Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Domani
VIDEO INTERVISTA
SUL COMODINO
LA MEMORIA
tuttoLIBRI
iPad Edition
Ai lettori
Il prossimo tuttoLibri sar in edicola con La Stampa gioved 23 dicembre
1745
tuttoLIBRI
Il carteggio tra Mila e Nono In Nulla di oscuro tra noi un dialogo
dal 1952 al 1988, il professore e il compositore, il realista e lutopista, uniti da unamicizia franca, dal bisogno di ricercare vie nuove, non solo in musica
ora e o
SEBALD
ILLUSTRAZIONE
Cartoline di Natale
Arte e tradizione, il tempo perduto
ALLIGO P.VI
LA BATTAGLIA
DIARIO DI LETTURA
TUTTOLIBRI
A cura di: LUCIANO GENTA con BRUNO QUARANTA tuttolibri@lastampa.it www.lastampa.it/tuttolibri/
LA STAMPA
Due uomini ben diversi i protagonisti di questo carteggio: Massimo Mila tutto calato nella realt, Luigi Nono tutto lanciato nell'utopia; eppure, in Mila senti non solo la simpatia per il coraggio un po' alla cieca del compositore, ma anche un affetto reale che si manifesta nella costante pazienza con cui cerca di smussarne le punte ideologiche pi radicali. Mila come guida quindi, ruolo per altro esercitato con altri musicisti della sua generazione e di quella posteriore, ma esercitato senza volerlo, senza mai mettersi al di sopra dell'interlocutore: come quando (21 ottobre 1960) invita Nono a moderare il suo entusiasmo verso Torino e la tradizione Gramsci-Gobetti-Pavese di cui Mila, al giovanissimo veneziano, appariva un aureolato discendente: Tu non hai idea della musoneria, della mancanza d'entusiasmo, della prudenza intellettuale che sta sotto alla tenacia torinese. Vorrei che avessi visto
con che perplessit stata accolta l'altro giorno, nel consiglio editoriale di Einaudi, la proposta Ripellino e tua, presentata da Calvino, di quaderni artistici d'avanguardia. Noi siamo sempre i soliti posapiano. Naturalmente questo gioco al ribasso, tipico del suo
Oltre allaffetto, una profonda simpatia per il coraggio un po alla cieca del compositore
carattere, lascia il posto a un orgoglio di consapevolezza quando l'argomento tocca i pi alti valori: alla Biennale di Venezia del 1977, tematizzata sul dissenso sovietico, il critico torinese decide di non metterci piede per la strumentalizzazione politica imposta, e conclude: E non ammetto che la Biennale pretenda d'insegnarmi quel che devo pensare sui problemi delMassimo Mila
Continua a pag. II
Luigi Nono
Caro professor Mila, carissimo maestro Nono, il vostro amico Italo Calvino diceva che quando un libro esce dalle mani del suo autore, smette di appartenere a lui, diventa di chi lo legge. Finalmente, oggi diventa nostra la corrispondenza della vostra appassionata amicizia. Ci sono voluti venti anni, ma ora bello leggervi: si respira aria fresca, non il solito soffoco della palude. Nella sua staticit oratoriale, questo un dramma del suono: un'azione sacra di nessuna religione, n prometeica n ebraica n cristiana, bens un'azione che si svolge nelle interne fibre del suono: cos la sua recensione, prof. Mila, apparsa su questo giornale nel 1984, a Prometeo - tragedia dell' ascolto. Veniva lucidamente indicata quella mistica contemplazione, quella profonda, a tratti esplosiva inquietudine che segna l'ultima fase creativa di Nono, con l' elaborazione elettronica del suono. Lui rimase entusiasta e mand un telegramma: Massimo ci sei necessario come aria terra fuoco luce umana rarissima. Vi volevate bene: MASSIMO CARO STA BENE TI ABBRAC-
CIO VENGO OGGI GIGI, dice un altro telegramma inviatole da Venezia, professore, dopo il suo tragico incidente d'auto in Valle d'Aosta. Lei - proprio perch nulla di oscuro restasse tra voi - stato molto paziente nel parare i colpi del furore del maestro, convinto che la sua musica e le sue ricerche sulle possibilit ancora
Da Venezia quanti ostia! contro lEinaudi: occorreva la calma del rocciatore per parare i furori del Maestro
inaudite del suono, da Polifonica-monodia-ritmica (1951) al ciclo dei Caminantes (1986-1989), fossero destinate a rimanere nel tempo con maggiore risalto e libert delle posizioni ideologiche. E quando Nono se la prendeva con gli altri critici - Mario Bortolotto, Fedele D'Amico su tutti - oppure esigeva che Giulio Einaudi pubblicasse tutto un volume sulla vicenda del falso bordone medievale o due tomi sulla musica folklorica giava-
Continua a pag. II
II
Scrittori stranieri
NOTTURNO DI SOLE DI ROSA MONTERO
Rosa Montero
alcuni individui che hanno perduto o credono di avere perduto tutto. I principali, attori di questo psicodramma sono un corpulento tassista, Matas, che ha appena perso la moglie molto amata: solo, vive malissimo con due cagnacci, ed convinto che colpevole della morte della moglie sia un medico, il dottor Ortiz, che al Pronto Soccorso dell'ospedale non ha capito la gravit del male della moglie. Ma anche il medico ha i suoi guai perch dalla propria moglie tradito e disprezzato. Ci sono poi altri personaggi che vivono fuori dal mondo cosiddetto normale: una bellissima prostituta di Sierra Leone, che lavora presso un prosseneta crudele, e ha come unico ricordo e consolazione del mondo da cui stata strappata, una lucertola che ama molto, un'anziana
scienziata e altri individui, anzi relitti umani, che il caso fa incontrare. La scelta dei personaggi , a parere di chi scrive, molto bella e assai abile il modo in cui vengono a contatto, e si avvicinano i loro singolarissimi ambienti e motivi,ma resi tali dalla loro volont. Si pu discutere e questo accaduto in Spagna, dove la Montero assai seguita e studiata , su come questi infelici individui riescano, alla fine, a uscire dalla loro notte, e trovino la luce e una certa pace. Ma tutto questo serve a illuminare quella che la tesi dell'autrice, vale a dire che esistono momenti luminosi che talvolta l'esistenza ti regala, istanti di pienezza in cui sembra che tutto acquisti un senso. Angela Bianchini
LUIGI FORTE
Ben pi di un secolo fa Henry James scrisse un romanzo, Quello che sapeva Maisie, tutto dal punto di vista di una bambinetta innocente: il gioco sottile l consiste nel riferire i fatti quali appaiono a un personaggio che oltre ad averne una visione incompleta, spesso non in condizione di interpretarli, a differenza del lettore adulto, che invece legge tra le righe. Non proprio cos lodierno Stanza, letto, armadio, specchio di Emma Donoghue (nata a Dublino nel 1969, vive in Canada, colloca la storia in una citt nordamericana), peraltro non meno ammirevole di Maisie per il virtuosismo del suo tour de force. Anche qui sappiamo solo tutto quello che percepisce un bambino, ma questa volta lui stesso a raccontarcelo, al tempo
Stanza, letto, armadio, specchio: una storia impeccabile, tra Henry James e Harry Potter
presente e, per quanto intellettualmente precoce, con le piccole ingenuit e imprecisioni dei suoi cinque anni. Il rischio che dopo qualche pagina di un linguaggio caratterizzato anche dalla antropomorfizzazione di certi oggetti (mentre scende lacqua di Vasca, Ma prende Labirinto e Forte da in cima ad Armadio) ci si allarmi (non sar mica tutto cos?) e si sfogli rapidamente il volume nella vana speranza che il registro, andando avanti, cambi. Come fare adesso a dichiarare che tale allarme pu rientrare, ovvero che lautrice vince largamente la sua scommessa? Non sembra lecito ri-
W.G. Sebald amava vagabondare, nella scrittura e nella vita. Lo spingeva la curiosit che nei suoi libri diventa non solo erudizione, ma anatomia del passato, strumento della memoria, che per lui, tedesco nato nel 1944, significava metabolizzare la tragica esperienza della generazione precedente alla ricerca di unidentit affrancata dalle colpe dei padri. Forse anche per questo se ne and in Inghilterra come lettore e poi docente di letteratura. E forse per lo stesso motivo non c' opera di questo anomalo intellettuale, morto in un incidente stradale nel 2001, che non sia cronaca, diretta o indiretta, di sventure, amara riflessione sulledificio del mondo investito da fitte ombre, come dice il medico e scrittore secentesco Thomas Browne, che Sebald cita a pi riprese nel suo libro del 1995, Gli anelli di Saturno, gi pubblicato anni fa da Bompiani e che ora Adelphi ripropone nella nuova e raffinata traduzione di Ada Vigliani. Come un viandante ro-
Gli anelli di Saturno: una landa popolata di avventure infinite con i fantasmi letterari di Conrad e Swinburne
mantico Sebald decide unestate di andare in giro, per lo pi a piedi, per il Suffolk, una regione in cui egli visse a lungo, fra mare e colline, attraversando piccoli centri, un tempo magari famosi e ora in completa decadenza. Questo suo pellegrinaggio in Inghilterra, come suona il sottotitolo del libro nato da tale esperienza, in realt un viaggio nel tempo, un turismo balzano fra ruderi, macerie, vecchi reperti, dimore abbandona-
velare troppo di una trama che conta parecchio sulla suspense, anche se, come poi risulter, la suspense solo un ingrediente e non lo scopo principale. Dir dunque soltanto che dietro la naturalezza con la quale il piccolo Jack descrive il suo ambiente e le sue attivit quotidiane si insinua ben presto in chi lo ascolta una sensazione di disagio. Ben presto si capisce che Jack e la sua giovane mam-
Segue da pag. I
la libert e della democrazia: su questi argomenti, sono io che do lezioni a tutti i presidenti delle Biennali presenti passate e future. Rispetto agli scritti critici di Mila su Nono (qui raccolti nella Appendice II) i passi delle lettere alludono a quelle musiche per brevi considerazioni; ma sempre Mila chiede informazioni, aggiornamenti, vuole sapere che direzioni prendono le sue esperienze: anche quando Nono si avvicina a quel continente CacciariNietzsche che a Mila non piaceva, la diffidenza riguarda solo le premesse ideologiche, non i risultati
artistici che Mila il primo a riconoscere, cogliendo subito la nuova dimensione del suono, il valore poetico del silenzio che pervade quell' ultima fase compositiva. La virt della pacatezza ragionativa di Mila sugli eroici furori del compositore si
Sia chiaro che buona musica, buona poesia, buona pittura, possono venire benissimo anche dai fascisti
vede sopra tutto negli anni 1966-'68 quando i contrasti si accendono a proposito della partigiana rivisitazione del primo Novecento italiano operata da Luigi Pestalozza e sul saggio Fase seconda di Mario Bortolotto, che tratta
anche di Nono in un capitolo; discussioni aperte, con tutte le carte in tavola, che per devono portare al riconoscimento del diritto d'esistere, sul terreno artistico, ai marxisti quanto ai crociani, ed anche, certamente, ai nazionalisti, ai cattolici e ai fascisti. Non c'intenderemo mai, finch non sia messo in chiaro che buona musica, buona poesia, buona pittura, possono venire benissimo anche dai fascisti. Derain, Dufy, ed Ezra Pound, insegnano. Il Mila che si riflette in queste lettere insomma un esempio continuo di vigore e onest intellettuale; ma come sempre in lui senza mutrie o pose, una cosa sola con l'umorismo e l'infinita curiosit per i casi della vita e della cultura.
