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Edoardo Rossi
CICLO XXIX
3 Nanoindentazione 29
3.1 Principi di base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
3.2 Descrizione meccanica di una prova di nanoindentazione . . . . . . . 31
3.3 Metodo CSM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
3.4 Fattori Rilevanti per la pratica sperimentale . . . . . . . . . . . . . . 40
5 Attività Sperimentale 57
5.1 Attività preliminari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57
5.2 Test standard sugli isolatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
5.3 Test di nanoindentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
6 Confronti 79
6.1 Correzione delle condizioni al contorno . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
6.2 Confronto dei test macroscopici con la nanoindentazione . . . . . . . 83
i
Indice Indice
Bibliograa 93
ii
1 Introduzione
tre cento anni fa, ma la sua eettiva applicazione può essere individuata
(isolatori e/o dissipatori). Per quanto riguarda gli edici isolati, i paesi
che possono essere leader in tale settore sono Giappone, Cina, Russia e
1
Capitolo 1 Introduzione
Giappone
2
1.1 Storia e Diusione dei Sistemi di Isolamento Sismico
Cina
conteggio che supera i 650 (Figura 1.1). Vi sono molti edici residenziali
sismico anche negli stadi, sia alla base che a livello di copertura, negli
[21].
Russia
U.S.A.
3
Capitolo 1 Introduzione
Taiwan
luogo a seguito del terremoto di Chi Chi del 1999. Dopo tale terremoto
tali dispositivi. Nel 2007 il numero di edici isolati era salito a 29, molti
Francia
negli impianti nucleari. E' opportuno ricordare che tra la ne degli anni
70' e per tutto il decennio degli 80' gli isolatori in neoprene francesi sono
stati utilizzati sia in madrepatria che negli Stati Uniti ed in Cile per la
torietà alla protezione delle scuole e degli edici del Consiglio Regionale
4
1.1 Storia e Diusione dei Sistemi di Isolamento Sismico
Nuova Zelanda
zione, di cui i recenti eventi sismici sono una conferma, ha fatto si che
con i dispositivi appena citati. E' importante notare che in questo paese
è presente una normativa che consente un'agevole uso dei più moderni
Italia
ponti e viadotti mentre per gli edici bisogna attendere il 1981 (Figura 1.2).
sitivi di fabbricazione italiana [22]. Nel nostro paese, così come nel resto
5
Capitolo 1 Introduzione
durante la loro vita utile, risulta onerosa. Ciò è dovuto all'assenza di una
tale mancanza.
6
1.2 Principi di Funzionamento dell'Isolamento Sismico
dalla sovrastruttura.
In particolare avremo:
kb ks
ωb = ωs = (1.2)
m + mb m
2
Il rapporto ωb/ωs2 = = O(10−2 ) risulterà quindi trascurabile in quanto
7
Capitolo 1 Introduzione
1
h i1/2
2
ω12 = + − ωb2 − ωs2 + ωb2 ωs2 4γωb2 ωs2
2 (1 − γ)
(1.4)
1
h i1/2
2
ω22 = ωb2 + ωs2 + ωb2 − ωs2 + 4γωb2 ωs2
2 (1 − γ)
m
dove γ= m+mb . Riducendo tali soluzioni ai soli termini del primo ordine
otteniamo:
T
1
Φ = (1, )
T
1 (1.6)
Φ2 = 1, − [1 − (1 − γ) ]
γ
8
1.2 Principi di Funzionamento dell'Isolamento Sismico
to, a patto che esso abbia una rigidezza molto inferiore a quella della
sa. E' per questo motivo che è prevista dal quadro normativo italiano
isolamento.
9
Capitolo 1 Introduzione
Uno studio condotto da Aria ed Akbari [1] mostra come le ispezioni vi-
sive siano in grado, oltre a dare un giudizio sullo stato del dispositivo,
mente essere ricondotte alla variazione delle caratteristiche del solo ela-
ture molto basse (-50°C circa per la gomma), rendendo il materiale duro
10
1.3 Tecniche di Ispezione e Monitoraggio dei Dispositivi di Isolamento
11
Capitolo 1 Introduzione
portati avanti, specialmente sui ponti [3, 4, 6, 5, 9, 13, 20, 31, 34, 35, 36],
[3, 5, 6].
ra nel suo insieme possono essere monitorate [9]. Uno studio condotto
da Lee [20] ha anche messo in luce il fatto che la presenza di una rete
le loro caratteristiche.
