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La psicopatologia
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Argomenti
gli

• In questa lezione verranno trattati i seguenti argomenti:


de

– introduzione alla Psicopatologia;

– specificità della valutazione psichiatrica;


– la coscienza e i suoi disturbi.


si
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La psicopatologia

Ma
• Si è soliti affermare che la Psicopatologia ha nei
confronti della Psichiatria gli stessi rapporti che la
patologia generale ha rispetto alla Clinica Medica.

mo
• Laddove la Psichiatria si realizza in senso operativo
sull’uomo psichicamente abnorme, la Psicopatologia si

l
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occupa dell’abnorme psichico, ricerca ed analizza le
leggi ed i principi generali che sottendono quei fenomeni
definiti disturbi psichici. ug
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La Psicopatologia
gli

• Il termine Psicopatologia appare per la


prima volta alla fine del XIX secolo, nel
de

“Traité International de Psycologie


patologique” di A. Marie e all’inizio del XX
secolo ne “La Cosience morbide” di

Blondel; ma è con la "Psicopatologia


Generale" di Karl Jaspers, 1913, che
si

nasce la Psicopatologia come scienza,


dotando la Psichiatria di concetti
er

Karl Jaspers
(1883 – 1969)
immutabili, sistematizzati e comunicabili.
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La Psicopatologia Jaspersiana

Ma
• L’analisi psicopatologica jaspersiana è rivolta non ai
contenuti dell’esperienza, come tipicamente accade nella
ricerca psicodinamica, ma alle sue modalità e alle sue
qualità formali.

mo
• In questo senso è lo studio degli aspetti formali che
consente di definire certi vissuti come patologici o no.

l
• Per accedere alla forma delle esperienze psichiche è

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necessario conoscere “come” esse vengono vissute
dal soggetto, ciò è possibile solo con modalità che
tengano conto della specifica natura dell’oggetto di
indagine che è appunto l’uomo. ug
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La Psicopatologia Jaspersiana
gli

• Un evidente limite della psicopatologia jaspersiana era la


distinzione fondamentale tra vissuti comprensibili e
de

incomprensibili ed il loro rinvio, rispettivamente, allo


psichico e al somatico.

• La possibilità di comprendere (nel senso di rivivere) e di


spiegare causalmente è sicuramente centrale per la


si

valorizzazione delle esperienze dell’uomo, ma finalmente


senza ricacciare l’uomo nell’ignoto soma rispetto al limite
er

delle scienze psicologiche.


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La semeiotica psichiatrica

Ma
• I clinici del passato hanno spinto molto a fondo l’analisi
dei sintomi.

Disturbi della mimica, del linguaggio, allucinazioni, idee


deliranti, stereotipie, pulsioni.

mo
• Ed hanno dimostrato chiaramente come le grandi

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sindromi mentali costituiscono una specie di mosaico di

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sintomi di cui è necessario conoscere l’insieme
caratteristico per conoscere ed analizzare correttamente i
quadri clinici.
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La semeiotica psichiatrica
gli

• Da alcuni anni si è molto discusso su un aspetto


particolare della semeiologia e del metodo clinico in
psichiatria.
de

• Si è rilevato infatti che l’osservazione clinica non può


essere né puramente obiettiva (descrizione dei
comportamenti), né puramente soggettiva (analisi

introspettiva compiuta dal soggetto sulle sue esperienze


intime), ma che l’elemento essenziale della conoscenza
si

clinica dei malati mentali è costituito dall’incontro fra


clinico e malato.
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L’esame clinico

Ma
• L’esame clinico psichiatrico costituisce il più singolare dei
colloqui, poiché è fondato su una penetrazione
intersoggettiva dell’osservatore che cerca di

mo
comprendere e del paziente che si abbandona o rifiuta il
contatto con l’altro.

• È in questo senso che si sono posti in primo piano nella

l
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clinica psichiatrica le intuizioni, il contatto e gli
scambi affettivi costitutivi di questo incontro.

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L’esame psichiatrico
gli

• L’esame clinico in psichiatria, come negli altri campi della


medicina, mira a porre una diagnosi mediante il riscontro di
segni precisi e il bilancio completo dei sintomi riferiti
de

all’insieme della situazione del soggetto.

