NB: Il presente documento è la versione aggiornata del materiale messo a disposizione degli
studenti negli anni passati. Il documento è ancora in stato di bozza.
Una carrozza ferroviaria di massa M appoggia su 2 carrelli, mediante 2 molle ad elica cilindrica a sezione
circolare per ogni carrello.
Basandosi sulla teoria elementare per il calcolo di queste molle (vedi figura):
1) scegliere le dimensioni delle molle (in acciaio), tutte uguali fra loro, in modo da ottenere una
rigidezza complessiva verso terra pari a Kt, nell’ipotesi che il carico sia uniformemente ripartito
tra le molle;
2) calcolare la freccia (rispetto alle molle scariche) corrispondente alla massa m, che deve essere
tale da non portare a pacco le molle;
DATI
Massa M
Rigidezza complessiva Kt
MATERIALI
48Si7 Rm=1.300 MPa Rp0.2=1.110 MPa A= 6%
SIMBOLI
La rigidezza di una molla è la proprietà che lega la forza agente sulla molla all’elongazione che la molla
subisce, chiamata freccia; essa è definita come la tangente alla curva caratteristica, che è il diagramma
azione-freccia della molla.
𝑑𝑃
In generale si definisce 𝐾 = 𝑑𝑓 , essendo P il carico ed f la freccia della molla; in particolare, la molla
può avere rigidezza costante, ossia
𝑃 1)
𝐾=𝑓
Pensiamo di rompere un tratto di una spira: il carico assiale, P, provoca sulla spira un’azione tagliante,
sempre pari a P, e un momento di trasporto PR.
Possiamo proiettare le azioni in direzione normale e tangenziale alla spira, poiché conosciamo l’angolo
di avvolgimento 𝛼: ne ricaviamo quattro componenti di azione interna
𝑁 = 𝑃 𝑠𝑖𝑛 𝛼
𝑇 = 𝑃 𝑐𝑜𝑠𝛼
2)
𝑀𝑓 = 𝑃𝑅 𝑠𝑖𝑛 𝛼
𝑀𝑡 = 𝑃𝑅 𝑐𝑜𝑠𝛼
Ricordiamo dall’Analisi Matematica che lim 𝑠𝑖𝑛 𝛼 = 0; poiché 𝛼 è piccolo, vale sin 𝛼 ≈0 , quindi:
𝛼→0
N = P sin 𝛼 =0
T = P cos 𝛼 =P
M f = PR sin 𝛼 = 0 3)
Mt = PR cos 𝛼 =PR
La molla è soggetta solo a torsione e taglio; dato che il contributo di quest’ultimo è trascurabile,
consideriamo solo il momento torcente (il contributo del taglio è sempre trascurabile solo per il calcolo
della rigidezza; non sempre lo è per la determinazione della sollecitazione nel filo).
Pensiamo di svolgere la molla, riconducendola a un filo ad asse rettilineo, lungo L: il momento torcente
provoca lo scorrimento delle superfici di base e d’apice, di un angolo 𝜑; l’intero filo ha una torsione
indicata dall’angolo 𝛾.
Eguagliamo il lavoro delle forze esterne al lavoro della deformazione elastica (energia accumulata nella
molla)
1 1
2
𝑃𝑓 = 2 𝑀𝜑 4)
𝜑𝑟 = 𝑙𝛾 5)
2𝜋𝑅𝑖𝛾
𝜑= 𝑟 = 𝑑
4𝜋𝑅𝑖𝛾 6)
Ricordiamo che
𝜏
𝛾= 7)
𝐺
4𝜋𝑅𝑖𝜏
𝑃𝑓 = 𝑃𝑟 8)
𝐺𝑑
lo sforzo tangenziale è dovuto al momento torcente, quindi per una sezione circolare sarà
16𝑀𝑡 16𝑃𝑅
𝜏= = 9)
𝜋𝑑3 𝜋𝑑3
Si ottiene allora
𝑃 𝐺𝑑4 𝐺𝑑
𝐾= = = 12)
𝑓 64𝑅 3 𝑖 8𝑐 3 𝑖
Notiamo che variazioni anche piccole delle dimensioni d e R possono influenzare grandemente la
rigidezza K.
2. DIMENSIONAMENTO
La molla che intendiamo dimensionare serve per la sospensione di una carrozza ferroviaria, con due
carrelli ciascuno dei quali ha due molle. Il sistema equivale pertanto a quattro molle in parallelo; come
è noto, le loro rigidezze si compongono sommandosi, cioè
𝐾𝑡𝑜𝑡 = ∑𝑖 𝐾𝑖 13)
nel nostro caso, le molle sono tutte uguali: la rigidezza di ciascuna è pari a ¼ della rigidezza totale
K = 𝐾𝑡𝑜𝑡 /4 14)
Da questo valore ricaviamo il numero di spire attive nella molla; innanzitutto imponiamo un valore di
curvatura che, come si è spiegato, sia maggiore di 10 e assumiamo un diametro di filo di primo tentativo.
