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26 DE ARCHITECTURA — LIBRO PRIMO 27

aedificantibus sed etiam omnibus sapientibus cum maxima brili fornird senz’altro, con le maggiori garanzie, non soltanto
auctoritate me sine dubio praestaturum. aquanti operano nel campo dell’edilizia, ma anche a tutti gli
Archi;ectura autem constat ex ordinatione, quae graece uomini di cultura.
Takig dicitur, et ex dispositione, hanc autem Graeci 810901v 1’architettura & composta'® dall’ordinamento (in greco
vocitant, et eurythmia et symmetria et decore et distributione tdxis) !, dalla disposizione, che i Greci chiamano didthesi dal-
quae graece owxovopua dicitur. g laeuritmia, dalla simmetria, dalla convenienza e dalla distribu-
Ordinatio est modica membrorum operis commoditas sepa- zione, termine questo corrispondente al greco oikonomia.
ratim universaeque proportionis ad symmetriam comparatio. L’ordinamento consiste nell’adattare alla giusta misura gli
Haec componitur ex quantitate, quae graece 7000TNG dicitur. elementi di un’opera presi singolarmente e nello stabilire I'in-
Quantitas autem est modulorum ex ipsius operis membris sieme delle proporzioni ai fini della simmetria'*. Esso sibasa
sumptio e singulisque membrorum partibus universi operis sulla «quantita» ', termine con cui si traduce il greco posgées.
conveniens effectus. i Per «quantita» si intende l’assunzione dei moduli “ sulla base
Dlsplo?lnlo autem est rerum apta conlocatio elegansque e degli elementi dell’opera stessa e, in rapporto alle singole parti
compositionibus effectus operis cum qualitate. Speàes dispo- di questi suoi elementi, l’armoniosa realizzazione dell’opera
sitionis, quae graece dicuntur ea1, sunt hae, ichnographia or- nel'suo insieme. La disposizione consiste nella appropriata col-
thographia scaenographia. Ichnographia est circini Îegu.laeque locazione degli elementi e, a partire dalla loro combinazione,
modice continens usus, e qua capiuntur formarum in solis area- nell’elegante realizzazione dell’opera in rapporto alla «qua-
rum descriptiones. Orthographia autem est erecta frontis ima- lita». Gli aspetti' della disposizione, quelli che in greco side-
go modiceque picta rationibus operis futuri figura. Item scae- finiscono idéai, sono i seguenti: icnografia, ortografia, sceno-
nographia est frontis et laterum abscedentium adumbratio ad grafia. L’icnografia™ si ottiene con l’uso successivo del com-
circinique centrum omnium linearum responsus. Hae nascun- passo e della squadra'” secondo una misura ridotta'*ed è a par-
tur ex cogitationeet inventione. Cogitatio est cura, studii ple- tire da essa che vengono tracciate le piante sul suolo delle aree
na et industriae vigilantiaeque, effectus propositi cum volup- di costruzione. L’ortografia'” consiste nella rappresentazione
tate. Inventio autem est quaestionum obscurarum explicatio in elevazione della facciata e nella sua raffigurazione in scala ri-
ratioque novae rei vigore mobili reperta. Hae sunt terminatio- dotta secondo le proporzioni dell’opera da realizzare. Per sce-
nes dispositionum. nografia poi si intende lo schizzo della facciata e dei lati chesi
. E}erthmia est venusta species commodusque in composi- allontanano sullo sfondo™, con la convergenza di tutte le linee
t1or11_bus membrorum aspectus. Haec efficitur cum membra verso il centro della circonferenza ™. Tutte e tre queste forme
ogîns convenientis sunt altitudinis ad latitudinem, latitudinis sono frutto della riflessione e della capacita inventiva. La ri-
Înetîgîmd…em et ad summam omnia respondent suae sym- flessione & la cura piena di passione e di vigile impegno, non
priva di piacere, rivolta al a realizzazione di un progetto, men-
Item symmetria est ex ipsius operis membris conveniens tre la capacita inventiva'* sta nel saper venire a capo
di problemi complica ti e nella scoperta di nuove soluzioni gra-
zie aun ingegno rapido e versatile . Queste sono le definizioni
riguardantila disposizione.
L’euritmia'” consiste nel bell’aspetto e nella vision
nica offerta dalla combinazione delle singole parti. Essa sirea-
lizza quando le parti di un’opera hanno un’altezza proporzio-
nata 5}3 larghezza, una larghezza proporzionata alla lunghez-
za, insomma quando tutte quante rispondono alla simmetria
che si addice loro.
La simmetria™ a sua volta consiste nell’accordo armonico
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consensus ex partibusque separatis ad universae figurae spe- delle parti dell’opera stessa fra loro e nella corrispondenza fra
ciem ratae partis responsus. Uti in hominis corporae e cubito ciascuna parte singolarmente presa e la configurazione com-
pede palmo digito ceterisque particulis symmetros est euryth- plessiva, sulla base di una parte calcolata come modulo™. Co-
miae qualitas, sic est in operum perfectionibus. Et primum in me nel corpo umano la proprieta simmetrica dell’euritmia deri-
aedlbps sacris aut e columnarum crassitudinibus aut triglypho va dalla proporzione fra gomito, piede, palma della mano, dito
aut etiam embate, sed et ballistae e foramine, quod Graeci ne- ele altre piccole parti, lo stesso avviene nellarealizzazione del-
ig:rg;qua vocitant, navis interscalmio, quod dwamnypo dicitur, le opere . E in primo luogo negli edifici sacrila simmetria vie-
item eetero"
€M Ceterorum D
operum e me: mbrisisi invenitur
i symmetriar
y i um ] ne calcolata a partire dallo spessore delle colonne, dal triglifo o
anche dall’«embater»™, ma il sistema dei rapporti modulari
Decor autem est emendatus operis aspectus probatis rebus viene ricavato anche dal foro della balista, che i Greci chiama-
compositi cum auctoritate. Is perficitur statione, quod graece no peritrema ™, dall’intervallo fra due scalmi della nave (in gre-
Ùsuanapmt dicitur, seu consuetudine aut natura. Staîione co didpegma)™”, e cosi via, per tutti gli oggetti, dalle loro parti
cum lIovi Fulguri et Caelo et Soli et Lunae aedificia sub diu hyÌ costitutive.
