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STAMPA ESECUTIVI COP4 11-03-2008 17:53 Pagina 1

STAMPA ESECUTIVI COP4 11-03-2008 18:49 Pagina 2

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MILLE E UN... BENVENUTO


ACCOGLIENZA Che animale sei? S. Junakovic 46
Un’insegnante P. Valente 8 Federica Pellegrini, sirena d’acqua dolce 48
L’intervallo... che noia A. Lavatelli 9 La partita di pallavolo S. Bordiglioni 49
I problemi matematici S. Bordiglioni 10 Alimentest 50
L’arrivo di Stefano P. Fallai 11 Una buona alimentazione 51
Un libro E. Canetti 12 La leva calcistica della classe ‘68 F. De Gregori 52
Leggere con espressività 13
Test: come leggo? 14

MILLE E UN... RACCONTO MILLE E UNA... DESCRIZIONE


RACCONTO FANTASTICO DESCRIZIONE DI PERSONA
Saggio o pazzo? K. Gibran 16 Il nonno I. Sciapeconi 54
La chitarra difettosa S. Benni 18 Spillo L. Quaresima 55
Aladino e la lampada magica da Mille e una notte 20 Mate L. Quaresima 55
Il Gran Ragù C. Cipriani 22 Il maestro Scossetta F. Tacconi 56
Pensieri allo sbaraglio E. Loewenthal 24 Molly L. Quaresima 58
Il viaggio di un chicco Aime 26

Mille e un... DIPINTO Attività espressive 28 Descrivere una persona 59


Realtà & fantasia
DESCRIZIONE DI ANIMALE

Scrivi il tuo testo fantastico 30


Puzzillo A. Ferrara 60
Un grosso pescecane E. Hemingway 62
RACCONTO VEROSIMILE Il mio cavallo Tall-Kia-ah-Ni 63
Il mare in una stanza R. Piumini 32 Equus ferus da Enciclopedia dei Ragazzi 63
RACCONTO REALISTICO
A braccia aperte A. Ferrara 34
Descrivere un animale 64
Il ciliegio A. Nanetti 36
Miguel A. Ferrara 38 DESCRIZIONE DI AMBIENTI
La banda Emme R. Piumini 40 Una casa importante F. H. Fattorini 65
Arrivo in Egitto G. Maag 66

A partire dalle immagini 42


Scrivi il tuo testo realistico 43 Descrivere una foto 67
Scrivi il tuo testo verosimile 43
Mille e una... FOTO Attività espressive 68
44 Arte & fotografia
Il cielo di primavera M. Lodi 70
Erbe profumate M. Lodi 71
72

Usa i sensi per descrivere! 74

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INDICE

MILLE E UN... RACCONTO


DEL BRIVIDO E UMORISTICO Diversi e uguali U. Eco 108
RACCONTO DEL BRIVIDO U come uguaglianza da ABC... come cittadino 109
Un incontro... da brivido A. Sommer Bodenburg 76 Le differenze da www.tolerance.it 109
Harry Potter e l’unicorno J. K. Rowling 77 Il gioco del cerchio 110
Il fantasma della soffitta I. Sciapeconi 78 La giusta distanza A. Schopenhauer 111
Una cosa enorme R. Dahl 80 Amici E. Bussolati 112
L’elefante... a pezzi 113
Scrivi il tuo racconto del brivido 81 Test: cittadino del mondo? 114

RACCONTO UMORISTICO
Dakota e Melassa P. Idley 82
Matrimonio in bianco e nero B. Labbè - M. Puech 83 MILLE E UN... TESTO TEATRALE
Gita in montagna K. Hagerup 84
In una notte di temporale K. Gibran 116
La foca giocoliera S. Benni 85
Ed ora il copione 118
Lo scherzo perfetto R. Dahl 86
Trucchi del mestiere 121
Il treno M. Ovadia 87
Teatro delle ombre 122
Due mani... tanti animali! 123
Scrivi il tuo racconto umoristico 88

Scrivi il tuo copione 124

MILLE E UNA... POESIA


Le quattro stagioni D. Cologgi 90 MILLE E UNA... LETTERA
La mucca R. L. Stevenson 91
Caro Massimo... 126
La neve A. Negri 91
Caro Tommaso... da Scritto a mano 127
92
Caro Sindaco... 128
Il mare G. Colli 94
C’è post@ per te A. Lavatelli 129
Bussò il vento E. Dickinson 95
La musica vera M. Lodi 96 Mille e una... LINEA Attività espressive 130

Mastro Geppetto R. Piumini 97


Arte... sui muri
Lettera F B. Munari 97
Il cielo d’Irlanda M. Bubola 98 Scrivi la tua lettera 132

Acquazzone C. Govoni 99
Un sorriso Anonimo 100
Telegiornale N. Risi 101
Il bambino che gioca F. Fortini 101
MILLE E UN... DIARIO
Ad un amico R. Tagore 102 Caro diario M. Lucchini 134

Essere bambini è bello? S. Kilian 103 La nota ingiusta E. Dell’Oro 135

Dondola 104 A proposito di caccia S. Bordiglioni - M. Balocco 136

La scuola 104 Errori S. Bordiglioni 137

La xeropoesia 105 Nella pancia del lupo D. Conati 138

Lo Sdràgolo L. Carrol 106


Scrivi un diario 139
Gioca con le poesie 107
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MILLE E UN... GIORNO SPECIALE


Un lottatore disperato M. Richler 140 Il 21 settembre inizia l’AUTUNNO 178
Il punto di vista 141 Le foglie del pioppo D. Valeri 178
Pensieri ed emozioni M. Di Pietro 142 Realizziamo un “mobile” 178
Una bella lezione 144 Il 1° novembre è la festa di Ognissanti 179
Pensieri, comportamenti, conseguenze 145 L’11 novembre è San Martino 179
Il mio modo di pensare M. Di Pietro 145 Il 21 dicembre inizia l’INVERNO 180
Pensieri “salvagente” 146 Il gatto inverno G. Rodari 180
R. D’alfonso - G. Garghentini - L. Parolini Il 25 dicembre è Natale 181
Buon Natale 181
Il Natale nel barattolo 181
MILLE E UN... RACCONTO EPICO Il 1° gennaio è Capodanno 182
L’anno nuovo G. Rodari 182
Amicizie “divine” T. H. Gaster 148
Il 6 gennaio è l’Epifania 182
Il canto delle sirene 150
Carnevale 183
La maledizione di Giunone M. Menghi 152
Le maschere G. Gaida 183
Mille e una... ANTICHITÀ Attività espressive 154 Gioco di Carnevale 183
Arte nella storia Il 21 marzo inizia la PRIMAVERA 184
A primavera G. Rodari 184
La caduta di Troia 156 Il 1° aprile è il “pesce d’aprile” 184
In primavera apro la finestra e vedo... 185
Tra il 22 marzo e il 25 aprile è Pasqua 186
MILLE E UNA... INFORMAZIONE Carrettino portauova 186
Il 2 giugno è la festa della Repubblica 187
Gli animali parlano così I. L. Coifman 158
Il 21 giugno inizia l’ESTATE 187
La nascita delle parole da Focus Extra 159
Mattino d’estate P. Neruda 187
Un pianeta d’acqua da Panda Junior 160
Ogni nuvola ha un nome G. Bonelli 162
Pubblicità faraonica G. Rodari 163
I segnali stradali R. Dattolico 164 MILLE E UN... ARRIVEDERCI
Come un vigile urbano 165 RIFLESSIONI SULLA LETTURA
Lettera dalla Grecia L. Villa 166 I miei gusti 188
Le Grotte di Frasassi da www.wikipedia.it 168 Vado in libreria... 190
... e in bliblioteca 191
Scrivi un testo informativo 169 I diritti del lettore 192

170

Stranezze dal cielo G. Bonelli 172


Alberi in pericolo da Panda Junior 173
Pulitopoli A. Lavatelli 174
Rifiuti, che fare? B. Taylor 176

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INDICE

LE TIPOLOGIE TESTUALI COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI


Il racconto (MILLE E UNA DISCIPLINA)
• Racconto fantastico pag 16-27 Storia 149-153-154-163-167
• Racconto verosimile 32-33 Geografia 167-168-170
• Racconto realistico 34-43 Scienze 162
• Racconto del brivido 75-81 Arte 28-102-130-154-168-172
• Racconto umoristico 82-88 Musica 19-121-187
• Racconto epico 147-156
La descrizione I LABORATORI
• Descrizione di persone 54-59
30-31-42-43-59-64-67-74-81-88-107-124-139-156-169
• Descrizione di animali 60-64
• Descrizione di ambienti 65-71
LE ATTIVITÀ ESPRESSIVE
La poesia 89-107
28-29-68-69-130-131
Il testo teatrale 115-124
La lettera 125-132
Il diario 133-139
LE COMPETENZE
Il testo informativo 157-171 Analizzare e comprendere le letture
(PER LETTORI ATTENTI)
LE STAGIONI 9-10-17-19-23-25-26-33-34-37-38-41-54-55-57-58-60-62-
63-70-71-77-78-80-83-84-85-86-87-95-98-99-100-101-
Autunno 178-179
102-106-117-127-128-134-135-136-148-151-153-158-166
Inverno 180-183
Dalla lettura alla scrittura
Primavera 184-186
(PER LETTORI ATTIVI)
Estate 187
9-12-21-23-25-33-35-39-55-57-65-76-78-82-85-86-87-95-
96-97-99-101-104-105-106-117-120-121-135-138-153-
GLI ARGOMENTI DELLE LETTURE 160-163-164-167
Problematizzare e riflettere
Scuola e bambini 8-9-10-11-12-24-55-56-58-86-103-137-
(PER RIFLETTERE SU SE STESSI)
139-144
8-11-17-25-35-58-77-78-100-103-136-137-159
Amicizia e affetti 34-36-40-54-83-84-101-102-108-112-
Conoscere le regole
126-128-135-136-139-148
(SENZA SEGRETI)
Emozioni e sentimenti 22-24-32-38-44-76-77-78-80-81-
11-17-19-21-35-41-54-56-61-62-63-65-66-76-78-83-84-
82-100-116-138-140-142-143-145-150
87-90-91-94-95-96-97-104-105-120-126-128-129-134-
Sport 46-48-49-52-140
149-150-152-158-159-160-162-166-168
Animali 44-60-62-63-64-85-91-158-169
Arricchire il lessico
Ambienti e natura 26-65-66-67-68-70-71-90-94-95-96-
(DENTRO LE PAROLE)
98-99-160-162-166-168-170-172-173-180-184-187
18-24-63-65-80-83-94-96-100-102-163
Conoscere la lingua
EDUCAZIONE ALLA CONVIVENZA CIVILE (DENTRO LA LINGUA)
Affettività 39-112-140-141-142-144-145-146 23-55-70-86-103-137-150
Salute 46-47-48-49-52 Arricchire le conoscenze
Alimentare 50-51 (LO SAPEVI CHE…)
Ambientale 37-161-172-173-174-176 27-37-49-52-82-100-127-131-148-151-
Cittadinanza 26-101-108-109-110-11-113-114-136-164-165 159-162-164-172-173-180-182-184
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... siete appena tornati


a scuola, lo so...

... avete ritrovato i vostri


amici e vi siete raccontati
tante belle cose...

... avete parlato delle


vostre vacanze estive e
magari vi siete pure fatti
quattro risate...

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E VIAGGI
SCOPRIR ETI? MILLE ARE IN
GR FANTALUOGHI
MILLE SE STICI?

ONTARE
AFFR VENTURE?
AV
MILLE
C O N T ARE
RAC PERIENZE?
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MILLE
IMPARA
MILLE C RE
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NUOVE? E CAPIRE MILLE
QUESTIONI?

VIV RG AN IZZARE
MOM ERE MILLE O HI
ENTI I MILLE GIOC?
NTEN
SI? INSIEME

7
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BENVENUTO!

Un’insegnante
Ogni viaggio ha bisogno – Presto, andate al vostro posto, perché la maestra Tiramisù sarà
di una buona guida… qui a momenti.
Tu hai il tuo insegnante! La porticina si aprì ed entrarono dei bambini in fila per due.
Erano vestiti con certi grembiulini neri da far pena e sembrava-
no alquanto spaventati.
In silenzio occuparono i banchi.
Ed ecco la maestra Tiramisù. Entrò spazzando il pavimento con
la gonna nera, con una mano sorreggeva un vocabolario e con
l’altra brandiva una bacchetta tutta nodi. Dalla chioma di capel-
li neri sfuggivano delle ciocche attorcigliate che parevano ser-
penti. Il suo viso si distingueva appena nella penombra, ma, da
quel che videro, i bambini compresero che con lei non c’era da
scherzare.
La maestra salì in cattedra. Il suo grembiule scricchiolava, i suoi
occhi emettevano fiamme.
– Ebbene, cari mocciosi, avete preparato la lezione di scienze?
– Sì, signora – risposero i bambini.
Per riflettere – Allora vi interrogo!
su se stessi Prese in mano quell’essere peloso che teneva sulla cattedra e
cominciò ad accarezzarlo affettuosamente: era un ragno di circa
• Come sono i tuoi insegnanti? mezzo chilo, con due occhietti rossi che guardavano maligna-
• Che rapporto hai con loro? mente i bambini.
• Quale aspetto ti piace di più
di ognuno di loro? P. Valente, La maestra Tiramisù, Raffaello
• Quale aspetto di te loro
apprezzano di più?
• Hai mai riflettuto sul fatto
che sono come delle guide, per
te, nel tuo percorso di crescita?
• Secondo te, quali caratteri-
stiche dovrebbe avere un buon
insegnante? Segnane almeno tre.
Allegria
Dolcezza
Pazienza
Severità
Voglia di giocare
Capacità di ascolto
Voglia di raccontare
Disponibilità

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Accoglienza
È arrivato il momento di fare una piccola pausa…
per conoscersi meglio.

L’intervallo… che noia


L’intervallo è una vera noia per me, francamente non vedo l’ora
che finisca.
Il fatto è che i miei compagni di classe sono troppo fissati.
I maschi si mettono subito a fare la lotta, oppure giocano a cal-
cio appallottolando un pezzo di carta. E di solito non vogliono
che noi femmine gli andiamo tra i piedi.
Io qualche volta, però, la spunto, per-
ché i maschi di me hanno paura.
Do certe pedate negli stinchi, io!
Ma non posso giocare sempre
con loro, sennò poi la maestra
dice che sono troppo scatena-
ta e che devo calmarmi un po’.
Le femmine, invece, stanno
sempre a farsi gli scherzi
sciocchi o a criticare questa
e quella. Figuriamoci che
bel divertimento!

A. Lavatelli,
Paola non è matta,
Piemme

Per lettori...
Per lettori... attivi
attenti • Scrivi dieci righe, seguendo la traccia sotto.
• Chi scrive? - Com’è per te il momento dell’intervallo?
Un maschio - Perché?
Una femmina - Dove stai, di solito?
- Con chi?
• Come trascorrono l’interval- - Cosa fai?
lo i maschi? - Cosa fanno i tuoi compagni?
• E le femmine? - Cosa ti piacerebbe fare?
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BENVENUTO

I problemi matematici
Per lettori... I problemi a scuola sono molti! Quando leggi il primo problema
attenti da risolvere è capire tutte le parole del testo. Verifica se conosci
• Perché Paolo non è contento? quelle sottolineate e individua quelle che non sai.
• Qual era il giudizio della
maestra? Paolo non era contento per niente: sapeva di non essere uno
• Come reagì Paolo? stupido, ma allora perché non riusciva mai a risolvere un pro-
• I problemi scritti da Paolo blema? La maestra gli aveva detto che mancava di logica, ma lui
erano problemi matematici? non ne era affatto convinto. Lo avrebbero già bocciato se nella
• Da cosa lo hai capito? scatola cranica non ci fosse stata qualche scintilla di logica.
Secondo lui, invece, erano i problemi ad essere poco logici: con-
tadini che compravano campi dalle forme strane, rubinetti che
perdevano e che nessuno riparava, mamme che andavano a
fare la spesa con i soldi contati…
Così, dopo l’ennesimo votaccio in un compito di matematica,
decise che ne aveva avuto abbastanza: se i problemi, così come
erano scritti, risultavano noiosi, stupidi, privi di fantasia e
incomprensibili, non c’era altro da fare se non riscriverli tutti.
Avrebbe riscritto un libro di problemi da leccarsi le dita,
con dentro tanta di quella logica da poterla raccogliere a
secchiate.
Paolo scrisse il suo primo problema, poi lo rilesse soddi-
sfatto. Come primo problema non era male: una bella
situazione complicata, per di più ambientata nello spa-
zio, con gli alieni. E poi, parecchie domande, tutte
interessanti.
Sì, è vero, la signorina Bombardi, la sua maestra,
avrebbe di certo obiettato che per risolvere un pro-
blema del genere non c’era bisogno di fare neppu-
re un’operazione.
Immaginò allora la maestra che scuoteva la testa
poco soddisfatta. Era una cosa che ogni tanto
succedeva e che lui proprio non sopportava. Poi
cercò di scacciare quel pensiero, e se ne andò
in cucina, a mangiare un gelato che, meglio
della camomilla, lo calmava e lo rasserenava.
Subito dopo, infatti, ristorato nel corpo e
nello spirito, ritornò alla sua scrivania e par-
tì di getto con un secondo problema.

S. Bordiglioni, Un problema è un bel problema,


Einaudi Ragazzi
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L’arrivo di Stefano Per riflettere


su se stessi
Quando si legge, è importante anche farsi capire dagli altri! • Se arrivasse un nuovo com-
pagno nella tua classe, come
Leggi prima mentalmente il brano, per comprenderlo bene, poi
lo accoglieresti?
leggilo a voce alta, cercando di dare espressività alla lettura.

Il quarto giorno di scuola, la maestra Manuela ci disse:


– Tra pochi giorni avrete un nuovo compagno. Viene da Roma. SENZA SEGRETI
Negli ultimi tre anni la nostra classe non aveva cambiato una
faccia che fosse una, e non ci aspettavamo un nuovo arrivo. Puoi leggere:
Anche la maestra sembrava sorpresa. - mentalmente: la compren-
– Speriamo che abbia una buona preparazione. In ogni caso, lo sione è più veloce, specie se
stai cercando informazioni nel
aiuterete, vero?
testo e puoi scorrerlo con gli
Elisa e le sue amiche si preoccuparono subito di far sapere che
occhi;
ci avrebbero pensato loro al “nuovo”. Bleah! - a voce alta: puoi comunica-
Io e Marco, invece, pensavamo che la prima cosa da fare fosse re agli altri il contenuto del
metterlo in guardia su Elisa e le sue girls. Una settimana dopo testo che leggi, ma devi fare
Stefano arrivò: era un tipo cicciottello con una testona di capelli attenzione a farti capire.
rossi. Lui mormorò “ciao” a voce così bassa che non riuscì a supe-
rare il primo banco, e in quello andò a sistemarsi, senza tante
storie. Fu solo dopo due giorni che ci rendemmo conto veramente della sua esistenza. Quando
Elisa gli si avvicinò per regalargli gli appunti di matematica, per vantarsi con la maestra, Stefano
sbattè gli occhi e disse:
– Credo di non averne bisogno, grazie. – e con gentilezza le mostrò i suoi libri e gli appunti che
aveva preso nella scuola da cui veniva. Madama Elisa quasi svenne, mentre noi facevamo parti-
re una “ola” di ringraziamento.
Nell’intervallo fummo tutti intorno a lui.
– Allora, da dove vieni?
– Roma.
P. Fallai, Lo chiameremo Diciassette, Mondadori
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BENVENUTO

Un libro
Sei “veloce” e scorrevole nella lettura?
Puoi scoprirlo con l’esercizio proposto sotto. Ti sarà utile per
riflettere sul tuo modo di leggere!

Andavo già a scuola da quattro anni, quando accadde qualcosa


di importante che influenzò tutta la mia esistenza successiva.
Mio padre mi portò un libro. Mi accompagnò da sola nella stan-
za sul retro, dove dormivamo noi bambini, e me lo spiegò. Era
Le mille e una notte, in un’edizione adatta alla mia età.
Il papà parlò in tono molto serio e incoraggiante. Mi disse quan-
to sarebbe stato bello leggere quel libro. Lui stesso mi lesse ad
alta voce una storia: altrettanto belle sarebbero state tutte le altre.
Dovevo cercare di leggerle da solo e poi la sera raccontargliele.
Quando avessi finito quel libro, me ne avrebbe portato un altro.
Non me lo feci ripetere due volte e, sebbene a scuola non aves-
si voglia di studiare, mi gettai a capofitto su quel meraviglioso
libro. Ogni sera avevo qualcosa da raccontare a mio padre.
Lui mantenne la promessa: ogni volta c’era un libro nuovo, così
che non ho dovuto mai interrompere, neppure per un solo gior-
no, le mie letture.

E. Canetti, La lingua salvata, Adelphi

Per lettori...
attivi
1. Leggi mentalmente il brano, in modo da capirlo bene.
2. Conta il numero delle righe.
3. Procurati un registratore.
4. Registrati mentre leggi a voce alta.
5. Segna l’ora e i minuti di inizio e fine lettura, per misurare il tempo impiegato.
6. Per dieci giorni ripeti l’esercizio sullo stesso brano o su altri della stessa lunghezza, per valutare i progressi.

TITOLO RIGHE TEMPO N. ERRORI VOCE DATA


(veloce, lenta, ok)

....................... ....................... ....................... ....................... ....................... .......................


....................... ....................... ....................... ....................... ....................... .......................
....................... ....................... ....................... ....................... ....................... .......................
...................... ...................... ...................... ...................... ...................... ......................

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accoglienza

Leggere con espressività


Per coinvolgere chi ci ascolta nella lettura, bisogna leggere con arte: occorre trovare il giusto rit-
mo, il giusto volume, la giusta espressività, le giuste pause. Solo così riuscirai ad emozionare, a
divertire, a spaventare, a far ridere, a far piangere, a far sognare…

5 MODI PER PRONUNCIARE LA STESSA FRASE

Esercitati a pronunciare la seguente frase con i vari toni:

“STASERA ANDRÒ A UNA FESTA”.

Esprimi felicità: Esprimi noia:


pensa a quanto non ti va di incontrare alcuni ragazzi
ti divertirai. noiosi che ci saranno.

Esprimi dubbio:
non sai come devi vestirti.

Esprimi preoccupazione:
hai molti compiti da fare
e non sai come fare.

Esprimi eccitazione:
non stai più nella pelle
dalla contentezza.
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BENVENUTO

Come leggo?
È interessante capire come leggi. Rispondi al test e confronta le tue risposte con quelle dei tuoi
compagni. Sarà uno spunto per riflettere insieme.

1 Tu leggi per: 2 Secondo te, quando si legge, è più importante:


ottenere informazioni leggere con voce forte e chiara
rilassarti leggere con esattezza e senza esitazione tutte le parole
divertirti capire ciò che si sta leggendo
imparare a scrivere meglio leggere il più velocemente possibile
ottenere un bel voto
obbedire all’insegnante
o ai genitori

3 Quando leggi, tu fai attenzione a:


capire il significato generale del testo
soffermarti sul significato delle parole
essere veloce
essere espressivo

4 Per capire meglio ciò che stai leggendo:


salti le parti difficili
5 Assegna alle seguenti situazioni la lettera corri- leggi più volte ogni parola
spondente alla lettura più adatta: rileggi alcune parti per essere sicuro
di aver capito
A = lettura lenta, attenta, cercando di ricordarsi tutto
B = lettura veloce per cogliere il significato generale
C = lettura a salti per trovare solo alcune informazioni
importanti
una pagina di storia
un elenco telefonico alla ricerca di un indirizzo
un giornale

Ora che hai fatto il punto della situazione, prova ad autovalutarti: ti consideri un buon lettore o
c’è ancora un po’ di strada da percorrere insieme? Cosa potresti migliorare?
Nelle pagine che seguiranno troverai tante letture interessanti e tanti consigli per migliorare
sempre di più. Alla fine del percorso sarai diventato sicuramente un buon lettore.

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e u n . . . ...rac
M i l l e co
nt
questo sciocchino
non ha capito qual è
o
la differenza fra fantastico,
realistico, verosimile.

beh...
non è difficile...

quanto al realistico...
forse è meglio evitare!
ma è
verosimile
nel fantastico che finisca
un maialino in una
può anche vivere porcilaia...
in una reggia...

o ess er e:
i posson
i raccont
verosimili
realistici
fantastici
quando narrano
storie che possono
quando narrano
realmente accadere.
quando narrano vicende vere,accadute
cose impossibili nella realtà.
nella realtà possibili
solo nella fantasia.

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RACCONTO FANTASTICO

Saggio o pazzo?
Leggi ad alta voce, alla giusta velocità, per permettere a chi ti
ascolta di capire il testo.

Un re potente e saggio governava la città di Wirani. Tutti lo


temevano per la sua forza e lo amavano per la sua saggezza.

Nel cuore della città, c’era un pozzo, la cui acqua fresca e cri-
stallina dissetava tutta la cittadinanza.
Una notte, mentre tutti dormivano, una strega entrò nella città
e avvelenò l’acqua del pozzo versandoci sette gocce di uno
strano liquido. Poi recitò il maleficio:
– Tutti coloro che berranno quest’acqua diventeranno pazzi!
Il giorno dopo, tutti gli abitanti, come al solito, bevvero dal
pozzo, tranne il re e il suo ciambellano. Proprio come aveva
predetto la strega essi persero la ragione: la città divenne tea-
tro delle azioni più strampalate.
C’era chi non si voleva alzare dal letto, chi pensava solo a fare
dispetti, qualcuno camminava sulle mani, a testa in giù, qual-
cun altro cantava dall’alba al tramonto canzoni in lingue sco-
nosciute…
Il re non sapeva come calmare la popolazione, tanto più che
tutti mormoravano:
– Il nostro re non si comporta come noi, è diventato pazzo! Non
possiamo farci governare da uno così, bisogna spodestarlo!

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RACCONTO FANTASTICO

Per lettori...
Venne l’estate e con essa la siccità. Quando nel palazzo reale attenti
finirono le scorte d’acqua, il ciambellano fece prendere l’acqua
dal pozzo. Così, quella sera, il re bevve dal secchio dorato un • Dove si svolge la vicenda?
• Quale episodio sconvolge la
gran sorso di acqua avvelenata, e la passò al ciambellano che
vita degli abitanti di Wirani?
fece lo stesso.
• Che cosa succede agli
abitanti della città?
• Come si comporta il re?
La popolazione si accorse subito che il re era rinsavito, dato
che per tutta la notte parlò con la luna e con le stelle. Gli abi-
tanti di Wirani organizzarono una grande festa, contenti che il Per riflettere
loro re aveva recuperato la ragione! su se stessi
K. Gibran, Racconto arabo • Ti è mai capitato di notare
comportamenti strampalati in-
torno a te? Come hai reagito?
Racconta.

SENZA SEGRETI
I racconti si sviluppano in tre parti fondamentali:
- l’introduzione (inizio): in cui sono presentati i personaggi e il luogo della vicenda;
- lo sviluppo (svolgimento o vicenda): in cui sono narrati i fatti, le azioni che costruiscono la storia;
- la conclusione (finale): con cui si conclude la vicenda.
TOCCA A TE
• Scrivi sotto ogni immagine a quale parte del racconto si riferiscono le situazioni illustrate.

•............................................... •............................................... •...............................................

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RACCONTO FANTASTICO

La chitarra difettosa
Leggi il testo, riprendendo fiato a ogni capoverso.

C’era un giovane musicista di nome Peter, che suonava la chi-


tarra negli angoli delle strade. Raccoglieva così i soldi per pro-
seguire gli studi al conservatorio: voleva diventare una grande
rockstar. Ma i soldi non bastavano perché faceva molto freddo
e in strada c’erano pochi passanti.

Un giorno mentre Peter stava suonando, gli si avvi-


cinò un vecchio con un mandolino.
– Potresti cedermi il tuo posto? È sopra un tombi-
no e lì fa più caldo.
– Certo – disse Peter che era di animo buono.
– Potresti darmi la tua sciarpa? Ho tanto freddo.
– Certo – disse Peter.
– Potresti darmi un po’ di soldi? Ho fame.
– Certo! – Peter aveva solo dieci monete nel cappel-
lo e le diede tutte al vecchio.

Allora avvenne un miracolo: il vecchio si trasformò


in un omone con un abito lungo argentato e zeppe
Dentro... ai piedi alte dieci centimetri.
la parola – Io sono il mago degli effetti speciali. Dato che tu sei stato
CHITARRA buono con me, ti regalerò una chitarra fatata. Suona da sola
Il mito greco-romano parla del qualsiasi pezzo, basta che tu glielo ordini. Ma ricordati: essa può
piccolo Ermes-Mercurio che, essere usata solo dai puri di cuore. Guai al malvagio che la suo-
nato al mattino, già a mezzo- nerà! Succederebbero cose orribili! – ciò detto il mago sparì.
giorno era in grado di cammi-
nare, e andandosene a spasso A terra restò una chitarra elettrica a forma di freccia, con la
trovò una tartaruga morta e cassa di madreperla e le corde di oro zecchino. Peter la imbrac-
putrefatta. Sul suo guscio ciò e disse:
alcuni tendini essiccati risuo- – Suonami Hey Joe.
navano al vento. Il dio del- La chitarra si mise a suonare il pezzo. Si fermò molta gente e
l’astuzia e dell’ingegnosità si
cominciarono a piovere soldi nel cappello di Peter.
mise ad armeggiare e in breve
In poco tempo il giovane divenne famoso: era primo in tutte le clas-
ne ricavò uno strumento che
gli antichi greci chiamarono
sifiche e la sua chitarra a freccia era invidiata da tutti i musicisti.
“kithara” e che divenne il loro
strumento nazionale.

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RACCONTO FANTASTICO

Una notte, dopo uno spettacolo trionfale, Peter, credendo di Per lettori...
essere solo sul palco, disse alla chitarra di suonargli qualcosa. attenti
Ma nascosto tra le quinte del teatro c’era il malvagio Black
• Chi è il protagonista della
Martin, un chitarrista invidioso del suo successo. storia?
Egli scoprì che lo strumento era magico: uccise Peter, rubò la • Quali sono le sue caratteristi-
chitarra e la dipinse di rosso. che?
• Chi incontra un giorno?
La sera dopo, tutti gli artisti erano riuniti in concerto per ricor- • In quale parte del racconto
dare Peter. avviene il miracolo?
Salì sul palco anche Black Martin e sottovoce ordinò alla chitarra Inizio
di suonare. Sviluppo
La chitarra suonò benissimo e il malvagio diventò una rockstar. Conclusione
Era una chitarra magica con... un difetto di fabbricazione. Cosa succede?
• Qual è l’elemento che rende
la storia fantastica? Sottolinea
S. Benni, Il bar sotto il mare, Feltrinelli nel testo la sua descrizione.
• Perché è una chitarra magica
con un difetto di fabbricazione?
Perché emette note stonate.
Perché suona benissimo
anche in mano a malvagi.

SENZA SEGRETI
I racconti possono essere suddivisi in sequenze,
cioè tappe della narrazione.
Una sequenza inizia quando: MILLE E UNA DISCIPLINA
- entra in scena un personaggio;
- cambia il luogo dell’azione;
MUSICA
- cambia il tempo dell’azione; • Qual è la tua canzone preferita?
- cambia la situazione; • Chi è il cantante?
- cambia il genere di scrittura (descrizione, narra- • Ricordi le parole? Scrivi qui una strofa
zione, dialogo…). o il ritornello.
..........................................................
TOCCA A TE
• Riordina, numerandole, le sequenze della storia. ..........................................................
L'omone regalò una chitarra magica a Peter, poi ..........................................................
sparì. ..........................................................
Peter suonava per strada.
..........................................................
Black Martin suonò benissimo al concerto. • In classe raccogliete insieme tutti i
Peter diventò famoso. testi delle vostre canzoni preferite.
Estraetene uno a sorte e provate a
Peter incontrò un vecchio infreddolito e lo aiutò.
cantarlo insieme.
Black Martin uccise Peter e gli rubò la chitarra.

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RACCONTO FANTASTICO

Aladino
e la lampada magica
Un giorno un vecchio mago chiese ad Aladino
Un ........................................................................
di scendere giù in fondo a un rifugio e di por-
targli l’oro e una lampada che si trovavano chiese ad ....................................................... di
laggiù. ............................................................................. .
Nel momento in cui Aladino stava risalendo
con i sacchi pieni d’oro e i bauli pieni di gio-
ielli, la lampada gli cadde dalle mani e ruzzolò Ma la lampada ..................................................
lontano. ............................................................................. .

Il vecchio mago allora iniziò a urlare dalla rab-


bia, lanciò un incantesimo al ragazzo, che Il mago con un ..................................................
sarebbe rimasto lì per sempre, e se ne andò costrinse Aladino a ..........................................
infuriato. ............................................................................. .

Aladino, rimasto solo, cercò la lampada, la


prese tra le mani e iniziò a piangere. Intanto Aladino ritrovò ..................................................
sfregava l’oggetto senza accorgersene e ne e ............................................................................
uscì un genio. così .......................................................................

Il genio era potentissimo e poteva esaudire Il genio era .........................................................


tutti i desideri. Aladino gli chiese dunque di
aiutarlo ad uscire dalla caverna. Domandò così .......................................................................
anche un castello e di poter sposare la figlia ...............................................................................
del re. Così fu. ............................................................................. .

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RACCONTO FANTASTICO

Il mago seppe che Aladino era diventato ricco


e felice. Iniziò a pensare un piano per rubargli Il mago decise ...................................................
la lampada magica. ............................................................................. .

Decise di travestirsi come un mercante, andò


Travestito da .................................................... ,
dalla moglie di Aladino e le propose di scam-
biare la vecchia lampada del marito con una andò ......................................................... e fece
nuova e bella. uno scambio di ..................................................

La donna accettò. Così il mago ora aveva il


genio per sé. Espresse il desiderio di spostare Quando il mago ottenne la .............................
il castello di Aladino e la moglie nel deserto, chiese al ................................ di ........................
dove stava lui. ............................................................................. .

Dopo tanto tempo Aladino ............................


Aladino cercò per giorni e notti il suo castello
e sua moglie. Alla fine trovò la donna e le ....................................... e ....................................
spiegò i poteri della lampada. ............................................................................. .

La moglie ebbe un’idea per risolvere la situa-


zione: versare un sonnifero nella cena del ................................................ pensò un piano:
mago. ............................................................................. .

Il vecchio mago si addormentò subito, così la


sposa riprese la lampada magica e chiese al Alla fine il mago ...............................................
genio di imprigionare il mago e di far tornare e tutto ................................................................
tutto come prima.
E tutti vissero felici e contenti. ............................................................................. .

da Mille e una notte

SENZA SEGRETI
Per lettori...
Fare il riassunto di una storia vuol dire raccontarla in attivi
poche parole senza tralasciare nessun passaggio utile
alla comprensione generale. • Anche la fiaba è un racconto
Ecco alcuni consigli per scrivere un riassunto: fantastico. Questa è stata divi-
- leggi bene il testo; sa in sequenze. Dopo averle
- rileggilo per dividerlo in sequenze; lette completa le frasi a fianco.
- vicino ad ogni sequenza annota le parole o frasi più Ti accorgerai di aver scritto il
importanti; riassunto!
- seguendo i tuoi appunti, scrivi la storia con parole tue,
tralasciando i particolari inutili.
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RACCONTO FANTASTICO

Il Gran Ragù
Leggi il testo, cercando di dare espressività ai discorsi diretti.

Nell’antichità alcuni uomini selvaggi adoravano il Gran Ragù,


una strana creatura, che non si poteva definire né uomo né
bestia. Aveva la testa più grande del corpo, come una specie di
zucca gigante, la fronte piena di bitorzoli, le ciglia incrociate,
due narici che sembravano due buchi neri, una bocca grande
quanto una caverna con denti lunghi almeno mezzo braccio. Era
tutto peloso, ma aveva gambe agili e veloci come quelle di una
gazzella. Chiunque lo incontrava poteva pensare che si trattasse
di un mostro, invece egli aveva una grande qualità: la saggezza.
Gli uomini selvaggi avevano costruito per lui uno stupendo
palazzo, che chiamavano "il tempio del Gran Ragù".
Almeno una volta alla settimana ognuno andava da lui a chiede-
re consigli, egli risolveva le situazioni e riceveva in cambio rega-
li di ogni tipo.
Un brutto giorno i consigli finirono. Il Gran Ragù non ne aveva
più. Così, a chi gli chiedeva: “Gran Ragù, che faresti al mio posto
tu?”, lui rispondeva: “Non farei niente”.
Che disastro!
Gli uomini selvaggi caddero in disperazione. Nessuno sapeva
più come comportarsi.

22
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RACCONTO FANTASTICO

Per lettori...
Decisero dunque di andare in giro per il mondo alla ricerca di
attenti
consigli. • Chi è il Gran Ragù?
Il Gran Ragù rimase solo, con la sua bruttezza, nel bel palazzo. • Quale ruolo aveva il Gran Ragù
Divenne sempre più povero, senza i regali della gente. Piangeva presso gli uomini selvaggi?
• Cosa successe un giorno?
tutto il giorno, tanto che i suoi singhiozzi erano così forti che una
• Come si sentì il Gran Ragù?
buona fatina li udì da lontano e andò a trovarlo.
• Alla fine il Gran Ragù come
– Che cosa hai, buon uomo? – gli chiese. – Perché ti lamenti e aiutò gli uomini selvaggi?
piangi giorno e notte? • Come si sentì?
– Perché, cara fata, come ben vedi, la natura è stata cattiva con
me: mi ha costruito male e il mio aspetto è orribile. Però, una
volta avevo una mente capace e saggia, così gli altri mi amava-
no lo stesso. Ora ho la mente spenta, e gli uomini mi hanno
Per lettori...
abbandonato.
attivi
La fata, udite quelle parole, provò immensa pietà per il Gran • Dividi in sequenze il brano e
Ragù e decise di aiutarlo. prova a spiegare il perché delle
– Gli uomini non hanno bisogno solo di consigli – gli disse – ma tue scelte.
anche di esempi a cui ispirarsi. Puoi fare ancora molto per loro. • Sul quaderno scrivi una o due
Puoi fare da specchio a quelli che si credono brutti, che veden- parole come titolo per ogni
doti saranno felici di essere come sono. sequenza. Poi riassumi il brano.
Da quel giorno alla reggia andarono tutti, belli e brutti.
I belli perché, dopo aver visto il Gran Ragù, si sentivano ancora
più belli. I brutti perché, dopo averlo visto, si sentivano meno Dentro...
brutti. C’era qualcuno più brutto di loro. la lingua
E il Gran Ragù ritornò felice della sua bruttezza, perché non si • Cosa significa “bello”? E
sentiva più inutile. “brutto”? Cerca nel dizionario
le definizioni di questi due
C. Cipriani, Mangia che ti racconto, Sperling aggettivi e scrivile sul quaderno.
• Prova ora a trovare i sinonimi
di “bello” e “brutto” nei con-
testi seguenti:
- una giornata bella =
..............................................
- un momento brutto =
..............................................
- una casa bella =
..............................................
- un gatto brutto =
..............................................
- una lettura bella =
..............................................
- una macchina brutta =
..............................................

