellegrinaggio cristiano: quella per Santiago (che ha come simbolo la conchiglia);
quella per Roma (simbolo le chiavi di San Pietro) e quella per Gerusalemme (simbolo la croce di Terra Santa)
77
L’ULTIMO CAMMINO:
VERSO FINISTERRE
Si tratta di un percorso aggiuntivo considerato come
naturale prosecuzione del pellegrinaggio a Santiago.
Dalla città Giacobea si raggiungono, infatti,
Finisterre e Muxia, due paesi collocati nella zona più
occidentale della Galizia di fronte all'Oceano.
Q
uesto non è un Cammi- In realtà ci sono in Europa altri no continuato a raccogliere i tim-
no verso Santiago bensì luoghi che, se pure di poco, si tro- bri è possibile ritirare presso la casa
“da” Santiago. Per segui- vano più a Ovest di Finisterre (il municipale o presso l'albergue de
re la tradizione e compiere a pieno capo Turiñan sempre in Galizia Finisterre l'ultima certificazione
il percorso jacobeo, molti pelle- e il Cabo da Roca in Portogallo), del Cammino chiamata “La Fister-
grini, infatti, ripartono dalla cit- ma ai tempi non esistevano pre- rana”, vale a dire la certificazione di
tà del Santo proseguendo ancora cisi rilevamenti e su questa costa, aver percorso il cammino fino a “el
verso ovest, fino al limite estremo al termine del Cammino sacro, si fin del mundo”.
del continente europeo, là dove intrecciavano leggende e rituali Lasciata Finisterre con i suoi ri-
la terra finisce per lasciare posto antichissimi. tuali, di cui parliamo nel box,
all’Oceano sconfinato: Finisterre Finisterre era considerato un luo- con un altro giorno di cammino
(Fisterra in lingua gallega). go mitico e simbolico già dall’epo- si raggiunge Muxia, anch’essa le-
78
gata al culto Jacobeo. Qui sorge,
infatti, la chiesa della Virgen de la I riti di fine Cammino
Barca, posta sul promontorio vici-
no al paese. Secondo la tradizione, Gli antichi pellegrini avevano l’usanza di arrivare al faro di
la madre di Gesù arrivò a Muxía Finisterre attraverso la lunga spiaggia della Langosteira e qui
a bordo di una nave di pietra per bagnarsi nell’Oceano, come segno di purificazione anche se
incoraggiare l’Apostolo Giacomo l’acqua, solitamente gelata in tutte le stagioni, rendeva quasi
a compiere la sua predicazione eroica l’impresa. Ancora oggi è usanza (nonostante i cartelli di
nel nord-ovest della Penisola ibe- divieto) una volta arrivati sugli scogli sotto il faro, bruciare un
rica. Le “piedras santas” intorno indumento adoperato nel cammino, per suggellare con questo
al santuario sarebbero i resti di rituale la fine del pellegrinaggio. Inoltre è qui che – un tempo – si
quella barca. Effettivamente, una raccoglieva la conchiglia, il pecten jacoboeus, che noi chiamano
immagine della Vergine fu miste- capasanta, i francesi coquille de St. Jacques, gli sopagnoli concha
riosamente trovata vicino a una di de Santiago, come simbolo dell’avvenuto pellegrinaggio.
queste pietre e portata, poi, nella Essa veniva poi cucita sul mantello o sul cappello del pellegrino
chiesa parrocchiale di Muxia. Da che diventava così riconoscibile (e invidiato) sulla via del ritorno.
qui, però, scomparve per essere
nuovamente ritrovata proprio sul- La chiesa della Virgen de la Barca a Muxia
lo scoglio. Fu quindi presa la deci-
sione di costruire in quel luogo un
santuario, particolarmente sugge-
stivo proprio per la sua vicinanza
all’Oceano.
Se si vuole arrivare a Muxia il cam-
mino si allunga di 33 km, prima
di fare ritorno nuovamente a San-
tiago. Non ci sono grandi dislivelli,
anche se qualche strappetto mette
alla prova i pellegrini già stanchi
dopo lunghe settimane di marcia.
Il paesaggio è aperto con più ven-
to e meno boschi rispetto alle terre
galiziane fin qui incontrate.
79
CAMMINO INGLESE:
LA VIA DEI CROCIATI
Nel 1147 un gruppo di cavalieri inglesi, tedeschi
e fiamminghi sbarcò sulle coste della Galizia
per poi recarsi a liberare Lisbona occupata dai Mori:
prima, però, volle dirigersi a Santiago tracciando
un percorso ancora oggi seguito da molti inglesi.
I
l flusso più significativo di pel- con quelli spagnoli della Galizia, in ca del pellegrinaggio giacobeo.
legrini che giungevano a San- particolare La Coruña e Ferrol. Non è, tuttavia, un percorso da
tiago via mare dalle isole bri- Con il tempo questa rotta ha perso sottovalutare. Anche se ridotto dal
tanniche e seguivano la “Via dei punto di vista chilometrico e per-
importanza fino quasi a essere di-
corribile in sole 5 tappe, presenta
Crociati” si ebbe soprattutto du- menticata e solo dalla fine del se-
comunque una morfologia variabi-
rante la guerra dei Cento Anni, che colo scorso si è iniziato a riscoprire, le costituita da brevi ma frequenti
oppose Francia e Inghilterra, tra il attrezzare e segnalare il percorso. dislivelli. Il percorso è perlopiù nel
XIV e XV secolo. La ragione va La strada da Ferrol, coi suoi 118 verde e, lasciata la costa, i centri che
cercata sia nell’impossibilità di at- km, è molto più battuta rispetto si attraversano sono piacevoli sia dal
traversare la Francia a piedi, sia nei a quella di La Coruña che, con i punto di vista storico che paesaggi-
fitti traffici commerciali tra Spagna suoi 74 km non permette di rice- stico. L’unica pecca consiste nell’at-
e Inghilterra, che prevedevano il vere la Compostela. Per i primi 50 traversamento delle città (sia La Co-
collegamento dai porti di Londra, km, fino a Betanzos, ultima città ruña che Ferrol), perché le periferie
Bristol, Southampton e Plymouth di mare, il Cammino costeggia e le zone industriali appaiono sgra-
80
Storia
di ospitalità
I pellegrini inglesi, islandesi
e, spesso, scandinavi che
dai porti del Nord volevano
raggiungere Santiago erano
assistiti soprattutto all’ordine
francescano de Sancti Spiritus.
