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In questa prima fase lavoreremo con le strutture traviformi poi via via passeremo alle
strutture piane infine agli elementi anche solidi. Introduciamo anche cosa vuol dire modellare
base elementi finiti: la tecnica degli elementi finiti è una tecnica che consente di andare in
modo sistematico a campionare una data funzione entro uno spazio di modellazione che
viene gestito in forma discreta. Sostanzialmente quello che viene fatto prendere un continuo,
lo si va a parcellizzare in strutture sottodomini elementari per i quali noi andiamo a
campionare per ciascun sottodominio una data funzione. Lo spazio viene quindi diviso in
quelli che noi chiamiamo elementi che vengono definiti entro estremi nodali che sono quindi
dei nodi e che coprono di determinate proprietà. Non bisogna mai confondere la definizione
di nodo rispetto alla definizione di punto. La definizione di punto è una definizione solo
spaziale cioè identifica un locus geometrico; il nodo all'interno di un ambiente di calcolo
elementi finiti oltre ad avere una posizione spaziale ad esso vengono associati dei gradi di
libertà che possono essere solamente traslazionali, traslazionali e rotazionali e questa
volontà, queste capacità sono importantissime perché ci consentono di andare a mappare
sul dominio discreto che siamo andati a costruire l'evoluzione della funzione di
campionamento. La volontà di adottare elementi che sono definiti entro nodi dal punto di
vista spaziale ci consentono appunto di chiamare propriamente questo metodo come
metodo agli elementi finiti, finiti perché discreti perché gli elementi sono quelli porzioni,
quelle aree che possono essere triangoli rettangoli possono essere strutture anche solide
come tetraedri o esaedri che vanno a rendere e a definire sottodomini e ripartire in
sottodomini un sistema continuo come può essere un corpo. Dal punto di vista del calcolo il
passaggio dal continuo al discreto introduce un'approssimazione quindi dire che gli elementi
finiti danno una risposta esatta è implicitamente non corretto, perché appunto approssimano
una geometria. L’esempio classico è come può essere cerchio rispetto all'impiego di
triangoli? Io ricostruisco anche l'area il 100% del cerchio se considero triangoli di area
infinitesima, più tendo all’area infinitesima meglio prossimo l'area del cerchio.

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Se invece al punto di vista nel calcolo utilizzo triangoli con una base molto ampia quello che
vado a perdere tipicamente o in sottostima o sovrastima è l'area di quella porzione diciamo
così di settore circolare che rimane o al di fuori o all’interno, quindi vado a introdurre una
approssimazione di calcolo: Il problema lato elementi finiti può essere visto in forma molto
semplice come comparato rispetto ad un problema di una molla caricata da una forza
esterna per la quale noi andiamo a calcolarne il cedimento nota la sua rigidezza. Dal punto
di vista del calcolo degli elementi finiti in ambito strutturale in assenza di carichi termici o
magnetici o in condizioni particolari quindi siamo a temperatura ambiente, il problema lato
elementi finiti è un problema che può essere ricondotto nella forma F=k*x; dove
sostanzialmente e usualmente i sistemi e gradi di libertà sono molteplici, non sono
semplicemente di quelli di una molla monodimensionale ma sono funzione del numero di

nodi coi quali sono andata a discretizzare il mio continuo e sono funzioni di quali sono i gradi
di libertà che ogni nodo può portare e supportare.

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Nel caso specifico in un dominio piano l'elemento più semplice è elemento di natura
triangolare, qui viene riportato un triangolo scaleno dove è stata isolata un'area discreta
entro i nodi i-j-k dove ciascun nodo può traslare o parallelamente rispetto all'asse X o
traslare parallelamente rispetto all'asse Y. Questo ci consente una traslazione generica nel
piano XY. Le traslazioni e quindi i gradi di libertà nodali propri di ciascun elemento vanno a
definire la risposta primaria del problema lato elementi finiti che è l'investigazione del campo
degli spostamenti che si vengono a generare in una struttura a seguito dell'applicazione di
carichi agenti esternamente. Il campo degli spostamenti in questo caso di un elemento
triangolare parallelo all'asse X è chiamato genericamente u parallelamente rispetto all'asse
Y ha chiamato genericamente v ed è funzione di opportuni coefficienti che chiamiamo qua
Alfa1, Alfa2, Alfa3, Alpha4, Alfa5, Alfa6 che sostanzialmente possono essere visti come una
somma propriamente pesata degli spostamenti del nostro triangolo considerandolo nel piano
XY. Questi aspetti verranno meglio dettagliati nel corso delle lezioni di teoria. Oggi la cosa
importante con cui dobbiamo uscire è che la tecanica degli elementi finiti è una tecnica
approssimata e mi consente il passaggio, la gestione geometrica di un sistema continuo che
viene parcellizzato in sottodomini ciascun sottodominio definisce una data area, un dato
volume e questo volume è delimitato da nodi i quali sono definiti in termini sia geometrici ma
che supportano anche i gradi di libertà di spostamento, di rotazione del corpo. Noti i gradi di
libertà di spostamento e rotazionale del corpo io vado a ricostruire la funzione obiettivo del
mio calcolo a elementi finiti che altro non è che tipicamente in condizione di elasticità il
campo degli spostamenti che mi servirà per poi calcolare il campo deformativo e
conseguentemente il campo tensionale nota la matrice di materiale con la quale il mio
componente è stato realizzato e costruito. Un po' quello che si fa anche in teoria della trave
calcolo gli spostamenti le deformazioni vengono a rapportate rispetto alla lunghezza iniziale
del mio componente, le tensioni sono ottenute per la moltiplicazione del materiale rispetto al
campo delle deformazioni.

