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Appunti per l’esame di psicologia generale

Agnese Gobbi 2020


Storia della psicologia 1
Lo strutturalismo (1879) 3
Ebbinghaus e l’associazionismo (1885) 3
Il funzionalismo di James (1890) 3
Psicologia della Gestalt (1912) 4
Il fenomeno Phi — movimento stroboscopico 4
I principi fondamentali della Gestalt 5
Köhler e l’insight (1929) 6
Costruttivismo (costruzione della realtà) 7
Finestra di Ames 7
Il comportamentismo di Watson 8
La psicologia dinamica 9
La psicoanalisi di Freud (1896) 10
Prima topica 11
Seconda topica 12
Il cognitivismo di Neisser (2 ½ XX secolo) 13
La psicologia comparata o animale 15
L’etologia di Lorentz 15
L’imprinting 16
Il modello epistemiologico-genetico di Piaget 17
Le Neuroscienze 18
Neuroni specchio (1992) 19

Metodi diagnostici nella pratica clinica 19


La diagnosi nosografica - descrittiva 20
Anamnesi 20
Esame clinico 21
Il colloquio clinico 21
Diagnosi psicodinamica 22
Metodo psicoanalitico 22

Metodi psicometrici e test mentali 24


La psicodiagnosi 24
La psicometria 25
Parametri del test 25
Classificazione dei test 26

110
Test di intelligenza 26
I test qualitativi (proiettivi) 27
Test quantitativi (di personalità) 28
Metodo scientifico 29

Attenzione e coscienza 34
Attenzione 34
La coscienza 36

Stati di coscienza e ritmi biologici circadiani 37


Le patologoie della coscienza 37
I ritmi biologici circadiani 38
Il sonno 39
Le droghe e la coscienza 40

La percezione 41
La percezione visiva 41
Teorie iniziali del processo percettivo 43
I principi generali della percezione 44
Le leggi dell’organizzazione percettiva 45
La percezione della profondità 46
Le illusioni ottiche 47
La percezione acustica 48

Il pensiero 48
L’intelligenza 48
Il pensiero 49
Il ragionamento 50
Problem solving 50

La comunicazione 51
Comunicazione negli animali 51
Comunicazione umana 52
I cinque assiomi della scuola di Palo Alto 53
I mezzi di comunicazione 54
La prossemica 54

Il linguaggio 55
Le teorie sul linguaggio 55

111
Gli stadi dello sviluppo del linguaggio 56

La memoria 57
Fattori che influenzano l’acquisizione e la conservazione del materiale memorizzato 58
I modelli di memoria 59
Perdita di memoria 60

L’apprendimento 61
Forme di apprendimento 62
Condizionamento classico o rispondente (Pavlov) 62
Condizionamento operante (Skinner) 63
Apprendimento per prove ed Errori (Thorndike) 64
Apprendimento per Insight (Köhler) 64
L’apprendimento vicario (Bandura) 65
L’apprendimento osservativo 65

Le emozioni 66
La teoria evoluzionistica delle emozioni di Darwin 66
La teoria periferica di James 67
La teoria centrale di Cannon 67
Circuito di Papez 68
La teoria dei due fattori o cognitivo-attivazionale di Singer e Schachter 68
Teoria cognitivo-motivazionale-relazionare di Lazarus 69
La teoria psico-evoluzionistica di Plutchnik 69
La psicofisiologia delle emozioni di Paul Ekman 70
Le emozioni nei bambini (Watson) 71

La personalità 72
Carattere 72
Temperamento 73
Differenza tra personalità, carattere, temperamento 73
I tratti e le dimensioni della personalità 74
Teoria dei tratti di Allport 74
Teoria dei tratti analitico-fattoriale di Cattell 75
Teoria tipologica dei tratti di Eysenck 75
Teoria dei Big Five 76
Teoria psicodinamica della personalità (Freud) 77
Struttura quaternaria della personalità (Jung) 78
112
Organizzazione della personalità (Kernberg) 78
Paradigma del comportamentismo (Skinner) 79

Le condotte motivate 79
La motivazione 79
L’omeostasi e la teoria pulsionale biologica di Cannon 80
Teoria pulsionale etologica di Lorenz 80
Relazione stimolo-risposta di tipo riflesso di Tinbergen 81
La piramide dei bisogni di Maslow 81
Teoria dell’attaccamento di Bowlby 82
Ricerche sull’attaccamento di Spitz 82
Ricerche sull’attaccamento di Harlow 83

Il comportamento pro-sociale, aggressivo ed antisociale 83


Il comportamento pro-sociale 83
Il comportamento antisociale: l’aggressività 84
Comportamenti devianti e antisociali 86
Origini biologiche dell’aggressività 87

Le teorie sull’aggressività 88
Teoria etologica di Lorenz 88
Esperimento di Eibsfeldt 88
Wilson e l’aggressività innata 89
Le funzioni dell’aggressività nella teoria etologica 89
L’aggressività nelle forme umane (comparazione tra forma animale-umana) 90
La teoria dell’apprendimento sociale 90
L’aggressività nella teoria psicodinamica 91
Comportamentismo ed aggressività 92
Ipotesi frustrazione-aggressione 92

Lo sviluppo psichico 93
Principali modelli psicologici relativi allo sviluppo del bambino 94
Le fasi dello sviluppo 95
L’influenza dell’ambiente di vita nello sviluppo psicologico 99

Conclusioni 101

Possibili domande 108

113
Storia della psicologia
Il termine psicologia deriva dal greco “psiche e logos”, che significa studio dell’anima.
La psicologia è la scienza che studia:
‣ Il comportamento
‣ Le dinamiche interne
‣ I processi mentali
‣ I rapporti tra individuo e ambiente

Gli ambiti applicativi della psicologia sono:


‣ Sperimentale
- All’interno dei laboratori scientifici e tutta la parte della ricerca - sul campo e campionaria.
‣ Del lavoro
- Formazione del personale e i test di valutazione iniziale all’interno delle aziende.
‣ Giuridico
- Serve alla valutazioni psicologiche sulla parte criminalistica e sulla parte civile (affido,
divorzio).
- Valutazioni psicologiche sia per conto del tribunale che degli avvocati.
‣ Pedagogico
- Tutta la branca che supporta la crescita con interventi in ambito psicoeducativo per favorire
il benessere in ambito scolastico.
‣ Sport
- Ambito motivazionale, spinta, agonismo, competizione e prevenzione del burn-out.
‣ Evolutivo
- Riguarda la crescita, dalla pre-nascita all’adolescenza, fino ai 18 anni.
- Tutta la psicologia dello sviluppo, comprese le tappe che il bambino dovrebbe fare.
‣ Clinico e Patologico
- È un ambito molto vasto ed importante.
- Assessment = valutazione delle problematiche psicologiche
- Parte clinica si occupa della diagnosi, intervento e cura.

Inizialmente, la psicologia non poteva essere proposta come scienza, perché le ricerche non
producevano dimostrazioni valide.

1
Alla fine del 1800 nasce il metodo scientifico.
Tra il 1850-1870 gli studiosi cominciarono a studiare la psiche, analizzando le funzioni mentali
della psicologia fisiologica, quindi le sensazioni, emozioni, attività intellettive,… dando vita alla
psicologia scientifica.
Weber e Fechner focalizzarono le ricerche sulle sensazioni, individuando un metodo scientifico
per misurarle.
Elaborarono la legge della psicofisica, in cui dimostrano che:
‣ Se l’intensità di uno stimolo aumenta gradualmente, la nostra sensazione non aumenta allo
stesso modo, ma aumenta prima rapidamente, e poi lentamente.

Fechner invece giunge alla legge di Fechner, sulla soglia assoluta, che corrisponde alla minima
quantità di energia dello stimolo fisico capace di produrre una risposta sensoriale, in condizioni
ottimali almeno nel 50% delle prove.
Questi sviluppo posero le basi della psicologia scientifica.

Wundt apre a Lipsia nel 1879 il primo laboratorio di psicologia sperimentale.

Wundt applicò le scienze naturali allo studio della mente umana influenzate dalle teorie di
Darwin.
Con I suoi collaboratori si occuparono in particolar modo di:
‣ Tempi di reazione
‣ Attenzione
‣ Associazioni
‣ Psicofisiologia dei sensi (vista e udito in particolare), con lo strumento visione, stima
temporale e strumento per il modo dell’occhio

Con questi studi ed esperimenti cercarono di collegare i processi psichici a quelli cerebrali,
sostenendo la loro reciproca influenza.
In questi esperimenti, gli stati di coscienza dei soggetti venivano analizzati con la tecnica di
introspezione.
Si sviluppano altre due correnti del pensiero: strutturalismo e funzionalismo.

2
Lo strutturalismo (1879)
Wundt insieme a Titchner studiano l’esperienza immediata, ovvero l’esperienza come appare alla
coscienza del soggetto.
Secondo loro, la coscienza umana può essere studiata anche in laboratorio sul modello della
struttura chimica.
Gli stati di coscienza complessi sono visti come combinazione di elementi più semplici.

Per gli studi usano il metodo dell’introspezione


- Viene presentato uno stimolo (controllabile e misurabile) al soggetto, che deve descrivere
dettagliatamente ciò che prova
Attraverso questo metodo, vengono studiate due componenti:
‣ La mente
- Somma di processi mentali della vita di un individuo
‣ La coscienza
- Somme di processi mentali che hanno luogo in un particolare momento della vita di un
individuo

Ebbinghaus e l’associazionismo (1885)


Sempre in quegli anni, un allievo di Wundt, Ebbinghaus fu tra i primi ad applicare il metodo
sperimentale allo studio della memoria.
Nel 1885 postula quindi la Legge di Ebbinghaus, che sostiene che
“ tra l’ampiezza del materiale da memorizzare, e il tempo di apprendimento, c’è un rapporto
costante.”. Questo approccio, direttamente derivato dallo strutturalismo, viene chiamato
associazionismo.

Il funzionalismo di James (1890)


William James apre nel 1890 apre ad Harvard il primo laboratorio di psicologia.
La teoria funzionalista prende spunto dalla teoria evoluzionistica di Darwin, e nel libro “Principi
di psicologia” sostiene che il comportamento sia una forma di adattamento all’ambiente.
Questo fu il primo libro a trattare solo la psicologia.
L’oggetto di studio sono i processi mentali ridefiniti in termini di funzioni.
I processi psichici non vengon studiati come elementi disgiunti tra loro, ma come funzioni
mediante le quali l’organismo si adatta all’ambiente.
I processi mentali variano perché la mente del soggetto deve adattarsi a condizioni di vita sempre
diverse, necessario dunque studiare i processi psicologici nel tempo, in quanto funzioni
dinamiche che seguono un evoluzione. Questa prospettiva viene chiamata evolutiva.
3
Psicologia della Gestalt (1912)
Gestalt significa “forma”, “configurazione”. Si cerca di arrivare ad un concettto di unità avete una
propria forma.
La Gestalt nasce in Germania in contrapposizione alle teorie dell’associazionismo di Ebbinghaus.
La nascita viene fatta coincidere con la pubblicazione nel 1912 del lavoro sul movimento
stroboscopico di Wertheimer.

Il concetto fondamentale su cui si basa la psicologia della Gestalt è:


‣ “il tutto è più della somma delle parti”

La mente non viene più esaminata come suddivisione di tante funzioni, ma si cerca di cogliere
tutti i principi che stanno alla base della sua organizzazione — all’interno delle funzioni
mentali.
Quindi una gestalt è ciò che concerne una percezione globale e lo studio dell’organizzazione
che vi è sotto.

Wertheimer sostiene che la “globalità dei processi psichici si ha in virtù di leggi interiori presenti
in tali processi e non sotto influenza di cause esterne.” (Una canzone non è vista solo come note,
ma viene percepita nella sua globalità, attribuendole un significato emotivo o simbolismo).

Inoltre, si tende a sottolineare non solo l’organizzazione sintetica, dinamica e globale, ma tale
campo viene determinato da tensioni interne prodotte dai bisogni, che a loro volta determinano
delle reazioni.
Si indaga così sull’esperienza diretta, ciò che viene preso in considerazione sono i fatti così come
ci vengono forniti dai sensi e la descrizione del significato dei vissuti dell’esperienza stessa.
(Il mare per un pittore avrà un significato simbolico, artistico e poetco, mentre per il pescatore
sarà la passione per il suo lavoro, la grandezza, colore, forma).

Il fenomeno Phi — movimento stroboscopico


Wertheimer sostiene che l’organizzazione del risultato percettivo, segue delle leggi caratteristiche,
ed è indipendente dalla conoscenza stessa dello stimolo, che ha generato la percezione.

L’esperimento consiste in una rapida successione di accensione e spegnimento di una serie di


punti luminosi statici, che produce l’effetto di un unico punto luminoso in movimento.
Nonostante conoscendo la natura dello stimolo (so cosa sono i punti luminosi) lo percepisco
diversamente, avendo la sensazione del movimento —> principio della buona forma.

4
I principi fondamentali della Gestalt
Secondo i principi di unificazione formale elaborati, le parti di un campo percettivo tendono a
costituire delle gestalt/forme, che saranno più coerenti, solide, unite quanto più gli elementi
avranno le seguente caratteristiche — principi fondamentali:
‣ Prossimità/Vicinanza
‣ Più gli oggetti sono vicini tra loro, più li si percepisce come parte di un gruppo e quindi
di una forma
‣ Somiglianza
‣ Gli oggetti più simili tra loro sono raggruppati.
‣ Tendenza a forme chiuse/Chiusura
‣ La nostra mente è predisposta a fornire le informazioni mancanti per chiudere una figura,
pertanto i margini chiusi o che tendono ad unirsi si impongono come unità figurale su
quelli aperti.
‣ Allineamento (disposizione lungo la stessa linea)
‣ Movimento concorde (fenomeno phi)
‣ Destino comune
‣ Oggetti in movimento verso la stessa direzione
‣ Pregnanza
- Una serie di caratteristiche che rendono una forma particolarmente armonica, simmetrica,
semplice

Da queste caratteristiche, nasceranno le due principali leggi:


- Legge della pregnanza o della Buona forma
- Gli elementi del campo percettivo tendono a costituire una Gestalt quanto più pregnanti possibile.
- Ciò che determina l’apparire delle forme è la caratteristica di pregnanza: regolari,
simmetriche, coesive,…
- Legge dell’Esperienza passata
- Il nostro sistema nervoso è predisposto per la percezione delle buone forme.
- Elementi che per la nostra esperienza passata sono associati tra di loro, tendono ad essere
uniti in forme.

5
Dalla seconda legge deriva il principio dell’isomorfismo, secondo cui se il nostro mondo
fenomenico possiede una forma, una struttura e una dinamica, il nostro Sistema Nervoso
Centrale (SNC) tenderà a trovare una struttura ed una dinamica che la rispecchiano.
Per esempio le tre linee sono interpretate grazie all’esperienza passata come una E. Una volta
riconosciuta la E, non sarà più possibile non vederla perché saremo condizionati dalla nosra
percezione.

“Con Gestalten si intendono quelle situazioni e processi psichici, le cui specifiche


caratteristiche ed impressioni non possono essere derivate dalle caratteistiche parti ed
impressioni che lo compongono.” —> Il tutto è più della somma delle parti
Questa la definizione data da Köhler, altro esponente della Gestalt.

Köhler e l’insight (1929)


Introdusse il concetto di insight osservando il comportamento dei scimpanzé posti davanti a
situazioni di tipo problematico.
Organizza una serie di situazioni incentrate sul modo in cui le scimmie affamate riescono a
impossessarsi del cibo che non è direttamente alla loro portata. (Banane al di la della rete dove ci
sono bastoni; banana appesa in alto e casse a disposizione accanto)
La scimmia dunque ha un insight, afferra e sposta le scatole usandole come estensione delle
braccia per prendere le banane.

Queste indagini dimostrarono che spesso gli animali e uomini non interagiscono con l’ambiente
solo per tentativi ed errori, ma anche seguendo l’intuizione o illuminazione interiore, attraverso
una ristrutturazione del campo percettivo cognitivo.

L’insight è dunque l’improvvisa scoperta di un nuovo modo di interpretare la situazione totale,


quindi ha importanza la configurazione, piuttosto che l’oggeetto.

6
Costruttivismo (costruzione della realtà)
Dalla definizione di Köhler, Von Ehrenfeis (precursore della gestalt) formulerà che “la qualità
propria del tutto è data dalle relazioni che intercorrono tra i singoli elementi e dalla loro
struttura, e non dalla semplice addizione dei singoli elementi.”
๏ Il tutto ha proprietà che non esistono nelle parti
๏ Le stesse parti diversamente collegate, producono un tutto differente
๏ Parti differenti possono produrre lo stesso tutto
Queste deduzioni portano ad un altro filone all’interno della gestalt: il costruttivismo dove ciò
che conta è come il soggetto percepisce la realtà.
Questa teoria si basa sull’idea che conoscere è più di un’espressione passiva del mondo che ci
circonda, ma è la risultante delle nostre costruzioni, ovvero convinzioni, emozioni, esperienze.
Costruzione è il modo in cui costruiamo la nostra comprensione del mondo che ci circonda e
come noi ci inseriamo ad esso.

Su queste basi, si formula la psicologia dei costrutti personali, il cui scopo è arrivare a conoscere
il significato e il valore che le persone attribuiscono alla propria esperienza, e le modalità con cui
sviluppano le loro conoscenze e le utilizzano nelle esperienze successive, anticipandone i fatti.

Funzione fondamentale di ogni sistema di significati soggettivi, è dunque considerare la capacità


di costruire previsioni rispetto a ciò che potrà accadere, in modo da poter programmare
adeguatamente le proprie azioni in funzione degli scopi attivati in ogni specifico momento.

L’invalidazione di una previsione rappresenta la possibilità per il sistema di imparare,


articolando e rendendo più complesso il nostro modello rappresentativo del mondo.
È importante che l’invalidazione sia riconosciuta ed accolta come tale, implicando che il sistema
deve essere in grado di adattare le proprie strutture conoscitive ai nuovi dati.

Finestra di Ames
Esperimento riguardo la costanza di forma, dove un trapezio rotante viene percepito come una
finestra che oscilla.
Ciò è dovuto al fatto che è l’esperienza passata che struttura l’apprendimento. La nostra mente
riconoscerà più facilmente una finestra, piuttosto che un trapezio rotante.

La finestra si configura come figura buona presente dalle prime fasi della vita.

7
Il comportamentismo di Watson
Il comportamentismo è un filone parallelo alla Gestalt, fortemente influenzato dallo spirito
pragmatista (importante è il risultato pratico - James).
L’oggetto di studio è il comportamento visto attraverso le sue manifestazioni osservabili.

Il comportamentismo esclude intenzionalmente dal campo di studio tutti gli elementi o i fattori
che non sono direttamente osservabili.

Non vengono studiati i processi mentali e non viene considerato nessun processo intermedio
tra lo stimolo e la risposta, escludendo i contenuti correlati alla soggettività.
Le differenze individuali risultano non innate, ereditarie o strutturali, ma dipendono
dall’apprendimento e condizionamento.

La psicologia comportamentista studia i contenuti psicologici attraverso la manifestazione


osservabile nei termini del comportamenti:
‣ Emotivi
‣ Abitudinari
‣ D’apprendimento
‣ Costitutivi della personalità
‣ Mnemonici
I processi mentali vengono rappresentati come un black box, di cui non ci importa comprendere
il funzionamento interno ma solo gli Input e Output.

Nell’organismo esistono risposte incondizionate a determinate situazioni.


Per esempio:
- Un organismo affamato che riceve del cibo reagirà salivando, una luce improvvisa sugli occhi
provocherà una contrazione della pupilla.
- Sia il cibo che la luce sono stimoli incondizionati, in quando rappresentazioni di eventi che
si producono nell’ambiente e che provocano incondizionamente una determinata risposta
dell’organismo.

Ciò formerà il paradigma Stimolo-risposta.

8
La psicologia dinamica
Nasce nel 1896, quando Freud parlò della psicoanalisi per descrivere il suo metodo di ricerca e
trattamento terapeutico.
Freud si rese conto che la fisiologia non poteva spiegare certi fenomeni psicologici, così avviò
studi sui processi mentali, portando l’attenzione all’interno dell’individuo, sviluppando il
concetto di inconscio.

Dagli studi sull’isteria cominciò a concepire i fenomeni della psiche umana come indizi di un
gioco di forze, che si svolge all’interno della mente, dunque come l’espressione di tendenze
orientate verso un fine che operano insieme o l’una contro l’altra.
Si tenta di analizzare non solo tutti i fenomeni singolarmete (manifestazioni comportamentali,
emotive, affettive,…) ma come indizi attraverso i queli capire qual è il movimento interno che
porta a questa espressione corporea emotiva.

Gioco di forze significa che abbiamo una dinamicità all’interno del nostro organismo, quindi
pulsioni che vanno verso uno stesso fine, o pulsioni che vanno una da una parte e una dall’
altra, provocando una serie di conflitti.
L’espressione di tutti i comportamenti dipende da questo gioco di forze, ed è per questo che a
livello emotivo le manifestazioni sono diverse da un individuo all’altro.

Si chiama modello psicodinamico perché fa riferimento ad una dinamica fra le parti funzionali
della mente.
I fenomeni psichici sono la risultate di queste forze interne, per cui la persona non è
conspevole di questa risultante (ciò che vediamo è prodotto dalla psiche).

La vita mentale di una persona è inconscia, la persona non ne ha consapevolezza, dunque


“l’assunto fondamentale della psicodinamica è che comportamenti, emozioni, convinzioni e
tutto ciò che è manifesto, sono il risultato di spinte motivazionali profonde e inconsce.”

9
La psicoanalisi di Freud (1896)
Per I motivi sopra elencati, la psicoanalisi viene chiamata anche psicologia del profondo,
siccome analizza tutte le spinte motivazionali più interne di cui non abbiamo consapevolezza,
ma che producono ciò che vediamo, consentendo di riconoscere ed intervenire nelle
psicopatologie.
Con lo studio dell’ isteria, venne a scoprire che le manifestazioni sintomatiche di un conflitto
psichico possono esistere anche senza una causa medica, ma un’origine psichica dei problemi.

Formulò i concetti fondamentali della psicoanalisi freudiana:


‣ Pulsione
- Un processo dinamico
- Movimento che fa tendere l’organismo verso una meta. Questa spinta genera uno stato di
tensione che dobbiamo scaricare facendo portare la pulsione all’esterno verso una data
meta.
- Una pulsione ha la sua fonte in una eccitazione somatica (o stato di tensione) che regna
nella fonte pulsionale
‣ Energia
- Livello quantitativo che abbiamo all’interno del nostro organismo che fa da fattore
quantitativo delle operazioni psichiche.
- Parliamo di energia libera o energia legata in riferimento ai diversi processi che
regolamentano la dimensione inconscia e conscia.
- Tutto ciò che si genera all’interno dell’inconscio verrà poi tradotto in una manifestazione
conscia — ciò di cui avremo consapevolezza.
‣ Spazio
- Lo sfondo per i punti di vista topografico e strutturale e per la nozione di oggetto.
- Suddivisione della psiche.

Freud studiò la psiche da diversi punti di vista:


a) punto di vista topico b) punto di vista dinamico c) punto di vista economico
d) punto di vista strutturale
Il punto di vista topico tratta la prima topica. Il punto di vista dinamico tratta la psiche dalla
prospettiva delle varie forze che si esprimono ed i conflitti tra loro. Il punto di vista economico
tratta l’intensità, la quantità delle forze psichiche in gioco, tracciando la linea di demarcazione tra
normalità e patologia. Il punto di vista strutturale tratta la seconda topica.

Freud fece una ripartizione dei contenuti della mente umana in due modi diversi: topiche.
10
Prima topica
La suddivisione degli strati psichici.
Formato sull’ipotesi che l’apparato psichico possa essere scomposto in sistemi funzionalmente
differenziati.

‣ Sistema Conscio
‣ Ciò di cui siamo consapevoli.
‣ Livello più alto
‣ Sistema Preconscio
‣ Costituito da contenuti psichici non compresi nel campo della coscienza, ma che possono
facilmente resi consapevoli senza resistenza e aiuti esterni.
‣ Filtra l’energia e fa da mediatore tra conscio ed inconscio
‣ Il “guardiano” del materiale complesso respinto e spostato nell’inconscio
‣ Sistema Inconscio
‣ Non ne abbiamo consapevolezza.
‣ Non direttamente osservabile, si manifesta con atti mancati, lapsus, sogni.
‣ Livello più profondo.

