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Storia degli strumenti elettronici | Dal 1900 al 1950 | Suono Elettronico | Sito dedicato alla Musica Elettronica 04/03/10

04/03/10 03:21

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DALL'ANALOGICO AL DIGITALE IV STORIA DEGLI STRUMENTI ELETTRONICI


IV.1. Dal 1900 al 1950
INTRODUZIONE

I. IL SUONO E I IV.1. Dal 1900 al 1950


FENOMENI OSCILLATORI
Oscillazione e moto
-----------------------
armonico semplice
Principali grandezze IV.1.1. I primi strumenti
dell'oscillazione
Il timbro
Il Thelharmonium di
Fenomeni aperiodici Taddheus Cahill fu il primo
II. ELEMENTI DI strumento a produrre dei
ELETTROACUSTICA suoni elettricamente.
Concetti fondamentali Costruito nel 1895 si avvaleva
III. STRUMENTI MUSICALI per il suo funzionamento della
ELETTRONICI
tecnologia allora emergente e
Classificazione legata fondamentalmente allo
III.2 I GENERATORI sviluppo della trasmissione
telefonica.
L'oscillatore

Generatori di rumore Infatti non esistendo ancora


Generatori d'inviluppo ne' l'altoparlante ne' la radio, non rimaneva che, come unica possibilità la
trasmissione telefonica della musica.
III.3. I FILTRI

Classificazione L'idea di Cahill infatti era proprio quella di diffondere la musica attraverso
IV. STORIA DEGLI le linee telefoniche, e realizzò la prima trasmissione nel 1904 da Holioke,
STRUMENTI ELETTRONICI Massachussets, a New Haven, Connecticut.
IV.1 Dal 1900 al 1950

I primi strumenti Il Telharmonium si suonava su una normale tastiera da organo, ma era


alimentato da dodici dinamo, per cui era di dimensioni gigantesche. A causa
La produzione industriale
del suo funzionamento le linee telefoniche iniziarono ad avere dei disturbi
IV.2. Dal 1950 ad oggi dovuti all'assorbimento di energia del Thelharmonium che ben presto a
Il sintetizzatore
causa della sua impraticità sparì dalla circolazione.
Il sintetizzatore controllato
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del sintetizzatore con altri strumenti
V. IL TRATTAMENTO DEI SUONI
MEDIANTE ELABORATORE
V.1. La computer music
L' Eterofono o Thereminovox (Theremin) fu il primo apparecchio elettrico
che destò un certo interesse.
Aspetti generali Costruito tra il 1919 e il 1920 dal russo Leon Termen (cognome
Breve storia della computer music francesizzato in Theremin),
V.2. Il computer
l'Eterofono veniva alimentato con batterie a secco, ed
Cenni introduttivi era costituito da una piccola cassa di legno sormontata
Costituzione generale da due piccole antenne di
diversa altezza.
V.3. La registrazione digitale

Principi fondamentali Il suono veniva generato


Il processo di conversione sfruttando i battimenti prodotti
analogico/digitale/analogico da due oscillatori ad alta
La quantizzazione frequenza (300 khz), ed era
Il campionamento inviato ad un filtro passa bassi .
V.4. Strutturazione di un labora-
Quindi dopo aver soppresso
torio musicale computerizzato tutte le componenti acute il suono veniva

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Conformazione generale amplificato e diffuso tramite altoparlante.


Tecniche di sintesi del suono
mediante elaboratore La tecnica di esecuzione allo strumento era
I sistemi in produzione abbastanza singolare, infatti l'esecutore si poneva
VI. I CENTRI DI davanti all'apparecchio, e muovendo le mani sopra
COMPUTER MUSIC le antenne suonava l'Eterofono.
VI.1. Il tempo reale

VI. 2. La ricerca in Italia Gli intervalli venivano prodotti in relazione della


posizione della mano sulle antenne.
Il CNUCE di Pisa
Questo accadeva in quanto il circuito di generazione del suono era
Il laboratorio di informatica musicale composto da un oscillatore a frequenza fissa, e da uno controllato in
(LIM) dell'istituto di cibernetica
dell'università' di Milano frequenza dalle variazioni di capacità del campo elettrostatico prodotto dalla
Il centro di sonologia mano sopra le antenne dello strumento.
computazionale di Padova (CSC)
Il processore 4i del CSC di Padova
Nonostante le notevoli difficoltà derivanti dalla tecnica di esecuzione
CONCLUSIONE all'Eterofono, e alle imperfezioni costruttive (ad esempio l'uso di un
semplice potenziometro a pedale per l'inviluppo), diversi compositori si
Bibliografia
interessarono a questo strumento, inserendolo nelle proprie opere.