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Il solutore con cui noi andiamo a lavorare è il solutore MSC Marc Mentat che dovreste
essere riusciti a trovare sul vostro computer facendo doppio click sull'icona si può aprire
l'interfaccia grafica. In realtà si chiama Marc nella misura in cui Marc richiama quello che
viene chiamato pre-processing e richiama anche il post-processing mentre Mentat è invece
il solutore vero e proprio dove qui viene esplicitata la possibilità di risoluzione anche di
calcoli non lineari. Quindi nella prima parte del corso vedremo i problemi risolti in campo di
elasticità per piccole rotazioni, piccoli spostamenti e materiale supposto lineare come
relazione tra tensioni e deformazioni ma vedremo nel corso anche le possibilità di introdurre
le non linearità anche ad esempio di materiale o di grandi rotazioni. I file con cui si lavora in
questo ambiente sono di varia natura: vediamo i primi sono i file di input che sono con
estensione .mud o .mfd e sono file di sola visualizzazione grafica, dietro ciascun file che voi
vedete graficamente in realtà viene scritto un file di testo che ha astensione .dat che è
esattamente il file che il nostro solutore va a leggere in fase di calcolo, quindi dietro ad ogni
dat in realtà c'è il vero proprio costrutto, il linguaggio macchina con cui il mio servitore
Mentat è in grado di post-processare e analizzare il calcolo. Tra i file di output quindi i file e
risultati abbiamo una visualizzazione grafica che è ottenuta con 2 estensioni file che anno
estensione .t16 o .t19 ma al di sotto dei quali in realtà abbiamo sempre due file di testo che
possono essere un .log o un .out che voi potete aprire con un qualsiasi editor di testo sia il
dat sia il log che l’out sono leggibili con un editor. In aggiunta troverete nella dispensa un file
che io vi fornisco questo file che non vi viene chiesto di imparare a costruire è un file che ha
estensione .proc questo file se opportunamente gestito consente di andare a ricostruire in
forma automatizzata tutti i modelli dall'inizio alla fine che otterremo e costruiremo insieme
quindi vi consentirà proprio di ricostruire in modo automatico tutto il nostro modello. Il
file .proc che sono andata ad aprire anch'esso è un file di testo e in realtà troverete dei
comandi che sono esattamente quelli che adesso andiamo a richiamare all'interno della
interfaccia grafica e che vediamo nella sezione prompt che sono dei comandi di linguaggio
macchina che vanno a richiamare tutte le istruzioni. Alla stregua di quello che abbiamo visto
per il Maxima come si chiama una derivata? Per la scrittura di un listato proc bisogna
utilizzare un linguaggio dedicato con linguaggio Marc.

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L'interfaccia grafica adesso la andiamo ad aprire e andiamo a enucleare meglio quindi


ognuno di voi può aprire la sua interfaccia grafica. Allora l'ambiente di lavoro come vi dicevo
quando si apre un listato modello Marc Mentat nella versione 2020 ha una interfaccia grafica
così fatta: innanzitutto qui in alto c'è la denominazione del modello, modello nel mio caso
18.mud come vi dicevo nell'interfaccia grafica in fase di impostazione di un modello
l’estensione .mud; qui in alto trovate una sezione che ci consente ad esempio sia nella
sezione file di creare un nuovo modello, aprirne uno precedente, ma soprattutto importante
andare a salvare il lavoro che stiamo impostato attraverso varie istruzioni (save, save and
Exit, oppure salva in una data cartella). Cosa importantissima bisogna andare a definire che
cos'è la current directory che è la vostra interfaccia di lavoro. Marc è un pochino rigido in tal

senso bisogna lavorare in una cartella locale che sia di accesso diretto del solutore quindi
non andate a lavorare su dei drive che vanno a pescare le licenze di Marc; dovete lavorare
entro il vostro computer, dovete lavorare in un percorso che non abbia spazi e
preferibilmente non abbia caratteri speciali. Consiglio che do sempre io lavorare ad esempio
in documents lavorare in una cartella che non abbia spazi e si va a selezionare una cartella
di lavoro (per me è progettazione del telaio) e questa Directory viene salvata choosen e
quindi diventa la vostra Directory di lavoro. Come vi dicevo qua sotto c'è il comando prompt
qui sotto ad esempio abbiamo appunto fatto quello che è chiamato il comando macchina
che si chiama *change_directory e io ho settato come cartella di lavoro questa cartella nel
video; dopodiché vado a fare il salvataggio, quindi vado a fare: file, save as e come vedete
lui ha stoccato dove io andrò a lavorare e andrò a lavorare in questo caso su modello che se
vi va chiamiamo Halo.mud, vedete qua sotto la possibilità di selezionare i due tipi di opzioni
di salvataggio .mud o .mfd sono molto simili che cosa differisce l'uno dall’altro? Che il
sistema .mfd risulta essere meglio ottimizzato quindi tipicamente impiegato per modelli di