Il rimosso rappresenta tutte le pulsioni che rimangono all’interno dell’inconscio, quindi è un


meccanismo di difesa che consente di portare dalla parte cosciente a quella inconscia un
materiale complesso da gestire emotivamente, e che rimuovo dalla coscienza
Non scompare ma rimane sotto forma di conflitto, di pulsione sotto forma di energia, che si può
manifestare a livello conscio sotto altre forme.

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Seconda topica
Rigguarda la suddivisione strutturale. È una rivisitazione della prima topica ipotizzano la
presenza di tre istanze, che sostituiscono la suddivisione precedente della prima topica.

๏ ES
- Completamente inconscio.
- Serbatoio di tutte le pulsioni nella loro essenza psichica (erotiche -eros-, aggressive, auto-
distruttive,…) che sono il modo umano in cui gli istinti si sono evoluti.
- Tutto il rimosso della coscienza.
- Tali contenuti pulsionali sono in parte ereditari o innati, rimossi e acquisiti.
๏ IO
- Tutta la parte legata ma non coincidente alla parte conscia, siccome svolge funzioni difensive
in gran parte incoscie.
- Fa da mediatore tra l’ES e il SUPER-IO a livello pulsionale ed energetico.
- Gestisce i meccanismi di difesa (rimozione, sublimazione, proiezione).
๏ SUPER-IO
- In gran parte inconscio.
- Originata dall’interiorizzazione del senso morale, le regole e valori che il bambino
interiora dai genitori —> introiezione delle figure genitoriali
- Costituito da un insieme eterogeneo di modelli comportamentali, che rappresentano un
ideale a cui il soggetto fa riferimento con il proprio comportamento
- Le condotte antisociali sono determinate da un deficit del super-io.

12
Gli assunti principali della psicodinamica riguardano i processi del sistema inconscio che sono
atemporali, non ordinati temporalmente, non alterati dal trascorrere del tempo, senza nesso di
causalità.
L’inconscio non è direttamente osservabile, e per studiarlo dobbiamo fare riferimento ai
fenomeni rappresentativi di tale istanza psichica: atti mancati, sogni, passaggi dall’atto, sintomi.
Esempio di studio dell’inconscio sono i sogni, siccome essendoci scarsà attività di censura passa
molto materiale inconscio che si manifesta nei sogni.

La psicologia psicoanalitica non si limita a descrivere i fenomeni psichici ma li vuole spiegare in


modo dinamico, come il risultato della interazione di forze interne.

Gli esponenti principali furono Anna Freud, Melanie Klein, C.G. Jung, Adler e Bion.

Il cognitivismo di Neisser (2 ½ XX secolo)


Tra il 1950 - 1970 si attua la rivoluzione cognitivista, e alla fine del 1970 nasce la scienza cognitiva.
Il paradigma di ricerca è simile a quello comportamentista, mettendo tra stimolo e risposta
anche l’elaborazione mentale.

Neisser fu il primo a parlare di questo approccio nel 1967 con il testo “Psicologia
Cognitivista”.
I campi dello studio sono:
‣ La memoria
‣ Analisi del pensiero verbale
‣ Comprensioni di frasi
- Chiamata da Chomsky “psicolinguistica”

Neisser sosteneva che “tutto quello che sappiamo della realtà è stato mediato non solo dagli organi di
senso, ma da sistemi complessi che interpretano continuamente l’informazione dai sensi”.

Si da spazio allo sviluppo del concetto di processi mentali, eventi elaborati all’interno
dell’organismo tra lo stimolo input e la risposta output.
Questi eventi interni non sono direttamente osservabili, quindi vengono prese in esame i le
inferenze tratte dai comportamenti osservabili, con l’ aiuto di analogie.

Secondo questo modello (modello cibernetico), la mente umana funziona come un elaboratore
attivo di tutte le informazioni che giungono attraverso gli organi sensoriali.

13
Le ricerche, seguendo questo modello, riducono il funzionamento della mente umana, seguendo
l’architettura dei calcolatori elettronici.
Hanno inserito fra lo stimolo e la risposta anche l’elaborazione mentale.

Per questo motivo, il cognitivismo viene chiamato HIP (Human Information Processing).
Stimolo - Elaborazione Mentale - Risposta
Dove l’elaborazione mentale viene studiata come analogia mente-computer, e non più come
black box.

Questo movimento ha subito critiche, perché da troppa fiducia all’intellligenza artificiale e


perché si perdono le differenze individuali, creando un funzionalismo meccanico delle funzioni
cerebrali.
Da qui nasce la scienza cognitiva, dove la mente non è vista come associazione mente computer,
ma come informazione a livello celebrale.

Donald Hebb studiò più a fondo l’elaborazione mentale intorno al 1940.


L’interesse si sposta verso i processi svolti all’interno dell’individuo, studiando le variabili
intervenienti —> processi interposti tra stimolo e risposta, interni all’individuo stesso, non
direttamente osservabili.

Sosteneva che le strutture interne sono collegate al sistema nervoso centrale.

Introdusse la regola di Hebb, che sostiene che due neuroni che scaricano assieme, si potenziano
reciprocamente. Introdusse inoltre il concetto di assemblamento cellulare per definire i neuroni
costituenti un’unità di elaborazione.

In parallela, altri scienziati elaborarono un modello cognitivo di apprendimento


comportamentale, chiamato TOTE (test-operate-test-exit):
ogni volta che un individuo deve compiere una azione, prima verifica se nell’ambiente la
situazione è favorevole al raggiungimento degli obiettivi prefissati, e poi passa a verificiare che
l’azione abbia prodotto i risultati voluti, e poi esce dall’unità TOTE.
Se la verifica è insoddisfacente, dovrà operare di nuovo e correggere la situazione.

Il comportamento non è più considerato come un riflesso, ma ogni volta che voliamo compiere
un’azione, formuliamo e pianifichiamo la sequenza dei comportamenti da eseguire.

14
La relazione tra cognitivismo e comportamentismo:
Il comportamentismo studia associazioni S—>R, dove la mente è una black box.
Il cognitivismo indaga i processi mentali S—> Mente —> R, dove la mete è un elaboratore
mentale delle informazioni.
La differenza tra loro è che il cognitivismo studia i procssi cognitivi (percezione, memoria,…) che
erano stati trascurati dai comportamentisti.

La psicologia comparata o animale


Studia in laboratorio i comportamenti e processi psichici negli animali, per poi compararli e
riapplicarli agli studi della psiche umana.

In laboratorio vengono create condizioni e situazioni di studio favorevoli per la comprensione


dell’evoluzione umana, osservando e sperimentando in condizioni rigorose d’indagine.

L’etologia di Lorentz
Studia e osserva il comportamento animale nel suo ambiente naturale.
Esponente di questa branca è Lorenz, che sosteneva che:
๏ Nel comportamento non vi sono solo istinti innati, ma anche strutture ereditarie che
permettono alla specie di adattarsi all’ambiente.
๏ I programmi genetici che caratterizzano una specie non rimangono statici, ma possono
mutare nel tempo attraverso l’esperienza, apprendimento e condizioni ambientali.
๏ L’ambiente ed esperienza modulano gli istinti permettendo alla specie di adattarsi e
sopravvivere (orsi polari)

In contrapposizione al comportamentalismo che riduceva l’agire degli animali al prodotto della


reazione a stimoli esterni, Lorentz teorizza l’istinto come fenomeno autonomo e spontaneo,
innato, quindi geneticamente condizionato.

Gli animali si servono di informazioni acquisite nel corso dell’evoluzione della specie, e sono
capaci di rielaborarle al fine di adattarsi ad un ambiente soggetto a continui mutamenti.

Negli anni ’50 nasce l’etologia umana, studiando le scimmie e comparandole all’uomo.

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L’imprinting
Lorentz, analizzando il comportamento animale identificò dei periodi sensibili (tra i 6/7 mesi fino
a circa 3 ½ anni).
In questo periodo, si crea uno stimolo innesco del comportamento istintivo, che resterà stabile e
immodificabile per tutta la vita.
Questo fenomeno viene chiamato imprinting, durante il quale l’animale sviluppa un
attaccamento sociale per un particolare individuo o oggetto.

๏ Rappresenta una modalità innata di apprendimento dell’oggetto biologico (caregiver, partner


sessuale), su cui si fissa un determinato modello di comportamento istintivo.
๏ È un processo istantaneo ed irreversibile, con la funzione biologica di soppravvivenza,
riconoscere la propria specie e accoppiamento.

Negli esseri umani, nel periodo critico, durante il processo di imprinting vengono poste le basi
della personalità e di tutta la struttura di base dell’individuo, mediante un legame con la figura
di accudimento, la persona a cui deleghiamo la nostra soppravvivenza.

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Il modello epistemiologico-genetico di Piaget
Epistemiologia è lo studio della conoscenza.
Questo modello, mira a spiegare i processi cognitivi umani (percezione, intelligenza) ricostruendo
le fasi del loro sviluppo, in senso evolutivo, dall’infanzia all’età adulta.

Sostiene che non esiste una conoscenza predeterminata, ma si ha un’acquisizione mediante


esperienza, dall’infanzia all’età adulta attraverso una serie di stadi, ognuno alla base del
successivo, al quale non si può tornare indietro.
L’ordine degli stadi è immutato, ma i percorsi e le modalità organizzative degli stadi cambiano,
differenziando i bambini in funzione del tempo e modalità di apprendimento ed espressione.

Lo sviluppo cognitivo non è lineare, e ha influenze socioculturali, esperienze personali e


influenze derivate dal conflitto socio-cognitivo.

L’intelligenza è una delle forme di adattamento.


L’adattamento è l’equilibrio tra assimilazione e l’accomodamento, ovvero l’organismo si trasforma
in funzione dell’ambiente.

Per I suoi studi si avvalse di diversi metodi:


๏ Metodo clinico
- Colloquio clinico su libera conversazione in un ambiente naturale come quello del gioco.
- Conversazione con il bambino su un tema, guidato da chi fa le domande
- Per indagare lo sviluppo dell’intelligenza del bambino e scoprire il funzionamento delle
strutture cognitive nelle varie fasi di sviluppo e stadi di esperienza.
๏ Metodo diretto
- Creando piccole esperienze di fisica domandando il perché di ciascun avvenimento,
ricavando informazioni sull’orientamento mentale del bambino.
- Il linguaggio interviene per giustificare azioni concrete realmente effettuate
๏ Metodo critico
- Conversazione libera con il bambino introducendo domande e discussioni durante o dopo
le manipolazioni esercitate sugli oggetti che suscitano un’azione nel soggetto.
- Critico perché non si limita a registrare la risposta del bambino, ma valuta le giustificazioni
ai comoprtamenti durante e dopo il test.

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Attraverso questi studi si è dimostrato che:
๏ La differenza tra il pensiero del bambino e dell’adulto è di tipo qualitativo e non quantitativo,
infatti il bambino è un individuo dotato di struttura propria e di uno sviluppo autonomo
indipendente e non di un “piccolo adulto”.
๏ Il concetto di intelligenza è strettamente legato al concetto di adattamento all’ambiente
emotivo ed affettivo, non solo fisico.

Le Neuroscienze
È l’insieme di studi scientificamente condotti sul sistema nervoso, attraverso strumenti che
indagano sull’organizzazione neuronale e funzionale della mente.

Lo scopo delle neuroscienze è di creare un ponte con la psicologia, attraverso un approccio


bottom up (non più top down), ovvero non si parte più dai processi superiori - dalla mente per
capirne gli esiti -, ma si parte dal basso per arrivare a studiare e capire quelle parti che si attivano
a livello neurologico.
Si analizzano le variabili che vanno a definire l’insieme di un processo.

Ci avvaliamo di due metodi:


‣ Clinico
- Mediante la registrazione del comportamento spontaneo e durante l’esecuzione dei test.
‣ Neuroanatomia Strutturale e Funzionale
- Mediante macchinari come EEG, ed esami quali TAC/PET, post mortem.
- Utile per la determinazione della sede ed estensione della lesione o disfunzione cerebrale.

Una delle scoperte più recenti collegata ai processi cognitivi è quella dei neuroni specchio.

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Neuroni specchio (1992)
Scoperti all’Università di Parma durante uno studio sui macachi.
È un neurone specifico che si attiva sia quando si compie un’azione, sia quando la si osserva
mentre è compiuta dagli altri.

Il concetto di specchio sta ad indicare che il neurone dell’osservatore rispecchia quello


dell’osservato, come se stesse compieno l’azione lui stesso.

Si è dimostrato che i neuroni specchio sono alla base della capacità di comprendere le azioni le
intenzioni degli altri (in quanto si accendono circuiti nervosi che richiamano analoghe azioni
compiute da noi nel passato), ponendo una base fisiologica all’empatia.

Sulla base di ciò, si può dire che vedere non è solo un’operazione di registrazione passiva dei
comportamenti, ma una simulazione immediata a livello preconscio.

Metodi diagnostici nella pratica clinica


Diagnosi deriva dal greco dià-gnosis.
Formulare una diagnosi significa comprendere l’individuo in tutta la sua globalità, cioè nella
sua interiorità e in quelle che sono le interazioni con l’ambiente esterno.

Un processo diagnostico sta nel raccogliere tutte le informazioni tramite le quali è possibile
capire con cosa ci stiamo confrontando e di comprendere non solo lo stato della persona e la sua
problematica, ma anche quali sono le strategie di intervento più efficaci.
È composto da diversi fattori:
‣ Componente genetica
- Programma innato e genetico
‣ Componente acquisita
- Traumi, malattie
‣ Psicologici
- Rapporto madre figlio, funzionamento psichico
‣ Sociali
- Aspetto culturale e influenza dell’ambiente

La diagnosi si ottiena dall’esame clinico + anamnesi.

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La diagnosi nosografica - descrittiva
Approccio usato benomale in ambito medico, che
‣ Suddivide gli individui per categorie e crea una classificazione dei pazienti
‣ Considera l’esperienza soggettiva di minore importanza rispetto ai sintomi stessi
‣ Classifica le malattie secondo criteri sistematici (nosografica)
‣ Segue un approccio descrittivo e ateoretico, in modo da poter essere comprensibile a livello
internazionale

I sistemi di classificazione diagnostica più conosciuto sono:


๏ DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali)
- Asse 1
- Disturbi clinici, vengono presi in considerazione anche i disturi dell’età evolutiva e adulta
- Asse 2
- Disturbi di personalità e/o ritardo mentale
- Asse 3
- Condizioni mediche generali
- Asse 4
- Problemi psicosociali ed ambientali
- Asse 5
- Valutazione globale del funzionamento
๏ ICD-11 (Classificazione Internazionale delle Sindromi e dei disturbi psichici e
comportamentali)

Anamnesi
Dal greco anámnesis, ritorno al passato o ricordo.
È la ricostruzione della storia personale del paziente attraverso dati di tipo biologico,
psicologico e sociale.

Può essere effettuata in:


‣ Via diretta
- Con l’adulto
‣ Attraverso il racconto dei genitori
- Nell’età evolutiva (0-18 anni).
- I genitori raccontano la storia del proprio figlio in relazione ai sintomi riportati (passati e
attuali), alle prime tappe dello sviluppo psicofisico, avvenimenti importanti, rapporti
interpersonali,…

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L’anamnesi deve riportare dati relativi alla vita del paziente dal punto di vista:
‣ Biologico
- Nascita, sviluppo, malattie, gravidanza
‣ Psicologico
‣ Sociale
- Famiglia, rapporti sociali, lavoro

Non è detto che se un carattere è ereditario, quel carattere si svilupperà al 100%, ma è vero che se
quel carattere è ereditario, allora l’individuo avrà una certa sensibilità per sviluppare la data
patologia.

Esame clinico
Esame psicopatologico e somatico del soggetto, che ci permette di effettuare una diagnosi
differenziale, ovvero ci permette di dividere il problema psichico da quello organico.

Il colloquio clinico
Attraverso il colloquio clinico si effettua l’esame clinico.
I colloqui possono essere anamnestici (attenzione alla ricostruzione della vita del soggetto) e
clinici (attenzione al vissuto emozionale ed al suo significato dinamico che gli eventi hanno per il
soggetto)

Può essere effettuato in 3 modi:


๏ Intervista non strutturata
- Dialogo con il soggetto senza condizionamento di nessun tipo, conversazione libera ed
aperta.
๏ Intervista semi-strutturata
- Conversazione basata su alcune domande di base e di riferimento non vincolanti, con la
possibilità aperta di formulare altre domande.
๏ Intervista strutturata
- Il clinico ha una serie di domande definite e in sequenza alle quali si attiene.
- Non ci si relaziona con il paziente per tirare fuori la componente emotiva, ma è utile
sopratutto ai fini di ricerca

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Nel colloquio è importante:
‣ Non interrogare il paziente, non intervistarlo e non discorrere con esso.
- Mettersi in relazione affettiva e riflessiva
‣ Scegliere il piano di comunicazione più favorevole e comprensibile per il paziente.
‣ Non va inteso unicamente come strategico ai fini della diagnosi, ma piuttosto come un
incontro che ha già un significato terapeutico

Fondamentale è il setting con il quale si affronta il colloquio.


Setting è l’insieme delle condizioni che ospitano e sotengono l’intervento.
Occorre fare attenzione al comportamento verbale, comportamento non verbale.

Diagnosi psicodinamica
Processo che considera l’individuo nella sua totalità e unicità, e va a vedere dentro quelli che
sono i vissuti del soggetto, quindi non solo la storia di vita ma anche quello che il soggetto prova,
tentando di dare un significato al sintomo.
Ha come finalità l’attività conoscitiva e trasformativa, perché anche se non può determinare un
reale cambianto, lo può comunque avviarlo, attraverso la riformulazione dei problemi del
paziente.

All’interno del setting psicodinamico, la comunicazione è il cardine della relazione.

Metodo psicoanalitico
Prodotto della diagnosi psicodinamica.
È un processo che sposta la sua attenzione dai sintomi ai processi psichici, dunque il sintomo
non viene più visto come l’aspetto oggettivo della patologia, ma come sostituto dell’inconscio.
La psicologia psicoanalitica cerca di spiegare i fenomeni psichici in modo dinamico, come il
risultato della interazione e controreazione di forze.

L’interpretazione è al centro della tecnica freudiana, cioè interpretare il sintomo al fine di capire
il movimento inconscio che lo ha prodotto.
Il lavoro terapeutico si concentra sulla decodificazione dei materiali (sogni, lapsus, agiti) prodotti
dal paziente, dunque le espressioni del paziente sono in realtà allusioni ad altro.

L’interpretazione è dunque il processo di trasformazione del materiale simbolico inconscio in


termini che hanno significato cosciente e la comunicazione dei risultati di decodificazione al
paziente.
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La psicoanalisi che ha come studio la natura ed il ruolo dei fenomeni mentali inconsci, si basa su
due concetti fondamentali:
๏ Transfert
- Processo mediante il quale il paziente trasferisce sull’analista esperienze passate e
sentimenti potenti già sperimentati in passato.
- Il paziente non è consapevole di ciò, e vive i suoi sentimenti come pertinenti al presente e
non derivanti dal passato.
๏ Controtransfert
- Pensieri e sentimenti esperiti dall’analista che sono pertinenti al mondo interno del
paziente, e possono essere utilizzati al fine di comprendere il significato delle sue
comunicazioni, rendendo più efficace la sua interpretazione.

Per poter comprendere e meglio interpretare il significato delle comunicazioni con il paziente, è
utile conoscere i meccanismi di difesa.

I meccanismi di difesa sono


- Svolti a proteggere l’individuo.
- Strumento principale con cui l’individuo gestisce istinti ed affetti.
- Possono essere adattivi o patologici
- Inconsci
- Rappresentano le problematiche interne dell’individuo

Con il termine resistenza indichiamo tutto ciò che disturba l’andamento del lavoro analitico,
ed è un meccanismo di resistenza al cambiamento e alla guarigione, attuate dal paziente per
evitare che il terapeuta effettui determinate interpretazioni.

L’interpretazione dei sogni è un metodo di interpretazione simbolica.


I sogni sono la forma che la nostra psiche assume durante il sonno.

‣ Contenuto psichico manifesto


- Il ricordo del sogno
‣ Contenuto onirico latente
- Ciò che produce il sogno (desideri, tendenze, pensieri inconsci)

Il significato del sogno non corrisponde al significato del sogno manifesto, ma va interpretato in
termini simbolici.

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๏ Lavoro Onirico
- Processo che trasforma il materiale inconscio (latente) in contenuto manifesto.
๏ Censura Onirica
- Quel che rende difficile il lavoro onirico, deformando il contenuto onirico per impedire ai
desideri inconsci di accedere alla coscienza.

Il sogno è il custode del sonno, quindi è un compromesso tra desiderio di dormire e tendenze
rimosse, se queste ultime creano uno stato emotivo agitato, la censura onirica si attiva
trasmettendo la tensione mediante i simboli, che sono oggetti di interpretazione.

La tecnica di interpretazione è quella delle analisi simboliche e delle associazioni libere.

Metodi psicometrici e test mentali


La psicodiagnosi
È un processo di intervento che mira alla conoscenza ed alla valutazione delle caratteristiche di
personalità di un soggetto.

Si basa su
‣ Osservazione
‣ Colloquio clinico
‣ Somministrazione di una batteria di test psicologici

L’integrazione di diversi strumenti permette una accurata analisi e descrizione della struttura
psicologica dell’analizzato, nonché l’individuazione di un trattamento specifico.
La psicodiagnostica si basa sulla psicometria.

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La psicometria
Si occupa della misurazione di variabili psicologiche e della loro trasformazione in numeri,
quantificando le osservazioni di caratteristiche personologiche del paziente.
I test sono il metodo prediletto della psicometria.

Il test è uno strumento di misura, ovvero l’insieme delle procedure per misurare un
comportamento o costrutto.
La misura è il processo che permette di assegnare dei valori quantitativi ad oggetti o eventi, in
base ad una serie di regole, per poi confrontarne il punteggio.

Parametri del test


‣ Standardizzazione
- Somministrazione del test deve avvenire con procedure uniformi e con le stesse modalità
per tutti i soggetti. (Materiali, limiti di tempo, frasi da utilizzare,…)
‣ Campionamento
- Un fattore distribuito in modo casuale tende ad inscriversi in una curva simmetrica detta
parabola di Gauss
‣ Attendibilità
- Si riferisce alla precisione dello strumento, valutando anche quanto errore è incluso nelle
misure. Permette di definire attraverso il coefficente di attendibilità la precisione dello
strumento utilizzato.
- Un test risulta ben tarato quando i punteggi son proporzionali all’intensità del fattore che
un test intende misurare, e i punteggi devono avere una distribuzione normale, perché nella
popolazione generale ogni caratteristica tende a distribuirsi in modo casuale.
‣ Validità
- È la capacità di una misura di cogliere effettivamente la caratteristica che ci interessa, porsi
il dubbio di aver misurato effettivamente la caratteristica psicologica e non qualcosa di
diverso.

Il test deve essere sempre valutare l’attendibilità e la validità.


Per verificare l’attendibilità di un test si procede con
- Test - retest
- Si rieffettua lo stesso test dopo un pò di tempo per verificarne l’attendibilità
- Split - Half
- Dividere il test in 2, somministrandolo a due campioni.

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Classificazione dei test
๏ Test Cognitivi
‣ Di livello o attitudinali
- In base al tipo di test, si possono misurare le abilità, intelligenza, profitto e attitudini
- Esplorano le funzioni intelletive
‣ Scale di Wechsler, Matrici progressive di Raven
๏ Test Non Cognitivi
‣ Di personalità e atteggiamento
‣ Non ci sono risposte giuste o sbagliate
- Questionari struttrati (risposta multipla) o semi-strutturati (risposta aperta)
- Tecniche proiettive -> diagnosi di personalità
‣ MMPI, Rorschach

Test di intelligenza
Costituiti da stimoli e prove diverese in funzione del tipo di intelligenza e abilità che si vuole
misurare. Il punteggio è rapportato all’età e gruppo di riferimento
Si misura l’intelligenza psicometrica, legata prettamente allo stimolo utilizzato per valutarla.
I primi a misurarla furono Binet e Simon, inventando una scala metrica d’intelligenza,
successivamente modificato e riadattato in Scala Termall Merill forma L-M.