• Tuttavia differisce dagli altri esami clinici per due punti che
costituiscono un aspetto peculiare:

– l’elaborazione della diagnosi non può essere disgiunta


dall’iniziativa terapeutica: diagnosi, prognosi e impegno
terapeutico sono parti di un unico insieme;
si

– l’esame psichiatrico impone l’interferenza della


er

dimensione oggettiva e soggettiva. L’esame non può


essere limitato al colloquio e all’osservazione di un malato
considerato come un oggetto. Esso è innanzitutto un
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incontro che si serve della relazione medico-paziente.


Un

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L’esame psichiatrico

Ma
• In questa peculiare relazione medico-paziente sono
coinvolte due affettività e la diagnosi dello psichiatra
si fonda tanto sulla consapevolezza di aver raggiunto

mo
un’intercomunicazione affettiva, quanto sull’insieme
delle sue conoscenze cliniche e sulla conoscenza
specifica del caso.

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La descrizione
gli

• La maggior parte dei manuali e dei trattati si riferisce a


una sorta di analisi delle funzioni della vita psichica, in un
de

trattato ormai storico Henry Ey proponeva tre piani


semiologici:

– la semiologia del comportamento e delle condotte


sociali;
si

– la semiologia dell’attività psichica di base attuale;

– la semiologia del sistema permanente di personalità.


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I limiti della descrizione

Ma
• Sul piano delle anomalie delle condotte sociali e dei
disadattamenti del comportamento, la semiologia si
limita alla descrizione senza penetrare troppo nella

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struttura profonda dei disturbi, rimanendo sulla superficie
di queste condotte lasciando da parte la
disorganizzazione psichica di cui fanno parte.

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St

I limiti della descrizione


gli

• Sul piano delle anomalie della vita psichica attuale, la


semiologia opera una sezione trasversale attraverso le
de

esperienze di sofferenza:

– confusione, esperienze deliranti e allucinatorie.


• Ma questa analisi strutturale dei disturbi lascia fatalmente


si

da parte le alterazioni stabili della personalità,


spesso mascherate o deformate dai disturbi attuali stessi.
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I limiti della descrizione

Ma
• Sul piano delle anomalie della personalità, la semiologia
per contro opera una sorta di sezione longitudinale che
interessa il sistema dinamico dell’organizzazione

mo
permanente dell’Io.

• Questa semiologia più profonda evidentemente non è

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possibile, che nella misura in cui le sofferenze psichiche
attuali sono assenti o poco importanti.

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Il Comportamento
gli

• Un esame sistematico del comportamento


comprenderà lo studio:
de

Delle reazioni
Del modo di all’esame e al
presentarsi contatto con il
clinico

si

Delle reazioni Del comportamento


antisociali abituale
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Il Comportamento

Ma
Il modo di presentarsi

mo
Il

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La mimica L’aspetto La scrittura
linguaggio

lie
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Il Comportamento
gli

fiducia
de

Le reazioni all’esame e al
opposizione
contatto con il clinico

indifferenza
si
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Il Comportamento

Ma
• La cura della persona,
la pulizia e il controllo
degli sfinteri
• Il sonno e il ciclo

mo
sonno-veglia
Il comportamento • Le condotte
abituale alimentari
• La vita familiare

l
• L’attività lavorativa e

lie
professionale
• Il comportamento
sessuale
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Il Comportamento
gli

Le fughe
de

Il suicidio

Il costume
sociale
Le reazioni

antisociali
Il furto
si

L’incendio
er

L’omicidio
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La semeiotica dell’attività psichica attuale

Ma
• Nei malati mentali, come in tutti gli uomini, la “struttura”
della vita psichica attuale corrisponde all’esperienza
vissuta del presente.

mo
• Cioè all’insieme dei fenomeni psichici: percezione,
immaginazione, fantasticherie, linguaggio, sentimenti,

l
lie
bisogni, umore, attività psicomotoria che compongono il
campo della coscienza in ogni istante dell’esperienza.