dimensioni molto molto grandi e molto significative. Suggerisco per partire di lavorare su un
file di natura binaria .mud e si fa save. In alto come vedete rispetto a modello 18 come era
chiamato all'inizio divena halo.mud e quindi è stato nominato e ben salvato. Andiamo a
vedere gli altri menù importanti: la cosa importante è andare a definire quali sono le
principali toolbar di lavoro. Abbiamo delle toolbar a tendina come abbiamo visto anche
all'inizio e che possiamo andare a selezionare all'interno della quale troviamo molte
istruzioni ma abbiamo anche delle icone rapide. Icone rapide all'interno di questo menù
principale che è chiamata tipicamente toolbar perché è l'area denominata in verde così
come un'area operativa di comandi di istruzioni che io chiamo main o meglio dove troviamo
la possibilità di impostare proprietà geometriche e di discretizzazione che altrimenti vengono
dette meches, possiamo andare a definire le proprietà geometriche nel nostro sistema,
assegnare le proprietà, andare a imporre le condizioni al contorno fintanto che non siamo
pronti per impostare il caso di carico così come la richiesta proprio di Job cioè vuol dire di
risoluzione del problema e in conclusione di aprire e valutare i risultati ottenuti. Abbiamo
anche altre toolbar di interesse oltre a questa principale ne abbiamo due in realtà tre laterali
che si collocano a cornice dell'interfaccia grafica vera e propria. Via via le andremo a
declinare insieme e anche a adottare insieme. Vediamo però alcune cose abbastanza
importanti: il comando reset view, il comando fill ci consentono di andare a centrare il
modello che andremo a costruire e quindi a posizionarlo in modo centrato all'interno
dell'area grafica, potremo andare a fare degli zoom localizzati aprendo uno zoom box così
come potremmo fare degli zoom in e zoom out quindi col più o il meno in forma discreta;
potremo andare a ruotare in modo discreto il nostro componente così come potremo anche
visualizzare lateralmente e frontalmente nei vari piani rispetto al sistema di riferimento
globale la nostra struttura. Tra le cose tra gli accessori più ricorrenti più comuni andiamo
inoltre anche a vedere la visualizzazione grafica quindi entriamo nella icona plot che è
questa in alto a destra. La prima cosa che ti chiedo di fare è di andare a chiedere in
visualizzazione quindi plot control quindi vuol dire che cosa posso visualizzare graficamente,
vi chiedo di attivare l'opzione nodes, così come l'opzione points. In assenza di queste
disattivazioni ne l'entità di tipo nodo ne l'entità di tipo punti verrebbero visualizzate
graficamente e poi in realtà il problema che accade sotto dovreste trovare il tasto regen vi
consente di andare a caricare queste opzioni di visualizzazione e quindi di renderle attive e
operative.

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Oggi l'obiettivo primario è andare a costruire e a valutare la risposta torsionale di un telaio


molto simile a quello che abbiamo visto nelle lezioni scorse: è appoggiato su tre appoggi, è
caricato da una forza in uno degli estremi che ha chiamata F. Le dimensioni sono qui
rapportate quindi hanno estensioni b e c pari a 1000 mm e 600 mm con un carico di 1000
N. La struttura è realizzata in acciaio e la geometria è una geometria circolare cava in cui
vengono riportate il momento d'inerzia e momento d'inerzia polare per quella data
geometria. Ovvio che all'interno di un solutore base elementi finiti non posso lavorare in
forma simbolica ma devo lavorare in forma geometrica ben esplicitata quindi occorre che io
vada a costruire questo telaietto all'interno del mio ambiente di lavoro ai fini del calcolo del
cedimento in concorrenza di F; vi ho già fornito il listato Maxima che va a calcolare questa
struttura dal punto di vista analitico e ora lo andiamo a fare all'interno del solutore base
elementi finiti. La prima cosa da farsi è quindi ricostruire il telaio e questo telaio, come avevo
già anticipato, ci richiede quindi di andare a ricostruire per entità che noi chiamiamo entità di
meches il telaietto. Telaietto si costruisce così: anzitutto si deve esplicitare l'unità di misura
noi lavoriamo in millimetri quindi lengther unit mm e andiamo a lavorare all'interno del
pannello che si chiama geometric properties; vi si aprirà una sottosezione in cui qui potete
costruire punti curve e superfici e solidi e queste sono solo e soltanto entità con proprietà
geometriche al di sotto della quale trovate strutture con entità di natura meches che sono
quindi nodi ed elementi i quali supportano oltre a una disposizione spaziale anche gradi di
libertà. Nel nostro caso specifico andiamo quindi a costruire il primo nodo quindi nodose add
e si aggiunge un nodo, qui sotto compare una nuova sezione il nostro solutore in fase di pre
processing ci chiede di indicare la coordinata X del nostro primo nodo, la struttura l'andiamo