Segue da pag. I
nese, ci voleva una calma da rocciatore per arginare gli ostia! furibondi, i devi assolutamente convincerli del suo amico musicista. A proposito: il salottiero, piccolo proprietario, critico criptico Bortolotto continua a pubblicare libri e le assicuro, maestro Nono, che verso di lei non porta rancore. Massimo Cacciari - Kakkiari, come lo chiamavate per ridere - ha fatto politica, stato tre volte sindaco di Venezia, da qualche tempo preferisce parlare di angeli e icone piuttosto che di Petrolchimico di Marghera e di piano-case per ripopolare la sua citt. Ha scritto ancora su Nietzsche e forse avrebbe convinto anche lei, professor Mila,
che non sempre dietro alle frasi del filosofo tedesco si nascondono istrionesche menzogne. Il Partito Comunista Italiano non c' pi, e nemmeno quello russo. Resiste il cinese: ma, maestro Nono, lei oggi sarebbe in prima linea - come ha fatto quando ha scritto Diario polacco n. 2, contro
L'internazionalismo proletario, nel quale tanto credeva, non risulta all'ordine del giorno...
la normalizzazione imposta dai generali - nel denunciare la violazione dei diritti umani operata dal governo di quel paese e le condizioni di sfruttamento dei lavoratori cinesi. L'internazionalismo proletario, nel quale tanto credeva, non risulta all'ordine del gior-
no. Fiat Mirafiori sempre Fiat Mirafiori: il futuro del lavoro operaio si decide l. Il Terzo Programma per il quale, professore, lei ha spesso collaborato oggi si chiama Radio Tre e continua a essere l'unica rete pubblica a dedicare attenzione alla musica d'arte. I giornali lo fanno sempre meno: qui a La Stampa ancora ci salviamo e dobbiamo esserle grati anche di questo. Qualche sera fa un nuovo canale televisivo ha trasmesso in diretta la prima della Scala. Nell'intervallo, parlava una signora bionda e tutti dicevano che aveva un bell'ombelico; poi arrivata un'altra signora, mora, e ha profetato: la Valchiria sar anche importante, ma troppo lunga e il risotto rischia di scuocere. Ridevano tutti, si divertivano proprio. Caro professore, caro maestro, la musica cambiata. E voi restate necessari.
Tuttolibri
SABATO 18 DICEMBRE 2010 LA STAMPA
III
che da anni vengono perseguitate dal governo di Karthoum. Ventidue anni fa il suo villaggio venne attaccato dai ribelli e da quel momento inizia la sua vita di ragazzo perduto, perduto alla famiglia, agli amici, alla vita. Un'odissea tra campi profughi, marce forzate tra Sudan, Etiopia, Kenya. Giorni di fame e di violenze non solo da parte dei nemici, ma anche dei compagni di sventura. Sono tanti i ragazzi perduti come lui, che si contendono ogni piccolo pezzo di cibo e che spesso finiscono a ingrossare le file di chi combatte. Tanti, ma non abbastanza per essere presi in considerazione dai media occidentali. Non fanno notizia e allora peggio per loro, che i massacri continuino. Impara a subire e a lottare, Arop Bol e studia, quando pu, impara a leggere e scrivere
e a fare il falegname. Cerca di farsi adottare da una famiglia occidentale, ma risulta sempre troppo giovane. Tutto nei campi per rifugiati, ma non lascia mai che il destino lo trascini nel gorgo dell'inedia. Prende in mano la sua vita e decide che deve andarsene, verso sud. Come? A piedi. Quando compie 18 anni i suoi piedi hanno gi percorso 6000 km e attraversato, senza passaporto, i confini di otto stati africani. Fino al Sudafrica, dove studia legge e decide di raccontare questa sua storia, che la storia di molti altri ex bambini perduti. Un libro che un urlo, ma non di rabbia, di forza, che vuole scuotere le nostre indifferenze. Arop Bol ci ricorda che esistono guerre di cui non si parla, ma dove la gente muore e soffre. Marco Aime
p p p p p
W.G. Sebald GLI ANELLI DI SATURNO trad. di Ada Vigliani Adelphi, p. 307, 20 Sebald (1944 - 2001) dalla nativa Baviera si trasfer in Inghilterra nel 1970. Le sue opere, da Gli emigrati a Austerlitz, da Vertigini a Storia naturale della distruzione sono tradotte da Adelphi: filo conduttore della sua scrittura la ricomposizione della memoria
nese Cixi pronta a sacrificare il proprio figlio pur di mantenere il potere. Sebald scrittore consumato capace di riscrivere pagine di storia con la verve e il gusto del cronista (come, a suo tempo, Stefan Zweig), ma anche un geniale osservatore della quotidianit sospinta su un orizzonte di senso pi vasto. Cos un albergo del piccolo centro di Lowestoft, il punto pi ad Est delle isole britanniche, sembra uscire da una pagina di Kafka, mentre strani pescatori che bivaccano in riva al mare, in silenzioso isolamento e forse in attesa del passaggio di merluzzi, affiorano come figure quasi metafisiche in un luogo dove hanno il mondo alle spalle e davanti a s nientaltro che il vuoto. Dietro ai molti flash si intravedono cesure drammatiche, squarci di violenza e barbarie come il ricordo di massacri fra croati e serbi, le atrocit del colonialismo o quelle
Nella decadenza dei luoghi la metafora di una storia fatta quasi soltanto di calamit
di Thomas Browne e limmagine umbratile del poeta Swinburne dalla testa enorme su un corpo gracile e minuto. Forse aveva ragione Goethe quando diceva che i viaggi pi affascinanti sono quelli che si fanno col pensiero. Attraversando la regione del Suffolk in compagnia del dotto Sebald come se il lettore s'inoltrasse in una biblioteca seguendo i giochi della mente e dellimmaginazione, in una landa popolata di fantasmi letterari che lo trascinano in avventure infinite. Si pu seguire Conrad fra le pianure gelide della Polonia o nel cuore del Congo su un battello fluviale oppure rivivere la battaglia di Waterloo o curiosare alla corte dellimperatrice ciannuncio:Layout 1
del Celeste Impero. Cos come nella decadenza dei luoghi si nasconde la metafora di una storia che nellottica di Sebald fatta quasi soltanto di calamit. La sua scrittura, qui come altrove, racchiude il destino degli sconfitti, la voce dei profughi come quella dellamico Michael Hamburger, grande traduttore di Hlderlin, sfuggito bambino alla follia nazista che ha cancellato la sua infanzia. La geografia letteraria di Sebald sembra voler ricordare che la cultura anche documento di barbarie, come diceva Benjamin. Anche se lui con la magia del suo linguaggio trasforma le rovine in frammenti di bellezza, in tenui ricami di speranza.
16:29 Pagina 1
il 1946 quando Hans Fallada, in ventiquattro giorni di lavoro forsennato, scrive Ognuno muore solo. Il suo Paese, la Germania, ancora sotto le macerie materiali e morali della guerra, mentre a lui non rimane che un anno da vivere: il 5 febbraio del 47 a cinquantaquattro anni chiude una vita di squilibri fisici e psichici. Alcol, droga, furti e un assurdo delitto compiuto da ragazzo tracciano di lui un profilo tormentoso che contrasta con il quadro della sua famiglia dorigine, gente di rango medio-alto equilibrata e pacata. Alla serie di disastri che accompagna la sua storia fin dagli anni giovanili sembra poter fare argine solo la vocazione della scrittura che, dopo esperienze minori, nel 1931 lo impone sulla scena editoriale con E adesso, poveruomo?, romanzo di enorme, duraturo successo. Nella storia dei due giovani sposi, una coppia che cerca di tenersi a galla ancorandosi alla tenerezza e all'amore reciproco, si profila il quadro di una Germania impoverita, in cui i ceti medi precipitano nellindigenza, e Fallada ne racconta il dramma costruendo un romanzo dalle tinte dolcemente ironiche, fin dove possibile fare dellironia l dove si schiude la via a un presentimento cupo: la rivalsa economica e di potere di cui il Paese dar prova di l a poco con il nazismo spazzer via qualsiasi innocenza. I quindici anni che stanno tra E adesso, poveruomo? e Ognuno muore solo contengono l'evoluzione della Germania hitleriana di cui Fallada testimone non sempre pulito, la sua storia di scrittore fa piccoli conti a volte di comodo con il nazismo. Forse per
Hans Fallada
questo che il suo romanzo di denuncia nasce di getto, nellansia di raccontare un gesto che riscatti almeno qualcuno dalla brutalit e dal silenzio in cui si consumata la parabola hitleriana.