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RACCONTO FANTASTICO

Pensieri allo sbaraglio


Leggi il testo, facendo notare con toni di voce diversi le paro-
le pronunciate e quelle pensate (in corsivo).
Dentro... È successo qualcosa in città. La voce è ormai una notizia, una
la parola
certezza di cui tutti si sono accorti: da questa mattina i pensieri
PENSIERO parlano.
La parola “pensiero” deriva Se ne sono resi conto tutti fin dalle prime luci dell’alba.
dal verbo latino “pensare”, Qualcuno ha litigato, perché i pensieri parlanti non vogliono
che significa “pesare con cura proprio star zitti. Il vigile urbano ha bisticciato con gli automo-
e attenzione”. bilisti; l’edicolante ha perso tutti i suoi clienti; negli uffici, poi,
Il significato è chiaro, no? qualcuno si è licenziato!
Bisogna pesare le proprie Insomma, un gran trambusto!
parole… La maestra è fuori di sé: nella classe i pensieri di tutti hanno
cominciato a rimbalzare da una parete all’altra. Schizzano dalla
carta geografica alla lavagna, dal cartellone sull’ecologia a quel-
lo sui Sumeri.
– Renzo, piantala, brutto rimbambito e ignorante che non sei
altro! – urla il pensiero della maestra.
– Ma chi vuoi che ti stia a sentire, strega!
– Carla e Vale, per favore, fate le brave almeno voi, cercate di
non pensare nulla di cattivo su di me.
– Guarda come è paonazza in faccia: sembra una gallina spelac-
chiata a cui stanno per tirare il collo!
– Adesso, sia quel che sia, ragazzi, iniziamo la lezione… anche
se non ho nessunissima voglia e… mi piacerebbe invece… star-
mene al calduccio… nel lettino… un maggiordomo mi porta la
colazione… un vassoio d’argento con la brioche appena sforna-
ta… il pane e il burro fragrante… la marmellata… di mirtilli, che
mi piace tanto… oops…

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RACCONTO FANTASTICO

– Ecco, buona idea, cara maestra, saluti e baci e chi s’è visto s’è Per lettori...
visto. attenti
Sonia se ne sta come al solito per conto suo, a sognare ad occhi
aperti: • Qual è il problema in città?
– Sono una principessa russa su una slitta in mezzo alla neve, • Perché la maestra si arrabbia?
• Cosa desidera l'insegnante?
avvolta in una morbida pelliccia…
• Cosa pensa Sonia?
– Dai, continua, perché ti fermi? – domanda il pensiero della sua
• Perché, secondo te, Gigio trova
compagna di banco, incantata. Poche volte aveva sentito la voce interessante questa situazione?
di Sonia e se ne stupisce.
Alle nove e diciassette, la maestra ha già messo una valanga di
note, e continua a minacciare:
– Non pensate! Altrimenti vi sospendo tutti! Per lettori...
– Dai, tanto lo sappiamo che non sei cattiva come ci vuoi far cre- attivi
dere! – pensa Giacomo dall’ultima fila. Proprio lui che è già stato • In che tempo è raccontata la
sospeso una volta. storia?
Risata generale. Ma sono i pensieri a ridere, mica le voci dei ..............................................
ragazzi. Prova a riscriverla al passato
Gigio osserva la scena come se non ne facesse parte, mentre il remoto.
suo cervello rumina parole incomprensibili. Più o meno così: Ricorda che i verbi nei dialoghi
– Divertente questo fatto… uhm uhm… buffo… potrebbe essere e nei pensieri non vanno modi-
ficati.
utile, però…

E. Loewenthal, Quando i pensieri presero la parola, Fabbri

Per riflettere
su se stessi
• Ti piacerebbe conoscere i
pensieri dei tuoi compagni?
• Cosa succederebbe, secondo
te, se i pensieri iniziassero a
parlare anche nella tua classe?

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RACCONTO FANTASTICO

Il viaggio di un chicco
Per lettori... Leggete il testo a coppie: uno interpreta il narratore, l’altro il
attenti chicco di caffè.
• Che cosa attirò l’attenzione
Chiara e Zongo andarono, come tutti i sabati, al centro commer-
della bambina?
ciale con i genitori, per la solita spesa settimanale.
• A chi appartiene la voce che
chiama i due bambini?
A un certo punto, Chiara si trovò davanti allo scaffale del caffè:
• Che cosa narra Pedro? tutte confezioni belle e colorate. Ma un barattolo colpì l’attenzio-
• Cosa proposero i due giovani ne della bambina, un barattolo diverso dagli altri, meno vistoso,
europei al contadino Manuel? con su una scritta: “COMMERCIO EQUO SOLIDALE.”
Stava già per riprendere il suo giro, quando una voce la costrin-
se a fermarsi:
– Chiama Zongo, ho una storia da raccontarvi!
Fu così che i due fratelli aprirono il barattolo parlante e ascolta-
rono la storia di Pedro, un chicco di caffè.

– Mio padre si chiamava Pablo e anche lui faceva il chicco di


caffè. Fin da quando era piccolo aveva vissuto nei campi di caffè
con tutti i suoi parenti. Erano amici di Manuel, il contadino, che
è un po’ il padre di tutti noi chicchi. È lui che ci prepara la terra.
Tutti i santi giorni di tutte le sante settimane stava là, sul suo
campo, insieme alla moglie, a zappare e a raccogliere. Però gua-
dagnavano poco. Poveri erano nati e poveri erano rimasti. A noi
dispiaceva vederli tristi, perché gli volevamo bene.
Ogni anno, quando noi chicchi eravamo maturi, ci ammucchia-
vano dentro dei sacchi lungo la strada. Stavamo lì, stretti stretti.
Poi arrivavano i signori delle Compagnie e si mettevano a discu-
tere con Manuel sul prezzo. Ogni anno pagavano sempre meno,
perché, così dicevano, il caffè doveva poi essere tostato da altri,
lavato da altri ancora, macinato da chissà chi, poi messo nei
barattoli e spedito in Europa. Tutto questo costava un sacco di
soldi. I signori delle Compagnie si lamentavano sempre, così
Manuel e gli altri contadini rimanevano poveri.
Intanto io ero cresciuto e avevo paura di fare quel viaggio dal
campo fino ai negozi dell’Europa. Finché era Manuel a racco-
glierci, a tenerci nella sua mano sporca di terra, eravamo con-
tenti, perchè sentivamo che lui ci voleva bene. Poi però sareb-
bero arrivati quegli altri, e non mi piaceva come ci trattavano.
I chicchi passavano da una mano all’altra, ma nessuno li guar-
dava, nessuno li accarezzava.

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RACCONTO FANTASTICO

Un giorno arrivarono al villaggio due giovani simpatici. LO SAPEVI CHE ?


Vollero parlare con i contadini che coltivavano il caffè. Al supermercato puoi trova-
Spiegarono che non era giusto che guadagnassero così poco. re cibi dal nome strano.
Noi chicchi stavamo attenti. I due raccontarono che in Europa Eccone alcuni:
c’erano delle botteghe che vendevano il caffè comperandolo - azuki: piccoli fagioli rossi
direttamente dai contadini, senza farlo passare per altre mani. - bing: un tipo di ciliegia
Così i soldi sarebbero andati tutti ai coltivatori. - cantalupo: un tipo di me-
Manuel e gli altri decisero di provare. Quando noi chicchi lone
fummo maturi, ci vendettero a quei giovani, guadagnando - fanciullaccia: una spezia
meglio di prima. Anche noi eravamo più felici. simile al pepe, proveniente
Sulla nave che ci portava in Europa cantavamo tutto il tempo, dall’India
perché sapevamo che ci avrebbero portato nelle botteghe dove - gomasio: un preparato
la gente ci avrebbe voluto bene. con semi di sesamo e sale
marino
- spirulina: un tipo di alga
Chiara e Zongo rimasero in silenzio, poi il chicco richiuse il - tofu: formaggio ottenuto
coperchio e tornò a dormire. I due si guardarono, un’occhiata dai fagioli di soia
d’intesa e presero il barattolo tra le mani, con delicatezza, per
Tu ne hai visti altri?
portarlo a casa tra la spesa della mamma.

Aime, Fiabe nei barattoli, EMI

MILLE E UNA IDEA


• Cosa significa “commercio equo e solidale”?
Prova a cercare nel dizionario una parola alla
volta e scrivi le tre definizioni.
- Commercio = ..............................................
......................................................................
- Equo = .........................................................
......................................................................
- Solidale = ....................................................
......................................................................
• Hai capito, ora, di che cosa si tratta?
Nella città in cui abiti, è praticato questo tipo
di commercio? Tu ne avevi già sentito parlare?

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Mille e un...
Realtà & Fantasia
Molti artisti hanno rappresentato la realtà con gli occhi della fantasia.
Uno di questi è stato Joan Mirò. Osserva due dei suoi dipinti più famosi.

In questo dipinto immagini strane


emergono da uno sfondo dai
colori caldi e solari.
• Quali figure riesci a riconoscere?
...................................................
• Cosa rappresentano secondo te?
...................................................
• I colori usati ti fanno pensare a
un paesaggio caldo o freddo?
...................................................

Paesaggio catalano

• Cosa significa la parola “siesta”?


.............................................................................
• A cosa è dovuta secondo te la scelta del colore
dello sfondo?
.............................................................................
• Da quale mondo possono scaturire gli esseri
misteriosi e bizzarri rappresentati?
.............................................................................

LO SAPEVI CHE ?
Joan Mirò nacque a Barcellona
il 20 aprile 1893. Iniziò a dise-
gnare all’età di otto anni. Nel Siesta
1912 entrò alla Scuola d’arte
di Barcellona. Morì a Palma di
Maiorca all’età di novant’anni.

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Un altro pittore famoso è Vasilij Kandinsky.


Anch’egli ha rappresentato la realtà a modo suo.
Osserva questi due dipinti, poi prova a rispondere alle domande e a
mettere un titolo ad ognuno di essi.

Colori, linee e forme geometriche si


fondono in un disegno semi astratto.
• Quali forme riesci a riconoscere?
.......................................................
• Quali colori attirano la tua atten-
zione?
.......................................................
• Quali sensazioni o quali emozioni
suscita in te questo dipinto?
.......................................................

................................................

LO SAPEVI CHE ?
Vasilij Kandinsky nacque a Mosca
nel 1866, e visse fino al 1944. Fu
uno dei più importanti pittori
russi. Studiò a Monaco.
Nella sua vita conobbe tanti altri
pittori e, con alcuni di essi, fondò
gruppi e associazioni. Nella sua
vita fu anche insegnante.

................................................

• In questo dipinto prevalgono le immagini o le • TOCCA A TE!


pennellate di colore? Ora tocca a te! Prendi foglio e matita,
disponilo in senso orizzontale, traccia una
......................................................................... linea per dividerlo in due parti uguali.
• Cosa rappresenta, secondo te, questo quadro? Disegna nel primo spazio un paesaggio a
......................................................................... piacere e coloralo in modo realistico. Poi
• Quali immagini pensi di riconoscere? cerca nel tuo disegno tutte le forme geome-
triche, come ha fatto Kandinsky. Realizza
.........................................................................
quindi, nel secondo spazio, un altro paesag-
• Quali sensazioni provi?
gio solo con le figure geometriche e coloralo
......................................................................... con colori a piacere.
Ecco realizzato il tuo capolavoro!
29
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Scrivi il tuo testo fantastico


• Per scrivere un testo fantastico occorre stabilire gli elementi principali della storia:
i personaggi, il luogo e il tempo. Sceglili tra le possibilità presentate sotto, poi com-
pleta gli appunti: ti serviranno da guida nella stesura del testo.

LUOGO
P ER S O N A G G I

Appunti:
T EM P O
• I personaggi sono:
..................................................
..................................................
• Il luogo è:
..................................................
..................................................
• Il tempo è:
..................................................
..................................................

30
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Spunti e suggerimenti per iniziare


• Ora organizza una traccia per scrivere il tuo racconto. Per prima cosa delinea la strut-
tura.
Ricorda che:
- l’introduzione presenta i personaggi della storia, il tempo e il luogo in cui si svolge la
vicenda;
- lo sviluppo narra i fatti, gli impedimenti, e le soluzioni del problema;
- la conclusione delinea un finale adeguato.

• Ecco alcuni titoli da cui dar vita alla tua storia.


1. La storia di un foglio bianco. 4. La principessa Gattaquila.
2. Un incontro magico. 5. Un mago per me.
3. Un sogno particolare. 6. Il pianeta degli oggetti parlanti.

Il binomio fantastico
Per inventare una storia fantastica puoi giocare ad associare due elementi reali ma distanti tra loro.
Ad esempio: scarpa - elefante.
• Scegline due tra quelli proposti, e prova anche tu!

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RACCONTO Verosimile

Il mare in una stanza


Prima di leggere, dai un’occhiata alle domande a cui dovrai
rispondere. Ti servirà per orientarti meglio nella comprensione
del brano.

Madurer era un bambino pallido, ma non infelice. Aveva una


malattia rara che lo costringeva a vivere al riparo della luce del
sole, per cui era cresciuto dentro casa.
Sebbene avesse quasi undici anni, la vita rinchiusa aveva rallen-
tato la fioritura del suo corpo, e i suoi lineamenti erano quelli di
un bambino di appena nove anni.
Tuttavia niente in lui era incompleto o gracile: il volto era lim-
pido e grazioso, gli occhi fermi e scuri, i capelli nerissimi e
folti. La carnagione era pallida come quella del padre.
Vestiva casacche di lino ricamate con fili di cento
colori, opera eccellente delle anziane serve che lo
accudivano. Le stesse mantenevano perfetta la pulizia
delle stanze in cui viveva.
Per il suo undicesimo compleanno, suo padre decise
di regalargli l’opera di un pittore. Infatti le stanze di
Madurer avevano pareti bianche, un quadro ci sareb-
be stato proprio bene.
Il bambino fu felice del regalo. Conobbe Sakumat, il
pittore, e gli chiese di dipingere non un quadro, ma
tutte le pareti delle sue tre stanze.
Madurer voleva il mondo sulle pareti: il mare, le
montagne, le città, le campagne, i boschi, gli animali,
tutto! Soprattutto il mare.
– I pesci sono infiniti, Sakumat?
– Non infiniti – rispose il pittore, aggiungendo pen-
nellate azzurro-verdi al mare – ma certo nessuno li
può contare.

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RACCONTO Verosimile

– Qualcosa che non si può contare, è infinito! – fece Madurer. Per lettori...
Ormai il mare era completo. Tutto attorno alla stanza, fino al attenti
pavimento, un’intensa striscia azzurra, a tratti increspata, splen-
• Cerca nel testo le risposte e
deva sotto il diverso azzurro del cielo.
sottolineale con gli stessi colo-
Nuvole gonfie ne coprivano una parte, venendo da lontano, ri delle domande.
allargandosi all’orizzonte come una fioritura luminosa. - Perché Madurer vive dentro
Scorrendo con lo sguardo il mare, si vedevano colori diversi. In casa?
certi tratti il blu, altrove un azzurro trasparente, poi un verde - Quanti anni ha Madurer?
azzurrato, orlato di sottilissime strisce di spuma. - Cosa gli regalò il padre per
– Facciamo qualche pesce, Madurer? – chiese il pittore. il suo compleanno?
– Non è possibile, Sakumat. I pesci stanno dentro il mare, e non - Come si chiama il pittore?
li possiamo vedere. • Ora rispondi alle seguenti
– Ma anche noi, in qualche modo, siamo dentro il mare. Siamo domande.
nel mare di queste pareti. Siamo un po’ fuori e un po’ dentro… - Dove sta dipingendo il mare?
- Perché il pittore dice di esse-
– No, è come se fossimo in una barca di vetro – disse il bambi-
re nel mare?
no – galleggiamo appena sopra il mare.
- Perché il pittore vuole dise-
– Qualche volta i pesci saltano fuori – replicò il pittore – persino gnare i pesci?
le balene fanno i salti, e i delfini e i pesci spada, in branchi, guiz- - Perché il bambino non vuole
zano fuori dall’acqua in arcobaleno. Seguono la rotta delle navi, il disegno dei pesci?
anche quelle di cristallo. E poi c’è il pesce volante, che può vola-
re per centinaia di metri, prima di ricadere in mare…
– A te piace dipingere i pesci, vero? – chiese Madurer, e il pitto-
re sorrise. Per lettori...
– Sì, molto. Lo hai capito? attivi
– Ma io credo… forse è meglio che i pesci stiano nel mare. • Sottolinea tutti gli elementi
Perché… non so dirti il perché. che descrivono il mare e riscri-
– Forse, Madurer, pensi che se li dipingiamo, sarebbero pesci vili su un foglio. Aggiungi poi
fermi. Invece, sotto, nuotano veloci e sono infiniti. altri aggettivi, verbi, nomi che
Fu Madurer a sorridere adesso. ti vengono in mente pensando
– Forse è questo, Sakumat – disse il bambino. al mare:
Così niente rompeva la linea del mare, che coronava quasi inte- ...........................................
ramente la seconda stanza come uno spazio senza fine. ...........................................
R. Piumini, Lo stralisco, Einaudi Ragazzi ...........................................
• Ora prova a scrivere dieci,
quindici righe sul tema:
Il mare per me.

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RACCONTO REALISTICO

A braccia aperte
Per lettori... Leggi facendo attenzione a rispettare tutte le pause date dai
attenti segni di punteggiatura.
• Chi è Cecilia?
• Da dove proviene? Adottata. Era stata adottata.
• Come si sente Cecilia nella Così le avevano spiegato. Che poi voleva dire che aveva dei
nuova famiglia e nella nuova genitori nuovi. Ricchi.
città? Il nuovo papà faceva il veterinario, la nuova mamma era una
• Che cosa trova strano Cecilia dottoressa che lavorava in un ospedale. A volte le sembrava di
degli italiani? Secondo te per- essere finita in una delle telenovele della mamma. Della mamma
ché? brasiliana, si intende.
• Cosa piace in particolare a Era bella, Torino. In Italia si trovava niente male, e quel-
Cecilia? l’assistente sociale in fondo era stata brava a trovarle
una famiglia simpatica.
Ma alcune cose Cecilia proprio non le capiva.
A Torino la gente ti chiedeva scusa, se per
caso ti urtava, per strada. Non era permesso
toccarsi. Non in pubblico, almeno. Solo i
bambini si lasciavano abbracciare senza
timore.
– Come ti chiami? – le aveva chiesto un
giorno un piccolo sconosciuto.
Lei allora aveva sfoderato la sua bellis-
sima armonica a bocca e aveva iniziato
a suonare, il bambino si era seduto per
terra e aveva spalancato la bocca.
Le piacevano tutti gli strumenti. Il
flauto le risucchiava il fiato. Il violino
le prolungava le braccia e accettava
volentieri il morbido della guancia.
Niente, è vero, in confronto al
violoncello, o al bassotuba,
strumenti che erano lì apposta
per farsi abbracciare.
Ma erano strani gli Italiani.
Avevano porte per chiuder-
si in casa come in cassafor-
te. “Per fortuna”, si diceva
Cecilia, “che basta girare
una maniglia e il mondo
entra e la casa esce”.
34
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Per non parlare, poi, della vita frenetica. Quel pomeriggio aveva
violino alle cinque e danza alle sette. Dopo cena aveva da studia-
re storia e il giorno dopo doveva svegliarsi presto per ripeterla.
Sembrava che gli adulti si fossero messi d’accordo per tenere
sempre impegnati i ragazzi.
Adesso, per esempio, se ne sarebbe stata volentieri da sola in Per lettori...
camera a scrivere il suo diario. Invece no: era proprio stufa! attivi
A Cecilia piaceva anche andarsene in giro senza meta, respira- • Prova a descrivere la tua
re il vento. Ma, ogni volta che usciva a far due passi, vedeva solo città, o paese, con gli occhi di
persone che si muovevano tutte in una stessa direzione, verso Cecilia, di una bambina, cioè,
una località sconosciuta. Accorreva gente da tutte le parti, toc- venuta da lontano.
cata dallo stesso vento che la spingeva di corsa. Non capiva il Cosa pensi che noterebbe?
perché di tutta quella agitazione. Di cosa si innamorerebbe?
Pian piano ci si abituò. Che cosa invece non riuscireb-
be a capire?
A. Ferrara, A braccia aperte, Falzea Editore

SENZA SEGRETI Per riflettere


su se stessi
Lo scrittore è chi scrive la storia, il narratore è chi la racconta.
Non sempre sono la stessa persona. • Anche tu, come Cecilia, hai il
pomeriggio denso di impegni?
TOCCA A TE Quali?
• In questo brano, chi è lo scrittore? • Li pratichi con piacere o con-
• Chi è il narratore? tro voglia?
• Sono la stessa persona? • Cos’altro ti piacerebbe fare?
• Immagina che il narratore sia Cecilia e riscrivi le prime tre righe.

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RACCONTO REALISTICO

Il ciliegio
Leggi cercando di dare un’intonazione diversa ai vari perso-
naggi che parlano.

Quando avevo quattro anni, avevo quattro nonni: due nonni di


città e due nonni di campagna.
Quelli di città si chiamavano Luigi e Antonietta e assomigliava-
no spiccicati a tutta la gente di città. Quelli di campagna si chia-
mavano Ottaviano e Teodolinda e non assomigliavano a nessu-
no, nemmeno ai loro vicini di casa.
I nonni di città abitavano nel nostro palazzo e io li vedevo come
minimo quattro volte al giorno.
Alle otto del mattino, quando il nonno tornava dalla passeggia-
ta con Floppy:
– Allora, cosa facciamo, oggi, giovanotto? Andiamo o no a scuola?
Alle nove, quando la nonna usciva con Floppy per la spesa:
– Sei pronto per la scuola, sfringuellino?
Alle due, quando il nonno usciva per la seconda passeggiata
con Floppy:
– Ah, sei tornato dalla scuola! Bravo!
E alle cinque, quando la nonna usciva con Floppy per le compe-
re o per una visita alle amiche:
– Ti sei divertito oggi a scuola, sfringuellino?
La scuola era quella materna, che io odiavo
con tutte le mie forze da quando, una brut-
tissima mattina, la mamma aveva ricomin-
ciato a lavorare e mi ci aveva portato per
forza. Così ogni giorno era la stessa storia:
io piangevo, il nonno bussava alla porta, la
nonna si affacciava e tutti e due se ne anda-
vano con Floppy.
Tutti diversi i nonni di campagna. Per
prima cosa avevano oche e polli al posto di
un cane; poi non uscivano quattro volte al
giorno per portarli a passeggio; infine non
abitavano sopra di noi, ma quaranta chilo-
metri di distanza e io li vedevo sì e no un
paio di volte al mese.
La mamma, a volte, quando parlava di loro,

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RACCONTO REALISTICO

sospirava e diceva frasi del tipo: “Come fossero dei fantasmi”. E


io immaginavo il nonno Ottaviano e la nonna Teodolinda coper-
LO SAPEVI CHE ?
ti da un lenzuolo bianco, uno alto e l’altra larga, mentre insegui- I fiori di ciliegio attraggono
vano i polli e le oche nel cortile. molto le api: offrono abbon-
Questi nonni erano i genitori della mamma ed erano più simpa- danti quantità di nettare e
tici degli altri due, proprio come lei. polline… slurp!
La mamma era la loro unica figlia e, quando lei nacque, il nonno
fece festa per un giorno intero. Poi andò nell’orto a piantare un
ciliegio appena comprato. Poi prese un coltellino, lo arroventò e
incise a fuoco un nome: “Felicità”. La mamma, infatti, si chiama
così e questo, secondo il nonno, doveva essere anche il nome
MILLE E UNA IDEA
del ciliegio. Adotta un albero!
Ma la nonna gli fece notare che era un nome poco adatto a un • Di sicuro c’è già nella tua
ciliegio; allora il nonno decise che lo avrebbe chiamato “Felice”, vita un albero a cui sei
e così è stato. affezionato: magari ci gio-
Felice aveva allora tre rami e, in primavera, quando la mamma chi vicino, o sotto, o ti ci
aveva sette mesi e quattro denti, mise anche lui quattro fiori. Da arrampichi, o semplicemen-
te lo guardi spesso.
quel momento la mamma e il ciliegio sono cresciuti insieme e
Sai che albero è?
con il nonno e la nonna hanno formato una famiglia.
Prova a informarti e a cono-
scerlo meglio. Puoi anche
A. Nanetti, Mio nonno era un ciliegio, Einaudi
dargli un nome.

Per lettori...
attenti
• A proposito di alberi... ecco l’albero genealogico: completa, dove puoi, i nomi della famiglia descritta
nel brano.

nonno paterno nonna paterna nonno materno nonna materna


................................ ................................ ................................ ................................

padre madre
................................ ................................

narratore/narratrice
................................

• Dove viveva il narratore da piccolo? • Perché il nonno materno piantò un ciliegio?


• Che abitudini avevano i nonni paterni? • Cosa incise sul tronco dell’albero?
• E quelli materni?

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RACCONTO REALISTICO

Miguel
Dopo una prima lettura silenziosa, per comprendere il brano,
leggi a voce alta, cercando di immedesimarti nel narratore.
Per lettori...
attenti Io mi tengo compagnia così. Leggendo. Mi piace. Mi regalano
molti libri. Altri me li regalo da solo. Ogni libro mi sorprende,
• Cos’è il “suono di un libro”? spalancandosi come uno scrigno.
• Cosa vuol dire che “le storie
Mi piace cominciare un libro, è come affondare le labbra nella
si raccontano da sole”?
schiuma di un cappuccino. Mi tuffo nel libro-cappuccino senza
• Perché Miguel vuole raccon-
tare le storie delle cose “senza
salvagente. Sfoglio pagine di città di banditi, di fichi, di carroz-
voce”? ze, di navi e campanili.
• Cosa scrive Miguel nel diario, Mi chiamo Miguel, ho dieci anni. Sono nato sordo, ma un pochi-
tutti i giorni? no ci sento. Non è una cosa grave. L’orecchio di un lettore è
• Perché, secondo te, Miguel è spesso disturbato da voci, rumori che non c’entrano nulla col
rimasto colpito dalla storia “suono di un libro”. Le orecchie non funzionano granché, ma gli
dello scarafaggio? occhi vanno bene.
Per fortuna le parole si possono sentire con le orecchie, ma
anche leggere con gli occhi. Mi viene anche da scriver-
le, le storie. Nella testa se ne accumulano tante, con
tutti i personaggi che si parlano tra loro. Non stanno
fermi un attimo, chiedono tutti di uscire.
Sento poco di fuori, ma molto di dentro.
I personaggi scivolano dentro i racconti, senza
che lo faccia apposta. Mi dicono che parole
usare, quali frasi scegliere. Le storie si raccon-
tano da sole.
Quando in classe parlano tutti, io sento solo
una specie di rumore dal quale, però, di tanto
in tanto affiora una parola comprensibile.
Queste parole io le scrivo sul diario, nella
pagina del giorno in cui le ho sentite.
La sera, nel letto, le leggo e le cucio
insieme in una storia, così mi sem-
bra che quelle parole mi raccontino
quello che è successo in classe e io
non ho capito.
Le parole di oggi sono state: anello,
pietra, gelato, ruscello, triste,
pane.

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RACCONTO REALISTICO

E questa è la storia che è saltata fuori: MILLE E UNA IDEA


“Era una mattina triste. Raccolse una pietra in un ruscello gelato.
In Italia sono moltissimi i
Sotto la pietra era nascosto un anello. Nell’aria c’era un sapore
bambini non-udenti che
di pane”.
vanno in scuole speciali,
Non capisco perché, ma so che una storia inventata mi sembra dove si insegna loro a leg-
sempre più vera di una accaduta sul serio. gere le parole sulle labbra
Voglio diventare un grande scrittore, voglio dire le storie delle degli altri. Negli ultimi anni,
cose piccole. Penso che sono nato sordo per poter sentire però, molti di loro hanno
meglio tutte le frasi del mondo, tutti i racconti senza voce nasco- iniziato a frequentare le
sti nelle piante e nei pesci, nella sabbia o sugli alberi. scuole statali, insieme agli
È buffo, però, che un sordo si metta ad ascoltare tutti questi udenti.
muti. Veramente buffo. La loro lingua si parla con le
Le cose piccole hanno dentro le storie più belle. Ho letto che lo mani, si chiama “LIS”, cioè
scarafaggio può vivere nove giorni anche se privato della testa, Lingua Italiana dei Segni.
dopodiché… muore di fame.
Mi piacerebbe scrivere del matrimonio di una formica, del viag-
gio di uno scarabeo, della tristezza di una pulce, del sogno di uno
scorpione, della carie di uno squalo, del raffreddore di un elefante.

A. Ferrara, I suoni che non ho mai sentito, Fatatrac

Per lettori...
attivi Forse ti è capitato di veder-
• Prova come Miguel a “cucire” una sto- la in televisione, quando,
ria partendo da poche parole. Chiudi gli vicino al cronista, in una
occhi e scegli cinque parole. “finestra”, un interprete
traduce con le mani.
.......................................................... Fai una ricerca per scoprire
.......................................................... cos’è la dattilologia; puoi
......................................................... servirtene per comprendere
meglio un tuo compagno
......................................................... non-udente, o puoi divertir-
......................................................... ti a usarla per comunicare in
• Potrebbero diventare i personaggi segreto.
di una storia?
Combina fra loro le parole e
prova a costruire la storia.

39
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RACCONTO REALISTICO

La banda Emme
Marianna, Matteo, Monica e Martino non erano amici solo per-
ché i loro nomi cominciavano tutti per M: anzi, quella era una
cosa di cui si erano accorti quando la loro amicizia era già nata.
Erano amici perché si trovavano bene assieme, perché faceva-
no sempre la pace dopo aver litigato, perché si divertivano un
mondo a fare scorribande ed esplorazioni per tutta Roccamurata,
il paese dove passavano le vacanze.
I loro giochi duravano solo un mese all’anno, perché abitavano
in quattro città diverse. Era un’amicizia corta, ma forte. Avevano
più o meno la stessa età: nove, dieci anni.
Nell’estate in cui avevano circa sei anni avevano conosciuto
Baldotto, un vecchio contadino che abitava in una casa appena
fuori il paese.
Lui aveva parlato con loro, li aveva portati a vedere la stalla,
il porcile, il pollaio, poi li aveva fatti sedere su una panca bassa,
di legno antico, davanti alla porta di casa.
– Su questa panca stavano seduti i miei figli, e poi i miei nipoti,
quando erano piccoli come voi – aveva detto – Io stavo seduto
qui, su questa sedia, e raccontavo storie.
– Ne racconti una anche a noi? – aveva chiesto Monica, che era
la più coraggiosa dei quattro.
Baldotto ne aveva raccontate quattro, una più bella dell’altra.
– Quattro storie, come noi quattro bambini! – aveva detto
Monica, entusiasta, raccontando tutto a sua madre.
Così, ogni anno, appena erano tutti e quattro, gli amici andava-
no a trovare Baldotto, e lui li portava di nuovo nella stalla, nel
porcile, nel pollaio, a vedere le novità. Poi sedevano sulla panca
di legno, e si preparavano ad ascoltare il vecchio.
– Quali vi ho raccontato l’anno scorso? – chiedeva lui.
I quattro gliele ricordavano.
– Allora bisogna che questa volta ne racconti di nuove! – diceva
Baldotto.
– Ci piacciono anche quelle vecchie, però! – dicevano i bambini.
Così, ogni anno, Baldotto raccontava due storie nuove e due
storie vecchie. E raccontando quelle
vecchie non sbagliava una parola: le
raccontava uguali uguali
alla prima volta.
Passarono gli anni.

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RACCONTO REALISTICO

Per lettori...
Venne l’estate in cui quelli della Banda Emme avevano dieci attenti
anni. Per la verità Martino ne aveva ancora nove. Quando i • Da chi è formata la Banda
quattro andarono da Baldotto, le cose erano cambiate. Emme?
La casa aveva un’aria troppo tranquilla, un po’ spenta. Il vecchio • Com’è nata questa amicizia?
era seduto sulla grande sedia e teneva gli occhi chiusi. La testa • Quanto tempo trascorrono
era inclinata verso destra. insieme i ragazzi?
– È successo quest’inverno – disse la signora Marcella dando Tutto l’anno
loro i biscotti – un giorno ha preso l’influenza, una gran febbre, L’estate
e… da allora non è stato più come prima. Però sta bene. Se ne L’inverno
sta seduto lì, al sole. Chissà se pensa o se dorme. Forse riposa. • Chi conoscono un’estate?
• Perché al vecchio piace rac-
La stalla e il porcile erano chiusi. Solo le galline erano rimaste,
contare le storie?
ma sembravano tristi anche loro.
Le mani di Baldotto tremavano.
Monica disse:
– Sentite, ho un’idea! Prendiamo la panca di legno e SENZA SEGRETI
sediamoci al solito posto!
Poi Monica cominciò, con voce chiara: In tutti i racconti esiste una strut-
– C’era una volta un re che aveva un figlio zoppo… tura precisa.
Era la prima storia che il vecchio aveva raccontato Il narratore può scegliere la
loro anni prima, e Monica la ripeté con precisione. fabula o l’intreccio:
Poi toccò a Matteo: - per fabula si intende l’insieme
degli avvenimenti raccontati in
– C’era una volta, in un paese lontano, il brigante
ordine temporale;
Tambucco…
- per intreccio si intende l’insie-
Man mano che raccontavano, le mani tremanti di me degli avvenimenti in un ordi-
Baldotto si calmavano e la testa si raddrizzava un po’. ne deciso dallo scrittore.
Marianna raccontò la storia di Pietro lo schiavo e Ad esempio, una storia può
Martino quella del fabbro Tramuzzo. essere raccontata non dall’inizio,
La testa del vecchio, ora, era quasi dritta, e le mani ma da un momento qualsiasi o
non tremavano più, ma tenevano saldamente i brac- dalla fine.
cioli della sedia.
Ogni tanto, ascoltando, sempre ad occhi chiusi, Baldotto TOCCA A TE
muoveva la testa su e giù, come chi dice sì, o come chi • Che struttura ha il racconto
ricorda. appena letto?
Fabula
R. Piumini, Ciao, amici, S. Antonio Editrice Intreccio

MILLE E UNA IDEA


Il tesoro delle storie
Le storie, per non essere dimenticate, hanno bisogno di essere raccontate.
Fatti narrare una storia vera o inventata da una persona anziana (un nonno,
uno zio, un amico), poi condividila con qualcuno.
Magari, passa la storia a un compagno e fatti dire la sua. Le storie sono un tesoro!
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A partire dalle immagini


• Scrivi una didascalia per ciascuna vignetta.

................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................

................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................

................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................

................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................
• Ricostruisci ora la storia, arricchendola
di particolari e dalle un titolo. 42
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Scrivi il tuo testo realistico


• Scegli uno degli incipit proposti e continua a scrivere il tuo testo.
Per organizzarti meglio, decidi prima che ordine vuoi dare alle tue idee, preparando una
scaletta.
1. Anche quest’anno il primo giorno di scuola è stato emozionante.
2. Sono stanco di litigare sempre con lo stesso compagno di classe.
3. A tutti, prima o poi, capitano delle cose buffe. A me è successo che…
4. Mi piace ascoltare i racconti. Quando qualcuno inizia a narrare, io…
5. Come tutti i bambini della mia età, anche io ho i miei problemi. Il più grande è che...

Spunti e suggerimenti per iniziare


• Per scrivere un racconto realistico, immagina personaggi reali che si muovono in luo-
ghi reali, in un tempo presente, passato o futuro. Contemporaneamente delinea la
struttura della tua storia con introduzione, sviluppo e conclusione.

Scrivi il tuo testo verosimile


• Scegli tra le situazioni illustrate sotto quella che ti ispira di più per inventare un
racconto di fantasia, ma possibile nella realtà.
Prova poi a raccontare in dieci righe la storia.

43
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Osserva tutti gli elementi e i particolari di questo fumetto, ispirato ad


un libro che ti consiglio di leggere. Per ora il gioco è semplice: devi
cercare di costruire la trama della storia a partire da ciò che vedi.
Leggi bene le immagini e non tralasciare nessun dettaglio.

Banco di aringhe
a sinistra!

Promettimi che non


ti mangerai l’uovo!
Promettimi che ne avrai cura
finchè non sarà nato il piccolo!
Promettimi che gli
insegnerai a volare!

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Come si fa
ad aver cura
di un uovo?

devi covarlo,
cioè accovacciarti
su di esso e dargli
il tuo calore

MAMMA,
MAMMA!

Come andrà a finire la storia? Prova a scrivere questo racconto, poi, ovviamente,
confrontalo con quello scritto dall’autore. Si tratta del libro Storia di una gab-
bianella e del gatto che le insegnò a volare, di L. Sepulveda.
Materiale occorrente: fantasia e penna.

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I E R .. .
DOS S
Che animale sei?
Per stare in forma
è importante praticare
“Piazzato sempre in porta!
attività fisica. Per me è una gran disdetta:
Tu che tipo sei? del gioco non m’importa
Cerca fra i vari sport. e lì mi annoio in fretta
ché i gol diventan rari.
È proprio una gran truffa!”
L’ippopotamo sbuffa
ed anche gli avversari.
Chi a basket è maestro
sa fare la schiacciata
nel mezzo del canestro.
Ma non ci prova gusto
l’altissima giraffa
dal collo ad alto fusto.

La pallavolo esalta
chi tanto in alto salta.
Van su in elevazione,
schiacciano o fanno muro,
durante la tenzone
i lunghi vi assicuro.
Riequilibra le sorti
a favore dei corti
pur se non gli compete
(e non gli vien guadagno)
l’incredibile ragno
ritessendo la rete.
Se trema l’asticella
posata molto in alto,
dopo compiuto il salto,
la gara è ancor più bella,
davvero emozionante.
Non sembri cosa strana
se in cima sta svettando,
muovendo da distante,
una vivace rana
46 che balza gracidando.
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Molti giocano a ping pong


da Parigi fino a Hong Kong.
La palla schizza in fretta
al colpo di racchetta.
Con mezzi naturali
fa tiri micidiali,
prestando al colpo secco
la spatola del becco,
quest’anitra in azione
chiamata “Mestolone”.
Tra innumerevoli paletti
fa scivolar felice
compiendo slalom stretti
su piste riservate
l’oca sciatrice
le zampe sue palmate.
“Ho fatto un grande sbaglio.
Mostrandosi più scaltri,
con l’arco tiran gli altri
le frecce sul bersaglio,
mentre io scoccai me stesso.
Che cosa farò adesso
che il segno ho in pien centrato?
Davvero non mi aggrada –
si lagna il pesce spada –
restare qui infilzato”.

• Tu quale sport preferisci? Un’ottima partenza


........................................................................ può far la differenza
• Pratichi qualche sport? Quale? quando si nuota in gara.
........................................................................ Balzar dal trampolino
• A quale animale faresti praticare il tuo sport? è un’arte che si impara
........................................................................
con grande applicazione.
Non vale per il delfino
• Hai scelto tu lo sport a cui ti dedichi, o l’hanno
che nasce già campione.
scelto altri per te?
........................................................................ S. Junakovic,
• Quante ore a settimana dedichi allo sport? Faccio sport,
Bohem
........................................................................
• Partecipi a gare o competizioni?
........................................................................
47
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• Tu sai nuotare?
Federica Pellegrini,
..............................................
• Quali stili di nuoto conosci?
..............................................
sirena d’acqua dolce
.............................................. “Splash”! Lo “splash” è la colonna sonora della mia vita. Lo
• Nella tua città o paese c’è
“splash” mi fa stare bene. È una sensazione fantastica, quan-
una piscina? La frequenti?
do fai splash. La cosa più bella di quando ti alleni da sola.
.............................................. Chiudi gli occhi e ascolti il fruscio delle bracciate. È una musi-
• Cerca nel testo i vantaggi
ca, ogni volta diversa. L’acqua è il mio ambiente naturale.
dello sport secondo Federica
Pellegrini. Sei d'accordo con Sono un pesce, e se mi spuntassero le branchie non ci trove-
lei? Per ognuno di essi prova a rei nulla di strano.
scrivere una tua spiegazione Lo sport serve a conoscersi, aiuta a volersi bene ed è molto
breve ma convincente. impegnativo. Sarà per questo che non conosco la noia. La noia
1. .......................................... deve essere una cosa terribile. Porta la tristezza, la malinconia.
Dicono che in giro c’è un sacco di gente che si annoia.
2. ..........................................
Mi dispiace per loro, hanno bisogno di trovare una passione.
3. .......................................... Io sono fortunata perché sono una creatura d’acqua dolce.
• Secondo te, lo sport ha altri
E le creature d’acqua dolce non si annoiano mai.
aspetti positivi? Quali?
da Per passione, Buena Vista
..............................................
..............................................