a costruire in modo simmetrico rispetto all'origine globale del nostro piano di lavoro che è
centrata in (0;0;0) e andiamo a costruire il telaietto che abbiamo visto prima. Le coordinate
del primo modo sono disposte a -600 in X, in Y 0 e in Z 0. Come si fa a vedere se quello che
siamo andati a costruire, come vedete qui a sinistra nel nostro menu ad albero in cui
cominciamo a costruire via via pezzi di meshes, in particolare un primo nodo? Si va a
centrare rispetto alla mappa globale rese view e fill come vedete lui va a campionare il
nostro primo nodo che è un'entità di meches quindi ha posizione spaziale ma anche gradi di
libertà in X e Y. Andiamo a definire un secondo nodo quindi nodes add dato nelle posizioni in
X,Y e Z il secondo nodo ha coordinate -600 in X, in Y a -1000 e in Z 0 quindi lo posizioniamo
nel piano Z=0; il terzo nodo ha coordinate 0 in X; -1000 in Y e 0 in Z;il quarto nodo ha
coordinate 600 in X; -1000 in Y; e 0 in Z. Se volete nuovamente vedere che cosa state
producendo oltre a capire che qui state aumentando la numerosità dei nodi potete ricaricare
la mappa richiamando il comando fill view cioè vuol dire “fammi vedere che cosa sto
facendo rispetto all'interfaccia grafica globale”. Andiamo a tradurre il quinto ed ultimo nodo
che va a posizionarsi verticalmente la mia struttura in X pari a 600; in Y pari a 0 e in Z pari a
0.Come vedete che sia costruito il quinto ed ultimo nodo andiamo ad introdurre un’entità di
tipo solamente geometrico che è il punto points add di coordinate (0; 0; 0) e che quindi mi
consente di andare a differire l'asse e il piano di simmetria di questa struttura. Voglio essere
sicura oltre a vedere graficamente i nodi che qui trovate come quadratini che vengono
diversificati rispetto ai punti perché sono identificate dalle piccole croci. A ciascun nodo e a
ciascun punto all'interno della nostra interfaccia grafica sono assegnati delle etichette, in
particolare entrando nella sezione Open plot control menu dove abbiamo attivato la
visualizzazione grafica dei nodi ad esempio entro nell’opzione settings, vi si aprirà una
seconda Shell, e vado a visualizzare graficamente la mappa delle etichette che altro non
sono che le labels, carico questa mappa richiamando il comando regine e chiudo questa
visualizzazione con Ok. L'ordine col quali sono andata a costruire i nodi dall'1 al 5 è stato

rispettato e la numerazione è coerente rispetto a tale costruzione. Analogamente sui punti


Points settings, attivo la visualizzazione delle labels, ricarico la mappa e vedo che
effettivamente il primo punto costruito ha anche quella data etichetta e identifica
univocamente quel dato punto. Non possiamo avere entità che siano geometrico o di
meches che abbiano la stessa etichetta; ogni nodo e ogni punto è identificato univocamente
questo non vuol dire che io non posso avere punti o nodi sovrapposti ma con etichette
diverse! Per costruire il telaio quindi devo dare struttura e, come vi ho detto, un sistema
continuo viene ripartito in piccoli sottodomini discreti chiamati elementi. Come si costruisce
un elemento? Bisogna entrare sempre nella Geometry properties and Mash e si va a
costruire un elemento all'interno del nostro pre-processing possiamo andare ad avere tipi di
elementi molto diversi. La classe di default è la classe Quad (4) quindi gli elementi
quadrilateri definiti entro quattro nodi. Nel nostro caso in analisi andiamo a costruire
elementi di meches definiti con due soli nodi di estremi quindi selezioniamo la classe di tipo
line (2). Andiamo a costruire il nostro primo elemento elements add qui sotto mi viene
appunto richiesto di identificare il primo nodo estremale dell'elemento trave che andrò a
costruire: nodo1; mi viene chiesto il secondo nodo in questo caso il nodo2 come vedete il
solutore in fase di pre processing mi dice di aver costruito il primo elemento che è definito
entro le estremi nodo1 nodo2. Proseguo costruendo anche gli altri porzioni di struttura: un
elemento quindi che va costruito tra il nodo2 e nodo3 tra il nodo3 e nodo4 e tra nodo4 e
nodo5. A volte come accade qui facciamo fatica a vedere graficamente i nodi, dobbiamo
andare a ruotare coerentemente o a spostare o a traslare il nostro modello nello spazio e
per fare questo tipicamente si attiva la manina che vuol dire che ci consente di muovere il
modello quando Dynamic Model è attivo e vuol dire che possiamo spostare il modello. Come
si trasla o verticalmente o lateralmente un modello? Selezionando il tasto sinistro del mouse
quindi attivo la manina e col mouse premendo il tasto sinistro e muovendomi col mouse da
sinistra verso destra dall'alto verso il basso posso traslare il mio modello. Come posso
ruotarlo? Col tasto centrale del mouse. Come se io vado a disattivare la manina e vado a
premere il mio tasto del mouse centrale o di sinistra in realtà il modello non si sposta più.
