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INDICE
RACCONTO UMORISTICO
Dakota e Melassa P. Idley 82
Matrimonio in bianco e nero B. Labbè - M. Puech 83 MILLE E UN... TESTO TEATRALE
Gita in montagna K. Hagerup 84
In una notte di temporale K. Gibran 116
La foca giocoliera S. Benni 85
Ed ora il copione 118
Lo scherzo perfetto R. Dahl 86
Trucchi del mestiere 121
Il treno M. Ovadia 87
Teatro delle ombre 122
Due mani... tanti animali! 123
Scrivi il tuo racconto umoristico 88
Acquazzone C. Govoni 99
Un sorriso Anonimo 100
Telegiornale N. Risi 101
Il bambino che gioca F. Fortini 101
MILLE E UN... DIARIO
Ad un amico R. Tagore 102 Caro diario M. Lucchini 134
170
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INDICE
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E VIAGGI
SCOPRIR ETI? MILLE ARE IN
GR FANTALUOGHI
MILLE SE STICI?
ONTARE
AFFR VENTURE?
AV
MILLE
C O N T ARE
RAC PERIENZE?
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MILLE
IMPARA
MILLE C RE
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NUOVE? E CAPIRE MILLE
QUESTIONI?
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MOM ERE MILLE O HI
ENTI I MILLE GIOC?
NTEN
SI? INSIEME
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BENVENUTO!
Un’insegnante
Ogni viaggio ha bisogno – Presto, andate al vostro posto, perché la maestra Tiramisù sarà
di una buona guida… qui a momenti.
Tu hai il tuo insegnante! La porticina si aprì ed entrarono dei bambini in fila per due.
Erano vestiti con certi grembiulini neri da far pena e sembrava-
no alquanto spaventati.
In silenzio occuparono i banchi.
Ed ecco la maestra Tiramisù. Entrò spazzando il pavimento con
la gonna nera, con una mano sorreggeva un vocabolario e con
l’altra brandiva una bacchetta tutta nodi. Dalla chioma di capel-
li neri sfuggivano delle ciocche attorcigliate che parevano ser-
penti. Il suo viso si distingueva appena nella penombra, ma, da
quel che videro, i bambini compresero che con lei non c’era da
scherzare.
La maestra salì in cattedra. Il suo grembiule scricchiolava, i suoi
occhi emettevano fiamme.
– Ebbene, cari mocciosi, avete preparato la lezione di scienze?
– Sì, signora – risposero i bambini.
Per riflettere – Allora vi interrogo!
su se stessi Prese in mano quell’essere peloso che teneva sulla cattedra e
cominciò ad accarezzarlo affettuosamente: era un ragno di circa
• Come sono i tuoi insegnanti? mezzo chilo, con due occhietti rossi che guardavano maligna-
• Che rapporto hai con loro? mente i bambini.
• Quale aspetto ti piace di più
di ognuno di loro? P. Valente, La maestra Tiramisù, Raffaello
• Quale aspetto di te loro
apprezzano di più?
• Hai mai riflettuto sul fatto
che sono come delle guide, per
te, nel tuo percorso di crescita?
• Secondo te, quali caratteri-
stiche dovrebbe avere un buon
insegnante? Segnane almeno tre.
Allegria
Dolcezza
Pazienza
Severità
Voglia di giocare
Capacità di ascolto
Voglia di raccontare
Disponibilità
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Accoglienza
È arrivato il momento di fare una piccola pausa…
per conoscersi meglio.
A. Lavatelli,
Paola non è matta,
Piemme
Per lettori...
Per lettori... attivi
attenti • Scrivi dieci righe, seguendo la traccia sotto.
• Chi scrive? - Com’è per te il momento dell’intervallo?
Un maschio - Perché?
Una femmina - Dove stai, di solito?
- Con chi?
• Come trascorrono l’interval- - Cosa fai?
lo i maschi? - Cosa fanno i tuoi compagni?
• E le femmine? - Cosa ti piacerebbe fare?
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BENVENUTO
I problemi matematici
Per lettori... I problemi a scuola sono molti! Quando leggi il primo problema
attenti da risolvere è capire tutte le parole del testo. Verifica se conosci
• Perché Paolo non è contento? quelle sottolineate e individua quelle che non sai.
• Qual era il giudizio della
maestra? Paolo non era contento per niente: sapeva di non essere uno
• Come reagì Paolo? stupido, ma allora perché non riusciva mai a risolvere un pro-
• I problemi scritti da Paolo blema? La maestra gli aveva detto che mancava di logica, ma lui
erano problemi matematici? non ne era affatto convinto. Lo avrebbero già bocciato se nella
• Da cosa lo hai capito? scatola cranica non ci fosse stata qualche scintilla di logica.
Secondo lui, invece, erano i problemi ad essere poco logici: con-
tadini che compravano campi dalle forme strane, rubinetti che
perdevano e che nessuno riparava, mamme che andavano a
fare la spesa con i soldi contati…
Così, dopo l’ennesimo votaccio in un compito di matematica,
decise che ne aveva avuto abbastanza: se i problemi, così come
erano scritti, risultavano noiosi, stupidi, privi di fantasia e
incomprensibili, non c’era altro da fare se non riscriverli tutti.
Avrebbe riscritto un libro di problemi da leccarsi le dita,
con dentro tanta di quella logica da poterla raccogliere a
secchiate.
Paolo scrisse il suo primo problema, poi lo rilesse soddi-
sfatto. Come primo problema non era male: una bella
situazione complicata, per di più ambientata nello spa-
zio, con gli alieni. E poi, parecchie domande, tutte
interessanti.
Sì, è vero, la signorina Bombardi, la sua maestra,
avrebbe di certo obiettato che per risolvere un pro-
blema del genere non c’era bisogno di fare neppu-
re un’operazione.
Immaginò allora la maestra che scuoteva la testa
poco soddisfatta. Era una cosa che ogni tanto
succedeva e che lui proprio non sopportava. Poi
cercò di scacciare quel pensiero, e se ne andò
in cucina, a mangiare un gelato che, meglio
della camomilla, lo calmava e lo rasserenava.
Subito dopo, infatti, ristorato nel corpo e
nello spirito, ritornò alla sua scrivania e par-
tì di getto con un secondo problema.
BENVENUTO
Un libro
Sei “veloce” e scorrevole nella lettura?
Puoi scoprirlo con l’esercizio proposto sotto. Ti sarà utile per
riflettere sul tuo modo di leggere!
Per lettori...
attivi
1. Leggi mentalmente il brano, in modo da capirlo bene.
2. Conta il numero delle righe.
3. Procurati un registratore.
4. Registrati mentre leggi a voce alta.
5. Segna l’ora e i minuti di inizio e fine lettura, per misurare il tempo impiegato.
6. Per dieci giorni ripeti l’esercizio sullo stesso brano o su altri della stessa lunghezza, per valutare i progressi.
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accoglienza
Esprimi dubbio:
non sai come devi vestirti.
Esprimi preoccupazione:
hai molti compiti da fare
e non sai come fare.
Esprimi eccitazione:
non stai più nella pelle
dalla contentezza.
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BENVENUTO
Come leggo?
È interessante capire come leggi. Rispondi al test e confronta le tue risposte con quelle dei tuoi
compagni. Sarà uno spunto per riflettere insieme.
Ora che hai fatto il punto della situazione, prova ad autovalutarti: ti consideri un buon lettore o
c’è ancora un po’ di strada da percorrere insieme? Cosa potresti migliorare?
Nelle pagine che seguiranno troverai tante letture interessanti e tanti consigli per migliorare
sempre di più. Alla fine del percorso sarai diventato sicuramente un buon lettore.
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e u n . . . ...rac
M i l l e co
nt
questo sciocchino
non ha capito qual è
o
la differenza fra fantastico,
realistico, verosimile.
beh...
non è difficile...
quanto al realistico...
forse è meglio evitare!
ma è
verosimile
nel fantastico che finisca
un maialino in una
può anche vivere porcilaia...
in una reggia...
o ess er e:
i posson
i raccont
verosimili
realistici
fantastici
quando narrano
storie che possono
quando narrano
realmente accadere.
quando narrano vicende vere,accadute
cose impossibili nella realtà.
nella realtà possibili
solo nella fantasia.
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RACCONTO FANTASTICO
Saggio o pazzo?
Leggi ad alta voce, alla giusta velocità, per permettere a chi ti
ascolta di capire il testo.
Nel cuore della città, c’era un pozzo, la cui acqua fresca e cri-
stallina dissetava tutta la cittadinanza.
Una notte, mentre tutti dormivano, una strega entrò nella città
e avvelenò l’acqua del pozzo versandoci sette gocce di uno
strano liquido. Poi recitò il maleficio:
– Tutti coloro che berranno quest’acqua diventeranno pazzi!
Il giorno dopo, tutti gli abitanti, come al solito, bevvero dal
pozzo, tranne il re e il suo ciambellano. Proprio come aveva
predetto la strega essi persero la ragione: la città divenne tea-
tro delle azioni più strampalate.
C’era chi non si voleva alzare dal letto, chi pensava solo a fare
dispetti, qualcuno camminava sulle mani, a testa in giù, qual-
cun altro cantava dall’alba al tramonto canzoni in lingue sco-
nosciute…
Il re non sapeva come calmare la popolazione, tanto più che
tutti mormoravano:
– Il nostro re non si comporta come noi, è diventato pazzo! Non
possiamo farci governare da uno così, bisogna spodestarlo!
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RACCONTO FANTASTICO
Per lettori...
Venne l’estate e con essa la siccità. Quando nel palazzo reale attenti
finirono le scorte d’acqua, il ciambellano fece prendere l’acqua
dal pozzo. Così, quella sera, il re bevve dal secchio dorato un • Dove si svolge la vicenda?
• Quale episodio sconvolge la
gran sorso di acqua avvelenata, e la passò al ciambellano che
vita degli abitanti di Wirani?
fece lo stesso.
• Che cosa succede agli
abitanti della città?
• Come si comporta il re?
La popolazione si accorse subito che il re era rinsavito, dato
che per tutta la notte parlò con la luna e con le stelle. Gli abi-
tanti di Wirani organizzarono una grande festa, contenti che il Per riflettere
loro re aveva recuperato la ragione! su se stessi
K. Gibran, Racconto arabo • Ti è mai capitato di notare
comportamenti strampalati in-
torno a te? Come hai reagito?
Racconta.
SENZA SEGRETI
I racconti si sviluppano in tre parti fondamentali:
- l’introduzione (inizio): in cui sono presentati i personaggi e il luogo della vicenda;
- lo sviluppo (svolgimento o vicenda): in cui sono narrati i fatti, le azioni che costruiscono la storia;
- la conclusione (finale): con cui si conclude la vicenda.
TOCCA A TE
• Scrivi sotto ogni immagine a quale parte del racconto si riferiscono le situazioni illustrate.
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RACCONTO FANTASTICO
La chitarra difettosa
Leggi il testo, riprendendo fiato a ogni capoverso.
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RACCONTO FANTASTICO
Una notte, dopo uno spettacolo trionfale, Peter, credendo di Per lettori...
essere solo sul palco, disse alla chitarra di suonargli qualcosa. attenti
Ma nascosto tra le quinte del teatro c’era il malvagio Black
• Chi è il protagonista della
Martin, un chitarrista invidioso del suo successo. storia?
Egli scoprì che lo strumento era magico: uccise Peter, rubò la • Quali sono le sue caratteristi-
chitarra e la dipinse di rosso. che?
• Chi incontra un giorno?
La sera dopo, tutti gli artisti erano riuniti in concerto per ricor- • In quale parte del racconto
dare Peter. avviene il miracolo?
Salì sul palco anche Black Martin e sottovoce ordinò alla chitarra Inizio
di suonare. Sviluppo
La chitarra suonò benissimo e il malvagio diventò una rockstar. Conclusione
Era una chitarra magica con... un difetto di fabbricazione. Cosa succede?
• Qual è l’elemento che rende
la storia fantastica? Sottolinea
S. Benni, Il bar sotto il mare, Feltrinelli nel testo la sua descrizione.
• Perché è una chitarra magica
con un difetto di fabbricazione?
Perché emette note stonate.
Perché suona benissimo
anche in mano a malvagi.
SENZA SEGRETI
I racconti possono essere suddivisi in sequenze,
cioè tappe della narrazione.
Una sequenza inizia quando: MILLE E UNA DISCIPLINA
- entra in scena un personaggio;
- cambia il luogo dell’azione;
MUSICA
- cambia il tempo dell’azione; • Qual è la tua canzone preferita?
- cambia la situazione; • Chi è il cantante?
- cambia il genere di scrittura (descrizione, narra- • Ricordi le parole? Scrivi qui una strofa
zione, dialogo…). o il ritornello.
..........................................................
TOCCA A TE
• Riordina, numerandole, le sequenze della storia. ..........................................................
L'omone regalò una chitarra magica a Peter, poi ..........................................................
sparì. ..........................................................
Peter suonava per strada.
..........................................................
Black Martin suonò benissimo al concerto. • In classe raccogliete insieme tutti i
Peter diventò famoso. testi delle vostre canzoni preferite.
Estraetene uno a sorte e provate a
Peter incontrò un vecchio infreddolito e lo aiutò.
cantarlo insieme.
Black Martin uccise Peter e gli rubò la chitarra.
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RACCONTO FANTASTICO
Aladino
e la lampada magica
Un giorno un vecchio mago chiese ad Aladino
Un ........................................................................
di scendere giù in fondo a un rifugio e di por-
targli l’oro e una lampada che si trovavano chiese ad ....................................................... di
laggiù. ............................................................................. .
Nel momento in cui Aladino stava risalendo
con i sacchi pieni d’oro e i bauli pieni di gio-
ielli, la lampada gli cadde dalle mani e ruzzolò Ma la lampada ..................................................
lontano. ............................................................................. .
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RACCONTO FANTASTICO
SENZA SEGRETI
Per lettori...
Fare il riassunto di una storia vuol dire raccontarla in attivi
poche parole senza tralasciare nessun passaggio utile
alla comprensione generale. • Anche la fiaba è un racconto
Ecco alcuni consigli per scrivere un riassunto: fantastico. Questa è stata divi-
- leggi bene il testo; sa in sequenze. Dopo averle
- rileggilo per dividerlo in sequenze; lette completa le frasi a fianco.
- vicino ad ogni sequenza annota le parole o frasi più Ti accorgerai di aver scritto il
importanti; riassunto!
- seguendo i tuoi appunti, scrivi la storia con parole tue,
tralasciando i particolari inutili.
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RACCONTO FANTASTICO
Il Gran Ragù
Leggi il testo, cercando di dare espressività ai discorsi diretti.
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RACCONTO FANTASTICO
Per lettori...
Decisero dunque di andare in giro per il mondo alla ricerca di
attenti
consigli. • Chi è il Gran Ragù?
Il Gran Ragù rimase solo, con la sua bruttezza, nel bel palazzo. • Quale ruolo aveva il Gran Ragù
Divenne sempre più povero, senza i regali della gente. Piangeva presso gli uomini selvaggi?
• Cosa successe un giorno?
tutto il giorno, tanto che i suoi singhiozzi erano così forti che una
• Come si sentì il Gran Ragù?
buona fatina li udì da lontano e andò a trovarlo.
• Alla fine il Gran Ragù come
– Che cosa hai, buon uomo? – gli chiese. – Perché ti lamenti e aiutò gli uomini selvaggi?
piangi giorno e notte? • Come si sentì?
– Perché, cara fata, come ben vedi, la natura è stata cattiva con
me: mi ha costruito male e il mio aspetto è orribile. Però, una
volta avevo una mente capace e saggia, così gli altri mi amava-
no lo stesso. Ora ho la mente spenta, e gli uomini mi hanno
Per lettori...
abbandonato.
attivi
La fata, udite quelle parole, provò immensa pietà per il Gran • Dividi in sequenze il brano e
Ragù e decise di aiutarlo. prova a spiegare il perché delle
– Gli uomini non hanno bisogno solo di consigli – gli disse – ma tue scelte.
anche di esempi a cui ispirarsi. Puoi fare ancora molto per loro. • Sul quaderno scrivi una o due
Puoi fare da specchio a quelli che si credono brutti, che veden- parole come titolo per ogni
doti saranno felici di essere come sono. sequenza. Poi riassumi il brano.
Da quel giorno alla reggia andarono tutti, belli e brutti.
I belli perché, dopo aver visto il Gran Ragù, si sentivano ancora
più belli. I brutti perché, dopo averlo visto, si sentivano meno Dentro...
brutti. C’era qualcuno più brutto di loro. la lingua
E il Gran Ragù ritornò felice della sua bruttezza, perché non si • Cosa significa “bello”? E
sentiva più inutile. “brutto”? Cerca nel dizionario
le definizioni di questi due
C. Cipriani, Mangia che ti racconto, Sperling aggettivi e scrivile sul quaderno.
• Prova ora a trovare i sinonimi
di “bello” e “brutto” nei con-
testi seguenti:
- una giornata bella =
..............................................
- un momento brutto =
..............................................
- una casa bella =
..............................................
- un gatto brutto =
..............................................
- una lettura bella =
..............................................
- una macchina brutta =
..............................................
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RACCONTO FANTASTICO
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RACCONTO FANTASTICO
– Ecco, buona idea, cara maestra, saluti e baci e chi s’è visto s’è Per lettori...
visto. attenti
Sonia se ne sta come al solito per conto suo, a sognare ad occhi
aperti: • Qual è il problema in città?
– Sono una principessa russa su una slitta in mezzo alla neve, • Perché la maestra si arrabbia?
• Cosa desidera l'insegnante?
avvolta in una morbida pelliccia…
• Cosa pensa Sonia?
– Dai, continua, perché ti fermi? – domanda il pensiero della sua
• Perché, secondo te, Gigio trova
compagna di banco, incantata. Poche volte aveva sentito la voce interessante questa situazione?
di Sonia e se ne stupisce.
Alle nove e diciassette, la maestra ha già messo una valanga di
note, e continua a minacciare:
– Non pensate! Altrimenti vi sospendo tutti! Per lettori...
– Dai, tanto lo sappiamo che non sei cattiva come ci vuoi far cre- attivi
dere! – pensa Giacomo dall’ultima fila. Proprio lui che è già stato • In che tempo è raccontata la
sospeso una volta. storia?
Risata generale. Ma sono i pensieri a ridere, mica le voci dei ..............................................
ragazzi. Prova a riscriverla al passato
Gigio osserva la scena come se non ne facesse parte, mentre il remoto.
suo cervello rumina parole incomprensibili. Più o meno così: Ricorda che i verbi nei dialoghi
– Divertente questo fatto… uhm uhm… buffo… potrebbe essere e nei pensieri non vanno modi-
ficati.
utile, però…
Per riflettere
su se stessi
• Ti piacerebbe conoscere i
pensieri dei tuoi compagni?
• Cosa succederebbe, secondo
te, se i pensieri iniziassero a
parlare anche nella tua classe?
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RACCONTO FANTASTICO
Il viaggio di un chicco
Per lettori... Leggete il testo a coppie: uno interpreta il narratore, l’altro il
attenti chicco di caffè.
• Che cosa attirò l’attenzione
Chiara e Zongo andarono, come tutti i sabati, al centro commer-
della bambina?
ciale con i genitori, per la solita spesa settimanale.
• A chi appartiene la voce che
chiama i due bambini?
A un certo punto, Chiara si trovò davanti allo scaffale del caffè:
• Che cosa narra Pedro? tutte confezioni belle e colorate. Ma un barattolo colpì l’attenzio-
• Cosa proposero i due giovani ne della bambina, un barattolo diverso dagli altri, meno vistoso,
europei al contadino Manuel? con su una scritta: “COMMERCIO EQUO SOLIDALE.”
Stava già per riprendere il suo giro, quando una voce la costrin-
se a fermarsi:
– Chiama Zongo, ho una storia da raccontarvi!
Fu così che i due fratelli aprirono il barattolo parlante e ascolta-
rono la storia di Pedro, un chicco di caffè.
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RACCONTO FANTASTICO
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Mille e un...
Realtà & Fantasia
Molti artisti hanno rappresentato la realtà con gli occhi della fantasia.
Uno di questi è stato Joan Mirò. Osserva due dei suoi dipinti più famosi.
Paesaggio catalano
LO SAPEVI CHE ?
Joan Mirò nacque a Barcellona
il 20 aprile 1893. Iniziò a dise-
gnare all’età di otto anni. Nel Siesta
1912 entrò alla Scuola d’arte
di Barcellona. Morì a Palma di
Maiorca all’età di novant’anni.
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................................................
LO SAPEVI CHE ?
