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TITOLO
(non sovrapposto alle immagini e ben contrastato rispetto al colore di fondo della
copertina)
Approfondimento di:
Alberto Rossi
Classe III liceo Sez. Un.
Anno scolastico 2007-08
Discipline coinvolte:
Letteratura italiana - Filosofia
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FONTI
(Ecc.)
Belting, H.
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2001 Il culto delle immagini. Storia dell’icona dall’età imperiale al tardo Medioevo,
(1990), trad. it., Carocci, Roma.
Benjamin, W.
1973 Avanguardia e rivoluzione (1995), trad. it., Einaudi, Torino.
Bettettni, M.
2004 Figure di verità. La finzione nel Medioevo occidentale, Einaudi, Torino.
(Ecc.)
Eco, U.
1984 Semiotica e filosofia del linguaggio, Einaudi, Torino.
1987 Arte e bellezza nell’estetica medievale, Bompiani, Milano.
2005 La Metafora del Medioevo latino, in A.M. Lo russo, (a cura di), Metafora e
conoscenza, Bompiani, Milano: 149-203.
Scavizzi, G.
1981 Arte e architettura sacra, Casa del Libro, Roma.
Kitizinger, E.
2004 Alle origini dell’arte bizantina. Correnti stilistiche nel mondo mediterraneo
dal III al VII secolo (1977), trad. it., Jaca Book, Milano.
2004 è l’anno di pubblicazione del libro nella traduzione italiana; la data tra parentesi
(1977) si riferisce invece all’anno di pubblicazione nella lingua originaria.
Garin E.
1952 L'Umanesimo italiano, Laterza, Bari (ed. consultata: 1964, Laterza, Bari).
Bossaglia, R.,
1968 Il liberty in Italia, Il Saggiatore, Milano (ed. consultata: 1998, Carta Edizioni,
Milano).
Uno studio realizzato con criteri scientifici deve sempre esplicitare la fonte da
cui, in maniera diretta o indiretta, è stata attinta un'affermazione, un'informazione, un
giudizio, una riflessione critica. I programmi di videoscrittura consentono la gestione
delle note al testo con una numerazione progressiva automatica e offrono la
possibilità di collocare le note alla fine di un capitolo o a piè di pagina. Quest'ultima
opzione è preferibile, poiché chi legge ha la possibilità di accedere in modo più
immediato e agevole all'informazione bibliografica riportata in nota. La citazione
diretta di un passo deve sempre essere posta tra virgolette; un'altra possibilità, di
maggiore chiarezza grafica, consiste nell'isolare il passo citato dal testo del capitolo,
modificando spazio interlineare, rientro del margine di sinistra e formato dei
caratteri. Questo criterio è consigliabile soprattutto nel caso di una citazione di una
certa lunghezza.
Esempio - Maria Calì, autrice di un testo sul rapporto tra arte e controriforma,
cita Eugenio Garin:
Anche Eugenio Garin ha posto in luce come il vero scopo di quel ritorno al
Rinascimento consistesse nel cogliere di questo importante momento solo
l'aspetto estrinseco e meramente formale: il culto delle lettere antiche o il ritorno al
"vero" di Aristotele, tanto che, ancor oggi, chi ha voluto valutare il Rinascimento dall'angolo
visuale della Controriforma ha ridotto il motivo umanistico a motivo retorico. Ora è indubbio
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che il movimento postridentino non foggiò un atteggiamento del tutto ex novo, ma sfruttò a
fini apologetici e di politica chiesastica quanto si era già venuto delineando: la scissione cioè
del letterato che diveniva pedante dal pensatore che l'umanità riscoperta intendeva come
riconquista dell'uomo nella sua dignità morale.
Come afferma E. Crispolti, “Oggi non sono molti a ricordare quelle che sono state,
lungamente, in Italia almeno, le remore di una critica di origine idealistica” (Crispolti
1997: 25).
Oppure, ancora:
Se si cita due volte di fila un passo tratto dallo stesso testo, si può ricorrere alla
dicitura “ibidem” (= nello stesso luogo”), seguita dai due punti e dal numero della
pagina. L’impiego di Ibidem è però consigliabile solo nel caso delle note a piè
pagina. In ogni caso, il lettore, partendo dal cognome dell’autore citato e dall’anno di
pubblicazione del testo, può facilmente risalire, attraverso la bibliografia finale, al
titolo completo del testo citato in modo sintetico.
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Fig. 1. Jacques - Luis David, Marat assassinato, 1793, olio su tela, cm 162 x
125, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux - Arts de Belgique.
Fig. 2. Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, 1913,
bronzo, cm 126,4 x 9 x 40, Milano, Civica Museo di Arte Contemporanea.