‣ Scale di Wechsler
- Metodo più diffuso per valutare il QI, utilizzate per misurare deterioramento mentale e
individuare tipo di intelligenza (pratica e verbale), cogliendo le carenze intellettive del
soggetto.
- I risultati si ottengono dalla somma dei punteggi del QI verbale (test verbali) e QI di
performance (test di performance)
- Si elaborò una scala standard con media 100 e deviazione 15.
Età mentale / età cronologica x 100 = QI
- WAIS-R per gli adulti
- WPPSI età prescolare
- WISC-III età scolare
‣ Matrici progressive di Raven
- Test per misurare l’intelligenza non verbale, ovvero il fattore GF — intelligenza fluida.
- Viene richiesto di completare le figure mancanti. Ogni gruppo di item diventà sempre più
difficile da codificare, analizzare e comprendere.

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I test qualitativi (proiettivi)
La parola “proiettivo” fa riferimento al fatto che la persona proietti sullo stimolo caratteristiche
proprie e aspetti della sua personalità.
Non sono test psicometrici in senso stretto siccome non producono punteggio o misura
oggettiva, ma solo una risposta soggettiva che bisognerà poi interpretare.
Vengono a meno la validità e l’attendibiità, ma si può verificare la componente dinamica del
soggetto.

Si dividono in:
‣ Strutturali
- Permette di indagare la struttura dinamica della personalità
- Più importante è il Rorschach
‣ Tematici
- Pongono il soggetto davanti a stimoli che possono evocare un tema. Partendo dallo stimolo il
soggetto deve raccontare una storia.
- T.A.T per gli adulti
- C.A.T. per i bambini
‣ Di completamento
- Si presenta al soggetto una situazione sviluppata in parte e gli si chiede di completarla.
- Test di Wartegg (tavole da completare in cui c’è un solo simbolo)
- Favole della Düss
‣ Grafici o test carta e matita
- Al soggetto viene dato un foglio A4 bianco ed una matita.
- Si valuta i livelli di analisi di tipo grafico, contenutistico, formale
- I test a cui il soggetto è sottoposto sono il test della famiglia, dell’albero, della casa, bambino
sotto la pioggia.

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Test quantitativi (di personalità)
Permettono di creare livelli di patologia, trasformando in termini numerici quelli che sono
disturbi di personalità.

Il test più famoso è:


๏ MMPI (Minnesota multiphasic personality inventory).
- Stato creato con dei campioni standardizzati.
- Usato per valutare la presenza e la gravità dei disturbi della personalità
- Cut-off clinico o punteggio soglia è la soglia del punteggio oltre la quale il soggetto
presenta dei tratti patologici inerenti a una specifica scala.
‣ Si possono ricavare:
- Indicatori di validità
- Scale cliniche
- Informazioni sulle patologie (ipocondria, depressione, isteria,…)
- Scale di contenuto
- Valutazione di differenti aspetti (ansia, ossessività,…)
๏ MMPI-A per adolescenti
๏ 16PF
- Fornisce un profilo che non fa riferimento alla presenza/assenza di disturbi. Usato per
esempio nella selezione del personale
๏ CPI
- Classifica i soggetti sulla base del loro carattere e stile di condotta.

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Metodo scientifico
La conoscenza scientifica è sistematica, in quanto cerca di formulare leggi valide in tutte le
condizioni.

La scienza deve:
‣ Descrivere
- Delineare ciò che accadrebbe se modificassimo in modo deliberato alcuni elementi del
sistema sotto osservazione.
‣ Osservare
- Stabilire in base a quale meccanismo e in quali condizion isussiste una relazione causale

Per condurre una ricerca è necessario per prima cosa formulare un’ipotesi in merito
all’argomento oggetto di studio, scegliere il metodo di ricerca (sperimentale, correlazionale o
descrittivo), metodo di racccolta dei dati (soggettivo o oggettivo) ed infine il contesto ambientale
in cui si svolge la ricerca (laboratorio o campo).
Queste tre dimensioni costituiscono il modello Hendricks sulle streategie di analisi.

Importante è il concetto di meccanismo causale, che è la catena di eventi attraverso la quale la


causa determina l’effetto.

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Il metodo scientifico ha diverse prospettive di ricerca:
‣ Osservativo
- Descrivere le situazioni degli individui nel loro ambiente naturale senza operare un
controllo delle variabili.
- Le variabili sono
- Eventi di cui può essere rilevata la frequenza di comparsa
- Stati comportamentali; caratteristiche durevoli nel tempo con inizio e fine
- Possibili fonti di errore:
- Effetto Alone (valutazione positiva del soggetto su base empatica (simpatia,…))
- Processo di proiezione (attribuzione ad altri di propri pensieri e atteggiamenti)
- Effetto Howthorne (la consapevolezza di essere osservati condiziona il comportamento)
- Strumenti utilizzabili:
- Carta e matita (check list di comportamenti)
- Diari (osservazione in termini di frequenza, con il rischio di diventare personale)
- Videoregistrazione (rappresentazione fedele delle informazioni)
‣ Correlazionale
- Consiste nell’osservazione dei fatti e nella ricerca di correlazione tra più condizioni per
verificare l’esistenza di una relazione fra le condizioni.
- Può avere capacità predittive
- Tipi di variabili da mettere in relazione:
- Strutturale (età, sesso,…)
- Punteggi delle risposte (rilevate tramite un questionario o un altro strumento)
- Si può determinare il coefficente di correlazione, ovvero il valore numerico che fornisce
informazioni circa la relazione tra le variabili osservate attraverso direzione ed
intensità. Varia da +1 a -1 , e può essere
- Positivo
- Variazione direttamente proporzionale
- Negativo
- Variazione inversamente proporzionale
- Nullo
- Nessuna correlazione tra variabili in esame
‣ Sperimentale
- Basato su un metodo ipotetico deduttivo, la sua validità dipende dai risultati della verifica
- Metodo ipotetico deduttivo consiste nella manipolazione deliberata e sistematica delle
variabili indipendenti per osservare gli effetti o meno che questa manipolazione
determina sulla variabile dipendente
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- Metodo induttivo è che genera leggi a partire dall’osservazione e mediante la
generalizzazione del comportamento osservato a prescindere dalla sperimentazione
- Consiste nella ricerca di ipotesi che devono essere verificate o falsificate attraverso
manipolazione delle variabili
- Caratterizzato da una selezione randomizzata dei soggetti e da una generalizzazione dei
risultati (applicabili anche ad altre popolazioni di soggetti)
- Costituito da tre elementi fondamentali
- Cause
- Assumono il ruolo attivo di variabile indipendente.
- Manipolate direttamente dallo sperimentatore ed in letteratura spesso dette
trattamenti o condizioni sperimentali
- Effetti
- Assumono il ruolo passivo di variabile dipendente, in letteratura dette risposte
- Unità sperimentali
- Le persone (comunemente soggetti o partecipanti) o animali sottoposti alle condizioni
sperimentali

L’indagine scientifica è caratterizzata da:


๏ Osservazione del fenomeno
๏ Formulazione di ipotesi
๏ Verifica
๏ Valutazione

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In qualsiasi esperimento viene manipolata una variabile dipendente e una indipendente, e ne
vengono misurati gli effetti sulla variabile dipendente.

Variabile Indipendente
- Stimolo manipolato dallo sperimentatore. È l’elemento che si ipotizza possa essere
causa di effetti su una variabile dipendente
- Ha lo scopo di attribuire una serie di valori diversi alla variabile causale, e cercare di
stabilire se valori differenti della v.i. provochino effetti su quella dipendente.
Variabile Dipendente
- Solitamente rappresenta qualche aspetto misurabile del comportamento di un
soggetto.
- Ha lo scopo di osservare se il valore della v.d. è modificato o meno al variare del
valore della v.i.
Variabili Intervenienti
- Altre variabili non in considerazione che devono essere mantenute costanti per
evitare interferenze nel risultato.

Per effettuare un buono studio sperimentale e limitare le interferenze, possiamo utilzzare due
strategie:
‣ Campionamento
- Individuare un campione all’interno della popolazione che risulti rappresentativo della
stessa
‣ Divisione del campione
- Divide il campione in due gruppi:
- Sperimentale
- In cui è sempre presente la variabile da esaminare e all’interno del quale viene rilevato
un punteggio di autovalutazione prima e dopo la somministrazione.
- Gruppo di controllo
- Non subisce cambiamenti, i soggetti del gruppo viene trattato allo stesso modo ma non
viene loro somministrato nulla oltre al placebo

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In tal modo si ottengono due tipologie di disegno sperimentale
- Disegno tra soggetti
- Le condizioni coincidono con i gruppi, tramite appaiamento. Si cerca di rendere omogenei i
gruppi in esame.
- Disegno entro i soggetti
- Lo stesso gruppo viene sottoposto a tutte le diverse condizioni. Viene effettuato un piano a
sequenze temporali, ovvero il comportamento del soggetto in una condizione viene
confrontato con il comportamento dello stessso soggetto in diverse condizioni.

Che possono essere


- Longitudinali
- I soggetti vengono seguiti nel corso del loro sviluppo. Gli svantaggi sono i tempi lunghi
(mortalità, abitudine alla ripetizione delle prove, invecchiamento degli strumenti ecc.)
- Trasversali
- Confronto in un unico momento temporale di soggetti di età diverse. Fornisce informazioni
in tempi brevi e si possono sostituire soggetti persi durante il corso della sperimentazione.
Gli svantaggi sono che si perdono informazioni sui processi.

Classicamente, gli esperimenti vengono raggruppanti in 4 gruppi:


‣ Veri o randomizzati (assegnazione casuale del campione)
‣ Quasi esperimenti (variabili indipendenti vengono assegnate perché non sono manipolabili.
Non si sa se la differenza nel comportamento è causata dai gruppi o dalla variable
indipendente)
‣ Naturali (non possibile maanipolare le cause o trattamenti es. gli studi epidemiologici(
‣ Correlazionali o non esperimenti

Dunque:
Nella ricerca psicologica si decide l’ipotesi, allestisce gruppo di controllo e sperimentale,
raccolgono dati e valuta se accettare o rifiutare l’ipotesi.
Metodo deduttivo = dimostrare mediante la logica, le teorie prescindono da esperienza
Metodo induttivo = crea leggi a partire dall’osservazione dei fatti mediante generalizzazione
Esperimento = rappresenta la situazione per descrivere causa-effetto tra 2 o + variabili
Nucleo centrale è la manipolazione e osservazione degli effetti prodotti

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Attenzione e coscienza
Attenzione
Quell’insieme di dispositivi e meccanismi che consentono di concentrare e focalizzare le
proprie risorse mentali su alcune informazioni piuttosto che su altre.

Le sue funzioni sono mettere in evidenza alcune informazioni ed escludere dalla coscienza altre.

Può essere
‣ Selettiva
- Funzione di filtro di informazioni, salvaguardia il cervello dagli stimoli che riceve
dall’ambiente ed è un processo volontario.
- Non può essere sostenuta per troppo tempo a causa dell’enorme dispendio energetico
‣ Spaziale
- Si concentra sullo spazio circostante e può diventare visiva, uditiva, gustativa e tattile.
‣ Automatica
- Processo involontario senza dispendi energetici.

Effetto Cocktail Party rappresenta la possibilità di escludere larga parte di stimoli, riuscendo ad
organizzare in maniera logica un suono unico, oggetto di concentrazione, rispetto ad un insieme
di altri suoni che vi ci sovrappongono, concentrandosi sulla conversazione senza prestare
attenzione agli altri stimoli intorno a noi (attenzione selettiva).
Qualora intervenga uno stimolo particolare, per esempio qualcuno pronuncia il nostro nome,
l’attenzione si distoglie (attenzione automatica).

Valgono gli stessi meccanismi dell’organizzazione gestalt, ovvero buona forma, coerenza,
contrasto tra figura e sfondo (suoni a rilievo percettivo attirano maggiormente la nostra
attenzione e vengono registrati con maggiore facilità.
Infatti, il processo di focalizzazione di attenzione deriva da una limitata disponibilità del
sistema ad elaborare i segnali, dunque non sarà possibile elaborare tutti i tipi di segnali
contemporaneamente, e la capacità attentiva dipenderà dalla difficoltà del compito da svolgere.

L’automatismo dei comportamento è il processo inverso al processo di focalizzazione, che


consiste nel fatto che se dobbiamo svolgere azioni già conosciute e apprese, il nostro cervello sarà
in grado di svolgerle automaticamente e di porre attenzione contemporaneamente ad altri
stimoli. Quindi possiamo dire che il cervello ha automatizzato l’azione.

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Altro elemento importante è quello della vigilanza, che sarà bassa nello svolgimento di azioni
automatiche, più alta in situazioni nuove o nel caso di uno stimolo intenso con un ritmo veloce.
Una buona vigilanza e il non commettere errori sono facilitati dalle caratteristiche dello stimolo.
Stimolo intenso + ritmo veloce = vigilanza

I fattori psicofisici che regolano e facilitano l’attenzione:


‣ Condizioni neuro-funzionali del soggetto
- Uso o meno di psicofarmaci, stato di riposo. Cambia la quantità di energia disponibile.
‣ Isolamento dell’oggetto dagli stimoli
- Isolamento dell’oggetto dagli stimoli perturbatori dell’ambiente.
- Per esempio durante lo studio.
‣ Variazione dello stimolo
- L’eccessiva staticità porta ad assuefazione e perdita di interesse.
- Intensità dello stimolo
- più uno stimolo sarà intenso e più la nostra attenzione sarà incentrata sullo stimolo.
- Novità
- Stimola la curiosità che porta ad una maggiore attenzione.
- Interesse
- Che abbiamo nei confronti dello stimolo che porta ad un grado di attenzione maggiore.

Il legame tra attenzione e coscienza secondo gli studiosi è relativo alla funzione dell’attenzione,
che è quella di consentire ad alcuni informazioni di raggiungere la consapevolezza.

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La coscienza
Stato di consapevolezza di sé e dell’ambiente.
Ha la funzione di regolazione della propria relazione con l’ambiente, e si tratta di un processo
interiore.

Fa riferimento:
‣ Alla consapevolezza interiore dell’esperienza
‣ Al soggetto che reagisce intenzionalmente agli oggetti
‣ Alla conoscenza di un sé consapevole

Conosciamo tre tipi della coscienza:


‣ Conscia
- Consapevole di me e dell’ambiente
‣ Inconscia
- Non ne ho consapevolezza, ma si può manifestare attraverso comportamenti.
- A livello clinico è quando siamo di fronte a:
- Una persona con una grave malattia celebrale in uno stato incosciente
- Persona che dorme
- Persona vigile e sana ma coscente solo di alcune parti dell’ambiente circostante o se
stesso
‣ Preconscia
- L’anticamera delle coscienza contenente contenuti utilizzabili dall’Io consapevole

Le dimensioni della coscienza sono


‣ Stato di veglia
- Corrisponde al grado di vigilanza, è la facoltà di rimanere deliberatamente svegli
‣ Chiarezza della coscienza
- Rappresenta la lucidità e comprende le funzioni cognitive e percettive, ed è strettamente
legata al grado di coscienza
‣ La coscienza del sé
- L’Io-cosciente, la capacità della persona di aver conoscenza di sé stessa come vivente ed
agente.
- Io coerente unitario

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Stati di coscienza e ritmi biologici circadiani
Le patologoie della coscienza
La coscienza è determinata dalla vigilanza e dalla lucidità.

La patologie della coscienza sono collegate


‣ Al disturbo della vigilanza (stato di veglia)
‣ Al disturbo della lucidità (chiarezza della coscienza)
‣ Al disturbo della coscienza
- Si assiste ad uno scadimento, prevalentemente quantitativo, della coscienza dovuto ad
alterazioni della quantità e dell’intensità dei livelli di vigilanza.

Dallo stato di coscienza normale alla morte si arriva per gradi attraverso
disturbi quantitativi attraverso l’abbassamento quantitativo della coscienza:
๏ Obnubilamento
- Lieve diminuzione della chiarezza di coscienza, con lieve sonnolenza e difficoltà di
attenzione.
- Possiamo riconoscere durante un attacco di cefalea o intossicazione alcolica
๏ Sonnolenza
- Rallentamento psicomotorio che può portare ad un addormentamento ma con facile
risveglio.
- I riflessi sono integri, ma diminuisce il tono muscolare
๏ Sopore
- Addormentamento al quale segue un risveglio in presenza di uno stimolo abbastanza
sostenuto
๏ Coma
- Non c’è risveglio immediato, nemmeno gli stimoli più forti provocano dei movimenti di
difesa.
- Tono muscolare fortemente dimiuito e scompare il riflesso pupillare alla luce.
- 5 livelli di coma: dal coma leggero fino a morte cerebrale.
๏ Morte
- Perdita irreversibile della coscienza, la cessazione delle funzionalità della corteccia e degli
emisferi celebrali

Le possibile cause per queste possono essere organiche o esterne all’organismo (droghe, tumori)

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Il disturbo qualitativo della coscienza si ha per ridotta lucidità, e si può ascrivere patologie
legate a:
๏ Delirium trements
- Sindrome di scadimento della coscienza con anomalie intrusive della percezione e umore.
- Disorientamento parziale o totale, confusione, pensiero incoerente, disconoscimento
dell’ambiente
- Cause possono essere
- Astinenza da farmaci, alcool
- Psicosi, schizofrenie e cause di nature organiche
๏ Confusione
- Insediamento di tipo organico
- Incoerenza del pensiero, disorientamento spazio-temporale, allucinazioni, deliri, stato
d’animo ansioso.

I ritmi biologici circadiani


Ritmi di funzionamento dell’organismo a cadenza quotidiana.
Rappresentano una sorta di orologio interno che regola le nostre funzioni corporee e sono
regolati dall’alternanza giorno-notte.

Tali ritmi regolano i parametri di funzionamento fisiologico del corpo:


- Pressione arteriosa
- Tono muscolare
- Velocità del metabolismo
- Temperatura corporea
- Cortisolo nel sangue
- Ciclo sonno-veglia

Influenzano le prestazioni dell’individuo nell’arco della giornata:


- Massimo delle prestazioni
- Durante le prime 3 o 4 ore dal risveglio al mattino
- Minimo delle prestazioni
- Dopo cena

L’oscillazione media nel massimo livello prestazionale è di 70-90 minuti.

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Il sonno
Stato di coscienza alterato in cui vediamo e sentiamo solo proiezioni mentali.
Sonno e sogni hanno la funzione di difesa della salute mentale.

Possibile monitorarlo tramite EEG, ovvero registrazione su carta delle onde elettriche prodotte
dall’attività dei neuroni corticali e sottocorticali, tramite elettrodi posizionati sul cuoio capelluto
con una crema fluida che favorisce la trasmissione del segnale.

Fasi del sonno:


๏ NON REM
- Fase 0 - Veglia Rilassata
- Onde ad alta frequenza, irregolari e con modesta ampiezza
- Fase 1 - Dormiveglia
- Fase di addormentamento con sonno leggero
- Onde piccole ed irregolari, temperatura corporea si abbassa leggermente, respiro più
lento e profondo
- Fase 2 - Sonno Medio
- Siamo addormentati, con onde miste e fusi del sonno.
- La temperatura cala ancora
- Fase 3 - Sonno Sincronizzato
- Sonno diventa profondo, le onde sono più ampie e numerose
- Fase 4 - Sonno Profondo o attività delta
- Il sonno più profondo, sincronizzato ad onde lente
- Battito cardiaco lento e tono muscolare basso
- Fase REM
๏ REM
- Rapid eyes movement o sonno paradossale
- Onde veloci, piccole ed irregolari.
- Il sonno è ancora semppre profondo e coincide con il sogno

Un ciclo intero si ripete 4-5 volte ed ognuno dura circa 90 minuti.


La deprivazione del sonno comporta stati alterati di coscienza, il limite massimo è 10 giorni.
L’analisi del sogno è uno strumento importante della psicoanalisi.
Il ricordo del sogno è un contenuto psichico manifesto, il contenuto è contenuto onirico latente.

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Le droghe e la coscienza
La somministrazione di droghe può alterare la coscienza.
Esse provocano assuefazione e tolleranza, ovvero un fenomeno biologico dell’adattamento
dell’organismo alla presenza di sostanze tossiche che costringe l’individuo ad assumere dosi
sempre crescenti.

Possono essere classificate come:


‣ Sedative
- Sarbiturici, oppio, morfina
‣ Inebrianti
- Alcol
‣ Allucinogeni
- Marijuana
‣ Eccitanti
- Nicotina, cocaina

Gli effetti sulla coscienza:


- Funzionamento mentale e tono dell’umore
- Stato di coscienza in funzione dell’intensità e gravità
- Acuti (alcol: euforia,disinibizione, annebbiamento)
- Cronici (disturbi metabolici come cirrosi epatica)
- Dipendenza e craving (condizione di assuefazione)

Le anfetamine possono causare gravi danni al SNC, paranoia, allucinazioni, disturbi della
personalità,…
La cocaina è una droga naturale che attiva il sistema nervoso simpatico provocando tachicardia,
vascostrizione e il SNC aumentando la vigilanza, euforia ,…

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La percezione
Per sensazione indentiamo gli effetti immediati e semplici che derivano dal contatto dei nostri
organi di senso con segnali esterni che siano in grado di suscitare una risposta.

Per percezione invece corrisponde al prodotto finale di un processo di elaborazione interno


dell’informazione sensoriale.

Abbiamo 5 sensi principali:


‣ Vista (luci e colori)
‣ Udito (onde sonore)
‣ Tatto (percezione del dolore, temperatura, pressione)
‣ Gusto (analisi chimica termica e fisica degli oggetti dalle papille gustative)
‣ Olfatto ( analisi chimica e tattile delle mucose nasalli

La percezione visiva
Tutti gli stimoli visivi li percepiamo tramite gli occhi.

L’occhio è l’organo sensoriale capace di inviare al sistema nervoso centrale i segnali luminosi
che verranno poi trasdotti e dotati di significato a livello della corteccia cerebrale.

Senza addentrarsi nello specifico, nell’essere umano l’occhio è composto da una lente variabile,
iride (la visione di campo) e una parte cieca.
Lo spettro visivo comprende una porzione ridotta dello spettro elettromagnetico, compreso
approssimativamente tra i 400-700nm. Il primo stadio della visione inizia quando il segnale
luminoso colpisce i fotorecettori situati sulla retina. Una volta ricevuti, i segnali luminosi
vengono inviati al SNC e trasdotti.

Le fibre nervose che trasmettono al cervello le sensazioni luminose sono:


‣ Coni
- Fotorecettori deputati alla visione diurna, quindi colorata
‣ Bastoncelli
- Fotorecettori della visione notturna, dunque chiaroscurale.

La trasduzione è il processo che permette ad altri neuroni di ricevere il segnale e trasmettere lo


stimolo visivo al cervello, dove sarà dotato di significato.

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Le immagini vengono proiettate sottosopra sulla retina, a causa della rifrazione del cristallino, e
vengono interpretate correttamente dal cervello.
I fotorecettori (coni, bastoncelli) si trovano all’interno della retina, e i loro assoni confluiscono
nel nervo ottico.

Il nervo ottico raggiunge la corteccia visiva primaria, da dove partono connessioni verso altre
aree della corteccia.

Tutti i fotorecettori confluiscono in un punto della retina per formare il nervo ottico, che
conduce i segnali dalla retina al sistema nervoso centrale.
In quel punto si trova la macchia cieca.
La luce che non la raggiunge non viene inviata al snc a causa dell’assenza di fotorecettori e
quindi in quella porzione d’occhio siamo ciechi.
In condizioni normali, non ci rendiamo conto di questo difetto, poiché il cervello mette in azione
dei meccanismi di compensazione tali, da riempire la zona cieca del campo visive.

Possiamo affermare che la percezione visiva è un processo che implica il riconoscimento e


l’interpretazione degli stimoli registarti dai nostri sensi.
Possiamo dividerla in due stadi:
‣ Percezione fisica degli stimoli visivi da parte degli occhi
‣ Successiva elaborazione di tali stimoli da parte del cervello

La funzione della percezizone visiva è di acquisire informazioni dal mondo esterno.