Un ventaglio di figure desolate e desolanti: dai violenti ottusi che idolatrano il Fhrer ai perseguitati
Il romanzo prende il via nel 1940, nella fase ascendente di quella che si annuncia come guerra lampo: la Francia ha capitolato e per il Fhrer si intravede un facile trionfo. Ma in questa giornata esaltante una coppia di coniugi riceve la notizia della morte dellunico figlio
al fronte: gi poco inclini a celebrare i fasti del Paese conquistatore, i due coniugi si ripiegano sulla loro disgrazia, ma cominciano anche a guardare con occhi diversi la realt che sta loro intorno. Dal grigiore del loro quotidiano maturano l'idea che si deva smascherare l'inganno di cui il Paese vittima e insieme complice. Otto e Anna Quangel hanno una piccolissima voce, per non rinunciano ad alzarla, naturalmente nel pi assoluto anonimato, generando paura, sconcerto, e dispetto tra i funzionari della Gestapo, che tentano di stringere il cerchio attorno al misterioso autore di cartoline postali lasciate in giro sulle scale dei caseggiati di Berlino, su cui una mano anonima scrive delle semplici, tremende verit. Questo il tema principale
del romanzo, che ci squaderna un ventaglio di figure desolate e desolanti: dai violenti ottusi che idolatrano il dettato hitleriano e ne fanno uso per i loro interessi, ai perseguitati dalla brutalit nazista, da ladri di piccolo cabotaggio a borghesi che tentano di vivere la loro vita nel sempre minor spazio di autonomia che la dittatura concede ai cittadini di una Berlino su cui le bombe alleate cominciano a cadere. Tra i tanti romanzi che narrano le vicende della tirannide nazista, questa di Fallada una voce di dentro, ha il timbro scuro di chi non ignora che, tranne per poche eccezioni quali il movimento della Rosa Bianca, la cappa che sovrasta la Germania voluta da Hitler e per sostenuta da tante piccole volont, e vigliaccherie e opportunismi. in certo senso la consapevolezza di questa complicit che rende pi intenso il dramma di chi cerca, in solitudine, una via d'uscita onorevole. Tutto questo ha reso pi difficile l'affronto di quel momento della storia tedesca, ma spiega anche l'urgenza di Fallada nell esporlo senza ritegno: una ferita che fa ancora male, e possiamo immaginare quanto poco fosse rimarginata in quel 1946. C, proprio nellultimo capitolo e dopo tanta desolazione, un cenno aurorale, ma significativamente improntato alla durezza: ricostruire e ricostruirsi richiede il coraggio di non perdonare.
26-11-2010
anna.motta@accolade.it
Ingrid Bergman
La vertigine della perfezione
336 pagine, . 18,00
Ace&Flanaghan
Voglio aprire un angolo sul giornale, dove chi ci legge si senta padrone, un angolo in cui le opinioni si possano confrontare e scontrare. Una rubrica a due colonne nella Cronaca di Torino
COLPEVOLE DALPINISMO
Denis Urubko
Cartonato con sovraccoperta plastificata a colori 336 pp, f.to 14x21,5 cm con inserto fotografico ISBN 978-88-8068-489-3 Euro 18,50
MONTAGNA IN MUSICA
Andrea Gherzi
Cartonato con sovraccoperta plastificata a colori 288 pp, formato 21,5x28 cm, con illustrazioni in b/n, con allegati due CD audio musicali con 48 brani, 2 ore di musica ISBN 978-88-8068-494-7 Euro 49,50
Il ritratto di unattrice che ha affascinato le platee del mondo. La storia di una donna, una pagina di cinema e di costume.
Il meglio della rubrica pi antica e pi amata diventa un libro. La voce dei lettori attraverso i decenni e le maggiori iniziative di solidariet.
in edicola al prezzo di 8,80 in pi
GOTICO IN EUROPA
Francesco Corni, Fabio Bourbon
Cartonato con sovraccoperta plastificata, 168 pp, f.to 30x32,5 cm NUOVA EDIZIONE ISBN 978-88-8068-487-9 Euro 35,00
GHIACCIO VIVO
Storia e antropologia dei ghiacciai alpini
Enrico Camanni
I ricavati netti di questo volume saranno devoluti alla FONDAZIONE LA STAMPA SPECCHIO DEI TEMPI ONLUS
Cartonato con sovraccoperta plasticata a colori, 304 pp, f.to 14x21,5 cm con inserto fotograco ISBN 978-88-8068-493-0 Euro 18,50
Le Mani
www.lemanieditore.com
www.priulieverlucca.it
Distribuzione PDE
IV
Scrittori italiani
MAURIZIO CUCCHI
La vicenda poetica di Giorgio Calcagno sicuramente originale e complessa. Quando, nel 2004, lanno stesso della morte, Giorgio Calcagno pubblic il suo libro di versi forse pi significativo, Sul sentiero dei Franchi, ci si poteva gi accorgere, molto bene, di un percorso di non comune coerenza, e di fedelt a un forte progetto interno. Infatti, in quel libro, Calcagno riprendeva testi gi presenti nella sua prima raccolta, Visita allo zoo, che trovavano posto con assoluta naturalezza nel tessuto compositivo e nello stile dei suoi ultimi anni. Eppure non era certo poeta che avesse praticato un solo stile, che si fosse mosso sempre su un unico registro. Le vediamo bene, ora, nella bella raccolta di Tutte le poesie, dove compaiono testi appartenenti a un arco di tempo molto ampio (il libro include anche poesie giovanili, di fine anni Quaranta) e mosse su diversi piani e intenzioni. Giovanni Tesio, nel saggio introduttivo, dice di lui, chiara-
Giorgio Calcagno (1929 - 2004),a lungo timoniere di Tuttolibri: al lavoro giornalistico affianc la vocazione letteraria, tra poesia e narrativa: con il romanzo Dodici lei fu finalista al Campiello nel 2001
Dagli anni giovanili alla scomparsa, nel 2004: una precisa vocazione civile, aperta alla tensione ludica
mente e subito, una cosa giusta: E' stato prosatore, romanziere, giornalista, ma soprattutto stato poeta. E io resto convinto che la sua vera vocazione fosse quella del poeta. Una vocazione evidente da alcuni aspetti del suo lavoro in versi. In primo luogo osserviamo la sua sensibilit acutissima per la parola e per le sue diverse sfaccettature e possibilit d'uso. In secondo luogo consideriamo la sua intatta fiducia - direi di stampo felicemente classico - nella piena possibilit di comunicare con il linguaggio poetico. E di comunicare pensieri e temi forti, come vediamo in questo suo libro, nel quale risalta l'attenzione alla storia e ai mutamenti d'epoca di cui il poeta pu, o forse deve, essere testimone. Un poeta, Calcagno, che pur non venendo mai meno al rigore e alla disciplina della sua arte, ha espresso una precisa vocazione civile. Ma, tornando a Tesio, Calcagno un poeta che si dimostra anche magister ludi, finissimo giocoliere di parole, capace di virtuosismi vari e rari. Virtuosismi che si vedono nei testi pi impegnati e in fin dei conti maggiori - come in quelli pi lievi e divertiti, deliberatamente giocosi, fino al
frequente uso dell'epigramma brillante. Ma, appunto, affrontando le poesie di pi ampio respiro e consistenza, Calcagno sorprende per la sua capacit di comporre con disinvoltura impasti ricchi dei pi vari ingredienti linguistici (dal termine colto, o scientifico, o tecnico, passando per il dialetto o per il parlato quotidiano, o introducendo espressioni di lingue straniere o usando il latino). I suoi componimenti diventano spesso come dei patchwork, quanto mai vari e imprevisti nella loro composizione quanto in realt coerenti e funzionali nel loro insieme. Il suo un procedere ironico, e di un'ironia sottile e raffinata, che anche lo specchio del suo buon gusto e della sua capacit di trattare questioni decisive senza ombre enfatiche. La sua abilit stilistica si osserva, oltre che nell'uso di regi-
Numerate dall'1 al 5794, le Note di Carlo Dossi, azzurre per il colore dei quaderni che le raccolgono (prendono l'avvio intorno al 1870, e ne accompagnano per quasi quarant'anni la vita), contengono la vastissima messe di pensieri di uno scrittore odoroso ed ispido come il nome del villaggio dell'Oltrep dove nacque, Zenevredo, ossia Ginepreto. Non si finirebbe di citare le sue acute o pungenti osservazioni letterarie e linguistiche: sulla rima suggeritrice d'idee, sul dialetto (giova a noi milanesi il dover tradurre il nostro pensiero in una lingua che non tutta nostra. La meditazione crea le grandi opere. Noi pensando alle parole troviamo i pensieri), sulle pretese di toscanizzare l'italiano (Fanfani e simile frugaglia, che non neppure romana, ma solo fiorentinuzza, vorrebbe ora imporre a tutta Italia il suo rachitico gergo? Vorrebbe che tutta Italia toscaniseggiasse?), sugli scrittori ignoranti (Spesso gli scrittori ignoranti scrivono molto pi spigliatamente, e quindi simpaticamente, dei dotti. Cammina infatti pi svelto chi ha sulle spalle minor bagaglio), sullo stile del venerato Manzoni, sull'amato Cattaneo, sull'amatissimo anticonformista Rovani (Ebbe sempre una grande propensione per l'osteria - la casa di chi non ne ha. L'osteria per lui si nobilitava in un'aula di universit; faceva i pranzi a rovescio, cominciando dalla mancia al cameriere, il caff e la frutta, Te vedet, se te ghe det prima la mancia, el serv con passion), e i giudizi velenosi sul gesuitico e fiorentineggiante stile di uno sconcio libro come Fede e bellezza di Niccol Tommaseo, su Giovanni Verga romanziere da dozzina, su Cesare Cant un letterario ciabattino. Forbice e colla, ecco il suo stile, e poi: lo stile di Guerrazzi rim-