Vasilij Kandinsky nacque a Mosca
nel 1866, e visse fino al 1944. Fu
uno dei più importanti pittori
russi. Studiò a Monaco.
Nella sua vita conobbe tanti altri
pittori e, con alcuni di essi, fondò
gruppi e associazioni. Nella sua
vita fu anche insegnante.
................................................
LUOGO
P ER S O N A G G I
Appunti:
T EM P O
• I personaggi sono:
..................................................
..................................................
• Il luogo è:
..................................................
..................................................
• Il tempo è:
..................................................
..................................................
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Il binomio fantastico
Per inventare una storia fantastica puoi giocare ad associare due elementi reali ma distanti tra loro.
Ad esempio: scarpa - elefante.
• Scegline due tra quelli proposti, e prova anche tu!
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RACCONTO Verosimile
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RACCONTO Verosimile
– Qualcosa che non si può contare, è infinito! – fece Madurer. Per lettori...
Ormai il mare era completo. Tutto attorno alla stanza, fino al attenti
pavimento, un’intensa striscia azzurra, a tratti increspata, splen-
• Cerca nel testo le risposte e
deva sotto il diverso azzurro del cielo.
sottolineale con gli stessi colo-
Nuvole gonfie ne coprivano una parte, venendo da lontano, ri delle domande.
allargandosi all’orizzonte come una fioritura luminosa. - Perché Madurer vive dentro
Scorrendo con lo sguardo il mare, si vedevano colori diversi. In casa?
certi tratti il blu, altrove un azzurro trasparente, poi un verde - Quanti anni ha Madurer?
azzurrato, orlato di sottilissime strisce di spuma. - Cosa gli regalò il padre per
– Facciamo qualche pesce, Madurer? – chiese il pittore. il suo compleanno?
– Non è possibile, Sakumat. I pesci stanno dentro il mare, e non - Come si chiama il pittore?
li possiamo vedere. • Ora rispondi alle seguenti
– Ma anche noi, in qualche modo, siamo dentro il mare. Siamo domande.
nel mare di queste pareti. Siamo un po’ fuori e un po’ dentro… - Dove sta dipingendo il mare?
- Perché il pittore dice di esse-
– No, è come se fossimo in una barca di vetro – disse il bambi-
re nel mare?
no – galleggiamo appena sopra il mare.
- Perché il pittore vuole dise-
– Qualche volta i pesci saltano fuori – replicò il pittore – persino gnare i pesci?
le balene fanno i salti, e i delfini e i pesci spada, in branchi, guiz- - Perché il bambino non vuole
zano fuori dall’acqua in arcobaleno. Seguono la rotta delle navi, il disegno dei pesci?
anche quelle di cristallo. E poi c’è il pesce volante, che può vola-
re per centinaia di metri, prima di ricadere in mare…
– A te piace dipingere i pesci, vero? – chiese Madurer, e il pitto-
re sorrise. Per lettori...
– Sì, molto. Lo hai capito? attivi
– Ma io credo… forse è meglio che i pesci stiano nel mare. • Sottolinea tutti gli elementi
Perché… non so dirti il perché. che descrivono il mare e riscri-
– Forse, Madurer, pensi che se li dipingiamo, sarebbero pesci vili su un foglio. Aggiungi poi
fermi. Invece, sotto, nuotano veloci e sono infiniti. altri aggettivi, verbi, nomi che
Fu Madurer a sorridere adesso. ti vengono in mente pensando
– Forse è questo, Sakumat – disse il bambino. al mare:
Così niente rompeva la linea del mare, che coronava quasi inte- ...........................................
ramente la seconda stanza come uno spazio senza fine. ...........................................
R. Piumini, Lo stralisco, Einaudi Ragazzi ...........................................
• Ora prova a scrivere dieci,
quindici righe sul tema:
Il mare per me.
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RACCONTO REALISTICO
A braccia aperte
Per lettori... Leggi facendo attenzione a rispettare tutte le pause date dai
attenti segni di punteggiatura.
• Chi è Cecilia?
• Da dove proviene? Adottata. Era stata adottata.
• Come si sente Cecilia nella Così le avevano spiegato. Che poi voleva dire che aveva dei
nuova famiglia e nella nuova genitori nuovi. Ricchi.
città? Il nuovo papà faceva il veterinario, la nuova mamma era una
• Che cosa trova strano Cecilia dottoressa che lavorava in un ospedale. A volte le sembrava di
degli italiani? Secondo te per- essere finita in una delle telenovele della mamma. Della mamma
ché? brasiliana, si intende.
• Cosa piace in particolare a Era bella, Torino. In Italia si trovava niente male, e quel-
Cecilia? l’assistente sociale in fondo era stata brava a trovarle
una famiglia simpatica.
Ma alcune cose Cecilia proprio non le capiva.
A Torino la gente ti chiedeva scusa, se per
caso ti urtava, per strada. Non era permesso
toccarsi. Non in pubblico, almeno. Solo i
bambini si lasciavano abbracciare senza
timore.
– Come ti chiami? – le aveva chiesto un
giorno un piccolo sconosciuto.
Lei allora aveva sfoderato la sua bellis-
sima armonica a bocca e aveva iniziato
a suonare, il bambino si era seduto per
terra e aveva spalancato la bocca.
Le piacevano tutti gli strumenti. Il
flauto le risucchiava il fiato. Il violino
le prolungava le braccia e accettava
volentieri il morbido della guancia.
Niente, è vero, in confronto al
violoncello, o al bassotuba,
strumenti che erano lì apposta
per farsi abbracciare.
Ma erano strani gli Italiani.
Avevano porte per chiuder-
si in casa come in cassafor-
te. “Per fortuna”, si diceva
Cecilia, “che basta girare
una maniglia e il mondo
entra e la casa esce”.
34
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Per non parlare, poi, della vita frenetica. Quel pomeriggio aveva
violino alle cinque e danza alle sette. Dopo cena aveva da studia-
re storia e il giorno dopo doveva svegliarsi presto per ripeterla.
Sembrava che gli adulti si fossero messi d’accordo per tenere
sempre impegnati i ragazzi.
Adesso, per esempio, se ne sarebbe stata volentieri da sola in Per lettori...
camera a scrivere il suo diario. Invece no: era proprio stufa! attivi
A Cecilia piaceva anche andarsene in giro senza meta, respira- • Prova a descrivere la tua
re il vento. Ma, ogni volta che usciva a far due passi, vedeva solo città, o paese, con gli occhi di
persone che si muovevano tutte in una stessa direzione, verso Cecilia, di una bambina, cioè,
una località sconosciuta. Accorreva gente da tutte le parti, toc- venuta da lontano.
cata dallo stesso vento che la spingeva di corsa. Non capiva il Cosa pensi che noterebbe?
perché di tutta quella agitazione. Di cosa si innamorerebbe?
Pian piano ci si abituò. Che cosa invece non riuscireb-
be a capire?
A. Ferrara, A braccia aperte, Falzea Editore
35
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RACCONTO REALISTICO
Il ciliegio
Leggi cercando di dare un’intonazione diversa ai vari perso-
naggi che parlano.
36
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RACCONTO REALISTICO
Per lettori...
attenti
• A proposito di alberi... ecco l’albero genealogico: completa, dove puoi, i nomi della famiglia descritta
nel brano.
padre madre
................................ ................................
narratore/narratrice
................................
37
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RACCONTO REALISTICO
Miguel
Dopo una prima lettura silenziosa, per comprendere il brano,
leggi a voce alta, cercando di immedesimarti nel narratore.
Per lettori...
attenti Io mi tengo compagnia così. Leggendo. Mi piace. Mi regalano
molti libri. Altri me li regalo da solo. Ogni libro mi sorprende,
• Cos’è il “suono di un libro”? spalancandosi come uno scrigno.
• Cosa vuol dire che “le storie
Mi piace cominciare un libro, è come affondare le labbra nella
si raccontano da sole”?
schiuma di un cappuccino. Mi tuffo nel libro-cappuccino senza
• Perché Miguel vuole raccon-
tare le storie delle cose “senza
salvagente. Sfoglio pagine di città di banditi, di fichi, di carroz-
voce”? ze, di navi e campanili.
• Cosa scrive Miguel nel diario, Mi chiamo Miguel, ho dieci anni. Sono nato sordo, ma un pochi-
tutti i giorni? no ci sento. Non è una cosa grave. L’orecchio di un lettore è
• Perché, secondo te, Miguel è spesso disturbato da voci, rumori che non c’entrano nulla col
rimasto colpito dalla storia “suono di un libro”. Le orecchie non funzionano granché, ma gli
dello scarafaggio? occhi vanno bene.
Per fortuna le parole si possono sentire con le orecchie, ma
anche leggere con gli occhi. Mi viene anche da scriver-
le, le storie. Nella testa se ne accumulano tante, con
tutti i personaggi che si parlano tra loro. Non stanno
fermi un attimo, chiedono tutti di uscire.
Sento poco di fuori, ma molto di dentro.
I personaggi scivolano dentro i racconti, senza
che lo faccia apposta. Mi dicono che parole
usare, quali frasi scegliere. Le storie si raccon-
tano da sole.
Quando in classe parlano tutti, io sento solo
una specie di rumore dal quale, però, di tanto
in tanto affiora una parola comprensibile.
Queste parole io le scrivo sul diario, nella
pagina del giorno in cui le ho sentite.
La sera, nel letto, le leggo e le cucio
insieme in una storia, così mi sem-
bra che quelle parole mi raccontino
quello che è successo in classe e io
non ho capito.
Le parole di oggi sono state: anello,
pietra, gelato, ruscello, triste,
pane.
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RACCONTO REALISTICO
Per lettori...
attivi Forse ti è capitato di veder-
• Prova come Miguel a “cucire” una sto- la in televisione, quando,
ria partendo da poche parole. Chiudi gli vicino al cronista, in una
occhi e scegli cinque parole. “finestra”, un interprete
traduce con le mani.
.......................................................... Fai una ricerca per scoprire
.......................................................... cos’è la dattilologia; puoi
......................................................... servirtene per comprendere
meglio un tuo compagno
......................................................... non-udente, o puoi divertir-
......................................................... ti a usarla per comunicare in
• Potrebbero diventare i personaggi segreto.
di una storia?
Combina fra loro le parole e
prova a costruire la storia.
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RACCONTO REALISTICO
La banda Emme
Marianna, Matteo, Monica e Martino non erano amici solo per-
ché i loro nomi cominciavano tutti per M: anzi, quella era una
cosa di cui si erano accorti quando la loro amicizia era già nata.
Erano amici perché si trovavano bene assieme, perché faceva-
no sempre la pace dopo aver litigato, perché si divertivano un
mondo a fare scorribande ed esplorazioni per tutta Roccamurata,
il paese dove passavano le vacanze.
I loro giochi duravano solo un mese all’anno, perché abitavano
in quattro città diverse. Era un’amicizia corta, ma forte. Avevano
più o meno la stessa età: nove, dieci anni.
Nell’estate in cui avevano circa sei anni avevano conosciuto
Baldotto, un vecchio contadino che abitava in una casa appena
fuori il paese.
Lui aveva parlato con loro, li aveva portati a vedere la stalla,
il porcile, il pollaio, poi li aveva fatti sedere su una panca bassa,
di legno antico, davanti alla porta di casa.
– Su questa panca stavano seduti i miei figli, e poi i miei nipoti,
quando erano piccoli come voi – aveva detto – Io stavo seduto
qui, su questa sedia, e raccontavo storie.
– Ne racconti una anche a noi? – aveva chiesto Monica, che era
la più coraggiosa dei quattro.
Baldotto ne aveva raccontate quattro, una più bella dell’altra.
– Quattro storie, come noi quattro bambini! – aveva detto
Monica, entusiasta, raccontando tutto a sua madre.
Così, ogni anno, appena erano tutti e quattro, gli amici andava-
no a trovare Baldotto, e lui li portava di nuovo nella stalla, nel
porcile, nel pollaio, a vedere le novità. Poi sedevano sulla panca
di legno, e si preparavano ad ascoltare il vecchio.
– Quali vi ho raccontato l’anno scorso? – chiedeva lui.
I quattro gliele ricordavano.
– Allora bisogna che questa volta ne racconti di nuove! – diceva
Baldotto.
– Ci piacciono anche quelle vecchie, però! – dicevano i bambini.
Così, ogni anno, Baldotto raccontava due storie nuove e due
storie vecchie. E raccontando quelle
vecchie non sbagliava una parola: le
raccontava uguali uguali
alla prima volta.
Passarono gli anni.
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RACCONTO REALISTICO
Per lettori...
Venne l’estate in cui quelli della Banda Emme avevano dieci attenti
anni. Per la verità Martino ne aveva ancora nove. Quando i • Da chi è formata la Banda
quattro andarono da Baldotto, le cose erano cambiate. Emme?
La casa aveva un’aria troppo tranquilla, un po’ spenta. Il vecchio • Com’è nata questa amicizia?
era seduto sulla grande sedia e teneva gli occhi chiusi. La testa • Quanto tempo trascorrono
era inclinata verso destra. insieme i ragazzi?
– È successo quest’inverno – disse la signora Marcella dando Tutto l’anno
loro i biscotti – un giorno ha preso l’influenza, una gran febbre, L’estate
e… da allora non è stato più come prima. Però sta bene. Se ne L’inverno
sta seduto lì, al sole. Chissà se pensa o se dorme. Forse riposa. • Chi conoscono un’estate?
• Perché al vecchio piace rac-
La stalla e il porcile erano chiusi. Solo le galline erano rimaste,
contare le storie?
ma sembravano tristi anche loro.
Le mani di Baldotto tremavano.
Monica disse:
– Sentite, ho un’idea! Prendiamo la panca di legno e SENZA SEGRETI
sediamoci al solito posto!
Poi Monica cominciò, con voce chiara: In tutti i racconti esiste una strut-
– C’era una volta un re che aveva un figlio zoppo… tura precisa.
Era la prima storia che il vecchio aveva raccontato Il narratore può scegliere la
loro anni prima, e Monica la ripeté con precisione. fabula o l’intreccio:
Poi toccò a Matteo: - per fabula si intende l’insieme
degli avvenimenti raccontati in
– C’era una volta, in un paese lontano, il brigante
ordine temporale;
Tambucco…
- per intreccio si intende l’insie-
Man mano che raccontavano, le mani tremanti di me degli avvenimenti in un ordi-
Baldotto si calmavano e la testa si raddrizzava un po’. ne deciso dallo scrittore.
Marianna raccontò la storia di Pietro lo schiavo e Ad esempio, una storia può
Martino quella del fabbro Tramuzzo. essere raccontata non dall’inizio,
La testa del vecchio, ora, era quasi dritta, e le mani ma da un momento qualsiasi o
non tremavano più, ma tenevano saldamente i brac- dalla fine.
cioli della sedia.
Ogni tanto, ascoltando, sempre ad occhi chiusi, Baldotto TOCCA A TE
muoveva la testa su e giù, come chi dice sì, o come chi • Che struttura ha il racconto
ricorda. appena letto?
Fabula
R. Piumini, Ciao, amici, S. Antonio Editrice Intreccio
................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................
................................................................... ...................................................................
• Ricostruisci ora la storia, arricchendola
di particolari e dalle un titolo. 42
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43
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Banco di aringhe
a sinistra!
44
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Come si fa
ad aver cura
di un uovo?
devi covarlo,
cioè accovacciarti
su di esso e dargli
il tuo calore
MAMMA,
MAMMA!
Come andrà a finire la storia? Prova a scrivere questo racconto, poi, ovviamente,
confrontalo con quello scritto dall’autore. Si tratta del libro Storia di una gab-
bianella e del gatto che le insegnò a volare, di L. Sepulveda.
Materiale occorrente: fantasia e penna.
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I E R .. .
DOS S
Che animale sei?
Per stare in forma
è importante praticare
“Piazzato sempre in porta!
attività fisica. Per me è una gran disdetta:
Tu che tipo sei? del gioco non m’importa
Cerca fra i vari sport. e lì mi annoio in fretta
ché i gol diventan rari.
È proprio una gran truffa!”
L’ippopotamo sbuffa
ed anche gli avversari.
Chi a basket è maestro
sa fare la schiacciata
nel mezzo del canestro.
Ma non ci prova gusto
l’altissima giraffa
dal collo ad alto fusto.
La pallavolo esalta
chi tanto in alto salta.
Van su in elevazione,
schiacciano o fanno muro,
durante la tenzone
i lunghi vi assicuro.
Riequilibra le sorti
a favore dei corti
pur se non gli compete
(e non gli vien guadagno)
l’incredibile ragno
ritessendo la rete.
Se trema l’asticella
posata molto in alto,
dopo compiuto il salto,
la gara è ancor più bella,
davvero emozionante.
Non sembri cosa strana
se in cima sta svettando,
muovendo da distante,
una vivace rana
46 che balza gracidando.
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• Tu sai nuotare?
Federica Pellegrini,
..............................................
• Quali stili di nuoto conosci?
..............................................
sirena d’acqua dolce
.............................................. “Splash”! Lo “splash” è la colonna sonora della mia vita. Lo
• Nella tua città o paese c’è
“splash” mi fa stare bene. È una sensazione fantastica, quan-
una piscina? La frequenti?
do fai splash. La cosa più bella di quando ti alleni da sola.
.............................................. Chiudi gli occhi e ascolti il fruscio delle bracciate. È una musi-
• Cerca nel testo i vantaggi
ca, ogni volta diversa. L’acqua è il mio ambiente naturale.
dello sport secondo Federica
Pellegrini. Sei d'accordo con Sono un pesce, e se mi spuntassero le branchie non ci trove-
lei? Per ognuno di essi prova a rei nulla di strano.
scrivere una tua spiegazione Lo sport serve a conoscersi, aiuta a volersi bene ed è molto
breve ma convincente. impegnativo. Sarà per questo che non conosco la noia. La noia
1. .......................................... deve essere una cosa terribile. Porta la tristezza, la malinconia.
Dicono che in giro c’è un sacco di gente che si annoia.
2. ..........................................
Mi dispiace per loro, hanno bisogno di trovare una passione.
3. .......................................... Io sono fortunata perché sono una creatura d’acqua dolce.
• Secondo te, lo sport ha altri
E le creature d’acqua dolce non si annoiano mai.
aspetti positivi? Quali?
da Per passione, Buena Vista
..............................................
..............................................
48
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La partita di pallavolo
Sapevo che prima o poi il giorno della rivincita sarebbe arriva-
to. Bene, è stato oggi. Abbiamo sconfitto quei fenomeni della
IV A a pallavolo. Anzi, non li abbiamo veramente solo sconfit-
ti: li abbiamo stracciati, distrutti, umiliati, ridicolizzati, fatti a
pezzettini, ridotti in briciole, a nulla.
Quando hanno lasciato il campo da gioco avevano la lacrimuc-
cia facile e un muso così lungo che sembravano tanti cocco-
drilli. Intendiamoci, non è che io ci tenessi poi così tanto a bat-
terli: il maestro dice che vincere o perdere sono cose che suc-
cedono, l’importante è giocare lealmente.
Io sono perfettamente d’accordo, però devo dire che vincere,
anzi, stravincere, dà molta più soddisfazione che perdere. Il
fatto è che i bambini della IV A sono dei fenomeni a calcio, ma
della pallavolo non sanno quasi nulla. Abbiamo dovuto quasi
spiegare loro le regole!
Abbiamo giocato per due set, con Capitan Quinto a fare da
arbitro. Abbiamo vinto 15 a 1 e 15 a 2. Gli unici punti che
hanno segnato loro glieli ha regalati il nostro maestro con un
LO SAPEVI CHE ?
Regole del gioco:
arbitraggio scandalosamente di parte. Noi non abbiamo nep-
• ogni squadra deve buttare
pure protestato, perché eravamo troppo superiori. la palla verso il campo avver-
sario;
S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Edizioni Elle
• ogni squadra ha a disposi-
zione tre tocchi per rinviare
la palla nel campo degli
• “Vincere o perdere non ha importanza. È importante giocare leal- avversari. Ma è così solo dal
mente”. Sei d’accordo con l’affermazione dell’insegnante? Perché? 1922. Prima il numero dei
...................................................................................................... tocchi era infinito!
Nel caso di un quarto tocco,
• Tu come ti senti quando vinci? .................................................... la squadra avversaria segna
• E quando perdi? ......................................................................... un punto.
Lo stesso accade se lo stesso
• Conosci bene le regole degli sport che pratichi? Le applichi sempre? giocatore tocca due volte di
...................................................................................................... seguito la palla;
• la squadra che riesce a far
• Ti comporti lealmente con i compagni di squadra? E con gli avversari? toccare per terra la palla sul
...................................................................................................... campo avversario guadagna
un punto.