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Teorie iniziali del processo percettivo
‣ Realismo ingenuo
- Quando percepiamo è come se fotocopiassimo, non facendo distinzione tra il mondo reale e
quello percepito.
- Concezione rivelatesi errata perché a volte, a stimoli identici corrispondono percezioni
diverse.
‣ Associazionismo
- La persona si abitua a vedere in un certo modo, in funzione della probabilità con cui gli
stimoli si trovano associati all’ambiente. Quindi al ripresentarsi di quello stimolo, aumenta
la probabilità che quello stimolo venga associato allo stesso tipo di percezione.
- La percezione degli stimoli è intesa come la semplice somma di sensazioni elementari
come le linee, i punti, le caratteristiche fisiche dello stimolo,…
‣ Realismo critico
- Basata da un’accurata distinzione tra mondo fisico, e mondo percepito.
- Pone lo studio empirico la misura di grado di corrispondenza tra mondo fisico e mondo
percepito.
‣ Empirismo
- Helmoltz sosteneva che ogni processo percettivo è frutto di un apprendimento e
dell’esperienza passata che influenzano la percezione attuale.
- Le percezioni sono costruite combinando insieme più sensazioni elementari.
‣ Innatismo
- La pereczione è frutto di leggi innate che guidano e organizzano i processi percettivi

La differenza tra l’innatismo e l’empirismo è che per l’innatismo ci sono leggi innate che
guidano e organizzano i processi percettivi, ma non c’è l’influenza dell’apprendimento e
dell’esperienza passata come l’empirismo.

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I principi generali della percezione
L’interpretazione dello stimolo è stato oggetto di studio della psicologia della gestalt, secondo
cui la percezione è il risultato delll’organizzazione di forze generate dai vari aspetti di un evento o
di un oggetto governate da principi innati che permettono di dare un senso alla percezione.

‣ Attenzione selettiva
- Il nostro sistema cognitivo non è in grado di elaborare in contemporanea tutti gli
innumerevoli stimoli sensoriali che riceve, perciò è necessario attuare una selezione degli
stimoli in entrata.
- La selezione avviene in base a:
- Caratteristiche dello stimolo
- Caratteristiche personali
‣ Organizzazione percettiva
- La tendenza a strutturare complesse configurazioni sensoriali in forme dotate di significato
(processo per cui io organizzo i miei stimoli elementari in una complessa organizzazione
sensoriale per poi conferirgli un significato.).
- La legge che opera in questo senso è quella della buona forma e della semplicità, ovvero
che gli stimoli sono organizzati percettivamente nella forma più semplice possibile.
- Gli elementi di una figura vengono raggruppati in base ai seguenti principi:
‣ Principio di prossimità
- Legge della vicinanza, secondo il quale gli elementi più vicini sono percepiti come
parte di una stessa forma.
‣ Principio di somiglianza
- Gli oggetti più simili tra loro vengono raggruppati, dando luogo a un’organizzazione
percettiva di tipo orizzontale.
‣ Principio di pregnanza
- La nostra mente tende ad organizzare gli elementi di un’immagine nell’insieme più
semplice e coerente possibile, in modo che quest’ultimo abbia una forma significativa e
pregnante.
‣ Principio del destino comune
- Raggruppa gli elementi in movimento verso la stessa direzione
‣ Principio dell’esperienza passata
- Le organizzazioni familiari saranno favorite rispetto a forme nuove.
‣ Principio della continuità
- Si tende a riunire i segmenti in modo da formare linee il più possibile continue.

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‣ Principio di chiusura
- Forme chiuse vengono preferite a quelle aperte, vedendo le forme delineate da un
contorno continuo ignorando eventuali interruzioni.

Le leggi dell’organizzazione percettiva


Il processo percettivo viene organizzato su base di leggi precise
‣ Figura sfondo
- Regola la separazione delle figure dallo sfondo.
- Si basa sul criterio della sovrapposizione, le forme che si trovano collocate appaiono come
figure di uno sfondo.
- Esempio il vaso chiaro su sfondo scuro, che possono essere due profili umani
- Mancando indizi di profondità e di sovrapposizione il cervello non riesce a “decidere”
quale sia la percezione correta e può passare da una all’altra.
‣ Area occupata
- La zona distinta e/o delimitabile che occupa l’estensione minore tende ad essere colta come
figura, mentre quella dotata di maggiore estensione verrà colta percettivamente come sfondo
‣ Destino comune
- La percezione avviene in base alla modificazione del tempo e sulla base del destino comune
dell’immagine.
- In base a tale principio, gli elementi che si spostano insieme verso una direzione comune
sono percepiti come gruppo unico e interpretati come maggiormente correlati rispetto agli
elementi che si spostano in direzioni o tempi diversi
‣ Aree delimitate da un contorno o chiuse
- Tendono ad essere percepite come figure anche quando il contorno non è completamente
chiuso.
- L’occhio tende a percepire una naturale forma chiusa.

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La percezione della profondità
Per favorire la nostra percezione ci sono vari indicatori come sfondo, movimento, profondità che
ci permettono di avere una percezione più chiara e più realistica.
La percezione della profondità è dovuta ad indici monoculari e binoculari.

La visione monoculare si basa sull’informazione proveniente da un solo occhio, e gli indizi di


profondità sono:
‣ L’accomodazione (messa a fuoco dell’oggetto)
‣ Sovrapposizione
Questi indizi sono legati alla messa a fuoco e riguardano:
‣ Densità microstrutturale (relativa alla superfici dell’ambiente)
‣ Gradiente di tessitura e densità (gradiente di densità della microstruttura sulla retina, varia in
funzione del tipo di superficie che osserviamo)
‣ Indizi pittorici (chiaroscuro, occlusione o sovrapposizione parziale)

La visione binoculare si basa sull’informazione proveniente da entrambi gli occhi.


Il più importante indizio di profondità binoculare è la disparità retinica provocata dalla distanza
degli occhi, provocando le immagini retiniche leggermente diverse.
La visione ciclopica è quando le due immagini non identiche vengono combinate e fuse in una
sola visione. Questo processo è chiamato fusione binoculare.
Altri indizi binoculari di profondità sono:
‣ Convergenza
- Gli occhi convergono in un determinato angolo per mettere a fuoco un oggetto.
‣ Accomodazione del cristallino
- Variazione della capacità ottica dovuta all’inspessimento del cristallino quando mette a
fuoco.

Tutti questi indizi possono anche definire le illusioni ottiche.

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Le illusioni ottiche
Dimostrano che non sempre le nostre percezioni sono realiste.
Alcune dipendono dalla natura dei meccanismi sensoriali, altre dal modo in cui il sistema visivo
utilizza l’input ottico per fornire all’osservatore una rappresentazione dell’ambiente.

Esistono diverse tipologie:


‣ Illusioni di movimento
- Per esempio il fenomeno Phi di Wertheimer, Finestra di Ames
‣ Illusioni ottico-geometriche
- La percezione della profondità può portare ad una errata applicazione della costanza di
grandezza
- Figura di Ponzo o illusione dei binari
- Stanza di Ames, basata su una particolare modificazione prospettica: avendo una stanza
trapezoidale, due persone di altezza normale posti ai lati opposti della stanza e
osservandoli frontalmente, la percezione sarà quella di una stanza cubica e le due persone
una gigante e una piccola.
Questo perché noi siamo abituati a stanza cubiche e non trapezoidali.

Possiamo utilizzare queste illusioni ottiche e trarne spunto per parlare di altri importanti principi
della percezione:
- Costanza percettiva
- Nonostante il verificarsi di variazioni, continuano a percepire lo stimolo come stabile ed
invariato.
‣ Costanza della grandezza
- Generata dalla relazione oggetto e ambiente di riferimento, secondo cui, nonostante possano
esserci mutamenti dell’ambiente, la percezione della grandezza degli oggetti rimane la
stessa.
‣ Costanza della forma
- Anche al variare delle forme degli oggetti, la percezione di essi è associata sempre alla stessa
forma.

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La percezione acustica
Possiamo applicare tutti i criteri della percezione visiva.
La psicoacustica studia il comportamento dei meccanismi fisiologici e psicologici che
intervengono nella percezione uditiva: capacità dell’udito di valutare le caratteristiche fisiche dei
suoni e di coglierne le vibrazioni.

Il suono può essere percepito attraverso le one di pressione d’aria, ovvero onde sonore,
caratterizzate da frequenza ed intensità, che arrivano all’orecchio attraverso la fisiologia
dell’orecchio, trasportate al cervello, dove vengono elaborate in termini di cognizione.

Le principali funzioni della percezione acustica sono:


‣ Funzione di comunicazione (ci permette di sentire le comunicazioni ed il linguaggio, e ci
permette quindi di riprodurlo
‣ Localizzazione di sorgenti (direzione dei suoni e relativa distanza dalle sorgenti degli stessi)

L’effetto mascheramento è quell’effetto per il quale due o più suoni insieme si disturbano
reciprocamente. Per questo motivo, l’ascoltatore tenderà a privilegiare alcuni suoni rispetto ad
altri.

Il pensiero
L’intelligenza
Rappresenta le funzioni mentali che ci distinguono da tutte le altre specie per livello e qualità.
L’intelligenza è la capacità dell’individuo di agire razionalmente per raggiungere uno scopo.

L’intelligenza comprende una serie di capacità:


‣ Buona memorizzazione
‣ Buona disposizione ad apprendere
‣ Abilità nel risolvere i problemi
‣ Attitudine alla comprensione veloce
‣ Elasticità mentale

Il concetto di intelligenza è correlato al concetto di pensiero e ragionamento.

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Esistono due tipi di intelligenze:
- Intelligenza creativa
- Capacità di immaginare una alternativa non banale nella percezione o uso di qualcosa
- Sviluppato il concetto di pensiero laterale (generare nuove idee e concetti)
- Intelligenza logica, di tipo astratto
- Capacità di esaminare un evento in modo suddiviso e scomposto, isolando i fattori che
intervengono ad originarlo.
A livello generale, l’intelligenza può esistere a diversi livelli:
- Di tipo riproduttivo
- Di tipo produttivo
- Intelligenza fluida
- Intelligenza cristallizzata

Il pensiero
È un organizzazione psichica altamente complessa, organizzata secondo il principio di realtà,
ma non limitata ai soli processi dell’intelligenza e ragione.
I contenuti del pensiero sono rappresentazioni mentali che possono avere forma:
‣ Linguistica
‣ Immaginativa (visiva, uditiva, motoria)
‣ Astratta

Il pensiero funziona attraverso procedimenti percettivi e cognitivi di tipo economico, ovvero


finalizzati ad elaborazioni che devono essere il più possibile efficaci ed efficienti, ovvero a
raggiungere il risultato previsto nel minor tempo possibile.

Una delle funzioni principali del pensiero è la categorizzazione, che semplifica l’esperienza
sintetizzando le varianti ambientali, considerandole appartenenti a categorie o classi.
L’organizzazione dei processi di pensiero segue due schemi:
‣ Livello percettivo/associazionistico (più semplice)
- Categorizzazione degli stimoli
‣ Livello astrattivo/rappresentazionale (più complesso)
- Categorizzazione di tipo concettuale

I meccanismi di codificazione e decodificazione degli input ambientali non si limitano solo alla
registrazione percettiva, ma anche al graduale passaggio da un tipo di categorizzazione percettiva
a quella concettuale. Il pensiero logico permette di procedere a operazioni mentali astratte.

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Il ragionamento
Processo cognitivo che partendo dall’applicazione e dallo sviluppo delle proprie conoscenze e
srtategie, porta a una conclusione, facendo usi di vari procedimenti logici.

Il ragionamento può essere


‣ Deduttivo
- Basato sul processo di deduzione.
- Permette di giungere a conclusioni mediante un’analisi approfondita del problema
effettuata dall’alto verso il basso, caratterizzata da raccolta e uso dei dati su base di
un’ipotesi di partenza e di un risultato da raggiungere.
- Si basa sul sillogismo, un’argomentazione logica consistente di una premessa primaria e
una secondaria e da una conclusione che deriva dalla logica delle due premesse.
- Premessa primaria: Tutti i bambini amano giocare
- Premessa secondaria: Marco è un bambino
- Conclusione: Marco ama giocare
‣ Induttivo
- Basato sul processo di induzione.
- Le premesse ci inducono verso una conclusione.
- Le conclusioni non sono certe, ma presumibilmente corrette.
- Premessa: la settimana scorsa sono andato in pizzeria e ho mangiato male
- Deduzione: tutte le persone che andranno in quella pizzeria mangeranno male.
‣ Abduttivo
- Partendo da una situazione, si sceglie una strategia che meglio si adatta alla situazione
stessa.
- Esiste una regola per spiegare la situazione, ma non è detto che quella regola sia corretta,
perché possono esistere anche altre variabili a noi non note.
- Premessa primaria: Marco sta guidando troppo veloce
- Premessa secondaria: Marco guida troppo veloce quando è in ritardo
- Conclusione: Marco è in ritardo (assunto implicito)
- Possibilità: Marco ha un’emergenza.

Problem solving
Tipo di condotta che deriva dal possesso di intelligenza.
Le strategie per la soluzione dei problemi sono le operazioni mentali eseguite nel percorso per
arrivare alla soluzione, dunque generare mentalmente alternative, riuscendo a prevedere quali
possono essere le possibile mosse conseguenti alle nostre azioni.
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Le strategie possibili sono:
‣ Prova - errori
- La strategia vincente per la soluzione del problema viene memorizzata come migliore, per
cui riproposta qualora si ripresentasse lo stesso problema.
- Il processo di pensiero viene condizionato dall’apprendimento e dalla memorizzazione.
- Perfetto esempio di economia psichica, ovvero evitare di sprecare ulteriori risorse per un
problema già noto.
‣ Analisi mezzi-fini
- Trasformazione del problema in una sequenza di sottoproblemi, la cui soluzione mi conduce
alla soluzione del problema originario.
‣ Insight
- Capacità imprevedibile ed improvisa che consente all’apparizione della soluzione
inconsapevolmente.

La comunicazione
Basata su un processo di tipo dinamico, nel quale avviene una trasmissione di qualcosa ad altri.
La comunicazione è lo scambio di informazioni mediante uno o più linguaggi (verbali, gestuali,
musicali ,…) tra un’emittente ed un destinatario.
Da un punto di vista psicologico, possiamo dire che la comunicazione è la produzione
intenzionale di un qualche tipo di segno che possa essere percepito o interpretato come tale da
un’altra persona.

Comunicazione negli animali


Gli animali utilizzano forme più o meno complesse di comunicazione, emettendo dei suoni che
possono essere percepiti e interpretati attraverso la condotta specie-specifica, che sta ad indicare
la condotta tipica per ciascuna specie, innata in animali della stessa specie.

Le forme di comunicazione negli animali, oltre ad essere innate e stereotipate, sono anche
aggiuntive (compaiono con lo sviluppo). Per esempio i gatti che miagolano per far capire di avere
fame.

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Comunicazione umana
Divisibile in tre settori principali:
‣ Sintassi
- Insieme di regole che servono a combinare gli elementi linguistici elementari in frasi dotate
di senso.
‣ Semantica
- Analizza e approfondisce le parole ed il loro significato.
‣ Pragmatica
- Si occupa degli effetti e influenza della comunicazione sul comportamento, delle relazioni
tra lingua e contesto.

Affinché la comunicazione sia efficace, è importante analizzare il circuito della comunicazione


composto dai seguenti elementi che individueremo nel:
๏ Emittente (fonte di informazioni, importante conoscere il modo di comunicare)
- Usa un processo di codifica per tradurre l’informazione attraverso il codice che deve essere
comprensibile dal ricevente.
๏ Ricevente (ricevente del messaggio)
- Usa un processo di decodifica, trasformando i segni in concetti, in relazione a quello che
l’emittente vuole comunicare
๏ Referente
- Oggetto della comunicazione a cui si riferisce il messaggio
๏ Canale comunicativo (mezzo di comunicazione)
- Viene scelto dall’emittente e può essere verbale, non verbale,…
๏ Contesto
- Ambiente in cui si realizza l’atto comunicativo
๏ Filtro
- Usato nella fase di decodifica dal ricevente sulla base di una serie di elementi di tipo
inconscio, conscio e culturale, elementi che possono determinare anche errori di
comprensione.
๏ Feedback
- Effetto dell’informazione quando torna indietro dall’emittente, relativa allo stato del
ricevente dopo aver ascoltato il messaggio.
- Può essere positivo (quando genera un cambiamento) o negativo (manterrà lo stesso stato
come prima della comunicazione)
๏ Circolarità (attraverso sequenze di codifica feedback e decodifica, passiamo dall’essere
emittenti all’essere riceventi)

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I codici della comunicazione sono:
‣ Verbali (parole, concetti, lessico)
‣ Paraverbali (tono, ritmo, accenti, volume)
‣ Non verbali (gesti, mimica del viso, postura, distanza interpersonale)

I cinque assiomi della scuola di Palo Alto


Studiati per definire le caratteristiche della comunicazione umana.
PRIMO ASSIOMA: L’impossibilità di non comunicare
• È impossibile non comunicare, perché qualsiasi interazione umana è forma di
comunicazione.
• Qualunque atteggiamento (sia paraverbale o non verbale) assunto da un
individuo diventa immediatamente portatore di significato per altri.
SECONDO ASSIOMA: Livello di contenuto e di relazione
• Ogni comunicazione ha un livello di contenuto (componente di informazione
trasmessa) e uno di relazione (riguarda il ruolo dei comunicanti), in modo che il
contenuto viene classificato dalla loro relazione.
• Una comunicazione non trasmette solo informazioni, ma impone anche un
comportamento, per esempio notizia (contenuto del messaggio) e comando
(relazione tra i comunicanti, si riferisce al modo in cui il messaggio è
comunicato)
TERZO ASSIOMA: La punteggiatura della sequenza di eventi
• La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura di sequenze di
comunicazione tra i comunicanti.
• La punteggiatura si una sequenza di comunicazioni organizza gli eventi
comportamentali, e quindi essenziale per l’interazione.
QUARTO ASSIOMA: Comunicazione numerica ed analogica
• Ciò che dico e come mi impongo.
• Numerica: relativa al linguaggio verbale e alla logica dei contenuti trasmessi. Si
basa su una assegnazione simbolica e sul significato delle parole.
Serve a scambiare informazioni sugli oggetti e trasmettere conoscenza del tempo.
• Analogica: relativa al linguaggio non verbale. Si esprime attraverso una
rappresentazione ed un rinforzo (gesti, mimica, tono della voce,…)
QUINTO ASSIOMA: Interazione simmetrica e complementare
• Scambi di comunicazione complementari quando i comunicanti non sono sullo
stesso piano (mamma/bambino, capo/dipendente)
• Scambi di comunicazione simmetrico quando è tra pari grado (moglie/marito)

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I mezzi di comunicazione
‣ Scrittura
- Rappresentazione grafica della lingua e non universale.
‣ Disegno
- Comunicazione di tipo limitato e specializzato.
‣ Immagine
- Per esempio fotografia o sequenza di immagini.
- Può essere una comunicazione a sé stante, o può fungere da rinforzo della comunicazione
verbale.
- Linguaggio di tipo polisemico, in quanto avendo più significati può essere soggetto a più
interpretazioni.
‣ Azione
- Anch’essa a sé stante o di rinforzo.
- Chi riesce ad interpretarla può cogliere gli aspetti che vogliono essere comunicati.
- Esempio schiaffo, danza, carezza
‣ Comunicazione o linguaggio non verbale
- Avviene attraverso i gesti (circa 65% della comunicazione)
- Fisiognomica è la scienza che studia il linguaggio gestuale.
- Tendenzialmente più efficace di quello verbale per esprimere emozioni complesse.
- Elementi utili alla comprensione:
- Sguardo (es. bocca, sorriso, sopracciglio)
- Postura (es. rilassata, tesa)
- Movimenti. (es. mani)
- Prossemica (es. distanza mantenuta durante la conversazione)
‣ Linguaggio verbale
- Forma superiore di comunicazione e prevale su tutte le altre forme, in quanto capace di
veicolare e trasmettere milioni di elementi informaivi.

La prossemica
Studia la distanza interpersonale, i comportamenti, gesti all’interno della comunicazione verbale
e non verbale.
Lo studio psicologico dei possibili significati delle distanze materiali che l’uomo tende a porre tra
sé e gli altri.
Conosciamo la distanza intima, distanza personale, distanza sociale, distanza pubblica.

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Il linguaggio
Forma di comunicazione i cui canali sono vista e udito.
Può essere di tipo verbale o gestuale.
I costituenti del linguaggio sono:
• Fonemi (minime unità di linguaggio che distinguono un significato)
• Morfemi (piccole unità linguistiche dotate di significato)
• Sintagmi
• Frasi
• Testi
Gli ultimi tre possono funzionare in combinazioni infinite per via di regole ricorsive di
riscrittura.

Il linguaggio è basato sulla proprietà della dislocazione: è possibile riferirsi ad eventi e luoghi
non presenti alla percezione dei partecipanti alla comunicazione, con lo scopo di elaborare il
contenuto e selezionare le parole appropriate.

Le teorie sul linguaggio


Nell’ambito della psicolinguistica sono state elaborate varie teorie sullo sviluppo del linguaggio.

TEORIA INNATISTA DI CHOMSKY (1979)


✤ Basata sull’esistenza di un meccanismo innato di acquisizione linguistica: LAD (Language
Acquisition Device).
✤ Parte dal presupposto che lo sviluppo del linguaggio è un processo attivo con il quale il
bambino scopre progressivamente le regole della grammatica universale (GU), ovvero alcuni
aspetti universali dello sviluppo linguistico presenti nell’evoluzione di tutti gli esseri umani.
✤ Secondo Chomsky, la competenza linguistica è innata e precede l’esecuzione, il linguaggio è
quindi un dispositivo di acquisizione completamente autonomo, sia dall’intelligenza e
capacità comunicativa.

TEORIA INTERAZIONISTA DI PIAGET (1945)


Sostiene che il linguaggio compare nel primo stadio dello sviluppo, durante il periodo
sensomotorio e la sua acquisizione è strettamente legata e dipendente allo sviluppo cognitivo.

TEORIA FUNZIONALISTA
✦Presuppone una relazione di continuità tra comunicazione pre-linguistica (gesti e vocalizzi) e la
comparsa del linguaggio.
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BRUNER E IL BABY TALK (1983)
✴Bruner nel 1983 postula l’esistenza di un sistema di supporto all’acquisizione del linguaggio:
L.A.S.S. (Language acquisition support System), fornito dall’ambiente sociale.
✴Lo sviluppo del linguaggio è dunque dato dall’interazione fra le comopnenti maturative e gli
stimoli ambientali. Classico esempio è il baby talk.
✴Il baby talk viene usato dai caragivers nell’interazione con i più piccoli. Tale linguaggio non è
impoverito ma viene adeguato alle competenze comunicative dei bambini.
✴Alcune caratteristiche sono: parlare lentamente, numero limitato di vocaboli, pause più lunghe
ed espressione verbali brevi, uso di parole caratteristiche, numero più elevato di domande,…

Gli stadi dello sviluppo del linguaggio


1. Fase - Fase pre- linguistica/pre-verbale (0-10 mesi)
• Caratterizzata dal pianto, vocalizzazione, tubare che sono le produzioni vocali presenti dalla
nascita e che caratterizzano le interazioni tra caregiver e neonato.
• Intorno ai tre mesi, si creano associcazioni vocali consonanti (vocale A combinata con m o p),
e vengono ripetute come parole bisillabiche.
• Intorno ai sei mesi, abbiamo la comparsa della lallazione, dove il bambino comincia a
produrre sequenze di sillabe ripetute più volte utilizzando le stesse consonanti (lallazione
canonica)
• Intorno ai dieci mesi, abbiamo la lallazione variata, ovvero la sillaba ripetuta diventa più
complessa (ba-pa-ta)
• Le lallazioni sono una sorta di ginnastica vocale delle capacità articolatorie più elementari del
bambino
• Le femmine sono generalmente più precoci di circa 2-4 mesi.
2. Fase - Fase protolinguistica/monoverbale (11-20 mesi)
• Verso gli 11-12 mesi compaiono le prime parole che vengono usate intenzionalmente e con
uno scopo comunicativo in contesti specifici e situazioni ritualizzate, più tardi in contesti
differenti.
• La produzione delle parole che in media sono 15, è in una prima fase legata alle sollecitazioni
di un adulto in contesti specifici, in una fase intermedia per anticipare o ricordare un’azione,
e infine come simboli per rappresentare la realtà che lo circonda.
• Lo sviluppo del linguaggio passa da una fase di ipoestensione ad una fase di iperestensione,
arrivando in fine alla decontestualizzazione
• Riguardo l’ampliamento del vocabolario, all’inizio vengono apprese con lentezza, ma dai
18-36 mesi c’è un’esplosione del vocabolario.
• Viene chiamata fase monoverbale perché il bambino utilizza una parola per volta.
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3. Fase - Fase del linguaggio telegrafico (20-24 mesi)
• Inizialmente le parole sono come frasi intere (olofrasi)
• Verso I 24 mesi inizia lo sviluppo della morfologia e si formano frasi di due parole.
• Intorno i 36 mesi cominciano ad utilizzare tutte le parti di una frase.
• Tra i due ed i 6 anni c’è uno sviluppo della sintassi con estensione del vocabolo che cresce di
circa 10 parole al giorno.