paethra constituentur. Horum enim deorum et species et ef- La convenienza consiste nella perfezione formale di un’o-
fectus in aperto mundo atque lucenti praesentes videmus. Mi- pera, realizzata mettendo insieme con competenza elementiri-
nervae et Marti et Herculi aedes doricae fient. His enim diis tenuti giusti'°. La sirealizza seguendo una regola - come sidi-
propter virtutem sine deliciis aedificia constitui decet. Veneri ce in greco, thematismdi — o secondouna consuetudine o con-
Florae Proserpinae Fonti Lumphis corinthio genere constitu- formemente alla natura. Si seguira una regola quando saranno
tae aptas videbuntur habere proprietates, quod his diis pr})p— innalzati edifici a cielo aperto, prividi tetto («ipetri») in onore
ter teneritatem graciliora et florida foliisque et volutis ornata di Giove Fulmine, del Cielo, del Sole e della Luna; infattile
opera facta augere videbuntur iustum decorem. Iunoni Dianae sembianze e le manifestazioni di queste divinita sono visibili ai
Libero Patri ceterisque diis qui eadem sunt similitudine si ae- nostri occhi all’aria aperta e alla luce del sole. A Minerva, a
des ionicae construentur, habita erit ratio mediocritatis, quod Marte e a Ercole saranno dedicati templi dorici, poiché in ono-
et ab severo more doricorum et ab teneritate corinthiorum re di questi dei, in ragione del loro carattere virile conviene che
temperabitur earum institutio proprietatis. Ad consuetudi- si erigano edifici privi di ornamenti. In onore di Venere, di
nem autem decor sic exprimitur, cum aedificiis interioribus Flora, di Proserpina, del dio delle sorgenti* e delle Ninfe tem-
magnificis item vestibula convenientia et elegantia erunt fac- pli costruiti secondo l’ordine corinzio mostreranno diaverele
ta. Sienim interiora prospectus habuerint elegantes, aditus au- caratteristiche appropriate, poiché, data la delicatezza dique-
tem hgmdgs et inhonestos, non erunt cum decore. Ttem sidori- ste divinità, realizzazioni di una certa finezza, fiorite e ornate
cis epistyliis in coronis denticuli sculpentur aut pulvinatis ca- di foglie e di volute accentueranno, cosi sembra, il carattere
che legittimamente loro conviene. Se per Giunone, Diana, Li-
ber Pater' e per le altre divinita simili si costruiranno templi
ionici, si terra conto della loro posizione di medietz, poichéil
principio peculiare di questi templi si porrà in equilibrio rispet-
to sia alla severita dello stile dorico sia alla delicatezza di quello
corinzio'.
La convenienza viene espressa secondo consuetudine quan-
do per edifici dagli interni sontuosi verranno redispostian-
che vestiboli convenientemente eleganti, poiché se gli interni
avranno un’elegante finitura ma ingressi ordinarie ineleganti,
non rispetteranno la convenienza. È ancora, se nelle cornici
degli architravi dorici verranno scolpiti dei dentelli ’ oppure
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pitulis et ionicis epistyliis exprimentur triglyphi, translatis ex nei capitelli a forma di cuscino ' saranno disegnati dei triglifi,
alia ratione proprietatibus in aliud genus operis offendetur la vista risulterà disturbata dal trasferimento degli elementi
aspectus, aliis ante ordinis consuetudinibus institutis. Natura- peculiari di uno stile aun altro genere d’opera, quando altre so-
lis autem decor sic erit, si primum omnibus templis saluberri- no le regole dell’ordine già codificate'”.
mae regiones aquarumque fontes in his locis idonei eligentur in La convenienza sara conforme alla natura se innanzitutto
quibus fana constituantur, deinde maxime Aesculapio Saluti, saranno scelte zone quanto mai salubri e adeguate sorgenti
quorum deorum plurimi medicinis aegri curari videntur. Cum d’acqua nei luoghi destinati alla costruzione dei santuari™; ciò
enim ex pestilenti in salubrem locum corpora aegra translata vale per tutti gli edifici sacri'?, ma in particolare per quelliin
fuerint et e fontibus salubribus aquarum usus subministrabun- onore di Esculapio, della Salute e degli dèi grazie ai cui rimedi
tur, celerius convalescent. Ita efficietur uti ex natura loci un gran numero di malati sembra ricevere cure. Quando infatti
maiores auctasque cum dignita te divinitas excipiat opiniones. imalati saranno trasportati da un luogo malsano a uno salubre
Item naturae decor erit, si cubiculis et bibliothecis ab oriente e verranno loro somministrate acque di sorgenti salutari, si ri-
lumu}a capiuntur, balineis et hibernaculis ab occidente hiber- stabiliranno più rapidamente. L’effetto sara che grazie alle
no, pinacothecis et quibus certis luminibus opus est partibus a proprieta naturali del luogo la divinità vedra un aumento della
septentrione, quod ea caeli regio neque exclaratur neque ob- sua fama e insieme del suo prestigio. E ancora, siavra conve-
scuratur solis cursu sed est certa inmutabilis die perpetuo. nienza conforme alla natura se per le camere daletto e per le bi-
_ Distributio autem est copiarum locique commoda dispensa- blioteche le aperture luminose vengono orientate a oriente™,
tio parcaque in operibus sumptus cum ratione temperatio. per i bagni e gli appartamenti invernali a occidente ™, per le pi-
Haec ita observabitur, si primum architectus ea non quaeret nacoteche e per quegli ambienti che hanno bisogno di una luce
quae non poterunt inveniri aut parari nisi magno. Namque non uniforme a nord ™, poiché questa zona del cielo non riceve né
omnibus locis harenae fossiciae nec caementorum nec abietis maggiore luce né ombra in rapporto al corso del sole, ma si
nec sappinorum nec marmoris copia est, sed aliud alio loco na- mantiene regolare e invariata per I'intera giornata.