• Ti sembra giusto infierire su chi perde? .......................................
49
015_052_ 2bz.qxd 3-03-2008 16:54 Pagina 50
- carboidrati
- proteine
- grassi
- vitamine
Perché tutti i cibi - sali minerali
servono a dare - acqua
infatti per ogni
forza e calore al
azione che compi
corpo e anche a
consumi energia.
farlo crescere.
C A R B O ID R A T I
P R O T EI N E
V IT A M IN E
GRASSI
I
S A L I M IN ER A L
ACQUA
51
15-52 Mille4°.qxd:Layout 1 19-06-2008 17:16 Pagina 52
52
053-064 MAFALDA4 2bz 3-03-2008 17:12 Pagina 53
A... ...DESCRIZ
Mille e un ION
E
...simpatico, divertente,
testo libero: biondo, scattante,
<< descrivi il tuo “lui” ideale >> ... bello come il sole che
uhm intelligente....
allora... vediamo... spunta da una radiosa
mattina di maggio...
53
053-064 MAFALDA4 2bz 3-03-2008 17:12 Pagina 54
Il nonno
Mi piacerebbe che tu conoscessi il nonno, o che alme-
no te lo raffigurassi. È un simpatico vecchietto dai
pochi capelli di un bianco particolare. Pensa che, quan-
do sono sotto la luce, brillano come decori natalizi.
Il nonno ha un gran naso a patata e due baffoni
bianchi e grigi. Da lì sotto, la bocca sembra sorride-
re in continuazione. Gli occhi sono di un azzurro
che, con il cattivo tempo, tende al grigio. Sono
ancora gli occhi che aveva da bambino. Lo so per-
ché ho visto le sue fotografie: figurati che sono in
bianco e nero. Anche il carattere non deve essere
cambiato molto. È capace di fermarsi nel bel mezzo
di un discorso e chinarsi a vedere una colonia di
formiche al lavoro.
– Chissà se le formiche alzano gli occhi per vedere il nostro
mondo di giganti… – ha detto una volta.
È simpatico, anche. È capace di spiegarti tutta la storia dei
Per lettori... Sumeri partendo dai somari che trasportavano comari per mon-
attenti ti, valli e mari.
• Attraverso quali elementi È alto, robusto e la pancia forma un bel pallone, sul quale da
l’autore ha descritto il nonno? piccolino mi addormentavo senza problemi. È goloso di torte
• L’autore, secondo te, ha scel- alla ricotta, ma non lo ammette volentieri. Preferisce dire che
to questi elementi perché: mangia dolci per non veder diminuire il proprio pancione: si
sono quelli che caratteriz- sacrifica per i nipotini… per farli riposare comodi.
zano il nonno Non credo di averlo mai visto arrabbiato, ma ha pianto a lungo
sono quelli che possiedono
quando la nonna se ne è andata.
tutti
Ha una cicatrice sotto il polso della mano sinistra: sapessi quan-
te avventure ho immaginato, per quel taglio!
I. Sciapeconi
SENZA SEGRETI
Descrivere una persona significa scegliere quali aspetti evidenziare di essa. È lo scrittore che decide cosa è
importante spiegare, per farci immaginare un personaggio, e come farlo, cioè con quali aggettivi o paragoni.
La descrizione di una persona può fornire informazioni su:
- la presentazione generale (età, nome, famiglia, tipo di lavoro…);
- l’aspetto fisico (corporatura, altezza, volto con tutti i suoi elementi…);
- l’aspetto interiore (carattere con pregi e difetti, sentimenti, pensieri, gusti, interessi…);
- il comportamento (come si comporta, modo di parlare, di camminare, di vestire, abitudini…).
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DESCRIZIONE DI PERSONA
Spillo
Tutti lo chiamano così per via del suo corpo rinsecchito come
uno scheletro.
– Mangia! – gli dicono i genitori. Lui prova ad ubbidire, ma più
di tanto non ingrassa. E le sue ossa sembrano sparire in mezzo
ai vestiti, sempre troppo larghi per la sua taglia.
È alto e slanciato. Quando sta solo davanti allo specchio ed è
sicuro di non essere visto da nessuno, si palpa il bicipite sinistro
tirato a dovere e dice:
– Da grande diventerò come Maciste, vedrete!
Va pazzo per la storia romana e si appassiona in modo partico-
lare ai gladiatori.
Mate
È asciutta di corporatura, quasi quanto il fratello Spillo, ed è
slanciata e abbastanza alta per la sua età.
– Da grande farò l’indossatrice…– ripete spesso ad alta voce, e
gli occhi le si illuminano.
Odia la matematica.
Quanto ad altruismo, non la batte nessuno. Se deve dare un
euro in beneficenza a qualche mendicante che le capita di
incontrare per la strada, non si tira mai indietro, solo che bor-
botta: “Mannaggia!”, pensando alla sua paghetta settimanale
che si assottiglia sempre più. Ma poi continua orgogliosa:
“Vuol dire che stavolta rinuncerò a qualche figurina della mia
collezione delle indossatrici!”.
55
053-064 MAFALDA4 2bz 3-03-2008 17:12 Pagina 56
Il maestro Scossetta
Il mio maestro si chiama “Lucio Scossetta” e quando lo guardia-
mo da sotto in su, seduti nel banco, ci sembra che arrivi al sof-
fitto. Sulla testa, piantata così in alto che forse quando da noi
piove lassù ci nevica, ha un boschetto di capelli ricci sempre
arruffati, come se sistemarli un po’ fosse una terribile violenza e
il pettine uno strumento di tortura.
Sono quattro anni che ce lo ritroviamo davanti e ormai ci siamo
abituati. Ma all’inizio non capivamo se ci prendeva in giro o
faceva sul serio, perché, fin dal primo giorno di scuola in prima
elementare, Scossetta si è presentato come uno che “crede nel
dialogo” (parole sue) ed è “pronto a discutere di tutto” (ancora
parole sue). Invece vuole avere sempre ragione e qualsiasi cosa
gli diciamo ci dà torto per principio, perché lui è “più grande e
ha più esperienza” (altre parole sue, e qui chiudo).
Il grande nemico del maestro è Dario, che cerca sem-
SENZA SEGRETI pre di fare baraonda salendo sui banchi e lanciando
aeroplanini di carta. In paese dicono tutti che Dario da
Non esistono libri descrittivi e grande farà il farabutto. All’inizio Scossetta, che pure
basta. In realtà le descrizioni è grande e grosso, non sapeva come tenerlo a freno,
sono ovunque: nei racconti reali-
ma poi ha trovato un alleato formidabile: il bidello
stici e in quelli fantastici, nei testi
Severo Tremazzo.
informativi, nelle poesie…
Le descrizioni servono, infatti, a Severo è così tozzo e basso che fai prima a scavalcar-
delineare meglio i personaggi, gli lo che a farci un giro attorno, ha una voce cavernosa
ambienti, le cose. che sembra pescata dagli anfibi neri allacciati sui pan-
taloni.
56
53-64 Mille4°:Layout 1 19-06-2008 17:21 Pagina 57
DESCRIZIONE DI PERSONA
Per lettori...
attenti
• Nel brano vengono presen-
tati tre personaggi. Quali?
• Sottolinea:
Quando la situazione precipita e gli strilli salgono al cielo, - con il rosso le parti che
Tremazzo piomba in classe tuonando: descrivono il maestro;
– Che succede qua dentro? – poi acchiappa Dario per il colletto - con il blu quelle che descrivo-
e lo solleva come un fuscello. In genere Dario diventa pallido no il bidello;
come un foglio di quaderno, ma non abbassa gli occhi. Gli - con il verde quelle che riguar-
sguardi di sfida sono la sua specialità. dano Dario.
Noi tratteniamo il fiato, mentre Scossetta si nasconde dietro ai • Secondo te perché il maestro
si chiama “Scossetta”?
suoi registri, come se lui non c’entrasse niente e fosse lì per
• Perché, secondo te, il bidello
caso. In pochi secondi torna tutto a posto. Fino alla prossima
si chiama “Severo Tremazzo”?
volta.
Tranne che per le spedizioni punitive del bidello, comunque,
con il nostro maestro potremmo comandare noi, se lui non
avesse trovato il modo di farci pendere dalle sue labbra. La sua
Per lettori...
mania sono le calamità naturali e i disastri, che ci descrive così
attivi
bene da riuscire praticamente ad ipnotizzarci. • Inventa una storia, seguendo
Segue con passione i resoconti delle catastrofi sui giornali e in la traccia proposta.
tv, annota la quantità dei rifiuti che si accumula alla discarica, Titolo: ....................................
conta le auto in strada per calcolare l’emissione di gas tossici, ci Quella mattina entrai in classe
aggiorna costantemente sul diametro del buco dell’ozono, il e la maestra era già sulla porta
livello delle inondazioni e il grado dei terremoti. ad aspettarci. I suoi occhi
E se per caso non succede niente, prevede invasioni di cavallet- erano…
te e di mosche cannibali, cadute di asteroidi o di satelliti russi. Ad un certo punto alzai la
Ci racconta tutto questo fissandoci con i suoi grandi occhi chia- mano per…
ri, e noi tremiamo e ci impressioniamo. Tutti tranne Dario, in In quel momento entrò in aula
la bidella e…
verità.
Molly
Mi chiamo Molly. Sono una
ragazza brava, anche se i miei
genitori preferiscono considerar-
mi una scavezzacollo.
Non sono troppo alta, ma non mi
importa: crescerò. Ho i capelli
castani legati a coda di cavallo,
Per lettori... ma questo non è importante. Il
attenti mio segno di riconoscimento è
un piccolo neo che porto sulla
• Nel brano hai trovato due
guancia sinistra, proprio sotto
descrizioni, quella di Molly e
l’occhio.
quella della sua cameretta.
Sottolinea:
Per il resto sono normale. Ah,
- con il rosso le frasi che parla- dimenticavo! Ho un incisivo
no di Molly; leggermente storto. Anche que-
- con il verde quelle che foto- sto particolare può diventare
grafano la stanza. importante per essere identifi-
• Il narratore è: cata, non si sa mai.
interno I miei genitori sono tanto strani che è meglio non parlarne.
esterno Sono sicura che prima o poi ne combineranno una delle solite.
• Com’è Molly? La mia cameretta è tutta qui: un lettino, un comodino pieno di
• Quali segni particolari ha? gingilli come piace a me e un tavolo per studiare.
• Che cosa colleziona? Il tavolo l’ho riempito di ogni oggetto possibile e immaginabile.
• La descrizione che Molly fa
Tanto a me non serve.
della sua cameretta crea un
Come tavolo d’appoggio per i miei compiti preferisco il parquet
senso di:
allegra confusione del pavimento.
ordine spoglio Poi non c’è più niente, ad eccezione della mia collezione di
posters e peluches. I miei peluches sono deliziosi: Sputafuoco, il
leoncino temerario; Berth, l’orsacchiotto intraprendente; Rudy,
Per riflettere l’ippopotamo coccolone; il maialino Tric-Trac, la pecorella
su se stessi Peggy e la ranocchietta Clorofilla. Sono tutti molto simpatici e
affezionati.
• Molly si descrive in modo ori- Ah, dimenticavo! Le pareti della mia camera sono molto parti-
ginale e simpatico, parlando colari: su tre lati sono disegnate migliaia di nuvolette, mentre
dei suoi segni particolari. sulla quarta sono stampati centinaia di aeroplanini, quelli di una
Anche tu, di certo, avrai dei volta, con le ali, le eliche e le ruote sotto.
segni di riconoscimento e delle
particolarità. Quali? Ti piaccio- L. Quaresima, Prigionieri della strega, Raffaello
no o vorresti cambiarli?
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053-064 MAFALDA4 2bz 3-03-2008 17:12 Pagina 59
Aspetto fisico:
........................................................
........................................................
........................................................
Abitudini:
........................................................
........................................................
........................................................
Gusti:
........................................................
........................................................
........................................................
Commenti:
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Puzzillo
Simba era un gattino minuscolo, tutto nero. Era stato
abbandonato nel giardino dell’ufficio della mamma di
Martina. Martina aveva allora nove anni, frequentava
la quarta elementare, quando andò a prendere il
micio con i suoi genitori.
Appena aperto il cancello del giardino, schizzò
fuori una polpetta di pelo nero, che emetteva
un verso sfiatato da zampogna asmatica con
una insistenza ossessiva.
– Ma ha dentro un meccanismo! – esclamò
Martina.
– Non avrà neanche un mese! Che tene-
rello! – si commosse la mamma.
– Che peloso! – osservò con apprensione
il papà, da sempre allergico al pelo di
gatto.
Il micio correva in tutte le direzioni, poi
di colpo si fermò, tacque, si voltò e guar-
dò esclusivamente Martina.
Nei suoi occhi c’erano solo luce e pace.
Non aveva un’aria intelligente, sem-
brava piuttosto un goffo felino un po’
sciocco. Il musetto era senza baffi,
ordinario, eppure i suoi occhi ardeva-
no di gioia. Così guardava tutti con
affetto, soprattutto la bimba.
Poco dopo il musetto pendeva dalla
spalla di Martina e il gatto entrava nella
sua nuova casa.
Per lettori... Al gattino, in un primo momento, venne dato il nome “Simba”,
attenti nome impegnativo ed esotico. Il nome fu scelto dalla padronci-
• Perché il gattino entrò a far na, affascinata dal film Re Leone, di Walt Disney.
parte della famiglia di Martina? Un nome da principe, dunque.
• A cosa pensò la bambina
Ben presto, però, si rese necessario un ripensamento.
appena lo vide?
Se gli schiacciavi la pancia, infatti, il micio emetteva delle sono-
• Quale nome scelse la bambina
per il gatto all’inizio? Perché?
re “puzzette” sempre accompagnate da tremendi fetori.
• Quale nome gli diede in – Altro che principe! Etcì! – disse il papà, soffiandosi il naso.
seguito? Perché? – Farà appassire il mio ficus! – piagnucolò la mamma.
– Ti chiamerò “Puzzillo”! – sentenziò Martina.
Il micio dormiva tanto e di gusto, acciambellato come un anello,
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DESCRIZIONE DI ANIMALE
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Un grosso pescecane
SENZA SEGRETI Era un grosso pescecane, fatto per nuotare veloce, ed era
Per rendere più avvincenti bello in ogni sua parte, tranne che nelle mascelle. La schie-
le descrizioni si possono na era azzurra come quella di un pescespada, la pancia era
usare dei paragoni. argentea e la pelle liscia ed elegante.
Quando sono introdotti Dentro la bocca le otto file dei denti erano inclinate verso
da “come”, si tratta di l’interno. I denti lunghi e contorti avevano bordi taglienti e
similitudini. affilati come rasoi su tutti e due i lati.
Il pescecane si accostò alla barca del vecchio pescatore e
TOCCA A TE aprì le mascelle per addentare il grosso pesce legato alla
• Cerca le similitudini nel
sponda che il vecchio aveva catturato con tanta fatica.
testo e sottolineale.
Il vecchio sentì il rumore della pelle e della carne del suo
1. .................................
pesce lacerata dai denti del pescecane. Allora scagliò la sua
2. ................................. fiocina sulla testa dell’animale e lo colpì. Rivoltato sulla
3. ................................. schiena, il pescecane agitò con la coda l’acqua come se fos-
se un motoscafo.
E. Hemingway, Il vecchio e il mare,
Mondadori
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DESCRIZIONE DI ANIMALE
Dentro...
Il mio cavallo le parole
• Un’agata è:
un sasso
Si può descrivere anche con i versi. Ecco la poesia di un india-
una pietra preziosa
no pellerossa della tribù Navajos.
• Una folgore è:
Lo zoccolo del mio cavallo è come un’agata striata. un fulmine
La sua barbetta è come una bella piuma d’aquila. un temporale
Le sue gambe sono come la folgore.
Il corpo del mio cavallo è come una freccia
decorata con piume d’aquila.
Il mio cavallo ha la coda come lo strascico di una nuvola nera.
Equus ferus
Il cavallo è un mammifero erbivoro. Ha un solo dito nelle
zampe, il terzo, su cui appoggia tutto il peso del corpo. È un
animale dalla struttura forte e agile, con arti slanciati che ter-
minano con uno zoccolo. Ha il pelo folto con una striscia che
scende lungo la parte superiore del collo, la criniera.
da Enciclopedia dei ragazzi, Rizzoli Junior
SENZA SEGRETI
Per lettori... Una descrizione può servire per
attenti emozionare o per informare.
Il primo testo è espressivo, per cui
• Quale dei due testi ti è piaciuto di più? la descrizione è soggettiva.
• Quale dei due ti ha fatto fantasticare sul cavallo? Il secondo testo è informativo, per
• Quale ti ha presentato l’animale così com’è, in cui la descrizione è oggettiva.
modo scientifico?
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Descrivere un animale
• Hai ormai capito che si può descrivere in tanti modi. Mettiti alla prova con uno slalom
particolare: il percorso prevede tre tappe, di difficoltà graduale. L’ultima è veramente una
prova da scrittore. Pronti, partenza, via!
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Dentro...
Una casa importante la parola
PAX
La casa, unica testimonianza di un passato benessere, era auste- PAX è una parola molto anti-
ra ed imponente, antica più che vecchia. Si trovava di fronte al ca, latina, da cui è nata la
mare in una zona selvatica, non ancora raggiunta dalla linea parola “pace”. All’inizio signi-
degli alberghi, e la circondava un vasto giardino con piante ed ficava “contratto, impegno tra
alberi vigorosi, alcuni piegati dalla bora. due persone”.
Isolata dalla città come un guardiano solitario, non si capiva che
ruolo avesse avuto con la storia del luogo.
A est la facciata si ingentiliva con la presenza di un lungo porti- Per lettori...
cato con agili colonne, che con tre gradini portava in giardino. attivi
Sotto il porticato, che pareva un prolungamento della casa, la • Tu sei particolarmente legato
famiglia svolgeva le sue attività: Luisa ci portava l’asse da stiro, a qualche ambiente? Perché?
i ragazzi ci facevano i compiti o le merende con i compagni di Prova a descriverlo ricordando
scuola, o ci dormiva Dado, il più piccolo. un episodio che vi hai vissuto.
C’era anche una bella fontana ormai asciutta, con una grande
vasca di pietra e al centro una figura femminile corrosa e verda-
stra che alzava le braccia verso il cielo come per spiccare il volo.
In un angolo del giardino una bassa e piccola costruzione era
stata in origine una cappella e ne manteneva tuttora lo stile, ma
non l’uso. Era diventata un garage per l’auto del nonno. Aveva
alti scaffali di cose vecchie, pareti al salnitro e un bel pavi-
mento a lastroni di pietra.
Sul gradino dell’entrata si leggeva ancora la parola
“PAX”.
Una finestra con vetri colorati mandava col sole del
pomeriggio un fascio di luce proprio sull’automobile,
che per una mezz’oretta riluceva come un gioiello.
Era bellissimo starci dentro.
SENZA SEGRETI
Descrivere è come fotografare o come riprendere
con la videocamera ciò che si vuole raccontare.
Nel primo caso il punto di vista è fisso e immo-
bile, nel secondo è in movimento.
TOCCA A TE
• Nel brano appena letto, la casa è descritta:
da un punto di vista fisso
un punto di vista in movimento
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•
•
•
•
•
•
•
•
•
Dopo che hai completato la descrizione dell’immagine, prova a costruirci intorno un rac-
conto. Decidi poi in quali punti inserire le descrizioni dell’ambiente, dei personaggi, degli
oggetti presenti nella foto.
In brutta copia potrai aiutarti con degli asterischi per trovare il punto esatto in cui inserire
le aggiunte.
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.
Mille e una..
Arte & Fotografia
Si può fare arte con una macchina fotografica? Qualcuno
ci è riuscito. Ti presentiamo le immagini catturate dalla
fantasia di Luigi Ghirri.
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LO SAPEVI CHE ?
Incolla qui
la tua foto!
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Il cielo di primavera
Per lettori... 1. Quando l’inverno finiva e il cielo diventava azzurro, io guar-
attenti davo le nuvole bianche che passavano sopra di me. Le guarda-
• In che tempo è scritta la vo dalla terrazza, dal giardino, dal campo sportivo, dai prati. Ma
prima sequenza? le guardavo di più quando c’era vento, mentre si spostavano
• E la seconda? cambiando forma, diventavano più grandi o si spezzavano in
• Perché, secondo te, lo scritto- tante altre piccole nuvole.
re ha compiuto questa scelta? Mi piaceva giocare con i miei compagni a trasformare con la
fantasia le nuvole in personaggi o in cose, e ognuno ci vedeva
forme strane e diverse.