La memoria
La memoria è limitata sia in termini quantitativi, che temporali.
La funzione della memoria è di utilizzare nel presente le conoscenze passate mantenute
attraverso un processo di immagazzinameto degli stimoli interni ed esterni.
I tre processi dinamici che caratterizzano la memoria sono:
‣ Codifica del segnale
- Stadio fondamentale di tutto il processo. L’informazione viene decifrata, e si riferisce al
livello iniziale di elaborazioni che porta alla rappresentazione dell’informazione in memoria.
- Il codice è quell’insieme di regole che si utilizzanoi per trasformare le informazioni esterne
in modo che possano essere immagazzinate e conservate nella memoria.
- Fallimento della codifica significa un fallimento nella memorizzazione che potrebbero
impedirne la rievocazione.
‣ Immagazzinamento del materiale codificato
- Consiste nella creazione di una traccia mnestica, permettendo la conservazione
dell’informazione. Per favorire questo processo, facciamo ricorso alla reiterazione
(ripetizione dell’informazione), che farovirsce la fissazione del ricorso in una traccia
mnestica
‣ Recupero
- Avviene attraverso due processi: riconoscimento e rievocazione
- Riconoscimento: il soggetto deve stabilire se il materiale in esame gli si è già presentato in
passato o meno
- Rievocazione: può essere libera, seriale, guidata
- Libera: frequenti errori, perché si seleziona spontaneamente il materiale da recuperare.
- Seriale: il materiale deve essere ricordato nella stessa sequenza in cui è memorizzato.
L’errore possibile è ricordarsi in ordine errato.
- Guidata: vengono forniti dall’esterno degli indizi utili per recuperare il materiale da
ricordare. In questo campo, un compito usato è quello del completamento, ovvero della
richiesta al soggetto di completare una lista di elementi a cui viene sottoposto.

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Nella rievocazione libera si verificano effetti di posizione seriale, detti primacy e recency, studiati
da Robinson e Brown, in base ai quali è possibile stabilire, che gli elementi iniziali (primacy), e
quelli finali (recency), appartenenti ad una lista p recedentemente appresa vengono ricordati
meglio che quelli centrali.
Secondo la loro teoria, l’effetto primacy è un riflesso della MLT (memoria a lungo termine),
infatti tramite strategie di ripasso è possibile che i primi elementi della lista abbiano il tempo di
essere immagazzinati nella memoria a lungo termine.
L’effetto recency si riflette nella MBT (memoria a breve termine), all’interno della quale il tempo
trascorso fra memorizzazione e rievocazione è così breve che consente il richiamo degli ultimi
elementi della lista.

Fattori che influenzano l’acquisizione e la conservazione del materiale


memorizzato
Relativi al soggetto:
- Condizione psicofisica
- Interesse e motivazione
- Novità del materiale da memorizzare

Relativi al materiale da memorizzare:


- Uso di tecniche operative per la memorizzazione
- Materiale dotato di un significato personale e ben organizzato, che segue uno schema logico

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I modelli di memoria
• Modello di Atkinson e Shiffrin
- costituito da un modello input-output, da cui deriva HIP (Human Information processing).
- Ipotizza che l’informazione proveniente dall’esterno entri in un magazzino a breve termine,
che controlla il flusso di ingresso ed uscita dalla memoria a lungo termine.
- Composto da tre componenti:
‣ Memoria sensoriale
- Permette di incamerare una grande quantità di informazioni e di trattenerle per un
breve tempo, senza però codificarle.
- Può essere iconica (visiva dalla durata di ½sec) o ecoica (uditivo dalla durata di 2sec).
Lascia una brevissima traccia nella modalità sensoriale in cui viene presentata.
‣ Memoria a Breve Termine
- Magazzino di memoria a capacità limitata, dove il materiale è raccolto in maniera quasi
automatica ma la durata di conservazione non supera i 30sec, perciò se non viene attuato
un sistema di ripetizione, il materiale viene dimenticato e non immagazzinato.
- La quantità che possiamo immagazzinare dipende dalla memoria sensoriale, che
determina la quantità di informazioni che possiamo immagazzinare.
- La mbt di ciascun individuo viene misurata attraverso la sua ampiezza denominata span,
che viene effettuata mediante la ripetizione seriale di una lista di stimoli in ordine
crescente.
- Memorie del lavoro ne fa parte
‣ Memoria a Lungo Termine
- Anche chiamata memoria permanente.
- L’informazione passa mediante il processo di codificazione, favorita sopratutto dalla
ripetizione. MLT costituisce il magazzino per la definitiva archiviazione.
- Tulving suddivise la MLT in tre tipi:
- Episodica
- Caratterizzata da esperienze vissute, ricordi in un contesto spazio-temporale.
- Semantica
- Si riferisce ad una conoscenza astratta e non collocabile nel tempo e spazio.
- Procedurale
- Tutte le informazioni e conoscenze che ci permettono di svolgere attività
inconsapevolmente.

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• Memoria di lavoro o working memory
- Proposto inzialmente da Miller, Pribram e Galanter e poi adottato da Baddeley e Hitch.
- Secondo loro, la memoria di lavoro è un sistema dedicato al mantenimento e
immagazzinamento di una limitata quantità di informazioni in una rappresentazione attiva
per un breve periodo.
- Troviamo un sistema esecutivo-centrale composto da due componenti
๏ Esecutivo-centrale
- Guidare l’attenzione verso il compito da svolgere
- Controllo, coordinamento, manipolazione e uso delle informazioni contenute negli altri
due moduli.
‣ Componente articolatorio-fonologica
- Mantenimento ed elaborazione delle informazioni verbali attraverso il processo del
ripasso ovvero discorso interiore.
- Importante nei compiti di comprensione linguistica e nel fare i calcoli a mente.
‣ Taccuino visivo-spaziale
- Mantenimento ed elaborazione dell’informazione visiva e spaziale.
- Importante nella lettura, formazione di immagini mentali e pianificazione motoria.
- Nel 2000, Baddeley ha aggiunto una terza componente, chiamata Buffer Episodico
- Sottosistema separato, che può essere considerato la componente di immagazzinamento
dell’esecutivo centrale.
- Ha la capacità di integrare informazioni da diverse fonti e imagazzinarle sottoforma di
episodi.

Perdita di memoria
Oltre agli stati di coscienza, abbiamo anche gli stati di coscienza alterata.
La memoria si distingue dalla percezione dal fatto che non dipende dalla presenza fisica
dell’oggetto.
La perdita di memoria presenta due problematiche: amnesia e oblio.
๏ Amnesia
- può presentarsi a seguito di un danno o un deterioramento cerebrale, o in condizioni
patologiche come amnesia infantile (rimozione).
- Amnesia Retrograda (compromissione della rievocazione di eventi passati, causa traumi
acquisiti)
- Amnesia Anterograda (compromissione della capacità di memorizzare nuove informazioni,
cause malattia encefaliche o danni cerebrali)

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๏ Oblio
- Perdita o impossibilità di recuperare informazioni che un tempo si possedevano.
- Può essere dovuto al
- Naturale decadimento della traccia, attribuibile al tempo trascorso tra l’apprendimento ed
il richiamo —> défaillance o decadimento spontaneo della traccia
- Al posto dell’immagine mentale che è stata dimenticata ne viene utilizzata un’altra che nel
migliore dei casi somiglia a quella che è andata persa. —> riproduzione erronea
- Interferenza tra le informazioni apprese, ovvero un’informazione precedentemente
appresa interferirebbe con l’apprendimento. —> oblio per interferenza
- L’oblio motivato serve a nascondere i nostri fallimenti, umiliazioni,…, rendendoli
inacessibili alla coscienza come meccanismo di difesa, fenomeno della rimozione
- Oblio traumatico deriva da ostacoli nella fase di registrazione e codificazione, come traumi
cranici.

L’apprendimento
Modificazione più o meno stabile nel comportamento concreto o potenziale di un soggetto a
seguito di un’esperienza ripetuta nel tempo.
Strumento attraverso il quale si acquisiscono nuove informazioni.
L’apprendimento va distinto da assuefazione (rende più debole la risposta allo stimolo) e la
sensibilizzazione (rende più forte la risposta allo stimolo).
Il processo dell’apprendimento implica una nuova modalità di risposta stabilmente diversa dalla
precedente.
- Le condotte acquisite possono essere modificate comunque nel tempo.
- Il materiale appreso, se non ripetuto, può essere dimenticato.

L’apprendimento umano è tendenzialmente di tipo cognitivo ed imitativo.

Riguardo il processo di apprendimento bisogna ricordare che:


- L’apprendimento segue una esperienza
- L’imitazione non è apprendimento, ma una condotta transitoria
- Un comportamento può modificarsi perché abbiamo appreso dall’esperienza che una certa
risposta ad uno stimolo evita un danno o produce un vantaggio.
(Rinforzo positivo o rinforzo negativo)
- Comporta un vantaggio evolutivo e rappresenta una forma di adattamento.

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Forme di apprendimento
‣ Forma di apprendimento associativa
• Viene per contingenza temporale ovvero mediante l’associazione dell’evento ad una
specifica risposta da parte del soggetto.
• I prototipi sono il condizionamento rispondente (Pavlov) e operante (Skinner, Thorndike),
imprinting (stimolo istintivo nel piccolo + stimolo che lo innesca)
‣ Forma di apprendimento cognitivo
• In questo tipo di apprendimento c’è una ristrutturazione cognitiva dei dati appresi
attraverso l’esperienza, ovvero vengono colti i nessi della situazione e attraverso una
ristrutturazione del campo cognitivo viene risolto il problema.
• Processi di Insight di Kohler
‣ Forma di tipo osservativo
• L’apprendimento avviene attraverso l’imitazione e la riproduzione.

Condizionamento classico o rispondente (Pavlov)


L’approccio più classico e deriva dal comportamentismo.
Condizionamento rispondente in quanto la risposta appresa ad uno stimolo non è volontaria ma
riflessa.
Dimostra che gli individui imparano a rispondere ad uno stimolo condizionato, con una
risposta condizionata, se questo stimolo è associato più volte ad uno stimolo incondizionato.
La base di tale teoria è che l’apprendimento avviene tramite associazione di stimoli e risposte.

• FASE 1
Nei suoi studi, misurava la salivazione del cane attraverso un tubo collegato alle ghiandole
salivari.
Osservando il comportamento dei cani, si accorse che mettendo il cibo in bocca ai cani si
registrava un aumento della salivazione secondo un riflesso naturale.
Prima del condizionamento, la campanella non produceva alcun tipo di salivazione.
Cibo = stimolo incondizionato ; Saliva = risposta incondizionata
• FASE 2
Viene fatta suonare la campanella e poi gli veniva somministrato il cibo.
Campanella = stimolo neutro (non ha legame con il cibo)
• FASE 3
La risposta, dopo un tot di ripetizioni, diventa condizionata, perché attraverso uno stimolo
precedentemente neutro si condiziona un comportamento.
Campanella = stimolo condizionato ; Saliva = risposta condizionata
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Da questo studio è tratto lo schema riassuntivo del condizionamento classico:
- riflesso incondizionato
- Stimolo neutro (campanella) —> Stimolo incondizionato (cibo) —> risposta incondizionata
(salivazione)
- Riflesso condizionato
- Stimolo condizionato (campanella) —> Risposta condizionata (salivazione)

Pavlov, dunque, dimostrò che:


- Uno stimolo neutro presentato diverse volte in associazione con uno stimolo incondizionato
che genera una risposta riflessa naturale, è in grado di evocare una risposta riflessa simile.
- La ripresentazione per un certo numero di volte di quelle stesse associazioni, determina
quello che viene chiamato recupero spontaneo della risposta condizionata, dimostrando che
la risposta appresa non viene completamente dimenticata.
- Tale risposta però può essere gradualmente dimenticata se le associazioni tra gli stimoli
cessano per un lungo periodo di tempo. Questo è il fenomeno dell’estinzione, che dipende
comunque dalla frequenza con cui il comportamento viene eseguito e dall’intensita dello
stimolo incondizionatoo.

Da questi studi si delinea il fenomeno della generalizzazione dello stimolo.


- La risposta condizionata non compare solo davanti allo stimolo condizionato originale, ma
anche di fronte a stimoli ad esso analoghi

Condizionamento operante (Skinner)


Metodo basato sulla somministrazione di ricompense e punizioni.
Vengono introdotti i concetti di rinforzo positivo (aumenta la propabilità che si produca una
risposta desiderata) e rinforzo negativo (produce una risposta di evitamento).

Dunque sostiene che l’apprendimento sia il risultato del condizionamento mediante rinforzo.

I comportamenti sono emessi spontaneamente dal soggetto e vengono sucecssivamente rinforzati


(aumentano o diminuiscono in funzione del rinforzo dato).

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Per studiare questo venomeno usò come strumento la Skinner Box.
• Gabbia nella quale viene posto un animale in uno stato di attivazione (fame=ricerca
di cibo), contenente una leva che dispensa cibo ed un pavimento collegato
all’energia elettrica.
• L’animale muovendosi all’interno della gabbia poteva arrivare a premere
casualmente la leva che gli consentiva di arrivare al cibo.
• Dopo una serie di tentativi casuali, l’animale capirà che premendo la leva otterrà la
ricompensa
• Il cibo ricevuto come premio viene chiamato rinforzo positivo, mentre il rinforzo
negativo sarà la scossa elettrica.

A differenza dal condizionamento classico di Pavlov, Skinner dimostrerà così che una risposta
può essere attivata senza che vi sia obbligatoriamente uno stimolo, in quanto subordinata alla
possibilità di una ricompensa.

Apprendimento per prove ed Errori (Thorndike)


La forma più elementare di apprendimento avviene per prove ed errori in base alla
Legge dell’effetto.
- probabilità che un comportamento venga ripetuto in futuro aumenta, se
seguito a breve distanza da un evento positivo, e diminuisce se seguito da
un evento negativo.
L’apprendimento viene rinforzato dall’esercizio, ed è più probabile quando il soggetto è disposto
a riceverlo.
Esempio di questo tipo di apprendimento sono le scaramanzie, che sono però senza logica
relazione ma comunque imputate ad una relazione causa-effetto.

Apprendimento per Insight (Köhler)


Dato dalla teoria della Gestalt. Sostiene che la relazione tra stimoli e risposte non è sempre
sufficiente a descrivere l’apprendimento.

Gli elementi attraverso una intuizione detta insight vengono riorganizzati secondo una nuova
configurazione mentale determinandone l’apprendimento, che avviene quando gli elementi sono
riorganizzato secondo una nuova configurazione mentale, che avviene all’improvviso e per
intuizione.
Dopo la prima intuizione, gli scimpanzè erano in grado di ripetere l’azione. (Parla
dell’esperimento delle banane e bastone)

64
L’apprendimento vicario (Bandura)
Nel 1973, Bandurà parlò della capacità di apprendere comportamenti, e tendenze affettive
tramite la semplice osservazione o modulazione.
È un tipo di apprendimento per mezzo del quale il soggetto acquisisce informazioni dalle
esperienze di successo e insuccesso degli altri, evitando di esportsi in modo diretto al rischio di
insuccesso personale, favorendo così l’abbandono di comportamenti disfunzionali.

L’apprendimento osservativo
L’apprendere avviene attraverso l’imitazione e riproduzione.
Si verifica solo a determinate condizioni:
‣ Attenzione dell’osservatore è focalizzata sul comportamento osservato e tale attenzione si
mantiene anche se non viene forzata o premiata.
‣ L’osservatore deve essere capace di cogliere il comportamento osservato come valido per sé.
‣ Deve esistere la capacità di ricordare e richiamare il modello comportamentale a distanza di
tempo, e quando si verificano le situazioni appropriate.
- Particolarmente importante per differenziare l’apprendimento osservativo da una semplice
imitazione o riproduzione passiva.

Nell’età scolare, il gioco è un’attività fondamentale per l’apprendimento ed il conseguente


sviluppo della personalità.
Bandura sostiene che il comportamento di ciascun individuo è fortemente influenzato da quelle
che sono le aspettative circa le proprie capacità e sulla base di questi principi ha elaborato la
teoria della self-efficacy.
Dal modello della self efficacy di ciascuna persona derivano le modalità di reazione alle difficoltà
della vita, capacità di superare gli ostacoli ,…

65
Le emozioni
Sono risposte adattive, predisposte biologicamente a situazioni ed eventi che coinvolgono
processi neuropsicologici, psicofisici, cognitivi e di controllo del comportamento.
Le principali funzioni sono adattiva e comunicativa.

Le emozioni ci consentono di:


‣ Segnalare all’esterno il proprio stato, le proprie intenzioni ed informazioni su noi stessi.
‣ Regolare l’interazione durante gli scambi comunicativi sociali, in quanto permettono di
comunicare informazioni da individuo ad individuo — espressione di emozioni, per es.
abbraccio=affetto

La teoria evoluzionistica delle emozioni di Darwin


Rappresenta il fondamento principale sul quale si baseranno poi gli studi sulle emozioni fino ad
oggi.
Darwin sviluppò la sua teoria a partire dall’osservazione dei comportamenti di uomini ed animali,
giungendo alla conclusione ce le emozioni sono essenziali per la sopravvivenza e l’adattamento
dell’individuo all’ambiente.
Si rivolse in maniera particolare alle caratteristiche espressive delle emozioni.

Secondo Darwin, le emozioni sono innate.


Per arrivare a questa conclusione partì da alcune osservazioni:
- Alcune espressioni emozionali sono simili in molti animali
- Tali espressioni compaiono sia negli adulti che nei neonati
- Tali espressioni appaiono identiche sia nei bambini nati ciechi che nei normo-vedenti
- Alcune espressioni emozionali compaiono in maniera simile in individui appartenenti a
culture diverse.
Dunque ci sono delle caratteristiche genetiche di base.
Sugli studi di Darwin si basarono gli studi psicofisiologici sull emozioni, che vanno ad indagare
su quello che avviene nel nostro corpo quanto parliamo di espressioni emozionali.

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La teoria periferica di James
La troviamo tra le teorie psicofisiologiche delle emozioni. In contemporanea alla teoria di James
nacque l’analoga teoria di Lange.
Afferma che l’emozione non è all’origine, ma è conseguenza delle modificazioni organiche
periferiche. L’origine dell’emozione è il sistema nervoso periferico.
In sostanza, l’emozione è la percezione soggettiva di una serie di modificazioni vegetative
espressive (respiratorie, circolatorie, gastroenteriche), che possono riguardare ad esempio le
espressioni facciali e comportamentali (correre), in risposta ad uno stimolo emotigeno (in grado
di generare una risposta emozionale).

Ciò è riassuntto nella teoria fisiologica di James-Lange:


L’emozione è dovuta ad una specifica sequenza di attivazione viscero-somatica.
Lo stimolo emotigeno suscita variazioni viscerali e comportamentali, che generano l’esperienza
emotiva che dipende dal feedback delle risposte comportamentali viscerali ed endocrine.
Pericolo (stimolo esterno) —> Fuga (reazione fisiologica e motoria) —> Paura (emozione)

L’emozione è collegata a quella che è la risposta comportamentale e somatica. Dunque ho paura


perché scappo.

La teoria centrale di Cannon


L’origine dell’emozione risiede nel cervello.
L’esperienza emotiva è generata dalla stimolazione del Sistema Nervoso Centrale, in particolar
modo dal talamo e neocorteccia.

In questa teoria, il feedback viscerale assume un ruolo secondario nella produzione


dell’emozione.
La sequenza delle attivazioni in questa teoria è la seguente:
Uno stimolo esterno (pericolo) attiva l’ipotalamo che generà due output:
1) Sensazione emozionale
2) Reazioni fisiologiche

Alla base c’è il concetto che la sequenza comportamentale delle diverse emozioni si attiva ogni
volta che stimoliamo le zone del cervello, ma il vissuto emotivo ha una sede ed origine distinta
dalla stimolazione.

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Circuito di Papez
Per Papez, la base fisiologica dell’organizzazione delle emozioni è collocata nel sistema limbico
(cervelllo viscerale, deputato alla parte emotiva).
In questo circuito nervoso, un ruolo fondamentale è rivestito dall’amigdala, la quale funzione è
legata alle reazioni fisiologiche e comportamentali (dolore, paura).

Dunque mentre l’ippocampo “rimembra i fatti”, l’amigdala fornisce a ogni stimolo il livello
giusto di attenzione, lo arricchisce di emozioni e lo immagazzina sotto forma di ricordo.
È l’archivio della nostra memoria emozionale.
Quando la situazione presente e quella passata hanno un elemento chiave simile, l’amigdala lo
identifica come associazione ed agisce, a volte, prima di avere una piena conferma.

La teoria dei due fattori o cognitivo-attivazionale di Singer e Schachter


Secondo questa teoria, il vissuto emotivo è dato dalla combinazione di uno stato di attivazione
fisiologico - arousal - e la valutazione cognitiva di tale stato in relazione alle sollecitazioni
ambientali.
Da questo deriva che l’interpretazione cognitiva necessita sempre di una attivazione fisiologica.
I postulati su cui poggia la teoria dei due fattori sono:
- se la persona non riesce a comprendere la ragione dello stato di attivazione fisiologica,
cercherà di trovare una spiegazione nel contesto
- Se la persona è in grado di trovare una spiegazione al proprio stato interno, non avrà bisogno
di cercarla nel contesto esterno
- L’interpretazione cognitiva necessita sempre di un’attivazione fisiologica

Da questa teoria, prendono inizio le teoria sull’Appraisal, secondo cui a generare un emozione
non è la natura dell’evento, bensì l’interpretazione dell’evento che l’individuo formula in base
al suo benessere. Questo termine viene introdotto da Arnold nel 1960, e ripreso da Lazarus nel
1966.

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Teoria cognitivo-motivazionale-relazionare di Lazarus
Viene ripreso il concetto di Appraisal:
Valutazione cognitiva che guida la decisione del soggetto in relazione ai danni o ai benefici che
può ricavare da una specifica situazione.

Lazarus distingue tre tipi di appraisal:


๏ Appraisal primario
- Interpretazione della situazione in base ai propri obiettivi
๏ Appraisal secondario
- Interpretazione inerente il modo in cui si affrontano le richieste dell’ambiente (coping),
ovvero interpretazione della gestione della situazione-stimolo
๏ Re-Appraisal
- Ovvero rivalutazione del cambiamento che consiste nell’analisi dei successi e fallimenti che
le azioni dirette hanno prodotto.

Questi tre diversi tipi di appraisal si pongono in un rapporto circolare: l’emozione è quindi il
prodotto di un processo cognitivo continuo.

La teoria psico-evoluzionistica di Plutchnik


Punto di partenza della sua teoria è la teoria evoluzionistica di Darwin.
Sostiene che le emozioni sono meccanismi comunicativi e di sopravvivenza, fondati su
adattamenti evolutivi, hanno quindi una base genetica.
Sostiene che le emozioni sono risposte evolutive per consentire alla specie animali di
sopravvivere.
Sono catene complesse di eventi con circuiti feedback stabilizzanti, che producono qualche tipo
di omeostasi comportamentale.