scitur, quorum comportationes difficiles sunt et sumptuosae. La distribuzione poi consiste nella equilibrata amministra-
Utendum autem est ubi non est harena fossicia, fluviatica aut zione delle risorse e dello spazio e, nel corso della realizzazione
marina lota, inopiae quoque abietis aut sappinorum vitabun- delle opere, nella oculata ripartizione della spesa secondo un
tur utendo cupresso populo ulmo pinu, reliquaque his similiter calcolo. Essa sarà rispettata se per prima cosa l’architetto non
erunt explicanda. Alter gradus erit distributionis, cum ad cerchera di avere materiali impossibili da trovare o disponibili
usum patrum familiarum aut ad pecuniae copiam aut ad elo- solo a caro prezzo ™. Non in tutti i luoghi infatti sono disponi-
quentiae dignitatem aedificia aliter disponentur. Namque ali- bili in abbondanza sabbia di cava o pietre da taglio o legno d’a-
ter urbanas domos oportere constitui videtur, aliter quibus ex bete ™ 0 marmo, ma di questi materialiuno si trova in un posto,
uno in un altro, e metterli insieme importandoli & difficile e di-
spendioso. Piuttosto, in mancanza di sabbia di cava andra usa-
ta quella di fiume o quella di mare, dopo essere statalavata™;
anche all’assenza di abete o di assi di abete si potrà ovviare uti-
lizzando legno di cipresso, di pioppo, di olmo o di pino™, e in
modo analogo andranno risolte le restanti difficolta.
Un secondo livello della distribuzione consistera nel pro-
gettare secondo criteri diversi gli edifici, a seconda che siano
destinati all’uso dei padri di famiglia o siano da adeguare aun
tenore di vita da ricchi o al prestigio politico 7. E evidente in-
fatti che inun modo vanno costruitele abitazioni di città, inun
altro quelle in cui affluiscono i prodotti dei possedimenti di
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ossessionibus rusticis influunt fructus, non item feneratori- campagna'™; non allo stesso modo quelle per i prestatori di de-
us, aliter beatis et delicatis, potentibus vero quorum cogita- naro, in maniera ancora diversa quelle per gente ricca e raffina-
tionibus respublica gubernatur, ad usum conlocabuntur, et ta. Le abitazioni poi per gli uomini di potere che reggono lo sta-
omnino faciendae sunt aptae omnibus personis aedificiorum to con le loro deliberazioni™ avranno una disposizione commi-
distributiones. surata alle loro esigenze; in breve, bisogna fare una adeguata
Partes ipsius architecturae sunt tres, aedificatio, gnomoni- distribuzione interna degli edifici tenendo conto di tuttiide-
ce, machinatio. Aedificatio autem divisa est bipertito, e qui- stinatari.
bus una est moenium et communium operum in publicis locis L’architettura comprende tre sezioni: costruzione degli
conlocatio, altera est privatorum aedificiorum explicatio. Pu- edifici, gnomonica, meccanica ™. La costruzione a sua volta &
blicorum autem distributiones sunt tres, e quibus est una de- suddivisa in due parti, una delle quali riguarda I’elevazione
fensionis, altera religionis, tertia opportunitatis. Defensionis delle mura cittadine e delle opere di uso comune in luoghi pub-
est murorum turriumque et portarum ratio ad hostium impe- blici, l’altra nella realizzazione degli edifici privati™. Gli edifi-
tus perpetuo repellendos excogitata, religionis deorum inmor- ci pubblici sono ripartiti in tre gruppi, il primo dei quali è lega-
talium fanorum aediumque sacrarum conlocatio, opportunita- to alladifesa, il secondo alla religione, il terzo all utilita pubbli-
tis communium locorum ad usum publicum dispositio, uti por- ca™, Appartiene alla difesa l’ideazione di un sistema di mura,
tus fora porticus balineae theatra inambulationes ceteraque di torri e di porte volto a respingere in ogni momento gli attac-
quae isdem rationibus in publicis locis designantur. chi dei nemici, alla religione la costruzione di templi e di altri
Haec autem ita fieri debent ut habeatur ratio firmitatis uti- edifici sacri in onore degli dèi immortali, all’utilità la colloca-
litatis venustatis. Firmitatis erit habita ratio, cum fuerit fun- zione diluoghi pubblici a uso di tutti, come porti, mercati, por-
damentorum ad solidum depressio et quaque e materia copia- tici, bagni, teatri, luoghi di passeggio coperti e altri ambienti
rum sine avaritia diligens electio, utilitatis autem, cum emen- che secondo gli stessi principi vengono progettati nelle aree
data et sine inpeditione usus locorum dispositio et ad regiones pubbliche
sui cuiusque generis apta et commoda distributio, venustatis Queste realizzazioni poi devono essere compiute in modo
vero cum fuerit operis species grata et elegans membrorumque che si tenga conto della solidita, dell’utilità, della bellezza™. Il
commensus iustas habeat symmetriarum ratiocinationes. principio della solidita sara rispettato quando le fondamenta
In ipsis vero moenibus ea erunt principia. Primum electio affonderanno fino al terreno compatto e da ciascun materiale
loci saluberrimi. Is autem erit excelsus et non nebulosus non si fard una scelta accurata, senza risparmio di mezzi, della
pruinosus regionesque caeli spectans neque aestuosas neque quantita dovuta; quello dell’utilità, quando I’organizzazione
trigidas sed temperatas, deinde si vitabitur palustris vicinitas. degli spazi sarà corretta, non ci saranno ostacoli alla loro utiliz-
Cum enim aurae matutinae cum sole oriente ad oppidum per- zazione e questi spazi saranno adeguatamente distribuiti a se-
venient et his ortae nebulae adiungentur spiritusque bestia- conda dell’esposizione che ciascun tipo richiede; quello della
rum palustrium venenatos cum nebula mixtos in habitatorum bellezza, quando l’opera avra un aspetto piacevole ed elegante
ele proporzioni fra i suoi elementi seguiranno i corretti rappor-
ti modulari.