48
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La partita di pallavolo
Sapevo che prima o poi il giorno della rivincita sarebbe arriva-
to. Bene, è stato oggi. Abbiamo sconfitto quei fenomeni della
IV A a pallavolo. Anzi, non li abbiamo veramente solo sconfit-
ti: li abbiamo stracciati, distrutti, umiliati, ridicolizzati, fatti a
pezzettini, ridotti in briciole, a nulla.
Quando hanno lasciato il campo da gioco avevano la lacrimuc-
cia facile e un muso così lungo che sembravano tanti cocco-
drilli. Intendiamoci, non è che io ci tenessi poi così tanto a bat-
terli: il maestro dice che vincere o perdere sono cose che suc-
cedono, l’importante è giocare lealmente.
Io sono perfettamente d’accordo, però devo dire che vincere,
anzi, stravincere, dà molta più soddisfazione che perdere. Il
fatto è che i bambini della IV A sono dei fenomeni a calcio, ma
della pallavolo non sanno quasi nulla. Abbiamo dovuto quasi
spiegare loro le regole!
Abbiamo giocato per due set, con Capitan Quinto a fare da
arbitro. Abbiamo vinto 15 a 1 e 15 a 2. Gli unici punti che
hanno segnato loro glieli ha regalati il nostro maestro con un
LO SAPEVI CHE ?
Regole del gioco:
arbitraggio scandalosamente di parte. Noi non abbiamo nep-
• ogni squadra deve buttare
pure protestato, perché eravamo troppo superiori. la palla verso il campo avver-
sario;
S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Edizioni Elle
• ogni squadra ha a disposi-
zione tre tocchi per rinviare
la palla nel campo degli
• “Vincere o perdere non ha importanza. È importante giocare leal- avversari. Ma è così solo dal
mente”. Sei d’accordo con l’affermazione dell’insegnante? Perché? 1922. Prima il numero dei
...................................................................................................... tocchi era infinito!
Nel caso di un quarto tocco,
• Tu come ti senti quando vinci? .................................................... la squadra avversaria segna
• E quando perdi? ......................................................................... un punto.
Lo stesso accade se lo stesso
• Conosci bene le regole degli sport che pratichi? Le applichi sempre? giocatore tocca due volte di
...................................................................................................... seguito la palla;
• la squadra che riesce a far
• Ti comporti lealmente con i compagni di squadra? E con gli avversari? toccare per terra la palla sul
...................................................................................................... campo avversario guadagna
un punto.
• Ti sembra giusto infierire su chi perde? .......................................

49
015_052_ 2bz.qxd 3-03-2008 16:54 Pagina 50

Per sentirsi in forma


occorre anche avere buone
Alimentest
abitudini alimentari.
Tu come te la cavi? A Cosa mangi a colazione?
Rispondi al test e controlla
i tuoi risultati. 1. Latte e cereali o yogurt e frutta
2. Tè
3. Merendine confezionate
4. Niente
B Quante volte mangi al giorno?

1. Tre: colazione, pranzo e cena


2. Due: pranzo e cena
3. Cinque: colazione, spuntino, pranzo,
merenda, cena
4. In continuazione

C Quante volte al giorno mangi frutta e verdura?

1. Due volte al giorno


2. Tre volte al giorno
3. Mai D Quanti dolci mangi al giorno?
4. Solo a pranzo
1. Tre o quattro
2. Uno
3. Nessuno
4. Ho perso il conto
E Quale cibo non mangi mai?

1. Il pesce Le regole della


2. La carne buona alimentazione
3. La pasta
1 – Mangia in modo vario
4. I formaggi 2 – Fai colazione ogni giorno
3 – Mangia più frutta e più verdura
Solu 4 – Mangia le giuste dosi di pasta, riso
zion e cereali
i: .
o’ di tutto are 5 – Rendi forti le tue ossa con i latticini
un p a mangi 6 – Mangia cinque volte al giorno
gn D-n
.2
- biso E .3 7 – Fai snack intelligenti
C-n
.2 B-n 8 – Bevi tanto
.1
A-n 50
015_052_ 2bz.qxd 3-03-2008 16:54 Pagina 51

Una buona alimentazione


Devi mangiare tutto
se vuoi star bene. Perché?
L’energia è necessaria per
ogni attività del nostro corpo:
respirare, digerire, pensare,
parlare, camminare, correre,
saltare...
Possiamo ricavarla dai diversi
alimenti attraverso i loro
principi nutritivi che sono:

- carboidrati
- proteine
- grassi
- vitamine
Perché tutti i cibi - sali minerali
servono a dare - acqua
infatti per ogni
forza e calore al
azione che compi
corpo e anche a
consumi energia.
farlo crescere.

• Collega i seguenti alimenti ai principi nutritivi che contengono.

C A R B O ID R A T I

P R O T EI N E

V IT A M IN E

GRASSI

I
S A L I M IN ER A L

ACQUA

51
15-52 Mille4°.qxd:Layout 1 19-06-2008 17:16 Pagina 52

La leva calcistica della classe‘68


• Rileggi il ritornello della can-
zone. Sei d’accordo anche tu Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo da pallone
con la definizione che il can-
e terra e polvere che tira vento
tautore dà del calciatore? e poi magari piove.
• Quali sono le caratteristiche Nino cammina che sembra un uomo,
che, secondo te, dovrebbe con le scarpette di gomma dura,
avere un buon calciatore. dodici anni e il cuore pieno di paura.
Ma Nino non aver paura
di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari
che si giudica un giocatore.
LO SAPEVI CHE ? Un giocatore lo vedi dal coraggio,
Le regole del calcio sono
dall'altruismo, dalla fantasia.
in continuo cambiamento. Nino capì fin dal primo momento,
Fino al 1924 i gol fatti dalla l'allenatore sembrava contento
bandierina venivano annullati. e allora mise il cuore dentro alle scarpe
Un tempo erano vietate e corse più veloce del vento.
anche le sostituzioni, che esi- Prese un pallone che sembrava stregato,
stono dal 1966. Prima, se uno accanto al piede rimaneva incollato,
si faceva male, restava in entrò nell'area, tirò senza guardare
campo anche se zoppo! Fino ed il portiere lo fece passare.
al 1970, inoltre, l’arbitro non Ma Nino non aver paura
aveva i cartellini, ma poteva di sbagliare un calcio di rigore,
ammonire o espellere. non è mica da questi particolari
Solo da quindici anni, infine, che si giudica un giocatore.
il portiere non può prendere Un giocatore lo vedi dal coraggio,
la palla con le mani dopo un dall'altruismo, dalla fantasia.
passaggio di piede di un
compagno. F. De Gregori

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053-064 MAFALDA4 2bz 3-03-2008 17:12 Pagina 53

A... ...DESCRIZ
Mille e un ION
E
...simpatico, divertente,
testo libero: biondo, scattante,
<< descrivi il tuo “lui” ideale >> ... bello come il sole che
uhm intelligente....
allora... vediamo... spunta da una radiosa
mattina di maggio...

EHM, Ariel... ... appunto, proprio


...e poi ancora... posso invitarti il mio ideale!
al cinema oggi
pomeriggio?

è un testo o la parte di un racconto in cui vengono


illustrate le caratteristiche di...

53
053-064 MAFALDA4 2bz 3-03-2008 17:12 Pagina 54

UNA... DESCRIZIONE DI PERSONA

Il nonno
Mi piacerebbe che tu conoscessi il nonno, o che alme-
no te lo raffigurassi. È un simpatico vecchietto dai
pochi capelli di un bianco particolare. Pensa che, quan-
do sono sotto la luce, brillano come decori natalizi.
Il nonno ha un gran naso a patata e due baffoni
bianchi e grigi. Da lì sotto, la bocca sembra sorride-
re in continuazione. Gli occhi sono di un azzurro
che, con il cattivo tempo, tende al grigio. Sono
ancora gli occhi che aveva da bambino. Lo so per-
ché ho visto le sue fotografie: figurati che sono in
bianco e nero. Anche il carattere non deve essere
cambiato molto. È capace di fermarsi nel bel mezzo
di un discorso e chinarsi a vedere una colonia di
formiche al lavoro.
– Chissà se le formiche alzano gli occhi per vedere il nostro
mondo di giganti… – ha detto una volta.
È simpatico, anche. È capace di spiegarti tutta la storia dei
Per lettori... Sumeri partendo dai somari che trasportavano comari per mon-
attenti ti, valli e mari.
• Attraverso quali elementi È alto, robusto e la pancia forma un bel pallone, sul quale da
l’autore ha descritto il nonno? piccolino mi addormentavo senza problemi. È goloso di torte
• L’autore, secondo te, ha scel- alla ricotta, ma non lo ammette volentieri. Preferisce dire che
to questi elementi perché: mangia dolci per non veder diminuire il proprio pancione: si
sono quelli che caratteriz- sacrifica per i nipotini… per farli riposare comodi.
zano il nonno Non credo di averlo mai visto arrabbiato, ma ha pianto a lungo
sono quelli che possiedono
quando la nonna se ne è andata.
tutti
Ha una cicatrice sotto il polso della mano sinistra: sapessi quan-
te avventure ho immaginato, per quel taglio!
I. Sciapeconi

SENZA SEGRETI
Descrivere una persona significa scegliere quali aspetti evidenziare di essa. È lo scrittore che decide cosa è
importante spiegare, per farci immaginare un personaggio, e come farlo, cioè con quali aggettivi o paragoni.
La descrizione di una persona può fornire informazioni su:
- la presentazione generale (età, nome, famiglia, tipo di lavoro…);
- l’aspetto fisico (corporatura, altezza, volto con tutti i suoi elementi…);
- l’aspetto interiore (carattere con pregi e difetti, sentimenti, pensieri, gusti, interessi…);
- il comportamento (come si comporta, modo di parlare, di camminare, di vestire, abitudini…).

54
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DESCRIZIONE DI PERSONA

Spillo
Tutti lo chiamano così per via del suo corpo rinsecchito come
uno scheletro.
– Mangia! – gli dicono i genitori. Lui prova ad ubbidire, ma più
di tanto non ingrassa. E le sue ossa sembrano sparire in mezzo
ai vestiti, sempre troppo larghi per la sua taglia.
È alto e slanciato. Quando sta solo davanti allo specchio ed è
sicuro di non essere visto da nessuno, si palpa il bicipite sinistro
tirato a dovere e dice:
– Da grande diventerò come Maciste, vedrete!
Va pazzo per la storia romana e si appassiona in modo partico-
lare ai gladiatori.

Mate
È asciutta di corporatura, quasi quanto il fratello Spillo, ed è
slanciata e abbastanza alta per la sua età.
– Da grande farò l’indossatrice…– ripete spesso ad alta voce, e
gli occhi le si illuminano.
Odia la matematica.
Quanto ad altruismo, non la batte nessuno. Se deve dare un
euro in beneficenza a qualche mendicante che le capita di
incontrare per la strada, non si tira mai indietro, solo che bor-
botta: “Mannaggia!”, pensando alla sua paghetta settimanale
che si assottiglia sempre più. Ma poi continua orgogliosa:
“Vuol dire che stavolta rinuncerò a qualche figurina della mia
collezione delle indossatrici!”.

L. Quaresima, Il fantasma di nonno Berto, Raffaello

Per lettori... Per lettori... Dentro...


attenti attivi la lingua
• Chi sono Mate e Spillo? • Riscrivi le due descrizioni in • Sottolinea gli aggettivi quali-
• In che cosa si assomigliano? prima persona, facendo parla- ficativi presenti nella descrizio-
• Qual è l’ambizione di Mate? re di sé Mate e Spillo. ne di Mate. Scrivili nel quader-
E quella di Spillo? A cosa devi fare attenzione? no, poi esercitati a trovare le
• Qual è la materia preferita di .............................................. forme di grado superlativo, sia
Mate? E quella di Spillo? .............................................. assoluto che relativo.
.

55
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UNA... DESCRIZIONE DI PERSONA

Il maestro Scossetta
Il mio maestro si chiama “Lucio Scossetta” e quando lo guardia-
mo da sotto in su, seduti nel banco, ci sembra che arrivi al sof-
fitto. Sulla testa, piantata così in alto che forse quando da noi
piove lassù ci nevica, ha un boschetto di capelli ricci sempre
arruffati, come se sistemarli un po’ fosse una terribile violenza e
il pettine uno strumento di tortura.
Sono quattro anni che ce lo ritroviamo davanti e ormai ci siamo
abituati. Ma all’inizio non capivamo se ci prendeva in giro o
faceva sul serio, perché, fin dal primo giorno di scuola in prima
elementare, Scossetta si è presentato come uno che “crede nel
dialogo” (parole sue) ed è “pronto a discutere di tutto” (ancora
parole sue). Invece vuole avere sempre ragione e qualsiasi cosa
gli diciamo ci dà torto per principio, perché lui è “più grande e
ha più esperienza” (altre parole sue, e qui chiudo).
Il grande nemico del maestro è Dario, che cerca sem-
SENZA SEGRETI pre di fare baraonda salendo sui banchi e lanciando
aeroplanini di carta. In paese dicono tutti che Dario da
Non esistono libri descrittivi e grande farà il farabutto. All’inizio Scossetta, che pure
basta. In realtà le descrizioni è grande e grosso, non sapeva come tenerlo a freno,
sono ovunque: nei racconti reali-
ma poi ha trovato un alleato formidabile: il bidello
stici e in quelli fantastici, nei testi
Severo Tremazzo.
informativi, nelle poesie…
Le descrizioni servono, infatti, a Severo è così tozzo e basso che fai prima a scavalcar-
delineare meglio i personaggi, gli lo che a farci un giro attorno, ha una voce cavernosa
ambienti, le cose. che sembra pescata dagli anfibi neri allacciati sui pan-
taloni.

56
53-64 Mille4°:Layout 1 19-06-2008 17:21 Pagina 57

DESCRIZIONE DI PERSONA

Per lettori...
attenti
• Nel brano vengono presen-
tati tre personaggi. Quali?
• Sottolinea:
Quando la situazione precipita e gli strilli salgono al cielo, - con il rosso le parti che
Tremazzo piomba in classe tuonando: descrivono il maestro;
– Che succede qua dentro? – poi acchiappa Dario per il colletto - con il blu quelle che descrivo-
e lo solleva come un fuscello. In genere Dario diventa pallido no il bidello;
come un foglio di quaderno, ma non abbassa gli occhi. Gli - con il verde quelle che riguar-
sguardi di sfida sono la sua specialità. dano Dario.
Noi tratteniamo il fiato, mentre Scossetta si nasconde dietro ai • Secondo te perché il maestro
si chiama “Scossetta”?
suoi registri, come se lui non c’entrasse niente e fosse lì per
• Perché, secondo te, il bidello
caso. In pochi secondi torna tutto a posto. Fino alla prossima
si chiama “Severo Tremazzo”?
volta.
Tranne che per le spedizioni punitive del bidello, comunque,
con il nostro maestro potremmo comandare noi, se lui non
avesse trovato il modo di farci pendere dalle sue labbra. La sua
Per lettori...
mania sono le calamità naturali e i disastri, che ci descrive così
attivi
bene da riuscire praticamente ad ipnotizzarci. • Inventa una storia, seguendo
Segue con passione i resoconti delle catastrofi sui giornali e in la traccia proposta.
tv, annota la quantità dei rifiuti che si accumula alla discarica, Titolo: ....................................
conta le auto in strada per calcolare l’emissione di gas tossici, ci Quella mattina entrai in classe
aggiorna costantemente sul diametro del buco dell’ozono, il e la maestra era già sulla porta
livello delle inondazioni e il grado dei terremoti. ad aspettarci. I suoi occhi
E se per caso non succede niente, prevede invasioni di cavallet- erano…
te e di mosche cannibali, cadute di asteroidi o di satelliti russi. Ad un certo punto alzai la
Ci racconta tutto questo fissandoci con i suoi grandi occhi chia- mano per…
ri, e noi tremiamo e ci impressioniamo. Tutti tranne Dario, in In quel momento entrò in aula
la bidella e…
verità.

F. Tacconi, La banda del caos, Mondadori


57
53-64 Mille4°:Layout 1 19-06-2008 17:22 Pagina 58

UNA... DESCRIZIONE DI PERSONA

Molly
Mi chiamo Molly. Sono una
ragazza brava, anche se i miei
genitori preferiscono considerar-
mi una scavezzacollo.
Non sono troppo alta, ma non mi
importa: crescerò. Ho i capelli
castani legati a coda di cavallo,
Per lettori... ma questo non è importante. Il
attenti mio segno di riconoscimento è
un piccolo neo che porto sulla
• Nel brano hai trovato due
guancia sinistra, proprio sotto
descrizioni, quella di Molly e
l’occhio.
quella della sua cameretta.
Sottolinea:
Per il resto sono normale. Ah,
- con il rosso le frasi che parla- dimenticavo! Ho un incisivo
no di Molly; leggermente storto. Anche que-
- con il verde quelle che foto- sto particolare può diventare
grafano la stanza. importante per essere identifi-
• Il narratore è: cata, non si sa mai.
interno I miei genitori sono tanto strani che è meglio non parlarne.
esterno Sono sicura che prima o poi ne combineranno una delle solite.
• Com’è Molly? La mia cameretta è tutta qui: un lettino, un comodino pieno di
• Quali segni particolari ha? gingilli come piace a me e un tavolo per studiare.
• Che cosa colleziona? Il tavolo l’ho riempito di ogni oggetto possibile e immaginabile.
• La descrizione che Molly fa
Tanto a me non serve.
della sua cameretta crea un
Come tavolo d’appoggio per i miei compiti preferisco il parquet
senso di:
allegra confusione del pavimento.
ordine spoglio Poi non c’è più niente, ad eccezione della mia collezione di
posters e peluches. I miei peluches sono deliziosi: Sputafuoco, il
leoncino temerario; Berth, l’orsacchiotto intraprendente; Rudy,
Per riflettere l’ippopotamo coccolone; il maialino Tric-Trac, la pecorella
su se stessi Peggy e la ranocchietta Clorofilla. Sono tutti molto simpatici e
affezionati.
• Molly si descrive in modo ori- Ah, dimenticavo! Le pareti della mia camera sono molto parti-
ginale e simpatico, parlando colari: su tre lati sono disegnate migliaia di nuvolette, mentre
dei suoi segni particolari. sulla quarta sono stampati centinaia di aeroplanini, quelli di una
Anche tu, di certo, avrai dei volta, con le ali, le eliche e le ruote sotto.
segni di riconoscimento e delle
particolarità. Quali? Ti piaccio- L. Quaresima, Prigionieri della strega, Raffaello
no o vorresti cambiarli?

58
053-064 MAFALDA4 2bz 3-03-2008 17:12 Pagina 59

Descrivere una persona


• Osserva il personaggio illustrato e “mettiti nei suoi panni”.
Scegli quali aspetti evidenziare e annotali nello schema a lato. Poi scrivi la descrizione in
prima persona, decidendo l’ordine da seguire: puoi partire dall’aspetto fisico e poi passare
a quello interiore, o viceversa.

Presentazione del personaggio:


........................................................
........................................................
........................................................

Aspetto fisico:
........................................................
........................................................
........................................................

Abitudini:
........................................................
........................................................
........................................................

Gusti:
........................................................
........................................................
........................................................

Commenti:
........................................................
........................................................
........................................................

59
053-064 MAFALDA4 2bz 3-03-2008 17:12 Pagina 60

UNA... DESCRIZIONE DI ANIMALE

Puzzillo
Simba era un gattino minuscolo, tutto nero. Era stato
abbandonato nel giardino dell’ufficio della mamma di
Martina. Martina aveva allora nove anni, frequentava
la quarta elementare, quando andò a prendere il
micio con i suoi genitori.
Appena aperto il cancello del giardino, schizzò
fuori una polpetta di pelo nero, che emetteva
un verso sfiatato da zampogna asmatica con
una insistenza ossessiva.
– Ma ha dentro un meccanismo! – esclamò
Martina.
– Non avrà neanche un mese! Che tene-
rello! – si commosse la mamma.
– Che peloso! – osservò con apprensione
il papà, da sempre allergico al pelo di
gatto.
Il micio correva in tutte le direzioni, poi
di colpo si fermò, tacque, si voltò e guar-
dò esclusivamente Martina.
Nei suoi occhi c’erano solo luce e pace.
Non aveva un’aria intelligente, sem-
brava piuttosto un goffo felino un po’
sciocco. Il musetto era senza baffi,
ordinario, eppure i suoi occhi ardeva-
no di gioia. Così guardava tutti con
affetto, soprattutto la bimba.
Poco dopo il musetto pendeva dalla
spalla di Martina e il gatto entrava nella
sua nuova casa.
Per lettori... Al gattino, in un primo momento, venne dato il nome “Simba”,
attenti nome impegnativo ed esotico. Il nome fu scelto dalla padronci-
• Perché il gattino entrò a far na, affascinata dal film Re Leone, di Walt Disney.
parte della famiglia di Martina? Un nome da principe, dunque.
• A cosa pensò la bambina
Ben presto, però, si rese necessario un ripensamento.
appena lo vide?
Se gli schiacciavi la pancia, infatti, il micio emetteva delle sono-
• Quale nome scelse la bambina
per il gatto all’inizio? Perché?
re “puzzette” sempre accompagnate da tremendi fetori.
• Quale nome gli diede in – Altro che principe! Etcì! – disse il papà, soffiandosi il naso.
seguito? Perché? – Farà appassire il mio ficus! – piagnucolò la mamma.
– Ti chiamerò “Puzzillo”! – sentenziò Martina.
Il micio dormiva tanto e di gusto, acciambellato come un anello,
60
53-64 Mille4°:Layout 1 19-06-2008 17:24 Pagina 61

DESCRIZIONE DI ANIMALE

forse sognando di scalare montagne di croc-


cantini e risalire fiumi di latte.
Ma quando era sveglio era un ottimo com-
pagno per Martina. Giocavano con tutto,
ma ciò che Puzzillo preferiva era una bam-
bola vecchia, che la bimba aveva messo via
da tanto tempo.
Martina poteva fare di tutto al suo gatto: usarlo
come guanciale, come scaldapiedi, come appoggiagambe,
persino come cintura. Puzzillo accettava tutto quello che gli veni-
va dalla sua padroncina con rassegnazione. Era un gatto mite, in
fondo, socievolissimo e dolce, a volte sembrava quasi umano.
A volte sembrava (sembrava!) che anche la sua propensione alle
puzze andasse diminuendo.

A. Ferrara, Puzzillo, gatto gentiluomo, Fatatrac

SENZA SEGRETI TOCCA A TE


• Ricerca nel testo questi diversi aspetti e sottolinea:
- con il giallo la presentazione generale;
Anche un animale, come una persona, può essere - con il rosso l’aspetto fisico;
descritto sotto vari spetti: - con il blu aspetto interiore;
- la presentazione generale (età, nome, razza…); - con il verde il comportamento.
- l’aspetto fisico (corporatura, testa con tutti i suoi • Il gatto viene descritto con la vista, con l’udito,
elementi…); con l’olfatto, con il tatto.
- l’aspetto interiore (carattere, gusti…); Completa la tabella.
- il comportamento (come si comporta, abitudini…). Puzzillo attraverso gli occhi
Quando si descrive qualcosa o qualcuno, si usano i
cinque sensi: ................................................................................................
- la vista per cogliere i dati visivi (forme, colori,
dimensioni…); Puzzillo attraverso le orecchie
- l’udito per cogliere i dati uditivi (suoni, rumori…);
- il tatto per cogliere i dati tattili (vari tipi di superfici, ................................................................................................
il calore…); Puzzillo attraverso il naso
- l’olfatto per i dati olfattivi (odori, puzze, profumi…);
- il gusto per i dati gustativi (sapori…); ................................................................................................
E magari anche il “sesto senso”, cioè l’insieme di Puzzillo attraverso le mani
impressioni personali.
................................................................................................

61
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UNA... DESCRIZIONE DI ANIMALE

Un grosso pescecane
SENZA SEGRETI Era un grosso pescecane, fatto per nuotare veloce, ed era
Per rendere più avvincenti bello in ogni sua parte, tranne che nelle mascelle. La schie-
le descrizioni si possono na era azzurra come quella di un pescespada, la pancia era
usare dei paragoni. argentea e la pelle liscia ed elegante.
Quando sono introdotti Dentro la bocca le otto file dei denti erano inclinate verso
da “come”, si tratta di l’interno. I denti lunghi e contorti avevano bordi taglienti e
similitudini. affilati come rasoi su tutti e due i lati.
Il pescecane si accostò alla barca del vecchio pescatore e
TOCCA A TE aprì le mascelle per addentare il grosso pesce legato alla
• Cerca le similitudini nel
sponda che il vecchio aveva catturato con tanta fatica.
testo e sottolineale.
Il vecchio sentì il rumore della pelle e della carne del suo
1. .................................
pesce lacerata dai denti del pescecane. Allora scagliò la sua
2. ................................. fiocina sulla testa dell’animale e lo colpì. Rivoltato sulla
3. ................................. schiena, il pescecane agitò con la coda l’acqua come se fos-
se un motoscafo.
E. Hemingway, Il vecchio e il mare,
Mondadori

Per lettori... Descrizione fisica Movimenti del Azioni


attenti del pescecane pescecane del vecchio
Completa la tabella.
• Quali sono gli elementi fisici ............................... ............................... ...............................
del pescecane? ............................... ............................... ...............................
• Quali sono i movimenti del
pescecane? ............................... ............................... ...............................
• Quali sono le azioni del vec- ............................... ............................... ...............................
chio?
............................... ............................... ...............................

62
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DESCRIZIONE DI ANIMALE

Dentro...
Il mio cavallo le parole
• Un’agata è:
un sasso
Si può descrivere anche con i versi. Ecco la poesia di un india-
una pietra preziosa
no pellerossa della tribù Navajos.
• Una folgore è:
Lo zoccolo del mio cavallo è come un’agata striata. un fulmine
La sua barbetta è come una bella piuma d’aquila. un temporale
Le sue gambe sono come la folgore.
Il corpo del mio cavallo è come una freccia
decorata con piume d’aquila.
Il mio cavallo ha la coda come lo strascico di una nuvola nera.

La sua criniera è fatta di piccoli arcobaleni.


Le sue orecchie sono petali di mais.
I suoi occhi sono stelle grandi.
La testa del mio cavallo è di acque mescolate ad acque sacre.
Lui non conosce la sete.
I suoi denti sono bianche conchiglie.
Nella sua bocca, al posto di una lunga briglia,
io lo guido con l’arcobaleno.
Tall-Kia-ah-Ni, in B. H. Arfoullère, Storie di cavalli, Fabbri

Equus ferus
Il cavallo è un mammifero erbivoro. Ha un solo dito nelle
zampe, il terzo, su cui appoggia tutto il peso del corpo. È un
animale dalla struttura forte e agile, con arti slanciati che ter-
minano con uno zoccolo. Ha il pelo folto con una striscia che
scende lungo la parte superiore del collo, la criniera.
da Enciclopedia dei ragazzi, Rizzoli Junior
SENZA SEGRETI
Per lettori... Una descrizione può servire per
attenti emozionare o per informare.
Il primo testo è espressivo, per cui
• Quale dei due testi ti è piaciuto di più? la descrizione è soggettiva.
• Quale dei due ti ha fatto fantasticare sul cavallo? Il secondo testo è informativo, per
• Quale ti ha presentato l’animale così com’è, in cui la descrizione è oggettiva.
modo scientifico?

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Descrivere un animale
• Hai ormai capito che si può descrivere in tanti modi. Mettiti alla prova con uno slalom
particolare: il percorso prevede tre tappe, di difficoltà graduale. L’ultima è veramente una
prova da scrittore. Pronti, partenza, via!

1. Descrivi in sei righe il gatto


in modo oggettivo,
senza introdurre
commenti,
impressioni,
note personali.

2. Descrivi in una ventina di righe il cane


nella foto in modo soggettivo: ai dati sensoriali
aggiungi similitudini, commenti, aneddoti.
Non dimenticare di dargli un nome.

3. Descrivi il cane dal punto di vista del gatto.


Mettiti nei panni del felino: cosa vedi?
Cosa provi? Cosa fai?
La descrizione è ancora soggettiva, ma di certo
diversa dalla precedente. Usa il numero di righe
che vuoi.

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AMBIENTI DESCRIZIONE DI AMBIENTI

Dentro...
Una casa importante la parola
PAX
La casa, unica testimonianza di un passato benessere, era auste- PAX è una parola molto anti-
ra ed imponente, antica più che vecchia. Si trovava di fronte al ca, latina, da cui è nata la
mare in una zona selvatica, non ancora raggiunta dalla linea parola “pace”. All’inizio signi-
degli alberghi, e la circondava un vasto giardino con piante ed ficava “contratto, impegno tra
alberi vigorosi, alcuni piegati dalla bora. due persone”.
Isolata dalla città come un guardiano solitario, non si capiva che
ruolo avesse avuto con la storia del luogo.
A est la facciata si ingentiliva con la presenza di un lungo porti- Per lettori...
cato con agili colonne, che con tre gradini portava in giardino. attivi
Sotto il porticato, che pareva un prolungamento della casa, la • Tu sei particolarmente legato
famiglia svolgeva le sue attività: Luisa ci portava l’asse da stiro, a qualche ambiente? Perché?
i ragazzi ci facevano i compiti o le merende con i compagni di Prova a descriverlo ricordando
scuola, o ci dormiva Dado, il più piccolo. un episodio che vi hai vissuto.
C’era anche una bella fontana ormai asciutta, con una grande
vasca di pietra e al centro una figura femminile corrosa e verda-
stra che alzava le braccia verso il cielo come per spiccare il volo.
In un angolo del giardino una bassa e piccola costruzione era
stata in origine una cappella e ne manteneva tuttora lo stile, ma
non l’uso. Era diventata un garage per l’auto del nonno. Aveva
alti scaffali di cose vecchie, pareti al salnitro e un bel pavi-
mento a lastroni di pietra.
Sul gradino dell’entrata si leggeva ancora la parola
“PAX”.
Una finestra con vetri colorati mandava col sole del
pomeriggio un fascio di luce proprio sull’automobile,
che per una mezz’oretta riluceva come un gioiello.
Era bellissimo starci dentro.

F. H. Fattorini, La stanza dell’equinozio, Raffaello

SENZA SEGRETI
Descrivere è come fotografare o come riprendere
con la videocamera ciò che si vuole raccontare.
Nel primo caso il punto di vista è fisso e immo-
bile, nel secondo è in movimento.

TOCCA A TE
• Nel brano appena letto, la casa è descritta:
da un punto di vista fisso
un punto di vista in movimento
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SENZA SEGRETI Arrivo in Egitto


Quando si descrive qualcosa, si
Sono finita in una città che si chiama Il Cairo. Dall’aeroporto
può scegliere l’inquadratura, il
punto di vista. Ci si può muove-
abbiamo preso un pullman verde e bianco, che ci ha portate in
re da un particolare e arrivare a una un albergo del centro. Qui fa molto più caldo che da noi: in pul-
visione generale o viceversa. lman ero in maglietta!
Il viaggio è stato molto lungo, e ho passato tutto il tempo a
TOCCA A TE guardare le case, i viali e le piazze dal finestrino.
• In questa descrizione quale Sotto molti aspetti, sembra una città come ce ne sono tante in
scelta ha effettuato lo scrittore? Italia: anche qui le case di periferia sono alte e moderne, le stra-
Dal particolare al generale de ampie e piene di macchine come da noi, e le piazze assomi-
Dal generale al particolare gliano alle nostre. Ma in questo posto, accanto a persone dalla
pelle chiara, ce ne sono altre la cui carnagione è decisamente
più scura; e ho visto anche molte donne con il volto coperto da
uno scialle.
Dentro... Nel centro della città, vicino al fiume Nilo, tra ampi viali, le case
la lingua sono più eleganti che in periferia, ci sono anche palazzi antichi
“Il viaggio è stato molto lungo”. e chiese con strane torri, che si chiamano “minareti”. Sono
“Molto lungo” è un aggettivo moschee, dove vanno a pregare i musulmani. Quasi tutti gli
qualificativo di grado superla- Egiziani sono musulmani. Il lungofiume è davvero bello e la luce
tivo assoluto. qui è stupenda, l’aria è dolce e molto… trasparente. Il cielo è
• In quali altri modi puoi fare il azzurro scuro, forse perché è sera, ormai. Di nuvole non ne ho
superlativo assoluto? vista nemmeno una. Forse sono volate tutte a casa mia, perché
…………………..........……… quando siamo partite, io e la mamma, pioveva e faceva freddo.
…………………..........……… Ho gli occhi pieni di tutte le cose che ho visto oggi. Che giornata!
G. Maag, Federica e la magia dell’antico Egitto, Piccoli
66
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Descrivere una foto


• Descrivi la foto.
Prima di iniziare, decidi il punto di vista:
- dal centro ai bordi o viceversa;
- dallo sfondo al primo piano o viceversa;
- dall’alto in basso o viceversa;
- da sinistra a destra o viceversa.

• Poi scrivi qui sotto una scaletta dei


particolari che vuoi evidenziare.









Spunti e suggerimenti per iniziare


• Se vuoi scrivere una descrizione oggettiva: cerca di non tralasciare nessun particolare,
scegli aggettivi che corrispondano esattamente a ciò che vedi, senza inserire le tue opi-
nioni.
• Se vuoi scrivere una descrizione soggettiva: scegli quali elementi vuoi trattare per rac-
contare quella situazione in modo espressivo; inserisci cioè gli stati d’animo, i commenti
e le emozioni che l’immagine suscita in te.

Dopo che hai completato la descrizione dell’immagine, prova a costruirci intorno un rac-
conto. Decidi poi in quali punti inserire le descrizioni dell’ambiente, dei personaggi, degli
oggetti presenti nella foto.
In brutta copia potrai aiutarti con degli asterischi per trovare il punto esatto in cui inserire
le aggiunte.

67
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.
Mille e una..
Arte & Fotografia
Si può fare arte con una macchina fotografica? Qualcuno
ci è riuscito. Ti presentiamo le immagini catturate dalla
fantasia di Luigi Ghirri.

Osserva bene questa immagine. Non è


stata inventata da un artista. È stata
“solo” fotografata. “Descritta” in
modo soggettivo, dal suo punto di
vista.
Probabilmente anche altre persone
sono passate e hanno visto questo
panorama. Luigi Ghirri si è fermato e ha
pensato di fermare questa immagine.
Probabilmente ha saputo interpretare
l’emozione che avrebbe suscitato in chi
la guarda.

• Leggi questa immagine.


Rimani in silenzio per alcuni minuti e
cerca di capire quali emozioni ti suscita:
divertimento allegria
malinconia tristezza
• Se questa foto fosse una metafora,
a cosa la assoceresti?
- A una festa di compleanno perché...
..........................................................
..........................................................
..........................................................
- A una situazione triste perché...
..........................................................
..........................................................
..........................................................
- All’incertezza nel futuro perché...
..........................................................
..........................................................
..........................................................

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Essere artisti della fotografia non è semplice. Richiede


la capacità di saper vedere le cose che ci circondano in
modo poetico.

Essere artisti della fotografia è difficile…


ma non impossibile! Ora tocca a te.
Scegli un argomento e fatti prestare una
macchina fotografica. Incolla qui la tua
prima foto artistica.

LO SAPEVI CHE ?
Incolla qui
la tua foto!

Luigi Ghirri è nato a Fellegara,


in provincia di Reggio Emilia,
nel 1946, ma si è presto trasferi-
to a Modena. È stato un grande
fotografo, molto conosciuto
anche all’estero. Le sue immagini
sono in grado di rappresentare
emozioni molto complesse.

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UNA... DESCRIZIONE DI AMBIENTI

Il cielo di primavera
Per lettori... 1. Quando l’inverno finiva e il cielo diventava azzurro, io guar-
attenti davo le nuvole bianche che passavano sopra di me. Le guarda-
• In che tempo è scritta la vo dalla terrazza, dal giardino, dal campo sportivo, dai prati. Ma
prima sequenza? le guardavo di più quando c’era vento, mentre si spostavano
• E la seconda? cambiando forma, diventavano più grandi o si spezzavano in
• Perché, secondo te, lo scritto- tante altre piccole nuvole.
re ha compiuto questa scelta? Mi piaceva giocare con i miei compagni a trasformare con la
fantasia le nuvole in personaggi o in cose, e ognuno ci vedeva
forme strane e diverse.
Un giorno indicai al mio amico Giacomo un nuvolone bianco
grande come metà del cielo e gli dissi che era un castello. Lui
disse che non vedeva nessun castello nel cielo, ma un drago con
quattro teste.

2. Il cielo di primavera, quando il vento modella e disfa le nuvo-


le, è sempre uno spettacolo bellissimo e grandioso: io immagi-
no cavalli bianchi che corrono, onde del mare spumeggianti,
giardini fioriti e caverne misteriose.
Il cielo non è mai uguale, è come un film con tante scene in
un’unica grande scena aperta come un’arena. Ma non sempre ci
passano le nuvole. Ci sono giorni in cui, specialmente dopo una
tempesta di pioggia e di vento, il cielo diventa azzurro brillante
senza una nuvola, né piccola né grande.

M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza

Dentro...
la lingua
• Come può essere il cielo in inverno? Scrivi dieci agget-
tivi qualificativi che lo descrivono.
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
• Come può essere il cielo in primavera? Scrivi dieci
aggettivi qualificativi adatti.
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………

70
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Erbe profumate
In un angolo del giardinetto c’erano piantine e
fiori che mandavano profumi forti. A me piace-
va una piantina alta come me, che aveva le foglie
gialle-verdine quasi trasparenti, un po’ ruvide. Mi
divertivo a staccare qualche foglia e ad annusarla:
aveva un intenso profumo di limone che restava sul-
le dita quando la stropicciavo.
Pensavo spesso al mistero dei profumi che escono
dalle foglie e dai fiori e si spandono nell’aria, ma la
foglia non si consuma. E mi chiedevo: “Cos’è il profu-
mo? Come fa a volare via dalla pianta e arrivare al mio
naso senza farsi vedere?”. Per lettori...
Un altro mistero era che ogni piantina aveva il suo parti- attenti
colare profumo, diverso dagli altri. • Quali piante sono descritte
Nell’angolo, sotto la finestra, c’era il basilico, dal profumo nel testo? Cercale tra queste e
inconfondibile, intenso. La mamma lo coglieva per preparare segnale con una crocetta.
salse e intingoli, insieme alla salvia e al rosmarino.
Le foglie grigioverdi della salvia avevano la superficie ruvida e
uno strano aroma. La mamma mi aveva insegnato che si usava-
no per pulire i denti.
L’addetto alla raccolta del rosmarino ero io, quando si doveva
cucinare l’arrosto per le grandi feste: ne coglievo due o tre
rametti e li spezzavo per sentire il forte profumo verde.
Più delicato era l’odore della lavanda, dai fiorellini azzurro-vio-
lacei, che la mamma coglieva e faceva seccare per metterli nei
cassetti e negli armadi.
Ogni anno, poi, c’era il giorno in cui ci dicevano che si doveva • Attraverso quale senso sono
cogliere la camomilla. prevalentemente descritte que-
– Le margherite! – dicevo io. Ma non erano margherite. La ste piante?
camomilla cresceva un po’ dappertutto: negli angoli del cortile, • Quale profumo emana cia-
ai bordi del vialetto, vicino al prato. Si portavano i cespi raccol- scuna pianta?
ti alla mamma, che li selezionava, li puliva e ne faceva dei maz-
zetti, che appendeva al soffitto con i fiori in giù. Quando erano
secchi, i petali cadevano e restavano i bottoni, le infiorescen-
ze. Erano quelli che si usavano per preparare l’infuso quan- MILLE E UNA IDEA
do qualcuno stava male o non riusciva ad addormentarsi.
• Chiedi alla mamma una ricetta
con un’erba aromatica, poi scrivila.
M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza
Potrete realizzare un ricettario di
classe.

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Descrivere bene non è una cosa semplice. Occorre saper usare


tante parole dettagliate. Spremi le meningi per trovare altri agget-
tivi da inserire nei vari gruppi. Ti potranno servire per le tue
descrizioni.

OCCHI: NASO:
Neri, castani, azzurri, celesti, Regolare, piccolo, grosso,
cerulei, verdi, grigi, regolari, appuntito, aquilino, a
sporgenti, infossati, a mandorla, patata, paonazzo, storto,
vivaci, spenti, brillanti, freddi, all’insù, largo, stretto...
dolci, feroci, sorridenti, torvi,
sereni, cupi, vigili, imbambolati,
intelligenti, sgranati, impauriti,
GUANCE:
furbi, penetranti, inespressivi...
Rosse, paffute,
pallide, magre,
flosce, cadenti,
piene, grasse,
rotonde...

CAPELLI:
Neri, scuri, castani, biondi, rossi, lun-
BOCCA:
ghi, corti, ricci, lisci, tesi, mossi, a
Regolare, storta, picco-
spazzola, legati, fini, grossi, indoma-
la, grande, sorridente,
bili, ribelli, leggeri, sciolti, arruffati...
seria, aperta, chiusa,
spalancata, all’insù,
all’ingiù, sigillata...

CORPORATURA:
Esile, robusta, magra, grassa, longilinea,
rotonda, tozza, slanciata, gracile, forte...

