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la Repubblica

VENERD 12 APRILE 2013

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R2CULTURA
Vende milioni di copie. Eppure piace ai palati fini Un caso letterario spiegato dal nipponista Amitrano

Un romanzo di formazione, esordio di Bresciani

LA RAGAZZA CHE DECISE DI NON PARLARE


ALESSANDRA ROTA iola una ragazzina come tante, figlia di separati, che trascorre un paio di week end al mese con il padre, Giacomo. Solo che un giorno si sveglia e lo trova coricato su un fianco, ormai quasi senza vita. Con la forza danimo della disperazione chiama il 118, spiega quello che successo, telefona a Fulvio, lamico di famiglia. Controllata, padrona di s, allapparenza fredda, senza emozioni. In ospedale per il pap muore e allora lei non parla pi. Semplicemente smette di comunicare verbalmente con il mondo. La sua non una scelta. successo e basta. La bocca sigillata e le parole non escono. La vita continua ma Viola in silenzio e subisce le voci degli altri. Con Ti volevo dire (Rizzoli, pagg. 378, euro 17), Daniele Bresciani, giornalista, esordisce come scrittore e racconta la storia di unindagine del cuore. Viola affetta da mutismo selettivo, come dicono i medici, forse potrebbe guarire ma non sembra interessata a farlo. Sua madre, che a differenza di lei, parla troppo, decide di mandarla in un collegio esclusivo, in Svizzera. E lei parte con appresso un mucchietto di lettere, un libro antico e due agende. Schegge del passato del padre. Che comincia a ricostruire. Con la tenacia della disperazione, con la curiosit di un adolescente. Con laiuto della sua buffa compagna di stanza, Leslie, figlia di una pop star, che in quella scuola di serpi rappresenta una piccola, stravagante, pausa di complicit. Viola, come Marianna Ucra, si esprime attraverso bigliettini o, comunque, preferisce comunicare con un foglio. La carta il legame che ha con il padre; di carta quella fitta corrispondenza di lui con una ragazza di Londra che si chiama Clair. C un piccolo grande amore nascosto e nemmeno troppo tra le righe, che rivela a Viola un aspetto del padre che nemmeno immaginava e che la avvicina di pi a quel giovane che era stato, pieno di sogni e di aspettative, che andava in discoteca e si faceva rompere il naso da bulletIL LIBRO Ti volevo dire ti made in England. Uneducazione sessuale di Daniele anni Ottanta, distante dagli educati innamoBresciani ramenti della madre, compagna di un uomo Rizzoli, ricco, con un figlio viziato (Tancredi) che la euro 17 chiama la muta con un certo disprezzo. Viola la voce la trova dentro di s, scova lantidoto al suo dolore nella sofferenza degli altri. Perch anche il padre lei capisce in qualche modo ha usato il silenzio per difendersi, per esorcizzare un trauma. Che cosa sia accaduto tra Giacono e linglesina, Viola non lo capisce ma sente che ha le caratteristiche di un abbandono (un altro, che non la morte, ma, comunque un vuoto). Suo padre ha chiuso per sempre nellarmadio il dispiacere e ha buttato la chiave. Che sua figlia, grazie alle nuove tecnologie e allabilit del fratellastro di scovare password, riscoprir. Romanzo di formazione allo specchio, perch le storie si snodano in parallelo, anche se con trentanni di differenza. Romanzo di formazione in collegio perch nel microcosmo, spesso feroce, che la circonda, Viola riuscir a trovare il coraggio per uscire dalla prigione virtuale nella quale si rinchiusa. Ricomincer a parlare? Di certo trover qualcosa (e qualcuno) che non avrebbe mai immaginato. Soprattutto capir che le parole, quelle scritte, non muoiono mai. Purch ci sia qualcuno disposto a leggerle.