I test previsti dall'attuale quadro normativo [8, 24, 25] prevedono una
serie di test sia per la qualicazione che per l'accettazione dei dispositivi
12
1.3 Tecniche di Ispezione e Monitoraggio dei Dispositivi di Isolamento
Tale modulo, nel caso statico, è denito come modulo secante tra
sore totale dei soli strati di elastomero. Nel caso dinamico come il
periori a 2,5
7. Caratteristiche di creep.
nali. Il suo punto di forza, così come suggerisce il nome, sta nel volume
13
Capitolo 1 Introduzione
14
2 Comportamento Meccanico
degli Isolatori Elastomerici
2.1 Geometria
Un isolatore elastomerico è composto da strati alternati di acciaio e
molto elevate.
15
Capitolo 2 Comportamento Meccanico degli Isolatori Elastomerici
10MPa, con una risposta di tipo bilineare. Questo assicura una mag-
16
2.1 Geometria
50-55 ShA per mescole morbide e 70-75 ShA per mescole dure. Il modulo
dell'energia dissipata.
D Diametro
17
Capitolo 2 Comportamento Meccanico degli Isolatori Elastomerici
Ɛ
ƚ
, ƚƐ
D
S1 = (2.1)
4t
18
2.1 Geometria
D
S2 = (2.2)
te
al crescere del diametro, rispetto allo spessore totale della gomma, au-
19
Capitolo 2 Comportamento Meccanico degli Isolatori Elastomerici
GAs
Kh = (2.3)
te
risultati:
12Ec I
Kf = (2.4)
t3e
1
KH = (2.5)
1 1
+
Kh Kf
20
2.2 Comportamento meccanico
Ec = E0 1 + 2kS12
(2.6)
parte dei casi, ad assumere valori molto più simili al modulo di bulk
Ec A
Kv = (2.7)
te
data soprattutto la forte non linearità del problema in esame, dovuta sia
del dispositivo.
21
Capitolo 2 Comportamento Meccanico degli Isolatori Elastomerici
Tale area ridotta può essere facilmente calcolata tramite alcune conside-
avremo che:
π
φ= −θ (2.8)
2
dH = 2Rcosθ (2.9)
22
2.3 Stato tensionale
dH
θ = arccos (2.10)
D
2
D2
Ar = 2R (θ − sinθcosθ) = (2θ − sin2θ) (2.11)
4
[11]:
D2
Ar = (ϕ − sinϕ) (2.12)
4
Carico verticale
23
Capitolo 2 Comportamento Meccanico degli Isolatori Elastomerici
valore di 0,5, per le gomme tale valore si attesta intorno a 0,4998. Pos-
2
h r
ur (r, z) = C − z 2 (2.13)
2 R
24
2.3 Stato tensionale
come:
ˆh/2
1
dπR2 = 2πR ur (R, z) dz = πRCh3 (2.14)
3
−h/2
C che vale:
3Rd
C= (2.15)
h3
2
3rd h
ur (r, z) = 3 − z 2 (2.16)
h 2
∂ur 6d
εrz = =− rz (2.17)
∂z h3
25
Capitolo 2 Comportamento Meccanico degli Isolatori Elastomerici
Carico orizzontale
stema piastre rigide più elastomero. Ciò può essere facilmente vericato
connato.
d
F = EA (2.18)
h
Nel caso in esame tale formula non è veritiera, quindi la stessa formula
d
F = ẼA (2.19)
h
Dove:
E (1 − ν)
Ẽ = (2.20)
(1 + ν) (1 − 2ν)
26
2.3 Stato tensionale
invece:
Ẽ = 834E (2.21)
siale. Come visto nel paragrafo precedente tale ipotesi non è vericata
1 2 18Gd2 r2 z 2
E = Gεrz = (2.22)
2 h6
ˆR ˆh/2
18Gd2 2 2
3πGR4
U= r z 2πrdrdz = d (2.23)
h6 4h3
0 −h/2
∂U 3πGR4
FN = = d (2.24)
∂d 2h3
27
Capitolo 2 Comportamento Meccanico degli Isolatori Elastomerici
3πGR4 d
d = Eef f πR2 (2.25)
2h3 h
2 2
3 R 1 R
Eef f = G = E (2.26)
2 h 2 h
elastomero molto sottili tale valore risulta molto più elevato del modulo
sostanzialmente orizzontali.
come:
FH
τxz =
A (2.27)
dH
γxz =
h
tale.