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St

Il campo della coscienza


gli

• Si può dire con Jaspers che la coscienza è “la vita


psichica di un dato momento” perché ad ogni
instante corrisponde un’esperienza vissuta.
de

• Ey ha definito il campo della coscienza come


l’organizzazione dell’esperienza sensibile attuale,
che integra la presenza al mondo, la rappresentazione

attuale dell’ordine obiettivo e soggettivo e la costruzione


del presente.
si

• Questa definizione permette di dire che tale


er

approfondimento della vita psichica, per ciascuno di noi e


per ciascun istante del tempo vissuto, passa attraverso la
struttura stessa della coscienza.
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Il campo della coscienza

Ma
• Tale approfondimento deve avere per oggetto non solo
l’approfondimento ideico ed affettivo delle esperienze, ma
la forma stessa nella quale si presenta e si attualizza
l’esperienza vissuta.

mo
• Così in questa parte dell’esame clinico ci si preoccuperà
meno della storia, delle idee, delle concezioni, piuttosto ci
si dedicherà al “funzionamento stesso” di ciò che è
vissuto in quel momento, le forme sotto cui si

l
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presentano il linguaggio, la memoria, i sentimenti,
l’immaginazione, la percezione.

ug
iG
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St

La psicopatologia
gli

• La psicopatologia della coscienza comprende i disturbi dello


stato di coscienza e i disturbi della coscienza dell’Io.
de

Disturbi dello stato di coscienza


– Turbe della lucidità della coscienza o della vigilanza
(alterazione ipnoide).
– Restringimento del campo della coscienza (stato

crepuscolare).
– Turbe della funzione strutturante o del controllo della
coscienza (alterazioni oniriche).
si
er

• Questa distinzione ha puramente valore didattico, in clinica


più spesso si rivelano commistioni e sovrapposizioni.
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Alterazione ipnoide dello stato della
coscienza

Ma
• Condizione necessaria per l’esperienza cosciente è la
vigilanza che ne connota il grado di chiarezza e di lucidità.

mo
Obnubilamento o
torpore
Lentezza e difficoltà nel
Stato stuporoso percepire le domande;
incompletezza ed errori
Attività mentale e nel riportare notizie

l
fisica sono ridotte biografiche

lie
al minimo
Precoma, coma
Risposte ai
comandi verbali
sono assenti o
inadeguate ug
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Restringimento del campo della coscienza


lo stato crepuscolare
gli

• Lo stato crepuscolare è la condizione in cui, per un


restringimento del suo campo fenomenico, la coscienza
è circoscritta su un numero limitato di contenuti
de

psichici.

• Il paziente appare così intensamente assorto nelle sue


esperienze da precludere ogni rapporto con l’ambiente:

– al di fuori dell’ambito consapevole la realtà non


si

viene percepita ed elaborata correttamente, ma


rimane inavvertita o viene interpretata in armonia al
er

tema coscienziale dominante.


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Le alterazioni oniriche della coscienza

Ma
• Rappresentano gli stati in cui è maggiore la
compromissione e la disorganizzazione della
coscienza per il venir meno della sua capacità

mo
strutturante.

• Si possono distinguere varie forme:

l
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– stato crepuscolare onirico disorientato;

– amenza o stato confusionale;

– stato oniroide. ug
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Stato crepuscolare onirico disorientato


gli

• Oltre al restringimento del campo della coscienza (su un


tema ideo-affettivo) ed il disorientamento spazio-
temporale, si osservano turbe dei processi ideativi
de

che appaiono frammentati ed abnormemente strutturati.

• Viene meno la capacità di distinguere tra


immaginario e realtà, tra mondo soggettivo ed


oggettivo; il mondo soggettivo si proietta nello spazio
esteriore sotto forma di immagini e di visioni, senza
si

sostituirsi completamente al mondo esterno che si


confonde con gli oggetti dell’immaginazione.
er
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Stato crepuscolare onirico disorientato

Ma
• Nello stato crepuscolare onirico troveremo quindi una
riduzione quantitativa e qualitativa della
coscienza.

• Potrà esservi:

mo
– attività motoria più spesso afinalistica con oscillazioni
tra agitazione e stupore;
– spunti deliranti sconnessi;

l
– disturbi psicosensoriali,

lie
– reazioni affettive inadeguate o esagerate;
– ansia, spavento e angoscia.
ug
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St

Amenza o stato confusionale


gli

• È il quadro psicopatologico più grave e complesso tra i


diversi disturbi della coscienza.
• In esso abbiamo la massima disorganizzazione
de

dell’attività psichica.
• Al disorientamento nel tempo e nello spazio e verso le
persone, si aggiungono disturbi mnesici, compromissione
delle funzioni percettive con illusioni e allucinazioni.