Distinse le emozioni primarie (in tutto 8) e complesse. Ognuna delle emozioni primarie agisce
come interruttore per un comportamento con un alto valore di sopravvivenza.

Plutchnik rappresenta le emozioni con un modello 3d a forma di cono, secondo il quale le


emozioni variano sia per intensità che per somiglianza reciproca, e presentano un carattere
bipolare (gioia-tristezza, approvazione-disgusto, rabbia-paura, sorpresa-aspettativa).
Le emozioni sono disposte verticalmente e ogni spicchio rappresenta un’emozione che decresce
in intensità dall’alto verso il basso, mentre la circonferenza definisce il grado di somiglianza delle
emozioni. Ai poli del cerchio, sono collocate le emozioni opposte.

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Riassumento, le emozioni hanno secondo Plutchnik tre funzioni principali:
1) Funzione motivazionale verso comportamenti specifici
1) Predispongono l’individuo ad un insieme di possibili comportamenti, originariamente più
importanti per la conservazione dell’individuo e della specie. Non a caso, motivare le
persone significa riuscire ad associare ai comportamenti che ci si aspetta le persone
adottino alla sperimentazione da parte loro di emozioni positive.
2) Funzione comunicativa verso gli altri individui
1) Esse permettono di comunicare informazioni da individuo a individuo secondo un
modello primordiale, pre-verbale (abbracciarsi per esprimere effetto)
3) Funzione di informazione per l’individuo stesso
1) Fanno sì che l’individuo sia aggiornato sui suoi bisogni e obiettivi, in modo spontaneo e
prerazionale, che apprenda situazioni ed eventi utili e pericolosi, agendo come misuratori
del proprio stato interno e del mondo esterno.

La psicofisiologia delle emozioni di Paul Ekman


Sostiene che le emozioni vengono espresse attraverso espressioni facciali, che sono il prodotto
di un ristretto numero di emozioni, definite “base” o “primarie”.
Dalla combinazione delle emozioni primarie, derivano anche le emozioni secondarie.

Le emozioni base sono universali, (possono essere riconosciute ed espresse da tutte le culture)
sono determinate geneticamente, e distinte le une dalle altre.

Le emozioni base sono gioia, tristezza, sorpresa, paura, rabbia, disgusto.


Ognuna di queste emozioni si caratterizza per un proprio pattern che consiste in:
‣ Comportamento facciale caratteristico
‣ Esperienza cosciente distinta (sentimento)
‣ Basi fisiologiche

Le emozioni sono mosse da muscoli mimici facciali, che agiscono tutti insieme, perciò le
espressioni facciali vanno analizzate nel complesso.

70
Ekman ha individuato tre tecniche che le persone utilizzano per sviare l’interlocutore dal
comprendere l’emozione:
1) Dissimulazione
1) L’espressione spontanea viene dissimulata. Il soggetto si accorge di quello che rischia di
manifestare e interrompe l’emozione che gli si sta stampando sul viso, coprendola con
un’espressione diversa.
2) Attiva falsificazione
1) Nascondere l’emozione dietro una emozione finta, che è in genere il sorriso.
3) Asimmetria
1) Le emozioni sono più intense su una parte del viso che nell’altra.
4) Tempo
1) Le espresssioni di lunga durata sono false perché le espressioni autentiche non durano
così a lungo.
5) Collocazione
1) Le espressioni del viso non sincronizzate coi movimenti del corpo costituiscono probabili
indizi di falso.

Le emozioni nei bambini (Watson)


Watson individuò nei neonati la presenza di tre emozioni: ira, paura, amore.
Le cause del graduale sviluppo delle capacità di esprimere le emozioni sono percettive e
cognitive.
L’intelligenza emotiva può essere personale, e comprende consapevolezza di sé, autocontrollo,
capacità di motivarsi e sociale, ovvero empatia e comunicazione.

71
La personalità
La personalità evidenzia una complessità strutturale derivante da predisposizioni biologiche
ereditate e da esperienze che portano ad una differenza nei funzionamenti individuali (test
proiettivi e qualitativi).

• Definizione secondo l’OMS:


• La personalità è una modalità strutturata di pensiero, sentimento e comportamento che
caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto e che risulta da fattori
costituzionali, dello sviluppo ed esperienza sociale.
• Definizione secondo Allport:
• La personalità è una organizzazione dinamica di quei sistemi che determinano l’adattamento
di un soggetto all’ambiente.
• Definizione secondo Caprara e Cervone:
• La personalità è un complesso insieme di sistemi psicologici che cotribuiscono all’unità e
continuità della condotta e dell’esperienza individuali, sia come viene espresso, sia come
viene percepito dall’individuo e dagli altri.

La personalità non è solo uno stile di condotta, ma uno stile di adattamento e di reazione
all’ambiente, che non ha un’origine semplice e statica ma multipla, perché parte da diversi
sistemi psicologici e dinamica perché evolutiva.

Carattere
Il termine carattere è comparso con Teofrasto e deriva da due parole greche incidere, segni
incisivi.
Secondo Jean Bergeret, il carattere è l’emanazione della struttura profonda nella vita
relazionale, testimonianza visibile della struttura di base della personalità, il vero segno
esteriore di ricchezza o povertà strutturale.

72
Temperamento
Lo studio iniziò con Ippocrate. Per lui era il risultato della combinazione di quattro umori
fondamentali:
‣ Sanguigno
- Sangue
- Presona con comportamenti giovali ed allegri
‣ Collerico
- Bile gialla
- Persona irascibile, permalosa, superba
‣ Melanconico
- Bile nera
- Persona avara e triste
‣ Flemmatico
- Eccesso di flemma
- Persona pigra e lenta

Più recentemente, Buss e Plomin definirono il temperamento come un insieme di tratti stabili e
biologicamente determinati, dal quale possono essere estratti tre fattori:
‣ Emotività
- Basta soglia di attivazione emotiva
‣ Attività
- Livello di attivazione dell’organismo
‣ Socievolezza
- Tendenza a trovare gratificazione dai rapporti interpersonali

Differenza tra personalità, carattere, temperamento


• Personalità: organizzazione dinamica di tutti quei sistemi che determinano l’adattamento di un
soggetto al suo ambiente.
• Carattere: segni incisivi, l’emanazione della struttura profonda nella vita relazionale,
testimonianza visibile della struttura di base della personalità.
• Temperamento: insieme di tratti stabili, biologicamente determinati.

73
I tratti e le dimensioni della personalità
I tratti sono le caratteristiche e gli aspetti che distinguono una data personalità, permettendo
di classificarla.
Esempi di tratti sono ira, passività, attività.

• Il DSM-V definisce i tratti come:


Modalità costanti di percepire e di mettersi in relazione con l’ambiente sociale e
con se stessi, messe in atto in un’ampia gamma di situazioni e determinanti nel
guidare i comportamenti degli individui.

Il presupposto che accomuna le teoria dei tratti è fondato sul concetto che le persone sono
predisposte per natura a reagire e a comportarsi secondo stili e tipologie di condotta che possono
essere classificate come tratti del carattere o della personalità.

Le principali teorie sono: teoria dei tratti di Allport, teoria dei tratti analitico-fattoriale di Cattell,
teoria tipologica dei tratti di Eysenck, teoria dei big five

Teoria dei tratti di Allport


La teoria si basa su studi puramente teorici e razionali, non empirici.
Secondo Allport, il tratto è una dimensione stabile dell’individuo.
Considera i tratti come una specie di filtro, attraveso il quale il soggetto recepisce la realtà.
Attraverso i suoi studi, Allport definisce i tratti cardinali, cioè le motivazioni e le passioni
presenti in ogni aspetto della vita, i tratti centrali, ovvero disposizioni quali pigrizia, fiducia,
diffidenza, che influenzano il comportamento dell’individuo e i tratti secondari, che sono
preferenze o avversioni che riguardano aspetti circoscritti del comportamento.

L’ambiente di educazione e le esperienze concorrono a definire in maniera predominante i tratti


secondari, che hanno una limitata influenza sui tratti centrali e sono del tutto ininfluenti su quelli
cardinali.

Le persone sono predisposte sin dalla nascita, per natura, a reagire e comportarsi secondo stili e
tipologie della condotta che possono essere sistematizzati come tratti del carattere o personalità.

74
Teoria dei tratti analitico-fattoriale di Cattell
Per primo fornisce una misura della personalità attraverso la divisione in tratti (o fattori di
personalità) misurabili.
Attraverso l’analisi fattoriale, ha distinto 16 tratti bipolari, ricavandone un test di personalità
chiamato 16PF, che costituisce uno strumento diagnostico oggettivo, veloce e preciso.

Vengono distinte due categorie di tratti:


‣ Di Superficie (appaiono all’interlocutore esterno)
- Socievolezza vs. Indipendenza
- Affettuoso vs. Freddo, amichevole vs ostile
‣ Sorgenti (non immediatamente evidenti)
- Dominanza vs Sottomissione
- Aggressivo vs compiacente, pretenzioso vs cedevole

Teoria tipologica dei tratti di Eysenck


Tratta dalla teoria di Cattell.
I tratti sono determinati biologicamente, ovvero le modalità generali di reazione
corrispondono ad un diverso modo di funzionamento interno dell’organismo a livello
fisiologico.

Identifica due dimensioni in grado di spiegare buona parte delle differenze individuali:
• Introversione/estroversione
• Stabilità/instabilità (o nevroticismo)

Più tardi, a queste due dimensione ne viene aggiunta una terza: psicoticismo.
Comprende: impulsività, autonomia, insensibilità, aggressività, ricerca di sensazioni.

Sulla base di questi principi sviluppa uno strumento di misura dei tratti, tramite il quale è
possibile identificare le tre dimensioni a livello statistico: EPQ (Eysenck Personality
Questionnaire).

75
Teoria dei Big Five
Si colloca tra la complessità della teoria di Cattel e la semplicità di quella di Eysenck, attraverso
la descrizione di 5 fattori.
Il Big Five Questionnaire è composto da 132 items alle quali è possibile rispondere in un range
di 5 punti (scala Likert), da assolutamente vero ad assolutamente falso.
Ad ognuna delle cinque dimensioni, sono state individuate due sottodimensioni, per un totale di
10. (Dinamismo, dominanza, cooperatività, cordialità, scrupolosità, perseveranza, controllo
dell’emozione, controllo degli impulsi, apertura alla cultura, apertura all’esperienza).

I cinque fattori proposti da questo modello sono:


‣ Energia
- Atteggiamento fiducioso ed entusiasta nei confronti della vita
‣ Amicalità
- Includa da una parte l’altruismo, dall’altra l’ostilità ed egoismo
‣ Coscienziosità
- Precisione, affidabilità, responsabilità
‣ Stabilità emotiva
- Depressione, irritabilità, instabilità di umore
‣ Apertura mentale
- Verso nuove idee, valori degli altri e propri sentimenti

Questi tratti della personalità non si presentano sempre come tratti normali, ma possono avere
caratteristiche patologiche e presentarsi come disturbi di personalità.
• Disturbi di personalità sono esagerazioni o distorsioni dei tratti, modalità di
rapporto troppo rigide e disadattive. Questi tratti possono dunque irrigidirsi e
diventare dimensioni stabili della personalità, perdendo così quella caratteristica
di plasticità e adattamento all’ambiente quando cambiano le condizioni intorno
a noi, sopratutto se stressanti.

76
Teoria psicodinamica della personalità (Freud)
Sostiene che l’evoluzione del soggetto passa attraverso una serie di fasi psicosessuali-libidiche
geneticamente determinate.

๏ Fase orale
- Dalla nascita ai 2 anni circa
- Fissazione:
- L’individuo può manifestare inclinazione al vittimismo e dipendenze orali, costituendo
una personalità sarcastica o pungente.
๏ Fase anale
- Dai 2 ai 3 anni
- Fissazione:
- Personalità disordinata, crudele con tendenze manipolative. (Se c’è fissazione espulsiva)
- L’individuo potrà avere estrema cura dei dettagli, parsimonioso, ossessionato
dall’ordine e igiene. (Fissazione anale ritentiva)
๏ Fase fallica
- Dai 3 ai 6 anni
- Sviluppo del Super-Io e del complesso di Edipo/Elettra
- Fissazione:
- Vanità, egoiste ed amorali, oltre a disturbi sessuali e relazionali.
๏ Fase di latenza
- Dai 6 anni all’inizio dell’adolescenza
- Questa fase serve al bambino per socializzare con i membri dello stesso sesso
- Sviluppo dell’autostima, senso di dominio e competenza, moralità
๏ Fase genitale
- Tarda adolescenza
- Ha inizio con la pubertà

La fissazione ad una di queste fasi determina le caratteristiche psicologiche di una personalità.


Secondo Freud, ogni individuo deve superare queste fasi per avere uno sviluppo ottimale.

L’apporto dato da Freud risiede in una concezione dinamica della personalità, considerata in
relazione a varie tendenze in conflitto, che portano ad un equilibrio instabile.

77
Struttura quaternaria della personalità (Jung)
Jung ha delineato una struttura della personalità delineata da 4 aspetti del funzionamento
psichico, complementari tra loro:
- Ragione e sentimento
- Funzioni razionali
- Sensazione e intuizione
- Funzioni irrazionali

Tali funzioni sono modalità con cui gli individui si rapportano con il mondo ed esperienze.
Sostiene non sia possibile per una persona sviluppare tutti e 4 gli aspetti nello stesso modo, ma
è inevitabile che una funzione si sviluppi maggiormente (funzione superiore) e le altre
scarsamente sviluppate (funzioni inferiori).

Organizzazione della personalità (Kernberg)


Distingue tre diverse organizzazioni di personalità
๏ Nevrotica
‣ I tre elementi sono integri: buon funzionamento dell’IO, esame di realtà e meccanismi di
difesa maturi e adattivi
๏ Borderline
‣ Linea di confine tra nevrotico e psicotico: esame di realtà mantenuto, ma c’è disgregazione
dell’IO ed un uso primitivo dei meccanismi di difesa
๏ Psicotica
‣ Deficitaria in tutti e tre gli elementi

Queste organizzazioni si differenziano tra loro in relazione alle seguenti caratteristiche:


‣ Funzionamento dell’IO
- Favorire l’esame di realtà e di rimandare un’immagine congrua di se.
- Responsabile dei seguenti compiti:
- Giudizio, Orienatmento spazio-temporale, Canalizzazione delle pulsioni, Tolleranza alla
frustrazione, Percezione generale
‣ Relazione con la realtà
- Esame della realtà ovvero conseguenza diretta del funzionamento dell’IO
‣ Stili Difensivi
- Esprimono il livello di gravità della patologia, il livello di strutturazione e interazione
dell’IO.

78
Paradigma del comportamentismo (Skinner)
Ogni aspetto della personalità viene appreso sulla base del fatto che ogni comportamento è una
risposta condizionata da uno stimolo esterno.

Sostiene che ogni aspetto della condotta ha origine in un esperienza di apprendimento


condizionato, e che la scelta di alcuni comportamenti rispetto ad altri è influenzata dal loro esito
positivo o negativo, sulla base del concetto di rinforzo.

Le condotte motivate
La motivazione
È una forza che guida il comportameto, lo sostiene e lo dirige verso uno scopo o obiettivo.
Processo o stato interiore, che almeno in parte ci fa comprendere il perché di una data azione
finalizzata al raggiungimento di un obiettivo.
Il concetto di motivazione è connesso ai bisogni, cioè a quegli elementi che hanno una funzione
di regolazione nei rapporti tra la persona e l’ambiente.

Una motivazione può essere distinta in:


‣ Primaria
- Si riferisce a meccanismi di tipo fisiologico, finalizzati alla sopravvivenza come la fame o la
sete.
‣ Secondaria
- Si riferisce ad un meccanismo di tipo psicologico-cognitivo come concetti, credenze,
ideologie; sono secondarie perché non corrispondono ad una motivazione di sopravvivenza.
‣ Intrinseca
- Quando vengono soddisfatti bisogni interni per cui non è presente alcun tipo di incentivo o
rinforzo esterno.
‣ Estrinseca
- Quando vengono soddisfatti bisogni di successo e si ha una ricompensa esterna.

Nel 1929, Cannon sviluppa una teoria sulle condotte motivate incentrate sui bisogni, che
derivano dalle necessità biologiche dell’organismo, che devono essere soddisfatte.
Quando questo non avviene, si avverte il bisogno e si attiva una pulsione.
L’attivazione avviene quando la situazione supera un livello di soglia (per esempio fame) oltre il
quale la situazione non è più tollerabile per l’organismo.

79
L’omeostasi e la teoria pulsionale biologica di Cannon
Omeostasi è il processo generale di mantenimento di un determinato equilibrio
dell’organismo attraverso un meccanismo di controllo di retroazione.

Retroazione = La costanza delle condizioni interne che il corpo deve mantenere attivamente
per sopravvivere.
Alcune proprietà del corpo devono restare costantemente entro i limiti di un ristretto intervallo
di variazione (temperatura corporea, ossigeno, acqua e sostanze nutritive)

Cannon sottolinea che il mantenimento dell’omeostasi non coinvolge solo i processi interni
dell’organismo, ma anche il comportamento dell’organismo stesso verso l’esterno (acqua, cibo,
vestiario per il mantenimento della temperatura corporea,…), per cui la motivazione è legata
all’equilibrio delle pulsioni.

È necessario che l’organismo metta in atto una serie di processi per mantenere lo stato interno
costante:
Squilibrio omeostatico (partenza) —> Correzione —> Equilibrio (Arrivo)

Teoria pulsionale etologica di Lorenz


Afferma che le pulsioni sono strutturalmente degli istinti caratteristici della singola specie
(specie-specifico), ma che possono essere tuttavia influenzate in misura variabile
dall’apprendimento e dall’esperienza.
Anche se il comportamento istintivo è specifico ed innato, lo stimolo scatenante naturale può
essere sostituito da uno stimolo appreso.
Ciò può avvenire con l’imprinting durante i periodi sensibili o critici.
L’imprinting è la prima associazione tra lo stimolo e innesco del comportamento istintivo,
associazione che poi rimmarrà stabile e immodificabile per tutta la vita e accade durante il
periodo sensibile o critico, che nell’uomo è tra i 6 mesi e i 3 ½ anni.

Esso rappresenta una modalità innata di apprendimento della figura di accudimento, su cui si
fissa un determinato modello del comportamento istintivo.
In questo periodo il caregiver, fornendo assistenza al neonato (che le delega l’accudimento e la
sopravvivenza) pone così le basi per lo sviluppo del neonato attraverso le azioni del caregiver.

È un processo istantaneo ed irreversibile, con funzione di evitare l’attacco, trovare cibo e riparo,
ed infine di riconoscere la propria specie.
80
Relazione stimolo-risposta di tipo riflesso di Tinbergen
Secondo Tinbergen, molti aspetti del comportamento di insetti, pesci, rettili ed uccelli sono
altamente prevedibili, in quanto essi producono la stessa risposta di fronte a specifici stimoli
ambientali, attraverso schemi di azione fissi.

Esperimento sul comportamento istintivo:


- Il maschio dello spinarello, durante la stagione degli amori cambia colore nella regione del
ventre, dal grigio al rosso.
- In questa fase, costruisce il nido e attacca qualsiasi altro spinarello maschio che lo invada.
- Tinbergen creò dei modellini di spinarello a ventre grigio e rosso, legati ad un filo, inserendoli
nel territorio dei maschi, scatenando un attacco da parte del maschio solo a quelli dal ventre
rosso.
- Lo stimolo scatenante, dunque, è il ventre rosso, non la presenza di un altro spinarello
maschio.

La piramide dei bisogni di Maslow


Maslow sosteneva che per auto-realizzarsi, una persona deve soddisfare cinque livelli di bisogni,
organizzati gerarchicamente.
Per raggiungere il soddisfacimento dei bisogni in alti, il soggetto deve prima soddisfara, almeno
sufficientemente, quelli posti alla base, ovvero quelli legati alla sopravvivenza.

• Primo livello - Bisogni primari


• Ovvero funzionali alla sopravvivenza
• Respiro, alimentazione, sesso, sonno, omeostasi,…
• Secondo livello - Bisogni di sicurezza
• Funzionali alla protezione.
• Sicurezza fisica, dall’ambiente circostante, libertà di persona, mentale,…
• Terzo livello - Bisogni sociali
• O di appartenenza, necessari per stabilire rapporti interpersonali.
• Amicizia, amore, affetti familiari, intimità sessuale
• Quarto livello - Bisogni di stima
• Essere rispettati, autostima, autocontrollo, realizzazione,…
• Quinto livello - Bisogni di autorealizzazione
• Moralità, creatività, accettazione, Problem solving, assenza di giudizi,…

81
Teoria dell’attaccamento di Bowlby
Il comportamento del bambino si basa su 4 sistemi:
‣ Sistema di esplorazione
‣ Sistema di affiliazione
‣ Paura e attenzione
‣ Attaccamento (sistema motivazionale

Secondo questa teoria, il bambino non è spinto tanto da pulsioni e bisogni fisiologici, quanto
da una motivazione primaria a costruire relazioni con adulti che possano prendersi cura di lui.

L’attaccamento può essere definito come un processo determinato dalle interazioni caregiver-
bambino, che governerà le interazioni, relazioni e affetti.

Lo stile di attaccamento si può modificare per tutta la vita, e la figura di attaccamento (nel caso
dovesse fallire) può essere sostituita con altre figure vicino al bambino che possono rivestire la
funzione di caregiver.

Si definisce comportamento di attaccamento ogni forma di azione che tende ad ottenere, o


mantenere, la vicinanza con un altro.
Il comportamento di attaccamento si innesca quando c’è una separazione, o minaccia di
separazione con il caregiver.

Ricerche sull’attaccamento di Spitz


Fece una ricerca sui bambini ospedalizzati e con deprivazione psicologica.
Nonostante le cure alimentari e igieniche appropriate, circa ⅓ moriva prima di compiere un anno,
e numerosi altri mostravano segni di ritardo fisico e psicologico.

Questi studi, dimostrarono l’importanza del legame affettivo e calore del caregiver, un contatto
che da rassicurazione.

82
Ricerche sull’attaccamento di Harlow
Effettuò studi sul comportamento delle scimmie rhesus e gli effetti della loro separazione con la
madre.
Le scimmie cresciute in completo isolamento manifestavano depressione e spavento, e una volta
reinseriti nel gruppo di scimmie non potevano più integrarsi.
Vediamo quindi, che la motivazione dell’attaccamento corrisponde al senso di piacere legato al
contatto con un altro individuo, ed al dispiacere di esserne separato.

Harlow creò una simulazione di scimmie rhesus madri: una formata da fili metallici e dotata di un
biberon artificiale con il latte, l’altra formada da una intelaiatura di ferro ricoperta di tessuto
spugnoso.
Osservò che i piccoli si nutrivano dalla madre di ferro, ma se spaventati cercavano poi quella fatta
di tessuto spugnoso, siccome la freddezza non permette al piccolo di sentire la madre come
protettiva, e dunque che il bisogno di contatto è più importante rispetto a quello del
nutrimento.

Il comportamento pro-sociale, aggressivo ed antisociale


Il comportamento pro-sociale
Si manifesta con condotte di altruismo e comportamto di aiuto, ovvero qualsiasi azione agita con
l’obiettivo di beneficiare un’altra persona.
Questo comportamento esclude i comportamenti di matrice egoistica.
Non è sempre un comportamento disinteressato, a volte lo si fa per avere una ricompensa.

Bierhoff identifica due condizioni che definiscono le risposte come prosociali:


‣ Intenzione di procurare un favore ad un’altra persona
‣ Libertà di scelta nell’attuare tali azioni
Le motivazioni per mettere in atto comportamenti prosociali possono essere:
• Dovere morale
• Empatia
• Autostima
• Condivisione

Il comportamento prosociale e quello antisociale sono i poli opposti di quella che è la condotta
di tipo aggressivo.

83
Il comportamento antisociale: l’aggressività
Fa parte dei comportamenti definiti antisociali.
Il termine “aggressività” viene spesso utilizzato in modo ambiguo.
La parola deriva dal latino ad (verso) gradior (procedo).
Da questa definizione emerge la componente relazionale dell’aggressività: moto verso un
soggetto.