150
Libri dItalia
Verso il 201 1
minci a parlare di certa erba che egli adoperava per guarire certi dolori in un braccio: Depretis parl di non so quali altri rimedi per le gambe: Bixio cit uno specifico per il culo e cos si parl di malanni e cerotti sino a mezza notte, ora in cui la radunanza di sciolse. Il giorno dopo, tutti i giornali si occupavano su tutti i toni della famosa intervista e delle importanti vedute che vi si erano scambiate). Le note sono stese come spunti e germe per eventuali racconti: si passa dalle automobili a Milano (Aumentando il furore per gli automobili, cagione di frequenti disgrazie e massacri di chi li guidava - solitamente della classe ricca - il popolo milanese chiamava gli automobili i massasciori) allo scatenato scultore Vincenzo Vela che al tempo delle elezioni nel
p p p p
Carlo Dossi NOTE AZZURRE a cura di Dante Isella Adelphi, pp. 1120, 26
Manzoni venerato, Verga romanziere da dozzina, politici e burocrati alla gogna, Tommaseo perverso
Canton Ticino, quando ferveva la lotta tra liberali e codini, passeggiava con un grosso randello. Passa un uomo a corsa, quasi in fuga, e Vela, gi una randellata, che lo manda a gambe levate: Lo conosci? gli si chiede. Risponde Vela: se l' on oreggion (clericale) ghe l'hoo ben dada: se l' on liberal mei amm perch el scappava - e i liberai deven scapp no. Di sconcertante attualit le sue note su politici e burocrati (osservo che tutti gli uomini politici sono brutti e aggrondati, e cos gli uomini d'affari. Vestiti di fustagno e incontrati in un bosco, si potrebbero pigliare per grassatori. La fisionomia burocratica pende invece al cretino; Le frutta e i legumi, una volta marci, si gettano nel letamajo: gli uomini, guasti e infraciditi, si mandano al Senato del Regno), sul malcostume dell' Italia postunitaria (gli appalti dai pingui lucri, che gl'impren-
bomba come rimbombano le cose vuote, Carducci crede di esser Porta e non che un gramatico. Abbondano le note di costume, qualche verso scherzoso (Dice il cartel vietato - qui spander aqua - E il pisciator sorpreso - in flagrante reato -
L edizione integrale di Note azzurre a cento anni dalla nascita di un Gran Lombardo
aqua non , ma piscia), e gli aneddoti vivacissimi di uno scrittore-diplomatico, collaboratore personale di Crispi, console generale a Bogot e ministro plenipotenziario, ambasciatore ad Atene (su una importante riunione del '76 con Depretis, Bixio e altri pezzi d'uomini grandi e grossi: Salvagnoli co-
Tuttolibri
SABATO 18 DICEMBRE 2010 LA STAMPA
ANDREA CORTELLESSA
Nella pi enigmatica delle Operette morali, una notte Federico Ruysch - nel Seicento passato alla storia per aver preservato i cadaveri dalla putrefazione - riceve la visita delle sue mummie. allora che nella penombra dello studiolo s'ode intonare questa canzoncina: Che fummo? / Che fu quel punto acerbo / Che di vita ebbe nome? / Cosa arcana e stupenda / Oggi la vita al pensier nostro, e tale / Qual de vivi al pensiero / Lignota morte appar. Nella modernit (o piuttosto postmodernit) letteraria - ha spiegato un maestro come Luigi Baldacci - esiste, diremo cos, una funzione Ruysch: una linea segreta di autori che, proprio come le ilarotragiche mummie leopardiane, guardano la vita dal punto di vista della morte. casuale ma proprio per questo curiosa (e forse sintomatica, giunti come siamo al capolinea degli Anni Zero) la recrudescenza editoriale di libri ascrivibili a questa Stimmung: i quali
Levi) a quelle pi oscure e leggendarie: che all'autore consentono gli accostamenti, le rime pi sorprendenti (Attila come Jimi Hendrix, Poppea come Michael Jackson, Basilio I il Macedone come Manolete) ma anche di accludere al suo repertorio delle figure di ignoti - conterranei e, s'intuisce, amici e parenti - ai quali sono lasciate le parole, forse, pi personali (di una certa Scilla si dice per esempio: Vivi gli uomini non le piacciono. Aspetta che siano morti, e allora s se ne innamora perdutamente. Come va il cuore, chiede? Gi. Per fare breccia nel suo bisognerebbe che si fermasse il mio). Del campano Franco Arminio, di Baroncelli sedici anni pi giovane, so invece forse pi del necessario. Anche lui un poligrafo, certo; e spero che non gli spiaccia se dico che le 128 prose brevi e brevissime, ora raccolte in Cartoline dai morti, sono il suo capolavoro. Se tutti i morti di Baroncelli hanno un nome e cognome, qui sono tutti anonimi: ma a loro stessi - proprio come in Leopardi - viene data
Le Mosche dinverno di Eugenio Baroncelli: 271 passi daddio, celebri, oscuri, leggendari
tutti sintetizzano nel breve spazio della morte, nel punto acerbo che segna il passaggio da un mondo allaltro, il senso sfuggente, appunto enigmatico, delle nostre vite - cos brevi e svanenti. Tanto Il libro dei filosofi morti dellarguto poligrafo inglese Simon Critchley, tradotto lanno scorso da Garzanti, che le mirabili Morti favolose degli antichi di un giovane filologo di Prato, Dino Baldi (da poco uscite nella Compagnia extra Quodlibet, che continua a non sbagliare un colpo), hanno alle spalle una genealogia che, partendo dalle Vite dei filosofi di Diogene Laerzio e passando per le Vite brevi di uomini eminenti di un contemporaneo inglese di Ruysch, John Aubrey (libro delizioso, negli Anni Settanta tradotto da J. Rodolfo Wilcock per Adelphi), ha un punto di snodo nelle magnifiche Vite immaginarie del poligrafo fin de sicle Marcel Schwob. Una linea fatta di erudizione compiaciuta
Nelle Cartoline di Franco Arminio sconosciuti alla meta: unultima parola, senza aneddotica
la parola. Facile pensare allAntologia di Spoon River, ma il tono di Arminio tutto un altro. Insieme ai nomi viene bandita ogni aneddotica: dalla loro vita, di cui poco o nulla sappiamo, ma anche dalla loro morte sempre insignificante. Di tutti si potrebbe dire quello che dice uno di loro: Io sono morto di vecchiaia, anche se non ero tanto vecchio, avevo cinquantanove anni. La morte - anzich restituire una verit, un qualche senso all'esistenza non fa altro che sancire, siglandolo, quel che, pure, materialmente interrompe: Quel vago fastidio che era sempre stato il mondo, quel vago fastidio di essere al mondo finito all'improvviso. Perch quel che viene infine ribadito che - come dice Baroncelli - i morti siamo noi. Siamo noi, la nostra vita acerba, a essere evocati da queste evocazioni, queste voci senza corpo: Per chesser beato / Nega ai mortali e nega a morti il fato.
ditori romaneschi dicono: lavoro che ce se magna co la forchetta d'argento; In Italia tutti domandano croci, medaglie, pensione. Non c' toscano che non sia stato a Curtatone e Montanara: stando al numero delle pensioni chieste, una cinquantina di mille uomini, un corpo adirittura di esercito avrebbe combattuto in quelle battaglie. Non c' milanese che non sia stato alle barricate delle 5 giornate ecc. Verr un tempo in cui i bambini nasceranno reduci delle patrie battaglie e pensionati). Non ho che piluccato briciole da questa nuova edizione integrale. Esce ora da Adelphi a celebrazione del centenario della morte dell'autore, ed accoglie anche le note prima escluse, ritenute irriverenti (quelle riguardanti le abitudini sessuali di Vittorio Emanuele II, i vizi erotici di Tommaseo o i supposti di Manzoni giovane, la ciarlataneria di Angelo Gubernatis, le malefatte di un ministro e di un infido burocrate). Chiude il volume un saggio di Niccol Reverdini, che ripercorre l'avventurosa storia editoriale del libro e le sue varie censure.