• Il pensiero è incoerente, frammentario e disarticolato; le


reazioni affettive appaiono abnormi e incongrue.
si

• L’amenza si associa sempre a gravi fenomeni


neurovegetativi e ad alterazioni dell’equilibrio
er

idroelettrico.
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Lo stato oniroide

Ma
• Si tratta di una alterazione dello stato di coscienza
caratterizzata da una ricca produttività delirante
fantastica e da cangianti fenomeni allucinatori visivi

mo
che si mescolano alla percezione corretta della realtà.

• Il paziente è come immerso in uno stato sognante da

l
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cui può essere distolto con difficoltà e partecipa alla sua
esperienza con atti, gesti, grida, recitando il suo ruolo
nell’ambito del delirio. ug
iG
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I disturbi della coscienza dell’Io


gli

• Le alterazioni della coscienza dell’Io vanno sotto il


nome di depersonalizzazione, questo termine ha
acquisito significati non univoci.
de

• Nella accezione jaspersiana la depersonalizzazione è


l’angosciante vissuto che gli eventi psichici non
appartengano più all’Io, ma gli siano estranei e indotti

dall’esterno.
si

• Schneider denomina questa esperienza di


estraneamento come la perdita del carattere della
er

“meità”, del concernente il me, dei propri atti e stati


psichici.
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La depersonalizzazione

Ma
• Nella accezione più seguita il concetto di
depersonalizzazione ha un significato più ampio ed è
inteso come l’esperienza di distacco e di estraneità,

mo
vissuta dal soggetto, nei confronti della propria interiorità
psichica, del proprio corpo, del mondo esterno, come se
si incrinasse la naturale articolazione dell’Io verso questi

l
lie
tre poli.

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La depersonalizzazione
gli

• A seconda che il soggetto avverta come estraneo il suo Io


psichico, il suo corpo o la percezione del mondo esterno,
si parla rispettivamente di:
de

– depersonalizzazione autopsichica;
– depersonalizzazione somatopsichica;
– derealizzazione o depersonalizzazione
allopsichica.

• È un sintomo di diverse patologie psichiatriche, (Sindromi


si

d’ansia, psicotiche, affettive), ma viene anche considerato


un disturbo a sé stante (Diagnosi di
er

depersonalizzazione del DSM-IV).


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Depersonalizzazione autopsichica

Ma
• Il soggetto si sente cambiato, diverso, impersonale e
vago.
• Il sentimento dell’esistenza si affievolisce e giunge
a gradi estremi di alterazione senza mai annullarsi del
tutto:

mo
– “la negazione dell’esistenza presuppone sempre una
esperienza di esserci più o meno oscura” (Schneider).

l
• Si associa un colorito affettivo spiacevole, ansioso e

lie
spesso il soggetto manifesta il timore di impazzire.
• Una forma particolare di depersonalizzazione autopsichica
è il sentimento per la perdita del sentimento,
depersonalizzazione
depressione.
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affettiva, tipica della
iG
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La depersonalizzazione somatopsichica
gli

• Indica una sentimento di estraneità del proprio


corpo (Sé fisico) o di parti di esso (il delirio nichilistico
ne rappresenta il grado estremo).
de

• Il corpo o parti di esso sono esperiti come distaccati,


estraniati dal resto del Sé, non più appartenenti all’Io.

• Questa esperienza può addirittura accompagnarsi a


sensazioni di cambiamento o di trasformazione (di
si

volume, di forma, di numero) degli organi.


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La depersonalizzazione allopsichica o
derealizzazione

Ma
• Qui è l’ambiente a divenire estraneo, irreale, non più
familiare per l’individuo.

mo
• Alterazioni del sentimento di delimitazione dell’Io
fanno parte dell’estasi nella quale i limiti tra la propria
individualità e il mondo esteriore vengono annullati e il

l
lie
soggetto si espande al di fuori di sé fino al
congiungimento con Dio.

ug
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La depersonalizzazione allopsichica o
derealizzazione
gli

• Alterazione della coscienza dell’identità esperite come


rottura del rapporto di continuità con la personalità
de

precedente, o nell’esperienza in cui due personalità sono


presenti contemporaneamente e simultaneamente nello
stesso soggetto con caratteri di identità ben definiti e

indipendenti:
si

– disturbo dell’unità dell’Io.


er
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