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La psicopatologia
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Argomenti
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La psicopatologia
Ma
• Si è soliti affermare che la Psicopatologia ha nei
confronti della Psichiatria gli stessi rapporti che la
patologia generale ha rispetto alla Clinica Medica.
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• Laddove la Psichiatria si realizza in senso operativo
sull’uomo psichicamente abnorme, la Psicopatologia si
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occupa dell’abnorme psichico, ricerca ed analizza le
leggi ed i principi generali che sottendono quei fenomeni
definiti disturbi psichici. ug
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La Psicopatologia
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Karl Jaspers
(1883 – 1969)
immutabili, sistematizzati e comunicabili.
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La Psicopatologia Jaspersiana
Ma
• L’analisi psicopatologica jaspersiana è rivolta non ai
contenuti dell’esperienza, come tipicamente accade nella
ricerca psicodinamica, ma alle sue modalità e alle sue
qualità formali.
mo
• In questo senso è lo studio degli aspetti formali che
consente di definire certi vissuti come patologici o no.
l
• Per accedere alla forma delle esperienze psichiche è
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necessario conoscere “come” esse vengono vissute
dal soggetto, ciò è possibile solo con modalità che
tengano conto della specifica natura dell’oggetto di
indagine che è appunto l’uomo. ug
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La Psicopatologia Jaspersiana
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La semeiotica psichiatrica
Ma
• I clinici del passato hanno spinto molto a fondo l’analisi
dei sintomi.
mo
• Ed hanno dimostrato chiaramente come le grandi
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sindromi mentali costituiscono una specie di mosaico di
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sintomi di cui è necessario conoscere l’insieme
caratteristico per conoscere ed analizzare correttamente i
quadri clinici.
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La semeiotica psichiatrica
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L’esame clinico
Ma
• L’esame clinico psichiatrico costituisce il più singolare dei
colloqui, poiché è fondato su una penetrazione
intersoggettiva dell’osservatore che cerca di
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comprendere e del paziente che si abbandona o rifiuta il
contatto con l’altro.
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clinica psichiatrica le intuizioni, il contatto e gli
scambi affettivi costitutivi di questo incontro.
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L’esame psichiatrico
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• Tuttavia differisce dagli altri esami clinici per due punti che
costituiscono un aspetto peculiare:
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L’esame psichiatrico
Ma
• In questa peculiare relazione medico-paziente sono
coinvolte due affettività e la diagnosi dello psichiatra
si fonda tanto sulla consapevolezza di aver raggiunto
mo
un’intercomunicazione affettiva, quanto sull’insieme
delle sue conoscenze cliniche e sulla conoscenza
specifica del caso.
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La descrizione
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sociali;
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I limiti della descrizione
Ma
• Sul piano delle anomalie delle condotte sociali e dei
disadattamenti del comportamento, la semiologia si
limita alla descrizione senza penetrare troppo nella
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struttura profonda dei disturbi, rimanendo sulla superficie
di queste condotte lasciando da parte la
disorganizzazione psichica di cui fanno parte.
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esperienze di sofferenza:
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I limiti della descrizione
Ma
• Sul piano delle anomalie della personalità, la semiologia
per contro opera una sorta di sezione longitudinale che
interessa il sistema dinamico dell’organizzazione
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permanente dell’Io.
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possibile, che nella misura in cui le sofferenze psichiche
attuali sono assenti o poco importanti.
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Il Comportamento
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Delle reazioni
Del modo di all’esame e al
presentarsi contatto con il
clinico
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Il Comportamento
Ma
Il modo di presentarsi
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Il
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La mimica L’aspetto La scrittura
linguaggio
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Il Comportamento
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fiducia
de
Le reazioni all’esame e al
opposizione
contatto con il clinico
tà
indifferenza
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Il Comportamento
Ma
• La cura della persona,
la pulizia e il controllo
degli sfinteri
• Il sonno e il ciclo
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sonno-veglia
Il comportamento • Le condotte
abituale alimentari
• La vita familiare
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• L’attività lavorativa e
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professionale
• Il comportamento
sessuale
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Il Comportamento
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Le fughe
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Il suicidio
Il costume
sociale
Le reazioni
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antisociali
Il furto
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L’incendio
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L’omicidio
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La semeiotica dell’attività psichica attuale
Ma
• Nei malati mentali, come in tutti gli uomini, la “struttura”
della vita psichica attuale corrisponde all’esperienza
vissuta del presente.
mo
• Cioè all’insieme dei fenomeni psichici: percezione,
immaginazione, fantasticherie, linguaggio, sentimenti,
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bisogni, umore, attività psicomotoria che compongono il
campo della coscienza in ogni istante dell’esperienza.