Tracce evidenti di questo
passato sono i molti hospital
costruiti accanto al Cammino
e di cui ancora oggi abbiamo
traccia. Il più antico era quello
di Bruma, documentato già
nel 1175, che vide nel 1520
la regale presenza di Carlo V
di Asburgo. A Pontedeume,
un piccolo hospital venne
costruito sul ponte. A Betanzos
troviamo un esempio di
hospital risalente al XVII secolo
ancora integro.
Proprio seguendo le tracce
degli antichi hospitales e
devoli alla marcia di un pellegrino. dell’anno rapidamente alternate da grazie ai documenti dei
Il clima, anche qui, è tipicamente squarci di bel tempo. I sentieri, di pellegrinaggi di secoli fa,
galiziano, accentuato nella sua in- conseguenza, risultano spesso fan- ancora custoditi a Neda,
stabilità dalla vicinanza con il mare; gosi e, a volte, accidentati, il che nella Casa de Cultura, è stato
quindi caratterizzato da abbondan- rende il nostro cammino più fatico- possibile tracciare nuovamente
ti piogge durante quasi tutto l’arco so, ma più avventuroso. il Cammino originale.
81
CAMMINO ARAGONESE:
LA VARIANTE ITALIANA
Si tratta di una variante d’ingresso al “Camino francès”,
con il quale si riunifica a Puente la Reina:
storicamente era utilizzata principalmente proprio
dai pellegrini italiani che provenivano da Arles,
congiunzione delle Vie del Monginevro e di Ventimiglia.
no che l’attraversa.
L’Aragona era uno dei più impor-
tanti “regni cristiani” la cui capi-
tale, Jaca, è tappa di questo Cam-
mino. Vi si entra passando dalla
“cittadella” (eretta nel 1592): for-
tificazione militare a forma penta-
gonale. In realtà, tutto l’attraver-
samento dell’Aragona (come pure
quello della Navarra, più a nord,
sul Cammino francese) è caratte-
rizzato da paesi fortificati, contraf-
forti, colline con torri-di vedetta.
Tutto qui ricorda i lunghi secoli
in cui la corona d’Aragona difese
questo lembo di cristianità nella
Spagna occupata dai musulmani,
fino alla Reconquista e, quindi,
alla guerra di successione spagno-
la e alla successiva espansione del
A
rrivare al passo del Somport da Bergamo). La visita del Santua- Regno d'Aragona fino alla Sarde-
(1600 metri di altitudine), rio mariano più celebre al mondo gna, a Napoli e alla Sicilia.
oggi, non è particolarmen- può aiutare a trovare significati Come detto, occorrono, in ge-
te più comodo per un pellegrino più profondi alla scelta di percor- nere, sei giorni per raggiungere
italiano rispetto a Roncisvalle, per rere a piedi i 104 km che (in 3 o 4 Puente la Reina anziché i tre ne-
cui questa variante al Cammino giorni) portano al Somport. cessari da Roncisvalle. Per questo
diventa una scelta. I pellegrini Da questo passo, il Cammino motivo, oltre che per la minore
possono arrivare a Pau o a Lour- aragonese vero e proprio, fino a comodità di arrivare al passo, il
des in aereo e da qui raggiungere Puente la Reina, è lungo 162 km Cammino aragonse è oggi molto
il passo in autobus o anche a pie- (il segnavia in cima al passo indica meno battuto.
di. Da Pau, lungo la Via tolosana, 858 km a Santiago de Composte- Tipica di questo percorso è la
sono 87 chilometri risalendo la la), che si possono percorrere in presenza di un certo numero di
valle dell’Aspe. Più suggestivo e sei tappe, e segue in gran parte il varianti e deviazioni, la più im-
ricco di significati religiosi partire corso del rio Aragòn che dà nome portante delle quali è quella che
da Lourdes (raggiungibile in aereo alla regione e, quindi, al Cammi- porta al Santuario di San Juàn de
82
la Peña, monumento nazionale e
gioiello del romanico spagnolo.
Lungo il percorso si incontrano
molti altri luoghi e monumenti
ricchi di storia, attraverso un pa-
esaggio di grande varietà e sugge-
stione. Tra questi: Arrés villaggio
arroccato e quasi abbandonato;
e Ruesta, antico villaggio fortifi-
cato, anch'esso però, quasi total-
mente disabitato.
L’aragonese è, infatti, un cammi-
no ricco di vestigia... ma anche di
silenzio.
83
CAMMINO BASCO
O RUTA DEL TUNNEL
Per chi entra in Spagna all’estremo nord dei Pirenei,
si offre la possibilità di raggiugere egualmente
il Cammino francese addirittura in due punti diversi,
grazie a questa variante, certamente
molto suggestiva, che attraversa il Paese basco.
I
l suo nome originale è “Camino
Vasco del Interior”, conosciuto
anche come “Camino de Àlava”
o “Via de Bayona”, ma il nome più
curioso è quello di “Ruta del tun-
nel”, con riferimento al tunnel di
San Adriàn (1443 metri sul libello
del mare) che mette in comunica-
zione le due provincie attraversate
dal cammino: la provincia di Gui-
pùzcoa (con capitale San Sebastiàn/
Donostia) e quella di Alava (con ca-
pitale Vitoria/Gasteiz).
Volendo, il Cammino inizia già in
84
Francia, a Bayonne, da cui si rag-
giunge Irùn, distante poco più di 40
km, attraversando il pittoresco vil-
laggio di Anglet e passando per San
Jean de Luz.
Il Camino Vasco del Interior costi-
tuiva una rotta molto frequentata
nel periodo d’oro dei pellegrinaggi,
a partire dal X secolo, fino al termi-
ne del XIII, risorgendo poi con gran
forza dalla fine del XIV secolo e sino
alla fine del XVIII. È stato, poi, “ri-
scoperto”, dalla fine dello scorso se-
colo ed è ora aperto a una sempre
maggiore percorrenza.
Chi arrivava a Irùn poteva (e può
ancora oggi) raggiungere Santiago
attraverso il faticoso Cammino del
nord (di cui parliamo nelle pagine
seguenti); più spesso, invece, prefe-
riva puntare verso l’interno per rag-
giungere il più comodo Cammino
francese, l’incontro con il quale av-
viene o a Santo Domingo de la Cal-
zada (193 km da Irùn) o, addirittu-
ra, a Burgos, dopo 256 chilometri.