Per quanto riguardala cinta muraria, le regole da osservare
saranno le seguenti. Per prima cosa viene la scelta di un luogo
molto salubre', che sara tale se sarà elevato e al riparo dalle
nebbie e dalle gelate, esposto a una zona climatica né calda né
fredda, ma temperata ', e inoltre se si evitera la vicinanza di
zone paludose. Le brezze mattutine infatti, quando al levarsi
del sole spireranno in direzione della città e ad esse si uniranno
banchi di nebbia frattanto formatisi, e soffiando immetteran-
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127 Ciog, Iettegalmente, «possessori dei mathemata», ovvero di una cultura
17 Veramente Eratostene, come già ricordato, era filologo e studioso di poe-
enciclopedica (cfr. supra la nota 109), nel senso pid ampio: cosi anche in sia (Pfeiffer 1968, pp. 249 sgg.); Filolao e Archita vengono ricordati da
2,3, dove ma{be[flalmux è definito Aristarco, e inCic. Deor., 1, 10) Nc]Îe‘
altre attestazioni vitruviane il termine & adoperato nell’accezione ristret-
Cic. Deor., 3, 139 come esempi di virtd filosofica e politica insieme. Ma
V. o la sua fonte (probabilmente un catalogo ellenistico di inventori o una
ta ch matematico o astronomo, secondo un uso attestato in Cic. Deor., 1 sua rielaborazione) riflettono un’atmosfera in cui & già avvenuta la frattu-
4a:Fin., 2, 15,5, 7; Acad., 2, 82, ecc., dove i mathematici vengonoricor. ra fra sapientia politica, filosofico-letteraria e scientificae l’unità si inten-
ati accanto a grammatici, musici, physici, medici; in Tusc., 1,5 e 5, 18 € de ormai all’interno di un sapere propriamente scientifico.
Scn; Epist, 8, 26 e 27, dove si oppongono a philosophi ¢ sapientes. In 5 Queste parole, che in passato sono state portate a sostegno della tesi di
S à ;sgc 3 p&;e:me. mathémata comprende geometria, gnomonica, mu-
una scarsa conoscenza della lingua da parte di V. (cfr. il saggio Fra astratto
125 Probabilmente V. ha presente la disputatio in utramque partem propria del- e concreto. La lingua di Vitruvio, in questo volume, pp. LXXIX-XCV), vanno
la trattatistica, cioè l’esposizione di dottrine fra loro in competizione, tal-
in realtà intese in senso piti ampio che non come specifico riferimento al-
l’aspetto grammaticale gel trattato. Come ho cercato di dimostrare altro-
volta attraverso il dialogo fittizio Aristoteliomore (cosi Gic. Att., 13, 19, 4). ve (Romano 1987, pp. 81 sgg.), il contesto induce a ritencre che qui V.,
12° Sembra di cogliere lo stesso rimpianto presente nelle parole di Crasso in piuttosto che far professione di ignoranza, sottolineiil livello medio della
Cic. Deor., 3, 133: «equidem saepe hoc audivi de patre et de socero meo, sua preparazione nelle discipline non di specifica competenza, delle quali,
nostros quogue hominesqui
, excellere sapientiae gloria vellent, omnia, in accordo con quanto ha appena teorizzato, egli possiede la ratiocinatio,
" quae qmc!em tum haec civitas nosset, solitos esse complectix. i ] ‘ma non l’esercizio professionale, l’opus. Egli chiarisce cioè il suo rapporto
0 Matematico e astronomo vissuto frail 310 e il 230 a. C. circa, Aristarco di conla cultura letteraria e filosofica, rispetto alla quale la sua preparazione
Samo stabilfil momento del solstizio d’estate, sostenne l’ipotesi eliocen- & scolastica, limitata alle nozioni indispensabili alla formazione di un
trica, calcolò i diametro del sole e la distanza del sole dalla terra, fissò la buon architetto; in altre parole, egli presenta se stesso come architetto-ti-
., durata dell’anno solare in 365 giorni e 1/8. po, corrispondente alla definizione precedentemente enunciata.
F:lospfc pitagorico, nato a Taranto secondo la tradizione che V. mostradi e fi-
159 Nel momento stesso in cui prende le distanze da grammatica, retorica chia-
seguire (cfr. Dio; . Laerz. 8, 1, 46), a Crotone secondo un’altra (cfr Diog. losofia, V. tiene a precisare che a quel sapere non & estraneo; in ciò è
Lacrz. 8, 7, 84), vissuto frala fine del v e Pinizio del v secolo . C., poiché ro il tentativo di elevarsi dalla condizione di tecnico a quella diintellettua-
ebbe tapporti tanto con Democtito (Diog. Lacrz. 9, 38) che con Socrate le, reclamando cos{ per il sapere dell’architetto uno spazio entro i] sistema
(PL. Phdr., 51e), Filolao & noto per le sue teorie
dell’universo non sarebbe la terra, ma un grande cosmogonic he (il centro culturale ufficiale. Egli sa che, nonostanteil tentativo compiutoda Varro-
fuoco) © per gli scritti di ne, che aveva inserito nel sistema enciclopedico delle Disciplinae (cfr. su-
matematica, musica, fisica, fisiologia. pralanota 39) 'architettura, quest’ultima, fechn legata a un'attivita ma-
2 Vissuto frailveil1vsecoloa. C., discepolo di Filolao, il pitagorico Archita nuale, & ai margini del sistema culturale e perché vi entri sono necessari
di Taranto, amico di Platone (Arist. Pol., 1340b; Diog. Laerz. 8, 79 seg.; meccanismi di integrazione. Mostrando la connessione fra il sapere tecni-
Plut. Marc., 14), fu uomo politico e stratega oltre che scienziato, studioso co dell’architetto e il sapere letterario-filosofico, e indicando in primo
di aritmetica, geometria e meccanica, nonché autore di alcune invenzioni luogo se stesso come un tecnico fornito di istruzione letteraria media (cfr.
