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L'analisi matematica è il ramo della matematica che si occupa delle proprietà che emergono dalla
scomposizione infinita di un oggetto denso. Si fonda sul calcolo infinitesimale, con il quale, attraverso le
nozioni di limite e continuità, studia il comportamento locale di una funzione utilizzando gli strumenti
del calcolo differenziale e del calcolo integrale.
Introducendo per il calcolo concetti problematici, quali quello di infinito e di limite, si può passare
all'indagine che le ha permesso di divenire basilare in diverse discipline scientifiche e tecniche
(dalle scienze naturali all'ingegneria, dall'informatica all'economia), dove viene spesso coniugata con
l'analisi numerica.
Indice
1Storia
2Concetti
o 2.1Teoria degli insiemi
o 2.2Le funzioni
o 2.3L'operazione di limite
o 2.4Serie
o 2.5Derivata
o 2.6Integrale
o 2.7Serie di Taylor
o 2.8Studio di funzione
3Settori
o 3.1Calcolo infinitesimale
o 3.2Analisi armonica
o 3.3Analisi funzionale
o 3.4Calcolo delle variazioni
o 3.5Teoria della misura
o 3.6Analisi vettoriale
o 3.7Analisi complessa
o 3.8Analisi non standard
o 3.9Teoria analitica dei numeri
4Bibliografia
o 4.1Storia
o 4.2Testi
5Voci correlate
6Altri progetti
7Collegamenti esterni
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Gottfried Wilhelm von Leibniz
L'analisi matematica nasce durante la seconda metà del XVII secolo, grazie a Isaac Newton e Gottfried
Leibniz che indipendentemente introdussero i concetti fondamentali del calcolo infinitesimale.
Inizialmente l'analisi matematica puntava alla rappresentazione geometrica nel piano
cartesiano delle funzioni, nel tentativo di rispondere a quesiti su calcolo di aree e caratteristiche
geometriche di una curva. Lo sviluppo dell'analisi nel XVIII secolo fu anche fortemente motivato
dalla fisica portando allo sviluppo e all'elaborazione della meccanica razionale.
Dalla fine del XVIII secolo si introdusse il concetto di limite, passando da un'interpretazione intuitiva
basata su suddivisioni successive, già introdotta, nel V secolo a.C., dal filosofo eleatico Zenone nella
formulazione delle sue aporie (Paradossi di Zenone), fino ad arrivare all'analisi matematica dei giorni
nostri, che introdusse metodologie per il calcolo di un valore del limite. Questo portò ad una rivoluzione
completa della materia che rianalizzò nozioni e teoremi senza più avvalersi di
giustificazioni geometriche ma basandosi su concetti di numero e di insieme. Questo permise l'analisi
più approfondita di geometrie non euclidee e di spazi a dimensione maggiore di tre.
Concetti[modifica | modifica wikitesto]
Teoria degli insiemi[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Teoria degli insiemi.
Le funzioni[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Funzione (matematica).
Il concetto di funzione è fondamentale per gli scopi dell'analisi matematica. Attraverso operazioni più
avanzate (come quella di limite) viene definita una serie di proprietà fondamentali di notevole utilità
negli sviluppi teorici e nelle applicazioni pratiche. Tra di esse si possono elencare:
continuità
derivabilità
differenziabilità
Un importante ruolo è svolto dalle cosiddette funzioni elementari, quali:
funzioni polinomiali
funzioni trigonometriche
funzioni esponenziali
funzioni iperboliche
funzioni logaritmiche
Di particolare importanza, nel XX secolo, sono stati gli avanzamenti nello studio degli spazi di funzioni,
visti come particolari spazi vettoriali topologici infinito-dimensionali, nell'ambito dell'Analisi funzionale.
Il concetto di limite, fondamentale in analisi, è stato definito coerentemente solo nell'800 ma esso era
stato compreso intuitivamente da matematici del calibro di Wallis, Eulero, Bernoulli, Newton, Leibniz e
addirittura sembra che già Archimede l'avesse compreso intuitivamente. Il limite è, in parole povere, un
valore a cui il valore di una funzione si avvicina sempre di più (senza necessariamente raggiungerlo)
man mano che l'argomento si avvicina a zero o a infinito o a qualsiasi altro numero. Per esempio .
Infatti se facciamo aumentare sempre di più , sarà sempre più vicino a zero.
Il limite di una funzione o successione può:
essere un numero finito (come per il suddetto )
essere infinito (per esempio )
non esistere (per esempio la funzione , al variare di n, è sempre alternativamente -1, +1, -1,
+1...)
Serie[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Serie matematica.
Attraverso il concetto di limite di una successione è possibile definire la somma di un numero infinito di
elementi. Ad esempio, è possibile dare un senso all'espressione
che è uno dei tanti modi per descrivere il numero di Nepero .
Una somma infinita di elementi è detta serie e viene indicata, in genere, con la seguente notazione:
oppure con .
Dunque, ponendo , il numero di Nepero , con le precedenti notazioni, può essere scritto in uno nei
seguenti modi
oppure .
Analogamente a quanto accade per i limiti, la somma di infiniti elementi può essere finita, infinita, o
addirittura non essere definita come nel caso della serie , detta serie di Grandi.
Derivata[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Derivata.
Retta tangente a una funzione in un punto (in rosso). La derivata della funzione in quel punto è il
coefficiente angolare di tale retta
Il concetto di derivata occupa un ruolo fondamentale nel calcolo infinitesimale e in tutta l'analisi
matematica. Definita come limite del rapporto incrementale, la derivata quantifica il tipo di crescita
di una funzione, e ha applicazione in tutte le scienze.
Tramite la nozione di derivata si definiscono e studiano i concetti di massimo e minimo di una
funzione, di concavità e convessità: la derivata è quindi uno strumento fondamentale per lo studio
di una funzione.
Tramite una lista di regole di derivazione è possibile calcolare la derivata di qualsiasi funzione
definita combinando funzioni elementari.
Il concetto di derivata si estende anche a funzioni a più variabili tramite la nozione di derivata
parziale.
Integrale[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Integrale.