MURAKAMI

mania

I SEGRETI DI UNO SCRITTORE DI CONSUMO E DI CULTO

FRANCO MARCOALDI
a boa del milione di copie vendute in Italia dallo scrittore giapponese Murakami Haruki stata festeggiata da Einaudi con la ristampa di un suo bellissimo e ormai introvabile romanzo (A sud del confine, a ovest del sole, traduzione di Mimma De Petra, revisione di Antonietta Pastore) e con ledizione speciale di dodici titoli tra i pi significativi della sua produzione. Tutti accompagnati dalle nuove copertine dellillustratore israeliano Noma Bar (sei titoli in marzo e sei in maggio). Murakami rappresenta un caso letterario davvero singolare, capace com di annoverare tra i suoi fan i lettori pi sofisticati ed esigenti cos come i consumatori di best-seller: un vero e proprio enigma che ha spinto Tsuge Teruhiko, professore alluniversit Senshu di Tokyo, a dedicargli un saggio, I segreti di Murakami, di prossima pubblicazione da Vallardi. Ma la traccia che sto seguendo qui offerta da un altro scritto (1Q84 di Murakami Haruki. Navigando in un mare di appunti interrogativi) che gli ha dedicato uno dei nostri maggiori nipponisti, Giorgio Amitrano, suo eccellente traduttore e da poco direttore dellIstituto Italiano di Cultura di Tokyo. Il quale, ora, mi conferma: A volte succede che la ricerca interiore di uno scrittore coincida con la ricerca interiore non di pochi lettori, ma di una moltitudine. Murakami evidentemente in sintonia con un modo di interrogarsi, di studiare le un autore proprie angosce e i propri desideri in sintonia con diffuso in ogni parte del mondo. Esprime una sensibilit che allo un modo di vivere stesso tempo personale e colletti- le angosce diffuso va. Ci che lo rende unico, e che for- in tutto il mondo se pu spiegare il suo grande successo sia presso i lettori forti che tra i consumatori di best-seller, lori- cosmo. Resta comunque che la riginalit con cui interpreta un corrente piega visionaria e allucimood collettivo: questo lo rende nata dei libri di Murakami, prende uno scrittore esclusivo e popolare avvio da una dimensione ordinaal tempo stesso. ria, quotidiana, che apre allimGrazie anche, continua Amitra- provviso su scenari onirici. Anche no, a una specialissima combina- questo un tratto in cui ciascuno di zione di evasione e introspezione. noi pu riconoscersi. Le vite di Il tipico lettore di libri di consumo tutti sono impregnate di irrealt alsi aspetta da un romanzo soprat- meno quanto di cose concrete e tutto evasione. Il lettore di Muraka- quotidiane. Murakami ha inventami prova lebbrezza di allontanar- to un metodo per descrivere quesi dal proprio mondo per evadere sto nostro oscillare tra realt e soin una dimensione separata dalla gno. uno stato danimo che copropria quotidianit, ma mentre si nosciamo tutti molto bene, anche addentra in questo spazio fantasti- se nel mondo attuale, dominato co, si accorge di compiere contem- dalla politica e dalleconomia, soporaneamente unesplorazione pravvive in una dimensione clandel proprio mondo interiore. Lo si destina. potrebbe descrivere come un rapCos come ci si pu facilmente porto tra microcosmo e macroco- riconoscere in un altro aspetto, presente ad esempio in A sud del smo. Oppure, per usare le parole del confine. Mi riferisco a quel doloropadre dei nipponisti italiani, Fosco so sentimento che, facendoci torMaraini, tra endocosmo ed eso- nare sui nostri passi, ci porta a rite-

IL LIBRO
A sud del confine, a ovest del sole uscito ora da Einaudi (pagg. 204, euro 20); sopra, Haruki Murakami

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nere la strada non presa, la vita non vissuta, come migliori rispetto al destino che abbiamo scelto. Credo che tale sentimento sia noto a tutti, indipendentemente dai risultati raggiunti nelle proprie esistenze. Anche se ci sono persone che affermano di non avere nessun rimpianto e che rifarebbero da capo le stesse cose. Secondo me mentono. Tutti abbiamo rimpianti. Del resto, senza il rimpianto non esisterebbe la poesia. Anche in Italia, e da tempo, lo scrittore giapponese, un autore di culto. Come ha dimostrato lenorme successo di 1Q84. Ma nulla di paragonabile alla Murakami-mania scoppiata in patria, con un milione di copie vendute in meno di quattro settimane. Il lancio del libro stato strategicamente ordito sulla sottrazione delle informazioni: niente anticipazioni della trama, nessuna spiegazione del titolo.

Il che ha acuito nei lettori la curiosit; da qui le prenotazioni, le code in fila davanti alle librerie, il clima di attesa spasmodica. Alla lunga, per, a mantenere alte le vendite non stato il marketing, ma il valore del libro. Uscito da poco in edizione economica, con le tre parti divise in sei volumetti, 1Q84 continua a dominare le classifiche. Ormai ad agire non pi il marketing, ma la reputazione che il romanzo si costruito tra i lettori, anche se ovviamente non mancano i denigratori. Il successo, oltretutto, stato accompagnato da alcuni miniboom collaterali, come la riscoperta di uno dei libri pi cupi e austeri di Cechov, Lisola di Sakalin, abbondantemente citato nel romanzo; e della Sinfonietta di Jancek, fino ad allora conosciuta da pochissimi. Ecco cos che Murakami si trasforma in un fenomeno assimila-

la Repubblica

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PER SAPERNE DI PI www.murakami.ch www.mulino.it