28
3 Nanoindentazione
che può assumere varie forme a seconda delle necessità (Figura 3.1).
Tale tecnica è stata sviluppata da Oliver & Pharr [27] per misurare il
29
Capitolo 3 Nanoindentazione
ri: Il pile up ed il sink in (Figura 3.3). Tali fenomeni sono dovuti
30
3.2 Descrizione meccanica di una prova di nanoindentazione
re. Nel caso del pile up vi è una risalita del materiale lungo i bordi
calcolata come:
P
H= (3.1)
A
31
Capitolo 3 Nanoindentazione
√
π S
Er = √ (3.2)
2β A
Dove Er è un modulo elastico ridotto che tiene conto anche della defor-
re. S è la pendenza della curva di scarico nel tratto iniziale (Figura 3.2),
32
3.2 Descrizione meccanica di una prova di nanoindentazione
1 1 − ν2 1 − νi2
= + (3.3)
Er E Ei
particolare viene ttata la curva di scarico con una legge di potenza del
tipo:
P = BA (h − hf )m (3.4)
dP
S= = Bm (hM ax − hf )m−1 (3.5)
dh
h=hM ax
33
Capitolo 3 Nanoindentazione
P
hc = h − ε (3.6)
S
dell'aondamento di contatto.
A = f (hc ) (3.7)
è:
A = C0 h2 + C1 h + C2 h /2 + C3 h /4 + · · · + C8 h /128
1 1 1
(3.8)
a causa dell'usura.
articolo del 1990 Joslin & Oliver [18] hanno osservato l'indipendenza del
34
3.3 Metodo CSM
P π H
= (3.9)
S2 (2β)2 E 2
35
Capitolo 3 Nanoindentazione
una forzante sinusoidale alla normale forzante lineare (Figura 3.4). Que-
ε = ε0 cos ωt
(3.10)
σ = σ0 cos (ωt + ϕ)
0 00
σ ∗ = σ0 cos ωt + iσ0 sin ωt (3.11)
36
3.3 Metodo CSM
q 2 2
∗ 0 00
|σ | = σ0 + σ0 (3.12)
0
σ0
tan ϕ = 00 (3.13)
σ0
0
σ0 = σ0 cos ϕ
00 (3.14)
σ0 = σ0 sin ϕ
0
0 σ0
E = (3.15)
ε0
00
00 σ0
E = = Cω (3.16)
ε0
37
Capitolo 3 Nanoindentazione
un ciclo:
¸ ¸ dε
W = σdε = σ dt =
´ 2π/ω 0 ´ 2π/ω 00 dt 00
= 0 σ0 cos ωt (−ε0 sin ωt) dt + 0 σ0 sin ωt (−ε0 sin ωt) dt = 0 − πσ0 ε0
(3.17)
indice che si tratta di una deformazione elastica. Quella fuori fase invece
00
WDis = πσ0 ε0 = πσ0 ε0 sin ϕ (3.18)
ˆπ/2ω
0
1 0 1
WSt = σ0 cos ωt (−ε0 sin ωt) dt = σ0 ε0 = σ0 ε0 cos ϕ (3.19)
2 2
0
[32]:
WDis
= 2π tan ϕ (3.20)
WSt
38
3.3 Metodo CSM
´ ´ 2π/ω ´ 2π/ω
WDis = fD du = 0 (cu̇) u̇dt = 0 cu˙2 dt =
´ 2π/ω (3.21)
= c 0 [ωu0 sin (ωt + ϕ)]2 dt = πcωu20 = 2πζku20
1
WSt = ku20 (3.22)
2
c
ζ= √ (3.23)
2 km
WDis
= 4πζ (3.24)
WSt
00
1 1E
ζ= tan ϕ = (3.25)
2 2 E0
39
Capitolo 3 Nanoindentazione
Indentatori Piramidali
Sono quelli usati con maggiore frequenza per motivi costruttivi. Il Ber-
Indentatori Sferici
40
3.4 Fattori Rilevanti per la pratica sperimentale
[16].
41
Capitolo 3 Nanoindentazione
Indentatori Conici
Gli indentatori di tipo at punch sono i più utilizzati per il test di mate-
42
3.4 Fattori Rilevanti per la pratica sperimentale
(Figura 3.9).
