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1863 {:[ 1963

I CENTO ANNI
DEL
CLUB ALPINO ITALIANO
- - 19 6 3
1863 -ci 1963
I CENTO ANNI DEL
CLUB ALPINO ITALIANO
1863 1:! 1963
I CENTO ANNI DEL
CLUB ALPINO ITALIANO

A cura della Commissione per il Cenrenario

SECONDA EDIZIONE
Milano - 1964
Proprietà artistica e letteraria del

.Milano © 1964

Tam.~ri Editori - via Carr.lcci 7 - Casdb l'o.tafo 1682 - Bologn9


Nella s1w seduta del 13 dicembre 1959 il Ccmsiglio Ce11trale del C.A.l., affron-
ta11do il 7Jroblema di rma deg11a celebrazione del primo ce11te1wrio, 11omiruwa ww
commissio11e ad hoc nelle persone: dei vicepresitlenti Cfwbod e Costa; dei cor1siglieri
centrali C1iido Berlarelli, Cesare Negri, Antonio Pascatti, Silvio Saglio, Antmtio Sa-
viotti; di Ema11uele Andreis e Paolo Ceresa per fa Sezione di 'forino, cli N i110 $()(1rdi
per la Sezione U.G.E.1'.
Ne veniva 11oini11ato presidente onorario il presidente generale Bertinelli; presi-
dente effettivo il sottoscritto, segretario Silvio Saglio.
Ne venivano s11ccessioamente chimnati a far wirte il v-icepresidente generale Boz-
zoli Parasacc11i ed il co11sigliere centrale Giuseppe Ceria11a.
Fii~ dalle prime battute Consiglio Centrale e Commissione del Cer1te11ario concor-
dava110 sulla necessità di 1111a ampia pubblicazione storico-tecnica, che rievocasse
uomilli orgm1iz:wzio11e e mezzi dei primi cento m111i: e ravvisava110 al.tresì la opport!1-
nità che det'ta p!lbblicazio11e llovesse giovarsi di colft1bomtori delle varie regioni e
delle varie uscuole", af]ìdcmdo a Saglio il compito di raccoglieme e l'rascriveme i lll-
vori, 1wnché quello di provvedere alla parte illustrativa ed editoriale.
Be11c1ié rma simile soluzio11e potesse portare a ripetizio11i e disarmonie, essa era tut-
tavia ft1 sola che co11seutisse di far se11t:re le molte r;oci del gra11de coro alpiuo, sia
pure col uecessario correttivo di una previa impostazione geuemle ed una successiva
revisione in sede di coordinamento fi1wle, af}ìdllte entrambe al sottoscritto.
Proovedevo pertauto, in data 29 marzo 1960, a. stendere 1111a prinw bozza tfim-
postazioue del volume, con la ripartizione ed assegua;:;ione dei ()(lri capitoli: bozza
che veniva discussa, completata ed approvata nella riunione della Commissione te-
uulasi i11 Bologna il 7 maggio 1960, cm1cordwulo (lf/resì sullfl opportrmità che tutto il
materiale dovesse essere approntato entro i{ 1961. Come però fatalmC71te aooieue
quwulo i collaboratori so110 parecchi e le collaborazioni richiedono reciproci confatti
e chiarimenti, questo termine non venne rispettato: sol.ttmto nella primavera del 1963
tfltti i capitoU furono raccolti, ordinati, ritrascritli e sottoposti alla c011cordata revi.-
sio11e ge11erale, che ve11iva compiuta col doveroso rWpetto per (origirwlità di ciasetm
contributo.
A questo punto, esse1ulosi resa quanto mai problematica la auspicata possibilità di
pubblicare (opera per il Congresso di Tori110 del settembre 1963, si co11cordava sulla
opportunità di rinvia.re la pubblicazione ad epoca successiva al Congresso stesso, e
cosi comprendere nel volume anche le manifesta::.ioni del Centenario.
L'opera si articola i11 due grmuli parti: egli uomi'lli> e ci mezzi >.
Alla storia genera.le delralpinismo italiallO nei suoi primi cento anni seg110110 tl1111.
que i capitoli mUa vita del C.A. l ., (alpi11i.smo scientifico, le guide, faccademico, l'a/...
pi11ismo giovanile, le scuole di alpi11ismo, lo sci alpinismo, il corpo di soccorso alpino
e l'alpinismo extraeuropeo, 11lti111a iu ordine di tempo delle varie attfoità alpinistiche
di c11i rappresenta il coronamento
Vengono poi i mezzi, cloi rifugi allequipaggUmiento, dalla guida dei MOllti d'Italia
alle pubblicazioni sociali, alla biblioteca, al museo naizouale ed alfa cinemotografìo
di mo11tag11a
Abbiamo fatto tutti del nostro meglio, percllé l'opera riuscisse degno della ce-
lebrazione.
Se nOll sarà perfetta - come avremmo ooluto, pur sapendo di volere rimpossi-
bile - essa Vt:1rrà cionondimeno a ricordare quonto di essenziale doveva essere ricor-
dato 11el primo centenario del Club Alpino ltalkmo.

RENATO CllABOD
SOMMAR IO

CLI UOM I NI

MA SSL'-IO MILA Cento anni di alpinismo italiano 11


nuPPO curoo AGOSTJN I Intenti e contributi scientifici del C.A.l. nei
primi cento anni di vita 96
La vita del C.A. l. nei suoi primi cento anni 117
Storia del C.A.l. nelle Tre Venezie 349
Documentazione 367
IIB.1\'ATO cH,\BOD Le Guide 416
UAHTOL0:0.100 FlGAllJ
DL"O uuzzAn Il Club Alpino Accademico Italiano 506
BllUl"O cn1::1Mno Cento anni di alpinismo giovanile 525
P AOLO Ml::LUCCI Le scuole di alpinismo 539
11 soccorso alpino 551
Lo sci-alpinismo 566
Alpinismo itafomo extraeuropeo 588

I MEZZI
Hifugi e bivacchi 695
cwuo APOLLON IO Come costruire i nostri rifugi 762
L'l Commissione Centrale rifugi 791
c rn1 LLO t'LOHEA:-.' l Nl Evoluzione della tecnica e dell'equipaggia-
mento alpino 794
NI NO DAGA llf.l'- IAl\L\ Le pubblicazioni periodiche 841
La Guida dei Monti d'Italia 874
La Guida "Da Rifugio a Hifugio" 923
EMMWt:LE ANDl\EJS La Biblioteca nazionale 931
Cinematografia di montagna 938
EMANUELE ANDI\EI S Il !\ l nseo Nazionale della ~fontagna 945
Il C.A.I. nella caricatura 952
Indice delle tavole fuori testo 956
GLI UOMINI
CENTO ANNI DI
J ALPINISMO ITALIANO
I

Forma allivli e 7natica di co11osce11w anziché essere r.ronofogico, com'è nelCes-


della crosta terrestre, (alpinismo è cultura, senza <lelfri storia, è spaziale e geografico.
e quindi è soggetto di storia. La storia si L'accento non cade sugli 11omi11i che !tan-
esplica i rl tante maniere, affronta il proprio no operato, ma sui risultati del loro opera-
argomento <la diversi 1"mti di vista, p11ò re. Clie cosa accade allora? L'alpinista che
ridursi (Ul 1m'a rida, e non 11er questo i1111ti- si serve delle guide per percorrere le Alpi
le, ele11ca::.io11e cronologica di fatti, può cer- secondo il proprio gusto e la proprill capa-
c<1re di i11tender11e il senso, scmtando negli cità,. viene ad apprendere i11cide11talme11te,
uomini il movente dei fatti stessi; può esse- i1t maniera saùuaria e margi11ale, la presen-
re universale o parziale, può ridursi m1c11e za cli im tessuto storico che d i fatto egli
alfa mi11ima entità mo11ogm{ica, concen- ignora. Vuole recarsi s11 una certa .cima, e
trar1dosi i11torno ad un 1wrsmwggio o ad legge che Tizio l'ha scalnta per la 1'rima
un eve11to, pur no11 perdendo <li vlç/a la sua volta nell'armo tale; che poi Caio lw rtper-
iriserzimie in ww tela generale. to un'altra via sulla parete opposta, e che
Di t ut.te queste JJOSsibililrl di storia , faf,. molti Semproni ne ha11no 1wrcorso creste
pi11ismo ha fi11ora fmilo ahbastm1u1 11oco e spigoli, istituendo varianti magari a po-
Di fron t e a1Cimpo11ente sviluppo clie 1w11- chi metri tli dist1mu1. Questi 11omi egli li ri-
r10 preso le storie delle lettere, delle orli, trova spesso, nota magnri che certi nomi
del pensiero e dei fatti politici e sociali, Cal- ritoma110 con freq11er1;:,a i11 u11a certa zo11a
11inismo condivide, ed accentua, quel ca- e in u11a certa epoca: intuisce, insomma,
rattere di relativa ùuligenza storica clie ma- la presenza di rm tessuto storico che col.--
11ifestm10 7mre le altre scienze naturali. La lega queste azioni, ma in fondo 11011 viene
loro forma spo11ta11ea di a11to-esposizio11e mai a sapere esattamer1te ch e cosa 1w fat-
no11 è tanto quella del ri1><msame11to sto- to 'J'izio, che cosa ha fatto Caio, che cosa
rico, quanto piuttosto quella della catalo- 1ia fotto Sem11ron io; e soprattutto no11
gazio ne e classificazione. viene a sa11ere cli i era110.
Anclie ralpi11ismo 1w i suoi archivi, le La forma d'esposizione scient ifica del-
s11e 1mbbfica:ziot1i scientifiche, e sono le gui- falpi11ismo è emi11e11temer1te pragmatica e
de. Q ui esso raccoglie e couserva per fav- non storica: cioè, non si 11reoccupo cli ri-
vcnire i risultati della JJropria attività. Ma corda re ed intendere certe azioni, ma mira
il criterio della raccoUa e del(esposizione, a mettere altri i11 grado di ripeterle.

11
Le storie delfnlpinismo sono 1'oclie lifmo 11ei 100 anni di vita del Club Alpino
e si attengono per lo pi1ì a criteri telesco-
pici, limitandosi a fissare alct111i 1nmti fer-
clic q11i viene te11tato, 11011 è 11ie11t'altro clic
1111 telaio, 11n'ossat11ra schematica, valida ),
mi d'or<line estremamente generale. S7,e- soltanto come una proposta di lavoro 11lte-
cialme11te l'alpinismo italiano soffre di que- riore. Con le i11111m1erevoli lacune di cui
sto stato fii cose. Va perfino scom1>arendo pullula, esso dovrebbe servire Sl! 11011 altro
la buona abitudine fii premettere alle g11ide a stimolare gli iuteressati a colmarle. Non
cemii più o meno diffusi di storia al1,i11isti- pretende quindi a compi11tezza di rigore
ca d ella zona st11diata: abi111di11e che alme- scientifico, e cfaltra 7wrte non aspira nem-
110 i11 un caso, qtteUo dello g uida pe r le Do- meno lor1ttrname r1te (i te1npi sono cambia-
lomiti Orientali, cli Antonio Berti, lia dato ti) a quell'altezza di soffio lirico c11e isJ>ira-
luogo a 1111 modello ammirevole lii mono- va ciriquant.'mm i or sono l'alata 1"osa det-
grafia storica tata tla Giuseppe Lamp11gmmi in analoga
U11a storia generale dell'alpiriismo itu- c ircostm1;:a. Vorrebbe essere 1m arido e
liano è d1111q11e ancora da scrivere, e non prosaico bilanc io, e ff.altra parte no11 può
può essere opera di singoli studiosi nè si essere così ocultllo, così preciso come i bi-
può improvoisare per 1m'occasim1c sia p!I· /miei devo110 essere. La ragiolle, oltre elle
re sole1111e com'è il primo centenario del ne lle limilazio11i di cli i scrive, va ricercata
Club /\lpi110 Italia110. Deve nasce re a 1'oco app1111to 11ella sctirsità delle fonti: casi co-
a poco dalle ricerc1w parziali, di cui 1'er me la cift1ta storia alpinistica delle Dolo- ~I
ora si sente crud e lme nte lo mancm1za, men- miti Orie ritali, di A11to11io Berti, o l'esem-
tre di tentatiui di sintesi generali ce ne so- plare 111011ogmfia fii Guido Rey su Luigi
r10 fi.11 trOJ'pi. Sono i singoli gruppi, i sir1- Vaccarone, pubblicata nel Bollettino del
goli focolni cfalpinismo clic <levono ave r 1903 sorw mosche bianche. Salvo i casi
c11ra cli salvore le vroprie me morie e di fis- per lo pirì rece11ti, di alpinisti italiani che
sare le proprie cronache locali. Solta111.o so- abbimw scriUo le proprie memorie (e in ge-
pra ww la rga produ zione di questo genere, nerale l' i11te11to è 7mr sempre piuttosto
che dovrebbe essere ospittlla 11ei bolletti11i pm gmatico, alpinistico-sportivo, che 11011
sezionali e sopmtt11tto ne lla Rivista Men- di siste 11wz io11e storica), le fonti si ridu-
sile, potrà poi stabilirsi ro,,era coordinatri- cono a mri articoli e saggi dello Hivista
ce tli veri e propri storici delralpi11ismo (I). '.\lensilc e <lel Bolle ttino, ·nor1c/1é r11la mt1-
La storia non s'inventa. La storia non linco11ica serie d elle necrologie, dominate,
si scrive senza ciò che 11el ling uaggio, a1'- com'è giusto, dalla commozione per la
punto, d egli storici s i c11iama110 le <fonti-. scomparst1. d ell'amico, assai pi1ì che da
E le fonti lii storia delfal7,inismo italiano una scientifica sollecit11di11e di valutaziorie
sono 1wr il momento ben poc11e, 71erché storica, certmnentc ir1opport111w in quelle
manca precisamente il la voro di ricerca lo- circostanze.
cale. Il profilo cli storia delfa/pinismo ita- Perciò chi voglitt tmccitlre le linee 11we-
stre delfalpinismo italiano <leve pratica-
(I) L'augurio è stato raoccolto prima ancora che'"& mente, J'e r la più gran 1mrte delfimprest1 ,
ni!$e formulato pubblicamente e Li R.M. dcl 1963 ha
pubblicato, dopo la stesura di questo scritto, utili <i<>'
trasfon11are le 11ozioni geografiche e spor-
cumcnll e buone sintesi di storia dell'alpinismo pie- tive contenute nelle guide, allinearle cro-
montese, dolomitico, lombartlo e dell'Ita lia centrale. 11ologicame11te, ragg rupparle intorno a per-
E fra le numerose iniziali\-e locali mi sia permesso ri- sonaggi e mome nti delralpi11ismo: insom-
cordnTC almeno il hel volume di C. B. $)'11'7.mti su
L'Al11inlsmo in Friuli o la Socicl<l i\l/IÌllO Friuluua ma, spremere la storia dalla geografia olr>i-

12
r1istica. 111 questo compito mi è stato d'in- durre, praticamcrite, una specie di corlli·
calcolabile aiuto !opera del consocio et/ 11uazione della famosa statisUca della 1'rime
amico tir. Ma rio Bressy, il quale lw pazie11- ascensioni compilata ai suoi tempi dal Vac-
leme11te sc11etlato dalle anrwte della Rivi- corone, che merita, come quella, d'essere
sta Mensi le, sulla scorta dcl 7ue;:;ioso i11tli~ offerta agli alpi11isti come 1111 utilissimo re-
ce com11i/ato dal ge11emle Michele/ti, la pertorio schematico tl'informa;:;ioni cto110-
Crmwca Alpi1w: egli è venuto così a r1ro- logicm11e11/e ortfou(le.

INTO RNO J\ QUINTI NO SEl...1...A

Naturalmente il Club Alpino ltalia110 no in seno al Club Alpi no, durante i suoi
non nacque improvvisamente dalla mente ]()() anni di vita
d i Quintino Sella, lutto intero come Miner- Intorno a Quintino Sella e compagni
va dalla mente <li Giove. Se il 12 agosto gravitava invece un piccolo mondo cittadi·
'I 1863 q uei quattro valentuom ini riu niti sul- no di pe rsonaggi assai autorevoli - genti·

~'.~1~~~~11:J:r~:~~o~;:eru ~~~~:~a:r~jf;
!uomini, studiosi, agiati professionisti, be-
nestanti, scienziati - che evadevano dalle
cli Saint-Robert e il ministro per le fìnanzc costrizion i della vita di città percorrendo
dcl nuovo regno d'Italia - concepirono le Alpi, per lo più col pretesto di compiere
l'idea d i fondare nel nostro paese un Club studi geologici. Questa era la dignitosa
Alpino, a somiglianza di quanto recente- copertura scientifìca con la quale Cssi giu·
ment e era stato fatto in 1nghilterra e in stifìcavano di fronte a se stessi, magari di
Austria, è segno che pensavano in quel mo- fronte a genitori, consorti, superiori, rela-
mento a un certo nucleo di persone, a un zioni sociali e mondane, quella loro strana
ambiente di alpinisti praticanti, del quale smania che li spingeva fuori dalle comodi-
essi erano in quel momento l'espressione tà della vita civile, a faticare e sudare su
C'era stata, fin da i primi dcl secolo, fìn per greppi incolti, a donnire in fìcnili , a
dal secolo precedente, un'avanguardia av- nutrirsi di polenta e latte, a sbrindellarsi
venturosa di parroci, cacciatori e montana- gli abiti tra gli sterpi e le rocce. A vederli
ri valsesiani e valdostani - personaggi leg- oggi, effi giati in fotografìa, così autorevoli
gendari come i Gnifetti, i Vinccnt, i Linthy, nei loro alti colletti duri, con la catena
i Beck, i Chamonin - che vivendo sul po· d'oro sul panciotto, così precocemen te an-
sto avevano obbedito all'impulso misterio- ziani, secondo il costume ottocentesco, con
so di sali re, di andare a vedere cosa c'è su· le loro barbe e i loro mustacchi folti , si sten-
gl i alti gh iacciai, cosa c'è oltre le creste ta a credere che fossero degli sportivi come
che limit ano l'orizzonte consueto della val- noi, gente che aveva un soprappiù di ener·
le natia. li.fa questi sono davvero dei pio· gie da spendere rispetto alla media della
uieri, e le loro inizialive individ uali sono umanità, e che molto probabilmente an·
staccate, quasi come una preistoria, dal ve- ch'essi, appena si erano lasciati alle spalle
ro e proprio sviluppo dell'alpinismo italia- le mura della città e le solenni dimore dcl

13
patriziato torinese, si comportavano come
scolari in vacanza, schcrtA'lvano, si canzo-
navano, dicevano delle sciocchezze, scop-
p iettavano cli quel buonumore irresistibile
che "iene indotto dal sano esercizio fisico
all'aria aperta
Essi stessi, i quattro fondatori riuniti
sulla punta ciel Monviso, non erano affatto
dei novellini. Il più anziano era il conte
l'aolo di Saint-nobert, che il Sella indica,
fo rse con eccesso d i modestia, come • il ve-
ro iniziatore dell'impresa > al .\ lonviso. Na-
to a Vert.uolo nel 1815, era ufficiale d'arti-
glieria, e probabilmente ragioni militari di
rilevamenti topografici l'avevano attirato
pe r tempo sulle montab111e. li ricordo dcl
suo nome resta affidato ai torrion i d'una
bella cresta del Viso. Dev'essere stato una
quercia. Quando partecipò alla fatidica sa-
lita al ~lonviso a\'eva gi:\ quasi 50 anni, ma
in seguito lo troviamo ancora lungamente
attivo. L'anno dopo fece la prima ascensio- Felice Gionltmo
ne del Tenibres. Nel 'ITT lo troviamo sulla
Ciamarella, nel '71 al Gran Sasso d'Italia,
e oel 1Si2 quel dignitoso signore di 57 an- dinando Perrone cli S. ~ t arlino.
ni, insieme a Michele Lessona e a due pro- Strettamente unito a Sella e a Castald i
fessori, fece l'ascensione della Torre d'Ovar- in quel primo nucleo di promotori trovia-
da, fino allora salita una sola volta eia un mo l'ing. Felice Giortlano, forse il più avan-
montanaro locale, Sefusatti, ch'essi prese- zato tecnicamente e atleticamente d i quel
ro come guida. gruppetto di pionieri. Egli che nel 1864
Chi erano gli elementi ai quali pensa- ave,•a compiuto la seconda ascensione dcl
vano, Quin lino Sella e compagni, quando Monte Bianco dal Colle dcl Gigante per il
si proponevano di fondare a Torino il Club .\ !. Blanc du Tacul, fu infatti designato da
Alpino? La lettera famosa (2) in c·ui Quinti- Sella e Castaldi a dirigere le operazioni per
no Sella narrò l'ascensione al }. lonviso, vera la conqu ista italiana del Cervino in concor-
tavola della legge dell'alpinismo italiano, è renza con \ Vhympcr. Fu lui che trattò con
diretta a Btirlolomeo Castaldi. Nato a To- Carrel e ne organizzò i tentativi: visse, da.I
rino nel 1818, era avvocato per studi com- llreuil, l'angosciosa attesa di q uel 14 luglio
piuti, ma scienziato cli fat to, cd estensore 1865, vide col cannocchiale uomini in pun-
della carta geologica delle Alpi piemontesi ta alla Gran Becca, li credette Carrcl coi
}~ece parte della prima direzione del Club suoi compagni e telegrafò a Sella la lieta
Alpino, e ne divenne il secondo Presiden- novella, salvo correggersi il giorno dopo con
te, dopo la morte prematura (1864) di Fer- una mesta rett ifica, dopo che Carrel, pre-
(?) Ripubblicala in R.M L'CXXU, 1-2 {genn:iilJ"
ceduto dalla comit iva di Whymper, ritor-
febbraiol963). nò alla base. Fu Giordano a rimontare il

14
morale del Bersagliere e a rilanciarlo, tre episodio della conquista dcl Cervino, con
g iorni dopo, alla conquista della cresta ita- la rivalità tra Whymper e Ca rrel (dietro il
liana. Da questa impresa egli stesso fu cru- quale stava Giordano, e cioè Quintino Sel-
delmente escluso, per volontà di Carrel, la e il Club Alpino) indica bene qual'era
che non si sentiva di condurre a tennine la situazione dell'alpin ismo in quel tempo.
impresa tanto incerta con la responsabilità C'era un maestro da emulare, un rivale da
d'un cliente cittadino. Giordano tenterà, raggiungere: l'alpinismo inglese. Il Club
naturalmente con Carrcl, l'anno seguente, Alpino viene fondato OV\'iamente ad im-
e passerà sci giornate di maltempo abbar- magine e somiglianza dell'Alpine Club, in
bicato su l monte, senza riuscire a raggiun- quel clima d i anglofilia che da Cavou r in
gere la vetta. Soltanto nel 1868 regolerà i poi caratterizzava il costume politico e li-
conti con la montagna stregata, effettuan- berale elci Piemonte. Whymper era venuto
done la traversata, con discesa per la cresta nelle Alpi italiane con un duro cipiglio di
dell'Hi.irn li (l). conquistatore. Poteva essere un modello,
Fra le persone che certamente Quinti- non un maest ro. l i suo scopo era l'azione,
110 Sella si proponeva di radunare intorno non l'ed ucazione. Altri scalatori inglesi ven-
alla bandiera del Club Alpino, ci sarà sta- nero invece fra noi con più umana affabi-
to il marchese Lorenzo Pareto, uomo poli- lità, si accorsero benignamente dei buo11i
tico e, manco a dirlo, geologo. Nato a Ce- discepoli che il loro esempio aveva susci-
11ova nel 1800, fu un precursore dcli' esplo- tato tra gli e indigeni ), e furono per i pri-
razione scienti lìca e alpinistica nelle Alpi mi alpinisti italiani degli amici, dei fratel-
1 larillime, con ascensioni al ~ ! onte Bego, li maggiori, in una parola dci maestri, pur
al Clapicr. Ma non potè prestar valida ope- contim1ando ad esserne, sul piano sportivo,
ra al sodalizio, ché morì nel L86.5 le bestie nere e i concorrenti privilegiati
Prezioso elemento ne divenne invece Tra questi padrini dell'alpin ismo italiano
l'avvocato valscsiano Antonio Grobcr (1847- vanno ricordati soprattu tto R 1-(. Budden
1909), futuro segretario generale del C.A J . e l'onnipresente Coolidge, autorevolissimo
che a vent'ann i si distinse alla Punta Tre studioso ed esploratore dci più reconditi
Amici, salvando da un crepaccio il teolo- angoli delle Alpi, che con le sue imponenti
go Don Farinelli, uno dei precursori del- guide Christian e Ulrich Almer razziava
l'alpinismo valsesiano: con il padre e lo zio, prime ascensioni dappertutto, spesso sof-
Antonio Crober era stato, nel 1842, fra i fiando ai nostri esasperati pionieri le loro
primi salitori della Punta Cnifetti; anzi, pili segrete e gelose speranze
era stato p roprio colui che, salendo sulle
spalle d'un compagno, aveva issato sull'ul- Come mai questi inglesi, progen ie di
timo spuntone roccioso la rossa bandiera marinai, capitavano qui dalla loro isola a
della vittoria. Nel 1877 Antonio Crober dar lezioni d'alpinismo ai nostri vecchi,
compì la prima ascensione del Monte delle che vivevano su l posto, ai piedi delle mon-
Locce, cui resta il suo nome. tagne? Avevano forse gambe più robuste,
lo.fa naturalmente a Torino si recluta- polmoni più capaci? Niente alfotto, ma sem-
va, per i pl'irni ann i, la maggior parte dei plicemente avevano com inciato prima e go-
soci dcl Club Alpino, altivi nell'esplorazio- devano di privilegiate condizioni econo-
11e delle nostre montagne. Il drammatico miche, organizzative e geografiche. Sì, per
(l) Se ne veda b rebzio~, riprodotta nel citato
quanto paradossale possa sembrare, anche
numero della 11.M. (&ennaio.fcbbraio 1963). geografiche.

15
I nostri vecchi, è vero, vivevano c:sul po- conto, e sottoli neando quanto fossero bel-
sto>, in quella regione che si chiama Pie- le quelle montagne, aveva tuttavia lamen-
monte appunto perché è posta e ad pedcs talo l'incomodità e i d isagi dcl viaggio. Non
mont ium :t . Ma si rifletta a che misera co- l'avesse mai fatto! Ecco con quali stringen-
sa si riduceva, coi mezzi di comunicazione ti argomen tazion i il D'Anna foveva con fu -
d'allora, il vantaggio di vivere a Torino o tato: e Siccome :ni preme molto che q uel
a Biella piuttosto che a Londra o a ~ l an­ gmppo sia un po' più frequentato da alpi-
chester. L'alpinista che il mattino della do- nist i italian i, mi sia permesso di dire che per
menica salta al volante della sua Giulietta, andare a S. hlartino d i Castrozza non oc-
corre come un pazzo fi no a La Palud, s'im- corre un viaggio tanto lungo né coo tanti
barca sulla prima corsa della fu nivia al Col- disagi. In fatti partendo da Milano col di-
le del Gigante, si fo il Den te e ritorna a retto delle 11,25 si giunge a Treviso alle
casa per cena, e magari va ancora a fin ire 5,37 e alle 8,11 a Feltrc, di dove in 6 ore di
fa serata al cinema, voglia semplicemente carrozza si p uò essere a San hlartino :t .
med itare un momentino su questi fatti : che !!: faci le capire quanto poco vantaggio
la ferrovia fu introdotta in Val d'Aosta nel venisse agli alpi nisti della cerch ia di Quin-
1885 fi no a Donnaz, e l'anno dopo ven ne tino Sella dal fa tto di vivere e sul posto :t ,
prolungata fi no ad Aosta. Nel 1891 si fece quando questo voleva dire impiegare circa
il progetto pe r il prolungamento fino a Pré due giorni di carrozza e d i mulo per rag-
St. Didier, ma nel 1895 questo tratto era giungere da Torino Valtournanche, e al-
ancor sempre servito da vetture. Né altro- trettanti per tornare a casa: sicché per fa-
ve sì stava meglio. Se la ferrovia del Bren- re il Breithorn o la Becca di Cian bisogn.1-
nero, sorta nel 1867, era l'antesignana delle va bilanciare su per giù una settimana. I n-
l inee di montagna, è solo nel 1886 che fu vece i ricchi inglesi che alla fine della pri-
salutata con entusiasmo rist ituzione dclb mavera abbandonavano le loro case e il lo-
linea ferroviaria eia Fehre a Belluno. ro lavoro, supposto che l'avessero, per tra·
Meglio d'ogni nostra conside1azione può scorrere nelle Alpi tutta l'estate, loro s'in-
dare un'idea delle condizioni logistiche in sediavano stabilmente in aha mon lagna,
cui si svolgeva l'alpin ismo dei tempi eroici, senza pili ricadere nella zona asfissiante del-
una polemicheua svohasi, nelle pagine del- le diligenze a cavalli, e mettevano ben pili
la Rivista hlensilc, tra J'ing. Secondo Bo- proficuamente a frutto il loro tempo che i
JWCossa e Ciuse,,pe D'Arma, uno dei pio- nostri bravi professionisti, costretti a far
11ieri italiani dell'alpinismo dolomitico, au· tesoro delle loro brevi forie, e poi ad arra-
tore della prima ascensione alla Cima di battarsi con rapide incu rsioni domenicali
Focobon, con la guida Bcrnard, il 7 agosto nelle valli di Susa, o di Lanzo, o dcl Po, le
1887, della seconda italiana al Sass Maor, più vicine alla città. ·
con Bettega, e di altre belle salile nelle Pa-
le d i S. Martino. Nel grn ppetto dci prim i alpinisti tori-
Il Bonacossa, milanese, morlo prema- nesi che si st rinsero intorno all'associazione
t uramente nel 1895, aveva al suo attivo p rogeu ata d a Qu in tino Sella, uno dei pi ù
buone sa lite nel Bern ina e Disgrazia, nel in fa ticabili, ostinati e pervicaci nel contra·
Rosa, al Bianco e alle Jorasses. Nel 1889 stare il passo all'invasione degli scalatori
era stato nelle Pale d i S. ~ l arti n o e aveva britann ici è senz'alcun dubbio Ma rtino Ba·
comp iuto la prima salita italiana della via retti, professore di geologia, segretario ge-
Dannstaedter del Cimone. Nel renderne nerale del C.A.l. da1 1871 a1 1874, redatto-

16
poco scottato quell'onn ipotente scorridore
delle nostre montagne.
Dapprima lo troviamo impegnato nel
gruppo dcl Gran Parad iso: Colle Tcleccio,
tentativo sulla cresta dcl Gran S. Pietro fi.
no al Pie du Rc tour, ~ l on veso d i Forzo, Tre-
senta, Punta Four:\ e Colle occidentale del
Grand Etret, J>icco d'Ondczana; apre una
via nuova alla Torre di I.-·w ina per la parete
Est. Questo tra il 186.5 o il '07. Nel decen-
nio seguente batte la Val cli Susa : Pierrc
Menue, invano e lungamcnto tentata da al-
tri, Roncia, Ferrand, il più elevato dei Den-
ti d'Ambin. Sconfinando verso le valli di
Lanzo aveva sa lito la Lunella e la Lera, e
il 26 luglio 1873 aveva colto un successo
in vidiabile con la sua prima ascensione del-
la Bessanese. ~ l a anche la grande monta-
gna non lo spaventa. Pur senza concedersi
lunghe stagion i organizzate con larghez-
za d i mezzi, dove passa lascia il segno. Ri-
petizione della Becca di C uin, anticima N.
della Punta Bud<len, Becca di Ceresole; il
4 settembre 1878 seconda ascensione as-
soluta dell'Aiguille Noire di Peutérey, con
re delle pubblica;o.ion i (cioè dc e !'Alpini· J.J. !\ laq uignaz, Serafino llenry e la sua fe.
sta :t), e infine vicc·prcsi<len tc dcl C.A.l. dal dele guida di Val Susa, Augusto Sibille
1882 al 1884. Il numero delle sue prime Prima assoluta di un 4000, il ~ I. Brouillard,
ascensioni è stupefacente. Non si può muo· prima della Tète Carrée, sempre nel grup-
vere un passo in Va l di Susa o nelle pro· po del Bianco, seconda assolut a dell'Aigu illc
paggin i Oel Gran Paradiso, senza imbatter- des Glaciers, prima dell'Aiguille occidentale
si nel nome di ~ l a rtino Baretti. Era gene- dell'Aiguille de T rélatètc; e poi !\fo nte Aù,
ralmente il suo un alpin ismo di corto respi- Becca di Lusency, ultimo ritorno nelrama-
ro o di portata loca le. Forse non aveva lar- to gruppo ciel Gran Parad iso con la prima
ga disponibilità di mezzi o di tempo, e ascensione, il lO agosto 1886, della svelta
perciò era divent ato un artista a sfrutt are, pi ramide di !\font e Nero, che divide in due
per l'app unto, il dubbio vantaggio di vive- rallo va llone cl i Piantonclto.
re s ul posto. Per la sua conoscenza millime- Geologo, e non solo per hol1by, ma pro-
trica delle vallate minori, per il fiut o verso fessore, autore di important i pubblicazioni
le punte importanti, per la fertili!:\ inven- scient ifiche, fu tuttavia uno di quelli che
ti va nel ricavare dal terreno stesso i sug- più sent irono g tù allora la molla dell'emu-
geriment i delle sue pross ime imprese, er:l lazione competiti va. Rimase celebre, nel
davvero un piccolo Coolidgc italiano; e al piccolo mondo di quel primo alpinismo to-
grande Coolidge riuscì infolti a e soffiare :t rinese, la sua rivalità con Leopoldo Barale,
pili d'una e prima :t che deve avere non altro sagace cacciatore di prime ascensioni

17
alle ultime punte di rilievo sfuggite alla
razzia britannica. Nel 73, per esempio, ave-
va sal ito con tre Castagneri la bella Punta
cl'Arnas in prima ascensione, ma, fo rse pic-
cato dalla replica di Barett i con la 13cssanc-
se, eccolo spostarsi altrove e cogliere un in-
vidiabile successo con la prima dell'Herbé-
tet, il 22 agosto, guide Antonio e Giacomo
Castagnerì. Era uno specialista delle val-
li di Lanzo, 13arale, e il focoso alpinista che
saliva l'Uja di Mondrone nel giorno 13 lu-
glio 1873 >, com'ebbc a scrivere Vaccaronc,
il principale storico di quelle origin i del-
l'alpinismo italiano. Nel 1874, coi soliti Ca-
stagneri, conqu ista la bella punta del Char-
bo1mel, che l'aveva respinto nel '70, poi sof-
l a di misura a Coolidge l'arcigna Grande
Housse, insieme ad Alessandro Martelli e a
un Corret, con Maquignaz e tlfoynet pe1
guide.
Al Dente occiden tale d'Arnbin, scalato
per primo da Baretti, si prese una pic-
cola rivincita, percorrendone per la prima
volta la. cresta SO. Del resto la rivalità non Est che l'aveva respin to nel 1891. Nel 1882
impediva ai due d i uni re le loro forze: nel aveva domato la piccola, a rcigna piramide
1871, anno di iscrizione di Barale al C .A .I, biforcuta di Pu nt a Corna, sem pre in Val di
Baretti, Barale, Bertetti e Va llino, prim i Lanzo, e nel 1884 la Punta Baldassarre in
alpinisti italiani in Delfi nato, eseguirono Val cli Susa. Infine, il 14 agosto 1904, ecco-
un ten tativo alla Barre des Ecrins. Nel 187-i lo scoprire e salire per la prima volta, con
fu rono insieme, Barett i e il più giovane 13orgarelli, la piccola Punta ~ l aria , nella
Barale, alla Punta di Ceresole. E infine, oh amata Valle di Lanzo.
gran bontà dei cavalieri antiquil Barale in- Compagno di Barale alla Grande Hous-
t itola a Baretti il bel colle tra la Boccia Vi- se, iscritto al Club Alpino, come lui, dal
va e la Becca di Gay, da lui scalato e tra- 1871, e morto nel 1927 a 78 ann i, Alessrm-
versato per la prima volta il 5 luglio 1876, dro Martelli che fu un altro emerito spigo-
in compagnia di Filippo Vallino e con fa latore di • prime t importanti. Nel 1874
guida di Antonio Castagneri, G. Martinen- ebbe una stagione coi fiocchi, partecipando
go e Augusto Sibille. alla citata e prima t della Grande Housse e
Barale morì I' 11 marm 1907, ma pochi a quella della Punta d i Ceresole con Baret-
anni prima lo troviamo ancora attivo, con la ti e Barale, partecipando con Barelli alla
prima ascensione alla cresta Sud dcl Crand e prima • della Becca di Guin, sale ndo al
Cordonn ier, il 9 settembre 1900, guida Monte Bianco dalla capanna dell'Aiguille
Edoardo Sibille. 1126 settembre 19(;2 ritor- du Midi, e assicurandosi, con le guide Ma-
na alla e sua t Punta d·Arnas, e coi due quignaz e Mcynet, le e prime • della Testa
Castagne ri riporta la vittoria sulla parete di Money e della bella Hoccia Viva. Come

18
se questo non bastasse, alla fin e di quell'an- pagno suo e di llarctt i alla Becca di Guin,
no diede inizio all'alpinismo invernale, sa- giu ngerà, nonost ante la non lunga esistenza,
lendo all'Uja di Mondrone la vigilia di Na- ad in iziare affalpinismo pe rsone come Gui-
tale, insieme a Luigi Vaccarone, da lui av- do Hey e Giovanni Bobba, svolgendo così
viato all'alpinismo e insieme al quale egli un'opera di cerniera, di tramite fra diverse
redasse più tardi la benemerita Guida delle gene razioni, c he vedremo più tardi ripe-
Alpi Occidentali, primo nucleo o meglio tersi attraverso altre fi gure autorevoli e
capostipite della od ierna Guida dei hlon ti prestigiose, come quella di Alfredo Corti.
d' Italia. Dell'alpinismo in verna le Martelli J I 1875 era stato l anno della sua affer-
si fece poi una specia lità, salc nclo alla Cia- mazione: prima ascensione (in un giorno
marella il 23 mano 1875, e il 21 gennaio solo1) della Becca di Gay e dcl Becco Me·
1889 d irigendo una comitiva di 27 pe rsone ridionale della Tribolazione; due giorni do-
al Gran Paradiso: J6 alpinisti, tra cui gente po la Punta Nord del Piccolo l>aradiso,
come Vaccarone, Cibrario, Fiorio, e il resto Levanna Centrale, Gran Paradiso eia Noa-
guide e port atori. Beli'esemp io di ded izione schetta per il versante SE e, il giorno dopo,
ai dover i sociali, nell'estate di quell'an no di- prima ascensione della Becca di Montan-
resse anche una gi ta sociale al Bianco dal dayné, soffiat a di misu ra al solito rcv. Coo-
ghiaccia io dcl Miagc. ~fa non trascurava lidge. Nel '76, salendo alla centrale delle
!°attività individuale più ardita, e per esem- Aiguilles d'Arves, apriva all'alpinismo pie-
pio aveva fa tto sua la Torre del Gran S. Pie- montese e ligure quello che sarebbe stato
tro, quell'osso ch'era rimasto in gola al Ba- per diversi ann i uno dci suoi campi più
retti, subito dopo che la salita ne era riusci- fecondi o gloriosi d'esercitazione fuori dei
ta al Frcshfìeld. Naturalmente il suo disce- confini naziorrnli. Nel '78 sale al Bianco
polo Vaccaronc si precipitò nel 1875 su l dal versante italiano con Costa, Nigra e
Gran San Pietro, a tracciarvi una via nuova Brìoschi, e un solo portatore. Ncll' '81 com-
per b. parete Sud. pie la traversata del Cervino, montagna a
Con f.,uigi Vaccaro11c (Torino, 1849- cu i ritornerà nel '95, dal versante svizzero,
1902), di professione direttore dell'Archivio con Guido Hey. Con lui aveva già com-
di Stato ma in realtà, cultore e studioso di piuto, llCI '91 , una bella impresa, ripetendo
montagne, l'alpinismo di quel primo grup- per la prima volta l'ascensione di Topham
pe tto piemontese radu na to da Quintino e Supersaxo alla Gnifctt i per la cresta Si-
Sella giunge a coscienza di sé. Vaccaronc gna!; Daniele e Antonio hlaquignaz erano
è il primo vero storico del nostro alpinismo stati le guide degli italiani. li '77 l'aveva
Dedito come pochi all'aziono - con 48 vie \•isto alla Dufou r, I' '86 alle Grandes Jo-
nuovo, dete nne per quei tempi un primato rasses e alla Pala di San Martino, il '95 al
italiano - è capace poi di farla oggetto di Dente dcl Gigan te e all'Ortles. Nel '9'2, con
riflessione storica, di inquadrare la propria Bobba e Guido Rey, aveva realizzato la
aziono e quella degli am ici nella più vasta bella impresa dcl Colle Scs ia o della Punta
corn ice dell'alpinismo mondiale. E l'alpin i- Parrot. ~.l e nire la sua altività alpinistica si
smo stesso sente come cultura e come sto- spiegava su scala nazionale, non disdegnava
ria, inserendolo nel quadro degli aspetti di continuare a spigolare le ultime " prime"
economici, sociali, artigianali cd agricoli nelle montagne che gli erano fam iliari: la
della vita nelle montag11e. Avviato alla Grande Arolla nel 1881, le due Uje di C iar-
montagna da Martell i, compagno suo alla doney nel '94. Nel 1890, in compagnia di
prima invernale dell'Uja di Mondrone, com- un altro giovane, il Corrà, e con la guida

19
llicchiardi, a\'eva salito la Meije, ultima "prime", le quali possono talvolta !estimo·
arrivata nel consesso delle cime famose, ma niarc più della conoscenza geografica che
giudicata una delle più difficili . non delle capacità tecn iche d·ascensione.
Questi erano dunque i moschettieri, nel Nel 1874 i fratelli Ciovmmi e Basilio Cal·
primo nucleo di soci dcl Club Alpino, Da· <leririi, della sezione di Vara l\o, il primo
rntti, Barale, Martelli: gli sca lmanati, punti direttore dclrl st itulo Ostetrico di Parma,
al gioco della ri valità con gli sca latori in· il secondo avvoc.1to, ma svolgente attivi tà
glesi nella conquista delle punte vergini d'insegnan te privato a Torino, esegui rono
Vi aggiungeremo ancora qualche nome, co-- con la gu ida Guglielmina e un portatore
me quello dcl dr. Filipf'O Vallirw (1&17· la prima italiana della Punta Parrot per il
1916), botan ico, fi nalmente, e non geologo, versante valsesiano, che era stata aperta
anche lui intrepido cacciatore di "prime". da Ceorgc e ~ l oorc, e poi discesa una volta
Nel gruppo del Gran Paradiso si assicurò da certe intrepide sorelle Pigeon. La salita
quella, assai vistosa, del Ciarforon, con la dei Calderini richiese il taglio di 600 gra·
guida Bianchetti, il 25 agosto 1871, e com· clini.
pì, con Barale, la prima dcl Colle Baretti; Fuori Torino ralpinismo di un Corona
aprì vie nuove alla Grande Houssc (cresta e di un Brioschi spa;:iava ampiament e atlra·
Nord, nel 1885), alla Grande Sassière, all a verso orizzonti pili vasti di quell i che la
Tsanteleina, compì la prima sali ta dcl Passo vicinanza alle v;111i di Susa, d i Lanzo e del
Castagncri, sul versante francese della Pun· Canavese offri va ai Baretti, ai Barale, ai
ta dcl Fort, nel gruppo dcl Hocciamclone. Vallino. Le migHori imprese di Ci11se1'1'e
Intorno a questi c'erano ti pi magari più Co rona vanno dalla prima italiana al
tranquilli, meno impegnati nella caccia del· Gran Zcbn'1 alla prima ascensione della
le "prime'.', ma in grado d i esplicare una Becca di Cuin e della Punta Sella agli Ju -
attività sostenuta e a largo raggio. L'inge- meaux, nel 1875, c:on Carrel e Maquignaz.
gnere Costantino Pem::.:::.i (1832·1896), se- In quell'anno 1875 che fu la sua grande
natore, am ico intimo di Quintino Sella, stagione, si fece il Cervino, la prima ascen-
protagmista d'un grave incidente al Se- sione della Tour de Creton e dello Chtìtcau
siajoch nel 1876, si fece la Grivola, il Gran des Dames, e nel mese di febbraio s'era
Paradiso, il ~ I. Bianco, il Cervino e molte fo tto il Grami Tournalin, con - 24°, b
punte del Hosa. Fu un apostolo dell'alpi- Tersiva e la Crivola
nismo per i fanl'iulli. Il suo nome resta li comm. Luigi Briose/ii (18.53·1935),
legato a una via da lui aperta sul Lyskamm, che fu presidente della sezione di Milano
nel 1884, con tre ~faquignaz e un llarmasse dal 1904 al 1907, aveva iniziato la pratica
per guide, via che Alessandro Sella definiva dell'alpinismo nel 1875, e gi3 l'anno dopo
e ancor più facile di q uella da noi praticata eseguiva, con le guide Jmseng e Oberto,
alcun i giorni prima , . quell'ascensione che doveva legare il suo
Poco si sa dell'attività ùi tipi come Ce· nome alrimponente parete del Nordend da
stire Cmnba. Ma l'apprendere che nel 1874 Macugnaga. Fece la prima salita italiana
si faceva, naturalmente con gu ide e porta- del Lyskamm dal Lysjoch, la prima tra·
tori, l'Aiguille Verte per il canalone Whym· versata dello Jacgerpass dal Hiffcl a ~ l acu ·
per, ce lo tira piuttosto su nella conside· gnaga, la prima traversala italiana da Ala-
razione. Spesso le ripetizioni d i sali te im· gna al Riffe!, e nel 1878 fu il primo italiano
portanti dànno meglio la misura del valore ad att raversare senza gu ide il ~! ont e Bian·
degli indh•idui, che non il numero delle co da Counnayeur a Chamonix.

20
Non è facile al giorno d'oggi, anzi è più recenti il Coolidge, temibile solo per la
praticamente impossibile rendersi conto fonnidabile resistenza e per il saldo affiata-
esatto del valore tecnico, della bravura mento d'équipe con le sue guide Ulrich
propriamente alpinistica di quel manipolo e Christian Almer: ma è con lui, infatti,
di pionieri raccolti da Qu intino Sella in- che i nostri impegnano i più tenaci duelJi
torno alla sua bandiera. Forse, mettendo La concezione alpinistica dell'epoca non
la sordina alla naturale voce dell'affetto, comportava ancora la ricerca della diffi-
bisognerà riconoscere che il loro valore non coltà, ma al contrario era tutta tesa ad
era altissimo. La sconfitta degli italiani nel evitarla, ad eluderla astutamente. L'alpi-
duello per il Cervino non fu un caso sfor- nismo era eminentemente esplorativo, stru-
tunato (anche se gli altri dovettero pagare mento di scoperta geografica. Le mete era-
a così caro prezzo la vittoria), ma rispec- no le grandi punte vergini, isolate e ben
chia il reale rapporto dei valori in campo visibili, o comunque che spiccassero im-
!'i: vero, la seconda ascensione dcl Cervino, ponenti; merito dell'alpinista sapervi giun-
e prima per la cresta dcl Colle dcl Leone, gere col minimo di rischio, se non di fatica.
fu italiana, ma di soli montanari, con Car- D' almeno uno di questi pionieri, il
rel alla testa. Giordano, come abbiam visto, Vaccaronc, possediamo un esauriente ri-
ne fu escluso; cd eccezionali avversità at- tratto fisico e sportivo, grazie all'ammire-
mosferiche si coalizzarono per mandare a vole monografia di Guido Rey pubblicata
monte il suo tenace tentativo del\' anno nel Bollettino dcl C.A. L 1903. Dn essa ap-
seguente. Felice Giordano resterà ugual- prendimno che Vaccarone e fu di un corpo
mente il primo "gentleman" italiano a sa- muscoloso e snello, a venti come a cin-
lire il Cervino, e anzi ne compì la traver- quant'anni; alla naturale agilità fu sussidio
sata, ma ciò non gli riuscì che nel 1868, lesercizio assiduo della ginnastica e della
con le guide Carrel e ì\ laquignaz. L'ave- scherma , . Non fumava. Naturalme1ite por-
\'ano preceduto un alpin ista inglese nel tato alla concentrazione e al raccoglimento
1867, il signor Florence Crawford Grave, interiore, anche per una forma di sordità
che salì dalla cresta italiana con Carrel, che lo affliggeva, dapprima lieve, poi gra,•e,
Bich e ì\ leynet; e diverse cordate inglesi e nelle ascensioni difficili raramente par-
e svizzere nel 1868, tra cui quella del Tyn- lava ai compagni, e si asteneva da ogni
dall, che con la guida ,\\aquignaz compì inutile discussione colle gu ide che avessero
la prima traversata del Cervino dnl Breuil la sua fiducia ». Questo studioso dall'ap-
a Zennatt. Inglesi saranno pure, ma solo parenza fragile, tenace ricercatore di dati
nel 1876, i primi S;\litori senza guide: Cust, e notizie sulla storia delle regioni alpine
Colgrove e Cawood. Eccettuato il Tyndall, attraverso biblioteche ed archivi, pare che
non s'incon trano, negli annali di queste camminasse con un passo micidiale. Par-
prime ripetizioni al Cervino, nomi celebri tecipava alle gite sociali, e spesso ne diri-
d'alpinisti stranieri di gran classe, e ciò geva, ma, scrive Guido Hey: e lo lo ricordo
rende ancor più fondato il sospetto che i quasi sempre in testa alla comitiva, tnlora
nostri Baretti, Barale, Vallino, Corona, ecc lontano, in alto, tutto solo, quando il lento
non fosse ro alpin isti della tempra di un camrninnre degli nltri lo tediava. Egli anti-
Whymper, di un Moore, di un \Valker. I cipava di mezz'ora, di un'ora sul grosso
loro modelli inglesi erano piuttosto i grandi della squadra, e, giunto sulla vetta, si ada-
scorridori geografici e topografici delle A1- giava sulle rupi, al sole, e talora placida-
pi, i Hall, i Conway, i Tuckett e in tempi mente s'addormentava Ma quando erano

21
luoghi difficili, si soffermava ad aspettare
i compagni e a\'Cva già studiato i pass i, e
consigliava ed fl iutava • · Di quel passo
invidiabilmente veloce Hcy conserva una
impressione di vivezza quasi cinematogra-
fica: < Ebbe nel camminare un'andatura
tutta sua particolare, a scatti, quasi saltel-
lante, che lo faceva riconoscere da lontano;
mentre era in moto, sembrava che delle
.'>lit: gambe l'una abbandonasse il suolo
prima che l'altra lo toccasse; ma entramb.J
obbedivano all'occhio sicurissimo e pronto
che sceglieva i punti ove il piede doveva
posarsi; e piede più fo nno e più lieve del
suo non conobbi mai; 11011 era pe ricolo che
smovesse un sasso; epperò egli era com-
pagno dal quale non si aveva da temere ».
Concludendo, si può ritenere che :I
g_rnppetto dei primi alfieri del Club Alpino
nflctlessc con q ualche anno di ritardo il
livello tecnico dell'alpinismo inglese, che
~hnmn cry, realizzando nel 1879 la sa.lita. sori dcl \'Olumc Gran Paradiso nella MCu ida
del Ccn 'ino per la cresta di Zmutt, e so- dei ~·l on ti d ' It a li a~ richiamano l'a ttenzione
prattutto quella dcl Crépon nel 1881, sta- sulla fi gu ra dell'aostano P. C. Fra.ssy che
va per sollevare su un grad ino decisamen- fin da.I 1869, con la guida di Cogne Elisco
te pi t'~ alto. ~arà compito d'una nuova ge- Jeantet, realizza.va. non solo la prima. ascen-
nerazione d alpinisti nostrani continuare, sione assoluta della Punta meridionale 111
]~iù ~ ~11 cn o _da lon tano, l'inseguimento del- Piccolo Paradiso, ma sul Gran Paradiso
] alp11usmo mglese a questo nuovo Jh,ello concepiva e portava a termine la salita
(ricerca. della difficolt à : vie nuove su mon- d iretta della parete Est, cioè dal versante
t ~gn e classiche; prime salite di punte rela- cl i Cogne, per il Ghiacciaio della T ribola-
h vamente poco appariscent i, rimaste ver- zione (4). < Pagina luminosa - scrivono i
gini per la loro difficoltà), li\•ello a. cui co- suddett i autori, nella quale il Frassy diede
n~i.nc iav~ ad afi!ancarglisi, rivale sempre prova. - di una modern ità di vedute scon-
pm pencoloso, I alpinismo ted esco ed au- certante, oltreché di un'audacia e di una
striaco. perizia alpinistica veramente straordinarie
Questo riconoscimento non esclude af- in un'epoca in cui l'alpinismo senza guide
fatto la possibilità che i nostri bravi pionieri era ancora da nascere (il frassy, benché
f~s ~.cro capaci, in condiz ioni di eme rgenza, con guida, diresse moralmente e material-
cli imprese e prestazioni eccezionali, che mente la salita, certo una delle più grandi
non hanno avuto il loro Omero a traman- imprese che siano mai siate realizzate da
darle. In ogni caso c'ò un'eccezione che va alpinisti dilettanti),. .
~gna_lata ~n particolare rilie\'O, anche per
I msp1ega.b1le silenzio che su di essa è trop- (•) \'<'<:b e b reluione, per Li prima ,·olta tr:1dooa
in it.~li.1no nel citato numero delb R.:.I. (gennaio-foh.
po a lungo gravato. Giustamente gli esten- braio 1963).

22
LA SECONDA ONDATA

Come s'è già avuto occasione di dire, venuto insieme al mu tamen to di concezione
Vaccarone costituiva la cern iera tra due dell'alpin ismo: e Il Monte Bianco è diven-
generazioni d'alpinisti, perfino, si potrebbe tato il campo dell'attività dei giovani • ·
dire, tra due maniere d'intendere e prati- Vedremo ben presto queste nuove ge-
care l'alpinismo. S'è già accennato all'im- nerazioni che si spostano, idealmente o ma-
porta117..a d ell'apparizione di Mummcry e terialmente, dnl Hosn nl Bianco. Ma intanto
della salita al Grépon come indice di quella occorre seguire l'estensione dcl movimento
t rasfonnazione che si opera negli ultimi ad altre regioni dell'Italia settentrionale e
due decenni del secolo. L'esplorazione della ad altri settori della catena alpina.
catena alpina si estende capillarmen te alle In Lombardia il primo nome che ci si
montagne piccole e difficili ; si apre l'era fa incontro è quello benemerito del conte
delle vie nuove su montagne già salite; la Francesco L1mmi Cern11schi, morto nel
pratica dell'alpinismo senza guide comincia 19_12 a soli 55 anni. Autore di pregevoli
ad affermarsi, e così quella delle ascensioni lavori geodetici e cartografici, in quattro
invernali. campagne estive con la fida ed ecçellente
In Italia, poi, l'avven to d'una nuova
generazione segna pure l'impetuosa e pro-
gressiva estensione dell'alpinismo fuori del
Piemonte, ad altre regioni che sempre più
numerose e attive rispondono all'appello.
Tn Lombardia s'è già avuto occasione di
ricordare la presenza del Brioschi e del
Corona, benemeriti iniziatori, ma attivi
prevalentemente sulle Alpi occidentali,
spesso su quel Monte Hosa nel quale il
Lampugnani, cinquant'ann i or sono, in
questa stessa sede ed occasione, aveva ad-
ditato e la montagna madre, la be llissima,
che ha nel suo stesso nome una promessa
cli speranw • . Là s'erano appuntali in un
primo tempo gli sfar.ti dclralpinismo ita-
liano in fasce, attirato eviclentemen te dalla
relativa fac ilità di alcuni itinerari norma!i,
a vette di altissima levatura. e Per il no-
stro Monte Hosa l'alpinista italiano ha i
moti del cuore i più vivi, un rispetto più
profondo, una più intensa passione :t . i\fa
lo stesso Lampugnani si accorgeva sagace-
mente, in occasione dcl primo cinquante-
nario dcl Club Alpino Italiano, d'un mu-
tamento gcografì co di predilezioni inter- Fumcercq l.tmmi Cemu3Chi

23
guida bergamasca Anton io Baroni mise a e Fiorelli, e la prima della Punta orit;ntalc
punto la conoscenza di quell'aspra e sel- dei Conii Bn1c:iati, eseguita l'anno seguente
vaggia Val Masino, dove gi:ì s·cra avuto con la guida Scotti. :\ la quel che colpisce
qualche curioso caso di preti-alpin isti locali, è l'ampio raggio delle sue peregrinazion i
e do,·c ora si affacciava irresistibile l'a lpi- al pine. Lo troviamo al Disgrazia, al Gnm
n ismo inglese, con l'ausiliù di gu ide nostra· Zebrli, allo Jorasscs, al Trcscro, al Bad i-
ne e svizzere. Certamente il lavoro d'insie- le, al Torrione orientale, S. i\fatteo, Corno
me da lui prodotto, con una monografi a dei Tre Signori, e lo troviamo fra i prim i
e nella quale ancora oggi non è forse dato italiani accorsi a curiosa re: nelle Dolomiti
cli trovare errori > (Bonacossa), è più impor- Cima Tosa, Brenta Alta, Torre di Brenta;
tante che il valore sportivo delle imprese con la guida Hcttega si fa la prima traver-
da lui compiute. E tutlavia riuscì pur sem- sata italiana d i Campanile di Val Hoclri-
pre a strappare alla strapotente concorrcn7A'l Cima di Val Hoda-C ima cli Bali ; con la
straniera alcune belle "prime", come la guida Zecchini, ma su sua personale idea-
J\mta centrale dci Corni Bruciali (27 ago- zione, fa la prima ascensione del Becco dcl
sto 188 1, con Baroni e Sc:otti), e soprat tultu Cimone e la prima del Cimon della Pala
il Torrone occidentale (12 agosto .1 882, con per cresta NO. Al Cimone aveva gi:ì salito
Albertario e Baron i) e l'elegante Punta la via Darn1stacdtcr nel 1889, inoltre s'era
S. Anna (26 luglio 1893, con Carlo Magna- salito il Sass i\ laor e la Pala cli San Martino
ghi, e avendo per guide due Fiorelli). An· Alla Cima Tosa e in Brenta gli era stato
che l'arcigno Pizzo Camcrozzo cedeva nel compagno, come pure al Gran Zebn'1, al
1893 all'attacco riel Lurani insieme al ~la­ Trcscro e al Cevedale, e alla prima del
gnaghi e al conte Mclzi, altro importante Camcrozzo, r avvocato Carlo M"gnaglli
personaggio di quell'alba al pinistica mila- (Casale, 1&5 1; Milano, 1900), da non con-
nese; gui~e un Sertori e un Fiorelli. Quasi fondere con tm Pietro Magnagh i cui .si
una "prima" fu pu re quella del Ligoncio, deve la prima :isccnsionC' dcl Painalc, il
il popolare monte cli Val Coclcra, con le JO agosto .1885, con la guida Schenatti. Il
guide Baron i e Giulio Fiorelli, 1'8 agosto :\fa gnaghi, che fu vice-presidente della
J881, cioè una settimana dopo che Baroui sezione milanese dcl C.A.T., era pure stato
se l'era salito d;1 solo. Vie nuove come la compagno dcl Lurani alla prima della San-
cresta SO dcl Disgrazia, e prime ascensioni t'Anna; e insieme ad Allievi e Hiva, con la
italiane, come il Badile e la Cima di Ca- guida dcl prezioso Baroni, compì la prima
stello, confermano l'intraprendcnw. e l'ini- ascensione al Sasso i\landuino, classica vet-
ziativa di questo patrizio lombardo, ben ta tra la Val Codcra e la Val dci Batti, il 17
dissim ile da quelli settecenteschi che il agosto 1896. Nelle Alpi Orobie salì le due
Parini satireggiava nel "Gionio" vette maggiori, il Pizzo di Coca e la Punta
Lo stesso si deve ripetere per il conte di Sca is, quest'ultima per una via nuova,
Gilberto Mclzi, C'he si d ilettava, secondo insieme al Bert'ani e al Facetti e con la
l'uso dell'epoca, di geologia. La sua attività gu ida Baroni. Fece la prim a ascx:nsione
nelle Alpi presenta un'ampiezza sorpren- inverna le della Crigna e si spinse perfino
dente, se si tien conto ch'egli morì nel 1899 al Gran Sasso d'Italia
a soli trent'ann i di et:ì. Cli si deve la prima Il ~ l abmagh i , avvocato, era segretario
ascensione del Pizzo di Zocca, in Val Ma- capo alla Cassa di Bispannio di ~ l ilano
sino, compiuta il 2 agosto 1890, insieme Gè da scom mettere che il suo esempio fu
all'alpinista Noscda, c:on le guide Scrtori dctcm1inantc pC'r spingcrt alle Alpi C"rlo

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Ft1cctti, che alla Cassa di Hi.spannio mi- Pili anziano, e quasi patriarca delral-
lanese e ra impiegato, assai pit'1 giovane di pinismo lombarcb, è da ricordare Auto11io
lui, poiché era nato a Sondrio nel 1872. Cedcnw ( 1841-1920), che fu presidente
Questi gli fu infatti compagno nella prima della sezione di ~ lil auo del C.A. l., e anche
ascensione alla Punta di Scais per b. parete di quella valtellinese, al quale si devono
Est. Valente schermidore. non tardò a di- pregevoli studi geografico-alpinistici, uno
stinguersi nella pratica dell"alpinismo. Nel sulle Alpi Orobie, \"alt ro sulla Val Crosina
1892 era già salito al Bernina per la Cresta Aveva condolto un'esplorazione sistema-
Ciizza; nel 1897 ripeté pe r la prima volta tica della Val Fontana in Valtellina, con
la salita dcl !\farinell i al Piz Boscg e fece le prime ascensioni delb Punta Vicima e
la prima di.scesa del versante ital iano, in- di Cima Vicima, nel 1881, e della Vetta di
sieme a Uedaelli e Ongania e con le guide Hon, nel 1885, con la guida Schenatti. Non
Schcnatti e Dall'Agosto. Nel '99 si segnalò gli erano ignote le vette del Ho.sa, la Gri-
alr Aiguille me ridionale d' Arves pe r un vola, la Bessanese, il Cervino, ma soprat-
"exploit" fotografico d'eccezione: la prima tutto le Alpi centrali si giovarono della sua
fotografia dcl temutissimo "mauvais pas", intraprendenza. Nel 1875 lo troviamo su l-
che mai nessuno fino allora aveva trovato l'Ortles; nel settem bre '89, con le guide
modo di riprende re. Lo stesso anno compì Baroni e Valesini, ft.-çe le prime ascensioni
la seconda traversata italiana della ~-lcije, del versante NO del Pizzo di Coca e delle
con la guida Gaspard, insieme ad altro creste Nord di Pizzo del Diavolo e della
alpinista lombardo, il 13crtani, che sulla Punta di Scais. Nel '98 fece la prima ita-
Meije doveva poi perirci nel 1007, e che liana del Pizm Verona, nel gruppo del Ber-
gli fu pure compagno nella bella impresa nina, e l'anno dopo la prima italiana. e pri-
della prima traversata italiana dal ~Ionie ma per la cresta SE, del Piz Cam brena,
Bosso di Seersccn al Bernina. Al Piz d'Ar- insieme ad altro alpinista lombardo, il Hiva.
gien t tracciò una via nuova, nell'agosto Né va dimenticato, fra i primi iniziatori
1903, insieme al Bompadrc, con b. gu ida deffalpin ismo lombardo, l'ing. Pogliaghi,
Sche nalti. Nel 1902 aveva fatt o l'Ortles, il della sezione di ~·lilano, che nell'agosto
Gran Zcbrù, la Thurwicscr, e con la guida 1882, con le guide Bonetti e Confortala,
Sertori aveva aperto una nuova via al Di- compì la prima italiana dell'Ortles dal
sgrazia, per il canalone centrale della pa- Giogo alto, per la cresta Nord, e la pri-
rete Sud. Anche il Hosa aveva conosciuto ma ascensione al Gran Zebrù per il primo
la sua presenza, ché dopo essersi fatto Gni- canale nella parete di Val Ce<leh. Alla
fc tti e Dufour da Alagna nel 1895, aveva esplorazione sistematica del versante ita-
poi ripetuto la lra\·ersata dcl Nordcnd da liano dcl Bernina si era dedicato il geo-
~ lacugnaga, terzo dopo Brioschi e Hestelli, grafo Dtm1imio i\l{lri11elli, il cui nome resta
in compagnia dell'amico Ongania, con i tragicamente congiunto al gigantesco ca-
due ~ l aq uignaz e Zurbriggcn, nel 1900 na lone dcl versante orientale del Oosa, do-
La zona del Ho.sa doveva essergli fatale: ve una valanga colossale lo travolse, nel-
insieme a Giacomo Casati, vincitore della l'agosto 188 1. Tra le nuove salite da lui
punta omonima alle Dames Anglaises, Car- compiute in rapporto a quel progetto di
lo Facelti perì in una notte di tormenta, studio, sono da ricordare quella del Pizzo
tra il 2'1 e il 2.5 agosto 1903, sul percorso Zupò pe r la cre~ta SE, il 4 agosto 1880, e
facilissimo dal Col c1·01cn alla Capanna il Pìz Hoseg dal versante italiano, per il
Gnifctti canalone centrale, il 14 luglio 1871: eo-

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trambe con le guide Hans Crass e Pedran- toria ai compagni Francesco Bt1lfardi11i e
zini. Con Pedranzini e Holznecht aveva Battista Beatrici.
invece compiuto, nel '76, la prima ascen- Altre zone riposte delle montagne lom-
sione italiana, e prima per la cresta Sud, barde furono portate in luce dalle campa-
dell'isolata Cima di Piazzi gne del milanese dr. Vittorio Ronchetti.
La catastrofe i\farinelli fece grande Nel 1900, con la guida Luigi Compagnoni,
rumore ai suoi tempi in ltalia e attirò la si dedicò alla Val Crosina, visitando le
attenzione pubblica sul nascente fenomeno Cime di Saoseo, aprendo una nuova via al
dell'alpinismo, in modo non certo giove- Pizzo del Teo per lo spigolo SE, e com-
vole. Tuttavia non se ne lasciò intimorire piendo così la terza ascensione di questa
un an imoso sacerdote milanese, che anche montagna, ch'era stata scalata per la pri-
nella più alt a carica della Chiesa doveva, ma volta nel '66 clall'illustre cordata di
mol to più tardi, in tempi eccezionalmente Freshlìeld e Tucker con la guida Devouas-
duri, dar prova di singolare fermezza di soud. Conquistò la Punta di Dugoreale, e
animo e costanza di propositi: nel 1889, primo salì alla Cima di Piazzi per il ghiac-
con la gu ida Gadin, don Achille Ratti sali va ciaio del versante Nord. Nel 1902 fece la
alla Dufour per l'imponente parete di ì\fa - prima traversata di Vet ta Sperella, con la
cugnaga e compiva la prima traversata dcl guida Confortola, e nel 1909, con la me-
Colle Zumstein . L'anno dopo, con la stessa desima guida, si spinse nientemeno che al
guida e col Prorne11t, il futuro Pio XI la- Caucaso, dove raggiunse i 5043 metri del
sciava traccia duratura nel gruppo del Kasbek
Bianco, apremlo quella ch'era destinata a Collegato all'alpinismo lombardo, ma
diventare la via norma le d'ascensione <lai attivo prevalentemente nelle Alpi occiden-
versante italiano, per il ramo occidentale tali , Carlo Reste/li, che nel 1891 aveva
del Chia~ciaio del DOme tracciato una via parallela a quella del
Tra gli esploratori delle Alpi Orobie l3rioschi al Nordend da Macugnaga. Nel
vanno ricordati ancora il conte Albani, \'ing. '97 con la guida Thérisod congiu nse le due
N ievo e Angelo Camilla Hic11elmi, della punte della Grande Housse nella prima tra-
sezione di Bergamo, che nel '97, col solito versata, e con Proment e Glarey compì la
Antonio Baroni, compirono la prima salita prima ascensione italiana dell'Aiguille o-
della parete Est al Pizzo dcl Diavolo, iil rientale di Trélat&tc. Dieci anni dopo lo
Val Bremba·na. Invece alla conoscenza cd troviamo in Delfinato, dove conduce a ter-
esplorazione dell'Adamello è legato indis- mine la traversata della Barre dcs Ecrins,
solubilmente il nome deffavvocato Ptwlo con discesa dal versan te Sud
Pruden;:.ini, di Breno, le cui conquiste non
si potrebbero tutte enumerare senza tedio. Da Milano, come s'è visto, il Melzi, il
Hicordiamo almeno la Cima delle Granat e Magnagl1i e Secondo Bonacossa avevano
per il versante SO, le due punte del Tre- trovato la via delle Dolomiti, dove inglesi
denus, la parete NO del Frisozzo. E ricor- dapprima (John Bai\, il Tuckett, il Fren-
diamolo anche, singolannente, per un pate- chay), e poi austro-tedesch i, come il grande
tico insuccesso al Badile Camuno, la bella Paul Grohmam1 , avevano iniziato la pra-
montagna lombarda, dove il 28 maggio tica cieli'alpinismo. Essi si servivano come
1884, dopo essere stato l'ideatore, il pro- guide di elementi locali, per lo più caccia-
motore e l'animatore dell'impresa, dovette tori, come quel Giovmmi Ossi , di San Vito
i11spiegabilmente lasciare la gioia della vit- di Cadore, che accompagnò Crohmann

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sull'Antelao nel 1863, proprio l'anno che e quasi 70 ann i, con la guida Santo De Toni.
all'altra estrem ità della catena alpina Quin- Ma per trovare da parte italiana un
tino Sella progettava la fondazione del sistematico e cosciente intervento cittadino
Club Alpino. Qui11di sono già i nomi cla.~­ nell'alpinismo dolomitico bisogna venire
sici dell'aristocrazia montan ara del Cadore alle due singolari figure dei baroni Alberto
quelli che si associano al suo nelle imprese e Orazio De Falkner, padre e figlio. Una
delle Tofane e del Sorapiss: l'anziano Fnm- buona monografia storica che ricostruisse
cesco Lacedelli, di Cortina, un Dimai, un accuratamente la vita e l'opera di questi
Siorpaes. Alla guida Luigi Cesaletti, di personaggi costituirebbe un panorama af-
Sa11 Vito di Cadore, si fa merito d'aver sa- fascina nte delle origini dell'alpinismo ita-
lito, fi n dal 1877, la Torre dei Sabbioni, liano nelle Dolomit i. Di origine svizzera,
cima relativamente poco appariscente tra il barone Alberto Dc Falkner era stato con
Antelao e Sorapiss, ma difficile, dando ini- Garibaldi nella campagna del '66 che ave-
zio appunto a 1uello st ile alpinistico di va visto le truppe del generale e dcl Me-
ricerca della difficoltà, che nelle Alpi occi- dici risalire la Val di Lcdro e la Valsugana
dentali ven iva di lì a poco inaugurato d'.l.1 verso Trento, dolorosamen te fermate dal-
i\fornm ery. Ancora oggi si attribuiscono l'armistizio. Forse era lì, a Bezzecca, che
alla via comune sulla Torre dei Sabbioni il barone aveva preso il gusto delle mon-
passaggi di 3° grado. Essa fu poi ripetuta, tagne. Fatto sta che dopo lo troviamo fon-
il 29 maggio 1892, dal vicen tino Pietro
Paoletti con le guide Giuseppe e Arcan-
gelo Bordon
Sono elementi locali, praticamente gui-
de, che pongono la loro valentia al servizio
di alpinisti per il momento stranieri. U11
locale era anche, ma lavorava per così dire
in proprio, per pura passione di ascendere
e di scoprire itinerari, q uello strano e mi-
sterioso tipo di Cesare Tomé, di Agordo,
che aveva la vocazione delle grandi vie e
che era nato evidentemente un mezzo se-
colo troppo presto: poiché osò levar gli
occhi su quelle formidabili barriere che
sono la parete Sud della Marmolada e la
Nord Ovest del Civetta, allora completa-
mente al di fuori d'ogn i realistica consid<:-
razione, e vi si accostò con due itinerari
che restano fuori dell'auten tico problema
alpinistico, ma tuttavia lo adombrano, gli
fanno la corte: in ogni caso al Civetta egli
migliorò nettamente la precedente via de-
gli inglesi, che saliva alla Punta inferiore
mentre la sua raggiunge la vetta più alta.
Ciò nel 1897 (Marmolada) e nel 1907 (Ci-
vetta), in età, rispettivamente, di quasi 60

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datore della sezione di Agordo dcl C lub vacco, durante il quale muore estenuato un
Alpino, e attivissimo scalatore. Nel 1872, alpinista d'altra romit iva, il llrockard . La
con Utterson Kelso e altri, conquista il avventura ebbe ampia risonanza e darà luo·
Cimon dcl Froppa, nelle }. larmarole. L'an- go a numerosi scritti - comunicazioni e
no dopo, con la guida G. B. della Santa, precisazioni - del barone Albe rto nella Hi·
compie la seconda ascensione di Cima Vez- vista :\fonsilc. l\ la il giovane Orazio ci ave-
zana. Nel '76 si unisce a Cesare Tom6 in va preso gusto a quei colossi del Vallese
un'impresa che durò tre giorni, dal 30 lu- ch'erano stati fatali al grande Wink lcr, e
glio al J• agosto: la salita alla i\larmolada nel 1888 eccolo macinarsi \Veissmies, Na·
per il ghiacciaio Ovest, dalla force lla omo· clelhorn, Alphuhel e Allalinhorn, D ufour e
nima. Guide, il Della Santa e un Callegari Zinalrothom.
L'anno dopo trascina una numerosa comi· Non trascurava, tuttavia, le Dolomiti,
tiva, con 4 guide, alla seconda ascensione che gli da,,ano destrezza e ardimen to nel·
dcl Pizzo Popena. Nel 1881 e '82 è in Brcn· l'arrampicata. N<.: I 1887 sali la C ima P icco·
ta dove sale, ora con guide ora senza, la ci- la di Lavaredo. « Essa mi parve, per quan·
ma che porterà il suo nome, la Cima del to concerne la difficoltà delle rocce, assai
Grosté, Cima Flavona, il Sasso Alto, la Cima più difficile dcl Ce1Yino che avevo salito da
occidentale di i\fondifrà e, con l'inglese E Zermatt l'anno prima in pessime condizio-
T . Compton e le guide Nico\ussi e Della ni " · Il 13 marzo del 1890, con le guide Dal-
Giacoma, il Crozzon di Brenta per il cana- la Giacoma e Fcrrari, compie la prima sali-
lone ghiacciato del versante Ovest ta invernale della Presanella; in settembre,
Doveva essere un animatore, il barone con la guida Callegari, la prim a ascensione
Dc Falkner. Oltre ad andare egli stesso in della Cima di Fop, nel gruppo della Mar-
mo11tagna, ci sospingeva gli altri, e cambia- molada. Nel '92, con la guida A. Costanti·
va spesso .compagni. Ma se ne stava liran· ni, prima ascensione del Sorapiss per il
do su uno in casa, di compagni, che avreb- versante Nord, poi eccolo ancora nelle Oc-
be continuato ed esteso la sua opera su sca- cidentali: con D. EscoHlcr, senza guide,
la ben maggiore. In alcune salite nel grup- nel l894 compie la prima ascensione del
po dcl Brenta già gli era stato compagno Becco settentrionale della Tribolazione, e
il giovanissimo fìglio Orazio, nato nel 1871 al Ciarforon apre una nuova via, la cre-
Questi era stato con lu i, per esempio, al sta NNO.
Crosté, cd aveva IO anni; alla Cima occi- Una malattia lo tiene per 5 anni lonta-
dentale di :\ londifrà, e ne aveva 11. no dalla montagna. La Croda da Lago è il
Ncl\'86, a 15 anni non compiuti, è il fì. teatro della ripresa, nel l899. Quello stesso
glio che fa da capocordata nella seconda anno, con le signorine Filder e Lampert , e
ascensione alla Cima orientale di Mondifn\, con le guide Antonio Dimai, Pompanin, Co-
che comportò il taglio di 40 scalini nel stantini e Menardi, sale la parete del Col
ghiaccio. Padre e figlio, adesso, partono Hosà. E: la prima ripetizione, e la prima ita-
alla scoperta dell'alta montagna. 11 batte· liana di questa strana ascensione, primo
simo delle Alpi occidentali è impressionan- esempio d'una salita molto difficile su una
te, ma non sgomenta il quindicenne: il 17 montagna che, per la via comune, è asso-
agosto 1886, salito il Cervino da Zermatt lutamente "à vachcs". Egli ne riferiva, nd
col padre, due Maquignaz e una guida FCI·· Bollcllino dcl C.A. I. per il 1901 , con l'aria
rari di Pinzolo, sono tulli sorpresi dalla tor· di disapprO\'arc il nuovo andazzo. Giù il Si·
menta al ritorno e costreltf a un tragico bi· nigaglia, egli dice, s'era messo a cercare

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e nuove vie d'ascesa pe r le alte cime già vi si associò. La vittoria fu conseguita in
note,, in modo da permettere varietà di due riprese, e nel primo tentat ivo, del 9
passi e d'accresciute diflìcoltà a ll'alpinista settembre, a Orazio Dc Falkne r fu com pa-
sazio dci vecchi itinerari. T uttavia, egli di- g no Giovan ni Chiggiato, q uello che An to-
ce, e il Sinigaglia non aveva fatto che uni- nio Berli definir:\: e pioniere italiano nel·
forma rsi ai dettami della bella e vecchia l'Agordino e in Cadore ... nell'era dc i nuovi
scuola alpi nistica, la q uale sembra non vo- ardimenti , guando, domali i colossi, fu da-
glia ammettere a ll'onore d 'essere chiamate to l'assallo a lle ci me minori, ma molto pili
ascensioni se non quelle compiute sopra ardue, e sui colossi già vin ti venne ro aperte
monti che da ogn i lato offro no una certa pili d iflìcili vie • · E tre giomi dopo, nella
d iflìcoltà di salita. Ora invece è sorta una vittoria, gli fu compagn(', diciannovenne,
nuova corrente alpinist ica, che mi pare ab- ancora limido e inesperto, proprio colu i che
bia tutti i requisiti necessa ri pe r appagare u n giorno avrebbe scritto quelle righe: An-
i bisogni di ciò che chiamerei la grande ne- ton io Berli, futu ro storico dell'alpinismo
vrosi alpina di q uesto fine di secolo. Si vuo- dolomit ico ed estensore dell'ammirevole
le pote r partire da Londrrt o da Berlino, cd Guida delle Dolomiti orientali
appena sces i dal treno o dalla di ligenza po- Altro tipico esempio, dunque, Orazio de
ter dopo un'ora di cammino trovarsi ai pie- F alkncr di quella fu nzione preziosa di cer-
di di qualche immane parete rocciosa la cui niera tra due epoche dell'alpinismo, che ab-
scalata offra tutte le esilaranti emozion i biamo visto svolgere nelle Occidentali da l
dell'alpinismo come condensate i n poche e vispo infaticahilc scorridore • Vaccaro-
cent inaia di metri di vert iginosa arrampi- ne, come lo ch iamò cinquan t'anni fa il Lam-
cata. Non siamo giunti fo rse proprio a que- pugnani. Quest'attività sociale, \ olta a pro-
1

sto pu nto, ma ci arriveremo fra poco ) . muovere l'alpinismo degli altri, Orazio De
Non si può dire che fosse cattivo profe- Falkner, che si spense ancor giovane il
ta, il barone. Del resto e ra egli stesso un at- 29 settembre 1923, ebbe modo d'esplicare
ti vo arte fi ce di queste trasformazioni dc l largamente ne lla carica di presidente della
costume alpin istico, e proprio a proposito sezione di Firenze dcl C.A. I
di questa salita al Col Hos:\ egli ci ricorda
con orgoglio che già da JO anni aveva e a- Cli Ossi, i Cesa lctt i, il vecchio Lacedcl-
dottato le scarpe colla suola di gomma•· li, e in un certo senso anche il Tomé, era no
Nello stesso anno 1899, ancora con la signo- a ttirati dalle g randi montagne della loro ter-
rina Fildc r e con Antonio Dimai, foce la pri- ra: i giganti delle Dolomiti, come Antelao,
ma italiana del Campanile di Federa. Ma Sorapiss, Tofane, erano mèta delle loro am-
bisogna prendere in considerazione anche bizioni. Non è un caso che molti di costoro
Jc salite che non hanno pretesa di novità, fossero di San Vito, annidato com'è questo
per rendersi conlo de ll'ampiezza delle sue villaggio ai piedi della grande catena che va
imprese alpine: Tre Ci me di Lavarcdo, Cri- dall'Antclao, pe r Croda Marcora, al Sora-
stallo, Croda Hossa, Punta C rohmann, An· piss, in un punto dove l'alta montagna scen-
telao, Popena, Pe lmo, traversata de i Ly- de d irettamente dai 3000 metri ed oltre l'ìn
skamm, ccc. Sempre in quello scorcio di se- quasi al livello della strada provinciale, con
colo, ne l settembre 1899, ripo rtò una dif- un sistema di forre, d i conche, di quinte
fi ci le vittoria sulla Punta Adele, nelle Cro- rocciose, dall'appa re nza selvaggia, ma che
de cli Form in, che ha una vera e propria in realtà invitano il cacciatore ad inoltrar-
importanza storica per i compagni ch'egli visi, fidando nella propria sagacia, nel sen-

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so di orientamento e nella conoscenza del zino Carbari e in una giornata cli grazia
terreno. Ora in\"CCC l'idea le alpinistico è quale non seppe, in seguito, mai più ritro·
mutato: non i grandi monti complicati in· va re, rischiando tutto in uno sforzo smisu·
vitano lo scalatore, ma le guglie sem plici e rato e spasmod ico, passò sullo strapiombo
nude di cui sono tanto ricche le Dolomit i. che raveva respinto sette anni prima. La
Non si tratt a più di trovare la miglior via guida od ierna dol Castigliani, di cui tutti
d'accesso, ma semplicemente un itinerario quelli che hanno arrampicato in Dolomiti
per un'aperta parete; non si cerca più il conoscono l'atroce severit:ì 11ella classifica-
''arco, ma l'appiglio, la fessura, il mezzo zione delle difficoltà, d:\ ancora oggi, per la
che permetta d'arrampicare. Il problema, paretina l'ooli-Trenti, una difficoltà di fl'
insomma, da topogralìco che era, si va fa. grado su periore! Non fu più ripetuta, né da
cendo squisitamente alpinistico. Pooli né da altri, lìno al 1932, quando la
Questo nuovo stile dell'alpinismo inte· fecero pe r sbaglio due cecoslovacch i, che
so essenzialmente come arrampica ta era credevano fosse la via comune.
stato introdotto dal Crohmann con le sue Il carattere romanzesco del tentat ivo di
valorose guide, esalt ato dall'apparizione so- Garbari non deve far credere ch'egli fosse
litaria di \Vinkler, ed accettato, fra gli espo- un alpin ista imprO\'\'isato, dotato più di en-
nenti locali dell'alpinismo italiano, dai due tusiasmo e di mezzi fi sici natura li, che di
Falkner. Fra gli altri pionieri italiani della esperienza. Quando venne al Campani ] Bas-
arrampicata occorre ora ricordare il tren- so Carbari aveva già al suo attivo molte
tino Carlo Garbari, che con la guida Taver· belle salite, come la prima ascensione del-
naro di Primiero e il portatore Nino Pooli, la Punta Att ilio Calvi nell'Adamello (20
di Covelo, fu protagonista, il 12 agosto 1897, agosto 1895}, la lunga e brillante arramp i-
d'uno sfortunato e, si può ben dire, eroico cata della cresta SE al Caré Alto {20 ago·
tentativo 2\la più bella delle guglie dolomi- sto 1896), anche questa ancora oggi descril·
tiche, il Cam pani] Basso di Brenta. l i ten- ta nella e Guida dei Monti d'Italia > come
tativo s'arenò a meno di 30 m dalla vetta, c bell iss ima, ardua cd in alcuni punti estre-
poco oltre quel terrazzino che porta Il no- mament e difficile scalata >. Gli era compa-
me dell'alpinista di Trento. Erano state gno il fido Pooli, e così alla cima Tosa per
superate le maggiori difficoltà della salita, la Parete Est, così al Campan ile AJto per la
come la dura paretina iniziale, che porta parete Sud (6 settembre 1896). Il 5 dicem-
tuttora il nome di Pooli. Solo dopo due an- bre del '95 Carhari faceva la prima inver-
ni gli studenti di Innsbmck Ampferer e Der· nale dcl Cimone della Pala; nell'agosto di
ger, respinti anch'essi dallo strapiombo so- quell'anno, ancora in Brenta, conquistava
vrastante il terrazzino Carbari, ebbero l'i- con Pooli e Zen i la Cima Daratieri e, col so·
dea, ritornati sul posto, di traversare al pic- lito Pooli, la Pun ta dell'Ideale, che invece i
colo pulpito dello spigolo NO e di là traver· tedeschi solcvano ch iamare col suo nome.
sare ancora, in alto, pe r risa lire la parete
che ora reco. il nome di Ampforer. Trn gli alpinisti che Orazio Dc Fnlkncr
Cocciutissimo, il calderaio Pooli si sa- ricordava, nella relazione della sua salita
rebbe lasciato ammazzare piuttosto che sa- al Col Rosà, come in iziatori della ricerca di
lire in vetta per la via dei tedeschi . Voleva vie nuove, pili difficili, su montagne già no-
arrivare sul Campani! Basso per la e sua te, abbiamo ' 'isto ricordato il Sinigaglia, e
via>. Aspettò fino al 1904, q uando in- questi ci serve a far ritorno in seno all'am-
sieme a Riccardo Trenti ritornò al terraz- biente piemontese, per vedervi revoluzione

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dell'alpinismo dopo Vacca.ronc. Celebre per Nella nuova generazione piemontese
essere stato l'ultimo cliente di Jean Antoine campeggia il gruppo compatlo dei fìgli, ni-
Carrel e per averne descritto la patetica poti, cugini di Quintino Sella. 11 grande sta-
morte ai piedi del Cervino, dopo avere ri- tista aveva un giorno scritto che, quasi qua-
condotto in salvo, in mezzo alla bufera, il si, se avesse potuto fa re come voleva lui,
suo cliente sulla via del ritorno, Leone Si- gli sarebbe piaciuto stabilire per legge che
11igaglia aveva già svolto una buona attivi- ogni italiano valido al servizio militare do-
tà neJle Alpi occidentali, prima d'essere uno vesse almeno aver fatto una volta il Dente
dci primi piemontesi a scoprire le Dolomiti dcl Gigante. e Nelle mont-agnc - aveva
ed innamorarsene. Otto giorni prima della scritto con mem(lrande parole - troverete
tragica ascensione al Cervino era stato su l- il coraggio per slìdare i pericoli, ma vi im-
le Crandes Jorasses, il 17 agosto 1890, con parerete pure la prudenza e la previdenza
Proment e Ollier. Ne11'89, con la grande onde superarli con incolumità. Uomini im-
guida bergamasca Baroni, aveva aperto una pavidi vi farete, il che non vuol dire impru-
via sulla parete Est dcl Hedorta, nelle Oro- denti e imprevidenti. Ifa un gran valore un
bie. Nel '93 svolse un'intensa attività nel- uomo che sa esporre la propria vita, e pure
le Dolomiti, ed oltre a salire al Cristallo per esponendola sa circondarsi di tutte le ragio-
il canalone Ovest con le guide Dimai e nevoli cautele >. Questa pedagogia alpini-
Pompanin, oltre a ripetere la via ~foller sul- stica Sella l'aveva applicata per lo meno in
la parete NE del Sorapiss con l'inglese H. famiglia, non potendo farlo in tutta la na-
T. Wood e la guida llarbaria, oltre a salire zione, e non c'era nessuno in casa sua che
la Cima Undici, il Pelmo, le Tofane, l'A.ntc- non progettasse ascensioni, e tutti i mo-
lao, il Cristallo, Scarperi, Piccola di Lava- menti quando due arrivavano, quattro par-
rcelo, Croda dei Toni, Becco di Mezzodì, tivano, in un'eterna confusione di 'corde,
lasciò la sua firma sull'elegante itinerario ascie da ghiaccio, ramponi Eckcnstein e
della Croda da Lago, che oggi è quasi uni- sacchi da montagna. Lui stesso, il grande
versalmen te usato in discesa. statista, ebbe una seconda giovinezza alpi-
Leone Sinigaglia, che visse a lungo e di nistica dopo i cinquant'anni, rimorchiato
cui si celebrava nel 1937 il 50" anniversario da tutti quei giovanotti baffuti e barbuti,
d'appartenenza al Club Alpino, compì mol- quando, liberato a\lìnc dalle cure dcl bilan·
te delle sue salite dolomitiche con un cugi- do, volle ritornare alle montagne e si ci-
no di nome Giorgio, che non va confuso mentò con la salita al Monte Bianco dal
col milanese Giorgio Sinigagliti (1875-1898) : versante italiano, completamente fuori alle-
questi oltre ad avere perfezionato l'esplora- namento, stanco per i fastidi della politica.
zione della Val Grosina con numerose pri- Al rifugio del Dòme il venerando personag-
me ascensioni e vie nuove, per cui fu in cor- gio non ne poteva pili. I baldi giovani di
rispondenza del Coolidge e suo collabora- casa lo lasciarono lì con una guida e prose-
tore nella e Climbcr's Guide >, aveva svol- guirono per la vetta, probabilmente crol-
to, nonostante la brC\'C esistenza, un'inten- lando il capo e dicendo : - E h, il povero
sa attività dolomitica. papà {o: il povero zio, secondo i casi) è
Al Giorgio Sinigaglia milanese è intito- beli'e finito. La pagina dove Quintino Sel-
lata la nota cresta della Grigna meridiona- la racconta delle ventiquattr'ore di riposo
le: egli aveva infatti compiuto, d'inverno, assoluto passate in quel rifugio a 30<X> me-
la prima traversata della Grigna da Balla- tri, e della paziente astuzia con le proprie
bio a 11.fandello. forze che il giorno dopo gli pennise di se-

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guire fino in vetta al i\fo nte Bianco le trac- po. C li inglesi d'inverno se ne stavano a
ce dei giovanotti, insieme alla guida rima- casa loro, e anche se ci fosse stato qualche
stagli, è una delle più belle testimonianze riccone disposto a intraprendere nelle Alpi
che si conoscano di passione della monta- campagne invernali, non essendo del posto
gna e di forza della volontà non poteva conoscere tempestivamente tut-
li figlio maggh>re, Alessandro Sella , mor- ti quegli imponderabili, compendiati sotto
to in giovane età nel 1891, era chimico di la formula di «condizioni della monta-
studi e di professione, e fu appunto prota- gna », dal cui insieme dipende per la massi-
gonista, insieme a Cmnl(/ino, Alfo11so e ma parte il successo delle imprese invernali
Ca11de11zio, della prima ascensione al Den- Vittorio Sella, colui che probabilmen-
te del Gigante, ;wvenuta il 29 luglio 1882 te resterà nella ~toria dell'alpin ismo come
dopo che le guide Jcan-Joseph, 13aptiste e il maggiore fotografo di montagna che sia
Danicl Maquignaz avevano nei giorni pre- mai esistito, con tre Carrel per guide aveva
cedenti convenientemente attrezzata la riuscito il 17 marzo 1882 la prima traver-
montagna. Fu quella la caduta dell'ultimo sata invernale del Cervino; lo stesso c:Alpi-
4000 importante, e costituisce indubbia- ne Journal ~, il magno organo dell'alpin i-
mente uno dei maggiori titoli di vanto del smo inglese, aveva riconosciuto questa sal i-
giovane alpinismo italiano ta come e the most remarkablc thai has
Alessandro Sella s'era già distinto l'anno cver becn made the wintcr season » . li 26
prima con l'ascens ione della cresta Ovest gennaio 1884, con due Maquignaz e il por-
alla Ciamarella; nc11'84 compirà la prima tatore Aymonod, Vittorio Sella aveva porta-
ascensione della cresta Sud del Lyskamm, to a termine la prima ascensione e iemale»
jnsicme a Corradino e al giovane Guido (così venne chiamata) alla Dufou r, e nel
Hcy, con le guide J. J. e Daniel Maquignaz renderne conto, en tusiasta, esortava : e Per
Nel febbraio '85 farà la Piramide Vincen t, finire dirò ai colleghi alpinisti: andate a
invernale, e nell' '87, con Guido Rey e le vedere le Alpi nell'inverno! ».
guide i\laquignaz e Castagneri, effettuen\ La moda delle ascensioni invernali ri-
la prima italiana della Meije, e salirà la velava infatti agli appassionati tutta un' al-
Barre des Ecrins tra faccia della montagna, e di questa essi
Questi Sella furono tutti, chi pi ù ch i erano finalmente davvero i primi scopritori,
meno, formidabili specialisti dell'alpinismo senza il solito inglese capitato l'anno pri-
invernale. Questa particolare forma, inizia- ma a delibare le ultime verginità rimaste
la, come s'è visto, da i\lartelli e Vaccarone in piedi. Nel\' '85 ecco dunque Vittorio Sel-
con la loro coraggiosa salita all'Uja di Mon- la introdurre l'inglese Aitken ai segreti del-
drone, il 24 dicembre 1874, da loro stessi l'alpin ismo invernale, con la prima del
perfezionata con salite di maggior leva- Gran Paradiso (2 marzo, guide J. J. e Da-
tura, diventò ben presto il campo preferito niel Maquignaz); vent i giorni dopo, fo-
degli alpin isti piemontesi negli ultimi ven- sieme a Corrad ino cd Alfonso, col solito
ti anni dell'Ottocento, e qui davvero essi Jean - Joseph, prima inve111ale del Lys-
conseguirono risultati che li ponevano in kamm. Nell'estate fa la prima italiana del-
evidenza nelle prime file dell'alpinismo la Huinette, ch'era stata salita nel 1865 da
mondiale, con ascensioni che ancora oggi Whymper con Almer e Biner. 1119 febbraio
impongono il massimo rispetto. Il fatto è 1889 con Corrad ino, Gaudenzio e Erminio
che nell'alpinismo invernale i nostri erano Sella, e due :\faqu ignaz, di nuovo alla Du-
finalmente avvantaggiati dal fattore cam- four, per la prima traversata invernale. Poi,

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LA Po~TA Ot:L ~IAJlCUA llEIS, versante
setten trionale, dal Hifugio Piero Ca-
rell i.
( fot o R. llacker)
com'è noto, l'attività di Vittorio Sella assu-
me proporzioni extra-e uropee, e ne l '90 co-
minciano le sue esplorazioni al Caucaso
centrale, con salite nel gruppo dell'Adakok
{:vi. lsforga, M. Bordiula), riprese nel '96
con Emilio Gallo (salite al Tcpli, allo Ska-
tlcorn Kok, al Sugan), da cui ritornerà con
uno straordinario patrimonio di documen-
tazione fotografica.
Né erano da meno Corradina e l'ing.
Gaudenzio. li 18 gennaio 1886, con le g ui-
de J. J. ~faquignaz e Guglielmina, fanno
!"invernale della l'. Cnifctti, con traversata
dal Col d'Olen a Zemrntt. Nel gennaio 1888
riescono in quell'impresa ancor oggi rag-
guardevole che è la prima traversata inver-
nale dcl Monte Bianco da Courmayeur (per
la via dei Hochcrs1) a Chamonix, e il 19 feb-
braio 1889 la traversata dcl Colle de l Lys
Anche d'estate spigolavano tra le poche no-
vità ancora possibili ncll' '81, con Gauden-
z io, e un Maquignaz e un Bich per guide,
avevano colto la prima ascensione della P.
Patri, nel gruppo dcl Gran Paradiso in Giuseppe CorriJ
Valle di Cogne.
Tra le molte figure de lla seconda gene-
razione degl i alpinist i piemontesi, comin- zioni di terreno vergine. Solo, nel 1880,
ciamo col ricordare quella dell'avv. Giusep- compì la prima ascensione d'una punta che
pe Comì, • la cui vita alpina - scrisse Gui- egli credette fosse la Punta Gasparre, sulla
do Hcy - sembra un lungo romanzo di cresta divisoria tra la Val de lla Rho e la Val-
severo e taciturno amore, che si svolge a le Stretta (Bardonecchia); solo sali, il 14
traverso le lotte più p..'lssionate e si chiude luglio 1882, su una punta ch'egli credette
in una tragica fin e >. Quando morì alla fosse la Baldassarre, ma invece pare fosse
Grande Sassière, il 26 agosto 1896, per la Bocca Bernauda, di cui Barale con la
la rottura cli una comicc, con lo guide guida Sibille fan\ la seconda ascensione il
Pc llissier e Meynct, contava a l suo attivo 29 giugno 1885, onde discussioni a non fi-
34 prime ascensioni e vie nuove. Egli è a nire. Senza guide, con l'amico M. Dogliot-
mezza strada tra que lli che continueranno ti, fu a Punta deJla Sueur, il 7 luglio 1882,
a praticare l'alpinismo classico, con guide, sempre nell'alta Val di Susa. Invece con la
come GiO\'anni Bobba, e coloro che lancia- guida Picrre ~vl &.l ail ripeterà la Pierre Me-
no invece la moda dell'alpinismo senza gui- nue dal Colle della Pélouse; con Francesco
de, come Fiorio, Haiti, Canzio, ~fondini ~ 1 &.l ail travcrser:\ per primo dalla Punta
e Vigna. Sulle montagne più basse e fa- SO delta Hognosa d 'Etiache (raggiunta pre-
miliari de lla Va l di Susa, spesso s'avventu- cedentemente da l ~ l onta ld o) alla Punta
rava con le proprie for-.te, anche in esplora- NE; con la guidJ. Fazy compirà la prima

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ascensione dell'Aiguille d'Arbour, con di- le prime delle Punte Valletta e di Val-
scesa dalla parete della Grande Hochc. miana, e l'anno prima, 189-2, la Piccola
~detterà al proprio attivo le prime ascen- Arolla, e nel 1891 il primo percorso, in
sioni della Gran Somma e delb Gran Ba- discesa, della Punta di Forzo, salita nel
gna in Val della Hho, e in Val di Lanzo, 1879 da No\'arcse e Jcan te t. Alla Torre di
con la guida Michele Hicchiarcli, si assicu- Lavina Bobba e Pelloux, guidati da Thé-
rcrù la prima ascensione della Punta cli risod, giunsero il 9 settembre 1001 , per il
Groscavallo, D ent d'Ecot e Cresta ).foz:zcni- canalone Ovest e la cresta Nord. Sullo
le (5 agosto 1886), e quella dell'Uja della spartiacque tra la Valgrisanche e la Val
Cura per la cresta Est (14 settembre 1889). di HhCmcs vn ricordata almeno la prima
Sempre Hicchiardi gli fu guida, in quel- ascensione della Becca di Fos con prose-
l'anno, alla prima ascensione della cresta guimento alla Punta Sud della Grande
Est del Gran Paradiso, insieme a due Croux, Housse, il 4 agosto 1888, con Thérisod; che
e coi collegh i Gonella e Dogliotti. Dal 16 gli fu pure compagno nella salita alla Pun-
al 20 luglio 1892, insieme alle guide Thé- ta Basei per il selvaggio paretonc tra que-
risod e Hicchiarcli, visse una terribile av- sta e la Punta llousson.
ventura nella traversata della Barre des
Ecrins, con tre bivacchi nella tormenta. D"antico stampo, bisogna pure avere la
D'antico stampo l'attivit;\ di Giovamii franchezza d'ammetterlo, fu in gran parte
JJobba , compiuta pressoché interamente in l'alpinismo di Guido Rey (t 1935), cui spet-
un sodalizio indi:>solubile con la guida Ca- ta un posto d'eccezione nella letteratura
simir Thériso<l, d i Rhème Notrc Dame, ed alpina, e che talvolta davvero fu sospinto
ispirata a una concezione classica dell'alpi- ad imprese di rango superiore proprio dalla
nismo come esplorazione geografica. Ap- ansia cli poesia che lo sospinge\'a sull'Alpe.
punto !"esplorazione sistematica dci valloni In un'epoca in cui Mummery aveva ormai
di Hhème, Va lgrisanchc e Valsavaranche insegnato ai "gentle mcn" a percorre re con
resta l'opera sua più duratura e meritevole, le sole proprie forze l'alta montagna e le
concretata in esemplari monografie, tuttora vie più severe, e molti anche fra noi co-
valide, almeno per le prime due va lli, base minciavano ad avere be ne appreso quella
preziosa per la futura guida, quando verrà, arte, l'alpinismo di Rey fu quasi esclusiva-
delle Alpi Graie. Va da sé che nel corso mente con guide. Sue massime imprese
delle sue esplorazioni gli accadde di spigo- senza guide restano una salita al Becco
lare un numero ingente di prime ascensio- della Tribolazione, e soprattutto quella sa-
ni e soprattutto di vie nuove. Per esempio, lita all'Aiguille meridionale d'Arves, che
nel gruppo del Gran Paradiso, la cresta Sud fu veramente il suo do di petto dal punto
della Grivola, già in gran parte percorsa di vista dcl coraggio d'iniziativa individuale
da Dayné e Cachat nel tentativo Tuckett e. di efficienza atletica nella realizzazione.
dcl 1859, poi mai pili ripresa, finché llobba « In questa salita - scrisse egli stesso con
e Thérisod non ne effettuarono il percorso un certo giusto orgoglio - tenni la testa
completo, il 17 luglio 1890. Nel '93 i due della carovana. Mi avvenne che si staccò
inseparabili riuscirono la prima ascensione la corda, alla quale mi sostenevo nel passo
della vetta minore del Becco centrale della più difficile, e rimasi sospeso alle sole mie
Tribolazione. Inseparabili non tanto, ché mani, dirci, anzi, alle mie unghie contro
poch i giorn i prima, trescando con altre gui- la parete; ma mi sorressi; fu forse il mo-
de, Gaclin e Jeantet, Bobba aveva colto mento più scabroso della mia vita alpina , _

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sassi e ne escono sorridenti ed illesi•· In-
sieme aveva e due guide dell'Oberland ('),
barbon i biondi, occhi ceru lei, immagini d i
forza e di serenità, che al solo guardarli ispi-
rano la sicurezza e la fiducia della vittoria;
fumavano tutti e tre pacilìcamente. Richie-
sto per dove fosse venuto, l'Inglese mi ad-
ditò il baratro verso il ghiacciaio della Char-
poua: una salita 'l isperata su per un cana-
lone a pic."CO d<t llc pareti crollant i, fatta una
sola volta da un altro prima di lui: dal
~ lumm ery >.
Ciò posto, resta il fatto che se si va a
vedere lo sconfìnato elenco delle ascensio-
ni di Guido Hey, ci si trova in presenza
d'un autentico conoscitore della montagna
e buongustaio dell'alpin ismo. Che ampiez-
za d'interessi, che ricchezza di sa lite, e che
qualità, che tono! In un elenco da lui steso
intorno al 1903, quindi assai prima che la
sua carriera volgesse al tennine, fi gurano
G11ido /leiJ
per esempio il ~ l onvi so 5 volte, di cu i 2
per vie nuove; la Bcssanese per la classica
In" Alpinismo acrobatico" c'è una bellis- cresta cui è rimasto il suo nome; la Giama-
sima pagina che rispccC'h ia molto bene, rella per via nuova; il Gran Paradiso 4 vol-
con quella sincerit à e quella modest ia che te, di cui una - egli ci tiene a precisare -
sono doti somme di questo scrittore d i <dal versante poco prat icato e difficile di
montagna, la differenza di livello che allora Cogne >, cd è un implicito riconosci mento
esisteva ancora tra il giov:me alpin ismo del valore della !ontana impresa di Frassy.
italiano e l'evoluto alpinismo britannico. P rima ascensione italiana, e seconda asso-
t nel capitolo sull'Aiguille Verte, quando luta, dell'elegan tissima cresta Nord della
egli narra come, lasciati al rifugio vinti e Grivola, allora ancora una purissima sci-
scorati i due giovan i che avevano fa llito mitarra di ghiaccio, non maculata da pie-
l'ascensione per la cresta del ~ l oinc, e tut- tre e terriccio affioranti come ora: bivacco
tavia avevano avuto il buon senso e la for1:a in vetta. Barre des Ecrins, con bivacco in
d'animo di rinunciare, di fronte a difficol- vella. Prima italiana della ;\ leije, con Ales-
tà per loro insuperabili, ci sale poi tran- sand ro Sella, guide Maquignaz e Castagne-
qu illamen te con le sue guide. ~fa quand'è ri , il 12 luglio 1887. Finsteraarhorn, Dufou r
qu:lsi in cinrn, vi scopre su una piccola ca-
rovm1:l, sbucata là sopra non si sapeva di (l) In rcahà, si trattava dei vallcs:1ni Franz e G.1-
briel Lochmatter, che in quel giorno {31 luglio 1005)
dove: e un Inglese, ospite di ~ l ont anve rt , a1>rivano Li cosiddetta • varian!c dir<Jtta • con ~bocco
che mi avevano descritto per uno di quei sulbcresLidcl ~ l oine.al\"itiner:uiooriginale Burgencr-
fredd i audaci della scuola del Mummery, Monimcr)": l'iriglc:sc era V. ]. E. Ry.rn {Vallot Ili ,
pp. 38-39, it. 31). Sh•tlisce daV\"ero che Re)" e le sue
di quegli invulnerabili che si cacciano su guide •"Dltonilne non abbiano almeno riconosciuto il
per luoghi inaccessibili sotto la pioggia dei grandissimo Fra.nz Lochmattcr!

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per il crestone di cui egli fece solo la prima cio, Torri di Vajolel, parete Sud della Mar·
italiana, non la prima assoluta, ma gli alpi- molada, camino Adang al Piz da Cir (1910);
nisti stranieri vollero che fosse a lui intito- Cima della ~ l adonna, Sass ~laor, Cimon
lato. La Cnifetti diverse volte, tra cui prima della Pala, Pala di S. :-. iartino (1912); parete
italiana e seconda assoluta della cresta Sig- Sud della Tofana <li Hoces e dell'Antelao
na], con Vaccarone e q uattro ~ l aquignaz. (J9J3). A quest'ultima fiammata d'attivi\:\
li Colle Sesia. Prima traversata del Colle di st ile moderno dobbiamo quel libro affa-
Cnifetti, con Vaccaronc: « credo che que- scinante che è "A lpin ismo acrobatico", che
sta sia l'impresa mia più importante e più J1ella stessa modestia con cui sottolinea e
rischiosa • . Parete Sud del Lyskamm. Dent accentua, a forti tinte, le difficoltà di quelle
d'Hérens, e poi, naturalmente, la sua mon- salite, manifesta lo scarto che ancora esiste-
tagna, il Cervino: quattro volte (ci ritornò va in quel tempo fra l'alpinismo italiano e
poi una quinta, nel 1911 ), per la cresta ita- le punte avanzate deJralpinismo interna·
liana, quella dello HOrnli e quella di Zmutt; zionale, i Young, i Hyan, i Diilfer, i Preuss.
più la prima esplorazione della cresta d i Ma nello stesso tempo ha fatto tanto bene
Furggen, con salita fino agli strapiombi su- agli alpinisti italiani che seguirono, met-
periori, e in un secondo tempo discesa di tendoli in guarditt con tro la faciloneria nel-
questi strapiombi da ll'alto. Chi crede che l'apprezzamento delle difficoltà di salite
in Rey ci fosse solo il pacifico poeta della ormai classiche, ma non per questo meno
montagna e non il combattente an imoso si severe, e consolando tanta gente delle pene
disinganni di fronte a questa battaglia osti- sofferte per issarsi su nella maledetta stroz-
nata, tenace, test:arda fino a barare, contro zatura dcl camino Adang, o della paura
quell'ultima cresta del monte a cui aveva provata nel passare, raccomandandosi a
consacrato se stesso, il proprio ingegno, tutt i i sant i del Paradiso, sul « rateau dc
quasi la pr9pria esistenza. E Il vici no, la sco- chèvrc • .
perta preziosa, la conquista prediletta, la
vergine che aveva aspettato, nascosta e pu- t\tl'alpinisrno classico, cli antico sl'arn-
dica, il gi:\ maturo corteggiatore: la Pun- po, ascriveremo ancora belle figure come
ta Bianca. quella di E11rico .11/egra, di Domodossola,
Sembrava che ormai la carriera alpini- che coi Brocherel fece la prima italiana
stica di Gu ido Rey fosse compiuta, ed era dell'Aigu ille dc Rochefort, il 18 luglio 1900,
una delle più piene, delle più ricche che e con Dayné e \Veli la prima invernale del-
fino allora in Italia si fossero mai date. Jn- la Zumstcin, il 20 mar.r.o 1903; di Vittorio
vece no. Ecco l'incontro con Ugo De Ami- Sigismondi, perito in età avanzata sulla
cis. 1I gio.....'lne rinfocola lanziano e lo intro- Grande di Lavaredo, nel 1933, il cui nome
duce di peso nella nuova generazione, sugli resta affidato a una classica via sulla pare·
itinerari di quel Mummery che Rey consi- te Est della Bessancse (con la guida Mario
derava fino allora con timore reverenziale. Bricco, il 29 agosto 1902); del medico Ago-
li passaggio dal Rosa, eia montagna ma- sti/l o Fermri, nato a Bordeaux nel 1869 e
dre• , al Bianco, la montagna dei tempi morto nel 1935, che compì circa 360 ascen-
nuovi e della nuova tecn ica alpinistica, Rey sion i, con vie nuove sull'Aiguille des Cla-
lo vive in quest'occasione. Estate 1904 : ciers, alla Tou r Honcle, Aiguille de l'Aigle,
Crépon, Charmoz, Requin. Nel 1905: Dru ~ l ont J3lanc de T:i.cul (parete Sud, 3 settem-
e Aiguille Verte. E poi, qualche anno dopo, bre 190-2 insieme ad Adolio Hess e Flavio
l'ulteriore scoperta: le Dolomiti. Catinac- Santi, guide Laurent Croux e ~·I ussillon),

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prime ascensioni italiane all'Aiguille de Le- tività, d i tono notevolmente elevato. Socio
schaux (20 agosto 1900) e all'Aiguille de del C.A.I. dal 1876, già l'anno prima e ra sa-
Bionassay (3 1 agosto l900), con Proment e lito al Hutor e al Nuovo \Veissthor; nel '76
Brochercl. E ricorderemo ancora il Ceradi- fece la Zumstein, nel '77 il Cervino e il
11i, autore di vie nuove al Visolotto, alla Brcithorn, e il 2 agosto 1878, col marchese
Bocca Bcrnauda, e al Hocciamelone, per la Dcl Carretto e tre guide, colse la bella pri-
cresta Est e per la pare te NE. E inlìnc il mizia dell'Aiguille des Glaciers, estrema
conte Luigi Cibrario (1864-1960), uomo a vetta meridiona le del gruppo del Monte
cui toccò in sorte di scrivere due articoli Bianco.
con questi titoli ~t upefaccnt i : e li XXV an- Nel 188 1 fu alla Dufour e al Bianco
niversario del C.A.1 . •, e • I novant'anni dal ghiacciaio del Dòme, dove poi sorgerà
dcl C.A. L • - Perfezionò l'esplorazione del- il rifugio a lui intitolato. Nel 1882 ~lonviso,
le natie montagne delle Valll di Lanzo, co- Finsteraarhorn , Jungfrau, Bernina; nel\'83
gliendo ancora importanti prime, come Grandcs Jorasses, Aiguille du l\ ficli, Dcnt
la prima ascensio11e della Lcra per la pare- d' l lércns e Zinal-Hothorn. Nel 1884, con le
te Nord (7 agosto 1890, con la gu ida Batlì- guide Proment e Bcrthod, rifece l'ascensio-
.~ta Ile Fiorcntin), la prima trave rsata. ciel ne del Dente dcl Gigante, che i Sella ave-
Colle l\ lartellot (23 giugno 1890, con Fer- vano conqu istato due anni prima, ed aveva
rari e Vaccarone e le guide Castagneri, Ric- ancora fo rt e sapo~e di 110\'ità. • Alle sette c
chiardi e He Fiorentin); con Vaccarone fe- mezza pomeridiane - scrisse nella relazio-
ce la prima. tra.versata della Bocchetta d'On- ne - arrivavo a Courmayeu r, dove ci ven-
dezana, con Vaccarone e Bobba la Pointe ne fatta un'accoglienza veramente solenne,
du Loydon, nel gruppo dcl Hutor e la pri- cli cui serberò per sempre la pili grata me-
ma traversata dcl Colle dcl Piccolo Pa- moria • . Nel I' '85 fece la prima. italiaria del-
radiso. l'Ai1:.11.1illc dc Triolet; nel 1886 la prima della
parete nord della Tour Honde, con A. Bcr-
Ma l'alpinismo dci tempi nuovi batteva thod; nclr '87 l'Aiguille centrale di Tréla-
alla porta, già in parte preannunciato dalla tète per una via nuova sulla parete Sud, e
drammatica fì gura di Corrà e dal suo tem- fece pure una capata in D olomiti, salendo
pestoso destino, più ancora che dalle sue la Pala di San ~ l artino. Nel 1889 aprì la
imprese. Prima di vedere brevemente i per- via al ~ I onie Bianco per la cresta delle
sonaggi che più validamente introdussero la Aiguillcs Griscs-Dòmc du Gol1tcr, e nel '00
nuova pratica dell'alpinismo sem.a gu ide, fece la prima ascensione della cresta Sud
occorre soffennarci su colui che senza dub- all'Aiguillc de Talèfre, il Dolcnt e l'Aiguillc
bio alcu no portò per la prim a volta l'alpi- Noire dc Peutércy. Nel '95 nutrita campa-
nismo ita liano, sia pure con guide, ai pri- gna nelle Dolomiti, con la Croda da La.go,
mi.~s imi posti di rango internazionale, ossia il Cristallo, la Grande e la Piccola di Lava-
Luigi Amedeo di Sovoill , duca degli Abruz- rcelo, la tra versata dcl Sorapiss e, a mezza
zi (1873-1933), e su colui che fu il suo degno strada tra Alpi orientali cd Alpi occidenta-
iniziatore alla montagna, l'avv. Francesco li, la traversata dell'Ortles.
Conello (1856-1933). Prima che le sue cari- !\ la. intanto il Duca degli Abruzzi era
che di presidente della Sezione di Torino e ormai entrato nella vita alpinistica cli Go-
di vice-presidente nazionale dcl C.A.I. lo nella, che prese il suo sign ificato conclusivo
dcsip;nassero come primo mèntorc alpinisti- in quest'opera. assidua di educazione del-
co dcl duca, avC\'a già svolto un'intensa at- l'illustre pargolo affidatogli, un Achille, ve-

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ramentc, nelle mani del saggio centauro avrà luogo nell'estate al i\ lonte S. Elia, nel-
Chi ronc. Fu agli inizi di luglio 189-2 che l'Alaska. Cl i sarà compagno Conclla, in-
Luigi di Savoia fece i suoi primi approcci sieme al\"ammiraglio Cagni, a Vittorio Sel-
con la montagna in compagnia di Gonella, la e Dc Filippi. Le guide erano Joseph Pe-
e naturalmente di guide, e non si può che tigax, Laurcnt Croux, Antonio Maquignax,
ammirare la sagace gradualità del piano Andrea Pclissicr. Non era nello sti le dcl du-
apprestato dal maestro. Prima la pacifica ca e dei suoi compagni esagerare le difficol-
Uja di 13ellagarda, in Val dcll"Orco, poi, vi- tà incontrate; erano piuttosto cam pioni dcl-
sto che il pupillo prometteva bene, subito i' " unders tat ement ~. La relazione di Dc Fi-
uno sbalzo, sempre sui monti di Ceresole, lippi vi fa quasi cascar le braccia e sembra
alla facile ma alta Lcvanna orientale, e alla fatta apposta per tagliar corto ai compli-
Levanna centrale per il crcstone Nord Esl. menti e alle congratulazioni: e L'ascensione
Poi spostamento al vicino Gran Paradiso, del Sa nt ' l~lia è faci le. In nessun punto della
per abbordare un primo facile 4000, il 6 lunga salita ci trovammo alle prese con ve-
agosto. Si vede che le cose dovei tcro mar- re difficoltà alpinistiche >.
ciare a gonfie vele, perch6 la comitiva si Poi c'è la spedizione al Polo Nord , dove
sposta poi il 16 agosto al ~ ! ont e Bianco dal viene raggiunto il punto pili settcntriouale
Dòme; il 24 Dente del Gigante, poi ancora fino allora toccato dall'uomo. Ormai la car-
il Colle d i Talèrre, il Brcithorn, e, sullo riera alp:nistica ciel d uca è lanciata verso
scorcio di stagione, il 17 settembre, il Cer- le più alte mete di classe internazionale, e
vino. Gonella fatica a seguirlo. Dev'essere stato
Non risulta cos'abbia fatto il duca nel commoven te il distacco tra il maestro e l'al-
1893. li programma dcl 189.f apprestato da lievo, quale si concretò materialmente il 17
Conella viene eseguito con cronometrica re- agosto 1898 in occasione della salita all'Ai-
golarità dai due alpinisti, insieme alla som- gui lle Verte per la vergine Aiguillc Sans
rmt guida dell'epoca, Emile Hcy, cui si ag- Nom: Gonclla si fermò alla Charpou a, men-
gi ungono spesso Promcn t c Croux: Aiguil- tre il duca prosegui va con Joseph Petigax,
le du ~ l oine, traversata dci Clwrmoz, Petit Laurcnt Croux e Alphonsc Simond. Sci
Orn, traversata dcl Crépon, Dcn t Bianche, giorn i dopo, con Croux e Petigax, prima
Zinal-Hothorn, traversata Dufour-Gnifetti. ascensione della terza punta in altezza del-
In quest'ultima ascensione si associa alla le Crandcs Jorasscs, battezzata Punta Mar·
comil iva il grande alpinista tedesco Paul ghcrita. l i 6 agosto 1901, con Petigax, Fe-
Ci.issfeldt, e sei giorni dopo, lasciata mo- noillet, Croux e Savioz, prima ascensione
mentaneamente la compagnia di Conella e della più meridionale delle Dames Anglai-
delle guide valdostane, il duca si accom- ses, battezzata Punta Jolanda, mentre la
pagna ad altri grandi nomi dell'aristocrazia più alta resiste al loro attacco e non ceder<\
alpinistica europea per com piere la salitn ch e sei anni più tardi all'iniziativa d'un va-
dcl Cervino dalla cresta di Zrnutt: il 27 ago- lente alpin ista milanese, il Castelnuovo.
sto, con i\·lummery e Coll k:, e la guida Pul · Le Alpi sono orma! un campo d'azione
lingcr. decisamente limitato per il livello tecnico
Nel mano 1897 Luigi di Savoia, insie- raggiunto da Luigi di Savoia, col quale dav-
me a Conella e con le guide Pcrotti e Pro- vero per la prima volta l'alpinismo italiano
rncnt, compie lascensione invernale del si allinea eia p.ui a pari con le punte più
~ l onviso, probabilmente in preparazione al- avanzate d i quello europeo, e con le salite
la prima sua spedizione extra-eu ropea, che delle Punt a ;\larghcrìta e Punta Alexandra

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al vergine Ruwenzori nel 1906, con l'epica
impresa himalayana al Bride Peak, nel 1909
dove venne raggiunta la quota di 7500 m, la
più alta mai toccata dall'uomo fino allora,
la sua attività diventa oggetto di storia del-
le esplorazioni e dell'alpinismo extra-eu-
ropeo.

Occorre ora far ritorno nel piccolo mon-


do dell'alpinismo piemontese per seguire
gli sviluppi della nuova evoluzione impres-
sa dalla generazione seguita a quella dei
pionieri. L'alpinismo con gu ide troverà un
altro valoroso con tinuatore 11cl biellese Ma-
rio Piace11;:;a (1884-1957), che dopo aver fat-
to le ascensioni invernali dcl Cervino e del-
la Dent d' Hérens, fece con Carrel e Ca-
spard la prima ascensione del Cervino per
la cresta di furggen , già tentata da Rcy, ag-
girandone abilmente gli strapiombi finali.
Infine, spostata In propria attività nelle ca-
tene extra-europee, il Piacenza riport:iva
un'ambita vittoria su un 7000 himalavano,
il Nun. ·
Ma la moda crescente dell'alpinismo Cesare Fiorio
senza gu ide, istituita principalmen te dal-
l'esempio di i\fommcry, consolida alcune
associazioni di nomi in cordate pressoché Zsigmondy e Purtscheller, scrissero anche
indissolubili, la cui attività va considerata un libro per illustrarne le norme: "I pericoli
collettivamente. Tipiche quelle Fiorio-Hat- dell'alpi11ismo e norme per evitarli " (1888).
ti e Canzio-Mondini-Vigna, che gareggiano Nel 188.1 eccoli lasciar traccia di sé nel-
amichevolmente negli ultimi due decenni le vicine montagne della Val di Susa: com-
dcl secolo, mescolandosi anche qualche piuta la prima ascensione senza guide del
volta . Dente occidenta le d'Ambin, scalano per la
Cesare Fiorio (t 1931), al cui nome re- prima volta il piccolo Dente Centrale, fino
sta intitolata una fiera punta all'inizio del- allora inaccesso. Nel 18&5 fanno le prime
la Val pelline, aveva salito il Monviso da senza guide della Crivola e del Crand No-
militare nel 1875. L'anno dopo, al Bric Bou- menon; nel 1886 dcl Gran Paradiso e della
cier, in Val Pe llicc, si legò per la prima vol· Dufour; nel 1887 della Piene ~<fenue. Su
ta con Carlo Haiti (t 1935), che doveva di- questa attraente montagna della Val di Su-
ventare il suo compagno inseparabile di sa, ma in verità poco pregevole alpinistica-
cordata. Furono gli autentici iniziatori di mente, Fiorio ci ritornerà nel 1890, in 1m
una sistematica pratica dell'alpinismo sen- giro di valzer con Canzio e Vigna, rimast i
za guide in Italia, e a somiglianza di quan- momentaneamente privi del solito ~fondini,
to avevano fatto i grandi maestri tedeschi salendo per la prima volta, slegat i, la vergi-

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ne cresta Est. La cordata Camdo-Fiorio-Vi- si accorse che non si trattava soltanto di
gna funzionò pure nel '93 con la traversata piacevoli scam~Jagnatc nei prati fiorili, con
dcl Cervino, prima italiana senza guide. bevute di latte appena munto e d'acque
Quell'anno Fiorio si fece pure la cresta sorgive, ma che in montagna si poteva
Sud della Dufour, la cresta Perazzi al lasciarci la pelle, cominciarono anche in
Lyskamm, il Castore, il Polluce. Sempre Italia le solite polemiche che l'alpinismo
senza guide aveva salito precedentemente ha sempre conoscmto, sul diritto di dispor-
il Gran Paradiso, la Punta di Ccresole, la re della propria vita, i doveri verso la
Testa di Money, e nel 1890 aveva aperto patria, la società, la famiglia, la scienza, la
una via sul versante Sud-Est della Hognosa religione e chi più ne ha pili ne metta.
d'Etiache, dirimpetto alla Pierre ~ t enue, Indubbiamen te ralpinismo della seconda
dove nel 1901 Canzio, ~ l ondini e Questa generazione piemontese stava prendendo
avrebbero poi inaugurato il hell'itinerario un tono più drammatico che quello patriar-
della cresta Sud-Ovest. Nel '91, eccezionaJ. cale elci predecessori: la cosa si vede be·
mente, troviamo Fiorio e Batti con una nissimo, per esempio, nella carriera alpina
guida ad aprire una via nuova sul versante cli Com\, con la terribile avventura del '92
di Valloirc dcll'Aiguille meridionale d'Ar· alla Barre dcs Ecrins, e con la tragica con-
ves. Ma è perché si accompagnavano a Giu- clusione alla Cra:lCle Sassière.
seppe Corrà, che nell'88 a\·eva già salito, in In un ambiente già messo in allarme
un sol giorno, le altre due Aiguilles d'Arves. da altri fatti, la tragedia dcl ~ f on te Hosa
La carriera alpinistica di Cesa re Fiorio alla fine d'anno del 1893 fu come una mic-
ebbe fine con il famoso incidente di capo cia accostata alle polveri. li Club Alpino
d'anno 1894, che fece correre molto inchio- aveva organizzato una gita sociale invernale
stro, suscitò molt e discussioni, non sempre alla Punta Cnifetti (fatto che può dare una
piacevoli, .ed ebbe larga eco nell'opinione idea dello sviluppo assun to dall'alpinismo
pubblica. La prima generazione degli alpi- in quell'epoca). Ne erano direttori Fiorio e
nisti piemontesi, quella di Quintino Sella, Vigna. La parte finale della salita fu osta-
era sempre riuscita a farla franca. Nessun colata da un maltempo c rescente: vento,
grave incidente ne a\'eva turbato l'attività. tornicnta, temperatura bassissima. A 80
Le catastrofi alpine sembravano prerogati- metri sotto la Capanna Margherita, che
va di quei matti degli stranieri, esaltati, te- sorge in vetta alla Gnifctti, il tenente Ciani
ste calde, che venivano meno alle regole non riuscì più a proseguire. Si fcnnò, assi-
della prudenza. Così l'alpinismo aveva po- stito da Vigna, da Fiorio e da suo fratello,
tuto muovere i suoi primi passi sotto l'oc- e da altri tre alpinisti della comitiva. 11
chio benevolo dell'opinione pubblica. li sa- tenente Ciani spirò nella notte. Nella ca·
no passatempo di questi uomini barbuti e panna, a SO metri dal luogo dove si svol-
baffuti che andavano in montagna per stu- geva la tragedia, c'erano, non solo gli altri
diare la qualità delle rocce, la rarefazione sette alpinisti della carovana sociale, con
dell'atmosfera e il comportamento ciel cuo- le guide Perolti e Perneltaz, ma anche
re e degli altri organi in alta montagna, ~ laurìz io e Corradino Sella con le loro guì·
sembrava perfettamente in regola con la de. e Era buio - scrisse poi Corradino
morale pubblica e privata. Nel 1881 la cata- Sella - e ci sanguinava il cuore lasciarli
strofe Marinelli scosse violentemente l'opi- là. Non mi venne in mente di portar loro
nione pubblica, anche per la notorietà e il coperte >. Cesare Fiorio, rimasto ad assi-
valore scientifico della vittima. Quando ci stere il morente, come pure Vigna, l'altro

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direttore di gita, riportò congelament i tali
che imposero l'amputazione d'una gamba.
Fu detto poi che aveva adoperato in que-
sta circostanza « un paio di scarpe nuO\·e
e strette, mettendo alla prova un nuovo si-
stema con suole di gomma, sistem a che fu
constatato poco adatto •
Ci fu un'inch iesta, la cui relazione fu
stesa con obietti vità e competenza da
Vaccarone. Il povero Vigna fu scagionato
dalle accuse di insufficiente organizzazione
che gli vennero mosse, ma certo la terribile
avventu ra di quella notte di Capo d'anno
a 4500 metri pose fine allo sviluppo impe-
tuoso che l'alpinismo invernale aveva pre-
so. Sicch6 di tanto maggior valore l"isultano
le imprese seguite a questo avvenimen to,
assai più rare che per l'addietro, come quel-
le dcl Duca degli Abruzzi e quelle di ~ l ariv
Piacenza.