NOTE TRICOLORI
e, insieme, gusto dellequivoco affettivo: dove la brevitas icastica, che livella figure impari per rango biografico e complessit di pensiero, ci regala l'ombra di un sorriso nelle pieghe di una commozione autentica. Nulla so di Eugenio Baroncelli, se non che nato a Ravenna nel 1944: ma due anni fa il suo Libro di candele stato la migliore rilettura, nella nostra lingua, di questa tradizione. Ora gli tiene dietro Mosche dinverno, gi dal titolo emblematico di questa
cultura raffinata ma pacata: la brevit peritosa, la ventosa provvisoriet della vita trova un paragone che, per l'icasticit e insieme l'allusivit culturale, fa venire in mente lUngaretti dei soldati che stanno come dautunno / sugli alberi / le foglie. Le 271 morti sono trascelte nella storia di tutte le discipline e tutte le culture, e vanno dalle pi celebri e proverbiali (da Giovanna dArco a Mishima Yukio, da variste Galois a Ippolito Nievo, da Walter Benjamin a Primo
LORENZO MONDO
Critico e filologo insigne, Cesare Segre si concesso Dieci prove di fantasia, anche se alimentate da scrittori e da libri che ha amato e frequentato. E, in analogia con la sua mutazione da studioso a scrittore dimmaginazione, ha operato nei confronti dei personaggi un capovolgimento, o quanto meno una rettifica, delle loro pi accreditate rappresentazioni. Intendiamoci, il filologo sempre alle poste, sia quando decide di privilegiare uno tra i diversi racconti tramandati sullo stesso protagonista, sia quando si tratta di contestare le confessioni dautore o di suggerire la possibilit, per quanto irrealizzata, di un evento. La sorpresa pi clamorosa riguarda Gano di Maganza. Il fellone della tradizione cavalleresca diventa un pacifista che vuole porre termine al maniacale e disastroso bellicismo di Rolando, che si atteggia ad eroe di professione. Del
p p p p
Cesare Segre
mente intellettuale e platonica del loro rapporto. Ma Segre non abbocca e rileva con finezza che il loro gioco dinserire rispettivamente versi delluno nelle composizioni dellaltro sembra sublimare un intreccio impetuoso dei corpi. Non vero poi, ma sarebbe potuto accadere e avrebbe dato un tocco ideale al racconto della sua ultima notte, che Pavese sfoglias-
se Il mestiere di vivere. Mentre, dalla stanza accanto, si avvertiva lansito di due amanti appagati. Perch quel libro che traccia due parabole opposte, il trionfo nella letteratura e il fallimento nellamore, rappresenta un persuasivo viatico per la sua morte. Il manoscritto del diario fu trovato in realt in un cassetto del suo ufficio: Basta un particolare - annota Segre rassegnatamente - per
cambiare tutto. Sono variazioni condotte con grande eleganza, con divertita e talora pensosa ironia, movimentate dallalternanza dei punti di vista. Riguardano ancora Isotta, trafelata nel tessere inganni a re Marco; la dissoluta Cunizza da Romano messa in Paradiso da quel mattacchione di Dante; Vittorio Alfieri, invischiato con esiti farseschi nelle trame amorose di Penelope Pitt; Charles Bovary che contesta il marchio di gonzo impressogli da Flaubert. Concludono la rassegna due interviste immaginarie: a Giulio Cesare, maestro di una realpolitik non dismessa ai nostri giorni; a Marie Le Jars de Gournay, figlia adottiva e curatrice non disinteressata dei saggi di Montaigne. Il senso complessivo che si ricava da queste Prove di fantasia , al di l del tono scanzonato, un omaggio alla polivalenza ed effabilit di un testo letterario, che sembra rigenerarsi nel passare del tempo e offrire sempre nuove occasioni al piacere della lettura.
VI
Altre strenne
PER I BAMBINI: LE POESIE DI ROBERTO PIUMINI
dunque difficile e facile perch obbliga alla libert, al rifiuto del banale, dello scontato, del piacevole e dell'accettabile. Nelle nuove poesie Piumini sembra rinnovarsi ancora una volta proprio per il senso della libert espressiva che lo contraddistingue. Un esempio: Chi vuole le parole,/ quelle nuove, /quelle appena fiorite/ nel giardino mentale?/ Le parole farfalle/ sbrucate poco fa?/ Quelle dalle radici/ nel fitto della terra/ e dallo stelo vivo, coi petali nel cielo?/ Le parole libellule/ sullo stagno mondiale?/ Quelle parole rondini/ che vanno in volo libere/ fra nuvole e tra viole?/ Chi vuole le parole?. Non possiamo non volerle, queste parole, quando ci vengono offerte in questo modo meraviglioso. Roberto Denti
Guida a Parigi
Giardini e orti
C
Q
artoline d
volta, tra la prima guerra mondiale e gli anni cinquanta. Giustamente Fochesato scrive che il processo di popolarizzazione di queste cartoline fu la causa primaria del loro basso livello qualitativo e che il linguaggio adoperato si fa via via pi semplice e immediato dando vita a precisi stereotipi figurativi. Certo, siamo lontani dalle cartoline che pubblicava, ad esempio, la Wiener Werkstatte o dalle cartoline litografiche di
SANTO ALLIGO
uando penso ad alcuni di quei grossi tomi, ingestibili per peso e misura, ancorch utili (spacciati per opere editoriali di gran pregio), provo un senso di sollievo prendendo in mano un piccolo, grazioso volumetto, Auguri di Buon Natale. Arte e tradizione delle cartoline augurali, curato da Walter Fochesato per le edizioni Interlinea di Novara. Ottima la scelta della carta, cos come la grafica e la stampa, anche se, purtroppo, risultano poco godibili le tre/ quattro cartoline a volte pubblicate nella stessa pagina. Dunque, piccolo formato e peso lieve per questo libriccino di un certo interesse, in quanto con le sue immagini fa rivivere un tempo ormai passato ma che ancora vivo nel ricordo di molti. Uscito, per ovvi motivi, poco prima delle festivit, Auguri di Buon Natale pubblica una quantit infinita di cartoline augurali (o carte povere, con definizione inadeguata, dura a morire), come era uso fare una
Arte e tradizione: immagini del tempo perduto, coloratissime, leziose, ricche di una saporosa civetteria
Basilio Cascella, oppure da quelle realizzate da tanti altri grandi artisti che a questo mezzo di comunicazione hanno dedicato parte del loro lavoro. Ma proprio in virt di questi stereotipi figurativi che le cartoline augurali hanno lasciato il segno nella nostra memoria, un segno non privo, comunque, di una certa dignit grafica. Leziose e coloratissime, ricche di
Tuttolibri
SABATO 18 DICEMBRE 2010 LA STAMPA
VII
Il Flauto magico secondo l'orchestra di Piazza Vittorio, edito da Elliot (pp.64, 22) - un cd musicale di 65 minuti, un libro illustrato, un racconto tra fiaba e testo teatrale, un fotoromanzo - poteva nascere solo da quella fucina di talenti che , appunto, lOrchestra di Piazza Vittorio. Lesperienza musicale pi eterodossa dItalia, l'unica orchestra nata attraverso lauto-tassazione dei membri che sia riuscita a creare dei posti di lavoro (con relativi permessi di soggiorno) per i musicisti che la compongono, ha deciso di sfidare
Mozart, sviluppando il Flauto magico come fosse una favola musicale tramandata in forma orale ai musicisti e giunta a ciascuno di loro in modo diverso, attraverso la propria cultura, le proprie tradizioni. I pirotecnici acquerelli di Lino Fiorito, usati come scenografia nella messinscena, illustrano il testo scritto da Mario Tronco, Luigi Trucillo e Renato Benvenuto. Il racconto interpreta con coraggio le vicende originali. E se il vero eroe non fosse Tamino? E se Pamina, alla fine, trovasse la forza di prendere in mano il suo destino? E se lo sfondo non fosse lEgitto fantastico mozartiano, ma una societ multietnica contemporanea? Un invito gioioso a cercare il Flauto magico in mezzo a noi. Fabio Geda
Auguri di Buon Natale: da sinistra in senso orario due illustrazioni di Adolfo Busi, 1912 e 1933; Il panettone di Aurelio Bertiglia, 1939; La cassetta delle lettere di Anonimo, 1948. La collezione sar in mostra a Valenza dal 21/12 al 14/1
Montagne in musica
Montagne da scalare
Per prati, nebbie, ghiacciai DallHimalaya alle Alpi con Mahler, Brahms & C. trionfi, tragedie, immagini
ALBERTO SINIGAGLIA
nnunciata da segnali di tromba, la cornetta del postiglione canta una struggente melodia. La potente orchestra della Terza sinfonia di Mahler si fa sommessa, rarefatta fin quasi a tacere per ascoltarla e dialogare con lei. Il canto viene - precisa lautore da una grande lontananza (effetto ottenuto collocando lo strumentista nel retroscena). Pochi minuti e in miracolosa essenzialit le note del Posthorn sono umanit, viaggio, strada fra boschi e rocce, valli e cime. Altre emozioni suscitano i parossismi sonori di Richard Strauss: la Sinfonia delle Alpi attraversa prati fioriti, nebbie, tenebre, ghiacciai, persip Andrea Gherzi p MONTAGNA IN MUSICA no la strada sbagliata nel folto e p Priuli&Verlucca nella sterpaglia con unorchep pp. 288, con 2 cd, 49,50 stra gigantesca alla quale non mancano campanacci e macchine del vento e del tuono. Campioni del Romanticismo che strappa le montagne ai dmoni e alle streghe e trasfigura dirupi minacciosi in metafore del sublime, anche Mahler e Strauss, come Mozart, Rossini, Beethoven, Schubert, Brahms, attingono al secolare giacimento di Jodel, Ranz, canti di pastori, cacciatori, soldati. Tra quei tesori Andrea Gherzi, con perizia musicale e alpina, fa uno slalom che sarebbe piaciuto a due cultori del campo, Arturo Benedetti Michelangeli e Massimo Mila, e nel volume Montagna in musica intreccia abilmente la colta e la popolare. Le illustrazioni, gli esempi musicali, due allegati cd con quarantotto brani ne fanno unopera interessante e piacevole. Molti vi cercheranno conferme, spesso troveranno sorprese.