(Gell. 10, r2). Orazio, che gli dedica l’ode 1, 28, lo definisce «maris et ter- supra la nota 40), V. compie un primo passo in direzione della legittima-
rae numeroque carentis harenae mensor» (vv. 1 sg.), riferendosi ai suoi zione culturale. Ma nello stesso tempo egli appare inevitabilmente condi-
ÉÎÉÈ rometrici e alludendo, forse per una confusione con Archimede, o zionato dalla situazione marginale in cui il suo sapere lo relega; di qui il
Di aa ema della misto ione della sabbia, senz’altro suo «complesso d'inferiorita» (su cui Lana 1973, pp. 387 sgg.; Pasoli
affrontato dallo
1080, pp. 66 sgg.), che si esprime concretamente nell’abbondanza di di-
della misuraz: i i l

15 Nato a Perga in Panfilia verso il 262 a. C. e morto ad Alessandria attorno chiarazioni di modestia, una delle quali & appunto «parum ad regulam ar-
al 190, Apollonio visse a Efeso e a Pergamo. Fu autore di un importante tis grammaticae explicatumy. Tale «complesso» & evidente anche in 5,
trattato sui coni; sulle sue invenzionicfr. 9, 8, 1. praef., 1 sg.
13 Matematico, astronomo, geografo, ma anche bibliotecario di Alessan-

40 Assieme a quello successivo, questo capitolo contiene l’unica teoria del-
dria, filologo e critico di poesia, vissuto all’incirca frail 284 ¢ 1l 1920 C. È l’architettura tramandata dall’antichità (cfr. supra l’introduzione). In es-
ricordato in 1, 6 per la misurazione della circonferenza della terra e in sa si susseguono tre divisioni, i rapporti frale quali non sono chiari. All’in-
fir:lef.
3 s8-peravere risolto col mesolabioil problema della dupncmofé terno della prima, in sei parti, gli intcrpretiîlamo sempre indicato una
cubo. mancanza di chiarezza e di coerenza che rende particolarmente difficile la
traduzione, poiché i concetti sono semanticamente molto vicini e le defi-
D° Cfr. supralanota 79
o ; " i nizioni di V. non sciolgono le ambiguità. In ciò è stata vista una conse-
{)\lqn si Αx?nno altre notizie su questo scienziato, al quale in9, 8, 1 V. attri- guenza del fatto che V. mescolerebbe fasi cronologiche diverse della teo-
uisce l’invenzione di un quadrante di meridiana che si trovava nel circo ria estetica antica (Ferri, pp. 48 sg.) o che utilizzerebbe categorie non più
Flaminio (ma Ferri, , p. 47 mantiene i i
la lezione i
tradita panth ioè attuali, provenienti dalla riflessione del v secolo a. C. e per di piti da scuo-
«tabernacolo a cupola»). Panibisong iS g le di pensiero differenti (Lauter 1986, pp. 30 sg.). È stato notato inoltre
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est notio cuius differentia ad caput generis et quasi fontem referri potest
] Formae sunt igitur eae in quas genus [. ] dividitur» (Top.30 sg.).
16 Cioè la rappresentazione dell’edificio in piano. La parola non è mai atte-
stata altrove, tranne che nell’epitome di Cezio Faventino (288, 6), proba-
bilmente del 1 secolo d. C. (attorno al 300 secondo Plommer 1973).
7 Come haricordatoin 1, 1, 4, compasso e squadra indicano la geometria,
grazie alla quale & possibile risolvere i principali problemi relativi al trac-
ciato.
18 Allusione alla rappresentazione a scala ridotta, ampiamente attestata nel-
l’antichità, anche se in documenti (per lo pit tracciati su pietra) di diffici-
le lettura. Altri intendono perd modice nell’ accezione generica di «in mo-
do appropriato, giusto».
19 ]] termine, non attestato altrove nell’accezione vitruviana (tranne che nel
verbo orthographein in Apollod. Dam. Poliorc., 193), indica, se ci attenia-
141 E:f;f?;cBt
m :finnlf:fsono cgr?%mi in V., ma mo al testo, I'elevazione solo della facciata, non dei lati, malgrado Faven-
ee in questo capitolo piti che altro-
no al e effettive difficolta incont
n rateate ini presenza di tino (288, 7) riassuma «orthographia est laterum et altitudinis extructio»
¢ pondente latino e di vocaboli latini i vocaboli i gre- 0 Riferimento alla tecnica della rappresentazione in prospettiva della co-
corrii sponddente
ente preco,
greco, per cui a u n termine ch.
i greco posson sy ival struzione, cioè secondo I'immagine visiva prospettica che mostra, oltre
versi
ersi termi
ter ni latini
atini o a uno latino iti i allafacciata, le pareti laterali. La scenografia era una parte dell’ottica (una
Pio, tdxis = ordinatio, distributio, f pig d’unod’ gr Ty pos
definizione di essa, data da Erone alessandrino nei Kah]yfmka’, si legge in
pnln, kdllos, charis. In generale, la g ia una tarda epitome di quest’opera curata da Damiano nell’vi secolo d. C.:
reele.le categorie dell’
ciò l’approfondita analisi di Callebat 193
142 L:oc!izi;xln;;l:rl?e
I archivitett
tettura & d esunta dal lessic it o del ' ica:
Veserorice: il
Opt., 1, 13), e l’interesse vitruviano per le questioni di ottica è testimonia-
to anche da 3, s, 13 e6, 2, 3. Ilconcetto vitruviano di scaenographia & dun-
di avdirîîtio & resa poco chiara dalle que adoperato in senso ristretto, ma nello stesso tempo esso «designa in
i o is commoditas», in cui Krohn vide una ol
aO Parole «modica mem-
generale l’applicazione delle leggi ottiche alle arti figurative e costruttive
ù n
, in
precede (in effetti
N vide una glossa al termine di- ine di- nel loro complesso e quindi non soltanto le regole della rappresentazione
sembra avere il significato della iy sul piano bensi anche le regole della configurazione architettonica e plasti-
o ool ca, almeno in quanto essa tende a neutralizzare le deformazioni apparenti
determinate dal processo visivo»: cosi Panofsky 1924-25, pp. 88 sgg., il
guale definisce la scaenographia come «la resa illusionistica (cosf si può tra-
lurre adumbratio...) della facciata e delle pareti laterali e la corrispondenza
it Ra SE delle linee in riferimento al centro del cerchio». Secondo White 1956, p.