Figlio d'tm celebre luogotenente di Ga-


ribaldi, Ettore Canzio (1864-1946) portò
una ventata d'impetuosità garibaldina nel /."e/Ice Momlini
pacifico ambiente piemontese dove non è
:mcora del tutto spenta l'eco di cel"te sue per la conoscenza cli zone di cui non è foc i·
epiche discussioni alpinistiche e scien tifiche le trova re descrizioni. Durante queste esplo-
col glaciologo Ubaldo V1ilb1Jsa, studioso del razioni colsero molte prime ascensioni, tra
gruppo dcl Monviso e autore d'u na prima cu i quella della bella vetta da loro dedi-
ascensione alla parete Ovest della Bcssane- cata il 21 agosto 1895, all'amico Fiorio co-
se con prima discesa della cresta Rey (scl- sì crudelmente allontanato dall'attività al-
tcmbre 1900, guida Re Fiorentin). Con Fe- pinistica.
lice M o1u/i11i (Santa Margherita Ligure, Fecero pure la prima della Sengla, Pun-
186i - Cartagena, C ile, 1953), e Nicola Vi- ta meridionale, e della Becca dcs Lacs, la
g11a (Torino, 1869-1940), Canzio costituì una prima italiana della Punta centrale dei Bou-
cordata omogenea e intraprendente, che si quetins. Nel gruppo dcl Gran Paradiso Can-
distinse specialmente nell'esplorazione si- zio e Vigna, che allora andavano ancora
stcmalica di valli ancora trascurate dal con guide (Boggiatto e Ricchiard i) avevano
grande alpinismo internazionale. La loro raggiunto nel 1890 !':lnticima del Dente
monografia sulla Valpell ine, frutto cruna ri- settentrionale ciel Broglio, e avevano ripe-
cognizione attenta del terreno, perseguita tuto le vie Vaccaronc al Piccolo Paradiso e
attraverso diversi anni cli campagne alpini- alla Becca di Montandavné. Nel 1900 Can-
stiche, costituisce tuttora, insieme a quelle zio con l'alpinista ligure 'Bozano, con Adolfo
cl i Bobba sulla Valgrisanchc e sulla Val di Kind, pioniere dello sci in Italia, e con P.
Hhèrnc, un testo fondamentale e prezioso ~farino fece ]a prima invernale della Torre

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di Lavina. Nel 1894 la triade classica Can-
zio-:\ londini-Vigna ave\•a colto la prima del-
la cresta Sud-Ovest della Hoccia Viva, dal
Colle Baretti. In Val di Susa Canzio con Vi-
gna aveva fatto le prime ascensioni della
Pun ta Gasparre e di Bocca Pompea (1890),
e con !\londini aveva ripetuto la via di Fio-
rio, Ccrvasone e Batti sull'imponente pare-
te Est di Bocca Bernauda. In Va l di Lanzo
con Vigna aveva compiuto la prima ascen-
sione della parete NE della Bessanese.
:\ la tra le maggiori salite di Canzio sono da
ricordare: nel 1901 , la via Blirgcncr-von
Kliflner al !\ font Maudit, con !\fondini e
llenry Brocherel ; nel 1904 la parlceipa-
zi011e, coi più giovani Cugliermina e Lam-
pugnani, alla bri llante conquista dcl versan-
te dcl Nan t Blanc all'Aiguil lc Verte; e nel
1906, ancora con uno dci Gugliermina, con
Fortina e Dumontel, la prima traversata
Lioy-Jumcaux nelle Grandcs :\forailles.

Ha inizio in quest'epoca l'attività dci Gi11JC1>1>e Ct<g/iermif"'


fratelli Giuseppe e Giol.llm IJattista Guglier-
111i11a, che insieme con quella dcl loro ami-
co e compagno Giuseppe Lampug1um i si sesiano, dal 15 al 17 agosto 1898, la prima
prolunga fìn quasi ai giorni nostri, grazie ascensione della cresta SE alla Punta dcl-
ad un'eccezionalmentc valida e vigorosa le Loccc e la prima ascensione del Colle
longevità, e fa da tramite tra la seconda ge- Vincent da Alagna, e prima traversata. Ma
nerazione piemontese, quella dci Fiorio, è nel gruppo del Bianco che i due fratelli
Ratti, Canzio, ~fondini, Vigna ecc., e quel· colgono le affcnnazioni più sign ificat ive.
la che fìorì dopo la prima guerra mondiale. Dal 18 al 20 luglio 1901, col portatore J.
Valscsiani, i Gugliem1ina documentano nel- Brochcrcl, salgono al Bianco dal Brouillard
la loro stessa azione il signifìcativo trapasso per il versante NO dcl Picco Luigi AmcdC'o,
dell'alpinismo italiano da un terreno di gio- di cu i compiono la prima ascensione, inlito-
co antico, rappresentato dal ~ I onie Hosa, lando appunto la vetta al maggior esponen·
a quello moderno costituito dalle più acci- te dcll"alpinismo italiano in quel momento.
dentale e scoscese scogliere del Monte Nel 189H già avevano effettuato, dal 23 al
Bianco. Ed è appunto il loro collega Lam· 26 agosto, la prima traversata del Col
pugnani, estensore della storia clcll'alpini- Emile Hey, mai più ripetuta. Nel 1902, con
smo italiano nei primi 50 anni cli fonda- la guida Antonio Pernettaz, di Alagna, fun-
zione dcl C.A.I., a fame la constatazione. no la prima ascensione italiana, e seconda
Su l }. fonte Rosa G. B. Guglicrm ina aveva assoluta, del Mont Dolent dal versante sviz-
pcr esempio effettuato la prima traversata zero: nel 1001 si pone la splendida vitto-
dcl Colle Sesia, con salila dal versan te val- ria, con Canzio e Lampugnani , sul versan te

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mina ritornano al ~lont Dolent, con Ravelli,
Noci e Locch i, e ne com piono la prima a·
sccnsione per la parete SO. ~fa già pochi
giorn i prima, da l 3 L luglio al 2 agosto, con
Havelli e il portatore Lucien Promcnt, ripe-
tendo con una variante la classica via clcl-
l'lnnominata apert a due anni prima da
Courtauld e Oliver con tre guide dcl va.
lore di Adolphe, Henri Rey e Aufden·
blatten, si erano preso il lusso di aggiun·
gervi anche la sa lita del la Punta Innomi-
nata, inventando così quel curioso itinc·
rario che presen ta l'originalità di salire
al ~ ! on t e Bianco senza mettere piede su
ghiacciai. Insieme col Lmnpugnani, il qua·
le per conto suo era anche andato a vedersi
le Dolomiti, aprendo tra l'altro una via nuo-
va sulla Piccola Civetta insieme al triestino
Cozzi e a Zanutt i, raccontarono le loro im-
prese in un libro che resta un classico del-
l'alpinismo di quell'epoca.

Giowmii &11is111 Gugliem1ino [ tempi erano maturi onnai per Ja fon-


dazione dcl Club Alpino Accademico Italia-
no, che avvenne infatti nel 19'}1, con lo
Ovest dell'Aigu itle Verte, e asccnsion inie- scopo di radunare gli alpin isti senza guide,
réssante et rnagnifìquc •, dice la guida Val- coordinarne l'atti vi tà, propagandarla e an-
lot, e présentant des séricuses diflìcultés che difenderla dalla polemica incompren-
glaciaircs et rocheuscs • . Poi \'attività dci sione di cui era, e talvolta è tuttora, fatta
Cuglicrmina si mescola con quella d'un al- oggetto. Uno dei principali promotori della
tro, più giovane va\scsiano, che sarà il più sua fondazione fu l'ing. Adolfo lless (1878-
belresponcntc dell'alpinismo classico pie- 1951 ), figura di vers.'lli le alpin ista che con
montcse fra le due guerre, cd acquista un guide aveva già spaziato largamente attra-
tono audacemente moderno, nella risolu- verso le Alpi, dalla Jnngfrau (traversata dcl-
zionc cl'alcuni dci più grandiosi problem i la Rothal) allo Schrcckorn, alle Pale di San
rimasti nella catena del Bianco. Il 23 e 24 .\lart ino, ma specialmente nel gruppo dcl
agosto 1914 C. B. Cugliennina e France- Bianco ha lasciato tracce della sua intra-
sco Havelli conquistano quell'arditissima prendente ricerca di novità. Fin dal 1897
torre rocciosa, che è come una prima cima aveva salito per primo l'Aiguille d'Ent rè·
dell'Aigu ille Bianche dc Peutél'Cy su lla ere· vcs, insieme al dr. Flavio Santi e alla guida
sta SE, e alla quale resterà appun to il nome Promcnt ; l'anno dopo, con Laurent Croux e
di Cugliermina: sarà destinata un giorno César Ollier, avcw1 saputo assicu rarsi una
a ricevere sulla parete Sud una delle più così bella punta come J'Aiguille dc la Brcn-
belle \•ie di r()C(!ia dcl gruppo del Bianco. va, cui fa ceva seguito, nel 1902, il Pie de la
Nell'agosto 1921 gli intramontabili Cuglier- Brcnva, conq uistato col collega Martin.\• e

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la guida Mussillon. i\la come imprese di smo ligure dal marchese Pareto: i loro no·
maggior portata sono da ricordare: la pri- mi restano assegnati rispe ttivamente ad un
ma ascensione del Mont Blanc du T;icul rifu gio posto ai pied i della più bella cima
dal versante Sud, con Agostino Ferrari e delle i\ laritt imc, e ad un'ard ita vetta delle
.Flavio S;inli e le guide Croux, Brocherel, cosiddette Dolomiti di Valle Stretta. Jnsie-
~lussillon e Bcrthod ; la prima italiana sen- mo furono gli autori della prima valida
za gu ide dell'Aigui!le dc Bionassay, con "Guida delle Alpi Apuane", monti nei quali
Canzio, ~ lario Santi. Lampugnani , Guglier- naturalmente colsero numerose prime, per
mina e llrofferio (28 luglio 1907), ma so- esempio Bozano alla cresta Ovest dcl i\ lon-
prattutto le coraggiose, ancorché sfortuna- tc Cavallo, nel 1900.
te ricognizioni alle Dames Anglaiscs. Scrit- L'altro naturale loro campo d'azione
tore brillante, ha lasciato in un volume i erano le ~ l arittime. Per esempio \'ediamo
racconti delle sue imprese, limitatamente Bozano awiarsi alJ°alpinismo, nel 1891, con
al Gruppo del ~!onte Bianco. salite al Gclas, alla i\ laledia, al Clapicr, e
Ncl b cerchia di I lcss, tra i pionieri del pili tardi percorrere il ghiacciato cana-
C.A.A. l., sono da ricordare J'avv. Emilio C. lone di Lourousa, sa lire al llaus, al Brocan,
/Jiressi e \'ing. Giacomo IJum o ut el, spesso all'Argcntera. Nel 1892 lo troviamo in Val
uniti in cordata comune, per esempio nella di Susa con sa lite alla Honcia e al Lamet,
prima traversata italiana e prima senza gui- l'anno dopo singolare evasione dolomitica
de dci Lyskamm, il 20 luglio 190<1, o nella al Pelmo, e nel 1894 eccolo in Val d'Aosta:
prima traversata delle due punte della Tor- Gran Parad iso, Punta Fourà, Parrot, Gni-
re d'Ovarda in Val di Lanzo. Col genovese fctt i, Zumstcin. Sale al Pelvoux e al ~ I o ni e
Figari e con ~ I. Corti il Dumontcl si assi- Bianco, partecipa alla prima traversata ita-
curò pure la prima italiana senza guide al- liana della :\l cijc, nel 1901 sale al Cervino,
l'accidentata cresta Sud dcll'l lerbétet , e al Becco della Tribolazione e al Gran S.
con Boido una via nuova sulla parete Est Pietro (al Cervi no ritornerà nel 1903 c nel
della Bcssanese. Primo presidente dell'Ac- 19 11 ). Le montagne delralta Val di Susa
cadcmieo era stato nom inato, nel 1904 , l'ing. e quelle che ad esse fanno riscontro in ter-
Adolfo Kitul, iiato a Coira nel 1848, mor- ritorio francese continuano ad attirarlo. Nel
to sul Bernina nel 1907. Di origine svizzera, 1900 sale ai Den ti cl'A rnbin, nel 1902 sale
si era stabilito in Piemonte. Aveva comn iu- con Questa alla Gran Bagna, alla Point e dc
to salite nelle Dolom iti (Cimonc della Pala, fEchelle, all'A iguille Doran, aguzza e sco-
Civetta, :\lannolada), ma soprattutto lo si moda montagna sopra MOOane, alla Pointc
ricorda come il primo che introdusse lo sci Hénod. all'A iguille du Bouchet ; l'anno do-
in It alia, nel 1897, e come fondatore dcl pri- po visitano, insieme con ~fondin i , il Dòme
mo Ski Club, quello di Torino, nel 1901. e 1'1\ iguillc dc Polset, l'Aiguille d'Arves
Occorre poi spostare l'obiettivo stori- centrale dove l'anno prima, come vedremo,
co in Liguria, per non tardare oltre a ricor- l'amico suo Q11csta aveva lasciato la vita .
dare alcuni altri apostoli e pionieri dell'al- Nel 1910 compie la prima traversata italia-
pinismo senza guide, che ven ivano di là e na delle creste del Mulinet, sullo spartiac-
che operavano in stretta comunione d' in- que tra le Valli cli Lanzo e la Valle dc
tenti con i Fiorio e i Ratti, i Canzio, i }. fon- l'Arc.
dini, i Vigna. Sono questi f,,orcnzo IJo=tmo La calastrofe che all'Aiguillc cl'Arves.
cd Emilio Queslfi , degnissimi prosecutori prediletto campo cli battaglia all'estero de-
dell'avvio dato molto per tempo al\'alpini- gli alpinisti piemontesi e liguri, stroncò a

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27 ann i la vita di Emil'o Questa, tarpò le sione, Bartolomeo Figari raccolse dalle lo-
ali ad una grande speranza dell'alpinismo ro man i la bandiera dell'alpinismo ligure e
italiano. Oltre che arditissimo arrampica- la illustrò degnamente, sia con le imprese
tore, egli era un intelligente teorico dell'al- d i scalatore, sia con la saggia opera svolta
pinismo, aperto ai nuovi sviluppi , uno stu- quale Presiden te generale dcl C.A. I. dal
dioso della bibliografia alpina, diligente 1947 al 1956.
prc1}..'lratore delle ascensioni. Di lui si scris- Vanno aggiunti a questi i nomi di Ce-
se, nel necrologio della Hivista ~tensile: Sl/re lsllill, che fin dal 1871 saliva con C. Il
e Pili che le ascensioni classiche, più che le Abba al Monte Stella, di Bartolomeo Asq11a-
migliaia di metri delle quote altimetriche, sciali (1876-1932), che effettuò la prima
lo sedussero le ardue scalate di punte mo- ascensione italiana dcl Como Stella il 14
deste, poco note e ignorate, e le nuo,·e vie luglio 1912 con le guide Ch igo e i\ Jiraglia
che egli sapeva scovare con passione di col- (dopo la prima dcl Dc Cessole, nel 1903,
lezionista >. Un alpinista moderno, insom- erano seguite quella del Maubert e quella
ma, nel pieno senso della parola. di un americano), di Friso11i e Stqgno, del
Fra le tante prime ascensioni da lui barone Kleudgeu, nato a Bordighera nel
compiute nelle Apuane, alcune sono clas- 1895 e morto sui Torrioni Saragat, presso
siche, come la traversa ta della cresta dcl Hocea dell'Abisso, il 9 giugno 1928, ch'era
Camerone (1899), e la cresta NE dcl Monte stato sul Cervino, su l ).lonviso, due volte
Sagro. Nelle ~ l arittime lo vediamo compie- su l Corno Stella, ma che amava le monta-
re la prima italiana ciel Caire di Cougourda gne solitarie e fuori moda, come quelle del-
(1899). e nel 1001 aprire una nuova via, per la Corsica. Infine di Attilio Sabb(l(/i11i, be-
la cresta Ovest, al ~ ! onte Oriol, di cui cin- nemerito estensore della guida delle ~ Alpi
que anni prima ).tondini aveva compiuto Maritt ime~ e di Federico Acq1wrone, per
con Viglino la prima ascensione assoluta. completare, almeno sommariamente, i qua-
Nel 1904, con la guida Maige, traccia una dri dell'alpinismo ligure, cui si deve la to-
variante alla via Corrà sull'Aiguille d'Arves tale valorizzazione alpinistica delle Apua·
meridionale, dov'era già stato una prima ne, e larghissima parte nell'esplorazione del-
volta nel 1900. TI 1001 era stato un anno le Marittime e nella scoperta delle loro
di successi, con la prima senza guide del \/i- possibilità in favore dell'arrampicata spor·
solotto e il primo percorso della bella cresta tiva d'alto livello tecnico. Esso rivive ncl-
SO alla Hognosa d' Etiache; nonché salite ropera degli attuali accademici genovesi,
al Becco della Tribolazione e al Gran San come Pippo Abhiati, una colonna dello sci-
Pietro. Precu rsore dello sci-alpinismo, sale alpinismo, il prof. Marcl1esi11i, e le giovanis-
nel 1002 al Tabor, in Valle Stretta, e non sime leve che hanno riportato Genova in
è eia escludere che le ripetute esplorazioni primissimo piano nelle fon:e dell'alpi nismo
estive ed autu nn ali con Bozano su monta- n... zionale.
gne alpinisticamente poco significative co-
me il Polset e Pécle t, non fossero precoci Un'altra promessa preziosa stroncata cb
ricognizioni di possibili itinerari sciistici una bana le sciagura, una valanga primavc·
d'alta montagna. rile in un canalone della Crand'Uja, in Val
Compagno di Questa in varie salite del- di Susa, il 15 maggio 1916, fu quella del-
le Apuane e nella traversata delle Petitcs l'ing. Francesco Pergameui, nato a Schio
i\ luraillcs, compagno di Bozano nella sua nel 1886. Le vie da lui tracciate nelle cosid-
ter.ta salita al Cervino, e sua ultima ascen- dette Dolomiti di Valle Stretta, come quel-

45
la sulla parete SO della Punta Questa rti CO centrale e il Becco settentrionale della
Serù, e la traversata Hocca di !\·liglia-Cam- Tribolazione, ch'egli, conquistandola con
me\ li, denotano una sicura visione del!~ tcn- Stagno il 17 luglio 1913, aveva battezzato
dcnze a cui si avviava l'alpinismo moderno, Punta Sucai. Egli era difatti un attivo pro-
e sono infatti divenute classiche. Spesso in motore dell'alpinismo giovanile ed era pre-
corclata con Emilio Stagno, anche nel Crup- sidente della Sezione Universitaria del
po del Gran Parad iso aperse vie che avreb- C.A.1 . di Torino. Fu appun to durante ùlla
bero avuto un avvenire: la bella cavalcata gita di studenti per istruzione alpin istica
della Cresta di !\foncy, la parete NE del che trovò la morte. Pergameni fu pure un
Becco meridionale della Tribolazione, la att ivo cu ltore dell'alpin ismo invernale, ma
cresta Sud del Monte Nero, salita il 3 no- la portata relativamente modesta delle sue
vembre 1912 con Umberto Balestreri e Ro- imprese in questo campo, che pure gli fu
butti e non più ripetuta per 30 anni, e so- fatale, de nota il calo che a poco a poco
prattutto la salita per la parete N e lo spi- \'alpinismo invernale aveva subìto in Pie-
golo NO della Boccia Viva, effettuata il 14 monte, dai tempi dei Sella, dei Vaccarone
luglio 1913, che sarebbe stata in seguito ri- e dci Martelli, dopo la tragedia della Gni-
presa e perfezionata da Oliver e Court land fotti il capodanno 1894. Fece la prima in-
coi due Aufenblatten, con salita integrale vernale dei Denti di Collerin, in Val di
dello spigolo, ripetuta nel luglio 1932 da Lanzo, e della Hognosa di Sestrières e s:i.lì
Adami, Ceresa e Dubosc. li nome di Per- pure d'inverno la Bcssanesc, la Punta Fer-
ga meni fu imposto, dopo la sua morte, alla rand, il Niblé, l'Orsiera, il Cranero, la Dent
piccob cuspide rocciosa annidata tra il Bee- Parrachée.

LE CENEJMZI ONI DELLA CUEIWA

Basta avvicinare due personaggi come a quello che aveva impresso alle salite su
Martino Baretti e Francesco Pergameni, per ghiaccio l'uso dci ram poni inventati Jal-
avvedcrsi che molte cose stavano cambian- l'Eckcnstein, con la riduzione, spesso l'eli-
do nel mondo dell'alpinismo e nella con- minazione delle estenuanti gradinate per
cezione e nella pratica di esso. Non soltan- mezzo dcli' < ascia da ghi accio :t . La perfe-
to esso progrediva nella propria tecnica e zionata conoscenza della catena alpina pcr-
sviluppava i propri mezzi, i propri attrezzi, me tteva la compilazione di Guide sempre
le proprie possibilità: nel primo decennio pili esatte e sistematiche, e non soltanto
del '900 l'invenzione dei ch iod i F iechtl, per- geograficamente descrittive, ma capaci di
fczionata con l'uso dei moschettoni Herzog venire incontro alle necessità degli alpin i-
e con la manovra del pendolo, ad opera di sti valutando le difficoltà, perfino suggeren-
veri e propri ingegneri dell'arrampicata co- do itinerari e problemi da risolvere. Di tali
me il DUlfer, portava nelle salite su roccia Guide stampate, naturalmente s'affermava
ad un progresso rivoluzionario paragonabile sempre più il bisogno, man mano che si

46
diffondeva l'uso dell'alpinismo senza guide Uno, del bresciano Arturo Cozzaglio, è in-
in carne e ossa. In questo senso, perciò, è titolalo: "La nuova generazione del C.A. l.
una data memoranda dell'alpinismo italia- per !"ideale contro la palestra muscolare". Jl
no quella della pubblicazione della prima titolo stesso dice le preoccupazion i del so-
edizione della Guida di t\ntonio Berti per cio per l'indirizzo sempre più tecnico e
le Dolomiti orientali (1908), rifatta poi nel sportivo che l'alpinismo sembrava voler se-
1928, e una terza volta ai nostri giorni, pro- guire, persistendo nella ricerca di novità,
ducendo quel prezioso modello di Guida ormai fattesi rare, a prezzo di difficoltà di
perfettamente aggiornata e nello stesso scalata sem pre più rilevan ti. Predicando,
tempo non disgilmta da una vena di no!)ilc per l'ennesima volta, le virtù dello spirito
poesia. contro la materia, l'articolista si schierava
J\.fa qualche cosa cambiava anche all'in- contro questo progresso tecnico, in realtù
terno dell'alpinismo stesso, nel numero e inarrestabile, e nel quale consiste la vita
nel lipo delle persone che lo praticavano, e stessa dell'alpinismo. Giungeva così a con-
a poco a poco anche nell'animo con cui es- clusioni ch iaramente reazionarie, che furo-
so veniva praticato. Non soltanto cambiava no pe r fortuna ampiamente contraddette
l'alpinismo, ma cambiava la figura dell'al- dai fatti , ma che l'articolista aveva il me-
pin ista. Con le rare eccezioni, per lo più rito di non cercare minimamente di pallia-
valligiane, di parroci, maestri elementari, re o velare;
cacciatori, è un fatto che gli inizi dell'al- e Oh! perché credere sfatata la schiera
pinismo avevano presentato un .carattere multifonne delle nostre cime, se queste
aristocratico, sia che si trattasse d'autenlici cime furono salite prima di noi? Capisco
titolati, come il Saint-Hobert, il Pareto, il apprezzo e spesso anche invidio la fort e
Cibrario, il Melzi, il Lurani, oppure di ele- emozione di chi conquistò per la prima vol-
vati professionist i, statisti come Sella e Pe- ta una vetta, ma non arrivo al punto da ri-
razzi, professori come i\fartino Baretti, me- tenere il primo conquistatore come un dina-
dici, avvocati, illgegncri e magistrat i. La mitardo che me l'ha distrutta; essa non ha
diffusione dell'alpinismo senza guide, oltre certo più il fascino della vergine, ma non ha
ad essere un naturale portato dell'evoluzio- perduto l'avvenenza della giovane ... Dovre-
ne tecnica, per cui l'alpinismo cittadino si mo allora correre all'Himalaya od alle An-
emancipa a poco a poco dai suoi naturali de? No, certamente ... ».
maestri, fa anche parte di un generale pro- E invece sì, naturalmente: sì, rispon-
cesso economico e sociale verso I"cstensio- devano coi fatt i il duca degl i Abruzzi, Vit-
ne democratica, che in quegli anni si va fa- torio Sella, i\fario Piacenza, Calciati, Ron-
cendo strada, in seno al piccolo mondo alpi- chetti e tanti altri intraprendenti pionieri
nistico, co11fonnemc11te al movimento ge- dell'alpinismo extra-europeo. Ma era ovvio
nerale della nazione. Sono gli anni dei mi- che queste forme di punta erano riservate
nisteri giolittiani e dell'estensione del suf- ad una élite, ed altrettanto ovvio era che
fragio questa élite non poteva sperare di sussiste-
La Rivista i\fonsile ospitava nel 1893 re essa sola e di sopravvivere, ove non pog-
certi singolari articoli nei quali si rispec- giasse sopra una larga base e non ne sor-
ch ia la crisi - benefica crisi di ampliamen- gesse per naturale selezione. Le parole del
to, ma pur sempre crisi - che l'alpinismo socio Axel Chan, sempre nella Rivista Men-
stava attraversando in quegli anni, o me- sile del 1893, giustamente riprese dal Fa-
glio ancora si preparava ad attraversare. digati nel Bollettino della Sezione di Bre-

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scia, centravano esattamente il problema tigiano e d'opera io abbrancano la roccia
e individua vano quello che sar1::bbe stato o maneggiano la piccozza. Non è una tra-
l'inevitabile sviluppo storico dell'alpinismo, sfonnazione sociale dell'alpinismo; sarebbe
con tanti sa luti per le utopistiche nostalgie ingiusto e tendenzioso affermarlo. Non si
del buon tempo antico, quando si era in po- tratta d'una sostituzione di ceti sociali, ma
chi e si stava tanto bene e Cervinia si chia- d'un'estcnsione. Queste punte avanzate un
mava il Breuil, e Courmayeur e Zermatt e bel giorno avranno nome Cassin, Tizzoni,
Chamonix e i\facugnaga non erano frequen- Esposito, !latti e saranno un guadagno
tate che da tipi d'eccezione come 'Vhym- nelto, un arricchimento degli strali socia li
per e Tyn<lall, Gonella e Guido Hey, Purt- componenti l'alpinismo italiano, nel qua le
scheller e Ciissfeldt e Zsigmondy. Scrive- 11011 verranno fortunatamente a mancare

va dunque Axel Chan · le forze della cultura


« A mc pare dunque indispensabile ed
urgente che da tutt i, Soci, Sezioni e Sede Si è detto dell'importanza che ha la
Centrale si studi il mezzo di agevolare la "Guida delle Dolomit i orientali" di Antonio
pratica dell'alpinismo e di far entrare soci Bert i come indice della nuova situazione
del Club quelli che sono trattenuti da dif- che stava maturando. Prendiamo ora le
ficol tà econom iche e che pur rapprescnt:-.- mosse di là, dalle Alpi venete, anche per-
no un buon elemento ' . ché una delle caratteristiche del nuovo
costume alpinistico introdotto dalla guerra
Questi nuovi umori che stavano fe rmen- fu proprio la diffusione impetuosa, prorom-
tando in seno all'a lpinismo italiano la guer- pente, della specializzazione dolom itica. 11
ra portò rapidamente a maturazione, so- med ico vicent ino A11to11io Berti (1882-
spingendo verso le montagne dei con fini 1956) l'avevamo incontrato giovinetto, alle
masse che, volenti o nolenti, scoprivano il sue prime armi solto la guida di Orazio
mondo denc Alpi in circostanze particolar- de Falkner, nella conqu ista di Pu nta Adele.
mente disagiate. Di quelli che tornarono a Sarebbe impossibile e vano tentare un bi-
casa, molti giurarono che non avrebbero lancio delle sue prime ascensioni cd altre
mai più voluto vedere una montagna, nean- salite importanti, tuttavia è da ricordare
che dipinta. i\fa altri, nonostan te il ricordo almeno la vittoria riportata sulla montagna
dei patimenti e delle sofferenze sopportate di casa, con l'esplorazione della parete Est
lassù, finita la guerra, alle montagne ci sul piccolo, ma arduo Baffelan: parete per-
ritornarono. Ci tornarono da borghesi, ma- corsa dapprima in discesa, il 30 agosto 1908,
gari con le scarpe chiodate e con l'alpen- con Maria e Cino Carugati, e poi salita
stock che avevano imparato a usare da per la prima volta il 18 ottobre. L'impor-
alpini. Un mare di neofiti dell'alpinismo tanza di Berti è superiore al numero di
si spinse sui sent ieri delle montagne di "prime" e d i vie nuove, è quella d'uno
casa, portando gust i, cost um i e attitudini studioso e poeta della montagna, che ad
certamente assai meno signorili e distinti es~a ha dedicato tutta la potenza del suo
che quelli dei pionieri ottocenteschi. li fe- intelletto
nomeno dei "cannibali" è anch'esso un re- Egli è una <lclle tre o quattro figu re
siduato di guerra. Ma da questa marea di pionieri che, dopo i Falkner, operano
indistinta e vociante si stacca110 punte l'inser.lionc dell'alpinismo veneto, ossia del
avanzate, che si spingono oltre i limiti delle dolomitismo, in quello italiano, anche pri-
strade battute, che con robuste mani d'ar- ma che l'unificazione politica sia intera-

48
LA St:nn.A DELL'A t1Ct:.\TE1tA , dalla For-
cella del ~ l att o.
(Foto CMia)
mente compiuta dalla vittoria del 1918. In
questi alpinisti pe rciò la pratica della mon-
tagna si colora naturalmen te d"tma avvam-
pante passione patriottica e irredentista,
corn"è il caso del triestino Napo!eo11e Co;::,;;,i
(t 1918), canott iere, schermidore, speleo-
logo, e caposcuola dell'alpinismo senza gui-
de a Trieste ,, come lo definisce \Valter
Laeng. li suo ten lativo al Cam panile di
Val Mon tanaia, con Zanutti, il 7 settem-
bre 1902, fa esattamen te il paio con quello
di Carlx1ri e Pooli al Campani! Basso. Do-
po avere superato la massima difficoltà
nolla strapiombante fessura che di Cozzi
porta il nome, sì fermarono al ba llatoio
sotto la cuspide final e. Dicci giorni dopo
Von C lanvcll e Von Saar conducevano a
tenn inc l"asccnsionc, usu fru endo del cam-
mino aperto dai due triestin i e portandosi
in seguito su un' altra linea di salita. Cre-
sciuto nell'ambiente di entusiasmo irreden-
tistico della Società Alpina delle Giulie, Umberto Fanton
ch'era stata fondata a Trieste il 23 mano
1883, Cozzi fu il maestro d'una prima
schiera di alpinist i triestini, quali appunto Monte Grappa, il 17 maggio 1918. Proprie-
lo Zanutti, il Carn ici e il Cepich, coi quali tario dell'Hòtel ~ l armarole a Calalzo, ne
compì le prime ascension i, nel 1909 e 1910, aveva fatto, oltre che la base delle proprie
delle Torri Venezia e Trieste al C ivetta, ascensioni, un foco laio d"alpinismo italiano
destinate a diventare in seguito teatro di in Cadore. Da lì appunto era mosso per
imprese cli sesto grado. Con Zanutti e con la prima dell'Antelao dal versante Est, il
L'lmpugnani aprì una via nuova sul Pic- 21 settembre 1914, insieme alla sorella Lui-
colo Civetta. Aveva pure fatto la prima sa. Ma aveva già una lunga messe di con-
senza guide di Monte Toro, due vie nuove quiste dolomitiche, a partire dalla prima
sulla Kellerspitzc (Cima delle Cianevate, ascensione della Torre d'Arade, nel 1908 :
nelle Alpi Carniche), due sul Du ranno, e su l Campanile di Val Montanaia ci ritor-
molte importanti ripetizion i al ) fontasio, nava tutti gli anni, e dopo averne fatto la
alla Crauzaria (prima senza guide), alla ter..ta traversata e prima senza guide nel
Crocia dci Toni, alla Piccola di Lavaredo, 1909, ripeté l'impresa per a ltri tre armi
l"Antelao, il Pclmo, la Marmolada, Torre Nel 1909 prima traversata del Cadin cli
dei Sabbioni, Tre Scarpcri, invernale al Toro, e ripetizione della Torre del Diavolo,
l'eraiba. insieme ad Antonio Berti, col quale, l'anno
dopo, fa la terJ:a ascensiorie della Torre
Bella 6gura di patriota e di sportivo è Cridola. Nel 191 l prime ascension i della
quella cieli' ingegnere Umberto Fanto11, Torre Berti, Torre Valentino, Cima i\ lad-
morto a 28 anni, aviatore, nei cieli del dalena; nel 1912, prima del Campan ile

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Luisa e del Campanile di S. Marco; nel nese, Arturo Andreoletti, che ucgli anni
'13, prima di Torre Augusto e Campan ile precedenti la guerra raccolse una messe
Calalzo incred ibile di prime ascensioni, vie nuove,
In qualcuna di queste ascensioni, come prime italiane e prime senza guide nelle
al Campanile S. i\·larco, gli era compagno più varie zone delle Dolomiti e anche in
Giovarmi Chiggiato (1874-19-23), futuro pre- Grigna. Compagno di Fanton nelle prime
sidente della Sezione di Venezia, futuro della Torre Antonio Berti e della Torre
deputato. Iniziatosi all'alpinismo con una Valentino in Val Tarragona, il 19 e 20 ago-
campagna che nel 1897 l'aveva portato su] sto 1911, l'aveva condotto in primavera
Becco di Mezzodì, sul · Cristallo, la Croda nella Crigna meridionale, dove avevano
da Lago, il Sorapiss, la Piccola di Lava- insieme fatto la prima assoluta della po-
redo, aveva colto alcune prime assolute polare Guglia Angelina e della Torre del
alle Tre Cime dell'Aula e alle Tre Cime Cinquantenario. Generalmente si crede che
di Valtana, Guglia Giannina, Torre e Cam- la prima ascensione italiana della parete
panile di Campido, Torre Artù. Natural- Sud alla Marmolada sia stata fatta da Gui-
mente era pure lui di casa sul Campanile do Hey, a causa della bellissima descri·
di Val Montanaia, conosceva Sass Maor, zione lasciatane. Invece la prima italiana
Torre Trieste e Torre Venezia; nel 1911, è di Andreoletti, il 19 agosto 1908, con
con la guida Rudatis, aveva fatto la se- Prochownik e la guida Parissenti. E ancora
conda assoluta e prima italiana della Torre in questi anni lo si può trovare, solido e
d'Alleghe e di Torre Coldai. Aveva pure in gamba, al llifugio Contrin, ai p iedi della
qualche esperienza delle Alpi occidentali, gran parete, sempre disposto a interessarsi
essendo stato nel 1904 alla Ciamarella e benevolmente degli alpinisti moderni che,
al Ciusalet, nel 1906 al Bernina, nel 1907 con più o meno disinvoltura, ne ripetono
al Monte Rosa. Ma era un alpinista mo- l'ascensione. Con la guida Parisscnti aveva
derno. Di lui scrisse il Berli: .- Pioniere fatto, nel 1907, la prima ascensione del-
italiano nell'Agordino e in Cadore, nell'era l'Agncr da Ovest; montagna su cui ritornò
dei nuovi ardimenti, quando, domati i co- poi, con Zanutti e la guida Jori, per la
lossi, fu dato l'assalto alle cime minori, ma parete Nord. Prochow11ik gli era stato com-
molto più ardue, e sui colossi già vinti ven- pagno nel 1909 in una serie di prime ascen-
nero aperte più difficili vie>. li suo nome sioni, prime italiane e prime senza guide
fu dato alla guglia che sovrasta con ma- nel gruppo di Focobon, e aveva lasciato al
gnifica parete il rifugio i\fo\ az, all'estremo rifugetto Mulaz una venerabile piccozza,
Nord delle Pale di S. Mart ino. del peso di molti chilogrammi, che ancora
Tra questi precursori italian i dell'alpi- adesso, gentilmente prestata dal custode,
nismo moderno nelle Dolomiti ricord iamo rende utili servizi agli alpinisti occidentali
ancora il trent ino Luigi Scoto11i, che nel improvvidi, quando capitano lassù in prin-
1908, a 17 anni, saliva l'imponente spigolo cipio di stagione senza attrezzi, sicuri che
Nord del Crozzon cl i Brenta credendo di tanto nelle Dolomiti non c'è neve né ghiac-
farne la prima ascensione: ignorava quella cio. Tra le innumerevoli .- prime> di An-
di Schneider e Schulze nel 1905, ma fa- dreoletti ricord.iamo ancora la prima italia-
ceva così la prima ripetizione e la prima na alla via Leuchs sul Cimane della Pala,
italiana di quel superbo itinerario. E infine, col Parissenti la prima del Campanile di
della sezione di Venezia, ma in realtà gra- Campidèi con Chiggiato, Musatli e la gui-
vitante nella cerchia dell'alpinismo mila- da Murer, e infine la ronquista della Gu-

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sella dcl Vescovà, nell'Agordino, il 16 set- Generalmente questa generazione sem-
tembre 191 3, con la guida Jori. bra proporsi un compito preciso, che è quel-
lo di portare rapidamente l'alpin ismo ila·
Nell'alpinismo orientale la guerra 1915- liano in Dolomiti al livello che Di.i lfc r e
18 sembra avere segnalo, pe r lo pi ù, un di- Preuss avevano assegnato all'alpinismo au-
stacco abbastanza netto tra due generazioni striaco e tedesco. Servono a questo scopo
di alpinisti, mentre ad occidente invece ve- ancor meglio le prime ripetizion i, che non
dremo che è frequente il caso d'alpinisti le prime assolute di vie magari di difficoltà
avviatisi alle montagne in principio dcl se- inferiore a quelle aperte da quei fonnidabi-
colo, poi ritornarvi ancora, dopo la sangu i- li assi dell'arrampicata. Spesso ci vuole più
nosa parentesi, per una lunga attività, ma- coraggio, soprattutto morale, a cimentarsi
gari con nuovi criteri e secondo una nuova in una difficile ripetizione, che non a cer-
concezione dell'alpinismo. Ad oriente, oltre care una via nuova dove, se non riesce, pa-
al la mirabile operosità di Antonio Ucrti, uno zienza, non c'è da temere il bruciante con·
dei rari "traits d'union" tra l'anteguerra e il fronto con chi è riuscito. Di quest'opera di
dopoguerra è dato dall'ampezzano Federi- recupero che fu poi portata a termine da
co 1'ersclwk che dopo avere legato il suo Hmis Steger, con la ripetizione sistematica
nome, nel 1913, al bel camino Sud dcl Po- di tutte le vie Preuss, spesso in oompagn ia
magagnon, e avere aperlo vie sulla parete della valorosa Paola Wiesi11ger, fu espo-
Sud della Cima Ovest di Lavarcelo e sulla nente il trentino Pi110 Prati, tragicamente
cresta Sud della Croda Rossa d'Ampezzo, si perito nel 1927, insieme al. suo compagno
assicurò dopo la guerra la prima assolu ta di Bilmchi, durante il tentativo di compiere
Torre Ambrizzola, nel gnippq della Croda la prima italiana alla via Preuss del Cam-
da Lago, 1'8 giugno 1924, con ramico De pani! Basso. Fu una perdita grave per fol-
Gregorio, che gli fu pure compagno sulla pinismo italiano, ché Pino Prati, oltre :i.cl
parete NE dell'Averau, il 14 giugno 1925, e aver ripetuto, con Bianchi e Videsott, la via
su lla direttissima alla parete Est di Piz Po- Fehrmann al Campani! Basso, e aver colto
pena, il 7 ottobre. E più tardi vennero anco- diverse prime in Brenta nel corso d'una for-
ra altre ascensioni nuove, tra cui la parete tunata campagna nel 1926, era una rara
NO dcl Sorapiss, nel 1931, col De Gregorio tempra di studioso dell'alpinismo, autore
ccl altri di esemplari monografie geografico-alpi-
Ma già col Pecleriva e il Rizzi sono una nistiche, sollecito di tutti i nuO\'i problemi
generazione nuova gli alpinisti che s'affac- della tecnica e deiretica dell'alpinismo. Era,
ciano alla ribalta dolomitica dopo la guerra, insomma, un elemento capace di sviluppa-
come Vittorio Emanuele Fabbro che il 19 re l'alpinismo tanto nel senso del progresso
agosto 1923 fa con Scotoni la prima italiana tecnico e sportivo, quanto nel senso della
della via Fehrmann-Smith al Campani! Bas- cultura. Aveva pure pratica e conoscenza
so o il vicentino Me11eghello, che oltre a delle Alpi occidentali, avendo risieduto co-
perfezionare sistematicamente, con nuove me studente a Torino, e molti ricordano
ascensioni e con accurate monografie, l'e- quel simpatico gruppo di "dolomitici" -
splorazione delle Dolomiti vicentine, fa con Prati, Videsott, i\Hori, Ortelli - che sotto
Sartori la prima italiana della parete Est i portici di piazza Carlo Felice, davanti al-
alla Cima ovesl di Lavare<lo, il 15 agosto la Casa dcl Caffè, tutti i giorni dall'una al-
_H)-25, e pochi giorn i dopo apre una via sul- le due iniziavano i rustici alpinisti torinesi
la parete Sud della Croda dei Toni. ai dolci segreti del canto corale MaUa l:Ten-

51
tina"; poi la domenica andavano in Valle Popcra, sul Crissin, sulla Crocia degli Alpi-
Stretta a cercarsi un fac-similc , riveduto e ni, in Lavarcdo, sul Corno dcl Doge, Più
peggiorato in quanto a qualità della .roccia, tardi lo troveremo compagno di Comici cd
delle loro mon tagne. epico illustratore delle sue imprese, e della
Di questa generazione, quell i che non concezione dell'alpinismo da lui rappresen-
stroncò un destino avverso, come Prati o tata.
come Cesare Cap11is, livornese ma espo-
nente del Club Alpino napole ta no, morto Venendo ora verso occidente e soffl;r-
a 51 anni, il 26 giugno 1932, alla Torre di mandoci alla Lombardia, nominiamo pri-
Alleghe, giunsero praticamente ad effettua- ma di tutto due alpinisti la cui attività ru
re la saldat ura. con l'alpinismo moderno, del stroncata troppo presto. li rag. Ant.011io
5" e del 6' grado. Re11zo Vitlesotl , che con Caste/1111000, scomparso sulla parete Est
}. I iori e Craffer era stato compagno a Pino del Nordend il 15 agosto 1909, insieme ai
Prati anche nella prima di J>unta Mazzena, compagni Bompadre e Sommaruga, sareb-
in Bren ta, aprirà ben presto una diretta di be stato certamente uno dei personaggi più
5' grado sulla parete Sud dcl Campanile in vista del nuovo alpinismo lombardo, in-
Alto, il 30 agosto 1927 con Craffer, e sfio- sieme ai Vallcpiana, ai Bonacossa, ai Cale·
rerà il 6' nella prima via di ret ta alla Cima gari, Balabio, ecc. Aveva salito senza guide
della Busazza per la Val dei Can ton i, il 30 l'Ago di Sciora, la Rasica, il Cervino, il Dcn-
e 31 ottobre 1929, con Hudatis e Rittler.
Pure in quell'anno, e signilìcativa quanto
una prima, la terLa ripe tizione della via Di-
bona alla parete SO del Croz dell'Altissimo,
con Domenico Hudatis: la prima ripetizio-
ne era statit fatta nel 1911 da Prcuss e Kel-
ly, e la seconda da Stegcr e I Iolzner nel
1928.
La vera e propria congiunzione col 6'
grado, impersonato da Emilio Comici, av-
viene nella persona di Severino Casara,
scrittore alpinist ico di dannunziana elegan-
za, spigolatore di rare primizie nei più
ignorati recessi delle Dolomiti, di cui è' co-
noscitore e poeta, protagonista d'una di-
scussa ascensione solitaria agli strapiombi
del Campanile di Val Montanaia, il 3 e 4
settembre 1925. Dopo aver partecipato con
Mencghello all'esplorazione delle uatie Do-
lomiti vicentine, compie b prim:t it:tli:tn.'.l
della parete Nord alla Punta Frida, apre
una bella via sulla parete Nord del Duran-
no, coglie con Berti e Canal la prima assoh1-
1a dcl Campanile Visdcndc in Val Comeli-
co, apre vie sul Sorapiss, per la parete SO
di Croda Marcora, sulla parete Nord del

52
te del Gigante, il Crépon, la Dufonr da :\fa·
cugnaga, aveva fatto la prima ascensione
dcl Dente di Coca, e infine lasciò il suo no-
me alla punta centrale e più alta delle Da-
mcs Anglaiscs, da lui sca lata il 23 luglio
1907 insieme alla guida Fiorelli, ma sua era
stata la concezione e \'esecuzione dell'im-
presa, come capocordata.
Volontario in guerra morì invece, nel
J9J6, l'iug. l'llolo Fermrlo. In uno scritto
della rivista svizzera ~Les Alpcs", sulle
montagne della conca di By, dove il Fcrra-
rio com pì molte delle principali sue salite,
rabatc Hcnry ne ricorda la singolare voca-
zione alle piccole punte difficili: dovu nque
ci fossero guglie, sigari, piccole e provocan-
ti torri rocciose, là Ferrario accorreva, e do-
vcv:-1 averne tutto un catalogo, una mappa
segreta di tutt i i campanili e gli spuntoni
annidali in ogni valle delle Alpi. Ciò non
gli impediva d'aver fatt o il Cervino, la Du-
four e alt re punte dcl Hosa, l'Aiguil le cl'Ar-
gcn tièrc, rOrtlcs, il Pizzo Zupò, il Piz d'Ar-
gient , la prima senza guide dcl ghiacciato
versante Nord alla Cima di Piazzi. Eccolo, Paolo /lcrrarW
con Silvestri e Bernasconi, e le guide Em i-
lio e Marcello Fiorelli, coglicre~ la villoria
sull'elegante Punta J\lilano in Val Coclcra. li Fcrrario era stato uno dei soci di quel
il 26 luglio 1910, e il giorno dopo su uno dei Gruppo Lombardo Alpinisti Senza Gu ide,
Pizzi dell'Oro, l'orientale. Eccolo poi alla che confluì poi nell'Accademico, e che vie-
ricerca, tra i colossi della Val d'Aosta, di ne ricordato per una via nuova o variante
piccole guglie di suo gusto: prima ascen- descritta durante una gita sociale nell'ago-
sione dci Denti di Vessona, in Valle di Saint sto 1913 sul versante SO della Dcnt d'Hé-
Barlhélemy, prima ascensione del tc.-.-:o rins. A questa gita aveva preso parte il Fer-
quarto e quinto ~lolai re de Valsorcy, ecco rario, e vi si trovava pure il bresciano 1\r-ri-
la prima italiana e prima senza guide dcl go Ciannm1toni, che si pone come il conti-
Grane! Clocher dc Plancreusc, nel versan- nuatore dell'opera di Paolo Prudcnzin i nel-
te .~v i zze ro della Val Ferrei, e infine, 30 la scoperta e valorizzazione alpin istica del-
l11 glio 19.14, con Schiavio, 1:1 co n(p1i ~ ta 11 1' Ad :rnwlln. C:invanissimn .~'era 1rnvaln a
cui giustamente resta legato il suo nome: partecipare alla prima ascensione di Corno
la punta cen trale dcl Trident dc Faudcry, Triangolo il 6 giugno 1008, con Waltèr
in Valpelline, la più piccola ma la pili dif- Laeng e la gu ida }. lartino Cozzi, montagna
ficil e, da lui vin ta per mezzo di un chi<Klo a cui ritornerà poi nel '20 e '21 per tentativi
e della manovra a trazione della seconda alle creste e versanti meridionali. Nel ·10,
corda. sempre col Laeng, fa la prima ascensione

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del versante Est alla Corna Rossa della ne di preziose opere alpine. In effetti, si
Concarena. Poi, dopo la guerra, l'Adamello farebbe torto all'altezza di vedute e alla
si costella di sue prime ascensioni e vie nuo- nobile concezione alpinistica di Alfredo
ve. Nel 1919 la massiccia punta intitolata Corti, se si riducessero i suoi meriti al so-
all'alpinista lombardo Prina; il 30 ottobre lo aspetto sportivo ed atletico dell'alpini-
1920 l'aereo Campanile di Val Salarno, eia smo, ch6 egli è in questo un uomo d'antico
solo; nel Hr2J e '22 è invece su l Badile Ca- stampo e, scienziato di professione, porta
muno che Giannantoni traccia due vie, tra nell'esercizio della montagna quel bisogno
cui quella sullo spigolo orientale che dovet- di conoscenza e quell'indi rizzo scientifico
te aspettare fino al 1934 una ripetizione. E che caratterizzavano l'opera dei pionieri
poi, nell'Adamello, la cima che venne in :\fa se si guarda principalmente al numero
seguito a lui intitolata, varie vie nuove alle e alla qualità delle salite compiute, allora
Cime di Poglia, spesso col Camplani, che non si può distogliere la figura alpinistica
gli fu pure compagno, nel Hf26, al versante di Alfredo Corti da quelle Alpi centrali al-
Nord dei Corni di Val Rabbia le quali egli ha portato tanto contributo di
conoscenza, esplorandone palmo per pal-
La guerra dcl '15-18, e in alcun i casi mo gli ultimi recessi inviolati
eccezionali anche l'altra, è scavalcata cro- A quella prima salita al Bernina, del
nologicamente dall'attività straripante cli 1904, ne segui rono la bellezza di altre 22,
alcuni alpinisti lombard i e piemontesi, che ben inteso spesso per vie diverse, e non
appunto per la lunga durata delle loro pre- v'è forse montagna di quel gruppo, come
stazioni fungono da tramite fra l'uno e l'al- pure nel Disgrazia, che non rechi traccia
tra generazione, congiungendo non solo dcl suo passaggio attraverso vie nuove. Si
idealmente il passato all'awcnire. Uno di potrebbero ricordare, tra le principali, la
questi, s'è già avuto occasione di accenna- prima ascensione al Bernina per il canalo-
re, è il prof. Alfre<lo Corti, che nel 1904 ne Sud della Forcola Scersccn-Bernina, op·
faceva la prima ascensione italiana senza pure la bella via al Monte Rosso di Scer-
guide al Bernina, e dopo la seconda guerra scen, o le vie nuove al Roseg, al Pizzo Sella,
mondiale, ossia ben più cli 40 anni dopo, era al Cluschaint, alla Cresta Gi.izza, allo Zupò
sempre imperterrito sulla breccia, con a- Ma non sarebbe possibile seguire qui
scensioni del calibro del Cervino per la per filo e per segno tutta la vasta opera di
cresta di Zmutt, del ~font Mauclit per la sistemazione esplorativa condotta dal Cor-
via Burgener-von Ki.ifner, della traversata ti nei gruppi del Bernina, del Disgrazia,
del Breithorn dalle Rocce Nere. Talmente dell'Aclamello, del Coca e del Redorta, non-
estesa è l'operosità alpinistica del Cort i, che ché in Val Masino; fortunatamente essa
non solo cronologicamente, ma perfino geo- è non soltanto stata esposta in classiche
graficamen te è difficile da collocare e da monografie, ma compendiata ad uso della
limitare. Nativo di Tresivio in Valtellina, pratica alpinistica dagli esemplari contri-
il prof. Corti si considera tuttavia appar- buti dcl Corti alle guide del Bernina e
tenente alle schiere dell'alpinismo piemon- delle Alpi Orobie.
tese, in cui ha militato reggendo per mol-
i i e difficili anni le sorti del gruppo occi- L'assillo della precisione geografi ca
dentale del Club Alpino Accademico, sen- spesso portò il Corti in fiere ed ut ili pole-
za risparmio di energie e di applicazione miche con altri benemeriti esploratori del-
nelle cure organizzative e nella promozio- le Alpi cen trali, e cioè i fratelli Rommio e

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Angelo Calegari, la cui messe di prime tre valorose alpiniste, e infine di esponen-
ascensioni, vie nuove e varianti nel settore ti del moderno stile d'arrampicata, come
compreso tra la Val Formazza e il Bernina, Steger o Gervasutti, non c'è angolo delle
con qualche occasionale puntata nelle Do- Alpi dove Bonacossa non abbia raccordato
lomiti, non si potrebbe elencare senza riem- un ultimo tratto di cresta inesplorato, per-
pire pagi ne e pagine d i soli nomi. Essi fu- corso una parete ch'era sfuggita a tutti, sa-
rono i primi, insieme a C. Scolli, a osare lito, disceso, attraversato, in Val d'Aosta co-
abo·.ar lo sguardo sull'affascinante spigolo me in Val Masino, eia montagne illustri e
Nord del Badile, di cu i effettua rono nel difficili come il Cengalo, a montagne bmt-
1911 , in due riprese, il 30 luglio e il 3 ago- te e trascurate come l'Oronaye, dal Truc
sto, la prima esplorazione completa, salen- Blanc allo Jodcrhorn, dal Brec di Chambcy-
done dapprima una parte, e calandosi poi ron al Badile Camuno, dalla Becca di Mon-
dalla vetta fino al ptmto raggiunto nella sa- corvé al Hheinwaldhom, dalle Crandes
lita, analogamente a quanto aveva fatto Murailles al Fletschhorn, dai Torroni alla
Guido Rey con la cresta di Furggen al Cer- Cranta Parei; pe r non parlare di qualche
vino. Oltr e allo Scotti, era spesso loro com- puntata nel Gran Sasso d'Italia, al Corno
pagno 1-lomano Baù1bio, loro cugino, che Piccolo. Gioiellini come la parete Nord
una scarica di pietre uccise al Torrone oc- del Dòme di Cian, un'immacolata erta
cidentale, verso la fine d'agosto 1911. Di di ghiaccio annidata a quota relativamen-
lui è da ricordare la polemica sostenuta nel te bassa in una diramazione secondaria
1909 con gli esponenti dell'alpinismo te- della Valpelline, non poteva venire in
desco, le cui idee e rano appoggiate fra noi mente che a lui di anelarli a scovare. For-
da Adolfo Hess: in quell'occasione Balabio tunatamente anche Bonacossa, che dal 1933
difese i superiori valori di cultura e di spi- fino alla guerra ha retto le sorti dcl Club
ritualità dell'alpinismo, sostenendo che es- Alpino Accademico Italiano, ha affidato
so, anche nella forma accademica, non può alla redazione sistematica di guide alpi-
essere considerato uno sport, e negando il ne il frutto della .~ua immensa conoscen-
titolo di imprese alpinistiche a scalate di za delle Alpi, particolannente nella vec-
( difficili torrion i di 50-100 metri i.. chia Guida dell'Ortler, e in quella, più re-
Con Aùlo Bonacossa eccoci in presenza cente, del Masino-Hregaglia-Disgrazia; ma
d'un altro esponente dell'alpinismo lom- in misura, tuttavia, inadeguata all'estensio-
bardo appartenente alla generazione uscita ne inuguagliabile della sua conoscenza di
dalla guerra, la cui conoscenza sbalorditiva tutta la cerchia alpina.
delle Alpi, insieme ad un'attività la cui in-
tensità ha del fantastico, produce una quan- Né è da meno, pe r estensione e ricchez-
tità tale d i prime ascensioni e vie nuove, da za di motivi, la prolungata attività di Ugo
scoraggiare ogni velleità di elencazione. di Valfepiarw, anch'egli appartenente al-
Dove non si trovano, dalle Marittime fino l'ambiente milanese, uno di quegli alpini-
all'Ortles, salite nuove di Bonacossn? Dalle sti il cui arco d'azione scavalca inesauribi-
montagne più illustri delle Alpi alle valli le le due guerre: un alpinista che ha avuto
più trascurate delle Cozie e delle Leponti- il privilegio d'andare in montagna con
ne, in compagnia del fido Prochownik, o Preuss e con Cervasutti, un alpin ista che
di altri colleghi lombardi come Corti, Pol- con la prima ripetizione del i\fonte Bianco
vara, Binaghi, Bramani, Fasana, Orio, Al- dal Brouillard per il Col Emile Rey e il
bertin i, oppure di Ninl Pietrasanta o d'al- Picco Luigi Amedeo (e prima senza guide),

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eseguita con Pfann nel 1911, sembra ve- la pare te Ovest dci Cors, con traversata
nirci incontro ancora dall'epoca gloriosa alla Punta Lioy per cresta NE; Bonacossa
dci pionieri, e che oggi è alla testa del e i\ latteoda nella traversata dalla Punta dci
Club Alpino Accademico e conta fra i più Cors alla Pu11ta i\ largherita per la cresta
infaticabili cultori dello sci alpinistico d'al- Sud.
ta montagna. Compagno a Preuss 11ella
sua rapida visita al gruppo del Bianco, com- Anche nei prim i anni del dopoguerra ha
JlÌ con lui, il 20 luglio 1913, la prima ascen- origine l'attività di Vitale Bromm1i, ma si
sione dcl Picco Gamba. sviluppa fl oridissima fino all'epoca del 5"
e dcl 6<' grado, intrecciandosi con quella cli
Sempre in quella ricca generazione di numerosi altri importanti scalatori, sì che
alpinisti lombardi usciti dalla guerra ricor- ncffinsie me essa appare come vigoroso cen-
diamo Coetano Polvara, che il 19 agosto tro propulsore dell'alpinismo lombardo fra
1919 compiva, con V. Ponti, la prima ita- le due guerre. Nel H)-23 lo troviamo in Val
liana senza guide del Grépon (una di quel- d'Aosta in compagn ia di Euge nio Fosmw,
le ripetizioni assai più indicative di molte emerito scrittore di montagna, che già pri-
"prime" per segnare i progressi tecnici ma dell a guerra si e ra segnn lnto con no-
compiuti dall'alpinismo italiano), il 30 lu- tevoli salite. Nelle Aiguilles di Chamonix
glio 1922 apriva la lunga via della cresta compiono la prima italiana dell'Aiguille du
Nord alla Rasica, e nel 1930 con Zappa si Pcigne (20 agosto 1923), ma anche battono
assicurava la prima ascensione della più zone prcssocl1é sconosciute della Val d'Ao-
settentrionale fra le Aiguilles Rouges du sta: prima traversata della Punta Ferra rio,
Brou illard, nel gruppo del Bianco. D'altri del Tridcnt dc Faudery, prima ascensione
rapid i ricuperi nei riguardi elci li vello rag- e prima traversata dcl Col Sans Nom e
giun to dall'alpinismo straniero va dato me- prima sa lita della pare te Ovest dcl Mont
rito a Gia1111i Albertini, che si mise in Clapier, in Valpelline. A cavallo tra la Val-
luce con una formidabi le stagione nel pelline e la Valle di St. Barthélemy, prima
1926. Quell'anno, insieme al fid o compa- ascensione assoluta di quel curioso monoli-
gno Sergio Matt codo, scomparso poi tra- to che è J'Ermitc dc Cu nei. Poi l'azione di
gicmnc11te nel 1934 sul lontano Tronador, Bramani si sposterà verso le Alpi centrali
nelle Ande meridionali , compì la prima ita- con un numero stenn inato di vie nuove e di
liana del Grépon-Mcr de Giace, e con i\fat- prime ascension i, un po' dappertutto: con
teocla e il piemontese Piero Za11etli, la pri- Fasana e Bonacossa alla parete Sud dcl
ma italiana della cresta di Peutérey al J3adile Camuno (1925), con Bozzoli Para-
i\ lon te Bianco: due imprese che di colpo sacchi e Banaghi alla parete O vest dello
mettevano l'alpinismo italiano in lizza co11 Zuccone dci Campelli (1924), con Bozzoli-
.le forme pi ù avanzate dell'alpin ismo mo- Parasacchi e Fasana al Pizzo Ligoncio, per
derno. Sempre nello stesso anno, con Mat- .la prima ascensione diretta da Val Codcra,
teoda e Zanetti, ripeteva per la prima vol- il 20 settembre 1929, con Bozzoli Parasacchi
ta la salita di Prcuss e Vallcpiana al Picco all'Ago di Trcdenus e al Corno Triangolo
Gamba e proseguiva lungo la cresta Sud per la cresta Sud nell'Adamello, con Forgia-
dell'Aiguille Noire flno alla terza torre, rini e Alessio al Cimonc della Bagozza pe r
cioè fino al punto raggiunto dal Wclzen- la prima ascensione della parete NNE, e
bach. Nel gruppo delle Grandcs Murailles coi medesimi e Luigi Binaghi alla Punta
Bonacossa e Zanetti gli erano compagni al- della Sfinge, pe r la pare te NE; con fa sana

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e Bozzoli Parasacchi alla medesima Punta tiene p iù il monopolio dell'iniziativa, poi-
per lo spigolo Est. ché la pred icazione iniziata da Quintino
ln Val i\•lasino e in Bondasca si nO\'e· Sella ha fru tt ificato ovunque, e in partico-
rano le sali te più signHìcalive di Bramani. lare proprio la guerra ' 15-18 ha contribuito
e cioè, anzit utto la prima ita liana dello a espandere l'a lpinismo su piano nazionale.
spigolo Nord del Badile, con Barzagh i e Anche qui troviamo frequenti casi in cui la
Bìnaghi, il 15 agosto 1932, e più tardi la pratica alpinistica scavalca, per così dire,
prima della parete NO, il 27 e 28 luglio la tragica paren tesi della guerra: gen te
1937, con Ettore Castiglian i. Quest i gli che non ha aspettato il servizio militare per
san\ pure compagno, lo stesso anno, nel- scoprire la montagna, e poi ci l'itorna do-
la prima ripetizione della cresta NO al po l'interruzione bell ica, mentre per altri,
Pizzo NO dei Gemelli (il famoso e ferro più giovani, può essere stata proprio l'espe-
da stiro,), insieme a Bozzoli Parasacch i, rienza di guerra a inoculare nel sangue il
e alla prima ascensione della parete Ovest bacillo dell'alpinismo. T contatti tra que-
al Torrone orientale. Con Castiglioni ave- sta generazione, che in qualche caso ecce-
va fatto, nel 1935, la prima italiana, e ter- zionale si protende fino ai giorni nostri con
za assoluta, dello spigolo NO della Scio- foi nterrollo esercizio alpinistico, e la prn-
ra di fuori , e con Bozzoli Parasacchi ave- cedente generazione stabi liscono la con-
va ripetuto, il 16 agosto 1935, la bella via tinuità storica dell'alpinismo occidentale.
dello Spigolo NO alla Pioda di Sciora. La Anche se per comodità di esposizione ci
prima ascensione dello spigolo Nord del- conviene dividere la materia in capitoli, e
la Presolana occidentale, il 19 ottobre parlare di generazioni d'alpinisti, cli Mon-
1930, è da ricordare, non fosse al tro che date~ e via dicendo, in realtà non ci sono
per l'eccezionale compagnia di Celso Cii- interruzion i né fra tt ure: gli anziani aVvia-
berti cd Ettore Castiglioni, cioè due dci no alla montab'lla i giovani, le ultime ascen-
principali esponenti del progresso tecnico sioni importan ti d'un alpinista nato ai tem-
avvenuto in quel tempo nell'arrampicata li in cui Quintino Sella fondava il Club Al-
dolomit ica, e che il Braman i cont ribuì a pino possono essere nello stesso tempo le
diffondere in seno all'alpinismo occidentale. prime d\m giovane che tra poco part ir:\ per
Pure compagno al Bramani in molte la guerm ; quando non ci si trovi in presen-
ascension i nella Val Masino, il comasco f_, 11i- za di quei casi eccezionali cli prolungata
gi Bint1gl1i aveva partecipato, nel 1934 alla vigoria fisica , in cui un uomo solo racco-
spedizione del C.A .I . nelle Ande e con Ccr- glie in sé l'esperienza di due o magari tre
vasutt i ' 'i aveva colto due prime ascensioni generazioni d'alpin isti.
di vette sopra i 5000 metri, battezzate Pun- La continuità si vede particolarmente
ta Camp ione d'Italia e Cerro Littoria. Hi- bene in un caso come quello della fami-
masto brillantemente su lla breccia altra· glia Santi: il padre, Flavio, medico e natu-
verso una costante attività alpin istica, è ri- ralista, era stato alpin ista <lei tempi di
tornato di recente in quelle montagne alla Vaccarone, cd aveva avviato alla mon ta·
testa d'una spedizione andina della sezione gna i fi gli Ettore e i\lario, i quali furono
di Como. invece esponent i di quella generazione
che al principio del secolo, sulle onne di
Vediamo ora quali sono gli esponenti Fiorio e Uatti, di Canzio, ~fondini e Vi-
della generazione di guerra in quel gru ppo gna, affermò il nuovo verbo dell'alpin ismo
alpinistico piemon tese, che ormai non dc- senza guide e partecipò con Adolfo J less

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alla fondazione del Club Alpino Accade· travolto da una slavina alla Cima del Bic-
mico. Sarebbe lungo istituire un bilan- chiere nelle Alpi Breonie, mentre portava
cio delle numerose prime ascensioni e vie a tennine il suo proposito di •conoscere
nuove aperte nelle Cozie, nelle Graie e appieno tutt a l'alta zona confinaria >.
nelle Penn ine dai fratelli Santi, o clall\mo Queste parole, con cui vien defin ita
o l'altro di essi con altri compagni. Fin l'opera alpinistica alla quale ?\fozzalama
dal 1907 Ettore Santi, con Tedeschi e !\ la· aveva legata la sua vita, sono di un altro
gni, compie la seconda ascensione assolu- di questi pionieri dello sci in Italia nei pri·
ta della piccola ma ardita Aiguille Croux, mi anni dcl secolo, e particolarmente tena-
nel gruppo del Bianco, all'estremità infe· ce assertore dcl suo impiego anche nell'alta,
riore dcl crestone dell'Innominata: secon- altissima montagna, ossia di Piero C l1iglio-
da assolut a e prima per la cresta NO. '1e {1883-1960), che usò lo sci con successo
Dello stesso anno è pure la seconda ascen- sui ghiacci etern i dell'Himalaya, a quote di
sione, e prima per la parete Sud, del pic- 7000 met ri, e la cui carriera alpinistica non
colo Torrione d'Entrèves, coi medesimi si sa se sia pili stupefacente per l'estensio-
compagni. Nel 1908 i due fra telli, col ne assunta nelle dimensioni geografico.
Brofferio, compiono la prima it.1liana e esplorative, o per la durata eccezionale, al
prima senza gu ide del Dòmc de Miage, e di là di ogni limite biologico fin qui cono·
nel 1910 l\lario Santi, con Sigismondi dà sciuto. Partecipe della spedizione Dhyren-
vit a ad un'impresa cli polso con !a prima furt al Coldcn Throne, che s'era assicura-
traversata della cresta cl i Rochcfort, dal ta la pili alta vetta fìno allora scalata dal-
Colle del Gigante al Colle delle Grandcs l'uomo, parteci pe della salita all'Aconca-
Joresscs, traversata svoltasi il 13 e 14 ago- gua con la spedizione andina del C.A .I.
sto. Nel 1914 Ettore Santi e Croceo fan no nel 1934, egli continuò in silenzio ad
la prima senza guide dcl Corno Stella nelle esplorare le montagne del mondo e a com-
l\ laritt ime, poi nel dopoguerra ceco i due piere infat icabili scalate nei 5 continen-
fratelli , insieme a Cesare Negri, traversare ti, come suona appunto il titolo d'uno dei
l'Aiguille Noirc dc Peutèrey con salita dal- suoi libri, con particolare predi lezione per
l'inviolato versante della Brenva, lunga im- le Ande, da lui percorse in ogni gruppo e
presa durata dal 6 ali' 8 agosto 1920. Anco- in ogni senso, non solo con salita d'innu-
ra Cesare Negri, con Angelo Hivera, è com- mcrevoli punte vergini, ma anche con
pagno di Mario Santi alla cresta Ovest del la ripetizione delle salite ai maggiori co-
Hocher de l\ falapas, nelle Cozie setten- lossi già scalati. Né per questo disdegna-
trionali, e con Rivera Mario San ti compie va le Alpi, dove si era aceompagnato ad
la prima della parete NO alla Gr.1nde Uja alpinisti di diverse generazioni, comin·
di Ciardoney, nel gruppo del Gran Parad i- ciancio da quelli dcli'epoca di Hess e dei
so. Mario Santi va ricordato inoltre come fratelli Santi, per giungere all'epoca di
uno dci pionieri dello sci-alpinismo, cd è Gervasutti, di Boccalatte, di Henato Cha-
tuttora un convinto assertore della primiti- bod ed oltre. Da ultimo, tra una spedizio·
va purezza stilistica nella pratica dello sci ne e l'altra, insieme alla guida Arturo Ottoz
Tra questi fondatori dello sci alpin i- aveva messo a fuoco e risolto alcuni proble-
smo, che fo rmano un gruppo a parte in mi alpinistici nel gru ppo del Bianco fino al-
seno alla generazione di guerra, va ricor- lora sfuggiti all'attenzione dei cercatori
dato, olt re già al nominalo Rivera, Ottorino di prime, come il !\font Maudit dal Cirquc
Me=.wlama, che morì il 26 febbraio 1931 , e la salita all'Aiguille de l'Aigle dal versan-

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te settentrionale. Quando morì in un inci- opportunamente venne a lui intitolata, e
dente automobilistico, a 70 anni suonati, ch'egli aveva vinto il 20 giugno 1907. Del-
era in piena preparazione di un'ennesima lo stesso anno sono le prime ascensioni, il 3
spedizione extra-europea giugno e il 10 agosto, alle due punte delle
A cavallo della guerra 1915-18 si pone Aiguilles Rouges des Lacs, mentre dopo la
pure l'attività di Frm1co Grottanelli, che guerra egli si rivolse spesso alle montagne
aveva fatto le sue prime armi sulle Aiguil· dell'altro ramo della Valpelline, per esem·
Ics d'Arves, palestra obbligata del vec- pio con l'ascensione dcl Doigt du Vélan,
chio alpinismo piemontese, e nell'agosto 1'11 agosto 1923.
1911 aveva compiuto, con Ambrosio e con
Lorenzo e Mario Barelli, la prima tra- Siamo ora alla vera e propria generazio·
versata italiana senza guide della ~foije. ne di guerra, quella che si potrebbe chia-
Nel dopoguerra lo troviamo, con Ambro- mare degli cx-alpini: gente che le soffe-
sia; Carpano e Rivetti, alla traversata della renze sopportate non hanno respinto dalla
Aiguille dc Rochefort con salita dalla cresta montagna, conosciuta i1elle cond izioni più
Sud; con Ghiglione e Lacchi alla cresta e tragicamente sfavorevoli, ma al contrario
parete Est della Grand'Uja di Ciardoney, e ve l'hanno incatenata per sempre, e che
con Ghiglione e Barelli alla cresta Sud del- appena restituiti alla libertà della vita bor-
la Becca di Gay. L'alta Val di Susa fu teatro ghese non hanno atteso molto per ritorna-
di molte sue vie nuove e prime ascensioni, re a cercare la via delle montagne. Nel cur·
come i Torrioni Meccio in Valle Stretta riculum alpinistico di Umberto Bal.estreri
Tra gli alpinisti che agirono prima e (1889·1933), nobile fì gura di magistrato che
dopo la guerra del 1915-18 va ancora ricor- resse con fermezza le sorti del Club Alpino
data quella singolare fi gura di umanista Accademico dal 1929 al 1933, e che rieJJ'e.
valdostano che fu l'Abate ]oseph Henry sercizio dell'alpinismo associava alla pre-
(Courmayeur 1870 - Valpelline 1947), par- stanza atletica la luce dell'intelligenza e
roco di Valpelline e studioso di storia della della cultura, le date e i luoghi parlano un
Val d'Aosta. Pur essendosi spinto più di linguaggio di particolare evidenza: le sue
una volta sulle maggiori montagne della prime ascensioni nuove di cui si trovi me-
Val d'Aosta fu soprattutto un esploratore moria avvennero nell'Adamello, lestate del
diligentissimo e amoroso della sua valle, 1918! Cresta NO di Cima del D osso, cresta
la Valpelline, di cui stese tra l'altro una N di Monte Frisozzo, Cime di Val Ghilar-
piccola guida, frutto della sua conoscenza da. Poi le sue salite si svolgono un po' dap-
diretta del terreno. Sereno cultore delle pertutto, spesso subordinate ai dislocamen-
bellezze naturali, si professava alieno dal- ti della sua carriera di magistrato, con spic-
le forme sportive dell'alpinismo acroba- cata predilezione per le valli trascurate, le
tico, e non cercava la difficoltà per la dif- montagne non alla moda. Nel '19, con Al-
ficoltà; ma quando questa gl i si presen- vazzi Delfrate, prima senza guide della
tava nel corso delle sue esplorazioni, vol- Sengla me ridionale e prima per la parete
te a risolvere qualche problema topografico, Ovest, in quella Valpelline che sarà uno dei
sapeva benissimo come venirne a capo. Tra suoi campi d'azione preferiti
le numerose prime ascensioni alle quali lo Nel '20 e '21 lo troviamo spesso in Val di
portò la sua ricognizione geografica della Susa e in Valle del Pellice: prima ascensio-
valle, spicca specialmente la punta setten- ne alla Pierre Mcnue per la parete Sud, da
trionale del Trident de Faudery, che molto solo, prima traversata Serpentiera-Ciata-

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gnera, prima invernale del Dente Bissort nella alla Punta del Dragone e la prima
in Valle Stretta, prima invernale dcl Pie de ascensione al versante Ovest della Becca
Hochcbrunc. La guerra aveva insegnato cfAran. La sua azione alpinistica stava as-
agli alpini l'uso degli sci come mezzo di .sumendo a poco a poco l'ampiezza e il ri-
trasferimento invernale nciralta montagna: lievo di cui lo rendevano ben degno le sue
nel '23 Balestrcri e Vallepiana compiono la capacità, quando una banale disgrazia la
prima invernale della Cima dci Tauri e del- stroncava per sempre, con la caduta in un
la Vetta d'Italia. Quindi iniziano le nume- crepaccio durante una salita sciistica pri-
rose spigolature di "prime" in Valpelline maverile alla Forcola di Bellavista, nel
e dintorn i: nel 1923, con Piantanida e Val- gruppo del Bernina.
lcpiana, prima traversata della Becea de Un po' pili giovane di Baleslreri, suo
l'Aquc\ou con salita della cresta Sud, nel compagno, come s'é visto, in qualche ascen-
'24, coi medesimi, prima ascensione al Col- ,sione, e avvicinato a lui da una medesima
le d'Epicoun e alla Punta '.\ laria Luisa e pri- tragica fine Emsmo Barisone, che il 1° mag-
ma ascensione della parete Nord alla Tète gio Hl20, con Strumia, Cmdo~ e S. Callo,
de Balme; con Quaini e Rezza prima alla tracciava una via sulla ghiacciata parete N
cresta NO della Becca di Luseney. Nel '25 della Becca di Monciair, nel gruppo del
cresta SE della Becca dcs Lacs, con Zappa- Gran Paradiso, poi nell'estate di quel\'an·
ro\i-'.\ lanzon i, parete NE della Becca di no compiva diverse nuove ascensioni nelle
Faudery con Pian tanida e Ta,·eggia, prima Cozie meridionali, tra cui la cresta SSE dcl
traversala del Col Bovct, con Vallepiana Jlic d'Asti, e con Strumia e Callo scalava
e Taveggia. Il 9 febbraio 1925, con Bari- la p..uete Est dell'A igui llc Verte de Valso-
sonc e Vallepiana, un'impresa che si ri- rey, nella conca di By. Nel 1921, con Fede-
collega direttamente alle tradizioni clas- rico Chabod, compiva la prima italiana dcl
siche dell':tntico alpinismo piemontese: la Picco centrale dci Bouquetins e la prima
prima invern ale del Gran Paradiso dal della cresta Sud della Dent cl'Hércns, mon-
ghiacciaio della Tribolazione e prima tra- tagne sulle quali doveva cogliere in seguito
versata invernale da Est a Ovest. Nel grup- ulteriori successi, salendo dal 13 al 15 ago-
po del Gran Paradiso l'anno seguente sale sto 1923 alla Dent d' Hérens dal Col Tour-
la parete Nord della Roccia Azzurra con lla- nanche, prima ascensione senza guide, con
risone;Chiglione e Brosio. poi la cresta dcl Havelli, Hi vctti e Virando; e ai l3ouquctins
Brouillard, fa la tra\'ersata dell'A iguille de facendo la prima italiana e la prima senza
Bionassay e compie la prima ascensione del g:uide dcl Picco settentrionale per la cresta
Gruclla per la cresta SO e la prima della N con Paolo Micheletti, il 9 agosto 1925.
Ca lotta della Brenva per la parete Nord. Gli fu fatal e un'ascensione solitaria '.llla
con Piantanida. La spedizione al Karako- Cresta dcl Soldato sulla Punta Giordani ,
rum, guidata nominalmente dal Duca di il 6 agosto 1940.
Spoleto, 11011 poté dare all'alpinista tutte le Com'è naturale, le carriere alpinistiche
sodd isfazioni ch'egli avrebbe potuto trar- di questi uomi ni d'una medesima genera-
ne, ove fosse stato opportunamente secon- zione e d'un medesimo ambiente si interse-
dato, e si chiuse tultavia con l'att ivo del- cano variamente. Di Massimo Strumitl, ora
l'esplorazione al Passo Mustagh e con l'a- citato come compagno cli Barìsone alla Bec-
scensione solitaria di Balestreri al Picco del ca di Monciair, vanno ricordate special-
Chcri Kor. Quindi in Valtournanche com- mente le numerose prime ascensioni nelle
pie la prima traversata dalla Punta Fonta- montagne Hocciose del Canad:\: a tre pun·

60
te del i\!. Lycll, alla parete N dcl !i.I. For-
bcs, e al M. Solitaire, nel 1926; ai ~ t o nti
Scott Ermatinger, Evans, Charlton, Sam-
pson, \Varrcn, Thumb e Florence, nel 1928.
Di Federico C:fwbod (1901-1960), valdosta-
no, storico di fama europea, e primo Pre-
sidente della Val d'Aosta dopo la Libera-
zione, oltre alla prima italiana senza guide
della cresta NE della Crivola e la prima
della cresta Sud della Dent d' l-lércns, vanno
citate numerose ascensione compiute insie-
me allo zio M icliele Bara/0110, per esem-
pio la prima italiana e prima senza guide
dcl Gran Paradiso per la parete SO, la
prima discesa della parete Est dell'Aiguil-
lc Verte de \lalsorcy (che Barisone avreb-
be percorso in salita pochi giorn i dopo, nel
luglio 1920), la prima assolu ta della Punta
Judith, piccolo e ardito torrione tra il Mo-
rion e il Fauclery nella Valpelline, la Becca
di Cuin per la cresta Ovest, le Tours de
Notre Dame. li 10 luglio 1923 il llaratono,
in compagnia di ~ l ario llorelli, Piero e Ze-
11one !lavelli e Mario Schiagno, compiva la Frmocnco Rnvelli
prima ascensione dcl versante Fauteuil del
basso ma arcigno Mont Noir de Peutérey,
:11111idato ai piedi dell'Aiguille Noire e rima- prima di venire a quello che, per ampiez-
sto chissà come dimenticato lìno allora dai za e intensità dell'atti vità svolta, pe( la pu-
cacciatori di "prime". Più tardi, associan- rezza di concezione alpinistica, per la co-
dosi a nuove leve di giovani scalatori, il Ba- noscenza quas i valligiana della montagna
ratono dava il suo nome alla Punta Nord e per sincerità d'inesauribile passione, cre-
del i\lorion, salita per il versante Est e la diamo di potere tranquillamente indicare,
cresta Nord il 28 luglio 19'26, con Henato per concorde assenso cli tutti i colleghi e
Chabod e Amilcare Crétier; e con Crétier senza timore di destare gelosie, come il più
e Bincl, il 1° agosto 1931, faceva la prima rappresentativo esponente del!' alpin ismo
ascensione della parete Sud dcl Crand piemontese fra le due guerre : si vuol dire
Combin. Francesco Rave/li.
Nominiamo anche le salite di Ettore In questo alpinista, come più tardi in
Calc<1g110, una variante diretta al Corno Cassin, si vedono i risultati positivi di qucl-
Stella, con F. Cerbi il 21 settembre 1924, rallargamento sociale della pratica della
la prima italiana dell'Aiguillc Ravanel e montagna, i cui si ntomi erano stati avver·
prima ascensione della parete NO, con Bo- titi e segnalati nelle pagine della Hivista
sio, il 7 settembre 1923, e la prima traver· ~ l ens il e intorno al principio del secolo. Bel-
sala italiana e prima senza guide dcl Picco- la fi gura di alpinista completo, nel quale la
lo Cruetta, con Bordone, il 17 agosto 1925, forza del braccio si accompagna alle quali-

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tà. della mente e dell'animo, Ra velli va in sioni memorabili, talvolta senza guide, spes-
montagna con la freschezza di sensibilità. so in un fraterno sodalizio con guide di pri-
poelica d'un Guido Hey, e con la lucida m'ordine come Adolfo Hey e Croux e Ché-
strategia alpina d'un Duca degli Abruzzi. noz, sodalizio che rinnova i fasti di certe
L'insieme delle sue grandi ascensioni dc· cordate celebri dell'alpinismo classico. Due
nota un piano p reciso di applicazione d'11n classiche vie alle Grandes Jorasses sono i
certo livello tecnico, raggiunto dall'alpi ni- capolavori di questa associazione: per la
sta, al settore delle Alpi occidentali: tutte cresta di Pra Sec, il 23-24 luglio 1923, con
le imprese che cadono sotto quel livello te· B.ivetti e Croux, e per la splendida cresta
cnico sono individuate con sicurezza, af- des Hirondelles, il 31 luglio 1927, con Hi-
frontate e condotte a tem1ine. Nello stes- vctti, MatteOOa, Gustavo Gaia e le gu ide
so tempo sono innumerevoli le piccole vi.: Adolfo Hey e Alfonso Chénoz.
1move, per così dire marginali, da lui rac- Senza guide Ravelli, Rivetti e Loren:.:o
colte in ogni angolo delle Occidentali, for- Borelli avevano traversato il Grépon il 23
se con parLicolare abbondanza nel versan- agosto 1920, ma li avevano preceduti di un
te meridionale del Gran Paradiso: perché anno nell'impresa i milanesi Polvara e Pon-
Ravelli è l'uomo che non disdegna affatto ti. Senza guide, con Gustavo De Petro, sin-
di vagabondare in piccole valli dimentica- golare fi gura dell'alpinismo piemontese nel
te del Canavese, magari pochi giorni dopo primo dopoguerra, compie la prima itali,\-
avere aperto grandi itinerari sul Monte na senza guide del Petit Dru, il 22-23 lu-
Bianco, e la passeggiata turistica solitaria glio 1921, pochi giorni prima di fare coi
in un bel paesaggio alpino non ha per lui Gugliennina la salita al Bianco dall'Innomi-
minor pregio che la grande impresa al limi- nata. Con G. F. Guglicrmina, Quaglia, Loc-
te delle forze. Limite che, sia detto per in- chi e Noci sale la parete SO del Mont Do-
ciso, non si"sa se Ravclli abbia m.'.li voluto lent, il 17 agosto 1920; col fratello Pipi, con
toccare, tanta è fa sicurezza che caratteriz- Hivetti e Ambrosio la parete Sud del Ly-
za la sua lwiga carriera alpina. skamm occidentale. Con Hivetti ritorna due
Valsesiano, lo troviamo in principio volte all'Aiguille de Leschaux: per la cre-
unito ai Cugliermina e in alcW1e delle loro sta SO, il 30 luglio 1923, ed è loro compa-
maggiori imprese, come appunto la Punta gno l'Abrate; e per la splendida cresta N.,
Gugliermina e il ~fonte Bianco dall'Inno- destinata a diventare un'ascensione classi-
minata. Poi il raggio della sua azione si ca, il 31 luglio 1927. Questa volta è loro
allarga, e dopo la guerra lo troviamo di compagno l'altro biellese Gustavo Gaia, e
volta in volta associato con quasi tutti gli sono con loro le guide Adolfo Hey e Allon·
olpinist i della sua generazione, quasi come so Chénoz. Sempre nel settore settentriona-
un polo d' altrazione, così come il negozio le del Gruppo del Bianco; dalle Jorasses al
e l'officina da lui tenuta in Torino, insieme Dolen t, ecco ancora la prima assoluta del·
ai fratelli Pipi e Zenone, diven ta una specie la Punta des Hirondel\es, il 25 giugno 1924
di ritrovo alpinistico ove si combinano con Hivetti e Croux; il versante SE dell'Ai-
ascensioni, si discutono le novità, si trova· guille de Rochefort, con Mario De Bene-
no notizie sul tempo che fa nelle valli, sul- detti, il 16 luglio 1934. Sempre nel Bianco,
le condizioni della llll)ntagna. Ma in parti· la prima ascensione del i'c lont Blanc de
colare l'associazione con l'alpinista biellese Tacul per la parete NE, con Ghiglione e Fi·
Guido Alberto Rivetti è quella che prOOu- lippi, il 1° settembre 1929. Nel gruppo del
ce la maggiore abbondanza di prime ascen- Gran Paradiso nominiamo ahneno la prima

62
assoluta del Campanile di Money, con H. vers<tta della Becca Crevaye, con la prima
Locr:hi, I' 8 luglio 1920, in occasione del ascensione dcl Gendarme Bucato, il 15 ago-
com pletamento dell'ascensione della cresta sto 1926.
SSO alla Torre di Money: ascensione com- Le generazion i si succedono con distac-
p iuta in parte l'anno prima, con C. Florio. chi infinitesimi, dando luogo a sfumature
La via aperta da F. !lavelli e i\•!. Ambrosio il di concezione alpinistica, che forse sfuggi-
29 giugno 1929 al Becco meridionale della ranno un giorno all'occhio dello storico,
T ribolazione è diventata praticamente la mentre sono evidenti all'occhio di chi le ab-
via p iù frequentata alla bella montagna di bia conosciute d i persona. Con E11w1111ele
Val Piantonetto, che più tardi sarebbe sta- Andreis, estensore, insieme a Renato Cha-
ta teatro di tentativi anche tragici alla pa- bod e Mario Santi, della Guida dcl Gran
rete meridionale, percorsa infìne da Mal- Pa..radiso, oggi da lunghi anni benemerito
vassora, Canini e Graziano nel 1951. presidente della sezione di Torino, ci avvi-
In Guido Alberto Rivetti, Gustavo Gaia ciniamo a quella che potremmo chiamn-
e Alessandro Martùiotti, quest'ultimo pur- re la prima generazione post-bellica dell'al-
troppo perito al Monte Mars nel 1927, ri- pinismo piemontese. Jn gran parie ne era
trova vitalità l'alpin ismo biellese che al tem- stato crogiuolo la sottosezione studentesca
po dei Sella era stato la culla dell'alpin i- SARI, dovuta al l'iniziativa organizzatrice di
smo italiano. Oltre alle numerose imprese Eugenio Ferreri, mentre a ).·lilano era la
compiute con Francesco Ravelli, Hivetti SUCAI a raccogliere e indirizzare verso
segna al proprio attivo la prima ascensione la montagna le forze giovanili dell'ambien-
alla parete Nord dell'Aiguille Noirc dc te studentesco. Si istituiscono le prime par-
Peutércy, con Rey e Chénoz, il 7 agosto venze di corsi di roccia, molto alla buona,
1928, e 4 giorni dopo, coi medesi mi com- certamente senza la tecn ica sistematica' che
pagni, alla parete Sud della Calotta cli Ho- oggi governa le scuole d'alpinismo: nelle
chefort. Fin dal 1921 aveva compiuto, con palestre di roccia, rapidamente arricchite
Martinotti e Pipi Ravelli, la traversata dei di nuovi passaggi e aumentate di numero
Drus, dal Grande al Piccolo. Nel '32, con per effetto di piccole in iziative esplorative
Gaia, sale il versante Est della Tètc Car- e per l'aumentato livello tecnico, i più an-
rée, e l'anno dopo eccoli ancora sul ver- ziaui ed esperti awiano i novellini nell'al-
san te NE dell'Aiguille settentrionale di Tré- lenumento in comune. Alle vecchie pale-
latète. stre classiche di Rocca Sella, Lunelle e Pic-
Gaia e Martinotti avevano compiuto in- chi del Pagliaio, ben presto si aggiungeran-
sieme la prima traversata dalla Punta Gior- no quelle più impegnative, dei Tre Denti
dano alla Punta Lioy, nelle Grandes Mu- di Cumiana e della cosiddetta Sbariia, poi
railles di Valtournanche, il 14-15 agosto quella del Plu, in Val di Lanzo; e soprattut-
1922, con prima ascensione della cresta to la cosiddetta e parete dei Militi ,, al
Ovest alla Lioy, e nel '24 si assicurano, nel- ptincipio della Valle Stretta, diventerà ben
la catena del Morion di Valpell ine, la pri- presto la palestra d'eccezione, per gli ul-
ma assolu ta della piccola ma ardita Punta timi gradi delle difficoltà. E: infatti proprio
Ester, accanto alla Judith che pochi anni a qt:esta generazione alpinistica che capita
prima aveva ceduto all'attacco di Federico tr:1 capo e collo, fonte d'intenninabili di-
Chabod e Baratono. Sempre in Valpelline, scussion i, la scala delle difficoltà. S1abilita
sul prolungamento deUa catena del Mo- da Welzcnbach ncl 1926, accolta dapprima
rion, si deve ancora a Gaia la prima tra- con un certo scetticismo nell'alpinismo oc-

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cidentale, donde polemiche a non finire tunata campagna nel gruppo dcl Bianco
tra le due tendenze. 1 milanesi, più fortu- e nelle Aiguillcs dc Chamonix avevano
n:iti dei torinesi in fatto di palestre, danno dimostrato di muoversi con brillante faci-
un nuovo impulso allo sfruttamento alpini- lità, senza guide, a quel livello tecnico d i
st i<:() della Grigna meridionale, che comin- difficoltà cui era giunto nell'nn tcgucrra
cia appunto ·con questa prima generazione l'alpinismo anglo-sassone con le cla~s ichc
ciel dopoguerra a diventare teatro d'impre- cordate Byan-Lochmatter e Young-Knu-
se sempre più acrobatiche: ne sono inizia- bcl. La cordata dci giovani senza guide
tori, prima della guerra, l'Andreoletti, il torinesi era composta da Gabriele Bocca-
Prochown ik, Carngat1, Erminio Dones, Fa- latte, Guido Derege di Douatu e Mid1clc
sm•a, llinaghi, e a questi ultimi si aggiun- Hh,ero. Nella prima italiana della via Du-
gono dopo la guerra i Polvara e Bramani, nod al Grépon era con loro anche Paolo
prima che i rocciatori lecchesi signoreggino fava (1007-1961 ) che ben presto avrebbe
sulla loro montagna di casa. dato prova della sua eccezionale fori:a di
Hiprendendo dunque il filo dcl discorso, arramp icatore cogliendo alcune ambite vit-
nell'attività di Emanuele Andreis, che dimo- torie sulle rocce della Valle Stretta e del-
stra spesso la presenza di criteri di esplora- l'alta Val di Susa, con la prima ascensione
zione sistematica di determinate zone, ri- assoluta alla Giraffa, nel gruppo dci Scrù,
leveremo anzitutto la prima italiana senza con le vie dirette al Dente della Bissort e
gu ide della parete Nord al Lyskamm orien- alla parete orien tale della Hognosa d'Etia-
tale, compiuta il 9 agosto 1929 insieme a che. L'anno dopo, mentre Boccalattc, trat-
Luigi Bon, seguita, il 30 agosto, dalla pri- tenuto dal servizio militare, non può fare
ma senza guide e seconda assoluta della che la prima senza guide del Dòmc dc Ho-
parete SO alla Piramide Vincent. Nel 19.'32 chcfort per la cresta Sud, con Emilio Lu-
partecipa àlla salita invernale del Nordcnd, potto, il 27 agosto 1927, al gruppetto si
ini.icme a Cervasutti e a Paolo Ccrcsa. Nel associa un nuovo elemento, di origine val-
gruppo del Gran Paradiso è da ricordare la dostana, Hcnato Chabod : nuova brillan-
piima alla parete Nord della Testa d i Mo- te campagna, con prim a senza guide alla
n(:;y, il 16 luglio 1929, con Luigi Bon; la parete Est della Tour de Créton, variante
pnma dcl Dente settentriona le dcl Broglio, al Corno Stella, puntata nelle Dolomiti, co:1
insieme a Renato Chabod, il 23 luglio 1936; ascensione della Marmolada per la parete
la cresta Est della Punta Patrì scllentriona- Sud. Ben presto, com'è naturale, in seno
le, il 14 luglio 1935, con Luigi Bon e Jcan al piccolo gruppetto si caratterizzano e si
Passcrin d'Entrèvcs, oltre a numerose al- distinguono le personalità alpinistiche dci
tre prime ascensioni ed esplorazioni in oc- singoli. Bivero sviluppa quel suo stile ele-
casione della redazione della Guida. Nel gante d'arrampicata che fa di lui una spe-
1926 e 1927 le campagne di Andreis, Bon e cie di piccolo Preuss delle Occidcnt:i.li e
Denina si erano rivolte al gruppo del Hu- lo cond uce a cesellare raffinati itinerari di
tor, con vie nuove al Piccolo Assaly, alla roccia como lo spigolo Sud delle Pctitcs
Bocca Nera, al }. I. Paramont (cresta NE), Jorasscs, da lui vinto il 18 agosto 1935 in
alla Becca du Lac e a Punta Loydon. compagnia di Alfredo Castelli, o la parete
Nel 1926 destarono sensazione :.iell'am- orientale della Torre di Sant'Orso, superata
biente alpinistico piemontese le imprese con Bonacossa il 2 settembre 1936. Ciò
d'una cordata di giovani provenienti dal- non gli impedisce d i cercare anche le im-
l'ambiente SAHI, che nel corso d'una for- prese di ghiaccio, come la cresta Nord del-

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h... ~ l oxv1so, versante nord-ovest.
(Src i$mir - Plwlo A.C.)
quando l'una e l'altro si vogliono esercitare
a fondo, senza compromessi nè limitazioni.
La vita cli Boccalatte ha mm sua tragica
coerenza interiore, come la vita di \Vinkler,
di Preuss, dci grandi cavalieri della monta-
gna. L'ampiezza delle esigenze alpinist i-
che di lloccalatte testimonia d'una passio-
ne che non ha la sistematicità esplorativa
del geografo, nè l'accan imento agonistico
dello sportivo che s'accanisce e si fossilizza
su i cosiddetti c. grandi problemi > : ha p iut-
tosto la libertà e la pienezza cieli'arte.
Quel temperamento artistioo che Ga-
briele celava cosl gelosamente nella vita
privata, si manifesta invece gloriosamente
nella sua azione alpin istica: in fondo la Ieg·
ge che governa le sue salite è una sola, il
bello. Amava tanto la roccia che il ghiaccio,
ccrtamenle pili quella che questo, le Alpi
occidentali come le Dolomiti, le vie nuove
come le ripelizioni, spesso più fastidiosa-
Gabriele 8occak111e mente impegnative perché implicano un
pericoloso confronto con chi è già riuscito
sulle medesime difficoltà; ma né la via nuo-
la Crivola, e il Bianco dalla Brenva, e gli va gli importava veramente in quanto tale,
ilinerari misti di alta montagna, come la né la ripetizione importante, né la salita
via Burgener-von Ki.iffner al !\font Maudit, classica o di moda: la sola cosa che gli im-
e la cresta des Hirondelles alle Crnndes portava, è che fossero belle salite. Questo
Jorasses, di cui Rivero compie la seconda è quello che risulta chiaro dall'elenco ec-
ripetizione, con Cervasutti e Piolti, nel cezionale delle salite da lui compiute in
1935. . circa 10 anni.
A ripensarla ora, col senno di poi, quella Nel '29, il 18 mar.lo, con Pisoni e Don,
di Gabriele Boccalatte si presenta come una aveva fatto il Cervino, settima invernale e
di quelle esistenze predestinate, intcramen· prima invernale senza guide. Bene, si vede
te votate alla montagna, dove tutto concor- che la cosa doveva essergli piaciuta, per-
re e si coord ina, purtroppo Jìno alla tragica ché il Cervino d'inverno finisce per diven-
Jìne, nel servizio di quell\mica passione. targli un'abitudine. Ci ritorna il 2 febbraio
Nato nel 1907, Bocca latte si era diplomato 1932, con Cervasutti e Dercge: l'idea è di
in pianoforte con esito eccellente, e avreb- fare la Furggen, poi in alto trovano ghiac-
be probabilmente potuto svolgere una car- cio, traversano sulla spalla svizzera e arri-
riera artislica di non poche soddisfazioni vano in vetta di I:\. Ci ritorna ancora, sali-
l\la l'amore per la montagna era troppo ta e discesa per la cresta dell' HOrnli il 14
grande e non c'è posto nella vita cli un marw 1938, l'anno in cui wia scarica di
uomo per due passioni così esigenti ed sassi lo ucciderà sulla parete Sud del Trio-
esclusive come sono l'arte e l'alpinismo, let, insieme a Mario Piolti. Certamente gli

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piaceva ,·edere molte montagne diverse, Bren\'a, traccia la prima delle sue due clas-
ma non era né un cacciatore di cprime• né siche \'ie sulla parete Est dcll'Aiguillc de la
un collez'.on ista di 4000. Aveva un'idea Brenva, e compie la quarta ascensione del
precisa della bellezza alpinistica, e cercava Père Eterne!. Infine, dal 3 al 5 settembre,
di attuarla dove meglio fosse possibile. Nel seconda ri petizione della cresta Sud all'Ai-
1930, con Chabod, Ghiglione e Antoldi, guille Noirc, con Ninì Pietrasanta. Nel '35
compie la prima dcl Couloir du Diable dopo un pe llegrinaggio classico alla Meije
al Mont Blanc du Tacul e partecipa con in fin di giugno, traccia con la Pietrasanta
Chabod alla prima traversata complela la nuova e più difficile "ia diretta sulla Est
delle Aiguilles Houges du Brouillard, con dell'Aiguille dc la Brenva, e con Chabod e
prima ascensione della terza e della qui11- Gervasutti partecipa alla vittoria, cercata
la. Nel 1932 agisce sul versante francese da tre anni, su quella modesta ma irriduci-
del ~fonte ·Bianco: Grépon, ~ l er dc Giace bile propaggine del circo di Tacul, che già
con la fessura Knubel, Peti! Dru, Hequin prima d'essere vinta era stata battc-1:zata
per la via Mayer-Dibona, Aiguillc Verte, familiarmente Pie Adolphe, a testìmonian-
partecipa con Chabod e compagni alla za dell'ammirazione nu trita da quei giova-
prima ascensione di quella punta delle ni senza-guide per l'anziana guida di Cour-
Périades che verrà battezza la Pointe Ninì mayeur Adolphc Hey. Quell'anno Bocca-
in onore dell'alpinista Ninì Pictrasanta, che latte costru isce il proprio capolavoro alpini-
diverrà in seguito compagna della sua vi- stico, vincendo con la Pietrasanta la parete
ta e di alcune delle più difficili sue imprese. Ovest dell'A iguille Noire, poi si sposta ncl-
Monte Bianco per la via Moore, e infine le Dolomiti, dove sale il Pan di Zucchero
una scappata settembrina nelle Dolomiti, per la via Videsott, e nelle Alpi centrali,
con lo spigolo del Velo e la via Solleder al dove compie la sesta ascensione dello spi-
Sass Maor. •Ncl 1933 l'alta montagna è in golo NO alla Sdora di fuori. Nel 1936 ritor-
pcss imc condizioni, e ciò si riflette nel suo na nel gruppo del Civetta, con salite alta
ruolino di marcia: traversata delle Aiguil- Torre Venezia per la via Castiglioni, alla
Ics du Diable, non completa, traversata, du- Busazza per la via Videsott-H ittler-Hudatis,
rissima, delle Punte Young, Margherita e alla Torre Trieste, dove compie la second:1
Elena alle Grandes Jorasses, prima ascen- ascensione della via Tissi, su llo spigolo
sione diretta dell'Aiguille des Glacicrs per Ovest. Quindi ripassa nel gruppo dcl Bian-
la parete Est, poi sono. ancora le Dolomiti co con la prima ascensione della parete Est
autunnali a risarcirlo della cattiva estate: dell'Aigu ille dc l'EvCque, la prima ascen-
via DUlfer alla Cima Grande, via Preuss al- sionc alla fo rm idabile parete Sud-Ovest
la Piccolissima, spigolo dell:i: Fiammcs, via dell'Aigu ille 13lanche di Peutérey, il 24 ago-
Myriam alle Cinque Torri. Nel '34 partcci- sto, e il 28 la prima ascensione al Mont
pa alla spedizione andina dcl C.A. I., e il ~ 13lanc de Tacul per i piloni del versante
mar;;o raggiunge i 6275 metri del Ncv;1- NE. Nel '37, dopo una puntata nelle mon-
do dc los Leones, nelle Ande di Santiago. tagne della Corsica, sale il Campani! Basso
L'estate lo vede di nuovo nel gruppo del di Brenta, poi si dedica al settore :;ctten-
~ l onte Bianco: ripete b via Moore, con tr'. onale del gruppo del Bianco, con la via
Rivero fa la prima ascensione della pun- Preuss all'Aiguillc Savoye, la prima ascen-
ta che verrà dedicata a Corrado Alberico, sionc dcl Gnietta per la parete Nord, una
morto quell'anno insieme a Borgna in nuova via sulla parete Nord all'Aiguille de
un tentativo di salita diretta al Col dc la Leschaux. Sarà sempre nell'ambito di quc-

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sta zona che l'anno seguente intraprenderà
la via nuova sulla Sud dell'Aiguille dc T rio-
let, che doveva riuscirgli fatale. Nelle prin-
cipali sue ascensioni degli ultimi anni, a
partire dalla cresta Sud dell'Aiguillc Noire,
gli fu compagna Ninì Pietrasai1t a, eccczio..
nale esponente cieli' alpin ismo femminile
che, provenien te dall'am biente mi lanese,
aveva già al suo attivo numerose e impor-
tanti salite con la guida Giuseppe Chiara,
come la cresta Sud della Thurwieser, la pJ-
tere Nord del Lyskamm orientale, la Nord-
Ovest del Lyskamm, cui prese parte pure
Leopoldo Gasparotto, e la parete Nord
del Corno Bianco, con Chiara e Band Her-
ron.
Trasferito a Torino dalla natia Val
d'Aosta per gli stud i liceali, Re11ato Clw-
hod si affiatò subito col gruppetto dci gio-
van i arram picatori cittadini più in vista,
Bivero, Boccalauc, Derege, Fava, e vi por-
tò una componente nuova e insolita, che si
potrebbe di re lo spirito del montanaro, fat-
to di astuzia e di esperienza atavica nclh
/!~moto C/wl.>O<I
lotta con la mon tagna. Vi portò pure il gu-
sto spiccato per le salite di gh iaccio e la
sicurezza tutta valligiana nelle S.'l.lite mi- Nord dcll' Emilius, montagna a cu i ritorne-
ste, che non sono né pura arrampicata aerea rà nel 1935 con Gervasutti per vincerne la
né sistemat ico scalinamen to su pe nd io di più difficile parete Est, giù tentata eia altri
ghiaccio ininterrotto, bensì un infernale giovan i e promettenti alpinist i valdostani,
miscuglio delle due cose. Giovanissimo, Dino e Jean Charrey, e Cino Norat, che
quando venne a Torino aveva giù al suo v i avevano lasciato la vita, il 25 ago:.:to
attivo numerose sa lite in Val d'Aosta, 1929. l Charrey erano stati, tra l'altro,
compiute sia col fratello Federico e lo gli autori della prima traversata comple-
zio Baratono, sia soprattutto con una ban- ta ciel Trident de Faudery. Il 19-27 è l'an-
da di coetanei, tra i quali spiccava un no delle prime salite ~ t or in esi~ di Cha-
grande, troppo presto scom parso, Amilca· bocl. Suoi compagni, prima che si costi-
re Crétier. Insieme avevano esplorato i tuisca la sua cordata classica con Ger-
monti della Valpelline, compiendo la pri- vasutti, sono il gruppo Hivero-13oc:calatte
ma traversata dell'accidentata cresta dd- e anche altri, come Feniando De Rosa,
l'Aroletta, la prima senza guide ciel Morion buon alpinista strappato alla montagna da
Sud, la prima traversata ciel Grand Carré o un avvcnh1roso e tragico dest ino politico,
Testa di By. Con Margucrettaz a\'eva fa tto col quale Chabod traccia una nuova via, il
la prima traversata del Trident de Fau- 3 luglio 1927, sulla Becca di Moncia ir, per
dery, con Créticr e Bine! aveva salito la la parete Nord e la cresta Est. Di quell'anno

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è la prima senza guide alla parete Est delh con le alt re cordate e stando a montare la
Tour de Créton, nelle Petìtes ~ luraill cs, con guardia alla propria parete, rinunciando
Rivero e Derege, dcl '28 la prima ascensio- magari ad alt re ascensioni solo per spia re
ne della Giraffa, nei Scn'.1 di Valle Stretta, l'arrivo di even tuilli concorrenti. Si sa come
con Hivero e Fava. Nel 1929 è di nuovo andarono le cose, e le date parlano da sole
coi colleghi valdostani Cr6ticr e llinel che un linguaggio eloquentissimo : il 26 gi ugno
Chabod compie la sua prima impresa di 1935 Chabod e Ccrvilsutti vincono la pare-
gran classe con b. parete SE dcl }.lo!lt te Est dcl Monte Emilius, sopra Aosta. Il
~ l audit, Msoffiataw di misura, il 4 agosto, ad 28 e 29 giugno ~ l cier e Peters, quesfu\tirno
un'agguerrita cordata straniera. Nel '30, superstite del tragico tentativo dcli' anno
con Crétier e Luigi Bon, prima ascensione prima, vincono fìnalmcnte i 1100 metri dello
dcl Gran Paradiso per la parete Nord, pri- sperone che sale alla Punta Croz dal ghiac-
ma traversata delle Aiguilles Houges du ciaio di Lcschaux. Cervasutti e Clmbod ac-
llrouill:ml, con Boccalattc, e prima ascen- corrono sul luogo, e il 1" e 2 luglio compio-
sione dcl Couloir du Diable dcl Mont Blanc no la seconda ascensione, segu iti a ruota
du Tacul, direttamente alta Punta Est con dalla cordata svizzera di Loulou Boulaz e
Boccalatte, Ghiglionc e Antoldi. Più tardi, Lambcrt; a distanza d i una settimana dai
1934, ritornerà al Mont Blanc du Tacul, con tedeschi Meyer e Steinauer. Questa salita
Cervasulli, per la salita diretta dcl cana- era diven tata per Chabod qualcosa come il
lone NE. Del 1933, in una pausa dcl ser- cu lmine ideale, il coronamento d'una vit a di
' 'izio militare, è la prima ascensione alla alpinista: in seguito, sulla scia di quella
parete Nord dell'Aiguille Bianche de Peu- impresa, partecipa con Gervasutti, llocea-
térey, con Amato Grivcl; dc l '34 la prima latte e la Pietrasa nta alla conqu ista dcl lun-
della Pyramide du Tacu\ e la spedizione alle gamente circui to Pie Adolphe, poi negli
Ande, con s"alita dell'Aconcagua, insieme a anni sc&•uen ti coglierà ancora la prima della
Ghiglione e a Paolo e Stefano Ccrcsa, e pri- Ovest dcl Hoseg (1938) e una ricca messe
ma assoluta dcl Cerro Cl1erno (m 5550). di vie nuove nel gru ppo dcl Cran .Paradiso,
Ma a poco a pocoi'orizzonte alpino di Cha- in occasione della preparazione e stcsu ra
bod si era venuto restringendo, e perciò della Cuida, infine abbandonerà, troppo
mettendo a fuoco, sopra una sola monta- presto, il grande alpin ismo atti vo, ma non
gna, sopra una salita, sopra il problema nntercsse per le cose della montagna e 1>er
che sempre più incombeva ormai nella le sorti del Club Alpino Italiano, cli cui è
competizione dell'alpinismo internaziona- vice-presidente dal 1953.
le: per un valdostano, poi, e un adepto di Scrittore efficacissimo e in realtà stu-
quella religione del ~fonte Bianco che acu- dioso profondo della storia dell'alpinisrno,
tamente il Lampugnani, cinquant'anni or sotto le apparenze schcr.wse d'una vena
sono, aveva visto succedere al culto per il umoristica, Chabod ha impresso un sigillo
~!on te Hosa delle prime generazioni d'al- inconfond ibile a due fra le più importan ti
pìnisti piemontesi, la parete Nord delle guide della collana dei Monti d'Italia:
Cranclcs j orasscs diventava qualcosa co- quella del Gran Paradiso, in collaborazione
me un'ossessione o come l'imperati\'O cate- con Andreis e Santi e quella del ~ I onie
gorico. E tuttavia ne perse la primizia pro- Bianco in collaborazione con Silvio Saglio
prio perché la sua sana concezione alpini- e Laurent Grivel; guide nelle quali lo scru-
stica gli impediva di fossilizzarsi in un'uni- polo della verità storica, con la ricerca e
ca impresa entrando nella competizione citazione delle fonti, è portato a rigore e

68
Oberland : lui sapeva che tutta una vita
non gli sarebbe bastata per esaurire a fondo
le risorse delfa sua Val d'Aosta. La cono-
scenza approfondita non restringe e non
rimp icciolisce il mondo; al contrario, rive-
lando e molti plicando i particolari, genera
sempre nuove curiosità. Da ragazzo aveva
percorso in lungo e in largo le montagne
della media Va l d'Aosta e della Valpelline,
aveva tracciato vie nuove su lla Becca di
Nona, sulla Becca dcl ~ f eria, sulla parete
Nord di Becca Torché: posti che solo a un
valdostano possono venire in mente, recessi
nascosti di montagne relativamente mode-
ste, che in qualche angolo defilato sprofon-
dano ripide pareti. Ma già nel 1926, con
Lino Bine!, aveva vinto per primo la sple n-
dida parete Nord della Grivola; e nel '28,
con lo stesso compagno, servendosi d'una
pertica e d'ogni sorta d'ingegnasi trucchi
da montanaro, coglie una delle ultime pri-
me assolute di grande rilievo rimaste in
Val d'Aosta: la Vierge delle Damcs An-
Amilcare Crel ler gbises. Nel '31, con Barntono e Bine!, pri-
ma ascensione del Grand Combin per la
parete Sud, e nel 1952, con Basilio 01-
coerenza di metodo scientifico. Pittore di lietti, supera i 1000 metri della pare te
montagna, Chabod ha pure dotato le sue Sud dell' Aiguille Noirc de Peutérey, per
guide di vigorosi e sintetici schizzi, dove una via che non ha trovato ripetitori. Era
rabilil:\ dcl disegno è condizionata all'espe- un innamorato del Cervino, montagna
rienza dell'alpinista sulla quale tracciava itinerari circolari e
Di Amilct1re Crétier, nato a Verrès nel orizzontali, quasi volesse abbracciarla cd
1909, abbiamo già nominato le nuove ' 'ie esplorarla da tutte le parti. Nel 1931 aveva
fatte con Chabod alla parete Sud del ~ l ont attraversato a quel modo la parete di Tic-
~la udit e alla Nord dcl Gran Paradiso. Di fcnmattcn , da l canalone Penhall alle plac-
qu esto formidabile alpinista, che quando che Seiler su lla cresta italiana. Il 7 e 8 lu-
morì giovanissimo sul Cervino aveva al suo glio 1933, con Uasilio Ollietti e Gaspare!,
attivo ben 51 vie nuove, la fi gura schiva e compì la prima ascensione diretta e com-
ombrosa, ricca per contro di motivi inte- pleta dcl l'ie Tynclall per quella cresta che
riori, è stata ricostruita in un bel libro di Ugo Dc Am icis e Frusta avevano per primi
Giuseppe ~ l azzotti "Montagnes Valdòtai- salito il 10-Jl agosto 1906, aggirandone il
nes". Era un innamorato della sua valle, tratto finale per la Cravatta; poi De Amicis
dalla quale non era, alpinisticamente, mai c'era ritornato 15 giorni dopo con una gros-
uscito. Potevano parlargli di Dolomiti, di sa comiti\'a di cui facevano parte Canzio,
Grigna, di Val ~ ( asino, di Bernina e cli Guglicrmina, Dumontel, Lampugnani. Al

69
ritorno per la cresta italian,\ qualche placca
di neve rnalfenna tradì la cordata dei tre
valdostani e pose un termine immaturo
non solo alla carriera alpinistica di C rét ier,
che avrebbe avuto svilu ppi luminosi , ma
anche alla fioritura dcll'.dpinismo valdo-
stano senza guide, il cui promettente vivaio
fu tragicamente decimato da tre catastrofi
al Cervino, alrEmilius e al Dente del Gi-
gante.
E, poiché ci siamo, è il caso di spostarsi
per un momento in tutt'altra zona delle
Alpi Occidentali, cioè nelle i\ larittime, per
ricor<lare in Ciani E/lena l'iniziatore e il
protagonista d'una ricca fioritura alpinistica
nella provincia di Cuneo, a cui fecero e
fanno seguito le imprese dei Ciuli:mo, dei
Soria, dei Quaranta, Livio Bianco e Cam-
pia. A Ellena si devono alcune brillanti vie
nuove che introdussero nelle Marittime i
moderni criteri di arrampicata. Tali la cre-
sta Nord Ovest e lo spigolo SE del Como
Stella, saliti rispettivamente il 21 agosto
1927 con Giuliano e il 17 agosto 1930 con Cimd E/lena
Soria; la parete Nord del Corno Stella,
vinta il 7 agosto J932, con entrambi i pre-
detti. Nonché la paret e Sud Est di Pu nta 13enedetti con lo sue guide compie la pri-
Piacenza, con Soria e Livio Bianco, il 14 ma ascensione della Pu nta Giordano agli
settembre 1930; la parete Ovest della Cima Jumeaux per la parete Est, dopo di aver
cl i Nasta, il 15 agosto 1931 , coi due predetti compiuto nel 1930 la prima ripetizione del-
e con Aldo Quaranta, la parete Nord di la Cresta di Furggcn.
Cima dell'Orio!, con Soria e Livio Bianco, Con e senza guide si svolse l'attività cli
e numerose altre importanti ripetizioni e Alberto lla11d ll erro11, di origine americana,
vie nuove. ma nato a Pegli e residente a Firenze. Mu-
In mezzo alla affermazione sempre più sicista, giramondo, si spostava da una mon-
crescente ed esclusiva dell'alpinismo senza tagna all'alt ra, sempre curioso di nuovi oriz-
guide, non sono da dimen ticare i prosecu- zonti. 1\ veva arrampicato nel Kaiscrgebir·
tori di un'attività classica, come f:11zo Jfo. gc, aveva salito il Tu bkal, nella catena
ne<letti, risolutore, insieme alle guide Luigi dell'Atlante, nel corso di una spedizione
Carrel e Maurizio Bich, degli ultimi pro- nel Caucaso aveva salito il Ch iuh\, con
blemi del Cervino, con la prima ripetizione Leopoldo Casparotto, il 25 luglio 1929; e
della Cresta di Furggen, il 3J agoslo 1930. il 13 ottobre 1932 morì pe r un banale inci-
e In prima ascensione della parete Sud, il denlc su l Chcfrcm, una delle Piramidi di
15 ottobre 1931 e della Est nel 1932. Sem- Egitto. Aveva battuto in tensamente le Alpi
pre nella Valtournanche, il 1• agosto 1931, Apuane e la Crigna, era salito al ~ I onie

70
Bianco per la cresta di Peutérey e dalla saluta della Punta SE alla Fourche de la
llrenva, aveva salito il Campani! Basso e Brenva (la prima della Punta NO, e pri·
aveva fatt o la prima traversata italiana dei ma visita assoluta a questa coppia di alte
Bouquet ins, ma la sua impresa pili impor- torri sulla cresta che separa il ghiacciaio
tante resta la salita delle Grandes Jorasses della Brenva da quello del Gigante, era
per il versante di Tronchey, compiuta il 23 stata compiuta l'anno prima, da Boccalat-
luglio 1928 con Evaristo cd Eliseo Croux. te e Chabod). Ma il mondo dcl Monte
Un posto a parte spetta alla singolare e Bianco non era riuscito a cancellare in lui
romantica figura di alpinista solitario che il fascino irresistibile esercitato dal candore
fu Ettore liipparoli, musicista e scrittore, abbacinante, dall'ampiezza di propoi-.t:ioni
nativo di Mantova e scom parso a 50 anni e d'orizzonti di quel versante orientale del
d'età, durante un'ascensione sull'immensa ~fonte Rosa, ch'egli aveva conosciuto l'an-
parete Est del Rosa, nel 1951. Più che soli- no prima, in un'ascensione solitaria e eli-
tario, bisognerebbe d ire contro corrente, rettissima alla Dufour da Macugnaga. Più
ché oltre ad affrontare da solo i rischi del- tardi tracciò una direttissima al Colle Cni-
l'alta montagna, aveva percorso per cosi fetti, il 19 agosto 1934, e due vie al Nord-
dire a ritroso la tendenza dell'alpinismo mo- end, da lui battezzate rispettivamente la
dcrno a spostarsi dal terreno di gioco dcl Cresta del Poeta, in onore di Guido Hcy,
Monte Rosa a quello dcl Bianco. Lui nel conquistata in tre giorn i di battaglia soli-
grnppo dcl Bianco c'era stato un'estate, il !aria, dal 19 al 21 agosto 1937, e il Cana-
1930, e aveva salito, sempre da solo, !'Ai- Ione della Solitudine. Inesauribile nell'esco-
guille Noire, le Jorasses, la parete Nord del gitare nuovi itinerari sull'immensa parete,
del Dente del Gigante, e aveva colto un vi scomparve appunto durante un'imp_resa
bel successo con la prima ascensione as- di cui ha portato con sé il segreto.