Un giorno indicai al mio amico Giacomo un nuvolone bianco
grande come metà del cielo e gli dissi che era un castello. Lui
disse che non vedeva nessun castello nel cielo, ma un drago con
quattro teste.
Dentro...
la lingua
• Come può essere il cielo in inverno? Scrivi dieci agget-
tivi qualificativi che lo descrivono.
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
• Come può essere il cielo in primavera? Scrivi dieci
aggettivi qualificativi adatti.
……………………………………………………………
……………………………………………………………
……………………………………………………………
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Erbe profumate
In un angolo del giardinetto c’erano piantine e
fiori che mandavano profumi forti. A me piace-
va una piantina alta come me, che aveva le foglie
gialle-verdine quasi trasparenti, un po’ ruvide. Mi
divertivo a staccare qualche foglia e ad annusarla:
aveva un intenso profumo di limone che restava sul-
le dita quando la stropicciavo.
Pensavo spesso al mistero dei profumi che escono
dalle foglie e dai fiori e si spandono nell’aria, ma la
foglia non si consuma. E mi chiedevo: “Cos’è il profu-
mo? Come fa a volare via dalla pianta e arrivare al mio
naso senza farsi vedere?”. Per lettori...
Un altro mistero era che ogni piantina aveva il suo parti- attenti
colare profumo, diverso dagli altri. • Quali piante sono descritte
Nell’angolo, sotto la finestra, c’era il basilico, dal profumo nel testo? Cercale tra queste e
inconfondibile, intenso. La mamma lo coglieva per preparare segnale con una crocetta.
salse e intingoli, insieme alla salvia e al rosmarino.
Le foglie grigioverdi della salvia avevano la superficie ruvida e
uno strano aroma. La mamma mi aveva insegnato che si usava-
no per pulire i denti.
L’addetto alla raccolta del rosmarino ero io, quando si doveva
cucinare l’arrosto per le grandi feste: ne coglievo due o tre
rametti e li spezzavo per sentire il forte profumo verde.
Più delicato era l’odore della lavanda, dai fiorellini azzurro-vio-
lacei, che la mamma coglieva e faceva seccare per metterli nei
cassetti e negli armadi.
Ogni anno, poi, c’era il giorno in cui ci dicevano che si doveva • Attraverso quale senso sono
cogliere la camomilla. prevalentemente descritte que-
– Le margherite! – dicevo io. Ma non erano margherite. La ste piante?
camomilla cresceva un po’ dappertutto: negli angoli del cortile, • Quale profumo emana cia-
ai bordi del vialetto, vicino al prato. Si portavano i cespi raccol- scuna pianta?
ti alla mamma, che li selezionava, li puliva e ne faceva dei maz-
zetti, che appendeva al soffitto con i fiori in giù. Quando erano
secchi, i petali cadevano e restavano i bottoni, le infiorescen-
ze. Erano quelli che si usavano per preparare l’infuso quan- MILLE E UNA IDEA
do qualcuno stava male o non riusciva ad addormentarsi.
• Chiedi alla mamma una ricetta
con un’erba aromatica, poi scrivila.
M. Lodi, Il cielo che si muove, Editoriale Scienza
Potrete realizzare un ricettario di
classe.
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OCCHI: NASO:
Neri, castani, azzurri, celesti, Regolare, piccolo, grosso,
cerulei, verdi, grigi, regolari, appuntito, aquilino, a
sporgenti, infossati, a mandorla, patata, paonazzo, storto,
vivaci, spenti, brillanti, freddi, all’insù, largo, stretto...
dolci, feroci, sorridenti, torvi,
sereni, cupi, vigili, imbambolati,
intelligenti, sgranati, impauriti,
GUANCE:
furbi, penetranti, inespressivi...
Rosse, paffute,
pallide, magre,
flosce, cadenti,
piene, grasse,
rotonde...
CAPELLI:
Neri, scuri, castani, biondi, rossi, lun-
BOCCA:
ghi, corti, ricci, lisci, tesi, mossi, a
Regolare, storta, picco-
spazzola, legati, fini, grossi, indoma-
la, grande, sorridente,
bili, ribelli, leggeri, sciolti, arruffati...
seria, aperta, chiusa,
spalancata, all’insù,
all’ingiù, sigillata...
CORPORATURA:
Esile, robusta, magra, grassa, longilinea,
rotonda, tozza, slanciata, gracile, forte...
ANDATURA: PIEDI:
Sicura, incerta, salterellante, veloce, Lunghi, piccoli, a
lenta, pigra, allegra, veloce, femminile, papera, ballerini,
mascolina, fiacca, spensierata, contenta, puliti, sporchi,
divertente, buffa... puzzolenti...
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CIELO:
Sereno, nuvoloso, scuro, blu, pro-
fondo, grigio, velato, nebbioso,
azzurro, limpido, rosso, immenso,
tempestoso, chiaro, a pecorelle...
ALBERO:
Alto, basso, grosso, piccolo,
verde, giallo, sempreverde,
spoglio, secolare, giovane,
rigoglioso, esotico, da frutto,
fiorito...
CODA:
PRATO: Lunga, corta, grossa,
Verde, curato, fiorito, sottile, tesa, arricciata,
fresco, bagnato, secco, all’ingiù, all’insù, alzata,
giallo, enorme, piccolo, spelacchiata, folta...
ampio, immenso,
recintato...
PELO:
Nero, bianco, marrone, rosso,
grigio, chiazzato, folto, liscio,
MUSO: vaporoso, riccio, rado, sporco,
Affusolato, allungato, pulito, morbido, crespo...
possente, piccolo,
grande, mesto, vivace,
ringhioso...
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...del
Mi l l e e u n e um bri
NT O ... or vid
RACC O ... MOSTRI PELOSI, INSETTI
SANGUINOLENTI, STREGHE
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MALEFICHE...
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Un incontro… da brivido
Per lettori...
attivi Leggi il brano lentamente, in modo da far risaltare con la voce
le parole in giallo. Vedrai che l’effetto paura sarà assicurato.
• Prova a rileggere il brano velo-
cemente, quasi senza riprende-
Anton aprì lentamente la porta della camera. Nella stanza c’era
re fiato. Fa ancora paura?
Perché?
uno strano odore: un tanfo di muffa e di marcio, simile a quello
di una cantina. Misto a un sentore di bruciaticcio.
In quel momento udì uno strano fruscio che sembrava prove-
nire da una finestra: dietro la tenda non c’era forse un’ombra
che si profilava al chiarore della luna?
Lentamente, con le ginocchia tremanti, le si avvicinò.
Lo strano odore diventava sempre più acuto, come se qual-
cuno avesse bruciato un’intera scatola di fiammiferi, e anche
il rumore aumentava.
Anton si fermò impietrito: sul davanzale, davanti alle tende
svolazzanti alla corrente, c’era qualcosa che lo fece rimane-
re a bocca aperta. Qualcosa di così spaventoso che credet-
te di morire stecchito.
– Un vampiro – urlò Anton.
E l’essere rispose con una voce che sembrava scaturire
dalle profondità della terra:
– Sì, un vampiro.
Poi l’essere balzò nella camera e si mise davanti alla por-
ta dicendo:
– Hai paura?
Anton non riuscì a pronunciare neanche una sillaba.
SENZA SEGRETI
Anton entra in camera lentamente, ascolta, osserva, annu-
sa,… solo alla fine del brano scopriamo che il brano tratta
di un vampiro. Per tenere il lettore con il fiato sospeso,
infatti, si può raccontare un episodio arricchendolo di par-
ticolari, ritardando il momento in cui si svela il problema.
TOCCA A TE
• Se avessimo saputo fin dall’inizio che in camera c’era
un vampiro, si sarebbe creata suspence secondo te?
Sì No
• Perché?
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SENZA SEGRETI
I racconti hanno una durata. Essa dipende dalla tecnica usata nella narrazione: si può riassumere
in poche righe un fatto durato tanto tempo, oppure un episodio breve può essere narrato in più
pagine. Tutto questo dà il RITMO alla storia. Per creare un clima di paura, la situazione è raccon-
tata con un ritmo lento, si descrivono tutti i particolari, si colgono tutte le sfumature, si evidenzia-
no tutti i pensieri, i timori, gli stati d’animo del protagonista.
TOCCA A TE
• Quanto dura la vicenda narrata? Diversi giorni Pochi minuti Non saprei
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Si fermò, magari era stato un movimento del piede a far trema- Per lettori...
re la scala, a provocare quello che sembrava… un tuono! Si sta- attenti
va avvicinando un temporale! Carolina fece gli ultimi scalini di • Cosa narra la leggenda della
corsa, senza pensarci, ed arrivò in cima. Trattenne il fiato, a ten- casa della nonna?
toni, nel buio, cercò l’interruttore della luce. • Perché Carolina cerca di farsi
In quel momento una serie di lampi illuminò a giorno l’intera coraggio a tutti i costi?
soffitta. • Sottolinea nel testo quali
La passata di pomodoro era lì, disposta in bella fila su un tavo- sono i passaggi che ti lasciano
laccio ruvido e scuro. Avrebbe potuto prenderla, la mamma trasparire le sensazioni di
sarebbe stata contenta. Ma bisognava entrare, fare quei quattro paura di Carolina. Cosa noti?
o cinque passi nel buio e sopra assi di legno sconnesse e polve-
rose. Camminò rasando il muro, ignorando il pericolo dei ragni,
tastò la parete, trovò l’interruttore ed accese. Per lettori...
Carolina tirò un sospiro di sollievo. “Quanto sono stata scioc- attivi
ca…” pensò di sé. Ma durò solo un attimo. Un fulmine anticipò
• Come continua il racconto?
un gran tuono e la luce sparì. Furono attimi di panico. Carolina
• Chi o che cosa vede Carolina
provò a voltarsi e a tornare per le scale, ma andò a sbattere con- voltandosi?
tro il muro. Un lampo illuminò di nuovo la stanza. Carolina si Inventa tu il finale di questo
voltò. Non avrebbe mai voluto farlo, ma la sensazione che qual- racconto.
cuno, accanto alla conserva di pomodoro, la stesse osservando
era troppo forte…
I. Sciapeconi PAURE
.................................
PER CHé ne ho pa ur a?
.....................
BRRRRRR!!! .................................
.....................
.................................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
..................... .................................
................................. .....................
Per riflettere ..................... .................................
.....................
su se stessi .................................
..................... .................................
................................. .....................
• Quali sono le tue paure? ................... .................................
...................
Scrivile nella pagina di sinistra; ...................................................
. .................................
a destra scrivi il motivo, il per- ...................
ché della tua paura. Forse ne
scoprirai delle belle!
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Dakota e Melassa
Per lettori...
attivi L’effetto comico del testo è dato anche dalla lettura. Prova a
leggere con ritmo sostenuto e facendo una pausa prima del-
• Riesci a inventare insulti
l’ultima frase.
senza usare parolacce? Prova
allora a sfidare Dakota. Sarai Dakota sentì il sangue alla testa.
tanto più divertente quanto Stavolta era proprio arrabbiato, afferrò Melassa e le urlò nelle
più fantasiose saranno le tue
orecchie:
idee. La volgarità però, ricor-
– Tu non sei altro che una scheggia d’unghia infetta, una foglia
da, non fa mai ridere!
di tè marcia, una carogna di topo, uno zombi verde, una cacco-
la di sonno, un sacchetto di tè usato venti volte e tutto molliccio,
una pustola piena di pus, una briciola di toast tra i denti della
MILLE E UNA IDEA Storia, un fruscio di sacchetto di pop-corn durante la proiezio-
• Hai mai visto il film “Hook- ne del film della mia vita, un pezzo di carota affettata, un vomi-
Uncino” di S. Spielberg? C’è to. Tu sei una bolla, un foruncolo, un’unghia incarnita, uno
una sequenza molto simile a sbuffo di fiato puzzolente, una gelatina di sudore tra le dita dei
questa... TROPPO DIVERTENTE! piedi, una pallina di sporco nell’ombelico, un cerume degli
orecchi, una forfora sul colletto. Tu sei tutto questo insieme e
molto peggio!
LO SAPEVI CHE ?
La parolaccia esiste da sempre!
Gli antichi Egizi tenevano lontani gli
spiriti non desiderati pronunciando
offese e malaguri. Tra i Greci venivano
derisi quelli che non mostravano forza
e coraggio. A Roma nacque una
forma di poesia con un linguaggio
basso e volgare. In alcuni periodi sto-
rici la parolaccia fu proibita, in altri fu
permessa. Oggi è molto diffusa, anche
a causa della televisione. Nella televi-
sione italiana, infatti, si pronuncia una
parolaccia ogni ventuno minuti, quin-
di tre parolacce all’ora!
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RACCONTO UMORISTICO
Matrimonio
in bianco e nero Per lettori...
attenti
La sposa entra in municipio, tutti la guardano, è magnifica!
• Nella sequenza scritta in blu
Cammina lentamente, nel suo lungo vestito bianco, il cappello si descrive:
decorato di fiori gialli e arancio, un velo le copre gli occhi, e tie- l’ingresso in municipio
ne in mano un mazzolino di fiori primaverili. degli sposi
Il futuro marito, molto elegante nel suo abito nero, la aspetta il matrimonio
sorridendo.
• Nella parte scritta in nero:
Il sindaco chiede loro di accomodarsi, il futuro marito solleva un incidente terrificante
delicatamente lo strascico della fidanzata per aiutarla a sedersi, un incidente tragicomico
poi le passa dietro per raggiungere la sua poltrona.
• La prima parte ha un ritmo:
lento veloce
E là, patatrac!
Inciampa nello strascico, vacilla, cade in avanti portandosi die- • La seconda ha un ritmo:
tro lo strascico, la sposa viene tirata all’indietro, la sua poltrona lento veloce
si rovescia, lei si schianta sul suo futuro marito, il cappello vola,
le poltrone gli si rovesciano addosso, sono tutti e due soffocati
sotto il vestito, il velo, lo strascico. Si vede solo una grande pal- Dentro...
la bianca e nera, ricoperta di fiori. la parola
B. Labbè - M. Puech, Ridere e piangere, Ape Junior
TRAGICOMICO
Significa “che presenta aspetti
gravi e risvolti comici”.
SENZA SEGRETI
L’effetto comico può essere dato da un
imprevisto, da una situazione completa-
mente diversa da quella che ci si aspetta.
TOCCA A TE
• In questo racconto cosa rende comica
la situazione narrata? Perché?
……………………………………………
……………………………………………
……………………………………………
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Gita in montagna
Era venerdì pomeriggio e mancavano due ore alla partenza del
pullman, in attesa davanti alla scuola. Sia Olle che il padre tre-
mavano al pensiero della gita in montagna. Il padre, il signor
Mons, sapeva che avrebbe trascorso tre giorni col terrore che il
figlio annegasse in un laghetto di montagna, o che si perdesse
nelle nebbie, o precipitasse in un burrone.
Olle non sapeva esattamente di cosa avesse più paura.
Mons aveva aiutato Olle a preparare lo zaino, che assomigliava
a un elefantino sovrappeso.
– Credo che siamo riusciti a farci stare lo stretto indispensabile.
Olle diede un’occhiata allo zaino stracolmo:
– Sembrerebbe.
– Ricontrolliamo la lista – disse il padre – calzettoni di lana,
maglietta di lana a maniche lunghe, mutandoni di lana, canottie-
Per lettori... ra e mutande, camicie, maglioni, sciarpa, guanti, tuta imbottita,
attenti tuta da ginnastica, scarpe da ginnastica, stivali di gomma, giac-
• Cosa c’è nello zaino di Olle? ca a vento, pantaloni impermeabili, costume da bagno, asciuga-
Sottolinea nel brano gli ogget- mano, spazzolino da denti, dentifricio, pastiglie contro il mal di
ti “esagerati” che tu non met- testa, cerotti, termometro, bende, vitamine all’olio di fegato di
teresti mai. merluzzo, zanzariera, macchina fotografica, Shangai… perché
• Dopo aver letto il brano alme-
conoscendoti farai sicuramente una partita a Shangai, vero?
no due volte, chiudi il libro e
Olle annuì.
cerca di ricordare: quali oggetti
ti vengono in mente? Perché?
– Bene – continuò il padre – bussola, pigiama, occhiali da sole,
occhiali di riserva, crema abbronzante, corda, latte in polvere,
fiammiferi…
– Non fumo, papà.
SENZA SEGRETI – Lo so, Olle. Soltanto per sicurezza.
– In che senso?
Come nelle barzellette, spesso – Nel caso in cui fosse necessario accendere un fuoco.
è il finale che rende comica
– Ah, già.
tutta la situazione.
– Fazzoletti, spray per il naso, cioccolato fondente, binocolo,
TOCCA A TE sacco a pelo, pala…
• Prova a togliere l’ultima riga – Pala? Che me ne faccio di una pala?
e rileggi il testo. Ti fa ancora – Non si sa mai, potrebbe servire.
ridere? Perché? Mons aiutò Olle a infilarsi lo zaino in spalla.
– Pesa?
…………………………………
Olle barcollò prima di trovare l’equilibrio.
………………………………… – Un po’. Forse dovresti togliere il termometro.
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RACCONTO UMORISTICO
85
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Lo scherzo perfetto
Per lettori... Ortensia, orgogliosa dello scherzo fatto alla maestra di ginnasti-
attenti ca, una maestra davvero terribile, iniziò a raccontare:
• Secondo te, perché l’insegnante – Andò così: scelsi un momento in cui la Spezzindue faceva
si chiama “Spezzindue”? lezione ai ragazzi di quinta e alzai la mano per andare in bagno,
• Perché la polvere si chiama invece mi sono nascosta nella sua stanza, e dopo una veloce
“Bruciapelle”? ricerca, ho trovato il cassetto dove teneva i suoi calzoncini da
• Che tipo è Ortensia? ginnastica.
– E poi che cosa hai fatto? – chiese Matilde, incantata.
– Avevo ordinato per corrispondenza una potentissima polvere
Per lettori... irritante. Costa un sacco e si chiama “Bruciapelle”. Sull’etichetta
attivi c’era scritto che era fatta con i denti di serpenti velenosi e che
procurava vesciche terribili sulla pelle. Allora ne ho spruzzata
• Racconta, in un breve testo,
un po’ in tutti i calzoni nel cassetto. – Ortensia fece una pausa
uno scherzo fatto che ancora
per riempirsi la bocca di patatine.
oggi ti fa ridere solo a ricordarlo.
– Ha funzionato? – chiese Violetta.
– Eccome! Pochi giorni dopo, durante la lezione, la Spezzindue
cominciò a grattarsi come una pazza. Ah ah! Dissi fra me. Ci sia-
Dentro... mo. Mi divertivo a guardarla. Il bruciore aumentava e lei non
la lingua riusciva a resistere. Deve aver pensato d’aver un nido di vespe
nelle mutande. E poi, ad un certo punto, saltò su dalla sedia e,
“Spezzindue” e “Bruciapelle”
tenendosi le mani sul sedere, si precipitò fuori dalla stanza.
sono due parole composte,
Matilde e Violetta erano affascinate: avevano davanti una vera
divertenti, originali e di signifi-
cato immediato. Cerca di for-
maestra dell’arte dello scherzo!
marne altre che mettano in
R. Dahl, Matilde, Salani
risalto le caratteristiche di
qualche tuo compagno.
Es: pigliatutto, acchiappasogni...
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RACCONTO UMORISTICO
SENZA SEGRETI
L’effetto comico di un racconto può essere
dato dall’ equivoco creato da una parola.
TOCCA A TE
• Quale parola crea l’equivoco nella seguente
barzelletta?
AL TELEFONO
– Pronto? Con chi parlo?
– Calzoleria Scarpetti!
– Oh, scusi, ho sbagliato numero!
– Non si preoccupi: venga pure e
le cambieremo il paio di scarpe.
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88
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A . . . ...PO
M i l l e e u n ESI
A
Parla
di noi bambini...
Ieri ho scritto ... dei nostri
una poesia. desideri e delle
interessante... nostre angosce...
LE
sono componimenti
scritti in versi.
ce ne sono di tanti tipi,
ma tutte hanno lo scopo
di emozionare e di lasciare
una suggestione
nei lettori.
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POESIA
Le quattro stagioni
Arriva l’autunno, il caldo va via. A
SENZA SEGRETI
Ricordi? Ogni riga di una poesia si ma parola del verso successivo, allo-
chiama verso. I versi sono raggrup- ra i versi rimano fra loro. In questa
pati fra loro a formare le strofe. poesia la rima è detta “baciata”,
Quando l’ultima parola di un verso perché i versi rimano due a due. Lo
termina nello stesso modo dell’ulti- schema della rima baciata è AA-BB.