Oggi, questo è sicuramente un
cammino molto solitario dove si in-
contrano pochi pellegrini. Inoltre, i
baschi non sono mai molto ospita-
li e capita che la gente non sappia
neppure (o faccia finta di ignorare)
che cos’è il Cammino; fortunata-
mente, però, l’intera rotta è segna- Qualche consiglio
lata in modo esemplare, con frecce
Lasciata Irún, antico centro romano, come testimonia il ricco Museo,
e indicazioni disseminate ovunque,
si raggiunge Hernani (24 km) dove visitare l’ermita di Santiago en
a breve distanza l’una dall’altra. Se Pagoaga, edificio di pianta quadrata e costruzione recente.
capitasse di non vedere più segnali... Si raggiunge quindi Tolosa attraversando i ponti di Villabona, Tolosa
meglio tornare indietro, vuol dire e Alegría. Si affronta poi il famoso tunnel di San Adriàn, che serviva
che si è sulla strada sbagliata. alla rotta commerciale, nei tempi in cui il nodo viario tra Guipúzcoa
Il paesaggio è collinare e - tranne il e Castilla passava per Zegama. La pittoresca ermita Sancti Spíritu e i
passo che porta al tunnel con un no- santuari di Nuestra Señora de Ayala e di Nuestra Señora de Estíbaliz,
tevole dislivello, sia in salita che in formano parte delle tappe del cammino che conduce a Vitoria, dove
sorge un nuovo albergue de peregrinos molto accogliente.
discesa, e salvo un paio di altri strap-
Passando la Basílica di San Prudencio, i pellegrini si dirigono quindi
pi - è generalmente lineare. verso i tracciati medievali della Puebla de Arganzón (le cui origini
Le ospitalità organizzate non sono risalgono al 871 d. C.) e Miranda, attraverso il cuore del Condado de
molte e sono solo nelle città, ma si Treviño. Da qui in poi bisognerà scegliere se proseguire a Sud verso
trovano indicazioni precise. Santo Domingo della Calzada, oppure verso Burgos.
85
CAMMINO DEL NORD:
LA VIA DELLA COSTA
È una delle più affascinanti rotte di pellegrinaggio
ed è stato sicuramente il primo cammino a essere
praticato perché, nei secoli successivi alla scoperta
della tomba di San Giacomo, era l'unico a svolgersi
per intero in territori controllati dai cristiani.
D
al punto di vista paesag- (in realtà probabilmente di più a
gistico è superlativo: il causa dei frequenti aggiramenti di
Cammino percorre circa ostacoli stradali). È un percorso
700 km di costa atlantica da est davvero affascinante, come detto,
a ovest, prima di inoltrarsi per sia grazie alle città ricche di arte
altri 150 km tra i colli galleghi, e monumeti (Santander, Bilbao,
regalando scorci di paesaggio in- Gijon, Oviedo), sia grazie ai pic-
cantevoli attraverso le regioni di coli paesi che si attraversano e che
Euskadi (Paesi baschi), Cantabria, appaiono, a volte, come luoghi
Asturie e Galizia. incantati. Così, stupiscono per la
Ha inizio a Irún, alla frontiera loro bellezza i piccoli porti dei pe-
franco-spagnola, e prosegue attra- scatori, i verdi prati dove il bestia-
verso 30-35 tappe fino a Santiago me vive libero, i grandi boschi di
per complessivi 850 chilometri pini e di eucalipto.
86
hanno molti giorni di pioggia, la
temperatura è fresca, il tempo va-
riabile e il vento sempre presente.
Rispetto al Cammino francese è
meno frequentato, ha meno ospi-
talità ed è anche, sicuramente, più
faticoso, oltre a essere più lungo
di almeno 50 km. Occorre, inol-
tre, tener conto che il cammino
si svolge parallelo - e più volte si
incrocia - alla “carretera nacional”
634 e con questa presenza ingom-
brante bisogna fare i conti, visto
che molti tratti sono su strade
asfaltate, seppur poco trafficate.
Giunti a Oviedo si prospetta l’al-
ternativa del Cammino primitivo
(di cui parliamo nelle pagini se-
guenti); ad Arzuà, invece, ormai a
soli 40 km da Santiago si ritrova il
Cammino francese.
87
CAMMINO PRIMITIVO:
NEL CUORE DELLA STORIA
È considerato forse il percorso più bello, certo uno
dei più difficili, indubbiamente il più selvaggio
per raggiungere Santiago. Inizia a Oviedo e attraversa
la cordillera cantabrica arrivando nella città
jacobea dopo 360 km di natura quasi incontaminata.
D
ovrebbe essere in assoluto
il primogenito degli itine-
rari giacobei, perché, il già
citato primo pellegrinaggio di re Al-
fonso II il Casto delle Austurie, nel
IX secolo, subito dopo la scoperta
della tomba di San Giacomo, av-
venne partendo proprio da Oviedo
e seguendo, probabilmente, le trac-
ce di una delle antiche vie romane
che passava da Lugo, unica strada,
tra l’altro, che garantisse di evitare i
territori più pericolosi.
Si trattava, però, di un percorso
difficile, con elevati dislivelli pres-
soché impercorribile in inverno e
88
il paesaggio che li circonda. paesaggio che ci circonda. La prin-
Anche i bar e i punti di ristoro non cipale difficoltà del tragitto risiede
sono molto frequenti, e può capi- nei faticosi dislivelli e nei continui
tare di percorrere molti chilometri saliscendi, quasi sempre dell’ordine
prima di trovare un luogo dove po- di 100, 200 metri, a eccezione della
tersi fermare a mangiare e riposare più impegnativa salita per Pola de
al coperto. Il bosco, verde e rigo- Allende, verso Puerto Palo (circa
glioso, domina infatti il paesaggio 600 m di dislivello in 9 km) e del-
per tutto il tragitto. la successiva discesa verso Grandas
per questo fu presto abbandonato Si cammina su sentieri di terra e de Salime. Il percorso, comunque,
per strade più comode a ovest (l’at- roccia, spesso accanto a rivoli e cor- è sempre ottimamente segnalato e
tuale conclusione del Cammino del si d’acqua e l’asfalto s’incontra solo fornito dei necessari albergue, anche
nord) o nettamente più a sud (il raramente. se più piccoli e spartani di quelli
Cammino francese). Il clima è molto umido e può succe- che si trovano sul Cammino france-
Riscoperto nell'ultimo decennio è dere di dover camminare per intere se, che si incrocia a Melide quando
composto da una dozzina di tappe giornate sotto una leggera piogge- mancano ormai solo 53 chilometri
che attraversano due regioni nord rellina che, seppur fastidiosa (perché a Santiago, da percorrere in grande
occidentali della Spagna: il Princi- costringe a indossare la mantella), ha compagnia dopo la solitudine dei
pado de Asturias e la Comunidad il merito di rendere più suggestivo il giorni precedenti.