E’é@'if{ fi gdé\icoa n:gia ;ZTlta% qualcosadi ‘ddxverso dal nostro «qua 348 il passo vitruviano contiene una definizione della prospettiva lineare
A Lo «quanto grandes, ntità», e cioè che sembra una traduzione, in termini di teorizzazione, del fenomeno de-
» il1 «ci «computo di di quanti i modmoduli ulisisi
Perare», ouna preoccupazione piti arcaicaica scritto da Lucrezio in 4, 426 seg. (un portico guardato nell’insieme da lon-
- fire'\fral_enremente ellenistica per a i tano va prendendo l’aspetto di un cono allungato, il tetto si unisce al suolo,
la qualitas (Fîrxi p. 48) Ppetto
Ua :îl;egnto e mod.Èlg pez unasola opera non a gua il fianco destro a quello sinistro fino a confondersi nella punta oscura del
A2lus 1979, »p. p. 257),
25° perché sono stati se
deve stup ire (cfr. invece cono). Sulla prospettiva in V. cfr. anche la nota 32 allibro VII.
: gnù al casiat di i icic edifct con
on pidd SL iuna
asignificativa (Fleu.ry,lf:. 107), neiq
uali le preoccupazioni oî;erazive 151 Secondo Ferri, p. 52 pit che di un riferimento al «punto di fuga» si tratta
armoniche relative al valore modulare , del centro della figura, ovvero della proiezione sul piano di figura del ver-
del. tice del cono visivo che parte dall’occhio. Cfr. anche Panofsky 1924-25,
p. 47: «è possibile che Vitruvio usando il termine centrum non pensasse
tanto a un punto di fuga giacente sul quadro, quanto a un centro di proie-
zione rappresentante l’occhio dell’osservatore e che immaginasse questo
centro [...] come il centro di un cerchio, il quale nei disegni preliminari in-
tersecasse i raggi visivi»
n l 2 Inventio è termine della retorica (fra gli altri, Rbet. Her., 1, 2, 3; Cic. Inv.,
pellant [...] Nolim [...] specierum et speciebus , nostras [.. ies ap- 1), ma V. lo adopera nello stesso senso che ha in Cic. Acad., 2, 26 e Off., 1,
marum velimvel . [...] Genus s est notio dicere .| BE fgrÈÎÎ ri
i a plurisis diffe
di rentias pertinens; forma 15, più vicino al nostro «invenzione», «scoperta intellettuale». Sull’in-
ventio in V. cfr. Schlikker 1940, pp. 77 sgg.
84 DE ARCHITECTURA LIBRO PRIMO 85
155 Unica attestazione latina
(accanto a edrythmos = concinnus in Caris. 37
12 B.) di questa parola greca, di solito adoperata in rapporto linguistica vitruviana che designa la distanza fra due scalmi, cioè fra due
nell’ambito della retorica. Con la eurythmia non ci troviamo alla mucieag forcelle su cui si poggiano i remi) non è chiaro: i manoscritti danno un in-
ra _de}la progettazione: si tratta di una «parola passiva, più nella sfe- comprensibile dipheciaca. Fra i vari emendamenti proposti, quello di Ro-
prietà di qualcosa che esiste, non di
spositio, distributio [...] che hanno tuttiun atermin
che indica una pro-
e attivo come ordhmard se (diapégma = «sostegno») dà un senso accettabile, anche se non ha un
fondamento paleografico sicuro.
che fare
alla creazione di un qualcosa» (Geertman 1993, p.
con azioni e sono diretti 160 Non & chiaro il significato di questa espressione: c'è chi la intende in senso
154 20).
La comoda traduzione
i «simme
G tria»- è in realtà imprecisa. A ben vedere,
la
tecnico («ben calcolati e misurati»), chi in senso pit ampio. Quest’ultima
spiegazione sembra preferibile, perché gli esempi chefa poiV. si riferisco-
efinizione vitruviana rimanda non al nostro
(corrispondenza precisa di due o pit elementi concet to di «simmetriay
in rapporto a un luogo =
no alla scelta di cose «approvate» per convenzione o riconosciute conve-
punto, asse, piano - di riferim nienti in rapporto a un ordine naturale. Con le definizioni di decore di di-
ento),
una definizione precisa în tal senso si matrovava
a quello di «commensurabilith stributio sì passa, secondo Geertman 1993, 21 sg., «dal livello materiale-
dicono simmetriche le quantità misurabili con giàuna inmisura
Erone (Def., 128 ¢4 tecnologico (quantitas), attraverso il livello dell’ordinamento contenuti-
ve V. adoperale traduzioni commensus (ctr. ad esempio 1, unica»).
3, 2 1 , 7,
Altre:
213,
stico e della presentazione (gualitas) [...] allivello sociale».
3T 453, 3,93 spraef, 2; 6 praef., 736, 1, 123 6, 2, 1) © commodiian 161 Juppiter Fulgur aveva un santuario nel Campo Marzio. Questo epiteto di
(cfr. supralanota 142), tutte e due soddisfacenti, anche
se
Giove (ricordato da Serv. Ad Aen., 10, 423; Fest. 254, 1 L.) ricorre in al-
H, 34, 65 non esiste | equivalente latino del termine greco. secondo Plin, cune iscrizioni: cfr. ad esempio CIL 12, p. 331; CIL 12, 1807: «Iovi Ful-
5 È il koinòn métron di Exon. . Def., Def.,;128 (cfr. . lala nota 154); sempre second guri Fulmini»; 11, 4172: «Iovi Fulmini Fulguri Tonanti». La forma ipe-
Erone (Anecd.de mens. p. 114 Heiberg) la misura comune più piccola 8 trale del tempio corrisponde a una esigenza cultuale: cfr. Varr. Ling., 5, 66
dito (ddktylos), il che trova riscontro nel canone policleteo. (Giove, come indica il suo antico nome, Diespiter, cioè Dies pater, «padre
giorno», era identificato conil giorno, dies, e con il cielo, divum, e il tetto
% Analogia sviluppatain 3, 1, 1-9. aperto aveva lo scopo, appunto, di rendere visibile il cielo che con la divi-
177 Il testo tramandato & stato variamente emendato e i nità si identificava: «itaque inde eius perforatum tectum, ut ea videatur
i
guiamo Rose, che accetta la correzione di Philander embpte, ;ÌÌÌ%ÌÉÈ divum, id est caelum. Quidam negant sub tecto per hunc deierare oporte-
(dal greco embites , che è attestato, a differenza di *embatà)
e inoltre inte. re») e Ov. Fast., 2, 671 5g
gfa sedet, accettando comunque l’interpretazione di 162 1] dio romano delle fonti, una delle pit antiche divinita (inserito nel calen-
embate come il terzo
elemento di una serie columna | trighypb Jembate (cost anche Krohn,
ranger, Fensterbusch, Ferri, Fleury; altrius spiegan
dario romano in CIL 12, p. 332), in onore del quale esisteva un tempio,
e da modulo» o «il modulo di un triglifo», oppure ocolloca
«un triglifo che ser- consacrato nel 231 a. C. dal console C. Papirio Maso.