L’attivazione e la disattivazione della manina può essere fatta anche selezionando da
tastiera il comando alt, tale comando alt è il modo veloce per attivare o disattivare la manina.
Visto che adesso il mio telaio è un po' storto e un po' sghembo e preferisco visualizzarlo con
la grafica nel piano XY ritorno nel comando reset view e fill quindi sostanzialmente mi va a
plottare e a riposizionare nel piano XY la mia struttura. Fatto questo un ulteriore
considerazione vedete che qui sotto dietro ad ogni comando che io eseguo il mio pre-
processing risponde con un comando particolare *fill_view questi sono esattamente i
comandi che nel pre-processing dando in pasto mia procedura vi consentono di ricostruire
esattamente il modello che stiamo costruendo ora. Come si esegue una procedura? Adesso
lo andiamo a vedere. Quindi procediamo col modello: come vi dicevo andiamo a considerare
un continuo in forma discreta quindi andiamo a parcellizzare con una lunghezza ben decisa
e ben oculata i tratti da 1 a 2 e così conseguentemente 2-3,3-4,4-5 vuol dire che vado a
suddividere in sottodomini ancora più piccoli la lunghezza delle travi in analisi. Come si va a
fare questa suddivisione? Si va a fare quello che viene comunemente chiamato comando di
tipo subdivide, quindi apro l'opzione di tasto subdivide. La suddivisione viene data rispetto
alla sistema X,Y e Z con i quali io vado a costruire la mia struttura in particolare è un asse di
sistema locale proprio della mia trave quindi va da 1 a 2 è definito l'asse del mio elemento e
quindi è chiamato asse X,Y e Z. In questo caso specifico vado decidere di suddividere in 50
porzioni i tratti che sono il tratto di componente che va da 1 a 2 e da 4 a 5 quindi vado a
suddividere con una divisione di 50 suddivisioni in X lungo le direzioni locali di trave. Quali
elementi? Quindi elements, mi chiede gli elementi della lista che sono l'elemento 1 che viene
visualizzato in verde e l’elemento 4 che viene visualizzato da 4 a 5 anch’esso in verde. Ho
finito di selezionare gli elementi che voglio suddividere? un'opzione è selezionare il tasto che
è rapido e che qui è chiamato End of list, oppure un'altra opzione è tasto destro del mouse.
Decidete voi che cosa preferite. Come vedete da tratti di lunghezza significativi siamo andati
a parcellizzare e sotto suddividere l'elemento iniziale 1 in 50 sottoelementi così come
l’elemento 4 e sono andata a costruire dei nodi intermedi. Andiamo ancora anche in questo
caso ad andare a suddividere in sotto porzioni più piccole i tratti che vanno da 2 a 3 e da 3 a
4, in questo caso il numero di suddivisioni per avere una dimensione uniforme di
discretizzazione su tutto il nostro dominio andiamo a costruire tratti divisi in 30 lungo l'asse
della trave, quindi 30 suddivisioni per avere elementi di lunghezza uniforme pari a 20 mm.
