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Francesco

Notaro –
Daniele
Ussorio –
Dario
Buffardi
Aprile 2022

Analisi a fatica RIDUTTORE


Structural Dynamics
UninaCorse E-Team – Area meccanica Analisi a fatica riduttore Francesco Notaro – Daniele Ussorio – Dario Buffardi

SOMMARIO

INTRODUZIONE AL PROBLEMA.................................................................................................................2
TEORIA DI LEWIS PER IL DIMENSIONAMENTO DELLE RUOTE DENTATE......................................3
CALCOLO DELLA TENSIONE TRAMITE ANALISI FEM..........................................................................4
ANALISI A FATICA.........................................................................................................................................4
CONSIDERAZIONI FINALI.............................................................................................................................4

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UninaCorse E-Team – Area meccanica Analisi a fatica riduttore Francesco Notaro – Daniele Ussorio – Dario Buffardi

INTRODUZIONE AL PROBLEMA

L’anno 2021/2022 ha come obiettivo la progettazione della seconda monoposto della squadra con
l’idea di effettuare produzione e testing nell’anno 2022/2023.

Per quanto riguarda il reparto di Structural Dynamics, uno dei punti fondamentali da cui si è partiti
per la progettazione è la volontà di riutilizzare il gruppo ruota della vettura precedente. In ogni caso,
per essere certi di poter utilizzare quelle soluzioni progettate in precedenza si è voluto ripetere
alcune analisi e integrarle con nuove analisi per capire e valutare meglio le scelte prese in passato.

Questo report è incentrato proprio su un’analisi che non è mai stata fatta in fase di progettazione,
cioè l’analisi a fatica sulle ruote del riduttore epicicloidale montato in tutti e quattro i portamozzi
della vettura.

Il rotismo in questione, sopra raffigurato, è un rotismo epicicloidale riduttore a due stadi con un
rapporto di riduzione effettivo di 15,2. Il moto entra attraverso la ruota solare (colorata in grigio
nell’immagine) e viene prelevato dal portatreno (colorato in azzurro) che è direttamente montato sul
mozzo. La parte fissa del rotismo è la corona, fissata direttamente nel portamozzo.

Come si può ben notare dall’immagine la ruota solare presenta anche una dentatura interna, pensata
per alloggiare l’albero del motore. Ciò comporta una ovvia diminuzione del materiale resistente e
quindi rende la ruota solare particolarmente delicata dal punto di vista strutturale. Sarà quindi
proprio la solare la prima ruota da cui partiamo nell’analisi.

L’altra ruota più sollecitata è la ruota planetaria (e la corona) del secondo stadio, dato che la coppia
che arriva al secondo stadio è maggiore.

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TEORIA DI LEWIS PER IL DIMENSIONAMENTO DELLE RUOTE DENTATE

Per il dimensionamento delle ruote dentate si fa riferimento alla teoria elaborata da Wilfred Lewis
che considera il dente in contatto della ruota come una trave incastrata sottoposta a flessione.

Nella teoria del Lewis, la forza scambiata tra i denti si applica tutta in punteria piuttosto che nella
zona effettiva di contatto, inoltre si trascura la componente radiale della forza e si analizza solo la
componente tangenziale. Queste ipotesi sono cautelative in quanto l’applicazione della forza in
punteria analizza il caso più gravoso possibile, in quanto il braccio di tale forza rispetto la base del
dente è massimo (quindi è massimo anche il momento flettente), quando in realtà la forza non viene
mai scambiata in punteria ma in una zona più o meno vicina alla circonferenza primitiva.

La tensione risultante a piede del dente è quindi:


t
6W l
σ= 2
Ft

t∗tg (φ)
Che introducendo il fattore di Lewis Y = , con φ angolo di pressione e m modulo della
3m
dentatura, diventa:
t
W
σ=
FmY

Una volta ottenuta la tensione, questa va moltiplicata per dei fattori correttivi che tengono conto
della precisione del montaggio, del movimento delle ruote (può esserci un lieve urto quando entra
contatto col dente dell’altra ruota) e della variazione della coppia torcente applicata alle ruote.

I fattori correttivi sono rispettivamente:

- Kv Fattore di velocità (o dinamico), indice della severità dell’urto nel contatto successivo fra
denti.

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- Ko Fattore di sovraccarico, indice del grado di non uniformità della coppia motrice.

- Km Fattore di montaggio, dipendente dalla precisione e dall’allineamento delle ruote.

Il fattore Kv è stato calcolato con la seguente formula. Si è ipotizzato un profilo sbarbato o


rettificato (alta precisione di produzione e bassa rugosità).

Kv=
√ 5.56+ √ V
5.56

Dove con V si è indicata la velocità di funzionamento. Come Velocità intende la massima velocità
di rotazione alla quale il motore il motore riesce ad erogare la massima coppia.

Il fattore Ko è stato assunto pari ad 1, ovvero si è ipotizzata una sorgente di potenza uniforme e
macchina utilizzatrice priva di urti.