TOCCA A TE
• Quante strofe ha questa poesia? • Completa poi lo schema a fianco
...................................................... dei versi.
• Quanti versi ci sono in ogni strofa? • Riscrivi sul quaderno le coppie di
...................................................... parole che rimano fra loro.
• Sottolinea con colori uguali le
parole che fanno rima tra loro.
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POESIA
SENZA SEGRETI
La mucca Quando il primo verso rima con il
terzo, e il secondo con il quarto, la
Amo la cara mucca rossa e bianca A rima è alternata.
B Lo schema della rima alternata è:
per la panna che mi dà, buona e fedele
ABAB.
e non si ferma mai; e non si stanca A
B TOCCA A TE
per arricchire la mia torta di mele. • Completa lo schema a fianco
dei versi.
Muggisce e vaga come senza meta, • Poi riscrivi sul quaderno le coppie
di parole che rimano tra loro.
si allontana però non si perde,
nell’aria fresca e nella luce lieta
nell’allegria del mattino e del verde.
R. L. Stevenson La neve
Sui campi e nelle strade A
silenziosa e lieve B
volteggiando la neve B
cade. A
-ace
Audace, brace, capace, loquace...
-ile ..................................................
.................................................. ..................................................
..................................................
..................................................
-aglia
Battaglia, boscaglia, canaglia...
..................................................
..................................................
..................................................
-accio
Abbraccio, braccio, caccio...
..................................................
..................................................
..................................................
-acca
Bacca, baracca, casacca...
..................................................
..................................................
..................................................
-ale
Autunnale, banale, bestiale...
-ello
Agnello, anello, battello...
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
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-ore
-ia Amore, ascensore, attore...
.................................................. ..................................................
.................................................. ..................................................
..................................................
-ura
Addirittura, altura, andatura...
..................................................
-uro
..................................................
Assicuro, canguro, catturo...
..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
-illa
Anguilla, argilla, camomilla...
..................................................
-aggio ..................................................
Assaggio, coraggio, faggio... ..................................................
..................................................
..................................................
..................................................
-izia
Amicizia, delizia, avarizia...
..................................................
-onio
-io Matrimonio, pandemonio,
..................................................
Addio, balbettio, brio... pinzimonio ...............................
..................................................
.................................................. ..................................................
.................................................. ..................................................
..................................................
Mettiti alla prova con le parole! Arricchisci il rimario sul quaderno con questi altri
gruppi: -à, -abbia, -aca, -acchia, -acco, -aco, -adro, -affa, -aga, -azza, -eccia, -ecco,
-eco, -ella, -ema, -ese, -ento, -ile, -ina, -ino, -igno, -oi, -ona, -ora, -ota, -uco, -ulla,
-usa, -utto. Puoi lavorare anche in gruppo, così le idee moltiplicheranno.
Materiale occorrente: vocabolario, orecchio, penna.
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UNA... POESIA
Il mare
Solca l’azzurra
distesa del mare.
Una barca a vela
e la sua variopinta tela,
gonfia di vento,
si spiega a ogni soffio
più violento.
Par quasi voglia fuggire,
volare lontano
come un solitario
gabbiano.
G. Colli
SENZA SEGRETI
Le similitudini indicano un paragone tra cose, persone,
situazioni. Per creare similitudini si deve pensare alla
Dentro...
forma, al colore, al suono, al movimento degli elementi
la parola SPIEGA
messi a confronto. I due termini di paragone sono collega- • Cosa significa la parola “spiega” nella
ti con: “come, simile a, più di, sembra…”. poesia?
Ricorda che i versi di una poesia possono anche essere Rendere chiaro ciò che presenta diffi-
senza rima tra loro, in questo caso sono versi liberi. coltà di comprensione.
Distendere ciò che è piegato.
TOCCA A TE • Spesso le parole hanno diversi significati:
• Sottolinea la similitudine nella poesia appena letta. per sapere qual è quello giusto bisogna
• Quali sono i due elementi messi a confronto? Scrivili nei capire in che contesto è inserita, leggendo
riquadri. il resto della frase.
Cerca i significati delle parole seguenti,
.................................... .................................... scrivili, poi inventa una frase per ognuno
di essi.: Vita – Mercurio – Lingua - verso
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POESIA
SENZA SEGRETI
Spesso i poeti attribuiscono a oggetti e animali caratteristiche e azioni proprie dell’uomo:
usano la personificazione.
TOCCA A TE
• Trova la personificazione nella poesia seguente. • Se il mare fosse una persona farebbe…
Largo alla fantasia!
Mare
mi piaci - Il mare ................................................................
perché - Il mare ................................................................
dai le sberle
- Il mare ................................................................
alle barche.
- Il mare ................................................................
da La natura nelle poesie,
a cura di M. Lodi, Editrice Piccoli - Il mare ................................................................
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UNA... POESIA
Dentro...
la parola
ORCHESTRA
La parola “orchestra” è un antico termine
greco, che indicava lo spazio nel teatro tra
il pubblico e il palcoscenico.
Oggi un’orchestra è un gruppo musicale,
tipico della musica classica. Un’orchestra
formata da pochi musicisti (massimo cin-
quanta) è detta “da camera”, mentre una
grande (con settanta – cento musicisti) è
chiamata “sinfonica filarmonica”.
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POESIA
SENZA SEGRETI
Mastro Geppetto Le onomatopee sono parole che
Mastro Geppetto riproducono un suono o una voce.
abete pioppo larice pino
TOCCA A TE
sega rapa pialla martello
• Quali sono le onomatopee pre-
vra vra vra vra senti in questa poesia?
visc visc visc visc • Quali suoni riproducono?
tic tac toc
tic tac toc
tic
piedi stinchi tronco braccia
mani collo bocca orecchie
MILLE E UNA IDEA
occhio occhio Leggi la poesia con tutto il corpo.
(mastro Geppetto stanco) 1. Leggila battendo con le mani il
Pinocchio. ritmo.
2. Leggila mimando con le mani
R. Piumini le parole dei versi.
3. Leggila interpretando con tutto
il corpo le onomatopee:
Lettera F il corpo, cioè, mimerà le azioni
degli strumenti da lavoro
di Geppetto.
Funghi fritti
e friulane
offre Foffo alle farfalle
fritte fette di affettato
fichi e fiaschi nella muffa
fichi soffici e soffietti
fra le frasche della fiera
fra le effimere fanfare
soffre Foffo
SENZA SEGRETI
a far affari. Quando in una poesia le parole
ripetono gli stessi suoni si ha una
B. Munari allitterazione.
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UNA... POESIA
Il cielo d’Irlanda
Il cielo d’Irlanda è un oceano di nuvole e luce.
Per lettori... Il cielo d’Irlanda è un tappeto che corre veloce.
attenti Il cielo d’Irlanda ha i tuoi occhi se guardi lassù.
• Individua le personificazioni Ti annega di verde e ti copre di blu.
e le metafore, sottolineale con
colori diversi. Il cielo d’Irlanda si sfama di muschio e di lana.
• Quale immagine rappresenta Il cielo d’Irlanda si spulcia i capelli alla luna.
meglio il cielo d’Irlanda?
Il cielo d’Irlanda è un gregge che pascola in cielo.
Segnalo con una ✗.
Si ubriaca di stelle e il mattino è leggero.
M. Bubola
Per lettori...
attivi
• Scegli nella poesia la definizione del cielo d’Irlanda che ti ha colpito
di più: scrivila su un fogliettino, con il tuo nome, senza farti vedere da
nessuno. Consegna il foglietto all’insegnante. Dopo aver ricevuto tutte
le vostre preferenze, l’insegnante leggerà ad alta voce i biglietti, e mano
a mano si verranno a formare dei gruppi in base ai gusti espressi. In
gruppo, ora, scrivete cosa significano i versi scelti e disegnatene una
rappresentazione.
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POESIA
Per lettori...
Acquazzone attenti
• Metti in ordine con i numeri
Di nubi grigie a un tratto il ciel fu sporco; le sequenze descrittive della
e il tuono brontolò con voce d’orco. poesia.
Si cacciò avanti lungo lo stradone,
carta foglie e uccelli il polverone.
Si udirono richiami disperati,
tonfi d’imposte e d’usci sbatacchiati.
Si vider donne lottare in un prato
con gli angeli impauriti del bucato.
Poi seminò la pioggia a piene mani…
C. Govoni
Per lettori...
attivi
• Ora riscrivi la poesia in prosa, cioè come un testo normale, elimi-
nando i versi e usando parole ed espressioni diverse. Puoi aiutarti
anche con le sequenze illustrate.
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UNA... POESIA
Un sorriso
Un sorriso non costa niente e produce molto
arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo dà.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Dentro... Crea la felicità in casa,
la parola è il segno tangibile dell’amicizia,
• La parola “tangibile” signifi- un sorriso dà riposo a chi è stanco,
ca percepibile al tatto. Tale rende coraggio ai più scoraggiati,
parola è usata dal 1300 circa e non può essere comprato, né prestato, né rubato,
deriva dalla parola latina “tan- perché è qualcosa di valore
gere”, che vuol dire “toccare”.
solo nel momento in cui viene dato.
• La parola “sorriso” può for-
E se qualche volta incontrate qualcuno
mare tanti modi di dire. Prova
a spiegare i seguenti.
che non sa più sorridere,
- Sorriso a trentadue denti = … siate generosi, dategli il vostro.
- Sorriso sulle labbra = …
Ne conosci altri? Anonimo
Per lettori...
attenti
• Quanto costa un sorriso?
• Quanto produce? Perché?
• Quali sono i suoi effetti?
• Perché non può essere né
comprato, né prestato, né
rubato?
Per riflettere
LO SAPEVI CHE ?
La rappresentazione simbolica del sorriso è lo smile.
su se stessi Lo smile fu creato nel 1963 da un artista americano,
• A chi vorresti regalare un ed è costituito da un cerchio di colore giallo, due punti
sorriso? neri per gli occhi ed un arco verso l’alto per il sorriso. Oggi viene
• Quale sorriso ricordi con pia- usato negli SMS e in internet, e si è sviluppato differenziandosi
cere di aver ricevuto? in più faccine: sono le emoticon, che esprimono diversi stati
d’animo. Le faccine possono essere rappresentate anche con
caratteri di testo, ad esempio :-) e :-O.
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POESIA
MILLE E 1 IDEA
N. Risi
Il bambino
che gioca Per lettori...
attenti
Il bambino smise di giocare • Chi sono i personaggi nella
e parlò al vecchio come un amico. poesia?
Il vecchio lo udiva raccontare • Chi racconta la sua vita?
come una favola la sua vita. • Cosa capisce il vecchio?
Gli si facevano sicure e chiare • Che sentimenti prova il vec-
cose che mai aveva capite. chio?
Prima lo prese paura e poi calma. • Cosa fa il bambino?
Il bambino seguitava a parlare.
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..........
....................................
Non nascondere
e,
il segreto del tuo cuor
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
ilmente,
Tu che sorridi così gent
dimmelo piano,
rà,
il mio cuore lo ascolte
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
esitanti,
Rivelami tra le lacrime
tra sorrisi tremanti,
ogna,
tra dolore e dolce verg
e.
il segreto del tuo cuor
R. Tagore
Titolo: Ad un amico
Per lettori...
attenti
• Con chi sta parlando il poeta?
• Quali emozioni sono espres- Per riflettere MILLE E UNA DISCIPLINA
se nella poesia? su se stessi ARTE
• Qual è l’argomento centrale
della poesia? • Tu hai un amico o un’amica
• Che titolo daresti alla poesia? • Disegnati su un grande foglio in
del cuore?
Capovolgi il libro, leggi il titolo compagnia del tuo amico del
• Cosa fa la differenza tra un
originale e confrontalo con il cuore, poi regala proprio a lui il
“amico” e un “amico del
tuo. tuo disegno!
cuore”?
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POESIA
103
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UNA... POESIA
La scuola
MILLE E 1 IDEA
Ritaglia dieci parole da un giornale
o da una rivista. Organizzatevi in
gruppi da 3 o 4, così da avere a
disposizione 30 o 40 parole in
comune. Leggetele bene, per cer-
care un possibile argomento che le
tenga insieme. Provate a comporre
una poesia usando il numero mag-
giore di parole possibile, e scartan-
do quelle che proprio non servono.
Vince il gruppo che ha inserito più
ritagli.
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POESIA
La xeropoesia
Per lettori...
attivi
• Anche tu, insieme ai tuoi compagni, puoi realizzare una
xeropoesia; potete lavorare a classe intera o a gruppi.
1. Prendete un foglio A3 o un cartellone e dividetelo in tante
parti quanti sono i poeti che scrivono.
2. Scegliete un tema comune al gruppo, poi, su quello, ognu-
no di voi scriverà la sua poesia.
3. Alla fine scrivete le composizioni negli spazi dello schema
collettivo.
SENZA SEGRETI
• Potete iniziare con un esercizio base: tutta la classe scrive le La Xeropoesia è una tecnica di
proprie poesie sul tema scelto, in modo libero. poesia collettiva.
• Quando sarete più esperti dividetevi in gruppi. Ogni grup- Su un tema uguale per tutti,
po scrive sul tema scelto in modo condizionato: un gruppo ognuno scrive la sua poesia.
con le rime baciate, uno con le rime alternate, uno con quel-
le incrociate, uno senza rime, un altro con le similitudini, un
altro ancora con le metafore, uno con le allitterazioni.
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UNA... POESIA
Lo Sdràgolo
Per lettori...
attenti Ora divertiti con questa poesia, che Alice nel Paese delle
Meraviglie legge e non capisce, ma sente che le riempie la
• Hai capito cosa o chi è lo testa di cose!
Sdràgolo?
Scrivilo, poi confronta la tua
ipotesi con quelle dei tuoi
Era brìllico, scocco e spicco,
compagni. prillicava di qua e di là;
Lo Sdràgolo per me è: ma lo strùchilo sullo sticco
lo Sdragàcciolo impizzerà.
..............................................
“Allo Sdràgolo bada, o figlio!
..............................................
Morde e brùzzica col muffò!
.............................................. Ha la bazzica lunga un miglio:
• Ti ha divertito questa poe- te lo dico perché lo so”.
sia? Perché?
• Quali elementi hanno reso la Con lo stègolo brando in mano,
poesia divertente? quel nimìcolo invan cercò.
Le parole inventate Sotto un albero lucumàno
La storia narrata alla fine si riposò.
I suoni all’interno dei versi E nel sònnico ripensando,
lo Sdragàcciolo gli arrivò;
prese il pròdito l’arcibrando
Per lettori... e alle costole scotolò.
attivi Per forèstico, sbaldottiero,
• Prova ad inventare una paro- quel probissimo va che va;
la che abbia un suono che ti poi l’ammàppela e col cimiero
piaccia. Ripetila diverse volte, la zuccèttola gli ha taglià.
finchè non ti viene in mente Era brìllico, scocco e spicco,
anche un suo possibile signifi- prillicava di qua e di là;
cato. Scrivi infine la definizio-
ma lo strùchilo sullo sticco
ne e disegna la sua rappresen-
lo Sdragàcciolo sbrandellà.
tazione grafica. Insieme a
quelle dei tuoi compagni, la
L. Carroll, Alice nello specchio, Rizzoli
tua parola andrà a far parte di
uno strano vocabolario!
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2. Divertiti a comporre una tua poesia. Segui lo schema che ti suggeriamo e ricordati di
scegliere con cura le parole.
La nuvola
Quando? ..............................................
3. Ora puoi continuare a inventarne tante, con la rima o senza, serie o divertenti,
semplici o complesse…
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I E R .. .
DOS S
108
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U
U come
uguaglianza
U
L’uguaglianza… cos’è?
Che tu sei uguale a me?
Hai tu forse la mia stessa altezza
o, perché no, la mia stessa bellezza?
Stammi bene a sentire,
uguaglianza vuol dire,
diritti e doveri in parità
per tutti quanti nella società.
Le differenze
1. Le differenze esistono. Non si diventa uguali negando che esi-
stano le differenze. Le differenze esistono e vanno riconosciute. • Prepara un questionario per
conoscere le abitudini dei tuoi
2. Le differenze possono non piacere. Non sempre le differenze compagni. Ecco alcune domande
degli altri ci piacciono. Ma questo non significa che noi siamo cat- da poter rivolgere.
tivi. Diventiamo cattivi quando vogliamo impedire agli altri di esse- - Cosa guardi in tv?
re diversi. - Cosa mangi più volentieri?
- A che ora vai a letto la sera?
3. Le differenze sono anche positive. Le differenze sono ciò che - Quali animali preferisci?
rende il mondo un posto interessante in cui vivere. - Qual è la tua musica preferita?
Scoprirai che siete tutti un po’
4. Conviene accettare le differenze. L’unico modo per vivere paci- uguali e un po’ diversi!
ficamente insieme agli altri è accettare le differenze. Una volta
accettata l’idea che le differenze esistono e che alcune sono positi-
ve e altre possono non piacerci, bisogna convincersi che la vita
sociale ci impone di tollerare anche certe cose che non ci piacciono.
da www.tolerance.it
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Io sono
disordinato... Il gioco del cerchio
Ecco un gioco divertente per conoscervi meglio e scoprire le
uguaglianze e le diversità fra di voi. Come si gioca?
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Amici
Siamo amici.
Amici per la pelle, dicono i nostri genitori: io
ero nero, lui bianco bianco. La maestra ci ha
messo in due posti vicini. Ci ha guardato e ha
detto:
– Come due tasti del pianoforte!
I compagni hanno riso. Eravamo imbarazzati
tutte e due, ma se io arrossisco non si vede.
Lui invece diventa come un pomodoro!
Siamo amici. Eravamo amici. Fino a ieri.
Avevo fatto un disegno bellissimo. Lui gli ha
dato un’occhiata:
– Chi è quella? La tua mamma?
Ho risposto che era la mamma di mio fratel-
lo più piccolo e che la mia era quella vicino
all’asino. Mi ha guardato sbigottito:
– Tuo papà ha due mogliiii?
– No, ne ha tre. Ma l’altra non l’ho ancora
disegnata. È la mamma di mio fratello più
grande.
Si è messo a ridere. In un modo che mi ha fatto provare vergo-
• Cosa è successo secondo te? gna. Non capivo. Mi è venuta una rabbia forte.
• Perché il bimbo rumeno ha
– Cosa hai da ridere, zingaro! Gli ho gridato.
preso in giro il bimbo senega-
lese? Non volevo dire così. Ma le parole sono uscite per conto loro.
• Perché questo poi ha offeso Mi ha risposto:
l’altro? – Vuccumprà!
• Per recuperare l’amicizia Lui è rumeno. Io sono senegalese. Eravamo amici. Ora non lo sia-
uno prova a ripartire dalle dif- mo più: siamo uno zingaro e un vuccumprà.
ferenze, l’altro dalle ugua- Avrei potuto dire che è bello avere più mamme, spiegargli...
glianze. Secondo te, ci riusci- Invece mi è uscita la parola zingaro. Ero arrabbiato. Avevo ragio-
ranno? Perché?
ne. Mi ha preso in giro. Ma anche lui ha ragione di essere arrab-
• Tu ti sei mai sentito offeso?
• Perché?
biato. Vorrei che fosse come prima quando eravamo amici. Ma
• Come hai reagito? come si fa a recuperare un’amicizia? Un pezzetto per volta.
– Ti voglio raccontare di Dakar. Mi racconti di Bucarest? – è quello
che ho detto.
– Non so. Giochiamo a pallone? Ha risposto.
L’elefante… a pezzi
A sei persone che non avevano mai visto un elefante dissero che in una
stanza ce n’era uno e ciascuno di loro aveva diritto di entrare, bendato,
e di toccare quello strano animale per sapere come fosse fatto.
I sei andarono uno alla volta per scoprire com'era fatto l'elefante.
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5 Un bambino straniero ti mostra 6 Un bambino straniero ti offre un dolce del suo Paese:
degli oggetti del suo Paese: a. lo rifiuti gentilmente dicendo che hai mal di pancia
a. li guardi solo per cortesia b. accetti volentieri per scoprire un gusto nuovo
b. ti incuriosisci e vuoi sapere a cosa servono c. gli dici che mangi solo cibi italiani
c. gli dici che tu hai cose molto più belle
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...TEST
O TE
Mille e un... ATR
AL
TI DIAMO IL
E
RUOLO DELLA
PROTAGONISTA!
MI HANNO DETTO...
LA PARTE
“DAI, VIENI A FAR TEA-
DI MARGHERITA!
TRO CON NOI!”
QUALE MARGHERITA!
MA NON HO CHIESTO...
sono scritti
per essere recitati.
Sono scritti in un copione,
che gli attori dovranno
imparare a memoria.