Tase successiva, cioè embates ballistae). Embatér (da embainno embate nella 19 Sappiamo da Dion. AL Ant.rom., 6, 17 che nel 496 a. C. il dittatore Aulo
è l’«entrante», il «massimo comun divisore», il valore numerico entrare »)
e lineare
Postumio, per combattere la sterilità dei campi e la carestia, introdusse a
Roma, secondo l’indicazione dei libri sibillini, il culto delle divinità agri-
di cui tutti i membri dell’edificio sono multipl (cosi Ferri,
trebbe avere il significato astratto di modulo i numeri co
PP. 55 sg.). Po-
corris pondente a
cole greche Demetra, Dioniso e Kore, con i nomi di Ceres, Liber e Libera.
Non si sa se esistesse un culto dionisiaco preesistente, autoctono (secondo
:Ema unità strutturale (Ferri, p. 52, per il quale V.
come al solito avrebbe tale ipotesi, Liber era un’antica divinità italica della fecondità e della ve-
atto confusione, in quanto embatér e modulus esiston o prima dell’ente da etazione) o importato dalla Magna Graecia (se cosi, Liber Pater si identi-
costruire, a cui si applicano secondo criteri stabiliti, mentre
nità di misur adal diametro della V. deduce l’u-
colonna o dalla larghezza del triglifo, cor-
icherebbe con Dioniso Eleuthereus). Il titolo onorifico pater risponde a
un uso attestato in tutte le lingue indoeuropee: riferito originariamente al
rispondenti alla rasa pars o proportio che si deduce dall’op
oppure potrebbe designare un elemento architettonico era già costruita) capo degli dèi, Giove, viene poi esteso ad altri dèi, in particolare a Liber,
, per esempio dello
ls;!.lînhaze d(Slclmngon 1974, p. 498; Coulton 1989; da ricorda forse perché il nome di questa divinita sembra derivare da un appellativo
s frgsas?a'p;] .esslcngrafo Esichio embatér è termine archite
re che secondo secondario di Giove.
ttonico equiva- 164 L’attenzione rivolta al decor nei templi rivela una certa religiosità di V., e
- A
ÉÎÈ\;}MJD duìgbìi oszmente iltesto
: ” in ogni caso è difficile da conciliare con un suo presunto epicureismo (cfr.
di Rose, il quale accettal’emendamento supralanota7s).
Rochly peritrema, parola che non risulta attestata in greco.
}ez;gne tramandata peritreton sembra perd accettabile: Nemmeno la 16 Sull’esclusionz dei dentelli dall’ordine doricocfr. 4, 2, 5.
tale termine infatti
indica non il foro attraverso il quale passano i fasci di cavi e che serve da 166 ] capitelli a forma di cuscino caratterizzano le colonne ioniche:
modulo nelle macchine da getto, che & Pulvinatus diventa sinonimo di ionicus in 4, 1, 12 «ex corinthi
elemento delle macchine da getto (per ciòcui cuicfr.V.,1o,si riferisc e, bensi un altro
0, 2: 20, 11 4). Biso- natis et doricis».
gnapensare o a una imprecisione di V. o a una corruttela del testo, per la 161V, probabilmente polemizza qui nei confronti dell’uso, cominciato con
quale non sono stati proposti emenda menti
soddisfacenti. l’età ellenistica e particolarmente diffuso alla fine del 1 secolo a. C., di me-
i
159 1l termine
i greco corrisp
i ondente al latino
j interscalmium (neoformazione scolare fra loro gli elementi peculiari degli ordini architettonici (Gros
1976 2, pp. 200 sgg.).
86 DE ARCHITECTURA
168 1l sostantivo
LIBRO PRIMO 87
5 fanum, che indica
indi genericamente il luogo sacro,
sto a quello profano , veniva fatto derivare
contrappo- da Off, 1, 138 sgg., passo di cui quasi sicuramente V. si & ricordato, in cui
da fari, in quanto luogo «deter- viene sottolineata la necessita sia di una dimora di rappresentanza per
minato dalla parola dei pontefici» (Varr. Ling., 6, 54). Denomina dungue l’«homo honoratus et princeps» sia di evitare «sumptus et magnificentia
In origine uno spazio più ampio rispetto
all’edificio che vi sorgera (Liv.
10,37, 1 ?_). Poiché perd comprende le nozioni espresse dai termini pif
extra modum». V. fa corrispondere una tipologia di abitazioni private a
una stratificazione sociale: alla base della prima e della seconda si trovano
Spectiicl, linper isc
sostitui
ere questi ultimi nell’uso e per essere usato co-
z?e sinonimo dei pid precisi templum, aedes, delubrum, rispettivamente i criteri dell’uso familiare da un lato, della ricchezza e del
stumatura semantica
soltanto con una prestigio sociale, rappresentato dalla dignitas eloguentiae, dall’altro. In 6,
in pid, legata all’antichita. 5 risultera piti chiaramente come il criterio della ricchezza si intersechi
E probabile che V. intenda templun: nel significato etimologico di «recin- con quello del prestigio sociale e del potere politico.
ltp», CÉE arte delimitata del suolo pubblic
atto
o diventata sacra attraverso
della consecratio. Ma poco dopo adopererà il termine fana, 178 Cfr. 6, 5, 2 sulle abitazioni di «qui autem fructibus rust is serviunt».