Da questo discende il diametro di avvolgimento D. Ricaviamo quindi il numero di spire. Il numero di
spire evidentemente deve essere intero: lo arrotondiamo all’intero più prossimo. La differenza che si
ottiene andrà ad interferire con le grandezze della molla: consentiamo una certa tolleranza sul valore di
𝐾 −𝐾𝑡𝑒𝑜𝑟𝑖𝑐𝑜
rigidezza ( 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 ).
𝐾 𝑡𝑒𝑜𝑟𝑖𝑐𝑜
Il passo dell’elica è la distanza fra l’asse del filo in posizioni omologhe in due spire successive: esso
vale
𝑝 = 2𝜋𝑅𝑡𝑎𝑛𝛼 15)
v = p-d 16)
𝑓𝑚𝑎𝑥 = 𝑣 𝑖 17)
Il carico che manda la molla a pacco si ricava dalla (1.) imponendovi la freccia a pacco:
𝑃𝑝 = 𝐾𝑓𝑝 19)
4. VERIFICA STATICA
Verifichiamo che la molla, in condizioni prossime all’impaccamento, non ceda per rottura del filo:
come abbiamo dimostrato, quando le condizioni sono tali da consentire l’uso del metodo elementare
l’unica azione che sollecita la molla è il momento torcente.
Dobbiamo confrontare la massima dovuta alla torsione con la resistenza a rottura per torsione
stabilita dalle norme: la limite in questo caso è valutata come
𝑅𝑚
𝜏lim = 20)
2
Vista l’applicazione del dispositivo, inoltre, chiediamo un ulteriore margine di sicurezza, passando
dalla sollecitazione “limite” a quella “ammissibile”
𝜏𝑙𝑖𝑚
𝜏amm = 21)
𝜂
𝑀𝑡,𝑚𝑎𝑥 = 𝑃𝑝 𝑅 22)
16𝑀𝑡
𝜏𝑚𝑎𝑥 = 23)
𝜋𝑑3
Se la verifica non risultasse soddisfatta, bisognerà cambiare il materiale o la geometria della molla.
m* = Ptot* / g 25)
6. METODO APPROSSIMATO
Come visto, sotto certe condizioni, la sollecitazione prevalente all’interno della molla è di torsione.
Queste condizioni sono riconducibili sostanzialmente al fatto che si possa trascurare la curvatura, e
questo è possibile se il rapporto fra il diametro di avvolgimento (D) e quello del filo (d) è superiore a
10: allora, il filo della molla si comporta come una trave di De Saint-Venant.
Il carico applicato in asse produce un momento torcente di valore
𝑀𝑡 = 𝐹𝑅 26)
𝑀𝑡 𝑑𝑚 16𝐹𝑅
𝑀𝑡 = = 3 27)
𝐽𝑝 2 𝜋𝑑𝑚
Come abbiamo detto sopra, l’effetto del taglio può non essere trascurabile: considerandolo, pur senza
prescindere dall’uso del metodo elementare, si ha
16𝐹
𝜏𝑇 = 2 28)
3𝜋𝑑𝑚
e quindi
16𝐹𝑅 2𝑑
𝜏′𝑚𝑎𝑥 = 𝜏𝑚𝑎𝑥 + 𝜏 𝑇 = 2
(1 + ) = 𝐾1 𝜏𝑚𝑎𝑥 29)
𝜋𝑑𝑚 3𝐷
con
2
𝐾1 = 1 + 30)
3𝑐
Se la molla presenta una curvatura inferiore a 10, le fibre interne alla spira sono più corte di quelle
esterne: ciò provoca lo spostamento del centro di torsione verso l’asse, e una conseguente
sovrasollecitazione all’intradosso, perché la distribuzione degli sforzi tangenziali non è più lineare.
La sola torsione provoca lo spostamento del centro di torsione di 𝛿: se r è il raggio del filo, si ha
𝛿 𝑐(2𝑐 2 + 1)
= 4 31)
𝑟𝑚 8𝑐 + 2𝑐 2 + 1
𝛿
1 − 𝑟 16𝐹𝑅
𝑚
𝜏𝑚𝑎𝑥,𝐼 = 𝑐( ) 3 32)
𝑐 − 1 𝜋𝑑𝑚
dove
𝛿
1−𝑟 1 4𝑐 − 1 1
𝑚
𝐾2 = 𝑐 ( ) + 0.615 ≈ + 0.615 34)
𝑐−1 𝑐 4(𝑐 − 1) 𝑐