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Il lavoro di approfondimento per l'esame di maturità.

Criteri di uniformità per la cura dell'aspetto grafico, dell'impaginazione e della


stesura degli apparati critico - bibliografici

1. Copertina, titolazione e diciture. La copertina dell'approfondimento deve


essere impostata in modo chiaro: chi legge deve poter cogliere facilmente e senza
alcun ingombro grafico le informazioni essenziali inerenti l'argomento del lavoro
svolto (cioè il titolo) e il suo autore. Pertanto, bisognerebbe evitare copertine formate
da fotografie o riproduzioni di opere grandi quanto le dimensioni della pagina, poiché
non lasciano spazio per titolazioni e diciture, rendendo il testo anonimo. Si dà qui di
seguito un esempio di soluzione grafica che permette di utilizzare le immagini senza
trascurare la titolazione:

GINNASIO - LICEO CLASSICO E DI RICERCA


SAN RAFFAELE
Segrate

TITOLO
(non sovrapposto alle immagini e ben contrastato rispetto al colore di fondo della
copertina)

(SPAZIO PER FOTOGRAFIE O RIPRODUZIONI DI OPERE)

Approfondimento di:

Alberto Rossi
Classe III liceo Sez. Un.
Anno scolastico 2007-08

Discipline coinvolte:
Letteratura italiana - Filosofia
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2. Impostazione della pagina (cartella), allineamento del testo e numero di


righe per cartella. Per i parametri che seguono, si fa riferimento ai più diffusi
programmi di videoscrittura Il formato della cartella deve essere A 4 (210 x 297
mm); l'allineamento del testo deve essere GIUSTIFICATO, il capoverso
RIENTRATO di 1 - 1,5 cm rispetto al paragrafo; lo spazio interlineare deve essere
impostato a 1,5 (in questo testo si sta utilizzando il singolo). I MARGINI devono
essere impostati in modo da lasciare uno spazio maggiore a sinistra per la rilegatura
(almeno 3 cm), mentre a destra può essere di 2 - 2,5 cm. Il margine superiore deve
essere di 3 - 3, 5 cm, mentre quello inferiore, dove andranno collocate le eventuali
note al testo (che i programmi di videoscrittura gestiscono automaticamente), sarà di
4 - 4,5 cm. Per ogni cartella si dovrà prevedere un numero massimo di 24 - 26 righe,
altrimenti la pagina diventa troppo fitta: utilizzando i parametri sopra indicati si
dovrebbe arrivare a questo risultato. E' importante inoltre che ogni pagina
dell'approfondimento, ad eccezione delle prime pagine dei capitoli, sia numerata,
mentre nella battitura del testo bisogna lasciare uno spazio vuoto dopo ogni segno
di punteggiatura. Per la numerazione delle pagine, le videoscritture offrono diverse
possibilità, ma sarebbe preferibile collocare il numero (in cifre arabe) in alto e al
centro della cartella. Si raccomanda infine l'utilizzo di un carattere chiaro e di facile
leggibilità (per esempio il TIMES NEW ROMAN in corpo 14 o il FOOTLIGHT MT
LIGHT in corpo 16. Ma ve ne sono molti altri: fate qualche prova di stampa).

3. Bibliografia. Va collocata in fondo all'approfondimento e con una propria


intestazione. La struttura della bibliografia deve essere valutata caso per caso. Ad
esempio, poiché gli approfondimenti di maturità sono spesso interdisciplinari,
potrebbe essere utile distinguere la bibliografia per la parte, poniamo, scientifica, da
quella per la parte storica o letteraria. E' inoltre buona norma differenziare le fonti dai
riferimenti bibliografici propriamente detti. Per esempio, si osservi un esempio di
bibliografia tratto dal libro di Maria Bettettini, Contro le immagini. Le radici
dell’iconoclastia, in cui la studiosa distingue tra fonti e studi citati nel testo:

FONTI

Agostino, Opera Omnia, Città Nuovam Roma, 1965 – 2005.


Aristotele, L’anima, a cura di G. Movia, Bompiani, Milano, 2001
Bernardo di Chiaravalle, Trattati, vol. 1, a cura di F. Gastaldelli, Fondazione di Studi
Cluniancensi, Milano, 1984.

(Ecc.)

STUDI CITATI NEL TESTO

Belting, H.
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2001 Il culto delle immagini. Storia dell’icona dall’età imperiale al tardo Medioevo,
(1990), trad. it., Carocci, Roma.

Benjamin, W.
1973 Avanguardia e rivoluzione (1995), trad. it., Einaudi, Torino.

Bettettni, M.
2004 Figure di verità. La finzione nel Medioevo occidentale, Einaudi, Torino.

(Ecc.)