SIMONE BOBBIO
a scoperta dell'Himalaya, da un punto di vista geografico e immaginifico, il risultato di un lungo processo storico indagato da Roberto Mantovani e Kurt Diemberger in Enigma Himalaya. Il loro sguardo sulla catena montuosa illustrato attraverso un ampio corredo di testi e fotografie e muove in tre fasi: l'invenzione, la scoperta e l'avventura. Il punto di vista quello degli esploratori: prima geografi e diplomatici dell'impero britannico, poi alpinisti e scalatori in grado di penetrare quel dedalo di valli e vette rimaste per molti anni uno spazio bianco nelle mappe geopolitiche della Terra. Anche i tre problemi delle Alp Kurt Diemberger e Roberto Mantovani pi, nome con cui negli Anni 30 del p ENIGMA HIMALAYA Novecento si definivano le pareti p Mondadori, pp. 243, 39 Nord di Grandes Jorasses, Cervino e Eiger, furono un'invenzione interamente alpinistica. Fu la scalata dell'Eiger a uscire dalla stretta cerchia degli addetti ai lavori per raggiungere il vasto pubblico, attraverso una mediatizzazione mai conosciuta prima. Rainer Rettner in Eiger. Trionfi e tragedie 1932-1938 (Corbaccio, pp. 288, 26,90) ripercorre la storia dei tentativi di conquista a opera delle pi forti cordate e la drammatica escalation di morti in una dettagliata ricerca storica accompagnata da immagini d'epoca. Nel 2009 lUnesco ha dichiarato le Dolomiti Patrimonio dell'Umanit: Reinhold Messner celebra la sua terra in un libro fotografico di grande formato, con gli splendidi scatti di Georg Tappeiner (Mondadori, pp. 268, 49,90). Una serie di testi ripercorre la storia di paesaggi a partire da Deodat de Dolomieu, il geologo illuminista inventore di queste montagne.
p AUGURI
DI BUON NATALE
di
Giochi matematici
uguri
ri conclude il volumetto. A illustrare queste cartoline furono chiamati alcuni specialisti che si dedicarono quasi totalmente alle carte povere, tra i quali: Aurelio Bertiglia, Adolfo Busi, le sorelle Chiostri, Tito Corbella, Giovanni Meschini (che colora le cartoline con la tecnica del pochoir), Giovanni Nanni; ma anche tanti altri che solo marginalmente hanno frequentato questarte, come Luigi Bompard (autore tra laltro della memorabile serie di cartoline La fotografia), Plinio Codognato, Achille Luciano Mauzan, Aleardo Terzi, tutti autori di splendidi e famosi manifesti. Le cartoline augurali, cos come ogni genere di soggetti, ancor pi che dai librai antiquari, si possono acquistare soprattutto nei mercatini di carta, cos numerosi nel nostro paese; a Torino va consigliato quello del Libro ritrovato (ogni prima domenica del mese), in piazza Carlo Felice. I prezzi variano da 10 ai 20 euro secondo lautore, la bellezza e la conservazione. Anche Auguri di Buon Natale - propone leditore - potrebbe diventare un gradito dono natalizio o, esso stesso, un biglietto di auguri!
una saporosa civetteria, in quanto il mondo infantile chiamato a far le cose dei grandi, ancor oggi destano un certo coinvolgimento emotivo. Fochesato ha diviso Auguri di Buon Natale in 14 capitoletti, introdotti di volta in volta da copertine di spartiti musicali (illustrate da Leopoldo Metlicovitz, Aurelio Craffonara, Giovanni Maria Mataloni e, a sorpresa, da Claude Debussy, anche se credo che questultima non sia opera
Da Ges Bambino alle zampogne, tra gnomi e panettoni: le carte povere raccolte da Walter Fochesato
del compositore, ma di Florence Upton, creatrice di Golliwogg); i disegni degli spartiti hanno una qualche consonanza con le cartoline che seguono, 16 circa per ogni sezione: l'albero di Natale; Ges Bambino; le campane e le zampogne; i doni; il panettone; lo spumante; la neve; gli gnomi, i folletti e gli spazzacamini; il calendario e cos via. Un agile dizionario biografico degli illustrato-
VIII
Storie e idee
La battaglia dei tre imperi La Lega Santa
sbarr davvero il passo agli ottomani nel 1571?
SILVIA RONCHEY
Il 732, anno della battaglia di Poitiers, in cui Carlo Martello ferm lesercito arabo-berbero che puntava al cuore dellEuropa medievale franca; e il 1571, anno in cui a Lepanto la Lega Santa federata sotto legida di papa Pio V sbarr il passo alla penetrazione ottomana nelloccidente cristiano: i libri di scuola ci hanno insegnato a considerare queste due date gli estremi epocali di un immenso scampato pericolo. In particolare la battaglia di Lepanto, in cui le forze alleate guidate da Don Giovanni dAustria distrussero la flotta del sultano in una carneficina in cui lo stesso comandante ottomano perse la vita, stata vista co-
Unopera stupefacente di Alessandro Barbero, la capacit di entrare nella Storia attraverso ogni possibile pertugio
me lestremo salvataggio dellOccidente dallislamizzazione, o comunque dallegemonia islamica sul Mediterraneo, un secolo dopo la caduta di Costantinopoli e il conseguente controllo ottomano degli Stretti, chiave dei traffici mercantili e di una mediazione fra civilt rimasta per tutto il Medioevo allimpero romano-bizantino. E per gi Voltaire, nel Saggio sui costumi, si mostrava scettico: Quale fu il frutto della battaglia di Lepanto e della conquista di Tunisi? I veneziani non guadagnarono
Vicende politiche e militari, versioni ufficiali e report di spie, abile propaganda a suon di Te Deum
costruzione propagandistica solo una delle risorse della storiografia di Barbero. Congegnare lintricata, appassionante esposizione dei fatti passati dalluno allaltro capo del Mediterraneo fra il 1568 e il 1571 significa per lui entrare nella storia attraverso ogni possibile pertugio, inseguirla a tutti i suoi livelli. C la storia materiale e quella evenemenziale, la storia delle lites e quella delle classi subalterne, c la storia politica e quella militare, la storia ufficiale spesso inedita, rovistata negli archivi e la storia segreta delle spie.
Alessandro Barbero
C la realt dei turchi quasi mai recepita dagli storici occidentalisti in tutta la sua complessa sofisticatezza e c la realt degli occidentali frastagliata, in guerra con se stessa, dove quasi ognuno dei soggetti in campo portatore di interessi diversi e di una privata ver-
sione dei fatti. E impressionante la naturalezza con cui Barbero si muove nella storia ottomana come in quella europea, tra Oriente e Occidente. La sua scrittura in apparenza vieux jeu, in realt senza tempo asseconda la trasversalit dello sguardo e la
oi er v P
li rega ri vost ei
Grandi pittori
Navigatori ed esploratori
Grandi medici
Pionieri dellaviazione
Formule chimiche
Uomini di legge
Formule fisiche
Scrittori famosi
E tanti altri modelli dedicati a soggetti filatelici, numismatici, simboli del tempo e della cultura, alfabeti, numeri e scritture, grandi uomini, grandi imprese, medici...
* La Saletta Bolaffi, a Torino in via Cavour 17, un raffinato spazio espositivo unico in Italia che ospita anche tutte le cravatte e i foulard Bolaffi da collezione.
Aperta tutti i giorni domenica compresa (9.00-12.30/14.30-19.00) fino a Natale.
BOLAFFI
Profumi e moda da collezione
Bolaffi diffonde la sua grande passione e la sua centenaria esperienza nel collezionismo anche attraverso le sue cravatte, uniche al mondo, in quando espressive dei simboli della genialit delluomo e della cultura. Indossarle significa rendere colta ed esclusiva la vostra personalit.
Tuttolibri
SABATO 18 DICEMBRE 2010 LA STAMPA
IX
F
pluralit delle voci, o dei sussurri. Mobilitando un arsenale di fonti e di metodologie e scavando trincee narrative distinte ma collegate, nella tattica letteraria, al punto da non far avvertire al lettore il minimo smottamento. Dopo la sconfitta di Lepanto il sultano Selim dichiar che gli era stata solo bruciacchiata la barba e ricostru la sua flotta di galee, dando ragione alla famosa frase del gran visir Mehmet pasci: Questo stato se volesse potrebbe fabbricare
Dopo la sconfitta il sultano Selim dichiar che gli era stata solo bruciacchiata la barba
una flotta con le ancore dargento, il sartiame di seta e le vele di raso. Se oggi si analizzassero le analoghe vittorie occidentali negli stati emersi dalla dissoluzione dellimpero ottomano con la stessa imparzialit e lo stesso occhio a ci che sorvolando gli scontri unisce i fronti e incrina ciascuno al suo interno, con sotto mano relazioni di intelligence e reazioni popolari, documenti diplomatici e finanziari, solo allora, forse, potremmo capire. Ma una documentazione che non possiamo ancora avere. A conferma che solo il passato , paradossalmente, disponibile al presente, e capace di fornirgli insegnamenti. E che la storia fatta, s, da singole battaglie, ma non sempre, anzi quasi mai, da quelle che ci vengono tramandate. www.silviaronchey.it
enomeno antico quanto lumanit, quello migratorio: da sempre, la fame si muove verso il pane. Ma fenomeno venuto via via pi articolato in questi ultimi due secoli, in seguito non solo allurbanizzazione seguita alla rivoluzione industriale, ma anche allevolversi dei mezzi di trasporto e di comunicazione, fino a giungere alla complessit che conosciamo ai nostri giorni. Alle migrazioni in cerca di terre pi fertili, di pascoli pi abbondanti, di lavoro pi sicuro, di futuro meno incerto per i propri figli, si sono aggiunte quelle in cui la sete di libert e di dignit si fatta pi pressante ed esplicita: tutte migrazioni che possiamo considerare frutto s di pesanti condizionamenti economici e sociali, ma che in ultima istanza conservano una dimensione di libera scelta al momento di partire. Ma oggi assistiamo anche a forti flussi migratori in cui questo margine pur relativo di libert totalmente assente: profughi in fuga da disastri natu-
LONTANO E VICINO
ENZO BIANCHI
Un grande dizionario delle Migrazioni: per non subire ma capire e accogliere, non numeri ma persone
rali o da guerre che provocano stragi quasi esclusivamente tra i civili, sopravvissuti a genocidi, perseguitati politici e deportati, vittime di tratte di esseri umani e di nuove schiavit... Ora, gli Stati e le societ che accolgono o che subiscono questi flussi - e che sovente in un passato anche recente erano state a loro volta realt di emigrazione sia interna che esterna, come lItalia - si trovano sempre meno preparate ad affrontare concretamente la com-
CARI BAMBINI
plessit del fenomeno e, prima ancora, a capirlo culturalmente ed eticamente. Giunge quindi quanto mai opportuno per il nostro Paese il volume Migrazioni. Dizionario socio-pastorale (pp. 1120 + XXXII, 98), curato da Graziano Battistella per le Edizioni San Paolo. Il curatore - religioso scalabriniano, cio appartenente a una congregazione sorta nel 1887 proprio per la cura pastorale degli emigrati italiani - ha raccolto in 156 voci assegnate a 123 autori gli snodi fondamentali del fenomeno migratorio, sia da un punto di vista storico e sociale che da quello etico, religioso e pastorale, capaci di esporre con lucidit la posizione della chiesa e il suo desiderio di essere esperta di umanit anche in questo campo specifico. Sono voci trattate con consistente ampiezza e respiro, voci che penetrano al cuore delle problematiche e, soprattutto, che non perdono mai di vista le persone, i volti, i cuori di coloro che si tentati di identificare come numeri, categorie, al massimo braccia destinate a non avere anima n sentimenti. una realt di sofferenza e di speranza quella che emerge da pagine che non sono di aride informazioni: una faticosa ricerca della dignit umana e della libert dello spirito, unanalisi variegata non solo di cosa sta dietro gli stranieri che giungono tra noi, ma anche di cosa sta dentro di noi, di cosa motiva il loro partire e la nostra risposta, le loro ansie e le nostre paure, il comune desiderio di vivere una vita degna di questo nome e di poterla offrire in dono ai nostri figli e alle generazioni future. Un dizionario socio-pastorale non un romanzo n un saggio storico, ma pu fornirci le parole per capire noi stessi e gli altri che bussano alla porta del nostro cuore.