43
Capitolo 3 Nanoindentazione
vogliono ottenere i parametri del materiale (un test in cui si vogliono mi-
44
3.4 Fattori Rilevanti per la pratica sperimentale
45
Capitolo 3 Nanoindentazione
Per evitare che vi siano interferenze fra prove che vengono fatte su di
46
3.4 Fattori Rilevanti per la pratica sperimentale
47
4 Applicazione delle tecniche di
nanoindentazione alla diagnosi
degli isolatori elastomerici
Per applicare le tecniche di nanoindentazione agli isolatori elastomerici
test nelle curve τ −γ con cui vengono qualicati ed accettati gli isola-
è sicuramente quella di tipo Flat Punch, poiché, oltre alla già citata
errori dovuti alla maggiore rigidezza che si legge nella curva di scarico a
contatto [17].
49
Applicazione delle tecniche di nanoindentazione alla diagnosi degli isolatori
Capitolo 4 elastomerici
Con riferimento alla Figura 4.1 avremo uno spostamento uniforme al-
−1/2
2
r
p = p 0 1 − (4.1)
a2
Essendo
E
Ẽ = (4.2)
1 − ν2
50
4.1 Calcolo della curva σ − ε
πp0 a
δz = (4.3)
Ẽ
P = 2πa2 p0 (4.4)
P
σz =
πa2 (4.5)
2δz
εz =
πa
che dinamiche per ricondurci alla condizione appena descritta. Per far
σ = Eε + η ε̇ (4.6)
51
Applicazione delle tecniche di nanoindentazione alla diagnosi degli isolatori
Capitolo 4 elastomerici
ε = ε0 cos (ωt)
(4.7)
σ = σ0 cos (ωt + ϕ)
π
σ0 cos (ωt + ϕ) = Eε0 cos (ωt)−ηωε0 sin (ωt) = Eε0 cos (ωt)+ηωε0 cos ωt +
2
(4.8)
come:
Ricordando che
0
σ0 cos ϕ = σ0 = Eε0
00
σ0 sin ϕ = σ0 = ηωε0 (4.10)
σ ∗ = σ0 (cos ϕ + i sin ϕ)
Possiamo scrivere
52
4.2 Calcolo della curva τ − γ
∗
σ∗
E = = E + iηω (4.12)
ε0
quanto
q
|σ | = ∗
(σ0 cos ϕ)2 + (σ0 sin ϕ)2 = σ0 (4.13)
|E ∗ | |σ ∗ |
α= = 0 (4.14)
E0 σ0
Ottenendo quindi
0 |σ ∗ | σ0
σ0 = = (4.15)
α α
53
Applicazione delle tecniche di nanoindentazione alla diagnosi degli isolatori
Capitolo 4 elastomerici
σx = σy = σz
τxy = τyz = 0 (4.16)
τxz 6= 0
I1 = σx + σy + σz (4.17)
2 2 2
I2 = σx σy + σy σz + σx σz − τxy − τyz − τxz (4.18)
2 2 2
I3 = σx σy σz − 2τxy τxz τyz − σx τyz − σy τxz − σz τxy (4.19)
Ponendo quindi
σ 3 − I1 σ 2 + I2 σ − I3 = 0 (4.20)
54
4.2 Calcolo della curva τ − γ
σ1 = σz
σ2 = σz − τxz (4.21)
σ3 = σz + τxz
σz
ε1 = (1 − 2ν)
E
σz τxz (4.22)
ε2 = (1 − 2ν) − (1 + ν)
E E
σz τxz
ε3 = (1 − 2ν) + (1 + ν)
E E
σz
ε1 = (1 − 2ν)
E
σz γxz (4.23)
ε2 = (1 − 2ν) −
E 2
σz γxz
ε3 = (1 − 2ν) +
E 2
55
Applicazione delle tecniche di nanoindentazione alla diagnosi degli isolatori
Capitolo 4 elastomerici
si ottiene:
ε1 = 0
γxz
ε2 = − (4.24)
2
γxz
ε3 = +
2
Unendo le relazioni appena viste con quelle della sezione 4.1 è quindi
56
5 Attività Sperimentale
Per vericare la correttezza delle ipotesi teoriche n'ora sviluppate è sta-
di fare più misure sullo stesso campione, ed inne una lunghezza tale da
57
Capitolo 5 Attività Sperimentale
e frontalmente.
