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Juan Rodolfo Wilcock, nato a Buenos Aires nel 1919 e amico di Borges,
nel 1957 si stabilisce definitivamente in Italia, nel 1960 lascia Roma, che
considera ormai troppo caotica, per trasferirsi nella campagna laziale,
muore a Lubriano (VT) nel 1978 e ottiene la cittadinanza italiana post
mortem nel 1979.
Poeta, scrittore, critico letterario e traduttore, Wilcock si reinventa
scrittore in lingua italiana diventando un ospite assai singolare della
nostra letteratura, per non dire un alieno.
Considerato “lo scrittore del fantastico e dell’assurdo quotidiano”,
Wilcock ha definito se stesso “poeta e veggente (cioè, vedo un po’ più
degli altri)” .