ANDATURA: PIEDI:
Sicura, incerta, salterellante, veloce, Lunghi, piccoli, a
lenta, pigra, allegra, veloce, femminile, papera, ballerini,
mascolina, fiacca, spensierata, contenta, puliti, sporchi,
divertente, buffa... puzzolenti...

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CIELO:
Sereno, nuvoloso, scuro, blu, pro-
fondo, grigio, velato, nebbioso,
azzurro, limpido, rosso, immenso,
tempestoso, chiaro, a pecorelle...

ALBERO:
Alto, basso, grosso, piccolo,
verde, giallo, sempreverde,
spoglio, secolare, giovane,
rigoglioso, esotico, da frutto,
fiorito...

CODA:
PRATO: Lunga, corta, grossa,
Verde, curato, fiorito, sottile, tesa, arricciata,
fresco, bagnato, secco, all’ingiù, all’insù, alzata,
giallo, enorme, piccolo, spelacchiata, folta...
ampio, immenso,
recintato...

PELO:
Nero, bianco, marrone, rosso,
grigio, chiazzato, folto, liscio,
MUSO: vaporoso, riccio, rado, sporco,
Affusolato, allungato, pulito, morbido, crespo...
possente, piccolo,
grande, mesto, vivace,
ringhioso...

Prova a descrivere, prima in modo oggettivo, poi in modo soggettivo, l’im-


magine raffigurata, senza tralasciare nessun elemento. Materiale occorrente:
spirito d’osservazione e penna.

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Usa i sensi per descrivere!


• Un senso alla volta! Per riuscire a descrivere con un solo senso per volta, dovrai cercare
di dimenticare gli altri!

• Descrivi una nuvola con…


… la VISTA: usa gli occhi per
parlare dei colori, delle luci,
delle ombre, dei movimenti,
delle forme, delle posizioni…

• Descrivi tutto ciò che senti a


ricreazione con…
… l’UDITO: usa le orecchie per
parlare dei suoni e dei rumori
che senti, delle voci umane o
di animali che percepisci…

• Descrivi il pranzo di ieri con…


… l’OLFATTO: usa il naso per
parlare degli odori, puzze e pro-
fumi, che salgono dal piatto…
… e con il GUSTO: usa la bocca
per parlare dei sapori che ti piac-
ciono o meno…

• Descrivi il tuo banco con…


… il TATTO: usa le mani per
parlare delle superfici che
tocchi, dei materiali, delle
loro temperature…

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...del
Mi l l e e u n e um bri
NT O ... or vid
RACC O ... MOSTRI PELOSI, INSETTI
SANGUINOLENTI, STREGHE
ist o
ico
MALEFICHE...

... troppa paura!!!


una storia
BRRR.. .. divertente nooo?

... se li metti insieme...


DA MORIR DAL RIDERE!
... uno scivolone
sulla buccia di
banana...

i i

hanno lo scopo di lasciare


hanno lo scopo di DIVERTIRE
col fiato sospeso, di creare
i lettori, così spesso narrano
suspence, appunto,
storie comuni che, per qualche
e terrore.
motivo, diventano comiche.

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UN... RACCONTO DEL BRIVIDO

Un incontro… da brivido
Per lettori...
attivi Leggi il brano lentamente, in modo da far risaltare con la voce
le parole in giallo. Vedrai che l’effetto paura sarà assicurato.
• Prova a rileggere il brano velo-
cemente, quasi senza riprende-
Anton aprì lentamente la porta della camera. Nella stanza c’era
re fiato. Fa ancora paura?
Perché?
uno strano odore: un tanfo di muffa e di marcio, simile a quello
di una cantina. Misto a un sentore di bruciaticcio.
In quel momento udì uno strano fruscio che sembrava prove-
nire da una finestra: dietro la tenda non c’era forse un’ombra
che si profilava al chiarore della luna?
Lentamente, con le ginocchia tremanti, le si avvicinò.
Lo strano odore diventava sempre più acuto, come se qual-
cuno avesse bruciato un’intera scatola di fiammiferi, e anche
il rumore aumentava.
Anton si fermò impietrito: sul davanzale, davanti alle tende
svolazzanti alla corrente, c’era qualcosa che lo fece rimane-
re a bocca aperta. Qualcosa di così spaventoso che credet-
te di morire stecchito.
– Un vampiro – urlò Anton.
E l’essere rispose con una voce che sembrava scaturire
dalle profondità della terra:
– Sì, un vampiro.
Poi l’essere balzò nella camera e si mise davanti alla por-
ta dicendo:
– Hai paura?
Anton non riuscì a pronunciare neanche una sillaba.

A. Sommer Bodenburg, Vampiretto, Salani

SENZA SEGRETI
Anton entra in camera lentamente, ascolta, osserva, annu-
sa,… solo alla fine del brano scopriamo che il brano tratta
di un vampiro. Per tenere il lettore con il fiato sospeso,
infatti, si può raccontare un episodio arricchendolo di par-
ticolari, ritardando il momento in cui si svela il problema.

TOCCA A TE
• Se avessimo saputo fin dall’inizio che in camera c’era
un vampiro, si sarebbe creata suspence secondo te?
Sì No
• Perché?
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RACCONTO DEL BRIVIDO

Harry Potter e l’unicorno


Leggi cercando di rendere, con la voce, le diverse gradazioni
di paura: timore, terrore, panico.

Harry, Malfoy e Thor, il cane, avanzarono nella foresta fitta e


buia. Nervosi, non la smettevano di guardarsi indietro. Avevano
la sgradevole sensazione che qualcuno li stesse osservando.
I minuti passavano con lentezza esasperante. Sembrava che il
loro udito si fosse fatto più acuto del solito: le orecchie di Harry
coglievano ogni sospiro del vento, ogni scricchiolio prodotto
dai rami calpestati. Ma che cosa stava succedendo?
Camminarono per quasi mezz’ora, addentrandosi sempre di
più, fino a quando divenne quasi impossibile seguire il sentiero,
tanto erano fitti gli alberi.
A Harry sembrò che le macchie di sangue si facessero più fre-
quenti. Davanti a sé, attraverso i rami intricati di un’antica quer-
cia, Harry scorse una radura.
Per terra c’era qualcosa di bianco che scintillava.
Si avvicinarono con grande circospezione.
Era proprio l’unicorno, ed era morto. Per lettori...
Harry non aveva mai visto nulla di così bello e così triste.
attenti
Cadendo, le lunghe zampe affusolate si erano divaricate for- • Di che cosa hanno paura i tre?
mando angoli strani, e la criniera color bianco perla era sparsa Della foresta
sulle foglie scure. Dell’unicorno
Harry aveva già fatto un passo verso l’unicorno, quando un fru- Della figura incappucciata
scio lo fece fermare di colpo. • L’unicorno è un personaggio:
Ai margini della radura, un cespuglio fremette… Poi, dall’om- reale fantastico
bra, uscì una figura incappucciata che avanzò strisciando come
un animale da preda.
Harry, Malfoy e Thor rimasero impietriti. Per riflettere
La figura incappucciata si avvicinò all’unicorno, si chinò e acco- su se stessi
stò il capo alla ferita che si apriva nel fianco dell’animale, come
se volesse berne il sangue. • Quali sensazioni ti ha suscita-
to la lettura di questo brano?
– AAAAAARGH!
• Quale parte del brano ti ha
Malfoy si lasciò sfuggire un grido agghiacciante e schizzò via, e coinvolto maggiormente?
con lui Thor. L’incappucciato sollevò il capo e puntò lo sguardo • Immagina di trovarti al posto
su Harry, poi si alzò e gli si avvicinò a rapidi passi. Harry non di Harry davanti alla figura
riusciva a muoversi per il terrore. incappucciata. Come reagire-
sti?
J. K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani

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UN... RACCONTO DEL BRIVIDO

Il fantasma della soffitta


Di tre cose Carolina aveva paura, non di più. Solo tre. Una era-
no i ragni. D’altra parte chi, a nove anni, non ha paura dei
ragni? Un’altra erano le storie dell’orrore. Per forza, erano
costruite apposta. La terza era la soffitta buia della casa della
nonna. Non capiva perché le soffitte dovessero essere in cima
alle scale, buie e piene di ragni. Per di più molti dei racconti
dell’orrore che aveva letto si ambientavano in una soffitta.
Non poteva essere un caso.
– Carolina, cara, dai una mano… Sali a prendere la passata
di pomodoro di sopra – le aveva chiesto la mamma, con la
sua solita aria gentile. Era chiaro: “di sopra” stava per “la
soffitta”.
– Ma mamma… – aveva provato a dire, ma un solo sguar-
do le era bastato. Sapeva bene che la mammina non cre-
deva ad una sola parola delle storie sui fantasmi che cir-
condavano la casa della nonna.
Carolina si fece coraggio. Con la prima rampa di scale
arrivò nella zona notte della casa. Fin lì tutto bene, ma
già la temperatura era scesa. La scala di legno, che dal
corridoio del primo piano portava alla soffitta, era solo
appoggiata. Ad ogni passo, un cigolio sinistro sem-
brava annunciarla al fantasma del Conte Maraldo. La
leggenda voleva che, proprio su quella scala, il con-
te fosse scivolato, avesse battuto la testa e fosse
morto. Da quel momento la sua anima vagava sen-
za pace per la casa della nonna, specialmente nelle
notti di temporale. Proprio in quel momento
Carolina tese le orecchie. Quello che sentiva era…

SENZA SEGRETI
I racconti hanno una durata. Essa dipende dalla tecnica usata nella narrazione: si può riassumere
in poche righe un fatto durato tanto tempo, oppure un episodio breve può essere narrato in più
pagine. Tutto questo dà il RITMO alla storia. Per creare un clima di paura, la situazione è raccon-
tata con un ritmo lento, si descrivono tutti i particolari, si colgono tutte le sfumature, si evidenzia-
no tutti i pensieri, i timori, gli stati d’animo del protagonista.

TOCCA A TE
• Quanto dura la vicenda narrata? Diversi giorni Pochi minuti Non saprei

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RACCONTO DEL BRIVIDO

Si fermò, magari era stato un movimento del piede a far trema- Per lettori...
re la scala, a provocare quello che sembrava… un tuono! Si sta- attenti
va avvicinando un temporale! Carolina fece gli ultimi scalini di • Cosa narra la leggenda della
corsa, senza pensarci, ed arrivò in cima. Trattenne il fiato, a ten- casa della nonna?
toni, nel buio, cercò l’interruttore della luce. • Perché Carolina cerca di farsi
In quel momento una serie di lampi illuminò a giorno l’intera coraggio a tutti i costi?
soffitta. • Sottolinea nel testo quali
La passata di pomodoro era lì, disposta in bella fila su un tavo- sono i passaggi che ti lasciano
laccio ruvido e scuro. Avrebbe potuto prenderla, la mamma trasparire le sensazioni di
sarebbe stata contenta. Ma bisognava entrare, fare quei quattro paura di Carolina. Cosa noti?
o cinque passi nel buio e sopra assi di legno sconnesse e polve-
rose. Camminò rasando il muro, ignorando il pericolo dei ragni,
tastò la parete, trovò l’interruttore ed accese. Per lettori...
Carolina tirò un sospiro di sollievo. “Quanto sono stata scioc- attivi
ca…” pensò di sé. Ma durò solo un attimo. Un fulmine anticipò
• Come continua il racconto?
un gran tuono e la luce sparì. Furono attimi di panico. Carolina
• Chi o che cosa vede Carolina
provò a voltarsi e a tornare per le scale, ma andò a sbattere con- voltandosi?
tro il muro. Un lampo illuminò di nuovo la stanza. Carolina si Inventa tu il finale di questo
voltò. Non avrebbe mai voluto farlo, ma la sensazione che qual- racconto.
cuno, accanto alla conserva di pomodoro, la stesse osservando
era troppo forte…

I. Sciapeconi PAURE
.................................
PER CHé ne ho pa ur a?
.....................
BRRRRRR!!! .................................
.....................
.................................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
Per riflettere ..................... .................................
.....................
su se stessi .................................
..................... .................................
................................. .....................
• Quali sono le tue paure? ................... .................................
...................
Scrivile nella pagina di sinistra; ...................................................
. .................................
a destra scrivi il motivo, il per- ...................
ché della tua paura. Forse ne
scoprirai delle belle!
79
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UN... RACCONTO DEL BRIVIDO

Una cosa enorme


Leggi usando un tono di voce grave e un ritmo lento, per
creare il giusto clima. Fai salire il volume nelle scene in cui
sale la paura di Sofia.

Sofia non riusciva a prender sonno.


Cercò a tastoni gli occhiali sulla sedia accanto al letto. Li
mise, poi scivolò fuori dal letto e si avvicinò alla finestra.
Sotto l’argentea luce lunare la strada del paese, che
conosceva così bene, sembrava completamente diversa.
Le case apparivano sghembe, contorte, come in un rac-
conto fantastico. Ogni cosa era pallida e spettrale, d’un
biancore latteo.
Dall’altra parte della strada vide la bottega della signora
Rance, dove si compravano bottoni, lana e elastico a
metri. Ma anche la bottega sembrava irreale.
Sofia lasciò errare lo sguardo più lontano. E improvvisa-
mente si sentì gelare.
Per lettori... Qualcosa risaliva la strada.
attenti Qualcosa di nero…
• Cosa vede Sofia dalla finestra? Qualcosa di grande…
- La luce lunare è ................... Una cosa enorme, magrissima e oscura.
- Le case appaiono ................. Non era un essere umano. Era quattro volte più grande del più
e ............................................ grande degli uomini. Sofia era paralizzata dalla paura.
- Ogni cosa è ......................... La sagoma si avvicinava sempre di più, sempre di più, muoven-
e ............................................
dosi a scatti. Ora era più vicina, e Sofia poté distinguerla meglio.
- La bottega sembra ...............
• Cosa appare dalla strada?
Osservandola, dovette concludere che si trattava di un indivi-
• Come è descritto? duo grande, meglio, di un individuo gigantesco. Tremando in
tutto il corpo, Sofia saltò nel letto e si nascose sotto le coperte.
Più o meno dopo un minuto sollevò un angolo della coperta e
Dentro... sbirciò fuori.
la parola Il sangue le gelò nelle vene. Là, alla finestra, stava l’enorme fac-
cia del gigante, lunga, pallida e rugosa. Un istante più tardi una
ERRARE enorme mano dalle dita livide strisciò come un serpente sul
• La parola “errare” ha due davanzale. La seguiva un braccio, spesso come un tronco d’al-
significati: bero, e l’insieme, braccio, mano e dita, si dirigeva attraverso la
A Andare qua e là senza meta. stanza verso il letto di Sofia.
B Cadere in errore.
Qual è quello giusto in questo
R. Dahl, Il GGG, Salani
testo? A B

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Scrivi il tuo racconto del brivido


• Scrivi un racconto di paura partendo dalla descrizione del Parco Morto.
Il Parco Morto che circondava Villa Incubo non era
particolarmente grande. Sorgeva nel cuore della
città, ma nessuno degli abitanti del vicinato aveva
mai visto come era fatto, perché era cinto da un
muro di pietra alto tre metri.
Inoltre il mago Malospirito aveva eretto intorno
anche una barriera invisibile fatta di angoscia e
sgomento, che spingeva ogni curioso a tirare
dritto per la sua strada.
In un punto solo c’era un’apertura, chiusa da
un alto cancello di ferro arrugginito, ma nean-
che lì si poteva gettare un’occhiata dentro al
parco, perché la vista era sbarrata da un’intri-
catissima siepe di rovi giganti.
Il Parco Morto un tempo era costituito da una
quantità di grandi e bellissimi alberi, che ades-
so però erano spogli.
Il mago li aveva sottoposti per decenni ai suoi
esperimenti scientifici, ne aveva manipolato la
crescita, spillato la linfa vitale, fino a farli mori-
re ad uno ad uno.
Ormai tendevano verso il cielo solo rami secchi e contorti,
come se prima di morire avessero invocato aiuto.
Uccelli in quel parco non ce n’erano più da un pezzo,
nemmeno d’estate.

M. Ende, La notte dei desideri, Salani

Spunti e suggerimenti per scrivere “da paura”.


• Scegli il protagonista e gli altri personaggi.
• Individua il tempo in cui si svolge la storia.
• Stabilisci le fasi della storia e pensa a un imprevisto (situa-
zione iniziale, sviluppo, e conclusione)
• Aggiungi gli ingredienti giusti: fantasmi, mostri, rumori
forti, temporale, situazioni terrificanti... Le frasi devono
essere brevi, in modo che il lettore dovrà fare tante pause e il
ritmo sarà più grave e lento. Nei passaggi in cui la tensione è
alta, scegli verbi, aggettivi e avverbi che facciano TREMARE.

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UN... RACCONTO UMORISTICO

Dakota e Melassa
Per lettori...
attivi L’effetto comico del testo è dato anche dalla lettura. Prova a
leggere con ritmo sostenuto e facendo una pausa prima del-
• Riesci a inventare insulti
l’ultima frase.
senza usare parolacce? Prova
allora a sfidare Dakota. Sarai Dakota sentì il sangue alla testa.
tanto più divertente quanto Stavolta era proprio arrabbiato, afferrò Melassa e le urlò nelle
più fantasiose saranno le tue
orecchie:
idee. La volgarità però, ricor-
– Tu non sei altro che una scheggia d’unghia infetta, una foglia
da, non fa mai ridere!
di tè marcia, una carogna di topo, uno zombi verde, una cacco-
la di sonno, un sacchetto di tè usato venti volte e tutto molliccio,
una pustola piena di pus, una briciola di toast tra i denti della
MILLE E UNA IDEA Storia, un fruscio di sacchetto di pop-corn durante la proiezio-
• Hai mai visto il film “Hook- ne del film della mia vita, un pezzo di carota affettata, un vomi-
Uncino” di S. Spielberg? C’è to. Tu sei una bolla, un foruncolo, un’unghia incarnita, uno
una sequenza molto simile a sbuffo di fiato puzzolente, una gelatina di sudore tra le dita dei
questa... TROPPO DIVERTENTE! piedi, una pallina di sporco nell’ombelico, un cerume degli
orecchi, una forfora sul colletto. Tu sei tutto questo insieme e
molto peggio!

Melassa ne rimase scossa.

P. Idley, Dakota delle Bianche Dimore, Salani

LO SAPEVI CHE ?
La parolaccia esiste da sempre!
Gli antichi Egizi tenevano lontani gli
spiriti non desiderati pronunciando
offese e malaguri. Tra i Greci venivano
derisi quelli che non mostravano forza
e coraggio. A Roma nacque una
forma di poesia con un linguaggio
basso e volgare. In alcuni periodi sto-
rici la parolaccia fu proibita, in altri fu
permessa. Oggi è molto diffusa, anche
a causa della televisione. Nella televi-
sione italiana, infatti, si pronuncia una
parolaccia ogni ventuno minuti, quin-
di tre parolacce all’ora!
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RACCONTO UMORISTICO

Matrimonio
in bianco e nero Per lettori...
attenti
La sposa entra in municipio, tutti la guardano, è magnifica!
• Nella sequenza scritta in blu
Cammina lentamente, nel suo lungo vestito bianco, il cappello si descrive:
decorato di fiori gialli e arancio, un velo le copre gli occhi, e tie- l’ingresso in municipio
ne in mano un mazzolino di fiori primaverili. degli sposi
Il futuro marito, molto elegante nel suo abito nero, la aspetta il matrimonio
sorridendo.
• Nella parte scritta in nero:
Il sindaco chiede loro di accomodarsi, il futuro marito solleva un incidente terrificante
delicatamente lo strascico della fidanzata per aiutarla a sedersi, un incidente tragicomico
poi le passa dietro per raggiungere la sua poltrona.
• La prima parte ha un ritmo:
lento veloce
E là, patatrac!
Inciampa nello strascico, vacilla, cade in avanti portandosi die- • La seconda ha un ritmo:
tro lo strascico, la sposa viene tirata all’indietro, la sua poltrona lento veloce
si rovescia, lei si schianta sul suo futuro marito, il cappello vola,
le poltrone gli si rovesciano addosso, sono tutti e due soffocati
sotto il vestito, il velo, lo strascico. Si vede solo una grande pal- Dentro...
la bianca e nera, ricoperta di fiori. la parola
B. Labbè - M. Puech, Ridere e piangere, Ape Junior
TRAGICOMICO
Significa “che presenta aspetti
gravi e risvolti comici”.

SENZA SEGRETI
L’effetto comico può essere dato da un
imprevisto, da una situazione completa-
mente diversa da quella che ci si aspetta.

TOCCA A TE
• In questo racconto cosa rende comica
la situazione narrata? Perché?
……………………………………………
……………………………………………
……………………………………………

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UN... RACCONTO UMORISTICO

Gita in montagna
Era venerdì pomeriggio e mancavano due ore alla partenza del
pullman, in attesa davanti alla scuola. Sia Olle che il padre tre-
mavano al pensiero della gita in montagna. Il padre, il signor
Mons, sapeva che avrebbe trascorso tre giorni col terrore che il
figlio annegasse in un laghetto di montagna, o che si perdesse
nelle nebbie, o precipitasse in un burrone.
Olle non sapeva esattamente di cosa avesse più paura.
Mons aveva aiutato Olle a preparare lo zaino, che assomigliava
a un elefantino sovrappeso.
– Credo che siamo riusciti a farci stare lo stretto indispensabile.
Olle diede un’occhiata allo zaino stracolmo:
– Sembrerebbe.
– Ricontrolliamo la lista – disse il padre – calzettoni di lana,
maglietta di lana a maniche lunghe, mutandoni di lana, canottie-
Per lettori... ra e mutande, camicie, maglioni, sciarpa, guanti, tuta imbottita,
attenti tuta da ginnastica, scarpe da ginnastica, stivali di gomma, giac-
• Cosa c’è nello zaino di Olle? ca a vento, pantaloni impermeabili, costume da bagno, asciuga-
Sottolinea nel brano gli ogget- mano, spazzolino da denti, dentifricio, pastiglie contro il mal di
ti “esagerati” che tu non met- testa, cerotti, termometro, bende, vitamine all’olio di fegato di
teresti mai. merluzzo, zanzariera, macchina fotografica, Shangai… perché
• Dopo aver letto il brano alme-
conoscendoti farai sicuramente una partita a Shangai, vero?
no due volte, chiudi il libro e
Olle annuì.
cerca di ricordare: quali oggetti
ti vengono in mente? Perché?
– Bene – continuò il padre – bussola, pigiama, occhiali da sole,
occhiali di riserva, crema abbronzante, corda, latte in polvere,
fiammiferi…
– Non fumo, papà.
SENZA SEGRETI – Lo so, Olle. Soltanto per sicurezza.
– In che senso?
Come nelle barzellette, spesso – Nel caso in cui fosse necessario accendere un fuoco.
è il finale che rende comica
– Ah, già.
tutta la situazione.
– Fazzoletti, spray per il naso, cioccolato fondente, binocolo,
TOCCA A TE sacco a pelo, pala…
• Prova a togliere l’ultima riga – Pala? Che me ne faccio di una pala?
e rileggi il testo. Ti fa ancora – Non si sa mai, potrebbe servire.
ridere? Perché? Mons aiutò Olle a infilarsi lo zaino in spalla.
– Pesa?
…………………………………
Olle barcollò prima di trovare l’equilibrio.
………………………………… – Un po’. Forse dovresti togliere il termometro.

K. Hagerup, Olle Pappamolle, Salani

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RACCONTO UMORISTICO

La foca giocoliera Per lettori...


attenti
A Stranalandia vivono le foche giocoliere più brave del mondo. • Cosa è la UFG?
Verso il crepuscolo è uno spettacolo andare alla spiaggia a • Cosa si impara nella UFG?
• Quali materie si devono stu-
vederle fare i salti mortali e le acrobazie di gruppo.
diare il primo anno?
A Stranalandia ha infatti sede la UFG (Università Foche • Chi esamina gli studenti?
Giocoliere), a cui si iscrivono foche di tutte le isole vicine. • In che modo si danno i voti
Le lezioni sono molto dure e solo dopo tre anni di preparazione agli allievi?
la foca ha il permesso di esibirsi sulla spiaggia.
Lupus, a Stranalandia per le sue osservazioni scientifiche sul-
l’isola, rimase ammirato dalla bravura di allievi e maestri. Per lettori...
Ecco, per chi volesse iscriversi, il programma del primo anno attivi
dell’UFG:
• Elementi di storia (storia dei grandi pagliacci) • Scrivi un breve testo per
spiegare a Lupus cos’altro può
• Giochi di palla 1 (giochi in acqua)
trovare a Stranalandia.
• Nuoto acrobatico e sincronizzato
• Inventa un’Università che ti
• Pallavolo piacerebbe frequentare da
• Elementi di lancio del cerchio, del piatto e della clava grande. Come si chiama? Che
• Acrobazia di gruppo e cadute comiche. materie si insegnano? Quanti
Ecco, per darvi l’esempio, l’esame finale a cui Lupus assistette. anni dura? Chi esamina e
La commissione che esaminava era formata da foche, delfini e come?
trichechi.
Prova nº 1 (storia): il candidato ci dica quali erano gli elementi
del gruppo trapezisti acrobatici “Diavoli volanti”.
Prova nº 2: il candidato tenga la palla sulla coda camminando
a testa in giù, e la tiri nel canestro.
Prova nº 3: il candidato nuoti fino ad una profon-
dità di dieci metri a cavaturaccioli, poi salti fuori
prendendo al volo la palla tirata dal maestro.
Prova nº 4: il candidato lanci e tenga in aria
due minuti cinque ananas di cui uno flambé.
Prova nº 5: il candidato esegua una caduta comica
da una sedia senza lasciar cadere un uovo dal naso.
Prova nº 6: il candidato reciti una poesia a memoria.
Il candidato superò benissimo le prime cinque prove. Ma alla sesta,
la poesia, si fermò balbettando. La commissione rise: si trattava di
uno scherzo: le foche giocoliere sono anche grandi burlone.
Il candidato fu promosso con nove schiaffi su dieci, quasi il mas-
simo. Ogni maestro tirò uno schiaffone di pinna all’allievo,
in segno di voto favorevole.

S. Benni, Stranalandia, Feltrinelli

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UN... RACCONTO UMORISTICO

Lo scherzo perfetto
Per lettori... Ortensia, orgogliosa dello scherzo fatto alla maestra di ginnasti-
attenti ca, una maestra davvero terribile, iniziò a raccontare:
• Secondo te, perché l’insegnante – Andò così: scelsi un momento in cui la Spezzindue faceva
si chiama “Spezzindue”? lezione ai ragazzi di quinta e alzai la mano per andare in bagno,
• Perché la polvere si chiama invece mi sono nascosta nella sua stanza, e dopo una veloce
“Bruciapelle”? ricerca, ho trovato il cassetto dove teneva i suoi calzoncini da
• Che tipo è Ortensia? ginnastica.
– E poi che cosa hai fatto? – chiese Matilde, incantata.
– Avevo ordinato per corrispondenza una potentissima polvere
Per lettori... irritante. Costa un sacco e si chiama “Bruciapelle”. Sull’etichetta
attivi c’era scritto che era fatta con i denti di serpenti velenosi e che
procurava vesciche terribili sulla pelle. Allora ne ho spruzzata
• Racconta, in un breve testo,
un po’ in tutti i calzoni nel cassetto. – Ortensia fece una pausa
uno scherzo fatto che ancora
per riempirsi la bocca di patatine.
oggi ti fa ridere solo a ricordarlo.
– Ha funzionato? – chiese Violetta.
– Eccome! Pochi giorni dopo, durante la lezione, la Spezzindue
cominciò a grattarsi come una pazza. Ah ah! Dissi fra me. Ci sia-
Dentro... mo. Mi divertivo a guardarla. Il bruciore aumentava e lei non
la lingua riusciva a resistere. Deve aver pensato d’aver un nido di vespe
nelle mutande. E poi, ad un certo punto, saltò su dalla sedia e,
“Spezzindue” e “Bruciapelle”
tenendosi le mani sul sedere, si precipitò fuori dalla stanza.
sono due parole composte,
Matilde e Violetta erano affascinate: avevano davanti una vera
divertenti, originali e di signifi-
cato immediato. Cerca di for-
maestra dell’arte dello scherzo!
marne altre che mettano in
R. Dahl, Matilde, Salani
risalto le caratteristiche di
qualche tuo compagno.
Es: pigliatutto, acchiappasogni...

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RACCONTO UMORISTICO

Il treno Per lettori...


attenti
Un vecchio signore in un corridoio di un treno parla da solo e • Perché il vecchietto ride?
ogni tanto scoppia a ridere. Ogni tanto fa: • Perché ogni tanto fa “Eeh!”?
– Eeh! – e poi – Ah! Ah! Ah! – e poi ancora – Eeh! • Perché il signore in piedi vici-
Un signore, in piedi vicino a lui, preoccupato pensa che il vec- no al vecchietto è preoccupato?
chio possa sentirsi poco bene.
Si accosta e dice:
– Signore, va tutto bene? Per lettori...
– Sì, perché giovanotto? attivi
– Sa, vedo che lei parla da solo, poi fa così e ride. Scusi, non per
• Drammatizza la prima sce-
fare i fatti suoi; ma sa, ho pensato: forse si sente poco bene!
netta con i tuoi compagni,
– Ah, no! Non si preoccupi giovanotto. Sa, il viaggio in treno è dopo esservi esercitati a leg-
lungo. Io mi annoio molto a viaggiare in treno. Allora cosa fac- gerla in modo espressivo per
cio? Mi racconto storielle! rendere l’effetto comico.
– Ah sì?
– Sì! E mi faccio ridere, no? Ah! Ah! Ah!
– Scusi, ma perché ogni tanto fa “Eeh!”?
– Ma perché quella lì la conosco già!

M. Ovadia, Perché no?, Bompiani

SENZA SEGRETI
L’effetto comico di un racconto può essere
dato dall’ equivoco creato da una parola.

TOCCA A TE
• Quale parola crea l’equivoco nella seguente
barzelletta?

AL TELEFONO
– Pronto? Con chi parlo?
– Calzoleria Scarpetti!
– Oh, scusi, ho sbagliato numero!
– Non si preoccupi: venga pure e
le cambieremo il paio di scarpe.

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Scrivi il tuo racconto umoristico


• Scopri il comico che c’è in te! Rendi comiche le seguenti situazioni.

Alessandra arriva a Alessandra arriva a


scuola sempre in scuola sempre in ritardo.
ritardo. Per renderla Tutte le mattine la
Tutte le mattine la umoristica, puoi maestra la rimprovera.
maestra la rimpro- pensare una Oggi Ale è entrata in
vera e lei si giustifica risposta insolita classe e ha detto:
dicendo che non è di Alessandra.
suonata la sveglia. <<…………………..……
…………………..………
…………………..………
…………………..……>>

C’era una volta un C’era una volta un re


re che non riusciva Per renderla che non riusciva mai a...
mai a ridere. umoristica, puoi ………………..…………
Chiamò allora un inserire parole
suo amico fidato e fuori contesto, Chiamò allora un...
gli chiese di cercare in modo da dare ………………..…………
qualcuno che lo un effetto e gli chiese di cercare
facesse divertire. non-sense. qualcuno che lo facesse...
………………..…………

Spunti e suggerimenti per scrivere “da far ridere”.


• Nei testi umoristici le parole non sono mai combinate insieme per caso!
Possono formare:
- similitudini, a volte anche curiose (ad esempio: gradevole come un torcicollo);
- metafore, come nel brano di pagina 82 (ad esempio: tu sei una caccola di sonno);
- iperboli, cioè esagerazioni (ad esempio: lo zaino assomigliava a un elefantino soprappeso);
- combinazioni assurde (ad esempio: grandissimo… quasi una formica!).
Prova ad usarle anche tu nei tuoi testi umoristici.

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A . . . ...PO
M i l l e e u n ESI
A
Parla
di noi bambini...
Ieri ho scritto ... dei nostri
una poesia. desideri e delle
interessante... nostre angosce...

... delle delusioni, vuoi che


delle ansie... te la reciti?
No!

LE
sono componimenti
scritti in versi.
ce ne sono di tanti tipi,
ma tutte hanno lo scopo
di emozionare e di lasciare
una suggestione
nei lettori.
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POESIA

Le quattro stagioni
Arriva l’autunno, il caldo va via. A

La foglia cade: ma che nostalgia! A


Le vigne ricche son d’uva e nei tini B

Allegramente fermentano i vini. B

Poi viene l’inverno freddo e maestoso,


di neve bianco, o grigio piovoso.
Strofa
La terra protegge i chicchi di grano
Che, nascosti, germogliano piano.

La primavera è dolce e graziosa Verso

E dà tepore al mughetto e alla rosa.


Cantano allegri i vispi uccellini,
ridono i fiori nei prati e giardini.

Torna l’estate ubriaca di sole,


col biondo grano e dei frutti il colore;
col blu del cielo e l’azzurro del mare,
con le vacanze ci invita a cantare.
D. Cologgi

SENZA SEGRETI
Ricordi? Ogni riga di una poesia si ma parola del verso successivo, allo-
chiama verso. I versi sono raggrup- ra i versi rimano fra loro. In questa
pati fra loro a formare le strofe. poesia la rima è detta “baciata”,
Quando l’ultima parola di un verso perché i versi rimano due a due. Lo
termina nello stesso modo dell’ulti- schema della rima baciata è AA-BB.
TOCCA A TE
• Quante strofe ha questa poesia? • Completa poi lo schema a fianco
...................................................... dei versi.
• Quanti versi ci sono in ogni strofa? • Riscrivi sul quaderno le coppie di
...................................................... parole che rimano fra loro.
• Sottolinea con colori uguali le
parole che fanno rima tra loro.

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POESIA

SENZA SEGRETI
La mucca Quando il primo verso rima con il
terzo, e il secondo con il quarto, la
Amo la cara mucca rossa e bianca A rima è alternata.
B Lo schema della rima alternata è:
per la panna che mi dà, buona e fedele
ABAB.
e non si ferma mai; e non si stanca A
B TOCCA A TE
per arricchire la mia torta di mele. • Completa lo schema a fianco
dei versi.
Muggisce e vaga come senza meta, • Poi riscrivi sul quaderno le coppie
di parole che rimano tra loro.
si allontana però non si perde,
nell’aria fresca e nella luce lieta
nell’allegria del mattino e del verde.

E investita da ogni vento che passa


inzuppata da tutti i temporali
continua tranquilla e bella grassa
a passeggiare sui prati e i crinali.

R. L. Stevenson La neve
Sui campi e nelle strade A

silenziosa e lieve B

volteggiando la neve B

cade. A

SENZA SEGRETI Danza la falda bianca


nell'ampio ciel scherzosa
Quando in una strofa di quattro versi,
il primo rima con il quarto e il secondo
poi sul terren si posa
con il terzo, la rima è incrociata. Lo stanca.
schema della rima incrociata è: ABBA.
In mille immote forme
TOCCA A TE
• Completa lo schema a fianco dei versi.
sui tetti e sui camini
• Scrivi sul quaderno un’altra parola in sui cippi e sui giardini
rima per ognuna delle sei coppie di
dorme.
parole che rimano nella poesia.
Ada Negri
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Per scrivere poesie, può esserti utile consultare un “rimario”.


Dove lo trovi? Semplice: realizza il tuo! Inserisci parole che fanno
rima tra loro in ogni post-it.

-ace
Audace, brace, capace, loquace...

-ile ..................................................

Abile, friabile, incrollabile... ..................................................

.................................................. ..................................................

..................................................
..................................................
-aglia
Battaglia, boscaglia, canaglia...
..................................................
..................................................
..................................................
-accio
Abbraccio, braccio, caccio...
..................................................
..................................................
..................................................
-acca
Bacca, baracca, casacca...
..................................................
..................................................
..................................................

-ale
Autunnale, banale, bestiale...
-ello
Agnello, anello, battello...
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................

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-ore
-ia Amore, ascensore, attore...

Allegria, agonia, allergia... ..................................................

.................................................. ..................................................

.................................................. ..................................................

..................................................

-ura
Addirittura, altura, andatura...
..................................................
-uro
..................................................
Assicuro, canguro, catturo...
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
-illa
Anguilla, argilla, camomilla...
..................................................
-aggio ..................................................
Assaggio, coraggio, faggio... ..................................................
..................................................
..................................................
..................................................

-izia
Amicizia, delizia, avarizia...
..................................................
-onio
-io Matrimonio, pandemonio,
..................................................
Addio, balbettio, brio... pinzimonio ...............................
..................................................
.................................................. ..................................................
.................................................. ..................................................
..................................................

Mettiti alla prova con le parole! Arricchisci il rimario sul quaderno con questi altri
gruppi: -à, -abbia, -aca, -acchia, -acco, -aco, -adro, -affa, -aga, -azza, -eccia, -ecco,
-eco, -ella, -ema, -ese, -ento, -ile, -ina, -ino, -igno, -oi, -ona, -ora, -ota, -uco, -ulla,
-usa, -utto. Puoi lavorare anche in gruppo, così le idee moltiplicheranno.
Materiale occorrente: vocabolario, orecchio, penna.

93
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UNA... POESIA

Il mare
Solca l’azzurra
distesa del mare.
Una barca a vela
e la sua variopinta tela,
gonfia di vento,
si spiega a ogni soffio
più violento.
Par quasi voglia fuggire,
volare lontano
come un solitario
gabbiano.

G. Colli

SENZA SEGRETI
Le similitudini indicano un paragone tra cose, persone,
situazioni. Per creare similitudini si deve pensare alla
Dentro...
forma, al colore, al suono, al movimento degli elementi
la parola SPIEGA
messi a confronto. I due termini di paragone sono collega- • Cosa significa la parola “spiega” nella
ti con: “come, simile a, più di, sembra…”. poesia?
Ricorda che i versi di una poesia possono anche essere Rendere chiaro ciò che presenta diffi-
senza rima tra loro, in questo caso sono versi liberi. coltà di comprensione.
Distendere ciò che è piegato.
TOCCA A TE • Spesso le parole hanno diversi significati:
• Sottolinea la similitudine nella poesia appena letta. per sapere qual è quello giusto bisogna
• Quali sono i due elementi messi a confronto? Scrivili nei capire in che contesto è inserita, leggendo
riquadri. il resto della frase.
Cerca i significati delle parole seguenti,
.................................... .................................... scrivili, poi inventa una frase per ognuno
di essi.: Vita – Mercurio – Lingua - verso
94
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POESIA

Bussò il vento Per lettori...


attenti
Bussò il vento, come un uomo stanco, • Chi entra nella casa?
ed io garbata “Entra” gli risposi
..............................................
con ferma voce, e allora egli rapido • Quali azioni compie?
entrò nella mia camera.
..............................................
Ospite senza piedi
• Cosa esce dalle sue “dita”?
invitarlo a sedere era impossibile,
tanto sarebbe valso presentare ..............................................
• Come si muove?
all’aria una poltrona.
E ossa non aveva, per tenerlo, ..............................................
il suo parlare era come il fiato • Come parla?
di molti colibrì ronzanti insieme ..............................................
da un celeste cespuglio.
Un’onda la sua faccia, e mentre andava
dalle dita una musica gli è uscita Per lettori...
di suoni tremuli attivi
soffiati nel cristallo.
Indugiò, sempre qua e là muovendo, • Il vento viene presentato con
una similitudine. Quale?
poi timidamente
bussò di nuovo, fu come una raffica, ..............................................
ed io rimasi sola. • Come immagini questo
vento?
E. Dickinson
Un ciclone devastante
Una brezza leggera
Una folata fastidiosa

SENZA SEGRETI
Spesso i poeti attribuiscono a oggetti e animali caratteristiche e azioni proprie dell’uomo:
usano la personificazione.
TOCCA A TE
• Trova la personificazione nella poesia seguente. • Se il mare fosse una persona farebbe…
Largo alla fantasia!
Mare
mi piaci - Il mare ................................................................
perché - Il mare ................................................................
dai le sberle
- Il mare ................................................................
alle barche.
- Il mare ................................................................
da La natura nelle poesie,
a cura di M. Lodi, Editrice Piccoli - Il mare ................................................................