I.:J\Ll'INIS!rl O MODER NO

lnlendiamoci, molta parte di quanto è demi vincitori del sesto grado, aveva fatto
esposto nel preceden te capitolo è già alpi- compiere passi da gigante al progresso
nismo moderno. Sono alpinismo moderno della tecnica d'arram picata su roccia. Ap-
le grandi imprese di Havclli, sono alpini- punto intorno all'istituzione della scala di
smo moderno le salite d i Braman i, di Cré· difficoltà, proposta dal Welzenbach nel
tier e del gruppo Rivero, Boccalatte, Cha- 1926 ed accolta con entusiasmo negli am-
hod. Ma sono tali appunto perché era in- bienti dolomitici, men tre l'alpinismo clas-
tcrvenuto in quegli anni un cambiamento sico delle occidentali vi opponeva le preve-
di sti le, di tecnica e di concezione dell'alpi- dibili obiezioni fondate sulla variabilità di
nismo. In parole povere quel cambiamento condizioni dell'alta montagna, divampava
consisteva nell'influenza esercitata dall'al- allora viva la polemica. Ma è un fatto che,
pinismo dolomitico, che nel corso degli volen te o nolente, il conservatorismo clas-
ultimi ven t'ann i, da Preusse Di.iUer ai mo- sico dell'alpinismo occidentale fu scosso e

71

l
beneficamente stimolato dalla ventata di
dinamismo sportivo, che magari ad Oriente
rischiava di prendere aspetti agonistici ec-
cessivamente scoperti. La curiosità che so·
spinge i Rivero, i Chabod, i Boccalatte a
conoscere le Dolomiti e a cimentare su\1a
verticalità del calcare spugnoso la loro tee·
nica d'arrampicata formata su lla rigorosa
squadratura del gran ito e su lle ondulate
concavità dello gneiss, è !"indice sintomatico
d'una situazione. Nella diffidente prudenz..'l
degli alpinisli piemontesi c'era, sotto sotto,
una voglia matta di adottare quelle fonne
più moderne e spinte di arrampicata. Al-
l'angolo di corso Vittorio Emanuele e corso
re Umberto i giovani rirrampicatori torinesi
andavano spesso, il venerdì sera, all'nscita
dal Club Alpino, a ripe tere, quasi in pelle-
grinaggio, la prodezza di Pau\ Preuss che
si diceva fosse venuto a fare una con feren za
a Torino e poi, uscito dal Club con gli alpi-
nisti locali, che gli chiedevano increduli
chiarimenti e spiegazioni sui vertiginosi
passaggi descritti nella conferenza, a un
certo punto; là com'era, in abito da sera e no dopo gi<Ì si era cimentato con le Tre
cilindro (così vuole la leggenda), aveva ab- Cime di Lava.redo, spesso da lui ri petute,
brancato lo spigolo di quel palazzo e in un poi il Sasso Lungo, le due Fermede, le
batter d'occhio s'era tiralo .~u lìno all'altezza Cinque Dita, le Torri di Vajolett, la Sud
del primo piano, lascirindo esterrefatti i della Marmolada, il Campani le di Val Mon-
radi passanti serali ta.naia. A Torino si era stabilito nel 1931
S'è già avuto occasione di dire come e ave\!a subito cercato conta.lii con alpi-
la presenza a Torino, per ragioni di studio, nisti della sua età. Chabocl l'aveva preso
d'un gruppo di giovani trentini, atesin i e in esame e condotto alla palest ra, da poco
veneti come Pino Prati , Videsott, ~ liori, "lanciata", dci Tre Denti di Cumiana
Ortelli, Hudatis, rinfocolasse le discussioni Sulla prima placca, poco ripida, ma for-
e i confronti, negli anni fra il 1925 e il '30 nita d'appigli irrisori, il candidato s'era
l i superamento di tali polemiche, la con- innalzato d'un paio di metri, convinto di
vergenza armoniosa delle due correnti e la trovare i buchi che nel calcare pcl'mel lono
fecondazione dell'alpinismo classico occi- di salire su inclinazioni ben più esposte,
dentale attraverso il dinamismo dolomitico poi li aveva riscivolati lìno in fondo. A ve va
si compendiano nella fi gura e nell'epoca sbuffato un po' col naso, come faceva spes-
di Giusto Cervasulli. so, poi ci si era rimesso, e fu chiaro che
Nato a Cervignano del Friuli il 17 aprile aveva subito capito la situazione. Nelkt
1909, si era avvicinato alla montagna nel estate salì l'Aiguille Verte per il canalone
1925, salendo tra l'altro rilrAntelao, e l'an- Whymper e il Pctit Dm, ma poi ritornò

72
nelle sue montagne, a fare la Preuss alla Winkler e sullo spigolo della Fiammes una
Piccolissima, la Fehmrnnn e la Hclversen cordata pesante di occidentali, poi precisò
alla Piccola, ancora il Campanile di Val ben presto la sua classe nel gruppo del
Montanaia, e qualche via nuova. ~-la negli J3 ianco con la prima ri petizione, insieme a
anni seguenti rapidamente si precisano le Piero Zanetti, il 23 agosto, della cresta Sud
sue ambizioni nelle Occidentali e tosto si della Noire, sali ta nel '30 da Brendel e
ha un'idea del ' ' dinamism del suo Schallcr: una di q uelle ripetizioni che val-
spirito d'iniziath .;, questo è gono molto più di tante « prime » per sta-
1m cJ,,]omitish, ~peciale: così bilire il livello raggiunto da un ambiente
pensano i torinesi q uando lo vedono appas- alpinistico in confronto ad altri. Con Za-
sionarsi per lo sci d'alta montagna, comi- netti, Boccalatte e la Pietrasanta fece la
dcrato dagli occidentali come loro esclu- traversata delle Aigu illes du Diable, non
sivo monopolio. Nell'inverno del '32 com- completa, con Bocca.latte salì il Pie Gam-
pie· la seconda invernale dcl Nordend, con ba, non disdegnò la via solita del Dente
Andreis e Ceresa, e con Boccalatte e De- del Gigante né i Hochers de la Brcnva, ma
rege l'invernale del Cervino, in parte per con Piero Zanetti già andò ad esaminare,
la Furggen, poi per la cresta dell'Hèirnli. con un assaggio abbastanza spinto, la fati-
Nell'estate ritorna all'Aiguille Verte, que- dica parete Nord delle Grandes Jorasses.
sta volta per il canalone Mummery, di cui L'anno dopo partecipa alla spedizione nelle
compie la sesta ascensione, insieme a Boc- Ande conquistando due Cerros sui 5000
calattc e Chabod. Ma ancora il meglio della con Binaghi, la Punta i\fatteoda del Trona-
sua attività lo dà alle Dolomiti: via Hu- dor con Bonacossa e Binaghi. Nell'estate,
datis alla Torre Coldai, via Videsott al Pan nuova ricognizione alla Nord delle Jor'!sses,
di Zucchero, via Castiglioni alla Torre Ve- con Chabod, che gli è compagno pure nella
nezia. Ed inizia Uoccalatte alle Dolomiti· direttissima del canalone NE al i\font Blanc
q uarta ascensione della via Sollcdcr al Sass de Tacul e nel canalone Ovest alla Tour
i\faor, e spigolo del Velo alla Cima della Hon<le. In izia quest'anno la sua amicizia
Madonna. con l'alpinista francese Lucien Devies, con-
La passione per lo sci di montagna non cretata in tre brillanti imprese llCl Delfi-
si esaurisce. Nel 1933 prende parte al pri- nato: la parete NO ciel Pie d'Olan nel
mo Trofeo Mezzalama, la grande compe- 1934, la cresta SE del Pie Gaspard nel 1935,
tizione a squadre sui ghiacciai dcl Hosa, e la parete NO dell'A ilefroide nel 1936
con traversata dei 4000 dcl Castore e dcl Il 1935 è l'anno della parete Nord delle
Naso del Lyskamm . D alla casuale frase di Crandes Jorasses, con Chabod; della Est
un cronista sportivo nasce il nomignolo che dcll'Emilius, del Pie Adolphc. Con Piolti
gli resterà per tutta la vita: "il Fortissi- e Hivero fa la tcr1.:a ascensione della. cresta
mo". E veramen te fu ben trovato, perché, <les H irondelles alle Jorasses, e conducendo
scnz'essere un gigante, Cervasutti era uomo Lucien Devies sulla via Sollecler del Ci-
di fis ico prestante e atletico, ma soprat- vetta si prende la rivincita d'un tentativo
tutto si aveva l'impressione che in monta- malamente troncato da un incidente al
gna egli non conoscesse la fatica , tanto era compagno di cordata, nel 1932. Hipetc la
jl margine d'energia che sempre gli restava via di Comici al Dito di Dio. Nel '36, anno
dispon ibile, in qualunque impresa si fosse relahvamente scarso di grand i salite, ha
impegnato. Quest'anno le Dolomiti com in- luogo una delle sue imprese pili originali·
ciarono a vederlo meno Trascinò sulla il Cervino da solo la vigilia di Natale. Nel

73
'37 fa la via Dibona al Requin, e con De- lui stesso conquistato nel '35, sale al Tri-
vies la ter7..a ascensione del Dru per la dcnt dc Tacul, dove ritornerà due volte
parete Nord. Nel '38, il 19-20 agosto, con nel '46, mentre il '45 non vede che salite
Boccalattc, prima ascensione della parete cl"allcnamento in Grignetta. Nel '46 sale
SO all a Punta Cugliermina: e una delle con Giulio Salomone al Crand Capucin (2°
più belle e difficili scalate di roccia del ripetizione), apre con Gagliardonc e Ar-
massiccio •, dirà molti anni do"po la Guida noldi la bella via, diventata classica, al
Vallot, 600 metri con difficoltà crescenti, J>etit Capucin, ripete con Bollini la via
molti passaggi di sesto grado. Non sarà Crétier-Chabod al ~Ioni l\laudil e la via
ripetuta che nel J95 1, da Julien e Bastien. Boccalatte-Pielrasanta sui pi lon i ENE dcl
Nel '39 la prima invernale della Becca di Mont B\anc dc Tacul. Ed è proprio qui,
Gay, con Andreis, Ettore e Giuseppe Gi- nel ten tativo di aprire una via nuova sullo
r:mdo e }!!orini e la prima invernale della attuale e Pilier Gcrvasutti >, con Ciuscpixi
Punta delle Sengie segnano l'in izio di fre- Cagliardone, che la morte lo coglie, nell'ese-
quenti visite alle montagne del Canavese gui re una corda doppia, quando gi:\ si riti-
in compagnia di Ettore Ciraudo, che por- ravano per sfuggire al maltempo sopravve-
teranno tra l'altro alla scopert a della splen- nuto. Un incidente banale troncò così nel
dida palestra di Cima Fcr e, nel 1942, alla suo pieno sviluppo la carriera d'uno scala-
prima ascensione della cresta Est alla Cima tore che non solo per qualità atletiche, ma
di Counnaon. anche per levatura intellettuale e nobiltù Ùi
Nel '40 è di ·nuovo il gru ppo dcl Bianco concezione alpinistica, si era mostrato de-
ad attirarlo: con Paolo Bollin i coglie una gno di quella posizione-ch iave, nello svilup-
delle sue più belle vittorie superando la po dell'alpinismo moderno, a cui l'avevano
via dci Pilon i nlln parete Sud dcl }l lonto clello le circostanze della sua vita. I H"l som-
Bianco, e compie una prima esplorazione ma delle sue imprese alpine è imponente.
a quella parete Est delle Jorasses, che vin- ~ l a la sua opera non è finita con lui: è
cerà nel 1942, in compagnia di Giuseppe continuata attraverso i giovani da lui for-
Gagliardone. li '41 vede poche salite nelle mali alla montagna, e attraverso la spinta
Dolomiti: tra !"altro, con Bollini, tre salite che il suo esempio ha dato, d inamizzando
al Campani! Basso per le vie Scotoni-fox, l'alpinismo occidentale, sia piemontese che
Fehrmann e Preuss. Nel '42, oltre alla ri- lombardo. La Scuola Gervasutti che a To-
corda ta parete Est delle Jorasses, c'è la rino forma ogni an no nuove leve di sca-
salita al Cervino pe r la cresta di Furggcn latori è appunto il documento di questa
e la via Comici-Dimai alla Nord della Ci- effi cacia duratura esercitata dal Fortissimo
ma Grande di Lavarcelo, in compagnia di anche dopo la sua scomparsa.
Soldà. Nel '43 la guerra riduce di molto
ogni possibilità d'azione, ma in vece il '44 L' importanza storica della figura di
è di nuovo ricco di sa lite importanti: in- Gervasutti ne evoca immediatamente una
sieme a uno dei numerosi allievi che aveva altra che ad essa fa perfetto riscontro come
fonnati , Tonino Longo, torna per la terza documento di quella funzione animatrice e
' 'oha alla Sud della Noire (la seconda volta dinamica svolta in questo periodo dall'ar-
c'era stato nel '40, con Albino Pennard); rampicata dolomitica in seno all'alpinismo
con Bollini ritorna alle Aiguillcs du Diable italiano, anche se un destino crudele ne
e ne fa la traversata completa, apre con stroncò troppo presto la pa rabola d'espan-
Panei una via nuova al Pie Adolphc, da sione: Celso Cilbcrti non aveva ancora 23

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tutto per il loro valore probante di con-
fronto: la Solledcr alla parete Nord-Ovest
dcl Civetta, salita da Gilbcrti 1'8 e 9 agosto
193 1, o la ripetizione della via di Comici
sulla parete Nord della Cima di Hio Fred-
do, nelle Alpi Giulie. 11 '29 aveva visto
Cilbcrti occupato nel settore setten trionale
delle Tre Cime, con la prima italiana della
via Fehrmann alla Piccola, il 21 agosto, e
la prima italiana alla via Di.ilfer della Punta
di Frida, il 25. Poi, l'anno dopo, il 18 ago-
sto, prima traversala italiana di tutto il
settore, con la Piccolissima per la via Preuss,
la Frida per la via Dlilfcr e la Piccola per
la via Hclversen. Nel '30, il 9 agosto, apre
la via dello spigolo SE alla Ovest di La-
varcdo, insieme ad Oscar Soravito, che gli
è pure comp.'lgno, lo stesso anno, allo spigo·
lo Nord della Torre Sappada, e alla parete
Nord dello Zuc del Boor, nelle Carniche.
Con Castiglioni e Bramani, il 19 ottobre
1930, compie la prima ascensione dello spi-
Cc/.w Ci/berti golo Nord alla Presolana, e con CastigJioni
fa la prima ascensione assoluta della Torre
dei Forni (9 novembre) e rett ifica con \'a·
anni e contava al suo attivo 46 vie nuove riante direttissima la classica via dello spi-
quando perì insieme al com pagno Erberto golo Sud alla Punta Fiammes (13 noyem-
Pedrini, 1'1 1 giugno1933, sulla direttissima brc). Dcl 193 1, il 27 e 28 agosto, è la diret-
della Paganclla, aperta l'anno prima dai tissima alla Busazza per la parete NO, con
trentini Dctassis e Com\, e ripetuta, tra l'al- Castiglioni, e infìne del 28 agosto 1932 la
tro, dal suo stesso compagno Pedrini. Era prestigiosa prima ascensione lungo i 1600
nato a Rovereto il 28 novembre 1910, di pa- metri dello spigolo Nord ciel Monte Agncr,
dre udinese, e a Udine, nell'ambiente della insieme ad Oscar Soravito, che dell'opera
Società Alpina Friulana, si era svolta la sua di Cilbcrti sarà degno continuatore e tut-
iniziazione alpinistica; al severo am biente tora infaticabile animatore dell'ambiente
delle Alpi Carniche e delle Alpi Giulie fa- alpinistico fri ulano. Le esperienze occiden-
ceva sempre ritorno anche q uando la sua tali di Gilberti consistevano in alcune sa-
azione alpina aveva preso il più ampio re- lite in Crigna, durante il periodo di studi
spiro e la residenza a Milano per gli studi a Milano, tra cui il Fungo, il Sigaro, la
di ingegneria ne aveva allargato l'orizzonte Guglia Angelina e la Teresita, e in una
anche al\e Occidentali. Diffici le spigolare breve campagna estiva a Courmayeur, che
le salite pili rappresentative nel prodigioso ~li aveva 1>ennesso di salire il Bianco dalla
elenco in cu i si compendia la sua bre'"e ma Brenva, per la via ~ l oore, d i salire le Gran·
intensissima vita di scalatore. Anche qui, des Jorasscs, di compiere la traversala dcl-
certe ripetizioni che s'impongono innanzi l'A iguille dc Rochefort e, ben degna di lui,

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una delle prime ripe tizioni alla cresta Sud picata dolomitica, superando così quel li-
dcll'Aiguille Noirc dc Peutérey. mite per tanto tempo invalicabile posto
dalla tecnica prestigiosa di Paul Preuss. Il
L'ondata di dinamismo moderno che sogno cli Pino Prati, l'allineamento dell'alpi-
intorno agli ann i '30 si rovescia sull'alpi- nismo italiano sul livello stabilito al prin-
nismo ital iano provenendo dall 'arrampicata cipio ciel secolo dal grande arrampicatore
dolomitica, ci impone di ved ere ormai quel- austriaco, giun ge ora a compimento. Nel
lo che là stesse avvenendo, come indiretta 1930 sia Ugo Battistata, sia la guida Luigi
conseguenza, si può dire, delrultimo atto ~ l i c hc lu zzi , con gli alpinisti triestin i Krauss
deirunità nazionale, compiu tosi con la guer- e Slocovich, superano la via dcl Campani]
ra vittoriosa del 1915-18 e relativa annes- Basso dove Prati aveva perso la vita. ~fa in
sione dcl Trentino-Al to Adige. Le Dolomi- particolare è opera d i Ha11s Steger la ri-
ti direntano italiane e italiani diventano, petizione sistemat ica degli itinerari cli Paul
anche per l'anagrafe, gli scalatori trentini e Preuss. Cli si devono pure vie originali,
cadorini, che già lo erano, nella maggior come il pilastro centrale della parete SO
parte, di spirito e di convinzioni. Inoltre, al Croz dell'Altissimo e la prima assolu-
un confine è pur sem pre lilla barriera, per ta dcl Dambino di Monaco, nel gruppo
q uanto convenzionale: la sua caduta apre di Brent a, in compagnia di Willy Holz-
le Dolomiti alrattività sempre più assidua, ncr. rispettivamen te il 20 e 24 luglio 1928;
non solo degli arrampicatori locali, dive- la direttissima Nord alla Cima Una, nelle
nuti italiani, ma anche di bellunesi, vicen- Dolomiti di Sesto, il JO e 11 settembre
tini, fri ulani, padovan i e \•enezian i. Rapi- Hf28, insieme alla valorosa Paola Wies in -
damente si determina quel fenomeno delle ger; la parete Ovest della Brenta Alta, con
scuole locali, se così po5"iamo chiamare Sil vio Agostini, nel luglio 1928; la direttis-
quei gnippi·di eccellenti arram picatori che sima della parete Est al Catinaccio, il 26-27
sorgono nelle città dcl Veneto e della Ve- agosto 1929, con Paola Wiesinger, F. Masé-
nezia Giulia, con particolare rilievo a Vi- Dari e S. Lcchner, e la paret e SO della
ccnw, a Belluno, a Udine e a Trieste, e Torre \Vinklcr, coi medesimi, 1'11 sett embre
che ben presto gareggiano con trentini, 1929. Espe rto anche dcl granito occiden-
bolzanini e cadorini nella soluzione dei tale, Stcger ha tra l'altro aperto una via sul
grand iosi problemi che il progresso della Torrone occidentale in Val Masino, il 1•
tecnica d'arrampicata apre sulle maggio- settembre 1932, insieme a Donacossa e a
ri pareti e sulle più assurde guglie cal- Ninì Pielrasanta, con un passaggio cl i lr
caree delle Alpi orien tali . Gli arrampicatori grado.
pi ù anziani e affennati fo rmano dci disce- La seconda edizione della "Guida delle
poli, ai quali trasmettono non solo i segreti Dolom it i orientali " di Antonio Berli, nel
dell'arte e perfino un certo stile di arram- 1928, accompagna l'alpinismo italiano in
picata, ma soprattutto un settore d'interessi questa sua prodigiosa fioritura dolomitica
alpinistici, un gruppo di problemi da risol- alla conquista e all'estensione del 6° grado.
vere, gelosamente custoditi, una zona di La parete NO dcl Civetta viene superata
influenza, si potrebbe dire, in questo o quel per la settima ascensione, e prima italiana,
massiccio delle Dolomit i. dai bellunesi Attilio Tissi e Alvise Andrich,
Con l'itinerario di Solledcr e Le ltcn- il 31 agosto 1930: cd è pure la prima ascen-
baucr sulla parete NO dcl Civella, nel 1925. sione senza bivacco. Lo stesso giorno at-
si era schiusa l'èra dcl 60 grado all'arram- taccano la parete Hans Stegcr e Paola \Vie-

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singer, conducendo a termine !°ascensione
il giorno seguente. L'anno dopo altre cor-
date italiane si succedono: le guide Giu-
seppe Oirnai, Verzi e Dcgasperi il 25 lu-
glio; Gi lberti e Castiglioni, \'8 e 9 agosto;
i vicenti ni Carlesso, Granzotto e Cesca, il
J4- 15 agosto.
Ma fin dal 19'29 sono state aperte due
vie italiane di 6" grado: alla parete NO
delle Tre Sorelle del Sorap iss, il 27 ago-
sto, e su ll'inesorabile spigolo Sud della
).lannolada, il 6 e 7 settembre. Quest'ul-
tima ascensione è opera delle guide Luigi
Micheluzzi e Il. Peratoner, con D. Cristo-
rnannos, mentre la prima è opera di Emilio
Comici (1001-1940), il leggendario arram-
picatore triestino che appare come il sim-
bolo cli questa impetuosa primavera dolo-
mitica dell'alpinismo italiano. Impossibile
seguire qui per disteso la sua altività ini-
ziale, ricca d i "prime" ingegnose e, si
vorrebbe d ire, amorosamente studiate nelle
gole più seh,atiche delle Alpi Giu lie: dopo
avere ripetuto con Benedetti la via di Emilio Cmnici
\Vciss, Sto11. e Hahn sulla parete Est del
Campanile di Villaco, il 5 agosto 1925, sale
all' Innominata, nel gruppo dello Jof Fuart, 11 1930 vede, oltre al gi;\ ricordato giro
per la gola Nord, il 17 agosto J 927, con della Cengia degli Dci allo Jof Fuart, una
Bazza. Nel '28 con Fabian apre la via della via sulla Croda dei Toni, la salita al Cimonc
parete Nord alla Cima di ll iofreddo, sale di Mon ta.sio per gli appicchi meridionali, la
pe r varie vie alla Cima Madre dei Camosci Punta dei Tre Scarpcri pe'.r il canalone
e allo Jof di ~ l ontasio, e nel '30 con Ccsca ghiacciato occidentale, la parete NE dcl
compirà il primo giro completo della cosid- ~ I onie Siera. Ma il 1933 è l'anno di grazia
detta Via Etema, sulla cengia degli Dci che di Em ilio Comici, l'anno in cui si accumula·
ravvolge tutto il gruppo delle Madri dei Ca- no alcune delle sue salite prestigiose, quelle
mosci, nello Jof Fuart. Ma è la campagna con le quali egli apre veramente una nuova
dcl 1929 con C. Fabian, nel gru ppo dcl So- era dell'arrampicata su roccia. Naturalmen-
rapiss, che lo porta alla ribalta della notorie- te anch'esse vcnanno superate in fa tto di
tà nazionale, oltre che con la già ricordata difficoltà, tuttavia sembra lecito affermare
ascensione di 6" grado alla Sorella di mezzo, che in seguito non si constaterà più, nem·
con la prima assoluta dcl Dito di Dio, il 24 meno nelle più terribili imprese di questi
agosto, col primo percorso del canalone ultimi anni, uno stacco così netto e così pro·
ghiacciato settentrionale, 1'8 giugno, con C. nunciato dal livello delle salite precedenti,
Brunner, con la parete SO dcl Piz Popena, com'è quello che instaurano 11el 1933, per
il 31 agosto, con C.B. Fabian. arditezza di concezione, per novità di livel·

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lo tecnico, la direttissima alla p..uete NO far risalire l'inizio di un'èra nuova nell'alpi-
del Civetta, esegu ita con Benedetti il 4 e 5 nismo moderno.
agosto, la parete Nord della Cima Grande
di Lavarcelo, salita il 12 e 13 agosto coi fra- Ma attorno a Comici è tutto un pullu-
telli Dimai, e lo spigolo Sud, il famoso spi- lare di energie nuove. Già s'è detto del
golo giallo, dell'anticima Sud alta Cima Pic- gruppo d i trentini che continuarono l'opera
cola, salito il 17 e 18 agosto con M:l.l'y Va- di Pino Prat i, e cioè Miori, Videsott , ai qua-
rale e Henato Zanutti. A proposito della pri- li troviamo spesso associato l'agordino Do-
ma di queste salite, la di rettissima alla pa- mer1ico Rudt1ti.s, che in quegli ann i diffuse
rete NO del Civetta, Comici stesso ebbe a le idee nuove dell'alpinismo dolomitico con
scrivere: e lo credo, per l'ardite7,za dcl con- una pubblicistica pittoresca, talvolta invo-
cetto di affrontare una simile parete, per la luta, ma suggestiva e comunque sempre in-
L'Q lltinua esposizione, per le incessanti diffì- fonnata e aggiornata, rivelando si può dire
colt.'i, richiedenti oltre che una raffinata agli alpinisti italiani l'importanza del grup-
tecnica moderna di roccia, pure un tremen- po dcl Civetta come teatro per eccellenza
do sfon:o fìsico e psichico, di aver posto \'al- del nuovo stile di arrampicata sul sesto gra-
pinismo italiano all'altezza che gli spettava do. Fu compagno di Vidcsott allo spigolo
Questo era il mio sogno, la mia aspi razio- NE ciel Pan di Zucchero e alla Torre di Ba-
ne: porre in testa l'alpinismo italiano sul-
le Dolomit i >.
Qualche cosa come uno sp:rito dionisia-
co dovC\'a veramente ribollire nelle vene
dell'arrampicatore triestino in quell'agosto
1933, che lo vide affrontare, una sull'altra,
tre ascensioni di quell'impegno e di quella
novità assoluta di grado e di concezione.
Pure, da allora, la sua att ività non fu che
un continuo superamen to. Nel 1937 ritome-
rà, da solo, alla parete Nord della Cima
Grande, che aveva costato due giorn i di
sforzi continui'nella prima ascensione, e se
la salirà in 3 ore e tre quarti, col modesto
bagaglio di 6 chiodi e 10 moschettoni. L'ele-
ganza del suo stile d'arrampicata era pro-
digiosa, e fu degnamente descritta, si po-
trebbe di re crui tata, da Severino Casara,
che gli fu compagno in molte grandi salite,
tra cui quella terribile del cosiddetto Sala-
me, nel Sassolungo, per la parete Nord, e
alla parete Sud della Cima d'Au ronzo, nel
gru ppo della Croda dei Toni. Un banale in-
cidente durante un'esercitazione di pale-
stra, e cioé lo strappo dcl cordino lungo una
discesa, costò la vita di questo leggendario
cavaliere della montagna, al quale si deve

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bcle nel 1928, alla direttissima di Cima del-
la Uusa;i-,za dalla Val dci Canton i nel 1929.
Con Depoli sale alla Torre di t\lleghe per le
pare ti Ovest e Nord, con Comici e Francc-
schini compie la prima assoluta di C ima del
lkmcon e Cima degli Aghi, sempre nel Ci-
vetta; il 2 settembre 1933 partecipa con Tis-
si, Andrich, Frnnchetti e Leopoldo del Bel-
gio alla prima assoluta del Campanile di
BraLante. e Vessillifero dell'arrampicamen-
to sportivo•, lo ha chiamato Antonio Be rti,
riconoscendo che e l'azione di Hudatis ha
apportato un notevolissimo impulso all'ar-
rampicamento italiano di grado estremo • ·
Alta valoriz7A'l.zione sportiva del gruppo
del Civet ta diedero un contribu to prepon-
derante gli arrampicatori sorti da quelle due
fu cine che sono, al lim ite tra la pianura pa-
dana e le prealpi orien tali, Belluno e Vicen-
za. Attilio 'l'issi (1900-1958), nobile figura
di combattente della libertà, e uomo poli- Ak!ie A11drich
tico dopo la Liberazione, fu il principale
esponente di quella Mscuola" bell unese che
comprende i nomi di Zanetti, Parizzi, An- Venezia, salito da lui nel 1934 con Faè; e lo
drich, Zancristoforo, Bianche t e Faè. Oltre spigolo O vest della Cima De Casperi, salito
al già ricordato Campanile di Brabante e con Bianche! e Zancristoforo; e altre di B°
alla prima italiana: della via So\leder-Le t- e 6° supe riore, come la parete NO di Punta
tenbaue r al Civetta, si devono a Tissi nume- Civetta, 800 metri superati in 25 ore d'ar-
rosi e prestigiosi it inerari di 6° grado, tra cu i rampicala, con Faè, e la cosiddetta via dei
spiccano lo spigolo SO d i Torre Trieste, sa- Bellunesi al Cimone della Pala, cioè la di-
lito nel 1931 con And rieh e Hudat is e la rettissima su lla parete Ovest, compiuta il 6
parete Sud di Torre Venezia, salita nel 1933 e 7 settembre 1934, in compagnia di Mary
con Andrich e Bartoli, nonché la parete NO Varale e Furio Bianche!.
dcl Pan di Zucchero e, fuori del gruppo A Vicenza, dove già agisce la fo rte au-
Civetta, la direttissima di sin istra al la p.ue- torità morale di Antonio Berli, la medesima
te Sud della Tofana di Hoces, compiuta il posizione preminente di maestro e promo-
30 luglio J931, con C. Andrich, F. Zanetti tore che a Belluno è d i Tissi, a Trieste di
e A. Zancristoforo. Hirnasto sempre sulla Com ici, a Udine di Soravito, è prerogativa
b!'cccia, Tissi morì in età matura per un di Raffaele Ca rlesso, che segna del suo no-
banale incidente alla Cima Ovest di La- me due grand i imprese di 6° superiore, la
val'edo. 1>arete Sud di Torre Trieste, nel 1934, consi-
Della covata bellunese è da ricordare derata la prima salita di &'grado superiore,
ancora in modo particolare almeno Aloise e il diedro NO alla Torre di Valgrande, con-
· A1ulric11, per alcune salite eccezionali di 5° quistato in 3 giorni di lotta nel 1936. Cli
superiore, come lo spigolo SO della Torre furono compagn i Bortolo Sandri e Mario

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~lenti, perii i insieme nel 1938 sulla parete giano con gli alpinisti pe r intraprendenza
Nord dcll'Eiger, unici italiani che abbiano sportiva e gli alpinist i gareggiano con le
partecipato ai tragici tentativi per la con- gu ide per bravura tecnica. Ecco, per esem-
quista di quelnmmane parete. pio, i due vicentin i cittadini l}ertoldi e
Attentissimo valutatore del progresso Conforto, tracciare per con to loro un nuo-
tecnico nell'arrampicata dolomitica, Hudatis vo it inerario di ()<>grado sull'immensa pare-
segnalava, in un articolo della Hivista .\ten- te Sud della ~ l armo l a d a, verso la Valle
sile del 1935, l'importan7. a e il significato Ombretta, dal 17 al 19 agosto L939.
delle recenti imprese di Tissi, di Carlesso, Tra le imprese di guide, compiute per
di Andrich, di Faè, di Zancristoforo, ai qua- puro spirito sportivo e passione alpin.istica
li aggiungeva i nomi, da poco spuntat i al- ricordiamo, per esempio, la direttiss ima del-
l'orizzonte, dei lecchesi Cassin e Hatti, e la parete SE della Croda Hossa d'Am pezzo,
ammoniva che tali imprese segnavano un compiuta il 28-29 settembre 1934 da Ro11w-
netto superamen to della fase pur gloriosa 110 J\polfo11io e l g ua;:;io D ibonll. A queste
aperta dalla salit a di Comici e dei frat elli fo rti gu ide corti nes i, già entrambe scom-
Dimai alla Nord della Cima Grande: se die- parse, il Dibona travolto da una va langa in-
ci anni prima l'alpinismo italiano era anco- sieme ai suoi clien li duran te una gita scii-
ra impegnato, con le sue migliori forze, per stica nel gruppo del Gran Sasso, nel 1942,
raggiungere nelle Dolom iti il livello tecnico si devono altre eccezionali salite, come lo
di Paul Preuss, ora prendeva invece la testa
e apri va l'era del ~ superiore. Nel quale
segnano tappe memorabili le salite di guide
come appunto, i fratelli Dimai, Piero ~ l az­
zorana che con Comici apre anche l'altro
spigolo (NQ) della Cima Piccola, il 17-18
agosto 1936, di C. B. Virwtzer che con Et-
tore Castiglioni vince la superba parete Sud
della ~ l armolada di Hocca, il 2-3 settembre
1936, e di C ino Sold:ì., che dal 29 al 31 ago-
sto 1936, insieme a U. Conforto, traccia il
fom1idabile itinerario sulla parete SO alfa
pili alta punta della Marmolada. Con Fran-
co Bertoldi, vicentino come Conforto, eco-
me lo stesso Sold:ì., ecco quest'u ltimo aprire
altre poderose vie di a~ grado, come la re-
pulsiva parete NE dcl Dente del Sassolun-
go, scalata nel 1934 e rimasta per 25 anni
senza ripetizioni; il diedro Ovest dcl Cam-
panile Wesscly, sempre nel gruppo del Sas-
solungo, 400 metri di ()<> grado che richie-
sero due giorni di scalata, e infine, il 17
luglio 1936, la imponente parete Nord del
Sassolungo, di 1000 metri d'altezza. Guide
e alpinisti, ormai, si mescolano in una spe-
cie di cameratismo, dove le guide gareg- ClorgfQ Craf/cr

80
L E LEVA:>:-.:E, da Ceresole Beale.
(Fo1ocolore cli S. Sag/io)
spigolo SE d i Croda }.farcora, da loro sa· ni del suo gruppo di Brenta, ma ricord iamo
lito insieme a G. Barbaria, lìn dal settembre almeno i quasi 1000 metri di 5" superiore
1933. Insieme ad Ett ore Costm1ti11i l'Apol- con passaggi di 6" della parete Sud al Croz
lonio vi ncerà, in una delle sue ultime sa- dell'A ltissimo, superata con Giordani il 30
lile, prima di scomparire nella lìne del pe- luglio 1936, e i 300 m. con tratti di 6" sul pi-
riodo bellico, il terribile Pilastro di Hozes, lastro di destra della parete Est di Cima
per la parete SE, 600 m. di 6" superiore, su- Tosa, vinto insieme a Giorgio Graffer il 13
perati il 13 e 14 luglio 1944 in 22 ore di ar- agosto 1937. E già, sulla parete NE, con Ca-
rampicata effett iva. Sul medesimo Pilastro stiglioni, nel 1933, avevà tracciato una via
ritornerà, due ann i dopo, il Costantini, in- diretta, 800 m. di 4" e 5" grado. Altra via gli
sieme a Luigi Ghedina, delle nuove leve di si deve sempre alla C ima Tosa, sulla parete
Scoiattoli cort inesi, per superare lo spigolo SSO, pure con Cast iglioni nel 1933, ed altra
SO, in due giornate distin te, il 13 e 29 set- ancora, sulla parete Ovest, assai più tardi,
tembre. col più giovane fratello Catullo, e con ~fo­
Tra i "ci ttad in i" è da ricordare la bella rino Stenico. Fuori dcl gruppo di Brenta
fi gura del trentino Giorgio Craffer (1912- sono da ricordare almeno le salite compiu-
1940), eroico aviatore decora to di medaglia te con Ettore Castiglioni nel 1934, nel grup-
d'oro, che svolse la sua precocissi ma e in- po delle Pale di S. Martino: lo spigolo SE
tensa attività prevalentemente nel gruppo del Sass ~ l aor, 1100 m. di 6" superati in 9
di Brenta, e anche i11 quello del Civetta, con ore, il 26 luglio, e le vie di 5" superiore alla
ripetizioni della via Solleder alla parete NO, parete Sud di Cima Canali, allo spigolo
della via Videsott alla 13usazza, della via NO della Pala dcl Rifugio e alla parete
Preuss al Campanil Basso. Gli si devono, tra Nord di Piz Long, nel sottogruppo ,del-
l"altro, le prime ascension i allo spigolo Sud rAgner.
della Brenta Alta, nel 1930, con Fedrizzi; Si avvera così, in questa fraterna col-
alla parete Est del Crozzon di Brenta, salita laborazione di alpinisti e guide come Graf-
con la sorella Hita, nell'agosto 1933; la pri- fcr e Detassis, Conforto e Sold i\, Casti·
ma ripetizione della via Scotoni al Campa- glioni e Dctassis o Vinatzer, una delle
11il Basso; una via nuova sulla parete Est profezie avanzate da Lampugnani nel suo
della Brenta Bassa, a sinistra del camino scritto sull'alpinismo italiano, contenuto
Treptow; la prima ascensione allo spigolo nel volume commemorativo del cinquan-
NClrd del Campani! Basso, compiuta con la tenario del C.A. I. Ricordando le ostilità
sorella il 24 agosto 1933, e la prima allo spi- che avevano accolto le prime manifesta-
golo SO dello Spallone del Campan i! Basso zioni dell'alpinismo senza guide egli scri-
compiuta nel 1934. veva nel 1913: e Ora non si disputa nean·
11 gruppo di Brenta è pure il regno di che pit'1 e il tempo cancellerà, col ricor-
/Jrim o D etassis, guida, questo, al q uale si do delle polemiche antiche, non serene
deve appunto la ~v i a delle gu ide" per an· sempre, anche l'indicazione "senza guide"
tonomasia, cioè l'affascinante via sulla pa· che si poneva accanto al titolo delle rela-
rete NE del Crozzon di Brenta, SOO m di 6" zion i cli siffatt e imprese: perché l'uomo che
inferiore, che Castiglion i definisce e della avrà, come pensa ~ lu mmcry, resa pari alle
massima eleganza e arditezza , . La salita difficoltà opposte dalla montagna l'abilità
fu compiuta con E. Giordani, nel luglio sua, non sarà più distinto nelle due artill-
1935. Impossibile segu ire tutti gli itinerari ciose categorie: ~guida" e ~alpi nista~.
nuovi di cui Detassis ha segnato gli Sfulmi - Dalle Dolomiti ci sono venuti i prim i esem-

81
pi, poi seguiti anche in Oe<!idente, di gt}ide Pale di S. Martino e delle Alpi Carniche,
sportive, che affrontano imprese d'alta diffi· costituiscono un'ossatura basilare e un mo-
coltà per conto proprio, senza la presenza dello ammirevole di lavoro. A queste va
di clienti, unicamente per passione alpini· aggiunta la ricca, minuziosa Guida sciistica
stica, sia che si tratti di autentici valligiani, delle Dolomiti, ottima a sfatare la leggenda
come Tita Piaz, come Jori, come i frat elli che queste montagne non offrano un ter·
Dinrni, Verzi, Agostini, Vinatzer, sia che si reno adatto allo sviluppo dello sci·alpi·
tratti d'alpinisti cittadini divenuti guide per lllSIHO.
dedicare interamente se stessi alla passio· Della sua eccezionale bravura alpinisti·
ne dominante della montagna, come fn il ca e dell'alto livello a cui aveva portato la
caso di Comici, oggi seguito da tanti esem· tecnica d'arrampicata fa fede, ahimé!, la
pi illustri, sia in Italia che all'estero atroce severità con cui sono formu late nelle
sue Guide le valutazioni delle salite in gra·
Un altro fenomeno che si accompagna a di di difficoltà: severità contro cui non si
questa graduale omogeneizzazione di guida metteranno mai sufficientemente in guar·
e alpinista senza gu ida è quello della gra· dia gli alpi!1isti giovani e inesperti che ab·
duale compenetrazione di 3lpinismo occi· biano a servirsi di quelle Guide, per altro
dentale e alpinismo dolomitico, che intorno eccellenti e ammirevoli di lucidità intellet·
al 1930 sembravano votati a una polemica tuale e chiarezza di visione geografica. Bi·
intransigenza reciproca. Gervasutti fu, ccr sogna semplicemen te ricordarsi di aggiun·
me s'è visto, il grande alfiere di questa com· gere un mezzo grado, qualche volta uno ab.
penetrazione, nella quale giocherà ben pre· bondantc alle valutazioni espresse da Casti·
sto un ruolo decisivo l'alpinismo lombardo, glioni, il quale giudicava secondo quelle
quasi fatalmente destinato a questo compi· possibilità atletiche che gli avevano pcrmes·
to da ovvie ragioni di mediazione geografi· so di raccogliere 44 vie nuove nelle sole Do·
ca, e che culminerà con la sorprendente par. lomiti orientali e molte di più nelle occi·
tecipazione di uno scoiattolo oortinese alla dentali e nel Gruppo di Brenta. La parete
conquista del colosso himalayano del K2 Sud della Marmolada di nocca, da lui salita
Un importante anello di questa graduale con Vinatzer il 2·3 settembre 1936, resta
trasformazione, per cui al pin ismo occiden· forse il suo capolavoro: egli stesso la defi-
tale e arrampicata dolomitica finiscono per nisce < una delle più ardite e delle più diffi·
incontrarsi sulle vette dell'estremamente ciii salite delle Dolomiti >. L'altro teatro
difficile, ci viene offerto dalla figura quanto preferito delle sue imprese fu la Val Masi·
mai significativa di Ettore Castiglio11i no e Bondasca, dove la sua attività si asso·
La tragica scomparsa di questo grande eia strettamente a quella di Vitale Bramani,
scalatore, ·iJ 12 marzo 1944, mentre attra· sulla parete NO del Badile, il 27·28 luglio
versava da solo il Passo del Forno, ha pri· 1937, sulla parete Ovest del Torrone orien.
valo il moderno alpinismo italiano non sol. tale, il 29 giugno 1937, e nelle brillantis·
tanto di uno dei suoi protagonisti, ma anche sime ripetizioni dello spigolo NO alla Sciora
della mente che avrebbe potuto darne la di fuori, nel luglio 1935, e della cresta NO
più piena formulazione teorica e storica al Pizzo NO dei Gemelli, l'll luglio 1937.
Nella "Guida dei monti d'Italia" approntata Ettore Castiglioni va ricordato attraver-
dal C.A .J. e dal T.C.T. i volumi di Casti· so l'elogio che 11e scrisse Antonio Berti:
glioni dedicati alle Dolomiti di Brenta, ai < Una vita dedicata tutta alla montagna,
gruppi delle Odle, Sella, ~farmolada, delle negli interi inverni e nelle intere estati;

82
eccezionale livello di rendimento tecnico; e
dopo Lecco è la volta di ~fonza (Como era
già sulla breccia da tempo, grazie all'esem-
pio intramontabile di Binaghi), di Varese, di
tutti gli operosi centri della Lombardia set·
tentrionalc, dove si sviluppa specialmente
nella classe operaia un impetuoso movimen·
to di aristocrazia alpina, chiamata dalla Sto-
ria ad integrare, se non a sostituire, quella
ottocentesca dei Sella, dei Saint-Robert, dei
Savoia-Aosta.
Ai piedi di quella stimolante palestra di
roccia che è offerta dalle guglie capricciose
della Crigna meridionale, Lecco era prede-
stinata a diventare una fucina d'alpinisti. La
prosperità della sezione locale dcl C.A.I. ri-
sale ai trent'anni di presidenza, dal 1891 al
1923, di Mario Cennenati, naturalista e
geologo ch'era stato avviato all'alpinismo
nientemeno che da Marlino Baretti: come
dire, insomma, un anello prezioso della tra.
dizione più antica dell'alpinismo italiano. Il
suo nome è ricordato da una modesta cr~ ta
sulla Crigna meridionale . .E: nel sano clima
da lui instaurato nella sezione, che avverrà
Riccardo C11stfo
di lì a poco la fi oritura dei vari Giudici, Lon-
gon i, Dell'Oro, Tizzoni, Esposito, Ratti, e
con tutte le primavere e gli autunni trn ca- quanti altri ottimi arrampicatori fanno co-
taste di libri alpini, instancabilmente ad ap- rona alla figura centrale di Cassin.
profondirvi le sue conoscenze, a raccogliere Sono essi, e Cassin più d'ogni altro, la
dati, a perfezionarli, a casellarli in quelle più bella smen tita al timore che si sarebbe
sue impareggiabili guide. Arrampicatore potuto nutrire, che da una palestra come la
fortissimo, spiritualmente e tecnicament~ Grignetta non potessero uscire altro che de-
completo, rimarrà nella storia alpinistica gli estrosi funamboli , acrobati da salite bre-
una figura di primissimo piano :t . vi, come i tanti • reucci :t che domenieal-
mente si esibiscono ad un'ammirata platea
La scissione, talvolta fin troppo pole- sulla parete del Nibbio
mica, tra arrampicata pura e alpinismo clas- La Val Masino si offre naturalmente co-
sico, tra calcare e granito, tra Dolomiti e Al· me primo teatro più vasto alle imprese di
pi occidentali, si attenua nell'opera di alpi- questi scalatori, ma in un primo tempo
nisti come Castiglioni e Cervasutti, e viene sembrò che le Dolomiti dovessero sponta-
interamente superata nella sorprendente neamente ospitare le loro imprese di mag-
versatilità, a pari grado di eccellenza, di gior rilievo, come la continuazione, su scala
Riccardo Cassi1i e del grnppo di alpinisti ben più ampia, del tipo di arrampicata ap-
lecchesi che intorno a lui si fonna e sale ad preso sulle patrie guglie della Grigna.

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Nell'agosto J934 C1ssin è in Lavaredo e spauriti di tutto q uel ghiaccio e di quelle
traccia una via nuova, di 6° grado, sulla pa- montagne così grandi. Appena arrivati al
rete SE della Piccolissima, con Pozzi e Vi- rifugio Leschaux chiedono al guardiano,
tali. L'anno dopo, con Hatti, compie la pri- burbanzoso come sanno esserlo i guardiani
ma ripetizione della via Comici alta NO dcl delle capanne francesi , dov'è la parete Nord
Civetta, poi, dal 28 al 30 agosto, ceco la for- delta Grandes Jorasscs. Quello glie la indi-
midabile salita alla repulsiva parete Nord ca, squadrandoli con degnazione, e chiede
della Cima Ovest: e: due bivacchi, due bu- divertito, con gallica ironia: e: Perché? vo-
fere, la gloria alpinistica », come scrive la- lete andarci?>. Crasse risate degli alpini-
pidariamente Antonio Berti nella Guida del- sti celebri e delle celebri gu id e presenti nel
le Dolomiti Orientali. Con questa salita l'al- classico rifugio. E poi, nella notte, la me-
pinismo italiano modemo ha ancora una raviglia, lo sbalordimento di quel lumino
volta spostato, e portato più in su, il livello che si è acceso lassl1, perdio, sì, non c'è
del 6" superiore, il cosiddetto grado ual li- dubbio, sullo sperone della Walker, dove
mite dello possibilità umane" E su questo non s'è mai posato piede umano, ed è gi;\
livello, dcl resto già toccato pochi giorni anche abbastanza alto. Accidenti! "où sont
prima allo spigolo Est della Torre Trieste, Ics It aliens"? Si cercano i tre lecchesi nel ri-
sempre con Batti, Cassin ora ci resta per un fugio: niente, spariti nottetempo alla che-
bel pezzo, non solo, ma ci solleva parecchi tichella. !\ la allora dicevano sul serio, Ics
dci suoi amici e concittadini. Dcl '37 è la Jtaliens, quando s'informavano della Nord
prima ascensione, con Esposito e Ratti, del- delle Jorasses, e adesso stanno facendo ma-
la parete NE dcl Badile, ascensione resa tra- ledettamente sul serio.
gica per la morte, di sfinimento in segu ito Siamo al punto, ormai, in cui il pro-
all'immensa fatica e alla sferza della bufera, gtcsso tecnico d cffa lpini~m o lo porta inevi-
di .\lolteni ~ Valsecchi, che avevano affron- tabilmente ad uscire fuori dai suoi vecchi
tato anch'essi l'ardua parete: questa aspet- limiti geografici, e a cercare negli altri con-
terà fino al 1948, dal 27 al 29 agosto, i suoi tinenti nuove mete, nuovi terreni di gioco
secondi salitori nelle persone di Gaston He- degni delle sue capacità attuali. E Cassin,
buffat e Pierre Bcrnard. E poi, dal 4 al 6 benché escluso dalla spedizione al K 2, di-
agosto 1938, lo spigolo della Walker sulla rigerà la successiva spedizione che vedrà
parete Nord delle Grandcs Jorasses, la vit- Bona.Ili e !\fauri su lla vetta del Gashcr-
toria più ambita, la salita« senza rivale nel- hrum IV, nel 1958, e conquisterà alfolpi-
le Alpi », come si esprime la Guida Vallot, nisrno italiano un nuovo prezioso alloro sul
coi suoi 1200 metri di difficoltà cont inue .\lac Kinley, nell'Alaska, salito per il ver-
dalla crepaccia terminale alla vetta. C'è sante Sud nel 1962.
una leggenda intorno a questa salita, che Uno dei migliori compagni di Cassin,
vera o falsa che sia, merita d'essere conser- Vittorio lta.U i, cadde combattendo per la
vata, perché dice bene la situazione dci lec- libertà, il 26 aprile 1945, nella sua Lecco.
chesi nell'alpinismo moderno, la loro condi- Con Gigi Vitali aveva compiuto imprese di
zione di nuovi venuti destinali a compiere grande rilievo, come la parete NO dcl Su
cose grandi. Vuole dunque la leggenda che Alto, nel gruppo del C ivetta, 800 m di 6"
Cassin, Esposito e Tizzoni non avessero grado scalati in due giorn i, nel 1938, quasi
mai visto il Monte Bianco né le Alpi occi- interamente in libera arrampicata, e la di-
dentali, quando arrivarono al rifugio Lc- retta sulla parete Ovest dcll'Aiguille Noire
schaux la sera del 3 agosto, forse un po' de Peutérey alla punta pili alta, scalata dal

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18 al 20 agoslo 1939 (Cassin e Mauri ne fe- di "Pc! e oss". {A Lecco sono i "Ragni",
cero la ter.ta ripetizione, nel 1950; le prece- a Cortina gli MScoiattoli"; anche queste de-
denti e rano state di Hcbuffo.t e Vicrre, e di nominazioni pittoresche, da giochi di bam-
Bonalli, Oggioni e Vi lla, nel 1949). bini, hanno pur d iritto al loro posticino nella
Fra le altre belle imprese dei lecchesi è storia dell'A lpinismo). Dai Pcl e Oss, dun-
da ricordare lo spigolo Nord del Sassolungo, que, vien fuori Walter Bonatti, l'uomo più
scalato in 3 giorni da Esposito e Bulla, nel rappresentativo del più recente alpinismo
1940, e la parete SO di Torre Trieste, vinla italiano, l'uomo che tante volte, in questi
da Mario De/fOro, Giudici e /...011go11i. Per ultimi anni, si è imposto all'attenzione pub-
non parlare, naturalmente, della C rigna e blica e l'ha tenuta in sospeso con le sue
della Va l l\fasino, teatri naturali dell'attivi- imprese eccezionali. Egli stesso fa risalire
tà dei lecches i. Sulla Punta Allievi, ove Cer- al 1949 il proprio accesso all'alpinismo di
vasu tti aveva aperto la bella via dello spi- gran classe, con le ripetizione della parete
golo Sud insieme a Cllrlo Negri, Dell'Oro ;.JE del Badile, insieme a Camillo Barzagh i,
e Tizzoni, vincono la parete Est, il 18 ago- tle\la via Ralli-Vitali alla Ovest dell'A iguille
sto 1937. C li stessi, in compagnia di Caz- Noi re, insieme a Andrea Oggioni e Em ilio
zaniga, il 5 settembre superano lo spigolo Villa, il 13-14 agosto, e della via Cassi n
SE dcl Monte Zocca, dov'era caduto, due su llo spigolo della Walker, il li-19 agosto,
anni prima in uno sfortunato tentativo, Ago- coi medesimi e Mario Bianchi. Nel '50 pri-
stino Parravici11i: studente d'ingegneria, a
20 ann i aveva già al suo attivo 16 vie nuove,
per lo più nella Val ~fasino e Val M:i lenco
oltre alla prima italiana, e seconda assoluta,
della parete Nord al Pizzo Palù. Era uno
delle migliori speranze di quell'a lpinismo
lombardo Cittadino che, appun to intorno a
Ca rlo Negri, presiden te del C.A.A. J. nel se-
condo dopo guerra, dopo il triesti no Chersi
e prima di Vallepiana, ha radunato i nomi
di Ca::.uma, Callotti, e di quell'Alfonso
Vinci, che dopo avere aperto la famosa via
dello spigolo SO al Cengalo, e dopo avere
scalato, lìn dal 1939, insieme a G. E. Berna-
sconi, la parete Ovest dell'Agner, di B° e
B° superiore, rimasta senza ripetizione lìno
al 1959, ha trasferito nelle terre vergini del-
l'America meridionale il suo gusto della vita
avventurosa, traendone buon fr ullo lelle-
rario, e non dimenticando anche là di sca-
lare qualche montagna.
L'esempio di Lecco, come s'è detto, fa
scuola in Lombardia, e fra le cittadine che
allineano schiere nume rose cli giovan i sca-
latori, Mon:;o_a si pone in prima lìla col grup-
po che portava l'umoristica denominazione Wo/tcr/Jimolti

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ma ripetizione dello spigolo NO del Cen· rifornimenti necessari al vittorioso balzo
gaio, salito nel 1937 da Gaiscr-Lchman, e finale, Nell'agosto 1955 l'impresa straor-
prima ascensione dello spigolo Nord di Pun- dinaria del pilastro Ovest del Dru, già ten-
ta Sant'Anna, con Piero Nava. Nel 1951, in- tato nel 1953 con Carlo Mauri, e nello
sieme al torinese Luciano Ch igo, la prima stesso '55 con Mauri, Oggioni e Aiazzi, poi
impresa sensazionale che attira su Bonatli vinto in 5 giorni di lotta solitaria. Nel Na-
l'attenz ione del grande pubblico: dal 20 al tale 1956 l'ascensione invernale del Monte
23 luglio, salita del Grane! Capucin per la Bianco per la via l\loore sullo sperone dellà
parete Est, prima via di G° superiore aperta Brenva, compiuta insieme a Silvano Cheser
ne l gruppo del Bianco, e in genere nelle e ai francesi Henry e Vincendon, com-
Alpi occidentali. mosse il mondo pe r la tragica fin e di q ue·
Nel 1953 l'imminenza della spcdi,.Jone sti ultimi su lla via dcl ritorno che doveva
italiana al K 2 rilancia la moda delle ascen- ricondurli a Chamonix.
sioni invernali: guide sportive come Gobbi Stabilito a Counnayeur come guida,
e Ottoz salgono al Monte Bianco per la via Bonatti diventa ovviamente uno specia lista
i\ lajor, o Sentinella di sinistra, il 23 marzo, ciel Monte Bianco, e ne risolve gli ult imi
e Panci e Viotto per l'I nnominata il giorno problemi, salendo in vett a per la cresta di
dopo. i\ la g ià in febbraio Bonatti, col lec- Peutérey dopo avere supe rato il g rande
chese Carlo i\ lauri, ha lasciato cl i stucco Pilier d'Angle, una prima volta per la pa-
gli ambienti dolomitici con la prima inver- rete Est, con Toni Gobbi, dal 1° al 3 ago-
nale della via Cassin sulla parete Nord sto !9S7, poi per la parete Nord, con Co-
della Q\•est di Lavarcelo, cui fa seguire, due simo Zappelli, il 22 - 23 giugno 1962 e in-
giorni dopo, per far buon peso, la via Comi· fine, sem pre con Zappell i, per la parete
ci su lla parete Nord della Grande, già salita SE nell'ottobre 1963; squisiti lavori di ce-
d'inverno da Kasparek, uno dci vincitori sello, cli min iatura, eseguiti su scala immen-
della parete Nord dell'Eiger. Passa meno d i sa, qua l'è que lla della cuspide finale dcl
un me.~e. e Bonatti trasferisce le sue prime Mon te Bianco per la cresta dcl 13rouillard,
invernali nelle Alpi occidentali, precisa- raggiunta su pe ran do il " pilastro rosso",
mente su lla cresta di Furggen dcl Cervino. che sa le diritto, verticale, dal Gh iacciaio
Cli è compagno questa volta Hoberto Bi- dcl Brouillard, fra le creste del Brouillard
gnami, che aveva fatto con lui \'anno prima e cieli" Innominata. Nel 1961 gli sfugge
la Sud della Noire, e clic nell'estate gli sarl1 tragicamente la vittoria sul Pilone centrale
compagno in alcune prime ascensioni in Val dcl i\ lont e Bianco, già tentato con Oggioni
~ ! asino, e in una salita al Bianco per il ca- nel 1959, e ora percorso fino a un cen tina io
nalone Nord del Colle cli Pcutérey. Bignam i cli metri dalla sommità: una bufera ecce-
perirà !"anno dopo, an negato nel fiume zionale, scatenatas i I' 11 luglio, costringe al
Chamlia, nel corso d'una tragica spedizione ripicgamcnlo la. nume rosa com itiva ; a Bo-
himalayana al Monte Api, nella quale per- natti, Callieni e Oggioni si sono aggiu nti i
deranno la vita pure Giuseppe Barenghi e frances i Pierrc Mazea.ud, Cuillaume, Kohl-
Giorgio Rosenkranz. Nello stesso anno, Bo- mann e Viei lle. Bonatti, Gailieni e Mazeaud
natti prende il diploma di guida e partecipa saran no i soli superstiti di quella tragica
a lla spedizione italiana a1 K 2, dove sar:\ od issea che commosse il mondo intero. Alla
protagonista di un'eccezionale avventura, fine d'agosto il Pilone cen trale veniva infine
cioè un bivacco senza tenda a 8000 metri , vinto da tre cordate di varie nazioni, di cui
per assicurare a Compagnoni e Laccdelli i facevano parte, tra gli altri, l'italiano Igna-

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zio Piussi e il francese René Desmaison.
Bonatt i, il 22 settembre, insieme a Cosimo
Zappelli, tracciava una nuova via sul ca·
nalonc a destra dei Piloni. L'ascensione
solitaria per la via l\fajor, il 13 settembre
1960, men tre Carlo Mauri percorreva, pure
da solo, la via della Poire, completa questa
conoscenza mi llimetrica delle grandi vie al
!\fonte Bianco
Frattanto, ovviamente, l'attività di Bo-
naUi spiega il ' 'olo sui più vasli terren i delle
montagne extra.europee: una spedizione
nella Cordillera Patagonica Australe con
Carlo Mau ri, nel 1958, non permette la
conquista del bellissimo Cerro Torre. che
l'an no dopo sarà conquistato da Cesare
Maestri e Toni Egger, ma lo stesso anno
segue prontissima la più sfolgorante rivin-
cita : llonatti e i\fauri raggiungono il 6 ago-
sto la vetta del Gasherbrum I V, 7980 m.
conclusione vittoriosa della spedizione dcl
e.A.I. guidata da Riccardo Cassin. e a cui
hanno preso parte Gobbi, Maraini, Donato
Zeni, Beppe De Francesch e Giuseppe Ar1drea Oggioni
Oberto. Del 6 giugno 1961 è la salita al
vergine Rondoy Nord (5820 m) nelle Ande
peruviane, compiuta insieme ad Andrea dal Pi lone centrale del Bianco, proprio per
Oggioni. E in lìne, recent issima, di questo la generosità con la quale si era prodigato
anno centenario dcl e.A. I., fa prima ascen- nei compiti più faticosi, a pro della sal-
sione invernale dello sperone Cassin alla vezza comune. Oltre alle numerose imprese
Walker, sulla Nord delle Grancles Jorasses, compiute insieme a Bonatti, ne aveva al
compiuta nel cuore d'u n inverno partico- proprio attivo alcune molto belle, compiute
larmente rigido, dal 25 al 30 gennaio. per lo più insieme a Josve Aiazzi. Tali, in
Siamo ormai, come si ''ede, fuori dal quel 1953 ch'era stata una sua grande an-
campo della storia in quanto passato; piut- nata, la prima invernale della via Costan-
tosto in quello della cronaca attuale, o me- tini-Apollonio sul Pilastro della Tofana,
glio della storia quale si ra sotto i nostri compiuta dal 16 al 18 marzo; la vittori<1
occhi, di giorno in giorno, d i ora in ora, e sul gran died ro orien tale· della Brenta Alta,
che non può per il momento essere fissata in due giorn i di scalata, che fu la prima
né congelata in bilanci defin itivi. Soffer- salita di 6° superiore nel gruppo di Brenta ;
miamoci un momento sulla fì gura di An- la prima ripetizione della via Livanos al
drea Oggio11i, monzese puro sangue, il fe- Su Alto, nel gruppo del Civetta.
dele e degno compagno di Bonatti, famoso
per l'eccezionale forLa fìsica e che cadde L'attività cli Oggioni ci riconduce così
stroncato al termine della tragica ritirata verso le Dolom iti, dove avevamo lasciato la
generazione degli Apollonia, dei Dib011a, co1Hingente alla pattuglia che conquisterà
dei Dimai, dei Detassis, degli Andrich, dei il K 2, la massima altezza d ella terra dopo
Tissi, dci Cari esso e dei Craffer, intenta a !'Everest. Lino Laccdelli avrà addirittura,
consolidare la conquista del 6° grado, e insieme ad Achille Compag11011 i, il merito
già si affacciavano i Soldà e i giovanissimi e il premio d'arrivare in vetta, ma alla spedi-
a portare ancor più su questo limite estre- zione daranno valido contributo insieme al-
mo della umana capacità d'arrampicata le guide occidentali Ubaldo Rey e Sergio
Sono le generazioni dei mmvi Scoiattoli di Viotto e al compian to P11c1ioz, insieme al-
Cortina, come la tipica cordata G1ie<lina- l'alpin ista lombardo Callotli, altri emeriti
Lacedelli-Loren;:;i, affratellata e per così do!omitisti come la guida Cino Soldà, come
dire immortalata nella tripla piramide uma- \'alpinista friulano Cirillo Florea11i11i, distin-
na su staffe a loro occorsa per vincere, in tosi nel 1949 con parecchie invernali nelle
tre giorni di aspra lotta, dal 10 al 12 giu- Alpi Carniche, e nel '52 con una difficile
gno 1952, i 600 m della parete Sud di Cima variante alla via Solleder sul Sass Maor, in-
Scotoni, nel gruppo dei Fa11is, una delle sieme al dottor Guido Pagani, piacentino,
pietre miliari di cui è costellata, sempre ma emerito dolomitista, pur egli presente
più freque ntemente e a distanza ravvici- alla spedizione del K 2. A questa partecipa
nata, questa marcia trionfale verso la vit- ancora l'alpinista di Bolzano Eric11 Abram,
toria contro le leggi della gravità. Che- segnalatosi nel 1951 con la prima ripetizio-
dina l'avevamo visto affacciarsi, giovanis- ne della formidabile via Vinatzer-Castiglio-
simo, alla ribalta nel 1946, partecipando ni alla Marmolada di Rocca e con la secon-
con Costanlini alla prima ascensione dello da ripetizione della via Carlesso alla parete
spigolo SO al Pilastro di Hozes. Lacedelli, Sud di Torre Trieste (la prima era stata fat-
con Pompanin , ripe te nel 1950 la via An- ta, un mese prima, da Armando D a Boil
drich al Cimon della Pala; poi con Fran- e Hussemberger). Inoltre si devono allo
ceschi, Bel\odis e Zardin i, scala in 10 ore Abram la prima dello spigolo SE al Piz
effettive i 450 m di 6" grado della parete Ciavazes, nel 1953, e la prima salita diretta
Sud al Monte Cernera. Lorenzi, con Jaco- per la parete NO a Punta San tncr, 500 m
delli e Michielli, il 18 gennaio 1953 fa la di 6" grado, compiuta in 15 ore, insieme a
prima invernale della via Dimai sulla pa- ~I. Mayer, e la terza ri petizione, dopo Mae-
rete Sud della Tofana di Bozes. Tutti in- stri e dopo i francesi Couzy e Desmaison,
sieme vanno 11elle Occidentali, e mentre della via Brandler-Hasse sulla Nord della
Lacedel li e Ghedina ri petono la Est del Cima Grande di Lavaredo
Crand Capucin a tempo di primato, Loren- Al Da Roit si deve la prima ascensione
zi, insieme a I-lenry Hey junior, sale l'arci- della parete NE di Cim a dcl Bancon, nel
gno Pie Adolphc, il 20 agosto 1951, per una gruppo <lei Civetta, compiuta il 24 e 25
\•ia della parete Sud, forse già. sostanzial- agosto 1953 insieme all'alpinista marsigliese
mente percorsa da Cervasutti e Panei nel- Robert Cabriel; 600 mdi 6° superiore vinti
l'agosto 1943, ma di cui non si aveva allo- in 24 ore di arrampicata effettiva, con l'im-
ra notizia. piego di 100 ch iod i. Altri esponenti di que-
Perché la lieta sorpresa di questi sesto- st'u ltima fase dell'arrampicata dolomitica
gradisti è che non sono affatto dei meri sono il trentino Marino Stenico, che nel
virtuosi acrobatici sul calcare dolom itico, 1942 avc:_va aperto con C. Fmlani un'ardita
ma si trovano bene in ogni luogo, ghiaccio via di 5° grado sul pilastro dell'anticima
com preso, e daranno ben presto il più forte di Croz dell'Altissimo, e che nel 1952 com-

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pie con Maestri, in 10 ore, la ripetizione tore di vie ined ite e di guglie inaccesse
della via Carlesso alla Torre di Valgrande nei meandri del suo gruppo preferito, au-
Il rovcretano Armando Aste apre 11el 1952 tore tra l'altro d'una via nuova di 700 metri
una via nuova sulla parete SE di C ima d'altezza sulla parete SO del Cimon della
d'Ambiez, che poi ripete l'anno dopo in Pala, e della prima salita solitaria sulla
ascensione solitaria, e nel 1953, sempre nel parete Est del Sass Ma.or. Anche nelle Pale
gruppo di Brenta, insieme a Susatti, traccia di San Martino, specialmente nel settore
una via cli 6° superiore sulla parete Est settentrionale, si svolge prevalentemente
della Cima di Pratofiorito. Nello stesso an- l'attività di Scalet e Gtuleriz, che il 21 gen-
no 1953, in aprile, compie la prima solitaria naio 1953 avevano compiuto la prima in-
della via Dibona al Croz dcll'J\ltissimo e 1•cniale dello Spigolo del Velo alla Pala
la prima traversata Ovest-Est del Campa- della Madonna
ni\ Basso, con salite per le vie Craffer e Tra quest i vessilliferi dell'arrampicata
Pooli-Trenti e discesa per la Preuss; pure dolomitica si inseriscono, oltre ai locali, ele-
questa in salita solitaria. !\fa siamo ormai menti cl'altre parti d'Italia che vedono nelle
vicini all'epoca in cui le difficoltà estreme Dolomiti il loro terreno <l'elezione. Oltre
della montagna estiva non bastano più a al già ricordato dott. Pagani di Piacenza,
questi artisti dell'arrampicata, e Aste è uno oltre ai veneziani Pe11zt1 e Penso, autori
dei primi ad inaugurare l'era delle inver- anch'essi d'importanti salite invernali, con-
nali sul 6° grado, con la via Carlesso alla viene qui collocare l'attività dcl brillante
Torre Trieste, salita insieme al Miorandi grnppo della Sucai di Roma, che fa capo
dall'S all'll marzo 1957. (Nell'inverno se- a Paolo Consiglio e a suo fratello Renzo,
guente saranno due tedeschi, llau mgartner a Marco Alletto, a Marilio Doll'Oglio, , C
e Eckmmm, a vi ncere d'inverno l'altra gran- C. Castelli, Amantea, Carlo Alberto Pi11e/li
de via di Carlesso, quella sulla Torre di A Consiglio e D alrOglio si deve la prima
Valgrande, standoci su dal 27 al 31 di- ripet izione della via Dibona-ApoJlonio sul-
cembre). la Croda Hossa di Marcora, 1'8 e 9 settem-
A Trieste la gloriosa lezione di Comici bre 1951; a Consiglio e suo fratello la pri-
è raccolta da valenti arrampicatori come ma ripetizione della via Comici alla Sorella
Claudio Proto, ripetitore, fin dal 1934, in- di mezzo nel gruppo del Sorapiss, il 18 ago-
sieme a Dcsimon, della Solleder al Civetta; sto 1952, vie nuove sulla Torre Comici in
come Spiro Dalro Porta Xidias, distinto an- Lavaredo e sul Catinaccio, e la prima in-
che come immaginoso ed elegante scrittore vernale dcl Sassolungo, dall'8 al 10 mao..o
di montagna; come Guglielmo Del Veccliio 1952, insieme ad altri 4 consoci. Fattisi le
e Mauro Batteri, quell'autore di nuove vie ossa nelle Dolomiti, gli arrampicatori ro-
cli 5° e <r' grado nei gruppi del Sorapis, mani hanno presto affrontato anche le più
della Croda dei Toni, delle Lavaredo, della grandiose salite delle Occidentali, e poi
Croda del Passaporto, in compagnia ora hanno dato una prova più che convincente
di ì\fario Mauri, ora cli Attilio Zadeo; que- della loro completezza di preparazione, col
sto intraprendente promotore di sped izioni successo ri portato nella loro spedizione
extra-europee. himalayana al Saraghrar Pcak
Nelle Pale di San Martino principal- L' impetm>so progresso tecnico della
mente si esplica l'attività di Gabriele Frrm- specializzazione dolomitica, operato dagli
cesclii11i, cittadino dh·enuto guida per amo- al pinisti e guide fìn qui nominati, in emu-
re della montagna, e instancabile scopri- lazione e concorrenza con i migliori espo-

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nenti dell'alpinismo austriaco, bavarese e rete del C ivetta che ha aperto l'era del 6"
francese, s'impersona ai giorn i nostri nella grado. Trenta ore richiede, invece il 12 e
figura rappresentativa dcl trentino Cesure 13 luglio in compagnia di Claudio Zeni, la
Maestri, uno di quei "cittadini" passati prima ascensione del gran diedro Sud sulla
"guid e~, che hanno abbandonato tutto per parete della Paganclla, la montagna fami-
seguire la passione prepotente della mon- liare che fronteggia Trento, la cui parete
tagna, e uno di quei personaggi che, come è già solcata di tante difficili vie, e che è
Uonatti, ogni tanto con le loro imprese ec- stata consacrata dal sacrificio di Gilberti,
cezionali impongono l'alpinismo all'atten- uno dci protagonisti troppo presto scom-
zione non solo degli interessati, ma anche parsi della grande avventura dolomitica.
a quella della pili larga opinione pubblica, Nel '53 ~ l aestr i compie la prima salita
appassionando per qualche giorno alla pro- solitaria {e settima assoluta) della "via delle
pria sorte anche la massa amorfa dci più guide" al Crozzon di Brenta, e tanto gli
distratti lettori di giornnle. piace che ci ritornerà poi nel '56 per farne,
Nato nel 1929, avviato nlla carriera del- sempre eia solo, la prima discesa in arr:un-
l'attore, un giorno a Roma pianta lì baracca picata libera. Ripete pure la via Detassis
e burattini: ha sentito l'appello irresist ibile alla parete NE del Crozzon di Brenta, e
della montagna e non può evitarlo. Siamo chiude la stagione con la prima ascensione
nel 1948: ritorna a Trento, si iscrive al solitaria della via Soldà-Conforto sulla pa-
corso di roccia diretto da C ino Pisoni, di- rete SO della Marmolada, in 29 ore, il 3
venta istruttore nazionale, sale il Campani! e 4 ottobre. 1el '54, prima ripetizione, con
Basso da capocordata. Alcuni anni di tiro- Marino Stenico, della via Aste-Susatti, alla
cin io, poi nel 1952 esplode, non solo con Cima di Pratofìorito, in Brenta, 400 metri
le ripetizioni della via Craffcr allo Spallone di ~!,'rado, nove ore e mezza. Nel 1955,
dcl Cam pan'il Basso {il 24 agosto in com- occasionale esperienza d'Alpi occidentali,
pagnia di Claudio Zeni) e della via Carlesso con polemica ascensione soli taria al Cer·
alla Torre di Valgrandc (il 3 settembre con vino in condizioni praticamente invernali,
~fo rin o Stenico), ma in tutta una serie di il 5 maggio. Le Dolomiti non bastano più
quelle arrampicate solitarie sull'estrema- alla statura alpinistica di Maestri, e saranno
mente difficile, che sono diventate una sua le lontane Ande patagoniche, visitate nel
specialità. t. la ripetizione dcl cosiddetto corso di due spedizioni, nel 1958 e 1959,
Salame, il terribile Campan ile Comici, per a dargli la vittoria pili ambita, sul fanta-
la via di ~ superiore aperta eia Com ici e stico Cerro Torre, purtroppo resa tragica
Casara nel 1952, insanguinata da una re- dalla scomparsa del compagno valoroso, il
cente tragedia alpin istica, il 25 giugno, in tirolese Ton i Egger, travolto da una valan-
3 ore e mezza. La prima solitaria della via ga sulla via del ritorno, Dopo, le altre im-
Dibona al Croz dell'Altissimo, i cui JOOO prese pili salienti di Maestri sono storia di
metri di 5" superiore sono superati il 12. ieri, storia cli oggi, storia di domani : nel
giugno, pur essi in 3 ore e mezza. Un'ora 1958, prima ripetizione della via Brandlcr-
e un quarto richiede, il 28 agosto, la salita Hasse sulla Nord della Grande di Lava-
del Campani] Basso per la via Feh rmann redo; nel '59, 26 ottobre, direttissima sulla
e la via ~foade, e 35 minuti la discesa in Sud della Paganella ; nel 1960, sulla parete
libera arrampicata per la via Preuss. f\ 4 rossa del Hoda di Vacl (gruppo del Cati-
settembre, prima salita solitaria, in 7 ore e naccio), recentemente venuta di mCKla per
mezza, della classica via Solleder sulla pa- una via d'alta difficoltà aperta da roccia-

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tori tedeschi, questa medesima via surclas- gna per eluderne saggiamente le difficoltà,
sata, quasi ridicolizzata con l'apertura di onde misurare il vertiginoso cammino per·
una direttissima nel centro della parete: corso dall'alpinismo in un secolo d i vita.
7 giorni di permanenza in parete, dal 2 Chiudiamo il cerchio cli questi 100 anni
al 9 giugno, con Claudio Baldessari, rifor- d'alpinismo italiano ritornando alla regione
nim enti dal basso, chiodi ad espansione madre, al vecchio Piemonte da cui esso
Maestri non si picca di purismo all'an- aveva preso le mosse. Con l'estensione na-
tica, è un uomo moderno, per lu i non zionale che l'alpinismo ha avuto, con l'im-
c'è che un imperativo categorico, quello petuoso progresso tecnico dell'arrampicata
di passare ad ogni costo, e qualunque cosa <lolomitiea, con nmponente apporto dei
serva a questo scopo gli è bene accetta focolai alpinistici lombardi, di Lecro, di
Tanto, con le sue numerose scalate solitarie Como, di Monza e di Milano stessa, non
in arrampicata libera, salita e discesa, h\ v'è più luogo per il Piemonte ad ambizioni
dove di solito si passa con decine di chiod i, di privilegio monopolistico, simile a quello
ha mostrato le sue carte, perfettamente in nel quale si era iniziata, con poche isola.te
regola. leri, marzo 1963: prima ripetizione, eccezioni, l'attività dei pionieri al tempo
quasi di malavoglia, per onor di firma, della di Quintino Sella. Ma guardando compia-
via "a goccia d'acqua~ , aperta in pieno ciuto la fioritura ammirevole dell'alpinismo
inverno da tre tedeschi sulla Nord della italiano, che si è posto oggi, sulle Alpi e
Cima Grande, onnai solcata da cinque o fuori, in posizioni di incontestabile parità,
sei itinerari paralleli alla prima via apcr· se non anche di superiorità rispetto alle
lavi dall'intuizione e dall'ardimento di Co- nazioni pili avanzate, il Piemonte, il vecchio
mici. Domani, non si sa: ma è certo che ceppo piemontese, può ben far proprio il
tan to lui che Bonatti, queste due punte di titolo d'un moderno lavoro letterario, e dir·
diaman te dell'alpinismo italiano, pervenuto si che Sono tutti suoi fìgli. Del resto, tali
nel corso d'un secolo a una posizione di distinzioni regionali non_ hanno in fondo
primato e di guida, faranno ancora parlare alcun senso e alcuna utilità, se non del tut·
di sé. Certo questa gente - i Bonatti, i to ·esteriore di sudd ivisione della materia.
Maestri con gli altri em inenti alpinisti che L'alpin ismo piemontese, dove elemen ti
stanno loro attorno - hanno portato il li- della vecchia guardia come Francesco Rn·
vello tecnico dell'arrampicata e la resistenza velH, Piero Chiglione, Alfredo Corti, Cu·
dell'organismo allo sfor..i:o prolungato, gra- g liermina, sono rimasti lungamente sulla
zie anche al perfezionamento dell'attrezza- breccia, fino a giorni recentissimi, con at·
tura, a una tale altezza, che il problema tività di primo piano, è stato mutilato da
incomben te per la sopravvivenza dell'alpi·. perdite irreparabili, come quelle di Bocca-
nismo e la sua continuazione progressiva latte e di Cervasutti, venute a coincidere
non è più quello del su peramen to delle col graduale allontanamento da un'attività
difficoltà, bensì di trovare ancora monta- atletica rilevante degli altri migliori ele-
gne e vie, soprattutto nelle Alpi, sopra cui menti di quella generazione. Altre catastro·
cimentarsi in un continuo auto-supera- 6 come quella di Alberico e Borgna sul pen-
mento. Bisogna pur dirlo, e confrontare dio del Col della Brenva, il 17 agosto 1934,
questa concezione dell'alpinismo con quella quella di Giuseppe Cagliardone e Carlo Ar-
dei pionieri, dei Baretti, Barale, Corrà, Vac- noldi, il 6 luglio 1947, sulla cresta Sud del-
earone e gli altri discepol i cli Quintino Sel- !'Aiguille Noire de Peutérey, e cli Angelo
la, che giocavano d'astuzia con la monta· Lingua e Beppe F'enoglio, il 13 agosto 1951,

91
pure alla Sud dell'Aiguille Noirc falcid iaro- pe r la cresta dell'Aiguille Sans Nom.
no crudelmente anche le file delle nuove Accanto al poderoso mO\'imcnto alpin i-
leve stico suscitato in Piemonte dalla presenza
Cagliardonc e Lingua erano dci pochi, di Ccrvasutti, un'altra influenza benefica
fra gli eccellenti ma instabili alliev i forma- si fece sent ire in quegli an ni prima della se-
ti da Giusto Cervasutti, che dessero sicura conda guerra mondiale, quella di Agostino
garanzia di continuità e di appassionata de- Cicogna , si ngolare figura di studioso e teo-
dizione alla montagna. Giuseppe Cr1gfiar- rico dell'alpin ismo, che creò attorno a sé
<lo11e fu il comp.'.1!!1\0 di Cervasutti nella sua tutto 1111 ambiente di elementi tecnicamente
massim.'.l impresa, la Est delle Crandcs Jo- preparati, tra i quali spiccò specialmente
rasscs, e fu l'unico testimone della sua fine, la cordata di Mario Mai110 e Paolo Silvestri-
nel tragico ritorn d.'.ll e: pilier • del Mont 11i, ripetitori della Nord dcl Dru. Cono-
Ulanc de Tacul. Egli stesso ccl Arnokli a\·e- sci tore in profondità della catena alpina,
vano partecipato alla prima ascensione del- Cicogna ha al suo att ivo numerose sa li-
la cresta Est del Petit Capucin, il J6 ago- te c1·alto livello, tra cui, con Boccalattc,
sto J946. Di suo, era in particolare uno spe- la nuova via su ll a parete NE e la cresta
cialista delle Marittime e delle Cozie me- Nord dell'Aiguille de Leschaux, il 27 lu-
ridionali. Jn queste ul time aveva introdot- glio J937, e la ripe tizione della via dci Fran-
to un livello tecnico per tali montagne in- cesi (Lagarde e De\'ies) sulla parete NE
consueto, co11 salite come la parete Ovest della Pun ta Cnifctti, il 18-19 agosto 1940
dcl ~ I. Viso di Vallanta e il su peramento con Enrico Adami. Inoltre Cicogna fo un
dcl famoso " dad o~ di roccia in essa spic- valido continuatore -dell'opera dci primi
cante, ]'] l agosto 1935 con .1-.·I. Girello, la pionieri dello sci-alpinismo d'alta monta-
parete Est del Torrione di Saint Hobert, sul- gna, q uali Kind, Santi, Hivera, ~ l czzalama
la cresta Est del Viso, il 2S luglio 1941 , con e Chiglionc, oggi con tinuata in Piemonte
Pernando Quagliolo e A. Crattarola, la di- da Toni Ortcll i e dagli elementi dello Ski
rettissima sulla 15arete Est dcl Hoc della Club Torino, a Milano eia Ugo d i Vallepia·
Niera, 1'8 agosto 1934 con ~ I. Cirello, la pri- na e a Genova da Pippo Abbiat i. S~cia l ­
ma invernale dcl Visolotto dal Nord. Aveva mente nel Delfinato Cicogna aperse per
salito la via Dibona al Requin, e ripetuto primo itinerari d'alta montagna che oggi
"ie di Preuss, di Dlilfcr e di Fchrmann nel sono d iventati classici, e seguit i in prima-
gru ppo di Lavaredo vera da centinaia cl' alpinisti-sciatori fran ce-
Angelo Li11g11a s' rra elevalo a poco a po- si e italiani.
co verso le grandi imprese, silenzioso e se- All'ambic11 tc alpin istico suscitato da C i-
rio, attraverso una preparazione progressi- .cogna si è accostata in parte l'attività svol-
\'a, senza impazienze né leggerezze, <folla ta da Firmi110 talozzi, protagonista di gros-
Nord della Ciamarclla al lo spigolo mcri- se salite nel gruppo dcl Bianco, tra cui
dion.'.lle del Corno Stella, dalla cresta Nord una tragica ascensione della cresta d i Peu-
dell'Aiguille de Leschaux alla trave rsata tércy, nell'agosto 1933, e la prima ripeti-
delle Aiguilles du Diable e allo spigolo delle zione, senza guide, insieme a Paolo Silve-
Piccole Jorasscs. Con Paolo 1Jolli11i, insie- strini, Coclrig e Morini, della via aperta da
me a Cagliardonc, un altro dei maggiori Hivetti e Tilla Cilbcrti, con le guide Eliseo
credi dell'insegnamento di Ccrvasulti, sale Croux e Arturo Ottoz, il 17-18 agosto 19-10,
la cresta NE dci Crands Charmoz il 29 lu- sullo spigolo NO dcl Picco Luigi Amedeo
glio 1949, e tre giorni dopo l'Aiguille Verte li nome di Gervasutt i oggi é affidato a

92
una florida scuola d'alpinismo torinese che quel versante della Brenva del !\fonte Bian-
lavora seriamente cd ogni anno mette in co di cui era il signore incontrastato, auto-
circolazione un bel numero di giovani scru. re d'importanti prime ascensioni e vie nuo-
polosamente preparati e in grado di conti· ve con Chiglione, con Piero Nava, aveva
nuare per conto proprio un'elevata attività praticamente l'iniziativa d'un libero alpini-
alpin istica. Intorno al suo direttore, Giusep· sta sportivo. E così si può dire di Luigi Car-
pc Dionisi, si raccolgono quali istruttori i rcl, dei Frachcy, dci Pelissicr, di Sergio
quadri più numerosi ed efficienti dell'al· Viotto, che il 6·7 settembre 1953, insieme
pinismo torinese con temporaneo, come Lu· a Clnrey, aveva vinto la Nord del Petit Ca-
ciano Chigo, compagno di Bonatti nella pucin e che il 24 marw di quell'anno aveva
memorabile salita alla parete Est dcl Crand fatto la prima invernale del Bianco dall'In-
Capucin, Piero Fornelli, Giuseppe Marche· nominata insieme a Gigi Panei, raro esem-
se, e numerosi altri. Sono, quelli citati, gli pio di montanaro dell'Italia centrale tra-
elerr1enti che Dionisi ha guidato alla con. pian tato con incredibile riuscita dalle nevi
quista di due degli ultimi 6000 rimasti ver· del Gran Sasso ai ghiacci eterni dcl Bianco.
gii1i nella Cordillera Bianca: il Ranrapalca, A d inamicizzarc sportivamen te le guide val-
conquistato nella spedizione del 1958, e il <lostanc ha molto contribuito la presenza di
Pucahirca, mèta brillantemente raggiunta Antonio Gobbi di Schio, stabilitosi a Cour-
della spedizione dcl 1961. mayem alla fine della guerra. Autore del-
Accanto a questo solido nucleo altre la prima invernale della cresta des Hiron-
for.1.e giovani si muovono nell'alpinismo pie· <lclles nel 1948, d'una ardita via su l Picco
montese, chiamate a colmare i vuoti dolo· Gamba, il 23 mar.1.0 1953 ha partecipato
rosi prodottisi nelle precedenti generazioni con Ottoz alla prima iiivcrnale <lei 13il!nco
Con Andrea Me/la110 l'ultimissima leva di <lalla Brenva per la via Major. Pure a Com·
accademici torinesi era presente nella pri· mayeur risiede ora Bonatti
ma cordata italiana che ha finalmente supe- !\fa lo stato maggiore dell'alpinismo ita-
rato la parete N Jell'Eiger, il 13- 16 agosto Jiano oggi non è più né a Torino né a Cour-
1962, in simpatica comunione di forze di mayeur, né a Milano né a Trento, né a Bo!·
varie rcgiom zano o a Lecco. L'alpinismo italiano è og-
Anche nelle Alpi occidentali si è a po- gi un vasto movimento di massa nel quale
co a poco esteso il fenomeno delle guide l'eccezionale livello tecnico raggiunto dai
"sportive", sia che si tratti di cittadini di- protagonisti sta lentamente scendendo per
venu ti guide, sia che si tratti di valligiani li rami. Certamente, impreparazione, leg-
portati a esplicare, o per conto proprio, o gerezza, magari incoscienza non manche-
con clienti, un'attività di cui sono essi stessi ranno mai, finché l'alpinismo resti, com'é
ideatori e promotori. Nelle Alpi centrali desiderabile, una libera attività esercitata
c'è il caso di Clemente Maffei, di Pinzolo, per spontanea elezione degli individui che
che dopo avere disseminato di vie nuove e vi si sentono chiamati. Ma il Club Alpino,
di prime ascensioni i gruppi dell'Adamel- pur coi suoi modesti mezzi finanziari, con
lo, della Busazza e della Presanella, ha par- la sua organizza:lionc familiare e volonta-
tecipato alla spedizione di Padre Agostini ristica, svolge un'opera benefica d'inquadra-
in Terra del Fuoco, che portò alla conqui· mento, non forwso, di queste energie con-
sta della Punta Italia fusamente accumulantisi. Opere come la
Nelle Alpi occidentali Arturo Ottoz, manutenzione dei rifugi d'alta montagna,
travolto da una valanga (agosto 1956) su l'istituzione e la diffusione delle scuole di

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alpinismo e del Soccorso alpino, sono im- meglio: ci si è messo da un paio di secoli,
prese straordinarie, a considerare la mode- scarsi, e c'è da domandarsi dove vorrà arri·
slia dei mezzi con cu i sono attuate, e do- varc. Si parla solo proprio dcl progresso tec-
vrebbero essere meglio valutate dai molti nico nel gesto fisico di arrampicare, di sca-
che sognano per l'alpinismo utopistici pro- Jinarc o camm inare in bilico sulle punte dei
gett i di super-organizzazione all'americana ramponi, senza tener conto dei ritrovati e
o di irreggimeutazione totalitaria dei perfezionamenti nell'attrezzatura che
A guardare indietro, verso i 100 anni di in certe epoche creano dei veri e propri
vita del Club Alpino Italiano, si provano sbalzi subitanei di livello. Tale fu il caso,
due impressioni appare ntemen te contraddi- per esempio, della definitiva introduzione
torie, e che in realtà si completano e si spie- delle suole di gomma, che dopo il 1935 mise
gano l'una con l'altra. Da una parte, la real- improvvisamente a disposizione di larghe
tà incontrovertibile delnncessante progres- masse passaggi e salite, speciaLnente nelle
so tecnico, che porta su il punto di parten- Occidentali , che in passato erano pre roga-
za comune, dell'alpinismo di massa, e natu- tiva di "élites". E oggi l'allargamento del-
ralmente solleva di altrettanto il e plafond , le esperienze ext ra-europee ha diffuso la fa-
delle imprese individuali, più quel tanto miliarità coo un equipaggiamento che per·
che vi sovrappone ancora la bravura indivi- mette d i affron tare tranquillamente mezza
duale dei singoli protagonisti. Sicché si pro- dozzina di bivacchi consecutivi in alta mon-
duce il noto fenom eno del declassamento tagna, sì che ormai solo dopo una settima-
delle difficoltà, già segnalato assai per tem- na che un alpinista è partito per una grande
po dal Mummery con tre titoli famosi del impresa, ci si comincia a preoccupare che
suo MRacconti sul Grépon~: Un picco inac- magari polrebbe anche essergl i successo
cessibile. La salita più difficile delle Alpi. qualcosa.
Una facile gita per signore. E veramente L'altro sentimento contradditorio, in
oggi passano le decine, le cen tinaia, là dove realtà complementare, che si prova consi-
un tempo c'era voluto tutto il coraggio e derando il passato dell'alpinismo è di am·
tutta la bravura di singoli elementi d'ecce- mirazion e per quello che gli antichi sape-
zione. vano fare, privi di quei mezzi che a noi
li progresso tecnico, questo fenom eno largiscc appunto la moderna tecnica. Quan·
vertiginoso che solleva e travolge tutto il do accade che fuomo e il monte si trova-
viver civile del nostro tempo, agisce anche no infine a tu per tu, in quell'attimo di iro-
- parrebbe incredibile - su un fotto così so amore e di appassionata battaglia che è
primitivo e spontaneo come quello di ,n- f arrampicata su ghiaccio o su roccia, e ca-
rampicare sulle rocce, di camminare in dono tutti i diaframmi e le soprastrutture
equilibrio su pendii sempre più ri pidi di della civiltà, e si tratta insomma di passare
ghiaccio. Gloria e maledizione dell'uomo, dove e rano passat i senza chiodi i \Vinkler,
questo progresso che lo distinbrue da tutti i ~fommcry, i Ryan, i Young, i Prcuss e
gli altri esseri della Terra: le scimmie sono i Di.ilfer, o di cavarsela dove se l'erano
formidabili arrampicatrici, d'accordo, e an- cavata i Vaccarone, i Frassy, i Corrà, i
che i gatti non scherzano, almeno sugli al- Luigi di Savoia, i Piacenza, su montagne
beri. Ma scimmie e gatti arrampicavano co- nude di strade, di rifugi, di bivacchi di
sì bene fin dal primo giorno della loro ap- alta quota, di funi vie, con carte imprecise
parizione sulla crosta terrestre. L'uomo, sul- e guide lacunose, alJora proprio per la CO·
la roccia e sul ghiaccio, arrampica sempre scienza che abbiamo dell'immenso arricchi-

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mento di cui beneficia il nostro patrimonio merevole, e sì, anche nell'opposizione pole-
tecnico, ci si sente presi d'ammirazione e mica delle sfumature individuali: una for·
di meraviglia per quan to quegli uomini del za della nazione e - diciamolo piano, che
passato, così lontano dalla nostra fiduciosa gli altri non ci sen tano, ma diciamolo -
iattanza pubblicitaria, avevano saputo tmn · una categoria d'uomin i privilegiati, che dal·
quil lamente realizzare. la vita hanno spremuto qualcosa, in fatto di
E a ripercorrere d'un solo ampio sguar- gioie, di ebbrezze, di soddisfazioni interio-
do retrospett ivo e circolare tutta la lunga ri, che a nessun altro è dato conoscere. Gen-
catena, la ghirlanda degli italiani che han· te che, sotto qua lunque latitudine e in qua-
no fati cato, sbuffato, sudato sulle Alpi e sul- lunque paese del mondo, si riconoscono
le altre montagne del mondo, che ci si sono istintivamente, da qualche segno misterio-
fiaccati le ossa, che vi hanno lasciato bran- so, sia il colore della pelle, siano le rughe
delli di pelle e qualche volta la vita, così, del volto, sia il modo di camminare, sia la
per un'affermazione della propria volontà, espressione del l'occhio abituato a scrutare
per l'esplicazione di energie irrefrenabili, i segreti della roccia o del ghiaccio; e, rico·
per il piacere d'intensificare la vit a nella noscendosi, si salutano con un sorriso d'i n-
falica e nel rischio d i sintcres~ato, è una gal· tesa ed una strizzatina d'occhi, come dicono
leria meravigliosa di tipi fu ori serie quel· che facessero gli àuguri romani quando si
la che ci viene incontro, nella varietà innu- incon travano per strada.

95
INTENTI E CONTRIBUTI SCIENTIFICI
DEL C.A. I. NEI PRIMI CENTO ANNI
DI VITA

PREMESSA

Prima ancora di sorgere, il C.A.I. tro- sire talvo//" studiate più tlagli strrmieri
vava nei propositi dcl suo fondatore mo- cl1e 0011 tlogli ltalitmi ».
tivi di collegamento con interessi scienti- Tali inequivocabili e fon damen tali pro·
fici: nella ben nota lettera di Quintino Sel- posili sì rifletterono immediatamente nel
la a Bartolomeo Castaldi del 15 agosto primo Statuto dcl C.A. L, fonnulato il 23
1863, al termine, si trovano i seguenti, elo- ottobre 1863 a Torino, nel quale all'A rti-
quenti brani : e A Loodra si è fatto u n colo 2 si legge testualmente: e Il Club
Club Alpino, cioè di persone che spendono Alpino ha per scopo di far conoscere le
qualche settimana dell'anno nel salire le 111011/agne, più specialmente le italiane, e
Alpi, le no'.stre Alpi! lvi si hanno tutti i di "gevoft1rui le salite e le espfomz ioni
libri e le memorie desiderabili ; ioi stru- scieulificlw », concetto che si ripeterà con
menti tm loro p<1mgonati s11 cui si possono le successive revisioni e modifìche.
fare sulle nostre cime osservazioni comp{/- Così ancora, dicci anni dopo, Antonio
rabili; ivi si leggono le descrizioni di ogni Stoppani dedicava un'intera e serata » (la
salita; ivi si conviene per parlare della seconda) dcl suo famoso Bel Pt1ese a parla-
bellezza incomparabile dei nostri monti e re dell'alpinismo in particolare, e la massi-
per ragionare s11fle osservazioni scie11ti- ma giustificazione che ne dava era per l'ap-
ficlie clie furono falle e clic sono da farsi; punto scientifica : e ... :\la la nostra ammi-
ivi chi me11 sa cli botanica, di geologia, razione istintiva si cambierà in lode razio-
di zoologia, 71orta i fiori, le rocce e gli nale per chi si a!Tampica sulle più alte
insetti clic attrassero la s11a Mte11zio11e e vette, non già per mero di letto o, se vole·
trovll clii gliene dice i nomi e le 71roprietà; te, per meschina vanagloria, ma per amore
ioi si lw insomma potentissimo i11ce11tivo del sapcl"e come fa il nostro inget,rnere
11011 solo a tentare 1111ove salite, a superare Giordano la cu i salita al Cervino fruttò
difficoltà 11011 ancora vinte, ma alfosseroo- alla scienza, oltre alle osservazioni baro-
re quei fatti di cui la scie11;;;a ancora di- metriche, nientemeno che l'intera geologia
fetti • . E ancora: e Cori il crescere di qfl.e- di quel colosso de le Alpi • ·
sto gusto (alpinistico) crescerà 7mre Came- Ciò è anche di troppo per inquadra-
re 11er lo st11dio delle scieri:::;e naturali, e re, ri levandolo e documentandolo, questo
11011 ci occorrerà più di vedere le cose no- aspetto costitutivo del Sodalizio, aspetto

96
I L C11Ax Pi1.11ADISO, 11, Pn:cou:> PARA-
DISO EU B ECCA 1)1 ~ I O:>.IA:>.OAYSÈ, coi
Ghiacciaio della Tribolazione.
oggi a volte trascurato ed anche ignorato, sario il sorgere del Comitato Scicntilìco
come se a diJJerenza di Wl tempo le con- (1931) presieduto prima dal Ch.mo Prof.
tinue occasioui. al contatto con il mondo Ardito Desio, poi dal Ch.mo Prof. Giusep-
della natura alpina possano attualmente pe Morandini, ed infine dal Ch.mo Prof
non suscitare in lutti i membri del C.A.L Giuseppe Nangeroni, Comitato che ha sem·
ed i.n particolare negli studiosi, un inte- pre fatto e fa ogni sforzo tanto nel campo
resse ed un impegno per gli interrogat ivi della divu lgazione (1) (pubblicazioni, con-
scienlifici di cui è inesauribile r ambient~ ferenze, escursioni ecc.), quanto nel cam·
montano in ogni sua manifestazione. po direttamente scientifico, sia come ope-
E ciò anche per l'indispensabile oere;- ra originale dei soci, sia come loro colla-
sità tutt'ora per lalpinista di rendersi con- borazione (speleologia, misurazioni perio-
to, alle prese con la montagna, dci carat- diche dci ghiacciai, protezione della natu-
teri della natura che lo circonda, di quelli ra ecc.); non di rado il C.A.l diventa così
del proprio fisico e dei mezzi che adopera, occasione per l'avvio a particolari studi di
esponendosi in caso contrario ad imprevi- giovani suoi soci, oppure per il riaccosta-
sti sempre di ostacolo, spesso purtroppo mento alle montagne o per la prosecu-
fatalmente micidiali.. zione dell'attività alpinistica nei non pi1'1
Per tornare alle origini, si può addirit- giovani come ragione che attenua il rim-
tura di.re che i primi membri del C.A.I. pianto; altre volte costituisce un simpatico
furono tutti nello stesso tempo alpinisti e e semplice veicolo per la conoscenza di no-
naturalisti nel senso più ampio ed intel- zioni scicntilìche al solito interessanti ma
ligente dcl termine, e lo si nota da.i loro ignorate.
resoconti, seppure nel valutarli occorra Dopo queste considerazioni occorre ;i.g-
riportarsi alle cognizioni e dottrine del giungere che nell'intento di documentare
tempo. qui in sintesi le attività ed i contributi
Questa che abbiamo vista come spon- scientifici del C.A.I. nei suoi primi cento
tanea e necessaria impronta dell'Associa- anni di vita, si è svolta una ricerca che
zione, ha risentito col tempo dell'aumen- ha messo in luce tanto la ricchezza del
to del numero delle attività, dei soci, e suo oggetto, come le difficoltà quasi insor-
soprattutto degli enormi sviluppi delle montabili di reperire con Wla certa com-
scienze naturali, fisiche e chimiche (e per- pletezza i dati relativi.
ciò della loro conseguente, estrema specia- La necessaria brcvilà di spazio, la va·
lizzazione) pe r cui al suo posto nel C.A.I sti!à del campo da considerare, l'imbaraz..
ha cominciato ad avere il sopravvento il zo nel cogliere e soppesare ricerche e risul-
tecnicismo puro, l'alpinismo sic et sim11li- tati scientifici, il rischio ad ogni passo di
citer, nel senso di pura ascensione magari non citare attività e pubblicazioni che
acrobatica. spesso sfuggono anche oggi alle notifica-
Tuttavia il C.A.I. ha sempre mantenuto
tra i suoi sooi dei griippi e singole persone ( 1) Ricordiamo come già nel 1934 venisse pubbli·
che con spirito di ricerca, dedizione, se· calo a cura dcl Comilalo Scicntilko dcl C.A.l. un
Manualcllo di l.!truzlonl 1elenti"/icl1e per o/pini.lii; il
rietà, preparazione, hanno dotato il Soda- la\"Ol'().<.:heeirisultauni<.:0danoinelsuogcncreper
lizio, direttamente o indirettamente di una complclC7.za ed autorc,'Olezza dci ~uoi redattori . meri·
messe rile\•ante di studi fisici, naturalisti· tcrcbbe scn:i·altro di e$$CrC ristampato altu3lmcnte.
Per le singole trattazioni <.:he vi sono <.:Ontenute si ri-
ci, antropici. manda il lettore alle note del testo che segue nei pa.
Così si rese ad un certo punto neces- raar:ifì relativi ai vari argomenti.
I
zioni ufficiali alle quali ci si è dovuti limi- su lle attività scientifiche del passato, fatto
tare, tutto ciò va tenuto in debito conto ancora possibi le allora, e l'attuale scarna
e si permette qui doverosamente come pre- informazio ne sui più recenti contributi che
ciso awertimento a chi legge. spaziano ormai in troppi campi cd in trop-
In alcuni paragrafi che seguono si è pe sedi; per il primo cinquantennio vi sono
cercato di dare un'idea, sommariamente, tra l'altro considerati i lavori pubblicati
di come sono stati nel tem po affrontati i dalle varie Sezioni, i quali lungo tutta la
vari problemi di i11 tcresse scientifico, ci- vita del C.A.l sino ad oggi sono stati nu-
tanclo quei nomi, pubblicazioni cd attivitù, merosi, seppure al solito rivestano un inte-
che più frequentemente e con maggior resse locale: saranno qui citati quando li
spicco appaiono negli atti e nelle pubbli- ricordino le fon ti ufficiali.
cazion i del C.A. I. nelle diverse epoche,
tralasciando quegli argomenti trattat i in
altre parli di questo volume alle quali per METEOIW L OCIA E CLIMATOLOGI A
essi deve rivolgersi l'attenzione dcl lettore,
soprattutto per quel che concerne !'attivit:i L'argomento delle osservazioni meteoro-
esplorativa di zone montuose da parte di logiche (sopratt utto barometriche e tenno-
membri del C.A.J . e dci suoi risultati metriche) è senz'alt ro il primo di quelli di
Per i primi cinquant'an ni di vita dcl attinenza scientifica che risultano, in ordine
Sodalizio, sarà poi indispensabile, a ch i di tempo, dalle pubblicazioni ufficia li nei
volesse a''ere più complete infonnazion i primi anni di vita dcl C.A.l. ; tanto è vero
sulle attività scientifiche dci suoi soci in che il Bollettino inizierà ogni suo numero
quel periodo, consultare il \'olume Co1Jero con i dat i sistematici di tali osservazion i
del Club Alpino llalia110 nel suo primo esegu ite inizialmente a Torino al primo
cinq11a11te1111io (l). Ciascuno dci capitoli piano dcl Castello del Valent ino a cura
che vi troverà al proposito, per densitù della Direzione dcl Sodalizio.
di contenuto e particolari citati, se riportati A questo antesignano degli Osservatori
qui integralmente avrebbe d'alt ronde fatto del C.A. I., tra l'altro oggetto nel 1865 di
uscire dalle necessarie propor1,ioni questa una relazione dell'a llora Presidente B. Ca-
rassegna e creato inoltre uno squilibrio staldi (')e poi abolito, ne segui ranno diver-
Ira la relativa completezza delle notizie si altri i cui elenchi si vedono spesso citare

(l) In particolare ci si dovrà riferire ai eipitoli bo · di W.L.ieng([Xlgg.205-248), •Vl'<lcttccd<M-


• La Capanna. Osser..-atorio Regina Margherita sul servatori•(pagg.274-27.5)
~ I onie Rosa • di F. Santi (p.ig.g. 73-76). • Etoogra
Av..-.eRTit.W..<. - In q neste no te al testo Bgur:rno ti-
grafi a • d i N. Vigna (pau. 91-104), • Il Club Al-
pino Italiano per la toponomastica e l'ipsomc«ria toli di lavori e uoti~ie di allività svolte df interesse
scicn tiA co con i nomi dci loro autori appartenenti nl
della montagna• di G. Bobb.~ (pagg. IM-112).• li
C.A. I., UJ)Jlarsi per es1cso o ci tati nei due principnli
Club Alplno Italiano per 111i studi botanici e pc] rim-
boschimento• di F. Santi (p.~gg. 113-124), ·Cli s1u- periodici dcl Soduli7JO: il Bo1/elti110 Trimestrale (nb-
brev~~to in /Ja/l. ) e la Rivista Me•l.rilc (abbrcwiatn in
di geologici e il Club Alpino lt-JlianO• di C. F. Paro-
Rio.),oltrcchcinaltrefontiufficiali.l..enoteslcssc.
na (pagg. 125-138), •Musei cd Esposizioni dcl Club
Alpiooltaliano•diF.Santi~.1 4 5- 1 52),• llCluh
pur il11iit complctep0Ssibile, hannoinlalifontiil
Alpino e la meteoroloa:ia • di L. Camcrnno (pagg. 175- loro lim itc.111\lavi.a llOCC$$3.rio lauto per l"impo$Sibllità
178), • Le pubblicazioni della Sede Centrale . di e di un.i r~n:a che investa tutti i contributi scienti-
Ratti (p.iag. 179-196), . I..epubblicazionidel\eSezio- 6ci di soci del C.A.I. in un secolo, quanto pcT 1·;,,..
tentoimlicativodclpr~nte lavoro
ni •di C. Ratti {pagg. 197-204). • L'opera dcl Club Al-
J>lllO Ita liano per l'esplorazione e la <lcscrizione scien- (I) Boli., 1865,u. 2, pag. 6, Relazione del Presi-
tiSca delle Alpi e deU e altre ume montuose del g\o- denti' Centrale dcl 1° ottobre 1865

98
come pure le singole fondazioni di essi (2) cura degli impianti passò a quest'ultima (3).
tra i primi dei quali ricordiamo (con la Ma l'interesse per questo campo non si
località d'installazione, la Sezione interes- lin1itò alla raccolta di dati rivolgendosi
sata e l'anno di fondazione) i segue11ti: anche al confronto di quanto altri facevano
Colle di Valdobbia (Varallo, 1871), Do- (da cui la citazione ripetuta dal 1865 del-
modossola (Domodossola, 1871), Belluno l'Osservatorio Dollfus-Ausset al Colle del
(Agordo, 1872), Casteldelfino e Saluzzo Teodulo), ma si estese all'esame particola-
(Torino, 1872), Susa (Susa, 1873), Crissolo reggiato delle condizioni di ogni singola
(Torino, 1873), Stelvio (Sondrio, 1873), Va- Stazione e alle relative considerazioni ('),
rese (i\'1ilano, 1874), Balme (Torino, 1874), approfondendosi infine in elaborazioni e
Bagni di Lucca (Firenze, 1874), ccc., per sintesi scientifiche orignali sulla climatolo-
un totale di 33 nell'anno 1874, di circa 84 gia dell'Italia e di sue regioni e).
nell'anno 1878, 95 nell'anno successivo dei Un notevole contributo sperimentale
quali alcuni appenninici, altri in Sicilia e portò l'inaugurazione il 4 settembre 1893 e
Sardegna, ed infine addirittura 116 nel- !'ampliamento nel 1899 della Capanna-Os-
l'anno 1880; a tutti questi va aggiunta la servatorio e Hegina Margherita » al Monte
cosiddetta « Vedetta ~ o Stazione del Mon- Rosa, dotata di numerosi strumenti e di te-
te dei Cappuccini in Torino (1874) in locali lefono nel 1908, la quale fu considerata a
appositamente concessi da quel Municipio. quei tempi addirittura e un solenne fidanz a-
Spiccò allora in questo campo l'attivi- mento tra alpinismo e scienza • e fu usata
tà del socio padre F. Denza a cui si deve utilmen te per diversi tipi di ricerche oltre
gran parte di ciò che fu realizzato e che fa- quelle meteorologiche; a tutt'oggi la sua
cendo un consuntivo per il primo decenn io utilità non può essere sottovalutata e sçmo
della sua tenace opera che fu anche quella auspicabili le provvidenze richieste per
dcl C.A.I., ricordava essere state spese mantenerla e renderla vieppiù fu nzionale
oltre 250.000 lire di allora!. Dai primordi le relazioni tra il C.A.I
Fino al 1880 la Sede Centrale diede un e la metercologia italiana continueranno
sussidio di 50 lire per l'im pianto di Osser- sino a portare addirittura ad accordi (1937)
vatori da parte delle sezioni, quindi con la tra la Presidenza dcl Sodalizio ed il Mini-
fondazione della Società Metereologica Ita- stero dell'Aeronautica affinché da un lato
liana l'interesse specifico per l'attività e la agli alpinisti fossero diramati regolari bol-

(2) 801/., 1871, n. 18, p.igg. 432-446. Ilo//., 1873, sul /\fonte Vettore>, G. Bclluc<:i. Rio., 1897, voi. XVI,
n. 21, 1~1g. 3. Bo//., 187'1, n. 23, pagg. 324-.365. noli., pag. 449, , Misure del calore sobrc alla Capanna R~~
L875, n. 24, pagg. 223-252. Boli., 1878, n. 35, pag gin:i. Margherita sul ~fonte llosa., G. B. Rir.w
385 (S) 80/l, 1878, n. 34, p.1g. 257, • Sulb climatolo>
(J) • J;opem del Club Alpino Italiano nel suo pri· gia <lclla Val d'Aosta., P. F. Dcnz.i. BoU., 1887, n. 54,
mo Cinquantenario, 1863-1913., pag. 274 1:..~gg. 189-206,. Dclnnnuenw delle catene di monti
(•) Boli., 1865, n. I, p.1g. 9. Boli., 1865, n. 2, sulla cirt.v!azionc generale dcll'atmosfer:i •, L. Dc
pag. 6. Bo/l ., 1866, n. 3, pag. 63. Bo/I. , 1880, n. 41, ~!archi. /JoJ/., 1891, n. 58, pagg. 61-77, •Le osser-
pagg. 00.108, • La meteorologia delle montagne ita- v:i7.ÌOni di montagna della teoria dci cicloni e antici-
liane• (con elenco delle stazioni più alte), P. F. Den- cloni•, L. Dc MMchL Rit>., 1921, voi. XL, pag. 8,
7.a; p.1gg. 102 e scgg., ·Stazione meteorologim al • Le eondi~,ìohi mctcoro>idrologiche dell'Era Qu.~ter·
Gran Sasso d"lt.11ia., P. Tacchini. Bo/I., 1891, n. 58, naria e la caus.i dci periodi glaciali•, F. S.i<X"O, da
p.igg. 100.1&1, •Cli osserva tori ~ul!e alte montagne Memorie dello Regia Accatlemio dei Lillcei, 5' serie,
{Osservatorio Regina ~largherita)., Almerico da Schio voi. Xlll, Roma, 1920. Ri t>., 1931, voi. L, p.ig. 246,
11o//.,1892,n.59,p.igg.43-50,•L.icapanna.osserva· , Le variazioni climatiche in Val d'Aosta., P. Peola.
torio Regina ~ la rghcrita sul Monte Rosa •, G. Sella Riv., 1952, voi. LXXI , pag. 188, • li clima di u11a alta
/lit>., 1888, voi. VII , pag. 36, • Osscrva torio>rìl ugio val!ealpina., M. A. Scarnmuc<:i

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lettini metereologici, e dall'altro venisse Fatto curioso che non può non essere
favorito da parte delle se-t:ioni l'impianto di rilevato, è quello che vede la prima men·
nuove Stazioni curate da tecnici militari ('). zione di uno studio geologico sulle Alpi
Sempre in questo ambito non \'a poi tra- (1865) prendere in considerazione l'esame
lasciato di ricordare l'ope ra, protrattasi si- svolto al fin e di sondare la possibilità di at-
no ai giorni nostri (ed auspicabile pe r il fu- tuazione di grandi gallerie fe rroviarie (San
turo), di divulgazione preziosa per gli alpi- Gottardo, Lucomagno, Spluga) argoment.J
nisti su ciò che concerne le nozioni generali di altre ttanta attualità dopo un secolo (').
delle previsioni del tempo atmosforico a Non manca nemmeno a questo proposito
breve scadenza (1) un'indagine dello stesso tipo (1881) pe r
ciò che concerne una galle ria attraverso
il Monte Bianco! (').
GEOLOGIA E MI NEHALOGIA Seguono innumerevoli gli appunti, le
note, le appe ndici ecc. di ca ratte re geolo-
J!: questo il campo di ricerca più arric- gico e mineralogico a relazion i d i gite o a
chito dall'attività dci compe tenti membri guide di determina te zone, secondo soprat-
del C.A.L : scorrendo gli articoli dci pe rio- tutto il concetto di alpinismo dci primi
dici anche sezionali del Sodalizio e le pon- decenni ; a volte le gite e la stesura di
derose opere in essi citate, sembra quasi guide paiono un pretesto (e fi niscono per
(soprattutto nel primo cinquantennio) di esserlo) per svolgere studi: il risultato è in
assistere ad una gara tra i più bei nomi ogni caso una messe rilevan te di ricerche
degli Italiani impegnati in queste d iscipli· per lo p iù originali ed a carattere pionie-
ne, soprattutto riguardo alle regioni mon- ristico (IO).
tuose. Contem poraneamente vedono la luce

(•) Foglio dispasiz.ioni n. 67 del Presidente Gene- dechemi n de fer •. M. lhrctti, Torino, J. eandclctti,
rale A. ;\lanaresidallaSedoeentralc. il9giugno 1937 !881. Il lnvoroòan nun7Jatol'a nno p rooedt:n tc da una
Ne CO.'lti!u isce ancora oii:ii:i un ~ignilì<;ativo esem pio il notizia dello stesso Autore (Boli., 1880, n. 4, pag. 295,
rifugio L. Brioschi della Scl:ionc d! /\ lifano su ll a vetta • 11 tro foro del "lon1e Bianco., ~ I. Baretti), e s., rà ri·
della Grigna Setten trionale {2-4 IO m ~.m.) contempo· preso 11i1ì tard i (Rfu., 1920, voi. XXXIX, p.ig. 209, • Il
raneamente rifugio di ca te11oria B del e.A. I. , aperto traforo dd !i.ton te Bianco ed i grand i 1)roblcmi uazio-
tutto l'anno, estationemetoorolo11ica dell'Aeroriautk:.a riali ed in ternaz.ion:1li del traffico., S. Covi. Mibno,
Militarcinoostanteoont.'lttoradiofonioooonl'aeropor- 1920)
lo Forbnini di Milano. (")&Il., 1867, n. 8, paa;.8, No1ttiegoo\ogichein
(7) Beli., 1866, n. 3, pag. 76, • Previsioni del tem- .Guida per viagi:i alpini nelb Valsesia•. Boli., 1867,
po•. Boll., 1880, n. 42, pa&. 37 1. Con,·cgno meteonr n. 10-1 1, paJI. 259, nota I, Rocce raccolte sulb vetta
logico presso b Sede Centrale del e.A.I . in Torioo. del e hardonnet e:iamin.~ tc ù.~ B. Castaldi; pag. 26-l ,
Rfv., 1902, voi. XXII , pag. 8, • Alpinismo e metooro- ·Alcuni dati su lle punte alpine situate trn !I Levam1a
!ogia., G. Ceresole. Rit>., 1960. voi. LXX IX, pag. 301 , ed il Roeeiamelone•, B. Ga.o;taldi. Boli., 1868. n. 13,
•G uida meteorologica delralpinista •, L. Verri. Da M11- pagg. 320-32 1, Sezione geologica del Monte Cervino
r11wle110di1.stroz.ionl tcicntific /1111icr 11/11ifl l.sll, del Co- acclusa ali.i reL,z.ione dell 'asce nsione de ll'inJ:. Gior<b·
mita toScicn ti6.eodel C.A.l ., 1934. p.igg. 77-!02, · Os- no nel .wttcmbrc 1868 al Cervino, con due sezioni geo-
servarionl meteorologiche-, U. Montcrln logiche dci din torni. Boli., 187 1, n. 18, 1>-~gg. 22 1·235,
(•) BoU., 1866, n. 3, pa i,::. 35, ll apporto della Com- o~rvazioni \itologichean nesscalb reb zionca ll'ascen·
mWione isti tuita per l'esame 11oologieo delle grandi sionc al Gran Sasso d·Ha lia. Boli., 1879. n. 38, pagg
gallerie pro&ettate attraverso le Alpi italo-elvetiche 474-479, . Studi gt'Ologici sulle Al pi Graie scttcntrio-
{San Gottardo, Lucomagno, Spluga), convenuta a T o- nali o, M. Barctti, Mc1ooriadellaclassediscienU!lìsi·
rioo il 3 ae;osto 1865, presieduta da A. Sismonda, re- che, m.itematiche e na tu rali dcli.i Regia AC<':ldcmia
btoii A. Stoppani e F. Giordano. dci Lincei in Rom.i, sed uta del 6 a prile del 1879.
(') BoU., 1881, n. 47, pag. 499, , Aperçu géolo- Boll., 1880, n. 44, paJ:. 650, •G uida geologico-alpina
gique sur la ch!i ne d u Mont Blanc cn rnpporl avec le di Bassano e dintorni•, oon uoo schizzo geologico ed
trajet: probable d 'un tunnel pour une nouvelle ligne uno spacca to, A. Sa.eco, Bassano, 1880. Boli., 1881,

100
opere i.n questo campo di carattere regio- man mano, per le ragioni a suo tempo espo·
nale e generale con intenzioni p iù chiara- sic, acquisteranno un carattere specializ·
mente e prevalentemente scientifi che, che zato e magari divu lgativo (").

n. '1 7, pag. 496, • ill usl m7fone orogr:dìco-geologica in artioolo sul dintorni di Bcllu no-Fcltrf;-Agordo d i R
delle Prealpi Bergamasche•, A. Varisco, lkrgnmo, Hocrnes tmdouo dnl tedesco (p agg. 5 15-558). Bo//.,
1881. Boli., 1881, n. 48, 1>agg. 592-601, Appunti goo- 1879, n. 37 (bibliogmlìa), ·Sui rilevamenti geologici
\ogicl al tcrminedell'artioolo. Una gita sulle ~!adonie fottinc!leAlpipie1nontesiduran telacamp,1gna 1877 .,
e sull'Etna•, A. De Gregorio; pag. 663, Dai Commen- ~I. Baretti, ~ l ernoria della classe di Scienze Fi,iche,
tari dell'Ateneo di Brescia, •Una gita geologico-alpini- Matematiche e Naturali della Reale Accademia dei
stic:i fm il Lae;o d'Iseo e il Lago d'Idro , , G. B. Caccia- Lir>eei, voi. Il, 1878. Boli., 1879, n. 38 (blbliografì.i),
m.ili. lk!ll., 1884, n.51 , pagg.3-151, . I] Morgazzolo •Le lll)!;tre Alpi e la pi3nura del Po., G. Omboni, Mi-
ed il Mottarone ., O. Spannaeon, eon bibliootralla goo- lano, 1879 (descrizione geologica del Piemonte, della
miueralogica, tavole e fotogm~c; pagg. 231-2<18, Nelle Lombardia, del Trentino. del Veneto e dell'Istria)
caverne ossifere e non ossifere delle Alpi Marittime, Boli., 1880, n . .J I, I>Qg. 195, • Note geologiche sulln
OUCl'\'ll.7,iOnigeoloe;ichefotteduranteunaascensionea\ B.1silieata., C. De Giorgi, Lecce, 1879. Boli., 1883,
~ lontCioic, F. Sacco.Bo//., 1885, n.52, p.igg.117-12'1, n. 50, pagg. 13-16, Memoria sulla geologia bresciana
escursioni geologiche in Abmz20, C. B. Cacciamali di G. Regn1.onl (oompilata a spiegazione del prolìlo
Bo/I., 1897. n. 63, pagg. 273-294, • A1>punti geologi- goognostico dcli., Al pi dello stesro Autore) presentata
ci., A. Viglino. Bo/I., 1000, '" 00. 11agg. 186-209,, A a! XVI Congresso degli Alpinisti Italiani, 'Brel'Cia, 1883.
~lontcscudcri in Sicilia" L. Molino Foti. /Jo/l., 1903, /Jo/l., 1885, n. :'.i2, p.1gg. 96-105,, ~l assima clevazion"
n. 69, pag. 189, •I! Monte Alpi di L.i tronioo in Basi- dell'Eocene nelle Alpi Occidcntnli Italiane., F. Sftcco.
lic:i!a ed I suoi marmi •. Boli., 1908, n. 72, pagg. 157- Boli., 1893, n. 60, Quadro riassuntivo della eostitu7..iO-
189, • I mlnCfllli dcl e;ru ppo dcl Cmn Parodi.so •, A ne geologica dell'Appennino settentrionale, ncll'artioo-
Pelloux. Boli., 1909-1911, n. 73, pagg. 107-121, . 1 mi- \o • Lo sviluppo glaciale dell'Appennino settentriona-
nerali dclli Val :\la\enco •, F. ~lauro. Bo//., 1912, le•, F. S.'\C'CO {paig. 263-281). Boli., 19"-5, n. 75,
n. 74, !Xlgg. 113-224. , JI gruppo della Presanella •, pagg. 184-24 1, • li massiccio cristallino delle Alpi Ma·
W. Laeng. Rio., 1890, \'OL IX, pag. 214, .J nostri rittime •, A. RoccatL R/u., 1888, voi. VII, pag. 233,
monti • (l..cechcsc), ~[. Ccrmen.iti, Sondrio, 1890. Riv., • Sulb geologia e paleontologia della Provinei3 d1 Ba-
1901, voi. XX. pag. 428, •Una lezione di geologia d;1! ri., A. Jatta, Tmni, 1887; pag. 153, •I eolli Torine-
Citlneo •, C. Il. Cacciam:r.li, llrcscia, 1901. Riv., 1904, si., ~'.Sacco (eon carta geologic:i al 1:20.000), Tori-
vol.X..Xlll , pa11.28, • Escursionlgeologiehenclgnippo no, 1887,pae;.396,•lterrcniterzinriequatcmaridcl
dcl ~larguarcsc •. G. Rovereto. lli u., 1007, vol. XXV I, Biellese., F. Sacco (oon carta goologica dcl Biellese e
pai;:. 189, • !<. lontitmigru11pi Desim:1udat'<I Argenteo dell'Eporediese) a eum della SC7.iOne di Biella. Rio.,
rn •,F. Sacco. /liv., 1911, voi. XXX, pag. 342, • 11 1889, voi. XXVI II , pag. 88,, Jl J>liocenc ccntroalpino
gru[ltlO dcl Ccnisio-Ambin-Frcj us., F. Sacco, con ear- di Valsesia" F. Sacco. Jllt.>., 1890, voi. IX, Carta geo-
la geologica e sezioni geologiche, Comllato Pro Ccnisio, logica dcl baci110 krziado dcl Piemonte., F. Sacco;
Torino, 1910. Da Croctmo del C.A. t. do/ 1863 al 1888, pag. 409,. L.i gl-o-tecionk111e de la hautc ltnlie occi-
di S. C..incr: • Note geo)oi:iehe sulb Basi licata., C. dentale•, F. Sacco; pag. 408, Carta geologica delln
Di Giorgi, 1879. ·Sulle rocce pi1'1 antiche delle Alpi Lombardi:i, G. Taramdll, Milano, 1890. Riu., 1891,
Apuane e del Monte Pisano ., C. De Stefani, Roma, voi. X, pag. 137, Carta geologica. della Liguria, :\.
Jlarbem, 1875 Issei e Squinabol, GenOWI, 1800-1891; p.ig. 425. Carta
(Il) Holl., 1868, n. 13, pagg. 320-321, Carta geo- geologic:i delLi 1X1rte centrale dell'A11pennino sette...
logica·mincmlogica dcl Cervino, B. C.istaldL JJoll., trionnle, F. Sacco, Torino, 1891. Riu., 1892, voi. Xl,
l874,n.22,pag11.i2-Sl, •S ullaeoslituzione dclMon- pag. 336, •Liguria geologica preistorica._ A. Issei,
tc l'ancra •,con schiz20 e tavob, saggi di un profilo Genova, 1892. Rio., 1893, •·o\. Xli, pag. 215, • Geolo-
geologico della Valses~1, C. Neri, memoria presentata gia della Provincia di Toriuo., M. Baretti, Torino,
all'admmnza della Sezione Valscsianadel C.A. I. dc\24 1893 (oon atlan tecioloss.1rio); p.ig. 216, ·Osservazio-
ngoslo 1873. Boli., 1875, n. 24, pagg. 32-33. Tavol.1 ni stratigmRchee paloontologiche suita regione com-
goologiea del 1ronro inferiore dclb catena litorale tir- presa tra i due rami del bi:o di Como e limitala a sud
renica dalle colline di Anagni. Bo/I., 1876, n. 28, dnl laghi dclb Brianz.1 •, B. Corti (con carta goologi-
p.1g.518).• Scien7.iedalpinismo•:studlgoologici.snl ea aoolori). Rlt>., 1894,vol. Xlii, IXIS-239, • L'Appen-
grn11po dcl Cmn Paradiso, M. l:breUi; Ca!alogo ragio- nino dell'Emilia: studio e;eoloe;ieo., F. Sllcco, Roma,
nato d elle rocce dcl Friuli, T. Tan1mclli. Boli., 1878, 1894; pae;.'112,. La collina di Torino in rapporto alle
n.33,pag.89,• lterrenieostituentll'anfitcatro allo Al11i, all'Appennino e alla pianura dcl Po., F. Virgilio,
sbocco della Dom Baltc:i., L. Bruno, Ivrea, 1878 Torino, 1894; p.ig. '112, •Della storia geologica del
Boil .. 1878, n. 36, pagg. 228-229, Tavola e prospetto di lago di Garda., T. Tnmmclil, 1893. Riu., 1895, voi.
profilo geologiro della pianura veneta nell'Agordino, XIV, pag. 24, Carta ioeolos:tca in • Gli anfiteatri mo-

lOl
renid del lago di Como" F. Sacco, Torino, 1893; 144, •Come si formò il Cervino• , F . Sacco, .:la Giooo-
paa:. 298, • Essai $ur l'orojl'.cnie dc la Terre •. F. Sac:- "" MOfltagna, IX. Torino, 19'>..3. Rio., 1924, voi. XLIII,
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ma orogenetico delrEuropa., F. S.1cco, da .Cosmos., se la Grivob., F. Sacco, in Pro Pic1mm1e, Torino,
Torino, 1895. Rhl., 1896, voi. XV, pag. 73, • lbppartes 19'>..3. Ri11., 1928, voi. XLVII, pag. 427, • Ca ri • gooJo.
~cctoniques entre Ics Alpes et Ics Appennins ., F gica dc!la catcM dcl Cmnd N"omcno...Crivola·Hcrbe-
Sacco, Bruxelles, 1895. Rlu., 1897, voi. XVI, pag. 91, tet., G. Dcl f'ia7~ Padova, 1928. Rlv., 193$-1939, voi
• Geologia della colllna di Castenedolo e conncssavi LVIII, pag. 359. • Corska geologica•, F. Sacco. Rh>.,
questione dell'uomo pliocenico., C. B. Cacciamali; 1931H940, voi. LIX, png. 215, • La stn.ittura delle Al.
pag. 134. , J.'anlìtcatro morenico dcl lago di Garda ., pi Apunnc ., C. Morandini (con llrolìlo geologico);
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lìtrotri morenici del Veneto . , F. Sacco ((!()Il carta grafia, serie X di Saggi e Rle11reh11, dell'Università Cat-
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7jonc di st ud i di C. Marco sulla geologia dclrm1lìtentro $0So-ealearea nell'alta valle del Sccchin ., Memoria <lei
morenico di l vrcn e dcl Sanhmrio di Orop.1. Riv., 1905, Comitato5cicn ti6co Centrale a cura dcl Comitri to Scicn-
w1l. XXIV, pag. 311, • Appennino Settentrionale e !irico dclb SC?:ione di Modena: •Rocce e minerali dcl·
Ccntrn lc., F. Sacco (con carta geotettonica). Riv., folta \'ll!le dc\..Scochia •, ~ t. Bcrtolani. Rlv., 1953, voi
1907, voi. XXVI, p.111. 32, •Fenomeni di corrugamcn- LXX.l i. •Le rocce delle Alpi., C. Nimgcroni, n. I dcl.
to negli :1eUti delle Alpi ., F. Sacco; pag. 32, • Lois la collana • Conoscere le nostre montngne attraverso
fond.1mcntnls de J'orogenlc., F. Sacco. !liv., 1908, \"imm.1gine • a cura dcl Comitato Scientilìco Centrale
voi. XXV II , p.1;. 152, , Cli Abru1.7.i ., F. S.1cco, Bol- e di Milano dcl C.A. 1., Ed. APE. Rlv., 1954, vol
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ta geologica e tettonica). Rlu., 1909, voi. XXVIII. tro morenico dcl Verbano e dcl territorio varesino.,
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ria dclb llegia Accademia delle Scien2c, tomo 60". lc11CO alla Val ~fa,ino ., C. Nangcroni, C. Fagnani, S
1908. Totioo (ron carte gooloaich<'); llilg. 240. ·li Vcnzo. n. I dclb collaua • llincrnri nah1rnlistici attra·
Molise., F. Sacco. Bollettino dl'lh Società Geologica "<'™' le Alpi., a cura dcl Comitato Scicntilloo Ccn·
Itali:ma, \'ol. X.XVII, 1908. Riu., 1911, voi. XXX, pag. trale dcl e.A.I. Rio., 1956, voi. LXXV, • Rocce e ml-
373, • L'Appennino Settentrionale e Centrnle" F. neroli utili dcl Lario e dclfa Valtellina., C. Fagn.1ni,
Sacco, da Co.tmN, .cric 11, voi. Xlii, 1909; pag. 373. n. 4 della collan.1 • Conoscere le RO$lrc montagne nt·
•Cenni di gcologL1 applicata sull'Appennino :'>foridio- tra"<'l"SO l'imma11:ine • :t curn dcl Comitato Scicntilloo
nale., F. S.1cco, dal Giornale di Geologia pr:!.lica, vol Centrale e di Milano dcl e.A.I.; • Attra"<'NO le Cri·
VIII, Pcru11:~1, 1910; Illlll· 343, • L'Appennino ~lcridio- gne o, e. Saibene, n. 2 della collina • It inerari natu·
•~ile•, F. Sat'CO, dal Hol!ettino della Società Geologica ralistici attr:werso le Al!li. 11 curo del Comitato Scien-
ltalinna, voi. XX IX, 1910 (con eirta geologica). Riu., tilìco Centrale dcl e.A. I. Da ero11oco dcl C.A. 1. dal
1912, '-ot. XXXI, p.1.Jl'.. 396, •La fahb di ricoprimento 1863 al 1888, di S. Caincr: A. Aless.1 ndri (Bc'1:llmo),
dcl Monti! Cu11Uclmo., G. B. Cacd11m.1li; pag. 29, , ll vari studi Ji:eo\op:i in periodici scicn tilì.ei , R. A'J;ln7l
gmppo dcll"Argcntcra., F. Sacco, :'>lcmoria dclfa Re- (Verona), pubblicazion i 1eolo11:ichc, mappe, 5paccati in
gill Accadcn1ia delle Scicntt, Torin o, tomo X, 56'. lliu . , rilievo. B. Castaldi (Torino), C.uta geologica delle Al
1913, voi. X.XXII , p.1g. 113, •Studi gcotettoniei sulle pi Occidcntali in 32 fogli, cse1111it11 in co!lnboml'ÌOne
Alpi Orlenfali •, G. Da! Pin-z, Memoria dell"lstitu to ron Q. Sella, M. Baretti, C. lleruttl, L. llruno e C
Geologico Universitario di Padova; p.:ig. 55, • I~1 Pu· Bruno, ed altre 62 pubblicaUoni In 11ra11 p.utc geologi·
glia•, F. Sacco, Bollettino dclln Società Geologica ltn· che. D. LovisMo (Sns.s.irl), pubh!ica1.ioni geologiche
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gruppo dell'Ar11entcr:1 ., F. Sacco, dal Giornale di geo- 11ineia di Verona., lit. Vfanini, 1882, COll Ml<l i\lustrto·
logia pmtica, Pcni11ia, l9ll; pag. 148, •La geotctto- tive alb carta stcss.1, e molte al!re pubblicazioni di
nica tlcll"A ppennino ~leridionale •, ~·. Sacco. Balletti· studi e memorie geolo11:ichc. C. Omboni (Vicc111~1),
no della Società Geologica Italiana, voi. XXX I. Rio., , Geologia dell' Italia., Milano, 1869. C. Pon:r..i (Roma),
1914, voi. X.'<Xlll, p.111. 198, • I minemli., E. Artini molti studi e memorie scicn ti&chc specialmente di geo.
Rlv., 1917, voi. XXXVI. p,1g. 190 e p.1g. 233, • Il C1r. logia. M. Rota (Bl'!"gamo), •Studio goologioo su l Re-
'° .. G. l..acna:. Riu., 19'>..3, "o!. XL II , pag. 190, , ero- segane., a cura dclb Sczio11c di llcrgn mo, 1873. F
nologUr. a:ooloiiai d('llc valli Bcrg:unaschc ., E. C.1ffi, Sacco (Torino), • Carta 11'Ql0&ica ddl'nn6tmtro moro.
dal Bollettino Mensile della SC?.ione di Bcrga1no; pag. nico di Rivoli ., Tori110, 1886. G. Spnb (Torino),

lfr2
Di intento più particolarmente pratico traverso conferenze, pubblicazioni, sulfra-
anche se non meno valide scientificamen- gate da un continuo percorrere le monta-
te, sono quelle ricerche che in quest'ambito gne, nonché in particolare in campo scien-
si ricoll.egano a problemi minerari ('l), di tifico con numerose opere (1').
approvvigionamento di acqua potabile, o
bibliografìci e di segnalazioni (mostre, rac-
colte ecc.), o di didattica divulgativa com-
plementare all'alpinismo (u). G111ACCIO - N EVE - VALA NGHE
€ a] tenninc di queste brevi indica-
zioni che si rit iene di dover citare a parte L' interesse per i problemi dcl ghiaccio
un'opera ed un autore che occupano un e della neve appare ovviamente come par-
posto p articolare tra tutti quelli che in ticolarmente sentito per chi si dedichi ad
campo scien tifìco e divulgativo hanno ar- interrogativi scientilìci nell'ambito dell'am-
ricchito e messo in risalto l'opera del biente montano ed è in fac ile contatto con
C.A.T.: Jl Bel Paese di Antonio Stoppani (' 4). i più notevoli fenomeni dcl genere soprat-
Lo Stoppani che nel 1874 fu il primo tutto locali.
Pres idente della Sezione di Milano del Ben presto i ghiacciai vengono all'ono-
C.A.L, contribuì alla diffusione dell'alpi- re della cronaca nelle prime pagine uffi-
nismo nell a sua pili completa espressione ciali del C.A.T. e sull'argomento si susse-
(come si è ricordato nella premessa) non guono « dissertazioni ~ e studi veri e pro-
solo con l'ope ra più nota che ebbe una p ri. Tali lavori riguardano tanto i ghiacciai
larghissima eco non ancora spenta, ma at- i.n generale (16) come problemi particolari

·Sul Berillo di Craveggio e sul gneiss di Beurn., Re- geologica dcl 1893. Rio., 1901, •·ol. XX, pag. 427, e.ar-
gia Aeead<'!mia delle Scienze di Torino, 1882. A. Vari- t.a e bibliografia geologica dclLi Provincia di Vice.,7.:J.,
<eo {Bel'jarno). •Profilo pa1W)rnmico-geologieodelleAI. Sezione di Vicenza de\ C.A.I., Vicenza 1901. Rlv. ,
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Provincia. di Beri'}mo e studi geol0&icl. D. Zaccagna l'cicntifica <lei 11:n•t1pO del Monte Rosa, A. Durio. Rio ..
(Sc2.ione Apu an.i), • Sulb ioolo11:ia delle Alpi Ckciden- 1927. voi. XLVI , pa.1. 248, 8iblio11:rnR.1 scientifica di
t~li o, Roma. Rcigiani, 1880. Da Mom1alc1to di i.itru. Quintino Sclb, F. Sacco. Ri11., 1 939-19~0. vol. LXIX,
.:ior1i«:Je.,li/iclre 1>er ol1ttt1l.stl, del Comihlto Scicnrifieo p.ig.446, La geoloiia al MoseoNazio.,ale <lelLi !\lo11-
0.,1C.A.1.,1934, p.igg. 103-118.• Qsscrv:izioni goo\o. h1gna,A. Hess. Boll., 1861.n.68,p.1g.428. Inaug\lra·
gich..,.,G. Merln z.iol"" (28-29 settembre 1867) di un ~luseo di Storia
(Il) Bofl., 1879, n. 40, • Cc1mo geognrnrico.minem· Naturale inVarallo
logico su lla minicm cu]lrifera di Ch.lmp dc Prnz in {I') Da Cror= dcl C.A. 1. dal 18$3 al 1888, di S.
Valle d'Aosta . , F. Virailio. Torino, 1879. Boli., 1880. Cnincr: A. Stopp.111i (.1.lilano), , JI Bel Paese ., l 8i3
n. 43, p.ia. 553, • I giaci menti anrrncitifcri ;., Val. L 'edizione illustrota è del 1908con notevoli arTicchi·
le d'Aosln ., ~ I . Barelli, V. F ino, B. Porro, Torino, men ti di note e aigiunte su zone alpine
1880.Boll., 1885, n.52,p.igg.125-141. • I bacinilorbi- (1!) Ricordiamo: ·Corso di ieologia" 1871·1873,
fori di Tmn:1 cd Avi11linna., F. Sacco, Torino. Rie., 3 voll.; .Paléontologic lombarde., 1875, 4 voi\.; nu
1930, voi. XLIX, p.111. 61, . Cenni geologici, storici ed· n1eroseraccoltedico11fcrcnzctrac11i<1ucllesu1!' • Am·
economi ci sull'aminnto., E. Alle11ra. mv., 1897, voi l>ra•csulla o l'u tc7.7.adelmnroedell'ai mosfem•.
, .\li,pag.19 \ , . l\cln7JOncgrolo11ica su ll'acqu.11)(lla· (16) Boli. , 1867, n. 9, paa;. 224, •Ghiacciai nnrichi
bile de!la Val Sang:one •. L. llal<lacci, F. Sacco, Torino, a moderni., dissertazione, M. Buettl. /Joli., 1895--
1800. Riv .• 1901, voi. XX, 1>-1a. 66, •Osservazione geo- 1800. n. 62, paglf:. 93-130, • 11 problema gl~clalc •,
logica in rcb ziO lle al proietto per l'acqua po!n bilc del L. De Marchi. Roll., 1925, n. 75, pagg. 309-322, I 0

l'ianodclLi Bussa a Torino•, F. Sacco ghiacciai italiani-, C. Porro. lliv., 1889. voi. VIII ,
(Il) Boil., 1909-1910, n. 73, !Xli· 288, Noti2ie bi- pag. 154, ·Il regresso del ihiacciai •,C . .I.farinelli.
bhogrnfiche ncll'urticolo • llan1ppodcl Moute Oisgm- Udine, 1889. Riv., 1885, voi. XIV. pag. 262, •Le cnn<e
7.ia •, R. IJabbio. Riti., 1895, voi. XIV, )l:'lg. 136, • lli- dell'era glnciale., L. Dc Marchi, l'avi~, 1885. R/v.,
bliogr.oft:i geologica dcl Piemonte-, F. Succo, Paron:1, 1921, voi. XL, p.iJil:. 8, •Le condizioni mcteoro-idro-
Virgilio. mv., 1896. voi. XV, 1>.ig. 166, Bibliografia logiche dell'Ern Qua.ternaria e b caun; dei periodi

103
e regionali ('~. oppure i residui di glacia- cemc la geologia (alle cui note si rimanda
lismo e la geomorfologia glaciale (13) in o- il lettore) o che lo verranno nel paragrafo
pere già in parte citate per quel che con- riguardante la geomorfologia generale.

glaciali ., F. S.icco, da ~ l emorie della Regia Acc:idL~ l'Era Quaternaria" • D Quaternario nell':i.lta val! ...
mia dei Lln«:I, 5' serie, vol. Xlii , Roma, 1920. Riu, dell'On:o., • li Quaternario nell'alta vale dii RIM!me •.
1961, voi. L.XX.X, . Ricerehe liu alcuni toponimi di gla· • Il Quaternario nella catena del Monte Bianco •. Riv.,
ciologia alpinll •.G. Laeng. 19'10-1941, voi. L.X, pai . 159, •Un fenomeno poc0 no.
(17) Boli., 1871, n. 18, pag. 228, . Gh iacciai de!- to dcl Livi11: nasco: i ghiacciai., G. Nangeroni. Rlt>.,
l'Adamdlo •. Roll., 1880, n. 42, • Il ghracc!Rio dd Hl-17, voi. LVr, pag. 105, • I\ ghiacciaio Abdunno"
~liage. Vel'$.i nte italiano del Monte Bianco • , M. ll~­ R. Pra cchi; p.ig. 167, . n glacin lismo bergamasco•,
retti. BoU., 1881, n. 45, p~. 3·9, ·Monogro lìadel G. Nnngeroni. Rio., 1948, voi. LVII , • ~lorfologfa e
ghiaccialo della Brenva .,topoii:ralt~,oscilln;loni,G.G. rnorfomelrla del ihìacciai della Val di Rh~me •, oon
Marengo. Boli., 1885, n. 53, pagg. 42-50, ·Il ba<:ino bibliografia sino al 1947 ed elencazione di dati, C. F.
del Ventina . , da Monti t1 ghiaccilri di A11.u, A. E. Capello. Riv., 1956, voi. L.'\XV, Piii· 235, •li gh~1c­
~fartelli. BolL, 1888, n. 55, pagg. 174·180, • L'L'J'IOCI ci<1.iodel Caldcronea l Cmn Sassod'ltali:l o. Riv., 1961 ,
glaciale nella Val.grande in Valsesia •, G. Giorda:11. •"OI. LXXX, pag. 228, • Situarionc glaciologica nel
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n. 60, p.igg. 263.281, •Lo sviluppo glaciale dell'Atr •L'an tico 11hiacci.1io della Maiella •, Caserta. Nobile .
pennino Settentrionale., F. S.icco. Boli., 1898. n. S.1, (11) Bo/I.. 1880, n. 41 , pngg. <1 3-48, , Il lago dcl
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valli di Salamo e di Adame ., C. B. De G:isperi; Virgilio. Boli., 1898, n. 64, pa ga:. 4J.59, •L'epoca
pagg. 81-112, •Ghiacci.aio del Brenta ... " C. De St... glaciale e la teoria orogralica • , O. De Pretto. Ball ..
falli. Boli., 1925, n. 75, pagg. 323--379, •Alcuni ghiac- 1899, n. 65, pagg. 327-348, •I paesaggi preal11ini e
ciai delle Dolomiti ed il loroambient eorogra lleo., B. le moderne Jdoo .sulla geolo11:ia conti nentale., le;,..
Castigliani. Boli., 1936, n. 76, p.1gg. ISS.20!, • Il vasioni glacia li, A. Cou.ai lio. Boli., 1901, n. 67, p.igg.
ghiacciaio dcl C.11deroi1edel Gran Sasso d'Italia., D. 103-132, • Le nnove teorie sulla erosione glaciale" fo'.
Tonini. Riu., 19()9. voi. XXVIII , pag. 189, • Apptmti Virgilio. Boll., 1 912-1913,n.74,p.1gg.~ •• chia c-
.rui ghillcciai delle Alpi ~larittime., con due illu<tr... ciaf e tmcce glacia li nelle vall! di Snlarno e di Adn-
zioni, f'. Mader. Riv., 1910, voi. XXIX • • I ghiacc~ii me ., C. B. De Gasperi. Boli., 19"..5, n. 75, p.~gg. 381·
delle Alpi Venete " O. ~forinelli, da Memorie geo. 392, • Particolarità morfologiche delb .rupcrficic dei
grafiche, liuicico\o li, 19!0, Firenu-. Rio., 1913, n>l ghiacciai ., U. ~lonterin. Riv., 1886, ''ol. V, •Carta
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nelle Alpi ~ l arlUime" A. Roocs li; pag. 11 3. , I ghiac. 1888, voi. VII, pag. 233, • lnfluen1.a dci sollevamenti
ciaiantichi ed attuali delle Alpi Mari1tirne centrali •. o degmdn1Jone delle monlngne sullo sviluppo del
Riv., 1916, vo!. XXXV, pag. 24, risultati di os~erva:i;ioni ghia cciaio., O. De Pretto. Wv., 1895, vol. XIV, pn!I'..
gla<:iologichein •Laspedizione scientilicafn lndiacd 24, • Cli anfit eatri morenici del L.'lgo di Como" F.
Asia centrale dcl dott. E lippo De Fili11pi ., A. Ferrari; S.icco, Torino, 1893. Riv., 1896, voi. XV, p.ig. 1&1,
p.igg. 41 e 75, • Il glacialismo nelle Alpi ~larittime., • Carta In ri\iero dell'anfiteatro morenico del Lago di
A. Roccati . Rio., 1918, voi. X.X.XVII, • Il gbciulismo G:mLi ., della Scuola di Guerra d i Torino da Ja,-ori di
antico e moderno del Cervino " F . Sacco, d:i Atti della D. Locchi. Rio., 1897, voi. XVI , P3i· 64, • L'anti6t e11·
Regia Accademia dello Scien:i;e in Torino, voi. LIII, tro morenico dcl Lago di Garda " F. Sacco. Riv.,
1917-1918. Hiv., 1923, voi. XLIJI, p.ig.162, o Il ghiac- 1900, voi. XIX, JXli. 58, .et; anfiteatri moren ici del
ciaio delb Brenva ha varcato la Dora di Va! Veny •. Veneto ., F. Sacco. Riv., 1918, voi. XXXV II,. li ghfac-
U. Valbusa; pag. 75, •Una gignntcscacolLina di gem. eiaio ed l bghi del Rutor ., F. Sacco, dal Bollcttlno
me glaciali'• F. Sacco, dalLi rivista Pro Piemonte, To. della Società Geologica Italiana, voi. XXXVI , 1917;
rino, 1923; PDi - 114, •li glaeialismo nel gruppo dd p.ig. 141 , ·L'apparato morenico del ghiacciaio del
Gran Paradiso " F. Sacco, dal Bollettino del Comita- Miage •, F. Sacco, dal Bolletti no dclb Società C eolo.
to Glaciologlco Italiano, Roma, 1923. Riv., 19"-3, voi. iica Italiana, voi. X.X.XVI, 19 17. lllt>., 1931. voi. L.
XLVI, pagi. 273 e 331, • ll lilhiacciaio della Brenva., pag. 505, • A11:enti e fom>e di atla>:ione e di ahbzione
U. Valbusa. Rio., 1931, vol L, pag. 710, ·li glaeia. glaciale ., U. Valbusa. Riv., 1952, voi. L.XXI, pag. 320,
lismo nelle valli Sesia, Strona, Anu e nell'Ossola •. • Note su 111euni laghi ibciali dell'Adamello •. G. Mo-
Rio., 1933, \'01. LII , pag. 83, •Appunti storici sui randinL Rlv., 1961, rol. L.XX.X, p1111:. 371,. Fenomeni
ghiacciai delle valli di Lanzo., C. F. Capello. Riv , gbci.ili e carsici nella 7.0na del M.irgu.ircis., E. Po.
1939.19-10, voi. LIX, pag. 122, •L'Alta Italia durante senti, F. Iknsa,C. Conio.