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TESTO TEATRALE
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Narratore
Ed ora il copione
Ecco il racconto riscritto per essere recitato. Occhio alle battute
e alle didascalie.
A sipario chiuso
Narratore: – Pioveva a dirotto quella sera. Grossi goccioloni
cadevano a terra. Il temporale colpì il minuscolo corpicino di
una capretta bianca. La capretta, senza pensarci, si rifugiò in
una capanna abbandonata sul pendio della collina. Si mise a
riposare nell’oscurità, aspettando tranquillamente che il tem-
porale finisse, ma ad un certo punto entrò qualcuno.
Atto unico
Interno della capanna
Lupo: – Ah, ah, ah! (Tic toc tic toc, si sentono i passi e un bastone che batte a terra)
Capra: – Chi è?
Lupo: – Ah, ah, ah! (ansima)
Capra: – Bel temporale, vero?
Lupo: – Come? Chi ha parlato? Ah, ah, ah, con questo buio non si vede un accidente!
Capra: – Sono appena arrivata anch’io. Ma non è così terribile.
Lupo: – Ma sì, è vero… per fortuna ho trovato questo rifugio, dopo essermi trascinato sotto
il temporale. (appoggia il bastone sul pavimento)
Capra: – Che sollievo che ci sia anche tu!
Lupo: – Anch’io, se fossi capitato in questa
capanna da solo, in una notte di temporale,
mi sarei sentito perduto, ahi, ahi! Che male!
Capra: – Cosa c’è?
Lupo: – Ho tutte le zampe doloranti. Ho
camminato tanto a lungo per arrivare fin
qui.
Capra: – Terribile! Allungale pure verso
di me.
Lupo: – (allunga le zampe verso la capra) Oh,
grazie, così va meglio.
Capra: – (tra sé e sé, dubbiosa) Come è
strana questa zampa, morbida…
Lupo: – Eeeetccccciuuuuùù!
Capra: – Devi esserti beccato un raffred-
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TESTO TEATRALE
Lupo Capra
dore.
Lupo: – Penso anch’io. Non sento per niente gli odori!
Capra: – Beeeee, ora capisco perché hai questa voce!
Lupo: – (ridendo) Ah ah ah. Deve essere per questo.
Capra: – (tra sé e sé, sottovoce) Che voce profonda da
lupo… meglio non offenderlo però!
Lupo: – (tra sé e sé, sottovoce) Che voce stridula da
capra… meglio non offenderla però!
Si sente l’ululato del vento e il picchiettare della pioggia
sulla capanna.
Capra: – Da dove vieni?
Lupo: – Vengo da un luogo impervio.
Capra: – Vivi in un luogo impervio? Non è pericoloso?
Lupo: – Ma cosa stai dicendo? È un po’ scosceso, ma le
case sono belle.
Capra: – Però, che coraggio! Io vengo dalle colline ver-
deggianti.
Lupo: – Ah, che invidia! Da quelle parti ci sono tante cose buone da mangiare…
Capra: – Eh, sì, ce n’è in abbondanza.
Lupo: – (toccandosi la pancia) Ho una fame del diavolo.
Capra: – (toccandosi la pancia) Davvero, anch’io ho lo stomaco vuoto.
Lupo: – Di solito vado a cercare qualcosa da mangiare nei
dintorni, ai piedi della montagna dove abito.
Capra: – Anch’io faccio così!
Lupo: – Da quelle parti il cibo è molto buono?
Capra: – Sì, il profumo è invitante…
Lupo: – E morbido da masticare…
Capra: – Anche se lo mangi tutti i giorni
non ti stanca.
Lupo: – Anzi, se lo mangi una volta, non
puoi più farne a meno.
Capra: – Sì, è proprio vero.
Lupo: – Ah, solo a pensarci muoio dalla
voglia. Ho l’acquolina in bocca.
Contemporaneamente, rumori di tuono.
Lupo: – Che buona la carne!
Capra: – Che buona l’erba!
Narratore: – Fortunatamente il fragore
del tuono coprì le loro parole…
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TESTO TEATRALE
Per lettori...
attivi
• Che cos’è un “effetto
MILLE E UNA DISCIPLINA
ottico”? È una simula- MUSICA
zione per far credere alla
nostra vista qualcosa che • Prova a cercare una
non esiste, molto simile musica che possa fare da
a un’illusione. colonna sonora al testo “In
- Tu quale figura vedi in una notte di temporale”.
questa immagine? Portala a scuola, falla sentire ai tuoi
Chiedi anche al tuo com- compagni e spiega la tua scelta. Ascolta
pagno di banco e con- poi le musiche proposte dagli altri e
frontate le risposte! votate insieme quella più adatta.
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TESTO TEATRALE
Ombre cinesi
Accendi una lampadina o una candela e spegni la luce della stanza.
Metti le mani davanti alla luce. Le vedrai proiettate sulla parete opposta.
Capra
1. Posizioniamo la mano sinistra in modo che rivolga parte
del palmo alla luce.
2. Teniamo il pollice disteso e sovrapponiamogli l’indice.
3. Curviamo il mignolo verso il basso, manteniamo medio
e anulare dritti e distesi.
4. Mettiamo il palmo della mano destra sopra quello della sinistra.
5. Appoggiamo il mignolo destro sopra il pollice sinistro.
6. Pieghiamo l’anulare ad arco, a toccare l’indice dell’altra mano.
7. Teniamo il pollice eretto, come anche il medio e l’indice.
8. A questo punto, possiamo muovere la bocca, la barbetta
e l’occhio.
Lupo
1. Mettiamo il dorso della mano destra alla luce, flettendo
il polso.
2. Solleviamo il pollice e ripieghiamo l’indice come in figura.
3. Distendiamo anulare e medio, tenendoli vicino,
e divarichiamo il più possibile il mignolo.
4. Avviciniamo il palmo della mano sinistra a quello
della destra.
5. Alziamo il pollice sinistro e poniamolo accanto
a quello destro.
6. Portiamo le estremità del mignolo e dell’anulare
sinistro sotto la mano destra.
7. Nascondiamo indice e medio della sinistra tra i due palmi.
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Soggetto/situazione Il copione
La maestra entrò .......................................................................
in classe e, dopo aver fatto l’appel-
lo, comunicò che quello .......................................................................
era il giorno della verifica sui verbi! .......................................................................
Tutti iniziarono a tremare, in modo partico- .......................................................................
lare Sara, che non li aveva proprio
digeriti. La bambina allora parlò all’orec- .......................................................................
chio di Mohamed per chiedergli aiuto, .......................................................................
ma Piergianni, sempre pronto a farsi
.......................................................................
notare dall’insegnante,intervenne
per fare la spia. .......................................................................
.......................................................................
.......................................................................
in d ir e t t o
D a l d is c o r s o .......................................................................
d ir e t t o .
a l d is c o r s o .......................................................................
.......................................................................
.......................................................................
Spunti e suggerimenti per iniziare .......................................................................
Interno: l’aula e i bambini seduti. .......................................................................
Maestra: – Buongiorno!
.......................................................................
Alunni: – Buongiorno!
Maestra: – Facciamo l’appello: Silvia… c’è, .......................................................................
Michele… c’è…. .......................................................................
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...LET
Mille e unA... TER
è ora che tu sappia
A
che sono pazza di te.
Caro Alessandro,...
Ho scelto
Ho deciso di svelarti di confessarti
tutti i miei sentimenti. il mio amore
per lettera,...
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UNA... LETTERA
Caro Massimo…
luogo da dove
il mittente scrive
Via Canalchiaro, 15 - Modena
12 gennaio data in cui il
Caro Massimo, mittente scrive
sono stato contentissimo di aver ricevuto la tua lettera.
formula di aper- Ho preso subito carta e penna e mi sono messo a scriverti.
tura con il nome Ho letto che quest’anno vai meglio a scuola, mi ha fatto piacere.
del destinatario
Io me la cavo, anche se la maestra di matematica a volte ci dà
troppi compiti e devo chiedere aiuto a mia sorella.
Nella mia classe sono arrivati due bambini nuovi, a settembre:
contenuto vero Alice e Henry. Alice viene da Palermo e Henry dal Ghana. E tu?
e proprio della Hai nuovi amici? Io continuo ad andare a lezione di chitarra, il
lettera mio sogno è rimasto quello di diventare un gran musicista.
Tu, invece, continui con il nuoto?
Speriamo di poterci vedere ancora il prossimo agosto…
io sto già cercando di convincere i miei a tornare a
Porto Recanati. Incrociamo le dita!!!
formula Spero che mi risponderai presto.
di chiusura,
con i saluti Un salutone
Nicola
firma del
mittente
P.S.: Dimenticavo di dirti che a
marzo cambieremo casa. Non vedo
l’ora di avere una camera tutta per
me! Ti invierò poi il nuovo indirizzo.
Caro Tommaso…
Via delle Rondini 23 - Genova
16 febbraio
Caro Tommaso,
sono rimasta senza parole quando ho
visto il tuo disegno!
Lo conserverò con cura, così quando sarai
famoso potrò dimostrare di essere tua amica!
A proposito di vip, lo sai che c’è un mio compagno
di classe che ha l’autografo di dieci cantanti?
E un altro di sette calciatori?
Una volta chi non sapeva scrivere, firmava solo con una
LO SAPEVI CHE ?
Fino al 1840, le lettere veni-
croce. Ma anche adesso scrivere il proprio nome su un foglio vano spedite grazie al
non mi sembra uno scherzo da niente. “maestro di posta” e paga-
Una scrittrice, che è venuta a parlare del suo lavoro nella va il destinatario. Un giorno
nostra scuola, ha detto che lei l’autografo lo fa senza carta Sir Rowland Hill, incaricato
e penna, solo con una stretta di mano. di riorganizzare le poste,
vide una donna rifiutare
A noi, che insistevamo, ha aggiunto che firmava volentieri i
una lettera del fratello, per-
suoi libri, ma di autografi su foglietti, neppure a parlarne. ché non aveva soldi. Mosso
Al massimo ci poteva fare una firma sul polso, perché quello a compassione saldò egli
che conta non è raccogliere pezzi di carta con un nome, ma stesso la tariffa, ma, parlan-
ricordi di emozioni e parole. do con la donna, seppe che
Anche il nostro Presidente della Repubblica (te ne sei mai non ce ne sarebbe stato
accorto?!) quando deve siglare un accordo con altri capi di bisogno perché, attraverso
dei segni precisi sulla busta,
Stato, molto seriamente, fa una firma tutta punti e svolazzi il fratello aveva comunicato
con una penna stilografica. di stare bene ed altre noti-
zie. Hill si rese conto che, se
Ciao avessero fatto tutti così,
Elena nessuno avrebbe più paga-
to. Gli venne l’idea allora di
da Scritto a mano, V.V.E. Contract
una “marca” da applicare
sulle lettere, per dimostrare
Per lettori... che era già avvenuto
attenti il pagamento.
• Chi è il mittente? • Cosa ha mandato Tommaso Nacque così il
• Chi è il destinatario? ad Elena? francobollo.
• Quando è stata scritta la lettera? • Cos’è l’autografo?
• Dove è stata scritta?
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UNA... LETTERA
Caro Sindaco…
Per lettori...
attenti 08
Roma, 30 marzo 20
• Da quali parole si capisce che aco,
i bambini utilizzano un lin-
Preg.mo Sig. Sind
guaggio piuttosto formale? i de ll a qu ar ta C della scuola
Sottolineale nel testo. Siamo i bambin
primaria Collodi. ilmen-
• Segna con una crocetta le
pr es en te vo rr em mo chiederLe gent
Con la di tener-
espressioni formali:
asco lt ar e le no stre richieste e
te di munale.
e il Consiglio co
distinti saluti
o qu an do ri un it
ciao ciao ne cont ere ci
o ac co rt i ch e nel nostro quarti
Le porgo i miei saluti Ci siam sempre
ch e pi st e ci cl abili. Per noi è
con rispetto sono po giro, perché circ
ola-
un forte abbraccio co lo so an da re in
più peri è diventata irresp
i-
cordialmente ma cc hi ne . L’ ar ia
no tante ha l’asma tutto l’an
no.
al cu no di no i
rabile, qu rare anche il tras
por-
po tr eb be mi gl io
Forse si be magari chiudere
al
co . Si po tr eb
to pubbli us to per avere qual
che
al ch e vi a, gi
traffico qu
noi.
spazio sicuro per id ee per una città
più
me nt e ta nt e
Abbiamo in mo parlarne con Lei,
li ta e vo rr em
bella e pu
ci pi ac er ebbe incontrarLa.
quindi
La in an ti ci po per l’attenzione,
Ringraziando Su a certa risposta.
n an si a la
aspettiamo co
Distinti saluti,
lla quarta C.
tutti i bambini de
SENZA SEGRETI
Una lettera può essere scritta
anche per fare richieste o espri-
mere commenti a persone impor-
tanti: al direttore, al sindaco, al
capo dello Stato, a un personag-
gio famoso… Ovviamente il tono
diventa formale (occhio alle
maiuscole!).
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MAIL
E-
Da: Daianatos@cooperativamente.org
A: carlom@yahoo.it
Data invio: martedì 26 gennaio 2008 21:06
Oggetto: Sorpresa!
Cara Carla,
finalmente possiedo anch’io una casella di posta elettronica. Basta con le frettolose chiamate
serali, con l’eco delle madri che urlano: la bolletta costaaaa!!! Quindi possiamo scriverci!
Ho conservato il tuo prezioso indirizzo da quest’estate, ma senza un computer non potevo
fare un granché. Speravo che mi arrivasse a Natale, e così è stato. Se mi vedessi, non mi
riconosceresti più: mi sono tagliata i capelli! Sono andata con mia madre dalla parrucchiera
e mi sono portata la rivista dove c’era la foto di una ragazza con un taglio bellissimo.
Quando sono uscita, avevo i capelli come lei, anche se la somiglianza finiva lì, perché lei non
ha l’apparecchio, ha gli occhi azzurri, è alta mezzo metro più di me e soprattutto non ha
neanche un brufolino piccolo così. Ma quello che conta è la bellezza interiore, l’ho letto da
qualche parte e ho deciso che è una frase che userò spesso.
Adesso vado a studiare storia.
Rispondi immediatamente! Così sono sicura che hai ricevuto la mia lettera.
Tua Daiana
SENZA SEGRETI
Si possono scrivere lettere anche senza carta e franco-
bolli. È il caso delle e-mail, cioè della posta tramite
internet. È veloce, perché arriva al destinatario in pochis-
simi secondi, si scrive e si riceve tramite il computer.
L’indirizzo di posta elettronica è scritto così:
evauva@yahoo.it
- Evauva è il tuo nome o soprannome, lo username;
- @ indica “presso”, introduce l’indirizzo;
- yahoo.it è il dominio, cioè il nome della città virtuale,
immaginaria.
TOCCA A TE
• Ora scrivete tutti gli indirizzi e-mail della classe su un
foglio, abbinati ai vostri nomi... poi fatene una copia
per ciascuno! In questo modo sarete sempre in con-
tatto e... senza bollette salate.
A. Lavatelli, Cara C@rla, tua Daian@, Piemme Junior
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.
Mille e una..
Arte... sui muri
Ci sono artisti che si sono rifiutati di fare opere per pochi. Keith Haring, ad esempio,
lavorava per rendere più belle le periferie di alcune grandi città americane.
“L’arte è per tutti – diceva – e questo è il fine a cui voglio lavorare”.
Ha iniziato a disegnare e colorare su cartelloni pubblicitari
vuoti e su vecchi vagoni della metropolitana di New York.
Ora le sue strane figure, che sembrano fumetti, sono famose
in tutto il mondo.
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• Personalizza la tua carta da lettere, disegnando sul foglio e sulla busta, delle figure alla Haring.
Sarà una bella sorpresa per chi la riceverà.
Attento, però: non riempire il foglio. Gli spazi vuoti sono molto importanti...
anche perché poi dovrai scriverci!
LO SAPEVI CHE ?
Keith Haring nacque negli
Stati Uniti, il 4 maggio 1958.
Haring dipinse dappertutto: non solo
su muri o pannelli, ma su automobili,
scarpe, maglie e oggetti vari.
Divenne famosissimo intorno al 1986,
quando aprì un famoso arte-negozio:
il Pop Shop. Parlando di sé, nel 1987
pronunciò queste parole: “Nella mia
vita ho fatto un sacco di cose, ho gua-
dagnato un sacco di soldi e mi sono
131 divertito molto.”
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...DIA
Mille e un... RIO
se dico di voler
Caro diario,... partecipare...
solo tu mi capisci,
infatti...
al concorso di
canto della sei l’unico che non si mette a ridere!
scuola...
IN un diario
si possono scrivere tutti
i nostri segreti: infatti il
è personale e privato.
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UN... diario
Caro diario
Per lettori...
attenti Domenica 21 gennaio 2007
• Chi scrive è:
un bambino Nessuno può obbligare nessuno a scrivere un diario. Ecco perché
un adulto a tutti, prima o poi, viene voglia di farsene uno.
• Da cosa lo hai capito? A un diario si può raccontare: ore 10, mangiato un gelato, ore 16,
Sottolinea le parole o le frasi mangiato 3 gelati, e quella giornata è a posto. Ma è un piacere
nel testo. descrivere pioggia e sole, amici, voti, regali, sono così contento,
sono così solo.
E provarci ogni giorno. Un giorno alla settimana. O all’anno.
Scrivere un diario è come farsi una telefonata. Certe volte non
CHE ?
LO SAPEVI
ci si fermerebbe mai, qui nessuno ti sgrida: “Basta, chiudere!”.
Tutti vorrebbero dare un’occhiata al misterioso diario degli altri.
Il diario di Anche noi, ogni tanto, vorremmo che gli altri leggessero un po’ del
Anna Frank nostro segretissimo diario. Una riga, un verbo, mezza di mezza
è uno dei pagina non di più, alt, fermati.
diari più famosi In tutto il mondo ci sono migliaia di libri, film, canzoni e giornali
al mondo ed è una testimo- fatti con la parola “diario”. C’è il diario di Anna Frank (meno male
nianza storica importante. che abbiamo potuto leggerlo tutto!) e il diario di Jules Renard
È il diario di una bambina
(il padre di Pel di Carota). Centodieci anni fa, Picasso-bambino
ebrea che, durante la
disegnava il suo diario a cucchiaiate di paella lanciate sulla pare-
Seconda Guerra Mondiale,
morì in un campo di con- te di fronte, in sala da pranzo. Poi dissero “ma che schifo”, e
centramento. cancellarono trecentosessantacinque giorni di capolavoro.
SENZA SEGRETI
Anche nel diario si possono usare stili molto diversi: si può scrivere come se
fosse un’agenda, sotto forma di appunti, o come una lettera ad un amico...
In questa pagina di diario, le riflessioni personali sono espresse brevemente,
come se fossero dei flash.
TOCCA A TE
• Quali sono in successione, gli argomenti di cui parla l’autore?
.......................................................................................................................
.......................................................................................................................
134
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diario
La nota ingiusta
11 ottobre
Caro diario,
oggi sono molto arrabbiata e nessuno mi capisce. Ho preso una nota
a scuola, la più ingiusta che mi sia mai capitata.
Vicino al mio banco c’è Lin Yu, la nostra compagna cinese che anco-
ra non parla bene l’italiano e ha la “elle” al posto della “erre”.
Oggi Lin Yu mi ha detto: – Conosci male? Io sono stata male.
Ho capito dopo un po’ che voleva dire “mare”, non “male”, quando
continuava a dire che il “male” era bellissimo.
Non puoi immaginare quanto ho riso, nascondendo il viso dietro il
libro, o chinandomi, per non farmi vedere dalla supplente di mate-
matica. Rideva a crepapelle anche Lin Yu.
La maestra se ne è accorta, ha detto che la nostra è una classe
indisciplinata, ha sgridato me e mi ha messo una nota: “Arianna
ride della sua compagna cinese, dimostrando scarsa sensibilità
verso una bambina straniera che ancora deve adattarsi a una
situazione per lei nuova”.
Ho cercato di spiegare, ma lei gridava di far silenzio. Poi mi ha
chiamata alla lavagna e mi ha fatto risolvere non so quante ope-
razioni! Me la sono cavata, intanto mi sono beccata una nota!
Il bello però è che ora ho un amica in più, Lin Yu, ma questo la mae-
stra non lo sa.
UN... diario
A proposito di caccia
Giovedì 28 gennaio
Per lettori... Caro diario,
attenti
oggi durante l’intervallo ho litigato con Giulio e ci siamo anche
• Chi scrive? Da cosa lo hai picchiati. Lui mi ha strappato un bottone dalla camicia ma io
capito?