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UNA... POESIA

SENZA SEGRETI La musica “vera”


Le metafore sono similitudini Un tempo lontano
abbreviate, dove il paragone quando non c’erano ancora
(“come, simile a…”) è sottin-
le orchestre con gli strumenti
teso. Si attribuiscono al primo
termine le caratteristiche pro-
i violini erano i venti
prie del secondo. e i cavalli che galoppavano
nella prateria
TOCCA A TE i tamburi della batteria.
• Cerca le metafore in questa E c’era
poesia e sottolineale. in quella musica naturale
la grancassa del temporale,
il lamento della bestia ferita
e il canto del fringuello
Per lettori... insieme all’acqua del ruscello
attivi che fuggiva via.
• Quali delle seguenti espressio- C’era pure il sassofono stonato
ni sono metafore? Metti una M della vacca in mezzo al prato
nei quadratini giusti. e il trillo
L’ondeggiare delle spighe del grillo
Il rombo del motore e il canto lontano del mare
Il ruggito del motore e l’urlo di vittoria
Bloccato nel traffico dell’uomo
Imbottigliato nel traffico che iniziava la sua storia.
Capelli di fuoco
M. Lodi, Il soldatino del pim pum pà,
Occhi neri Einaudi Ragazzi

Dentro...
la parola
ORCHESTRA
La parola “orchestra” è un antico termine
greco, che indicava lo spazio nel teatro tra
il pubblico e il palcoscenico.
Oggi un’orchestra è un gruppo musicale,
tipico della musica classica. Un’orchestra
formata da pochi musicisti (massimo cin-
quanta) è detta “da camera”, mentre una
grande (con settanta – cento musicisti) è
chiamata “sinfonica filarmonica”.

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POESIA

SENZA SEGRETI
Mastro Geppetto Le onomatopee sono parole che
Mastro Geppetto riproducono un suono o una voce.
abete pioppo larice pino
TOCCA A TE
sega rapa pialla martello
• Quali sono le onomatopee pre-
vra vra vra vra senti in questa poesia?
visc visc visc visc • Quali suoni riproducono?
tic tac toc
tic tac toc
tic
piedi stinchi tronco braccia
mani collo bocca orecchie
MILLE E UNA IDEA
occhio occhio Leggi la poesia con tutto il corpo.
(mastro Geppetto stanco) 1. Leggila battendo con le mani il
Pinocchio. ritmo.
2. Leggila mimando con le mani
R. Piumini le parole dei versi.
3. Leggila interpretando con tutto
il corpo le onomatopee:
Lettera F il corpo, cioè, mimerà le azioni
degli strumenti da lavoro
di Geppetto.
Funghi fritti
e friulane
offre Foffo alle farfalle
fritte fette di affettato
fichi e fiaschi nella muffa
fichi soffici e soffietti
fra le frasche della fiera
fra le effimere fanfare
soffre Foffo
SENZA SEGRETI
a far affari. Quando in una poesia le parole
ripetono gli stessi suoni si ha una
B. Munari allitterazione.

Per lettori... TOCCA A TE


attivi • Qual è il suono ripetuto in que-
sta poesia? ................................
• Con che lettera inizia il tuo nome? .................................... • Quale è, secondo te, lo scopo
Scrivi tante parole che abbiano questa lettera al loro interno, di questa poesia?
meglio se doppia (quando è possibile). Prova a leggere la poesia accen-
Prendi spunto dall’insieme di termini trovati per inventare una tuando le allitterazioni.
poesia con le allitterazioni.

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UNA... POESIA

Il cielo d’Irlanda
Il cielo d’Irlanda è un oceano di nuvole e luce.
Per lettori... Il cielo d’Irlanda è un tappeto che corre veloce.
attenti Il cielo d’Irlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù.
• Individua le personificazioni Ti annega di verde e ti copre di blu.
e le metafore, sottolineale con
colori diversi. Il cielo d’Irlanda si sfama di muschio e di lana.
• Quale immagine rappresenta Il cielo d’Irlanda si spulcia i capelli alla luna.
meglio il cielo d’Irlanda?
Il cielo d’Irlanda è un gregge che pascola in cielo.
Segnalo con una ✗.
Si ubriaca di stelle e il mattino è leggero.

Il cielo d’Irlanda è un enorme cappello di pioggia.


Il cielo d’Irlanda è un bambino che dorme sulla spiaggia.
Il cielo d’Irlanda a volte fa il mondo in bianco e nero.
Ma dopo un momento i colori li fa brillare più del vero.
Ma dopo un momento li fa brillare più del vero.

M. Bubola

Per lettori...
attivi
• Scegli nella poesia la definizione del cielo d’Irlanda che ti ha colpito
di più: scrivila su un fogliettino, con il tuo nome, senza farti vedere da
nessuno. Consegna il foglietto all’insegnante. Dopo aver ricevuto tutte
le vostre preferenze, l’insegnante leggerà ad alta voce i biglietti, e mano
a mano si verranno a formare dei gruppi in base ai gusti espressi. In
gruppo, ora, scrivete cosa significano i versi scelti e disegnatene una
rappresentazione.
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POESIA

Per lettori...
Acquazzone attenti
• Metti in ordine con i numeri
Di nubi grigie a un tratto il ciel fu sporco; le sequenze descrittive della
e il tuono brontolò con voce d’orco. poesia.
Si cacciò avanti lungo lo stradone,
carta foglie e uccelli il polverone.
Si udirono richiami disperati,
tonfi d’imposte e d’usci sbatacchiati.
Si vider donne lottare in un prato
con gli angeli impauriti del bucato.
Poi seminò la pioggia a piene mani…

C. Govoni

Per lettori...
attivi
• Ora riscrivi la poesia in prosa, cioè come un testo normale, elimi-
nando i versi e usando parole ed espressioni diverse. Puoi aiutarti
anche con le sequenze illustrate.
99
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UNA... POESIA

Un sorriso
Un sorriso non costa niente e produce molto
arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo dà.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Dentro... Crea la felicità in casa,
la parola è il segno tangibile dell’amicizia,
• La parola “tangibile” signifi- un sorriso dà riposo a chi è stanco,
ca percepibile al tatto. Tale rende coraggio ai più scoraggiati,
parola è usata dal 1300 circa e non può essere comprato, né prestato, né rubato,
deriva dalla parola latina “tan- perché è qualcosa di valore
gere”, che vuol dire “toccare”.
solo nel momento in cui viene dato.
• La parola “sorriso” può for-
E se qualche volta incontrate qualcuno
mare tanti modi di dire. Prova
a spiegare i seguenti.
che non sa più sorridere,
- Sorriso a trentadue denti = … siate generosi, dategli il vostro.
- Sorriso sulle labbra = …
Ne conosci altri? Anonimo

Per lettori...
attenti
• Quanto costa un sorriso?
• Quanto produce? Perché?
• Quali sono i suoi effetti?
• Perché non può essere né
comprato, né prestato, né
rubato?

Per riflettere
LO SAPEVI CHE ?
La rappresentazione simbolica del sorriso è lo smile.
su se stessi Lo smile fu creato nel 1963 da un artista americano,
• A chi vorresti regalare un ed è costituito da un cerchio di colore giallo, due punti
sorriso? neri per gli occhi ed un arco verso l’alto per il sorriso. Oggi viene
• Quale sorriso ricordi con pia- usato negli SMS e in internet, e si è sviluppato differenziandosi
cere di aver ricevuto? in più faccine: sono le emoticon, che esprimono diversi stati
d’animo. Le faccine possono essere rappresentate anche con
caratteri di testo, ad esempio :-) e :-O.
100
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POESIA

Telegiornale Per lettori...


attenti
• Quale scena viene descritta
nella poesia?
Stando nel cerchio d’ombra
• Sottolinea la similitudine pre-
come selvaggi intorno al fuoco sente nella poesia.
bonariamente entra in famiglia • Perché il poeta descrive la
qualche immagine di sterminio. scena come se parlasse di “sel-
Così ogni sera si teorizza vaggi intorno al fuoco”?
la violenza della storia.

MILLE E 1 IDEA
N. Risi

Nella poesia si parla di “violenza


della storia”. Sei d’accordo?
Guarda il telegiornale e prendi
appunti: ci sono notizie che fanno
riferimento alla violenza? Cosa ne
pensi?

Il bambino
che gioca Per lettori...
attenti
Il bambino smise di giocare • Chi sono i personaggi nella
e parlò al vecchio come un amico. poesia?
Il vecchio lo udiva raccontare • Chi racconta la sua vita?
come una favola la sua vita. • Cosa capisce il vecchio?
Gli si facevano sicure e chiare • Che sentimenti prova il vec-
cose che mai aveva capite. chio?
Prima lo prese paura e poi calma. • Cosa fa il bambino?
Il bambino seguitava a parlare.

F. Fortini Per lettori...


attivi
• Prova a riscrivere la poesia
scambiando le parole “bambi-
no” e “vecchio”.
Ora rileggila. Quale delle due
poesie ti piace di più? Perché?

101
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..........
....................................

Non nascondere
e,
il segreto del tuo cuor
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
ilmente,
Tu che sorridi così gent
dimmelo piano,
rà,
il mio cuore lo ascolte
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
esitanti,
Rivelami tra le lacrime
tra sorrisi tremanti,
ogna,
tra dolore e dolce verg
e.
il segreto del tuo cuor

R. Tagore

Titolo: Ad un amico
Per lettori...
attenti
• Con chi sta parlando il poeta?
• Quali emozioni sono espres- Per riflettere MILLE E UNA DISCIPLINA
se nella poesia? su se stessi ARTE
• Qual è l’argomento centrale
della poesia? • Tu hai un amico o un’amica
• Che titolo daresti alla poesia? • Disegnati su un grande foglio in
del cuore?
Capovolgi il libro, leggi il titolo compagnia del tuo amico del
• Cosa fa la differenza tra un
originale e confrontalo con il cuore, poi regala proprio a lui il
“amico” e un “amico del
tuo. tuo disegno!
cuore”?

102
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POESIA

Essere bambini è bello? Dentro...


Fai questo! Fai quello!
la lingua
Lascia stare tuo fratello! • Osserva la punteggiatura,
Ma ci vedi?! quale segno prevale?
Solleva i piedi! • Cosa indica?
Tieni dritta la schiena! Riscrivi gli ordini nello spazio
Dio mio! Fai proprio pena! giusto.
Non ti ingozzare! Cose da fare
..............................................
Smetti di cantare!
Sei un musone! ..............................................
Ti mollo un ceffone! ..............................................
Mi fai ammattire! ..............................................
Stai sempre a dormire!
Portami da bere! Cose da non fare
..............................................
Questo è da vedere!
Non ti sporcare! ..............................................
Ti devi arrangiare! ..............................................
Fammi spazio!
..............................................
Sei uno strazio! • Cosa noti in merito ai verbi?
E smetti di tirar su! Perché?
Non ti sopporto più!
Guarda lui com’è buono!
Basta con questo frastuono! Per riflettere
Essere bambini è bello? su se stessi
Macchè! È solo un pesante fardello.
• Elenca gli ordini, o le racco-
S. Kilian mandazioni, che ricevi più
spesso. Poi metti una crocetta
vicino a quelli che condividi.
Cose da fare
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
Cose da non fare
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................

103
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UNA... POESIA

SENZA SEGRETI Dondola


Il calligramma è una poesia scrit-
ta in modo che le parole e i versi
LA BI LA
assumano la forma del soggetto MBA CHE CULLA LA BAMB O LO
NDO
stesso della poesia. Quale forma IL BIMBO S U L DO
LA N A CAVALLO
ONNA
SU E GIÙ IOLA
vedi in questo calligramma? SULLA SEGG DO
LA
L A PEN
LA I L TICCHETE-TA C D E L
GEN
TE CH LA
E I E IN TRENO S’ AP PISOL A DO
“La scuola” è una poesia scritta NSIE
ME SU E C ION
SSULTA COL CAPO CH
con la tecnica del cut-up, cioè LA MA
RTINELLA A
CHE SQUILL
con frasi e parole ritagliate da rivi- LA BALL LLA
ERINA CHE O SCI IA
ste, giornali e pubblicità e messe ’AR
L E NA NELL
L’ALTA
insieme. E LA LUN
A SULL’ONDA
Il risultato è una poesia-quadro. E LA F
OGLIA CHE VOLA
A
PLAN
E LA PIUMA CHE NA
S UO
C H E
LA CAMPAN A
ORA LEN
TA ORA VANA
Per lettori... E DONDOLA
DON

attivi DONDOLA DON


DONDOLA
• Riscrivi il calligramma con tutte le DONDOLA
parole divise in sillabe. Poi rileggilo: D O N. . .
come cambia l’effetto della poesia? D O N. . .

La scuola
MILLE E 1 IDEA
Ritaglia dieci parole da un giornale
o da una rivista. Organizzatevi in
gruppi da 3 o 4, così da avere a
disposizione 30 o 40 parole in
comune. Leggetele bene, per cer-
care un possibile argomento che le
tenga insieme. Provate a comporre
una poesia usando il numero mag-
giore di parole possibile, e scartan-
do quelle che proprio non servono.
Vince il gruppo che ha inserito più
ritagli.

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POESIA

La xeropoesia

Per lettori...
attivi
• Anche tu, insieme ai tuoi compagni, puoi realizzare una
xeropoesia; potete lavorare a classe intera o a gruppi.
1. Prendete un foglio A3 o un cartellone e dividetelo in tante
parti quanti sono i poeti che scrivono.
2. Scegliete un tema comune al gruppo, poi, su quello, ognu-
no di voi scriverà la sua poesia.
3. Alla fine scrivete le composizioni negli spazi dello schema
collettivo.
SENZA SEGRETI
• Potete iniziare con un esercizio base: tutta la classe scrive le La Xeropoesia è una tecnica di
proprie poesie sul tema scelto, in modo libero. poesia collettiva.
• Quando sarete più esperti dividetevi in gruppi. Ogni grup- Su un tema uguale per tutti,
po scrive sul tema scelto in modo condizionato: un gruppo ognuno scrive la sua poesia.
con le rime baciate, uno con le rime alternate, uno con quel-
le incrociate, uno senza rime, un altro con le similitudini, un
altro ancora con le metafore, uno con le allitterazioni.
105
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UNA... POESIA

Lo Sdràgolo
Per lettori...
attenti Ora divertiti con questa poesia, che Alice nel Paese delle
Meraviglie legge e non capisce, ma sente che le riempie la
• Hai capito cosa o chi è lo testa di cose!
Sdràgolo?
Scrivilo, poi confronta la tua
ipotesi con quelle dei tuoi
Era brìllico, scocco e spicco,
compagni. prillicava di qua e di là;
Lo Sdràgolo per me è: ma lo strùchilo sullo sticco
lo Sdragàcciolo impizzerà.
..............................................
“Allo Sdràgolo bada, o figlio!
..............................................
Morde e brùzzica col muffò!
.............................................. Ha la bazzica lunga un miglio:
• Ti ha divertito questa poe- te lo dico perché lo so”.
sia? Perché?
• Quali elementi hanno reso la Con lo stègolo brando in mano,
poesia divertente? quel nimìcolo invan cercò.
Le parole inventate Sotto un albero lucumàno
La storia narrata alla fine si riposò.
I suoni all’interno dei versi E nel sònnico ripensando,
lo Sdragàcciolo gli arrivò;
prese il pròdito l’arcibrando
Per lettori... e alle costole scotolò.
attivi Per forèstico, sbaldottiero,
• Prova ad inventare una paro- quel probissimo va che va;
la che abbia un suono che ti poi l’ammàppela e col cimiero
piaccia. Ripetila diverse volte, la zuccèttola gli ha taglià.
finchè non ti viene in mente Era brìllico, scocco e spicco,
anche un suo possibile signifi- prillicava di qua e di là;
cato. Scrivi infine la definizio-
ma lo strùchilo sullo sticco
ne e disegna la sua rappresen-
lo Sdragàcciolo sbrandellà.
tazione grafica. Insieme a
quelle dei tuoi compagni, la
L. Carroll, Alice nello specchio, Rizzoli
tua parola andrà a far parte di
uno strano vocabolario!

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Gioca con le poesie


1. Completa, inventando similitudini e metafore.
• La nebbia è come .......................................................................................... (similitudine).
La nebbia è ....................................................................................................... (metafora).
• Il mare è come ...........................................................................................
Il mare ....................................................................................
• I compiti sono come .............................................................
I compiti .............................................................................
• (Continua con la tua ispirazione)
.......................................................................................................
...............................................................................................................

2. Divertiti a comporre una tua poesia. Segui lo schema che ti suggeriamo e ricordati di
scegliere con cura le parole.

La nuvola

Come è? È come ...................................

Cosa sembra? sembra ..................................

Si trasforma in cosa? Poi diventa ............................

Quando? ..............................................

Cosa provi? Io resto ..................................


..............................................
..............................................

3. Ora puoi continuare a inventarne tante, con la rima o senza, serie o divertenti,
semplici o complesse…
107
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I E R .. .
DOS S

Sulla Terra ogni persona


Diversi e uguali
crede di essere nel giusto e pensa Una mattina tre astronavi partirono da punti diversi della
di appartenere all’umanità migliore. Terra, in direzione Marte.
Ogni popolo coglie l’occasione per In un razzo c’era un Americano, nel secondo un Russo,
dimostrare quanto sia più bravo
nel terzo un Africano. Ognuno voleva atterrare per pri-
degli altri. Ma è vero che siamo così
diversi? Esistono persone migliori mo su Marte, per dimostrare chi era il più bravo.
di altre? Quali problemi derivano Arrivarono tutti e tre su Marte, perché erano ugualmente
da queste convinzioni? bravi. I tre non comunicavano fra loro perché avevano lin-
gue diverse, l’Africano poi aveva anche il colore della pelle
diverso! Scesi dalle astronavi, si trovarono davanti un paesag-
gio strano e silenzioso.
La notte, poi, era misteriosa, senza un minimo rumore, quasi
irreale.
I tre astronauti guardarono contemporaneamente verso la
Terra lontana e vennero assaliti dalla nostalgia.
L’Americano disse: – Mamie!
Il Russo: – Mama.
L’Africano: – Mbamba.
Si guardarono e compresero di aver detto la stessa
cosa, “mamma”, e di provare le stesse emozioni e
sentimenti. Erano uguali anche se diversi! Si sorri-
sero, si avvicinarono, accesero un fuoco e, sedu-
ti intorno ad esso, ognuno di loro intonò canti
del proprio Paese. Così si fecero coraggio e
impararono a stare insieme.
U. Eco, Laboratori e progetti, Ardea

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U
U come
uguaglianza

U
L’uguaglianza… cos’è?
Che tu sei uguale a me?
Hai tu forse la mia stessa altezza
o, perché no, la mia stessa bellezza?
Stammi bene a sentire,
uguaglianza vuol dire,
diritti e doveri in parità
per tutti quanti nella società.

da ABC… come cittadino, EGA

Le differenze
1. Le differenze esistono. Non si diventa uguali negando che esi-
stano le differenze. Le differenze esistono e vanno riconosciute. • Prepara un questionario per
conoscere le abitudini dei tuoi
2. Le differenze possono non piacere. Non sempre le differenze compagni. Ecco alcune domande
degli altri ci piacciono. Ma questo non significa che noi siamo cat- da poter rivolgere.
tivi. Diventiamo cattivi quando vogliamo impedire agli altri di esse- - Cosa guardi in tv?
re diversi. - Cosa mangi più volentieri?
- A che ora vai a letto la sera?
3. Le differenze sono anche positive. Le differenze sono ciò che - Quali animali preferisci?
rende il mondo un posto interessante in cui vivere. - Qual è la tua musica preferita?
Scoprirai che siete tutti un po’
4. Conviene accettare le differenze. L’unico modo per vivere paci- uguali e un po’ diversi!
ficamente insieme agli altri è accettare le differenze. Una volta
accettata l’idea che le differenze esistono e che alcune sono positi-
ve e altre possono non piacerci, bisogna convincersi che la vita
sociale ci impone di tollerare anche certe cose che non ci piacciono.

da www.tolerance.it

109
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Io sono
disordinato... Il gioco del cerchio
Ecco un gioco divertente per conoscervi meglio e scoprire le
uguaglianze e le diversità fra di voi. Come si gioca?

1. Trovate uno spazio adatto e disponetevi a cerchio.

2. A turno bisogna parlare rispettando le posizioni nel


cerchio. Al primo giro ognuno dice solo il suo nome.

3. Al terzo giro ciascuno dice un proprio difetto (ad


esempio: sono disordinato).

4. Al secondo giro ognuno deve dire agli altri le


differenze che ci sono tra lui e la persona che nel
cerchio viene dopo: metterà a confronto i difet-
ti detti, aggiungendo anche qualcosa di positi-
vo dell’altro. Ad esempio:
_ Io sono timido, mentre Carlo è disordinato.
Però lui è generoso, perché mi presta sem-
pre i colori.
_ Io sono chiacchierona, mentre Giulio è
timido. Però lui è bravo in mate e mi aiuta.

5. Dividetevi poi in due gruppi: uno scri-


verà su un cartellone le differenze, l’al-
tro scriverà le uguaglianze che avete
notato tra di voi. Alla fine, confronta-
te i due cartelloni e discutetene insie-
me. Scoprirete che il mondo è bello
perché è vario!

• Quante differenze ci sono tra voi? Quante


somiglianze? Di che tipo?
• Quante differenze ci sono tra voi e tutti i
bambini del mondo?
• Trovate bello essere diversi uno dall’altro.
• Perché?

110
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La giusta distanza • Per te che cosa significa “non


invadere il terreno degli altri”?
................................................
È una notte buia e fredda. Due porcospini cercano in tutti i
modi di scaldarsi. Avvicinandosi l’un l’altro, però, scoprono ................................................
che il freddo si attenua; così si avvicinano sempre di più, ma • Ora mettiti alla prova e con-
trolla la tua “invadenza”,
finiscono per pungersi a vicenda. Allora, spaventati, entrambi
rispondendo alle domande.
si allontanano e di nuovo il freddo li assale. Cominciano a pen-
- Hai mai sbirciato nel diario di
sare al dolce tepore di quando erano vicini. Ripetono l’esperi- un tuo amico, senza averlo
mento di avvicinarsi e sempre si pungono. A poco a poco, chiesto?
però, capiscono che c’è una distanza che permette loro di - Sei mai entrato nella camera
scaldarsi e non pungersi: è data dal “non invadere troppo il di qualcuno senza bussare?
terreno dell’altro”. - Hai mai aperto una lettera
Così, vicini, ma rispettosi ognuno del proprio essere, i due non indirizzata a te?
porcospini vincono il freddo e sopravvivono più facilmente. - Hai mai curiosato nella borsa
di qualcuno?
Probabilmente senza il calore dell’altro, uno di loro sarebbe
morto; invece riescono a superare le difficoltà e a vivere uno Se hai risposto più di due sì,
accanto all’altro, senza ferirsi e disturbarsi. forse è meglio rileggere la favola!

A. Schopenhauer, Mondialità, CEM

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Amici
Siamo amici.
Amici per la pelle, dicono i nostri genitori: io
ero nero, lui bianco bianco. La maestra ci ha
messo in due posti vicini. Ci ha guardato e ha
detto:
– Come due tasti del pianoforte!
I compagni hanno riso. Eravamo imbarazzati
tutte e due, ma se io arrossisco non si vede.
Lui invece diventa come un pomodoro!
Siamo amici. Eravamo amici. Fino a ieri.
Avevo fatto un disegno bellissimo. Lui gli ha
dato un’occhiata:
– Chi è quella? La tua mamma?
Ho risposto che era la mamma di mio fratel-
lo più piccolo e che la mia era quella vicino
all’asino. Mi ha guardato sbigottito:
– Tuo papà ha due mogliiii?
– No, ne ha tre. Ma l’altra non l’ho ancora
disegnata. È la mamma di mio fratello più
grande.
Si è messo a ridere. In un modo che mi ha fatto provare vergo-
• Cosa è successo secondo te? gna. Non capivo. Mi è venuta una rabbia forte.
• Perché il bimbo rumeno ha
– Cosa hai da ridere, zingaro! Gli ho gridato.
preso in giro il bimbo senega-
lese? Non volevo dire così. Ma le parole sono uscite per conto loro.
• Perché questo poi ha offeso Mi ha risposto:
l’altro? – Vuccumprà!
• Per recuperare l’amicizia Lui è rumeno. Io sono senegalese. Eravamo amici. Ora non lo sia-
uno prova a ripartire dalle dif- mo più: siamo uno zingaro e un vuccumprà.
ferenze, l’altro dalle ugua- Avrei potuto dire che è bello avere più mamme, spiegargli...
glianze. Secondo te, ci riusci- Invece mi è uscita la parola zingaro. Ero arrabbiato. Avevo ragio-
ranno? Perché?
ne. Mi ha preso in giro. Ma anche lui ha ragione di essere arrab-
• Tu ti sei mai sentito offeso?
• Perché?
biato. Vorrei che fosse come prima quando eravamo amici. Ma
• Come hai reagito? come si fa a recuperare un’amicizia? Un pezzetto per volta.
– Ti voglio raccontare di Dakar. Mi racconti di Bucarest? – è quello
che ho detto.
– Non so. Giochiamo a pallone? Ha risposto.

E. Bussolati, Pace libera tutti, Unicef


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L’elefante… a pezzi
A sei persone che non avevano mai visto un elefante dissero che in una
stanza ce n’era uno e ciascuno di loro aveva diritto di entrare, bendato,
e di toccare quello strano animale per sapere come fosse fatto.
I sei andarono uno alla volta per scoprire com'era fatto l'elefante.

OH, è FANTASTICO: NO! è CORTO


AVETE TORTO
COSì LENTO E MOLTO DURO!
ENTRAMBI: L’ELEFANTE
E MORBIDO, è PIATTO E SOTTILE
LUNGO E FORTE! COME UNA GRANDE
FOGLIA.

OH NO, è COME UN ALBERO è COME PER ME è COME


PIUTTOSTO! UN MURO... UNA CORDA!

Discussero e discussero fino


• Quale tra i messaggi di questa fiaba condividi di
a litigare e a fare botte.
più?
Nelle liti tutti hanno ragione e torto.
Ognuno vede la realtà solo con i propri occhi
e non considera quello che vedono gli altri.
La verità è la somma di tanti punti di vista.
• Perché?
• E tu accetti il punto di vista degli altri o ti sforzi
di comprenderlo?

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Sei pronto per il test?

Cittadino del mondo?


Leggi attentamente il test e segna con una ✗ la risposta che più ti si addice.
Saprai qual è il tuo atteggiamento verso gli altri e imparerai a conoscerti meglio.

1 In classe arriva un bambino 2 Hai invitato alcuni amici a casa tua:


straniero: a. vuoi che facciano solo i giochi proposti da te
a. lo guardi con indifferenza b. metti a loro disposizione i tuoi giochi e decidete
b. gli sorridi subito insieme cosa fare
c. sei infastidito c. sei preoccupato perché toccano tutte le tue cose

3 In una discussione: 4 Ti accorgi che un bambino


a. ascolti gli altri e non intervieni diversamente abile è in difficoltà:
b. cerchi di esporre le tue idee a. fai finta di non vedere
rispettando il tuo turno b. ti avvicini e cerchi di aiutarlo
c. vuoi parlare sempre tu c. pensi che debba restare a casa sua

5 Un bambino straniero ti mostra 6 Un bambino straniero ti offre un dolce del suo Paese:
degli oggetti del suo Paese: a. lo rifiuti gentilmente dicendo che hai mal di pancia
a. li guardi solo per cortesia b. accetti volentieri per scoprire un gusto nuovo
b. ti incuriosisci e vuoi sapere a cosa servono c. gli dici che mangi solo cibi italiani
c. gli dici che tu hai cose molto più belle

7 Credi che: 8 Pensi che per conoscere un altro sia necessario:


a. i giochi individuali sono più belli a. giocare insieme
b. il gioco e la fantasia rendono uguali tutti b. scambiare pensieri, emozioni
i bambini e punti di vista
c. i giochi sono divertenti solo tra bambini c. osservare bene il suo aspetto fisico
della stessa razza

Leggi il profilo che fa per te:

Hai scelto più A Hai scelto più B Hai scelto più C


Sei un bambino discreto Sei aperto, dispo- Sei piuttosto chiuso, diffidente
e riservato. Stai bene da nibile, curioso e e convinto che il tuo modo di
solo e non ti interessi molto pronto ad accogliere pensare e di vivere sia il migliore.
agli altri. Sei sicuro che insie- gli altri anche se sono Forse dovresti imparare ad ascoltare
me agli altri non ci si possa diversi da te. di più gli altri e cercare di confrontar-
divertire e imparare di più? ti con loro.

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...TEST
O TE
Mille e un... ATR
AL
TI DIAMO IL

E
RUOLO DELLA
PROTAGONISTA!

MI HANNO DETTO...
LA PARTE
“DAI, VIENI A FAR TEA-
DI MARGHERITA!
TRO CON NOI!”

QUALE MARGHERITA!
MA NON HO CHIESTO...

sono scritti
per essere recitati.
Sono scritti in un copione,
che gli attori dovranno
imparare a memoria.
115
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UN... TESTO TEATRALE

In una notte di temporale


Per scrivere un testo teatrale, si parte dalla scelta del soggetto,
della storia, che si vorrà trasformare in copione. Ti proponiamo
una bella parabola orientale sulla diversità e sull’amicizia.

Pioveva a dirotto. Goccioloni che cadevano al suolo. Le gocce


del temporale di quella sera colpivano il minuscolo corpicino di
una capretta bianca. La capretta, senza pensarci, si rifugiò in
una capanna abbandonata sul pendio della collina. Si mise a
riposare nell’oscurità, aspettando tranquillamente che il tem-
porale finisse.
Ansimando e sbuffando qualcuno entrò nella capanna. Chissà
chi era. La capretta si nascose e drizzò le orecchie. “Tic, toc, tic,
toc”. Passi.
Qualcosa di duro batteva sul pavimento. Era rumore di zocco-
li. Doveva essere sicuramente una capra. La capretta, sollevata
si rivolse al nuovo arrivato:
– Bel temporale, vero?
– Come? Chi ha parlato? Ah, ah. Con questo buio, ah ah, non si
vede un accidente.
La capretta, un po’ stupita, rispose che lei era arrivata da poco
per ripararsi. L’altro allora tirò un sospiro di sollievo e appog-
giò il bastone sul pavimento. Già: quell’ombra indistinta, con il
bastone, non era una capra, ma un lupo. Per di più era un lupo
con una bocca grande così, che andava ghiotto di carne di
capra.
– Che sollievo che ci sia anche tu.
La capra non aveva capito che il suo compagno era un
lupo.
– Anch’io, se fossi capitato in questa capanna da solo, in
una notte di temporale, mi sarei sentito perduto.
Anche il lupo non aveva capito che il suo compagno
era una capra.
Il lupo cominciò a lamentarsi perché aveva le zam-
pe doloranti. Aveva camminato a lungo per arriva-
re fino a lì. La capra gli consigliò allora di allun-
gare le zampe verso di lei per mettersi comodo.
Fu così che sentì qualcosa di morbido, una
zampa alquanto strana.
Subito dopo il lupo starnutì, perché aveva

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TESTO TEATRALE

preso un bel raffreddore, che non gli


faceva sentire nessun odore, fortunata-
mente per la capra.
Il vento ululava e la pioggia continuava a pic-
chiettare sulla capanna. Intanto i due parlava-
no e più parlavano più ognuno pensava che l’al-
tro fosse un po’ ridicolo. Il lupo credeva che l’al-
tra avesse proprio una voce stridula, la capra che
l’altro avesse una voce profonda come quella di un
lupo.
Nessuno però disse niente, per non offendere il nuovo
amico.
Parlarono di tante cose e più parlavano più si scoprivano
uguali: desideravano le stesse cose, avevano mamme pre-
murose, cercavano da mangiare negli stessi posti.
Ora avevano entrambi fame, e lo dissero. Dissero proprio che
avevano voglia di erba l’una e di capre l’altro. Ma in quel pre- Per lettori...
ciso momento il fragore di un tuono coprì le loro voci, fortuna- attenti
tamente. • Chi sono i personaggi della
Ad un certo punto ci fu un lampo e l’interno della capanna si storia?
illuminò a giorno. Restarono male perché il bagliore aveva fat- • Dove si trovano?
to chiudere loro gli occhi, così non riuscirono a vedersi. Però • Cosa succede fuori?
ormai erano sicuri: si somigliavano senza dubbio. • Come reagiscono i due per-
Improvvisamente il boato di un tuono fece tremare la capanna sonaggi quando scoprono di
e i due si strinsero dalla paura. Scoprirono in tal modo di ave- non essere soli nella capanna?
re anche le stesse reazioni. Perché?
Nacque proprio una amicizia: il lupo e la capra decisero che si • Perché, fino alla fine, la capra
sarebbero dovuti incontrare con il bel tempo, il giorno dopo, non capisce che l’altro è un
per pranzare insieme. lupo?
• Perché, fino alla fine, anche
Il temporale ormai era cessato, cominciavano ad apparire le
il lupo non scopre che l’altra è
stelle tra le nuvole. Il problema era: come riconoscersi? Non si
una capra?
erano ancora visti.
Pensarono allora di dire una parola d’ordine. Sarebbe stata: “in
una notte di temporale”.
Adesso che il temporale era cessato, soffiava un leggero venti- Per lettori...
cello fresco. Nell’oscurità, prima dell’alba, le due ombre si salu- attivi
tarono e agitarono le zampe. Cosa sarebbe successo il giorno
• Come finirà la storia? Cosa
dopo ai piedi di quella collina? Questo neanche il sole, che ave- succederà secondo te il giorno
va appena mostrato la faccia per far brillare le gocce sulle dopo?
foglie, poteva saperlo. Immagina un finale per questo
racconto e scrivilo.
K.Gibran, Racconto arabo

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UN... TESTO TEATRALE

Narratore
Ed ora il copione
Ecco il racconto riscritto per essere recitato. Occhio alle battute
e alle didascalie.

A sipario chiuso
Narratore: – Pioveva a dirotto quella sera. Grossi goccioloni
cadevano a terra. Il temporale colpì il minuscolo corpicino di
una capretta bianca. La capretta, senza pensarci, si rifugiò in
una capanna abbandonata sul pendio della collina. Si mise a
riposare nell’oscurità, aspettando tranquillamente che il tem-
porale finisse, ma ad un certo punto entrò qualcuno.

Atto unico
Interno della capanna
Lupo: – Ah, ah, ah! (Tic toc tic toc, si sentono i passi e un bastone che batte a terra)
Capra: – Chi è?
Lupo: – Ah, ah, ah! (ansima)
Capra: – Bel temporale, vero?
Lupo: – Come? Chi ha parlato? Ah, ah, ah, con questo buio non si vede un accidente!
Capra: – Sono appena arrivata anch’io. Ma non è così terribile.
Lupo: – Ma sì, è vero… per fortuna ho trovato questo rifugio, dopo essermi trascinato sotto
il temporale. (appoggia il bastone sul pavimento)
Capra: – Che sollievo che ci sia anche tu!
Lupo: – Anch’io, se fossi capitato in questa
capanna da solo, in una notte di temporale,
mi sarei sentito perduto, ahi, ahi! Che male!
Capra: – Cosa c’è?
Lupo: – Ho tutte le zampe doloranti. Ho
camminato tanto a lungo per arrivare fin
qui.
Capra: – Terribile! Allungale pure verso
di me.
Lupo: – (allunga le zampe verso la capra) Oh,
grazie, così va meglio.
Capra: – (tra sé e sé, dubbiosa) Come è
strana questa zampa, morbida…
Lupo: – Eeeetccccciuuuuùù!
Capra: – Devi esserti beccato un raffred-

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TESTO TEATRALE

Lupo Capra
dore.
Lupo: – Penso anch’io. Non sento per niente gli odori!
Capra: – Beeeee, ora capisco perché hai questa voce!
Lupo: – (ridendo) Ah ah ah. Deve essere per questo.
Capra: – (tra sé e sé, sottovoce) Che voce profonda da
lupo… meglio non offenderlo però!
Lupo: – (tra sé e sé, sottovoce) Che voce stridula da
capra… meglio non offenderla però!
Si sente l’ululato del vento e il picchiettare della pioggia
sulla capanna.
Capra: – Da dove vieni?
Lupo: – Vengo da un luogo impervio.
Capra: – Vivi in un luogo impervio? Non è pericoloso?
Lupo: – Ma cosa stai dicendo? È un po’ scosceso, ma le
case sono belle.
Capra: – Però, che coraggio! Io vengo dalle colline ver-
deggianti.
Lupo: – Ah, che invidia! Da quelle parti ci sono tante cose buone da mangiare…
Capra: – Eh, sì, ce n’è in abbondanza.
Lupo: – (toccandosi la pancia) Ho una fame del diavolo.
Capra: – (toccandosi la pancia) Davvero, anch’io ho lo stomaco vuoto.
Lupo: – Di solito vado a cercare qualcosa da mangiare nei
dintorni, ai piedi della montagna dove abito.
Capra: – Anch’io faccio così!
Lupo: – Da quelle parti il cibo è molto buono?
Capra: – Sì, il profumo è invitante…
Lupo: – E morbido da masticare…
Capra: – Anche se lo mangi tutti i giorni
non ti stanca.
Lupo: – Anzi, se lo mangi una volta, non
puoi più farne a meno.
Capra: – Sì, è proprio vero.
Lupo: – Ah, solo a pensarci muoio dalla
voglia. Ho l’acquolina in bocca.
Contemporaneamente, rumori di tuono.
Lupo: – Che buona la carne!
Capra: – Che buona l’erba!
Narratore: – Fortunatamente il fragore
del tuono coprì le loro parole…

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UN... TESTO TEATRALE

Lupo: – Sai, da bambino ero magrolino. Anche adesso lo sono,


Per lettori... ma a quei tempi mia madre mi diceva sempre: “Mangia anco-
attivi ra, mangia ancora!”
• Dopo aver letto attentamen- Capra: – Ma guarda, anche mia madre mi diceva: “Se non
te il copione, tu e i tuoi com- mangi abbastanza non riuscirai a scappare. Ti mancherà il fiato
pagni preparatevi alla dram- per correre”.
matizzazione. Potete dividervi Lupo: – Ah ah ah! Ci assomigliamo davvero tanto!
in gruppetti, in modo che cia- Capra: – Beeee, anche se non ti vedo, sicuramente ci assomigliamo.
scuno di voi abbia un ruolo: Un lampo illumina la capanna.
- un bambino sarà la capretta Lupo: – (si gira e si copre gli occhi) Ah, mi sono girato, mi hai
- uno il lupo visto? Ci assomigliamo?
- un altro il narratore Capra: – (chiude gli occhi) Sono rimasta abbagliata e ho chiuso
Poi scambiatevi le parti in
gli occhi.
modo che potrete immedesi-
Forte boato di tuono.
marvi in personaggi diversi,
sperimentando mimica, gesti e Lupo: – Aiuto!
toni di voci adeguati. Capra: – Aiuto!
I due si abbracciano.
Lupo: – Ah, scusami, è che mi sono spaventato.
Capra: – Sì, non importa, anch’io ho avuto paura.
Lupo: – Però ci assomigliamo molto, vero?
SENZA SEGRETI Capra: – Abbiamo avuto la stessa reazione.
Il testo teatrale è diviso in atti. Ogni Lupo: – La prossima volta, perché non ci troviamo a
atto è diviso in scene. Nelle scene ci mangiare con il bel tempo?
sono le battute (il dialogo tra i per- Capra: – Va bene! Pensavo che sarebbe stata una pes-
sonaggi) e le didascalie (i suggeri- sima serata, per via di questo temporale, ma siccome
menti per gli attori). Nel “soggetto” ho incontrato un buon amico, si è rivelata migliore di
il dialogo tra i due personaggi è rac- quanto non immaginassi.
contato da una terza persona, con il Lupo: – Guarda, il temporale è cessato.
discorso indiretto. Il “copione” inve- Capra: – Oh, è vero.
ce fa uso solo del discorso diretto e Lupo: – Allora per domani a mezzogiorno, va bene?
di brevi didascalie.
Capra: – Davanti a questa capanna, ti va bene?
Lupo: – Ok, ma se non ti riconosco dalla faccia?
TOCCA A TE
• Il narratore partecipa all’azione
Capra: – Già, per sicurezza diremo: “In una notte di
scenica? Sì No temporale”.
• Quale è il suo compito? Lupo: – Ciao, in una notte di temporale!
...................................................... Capra: – Arrivederci, in una notte di temporale!
• Qual è la differenza tra la scrittura Narratore: – Nell’oscurità, prima dell’alba, le due
del soggetto e quella del copione? ombre si salutarono agitando la mani. Cosa sarebbe
...................................................... successo il giorno dopo ai piedi di quella collina?
......................................................