Anche il fattore di montaggio Km è stato trascurato ipotizzando un montaggio accurato e l’utilizzo


di ruote di precisione.

La tensione risultante è quindi:


t
W
σ= Kv
FmY

CALCOLO DELLA TENSIONE TRAMITE ANALISI FEM

Dopo aver valutato le tensioni in via analitica è stata effettuata una analisi agli elementi finiti per
confermarne i risultati.

Si è scelto di fare l’analisi non con un modello tridimensionale, ma bidimensionale, per semplificare
il modello matematico e per poter effettuare mesh mappate con elementi quadrilateri invece che
triangolari.

Per quanto riguarda i carichi, sono stati caricati tre denti, con un terzo di forza ciascuno.

I tre denti sono stati divisi in tre zone (SPECIFICARE COME) e solo la parte centrale di lunghezza
l c è stata caricata.

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In particolare, la pressione (lineare) applicata è stata calcolata con la seguente formula:


Mm
p=
3 F lc

Come vincoli invece sono stati considerate le superfici interne in contatto con l’albero motore che si
oppongono al movimento relativo.

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Come si può osservare dalle immagini per ottenere una mesh migliore possibile è stata effettuata
una partizione della superficie. In questo modo si ottengono tante patch di superficie, tutte con 4 lati
ciascuna, in modo che una mesh con solo elementi quadrilateri sia possibile, senza elementi troppo
distorti.

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INSERIRE IMMAGINE MESH

Si riportano in seguito i risultati con 3 mesh diverse:

1) Mesh con elementi quadrilateri di size 0.0025 mm con formulazione lineare

2) Mesh con elementi quadrilateri di size 0.005 mm con formulazione quadratica

1) Mesh con elementi quadrilateri di size 0.003 mm con formulazione quadratica

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ANALISI A FATICA

Per quanto effettuare un’analisi a fatica, la prima cosa da considerare è il modo in cui viene caricato
il componente e a che tipo di ciclo è sottoposto.

Partendo sempre dalla ruota solare, possiamo considerare che la massima coppia proveniente dal
motore viene ripartita in modo uguale sui tre denti (in realtà non è così, dato che i tre denti sono
sempre in fasi diverse del contatto e quindi saranno caricati in modo leggermente asimmetrico, ma
noi ignoriamo quest’effetto).

Ogni dente, quindi, vede un ciclo di carico di tipo pulsante con frequenza pari a circa tre volte la
frequenza di rotazione dell’albero essendo per ogni rotazione caricato e scaricato circa tre volte (il
circa è dovuto al fatto che in realtà anche le planetarie ruotano e quindi il numero di contatti per
rotazione è leggermente inferiore a tre).

La prima cosa che dobbiamo calcolare è il limite a fatica del materiale che stiamo considerando.
Il materiale in questione è il 18NiCrMo5, particolarmente indicato per la costruzione di ingranaggi,
grazie alle sue ottime caratteristiche meccaniche (UTS=1460 MPa, Sy=1050 MPa) e resistenza
all’usura.

Per il calcolo del limite a fatica abbiamo sia agito in via analitica, che cercando risultati
sperimentali.

In via analitica è stato calcolato attraverso il metodo dei coefficienti di Marin stimando il prodotto
complessivo dei coefficienti pari a k m=0.8.

k m∗UTS
Se = =584 MPa
2

Per quanto riguarda i risultati sperimentali è stato trovato un paper del PoliMi dove questo materiale
viene comparato con altri materiali e viene calcolato un limite a fatica di 514 MPa. [1] (controllare
se il valore di tensione calcolato è il limite a fatica del materiale inteso come Se o tiene conto del
ciclo pulsante).

Successivamente bisogna tenere conto del fatto che il ciclo di sollecitazioni è un ciclo pulsante e
non alternato.

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In particolare, abbiamo valutato il valore di tensione di rottura a fatica sia utilizzando la


formulazione lineare di Goodman che la formulazione parabolica di Gerber.
UTS∗S e
SGood =
UTS + Se

SGerb=

( 1+
4∗S 2e
UT S
2∗S e
2
−1)∗UT S
2

Successivamente sono state calcolate le massime tensioni ammissibili considerando dei coefficienti
di riduzione dovuti alla Reliability e al numero di cicli.

CONTINUARE DA QUI

CONSIDERAZIONI FINALI

BIBLIOGRAFIA E RIFERIMENTI

Shigley's Mechanical Engineering Design 8th Edition, da pagina 711 a 745

[1] Gorla C., Rosa F., Conrado E., Albertini H., (2013), Bending and contact fatigue strength of innovative
steels for large gears, https://re.public.polimi.it/retrieve/handle/11311/974576/400782/Bending%20and
%20contact%20fatigue%20strength%20of%20innovative%20steels%20for%20large%20gears_11311-
974576_Rosa.pdf

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