• Chi è Giulio?
gli ho graffiato un orecchio così forte che era diventato rosso
• Chi è Piero? come un pomodoro. Per fortuna il maestro Stefano non ci ha
• Chi è Stefano? visto, sennò lo sentivamo! Dice sempre che dobbiamo spiegar-
• Chi litiga? Perché? ci a parole, che dobbiamo discutere, scambiarci i nostri punti
di vista senza esagerare. Ma scusa, come si fa a non esage-
rare quando devi convincere uno che non vuole assolutamente
Per riflettere darti ragione?
su se stessi È andata così: mentre aspettavamo il nostro turno per prova-
• Come avresti reagito al re il nuovo videogame spaziale di Piero, quello dove devi
posto della bambina? ammazzare i mostri che scendono dall’alto, parlavamo di cosa
Come lei faremo da grandi. Giulio ha detto che vuol fare il pasticciere
Avresti ignorato Giulio perché è molto goloso; oppure l’avvocato perché si guadagna-
Gli avresti spiegato le tue
no un sacco di soldi. Poi ha aggiunto che nel tempo libero vuole
ragioni
anche andare a caccia. Io gli ho detto che non capisce niente
perché non è affatto bello ammazzare gli animali. Anzi gli ho
detto pure che io voglio fare la guardia forestale e mettere in
prigione i cacciatori. Lui mi ha guardata come se fossi uno
scarafaggio e mi ha fatto la lingua. A quel punto io non ci ho
visto più e gli sono saltata addosso. A me piace ammazzare i
mostri nei videogiochi, questo sì, ma non gli animali veri. Quelli
sono belli da vivi, mica da morti! Spero che Giulio cambi idea.
S. Bordiglioni - M. Balocco,
Diario di una bambina troppo occupata, Einaudi
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diario
Errori
22 febbraio
Oggi abbiamo scritto un testo. E fin qui non c’è proprio niente
di strano, visto che capitan Quinto ci fa scrivere quasi tutti i
giorni. Quello che è stato divertente è che Giorgia scrivendo
ha fatto un errore di ortografia.
Non che noialtri non ne facciamo: qui nella quarta B di San
Martino in Strada, modestia a parte, siamo dei veri specia-
listi in errori.
Ad esempio c’è Manuel che quando scrive semina le acca
come il contadino il grano ad ottobre.
Al contrario Gabriele è così avaro di acca che a casa ne deve
avere una cassaforte piena. Oppure c’è Marco, che non scrive Per riflettere
mai una doppia, o Michela, che ogni giorno si inventa un passa- su se stessi
to remoto nuovo: “ridette”, “vivettero”, “rompetti”, “cuocci” e via
• E tu, come ti comporti di
dicendo. fronte agli errori dei tuoi com-
Questi però sono errori normali! Quello che oggi Giorgia ha pagni?
tirato fuori dalla sua penna è invece un errore molto speciale: un Ridi a crepapelle.
errore magico. Ne facciamo pochissimi in un anno, quattro o cin- Non ti meravigli: capita
que, ma quando capita la classe diventa una specie di uragano anche a te.
Cerchi di dare una mano a
di risate. Sono gli unici errori per i quali il maestro non ci rim- correggere.
provera, ma ci fa quasi i complimenti. Infatti il capitano dice che Pensi che, anche grazie
un errore magico è come una chiave che apre la porta di una agli errori degli altri,
storia che nessuno altrimenti avrebbe mai immaginato. Oggi impari di più.
Giorgia doveva scrivere “a me piace nuotare a dorso”, invece ha
scritto “a me piace nuotare ad orso”. Dentro...
Quando il maestro l’ha letto a voce alta, ci sono stati tre minu- la lingua
ti di risate e di prove del nuove stile: il famoso “nuoto ad orso”!
• Aiuta Michela a correggere i
Intendiamoci, non è che nella nostra classe si possa ridere di verbi al passato remoto!
regola degli errori degli altri, anzi… - Ridette = ............................
Ma di quelli magici sì.
- Vivettero = .........................
- Rompetti = .........................
S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Edizioni EL
- Cuocci = ..............................
137
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UN... diario
Scrivi un diario
• Trasforma in una pagina di diario il racconto che segue…
Una sera, mentre usciva dalla casa del maestro, Leone incontrò una ragazza. Egli stava scendendo
precipitosamente le scale poco illuminate, quando andò letteralmente a sbatterle addosso.
Urlò per lo spavento. Lei invece gli diede una spinta e lo rimproverò:
– Stai attento a dove metti i piedi, imbranato!
Non l’aveva mai notata, né a scuola, né in giro per il paese. Si allontanò
subito da lei per paura di prendere una malattia. Era infatti tutta pelle
e ossa, una specie di scheletro ambulante, con un groviglio di
capelli bruni e crespi, gli zigomi alti, gli occhi mongoli e ridenti.
Portava la custodia di un violino e un libro di musica. Lo guar-
dò e osservò l’oboe e gli spartiti che teneva stretti al petto.
– Sei un allievo del maestro Ottavio?
– Sì, suono l’oboe.
– Io studio violino. Sono Fresia – e gli tese la mano.
“Che nome strano e ridicolo” pensò il ragazzo; afferrò con
riluttanza le dita scheletriche, ma le sentì calde e vigorose
nel suo palmo.
– Leone.
– Che bel nome!
– Davvero?
Nessuno glielo aveva mai detto, anzi, quante prese in giro!
Leone il gattone. Leone il ciuccione. Leone il frignone, e peggio
ancora!
Fresia sorrise e continuò:
– Sono arrivata in paese da poco.
La mia mamma ha aperto un nego-
zio di biancheria. Suono il violino
da quando avevo cinque anni.
Imbarazzato da tanta confidenza,
Leone non sapeva come compor-
tarsi. Saltellò e si grattò un orec-
chio.
– Perché sei così magra?
– È la costituzione, non preoccu-
parti, sono sana come un pesce.
Egli arrossì. Fresia gli aveva letto nel
pensiero.
139
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I E R .. .
DOS S
Ogni giorno
proviamo tante emozioni.
Un lottatore disperato
È importante che impariamo – Una volta – raccontò – ero un divo, avevo un came-
a riconoscerle, rino tutto mio. Ero Zanna Incappucciata, il lottatore
a nominarle e a collegarle
con pensieri e situazioni più spregevole e odiato di tutti. Pensa che, quando
per viverle al meglio. ero nell’arena, il boato di fischi era talmente forte che
tremava anche il soffitto. E non appena salivo sul
ring, i miei ammiratori mi bersagliavano di pesce
puzzolente, uova marce e pomodori ammuffiti.
Ah, era stupendo! Ma una sera tremenda a Doncaster
– proseguì con sguardo tutt’a un tratto minaccioso –
mentre mi infilavo tra le corde del ring, aspettando
che cominciassero a volare uova e pesci… un bambi-
no scoppiò a ridere. Un bambino, dritto in piedi su
una sedia in prima fila, mi indicò col dito e disse tutto
divertito: “Papà, quello non fa mica paura: fa ride-
re!”. Fa ridere? Disperato, strabuzzai gli occhi. Gli
mostrai le zanne. Feci delle smorfie spaventose. Ma
nessuno mi tirava niente addosso, neanche un ovet-
to marcio.
Il bambino non la finiva più di ridere e in un attimo
tutta l’arena rimbombò di risate. Più ringhiavo, più
loro si spanciavano. Quando il mio avversario salì sul
ring, gli ficcai subito il pollice in un occhio, ma inve-
ce di restituirmi il colpo, quello si appoggiò alle corde
e rise a crepapelle.
– Sai – continuò, parlando a testa bassa – queste
notizie fanno presto a circolare. La cosa finì sui gior-
nali. E poco dopo, dovunque andassi, non facevo in
tempo a salire sul ring che i miei ammiratori avevano
già le lacrime agli occhi dalle risate. Non può esiste-
re un cattivo ridicolo, capisci? Non è possibile.
Il punto di vista
• Rispondi in poche righe.
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.......................................................................... ..........................................................................
.......................................................................... ..........................................................................
.......................................................................... ..........................................................................
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Pensieri ed emozioni
Attività-gioco 1: Cosa provo
• Immagina di trovarti nella situazione seguente. Cosa proveresti? Cerchia il viso scelto.
L’insegnante ha detto che vuole parlare con te, a quattr’occhi.
Se una stessa cosa succede a più persone, non tutte provano lo stesso sentimento.
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Non so se me la
ricorderò tutta, ma
cercherò di recitarla forte preoccupazione
meglio che posso!
... e infine...
... adesso pensa alla cosa o al fatto più ”bello” che ti
viene in mente!
Che so, una torta al cioccolato, la vittoria della tua
squadra del cuore, una gita che ti è piaciuta molto...
Pensato? Bene, adesso guardati allo specchio
mentre pensi: com’è la tua espressione?
Disegnala nello “specchio” qui a lato.
nasce un PENSIERO
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144
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Parlando con il papà di Giusi, un giorno mia madre ha detto che Manuel ha dei proble-
mi: i suoi si sono separati da poco, lui dorme un giorno con i nonni materni, un gior-
no con i nonni paterni, un giorno a casa di amici.
145
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.................................................................. ..................................................................
............................................................ ............................................................
........................................................... ...........................................................
............................................ ............................................
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...RACC
ONT
Mille e un... OE
PIC
OGGI VI PARLERò DI
O
... CHE HANNO SAPUTO
AFFRONTARE MILLE
DIFFICOLTà E OSTACOLI...
PERSONAGGI EPICI...
?
Amicizie “divine”
LO SAPEVI CHE
Il mito di Gilgamesh fu scritto C’era una volta nella città di Erech un essere grande e terribile
circa quattromila anni fa, dai che aveva nome “Gilgamesh”.
Babilonesi. Per due terzi egli era divino e solo per un terzo era umano. Era
Solo cento anni fa furono il più potente guerriero di tutto l’Oriente; nessuno poteva ugua-
ritrovate le tavolette di argil- gliarlo nel combattimento, nessuno poteva vincerlo con la lan-
la su cui era stato scritto. cia. L’intera popolazione di Erech era dominata dal suo potere
e dalla sua forza.
Alla fine, gli abitanti di Erech, non potendo più sopportare le
Per lettori... sue sopraffazioni, implorarono aiuto dal cielo. Il Signore del
attenti cielo intese la loro preghiera e incaricò la dea Aruru di creare
un essere che avesse la forza di combattere il tiranno. La dea
• Completa.
prese un po’ di argilla dal suolo, la impastò e le diede la forma
Gilgamesh era ........................
di una mostruosa creatura a cui diede il nome di “Enkidu”.
.............................................. Enkidu era fiero e violento, come il dio della battaglia, e tutto il
Per due terzi era ...................., suo corpo era coperto di pelo. Aveva trecce lunghe come quel-
per un terzo invece ................ le di una donna e andava vestito di pelli. Trascorreva le giorna-
te vagando per la campagna insieme con gli animali e come
Dominava ..............................
questi si nutriva di erbe e si dissetava con l’acqua dei ruscelli.
Enkidu era stato creato da ...... Ma ad Erech nessuno sapeva della sua esistenza. Un giorno,
.................................... ed era vicino a una sorgente un cacciatore scorse Enkidu che beveva.
..............................................
Si spaventò talmente che corse a Erech e raccontò a Gilgamesh
quanto aveva visto. Gilgamesh fu affascinato dallo straordina-
Aveva un corpo ...................... rio racconto del cacciatore ed escogitò un piano per attirare
e ............................................ Enkidu fuori dalle selve.
Viveva nei .................... finché Rimandò nella steppa l’uomo, con una bellissima ragazza, la cui
bellezza l’avrebbe fatto innamorare. Infatti, quando Enkidu
..............................................
vide la fanciulla, ne rimase subito affascinato: dimenticò gli ani-
• Qual era la missione di
Enkidu? mali e la seguì.
• Perché Gilgamesh ed Enkidu Per una settimana intera rimase vicino alla ragazza, fino a
diventarono amici? quando, stanco di lei, decise di ritornare dagli animali che ave-
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RACCONTO EPICO
SENZA SEGRETI
va lasciato. Ma i cervi e le gazzelle non lo riconobbero più
Il racconto epico narra le
e al suo avvicinarsi si diedero alla fuga. Enkidu tentò di vicende eroiche di personag-
seguirli, ma, durante la corsa, sentì le gambe deboli: capì gi straordinari che possono
di non essere più un animale, di essere diventato un essere uomini o semidei.
uomo. Stanco e senza fiato, tornò dalla ragazza che lo con-
dusse in un accampamento di pastori e gli insegnò a man-
giare pane e a bere birra; lo lavò e lo vestì con abiti raffi-
nati, per cui Enkidu divenne un uomo in tutto e per tutto. MILLE E UNA DISCIPLINA
Un giorno arrivò uno straniero che portava notizie dalla
grande città di Erech. Enkidu capì che il suo destino era STORIA
quello di andare là ad abbattere la dominazione di • Cerca le caratteristiche di almeno
Gilgamesh. due “dei” della civiltà babilonese.
Partì la vigilia dell’Anno Nuovo. Le strade erano addob-
bate di allegri festoni e ovunque le grida dei giovani sali-
vano nell’aria.
Improvvisamente si udì un suono di cembali e di flauti lontani.
Pian piano apparve una lunga processione: Gilgamesh ne era la
figura centrale. La processione arrivò fin davanti al tempio e si fer-
mò. Gilgamesh si fece avanti, ma ecco Enkidu che si mise di fron-
te al tiranno con aria di sfida.
Dopo pochi istanti, si ritrovarono avvinghiati nella lotta, impetuosi
e selvaggi come tori.
Alla fine Gilgamesh si trovò a terra e comprese di aver trovato un
degno avversario. Ma Enkidu era altrettanto generoso quanto for-
te: comprese, a sua volta, che il tiranno non era solo prepotente,
ma anche un valoroso guerriero che aveva coraggiosamente
accettato la sua sfida.
– Gilgamesh – gli disse – mi hai dato chiara prova di essere figlio
di una dea, il cielo stesso ti ha messo sul trono. Non sarò dunque
più tuo nemico. Stringiamo piuttosto un patto di amicizia. E, rial-
zatolo da terra, lo abbracciò.
149
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150
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RACCONTO EPICO
151
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La maledizione
di Giunone
Dopo la distruzione della città di Troia, Enea, un eroe troiano, riesce a
fuggire con un gruppo di guerrieri. Ha caricato sulle spalle l’anziano
padre Anchise, ha preso per mano il figlio Ascanio ed ha preso il largo
in nave. Gli dei hanno previsto che fonderà una nuova città che gover-
nerà il mondo!
SENZA SEGRETI
Nei racconti epici gli eroi
sono spesso aiutati o osta-
colati dagli dei.
TOCCA A TE
• Quale divinità è contro
Enea? Perché?
...........................................
• Quale lo favorisce?
Perché?
...........................................
152
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RACCONTO EPICO
l’equilibrio e furono sbalzati in mare; un’altra onda fu così for- Per lettori...
te da rovesciare la nave. attenti
Enea, il padre Anchise e pochi altri, tra cui il figlioletto Ascanio, • Chi è Enea?
erano riusciti ad aggrapparsi allo scafo e non mollavano. • Dove sta per sbarcare?
Calò la notte e per fortuna anche il vento, e il relitto cominciò a • Invece cosa succede?
scivolar sempre più lontano spinto da una misteriosa corrente. • Infine dove approda?
“Potessi essere morto con Ettore sotto le mura di Troia”, pensa- • Chi li accoglie e li aiuta?
va Enea, “invece che finire annegato non si sa dove! Quale dio
può odiarmi al punto da riservarmi questo destino?”.
Questo dio era nientemeno che Giunone, la moglie di Giove, Per lettori...
perché sapeva che i discendenti di Enea sarebbero stati i più attivi
tremendi nemici di Cartagine, la città che lei amava più di tutte.
Così, perché quell’avventura non cominciasse neppure, li ave- • Pensa di essere uno dei com-
va spinti in mezzo al mare. pagni d’avventura di Enea.
Quali emozioni e quali pensie-
“Enea in Italia non ci metterà mai piede!”, si disse compiaciuta.
ri stai vivendo? Racconta bre-
Ma anche la madre di Enea, Venere, era una dea. Impietosita
vemente in prima persona gli
dalla crudele sorte del figlio, sospinse quel relitto e i pochi avvenimenti narrati nel brano.
sopravvissuti fino alle coste della Libia, proprio dove la splen-
dida regina Didone stava costruendo Cartagine.
Davanti al banchetto nella sala riscaldata da un gran focolare,
Enea ringraziò Didone con queste parole:
– Regina, tu ci hai accolto, naufraghi e stremati nel fisico e nel
morale. Ci hai dato vesti con cui coprirci, cibo e acqua con cui MILLE E UNA DISCIPLINA
rifocillarci, e ora ci onori con un banchetto. È giusto che tu sap-
pia chi siamo e da dove veniamo. Tutto io ti dirò, anche se per STORIA
me è un grande dolore ricordare l’ultima notte della mia città. • L’Eneide, la storia di Enea, è
Tirò un lungo sospiro, nel silenzio generale, di fronte a Didone stata scritta da Virgilio, un grande
che lo guardava attenta. Poi, dopo aver bevuto un sorso di vino, poeta latino, in onore dell’Impe-
continuò… ratore Romano Augusto.
Qual è, secondo te, la “città che
M. Menghi, Il grande viaggio di Enea, Mondadori Junior
governerà il mondo” a cui si fa
riferimento?
153
140-177 Mille4°:Layout 1 20-06-2008 10:00 Pagina 154
Mille e un’...
Arte nella storia
Al tempo in cui i Greci ascoltavano i racconti
dell’Iliade e dell’Odissea, erano abituati a molte
forme d’arte. Una di queste, il teatro, è nata pro-
prio nella loro terra. I Greci si ritrovavano in
spazi aperti, spesso costruiti con gradinate, ed
assistevano alle rappresentazioni. Gli attori indos-
savano delle maschere e, con esse, gli spettatori
capivano lo stato d’animo del personaggio.
1
Come si realizza:
2 1. In un recipiente largo mescola,
per ogni bicchiere di acqua, un bicchiere
di colla.
2. Riempi la busta di plastica con carta da
giornale. Fai in modo che diventi
3 abbastanza “tonda”, poi appoggiala sul
tuo banco, così da formare una semisfera.
3. Bagna la carta igienica con l’acqua e
la colla. Disponila sulla busta fino
4 a ricoprire tutta la semisfera.
Ripeti l’operazione in modo da formare
più strati.
4. Accartoccia un po’ di carta e bagnala
abbondantemente per formare le parti
in rilievo: occhi, naso, bocca…
5 5. Lascia asciugare bene il tutto, colora
come più ti piace, infine togli la busta
di plastica e… ecco la tua maschera.
154
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:15 Pagina 155
155
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:15 Pagina 156
La caduta di Troia
• Cosa raccontò Enea alla bella Didone? La storia della distruzione della sua città: Troia.
Ovviamente il suo è il racconto triste di chi ha perso la propria terra.
La stessa storia, raccontata da Ulisse, sarebbe forse diversa. Ricerca come sono andati gli
avvenimenti e completa le didascalie.
...INFO
RMA
Mille e una... ZIO
NE
io vorrei sapere i
GLI ANIMALI... nomi delle nuvole!
bene, allora...
MAESTRA, COME
COMUNICANO
GLI ANIMALI?
I
CI DANNO NOTIZIE SU
ARGOMENTI DI TUTTI I TIPI:
STORICI, SCIENTIFICI, GEOGRAFICI, ARTISTICI,...
157
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:15 Pagina 158
UNA... INFORMAZIONE
testo informativo
LO SAPEVI CHE ?
SENZA SEGRETI I bambini che seguono lo
sguardo degli adulti impa-
Il testo informativo utilizza accorgimenti grafici
rano a parlare prima.
per schematizzare le idee, come titoli, grassetto,
sottolineature.
159
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:15 Pagina 160
UNA... INFORMAZIONE
Un pianeta d’acqua
Se potessimo osservare la Terra dalla Luna, ci accorgerem-
mo che il nostro pianeta è ricoperto d’acqua, tantissima
SENZA SEGRETI acqua. Più di due terzi della superficie terrestre sono
infatti occupati da oceani, mari, fiumi e ghiacci,
Per facilitare lo studio e la per un totale di oltre 1500 milioni di chilometri
memorizzazione delle cono- cubi di acqua: quasi quasi, farebbe venire voglia
scenze, il testo informativo di trasformare il nome del nostro pianeta da
viene spesso suddiviso in Terra in… Acqua.
paragrafi che trattano aspet- Ma quella dolce è solo una parte piccolissi-
ti diversi dello stesso argo-
ma; anche per questo non dobbiamo spre-
mento.
carla, visto che serve a tantissime cose
Sono come tanti piccoli testi
con un proprio titolo che ne
diverse.
anticipa il contenuto.