!().l
Curiosamente i ghiacciai stessi oilre quello su cui oggi non si hanno certo dub-
che per una soluzione rigorosa agli inter- bi: sulla natura dei massi erratici (gla-
rogativi da essi posti, sono oggetto di inte- ciale o torrentizia), che tra il 1848 e il 1868
resse per il problema, che evidentemente costituì un elegan te campo di dibattiti r1)
allora appariva di incerta soluzione, della e successivamente fu trattato in modo ben
loro appartenenza : allo Stato o a pri- diverso (2 1) .
vati? (' 9); la discussione non appare tut·· Già nei primi anni ebbe poi inizio quel-
tavia esser stata lunga. l'attività capillare intesa a far conoscere
Nel complesso gli argomenti vengono uno per uno, nelle loro dimensioni e com-
trattati in un primo tem po in senso molto portamento, i ghiacciai ital.iani (q uelli nu-
lato o in particolare per dare una solu- merosi alpini e l'unico attuale appenninico)
zione a problemi che ancora nei primi anni affidando a soci volonterosi l'incarico di
del .e .A.I. si presen tavano ambigui, quale controllarne periodicamen te la vita (n).

(19) Boll., 1884. n. 51, •Questioni di diritto into<· 359,•N'uoveosscrvazioni,;uighiacciaidclgrnppodd


no ai ghiacciai., E. Bacr. Gran Paradiso., V. ~lonti , per conto dclb Commis~io­
(~) Bo/l., 1868, n. 13, pag. 385, •Nota sulla dia· nc dcl e.A. I. per lo studio dei ghiac.:iai; pagg. 9S.100.
trilxt tra glacia]isti e torrentisti su!b. natura dci massi •Commissione dcl C.A. T. per lo studio dei ghiacciai o,
erratici• . sunto delle deliberazioni cd istruzioni per lo ~tu<l io
(li) Rit>., 1914, voi. XXXIII, pag.137,, J massi cr- dci ghiacciai italiani. Riv., 1912. voi. XXXI, pag. 43,
ratid nella regione dci tro laghi., C. Codarn. F. Mau- ·Osservazioni sui ghiacciai italiani dcl gruppO dcl
1"1), E. ll epossi. Rio., 1927, voi. XLVII, pag. 202, • Mas- Bernina e dcl Disgrazia•. D. Sangiorgi;pag.74, ·Os-
si erratici., C. Dc ~lichcli . servazioni sui ghiac.:iai delle valli di Salarnoe di Ada-
(ZI) Boli., 1871 , n. 18, pagg. 363-379, • Transposi- me., G. B. Dc Gasperi; p.1g. 237, •Le fronti di 7
zione delle istruzioni dcl Club Alpino SvizzcrQ da~'(."(>r­ ghiacciai dcl versante italiano dcl ~!onte BianC() n<"l
do con la Sodctà Elvetica di Scienze Naturali ad uso 191! " P. Revclli; pag. 335, •L"osservaiione <lei
degli alpinisti .mi ghiac.:iai •.Bo/I., 1878, n. 35, pagg. ghiacciai di Val Malene<>•, I). Sanglorgi, 1911. Rio.,
425428, richiesta di A. Stoppani per avere notizie da- 1913, voi. XXXII , pag. 46, • Osservazioni sui ghiacciai
gli alpinisti sulle variazioni dei ghiac.:iai (• ... assistia- clc\ 'l'isgana, dcl Vcncroc:olo e d'A\'iO nel gruppo dc~
mo attualmente ad un periodo di straordinario regres- 1·Adamc!lo., G. B. De Gasperi. Rit>., 1915, voi. XX:\l!J,
so ... •). Boli., 1813, n. 38, pagg. 294-296, •Sui movi- p.1g. 62, primo Bollettino dcl Comitato C!aciolog«x•
menti dci ghiacciai•, due lc!tcrc degli inglesi J. Ib!l Italiano sotto gli auspici dcl e.A.I. e della Società
ed E. H. Swtt (• ... sorprenden te ritiro ... .). Boli., 1897, ltalian.1perilProgressodcllcScicnzc.Riu.,l917,l'ol.
n. 63, pagg. 295-320, • Ricerche sui fenomeni glaciali XXXVI, 1xig. 65, •Primi rilievi dcl ghiac.:iaio di ~lacu·
nel gruppo dcl Gran Paradiso •,Cftmpagnagbciologica gn,1ga ., C. Somigliana. Riv. , 1921, vol. XL, pag. 49,
dcl 1896, Traio, Crivoletta, Valnontey. Boli., 1903, citazione del 4° numero dcl Bollettino dcl Comitato
n. 69,pagg.127-156,•N'uoveosscrvazionisuighiac- Gbciologico Italiano (articoli di e. Somigliana. F. S~c­
ciai dcl Gran Paradiso e del ~ I onie Bianoo • (Traio, co, <X'C.). Tliv., 1922,vol. XLI, p.1g.15, • Relazionc•r1l·
Valnontcy, Bardonncy, Brenva), F. Porro. Boli. , 1936, rattività dcl Comitato Glaciologico Italiano nel bien-
n. 76, pagg. 159.187, •Le variazioni periodiche dei nio 192().1921 ., C. Somigliana. Riv., 1923, voL XLI I,
ghiacciai italiani nel 1934 -. U. Montcrin, Rio., 1893, pag. 105, citazione dcl 5° numCrQ dcl Bollettino <l<"I
voi. XIV, pagg.199.202, ·Sullo studio dei movime:iti Comitato Glaeiologico 1tal~1no (articoli di C. Somiglia·
dci ghiacciai ., rebzione della Commissione nominata na, U. Monterin, F. Sacco,<X'C.).Riv., 1924, voi.XLIII,
dalln Se<le Centrale dcl C.A.l., C. F. Parona, F. Sacco, pag. 138. • L'attività del Comitato Clacio\ogico Ila·
F. Virgilio. Rio., 1908, voi. XXVII, pagg. 172-174. , O~­ !ianoneglinnni 1921-1922 •, C.Somigliana. Riu., Hl.2:6,
scrvazioni e segnalazioni glaciologiche nelle Alpi ita- vol. XLV, • Relazione della campagna glaciologic:i dcl
liane nel 1906., oon bibliografìa; pag. 235.• Sulb !925., U. Monterin. Riv., 1932, voi. LI . pag . ..&3,
\'adazioni dei ghiacciai itl'lliani dcl gmppo dcl Berni· • Bollettino dcl Comitato Claciologico It aliano •. I)
na., I). Sangiorgi, L. Marson,comunicazioncal Ccu- Gribaudi; pag. 543, • Le variazioni periodiche ,Jc;
grcsso della Società per il Progresso delle Scienza in ghiacdai italiani•, U. Monterin; pag. 580, h tmzioni
Parma, 1907. Riu., 1911, voi. XXX,p.1gg.254-258,. L<- dclb Commis~ione Glaciologica dcl C.A.I. Riv., 19.13,
fronti di 1 ghacciai del versante italiano dcl ~ ! onte vol. Lll, 11ag. 308, • Lcvaria7Joni periodiche dei ghi.1c-
llinnoo nel 1910• , P. Revclli, per conto della Com· ciai italiani•, U. ~lontcrin; pag. 370, seconda parte
missione del C.A. I. per lo studio dci ghiac.:iai; ;>-1;:. dcllo~rittoprocedcnlc./liu.,1934,vo!.Lll!,p.1gg.96

105
Questa altivilà, in collaborazione con di esposizione di teorie, periodico nella
l'Accademia dci Lincei (n), poi della Socie- cui stesura hanno parte preponderante soci
tà J taliana pe r il Progresso delle Scienze dcl C.A. I
(1914) cd ancora (1937) del Consiglio Na- Uno st udio strettamente connesso al gla-
:lionalc delle Hicerche, darà vita al Comi- cialism o è quello della neve e delle valan-
tato Claciologico Italiano al quale si deve ghe, spesso perseguito ma con scopi più
lo S\'Olgcrsi di campagne glaeiologiche si- spesso pratici che scientifici e sotto que-
stematiche cost ituenti la base di quclrope- st'u ltimo aspetto in epoca recen te (25).
ra per ora conclusiva in questo campo che Da un punto cli vista divulgativo vanno
è il catasto dei. ghiacciai italiani. singolare segnalati gli sforzi periodici degli studiosi
e notevole nella sua completc-.1.za e rigo- dcl C.A. I. in opere e conferenze, per di·
re (1') e che ha nel B olfett i11 0 dcl Comitat<J mostrare l'im portanza d i ghiaccio e neve
stesso l'organo aggiornatore di dati e sede come clepos: ti stagionali di acqua, regola-

e 328, •i ciflu>o 50 01>emtori per la Commissione Cla- geroni, e di una Commi,sionc com1>0sta dai soci del
clologica dcl C.A. I.; pag. 572, • Boll<.:tti no dcl Comi· C.A. L C. Gentile. C. ~fnrandini, C . Nangcronl, M
tn10 G!aciologlco Italiano• (con scritti di diversi soci Vnnni. e con b roH:thorn7.ione di numerosi a ltri SO<:i
dcl C.A.I.). /liv., 1935. voi. LIV. p.11. 329 e597, scrit- dcl C.A.I. Nel 1001 uscivano altri due volumi dello
ti in merito alle ~>crvazionl sui ghiacciai cd alla Com· 'tesso Cata,to rigua rd.anti ris]>Ctlivamcn te I ghfacciai
missione Gla<:ioloa;icn dcl C.A. I.: pag. 66. •Le vana- dcl Piemonte e della Lt:nnb.mlia, alqunlcnesegulrà
zioni t>eriodichl' dl'i ghiacciai itnbni nel 1933., U. un quarto su quelli delle Tre Vene1.ic; In questi suc-
~ l ontcrin. Rio., Hl36, \'OI. LV, pag. 283. disp<)Sizìoni cessivi volumi ~i riprende l'ariomenlo del primo ma
)ll'rleosscrvazionlsuighiacciai;pag.243,•Bollctti- in modo ben piì1 particobregaìato (pcrogroi ghiacciJio
1Hl dcl Comita!o Cbciologlco ltalia1Hl • (ron scritti di •'isonoi:rannumcrodidati.fotogmAe,unaC11rtin:isl
..oci del C.A.I .). Rio., 1939-1940, \'OI. LIX. pag. 3%. I :25.000, una ricc:1 bibliogm6a). Rlv .. 1001. voi. L"\XX,
Cam1>agna glaciologlca 1940. Riv., 1949, \'Ol. LXVIJI ~g.126c253
pag. 11 3. •Le .>':lria;tioni dei ghiacciai in ltab nel (ZS) Boli., 1888, n. 55, pagg. 181-231, • Vabm;he
1947" ~I. Vanni. Rio., 1951, \'Ol. LXX. pag. 76, •Le degli i1\\'crni 1885- 1888 •, I'. F. Den7.ll.. Boli .• 1895-
•·,or~nioni del ghiacciai italiani nel 1950" ~I. Vanni. 1896, n. 62, pagg. 45-72, • lndagini sullcacqnc c sul·
Rio., 1952, •vi. LXXI, pag. 117, , Cosa fanno questi le ne\'i delle alte regioni., I'. Giacosa (spedizione
ghiacciai?•. G. Nan1eroui. Rit>., 1954. \'Ol. LX.Xlii. >'Cicnti6ca al ~ l onte Hosa ). &Il.. 1897. n. 63. pagg.
p.,g, 250, Sulle mtsum;tioni dci 1thi:tccial; ]),,g. 314, 267-273, •Della distribuziOO<?cdi1poi:i7.ionedcllcnt.'Vi
• Ap111inti per b re"lsionc del catm:to dci ghiacciai e dci ghiacciai sulle Al9! Marittime •. mv., 1899, w1!
lomb:trdi o, C. Nangeronl. Riv .. 1955, \'OI. LX.'\JV, XVIII, ]Jag. 55, • La gh~~cciaia di Moncodeoo" M
1);lg, 227, ·Il regrcno dei ghiac.:iai \on1b.udi·. e Ccrmcnati. Riti. , 1935. voi. LIV. p.~g. 200. dlspusi.o;ioni
Nangeroni. Rio .. 1957, \'OI. LXXV I, p.lg. 258. • Qs. del Comitato Scientifico Centmlc dcl C.A. I. sulle <ehc-
..t>rva1Joni ~ui i;:hiaccfai •. incitnmentoai soci. Da Cro- de relali\'e alle v:ibnghe: pai;:. 597. Commi<Sionc Nc•·c
r111calle/C.A./ . 1fol 1863a/ 1888,di S. C,,iner: M. &. e Vabnghe del Comitato Scientifico Centmlc dcl C.A.I.
retti,. Fcnomeui da <tudlarsi dagli alpinisti sui ghiac- Riv., 1936, •uL LV, manuuletto • Le v11bnghe ._ c.~­
ciai •, IJ('r cura della Se:.r.ionc di Torino. 1866. P. di stiglioni e Ciani. Riv .• 11)37, \'Ol. LVI, pa g. 39. relazio-
S:1in t·ll ol>ert.•l'crchéighiacciaisi\'adanoritirando., ne dcl Comitato Scientrnco della Sezione di Vamllo.
A~"C.1dcmia dei Lincei, 1884, Boma. Da Mmnwlcllo di riguardante anche le "afonghe; pag. 261, Commissio-
islru;;lo11i&tle11tl/ic/1c 11Crlll11lnlsti, dcl Comitato Scien- ne permanente per J'cs:ime delle carte delle valangh e
tifico del C. A.I .. 1934. p.igg. 129.140. • Osscrv:izioni pre<sol'L<titu1 0Ccogrnfico ~lilitare; pag. LV III dell'an-
glaciologichc •,A. Dc•io tilC5tO. Commissione Neve e Vabnghe. /li v., \93S.
(Zl) /Jn/I., 1881. n. •17. p.,gg, •I07~113. • :><uO\'O 1939, voi. LVIII, 1~1g. 162, • A11punti scientifici ., C
metodo 1>er los tudlodl'i ghiacciai .,con rcb1iva bor- ~for:>ndini (natum e tipi <lclb ncv<J). mv., 1953. voi
'a di >tudio dclrAccademia dei Lincei LXX II. •Cli studi sulla ne\'e in Italia., C. MoramHni,
(21) Nel 1959 usciv:i n 1>rimo \'O!ume del C.>hhtO L. Albertini. !lit>., 1954, \'Ol. L'\Xtll, •Neve. ghiaccio,
dl'i Ghiacciai l t.1liani, in relnzione all'Anno Geofisico fenomeni crioni\'ali delle regioni periglaciali delle Al·
lnt('m.nional('. cou elenco generale e bihlin11:mfia dci pi•, G. Nangeroni. Rlv., 1950, "ol. IM X.'l\V, • Osserv.1·
ghiacciai stt:-<<i e Ire carte schenrn tiehe d<·I ghiaccbi zioni su alcune nevi rosse cd alcuni bghi della
delle Alpi itali:mi, bvoro eseguito wtto la guicb dd Val Vcny ., C. F. C1pello; p.ig, 5'1. Corso .olle
l'reidente del Cornltato Scientifico dcl C.A.L, C. Xrn- valanghe

106
tori cd alimentatori dell'idrografia dell'Ita- su di un cerio fenomeno o regione esami-
lia settentriona le stagionalmente, di rilevan- nati sotto questo aspetto, si citano anche
tissima importanza per la produzione di quegli scritti che pur avendo a volte scopi
energia idroelettrica, l'irrigazione, la navi- diversi, si servono di elementi geomorfolo-
gazione interna, ecc. e~) . gici del paesaggio o fin iscono per metterli
in ri lievo nell'esposizione, contribuendo in
ogni caso alla loro illustrazione e cono-
scenza (21).
CEOMOHFOLOCJA
E: questo in ogn i caso argomento di
rilie\'0 per un ristrelto numero di studiosi,
Le osservazioni scientifiche e gli studi pur nella sua vastità, ed i contributi dcl
sulle forme del terreno nelle zone mon- C.A.I. vi risentono particolarn1ente di quel-
tane o adiacenti, si riscontrano con buona la crescente specializzazione di cui in pre-
frequ enza tra gli scritti scientifici dei soci cedenza si è accennato.
del C.A .l .; tuttavia, soprattutto nei primi
anni, non si trovano facilmente a se stanti
ma assieme ad altri argomenti con maggior
frequenza geologici e glaciologici ai quali GEOGRAFIA ANTROPI CA
in parte {soprattutto per i secondi, vedasi
la nota 17), nella loro gi:\ esposta e som- I problem i di geografia umana, tanto in
maria bibliografia, si rimanda il lettore. senso proprio come in senso lato, :1ppaiono
Per ciò che concerne i lavori specifici trattati in modo specifico solo nel secondo

(li) Rio., 1903, wl. XXII , paft. 189, •Alcune no- Alpi Lig11ri o, C. Ro"ereto. Rio., 1908, vol. XXV II.
te di id rogmfi.1 sull 'estensione dei ghiacciai nel domi- pag. 437, •Stmli di geomorfologia •. C. lloverclo:
nio dci nostri fiumi alpini, su! tributo e su l regime pag. 430, • L'avvallamento di Tavernola sul L'lgo d' I·
<lclle nostre acque glaciali., C. Fantoli, Mibno, 1903 $()()" F. Salmolmghl, dagli Atti della Società lb.liana
/liv., 1939-19'10, w!. LIX,• Cos.1 servono i ghiacciai di Scicn>:e Naturali, 1906. Rio., 1909, voi. XXV III ,
a lpi11i?·. F. Sacco pag. 240, • Clacln!iJmo ed erosione nelL1 Maielb • , F
{17) Roll., 1899, n. 65. pagg. 327-348, • J p.iesaggi Saceo, dagliAUidelbSocictà llalian:idiSeiem:e Nalu·
prealpini e lemodemeideedello geologi:icontincnt,1- mli, voi. XLV II , 1909. Rio., 1931, voi. L, pag. 503,
le " A. Cov~ie:lio (invasioni glaciali, avan:z.l di paesag- • Agenti e forme di albz.ione e di abla:z.ione glaciale •,
gi antichi, origine delle forTC. irnportanm dello studio U. Valbusa. Riv., 193&1939, voi. LVIII , pag. 51,
delle frane nel p.iesaggio prealpino). Boli .• 1900, n. 66, • Morfologia del gruppo del Se\b e della regione del
p;ogg. 143-154, • L'a11.1lisi scientifica del pacs.1ggio• , B.irbcllioo•, G. Nane:eroni. Rio., 1939-1940, vol. LIX.
A. Cov.aiilio. Boli., 1006, n. 71. pagg. 100.272 . • ero. pag. 461, • Note sull1 Val Taleggio" C. Nangcroni;
morfologia del gruppo dcl C rnn Paradiso •, C. llo'"erc- pag. 292, da •Contributi aa;H stud i di geograll.1 •, se-
to. Boli., 19"..5, n. 75, pagg. 2$-39, •Cenni gcomorfo· rie decima di Saggi e Rieefelte, delrUniversità C.itto.
logicisul1tmppQdel JofF11arte1.0nenlpincoontcrmi· lica del Sacro Cuore i11 Milano, • Geomorfologia de\..
ni •, R. Battaglia (con bibliograR" nella t>Ota gcomor· l'alt:• Brian7.ll" Il_ Pracchi, e •I temlZ7J orograRci
fo\ogica). Riv., 1888, voi. VII, pag. 397,, I] cono di ddla Val d"Adi110 da Memno a T rento•, I. Voltolini
<kiczione della Stura di Lm11.o . , F. Snceo. Rlv., 1890, Rio. , \1).1().J!).IJ. voi. 1..X, p.ig. 252, ·MonL1.gne di
•·ul. IX,• L1 coneaten;iariadi Van;i San Sebastiano •, Bulgaria " G. ~ l orandini. Rio., 1953, vol. LXXII. pag
F. Sacco. Rlv., 1893, voi. Xli , •Conoidi e bradisismi 236, , La frana di Chamin e la val:rnga di Pbnpen·
in Valle C.1monic;l., A. Cozzaglio, Brescia, 1893. Rio., cieux •, A. V. CeruUi; p.ie:. 348, • L1. valle di Chiar<Ò
18!M. \"OI. Xlii, pag. 412. •La coll ina di Torino in d' lncaroio • (Brian,.,.), E. Boneni. Rio., 1957, voi
rapporto alle Alpi, all'A ppen nino ed all:i pianura del LXXVI, p.aa;. 192, • Osserva:z.ioni geomorfologiche ~ui
Po•, F. Virgilio, Torino, 1894. Rio., 1896, voi. XV. monti del Livignasco •.C. Nangeroni. Rio., 1959, voi.
1Xlg. 31, •Argomenti in appogltio alla nuova ipotesi I....X..XV lll, page:. 29.1 e 3 71 , •Le pietraie semoventi del
sull'originc delb collina di Torino., F. Sacco, Toriuo, gruppo del Gran Pamdlso •.C. F. Capello. Rlv .• 1961.
1895. Ilio., l905, vo i. XXIV , , C«imorfologia d elle voi. LXXX, , Fenomeni glaciali e carsici nella w11a del

107
cinquantennio di vita del e.A. I. dai suoi quelle relazioni stesse tutt'ora attuali pur
soci competenti cd interessati, e salvo rare sotto altra forma (lii).
eccezioni negli scritti di cui si ha ufficial-
mente notizia, tali argomenti \'engono in un
primo tempo considerati per inciso, quando SPELEOLOGI A - CARSI SMO
se ne presenti l'occasione, durante altre
dissertazioni magari antropologiche r'). Si ricordano assieme in questo para-
Invece dopo il 1930 si nota un partico- grafo le attività cd i lavori ufficialmente
lare interesse per gli insed iamenti dell'uo- citati di soci del e .A.I. (con intenti anche
mo sulle nostre montagne e zone adiacenti, indirettamente scientifici), tanto speleolo-
sulla sua situazione e le attività economi- gici in senso lato, come quelli attinen ti ai
che oltre che sui caratteri etnici delle fenomeni cars ici pe r il loro quai;i sem-
popolazioni alpine, interesse espresso a vol- pre stretto legame.
te con contributi notevoli ed originali (8). La ragione di questi interessi nell'am-
Si ritiene di dover qui citare anche gli bito dcl nostro Sodalizio ben si trova rac-
st udi paletnologici che riguardano le rela- colta in alcune righe del primo .~critto di
zion i dell'uomo primitivo con le regioni questo genere apparso nel Bollettino nel-
montuose o quelle ad esse adiacenti, eh ~ l'agosto dcl 1865, dovuto a B. Castaldi
contribuiscono a chiarire i prodromi di e Fra gli scopi che si propone di raggiun-

Marguareis •, E. Pesenll, F. Densa, G. Gonio. Da M a- gralkhe sulle ' 'lllli Bremban.i e SeTianft., A. Piras;
•moletto di 1$tro;:Jonl lde11tl/icl111 per ulvfoisli. del Go- •Considerazioni anl ropegoografìche sulla Provlnda di
mitaio Scientifìoo dcl C.A.I., 1934, pagg. 141-liO, . Os· Sondrio •, C. VeTP: • Noti1,ic an tropogeogra!khe sui.
ser.-azioni di morfologia terrestre• , A. Sestini. la valle del Cordel'Ole., G. Chauvenet. Riv., 1940-
(l') Boll., 1877, n. 31,pag.476, .c:enni antropol<>- 19-11. l'OI. LX, pag. 120, · Ricerche sul Maso Ch iuso
gicl sulla montagna reg1P11.na., W Club Al,.ino e rao- in Ah o Adige" E. Malesa. ni. Riv., 1951, \"OI. LXX,
tropdosla, da ·La monta~ia tra il Se«:hLi e l"Enr.i.• ). • li l-laso Chiu!IO in Alto Adi1:e •. F. Stefunelli. mo..
C. Livi. Boll., 1879, n. 38. • li Gran Sasso d"Jt:ilia e 1952, voi. LX.X l, p;ig. 188. •I nsediamento umano nel
dne de' suoi abitatori., C. J. Forsyth l-la;or. Boli., m~odio Godere. e . Consi1lerationi an tropegeogralkhc
1884, n. 5 1, paq. 151-li5, ·Le picoole industrie sulla v.<1lle dcl Degano •. E. Sonetti; pag. 188•• Note
del Vicentino•. A.Cita. antropogoografichesullaooneadiSa url$ •.A.Cucasna
(1') Rio., 1930, \'Ol. XLIX. pagg. 540, 601. 673. Rio., 1954, l'ol. LXXIII, pag. 250, . La val Furva: no.
757, •Le oondixioni geografi.oo«,onomiche di un co- te antropogoografìchc • e • Lo spopolamento mont:u1<1
mune alpino • (Bobbio Pcl!ice. nelle • '"al\i valdesi • ), è in regresso?•, R. Pracchi. Rlu .. 100 1. w l. LXXX,
G. Roletto. Rio., 1931, '"ol. L, pag. 105, • Un roso in- pag. 126, ·Il versanteorobloo valtellinese" C. S.1ibe-
teress.1.nte dello sp0p0fa mento della montagna '• G. ne. Da Monuolellodi islrozlonl 1cie,,ti/icl1e 116f"o//1ifli-
Brocca.; pag. 237, • Lo spopofamento delle valli., U. &li, dcl Comitato Scien tifico dcl C.A. 1., 193~. p.1itg
Rond elli; pag. 342, •Mon tagne, spopoL1mento e qu~'­ 233-262, · Osserwzioni antropogeogra6 chco, G. Nan-
stioni refative " C. Coppellotti; p.1g. 706, • Lo spopo- geron i; ixigg. 2 17-226, ·Osservnzioni etniehe •, N
lamento montane in Italia •: p.1g. 431, •Le nostre Puecioni.
montagne sl spopobno!., D. CriOOudi. /liv., 1934, (Xl) Ilo/I.., 1880, n. oli,• Nuol'i oggutti litici della
•·ol. LIII, pag. 400.• Lo s1>0pofamento 1nontano nel- Calabria'• D. Lovi1.m to. /Joll., 1883, n. 50, pagg. 16-
l'Appennino Emiliano-Tosco-Romagno!o o, A. R. Toni<>- 21, •S ulle lserizion! siml>0!iehe 11reistorich e del b ghi
lo, U. Giusti. Rio., 1935, voi. LIV. pag. •175, • Regres- delle ~leravig!ie . (Al)li Marittime), S. Muwlto. Ili o..
so demogra fìoo della montagna tr<mtina., D. Perini. 195!, l'OI. l~XX, !Xlii· 266, •Lo sta1Joni prell;torichc
Riu., 1938, voi. LVII , p.1Q. 316. 370, 476 • • Il pa!>SO delfa valle dcl Bova ., G. C. Cadoo. mv., 1955. ,·ol
di San Maroo e l valiehi oceidentali orobici ... •. G. LXXIV, p:i.g. 378, ·li monumento p.1letnologioo Ca-
Laeng. mu., 1939-1940, l'ol. LIX. p.ig. 292, da • Cm- muno., A. Corti. lllu. , 1955, voi. LXXV. pag. 43,
lributi agli studi di gl-ogra lì a • delb serie decima d; • Preistoria e grotte della Sardegna• , C. "1axia . Da
Saggi e R>cerehe dell'Unil'crsi tà C..ttollea dcl Saero .\loruia/cl/odl lslrtdon/ IC/c"tl/icl1e /lflr11//1i11lsll,del
Cuore in Milano, pa g. 41, •Tipi di case rustiche val- Comitato Seien tifìoo dcl C.A.I. , 1934, p.~gg. 227-332,
dostane ., G. Broeherel; • Considera:tioni antropogoo- •Osservazioni paletnologiehe., P. CruJosi

108
gcre il Club Alpino vi è quello non solo convergenza, con la fonnazione infine dci
di promuovere le escursioni sui nostri mon- e Gruppi Grotte• che attualmente assom~
ti, ma quello altresì di farli conoscere. Ho mano ad una trentina (.Il)
perciò creduto potesse tornare gradita ai Nonostante a volte si noti una certa in-
membri del Club una breve relazione di dipendenza di questi organ ismi nell'am·
una passeggiata fatta , 11on sul dosso, ma bito di alcune se,..;ioni, la loro notevole atti-
heusì 11ell'i11/erno di un monte. • e prose- vità si può in gran parte addebitare al
gue in modo assai sign ificativo per !'a{;· C.A. I. che nei limiti del possibile tende
costamcnto di argomenti a cui si è prima anche a finan ziarla ed a favorirla, come per
accennato: e Nei paesi il cui suolo è cal- quell'opera complessa che è il Catasto delle
careo, rarissime incontransi le sorgenti, ma Grotte d'I talia (tanto più che anche in que-
queste poi per con tro vi sono grosse, ric- sto caso il Presidente del Comitato Scientifi-
chissime di acqua ... • (1 1). co del Sodalizio è anche Presidente, eletti-
Questa insolita, ma esemplare citazio- vamente scelto, della Società Speleologica
ne di uno scritto che sarà tra l'altro ri pre- Italiana, il Prof. C. Nangeroni).
so tre anni dopo sullo stesso Bol/ettirio Così pure l'appoggio del C.A. 1. va al
con il titolo in fran cese (d imostrando pcr- cwso di spe leologia annuale che si tiene
c;iò di aver destato interesse), è un accenno nel Carso Triestino, mentre tra le attivit:\
al primo passo verso un'attività che con dcl Comitato Scien tillco centrale del C.A .I
il tempo troverà un numero sempre mag- la speleologia occupa un posto sempre pili
giore di appassionati per i quali il C.A. L notevole anche per la varietà di studi con-
sarà in molti casi l'Associazione elett iva di nessivi (11).

(J1) Boli., 1865, n. I, p.1g. 31, •Visita alla caverna lcologico Bolognese Grotte e.A .I Bologna, Gruppo
ossifero detta dl Bossc:i 1ie!l:i Valle dclb Cor.-aglia Speleologico Reggiano e.A.I. !leggio Emilia. Gruppo
{ ~londovì) •, B. Castaldi. llol/., 1867·1868, 1m. 10-11, Grotte e.A.I. Je.<I, Grnp110 Spclcologico e.A.I. Na110li,
da V<1rlctà: estratto di ·Une escursion !i 1,. grotte zoo. Grupt>O Spclcolo~ico C.A.I. Palermo, Gruppo Speleo.
lith iq ue dc Bossea. près Mondovì• logico e .A. I. Cntnnia. Con1it1110 ScientiAco G.A.I. Va·
(.ll)Sid!i.quiunelencodi • gruppi•OdiSezloni rese, Gru1>1>0 Speleologico C.A.I. Lucca, Co1nmissione
dcl C.A. I. interessati alla spe\oologia, a scopo indica Grotte C.A.I . Campobasso, Gruppi Grotte dell.,, SC?.io.
tlvo llOichéun elcr>e0comple10 richiederebbe imbgi· ne Ligure dcl C.A. I., ecc.; annualmente i• gruppi•
ni su tutt e le attività di questo tipo. oon setn pre con speleologici del e.A.I. si riuniJCOno a congresw dove
caruttereconlinu11tivo, di tutte le Sezioni dcl C. A.I. e tral'altrosib.unconJuntivodeffattivitàsvoltache
sulrnpportidi queste ultirncconigruppi spelcoklgici puÒe5$ere tantoquclb moderni. di un gruppo oppa!r
dclL1mcdesima.localitàdiapparte1ienza: Gruppo ,p;. si-0nato di giovani, qu:rnto uno studio sperimentale di
pi strelli , del C.A.I. Temi, e.A.I. Pen1gia, Gn1ppo notevole interesse (come l'opcrnrione di riccra. biQ.
Speleologico del C.A. I. Mondovì, Gruppo Speleologi· ambicntaledcthl .700oresottotemi.. dell'estate 100 1
co del C.A .J .• U.C. E.T. di Torino. SPELEO e.A.I svolta per iniriativa del Gruppi) Speleologico Piemon-
tX>MO.C. A. I. di Domodossola. Grup]IO Grotte Pavb· tese con l'adesione di numerosi Istituti un iversitari e
C.A.I. di Pavia, Gruppo Grotte C.A. I. Sanremo, Grnp. civici)
po Grotte C.A.l. /\tibn.,, Gruppo Speleo.Archeologico (li) A pro1>0sitodi tutto ciò, ohrealle uotizle o cl-
C.A. I. di Gmvellona Tocc. Gruppo Speleologico C. A.l tazio11i per ciòcheconccrne rattività gcncrale dcl O>
Como, Gruppo Grotte S.A.T. di T rento, Gruppo Spe. mitato Scicnti6co Ccntmle de! e.A .I. (in particobre'
lcologico C.A.I. Rovereto, Gruppo Speleologico C.A. I Riu., 1934. vol. LIH. 1i.1gg. 329 e 458, sul Congresso
Schio, Gn1ppo Grotte • Trevisiol • C.A.I. Vicenw, Speleologico Na7Jonale dci Gruppi Speleologici Sczio.
CommiJ.1-ione Grotte • E. Soegan • dcll1 Società Alpi- n..,,\;; p.1g. 300, elenco dci Gruppi G rotte C.A.I. Ilio.,
na delle Giulie e.A. I. Trieste, Grnppo Grotte Associ:i- 1935, voi. LIV. p.'l.g. 597, Commissione Speleologica)
rio11e XXX C. A.I. Trieste, Gruppo Speleologico C.A.I anche nelle relazioni annuali dcl PresidcnteGcncmlc,
Forte dei Marmi. Grup110 Speleologico Fiorentioo ricordiarno;lieehidclroperadiraccoltaediaggio,..
C.A J . Firenze, CrupfX> Speleologico C.A.I. Pisa, Crup. namcnto per un c:ila>tO delle grolle d' Italia. (tra cui
!IO Speleologico Emiliano C.A.I. ~l<Xlcna, Gruppo Spe. Rio., 1900, voi. l-Ul.1', •Nota di a&giornamcnlo del

109
A questo proposito si rileva che a par- ZOOLOGI A E BOTANI CA
te le ricerche condotte per lo studio del
carsismo (14), che abbiamo già detto essere C li studi natu ralistici sul mondo vege-
fenomeno spesso elettivo per la speleo- tale prevalgono tra i cultori del C.A. I. di
logia, la stessa possibiliti\ d i ix.iter ent rare queste discipline su quelli relativi al mon-
anche se relativamente a fo ndo nell'inter- do animale: il motivo può essere cercato
no di una montagna risveglia diversi inte- nell'intensa decimaz ione della faun a alpin.1
ressi come quelli pa leontologici e paletno- con la caccia spietata a tutti gli esemplari
logici, faun islici, ilorislici, geologici, idro- soprattutto se appariscenti, ment re la flora
logici, di metereologia ipogea, di problemi nonostante le gravi ingiurie subite per ma-
di comunicazioni radio in grotta ecc., sui no dell'uomo ha mantenuto un grandissimo
quali nelle pubblicazioni ufficiali ciel C.A. I. numero e varietà di specie anche vistose
appaiono scritti specìfìci e generali (»), che giust ificano ricerche, raccolte, studi
senza per questo esaurire il contributo che di interesse anch e divuJgativo.
in effetti in questo cam1x.i soprattutto han- In particolare si notano numerosi reso-
no dato i membri del Sodalizio. conti e relazioni cli botanica correlativi ad

catasto ~peloo\ogico dell'Umbria •, G. Lemmi), e i tre dil29;;rotte,e\cnoofaunistiro,sezionidigrottc.Rlu.,


oorslsinoadopitenutinelCarsoTriestinonc\leesta- 1901, n. 20, paJo:lf:. 209-212, ·Su alcune grotte dell"Al-
lì deiili anni 1959, 1960 e 1961 dalL~ Scuola N'ationa· ta Val del Tanaro o, G. A. Randone. Rit>. , 100-2, \'Ol.
le di Speleologia del C.A. I. ad opera del Gruppo XX I, pagg. 204-209, • Sutb 5PC1oo\ogia brescLina • ,
Grotte. E. Boepn. della Società Alpina delle Giulie G. 8. C.~ociam.ili, Bre5e~1. 100-2. Rlu., 1004, ,1>1.
del C.A.I. Trie:;;te (ehe è il primo •gruppo grotte• XXIII, ().lg. 417, • L'csplomzione speleologica del Can·
del C.A.I. sorto nel 1883). siglio., C. Errera. Rlv., 1906, voi. XXV, pagg. 470-
(")Boll.,1897,n.63,pagg.243-249. ·Su egiù 474, •La eavern,i di S.in Bughetto in Val Strona.,
per i Carsi di ~lai•. Riu., 1890, voi. IX, p:ig. 44 , N.~tta.ll/u.,1923,vol.X Ll l,p:ig.17 ,• Alpinismo
• Il (enomeno dcl Carso a Fontana Liri ., G. 8. Cac- sottcrranoo•{invitoallaspeloologia),F.Sacoo.Riv.,
eiama!i, Sle!la, 1889. Riu., 1917, voi. XXXVI, l).~gg. 1935, voi. I.IV, pag. 494, • MonogmR.1 fìtog~'Ogm6ca
190 e 233, l' e 2' puntata di• Il Car10• {geografia, dellevomgii>i dellegrottcdcl T imAvoprcssoSan
geologia, p:icsaggio e vegetazione), L. Lacng. Riu., C.'l.n7.Ìnno., F. 1-.lorton. /liu., 193&1939, voi. LV!tl ,
1923, voi. XLII , pag. 155, •Le grotte della regione 1).1g.172, •Quindiciannidiricerehc dclGmppoGrot•
Giulia • (con numerore fotogra6e di campi solcati e te di Cremona•. /lit>., 193\l-1940, \'Ol. LX, p:ig. 29,
cavità), R. Battaglia.: pag. 220, • Atlm\'erso il Carso • Le caverne del Roecinmelooo ., C. :.1umlore. Rlu.,
sotterraneo., G. Cobol. Riv., 1935, voi. LIV, pag. 1950, voi. LX IX, paic:. 135, • Atti\'ità speleologica nel-
LIII dell'antitesto, • Lavande doli!la carsica presso la Venezia Tridentina negli anni 1948-1949 •. Rf1>.,
li Mongioie., F. TTO$S&relli. Rlu., 1959. voi. LX.XVI II, 1951, '1>1. l..'<X, JXli- IO. •L'attività speleologica In
pag. 226, · Manifestazioni del fenomeno carsico nel Trentino •, C. Conci; pag. 266, Stazione biologie:!
lo.Ionie Pis:i.no•, R. Ciannolti. permanente alle grotte di Pcrtosa. Riu., 1953, voi.
(») BoU., 1866, n. 4, p.igg. 47..Sl, , Ut c:a"em.i LXXII, ().lg. 186, •La veiietazione delle grotlo., E.
dcl Mondolè detta "b ghiacciala"" territorio di Fra- Tom:ise lli. 11/u., 1956, voi. LXXV, pag. 4J. •Preisto-
1~ (Mondovl), F. Salino, settembre 1865, 1-.londovi. ria e grotte delta Sardegna., C. Maxin. lliu., 1959.
Boli., 1875, n. 24, p.igg. 334-3.56, •Le grotte di Par- vol. LXXV III , Jla!il. 102, •Grotte delb Liguria ., N.
rano., F. Natali(Perugia).Boll., 1877, n.32,p.ig. 501, SanfilippO; poic:. 172, • Le più recenti csplomzioni
•L'isoletta e le iirotte di Sargcggi•, F. Salino. Bo/I ., speleologiche in Piemonte., C. Ocmatteis: pag. 49.
1879, n. 38, nella Miseelbnea.: •Lo CM'cma dcl Rio • Luci nella Krotta dcl Gii.:onte •, C. Finoechiaro. 0.1
MArtinopressoCrissoloe\csorgcnti dcl Po in Piano Cronaca del Club A/p/110 Italiauo dal 1863 al 1888, di
del Re ., C. Isaia (oon schi13.0 a pag. 300 in scab S. Cainer: C. B. Araldo (Saluuo), •La c..vema di Rio
1:1000).Boll.,1880,n.44,().lg.231-248, · N'elleca- Martino•,Saluzy.o, 1878;E.Oc1Moro(Savona), . sul.
verneossiferee non ossifere delle Alpi Marittime... ., la Caverna d! Bargcggi" Cenov.1., C. Mi!lagO, 1800.
F. Saeoo. Boll., 1897, n. 63, pagg. 26Z.267, •Grotte Oa M1muokllo dl o'.rlruzionl .iciertli/iche per o/pl11lr1i,
dci dintorni di Tenda•. Boli., 1900, n. 66, pagg. 81- dcl Comitato ScieutiSoo dcl C.A.l., 1934, pagg. 171-
14 1, •Le grotte dell'Appennino Liaure e delle Alpi 190, •Osservazioni $peleologiehe., F. Anelli.
Marittime " P. Bensa, oon ricca blbliop.Sa, elenro

110
altre attività scic nlilìchc sulle montagne o nostre montagne che pur non numerosi in
a problemi come quello forestale ("'"), oppu- questi cento ann i del Sod alizio per il loro
re legati a contribut i di studio su argo- stesso caratt ere, hanno forn ito con tributi
menti regionali {:17). all'attività degli stud iosi con ess i in rela-
A questo riguardo un certo interesse zione (.lS).
forniscono gli ort i botanici installati sulle Non mancano scritti che abbracciano

('*)Bo/I., 1872-1873, nn. 19-20, Estraiti da riviste botanica nel gruppo dcl Viso• (con labelli di mc-
c citazioni di circolari ministeriali sul disboscamento. colta), O. Mattirolo. Boli .• 1892, n. 59, 1>:1gg. 448-400,
Boli., 1879, n. 40, •Le piante pratensi, ossia le erbe noie floristiche in uno scritto più generale di P. Pru·
dei prati e pascoli italiani descriue per famiglie ua- denzini. Ilo/I., 1807, n. 63, pagg. 124-135, •Saggio
turali•, A. De Silvestro, Torino. 1879. Boli., 1881, sulb Dora alpina dclb Valle di Scalve., G. Castelli.
n. 48, •Sopra un nuovo marwale am1litico dclb flora Boll., 1898, n. 64, p,~gg. 95-102, •Flora e tracce dcl
alpina_ per uso degli alpinisti•. C. Villa; pag. 653, Fenomeno glaciale e i Li11:hi di Valle Cedra •,A. Briau.
citnione di • Atbs dcr A!penDoro., W. v. Dalla Tor- 8ol/., 1900, n. 66, note floristiche nello scritto: • A
re, \Vien, 1881. /li t>., 1890. voi. IX, pag. J88, • Note Moutcscuderi in Sicilia., <li L. Molomo Foti, p.1gg.
<l i botanica o, S. Sommier. Rit>., 1904, voi. XX III, 186-209. /lit>., 1899, vol. XVlll, pag. 347, , La Dora
• Piccolo dizionario di botanica • , C. ,\!arco. Rit>., dcl Colle dcl Gigante •. L. Vaccari. Rit>., 1905, vol.
1906, pag. 131, • Flora alpina tascabile., Corrcvon- X.X IV, pag. 269, •Note Doristiehe di Liguria., P. Ma-
Vacc.1ri. Rit>., 1916, voi. XXXV, p.~g. 00. • Il problema der. R:it>., 1906, vol. X.XV, p.1gg. 2 12-238, •I..~ vcgc-
forcstale in Italia., F. Santi. Riv., 1939-1940, voi. ta1jone della Crivob., L. Vaccari. /lit>., 1908, vol.
LI X. pag. 162, • Problemi <li biologi.1 vegetale., A .'\XVll, •Appunti botanici sul ;\fonte Argentario•.
Hess. /liv., 1946, voi. LXV, pag. 219, • L.1 Doro alpina E. Mussa. /lit>., 1909, vo!. XXVII I, pag. 238, • Due
e le sue virtù curative•, I'. Ma:;cherp;•. /lit>., 1953, piante mre della Val d·Aosta •, F. S.1nti; p.1g. 138,
l'Ol. LXXII, P.11:". 186, • La vegetazione delle grotte.. •Note floristiche delle Prealpi Torinesi., E. Muss.1
E. Tomaselli. Da Cror1<1co ,{el Club Alpino /tolitmo Ilio., 19ll, voi. XXX, {)llgg. 7 1-72. • Nota botanica
Jol 1863 al 1888, <li C. Caincr: C. Vilb (Mi!ano), sul bacino di Ccrcsolc Reale o, F. S.1n ti. Tliv., Hll2,
• Flom delle Alpi., 1883; P. Vaglino (Viccn7.1), , Fio- voi. XX...'\1, pag. 151, • L.1 scoperta <li una pianta al11i·
ra alpina • (collezione di piante), pubblicazione in tic na nuova J>{'rla Valle d'Aosta• (Scsleria tcnclla Host),
fascicoli; C. Passerini, E. Gibclli (ll tilano), • Compcn- F. Santi. Riv., 1925, voi. XLIV, •Erborizzazioni alpi-
dio della Doro italiana., F. Val!ardi, 1-lil&no, 1881; nistiche nelle Dolomiti del C1dore • (dumnte l'est"\e
O. ;\faHirolo (Torino), • Flora alpinn •, Torino, 1883. dcl 1923), R. Pamp.1nini, /.!. Bacioochi-Del Turco.
(Jl) Bo/I ., 1867-1868, nn. IO.li, 11-~g. 264, note di Riv., 1938, voi. LVJI, p.1g. 182, •Limiti altimetrici
botanica in •Alcuni dati svile punte alpine situate delle forma7.ioni vegetali ne! gruppo dcl Pollino (Ap-
tra il Lcvanna ed il Rocciamelone., B. Castaldi. Boli., pennino C:ilabrO'Lucano)., O. Cavioli. /liv., 1939-
187J, n. 18, pagg. 318-325, . Note botaniche sul di- 1940, '"ol. LI X, pag. 381, ·Aspetti floristici dcl Passo
stretto di Bormio•. Boli., 1872-1873, nn. 19-20, p.1gg. di Cavia., N. Arictti. Riv., 1952, vo!. LXXI, pag. 256,
458-461, • Escursione botanica a volo di uccello in ·Aspetti della vcgctazionedell"alta valle dcl Secchia.,
Valle 1\ nz.1sca., S. Calpini. Bo/I., 1874, n. 22, p.1gi::. D. Bertolani Marchetti. Riv., 1957, vol. LXXV I, p.1g.
293-296. • Flora del Sempione prt'SCnta ta nell'ooca- 2 46, •Esplorazioni botaniche nel gruppo dcl Bemi-
sione dcll"AS5crnblca dei soci dcl Club Alpino Italiano, na ., V. Credaro. Rit>., 1959, voi. LXXV III, p.1g. 150.
Sezione di Domodossola, tenuta nell'albergo della •La flora della Sierra Nevada di Santa )I.farla., A.
grande cascata dcl Tocc in Val Formazz,1 nell'anno )!. leschia. Da Cronaca dcl Club Alpiuo /tl.l/imto dal 1863
1873. Elenco di piante in fioritura nei mesi di giugno, · r1l 1888, di S. Calncr : P. Antoniotti (Biella), •Flora
luglio ed agosto., S. Cal11ini. Bo/I., 1875, n. 24, p.~gg. dcl Lago delli Vecchia•, 1888. A. Carestia. F. Ba·
144-148, • Ricordo botanico dcl ll la tese., A . Jatta. glictti (Varallo). • C~taloi:o dei lieheui delL1 Valsesia•,
Boli., 1876, n. 26, pag. 144, , Ricordo botanico <lcl Milano, Lornb-~rdi, 1880. D. l> lazi.ini (Sci.. Ligure),
Gran Sasso •, A. }atta. Boli., 1876, n. 28, p.1g. 471, •Sulla flom lii:ustiea., Ceno>"!, Tip. Sordomuti, 1882
•Cenno monogmlìco e flom forestale delb Provincb Da1!'1.1puseolo del Com itato Scientifico Centrale dcl
dell'Aquila., C. lllarinclla. Boll ., 1879, n. 37, • Le C.A.I. citalo alla nota (10) •Attraverso le Crignc.,
isole Eolie e la loro ''egctazionc ., M. Loiacono, Pa- note floristkhe<li S. Viola; idem per \'opuscolo• Dalla
lcrmo, 1878. Boli., 1880, n. 43, pagg. 427-437, • Epi- Val l> lalcneo alla Val ?.!asino., nota floristica di V.
sode d"un campagne botaniq ue au ~ l ot=t )!.lajclla •, Giacomini
E. Lcvier. Boli., 1881, n. 48, pag. 663. •La flora se- (J&) Riv., 191 7, voi. XXXVI, p:lg. 246, •L'erbario
gusina di C. Francesco Re•, B. C-iso, Torino, 1881. dcl dott. Vallino cd alcune piante rare de! Piemonte.,
Boli. , 1887, n. 54, P"81l"· 172- 180, • Una escursione F. Santi. Riv., 1922, voi. XLI, pag. 179, • Un !abora·

l11
assieme interessi fioristici e fauni stici lo- nwi1erosi relativi aJla glaciologia, alle pre-
cali o generali ("). mentre anche la zoolo- cipitazioni nevose ed in parte al carsismo,
gia si esprime attraverso la pe nna dci suoi studi per la cu i bibliografia relativa riman-
cultori sebbene per le ragioni già viste non diamo ai precedenti rispettivi paragrafi
rarmncnte si tratta di studi speci:1lizzati In questo ci si limita a citare, con una
per l'ambiente considerato (es. grotte), pe1 certa suddivisione, quanto riguarda gli
il campo trattato (es. entomologia), l'epoca scritti citati su pagine ufficiali del C.A.l.
a cui ci si riferisce (es paleon tologia), che si riferiscono all'idrografia superficiale
ccc. ('°). e a certi suoi aspetti particolari.
Così si possono distingue re ricerche
su corsi d'acc1ua e loro sorgenti ("), su ba-
IDROGRAFIA SUPERFICIALE cini lacustri (.:), con riferimenti all"idro-
grafìa generale di una certa zona
Occorre premettere che tra gli studi di Più particolari sono gli studi che riguar-
idrologia nel loro significato più ampio dano le sorgenti minerali, i bacini montani
vanno compresi, sempre qui in relazione dal punto d i vista dello sfruttamento idro-
all'attività svolta in questo campo dai soci eleltrico e l'idrobiologia (quest'ultimo ar-
interessati del C.A. I., anche quelli assai gomento trattato già ucl paragrafo riguar-

torio botanico nel e;iardino del "Clmnousia" in occasio- di varie opere dello 7,00\oe;o). Riv., 1915, voi. XXX III,
ne del 25• anniversario•, L. Vaocari. Rlt>., 1 939-1~0. pag. 350, •Escursioni wo\oe;iche nei monti della V'.tl-
\"OI. LL'\'., paa;. 266, •Di un piçro]o 1tlardino alpino• b.b del Saue;ro •. 11/u., 19-23, voi. XLII, 1>.1g. i6, • Con-
Rlu., 1954, ><o]. L\..Xlll, pag. 171, S!a7.iOni appcnni· tributi del SUCAI agli studi ci1to1nologici., dal Bo\.
niche di coltivazioni sperin1entali (Modena). Rio., 1958, lettino della Società Ento1nologica Italiana, \"01. LIV,
voi. LXXV II , pag. 3i8, • I[ centro erboristico appcn- 1922; pag. 9·1, • f"auna alpin,1" R. Perlini, lkrgamo,
nìnico" L. B. ~I. Rio. , 1961 , \"OI. !MXXX. p:ig. 191, 1923. Hiv., 1938, \"Ol. LVII , pag. 292, ricerche biolo-
• li ca mpo sperimentale delle piante aroma1iehe e me- giche sugli alti l:t1thi della Valse.in • (p.ute generale),
dlcinali di Varallo Scsin ., L. Pomini. ll icordiamo an- E. Baldi. /lit>., 1939-1940, voi. LIX, pag. 162, • Pro-
ehe l'orto botanico dcl rifugio J. Nogarn ai llocco!i blcmi di biologia vegetale., A. llcss
Lorb (Mon te Legnone) del C.A. ! (") 8Q/l., 1869, u. 14, pai:i:;. 44-51, • Oc.scrizione
(") Boli., 1866, n. 5, • flore et Faune du Col de dcl fiume Piave " in Varietà. /Joll., 1887, n. 5<1 , 1>.1gg
Saint-Théodu\e • (estratto da • Materbux pour l'étude 218-225, •Le SOf1'C11'i dcl Toce., C. Spei.ia
des gl:tciers • di Dolfu.ss-Ausset, teme VI , dcuxième (ll) BcU., 1869, n. 16, pag. 354, •Laghi delb Val
p.utie, paJI. 138}. &Il., 1869, n. 14, Alcu ne pagine de- d'Aosta., in Varield. Boll., 1892, n. 59, p.igg. 215-228,
dicate ad in teressi dcll'avifaun.i e del nunto forestale • I laghetti di Esioo., A. Cozz.iglio. Rlu., 1888. voi
Boll., 18i3, n. 21, pagg. 161-!Si, Dagli Atti del Con- VII , pag. 153, • On the origin or the great alpino
gresso degli alpinisti di Chieti: • Elenco delle piante b.J.:es ., F. Saçro, Ed imburgo, 1887. mv., ISW, '·ol.
r:i.çrolteda diversi ha gli botanici che presero parte Xlll,pag.4 12, oScandagliericerchefisichesuibghi
all'escursione sul gruppi) della !>laiella e del Morrone, dell'anfiteatro morenico di Ivrea., G. l)c Agostini, To-
nonché di inset ti e molluschi" 8oll. , 18i9, n, 38. no- rino, J894. Rio., 1897, voi. XVI , pag. 30. , li IRgo
te di botanica e wolovia nell'articolo citato nelb no- · d'Orta., G. De Agostini, Torino, 189i. /liv., 191'1,
la (27). Bo/I., 1936, n. 76, P.' ilil· 172-205, •Quindici voi. XXXIII , pag. 3il, • I bghi alpini della <:anca di
anni di idrobiologia alpina •, E. Baldi. Rio., 1954, llaitono ., G. 8. De Caspcri. Riv., 1933, vo!. LII ,
voi. LXXlll, pag. ll8, • F lora e fa111>a delle Alpi., pag. 547, • Hieerehe scien tifiche sui la ghi di alta mou-
F. Stcfonclli. Da Mauualeuo Ji i$trn zloul reieullficlic tagna., C. Morandini. mo., 1935, voi. LIV, pag. 2U.
/ll!r a/p/u/dl, del Comitato Scientifico del C.A.l.: p:igg • Studi limnologici invernali al 6.go di L.~gorai" C
191-198, • Osserva:cioni Botaniche•, R. Negri; !»'gg !>lorandini. Ili o., 1939- 1940, voi. LIX. pag. 177, , Rn·
199-216, • Osservazioni wologiche •, E. Z.wattari b:cione preliminare sulle ri«rche al L~go di Como•,
(•) Boli., 18i6, n. 26, • Comunirozione paleonto- E. Baldi. Rlv., JW6, \"01. LXV, p.ig. 37, , Le glauche
logica su resti fossili di ippopotamo trovati presso Or- pupille delle Alpi" C. Nangeroni. Riv., 1951. "ol.
ton.i, presentata al\'VJ ll Congresso degli alpinisti in LX.X, paa:. 10, , La scomparsa del Lago del !>liage •,
Aquila•, C. Maechia. Bo/L, 1897, n. 63, pagg. 31-00, C. Nangeroni , da Lo Sct.irp0tie. Ri11., 1954, \'O!. L'\'..'\111,
• MH:hele Lessona alpinisb •, M. Ccrmenatl {cita:cione Pl'g. 239, • Due laa:hi <O§Si al monte Fortin •, C. F .

112
Lt; AlGt' l LLE.<.; :0.1.t:m moSALt; ~; OJU EXT A·
LE IJE Tmh.,,n~TE, d:1 la Lex Bi anche
(Foto S. Soglio)
dante la zoologia e la botanica), e la divul· Un particolare interessamento a questo
gazione dell'argomento (<l). riguardo da parte degli organi competenti
i;: tuttavia uno dci campi di studio qui del C.A.I. si è poi avuto per il laboratorio
ricordati che forse più risente del suo e A. ~ ! osso • al Col d'Olen con stazione
carattere particolare e del pu r necessario d'altitudine alla cap.'lnna-osscrvatorio He-
limite qui posto alle fonti d'infommzione, gina Margherita al Monte Hosa, sed i idea-
limite di cui è indispensabile avere avver· li per questo genere di studi e che hanno
lenza se si \'UOI ''aiutare il vero contri· ospitato ricercatori che il Comitato Scien-
buto del C.A.I. anche in questo campo ti.fico Centrale ha cercato di ·favorire, an-
che se purtoppo in questi ultimi anni si
sia lamentata scarsi tà cli mezzi cd altri in-
MEDICINA convenienti (05).
Più in generale si hanno poi scritti,
Studi di fisiologia veri e propri relativi anche divulgativi, di soci competenti del
al comportamento dcl fi sico tunano nel· Sodalizio in rapporto alla traumatologia,
l'ambiente di alta montagna sono stati im· fisiologia, igiene ecc. clell'alpi11ista, argo-
postati e condotti, nell'ambito del C.A.I., menti spesso trattati anche i.n conferenze
da un pioniere i11 questo campo : Angelo e nel corso di scuole di alpinismo (06) o in
~dosso, al quale altri specialisti si sono af. seno al Comitato Scientifico Centrale (56).
fìan cati e succed uti, e lo testimon iano le Tali apporti, assieme alle conoscenze
pur relativamente scarse notizie ufrìciali in già acquisite, sono anche il fondamento di
proposito (44 ) quella notevolissima attività di cui è bene·

CapeUo. Rii>., 1956, voi. L.UV, pag. 368, • ~rva­ d'Olen e presso l'Istituto El io!er.1.p!eo Codivilla di
tioni su alcune nevi rosse ed alcuni laghi della Val Cortina d'Ampev.o. Riv., 1935, voi. LIV, pag. 262.
Veny ., C. F. C::ipeUo. Laborntorio•A . .\los:so" al Cold'Olen. Rio., 1937, vol
(<l) Roll., 18\)5. 1896, n. 62, p.1iig. 45-72, • lnd:i.gi· LVI , pac:. 213, Relazione dcl Coniitato Seientillco Cen.
nisulleac<:1ueesulle neviddleaheregioni {spedizio. trale <lei C.A.I. sul Liborntorio •A. Mosso" al Col
1ieseientillcaalMonte Rosa)•. P.Ciacosa.Jtiv., 1917. d.Olen.Riv.,IOOS.1009,vol.LVJJ I, • ln vitoaisociehe
voi. X.UV I, paa;. 171, •Lo s!udio dei "OOdni mon- desiderano p.irtecipare ai Lwori presso il laboratorio
lani" in rapporto allo sfruttamento idroekttricoo, A • A. .\fosso" al Cold'Olen ..
ll css. Rio., 1958, voi. L.'\..'l'.Vll, pag. 108,. Clas:iifica· (06) Boll., 1936, n. 76, paag. 142-146, •La fisio-
zione genetica delle sorii:enli minerali dell'Umbr~i ., patologia del discesista•. C. Foà. Rlv., 1004, voi
:\I. n.irtoli. Da ,\fo.,u11/etlo 1/I ~lm:ioni lderiti{icl1e 1icr X.Xlii, • La fisiologia dell'alpinista ' • A. Hess. Rlv.,
a/pini1tl, dd Comitnto Seienirnco del C.A.1., 1934, 1911, voi. XXX, • li llllll dl monbii;ina., R. &llabio.
p;igg.119-128, · Osserw?.ioniidrogmfiche -,M.Vanni Riv., 1935, voi. LIV, pagg. XCV, CXI, CXXX III , XLJI[
(44) Boll., IS8-I, n. 51. p.igg. 286-295,. La respi- dell'antitesto, • ~ledicina ed alpini~mo •, M. Niz1.i.
r.o<cione dell'uomo su lle a!te montagne•, A. Mosso Riv., 1007, voi. LVI, 1i.1gg. 64 e l0.1, • u ricambio
/liv., 1905, voi. XXIV, p:1J!:. 120,. L.iboratoirs Seien· emoglobinico in alta montagna ., E. Zoja; pag. 157,
tifiqucs lntcrnMlonnls de :\10111 llose ., A. !>!osso, To- • Terapia elimatiea e clima elettrico ., C. Aliverti;
rino, 100·1. /li v., 1006, \'OI. XXV, lh1gg, 176-177,, Espe- pag. 261, •Osservazioni eseguite da lla stazione scien-
riew.e varie ;u] m:1!e di montngnn., A. ~fosso, cin- tifica. del C.A.I. in Cortina d'Ampezzo•, rachitismo
que pubblicm~ioni; 1mg. !76, •Esperienze varie sul combattuto con l'eliolerapia •. Rlv., 1938-1\).39, voi
male di montnirnn " A. M0<:so e G. Mnrro, tre puh. LVm, pog. 554, • La medicina e la chiruri!D relati>':\
blie.nioni allo sport dello sci e all'alpinismo in aha montagna-,
(~ Rio., 1!)13, \'Ol. XXX.li. p.1i. 82, ·Alti dei la- A. Berti. Riv., 1951, \'Ol. L.'\..'I'., pag. 17$, •Medicina
boratori seicn!ifiei "A. Mosso" sul !>!onte Rosa., A epsicanalisinellaprevenz.ionedeiliinfortunlalpini-
AggD7.7.otti. /liv., 100.1. voi. L III , p.igg. 42, 97, 328, stici., I. Cobc:ssi. Rio., 1953, "o!. LXXII, •Respira-
Commissiono ~lcdico-Fislologiea dcl Comit::lto Scien- zimie artifìciale •,O. Piootti. Rlv., Hl62, voi. L.'\..UI,
tifico Centrale dcl C.A.I., assistenza sanitaria in mon- pagg. 38-41, ·Aspetti della medicina alpinistica., A.
tagna: attività presso i laboratori •A. Mosso" al Col De Toni. Da Mmuuile110 di iltrozionl .sck11tific/1e per

113
merito il C.A.I. e che ha per scopo i sal- e perfe-t.ionatc tecniche e per l'alpinista si
vataggi in montagna, la loro efficacia e la riduce all'acqu isto di una adatta carta geo-
prevenzione di incidenli e disgrazie. grafica, ma a quei tempi giustificava ricer-
che anche sulle nostre montagne svolte fin
dai singoli alpin isti .
ARCOM EN'l'l V MU Altri argomenti di cui sì ha occasional-
men te trattazione o notizia nelle fonti uf-
Tra gli interessi scicnlifici di studiosi fi ciali dcl C.A.l. e che hanno relazione con
dcl C.A.I. non ricordati nei precedenti pa- qualche campo scientifico, sono quello del-
ragrafi, si può citare per i primi lustri di la sismologia ("'), del vulcanesimo ("'), delle
vita del Sodalizio quello della ricerca delle pietre a scodelle e segnali litici r), della
altitudini delle montagne soprattutto per compilazione di cataloghi, indici, biblio-
mezzo dcl barometro (<I). li problema ri- grafia e ricerche su lle pubblicazioni dcl So-
guarda in particolare solo gli anni dcl se- dalizio (11), della topografia e cartogra-
colo scorso, e ciò comprensibilmente se si fia (~), della fotografia in montagna, dci
rifl ette che esso oggi è risolto con molteplici valichi ferrovia ri e (addirittura), all'inizio

u/pfolsti, dcl Comitato Scientifico dcl C.A. I., 1934, al 1888, di S. Giincr: •Nota sopm alcune pietre ~
flllii· 27 Hl88, • N<nioni ekmentnri di fisiologia del- scodcllaesullepietreaseict1alinell'anfìtealTomorcni-
l'uomo di monbina •, C. Foà co di Rivoli •, C. Piolti, Accademia Scicntillca di To-
(f1) Boli., 1865, n. 3, pag. 52-62, • Della misu- rino, 1881.
razione delle altezze per mnw dcl b.uometro •, W. (Sl) Oltre alle notizie iià citate per questi argo-
~fathews jr. (trad. dall'AlpllM!I Jmm111/ del I" mano menti, si hanno le squcnti: Boll., 1881 , n. 46, 11.,g.
I~. Boll., 1866, n. 4, pa.u. 38-46, rilevazioni ipSO- 332. • Cataio;:o des;li ogii:etti e dci lavoTi C$pOSti dalL1
metriche. Boll., 1866,n.7,paa.15, · Ipsometria delle Sc1Jone torinese all'Espasi:cione Alpinit di ~li'9no, con
nllidil..anw.,P. Mya.Boll., 1868,n.12,pag.85, nota storica sul C.A.I . a Torino dal 1663 al ISSI• ,
misurazione di tlteua nella Provincia di Belluno. C. Isaia, Torino, G. Candcletti, J881. Bali., 1884,
Boli., J87l,n.18,pagii.22Vl35, •AscensionealGr.in n. 51, annesso Indice Generale dei primi 50 11umeri
Sasso d'Italia con osservazioni barometriche ... " Boli., (dal 1865al 1884)di L. Vaccarone. Boli., 1888, n. 55,
!880,n. 43,paga:.381-400, • L'altitudinede!J'Osservn- pagg. 1-100, Cro11aco del Club Al11lno l/u//m1 0 c/11/
torio dcl Regio Collelrfo Carlo Alberto in Monca!icri 1863 o/ 1888, S. C.iincr. Boll., 1909-1911, n. 73, an-
e la livellazione barometrica" P. f''. Denz.i. Boli., ncsso imlicegcnerale alfabetico delle IO annate 1894·
1881,n.48,{Xlg.538,•Propostaperunaforrnula 1003 di F. Federicl. Riu., 1926, voi. XLV. pag. CXX IV
t1uova per misurare faltcu.a delle montagne per mcuo de\l"antitesto, .Bibliognilbalpinistica.storiea eJCicn-
del barometro •, L. Brugnatclli, Atti del XIV C.Ot1- tifiea dcl iruppo dcl Monte Rosa, 1527-1924 •, D. Al-
gresso in Milaoo del C.A.J. Boll., 1882, o. 49, pa.gg berto, Nov.tl"ll, 1926. Rlv., 1927, voi. XLVI , pag. 248,
92- ll2, • Di alcuneosserw.ziot1i ipsometriche fatte sul , Bibliogmlb ~ti&ca di Quintino Sella •, F. Sacco
San Gottanlo dal 2 al 12 luilio 1875 ., A. da Schio. • Jndice generale della Rivista Mensile dcl C.A.I., dal
(") Boll., 1865, n. l, lll'i· 26, .5egnalazione di ter- 1882 al 1954., P. ~lichelctti. Rio., 1962, voi. LXXXI,
remoto ai piedi dell'Etna. Rio., 1886,vol. V, pag.349, pagg. 100-109, 159-164, •Le pubblicazioni periodiche
• Sul tenemoto del 23 febbraio 1887 •, F. Oenza.-F del Club Alpino Italiano., N. D. Demaria
Saeco. Rio., 1902, voi. XXI, pai. 289, • Bmdisismi e (52) Boli., 1878, n. 35, pai. 478, comunicazione
tencmoti nella reg:ione Bcnacense ., G. Il. Caociamali, della Sede Centrale su di un• concorso al premio di
Brescia, 1902. lire LOOO d~ conferirsi nl migliore studio sduntirico to-
(fil) Bo/I., 1869, n. 14, P3ill'.· 33-37, · OsscrV1tzioni pograSeo di un inlPPJ di montagne italiane•. Boli.,
geodetiche sul Vesuvio esel(Uite t1cll'nprHe 1868., F. 1880, n. 41, pag. 205,. Carta del Friuli tra i fiumi
Schiavoni (con profili della vetta VC$uviana dal 1845 Llvcnu. ed bonw., G. l.lnrinclli e T. Tammelli. Boli.,
al 1868). Boli., 1879, n. 38, pa.g. 368, • L'crozione 1894, n.61, J)aii· 2&3-3 16, •Metodo per lo studio de-
dell'Etna (26 m~o 1879)., A. Cos:sa, comunicazio- gli orizwnti., A. Galassinì. Boli., 1895-1896, n. 62,
ne alla Regia Accademia dei Lincei del 15 giugno pag.g. 194-258, •Tre osservazk>ni topogm6che e scicn·
J879sulla compOSidone delleeeneri e lave dell'Etna. tìllche nelle Alpi Marittime •, F. Mader. Riu., 1935.
Rlu., 1886, voi. V, pili- 225, •Sulle eru:tioni del- voi. LtV. J)lli- 200, Nuovi 5eli:ni cartogmfìei per ili·
l'Etna., O. Silvestri, Catania, 1886. nu.ori JCiistiei. Rlu., 1960, voi. LXXL't, pag. 388, • Uso
('°) Da Cronaco del Club Alpino 1follano dal 1863 della earlll tOJ)Ojp"llfìca., E. Cee.ioni. Da Man ualetto

114
dcl secolo, dell'elettricità in relazione al· C.A.1.-T.C.l. e ad altre pubblicazioni (15)
l'alpinismo (I), delle comunicazioni aeree in Determinante sign ificato ha natural-
montagna e della selenologia ("). mente per il nostro argomento l attività del
Ancora a parte occorre ricordare il con· Comi tato Scien tifico cen trale coadiuvato da
tributo veram<mtc notevole del nostro So. quelli sezional i, attività complessiva dellu
dalizio per ciò che concerne la geografia quale si è gi:\ accennato nell'introduzione
nel senso più completo del tem1inc in rela· ed alla quale bisogna riferirsi per giustifi-
zione soprattutto, dal pw1to d i vista della care l'il1iziativa ed il coordinamento, dal
entità dei la\'Ori e dci risultati, a tulti que· momento della sua fonnazione, dcl Comi·
gli argomenti fisici ed antropici visti nelle lato stesso della maggioranza dei lavori e
pagine precedenti, quindi alla toponoma- dci risultati ai quali (nei limiti delle pre·
stica, a ricerche sui confini r°) ed in modo fissate fonti di infonnazione) abbiamo fa tto
più ~ifico a scritti divulgativi Ji indole riferimento nelle pagine precedenti e che
geografi ca generale tra i quali si devono ri· p rendono un giusto, anche se incompleto
COl'(lare le note scien tifiche annesse alla risalto scorrendo le note relative al testo
collana della Guida de i Mont i d' lfo/ia dcl preceden te e la seguen te r").

1/i lstrrdonl !Ci<mtific/oe 1>er olpitol!ll, dcl Comitato Rio., 1940.1941, voi. L"<, p:ia:. 3, Commissione per la
SciC11tilk<> dcl C.A.1., 193<1, p..igg. 15-16, •Lettura toponomastica, nomine. Rit>., 1958, voi. LXXVII, pag
delle carte topografiche ., C. Colombo; pogg. 3H18, 43, • La trascrizione dci toponimi tibetani ., A. M:izz.1.
•Nozioni di to~.6a speditiv.l •,C. Colombo. Oltre Rit>., 1961, voi. LXX.'<, pag. 191, , Aspetti gcogr:iSci dei
a queste sp0rodiche 1HJtizie occorre perlomeno ricor· confini amministrativi comunali e di drwlo della Bre-
dare l"oper.i in questo campa di soci del C.A.l. in col. g11glia grigionese •, • Nomllocalidellaregiooechiarq·
bborazione con l'Istituto Ceografìco Millb'l re, oon il gioa ., • Ak:uni nomi di luoii:o dclb alta Valle CJ10Si·
Touring Club l tal~1no, e quella dei partceip:mti alle na., C. Do.Siinonì. l)a Manuak110 di Wru~i $Clc11·
spe<li1joni alpinistiche in tutto il mondo, open elle ha tijiclit~ per alpinl#i, del Comitato .Scientifico del C.A.I.,
contribuito a pOrre l'Italia in uno dei primi posti in 1934,paga:.26J.270,•0sser.':lzionidialettologiehee
questo ambito toponomastiche•. D. Olivieri
C"l lliu., 1903, voi. XXII, pagg. 4JS..441, •Elettri· (SS) Boll., H>l!S, n. 75, pagg. 243-307, •Quattro
citil. e<l alpinismo., A. Mcss. Rlv., 1905, voi. XXIV. mesi ncll' ll imaliy:i cachemirianoo, L. lfarclli, osser·
p.111:. 4 M,. L'aérovoie., F. Sacco. Torino, 1005 (s ulle vazioni. lliu., 1915, voi. XXXIII, pag. 349, •Il Tren·
comun icazioni aeree in montagna); p.111:. 414, •Il fu. tiuo ., C. Battisti; •Val Cecin:i ., C. Ceccarelli. Rlu.,
turo valico ferroviario attrnverso l'Appennino genove- 19li, voi. XXXVI, pag. 190, pag. 233, • li Carso•,
se., F. Sacco. lliv., 1007, voi. XXVI, pag. 368, , Essai G. Laen11:. Rlt>., 1929, n. 48, dagli Atti e comunieati
schematique de sélenologie., Torino, 1907. Da Ma- ufficiali: li Presidente del C.A.l., prof. E. Porro, veni·
miaJetto di Wruziani ldentific/1e per alpini#i, del Cc>- Vll chiam,1to a far parte della Ciuob'I del Comitato
mitato Scientifico dcl C.A.1., 1934, p;iga:. 61-76, •No- GoograSco del Consia:lio Nazionale delle Rkerehe, dal
zioni di fotogrofu .,c. Laeng Direttario del Consia:lio stesso. Riu., 1950, voi. LXIX.,
(S') Si ricorda chela prima notizia dell'attività del pag. 132,. L'attività a:C'OiraSca dcl Comitato Scien-.
Comitato Selenti6eo Centrale del C.A.J. si ha proprio ti6eo Centrale del C.A.I. o, C. ~lorandini. Rio., IQS.I,
in relazione all'istituzione di unaSottoeommissioneper voi. LXXIII, pag. 118, •Geografia delle Alpi ., C.
la toponomastica (Riv., 1931,vol. L,paa".440)eche Nangcroni e C. Saibene (dispensa per scuola d'alpi-
la maggior parte delle notizie qui cit.'lte si riferiscono nismo). Riu., 1001, voi. LXXX, paa:. 40, • Divagazioni
a (juel!e sull'a ttivitil. del Comitato Scientifico stesso. scientifiche e culturali o, C. ~ l or:mdini {con eita1jone
Rlu., 1933, voi. LII , pag. 274, Commissione per b. topo- di • La Terra • di L. Trev!san ed E. Tona:iorgi, c di
nomastica (cou souocommissionc J>er I confini italo- , L'Italia, di R. Almagià).
svincri). Rlv., 1934, voi. Llll,paa:a.41,98,328,458, (56) Dal 1931 in poi '°no assai numerosi ! rifcri·
Commissione per b toponomastica' pubblicvjone di mcntideglior11:aniu/lìeialidi stampa alle attività dcl
un• Diziooariettodei tem1ini alpinl$ticl e de11:li sports Comitato Scientifico Centrole del C.A.I., come del re-
al11in!., se11:retario S. Sa11:!io. Riv., 1935, voi. LIV, p11g. sto appare dalle numerose ciluioni man mano Eatte
597, Commissione per la toponomastica; paa:g. 200, al prop05i10 per a:Ji argoment i a cnl si è avuto modo
262, 649, nuovi toponimi. Riv., 1936, ~-o\. LV, pag. 283, .::l i acoennare.Sirannoqulsea:uireìnmeritonot~e
Commissione per b toponomastica; paa:. 195, nuovi to- citazioni di scrilll non ricordali altrove con esclusione
ponimi. Rfu., 1938, voi. LVII, po.g. 284, nuovi toponimi. dei sia:ni&cativi riferimenti contenuti nelle relazioni

115
Di particolare rilievo è ancora q ue l tutto individualmente ne ll'am bito del So-
com plesso di suggeriment i, di\•ulgazioni, dalizio, poi con sempre maggiore specia-
notizie, aggiornamenti, indicazioni e inci- lizzazione e concordanza di intenti per in i-
tamenti sulla via da seguire nei vari mo- ziativa e con il p..'l.trocin io de l Sodalizio
menti della vita del C.A. I. e soprattutto stesso e de l suo Comita to Scien tifico
in quello attuale, così che all'alpinismo s i Ciò anche in collaborazione, come a
unisca, arricchendolo, una anche limitata volte si è visto, d i altri organismi di vario-
indagine scientifica sui più disparati pro- carattere quali n stituto Ceografì co i\<lili-
blemi che prendono vita in montagna tare, il Consiglio Nazionale delle Hiccrche,
l'Aeronautica ~ lil itare, il Touring Club Ita-
liano, la Società Speleologica Italiana, As-
sociazioni alpinistiche straniere, ecc.
CONCLUSI ONE Con tali precedenti che poche Asso-
ciazioni non specialmente scientifiche pos-
La scarna rassegna che qui è stata svol- sono vantare, il C.A .J. è potenzia lmen te
ta al solo scopo di inq uadrare scritti o destinato a forn ire nella sua vita fut ura
notizie di essi e di attività con intenti in una tanto più copiosa messe d i st udi e ri-
qualche modo scientifici di soci dcl C.A .L sultati al campo dcl sapere, quanto più se
nei suoi primi cento anni di vita (proprio tram ite il suo Comitato Scientifico gliene
nella sua necessariamente preventivata saranno fom iti adeguati mezzi ai quali si
incompletezza di cui si è già detto nella afikmch i un crescente contributo di stu-
introduzione}, mostra quante energie intel- diosi che dcl Sodalizio siano soci o che
lettuali tendenti ad un migliore sapere si siano portati a divenirlo, cont ributo, come
siano espresse in un primo tempo soprat- si è visto, sino ad oggi mai venuto meno
F ILJPPO GU IDO ACOSTIN I

annuali dc\PresidentcCentralcchepotr:umocsserere- Guerm In seno al Comitato Scientifico dcl C.A.I .; pQg


perito nel presente volume al capitolo dedicato alla 262, istituzione di una nuova stazione scientifo<:a dcl
Cronaca del C.A.I. Rio., 1932, voi. LI, , Costituzione C.A.I. in G.lrdone Riviera; la spe.;li?Jone italiana in
e nomine del Comitato Scie,,tifico • (Comitato Sede Groenlandia; JXli· 597, Commissione medieo-fisiologi-
Centrale: Commissione Speleoloiica, Commissione ca; Commissione Radiofonica; Riv., 1937, voi. LV I,
Bio-Ceogrnfica; C.Omitnti Scientifici Sezionali~ Vittorio pag. 39, relazione del C.Omitato Scientifico della Se-
Veneto, MOlldovì, Udir>e, Cortin;'I d'Ampezzo, Sondrio, :tione <li Varnllo (11:laeioio&ia, valanghe, mcloorologia,
Ivrea, Prato, Desio, Mandello Lario, Ascoli Pieeno, idrografia: laihl). mu., 1938, voi. LVII, pag. 453, re-
Morbe~; Comitato Sede Centrale: Commissione Gla-- laz.ione sull'attlvità svolta nell'anno 19.37 dal Comitato
c.lologM;a, Commissione Medieo-Fisiologica). Rh1., 1933, ScientiSco della Sezione di Modena. Riu., 1950, vol.
voi. LII, pag. 274, • Situn.ione dell'organi~mzione XLIX, (Xl.i. 187, l'attività dcl Comibto Scientifico del-
scientifica del C.A.I. al 31·111·1933 • (Com missioni· la Sezione di ~ l odena. Rfv., 1951, voi. LX.X, • Nota
Toponom.istica, Biogeografica, ~ l edlco-Fisiologica, Fo. dcl Comitato Scientifico •, G. Nangeroni (incibmcnto
tografica, Glaciologica, Spclco!o11:ica; elenco di 34 Sc- a tendere al carattere divuliativo dcl Comitato Scien-
~Joni con Comitati Scientifici; portocip.11Jonc al Con· tifico).
gl"C$SO lntemazion.ile di Cortina d'Ampezzo (10.14 set· Pur non potendone far mcnziOlle per ostcso per
tembro); pag. 397. rottilkhe all'org.inlu..azione {co1n necessità di spazio, si citano qui le sedute periodiche
ponenti). Riu., 1934, voi. L III , p.1g. 203, colbbora· dello stesso Comitato Sciontilìco Centrale, durante le
liane con l'Istituto Geoirra&co ~Hlitaro e proposla di .iUllli ven11:ono a volte presentati scritti cd anività di
ripristinare il Bollettino; pag11. 262, 328, 458, Comita- Sezioni e di soci dcl C.A.L, ceroando di assegnare
ti Scientifici ~onali. Rio., 1935, voi. LIV, pag. 39, loro dei contribu ti pur nelle relativamente modeste
attività del Comitato Scientifico nel triennio 1932-1934, possibilitillsueuisipuòfarcontoecheavoltelir11i·
pag. 96, costitu~one di nuovi Comitati Scienti&ci se- tano l'intrapreodenza di qucst'or11ano di evidente im-
zionali; P<lll· 150, rappresentanti dcl Ministero della pOrtanza nella vib dcl Sodalizio

Jl 6
LA VITA DEL CA. I.
NEI SUOI PRIMI CENTO ANNI

Nei primi mesi det 1888 il Consiglio di- 4) Statuto approooto il 18 marzo
rettivo del C.A. I. commise l'incarico di rac- 1866;
cogliere "lcw1e notizie storiche sui tJrimi 5) Regolflmento per le S11éc11m1li del
venticinque a1111i di vita del sodlllizio a Sci- 19 novembre 1870;
pior1e Cai11er, per pubblicarle nella ricor-
renw del XXV a1111iversario del Club 6) Statuto iu vigore ollli fine del 1800;
Le riportiamo qui integralmente tJer 7) Stotuto tlel 1902;
ma11te11ere la freschezza del tempo, facen- 8) Statuto del 1913;
dole seguire dalla cronaca dei S1JCcessivi
75 a1111i, ricavata dal dott. Silvio Soglio, 9) Statuto del 1921;
7Jreooleritemerite dalle pubblicazioni socia- 10) Stat uto del 1926;
li per la dispersione di b11011a v arte degli 11) Statuto del 1931;
archivi nei fortu nosi trasferimenti del pe·
12) Statuto del 1938;
rùxlo 1943-1945.
A que.Wa croMca generale tlelli11tero 13) Statuto del 1943;
sCKfolizio segue quelln particolareggiata 14) Statuto del 1944;
e Storia dcl C.A. I. 1ielle 'fre Vene::ie t, clic
15) Deliberazioni della Consulta del
ci è sembrata op7J0rllma per le Slle J><irti-
1945;
coùi ri caratterist iche e clic è stata stesa co11
ram competenu1 dal dott. Piero Rossi, del- 16) Statuto 1946-1954;
la Sezione di Belluno. 17) Legge 26gc1maio1963 N. 91;
Scg110110 infine i tlocmnenti fondamen- 18) Le cariclie sociali <lal 1863 al 1963;
tali racco{U e ordirwti dal dou. Silt>io Sa-
glio e cioè: 19) Congressi e adrmote;
20) Assemblee de i Delegati;
I) Allo di Costit11zio11e del Club Alpi- 21 ) Elenco dei primi Soci;
no; 22) Elenco delle Sez.i<mi e loro forzo.
2) I Fondatori de l Club Alpino; numerica 11el 1963;
3) Statuto del 1863; 23) Diagmmm i statistici.

117
fa tte o sono a fa rsi; ivi chi men sa di bota-
nica, d i geologia, di zoologia, porta i fiori ,
le rocce o gl'insctti che attrassero la sua
attenzione, e trova ch i glie ne dice i nomi
e le proprietà; ivi si ha insomma poten tis-
simo incentivo non solo al tentare n uove
salite, al superare diffico ltà non ancora vin-
te, ma all'osservare quei fa tt i di cu i la
scienza ancora d ifett i.
e Ci:\ si sono pubblicati tre eleganti vo-
lumi sotto il titolo di Punte, passi e gliillc-
ciai, esc11rsio11i dei membri del Club Al~
pino; ora si è intrapreso un giornale tri-
mestrale. Di quanto g iovamento siano que-
ste pubblicazioni ai "Touristes" è troppo
agevole l'intendere; e così senza la be lla
relazione del Mathews non so se noi sa-
remmo riesciti 11clla salita dcl Monviso (1).
e Anche a Vie nna si è fatto un Ar1,e11-
verci11, ed un primo in teressantissimo vo-
lume è appunto venuto in luce in questi
Quinll>oo Selk1 giorni.
Fornl.alore del e.A.I . t Prai</c'llC
'1al 1876al/884. e Ora non si potrebbe fare a lcunché d i
simile da noi ? lo crederci di sì. Cli abitanti
dc l Nord riconoscono nella razza latina mol-
to gusto per le a rt i, ma le rim proverano di
!.. A FONDAZION I~ averne pochissimo per la natura. Vera-
mente, chi avesse visto le nostre ci ttà a nni
Quinlino Sella, in una lettera a Bartolo- or sono e considerata ad esempio la guerra
meo Castaldi, in data dcl 15 agosto 1863, spietata che si faceva alle pian te, ed il niun
narrando le vicende della prima ascensione conto in cui si tene\•ano le tante bellezze
italiana al Monviso, compiuta tre giorni pri- naturali che ci attorniano, avrebbe potuto
ma, chiudeva la relazione colle seguenti convenirne. Però da alcuni anni v'ha gran-
parol~ C) :
< A Londra si è fatto un Club Alr>i110,
cioè di persone che spendono qualche set- ( 1) Una u1/ila 111 M o11 viro. Lettera di Quintino
timana dell'anno nel salire le Alpi, le nostre Sc:Ha a B.irtolom.,o Ca,•ta\dl, Segretario della Scuob
Alpil I vi si hanno tutti i libri e le memorie pera;li lngea;neriinTorino. D:ita l5agosto 1863. Clo.-.
nale J" , Opin!om_, ., Torino, settembre 1863. • Gior-
desiderabili; ivi strumenti tra di loro pa- nale delle Alpi e degli Appennini e dci Vukani • di
ragonati con cui si possono fare sulle nostre C. T. Cimino, Fase. l e 2, pag. li. Torino, 1864.
cime osservazioni comparabili; ivi si leg- • Bollettino del C.A .I. •. Voi. VI (1872-73), n. 39,
p. 80. Ri vista Mensile dcl C.A.I. 1963, n. 1-2.
gono le descrizioni di ogn i salita; ivi si (l) L'Alpine Club di Londra sorse il 4 agosto
conviene per parlare della bellezza incom- 1857 in un'adunanr.a te rmia presso Meiringcn da
parabile dei nostri monti e per ragion.tre Will l:un Mathews, John Mathews ed E. S. Kem>aly,
e si rh111l DCI' b prim.~ volta in Assemblea a Londn
sulle osservazioni scientifiche che furono ne[ fcbbnio 1858.

llS
de progresso. Bastino in prova i giardini modifìcato in quello di c. Oeslerreichischer
di che Torino e Milano cominciano ad or· Alpen-Club >).
narsi. Oltre a ciò ogn i eslate cresce di molto li Sella non accenna a un'altra società
J'affiuemm delle persone agiate ai luoghi alpina che allora esisteva da sei mesi, il
montuosi, e tu vedi i nostri migliori appen- Club Al pino Svizzero c. Schweizer Alpen-
dicisti : il Bersezio, il Cimino, il Crimaldi, Club >.Questo era stato fondato il 19 aprì·
intraprendere e descrivere le salite alpe· le 1863 a Olten (cantone di Soletta) in una
stri, e con bellissime parole levare a cielo riunione tenuta dal dott. Th. Simler e da
le bellezze delle Alpi. Ei mi pare che non altri aderenti, ma la sua prima Assemblea
ci debba voler molto per indurre i nostri ebbe luogo soltanto il 5 settembre a Glarus.
giovani, che seppero d'un tratto passare Probabi lmente, prima della lettera del Sel-
dalle mollezze del lusso alla vita del sol- la la notizia della fondazione del C.A.S.
dato, a dar di piglio al bastone ferrato ed non si era ancora divulgata.
a procurarsi la maschia sodd isfazione di Nell'agosto 1888, a Radstadt, per cura
solcare in varie direzioni e sino alle più delle sezioni Austria, Linz e Radstadt, fu fe-
alte cime queste meravigliose Alpi che ogni steggiato dal C.A. Tedesco-Austriaco, in
popolo ci invidia. Col crescere di questo .occasione del Congresso generale tenutosi
gusto crescerà pure l'amore per lo studio a Linz, il 25" anniversario della fondazio-
delle scienze natu rali, e non ci occorrerà ne del C.A. Austriaco, che ne era stato il
pili di veder le cose nostre talvolta studiate primo nucleo. Per cura della sezione Au-
più dagli stranieri che non dagli Italian i >. stria venne fatta una pubblicazione speciale
(v. Rivisiti, 1887, pagg. 319 e 410). Nel 1888
Quintino Sella, Bartolomeo Castald i, ricorreva pure il 25° anniversario del C.A.
Monviso: in questi tre nom i si riassume il Svizzero. L'adunanza generale tenuta dal
concetto onde è nato e a cu i è infonnata la Club nel 1887 aveva deliberato di non fare
vi la del C lub Alpino italiano. feste giubilari generali . Soltanto, il Comi-
li Club Alpino Austriaco (Ocsterreichi- tato Centrale del Club, che ora trovasi a
scher Alpenvercin) era stato fondato a Glarus, aveva stabilito cli fare una pubbli-
Vienna nel mano del 1862 dai signori Paul cazione d'occasione. La ricorrenza fu fc.
Grohmann, Edmund von Mojsisovics e ba- stegi;iata nell'aprile 1888 da alcuni dei soci
rone von Sommaruga, ai quali si unirono fonda tori in una riunione a Olten e da
altri 15 aderenti, ed aveva tenuto la sua qualche Sezione.
adunanza costilutiva il 19 novembre dello Da Quintino Sella, dal Monviso e il pa-
stesso anno. (Questo C.A. Austriaco c. Oe- clre dcl maggior fium e d'Italia >, dalla pri-
stcrcichischer Alpenvercin > e il C.A. Tede- ma ascensione italiana C) che ne fu com ·
sco e Dcutscher Alpen-Verein >, fondato piota dal Sella insieme con Paolo (') e Cia-
pilt tardi, nel 1869, a ~fon aco, si fusero poi
in una sola società, l'attuale C.A. Tedeseo- (l) Ern questa b. tena aso:enslone d el Monviso. La
Austriaeo e Dcutschcr und Oestcrrcichi- prima fu eomviuta dn Mathews e Jacomb il 30 ngosto
scher Alpcn-Verein >; e allora il C.A. Au- 1861. Nell'ai;iosto 1002 vl sali li Tuckett. Le rebzionl
diquestedue s.ilite sono più voltecitntedn\ Selb nel·
striaco divenne semplicemente la Sezione la sua lettera.
e Austria > del grande Club. Non bisogna (4) Di Paolo di Saint·Robcrt rileva il Sella che egli
pertanto confondere questo antico C.A. Au- aveva fatto tradurre nella Caz:.etlo di Torino b
relatione del Tuckctt e inli.immato di entusiasmo I
striaco con l'altro sorto nel 1878 a Vienna compagni e lauti ~ltr!, e che . fu illSOn'lm3 Il oet"Olnl-
col nome di c. Alpcn Club Oesterreich >, poi :datore delfimprua•.

119
cinto di Saint-Robert e Giovanni Barraro:>, lui che tornava dal Monte Bianco ragionò
da quella lettera con cui il Sella sentì il bi- dell'impresa in progetto con pochi cd auto-
sogno di comunicare al Castaldi per il pri- revoli amici, che, pur facendo adesione, non
mo le sue impressioni e l'idea che ne era si dissimulavano gli ostacoli a cui andavano
come la sintesi e la conclusione, è procedu- incontro; quando, a romper gli indugi, par-
ta immediatamente la fondazione del Club lò una voce forte e conosciuta, quella di
Come Bartolomeo Castaldi abbia com- Quintino Sella, alla quale aggiuntosi il cre-
preso il pensiero di Quintino Sella dimo- dito del conte di Saint-Robert, il concetto
stra la storia dei primi anni del Club, di d'un Club Alpino venne svolgendosi e pi-
cui egli, che fu uno dei principali fonda- gliando forma e vita • ·
tori, e poi chiamato nella Direzione e ben Delle prime pratiche fatte per la costi-
presto nominalo presidente, condusse le tuzione della società non abbiamo trovato
sorti sino a quel punto in cui mercè nuovi memorie scritte. Solo sappiamo che il Sella
ordinamenti ·vide assicurato all'istituzione manifestò il suo pensiero, oltre che al Ca-
quell'avvenire che era nella mente di colo- staldi e ai suoi compagni di gita, anche al
ro che l'avevano creata. brirone Fernando Ferrone di San ~fortino,
L'idea lanciata dal Sella trovò acco- all'lng. Giorgio Montefiore-Levi, al genera-
glienza fiworevole e confortante da parte le Hicci, al deputalo Chiaves, a C. B. Hi-
di parecchi animosi, fra cu i erano persone mini, all'avv. Cimino e ad altri, e che si
autorevolissime. 11 terreno non era affatto tennero alcune riunioni private per stabili·
impreparato. Nel Giornale <lelle Alpi del re i principi e le basi della società
1864 (5) troviamo: Con qual fede e con quali propositi il
« Nell' agosto scorso, mentre tentavasi Sella attendesse a questa opera, lo provano
la prima ascensione italiana su l Monviso, anche queste parole di una lettera da lui
che poi felice1ne nte compivasi, un gruppo scritta in quei giorni (6) .
di animosi che si inerpicava su pci dorsi ne- « ... Ho fiducia che ci troveremo in mag-
vosi dcl i\ Ion te Bianco deplorava non vi fos- gior numero che non crediamo. E, se i no-
se in Italia un convegno di viaggialo1i al- stri sforzi isolati e non incoraggiati rimase-
pini... E tra una sosta e l'altra di quella ro fin qui sterili , quando accresciuti di po-
ascensione memoranda ... uno della comi- tenza dalla associazione verranno a far co-
tiva esclamò: - E perché deplorare e non noscere e gustare queste nostre meraviglie,
fare? Chi impedisce a noi di costituirne cd a portare nelle valli le più recondite un
uno? ... Dopo parecchie osservazioni. gli grado di civiltà fìn qui sconosciuto•.
astanti consentirono a gittar le basi di un Iniziata una lista di adesione, le fìmle
nuovo club, ed a far saldo il patto, s'ag· si raccolsero numerose (circa 200) e signi-
giunse la parola di una nobilissima signora, ficanti per il valore dei nomi appartenenti
che, a\'endo rivaleggiato di costanza e di a insigni uomini di ogni parte d'Italia. Ben
for/,.a coi più veloci e temerari ascensori del- presto si pensò a convocare gli aderenti ad
le Alpi, volle nel modo più benigno confor- una prima riunione.
tare ad un'opera che incitasse gli uomini e L'adunanza si tenne all'J pom. dcl 23
le genti neghittose a far come lei. Fortuna- ottobre 1863 in una sala ciel Castello del
tamente, attorno alle bah.e del Monviso e Valentino.
sull'ultimo cono, l'istesso voto, lo stesso pat-
to era set.riiato da uomini levati in fama e (') 1''1.SC. cii.; p. 57.
(1) E: in d.1h1 del 15 ,;cUcmbrc 1863 e diretta a
pubblicamente e generalmente riveriti. Co- G. B. ll imini (stato poi .çegre!ario dcl Club).

120
In un giornale dell'epoca (1'.l è riferito è consistita, come consiste ora, la sua. forza ,
che e l'adunanz.'l. fu numerosa e molti ven- quella forza per cui potè spandersi così ri-
nero di lon tano > ad assislcn•i. Ma un elen- gogliosamente e diventare dal modesto
co degli intervenu ti non si è conservato, né Club dei 200 aderenti delrottobre 1863 al
si sa quanti precisamente c.~s i fossero. 11 ver- Valentino, un Club forte al 31 dicem bre
bale della riunione, cli cu i es iste copia ne- 1888 d i oltre 4500 soci divisi in 34 Sezion i
gli atti del Club, non si reca né l'elenco Tale era stato, ed in questo si palesa la
né il numero. Soltanto, dalle cifre dei voti grandezza delle men ti che lo hanno conce-
dati per la nomina delle cariche è eia argui- pito, il proposito dci fonda tori. Quintino
re che i presen ti fossero circa quaranta ('). Sella a\'cva voluto con sé su l ~ l on v iso il
La presidenza era tenuta dal barone Fer- Barracco e onde \•enisse a rappresentare
nando Perrone di San Martino. l'estrema Calabria, di cui è oriundo e de-
Fu rono discussi ccl approvali gli Statuti, putato, su questa estrema vetla delle Al-
e poi si nominarono le cariche. Per nove di- pi Cozie • . E che egli volesse fondare una
rettori da nominarsi, i voti andarono disper- società nazionale risulta pure all'evidenza
si su 44 nomi. Ebbero Sella, Castaldi, Paolo dalla chiusa, che è riportata al principio di
cl i St-Robert ognuno 36 voli e Pcrronc di questo scri tto, della sua relazione.
San Martino 35, che era certo la quasi una- Avviate le pratiche per la costituzione
nimità.
Lo Statuto cominciava così: (1) • Ca~ta di Torino. del 24 ottobre 1863.
e Art.l - € istituita a Torino una so- diretta allOT1'1 d:ill'11vv. Giovanni Piacentini. uno dci
cietà sotto il titolo di Club Alpino. direttori del Club eletti In questa prima adunan~.
(I) li vcrh.,\c è riprodotto alfa fìnediqucstoscrit·
e Art. 2 - Il Club 1\l11i110 ha per scopo
to. primo dci documentl e prospetti (p. 367). •
di far conoscere le montagne, pili spccial- Secondo Nino Daga Dcmaria i votanti furono, pi1ì
Jllen te le italiane, e di a1?evolarvi le salite e precisamente,37: .PoichéoQ;nip~tedovev.i.v<>­
tnrcnove<lircUori. per conoscere il nu meroesatto<lei
le esplorazioni scientifiche >. prescnli bMten\ fare prima In somma dei voti ns~e­
L'obbligo dei soci durava tre anni e la gnati ni 44 nomi che ri.m hanosuffelcnco, poi dividere
annualità era di lire 20, ma c'era anche una questa somma per 9.
·La sommadeivoti risuhadi333-trevolte Jl
tassa d'en trata pure di lire 20. numero perfetto!! - che, divis.1 per 9, dà r~uo
Alla testa ciel Club si ponevano 9 diret- numero di 37 volanti, !!Cllza il minimo resto nella di·
tori nominati dall'Assemblea, i quali eleg- visionestess:i:quindinonunsolovotonulloedi·
sperso! Oro noi p0»i.1mo affermare con matematica
gevano fra loro Il presidente, e fra i soci il certmi>.acbcQnintineSelh.ilcontePaolodiSt·Robert
segretario e Bartolomeo Castaldi ebbero - tutti e Ire - la un.o.·
Lo Statuto stabiliva che due volte al- nimità dei voti mentre il futuro primo presidente dd
Club, il barone Fem.indo di San Martino, ne ebbe
l'anno ci fosse un pranzo sociale. (In segui- uno solo di meno: 35. Egli vcniv:i eletto, nella~
to questa d isposizione fo tolta, e vi fu sosti- conda seduta della Direi:ionc, il 30 ottobre 1863 •
tu ita quella relat iva al Congresso annuo). (9) Anche le 11ià men7Jonatetre Società Alpine for-
matesi prima della nostm, si ritengono fondate sino
Così il Club Alpino, che si può dire fon- dalh prima rlunio11e dci primi promotori. cioè :tv:inti
dato sul Monviso fin o dal 12 agosto 1863, In formak costitu7.ienc seQ;uita nelle rispettive a1-
si dich iarava costituito il 23 ottobre dello semblee.
Dcl nostro Club i fondatori sarebbero quindi il
stesso anno, venendo quarto per ordine d i Selh coi suoi comp..iQ;ni di &ila, fra i quali, sebbene
rnscita fra le Società Alpine('). non fosse person.ilmente con lorp, devesi certo eil--
La società doveva essere 11azio11ale: e cohre il Ca-<taldi. che il Selb IDO$lrò evidentemente
di voler consi&r.ml oome compagno col metterlo lm-
tale è stata sino da principio e poi sempre, me<fotamente a parie e delle viccndedell"impresa, e
in tutta la sua vita. In queslo suo carattere del conutto del Club Alpino

121
della Società, il Sella, come si è detto, cer- sunsero tutte il nome di Sezioni, restando
cò e trovò aderenti di ogni parte d'Italia alla Seziorie di 1'orino il titolo e l'ufficio di
Basta percorrere i nomi di tutti quelli che Set/e Cer1trafe. Dopo altri tre ann i le due
ebbero voti, nella prima adunanza, per la ammin istra7ioni vennero completamente
nomina delle cariche: oltre i nomi di Ca- separate, assumendo la Sezione di Tori no,
staldi, St-Hobert, San :\fo rtino, Ricci, Mon- puramente e semplicemente come ogn i al-
telìore, Chiavcs, Costantino Nigra, oltre il tra, la parte che le spettava nel consorzio
nome del Barracco, vi troviamo quelli di delle Sezion i costituenti il Club Alpino Tta-
Bettino Ricasoli, cli suo fratello Vincenzo, liano; e per l'ammin istrazione generale dcl
dcl generale Ricotti, del marchese depu- C lub venne stabilita una Direzione Centra-
tato Arconati-Visconti e di altri non appar- le sedente pure in Torino, ma d istinta af-
tenenti alla città. dove il Club pone\'a la fatto dalla Direzione della Sezione locale.
sua sede La cronaca dei primi 25 anni dcl Club
Naziollale era lo SCOf'O della Società an- si può quindi dividere in quattro cpod1e
nunziato nell'art. 2 dello Statuto. segnate dalle accennate modifìcazioni:
li primo nome (Art. 1) fu sempliccmcn- r Epoca - 11 Club cost ituito da una so-
qucllo di e Club Alpi110 • senz'altro. L'ap- la Sede di Torino. Anni 1863-66
J:>ellativo di e Italiano > fu aggiunto più tar- I r Epoca - Jl Club composto dalla Sede
di: esso comincia ad apparire sull'organo sociale in Torino con alcune Sedi succursa-
del Club dal 1867. li fuori. Anni 1867-1872
Dal 1863 al 1888 il Club, pur rimanen- lii Epoca - Il Club composto da Se-
do sem,,re quello stesso, se11;:.a trasformar- zioni, colla Sezione di Torino per Secle Cen-
si mai, ma crescendo e sviluppandCtSi, ebbe trale. Anni 1873-1875.
naturalmente delle importanti modificazio- IV Epoca - U Club composto da Se-
ni nei suoi ordinamenti interni. zioni tutte con egual posto; e sopra ad es-
Questi ordinamenti si dovettero porre se un'amm inistrazione generale di Direzio-
in annonia con l'aumento e lo sviluppo che ne o di Sede Centrale. Anni dal 1876 in poi.
la Società andava man mano prendendo, E veniamo ora ad esporre, in breve
colrespandersi in ogni parte d'Jtalia, col riassunto, gli avvenimenti più importanti
prodursi di nuovi centri di operosità inten- per il Club e le OJ:>ere più not<'voli da es-
ta sempre ad uno stesso fine. Cosl il Club so compiute, epoca per epoca, anno per
da bambino si è fatto gio\linetto, e poi adul- anno
to e forte, restando tuttavia quel medesimo,
mantenendo sempre lo stesso carattere e
lo stesso indirizzo, soltanto affermandoli e
raffor..:andoli sempre più stabilmente. J86.3-l866 - IL CLUB COS'J'f'J'Uf1'0
Il Club dapprima ebbe una sola Sede iii DA UNA SOLA SEDE lN 'J'O RI NO
Torino. Dopo meno di t-re anni incominciò
a sorgere qualche altra sede, e ben presto Appena fom1ato il Club, pure con l'idea
si formarono altre Sedi succursali, aggre- che avesse ad estendersi per tutto il paese,
gandosi a quella di Torino e restando da non si poteva pensare ad altro che a costi-
questa dipendenti. A queste Sedi si dovet- tuirlo in una sola Sede con una sola ammi-
tero naturalmente concedere un po' alla nistrazione. t-.·la il carattere e l'indirizzo fu-
volta !'autonomia amministrativa e un'esi- rono sempre, sin da principio, come abhirl-
stenza propria, e dopo altri sette anni as- mo accennato e come si vedrà. dai fotti che

122
esporremo, quelli di un'istituzione nazio-
nale.

1863. La Direzione appena eletta si


radunò dopo la prima Assemblea, il 23 ot-
tobre, al Valentino, e si nominò un segre-
tario
Nella seconda seduta (30 ottobre) eles-
se il presidente, che fu il barone Ferdinan-
do Pcrrone di San Martino.
L'attività sociale incom inciava a mani-
festars i ben presto: nella terza seduta della
Direzione, Quintino Sella comunicava esse-
re il\tenzione dell'Accademia delle Scienze
di affidare al Club la cura delle osservazio-
ni meteorologiche, e annunziava di aver ini-
ziato pratiche coi Municipi di Casteldelfi-
no e di Ponte Chianale per la erezione di
un e casotto > nel vallone delle Forciolline,
allo scopo di agevolare la salita al Monviso
In questa seduta venne anche preparato Ferdinando Perrorre di Son Mortino
il primo bilancio del Club, per il 1864, che PrlmoPreJidcntedelC.A.1.
portava un'entrata di L. 7000, composte per
L. 3000 dal dono di L. 100 per ciascuno
fa tto da 30 soci fondatori , e per L. 4000 da sopra, e anche il piano di avviamento dcl
contributi da L. 20 di 200 soci. Nell'uscita C lub era da essa sostenuto, che in massima
erano stanziate L. 100 per la capanna al
Monviso, e c'erano pure assegni per le gui- (IO) Questo numero è dato, w me si ò visto, dalla
pr<'visionc delle quote nel primo bilancio. Esso però
de, per acquisto di libri, carte, documenti, no11 risulta, dalla primo matricoli, conservata nell'ar-

'"" I soci inscritti al 31 dicembre 1863 era- chivio del Club, la (1ualc fu preparata, per qu1,mto si
$.I, qu.ilche tempo dopo, in modo che vi figurano
inscritti nel 1864 e nndie Il('! 1865 $OCi che indub.
no circa 200 ('°). biamente furono Ira I primi aderenti.
(Il) li conte di St-Robert (come ci risult.i da pri-
1864. Il 24 gennaio si radunava ]'_.\ s- v.1.te informazioni) avrebbe voluto che il Club a)Su-
messe il car11ttere di unaelcttadisoci,<:0$lche nou
semblea generale dei soci. potesse fame parte se non ehi avesse da produrTC
l i cou te di St-Hobe rt aveva dato la sua quakho titolo speciale, o di notevoli ascensioni com-
rinuncia da direttore, pare per disaccordo piute, o di opere pubblicate intorno alle montagne.
hwooo i suoi collca;hi intendevano che il Club aves.<e
su qualche pu nto dcl programma d'avvia- un e.irotteropili den1oertttico,chcnon vi fosse bisoicno
mento da fars i al Club, e tutta la Direzione perentrarvidi provediquelgcnerc,eosiehevisl
si era dichiarata dimissiona ria, per motivi ammettcsserotuttiquellichevolesseroanehesoloool
fame p.irte dimostrare il loro interessamento per le
di delicatezza, volendo lasciar libera la So- Alpi. Sembra pure fosse idea dcl St·Robcrt che il
cietà (11). L'Assemblea rielesse tutt i i dimis- Club si ooc:upa.sse esclu:1iv.1.mente di ascensioni e dJ
sionari, sostituendone uno solo, il conte di csploruioni ddle montagne, mettendo affatto in se-
conda linea altri Livori :ul esse meno attinenti, ai
St-Robert. Fu approvato il bilancio secondo quali invece mostravano di ,-o]er pure attendere i di
le proposte della Direzione accennate più lui colleghi, come l'impianto di osservatori e slmlli

123
consisteva in tre punti: 1° che la Società
non prendesse un locale proprio restando
intanto l'ufficio nella sala concessa dal Go-
verno al Valentino; 2° che si impiantasse
un ossen,atorio meteorologico; 3° che il
Club dovesse agevolare, secondo i suoi
mezzi, le escursion i alpine (a ciò si riferi-
vano gli assegni votati per la capanna al
Monviso e per le gu ide).
La Direzione si radunò più volte, e in
una seduta si diede incarico a un direttore
di compilare alcuni progetti di escursio-
ni ci).
Un gravissimo colpo recò alla società la
perdita del presidente barone di San i\farti-
no, il quale soccombeva, dopo breve malat·
tia, a 28 anni
La Direzione elesse a s11ccedergli Quin·
tino Sella, ma, non avendo questi accettato
l'incarico, nominava presidente (15 ottobre
1864) Bartolomeo Castaldi, che tenne l'uf-
ficio fìno al 1873. Bartolomeo Gasfo/.d;
Altro colpo di cui si risentì notevolmen- Prt"-tidcnle dal 1~4 ol 1872
te la società fu il trasporto della capitale a
Firenze, che ridusse a scarso numero i soci
resid enti a Tprino
Dalla relazione dell' ottobre 1865 stam-
pata nel n. 2 del l301l.etti110 si rileva che alla (ll) S<:>ncertO<!uclli pubblieatinel giàcitol o · G ior·
fìne del 1864 c'erano in cassa L. 3952,86. nulc delle Alpi •. 18&1, p.ig. 2.36
Sul numero dei soci inscritti nel 1864 (U) Un primo elellCO ufficiale pubblicato Insieme
non abbiamo dati precisi. Pare siasi aggira- con 11:li statuti senza dita di edizione, ma che in frOI>'
tespWo reca l"anno 1863 (probabilmente s"fotcndew
to intorno ai 200 (il). di ricord.irc l'epoca della fondazione del C lub), rec:i
i nomi di 184 soci. Questo elenco è riprodotto tale e
quale nel 1• e 2' fascicolo del Giornale delle Alpi
1865. Varie circostanze gravissime in·
portante per data ranno Ul64; nel 3" e 4' fascirolo.
fluirono sull'andamento del Club nei suoi colla Stl'$!.a data. e'~ un'aggi unta di altri 29 uorn!;
primi anni: già accennammo alla morte del questi fascicoli apparirebbero pubblicati ent ro l'anno
18&1 ; ma fm i nominati in qucii:!i elenchi vo ne sono
suo primo presidente e al trasporto della ca- akun ichodaila matricola risulterebbero amme.-slsolo
pitale. La vita sociale ne restò paralizzata nell 865, benehéroneffetto dal18&1
Nel 1865 la Direzione si radunò più volte, Fra i nomi che troviamo in quc.sti clcnd1i e nella
matricoli, oltre a q uell i che già abbiamo avuto occa·
ma non fu convocata l'Assemblea generale. sione di citare, sonvi qucl!i di Vittorio Bcrsozio, Giu-
Tuttavia il Club non restò affatto inattivo: seppe Bianchcri, RufliCro Bongh i, C . B. Bmz1.0. Gin·
anzi in quell'anno si iniziò uno dei suoi fatti seppe Dc.vincem:i, Domenico Farini. Felice e Scipione
più importanti, la pubblicazione del e Bol- G iordano, Giacomo Malvaoo. Achi lle Menotl i, Emico
J. loro1.zo della Rocc:i, Costantino Pern1.zi. UOOldir>O
lcttino :t . Pcro:tzi, F'rn~ de Ren:tis, Luigi Torelli, Emanuek
Fino allora il Club non aveva avuto un d i Villama rina, E milio Visconti-Veno:sta, eec.

124
organo proprio. Il Giornale delle 1\lpi C4) cl' un'altra per lavori d i abbellimento a Cour-
che si pubblicò a Torino dal 1864 al 1866 mayeur, e questa proposta da un inglese,
per cu ra dell'avv. G. T. Cimino, mem- R. H . Hudden, entrato nel Club in quel-
bro della Direzione del Club, ebbe a pub- l'anno.
blicare diversi atti della Società, ma era af-
fa tto indipendente 1866. In quest'anno il Club venne a
li Castaldi comprese come la pubblica- prendere un andamento più regolare.
zione sociale fosse indispensabile e con uno Il 18 marzo si tenne un'Adunanza gene-
slancio che dimostrava la sua intuizione dei rale dei soci, che, per quanto ci consta, deve
destini del Club, d'accordo con la Direzio- essere stata la terza.
ne, senz'altro, senza attendere la convoca- Il presidente Castaldi, tornando ad ac-
zione di un'Assemblea genera.le, che nelle cennare al trasporto della capitale che ave-
condizioni in cui si trovava la società pote- va privato il Club di molti soci, notava però
va tardare molto ancora, egli dava una pro- che parecchi cli quelli trasferitisi a Firenze
va del fatto che la fiamma della vita sociale gli restavano fedeli, ed esprimeva la fìducia
era stata custod ita con amore durante quei che avrebbero scelto per campo di esplora-
due primi anni di incertezze, perché a te- zion i l'Appen nino Toscano e che un giorno
nerla viva avevano vegliato lu i e i suoi si sarebbe costituita una Società affigliata.
colleghi. A questo proposito ricordava che e il nostro
E nell'agosto 1865 pubblicò il primo fa- Club non è una istituzione mtmicipaW, nè
scicolo del Bolletti1w Trim estrale - del provinciale, ma eminentemente nazionale :t
Club Alpino - di Torin o (15) incom incian- e faceva voti di poter stampare nel Boflet·
do così la serie di questa che è stata sempre tino articoli concernenti l'Appennino. Ag-
la più importante pubblicazione del Club. giungeva che la Direzione si era affrettata
Nel 1865 se ne stampa rono 3 fascicoli a cogliere l'occasione cli concorrere ad age-
Nel n. 2 c'è una relazione dcl Presiden- volare l'ascensione dell'Etna contribuendo
te, in data 1° ottobre 1865, su llo stato della alla spesa di riattamento della Casa Inglese.
Società. Il Club, che aveva avuto sino allo- Nella stessa sedu ta furono introdotte
ra per residenza un casotto concessogli dal alcune modificazioni nello Statuto. Si man-
Covcmo al Valentino, prese in affitto un lo-
cale in via Bogino n. 10; restava però a sua (1•) Q uesto periodico, dop0 il 1864, cambiò il no
disposizione anche il locale del Valentino, me di Glori111le in quello di Rivista
(1!) Quest'agglunlll della residenza del Club al li·
dove si facevano per sua cura osservazioni tolo dcl Bollettino restò $Oltanto nelle prime <lul'
barometriche e tennometriche (I'). Al l" ot- annate, costituenti il volume 1865-«1, n. 1-7. li notnl'
tobre i soci erano 230, dei quali solo 65 re- della società restò tuttavia sempre lo stesso di Club
Alpillo,comerisultndalloStatutoapprovatoil l8m:ir-
sident i a Torino. In cassa c'erano oltre 3400 w 1866 e stnmpato nel n. 4 (Il trimestre 1866) a
lire. p:ig. 9, e daili altri atti sociali stamp3ti pure oelle
due prime annate. Col primo numero della lii annata
Alt ri fa tti importanti per il Club Alpino si sta mpò invece sul frontespizio: Rullcttfoo trlme-
si compivano nel 1865, fra i quali la prin1a $lra/e del CIH b Al11ir10 l talitmo.
ascensione del Cen•ino dal versante italiano (16) Il Club nvcva ottenuto dall'Aocademia delle
Scieuw la cessione di tutti i suoi strumenti per im·
eseguita il 17 luglio da due guide italiane, piantare al Valen tino un osscrv:ilorio completo, ma,
esplorazioni e studi del Barett i intorno al avendo il Co-.·cmo deciso di unire all'osserv.itorio
Gran San Pietro, l'apertura cr una sottoscri- astronomico di PnL17.7.D ~ladam.1. un osservatorio mc.
teorologico, b Direzione del Club decise di limilani
zione, proposta dal canonico Carrel, per la a fare al Valentino le sole osservrioni barometriche
costruzione di un ricovero al Cervino, e e termometriche.