58
5.1 Attività preliminari
campionamento.
59
Capitolo 5 Attività Sperimentale
60
5.1 Attività preliminari
61
Capitolo 5 Attività Sperimentale
62
5.1 Attività preliminari
63
Capitolo 5 Attività Sperimentale
Figura 5.12: Gomma a dierenti livelli di lucidatura per piccoli ingrandimenti (5x).
Sinistra: Scarso grado di lucidatura. Destra: Elevato grado di lucidatura.
64
5.1 Attività preliminari
sultava necessario.
65
Capitolo 5 Attività Sperimentale
Tabella 5.2
66
5.2 Test standard sugli isolatori
67
Chapter 5 Attività Sperimentale
in Tab. 5.3.
Così come previsto dall'attuale quadro normativo [8, 24, 25], sono stati
eettuati, per ogni prova, tre cicli. Tuttavia, a causa delle scarse con-
68
5.2 Test standard sugli isolatori
69
Chapter 5 Attività Sperimentale
tore e la gomma, che era di entità tale da far scorrere il mandrino del
Tra le varie carote estratte ne sono state selezionate tre ottenute rispet-
(Fig. 5.20).
70
5.3 Test di nanoindentazione
in Tab. 5.4, Tab. 5.5 e Tab. 5.6 sono presenti i dati delle prolometrie.
I campioni sono quindi stati inseriti all'interno del nanoindeter per ef-
volta sono state eseguite delle prove CSM standard con un'aondamento
71
Chapter 5 Attività Sperimentale
dom. I risultati sono visibili in Fig. 5.24, Fig. 5.25 e Fig. 5.26.
Come evidente da tali risultati, alcune prove sono andate in blocco mis-
72
5.3 Test di nanoindentazione
Altro fenomeno evidente in alcuni test è lo scarico della punta che, in-
73
Capitolo 5 Attività Sperimentale
74
5.3 Test di nanoindentazione
75
Capitolo 5 Attività Sperimentale
76
5.3 Test di nanoindentazione
77
Capitolo 5 Attività Sperimentale
78
6 Confronti
mispazio elastico. In un articolo del 2006 tuttavia, Gent & Yeoh [14]
mostrano come, nel caso della gomma, tale ipotesi non sia veritiera. Più
nello specico, sono stati realizzati alcuni modelli agli elementi niti
seconda erano presenti dei vincoli rigidi che impedivano tale espansio-
79
Capitolo 6 Confronti
F
K= (6.1)
Gad
poichè:
2Eda
F = 2Ẽda = (6.2)
(1 − ν 2 )
2G (1 + ν) da
F =2 (6.3)
(1 − ν 2 )
F 1+ν
K0 = =4 =8 (6.4)
Gad 1 − ν2
Da tale studio è emerso che tale valore di rigidezza era quasi sempre
test eettuati, sono stati realizzati alcuni modelli agli elementi niti
80
6.1 Correzione delle condizioni al contorno
(Figura 6.1).
81
Capitolo 6 Confronti
82
6.2 Confronto dei test macroscopici con la nanoindentazione
Figura 6.3: Dimensioni del modello per la simulazione dei test di nanoindentazione
83
Capitolo 6 Confronti
In Figura 6.4, Figura 6.5 e Figura 6.6 è possibile vdere i risultati della
sovrapposizione delle curve, le quali sono state però depurate del tratto
notare una notevole dierenza nei tratti iniziali delle curve. Ciò è dovuto
84
6.2 Confronto dei test macroscopici con la nanoindentazione
dei valori di tensione più bassi rispetto alla curva di riferimento. Ciò è
85
Capitolo 6 Confronti
86
6.2 Confronto dei test macroscopici con la nanoindentazione
87
Capitolo 6 Confronti
88
7 Conclusioni e Sviluppi futuri
I risultati n'ora visti risultano molto incoraggianti e mostrano come la
tempo di: ridurre i costi legati alle attività di monitoraggio, fornire uno
nere, prima fra tutti quella legata al prelievo dei campioni, che è risultato
89
Capitolo 7 Conclusioni e Sviluppi futuri
si possono elencare:
accurata. Per far ciò si necessità di uno studio incrociato sia sul di-
90
Conclusioni e Sviluppi futuri
91
Capitolo 7 Conclusioni e Sviluppi futuri
92
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