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Signore e Signori,

buonasera,

vi confesso che J.Rodolfo Wilcock era per me un autore assolutamente sconosciuto,


nel senso che non l’avevo mai neanche sentito nominare, poi un giorno mi sono
imbattuto casualmente in una sua poesia e ho sentito la necessità di fare la sua
conoscenza, tanto avevo tempo, eravamo in lockdown.

Proprio In quel periodo di isolamento forzato in cui tutti ci siamo sentiti un po’ più
soli, ho letto un suo libro di racconti pubblicato nei primi anni settanta, “Lo
stereoscopio dei solitari”, e mi sono subito innamorato dei suoi straordinari
personaggi, innamoramento poi condiviso con Emanuela, Daniele e Davide, e che
stasera speriamo di condividere con voi.

Wilcock è stato definito “lo scrittore del fantastico e dell’assurdo quotidiano”, e i


suoi solitari sono proprio questo, personaggi fantastici che vivono un’assurda
quotidianità.

Alcuni di loro sono esseri mitologici in lotta con se stessi e catapultati nel mondo
reale, altri sono semplici esseri umani che fuggono dal mondo reale tenendolo fuori
da se stessi o più semplicemente fuori dalla porta di casa.

Wilcock, uomo solitario e visionario, ha definito se stesso “poeta e veggente (cioè,


vedo un po’ più degli altri)”, per questo motivo abbiamo scelto di iniziare col
racconto “Il Poeta”.

Forse un autoritratto? A voi l’ardua sentenza.

Buon divertimento!

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