125
tenne il nome cli Club Alpino alla Società e
la enunciazione del suo scopo. Soltanto si
coordinarono meglio le diverse disposizioni,
e particolam1ente quelle relative all'Assem-
blea generale, e si precisarono le nonne rc-
lati\'e ai doveri e diritti dei soci: fra que-
sti d iritti si aggiungeva quello dcl Bollet-
tino.
Nel nuovo Statuto si introduceva la ca-
tegoria dei soci onorari ; e l'Assemblea vi
arnrnetleva subito per primi, secondo le pro-
poste della Direzione, il prof. Enrico Tirone,
illustratore dcl gruppo dell'Ambin, l'abate
Giovanni Gnifetti, parroco di Alagna, pri-
mo salitore (1842) della Punta dcl Monte
Hosa che porta il suo nome, il canonico
Giorgio Carrel di Aosta, benemerito per
l'illustrazione dci monti di quella vaJle.
Il n. 7 ciel Boflettiuo (ultimo fasci-
colo del 1866 pubblicato in principio del
L867) reca una relazione del presidente Ca-
staldi, nella quale egli noia che la stagio-
ne estiva non fu guari propizia alle escur- Giovanni CHf/dti
sioni alpine, l?°iché in causa della guerra
molti alpinisti abbandonarono l'alpenstock
per le anni; tuttavia furono compiute gite le osservazioni barometriche e tem1ometri-
importanti, fra le quali un'esplorazione al che al Valentino, e al 31 dicembre cessò
Cervino eseguita da felice Giordano. Il jl fìtto del locale in via Bogino, essendosi
Club contribuì alla costmzione di un rico- ottenuto dalla patriottica benevolenza dcl
\'ero all'Alpetto di Oncino, al restauro della Municipio un locale nel palazzo Carignano
capanna all'Aiguille du Midi costruita fino li Club al 15 marzo contava 235 soci.
dal 1863 dalle guide di Courmayeur, e ve- Poi ne furono ammessi altri 18, con che si
deva portare a buon pw1to la sottoscrizio- avrebbe al 31 dicembre 1866 un totale di
ne per l'abbellimento di Counnaycur e per 253 soci
la capan na al Cervino (L. 1345). Ad Aosta
si apriva una Sede succursale con ufficio Così compivasi il primo periodo di esi-
in una sala concessa dal Municipio. Il Club stenza del nostro Club, periodo modesto,
nostro, mercé i buoni uffici di R. H. Bud- ma nel quale furono pur compiuti lavori,
den, en trava in relazioni amichevoli col- studi ed opere che dimostrano l'intento
l'Alpine Club, e aumen tava la sua Bibliote- dell'istituzione e che giova qui riassume re:
ca con preziosi doni, la maggior parte pro- 1. La pubblicazione del Bollettino tri-
ven ien ti da questo e dai suoi soci; e si met- mestrale incominciata nel 1865 dal Castal-
teva pure in cordiali rapporti col Club Al- di, Bollettino continuato con varia periodi-
pino Austriaco e col Club Alpino Svizzero. cità, ora trimestrale, ora semestrale, ora
Per ragioni di economia si sospesero annuale

126
2. La costrnzione nel 1866 del rifugio z iate all'adunan7.a dcl 18 marzo dello stesso
dell'Alpetto al Monviso; la sottoscrizione anno 1866 dal presidente Castaldi a propo-
per il rifugio al Cervino, la sottoscrizione sito del trasferimento di parecchi soci a Fi-
per gli abbellimenti d i Courmayeur (che renze.
raggiunse la somma di L. 5650); il concorso Questa però apparisce come un'epoca
al restauro della capanna dcffAiguille du di transizione a quella in cui le succursali
Midi. diventano Sezioni con una vita propria, au-
3. L'apertura, approvata dalla Dire-.do- tonoma. Per ora la vita loro si aCC()muna con
ne sociale in seduta 31 maggio 1866, di una quella della Sede sociale di Torino, di cui
prima succursale ad Aosta, prima delle Se- esse restano semplici diramazioni.
di succursali, che poi divennero le Sezioni La Società, che fino al 1866 si era chia-
del Club. mata semplicemente Club Alpino, ormai
4. Notevol i ascensioni compiute dai so- comincia a denominarsi Club Alpi110 l ta-
ci: del Monviso, del 1\ lonte Bianco con par- lUmo; questa denominazione apparisce ne-
tenza da Courmayeur, del Cervino dal no- gli atti ufficiali ccl anche nel titolo del 1Jol-
stro versante, del ~fon te Hosa e di molte f.etti110
altre delle principali vette delle Alpi Occi-
cidentali . 1867. Dagli atli dcl Club di quest'an-
no si hanno memorie assai scarse. li Bollet-
tino non reca né rendiconti di Assemblee,
1867-1872-SEDE SOCIALE IN TORI NO né relazion i della Presidenza.
E SED I SUCCURSALI Vi troviamo però menzionato che, nel-
la seduta del 25 giugno 1867, la Direzione
fin dal 1866 aveva cominciato a mani- approvò il regolamento della Succursale·di
festarsi il bisogno di formare qualche altro Varallo, apertasi nel luglio dello stesso an-
centro di riunione per i soci residenti fuo- no nei locali del Casino di lettura col con-
ri Torino: e in quell'anno si apriva la Suc- corso del Municipio (inauguratasi sulla fi-
cursale di Aosta. La fonnazione di queste ne di settembre insieme con un Museo di
sedi dipendenti dalla Sede socia le di Tori- storia naturale raccolto per cura di Pietro
no corrispondeva a un desiderio della Dire- Calderini).
zione, come lo provano le parole pronun- Ed è anche citata un'Assemblea gene-
rale d i soci tenutasi il 23 aprile 1867, in cu i
si confermò in carica la DirC"".lionc e si ap-
provarono i bilanci.
li numero dei soci era a quell'epoca di
195.
li Bolletti110 veniva via via aumentando
d'i mportanza, e accanto ai lavori tradotti da
pubblicazioni straniere ve ne sono pure di-
versi originali che mostrano quali notevoli
esplorazioni siano state compiute: basti ac-
cennare alla descrizione della salita alla
Ciamarella d i Paolo St-Robert, i dati dcl Ca-
s taldi sulle punte fra Lcvanna e Roccia.me-
Il primo d4tintioo dcl Club Alpino lone, altri studi del Baretti sul gruppo del

127
Cran Paradiso, le memorie del Farinetti roldi, membri della Direzione. La riunione
sul ~ ! onte Hosa, di A. Caccianiga sul Can- era salutata da due telegrammi, uno del
siglio, ecc Club Alpino Svizzero, cd uno della Succur-
sale Valsesiana. li primo diccvii e Club Al-
1868. Quest'anno si segnala per una pino Svizzero oggi a Berna a voi le migliori
note\"ole maggiore attività militante. salutazioni, evvivano i due! - Studcr, pre-
Un'introduzione al n. 13 del Bolletti- sidente >. L'eroe del banchetto fu il llud-
110, dettata dal presidente Castaldi, enu- den, ma vi furono pure fostcggiati la gui-
mera diverse importanti imprèSe. Nella sta- da C. A. Carrcl e l'abate Corret, e vi furono
gione estiva, 1'-elice Giordano compiva la fatti brindi.si al Be e al presidente Castal-
traversata dcl Cervino dal Breuil a Zcrmatt; di. Vi si espressero voti per la rinnovai.io-
che va particolarmente distinta per i risul- ne di sim ili feste presso le altre succursa-
tati geologici; i q uali, aggiunti a quelli già li. Be Vittorio Emanuele aveva inviato per
ottenuti in altre partì delle Alpi italiane, il pranzo il dono di uno stambecco.
contribuivano ad agevolare il ri levamento ln dicembre la Direzione esprimeva vo-
geologico sulla Carta Piemontese al 50.000 to favorevole sulla costituzione di un corpo
già iniziato dal Ccrlach, dal Baretti e da di guide a St- Hemy.
altri. l soci Corret e Frassy, con altri, attra- Il 17 d icem bre si approvavano i pro-
versarono il ghiacciaio del Hutor. Una bri- getti di costituzione di due nuove Sedi suc-
gata di dieci persone saliva il Monviso pas- cursali, da aprirsi una in Agordo e l'altra a
sando sulla vetta la notte dcl 25 agosto. lm- Firenze, stabilendo e che pe r la loro aper-
portanti escursioni si compivano anche nel- tura si accordino a ciascuna di esse il
le Prealpi Lombarde. Comitive di giovanet- prodotto del buon ingresso e di due teni
ti di diversi is!iluti eseguivano gite in mon- delle quote annuali dei rispettivi soci>.
tagna. E d i qualche altra notevole impresa, Questa è la base dell'ordinamento del Club
per esempio d'una prima ascensione nel a Sezioni.
gruppo delle Mannarole (Alpi Bellunesi), Una proposta che si avvicinava di mol-
dà relazione il BollettillO cli quell'anno, to, in qualche punto, a questo ordinamento
il quale reca inoltre una diffusa monogra- era stata formu lata dal 1" luglio in una
lìa di C. Carrel sulla Valtournanche. Im- riunione preliminare di promotori della Se·
portante è la memoria ciel Giordano sul- de di Firenze. li prof. Cocchi, presidente,
l'ascens ione del Cervino, con vedute della vi aveva espresso e il concetto, che reputa-
montagna dai due versanti, sezione geolo- va il più conveniente per l'istituzione dcl
gica, ecc. Club Alpino in Firenze come in altre co-
Nel mese di luglio entrava a far parte spicue città del lfogno, di considerare il
della Società $.A. Il il Principe Tommaso Cl ui) diviso i11 Sezio11 i o circoli, aven ti cia-
Duca di Genova scuno la sua Direzione loca le; ... tutLi li
Jn seduta della Direzione del 31 giugno circoli avrebbero però una cassa unica cd
era stata p resa una deliberazione che vie- unico pure sarebbe il Bullettino da stam-
ne considerata come primo accenno alla pare a spese comun i. Il Club poi sarebbe
geniale consuetudine dei nostri Congressi rappresentato da un consiglio nominato
si stabi liva che il pranzo e statutario> aves- dai soci di tutte le Sedi e da un presiden-
se luogo il 31 agosto ad Aosta. E infatti si te, e risiederebbe in Torino. l circoli tra-
portavano col:\ in quel giorno diversi soci smetterebbero ogni an no il bilancio passivo
fra cui Felice Giordano, Budclen e L. Sa- delle rispettive Sedi al presidente generale

128
I L ~ l o:>.'T lki1.sc: nu Ti1.cu L, lL ~lo:-.1
~ l i1.u1>n, 1L ~lo:-.Ti:: B1Asco, IL Dò.-.11::
nu Coùn:11, dall'Aigu illc du ~ l idi.
(l'ol(l("oiort di S. Sa!,llio)
dcl Club, il quale, assistito dal Consiglio,
ripartirebbe equamente il fondo nei diver-
si capitoli : 1° stampa del B11llettillo; 2° spe-
se locali di ciascuna Sede; 3° ripartire il re-
siduo in lavori di conosciuta attività, come
rifug i sui monti, sussidi, premi, ecc. :t .
Ma il presidente Castaldi opportuna-
mente osservò non potersi pe r il momento
promuovere una rifomia d i tanta impor-
tanza, nè assumere, finché non fosse note-
volmente aumentato il numero dei soci,
l'impegno di provvedere CO!l\'Cnicntemen-
te a una Sede come quella di Firenze, che
pareva destinata a prendere una certa im-
portanza. E invece propose come preferi-
bile il sistema di lasciare una parte delle
tasse dci soci loca li alla Sede. Con ciò in-
fatti si ven iva a dar principio all'autonomia
loca le ammin istrativa, primo vero fonda-
men to della costituzione a Sezioni, mentre
altre modalità della proposta di Firenze
avrebbero poi potuto diven ire egualmente
Principe Tomma.ro Duca di CtMoo
attuabili, come iJ fotto ha provato, anzi me-
Primo Preride11te onorarlo.
glio ancora, come necessaria conseguenza
d i questo primo pu11to tli partenza.
La pe riodicità dcl Holletti110 diventa se-
mestrale. Nel n. 13 troviamo per la prima sterline, prodotto di una sottoscrizione del-
volta una rubrica di bibliografia. l'Alpine Club a favore degli abitant i delle
Il conto consu ntivo 1867-68 offri va al valli alpine danneggiate eia inondazioni.
3 1 dicembre 1668 un avanzo di L. 1585. In Si annunzia il dono fatto da R. H . Bucl-
due anni si erano spese L. 8750, delle quali den d i L. 500 da destinarsi in premio a
più di 4000 per il /Jollettino. quel Comune che provi d'avere, nel trien-
nio, data opera a rimboscare un tratto di
1869. In quest'anno notiamo una mag- montagna, e l'offerl'a dello stesso d i altre
giore attività negli affari interni del Club. L. 500 per essere ammesso come socio per·
Le sed ute della Direzione sono più fre- petuo (la categoria dei soci perpetui non
quenti e si raduna anche l'Assemblea ge- era ai1cora stata fonnalm ente stabilita nel-
nera le dei soci, che non era stata convoca- lo Statuto).
ta nel 1868. Si autorizza la Direzione a condurre a
I n questa adunanza (11 febbraio) si tennine le trattative per la costituzione
proclama presidente onorario del Club clelJe succursa li di Agordo e Firenze.
S.A.H. il Principe Tommaso Duca di Ce- lnfìne, su lla proposta fatta dalla s~de
di Varallo che e ogn i anno e per turno ab-
Si approvano i conti 1867 e 1868. biano ad aver luogo nelle Succursali riunio-
Si comunica l'invio al Club di 75 lire ni di soci per discorrere e per conoscersi a

129
vicenda >, si delibera di tenere in ago~to perché ne riferisse in altra assemblea. In al-
una riunione a Varallo. tra adunanza tennero discorsi e lessero me-
Così il voto espresso dalla riunione del morie su vari argomenti Emanuele Celesia,
31 agosto 1868 ad Aosta, accolto e fonnu- il Gorret, il prof. P. Calderìni, l'ing. Giu-
lato dalla Sede Valsesiana, veniva appro- seppe Antoninì, il teologo Farinetti ed al-
vato dalla Direzione sociale, stabilendosi tri. Nel banchetto di quel giorno fu notevo-
per tal modo regolarmente la consuetudine le un sonetto di Scipione Giordano, che sa-
dell'annuo Congresso degli alpinisti ita- rà ricordato lungo tempo.
liani. Meritano però di essere rammentati al-
Sono da ricordare le adunanze tenute tri fotti di quell'anno, quali la distribuzio-
nello stesso mese dalle Sedi cli Agordo (3 ne fra gli inondati delle province di Tori-
febbraio) e di Firenze (11 febbraio), nelle no, Novara e Belluno delle 2000 lire man-
quali si approvavano regolamenti per le date dall'Alpine Olub; altri assegni fatti
Sedi stesse, che, sulla base degli accordi (L. 3600) sul fondo raccolto per l'abbelli-
presi con la Direzione sociale, stabilivano mento di Courmayeur.
un principio di vita propria e di ammin i- L'apertura della Sede succursale di Do-
strazione autonoma per le due Succursali modossola venne autorizzata in seduta del-
In particolar modo il regolamento della Se- la Direzione del 27 dicembre, sulla base
de di Firenze era, nei suoi principi fonda- della ripartizione delle quote fra quella
mentali, Wl regolamento quale se lo diede- Succursale e la Sede sociale di Torino, la
ro poi le Sezioni, e provava come il sistema quale onnai incomincia a chiamarsi e Sede
proposto dal GastaJdi nel 1868 (quale più Centrale>.
sopra si è accennato) fosse il vero fonda- Al 31 dicembre il conto consuntivo re-
mento dell'autonomia sezionale. cava un avanzo di cassa di oltre 2200 lire.
Nel 1869 non ci fu alcun' altra Assem- Si erano spese nell'anno quasi 4000 lire, di
blea generaJe, e.neppure nel 1870, di modo cui più di 1900 per il Bollettino.
che non si ha in alcun documento riassun- Sul nwnero dei soci negli anni 1868-69
ta l'opera del Club. Soltanto, in una intro- non si possono far calcoli precisi. Da] ver-
duzione al Bollettino n. 15 vediamo accen- bale dell'Assemblea <lei 27 aprile 1871, con-
nati due fatti mollo importanti servato in archivio e di cui fu pubblicato
Uno è l'ascensione del Gran Paradiso un breve riassunto, risulterebbe che i soci
compiuta da] socio Frassy da Cogne, pri- al principio del 1869 fossero 191.
ma da quel versante
L'altro fatto è la riunione straordinaria 1870. Il Bollettino reca poche notizie
di Varallo, che venne poi ad esser contata sull'andamento della Società in quest'anno;
come il II Congresso. Vi intervennero cir- altre poche ne troviamo negli archivi del
ca cinquanta soci, fra cui Quintino Sella e Club
Budden. Vi furono due adunanze. La pri- li fotto più notevole fu la riunione ge-
ma venne presieduta dal Sella, e vi si ten- nerale tenutasi il 28 agosto a Domodossola
nero diversi discorsi e si svolsero varie pr'.l- e che viene ritenuta come il III Congresso.
poste, fra le quali una che chiedeva la ri- Vi presero parte una quarantina di soci.
fonna dello Statuto per stabilire meglio il Oltre ai discorsi tenuti dal presidente Pro-
buon governo delle Succursali e i diritti dci tasi e da altri, vi si discusse anche degli
soci ad esse inscritti; e si deliberò di rinvia- interessi del Club, e specialmente <le11'or-
re tale proposta allo studio della Direzione dinamento delle Succursali, invitando la

130
Direzione a regolarlo. E la Direzione nella Presso la Sezione di Agordo si teneva la
sua seduta dcl 19 novembre approvò un ormai consueta riunione annuale (che fu
apposito regolamento. il IV Congresso), il 17 settembre (lo stesso
Con questo si stabiliva che per la costi· giorno in cui si inaugurava il traforo del
tuzione di una Sede succursale occorresse Fréjus), con lettura di diverse importanti
l'autorizzazione della Direzione Centrale; relazioni, e poi gita a Caprile nel giorno
che si versasse alla cassa del Club la metà 1.8; inoltre la Sezione raccoglieva un fondo
delle tasse annue dei soci; che i presidenti per stabilire un osservatorio meteorologico
delle Succursali fossero e membri nati , e a Belluno.
pari agli altri della Direzione Centrale. Sino dal 24 gennaio si era costituita a
Fra altre cose più notevoli notiamo: Napoli una nuova Sede, che alla fine del·
uno stanziamento di 1500 lire fatto dal l'anno contava numerosi aderenti.
Consiglio Provinciale di Torino per premi li 27 aprile 1871 si riunì l'Assemblea
al rimboschimento, il dono di L. 100 fatto ordinaria generale dei soci, non più convo-
dal Btidclen per l'acquisto di un masso cata dopo 1'11 febbraio 1869. Degli argo-
erratico. menti trattati merita di essere rilevato
I soci che erano 289 al 31 ma1~.w, alla quello dell'ordinamento delle sedi succur-
fine dell'anno toccavano il numero cli 334. sali, che ad ogni momento davano motivo
li conto consun tivo 1870 presentava un alla Direzione Centrale di occuparsi di
avanzo di oltre 1500 lire, essendosi spese loro, per le rispettive attribuzion i e com·
L. 5000 di cui 1900 pcl Bollettino. Questo petenze e rispetto agli affari di conti.
allora era diventato semestrale. Giova a questo proposito ricordare CO·
me, essendosi sollevata, a proposito della
187 1. li 80UeUi110 n. 18 reca una cro- nuova Sede di Napoli, la questione su·
naca o riassunto di tutti i documenti che quello a cui spellasse rilascia.re il diploma
possono dare un'idea dello sviluppo del di inscrizione a socio (se alla Centrale o
Club in quest'anno. alla Succursale) il Castaldi nella seduta ciel
Le cifre del conto consuntivo sono elo· l" luglio 1871 propose, e la Direz.ione ap-
quentissimc. Le entrate erano state di oltre provò che, considerando: e 1. che il volere
L. 10000 e si erano spese più di 4100 lire; la Sede Centrale mantenere la prerogativa
si possede\'ano in cartelle di Prestito na- della spedizione dei diplomi potrebbe es-
zionale più di 1300 lire (è il primo anno sere causa di malumori ... ; 2. che lo scopo
in cu i siasi impiegata una somma per acqu i- principale delin Società è quello di 11ro-
sto di fondi) e si avevano in cassa più di m11overe lo studio delle nostre mor1tag11e e
4600 lire. le escursioni attraverso di esse; 3. che per
I soci aumentarono di 194, cosicché al renderla più numerosa sarà utile che ogni
31 dicembre 1871 erano 500 circa. La Sede Sede abbia la maggior possibile libertà di
di Aosta si ricostituì con buon numero di azione,; si ritenessero senz'altro inscritti
aderenti, facendo piena adesione al nuovo come soci tutti quelli i cui nomi fossero
regolamento delle Succu rsali, e diede opera comunicati dalle Succursali.
alla fonnazione d i raccolte di storia natu-
rale. La Secle di Varallo inaugurò l'osser- 1872. In quest'anno si tenne un' im-
vatorio meteorologico al Colle di Valdob- portante Assemblea generale ordinaria che
bia. Altro osservatorio fu inaugurato dalla si prolungò per due sedute (30 aprile e 15
Sede di Domodossola nella città stessa. maggio). Vi furono approvati i conti dcl

131
1871 e il bilancio di previsione pel 1872. album in cui raccogliere le principali ve-
Si deliberò un sussidio di L. 100 e si rac- dute delle vallate Ossolane.
colsero altre L. 112 per i danneggiati dalla La Sede di Firenze, grazie all'attività
eruzione del Vesuvio. Vi si fece pure la del vice-presidente Budden, faceva propa-
prima discussione della riforma statutaria ganda per il Club, procurandosi adesioni
che segna il passaggio del Club dalla se- da diversi punti· della Toscana; concorreva
conda alla teno:a epoca, dalle Sedi sue<:ur- ai lavori di altre Sezioni e specialmente
sali alle Sezion i. Questa discussione si col- all'impianto di osservatori meteorologici.
lega talmente con rallrn fattasi nel marzo La Sede di Napoli, sorta da appena un
1873, nell'Assemblea successiva, che gio- anno, diede principio alla sua esistenza in-
verà riassumerle insieme più sotto. vitando tutti i soci del Club a Congresso
Una cronaca, abbastanza ampia, inserita pel 30 giugno a Chieti. Il primo ritrovo
nel Bollettino (n. 21) e altri docrunenti non alpinistico che si tenesse nell'Italia meri-
pubblicati ci dànno importanti notizie sul- dionale riuscì in modo superiore ad ogni
l'andamento del Club in questo anno. aspettativa, e si raccolse in tale occasione
Nel 1872, ad iniziativa del diretto~e buona messe di dati e notizie di studi e di
avv. fio Agodino, si aprirono le prime pra- esplorazioni nel grn ppo della Maiella. Al-
tiche per la concessione al Club da parte l'adunanza erano presenti soci di tutte le
del Municipio di un locale nell'ex-convento Sedi: vi furono lette notevoli memorie;
al i\fonte dei Cappuccini, dove poi doveva inoltre si svolsero due proposte di aggiunte
fonnarsi l'importante Stazione alpina del- allo Statuto del Club: l. cli un unico con-
la Sezione di Torino. trassegno per i soci ('1); 2. di uno stemma
La Sede di Aosta continuava a progre- uniforme con cui gli alpigiani aventi qual-
dire e raffor..i:arsi; si occupava dello stato che commercio cogli alpinisti potessero f re-
delle strade principali, progettava sentieri, gia re le insegne del loro esercizio.
approvava gu ide· in diversi punti del suo Nel Congresso di Ch ieti si dava il lieto
distretto. r! suo socio abate Vescoz com- annunzio della costituzione, già avvenuta o
piva una mappa in rilievo della valle di pross ima, di tre nuove Succursali, a C hieti,
Cogne. a Susa, e a Sondrio. La Sede di Susa si era
La Sede di Varallo vedeva più che rad- già cost ituita da un mese, sulla fine di
doppiato il numero dei suoi soci, si occu- maggio, con effetto ancora pel 1872. La
pava di un regolamento per le guide e di Sede di Chieti si costituiva un mese ap-
far richiamo per gli albergatori; onorava presso, il 30 luglio. E dopo un altro mese
con lapidi e quadri la memoria di beneme- e mezzo, il 15 agosto, quella di Sondrio.
riti valsesiani: il canonico Nicolao Sottile Più tardi, il 10 ottobre, si costituì la Se-
fondatore dell'ospizio di Valdobbia, e l'a- de di Biella, e questa e così pure quelle di
bate Giovanni Cnifetti. Ch ieti e di Sondrio con effetto dal 1873.
La Sede d'Agordo aprì l'osservatorio Il Bollettino n. 20 reca un elenco di
meteorologico di Belluno, diresse rimo-
stranze alle autorità della provincia sulla (17) Il con trasse"no avrebbe dovuto consistere, se--
condizione delle strade, raccolse dati sta- condo il proponente, dr. ScipioneGiord.lno, nella fo-
togr.. lìa dcl socio munita dcl bollo della Sede in cui
tistici sul movimento dei forestieri. f~se ascrillo. Molto più tardi, nel 1887, il Club do-
La Sede di Domodossola approvò in ,.eva adott:ue un sistema simile di riconoscimento
specialmente per lo 5e0po del godimento delle faci\;..
massima le proposte di un rifugio al Monte tu.ioni speciali collCCSSCai soci del C.A.L per i viaggi
Rosa sul versante di Macugnaga, e di un in ferrovia.

132
notevoli gite ed esplorazioni fatte sulle certo si deve alla sua prndenza, al principio
Alpi italiane nello stesso anno 1872; fra ragionevolmente conservatore che la infor-
queste, diverse compiute da alpin isti ita- mava, alla prontezza con cui, venuto il mo-
liani nelle Alpi Cozie, Graie, Pennine, Ber- mento, seppe mettersi alla testa del movi-
gamasche, Dolomitiche: notiamo, fra le mento riformatore, se le riforme poterono
altre, un'ascensione delle Marmarole com- compiersi in tempo opportuno e senza scos-
piuta da A. de Falkner (Sez. Agordo). No- se : infatti il passaggio da un sistema al-
tevole fu pure il giro fatto in quell'anno l'altro avvenne per gradi, e si compì quan-
dal Baretti con altri colleghi di Torino fra do tutti, si può dire, furono persuasi della
le Alpi del Delfinato, sulle quali pubblicava necessità di compierlo, e così l'edificio so-
nel Bollettino un' importante memoria, ciale ne veniva maggiormente consolidato.
la prima, si può dire, che le facesse cono- Mostrerebbe di non capire la storia della
scere agli alpinisti italiani. nostra istituzione chi certe resistenze inter-
Al 1° luglio 1872 v'erano 600 soci in- pretasse come provenienti da pretese di
scritti presso le 8 Sedi; ma alla fine del- egemonia e di preponderanza. Bisogna ri-
l'anno molti altri erano già inscritti nelle portarsi a quei tempi, pensare alle condi-
tre nuove Sedi sorte con effetto dal 1873. zioni di quelle Sedi appena formate, in
Il consuntivo recava un'entrata di 14.200 un'epoca in cui si può dire non si sapesse
lire e una spesa di 10.700 lire: di queste, ancor bene che cosa dovesse essere il Club
5300 in pubblicazioni (vi notiamo L. 265 Alpino, bisogna pensare agli impegni che
di spese per retribuzioni a scrittori), Lire si era assunti la Sede Centrale a nome di
250 in concorsi e sussidi (si erano stanziate tutta la società, bisogna riflettere alla na-
L. 500); in cassa, a-1 31 dicembre, 3550 lire. turale trepldanza di coloro che l'avevano
creata e poi guidata con cure affettuose, al-
l'impressione che dovevano produrre in lo-
ro le proposte di novità d'incerta riuscita,
1873-1875 - T..,E SEZIONI
iJJSpirate, forse , qualche volta, almeno in
COLLA SEZIONE DI TOR I NO PER apparenza, a un sentimento di diffidenza:
SEDE CENTRALE soltanto dopo aver apprezzato tutte le di-
verse circostanze degli uomin i e delle cose,
Abbiamo già accen°nato alle nuove esi- si potrà fom1arsì un concetto ch iaro del
genze con l'espandersi del Club, al costi- come queste procedettero e quelli si com-
tuirsi di nuove Sedi, e quindi al m:mifcstar- portarono. E crediamo che alla fine si con-
si di nuove idee, di nuovi bisogni. verrà con noi nel riconoscere i vantaggi che
Le Succursali, ancora deboli per numero questi uomini recarono alla causa stessa
di aderenti, incerte sull'indirizzo eia prende- delle riforme, che non osteggiarono per
re in quei primi ann i, ma solo con mia vaga partigianeria, ma tennero indietro per pru-
idea dei fini principali dell'istituzione, con- denza, rendendone possibile la felice at-
I tinuavano a domandare autonomia f'<l egua-
glianza per tutte le Sedi. La Direzione Cen-
tuazione.
La discussione delle riforme, trattata
trale era incerta anch'essa, trovandosi qua- la prima volta nell'Assemblea del 30 apri-
si sorpresa dal rapidissimo incremento del- le e 15 maggio 1872, si aperse nella prima
la società; e a buon diritto voleva ancora di queste due sedute. Non vi si trattò subito
tener raccolti i freni, temendo ne venis- del progetto di regolamento, ma di diverse
se allentato e spezzato il vincolo sociale. E questioni connesse alle disposizioni del me-

133
desimo, e vi si risolsero quelle relative ai rezione Centrale che è la Direzione stessa
soci onorari, che si stabilì potessero esse- della Sede di Torino > e della quale erano
re proposti dalle Sedi succursali, ma doves- pur membri di diritto, per gli affari d'in·
sero esser proclamati dall'Assemblea gene· teresse generale dcl Club, i presidenti delle
raie della Società, ed ai diplomi da distri- Succursali; si consacrava formalmente la
buire ai soci ordinari, per i qmili venne da· usanza del Congresso annuo con annesso
ta piena facoltà alle diverse Sedi pranzo socia le, riserbando la fissazione del-
Ma fu anche trattata una questione ben l'epoca al Presidente della Sede Centrale
più grave: quella sollevata dalla Sezione di Ma questo Staluto restava tuttavia al-
Napoli con la proposta di separare la con· lo stato di progetto, poiché l'Assemblea, do-
tabilità della Sede di Torino da quella ge- po averlo approvato, deliberò che fosse in·
nerale del Club, e di creare uno speciale viato alle Sedi affiliate, perché vi foccsse-
Consiglio Direttivo Generale del Club, ro le loro osservazioni, e poi risottoposto
composto dei presidenti di tutte le Sedi e all'Assemblea generale.
presieduto da quello della Sede di Torino L'Assemblea si riunì il JO ma 1~.lo 1873
TI presidente Castaldi mostrò gli incon- e si ricominciò tosto la discussione del pro-
venienti che avrebbe avuto allora l'ale rifor- getto defi nitivo che fu esaurito in due se-
ma, e anzitutto sotto l'aspetto economico, dute
in quanto che allora i soci della Sede di To- Vivissimo fu il dibattito circa la fonna
rino (che era la più numerosa) versavano di costituzione della Società in causa della
tutta intera la loro tassa annuale nella cas- opposizione mossa a quella disposizione
sa della Società, mentre delle tasse degli con cui si affidava alla Sezione di Torino
altri soci una metà restava alle Succursali; (si era cambiato il nome di Sedi in quello
e rileva\'a anche come le attuali cond izioni di Sezioni) l'ufficio di Sede Centrale, la-
finanzi.arie fossero una conseguenza di quel- sciando il potere supremo all'Assemblea ge·
le degli ann i precedenti, avendo i fonda- nernle dei soci da tenersi in Torino.
tori fin dapprincipio donato ragguardevoli Nella seduta del 10 mar...:o furono ripre-
somme per l'impianto elci Club. Il Presi- sentate le proposte della Sede di Napoli, la
dente riteneva poi che dalla creazione di quale osservava che l'Assemblea generale
un Consiglio Direttivo Generale sarebbero di Torino in causa della difficoltà d'interve-
sortì molti inconvenienti. nirvi per i soci delle Sezioni lontane, sa-
Le proposte di Napoli non furono ap- rebbe riuscita prettamente un'adunanza
provate. della Sezione di Torino, e invece propone-
Nella seduta del 15 maggio incominciò va che l'ufficio cli Assemblea generale del
la discussione del progetto di nuovo Statu- Club fosse dato ai delegati nominati dal-
to che ven ne votato articolo per articolo le Sezioni per rappresentarle al Congresso
dopo lunghe discussioni. Vi si confermava· annuo. Il rappresentante della Sede di Na-
no in generale i principì già stabiliti nella poli ne sviluppò i concetti, sostenendo che,
seduta precedente, specialmente per l'au- trattandosi di provvedere al regolare anda-
tonomia delle Sedi succu rsali delle quali si mento della socielà, fosse miglior consiglio
cambia\'a il nome in quello di Sedi affiliate; che tutti ed in egual modo concorressero
si fissavano poi chiaramente i diritti e i do- al suo benessere; rilevava come al Congres-
veri elci soci; si slahi liva che la Società fos- so ogn i Sezione potesse effettivamente far-
se retta come in passato, dall'Assemblea ge- si sempre rappresentare, vantaggio che non
nerale dei soci e rappresentata da una e Di- poteva sempre ottenersi nelle Assemblee di

134
Torino; notava come per tal modo sareb- te in massima nell'Assemblea precedente,
besi tolto ogni motivo d i diffidenza verso aggiungendo soltanto la facoltà per i pre-
l'ammin istrazione centrale, anche perché, sidenti delle Sezion i di farsi rappresen tare
dandosi ad ogni Sezione uguaLnent e un de- da altro socio alle sedute della Dire-..tione
legato, si sarebbe evitato il pericolo che la Centrale. E quest'ordine del gionio fu ap·
preponderanza del numero nuocesse alla provato all'unan imità meno tre voti.
bontà della causa. Dopo votati un certo numero di arti-
Le proposte di Napoli furono appoggia- coli, si levò la seduta e lAssemblea tornò a
te da l rappresentante di Susa, e combattute riunirsi il giorno seguente.
da tutti gli altri oratori. Si disse che così il Ripresa la discussione, incominciò a
sovrano potere del Club sarebbe stato affi- parlare il presidente Castaldi, esprimendo
dato a un'Assemblea errante, mancante de- quali penose impressioni avesse prodotto
gli elementi occorrenti per dirigere l'ammi- in lui la discussione del giorno innanzi, eco-
nistrazione sociale; che alla Direzione Cen- me lo avessero turbato i dubbi espressi sulla
trale sarebbero rimaste facoltà troppo lim i- bontà dell'ordinamento dcl Club e le pro-
tate; che Torino era la sede meglio di ogn i poste di mutarne radicalmente le basi. A
altra indicata per l'amministrazione del tutto questo si aggiungevano le richieste
C luh per la sua postura come centro della presentate da diverse Sedi succursali per la
corona delle Alpi; che a capo di ogni socie- riduzione della quota, richieste che veniva-
tà doveva esservi una direzione fissa cd una no a porre un e aut aut > alla Direzione di-
amministrazione omogenea. cendole; o riduzione, o stacco, o sciogli-
Essendosi da molti rilevati gli inconve- mento della Succursale.
nienti che avrebbe presentato il sistema di Vedendo in ciò una mancanza di fidu-
un'Assemblea girante con i Congressi, il cia delle Succursali verso la Sedo sociale, e
rappresentante di Susa propose che invece qu indi sentendo puregli ven ire meno in
l'Assemblea dei Delegati si tenesse ad epo- se stesso la fiducia di poter con tinuare a
ca fissa in Torino presiedere la Società, egli doveva dare le
Il presidente Castaldi, che non era ~n­ sue dimissioni da presidente, pur promet-
trato fino allora nella d iscussione, prese la tendo che avrebbe continuato a prestare
parola per sostenere come fossero infonda- l'opera sua come socio. Invano colle più
te le diffidenze verso la Sede Centrale, di- calde parole da ogni parte dell'Assemblea
mostrando che questa, invece di assorbire gli si dimostrarono i pili vivi sentimenti di
od accentrare, spirò ad alt re Sedi il suo fla- affetto e di fiducia. Castaldi restò irremo-
to vitale e clic' loro modo di far vita a sé vibile nella sua risoluzione.
senz'altro vincolo che quello dell'un ione di Castaldi riprese poi la parola, a proposi-
mezzi e di scopo. T sostenitori delle pro- to della ch iesta riduzione della quota, di-
poste di Napoli fecero dichiarazioni per mostrando come, in quei momenti, sarebbe
togliere alle loro parole ogni signi ficato di stata di grave danno al Club, e insistendo
diffidenza verso la Sede Cent rale, mentre specialmente sulla necessità di conservare
essi non tendevano se non ad evit are il pe- il contributo di L. 10 per man tenere il Bol-
ricolo che sim ile accusa potesse essere sol- ]ettino, facendolo progredire così da stare
levata dalle Sezioni nell'avvenire al pari delle pubblicazioni delle Società al·
Le proposte d i Napoli non furono mes- pine estere, poiché già anc11e all'estero es-
se ai voli. Si votò su un ordine del giorno so era talmente apprezw.l'o ed era la miglio-
che accoglieva le disposizioni già approva- re prova della onorata e proficua esistenza

135
ciel C lub. Dopo lunga discussione, essendo-+ presidenza, e rinunziò anche all'ufficio di
si venuti ai voti, la riduzione non venne direttore, intervenendo però qualche volta
approvata; ma si rinviò la questione alla alle sedute della Direzione Centrale come
prima Assemblea dell'anno seguente. delegato della Sezione di Napoli. Non si
li resto del progetto, che non presen- elesse un nuovo presiden te, ma \'incarico
tava notevoli modificazioni su llo schema fu dato all'avv. Orazio Spanna col titolo di
approvato l'anno precedente, passò senza vice-presidente.
discussione. Il Club si espandeva vicppiù e nell'an-
Fra le principali norme dcl nuovo Sta- no costituivansi le Sezioni di Bergamo, con
tuto notiamo le seguenti: effetto dal 1873, di Roma, ~ l i lano, Aquila,
Vi si stabilisce che le Sed i succursali, Cadorina (Auronzo) e Cuneo con effetti
le quali fìno allora, benché avessero :.ma dal 1874. I soci che al principio dell'anno
esistenza propria effettiva, non erano no- erano circa un migliaio, nel dicembre su-
minate nello Statuto, ma si reggevano in peravano la cifra di 1500
base al regolamento fatto dalla Direzione Si assegnavano sussidi ad osservatori e
{in seguito al voto espresso nell'adunanza per l'importante lavoro della strada della
di Domodossola), prendano il nome di Se- ~ l o l ogna, intrapreso dalla Sezione di Biell a.
zioni Si decideva di affidare la compilazione
Il numero delle Sezioni è indetemli- del Bollettino a un apposito Comitato
nato; • la Sezione di Torino è la Sede Cen- li conto del 1873 reca una spesa com-
trale >. plessiva di oltre 17500 lire, delle quali
Hcsta l'annualità fìssa di L. 20 per i più di 9000 per il Bollettino
soci di tutte le Sezioni; i soci perpetui p..'l- In seguito al voto espresso dall'Assem-
gano in una sola volta l'importo di 10 an- blea dell' l l marzo, che si stringesse un sal-
m1alit:\ {L. 200), e la metà di questo va do vincolo fra la società nostra e le Com pa-
alla Cassa Centrale gnie alpi ne dell'esercito, di recen te costi-
11 Club è retto dall'A ssemblea generale tuite {per opera dcl ministro generale Ri-
dci soci, cd amministrato dalla Direzione cotti, che era stato uno dei soci fondatori
della Sede Centrale, composta di 12 mem- del Club), la Direzione Centrale deliberava
bri eletti dall'Assemhlea, con aggiunti, per di aprire essa e di invitare tutte le Sezioni
gli affari d'interesse generale, i presidenti ad aprire le proprie Sedi agli ufficiali delle
delle Sezioni o loro delegati, e che distribui- Compagnie stesse. Tn molti regolamenti se-
sce fra i suoi membri gli uffici, eleggendo
anche il Presidente. La Direzione Centrale,
oltre l'amministrazione generale della So-
cietà, ha pure tutte le attribuzioni di Di re·
zione della Sezione di Torino
Per il Congresso, viene stabililo che il
Presidente della Direzione Centrale ne fis-
si l'epoca, lasciando alla Direzione della
Sezione, presso la quale il Congr::}SSO deve
essere tenuto, di determinare il programma

1873. Il prof. Castaldi fu irremovibi-


le nella risoluzione d i non riprendere la OOllnlioo fn ~gort! verw la fine del 1800

136
zionali vennero in seguito introdotte dispo-
sizioni per cui questi ufficiali venivano pa-
reggiati ai soci per i diritti d·intervenire
alle feste e alle gite, e di usare delle biblio-
teche sociali.
Il Congresso che si tenne a Bonnio il 31
agoslo riuscì assai numeroso, essendo stati
oltre 100 gli alpin isti intervenuti, fra cui
alcun i stranieri. Vi si tennero letture su d i-
versi argomenti e vi si trattò fra l'altro an-
che dell'ord inamento delle guide, esprimen-
do il voto che dalla Sede Centmle o dalle
Sezion i, secondo l'opportunità, si provvf'-
dcsse all'istruzione delle medesime e a dar
loro dei premi mediante una riduzione pro-
porzionale del contributo versato dalle Se-
zioni alla Sede Centrale per la stampa del
Bolletti110. Il 2 settembre i Congressisti rn-
cavansi a inaugurare l'osservatorio dello
Stelvio, fondato pe r cura della Sezione Val-
tellinese.
Per cura della Sezione stessa era stata Ora:;Jo Span ..a
pu bblicata nel maggio una C11id11 della V11l- Presidente nel 1874.
telli11a e alle sue acque.
Fra le opere promosse o aiutate da altre
Sezioni noLiamo gli osservatori meteoro- L'avv. Spanna venne dalla Dire-.i:ione
logici di Saluzzo, Crissolo e Casleldelfìno, nominato Presidente nella seduta del 18
sussid iati con sottoscrizioni di soci della Se- marzo
zione Torinese, e quello piantato a Susa per Nel febbraio si iniziava la pubblicazio-
cura della Sezione locale. ne di un periodico mensi le, 1.: Alpinista,
che continuò a pubblicarsi fino a tutto il
1874. ln seduta dell'Assemblea gene- 1875. Scopo della nuova pubblicazione em
rale del 14 marzo il vice-presidente Spann a quello di dare maggiore importanza al Bol-
poteva annunciare che le Sezioni dcl Club lettino, per il quale si riservavano le rela-
erano ormai 18, e che i soci in un an no era- zioni e memorie più notevoli e più diffu-
no cresciuti da 1000 a 1700. Alla fi ne del- se, nonché gli atti delle Assemblee genera-
l'anno le Sezioni erano aumentate a 20 con li e dei Congressi, mentre L'Alpinista
Tolmezzo, Verbano, Lecco, i soci oltrepas- doveva contenere gli articoli e le notizie di
savano la cifra di 2000, e già si :umunzia- «allualith , le comunicazioni ufficiali e le
va la. costituzione di altre Sezioni per il bibliografie. Questa pubblicazione di pe-
1875. Presso alcune Sezioni si fonnavano ricxlicità fre<1uente contribuiva inoltre a te-
delle Sezioni alpine da esse dipendenti. nere in continuo rapporto le Direzioni dell.1
Fra i soci en trava (21 novembre 1874) Sede Centrale e delle Sezioni, cementando
Umberto di Savoia, allora Principe ered i- così efficacemente gli ~1Jars i elementi della
tario. Società 11 dott. ~fort in o Baretti, che già

137
aveva collaborato attivamente al Bolletti- Fu soltanto nel 1874 che la Sezione di
110, fu nominato redattore delle pubblica- Torino incominciò, si può dire, 'lei avere
zioni. una vera esistenza propria, poiché appunto
Un importante avvenimento fu il Vll in quest'anno si formò anch'essa una cassa
Congresso, tenutosi ne i giorni 9-13 agosto e un'amministrazione separate da quelle
presso la Sezione di Torino. Vi intervenne- della Sede Centrale. Quando, collo Statuto
ro 185 aderenti: 17 erano le Sezion i rappre- del mano 1873, si stabilì formalment e l'au-
sentate. li Congresso si aperse il giorno 9 tonomia delle Sedi succursali e si diede
colla inaugurazione della Vedetta Alpina loro il nome di Sezioni, la Sede di Torino,
al ~Ionie dci Cappuccini, costruita dal ~ l u­ assumendo il titolo e l'ufficio di Sede Cen-
nicipio e donata alla Sezione di Torino; trale, doveva pure, come Sezione di Tori·
parlarono in tale occasione il socio Pio no, porsi, per quanto riguardava l'anda-
Agodino, alle cui sollecitazion i si doveva la mento suo s1:>eciale, a livello delle Sezioni
costruzione della Vedetta, Quintino Sella sorel le. Ma, in realtà, per un anno la vita
presidente del Congresso, e il sindaco di della Sezione di Torino restò tuttavia con·
Torino. L'adunanza si tenne il p:iorno 10 fusa con quella della Sede sociale. Come si
nel Castello di Rivoli, do\'C il Sella espose ern fatto sino al 1873, prima del nuovo ord i-
brevemente la storia del Club nei suoi pri- namento, così, ancora per un anno, le an-
mi dieci anni di vita, augurandosi che, do- mialità dci soci di Torino fu rono versate per
po un decennio, si potesse ancora nella intero nella cassa generale dcl Club, quan-
provincia d i Torino, culla e sede del Cluh, do invece le altre Sezioni si trattenevano la
fare un'altra decennale rivista dcl suo o- metà di quelle dei loro soci. Quindi la Se-
f>Crato, constatando un nuovo incremento zione, trovandosi priva di un fondo proprio,
dell'istituzione come quello che egli con- mancava dci mezzi per affermarsi e per
statava in quel giorno; furono poi lette di- provvedere a lavori nelle proprie vallate;
\'ersc importanti memorie. La sera dcl lO mentre d'altra parte il Club continuava a
ebbe luogo il banchetto nel Palazzo Cari- profittare del versamento totale dcl contri-
gnano, dove il Sella pronunziò uno st u- buto dei soci di Torino, che aveva sempre
pendo discorso per invitare i giovani a cor- fomiato un reddito tanto notevole, a cui si
rere a trovar fra le Alpi fona , bellez7A'l, sa- deve principahncntc se le condizioni fina n-
pere e virtù. Il giorno 11 , dopo una gita ziarie dcl Club poterono essere scmpru
a Superga, gli alpinisti partirono per una prosperose ed esso potè attendere effi ca-
gita trionfale alla Valle dcl Po, dove. sul cemente al conseguimento dei suoi fini ,
Piano del Re, si sciolse il Congresso il gior- accrescendo importanza alle pubhlicazioni
no 13 e concorrendo ad utili opere. M'.l. queste
Di verse opere vennero nel 187·1 inizia- opere si cran sempre compiute fuori dcl di-
te e favorit e dal Club. La Sezione di Varal- stretto della Sezione. Da Torino partivano
lo deliberava di stanziare per cinque anni iniziative di sottoscrizioni e concorsi per co-
500 lire per un albergo-ricovero (costmito struzioni di rifugi e di osservatori e per ab-
pili tardi) al Colle d'Olen. La Sezione di bellimenti di villaggi a beneficio cli distretti
Biella metteva allo studio nn progetto di dipendenti dalle altre Sezioni, e le vallate
capanna al ;\font e Bo. Si fondava c:ol con- della giurisd izione propria di Torino era·
corso della Sezione di Firenze un osserva- no le sole a non godere delle sowenzioni
torio ai Bagni di Lucca, e un altro 1:>er cura dcl Club. Con questa esistenza sacrificata
della Sezione di Torino a Balme d'Ala . a quella della Sede Centrale, l'attività dcl-

138
Al VII C1mgruro ciel C.A.1.: Qu/11ff110 Sella J"1•fò pitì oolte ,/e/ lf•O apOflokilo 1>e• la monlagna. Il " Pa.rqul110"
giornale $6lilico del temJIO, con1.,,t'f1londo rmo coriwluro del Tcja, gli fa dire: .Quando lutti &li italiani,
uomini e dorme, bimbi e O(folli, .JO•Olu/O #liti almeno uno volto wlle pllì tU/e chtw dei nostri monti, lo vi
wrmu!llo, # oorò la forl u110 di ridiven/oro miui.stro cleUe /j,10,.ze, di aboUre lulle k imtmfc!ll•.

la Sezione di Torino fu piuttost0 indivi- Alpi occi<lentt1li. Inoltre nel 1874 preparò
duale dei soci, che non collettiva. E purr.: ed ospitò degnamente il Congresso, dcl cui
a tale attività si deve se, oltre il concorso esito si è già parlato
che essi portavano in tanti modi alla vita Fra le imprese eseguite da soci notiamo
del Club, si poterono luttavia compiere an- che varie importanti ascensioni si compiro-
che nel distretto cli Torino diversi lavori, no nell'anno. Notiamo qui la salita dell'Uia
come l'impianto di alcuni osservatori, a di Mondrone in Val d'Ala, compiuta da A.
cui cont ribuirono l'iniziativa e le offerte pri- E. ~ l artelli e L. Vaccarone il 24 dicembre,
vate di soci. con cui si iniziavano tra i soci del C.A. I. le
Appena poi le furono dati i mezzi, col ascensioni invernali, sino allora non prati-
lasciare anche ad essa la metà dell'importo cate.
delle quote dei suoi soci, la Sezione mostrò Abbiamo più sopra toccato di qualche
subito come essa intendesse seriamen te di d eliberazione dell'Assemblea generale te-
guadagnare il tempo perduto; e mise allo nutasi nei giorni 14 e 15 marzo. Aggiungia-
studio un progetto di ricovero al Gran Pa- mo qui che in essa furono anche approvate
radiso, un altro per un ponte sulla Gorgia alcune varianti ad articoli dello Statuto ri·
di ~fondrone, un regolamento per le guide, flettenti il pagamen to delle annualità dci
un piano di rilevamenti topografici nelle soci e i versamenti delle quote alla cassa
Alpi Graie; e sì occupò anche dei modi di centrale, e la durata dell'ufficio di diretto-
utilizzare i materiali raccolti già da tanti re (cambiata da annuale in triennale). Ma
suoi soci, specialmente di rilievi geologici tornò in campo un'altra questione pili im-
e di dati d'ogni genere per una C11i<fo delle portante, quella della riduzione della quo-

139
ta, riduzione che venne proposta da alcune
Sezioni e sostenuta da alcuni soci. Venne
però combattuta da altri e specialmente
dalla Direzione e dal vice-presidente Sp:rn-
na, il quale dimostrò la necessità di mante·
nere ancora la quota a L. 10 se non si vole-
va far economie su lle pubblicazioni, mentre
tutto consigliava ad accrescenie l'impor-
tanza. essendo esse la più efficace espressio-
ne dei progressi del Club, e il modo con
cui si esplica una lodevole emula1.ione fra
le varie Società alpine per raggiungere il fì.
ne vero della nostra istituzione. E la pro-
posta di riduzione fu respinta.

1875 . Questo anno vide sorgere 12


nuove SeZioni. Il Olub, che al 1° gennaio
contava 21Sezionie2178 soci, al 15 diccm~
brc ne aveva 33 con 3552 soci. Le 12 nuove
erano quelle di ~ f odena, Bologna, Brescia,
Perugia, Canavese (h-rea), Vicenza, Vero-
na, Catania, Marchigiana (Ancona), Como,
Siena e Pisa (queste due con effetto dal
IR7R). r.inrg in s1,,,~ia

Ne]L1. seduta tenuta il 16 maggio dalla Prcsfllc•itc nel 1815.


Assemblea generale venne proclamato Pre·
si<lente onorario il Principe ered itario Um-
berto. le Sezioni, anche nuove, si studiassero di
La presidenza del Cluh fu tenuta lìno al allettare gli animi all'alpinismo e di render·
22 febbraio dall'aw. Spanna, il quale al- ne popolare il concetto, e ciò specialmente
lora si dimise per dh·ergenze sulla rifor- col disporre facili e brevi escursioni.
ma statutaria (di cui si trattò poi nell'As- Le pubblicazion i rappresentavano sem-
semblea di maggio) che egli riteneva non pre una gran parte dell'attività del Club, e
necessaria, pensando che lo Statuto in vi· numerose erano nel Bolletti110 le memorie
gore potesse ancora servire benissimo ai bi- originali corredate riccamente di d isegni.
sogni della Società. L'ufficio fu intanto as- Le entrate sociali erano per la massima
su nto dal vice-presidente ing. Cior.c:io Spe· parte assorbite dalle spese di queste pubbli-
zia, che. dopo le nom ine fa tte dalla detta cazioni: su quasi 27600 lire <li uscita, cir·
Assemblea, fu nominato Presidente in se· ca 23200 lire s'impiegarono in esse; il solo
duta della Direzione il 28 maggio. Bol lettino costò circa 20450 li re. In suss i-
Coll'aumento delle Sezioni e dei soci, di a vari lavori si spesero 350 lire, altre 450
crebbe l'attività sociale e, se non in tutte in sussidi dh,ersi. I lavori sussidiari erano
le parti delle Alpi e degli Appenn in i si il rifugio alla ~ l annolada (Sezione di Agor-
compirono importanti studi. esplorazioni do), la capanna sul Cistella (Sezione Domo-
e lavori, riuscì confortante il vedere come dossola), la capanna Linty nel gruppo del

140
i\ lonte Rosa (socio Lìnty, Sezione Biella). Congressi, essendosi da una parte propo-
Nel 1875 veniva promossa per iniziativa sto che questi dovessero disporsi presso
privata la costruzione di un rifugio al Mon- le Sezioni di montagna, in forma semplice
te Bianco, che fu poi la capanna detta del- e modesta e con carattere scientifico, e dal-
le Aiguilles Crises, e nello stesso an no ven i- l'altra opponendosi che è pure opportuno
va proposto un altro rifugio al Cervino, che tenere qualche Congresso anche nelle gran-
fu cretto molto più tardi alla Gran Torre. di città, e che è impossibile dare carattere
Oltre quelli già nominati, si fondavano scientifico ai Congressi, essendo p iultosto
per iniziativa o col concorso di Sezioni del morale e politico il loro fine che è quello
Club altri osservatori meteorologici: ad di affratellare gli alpinisti, di favorirne lo
Ampezzo di Carnia (Sezione di Tolmezzo), scambio delle idee. Da SO alpinisti fu poi
ad Au ronzo (Sezione Cadorina), a Varese fatta una gita a Campo Pericoli (gruppo
(Sezione di Milano), a Pescia (Sezione di Fi- del Gran Sasso).
renze) a Piedimonte d'Alife (socio Caso, Se- Un'altra geniale riu nione ebbe luogo al
zione di Napoli), a Perngia (Sezione locale), Moncenisio coll'intervento di 70 alpinist i, il
a Castel del Piano e a i\fo11 tepulciano (Se- 14 agosto, fra alpinisti ita liani e francesi,
zione di Siena). per iniziativa della Sezione di Susa, accol-
Presso la Sezione dell'Aquila ebbe luogo ta dalla Sezione Savoiarda del C.A.F.
l'V lll Congresso presieduto dal barone De Nell'agosto il C.A. I., accettando l'invito
Jliseis (Sez. Chieti), che tenne il 24 giugno del C.A.F., prese parte al Congresso inter-
la sua adunanw, dove si traltò, fra altri ar- nazionale di scienze geografiche tenuto a
gomenti, anche del modo di ordinare · i Parigi presentando la collezione delle sue
pubblicazioni e una raccolta di lavori di so-
ci, e ne ottenne, con altre Società alpine
concorrenti, la speciale onorìficerlza di u1m
e lettera cli distinzione • ·
Molte importanti ascensioni vennero
compiute dai soci nel 1875, nei gruppi del
!\fonte Hosa, Bernina, Ortles, ecc.
Il più importante avven imento nella vi-
ta interna ciel Club fu nel 1875 l'approva-
zione della riforma statutaria, che segna il
passaggio dalla tena epoca (1873-75) alla
quarta.
La proposta venne questa volta dalla
Direzione Centrale. Questa riconobbe co-
me necessario fondamento all'unità e sta-
bilità dcl Club, che omiai si era esteso in
tutte le regioni d'Italia, dovesse essere la
eguaglianza di tutte le Sezion i e la parte-
cipazione di tutte all'amm inistrazione so-
ciale.
Il direttore Isaia, socio della Sezione
N;oPino Duraz.;:o
di Torino, si fece il principale sostenitore
l'rom-0tore della costruziot1e dei 11rimi rifugi. di questo concetto, ravvisando nell'ordina-

141
mento, che allora aveva il Club, gravi peri- mente sostenuta dall'Isaia, il quale svilup-
coli per la sua esistenza. Benché la condi- pò il suo concetto che, con lo stabilire la
zione fotta da quell'ord inamento non fosse eguaglianza delle Sezioni in titolo ed uf-
lieta per la Sezione di Torino, che non ave- lìcio, la parità dcl d iritto di partecipazione
va tutta la ·libertà di attendere ai propri la- all'ammin i.strazione sociale e la possi bilità
vori e che solo dal 1874 aveva com inciato per tulle d'esercitare questo diritto, si do-
ad avere un fondo proprio, pure erano so- vessero rendere sempre più strette e indis-
spettate la Sede Centrale di darle, cd essa solubi li i vincoli che univano le sparse
di assumere, una supremazia nell'ammini- membra dcl Club. Fu poi fatto risal!arc
strazione generale. Parve insomma all' rsaia che la quasi unanimità delle Sezioni, da To-
che nel nodo della Sede Centrale colla Se· rino, promotrice, a Napoli, avevano ade-
zione stessero ambedue a disagio e, tenen- rito al progetto di riforma.
do conto dei desideri manifestati in passato La discussione fu assai viva. Le pro-
e ripetuti poi da altre Sezioni, credette ne- poste, appoggiate da diversi oratori e da
cessario sciogliere tal nodo prima che gli quasi tutti i rappresentanti espressamente
strappi diretti a disfarlo mettessero a ri- delegati da diverse Sezion i, vennero com-
sch io la solidità della stessa catena sociale battute da altri, ai quali sembrava troppo
La Direzione Centrale nominò una Com- radicale la riforma che avrebbe tolto ai
missione, di cui fu relatore l'Isaia, che pre- soci il diritto di prendere, col mezzo della
parò il progetto del nuovo Statu to: fu sot- Assemblea Generale, parte direlta all'am-
toposto prima alle Sezioni, le quali vi aderi- ministrazione dcl Club, e opinavano che,
rono quasi tutte, e poi presentato all'As- per dare maggiore ingerenza alle Sezioni,
semblea bastasse di stabilire piuttosto che i delegati
I punti cardinali della rifonna erano i chiamati secondo lo Statuto allora vigente
seguenti: a rappresentare le Sezioni in seno alla Di-
1° il governo del Club da affidarsi, anzi- rezione Centra le venissero in avvenire no-
ché all'Assemblea Generale dei soci, a una minati dalle Assemblee delle Sezion i anzi-
Assemblea di Delegati nom inati nelle adu- ché dai loro Presidenti, e che fosse data
nanze generali delle singole Sezioni; ai soci faco ltà di farsi rappresentare da altri
2° La nomina del Presidente dover far- soci all'Assemblea Generale dcl Club.
si, anziché dalla Direzione e nel suo seno, Presentata da alcuni degli oppositori
dall'Assemblea dci soci riuniti al Congresso una proposta sospensiva, si votò su questa
annuo. per appello nominale, e fu respinta avendo
3° Rilluzione della quota dovuta alla ottenuto 57 voti favorevoli e 70 contrari
Cassa centrale; Messa poi ai voti la massima di sostituire
4~ Le modificazfrmi allo Statuto non po- all'Assemblea genera le dei soci un'Assem-
ter essere adottate che in seguito ad appro- blea di Delegati nominati proporzional-
vazione di due te;.li dci voti dell'Assemblea mente d:11\e Sezioni, questa parte essen-
dci Delegati ziale del progetto di riforma fu approvata
L'Assemblea, che si protrasse per due da 70 voti con tro 57. Tnfìne si stabilì che
sedute, fu presieduta dal socio Qu intino ogni Sezione avesse il diritto di nominare
Sella un Delegato ogni 50 soci o fraz ione di 50
La discussione incominciò nella seduta soci.
dcl 15 maggio, in cui si discusse soltanto Nella seconda seduta (16 maggio) fu-
della prima proposta. Questa fu vigorosa- rono accolte due proposte del socio Spanna.

142
tendenti a rendere meno grave pci soci la 11 Presidente del Club è nominato direi·
perdita del diritto di partecip•.ue d iretta- tamente dall'Assemblea dei Delegati.
mente all'amminisb·azìone generale; e cioè:
1) di accordare ai soci il diritto di assistere
alle Assemblee dei Delegati; 2) di ammet- DAL 1876 IN POI LE SEZIONI
tere a discussione in queste Assemblee le CON LA SEDE CENTHALE SEPARATA
p roposte sottoscritte da 20 soci.
Sul punto relativo alrintroduzione di 1876. li giorno 23 gennaio si tenne la
modilìcazioni nello Statuto, fu stabilito che P Assemblea dci Delegati. Quintino Sella
esse, per venire adottate, richiedano, oltre fu eletto Presidente del Club con voti 36
lapprovazione dell'Assemblea, di essere su 42 votanti. Fra gli argomenti discussi in
sottoposte al voto dei soci e di ottenere la questa adunanza, notiamo quello delle pub-
maggior::mza di due teni dei voti espressi. blicazioni. Il periodico mensile "L'A lpini·
La nomina del Presiden te si decise di sta" non aveva fatto, in complesso, buona
attribuirla all'Assemblea dei Delegati (an- prova, e questo, a quanto ci sembra, per
ziché al Congresso, come si era dapprima la mancanza di una più larga collabora·
proposto). zfone da parte dei soci a quelle rubriche
Si discusse pu re vivamente sulla ridu- che potevano renderlo di più attraente let-
zione della quota da L. 10 a L. 8, che fu tura. L' idea che ne aveva informato la
approvata per un voto, cioè da 33 con- pubblicazione era buona e giusta, e infatti
tro 31. la necessità di un organo di più frequente
Dal Sella, per incarico dell'Assemblea, pubblicità si fece più evidente in seguito,
fu nominata una Commissione col mandato e si dovette riprenderne la pubblicazione
di coordinare le riforme adottate alle alt re sei anni dopo. Ma intanto si propose nella
disposizioni rimaste dello Statuto, e com- prima Assemblea di tornare al sistèma pri-
l)ilarne quindi il nuovo testo; ed essa compì mitivo di un solo organo del Club, con
il 9 ottobre il suo mandato. periodicità trimestrale, e tale tornò il Bol·
Del nuovo testo dello Statuto sociale, lett i110, e restò ancora per sei ann i, cioè a
eccone i principi fondamentali: tutto il 1881.
Le Sezioni, che costituiscono il Club, Non ostante questa misura, le pubbli-
sono tutte eguali per posto ed ufficio, ed cazioni assorbivano sempre quasi tutti i
autonome nella loro amministrazione in- proventi sociali, sicché non restava una
terna e per attendere alle opere di interesse somma da stanziare per sussidi a lavori
locale. alpini. Nel bilancio d i previsione 1876 si
Sopra ad esse sta una Sede Centrale proponevano 25000 lire di spesa per il Bol-
speciale per occuparsi delle cose di inte- lettino; se ne spesero 16400.
resse generale del Club. La l " Assemblea stanziò tuttavia 500
L'l Set/e Centrale è costituita: lire di concorso per la spedizione nell'Africa
1. dalla Assemblea dei Delegati no- equatoriale promossa dalla Società Geogra-
minati dalle Sezioni, che è la rappresen- fica, e un premio a quella Sezione o gruppo
tanza sovrana del Club; di Sezioni che compissero nel 1876 l'opera
2. da un consiglio di Direzione, no- g iudicata più utile rispetto ai fìn i del Club.
minato dall'Assemblea, che amministra il Il 20 maggio si tenne un'altra Assem-
Club eseguendo le deliberazioni della me- blea in cui non si prese alcuna deliberazio-
desima. ne di speciale importanza.

143
Annecy, che fu il 1° Congresso l ntemazio-
nale Alpino.
li Presidente Sella, trovandosi nel feb-
braio a Vienna, riceveva speciali dimostra-
zioni d'onore da parte della Sezione Au-
slra del C.A.T.A. e del Club dci Turisti
Austriaci.
Nel 1876 per cura della Sezione di To-
rino si tenevano dal Padre Denza e da altri
conferenze su argomenti scientifici o alpini-
stici, si ingrandì la Vedetta sul Monte dei
Cappucci ni, si compirono corsi d'cscursioni
ed esercitazioni pratiche di geologia e mi-
neralogia, s'inaugurò l'osservatorio di Bal-
me. Aosta costruì una capanna su l Gran
Tournalin, rinnovò le corde al Cervino, isti-
tuì collezioni; due suoi soci (Gorret e Bich)
pubblicarono una Guida della Va lle d'Ao-
sta. \Tarallo eresse la capanna Gnifetti. Col
prodotto di tuia sottoscrizione fu costruita
una capanna al Colle del Gigante. Si pianta-
Re Vilt<>rio Emanuele Il rono per iniziativa e col concorso di Sezioni
Proclama/o Prl!Nler1/11onorario11d 1876. osservatori a Vilminore (Sezione di Berga-
mo), ad Auronzo (Cadorina), al Lago Scaf-
faiolo (Firenze); la Sezione dell' Enza im·
In i:J.uella te nuta il 28 dicembre 1877. piantò speciali osservatorì meteorologici-fo-
su proposta di Sella, si proclamò il Il.e Vit- restali nella Selva di Penna; Biella conti-
torio Emanuele Presidente onoral"io del nuò il lavoro della strada mulattiera della
Club Alpino Italiano, e si deliberò di pre- Mologna; Verbano si occupava con fervore
sentargli l'atto di nomina in una tavola di del rimboscamento.
bronzo coi nomi di tutti i membri dell'As- L'attenzione degli alpinisti italiani co-
semblea di quell'anno. minciò a rivolgersi con maggior slancio an-
li Sella che era scaduto d'ufficio per che nelle Alpi Orie nta li, e importanti ascen-
estrazione a sorte, fu confemmto Presidente sioni furono compiute da soci nei grnppi
per il triennio 1877-79 con 35 voti su 36 vo- dolomitici di Primiero e della ~ l armolada.
tanti. Numero dci soci, al 25 mar.w 3401, al
li Congresso si tenne quell'anno presso 31 dicembre 3516, in 32 Sezioni.
la Sezione di Firenze. A Pistoia ebbe luo·

~Otc~e1~~~:olici af;~!~~~' f~~~~:~~=r e~~


1877. Notiamo alcuni fatti relativi al-
l'amministrazione sociale di cui trovasi or-
e di altre Società. Seguirono gite alle Alpi dinata menzione nel Bolletti110, essendosi
Apuane, alla l\fontagna Pistoiese e nei din- cominciato da quest'anno a pubblicare re-
torni dei Bagni di Lucca. golarmente le deliberazioni della Direzio-
28 alpinisti italiani presero parte ad una ne Centrale.
riunione delle Società alpine tenutasi ad Questa aprì due concorsi per opere {da

144
11. ~ l m.tri;; B1Axco 01Coon:-.1An:ou, con
le creste di Brou illard, della Innomi-
nata e di Peutércy, dal Chccrouit
(Foto S. Soglio)
prescn larsi enlro il 1878) d'i llustrazione del- tenne sulla fìn e dello stesso mese presso la
le Alpi, e cioè: un premio di 500 lire per la Sezione di Auronzo. Intervennero oltre 90
migliore Guida alpina e un premio di 1000 soci. L'adunanza ebbe luogo il 26; vi si trat-
lire per il miglior studio scientifico-topogra- tò dei ricoveri, delle carovane scolastiche,
fi co sulle monta!,'lle italiane. li premio di delle pubblicazion i altimetriche, ecc. Vi fe-
500 lire deliberato nel 1876 per lavori fat~i ce seguito un bel numero di ascensioni alle
da Sezioni o gruppo di Sezion i, fu ripartito più notevoli di quelle montagne Dolomi·
fra le Sezioni di Aosta e di Biella. Si deli- ti che.
berò di provvedere alla compilazione di La Sezione di Torino fece costruire un
una raccolta altimetrica italiana, e si invia- sentiero nella caverna dcl Hio Martino (val-
rono all'uopo alle Sezioni moduli da distri- le del Po) e un ponte su lla Gorgia di l\ lon-
buire fra i soci. drone in valle d'Ala; cedutole dal l\fonici-
Si aperse una sottoscrizione a favore pio di Torino un nuovo locale nell'ex-con-
.delle famiglie delle tre guide Knubel peri- vento sul Monte dei Cappuccini, trasportò
te nella catastrofe Pattcrson e Lewis al Lys- in esso la Vedetta alpina che si era colassù
kamm stabilita in modeste propor.doni fìno dal
Si ottennero da lle amministrazioni fer- 1874; in tale occasione l'ing. Agudio vi ten-
roviarie, e da quelle dei servizi di naviga- ne una conferenza su l progetto di una fer-
zione su l Verbano e sul Carda, una riduzio- rovia funico lare a Superga. Si continuaro-
ne (30 per cento) a favore dci soci viaggian- no le riunioni e lettu re, uso che la Sezione
ti in comitive di almeno 12 persone, com- ha poi sempre mantenuto. Jl socio F. Ro-
prese le guide e i portatori. Da tal fotto de- sazza costruì la strada da Piedicavallo a
rivò la necess ità dci e Biglietti di riconosci- Caby pel Colle della Vecchia.
mento ' per i soci, ch e incominciarono ad La Sezione di Auronzo pubbli~, in oc-
usarsi col 1878 casione del Congresso, una Guida ciel Ca-
Occorrendo provvedere all'ordinamen- dore. Le Sezioni di Bologna, En:-A'l, ;\·locle-
to della Biblioteca, ridona a mal punto per na e Firenze si facevano promotrici della
la lunga questione che restava insoluta in costruzione di un osservatorio-rifugio sul
rapporto ai diritti spettanti su di essa alla C imone. L'Enza apriva gli osservatori di
Sede Cen trale e alla Sezione di Torino, si Bedonia e M. Penna. La Canavese inviava
deliberò (26 novembre) di cedere alla Se- una Commissione di soci a presentare il di-
zione di Torino ogni eventuale diritto pur- ploma di suo !>residente onorario al Re Vit-
ché la Sezione provvedesse all'ordinmncn- torio Emanuele, nell'accampamento di cac-
to della biblioteca e al suo regolare anda- cia sul Piano di Ciamosseretto
mento e sviluppo. Il numero dei soci, che al 15 giugno era-
Nei giorni 4, 5 e 6 agosto, per iniziativa no 3298, divisi in 32 Sezioni., aumentò nel-
della Sezione di Aosta e per cura di un con- l'anno a 3511, divisi in 33 Sezion i. Di que-
sor.òo di U Sezioni, ebbe luogo un Conve- ste, erano sorte due nuove, Palermo e Pine-
gno lnternazionale di alpi nisti a Cressoney ,rolo; e se ne sciolse una, Aquila.
Vi presero parte 170 alpin isti, di cui 120 Nel bilancio sociale si notava una mi·
italiani. Lo presiedette il Sella. L'adunan- gliore ripartizione delle spese, facendosi
za si tenne il 5 agosto e vi si espresse fra posto conveniente ai sussidi per lavori al-
altri il voto che si tenesse ogni anno un pini, per cuj si spesero 2100 lire delle 4000
Congresso J\lpino Internazionale che erano state stanziate per concorsi, sus-
Il Congresso degli Alpinisti Italiani si sidi e premi.

145
1878. Il 9 gennaio colpiva la nazione quell'anno, il 7 luglio, sotto la presidenza
la morte del suo primo He. Il lutto era sen- del Sella, fu poi deliberata la massima che
tito nel modo più vivo dal Club Alpino Tta- il monumento del Club al Be dovesse sor-
liano, che per le di lui opere munilìche in gere in montagna.
pro delle nostre Alpi e per la benevolenza Fra gli altri argomenti trattati in questa
da lui sempre dimostratagli, aveva dal 1876 1}.ssemblca, notiamo: una proposta della
acclamato Vittorio Emanuele a suo Presi- Sezione di Aosta tenden te a ridurre della
dente onorario. E; noto come sia merito di metà la spesa del Bollettino e devolvere il
lui se ad un distretto importantissimo del risparmio ad aumentare lo stanziamen to
Jlcgno, quello del Gran Paradiso, è conser- per concorsi e sussidi; altre, delle Sez10111
vato l'onore della più superba selvaggina. cli Aosta stessa e di Brescia, tendenti a in-
Ma soprattutto sono mirabili i grand i lavori trodurre una speciale categoria di soci an-
da lui ordinati per le strade cli caccia, che nuali a quota ridotta, senza diritto alle pub-
riescono cli inestimabile vantaggio agli al- blicazioni; altra, della Sezione di Aosta, ten-
pinisti, mettendo in comunicazione per al- dente a rendere trasferibile ogni tre anni
ti gioghi valli interessantissime e agevolan- la Sede Centrale nelle città di Milano, Bo-
do gli accessi a vetle di primo ordine. ma, Firenze, Napoli e Torino. Quest'ultima
Basti il dire che per suo ord ine e a ca- proposta non trovò appoggio nelrAssem-
rico dell'amministrazione della R. Cassa blea; le altre vennero rinviate alrAsscm-
fu rono costruiti in valle ciel Cesso 120 chi- blca successiva.
lometri di strade e, dal 1861 al 1878, oltre li Congresso ciel 1878 si tenne ad Ivrea,
400 chilometri nei distretti cli Ceresole e di e riuscì numerosissimo per concorso dei so-
Aosta. E convien pure ricordare come per ci dcl Club e cli rappresentanti cl i altre So-
disposizione del gran He siasi provveduto cietà alpine. Lo presiedette il Sella, che
:mche ·alla piscicultura in diversi laghi alpi- aveva anche l'incarico cli rappresentare
ni cli quei distretti. S.t-.·I. il Be. Nell'adunanza (25 agosto) si
La Presidenza ciel Club si radunò im- tennero dissel'tazioni di indole scientilìca
med iatamente, appena avuta la notizia del- e di studi alpini, si discusse d i argomenti
la morte del Re, e il Sella spedì per telegra- di indole amm inistrativa e specialmente
fo a tutte le sezioni l'invito di concorrere delle pubblicazioni, dei ricoveri, dell'istrn·
con l'invio di rappresentanze a prestare gli zione delle guide, e si riferì sui risu ltati del
estremi onori alla salma. E infatti ben cen- Convegno internazionale, tenuto nel IS77
to soci cli tutte le Sezioni intervennero, ol- a Cressoney.
tre a quelli della Sezione Bomana, ai fune- 11 Sella si recò poi, col segretario Isaia,
rali in noma. li giorno 14 la Direzione de- nel mese seguente, al Congresso Interna-
liberava di promuovere uno speciale mo- zionale di Parigi, tenuto in occasione della
numento in onore del Presidente onorario Esposizione Universale. Vi furono due adu-
del Club, med iante una sottoscrizione fra i nanze, una il 6 settembre, in cui si fecero
soci, destinando subito allo scopo la somma diverse letture, e una il 7 seuembre, in cui
di L. SOCI; poi se ne stanziarono altre 750. si trattò dell'organizzazione dei Congressi
Nel Bolletti11c si stampò una commemora- I nternazionali, delle carovane scolastiche,
zione del segretario Isaia per ricordare par- delle compagnie di guide, ecc.
ticolarmente le benemerenze del Be verso All'Assemblea dei Delegati (29 dicem-
le Alpi e gli alpinisti. bre), che fo presieduta dal Sella, tornò in
Nell'Assemblea dei Delegati tenuta in campo la proposta (Sezioni di Brescia, Ao-

146
sta, Verbano) di una categoria di soci a quo· guì i lavori alla Gorgia di !\ londrone e mi-
ta ridotta; fu rinviata alla Direzione per se allo studio il progetto cl i una Stazione
studi. alpina al Piano dcl Be. La Sezione di Ao·
Si discusse anche una proposta di Fi- sta inaugurava una cap.'lnna sulla Beef'.a di
renze, tendente a modificare il sistema del· Nona. Quella di Varallo vide compiuto
le pubblicazioni, face ndo annuale il JJol- l'importantissimo lavoro da essa tanto fa.
letti110 e dando inoltre ai soci un periodico vorito dcl ricovero-albergo al Colle d'Olen
uscente a brevi intervalli, ma non fu appro· Firenze costruì e inaugurò un rifugio al
vata nè venne accolta quella di Aosta, ten- Lago Scaffaiolo, e aprl una biblioteca al-
dente a ridurre la spesa del Bollettino ed pina a Lucca. Pinerolo pose una lapide sul-
aumentare gli assegni per studi e lavori al- lo storico Colle dcli' Assietta e concorse al-
pini l'impianto d'un osservatorio a Cavour. I so-
Nel 1878 cambiò la persona del redat· ci Vaccarone {Canavese) e Nigra (Torino)
torc. Dimessosi il Baretti, il quale aveva pubblicavano la Guida alle valli dell'Orco,
· tanto contribuito in diversi modi a rende- Soana e Chiusella, premiata poi dalla Sede
re le nostre pubblicazioni sempre più ap· Centrale. Il socio Giusti (Verona) traduce-
prezzate anche fuori d' Italia, venne chia- va la parte Alpi Lombarde e Adamello del-
mato a sostituirlo il dott. Francesco Vir- la Alpine Guide dcl Ball.
gilio, il quale pure tenne degnamente il
posto, restandovi fino al 1884. Nel JJolletti- 1879. Mestissima incomincia anche la
110 dcl 1877 si cominciò a dare una migliore cronaca di quest'anno. Il 5 gennaio moriva
disposizione alle diverse rubriche. Bartolomeo Castaldi, quegli che era stato
I soci al 31 agosto era 3459, divisi in 32 con Quintino Sella il fondatore del Club;
Sezioni. Nell'anno era sorta la Lucana a quegli che Quintino Sella, non avendolo
Potenza. Si sciolse b Sezione di Siena. potuto aver seco sul Monviso il 12 agosto
Il bilancio del 1878 si chiuse con un 1863, volle mettere per primo a parte del·
avanzo attivo bensì, ma inferiore di circa le vicende di quella memoranda ascensio-
4000 lire a quello del 1877. li fatto dipen- ne e dell'idea che era nata lassù, sopra le
deva dalla minor premura di alcune Sezio- sorgenti del e più gran fiume d'Italia >, la
ni nell'esigere le quote dci loro soci, ciò che idea della società nostra; quegli che tale
portava ritardi straordinari nei versamenti idea aveva insieme col Sella fecondata dan-
alla cassa centrale. Bast i dire che alla chiu· dole corpo e vita; quegli che nei primi
sura dei conti, fattasi il 26 giugno dell'anno e più difficili anni d'esistenza del Club,
seguente, c'erano ancora più di 550 quote mentre altissime cure impedivano il Sella
non esatle su 3400 soci annuali inscritti. E dal prender parte più altiva allo sviluppo
luttavia diverse Sezioni si lagnavano che della giovane istituzione, rappresentò in
la Sede Centrale fosse troppo insistente essa anco il pensiero dcl suo grande amico,
nel richiedere l'adempimento d ell'obbligo e fu di essa il sostegno più forte, l'anima,
dcl contributo sociale. Nel conto del 1878 la vita. Chiamato dalla prima adunanza a
troviamo le spese di 1750 lire p er concor· far parte della Direzione, nominato pre·
so alle onoranze a Vittorio Emanuele, 750 sidente dopo la fine immatura di Fernando
lire per sussidi a lavori sezionali, 100 lire di San Martino, aveva continuato a reggere
pe r i superstiti delle vittime d i una cata- l'ufficio sino al 1873. Superate con la fede
strofe avvenuta nella Zillerthal. dell'entusiasmo le prime traversie, che sen-
Nel 1878, la Sezione di Torino prose- za d i lui avrebbero senza dubbio spento il

147
Club ancora bambino, trattone anzi argo- commemorazione nel BoUettiuo.
mento a sforzi generosi per dimostrare che L'Assemblea dei Delegati si riunì, per
resistenza del Club doveva svolgersi più la prima volta nel 1879, il 6 luglio, e il vice-
vigorosa, per dieci anni le consacrò le cu- presidente teologo Farinelli commemorò
re più zelanti e più affettuose. Egli l'in izia- i meriti e le virtù del Castaldi. Vi si tornò
tore delle nostre pubblicazioni; egli il pro- poi a discutere la proposta della categoria
motore dell'autonom ia delle Sezioni; egli dci soci a quota ridotta, ma non fu accolt a.
rautore di ogni idea, il propugnatore d'ogni Nei giorni J-5 agosto ebbe luogo un al-
progetto che rappresen tasse il concorso del tro Congresso Internazionale a Ginevra,
Club Alpino .all'opera dell'educazione mo- ove il C.A. I. fu rappresentato dal 13udden.
rale del paese, che ne affermasse il concet- Nell'adunanza del l " agosto, si trattò, fra
to di istituzione nazionale. Si ritrasse nel altro, dei corsi di istruzione per le guide
1873 dalla Direzione sociale, quando te- e delle opportunità di ottenere riduzioni
mette, in seguito a proposte di riforme di fe1Toviarie per gli alpinisti.
cui non potevansi calcolare gli effetti, che Il Congresso Nazionale ebbe luogo nei
tali proposte derivassero da un sentimento giorni 25-30 agosto a Perugia. Nelle adu-
di minor fiducia in lui ; e soltanto per que- na11 ze dei 25 e 27 si svolsero importanti te-
sto, per il timore che un simile sentimento mi di indole storico-scientilìca e si trattò
avesse a nuocere all'avvenire della società, anche di cose relative aJl'amministrazionc
persistette nell'idea di lasciarne le redini, sociale. Si ebbero gite al L'lgo Trasimeno,
pur continuando a prestarle il concorso del- ad Assisi, al M. Vettore.
la preziosa opera sua, a intervenire alle riu- I soci del Club al l " dicembre erano
nioni della Direzione e precisamente per 3842, le Sezioni 36. NeU'anno erano sorte
rappresentarvi quella Sede succu rsale da nuove Sezion i a Catanzaro (Calabrese),
cui erano partite quelle proposte che egli Sassari, Cagliari, Udine (Friulana, con la
aveva combattute. quale poi si fu se q uella di Tolmezzo). Il
All'Assemblea del 29 dicembre 1878, i Club deliberava d i trasportare la sua sede
Delegati assistevano mesti cd ansiosi, sa- in via Lagrange n. 13, dove pure si stabili-
pendolo malato, e la notizia che la salute va quella della Sezione di Torino
dell'insigne uomo accennava a qualche mi- li bilancio di quest'anno presentava, al-
glioramento vi fu accolta con segni di giu- alla chiusura dei conii, un'altra diminuzio-
bilo. Ma una settimana dopo egli non era ne del fondo cassa in confronto con quello
più con noi. T utto il Club fu dolorosamen- dell'anno precedente, a causa della mino-
te colpito da questa perdita, e in particolar re puntualità nei versamenti di alcune Se-
modo la Sezione di Torino, di cu i era stato zioni alla Cassa centrale; e si era speso mol-
nominato Presidente nel 1876, dopo il nuo- to di pili della previsione per le pubblica-
vo ordinamento del Club, e poi Direttore, zioni, molto meno per sussidi a lavori se-
in seguito alla sua rinuncia alla presidenza; zionali.
solenni riuscirono i fun erali ; fu iniziata Nel 1879 la Sezione di Torino compl i
una sottoscrizione {che fruttò oltre 1000 li- lavori del senlicro nella caverna dcl Hio
re) per un ricordo; l'anno stesso, nella Sta- Martino e del ponte sulla Gorgia di Mon-
zione sul lo.fonte dei Cappuccini, fu inau- drone, e quelli d'accesso al Buco delle Tra-
gurato un cli lui busto donato dal fratello; versette. Firenze concorse all'impianto di
l'aw. Isaia, chiamato a succedergli nella osservatori a Pistoia e a Prato, e alla pubbli-
presidenza della Sezione, ne fece degna cazione di un panorama dal piazzale ~ li -

148
chelangelo, dcl socio Rimini. Presso la Se- mino, doveva superare non lievi l)Stacoli.
zione di Domodossola si tennero istrutt ive Nell'Assemblea dei Delegati dell'll gen-
conferenze. Susa inaugurò in luglio una la- naio la Direzione dimostrava le difficoltà in
pide a Colombano Romean, quegli che da cui trovavasi l'amministrazione a causa dei
solo fecè un traforo di 500 mètri, nèlla mon- ritardi nei versa.menti. Tuttavia nel bilancio
tagna dei Quattro Denti, dal 1526 al 1533, di previsione si stanziavano 1500 lire per
per una condolta d'acqua. Sondrio aperse la stampa dell'Elenco generale dci soci. Per
un sentiero dall'Alpe Publino al Como Stel- concorsi e sussidi si stanziarono 5000 lire.
la. Biella costrul la capanna alla Cima Bo Il delegato Palestrina ripropose la pubbli-
Bergamo allestì ad uso di rifugio la baita cazione d'un organo di frequente pubblici-
della Brunona. Milano fece iniziare dal- tà, specialmente per dar le notizie della
!'ing. Pogliaghi i rilievi della carta dell'Or- campagna alpina. Tornata in discussione
tles. Vicenza presentò in omaggio alla He- la proposta di una categoria di soci ft quota
, gina Margherita, mentre trovavasi col Prin- ridotta, fu rinviata allo studio di una com-
cipe ereditario alle acque di Recoaro, un missione
quadro con vedute di quei monti, opera di In questa seduta il Sella, scaduto dall'uf-
Carlo Allegri, e stabilì una Stazione alpina fic io per anzianità, venne rieletto Presiden-
a Solagna. Pinerolo promosse una traduzio- te con 38 voti su 38 votanti
ne della sezione Alpi Cozie della Guida Sulla questione della riscossione delle
B(lll. Sassari si fece promotrice di un monu- quote si ritornò nell'Assemblea del 4 luglio,
mento ad Alessandro La Marmara, illustra- e vi furono approvate le proposte di rifor-
tore della Sardegna. Potenza pubblicò No- ma agli articoli 5 e 9 dello Statuto, per le
te geologiche del suo presidente De Gior- quali veniva prescritto alle Sezioni l'ob-
gi, e un Itilierario dello 1Jasilicatt1 del Bel- bligo di versare alla Cassa centrale entro
lucci il primo semestre di ogni anno l'importo
delle quote esatte, e di sospendere le pub-
1880. Quest'anno cominciava con una blicazioni ai soci debitori dell'annualità,
nota alta e patriottica. Quintino Sella, tro- comunicando i loro nomi alla Segreteria
vandl)Si a Napoli, pronunciava in un'adu- centrale; si dava alla Sede Centrale la fa-
nanza di quella Sezione uno di quei suoi di- coltà di sospendere l'invio delle pubblica-
scorsi, che divulgati fra gli alpinisti italiani zioni a tutti i soci della Sezione che non
li accendC\'ano di nuovo e più vivo amore avessero ottemperato a tali prescrizion i;
pei monti e restavano per sempre scolpiti inoltre si stabiliva la cancellazione del socio
nella loro memori.a. Mostrava egli, con gli debitore d i una annualità scaduta (invece,
esempi delle ascensioni sue al Cervino e al sino allora, la morosità veniva dichiaral'a
Monte Bianco, e di .~uo figlio Corradina al soltanto alla fine dell'anno, e la cancellazio-
Gran Sasso, delle scoperte fatte nella chi- ne soltanto per il debito di due annualità).
mica dallo Scacchi, dell'ascensione al Cam- Su queste rifanne furono ch iamati a pro-
pidoglio compiuta dall'Italia con Vittorio nunziarsi i soci, con votazione sociale, in
Emanuele, quanto possano la volontà e la novembre; e furono approvate da oltre 1000
costanza, esaltando l'alpinismo come un voti, contro una scarsissima minoranza
gran mezzo educativo fisico e morale, <pi ù L'Assemblea del 4 luglio respingeva !a
morale che fisico». Questi discorsi contri- proposta della categoria dei soci annuali a
1.mivano a tener viva la fede nella nostra quota ridotta
istituzione, che, per progredire nel suo cam- Fra i principali avvenimenti dell'anno,

149
notiamo che il 29 giugno il Sella, insieme Martelli e Vaccarone, certo la più impor-
colla presidenza della Sezione Romana, pre- tante gu ida alpina, per estensione di terri-
sentò al Re la tessera in bronzo, deliberata torio descritto e per modo pratico di com·
dall'Assemblea dci Delegat i dcl 29 d icem- pilazionc, che fosse pubblicata in Italia. Il
bre 1878. 1° maggio la Sezione stessa inviò a un
Nei giorni 1-4 settembre si tenne alla se- convegno al Monte dei Cappuccin i gli ar-
de del Club un importante convegno di li- tisti della 5• Esposizione Nazionale di Bel-
beri studiosi di meteorologia: erano i più le Arti, e ricevette lassù oltre 1500 persone:
validi collaboratori della cosiddetta Cor- il convegno fu onorato dall'intervento del
spondenza Meteorologica Alpino-Appenni- Principe Amedeo. Inoltre, soci della Sezio-
nica, iniziata sino dal 1859 dal canonico ne di Torino promuovevano sottoscrizioni
Carrel di Aosta, dal professore Craveri di per le capanne delle Crandes Jorasses e dcl
Bra, dal padre Denza ed altri, poi favo- Triolct; a Chatillon si inaugurava liii osser-
rita dal Club Alpino e dalle sue Sezioni; e ''atorio promosso dal socio A.E. Martelli.
si proponevano di costituirsi formalmente La Sezione di Aosta costruì le capanne Dc
in libero sodalizio; da questa riunione sorse Saussure sul Crammont e Carrel sul Cra11
la Società Meteorologica Ttaliana che, sot- Tournalin, e agevolò gli accessi alle casca·
to la direzione del Denza, ha poi tanto te dcl Rutor. Varallo eseguì im portanti la-
esteso la sua rete di osservatori e stazioni vori per \'incremento dell'osservatorio cli
e reso note"oli servizi agli studi, e che tut- Valclobbia. Firenze favorì il rimboscamen-
tora ha sede in Torino presso la Sezione lo- to sul versan te ovest della Falterona. Son-
cale del nostro Club. drio costrusse le capanne di Cornarossa al
Nei giorni 16-20 setlembre ebbe luogo Disgrazia e Sccrscen al Bernina, con sen-
presso la Sezione di Catania il Congresso tieri per facilitare l'accesso alle med esime.
Alpino, che riuscì molto numeroso e tenne Biella compì la strada della Mologna., fra
due sedute, il 16 e il 20, inframmezzate da P:eclicavallo e Caby, iniziata. nel 1872, pub-
una gita all'Etna, cui presero parte 80 alpi- blicò il <tua.demo Val (fAos/a dcll'Al1nm1
11isti. (fun Alpi11isla di D. Vallino, e si occupò
l soci al 1° dicembre erano salit i alla ci- dcl rimboscamento nei dintorni d'Oropa
fra di 3889 in 35 Sezioni. Si erano sciolte e della piscicoltura nel lago del Mucronc.
quelle di Sassari, Cagliari e Chieti. Il bilan- l i socio biellese Vittorio Sella, che clo,·e-
cio si chiuse con un avanzo inferiore a quel- va poi riuscire a darci con le sue fotografie
lo dell'anno precedente, non ostante i ri- le più splendide illustrazioni delle alte Alpi,
sparn1 i fatti sugli assegni per le pubblica- comincia.va. appunto nel 1880 i suoi giri ar-
zioni e per concorsi e sussidi: e ciò causa tistici, prendendo ''edute bell issime dalle
la minore riscossione di quote. vette elci Cra.nd Combin, del M. Vela.n, ecc.
Nel 1880 Q. Sella si fece promotore di Bergamo eseguì lavori per faci lit are gli ac-
una .~ottoscrizione per una nuova capanna cessi rille cascate del Serio, e pubblicò una
al Cervino, che fu poi costruita alcuni anni carta geologica e rilievi ipsometrici. Romn
appresso, quando egli pit'1non era, per cura compì l'impianto d'un osservatorio sul Mon-
della Sezione di Aosta. La Sezione di Torino te Gua.dagnolo. Milano iniziò studi per una
costruì il rifugio al Crot dcl Ciaussiné, rim- capanna in Val Zcbrù. Verbano inaugurò
boscò una zona di terreno al Piano del Re e un osservatorio a Cannobio, promosse il
pose in quell'albergo una Stazione alpina; rimboscrimento con piantagioni (60000
pubblicò la Guida alle Alpi occidentali di piante in 28 Comuni) e con pubblicazion i.

150
i
Ivrea promosse l'impianto d'un osservato- l'alpinismo e degli atti della società, e ve-
rio a Belmonte. Vicenza ebbe un convegno devano come fosse possibile tenerlo in vita
cogli Alpin isti Tridentini a Lavarone, e col renderne attraente la lettura mediante
suoi soci fecero notevoli pubblicazioni: articoli adatti ad esso, altrimenti ben poco
Lioy il volume In montagna e A. Secco interesse vi avrebbero preso i lettori se si
una Guida geologico-alpina di Bassano e fosse contenuto nei limiti dcli' Alpini.sta,
<li11tomi. Verona pubblicò un volume di che era quasi una sem plice raccolta di noti-
Cronaca alpina. Catania vide compiuto ·per zie troppo asciutte, di avvisi e di circolari.
cura del Governo Il nuovo impianto del- E tutt i ammettevano del pari la necessità
l'osservatorio Etneo, posto alla <lipcudeu:.r.a Ùi co11scrvarc il Bulletti1w, come hi più i111-
di essa, con stanze riservate agli alpinisti. portanle espressione dell'attività sociale.
Genova si faceva iniziatrice della spe- Così si stabilì il sistema delle due pubblica-
dizione Bove al Polo Antartico. li socio zion i: 1) Rivista Alpina, mensile, con even-
Cherubini (Perugia) pubblicò un rilievo del- tuali supplementi, compilata unicamente
le Alpi Occidentali e dell'Appennino Li- dal redattore, sotto la sorveglianza della Di-
gure. rezione Centrale, e contenente, divisi in or-
dinate rubriche, articoli di fondo, notizie di
J88 1. Nell'Assemblea dei Delegati del cronaca, bibliografìc, a tti sociali, e stampa-
5 gennaio, discutendosi la previsione della ta in 4°, a due colonne; 2) Bollettino, annua-
spesa, si decise di ridurre alquanto l'asse- le, compilato dal redattore assistito dal Co-
gno per le pubblicazioni e di aumentare mitato delle Pubblicazioni, per gli studi e
quelli per concorsi e sussidi. Il bilancio si memorie "di maggior rilievo e corredati di
alleggeriva anche per il passaggio alla So- illustrazioni. Questo è il sistema che si è
cietà Meteorologica della stampa dei pro- mantenuto fìno ad ora, e che noi crediamo
spetti delle osservazioni, che fìno allora si potrà man tenersi con van taggio e decoro
faceva in appendice al Bo/letti110 del Club e sodd isfazione generale dei soci,
Sulle pubblicazioni si discusse a lun go, qualora si cont inui a procurare una buona
e fra l'altro si propose di .~tabilire premi per raccolta di lavori pel Bolletti110, e si con-
gli autori dei migliori lavori pc! BolletU110; tenga la Rivista entro i limiti corrispon-
provvedimento adottato qualche anno più denti alla sua indole di giornale del Club.
tardi. Proposte di innovazioni e specialmen- Il più importante avvenimento dell'an-
te di riduzione della quota furono discusse no fu la i\foslra Alpina, preparata dalla Se-
e non accolte. Ripresentate dalle Sezioni di zione di Mi lano in occasione dell'Esposizio-
Catanzaro, Agordo e Vicenza all'Assemblea ne Nazionale. Era, si può dire, la prima vol-
del luglio, che le rinviò alla Commissione ta che il Club Alpino dava un pubblico sag-
dello Statuto, tornarono all'Assemblea del- gio generale dell'opera sua al paese: e per
1'11 dicembre, che le respinse. gli innumerevoli visitatori la Mostra del
Nella stessa Assemblea del!' 11 dicem- Club fu , può dirsi, una rivelazione; i mo-
bre si approvarono pe rò, su proposta della delli di rifugi. i libri e le carte, le fotografie
Commissione, alcune innovazioni nelle pub- e i panorami, gli attrezzi, le collezioni pre-
blicazioni. La necessità di un organo di fre- sentate mostrarono quanta e quanto utile
quente e regolare periodicità si era ormai fosse stata rattività sociale; al pubblico, che
imposta: tutti comprendevano come fosse imparava ad apprezzare il Club, parve di
indispensabile il "giornale", per dare ai soci fare una simpatica conoscenza, e molti pre-
pronta notizia dei fatti più importanti per giudizi che si avevano verso la nostra so-

151
c!età dileguarono, e si capì come fossero Gran Paradiso, e la collocazione di lapidi
seri i suoi fini, e seri i mezzi adoperati a a Cogne e al Valasco (Valdieri).
conseguirli Parte vivissima prese il Club alla 110ta
Alla Mostra concorsero colla Sede Cen- catastrofe dell'8 agosto al Monte Rosa (ver-
trale undici Sezioni: Aosta, Bergamo, Biel- sante di Macugnaga) che costò la vita a
la, Firenze, Jntra, i\Hlano, Siena, Sondrio, Dam iano ~farin e ll i , uno dci più infaticabili
Torino, VaraUo, Vicenza. Oltre che alla Mo- e colti alpinisti di cui la società nostra siasi
stra Alpina, diverse Sezioni, come Jn tra, vantata, e alle guide Pedranzini e lmscng;
Sondrio, Varallo e Vicenza, presentarono la più funesta delle pochissime disgrazie in
oggetti interessantissimi in altre classi del- montagna toccate a comitive italiane. Aper-
l'Esposizione Generale, specie in quelle ta una sottoscrizione per le fami glie delle
delle arti usuali e di etnografia . La Giuria gu ide perite, si raccolsero quasi 5000 lire.
dell'Esposizione conferì per la Mostra Al- Al 15 giugno il Club contava 3474 soci,
pina una sola ed unica distinzione al Club, e 3585 al J5 dicembre. Alcune Sezioni non
cioè alla società come ente collettivo. davano segno di vita. Fatto molto doloro-
Oltre che ali' Esposizione di Milano, il so fu il distacco dal 1° gennaio della Sezione
Club fu poi in grado di figurare con onore Friu lana, av\•enuto per divergenze su que-
alla Esposizione Geografica tenutasi nel· stioni amministrative : la Sezione si costituì
l'autunno a Venezia. Le pubblicazioni del- in società autonoma. Si fom1ò una nuova
la Sede Centrale, delle Sezioni e dei soci Sezione, quella di Bossca (Mondovì), con
vi furono degnamente apprezzate accanto effetto dal 1882. Circa 3500 furono i soci an-
a quelle delle più cospicue Società alpine nuali inscritt i, ma alla chiusura dei conti
estere. li Club ottenne diploma d'onore di (maggio 1882) restavano oltre 400 quote da
t• classe, diplomi di 2• classe le Sezioni di riscuotere, sicché il Club, pur avendo ri·
Bologna, Roma, Torino e Vicenza spanniato su qualche stanziamento, si tro-
Il Congresso si tenne naturalmente pres- vava con un fondo di cassa di 45 lire
so la Sezione,di Milano, dal 29 agosto al 2 Nel 1881 la Sezione di Torino costrnì
settembre. C'erano 250 soci. All'adunanza un nuovo rifugio al Monviso, alla Fon tana
(31 agosto) il Sella fece uno cli quei suoi di- di Sacripante; restaurò completamente l'an-
scorsi, così appropriati alle nos.tre riunioni, tico rifugio dell'Alpetto, e arredò quello
così belli nella loro semplicità, così alti e costruito nel 1880 al Crot dcl Ciaussinè. Fi-
forti per il concetto; mostrava come lo tra- renze favorì le pubblicazion i delle Guide
versie della vita alpina, le difficoltà e i peri· del Casentino del Ben i e alla Val di Bisan-
coli, le disgrazie che si lamentavano, non zio del Bcrtini, rimboscamenti nell'Appen·
dovessero mai diminuire il culto dell'alpi- nino Toscano e in Garfagnana. Susa vide
nismo, ed esprimeva la fiducia che sulle Al- compiuto il monumento, da essa promosso
pi gli italiani imparassero ad amare ancor nel 1880, a M&:lail, primo ideatore del tr:t-
più la patria ed il dovere d'esser pronti a di- foro delle Alpi per la ferrovia del Monceni-
fenderla , quando occorresse. Diverse furo- sio. Milano, olt re a tenere il Congresso e
no le comunicazioni e letture. Vennero fat · l'Esposizione, costrul due ricove~i, la c:t-
te gite in Brianza, ad Esino e alla Grigna. pann a Cecilia al Disgrazia e la capanna
Nell'Assemblea dei Delegati dcl 3 lu- Moncod ine alla Crigna, e fece allestire ad
glio si approvarono le proposte di onoranze uso di rifugio la baita alla Madonna della
alla memoria di Vittorio Emanuele; cioè la Neve in Val Biandino. Verbano costruì il
costruzione di un rifugio nel gruppo dcl ricovero di Cortano al Mottarone, impian·

152
IÒ una scuola per promuovere specialmente in onore di Re Vittorio Emanuele. L'altra
le piccole industrie. Bologna pubblicò una lapide che si era deliberato di murare a Co-
C11ida-ilfuslrazio11e genera le deirAppe11ni- gne, venne inaugurata il 20 agosto per cura
110 dcl suo distretto. Pinerolo, essendo stato della Sezione di Aosta.
distrutto il ricordo da essa posto nel 1878 al- Un fatto di grande importanza per il
l'Assietta, deliberò di iniziare una sotto- Club fu la solenne inaugurazione del monu-
scrizione generale fra i soci del Club per b mento al Colle dell'Assietta, costniito col
ricostruzione. fondo raccolto per sottoscrizione sociale
Alla festa, seguita il 23 luglio, per cura del
1882. Nell'Assemblea dei Delegati del consor1.io delle Sezioni promotrici, Pinero-
22 gcnnnio si prese l'iniziativa per il Con- lo, Torino e Susa, intervennero 220 persone
gresso Internazionale e si deliberò d'accor- fra cui i rappresentanti dcl Re e dei Princi-
darsi colla Sezione di Torino per la prepa- pi, del Governo e degli eserciti Italiano,
razione di esso e del Congresso Nazionale, Francese e Spagnuolo.
da teners i insieme nell'occasione delrEspo- Nei giorni 11-13 agosto ebbe luogo pres-
sizione stnbilita pel 1884 so la Sezione Salisburgo del C.A.T.A. il 4°
Si approvarono poi alcune modHìcazio- Congresso Alpino rntcrnazionale. Gli al-
ni allo Statuto da proporre al voto dei soci pinisti italiani erano rappresentati dal prof
cambio del nome di e Dir<Y/.ione Centrale > Brunialti membro del Consiglio del C.A.I. ;
in quello di e Consiglio Direttivo della S. c'erano :mche i presidenti della Società de-
C. >; aumento dcl numero dci suoi membri gli Alpinisti Tridentini e della Società Alpi-
da 9 a 15, con turno separato di scadenza na Friulana. Il giorno 12 agosto il Congres-
fra i tre membri dclln presidenza (presiden- so tenne una pr:ma seduta in cui furono fat-
te e 2 vice-presidenti) e gli altri 12 direttori. te letture d'argomento scientifico-alpinisti-
Tali moclifìcazioni vennero approvate alla co. rJ 13 ebbe luogo un'altra seduta in cu i sì
quasi m1animità dai pochi che presero par- discusse dei modi di affratellare vicppil1 le
te alla votazione sociale chiusa col 3l mnr- Società alpine e, in .~eguito alla domanda
zo (147 votanti .rn circa 3400 iscritti). del rappresentante d'Italia, si acclamò To-
Nel bilancio preventivo si proposero no- rino a sede del 5Q Congresso Internazionale,
tevoli economie, quali erano richieste dallo da tenersi nel 1884.
stato fin anziario del Club: e le economie Il Congresso Nazionale si tenne nel 1882
potevansi fare sulle pubblicazioni, anc11c a Biella e fu per numero d'intervenuti (cir-
col sistema di due organi quale era stato ca 250 soci), per cordialità di ricevimen ti e
approvato dall'Assemblea precedente, e per la riuscita delle feste e delle gite, uno
sugli assegni per concorsi e sussidi. dei meglio riusciti. A Biella ebbe luogo il
In seguito alla modificazione recata allo 30 una prima adunanza, sotto la presidenza
Statuto rispetto al numero dei componenti di Qu intino Sella, che pronunziò robuste
l'amministrazione centrnle, l'Assemblea dei parole sul fa scino e su lle virtù dell'alpini-
Delegali procedette il 14 maggio all'elezio- smo. Seguì una conferenza di G. V. Schiap·
ne del l'intero Consiglio Direttivo: il Sella parelli. Poi furono dati diplomi, deliberati
fu confermato presidente per acclamazione. dall'Assemblea dci Delegati, alle guide Car-
li 9 luglio, per cura della Sezione di rcl, compagn i di Whymper nelle Ande
Torino, seguiva l'inaugurazione della lapi- Alessandro Sella descrisse la prima ascen-
de fattn collocare, per delibera~ione della sione del Dente del Gigante compiuta il 29
Assemblea del Club, al Valasco (Valdieri) luglio da lui con i fratelli Corradino e Al-

153
fonso ed il cugino Gaudenzio, sotto la d ire- pò dell'istituzione di una scuola per le pic-
zione della guida Giuseppe ). laquignaz, al cole industrie. Verbano costrnì il rifu gio
quale fu conferita una medagl:a clel\a Se- al Pizzo Marone, e continuò l'opera dcl
zione cli Biella. Nello stesso giorno si visitò rimboscamento, collocandosi per sna cura
l'Esposizione circondariale assa i interessan- 1600 piante in 25 comuni. L' Enza costrul
te, e ammirata dai Congressisti specialmen- il rifu gio al Lago Santo. Bologna :naugurò
te per la parte alpina. l i giorno 31 agosto l'osservatorio al ~fonte Calla. Brescia co-
altra riunione ad Oropa, dove si tenne ro al- struì il rifugio di Salamo all'Adamello; in
tre letture e con ferenze, fra cu i una di \lit- occasione delle feste in onore di Arnaldo,
torio Sella sulla sua ascensione iemale al offerse un convegno ai soci delle altre Se-
Cervino. Vi si rese conto dei ris11ltati del zion i colà recatisi, tenne una Mostra alpina
Congresso Internazionale di Salisburgo. Si e pubblicò una Guida delle sue vall i. Pe m-
espressero voti per la fonnazione cli un re- gia tenne confe renze scientifiche e alpine.
golamento per le guide con invito alla Sede Vicenza diede seria opera. a promuovere le
Centrale di fi ssarne i punti principali , da piccole industrie, specialmente nel dist retto
completarsi pe r cura delle Sezioni. Al ban- dei Sette Comuni
chetto, il Sella pronunciò un altro dei suoi
brevi ma vigorosi discorsi, in cu i mostrò 1883. Nell'Assemblea dcl 6 gennaio si
coll'esempio di Giovanni Schiaparelli a approvò il Hcgolamento generale dcl Club.
quali altezze si possa arrivare con la forza di Discu tendosi delle pubblicazioni, si decise
volont:\. Alle riunioni segui rono le gite a di lasciar om1ai eia parte i panorami a co-
~ l ontes inari, Grcssoney e Col d'Olen lori, causa rcccessiva spesa. l n questa se-
Col 1882 si sciolsero le Sezioni di Lecco, duta fu presen tata eia taluno la proposta di
~ l 0<le na e Palcnno; di nuove, dopo quella rendere biennale il Congresso, idea che ha
di Bos~ea, sorse la Sezione Alpi ~ l arittime avuto in seguito qualche altro sostenitore.
a Porto i\faurizio. l soci aumentarono da l\ell'Assem blea del 24 giugno fu note-
3439, che erano in giui,rno, a 3596, alla fin e vole l'eccitame nto della Pres idenza a una
dell'anno maggiore atth,ità : notava essa che 4:'. il no-
TI bilancio del 1882 mcrc6 prO\'Vide eco- stro Club vive soltanto, mentre le altre So-
nomie si cl1iuse con un fondo di cassa d i cietà progrediscono e i risultati della loro
6700 lire (mentre sole 45 lire erano a\•anza- operosità sono superiori a quelli della no-
te dall'esercizio 1881). stra • · Si approvò la proposta di aumentare
La Sezione di Torino in quest'anno pre- gli assegni per sussidi a lavori alpini.
se parte attivissima alla preparazione della Nell'Assemblea del 16 d icembre, discu-
fes ta dell'Assietta. Alcuni suoi soci promos· tendosi il bi lancio cl i previsione pel 1884,
sero una sottoscrizione per una nuova ca- alcuni delegati presentarono reclami circa
panna al Colle dcl Gigante. Varallo inco- il rigore della Sede Centrale nell'esigere i
minciò gli studi pe r la strada di Raranca e versamenti sezionali, e si espresse anche il
pose una lapide in memoria della guida deside rio di ridurre le pubblicazioni per au-
Calzino a Rimella. Sondrio adattò ad uso mentare lo stanziamento per lavori e studi
di rifugio la baita dell'Alpe Painale al Piz- Tale aumento fu votato; la cifra delle spe-
zo Scalino. Biella olt re a tenere il Congres- se per le pubblicazioni venne diminu ita, to-
so. dispose la parte alpinistica della Mostra gliendosi lo stanziamento pel redattore. Dcl
ci rcondariale. e pubblicò la seconda ed izio- resto l'Assemblea apprO\'Ò pienamente l'o-
ne della Guida dcl Biellese. Roma si occu- perato del Consiglio Direttivo.

154
Le proposte di mutare il sistema di pub- blicazione di un volume Illustrazione del-
blicazioni furono vigorosamente combattu- la Valsesia dcl socio Gallo; 1.ma stia socia,
te da diversi direttori e delegati, e si deli- la contessa d i Cellere, si fece promotrice <li
berò di nulla innovare. Avendo allora il un rifugio al gh iacciaio di Miage, che venne
prof. Virgilio lasciato la redazione, e non so- costru ito col prodotto d i una sottoscrizio·
stituendoglisi alt ro redattore stipendiato, ne. Firenze aprì una Stazione alpina a St ia.
la Presidenza dichiarò che il Cons iglio a- Sondrio pubblicò la seconda edizione della
vrebbe provveduto direttamente alla com- Guida della Valt ellina; le Sezioni di Berga-
pilazione delle pubblicazion i. mo e Milano, una Guida afk Prealpi <li
Il Congresso si tenne a Brescia. Cli alpi- Lecco, dcl dott. Pozzi. Verbano piantò il
nisti erano circa 300. L'adunanza ebbe luo- bosco Roma sul M. Cimolo e il bosco Cari·
go il 21 agosto e il Sella vi tenne un memo- baldi sul M. Um; nell'anno per sua cura fu-
rabile discorso, in cui trasse argomento dal- rono piantate 27.000 piante in 23 comu11 i
le glorie di quella città, sempre 11ei fasti del Vicenza pubblicò una Guida d i Recoaro;
patriottismo, per eccitare gli alpini.çti a Genova, il volume Ricordo della Sezioue
tenersi su lla via dcli' e Excelsior *. Seguì Ligure. T1 socio Vittorio Sella (Sez. Bici·
una medaglia alla gu ida Giuseppe Maqui- lese), che nel 1881 e 1882 aveva continuato
piaz. TI giorno 22 vi fu una gita al Lago i suoi viaggi per ritrarre in fotografia le al·
di Carda, e il 23 i congressisti per diverse te Alpi, visitò quest'anno, raccogliendo mi·
strade si avviarono a Brcno, dove il 24 si rabili vedute, i punti più notevoli delle ca-
inaugurò la gara del tiro a segno, e si ten- tene alpine dal Monte Bianco al ~fonte Ro-
ne la seduta di ch iusura del Congresso. Nu- sa. Il socio Cherubini (Pemgia) pubblicò il
merosi alpinisti fecero poi l'ascensione del- dlievo delle Alpi Centrali e dell'Appenni-
l'Adamello. F.: da ricordare che in tale cir- no Parmense
costanza la Sezione di Brescia oq~an i zzò
una mostra modesta ma interessant~ di fo- 1884. Un funesto ricordo turberà scm·
togralìe, carte geologiche e collezioni di- pre nell'animo di tutti gli alpin isti italiani
verse. la memoria di quest'anno, che pu r sarebbe
Nel 1883 si approvò il progetto pel lieta di avven imenti notevoli per il progres-
rifugio Vittorio Emanuele TI so della nostra istituzione.
Col 1883 si sciolsero le Sezion i di I vrea, Il <lutto più grave che potesse colpi re il
Catan7,aro, Potenza e Sassari. e ne sorsero Club Alpino Italiano ven ne a gettare in tut-
tre nuove, ad Ascoli Piceno (Picena), Lecco ti il dolore e lo sgomento. Quintino Sella, il
e Bagnone (Lunigiana). I soci da 3567, che creatore della nostra istituzione, esalava il
erano al 17 agosto, alla fine dell'anno erano 14 marzo la grande an ima nel suo paese
aumentati a 3682, divisi in 32 Sezioni. nativo. Egli che tanto operò per accompa-
11 conto del 1883 si chiuse nel modo pili gnare Re Vittorio Emanuele TI al Campido-
soddisfacente, cioè con un avanzo superio- glio, e perché a tale ascensione corrispon-
re di 1800 lire a quello del 1882 desse quella dell a nostra patria alle più al·
Nel 1883 la Sezione di Torino, pur con- te cime della prnsperità e della gloria, egli,
tinuando nell'ordinaria operosità, si occupò pensando che al com pimento di ideali così
sopratt utto dci preparativi per la Mostra elevati dovesse principalmente contribuire
alpina che dove,,a tenersi coll'Esposizione l'e<lucazione morale degli italiani, dopo
Nazionale nel 1884. Varallo incom inciò i la- aver fondato con questo fine il Club Alpino,
vori della strada di Baranca e favorì la pub- tenne sempre rh,olto ad esso, da vicino o

155
da lungi, il suo pensiero; e, come gli aveva covero ai Hochers del Monte Bianco, luogo
dato la vita, gliela conser\'Ò inspirandogli il dove egli a\'eva passata la notte prima del-
soffio delle grandi idee, imprimendogli, si la sua ascensione del 1879, e che era sta-
può dire, fino dai primi giorn i della sua esi- to il suo ultimo accampamento sulle Alpi;
stenza, quell'indirizzo che egli si era propo- s~ di fa r preparare una tessera in bronzo
sto nel crearlo, l'indirizzo di istituzione na- .:on l'effigie dcl Sella per in viarne esem-
zionale, e continuando poi a tenerlo diritto plari fi lla famiglia, ai municipi di Biella e
su questa via con gli eccitamenti della pa- di ~ ! osso S. ~ ! ar i a e alle Sezioni dcl Club.
rola e dell'esempio. Nei primi anni dcl Club Diversi membri dcl Consiglio con altri soci
il pensiero di Quintino Sella, fuso mirabil- si recarono al trasporlo funebre da Biella
mente con quello del Castaldi, era da que- ad Oropa. E il Consiglio e le Sezioni man-
sto rappresentato nella Direzione sociale ai darono poi rappresentan ti al funerale di
cui lavori ben scarsa parte egli poteva preu- trigesima.
dere, tutto occupato com'era dalle cure Tutte le Sezioni, con commemorazioni,
del Governo. Nè gran tempo potè dedicarvi husti, lapidi, corone da deporre su lla tom-
in segu it o, quando, due anni dopo le dimis- ba, dimostrarono quan to profond amente
sioni dcl Gastakli, assunse, acclamato, la avessero sentito la perdita fa tta dalla so-
presidenza. Pure prendeva part e sem pre, cietù. E con eguale slancio con tribuirono
quando poteva, alle sedute dcl Consiglio, poi alla sottoscrizione aperta dalla Sede
veniva a dirigere le Assemblee, si recava Centrfile alfine di attuare le onoranze de-
a presiedere i Congressi. 11 suo intervento liberate.
bastava da solo a rendere solenni le nostre Le società alpine Trentina, Friulana e
riunioni , in cui la sua semplice e pur po- Triestina, che lo avevano avuto a socio ono-
tente parola ci scuoteva dal fondo e in- rario, e tutte le pri ncipali Società alpine
spiravt! a tutti, anche ai più tiepidi, la fi- straniere si associarono al lutto del nostro
ducia nell'avvenire dellfi nostra istituizone Club, q uasi tutte dichiarando di voler con-
e il buon volere di cooperare al fine comu- correre alle onoranze che il Club fiveva
ne. i\fa, da presso o da lungi che egli fosse, deliberato.
il suo pensiero, lo ripetiamo, crn sempre con 1\ succedere al Sella i Delegfiti, nel-
noi, e sentiamo che con noi è ancora e sa- l'Assemblea ciel 2.5 maggio, chiamarono Fe-
rà sempre: il culto della sua memoria, il lice Giordano con 60 vot i su 62 votanti,
sapere a che cosa egli intendeva, il propo- ma questi non volle accettare l'incarico.
sito di tenerci sempre rivolti [I quella meta, NeJrAsscmblca, poi, del 21 d icembre, a
saranno sempre i sostegn i più saldi del presidente fu eletto Paolo Lioy con 42 vo-
Club Alpino Italiano, la miglior promessa ti su 45 votanti.
per il suo avvenire. Nel maggio si inaugurava, con l'Espo-
Ad onorare la memoria dcl Sella il sizione Nfizionale, la Most-ra alpina. Oltre
Consiglio del Club deliberò: l" di porre i la Sezione di Torino, che la preparò e vi
sflgn i del lutto alle pu bblicazioni per un prese parte principalissima, concorsero la
anno; 2' di fare una pubblicazione specia- Sede Centrale con pubblicazioni special-
le per raccogliere i suoi scritti al pinistici men te e con modelli di rifugi alpini; pre-
più notevoli; 3" di porre un ricordo al ~ ! 011- sen tarono nna varietà e quantità importan-
viso, che aveva avuto a primo S[l\itore ila- tissima di oggetti, libri e carte, fotografie e
liano il Sella e dove egl i aveva ideato la disegni, attrezzi, strumenti, collezioni di
fondazione del Club; 4" d i costruire un ri- storia naturale, prodott i delle piccole indu-

156
strie, ecc., le Sezioni di Agordo, Aosta, buirnno, con la Sede Centrale e le Sezioni
Bergamo, Biella, Bologna, Brescia, Cata- del Club, diverse altre Società alpine ita-
nia, Domodossola, Enza, Firenze Genova liane e straniere. Col Bollettino del 1884
Lunigiana, Milano, Homa, Siena, Susa, Val- si compì la seconda parte delle onoranze
tellinese, Varallo, Verbano, Vicenza. Cli deliberate, premettendosi ad esso la com-
espositori furono in tutto 49-1. memorazione dettata dal suo successore,
Dell'importanza della ~ l os tra dà un'idea Paolo Lioy, che, unendo insieme con ar-
la C11ilfo-1Hcordo del! Esposi:.iooe con ca- te fini ssima i punti pit'1 notevoli degli scrit-
talogo degli oggetti esposti, pubblicata per ti e discorsi del Sella, ce lo presentò an-
curn della Seziouc t.li Turino. cora una volta parlante dall'alto della sua
La Giuria deirEsposizione Generale ag- gloria ai cultori delle Alpi .
giudicò al C.A.J . per il complesso della sua li Boflctti11 0 stesso ebbe anche una
~ l ostra la massima delle ricompense, il di- preziosa appe ndice, nell' Indice generale
ploma d'onore (''). La Mostra valse a di- dei primi 50 numeri (1865-1883), compila-
mostrare la potente vitalità del Club e to da Luigi Vaccarone, direttore per le
quanto esso avesse fatto per illustrare le pubblicazioni, il più notevole lavoro di que-
patrie montagne e agevolare le ascensioni, sto genere che fosse stato fino allora edito
ma in pari tempo mostrò come la nostra da società alpine.
istituzione potesse, specialmente col pro- A proposito di pubblicazioni, notiamo
muovere le piccole industrie, contribu ire che nell'Assemblea dcl 21 dicembre si di-
al benessere delle popolazioni alp ine. Gran- scusse lungamente se dO\'CSSe o no modifi-
de e generale fu la compiacenza nel Club carsi il sistema seguito da tre anni . Si con-
per la riuscita del la Mostra, e degnamente cluse coll'adottare una modifìcazione al for-
se ne rese interprete l'Assemblea dei De- mato della Rivista che, in vista della mag-
legati, in tre successive riunioni (25 maggio gior comodità per la legatura delle raccol-
e 11dicembre1884, 21 giugno1885), votan- te, fu ridotto eguale a quello del Bollet-
do plausi e ringraziamenti alla Sezione di tino.
Torino promotrice e ordinatrice. D'altra pili importante novità si toccò
Il pubblico imparava ad apprezzare nella stessa adunanza, avendo la Sezione
viemmeglio la nostra istituzione; ma certo di Vicenza proposto che si tenesse l'As·
ancor più numeros i da ogni parte d'Italia e
dall'estero sarebbero stati gli ammiratori (Il) La Giuria specia le incaricat.'I d i assegnare pre-
della Mostra e specialmente gli alpinisti, mi accord3ti d.i! ~ l inislero d'A. I. e C. assegnò b
se diverse fossero state le condizioni della medaglia d'oro alle Sezioni di Vicenza. e di Torino.
mcdag\ip d'PrJlentoad alcunicsposi!ori.
salute pubblica (1'), per le quali si dovet· I..n CiuriP Sociale del C.A. L P55Cgnò per il com·
tero rin viare al 1885 i Congress i Alpini in· ples5ivo concono Sczio1>ale di ploma d'onore alle Se-
ten1azionale e nazionale. zioni di Tor ino, Mibno, Bol~ e Vicenza; medagli:t
d'argento d i pri ma classe a Sondrio, Bielb, Bergamo,
Fra gli altri avvenimenti notevoli per e di .sceond:r. classe 3 Verbano, Brescia e Lunigiana;
il Club, notiamo il compimento del gran- meda11"lia d i brorm> all' F. nu ; alle<lato di bencm~eroz;i
dioso rifugio al Gran Paradiso, dedicato ad Agordo, Firenze, Domodossob, Susa, Rom:r., Ca-
tania, Siena, Genova. e diverse distinzioni a singoli
alla memoria di Vittorio Emanuele; ave- espositori; in tuu o IO diplomi d 'onore, 12 mcda.;!ie
va costato 8200 lire, e restavano ancora d'argento d i pri m3classc e 14 disccond3; 13 di bnm-
400 lire dcl fondo di sottoscrizione. w; 62 at testati di benemercnn.
(I' ) L'epidemia colerica, che in festò diversi luir
Per le onoranze al Sella le offerte toc- ghi nel 1884, rese meno a;rande il concorso puro nu·
carono la cifra di 1700 lire, a cui cont ri- merosissi mo dci visi b'ltori dell'Esposizione.

157
scmblca dci Delegati per turno presso le soci, cioè il compimento della nuova ca-
più importanti Sezioni, e ciò allo scopo di panna al Colle dcl Gigante, e il colloca-
agc,1olare alle Sezion i il mezzo di farvi.si mento di corde, donate dalla signora Bur-
rappresentare da propri soci. La Preside;1- naby, alle Crandes Jorasses. La Sezione di
za osservò che l'Assemblea invernale era Agordo fece nuovi lavori al suo rifugio al·
opportuno si riunisse sempre presso la Se- la ~farrnolada, F irenze iniziò i lavori dcl
de Cen trale; piuttosto potersi tenere per sen tiero d i Ma.tanna e I>rocinto, Boma de-
turno presso le Sezioni l'Assemblea esti- liberò la costruzione del rifugio al Gran
va, e possibilmente insieme col Congres- Sasso. Milano costruì la capanna del Lc-
so. Da alcuni delegali fu espresso il dub· g110111! I! yudla dell'Ortles in val Zebrù, che

bio che la proposta di Vicenza fosse con- porta il nome della Sezione. Si tenne una
traria allo Statuto, che stabilisce a Torino riunione delle quattro Sezioni dcl ~ l ontc
la Sede Centrale dcl Club. Si concluse col- Hosa sul Mottarone per inaugurare il nuo·
l'assicurazione della Presidenza che il Con- vo albergo, colà costruito anche col con·
siglio avrebbe studiata la quest ione, e in- corso della somma raccolta dalla Sezione
tanto procurato di ottenere facili tazioni Verbano per un ricovero che essa dappri·
ferroviarie per i Delegali che si recano al· ma si era proposta di erigere su quella
le Assemblee. sommità. Vittorio Sella raccoglieva molte
I Delegati convenuli per questa As- altre notevoli fotografie dell'alta monta-
semblea a Torino assistettero alla mattina gna, specialmente ncll'Oberland Bernese.
dcl 21 alla dedica di un masso erratico al- li maggiore Cherubini pubblicava un'nl·
la memoria di Bartolom ~ Castaldi a Pia- tra carta in rilievo, quella delle Alpi Orien-
nez7~'l, cerimonia disposta per quel giomo tali e dell'Istria.
dalla Sezione di Torino affinchè i rappre-
sentanti di tutto il Club potessero asso- 1885. All'Assemblea dcl 21 giugno '85,
ciarsi all'onoranza tributata all'insigne uo· la Presidenza riprendeva l'utile abitudine
mo col qua le il Sella aveva fondato la no- cli riassumere in una relazione complessi-
stra Società. va (dandole opportu na d iffusione e for-
Nel 1884 i soci erano 3653 al 25 mar- nendola di tut ti i dati necessari) i fa tt i più
zo, 3867 al 30 dicembre. Si formarono, ol· notevoli dell'anno precedente e dei prim i
tre la Sezione Lunigiana, una Sezione a mesi dell'anno in corso. Così il vice-presi·
Savona cd un'altra a Spoleto, la quale ul- dente aw. Crober, a1 quale pure si devo-
tima si spense coll'anno. no le relazioni degli anni successivi (pub-
Il bilancio si chiuse con un notevole blicate sempre regolannente nella Rivi-
maggiore avanzo a confronto di quello sta), diede conto degli avvenimenti tristi e
dell'esercizio precedente, non ostante l'au- lieti per il Club, compiutisi nel 1884 e
mento dell'assegno per i lavori sezionali, constatò il progressivo migliore andamen-
la spesa per la. pubblica.zionc dell'Indice to dell'amministrazione. Fra l'altro, riferì
generale del Bollettino. e lo stanziamen- sulle premure che la Sede Cen trale si as-
to, fatto sul bilancio stesso, di 2500 lire sunse, in seguito ai risultati della Mostra
per i Congressi. a1pina, per promuovere lo sviluppo delle
li Si è detto delle opere principali com- piccole industrie mettendosi in corrispon-
piute dalla Sezione di Torino nel 1884; denza col Governo e rivolgendo eccita- '
qui accenneremo a due altri notevoli lavo- menti alle Sezioni. Annunziò l'elargizione
ri compiuti per iniziativa e cura di suoi ottenuta da S.M. per un p remio triennale
!
I

158
di L. 500 da conferirsi alla Sezione meglio tre principali Società alpine mandarono
segnalatasi pe r utile operosità. saluti e adesioni.
Tra i principali avvenimenti dell'anno, Il Re aveva dato incarico di rappre-
furon o le fun este valan ghe che recarono sentarlo al Presidente effettivo dcl C lub,
grandi lutti e rovine nelle valli delle pro- Paolo Lioy; e intervennero rappresentan-
vince di Torino e di Cuneo. Essendosi ti del Governo, dell'Esercito, del Munici·
aperta per iniziati va della Sezione di To- pio di Torino, della Stampa.
rino e coll'appoggio della Sede Centrale Per l'occasione furon o distribuite ai
una sottoscrizione presso le Sezioni si rac- Congressisti una piccola Gu ida, degli iti-
colsero circa 27.700 lire, cui con tribui rono nerari da percorrere nd lc gite, e um.1 me-
notevolmente anche le altre Società alpi- daglia commemorativa.
ne, somma prontamente distribuita pe r cu- Le riunioni si aprirono la sera dcl 29
ra della stessa Sezione Torinese. agosto con un ricevimento nelle sale dcl
Nell'Assemblea del 21 giugno non si Club. La mattina del 30 ebbe luogo alla
d iscusse, fo rse per la prima volta, di cam- Stazione alpina sul Monte dei Cappucci-
biamenti alle pubblicazioni. Però venne an- ni l'inaugurazione di una nuova sala co-
cora innanzi la proposta della riduzione struita dal Municipio di Torino per il M11-
della quota, chiesta da Brescia, Aosta, Ver- seo d-::lle piccole industrie.
bano cd Agordo, ma sulla quale altre Se- Lo stesso giorno si tenne l'adunanza
zioni avevano espresso parere favorevole. del Congresso Internazionale nell'aula del
La Presidenza dimostrò che tale riduzio- Palazzo Carignano. li Presidente Lioy
ne avrebbe portato assai scarso vantaggio
alle Sezioni richiedenti, e specialmente al-
le meno numerose, ment re grave sarebbe
stata la perdita per la Cassa Centrale; in-
vece poter questa, se mantenuta in florid e
condizioni, provvedere con sussidi ai la-
vori delle Sezioni ben più eflìcacemente
che non avrebbero potuto fa r esse col trat-
tenersi q ualche lira di più sulle annualità
dci propri soci. La proposta di riduzione
fu rit irata, e da allora, sino al 1888, non .
tornò più in campo.
Nell'agosto 188.5 si compiva un'alt ra
parte delle onoranze deliberate a Quinti-
no Sella term inandosi la costruzione della
capanna ai Rochers dcl t-.fonte Bianco
Sulla fine di agosto si tennero i Con-
gress i, rinviati dall'anno preced ente. Vi
presero parte 34 membri di altre Società
alpine, delle quali 8 furono le rappresen-
tate al Congresso Internazionale, e 269
soci del Club, essendo 28 le Sezioni rap-
presentate al Congresso Nazionale. Le al- P~te '""",,.,,
dal 188$ al 1890.