Il comportamento aggressivo è caratterizzato dal compimento di qualsiasi azione, conscia o


inconscia, finalizzata ad offendere, danneggiare o distruggere cose o persone, tra cui anche se
stessi.
Siccome da questo comportamento deriva una violenza che comporta danni, parliamo di
aggressività distruttiva.

Affinché un atto possa essere vissuto come aggressivo, è determinate la dimensione soggettiva sia
della vittima che dell’aggressore.
In un’azione aggresssiva, la vittima viene sempre deumanizzata ed ignorata.
Deumanizzazione = spogliare la vittima di tutte le componenti umane.

Abbiamo varie tipologie di aggressività:


‣ Aggressività difensiva
- Consente la difesa da pericoli e si produce in risposta ad una minaccia.
- Motivata dalla paura
‣ Offensiva
- Violenza fine a se stessa, che si manifesta sotto forma di attacco intenzionale verso un’altra
persona o animale. (Bullismo)
‣ Predatoria
- Funzionale alla sopravvivenza, animale che attacca ed uccide la preda.

Alcuni autori fanno un’altra dinstinzione


๏ Reattiva
- Reazione ad un attacco o provocazione
๏ Proattiva
- Intenzionalità di nuocere a qualcun’altro, distruggere o impossessarsi di oggetti altrui.
- A sua volta divisa in
- Bullismo,
- aggressività strumentale.

84
Il bullismo è un comportamento aggressivo con caratteristiche specifiche come l’intenzionalità,
ripetitività e asimmetria di potere (il bullo è più forte sia fisicamente che psicologicamente).

L’aggressività strumentale è quella chemetto in atto con dei fini strumentali per ottenere
qualcosa dall’altro.

L’aggressività può essere:


๏ Eterodiretta
- Diretta verso gli altri
- Attacchi fisici, verbali
๏ Autodiretta
- Diretta verso se stessi
- Autosvalutazione, condotte autolesive o autodistruttive

Le azioni che vengono messe in atto nei confronti di se stessi possono essere divise in:
‣ Dirette
- Guida senza cinture o in stato di ebbrezza e qualsiasi condotta che mette a rischio la vita del
soggetto nell’immediato.
‣ Indirette
- Fumo, alcool stili di vita particolarmente stressanti con conseguenza a lungo termine sulla
salute

Gli attacchi verso se stessi possono essere condotti attraverso modificazioni del proprio corpo
(body modification), come piercing e tatuaggi estremi, e condotte autolesive.

Con autolesionismo intendiamo le modalità di attacco intenzionali a se stessi, senza istinti suicidi
o di gravi patologie mentali.
Si può manifestare con il cutting, burning, graffiare o scarificare il proprio corpo.

Bjorkqvist ha elaborato una teoria sullo sviluppo di diversi stili aggressivi nell’aggressione
interpersonale, che si suddividono in:
- Modo diretto (fisico e verbale)
- Per esempio le forme del bullismo, in cui ci sono azioni sia fisiche che verbali.
- Modo indiretto
- Manipolazione sociale, in cui la vittima non è attaccata direttamente ma in modo subdolo, e
l’aggressore può evitare un “contrattacco”
85
Con il corso del tempo, il comportamento aggressivo si stabilizza e si cronicizza in un individuo.

Comportamenti devianti e antisociali


• I comportamenti devianti sono comportamenti bizzarri, inattesi, che si allontanano dalla
norma.
• I comportamenti antisociali sono condotte aggressive verso persone e cose, che possono
essere esercitate all’interno di situazioni socialmnte organizzate, che provocano reazioni
punitive nell’ambiente sociale.
- Per esempio illegalità.
- Nell’ambito della condotta di gruppo, si aggravano le dinamiche di comportamento
antisociale, perché si mette in atto il meccanismo di condivisione di responsabilità, che, di
fatto, de-responsabilizza i membri del gruppo.

Moffitt distingue il comportamento antisociale in:


‣ Comportamento antisociale occasionale
- Adolescent limited
- Limitato alla fase adolescenziale, dovuto all’aumento di ormoni, frequentazione di
determinate amicizie, fase di ribellione
‣ Comportamento antisociale cronicizzato
- Life course persistent
- Messo in atto dal bambino che fin da piccolo era più attivo, con una leadership dominante,
che via via ha sviluppato comportamenti sempre più aggressivi ed antisociali,
cronicizzandosi all’interno e modificando la struttura di personalità, creando poi disturbi di
personalità

Questi comportamenti si differenziano per persistenza e gravità: da atteggiamenti di natura più


oppostiva (disobbedire, mentire), violazioni della legge, uso ed abuso di stupefacenti, vandalismo,

Il comportamento antisocale può essere definito altamente sociale, nel senso che si svolge
all’interno di situazioni di gruppo o di contesti collettivi, e può essere favorito da contesti quali
gruppo dei pari, presenza di un supporto sociale (persone con caratteristiche simili).

86
Origini biologiche dell’aggressività
Il comportamento aggressivo è regolato da specifiche regioni encefaliche, che includono:
๏ Ipotalamo
๏ Lobo temporale mediale (complesso amigdaloideo)
๏ La corteccia frontale orbitale

Alcuni studi hanno dimostrato che i meccanismi di aggressività e difesa sono controllati da
circuiti cerebrali collocati nell’ipotalamo (mediale e laterale) e nell’amigdala, mentre alcune
strutture del sistema limbico fungono da modulatori della rabbia nei comportamenti violenti ed
emotivi.

I comportamenti aggressivi ed antisociali sono influenzati anche da fattori genetici ed


ambientali che interagiscono tra loro.
Probabilmente non esiste un vero e proprio marker genetico per l’aggressività in quanto il DNA
non codifica tali comportamenti, ma codifica proteine ed enzimi che formano ed influenzano
quei sistemi neurobiologici che a loro volta influenzano i fenotipi comportamentali complessi.

Viene anche influenzato da alcuni neurotrasmettitori, tra cui la serotonina, maggiormente


coinvolta nel comportamento aggressivo, che viene influenzata tramite la triptofano idrosilassi.

L’aumento dell’attività serotoninercica inibisce (rallenta) l’aggressività, esercitando una


funzione di controllo sui comportamenti pericolosi.
Minore l’attività dei sistemi serotoninergici, maggiore la probabilità che l’individuo risponda
con più aggressività a circostanze ambientali avverse, minacce e frustrazioni.

87
Le teorie sull’aggressività
Per la teoria etologica, l’aggressività è un istinto che esige una scarica periodica, che ha la
funzione di garantire la sopravvivenza dell’individuo e della specie.

Per l’etologia, l’istinto è un programma o modulo comportamentale a disposizione


dell’individuo, che in seguito ad essersi innescato in specifiche condizioni scatenanti, favorisce
la messa in atto di sequenze d’azione prefissate. È innato ed ereditato.

Teoria etologica di Lorenz


Sostiene che l’aggressività sia un istinto ineliminabile che non può essere soppresso, ma può
essere reso meno dannoso attraverso processi di ri-direzione, ovvero ridirezionato verso altri
oggetti, animali, cose per non essere sempre dannoso, ma adattivo.

Effettuò una sintesi tra innato ed acquisito, concludendo che:


Ogni apprendimento trova le sue basi in un programma inserito nel codice genetico della specie
animale, che induce l’organismo a comportamenti indispensabili per la conservazione
dell’individuo.
Tutte le speci hanno in comune un istinto generale al comportamento aggressivo.

Esperimento di Eibsfeldt
Fece un esperimento riguardante la differenza tra aggressività innata e appresa.
Consisteva nel far crescere dei topi in isolamento, privandoli, tra altre cose, di esperienze di
combattimento. Vide che mettendo un topo in un’altra gabbia, quest’ultimo veniva attaccato.
Dimostrò che l’aggressività è innata, seppure non con certezza, ma che comunque non dipende
dall’apprendimento.

88
Wilson e l’aggressività innata
Wilson nel 1978 sottolinea che l’aggressività è innata e che comprende al suo interno non meno
di 7 categorie. Di seguito le principali:
- Difesa e conquista del territorio
- Affermazione della predominanza all’interno di gruppi ben organizzazti
- Aggressione sessuale
- Atti di ostilità con cui viene terminato lo svezzamento
- Aggressione contro la preda
- Aggressione contro attacchi difensivi e contro predatori
- Aggressione moralistica e disciplinare per imporre regole della società

Tra queste categorie ci sono comportamenti aggressivi legati alla socializzazione e alla gerarchia
propria della specie umana.
Ciascuna di queste categorie poi nel corso dell’evoluzione genetica di una specie può essere
aggiunta, modificata o eliminata.

Le funzioni dell’aggressività nella teoria etologica


Secondo Lorenz, l’aggressività può essere distinta fra:
- Aggressività intra-specifica
- Aggressività rivolta verso individui della stessa specie.
- Messa in atto per l’accoppiamento e le risorse del territorio, e favorisce la selezione dei più
forti e dei più adattati, che hanno maggiore probabilità di trasnettere i loro caratteri ai
propri discendenti.
- Scopo a livello biologico di sottomettere il nemico o portarlo in fuga, ma non di ucciderlo, in
quanto in entrambi i casi lo scontro finisce e la controversia è risolta. (Morris, 1968)
- Aggressività inter-specifica
- Aggressività di tipo predatorio, verso individui di specie diversa
- Favorisce il miglioramento della specie di cui nutre, in quanto è funzionale all’eliminazione
degli individui più deboli, meno capaci di fuggire

89
L’aggressività nelle forme umane (comparazione tra forma animale-
umana)
Le forme umane di comportamento aggressivo sono specie-specifiche con caratteristiche simili ai
primati, ma con peculiarità tipiche della nostra specie.
Per l’uomo, l’aggressività si manifesta anche in mancanza di condizioni ambientali scatenanti
(caratteristica prettamente umana).

L’uomo possiede un’aggressività di tipo proattivo (intenzionalmente vogliamo arrecare danno o


offesa al prossimo). Succede che forti tensioni, rabbia non vengano elaborate adeguatamente
all’interno dell’organismo, e quindi vengono portate all’esterno senza che ci sia una
proporzionale provocazione per tirare fuori questa rabbia.

Come basi di un comportamento aggressivo, gli etologi prendono in considerazione sia ciò che è
determinato geneticamente (ereditario), sia ciò che deriva dall’ontogenesi (apprendimento nella
realzione con l’ambiente esterno).

La teoria dell’apprendimento sociale


Secondo Bandura, l’aggressività è un comportamento appreso in base al quale l’atto di vedere
un’altra persona comportarsi in maniera aggressiva può favorire e/o aggravare il
comportamento aggressivo dell’individuo, in particolare bambini.

La teoria sostiene che il comportamento aggressivo è il risultato di un processo di


apprendimento tramite osservazione ed imitazione, acquisito dal modello genitoriale e gruppo
dei pari, ma anche dalla televisione e altri mass-media.
L’imitazione di comportamenti non ripetuti, non determina l’apprendimento.
I comportamenti aggressivi vanno inanzitutto osservati negli altri e solo in seguito il modello
appreso potrà servire ad orientare il comportamento in condizioni non necessariamente simili.
Il comportamento sarà appreso non nella fase di imitazione, ma quando si svilupperà un modello
comportamentale di questo tipo, che verrà poi riproposto in situazioni anche diversi da quelle
originarie.

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L’aggressività nella teoria psicodinamica
• Nel suo “Tre saggi sulla teoria sessuale” (1905), Freud riconduce l’aggressività alla pulsione
sessuale, ovvero ad una pulsione interna da scaricare, inclinazione alla sopraffazione, ad una
sorta di sadismo che corrisponde alla componente aggressiva della pulsione sessuale.
• Nel libro “Pulsioni e i loro destini” (1915), inserisce l’aggressività tra le pulsioni dell’IO,
intendendola come espressione di una tendenza all’autoconservazione, in quanto legata ad un
bisogno dell’IO di eliminare tutto ciò che possa essere fonte di dispiacere.
• Nel saggio “Al di là del principo del piacere” (1920), Freud postula una innata pulsione
distruttiva.
• Dopo il 1920, nella teorizzazione dell’aggressività, non applica tale concetto solo alle
relazioni con l’oggetto o con sé stesso, ma anche alle relazioni tra le diverse istanze
(conflitto tra IO e Super-IO).
• La porzione che l’IO non è in grado di tollerare, viene repressa e spostata al Super-IO.

Winnicot, sempre nell’ambito psicodinamico, postula che l’aggressività è una forza vitale
presente nel bambino sin dalla nascita, prima ancora che possa esprimere intenzionlmente i
suoi impulsi. Quest’aggressività si trasforma nel corso del processo evolutivo, ed il modo in cui si
modifica dipende dal tipo di ambiente nel quale il bambino cresce.

Questo tipo di aggressività viene detta aggressività primaria.

Se in fase di crescita, il bambino riceve cure materne sufficientemente buone, e vive in un


ambiente facilitante, la sua aggressività viene utilizzata come una forma di energia utile al lavoro
ed al gioco.
Se invece l’ambiente non è sufficientemente buono, l’aggressività si manifesta con
comportamenti distruttivi e antisociali.
Ambiente sufficientemente buono = ambiente in cui la figura di accudimento è in grado di
uscire in maniera graduale dallo stato di fusione con il bambino senza provocargli frustrazioni
non proporzionate alla crescita. Winnicot distingue tre funzioni svolte dalla figura materna:
- Holding
- Sostegno fisico e psichico fornito al bambino
- Handling
- Insieme di manipolazioni corpree materne: cure, pulizie, giochi e atti affettivi
- Object presenting
- capacità materna di rendere disponibile al bambino l’oggetto nel momento in cui ne ha
bisogno.

91
Comportamentismo ed aggressività
Possiamo riferirci al comportamentismo e le tecniche di condizionamento classico e operante di
Pavlov e Skinner.

• Tecniche di condizionamento classico - Pavlov


L’apprendimento viene effettuato attraverso il rinforzo di riflessi già esistenti.
Secondo lui, l’associazione ripetuta di uno stimolo neutro (che poi diventa condizionato)
ad uno stimolo che suscita un a risposta di rabbia (in genere scossa elettrica), produce un
comportamento di tipo aggressivo.
In questo esperimento erano previste anche tecniche di rinforzo, positivo o negativo,
attraverso poteva premiare o punire il comportamento, anche casuale, aggressivo.

• Condizionamento operante - Skinner


I processi di apprendimento si basano sull’apprendimento di riflessi non presenti nel
corredo innato dell’individuo.

Secondo la teoria comportamentista, l’aggressività viene indotta nell’individuo e nella società


perché e finché serve, e permane finché si traggono vantaggi da comportamenti aggressivi e
violenti.

Ipotesi frustrazione-aggressione
La frustrazione è uno stato in cui si viene a trovare un organismo quando la soddisfazione del
bisogno viene ostacolata.
L’aggressione può essere considerata una reazione inadeguata alla frustrazione.

Questo collegamento viene fatto da Dollard e collaboratori, secondi i quali, la risposta aggressiva
alla frustrazione non è la sola possibile e nemmeno inevitabile, tuttavia, può divenire la reazione
privilegiata se opportunatamente rinforzata dal successo nel superamento della tensione e
incoraggiata dall’approvazione del contesto.

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Lo sviluppo psichico
Lo sviluppo è una modificazione strutturale e funzionale di un organismo che ha un carattere
permanente o degli effetti indotti e secondari di tipo permanente.

Il percorso dello sviluppo è lineare, discontinuo (certi cambiamenti son cosi netti da permettere
di dividere il percorso in fasi), non circolare (ciclico).
Lo sviluppo biologico comprende sia la crescita che la maturazione.

Lo sviluppo è un processo che interessa simultaneamente tutti gli aspetti dell’organismo, sia
funzionali che strutturali.

I cambiamenti evolutivi si dividono in:


‣ Biologici
- Sono endogeni e indipendenti dall’ambiente
‣ Psicologici
- Dipendenti dall’interazione dell’organismo e dell’ambiente

La psicologia dello sviluppo è la branca della psicologia che studia l’evoluzione e lo sviluppo del
comportamento umano dalla nascita alla morte.

Età evolutiva
- dalla nascita alla tarda adolescenza
- Rappresenta la fase in cui sono osservabili cambiamenti fisici, psichici e cerebrali più rilevanti
a causa dell’elevata plasticità neuronale.
- Col trascorrere degli anni c’è sempre meno regolarità nello sviluppo, in quanto è sempre più
influenzato dalle esperienze e condizionamenti culturali.

Lo sviluppo non cessa con la fine dell’età evolutiva, ma prosegue in modo meno evidente per
tutto il Life span (ciclo di vita).

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Principali modelli psicologici relativi allo sviluppo del bambino
Secondo alcuni autori, tra i quali Miller, le teorie per la comprensione dello sviluppo devono:
- Descrivere i cambiamenti che avevngono nel tempo in una o più aree comportamentali o
psicosociali
- Pensiero, linguaggio, percezione, comportamento sociale
- Descrivere i cambiamenti nell’interazione fra differenti aree del comportamento, ponendo in
relazione comportamenti o attività psicologhe entro una certa area dello sviluppo, e idealmente
tra diverse aree dello sviluppo stesso
- Spiegare il corso dello sviluppo in cui si è fatta la descrizione
- Quando una teoria spiega perché lo sviluppo proceda in un dato modo, spiega anche perché
non è stato possibile sceglierne altri.

È difficile effettuare ricerche nel periodo che riguarda la fase evolutiva, perché al bambino è
difficile sottoporre test di valutazione, perciò dobbiamo attenerci alle informazioni ricevute dalla
figura di accudimento, dall’ambiente, dalla scuola o anche solo dall’osservazione.

Lo scopo dei principali modelli psicologici riguardo allo sviluppo del bambino sono:
- spiegare la natura di base dell’uomo
- Se, e come, I fattori genetici e ambientali influiscono in tale processo
- Spiegare se esiste un’interazinoe tra sviluppo biologico e psichico, come interagiscono e come
l’uno varia in funzione dell’altro, cercando di comprendere i fattori predisponenti allo
sviluppo.

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Le fasi dello sviluppo
- Il periodo prenatale (dal concepimento alla nascita)
- Periodo dell’ovulo
- Periodo embrionale
- Periodo fetale
- Infanzia (dalla nascita agli 11 anni)
- Prima infanzia
- Prima fanciullezza
- Seconda fanciullezza
- Pre-adolescenza (dagli 11 ai 13 anni)
- Adolescenza (Dai 13 ai 19 anni)
- Gioventù o Tarda Adolescenza
- Età adulta
- Vecchiaia

Il periodo prenatale (dal concepimento alla nascita)


Si studia lo sviluppo del feto nel periodo di gestazione, partendo dal presupposto che il feto sia
in grado di:
- Ricevere uno stimolo instra ed extra uterino
- Elaborarlo
- Rispondere ad esso
Lo sviluppo ha inizio con la fecondazione, in cui si può osservare la trasformazione dell’uovo che
da una semplice cellula diviene organismo completo, dotato di organi ed apparati.
Questo periodo si divide in tre fasi:
‣ Periodo dell’ovulo
- Stadio germinale, in cui un ammasso di cellule indifferenziate si moltiplicano
rapidamente.
‣ Periodo embrionale (Fine della 2. - fine 8. Settimana)
- L’embrione mostra i primi cenni di organi ed apparati
‣ Periodo fetale (Dalla 9. - 38. Settimana)
- Crescita e progressivo perfezionamento degli organi e proporzioni, fino a quando
l’embrione diventa feto.
- Inizialmente sarà un organismo immaturo e privo di vita autonoma, ma già strutturato in
tessuti ed organi distinti, per divenire, a seguito di un perfezionamento degli organi e
delle funzioni un organismo completo, capace di condurre una vita autonoma.

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L’infanzia (dalla nascita gli 11 anni)
A sua volta si divide in tre fasi:
- Prima infanzia (Dalla nascita ai 2 anni)
Alla nascita, quasi tutti i movimenti sono riflessi e non volontari.
Il coordinamento senso-motorio è carente.
Si impara a camminare.
Siccome i tempi di questi cambiamenti sono uguali in tutti i bambini, l’osservazione di ciò che
può fare e ciò che non può fare è utile a diagnosticare un suo sviluppo sano e regolare.
Secondo Piaget e l’epistemiologia genetica, il primo stadio di sviluppo cognitivo si ha nella
prima infanzia, ed è uno stadio da lui definito stadio dell’intelligenza psicomotoria.
- La prima infanzia è caratterizzata da una intelligenza pratica, e si determina in presenza
dell’oggetto delle situazioni e persone, basandosi sulla percezione ed esplorazione a livello
pratico. Il bambino comprende il mondo rispetto alle azioni fisiche che esercita
direttamente su di esso, muovendosi sulla base di riflessi e comportamenti organizzati.
Secondo il modello Freudiano, si ha una congiunzione tra sviluppo affettivo e sviluppo psichico-
somatico.
- La fase della prima infanzia viene detta Fase Orale, in quanto dominata dalla centralità
della bocca e funzioni alimentari. Attraverso il costituirsi dell’oggetto, si costituisce il
primo nucleo d’identità
Questo è anche il periodo critico ovvero dell’ imprinting, in cui si crea un legame tra bambino e
caregiver in cui a quest’ultimo viene delegata la sopravvivenza del bambino.
Si sviluppa anche l’attaccamento ovvero il legame tra bambino e figura di accudimento, che
influirà sullo sviluppo psicologico.
Verso gli 8/9 mesi il bambino è in grado di riconoscere i volti della madre e del padre e a
sorridere e piangere con intenzione.

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- Prima fanciullezza (Dai 2 ai 7 anni)
Velocità di crescita rallenta il sistema nervoso si è sviluppato e si attiva la memorizzazione a
lungo termine, aumenta la coordinazione senso-motoria, impara a giocare, correre, saltare,
nuotare e andare in bicicletta.
Il linguaggio diventa socializzato e il bambino comincia a fare domande e a descrivere le azioni,
ma anche a dire quello che pensa.
Per quel che riguarda lo sviluppo, Piaget identifica questa fase con il periodo preoperatorio
suddiviso in:
- Pre-concettuale (2-4 anni)
- Da intelligenza sensomotoria a intelligenza rappresentativa, in cui prevale la capacità
di rappresentazione mentale e simboli. Compaiono le prime operazioni mentali.
- Pensiero intuitivo (4-7 anni)
- Il bambino usa la rappresentazione mentale per fare ipotesi causali di tipo analogico.
- Nel modello psicodinamico di Freud
- Fase anale (fino ai 3-4 anni)
- Il bambino comincia ad avere una propria autonomia in senso motorio e controllo degli
sfinteri.
- Può trattenere o rilasciare in funzione della relazione che ha con i genitori.
- Fase fallica (4-6 anni)
- Manipolazione del proprio corpo e scoperta dei genitali maschili e femminili.
- Fase edipica / Fase di Elettra
- I bambini sono attratti dal genitore di sesso opposto, causando in sé emozioni, disagi e
sensi di colpa vivendo come ostile e minaccioso il genitore delllo stesso sesso.
- Seconda fanciullezza (Dai 7 agli 11 anni)
Rappresenta il periodo operatorio in cui il bambino acquisisce strutture logiche, che gli
permettono di compiere svariate operazioni mentali.
Secondo Piaget è la fase delle operazioni concrtee
- Il bambino è in grado di coordinare due azioni successive. Passa da un pensiero analogico
ad un pensiero induttivo.
Per la teoria di Freud, la fanciullezza è una specie di transizione fra le trasformazioni di infanzia e
la maturazione dell’adolescenza, ed entra nella fase di latenza, dove si ha uno sviluppo delle
capacità affettive e di rapporti sociali con i pari.
Lo sviluppo morale secondo Kohlberg
- studiò le fasi dello sviluppo morale in relazione a quello intellettivo.
- 3-7 anni, primo livello utilitaristico, secondo lui uno stadio pre-convenzionale che si
divide in 2 stadi:

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- 1. Il bambino obbedisce per evitare punizioni e
- 2. apprende che è sbagliato tutto quello che comporta punizioni
- 8-13 anni, secondo livello conformistico, secondo lui uno stadio convenzionale diviso in:
- 3. Stadio li bambino agisce in conformita con ciò che è stabilito
- 4. Stadio, li bambino apprende che ci sono leggi e doveri che vanno sempre rispettati.