Autonoma de Galicia. Nonostante
entrambe affaccino sul mare, que-
sto percorso attraversa solo le zone
più interne, passando il confine tra
le due regioni al passo di O Acebo.
Partendo da Oviedo, la prima gran-
de città a cui si arriva è Lugo, dopo
ben 193 km. Tra questi due estremi
il sentiero è costellato solo da pic-
coli paesi e villaggi rurali (pueblos)
spesso costruiti completamente in
pietra che spuntano dal nulla im-
mersi nel verde, confondendosi con
89
CAMMINO PORTOGHESE:
LA VIA DEI TEMPLARI
Nel 1147 anche un contingente di Templari partì
da Santiago per andare a combattere contro i Mori
a Lisbona. Due secoli dopo, i cavalieri messi
al bando dal re di Francia, ripercorsero quel cammino
per mettersi in salvo proprio nella capitale lusitana.
D
al punto di vista storico, tra le strade). Le rotte seguite solca- za del pellegrinaggio compostelano
si presume che le origini vano per lo più le antiche vie roma- ma anche di visitare splendide città
del Cammino portoghese ne, costruite già nel primo secolo d’arte, come la capitale Lisbona,
possano farsi risalire all’Alto me- d.C. e di cui ancora oggi rimango- Coimbra e la fascinosa Porto.
dioevo, ma l’intensificazione dei no delle significative tracce. Sul tracciato non ci sono parti-
viandanti si ha a partire dal XII. Quando, nel XVI secolo, il super-
Con l’indipendenza portoghese, bo e ambizioso re Filippo IV di
infatti, iniziarono i pellegrinaggi Francia mise al bando l’Ordine del
da Lisbona, Coimbra, Porto, Bra- Tempio per acquisirne le ingenti
ga, Chaves, verso la città di Santia- proprietà, perseguitandone e ucci-
go de Compostela. dendone i dignitari; molti cavalieri
Nel corso dei secoli, sul Cammino templari trovarono asilo presso re
furono edificate cappelle, chiese, Dionigi del Portogallo che li aiutò
conventi e cruceiros (i caratteristici aanche a fondare un nuovo Ordi-
crocefissi in pietra posti agli incroci ne cavalleresco, detto del Cristo e
90
colari difficoltà morfologiche da o in cui rifornirsi d’acqua. Anche la Fuoco volontari che, in Portogallo,
affrontare, il percorso è per lo più rete di albergue per pellegrini, nel svolgono anche funzioni di Prote-
pianeggiante, a volte desertico e si tratto portoghese, è ancora molto zione Civile e, per tradizione ormai
può camminare anche molti chilo- carente e l’ospitalità spesso viene consolidata, concedono un riparo
metri senza trovare posti all’ombra offerta dai Bombeiros, i Vigili del al pellegrino di passaggio.
Le varianti “spirituali”
Lungo il Cammino portoghese si trovano alcune
varianti: la prima segue il profilo costiero del
Portogallo ricollegandosi poi al Cammino principale
nella città di Vigo ed è conosciuta come “Camino
Espiritual”. Per percorrerlo meglio informarsi prima
sul sito www.caminador.es dove sono disponibili
anche le tracce GPS, perché la segnaletica è scarsa.
Nel tratto costiero non ci sono molti albergues ma
c’è un ostello a Viana do Castelo, un albergue privato
a Mougas (Oia) e uno a Nigran oltre ad alcuni altri
in costruzione o attivi solo d’estate. Dove non sono
presenti albergues ci si può avvalere di hostal e
pensioni a basso costo. Un’altra variante di percorso è quella che, in tre giorni di cammino, da Lisbona porta
a Fatima e al suo celebre Santuario (segnata prevalentemente con frecce azzurre). Infine, un’altra variante è
quella che, dopo Porto, segue la costa Atlantica e fa ritorno sul Cammino principale a Vigo, in Galizia.
91
LA VIA DE LA PLATA
E IL CAMMINO SANABRE
Questo è il più lungo tra gli itinerari storici
che conducono a Santiago: una via ancora solitaria
anche se, negli ultimi anni, un numero crescente
di pellegrini l’ha percorsa: dagli appena 3 mila del 2004
agli oltre 9 mila dell’anno scorso.
S
sono ancora pochi, ma sem- solitudine, il silenzio, la natura e la
pre di più i pellegrini, quasi storia. La natura è davvero notevole:
esclusivamente spagnoli, che nella prima parte della Via (in An-
scelgono questo antico percorso dalusia e Extremadura) si attraver-
sfidando il caldo torrido, alla ri- sano coltivazioni di olivi, agrumi e
cerca della tranquillità e della so- viti; per poi trovare gli allevamenti
litudine che, sul Cammino fran- di maiali neri (con i quali si produce
cese, soprattutto proprio nei mesi il famoso Pata Negra), che vivono
estivi, si è ormai persa. sotto enormi lecci e si nutrono delle
Di conseguenza, negli ultimi anni, ghiande degli stessi. Spesso si trova-
sono sorti molti nuovi albergue e il no anche greggi di pecore accompa-
percorso è diventato più sicuro e gnati da cani pastore da cui è meglio
segnato con cura. tenersi lontano.
Da Siviglia fino a Santiago sono La seconda parte (Castilla) è in
92
L’origine
del nome
Via de la Plata è il nome di
una antica strada romana
che, per 313 miglia romane,
corrispondenti a 463 km attuali,
collegava le città di Mérida
(fondata nel 25 a. C. come
Augusta Emerita, capitale della
provincia romana di Lusitania)
e di Astorga (fondata nel 27 a.
C. come Asturica Augusta nella
provincia romana di Tarragona).
Per alcuni il nome deriverebbe
dalla deformazione tardo
latina di via lapidata, per altri
dall’evoluzione della parola
araba balath (strada in pietra),
che nel primo castigliano
divenne blata. In spagnolo plata
vuol dire argento, ma sembra
proprio che il prezioso metallo
non c’entri nulla con questa
antica via. Molto probabilmente
la parola plata, iniziò a circolare,
per deformazione o evoluzione
linguistica, tra le popolazioni
cristiane del sud della Spagna ai
tempi dell'occupazione araba.
parte coltivata a cereali e, in parte, re sensazioni uniche. È sicuramente, isolamento, ma proprio la solitudi-
a foraggio ed è la zona delle mese- sotto molti punti di vista, il Cammi- ne e il silenzio offrono la possibilità
tas, gli altopiani assolati o gelidi, no più duro e impegnativo tra quelli di un’esperienza molto profonda.
tappe interminabili e monotone. per Santiago, soprattutto per le mol- L’intero percorso è ottimamente se-
L’ultima parte (il Camino sana- te tappe con sviluppo chilometrico gnalato e ormai sono frequenti an-
bre), invece, conduce alla Galizia importante da vivere in completo che le ospitalità.
ed è, quindi, molto verde, ricca di
boschi e zone di pascolo.