159
pronunziò un notevole d iscorso, in cui, in- li le relazioni fra il nostro Club e le altre
spirandosi alla memoria d i Quintino Sella societ;\ alpine.
e agli alti ideali da lui propugnati, esal- La seconda Assemblea dei Delegati si
tò l'alpinismo come il più grande eccita- tenne alla fi ne dell'anno, il 27 dicembre,
tore dell'amor di patria e in pari tempo sotto la pres idenza di Lioy. L'argomento
come istituzione che fa non solo pensare delle pu bblicazioni diede motivi a diverse
ma sentire la frat ellanza dei popoli, di osservazioni e proposte; si concluse con lo .
che era prova la presenza di alpinisti cli stabilire una somma per premi agli auto-
tante nazioni al Congresso, ed inneggiò a ri dei migliori Ja,·ori pel Bollettino, d i cui
Torino culla del patrio risorgimento e del- premeva favorire l'incremento. E vi si trattò
la nostra istituzione naziona le, proponen- d'una rifomta allo Statuto, già :-altre volte
do agli alpinisti di riassumere i loro sen- sollevata, quella di una seconda categoria
timenti in un plauso al ne. di soci annuali a quota ridotta non avent i
Notevoli pure furono i discorsi pronun- diritto alle pubblicazioni. La proposta fu
ciati dai rappresentanti dcl Governo e da rinviata per studi alle Sezioni.
presidenti e membri di diverse Società al- I soci inscritti nel 1885 erano 3737 al 1°
pine. Vari furon o i temi svolti. Hileverc- marw e 3866 alla fln e di dicembre. Si era
mo soltan to che si fece adesione a!l'idea sciolta la Sezione di Susa, ed era sorta la
dcl concorso degli alpinisti di ogni na- Sezione Sannita a Campobasso.
zione al monumento a De Saussurc in Cha- Il bilancio dcl 1885 si chiuse con un
moni."t, e si espressero voli perché le So- avanzo di cassa ancora in aumento, ben-
cietà alpine pubblicassero memorie sul mo- chè ci fosse stata una forte maggior spesa
do di evitare i pericoli nelle ascensioni, non prevista (2750 lire) per il trasporto
e procurassero di ottenere riduzioni alle della sede dal locale di via Lagrange a
tariffe delle gu ide offrendo loro in com- quello di via A111eri. In questo bilancio si
penso ' seri van taggi, specialmen te per i era ristabilito lo stanziamento per il redat-
casi di disgrazia e di malattia. Si trattò poi tore. Le migliori condizioni dcl bilancio
dcJla flora alpina, della fotografia in mon- dipendevano soprattutto dalla maggior cu-
tagna, ecc. ra delle Sezion i nei versamenti.
li 31 agosto gli alpinisti rccaronsi a Su- Nel 1885, la Sezione di Torino, oltre al-
perga, dove fu loro servita una colazione fopcra di soccorso in pro dei danneggiati
offerta dal Re. Nel pomeriggio si tenne il dalle va langhe e all'aver tenuto, colla Se-
Congresso i azionale. Vi fu proclamato de Centrale, i Congressi, stabilì la forma-
il conferimento del Premio Beale pel I ~ zione dcl ~ lusco delle piccole iT:dustrie al
alla Sezione di Torino. Vi si discusse poi Monte dci Cappuccini. La Sezione di Ao-
delle strade in montagna, del rimbosca· sta com pì la costruzione dei rifugi sul
mento, dell'istruzione delle guide, ecc. Al ~ f ont Fallèrc e alla Gran Torre dcl Cervi-
pranzo, notevoli i discorsi del Presidente no. Vara llo e Biella costruirono la capan-
del C.A.I. e dei rappresentanti delle altre Jia Quintino Sella al Lyskamm. Biella inol-
più cospicue Società alpine. Il 1° settem- tre migliorò il sentiero alla Testa Grigia;
bre partenza per Ivrea ed Aosta e il 2 set- il suo socio V. Sella, nei suoi giri di quel-
tembre a Courmayeur, donde il giorno do- l'anno raccolse fotografie nel gruppo del
po si salì il Crammont, sulla cui sommità si Disgrazia, nell'Obcrland Bernese, nelle Al-
sciolse questo duplice Congresso, che cer- pi Pennine, ecc. Firenze stabilì una Sta-
to contribuì a rendere più strette e cordia- zione alpina a Prato; suoi soci promossero

160
IL \ lo:>.:T \IAUl>IT, versante sud-est,
dalla Pointc Helbronner.
( Foto S. Sag//o)
.rimboscamenti nelle Alpi Apuane e sulla ma ce ne volevano 12). E sì diede pure in-
Falterona. Domodossola si occupò dei re- formazione della riduzione del 25 per cen-
stauri all'Alpe di Veglia, che fu adattata to accordata dal Ministero della guerra
ad uso di albergo-rifugio. Sondrio eseguì sui prezzi delle carte edite dal R Istitu-
lavori per facilitare l'accesso alle cascate to Ceografìco i\Hlitare di F irenze
dell'Antognasco e del l\fallero. l~oma inau- In quella seduta si votò la riforma al-
gurò un rifugio sul Soratte. Milano re- lo Statuto rinviata dall'Assemblea prece-
staurò diversi rifugi, iniziandone altri nuo- dente, relativa all'ammissione di una se-
vi. Verbano costrusse i sentieri delle Stret- conda categoria di soci, a metà quota, e
te del Casè e del Pizzo Marona alla Zeda: senza dirillo alle pubblicazioni, ma limi-
seguitò l'opera dcl rimboscamento con tatamente alle donne delle famiglie dei
piantagioni, apertura di vivai, e pubblica- soci e ai figli e fratelli minorenni
zio11i; ordinò il servizio delle gllide. Sotto Si trattò anche di altre proposte di ri-
g l ~ auspici d cli~ Sezione di Vicenza si pub- forma presentate dalla Sezione di Roma:
blicava la Guida Bassm10 - Sette Comuni r trasportare la Sede Centrale da Torino
di O. Brentari. Como raccolse un album di a Homa o renderla circolante per regioni,
fotografie dei suoi monti. GenO\'a pubbli- o alternarla ogni due anni fra Torino e
cò un Portafoglio dcl[ Alpinista con iti- Homa; 2' accordare ai soci il diritto di !lro-
nerari delle Alpi Marittime. Lecco un vo- fittare dei libri della Sede Centrale, sot-
lume di Note lllpi11e di suoi soci . Bagnane to norme da stabilirsi; 3' limitare il dirit-
si occupò di piccole industrie e dell'isti- to delle Sezioni nella scelta dei Delegati,
tuzione di un Museo Lunense. stabilendo che questi dovessero esser so-
ci della Sezione mandante, e accordare a
1886. L'Assemblea dei Delegali si riu- un delegato di poter accumulare i Voti dei
niva quest'anno a Varallo il l" agosto, sot- colleghi della Sezione (a questa proposta
to la presidenza di Lioy, in occasione del si era associata in parte la Sezione L igure);
Congresso: era la prima riunione che la 4~ dovere la Sede Centrale comunicare
rappresentanza sovrana del Club teneva l'ordine del giorno delle Assemblee a tut-
fuori di Torino. ti i soci; 5• far obbligo al Consiglio di pre-
La Presidenza potè annunziarvi che sentare alle Assemblee dei Delegati le ri-
erano ormai compiute tulle le onoranze soluzioni votate dai Congressi; 6" stabilire
al Sella decretate dal Club: si era distri- per le guide un libretto e un distintivo da
buita alla famiglia, ai Comuni di Biella e rilasciarsi dalla Sede Centrale, restando
di Mosso Santa Maria e alle Sezioni l'effi- p erò alle Sezioni il regolare le tariffe; 7'
gie in bronzo eseguita dallo scu\tore Del- dar carattere esclusivamente alpino alle
la Vedova. E in quei giorni veniva ultima- pubblicazioni. La r proposta fu ritirata
ta la costruzione del rifugio Quintino Sel- dai proponenti, la 3· respinta, le altre rin-
la al Monviso viate allo studio di una commissione
Si annunziarono poi le nuove conces- La rifonna relativa alla nuova catego-
sioni ottenute dalle Società ferroviarie e xia di soci (che poi si dissero e aggregati >)
cioè di riduzioni: r per i soci intervenien- fu approvata in ottobre con votazione so-
ti alle Assemblee; 2' pe r i soci viaggianti ciale, a cui presero parte 533 soci su 3824
a scopo di gite alpine, ai quali venne ac- inscritti, da 470 sì contro 63 no.
cordato il ribasso del 30 per cento anche La Sezione di Varallo, presso la quale
se in comitive di sole cinque persone (pri- aveva già avuto luogo il II Congresso

161
(1869), volle tenere nel 1886 il XVHI che guide del M. Hosa, e vide fìnaln~ en te com-
riuscì splendidamente. Vi fu molto fes teg- piuto il suo grande lavoro commciato nel
giato l'arrivo dal Monte llos.1 del socio 1884 della strada mulattiera da Fobello
Guido Rey (Torino) e della guida Casta- per Baranca a Bannio, costato circa 7700
gneri, che avevano fatta la prima ascensio- lire (di cu i 3800 versate dal principale pro-
ne italiana della Punta Dufour dal Sud e pugnatore, il socio Carlo Hizzell i); dalla
così assicurata la via a quella vetta dal socia signora Paolina Fara ved. Sella e bbe
versante italiano · una cospicua elargizione (L. 300) per una
L'adunanza si tenne il r agosto sotto capan na da costruirsi sopra uno dei più
la presidenza dcl Lioy. Si conferì alla Se- alti giogh i dcl ~ I o ni e Hosa. Firenze compì
zione Verbano il Prem io Heale pcl 1886, buona parte del sentiero di ;\latanna e
e si fecero letture su d iversi argomenti. li Procinto, e restaurò i rifugi al Lago Scaf-
giorno dopo, passeggiata al Sacro Monte e, foiolo e sulla Falterona. Sondrio compì la
nel pomeriggio, escursione a Fobello, don- costruzione della capanna M.uia suì la
de il giorno successivo i Congressisti si sommi tà del Disgrazia, e cominciò i lavo-
portarono al Colle di Baranca; di là mol- ri della strada dcl Muretto (Chiesa · M a-
ti proseguirono a Carcoforo e a !Urna, do- loggia). Biella compì la costruzione della
ve si chiusero le feste con l'inaugurazione capanna sul ~ l ombaron e, e iniziò un cor·
di un busto a Giulio Axerio, uno dei primi so d i lezioni pratiche pe r le piccole indu-
soci del Club. strie presso la Scuola professiona le, corso
In quest'anno il C.A.L fu rappresenta- con tinuato poi con sempre miglior riuscita
to ai due Congressi tenuti dal C.A.F.: ad nel 1887 e 1888; il suo socio V. Sella girò
Algeri in prinrn\•era, e in estate a Bria:nçon. e illustrò con le fo tografie, fra alt ri gruppi,
I soci del Club, che in febbraio erano quello del Be rnina. Be rgamo inaugurò il
3450, alla fine di dicembre ammontavano rifugio al Barbellino, costruito sino dal
a 3830 · 1885. Roma compì il rifugio al Gran Sas-
li bilancio si chiuse poi nelle migliori so, e pubblicò una gran carta topografica
condizioni (non ostante gli aumenti di di- di quel gruppo, e un grosso Amwario. Mi·
\'Crsi assegni), permettendo uno stanzia- lano portò a termi ne le capanne D. Mari-
mento per il capitale d i fondazione di un a nelli al M . Hosa e Heleccio alla Crigna e
Cassa di Soccorso per le guide. promosse un Convegno intersezionale lom-
Nel 1886 la Sezione di Torino provvi- bardo tenutosi a Lecco. Bologna compì il
de all'allestimento del Museo delle picco- piano di itinerari illustrativi del suo di-
le industrie ed ampliò la capanna al Crot strello, che aveva incominciato ad attuare
del Ciaussinè dandole il nome di Rifugio dal 1884. Un socio di Brescia, C. Hosa,
Castald i: un socio, C. Haiti, pubblicò, as- pubblicò una Guida al Lago d'Iseo e alle
sieme col sig. Pertusi, una nu(lva Guida valli Camonica e di Scalve. Perugia deli-
dcl Biellese. Aosta costruì un sentiero per berò di aprire un rifugio nell'osservatorio
agevolare l'accesso da Sarre al M. Fallèrc. da costru irsi sulla cima del M. Vettore. Un
Varallo costruì la nuova capanna Cnifeui socio di Vicenza, il Brentari, pubblicò una
presso l'antica; pubblicò la Carla Geologi- C11itfo del Cadore. Catan ia si prestò a di-
ca della Valsesia e, in occasione del Con- spcme soccorsi, servizi di guide e informa-
gresso, una piccola guida pe r i suoi ospiti: zioni per l'eruzione dell'Etna.
sussidiò l'albergo alpino di lla ranca, sta-
bilì con Biella una nuova tariffa per le 1887. Importante fu l'Assemblea dei

162
Delegati, presieduta da Lioy, che si tenne ne risollevata la questione se ciò non fosse
il 9 gennaio. Vi si approvò un componi- contrario allo Statuto; infine la domanda
mento colla Sezione di Torino relativa- fu approvata
mente alla Biblioteca. Non essendo mai Dall'Assemblea di Vicenza, che si ten-
stata presentata all'Assemblea dei Dele- ne il 27 agosto, venne approvato il regola-
gati, per la sua ratifica, la deliberazione mento della Cassa di Soccorso <ille guiJe.
presa dalla Direzione Centrale il 3 dicem- L e venne assegnato (sull'esercizio 1886, il
bre 1877 di cedere ogni diritto del Club cui conto si approvò in questa seduta) un
sulla Biblioteca alla Sezione di Torino, si capitale di fon dazione di L. 400 di rendita
credette opportuno di definire la quest io- sul Debito Pubblico, e si stabilì che coi
ne. E si approvarono secondo le proposte fond i della Cassa si provveda: 1) al paga-
· del Consiglio (concordate colla Sezione di mento di metà dell'assicurazione delle gui-
Torino e già approvate dall'adunanza dci de, che venga presa dalle Sezioni; 2) a
~oci della medesima) i criteri per la ripar- soccorrere le guide rese inabili al lavoro
tizione dei libri e carte. Si mantf:"nne però p er malattia, età e disgrazia, e, in caso di
l'unione di tutte due le proprietà in una loro morte, le famiglie. Si trattò poi del-
sola Biblioteca, per il cui uso si sarebbe !'opportunità di un regolamento generale
poi stabilito d'accordo un regolamento per le guide affidandosi al Consiglio di stu-
Hiprese in esame quelle proposte di ri- d iare l'argomento.
forma presentate dalla Sezione di Roma Il Congresso, tenuto dalla $t;Zione di
che non erano state discusse a Varallo, fu- Vicenza nei giorni dal 20 agosto al l" set-
rono accolte soltanto quelle relative al di- tembre, riuscì straordinariamente nume-
ritto dei soci di usare della Biblioteca so- roso, contandovisi sino a circa 350 gli in-
ciale e al dovere dcl Consiglio di presen- tervenuti. Si tenne una prima adun'anza a
tare alle Assemblee le proposte che a ta- Vicenza, il 28 agosto, dove si trattò di vari
le effetto fossero votate dai Congressi. Sot- argomenti, e fra gli altri della proposta di
toposte poi alla votazione sociale, cui pre- introdurre nei rifugi del Club Alpino Ita-
sero parte 451 soci su 3799 inscritti, furono liano il servizio di albergo o cantina, co-
approvate: la prima con 431 voti favore- me si era già fatto con piena riuscita da al-
voli e 18 contrari; la seconda con 437 fa- tre società alpine. Vi fu proclam:ito il con-
vorevoli e 14 contrari. ferime nto del Premio Reale pel 1887 al-
Sulle pubblicazion i, nell'Assemblea di la Sezione di Roma. La mattina aveva già
gennaio si discusse a lungo, specialmente avuto luogo una passeggiata sui Colli Be-
sul modo di crescer pregio al Bollettino rici. Il giorno dopo vi fu la partenza per
Fu proposto di adottare il sistema di cer- escursioni a Recoaro, Schio, Thiene, Asia-
care d'aver articoli dagli scrittori più com- go e Bassano, dove il Congresso si chiuse
petenti e di ricompensarli; sistema che il il l" settembre. AgH alpinisti, accolti dap-
Consiglio deliberò poi d'applicare in via pertutto cordialmente, furono offerti dai
d'esperimento. soci della Sezione ricevimenti e feste.
Fu approvata la massima di istitu ire Notevole fu nel 1887 l'aum ent~ dei so-
una Cassa di Soccorso per le guide. ci: da 3799 che erano al 25 febbraio, creb-
Fu infine richiesto dai Delegati di Vi- bero alla fine dell'anno fino a 4068. Sta-
cenza che anche nel 1887 l'Assemblea zionario il numero delle Sezioni, essendosi
estiva si tenesse col Congresso, che dove- negli ultimi mesi costituite soltanto quelle
va aver luogo presso quella Sezione; ven- di Livorno e di Cremona

163
Jl bilancio, non ostante i notevoli au- campioni per le piccole industrie, piantò,
menti di diverse spese, si pose in condizio- fra questo e l'anno precedente, più di
Jli sempre più floride, in causa dell'aumen- 30000 piante, fondando un quinto vivaio
to dei soci e della regolaritù sempre mag- proprio e eonc.'Orrendo all'impianto d'un
giore dei versamenti. vivaio governat ivo a Miazzina. Brescia
Nel 1887 la Sezione di Torino costruì ingrandì il rifugio all'Adamello e pubbli-
due rifugi, della Cura in Valgrande di cò un Bollettino e un prospetto di itinerari .
Lanzo, e al Lago del Hutor, e un sentiero della provincia. Bologna incominciò a pre-
dal Brcuil al Colle di Furggcn; fece collo- parerc una Mostra alpina nazionale da
care corde al Dente dcl Gigante, alle tenersi l'anno seguente insieme con l'Espo-
C randes Jorasses e al Cervino; istituì una sizione Hcgionale Emiliana. li socio Che-
Compagnia di tiratori alpini. Il suo socio rubini cli l'crugia compì una grandissima
Guido Hey e la guida Castagr.eri, il 15 mappa in rilievo delle Alpi Occidentali
agosto, trovarono una nuova via al Mon- (al 50.000). Vicenza tenue una grande i\ lo-
viso per la faccia Est. I soci Haiti e Casa- stra Hegionale Veneta delle piccole indu·
nova della Sezione stessa pubblicavano strie, che ebbe a fonnare principale at-
una Guida della Valle d'Aosta. Un socio trattiva al Congresso e, in occasione di
della Sezione Valdostana, Hoberto Lcrco, questo, diede alle stampe una Guida di Vi-
portava per primo il nome d'Jtalia sulle cenz.a, Recooro e Schio; il suo socio Bren-
cima della grande catena dcl Caucaso, con tari completò l'illustrazione delle Alpi Bel-
ascensioni all'Elbruz cd al Kasbck. La Se- lunesi colla Guida di Feltre, Be/111110, Pri-
zione di Domodossola fece collocare nei miero, Agordo e Zoù:lo. Como procurò ai
villaggi e per le vie di montagna dcl suo soci dcl Club speciali riduzioni pei tra-
distretto 60 tabelle con utili indicazion~ sporti sul La.rio. Genova pubblicò una Car·
ed assunse l'iniziativa per la raccolta di la geologica delle Hiviere Liguri e delle
fondi occorrenti all'erezione di una ca- Alpi Marittime, promosse una gita di e-
panna sul Nuovo Wcissthor promossa dal splorazione della Grotta di Nava, col con-
socio Angelo Rizzetli, di Varallo. Napoli corso delle Sezioni d i Savona e Mondovì.
pubblicò un volume intitolato Lo Spet- Savona ospitò la quinta riunione della So-
tatore del Vesuvio e dei Campi Fregre~ cietà Geologica.
compì l'ordinamento di una Biblioteca si-
smica, la più importante che e~ is ta, e im- 1888. Nell'Assemblea dei Delegati, te-
piantò l'osservatorio cli Camaldoli. Il socio nuta 1'8 gennaio, si confermò Presidente
V. Sella (Sez. Biellese) arricchì le sue col- Paolo Lioy, scaduto d'ufficio per anziani-
lezioni di fotografìe dcl gruppo dcll'Ortle; tà. Brevi questa volta furono le osserva-
e delle Alpi Pennine. zioni fatte sul bilancio di previsione. A
Bergamo pubblicò insieme con i\Hlano proposito delle pubblic~zioni, si approvò
la 2" edizione della G11idl1 alle Prealpi il sistema di ricompensare gli autori, adot-
Bergamasche. Roma perorò il progetto di tato dal Consiglio per procurare lavori al
una Vedetta alpina sul Gianicolo, pub- Bollettino. Si aumentarono gli assegni per
blicò un lavoro archeologico sugli avanzi le pubblicazioni e per i concorsi e sussidi,
delle Costruzioni Poligonie nella sua pro- portandosi la cifra di questi a 9500 lire,
vincia e un secondo Annuario. i\Hlano prov- compreso uno stanziamento di .50() lire per
vide ad un esteso rimboschimento in Val la Biblioteca.
Fontana. Verbano iniziò la raccolta di A lungo si discusse su qualche modifì·

164
cazione proposta al regolamento della Cas- propaganda in iziata dal Budden, in rela-
sa di Soccorso alle guide e intorno all'or- zione alle proposte svolte al Congresso di
dinamento delle medesime. Si finì per la- Vicenza, pe r l'int roduzione ciel servizio di
sciare il regola mento quale era, senza mo- albergo o can tina nei rifugi alpini ciel Club
dificazioni. che meglio si prestino all'uopo. Queste
In quest'Assemblea si votò un plauso proposte furon o prese in considerazioue
ai soci Sella, che tre giorni innanzi avean dal Consiglio, che deliberò di invitare le
compiuto la prima traversata invernale del Sezioni che possiedono rifugi a studiarle
).fonte Bianco. e a tentarne l'applicazione almeno in via
Al principio dell'anno fu approvato, di esperimento.
cl' accordo fra il Consiglio del Club e quel- Nel maggio si aperse a Bologna, insie-
lo della Sezione di Torino, il regolamento me coli' Esposizione Emiliana, I' Esposi-
della Biblioteca, stabilendosi le nom1e con zione Nazionale Al pina, con mostre fore-
cu i possono profittare della medesima i stali, delle p iccole indust rie, e di caccia e
soci di tulle le Sezioni. pesca, promossa c6n grande slancio e di-
Una grande sventura colpiva le valli sposta in egregio ordine dalla nostra Se-
di tutta la cerchia alpina. Le nevi di feb- zione Bolognese. Concorsero, insieme ad
braio in diversi luoghi compirono vere essa, alla i\fostra alpina e delle piccole in-
stragi e in quasi tutte le valli recarono dustrie, la Sede Centrale e le Sezioni cli
grandi disastri; altri danni e nuove vitti- \filano, Roma, Torino, Genova, Brescia,
me per la stessa causa si ebbero a deplora- Verona, Enw, Savona, Bergamo e Vicen-
re nel marzo. TI Consiglio dcl Cluh assm1- za, la Società Alpina Friulana, molti soci
se l'iniziativa cli una sottoscrizione per i anche di altre Sezion i. Riuscì notevolissi-
poveri danneggiati, invitando a concor- ma per la copia e la qual ità d~gli' og~etti
rervi tutte le Sezioni, e per l'opera pie- esposti: pubblicazioni, illustrazioni delle
tosa si ricavarono olt re 7100 lire fra le Alpi, modelli cli rifugi, mappe e raccolte
offerte raccolte dalle Sezioni e il contri- geologiche, collezioni cn tomoloi;iche e bo-
buto di alt re Società alpine e, specialmen- taniche, attrezzi, ccc (lii).
te, dell'Alpine Club di Londra. Le offerte Le feste dcl 2S Anniversario dcl Club
\'Cnncro ripartite con la massima solleci- si svolsero nei giorni 28, 29, 30 giugno e 1°
tudine e distribuite, per cura delle Dire- luglio a Torino e sul ~fonviso, in quei luo-
zioni sociali, ai danneggiat i. Col fondo cli
soccorso si provvide pure al sollievo elci (lii) La Giuria della Mostra Naxionale Alpina con-
colpiti da una frana a Lavalle nel Bellu- ferl : I Per la Mostra alpina, di lcttcratum alpi'1.l e
nese. di elioscopia: diploma di bcnemert!nza alla Sezione
Bolognese, medn~Ua d"oro alla Sede Centrale e alle
F ra gli altri fatti di interesse generale Sezioni di Roma, Mibno e Bologna, medaglia d'ar-
più 11otevoli al principio dell'anno, rile- gento alle Sezioni di Torino, Picena, Genova, Bres~fa:
viamo l'assegnamento fatto da l Re di un medaglia di bronw alb Sezione di Verona; menzione
onorevole alla Sezione dell'Enza, e diverse distin1Joni
altro premio di L. 500 da con ferirsi alla a singoli espositori: in tutto 3 diplomi d'onore, 2 di-
Sezione che maggiormente occorra di in- p!OITli di benemerenza, 12 medaglie d'oro, 15 d'ar-
coraggiare per la sua utile operosità; la gento, 8 di bronzo, 10 men1joni onorevoli. - 11 Per
la Mostr.I forestale: q1 ...1ttro distinri<mi a singoli espo-
fonnaz ione dcl consorzio intersezionalc di sitori. - lii Per b Mostra di piccole industrie: me-
Torino, Pinerolo, Aosta, Varallo, Biella e daglia di bronw alle Sezioni Picena, Bergamo, En:ia
eSa''O''-'•edivenedislinrioniasingo]iesp05itori:in
Domodossola per l'ordinamento e la tarif- tallo I d!plom.1 d'onore: 2 medaglie d'oro, 1 d'ar-
fa delle gu ide nelle Alpi Occidentali; la gt'llto, 6 di bron7.0, 10 menzioni onorC\-vli.

165
gh i dove la nostra società ebbe le sue ori- rie di questa citt:'t da cui partì la scintilla
gini, e riuscirono degne della faustissima del riscatto italiano e da cui mossero i pri-
ricorrenza e della Sezione di Torino inizia- mi alpinisti a dar l'assalto alle vette delle
trice e ordinatrice: inaugurazione della montagne, e rilevò l'alto significato del-
~ l ostra campionaria delle piccole industrie l'intervento dell'augusto Principe in rap-
e di nuove sale nella Vedetta alpina sul presentanza della Maest:'t dcl Be. li Sin-
Monte dei Cappuccini, banchetto, scopri- daco avv. Voli, in nome di Torino, orgo-
mento di una lapide commemorativa al gliosa cli essere sede di così cospicua isti-
Valentino, gita al rifugio Sella al Monvi- tuzione nazionale, ringraziò particolarmen-
so: ecco il programma. La Sede Centrale te la Sezione per l'istituzione della Vedet-
concorse col dono di una medaglia in bron- ta, facendole i più caldi elogi per l'apertu-
zo alle famiglie Sella e Castaldi ed ai soci ra della Mostra delle piccole industrie
fo ndatori superstiti, e colla stampa cli que- Quindi seguì per mano dcl Principe Ame-
sta Cronaca, in seguito fu deliberato di rol- deo il conferimento della medaglia d'oro
locare un medaglione in bronzo coll'effigie istituita dal prof. Cora per il socio della
di Quintino Sella sulla vetta del Monviso Sezione Torinese che più si fosse distinto
Il Re, Presidente 011orario dcl Club, si per lavori e studi sulle Alpi, cd assegnata
fece rappresentare alle feste dal Prii1cipe per il primo a Luigi Vaccarone
Amedeo, Duca d'Aosta, Presidente onora- La sera dello stesso giorno ebbe luogo
rio della Sezione di Torino. C'era l'intero il pranzo sociale in cui parlarono Lioy, il
Consiglio Direttivo d cl Club; delle Sezio- Prefetto, il Sindaco, il gen. Pellonx, Mar-
ni n'erano rappresentate 24, oltre la Tori- telli, Budden, i rappresentanti delle Socie-
nese. Avevano pure rappresentanti le So- tà alpine di Trento e Trieste, cd altri
cietà alpine Tridentina, Friulana e delle La vera festa commemorativa ebbe luo-
Giulie, e parecchie Società alpine stra- go la mattina dcl 29 giugno al Castello dcl
niere m:lndarono saluti ed auguri. C'erano Valentino ove venticinque anni prima si
le Autorit .ì locali, il generale Pelloux ispet- era tenuta l'adunanza per la costituzione
tore degli alpini, ecc., ecc. I soci che prn- del Club. Nell'at rio era murata una lapide
scro parte alle feste furono oltre 200. coll'iscrizione:
Il giorno 28 giugno ebbe luogo nella e In questo Castello - già luogo cli deli-
Stazione sezionale sul Monte dei Cappuc- zie - festoso ritrovo per regali nozze -
cini, colrintcrvcnto del Principe Amedeo, testimone di composte civili discordie -
degli invitati e dei soci, l'inaugurazione dopo fortunose vicende - sapiente pale-
della ~ l ostra campionaria delle piccole in~ stra - per l'applicazione delle matemati-
dustric e della nuova gran sala adattata a che discipline - Quintino Sella e Bar-
cura del ~fonic i pio per le collezioni alpi- tolomeo Castflkli - il XX III ottobre
ne. Parlò pri mo ~ l artc l li , presidente della MDCCCLXTTT - fon davano il Club Al-
Sezione, accennando alla storia della Ve- pino - e con fa tidico motto - additando
detta del ~fonte, dall'inaugurazione se- le alte cime dei monti - la gioventù no-
guita J4 ann i prima sino a quel giorno, e stra - incitavano - a nobili e gagliarde
rilevando i meriti dcl Municipio di Torino imprese. - Dopo cinq ue lustri di prove
e d i quanti avevano cooperato al suo incre- egregie - dcl Club Alpino I taliano - il
mento. Lioy, presidente del Club, espres- Municipio di Torino - Q.~ 1. P . - XX IX
se la riconoscenza di tutti alla Sezione di gi u~10 ).•IDCCCLXXXVlll ~.
Torino e al ~ l un icipio ricordando le glo- Il Sindaco Voli prorrnnziò un notevo-

166
lis~ imo discorso, rammentando i modesti te hanno avuto luogo fino ad oggi. Parti-
principi del Olub e rilevando l'incremen- colam1cnte importante riuscì la chiara e
to che aveva progressivamente raggi unto completa relazione della Presidenza sul-
sino a questo giorno in cui i rappresentan- l'andamento morale cd economico dcl
ti delle numerose Sezioni sparse per tut- Club, con tenente notizie confortanti sulle
ta Italia eran conven uti a salutare la cul- condizioni della società, sui suoi progres-
la della Società; dimostrò quale viva par- si, sull'opera della Sede Centrale e delle
te il i\fonicipio prendesse alla festa, ricor- Sezion i; e fu rilevato ben giustamente co-
dò le principali opere compiute dal Club, me continuandosi il sistema di queste re·
rivolse un saluto agli ins igni suoi fonda- lazion i (inaugurato, come ,-cclcmmo, dal
tori e chiuse col voto che tutt i i presenti vice-presidente Grobcr sino dal lS85) sarà
abbiano ancora a convenire a Torino per facile continuare in avvenire la storia del-
celebrare il cinq uan tenario dcll'istituzio- la nostra società
,ne. Il Pres idente Lioy ri ngraziò Torino in In quest'Assemblea fu approvata, su
nome degli alpin isti italiani, e, ricordat i proposta delle Sezioni di Roma e di Mila-
poi i nomi dei soci fondatori superstiti, 110, accolta dalla Sede Centrale, una rifor-
consegnava la medaglia di bronzo, decre- ma al Hcgolamento, intesa a maggiormen-
tata dalla Sede Centrale, ai fondat ori pre- te favorire il concorso dei Delegati alle
senti . Jn nome di questi parlò Desiderato Assemblee: si stabilì che la Presidenza di
Chiavcs, che commosse l'uditorio ricor- ogni Sezione abbia facoltà, nel caso di im-
dando i colleghi rapiti dalla morte e parti- pedimento cli qualche suo delegato no-
colarmente le virili di Quintino Sella, e: il minato cl ali' adunanza generale elci soci, e
grande alpin ista, che fu pure un grande purché vi sia stata da questa prevent iva-
italiano »; e rivolse ai giovani caldi ecci- mente autorizzata, di sostituirgli lln altro
tamenti a mi rar sempre in alto. L'ing. Rey- socio, con speciale delegazione valevole
cend parlò a nome della Scuola di applica- solo per quell'Assemblea a cui esso fu de-
zione degli ingegneri. L'ing. Zanott i-Bianco putato.
portò i saluti della Società l\letcorologica Fu rono poi fatte osservazioni di non
Italiana. grande importanza sulle pubblicazioni, e
L'l sera ebbero luogo ben riescitc re- una raccomandazione affine di ottenere
gate dcl Howing Club Italiano che nel regolamento della Biblioteca fo~­
Moltissimi soci presero parte alla gita sero rese meno rigorose le norme per l'uso
in Valle del Po recandosi il giorno 30 in dei libri fuori dcl locale dcl Club. In rife-
viaggio trion fale per Bargc a Crissolo, e rimento a questa raccomandazione, ven-
quindi a pernottare all'albergo alpino al nero in seguito fatte opportune modifica-
Piano del Re. Di là lmona parte di essi sa- zioni nel eletto regolamento, d'accordo fra
lirono il 1° luglio al rifugio Quintino Sel- la Sede Centrale e la Sezione di Torino
la al Monviso, dove si sciolse il convegno Un avven imento importante per il Club
Dal rifugio diverse comitive compirono la e per l'alpinismo si compiva nel mese di
salita di quella vctla, dalla cui prima ascen- agosto, in cui S.~·.'I. la Hegina ~fa rgherita ,
sione italiana venticinque anni innanzi era dopo diverse gite sui monti dei dintorni
nata l'idea del C lub Alpino Ttaliauo. di Courmayeur, saliva il giorno 17 al Col-
L'Assemblea dei Delegati tenutasi il le del Gigante, dove fu costretta dalla bu-
29 giugno, in occasione delle feste del 25· fera a passare col suo seguito la notte nel-
Anniversario, fu la pili numerosa d i quan- la capanna posta su quel valico. A memo-

167
ria di questo fat to, la Sezione di Torino li giomo 20 settembre, 18° ann iversa-
deliberò di murare una lapide in quel suo rio dell'unione di Roma alla gran patria
rifugio; e la Sede Centrale deliberò di italiana, si inaugurava a Biella il monu-
esprimere mediante un indirizzo i senti- mento innalzato a Quintino Sella che d i
menti del Club a Sua Maestà, che colla quel glorioso avvenimento fu tanta parte,
sua ascensione aveva dato il primo esem- coll'intervento dcl Re e del Principe Ere-
pio di un sovrano europeo che abbia visi- ditario, delle deputazioni del Parlamento,
tato da turista le regioni delle nevi e dei di tre ministri, e di infinito numero di rnp-
ghiacci, e insegnava coll'amore alle Alpi presentanze accorse da ogni parte della
il culto di tutto ciò che è bello, grande e penisola. TI nostro Cluh, il cui stemma è
generoso. stato posto sul monumento insieme a quel-
Il Congresso si tenne presso la Sezione lo di Biella, fu rappresen tato all'inaugma-
di Bologna alla metà di settembre. Vi pre- zione dal presidente L ioy e da delegali e
sero parte oltre 250 soci. La mattina del soci di molte Sezioni. Il discorso inaug11-
giorno 16 ebbe luogo una gita alla Madon- rale fu pronunziato dal senatore Perazzi,
na di San Luca. Nel pomeriggio l'adunanza che in esso ricordò pure i meriti del Sella
del Congresso nello storico palazzo del- come fondatore della nostra istituzione.
l'Archiginnasio. Vi fu proclamato il con- Lioy parlò al banchetto: dimostrò la gran-
ferimento dcl Premio Reale pc! 1888 alla dezza del Sella nell'integrità dcl suo ca-
Sezione di Varallo. Si espressero caldi sen- rattere; rilevò come nella sua vita tutto
timenti di plauso nl valore dimostrato dal- sia stato una nobile ascensione verso i più
la nostra Regina nelle sue gite alpine e alti ideali del patriottismo e della scienza
particolarmente nell'ascensione al Colle del ed espresse la riconoscenza che gli è dovu-
Gigante; e, volen do col suo voto render ta per aver fondato il nostro Club, poten-
più solenne l'atto di omaggio già delibe- te elemento dell'educazione nazionale.
rato dal Consiglio Direttivo, il Congresso La Sezione di Biella dispose per il gior-
acclamando unanime approvò la presen- no 21 una visita alla tomba di Quintino
tazione dell'indirizzo da farsi delegando Sella ad Oropa. Qui il Lioy pronunziò
all'uopo una commissione la cui nomina commoventi parole, ricordando le grandi
venne deferita al Presidente. A sede del virtù dcl Sella e le gr::rndi cose da lui com-
Congresso pel 1889 fu scelta la Sezione piute, e dimostrando il dovere che abbia-
di Ascoli Piceno. mo lutti di conservare l'opera sua, e spe-
i\folto ammirata da tutti gli alpinisti cialmente quello che incombe agli alpi-
accorsi a Bologna fu la Mostra alpina, di nisti di amare le nostre Alpi quanto egli
cui più sopra si è dato cenno le amò, di studiarle e, quando occorresse,
Altra parte di singolare attrattiva nel di essere pronti a difenderle
programma fu la gita alla Repubblica di Così appunto nell'anno venticinque-
San Marino (17 settembre), dove gli alpi- simo dalla fondazione del Club, e proprio
nisti ebbero dal Governo e dai cittadini le in quei giorni in cui un quarto di secolo
più care dimostrazioni di simpatia . Degna innanzi il Sella stava preparando questo
chiusa offrì la gita all'Abetone e al M. Ci- fatto, il Club rendeva alla memoria di lui,
mone, e al ritorno da questa salita, a San sulla sua tomba, solenne tributo di reve-
Marcello P istoiese, dove gli escursionisti renza e di gratitudine.
ebbero le più festose accoglienze, si sciol- La seconda Assemblea dei Delegnti pe1
se il Congresso il 1888 si tenne il 6 gennaio 1889 sotto la

168
presidenza di Lioy. Di discussion i non vi volumi (Alpi. Graie e Pennine) di questa
fu che quella del bilancio 1889, che si Guida, che arricchita dei risultati dei nuo-
svolse senza incidenti notevoli . In questa vi studi, e completala colle descrizioni dei
assemblea venne acclamato socio onorario più cospicui nostri distretti alpini, sarà
Hiccardo Enrico lludden, dimostrazione per ogni rispetto la più importante delle
ben dovuta del Club Alpino It aliano al- Guide al pine italiane. Aosta compì il ri-
l'antico e provato amico del nostro paese, fugio sulla Testa dcl Hutor. Biella e Varal-
al\'ri.postolo più indefesso della nostra isti- lo costruirono un sentiero dall'Olen al-
tuzione, al promotore e aiutatorc generoso l'lndren per faci litare l'accesso alla capan-
e zelante di ogn i impresa utile allo studio na Cnifetti e al ~fonte Rosa . Biella istituì
delle nostre Alpi e al benessere dci nostri un Museo di storia naturale, di cui il suo
alpigiani. presidente Prario cd altro socio pubblica-
Il numero dei soci nel 1888 aumentò rono un'illustrazione, cd ebbe l'insigne
~ lraordin ariamente, di quasi 500, sicché al onore che il ~ lu sco fosse inaugurato dal
31 dicembre erano 4521. Oltre le Sezioni Re e dal Principe Ereditario nella loro
di Livomo e di Cremona ne sorsero altre andata a Biella per l'inaugurazione del
due, l'Apuana a Carrara e l'Abruzzese a monumento a Quintino Sella; in questa
Chieti. Sulla fin e dell'anno si costituì, con circostanza, pubblicò un'illustr::zione e
effetto dal t• gennaio 1889, una Sezione a carta geologica dcl Biellese, e dispose il
Palenno pellegrinaggio dei rappresentanti dcl Club
Le condizioni finan ziarie si mantenne- ad Oropa; inoltre la Sezione aprì una Sta-
ro sempre ottime così da permettere di zione alpina a Cressoney. \larallo inco-
sopportare senza scosse spese straordina- raggiò con sussidi alcuni albergh i alpini
rie, come quella per i danneggiati dalle e spinse innanzi alacremente il pi-ogetto
valanghe (L. 1000), cd alt ra più ingente della Ca panna al \Vcissthor. Sotto gli au·
pe r la nuova copertura ciel rifugio \litto- spici della Sezione di Domodossola si pub·
rio Emanuele al Gran Paradiso, e altre.1,ì blicò lm album di ved ute fotografiche del-
una maggior spesa per le pubblicazioni, le valli Bellunesi, e stabilì un accordo col-
prodotta dalla prima edizione della Crona- la Società T rident ina per la costruzione
ca e dal pili grosso volume dcl Bollettino. di un rifugio sull'altopiano delle Pale di
Nu merosi i lavori compiuti dalle Se- San Martino. Sondrio si occupò, per ini-
zioni ziativa del socio Fanchiotti (Sez. Verba-
Torino costruì il rifugio di Pian tonetto no), delle piccole industrie. Roma foce il
al Gran San Pietro; promosse l'ordinamen- progetto per la costruzione di un rifugio
to delle guide delle Alpi Occidentali; ten- alla l\laiella, da costruirsi nel 1889, proget-
ne le feste pe r il XXV anniversario dcl to a cui aderì la Sezione Abruzzese; inol-
Club, e per tale occasione compì l'ordina- tre Homa pubblicò una Guida al Crail S(JS-
mento della i\fostra pennanente al !\fon- so del socio ElH'iCO Abbate, e deliberò di
te dci Cappuccin i e una miglior disposi- pubblicare anche una Guida alpina della
zione delle sue raccolte in quella Stazione provincia Romana, già in preparazione.
alpina (in seguito ai nuovi lavori esegui· Milano compì il rifugio di Cedeh, in cui
ti dal Municipio); pubblicò il primo vo- ha già provvisto a stabilire per il 1889 un
lume (A lpi Marittime e Cozie) della Gui- servizio d'osteria; acquistò i Roccoli Lo1 -
da Alpi Occidentrili di l\lartclli e Vacc.uo- la, si tuati fra il Legnoncino e il Legnane,
ne, preparando per il 1889 gli altri due destinandoli a rifugio pure con servizio di

169
osteria; eseguì diversi restauri ad alt re sue dcl socio Cesare Pomba di Torino; una
capanne; nelle inondazioni che in autu n- mappa in rilievo della valle d'Aosta, a
no recarono gravissimi danni a vari pae- grande scala, l'abate Vescoz.
si della Valtellina, con una sottoscrizione Come si vede il complesso dcll'opero-
recò efficace sollievo ai colpiti da tale sven- sit<\ collettiva e incllviduale nel 1888 è riu-
tura. Verbano compì b costruzione dcl scito oltremodo confortante, ben degno
ricovero al ~L Zeda; aperse due sentieri, dell'anno in cui il Club ha voluto cele-
dal Piano \ladà al Piano Cavallone e da brare il suo 25" anniversario.
questo alla Fontana dcl Buy, e provvide a A questo fJtmlo termir1a la crmwc(i ciel
migliorare il sentiero da Intragna al Pi:i-
Clliner sul primo ve11tici11q11ennio ed i11i:;ia-
no Cavallone predetto. Bologna tenne le
t10 le riote ricavate dalle p11bblicazio11i de i
~ l os tre alpina e di caccia e pesca e il Con-
successivi 75 anni di vita del Club.
gresso; in occasione di questo, pubblicò
una piccola Guida, gli l/.inerari delr Appen- 1889. L'Assemblea dci Delegat i tcnu-
nino dal C imone al Catria , dci soci Boschi
t:isi il 6 gennaio alla presenza di 54 dele-
e Bonora. Brescia diede alla luce una se-
gati, presieduta da Lioy, ebbe inizio con
conda edizione, interamente rifatta, della
un saluto a Padre Denza, qu ale presiden-
Guida alpina della sua provincia. Perugia
te dell'Associazione !\foteorologica Italia-
proseguì i lavori del rifugio-osservatorio
na. e continuò con la lettura dcl bilancio
su l Cimone in concorso con l'Ufficio cen-
d i previsione, approvato in Lire 3 1.895,24.
trale di :\leteorologia. Vicenza vide con-
dotta quasi a term ine una carta geologica
della sua Provincia. Catania dispose e ai··
redò alcuni locali ad uso di rifugio nella
Casa Etnea, stabilì e pubblicò i regola-
menti e le tariffe pe r l'uso dei medesimi e
per il servizio delle guide all'Etna. Co1m1
prese a stud iare il progetto d\m rifugio
sul ~ f onte S. Primo.
Fra i più notevoli lavori di soci no-
tiamo: il libro In Alto di Paolo Lioy, un
inno alla montagna, che nella maniera pili
viva ne dipinge le più belle att rattive e
ricorda i punti più interessan ti della sto-
ria dell'alpinismo; l'escursione artistica di
Vittorio Sella nel Delfinato, onde ritras-
se in fotografia vedute che sono fra le pili
ammirate delle sue collezioni ; la carta in
rilievo dell'Italia Centrale del maggiore
Cherubin i, che fa seguito alle altre sue
mappe delle Alpi e degli Appennini Lig:i-
re e Parmense; notevoli pubblicazioni geo-
logiche e rilievi plastici delle Prealpi Ve·
roncsi, dci soci Avanzi e Nicolis; una car- / olm Bali
ta d'ltalia in rilievo, su superficie curva, Dccctfuto nd 1889 a autore dcli.e • All'inc Cul<fc".

170
In merito alle spese si discusse la necessi- te con l'ottima monografia sui Pericoli del-
tà di sistemare il rifugio Sella al :\fonviso ralpi,iismo, e con il conferimento dcl pre-
e si affennò il concetto che le costmzioni mio Quintino Sella di Lire 1000, lasciato
dci rifugi non debbono essere compito or- dal fondatore del C.A.I. , pe rché fosse as-
dinario della Sede centrale, ma ope re del segnato alla gu ida italiana che, per fo .
tutto straordinarie, da compiersi con i de- deità, discrezione, coraggio e cogn izioni,
nari provenienti da sottoscrizioni, e non meglio le avrebbe meritate nel quinquen·
dalle ordinarie risorse del bilancio, per ono. nio susseguente alla sua morte; essendosi
rare la memoria di illustri benemeriti dcl compiu to il 14 marzo 1889 questo quin·
Club. quennio, la Commissione all'uopo nomi-
Su richiesta di un delegato venne chie- nata, propose di assegnarlo a Giovanni Giu-
sto un prelievo di fondi per ven ire in soc- seppe Maqu ignaz e, mediante aggiunta
corso della sezione di Brescia nella rico- di altri fondi, costituì un secondo premio
&truzione del rifugio di Salarno, seppellito di 400 lire a favore della guida Emilio Rcy,
da valanghe che hanno formato sulla locali- e un terzo premio di lire 150 per Antonio
tà un immenso nevaio. Vennero approvati i Castagncri.
capitoli di spesa in perfetta corrispondenza Venne affrontata la proposta di Ales-
con le entrate. sandro, Vittorio, Corradino, Gaudenzio ed
Dopo la già ricordata nom ina a socio Emi lio Sella, e cli altri soci delle sezioni d i
onorario di R. H . Buddcn, vennero concor- Torino, Biella e Milano, relativa alla CO·
date con la Sezione di Torino modiflche per struzione di una capanna oltre i 4500 me·
ruso della Biblioteca (mercé le quali venne tri, il cui obiett ivo sarebbe stato quello di
soppresso l'obbligo delle cauzioni personali faci litare le ascensioni, specialmente in·
per il ritiro dei libri e sostituite al le medesi- vernali , per godere con miglior rtgio le
me le responsabilità delle Sezioni), e venne bellezze naturali e servire la scienza. E-
approvata la costituzione della Sezione di scluse cime quali il Cervino, il Bianco e la
Palermo, già vissuta per cinque anni, dal Dufour del Monte Rosa, le q uali prese11·
188 1 al 1887. !ano eccessive difficoltà d'accesso, si por·
Nell'adunanza del Consiglio Direttivo !Ò l'attenzione sulla Zumstein e sulla Pu n·
del 16 gennaio vennero confcrrn:i.ti a se- ta Gnifctti, che offrono un accesso facili-
gretario \'avv. Basilio Calderini, a vice-se- tato dalla capanna Gnifctt i e dal Col
gretario l'avv. Francesco T11rbiglio, a teso· d·Olen. Si discusse l'eventuale concorso di
riere Giovanni Rey, a incaricato della con· istituzioni interessate e dello Staio, e si
labilit à Ma rio Andreis, delle pubblicazioni concluse con un ordine del giorno nel qua-
e biblioteca \'avv. Luigi Vaccarone, dei la- le e l'Assemblea dei Delegati delibera che
vori alpin i l'avv. Francesco Gonclla; a re· la Sede Centrale si faccia in iziatrice di una
dattore e applicato di segreteria e biblio- capanna superiormente ai 4500 metri sul
teca, il dott. Scipione Cainer. livello del mare, e a tale scopo nomini
L'Assemblea del 14 luglio, presieduta una commissione con incarico di studia·
da Crober, con la presenza di 48 delegati, re e riferire ».
apertasi con l'approvazione del bilancio La relazione su ll'andamento morale cd
(che si riassumeva con un attivo di lire economico illustrò anzitutto le attività ciel·
51.051,87 e un passh·o di lire 37.008,53), le sezioni. Sezione di Torino: costrnzione
proseguì con un elogio al Bollettino, pre- del rifugio di Piantonetto in Val dell'Orco
gevolissimo da capo a fondo, specialmen· e restauri ai rifugi dcl Colle del Gigante, al

171
Cervino, e al Rocciamclonc; pubblicazione Vaccarone, alla Guida delfOsso/a e sue
della seconda edizione della Guida delle adiacenze cli Giulio Bazzetta ed Edmondo
A/pi Occider1tali di ~fartelli e Vaccarone; Brusoni, alla Carta itiuerario delle princi-
Sezione di Aosta: costruzione della capanna pali esc11rsio11 i neUe valli dellOssola, di
alla Testa del Rutor (3480) dedicata alla Giorgio Spezia, agli Itirierari clellAppe11-
memoria dell'avv. Venanzio Dcffeyes, rim- 11i110 dal Cimo11e al Catria di Luigi Boschi
pianto presidente della Sezione; Sezione di e Alfredo Bonora, alla Guida illustrala del
Biella: pubblicazione di tm importante la- Caserilino cli Carlo Beni, e alla Carta i11
\'Oro di Federico Sacco sui terreni terziari e rilievo deltltalia centrale del te nen te co-
quaternari dcl biellese, con annessa carta lonnello Cherubini
geologica e, in unione alla Sezione di Varal- La famiglia del C.A.l. si trovò cosli-
lo. sistemazione ciel sentiero che dal Col di tuita da 33 sezion i con 4567 soci, con un
Olen conduce al Ghiacciaio d' lndren; Se- movimento ascendente continuo.
zione di Varallo: miglioramento dei sen- li XX I Congresso ebbe luogo dal 30
tieri alla Hes, al Croso di Razza e al Bria- agosto al 1° settembre ad Ascoli Piceno; vi
sco, ed erezione di un ampio e comodo rifu- parteciparono più di 100 soci che ricevet-
gio su lnmportante Ncu Wcistl1or; Sezio- tero in dono la Guida de/la. Provincia di
ne di Verbano: restauro dcl ricovero al Piz- Ascoli Piceno, corredata da una carta de\.
7..o Marona. costruzione del ricovero sul la provincia . Alla visita della città fece sc-
Pian Vada al ~Ioni e Zcda e apertura di du e $!Uito una gita al Monte San Marco, specie
nuovi sentieri, fra il Pian Vadà e il Pian Ca- di grandioso b..'lstione che forma un rialzo
vallone e da questo alla Fontana di Buy; su l pendio settentrionale delle propaggini
Sezione di ~lilano: rimboschimen to in Val dcl Pizzo cli Sevo, e al ~lontemonaco (me-
Fontana c<l inaugurazione della capanna tri 1080), che incorona un'altura dominan-
in Val Cedch nel gruppo dell'Ortles-Ceve- te un va.go altopiano alle fald e dcl con-
dale; Sezione di Bergamo: restauro dcl ri- trafforte della Sibilla; disposto a scaglioni
fugio della Brunorrn ; Sezione di Brescia : con costruzioni massicce su per i pendii dcl
pubblicazione della nuova edizione della monte, con le sue mura e le sue torri ricorda
G11id<1 afpiria della Proviucia di Brescia e tempi di lotte continue e fierissime ; altra
riparazione dcl rifugio di Salarno, ricom- gita ebbe pe r meta Fermo, dove ehbe luogo
parso alla luce alquanto sconquassato; Se- il banchetto offerto dal Municipio. fo se-
zione di Agordo, in unione alla Società de di Congresso, dopo il discorso inaugura-
degli Alpinisti Tridentini: costruzione de l le tenuto dal Presidente Mazzoni, e i di-
rifugio sull'altopiano delle Pale di San ~ l ar­ spacci di saluto inviati dai Club alpini stra-
tino; Sezione di Catania: arredamento di nieri, si trattarono argomenti attinenti al-
tre locali ad uso di ricovero nell'osservato- l'alpinismo, e cioè in quale forma e misura
rio Etneo. si può contribuire alle ricerche scicn tificl1c
F'ra i lavori della Sede Centrale si con- (relatore il prof. Camcrano di Biella), non-
tò il rifacimento del tetto dcl rifugio Vit- ché la necessità di un m iglioramento nella
torio Emanuele al Gra n Paradiso, e l'ag- presentazione delle tavolette dell'Istituto
giunta di una camera di metri 5X3, ad uso Geografico Militare, richiesta dalring. Ca-
donnitorio delle guide, al rifugio Quinti- bardini della Sezione di Verbano.
no Sella al Monviso.
L'attività dei soci diede vita: alla Gui- 1890. TI 5 gennaio 1890 ebbe luogo
da delle Alpi Occide11tali di ~ l artclli e in Torino, presieduta da Lioy, l'Assemblea

172
dei Delegati, alla presenza di 11 membri sarie; fra i sottoscrittori figuravano il Re, i
del Consiglio d irettivo e d i 45 delegati rap- Ministri del l'Interno, della Istruzione Pub-
presentanti 16 sezioni; si incominciarono i blica, dell'Agricoltura e Commercio, dci La-
lavori con l'esame del Bilancio di previsio- vori Pubblici e del Tesoro, gli Istituti scien-
ne e ci si soffennò particolannente sulla tifici, la Società degli Alpinisti Tridenlini,
relazione della Commissione per la capan- la Società Alpina delle Giulie e la Sezione
na da situarsi a 4500 metri. Questa com- di Monaco del D.Oe.A.V.
missione, dopo aver esaminata e scartata la Anche il rifugio Quintino Sella al Mon-
possibilità della costruzione al vertice dei viso venne restaurato, essendosi la parte
Hochers du Mont lllanc, per i serissimi im- a1ltica per difetto di costruzione comple-
pedimenti dovuti alla grande altitudine e tamente rovinata.
alla difficoltà di accesso, scelse un'altura a Venne provveduto alla sostituzione del-
oriente della Punta Cnifetti del ì\fonte Ho- le corde del Cervino e altri restauri venne-
sa, interamente in territorio italiàno, all'in- ro eseguiti dalla Sede Centrale al tetto del
ftiori di ogni pericolo di valanghe e a una rifugio Vittorio Emanuele al Gran Para-
altitudine di m 4540. Questo rifugio, da ot- diso.
tenersi su di uno spazio di m 10X5 verreb- Ma la vita e l'attività dell'associazio-
be a far riscontro alla costruzione che il ne ebbe modo di esplicarsi particolannen-
Club Alpino Francese, per in iziativa del te per merito delle Sezioni. Quella di To-
Vallot, avrebbe intenzione di costruire sot- rino trasportò una accanto ali'altra le
to le Bosses du Dromedaire, a m 4450. He- capanne al Colle del Gigante, collocando
lativamente alla spesa si ritenne doverla una lapide a ricordo della famosa notte
calcolare sulle L. 15.000. che vi passò la Begina Margherita fra il 16
Hisultarono eletti : a Vice-preside11t.e e il 17 agosto 1888; e deliberò la costruzio-
l'avv. Antonio Grober; a Co11sigl:eri, Pel- ne di un rifug:o sulla destra del Ghiacciaio
loux, Sella, Vaccarone, Ca lderini; a Reoi- del Dòme e di un secondo alla sommità del
sori dei Conti, Murialdi, Carlo j{izzetti e vallone di Peraciaval, al Pian del Sabiounin,
Gonella. sopra Usseglio; restaurò i rifugi delle Cran-
Presa in esame la proposta delle sezio- dcs Jorasses e del Triolet, e pose una corda
ni lombarde, appoggiata dalla Sezione di lìssa per agevolare la discesa dal Colle del
Boma, perché una delle due assemblee Ciarforon sul Ghiacciaio del Broglio. La Se-
dei delegati fosse tenuta durante il Con- zione di Varallo provvide al riattamento del
gresso, nella località dove questo avrà luo- rifugio Gnifetti e del sentiero al Croso di
go, si accese una lunga discussione; messa Razza sul versante valsesiano, per agevo-
ai voti, la proposta venne respinta lare, attraverso quel colle, le comunica-
La seconda Assemblea dei Delegat i te- zioni fra l'alta Valsesia e il Biellese; in
nutasi a Boma 1'11 luglio, presieduta da unione alla sezione ossolana, alla erezione
· Lioy, alla presenza di 4 membri del Consi- del nuovo rifugio Eugenio Sella al Neu
glio direttivo e di 69 delegati, rappresen- Weisstor; pubblicò un prezioso lavoro cli
tanti 22 sezioni, prese in esame i lavori Giovanni Giordani Sulla colonia tedesca
della Sede centrale e apprese con soddi- di Alagua Valsesia ed il suo dialetto, e si
sfazione che per la costruzione del rifugio- fece promotrice della GuU/a della ValsesU1
osservatorio alla Punta Gnifetti del Monte di Federico Tonetti. La Sezione di Milano
Hosa si erano già raccolte, con sottoscri- provvide alla nuova Capanna Cecilia al Di-
zione, L. 9000 sulle 15.000 ritenute neces- sgrazia, e deliberò la costruzione di una ca-

173
una piccola casina, per uso dci soci e delle
loro famiglie; casina che ve11iva inaugurata
il 6 luglio. Si dedicò altresì alla segnalazio-
ne dei sen tieri e al progetto di una capanna
Vicenza su l dorso dell'Antclao.
L'atti vissima Sezione Verbano tracciò il
sentiero Bove che dal ~·!onte Zeda, sempre
per cresta, conduce al Passo del Crosil e
al Col le di Ten~a, con un percorso di circa
5 chilometri. Auche la Sei;iouc di Dvlug11a
si interessò alle segnalazioni del suo Ap-
penn ino. La Sezione di Firenze diede inizio
alla costruzione di una comoda scalinata
che, muovendo dal viottolo aperto attorno
alla cintura dcl Proci nto, nelle Alpi Apua-
ne, giungeva in vetta; si trattò di vincere
un dislivello di 182 metri, fra rocce calca-
ree e pareti verticali, che sostengono la ca·
lotta dalla supcrlìcie di due ettari, coper-
Ciooonni Giordani ta da un prato e da una folta mae<:hia di al-
Autore delfo1iero: "Sulla colonkl /t(/eKQ di Alagna berelli di acero, carpini, faggi, noccioli e
Valteria ed;/ 1Uo dlakt10".
frassini.
Quanto abbia fotto la Sezione di Homa
panna al Passo di Dosdè; provvide alle può riassumersi nella Guida della Pro-
brande per il ricovero di Biandino e pa- vincia di Jlom<1 dell'Abbate, nella vedetta
trocinò il .Dizionario (!/pino. La Sezione di appenninica sul Gianicolo e nel rifug io
Bergamo riattò i sentieri di accesso ai rifu- della l\faiella.
gi di Barbellino e della Brunona, alle casca- Passando dai lavori sezionali a queil j
te del Serio e ai Gorghi del Cane e dei Fon- dei soci è d'uopo ricordare la pubblicazio-
di, e progettò la costruzione di un rifugio ne di un Album di Vittorio Sella e Dome-
nella parte più elevata della Val Brembana nico Vallino, nel quale sono riprodotte e de-
alle Annentarghe, sopra Carona, per agevo- scritte le principali attrattive della testata
lare le salite del Pizzo del Diavolo di Tenda. della valle dcl Lys; il primo volume della
La Sezione di Brescia deliberava la co- CuKfo del 'l'rer1tino di Ottone Brcntari ; una
struzione di un rifugio nella valletta del raccolta di fotografie della Valsavaranche
Venerocolo, da intitolarsi al nome di Giu- dci fratelli Giovanni Battista e Giuseppe
seppe Garibaldi, e costruiva una nuO\'a ca- Origoni, e una prcgievolc raccolta di vedute
panna al Lago Rotondo del Baitone, sug- fotografiche di Vittorio Sella che illustrano
gerita da Paolo Prudenzini. l'infaticahile h <':llf'1rn cf'ntral P. del C:t111caso.
esploratore e illustratore dei monti della Notevoli per importanza e per numero
Val Camonica. La Sezione di Vicenza ac- le imprese effettuate dai soci: anzitutto la
quistava tre ettari di terreno sulla sommi- esplorazione della Valgrisanchc com piuta
tà del Monte Sommano, tra le valli Timon- da Giovanni Bobba, Luigi Vaccarone e Lui-
chio e dell'Astico, nell'intento di piantar- gi Cibrario; poi la salita dcl Monviso per il
vi un'abetaia e di costmire presso la cima versante Nord di Evan Mackenzie con il

l74
tredicenne figl io Guglielmo e ~ l ic h e l e Gat- 1891. L'Assemblea dei Delegali, te-
torno; la prima salita italiana della Cresla nutasi I' 11 gennaio con la presidenza di
Signa! della Punta Gn ifctti per merito di Antonio Crober, alla presenza di 14 mem-
Vncearone e Guido Rey; quella per la cre- bri del Consiglio <lircllivo e di 70 delegati
sta meridionale della Punta Du four com- rappresentanti 23 sezioni, ebbe luogo in To-
piuta da Corn\; la salita del versante osso- rino. Commemorato il giovane conte di
lalio dcl Monte Hosa dei professori Grassel- Villanova, scomparso sul Monte Bianco
li e Batti (il fut uro Papa Pio Xl ); le prime con Giovanni Giuseppe Maquignaz e An-
invernali dello Chateau des Dames, per me- tonio Castagneri; commemorato Giovanni
rito di Fiorio, Batti e Spugnazzi e della Pre- Antonio Carrel, lo strenuo scalatore del Cer-
sanclla per opera di Orazio de Falkner. vino e delle Ande, che chiuse la sua lun-
Vittorio Sella percorse e illustrò la par- ga e onorata carriera spirando gloriosa-
te centrale del Caucaso e Ludwig Purt- mente sul campo; venne approvato il Bilan-
schcller di Salisburgo, socio della Sezione cio di previsione per il 1891, presentato con
d i Firenze, si spinse in cima al Kilimanja- un'entrata <li L. 41.1 14,04 e pareggiato per
ro, il più alto monte d'Africa. pari cifra con le uscite.
Tenne alta la bandiera dell'alpinismo Venne eletto il nuovo presidente nella
italiano il Dc Filippi sulla sommità del- persona <li Antonio Crobcr, e il nuovo vice-
l'A iguille Centrale d'Arves, sulla Aiguille
~ l er i dio n a l c d'Arves pe r nuova via e sulla
~ l eije giunsero Corrà e Vaccarone; nei
Tatra si recò Giovanni Battista ~ l i lian i ;
sulla sommità del Pocotapctl salì Alfredo
Dclgas, e sulla Tsadamba in Abissinia pas-
sava una notte Alessandro Sella.
Dal 10 all'll luglio venne tenuto il
Co n gres.~o in Roma e vi presero parte 250
alpinisti ; venne donata la C11frfo della
Prooiucia. <li Roma, corredata da una car-
ta topografica - itineraria al 350 mila ; eb-
be luogo una prima riunione ai musei ca-
pitolini, poi tutti convennero all'inaugu-
razione della Vedetta appenninica sul Gia-
nicolo. Nella seduta del Congresso, te-
nutasi nella sala degli Orazi e Curiazi nel
Palazzo dci Conservatori in Campidoglio,
venne constatato il progressivo incremento
dell'ist ituzione. Seguirono le gite ai Ca-
stelli romani, a T ivoli e a Sulmona, alla
Maiclla, alle Cole di Scanno e al Gran
Sasso.
Jl Bilancio consuntivo della Sede cen-
trale pe r il 1890 si chiudeva con un'en-
trata d i L. 39.218,66 e con un'uscita di Antonio Grobcr
L. 38.785,98. Praidente dal 1891 al 1909.

175
presidente in quella di Pippo Vigoni; qua- co meno di 300, gli intervenuti 270. li
li consiglieri risultarono eletti: Buddcn, Presidente Grobcr dissertò sulle funzioni
Balduino, D'Ovidio, Giacomo Hcy; reviso- del sodalizio e propose la creazione di un
ri dei conti: ,\ lurialdi, Hizzetti e Gonella ~ lu sco-storico-alpino e la protezione della
Venne mod icato l'articolo I I del rego- flora; seguì una comunicazione sul disbo-
lamento nel senso che « le proposte pre- scamento della Val Grande d i l ntra e sul
sentate alrAsscmblca dci delegati dalle miglioramento dci pascoli alpin i. Al ban-
d irezione delle scz:oni, e dai soci collettiva- chetto trad izionalc fecero seguito le gite
mente in numero non minore di venti, deb- al ,\!onte Zeda e al Passo l\larona, alle Iso-
bono essere trasmesse al Consiglio diretti- le Borromeo e al ~ l ollaronc.
vo dcl Club almeno trenta giorn i prima Si condusse a termine il lavoro di rior-
dctla riunione dell'Assemblea). dinamento della Biblioteca con la compi-
Al J5 luglio il sodalizio contava 4700 lazione del catalogo delle pubblicazioni in
soci: 15 onorari, 123 perpetui, 4431 annuali essa contenute; per il ~ l usco- storico- al-
ordinari o 131 aggregati pino venne dest inato un adatto loca le nella
A lnt ra, il 31 agosto veniva tenuta la Vedetta al pi na al !\fonte dei Cappucci11i.
prima Assemblea dci Delegati per il 1891, Fra i lavori sezionali assu nsero impor-
presieduta da 1\ nton io Grober, con la pre- tanza quelli ai rifugi Crot dcl Ciaussinè,
senza di sette membri del Consiglio diret- Colle dcl Gigante e Grandcs Jorasses del-
tivo e di 40 delegati e 38 sub-delegati, la Sezione di Torino; il rivest imen to inter-
rappresentanti 22 sezion i. Vennero appro- no in legname della capanna alla Cima Bo
vati la relazione della presidenza, il bilan- e le segnalazioni nelle Prealpi Biellesi e
cio consuntivo dcl 1890 e la relazione dei nella Valle di Cressoney della Sezione di
revisori dci conti. In merito alla proposta Biella; i rimboschimenti e la rete segnale-
delle sezioni di Bergamo, Brescia, Cremo- tica della Sezione Verbano; il Giard ino bo-
na, ,\ lilano, Como e Roma , volta a otte- tanico alpino al Monte Barro e rAnnuario
nere «che una delle due Assemblee dei della Sezione di ,\ lilano; il restauro della
delegati abbia a tenersi durante il Ccm- cisterna dci Frati su l l\ lontc Summano
gresso alpino e nella località dove questo della Sezione di Vicenza; gli stud i per la
avrà luogo ), viene approvato l'ordine dcl costruzione di un rifugio al Monte Civet-
giorno Calderini-Brentari del seguente te- ta della Sezione di Bell uno; quelli per la
nore: « L'Assemblea dci Delegati prende creazione d i un ricovero alla base delle roc·
in considerazione la proposta che i dele- ce ciel l'elmo; le segnature del sentiero
gat i di una sezione presenti all'Assemblea che da Vittorio Veneto, per Fais e Colon,
abbiano diritto d i votare anche per i de- mette alla Cima ciel Col Sal tin e di quel-
legati della stessa sezione assenti, e manda le che portano affA ltipi ano dcl Cansiglio,
al Consiglio dirett ivo di ripr('sentarc tale da parte della Sezione di Vicenza; l'acqui-
proposta per la sua approvazione nella sto di un fabb ricato allo fa lde orientali dcl
prossima Assemblea a sensi dell'articolo 11 Corno delle Scale della Sezione di Bolo-
dcl regolamento vigente, raccomandando gna; la continuazione della scalinata dcl
che continui possibilmente la consuetudi- Procinto per opera dci soci lucchesi del-
ne d i tenere una delle Assemblee dei de- la Sezione di Fircn7.e; l'Annuario della Se·
legati in occasione dcl Congresso). zione di Homa ricco di tavole e di incisio-
li xxm Congresso ebbe luogo a In- ni; la compilazione della Guida della pro-
tra il 30 e 31 agosto; gli aderenti furono po- vincia e il progelto per la costruzione di

176
lt. Dò.-.it: t: LA C,u.O'l"Tt: DE H OCH EFO llT,
IL COL DES G HAXDES j O!lA SS ES , LES
GRA:>.'DES J oRAS SES t: LE A 1cu11.u :s DE
T nosc 11t:Y, da Planpincicux.
(Fotocolore<liS.Sag/io)
un rifugio-osservatorio alle Madouie della e Art. 10 - Un Delegato dell'Assemblea
Sezione di Palermo. J10npuò rappresentare che una sola sezione
Il bilancio consuntivo per il 1891, ap- e nel caso di nomina in più sezioni deve
provato il 10 luglio 1892, portava all'en- optare entro cinque giorni dalla parteci-
trata lammontare di L. 38.219,12 e al- pazione della seconda nomina e sempre
l'uscita L. 26.794,28, con un avanzo di lire prima della riunione dell'Assemblea dei De-
11.424,84 che aumentava il fondo cassa; legati; in difelto d i opzione vale 1a no-
questo alla chiusura dell'esercizio era di mina anteriore di data e fra due contem-
L. 26.914,88. poranee quella della sezione a cui l'eletto
appartenga.
1892. L'attività dell'associazione si e La sezione rimasta priva di delegato
inizia con l'Assemblea dei Delegati, tenu- procede alla sua surrogazione nella pri-
tasi il 10 gennaio a Torino con la presi- ma Assemblea generale ordinaria o stra-
denza del consigliere anziano Palestrina, ordinaria dei soci.
alla presenza d i otto membri del Consi- e La presidenza di ogni sezione, pre·
glio direttivo e di 43 delegati e 15 sostitu- via autorizzazione dell'Assemblea dei soci,
ti, rappresentanti 21 sezioni. nel caso di impedimento di qualche dele-
Veniva provveduto alla raccolta di ri- gato, potrà sostituirgli con delegazione
corcli storici dell'alpinismo italiano con la speciale un altro delegato della sezione
nomina di una Commissione, che subito si medesima, nei limiti dell'art. 10 dello Sta-
mise all'opera per reperire i materiali e i tuto, o anche un semplice socio del Club,
documen ti da esporre. il quale però nou avrà diritto che a un so-
La situazione dei soci al principio del- lo voto,.
l'anno contava 14 onorari, 125 perpetui, l>erdita grave dell'anno fu la mortç del-
4470 ordinari e 122 aggregati : in totale: J'avv. Orazio Spanna; nato a Torino il 15
4741. dicembre 1843, insegnò diritto all'Univer-
li XXIV Congresso ebbe luog9 a Paler- sità torinese, fu scrittore facile ed elegante,
mo dal 20 al 22 aprile; gli aderenti furono jn socio del C.A.L fin dai primi anni della sua
tutto 146. L'ordine del giorno da discutere fondazione, fece parte del Consiglio diret-
comprendeva l'alpinismo educativo, la cor- tivo; nel 1873, in circostanze difficili, fu
rezione dei nomi topografìci sulle carte, eletto vice-presidente e presidente nel 1874.
l'imboscamento e il disboscamento, la me- Al 30 giugno i soci ammontavano: a
teorologia in montagna, l'alpinismo e gli uf- 13 gli onorari, a 132 i perpetui, a 4156 gli
ficiali di complemento e della milizia ter- annuali, a 134 gli aggregati; in totale 4635.
ritoriale. Le gite ebbero come meta Cibil- Tra le opere più notevoli compiute
rossa, Cirgenti e Lercara, Segesta e Ca- oppure iniziate durante l'anno furono le
latafimi, Monreale e San Martino. seguenti: la costruzione del rifugio alla
Il Consiglio direttivo, ln obbedienza al- Levanna, i restauri al rifugio del Triolet,
l'incarico dell'Assemblea dei Delegat i, pro- la preparazione del nuovo rifugio sul Cer-
cedette I' J1 aprile alla compilazione delle vino, i segnavia nei territori di Usseglio
disposizioni regolamentari, stabilendo la e di Cercsole Reale, il sentiero alla Gor-
nuova formu la del 3° e 4° capoverso del- gia di Mondrone, l'arredamento del rifu-
l'articolo 10 del Regolamento generale. gio Castaldi e un'esposizione di fo tografie
Questo articolo venne formulato nei se- alpine della Sezione di Torino; i restauri al
guenti termini: ricovero di Pian Cavallone e il comple-

177
lamento del sentiero Bove della Sezione cio ordinario « col medesimo conviventi e
Verbano; le segnalazioni nel Gruppo del- inscritti alla medesima sezione, che dichia-
le Grigne e la costruzione di un rifugio reranno, nella loro domanda di ammissio-
al Colle di Eita della Sezione di ~ lilano; ne, di rinunciare alle pubblicazioni so-
la costruzione della capanna Como al La- ciali >
go Darcngo della Sezione di Como; la Durante l'anno venne ultimata la ca-
pubblicazione di un vademecu m per l'al- pann a Hcgina ~ l argherita che fu visitata
pinista lecchese della Sezione di Lecco; la dalla Hegina stessa, la quale vi passò la
inaugurazione del rifugio Garibaldi in Val notte dal 18 al 19 agosto. La difficile im-
d'Avio della Sezione di Brescia; l'inaugu- presa potè essere compiuta soprattutto gra-
razione del rifugio Venezia al Pelmo della zie all'efficace collaborazione del barone
Sezione di Venezia; il completamento dei Luigi Beck- Peccoz e alle c ure di Gaudenzio
la\'Ori di accesso al Procinto, l'allaccia- Sella, che dimostrò nella direzione dei la-
mento alla Polla di ~ l atanna e l'apertura vori un'attività, un'intelligenza e uno zelo
di un viottolo tra la Foce dcl Vallare e veramente meravigliosi.
quelle delle Forchette della Sezione di Fi- Opera im portant issima, realizzata con i
renze; le segnalazioni dcl sentiero al Monte fondi disponibili in cassa e con la sottoscri-
Schiara della Sezione di Belluno. zione della Sede centrale; si provvide anche
Il bilancio consuntivo dell'am10 si chiu- all'acx1uisto dell'arredamento e nell'intento
se con un'entrata di L. 37.072,72 e una di agevolare le visite si dispose la custodia
uscita di L. 34.396,21, pareggiata da un
:wanzo di L. 2576,51, passato al Conto di
cassa.

1893. Nell'assemblea dei delegati te-


nutasi il l S dicembre 1892 a Torino, presie-
duta da Antonio Crobcr, alla presenza di
10 membri del Consiglio direttivo, 42 dele-
ga ti e 5 sostitut i, rappresentant i fra tutti
15 sezioni, si gettarono le basi per il 1893.
Venne presa in esame la proposta della
Sezione di Venezia per il riconoscimento
giuridico del Club, onde assicurare e pro-
teggere le proprietà sociali e particolarmen-
te i rifugi, e si approvò un ordine del gior-
no che deferiva al Presidente la nomina di
una Commiss ione ad 11oc.
I n altra Assemblea dci Delegati, pre-
sieduta da Fusinato e ten utasi alla presen-
za di 3 membri del Consiglio, 11 delega-
ti e 21 sostituti, rappresentanti fra tutti
16 sezioni, venne proposta una modifica
dell'articolo 5 dcUo Statuto, allo scopo di
estendere la facoltà di inscrivere come soci Abate C/ooonni A>1I011/Q Boni>I
aggregati anche i figli e fratelli di un so- Celebrò lo '"'""' me#a wl ,\ Ionie BUmco nel 1892

178
permanente di due uomini; questo servizio pianto di una capanna in Costa, a mezza
fu assunto dai fratelli Gugliermina, alber- via fra la cittadina e la vetta del Resegone.
gatori di Alagna, con persone di loro fidu- La Sezione di Bergamo riprendeva il
cia. L'osservatorio servi agli studi dei pro- progetto di una capanna all a Bnmona, a
fessori Mosso, Piero Giacosa e Alfonso Sella. circa metri 2290, poco sopra il Fopponc
Fra i lavori eseguiti nell'anno, dobbia- della Neve, in località opportuna per le
mo alla Sezione di Torino la costruzione ascensioni del Hedorta, dello Scais e del
di un nuovo rifugio sui fianchi dcl Cervino, Pizzo del Diavolo.
a un'altitudine di m 3800, utilissimo per la Anche la Sezione Ligure inaugurava
salita dal versante italiano; la sua costruzi0- un ricovero al Carrega, sul crinale tra il
nc fu cura particolare di Francesco Gonella. :\fonte Tre Croci e il Canno, e ne prepa-
Altro rifugio importantissimo venne rava un altro sotto la vetta dcl Monte
compiuto e inaugurato dall'operosa Sezio- Antola
ne di Brescia, e fu il rifugio Garibaldi in Fra i lavori della Sezione Verbano figu-
Val d'Avio, nel Gruppo dell'Adamello. Un ravano il secondo tronco del sentiero Bo-
ricovero alla Hes o Dcc d'Ovarda, sopra ve, dal Colle di Tcr1:a a Scaredi e alla Val-
Varallo, fu costruito dalla Sezione di Varal- le Loana, e i restauri dci ricoveri del Pian
lo; per cura della sezione palermitana ven- Cavallone e del Pian Vadà. Anche la Se-
ne inaugurata una Vedetta meteorologica zion.e di Firenze inaugurava un ricovero
alp ina sul ~!onte Cuccio, presso Palermo: ai Prati di Pian d'Orsina nelle Alpi Apuane.
casina di tre stanze delle quali una aperta li bilancio consuntivo per il 1893 si
al pubblico, la seconda a uso dei soci e la chiuse con una entrata di L. 53.515,57 e
lerJ",a munita di slnnncnti per osservazioni un'uscita di L. 47.318,77, pareggiata da
e studi meteorologici una rimanenza attiva di L. 6.196,80. •
La Sezione di Homa pubblicava una li XXV Congresso fu tenuto a Belluno
nuova edizione della G11itla dcfla Provin- dal 26 al 27 agosto; vi furono discorsi del
cia di Enrico Abbate, iniziava la costru- Presidente del C.A.l., del Prefetto, del Sin·
zione di un rifug :o nel gruppo ciel Termi- daco, del Presidente della Sezione; vi fu-
nillo e collocava dei segnavia sui monti rono memorie dell'avv. Volpe sulla Provin-
del suo distretto. cia di Belluno, del prof. Ostennann sulla
La sezione biellese ordinava un impor- meteorologia, e proposte cli fondare una
tante e rbario, donato da Callisto Zumagli- società protettrice delle piante, di collo-
ni, nel quale furono raccolti quasi tutti gli care segnavia, di favorire le carovane sco-
esem plari della flora pedemontana. L'at- lastiche giovanili, di tenere congressi an-
tività della Sezione di Milano si dedicava che fra le società non appartenenti al
invece, in modo particolare, all'ord inamen- C.A.L Le gite ebbero come meta Longa-
to della Mostra alpina nelle Esposizioni rone e Forno di Zoldo, Agordo e il Passo
riunite e ai nuovi lavori nelle capanne Ce- D uran, le Forcelle di San Tomaso e Fora-
deh, Dosdè e Moncodeno; inaugurava al· cla. Cli inscritti sommarono a 152 e gli in-
tresì la capanna d'Eita in Val Crosina, e tervenuti a 140
poneva mano alle segnalazioni delle stra-
de di accesso alle Crigne, dai versanti di 1894. Nell'Assemblea dei Delegati dcl
Lecco, Ballabio e Mandello. 17 dicembre 1893, tenutasi a Torino, con
Della Sezione di Lecco furono le indi- la presidenza cli Palestrino e la presenza di
cazioni dei sentieri e il progettato im- 8 membri dcl Consiglio direttivo, 46 dele-

179
gati e 6 sostituti, rappresentanti in tutto 18 si concluse ad Aosta, con un altro pranzo
sezioni, si nominava Presidente Antonio e altri discorsi
Grobe.r. La prima Assemblea dei Delegati per
Hipresa in esame la proposta della Se- il 1894 ebbe luogo il 2 settembre in una
zione di Venezia per il riconoscimento giu- sala delb Palestra alpina al i\ lontc dei Cap·
ridico del C.A. I., venne approvata la de- pucci ni. Fra gli argomenti trattati, assur·
libera della Commissione di studio, che se a grande importanza la perdita di soci
suonava così: nel corso degli ultimi anni: da 4927 dcl
e La Commissione è concorde nel rico- 1880 a 4697 del 1891, a 4435 dcl 1892, a
noscere la bontà intrinseca della proposta 4286 del 1893 e a 4200 del 1894. Si sug·
della Sezione di Venezia per la regolarizza- gcrirono i modi per arrestare tale dimi-
zione della situazione giuridica del C.A.l.; nuz.ione, causata dalle angustie fìnanziaric
rileva per altro le difficoltà che sorgerebbe- che da p!lrecch.i anni travagliavano il Pae-
ro per lattuale organizzazione di fatto del- se, per cui l'esercizio deiralpinismo veni·
la nostra associazione e per I'eventualit.'t va sacrificato ad altre necessità più mate-
di aggravi fiscali a cui questo riconoscimen- riali e imperiose. Himcdi, se non radicali,
to potrebbe esporci; constata d'altra parte almeno leni tivi, furono suggeriti con age·
che finora nella vita ammin istrativa del no- volazioni nelle iscrizioni a socio, con la
stro Club l'assenza dcl riconoscimento giu- modifica dell'art. 5 dello Statuto c con mag-
ridico non fu mai ragione di inconvenienti giori facilitazioni , in attesa di un migliora-
pratici di nessun genere; e manifesta per- mento delle condizioni economiche del
ciò l'opinione che, pur tenendo in ogni Paese.
considerazione la proposta della Sezione di L'attività costruttiva perdurò presso le
Ve nezia e gli argomenti svolti in suo ap- sezioni: meritano speciale menzione !'in·
poggio, convenga rinviare a più opportuno grandimen to della capanna Gnifelti pe r cu-
momento · una deliberazione concreta in ra della Sezione di Varallo; un nuovo rifu.
proposito >. gio alla Crigna settentrionale della Sezio-
Jl XXVI Congresso si svolse a Torino tra ne di i\rnano; un rifugio alla Forcella Picco-
il 2 e il 7 settembre, secondo il desiderio la del Cadore della Sezione di Venezia; un
di Quintino Sella che auspicava si riunis- rifugio al Barbcll ino della Sezione di Ber-
se in Torino ogni die<:i anni, per fare il gamo. All'apertura, miglioramento e segna-
punto sull'operosità del Club; in tale occa- lazione di sentieri in alta montagna, attese-
sione venne offerto agli intervenuti il volu- ro con cura le Sezioni di Torino, Biella,
metto sul Gruppo del Gran Paradiso. L'adu- Milano, Firenze, Verbano, Varallo e Bel-
nata fu accolta al ).Ionie dci Cappuccin i, luno.
do\'e ebbero luogo il banchetto, i discorsi, Una bella e comple ta illustrazione della
i fuochi artificiali e la fìa ccolata. Seguirono Valle di Saint Barthélemy diedero Canzio
le gite: a Ceresolc, dove, alla presenza dcl e Mon<li ni; Gerla illustrò i monti del Dc·
principe Luigi di Savoia, si svolsero le rela- vero; Paolo Prudcnzini quelli dell'Adamel-
zioni sull'andamento morale e materiale lo e attorno al Gran Paradiso lavorò Gio-
nclrultimo dece11nio, dal Presidente Gro- vanni Bobba. Venne poi compilato, per me-
bcr, e sullo studio del movimento dei ghiac- rito di Boggio, il catalogo dei libri posse-
ciai, dal prof. Porro. Con altre gite si rag- duti dalla Biblioteca sociale.
giunse il Colle del Nivolé, il rifugio Vitto- Il bilancio consuntivo del 189-t portava
rio Emanuele, la \'elta del Gran Paradiso; all'entrata Lire 35.127,94 e all'uscita Lire

180
25.919,69; l'avanzo saldava i residui passivi, cisa e notevole preminenza per il numero
rappresentati dalla stampa e dalla sped izio- degli iscritt i, era quella di Milano: in quel-
ne del Bollettino. l'anno l'aumento di un buon centinaio di
TI numero dei soci si era conservato soci le consentì di festeggiare, con legitt imo
qual'era nell'esercizio precedente, ma per orgoglio, il raggiungimento del settimo cen-
contro veniva salu tata la nuova Sezione di tinaio, numero raggiunto e sorpassato dalla
Caltanissetl'a, con 39 soci ordinari e 18 soci sola Sezione di Torino negli ann i 1890-1891-
aggregali. 1892. Tncremento notevole ebbero pure le
sezioni di Venezia e quella di Genova. La
1895. A Torino, il 16 dicembre 1894, Sezione Ligure teneva così il terzo posto
presieduta da Antonio Grobcr, alla pre- fra le consorelle; a notevole distanza, quel-
senza di 8 membri del Consiglio direttivo la di Brescia.
e di 37 delegati più 3 sostituti, in tutto rap- Il notevole aumento dei soci aggregati
presentanti 15 sezioni, venne tenuta l'As- dimostrò il continuo sviluppo di questa ca-
Semblea, per la discussione e approvazione tegoria di giovani alpinisti, la più sicura
dcl bilancio prevent ivo e la nomina di un guarentigia per l'avvenire dell'istituzione.
vice-presidente, cinque consiglieri e tre re- Al soddisfacimento d i vedere ogn i anno
visori dei conti farsi più numerosa la schiera dei giovani
Il XXVTI Congresso ebbe il suo svolgi- soci aggregati, contribuì non poco la prov-
mento a Milano dal 1° al 7 settembre; gli vident issima organizzazione delle com itive
inscritti raggiungevano il bel numero di scolastiche, le quali, in seguito all'onima
303, ma in definitiva i presenti forono 264, riuscita dai ripetuti esperimenti fatti a
rappresentanti 25 sezioni. Il ricevimento si Biella, Torino e Roma, a JX>CO a poco si
tenne nel ridoHo della Scala, dove si svol- altivarono presso parecchie sezioni, tanto
se l'ordine del giorno. Curò proponC\'a la che molte di esse ne fecero oggetto "cli pre-
com pilazione di istruzioni per le guide in mure speciali e parte sostanziale del loro
caso di d isgrazie in montai:i;na e su lle pri- programma. Si riconobbe pure, in qualche
me cura da prestarsi ai fer iti e su l modo rara sfera governat.i\'a, il vantap.:gio educa-
di trasportarli; Scolari solleci tava 1m ac- tivo dell'alpinismo e si presero disposizioni
cordo fra le società alpinistiche per unifi- per agevolarne lo sviluppo, cosicché l'Jspet-
care la ripartizione del sistema alpino; torato generale delle strade ferrate accor-
Campan ile auspicava il modo di favorire dò sensibili facilitazioni per i viaggi
le carovane studentesche c11icdcndo l'ap- Sempre più notevole incremen to ave-
poggio dcl Governo; Porro intratteneva vano preso anche le gite sociali: alcune ve-
l'uditorio sui lavori della commissione che ramente ragguardevoli per numero di inter-
studiava i movimenti dci gl1 iacciai. Le gi- venuti e per le zone \'isitale; quale quella
te puntarono verso Sondrio, Borm io, Lago scolastica e sociale, compiuta da 14 soci e
di F racle, Santa Caterina Valfurva, da dove altrettanti st udenti delle Sezioni di Torino
si diressero all'Ortles, al Gran Zcbrù, al e P inerolo. alla Punta Gnifetti del Monte
Cevedale e al Passo di Cavia. Rosa, con due pernottamenti nella capanna
li numero dei soci era in aumento su Regina Margherita.
quello degli anni precedenti: scn7,a varia- Nuo\•i rifugi si aggiunsero ai tanti che
zioni il numero delle sezioni, le quali am- già fornmvano il patrimonio dell'associa-
montavano a 32. zione: la Sezione di Lccro festeggiava la
La sezione che aveva consegu ito una de- apertura di una nuova Stazione alpina An-

181
tonio Stoppani sul Resegone; la Sezione di
Venezia inaugurava solennemente il rifugio
San 1-.larco sopra San Vito di Cadore; la
Sezione di Milano inaugurava una nuova
c:ipanna sulla Crigna settentrionale, quella
di Como la Vedetta alpina Cajo Plinio se·
condo in Brunate. Alla Sezione di Bergamo
si doveva la costruzione di un nuovo rifu.
gio alla Forcella dcl Barbellino nelle Alpi
Orobie e a quella di \Tarallo l'ampliamento
della capanna Cnifetti al Monte Rosa, di·
\'enuta ormai insufficente ai crescenti biso--
gni, in seguito alla costruzione dcl rifugio
Hcgina i\ fargherita sulla Punta Cnifetti. La
Sezione di Torino provvedeva invece allo
ingrandimento dcl rifugio Castald i.
Le frequenti ascensioni di comitive, an·
che numerose, alla capanna Regina Mar·
gherita, avevano fatto sentire il bisogno del
suo ampl iamento, in guisa che si doveva Arcl,.retc Pao/() Ba/da$!0rre C/1a111anl11
destinare ad uso degli alpinisti anche il
locale riservato ad osservatorio, proceden·
do alla costruzione cli un altro locale più fusero le due annate 1895-1896 del Bollet-
adatto, nel quale la tranquillità degli stu· tino, che comparve così di volume alquanto
di fosse meno tmbata dalle diverse esigenze inferiore al precedente, sia per la minor
dell'alpiniSmo puro. A tale effetto ven ne materia raccolta, sia per la stampa dcl ca-
costituito un apposito Comitato e venne talogo della Biblioteca centrale, che assorbì
deliberato di concorrervi con la somma di in parte i fondi disponibili per le pubblica-
lire tremila, alla quale si aggiunsero il CO· zioni
spicuo concorso della Regina e quello di Fra le perdite notevoli dell'anno vi fu
lire diecimila dcl Ministero Agricoltura, quella deirarciprcte Pietro Baldassarre
fndu stria e Commercio. Chamon in, uno dei pionieri dell'alpinismo
Nelrintento di manifestare in qualche in Italia, primo salitore, nel 1842, della
modo lo speciale interesse che veniva por· Tersiva e nel 186l , della via da Cogne alla
lato all'arte, si conferì una medaglia d'oro Cri vola
all'autore del miglior quadro d'alta mon· Riccardo Enrico Budden moriva un me-
lagna esposto alla Mostra Triennale di To· se dopo essere stato festeggiato per il suo
rino; un'apposita giuria assegnò ta}e premio trentennio di indefessa partecipazione alla
al pittore Milio Bortoluzzi di Venezia vita dcl Club Alpino. Per commemorare
Venne pure deliberato di istituire, e degnamente le sue infìnitc benemerenze
dedicare al nome di Budclen, una fonda· verso l'istituzione converrebbe rifare l'in-
zione a favore delle guide, e si curò il mi. tera storia dcl Club, perché non vi fu pa-
glioramento della Rivista i\le11sil.e; allo sco. gina di essa in cui il suo nome e l'opera sua
po di regolarizzare la contabilità. in rap- non si trovasse gloriosamente registrata. Per
porto al bilancio consun tivo dell'anno, si Buddcn l'alpinismo non era soltan to l'arte

182
di arrampicarsi sulle più alte e difficili mon- 18%. Nella sede del C lub in Torino,
tagne, né un semplice sfogo di quella ten- il 15 dicembre 1895, l'Assemblea dei Dele-
denza naturale propria degli animosi, di gat i approvava il bilancio di previsione e
andare in traccia di ignote e forti impres- procedeva alla nomina di Douglas William
sioni e di percorrere e conquistare regioni F'reshfìeld, geografo e alpinista ins ign e, a
sconosciute: l'alpinismo doveva mirare a socio onorario; la sua simpat ia per il nostro
uno scopo pili pratico e a un tempo più paese era provata dal suo Italian AlfJS, nel
elevato; doveva essere soprattutto una no- quale descriveva con passione le monta-
bile e utile palestra di educazione e di pro- g ne bergamasche e le bellezze della Val-
gresso civile. tellina. All'ordine del giorno fi guravano an-
Altra perdita fu quella del senatore En- che le elezioni dei membri dcl Consiglio
rico Guicciardi, promotore nel 1872 della direttivo e le proposte pe r la riforma del
Sezione di Sondrio, di cui fu in seguito Bollettino e della Rivista Mensile.
Presidente fino alla morte. In Torino spi- Ernno presenti 70 votanti, rappresen-
ràvn il senatore Desiderato Chaves, giure- tanti 17 sezioni
consulto, scrittore, uomo di Stato, e uno Rimandata fu la discussione del voto
dci fo ndatori dcl Club emesso dal XXVI I Congresso, tenutosi a
Grall{le impressione destò la morte, al Milano, relativo all'accordo fra le società
Dente del Gigante, della guida Emil io Rey; alpine su una ripartizione un ica dcl sistema
un gigante fra le guide di ogni tempo e di alpino
ogni luogo Il XXVI II Congresso venne organ izza-
to il 3 settembre. Ben 300 le adesioni per la
parte di programma svolgendosi nella cit-
tà; 150 si iscrissero a un viaggio fin o .a San-
remo, 110 in media a tutte le gi te in pro-
gramma. Le sezioni rappresentate somma-
rono a 26; si salirono il ~fonte Bcgo, la
Cima dei Gelas, la Punta della ~ l a l edia e
la Cima Agnell iera.
Con l'occasione si tenne l'Assemblea
<lei Delegati, presieduta da Anton io Cro-
ber, il quale ricordò l'avv. Giuseppe Cor-
rà, caduta alla Grande Sassièrc.
A11che se non contem plate dall'ordine
del giorno vennero discusse e approvate
due proposte: una della Sezione d i ~man o
espressa nei seguenti term ini: • Sono am-
messi come soci aggregati dcl Club Alpi-
no I taliano anche gli studenti universitari
e degli istituti equiparati che comprovino
tale qualità ,. ; e l'altra della Sezione di Lec-
co, presentata dal prof. Cermenati, per sta·
bilire che • i presidenti delle sezioni sono
delegati di diritto ,. .
Il. Il. 8udden Nell'Assemblea dci delegat i per il 1897,

183
tenutasi il 7 settembre 1897 {l Bergamo, tivo per cui, ammirando la rigogliosa vi-
alla presenza di 31 delegat i e di 6 sostitu- talità e plaudendo al continuo incremen-
ti, rappresentanti 18 sezioni, si approvava to del Touring Club Ciclistico Italiano, si
il bilancio consuntivo con un'entrata di li- mandava un fraterno saluto e un cordiale
re 52.701,10 e un'uscita di L. 41.624,96, pa- augurio.
reggiata dall'avanzo di L. 11.076,14. Si poteva altresl dichiarare che le ca-
Questa migliorata situazione finanzia- rovane sociali e scolastiche facevano par-
ria era un naturale riflesso delle miglio- te dcl programma ordinario delle sezioni,
rate condizioni nel movimento numerico dimostrando clic in ogni parte del Paese se
dci soci, i quali in continua dim inuzione ne riconoscevano gll ottimi effetti dal Iulo
negli anni precedenti, si erano moltipli- educ:ativo fisico, intellettuale e morale,
cati nell'anno, raggiungendo il immero di tanto che il Ministero della Pubblica Istru-
4600, ripartiti tra 34 sezioni. Nel corso del- zione inviava una circolare alle autorità
l'anno sorsero due m1ove sezioni: la pri- scolastiche provinciali e ai ca.pi degli isti-
ma fu quella di Cuneo, a cui diede il bat- tuti governativi, raccomandando Toro di
tesimo un Congresso; la seconda fu quella incoraggiare i giovani a prendere parte
di Messina che, già costituita in Club Al- alle comitive appositamente promosse e
pino autonomo, riunendosi alla maggior organizzate dal C.A.l
famiglia alpinistica italiana, volle nobil- Quantunque la stagione non fosse sta-
mente riaffermare i suoi sentimenti di af- ta propizia alle ascensioni, non furono
fetto e di solidarietà a un'istituzione che, perciò meno numerose in complesso le
per il pensiero patriottico da cui fu ispi- gite fatte in ogni regione e, fra le più
rata e per il modo in cui fu costituita e per notevoli, la prima lraversat2. dcl Colle Vin-
lo scopo che si propone e per l'ampiezza ccnt; la campagna del Caucaso di Vittorio
della sua azione, rappresenta pure, in una Sella ed Emilio Gallo, che fruttò una splen-
certa guisa, l'unità della Patria. dida illustrazione; infine la spedizione del
Da tre anni primeggiava su tutte le Duca degli Abruzzi che, dopo due anni di
altre la Sezione di Milano che, con un cre- navigazione, -si spinse nell'Alaska, allo sco-
scendo incessante, si era avvicinata agli po di raggiungere il i\fonte Sant'Elia; gli
800 inscritti, tendendo con passo da gi- furono compagni Francesco Conella, Vit-
gante a raggiungere il migliaio; era se- torio Sella, Filippo Dc Filippi e Umberto
conda la Sezione di Torino, poi seguivano Cagni; la comitiva era accompagnata da
la Ligure, quelle di Brescia, Venezia, Ro- quattro guide : Giuseppe Petigax e Loren-
ma, Lecco, Varallo, Verbano, Firenze, Biel- zo Croux di Courmayeur, Antonio Maqui-
la, Bergamo e Como. Tutte le altre ave- gnaz e Andrea ~elissier di Valtoumanc)le
vano un numero di inscritti inferiore al cen- e da Emilio Botta, il collaboratore abituale
tinaio. di Sella.
Nella relazione presidenziale, pur af- Fra i nuovi lavori sezionali compiuti o
fermandosi che l'alpinismo rispùndeva a in corso di csccuzione ' o allo stato di pro-
una quantità di b isogn i moderni che gli getto, .Ja Sezione di Torino studiava la
altri esercizì non riuscivano ad appagare, costruzione di un alberghetto al Colle dcl
si riconosceva che non vi era da temere Ciga11te; quella di Varallo conduceva a
concorrenza e antagonismo fra altre espli- termine l'ampliamento della capanna Gni-
cazion i e che il paventato ciclismo sareb- fctti; quella di Biella inaugurava un nuovo
he diventato un vantaggioso ausiliario, mo- rifugio all'Alpe Strada sui monti di Oropa;

184
la Sezione Verbano ne costmiva uno alla .struzione di un muro, alla preparazione di
Bocchetta di Campo. buona parte dell'arca necessaria al proget-
La Sezione di Milano prowcdcva al- tato ampliamento, che probabilmente veni·
l'erezione di una nuova capanna in Val va raddoppiato cosl per numero, come per
di Zocca e all'esecuzione di un panorama amp:ezza cli locali. Finanziariamente il pro-
dalla vetta della Grigna settentrionale con getto era stato aiutato anche oltre le previ-
il sistema fotogrammetrico; quella di Ge- sioni, dai contributi della Regina Margheri-
nova alla creazione di un ricovero pres- ta e del Duca degli Abruzzi, dimodochè il
so il L1go Brocan in Val della Bovina e Comitato poteva disporre di ben 13.500 li-
quella di Venezia alle segnalazion i e riat- re. Si poteva quindi sperare che per il 1800
tamento dei sentieri, nonché all'arreda- la nuova opera poteva essere portata a com-
mento del rifugio San Marco. La Sezione pimento e che l'osservatorio così ampliato
cli Brescia progettava un rifugio al Passo cli e fornito delJe necessarie su ppellettili scien-
Cavia; quella di Schio un ricovero sull'al- tifiche, sarebbe riuscito ad accogliere in
topiano di Campogrosso; quella di Verona buon numero gli studiosi, che seguono il no-
una capanna sulla vetta dcl Telegrafo del bile esempio del prof. Angelo j\d osso, il
Monte Baldo. La sezione valtellinese, risor- q uale stel"te ·lassù dicci giorni per fare una
ta a nuova vita, provvedeva alla costruzio- poderosa serie di esperienze e di ricerche
ne di un rifo gio all'Alpe di Scais e ai restau- sui principali problemi della fisiologia uma-
ri dell'antica capanna d i Coma Rossa. na, raccogliendo una grande mole di mate-
Un comitato speciale si incaricava del- riale scientifico, che fomm il pregio singo-
l'osservatorio della capanna Regina Mar- lare dcl suo bellissimo libro Fisiologitl de l-
gherita; allo scopo di renderlo indipenden- l'uomo sulle Alpi.
te dal rifugio degli alpinisti si era vagheg- Altro lavoro di esclusiva competenza
giato di erigere davanti all'alluale capanna della Sede centrale fu il restauro della ca-
e a breve distanza da essa un secondo ed i- panna Quintino Sella al ~fonviso, con la
ficio affatto separato, ma gli scandagli at- collaborazione di due compagnie del 2' reg-
traverso il ghiacciaio, sulla roccia sotto- gimento alpini.
stante alla località prescelta, avvertirono es- li Club prestò ancora il suo concorso a
sere colà un soverchio abbassamento della favore degli studi scientifici, attinenti alla
cresta rocciosa, la quale si sarebbe mal pre- montagna e, come già nel passato anno, de-
stata a servire di base all'erigcndo fabbri- stinava una medaglia d'oro ai due migliori
cato. Cli studi diligenti fatti su l luogo dal- quadri di montagna che fi gurassero nelle
J'ing. Gaudenzio e dal prof. Alfonso Sella. esposizioni cli Milano e di Venezia; una del-
portarono alla conclusione che, invece di le medaglie fu assegnata a Filippo Carcano
costmire un edificio separato da quello esi- per il suo quad ro rappresentante il ghiac-
stente, convenisse ampliare quello esistente ciaio di Camhrena, l'altra a Giovanni Segan-
sui lati, in modo che osservatorio e capan- tini pe r il suo lavoro Pascoli alpini di pri-
na rnnlin11assero a essere riuniti in un cor- movero
po solo, ma convenientemente predisposti Dolorosa perdita dell'anno fu quella di
nella ridistribuzione delle rispettive came- Giovanni Farinetti e del senatore Costan-
re, così che le esigenze degli studiosi e de- tino Perazzi; il primo, teologo, fu tra i pri-
gli alpinisti, restassero egualmente soddi- mi soci del Club do1X> di aver compiuto nel
sfatte. Si era quindi provveduto, con l'occor- 1842, a 21 anni, la 1° ascensione della Pu n-
rente spianamento della roccia e con la co- ta Gnifelti ; il secondo ne fu uno dci fonda-

185
tori e alla sua iniziativa è dovuta la capan- struito presso la Cima Telegrafo o Monte
na Quintino Sella al Lyskamm Maggiore, iiel gruppo dcl Monte Baldo; la
sezione di Palermo concorse alla provvida
1897. li 20 dicembre 1896 si riuniva a fondazione di una colonia alpina al Peda-
Torino l'Assemblea dei Delegali; questi era- le, presso Collesano; la Sezione di Brescia,
no 47 e votarono per altri 11 insieme a 13 attese alla costruzione di due importanti
sostituti, rappresentanti fra tutti 23 sezioni rifugi al frequentato Passo di Cavia, fra
Assistevano 7 membri del Consiglio diret- l'alta Val Camonica e la Valtellina; la Se-
tivo zione di Schio ultimò il suo rifugio al Pas-
Cli intervenuti approvarono tra l'altro so di Campogrosso, sopra Hecoaro e stava
le modifiche all'art. 5 dello Statuto sociale iniziando lavori di rimboschimento; la Se-
per estendere agli studenti la facoltà di zione di Sondrio fu occu pata all'erezione
iscrivers i soci aggregati nelle sezioni del del rifugio osteria all'Alpe di Scais; la Se-
Club, e la proposta di aggiunta allo Statuto zione di Genova provvide all'impianto cli
per dichiarare delegati di diritto i presiden- un nuovo rifugio nell'alta Valle della Ro-
ti delle sezioni, in più del numero dei dele- vina, ai piedi della Serra dell'Argentera;
gati, finora stabilito in rapporto con il nu- la Sezione di Varallo rinnovò e completò
mero dei soci. l'arredamento della capanna Cnifetti; la
Il XXIX Congresso ebbe luogo dal 6 al- Sezione di Toririo si adoperò alla costru-
i' 11 settembre presso la Sezione di Berga- zione di un alberghetto al Colle del Gi-
mo; i partecipanti salirono a 198; le gite gante e aggiunse nuove attrattive alla Sta-
ebbero come meta San Giovanni Bianco zione alpi na del }.fonte dei Cappuccini,
con traversata a Serin a, la Cascate del Serio ampliando il museo, aumentandone le colle-
con accampamento al Barbcllino e la traver- zioni e completando il riordinamento; la
sata a Vii.minore per il Passo della ~·l anina ; Sezione di :\1ilano inaugurava la capanna
la chiusura a Lovere. Zocca nella Val Masino, iniziava un corso
Il 29 luglio sullo storico colle del Pic- di istruzioni per le guide e terminava il
colo San Bernardo, l'abate Pietro Chanoux, panorama della Crigna; le sezion i di Na-
che da trentotto anni vi dimorava solitario, poli e di Verba110 cont inuarono con zelo
accoglieva un'eletta schiera di amici e di esemplare le opere d i rimboschimento; in-
ammiratori, recatisi lassù ad inaugurare fin e la Sezione di Biella illustrava la sua re-
il giardino alpino, da lui ivi creato per ~iont: sotto tutti gli aspetti, della nat ura,
la raccolta e la conservazione della fl ora della storia, della scienza, dell'arte, dell'in-
d'alta montagna. Il C.A. L, che aveva pre- dustria, con un pregevole volume
stato il suo concorso all'attuazione della A compimento dei principali lavori col-
gentile idea, onorava, nel discorso presi- lettivi del sodalizio furono quelli di spia-
denziale del 7 settembre, l'illustre studioso namento della roccia per il i1uovo osser-
che stava lassù come sentinella avanzata vatorio sulla Punta Cnifetti, la cui costru-
della scienza e della carità zione in legname stava sorgendo ad Alagna,
Dal bilancio consuntivo dell'annata si per essere ivi portato in loco; continuaro-
rileva il co11fortante risultato di una esa- no gli studi per la progettata, metodica e
zione di L. 31.008 per 3876 quote di soci razionale divisione delle Alpi, mentre una
annuali ordinari ; aumentarono anche i so- altra Commissione attendeva a preparare
ci aggregati a 404. La Sezione di Verona le sue proposte per l'istituzione in via di
inaugurava il nuovo rifugio da essa co- prova dei campi ufficiali di escursione, allo

186
scopo essenziale di complet:i.re e perfezio- chiaramente come dal lato finanziario le
nare le carte e le Guide delle nostre mon- condizioni del Club continuavano a porge-
tai,•ne; una terza Comm issione infine stava re argomenti di soddisfazione. E così, men-
preparando le sue conclusioni sul quesi- tre le entrate effettive risultavano superiori
to controverso della proprie tà dci ghiac- alle previsioni del bilancio, le uscite per
ciai. contro si dimostravano inferiori, donde una
differenza attiva di L. 5253,74, la quale
1898. Il 19 dicembre 1897 veniva te- arrivava a buon punto per soddisfare i
nuta presso la sede del Club, in Torino, la bisogni straord inari
Assemblea dei Delegati che doveva impo- ~la a rendere pienamente sodd isfatt i
stare l'attività per il 1898 e discutere la non varrebbe la norida condizione finan-
modifica dell'Ultimo capoverso dell'articolo ziaria, né l'incremento numerico, se a que-
16 dello Statuto sociale. Erano presenti sei sti elementi di prosperità non si aggiun·
membri della direzione, 59 delegati che gessero altrettanti segni di perseverante
votavano anche per altri 8, pili 6 sostituti; operosità sociale. Lavoravano le sezioni e
rappresentanti fra tutti 21 sezioni. lavoravano i soci; fra le opere sezionali di
Veniva presa in esame [a propmta maggior conto, i due rifugi al frequentatis·
presentata da 55 soci perché l'ultimo ca- simo Passo di Cavia. La Sezione Valtellinese
poverso dell'articolo 16 dello Statuto so- inaugurava il rifugio Ricciardi all'Alpe di
ciale venisse modificai.o nei termini seguen- Scais; quella di Varallo arredava la capan-
ti: e I membri del consiglio direttivo non na Orazio Spanna alla Rcs e studiava il
saranno rieleggibili alla stessa carica che
dopo un anno dalla cessazio1'tc del loro uf-
cio. Il solo presidente può essere rieletto per
un secondo triennio>. ~ l essa ai voti rispon-
devano in favore della proposta 30 Delega-
ti, rispondevano negativamente e cioè con-
tro la proposta, 25 Delegati
Il XXX Congresso veni va organizzato dal
4 ali' 8 settembre dalla Sezione di Biella,
con 260 aderenti che rappresentavano 23
sezioni; ricevettero in omaggio il volume
Il Biellese e poi si sparsero verso Cra-
glia, Sordevolo e Pollone, verso Hosazza
e gli ospizi di San Giovanni e di Oropa;
presso quest'ultimo veniva reso omaggio al-
la tomba di Quintino Sella. Con tinuarono
le gite a Issime e a Cressoney per il Col-
le della Barma d'Oropa; a Crcssoney La
Trinitè s'inauguravano le lapidi in onore di
Costantino Perazzi e di Nicokt Vinccnt
La statist ica dei soci al 30 giugno era la
seguente: 8 onorari, 159 perpetui, 39-20 or-
dinari, 428 aggregati; in totale 4515. /\'lcolaVince"t
Il conto dell'esercizio 1898 dimostrava Primo 1alitore della "Pyremlde" dcl Morite Rosa

187
progetto di un rifugio su lle rocce in feriori missione. Sull'esempio delle Sezioni di In-
della Punta Parrot, per le salite del fianco tra, di PalemlO e di Venezia, anche quella
meridionale del Monte Rosa. Le sezioni di Vicenza attuava l'isti t11zio11e di una co-
di }. li\ano e di I ntra festeggiavano con lonia alpina nelle montagne del suo distret·
solenni commemorazioni il XXV anniver- to, e festeggiava il 25@ anno di vita. La
sario della loro fondazione. La Sezione Sezione di Bergamo attendeva alla costru-
Ligure, oltre alla costruzione del rifugio zione di un nuovo rifugio ai Laghi Ge-
Genova ai piedi della Serra dell'Argentera, melli in Val Brembana, provava il servi-
provvedeva alla pubblicazione della Guida zio d'osteria nel rifugio Curò al Barhel-
alla medesima montagna. Per cura della lino e provvedeva a una nuova edizione
stessa Sezione L igure furono restaurati e della Guida delle Prealpi Bergamasche.
arredati altri rifugi e si preparava la costru- La Sezione di Torino ampliava il rifu-
zione di un rifugio alle Capanne di Cosola gio Castaldi, introducendovi l'esercizio di
Anche la Sezione di Verona, seguendo osteria; iniziava lo studio per la costru-
l'esempio della Sezione di Tntra, iniziava zione di un altro rifugio nel Gruppo d'Am-
due saggi di rimboscamento presso la vetta bin, sotto il Ghiacciaio dell'Agnello; prov-
del Telegrafo e tracciava indicatori o segna- vedeva all'impianto di un arboreto alpino
\'ia. in due località del suo territorio. Se- al Monte dei Cappuccini e faceva sorgere
gnavie e tabelle ven nero pure collocate sul Colle del Gigante non un rifugio, ma
dalla Sezione di Schio, che eresse anche una un vero alberghetto~ l'attuale < Rifugio To-
lapide ad Anton io Fusinato sul valico del rino Vecchio>.
Pian delle Fugazze, costituì un Comitato Veniva condotto a tennine con l'opera e
per il rimboschimento e pubblicò una pic- con il denaro del Club, annesso alla capan-
cola Guida italo-tedesca della regione com- na Regina i\fargherita alla Gnifetti, un fab-
presa tra Riva e Rovereto, Recoaro, Schio e bricalo in legno a due pian i, con ampia ca-
Vicenza . La Sezione comasca aggiungeva mera di 16 metri quadrati per ciascun pia-
tre letti e poneva una cassetta di soccorso no e con terrazzo sovrastante di uguale di-
con medicinali nella sua capanna Como, mensione. Fu costruito nella stessa manie-
arricchiva di nuovi esemplari la sua raccol- ra del rifugio, con il quale fa un solo corpo
ta geologica e botanica ed elaborava il pro- ed è come questo tutto rivest ito di rame.
getto di una nuova capann~ nell'alta Valle Fra i lavori diretti ad illustrare i nostri
dei Ratti. Un nuovo rifugio veniva costrui- monti comparvero gli Itinerari dell'Appe11-
to sulle falde delle Mannarole dalla Sezio- 11ino bolognese di Alfredo Donora, la Guida
ne di Venezia, intitolandolo al T iziano; un della Semi delfArgentera di Felice Mon-
altro si progettava da parte della Sezione di dini, la diligente e accurata monografia sul-
Belluno sul Col Vìsentin; un Comitato as- la Valpelline di Canzio, Vigna e Mondini e
solano erigeva una capanna sul Monte Ci- jJ Bollettino che conteneva studi e scritti
stella ponendola sotto gli auspici della lo- pregevolissi mi di Rey, Gugliem1ina, Cer-
cale sezione. La Sezione di Milano pubbli- menati, Hess e Cozzaglio
cava il panorama della Crigna e I' An- Nell'Assemblea dei delegati del 1898, te-
nuario sezionale per le due annate 1897, nutasi presso la sede del Club, in Torino, il
1898; rinnovava con buon risultato l'oppor- 1° dicembre, venivano presentate le propo-
tuno corso d'istruzione a tredici guide e si ste di modifiche dell'art. 25 dello Statuto,
dedicava ad esplorare le grotte della pro- dell'art. 11 e dell'articolo 4 del regolamen-
pria regione, nominando un'apposita Com- to. Veniva respinta la proposta riguardante

188
la doppia lettura delle modifiche dello Sta- del Duca degli Abruzzi fino ad oltre 1'86" di
tuto, mentre veniva approvato il seguente latitudine nord.
ordine del giorno: « L'Assemblea, udite le Ragguardevole l'aumento nel numero
proposte di modificazione allo Statuto e al dei soci; essi erano 4515 al 30 giugno 1898,
regolamento, presentate da 27 soci della se- al 30 giugno del 1899 salirono a 4891 e a
zione di Milano e l'emendamento proposto settembre erano più di 4960, quanti non
eia alcuni delegati, ritenendo che le modi- furon mai, superando così il numero mas-
ficazioni troppo frequenti danno luogo a simo toccato nel 1800.
gravi inconven ienti, considerato che con
l'andar del tempo le disposizioni statutarie Le sezioni del C.A.I. che erano 34 nel
e regolamentari possono avere necessità di 1898, salirono a 35 con poche variazioni
modificazione per trovarsi in relazione con nella loro classificazione; tenevano i primi
lo sviluppo e con il progresso della istitu- cinque posti, nell'ordine dell'anno prece-
zione, delibera di nominare una commissio- dente, le sezioni di Milano, Torino, Genova,
ne s~clta dalla presidenza del Club, la qua- Brescia e Roma, seguivano quelle di Varal-
le debba studiare se e quali modificazioni lo, Venezia, Monza, Biella, Como, Berga-
si debbono sottoporre all'assemblea, tanto mo, Firenze, Verbano e Domodossola; le
in ordine alle proposte già presentate, quan- altre stavano al disotto dei cento inscritti.
to in ordine alle altre che potranno sorge- Il XXXI Congresso ebbe luogo a Bolo-
re, e debba riferirne a una prossima assem- gna dal 17 al 20 settembre; s'iscrissero 80
blea ,_ soci, la maggior parte dei quali aderì all'in-
Nella stessa seduta venivano en umerati tero programma; erano presenti esponenti
i meriti alpinistici e scien tifici dei tre soci della S.A.T. e della Società Alpina Friu-
onorari: \V. E. Il. Coolidge, Joscph Vallot lana.. Le gite prosegu ivano verso Porrctta
e di Charles E. Fay; e sì apprese che il e Lizzano, verso il Lago Scaffaiolo, verso
Club Alpino Francese aveva conferito il Gavl11ana e San Marcello.
titolo di socio onorario al principe Luigi L'attività delle sezioni si concretò con
Amedeo di Savoia, al\'avv. Francesco Go- l'ampliamento del rifugio Castaldi, con la
nella, a Vittorio Sella, al\'avv. Luigi Vac- istituzione di servizio d'osteria alla capan-
carone e al prof. Angelo i\fosso. na Grigna-vetta; con l'inaugurazione del
rifugio Torino al Colle del Gigante, con la
1899. L'Assemblea dei Delegati si ten- costruzione del rifugio ai Laghi Gemelli,
ne presso la sede del Club, in Torino, il 18 con i lavori alla capanna d i Casola; con !a
dicembre dcl 1898. progettazione della capanna Como in Val
Nell'Assemblea di settembre, che veni- dei Haiti; con un acquedotto per il rifugio
va tenuta nello Cha'let dei Giardini i\farghe- Federico Rosazza all'Alpe Strada, sopra
ta, in Bologna, in occasione del XXXI Con- Oropa, nel Biellese. Un rifugio sui fianchi
gresso, alla presenza di 17 delegati, che vo- della Grigna meridionale, poco distante dal
tarono per altri 7, rappresentanti in tutto Hoccolo Resinelli, venne costruito dalla
13 sezioni, si domandava di pubblicare la Società Escursionisti Milanesi e inaugurato
storia e tutti i dati riguardanti il rifugio alla presenza di 200 persone: il prof. Mario
Regina Margherita, e si proclamava l'avv. Cennenati tenne il discorso inaugurale.
Luigi Vaccarone a socio onorario del Club; l i bilancio consuntivo dell'anno si chiu-
si ricordaVano le spedizioni dei Sella (Vit- deva con un'entrata d i L. 40.716,49 e una
torio ed Erminio) nell'Himalaya e quella uscita di L. 39.960,02.

189
1900. L'Assemblea dci delegat i si ten- rappresentanti 23 sezioni, la Commissione
ne in Torino il 17 dicembre dcl 1899, alla presentava la su ~ relazione. La discus-
presenza di 70 delegati e di 6 sostitu ti, sione che ne seguì portò ad alcune mo-
rappresentanti fra tutti 25 sezioni. difìche: la prima che nel Hegolamento ge-
Essendo state poste all'ordine del gior- nerale fosse introdotta la disposizione che
no le riforme dello Statuto sociale, presen- • E: assolutamente inammissibile la pre-
tate dalla apposita Commissione, dopo lun- sen tazione di delegazion i di sostituti, fat-
ga discussione veniva votato il seguente ta do1x> l'apertura dell'Assemblea >; la
ordine dcl giorno: • L'Assem blea, esami- seconda • Che in via di massima, fcnno
nando lo schema dcl nuovo Statuto, di- l'articolo 5 su lla rinuncia, da parte dei so-
chiara di non prenderlo oggi in conside- ci aggregati, alle pubblicazioni sociali, sia
razione e lo rimanda alla Comm issione data facoltà al Consiglio dirett ivo, di ac-
affinché lo prenda nuovamente in esame, cordare gratuitamente, su domanda giu-
giovandosi delle proposte che verranno stifì cativa delle sezion i, la Hivista ~fonsile
presentate dai soci, e lo ripre.~e n ti in una ai soci minorenn i non conviventi cou so-
nuova Assemblea entro il mese di giugno cio fornito dalle pubblicazioni sociali >.
p. v. con una nuova relazione su ite propo- Il XXX I I Congresso, che doveva te-
ste mandate dai soci >. nersi a Brescia nei primi giorni di settem-
Nell'Assemblea straord inaria del 29 bre, veniva sospeso per la morte del Re
giugno, tenutasi a Torino con 51 delegati, Umberto I, Presidente onorario <lei Club.
Hc Umberto veniva commemorato ncl-
rAssemblca ordinaria dci delegat i del 23
dicembre, durante la quale Hc Vittorio
Emanuele lJ I ven iva nominato Presiden-
te onorario, e venivano onorati il Duca de-
gli Abruzzi e i suoi compagni della spe-
dizione polare.
La situazione delle sezion i aveva nel-
l'anno su bito una piccola riduzione, quella
di Chiet i: in compenso vi fu un aumento
del numero dei soci che sommarono a 5285;
di cui 12 onorari, 167 perpetui, 4558 ordi-
nari e 548 aggregati
L'opera delle sezioni, il numero e le
imprese degli alpinisti soci si mantenne-
ro all'altezza delle tradizioni; numerose gi-
li sociali, giovan ili e scolastiche, di ogn i
Sezione, si svilupparono e segnatamente
ebbe risonanza la carovana che per il Col-
le del Gigante, Charnoni.x e i Colli di Char-
doncy e di Saleina, venne a sciogliersi al
Gran San Bernardo. La Sezione di Torino
non riposò sugli allori del Colle del Gigan-
Re Umberto I
te; provvide a ingrandire il Rifugio Castaldi
Presidente 011ororlo dal 187S. e celebrò il 25° anno di quel santuario <lei-

190
esplorava le grotte, ripeteva il corso di
istruzione per le guide, riordinava la Bi-
blioteca, restaurava i rifugi Grigna-vctta,
Helcccio e Boccoli Lorla e ammetteva come
soci ordinari a quota ridotta gli ufflciali
delle truppe alpine; la Sezione di Como
inaugurava un rifugio nella Val dci Hatti;
la Sezione di Belluno consacrava al nome
di Budden il rifugio del Col Visentin; in-
fine la Sezione di Homa collocava sul
Monte Tenninillo una capanna, pre fabbri-
cata in legno, la quale, convenientemente
arredata, fu dalla Sezione inviata all'espo-
sizione di Parigi, dove conseguì la meda-
glia d'oro.
Altri lavori meritevoli di menzione furo-
no quelJo importantissimo delle sezioni di
Torino e di Aosta, di preparare tutti gli
elementi possibili per una carta del Grup-
po del Gran Paradiso, e quelli della Com-
missione per la nuova più razionale divi-
Re Vittvriv Em01wele 111 sione del sistema alpino, nonché la pub-
NvmiMtv Premlente onorario "el 1900 blicazione di un Vademecum dell'alpini-
smo. Vi fu una esposizione fotografica in-
l'alpinismo italiano che è il Monte dei Cap- ternazionale, dcl cui ordinamento si océupò
puccini. Anche la rigogliosa sezione di la Sezione di Torino, e la partecipazione
Lecco festeggiò i suoi cinque lustri evo- del C.A.I. ali' Esposizione di Parigi, nella
cando la memoria di Antonio Stoppani; la quale furono esposte tutte le pubblica-
sezione Verbano divise le sue cure fra zioni, raccolte di quadri, di disegni, di
l'incremento della sua colonia alpina Ele- piani, di rifugi, nonché un modello del-
na di ~font cncgro e l'antico apostolato la capanna - osservatorio Regina Marghe-
per il rimboschimento con la piantagione rita, un Panorama della Crigna e la ca-
di 4000 larici e pini sul ~fonte Cimolo, nel panna per il Terrninillo, nella quale erano
territorio di Bee; la sezione di ~\'lonza pub- stati adunati una quantità di oggetti at-
blicava un Annuario e provvedeva alle tinenti all'alpinismo e caratteristici della
segnalazioni sui mon ti del suo distretto; la montagna
Sezione Ligure apriva il nuovo ri fu gio Lo-
remm Pareto al le capanne di Cosola, im- 1901. Nell'Assemblea ordinaria, tenu-
piantava piccoli arboreti in prossimità di tasi in Torino il 23 dicembre 1900, veniva
Antola, Carrega, Cosola c Val della llo- impostata l'attività per il 1901, sia appro-
vina, e provvedeva alla costruzione di un vando i[ bilancio preventivo, sia provve-
rifugio nelle Alpi Apuane; la sezione di dendo alla nomina dci membri del Consi-
Bergamo inaugurava il r ifugio ai Laghi glio direttivo scadu ti ; alla presenza di 53
Gemelli; la Sezione di Milano continuava delegati e di 16 sostituti, rappresentanti
nella pubblicazione del suo Annuario, in tutto 22 sezioni.

191
Altri argomenti all'ordine dcl giorno pino Svizzero. l Congressisti ricevettero in
furono l'ampliamento della capanna Hcgi- dono la Guida della Valle Camo11ict1 di
na ~largherita e la riforma dello Statuto recente ed.izione, compilata da Vincenzo
sociale, che era stato approvato in prima Giovannetti. Le gite puntarono al Monte
lettura nell'Assemblea straordinaria del 29 i\Jaddalena, poi continuarono verso il La-
giugno 1900. Veniva proposto e accetta- go di Carda e il Lago d'Iseo; scavalcaro-
lo un emendamento dcl seguente tenore: no il Passo d i Croce Domini e da Edolo si
e Qualunque modificazione clcllo Statuto portarono alla capanna Baitone, supera-
potr:\ essere proposta dal Consiglio diret- rono il Passo d'Avio e terminarono a Mu,
tivo, ovvero potrà essere presentata alla con il pranzo di chiusura. Alcuni soci sali-
Presidenza del Club fìnnata da almeno un rono ali' Adamello, alla Cima di Prcmas-
quinto dei Delegati, e dovr:\ essere de- sone, alla Cima di Plem, al Castelletto e
liberata nell'Assemblea dei medesimi, e al Corno delle Granate
non sarà adottata se non avrà ottenuto la Contemporaneamente al Congresso vcn-
maggioranza dci due terzi dci votanti >. 11e tenuta, nel salone dcl Palazzo ller-
Con questa proposta l'intero Statuto gnani, l'Assemblea ordinaria dei delegati;
veniva approvato e con apposita scheda questi era.no 28 e 14 i sostitut i; in tolto rap-
veniva sottoposto al referendum dci soci; presentavano 16 sezioni.
la scheda veniva spedi ta, con la IHi:.ista Fra i lavori sezionali: la nuova carta
Mensile di febbraio, perché i soci potes- del Gru ppo del Gran Paradiso a cui sta-
sero rispondere, entro il 10 maggio. Tutti vano attendendo, a mezzo di speciale
gli articoli dello Statuto, meno il 2.5, otten- Commissione, le Sezioni di Torino e di
nero l'approvazione di gran lunga supe- Aosta; la mulattiera da Beuli per il Passo
riore ai due terò dei votanti; sull'articolo 25 d'Arbola fatta tracciare dalla sezione di
votarono il SI 761 soci, per il NO 808, e Domodossola; il restauro della mulattie-
perciò detto articolo venne ritenuto come ra delta Mologna Piccola, il semenzaio di
non approvato Pollone e il soprastante piantonaio della
La statistica dei soci al 30 giugno por- Sezione di Biella ; l'ampliamento della ca-
tava queste cifre: 12 onorari, 172 perpetui, panna llaitonc e i segnavia in diverse lo-
4444 ordinari, 539 aggregati; in totale 5167 calità della sezione di Brescia; l'amplia-
suddi\'isì in 34 sezioni mento del rifugio di Campogrosso e la
li XXXII Congresso venne organ izza- organìz1..azio11e di un servizio di guide in
lo dalla sezione di Brescia ed ebbe il suo Val Leogra, dcll'Agno e dell'Astico della
svolgimento dal 31 agosto al 7 settembre. Sezione di Schio; il rimboschimento dcl
Per il compito che si proponeva, per l'am- i\ lonle Purito della sezione di Bergamo;
biente in cui si svolgeva e per gli episodi il rifugio al Passo della Focolaccia nelle
svariatissimi che vi si intrecciarono, assun- Alpi Apuane della sezione Ligure; l'An-
se una caratteristica affatto speciale, per- nuario della sezione di i\ l ilano; il nuovo
ché, rimessa la parte accademica alle assem- rifugio Vaccarone della Sezione di Torino.
blee uflìciali e alle pubblicazioni del Club, Il ~linistero deirAgricoltura 1nduslria
prese l'aspetto di convegno e di escursio11e e Commercio, giustamenle apprezzando i
fra i monti. Vi parteciparono 150 alpinisti servigi che poteva rendere alla scienza il
ed erano rappresentate la Società Alpina nuovo osservatorio annesso alla Capanna
friulana, la Soc. Alpina delle Giulie, la So- Regina Margherita, accordava un ulterio-
cietà degli Alpinisti Tridentini e il Club Al- re concorso di L. 2.000 per la completa

H>2
PR1Mo sol.E ::;u1 PE111ADES, dal Col des
Cr.mdcs Jorasscs
(FIJlocolorc di P. Saw)
attuazione del relativo progetto d'amplia- Genova, Cremona, Messina e più segna-
mento. Poiché si erano così raccolti i fon- tamente in quelle di Valtellina, Bologna,
di necessari al compimento dell'opera si Brescia, Genova e Aosta.
dava mano alla progettata aggiunta di altre L'attività, sempre commendevole, del-
due camere all'edifizio. la. maggior parte delle sezioni, riusciva ad
aumentare ogn i anno il patrimon io socia-
1902. Nella Assemblea dei delegat i. le di opere variamente utili all'alpinismo
del 29 dicembre 1901, tenutasi presso la e ai suoi scopi. La sezione Ligure iniziava
sede del Club, si gettavano le basi per lo gli studi per un nuovo rifugio nelle Alpi
svolgimento dell'attività dell'anno e si prov- ~farittime e dava un forte impulso alla
vedeva alle modifiche del regolamento ge- benefica e umanitaria istituzione delle Co-
nerale in relazione alle approvate modi- lonie Alpine Genovesi, di cui essa aveva
ficazioni dello Statuto. già, con i propri mC'.lZi, gettato le prime
Nella seduta consiliare del 18 maggio basi e dato il provvido esempio. Per cura
si ftccordò, un sussidio di L. 100 alla So- della sezione di Torino veniva aperta una
cietà degli Alpinisti Trentini per i danni nuova sa la nella Vedetta alpina al Mont~
dell'incendio di Fiera di Primiero e si diede dei Cappuccini, vi erano arricchite le col-
mandato di fiducia al Presidente per con- lezioni e continuate le opere d' impian-
durre a tennine l'ampliamento della ca- to del giardino alpino; si completava l'ar-
panna Hegina Margherita redamento del rifugio Vaccarone e si ese-
Nella relazione letta all'Assemblea dei guivano restauri ai rifugi della Cura, Ca-
delegati, tenutasi a Napoli, si affennava staldi e Torino. La Sezione di Milano con-
che al continuato miglioramento della con- tinuava la pubblicazione del suo Annuario
dizione finanziaria faceva necessario riscon- e apriva una ben riuscita esposizione fo-
tro l'incremento numerico. Parrebbe quasi togra{icCI e, per onorare la memoria del va-
che il Club avesse su questa via adottato loroso Carlo Magnaghi, fondava una prov-
il savio precetto festirw le11te, che se inter- vida istituzione, recante il suo nome, a fa-
d iva i passi da gigante, evitava per contro vore delle guide e dei portatori delle se-
i pericoli di subitanee cadute e assicurava zioni lombarde. Nuovi ausiliari dell'alpi-
un progresso costante. Superate infatti le nismo, tanto presso la Sezione di Torino
incertezze inevitabili dei primi passi, e quanto presso quella di Milano, furono
tolte pochissime soste successive, il Club la costituzione degli Ski Club, composti
AJpino Italiano aveva quasi ogni anno un di soci del C.A.1. Sull' ottimo esempio del-
aumento più o meno notevole di inscritti; la Sezione Verbano, la Sezione di Ber-
che oramai da molti anni si presentava gamo prowcdeva a lavori di rimboschi-
senza soluzione di continuità ed era di mento sul Monte l)urito e suU' Albenza
circa 240 soci, dal 30 giugno 1901, giacché Il rifugio Telegrafo sul Monte Baldo ve-
da 5167 quanti erano allora, erano saliti niva migliorato dalla sezione di Verona, la
oltre 5400. li numero delle Sezioni si con- quale eseguiva inoltre segnalazioni di sen-
serva invece da qualche tempo invariato tieri. La Sezione di Vicenza compiva una
in quello di 34 opera altamente commendevole con la
L'aumento degli inscritt i fu notevole pubblicazione di una carta e bibliografia
nelle quattordici sezioni di Torino, Aosta, geologica della provincia. La sezione di
Varallo, Biella, Bergamo, Valtellina, Mi- Biella pubblicava una bella carta a colo-
lano, Verbano, Bologna, Brescia, Verona, ri del suo circondario, compilata dal dott.