La pre-adolescenza (11-13 anni)


In questa fase, che secondo Piaget dura fino ai 15 anni (Periodo Operatorio Formale), le
operazioni mentali non sono più limitate a oggetti concreti, ma possono essere applicate ad
operazioni verbali e logiche.
In questa fase il ragazzo ha un pensiero ipotetico-deduttivo (pensiero matematico, giungere a
conclusioni particolari)

Adolescenza (13-19 anni)


Come obbiettivo finale ha il raggiungimento dell’autonomia e indipendenza.
Si ha una maturazione affettiva e sessuale, con l’acquisizione del pensiero ipotetico-deduttivo,
ampliamento di interessi e costruzione della propria realtà.
Tutte queste forme di sviluppo influiscono sulle relazioni dell’adolescente con se stesso, gli altri e
con i genitori.
I principali compiti di sviluppo sono:
- Sfera personale
- Ambito relazionale
- Contesto sociale
I cambiamenti fisici permettono di portare a termine la costruzione dell’identità sessuale.
Erikson individua nella formazione d’identità un compito di sviluppo peculiare di tale periodo:
- Il superamento di questi compiti di sviluppo portano alla costruzione di una propria
identità, un Io ben integrato e un buon esame di realtà con una buona struttura psichica.
L’adolescenza è una fase in cui:
- Acting, tendenza all’opposizione, ribellione, perimentazione e mettersi alla prova attraverso gli
eccessi, sono manifestazioni utili per lo sviluppo e autodefinizione
- La tendenza ad agire (acting-out, acting-in) è fisiologica nell’adolescenza, può rappresentare
una modalità della mente per elaborare una realtà interna, ricca di continui cambiamenti,
instabile e inquietante.
Secondo Laplanche e Pontalis, attraverso l’agito l’adolescente comunica il proprio disagio, e tale
forma di comunicazione viene caricata di un valore effettivo e simbolico.

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- L’azione lo aiuta a fronteggiare i conflitti interni, ma il ricorso all’agito può rappresentare una
spinta verso condotte rischiose, per sé e per gli altri.
- I comportamenti a rischio sono le azioni intenzionali, dagli esiti incerti che implicano la
possibilità di conseguenze negative per la salute e che possono mettere a rischio sia a breve
che a lungo termine il benessere fisico, psicologico e sociale della persona. (Fumo, sesso non
protetto).
Per il modello psicodinamico di Freud
- Fase genitale, ovvero l’energia libidica non concentrata solo sul proprio corpo, ma anche
verso il rapporto con l’altra persona
Per lo sviluppo morale di Kohlberg
- 14 anni in poi, terzo livello autonomo e stadio post-convenzionale, fondato sui principi
- Stadio 5, nascita del relativismo e della tolleranza
- Stadio 6, nascita del proprio sistema di valori basato sulla razionalità e
universalità.

Gioventù o tarda adolescenza


Caratterizzata dall’autonomia e dall’indipendenza psichica.

Età adulta
Si raggiunge un equilibrio psicofisico a livello cognitivo, fisiologico, sociale.

Vecchiaia
Fase evolutiva, caratterizzata dall’invechiamento
Con tale processo si intende una trasformazione regolare, ordinata o discontinua, legata al tempo,
di determinati organismi e in relazione all’ambiente in cui vivono.

L’influenza dell’ambiente di vita nello sviluppo psicologico


Il bambino alla nascita, ha il cervello e alcune capacità determinate in maniera rilevante dai geni.
Tuttavia, l’ambiente in cui egli cresce può avere conseguenze anche sull’adattamento del
bambino.

Secondo Lorenz, nasciamo con istinti caratteristici di ogni specie, che possono essere influenzati
dall’esperienza ed applicazione. Di conseguenza essi fungono da modulatori dell’espressione
degli istinti di base della specie.
La madre dovrebbe favorire il processo di sviluppo psicofisico, con una corretta educazione,
stimolandone le risorse interne e le potenzialità.

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Molto frequentemente, il bambino subisce condizionamenti dell’ambiente familiare e sociale che
interferiscono con il suo sviluppo.
Il bambino non avrà uno sviluppo normale, ma avrà una fase di fissazione che potrebbe portare
allo sviluppo di psicopatologie.

La deprivazione di Winnicot

È una mancata emissione di segnali sociali da parte di un famigliare nei confronti di


un figli nel periodo critico.
Quest’ultima può favorire in epoche successive esiti disatattivi o psicopatologici.

Per tutto il periodo critico, di circa 30 mesi, il bambino tenta di reagire a questa condizione
attraverso il pianto, urla, lo sputare il cibo, calci e tanti altri comportamenti simili, fino a quando
non è costretto a cedere a causa delle numerose sanzioni con conseguenze negative, che questo
comporta a livello psichico e corporeo.

100
Conclusioni
NASCITA DELLA PSICOLOGIA SCIENTIFICA
• La psicologia ha come oggetto di studio le funzioni mentali
• La psicologia moderna nasce a Lipsia nel 1879 con la fondazione di Wundt del primo laboratorio di
psicologia sperimentale.
• La scuola di Wundt si basava sul metodo della introspezione abbandonato agli inizi del novecento.
• Nonostante la sua decadenza, lo strutturalismo ebbe un ruolo storico fondamentale per i presupposti
della psicologia scientifica in quanto sistematizzò una metodologia scientifica, inoltre ha avuto il merito
di aver rivendicato l’originalità dei fenomeni psichici rispetto a quelli organici, nonostante non sia
riuscita a cogliere la complessità e l’unità della vita psichica.

LE PRINCIPALI CORRENTI TEORICHE DELLA PSICOLOGIA MODERNA


• La psicologia della Gestalt prvilegia l’organizzazione e la globalità dei fenomeni e utilizza un metodo di
tipo fenomenologico.
• I maggiori contributi di questa scuola sono legati allo studio della percezione visiva ed uditiva,
psicologia dei gruppi e psicologia sociale.
• Il comportamentismo è la scienza del comportamento che studia le condotte misurabili secondo il
paradigma “stimolo-risposta”, escludendo i vissuti.
• Nel comportamentismo, vengono a confluire due tendenze distinte del pensiero di fine 1800, tra cui
riviste un ruolo fondamentale l’evoluzionismo.
• La psicologia dinamica è anche chiamata psicologia del profondo, fondata da Freud a fine XIX secolo,
spiega l’ esistenza di fattori non osservabili come inconscio e utilizza il metodo clinico basato
sull’interpretazione.
• La dinamicità è un movimento intrapsichico (movimenti che avvengono all’interno della mente).
Questi movimenti sono dovuti a dei giochi di forze che determinano un tipo di comportamento o
patologia. Patologia perché a volte questi giochi di forze vanno in conflitto che viene manifestato in
patologia.
• I giochi di forza sono il “tutto”.
• Prima si pensava fosse solo fisiologico il malessere di una persona, mentre con Freud si scopre che i
disturbi sono psichici.
• Freud ebbe l’intuizione di postulare una pluralità di livelli della funzione mentale ed una serie di
meccanismi che li pongono in relazione.
• Il comportamentismo si limitava a sottolineare esclusivamente l’importanza di connessioni semplici e
dirette tra Stimoli e Risposte (S-R)
• Il cognitivismo attraverso l’uso di tecniche di laboratorio e di simulazione al calcolatore trae delle
inferenze dai comportamenti osservabili secondo il paradigma Stimolo-Elaborazione mentale-Risposta
(S-O-R)
• Secondo la psicologia comparata è possibile studiare soggetti di una determinata specie animale per
ricavare conclusioni che riguardano altre specie e che si possono estendere anche all’uomo
• L’ambiente e l’esperienza fungono da modulatori dell’espressione degli istinti di base della specie.

101
• Jean Piaget attraverso l’epistemologia genetica ha dimostrato che la differenza tra il pensiero del
bambino e quello dell’adulto è di tipo qualitativo, in quanto il bambino non è un adulto in miniatura ma
un individuo dotatop di struttura propria.
• Inoltre, il concetto di intelligenza intesa come capacità cognitiva è strettamente legato al concetto di
“adattamento dell’ambiente”.
• Le neuroscienze indagano l’organizzazione neurale e funzionale della mente.
• Evoluzione delle tecnologie e della psicologia comparata ha evidenziato alcune carenze del
comportamentismo, per cui gli animali sono come automi che agiscono in modo meccanico.

METODI DIAGNOSTICI NELLA PRATICA CLINICA


• Il processo diagnostico è il risultato dell’integrazione di fattori di ordine biologico, psicologico,
sociale e di una visione unitaria dell’individuo.
• Il colloquio clinico rappresenta la tecnica di osservazione e di studio del funzionamento psichico
umano.
• Il colloquio anamnestico ha come caratteristica principale quella di essere una raccolta dati, si
differenzia dal colloquio terapeutico cha ha come obiettivo la diagnosi ed il cambiamento della
persona.
• La Psicologia Psicoanalitica non cerca di descrivere solo i fenomeni psichici, ma di spiegarli in modo
dinamico come il risultato della interazione e controreazione di forze.

METODO PSICOMETRICO E TEST MENTALI


• La Psicodiagnosi si avvale della convergenza tra i risultati dei test psicologici e quanto è emerso dai
colloqui diagnostici preliminari la somministrazione dei reattivi.
• Per avere una misurazione psicologica obiettiva è importante l’ausilio di diversi test psicologici, la cui
integrazione e confronto dei risultati permetterà di delineare in modo attendibile e valido le
caratteristiche di personalità e lo stato del soggetto.
• Un test deve avere delle caratteristiche psicometriche bene precise per poter essere affidabile e
valido.
• Esistono test di tipo Strutturato e Non-Strutturato, Quantitativi e Qualitativi.
• I Test di Intelligenza si basano su misure indirette di una caratteristica non osservabile e di
complesso significato, misurano le abilità generali di ragionamento, cognitive ed il punteggio di ogni
individuo è rapportato alla sua età o alla prestazione di un gruppo di riferimento.
• È importante differenziare tra test attitudinali, di intelligenza e test proiettivi, per una valutazione
dinamica e strutturale della personalità.
• I Test di personalità di tipo quantitativo ci permettono di quantificare il livello patologico del
disturbo.
• I Testi proiettivi non sono test psicometrici in senso stretto perché non producono un punteggio o
una misura oggettiva ma solo una risposta soggettiva che va interpretata.
• I Test attitudinali misurano le abilità, l’intelligenza, il profitto e le attitudini.

102
METODO SPERIMENTALE E TECNICHE DI RICERCA
• Il Metodo Sperimentale consiste nel variare la o le variabile/i indipendente/i per osservare e valutare
le modificazioni della/e variabile/i dipendente/i.
• Nella ricerca psicologica si decide l’ipotesi da testare, si allestisce il gruppo di controllo e quello
sperimentale, si raccolgono i dati e si valuta se accettare o rifiutare l’ipotesi.
• Il Metodo Deduttivo aspira a dimostrare, mediante la logica pura, la conclusione nella sua totalità,
partendo dalle premesse. Le teorie prescindono dall’esperienza.
• Il Metodo Induttivo crea leggi a partire dall’osservazione dei fatti, mediante generalizzazione del
comportamento osservato.
• L’Esperimento rappresenta la situazione e lo strumento ideale per descrivere una relazione causale
(causa-effetto) tra due o più variabili che sono state misurate in laboratorio.
• Il nucleo centrale di ogni esperimento è costituito da due elementi: la manipolazione e l’osservazione
sistematica degli effetti prodotti.

ATTENZIONE E COSCIENZA
• L’attenzione è l’insieme dei dispositivi e dei meccanismi che consentono di concentrare e focalizzare
le proprie risorse mentali su alcune informazioni piuttosto che su altre.
• Per l’attenzione valgono gli stessi meccanismi dell’organizzazione della Gestalt.
• L’attenzione selettiva rivolta ad una sola direzione implica l’inibizione di ogni altra
attività divergente e comporta un maggiore dispendio energetico.
• La Coscienza è uno stato di consapevolezza di sé e dell’ambiente.

STATI DI COSCIENZA E RITMI BIOLOGICI CIRCADIANI


• Gli stati della coscienza vanno dalla vigilanza – che rappresenta lo stato di veglia – al coma.
• Possiamo avere stati di coscienza alterati sia per quanto concerne la vigilanza, sia la lucidità.
• La coscienza presenta una ritmicità circadiana.
• Il sonno ha la funzione di difendere la nostra salute mentale e si suddivide in una
fase NON REM (4 Stadi) ed una fase REM.
• L’uso ed abuso di sostanze chimiche psicotrope genera alterazioni dello stato di
coscienza e danni al sistema nervoso.

LA PERCEZIONE
• La percezione è un processo di organizzazione e sintesi dei dati sensoriali.
• La percezione si organizza secondo leggi precise (identificate dalla Psicologia della Gestalt),
seguendo la forma più semplice di analisi e scartando le soluzioni più complesse.
• Le leggi che non rispettano questi assiomi, sono percepite come instabili e reversibili.
• L’organizzazione dei dati sensoriali può provocare due tipi di illusioni: di movimento ed ottico-
geometriche.
• Le persone percepiscono oggetti ed eventi della realtà come invariati e stabili nonostante ci possano
essere variazioni degli stimoli prossimali.
• La percezione della profondità è dovuta ad indici monoculari e binoculari.

103
• La Psicoacustica studia il comportamento dei meccanismi fisiologici e psicologici
che intervengono nella percezione uditiva.

IL PENSIERO
• L’intelligenza è la capacità dell’individuo di agire razionalmente per ottenere uno scopo ed è
caratterizzata da differenti abilità.
• Tale capacità ci permette di differenziarci dalle altre specie.
• Il pensiero è quel processo psichico che funziona attraverso dei procedimenti percettivi e cognitivi
di tipo economico, finalizzati cioè a principi elaborativi che devono essere al tempo stesso il più
possibile efficaci ed efficienti.
• Il ragionamento è caratterizzato dall’applicazione e dallo sviluppo di conoscenze e strategie cognitive
in nostro possesso per generare nuove conoscenze. Può essere di tipo deduttivo, induttivo e
abduttivo.
• Le strategie per la soluzione di problemi sono quelle operazioni mentali eseguite nel percorso verso
la soluzione del problema stesso.

LA COMUNICAZIONE
• I principali mezzi di comunicazione sono: la scrittura, il disegno, l’immagine, l’azione, la
comunicazione non verbale ed il linguaggio.
• Il linguaggio è una forma superiore di comunicazione che si fonda su di una relazione convenzionale
fra strutture fenomeniche e designazione di significati.
• Lo sviluppo del linguaggio segue una serie di fasi, da quella pre-verbale caratterizzata dalla
lallazione, a quella protoverbale, il linguaggio telegrafico fino alla comparsa ed all’uso della sintassi
(6-7 anni).

LA MEMORIA
• La memoria è un processo dinamico che ha la capacità di immagazzinare, ritenere e recuperare
l’informazione.
• La memoria è limitata in termini quantitativi e di durata.
La memoria si può suddividere in:
- sensoriale: rapido decadimento e capacità elevata
(MBT) a breve termine: rapido decadimento e capacità limitata
- (MLT) a lungo termine: capacità e durata tendenzialmente illimitate;
• La perdita di memoria può portare ad una amnesia di tipo retrogrado o anterogrado e alla impossibilità
di recuperare informazioni che un tempo possedevano (oblio).

104
L’APPRENDIMENTO
• L’apprendimento è un processo attraverso il quale si ha un cambiamento.
• La forma più semplice di apprendimento è quella associativa che avviene per
contingenza temporale degli eventi.
• Secondo il condizionamento classico (Pavlov) gli individui imparano a rispondere ad uno stimolo
condizionato con una risposta condizionata, se questo stimolo è associato più volte ad uno stimolo
incondizionato.
• Secondo il condizionamento operante (Skinner) i comportamenti vengono emessi spontaneamente
dal soggetto e sono successivamente rinforzati. Aumentano o diminuiscono in funzione del rinforzo
dato.
• L’apprendimento umano è tendenzialmente di tipo cognitivo ed imitativo.

LE EMOZIONI
• Le emozioni rappresentano la componente affettiva legata alla condotta.
• Le principali funzioni delle emozioni sono: adattive o comunicative.
• La psicofisiologia delle emozioni propone un modello iniziale di tipo periferico (James-Lange) ed
uno successivo di tipo centrale (Cannon).
• Le emozioni primarie sono sei e sono universali.
• Il linguaggio delle emozioni interessa le componenti para verbali, la mimica
facciale, la postura e l’orientamento del corpo.

LA PERSONALITÀ
• La personalità può essere definita come l’organizzazione dinamica di tutti quei sistemi che
determinano l’adattamento di un soggetto al suo ambiente. [Allport]
• Secondo Ippocrate il temperamento è la combinazione di quattro umori fondamentali: sanguigno,
flemmatico, collerico e melanconico.
• Secondo la teoria dei tratti le persone sono predisposte fin dalla nascita, per natura, a reagire ed a
comportarsi secondo stili e tipologie della condotta che possono essere sistematizzati come tratti del
carattere o della personalità.
• Il modello dei Big Five si pone come punto di incontro tra la teoria di Cattell e della teoria di
Eysenck ed identifica 5 fattori principali:
- Energia
- Amicalità
- Coscenziosità;
- Stabilità Emotiva; - Apertura Mentale;
• La Teoria Psicodinamica di Freud pone in relazione la personalità con le fasi dello sviluppo libidico/
pulsionale.

105
MOTIVAZIONE
• La motivazione è un processo o stato interiore che, almeno in parte, rende conto del perché una
persona intraprenda o meno una determinata azione, finalizzata al raggiungimento di un determinato
scopo o obiettivo.
• La teoria pulsionale biologica si basa sul concetto di omeostasi che rappresenta la costanza delle
condizioni interne che il corpo deve mantenere attivamente per sopravvivere.
• La teoria pulsionale etologica si basa sul concetto di pulsioni, che sono specie- specifiche e possono
essere influenzate dall’esperienza e dall’apprendimento.
• Secondo Maslow, che teorizza la piramide dei bisogni, una persona per auto- realizzarsi deve
soddisfare cinque livelli di bisogno, organizzati gerarchicamente.
• Secondo la Teoria dell’Attaccamento, il bambino non è spinto tanto da pulsioni e bisogni fisiologici,
quanto da una motivazione primaria a costruire relazioni con adulti che possano prendersi cura di
lui.

COMPORTAMENTO PRO-SOCIALE, AGGRESSIVO E ANTISOCIALE


• Il comportamento pro-sociale comprende i comportamenti altruistici ed i comportamenti di aiuto.
• Il comportamento aggressivo è caratterizzato dalla tendenza all’aggressione, vale a dire al
compimento di qualsiasi azione il cui intento, conscio od inconscio, è quello di offendere,
danneggiare o distruggere persone (compresi sé stessi), cose o animali.
• Esistono differenti tipi di aggressività:
- diretta
- indiretta
- reattiva
- proattiva
- eterodiretta
• I comportamenti antisociali sono rivolti verso le persone e le cose, talvolta esercitati all’interno di
gruppo o situazioni socialmente organizzate e provocano reazioni punitive nell’ambiente sociale.
• I comportamenti antisociali possono essere circoscritti al periodo adolescenziale (adolescence
limited) o perdurare nell’arco del percorso evolutivo (life course persistent)

TEORIE SULL’AGGRESSIVITÀ
• Secondo la teoria etologica, l’aggressività è un istinto che esige una scarica periodica, che ha la
specifica funzione di garantire la sopravvivenza dell'individuo e della specie.
• La lotta per la sopravvivenza rappresenta un impulso biologicamente adattivo, innato e spontaneo
che ha la funzione di conservazione della specie.
• Secondo la teoria dell’apprendimento sociale, l’aggressività è un comportamento appreso in base al
quale il semplice atto di vedere un’altra persona comportarsi in maniera aggressiva può favorire e/o
aggravare il comportamento aggressivo.
• All'interno del filone psicoanalitico esistono sostanziali divergenze relative alla comprensione e alla
funzione dell'aggressività, che rimandano a diversità teoretiche per cui risulta impossibile
individuare una concezione psicoanalitica univoca dell'aggressività.

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• Nella tradizionale ipotesi frustrazione-aggressione, la frustrazione è la condizione necessaria e
sufficiente per l’aggressione.

LO SVILUPPO PSICHICO
• Lo sviluppo è un processo che interessa simultaneamente tutti gli aspetti dell’organismo, sia
funzionali che strutturali.
• Le teorie dello sviluppo psicologico permettono di spiegare la natura di base dell’uomo, se e come
influiscono i fattori genetici ed ambientali in tale processo e se esiste un’interazione tra loro,
tentando, in tal modo di comprendere le cause sottostanti lo sviluppo e che cosa si sviluppa.
• Il periodo prenatale è il periodo che va dal concepimento alla nascita.
• L’infanzia può essere suddivisa in:
• - Prima Infanzia: da 0 a 2 anni, caratterizzata da una crescita corporea accellerata e dallo
stadio senso-motorio.
• - Prima fanciullezza: che ricopre il periodo che va dai 2 ai 7 anni di età.
• - Seconda fanciullezza: dai 7 agli 11 anni.

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Possibili domande
‣ Psicologia scientifica
‣ Ebbinghaus e I suoi esperimenti
‣ Chi fu il primo a studiare la memoria?
‣ Funzionalismo e strutturalismo
‣ Definizione di psicologia, nascita della psicologia scientifica e ambiti applicativi
‣ Legge psicofisica (Webere e Fechner)
‣ Di che approccio è padre Titchner?
‣ Psicologia della Gestalt
‣ Importante sapere “il tutto è più della somma delle parti che lo compongono”
‣ Legge dell’esperienza passata
‣ Finestra di Ames
‣ Nella metafora comportamentalista, i processi mentali come vengono rappresentati?
‣ Definizioni e differenza tra il cognitivismo e il comportamentismo
‣ Prima e seconda topica di Freud
‣ Secondo la teoria freudiana, che caratteristiche hanno i processi dell’inconscio?
‣ Quali metodi sono utilizzati in etologia?
‣ Nel comportamento animale si possono osservare solo comportamenti istintivi?
‣ Cos’è l’imprinting?
‣ Jean Piaget ha dimostrato che l’intelligenza è strettamente collegata al concetto di:
‣ Quado si attiva il neurone a specchio?
‣ Lorenz nell’analizzare il comportamento degli animali ha identificato un tempo in cui si crea una prima
associazione tra lo stimolo e l’innesco del comportamento istintivo che resterà stabile e immodificabile
per tutto l’arco della vita, come viene definito questo periodo sensibile?
‣ Metodo epistemologico genetico di Piaget
‣ Neurone a specchio
‣ Metodi diagnostici in pratica medica
‣ Test qualitativi e quantitativi
‣ Metodo correlazionale, sperimantale e osservativo
‣ Attenzione e le sue funzioni
‣ Effetto cocktail party e i processi attentivi
‣ Sonno e sogni
‣ Percezione le leggi percettive
‣ Il pensiero e meccanismi di ragionamento
‣ Inteligenza, definizione e valutazione
‣ Evoluzione nel tempo del concetto di intelligenza
‣ Problem solving
‣ Comunicazione e linguaggio
‣ Comunicazione umana, definizione e teorie
‣ Assiomi della comunicazione
‣ Memoria e i processi
‣ Memoria a breve e lungo termine

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‣ Memoria e oblio
‣ Leggi dell’organizzazione percettiva
‣ Apprendimento cognitivo
‣ Apprendimento associativo
‣ Condizoinamento classico e operante
‣ Insight
‣ Emozioni e le sue teorie
‣ Componente espressiva delle emozioni
‣ Teorie sulla personalità
‣ Sviluppo del linguaggio
‣ Motivazione e bisogni e le loro teorie
‣ Condotte motivate e una teoria
‣ Comportamenti antisociali e prosociali
‣ Aggressività ed i suoi tipi
‣ Il comportamento aggressivo: definizione e teorie
‣ La piramide dei bisogni
‣ Teoria dell’attaccamento
‣ Sviluppo psichico nella fase prenatale
‣ Sviluppo psichico nell’adolescenza
‣ Sviluppo psichico nell’età adolta
‣ Sviluppo psicologico nella vecchiaia
‣ Concetto di reesilienza
‣ Psicopatologia dello sviluppo: fattori di rischio e fattori protettivi

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