Vado a selezionare gli elementi quindi elements, seleziono l'elemento che va dal nudo 1 al
nodo 3 e poi l'elemento che va dal nodo 3 al nodo 4. Prima avevo fatto tasto destro del
mouse adesso uso il comando End of list. Anche in questo caso come potete vedere si sono
formati e sono andati a costruirsi elementi di lunghezza pari a 20 mm. Voglio verificare che
effettivamente siano 20 mm? Qui in alto c'è il comando di tipo distance che vado a
selezionare con l'opzione di visualizzazione più di dettaglio che può essere fatta con zoom in
o con anche con un box quindi e selezionando una porzione di struttura, vado a entrare
all’interno del mio modello. Col comando distanza lui mi chiede di inserire il primo nodo in
questo caso di interesse e il secondo nodo di interesse entro il quale il mio modellatore va a
dirmi che effettivamente la distanza è pari a 20 mm, una distanza che viene data sia in
magnitudo sia in componenti vettoriale rispetto al sistema globale così come vengono anche
definiti i posizionamenti angolari tra i due nodi selezionati in termini di angoli proiettati
rispetto ai piani globali della nostra struttura. Voglio riposizionarmi globalmente; mi basta
richiamare l'opzione di tipo fill view quindi rimappa e riposiziona la struttura globalmente nel
mio piano di lavoro. In subdivide nel primo spazio inseriamo il numero di parti in cui
dividiamo l'elemento mentre come 1 e 1 sarebbero gli altri due assi locali dell'elemento
poiché il calcolo degli assi locali di un elemento non è cosa banale per il momento vi chiedo
un atto di fede. Diciamo che la divisione lungo l'asse della trave che è l’asse dominante di un
elemento trave è quella che è definita tra il nodo con etichetta minore versus il nodo con
etichetta maggiore. Qua c'era 1-2 ovvero va da 1 a 2, questo è l'asse X locale della trave e
lungo il quale lui fa 30 divisioni; lei lo può fare di contro e decidere di mettere 30 divisioni
sull'asse Y e vedrai che non le si divide niente e mettendo 1 nel primo spazio. La possibilità
di tipo divisione è associata ad elementi di tipo discretizzazione sia di tipo struttura
geometrica come possono essere delle curve. Abbiamo terminato la fase di discretizzazione
come vi avevo anticipato se uno va nella sezione plot attiva e può visualizzare i nodi ma può
anche visualizzare il settings degli elementi, può visualizzare anche le etichette degli
elementi flaggando l’opzione labels e ricaricando con regenerate la mappa. Vado a fare
giusto uno zoom box di questa particolare regione. Come vi anticipavo all'inizio troverete che
rispetto al nodo1 che è il primissimo nodo che noi abbiamo costruito e creato sia andato a
sovrascrivere un altro nodo che ha un codice e vedete che non si legge più bene l'etichetta
di quel dato nodo, vuol dire che qui ci sono due nodi o più nodi sovrapposti e dal punto di
vista del calcolo è importante far sì che le strutture siano univocamente definite cioè vuol
dire che è necessario che per i nodi siano ben definiti entro gli elementi che
geometricamente vanno a racchiudere il discreto. Per eliminare nodi sovrapposti si ricorre al
comando di tipo saldatura che altrimenti non altro detto che il comando sweep. il comando
sweep ci consente, avendo settato un definito margine di tolleranza che in questo caso è il
decimo di millesimo di millimetro dato che andremo a lavorare dal punto di vista della
saldatura quindi andare a collassare i nodi entro questo spazio di lavoro, andremo quindi a
eliminare i nodi ridondanti che sono definiti gli uni rispetto agli altri con questo margine di
tolleranza. Si può quindi andare a sweeppare quindi tipicamente d'ora in poi quando parlerò
di sweep o di sweeppare vuol dire vado a collassare i nodi e i nodi raddoppiati. Quali sono i
nodi raddoppiati? quindi nodes qui a sinistra vi si attiva tutta questa toolbar in particolare la
prima icona è associata e dice puoi sweeppare e lui si aspetta la lista dei nodi che io voglio
sweeppare posso sweeppare tutti gli esistenti, possono sweeppare solo se decido di andare
a selezionare qualche nodo solo quelli selezionati per caso opposto tutti quelli che invece
non ho selezionato, posso andare anche a dire di sweeppare tutto quello che è visibile a
schermo o tutto quello che al contrario è invisibile a schermo. Oppure si possono avere
anche altre tue istruzioni tutto quello che è di brodo e tipo all outline vuol dire solo di bordo
oppure vai a sweeppare solamente se sei in un caso di valutazione di tipo volume tutto
quello che si trova superficialmente quindi non andare a sweeppare quello che è stato
discretizzato all'interno di quel dato volume. In questa particolare condizione o caso in
analisi possiamo decidere tipicamente suggerisco di andare a fare un fill della mia struttura e
andare a dire “Vai a collassare tutti i nodi sovrapposti entro questo range di tolleranza su
tutta l'intera struttura” decido di utilizzare il comando All exist. Nel prompt lui mi dice “ok ho
collassato tutti i nodi entro quella tolleranza e in particolare ho rimosso 8 nodi duplicati ma
non sono andato a collassare nessun elemento”, quindi vuol dire che le 50 divisioni più le 50
più le 30 più le 30 sostanzialmente quindi 160 elementi con cui avevo deciso di discretizzare
il mio dominio e così è rimasto. Che cosa è variato se io vado a fare uno Zoom box ad
esempio di questo nodo iniziale? Il nodo1 adesso non ha più il nodo 6 che io so essere
sovrapposto ma è stato univocamente definito come nodo1 quindi non ho più nodi
raddoppiati ridondanti che non possono quindi indurmi problemi in fase di modellazione. E’
importante anche il comando sweep perché se uno si dimentica di andare sweeppare un
componente che è stato diviso e parcellizzato come quello in analisi, la mancanza di uno
sweep soprattutto nelle regioni di continuità nelle regioni di nostro interesse per esempio
nell’intorno di questo spigolo la nostra struttura non era univocamente definita cioè questo
elemento non era in completa continuità con quello adiacente, l'elemento che andava dal
nodo55 al nodo2 e dal nodo2 sovrapposto rispetto al nodo109 non erano continui cioè
questa struttura si dice “Non essere continua per discretizzazione”, quindi erano due pezzi di
struttura divisi semplicemente con nodi sovrapposti coincidenti geometricamente ma non dal
punto di vista del collasso cioè non garantivano la continuità della discretizzazione della
struttura. Quindi quando ad esempio componenti prossimali sono vicini ma non
necessariamente sono coincidenti è giusto che i nodi siano sovrapposti; quando invece un
componente deve essere continua per materiale è necessario che la continuità sia garantita
attraverso una univocità dei nodi che la discretizzano. Altrimenti per il fatto che è come
avere un componente che ha un taglio e quindi non garantisce questa continuità.