193
Giovanni De Agostini. La sezione <li Ve- la nostra istituzione. Volle di questi sen-
nezia corredava il suo rifugio al Pelmo di timent i dare prova con l'offrire al C.A.I.
alcuni strumenti meteorologici, con i qua- parecch i strumenti scientifici di cospicuo
li si poteva ottenere una serie di utili os- valore, che appartennero alla spedizione
servazioni. Quella di Firenze propugnava polare, perché fossero destinata alla sta-
gli interessi forestali dell'Appennino e de- zione metercologica della capanna Regina
liberava la costituzione di una Stazione Margherita, della quale egli con entusia-
alpina in Prato. Le Sezioni di Bologna, Li- smo aiutò la costruzione. Uguale medaglia
vorno e Firenze concorrevano alla ricostru- d'oro fu rimessa al capitano Umberto Ca-
zione del rifugio al Lago Scalfaiolo, ap- gni valentissimo cooperatore del Duca,
pena inaugurato, per cura di alcuni cuti- mentre rimanevano da consegnare le me-
glianesì, che lo dedicarono al Duca degli daglie d'argento conferite alle quattro gui-
Abruzzi. de di Counnayeur che furono loro com-
Un nuovo ampio ricovero veniva co- pagn i nella spedizione.
struito e inaugurato da lla Sezione di Va- A compimento dei ragguagli degli at-
rallo suUe rocce della Parrot del Mon te Ho- ti più notevoli restavano da aggiungere
sa, ad un'altitudine dl circa 3400 metri, in quell i relativi alla capanna Begina Marghe-
modo da servire all'ascensione per il fì anco rita e al rifugio Quint ino Sella al Monviso.
meridionale, prospiciente la Val Sesia. Quanto alla prima, il secondo suo amplia-
Numerose e important i furono anche in mento era compiuto e perciò l'intero fab-
questo periodo le escursioni sociali e sco- bricato, eretto in modo pienamen te con-
lastiche, delle sezioni di Torino, Milano, forme al relativo progetto, constava di 7
Corno, Biella, Bologna, Verona, Genova, camere e di un terrazzo. Secondo gli ac-
Homa, li.·lonza, Brescia, Bergamo, Domo- corclj presi con il Comitato per l'Osserva-
dossola, Vicenza e Varallo. torio, tre camere ven ivano destinate ad uso
li rifugfo Torino al Colle del Gigante di gabinetti scien tifici per la fisiologia, la
ospitò 313 alpinisti, la capanna Regina meteorologia, la fisica terrestre ed altre
Margherita 89, il rifugio Telegrafo al Monte scienze affin i; una serviva da donnilorio
Baldo 131 e il rifugio Genova 38; furono per gli studiosi, due erano riservate per gli
55 gli intervenuti all'inaugurazione del ri- alpinisti e l"ultima serviva di cucina e di-
covero Aronte, costruito dalla Sezione Li- mora per il personale di servizio. Sem-
gure nelle Alpi Apuane. brava che con tale ampiezza e disposizione
Al He fu rimessa la targa in bronzo l'attuale edificio potesse soddisfare con-
deliberata dall'Assem blea dei delegati, venientemente tutte le discrete esigenze
quale diploma della sua carica di Presi- dell'alpinismo e della scienza, insieme as-
dente onorario; ed egli si compiacque di sociati, giusta la sua doppia destinazione.
gradire questo nuovo omaggio del C.A.L Alla suppellcltile scient ifica provvide in
Al Duca degli Abrnzzi venne consegnata buona parte la munificenza del Duca de-
la merlriglia d'oro, ro n r 11 i si volli:! :i.UP.- gli Abrnzzi, il rl'sto veniva forn ito dai com-
stare l'ammirazione degli alpinisti italia- potenti membri del Comitato, con i fondi
ni per l'esito glorioso della sua arditissima appositamente messi a loro disposizione,
spedizione polare; e il Duca, nel gradire nella complessiva somma di L. 7.000, dai
l'omaggio, si compiacque di rinnovare la due Ministeri della Agricoltura e della
espressione dei suoi sentimenti e il sempre Istruzione Pubblica.
vivo interesse e la profonda simpatia per In esecuzione della deliberazione del-

194
l'Assemblea dei Delegati del 29 dicembre Giacomo Rey e Lamberto Dolfin a consi·
1901 in merito al rifugio Quintino Sella, glieri; a revisore dei conti Basilio Bona,
al Monviso, una Commissione studiò dove Enrico Ghisi e Alessandro Sciorelli.
e come si poteva erigere, su quella classica Veniva acclamato socio onorario Georg
montagna, un rifugio, che meglio dell'at· Yeld, redattore deffAlpine Joumal, collabo--
tuale rispondesse all'importanza e ai biso. ratore con il reverendo Coolidge alle Clim·
gni di quella località e riescisse monumen· ber's Guide e illustratore delle montagne
to più adeguato ali' altezza del nome e della di Cogne e delle Valli dell'Orco e di Lanzo,
memoria che con esso si volevano onorare. verso le quali richiamò l'attenzione dci
L'l statistica dei soci al 30 giugno 1902 suoi connazionali.
portava in totale 5333 inscritti, così sud· Nell'Assemblea ordinaria dei Delegati
divisi: 12 onorari, 175 perpetui, 4583 or· tenutasi il 27 dicembre in Torino, alla pre·
dinari e 563 aggregati. Frn le sezioni era· senza di 59 Delegati rappresentanti 20 se-
no in testa per numero di aderenti Mila· zioni, ven iva mod ificato l'articolo 8 del re-
no con 870, Torino con 837, Ligure con golamento per la Cassa cl i soccorso alle
5 L8, Brescia con 347, Homa con 221, Mon· guide e portatori, portando il concorso
<'~'\ con 218 e Varallo con 209; seguivano della Sede cen trale a 2/3 del premio di
staccate Como, Biella, Venezia, Lecco, assicurazione, e veniva nominato Vittorio
Bergamo, Aosta, Verbano, Firenze, BolO. Sella a socio onorario per avere contri·
gna, e poi tutte le altre con meno di 100 buito agli scopi clcll'istituzione con J'irn.
soci. mcnso e splendido materiale illustrativo,
Il Congresso ebbe il suo svolgimento dedicato non soltanto alla catena alpina,
a Napoli dal 10 al 17 settembre. I parte· ma anche alle montagne di altri continenti.
cipanti furono 170, ma la massa dei con. Nell'Assemblea dci Delegati tenutasi
gressisti si mantenne cosp icua e poco va. in Aosta il l" settembre a.Ila presenza 'di 34
riata in tulte le fasi del programma. Le Delegati e di 23 sostituti, rappresentant i
gite ebbero come meta la Solfatara, l'An· fra tutti 18 sezioni, si discusse a lungo
fiteatro e il Tempio di Serapide a Pozzuoli, sulla costruzione del nuovo rifugio Quinti·
Monte Nuovo, Lago Fusaro, Baia, Proci· no Sella al Monviso. Messa in votazione la
da, la salita al Monte Epornco, la traver· conclusione del relatore Valbusa, accetta·
sata da Ischia a Capri, al Monte Solaro e ta dal Consiglio direttivo, !"Assemblea au·
al Salto di Tiberio, la traversata a Sorren· torizzava a disporre di L. 20.000 per la pri-
to con visita alla Crotta Azzurra. Segui· ma indispensabile spesa di costruzione.
rono ancora le gite a Faito e a Sant'An· Fu cura della Sezione di Milano ter:mi-
gelo a Tre Pizzi, la visita degli scavi di nare i lavori alla capanna Ceci lia e, con·
Pompei e la salita notturna al Vesuvio. sociata a.Ila Sezione di Sondrio, iniziare la
compilazione di una Guida t1fpi11istica del-
1903. La seconda Assemblea ordinaria la Valtelli1w. Per opera della Sezione Val·
dei DelPg~iti , ri11nita in Napoli in occasione tellinese si stava costruendo un nuovo rifu-
del Congresso, gettava le basi I' 11 set tem· gio in Val Forame dal quale si poteva salire
bre 1002 per l'attività del 1903, approvando alla vetta del Pizzo Scalino. Erano degni di
il bilancio preventivo, che si chiudeva con menzione gli Annuari della Sezione di Mila-
L. 41.908 in entrata e in uscita, cd eleggen· no e di Como e il Bollettino trimestrale del·
do alle cariche sociali: Crober a presidente; la Sezione di Napoli, la Guida ilf11Strata de/,.
Gasilio Calderin i, Francesco Antoniotti, la Valle tlAosta, magnifico volume redat·

195
to da Carlo Reynaudi pe r conto della Se· ze ben si pu~ dire con la frase somma·
zione di Aosta; la Cuidll di Brescia arti- mente sintelica ed espressiva, e tanto no-
stica, compilata da Arnaldo Cnaga, edita mini nullum par elogium .. . Dominatore
dalla Sezione di Brescia; la C11idt1 di Lecco intrepido e infaticabile delle più ardue
e suo territorio, pubblicata da Edoardo cime, illustratore diligente e sludioso dei
Brnsoni sotto gli auspici delle Sezioni di nostri principali gruppi di montagne, com·
Como e di Lecco. pilatore scrupoloso e preciso delle miglio-
Dalla Sezione di Varallo veniva com- ri Guide alpine, narratore di avvenimen-
pletato l'arredamento della nuova capan· ti e di memorie storiche, relative sopr:tt·
na Valsesia e da quelle di Lecco e di i\fon. tutto agli elevat i passi attra\'erso le Alpi
za venivano eseguite segnalazioni di sen· occidentali, scrittore elegante di numero-
tieri nelle Prealpi Comasche e Lecchesi. La si articoli svariatissim i per le pubblicazio-
Sezione di Verona esegu iva alcune opere di ni sociali, fu eccellente e rifu lse in ogni
completamento al rifugio Telegrafo, trac- campo della sua attività, da trent'anni
ciava nuove segnalazioni nel territorio del consacrata con intelletto d'amore alla cau·
suo distretto e attendeva alla compilazione sa dei monti e del C.A.L
di una Guida dei Lessini veronesi. La co-- La statistica dei soci al 30 giugno cfa.
struzione di un nuovo rifugio in Val Sa· va un totale di 5358, costituito da 12 soci
Jarno veniva deliberata dalla Sezione di onorari, 182 perpetui, 4625 ordinari e 539
Brescia. aggregati.
li XXXIV Congresso si svolse dal 30 ago--
sto al 6 settembre presso la Sezione di 1904. l n Torino, il 27 dicembre 1903,
Aosta. Cli inscritti furono 230: dopo il veniva convocata l'Assemblea dei Delegati.
ricevimento nel Palazzo i\l unicipalc, intra- I Delegati, in numero di 59 e i 7 sostituti,
presero il viaggio in vettura per Courma- rappresentavano 20 sezioni.
yeur, dove ebbero luogo il pranzo, la fìac· li X.XXV Congresso si svolgeva dal
colata e la inaugurazione dcl monumento 31 agosto al 4 settembre presso la Sezio-
a Felice O\lier. Ritornati ad Aosta, i con· ne di Torino; gli inscritti furono 350. Dopo
gressisti assistettero all'inaugurazione del il pranzo al Museo dei Cappuccini segui·
monumento a Umberto 1, ascoltarono il va la gita a Lanzo e a Balme e la salita
discorso del presidente Crober e poi si al rifugio Castaldi, dal quale gli alpini-
portarono ali' Ospizio del Gran San Ber· sti si spinsero alla Ciamarella, all'Alba·
nardo, percorrendo il tronco finale della ron di Savoia, al Lago della Rossa e per
nuova strada carrozzabile. Dal Gran San il Colle d'Arnas ad Avérole e Bessans;
Bernardo si recarono a By per il Colle di passando da Lanslebourg rientrarono in
i\lenouve. Un gruppo per il Col Faudery Italia per il Moncenisio, dove veniva in di·
scese ad Oyace, Bionaz e Prarayè; un altro scussione l'assegnazione di una pensio!"le
gruppo per il Col Fenèlre e il Mont Avril annua alle guide esonerate per età dal sei··
raggiungeva la Cabane de Chanrion e da vizio, ma veniva riten uta d i difficile attua-
questa si portava -a Prarayè. L'ultimo giomo zione; si facevano voti perché il C.A.L
fu dedicato alla salita al Colle di Valcour· proseguisse gli studi sui ghiacciai. Con
nera, donde discesero al Ciomein per il fanfare e bandiere si portarono al Crand-
pranzo di chiusura. Hotel, dove ebbe luogo il pranzo soci.'.\le
Dolorosissima fu la perdita di Luigi offerto dalla Sezione di Torino, indi d i·
Vaccarone; di lui e delle sue benemeren- scesero a Susa per il pranzo di chiusura.

196
I Durante l'Assemblea dei Delegat i si tori. Notevole successo ebbe Giulio Rev,
approvava il bilancio consunt ivo, che chiu- forbito ed elegante scrittore come era f0r-
deva con un'entrata di L. 43.711,90 e una te e provetto alpinista, per quel gioiello
uscita di L. 42.876,52 e si crit icava la reda- di libro sul Monte Cervino, in cu i seppe
zione della Rivista Mensile; la relazione raccogliere tanti tesori di tradizione, di
della Presidenza era divisa in due parti: la storia, d'arte e di poesia, e condensare
prima comprendeva in sommario gli avve- tanta essenza di pensiero, di entusiasmo
nimenti dell'anno; la seconda su nteggiava e di sentimento per l'alta mon tagna, da
l'andamento dcl Club duran te l'ultimo de- elevare questo volume all'altezza dci mi-
cennio. gliori che siansi mai scritti sulle Alpi, non
J soci che erano 5400 si portavano a solo da noi, ma in ogni paese.
5490; ritornò il primato alla Sezione di To- Il nuovo rifugio Quintino Sella stava
rino con 892 inscritti, seguita a breve di- sorgendo al Monviso; l'appalto venne fat-
stanza dalla Sezione di Milano con 872; to a corpo per L. 14.6.50, esclusi i lavori
vCnivano poi le sezioni Ligure, Brescia, Ro- di scavo e la corrispondente muratura a
ma, Aosta, Varnllo, iMonza, Bergamo, Co- livello ciel piano terreno, ed esclusa la for-
mo, Biella, Venczin, Lecco, Verona, Ver- nitura delle piastrelle di amianto per la
bano e Bologna e le altre 15 con un numero copertura del tetto.
di soci inferiori al centinaio. Quale dovesse essere il programma
Fra i più importanti lavori sezionali per l'avven ire così scriveva il presidente .
compiuti. teneva il primato la monografia Antonio Crober:
delle Valli di Lanzo, condotta a termine e Io penso che esso debba, nella sua es-
dalla Sezione di Torino che ne aveva fatto senza cont inuare immutato quale sta scrit-
generoso dono ai partecipanti al Congresso. to nell'articolo primo del nostro Statulo
Sempre pili numerose escursion i so- sociale. Quand'anche le nostre Alpi pili
ciali e scolastiche venivano effettuate d::i.1- non presentino le voluttuose attrattive del-
la massima parte delle sezioni; e fra esse le punte vergin i, esse rimarranno sempre
particolannente interessante fu quella del- inesauribili dispensatrici delle gioie più
le Sezioni di ~fonza e di Varallo alla Pun· pure e serene, campo infinito d'azione
ta Cnifetti del Monte Rosa. Alle segnab- per tutte le migliori energie, fonte peren-
;doni dei sen tieri di montagna attesero con ne di salute fìsiea e morale, di sapere e di
lodevole sollecitudine la Sezione di Monza diletto, per tutte le generazioni, che si suc-
nelle Crigne e la Sezione di Verona su i cederanno nella serie dei secoli. Le sai·
monti del suo distretto. La Sezione d i Son- gano i giovani, per ritrarne vigorìa di cor-
drio inaugurava il nuovo rifugio in Val Fon- po e d'animo, le percorrano gli uomini ma-
tana declicandolo ad Anton io Cedema, alla turi, per ritemprare la for/.e, le scnitino
cu i opera generosa era dovuta la costm- gli scienziati per iscoprirvi le più antiche
zione; della Sezione Ligure fu una bella leggi che goveniano il creato, le illustrino
mostra di fotografie alpine. gli artisti e le cantino i poeti, inspirando-
Le diffì coltà che di quando in quando si al sublime cantico dell'alta natura. li di-
sorgevano per la pubblicazione annuale lettoso monte sarà sempre, per tutti gli
del Bollettino, insite in parte nella natura spiriti aperti al senso del bello e del buono
degli scritti che gli ven ivano destinati, in- "principio a cagion di h•tta gioia" t.
ducevano a tentare l'esperimento di as- E aggiungeva: e Nuovo oggetlo di no-
segnare un adeguato compenso agli scrit- stre premure, e soprattutto di utile propa-

197
ganda, dovrebbe essere omiai anche l'aper- schi l'opportuni tà di migliorare il vestia-
tura di stazioni alpine invernali in ri.uei no- rio e lequipaggiamento delle truppe al-
stri paesi di montagna che siano situati pine; il proponente era disposto a con-
nelle migliori condizioni di clima e di ac- correre anche, con una cospicua somma,
cesso, su ll'esempio di quelle che già nu- nelle spese occorrent i a tale intento. T.e
merose fioriscono nella vici11 a Svizzera. A gite puntarono verso Falcade, San Pelle-
tale effetto possono giovare le escursioni grino, rifugio Taramelli, Pozza e il Pas-
invernali più frequenti e gioverà certa- so del Pordoi; dal Pordoi i cong ressi~ti
mente la diffusione del geniale esercizio si portarono a Fe<laia e per i Serrai di Sot-
dello sci, che sta mettendo Targhe radici toguda discesero a Roccapietore, risaliro-
anche fra noi. Un tentativo, in così fatto no a Selva di Cadore, scavalcarono il Pas-
senso, ben diretto e da noi favorito in so Giau e da Cort ina, per Misurina e la
ogni modo opportuno, dovrebbe riuscire Forcella Grande, toccarono il rifugio San
a buon successo; e se ne otterrebbe nuovo Marco e raggiungevano Borea, Pieve di
beneficio per i monti e per i loro frequP.n- Cadore e Belluno, dove veniva consumato
tatori. Jmperocché anche quando la copre il pranzo di ch iusura.
una densa coltre di neve invernale, la mon- In occasione del Congresso veniva te-
tagna prodiga i suoi incanti di bellezza e nuta l'Assemblea ordinaria dei Delegati,
i suoi tesori di salute. Così col progred ire durante la quale si approvava il bilancio
della nostra istituzione, il suo programma consuntivo cl1e si chiudeva con un'entra-
anziché esaurirsi o restringersi, diventa o- ta di L. 45.179,05 e una spesa di lire
gnora più vasto e comprensivo, come sem- 46.712,03; si leggeva la relazione sull'an-
pre più si allarga l'orizzonte, di mano in damento del Club, in cui era detto che il
mano che si sale più in alto; ed è program- conto dell'esercizio, al pari dei precedenti,
ma degno di una gioventù libera e forte, si era svolto in condizioni nonnali e sod-
colta e civile, quale voi egregiamente rap- disfacenti, rappresentando un notevole au-
presentate o giovani colleghi, voi, che noi mento in entrata e lasciando al bilancio
veterani, dalla nostra modesta posizione au- un cospicuo fondo di cassa, con il quale
siliaria, miriamo giubilando salire con nobi- si riusciva a saldare tutte le forti spese per
le ardore l'erta faticosa e lottare virilmente il nuovo rifugio Quintino Sella al ~fonvi­
contro le difficoltà dell'ardua salita e rag- so, nonché quelle per il Bolletli110, se1m1
,g-iungere, ansanti d'entusiasmo, più che di ricorrere a mezzi straordinari.
fat ica, i vertici supremi, su i quali stanno, Per la nobile e coraggiosa iniziativa
degno premio ai trionfatori, le pure e sere- di Angelo Mosso sorgeva al Col d'Olen
ne visioni delle pili alte idealità umane • · una nuova opera scicnlifìca-alpina, mercé
il largo concorso del Governo e cli cn li
1905. Si gettavano le basi dell'attività nazionali e stranieri; la Sezione di Milano
del 1905 nell'Assemblea ordinaria dci De- recò il suo concorso con L. 5.000 creando
legati tenutasi a Torino il 18 dicembre un posto di studio consacrato alla memo-
1904, alla presenza dci rappresentanti di ria di Casati e Facctti; si stimò che in una
15 sezion i. opera cli tanta importanza scien tifica fosse
Il XXXVI Congresso aveva. luogo dal doveroso anche il concorso della Sede cen-
4 al IO settembre, organizzato clal\a Sezio- trale, che venne nella determinazione cli
ne di Venezia. Gli inscritti furono 340; contribuire con altre L. 5.000, assicurando
veniva proposta dal delegato Luigi Brio- al Club un secondo posto di studio a sua

198
disposizione. Fu questo un altro omaggio sezioni lombarde, e sempre con gli stessi
che l'alpinismo recava alla scienza, un no- fini presso la Sezione di Sondrio. Così fatti
vello tratto d'unione fecondo fra scienza convegni, come i consorzi fra sezioni per
e alpinismo, insieme cooperant i all'umano oggetti detcnninati di interesse comune,
progresso. rispondevano a particolari esigenze di or-
Fra i lavori sezionali più importanti te- dine regionale, con risultati assai utili, così
nevano un posto cospicuo il rifugio al Col- nell'interesse speciale delle sezioni, come
dai della Sezione di Venezia e il rifugio per quello generale del C.A.I.
che la Sezione di Monza stava costruendo A'ltra animosa istituzione sorgeva nel
sopra l'Alpe di Moncodeno. La Sezione Li- seno dell'associazione, per iniziativa e opera
gure continuava la pubblicazione del suo di parecchi fra i pili valenti ed esperti soci;
annuario e, per festeggiare il 25° della sua quella cioè che, su ll'esempio di simil i socie-
esistenza, pubblicava la Guida delle Alpi tà alpine sorte recentemente all'estero, ve-
Ap1wne, curata da Bozano, Questa e Ro- niva chiamata Club Alpino Accademico
vereto. La Sezione di Bergamo riprende- Italiano.
va essa pure la pubblicazione del ~uo An- La Ri vista continuava nella sua natu-
nuario e con intento altamente educativo rale tendenza ad assumere propor.I.ioni
teneva una festa degli alberi a San Fer- sempre maggiori, a scapito del Bollettino,
mo, ridente luogo delle sue Prealpi. Dalla il quale tuttavia otteneva uno sviluppo
Sezione di Biella veniva restaurato il rifu- che non ebbe mai e che si doveva so-
gio Rosazza e appaltati i lavori per la co-
struzione di una nuova capanna al Lys-
kamm, essendo I' a11tica, quivi esistente
da 22 anni, onnai fuori uso. Al novero
già grande dei nostri ricoveri si aggiun-
geva quello costruito sul Colle del Piccolo
Altare, fra Rima e Macugnaga, da Giulio
Axerio e da lui donato alla Sezione di Va-
rallo.
Le ricerche speleologiche, già sussidia-
te dal nostro Club, formarono un nuovo
interessante oggetto di lavoro e di studio di
alcune sezioni; alla Società Speleologica di
Bologna e ai Circoli Friulano e Bresciano,
che già da tempo attendevano co11 soddi-
sfacenti risultati a tale genere di indagini,
stava per unirsi una nuova associazione,
con pari intento, sorta in seno alla Sezione
di Roma.
La Sezione di Brescia indiceva un con-
vegno intersezionale, specialmente fra le
consorelle lombarde e venete, al fine di
trattare argomenti di comune interesse;
al medesimo intento si teneva presso quel-
la di Milano un secondo convegno delle w. A. B. Coo/;dgc

199
prattutto alla completa illustrazione d~i valli alpine: al riguardo veniva approvato
cento rifugi; illustrazione che, per merito un ordine del giorno.
di Agostino Ferrari e di parecchi suoi bra- Il pranzo sociale veniva consumato
vi collaboratori, costituiva un pregio sin- all'Hotel Corso con un seguito di discorsi
golare di questo grosso e importante vo- e di brind isi. li giorno dopo cominciarono
lume. le gite con meta la Valtellina ; da Chiesa
Fra le pubblicazioni si segnalava il ma- i congressisti salirono al Lago Palù, al Pas-
gni fi co volume / osins Simlcr et les origines so del i\·lurctto e discesero al i\laloia, quin-
de falpi11isme ;usq'e11 1600, di W. A. B. di proseguirono per Saint Moritz e pe1
Coolidge, socio onorario del C.A.I. ; con la Muottas Muraigl, si calarono su Pontre-
traduzione di Alpib11s Commer1tari11s che, sina e per il Passo dcl Bernina raggiunge-
pubblicato a Zurigo nel 1574 da Josias vano Posc11iavo e Tirano, dove ebbe luo-
Simler, fu il primo libro che trattasse in go il consueto pranzo di chiusura
modo speciale delle Alpi; conteneva un Il pres idente Crobcr leggeva al Con-
ricco e prezioso corredo di documenti e gresso la sua relazione sull'andamento del
di note e così formava un'opera storica Club. Della condizione finan zia ria era spec-
grandiosa, veramente degna del suo illu- chio fedele il conto dell'esericzio che si
stre autore. presentava con un'ent rata effettiva supe-
riore a quella dello scorso anno.
Sebbene da IO ann i l'aumento dci so-
1906. Approvato il bilancio preventivo ci fosse continuo, tuttavia esso fu così len-
con Lire 43.357 in e ntrata e in uscita, du- to da rendere applicabile per questo ri-
rante l'Assemblea dei Delegati, tenutasi gua rdo al nostro Club il festi11a lente; nel-
a Torino il J 7 dicembre 1905 si riconfer- l'anno i soci salivano da 5600 a più di
mava a presidente Antonio Crober, malgra- 6200 con un aumento di oltre 6 centinaia.
do avesse manifestato desiderio di rinuncia. Bisognava risalire al 1875 per trovare un
TI XXXVII Congresso veniva organiz- aumento annuo così forte, d ovuto .;opra ttut-
zato dalla Sezione di ~<filano e aveva il suo to al note,,oJe incremento che ottennero
svolgimen to d al 3 all'S settembre; i con- le Sezioni di Torino, i\lilano e Monza e alla
gressisti furono 290, l'adunanza si tenne costituzione di tre nuove sezion i in Varese,
nel salone della Villa Reale. Luigi Brioschi, Cuneo e Jesi. Le sezioni erano in numero
presidente della sezione, lesse la sua rela- di 36, su tutte teneva il primato la Sezione
zione sulla costituzione del « plotone gri- di Torino che fes teggiava il suo millesimo
gio• degli alpini, dovuto alla sua iniziativa socio; la Sezione di Milano ne an noverava
e vestito a sue spese con l'approvazione 978, terza era la Ligure. quarta Brescia,
dell'autorità militare; ne spiegava le ragio- quinta la giovane e vigorosa Sezione di
ni e affenriava che il colore della nuova Monza e via via le sezioni di Varallo, Aosta,
divisa rendeva meno visibile il soldato Roma, Ven ez ia, Como, Biella, Verona, Bo-
sullo sfondo del terreno di montagna logna, Varese e Verbano; tutte le altre con-
Venivano da altri esposte le difficoltà tavano un numero inferiore al centinaio
con cui le autorità militari ostacolavano Per cura della Sezione di Monz..'l veni-
l'esercizio dell'alpinismo e lo studio dei vano opportunamente rinnovate le segna-
mon ti, con il proibire la vendita di certe lazioni al Rcsegone, all:i. Crig;na, al Monte
carte dell' [stituto Ceogralìco \ofilitare e Muggio e inaugurata la capanna Monza
l'uso di macchine fotografiche in molte con il relativo sentiero d'accesso; veniva

200
costituita la Stazione universitaria con un
gruppo speciale di soci, a quota ridotta,
composto di stud enti delle Università ita-
liane e degli altri istituti equiparati; isti-
tuzione che subito acquistava favore e
dimostrava la sua vita lità vigorosa con un
ben riuscito congresso internazionale alpi-
nistico studentesco, svoltosi a ~'1ilano con
una gita al Sempione e con una settimana
alpin istica in Cadore. La Sezione di Torino
indiceva una ter.la mostra cli panorami e
fotografie cli montagna, concorreva alla co-
sti tuzione della società per gli sport inver-
nali, provvedeva all'ampliamento dcl ri-
fu gio Torino, alla pubblicazione della ter-
za edizione della C11fd(/ delle Alpi Occiden-
/(lli di CiO\'anni Bobba e al miglioramento
della vedetta al Monte dei Cappuccini. La
Sezione di Aosta deliberava la costruzione
di un rifugio in Valpelline presso il Gh iac- Abate Amedeo Conci
ciaio di Tsa de Tsan; quella di Schio miglio- Veccd1110 11el 1907; feu Vorte della comllit'O
rava il rifugio di Campogrosso, riattava sen- clie ui11J>e il Cerllf110 dol llCl"$c111la italia110.

tieri, moltiplicava le segnalazioni e provve-


deva alla pubblicazione di una carta topo-
grafì ca locale. 1907. L'assemblea ordinaria dei beie-
La Stazione in vernale alpina di Oub, la gati, fu tenuta a Torino il 30 dicembre
prima in Italia, veniva solennemente inau- 1906; 67 Delegati rappresentavano 19 se-
gu rata il 6 genna io, con notevole concorso zioni.
di soci e con l'intervento di una compagnia All'ordine del giorno vi era la pro-
di alpini, la quale diede buona prova del posta delle sezioni di Monza e di Roma per
progresso ottenuto nell'uso degli sci. Tn la creazione di un ufficio di redazione con
febbraio veniva tenuto un corso di istm- personale rimunerato per la pubblicazione
zione sciistica da un rinomato sciatore nor- periodica cli annuari, guide e carte. Venne
vegese, con la pnrtecipazione di numerosi approvato un ordine ciel giorno con cuj si
soci e quindici ufficiali alpini. Le riunioni stabiliva la pubblicazione del Holletti110 e
e gli esercizi sportivi di vario genere si di una C11idfl ogni due anni, con la collt1-
succedettero poi più frequentemente, ac- borazione di una o più sezioni
quistando sempre più lt1rgo favore e molti- Il XXXVIII Congresso, p resso la Se-
plicando il numero degli aderenti; tanto zione di Vnrallo, si svolgeva dal 1° al 17
che sin d'allora si poteva ritenere nssicuato settembre; sopra 195 inscritti, 120 parte-
l'avvenire di qucstn prima stazione inver- ciparono a tutte le giornate del Congres-
nnlc e se ne traeva argomento a sperare so che aveva in programma il solito pran-
che anche in nitre località propizie, non zo inaugurale, una gita a Boccioleto per
lontano dalle città popolose, venisse presto Fobello e il Pizzo della Tracciora e ad
imitato il lodevole esempio Alagna per Ca' di Janzo. Da Alagna i con-

201
gressisti salirono al Col d'Olen e alla ca- coglimento della domanda, la quale ebbe
panna Gnifetti, e da questa alla Punta Gni- di nuovo risposta negativa. Fortuna mi-
fetti. Nel teatro di Alagna, il 4 settembre, gliore secondava invece le domande di
veniva letta la relazione presidenziale sullo maggiori agevolazioni per i viaggi sui pi-
andamento del Club. roscafi del Lago Maggiore, del Lago di
11 conto dell'ultimo esercizio finanzia- Como, del Lago d'Iseo e del Lago di Carda.
rio, con un aumento di oltre 5.000 lire al- La pubblicazione di nuove carte e di
l'entrata e con un avanzo di L. 3.000, atte- nuove guide più precise e più particola-
stava la costante regolarità dell'ammini- reggiate doveva fonnare , diceva il Presi-
strazione sociale, sia presso la Sede centra- dente generale nella sua relazione, una del-
le, sia presso le singole sezioni. li ragguar- le cure precipue del sodalizio, poiché ormai
devole aumento di soci dell'anno 1906 non poteva dirsi assicurato e raccolto tutto il
fu effimero e nominale, ma reale e consi- materiale occorrente per fornire opere di
stente: infatti l'lella statistica dcl 30 giu- tal genere prossime -alla perfezione, sia per
gno 1906 il numero dei soci era di 6081, in una esatta riproduzione dci singoli luoghi,
quella del 30 giugno 1907 di 6279; le se- sia per un'adeguata loro illustrazione.
zioni erano purtroppo diminuite di due e Con maggiore impulso veniva pro-
ridotte a 34. grammato il collocamento d'indicatori o
L'esempio del Cluh Alpino Accademico, segnavia in tutti i luoghi alpestri più fre-
clic si era costituito in Torino. si propagava quentati e non di difficile accesso; a tale
anche fra le sezio11i lombarde, con la costi- effetto giovava un accordo fra le sezioni
tuzione di un altro gruppo simile (il C.L. ed altri enti affini, per adottare nn siste-
A.S.G.), e presso la consorella Società degli ma uniforme e rendere più proficua la col-
Alpinisti Tride11tini con la fondazione del- laborazione. Su questo oggetto importante
l'Audax Alpino, che aveva pure già iniziato furono avviate trattative anche con la So-
magnifìcaniente la serie delle ascensioni cietà Nazionale per l'Educazione Fisica, la
senza 1!uide e portatori quale dimostrava il preciso proposito di un
La Stazione universitaria sorta presso la accordo per un'azione comune.
Sezione di }.fonza, dalla quale ci si ripro- Forte incitamento a moltiplicare le po-
metteva utili effetti per l'incremento dcl polari ed economiche escursioni in mon-
Club, svolse nel Trentino la sua seconda tagna, e le conseguenti adesioni all'alpini-
settimana alpinistica, con il consueto buon stica famiglia, era data dalla istituzione
successo che non manca mai a una riunio- del premio che Luigi Brioschi voleva as-
ne di giovani alpinisti studiosi, esnl•eran- segnato a quella sezione, la cui opera
ti di vita e di caldo entusiasmo per le al- risultasse pili efficacemente diretta e riu-
te idealità del C.A .T. scita a tale provvido intento. Parecchie
A rendere meno dispendiose le escur- sezioni gareggiavano con lodevole zelo
sioni in montagna furono rinnovate le i- per rispondere degnamente al g~neroso
stanze all'amministrazione delle Ferrovie appello e al nobile fine. Le carovane sociali
dello Stato, perché venissero accordati ri- e scolastiche, le conferenze e proiezioni,
bassi sui prezzi ordinari di trasporto Sll le mostre fotografiche, le esposizioni spor-
tutte le linee di accesso alle Alpi e a quelle tive, nelle quali avevano sempre grnn par-
regioni dell'Appennino che si potew1110 a te studi, oggetti, attrezzi alpinistici, come
tale effetto equiparare alle alpine; ma fo quella di Padova e quella di Belluno, fu-
vana lusinga quella di un favorevole ac- rono tutti mezzi idonei, opportunamente

20-2
rivolti a diffondere sempre pili nel nostro la strada nella Crotta ciel Rio Martino,
paese la considerazione la simpatia e le provvedeva all'apertura della storica galle-
adesion i al sodalizio. ria del Buco di Viso e organizzava un'im-
Numerose schiere di alpinisti st udiosi, portante serie di escursioni sociali e ~co­
scrutavano i segreti della natura e ne ri- last iche. Le gite sociali e scolastiche si
trae,•ano le bellezze. Fra queste, quello che moltiplicarono così come le ascensioni in-
particolarmente interessava era il movi- dividuali, le quali furono elencate in mo-
mento dei ghiacciai, giusto l'antico pro- do da rispecchiare convenientemente tut-
gram ma e il voto ripetuto da due congressi ta lattività sociale.
geografici italiani.
Quanto ai rifugi, che in numero di ol- 1908. La funzionalità della Sede cen-
tre cento erano uno dci vant i principali trale aveva come b'nario il bilancio preven-
del Club, una statistica dimostrava che per tivo approvato in L. 49.033 dall'Assemblea
la loro importanza non erano secondi a dei Delegati del 29 dicembre 1907, nella
neSsuno, mentre per il loro numero in pro- quale rappresentavano 20 sezioni i 74 par-
porzione delle rispettive quantità di soci tecipanti.
erano di gran lunga al primo posto. Veniva proposto di distribuire ai soci
Per cura della Sezione di Sonchio veni- la carta del Gruppo di Brenta, puhhlica-
va costruito e arredato il nuovo rifu,gio ta dalla Società degli Alpinisti Tridentin i;
i\farinelli al Bernina; un altro ne costruiva si prendeva atto delle favorevoli disposi-
la Sezione di Venezia al Passo del i\folaz. a zioni del Ministero delle Poste e Telegrafi
poca clislanz.'l dal confine politico. e con gli per l'impianto della linea telefonica per
stessi intend imenti la Sezione di Verona la capanna Regina i\ l ar~h erìta e si pren-
decideva la costruzione cli un suo rifugio devano provvedimenti relativi alla pubbli-
sulla Cima Posta. Anche il Cluh Alpino cazione del secondo volume della Guida
Accademico portava il suo contributo adat- dei Mcmti <T:ltalU1.
tando a rifugio un casolare della Valle Il XXXIX Congresso, presso la Sezione
Stretta. sopra Bardo11ecchia, in riuclla re- di Firenze, aveva il suo svolgimento clall'S
gione bella e poco nota. che formava og- al 15 settembre, con la partecipazinne di
getto speciale degli studi e degli esercizi liO congressisti; i quali, dopo il pranzo
invernali. La Sezione di \fonza rendeva inaugurale, si 1>0rtavano nel Casentino al
nraticabile il ripido canale di Val Cagno- Castello del conte Guidi, a Bibbiena, al
lctta e il Passo dello Zapcl tracciandovi un Convento della Venia e alla Penna; al
sentiero. La sezione L i ~ire ultimava un \fonastero di Camaldoli e a Camalcloli,
nuovo piccolo ricovero alle Selle di Car- dove ebbe luogo l'adunanza e il pranzo
nino. nel Gruppo del Margtiareis. il rifugio ufficiale. Le gite continuarono con la visi-
Quintino Sella al Monviso otteneva il com- ta del Castello di Romena, della Consu-
oimento di due opere indisnensahili. quali ma e della Vallombrosa. A Camalcloli ve-
la mulattiera attraverso le Balze cli Cesare, niva tenuta l'Assemblea dei Delegati che
eseguita dal custode Pcrotti. e l'acquedotto. approvava il bilancio consuntivo dcl 1907
La Stazione universitaria promuoveva chiusosi con un'entrata cli L. 66A80,77 e
un'espnsizione circolan te fotografica e di un'uscita di L. 68.159,73; deliberava che
equipaggiamen to alpino, e a tal fin e indi- i soci ordinari inscritti presso una sezione,
ceva un concorso fotografico. potevano for parte di altre sezion i come
La giovane Sezione i\ lonviso riattava soci aggregati, rinunciando alle pubblica-

203
zìoni sociali; raccomandava la puntuale che venivano a gravare sull'esercizio furono
pubblicazione delal Rivista r-.fonsile, deplo- le cause dcl disavanzo.
rando i ritardi verificativi: pur lenendo L'Assemblea dei Delegati, nella sua adu .
conto dello sciopero tipografico di Torino nanza dcl 30 dicembre 1906, aveva delibe-
che in principio dell'anno durò cinque set- rato che il /Jollettino, fino allora annuale,
timane, si ammetteva però anche il difetto divenisse biennale; che ogni due anni si
di puntualità dcl redattore, il quale avrebbe dovesse pubblicare una Guida tascabile di
dovuto ripristinare più presto la regolarità una regione montana d'Italia, e che nel
della pubblicazione. 1907 dovesse ven ire distribuita a tutti i
Il Presidente leggeva poi l'annuale sua soci la Guida delle Alpi Marittime, alla
relazione. li numero dci soci, egli disse, a- cui pubblicazione stava provvedendo la be-
veva raggiunto alla fìn e di giugno la bel- nemerita Sezione di Torino. Come la detta
la cifra di 6788, con un aumento di 509 guida spettava per ragioni di competenza
sull'anno precedente. all'anno e all'esercizio 1907, cosl appa rt e-
Le risultanze fìnali dcl conto dcl 1907 nevano all'esercizio 1908 sia la carta del
non erano tali da appagare le severe csi- Gran Paradiso in distribuzione, sia il Bollet-
gcm!:c di una rigida am ministrazione: il tino che nella sua massima parte ne for-
disavanzo era dovuto soprattutto alla forte mava il complemento.
eccedenza delle spese per le pubblicazioni, La Sezione di Torino prendeva accor-
eccedenza che veniva detenninata, in parte di per la prossima compilazione del secon-
dal costo sempre maggiore della Rfoista do volume delle Alpi occidentali; per in i-
M ensile, ma pili ancora dalla imprevista ziativa della Sezione di Milano si avvia-
deliberazione dell'Assemblea dci Delegati vano gli studi pe r i volumi dedicali al-
relat iva alla Guida delle Alf>i Marittim e, le Alpi centrali, di competenza sua e di
che veniva distribuita a tutti i soci senza gran parte delle sezioni lombarde; mentre
una corris'pondentc impostazione di mezzi altre sezioni predisponevano i loro pro-
adeguati. Una eccedenza di spesa su quel- grammi per le rispettive zone, a dimostra-
la prevista si aveva pure per la costruzione re come la deliberata Guida tlei Monti
dell'acquedotto al rifugio Quintino Sella (i/talia rispondesse onnai a un desiderio,
al ~ l on viso. a un bisogno da tutti sentito.
Anche il fondo di L. 12.fXX> inscritto nel Fu ragguardevole il terzo ampliamen·
bilancio per concorso a lavori sezionali, to della capanna Gnifctti al Monte Rosa,
riusciva di gran lunga impari al numero che nell"ultimo congresso riusciva a ospi-
e all'importanza delle opere eseguile, o in tare più di 120 alpinist i, dei quali oltre
costruzione, per le quali ven ivano presen- 60 vi passarono comodamente la notte con
'
tate domande di congruo sussidio; e, seb- una tr011tina di gu ide e di altro personale.
bene si facesse ricorso per tenue supple- Venivano costruiti : il rifugio Duca degli
mento all'articolo che si riferiva ai sussidi Abruzzi al Gran Sasso d'Ttalia da parte
pr.r altri lavori alpini, tale ripiego non cll'lb SPzione di Roma; il rifugio Giosuè Il
valeva certamente a rendere soddisfatte le Carducci alla Forcella Giralba per cu ra
aspcttath·e della maggior parte delle Se- della Sezione d'Auronzo; il rifugio al Pian
zioni. Bastava notare che la spesa totale di Bobbio in Valsassina per opera della
dei lavori eseguiti e meritevoli di sussidio, Sezione di Lecco e il rifugio in Val Salamo
superava le 80.rxx> lire. cl1c la Sezione cli Brescia dedicava a Paolo
Le forti e maggiori spese impreviste Prudcnzini.

204
Le gite sociali continuarono con un dato di promuovere, agevolare e siste-
crescendo considerevole a formare ogget- mare in modo organico quanto interessa-
to di iniziative e di cure sole rti presso la va le segnalazioni su strade e in monta-
maggior parte delle sezioni; e in questa gna; di essa faceva parte un rappresentan-
opera di utile e salutare propaganda si se- te dcl C.A.I. Un apposito consorzio, co-
gnalavano le Sezioni di Boma, Venezia, Mi- stituitosi fra il Touring Club Italiano, la
lano, Varese, Cuneo e ~fonza, in ispecie Sezione di Milano, la Federazione Preal-
per le escu rsioni della sua Stazione univer- pina e la Società Escursion isti Milanesi,
sitaria e sopra ogni altra quelle di Saluzzo con il concorso dei reggimenti alpini a
e di Como, le quali con nobile emulazione ciò autorizzati dal Ministero della Guer-
si contendevano strenuamente l'onore dcl ra, giovava a elim inare i lamentati incon-
premio istituito da Luigi Brioschi, condu- ven ienti dei metodi diversi seguiti nelle
cendo ai monti la prima 1172 pe rsone in segnalazioni e disciplinarne con sistema

ig~ep~~~~~;:1dl~i1~;~a:~v; ~le~~~~i~:~:~>i-
18 unifom1e la migliore attuazione.
L'associazione dcUa scienza all'alpini-
ne operaie, oltre c he per cura di Brioschi, smo richiedeva la frequentazione sempre
anche di Antonio Cederna, il qua le più maggiore alla capanna Regina Margherita,
volte conduceva di persona numerose co- e così rendeva indispensabile l'aggiunta
mitive di suoi operai in escursioni alpine. di un corridoio, che con opportune aper-
Da ricordare la splendida festa de- ture, rendesse indipendenti fra loro i di-
gli alberi sul Monte Molinastico in Val versi locali, per evitare ingombri di per-
Brembana, sul quale la Sezione di Bergamo
conduceva un migliaio cli persone, e la
bellissima escursione intersezionale al ri-
fugio dei Laghi Gemelli, per festeggiare
il 35° anno della sua esistenza. Altra riu-
nione veniva indetta dalle giovani Sezio-
ni di Saluzzo e di Cuneo, con intervento
di numerosi ospiti francesi, che riaffem1a-
vano ancora una volta i caldi sent imenti
di fratellanza cordiale che legavano fra
loro gli alpinisti dei due versanti delle Al-
pi occidentali.
Al convegno di Trento prendevano
parte, con altri rappresentanti del C.A.I .,
una schiera di giovani, che apparteneva-
no alla Stazione universitaria della Sezio-
ne di Monza.
I .'in l~n?.innP- dP-l l'l slil11tn Niizinmi le pP-r
l'Incremento dell'Educazione F isica circa
un'azione concorde o comune tra le diver-
se istituzioni interessate al collocamento
di indicatori e segnavia in luoghi alpestri,
si concretava con la fom1azione di una ap-
posita commissione permanente, con il man- Ahm• Antonio Care.rtlo

205
sone e di cose; si provvedeva perciò a tale ti nuarono, su compiacenti carrette, verso
opera con il concorso dell'Istituto Angelo Brentino, dove infilarono la via del San-
~ ! osso e dcl Ministero dell'Agricoltura, ri- tuario della r>.fadonna della Corona che
partendo la spesa di ci rca Lire 4.000 in s'insinua nel vaio delle Pissotle e lo supe-
proponione del rispettivo interesse. Altra ra con scalinate ricavate nelle impervie
opera veramente degna di ricordo fu !"im- paret i; da Ferrara d i Monte Baldo saliro-
pianto telefonico che congiungeva la ca- J10 in due gruppi: uno al rifugio Telegra-
panna Gnifetti, al Col d'Olen e ad Alagna, fo, l'altro alla Cima di Valdritta. Dopo
compiuto a cura e a spese del ~ l inistcro una serata trascorsa al rifugio, si ca larono
per le Poste e Telegralì. su Prada e su Carda; proseguirono verso
ll 12 maggio si spegneva a ll iva Valdob- ~ l alcesi ne in battello e, passato il confi ne
bia, ca rico di anni e di meriti scientilìci, che scendeva dalla ' 'ella dell'Altissimo
l'abate Antonio Carest ia, insigne cultore di Nago, raggiungevano Hiva, dove erano
della fl ora alpina e fino dal 1869 socio ono- attesi da numerosi soci della Società degli
rario del C.A. I. Alpinisti Triden tini e in corteo, accompa-
Il bilancio consuntivo del 1908 si ch iu- gnati da lla musica cittadina, attraversarono
deva con un'entrata di L. 53.271,85 e una la cittadina, fatt i segno da una si lenziosa
uscila di L. 53.767,23. ma eloquente manifestazione. Un altro
gruppo di congressisti invece compiva una
1909. Basandosi sulle disponibilità in- gita agli Ossari e alle Torri di San Martino
dicate dal bilancio di previsione che l'As- e Solferino, a Volta Mantovana, Valeggio,
semblea dci Delegati aveva approvato il Custoza e Villafranca.
20dicembre 1908 a Torino in L. 51.817, alla Per effetto del provved imento preso
presenza di 82 Delegati. rappresentan ti 28 dall'Assemblea dci Delegati circa l'alter-
sez.ion i, si dava vita al nuovo esercizic; nanza biennale di un volume del Bollettino
sociale. In questa Assemblea si procede- e di uno della Cuilfo dei Mo11ti d' Italia,
va altresì alla nomina del presidente, di si avvertivano le difficoltà di vario gene-
5 consiglieri e 3 revisori dci conti; risulta- re che ritardavano la compilazione del se-
rono eletti a prcSidentc Antonio Grober; a condo volume della Cuilfo delle Alpi Oc-
consiglieri Federico Eligio Venturini, Gio- cide11tali, che la Sezione di Torino a\'C\'a
vanni Bobba, Agostino Fcrrari, Carlo Ca- sperato di pubblicare, e in sua vece si pre-
sali cd Ettore Canzio; a revisori dei conti parava il 40" volume del Bolletti110 che
Basilio Dona, Gustavo Turin e Piero Fon- ven iva nell'anno distribuito. L'attuazione
tana. e il compimento di questo nuovo grandio-
Il XL Congresso ebbe il suo svolgi- so programma di studio organico e illu-
mento dal 5 al 12 settembre, organizzato strazione sistematica di tutti i nostri mon-
dalla sezione di Verona; gli in tervenuti ti, richiedeva però non soltanto il concorso
furono 160. zelan te di volonterosi, ma l'impiego d i mez-
Il banchetto tradizionale fu consWlrnto zi lì nanziar i adeguati, dei q ua li la Sede
nel Salone Sanmicheli. Seguirono le gite cen trale non poteva disporre se non facen-
in Val d'Illasi con salita a Revolto, a Ci- do convergere sull'opera l'interesse delle
ma Posta, alla Cima Sparavieri ; per Pode- sezioni, finora rivolte a lavori di un'altra
steria, Bosco Chiesanuova, il Ponle d i Ve- natura .
ia i congressisti si portarono a Sant'Anna Questi lavori sezionali si erano molti-
d'Alfaedo e a Peri; da questa località con- plicati in modo straordinario negli ultimi

206
anni e alla numerosa schiera dei nostri ri- L'anno si chiudeva con un dolorossimo
fugi si erano ancora aggiunti uno alle Sel- avvenimento; il 31 dicembre, improvvi-
le di Camino da parte della Sezione Li&ru- samente moriva Antonio Grober nell'anco-
re e un secondo al Palanzone per merito ra vegeta età di 62 anni; l'antico, l'opero-
della Sezione di Como. La Sezione di To- sissimo cd esemplare Presidente, l'eminen-
rino ampliava il rifugio Vaccarone; quella te amm inistratore di cosa pubblica, lo
di Milano istitu iva un archivio fotografi- studioso cultore delle scienze. Da poche
co, mentre quella d i Biella provvedeva a ore aveva lasciato gli uffici del Club, sua
una mostra di fotografie alpine invernali. cura assidua quotidiana, onde partecipa-
Dalla Sezione di Monza venivano riattati re ai lavori della Deputazione Provincia-
i sentieri che da Esino, Lierna e Mandello le di Novara, allorquando in seno ad es-
portavano alla capanna Monza e si provve- sa, assalito da fulmineo malore, spirava
deva al le segnalazioni nel Gruppo delle fra le braccia dei colleghi e amici, impo-
Grigne. tenti a prestargli qualsiasi effi cace soc-
Un indice parziale, ma significativo, corso. Nacque in una di quelle case pit-
del movimento alpinistico fu dato dalla toresche in legno, costruite con travi la
frequentazione delle maggiori capanne: una all'altra sovrapposti, il 13 novembre
il rifugio Torino al Colle del Gigante ri- 1847, nella ridente Al pe di Otro, in Dorf.
coverò 513 alpinisti, il rifugio Castaldi ne Suo padre Cristoforo e suo zio Cristofo ro
accolse 469; gli ospiti della capanna Gni- Ferrari fecero parte di quella animosa co-
fetti furono 346 e 171 quelli della capan- miti\•a che il 9 agosto 1842, pose il primo
na Regina Margherita. I visitatori del rifu- piede umano su una delle supreme vette
gio Telegrafo sommarono a 419. del Mon te Hosa, la Signa! Kuppe, che
Nuovi e preziosi acc1uisti alla lettera- prese poi da Gn ifetti il nome. In .que-
tura alpina fu rono dati dal volume MQ11ti sti ambien ti plasmò il suo carattere, di-
e 1JOggi tosca11i di Giotto Dainelli e dei modoché fu pronto a quella ascensione
tre magnifici volumi in cui venivano nar- che doveva parlarlo, con il teologo Gio-
rate le vicende della sped izione dcl Du- vanni Farinetti e Giacomo Prato, su lla
ca degli Abruzzi al Ruwenzori, con la de- Punta Tre Amici. Avvocato nello studio
scrizione dci luoghi e dei monti saliti e del prof. Orazio Spanna, quando questi
con i risu ltati scientifici ottenuti, soprat- fu vice-presidente e poi presidente del
tutto negli studi sulla geografia, della fau- C.A.l., poteva intercalare le disgressioni
na e della flora locale. sul diritto e sulla giurisprudenza con l'al-
Veniva pubblicato l'A nmwrio dcl Club pinismo. Alpinista provetto, al quale è do-
Alpino Accadem ico Italiano, elegante pub- vuta la prima ascensione al Monte delle
blicazione con seri intenti cli ammaestra- Locce, entrò nel 1881 nel Consiglio diret-
men to e di stud io e alle serie delle guide tivo come revisore, l'anno dopo come se-
si aggiu ngeva un terzo volume della Gui- gretario generale, nel 1884 come vice-pre- j
da delle Alpi centrali, relativa alle Valli sidente e nel 1891 come presidente. D'a-
e Alpi Ossolane di Edmondo Brusoni. Con spetto aperto e sereno, sebbene dolcemen- '
il Bollettino si pubblicava l'indice genera- te melanconico, d'animo nobile, generoso I
le degli ultimi volumi, seguito da quello e cortese, di tempra gagliarda, di carattere
relativo ai prim i 17 compilato da Luigi integerrimo e inflessibile ma equanime '
Vaccarone; questo indice fu opera diligente per la sua innata bontà, proprio nel fior
e paziente d i Federico Federici. degli anni, ricco di censo, fornito di una
cultura seria e svariatissima anche nelle Teatro Fa.mese di Parma, il pranzo nel
scienze naturali, conoscitore perfetto del- salone del Hidotto del Teatro Hegio e le
le lingue francese e tedesca, amm inistra- gite attraverso l'Appennino, con mete a
tore oculato e prudente, libero da impe- Canossa, Castelnuovo nei Monli, Pietra Ji
gni professionali, avendo abbandonato an- Bismantova, Passo di Lagaslrello, rifugio
che l'esercizio dell'avvocatura, entusiasta del Lago Santo, Pontremoli e La Spezia,
di tutto quanto a\'eva attinenza ai monti, dove veniva visitato larsenale e compiu-
si dedicò prima a dare alle finanze del ta una gita in pi roscafo nel golfo.
Club un assetto regolare, poi raccolse re- Durante il Congresso si teneva l'As-
ligiosamente le tradizioni e mantenne al semblea ordinaria dci Delegati, in cu i ve-
sodalizio quell'indirizzo che era stato det- niva comunicata la rinuncia di Guido Rey
tato da Quintino Sella. 11 suo nome dovrà alla carica di presidente generale per cir-
essere ricordato come il e: consolidatorc,. costanze e ragioni pe rsonali, motivo per
dcl Club Alpino Italiano, solidamen te ac- cui veniva incaricato il segretario Cibra-
compagnato a quello di Qu in tino Sella rio a relazionare sulle condizioni dcl Club
il e fondatore i. . Il compito d i promuovere stud i sulla
montagna induceva a ricostruire la Com-
1910. Jmpostato il bilancio di previ- missione per gli studi sul movimento dei
sione dell'Assemblea dei Delegati del 19 ghiacciai, da affiancare all'attività collet-
dicembre 1909, tenutasi in Torino, con iJ tiva delle sezioni che accresceva man ma-
voto di 83 Delega ti rappresentanti 26 se- no la già numerosa serie dei rifugi; si sa-
zioni, veniva proclamato socio onorario lutava la creazione di un rifugio della Se-
Vittorio Spitalieri de Cessole, profondo co- zione di Schio su lrAltopiano d'Asiago, del-
noscitore delle Alpi ;\ larittime. la Sezione di Padova in Pra di Toro nel-
L'Assc1~1blca straordinaria del 12 giu- l'alta Val Talagona, della Sezione di Co-
gno, con SO Delegati per 3 l Se.doni, diret- mo alla base dcl Pizzo Quadro che veniva
ta dal Vice-presidente Pippo Vigoni, dopo intitolato Carlo-Emilio dal nome d i Carlo
aver rivolto un affettuoso saluto alla me- Piatti ed Emilio Castelli e della Sezione
moria dcl Presidente Antonio Grobcr e un di Torino sui fianchi poderosi della co-
ringraziamento all'avv. Basilio Calderini stiera degli Jumeaux in Valtournanchc. La
per la solenne commemorazione, procedeva Sezione di Venezia ampliava il rifugio
alla nomina del Presiden te generale; risul- del Mulaz e costruiva un sentiero parten-
tava eletto quasi all'unanimità (1 voto di- te dal rifugio Coldai; q uella di Vicenza
sperso e 2 schede bianche), Guido Rey, restaurava la sua casina al Monte Sum-
salutato da uno scroscio di applausi. Dopo mano; quella di Biella ingrandiva il rifu-
la votazione si prendeva in esame la pro- gio Hosazza all'Alpe Strada sopra Oropa e
posta della Sezione di Homa che suggeriva quella di Milano dava corso alla costruzio-
l'organizzazione di un Congresso interna- ne del rifugio Carlo Porta al Piano dci Re-
zionale alpino per il 1911, in occasione del sinelli. Si tracciarono e si restaurarono
cinquantenario della proclamazione del Re- sen tieri, si segnalavano percorsi di mon-
gno d'Italia, che alcuni volevano fosse te- tagna, si inauguravano mostre d i fotogra-
nuto a Torino. fie, si tenevano conferenze e, da parte
Il XLI Congresso, organ izzato dalla della Sezione d i Torino, si dava l'awio
Sezione delrEnza, dall'S al 14 settembre, alla costruzione di un villaggio alpestre
ebbe 120 intervenuti; teneva la seduta nel che nell'Esposizione internazionale dcl 1911

208
L•.:.s G11,\'m,;s Jo u,\SSES, LA CALOTI'E,
IL ])cha: E 1.'A tC UILLE DE H<X HEFOffl ,
IL IJE,\ 'TE 1w1, C 1GA,TE, daffAiguille
du \lidi.
(l'oloS.Sag/in)
avrebbe dovuto contenere la mostra del-
l'alpinismo.
Veniva creato un Consorzio interse-
zionale veneto per disciplinare l'arruola-
mento delle guide e dei portatori nelle
Alpi orientali e si provvedeva, per le Al-
pi occidentali, a portare da L. l.IXX> a
L. 2.000 la quota di assicurazione delle
guide contro gli infortuni, sovvenendo al-
tresì la scuola di inglese istitu ita per le
guide di Coumiayeur e provvedendo, con
le elargizioni del Duca degli Abruzzi, a
una cassa-pension i per la vecchiaia, con
il capitale iniziale di L. 20.000
L'alpinismo scien tifico continuava a tro-
vare la sua migliore sede alla capanna He-
gina t-.fargherila e al Col d'Olcn, nel Con-
gresso forestale di Bologna e nella costi-
tuzione di una sotto-sezione botanica nel-
la Sezione Ligure.
Di nuove degnissime pubblicazioni si
arricchiva il vasto campo della letteratu- Lorem:o Can1e1a110
ra alpina; la Sezione di Milano pubblicav,\ Prendente dal 1910 ol 1916.
il suo annuario; le Sezioni di Firenze e la
Canavesana una rivista sezionale; la Se-
zione di Torino curava la ristampa del steli della montagna, era rappresentata da-
panorama delle Alpi dal ~Ionie dei Cap- gli accampamenti in alta montagna, prati-
puccini; la Sezione di Monza un Alm'.1- cat i dalla Stazione universitaria della Se-
nacco alpino per contribuire a fonnare il zione di i\'lonza, poi imitati dalla Sezione
capitale necessario alla costruzione di un Ligure, che acquistò il necessario materiale
rifugio da offrire alla Società degli Alpini- da campo
sti Tridentini; la Sezione dj Verona dava ll conto consuntivo per il 1910 si chiu-
alle stampe la C11itla delle Prealpi Vero- se con un'entrata di L. 56.172,25 e una
nesi e del Lago di Carda e una carta to- uscita di L. 46.073,20, dimodochè il fondo
pografica della regione; il Gruppo Lom- cassa veniva precisato in L. 23.141,32 e
bardo Alpinisti Senza Guide pubblicava quello per il soccorso alle guide e portato-
utilissime monografie illustrate e un'accu- iri a L. 3.291,34.
rata Guida della Val Crosi11a; Antonio Di grande impol'tanza fu l'Assemblea
Berti compilava la Guida delle Dolomiti Torino, per la nomina del Presidente gene-
di Val 'J'alagoria edita dalla Sezione di Pa- rale, di un vice-presidente, di quattro con-
dova e l'illustre socio onorario W. A. B. siglieri, di tre revisori dci conti, e l'appro-
Coolidge ristampava i due volumi della vazione dcl consuntivo del 1909 e dcl pre-
Guida dell'Ober/and 1Jer11ese. ventivo per il 1911. All'unanimità venne
Altra nuova forma di alpinismo, la eletto il senatore prof. Lorenzo Camerano
quale particolarmente si addiceva agli e- a presidente generale; vice-presidente fu

