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§26.1 Introduzione
§26.2 Prima area tematica
§26.3 Transizione
§26.4 Seconda area tematica
§26.5 Codette
§26.6 Sviluppo
§26.7 Ripresa
§26.8 Coda
APPENDICI
§1.1 Intervalli
Gli intervalli si indicano utilizzando il numero arabo corrispondente accompagnato dalla lettera “a”
in apice, e seguito da una delle seguenti lettere alfabetiche: G (per indicare un intervallo giusto), M
(maggiore), m (minore), A (aumentato), d (diminuito), AA (più che aumentato) e dd (più che
diminuito). Ad esempio: 3a M; 5a G; 6a m; 7a d; 2a A ecc…
Un sistema pratico per identificare un intervallo consiste nel calcolare mentalmente la scala
maggiore (cfr. §1.7) costruita sul suono più grave: se il suono più acuto è compreso in essa,
l’intervallo sarà maggiore (se si tratta di una seconda, di una terza, di una sesta, di una settima o di
una nona), o giusto (se si tratta di un unisono, di una quarta, di una quinta, o di un’ottava).
Se invece il suono superiore non è compreso tra i suoni della scala maggiore, va calcolato lo scarto
(di quanti semitoni si discosta): un suono più grave di un semitono rispetto al previsto trasforma un
intervallo maggiore in minore, e un intervallo giusto in diminuito; un suono più acuto di un
semitono rende aumentato sia un intervallo maggiore che uno giusto, e così via.
4 Domenico Giannetta
Sono consonanti gli intervalli che producono un effetto sonoro gradevole, e in particolare:
- gli unisoni, le quinte e le ottave giuste (consonanze perfette)
- le terze e le seste, maggiori e minori (consonanze imperfette)
La quarta giusta rientra in una categoria a sé, perché da un lato sarebbe una consonanza perfetta (in
effetti è consonante dal punto di vista melodico), ma dal punto di vista acustico è considerata
dissonante perché non figura nella serie dei suoni armonici (cfr. §1.4).
Rivoltare un intervallo significa invertire i due suoni portando in posizione acuta il suono che
precedentemente si trovava in posizione grave, o viceversa.
Il rivolto di un intervallo si calcola nel modo seguente:
1) la somma tra gli indici numerici dell’intervallo originale e di quello rivoltato deve dare come
risultato 9, quindi il rivolto di una terza sarà una sesta (3+6=9), il rivolto di una quarta sarà
una quinta (4+5= 9) ecc…
2) il genere dell’intervallo si inverte: un intervallo maggiore quando viene rivoltato diventa
minore, uno aumentato diventa diminuito, mentre un intervallo giusto rivoltato rimane
sempre giusto.
Un qualsiasi suono emesso da uno strumento musicale, o prodotto dalla voce umana, è in realtà il
risultato della combinazione acustica di più suoni. Insieme al suono fondamentale (quello che
percepiamo con il nostro orecchio, e quello che siamo convinti di produrre quando suoniamo uno
strumento), risuonano numerosi altri suoni che hanno una frequenza doppia, tripla, quadrupla ecc.
rispetto al primo.
Questi suoni, detti suoni armonici, non sono nettamente distinguibili, ma concorrono con il suono
fondamentale a formare il colore timbrico di uno strumento, o di una voce. Un suono più ricco di
armonici suona come più pieno, più caldo, mentre un suono povero di armonici è freddo, asettico
(pensiamo ai suoni midi del PC, totalmente privi di armonici).
Elementi di armonia e analisi musicale 5
I primi suoni della serie degli armonici sono i più significativi; man mano che si procede verso
l’acuto l’incidenza degli armonici diventa sempre più marginale. A titolo di esempio mostriamo la
sequenza dei suoni armonici del suono fondamentale do1 (limitiamo l’esempio ai primi 12 suoni):
Una scala è una successione ordinata di suoni. In base al numero dei suoni, compresi nell’ambito di
un’ottava, che la costituiscono, una scala può essere:
Quattro di essi (modi 2–5) corrispondono agli antichi modi ecclesiastici, o modi gregoriani: protus,
o dorico; deuterus, o frigio; tritus, o lidio; tetrardus, o misolidio. I modi ionico ed eolico furono
introdotti nel XVI secolo da Heinrich Glareanus, e corrispondono di fatto agli odierni modi
maggiore e minore naturale. Il settimo modo, locrio, è invece un’astrazione teorica, in quanto è
estremamente raro da trovare nella letteratura musicale.