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Lo studioso e il dibattito sul ritorno al pensiero forte, al centro di un convegno

LOPERA
Hokusai: La Grande Onda

Anticipazioni/ Il saggio di Stefano Rodot sulla propriet

DALLACQUA AL SAPERE I BENI CHE SONO DI TUTTI


STEFANO RODOT
beni comuni sono a titolarit diffusa, appartengono a tutti e a nessuno, nel senso che tutti devono poter accedere ad essi e nessuno pu vantare pretese esclusive. Devono essere amministrati muovendo dal principio di solidariet. Incorporano la dimensione del futuro, e quindi devono essere governati anche nellinteresse delle generazioni che verranno. In questo senso sono davvero patrimonio dellumanit e ciascuno deve essere messo nella condizione di difenderli, anche agendo in giudizio a tutela di un bene lontano dal luogo in cui vive. aperta una essenziale partita sulla distribuzione del potere. Un grande studioso, Karl Wittfogel, ha descritto il dispotismo orientale anche attraverso la costruzione di una societ idraulica, che consentiva un controllo autoritario delleconomia e delle persone. Poteri pubblici e privati si contendono ancora oggi il governo di una risorsa scarsa e preziosa come lacqua e, con la stessa determinazione, di una risorsa abbondante e altrettanto preziosa come la conoscenza. Di fronte ai nuovi dispotismi si leva la logica non pro- cibilit del mondo alla logica del mercato, prietaria dei beni comuni, dunque ancora indicano un limite, illuminano un aspetto una volta lopposto della propriet. In nuovo della sostenibilit: che non solo questa riflessione altre memorie storiche quella imposta dai rischi del consumo scripossono soccorrerci, evocando esperienze teriato dei beni naturali (aria, acqua, amcome quella di Roma, dove la gestione del- biente), ma pure quella legata alla necessit lacqua con la costruzione delle infrastrut- di contrastare la sottrazione alle persone ture necessarie e le vestigia degli acque- delle opportunit offerte dallinnovazione dotti ovunque ci tramandano quello spiri- scientifica e tecnologica. Si avvererebbe alto era concepita come strumento per trimenti la profezia secondo la quale la mantenere la coesione sociale, tanto che fi- tecnologia apre le porte, il capitale le chiuno allet imperiale era proibito ai privati di de. E, se tutto deve rispondere esclusivamente alla razionalit economica, leffetto avere lacqua nelle loro abitazioni. Molte sono le divaricazioni da conside- ben pu essere quello di unerosione delle rare nella loro storicit, sfuggendo cos alle basi morali della societ, come ha scritto Carlo Donolo. In questo orizzonte pi largo compaiono parole scomparse o neglette. Il bene comuLa conoscenza non pu essere ne, di cui serano perdute le tracce nella fuoggetto di recinzioni come ria dei particolarismi e nellestrema indiviquelle che subirono le terre dualizzazione degli interessi, sincarna neldelle comunit in Inghilterra la pluralit dei beni comuni. Poich questi beni si sottraggono alla logica delluso fra il Seicento e il Settecento esclusivo e, al contrario, rendono evidente che la loro caratteristica quella della contrappole ideologiche di cui disseminata la divisione, si manifesta con nuova forza il leIL LIBRO riflessione sui beni comuni. Tra utilizzazio- game sociale, la possibilit di iniziative colIl terribile ne del bene e produzione di profitto. Tra di- lettive di cui Internet fornisce continue tediritto di sponibilit di un bene e sua recinzione, stimonianze. Il futuro, cancellato dallo Stefano che impedisca utilizzazioni da parte di altri. sguardo corto del breve periodo, ci impoRodot Tra diritti di propriet e creativit intellet- sto dalla necessit di garantire ai beni coil Mulino, tuale. Tra beni materiali e beni comuni vir- muni la permanenza nel tempo. Ritorna, in pagg. 511 tuali. Tra valore economico e riduzione a forme che lo rendono ineludibile, il tema euro 42 merce. Tra sguardo locale e proiezione glo- delleguaglianza, perch i beni comuni non Dal volume, bale. Un punto chiave della discussione tollerano le discriminazioni nellaccesso se dedicato ai rappresentato dalla conoscenza, bene co- non a prezzo di una drammatica caduta in beni comuni, mune globale, per il quale si continua a ri- divisioni che disegnano davvero una soanticipiamo petere che non pu essere oggetto di chiu- ciet castale, dove ritorna la cittadinanza un brano sure proprietarie, ripetendo nel tempo censitaria, visto che beni fondamentali per nostro la vicenda che, tra Seicento e Sette- la vita, come la stessa salute, stanno divecento, in Inghilterra port a recintare le ter- nendo, o rimangono, pi o meno accessibire coltivabili, sottraendole al godimento li a seconda delle disponibilit finanziarie comune e affidandole a singoli proprietari. di ciascuno. Intorno ai beni comuni si proPer giustificare quella vicenda lontana si pone cos la questione della democrazia e usato largomento della accresciuta pro- della dotazione di diritti dogni persona. duttivit della terra. Ma oggi il nuovo, sterProprio nella dimensione globale queste minato territorio comune, rappresentato considerazioni assumono particolare riledalla conoscenza raggiungibile attraverso vanza. La possibilit di affidarsi ad una loInternet, non pu divenire loggetto di uno gica diversa legata anche alla consapevosmisurato desiderio che vuole trasformar- lezza che devessere garantita una proteclo da risorsa illimitata in risorsa scarsa, con tion of planetary commons, appunto di chiusure progressive, consentendo lac- quei beni comuni ormai irriducibili alla micesso solo a chi disposto ed in condizio- sura del mercato e che sempre pi spesso ne di pagare. La conoscenza da bene co- non possono essere rinchiusi nei confini mune a merce globale? nazionali. Cos i beni comuni ci parlano dellirridu RIPRODUZIONE RISERVATA