Il primo che si servì del nuovo strumento fu A.F.Pascenko. Egli scrisse nel
1923 un mistero sinfonico per Eterofono e orchestra, e nel 1929 a New
York Joseph Schillinger compose la prima suite aerofonica per Eterofono e
orchestra.

Nello stesso tempo Termen apportò alcune modifiche al suo strumento. si


accorse ben presto che il sistema di produzione degli intervalli a secondo
della posizione della mano sulle antenne non era affatto perfetto, e cosi
aggiunse una tastiera ai suoi eterofoni che dal 1930 furono costruiti dalla
Radio Corporation of America (RCA), e con i quali Edgar Varese compose
nel 1934 il suo Equatorial, per due apparecchi Theremin.

L 'Eterofono entrò nell'industria cinematografica nel 1945 facendo la sua


comparsa nelle partiture del film "Spellbound" di Miklos Rosza, e in "The
lost week end" di Billy Wilder.

Nel frattempo altre persone si erano occupate del tereminofono,


apportando delle modifiche allo strumento.

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Nel 1927 Erich Zitzmann-Zirini costui un apparecchio Theremin in cui


ponendo le mani sulle antenne si controllava oltre che la frequenza anche
la durata del suono, e nel 1929 Martin Taubmann costui a Berlino
l'Elettronde.
Anche questo strumento deriva direttamente dall' Eterofono, da cui
differisce per l'aggiunta di un interruttore azionato dalla mano sinistra con
cui era possibile determinare la durata delle note, il vibrato, e lo staccato.

E' nel 1926 che Jorg Mager presenta al


pubblico il suo strumento elettrico, lo
Sferofono. questo basava il suo funzionamento
sugli stessi principi dell'Eterofono, da cui
differiva solo per il sistema di produzione degli
intervalli.

Infatti nell'Eterofono si variava per induzione la


capacità del circuito di un oscillatore per
ottenere un cambio di frequenza; nello sferofono
invece la variazione di capacità nel circuito era
determinata dall'inserzione manuale di
condensatori tramite una leva graduata con i
gradi della scala cromatica.

Chiaramente questo sistema non era affatto soddisfacente a causa dei

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glissandi continui che si producevano tra una nota e l'altra, e cosi Mager
costui lo Sferofono II con due tastiere e un pedale per controllare
l'ampiezza del suono.

Nonostante queste ulteriori modifiche lo sferofono non ottenne il successo


sperato a causa anche della concorrenza dello strumento di Termen.

Fu cosi che Mager concepì nel 1930


un nuovo strumento, una specie di
organo a quattro voci
(successivamente portate a cinque)
chiamato Partiturofono.
Particolarità di questo strumento era
quella che le cinque voci venivano
suonate ognuna su una propria
tastiera monofonica, cioè le cinque
voci venivano suonate su quattro
tastiere (simili a quelle del
pianoforte), e pedale.

A parte questa particolarità costruttiva lo strumento era dotato di diversi


registri per voce, e le passibilità timbriche di questa prima proposta di
strumento polifonico politimbrico dovevano essere davvero stupefacenti per
la sua epoca.

Maurice Martenot, sicuramente il piu' fortunato tra


i primi ideatori di strumenti elettronici presentò nel
1928 le sue "Ondes Musicales" (Onde Martenot). L'
apparecchio di Martenot sfruttava come gli altri il
battimento prodotto da due oscillatori ad alta
frequenza.