Procediamo andando a valutare ad esempio a rassegnare le proprietà geometriche di
questa struttura: le proprietà geometriche di questa struttura si identificano attraverso il
pannello Geometric Properties, ne andiamo a creare una nuova, la struttura che noi
andiamo a creare è una struttura di tipo trave quindi tipo beam in particolare una struttura a
parete sottile. Che differenza c'è tra Truss, Solid Section Beam e Thin-Walled Section
Beam? Le Truss lavorano solo e soltanto come puntoni e tiranti quindi lavorano solo e
soltanto a sforzo normale; Solid Section Beam sono delle travi di Eulero quindi che portano
sia taglio che momento flettente e tutte le caratteristiche di sollecitazioni ma che hanno una
sezione che è piena appunto solida; Thin-Walled vuol dire che sono travi che sono cave
nella misura in cui andiamo a definire la dimensione della parete. Appare una nuova
sezione, andiamo a dare una denominazione che per noi è sensata ad esempio decido di
chiamarla “tubolare_diametro_esterno_40 mm_diametro_interno_36 mm” all'interno di
questa shall funzione il comando control C e control V se lo prendete da un documento che
state ad esempio costruendo quindi potete assolutamente richiamarlo. L'elemento è un
elemento di tipo linea quindi un elemento di tipo trave e quindi è definito entro due nodi che
è associato nell'elemento di marca che ha il codice 78; di default la sezione che è
identificata come cross-section è di tipo circolare ma potete anche, se sarà necessario,
andare a definire una sezione generale quindi che potete andare a costruire voi avendone
definito particolari proprietà di sezione e quindi avete calcolato, dovete conoscere il
momento d’inerzia, il momento d'inerzia polare di quella sezione, l'area di quella sezione,
quindi potete costruire anche sezioni più generiche il caso in analisi è una circolare cava e
come viene costruita? Ci si riferisce rispetto al raggio, in particolare al raggio medio di quella
sezione poiché il diametro esterno è 20 e il diametro interno è 36 il raggio medio della
sezione che andiamo ad analizzare espresso in millimetri è pari a 19. A cavallo di quel
raggio medio viene posto lo spessore della parete della nostra trave che risulta essere pari a
2mm equiripartito tra esterno e interno rispetto al raggio medio. Qui compare di nuovo
l'esigenza di andare a definire un sistema di riferimento locale di trave e in particolare in
questo caso è necessario andare ad esplicitare un vettore che vi chiedo in prima analisi di
lasciare con il vettore che ha coordinate globali X=0 Y=0 e Z=1. Le proprietà geometriche
così fatte vanno applicate a entità che sono di tipo elemento ed in particolare li vado ad
applicare a tutti gli elementi esistenti propri del mio modello quindi all exist. Vedete che il
contenitore degli elementi è passato da vuoto quindi da zero fino alla totalità degli elementi
costituenti il mio modello di componente quindi ha stoccato 160 elementi. Voglio anche
andare a visualizzare graficamente nel mio albero a grafo che effettivamente le proprietà
geometriche siano state ben definite e siano state bene assegnate. Posso andare a vedere
che sono state assegnate? Si flaggando l'opzione identify; se io faccio un fill quindi valuto
globalmente la mia struttura vado in plot disattivo la visualizzazione delle etichette dei nodi
per pulizia grafica quindi disattivo label e ricarico la mappa e dovreste vedere che gli
elementi sono tutti, se vado a fare uno zoom box, di colore rosso esattamente come il colore
che va a identificare la proprietà geometrica chiamato
“tubolare_diametro_esterno_40mm_diametro_interno_36mm”. Un attimo deflaggo
l'identificazione di questi elementi in forma grafica quindi disattivo la mappa identify ma
voglio visualizzare in forma solida effettivamente la geometria di questi elementi. E’ possibile
farlo? Si, si va dentro a element settings si va nel menu che è chiamato Related plot settings
associato agli elementi tipo trave ovvero Beam, vi si apre una ulteriore interfaccia e andiamo
a chiedere di visualizzare graficamente la struttura in forma tridimensionale di questi
elementi e decidiamo di visualizzarla in forma solida ricaricando con regenerate questa
mappa. Ora torno nella mia interfaccia grafica, utilizzo la manina e ruoto e potete vedere che
effettivamente la mia struttura ha una geometria di tipo circolare e in particolare con a
sezione sottile. Quanto è questa dimensione? La devo andare a verificare se proprio voglio
dentro alle proprietà geometriche che ho assegnato. Quindi l'unico modo per visualizzare