Anche il clima su tutto il percorso
è molto vario e si passa da quello
continentale, in prevalenza poco
piovoso, caldo torrido d’estate e
molto freddo d’inverno; alle zone
più fresche e piovose, per arrivare,
infine, nella Galizia, dove sappia-
mo esserci un clima mutevole e
capriccioso tutto l’anno.
La Via della Plata trasmette, co-
munque, al pellegrino che la percor-
93
ELENCO COMPLETO
DELLE OSPITALITÀ
LEGENDA
Km distanza dalla località Uc uso cucina Ap periodo di apertura
precedente (Mw = microonde) Not costo per una notte
P possibilità di prenotazione @ internet (€ = a pagamento) Clz costo eventuale colazione
L numero di letti wf uso wi fi Ce costo eventuale cena
Colegiata de +34 12 - -
Albergue de
Roncisvalle 18,3 Roncesvalles - no 948 76 00 00
Peregrinos si 183 Mw si si anno
ciclisti in alta stag. 948 76 00 29 Asciugamani 1.5
94
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Parroquial de Unito alla chiesa 948 330 918 15 apr/ 15 donativo - cena e
Zabaldika 3,7 no 18 si - no
Zabaldika di San Esteban 619 436 863 ott colazione comunitarie
948 04 46 37
Iruñako Aterpea C/ del Carmen, 18 si 24 si si si anno 14 con Clz fuori
685 73 42 07
Possono esserci delle discrepanze tra quanto riportato in queste pagine e la realtà sul posto, perché
N.B.
spesso le variazioni non vengono comunicate. Molte strutture fornisco lenzuola, asciugamani e sapone
compresi nel prezzo o pagando un supplemento. Quasi tutte le strutture sono dotate di lavatrice.
L'uso della cucina non sempre comprende pentole e stoviglie.
Ringraziamo per il prezioso lavoro il sito: www.pellegrinibelluno.it
Fonte dei dati: http://caminodesantiago.consumer.es
95
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
El Jardín de 10/
Camino Monteviejo 21 696 688 399 si 23 si si - apr/ott
Servizio cena
Muruzábal 25
Muruzábal 2,7
948 34 46 31
Mendizabal C/ Mayor, 7 anno 18 con Clz 8
678 010 119 si 10 si - si
Eunate Albergue de Accanto all’eremo - no 10 Struttura essenziale – Apertura stagionale e non certa -
deviazione dal Cammino Peregrinos 2,3 km fuori dal Cammino
si 15 mar/ 11/
Albergue Jakue Calle Irunbidea, 34 948 341017
si 85 si € si 15 ott 13 4 13
Los Padres Crucifijo 1 948 34 00 50 Fuori bar e
Reparadores (Seminario) 689 447 222 no 96 si si si anno 5 ristorante
Cirauqui 2,6 Maralotx Calle San Román, 30 678 635 208 sì 32 no no no mar/ott 11 3,50 11
Fuori bar e
de Lorca Calle Mayor, 40 948 54 11 90 sì 14 sì sì sì apr/ott 7/10 ristorante
Lorca 5,5
La bodega 948 54 13 27
C/ Placeta 8 sì 40 sì - sì apr/ott 8/25 bar 9,90
del Camino 608 83 06 11
Villatuerta 4,5 Casa Mágica C/ Rebote, 5 948 53 60 95 sì 39 no - sì mar/ott 14/60 5 13
Hosteria de sì Fuori bar e
C/ Curtidores, 43 948 550 070 sì 43 sì anno 15/40
Curtidores 1€ ristorante
948 64 02 50
Casa de la Abuela Plaza de la Fruta, 8 10/45 3,5 sì
630 610 721 sì 32 no sì sì anno
96
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
941 25 69 76
Santiago Apóstol C/ Ruavieja, 42
635 371 036 sì 83 sì - sì anno 10 2,5 9,5
Albergue de 941 44 07 22 fuori al bar e
Calle San Juan no 50 sì sì - mar/ ott 7
Peregrinos 941 26 02 34 ristorante
fuori al bar e
El Cántaro C/ Herrerías, 16 941 44 11 80 10/ 40
sì 31 Mw sì anno ristorante
97
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Sancho III – La
C/ San Marcial, 6 941 36 11 38 sì 10 no sì - apr/ ott 8 3 8,5
Juderia
Nájera 9,2
Nido Calleja Cuarta San 941 89 6027
apr/ ott 10/ 15
fuori
de Cigüeña Miguel, 4 640 072 753 sì 19 sì - sì
941 37 93 25 anno
Municipal de Calle Las sì Al bar e
Azofra 5,7 941 37 90 49 60 sì sì d’inverno solo 10
Peregrinos Parras, 7 € ristorante
638 261 432 no 1 locale
98
!