Gli studi più aggiornati prevedono la stesura della bibliografia secondo il


criterio autore - data (quindi alfabetico per anno). Per esempio:

Eco, U.
1984 Semiotica e filosofia del linguaggio, Einaudi, Torino.
1987 Arte e bellezza nell’estetica medievale, Bompiani, Milano.
2005 La Metafora del Medioevo latino, in A.M. Lo russo, (a cura di), Metafora e
conoscenza, Bompiani, Milano: 149-203.
Scavizzi, G.
1981 Arte e architettura sacra, Casa del Libro, Roma.

Nel caso di un testo originariamente pubblicato in una lingua straniera e


successivamente tradotto in italiano, si procede nel modo seguente:

Kitizinger, E.
2004 Alle origini dell’arte bizantina. Correnti stilistiche nel mondo mediterraneo
dal III al VII secolo (1977), trad. it., Jaca Book, Milano.

2004 è l’anno di pubblicazione del libro nella traduzione italiana; la data tra parentesi
(1977) si riferisce invece all’anno di pubblicazione nella lingua originaria.

ESEMPI DI BIBLIOGRAFIE: CASISTICA PIÙ DIFFUSA

A) Bibliografia di un testo pubblicato originariamente il lingua italiana:


Ragghianti, C. L.
1977 I pittori dell'immaginario, Milano, Electa.

B) Bibliografia di un testo pubblicato in lingua italiana ma originariamente edito in


lingua straniera:
Rosemblum, R.
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1984 Trasformazioni nell'arte. Iconografia e stile tra Neoclassicismo e Romanticismo


(1967), trad. it., La Nuova Italia, Roma.

C) Bibliografia di un articolo estratto da un periodico:


Barricelli, A.
1974 Un'allegoria di Jan Bruegel nella Galleria Sabauda, in "Critica d'Arte", Anno
XX, n. 137, settembre – ottobre: 34- 56.

D) Bibliografia di un saggio estratto da una raccolta:


Pinelli A.,
1974 Dialettica del revival nel dibattito classico - romantico, in Il Revival,
G.C. Argan (a cura di), Mazzotta, Milano: 123- 157.

E) Bibliografia di un contributo estratto da un'enciclopedia:


Ottani Cavina A.
1982 Il Settecento e l'antico, in Storia dell'arte italiana, vol. VI/2, Einaudi, Torino:
78 – 126.

F) Bibliografia di un contributo estratto dal catalogo di una mostra:


Gregori, M.
1985 Vincenzo Campi, in I Campi. Cultura artistica cremonese del Cinquecento, cat.
della mostra, Electa, Milano: 56 – 80.
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G) Bibliografia di un testo di autori vari interamente consultato:


AA.VV.
1969 La pittura in Italia. Il Seicento, 2 voll., F. Zeri (a cura di), Electa, Milano.

H) Bibliografia di un contributo estratto da un testo di autori vari:


Acciai, R.,
1997 L'Islam, in AA.VV., Le minoranze religiose in Italia, S. Ferrari e G.B. Varnier,
(a cura di), San Paolo, Milano: 45 – 112.

I) Bibliografia di un testo che ha avuto più edizioni: se si è consultata l'edizione più


recente, occorre specificare in nota l'anno di pubblicazione e la casa editrice
dell'edizione originaria. Esempio:

Garin E.
1952 L'Umanesimo italiano, Laterza, Bari (ed. consultata: 1964, Laterza, Bari).

Bossaglia, R.,
1968 Il liberty in Italia, Il Saggiatore, Milano (ed. consultata: 1998, Carta Edizioni,
Milano).

NOTE BIBLIOGRAFICHE AL TESTO DELL'APPROFONDIMENTO

Uno studio realizzato con criteri scientifici deve sempre esplicitare la fonte da
cui, in maniera diretta o indiretta, è stata attinta un'affermazione, un'informazione, un
giudizio, una riflessione critica. I programmi di videoscrittura consentono la gestione
delle note al testo con una numerazione progressiva automatica e offrono la
possibilità di collocare le note alla fine di un capitolo o a piè di pagina. Quest'ultima
opzione è preferibile, poiché chi legge ha la possibilità di accedere in modo più
immediato e agevole all'informazione bibliografica riportata in nota. La citazione
diretta di un passo deve sempre essere posta tra virgolette; un'altra possibilità, di
maggiore chiarezza grafica, consiste nell'isolare il passo citato dal testo del capitolo,
modificando spazio interlineare, rientro del margine di sinistra e formato dei
caratteri. Questo criterio è consigliabile soprattutto nel caso di una citazione di una
certa lunghezza.
Esempio - Maria Calì, autrice di un testo sul rapporto tra arte e controriforma,
cita Eugenio Garin:

Anche Eugenio Garin ha posto in luce come il vero scopo di quel ritorno al
Rinascimento consistesse nel cogliere di questo importante momento solo
l'aspetto estrinseco e meramente formale: il culto delle lettere antiche o il ritorno al
"vero" di Aristotele, tanto che, ancor oggi, chi ha voluto valutare il Rinascimento dall'angolo
visuale della Controriforma ha ridotto il motivo umanistico a motivo retorico. Ora è indubbio
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che il movimento postridentino non foggiò un atteggiamento del tutto ex novo, ma sfruttò a
fini apologetici e di politica chiesastica quanto si era già venuto delineando: la scissione cioè
del letterato che diveniva pedante dal pensatore che l'umanità riscoperta intendeva come
riconquista dell'uomo nella sua dignità morale.