numericamente quanto è questa dimensione (la circonferenza sella struttura) e questa
parete è solo e soltanto all'interno delle proprietà geometriche: come si fa? Si va sul tasto
destro del mouse sulla particolare proprietà geometrica e si vanno a vedere appunto le
properties e si apre di nuovo l'interfaccia grafica che abbiamo settato inizialmente. Una
visualizzazione solida a volte è comoda ma in altre situazioni può essere difficile e quindi
non sempre amata allora si può visualizzare anche solo i bordi e il contorno della struttura
utilizzando l'opzione di visualizzazione tipo Wire frame in cui effettivamente io posso
visualizzare la struttura solo e soltanto come contorni. Che etichette sono rimaste ancora qui
visualizzate? Sono rimaste le etichette che avevo visualizzato all'inizio della tipologia di
elementi. Quindi l'elemento che va dal secondo nodo dopo l'angolo al terzo ha come
identificativo 106 ed in un modello ce ne sarà solo e soltanto uno. Che cosa vuol dire
graficare a video l’orientazione locale di un elemento di tipo trave? si va sempre dentro
all'icona dei plot, si entra dentro alla sezione Element, si seleziona la visualizzazione delle
tipo travi, preferibilmente in modalità wire-frame e poi si visualizzano il sistema di assi locali
proprio di ciascun elemento, si carica la mappa e si seleziona Ok. L'elemento di tipo trave
che siamo andate a visualizzare in questo caso specifico e proprio di questa trave è così
fatto :quindi abbiamo un asse X, un asse Y ed un asse Z, però non va confuso sistema
locale di suddivisione rispetto al locale assegnato dal punto di vista delle proprietà
geometriche; prima avevo detto nel comando subdivide la prima istruzione è legata all'asse
della trave e il comando subdivide lavora così, quindi è sempre l'asse della trave ma non
necessariamente quell’asse coincidente con l'asse locale definito dalla proprietà geometrica
tanto è vero che l'asse geometrico di questo elemento trave è l'asse Z definito per terna
destrorsa che va dal nodo sulla punta per lungo il tratto nella direzione a sinistra e per gli
altri tratti è sempre diciamo controrotante rispetto all'asse Z. L'assegnazione locale basta
quindi attraverso la definizione di questo pannello di interfaccia (cosmetic properties) quindi
un asse locale Z che è definito lungo l'asse della trave e attraverso la definizione di una
vettore che definisce un piano particolare proprio in cui andremo a definire questi sistemi
locali.Il consiglio che vi do sempre a file-saver semmai a fronte di un passo importante della
lezione suggerisco di salvare il file con un nuovo nome oppure di sovra-scriverlo rispetto al
precedente in modo da non perdere tutto il lavoro fatto finora. Doveste avere sbagliato
qualche istruzione o qualche passaggio tipicamente c’è il comando di redo e undo e col
undo ci consente di tornare tornare uno o più passaggi indietro rispetto al lavoro svolto fino a
quell'istante è a fronte di un redo si possono fare anche degli undo quindi se uno è tornato
troppo indietro può tornare uno o più passi avanti. Il file dovrà essere salvato sempre
come .mud perché è il file di impostazione ai fini di una visualizzazione grafica. Se lei va
nella sua cartella di lavoro ho in teoria salvato il file delle lezioni che per il momento avete
fatto e avrete questi file fintanto che non andremo a chiedere al pre-processing di creare il
file .dat che è l'omologo ma che è scritto nel linguaggio tale per cui il nostro solutore possa
lanciare il calcolo e quindi costruirà il file .dat ma per il momento non avete altri file di testo,
altri file di modellazione.
Riguardo al salvataggio la cosa però importante è che i nodi e punti siano visualizzabili la
loro etichetta è qualcosa di opzionale ma la visualizzazione dei nodi e dei punti è
indispensabile soprattutto se si hanno modelli che non hanno ancora elementi. Quindi la
prima cosa da fare è settare la current dyrectory, quindi vado dove nella mia cartella di
lavoro quella dove stavo lavorando all'inizio e la seleziono con chosen, file, Open, vado
dentro halo_fine_lezione e in questo caso ad esempio anche a me di default non ha
mantenuto i nodi visualizzati ma solo gli elementi. Se chiudo completamente la sua
impostazione di default è che Marc non visualizza i nodi graficamente e non visualizza i
punti graficamente allora tutte le volte che apro un Marc glielo devo chiedere; se invece
come avevo fatto io inizialmente ho chiuso solo un modello ma non sono uscita
completamente dall'interfaccia del mio solutore allora lui tiene l'ultima impostazione settata.

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