Letture
LA STUFA DI VERRECCHIA
Classifica
AI PUNTI
LUCIANO GENTA
Tuttolibri
SABATO 18 DICEMBRE 2010 LA STAMPA
oi qui ad almanaccare sabato scorso sulla sfida tra Eco e Faletti per il primato natalizio ed intanto la Benedetta Parodi se li cotti e mangiati: gi nella classifica della settimana precedente a questa (che non abbiamo pubblicato) aveva conquistato i 100 punti con un valore in copie vendute di oltre 25 mila, nel nostro campione di sole librerie, ed ora si rafforza, sfiorando le 40 mila. Dimmi quel che mangi, ti dir chi sei sentenziava BrillatSavarin nella Fisiologia del gusto. Il boom dei libri di ricette, nati e cresciuti in tv, rispecchia quella fascia di lettori che lIstat definisce morbidi e che si materializzano in libreria soprattutto alla vigilia delle vacanze, estive o inver-
nali, o delle ricorrenze per doni, in cerca di guide, manuali e passatempi. E praticamente non leggono nientaltro. Si calcola - riporta Giovanni Solimine nel saggio Laterza LItalia che legge, ottima strenna per gli addetti ai lavori - che siano circa 7 milioni, pi del 10% degli italiani. Dunque una bella fetta di mercato. Non conviene fare gli altezzosi, citando Oscar Wilde: Un tempo i libri erano scritti da uomini di lettere e letti dal pubblico. Oggi i libri sono scritti dal pubblico e non son letti da nessuno (La disciplina del dandy, proposta da Piano B Edizioni). Del resto al volano tv debbono gratitudine in molti: dalla Littizzetto ridarella a giornalisti dinchiesta come Nuzzi e Antonelli, ora tra i
primi 10, da Vespa a Fruttero & Gramellini, divulgatori di storia patria, allo stesso Calasso che, grazie allospitalit di Fazio si ritrova 4 in saggistica con il suo Ardore indiano, non certo popolare. A conferma, direbbe Odifreddi, che qui C spazio per tutti. Basta conoscere le regole del gioco delle copie di cui maestro Feltri, detto Il Vittorioso. Anche se lui, che si proclama un perfetto anticattolico, non ha frequentato il glorioso settimanale di avventure e fumetti, con il mitico Jacovitti, diffuso in parrocchie ed oratori con il motto lieti, forti, leali e generosi. Riproposto dallAvvenire nel 1994, quando ne prese le redini Boffo. Quello che il Nostro giocatore di copie s cotto e mangiato.
1
PARODI VALLARDI
100
2
ECO BOMPIANI
60
3
FALETTI B.C. DALAI
50
4
PARODI VALLARDI
44
5
CLERICI RIZZOLI
39
Il cimitero di Praga
Cotto e mangiato
39
7
Io e te
AMMANITI EINAUDI
37
27
26
10
CAMILLERI SELLERIO
22
Il sorriso di Angelica
Narrativa italiana
1. Il cimitero di Praga ECO
19,50 BOMPIANI
Narrativa straniera
60 1. La caduta dei giganti FOLLETT
25,00 MONDADORI
Saggistica
27 1. Metastasi. Sangue, soldi e... 26 NUZZI; ANTONELLI
14,60 CHIARELETTERE
Varia
1. Benvenuti nella mia cucina 100 PARODI
14,90 VALLARDI
Tascabili
1. Il piccolo principe SAINT-EXUPERY
7,50 BOMPIANI
Ragazzi
9 1. Gliultimieroi.Leggendedelmondoemerso 19 TROISI
18,00 MONDADORI
2. Appuntidiunvenditoredidonne 50 FALETTI
20,00 B.C. DALAI
2. Io confesso GRISHAM
20,00 MONDADORI
18
44
3. Io e te AMMANITI
10,00 EINAUDI
37
3. La lista CONNELLY
22,00 PIEMME
14
17
39
22
4. Il predicatore LCKBERG
19,00 MARSILIO
11
4. Lardore CALASSO
35,00 ADELPHI
16
5. Solar MCEWAN
20,00 EINAUDI
10
16
15
13
6. Torment KATE
17,00 RIZZOLI
14
6. Tuttoquellochenonvihodetto.ConDVD 10 BRIGNANO
19,90 RIZZOLI
6. Gomorra SAVIANO
10,00 MONDADORI
12
10
8. Leielui DE CARLO
18,50 BOMPIANI
10
8. Limit SCHTZING
23,50 NORD
10
9. Il giorno in pi VOLO
12,00 MONDADORI
LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI REALIZZATA DALLA SOCIET NIELSEN BOOKSCAN, ANALIZZANDO I DATI DELLE COPIE VENDUTE OGNI SETTIMANA, RACCOLTI IN UN CAMPIONE DI 900 LIBRERIE. SI ASSEGNANO I 100 PUNTI AL TITOLO PI VENDUTO TRA LE NOVIT. TUTTI GLI ALTRI SONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 5 ALL11 DICEMBRE.
on solo ebook. Le storie sono doni damore, diceva Lewis Carroll, soprattutto se raccontate: un piacere antico che laudiolibro sembra resuscitare un po anche da noi (notoriamente conservatori). Cifre piccole rispetto agli altri paesi. Secondo dati ufficiali 0,7 milioni di euro lanno, per con una crescita tra il 15 e il 30%, il 76% di narrativa e poesia. Stima che lirruzione natalizia di nuovi titoli conferma, insieme al generale buon livello delle registrazioni, legato soprattutto alla scelta della voce narrante, attori, doppiatori e, per romanzi o racconti contemporanei, spesso gli autori medesimi. Tra i testi ricorrenti i classici di ogni tempo, Omero, Dante, Poe, Verga, Twain, Melville sino a Calvino. Tutti i grandi editori ormai in lizza, accordi con le sigle specializzate. Vedi la Feltrinelli che ha deciso di rilanciare adesso parte del suo catalogo attraver-
PROSSIMA MENTE
MIRELLA APPIOTTI
Sorrentino, legge Servillo. Ramo italiano della casa tedesca, la Emons anche uno dei sei editori storici impegnati nel business dell ascolto: Alfaudiobook, Full Color Sound, Good Mood, Verdechiaro, Il Narratore. Questultimo con oltre 60 uscite molto selezionate (Dostoevskij, Dickens, Cechov nonch Sciascia, Moravia, Pavese) cui per le feste si aggiungono lo Schnitzler del Ritorno di Casanova presentato da Alberto Rossatti, il Fogazzaro di Piccolo mondo antico con Lino Spadaro, pi le 13 ore e 36 minuti di Alessandra Bedino per Madame Bovary. Osservava Calvino: Quando un altro legge difficile far coincidere la tua attenzione con il tempo della sua lettura: la voce va troppo svelta o troppo piano. Impasse meglio superata, in generale negli audiolibri, da voci poco note o da sperimentatissimi vecchi interpreti (come Gazzolo nellantologia dalla Divina Commedia edita da La Lettera "a") che non da alcune star del nostro cinema.
uanti anni ci vorrebbero per leggere i Libri dellAnno, di un anno soltanto, questo che sta per finire? Sono decine e decine, centinaia e migliaia, ma che dico: milioni, miliardi. Sono imperdibili, imprescindibili, incommensurabili, cos come vengono amorevolmente scremati ogni dicembre dai giornali. Ansia. Ansia da prestazione. In Gran Bretagna, la mania dellelenco tracima. Il New Stateman, per esempio, ne mette in lista 67: non 67 titoli da leggere, che gi sarebbero sufficienti per pi di un Capodanno, ma 67 vip i quali a loro volta elencano ciascuno uno o pi libri. Naturalmente, funziona. Ti incuriosisce sapere che diamine consiglia Bianca Jagger, oppure ti fidi dello scrittore Jonathan Coe, o vuoi decifrare i destini della sinistra scrutando i gusti del leader laburista Ed Miliband, e ti ritrovi ad ap-
regali anche alla sinistra nostrana. Letti questi tre ne rimarrebbero 64, pi tutti quelli indicati da tutti gli altri giornali: e utilmente suddivisi per categorie, per generi, per tipologia di lettore, fino a individuare target parecchio specifici (qualcuno arriva a consigliare un libro per lettori di otto anni che amano i cavalli: quanti saranno mai?). un servizio socialmente utile, davvero, se non altro per disfarsi dei sensi di colpa: sono troppi. Solo dal Guardian, e solo per la narrativa: Jonathan Franzen, David Nicholls, Howard Jacobson, Paul Murray, Ian McEwan, Lloyd Jones, Johanna Sinisalo, Nadifa Mohamed, Robert Littell, Colm Toibin... Lepoca del troppo di tutto, la nostra occidentale, dovr pur trovare un limite: una gerarchia, un metabolismo, un senso. Nel frattempo, che lanno vi sia lungo e lieve abbastanza per leggere tutti i Libri dellAnno, e oltre.