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
sì Servizio cena e
Villambistia 2,8 San Roque Plaza Mayor, 1 656 930 220
no 14 no € sì anno 6 colazione
99
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Arroyo Arroyo apr/ Cena comunitaria
5,6 Arroyo de San Bol 606 893 407 no 12 sì no no
de San Bol de San Bol 15ott 5 h. 19.00
Albergue 947 37 85 97 6/
Calle La Iglesia, 6 sì 62 sì - sì anno 2,10 9,5
El Puntido 636 781 387 35
8/
Juan de Yepes C/ Real, 1 638 938 546
sì 54 sì - sì mar/ ott 35 9
Hontanas 4,9 947 62 09 93
Calle Real, nº 26 y 22+ sì
de Hontanas 674 476 076 Servizio cena e
Calle Iglesia, 11 no 20 sì € sì anno 6/8 colazione
633 917 616
Servizio cena e
Santa Brígida C/ Real, 19 628 927 317 sì 16 sì - sì anno 7 colazione
947 37 37 14 12
Rosalía C/ Cordón, 2 sì 32 sì sì - mar/ ott 3 9
637 765 779 /30
Refugio Tradicio- fuori al bar e
C/ Cordón 947 37 74 00 no 28 no - sì apr/ ott
Donativo
nal de San Juan ristorante
Servizio bar e
Puente Fitero C/ Santa María, s/n 979 15 18 22 sì 22 no sì - anno 7 ristorante
100
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Av. Ejército Apre nel periodo invernale dic/ feb quando sono chiusi
Frómista 5,7 Betania 638 846 043 sì 5
Español, 26 gli altri albergue - Donativo: cena e colazione fuori
979 81 10 99
Población
Vicino al cimitero 685 510 020
Población de Campos 625 469 326 sì 18 sì sì sì anno 4 3 9
3,5
de Campos Carretera 980,
La Finca 979 06 70 28 Servizio bar e
al km. 16 sì 20 no sì - anno 9 ristorante
Villarmentero C/ José Antonio,
5,5 Amanecer 629 178 543 sì 32 sì no no apr/ ott 6 3 8
de Campos 2
Villalcázar Plaza del Cena e
-
Villalcázar de de Sirga Peregrino no 28 sì sì - apr/ ott Donativo. colazione fuori
4,1
Sirga 979 88 81 63 7/
Don Camino C/ Real, 23 fuori al bar e
620 39 90 40 N 28 no sì sì feb/ nov 15 ristorante
Monasterio de Calle de Santa Nei bar 5 fuori al bar e
979 88 08 37 sì 31 Mw mar/ nov
Santa Clara Clara,1 fuori 22/44 ristorante
Parroquial de C/ Clérigo Pastor, 979 88 07 68 fuori al bar e
Santa María 31 no 52 sì sì sì mar/ ott 5 ristorante
Carrión de los
5,8
Condes P.za de San fuori al bar e
Espíritu Santo 979 88 00 52 no 90 sì sì sì anno 5
Juan, 4 ristorante
Casa de Espiritualidad 22 solo dormire
Nuestra Señora Leopoldo María
979 88 00 31 25 notte e colazione 28
de Belén de Castro, 6 sì 92 no sì - anno completo
101
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Donativo:
Albergue
C/ Santa Rita, 11 987 78 40 08 apr/ ott Cena e colazione
Bercianos no 46 sì - - comunitaria
Bercianos del chiuso dal
C/ Iglesia, 3 angolo 605 839 993 8
Real Camino 10,0 Santa Clara 25/07 al
Plaza Mesón 987 78 43 14 si 16 si si si 25/08 /30 4 fuori
Francés
987 784 139 45 Servizio cena e
El Sueve C/ La Iglesia, 21 si 9 si si si anno
625 322 021 /60 colazione
987 33 00 23 Dona-
Domenico Laffi Plaza Mayor fuori al bar e
El Burgo 987 33 00 47 no 28 si si - anno tivo ristorante
7,6
Ranero 8 fuori al bar e
La Laguna C/ La Laguna, 12 987 33 00 94 mar/ nov
no 28 si - /40 ristorante
El albergue
C/ Real, 42 691 153 010 mar/ ott 7 4 8
de Ada si 20 si - si
Vive 9 fuori al bar e
C/ Real, 56 987 31 78 37 si 20 no si mar/ ott
tu Camino /35 ristorante
669 66 09 14 Accoglienza-
Arcahueja 4,0 La Torre C/ La Torre, 1 anno 8
987 20 58 96 si 43 Mw si si completa 18 €
102
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Villavante 8,5
10 Santa Lucía C/ Doctor Vélez, 17 692 107 693 sì
Variante sì 30 no sì apr/ ott /40 bar 8,5
€
Valverde La Casa Servizio cena e
3,8 Camino El Jano, 2 669 874 750
de la Virgen del Camino sì 32 sì sì - anno 8 colazione
C/ Carretera Santa sì
Casa Flor 609 478 323 20 Ce + Clz
Colomba, 54 sì 15 no 1€ sì 10
103
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Castrillo de los Municipal de
Polvazares (3) Calle del Jardín 655 803 706 sì Fuori bar e
Castrillo no 8 sì - apr/ ott 4/5 ristorante
deviazione di 1km bar
Hospedería 987 69 14 11 sì 5/ Servizio cena e
C/ Real, 11
San Blas 637 46 48 33 sì 24 no € no anno 35 colazione
Santa Catalina
4,6 Centro de
de Somoza
turismo rural C/ Real, 2 987 69 10 98 Servizio cena e
sì 20 no - sì anno 5 in su
El Caminante colazione
Nuestra
Plaza de Jerónimo 987 63 16 21 Si 5 Fuori bar e
Señora del
Rabanal del Morán Alonso 616 089 942 sì 72 sì € - anno /35 ristorante
6,9 Pilar
Camino
Plaza de Jerónimo sì Fuori bar e
Municipal 627 147 115 5
Morán Alonso no 32 sì € sì anno ristorante
Servizio cena e
Monte Irago Foncebadón 695 452 950 no 34 no no - anno 5 colazione
104
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
El Serbal 987 54 60 44
Pieros 1,9 C/ El Pozo, 15 mar/ nov
y la Luna 639 888 924 sì 18 no no no 5 3 10
Refugio
Ave Fénix de C/ Santiago, 10 987 54 0229
sì 80 no - sì anno 5 3 7
Familia Jato
C/ Travesía de San
San Nicolás 696 978 653 da 5 Servizio cena
Villafranca Nicolás, 4 (plaza
5,6 El Real 620 329 386 sì 103 S - sì anno in su e colazione
del Bierzo Mayor)
C/ Camino
sì Fuori bar e
De Trabadelo de Santiago di fronte 687 827 987 5
sì 36 sì € - apr/ ott ristorante
al municipio
105
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Fuori bar e
O Cebreiro 2,5 De O Cebreiro O Cebreiro 660 396 809
no 104 no anno 6 ristorante
10
LInares 3,2 Linar do Rei Linares 616 464 831 sì 22 sì sì anno niente
/40
sì + sì 9 Fuori bar e
Fillobal 5,4 Fillobal Fillobal, 2 666 826 414
sì 22 Mw € S anno /30 ristorante
106
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Entrando in paese
982 54 80 87 Fuori bar e
de Triacastela alla sinistra davanti a
660 396 811 no 56 no no anno 6 ristorante
un grande prato
Donativo. Entrata 3 €
Monasterio Monasterio de
982 54 60 46 non obbligatoria
de Samos Samos, 1 no 52 no sì - anno
Cena fuori
C/ Salvador, 1
628 828 845 9 Servizio cena
Albaroque (di fronte al
982 54 60 87 sì 10 no - sì anno /30 e colazione
monastero)
982 87 67 68, Da 9
Alma do Camiño C/ Calvo Sotelo, 199 anno
629 822 036 sì 100 S - sì in su Diversi bar e
ristoranti
Rúa do Peregrino, 982 876 455 disponibili e molti
Credencial 9
Sarria 3,4 50 - Bajo A 639 722 878 sì 28 no - sì anno degli stessi
albergue servono
cena e colazione.