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TESTO TEATRALE

Trucchi del mestiere


Per mettere in scena uno spettacolo eccezionale, bisogna
pensare anche alle musiche, agli effetti sonori e agli effetti
ottici. Come? Scoprine alcuni leggendo sotto.

Gli effetti sonori


Il modo più semplice per produrre effetti sonori è quello
di registrarli dal vero su una cassetta. Ma ci sono anche
dei trucchetti per farli sembrare veri. Eccone alcuni:

- tuono: colpire con violenza un coperchio di pentola


sospeso in aria.
- vento: soffiare direttamente sul microfono.
- pioggia: mettere piselli secchi in un sacchetto, scuo-
terlo davanti al microfono.

Gli effetti ottici


- vento: mettere un ventilatore nella posizione deside-
rata e regolare la velocità delle pale.
- pioggia o neve: far cadere dall’alto piccolissime
palline di polistirolo.

Per lettori...
attivi
• Che cos’è un “effetto
MILLE E UNA DISCIPLINA
ottico”? È una simula- MUSICA
zione per far credere alla
nostra vista qualcosa che • Prova a cercare una
non esiste, molto simile musica che possa fare da
a un’illusione. colonna sonora al testo “In
- Tu quale figura vedi in una notte di temporale”.
questa immagine? Portala a scuola, falla sentire ai tuoi
Chiedi anche al tuo com- compagni e spiega la tua scelta. Ascolta
pagno di banco e con- poi le musiche proposte dagli altri e
frontate le risposte! votate insieme quella più adatta.

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UN... TESTO TEATRALE

Teatro delle ombre


Ecco un altro modo di “fare teatro”! Ritaglia i due personaggi su car-
toncino e incollali a dei bastoncini di legno. Sistemali dietro una tendina
bianca illuminata da una lampada. Due bambini nascosti li muoveranno
mentre recitano il copione della capra e il lupo.

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TESTO TEATRALE

Due mani…tanti animali!


Puoi divertirti a recitare anche giocando con le
mani. Le ombre cinesi sono infatti le ombre che puoi
ottenere con le dita. Provare per credere! Con le
mani si può fare di tutto, ma questi sono esercizi da
acrobati! Prova, riprova, tenta e ritenta! Non ti sco-
raggiare, è solo questione di allenamento.

Ombre cinesi
Accendi una lampadina o una candela e spegni la luce della stanza.
Metti le mani davanti alla luce. Le vedrai proiettate sulla parete opposta.

Capra
1. Posizioniamo la mano sinistra in modo che rivolga parte
del palmo alla luce.
2. Teniamo il pollice disteso e sovrapponiamogli l’indice.
3. Curviamo il mignolo verso il basso, manteniamo medio
e anulare dritti e distesi.
4. Mettiamo il palmo della mano destra sopra quello della sinistra.
5. Appoggiamo il mignolo destro sopra il pollice sinistro.
6. Pieghiamo l’anulare ad arco, a toccare l’indice dell’altra mano.
7. Teniamo il pollice eretto, come anche il medio e l’indice.
8. A questo punto, possiamo muovere la bocca, la barbetta
e l’occhio.

Lupo
1. Mettiamo il dorso della mano destra alla luce, flettendo
il polso.
2. Solleviamo il pollice e ripieghiamo l’indice come in figura.
3. Distendiamo anulare e medio, tenendoli vicino,
e divarichiamo il più possibile il mignolo.
4. Avviciniamo il palmo della mano sinistra a quello
della destra.
5. Alziamo il pollice sinistro e poniamolo accanto
a quello destro.
6. Portiamo le estremità del mignolo e dell’anulare
sinistro sotto la mano destra.
7. Nascondiamo indice e medio della sinistra tra i due palmi.
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Scrivi il tuo copione


• Scrivi un mini-copione, a partire da un soggetto.
Puoi rappresentare una storia che conosci o scegliere
una situazione reale:

Soggetto/situazione Il copione
La maestra entrò .......................................................................
in classe e, dopo aver fatto l’appel-
lo, comunicò che quello .......................................................................
era il giorno della verifica sui verbi! .......................................................................
Tutti iniziarono a tremare, in modo partico- .......................................................................
lare Sara, che non li aveva proprio
digeriti. La bambina allora parlò all’orec- .......................................................................
chio di Mohamed per chiedergli aiuto, .......................................................................
ma Piergianni, sempre pronto a farsi
.......................................................................
notare dall’insegnante,intervenne
per fare la spia. .......................................................................
.......................................................................
.......................................................................
in d ir e t t o
D a l d is c o r s o .......................................................................
d ir e t t o .
a l d is c o r s o .......................................................................
.......................................................................
.......................................................................
Spunti e suggerimenti per iniziare .......................................................................
Interno: l’aula e i bambini seduti. .......................................................................
Maestra: – Buongiorno!
.......................................................................
Alunni: – Buongiorno!
Maestra: – Facciamo l’appello: Silvia… c’è, .......................................................................
Michele… c’è…. .......................................................................

• Continua tu! .......................................................................


Alla fine, per verificare se hai scritto un .......................................................................
buon copione, prova a drammatizzarlo,
.......................................................................
divertendoti con i tuoi compagni di classe.
.......................................................................
.......................................................................

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...LET
Mille e unA... TER
è ora che tu sappia
A
che sono pazza di te.
Caro Alessandro,...
Ho scelto
Ho deciso di svelarti di confessarti
tutti i miei sentimenti. il mio amore
per lettera,...

Tanto, poi, basta non spedirtela!

Ci sono tanti modi


per comunicare a distanza:
il telefono, gli sms,
la posta elettronica,
la chat e la classica
!

125
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UNA... LETTERA

Caro Massimo…
luogo da dove
il mittente scrive
Via Canalchiaro, 15 - Modena
12 gennaio data in cui il
Caro Massimo, mittente scrive
sono stato contentissimo di aver ricevuto la tua lettera.
formula di aper- Ho preso subito carta e penna e mi sono messo a scriverti.
tura con il nome Ho letto che quest’anno vai meglio a scuola, mi ha fatto piacere.
del destinatario
Io me la cavo, anche se la maestra di matematica a volte ci dà
troppi compiti e devo chiedere aiuto a mia sorella.
Nella mia classe sono arrivati due bambini nuovi, a settembre:
contenuto vero Alice e Henry. Alice viene da Palermo e Henry dal Ghana. E tu?
e proprio della Hai nuovi amici? Io continuo ad andare a lezione di chitarra, il
lettera mio sogno è rimasto quello di diventare un gran musicista.
Tu, invece, continui con il nuoto?
Speriamo di poterci vedere ancora il prossimo agosto…
io sto già cercando di convincere i miei a tornare a
Porto Recanati. Incrociamo le dita!!!
formula Spero che mi risponderai presto.
di chiusura,
con i saluti Un salutone
Nicola
firma del
mittente
P.S.: Dimenticavo di dirti che a
marzo cambieremo casa. Non vedo
l’ora di avere una camera tutta per
me! Ti invierò poi il nuovo indirizzo.

P.S. Post Scriptum, mittente


che in latino vuol
SENZA SEGRETI
Nicola Bianchi
dire “scritto dopo”. Via Diocleziano, 53
00101 ROMA
Si usa quando si
vuole aggiungere La lettera mette in contatto
destinatario
qualcosa alla fine. un mittente, cioè chi la
scrive con un destinatario,
cioè chi la riceve. Se è
urgente, la lettera può
essere spedita come posta Rossi Massimo
prioritaria. Via Canalchiaro, 15
Modena
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Caro Tommaso…
Via delle Rondini 23 - Genova
16 febbraio

Caro Tommaso,
sono rimasta senza parole quando ho
visto il tuo disegno!
Lo conserverò con cura, così quando sarai
famoso potrò dimostrare di essere tua amica!
A proposito di vip, lo sai che c’è un mio compagno
di classe che ha l’autografo di dieci cantanti?
E un altro di sette calciatori?
Una volta chi non sapeva scrivere, firmava solo con una
LO SAPEVI CHE ?
Fino al 1840, le lettere veni-
croce. Ma anche adesso scrivere il proprio nome su un foglio vano spedite grazie al
non mi sembra uno scherzo da niente. “maestro di posta” e paga-
Una scrittrice, che è venuta a parlare del suo lavoro nella va il destinatario. Un giorno
nostra scuola, ha detto che lei l’autografo lo fa senza carta Sir Rowland Hill, incaricato
e penna, solo con una stretta di mano. di riorganizzare le poste,
vide una donna rifiutare
A noi, che insistevamo, ha aggiunto che firmava volentieri i
una lettera del fratello, per-
suoi libri, ma di autografi su foglietti, neppure a parlarne. ché non aveva soldi. Mosso
Al massimo ci poteva fare una firma sul polso, perché quello a compassione saldò egli
che conta non è raccogliere pezzi di carta con un nome, ma stesso la tariffa, ma, parlan-
ricordi di emozioni e parole. do con la donna, seppe che
Anche il nostro Presidente della Repubblica (te ne sei mai non ce ne sarebbe stato
accorto?!) quando deve siglare un accordo con altri capi di bisogno perché, attraverso
dei segni precisi sulla busta,
Stato, molto seriamente, fa una firma tutta punti e svolazzi il fratello aveva comunicato
con una penna stilografica. di stare bene ed altre noti-
zie. Hill si rese conto che, se
Ciao avessero fatto tutti così,
Elena nessuno avrebbe più paga-
to. Gli venne l’idea allora di
da Scritto a mano, V.V.E. Contract
una “marca” da applicare
sulle lettere, per dimostrare
Per lettori... che era già avvenuto
attenti il pagamento.
• Chi è il mittente? • Cosa ha mandato Tommaso Nacque così il
• Chi è il destinatario? ad Elena? francobollo.
• Quando è stata scritta la lettera? • Cos’è l’autografo?
• Dove è stata scritta?
127
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UNA... LETTERA

Caro Sindaco…
Per lettori...
attenti 08
Roma, 30 marzo 20
• Da quali parole si capisce che aco,
i bambini utilizzano un lin-
Preg.mo Sig. Sind
guaggio piuttosto formale? i de ll a qu ar ta C della scuola
Sottolineale nel testo. Siamo i bambin
primaria Collodi. ilmen-
• Segna con una crocetta le
pr es en te vo rr em mo chiederLe gent
Con la di tener-
espressioni formali:
asco lt ar e le no stre richieste e
te di munale.
e il Consiglio co
distinti saluti
o qu an do ri un it
ciao ciao ne cont ere ci
o ac co rt i ch e nel nostro quarti
Le porgo i miei saluti Ci siam sempre
ch e pi st e ci cl abili. Per noi è
con rispetto sono po giro, perché circ
ola-
un forte abbraccio co lo so an da re in
più peri è diventata irresp
i-
cordialmente ma cc hi ne . L’ ar ia
no tante ha l’asma tutto l’an
no.
al cu no di no i
rabile, qu rare anche il tras
por-
po tr eb be mi gl io
Forse si be magari chiudere
al
co . Si po tr eb
to pubbli us to per avere qual
che
al ch e vi a, gi
traffico qu
noi.
spazio sicuro per id ee per una città
più
me nt e ta nt e
Abbiamo in mo parlarne con Lei,
li ta e vo rr em
bella e pu
ci pi ac er ebbe incontrarLa.
quindi
La in an ti ci po per l’attenzione,
Ringraziando Su a certa risposta.
n an si a la
aspettiamo co

Distinti saluti,
lla quarta C.
tutti i bambini de

SENZA SEGRETI
Una lettera può essere scritta
anche per fare richieste o espri-
mere commenti a persone impor-
tanti: al direttore, al sindaco, al
capo dello Stato, a un personag-
gio famoso… Ovviamente il tono
diventa formale (occhio alle
maiuscole!).

128
115-132_MAFALDA4 2bz.qxd 3-03-2008 18:03 Pagina 129

MAIL
E-

C’è post @ per te

Da: Daianatos@cooperativamente.org
A: carlom@yahoo.it
Data invio: martedì 26 gennaio 2008 21:06
Oggetto: Sorpresa!

Cara Carla,
finalmente possiedo anch’io una casella di posta elettronica. Basta con le frettolose chiamate
serali, con l’eco delle madri che urlano: la bolletta costaaaa!!! Quindi possiamo scriverci!
Ho conservato il tuo prezioso indirizzo da quest’estate, ma senza un computer non potevo
fare un granché. Speravo che mi arrivasse a Natale, e così è stato. Se mi vedessi, non mi
riconosceresti più: mi sono tagliata i capelli! Sono andata con mia madre dalla parrucchiera
e mi sono portata la rivista dove c’era la foto di una ragazza con un taglio bellissimo.
Quando sono uscita, avevo i capelli come lei, anche se la somiglianza finiva lì, perché lei non
ha l’apparecchio, ha gli occhi azzurri, è alta mezzo metro più di me e soprattutto non ha
neanche un brufolino piccolo così. Ma quello che conta è la bellezza interiore, l’ho letto da
qualche parte e ho deciso che è una frase che userò spesso.
Adesso vado a studiare storia.
Rispondi immediatamente! Così sono sicura che hai ricevuto la mia lettera.

Tua Daiana
SENZA SEGRETI
Si possono scrivere lettere anche senza carta e franco-
bolli. È il caso delle e-mail, cioè della posta tramite
internet. È veloce, perché arriva al destinatario in pochis-
simi secondi, si scrive e si riceve tramite il computer.
L’indirizzo di posta elettronica è scritto così:
evauva@yahoo.it
- Evauva è il tuo nome o soprannome, lo username;
- @ indica “presso”, introduce l’indirizzo;
- yahoo.it è il dominio, cioè il nome della città virtuale,
immaginaria.

TOCCA A TE
• Ora scrivete tutti gli indirizzi e-mail della classe su un
foglio, abbinati ai vostri nomi... poi fatene una copia
per ciascuno! In questo modo sarete sempre in con-
tatto e... senza bollette salate.
A. Lavatelli, Cara C@rla, tua Daian@, Piemme Junior

129
115-132_MAFALDA4 2bz.qxd 3-03-2008 18:03 Pagina 130

.
Mille e una..
Arte... sui muri
Ci sono artisti che si sono rifiutati di fare opere per pochi. Keith Haring, ad esempio,
lavorava per rendere più belle le periferie di alcune grandi città americane.
“L’arte è per tutti – diceva – e questo è il fine a cui voglio lavorare”.
Ha iniziato a disegnare e colorare su cartelloni pubblicitari
vuoti e su vecchi vagoni della metropolitana di New York.
Ora le sue strane figure, che sembrano fumetti, sono famose
in tutto il mondo.

• Segna con una X la definizione che,


secondo te, è corretta.
Haring utilizzava colori semplici.
Haring utilizzava molte sfumature.
Le figure di Haring sembrano fumetti.
Le figure di Haring hanno linee
che rappresentano il movimento.

• Aiuta Haring a completare la sua opera.


Ormai è chiaro che il nostro artista usa
delle figure molto stilizzate. Egli, cioè,
rappresenta gli oggetti e le persone con
poche e semplici linee. Non si occupa dei
particolari… eppure riesce a fare delle
opere molto espressive!

130
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Haring dipingeva nei luoghi e sugli


oggetti di tutti i giorni. Anche per
questo, la sua arte appartiene a tutti.
Prova a fare come lui: rendi “arte” un
oggetto molto comune.

• Personalizza la tua carta da lettere, disegnando sul foglio e sulla busta, delle figure alla Haring.
Sarà una bella sorpresa per chi la riceverà.
Attento, però: non riempire il foglio. Gli spazi vuoti sono molto importanti...
anche perché poi dovrai scriverci!

LO SAPEVI CHE ?
Keith Haring nacque negli
Stati Uniti, il 4 maggio 1958.
Haring dipinse dappertutto: non solo
su muri o pannelli, ma su automobili,
scarpe, maglie e oggetti vari.
Divenne famosissimo intorno al 1986,
quando aprì un famoso arte-negozio:
il Pop Shop. Parlando di sé, nel 1987
pronunciò queste parole: “Nella mia
vita ho fatto un sacco di cose, ho gua-
dagnato un sacco di soldi e mi sono
131 divertito molto.”
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Scrivi la tua lettera


• Qual è la differenza tra una lettera personale e una
formale? Per ciascuna delle due lettere, rispondi alle
seguenti domande.

Correggio, 23 marzo 18 luglio


Illustrissimo Sindaco, Cara nonna,
abbiamo saputo che la Biblioteca comunale abbiamo convinto mamma e papà a farci
verrà presto chiusa per mettere al suo posto venire da te, perché abbiamo voglia di veder-
un grande magazzino. ti. Pronta ad ospitarci? E a prepararci le
Ci sembra una enorme ingiustizia sia per noi torte? E a raccontarci le storie? Abbiamo già
bambini che leggiamo sia per Antonio ed promesso alla mamma che non litigheremo e
Elisa che lavorano lì da molti anni e che che ti aiuteremo a tenere in ordine. Sei con-
sanno trovare il libro che cerchi anche se non tenta?
sai chi l’ha scritto e non conosci il titolo. Non vediamo l’ora di arrivare. A proposito,
La preghiamo di non vendere la Biblioteca. arriveremo il 7 agosto.
Cordiali saluti, Un grosso abbraccio e un milione di baci,
i bambini della quarta A della scuola primaria. Sara e Michele

D. Passatelli, Franci goal, Sinnos Editrice

• Chi è il mittente? • Chi è il mittente?


................................................................. .................................................................
• Chi è il destinatario? • Chi è il destinatario?
................................................................. .................................................................
• Per quale scopo è stata scritta? • Per quale scopo è stata scritta?
In che modo è stata scritta? In che modo è stata scritta?
................................................................. .................................................................
• Scrivi, insieme ai tuoi compagni, una lettera al vostro direttore: fategli sapere
cosa vorreste cambiare nella vostra scuola. Stavolta il foglio da usare sarà bian-
co e “serio” (lettera formale).

Spunti e suggerimenti per iniziare


• Quando scrivi una lettera, devi tener sempre conto di chi è il destinatario che la leg-
gerà. Sarà diverso il linguaggio che userai: potrà essere formale o amichevole.
Il contenuto, o il messaggio, poi, potrà essere lungo e dettagliato, oppure sintetico.
• Prepara la tua carta da lettere: ora sei pronto per scrivere!

132
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...DIA
Mille e un... RIO
se dico di voler
Caro diario,... partecipare...

solo tu mi capisci,
infatti...

al concorso di
canto della sei l’unico che non si mette a ridere!
scuola...

IN un diario
si possono scrivere tutti
i nostri segreti: infatti il

è personale e privato.

133
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UN... diario

Caro diario
Per lettori...
attenti Domenica 21 gennaio 2007
• Chi scrive è:
un bambino Nessuno può obbligare nessuno a scrivere un diario. Ecco perché
un adulto a tutti, prima o poi, viene voglia di farsene uno.
• Da cosa lo hai capito? A un diario si può raccontare: ore 10, mangiato un gelato, ore 16,
Sottolinea le parole o le frasi mangiato 3 gelati, e quella giornata è a posto. Ma è un piacere
nel testo. descrivere pioggia e sole, amici, voti, regali, sono così contento,
sono così solo.
E provarci ogni giorno. Un giorno alla settimana. O all’anno.
Scrivere un diario è come farsi una telefonata. Certe volte non
CHE ?
LO SAPEVI
ci si fermerebbe mai, qui nessuno ti sgrida: “Basta, chiudere!”.
Tutti vorrebbero dare un’occhiata al misterioso diario degli altri.
Il diario di Anche noi, ogni tanto, vorremmo che gli altri leggessero un po’ del
Anna Frank nostro segretissimo diario. Una riga, un verbo, mezza di mezza
è uno dei pagina non di più, alt, fermati.
diari più famosi In tutto il mondo ci sono migliaia di libri, film, canzoni e giornali
al mondo ed è una testimo- fatti con la parola “diario”. C’è il diario di Anna Frank (meno male
nianza storica importante. che abbiamo potuto leggerlo tutto!) e il diario di Jules Renard
È il diario di una bambina
(il padre di Pel di Carota). Centodieci anni fa, Picasso-bambino
ebrea che, durante la
disegnava il suo diario a cucchiaiate di paella lanciate sulla pare-
Seconda Guerra Mondiale,
morì in un campo di con- te di fronte, in sala da pranzo. Poi dissero “ma che schifo”, e
centramento. cancellarono trecentosessantacinque giorni di capolavoro.

M. Lucchini, Mi aiuti a fare gol?, Mondadori

SENZA SEGRETI
Anche nel diario si possono usare stili molto diversi: si può scrivere come se
fosse un’agenda, sotto forma di appunti, o come una lettera ad un amico...
In questa pagina di diario, le riflessioni personali sono espresse brevemente,
come se fossero dei flash.

TOCCA A TE
• Quali sono in successione, gli argomenti di cui parla l’autore?
.......................................................................................................................
.......................................................................................................................

134
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diario

La nota ingiusta
11 ottobre

Caro diario,
oggi sono molto arrabbiata e nessuno mi capisce. Ho preso una nota
a scuola, la più ingiusta che mi sia mai capitata.
Vicino al mio banco c’è Lin Yu, la nostra compagna cinese che anco-
ra non parla bene l’italiano e ha la “elle” al posto della “erre”.
Oggi Lin Yu mi ha detto: – Conosci male? Io sono stata male.
Ho capito dopo un po’ che voleva dire “mare”, non “male”, quando
continuava a dire che il “male” era bellissimo.
Non puoi immaginare quanto ho riso, nascondendo il viso dietro il
libro, o chinandomi, per non farmi vedere dalla supplente di mate-
matica. Rideva a crepapelle anche Lin Yu.
La maestra se ne è accorta, ha detto che la nostra è una classe
indisciplinata, ha sgridato me e mi ha messo una nota: “Arianna
ride della sua compagna cinese, dimostrando scarsa sensibilità
verso una bambina straniera che ancora deve adattarsi a una
situazione per lei nuova”.
Ho cercato di spiegare, ma lei gridava di far silenzio. Poi mi ha
chiamata alla lavagna e mi ha fatto risolvere non so quante ope-
razioni! Me la sono cavata, intanto mi sono beccata una nota!
Il bello però è che ora ho un amica in più, Lin Yu, ma questo la mae-
stra non lo sa.

E. Dell’Oro, Le pagine segrete di Arianna,


Edizioni EL

Per lettori... Per lettori...


attenti attivi
• Perché Arianna è molto arrabbiata? • Riscrivi la pagina in terza per-
• Per quale motivo ha preso la nota? sona, per raccontare l’episodio
• Perché Lin Yu è diventata amica di Arianna? della nota agli altri.
_ Oggi Arianna è molto arrab-
• Perché la maestra si è sbagliata a mettere quel-
la nota? biata...
135
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UN... diario

A proposito di caccia
Giovedì 28 gennaio
Per lettori... Caro diario,
attenti
oggi durante l’intervallo ho litigato con Giulio e ci siamo anche
• Chi scrive? Da cosa lo hai picchiati. Lui mi ha strappato un bottone dalla camicia ma io
capito?
• Chi è Giulio?
gli ho graffiato un orecchio così forte che era diventato rosso
• Chi è Piero? come un pomodoro. Per fortuna il maestro Stefano non ci ha
• Chi è Stefano? visto, sennò lo sentivamo! Dice sempre che dobbiamo spiegar-
• Chi litiga? Perché? ci a parole, che dobbiamo discutere, scambiarci i nostri punti
di vista senza esagerare. Ma scusa, come si fa a non esage-
rare quando devi convincere uno che non vuole assolutamente
Per riflettere darti ragione?
su se stessi È andata così: mentre aspettavamo il nostro turno per prova-
• Come avresti reagito al re il nuovo videogame spaziale di Piero, quello dove devi
posto della bambina? ammazzare i mostri che scendono dall’alto, parlavamo di cosa
Come lei faremo da grandi. Giulio ha detto che vuol fare il pasticciere
Avresti ignorato Giulio perché è molto goloso; oppure l’avvocato perché si guadagna-
Gli avresti spiegato le tue
no un sacco di soldi. Poi ha aggiunto che nel tempo libero vuole
ragioni
anche andare a caccia. Io gli ho detto che non capisce niente
perché non è affatto bello ammazzare gli animali. Anzi gli ho
detto pure che io voglio fare la guardia forestale e mettere in
prigione i cacciatori. Lui mi ha guardata come se fossi uno
scarafaggio e mi ha fatto la lingua. A quel punto io non ci ho
visto più e gli sono saltata addosso. A me piace ammazzare i
mostri nei videogiochi, questo sì, ma non gli animali veri. Quelli
sono belli da vivi, mica da morti! Spero che Giulio cambi idea.
S. Bordiglioni - M. Balocco,
Diario di una bambina troppo occupata, Einaudi

MILLE E UNA IDEA


• Cosa pensi tu a proposito della caccia?
• Ti sembra giusto uccidere degli animali?
• Conosci le leggi che regolano questa attività?
• Per documentarti puoi consultare anche i siti
del WWF, della LIPU…

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diario

Errori
22 febbraio

Oggi abbiamo scritto un testo. E fin qui non c’è proprio niente
di strano, visto che capitan Quinto ci fa scrivere quasi tutti i
giorni. Quello che è stato divertente è che Giorgia scrivendo
ha fatto un errore di ortografia.
Non che noialtri non ne facciamo: qui nella quarta B di San
Martino in Strada, modestia a parte, siamo dei veri specia-
listi in errori.
Ad esempio c’è Manuel che quando scrive semina le acca
come il contadino il grano ad ottobre.
Al contrario Gabriele è così avaro di acca che a casa ne deve
avere una cassaforte piena. Oppure c’è Marco, che non scrive Per riflettere
mai una doppia, o Michela, che ogni giorno si inventa un passa- su se stessi
to remoto nuovo: “ridette”, “vivettero”, “rompetti”, “cuocci” e via
• E tu, come ti comporti di
dicendo. fronte agli errori dei tuoi com-
Questi però sono errori normali! Quello che oggi Giorgia ha pagni?
tirato fuori dalla sua penna è invece un errore molto speciale: un Ridi a crepapelle.
errore magico. Ne facciamo pochissimi in un anno, quattro o cin- Non ti meravigli: capita
que, ma quando capita la classe diventa una specie di uragano anche a te.
Cerchi di dare una mano a
di risate. Sono gli unici errori per i quali il maestro non ci rim- correggere.
provera, ma ci fa quasi i complimenti. Infatti il capitano dice che Pensi che, anche grazie
un errore magico è come una chiave che apre la porta di una agli errori degli altri,
storia che nessuno altrimenti avrebbe mai immaginato. Oggi impari di più.
Giorgia doveva scrivere “a me piace nuotare a dorso”, invece ha
scritto “a me piace nuotare ad orso”. Dentro...
Quando il maestro l’ha letto a voce alta, ci sono stati tre minu- la lingua
ti di risate e di prove del nuove stile: il famoso “nuoto ad orso”!
• Aiuta Michela a correggere i
Intendiamoci, non è che nella nostra classe si possa ridere di verbi al passato remoto!
regola degli errori degli altri, anzi… - Ridette = ............................
Ma di quelli magici sì.
- Vivettero = .........................
- Rompetti = .........................
S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Edizioni EL
- Cuocci = ..............................

137
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UN... diario

Nella pancia del lupo


Caro diario,
oggi mi è successa una cosa incredibile: sono stata mangiata da un
lupo!
Non mi era mai successa una cosa simile. Ero andata a trovare la nonna
che è ammalata, e la mamma le aveva preparato un bel cesto di frittelle.
Quando sono partita faceva un po’ freddo, così ho indossato la mantel-
lina con il cappuccio rosso, quella che mi ha regalato la nonna il giorno
del mio compleanno e che tutte le amiche mi invidiano.
Appena entrata nel bosco, però, mi sono messa a raccogliere i fiori. Ce
n’erano di bellissimi e coloratissimi, così ho pensato di fare un bel maz-
zetto da portare alla nonna. Purtroppo però ho incontrato il lupo, che mi
ha chiesto dove stavo andando. Io glielo ho detto e lui mi ha indicato una
strada sbagliata. Così per attraversare il bosco ci ho messo un sacco di
tempo, il lupo è arrivato prima di me e si è mangiato la nonna. Io ho visto
che c’era qualcosa di strano e ho cominciato a fare domande, ma il lupo
mi ha ingannato e ha mangiato anche me.
Nella pancia ho trovato la nonna.
La nonna mi ha abbracciata forte e mi ha detto di stare tranquilla, che
sarebbe andato tutto bene. Infatti a un certo punto abbiamo sentito il
lupo addormentarsi e allora ci siamo messe a chiamare aiuto.
Quando ormai avevamo perso le speranze, abbiamo sentito che qualcuno
stava aprendo la pancia del lupo, così finalmente siamo riuscite ad uscire.
Ad aiutarci è stato un cacciatore che stava passando vicino alla casa
della nonna, che guardando dalla finestra aveva visto il lupo mentre mi
mangiava.
È andato tutto bene, però che paura! Penso che per un bel po’ non attra-
verserò più il bosco da sola.

D. Conati, Esercizi di stile su Cappuccetto Rosso, I libri di Damoli

MILLE E UNA IDEA


Per lettori... • Divertiti con uno scioglilingua:
attivi “Cappuccetto incappuccia rosse trecce portando focacce tra querce
e sentieri di strati di pigne, ma i denti lucenti un lupo digrigna e
• Prova a descrivere la stessa trangugia la nonna focacce e cappuccio e sprofonda russando in un
giornata in una pagina del dia- sonno profondo, poi del cacciatore una lama scintilla tagliando la
rio della nonna, oppure in trippa del lupo tradito dal troppo”
quello del lupo! • Fai a gara con un tuo compagno a chi riesce a leggere più veloce-
mente senza saltare le parole.
138
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Scrivi un diario
• Trasforma in una pagina di diario il racconto che segue…

Una sera, mentre usciva dalla casa del maestro, Leone incontrò una ragazza. Egli stava scendendo
precipitosamente le scale poco illuminate, quando andò letteralmente a sbatterle addosso.
Urlò per lo spavento. Lei invece gli diede una spinta e lo rimproverò:
– Stai attento a dove metti i piedi, imbranato!
Non l’aveva mai notata, né a scuola, né in giro per il paese. Si allontanò
subito da lei per paura di prendere una malattia. Era infatti tutta pelle
e ossa, una specie di scheletro ambulante, con un groviglio di
capelli bruni e crespi, gli zigomi alti, gli occhi mongoli e ridenti.
Portava la custodia di un violino e un libro di musica. Lo guar-
dò e osservò l’oboe e gli spartiti che teneva stretti al petto.
– Sei un allievo del maestro Ottavio?
– Sì, suono l’oboe.
– Io studio violino. Sono Fresia – e gli tese la mano.
“Che nome strano e ridicolo” pensò il ragazzo; afferrò con
riluttanza le dita scheletriche, ma le sentì calde e vigorose
nel suo palmo.
– Leone.
– Che bel nome!
– Davvero?
Nessuno glielo aveva mai detto, anzi, quante prese in giro!
Leone il gattone. Leone il ciuccione. Leone il frignone, e peggio
ancora!
Fresia sorrise e continuò:
– Sono arrivata in paese da poco.
La mia mamma ha aperto un nego-     
zio di biancheria. Suono il violino   
da quando avevo cinque anni.
Imbarazzato da tanta confidenza,     
Leone non sapeva come compor-
tarsi. Saltellò e si grattò un orec-
chio.
– Perché sei così magra?
– È la costituzione, non preoccu-
parti, sono sana come un pesce.
Egli arrossì. Fresia gli aveva letto nel
pensiero.

P. Valente, Un leone… un po’ fifone!, Raffaello

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I E R .. .
DOS S

Ogni giorno
proviamo tante emozioni.
Un lottatore disperato
È importante che impariamo – Una volta – raccontò – ero un divo, avevo un came-
a riconoscerle, rino tutto mio. Ero Zanna Incappucciata, il lottatore
a nominarle e a collegarle
con pensieri e situazioni più spregevole e odiato di tutti. Pensa che, quando
per viverle al meglio. ero nell’arena, il boato di fischi era talmente forte che
tremava anche il soffitto. E non appena salivo sul
ring, i miei ammiratori mi bersagliavano di pesce
puzzolente, uova marce e pomodori ammuffiti.
Ah, era stupendo! Ma una sera tremenda a Doncaster
– proseguì con sguardo tutt’a un tratto minaccioso –
mentre mi infilavo tra le corde del ring, aspettando
che cominciassero a volare uova e pesci… un bambi-
no scoppiò a ridere. Un bambino, dritto in piedi su
una sedia in prima fila, mi indicò col dito e disse tutto
divertito: “Papà, quello non fa mica paura: fa ride-
re!”. Fa ridere? Disperato, strabuzzai gli occhi. Gli
mostrai le zanne. Feci delle smorfie spaventose. Ma
nessuno mi tirava niente addosso, neanche un ovet-
to marcio.
Il bambino non la finiva più di ridere e in un attimo
tutta l’arena rimbombò di risate. Più ringhiavo, più
loro si spanciavano. Quando il mio avversario salì sul
ring, gli ficcai subito il pollice in un occhio, ma inve-
ce di restituirmi il colpo, quello si appoggiò alle corde
e rise a crepapelle.
– Sai – continuò, parlando a testa bassa – queste
notizie fanno presto a circolare. La cosa finì sui gior-
nali. E poco dopo, dovunque andassi, non facevo in
tempo a salire sul ring che i miei ammiratori avevano
già le lacrime agli occhi dalle risate. Non può esiste-
re un cattivo ridicolo, capisci? Non è possibile.

M. Richler, Jacob Due-Due contro Zanna Incappucciata, Adelphi

• A te è mai capitato che ridessero di te o di qualcosa che avevi


fatto? Quando?
• Quali sensazioni hai provato? Ti sei sentito offeso o dispiaciuto?
• Come hai reagito? Racconta.
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Il punto di vista
• Rispondi in poche righe.

Perchè il bambino ride? Perchè Zanna Incappucciata


vuole sembrare feroce?

.......................................................................... ..........................................................................
.......................................................................... ..........................................................................
.......................................................................... ..........................................................................
.......................................................................... ..........................................................................
.......................................................................... ..........................................................................

Tu cosa ne pensi? Chi ha ragione? Perchè?


Non esiste una distinzione
buono/cattivo, ma tutto
dipende da quello che si
pensa e si sente. A volte,
basta ricordarselo!

• Ti è mai capitato di sentirti dire che sei cattivo/a?


• Quando?
• Da chi?
• Cosa avevi fatto?
• Come ti sei sentito?
• Come hai reagito?
• Prova a raccontare la tua esperienza scrivendola, poi leggi la
alla classe. Potrebbe servire per farti conoscere meglio dagli altri.
Ascolta i racconti dei tuoi compagni: forse qualcuno ha provato
emozioni simili alle tue?

141
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:14 Pagina 142

Pensieri ed emozioni
Attività-gioco 1: Cosa provo
• Immagina di trovarti nella situazione seguente. Cosa proveresti? Cerchia il viso scelto.
L’insegnante ha detto che vuole parlare con te, a quattr’occhi.

Rabbia Ansia Preoccupazione Gioia Contentezza

• Confronta le risposte con quelle dei tuoi compagni. Sono uguali?

Se una stessa cosa succede a più persone, non tutte provano lo stesso sentimento.

Attività-gioco 2: Così penso, così mi sento


• Leggi e rispondi:
_ Supponi di essere andato ai giardini per far volare un aquilone. Lo
appoggi su una panchina per allacciarti una scarpa e quando hai
finito ti accorgi che qualcuno si è seduto sull’aquilone e lo ha rotto.
Ti senti ..........................................................................................

_ Ora supponi di notare che la persona che si è seduta sulla panchina


è un cieco.
Ti senti ..........................................................................................

È cambiata la tua emozione? ...........................................................

Le emozioni sono provocate da quello che pensiamo in


certe situazioni.

142
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:14 Pagina 143

Attività-gioco 3: Indovina il pensiero


• Leggi, poi associa ad ogni pensiero l’emozione che ne consegue.
L’insegnante ti ha chiamato per recitare la poesia che dovevi imparare a memoria.

Non so se me la
ricorderò tutta, ma
cercherò di recitarla forte preoccupazione
meglio che posso!

Uffa! Non ho voglia


di recitare la poesia, pazione
perché non mi lascia lieve preoccu
in pace?

Non l’ho studiata,


sarebbe una cosa rabbia
terribile se l’insegnante
si arrabbiasse!

Il modo di sentirsi cambia a seconda di cosa stai pensando.

... e infine...
... adesso pensa alla cosa o al fatto più ”bello” che ti
viene in mente!
Che so, una torta al cioccolato, la vittoria della tua
squadra del cuore, una gita che ti è piaciuta molto...
Pensato? Bene, adesso guardati allo specchio
mentre pensi: com’è la tua espressione?
Disegnala nello “specchio” qui a lato.

Si può concludere che:


da una SITUAZIONE

nasce un PENSIERO

che suscita un’EMOZIONE

M. Di Pietro, Educazione razionale emotiva, Erickson

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140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:14 Pagina 144

Una bella lezione!


!!! La maestra è arrivata tutta contenta.
– Stamattina lavoro di gruppo, ma...
– La scelta dei gruppi sarà casuale. Ognuno di voi pescherà
un biglietto con un numero. I bambini che avranno lo stesso
numero lavoreranno insieme.
Pesco il numero 3: sarò con Marika, Manuel e Matteo e
dovremo scrivere un testo descrittivo. Io e Matteo ini-
ziamo subito a sistemare i banchi, in modo da poterci
guardare tutti in faccia. Intanto Manuel ha incrociato
le braccia e si è messo seduto, in disparte. Gli chiedo
se c’è qualcosa che non va e lui risponde con un
urlaccio, tanto per farsi sentire dalla maestra:
– Io con quello non ci lavoro!
Tutti i bambini della classe si fermano. Silenzio di
tomba. Ne fa di capricci, Manuel!
Marika si avvicina a lui, gli parla sottovoce, ma
Manuel urla ancora più forte:
– NO! Non lavoro con Matteo! Non sa scrivere e
legge a malapena! Ci farà solo perder tempo! Voglio
stare con Max, lui sì che è bravo, è un genio!
Mi volto verso Max, ma stavolta vedo nei suoi occhi uno
sguardo duro, insolito, di rabbia, direi. Si vede che sta pensan-
do a qualcosa, poi si alza e si avvicina a Matteo. Si china e, ad
un orecchio, gli chiede se vuole lavorare con lui.
Matteo, che fino a quel momento era rimasto ad occhi bassi,
alza il viso incredulo su Max, con un sorriso a trentadue denti.
• Esprimi la tua opinione. Mi accorgo per la prima volta che Matteo sa anche sorridere.
Ha ragione la maestra È sempre serio, timido e insicuro, balbetta pure. Ora però è
perché il lavoro di gruppo è felice, lo capiamo tutti. Manuel resta impietrito, ha gli occhi
un’occasione per permettere
lucidi, stringe i pugni lungo i fianchi. La maestra interviene per
a tutti di lavorare con tutti.
Ha ragione Manuel per-
sollecitarci ad iniziare. Matteo si alza e va nel gruppo di Max.
ché nel lavoro di gruppo si Io e Marika chiamiamo Manuel, ma ormai ha un nodo in gola
lavora meglio con chi ci e l’unica cosa che riesce a singhiozzare è:
piace e ci è simpatico. – Io lavoro da solo.
Non so ancora come aiutarlo, ma so che oggi Max gli ha dato
una bella lezione.

144
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:14 Pagina 145

Pensieri, comportamenti, conseguenze


Ne fa di capricci Manuel! Ma saranno veramente capricci?
• Leggi le considerazioni di Marika poi inserisci le frasi nelle vignette giuste.

Parlando con il papà di Giusi, un giorno mia madre ha detto che Manuel ha dei proble-
mi: i suoi si sono separati da poco, lui dorme un giorno con i nonni materni, un gior-
no con i nonni paterni, un giorno a casa di amici.

1. Manuel soffre perché i suoi genitori si sono separati.


2. Manuel sfoga la sua rabbia offendendo un compagno “debole”. Avrai capito che i pensieri negati-
3. Manuel resta solo e soffre ancora di più. vi possono portare a comporta-
menti negativi, che a loro volta

Il mio modo di pensare portano a conseguenze negative!