Diario di lettura
Tuttolibri
SABATO 18 DICEMBRE 2010 LA STAMPA
XI
I PREFERITI
L'uomo ci che mangia: l'affermazione del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach conosce da quasi due secoli un grande successo. Massimo Montanari - professore medievalista all'universit di Bologna ma, anche, il pi autorevole storico dell' alimentazione del nostro Paese, autore di opere di solido spessore e di vasto successo, come La fame e l'abbondanza che con la prefazione di Jacques Le Goff stata tradotta in tutta Europa sottolinea per un fatto. La frase di Feuerbach piaciuta cos tanto da far scordare una cosa non irrilevante: Mann ist, was er
PELLEGRINO ARTUSI
La mia infanzia Gian Burrasca, per alla narrativa ho sempre preferito la saggistica
isst, nella sua versione originale, contiene una doppia suggestione. In tedesco ist, con una sola s, vuol dire . Isst, invece, con due esse, significa mangia. Questo se lo si legge. Nel parlato per, per la pronuncia pressoch identica di ist e di isst, l'uomo ci che mangia pare potersi trasformare. Scambiarsi. Diventa L'uomo mangia ci che . Ovvero, spiega un divertito Montanari - nella sua casa di Imola imbottita di libri - il Feurbach materialista, quello a cui attinge poi il Marx giovane, proclama la supremazia della concretezza come unica realt. Per ci strizza l'occhio. Ci dice che quello che ci arriva sul piatto contiene non solo cibo ma le idee, i pensieri, la cultura dell'uomo. Questo nesso complicato e affascinante ormai da decenni al centro del lavoro di Montanari. Storico dell'alimentazione, ma pur sempre medievalista che ha mosso i primi passi alla scuola di un rigoroso Girolamo Arnaldi (mi ha insegnato il corpo a cor-
Magistrale lintroduzione di Camporesi. Ledizione del 70 sdoganava temi fino allora negletti
cellona e Parigi. Qui un prezioso punto di riferimento per me stato uno studioso del gusto come Jean-Louis Flandrin, dell'Ecole des Hautes Etudes. Attorno alla storia dell'alimentazione non si sono ampliati solo i confini, abbattendo i recinti nazionali, ma si sono intrecciate anche le interdisciplinariet tra storici, antropologi, studiosi della cultura di massa, sociologi. Questi influssi hanno mutato la prospettiva con cui mi rapporto al tema del cibo e dell'alimentazione che nel frattempo non sono pi argomenti per pochi eletti. E questo lo vedo dalle reazioni dei lettori non solo ai miei libri ma anche ai miei interventi su giornali o canali tv, come il "Gambero Rosso". Vi una maggiore consapevolezza culturale che consente ad un pubblico ampio di accettare tesi un tempo difficili da sostenere. Ad esempio quella che avanzo nel saggio L'identit italiana in cucina: che non mai esisti-
CARLO GINZBURG
Il formaggio e i vermi
Einaudi, pp. 196, 21
Non snobbo il successo delle ricette in tv, ma le cuoche star offrono ben pochi spunti efficaci per i fornelli
to da noi un modello unitario, nazionale, di cucina. E non esistono in realt neppure le cucine regionali quanto uno "stile culinario italiano" che procede per reti di citt, fatto di passaggi, contaminazioni, frontiere.
Frontiere quali ad esempio?
La storia culturale e le vicende concrete della civilt materiale dei pi umili trovavano in questo saggio un originalissimo incrocio
f
La vita. Massimo Montanari nato a Imola nel 1949. E docente ordinario di storia medievale, storia economica e sociale del medioevo e storia dell'alimentazione presso la Facolt di Lettere e Filosofia dell'Universit di Bologna e presso l'Universit di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Le opere. E appena uscito Lidentit italiana in cucina (Laterza, pp. 97, 9). Sempre per i tipi di Laterza: Il formaggio con le pere, Il riposo della polpetta, Il cibo come cultura, La fame e labbondanza. Storia dellalimentazione in Europa (con la prefazione di Jacques Le Goff).
GUALTIERO MARCHESI
Oltre il fornello
Bur, pp. 289, 17,50
Non un vero e proprio libro di ricette, dal momento che non ce n neppure una. E un aureo libretto sui fondamenti della nostra cucina
La "frontiera della pecora", ovvero dell'apprezzamento ed impiego degli ovini, che storicamente tipica dell'Appennino e non si spinge oltre Bologna. Da l passa anche il confine culinario interno tra Emilia e Romagna. Una suddivisione che nasce in epoca longobarda quando l'Emilia occupata dai barbari e carnivori che vengono dal Nord mentre la Romagna, che viene battezzata cos perch la "Romania", l'ultimo ridotto della nuova Roma che Bisanzio e fa capo a Ravenna, collocata sotto il confine della pecora.
Di conseguenza?
Il pi autorevole storico dellalimentazione nel nostro Paese: sul piatto non solo cibo ma le idee, i pensieri, la cultura delluomo
S. In buona misura era cos. Perch negli orizzonti italiani di quegli anni far entrare sul palcoscenico dell'Alto Medioevo non solo, come peraltro ha fatto spesso Fumagalli, le Matilde di Canossa e i papi, gli abati e i guerrieri, ma anche i contadini senza nome, la vita delle foreste, addirittura i maiali e il cibo quotidiano, era qualcosa di anomalo e nuovo. Come allora era piuttosto inusuale la tesi - Per una storia dell'alimentazione contadina nell'Alto Medioevo - con cui mi sono laureato con lui. Fumagalli per me stato non solo un amico, un maestro di analisi storica ma, anche, un esempio di scrittura. Lui pretendeva che ogni argomento approdasse alla pagina non tanto in modo semplice - ter-
poresi che svolgeva, rispetto al tema del cibo, un approccio originale ma da storico della letteratura. Dunque diverso da quello di noi storici. Per sono stato molto colpito, e influenzato, dalla sua magistrale introduzione alla magnifica edizione einaudiana de La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi. In un certo senso quell'edizione del 1970 sdoganava temi, quali appunto quelli dell'alimentazione, sino ad allora poco considerati.
Mentre fuori d'Italia cresceva una diversa sensibilit?
I tortellini emiliani hanno il ripieno di carne, trionfo del maiale, della civilt della carne apportata dai longobardi, mentre in Romagna vigono i cappelletti, ripieni di formaggio, frutto della civilt della pecora fornitrice di latte e formaggio ancora prima che di carne...
Per, stando alle classifiche dei bestseller, la cucina, quella che si fa spazio in trasmissioni tv di grande successo, si impone. E' un buon segno?
Con Jacques Le Goff unamicizia preziosa: il mio saggio La fame e labbondanza nato su sua sollecitazione
Le Goff. Ho incontrato per la prima volta Jacques Le Goff ad un convegno a Spoleto e da l nata un'amicizia preziosa. Devo a lui l'idea che mi ha portato a realizzare per Laterza La fame e l'abbondanza e da allora il nostro dialogo continuato.
Sull'alimentazione come se a poco a poco si fosse saldata un'alleanza italo-francese dove vi poco posto per gli storici anglosassoni, o mi sbaglio?
Certo. Almeno rispetto a quando ho cominciato ad occuparmi di alimentazione e della sua storia. Per ho molte riserve sulle modalit con cui si realizza questo sdoganamento, visto che si veicola sulla popolarit delle star che attraverso la tv cavalcano l'argomento sapendone proprio poco. Penso inoltre che queste ricette in realt transitino assai di rado dal libro di successo ai fornelli. A chi sta in cucina danno pochi spunti efficaci, di spessore.
Ma lei ha un libro di ricette preferito?
Non ricordo mie particolari passioni infantili per qualche testo. Si, forse pi l'incantamento per certi personaggi - ad esempio Gian Burrasca e quando l'ho scoperto la felicit di chiudermi nella mia stanza a leggere il Giornalino di Gian Burrasca, dimentico di tutto il resto. Ma francamente non ho mai avuto una specifica dedizione alla lettura della narrativa. E ancora oggi al primo posto metto la passione per la saggistica.
Poi, all'universit di Bologna?
L'incontro con Fumagalli. Ma non dimentichiamo che collega di stanza del mio maestro era in quegli anni Carlo Ginzburg che lavorava a libri come I benandanti. O Il formaggio e i vermi dove la storia culturale e le vicende concrete della civilt materiale dei pi umili trovavano un originalissimo incrocio. Influenzando non poco il mio procedere.
Era anche la Bologna in cui insegnava Camporesi che allora stava lavorando a libri come Il paese della fame e Pane selvaggio...
Sicuramente vi sono approcci diversi. Non a caso un significativo Master internazionale di storia dell'alimentazione quello che si impernia su Bologna, Bar-
S, anche se non un vero e proprio libro di ricette, dal momento che non ne compare neppure una. Per Oltre il fornello di Gualtiero Marchesi, pubblicato quasi vent'anni fa e riedito dalla Bur, un aureo libretto sui fondamenti della nostra cucina. Marchesi, a differenza dei divi tv, non detta ricette pi o meno vere di un piatto pi o meno conosciuto. Spiega invece le tecniche di base per conservare tenera la carne, per rendere croccante il risotto, per non far perdere sapore alle verdure... Dopo di che ognuno faccia quel che vuole. La cucina libert. (gboatti@venus.it)