Rúa do Peregrino, 982 87 67 89, 9/
Puente Ribeira Chiedere sul posto
23 - Bajo 698 17 56 19 44 Mw - sì feb/ ott 10
Escalinata da Fonte
sì+
Casa Peltre 10 (vicino 606 226 067 10
sì 22 Mw sì sì mar/ ott
“peregrinoteca”)
107
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Internacional sì 10
Calle Mayor 57 982 53 51 09
Sarria sì 44 Mw € - anno /45
982 53 24 42
Obradoiro Calle Mayor, 49 bajo
647 209 267 sì 38 S - sì apr/ ott 8
659 18 54 82 10
San Lázaro C/ San Lázaro, 7
982 53 06 26 sì 30 Mw sì apr/ ott /35
10
La Casona Rúa San Lázaro, 24 982 535 556 sì 30 no - sì anno
/35
A 100m dall’ sì +
Barbadelo 0,6 O Pombal 686 718 732 Fuori bar e
albergue pubblico sì 12 Mw - sì apr/ nov 10 ristorante
Fuori bar e
de Ferreiros Lungo la strada
no 22 no no no anno 6 ristorante
Ferreiros 1,0
639 020 064 10 Servizio cena e
Casa Cruceiro Ferreiros
982 54 12 40 sì 28 no - sì apr/ nov /40 colazione
108
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
sì + sì 15mar da Pizza e
Ferramenteiro C/ Chantada, 3 982 545 362 2,5
sì 130 Mw € sì /15ott 10 panini
Fuori bar e
de Portomarín Carretera de Lugo
no 110 no sì - anno 6 ristorante
sì 10
Porto Santiago C/ Diputación, 8 618 82 65 15
sì 12 sì € sì anno /30
10
Manuel C/ Rúa do Miño, 1 982 545 385
sì 16 sì sì - apr/ ott /25
982 54 50 67 sì
Ultreia C/ Diputación, 9
676 60 72 92 sì 23 sì € sì anno 10
Fuori bar e
Portomarín 2,6 ristoranti
C/ Benigno Quiroga, 982 54 52 77
Novo Porto
12 610 436 736 sì 22 sì - sì mar/ nov 10
Rúa do Peregrino
Villamartin 982 54 5054 sì 20 sì - sì mag/ ott 10
11
Fuori bar e
de Gonzar Lungo la strada no 28 sì no no anno 6 ristorante
Gonzar 8,0
982 157 842 10/ Servizio cena e
Casa García Gonzar, 3
670 862 386 sì 34 no no no apr/nov 35 colazione
109
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Novelua Albergue
Fraz. Novelua 603 219 492 sì 14 sì sì apr/ nov 13 con Clz 6
4,8 km fuori dal Camino Credencial
de Airexe Airexe, 17 (scuola) no 20 Mw no no anno 6 Fuori bar e
Airexe 0,9 ristorante
de Eirexe Airexe, 14 982 15 34 75 sì 14 no no no apr/ ott 10
A Paso de 10
Portos 2,0 Portos, 4 618 984 605 sì 10
Formiga sì 8 no sì sì apr/ ott /40
Dopo Portos, alla Servizio bar
Lestedo 1,0 A Calzada sinistra, prima di Lestedo 982 18 37 44 sì 10 no sì no apr/ set 10 e cena
A Casina di 10
Villaggio de Abaixo 640 723 903 10
Marcello sì 17 no - sì anno /35 3
San Xulián San Xulián do 15 mar
3,5 O Abrigadoiro 676 596 975 sì 18 no - sì 10/12 3,5 10
do Camiño Camiño /ott
Ponte- Pontecampaña - sì 15 mar
1,0 Casa Domingo 630 728 864 sì 18 no sì 10 - 10
campaña Mato € /ott
Mato
1,1 Mato Casanova Casanova - no 20 no no anno 6 a 1,5 km
Casanova
Vilar de Remonde Turistico A !3 / 42
Vilar de Remonde 609 124 717 sì 26 Mw sì Anno 10
1,5 km fuori dal Cammino Bolboreta con Clz
de Melide Rúa San Antonio no 156 no - - anno 6
981 50 62 66 sì
O Apalpador I C/ San Antonio 23
679 837 969 sì 30 sì € - anno 10 Fuori bar e
ristorante
O Cruceiro Ronda A Coruña 2 616 764 896 sì 72 Mw sì € sì mar/ ott 10
Pereiro. C/ Progreso, 43 981 50 63 14 sì 45 sì sì € sì anno 6/10
640 048 428
Melide Avenida de Lugo 92 sì 49 no sì apr/ ott 10 3 8
981 50 74 91
Melide 9,2
Vilela Rúa San Antonio 2 616 011 375 sì 28 sì sì sì anno 10
Montoto Rua Codeseira 31 646 941 887 sì 52 sì - sì - 10 Fuori bar e
ristorante
Cantón de S. Roque, 981 50 62 66
Arraigos sì 20 Mw sì sì anno 10 Alcuni Albergue
9 679 837 969
forniscono la
698 153 672 colazione –
San Antón C/ San Antón, 6 sì 36 sì sì sì anno 10 informarsi sul
981 50 64 27
posto
Alfonso II El Avenida Toques y 981 50 64 54
Casto Friol, 52 608 604 850 sì 34 Mw - sì mar/ ott 12
110
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
629 146 826 Fuori bar e
Os Albergues Boente, s/n sì 30 no sì € sì mar/ nov 11
981 50 1853 ristorante
111
Località km Albergue via telefono P L Uc @ wf Ap Not Clz Ce
Peregrinos 981 57 14 88
2,8 Rúa San Lázaro 10
San Lázaro 618 266 894 sì 80 sì - - anno
Fin del Camino Rúa de Moscova, s/n 981 587 324 110 9
sì Mw sì sì mag/ ott
Acuario de Santiago
San Lázaro Valiño, 2
981 57 54 38 70 sì mar/ nov 12
a 15’ dalla Cattedrale sì sì € sì
10
Santo Santiago Rúa do Valiño, 3 657 402 403 40
sì no sì sì anno /12
881 97 39 26 10
La Estrella C/ Concheiros, 36-38 24
617 882 529 sì Mw - sì anno /16
112
IN EDICOLA!