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Il campo della coscienza
Ma
• Tale approfondimento deve avere per oggetto non solo
l’approfondimento ideico ed affettivo delle esperienze, ma
la forma stessa nella quale si presenta e si attualizza
l’esperienza vissuta.
mo
• Così in questa parte dell’esame clinico ci si preoccuperà
meno della storia, delle idee, delle concezioni, piuttosto ci
si dedicherà al “funzionamento stesso” di ciò che è
vissuto in quel momento, le forme sotto cui si
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presentano il linguaggio, la memoria, i sentimenti,
l’immaginazione, la percezione.
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La psicopatologia
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crepuscolare).
– Turbe della funzione strutturante o del controllo della
coscienza (alterazioni oniriche).
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Alterazione ipnoide dello stato della
coscienza
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• Condizione necessaria per l’esperienza cosciente è la
vigilanza che ne connota il grado di chiarezza e di lucidità.
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Obnubilamento o
torpore
Lentezza e difficoltà nel
Stato stuporoso percepire le domande;
incompletezza ed errori
Attività mentale e nel riportare notizie
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fisica sono ridotte biografiche
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al minimo
Precoma, coma
Risposte ai
comandi verbali
sono assenti o
inadeguate ug
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psichici.
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Le alterazioni oniriche della coscienza
Ma
• Rappresentano gli stati in cui è maggiore la
compromissione e la disorganizzazione della
coscienza per il venir meno della sua capacità
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strutturante.
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– stato crepuscolare onirico disorientato;
– stato oniroide. ug
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Stato crepuscolare onirico disorientato
Ma
• Nello stato crepuscolare onirico troveremo quindi una
riduzione quantitativa e qualitativa della
coscienza.
• Potrà esservi:
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– attività motoria più spesso afinalistica con oscillazioni
tra agitazione e stupore;
– spunti deliranti sconnessi;
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– disturbi psicosensoriali,
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– reazioni affettive inadeguate o esagerate;
– ansia, spavento e angoscia.
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dell’attività psichica.
• Al disorientamento nel tempo e nello spazio e verso le
persone, si aggiungono disturbi mnesici, compromissione
delle funzioni percettive con illusioni e allucinazioni.
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idroelettrico.
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Lo stato oniroide
Ma
• Si tratta di una alterazione dello stato di coscienza
caratterizzata da una ricca produttività delirante
fantastica e da cangianti fenomeni allucinatori visivi
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che si mescolano alla percezione corretta della realtà.
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cui può essere distolto con difficoltà e partecipa alla sua
esperienza con atti, gesti, grida, recitando il suo ruolo
nell’ambito del delirio. ug
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dall’esterno.
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La depersonalizzazione
Ma
• Nella accezione più seguita il concetto di
depersonalizzazione ha un significato più ampio ed è
inteso come l’esperienza di distacco e di estraneità,
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vissuta dal soggetto, nei confronti della propria interiorità
psichica, del proprio corpo, del mondo esterno, come se
si incrinasse la naturale articolazione dell’Io verso questi
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tre poli.
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La depersonalizzazione
gli
– depersonalizzazione autopsichica;
– depersonalizzazione somatopsichica;
– derealizzazione o depersonalizzazione
allopsichica.
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Depersonalizzazione autopsichica
Ma
• Il soggetto si sente cambiato, diverso, impersonale e
vago.
• Il sentimento dell’esistenza si affievolisce e giunge
a gradi estremi di alterazione senza mai annullarsi del
tutto:
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– “la negazione dell’esistenza presuppone sempre una
esperienza di esserci più o meno oscura” (Schneider).
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• Si associa un colorito affettivo spiacevole, ansioso e
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spesso il soggetto manifesta il timore di impazzire.
• Una forma particolare di depersonalizzazione autopsichica
è il sentimento per la perdita del sentimento,
depersonalizzazione
depressione.
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affettiva, tipica della
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La depersonalizzazione somatopsichica
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La depersonalizzazione allopsichica o
derealizzazione
Ma
• Qui è l’ambiente a divenire estraneo, irreale, non più
familiare per l’individuo.
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• Alterazioni del sentimento di delimitazione dell’Io
fanno parte dell’estasi nella quale i limiti tra la propria
individualità e il mondo esteriore vengono annullati e il
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soggetto si espande al di fuori di sé fino al
congiungimento con Dio.
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La depersonalizzazione allopsichica o
derealizzazione
gli
indipendenti:
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