Prima, in 1, 2,5, ha adoperato sedes: ]a differenza frai tre sostantivi nonè
e poco 17 La «nuova ricchezza» dei feneratores (assieme ai publicani, appaltatori di
mol tg netta. La zermmo}ogxa latina relativa pubbliche imposte), esponenti di un ceto medio arricchito, la dignit2 fo-
agli edifici sacri & caratteriz- rense e il potere di chi governa lo stato ritornano nella pid ampia esposi-
zatada una certa confusione ¢, malgrado sottili distinzi
oni di significato zione di 6, 5, 2 come criteri dal cui intreccio e dalla cui combinazione deri-
‘îercate già dagli eruditi antichi, fanum, templum, aedes
e delubrum seme
rang essere usati indifferentemente. Tuttavia è possibile cogliere qual:
va la gerarchia sociale proposta da V. Nella quale il metro di valutazione
che sfumatura nell’uso. La differenza fra aedes e templum sociale non & pit l’honestum, come in Cic. o?f., 1, 150 sg., bensi lostile di
;:Zsls[tex;{e alfiel fatto che l:l pfilma, a differenza del secondo, per es. sembra vita, a sua volta proporzionale al prestigio e al potere piti che alla ricchezza
t nata dal a cerimonia della inaugura g tio (Varr.
(Varr. inGell.
i
non era accom-
14,47 7, 7; Serv. Ad
(ai nobiles sarà richiesto un tenore di vita pid alto che ai publicani).
180 La seconda divisione che V. dà dell’architettura riguarda i suoi settori di
IM 70 C£. 6, 4, 1 e, a propositoi delle abitazio
j ni greche, 6, 7, 3. attività e corrisponde alla struttura complessiva del trattato: aedificatio,
M Cfr. 5, 10, 1;6, 4, 1. libri I-VII; gnomonice, libro IX; machinatio, libro X (quanto al libro VIII,
-172 Cfr. 6, 4, 2 ¢, a proposito
i dell’abi
iytazione cfr. larelativaintroduzione).
greca, 6,7,3.
173 Questa aff(’:rmazlone si inserisce nella polemica
181 All’edilizia pubblica sono dedicati i libri III, IV e V, a quella privata il li-
versatutto il trattato (sull’avaritia come disvalore contro il lusso che attra-
nel modello
bro VI
Xèîì‘;î acîgè uprala %c(a 71). Alltro;euv., a]lfudendo allo sperper etico vitru- 122 Sulle opere di difesacfr. 1, 5, sulla religione i libri III e IV, sull’utilità pub-
o che carat- blica il libro V.
b ia a Roma, parlerà del e «infinitaesuj mptuum profusi i
onesy 18 Sul rapporto fra venustas e utilitas|necessitas cfr. Cic. De or., 3, 180, il qua-
L ] i " 1 . le, per sottolineare tale rapporto nelle partes orationis, porta alcuni esempi
Sia a{yàe_: ;mmpng xus designa no l’abete. Bisogne ra dunque pensare o chesi
]t}':itbn i ufl specie diverse (abete e abete rosso) o che il riferim ofge)ni dalle artes tecniche della costruzione, fra cui l’architettura in parti-
ro e alla parte inferior ento sia al-
e di esso, liscio e senza nodi, adoperato in fale- colare: «quid tam in navigio necessarium quam latera quam cavernae
quam prora [...]? Quae tamen hanc habent in specie venustatem, ut non
g;famerla, come lo stesso V. ricorda in 2, 9, 7, chiamando
sappinea la parte solum salutis sed etiam voluptatis causa inventa esse videantur. Colum-
Éerer:‘:lom delll’abl;:ke (cfr. anche Plin. NH, 16, 196). Sappinu
s
e € dunque[ I'abete in quanto materiale, A abies l’al bete in potrebbe es- nae templa et porticus sustinent; tamen habent non plus utilitatis quam
i quanto albero dignitatis. Capitoli fastigium illud et ceterarum aedium non venustas sed
175 Sulle diverse qualita della sabbia cfr. 2,4,158. necessitas ipsa fabricata est». Nella trattazione vitruviana, comunque,
l’unico concetto nuovo fra i tre è quello di firmitas, poiché le definizioni di
1 suél? àîî?à dellegno foÉnitî da questi alberi V. tornerà nellibro 2 cf. 2 venustas e di utilitas coincidono con quelle di altre categorie precedente-
Ù 0, cipresso, abete); 2, 9, . (al 5 mente enunciate.
i
Ot 12 el s e sss blbonoia 22 I
i
181 Nella sezione dedicata all’urbanistica prevalgono considerazioni igieni-
7" Partendo dalle abitazioni dei privati, V. arriva a disegnare un abbozzo di co-sanitarie: la scelta del sito per la città è fondata essenzialmente sulla
progetto urbanistico, sul quale influisce l’immagine che egli ha della so- considerazione della salubrità del luogo. In ciò V. sviluppa concetti della
cietà e che si incontra con il disegno della società propos tradizione, medica e non medica, ma quello che colpisce è la preponderan-
augustea, nella quale poi confluivano alcune linee dell’eltoaborazi dalla cultura
roniana. Se V. oscilla frala: polemica contro il lusso, come abbiamone cice- za dell’aspetto igienico a scapito di altri fattori che pure dovrebbero esse-
dato prima, © una certa indulgenza al lusso privato in rapport o ricor re determinanti, come quello della collocazione strategicamente opportu-
o al tenore di nao favorevole ai rapporti commerciali (per Fleury, p. xcrx è segno del fat-
vita e al prestigio dei proprietari (ciò
etto qui anticipato sarà sviluppato: sarà piti chiaro in 6, 5, 2, in cuiil con- to che V. scrive in un’epoca di pace e di benessere). Îl tema del rapporto
Romano 1087, pp. 30 sgg., r60 sg.), sulle contraddizion vitruviane cls
già Cicerone oscillava fra la denuncia
frale condizioni ambientali e la salute costituisce uno dei filoni interni al
Corpus hippocraticum: soprattutto, esso è al centro del trattato Su arie, ac-
lei pericoli di degrado impliciti nello
zione di prestigio da parte dei membri sfarzo e la necessita di una ostenta-
della classe dirigente, come appare
que, luoghi, che V. mostra anche altrove di conoscere (cfr. supra la nota
94), in cui è prestata molta attenzione all’esposizione (Aer., 1-6 = L. 2,

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