La citazione di un passo deve essere rispettosa della punteggiatura originaria;


se del passo citato vengono esclusi passaggi ritenuti inessenziali, deve essere posta
l'indicazione delle parentesi quadre con i tre puntini, [...] oltre alla quale, se è il
caso, si riprende la citazione. Quando non si cita direttamente un passo ma si formula
un'asserzione che riprende il punto di vista critico di uno studioso rispetto a un certo
fenomeno, si deve utilizzare l'abbreviazione cfr., che significa "confronta", seguita
dall'indicazione bibliografica e dal numero della pagina, preceduto dai due punti.

Es.: 1. Cfr. Garin 1952: 23.

Rispetto al passato, oggi il sistema citazione – nota è stato notevolmente semplificato


e le note ai piedi del testo si utilizzano per lo più se hanno una funzione critica, non
come sistema di citazione di un testo da cui è stato prelevato un passo, come può
essere verosimilmente il caso di un approfondimento per la maturità. Il sistema è lo
stesso impiegato nella bibliografia, con l’indicazione precisa, tuttavia, della pagina (o
dell’intervallo di pagine) da cui è stato estratto il passo citato. La nota può essere
posta o ai piedi del testo, oppure, sistema molto comodo e chiaro, posta tra parentesi
nel corpo del testo stesso. Per esempio, immaginiamo di scrivere un testo in cui si
inserisce una citazione tratta da un libro di uno studioso di arte contemporanea,
Enrico Crispolti:

Come afferma E. Crispolti, “Oggi non sono molti a ricordare quelle che sono state,
lungamente, in Italia almeno, le remore di una critica di origine idealistica” (Crispolti
1997: 25).
Oppure, ancora:

È stato giustamente osservato che il “rischio di sconnessione contestuale si verifica


d’altra parte in una mentalità critica astrattiva di più recente impronta strutturalista”
(Crispolti 1997: 26).

Se si cita due volte di fila un passo tratto dallo stesso testo, si può ricorrere alla
dicitura “ibidem” (= nello stesso luogo”), seguita dai due punti e dal numero della
pagina. L’impiego di Ibidem è però consigliabile solo nel caso delle note a piè
pagina. In ogni caso, il lettore, partendo dal cognome dell’autore citato e dall’anno di
pubblicazione del testo, può facilmente risalire, attraverso la bibliografia finale, al
titolo completo del testo citato in modo sintetico.
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Criteri per l’impiego della documentazione iconografica

Spesso gli approfondimenti sono arricchiti da documentazioni iconografiche di


vario tipo, come fotografie, grafici, diagrammi, riproduzioni di opere d'arte ecc. Per le
modalità di utilizzo, bisogna valutare di volta in volta la tipologia del lavoro e
consultare il docente. Valgano però alcune regole generali:

1. Se si utilizzano riproduzioni di opere d'arte (specialmente per gli


approfondimenti in cui compare una sezione storico - artistica), si deve sempre
apporre ai piedi dell'immagine il numero della riproduzione e la didascalia, completa
di tutte le informazioni di cui si è in possesso (autore, titolo, data, tecnica, formato,
città e sede museale). Esempio:

Fig. 1. Jacques - Luis David, Marat assassinato, 1793, olio su tela, cm 162 x
125, Bruxelles, Musées Royaux des Beaux - Arts de Belgique.

Fig. 2. Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, 1913,
bronzo, cm 126,4 x 9 x 40, Milano, Civica Museo di Arte Contemporanea.

2. Le immagini, a seconda delle necessità, possono essere accorpate e


collocate in fondo all'approfondimento oppure in prossimità del testo, all'interno dei
vari capitoli o in fondo ai capitoli. In ogni caso, è importante che nello scritto siano
esplicitati i riferimenti che rimandano all'immagine presa in considerazione. Il
riferimento deve essere posto tra parentesi tonde: (fig.1) oppure (tab.2) ecc.

3. Evitate l'utilizzo di immagini in formato A 4, coincidente con quello


della cartella: occorre sempre prevedere lo spazio per la didascalia. Dal punto di vista
grafico, è inoltre più elegante lasciare qualche centimetro di margine sui quattro lati
del foglio.

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