TOCCA A TE
Un girotondo
• Qual è l’argomento gene-
rale del brano?
tra terra e cielo
........................................... L’acqua della Terra evapora da fiumi, laghi e
• Quale paragrafo parla della mari e traspira dalle piante; sale verso l’alto
formazione della pioggia? e ritorna sulla terra sotto forma di pioggia.
L’acqua torna così nei fiumi, nei laghi, nel mare
...........................................
• Quale degli sprechi? e alle piante. Poi il ciclo ricomincia. Questo giro-
tondo si chiama ciclo dell’acqua ed è importante
........................................... perché ci permette di utilizzarla all’infinito.
160
140-177_MAFALDA4 2bz 3-03-2008 18:15 Pagina 161
testo informativo
UNA... INFORMAZIONE
TESTO INFORMATIVO
163
140-177 Mille4°:Layout 1 20-06-2008 10:04 Pagina 164
UNA... INFORMAZIONE
I segnali stradali
I segnali stradali danno a tutti indicazioni chiare e comprensi-
bili. Essi si dividono nei seguenti gruppi:
– segnali verticali: diversi per forma e colore. Comprendono
quelli triangolari, che segnalano un pericolo, quelli tondi con il
contorno rosso, che indicano un divieto, quelli tondi con il con-
torno blu, che indicano un obbligo. Ci sono poi quelli rettango-
lari o quadrati che danno informazioni.
– segnali orizzontali: scritte, indicazioni, strisce bianche o colo-
rate tracciate sulla strada.
– segnali luminosi: rappresentati da vari tipi di lanterne e dai
semafori. I segnali di indicazione luminosi spesso vengono
posti su alcuni veicoli. La luce può essere blu o gialla.
Per lettori...
attivi
• Quali soluzioni grafiche tipiche del testo informativo hai trovato in
questo testo?
• Completa la mappa sotto, poi prova a spiegare i segnali stradali
seguendo lo schema.
I segnali stradali
servono per
..........................................
possono essere
LO SAPEVI CHE ?
Chi ha inventato la sicurez- ............................. ............................. .............................
za stradale? Certamente un
tale di nome William Phelps
Eno. A lui sono attribuite la ............................. ............................. .............................
creazione del segnale di ............................. ............................. .............................
stop, della rotatoria, la stra-
da a senso unico e molte ............................. ............................. .............................
altre soluzioni per regola- ............................. ............................. .............................
mentare il traffico.
............................. ............................. .............................
164
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TESTO INFORMATIVO
ROMA
NETTUNO
APRILIA
.............................................. ..............................................
.............................................. ..............................................
UNA... INFORMAZIONE
Dolmades Olimpia
Foglie di vite
Piedi eroici
farcite di riso
166
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INFORMAZIONE
Le Grotte di Frasassi
Nel Parco naturale della Gola della Rossa e di Frasassi,
nel comune di Genga (An), si trovano le grotte di
Frasassi.
Sono grotte sotterranee. Furono scoperte nel 1948,
quando alcuni speleologi scoprirono l’ingresso della
prima grotta, detta “grotta del fiume”. Negli anni furo-
no scoperti molti altri ambienti. Gli ambienti più spetta-
colari sono: la “Sala 200”, così chiamata perché è un
corridoio di 200 metri, la “Sala Bianca”, dal nome del
colore predominante, dato da strati di calcite pura, la
“Sala dell’Orsa”, per un masso che ha assunto la forma
di un’orsa, appunto, la “Sala dell’Infinito”, per la sua
formazione circolare, in cui all’inizio gli speleologi gira-
vano più volte senza trovare una via d’uscita, la “Sala
delle Candeline”, per le numerose stalagmiti cilindriche
di piccole dimensioni.
All’interno delle grotte si possono osservare molte scul-
ture naturali, che si sono formate nel corso di 190 milio-
ni di anni, grazie all’opera dell’acqua e della roccia. Si
tratta delle stalattiti e delle stalagmiti. Le stalagmiti
sono colonne che crescono dal basso verso l’alto, le sta-
SENZA SEGRETI lattiti invece scendono dal soffitto. La forma e le dimen-
sioni di queste opere naturali hanno stimolato la fantasia degli
Nei testi informativi sono
speleologi, i quali, dopo averle scoperte, le hanno “battezzate”
presenti parole specifiche
della materia trattata. A denominandole in maniera curiosa. Tra le stalagmiti più famo-
volte sono spiegate in modo se ricordiamo: i “Giganti”, il “Cammello” e il “Dromedario”,
esplicito. Altre volte è possi- l’”Orsa”, la “Madonnina”. la “Spada di Damocle”, “Cascate del
bile capire il significato di Niagara”, la “Fetta di pancetta” e la “Fetta di lardo”,
una parola dal contesto, l”Obelisco”. le “Canne d’Organo”, il “Castello delle streghe”.
dal senso generale. Altre
ancora bisogna ricorrere al da www.wikipedia.it
dizionario.
Osserva l’esempio.
Vuoi parlare di un animale, ad esempio un lupo? Ecco come ti puoi organizzare.
Mappa concettuale
Come è (descrizione fisica) Come nasce e come cresce
Argomento
.............................................. ..............................................
IL LUPO
.............................................. ..............................................
Vuoi divertirti e nello stesso tempo conoscere alcuni aspetti della nostra
storia, penetrare nelle curiosità e nei misteri della natura, incontrare
personaggi fantastici?
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Se proprio non puoi partire, naviga su Internet.
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Lazise sul Garda
Attrazioni: Twin Peaks, discese a picco su
gommoni a due posti; Kamika, per fuggire
veloci da un’eruzione vulcanica; Stukas,
scivolate da 32 m.
www.canevaworld.it
Acquario di Genova
Genova
Attrazioni: il bioparco marino più grande
d’Europa, vasca dei delfini, degli squali,
delle foche, dei pinguini, vasche tattili per
toccare con mano animali e piante.
www.acquariodigenova.it
Parco di Pinocchio
Collodi
Attrazioni: percorso tra 21 statue Edenlandia
raffiguranti i personaggi della storia, Napoli
labirinto di siepi, teatro dei burattini, Attrazioni: torre, tronchi, drago cinese, Venturer (simu-
laboratori di parole e figure. latore di viaggi spaziali), Sky high (ruota panoramica).
170 www.pinocchio.it www.edenlandia.it
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Gardaland
Castelnuovo del Garda
Attrazioni: Fantasy kingdom, nel magico regno di Prezzemolo;
Jungle rapids, un tuffo mozzafiato tra le rapide; Blue tornado, testa in
giù alla velocità di un caccia; Space vertigo, in caduta libera da 40 m.
www.gardaland.it
Mirabilandia
Ravenna
Attrazioni: Niagara, una discesa a 70 km/h da 24 m di altezza;
Rio Bravo, fra le onde di un fiume impetuoso; Columbia and
Discovery, salto nel vuoto; fontane danzanti; scuola di polizia.
www.mirabilandia.it
Aquafan
Riccione
Attrazioni: Kamikaze, scivolate da rampe di 90 m;
Twist, discese folli in tubi trasparenti intrecciati tra
loro; Estreme River, in gommone da 65 m di altezza.
www.aquafan.it
Italia in miniatura
Viserba di Rimini
Attrazioni: viaggio fra 273 riproduzioni in scala di piazze,
chiese e palazzi italiani ed europei, canoe, luna park della
scienza, piccola valle preistorica.
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Venturer, Sputnik, Bruco, Venezia, Mirage.
www.zoosafari.it
Collega con una freccia ogni parco alla località in cui si trova.
171
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I E R .. .
DOS S
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173
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Pulitopoli
La città di Pulitopoli sorgeva su una ridente collina piena
di sole, di luce e d’aria buona. Tutto intorno si stendeva la
bella campagna generosa, dove il raccolto cresceva bene
e i bambini scorrazzavano contenti. Appena un po’ in là,
nella valle, scorreva il vecchio fiume, che se ne stava per
i fatti suoi, tra fitti boschi di querce e di noccioli, verde
corona alle sue acque tranquille.
Tra le molte iniziative approvate dal comune ce n’era una
assai ambiziosa, che con un curioso gioco di parole era
stata presentata alla cittadinanza come il progetto
“Pulitopoli pulita”.
– Pulitopoli sarà la città più pulita del mondo! – aveva assi-
curato il sindaco. E la risposta della cittadinanza era stata
pronta, entusiasta. Da quel giorno l’ordine e la pulizia
erano diventati il chiodo fisso di tutta la popolazione. Così
i Pulitopolesi, quando avevano finito di rassettare le loro
case, scendevano per le strade e cominciavano a spolve-
rare le panchine, a lavare i marciapiedi, a dipingere le
facciate dei palazzi, a curare le aiuole dei giardini pub-
blici, a pulire i cartelli stradali, a raccogliere anche il
più piccolo, microscopico pezzo di carta dalle strade.
Potete immaginarvi che montagna d’immondizia
raccogliessero ogni giorno. E che fine faceva
quell’immondizia?
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Via al riciclaggio!
Molte delle cose che buttiamo
via possono essere riutilizzate o
riciclate. Se riciclassimo di più
la nostra immondizia, la quanti-
tà di rifiuti sarebbe minore e si
causerebbero meno danni
Plastica. Ebbene sì, la all’ambiente.
plastica ha mille vite! Il primo passo è quindi separa-
Moltissimi giocattoli, e re i materiali mettendoli nei
poi le panchine, le lam- contenitori della raccolta diffe- Alluminio. Ogni italiano
pade, i bottoni e persino
renziata. consuma in media 30 latti-
certi maglioni e cappelli-
ne di bevande gassate
ni oggi sono fatti in
all’anno, che vuol dire ton-
parte in plastica riciclata.
nellate di alluminio spreca-
to. Invece questo materia-
B. Taylor, Rifiuti, Editoriale Scienza
le è adattissimo per essere
riciclato e per continuare
176 la sua vita in nuove lattine!
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Negli ultimi tempi si parla sempre più del pro- • Sapevi che si possono riciclare tutti questi tipi
blema dello smaltimento dei rifiuti. Sai che di materiale?
cosa sono le discariche? E gli inceneritori? • Nel luogo dove vivi, si pratica la raccolta dif-
Discutine con i tuoi compagni ed esprimi le tue ferenziata?
opinioni. • Nella tua famiglia si differenziano i rifiuti?
Quali?
• E a scuola?
da Dodo, Mondadori
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l e e u n ... no
Mi l P E C I ALE izia l’autun
S re in
GIORNO il 21 settemb
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il 1 novembre è la fest
a di ognissanti
• Cos’è il vino novello? • Anche tu, come tanti bambini, festeggi Halloween? Come?
• Cosa significa il proverbio appena letto? • Nella tua città si festeggia San Martino? Come?
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l e e u n ...
Mi l P E C I ALE
S
GIORNO l’INVERNO
RE inizia
il 21 DICEMB
G. Rodari
LO SAPEVI CHE ?
La forma dei fiocchi di neve non è
• Quali sono i due colori nomi- sempre uguale. I fiocchi infatti sono
nati nella poesia? costituiti da raggruppamenti di cristallo
• Quali paesaggi ti fanno imma- di ghiaccio, che presentano di solito una
ginare? Prova a disegnarli. forma esagonale. La forma precisa però dipende dalla
• Quali emozioni e stati d’ani- temperatura: a temperature basse si formano cristalli
mo ti suscitano? simili ad aghi, a temperature vicine allo zero, invece, si
trovano forme meno appuntite.
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il 25 DICEM
BRE è NAT
ALE
A
chi
ama
dormire
ma si sveglia
sempre di buon
umore, a chi saluta
ancora con un bacio, a
chi spegne la televisione per fare • E tu, a chi vorresti
due chiacchiere, a chi è felice se augurare Buon Natale?
fa a metà con gli altri, a chi si fa in quattro per aiutare Fallo con un calligramma
un amico, a chi sa essere felice per quello che ha e non per quello (puoi scegliere la forma
che vorrebbe avere, a chi vede nero solo quando è buio, di una stella cometa, o di
a chi non aspetta Natale, una pallina di Natale, o di
per essere un fiocco di neve, di una
migliore. slitta, di Babbo Natale, di
Buon Natale! un pacchetto regalo...)
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l e e u n ...
Mi l P E C I ALE il 1 GENNAio
S
GIORNO
è capodanno
Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
• Quali sono i tuoi desideri per l’anno nuovo? sarà come gli uomini lo faranno.
• I tuoi propositi? I tuoi sogni?
• Scrivi una lettera all’anno che verrà. Chissà che non G. Rodari
ti accontenti! Auguri!!!
ia
il 6 gennaio è l’epifan
carnevale
È Gianduia torinese,
Meneghino milanese.
Vien da Bergamo Arlecchino,
Stenterello è fiorentino.
Veneziano è Pantalone,
con l’allegra Colombina.
Di Bologna Balanzone,
con il furbo Fagiolino.
Vien da Roma Rugantino:
pur romano è Meo Patacca.
Siciliano il buon Pasquino,
di Verona Fracanappa.
Pulcinella napoletano
e tutte quante si danno la mano.
G. Gaida
Gioco di Carnevale!
Pantalone è un ricco mercante di Venezia che ha molti servi, fra
i quali c’è Arlecchino, che gliene combina di tutti i colori.
Pantalone vuole vendicarsi e picchiare Arlecchino.
Il gioco prende spunto da questo fatto e funziona così.
1 Tutti i bambini si mettono in cerchio; due stanno nel centro e
impersonano Arlecchino e Pantalone, un terzo svolge il ruolo di
arbitro.
2 Pantalone deve avere un foglio di giornale in mano e gli occhi
bendati. Arlecchino invece non è bendato, ma ha dei campanelli
intorno al collo che suonano quando si muove.
3 I due bambini devono correre dentro il cerchio e Pantalone deve
colpire Arlecchino tre volte nel tempo stabilito.
4 Se ci riesce ha vinto, se non ci riesce ha vinto Arlecchino.
A turno tutti i bambini faranno la parte di Pantalone e
Arlecchino.
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l e e u n ... il 21 marzo
Mi l P E C I ALE inizia la PRIM
S
GIORNO AVERA
Filastrocca di primavera
più lungo è il giorno,
più dolce la sera.
Domani forse tra l’erbetta
spunterà qualche violetta:
oh prima viola fresca e nuova
beato il primo che ti trova,
il tuo profumo gli dirà,
la primavera è giunta, è qua.
Gli altri signori non lo sanno
e ancora in inverno si crederanno,
magari persone di riguardo,
ma il loro calendario va in ritardo.
G. Rodari
ce d’aprile”
aprile è il “pes
il 1
Sembra che nel periodo pasquale si usasse mandare in giro gli
ingenui in cerca di qualcosa che non avrebbero mai trovato.
Secondo una leggenda popolare, il primo di aprile il Signore ter-
minò la creazione e se ne tornò in cielo. Gli uomini si ritrovaro-
no soli a doversi organizzare.
Ci fu una gran confusione: tutti erano come storditi e i più inca-
paci furono mandati lontano a cercare cose inesistenti, in modo
che non potessero intralciare i lavori.
LO SAPEVI CHE ?
Il primo pesce d’aprile risale al 40 a.C.
in Egitto. La regina Cleopatra sfidò
Marco Antonio, generale romano, in
una gara di pesca. In quell’occasione il
Prepara i tuoi “pesci d’aprile”!
generale tentò di fare il furbo, incari-
Puoi farlo attaccando un pesce di
cando un servo di attaccare all’amo
carta alle spalle di qualcuno oppu-
una grossa preda che lo avrebbe fatto
re organizzando uno scherzo!
vincere, ma la Regina, scoperto il piano,
Buon divertimento!
diede ordine di far abboccare un gros-
so finto pesce in pelle di coccodrillo.
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Prova a raccontare cosa vedi dalla finestra, indicando i tuoi stati d’animo e i tuoi pensieri per rendere la
tua descrizione soggettiva.
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l e e u n ...
Mi l P E C I ALE
S
GIORNO è PASQUA
e il 25 aprile
22 marzo
Tra il
La data è mobile perché si basa sul ciclo
lunare, esattamente è la domenica succes-
siva al primo plenilunio dopo l’equinozio di
primavera.
Difficile? Prendi un calendario con le fasi
lunari e controlla:
• l’equinozio di primavera è il ...........
• la luna piena dopo questa data è ...........
• la prima domenica dopo la luna piena
è ...........
Se hai calcolato bene, quello è il giorno di
Pasqua!
Carrettino portauova
Che cosa occorre:
• un contenitore per uova in cartone
• cartoncino robusto colorato
• tappi di sughero
• bastoncini per spiedini
• colori a tempera e pennello
• un fermacampione
• uova sode
• taglierina, matita, forbici, colla
Come si realizza:
1 Con le forbici tagliare il coperchio del portauova ed eliminarlo.
2 Colorare a tempera sia l’interno sia l’esterno del contenitore.
3 Lasciare asciugare all’aria.
4 Disegnare e ritagliare nel cartoncino colorato il timone del carrettino e fissarlo ad esso con un fermacampione.
5 Disegnare e ritagliare nel cartoncino la sagoma di quattro ruote e praticare un foro al centro di ciascuna.
6 Con una taglierina ricavare dai tappi di sughero otto rotelline.
7 Infilare in uno stuzzicadenti (regolare la lunghezza in base al portauova) prima una rotellina di sughero, poi una
ruota in cartoncino e infine una seconda rotellina in sughero.
8 Realizzare con questa procedura le rimanenti tre ruote del carrettino.
9 Inserire i due assi così ottenuti nelle rientranze della base del carrettino.
10 Fissare gli assi incollando due striscioline di cartoncino a destra e poi a sinistra sotto al contenitore.
11 Mettere nel carrettino uova di cioccolata o sode, eventualmente decorate.
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Fratelli d’Italia
l’Italia s’è desta.
Dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Le farfalle
ballano
velocemente
un ballo
rosso nero
arancione verde
azzurro bianco
granata giallo • Cerca tutte le metafore pre-
violetto nell’aria, senti nella poesia.
nei fiori, • Per ogni colore presente nei
versi, il ballo delle farfalle
nel nulla.
assume un significato diverso.
Prova ad individuarlo.
P. Neruda
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ARRIVEDERCI
I miei gusti
Quest’anno hai conosciuto e approfondito alcuni generi narra-
tivi. Di certo alcuni brani ti saranno piaciuti di più, altri di
meno. Forse qualcuno ti ha fatto venir voglia di cercare il libro
da cui è stato tratto. Prova a capire allora quali sono i tuoi
gusti… parlando di libri! (Ricorda comunque che i gusti nel
tempo possono cambiare).
Ecco alcuni consigli di lettura.
Mi piace leggere i
diari, perché trovo
Mi piacciono le che i problemi e le
storie con maghi, gioie degli altri
con fate, con streghe, siano spesso simili
con oggetti parlanti, ai miei.
insomma fantastiche!
Mi fanno sognare!
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a
riflessioni sulla lettur
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ARRIVEDERCI
Esploro la libreria
Entra fiducioso e fai un giro di esplorazione.
Osserva come sono sistemati i libri, che possono essere divisi: per
argomento (storia, narrativa, tempo libero, ragazzi, cucina, informa-
tica…); per casa editrice (Einaudi, Mondadori, Raffaello, Giunti,…);
per autore (in ordine alfabetico).
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a
riflessioni sulla lettur
… e in biblioteca
C’è una biblioteca
nella tua città?
È grande o piccola?
Hai la tessera per il prestito?
Quante volte ci vai
in un anno?
Esploro la biblioteca
Se non hai la tessera, la prima cosa da fare è chie-
derla al bibliotecario: di sicuro te la darà gratuita-
mente.
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ARRIVEDERCI
6 – Il diritto al sogno
sì no
Ti è mai capitato di sognare e perderti in un libro?
7 – Il diritto di leggere ovunque
sì no
Ti è mai capitato di leggere a letto, in bagno, in cucina…?
8 – Il diritto di spizzicare
Ti è mai capitato di leggere solo alcune parti di un libro sì no
per assaggiarlo?
9 – Il diritto di leggere a voce alta
sì no
Ti è mai capitato di ascoltare la tua voce mentre leggi?
10 – Il diritto di tacere
Ti è mai capitato di non voler raccontare a nessuno il sì no
libro che hai letto?
Se hai risposto almeno 5 volte SÌ, sei sulla buona strada per diventare un Superlettore!
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STAMPA ESECUTIVI COP4 11-03-2008 18:49 Pagina 2
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