ANCHE IN
VERSIONE Scansiona il QR Code
DIGITALE A
,90€
3
Acquista la tua copia su www.sprea.it/civiltaromana
La Rioja
07
Álava
Navarra
Los Arcos / Logroño - Km 28
Barranco Mataburros
Strada principale
Limite provinciale
Inizio/fine tappa
Percorso
Tra Torres del Rio e Viana c’è il tratto definito
“rompepiernas” (spaccagambe) per la
particolare natura del terreno e i continui
U
scire all’alba da Los Arcos consente di Nella splendida chiesa di Santa Maria, che si in-
immergersi sereni in un paesaggio di contra sulla via principale, infatti, c’è la tomba di In più
vigneti e campi di frumento, seguendo Cesare Borgia, figlio di papa Alessandro VI, qui
la propria lunghissima ombra, proiettata dal sole
nascente. Sono i primi pensieri del mattino quelli
morto in duello nel 1507. La chiesa ha una bella
facciata rinascimentale e, in genere, per fortuna,
L a città di Clavijo è situata 18 chi-
lometri a sud di Logroño, fuori dal
Cammino, ma è qui che si svolse la
che arricchiscono l’anima, prima che la stanchez- la si trova aperta anche al mattino, magari perva- famosa battaglia tra cristiani e mu-
za, la sete, la fame, la preoccupazione per dove sa da una dolce musica medievale di sottofondo sulmani del 23 maggio 844. Le trup-
dormire, giungano ad assillarla. Questa mattina, che commuove il pellegrino affaticato. Poco più pe cristiane, comandate da Raniero I,
poi, ci si può avviare con passo lieve per i primi avanti le imponenti e un po’ tristi rovine della fronteggiavano le ben più numerose
chilometri sapendo già che, a Torres del Rio, si chiesa di San Pietro, dalle cui mura si gode la vi- armate di mori guidati da Abderra-
incontrerà una delle meraviglie del Cammino. sta della strada che si sta per affrontare. man II. L’esito del combattimento
Si tratta della chiesa ottagonale del Santo Sepol- sembrava ormai volgere inesorabil-
mente a sfavore dei cristiani, i quali
cro, costruzione alto medievale attribuita ai Tem- L’ENTRATA IN RIOJA invocarono su di essi la protezione
plari con funzione, forse, di cappella funebre. Si riprende la marcia in discesa, poi ancora in
Particolare è, infatti, la “lanterna dei morti” che dell’Apostolo. Improvvisamente ecco
salita, fino all’ermita de las Cuevas. Tutte queste apparire proprio Santiago, splenden-
sovrasta la torre centrale; un tempo vi si accen- “ermite” erano luoghi di culto, costruiti da reli-
deva un fuoco visibile, come un faro, da molto te, su di un grande cavallo bianco,
giosi che si ritiravano, appunto, in eremitaggio, con lo stendardo crociato e la spada.
lontano. Naturalmente la si troverà chiusa! Solo ma erano anche ripari contro le intemperie per I cristiani vinsero così la battaglia e
chi passa la notte nel locale rifugio ha la possi- i pellegrini che, a quei tempi, viaggiavano quasi San Giacomo si conquistò sul cam-
bilità di farsi accompagnare a visitare l’interno. senza carico e vestiti di solo saio e mantello. po l’appellativo di matamoros.
Uscendo dal paese, però, ci si può consolare con i A Logroño si entra attraversando l’Ebro su di un
28
sonale sulla vostra Credencial. Natu-
Il ponte sull’Ebro a Logroño Raniero I dopo la vittoriosa battaglia di Clavijo e
ralmente, potete lasciare un’offerta
per questo sormontata da un’imponente ed emo-
TUTTE LE STATISTICHE
esposti (conchiglie, bastoni, spille),
LA CITTÀ DEI BORGIA con cappello, stendardo, scimitarra e vigoroso ma il sentimento che spinge la figlia
A ripagare della fatica delPercorso
tratto di sentiero chia- stallone cavalcante sopra i corpi dei musulmani
Triacastela a continuare ad assistere i pellegrini
habitación stanza
che una discreta salita fino all’Alto de
Chiosco di San Benito a Samos e la statua equestre dell’Apostolo. Proprio di fronte
Riocabo, poi si scende attraversan-
a uno dei sei rifugi della città ci sono le indicazioni
S
do diversi paesini: Montán, Fontear-
cuda, Furela (con bar e alimentari), e il tempo è bello questa può essere una del- del bivio che, anche oggi, ci costringe a scegliere.
tienda negozietto
jacopea: verde, collinare, ricca di boschi e di pra-
ti. Per certi versi assai simile, anche nel paesag- il Cammino) ci pare non possa essere ignorato. Ol-
gio, alla Bretagna e all’Irlanda: tutte e tre regioni tretutto, poiché è visitabile solo dalle 19, è obbliga-
Curiosità abitate anticamente dai Celti, tutte e tre poste ai torio fermarsi a dormire lì. Il sentiero per arrivarci
comida pasto
Pare che si trattasse di un oratorio pri- l’Alto de San Roque, con la sua celebre statua del alla visita del monastero intitolato a san Julian.
vato, oppure fungesse da cappella fu- pellegrino oggetto di tutte le foto ricordo. Da qui Fu fondato nel VII secolo e, fedele alla Regola
neraria per i monaci o, ancora, come si scende incontrando il primo di tutta una serie benedettina, era luogo di preghiera e di lavoro.
cappella riservata ai pellegrini che non
cerveza birra all’Alto de Poio, punto più alto della tappa odier- ne della vita di San Benito.
sopa
aceite
minestra, zuppa
olio ALLENAMENTI, MATERIALI SCHEDE DETTAGLIATE Triacastela
Fonfria
1280 m
PICCOLO VOCABOLARIO
L’arrivo al monastero di Samos 550 m Alto do
Sancristobo
vinagre aceto 71 4.1 km 1.7 3.3 km 6.4 km 2.3 km 3.3 km 3 km 2.3 km 3.2 km
hielo ghiaccio
zumo succo
naranja arancia
platáno
manzana
tapas
banana
mela
stuzzichini
GLI ALTRI CAMMINI PER SANTIAGO
tortilla frittata
boccadillo panino
jamon prosciutto
queso formaggio
salchichón salame
coche autovettura
carretera strada asfaltata
mochila zaino
esparadrapo cerotto
gripe influenza
costipado raffreddore
pierna gamba
rodilla ginocchio
hombro spalla
CAMMINOsalve
HoláINGLESE CAMMINO ARAGONESE CAMMINO BASCO CAMMINO DEL NORD
beuenas días buongiorno
hasta luego arrivederci
ué tempo hará manaña? che tempo farà domani?
sello timbro sulla Credencial ma
anche francobollo
21
BBC HISTORY TRAVEL N. 4 - BIMESTRALE - 9,90 €