Pensieri dannosi e pensieri utili


• Sottolinea in rosso i pensieri che reputi “dannosi” e in verde quelli “utili”.
- Devo riuscire sempre bene.
- Le cose devono andare sempre come dico io.
- Mi piacerebbe riuscire bene, ma è impossibile che ci riesca sempre.
- Tutti devono volermi sempre bene.
- Se uno sbaglia vuol dire che certe cose non le ha ancora imparate bene. Se il modo di pensare
- Chi sbaglia è uno stupido. influenza i nostri comporta-
- Se sbaglio non è la fine del mondo. menti, attenzione ai pensie-
- Se qualcosa mi piace non posso rinunciarci. ri dannosi!
- A volte mi succedono cose spiacevoli, ma sono sopportabili.
- È un peccato rinunciare a qualcosa che piace, ma si può vivere bene lo stesso.

adatt. da M. Di Pietro, Educazione razionale emotiva, Erickson

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La mia migliore amica


non verrà al mio compleanno,
Pensieri “salvagente”
e per di più ho sbagliato Mettiti nei panni di Ariel e ricerca i
tutti i compiti. tuoi punti di forza, quelli che ti aiu-
Capitano tutte a me! tano a pensare positivo.
È importante trasformare i pensieri
negativi in argomenti positivi.
Riempi di pensieri positivi i salva-
gente, allora! Potrebbero servire!

... sono molto ... il mio ricordo


bravo a... più felice...
.................................................................. ..................................................................
........................................................... ...........................................................
........................................................... ...........................................................
............................................ ............................................

... la mia qualità ... le persone che


più bella... mi vogliono bene...

.................................................................. ..................................................................
............................................................ ............................................................
........................................................... ...........................................................
............................................ ............................................

... un complimento ... quella volta che


solo per me... mi sono divertito tanto...
.................................................................. ..................................................................
.......................................................... ...........................................................
........................................................... ...........................................................
............................................ ............................................

R. D’Alfonso - G. Garghentini - L. Parolini, Emozioni in gioco, EGA

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...RACC
ONT
Mille e un... OE
PIC
OGGI VI PARLERò DI
O
... CHE HANNO SAPUTO
AFFRONTARE MILLE
DIFFICOLTà E OSTACOLI...
PERSONAGGI EPICI...

UOMINI LEGGENDARI CHE


HANNO SOPPORTATO STAMATTINA
A COLAZIONE SOLO
GRANDI FATICHE... SVEGLIA
UNA TAZZA DI LATTE,
ALLE 7.00!
POI SUBITO IN STRADA
PER NON PERDERE
L’AUTOBUS!

tutto questo per essere insomma... oggi si


... per compiere gesta parla di me!
eroiche,... interrogata in inglese,
matematica e italiano.
... a volte con l’aiuto bè, giulio un po’ mi
di esseri divini ha suggerito, ma...
divino è troppo!

NARRANO DI GESTA EROICHE


DI UOMINI O POPOLI, A VOLTE
CON L’AIUTO DI ESSERI DIVINI.
ESISTONO DALLA NOTTE
147 DEI TEMPI...
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:14 Pagina 148

UN... RACCONTO EPICO

?
Amicizie “divine”
LO SAPEVI CHE
Il mito di Gilgamesh fu scritto C’era una volta nella città di Erech un essere grande e terribile
circa quattromila anni fa, dai che aveva nome “Gilgamesh”.
Babilonesi. Per due terzi egli era divino e solo per un terzo era umano. Era
Solo cento anni fa furono il più potente guerriero di tutto l’Oriente; nessuno poteva ugua-
ritrovate le tavolette di argil- gliarlo nel combattimento, nessuno poteva vincerlo con la lan-
la su cui era stato scritto. cia. L’intera popolazione di Erech era dominata dal suo potere
e dalla sua forza.
Alla fine, gli abitanti di Erech, non potendo più sopportare le
Per lettori... sue sopraffazioni, implorarono aiuto dal cielo. Il Signore del
attenti cielo intese la loro preghiera e incaricò la dea Aruru di creare
un essere che avesse la forza di combattere il tiranno. La dea
• Completa.
prese un po’ di argilla dal suolo, la impastò e le diede la forma
Gilgamesh era ........................
di una mostruosa creatura a cui diede il nome di “Enkidu”.
.............................................. Enkidu era fiero e violento, come il dio della battaglia, e tutto il
Per due terzi era ...................., suo corpo era coperto di pelo. Aveva trecce lunghe come quel-
per un terzo invece ................ le di una donna e andava vestito di pelli. Trascorreva le giorna-
te vagando per la campagna insieme con gli animali e come
Dominava ..............................
questi si nutriva di erbe e si dissetava con l’acqua dei ruscelli.
Enkidu era stato creato da ...... Ma ad Erech nessuno sapeva della sua esistenza. Un giorno,
.................................... ed era vicino a una sorgente un cacciatore scorse Enkidu che beveva.
..............................................
Si spaventò talmente che corse a Erech e raccontò a Gilgamesh
quanto aveva visto. Gilgamesh fu affascinato dallo straordina-
Aveva un corpo ...................... rio racconto del cacciatore ed escogitò un piano per attirare
e ............................................ Enkidu fuori dalle selve.
Viveva nei .................... finché Rimandò nella steppa l’uomo, con una bellissima ragazza, la cui
bellezza l’avrebbe fatto innamorare. Infatti, quando Enkidu
..............................................
vide la fanciulla, ne rimase subito affascinato: dimenticò gli ani-
• Qual era la missione di
Enkidu? mali e la seguì.
• Perché Gilgamesh ed Enkidu Per una settimana intera rimase vicino alla ragazza, fino a
diventarono amici? quando, stanco di lei, decise di ritornare dagli animali che ave-

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140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:14 Pagina 149

RACCONTO EPICO

SENZA SEGRETI
va lasciato. Ma i cervi e le gazzelle non lo riconobbero più
Il racconto epico narra le
e al suo avvicinarsi si diedero alla fuga. Enkidu tentò di vicende eroiche di personag-
seguirli, ma, durante la corsa, sentì le gambe deboli: capì gi straordinari che possono
di non essere più un animale, di essere diventato un essere uomini o semidei.
uomo. Stanco e senza fiato, tornò dalla ragazza che lo con-
dusse in un accampamento di pastori e gli insegnò a man-
giare pane e a bere birra; lo lavò e lo vestì con abiti raffi-
nati, per cui Enkidu divenne un uomo in tutto e per tutto. MILLE E UNA DISCIPLINA
Un giorno arrivò uno straniero che portava notizie dalla
grande città di Erech. Enkidu capì che il suo destino era STORIA
quello di andare là ad abbattere la dominazione di • Cerca le caratteristiche di almeno
Gilgamesh. due “dei” della civiltà babilonese.
Partì la vigilia dell’Anno Nuovo. Le strade erano addob-
bate di allegri festoni e ovunque le grida dei giovani sali-
vano nell’aria.
Improvvisamente si udì un suono di cembali e di flauti lontani.
Pian piano apparve una lunga processione: Gilgamesh ne era la
figura centrale. La processione arrivò fin davanti al tempio e si fer-
mò. Gilgamesh si fece avanti, ma ecco Enkidu che si mise di fron-
te al tiranno con aria di sfida.
Dopo pochi istanti, si ritrovarono avvinghiati nella lotta, impetuosi
e selvaggi come tori.
Alla fine Gilgamesh si trovò a terra e comprese di aver trovato un
degno avversario. Ma Enkidu era altrettanto generoso quanto for-
te: comprese, a sua volta, che il tiranno non era solo prepotente,
ma anche un valoroso guerriero che aveva coraggiosamente
accettato la sua sfida.
– Gilgamesh – gli disse – mi hai dato chiara prova di essere figlio
di una dea, il cielo stesso ti ha messo sul trono. Non sarò dunque
più tuo nemico. Stringiamo piuttosto un patto di amicizia. E, rial-
zatolo da terra, lo abbracciò.

T. H. Gaster, Le più antiche storie del mondo, Einaudi

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UN... RACCONTO EPICO

Il canto delle sirene


Ulisse è un eroe greco, famoso per la grande furbizia ed il coraggio.
Dopo aver conquistato con i suoi compagni la città di Troia, è costret-
to dagli Dei a perdersi in mare. Ritroverà la strada di casa solo dopo
dieci anni di disavventure.

Ulisse e i suoi compagni sapevano che non avrebbero


potuto evitare di passare vicino all’isola delle Sirene. Per
metà donne bellissime, per metà pesci o uccelli, le
Sirene incantavano i naviganti con il loro canto e li atti-
ravano vicino all’isola: qui i disgraziati naufragavano e
venivano divorati.
Ma questo non sarebbe bastato a spaventare Ulisse.
Quando la nave fu in vista dell’isola, disse ai compagni:
– Amici miei, là vivono le Sirene, orribile morte dei navi-
ganti. Io vi tapperò le orecchie con la cera, perché non
sentiate la loro voce ingannatrice. Quanto a me, legate-
mi con nodi robusti all’albero della vela. Qualunque
cosa io dica, gridi, o minacci, non slegatemi, anzi rinfor-
zate i nodi.
Intanto calava il vento: una bonaccia totale circondò la
nave. Il silenzio avvolgeva cielo e mare.
Svelto, Ulisse modellò piccoli pezzi di cera e li cacciò
nelle orecchie dei compagni, poi fu legato da loro all’al-
bero, secondo gli ordini.
Cominciò a sentire un canto di voci lontane, poi sempre
più vicine: era un canto strano, diverso da ogni altro che
avesse mai ascoltato nei palazzi della Grecia o dell’Asia.
SENZA SEGRETI Brividi di emozione e di piacere corsero per la pelle di
Ulisse, che si agitò nei suoi legami e mosse la testa per
Nel racconto epico il protagoni- ascoltare meglio. Il canto non diceva frasi, ma parole
sta è esaltato in tutti i suoi sole, ripetute e sovrapposte, di una dolcezza infinita.
aspetti: fisici, caratteriali e com- Ulisse si agitava e piangeva, felice.
portamentali. Si mostra eroe – Slegatemi! – diceva – Smettete di remare, e slegatemi!
perché ha sempre missioni diffi- Bisogna cambiar rotta, fratelli miei! Bisogna avvicinarsi
cili, che porterà a termine mal-
a quel canto!
grado tante avversità.
Ma i compagni, a testa china, continuavano a remare.
Nelle sue peripezie affronta
situazioni complesse ed esseri
mitologici.

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RACCONTO EPICO

Ormai la nave era all’altezza dell’isola e il canto era così forte da


riempire il cielo come una luce sonora. Ulisse piangeva dolce- Dentro...
mente e tirava con tutto il corpo le funi. la lingua
Ma i compagni remavano, curvi e decisi. Solo Euriloco e • L’espressione evidenziata in
Perimède, alzando gli occhi su Ulisse e vedendolo così agitato, rosso unisce due sensazioni
si alzarono e andarono a stringere i nodi e aggiungere corde. diverse: una visiva, una uditi-
L’isola restava indietro e la voce stupenda delle Sirene si senti- va. È una particolare figura
va di meno. Ulisse, con la faccia umida, rinunciò a gridare e retorica che vuole dare più
minacciare per non perdere l’ultimo canto. forza all’espressione stessa.
Si chiama sinestesia.
E piano piano il rumore dei remi coprì la voce e poi Ulisse non
Es.: urlo amaro
sentì altro che il suono dell’acqua percossa dai remi e il fruscio
ritmato della chiglia che tagliava il mare. Si abbandonò contro sens.uditiva sens.gustativa
l’albero e chiuse gli occhi.
Un fresco vento da settentrione gli asciugò le lacrime e tese la
vela, spingendo più velocemente la nave sulla rotta. Gli uomini Per lettori...
ai remi alzarono la faccia, guardarono Ulisse, immobile e quie- attenti
to, guardarono il mare oltre la poppa: l’isola era lontana. • Perché Ulisse mette la cera
Allora levarono la cera dalle orecchie, gridarono di sollievo e si nelle orecchie dei compagni?
abbracciarono perché il grande pericolo era passato. • Perché si fa legare?
Si avvicinarono ad Ulisse, piano piano, guardando preoccupati • Quale rischio non vuole cor-
la sua terribile stanchezza. rere?
– Sì, slegatemi, ora … – disse lui con voce lieve. – E non abbia- • Cosa fanno le Sirene per atti-
te paura. Il canto delle Sirene è rimasto in me come il ricordo di rare i marinai?
un sogno stupendo: ma non si può ritornare in un sogno. • Cosa chiede Ulisse ai compa-
gni?
• “Non si può vivere in un
sogno”, dice alla fine Ulisse.
Questo significa che:
Ulisse è pentito della
propria esperienza.
LO SAPEVI CHE ? Ulisse inganna i suoi amici:
presto tornerà da solo.
• Numerose sono le storie e le fiabe Ulisse sa che l’uomo
che parlano delle sirene; la più famosa vive la realtà e non i sogni.
è “La Sirenetta” di Andersen, a cui a • Ulisse rappresenta:
Copenhagen è stata perfino dedicata l’uomo che vuol conoscere
una statua. tutto
l’uomo che non ha paura
l’uomo che si fida
degli amici

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UN... RACCONTO EPICO

La maledizione
di Giunone
Dopo la distruzione della città di Troia, Enea, un eroe troiano, riesce a
fuggire con un gruppo di guerrieri. Ha caricato sulle spalle l’anziano
padre Anchise, ha preso per mano il figlio Ascanio ed ha preso il largo
in nave. Gli dei hanno previsto che fonderà una nuova città che gover-
nerà il mondo!

La nave di Enea aveva già avvistato le coste della Sicilia.


– Terra! Terra! – si sentì gridare da ogni parte. Dopo un inter-
minabile viaggio in fuga dalla guerra che aveva distrutto le loro
case, gli uomini dell’equipaggio non stavano più nella pelle: era
come se un incubo fosse finalmente finito.
– Uomini! Ascoltate! – disse Enea – La nostra città è scompar-
sa, bruciata dalle fiamme nemiche, ma ora su questa nuova ter-
ra costruiremo il nostro futuro. Abbiate fiducia!
La speranza cominciava a rianimarli, e c’era qualcuno che già
pensava a cosa cacciare o a come costruire le prime capanne.
Insomma, col pensiero erano già sbarcati. Ma, a pochi metri
dalla riva, un improvviso vento gonfiò le vele spingendo l’im-
barcazione al largo. E, mentre la terra si allontanava, ovunque
si sollevarono enormi onde. Una di queste si abbatté sul timo-
ne, lo scardinò e lo trascinò via; un’altra invase d’acqua l’imbar-
cazione e la fece inclinare tanto che alcuni persero l’equilibrio

SENZA SEGRETI
Nei racconti epici gli eroi
sono spesso aiutati o osta-
colati dagli dei.

TOCCA A TE
• Quale divinità è contro
Enea? Perché?
...........................................
• Quale lo favorisce?
Perché?
...........................................

152
140-177 Mille4°:Layout 1 20-06-2008 9:59 Pagina 153

RACCONTO EPICO

l’equilibrio e furono sbalzati in mare; un’altra onda fu così for- Per lettori...
te da rovesciare la nave. attenti
Enea, il padre Anchise e pochi altri, tra cui il figlioletto Ascanio, • Chi è Enea?
erano riusciti ad aggrapparsi allo scafo e non mollavano. • Dove sta per sbarcare?
Calò la notte e per fortuna anche il vento, e il relitto cominciò a • Invece cosa succede?
scivolar sempre più lontano spinto da una misteriosa corrente. • Infine dove approda?
“Potessi essere morto con Ettore sotto le mura di Troia”, pensa- • Chi li accoglie e li aiuta?
va Enea, “invece che finire annegato non si sa dove! Quale dio
può odiarmi al punto da riservarmi questo destino?”.
Questo dio era nientemeno che Giunone, la moglie di Giove, Per lettori...
perché sapeva che i discendenti di Enea sarebbero stati i più attivi
tremendi nemici di Cartagine, la città che lei amava più di tutte.
Così, perché quell’avventura non cominciasse neppure, li ave- • Pensa di essere uno dei com-
va spinti in mezzo al mare. pagni d’avventura di Enea.
Quali emozioni e quali pensie-
“Enea in Italia non ci metterà mai piede!”, si disse compiaciuta.
ri stai vivendo? Racconta bre-
Ma anche la madre di Enea, Venere, era una dea. Impietosita
vemente in prima persona gli
dalla crudele sorte del figlio, sospinse quel relitto e i pochi avvenimenti narrati nel brano.
sopravvissuti fino alle coste della Libia, proprio dove la splen-
dida regina Didone stava costruendo Cartagine.
Davanti al banchetto nella sala riscaldata da un gran focolare,
Enea ringraziò Didone con queste parole:
– Regina, tu ci hai accolto, naufraghi e stremati nel fisico e nel
morale. Ci hai dato vesti con cui coprirci, cibo e acqua con cui MILLE E UNA DISCIPLINA
rifocillarci, e ora ci onori con un banchetto. È giusto che tu sap-
pia chi siamo e da dove veniamo. Tutto io ti dirò, anche se per STORIA
me è un grande dolore ricordare l’ultima notte della mia città. • L’Eneide, la storia di Enea, è
Tirò un lungo sospiro, nel silenzio generale, di fronte a Didone stata scritta da Virgilio, un grande
che lo guardava attenta. Poi, dopo aver bevuto un sorso di vino, poeta latino, in onore dell’Impe-
continuò… ratore Romano Augusto.
Qual è, secondo te, la “città che
M. Menghi, Il grande viaggio di Enea, Mondadori Junior
governerà il mondo” a cui si fa
riferimento?

153
140-177 Mille4°:Layout 1 20-06-2008 10:00 Pagina 154

Mille e un’...
Arte nella storia
Al tempo in cui i Greci ascoltavano i racconti
dell’Iliade e dell’Odissea, erano abituati a molte
forme d’arte. Una di queste, il teatro, è nata pro-
prio nella loro terra. I Greci si ritrovavano in
spazi aperti, spesso costruiti con gradinate, ed
assistevano alle rappresentazioni. Gli attori indos-
savano delle maschere e, con esse, gli spettatori
capivano lo stato d’animo del personaggio.

Costruisci una maschera per un attore greco


Che cosa occorre:
- una busta di plastica
- carta di giornale
- carta igienica bianca
- colla vinilica
- acqua

1
Come si realizza:
2 1. In un recipiente largo mescola,
per ogni bicchiere di acqua, un bicchiere
di colla.
2. Riempi la busta di plastica con carta da
giornale. Fai in modo che diventi
3 abbastanza “tonda”, poi appoggiala sul
tuo banco, così da formare una semisfera.
3. Bagna la carta igienica con l’acqua e
la colla. Disponila sulla busta fino
4 a ricoprire tutta la semisfera.
Ripeti l’operazione in modo da formare
più strati.
4. Accartoccia un po’ di carta e bagnala
abbondantemente per formare le parti
in rilievo: occhi, naso, bocca…
5 5. Lascia asciugare bene il tutto, colora
come più ti piace, infine togli la busta
di plastica e… ecco la tua maschera.

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Nell’antichità pavimenti e pareti erano spesso


decorati con disegni ripetuti ritmicamente: i fregi.
I fregi si potevano trovare sia su monumenti
importanti, come il tempio di Atene, sia all’interno
delle case di Greci e Romani.

Realizza un fregio da vero artista


• Riproduci il “fregio” negli schemi disegnati qui sotto... otterrai fregi completi degni degli artisti dell’antichità.

155
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La caduta di Troia
• Cosa raccontò Enea alla bella Didone? La storia della distruzione della sua città: Troia.
Ovviamente il suo è il racconto triste di chi ha perso la propria terra.
La stessa storia, raccontata da Ulisse, sarebbe forse diversa. Ricerca come sono andati gli
avvenimenti e completa le didascalie.

• C’era una volta la città di ...............


attaccata dall’esercito ..........................
• Ulisse trovò uno stratagemma • Di notte i soldati
per ……………………………… ...................................
…………………………………… ...................................

• Per tutta la notte la città


• A questo punto, Enea .........................
.............................................................
.............................................................
.............................................................
.............................................................
.............................................................
156
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...INFO
RMA
Mille e una... ZIO
NE
io vorrei sapere i
GLI ANIMALI... nomi delle nuvole!

bene, allora...
MAESTRA, COME
COMUNICANO
GLI ANIMALI?

È vero che il limo qual È la differenza


è fertilissimo? tra le stalattiti e le
.... stalagmiti?
a me interessa
di più la grecia!

poi dicono che noi


giovani non abbiamo
interessi...

I
CI DANNO NOTIZIE SU
ARGOMENTI DI TUTTI I TIPI:
STORICI, SCIENTIFICI, GEOGRAFICI, ARTISTICI,...

157
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:15 Pagina 158

UNA... INFORMAZIONE

Gli animali parlano così


Anche se non posseggono la parola, gli animali “parlano”
tra loro, riescono a comunicare coi loro simili e con gli
individui di altre specie, usando mezzi totalmente diversi dal
nostro.
Quando un branco di marmotte o di babbuini pascola
in un prato, c’è sempre una sentinella che veglia sul-
la sicurezza della collettività. Basta un suo grido per-
ché immediatamente succeda un fuggi fuggi genera-
le. È evidentemente un segnale d’allarme.
Vi è poi tutta una serie di informazioni diverse che la
voce degli animali, con toni più o meno ampi, più o meno
prolungati, riesce ad esprimere.
Molti abitanti del mare, dai crostacei ai delfini, dai pesci alle
balene, sono dotati di una “voce”, anche se non sempre il
nostro orecchio la percepisce. È difficile, però, dare un signifi-
cato a questi suoni.
Il linguaggio animale non si esprime solo con suoni e ultrasuoni.
C’è chi ricorre a mezzi di tutt’altra natura.
I mormiridi, pesci d’acqua dolce, comunicano con delle scari-
che elettriche, con cui avvertono il gruppo della presenza di un
pesce grande.
Si deve all’etologo Karl Von Frisch la scoperta che le api, quan-
do trovano una fonte di cibo, ne informano le compagne con
speciali “voli di danza”, che indicano esattamente dove si trova
l’alimento, in che direzione e a che distanza.
SENZA SEGRETI Le formiche, invece, usano un linguaggio tipico, capaci
come sono di fabbricare speciali sostanze odorose, i fero-
Il testo informativo fornisce moni. Ogni feromone stimola nelle compagne un preciso
conoscenze, spiegazioni, chia- comportamento di allarme, di assistenza, di aiuto e così via.
rimenti su vari aspetti della
realtà. Usa un linguaggio I. L. Coifman, Fuori di testo, CDE Modena
chiaro, preciso, con termini Per lettori...
specifici delle varie discipline. attenti
TOCCA A TE • Il testo fornisce informazioni su:
• Di quale disciplina si parla in il modo di alimentarsi degli animali
questo testo? il modo di comunicare degli animali
• Di quali animali si parla?
...............................................
• Sottolinea i termini specifici. .................................................................................................
• Il linguaggio degli animali, oltre a suoni e ultrasuoni ricorre a:
.................................................................................................
158
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:15 Pagina 159

testo informativo

La nascita delle parole Per riflettere


Prima di leggere, dando solo un’occhiata al testo, prova a rispon-
su se stessi
dere alle seguenti domande: • Ricordi qual è l’ultima parola
Qual è l’argomento principale? A che età impariamo a parlare? che hai imparato? Forse ti è
A due giorni, a cinque anni, a tappe? Cosa ti ha aiutato? capitata proprio in questo
Ora leggi con attenzione e verifica se le tue anticipazioni sono giuste. testo! Scrivila e completa con
la sua definizione. (Ricorda che
L’uomo comincia a comunicare fin da neonato, anche se impa- il vocabolario è un ottimo
ra a parlare poco per volta, man mano che cresce. Ecco le tappe amico!).
fondamentali:
Da 0 a 3 mesi, il suo primo linguaggio è il pianto. Emette suoni
gutturali per mostrare la sua felicità, fa gridolini di gioia quan-
do sente la voce di una persona nota e smette di piangere se la
mamma gli parla.
Da 3 a 6 mesi, inizia a balbettare e imita il suono del parlato
degli adulti.
Da 6 a 9 mesi, comincia la fase della “lallazione”, con le
prime sillabe ripetute più volte: “ma-ma”, “da-da”.
Da 9 a 12 mesi, per farsi capire meglio, il bambino inizia
a fare dei gesti con le mani. Pronuncia sillabe più com-
plesse e prova a dire le prime parole, magari sbagliate.
Da 12 a 18 mesi, il piccolo dice parole più difficili e frasi
più comprensibili.
Da 18 a 24 mesi, riesce ad associare fino a 20-30 parole
semplici, per costruire frasi corrette. Inizia a fare domande.
Da 2 a 3 anni, impara tante parole nuove e arricchisce le
frasi. Chiede il nome delle cose, vuole sapere a che servono.
Da 3 ai 4 anni, il linguaggio è chiaro, ormai.
Dai 7-8 anni, il bambino ha imparato del tutto a parlare. Da
questo momento in poi, per tutta la vita, continuerà a cono-
scere parole nuove e ad aumentare il suo vocabolario.

da Focus Extra, inverno 2006

LO SAPEVI CHE ?
SENZA SEGRETI I bambini che seguono lo
sguardo degli adulti impa-
Il testo informativo utilizza accorgimenti grafici
rano a parlare prima.
per schematizzare le idee, come titoli, grassetto,
sottolineature.

159
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UNA... INFORMAZIONE

Un pianeta d’acqua
Se potessimo osservare la Terra dalla Luna, ci accorgerem-
mo che il nostro pianeta è ricoperto d’acqua, tantissima
SENZA SEGRETI acqua. Più di due terzi della superficie terrestre sono
infatti occupati da oceani, mari, fiumi e ghiacci,
Per facilitare lo studio e la per un totale di oltre 1500 milioni di chilometri
memorizzazione delle cono- cubi di acqua: quasi quasi, farebbe venire voglia
scenze, il testo informativo di trasformare il nome del nostro pianeta da
viene spesso suddiviso in Terra in… Acqua.
paragrafi che trattano aspet- Ma quella dolce è solo una parte piccolissi-
ti diversi dello stesso argo-
ma; anche per questo non dobbiamo spre-
mento.
carla, visto che serve a tantissime cose
Sono come tanti piccoli testi
con un proprio titolo che ne
diverse.
anticipa il contenuto.

TOCCA A TE
Un girotondo
• Qual è l’argomento gene-
rale del brano?
tra terra e cielo
........................................... L’acqua della Terra evapora da fiumi, laghi e
• Quale paragrafo parla della mari e traspira dalle piante; sale verso l’alto
formazione della pioggia? e ritorna sulla terra sotto forma di pioggia.
L’acqua torna così nei fiumi, nei laghi, nel mare
...........................................
• Quale degli sprechi? e alle piante. Poi il ciclo ricomincia. Questo giro-
tondo si chiama ciclo dell’acqua ed è importante
........................................... perché ci permette di utilizzarla all’infinito.

Acqua che manca


Anche se per noi è normale aprire il rubinetto e avere acqua
potabile e non inquinata, almeno due terzi della popolazione
mondiale se la deve procurare prendendola dai pozzi o da
buchi scavati nel terreno. Spesso però quest’acqua non è puli-
ta perché contiene batteri. Ogni anno muoiono milioni di per-
sone per mancanza di acqua o per aver bevuto acqua non
potabile.

160
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:15 Pagina 161

testo informativo

Acqua che si spreca


Da noi invece l’acqua non manca, e proprio per questo
se ne consuma tanta, e molto spesso viene sprecata.
Ogni giorno ogni abitante dell’Europa consuma
mediamente circa 50 litri per lavarsi; 6 litri per bere; 7
litri per lavare i piatti e altrettanta per le pulizie in casa;
circa 32 litri per il bucato e addirittura 36 litri per il
water. Se un rubinetto perde, si sprecano fino a due
litri al giorno!
Acqua che si inquina
L’acqua è una delle sostanze più importanti presenti sulla
Terra e, se non ci fosse, nessuna forma di vita esisterebbe.
Per lettori...
Ma l’acqua può essere sporcata in tanti modi diversi.
attivi
In primo luogo c’è l’inquinamento di origine domestica, deri- • Avevi mai pensato di essere
vante dallo scarico delle fognature, che contiene prevalente- uno “sprecone” d’acqua?
mente sostanze organiche. Completa la tabella utilizzando
i dati del testo.
Ci sono poi i pesticidi e i concimi chimici usati in agricoltu-
ra, che possono arrivare a contaminare le acque potabili con CONSUMO QUOTIDIANO
effetti gravi sulla salute dell’uomo. DI ACQUA PER OGNI
Particolarmente grave e dannoso è l’inquinamento di origi- ABITANTE EUROPEO
ne industriale. Infatti, il deflusso di innumerevoli scorie
USI CONSUMI
industriali provoca danni irreparabili all’acqua, causando in
molti casi la diminuzione dell’ossigeno e la scomparsa della
................... ...................
vita in un fiume o in un lago.
Un peso notevole ha infine l’inquinamento da prodotti ................... ...................
petroliferi, soprattutto per il mare, nel quale si scaricano i ................... ...................
residui delle cisterne delle grandi navi petrolifere, oppure il ................... ...................
petrolio che si disperde a causa di un naufragio.
................... ...................
Tutti questi fattori rendono i corsi d’acqua, i laghi, il mare
sempre meno ricchi di vita. Ma è l’uomo a correre i rischi più ................... ...................
gravi.
da Panda Junior

MILLE E UNA IDEA


• L’acqua è una ricchezza naturale così preziosa che ognuno di noi deve
cercare di usarla in modo intelligente. Cosa si può fare cominciando dalle
nostre case? Discutine con i compagni.
Potreste costituire il fans club “Amici dell’acqua” e stabilire delle regole
d’oro per evitare sprechi e inquinamento.
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UNA... INFORMAZIONE

Ogni nuvola ha un nome


Ogni nuvola ha un nome. È stato un certo Luke Howard, un ric-
SENZA SEGRETI co farmacista con l’hobby della meteorologia, a dare un nome,
Il testo informativo trasmette
nel 1803, ad ognuna.
anche informazioni aggiuntive Tre sono i gruppi principali: cirri, strati, cumuli.
attraverso grafici, tabelle,
schemi, cartine, illustrazioni, I cirri hanno un aspetto fila-
fotografie. mentoso. Si trovano a
un’altitudine tra i 6000 e gli
8000 metri. Somigliano a delle
code di cavallo o a dei riccioli.
Sono costituiti da cristalli di
ghiaccio e non preannunciano
LO SAPEVI CHE ? pioggia.
Gli scienziati, oltre a stare con
il naso all’insù, per guardare le
nuvole, utilizzano anche uno
strumento strano, dal nome
bizzarro: il nefoscopio!

I cirrostrati formano uno I cirrocumuli sono composti


MILLE E UNA DISCIPLINA strato nuvoloso biancastro o da cristalli di ghiaccio e
un alone intorno alla luna e al danno origine al cielo a
SCIENZE sole. pecorelle.
• Le nuvole sono una massa di
piccole goccioline o di cristali
di ghiaccio sospesi nell’atmo-
sfera. Sono prodotte dalla
condensazione del vapore
generato dall’evaporazione
dell’acqua sulla superficie ter-
restre a causa del riscalda-
mento solare. Gli strati formano una coltre I cumuli hanno la forma di
nuvolosa grigia. In loro pre- cupola o torre, la cui sommi-
senza il tempo è umido e si tà può raggiungere 6000
possono verificare pioviggini metri e l’aspetto di un cavol-
e nebbie. fiore. Tali nubi portano pre-
cipitazioni.

G. Bonelli, Tuoni, fulmini e saette, Meteo Mursia


162
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TESTO INFORMATIVO

Pubblicità faraoniche Per lettori...


attivi
Leggi ad alta voce, e piuttosto lentamente, per • Dopo aver letto con atten-
zione il testo, sottolinea le idee
permettere a chi ti ascolta di capire il testo.
principali e riscrivile in una
“scaletta”.
Una volta l’anno il Nilo rovesciava le sue piene sull’intera valle,
Ti servirà per ricordare meglio
ricoprendo il suolo di un limo fertilissimo. Ma le piene andava- il contenuto.
no regolate, per far giungere le acque al livello di tutti i terreni
coltivabili erano necessari imponenti lavori. 1. Inondazioni del Nilo
Perciò le piccole tribù, che si erano stabilite lungo il fiume, si 2. ..........................................
fusero insieme e unirono il loro lavoro: nacque così il popolo 3. ..........................................
egiziano.
4. ..........................................
Pian piano i “clans” più potenti e più ricchi si accordarono tra
di loro per sottomettere gli altri, dando vita ad un potere cen- 5. ..........................................
trale. Quel potere era necessario per regolare la vita in comune
di tanta gente, per organizzare i lavori agricoli, i commerci, per
fare le guerre, che servivano a procurare schiavi. Dentro...
Un “clan” si impose su tutti gli altri, quello del Falcone, e il suo la parola
capo divenne il re assoluto di tutto il territorio del Nilo. Esso era FARAONICO
chiamato Faraone, che vuol dire “colui che abita nella casa
Cosa si intende, oggi, quando
alta”. si dice che una cosa o una
Gli Egiziani imparavano fin da bambini che il Faraone era figlio impresa è “faraonica”?
del dio sole, anzi, che era un dio egli stesso. Che è dei faraoni
I sacerdoti pregavano giorno e notte per lui, gli artisti lo rap- Che è maestosa, grandiosa
presentavano in cento modi diversi (come un toro che schiac- Che è egiziana
cia la testa ai nemici, come un leone dalla testa umana …), gli Che è giusta
scribi narravano le sue gesta scrivendo sul papiro e i pittori le
illustravano.
Insomma, gli Egiziani erano proprio bravi a “pubbliciz-
zare” il loro Faraone!

G. Rodari, La storia degli uomini, Gallucci

MILLE E UNA DISCIPLINA


STORIA
• In Egitto anche le donne potevano diven-
tare faraone. La regina HATSHEPSUT fu la
prima donna ad assumere il titolo di faraone.
Il suo regno durò 22 anni.

163
140-177 Mille4°:Layout 1 20-06-2008 10:04 Pagina 164

UNA... INFORMAZIONE

I segnali stradali
I segnali stradali danno a tutti indicazioni chiare e comprensi-
bili. Essi si dividono nei seguenti gruppi:
– segnali verticali: diversi per forma e colore. Comprendono
quelli triangolari, che segnalano un pericolo, quelli tondi con il
contorno rosso, che indicano un divieto, quelli tondi con il con-
torno blu, che indicano un obbligo. Ci sono poi quelli rettango-
lari o quadrati che danno informazioni.
– segnali orizzontali: scritte, indicazioni, strisce bianche o colo-
rate tracciate sulla strada.
– segnali luminosi: rappresentati da vari tipi di lanterne e dai
semafori. I segnali di indicazione luminosi spesso vengono
posti su alcuni veicoli. La luce può essere blu o gialla.

R. Dattolico, Laboratori e progetti: Educazione Stradale, Ardea Edizioni

Per lettori...
attivi
• Quali soluzioni grafiche tipiche del testo informativo hai trovato in
questo testo?
• Completa la mappa sotto, poi prova a spiegare i segnali stradali
seguendo lo schema.

I segnali stradali
servono per

..........................................
possono essere
LO SAPEVI CHE ?
Chi ha inventato la sicurez- ............................. ............................. .............................
za stradale? Certamente un
tale di nome William Phelps
Eno. A lui sono attribuite la ............................. ............................. .............................
creazione del segnale di ............................. ............................. .............................
stop, della rotatoria, la stra-
da a senso unico e molte ............................. ............................. .............................
altre soluzioni per regola- ............................. ............................. .............................
mentare il traffico.
............................. ............................. .............................

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TESTO INFORMATIVO

Come un vigile urbano


Verifichiamo insieme se hai capito bene il testo informativo sui
segnali stradali. Con l’aiuto dell’insegnante scrivi accanto a cia-
scun segnale il suo significato.

ROMA
NETTUNO

APRILIA

.............................................. ..............................................
.............................................. ..............................................

MILLE E UNA DISCIPLINA


EDUCAZIONE
STRADALE
.............................................. .............................................. • Conosci le regole per attraver-
.............................................. .............................................. sare la strada senza correre
rischi? Scrivile.
1. ...........................................
..............................................
2. ..........................................
..............................................
3. ..........................................
..............................................
4. ..........................................
..............................................
.............................................. ..............................................
.............................................. ..............................................
165
140-177 Mille4°:Layout 1 20-06-2008 10:30 Pagina 166

UNA... INFORMAZIONE

Lettera dalla Grecia


SENZA SEGRETI Cara Giada,
è passato del tempo da quando sono partita e non ho ancora
Le informazioni sono dap- mandato mie notizie. Va tutto benissimo. Fa caldo e le strade
pertutto.
polverose della Grecia, del Peloponneso, dell’Attica, della
Spesso si “nascondono”
Tessaglia, mi portano lontano nel tempo, quattro, cinque seco-
anche nei testi narrativi,
nelle lettere, nelle poesie,
li prima di Cristo, e ancora di più, dove sorgono le rovine delle
nei diari... antiche città sparse in un paesaggio brullo, arso, all’ombra di
ulivi centenari dalle grosse foglie verde cupo. Mi fa un certo
TOCCA A TE effetto vedere le pietre e le colonne, i templi e le statue, i sim-
• Leggi la lettera che boli di civiltà lontanissime, da cui deriva anche la nostra.
segue, ed evidenzia con Rappresentano la Storia, il legame con il passato.
due colori diversi le infor- Il gioco che mi piace fare è questo: mi avvicino a queste rovine,
mazioni sulla Grecia antica mi concentro un attimo e mi immagino di vedere il posto come
e quelle sulla Grecia di oggi. doveva essere all’apice della sua bellezza. Ad Olimpia, che si
trova nel Peloponneso, nacquero nel 776 a.C. i giochi olimpici.
Si possono vedere negli scavi i resti di parecchi edifici, la pale-
stra dove si esercitavano gli atleti, l’officina di Fidia, il famoso
Per lettori... scultore, i bagni e le terme, il tempio di Zeus e l’Heraion, il tem-
attenti pio di Hera. Lo stadio dove venivano disputati i giochi si trova
un po’ fuori, non ha le gradinate, ma solo una tribuna per i giu-
• Colora con lo stesso colore le
dici. Sai quant’è lungo? 192,27 metri, cioè uno stadio, vale a dire
parole e le rispettive spiegazioni.
600 piedi eroici, che secondo la mitologia, sono i passi di Giove.
Città nel Bene, in mezzo a questi resti, io ho immaginato di vedere dei
Fidia
Peloponneso giovani ragazzi allenarsi alla corsa nello stadio e ragazze,
Vestali del tempio di Giove, abbigliate con candidi veli, attra-
Heraion Passi di Giove versare ridendo i cortili di marmo bianco.
Anche a Micene ho visto delle meraviglie. Micene si trova in un
Tempio paesaggio selvaggio ed arido, fin dal 2500 a.C., e fu culla di una
Re di Micene
di Hera
importante civiltà. Secondo la leggenda e l’Iliade, Agamennone,
Famoso il capo dei Greci nella guerra contro Troia, era il re di Micene, e
Ouzu
scultore greco Menelao suo fratello.
Liquore
Agamennone
tipico greco

Dolmades Olimpia

Foglie di vite
Piedi eroici
farcite di riso

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Gli scavi archeologici hanno portato alla luce resti di mura


ciclopiche, tombe di re e principi e il Palazzo reale. La tomba di
Agamennone è un'enorme camera rotonda, dal soffitto altissi-
mo, alla quale si accede attraverso un corridoio scavato nella
collina. All’interno fu trovato un tesoro, composto da oggetti Per lettori...
bellissimi, fra cui la maschera d’oro di Agamennone. attivi
Respiro un’aria emozionante, mi sembra di capire dalla gran- • Scrivi una lettera ad un tuo
dezza delle pietre la tragedia di un popolo che ha vissuto di lot- amico o ad una tua amica, in
te, battaglie e guerre. cui racconti un posto che hai
Cosa facevano, a quell’epoca, gli uomini comuni, gli esseri nor- visto. Nella lettera dovrai inse-
mali? Li immagino pastori con grandi greggi di pecore vagan- rire sequenze informative, pro-
ti per le asperità delle rocce e del terreno incolto. Forse porta- prio come ha fatto Ludovica.
vano orecchini d’oro e giubbotti di pelle di pecora.
Col loro lavoro, uomini senza volto né nome, contribuivano alla
costruzione di questi edifici che oggi ammiriamo e alla gran-
dezza del loro re.
La Grecia è meravigliosa non solo per la storia e l’arte, ma
MILLE E UNA DISCIPLINA
anche per il paesaggio di oggi: i villaggi, i paesi sono fatti da STORIA
case bianche e basse, con le porte e le finestre intensamente
colorate, forse dello stesso azzurro del mare. Le donne anziane • Le mura ciclopiche di Micene
sono vestite di nero, i vecchi hanno volti percorsi dalle rughe sono formate da enormi pietre
lavorate fino ad ottenere una
del sole, dell’aria, del vento. I greci sono pescatori, artigiani,
forma regolare e sovrapposte
commercianti, contadini. Il caffè è il cuore del paese, e attorno ad incastro senza calce. Sono
ai tavolini di metallo la gente scambia chiacchiere e gioca a dette ciclopiche perché, secon-
“backgammon”, bevendo caffè alla turca o bicchieri di ouzu, un do gli antichi scrittori greci,
liquore tipico. Al ristorante si può assaggiare la cucina tipica sarebbero state costruite dai
greca: insalate colorate, la feta, un formaggio saporito, pesce, ciclopi, giganti con un occhio
moussaka, un pasticcio di carne e melanzane, dolmades, le solo, figli del dio Urano e di
foglie di vite farcite con riso e carne. E poi lo yogurt, la mia pas- Gea, divinità femminile che
sione! Se senti un buon profumo, è perché ho messo dell’origa- personifica la terra.
no nella busta: io me ne metto sempre una manciata nelle mani Antiche mura ciclopiche si tro-
per sentirne l’odore. Ti piace? vano anche in molte località
Un salutone, Ludovica. italiane.