Per suonare le "ondes", l'esecutore si poneva


davanti allo strumento costituito inizialmente da una
tastiera finta che serviva solo come riferimento per
le note, e dopo aver infilato un dito della mano
destra in un anello lo spostava in misura
dell'intervallo voluto sulla finta tastiera.

Una fune collegata all'anello e ad un condensatore


rotante (fig 13) modificava la capacità del circuito e di conseguenza
l'altezza del suono generato.

La mano
sinistra
invece
agiva su
un tasto
che
aveva la
funzione
di dare

l'inviluppo al suono. La pressione esercitata sul tasto (agente su una


resistenza a polvere) variava l'ampiezza del suono prodotto.

In seguito le "ondes musicales" furono perfezionate e dotate di tastiera


simile a quella del pianoforte sulla quale si potevano eseguire anche accordi

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arpeggiati, e staccati.
Grazie alla dotazione numerosa di filtri l'apparecchio generava anche una
grande varietà di timbri che lo rendevano estremamente versatile.

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Sempre nel 1928 Rene' Bertand presenta il suo "Dynaphone". questo


strumento dotato di tastiera a cinque ottave sfruttava come i precedenti il
sistema dei battimenti prodotti da oscillatori ad alta frequenza.

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Chiaramente anche la tecnica adoperata per produrre gli intervalli e' quella
della variazione di capacità, ma nonostante questo strumento non differisse
tecnologicamente dagli altri, e fosse logicamente monofonico, alla pressione
di un tasto venivano generate dal dinafono oltre che la fondamentale,
anche la quinta e l'ottava.
Particolarità che avvalse allo strumento il prematutro nome di organo
elettrico.

Il dinafono era dotato anche di filtri, che inseriti riproducevano numerose


nuove sonorita' e imitavano i timbri degli strumenti tradizionali.

Ma nel 1929 il tedesco Friedrich Trautwein


costruisce il Trautonium (ascolta il suono del
Trautonium).
Caratteristica di questo strumento e' il principio di
funzionamento del tutto diverso da quello degli
strumenti visti finora.

Infatti il Trautonium impiega un oscillatore a bassa


frequenza che produce onde a dente di sega ricche
di armoniche. il circuito oscillante era realizzato
utilizzando le scariche periodiche di un condensatore
in un tubo luminoso a gas inerte (neon).
Variando la tensione di carica del condensatore per mezzo di una valvola a
tre poli la cui tensione di griglia era determinata da una tastiera si variava
il numero di scariche del condensatore, determinando cosi la frequenza del
suono udito dall'altoparlante.

Il Trautonium non possedeva una tastiera vera e propria, ma


un'impugnatura a nastro.
L'esecutore doveva premere con un dito un sottile nastro di metallo finché
questo chiudeva il circuito con una resistenza sottostante. A secondo del
punto del nastro si determinava la tensione di carica del condensatore
(legge di ohm) e con essa la frequenza del suono generato.

La forza della pressione del


dito sul nastro di metallo
veniva tradotta in valore
elettrico da una resistenza a
carbone, che determinava la
dinamica del suono.
sull'impugnatura del
Trautonium si potevano
suonare tre ottave, e la
tastiera stessa era munita di
linguette spostabili per
individuare la posizione delle
note sul nastro.

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Naturalmente l'apparecchio era munito di interruttori per l'estensione della


tastiera e per la trasposizione ad ottave, ma l'innovazione più interessante
fu senz'altro l'introduzione di filtri attivi per il rinforzo di alcune componenti
armoniche.

Nel 1932 la Telefunken cominciò a costruire in serie un modello


perfezionato di Trautonium che venne presentato all'esposizione radiofonica
di Berlino dello stesso anno suscitando notevole interesse trattandosi del
primo strumento elettronico prodotto in serie in Europa.

Il Trautonium subì delle modifiche nel corso degli anni grazie ad Oscar
Sala. Allievo di Trautwein e virtuoso suonatore di Trautonium, Sala arricchì
lo strumento di una seconda voce e di un generatore di rumore modulato
capace di produrre diversi effetti ritmici.
Questa nuova versione fu chiamata Mixturtrautonium e presentata a
Berlino nel 1948.

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