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Rappresentazione teatrale liberamente tratta da “Lo stereoscopio dei

solitari” di Juan Rodolfo Wilcock

Con: Emanuela Cardelli, Luca Menozzi, Daniele Alberini e Davide Cotena


Regia di Luca Menozzi

Juan Rodolfo Wilcock, nato a Buenos Aires nel 1919 e amico di Borges,
nel 1957 si stabilisce definitivamente in Italia, nel 1960 lascia Roma, che
considera ormai troppo caotica, per trasferirsi nella campagna laziale,
muore a Lubriano (VT) nel 1978 e ottiene la cittadinanza italiana post
mortem nel 1979.
Poeta, scrittore, critico letterario e traduttore, Wilcock si reinventa
scrittore in lingua italiana diventando un ospite assai singolare della
nostra letteratura, per non dire un alieno.
Considerato “lo scrittore del fantastico e dell’assurdo quotidiano”,
Wilcock ha definito se stesso “poeta e veggente (cioè, vedo un po’ più
degli altri)” .

“Lo stereoscopio dei solitari” è un libro di racconti pubblicato nel 1972.


L’opera è una galleria esilarante e al contempo tragica di tipi umani e sub-
umani, un sottobosco urbano popolato da strambi personaggi e creature
mitologiche catapultate in una moderna e cruda realtà.
L’opera fu presentata dall’autore “come un romanzo con settanta
personaggi principali che non si incontrano mai”, ma non abbiate paura,
per voi ne abbiamo selezionati solo alcuni.
Non è stata una scelta facile, i “solitari” che ci piacevano erano tanti e
ancora ci doliamo per alcune esclusioni, speriamo comunque di stuzzicare
la vostra curiosità di conoscere anche tutti gli altri leggendo il libro.

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