L. Villa, Cara Giada, lettere dall’Europa, Piccoli

167
140-177 Mille4°:Layout 1 20-06-2008 10:10 Pagina 168

INFORMAZIONE

Le Grotte di Frasassi
Nel Parco naturale della Gola della Rossa e di Frasassi,
nel comune di Genga (An), si trovano le grotte di
Frasassi.
Sono grotte sotterranee. Furono scoperte nel 1948,
quando alcuni speleologi scoprirono l’ingresso della
prima grotta, detta “grotta del fiume”. Negli anni furo-
no scoperti molti altri ambienti. Gli ambienti più spetta-
colari sono: la “Sala 200”, così chiamata perché è un
corridoio di 200 metri, la “Sala Bianca”, dal nome del
colore predominante, dato da strati di calcite pura, la
“Sala dell’Orsa”, per un masso che ha assunto la forma
di un’orsa, appunto, la “Sala dell’Infinito”, per la sua
formazione circolare, in cui all’inizio gli speleologi gira-
vano più volte senza trovare una via d’uscita, la “Sala
delle Candeline”, per le numerose stalagmiti cilindriche
di piccole dimensioni.
All’interno delle grotte si possono osservare molte scul-
ture naturali, che si sono formate nel corso di 190 milio-
ni di anni, grazie all’opera dell’acqua e della roccia. Si
tratta delle stalattiti e delle stalagmiti. Le stalagmiti
sono colonne che crescono dal basso verso l’alto, le sta-
SENZA SEGRETI lattiti invece scendono dal soffitto. La forma e le dimen-
sioni di queste opere naturali hanno stimolato la fantasia degli
Nei testi informativi sono
speleologi, i quali, dopo averle scoperte, le hanno “battezzate”
presenti parole specifiche
della materia trattata. A denominandole in maniera curiosa. Tra le stalagmiti più famo-
volte sono spiegate in modo se ricordiamo: i “Giganti”, il “Cammello” e il “Dromedario”,
esplicito. Altre volte è possi- l’”Orsa”, la “Madonnina”. la “Spada di Damocle”, “Cascate del
bile capire il significato di Niagara”, la “Fetta di pancetta” e la “Fetta di lardo”,
una parola dal contesto, l”Obelisco”. le “Canne d’Organo”, il “Castello delle streghe”.
dal senso generale. Altre
ancora bisogna ricorrere al da www.wikipedia.it
dizionario.

MILLE E UNA DISCIPLINA GEOGRAFIA


TOCCA A TE
• Prova ad individuare il
significato giusto della paro-
• Le grotte sono delle cavità sotterranee formatesi in tempi
la “Speleologo”.
antichissimi per opera dei movimenti della terra o dell’erosione
Studioso di rocce e minerali
delle acque. Le rocce facilmente solubili sono quelle ricche di
Studioso di cavità naturali
calcio come il calcare, per questo motivo in Italia possiamo tro-
Studioso della natura
vare grotte spettacolari oltre che nelle Marche, in Friuli Venezia
Giulia e in Puglia.
168
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Scrivi un testo informativo


• Ricorda che per scrivere un testo informativo, occorre anzitutto aver chiare le idee. Come?
Organizzandole con una “scaletta” scritta. È importante, infatti, dare un ordine logico e chia-
ro alle informazioni che si vogliono spiegare.
Chi le legge deve poter schematizzare, a sua volta, le idee principali, in una mappa concettuale.

Osserva l’esempio.
Vuoi parlare di un animale, ad esempio un lupo? Ecco come ti puoi organizzare.

Scaletta delle informazioni


1° punto - descrizione fisica: 3° punto - come vive:
- è simile a un cane - nei boschi
- corporatura slanciata - in branchi
- muso allungato - un maschio per ogni branco
- orecchie diritte ..............................................
- pelo folto e rossiccio
..............................................

2° punto - come nasce e cresce: 4° punto - cosa mangia:


- un mammifero - carnivoro
- cinque o sei cuccioli ogni anno - caccia erbivori e carnivori
- madre premurosa ..............................................
.............................................. ..............................................
..............................................

Mappa concettuale
Come è (descrizione fisica) Come nasce e come cresce
Argomento
.............................................. ..............................................
IL LUPO
.............................................. ..............................................

Dove vive Cosa mangia Come vive


.............................................. .............................................. ..............................................
.............................................. .............................................. ..............................................

• Ora raccogli le idee e prova a scrivere un testo su un argomento di storia, di scienze o di


geografia che hai studiato quest’anno.
Prepara la tua scaletta e... vai!
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Vuoi divertirti e nello stesso tempo conoscere alcuni aspetti della nostra
storia, penetrare nelle curiosità e nei misteri della natura, incontrare
personaggi fantastici?
Scegli uno dei molti parchi di divertimento a tema dislocati in tutta Italia.
Buon viaggio!
Se proprio non puoi partire, naviga su Internet.

Canevaworld
Lazise sul Garda
Attrazioni: Twin Peaks, discese a picco su
gommoni a due posti; Kamika, per fuggire
veloci da un’eruzione vulcanica; Stukas,
scivolate da 32 m.
www.canevaworld.it

Acquario di Genova
Genova
Attrazioni: il bioparco marino più grande
d’Europa, vasca dei delfini, degli squali,
delle foche, dei pinguini, vasche tattili per
toccare con mano animali e piante.
www.acquariodigenova.it

Parco della preistoria


Rivolta d’Adda
Attrazioni: riproduzioni in scala
reale di uomini primitivi e dinosauri.
www.parcodellapreistoria.it

Parco di Pinocchio
Collodi
Attrazioni: percorso tra 21 statue Edenlandia
raffiguranti i personaggi della storia, Napoli
labirinto di siepi, teatro dei burattini, Attrazioni: torre, tronchi, drago cinese, Venturer (simu-
laboratori di parole e figure. latore di viaggi spaziali), Sky high (ruota panoramica).
170 www.pinocchio.it www.edenlandia.it
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:16 Pagina 171

Gardaland
Castelnuovo del Garda
Attrazioni: Fantasy kingdom, nel magico regno di Prezzemolo;
Jungle rapids, un tuffo mozzafiato tra le rapide; Blue tornado, testa in
giù alla velocità di un caccia; Space vertigo, in caduta libera da 40 m.
www.gardaland.it

Mirabilandia
Ravenna
Attrazioni: Niagara, una discesa a 70 km/h da 24 m di altezza;
Rio Bravo, fra le onde di un fiume impetuoso; Columbia and
Discovery, salto nel vuoto; fontane danzanti; scuola di polizia.
www.mirabilandia.it

Aquafan
Riccione
Attrazioni: Kamikaze, scivolate da rampe di 90 m;
Twist, discese folli in tubi trasparenti intrecciati tra
loro; Estreme River, in gommone da 65 m di altezza.
www.aquafan.it

Italia in miniatura
Viserba di Rimini
Attrazioni: viaggio fra 273 riproduzioni in scala di piazze,
chiese e palazzi italiani ed europei, canoe, luna park della
scienza, piccola valle preistorica.
www.italiainminiatura.it

Fasanolandia-Zoosafari
Fasano
Attrazioni: safari nello zoo, Casa girevole,
Venturer, Sputnik, Bruco, Venezia, Mirage.
www.zoosafari.it

Collega con una freccia ogni parco alla località in cui si trova.
171
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I E R .. .
DOS S

Noi viviamo in un mondo


meraviglioso.
Stranezze dal cielo
Il cielo, la terra, le acque sono Non ci crederai, forse, ma la pioggia è colorata!
popolate dagli animali e dai
vegetali più diversi. Proprio così: le gocce di pioggia sono variopinte. Questo per-
La loro vita è regolata da ché all’interno di ogni singola gocciolina sono presenti delle
equilibri molto delicati. minuscole particelle di polvere, di sabbia, di sale marino, di
Non credi che ognuno di noi cenere vulcanica, persino di alghe e altri vegetali trasportati dal
debba far qualcosa vento.
per conservare
intatti questi Lo ha dimostrato nel 1880 uno scienziato di nome Aitken, che
equilibri? studiò il vapore acqueo. È per questo che tutte le particelle
nelle gocce vengono chiamate “nuclei di Aitkel
”.

Di che colore è la pioggia?


LO SAPEVI CHE ? Pioggia nera, se contiene polveri di cenere vulcanica o polveri
In Francia, nel 1943, alcuni derivanti da scarichi industriali e delle macchine.
bambini, giocando a palle di
neve, si trovarono le mani Pioggia rossa o giallo-verde, se contiene microscopiche pol-
sporche di... blu! veri di piante.
Sicuramente l’inquinamento
atmosferico è una causa Pioggia ocra e beige, se contiene sabbia dei deserti.
importante della colorazione
della pioggia. E non solo! Pioggia arancione, se ha minuscoli frammenti di api o farfalle.
Pensa che esiste il fenomeno
delle “pioggie acide”. Sono Pioggia gialla, se racchiude il polline dei pini.
precipitazioni contaminate
da sostanze nocive prodotte Pioggia blu, se… cosa può contenere secondo te?
dalle centrali elettriche, dagli
G. Bonelli, Tuoni, fulmini e saette, Meteo Mursia
scarichi delle auto, dagli
impianti di riscaldamento.

MILLE E UNA DISCIPLINA


ARTE E IMMAGINE • Ti è mai capitato di veder scendere la neve gial-
la? O la pioggia colorata? Qual è, secondo te, la
• Realizza un disegno costituito solo da causa di questi fenomeni atmosferici strani?
gocce di pioggia. Puoi dar loro la gran- Prova a pensare un’ipotesi e confrontala con quel-
dezza, la forma e i colori che vuoi. la dei tuoi compagni.

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Alberi in pericolo LO SAPEVI CHE ?


Le foreste producono la maggior parte dell’ossigeno necessa- Perdendo le foreste tutti
perdiamo qualcosa: ossige-
rio alla respirazione e le loro piante vengono utilizzate per gli
no, aria salubre, piante
usi più vari, anche per ricavarne medicinali.
medicinali e molte specie di
Nelle foreste trova rifugio e nutrimento la metà degli esseri animali e vegetali. Questo è
viventi sulla terra. Eppure ogni anno sono distrutti migliaia e molto grave perché l’equili-
migliaia di ettari di bosco per ricavare legname, fabbricare brio della natura si basa
carta, far spazio a strade e ottenere terreno fertile per le colti- proprio sulla grande varietà
vazioni e gli allevamenti di bestiame. di animali e piante, cioè
Oltre al disboscamento operato direttamente dall’uomo, anche sulla biodiversità.
l’inquinamento atmosferico contribuisce alla morte di intere
foreste. La pioggia che si forma negli alti strati dell’atmosfera
raccoglie e trascina con sé fumi e gas velenosi, insieme a par-
Ascolta la natura
ticelle piccolissime di sabbia e detriti. L’acqua piovana, diven-
• Quando vai per i boschi o in
tata acida, brucia le foglie degli alberi distruggendoli.
campagna ascolta in silenzio
Al posto di intere foreste si ritrovano così desolanti distese di
le voci degli alberi, lo stormi-
alberi secchi e scompaiono molte specie animali e vegetali.
re o il fruscio delle foglie, lo
da Panda Junior scricchiolio dei rami, il brusio
degli uccelli che ci parlano!
Rispetta le piante, i fiori, gli
animali che ci vivono.
Scoprirai tutta la ricchezza
della natura e ti sentirai parte
di essa.

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Pulitopoli
La città di Pulitopoli sorgeva su una ridente collina piena
di sole, di luce e d’aria buona. Tutto intorno si stendeva la
bella campagna generosa, dove il raccolto cresceva bene
e i bambini scorrazzavano contenti. Appena un po’ in là,
nella valle, scorreva il vecchio fiume, che se ne stava per
i fatti suoi, tra fitti boschi di querce e di noccioli, verde
corona alle sue acque tranquille.
Tra le molte iniziative approvate dal comune ce n’era una
assai ambiziosa, che con un curioso gioco di parole era
stata presentata alla cittadinanza come il progetto
“Pulitopoli pulita”.
– Pulitopoli sarà la città più pulita del mondo! – aveva assi-
curato il sindaco. E la risposta della cittadinanza era stata
pronta, entusiasta. Da quel giorno l’ordine e la pulizia
erano diventati il chiodo fisso di tutta la popolazione. Così
i Pulitopolesi, quando avevano finito di rassettare le loro
case, scendevano per le strade e cominciavano a spolve-
rare le panchine, a lavare i marciapiedi, a dipingere le
facciate dei palazzi, a curare le aiuole dei giardini pub-
blici, a pulire i cartelli stradali, a raccogliere anche il
più piccolo, microscopico pezzo di carta dalle strade.
Potete immaginarvi che montagna d’immondizia
raccogliessero ogni giorno. E che fine faceva
quell’immondizia?

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Naturalmente i Pulitopolesi avevano trovato una soluzio-


ne. Ogni giorno gli addetti comunali, con i furgoncini • Completa la tabella.
pieni zeppi di spazzatura, scendevano la ridente collina
piena di sole, percorrendo la bella campagna generosa, Comportamenti corretti
dove il raccolto cresceva bene e i bambini scorrazzavano dei Pulitopolesi
contenti, entravano nel fitto del bosco oscuro e rovescia-
..........................................
vano tutto in un’enorme cava nascosta tra gli alberi. Poi,
convinti di aver fatto un buon lavoro, se ne andavano a ..........................................
lavare le mani nell’acqua del fiume e a parlare di quei lucci ..........................................
lunghi così, che da un po’ di tempo ormai nessuno pesca- ..........................................
va più. Dove erano finiti i bei lucci di una volta?
..........................................
Sarebbe bastato ascoltare la voce del vecchio fiume per
conoscere la risposta. Il fiume l’aveva capito da un pezzo:
Comportamenti sbagliati
la cava che gli uomini avevano scavato nel bosco manda- dei Pulitopolesi
va i suoi veleni fino alle sue acque, attraverso i canali sot-
terranei. I lucci se ne erano accorti subito e avevano risa- ..........................................
lito la corrente fino alle rapide, lontano dal pericolo. ..........................................
Il fiume avrebbe potuto raccontare inoltre che la cava man-
..........................................
dava un puzzo insopportabile nel bosco, che gli alberi
intorno ingiallivano, che le erbe e i fiori erano scomparsi, ..........................................
che laggiù non c’era più né una tana, né un nido, né un ..........................................
segno di vita animale.
Disgraziatamente, gli addetti del comune non sapevano • In che modo modificheresti il
ascoltare la voce del fiume. Ma in ogni caso, se anche progetto “Pulitopoli pulita”?
qualcuno avesse sentito la sua frusciante voce d’acqua, ..................................................
che cosa potevano valere quei piccoli problemi di fronte ..................................................
alle grandi sfide dell’uomo?
..................................................
Il progetto “Pulitopoli pulita” era di gran lunga più impor-
tante! ..................................................

A. Lavatelli, La rivolta del bosco, Arka ..................................................

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Rifiuti, che fare?


Scatole, barattoli, lattine, sacchetti di plastica e di carta, bottiglie,
cartoni… Quanta immondizia si getta ogni giorno?
La quantità di rifiuti che ognuno di noi butta in un mese pesa quasi
quanto una persona. Quanto possono pesare i rifiuti che si getta-
no via a casa tua o nella tua scuola nell’arco di un anno? Questo
tipo di rifiuti, inoltre, è solo una minuscola parte di tutti quelli che
vengono prodotti. Pensa a quanti rifiuti producono i negozi, gli
uffici, i ristoranti, gli ospedali, per non parlare delle industrie.
I rifiuti possono essere piccoli come la carta di una caramella
oppure grandi come un vecchio materasso. Se vengono abbando-
nati nell’ambiente, oltre a rendere il paesaggio brutto e sgradevo-
le, possono essere anche pericolosi: portano germi e malattie,
inquinano il terreno e danneggiano piante e animali.
Che fine fanno i rifiuti dopo essere stati raccolti? Una parte viene
depositata in enormi cavità, appositamente preparate nel terreno,
chiamate discariche, oppure bruciata negli inceneritori. Liberarci
di tutti i rifiuti che produciamo è comunque un grosso problema.

Via al riciclaggio!
Molte delle cose che buttiamo
via possono essere riutilizzate o
riciclate. Se riciclassimo di più
la nostra immondizia, la quanti-
tà di rifiuti sarebbe minore e si
causerebbero meno danni
Plastica. Ebbene sì, la all’ambiente.
plastica ha mille vite! Il primo passo è quindi separa-
Moltissimi giocattoli, e re i materiali mettendoli nei
poi le panchine, le lam- contenitori della raccolta diffe- Alluminio. Ogni italiano
pade, i bottoni e persino
renziata. consuma in media 30 latti-
certi maglioni e cappelli-
ne di bevande gassate
ni oggi sono fatti in
all’anno, che vuol dire ton-
parte in plastica riciclata.
nellate di alluminio spreca-
to. Invece questo materia-
B. Taylor, Rifiuti, Editoriale Scienza
le è adattissimo per essere
riciclato e per continuare
176 la sua vita in nuove lattine!
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:17 Pagina 177

Carta. Per fare la carta ci


vuole il legno e per fare il
legno ci vuole l’albero. Gli
alberi sono preziosi, ma a
forza di tagliarli finiscono.
Riciclando la carta si ottiene
altra carta e si risparmiano
altri alberi.

Vetro. Udite, udite! Ben il


90% del vetro che buttiamo
si può riciclare. Bottiglie,
vasetti e barattoli, gettati
nelle apposite campane, ven-
gono lavati, triturati e fusi
per essere trasformati in altre
bottiglie, vasetti e barattoli. E
la cosa può essere fatta per
migliaia di volte. Anzi, all’infi-
nito!
Medicinali. Le medicine scadu-
te, se buttate nel normale sacco
dei rifiuti, possono diventare
dannose per l’ambiente. Nelle
farmacie ci sono appositi conte-
nitori di raccolta.

Pile. Se gettate nell’ambiente, liberano sostanze


velenosissime, come il mercurio, il cadmio e il
nichel. Bisogna buttarle nei contenitori appositi
che si trovano nelle riciclerie o nei negozi che
vendono pile.

Negli ultimi tempi si parla sempre più del pro- • Sapevi che si possono riciclare tutti questi tipi
blema dello smaltimento dei rifiuti. Sai che di materiale?
cosa sono le discariche? E gli inceneritori? • Nel luogo dove vivi, si pratica la raccolta dif-
Discutine con i tuoi compagni ed esprimi le tue ferenziata?
opinioni. • Nella tua famiglia si differenziano i rifiuti?
Quali?
• E a scuola?

da Dodo, Mondadori
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l e e u n ... no
Mi l P E C I ALE izia l’autun
S re in
GIORNO il 21 settemb

Le foglie del pioppo sospirano


sommesse, quaggiù:
le piccole foglie vorrebbero
anch’esse
volare
salire
svanire
lassù.

D. Valeri, Poesie, Mondadori

Realizziamo un “Mobile” Che cosa occorre:


• rametti di diverse lunghezze
Il “Mobile”, che in francese vuol dire “che si muove”, è una scultura • foglie
mobile, fatta di lamine sospese con fili metallici, in modo da oscillare • bacche
al minimo spostamento dell’aria, cambiando continuamente forma. • pigne
• marroni
Come si realizza: • sassi
La costruzione di un “mobile” procede dall’alto verso il • filo di nylon e spago
basso. • nastro adesivo trasparente
1 Disponete tutto il materiale davanti a voi.
2 Scegliete il rametto più lungo e ad esso legate i fili di
nylon alla stessa distanza tra loro. Ad ogni filo attaccate
un rametto più corto.
3 Ai rametti corti legate i materiali a disposizione secondo
i vostri gusti, cercando di bilanciare le varie parti. Per fis-
sare i sassi usate lo spago e il nastro adesivo.
4 Una volta trovato l’equilibrio, fissate con lo scotch i
materiali ai rametti, in modo che non possano scivolare.

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il 1 novembre è la fest
a di ognissanti

La notte tra il 31 ottobre e l’ 1 novembre


era il capo-
danno celtico: in quella notte si fest
eggiavano i
morti, portando loro fiori, ballando e can
tando per
tre giorni.
Nel mondo anglosassone, la festa celt
ica si è tra-
sformata nella festa di Halloween: si
accendono
lanterne, realizzate con zucche, per sca
cciare gli
spiriti maligni, e i bambini si travestono
da schele-
tri, fantasmi e vampiri. Da qualche ann
o Halloween
è un appuntamento anche per i bambin
i italiani.
Nel mondo cristiano in questi giorni si
ricordano i
defunti, onorandoli con crisantemi,
simbolo di
immortalità, e preghiere.

l’11 novembre è SAN MARTINO


La leggenda
Si narra che Martino, soldato romano, in una fredda
notte incontrò un povero, tremante dal freddo. Non
avendo altro che il mantello che indossava, lo divise
a metà con la sua spada e ne donò una parte al
mendicante. La notte seguente sognò il Cristo che,
coperto con l’altra metà del suo mantello, disse agli
angeli di essere stato scaldato da Martino.
In questa data si usa ancora festeggiare il santo con
fiere e banchetti, dove non possono mancare le cal-
darroste innaffiate dal vino novello.

  
  

 

• Cos’è il vino novello? • Anche tu, come tanti bambini, festeggi Halloween? Come?
• Cosa significa il proverbio appena letto? • Nella tua città si festeggia San Martino? Come?

179
178-192_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:30 Pagina 180

l e e u n ...
Mi l P E C I ALE
S
GIORNO l’INVERNO
RE inizia
il 21 DICEMB

Ai vetri della scuola stamattina


l’inverno strofina
la sua schiena nuvolosa
come un vecchio gatto grigio:
con la nebbia fa i giochi di prestigio,
le case fa sparire
e ricomparire;
con le zampe di neve imbianca il suolo
e per coda ha un ghiacciuolo…
Sì, signora maestra,
mi sono un po’ distratto:
ma per forza, con quel gatto,
con l’inverno alla finestra
che mi ruba i pensieri
e se li porta in slitta
per allegri sentieri.
Invano io li richiamo:
si saranno impigliati in qualche ramo
spoglio;
o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti,
fingon d’esser merli e passerotti.

G. Rodari

LO SAPEVI CHE ?
La forma dei fiocchi di neve non è
• Quali sono i due colori nomi- sempre uguale. I fiocchi infatti sono
nati nella poesia? costituiti da raggruppamenti di cristallo
• Quali paesaggi ti fanno imma- di ghiaccio, che presentano di solito una
ginare? Prova a disegnarli. forma esagonale. La forma precisa però dipende dalla
• Quali emozioni e stati d’ani- temperatura: a temperature basse si formano cristalli
mo ti suscitano? simili ad aghi, a temperature vicine allo zero, invece, si
trovano forme meno appuntite.

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il 25 DICEM
BRE è NAT
ALE

A
chi
ama
dormire
ma si sveglia
sempre di buon
umore, a chi saluta
ancora con un bacio, a
chi spegne la televisione per fare • E tu, a chi vorresti
due chiacchiere, a chi è felice se augurare Buon Natale?
fa a metà con gli altri, a chi si fa in quattro per aiutare Fallo con un calligramma
un amico, a chi sa essere felice per quello che ha e non per quello (puoi scegliere la forma
che vorrebbe avere, a chi vede nero solo quando è buio, di una stella cometa, o di
a chi non aspetta Natale, una pallina di Natale, o di
per essere un fiocco di neve, di una
migliore. slitta, di Babbo Natale, di
Buon Natale! un pacchetto regalo...)

Il Natale nel barattolo Ch e co s a occorre con il


:
vetro
setto di
Come si realizza: • un va
ur a ermetica
ch ius ere:
1 Stendi uno strato di colla sulla tappo a p la s tica a piac
tini in aletti
faccia interna del tappo del • ogget ca se tt e, anim
tti,
barattolo e appoggiaci sopra gli pupazze
oggetti che vorrai vedere nella • colla olage
illa n tin i da bric
boccia. Poi lascia asciugare bene • br
la colla per alcune ore. • acqua
2 Prendi il vasetto, versaci dentro i
brillantini, quindi riempilo bene
d’acqua, controllando che al
momento di chiuderlo, l’acqua
non debordi.
3 Avvita bene il tappo ed ecco
pronta la tua boccia di neve!

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l e e u n ...
Mi l P E C I ALE il 1 GENNAio
S
GIORNO
è capodanno

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
• Quali sono i tuoi desideri per l’anno nuovo? sarà come gli uomini lo faranno.
• I tuoi propositi? I tuoi sogni?
• Scrivi una lettera all’anno che verrà. Chissà che non G. Rodari
ti accontenti! Auguri!!!

ia
il 6 gennaio è l’epifan

La Befana è un personaggio della tra-


LO SAPEVI CHE ? dizione popolare legato alla festa
dell’Epifania. Epifania significa “mani-
La notte dell’Epifania è una
festazione”: l’Epifania è festeggiata
notte magica. In campagna
dalla Chiesa Cattolica il 6 gennaio per
è sempre stata considerata
ricordare la visita dei Re Magi a Gesù
la notte in cui gli animali
Bambino. Con l’Epifania si conclude il
possono parlare. Ma, atten-
periodo natalizio.
zione, non si devono ascol-
La Befana risale probabilmente a leg-
tare, pena terribili sciagure.
gende contadine fin dai tempi anti-
Per evitare che gli animali
chissimi. È una vecchia brutta e curva,
parlassero male dei loro
vestita di nero, con il naso adunco e il
padroni, la sera della vigilia
mento aguzzo, che si sposta volando
i contadini li governavano
su una scopa. Secondo la tradizione, la
con grande cura.
notte tra il 5 e il 6 gennaio la Befana
entra nelle case attraverso la cappa del
camino, per lasciare doni ai bambini.
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carnevale

È Gianduia torinese,
Meneghino milanese.
Vien da Bergamo Arlecchino,
Stenterello è fiorentino.
Veneziano è Pantalone,
con l’allegra Colombina.
Di Bologna Balanzone,
con il furbo Fagiolino.
Vien da Roma Rugantino:
pur romano è Meo Patacca.
Siciliano il buon Pasquino,
di Verona Fracanappa.
Pulcinella napoletano
e tutte quante si danno la mano.

G. Gaida

• Per ogni maschera… una storia!


Qual è la maschera tipica della tua regione? Qual è la tua preferita?
Fai una ricerca sulla sua origine. Ne scoprirai delle belle!

Gioco di Carnevale!
Pantalone è un ricco mercante di Venezia che ha molti servi, fra
i quali c’è Arlecchino, che gliene combina di tutti i colori.
Pantalone vuole vendicarsi e picchiare Arlecchino.
Il gioco prende spunto da questo fatto e funziona così.
1 Tutti i bambini si mettono in cerchio; due stanno nel centro e
impersonano Arlecchino e Pantalone, un terzo svolge il ruolo di
arbitro.
2 Pantalone deve avere un foglio di giornale in mano e gli occhi
bendati. Arlecchino invece non è bendato, ma ha dei campanelli
intorno al collo che suonano quando si muove.
3 I due bambini devono correre dentro il cerchio e Pantalone deve
colpire Arlecchino tre volte nel tempo stabilito.
4 Se ci riesce ha vinto, se non ci riesce ha vinto Arlecchino.
A turno tutti i bambini faranno la parte di Pantalone e
Arlecchino.
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l e e u n ... il 21 marzo
Mi l P E C I ALE inizia la PRIM
S
GIORNO AVERA

Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà qualche violetta:
oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno,
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.

G. Rodari

ce d’aprile”
aprile è il “pes
il 1
Sembra che nel periodo pasquale si usasse mandare in giro gli
ingenui in cerca di qualcosa che non avrebbero mai trovato.
Secondo una leggenda popolare, il primo di aprile il Signore ter-
minò la creazione e se ne tornò in cielo. Gli uomini si ritrovaro-
no soli a doversi organizzare.
Ci fu una gran confusione: tutti erano come storditi e i più inca-
paci furono mandati lontano a cercare cose inesistenti, in modo
che non potessero intralciare i lavori.

LO SAPEVI CHE ?
Il primo pesce d’aprile risale al 40 a.C.
in Egitto. La regina Cleopatra sfidò
Marco Antonio, generale romano, in
una gara di pesca. In quell’occasione il
Prepara i tuoi “pesci d’aprile”!
generale tentò di fare il furbo, incari-
Puoi farlo attaccando un pesce di
cando un servo di attaccare all’amo
carta alle spalle di qualcuno oppu-
una grossa preda che lo avrebbe fatto
re organizzando uno scherzo!
vincere, ma la Regina, scoperto il piano,
Buon divertimento!
diede ordine di far abboccare un gros-
so finto pesce in pelle di coccodrillo.

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In primavera apro la finestra e vedo...


In primavera la natura si risveglia: mille colori, mille profumi, mille musiche...
• Realizza un libretto, rilegando cinque fogliettini, per scriverci cinque liste di parole “primaverili”.
Pag. 1: con gli occhi vedo... Pag. 4: con le mani tocco...
Pag. 2: con le orecchie sento... Pag. 5: con la bocca gusto...
Pag. 3: con il naso sento...

Prova a raccontare cosa vedi dalla finestra, indicando i tuoi stati d’animo e i tuoi pensieri per rendere la
tua descrizione soggettiva.

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l e e u n ...
Mi l P E C I ALE
S
GIORNO è PASQUA
e il 25 aprile
22 marzo
Tra il
La data è mobile perché si basa sul ciclo
lunare, esattamente è la domenica succes-
siva al primo plenilunio dopo l’equinozio di
primavera.
Difficile? Prendi un calendario con le fasi
lunari e controlla:
• l’equinozio di primavera è il ...........
• la luna piena dopo questa data è ...........
• la prima domenica dopo la luna piena
è ...........
Se hai calcolato bene, quello è il giorno di
Pasqua!

Carrettino portauova
Che cosa occorre:
• un contenitore per uova in cartone
• cartoncino robusto colorato
• tappi di sughero
• bastoncini per spiedini
• colori a tempera e pennello
• un fermacampione
• uova sode
• taglierina, matita, forbici, colla

Come si realizza:
1 Con le forbici tagliare il coperchio del portauova ed eliminarlo.
2 Colorare a tempera sia l’interno sia l’esterno del contenitore.
3 Lasciare asciugare all’aria.
4 Disegnare e ritagliare nel cartoncino colorato il timone del carrettino e fissarlo ad esso con un fermacampione.
5 Disegnare e ritagliare nel cartoncino la sagoma di quattro ruote e praticare un foro al centro di ciascuna.
6 Con una taglierina ricavare dai tappi di sughero otto rotelline.
7 Infilare in uno stuzzicadenti (regolare la lunghezza in base al portauova) prima una rotellina di sughero, poi una
ruota in cartoncino e infine una seconda rotellina in sughero.
8 Realizzare con questa procedura le rimanenti tre ruote del carrettino.
9 Inserire i due assi così ottenuti nelle rientranze della base del carrettino.
10 Fissare gli assi incollando due striscioline di cartoncino a destra e poi a sinistra sotto al contenitore.
11 Mettere nel carrettino uova di cioccolata o sode, eventualmente decorate.

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la festa della Repubblica


Il 2 giugno è
Il 2 giugno 1946 si tenne un Referendum Istituzionale
per decidere le sorti dell’Italia: Monarchia o Repubblica?
Vinse di gran lunga la Repubblica
(12.717.923 voti per la Repubblica contro
10.719.284 voti a favore della Monarchia).
MILLE E UNA DISCIPLINA
MUSICA
• Conosci l’Inno d’Italia?
Ecco la prima strofa, ma puoi farti
dare dall’insegnante tutto il testo e
provare a cantarlo con tutta la classe.

Fratelli d’Italia
l’Italia s’è desta.
Dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.

Il 21 giugno inizia l’estat


e

Le farfalle
ballano
velocemente
un ballo
rosso nero
arancione verde
azzurro bianco
granata giallo • Cerca tutte le metafore pre-
violetto nell’aria, senti nella poesia.
nei fiori, • Per ogni colore presente nei
versi, il ballo delle farfalle
nel nulla.
assume un significato diverso.
Prova ad individuarlo.
P. Neruda

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ARRIVEDERCI

I miei gusti
Quest’anno hai conosciuto e approfondito alcuni generi narra-
tivi. Di certo alcuni brani ti saranno piaciuti di più, altri di
meno. Forse qualcuno ti ha fatto venir voglia di cercare il libro
da cui è stato tratto. Prova a capire allora quali sono i tuoi
gusti… parlando di libri! (Ricorda comunque che i gusti nel
tempo possono cambiare).
Ecco alcuni consigli di lettura.

Mi piace leggere i
diari, perché trovo
Mi piacciono le che i problemi e le
storie con maghi, gioie degli altri
con fate, con streghe, siano spesso simili
con oggetti parlanti, ai miei.
insomma fantastiche!
Mi fanno sognare!

Trovo che un libro debba divertire, per cui mi piace


leggere libri umoristici, che mi fanno ridere!

Sono attratto dai racconti


dell’orrore, che un po’ mi
fanno paura, ma adoro la
suspence!

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a
riflessioni sulla lettur

Preferisco i racconti che


parlano di cose vere, reali
(o quasi), perchè li sento
più vicini!

È bello leggere le lettere tra due


amici, che si raccontano le loro vite.
Anche io vorrei scrivere lettere a un
amico.

Mi piace leggere le poesie, mi


portano in un mondo magico,
fatto di tante emozioni, ma
con poche parole!

Trovo interessanti libri e riviste


informativi, perché soddisfano
le mie curiosità sul mondo.

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ARRIVEDERCI

Conosci una libreria


Vado in libreria…
nella tua città?
È grande o piccola?
Come si chiama?
Quante volte ci vai
in un anno?

Esploro la libreria
Entra fiducioso e fai un giro di esplorazione.

Osserva come sono sistemati i libri, che possono essere divisi: per
argomento (storia, narrativa, tempo libero, ragazzi, cucina, informa-
tica…); per casa editrice (Einaudi, Mondadori, Raffaello, Giunti,…);
per autore (in ordine alfabetico).

Guardare non costa niente e in tutte le librerie i libri si possono toc-


care: approfitta per sfogliare quelli che ti incuriosiscono.
Lasciati guidare nella scelta dal tuo istinto: puoi scegliere un libro
per la copertina, per il titolo, per le illustrazioni, per la presentazio-
ne scritta sul retro, o persino per il suo odore!

Se poi sei proprio indeciso, puoi


chiedere consiglio al libraio,
vedrai che ti darà una mano.
Ricorda che in libreria occorre rispettare semplici regole: un
libro va sempre rimesso a posto, non va rovinato, non biso-
gna urlare e neppure correre.

Se alla fine sei riuscito a scegliere un libro, vai alla cassa e


paga: ti sentirai felice di portare a casa un tesoro tutto tuo!!!

190
178-192 Mille4°:Layout 1 20-06-2008 10:18 Pagina 191

a
riflessioni sulla lettur

… e in biblioteca
C’è una biblioteca
nella tua città?
È grande o piccola?
Hai la tessera per il prestito?
Quante volte ci vai
in un anno?

Esploro la biblioteca
Se non hai la tessera, la prima cosa da fare è chie-
derla al bibliotecario: di sicuro te la darà gratuita-
mente.

Se sai già cosa stai cercando, è semplicissimo: basta chiede-


re al bibliotecario o consultare il catalogo, che può essere su
schede di carta o nel computer.
Ti ricordi solo l’autore? Cerca nell’elenco autori e troverai
tutti i libri di quello scrittore: una serie di numeri e lettere ti
diranno dove si trova il libro, come in una caccia al tesoro!
Ti ricordi solo il titolo? Fai lo stesso alla voce titoli.

Non sai cosa scegliere, ma sai quali sono i tuoi interessi?


Cerca nell’elenco soggetti: ad esempio, alla voce “castelli”
troverai l’elenco dei libri che parlano dei castelli.
Se invece ti piace perderti tra i libri, in biblioteca, nel set-
tore “ragazzi”, i volumi sono divisi per generi: romanzi
d’avventura, fantasy, horror, gialli, rosa, favole, miti, fumet-
ti…

Il bello di una bibliote-


ca è che puoi prendere in prestito più libri e non li paghi,
basta registrare quello che porti a casa. In genere hai un
mese di tempo per riportarli: i libri vanno trattati con cura,
perché poi serviranno ad altri. Se vuoi, puoi anche fermar-
ti a leggere in biblioteca: è un posto silenzioso e nessuno
ti disturberà. Anche tu, dunque, non devi disturbare, ma
questo lo sai già.

191
178-192_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:31 Pagina 192

ARRIVEDERCI

I diritti del lettore


1 – Il diritto di non leggere
Ti è mai capitato un libro che non ti piaceva senza averlo
sì no
neppure iniziato (dalla copertina, dai disegni ecc.)?
2 – Il diritto di saltare le pagine
Ti è mai capitato di saltare alcune pagine di un libro che sì no
ti annoiava?
3 – Il diritto di non finire un libro
Ti è mai capitato di smettere di leggere un libro che non sì no
ti interessava più?
4 – Il diritto di rileggere!
Ti è mai capitato di leggere una seconda volta un libro sì no
che ti era piaciuto moltissimo?
5 – Il diritto di leggere qualsiasi cosa
Ti è mai capitato di buttarti su qualsiasi lettura, giusto per sì no
capire i tuoi gusti?

6 – Il diritto al sogno
sì no
Ti è mai capitato di sognare e perderti in un libro?
7 – Il diritto di leggere ovunque
sì no
Ti è mai capitato di leggere a letto, in bagno, in cucina…?
8 – Il diritto di spizzicare
Ti è mai capitato di leggere solo alcune parti di un libro sì no
per assaggiarlo?
9 – Il diritto di leggere a voce alta
sì no
Ti è mai capitato di ascoltare la tua voce mentre leggi?
10 – Il diritto di tacere
Ti è mai capitato di non voler raccontare a nessuno il sì no
libro che hai letto?

Se hai risposto almeno 5 volte SÌ, sei sulla buona strada per diventare un Superlettore!

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STAMPA ESECUTIVI COP4 11-03-2008 18:49 Pagina 2

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Diretto da: Luigino Quaresima


Consulenza didattica: Giovanna Marchegiani
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Ristampa 5 4 3 2 1 2012 2011 2010 2009 2008
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Impaginazione: Studio Oplà
I testi d’Autore sono stati ridotti e adattati per esigenze Illustrazioni e colore: Luca De Santis, Fabrizio Pasini,
didattiche e metodologiche della Scuola Primaria. Francesca Di Chiara, Davide Pettani,
Questo testo è rispondente al codice di autoregolamentazione Elena Frassini
Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una Copertina: Craig Cornell
cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.
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Cinque copie di testo sono state depositate presso il Ministero Gruppo Ed. Raffaello
della Pubblica Istruzione (Roma) e l’Assessorato della Pubblica
Istruzione della Regione Autonoma Siciliana. Referenze fotografiche: Fotolia, Masterfile, Stockxchng,
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copia, microfilm e memorizzazione elettronica se non espres- Mille e una Storia di 4a classe
samente autorizzata dall’Editore. 978-88-472-1191-9
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