bile a Harry Potter o alla febbre da i-phone. La stessa frenesia accompagna in Giappone luscita del nuovo romanzo, che ha un titolo molto complesso (in Italia, sempre edito da Einaudi, sar L'incolore Tsukuru Tazaki e i suoi anni di pellegrinaggio). Eppure, malgrado sia

a tutti gli effetti una star, Murakami non si fatto risucchiare dalla fiera delle vanit del successo Se ne difeso continuando a vivere come aveva sempre fatto, in modo riservato e centellinando le apparizioni pubbliche. Ha solo aumentato i periodi di permanenza allestero.

La donazione

ALLAMBROSIANA LAMICO DI LEONARDO


MILANO Ieri Bernardo Caprotti ha donato alla Pinacoteca Ambrosiana lautoritratto del pittore Gian Giacomo Caprotti (omonimo ma non parente) detto Sala, allievo di Leonardo. Secondo il restauratore Ezio Buzzegoli e lo studioso Maurizio Zecchini, lopera potrebbe essere dello stesso Leonardo. Ma gli esperti leonardeschi Marani, Fiorio e Bora escludono che sia del maestro.

Credo che ormai viva sempre meno in Giappone. Dai suoi libri si percepisce chiaramente che non gli interessa il mondo delle celebrities, ma la vita e lumanit delle persone ordinarie. Perch, nonostante le proiezioni autobiografiche evidenti in molte sue opere, Murakami non uno scrittore narcisista. Non scrive per sete di gratificazione, come invece fanno molti scrittori o aspiranti scrittori sempre ostili nei suoi confronti, ma per necessit. Si ricordava prima Jancek. La musica un elemento ricorrente in tutti suoi romanzi: classica, jazz, pop. Quanto conta, nella sua fortuna, il sottofondo musicale? Oltre a permettergli di esprimere un sentimento del tempo molto intenso, come evidente soprattutto in Norwegian Wood, le citazioni musicali rappresentano un forte elemento di coesione nei confronti dei lettori. Chi non si riconosce nella rievocazione nostalgica di certi brani dei Beatles o di Burt Bacharach? Ma non mancano riferimenti meno ovvi, a musicisti jazz poco noti o a composizioni di musica classica tuttaltro che popolari, come la gi citata Sinfonietta di Jancek. Di Murakami si sottolinea sempre, e giustamente, la centralit delle atmosfere fantasmatiche. Non meno importante lidea della costitutiva solitudine in cui sono immerse le nostre esistenze. Che poi uno dei tratti pi tipici della vita metropolitana. Non c dubbio. La solitudine il tema per eccellenza di Murakami, molto pi importante dei mondi paralleli, delle sparizioni, della musica. quel vuoto al centro dellesistenza che nessuna compagnia, nessun amore riescono mai veramente a riempire. Un vuoto a cui si accompagna per una foresta infinita di segni da cui siamo attratti in modo irresistibile. Esemplare, in tal senso, Kafka sulla spiaggia, che ci racconta un mondo magico, dove ogni evento rimanda enigmaticamente al successivo. Una specie di mosaico fantastico, le cui tessere non si compongono in modo razionale, ma invitano comunque a un esercizio interpretativo ininterrotto, finendo per disegnare una misteriosa rete di corrispondenze, analogie, rimandi. Questo larcano che va ricercato, sembra dirci Murakami, quasi suggerendo lambito di una nuova, inusitata forma di religiosit.
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