209
conformato l'ing. scn. Pippo Vigoni. A con- ria naturale, poi dava alle stampe un vo-
siglieri risultarono eletti Lorenzo Bozano, lume sulla Storin dell'Universo, seguito da
Antonio Ccdema, Giovanni Chiggiato ed altre pubblicazioni su argomenti svariat i
Ettore Canzio; a revisori dei conti Basilio di sapore letterario e scicn lifico.
Bona, Gustavo Turin e Pietro Fontana. Lo sviluppo numerico dcl sodalizio si
presentava assai confortevole, perché il
191 1. Approvato il bilancio preven- numero dei soci era salito al 30 giugno a
tivo in L. 54.079 dalJ'Assemblea dci Dcle· 7746 con un aumento d i 346 in confron to
gati dcl 18 dicembre 1910 e provveduto all'anno precedente, benché le sezioni del-
alla nomina dci membri del Consiglio di- l'Aquila e la Canavesana non avessero pili
rettivo, questo si riunì nell'annata ben cin- dato segno di vita; era invece risorta la
que volte per costituire gli uffici sociali Sezione di Savona. ,
(Luigi Cibrario segretario, Ettore Canzio Notevole fu l'attività delle sezion i nei
vice-segretario, Guido Rey bibliotecario), vari campi; ci si compiacque della costru-

~~~:1~1:z~~n~:~·1~i~~~~~~~od~:::~:~:::::~:~~
per distribuire Lire 13.000 per sussidi ai
/avori sezionali, per ratificare la ricostitu-
zione della Sezione di Savona e la costi- di Castel Sant'Angelo in cui fi gurava una
tuzione della Sezione Briantea, per la mostra della Sezione di Homa e delle mo-
nomina di una commissione che esami- stre di fotografie alpine organizzate dalle
nasse l'opportunità di procedere a una Sezioni di Biella e Ligure.
descrizione geodetica delle Alpi e per e- Di particolare interesse furono le con-
sprimere il voto che il C.A.L fosse rappre- ferenze di argomen to alpinistico promos-
sentato nella Commissione per la revisione se da diverse sezioni per far conoscere
toponomastica della Carta d'ltalia. Pren- le bellezze dcl mondo alpino e la finalità
deva atto delle dimissioni da consigliere dcl C.A.T.
del prof. Antonio Berti detenninate da im- Oltre alle opere di restauro, riparazio-
pegni d'ufficio, inviava un particolare sa- ne e miglioramento dci rifugi e dei sentie-
luto augurale alle truppe alpine che parte- ri che la maggior parte delle sezioni ave-
cipavano alle operazioni di guerra in Tri- vano compiuto, si affiancava l'ampliamento
politania e Cirenaica, impostava il pro- e il riordinamento dcl rifugio Vittorio E-
gramma di massima per la celebrazione manuele Il al Gran Paradiso, d i spettan-
del cinquantenario da tenersi nel 1913. za alla sede centrale. La Sezione di Brescia
Non ebbe luogo il Congresso, dimodo- comperava presso il Santuario di San Fer-
ché la relazione sull'andamento dell'anno mo un fabbricato e lo arredava ad uso di
sociale 1910-1911 venne letta in occasio- rifugio, e provvedeva alla sistemazione del
ne della prim a Assemblea ordinaria dei De- rifugio Brescia al Passo Dernal in Val Dois;
legati, tenutasi in Torino nei locali sociali. quella di ?l.·lonza collocava cartelli indica-
Si commemorava Paolo Lioy, Presi- tori e creava un giard ino alpino; quella
dente generale dal 1889 al 1895; apparte- di Lecco inaugurava la capanna Lecco.
neva a quella schiera d'italiani che nel Speciale importanza prendeva la gran-
periodo del nostro risorgimento, fra il tur- de escursione alpina popolare alla Cima di
bine delle passioni politiche, fra l'ansia Castello, organizzata dalla Sezione di Mi-
per l'avvenire della Patria, mostrarono po- lano; riuscitissim i gli accantonamenti, nu-
tenza d i vita intellettuale; poco più che merose le imprese degli accademici e le ma-
ventenne pubblicava uno studio sulla sto- nifestazioni sciistiche con gare promosse

210
sull'Altopiano di Asiago e nella Conca d i sembrava giunto il momento di sanziona·
~fadesimo. li prem io ~fontefìori-Levi veni- re stati di fatto fissati dalla consuetudine
va assegnato alla Sezione d i Padova e il e dai voti delle assemblee in rapporto agli
premio J3rioschi veniva diviso in parti egua- aggregati e ai loro contributi, non ritenen-
li fra le sezion i di Como e d i ~ l onza dosi legittimo un trattamento che non tro-
Non minore fu il lavoro descrittivo del- vava riscontro nei patti statutarii e propo-
le Alpi: la Sezione di Milano portava a nevasi altresì un ritocco alla quota dei soci
tcm1ine il volume 1\lpi Retiche Occi<lc11- perpetui, non più proporzionata al reddito
tafi compilato da J3alabio, llrasca, Corti e del denaro e non più adeguata al contri-
Silvestri sotto la d irezione di Luigi Brasca; buto che ven iva dato dai soci ordinari. Le
la Sezione Ligure pubblicava la Guida 11er altre principali modiflcazioni avevano per
le esc11rsio11i 11ell'Ap11e1mi110 Ligure-PU1- scopo: di permettere aJle sezioni di rego·
ce11/.i110 di Alessandro llrian. lare l'ospitalità da accordarsi ai soci di al-
Infine la ricostituita Commissione per tre sezioni; d i riconoscere ai presidenti se-
lo studio dci gh iacciai procedeva attiva- zionali gli stessi di ritti di rappresentanza
mente nei suoi lavori, compilando ut ilis- concessi ai delegati; di accordare al Con-
sime istrnzioni e provvedendo agli studi siglio direttivo la facoltà di deliberare sul-
sui ghiacciai del Monte Bianco, del Berni- la costituzione di nuove sezioni e di regola-
na e del Gran Paradiso; la Stazione uni- re la devoluzione del pat rimonio delle se-
versitaria presso la Sezione di Monza dava zioni disciolte, per imped ire che pochi soci
inizio a uno stud io su lle valanghe. La Sede possano disperdere ciò che era stato con
cen trale, prendendo le mosse dalla pubbli- fatica costituito anche con il contributo di
cazione di Paolo Helbronner relativa alla tutto il Club.
descrizione geometrica delle Alpi France- Nella relazione su l l'andamento dcl
si, nominava una Commissione perché com- C.A. l. per l'anno 1911-1912 si comunfoava
pilasse un analogo lavoro per le Alpi nostre. che la Società Geografica Italiana aveva
conferito al Club Alpino Italiano la grande
1912. Nella sede di Torino, il 17 di- medaglia d'oro del Re Umberto I, inten-
cembre 1911, alla presenza d i 74 Delegati dendo così riconoscere nel modo più solen-
rappresentant i 25 sezioni, si teneva l'As- ne, le altissime benemerenze ac<1uistatc
semblea dei Delegati. Si accoglieva con dal sodalizio in quarantotto anni di vita
compiacimento la richiesta del Touring feconda e volendo così attestare la sua am-
Club Italiano di invitare le sezioni e i soci mirazione per l'opera esplicata ne! vari
a cooperare alla preparazione della G uida rami della scienza.
(f[folia per la parte concernente le region i Tristi furono i vuoti aperti nelle file so-
alpine. ciali. Improvvisamente moriva Giorgio Spe-
Nell'Assemblea ordinaria dei Delegati zia, presidente nel 1875; nato a Piedimu-
dcl 29 settembre, alla quale parteciparono lera, apparteneva a quella schiera di alpi-
'Jl Delegati rappresentanti 19 sezioni, ve- nisti che, raggruppali attorno a Quintino
nivano prese in considerazione alcune pro- Sella, gettarono le basi della nostra istitu-
poste di modifica, con la riserva di ripre- zione; montanaro schietto, fu celebrato
sentarle e chiedere la fo rmale approva- professore di mineralogia nell'Università di
zione in un'assemblea successiva. Per Torino e Direttore dcl Museo Mineralo-
quanto si ritenesse di non dover toccare gico. Con la morte di Giovanni Pascoli, il
l'atto costitutivo del sodalizio, pur tuttavia Club doveva cancellare dall'albo dei suoi

211
soci un nome fra i più illustri che appar- accingesse all'impresa, certamente la più ar-
tenne per molti anni alla Sezione di Bo- dita che sia stata ideata e organizzata da uu
logna sodalizio alpinistico, con la coscienza di
Per le fe rite riportate in seguito a uoa ciò a cui è chiamata a partecipare. A11cora
scarica di pietre durante un'ascensione al una volta noi facciamo presente che non
Torrone Occidentale, in Val ~ ! asino, soc- abbiamo inteso di organizzare una carova-
combeva Romano Balabio, giovane di men- na di individui festaioli; ma un piccolo
te eletta e multifonne, che diede tutta la esercito di innamorati della montagna, de-
sua atlività perché fiorisse la Stazione uni- siderosi di recare in un magnifico lembo
versitaria. di terra italia.na un soffio cli vita sana, sem-
li vigoroso aumento dcl numero dci so- plice e fo rte. Vorremmo che ciascuno di-
ci era continuato ancora più intenso portan- menticasse per un poco la propria indivi-
do il numero totale a 849 1; e non minore dualità e i propri piccoli egoismi per mira-
fu l'attività delle sezioni . Anzitutto, l'inau- re unicamente alla finalit à dell'iniziativa
gurazione ad Alagna di un monumento ad che va certamente oltre il semplice fatto
Antonio Grober. La Sezione Ligure co- sportivo >. Aggiungeva poi che bisognava
struiva un rifugio al Colle Pagarì nelle Alpi e dimostrare che la gioventù italiana, mi-
~laritlime; la Sezione di Venezia ne inau- liti essa sotto la bandiera dell'esercito o
gurava un nitro a Malga Ombretta sotto la sotto la bandiera di una idealità, sa dare
~ l a rm olada; la Sezione di Torino ne inau- egualmente esempio di energia, di discipli-
gurava due: uno al Founs cl' Roumur al na e di fo r.la >.
Rocciamelonc e l'altro ai Laghi Verdi nella Altra gita sociale ebbe tutt'altro caratte-
Valle di Ala e, dava inizio alla costruzione re e fu quella di Enego, esclusivamen te de-
di un nuovo rifugio al Colle d'Amianthe st inata agli operai, organizzata dalla Sezio-
La Sezi,one Verbano provvedeva alle ne di Padova; vi presero parte 107 escur-
colonie per i bambini bisognevoli di aria sionisti che man ifestarono il proposito di
e di luce; quella di Varallo rinnovava la partecipare ad altre consim ili manifesla-
capanna al Weisstor; quella di Bergamo zioni.
inaugurava un ricovero al Lago di Polzone Da varie parti sorse poi il pensiero di
sotto la Presolana e lo battezzava con il costituire anche in Italia una Lega nazio-
nome di Trento e Trieste. Cesare Gamba nale per la tutela delle bclle7.ze naturali,
faceva costruire un rifugio nei pressi del chied endo in proposito provvedimenti legi-
Ghiacciaio di Freney e lo regalava alle slativi e il Club ne accolse la proposta,
guide di Courmayeu r. convinto che non si avranno buoni frutti
La Sezione di Milano, con il patrocinio se non quando sarà diffuso l'amore vero e
del Corriere della Sera, organizzava una senti to per le bellezze dei posti in cui si
grande escursione alpina nazionale in Valle VI Ve
d'Aosta, dalla Valtournanche alla Valle di Hiuseitissimi gli accampamenti alpini e
Gressoney, per i Colli del Teodulo, delle gli accantonamenti invernali della Stazione
Cime Bianche e della Bettaforca, nella data universitaria della Sezione cli Monza e del-
solenne della festa nazionale. Questa gita la Sezione di Firenze sulle Alpi Apuane.
per il suo speciale carattere ebbe una gran- Sebbene la neve non fosse stata favorevole,
de importanza e ven ne salutata da Mario si avevano tuttavia brillanti gare di sci a
Tedeschi con queste parole: e Noi vorrem- Courmayeur e a Pontedilegno; infi ne, su
mo che ciascuna di queste mille persone si proposta di un'apposita Commissione, alla

212
Sezione di Milano veniva assegnato il pre-
mio ~fontefiore-Levi.
Grande voga ebbero le conferenze che
vennero tenute un poco ·dappertutto.
11 Club portava altresì al suo bilancio
un largo con tributo di pubblicazioni de-
scritti ve : il Gruppo Lombardo Alpinisti
Senza Guide cont inuava la pubblicazione
delle sue monografie alpinistiche, curando
la stam pa di un lavoro completo sul Mon-
viso, il Visolotto e il Viso di Vallanta;
Agostino Fcrrari pubblicava un bel volume
illustrato su lla Valle cli Viù e raccoglieva
i suoi scritti relativi alle ascensioni fotte
nel Gru ppo ciel Monte Bianco; la Sezione
di Torino continuava la serie delle cartoline
illustrate dei suoi rifugi e dcl riuscitissimo
Villaggio Alpino dell'Esposizione interna-
zionale di Torino
Né di minore importanza era il contri-
buto alla conoscenza scient ifica delle Alpi ;
la Commissione per lo studio dci ghiacciai
continuava le ricerche sull'importante ar-
gomento secondo un piano prestabilito, e
provvedeva allo stud io dei ghiaccia i dcl
Gran Paradiso, dcl Bernina, del Disgrazia, rino, con 81 Delegati di 28 sezioni, venivano
dell'Adamello, delle Marittime e del ver- proclamati soci onorari la Regina Madre,
san te italiano del Monte Bianco. Margherita di Savoia, e dei soci fondatori
Il b ilancio consuntivo si chiudeva con ancora viventi il senatore G. Barracco, il
L. 61.571 ,89 in entrata e L. 52.536,86 in senatore conte f. llignon, il senatore ge-
uscita, dimo<loché il fondo di cassa raggiun- nerale C. Magnani-Ricotti, Mart in Lancia-
geva le L. 32.771,98. res e R. Hoascnda dcl Melle.
La relazione su ll'andamento del Club
1913. Si preparavano il 29 dicembre per l'anno 19 12-1913 veniva letta dal Pre-
1912 i mezzi per svolgere l'attività per il sidente, il q uale comunicava che Luigi
1913 con l'approvazione di un bilancio pre- Credaro, ministro della Pubblica Istru-
ventivo di L. 59.136; con la nom ina di Pao- zione, aveva conferito una medaglia d'oro
lo Palestrina a vice-presidente; di Carlo alla Sede cen trale e alla Sezione di To-
Casati, Luigi Cibrario, En rico d'Ovidio e rino; con la prima si voleva solen nemen-
Camillo Martinoni a consiglieri; di Basilio te riconoscere le bencmeren7..e di tutto
Bona , Piero Fontana e Alessandro Cavanna il Club Alpino Italiano nel primo cinquan-
a revisori dei conti. Venivano discusse le tenn io della sua vita; con la seconda, in
mod ifiche allo statulo e al regolamento modo particolare, quelle della Sezione di
Nell'Assemblea ordinaria, tenutasi il 7 T orino che anch'essa compiva cinquanta
settembre nel Castello dcl Valentino in To- mmi di vita attivissima

213
Confortevole risultava l'accrescersi dei invernali a favore degli studenti, dei nostri
soci che raggiungevano il numero di 9000 istituti superiori.
anche per la costituzione della nuova Se- La Sezione Ligure organizzava utilissi·
zione di Palazzolo sull'Oglio. mc gite botanielie e altre sezion i, come
Notevolissima l'attività, nei vari suoi quella di Napoli, di Monza, e di Bergamo,
campi cli azione delle sezioni: la Sezione rimettevano in onore la festa degli alberi.
di Torino costruiva un rifugio in Valle Fra le tante s'imponeva la gita romana
Stretta; quella di }.lilano il rifugio Gianet- al Gran Sasso indetta e organizzata dalla
ti in Val Porccllizzo e poneva ai Bagni del Sezione di Roma con il concorso del }.fes-
i\ lasino una lapide in memoria del con te saggero, della delegazione romana dcl
Francesco Lurani-Cernuschi; quella di Ve- T.C.I. e dell'Associazione abruzzese e moli-
nezia ampliava il rifugio dcl Mulaz e mi- sana, dcl Gruppo Bornano Skiatori e delle
gliorava, con un nuovo tracciato, il sen tie- Stazioni universitarie. La Sezione di Mila-
ro fra il rifugio i\ lulaz e quello della Ro- no, un itamente a quelle di Padova, Vene-
setta, e quello che portava al rifugio Om- nezia e Cadorina, collaboravano all'escur-
bretta; quella di Verona ampliava il rifu- sione nazionale nel Cadore che veni va in-
gio Telegrafo al Monte Baldo; alla Sezioni! detta dal T.C.I. sotto gli auspici della Com·
Valtellinese Marco Dc i\larchi e la sua si- missione per l'avvenire della regione dolo-
gnora donavano una capanna fatta espres- mitica
samente costruire e trasportare sulla Forco- La Sede cen trale e le sezioni aderivano
la di Cresta Cuzza nel gruppo dcl Bernina. e prestavano l'opera loro volonterosa a tut-
Fra i favori alpini, oltre quelli di con- te quelle manifestazioni di alt ri sodalizi
servazione e manutenzione dci rifugi, delle con i quali avevano in comune degli ideali,
mulattiere, dci sentieri, dci scgnavie e del- come il Comitato nazionale per la difesa
le corde che le sezioni avevano compiuto, del paesaggio, il Comitato per le gite scola-
veniva costruita una strada mulattiera da stiche, il Patronato dcl Corpo Nazionale
Lavez alla capanna Cnifctti, con il concor- dei Giovani Esploratori, la redazione della
so della Sezione di Biella. Guida d'Italia alla quale dava opera il
Eccellenti risultati davano i corsi di T.C.J. Insomma il Club aderiva a tutte
istruzione per gli sci alle guide e ai porta- quelle iniziative che miravano a far cono-
tori, con il concorso degli ufficiali e dei scere le nostre bellissime vallate e ad age·
soldati alpini in varie vallate, a Cour- volare la visita e il soggiorno in montagna.
mayeur, a Valtournanchc, Limone Piemon- Nel campo dello studio delle montagn~
te, Fonnazza ccl altre. proseguiva l'opera sua attivissima; oltre
Il premio llrioschi veniva assegnato in alle relazioni nella Rivistr1 Mensile e nel
parti eguali alle sezioni di Milano e di Bollettino, si pubblicava l'A111111ario delle
Monza. Sezioni Venete, il Vademecum della S.U.-
Notevole fu l'attività delle sezioni per C.A .l specialmente destinato agli studen ti,
ciò che riguardava l'organizzazione delle la Guida alpi11isticn delle V<1lli del Sm1go11e
gite sociali nelle Prealpi, nelle Alpi, negli e della CM.sola di Eugenio Ferreri e la
Appennini, in tutte le stagioni dell'anno C11idt1 della Valpellirw dell'abate Henry
Molte sezioni avevano pure rivolto cure La Sezione di Torino conduceva a ter-
speciali alle gite scolastiche; in particolare mine lo schedario alpino sul quale erano
modo la Stazione universitaria riuscitissimi contenute tutte le nozioni esistenti nella
accampamenti e accantonamenti estivi e letteratu ra nazionale cd estera sulle vette,

214
e colli, delle Alpi occidentali; un lavoro
di grande mole che Andrea Magnani ave-
va compilato con diligenza e compctcn7.a.
Si augurava che lo schedario venisse, con
gli stessi intendimenti e con le stesse moda-
lità, proseguito dalle altre sezioni per aver-
lo, in un tempo non troppo lontano, com-
pleto per tutte le montagne italiane.
Notevole la pubblicazione del I I I volu-
me degli Atti dei laboratori scientifici A
!\fosso sul Monte Rosa, che conteneva im-
portanti lavori di fisiologia.
Anche per il 1913 Luigi Credaro, mini-
stro della Pubblica Istruzione, concedeva
urt sussidio di L. 600 per lo st udio dei
ghiacciai e i soci si occuparono di quelli
della V<il Malenco, del Pisgana, <lei Ven~­
rocolo, dell'Avio e delle Alpi l\·briltimc.
Quale coronamento dci festeggiamenti
per il Cinquantenario del C.A. I. si teneva
il LXII Congresso degli alpinisti italiani
presso la Sezione di Torino dal 5 al 12 set-
tembre. Si potevano calcolare i partecipan-
ti ai fes teggiamen ti in numero di 526, di
ben 30 sezioni. Vi furono adesioni delle so- La medaglia commemorotioo del primo cinquantenario
cietà. alpinist iche e sportive italiane e stra-
niere, della Real Casa, dci Ministri, sena-
tori e deputati; di università., istituti e so- Roma. Veniva murata una lapide sotto quel-
cietà. scien tifiche ed economiche; dei soci la già posta dallo stesso municipio in occa-
fondatori e onorari. Ricevuti in Torino, i sione del 25° anniversario. Al banchetto so-
partecipanti si misero in viaggio per Sa- c iale i 350 commensali si sorbivano altri di-
luzzo, Paesana e Crissolo, dove veniva inau- scorsi, fra i quali quelli dei rappresentanti
gurato un ricordo bronzeo; nella seconda del Club Alpino Francese, del Club Alpi-
giornata s'incamminavano per il Pian del no Inglese, dcl C lub Alpino Svizzero, dcl
Re alle sorgenti dcl Po e al Lago Fiorenza, Touring Club Italiano, della Società. degli
quindi discendevano a Bargc e ritornavano Alpinisti Tridentini, della Sezione di Lione,
a Torino. Nella stessa giornata aveva luo- della Sezione di Nizza, della Sezione di Gi-
go la sedu ta dcl Congresso; vi fu il discor- nevra, dell'Unione Escursionisti, della So-
so del conte Cibrario e la solenne comme- cietà. Alpina Friulana e di altre associazioni.
morazione del Presidente, senatore Came- La quarta giornata · portava i parteci-
rano, quindi parlarono il comm. Usseglio, panti in Val d'Aosta: una carovana punta-
assessore della città in rappresentanza del va su Dondcna per posare una corona di
Sindaco on. Teofìlo Rossi, e !'ing. Novare- bronzo sulla tomba dell'abate Chanoux;
se, qua le rappresentante della Reale Socie- una seconda da Villencuvc risaliva la Val-
tà. Geografica e del R. Ufficio Geologico di savaranchc. li quinto giorno i primi rag-

215
giu ngevano la Rosa dei Banch i e traversa-
vano la Fenètre dc Champorcher; i secon-
di guadagnarono il Gran Paradiso. La sesta
giornata portava una carovana ai casolari
di }. loney, mentre l'altra superava i Colli
dcl Gran Neyron e dcll'Herbctet ; tutte due
si ricongiungevano a Cogne per proseguire
verso Aosta, dove \'is itavano la città e con-
sumavano il pranzo sociale; l'ultima giorna-
ta eLhc l..'Olll C wèla Biella e Oropa. per ren-
dere omaggio alla tomba di Quintino Sella;
si tenc\•a il banchetto di chiusura su lla ve-
randa dell'Albergo della Croce Bianca, se-
f,'l1ito da un'alt ra serie di discorsi.
La Sede cen trale, in occasione delle fe-
ste dcl Cinquantenario del Club, aveva fat-
to coniare una medaglia in bronzo su mo-
dello dello scultore Rubino che veniva di-
stribuita a tutti i soci; e deponeva corone
di bronzo a Cogne, dedicandole a Vittorio
Emanuele Il, che fu il primo Presidente
onorario, e all'abate Chamonin, il primo Pl/)JIO Vlgonl
esploratore dcl Gruppo dcl Gran Paradiso.
Il Bilancio consuntivo era rappresen-
tato da un'entrata di L. 66.174,06 e da cui si raccomandava la sospensione defìni-
un'uscita dr L. 86.862,18, che diminuiva il t iva della serie dei Bolletti ni, di migliorare
fondo di cassa a L. 12.083,86; fu una con- la B.ivista }. lensi le, di studiare la pubblica·
seguenza dci festeggiamenti per il Cin- zione di un an nuario e di intensificare con
quantenario, dipendente dal voto dell'As- ogn i cu ra In pubblicazione della Guida dei
semblea che allargava notevolmente il Monti d'Italia , monumento fonda mentale
progr:nnma primitivo, e dalla partecipa· dell'attività del C lub.
zione di numerose aut orità e rapprescntan· La seconda Assemblea dei Delegati ve-
ze locali, italiane e straniere. niva tenuta a Torino il 13 settem bre e vi
Una spesa maggiore si verificava in se- parteciparono 39 Delegati, rappresentanti
guito per la decisione di distribuire il 16 sezioni.
volume commemorativo a tutti i soci; il Nel leggere la relazione annuale sul-
consolan te frutto fu l'accresciuto numero l'andamento del Club per l'esercizio 1913-
cl i 1400 nuovi iscritti. 1914, il Presiden te genera le ricordava gli
scomparsi e cominciava dal senatore Pippo
1914. L'esercizio sociale inoomincia Vigoni, illustre e amato vice-presidente,
sul binario tracciato dal\' Assemblea dei che fu tra i pion ieri dell'alpinismo in Italia;
Delegati ciel 28 dicemhre 1913, alla quale fu tra i più antichi soci del la Sezione di
parteciparono 84 Delegat i, rappresentanti }.!ilano e per ben tre volte Presiden te; fu
22 sezioni. Veniva presentato un ordine del consigliere, assessore e sindaco di Milano;
giorno, approvalo alla quasi unanimità, in in tutte le numerose cariche coperte portava

216
un'attività meravigliosa e un elevatissimo rino l'antica raccolta sala dei deputati e qui-
senso del dovere; in tutte lasciò l'impron- vi lo assaliranno memorie, pensieri, affetti
ta profonda della mente sua, pratica e ge- alti e solenni >. Ricco di censo, rivolse la
niale. sua mente a molteplici studi: alle scienze
Si spegneva il senatore Giovanni Bar- naturali, alle lettere e soprattutto all'archeo-
racco, socio onorario, e con lui scompariva logia; donò a Roma il }.l usco di scu ltura an-
l'ultimo dei componenti il manipolo dei tica, fabbricandone la casa, e Homa giusta-
primi italiani che salivano sul ~lonviso il mente lo nominò suo cittadino onorario.
12 agosto 1863, nel giorno in cui Quintino Poch i mesi dopo moriva a Torino il se-
Sella maturava l'!<lca della fondazione del natore conte Feltce Rignon, socio onorarlo,
C.A. I. e Mi recai a tentare Barracco- scri- che pure fu uno dei fondator i del Club;
veva Quintino Sella nella sua lettera a Bar- valoroso soldato nel 1848, veniva nominato
tolomeo Castaldi - onde venisse a rappre- consigliere comunale di Torino, senza inter-
sen tare l'estrema Calabria di cui è oritm- ruzione per 52 anni. Hipetutamente asses-
do e deputato, su questa estrema vetta delle sore anziano e sindaco, diede all'ammini-
Al pi Cozie; il Barracco, il quale fu già pres- strazione della città, anche in tem pi diffi·
so alla vetta del Monte Bianco, e che, per ciii, tutta la sua illuminata attività; fu de-
quel che io sappia, fu il primo italiano a putato di Saluzzo e di Torino e, oltre ai
salire sulla HOchstesspitzc del }. lonrosa >. cospicui e numerosi titoli di benemerenza,
Giovanissimo prese parte ai moti liberali il suo nome era legato, come itali:"tllo e, :n
del 1848 a Napoli; eletto deputato nel 1861 particolare modo come torinese, all'avve-
a Crotone suo paese natale e a Spezzano nimento culminante dcl Risorgimento, al-
Grande, fece parte della Comm issione par- la liberazione di Roma. Nel settembre 1870,
lamentare che riferì sulla proclamazione del pochi giorni prima dell'entrata delle trup-
Regno d'Italia. Quando il Senato nel 1911, pe italiane in Boma e precisamente il "gior-
celebrando la cinquantenaria ricorrenza no 15, la Giunta municipale di Torino in
della storica data, tributò a Giovanni Bar- una sua adunanza straordinaria, delibcra-
racco, unico superstite, solenni onoranze, a \'a di festeggiare degnamente la prossima
ch i lo sollecitava a rievocare le imprese di entrata dell'esercito nella Cllf':lafe clcfi11itiv11
quel tempo, così scriveva: e Ella mi in- e 11aturale del Reg110. Questa deliberazione
vita a rievocare le impressioni che provai per Torino, in cui non era spento ancora il
nel 1861 , in quei giorni inenarrabili di gioie ricordo delle infauste giornate dcl 21 e 22
patriottiche, nei quali si riunì a Torino per settembre 1864, aveva un alto e nobile si-
la prima volta il Parlamen to Italiano. Al gnificato. Era sindaco allora il con te Val-
pensiero cl1e tutta quella letizia era princi- perga di Masino e Felice Hignon era asses-
palmente dovuta al sangue generoso dello sore anziano. In seguito all'unanime deli-
strenuo Piemonte, piovuto largamente e berazione della Giunta, il conte Valpcrga
prima e poi e sempre per la salute d'Italia, di Masino dava le dimissioni da sindaco,
non solo mi empiva l'anima di infinita rico- perché (sono le sue parole) e: le sue convin-
noscenza ; ma cl i tanti altri affetti che non zioni non gli permettevano di sottoscrivere
saprei definire, come non so esprimere alle idee man ifestate dai suoi colleghi >.
quanto ne fosse esaltata la mia immagi na- Jl conte llignon allora pubblicò a nome
zione ... E però chi ha il culto dell'opera im- della Giunta un manifesto alla cittad inan-
mensa compiuta in soli dieci anni dal Par- za che suonò come potente squillo di vii·
lamen lo, visiti nel Palazzo Carignano a To- toria e di en tusiasmo per la città. Amantis-

217
simo della montagna, frequentatore delle ciale. Il giorno ne verrà fi ssato dalla dire-
vallate di Viù e di Courmayeur, fu uno dei zione. Questi pranzi avran no possibilmente
primi ad accorrere all'invito di Quintino luogo in giugno o in dicembre. La spesa del
Sella per fondare il nostro Club, al quale pranzo non potrà sorpassare le lire dicci a
per tutta la vita fu largo cli benevolenza e testa. Ogni socio avrà il diritto cli introdur-
cli aiuto. re a tali pranzi ed a sue spese una persona >.
Un disgraziato incidente conduceva a Per vari anni si tennero i pranzi a Tori·
morte Giuseppe ~ l erca lli, togliendo al- no; ma appena si costituì la così detta suc-
la scienza un illustre cuhore, alla Sezione cursale di Aosta, vi si tenne nel 1868 uno
di Napoli il suo vice-presidente e al C.A .I dei pranzi annuali. In esso si fece il voto
un fervente amante della montagna; sono che si tenessero pure presso le succursali
universalmente noti i suoi lavori di vulcano- che in seguito si costituivano, e nel 1968
logia e di sismologia e in particolare modo infatti lo si ebbe presso la succursale di va.
quelli che si riferiscono al Vesuvio rallo. Questa a sua volta espresse il voto che
Jl Club Alpino Russo nominava il Pre· ogni anno e per turno e abbiano ad aver
sidcn te dcl C.A. I. suo socio onorario e il luogo nelle succursal i riun ion i di soci per
Congresso internazionale per il salvataggio discorrere e conoscersi a vicenda >. La di-
e per la prevenzione degli infortuni, tenuto· rezione sociale accolse la proposta e si sta-
si a Vienna, nominava il Presidente del bilì così regolarmente la consuetudine del-
C.A. I. come Presidente onorario della VIII l'annuo Congresso degli alpinisti italiani
Sezione; il Club aveva preso parte ai lavori con sed e vagante. Pili tardi si deliberava
con una nitida cd elaborata relazione di che ogni dieci ann i la riunione avrebbe do-
Nicola Vigna, intorno a tutto quanto era vu to svolgersi a Torino. Dalle relazioni di
stato fatto, dalla fondazione, in ordine agli questi Congressi si notava come l'indole
infortuni sulle Alpi. L'l relazione venne loro si fosse gradatamente modifi cata; nei
stampata riegli atti del Congresso. A Lipsia primi, quando la costituzione del Club non
si apriva l'Esposizione internazionale del aveva raggiunto il suo assetto, si svolgevano
libro e il Club vi partecipava con le sue importanti discussioni relative a questioni
numerose pubblicazioni a fianco delle mo- statutarie e regolamentari; poi, con l'accre-
stre del Touring Club Italiano, della So· scersi del numero dei soci e con l'istituzio·
cietà Ceogralìca Italiana e della Società ne dei Delegati, tali discussioni passarono
degli Espositori. totalmente all'Assemblea dei Delegati. Nei
Dai soci veniva ripetutamen te espresso prim i congressi prevaleva l'indole accade-
il desiderio che la bella serie dei congres~i mica, e vi si facevano conferenze scientifi-
e dei convegni annuali non ven isse interro!· che; si leggevano memorie relative a speda·
la; si fecero varie proposte, ma nessuna di li ordini di ricerche intorno alle Alpi, ecc.
esse prese forma concreta perché le sezioni Anche questo indirizzo cessò in breve, men-
si dimostrarono titubanti di fronte alle dif- tre veniva sempre più affennandosi l'im·
fi coltà dell'organ izzazione e soprattutto di portanza delle gite, le quali riuscivano oc·
fronte alla spesa che esso importava. casione gradita per visi tare plaghe poco
L'istituzione dei Congressi annuali ri- conosciute delle montagne e per scambia re
saliva agli in izi della costituzione del Club cortesie e fraterni sen timenti fra alpinisti
e aveva le sue origini dal disposto dell'arti- delle diverse region i italiane.
colo 17 dcl primo statuto, il quale diceva Notevole fu l'accrescersi ciel numero
e Due volte all'anno vi sarà un pranzo so- dci soci, che in settembre raggiungevano

218
la cifra di 9909, con un aumento di 1418, i luoghi più importanti nei quali ebbe
dovuto in parte alla fondazione della nuova luogo il pellegrinaggio commemorativo e
Sezione di Teramo la guida itineraria dcl XLII Congresso; poi
La Sezione di Milano tracciava un'uti- si ebbero: l'opuscolo sui massi erratici
lissima vb. d'accesso al rifugio Carlo Porta d ella regione dei tre laghi ; la Guida per
e, in occasione ciel quaran tesimo anniver- le escursion i nelle Alpi e Appennini Liguri
sario della sua fondazione, teneva una riu- di Giovanni Dcllcpiane; il memoriale per
scitissima riunione e collocava un medaglio- gli alpinisti in Liguria di A. Issei; le descri-
ne in marmo sul monumento ad Antonio zioni delle discese nel cratere del Vesuvio
Stoppani, suo primo presidente. di Alessandro !\ lalladra; Alpinismo acro-
La Sezione di Varallo collocava nuovi batico di Gu ido Hey; La 11sicofogia dello
segnavia in Borgosesia al Luvot e al Castel- Alpinista di Adolfo Hcss e la nuova Guida
lo di Cavala e tribu tava speciali onoranze illustrata della Valsesif1 di don Luigi Ra-
a Antonio Carestia, vecchio e valoroso co- vclli.
stru ttore di rifugi alpini; la Sezione Verba- Nel campo dello studio scientifico della
no estendeva la sua protezione a un nuovo montagna il dott. De Filippi percorreva
bosco al Pian Vadà; fondava nuovi osser- un'ampia plaga himalayana e raccoglieva
vatori meteorologici e onorava il compianto un'abbondante messe di dati che interes-
suo Presidente, C. Broglio, con una lapide, savano la topografia, la cartografia, la geo-
dedicandogli un nuovo rimboschimento al logia, la geofisica, i ghiacciai e le ricerche
rifugio dcl Pian CavaJ\one; la Sezione Li- g ravimetriche e magnetiche. Dal can to suo
gure organizzava una mostra di fotografìe la Commissione per lo stud io dei ghiacciai
in occasione dell'Esposizione internazionale esplitava la sua opera: convinta però che
di Marina e Igiene tenutasi a Genova; la· se si voleva un lavoro veramente utile, oc-
Sezione Valtellinese dava il suo appoggio correva aumentarne notevolmente l:i po-
alla costruzione di un alberghetto all'Alpe tenzialità finanziaria, invitava la presidenza
~ l usell a; la Stazione un iversitaria della Se- dcl Club a prendere accordi con i Min isteri
zione d i ~ l onza offriva una bandiera alla e con g·li Enti interessal i per avere i me-;..zi
spedizione De Fil ippi diretta al Karakorurn necessari. La Società Italiana per il progres-
e band iva un concorso per lo stud io delle so delle Scienze offriva pertanto il suo aiuto
stazioni di sport invernali; la Sezione di al fine di poter allargare il suo campo di
Como restaurava la capanna Como in Val azione. Si abbandonava così. temporanea-
dei Ratti ; la Sezione Briantea costitu iva nel mente, il disegno della costituzione di un
suo seno lo Ski Club Brianteo; infine Ales- Comitato Claciologico Italiano.
sio Proment, guida alpina, costruiva il ri- Lorenzo Camerano chiudeva la sua re-
fu gio Elena in Val Ferrei, con il quale egli lazione ricordan do che un turbine orrendo
volle festeggiare il cinquantenario del Club si era scatenato sull'Europa, seminatore di
Alpino Italiano. dolori e di rovine.
Assai numerose e di moda furono le e Plttroppo - egli diceva - l'incivi-
conferenze promosse dalle sezioni e nume· limento dell'uomo non ha ancora eliminato
rosi e notevoli gli scritti relativi allo stu· dalla sua natura il fondo primitivo brutale,
dio e alla descrizione delle nostre mon- cd esso prorompe di tratto in tratto con
tagne: anzitutto vi fu il volume sull'opera tutta la sua ferocia. Indubbiamente le
dcl C.A.l. nel suo primo cinquantenario di leggi inesorahili della concorren7A'l vitale,
vita e una serie di sei cartoline riproducenti che reggono un iversalmente il mondo dei

219
viventi, imperano e impereranno sempre, e del Club durante l'Assemblea dei Delegati
in esse dobb iamo riconoscere la causa pri- tenutasi a Torino per l'anno sociale 1914-
ma del progresso sociale. Mn questo deve 1915, il Presidente rivolgeva il pensiero
condurre ad uno stato di cose nel quale ai soldati d' Italia, fra i quali vi era un largo
siano grandemente attenuati i loro terribili stuolo cli soci. L'Jtalia, il 24 maggio, c1iia-
effett i, elevando e intensificando il concetlo mava i suoi lìgli al fì ero cimen ti ; oltre 2000
sublime dell'amore dcl prossimo. soci, fra i quali p.uecchie centinaia di vo-
•Se dai gravi fatti odierni noi dob- lontari, impugnavano le armi, unitamente
biamo accogliere l'ammonimento solenne a un cent inaio di soci della Società delle
che è necessario essere fo rti, sempre forti Alpi Giulie e della Società degli Alpinisti
in tutti i campi dell'attività umana, non Trident ini.
dobbiamo tuttavia trarne argomento per Si aveva un con fort ante aumen to ciel
affi evolire la nostra speranza nell'ascesa muncro dei soci che raggiungevano la ci fra
dell'umanità verso uno stadio in cui la fra - cli 10.276, con un aumento di 367, dovuta
tellanza non sia più una vana parola. Nel in parte alla ricostitu zione della Sezione di
pauroso sconvolgimento presente il più Susa con 130 soci
elevato dei sentimenti umani, quello della L'opera del C.A.T. veniva in gran parte
Patria , prorompe gigantesco e domina tutti consacrata alla guerra, tuttavia vi furono
gli alt ri. Nel nome della Patria rivolgiamo alcune inizia tive della Sede centrale e
il nostro sguardo con fede incrollabile al delle sezion i che si dedicarono alle confe-
motto che splende nell'azzurro della nostra renze e alle gi te di allenamento per la
bandiera: Excclsior, e nel nome della Pa- giovenh'1
tria affermiamo altamente che in ogni occa- Si misero a disposizione i rifugi cd in-
sione il Club Alpino Italiano saprà fare torno ad alcuni d i essi infuriò la lotta; si
il suo dovere •. prese parte alle sottoscrizioni cittadine
per le opere di assistenza dci richiamati
1914-1915. Jl 1915 fu un anno che sa- alle anni, per le loro fam iglie e per i pro-
rà difficile dimenticare; nel mese di mag- fu ghi; si raccolsero indumenti di lana, libri
gio l'Italia entrava in guerra contro l'Au- e altri oggetti pe r i soci combattenti ; si
stria e il Presidente dcl C.A. L, senatore Lo- prowide a ricoverare i lìgli dei richiamat i;
renzo Cmncrano, lanciava agli alpinisti ita- si raccolsero carte topogralìche delle re-
liani il seguente proclama: e La Patria gioni dove si svolgeva la lotta e veniva isti-
chiama tutti i suoi lìgli al lìero cimento. tuito, dalla Stazione universitaria della Se-
Accorriamo con cuore acceso cli sacro amo- zione di Monza, un corpo di volontari
re per la grande ~ l adre comune e con fed e Sucaini e per dare mezzo all'autorità com-
incrnllabile 11ei suoi alti destini e nella petente cli sapere sopra qu ali forze e sopra
sua vittoria, a dare a essa tutta l'opera no- quali specialità volon tarie avrehbe potuto
stra e il nostro sangue. contare per impartire a suo tempo le neces-
•E l'opera nostra sia degna di chi ha sarie istruzioni • ·
temprato l'an imo e il corpo alla scuola ardi- La Sede centrale fommlava in un pic-
ta e forte della montagna sublime. Alto, colo libretto tascabile una serie di istru-
o frat elli, i cuori, alto le insegne e le memo- zioni pratiche per il soldato, contro i danni
rie! Avanti, avanti, o ltalia nuova e antica dcl freddo, e ne spediva duecen tomila co-
Viva l'Italia ! Viva il Be>. pie al Comando Supremo e cinquantamila
Nel leggere la relazione sull'andamento ai vari comitati.

220
Dichiarata la guerra nel mese di mag- parte all'Esposizione internazionale con un
gio una parte delle proge ttate gite non bel padiglione in forma di rifugio alpino,
avevano potuto aver luogo, e veniva sospe- vivificato da una ben riuscita tela raffigu-
so il Convegno annuale che si doveva te- rante lo sfondo della Valsavaranche e alle-
ne re a Saluzzo, pe r festeggiare il decimo stiva un'Esposizione fotograGca; la Sezione
anniversario della locale sezione e la co- di Roma restaurava i suoi due rifugi del
struzione dcl rifu gio Quintino Sella. Lo. Gran Sasso; la Sezione Verbano inaugurava
sezioni concordamentc modificarono i loro .un nuovo bosco in memoria di Giuseppe
concertati programmi in modo che tutte Pariani al Pian Vadà e i1wia\'a 40 bam-
le gite servissero solo di particolare alle- bini gracili alla cura climatica di l>.l iazzina;
namento alle fati c he della guerra. la Sezione di Palermo provvedeva all'invio
Solo le conferenze continuarono con di due gruppi di 34 bambini alla colon ia
il ritmo del passato, ma particolarmente alpina di Liccia.
orientate su i territori in cui si svolgeva la li Club Alpino Accademico Jtaliano
lotta. e il Gruppo Lom bardo Alpinisti Senza
Nel mese di gennaio un terribile terre- Guide, malgrado le clifficolt:ì del momen-
moto sconvolgeva e devastava gran parte to, non interrom pe vano la loro att[vità;
dell'Abruzzo. Il C.A.L si affrettava a por- notevole fu pure l'ope ra dci vari Ski Club
tare il suo contributo e la Sezione di Hom,1 che organizzarono riuscitissime gare so-
ad organizzare sc1u adre di soccorso fra i ciali e militari nell'Altopiano dei Sette Co-
soci che giunsero fra i primi non solo ad muni e corsi di sci per guide e portatori
Avezzano, ma nei pili lon tan i e malagevoli a Valgrisanche, Gressoney, Valtournanche,
paesi della regione !\facugnaga, Antronapiana e Formazza.
La Sezione di Torino ampliava notevol- Numerose e importanti fu rono anche
mente il rifugio di Peraciaval, rinnovava le pubblicazioni in più della Rivista gfen-
le corde del Cervino, concorreva alla targa sile che pubblicava numerose relazioni di
in bronzo posta su l Canale di Giaglione escursioni e ascension i. La Sezione Ligure
in Val di Susa per ricordare che ~ l aria stampava un interessante lavoro di A. Issei
Bona verso il mille donò una emina d'oro sulle caverne e la loro esplorazione scien-
per la sua costruzione; acqu istava il terreno ti6ca; lo Ski Club Torino raccoglieva in
e le costruzioni del Colle del Teodulo, un volumetto i numerosi itinerari sciistici
con :m prestito fra i soci, al lìne di togliere delle valli di Vermcnagna, dcl Sangone,
d i mezzo la poco decente can tina colà d i Susa e di Aosta compilati da Mario
esistente; inlìne il suo gruppo studentesco, C. Santi; lo Ski Club Veneto metteva in
teneva un convegno invernale a Valtour- vendita un volumetto con gli itinerari per
nanche e un secondo a Limone Piemonte, le Alpi Venete dovuto a Giuseppe Feru-
con numeros i inte rvenut i. La Sezione di glio. Veniva stampato il primo bollett ino
Bergamo ingrandiva il rifugio Curò e si ar- del Comitato Glaciologico ltaliano, sotto
ricch iva d i un' altro rifugio situato sul Mon- gli auspici del Club Alpino Italiano e della
te Crem, ceduto dalla socie tà delle miniere Società Italiana pe r il progresso delle
di zinco Crown-Spcltcr; quella di Cremona Scienze, contenente una prima serie di
fondava un comitato di turismo scolastico importanti lavori sulle Alpi Marittime, sul
e portava sul !\fonte Maddalena e a Vel- ghiacciaio del Miage, sul gruppo Albigna
leio, nell'Appennino Piacentino da 500 a Disgrazia, sui ghiacciai d'Ayas e di Cres-
600 studenti; la Sezione Ligure prendeva soney.

221
19 15- 19 16. Il pensiero dell'Assemblea La morte di Paolo Ferrario nell'eroica
dci Delegati per l'anno sociale 1915-1916, d ifesa di Campomolon fu fra le più gravi
si portava verso le nevi e i ghiacci delle perdite del C.A. I. e della Sezione di i\lilano,
\•ette delle Il.eliche, delle Dolomiti, delle perchè a lui si doveva il progetto della
Carniche, delle Giulie, alle anfrattuosità capanna Gianetti e numerose importan-
ciel Carso e alle onde dcl mare ove i no- tissime ascensioni.
stri soldati combattevano per la grandez- Al Passo di Folgorida, sugli elevati
za della Patria. Jn questa occasione ven iva campi ghiacciati deirAclamello, cadeva
data notizia che !'on. Paolo Boselli aveva combattendo l'avv. Ernesto Begcy, uno dci
voluto iscriversi socio pe rpetuo della Se- più attivi alpinisti e sciatori piemontesi,
zione di Susa, come riconoscimento del- che aveva compiuto numerose e difficili
l'opera compiuta dal sodalizio in 50 anni di ascension i estive e invernali.
vita e dell'opera sua presente per la guerra Umberto Canziani, sottotenente e vo-
i.n corso. Oltre 2600 soci, fra i quali alcune lontario degli Alpini, dava la vita per la
centinaia di volontari, impugnavano le ar- patria su l Monte Nero; socio della sezione
mi. Vennero ricordati a titolo di onore i no- di Milano e direttore dcl C.L.A.S.C. aveva
mi di coloro che avevano meritato onorifì- parteci pato att ivamente alla vita del C.A.l.
cenze, al valor militare: 3 nomine a Cava- Francesco Coppcllotti , anch'egli sotto-
liere dell'Ordine i\lilitare di Savoia; 4 me- tenente volon tario degli alpini, cadeva nel-
daglie d'oro, 83 d'argen to; 46 di bronzo; la zona di Tolmino, dopo essere stato per
18 promozioni per merito di guerra e 8 molti an ni consigliere della Sezione di
encomi solenn i. Brescia, direllorc del G. L.A.S.C. ed aver
Per la Patria si sacrificava sul patibolo pe rcorso le montagne della Val Camon ica
Cesare Battisti, e esempio costante di ful- a scopo di studio.
gido valore militare, che il 10 luglio, dopo Una bomba gettata da un velivolo ne-
aver condòtto ali' altacco, con mirabile mico uccideva a Verona Augusto Fanton,
slancio, la propria compagnia, sopraffatto sottotenente di artiglieria, legato allo studfo
dal nemico soverchiante, resistette con po- alpinistico sistematico, con i suoi frat elli,
chi alpin i fin o all'estremo. Himasto solo, delle Mam1arolc e delle Clautanc.
tra l'incerto ten tativo di salvarsi volgendo Cadeva valorosamente sul Carso insan-
il tergo al nemico ed il sicuro martirio, guinato Giuseppe Zucchi, della Sezione di
scelse il martirio • J\·lilano e dcl C.L.A.S.C. che aveva ideato
Grave perdita si ebbe con la morte dcl e promosse le gite gratuite in mon tagna
d r. C. B. De Casperi mentre strenuamente per i bambin i poveri del le scuole ele-
combatteva sul Monte Maronia; giovanis- mentari
simo aveva dalo prove del suo ingegno S'immolava, combatte ndo eroicamente
con importanti lavori sulle case delle sulla Zugna, il doti. Aleardo Fronza, al pi-
t
Alpi Friuliane e su lle grotte e voragini dcl nista forti11si mo e ardito della Sezione d i
Friuli ; triade eroica quella dei tre fratelli Verona, per il quale si deliberava di dare !
De Gasperi l: uno, il maggiore, attratto il suo nome all'erigendo rifugio di Ci.ma
dalla malia della montagna, moriva sul- Posta.
l'ardua parete del Civetta, il secondo, com- Cadeva gloriosamente al Passo di Fol-
battendo, cadeva sul J\fontc Nero, il ter.lO gorida Attilio Calvi; entrato nell'esercito
dava la sua vita per la Patria sui monti come sottotenen te, promosso poi per le sue
d'Arsiero. gesta a capitano .e fregiato di ben cinque

222
medaglie d'argento al va lore; alpinista fo r- allo studio della geologia
tissimo e valentissimo sciatore, aveva eser- La Società Geografica Italiana assegna-
citato la sua alti\'ità alpinistica sulle monta- va una medaglia d'argento ai componenti
gne comprese tra la Valtellina e la Val Ca- della spedizione De Filippi all'Himalaya
momca. e il Ministero della Guerra decretava una
Soccombeva da prode alla testa dcl suo medaglia di benemerenza ai numerosi soci
plotone Pier Giacinto Paribelli della Se- della Sezione di Homa segnalatisi nel re-
zione Valtellinese, decorato di medaglia care soccorsi sui luoghi devastati dal ter-
d'argento. remoto dell'Abruzzo.
Una grave perdita per il C.A.l. fu Nell'anno, l'opera del C.AJ., venne
quella del generale Carlo Giordana, avve- interamente consacrata alla guerra; le sot-
nuta alla Marccsina (A ltopiano d'Asiago), toscrizioni si accrebbero, i rifugi cont i-
mentre con grande coraggio e sprc7J..O del nuarono ad essere a disposizione del Co-
pericolo prendc\'a personalmente conto mando supremo; la Sede centrale forniva
delle dffesc austriache; alla sua in iziati\'a infonnazioni, carte topografiche, monogra·
si dO\'e\'a la meravigliosa avanzata attra- fì e, guide, studi alpinist ici e dava tutto il
\'erso i ghiacciai dell'Adamello suo aiuto ai corsi per gli sciatori militari.
Perdite gravi si ebbero anche fra so- Costitui tosi a Torino il Comitato pie-
ci non combattenti: apriva la serie il te- montese per lo sviluppo idroelettrico, ve-
nente generale Luigi Perrucchetti, sena- niva assegnato alla nostra Comm issione gla-
tore del Hegno, a l quale si dovevano gli ciologia il compito dello studio dei ba-
studi per la rifom1a dell'esercito, i la\'Ori cini montani dal punto di vista idrogra-
difensivi ai confini, la creazione delle trup- fico; in.fine, la Sezione di ~ l i l ano, con alto
pe alpine e studi di geografia militare sul sentimento di fraternità alpinistica, rac-
Friuli, sul Tirolo e sui confini verso la coglieva le quote dei soci, le adcsiorii di
Francia e la Svizzera; apparteneva al Club nuovi soci e le eventuali oblazioni a favo-
dal 1874 e venne nominato a più riprese re della Società degli Alpinisti Tridentini
consigliere della Sede centrale. e della Società Alpina delle Giulie.
La Sezione di Susa perdeva il suo Pre- Sede centrale e sezioni di adoperarono
sidente; quella di Torino il dott. Filippo attivamente a illustrare le .finalità della
Vallino, socio dal 1872, medico e botanico nostra guerra, sia pubblicando articoli sul-
valentissimo; queUa di Mi lano il nobile la Rivista Mensile, sia tenendo conferenze
Filippo Greppi, patriota e alpinista appas- e stampando opuscoli e volumi. Fra le
sionato; quella di Como il suo socio ono- opere di propaganda vi fu quella di assi-
rario Hiccardo Piatti che aveva illustrato stenza per i richiamati alle anni, per le
la montagna con splendide fotografie. Fu loro famiglie, per i profughi e per ricove-
ricordata la morte di Domenico Lo\'isa- rare i figli dei richiamati; ci si adoperava
to, t-l'ieslino di nascila, condan nato a mor- per la raccolta di indumenti d i lana, di
te dal Governo Austriaco; riparato in I- libri e di oggetti per i combattenti, per
talia fu con Garibaldi nel 1860 e nel 1870; creare uffici d'informazione, per facilitare
prese parte con il comandante Bove alla la continuità dci rapporti fra le famiglie e
spedizione antartica italiana; professore i combattenti
dell'Università di Sassari e poi in quella Molte sezioni, compatibilmente con le
di Cagliari, non fasc iò più la Sardegna, difficoltà del momento, organ izzarono gite
dove per 33 anni diede opera attivissima di allenamento e di preparazione, nonchè

223
corsi di istruzione sci islica per montanari 1'11 febbraio per con!ennare le cariche
soggett i alla leva. negli uffici sociali; distribuire sussidi e
Si portMono in montagna, gratuitamen- L. 3.300 quale concorso ai lavori delle Se-
te, gli alunni pcweri delle scuole elemen- zioni di Torino, Valtellina e Verona. Nella
tari, scegliendoli di preferenza fra i figli seconda adunanza, dell'S luglio, approvava
dei richiamali; in tre gite all'Alpe Turati, il principio che la nuova nomenclatura per
a San Maurizio e dal r-.fonte Tre Croci a le regioni redente dovesse essere italiana;
Santa Maria dcl r-.lonte, venivano condotti, prendeva allo dell'accoglimento del ricorso
dalla Sezione di Milano, ben 1500 alunni relativo all'esonero dalla tassa di bollo per
a godere dcl vivificante ambiente alpino. le targhe e i segno.vie; deliberava di tener
Le Sezione Verbano ne ospitava 40 nel- chiusa la capan na Regina t-.fargherita; ap-
la sua Colonia Alpina Elena di r-. lontcne- provava il decalogo pubblicalo in occasione
gro a Miazzina; quella di Torino eseguiva del secondo anniversario della guerra di-
opere di manutenzione ai suoi numerosi stribuito in 270 mila esemplari e stabiliva
rifugi; quella di Verona continuava le sue di convocare anche quest'anno un'unica
gite nelle ret rovie; quella di Napoli orga- Assemblea dci Delegati da tenersi a di-
nizzava una fes ta degli alberi rt l r..fonte cembre.
Nuovo presso Pozzuoli ; quella di Palenno li primo pensiero venne rivolto, nel
mandava 35 fanciu lli gracili in montagna ; leggere la relazione sull'andamento del
quella di Biella riparava il sen tiero d'ac- Club per l'anno sociale 1916-1917, al sena-
cesso al rifugio Quintino Sella e colloca- tore Lorenzo Camerano, da sette anni Pre-
va un nivometro totalizzatore. sidente generale ciel C.A .l .; ebbe uffici
eminenti, fu professore di anatomia com-
1916-1917. I Delegati in Assembleari- parata e di zoologia nell'Università d i To-
volge,•ano ai combattenti un caldo saluto rino; senatore del negno, uomo integro,
di ammir3.zione, di gratitudine e di au- con fama di scienziato e giusta estima-
brurio. zione presso i dotti, i discepoli e i colleghi;
Per la seconda cam pagna invernale il s'inserisse nel 1882 alla Sezione di Torino,
Comando Supremo dell'Esercito compila- passando poi a quella di Biella. Negli ulLi-
va una relazione in cui vi era un passo mi anni giovanili praticò l'alpinismo e nel
che tornava a particolare onore e soddi- 1910, con voto unanime, venne elevato alla
sfazione alla nostra associazione. In quest::i carica di Presidente generale del Club.
relazione, parlando delle val::inghe, si ac- La Sede centrale e le sezioni diedero
cennava alle istruzioni in larga misura dif- il contributo della loro att ività alle opere
fose intorno alle precauzioni da usarsi, che della guerra e della civile assistenza, con
contri buivano non poco ad attenuare le il mettere a disposizione delle Autorità
conseguenze dcl rovinoso fenome no: < Vi Militare studi e uomini, col donare alla Pa-
concorse validamente il C lub Alpino Ita- tria i ricordi più preziosi: le medaglie d'oro
liano con la sua vasta esperienza, dimostra- consegu ite per i propri studi e per la pro-
tasi preziosa per la volgarizzazione delle pria operosità.
misure precauzionali t . Migliaia di copie della ristampa del-
Avvenuta l'approvazione dcl IJilancio l'opuscolo Istruzioni al soldato F'er com-
preventivo alla fine del 1917, in L. 54.025, battere i pericoli del freddo, e del nuovo
e le nomine per acclamazione dei membri fascicolo Istru zioni pratiche ccmtro i 1'e-
del Consiglio direttivo, questo si riuniva ricoU delle valanghe di neve, venivano di-

224
Li;;s C1\A,'\DE.'l Jon,o.ssi;;.-.;, parete Nord.
(FOlo P. Tairro;;)
stribuite fra i soldati nel corso dell'inver- 19 17-19 18. Continuando la guerra pro-
no. Nel campo dell'assistenza e della pre- seguiva assiduamente l'opera di assistenza,
parazione civile il C.A.J . erogava nuove sia da parte della Sede centrale, sia delle
~omme a favore delle famiglie povere delle sezioni, per raccogliere fond i per le varie
guide e dei portatori sotto le armi. La Sede sottoscrizioni e oggetti e doni da inviare ai
centrale, inoltre, pubblicava 270 mila esem- combattenti.
plari d i un e decalogo > che in forma popo- Veniva approvato il Bilruicio di pre-
lare con teneva le massime dei doveri civili visione esposto in lire 54.467 nella sedu ta
di ogni buon cittadino durante la guerra; del 16 dicembre 1917, alla presenza di 27
il e decalogo> che ven iva d istribuito a Delegati rappresentanti 18 sezioni; e ricon-
mezzo dei Provveditori agli studi, degli fermati in carica per acclamazione i con-
Ispettori scolastici e degli Insegnanti, ve- siglieri e i revisori uscenti, su proposta del-
niva commentato nelle scuole e pubblicato le sezion i di Milano e Ligure, sospendendo
da molti giornali. ogni deliberazione relativa alla nomina del
' Cli studi pubblicati sulla Rivista Men- nuovo Presidente a causa della riduzione
sile si ispiravano alle opportunità del mo- d el servizio ferroviario e del notevolissimo
mento; la maggior parte degli articoli si rincaro delle tariffe.
riferivano alle regioni in cui si combatteva. Per analoghi motivi il Consiglio diret-
Il Comitato C laciologico Italiano, costi- tivo si riuniva solamente due volte: nella
tuitosi originariamente in seno al C.A.L e prima adunanza si riconfermavano le cari-
che operava sotto gli auspici del Club e che socia li, si deliberava d i sospendere la
della Società Italiana per il progresso delle costituzione della Commissione per la rivi-
Scienze, pubblicava il n. 2 del Bollettino sta e nominava un commissario nella per-
con gli studi sui gh iacciai del Disgrazia, sona dell'avv. Giovann i Bobba; si appro-
del Bernina, dello Scalino, delle Marittime, vava un progetto di massima per il' rior-
e una bibliografia glaciologica italiana. La d inamento e la compilazione del Catalogo
Sezione di Milano distribuiva la prima della biblioteca; si aderiva all'inizfativa
serie di una sua pubblicazione compren- del Touring Club Italiano per lo studio
dente 10 itinerari alpini in altrettanti fa- della situazione degli alberghi di montagna
scicoletti, costituiti da due facciate su tela in regioni adatte per lo sviluppo degli sport
con schizzi cartografici, p rofili con tracciati invernali e della istituzione di un parco
di ascensioni, dat i descrittivi, riferimenti nazionale nell'Abruzzo, utilizzando una va-
cartografici e altre indicazioni . La Sezione sta riserva d i caccia dcl Re; si sospendeva
di Torino restaurava i rifugi e stampava l'Assemblea e la si convocava per il 15 di-
l'Annuario sezionale; quella di Varal\o met- cembre; si approvavano le pratiche ini-
teva alcune segnalazioni alla Massa del ziate per la conservazione e la proprietà
Turlo, al t-.fonte C roce e al Ranghelto di dei rifugi e alberghi alpini appartenenti
Forncro; quella di Roma restaurava i rifugi alle associazion i alpinistiche austriache e
della Ma iclla e il rifugio Umberto al Ter- tedesche.
minillo; quella di Firenze continuava la Nel proclama per la vittoria ottenuta si
pubblicazione dcl suo Bollettino ricordava che la lunga, aspra, dura prepa-
Il Conto consuntivo per l'esercizio si razione e l'indomita resistenza fi niva con il
chiudeva con un'entrata di L. 64.082,51 trionfo delle nostre anni . e Onore e gratitu-
e un'uscita di L. 49.774,82, che determi- dien a ch i ha la grande sorte di ritornare
nava un'eccedenza d i L. 14.307,69 a noi; onore e gratitudine e venerazione a

225
quelli che hanno sacrificato il fìore della
vita per il più eccelso ideale che possa arri-
dere all'uomo! Noi, meglio e più degli altri
dobbiamo inchinarci verso di ess i che han-
no scrilto le pagine immortali della storia
dcl Club Alpino Italiano; quando rilegge-
remo il mirabile elenco dci caduti e più
ch iaro ci starà dinanzi il passato, nessun
timore ci turberà per l'avvenire t.
Rivolgendosi poi agli alpinisti il pro-
clama continuava: • Ed oggi, con lena ben
maggiore ci attende rantico, usato com-
pito, quello che dal nostro statuto è posto
quale base della nostra istituzione : cono-
scere e far conoscere i nostri monti, com-
pito grave per la vasti tà e delicato a un
lcmpo; da noi soli, dal nostro amore dipen-
de se quelle cime sublimi saranno presto
tutte note agli italiani. .. , ,
Nell'Assemblea dei Delegati dcl 15 di-
cembre 1918, presenti 38 Delegati rappre-
sentanti in tutto solo 12 sezioni, venh•a Luigi Cibrario
presen tato e approvalo un ordine del gior- Segretario C..c11crolc dal 1908 al 19/8. Fu a OO/HJ del
no con cui •l'Assemblea, preso atto delle S0tfoll::.fo fra le preskle11::e CamCl"allo e Caltlerilli
dich iarazioni fatte dal segretario generale
a nome del Consiglio dirctth•o, sulle inj-
ziative da esso stud iate e prese, mentre po Giovanni 13obba poteva scrivere che il
esprime nel Consiglio direttivo 13 sua pie- quarto anno di guerra trovava il Club Al-
na fiducia, proroga la scadenza di tutte le pino Italiano immutato nella sua fede. Que-
cariche e sta in attesa di una nuova con- sta fede non venne mai meno e l'ebbero gli
vocazione straordinaria dcli' Assemblea in alpin isti e le guide che offersero al cimen-
Torino, non appena le condizioni del paese to la loro opera, le loro energie, il loro
lo consentano,. sangue.
Nella relazione del Segretario generale Oltre che ai morti gloriosi il pensiero
sull'andamento dcl soclaHzio per l'anno so- venne ri volto commosso a Lorenzo Boza-
ciale 1917-1918, vennero ricordate le pa- no, illustratore accurato dei suoi monti,
role di Lorenzo Camerano ai colleghi alpi- per molt i anni degnissimo e operoso P re-
nisti nel maggio del 1915: e Accorriamo sidente della Sezio1\e Ligure e consigliere
con cuore acceso d'amore per la grande della Sede cen trale; Leone ~far:wtto, Pre-
madre comune e con fede incrollabile nei sidente della Sezione di Verona e illustra-
suoi alti destini e nella sua vittoria, a dare tore delle Prealpi Veronesi; Scipione Cai-
ad essa tutta l'opera nost ra e il nostro ner, redattore della RitJista M ensile dal
sangue t . 1885 al 1892 e diligente cronista dei primi
E se una fosca nube parve oscurare per vent icinq ue an ni di C lub; Umberto Mau-
un istante l'orizzonte della Patria, poco do- tino, colonnello degli alpini, sciatore ,;pe-

226
rimentato, che ebbe la direzione dei corsi per le guide e i portatori inabili al lavoro,
di istruzione di sci nei p rim i anni della con il cospicuo lascito del compianto Ba-
guerra e dei laboratori per la fabbricazione silio Bona, procedeva all'assegnazione della
dell'attrezzatura alpinist ica delle truppe di pensione vitalizia a dicci guide
mon tagna; Napoleone Cozzi, membro della Nel campo delr alpinismo letterario e
direzione della Società Alpina delle Giulie, scientifico il Club, per mezzo dei suoi col-
ardentissimo patriota e caposcuola dello laboratori, poteva mantenere alla Hivista,
alpinismo senza guide a Trieste. divenuta trimestrale per necessità economi-
Anche nelle opere di pace continuava che, l'usata importanza, e annunciava un
l'azione assidua delle sezioni. Quella di importante volume della Cuùla dei Monti
Torino ricostruiva completamente il ri- tfltalia, comprendente la Hegio11e dell'Or-
fugio dcl Piantonetto al Gran San Pietro; tler, compilata dal conte Aldo Bonacossa;
riceveva dalla munificenza sovrana il ca- volume che era stato tenuto in sospeso
sotto di caccia situato nell'alto vallone di durante la guerra
Foho; pubblicava lAnnuario e la Guida Il Bilancio consuntivo si chiudeva con
ricordo del suo }o.f osco al Monte dci Capuc- un'entrata di L. 68.963,39 e un'uscita di
cini. Le Sezioni di Torino, di Homa, di L. 61.646,44; l'eccedenza fu di L. 7.316,95.
Milano, di F irenze, di Bergamo, di Susa ed
altre, promossero gite sociali e scolastiche. 191 8- 191 9. Il Consiglio direttivo, nella
Quella di Homa riparava i rifugi dcl Gran sua prima adunanza del 1° febbraio, pror0-
Sasso, completava la Stazione invernale gava gli uffici e le cariche sociali; deliberava
di Ovindoli. La Sede centrale sussidiava di aprire un concorso per la sostituzione del
la pubblicazione della Società per la Oora redattore della Rivista Mens:le; prendeva
valdostana e il giardino alpino al Piccolo provvedimenti di massima in ordine al
San Bernardo, e offriva al Touring Club Congresso, studiava le pratiche per la ri-
ltaliano la sua collaborazione per la no- vendicazione dei rifu gi e alberghi alpini
menclatura alpina nella progettata pub- di proprietà di società alpinistiche austria-
blicazione di un grande atlante geogralìco; che e germaniche. Nella seconda riunione
inoltre, ritenuto che fosse opera civi le la tu- del 1° giugno prendeva atto della delìnitiva
tela delle bellezze naturali e la conserva- costituzione della nuova Sezione di Fiume
zione di tulle le ricchezze del suolo che e dell'unione del Club Alpino Bassanese
coslituiscoilO prezioso patrimonio nazio- al nostro sodalizio; fissava la prima Assem-
nale, fonte di ispirazionj estetiche, di cul- blea generale dei Delegati; rinnovava le
tura e di benessere e<:onomico, aderiva al- prat iche per ottenere ribassi ferroviari;
l'istituzione di un parco nazionale nel- teneva chiusa la capanna Regina :\·larghe-
l'Abruzzo, utilizzando la vasta plaga ap- rita e studiava l'eventuale accettazione
penninica già costituente la riserva di di baraccamenti militari. Nella sua terza
caccia dcl He. I>arimenti dava la sua ade- convocazione approvava la ricostruzione
sione all'iniziativa dcl Principe di Monaco delle Sezioni dell'Enza e Palazzolo; inDne,
per una esposizione e una serie di congres- nella quarta seduta dcl 23 novembre, pro·
si da tenersi in i\ lonaco, fra le nazioni al- cedeva all'estrazione dei membri del Con-
leate e amiche, dopo la pace vittoriosa; siglio ai sensi dell'articolo 16 dello statuto;
il Club aveva l'incarico dell'organizzazio- stabiliva spe<:iali disposizioni transitorie
ne della parte alpinistica per l'Italia. Infi- da sottoporre all'Assemblea per regolare i
ne, dopo aver costituita la Cassa Pensioni rapporti con la Società degli Alpinisti Tri-

227
dentini; approvava la ricostituzione della
Sezione Ussolana; esrun inava modifiche
dello statu to; stabiliva data e luogo della
seconda Assemblea e approvava i bilanci.
li bilancio preventivo che era stato ap-
provato dall'Assemblea dci Delegati del
15 dicembre 1918, in Torino, ammontava
a L. 56.560. Nella successiva Assemblea
dei Delegati del 6 luglio, presenti 98 Dele-
gati rappresentanti 26 sezioni, si ascolta-
vano le comunicazioni della !>residenza,
tenuta dal Segretario generale Cibrario,
sull'opera compiuta per assicurare al no-
stro Club i rifugi delle società alpinistiche
ex-nemiche, situate nelle zone redente. Si
procedette alle elezioni delle cariche so-
ciali: a Presidente venne eletto Basilio
Calderini, a vice-presiden ti Elisco Porro
c Luigi Cibrario, a consiglieri Nicola Vigna,
Bartolomeo Figari, Giuseppe Pea, ~ l ichel e
Oro, ~ l ario Bezzi, Domenico Meneghini,
Agostino Ferrari, Giovanni Bobba, Carlo
Casati, Gualtiero Laeng, Francesco '.\ lauro, Biui/iQ C11lden .. ;
Domenico Gennati; a revisori òei conti P1M1lc111c 1fol 1917 11/ 1921.
risultarono, eletti Gaetano Turin, Antonio
Frisoni e Carlo Riva.
Assunta la presidenza, l'avv. Bas ilio Cal- Verona accet tava dal poeta veronese Gio-
dcrini inviava una circolare alle direzioni van ni Ceriotti la consegna e la custodia
seziona li, chiamandole a collaborare con della campana che esisteva nel rifugio del
proposte concrete alle modilìche dello sta- Clu b Alpino Bassanese sul !\fo nte Grappa,
tuto e del regolamento, alla pubblicazione con il patto che il prezioso bronzo sarebbe
dcl volume sull'opera del C.A. I. e dei soci stato lrasportato sulla vetta del monte;
in guerra, nonché a fornire pubblicazioni quella di Brescia accettava di custodire il
cd opuscoli per gli uffici tu ristici del le Fer- cannone da 149 situato sulla Cresta della
rovie dello Stato ali' estero, per metterli in Croce nel gruppo dell'Adamello; quella di
condizione di rispondere alle richieste no- Bergamo riapriva i rifugi ai Laghi Gemelli
tizie di ogn i natu ra concernenti il nostro e Curò al Barbellino e costruiva un nuovo
paese. rifugio in Valle di Coca a ricordo dci
Al 30 giugno la slatistica dei soci dava: propri soci mort i per la Patria; quella di
539 soci onorari e perpetui; 6.088 annuali e Como stabiliva di murare una lapide nella
3.193 aggregati; in tutto 9.SZO. capanna Como per eternare la memoria
Confortante fu il risveglio di attività dei suoi soci cadut i in guerra; quella di
manifestatosi in parecchie sezioni; quella di !>.lilano spiegava la sua consueta attività
Padova riparava i dann i arrecali dall'inva- in ogni campo, conduceva a compimento la
sione nemica al rifugio Padova; quella di numerosa adunata alp inistica alla Vetta

228
d'Italia, con ascensioni al Pizzo dei Tre ghiacciai dei nostri due più importanti co-
Signori e con intervento di molti rappre- lossi alpini: il ;\Ionie Bianco e il Monte
sentanti della S.A.T. e del Club Alpino Fiu- Hosa.
mano; quella di Verbano aumentava a 40 i Mentre Brasca e Laeng attendevano
posti gratu iti nella Colonia alpina verbanese alla compilazione di un altro volume della
" llegina Elena" e promuoveva l'acquisto di Guitfo dei Monti d'Italia relativo alla Prc-
un ampio fabbricato, già adibito ad albergo, sanella e regioni circostanti, Bonacossa e
per la sede stabile della colonia; quella di Fcrrari prendevano l'incarico di preparare
Torino pubblicava l'A111111ario seziona le, un'altra guida che avrebbe dovuto abbrac-
promuoveva numerose gite sociali e scola- ciare da ogni parte tutto il Gruppo dcl
stiche con l'aiuto del suo gruppo studente- :\fonte Bianco, dal Piccolo al Gran San Ber-
sco S.A. R.L, nonché un corso di eserci ta- nardo.
zioni con gli sci; metteva in vendita una Perdurando Io stato di guerra, nel 1916,
collezione di itinerari alpini, con cartine, 1917 e 1918 l'Assemblea dei Delegati, per
profili e illustrazioni, contribuiva a onorare un rigua rdoso dovere verso i molti assenti
in Morgex la memoria del valoroso capi ta- per obblighi militari , aveva prorogato i po-
no de,i.:li alpini Giuseppe Garrone, già pre- teri ai membri dcl Consiglio direttivo, non
tore di quel mandamento, caduto con il addivenendo a nuove nomine e, morto il 22
fratello Eugenio sul Col della Berretta e, in- novembre 1917 l'illustre presidente sena·
fine, con una benelìca iniziativa a favore dci tore Lorenzo Camcrano, veniva lasciata
soldati valsesiani intendeva rendere omag- scoperta la carica di Presidente. Cessata la
gio alla memoria del socio Andrea Luino; guerra si procedeva, in conformità allo Sta-
quella di Susa prendeva l'iniziativa cli co- tuto, all'elezione di tutte le cariche sociali.
strui re un rifugio nell'alto va llone di Roche- Primo atto della nuova amministrazione
molles; la Ligure inaugurava un obelisco su l fu quello di procedere alla nomiiù1 dcl
!\font e Lavagnola, in memoria dei soci ca- redattore delle pubblicazioni. Avendo il
duti combattendo e deliberava di erigere un dott. Gualtiero Lacng lasciato l'ufficio, die-
rifugio nell'alto vallone d e ll'Aq:~cnt era a o- tro regola re concorso venne nominato a suc-
nore di Lorenzo Bozano; quella cli Firenze cedergli il generale Hohcrto Barbetta .
organizzava, d'accordo con la sezione di Pa- Ossequiente al voto dell'Assemblea dci
dova e con lo Ski Club Veneto, felicemente delegati, il Consiglio direttivo approvava
risorto, un corso per sciatori a Sant'Ulderi- lo studio per la revisione dello Statuto e dcl
co, frazione di Trento; quella di Roma for- Regolamento sociale. ~ l a l'argomento di
niva al Gruppo sperimentale delle comu- capitale importanza, che non venne mai di-
nicazioni aeree di Ccntocclle ragguagli, menticato, fu quello della espropriazione
rilievi e profili dei monti dell'Appennino da parte dello Stato dei rifugi esistenti en-
centrale. tro il nuovo conlìne politico italiano: di
Anche la nuova Sezione di Fiume orga- esso si tratta nel capitolo relativo ai rifugi.
nizzava un'escursione numerosa al ?I.fonte L'avvenimen to più importante dell'an-
;\foggiore, per inaugu rare il nuovo vessillo, no, quello che sanzionava il coronamento
donatole sulla Vetta d'Italia dalla Sezione dell'epopea nazionale, fu il Congresso degli
di Milano. e dedicare il rifugio, ivi costruito, alpinisti italiani tenutosi, nel mese di set-
alla Duchessa Elena d'Aosta. tembre, nelle terre redente. Fu davvero un
TI Comitato Glaciologico Italiano pub- pellegrinaggio di patriottismo e il felice
blicava un tert.o bollettino, dedicalo ai compimento di un rito. Dalla seduta d'inau-

229
gurazione, nella grande aula della Società bica dei delegati, e venivano prese in esa-
Filarmonica di Trento, a quella di chiusura, me, in prima lettura, le proposte di rifonna
dentro la meravigliosa grotta di Postumia, dello statuto; si approvava l'aumento ciel
fu un continuo succedersi di calorose dimo- contributo da versare alla Sede centrale
strazioni di fratellanza e di patriottismo. nella misura di L. 12 per i soci ordinari, cli
Il bilancio consuntivo veniva approvato L. 6 per i soci studenti e di L. 4 per gli alt ri
con una entrata di lire 167.247,80 e un'u- aggregat i; si discuteva la proposta della Se-
scita di L. 165.756,17; l'eccedenza attiva fu zione di Monza perché il Presidente, il vice-
quindi di L. 1491 ,63 presidente, il segretario generale non po-
tessero contemporaneamente ricoprire ca-
1919-1920. Alla fine del 1919 si riuniva riche nel consiglio direttivo della propria
in Torino la seconda Assemblea ordinaria sezione; proposta che veniva rimandata al-
dei delegati presso la Sede sociale; presenti la prossima assemblea come modifica dello
86 delegati che rappresentavano 20 sezioni Statuto.
Venivano annunziate l'annessione al C.A.I. Questa assemhlea aveva luogo il 12 di-
delle Sezioni di Fiume e della Società Alpi- cembre con 164 delegati, rappresentanti 36
na delle Giulie (Trieste), accolte per accla- sezion i. e fu assai agitala per la questione
mazione, mentre vi furono difficoltà di in- della S.U.C.A.T. venuta in attrito con altre
dole amministrative per la Società degli Al- sezioni a causa delle sue categorie cli sen io-
pinisti Tridentini, che si augurava di poteT res e di juniores cl1e sottraevano alle piccole
risolvere ricordando che i fondatori della sezioni le migliori attività con opera di con-
S.A.T. la consideravano in spirito come se- correnza; per questo motivo ven iva appro-
zione del C.A.T vato un ordine del giorno del seguen te
Si rinnovarono le pratiche presso le Fer- tenore: « L'assemblea, convinta della ne-
rovie dcli~ Stato per le riduzione forrovia- cessità di coordinare tutte le forze intellet-
ric; ci si associava ai voti della Sezione Os- tuali e morali dcl C.A.T. , prende atto della
solana per la protezione della Cascata del denominazione di Sezione Universitaria del
Tocc e si sostenevano j?li interessi del Club C.A. L assunta dalla Sezione di ~ l onza; con-
nel riordinamento dell'Tstituto scientifico ferma al Consiglio centrale il mandato di
~fosso al Col d'O\en ; si proseguiva lo stu- supremo moderatore dcli'attività delle sin-
dio delle modifiche da apportare allo sta- gole sezioni e respinge la modificazione
tuto sociale e al regolamento generale dei dell'articolo 2 ,.
rifugi, in rapporto alla reciprocità del loro 11 Presidente leggeva la sua relazione
uso con i club alpini stranieri; si concedeva sull'andamento dcl C.A.T. per l'anno socia-
parità di trattamento nei rifugi della Sede le 1919-19-20: degni di menzione per la ' 'ila
centrale ai soci del Club Alpino Svizzero; del C.A.T. furono l'aumento veramente ec-
si prendeva atto delle comunicazioni riguar- çezionale elci numero dci soci e delle sezio-
dnn ti l'avocmdone dei rifugi appartenenti 11i; il solenne Congresso degli alpinisti ita-
alle associazioni tedesche; infine si proce- liani svoltosi nel Lazio, Umbria e Abruzzi
de,•a all'estrazione a sorte dei membri del in occasione delle feste per il cinquantena-
Consiglio direttivo, ai sensi dell'articolo 16 rio di Roma capitale d'Ttalia; J'acq11isto di
dello Statuto. che scadevano di carica (Eli- nuove regioni, sin_golannente adatte allo
sco Porro. Nicola Vil!lln, Domenico Cenna- svol_gimcnto della vita alpinistica: il propo-
ti, Agostino Ferrari, Francesco ~lauro) sito nella gioventl1 italiana di continuare in
TI 24 ottobre si teneva la seconda Assem- quella educazione fisica e morale fra i mon-

230
ti, che aveva dato prove luminose nella
guerra; il bisogno negli animi, uscit i da
un lungo periodo di repressione e agitati
dalla tumultuosa evoluzione sociale, che
andavasi svolgendo, di cercare giorni di
pace e di riposo in un campo più tranquil-
lo e sereno.
I soci, da l0.000, salirono a 18.6.51 al 30
giugno, così distribuiti: 668 onorari e per-
petui, 12351 ordinari, 4487 aggregati stu-
denti e 11 45 aggregati; le Sezioni da 34 a
43 essendosi costituite quelle di Gorizia,
Cortina d'Ampezzo, Bolzano, Desio, Pavia,
e ricostituite quelle di Belluno, Cuneo e
Chieti
Notevoli le conferenze ten ute e gli arti·
coli su divers i e interessanti argomenti del
momento, e l'appello dcl dott. ~ ! arco dc
Marnhi per ravvisare nell'alpinismo non so-
lamente uno sport, ma, secon do le tradizio-
ni di Quint ino Sella, l'educazione della
mente alla più \'asta comprensione dei pro-
blemi scientifici che lo studio della monta-
gna rivela. A11tonlo Cedcma
Pregevol i pubblicazioni, malgrado le
difficolt:\ per l'alto prezzo della carta e della
mano d'opera, tanto che tutte le riviste, an- cose alpine; Bortolo Sertori, guida della Val
che straniere, avevano ridotto le pagine e i Masino, i cui monti l'avevano avvinto e
numeri. TI Consiglio direttivo, interpretando fatto celebre; Giuseppe Feruglio, uno dei
il vivo desiderio dci soci di vedere avviate più appassionati e com pleti alpinisti veneti,
sollecitamente le pubblicazioni verso un as- autore della Guida turistica del Cadore.
setto normale, facendo cssegnamento su Il XLIV Congresso indetto dal 10 al 16
qualche e ntrata straordinaria e non esitan- settembre dalla Sezione di Roma, in occa-
do per una volta tanto a consumare la ri- sione del cinquantenario di Roma cnpitalc
serva dell'esercizio precedente, riusciva a d'Italia, si manifestò con g ite a Te rn i, alla
distribuire cinque numeri della Rivista Cascata delle Marmore, al Lago di Piedi-
Mensile. luco, all'Aquila, a Campo Pericoli, a Tera·
L'esito del referendum sulle modifica- mo, a Penne, a Sulmona, a Scanuo e ad
zioni allo Statuto fu il seguente: 3239 sì, Avezzano. r partecipanti alla cerimonia di
3055 no, schede bianche 5, nulle 7; a mente inaugurazione furono 200
dell'articolo 26, non csscll(losi raggiunta la
maggioranza prescritta, le modificazioni 1920-1921. Il Bilancio preventivo per
non venivano approvate il 1921 venne approvato il 12 dicembre
Decedevano: Anton io Cedema, alpini- 19-20 in Torino, dalla Assemblea dei dele-
sta, amministratore del Club e scrittore di gati.

231
La preoccupazione costante di tutta cietà Geografìca a indire, dopo dieci anni di
l'annata fu quella di rimuovere le ragion i sospensione, l'otta\'O Congresso Geogralìco
di dissidio fra i soci e le Sezioni ed ottenere Italiano a Firenze e il C.A.T. non esitò ad
l'approvazione delle proposte per le riforme aderirvi, inviando quale proprio rappre-
riconosciute utili per il migliore funziona- sentante il prof. Giotto Dainelli.
mento dcl Club. Se il tem peramento adot- Anche la Comm issione interministeriale
tato dal Consiglio direttivo per conseguire per l'educazione fisica manifestava il desi-
lo scopo pareva sotto qualche aspetto difet- derio di affiancare il C.A.L nella complessa
toso, ci si dichiarava disposti ad accettare questione dell'educazione fisica e promette-
gli eventuali emendamenti per mantenere va facilitazioni grandissime nei viaggi, con-
salda la desiderata armonia tributi per le spese dei rifugi, forniture gra-
Altro pensiero era quello, già menziona- tuite di attrezzi e materiali. Infine, in acco-
to e cli cui tratta l'apposito capitolo, dci ri- glimento dei voti ripetutamente fatti e delle
fugi delle terre redente. istanze presen tate per tutte le vie, con Re-
A proposito dei rifugi in genere, la Se- gio Decreto 9 ottobre Hf21, n. 1427, ve-
de centrale molto volentieri accoglieva la nivano ripristinate a favore del C.A.T. le
raccomandazione di praticare per tutti e- concessioni speciali di riduzione ferrovia-
guale trattamento per tutti i soci del soda- ria per i congressi, le esposizioni, i concor-
lizio e per quelli del Club Alpini stranieri, si e per le carovane di non meno di 10 per-
ravvisando in ciò la miglior prova di quel sone fra soci, guide e portatori
simpatico spirito di fratellanza che doveva Il Consi,glio direttivo accoglie\'a la do-
regnare fra gli alpinisti. . manda dell'E.N.T.T. di partecipare all'e-
Altro ouetto che ricl1iamava l'attenzio- sposizione e fiera campionaria nazionale cd
ne della Sede centrale era il libero movi- estera; si associava alla cerimonia italo-fran-
mento alpipistico nei settori di con lìne del- cese di inaugurazione dell'obelisco al Colle
le nuove provincie. di Sestrières.
Strettamente connessa alla particolare Pubblicati i primi due numeri della Ri-
situazione era le denominazione dei rifugi e vista i\fe11sile nel momento più acuto della
la toponomatstica locale, per la quale veni- crisi che travagliava l'Associazione, di fron·
va nominata una Commissione incaricata di te all'incertezza d'incassare le quote anche
stabilire i criteri di massima per la scelta dci nella misura limitata dello Statuto vecchio,
toponimi nei territori mmcssi al Regno: in anziché in quella superiore proposta nella
tale commissione \"eniva nominato come riforma dello Statuto, ci si trovava nella do-
rappresentante del C.A.T. il conte Lamber- lorosa necessità di sospendere ulteriori pub-
to Cesarini Sforza, del quale era nota la blicazioni. ~ligl iorate in meglio le condizio-
competenza in materia. ni del sodalizio, e non sembrando tollerabi-
Del problema d'azione del C.A.l. face- le il completamento dell'annata con il nu-
va parte da tempo la tutela delle bellezze mero finale contenen te gli indici, si affronta.
naturali: veniva cosl pro1>0sta la creazione va la spesa di un terzo ed ultimo numero,
dcl Parco del Gran Paradiso per la conser- al quale faceva secuito nel primo numero
vazione dello stambecco. del 1922 l'indice desiderato
Le trasformazioni, che nel campo eco- All'attività della Sede centrale faceva
nomico e politico, come in quello del pen- lode,•ole riscontro quella delle Sezioni; nu-
siero, la guerra mondiale aveva avviato e merosi i rifugi inaugurati, buone per forma
sollecitato anche in Italia, indussero la So- e per sostanza le pubblicazioni distribuite

2.'32
I.
I
ai soci. molte le escursioni importanti, fra delle varie sezioni presso la sede della Se.
le quali facevano spicco: la settimana alpi- zione di Brescia.
nistica nelle Dolomiti di Brenta; le tendo- Ma a questa riunione non fu possibile
poli in Val Salarno e a Solda; le escursioni altro che proporre la rinnovazione parziale
dalle Dolomiti al Brennero promosse dalla dei membri scad uti per anzianità, secondo
Sezione di Milano in unione al Corr;ere lo Statuto vigente.
dello Sera e 011ella nella Venezia Tridentina Dopo quattro anni di sacrifici, la passio-
organi7,Wla dalla Sezione di Bologna; il ne dell'alpinismo penetrava più largamen te
convegno della Sezione di Cortina d'Am- nella popolazione e il C.AJ. raggiungeva
pezzo per l'inaugurazione del monumento una prosperità insperata per numero di so-
e del rifogio dedicato al Generale Cantore; ci e di sezioni
e la grande adunata al Gran Sasso indetta Si spegneva a Bassa.no Ottone Brentari,
dalla Sezione di Teramo. ingegno fervidissimo, autore di apprezza-
Altro avvenimento importante fu il XLV tissime Guide, e a ~filano Carlo Tedeschi
Congresso, promosso e attuato dalle Sezio- fervente apostolo dcll'all?inismo, distinto
ni Verhano e Ossola. Preparato in mezzo a poligotta, addetto al Ministero degli Esteri.
molte difficoltà, si svolgeva in una regione Il l8 dicembre si tenevano la prima
incantevole, svariatissima, fra il sorriso del e la seconda Assemblea dci Delegati, par-
Lago ~ l a~giore e l'incanto dcl Mottarone, tieolanncnte importanti per l'esame in pri-
al cospetto delle pareti ~hia cciatc dcl Mon- ma e in seconda lettura delle modilìche da
te Rosa, da Macu{!na!?a alla Cascata elci Tri- apportare allo Statuto; la prima Assemblea
ce. dai laghi artificiali del Vannino e di ebbe luogo in mattinata; la seconda nel po-
Rusin, sul munte GiO\'e. sulla Punta d'Arbo- meriggio. Vennero in tale occasione proro-
la e in vista delle ricche e rrcschc pinete gate le elezion i ciel Presidente, di quattro
della Val Vigczzo Consiglieri e di tre Revisori dci con ti; e re·
Tnt crcssantissimi furono gli ordini dcl spinte le dimissioni del conte aw. Luigi C i-
giorno votati nella seduta inaugurale rela- brario vice-presidente e del rag. Nicola
tivi alle escursioni scolastiche. alle colonie Vigna segretario generale
alpine, alla ricostrnzionc dcl patrimon io fo- li Bilancio consuntivo, approvato, chiu-
restale. alla difesa dei boschi e d<'i pascoli. deva con una entrata di L 203.951,54 e
in rapporto all'industria zootecnica e alla un'uscita di L. 143.3 12,31.
produzione e commercio dci latticini, non-
ché alla maggiore dot:izione cli rifol!i n favo·
re delle Alpi Lepontine. Tn assenza dcl Pre· 1921 -1922. La vita sociale prendeva a•;.
sidente, immobilizzato per una malaugu- vìo con il referendum per le modificazioni
rata cadu ta, il Congresso veniva inaugura· dello Statuto, approvato dall'Assemblea d<'i
to dal prof. avv. Eliseo Porro, con un bril· Delegati nelle due sedute dcl 18 dicembre
lnntissimo discorso. Veni vano votati nella 1921.
sedu ta cli c11iusura due ordini del _giorno. Basilio Caldcrin i, nel prendere commia-
nel primo elci quali si faceva voto oer la to da Presidente, scriveva il IS marzo J922
pronta riforma dello Statuto e la ricosti- ai Presidenti delle Sezioni una lettera, in
tuzione intcwale e nronta dcl Con~iglio; nel cui ripeteva ancora una volta i più vivi rin-
secondo. per a1?evol:tre l'approvm•ione delle grazi:unenli per le testimonianze cli stima
nroposle rifonne con opportuni accordi. ~i e di amicizia che gli furono date e rinnova-
fissava una seduta preliminare di Delegali te. Legato al C.A.T. dai primi anni della

233
giovinezza, partecipe dcl Consiglio diretti-
vo, con brevi interruzioni, dal 1878, con il
crescere degli anni non dim inuì in lui la pas-
sione per i monti e crebbe l'amore per il so-
dalizio. Abbandonando rufficio per molte
ragioni, principalissima ed invincibile quel-
la dell'età e della salute, si dichiarava felice
di seguire, come socio affezionato, la nuova
corsa ascendente che si parava dinnanzi al
C.A.l., il quale, giunto con ritmo talvolta
tumultuoso a un grado di prosperità inspe-
rata, si avviava risolutamente a darsi un as-
setto tranquillo, normale e fecondo. Aven-
do compiuto un triennio di pres idenza sin-
golarmente agitata, con la coscienza d i a-
ver adempiuto, nei lim iti d elle sue forLe,
il suo dovere, con an imo sempre indipen-
dente, aperto alle nuove esigenze, scevro
da preconcetti e da qualsiasi predilezione
regionale, ispirandosi solo a quello che a-
veva creduto fosse bene per il Club, ora che
la tempesta, tempesta fors'anche salutare, Eliseo Porro
Prctidc111c dol 1922 11/ 1929
era svan ila, e che il sereno era comparso al-
l'orizzonte, ristabilendo la concordia, pro-
nosticava .d ie il C.A.I . non poteva fallire
nella sua meta, additata e consacrata nel
fatidico motto che campeggiava nel suo presidenti Bartolomeo Figari e Giovanni
emblema: Excelsior. Bobba; a Consiglieri Oro, Pedrotti. Timeus,
Al conte avv. Luigi Cibrario, vice-pre- Bezzi, Vallcpiana, Tea, Larchcr, Balcstieri,
sidente del C.A. I. scriveva il 1° aprile di non Caffarclli, Frisoni, Falzoni, Piazzi, Achille
sentirsi di presiedere l'Assemblea dei Dele- ~fonti, Nagel, Chiggiato e Lampugnani.
gati e lo pregava, quale vice-presiden te an- Con la riforma della carta statutaria,
ziano, cli supplirlo e di tenere per giustifi- approvata dal referendum, si voleva fra l'al-
cata la sua assenza. Abbandonando defi niti- tro che il Consiglio direttivo rimanesse in
vamente la carica, con naturale, legittima carica tre anni per consentirgli la possi·
commozione, rinnovava ai colleghi dcl Con- bilità di adottare un programma, avendo
siglio direttivo e ai Delegati il suo saluto dinnanzi a se il tempo necessario per attuar-
di commiato affettuoso lo. Si decideva inoltre che le sue riunion i e
Questa Assemblea straordinaria del 2 quelle dci Delegati dovessero tenersi pres-
aprile era stata indetta a Torino per le ele- so le varie sezion i e diventare l'occasione
zion i generali in base alle riforme dello di un continuo affiatamento fra Sede cen-
Statuto. Erano presenti 91 Delegali in rap- trale, direz ioni sezionali, delegati e soci.
presen tanza di 48 sezioni. A Presidente ri- I principali argomen ti sui quali la Sede
sultava eletto l'aw. Eliseo Porro; a Vice- centrale desiderava richiamare \'attenzione

234
dei soci riguardavano le pubblicazioni, i rifugi nelle terre redente. Nell'incontro di
rifugi, l'educazione preliminare; ma accan- Roma, del 15 ottobre, accettava la richie-
to ad essi altri se ne aggiungevano di no- sta della Sezione di Milano per il congres-
tevole interesse, come le propaganda spe- so del 1923; deliberava di sottoporre alla
cialmente fra i giovani, le escmsioni inter- ratifica dell'Assemblea l'ordinamento e l'as-
sezionali, gli accantonamenti e gli attenda- segnazione dei gruppi universitari; acco-
menti, la trasfonnazione di baite in capan- glieva la promessa dell'inno degli alpini-
ne economiche. sti fatta da Gabriele D'Annunzio e delibe-
La vita interna dcl C.A. L presentava rava la compilazione di una carta topogra-
essa pure alcuni problemi clic la Sede cen- fì ca con l'indicazione dei rifugi. Nella adu-
trale metteva allo studio per affrontarne nanza cli Bologna dcl 12 novembre, e in
la soluzione; fra questi la riforma del re- quella di Torino dcl 17 cliccmhrc, si com-
golamento, la formazione di uno schedario piaceva delle notizie comunicate dalle se-
dei soci, la creazione di un organo a mezzo zioni cli Torino e di Milano, le quali dichia-
dCl quale si potesse comunicare direttamen- ravano rispettivamente di avere pronto il
te con le Sezioni, lo sviluppo dell'alpinismo materiale per la pubblicazione delle Guide
nelle zone montane del Mezzogiorno e del- alpinistiche delle Alpi Cozie e del Gruppo
le Isole, l'organizzazione delle grandi escur· Adamello-Presanella; e accettavn la costi-
sioni e la resistenza contro ingiusti tratta· tuzione della Sezione di Oncglia.
menti amministrativi, quali le tasse di sog· Il Congresso, XLVT della serie, organiz-
giorno, di lusso e di esercizio applicate per zato dalla Sezione di Trento, con il con-
i rifugi e i divieti di portare bastoni ferrati corso della Sezione di Brescia, per il 50"
e transitare allnwcrso la catena alpina anniversario della fondazione della Socie-
Nel l'adunanza del 30 aprile il Consiglio tà degli Alpinisti Tridentini, aveva luo-
direttivo, riunitosi a Milano, nominava Ba· go dal 18 al 25 luglio e svolgimento nel
lestreri a segretario generale; deliberava di Grnppo dell'Adamello, in quello della Pre-
assegnare una medaglia d'oro di beneme- sanella e del Brenta; a Madonna di Campi-
renza all'avv. Basilio Caldcrin"i; studiava glio si svolgeva la cerimonia ufficiale e a
la situazione dei rifugi delle terre redente Trento il pranzo di chiusura con il solito
f" al ri.i?:uardo ricostituiva la Commissione coniamo di discorsi.
per la loro sistemazione e gest ione; invi- Festegginva il 50" anniversario di fon-
tava le sezioni a occuparsi della sorve- dazione anche la Sezione di Sond rio, con un
glianza dci cin1iteri cli guerra e, su ricl1ie- convegno alla capanna ~farinelli
sta della S.A.T., deliberava di tenere il Fra le opere in rilievo vi furono l'inau-
XLVI Congresso presso quella sezione, pc1 gurazione dei seguenti rifugi: Crocia da La-
festeggiare il cin(Jliantcnario della sua fon- go della Sezione cli Cortina cl' Ampezzo;
dazione. Nella sedu ta del 28 maggio. te- Leonida Bissolati in Val di Scalve della Se-
nutasi a Genova, traltava la riforma del Rc- zione di Cremona; Pasubio alle Porte dcl
,e;olamcnto e lungamente discuteva sotto Pasubio della Sezione di Schio; Hozano al-
vari aspetti il tema dell'educazione preli- l'Argentcra e Passo di Garlenda della Se-
minare; approvava la costituzione della zione Ligure; Vittorio Sella al Loson della
nnova Sezione di Gallarate. Nella riunione Sezione di Biella; Vincenzo Sebastiani del-
del 2 luglio, tenutasi a Firenze, approvava la Sezione di Roma; Dc Plnri e Cima Trarc-
la costituzione della nuova Sezione di Sere- go della Sezione Cadorina. Altro lavoro di
gno e dava notizia dell'apertura di ben 14 notevole importanza fu il tracciamento del-

235
la c. Direttissima > tra il rifugio Carlo Por- La presa di possesso dei rifugi aveva na-
ta e il rifugio Hosalba, nel Gruppo delle turahnen te un carattere conservativo, mo·
Grigne, eia parte della Sezione di Milano. tivo per cui era necessario un nuovo decre-
l i Bilancio consuntivo si chiudeva con to che ne atl'ribuisse la proprietà. Con tale
una entrata di L. 279.362,44 e un'uscita di decreto e con le intese dirette con il ~ l i­
L. 249.686,45. nistero della Guerra, tutta la complessa
questione dei rifugi poteva finalmente ri-
1922-1923. Nell'Assemblea dei Dele- tenersi avviata alla sua defin itiva soluzione.
gati, tenutasi a Trieste, alla presenza di 43 Esaurita così la trattazione della quc·
Delega ti rappresentanti 26 sezioni, si ap- stione dei rifugi dell'Alto Ad ige, si esami-
provava il consuntivo 1921 e il preventivo nava la situazione riguardante l'Osservato-
per il 1923 in L. 203.951,54; si provvedeva rio Meteorologico della Capanna Regina
all'esame del Hegolamento generale, alla ì\farghc(ita e si otteneva quanto più parli·
nomina a soci onorari del Duca degli Abruz- colannente interessava, l'allonlanamento
zi. di Guido Hey e di Ettore Tolomei, non- dcl Direttore dell'osservatorio.
ché alla nomina di due consiglieri e di 3 Un altro importante problema che veni-
revisori dci conti. va affrontato era quello dei lavori alpini
Nell'Assemblea dei Delegati, tenutasi delle sezioni, tah,olta superflui e talvolta
nella sala dcl Selva dcl Teatro Fen ice di difettosi e si riteneva perciò opportuno sta-
Venc--.1Ja il 13 gennaio 19"24, il presidente bilire che nell'assegnazione dci sussidi do-
riferiva a grandi linee il lavoro che era sta- vevasi seguire un criterio organico sulla
to s,·olto dal Consiglio direttivo. Problema base di uno studio relativo a un piano rego-
fondamentale fu la questione dci rifugi del- latore di base.
l'Alto Adige. per i quali si era formulato Le pubblicazioni sociali trovarono un
\"augurio che lo stato di fatto , faticosamente duplice ostacolo nella scarsità di bilancio
creato dal C.A.I. con dispendio di lavoro e e negli impegni fissati dai vecchi contratti;
di denaro, si trasformasse ntpidamente in Si rilevava inoltre la scarsità cli colla-
una precisa condizione di diritto. borazione f>er la Rioista i\le11.sile, che ren-
Alla questione dei rifugi alto atesini ~i deva assai arduo il compito del comitato
riconnetteva direttamente l'altro grave pro- e della redazione.
blema posto dal decreto 3 settembre dal Quanto alla Guida dci ~fonti d'l t:llia,
Prefetto di Trento; con tale decreto si di- che alcune Sezioni curavano con il concor·
ch iarava lo scioglimento di tulle le società so finanziario della Sede cen trale, nel cor-
alpinistiche, turistiche e affini esistenti in so dell'anno veniva pubblicato a cura della
Alto Adige ad eccezione delle Sezioni dcl Sezione di Torino il primo volume della
C.A. I. e si affidava al Club Alpino Italiano Guida delle Alpi Cozie meridionali com-
la consegna dci be11i e la ricostruzione delle pilato da Eugenio Fcrrcri, mentre la Se-
stesse sotto fo rma di Sezioni dcl C.A.l. L'o- zione di Venezia con fida va di aver pron-
nere che tale decreto veniva ad addossare to tutto il materiale per la Guido delle
al Club era gravoso e denso di responsabi- Dolomiti, alla quale attendeva con gran-
lità, ma tuttavia fu accettato e con l'opera de amore e competcm.a il clou. Antonio
assidua e intelligente di fiduciari vennero Berti . Tn tal modo la collana dci volum i
ricevute le consegne, non sempre in modo andava arricchendosi, len tamente ma sicu·
facile e piano; si ricostrui rono le tre nuove ramcntc: e san\ vanto sommo dcl Club
Sezioni di Bressanone, Brunico e ì\ lerano. Alpino - così dich iarava il Presiden te

236
Porro - q uando essa sarà completa e no in regione ~ l acinaia di Vall'Ombrosa,
avrà così e degnamente provveduto alla trasportando i materiali in sito e facendolo
completa illustrazione dci monti del no- sorgere esclusivamen te con le proprie for.:e,
stro Paese, assolvendo ad uno degli scopi improv\•isanclosi portatori, carpentieri, fa-
fondamentali sancit i nel primo articolo del- legnami, muratori, dando in tal modo esem-
lo Statuto sociale,. pio di giovanile e geniale iniziativa.
Fu composto un dissidio in seno alla La vita delle sezioni si sviluppò rigo-
Sezione di Treviso e un attrito fra le sezioni gliosa e il numero dei soci, in cost:mte au-
abruzzesi e quella di Homa per l'uso dei mento, raggiungeva i 31000; anche il nu-
rifugi dcli' Appennino Abruzzese. All' ap- mero delle sezioni si arricchiva di varie
posizione di due lapidi ai rifugi del Mon- unità: Lodi e Lucca, Novara e Thicne ven-
viso, per commemorare il sessanten nio della nero ad aggiungersi alla bella collana già
fondazione dcl C.A.l., le sezion i non rispo- esistente; e s'inquadravano le nuove se-
sero con lo slancio che la cerimonia avreb- zioni Alto Atesine (sorte attorno a quella
be' dovuto consigliare nel giorno dell'ascen- di Bolzano fondata nel 19-20), e cioè Bres-
sione di Quintino Sella; in quelroccasione, sanone, Brunico e Merano.
a distanza d i sessant'anni, il Presidente Jn tema di Bi lancio si era dell'opinione
ripeteva il gesto dcl lontano Predecessore, che non si dovessero richiedere al Governo
salendo alla vetta per celebrare il rito di aiuti in denaro e si raccom;indava piu t-
rinnovato amore e di fede. tosto che venissero conservati con esso i
Nel d icembre, a stagione inoltrata, ebbe contatti tenu ti fin allora; si richiamava la
luogo l'annuale Congresso presso la Sezio- attenzione sul fenomeno di parassitismo
ne di Milano: e il Sindaco della cilh\ assu- offerto da talune sezioni, che vivevano con
meva l'impegno di prendere il patronato quote minime e sovente con la maggior
per la costruzione d i un rifugio in Alto parte dei soci non residenti, accant6 alle
Adige. sezioni maggiori delle quali sfruttavano le
L'attività delle sezioni fu molto varia, risorse.
e riuscì nel complesso vivace e proficua. Si riconosceva la gravità della que-
Fra le opere alpine pili importanti compiute st ione, ma una precisa definizione dci li-
si annoveravano otto nuovi rifugi, oltre a miti territoriali fra sezione e sezione si
numerosi altri riattati: rifugio delle Por- riteneva assai difficile da detenninarc, né
tettc, Quintino Sella nel vallone delle For- d'altronde la Sede cen trale aveva i po-
cioline, Scarlìotti nel vallone di Hochemol- teri per fi ssarli. Sarebbe stata opportuna
les, Santa ~fargherila al Hutor, rifugio del- la fissazione di un minimo di quota, j:>er
la Noire al Fauteuil dcs Allemandcs, rifu- togliere ogni possibilità di concorrenza
gio Ettore Conti alla Scatta Minoia, rifugio fra le sezioni; si osservava inoltre come
fratelli Calvi in Va l dcl Sasso, Gianni Casa- i soci delle categorie speciali, e in parti-
ti al Passo dcl Ceveda le, Punta Telegrafo colare gli aggregali studenti, fossero ecces-
sul Bnldo, Popera nell'alto Comelico, Ora- sivamente numerosi - circa 12000 - e
zio dc Falkner alla ~facinaia, Vedetta Ere- venissero a gravare troppo sui soci ordi-
mita e di Hcnda. nari. A proposito dei soci studenti univer-
Un rifugio che meritava una particolare sitari, si riteneva che la normale, con b
menzione e una nota di elogio specialis- quale si era cercato un componimento
sima fu il rifugio Michelangiolo, che i soci fra la S.U.C.A .J. e le altre sezioni, non
studenti della Sezione di Firenze costruiro- aveva trovato esito positivo. Quanto alla

237
S.U.C.A.L si osservava che essa annovera- do lo situazione attuale del C.A .I. mutata
va fra le sue file <lei soci senior, <lei vitalizi in confronto di quella che era prim a della
e amici che non appartenevano al C.A. I.; elezione dell'attuale Consiglio d irettivo,
nella categoria degli junior, dci soci che motivo per cui ritenevano che fosse dif-
non erano studenti universitari. Veniva ficile dare soluzione ai gravi problemi pen-
pertanto presentato un ordine dcl giorno, denti. Tuttavia, eseguito lo spoglio delle
con il quale si proponeva che l'Assemblea schede, il bilancio preve11tivo risultava
deliberasse la decadenza della normale 6 approvato con 86 voti favorevoli, 62 con-
novembre 1921 e invitasse la Sede centrale trari e 3 astenuti.
a vigilare perchè la S.U.C.A. I. osservasse lo Venne discusso !"aumento di capitale
Statuto, eliminando dalle sue fila coloro della Cassa 13udden per il soccorso alle
che non erano soci del C.A. I. guide, e lo stanziamento di L. 10.000 quale
Si chiariva inoltre che la concessione contributo per la stampa della Gui<fo llei
di quota ridotta fatta dal Presidente Cal- Mo11ti d'lll1lil1; infine veniva presentata la
derini alla Sezione di Trieste, nel momento assicurazione dci Soci per gli infortuni alpi-
in cui la vecchia Società Alpina delle Giulie nistici, conclusa con la compagnia < The
entrava a far parte della grande famiglia Italian Exces ».
del C.A.l., era innegabilmente contraria Si discuteva a lungo par una migliore
allo Statuto, e tale fatto fu compreso dalla redazione della Hivista Mensile; si esami-
sezione, la quale cominciò fin dal 1922 a nava la richiesta di reciprocità avanzata
istituire piccoli nuclei di soci a quote re- dal Club Alpino Svizzero; si donava la ban-
golari, con l'intenzione di assumere per il diera di combattimento al cacciatorpedi-
1924 integralmente gli obblighi di contri- niere Quintino Sella; si commemorava lo
buzione che lo statuto sociale sancisce. on. Giovanni Chiggiato, vittima di una
Anche la Sezione di Gorizia assicurava di sciagura alpinistica; si consegnava a Bobba
avviarsi sulla via della regolarità statu- la medaglia di benemerenza; si deliberava
taria, malgrado che più di ogni altra avesse la pubblicazione sulla Rivista Mensile del
risentite le sofferenze e i danni derivati memoriale redatto dall'avvocato Basilio
dalla guerra. La Sezione di Fiume faceva Calderini che stabiliva i di ritti del C.A.l.
rilevare che aveva dato vita a due rifugi sulla capanna osservatorio Regina Mar-
in attesa del giorno della redenzione e gherita; si accordava atla Sezione di Tori-
della possibilità di ritornare a un vigore no un contributo di L. 8.000 per la pub-
economico che le consentissse di attuare blicazione della Guida delle Alpi Cozie
pienamente le norme statutarie. Per la settentrionali; si deliberava di porre sul
Sezione di Trento il problema rivestiva in- :\fonviso una targa commemorativa del 60"'
vece particolari difficoltà, inquantochè i anniversario della fondazione; si prende-
suoi soci erano da lungo tempo abituat i va atto della relazioue Balestreri per l'assi-
a pagare modeste quote di associazione, curazione collettiva cont ro gli infortuni in
ma tuttavia elevava da due a quattro lire montagna; e si rifiutava l'adesione alla
il contributo per tutti i suoi soci verso la costituzione di una Confederazione nazio-
Sede centrale, malgrado la ripulsa assoluta nale fra le società alpinistiche ed escur-
della Intendenza di Finanza a rifondere sionistiche.
L. 400.000 per i danni di guerra subiti. Fra le perdite dell'anno si annoverava
In tema di bilancio preventivo le se- quella di Orazio Dc Falkner, Presidente
zioni piemontesi votarono contro, ritenen- della Sezione <li Firenze, noto nei fasti

238
dell'alpinismo italiano per le sue prime d i accordare al l'organo direttivo centrale
ascensioni nel Gruppo di Brenta, nelle Do- un periodo di tempo sufficiente perché po-
lomiti e nel Gruppo del Gran Parad iso. tesse, senza interruzion i, concretare e at-
tuare un programma nel campo, del resto
1923- 1924. Il bilancio di previsione, limitato, riservato alla sua iniziati va. Da
per il HF24, approvato daffAssem blea dei tale riforma scaturiva la naturale conse·
Delegati, tenutasi il 13 gennaio Hf24 a guenza che, se era giusto dovesse la Pre-
Venezia, ammontava a L. 246.350. sidenza riferire anno per anno all'Assem-
li Consiglio direttivo, nell'adunanza di blea invernale dci Delegati i risultati del-
Vicenza del 4 maggio, t:sa mi11av;1 dcfiuìli· l'opera s u ;1 11cl 1.-'0 rso dcll'mmo, fosse però
vamente la questione S.U.C.A. I. deliberan- a riservarsi una relazione completa pe r
do cli proporre all'Assemblea la rat ifica dei l'Assemblea alla lì ne dcl triennio su l pro·
seguenti prowediment i: lim itazione del gramma svolto e a pronunciarsi in tale
campo di reclutamento, sostit uzione delle occasione su quello da svolgersi in prosie·
tess"el'e, invito a trasrnettel'e per l'appro- guo di tempo.
vaz ione uno schema di regolamento se- Nel corso del 1923 le Sede centrale cre-
zionale; deliberava d i compiere uno studio dette conveniente iniziare la pubblicazione
preliminare per la pubblicazione dell'An- di un foglietto mensile destinato a stab i·
nuario dell'alpinismo; inviava un memo- lire un legame costante con i Presidenti se·
riale al Ministero degli 1nterni per la esen- zionali e con i Delegat i per tutti quegli
zione nei rifugi del permesso di esercizio oggetti di ord ine am ministrativo e di pro-
di osteria o di alberghetto; deliberava di paganda che non trovavano sede adatta
sostituire le serrature dei locali dell'osser- nella Hivista Me11Sile. La prova fatta ne
vatorio meteorologico della capanna He- aveva dimostrata la pratica utilità, che per-
gina Margherita, anche per riaffermare la maneva anche dopo l'introduzione 1)ella
proprietà su di essi e l'intendimento del Rivista Meus"/e delle pagine destinate a
sodalizio che alla direzione dcll'osserva- seguire la vita int erna della Sede cen trale
lori ven isse designato uno scienziato che o delle sezioni. Ad ogni modo la spesa del
desse affidamento di sapere e voler svol- comunicato era così tenue, che veniva co-
gere un proficuo lavoro scient ifico; dava perta dalla economia che si effett uava nella
mandato di acquistare il terreno neces- corrispondenza per le sezioni e con i soci.
sario per l'ampliamento del rifugio Vitto- L'argomento del Bollettino, la classica
rio Emanuele 11. nostra pubblicazione, interrotta nel 1912-
Nella relazione presidenziale, letta J'8 1913, che veniva reclamata nell'ultima As-
mar.to 1925 ali' Assemblea dci Delegat i semblea dei Delegati, rappresentava uno
che si teneva in Pamia, si ricordava che lo dei compiti più eletti dcl sodalizio di fron-
Statuto del Club recava tra l'altro che il te ai club alpini inglesi, svizzero, e tede-
Presidente dovesse presen tare all"Assem- sco. Era noto come all'immed iata ripresa
blea dei Delegati la relazione scritta del- del Bolletti110 si fossero opposte le stesse
!'attività svolta durante J"anno. Nella ri- difficoltà che avevano ostacolato la Ri vist a
fonna portata da ultimo nello statuto M e11si le, poiché \'aumento delle spese tipo-
venne tuttavia stabi lito che il Consiglio grafiche e dcl costo della carta era di gran
direttivo fosse nominato per un triennio, lunga superiore all'aumento della quota
in pe rsona del Presidente, di due Vice versata dai soci alla Sede centrale. Buona
Presidenti e di 15 Consiglieri, intendendosi ventura fu l'aumento notevolissimo del

239
numero dci soci avutosi negli ultimi due tino Delapierre del terreno necessario; la
anni, che mise la Sede cen trale in grado capanna osservatorio Regina ~lnrgherita
di anticipare i fondi per affrontare la occupava la Sede centrale, e la stessa opi-
pubblicazione dcl Bolletti110 (N. 75, vol nione pubblica, per uua q uestione sulla
XLll) da porsi in vendita ai soci al prezzo nostra proprietà, malamente messa in dub-
di L . 12, :ii non soci di L. 24 bio, e specialmente per una questione
In merito all'Annuario dalla Sede cen- personale determinata dalla deplorevole
trale furon o rivolte le cure, prima e do- inazione di un pubblico funzionario. Si
po che l'Assemblea dci Delegati avesse sperava di riuscire a dare un assetto sta-
espresso, e g ì us~amcnt e, il voto che, poten· bile alla situazione e restituire il nostro
do, si mettesse mano alla compilazione osservatorio, d'importanza addirittura euro-
e pubblicazione delfimport:mte vademe- pea, a quella preziosa attività e dignità
cum del socio. Gli studi condolt i a tale scientifica che ne aveva ispirata la fon-
riguardo, i preven tivi delle spese, le pro- dazione.
poste d i alcune case editrici, il rischio ine· l rifugi delle nuove provincie, venuto
rentc all'impresa, indussero tuttavia a pro- il momento in cui questi si trnvarono
rogare nniziativa alle risultanze dei futur i sistemati e riavviati, con un conveniente
esercizi, non potendosi cumulare questa esercizio, si ritenne di passarli alle vecchie
con quella del Bolletti no senza sacrificio sezioni che si sent ivano di assumeme la ge-
d i altri compi ti dcl sodalizio che erano in stione: e si videro allora quelle di Vicenza,
corso di attuazione e che presentavano una Venezia, Bergamo, Firenze, Homa, Milano,
importanza prevalente. accampate sui monti ritornati nostri. l nfì-
Nel corso del 19-24, a cura della Sezione nc le nuo,·c Sezioni di ~·!erano, Bressanone
di Torino e con il concorso della Sede cen- e Bnmico, accanto alla maggiore consorel-
trale, ven iva pubblicata la Guida delle Alpi la di Bolzano, dopo aver ottenuto dal Pl'e-
Co::.ie, vollune I, <li Eugenio Ferreri fetto i necessari decret i per il trapasso e
Dopo le pubblicazioni altro cospicuo la regolare intavolazione degli stabili avuti
oggetto dell'attività furono i rifugi delle in consegna, potevano investirsi legalmente
sezioni, quelli della Sede centrale e quelli della proprietà
dcUe nuove provincie. I rifugi della Sede La necessità di ambiente e l'omoge-
centrale, che risalivano in parte agli albori neità nelle condizioni dei rifugi uell'Alto
del C.A.I., formarono oggetto della atten- Adige, determinarono lo studio per otte-
zione per svariali motivi cd esigenze. li nere l'esercizio uniforme e che per ciascu-
rifugio Sella nel vallone delle Forciolline no fosse assegnata la precisa zona di giuri-
al ~ l onviso veniva affidato per i riordina- sdizione relativamente agli obblighi di cu·
mento, la manutenzione e l'esercizio alla rare le strade, i sentieri, i segnavia, cartelli
Sezione di Saluzzo; il rifugio Quintino Sel- indicatori, posti di soccorso ecc. A tale sco-
la al Lago Grande di Viso otteneva il com- po la Sede centrale deliberava di convocare
pleto riord inamento del servizio dell'acqua in Vel'ona i rappresentanti di tutte le se-
ad alcune altre migliorie; il rifugio Vittorio zioni interessate, e in tale seduta furono fis-
Emanuele II al Gran Paradiso, frequenta- sati i primi opportuni adempimenti. Tutto
tissimo come il precedente e bisognoso di questo lavoro, lungo, vario, complesso, irto
ampliamento, non pote,·a invece essere fa- di difficoltà di ogni genere, che condusse
vorito come era nei propositi, mal&rrado a un risultato magnifico, non avrebbe po-
la generosa donazione da parte di Valen- tuto compiersi senza lo sp irito di sacrificio

240
L 'A1 Gl"IU. E u e Dm: E 1: :\1c u 1LLF.
\'1mn:. d11 I ). lonlem·crs
!Foto P. Tuirraz )
e l'entusiasmo, l'energia e l'avvedutezza di Sede centrale. Scaduto infruttuosamente
Olindo Schiavio, senza l'attività e lo zelo il 31 dicembre, le tessere in corso fu rono
intelligente del tenente C. B. Callegari dalla Sede centrale dichiarate ufficialmente
ai quali il Consiglio assegnava la medaglia decadute, ma dalla S.U.C.A.I. non si prov-
d'oro di benemerenza; senza la fìne e in- vide a esibire il nuovo regolamento, onde
stancabile iniziativa dcl rag. Lentesi; senza la pratica completa di attuazione dei deli-
l'opera compctentissima di Enrico Chisi, berati provvedimenti per l'emissione delle
del ten. Prampolini, del rag. Beniamino nuove tessere rimase sospesa.
Battaglini, Zanghellini, Mangili, apparte- Le difficoltà finanziarie in cui si dibat-
nent i in gran parte alla sezione bolzan ina. tevano in proporzione e per cause diffe-
Sempre in tema di rifugi venne dal renti la Sezione di Trento (S.A.T.) e quel-
Consiglio direttivo 'posto all'ordine del la di Gorizia (già Società Alpina delle
giorno, diSCJJSso e approvato a Vicenza, Giulie), avevano consigliato un trattamento
dall'Assemblea dei Delegati del 31 agosto, equitativo consistente nel versamento alla
un6 schema di regolamento. In esso si era Sede centrale di sole L. 2 per socio, contro
cercato di contenere tutte le norme di rinuncia della Rivista Mensile. Tale trat-
carattere generale, salva alle sezioni l'ag- tamento si prorogava tacitamente di anno
giunta di quelle complementari che po- in anno, ma l'Assemblea di Venezia invita-
tevano rivelarsi necessarie per i singoli va il Consiglio direttivo a concretare una
rifugi sistemazione definitiva; questa si otteneva
In merito alla S.U.C.A.I. il pensiero in seguito ad accordi con quelle due sezio-
che animava le Sede centrale e l'Assem- ni, approvati dall'Assemblea di Vicenza,
blea fu, ed era intuitivo, che essendo la in for.t.a dei quali iJ detto trattamento equi-
S. U.C.A.I. una sezione a carattere ecce- tativo doveva durare fino a tutto il 1928,
zionale, riconosciuta unicamente per la dopo di che la Sezione di Gorizia do~eva
propaganda e l'iscrizione dci soci fra gli corrispondere la quote sociali nella misura
studenti un iversitari, fosse nbusiva la pro- di ogni altra sezione e la Sezione di Trento
paganda e l'iscrizione dei soci in altre cate- addivenire a un regolamento definitivo del-
gorie e fosse inammissibile la trasfom1a- la propria posizione economica di fronte
zione dei cosiddetti consigli locali in al- alla Sede centrale. Inoltre la Sezione di
trettante pseudo sezioni della S.U.C.A.I., Trento si impegnava di costituire senza
tanto più se informate, come risultavano ritardo un nucleo di soci ordinari, in un
informate, a metodi e ad assurdi propositi, numero non inferiore a 100.
talora attuati, di concorrenza alle sezioni Mentre l'assicurazione delle guide e
del C.A.I. esistenti nelle stesse città. I prov- portatori era in corso da molti anni e quel-
vedimenti assunti nell'Assemblea furono la dci soci si avviava alla sua realizzazione,
cinque; primo fra essi, per ordine di impor- veniva preso in esame, con carattere d'ur-
tanza pratica, la dichiarazione di deca- genza, il problema dell'assicurazione dci
denza con il 31 dicembre 19-24 di tutte le rifugi contro l'incendio e contro il furto
tessere in corso ai soci della S.U.C.A.I. per In una importante adunanza, sotto la
essere sostitu ite con altra nuova, e speciale presidenza di un generale, veniva abboz-
per i soli soci riconosciuti legittimi; con zato un programma per la preparazione
l'esibizione di un nuovo regolamento se- alla montagna delle popolazioni valligia-
zionale coordinato allo Statuto e al Hcgo- ne, ma ci si accorse che esso non poteva
lamento del C.A. I., da approvarsi dalla essere assolto se non dalla stessa autorità

241
militare. Ne nasceva un secondo più p ros- tanti di sezioni non in regola con i paga-
simo alla pratica attuazione, il q uale ebbe menti, come era la S.U .C.A.1., e che per-
subito principio di esecuzione con la con- tanto si considerava come non validamente
segna di mille paia di sci a L. 60 cadauno, e costituita l'attuale Assemblea. La dichia-
di 600 pa ia messi gratuitamen te a dispo- razione veniva inserita a verbale e si di-
sizione come premi di gara, insieme a una chiarava che se la S.U.C.A. I. credeva di
sovvenzione di lire 25 mila e la riduzione impugnare le deliberazioni poteva ricor-
ferroviaria dcl 75% per i partecipanti alle rere all'autorità giudiziaria, via che essa
manifestazion i. La Sede centrale provve- aveva già scelta intimando una diffida giu-
deva allora a diramare alle seZioni una diziale al Presidente.
speciale nota al riguardo, facendo presente Nel pomeriggio veniva comunicata \'ec-
il dovere che a loro incombeva d i andare cellente situazione finanziaria dcl Club e
incontro con fervore di propositi all'alto si accennava ai migliorament i recentemen-
invito che veniva dal Ministero della te apportali alla Rivista Mensile; del Bol-
Guerra Ietti110 si presentavano le bozze di stampa
Una grave perdita per il C.A. I. fu la Per la Guida dei Mo11ti d'Italia si aveva
morte dell'on. ~ l ario Cermenati, che ebbe notizia dell'avanzata compilazione della
due culti supremi: la patria e la scienza; Guida delle Alpi Cozie sette11trio11ali, della
il suo nome fu imposto dalla Società Escur- Guid<i delle Dolomiti e della Guida del-
sionisti ~<lilanesi a una delle creste più im- l'Adamello Presmiella
portanti della Grigna meridionale. In merito ai rifugi la Sede centrale at-
Il bilancio consuntivo si chiudeva con tuava un nuovo sistema di ripartizione dei
374.753,11 in entrata e L. 390.033,20 in sussidi fra le sezioni, riservandoli per quei
uscita; per questo mot ivo il fondo cassa si lavori che, per la loro natura e per la loca-
riduceva ? L. 175.923,88 lità, rivestivano carattere di utilità gene-
rale. Stava invece per avere termine la
1924-1 925. Nella sala Verdi del Re- vessatissima questione della capa1ma He-
gio Conservatorio di Parma, 1'8 marzo, ve- gina Margherita, con la stesura di un
niva tenuta la prima Assemblea dei Dele- accordo per la concessione in uso di alcuni
gati per il 19-25; presenti 100 Delegati locali della stessa e per il concorso di nomi-
rappresentanti 43 sezion i. Dopo il discorso na di un nuovo direttore. Quanto ai rifugi
inaugurale dell'ing. Ciandotti su < Il ba- dell'Alto Adige si affermava che erano
cino del Po e le Alpi , , si discusse sul diventati di proprietà delle nostre sezioni
fatto di non aver convocato i Delegati atesi ne, alle quali furono regolanne11tc e
della Sezione Universitaria. Veniva rispo- definitivamente trasferiti con decreti del
sto che la questione della S.U.C.A.I. era Prefetto di Trento, dopo lo scioglimento
stata ampiamente trattata nell'Assem blea delle locali sezioni del D.Oe.A.V. e di altre
precedente, nella quale venivano approva- società pangermaniste. Per gli altri cont i-
te le deliberazioni proposte dal Consigl io nuava la gestione del C.A .L che li aveva
direttivo, senonché la se-.òone non volle da ann i in consegna e che man mano li
assogettarsi, motivo per cui veniva notifi- passava in gestione alle Sezioni di Berga-
cata la decadenza di tutte le tessere su- mo, Fi renze, Milano, Verona e Vicenza,
caine e si troncavano i rapporti. Veniva alle q uali si sperava aggiungere quelle di
replicato che nessun articolo dello Statuto Biella, Ligure, Roma, Susa e Torino.
consentiva di non convocare i rappresen- Un delegato dichiarava poi a nome
delle sezioni piemontesi di ritenere cessate delle reclute provenienti dal C.A.1.
le ragioni di dissenso che avrebbero potuto Nella seconda Assemblea dei Delegati,
nel passato creare delle separazioni: e, ri- tenutasi il 13 settembre a Gorizia, con 54
conosciuta la Cattività e la bontà dell'opera intervenuti rappresentanti 29 sezion i, do-
compiuta dalla Sede centrale, particolar- po il discorso inaugurale dell'avv. Carlo
mente per quanto si riferiva ai rifugi del- Chersi su « L'alpinismo giuliano prima e
l'Alto A<lige e alle pubblicazioni sociali, dopo la guerra di redenzione> e dopo l'ap-
negava che da parte delle sezioni piemon- provazione del consuntivo del 1924, si di-
tesi i dissensi avessero avuto origine da scuteva intorno ali' organizzazione sezio-
false concezioni regionalistiche, e auspicava nale dei corsi allievi alpini; si illustrava la
la concordia com1lleta di animi e di opere convenzione con la società «Nafta > per la
per il bene maggiore del C lub. fornitura di tabelle di orientamento e di
Approvato il bilancio preventivo in cartelli indicatori; si ricordava che un cor-
L. 295.120,50, su proposta del Presidente po di guide e portatori di fatto non esisteva
veiiiva acclamato socio onorario Luigi Ca- e si riteneva necessaria l'unificazione delle
dorna, maresciallo d'Italia. Si procedeva diverse organizzazioni autonome.
poi alla nomina delle cariche sociali con Hisorse il rifugio a Forcella Longeres
il seguen te risultato: Eliseo Porro a Presi- della Sezione Cadorina; furono riattati: il
dente; Bartolomeo Figari e Cesare Negri sentiero tra l'Ape di Mazia e il rifugio di
a vice-Presidenti; Umberto Balestreri, Emi- Mazia; tra l'Alpe di ~folago e il rifugio
lio Clemente Bircssi, Arnaldo Brasioli, Gui- Pala Bianca; fra Pian di Passiria e il rifugio
do Larcher, Carlo Nagel, Ambrogio Ho- di Pian; tra il rifugio Vedretta Pendente e
becchi, Mario Bressy, Carlo Caffarelli, Ugo il rifugio Regina Elena; fra Hiva di Tures
di Vallcpiana, Carlo Somigliana, Nicola e il rifugio Vedretta Gigante; tra il rifugio
Vigna, Giuseppe l\•licheli, F ilippo Poma, di Neves e il rifugio del Sasso Nero; fra il
Lu igi ì\fa!vezzi e Domenico Meneghini a rifugio Pana e il rifugio Vicenza; fra il
consiglieri. Per acclamazione venivano ri- Lago di Braies e il rifugio Croda del Becco
confermati i revisori dei conti : Mario Am- e la Stua. Furono inaugurati l rifugi Chia-
brosio, Antonio Frisoni e Carlo Riva venna, delle Portelle, Policreti, Duca degli
Per ultimo, relativamente alle proposte Abruzzi cd Edison. Furono segnalati i sen-
di modifiche dello Statuto sociale, presen- tieri del Popera. Venne rinnovato sotto
tate da 20 soci ordinari ai sensi dell'arti- nuova veste il rifugio Aleardo Fronza; fu
colo 15 dello Statuto e dell'articolo 12 del ripristinato il rifugio Vicenza, il rifugio
Regolamento generale, veniva nominata Bergamo, il rifugio Garibaldi a Campo Pe-
una Commissione. ricoli e la capanna Quintino Sella al Felik;
Si prendeva atto della inscrizione della veniva aperto il rifugio Pania e preso in
S.U.C.A J . alla C.A.E.N. e si comunicava a consegna il rifugio Petrarca.
tutte le sezion i una rinnovata d iffida perchè Dalle fìle del C.A. L la morte toglieva
fossero disconosciute le tessere sucaine; Ettore De Toni, che dovunque seminò:
si approlìttava della imminente rifom1a del- nella scuola, nelle istituzioni di cultura,
la Legge di Pubbl ica sicurezza per siste- nelle associazioni irredentistiche, nel C.A.I. ;
mare seriamente e sotto controllo del C.A.L e al quale si deve il vocabolario di pronun-
l'organizzazione delle guide e dei porta- cia dei principali nomi geografici moderni,
tori; si discuteva la relazione Vallepiana una Guida del Canale di Ferro e il Reper-
intorno all'assegnazione alle truppe alpine torio toponomastico per l'Alto Ad ige.

243
li Bilancio consuntivo per il Hf25 por- di disgrazie alpine. Nei centri principali di
tava in entrata L. 424.446,57 e in uscila irradiazione ven ivano collocate delle grandi
L. 475.044, 78; il fondo cassa si riducern tabelle di orientamento; le guide e i por-
pertanto a L. 125.325,67. tatori autorizzati erano unicamente quelli
dipendenti dal C.A.I., riuniti in vari cou-
1925· 1926. Alla prima Assem blea dei sorzi, assicurati contro gli incidenti di
Delegati per il 1926, i presenti, in numero montagna.
di 160, rappresentavano 40 sezioni, e Ai custod i di rifugi e alle guide veniva
si riunivano il 21 mar.lo presso l'Istituto fatt o obbl igo di imparare la lingue italian,t
t;eografico Militare in Firenze. Dopo la per poter continuare il loro mestiere di
visita dei congre.Ssisti al grandioso stabili- custode e di guida. Il C.A.I. si interessavi1
mento e alle sue varie sezioni, si dava anche delle Alpi Giulie, concorrendo al
inizio ai Ja,•ori con il discorso inaugurale finanziamento per la sistemazione di parec-
dell'on. generale Nicola Vacchelli e La rap- chi rifugi, curata dalle Sezioni di Trieste
presentazione cartografica delle monta- e di Gorizia del C.A. l.
gne :. . Fece seguito la relazione annuale Aci ogni rifugio veniva fissata una zona
del Presidente, il quale si limitava ad alcuni di giurisdizione, nella quale le sezion i do-
accenn i a problemi intern i: su i cartelli in- vevano esplicare tutta la loro opera di pro-
dicatori distribuiti regolannente e sulla paganda. Dovevano affezionarsi a quelle
questione della competenza fra sezioni li- lontane vallate, visitarle e farle visitare con
mitrofe, richiamando le sezioni all'osser- frequenza , saper intervenire anche ener-
vanza delle prescrizioni stabilite dalla Sede gicamente per ottenere il rispetto alla no-
centrale e pubblicate nella Hivista Men- stra bandiera e il riconoscimento della no-
sile. Circa il regolamento della materia stra sovranità.
guide e J?l?rlatori, la Sede centrale si tene- Aperta la discussione sulla relazione
va a contatto con la direzione generale presidenziale, veniva richiamata l'attenzio-
della Pubblica Sicurezza, con la quale col- ne di tutte le sezioni sul problema dell'Alto
laborava per la determinazione delle nuove Adige, su lla differenza di frequentazione
discipline. Quanto all'azione svolta nel- da parte nostra e austro-tedesca dei rifugi
l"Alto Adige ad opera della Commissione nostri del la zona.
riteneva opportuno di dare la parola al Jn merito alla relazione della Commis-
rag. Olindo Schiavio. sione nominata dall'Assemblea di Panna
L'opera svolta dal C.A.l. per il pro· per lo studio delle riforme statutarie pre-
blema alpinistico delle nuove provincie si sentate dal Consiglio direttivo, il Presi-
poteva così riassumere: sistemazione e dente illustr:wa brevemente le riforme
rimessa in efficienza di 42 rifugi dci quali: stesse e mentre chiariva quella dei poteri
36 con servizio d'osleria (15 amministra- che si proponevano accordati alla Sede
li dalla Comm issione rifugi, 12 di proprie- centrale, coglieva l'occasione per informare
tà delle sezioni locali, 9 in consegna alle l'Assemblea della costituzione in so!'iP.l:Ì
sezioni delle vecchie provincie), 6 arredati anonima della S.U.C.A.J.
del necessario per pernoltare e cuciJJare. Le moclifìcazioni allo Statuto che veni-
Venivano riattivati e segnalati tutti i vano approvate erano le seguenti:
sentieri che conducevano ai rifugi o li e 2• capoverso dell'art. 4. - Possono es-
collegavano, e furono costituiti ' 'enti posti sere aggregati: i membri della famiglia di
di soccorso dotati del necessario in caso un socio ordinario con il medesimo convi-

244
venti ed inscritti nella medesima sezione; dei due terzi. La stessa maggioranza oc-
gli studen ti, i minorenni. Ogn i socio d i cui corre per le deliberazioni previste negli
alle categorie precedenti, può essere soste- articoli 22-24. Anche i Consiglieri ncn De-
nitore di altra sezione. Le quote relative legati hanno voto deliberativo , ,
saranno stabilite dalle se-.lion i e devolute e Art. 22 (l " e 2° capoverso) - In ca-
totalmente alle medesime >. so di violazione del proprio regolamento
e Art. 5 - Dalla quota di ciascun socio sezionale, o dello Statuto o Regolamento
annuale ordinario sono prelevate Lire 16 generale del C.A.l provvederà la Sede
che debbono essere versate dalla rispettiva centrale, investita di regolare ricorso. Ana-
sezione nella Cassa centrale durante il logamente, a seguito pure di ricorso, la
primo semestre di ogni am10. Tale prele- Sede centrale provvederà a dirimere ogni
vamento sarà di Lire 12 per i soci aggre- eventuale conflitto fra sezioni. 1 provvedi-
gati studenti e di Lire 6 per gli altri aggre-. menti all'uopo assunti dalla Sede centrale
gati. T soci aggregati non hanno diritto alle sono esecutivi senz'altro; essi non sono su-
ptihblicazioni, però agli aggregati studenti scettibili di reclamo se non davanti all'As-
spetta la Rivista Me11sile. I soci aggre- semblea dei Delegati , .
gali, ecc .... >. e Art. 23 - Ogni sezione è ammini-
e Art. 6 - Le quote dei soci vitalizi e strata da una speciale direzione, alla qua-
degli aderenti devono essere pagate inte- le spetta l'esecuzione delle disposizioni
gralmente all'atto della loro ammissione; dello Statuto e del regolamento generale
dalle quote stesse saranno preleva te Lire e di quello sezionale. La direzione stessa
200 per i vitalizi, e per gli aderenti quella deve in viare alla Sede centrale entro quin-
somma c11e verrà volta a volta stabilita dic{ giorn i dall'Assemblea generale dei soci
dalla Sede ce11trale, in misura mai inferio- copia dei bilanci approvati.
re alle Lire 200, che devono essere tosto Tanto il Regolamento quanto lit sua
versate dalla loro sezione nella Cassa cen- riforma non avranno valore se non dopo
trale, a norma del regolamente generale> . la rati lì ca della Sede centrale >.
e Art. 15 - Nelle riunioni ordinarie <A rt. 24 - Una sezione può essere di-
dell'Assemblea si discu tono i bilanci; si chiarata sciolta dal Consiglio direttivo del
eleggono tra i soci maggiorenni il Presi- Club quando per due anni consecutivi non
den te, due Vice-Presiden ti, 15 Consigieri abbia ottemperato alle disposizioni dell'art.
e i Revisori dei conti ; si delibera sulle 9 dello Statuto. Può essere dichiarata sciol-
proposte presentate dal Consiglio, dalle di- ta altresì dall'Assemblea dei Delegati, a
rezion i delle sezioni e dai soci collettiva- maggioranza dei due terzi dci votanti, su
mente in numero 11on minore di venti; si motivata proposta della Sede centrale, in
nominano i Pres iden ti e i soci onorari ; si caso di gravi infrazioni ai doveri sociali o
con feris cono gli attestati d'onore alle per- allo Statuto, o Regolamento generale del
sone benemerite dell'alpinismo; si provve- C.A.I. o ai provvedimenti della Sede cen-
d e al buon andamento dcll'istil1l7.ione. Le trale di cui all'art_ 22. P11ò e.~sere sciol-
deliberazioni dell'Assemblea per essere va- ta, ecc. , .
lide debbono essere approvate dalla mag- e Art. 26 - Le proposte di modifica-
gioranza assoluta dci votanti; per la nomi- zione al presente Statuto si dovranno por-
na dei presidenti e soci onorari e per il tare all'Assemblea dci Delegati dal Con-
confer imento degli attestati d'onore, deb- siglio direttivo o per suo tramite, su do-
bono essere approvate dalla maggioranza manda sottoscritta da Delegati che rap-

245
presentino almeno un quinto del numero del C.A. L il rifugio Cristomannos, ora rifu-
totale dei soci. Esse non si rilerrnnno adot· gio Savoia. A Napoli, il 25 settembre, pren-
tate se non siano state comunicate ai De· deva disposizioni varie di ordinaria ammi-
legati quindici giorni prima dell'Assemblea nistrazione e modificava il contratto di ass i-
ed approvate in due Assemblee successi· curazione collettiva contro gli info rtuni al-
vamente tenute a distanza non minore di pinistici.
due mesi una dall'alt ra, con la presenza TI 26 settembre, in Napoli, si svolgeva
dei due terzi almeno dei voti e a maggio- la seconda Assemblea ordinaria dei Dele·
ranza di due terzi dei volanti>. gati; erano presenti 30 delegat i rappresen·
• Art. 27 - 11 Consiglio direttivo è tanti 16 sezioni. Dopo il discorso inaugurale
incaricato di compilare il Hegolamenlo ge- del prof. Fridiano Cavara su l tema: e: Pae-
nerale per l esecuzione dcl presente statu- saggio e alpin ismo>, il Presidente dichiara-
to: detto regolamento sarà sottoposto al- va che l'attività del C.A.1. proseguiva inin-
l'approvazione dell'Assemblea dei Dele- terrotta da parte delle sezioni, con attenda·
gali pre,,ia comunicazione del testo ai men ti, e?cursioni, opere alpine e conve-
Delegati nell'ordine del giorno >. gni, ri higi e pubblicazioni ; da parie della
Il giorno successivo all'Assemblea, 22 Sede cen trale con iniziative varie, tra le
marzo, ancora nella sede dell'Istituto Geo- quali si JJOneva in prima linea quella relati·
grafico ~ l ilitare ''eniva tenuta l'Assemblea va al nuovo possesso al Passo del Pordoi.
straord inaria, per l'esame in seconda let- In questa località il C.A.l. aveva oramai de-
tura delle riforme dello Statu to; partita- finitivamente acquistati tre importanti cor·
mente le modifiche venivano approvate pi cli fabbrica: il vecchio Cristomannos, de.
alla unanimità, salvo quelle dell'articolo 5 nominato ora Albergo Savoia e così con·
in cui si ebbero tre voti con trari. trassegnati su lle carte con annessi oltre
11 Consiglio direttivo prendeva in esa- ven ti ettari di pascoli, regolannentc inta-
me la riChiesta della Sezione di Trento volati alla Sede centrale con Decreto del
perché la Guida delle Dolomiti di Bre uta Prefetto cli Trento
facesse parte della collana della Guida <lei Le sezioni avevano inviato larghissimo
Monti d"Jtali"; deliberava di riprendere la con tingente di alpinisti nell'Alto Adige, fa.
pubblicazione del Comunicato della Sede cililali dall'introduzione di quella tessera
centrale e approvava l'impegno di massima atesiana che fu dal Club patrocinata e
fra il Presidente del C.A. L e il Presidente che aveva servito in modo speciale a color:>
dcl T.C.I. per la pubblicazione in colla- che, abitando nelle regioni dell'Ttalia cen-
IJOrazione della guida Da rifugio a rifugio; trale e me ridionale, non avevano ancora JX>·
prendeva atto dcl referendum per l'appro- tuto visitare la nuova provincia. Le sezioni
vazione delle modifiche sta tutarie (1995 si che avevano rifugi nell'Alto Adige ne ebbe-
e 509 i10); invitava le sezioni a non proce- ro notevole vantaggio e degna di nota fu
dern a concessioni all'Opera Dopolavoro; l'iniziativa della Sezione di Crescenzago per
esaminava la costituzione della S.U.C.A .I il suo rifugio Monte He con l'invio di squa-
in società anonima e inviava a tutti i soci dre di soci, che per turno di una settimana
ex sucaini una circolare invitandoli a in- ciascuno passarono lasst'1 un periodo di ferie
scriversi al C.A.I. ; convocava a Biella le alpine, ottenendo così, durante la stagione
Presidenze sezionali per onorare la memo- una frequentazione di 170 persone, una
ria di Quintino Sella in occasione del cen- vera colonia pcnnancntc di alpinist i. Tutte
tenario della nascila; intitolava al nome le sezion i che avevano rifu gi nell'Alto Adì·

246
ge venivano invitate a fare altrettanto. Del suolo italiano e delle idealità sportive,
resto gli attendamenti sezionali avevano dedicatosi e ntusiasticamento all'alpinismo
JX>polato tutte le nostre vallate alpine, ren- sotterraneo; moriva il revere ndo \ V. A. B.
dendo famili ari grandi scalate : quello al Coolidge, valoroso conquistatore e illu-
Layet della Sezione di ~ fil ano , aveva dato stratore delle Alpi; si piangeva la d ipartita
luogo a be n 19 scalate del Cervino, delle di Olinto i\farinelli.
quali molte senza guide. Un accantonR- Il Bilancio consuntivo per il 19'26 si
menlo e attendame nto insieme veniva orga- cltiudeva con una e ntrata di L. 464.426,89
nizzato anche nella zona dell'Aspromonte. e un'uscita di L. 454.495, 95, il che aumen-
La stat istica delle sezioni e dei soci tava il fondo cassa a L. 35.256,61
dava al 23 agosto queste cifre: 87 sezioni
con 37.228 soci. 1926-1927. Dal verbale dell' Assem-
Si doveva purtropJX> disdettare l'ac- blea dei D elegati che aveva luogo a Ge-
corcio con il Club Alpino Francese e con il nova il 10 aprile, alla presenza di 94 tra
Club Alpino Svizzero per la reciprocità nei Presidenti e Delegati, rappresen tanti 43
diritti cli precedenza e nelle riduzioni di sezioni, risulta che. nel dare inizio alla
tariffe nei ri fu$!i, perché alpinisti e turisti sua relazione morale, il Presidente affron-
di altre nazionalità si erano infiltrati in que- tava la questione principale che credeva
ste due associazioni. essere nell'animo di tutti. Poiché le alte
Durante l'anno si co.~t rui va il rifu gio gerarchie del fascismo, che si confonde-
Cit tà di Busto; si inauguravano i rifugi Prin- vano con le alte gerarchie del governo,
cipe Umberto a Forcella Longeres, Carlo intendevano che anche il C.A .l. facesse
Stuparich in Valbruna, Giovann i Chig:giato parte del grande organo che riuniva tutte
e Duca degli Abruzzi al Lago Scaffaiolo; si le for~ sportive italiane, egli aveva ae<:et-
restaurava il rifu~io Como, il rifugio Vit- tato tale proposta e il C.A. I. si inqu.ldrava
torio Emanuele TI al Monte Amaro della nel Comitato Olimpico Nazionale Italiano
). laiella; si tX>neva la prima pietra dcl rifu- Credeva con ciò cli aver tolto di mezzo
gio Pier Fortunato Calvi; veniva acqui- tutte quelle fonne di semi alpinismo che
stato il rifu gio Suvich in Val Coritenza; facevano concorrenza. Vicino al Club Alpi-
si delibe rava la costruzione di un 1-ifugio no Italiano era stata ammessa nel C.0 .N.T.
per sciatori alla Sella del Nassfold e del anche la Federazione Escu rsionistica Ita-
rifugio Guido Bnmner; si metteva in effi- liana e, se era difficile fare una netta
cienza il rifugio Vincenzo Sebaslian i, il distinzione fra alpin ismo ed escursioni-
rifugio Pio Xl alla Palla Bianc..1, il rifugio smo, tale d ivisione poteva essere fatta con
Verona al Giogo Tasca, il rifn_gio principe il tempo. TI C.A .J. si trovava così a una
di P iemonte al Monte Re, il rifu gio Elena svolta che doveva condurlo avanti con la
Ci ttà cli Torino :l.! Bicch iere; si riprende- modificazione della sua struttura, in quan-
vano i lavori pe r il rifugio di Monte Cuc- to l'autorità venendo dall'alto, il Presi-
cio; si ultimava la costruzione del rifn~io dente e i Consiglieri venivano nominat i
Airale in Val Torreggio, del rifugio Città con decreto. Non poteva - così si espri-
d i Milano e si pro\'Ved eva alle segnala- meva il Presiden te - fare il nome dei suoi
zioni nelle Alpi L(guri. collaboratori, perché non era ancora uscito
Decedeva a Milano Luigi Vittorio Ber- il Fot!lio d'ordine che ne doveva JX>rtare
tarelli, benemerito Presiden te del T.C.T. , la ratifica. Ricordava all'Assemblea che
strenuo propugri:l.tOl'e delle bellezze del il me rito principale di tutto questo lavoro

247
andava alla mente deffon. Ferretti, al di interessarsi, perché almeno venisse rila-
quale proponeva di inviare un telegramma sciato un documento di frontiera
di consenso. Ogni apprensione, anche da Si invitavano i presenti alla inaugura-
parte dei tradizionalisti, era da escludersi zione dell'albergo dcl C.A. I. al Passo del
e il Presidente non credeva di poter per- Pordoi e si ricordava l'opera svolta dalla
mettere di intavolare una discussione in Sede centrale per l'ingrandimento dci ri-
merito, perché in parte si trattava di cosa fugi nell'Alto Adige non appartenenti o
già decisa, in parte sarebbe stato prema- richiesti da alcuna Sezione, mentre vi era-
turo il parlare di moclifìche allo Statuto, in no delle sezioni che non avevano ancora
quanto la trasformazione doveva venire un proprio rifugio
per gradi. li Presidente generale doveva essere no-
Altro fotto importante ricordato fu la minato dal Segretario dcl Partito Fascista
questione della S.U.C.A. f. , che, con un su proposta del Presidente del C.O.N.l., e il
memoriale inviato al ~ l inistero dell'Inter- Presidente così nominato doveva indicare
no, scendeva in cam po contro il C.A. I., al C.O.N.l i suoi collaboratori, ferma la
specialmente per i rifugi dcJrAlto Adige, · ratilìca da parte dcl Presidente dcl C.O.
accusandolo di sfruttare e speculare su N.T. ; in tal attesa l'Ufficio di presidenza
detti rifugi. Si credeva pertanto di rimet- e il Consiglio della Sede centrale, rimane-
tere le cose a posto di fronte a tante criti- vano in carica per il disbrigo degli affari
che con l'invio di un memoriale al iMini- ordinari, ritenendosi tutti quanti scaduti.
stero, ricordando l'opera svolta dal C.A.l . Si confcm1ava l'incarico a Eugenio Fer-
per i rifugi dell'Alto Adige reri della compilazione ciel volume sulla
Veniva ringraziato il Presidente per e Storia del Club Alpino•; si prendeva no-
l'opera svolta, anche perché non si poteva ta delle trattative per l'inquadramento della
non foro parte del C.0.N.I.; solamente il Società Alpina Friulana
conte Frdnco Grottanelli faceva alcune TI Congresso si teneva in Biella il 19 set-
obiezioni per quello che riguardava le ele- tembre 19'27. Ad Oropa si riunh•ano in una
zione dei President i sezionali, chiedendo sala del Santuario i Delegati e i soci e in
che tale nomina fosse fotta dalla Sede cen- tale occasione Corradino Sella, fi glio di
tra Te e dai soci, con l'esclusione dei sucaini Quintino Sella, consegnava alla Sede cen-
dal C.A. I. per indegnità. trale, e per essa al Presidente Porro, l'ori-
li Vice-presidente Bartolomeo Figari ginale dell'atto di nascita del Club Alpino
leggeva il bilancio preventivo del 1927, Italiano, ossia la lettera 15 agosto 1863 con
ammontante a L. 427.800. la quale Quintino Sella dettava la carta
Si ricordava che dopo laboriose tratta- statu taria del C.A.I.; quindi si ascoltava il
tive il Municipio di Torino ave,,a concesso discorso ufficiale, commemorativo di Quin-
un'arca per la costruzione della m10\'a tino Sella, calorosamente applaudito. Jl
Sede centrale e insieme un sussidio di L. Presidente parlava poi dell'avvenuto inqua-
50.000 annue. dramento dcl C.A.J. nel C.O.N.J., della ne-
Si esaminava il problema dcl passag- cessità di tale inquadramento e dei van-
gio degli alpinisti alla frontiera e si fa- taggi ottenuti; riferiva sul lcnto ma confor-
ceva presente che, mentre prima era pos- tante e progressivo assorbimento nel C.A.T
sibile il transito contro presentazione della delle varie società alpinistiche it aliane; spie-
tessera del C.A.J., esso era stato chiuso a gava perché tale assorbimento fosse op-
tulli; e pertanto si chiedeva alla Presidenza portuno avvenisse spontaneamente e len-

2-18
tamcnte; affidava alle sezioni il compilo lo- lire), fa vot i che sia ristabil ita la linea tele·
cale di tale inquadrame nto, c itando ad e- foni ca AJagna-Osscrvatorio Hegina M ar-
sempio la fusione già avvenuta a Monza gherita, o sia istituita almeno una comuni-
con la locale Sezione dc l C.A.I. della So· cazione radio-telefonica nell'inte resse del-
cictà Alpinisti Mon,-,.es i e della Società la scienza, della difesa naz ionale, e de ll'al-
Alpina Friulana che sta va per trasformarsi pinismo militante • .
in Sez ione di Ud ine dc l C. A. l . Insisteva l Presidenti sezionali, confennatì in ca-
pe rché si facesse propaganda, a ffi nché fra r ica o di nuova nomina, che erano stati
un paio d'anni l'inq uadrame nto d i tutte le ratificati dal C.O .N.I. avevano dovuto ent ro
Società alpine sparse per l' Italia fosse un 15 gio rni dalla comunicazione de lla loro
a tto com piuto. Affem1ava infine che la co- nomina segnalare la lista dci consoci che,
struzione della casa del C.A. I. in Torino a loro insindacabile giud izio, a vevano cre-
sfatava la leggenda di un vagheggiato t ra· duto di chiamare a collaborare nelle nuove
sforim ento della Sede cent rale a i\olilano direzioni sezionali, specifi cando per ognuno
La Sezione di Bie lla costruiva il rifugio di essi la carica alla quale venivano assegna-
Mucrone; si ampliava il rifti g;o al Lago ti. Si crede tte opportuno rich iamare l'atten-
Grande dcl Viso; si inauguravano l'Alber- zione dei nuovi di rigenti sezionali sullo spi-
go Savoia al Passo dcl Pordoi, di proprie tà rito delle disposizion i delle super iori gerar-
della Sede centrale, sole nne affermazione chie , che volevano gli organi sportivi, ra p-
dcl soda lizio in Alto-Adige e il rifu r;io P rin- presentan ti la for.1.a viva e g:o,'ane della na-
cipe di Piemonte al Colle dcl Tcodulo, del- z ione, uniformati alle direttive generali re-
la Sezio ne d i Torino, alla presenza dcl Prin- golanti tutti gli e nli polit ici e cult urali d'J.
c ipe Ered ita rio; il rifugio Canziani in Val talia. I Presidenti sezionali, nominati dal
d'Ultimo, messo a disposizione degli impie- P residente generale e ratificati da l C.O.N.1
gati de lla Cassa d i Risparmio delle Provin· \'enivano cosl ad assumere l'inte ra i>C rso-
cic Lombarde; il rifu gio Ncvcs, dedicato nale rcs po n .~a bi li t à direttiva della sezio ne.
alla memoria di Giovanni Porro, caduto pe r Le statistiche da vano al 1 ~ maggio 1927
la Patria nel 1916 un numero cli 95 sezioni con 38.90 1 soci;
Veniva proposto e approva to dal Con- a l 30 settembre 96 sezioni con 38.565 soci.
gresso un ordine del giorno così concepito: Veni va istituita una carta di e Turismo
e Il Congresso de l C.A. I., preso nota dcl- a lpino • che permetteva di avvicinarsi alla
r articolo Tommasclli dcl Corriere ciel/li frontiera e che veniva rilasciata dietro do-
Sem di giorni sono e della g:randc e pro- manda vista ta dal Presidente sezionale e
vala utilità dcl telefono dell'Osserva torio indirizzata al Questore di residenza; per
Hcgina i\ larghcrila sul i\ lontc Hosa, il coloro che volevano inoltrarsi in Valle di
pili alto osservatorio d'Eu ro pa, durante Aosta era necessario a nche il visto de l Q ue-
il tempo che fun zionò, considerando la store d'Aosta.
straordinaria importanza di collegare q uel- Si spegneva a Torino Mario Bezzi, che
l'osscrw:i.torio con la rete degli altri osserva- fu vice-presidente generale; Ci11seppc Bian-
tori met eorologici, pe r servizi pro nostic i, c hi e Pino Prati, autore della Guida ciel
pe r l'agricoltura, l'a viazione, il servizio mi· Bre11ta, trovarono la morte sulla via Pre uss
litarc di osservazione, sui confini e infine dcl Campani! Basso
per servizio pubblico dci nu merosi ascen-
sionisli a quell'alta vetta e tenuto conto li bilancio consuntivo si chiudeva con
della modic ità della spesa (10.000·15.000 un'entrata di L. 587.1 92,29 e un'uscita di

249
L. 500.362,66; il fondo cassa raggiungeva Colle Signa!, il rifogio C ittà di Busto al
così l'ammontare di L. 222.086,24. Gemsland, il bivacco dcl ~ l o ntabel ; veni-
' 'ano sistemati : il rifugio Vittorio Veneto
1927- 1928. Le principali manifestazio- al Sasso Nero, il rifugio Bensa al i\ lonte
ni dell"anno furono: il Congresso nazio- Antola, il rifugio Canziani in Val d' Ultimo,
nale tenutosi il 17 maggio presso la Se- il rifugio Dux in Val Martello, il rifugio
I zione de L'Aquila, al quale presero parte '.\lussolini in Val Sesto, il rifugio Padova a
I 150 soci (si discusse il bilancio preven tivo, Pra di toro. I 'seguen ti altri venticinque
quindi fo rievocata la salita del Gran rifugi venivano costrniti dalle fondamenta
I o grandemen te rinnovati: Mondovì, l m-
Sasso compiuta nel 1794 da Orazio Delfìco
e il giorno seguente ebbero inizio le gite 1>eria - San Remo, Madonna della Scalet-
: al Parco Nazionale e al Corno Grande); l'a-
dunata a Torino e a Counnayeur effettua-
ta, Sciatori al Mclezct, i\·far iannina Levi,
Paolo Daviso, Elena, Collon, Cesare Ponti,
I tasi dal 27 agosto al 1° settembre; durante
la seduta al Parco Valentino venivano trat-
Dam iano i\farinelli, Quinto Al pini , Cavia,
Garibald i, Chiesetta al Carihakli, Caduti
tati i seguenti temi: e Le Al pi e la difesa del'Adamcllo, Maniva, Diaz, Punta Cervi-.
dcli' I talia • dal generale De Ambrosis 1ia, Vazzoler, Venezia, Mariotti, Pisano,

,I e Decadenza demografica della montagna


piemontese • dal doti. Ugo Hondclli, e Le
o,,indoli cd E m ici. Quale contributo della
Sede centrale venivano versate L. 60.000.
11 condizioni idrografiche della Valle d'Ao- Su lla Rivislfl M eusile venne pubblicata
sta • dal prof. Euclide Silvestri e e li regi- una breve relazione su i compiti e attribu-
me alimentare per l'alpinista • dal doll. zion i della Sede centrale, il campo d'azione
i\fario Gandini. Nell'incantevole cort ile del della quale era l'amministrazione del pa-
Castello d'Jssognc il prof. Piero Giacosa trimonio sociale, il controllo amministrati-
faceva rivivere la storia fortu nosa e glorio- vo sulle sezioni, le prC\•idenze e le provvi-
sa della éasa di Challant; a Courmayeur denze atte a garantire e ad ass icurare il re-
si inaugurava il monumento alla guida golare sviluppo del sodalizio; ma i dirigen-
Giuseppe Pctigax alla presenza del Duca ti nell'in tento di riaffermare e perseguire
degli Abrnzzi che teneva un discorso; alcu- le varie finalit à avevano svolto anche su
ni alpinisti salirono al i\lontc de la Saxe, al altri campi un'opera multifomie.
Colle dcl Gigante e alla Tour Ronde. Nella seduta di Consiglio del 24 giugno
Altra manifestazione che ebbe risonan- veniva prospettata la complessità delle trat-
za fu la giornata del C.A.I . nell'ultima do- tative per la Casa dcl C.A. T. a Torino e
menica di maggio, celebrata dalle sezioni. come si riuscì ad avviarle al buon esito,
Al 15 ottobre le sezioni erano 103 _e i salvaguardando pienamente gli interessi !
soci 39.136. dcl Club: senonché nuove direttive impar-
La Sezione di Treviso, dopo aver riat- tite dal Governo alle autorità comunali ar- '
tati i rifugi Treviso e Pradidali, provvede- restarono quelle trattative avviate a sicuro
va alle segnalazion i dcl sentiero del e dot- risultalo, e obbligarono a prendere alt ra !
tor • , delle Led e e delle Sedole; veniva at- via. '
tivato un serv izio rad io-telefonico con la Riaffermato pubblicamente il concello
capanna Regina Margherita; si provvedeva della necessità per il C.A.L di una pro-
al collocamento di 50 metri di corda sulla pria sede, e messo in giusto rilievo il
parete Sud-ovest della Grivola; si inaugn- carattere prevalent emente culturale e
il ri fugio Principe cli Piemonte al scien tifico e le conseguenti esigenze del so-

250
dalizio rispetto alle associazioni a carattere al C.A.l. dal proprietario Dupont, di Valsa-
essenzialmente sportivo, si riprendevano varanche; veniva approvato il progetto ri-
gli accordi con le autorità locali per affron- spondente alle esigenze di una costruzione
tare coraggiosamente e superare le difficol- alpina.
tà. Ai friulani, riuniti in Sezione di Udine
Approfittando della favorevole occasio- del C.A.L, veniva inviato il benvenuto più
ne di avere assunto nel personale un valen- cordiale del Club Alpino Italiano.
te ufficiale degli alpini, si fece eseguire 11 Consiglio direttivo della Sede centra-
nella stagione esti va una ispezione straor- le nella sua riunione tenutasi in Ud ine il
dinaria ai rifugi della Sede centrale, che 25 novembre, approvava il bilanc:o preven-
consentì di valutarne J'efficenza e i bisogni, tivo per l'esercizio l9"29. In conseguenza
in modo da poter provvedere rapidamente dell'accresciuta importanza cd estensione
ai pili urgenti. dei compiti della Sede centrale, nominava
Per il rifugio Quintino Sella al t-.fonviso un Segretario generale in persona del mag-
veiliva eseguito il progetto di ampliamento giore Leone Mattirolo e stabi liva che: il
conforme alle deliberazioni prese, ottenen- Segretario generale era l'organo d irettivo
do la disponibilità di un locale nuovo, for- interno della Sede centrale, nominato e re-
nito di J2 cuccette, attrezzato e ben utiliz- vocato con deliberazione del Consiglio su
zabile anche durante la stagione iuvernale. proposta del Presidente; dipendeva dal
Oltre a ciò si provvedeva alla completa Presidente e in sua vece dal Vice-presi-
sistemazione di un loca le utilizzabile come dente delegato dal Presidente, dai quali
dormitorio e alla costmzione di nna nuova riceveva le direttive; gli competeva la vigi-
ampia cucina. lanza su tutti i servizi amministrativi e con-
Ali.a capanna Hegina Margherita al tabili delJa Sede centrale e su tutto il rela-
Monte Rosa venivano compiute - previo tivo personale, del quale curava la diScipli-
sopralluogo - riparazioni straorcHnarie na e detem1inava le singole attribuzioni.
atte a salvaguardare meglio la costmzione Mancavano alla famiglia del Club: Pao-
dall'azione degli agenti atmosforici, parti- lo Palestrino, che per molti anni diede il
colarmente violenti a quell'altitudine (rin- prezioso contributo dcl suo ingegno e della
for.w e sostituzione di tiranti metallici per sua opera attiva e feconda alla Sede cen tra-
il torrione, di p lancic di rame per il tetto e le; Alessandro .\fartclli, alpinista che la-
le imposte, di assicelle e travetti per la bal- sciò profonda impronta nella letteratura
conata, di vetri e serramenti per le fine- alpina con la Guida delle Alpi Occide11tali;
stre). Armando Diaz, socio onorario sotto la cui
Al rifugio Vittorio Emanuele Il al Gran sapiente guida gli italiani conobbero la
Paradiso, il sopralluogo non rivelava danni gioia della vittoria.
alla costruzione e nemmeno altre defì cen-
ze di ord ine vario: pur tuttavia l'atllucnza 1928-1929. In riconoscimento dell'ope-
sem pre crescente in una zona di così clas- ra del C.A. I. rivolta alla conosce1w. a della
sico interesse alpinistico comprovava l'in- montagna, il Consiglio Nazionale delle Ri-
sufficienza del vecchio rifugio, non più cerche chiamava a far parte della Giunta
rispondente alle esigenze del momen to. del comitato il Presidente del C.A.J.
Per questo motivo veniva disposta la co- Le manifestazioni colletth·c maggiori
struzione di un nuovo rifugio da erigersi furono nell'anno dedicate alla Giornata dcl
nei pressi del veccl1io e sul terreno donato C.AJ. e per pre<:iso volere di Turati, Se-

251
gretario del Partito Fascista, sostituitosi (C.U. F.); della nomina di un Comitato di
all'avv. Porro alla presidenza dcl C.A. I., or· consulenza tecnica fonnato dall'ing. Alber·
ganizzate dalle sezioni. lini, dai senatori Benza e Brezzi, dagli onO·
A\'\'enimcnto di rilievo si ebbe jJ 29 a· rcvoli Bisi e Le icht e dal d r. Scotti; dell'in·
prilc con il trasforimento della Sede cen· quadramcnto degli accade mici nelle sezioni,
!raie del C.A. I. a Roma, voluto dal Presi· i cui Presidenti nominavano in seno ad essi
dente Augusto Turati un proprio fiduciario ; della costit uzione
Vanno inoltre ricordati: lo sgravio del della Sezione di Tripoli ; della pubblica·
contributo delle sezion i alla Sede centrale; zione ciel secondo volume della Guida D<1
il riassetto e lo sviluppo di alcune sezioni. rifugio <1 rifugio, dedicato alle Dolomiti
fra cui principalissime quelle di Torino e occidentali e ciel primo fascicolo della
di ~lilano ; la pubblicazione del primo ''O· Guida delle Alpi Giulie, riguardante il
lume della Guida Da rifugio a rifugio; la Tricorno, compilata dall'avv. Carlo Chersi;
intensa attività individuale degli alpinisti ; dcl rancio in onore di Angelo Manaresi, or.
la rinnovata veste della Rivista Meusile e forto dall'Associazione Nazionale Alpini per
il raduno delle guide e dci portatori a festeggiare la sua nomina a Pre!ìiclcnte del
Roma C.A.T. ; della giornata del C.A.T. con 11na
Venivano commemorati sulla Rivista grande adunata al Grappa e su altre cime
Mensile: Piero Giacosa che nella sua com· delle Alpi e delle Prealpi
plessa vita cli scienziato, di artista, d i poeta, Si pubblicò un elenco delle sezioni con
di scrittore, di oratore, ebbe sempre pre- fann o di fondazione e i nominativi dei
sente il ricordo della monta~na; il conte Presidenti e commissari; la notizia dcl ra·
Cesare Calciat i, esploratore di valore, uc· duno degli alpini e degli. alpinisti al Gran
cisosi durante una partita di caccia. Sasso; il progetto dcl nuovo distintivo; il
li pre,·entivo dell'anno era stato stabi· convegno a Udine dei presidenti delle Se·
lito in L. 4$6.600. zioni venete, e la fusion e dcl Club Alpino
Siciliano.
1929-1930. La Rivista Mensile del 1930 Doloro!ìa scomparsa fu quella di Luigi
dava notizia della pubblicazione dci Canti Brasca, profondo cd erudito st udio!ìo delle
della montagna (raccolti e ordinati da Alpi.
Umberto Balestreri, Edoardo Monney, Pie. A fìne d'anno il Presidente Manaresi
tro Ravelli e armonizzati da L. E. Ferra· scriveva: e Un tempo ogni carica, ogni
ria); della inaugurazione di rifugi (Mondo. incarico, anche modesto, serviva alle ascen.
vì, Fratelli Bechis, Valle Stretta, Chabrière, sioni degli uomini ; oggi invece sono gli
~lalciaussia, Piano della Mussa, Leonesi, uomini che debbono servire alle cose ed
Elena, Bezzi, Balmcnhorn, Bafìle, ~ l ussoli · alle istituzioni. Nel C.A. L questo, pe r la ve·
ni, Pisano, i\lonte Livrio, BencvoJo.Colace· rità, è sempre avvenuto anche in passato·
vich·Wnlluschnig, l fl Reggimento Alpini, nel nostro ente non vi sono state mai né
Napoleone Cozzi, Monte Nero), e dei bi- propine da incassare. né trampolini per
vacchi Martinotti e Corti, nonché dell'in- ascensioni politiche, né piattaforme per ero·
grandimento del rifugio Casati cefìssioni cavalleresche: uomini che aveva·
Veniva accordata ni soci del C.A.I . la no nelle lettere, nelle a rti, nelle scienze, nel·
riduzione del 50% per i viaggi in rerro- la politica, toccato, per merito proprio, 110·
via. Si dava notizia dcl passaggio della lcvoli altezze. innamorati dell'Alpe, conscn·
S.U.C.A. I. ai Grnppi Universitari Fascisti tivano a dare il loro nome e la loro att ività

252
moniale dell' Ente, assicurare la vita e la
prosperità richiamando a polarizzarsi attor-
no ad esso quanti, singoli o collettività, fan-
no della montagna palestra di educazione
fis ica e morale, god imen to d ei muscoli e
dello spirito: ringiovan ire con tinuamente
le fila, incanalando verso di noi le correnti
fresche delle nuove generazio ni: ecco, ap-
pena abbozzate, alcune delle nost re me-
te. • .

1931. Angelo 1'.fanarcsi, Presidente dcl


C.A.1., manifestava nel primo numero della
Hivi.sta Mensile e il fe rmo intendimento di
dare al e.A.I. una linea di sempre maggio-
re austerità e ravvivarne lo spirito con la
parteci pazione fervida e appassionata di
quan ti intendono l'alpinismo non solo co-
me esercizio fìsico, ma come potente mez-
zo per l'elevazione culturale e spi rituale
della razza ,
A tale scopo ricostituiva il Comitato del-
Auge/o Mmtareri
le pubblicazioni e gli affidava l'incarico di
Preskler1le dal 1930 o/ 1943. presiedere all'attività editoriale, sia per
quanto riguardava la Ril)ista Mensilé, sia
per tutte le altre pubblicazioni del C.A.I.
a questo nostro C lub 1\lpino, sapendo di Analogamente provvedeva alla sistema-
tutto dover donare, nulla ricevere: così è zione del C.A.A. I.
anche oggi e, se io scorro il lungo elenco La precedente presidenza (Turati) lo
dei capi periferici dell'Ente, vedo brillare aveva incorporato nelle sezion i; Manaresi
in esso i nomi di uomin i venuti da tu tte le volle invece ridargli una struttura organi-
parti e per tutte le vie, a posti modesti, no- ca, neU'ambito del C.A.l., facendolo ridi-
tm,oli o eminenti, per fo r1.a propria, dcl lo· ventare sezione autonoma e nominandone
ro cervello, della propria attività, acconiu- Presiden te il dr. Umberto Balestreri, il
nati nell'unico e incslinguibile amore della quale provvedeva a pubblicare le norme
montagna • · del nuovo regolamento
e Con cotesta mirabile gente è facilis- Si provvedeva altrcsì alla costituzione
simo andare d'accordo: niente retorica, di un unico Consorzio Nazionale Guide e
niente burocrazia: schiettezza e sincerità Portatori, con un apposito Statuto, e con
di rapporti, camminare p iù che predicare, sede a Milano, presso la locale Sezione dcl
pagare sempre d i persona. t . e.A.I.; ne veniva nominato Presidente Gui-
e Fino a che mi sarà dato di rimanere do Bertarelli e se ne pubblicava il rego-
a questo posto di comando, fare mo, dun- lamen to.
que, indubbiamente un buon cammino: Veniva apprO\>alo dal C.O.N. I., in data
detem1inare la situazione giuridica e patri- 1° febbraio, il nuovo Statuto del C.A.I

253
Si stipulava una convenzione e il rela- chi ricordavano i convegni di un tempo, i
tivo regolamento con l'Opera Nazionale giovani esaJtavano la goliardica Jeti1..ia de-
Dopolavoro e la Federazione Jta\iana del- gli accampamenti; i giovanissimi se ne sta-
l'Escursionismo, così delimitando i com- vano appartati: il convegno ruppe l'incan-
pili delle tre associazioni: disciplina del to, rinverdì una tradizione, spalancò porte
movimento alpinistico al C.A. L; educazio- e finestre sull'azzurro ventato di cime della
ne fisica all'O.N.D.; attività cscursion islica grande conca bolzanina. Nel suo discorso,
alla F. 1. E Manaresi trattava i rapporti con il C.0.N. I.,
Con legge 23 ottobre 1931, n. 246, veni- il completamento dello sched ario, la perso-
va e riconosciuta al Club Alpino Italiano la nalità giuridica, lo Statuto, il Regolamento,
capacità di ae<1uistare, possedere e mmnini- la Giornata del C.A.l , i rifugi, i rapporti con
strare beni e ricevere lasciti e donazioni, di gli Enti stranieri, l'attività editoriale, i ri-
stare in giudizio e di compiere in generale, bassi ferroviari, i sussidi, la Carta di turi-
tutti gli atti giuridici necessari per il con- smo e il riord inamen to patrimoniale. Segui-
seguimento dei propri fini. Cli atti e con- rono le gite nelle Dolomiti e nelle catene di
tratti stipulati da Club Alpino predetto con lìne.
sono soggett i al trattam ento stabilito per Jl 25 febbra io, nei pressi dcl rifugio Hc-
gli atti stipulati dallo Stato. l lasciti e le gina Elena al Bicchiere, una valanga tra-
donazioni a suo favore sono esenti da ogni volgeva Ottorino Mezzalaina, grande scia-
specie di tasse sugli affari • · tore-alpinista; si spegnevano il comm. ~lau­
Venivano esentati i rifugi dalle disposi- rizio Sella, nipote diretto del Fondatore;
zioni di Pubblica Sicurezza e dalfobbligo il sen . Carlo Hizzetti, valsesiano; Cesare
cli deposito cauzionale: a tale oggetto !-'i Fiorio, il cui nome fu dato a una bella
riportavano integralmente le circolari a punta allo sbocco della Valpclline, in
suo tempo diramate dal Ministero dell'ln- omaggio alla sua attività alpinistica e alle
terno e da:l Ministero dell'Econom ia Na- sue pubblicazioni.
:r.ionale.
A Segretario generale dcl Club Alpino 1932. li Presidente dcl C.AJ. constata-
Italiano \'Cniva nominato Vittorio Frìsin- va nel primo numero della Hivista M ensile
ghelli. la mancanza dei giovan issimi in montagna.
La Giornata dcl C.A .I: fu una dimostra- Molti giovan i partecipavano, è vero alle a-
zione di foi-1.a: da un calcolo approssima- dunate, alle gite sezionali, ma poi si squa-
to fu valutato a diecimila il numero dei so- gliavano e più spesso si trovavano a tifare
ci e a più di altrettanti q uello dei non soci a una partita d i calcio o a snobbare in qual-
intervenuti alle varie ascensioni, molte che dancing, piuttosto che a tirare il collo
delle quali notevoli per l'elevatezza di quo- su per le rocce e canalon i.
te raggiunte, per diflìcoltà e per lunghezza Le cause di tutto questo si domandava,
di percorso erano tante e spesso concomitanti. Anzitut-
Venivano convocati in Adunanza irnzio- to occorreva l'esempio, a cominciare dai
nale tutti i soci, per cementarne i vincoli presidenti sezionali che dovevano cammi-
di solidarietà e per far loro conoscere le di- nare, come lo fa cevano in passato. Se co-
rettive e il programma annuale del sodali- minciamo, soggiungeva, dai figli a farli
zio. La riunione ebbe luogo in Bolzano. Vi marciare sempre in automobile e mai a
era sì un grande desiderio di conoscersi, piedi, a temere gli spifferi d'aria come cau-
di trovarsi, ma l'occasione mancava; i vec- sa di morte sicura, a fasciar li e a sfasciarli
di panni e di coperte a ogni mutare di tem- cl1e risultavano cosi distribu iti: perpetui 5,
po, a paventare per loro la fatica rude e vitalizi 2285, ordinari 23591, studenti 2887,
sana dell'aria, dcl gelo e dell'altezza, non aggregati 14 143, per un tota le di 42910
si preparano soldati della montagna, ma Vennero rese note le riduzioni ferro-
clementini da ping-pong! viarie per partecipare all'Adunata di To-
Di conseguenza venivano emanate nor- rino; si organizzavano corsi di sci; veniva
me per nnquadramento degli universitari pubblicato il Regolamento generale per
fascist i e pubblicato il testo dell'accordo l'uso dei rifugi; si assegnarono sussidi per
con i Gruppi Universitari Fascisti (G.u.J:<-.). i lavori alpini sul fondo del }. linistero della
Si dichiarava che, se l'alpinismo si po- Guerra; si raccomandava la propaganda
tenziava nel numero, nell'ardimento, nella alla nuova edizione dcll'Ammario e si ema-
scienza, la montagna da cui scende al navano norme per l'assistenza sanitaria in
piano con le acque e con le foreste, tanta montagna, con un apposito regolamento.
ric_chezza, doveva essere amata, studiata, Nell'alta Valle di Hh&mc, un poco a
frugata in tulii i suoi aspctl'i: se ne dove- monte dell'Al pe di Lavasscv, veniva inau-
vano ricercare gli an tichi nomi, maestri gu rato il rifugio Gian Federico Ilencvolo;
d i storia, se ne dovevano eplorare le ca- la Sezione di Venezia ricd illcava, ingran-
verne e gli abissi; se ne dovevano indagare dendolo, il rifugio Coldai nel Gruppo dcl
le morene e i ghiacciai; raccogliere dati Civetta; quella di Bologna provvedeva al-
di neve, di pioggia, di vento, di sole, per la sistemazione e al miglioramento dcl rifu-
trovarne il segreto di vita di oggi e di do- gio Duca degli Abruzzi al Lago Scaffaiolo;
mani; e il C.A. I. doveva salutare con gioia quella cli Brescia, perseguendo tenacemen-
il diffondersi della scienza alpinistica fra te l'opera tendente alla valorizzazione del
il popolo. Gruppo dell'Adamello, inaugurava il rifu-
\lcnh a presentato il tcr.to volume della
1
gio Gabriele Rosa al Lago della Vacca; de-
collana Da. rifugio a rifugio, frutto della stinato a sostituire quello che sorgeva al
fraterna collaborazione fra il Touring Club Passo dcl Blumone; quella di Desio faceva
It aliano e il Club Alpino Italiano, relativo altrettanto all'A lpe Airalc con il rifugio
alla zona dall'Ortles all'Adamello, dal Bren- Carlo Bosio, imitata dalla sottosezione di
ta al Baldo, dall'Adige all'Oglio. Arco della S.A.T. al :..Ionie Velo e dalla Se-
Le manifestazioni collettive culmina- zione cli Biella che provvedeva alla ricostru-
rono con il Congresso dell'Accadem ico nel- zione dcl rifugio della ~lologna Grande e
le Dolomiti di Cortina D'Ampezzo, con la all'ampliamento del rifugio Vittorio Sella
seduta di chiusura al l'Albergo Savoia al al Loson; la Sezione di Padova, invece,
Passo del Pordoi, alla presenza del duca riattava la •strada degli alpini > tra il Pas-
d'Aosta, nom inato socio effettivo; il Conve- so della Sen tinella e il rifugio Mussolini
gno alpinistico crodaiolo in Grignetta e
l'Adunanza di Torino 1933. Si riprendevano gli incitamenti
Si distri buirono sussidi per i lavori se- sul tema alpinismo e scienza, costituendo
zionali per un ammontare di L. 30.000; ve- il Comitato scientifico, dandone la d irezione
niva approvato il Hcgolamento tipo sezio- al prof. Ardito Desio e organizzando due
nale e lo si pubblicava; si dettavano le nor- grandi manifestazioni alpinistiche a Corti-
me per l'affi liazione di albergh i alpini e di na d'Ampezzo: il Congresso nazionale dei
rifugi privati, anch'esso pubblicato; si co- soci e il IV Congresso internazionale di
municava la situazione soci al 31 marzo, alpinismo. Contemporaneamente si presen-

255
lava una mostra fotografica e di pittura architettura moderna. Si classiflcavano i
al pina. rifugi in categorie: A-B-C-D, e si stabili-
In occasione del Congresso internazio- vano le tariffe. Si distribuivano contributi
nale venivano nominati soci onorari i mem- per kwori alpini per un ammontare di
I bri dcl comitato esecutivo delJ'U. LA.A., e L. 20.500.
precisamente: Conte Edmond d'Arcis, co- Si costituiva la Scuola nazionale di
i lonnello Edward Lisle Strull, Jcan Escarra,
dott. Felice Guglcr, dott. Tibor Zsitvay,
roccia in Val Bos:md ra; si dava notizia
di una spedizione alpinistica in Persia; si
Stanislas Osicki, dolt. Otto SjOgrcn, doti. organizzava una scuola di arrampicamento
\Valery Coctcl. Parteciparono le seguenti con base al rifugio De Casperi nell'alta
nazioni: Austria, Belgio, Bulgaria, Ceco- Val Pesarina e un corso di perfezionamen-
slovacchia, Francia, Gennanla, Ingh ilterra, to per sciatori al rifugio Casati .
It alia, Jugoslavia, ~ l essico, Nuova Zelanda, Con una suggestiva cerimonia aveva
Polonia, Homania, Stati Uni ti, Svezia, Sviz- luogo nelle Alpi Liguri !"inaugurazione del
zera, Ungheria. Furono presentate numero- rifugio al Passo della Garlenda, che veni-
se relazioni riguardan ti l'alpinismo, il turi- va dedicato alla memoria di Jacopo Nova-
smo alpino, la scienza e la montagna, l'arte ro; la Sezione di Torino sistemava un pie·
e la mon tagna. colo ricovero in località e la Coppa , alla
Angelo Manares i commemorava i 70 base occidentale dcl Monte Furgon, prov-
anni di vita ben spesi ciel C.A.L con le ved eva alla ricostruzione dcl rifugio Paolo
segucnli cifre: 1863 una sezione; 1900, 34 Daviso nell'alto Vallone della Cura e, gra-
sezioni; 1930, 99 sezioni; 1933, 151 sezioni zie alla generosi tà della fam iglia, addi-
di cui una all'estero. veniva alla cost ruzione dcl rifugio Cesare
Si provvedeva all'unificazione delle ta- Dalmazzi nel bacino del Triolet; la Società
riffe elci rifugi; in segu ito ad un accordo Escursion isti Lecchesi, Sezione dcl C.A.I.,
inten•enuto fra le presidenze, dopo una riu- costruiva al margine della conca di Bian-
nione tenutasi a Milano, fra il Touring dino un rifugio a due pian i; la Società Al-
Club Italiano e il C.A. I., si decideva l'im- pina delle Giulie accresceva le proprie
mediata ripresa della Guida dei Monti benemerenze con la cost ruzione dcl rifugio
<fltalia. ;\ lcntre il C.A.I. avrebbe provve- Mario ~lazzeni nell'Alto Spragna; per cura
duto alla redazione dei volumi, il T.C. I. della Sezione di Ascoli Piceno veniva co-
si assumeva tutta la parte cclitoriale. Un'ap- stru ito un grandioso rifugio-albergo alla
posita Commissione, presieduta da Umber- Forca Canapine, posto in un punto centrale
to Balestrcri e composta dal dott. Guido di vasti campi sciistici; auspice la Sottose-
Berlarclli, dall"ing. Aldo llonacossa e da un zione di Pedara, la Sezione Etnea si arric-
rappresentante del T. C. L, doveva predi- chiva d i un nuovo ri fugio sull'Etna, nei
sporre il piano e le modalità dci lavori. pressi di Casa dcl Vescovo; con solenne cc-
Si pubblicava il testo dell'accordo e se ne rh11onia si inaugurava sulla vetta della Pa-
dava notizia alle sezioni, invitandole ad ganella il rifugio ded icato a Cesare Ballisti
assumere le assegnazioni e a prenotarne il e si ultimavano i lavori per un rifugio al Va-
maggior numero di copie. son dcl Bondone. Infine, sopra una balza
Veniva pubblicato un bando di concor- delle Cascate di Stroppia, sorgeva un rifu-
so per i progetti di due tipi di rifugi di alta gio della Sezione Monviso; nella concn dcl
mon tagna da presentare alla V Triennale Hocciamelone, al Founs d' Humour se ne
d i i\Hlano, esposizione internazionale di inaugurava un'altro e a ricordo di Celso

256
dal Lago Blcu
ft"Ol ocolorc J; S. Saglio)
Cilberti si deliberava un rifugio al Monte seguita, dopo i discorsi, da giornate di
Canin nelle Alpi Giulie. gite, frustrate dal tempo che ne impediva il
Nella sua villa di San Gerolamo in completo svolgimento
Biella si spegneva Corradino Sella, l'unico Si pubblicava il Regolamento del Co-
figlio superstite di Quintino Sella; nella mitato scient ifico; grazie alla munificenza
scia dell'esempio an imatore del padre fu del T.C.I. e del Comm issariato per il tu-
all'assalto delle cime più aspre, in tempi in rismo, venivano distribuite carte topogra-
cui il grande alpinismo italiano moveva i Jìche ai rifugi, già montate e incornici.ate,
prim i pass i sulle nostre montagne. si diramava una circolare per la propa·
Nella lontana Somalia si spegneva Lui- ganda alp inistica; si stabilivano le norme
gi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi, per l'adozione di nuovi toponimi
che fu sulla soglia del XX secolo fra i più Si trasferiva a Boma la redazione della
grandi alpinisti del mondo. IUvista Mensile.
Nel giorno di Pasqua precipitava in un La Commissione per la Guida dei Mon-
crepaccio del Vadret da Morteratsch Um- ti d'Italia dava notizia dei volumi impo-
berto Balcslreri, Presidente dcl C.A.A.I. e stati: Alpi ~faritl ime, Alpi Cozie meridio-
Vice-Pres idente dcl Com itato delle Pub- nali, Alpi Graie merid ionali, Monte Rosa,
blicazioni. Decedevano Francesco Conella, Alpi Retiche occidentali, Grigne, Orobie,
grande alpinista e costrnttore di rifugi Adamello e Alpi Atesine. Si pubblicava il
nelle sue Alpi occidentali, e Bartolomeo p rimo, opera di Attilio Sabbadini, coadiu-
Acquasciati, una delle più tipiche e bene- vato da Silvio Saglio e si invitavano le se-
merite figure dell'alpinismo ligure. Cade- zioni a stanziare nei bilanci preventivi l'am-
vano in montagna i due giovan i assi Celso montare per l'acquisto dei volumi d ella
Cilberti e Amilcare Cretier Guida dei Monti d'Italia. 1 bilanci che non
La situazione dei soci al primo gennaio portavano gli stanziamenti per l'importo
era la seguen te: pe11>etu i 11, vitalizi 2266, corrispondente alle guide assegnate, stan-
ordinari 21885, studenti 2794, G.U.F. ordi- ziamento obbligatorio, venivano rest ituiti
nari 208, G.U.F. aggregati 4773, aggregati e i Presidenti erano personalmente respon·
13924; in totale 45861. sabili dell'applicazione dell'accordo.
Le sezioni venivano altresì invitate a
1934. La medaglia al valore atletico costituire i Gmppi sciatori C.A. L o gli Sci
veniva assegnata anche agli alpinisti domi- Club C.A .1. I gruppi sciatori dovevano
natori della montagna, per vie nuove di essere affiliati alla F.I.S.I. qualora svolges-
6" grado sero attività agonistica.
Veniva data notizia della costituzione Si pubblicava lo Statuto dell'Unione
della Cassa di previdenza dcl C.0.N.I., me- Internazionale delle Associazioni di Alpi·
d iante la quale anche i soci del C.A.I. pote- nismo; veniva assegnato al G. U. F. del-
vano usufruire d'assicurazione in caso di l'Aquila il Rostro d'oro, premio ambito,
infortunio; l'assicurazione era obbligatoria offerto del C.A.l. alla goliardia fascista.
per tutti . Se ne pubblicava lo stat uto e il Ci si accordava con la C.I.L. per favo-
regolamento. ri re l'ingresso al C.A.1. delle masse giova-
Si adunavano in Boma, per la seconda nili ; si conveniva un posto di studio allo
volta, le guide e i portatori del C.A.1. Si Istituto Elioterapico Codivilla di Cort ina
svolse a Trieste il LI II Congresso del d'Ampezzo; da parte dcl C.A.A .I. si davano
C.A. I. , massima manifestazione collettiva, le direttive per l'anno in corso asserendo
che • l'alpinisla accademico doveva dare di criteri e modernità d'azione, che uf-
sicura prova, con l'attività di anni e con ficiali e sott'ufficiali alpini siano e si man·
imprese di carattere eccezionale, di pos- tengano provetti alpinisti
sedere una completa conoscenza della Il capitolo triste si apriva con la notizia
montagna, e spirito e capaci !;\ tecnica ac- della cad uta dcl He Alberto dcl Belgio,
cademica, gran de sovrano e valoroso alpinista e della
Si trattava un accordo ltalio-Svizzcro morte di Basi lio Calderini, che fu auto-
per la libera circolazione degli alpinisti revole Presidente del C.A.L cd ebbe nella
dei due paesi nelle zone di con lìne. Si di- montagna la grande passione della sua vita
sputava il secondo Trofeo ~ l czzalama; la Scomparivano in un tentativo al Trona-
Sezione di Torino organizzava una spedi- dor, nelle Ande, Sergio ~ l attcoda e Walter
zione alle Ande con brillanti risultati, fra Durando.
cui la prima ascensione del Cerro Cuerno, Il bilancio alpinistico della stagione si
la settima del Cerro Aconcagua, la prima chiudeva con un attivo formidabile tale da
dcl Nevado de los Lcones, dcl Colle C.U. F., rendere !"associazione realmente orgogliosa
della Punta Campione d'Jtalia, dcl Cerro delle anziane e delle giovanissime cordate.
Littoria, e un tentativo al Marmoleio; ne Anche il bilancio numerico fu soddisfa-
partiva una seconda per la Groenlandia; cente; al 30 aprile la situazione dei soci era
che compiva una notevole esplorazione la seguente: perpetui 37, vitalizi 253J, or-
Veniva inaugurata a Paludetti, nei din- dinari 2JJ27, studenti 2419, C.U.F. ord inari
torni di Misurina, la capanna Italo Balbo; 322, C.U.F. aggregati 23008, aggregali
al Passo di Cavia si apriva il rifugio Arnal- 13903; in totale 63.337.
do Berni; sull'Etna, nella Valle del Bove
nasceva il rifugio Cino ~ l enza; al lago 1935. L'on. Manaresi rinnovava il Con-
delle Hosole, in Valfu rva, si festeggiava il siglio direttivo e il Collegio dei sindaci
nuovo rifugio Cesare Branca; nelle vici- della Sede cen trale. A far parte del Con-
nanze della Punta di nocca si sistemava il siglio venivano chiamati : Carlo Carretto,
rifugio Marmolada e all'Alpe di Scnnes il Henato Chabod, ~"'l ario Corona, Giacomo
rifugio Biella. Veniva offerto alla Sezio- Cuiglia, Vittorio Larcher, Ferruccio Negri
ne di Palermo il rifugio Borgo Paradiso, di Montenegro, Franco Poggio, Aldo Qua-
un attrezzato fabbricato sulle pendici dcl ranta, Sebastiano Sbema, Euclide Silve-
Monte Grifone; veniva sistemato un fab- stri, Haffaello Vadalà Terranova, Carlo Caf-
bricato a Pratorotondo in Val Maira che fare lli, Carlo Chersi, r-.·lichele Jacobucci,
prendeva il nome di rifugio Uncrzio e inau· Attilio Porro, Gu ido Alberto Hivetti, Guido
gurat i il rifugio Fasiani alla Coppa, il Bertarclli, Aldo Bonacossa, Ardito Desio
Bivacco al Coupè di Money sullo spar· e Ugo di Vallepiana.
tiacque tra I.a Valnontey e la Valeillc, Veniva insign ito della stella al merito
il rifugio Nino Coppellotti in sostituzione sportivo !'on. Manaresi e decorali della me-
della vecchia capanna Moren, il rifugio daglia d'oro al valore atletico: Raffaele
Panarotta, il rifu gio Claudio Suvich, il Carlesso, Renato Chabod e Giusto Cer-
rifugio Mario Lombardini. vasutti; di medaglia d'argento Bortolo
Fu costituita ln Aosta, la •Scuola mili- Sandri.
tare di alpin ismo Duca degli Abm7.zi • per Veniva messa allo stud io la proposta di
le truppe di montagna; una vera università assicurare le g\1ide contro l'invalidità e la
dell'alp inismo, diretta a ottenere, con unilà vecchiaia; si decideva la ripresa della pub-

258
blicazionc dcl Bollettirw; si autorizzava tamen to del rifugio della ~ l aiellctta e si
la cost ituzione delle Sezioni di Gennigna- ingrandh•a il rifugio Kleudgen nelle Alpi
ga e di Castellammare di Stabia Marittime.
Si stabi liva l'assorbimento degli Sci Alla Mostra Nazionale dello Sport ve-
Club di Savona e di Cuneo da parte delle niva esposto un modello al natura le di un
rispettive Sezioni del C.A. I. e si auspicava bivacco.
che analogamente fosse fatto in alt re città. Si stanziavano i fondi per due bivacchi
Si pubblic:wa un Manuale di alpi11ismo cu- nel Gruppo del Bernina, uno da dcdicar~i
rato da Hcnato Chabod e Giusto Gcrva- ad Agostino Perravicin i, l'altro da siste-
sutti; sì diramava il regolamento della mare ai Sassi Rossi
Scuola nazionale d i roccia in Val Hosandra Si tracciava un nuovo sentiero nelle
e il volume Pale tli Sa11 Marli110 della Gui- Dolomit i Pesarinc, per facilitare il raggilrn-
da dei i\lonti d'Italia, compilato da Ettore- gimento del rifugio Fratelli De Gaspc ri
Castiglioni. d al Passo di Sicra e si provvedeva al col-
Fra le manifestazion i collellive in pri- legamento telefonico fra i rifugi della Se-
mo piano si posero la Giornata del C.A.I., zione di Milano nel Grnppo Ortlcs-Ce-
il Congresso annuale dell'accademico tem1- vcdale.
tosi a Bagni dcl ~·! asi n o e il LJV Congresso In una riunione dcl Consiglio generale
nazionale che ebbe il suo svolgimento a d el C.O.N.I. si riteneva meritevole il C.A. I.,
Vicenza, con 150 partecipanti. p er la sua anzianità, la sua ragguardevole
Sotto gli auspici della Heale Società attività organizzativa e il suo forte con-
Geografica Italiana, del Club Alpino Ita- tributo alla preparazione militare del Pae-
liano e dcl Comune di ~ lil ano veniva dato se, dell'assegnazione dcl Trofeo C.O.N. I.
alla stampa il \'Olume che illustrava la L'annata si chiudeva con la promu lga·
spedizione al Karakorùm ciel 1929 zione ciel Decreto-legge 3 l dicembre 1935,
A causa di uno spostamento cl' aria, pro- n . 20-24, contenente le nonne per regolare
vocato da un grossa valanga, si sfasciava la vigilanza su i rifugi alpin i; questa doveva
il rifugio Paolo Ferrario, dedicato all'eroe essere esercitata a mc-1.:zo dci funzionari
di Campomolon; danneggiato per l'abbon- della Direzione generale per il Turismo e
danza della neve fu trovato il rifugio degli Enti Provinciali per il Turismo al-
Venna. Per contro venivano inaugurati i l'uopo Delegati, nonché dagli ufficiali e
rifugi: Celso Gilberti alla Sella dcl Bila agenti della for-1.:a pubblica.
Pec; Piave sulle Prealpi Giu lie, nei pres- Si spegnevano Gaudenzio Sella, nipote
si della Malga Hazor; i\lannolada alla di Quin tino Sella, primo salitore del Dente
Fedaia; Giulio Giordan i al Corno alle Sca- ciel Gigante; Guido Rcy; Giovanni Bobba;
le; Citelli su ll'Etna; Alfredo Bivetti alla Luigi Brioschi, già Presidente della Sezione
Mologna Grande; Fratelli Calvi in Val cli Milano; Carlo Ratti, uno dei pion ieri dcl
Brembana; Guido Brunner allo Jof di moderno al pinismo; Giovanni Bognctti Pre-
Fuart; Guido Hey sul Monte Nevoso; e i sidente del T.C.l
bivacchi: Alberico-Borgna al Col de la
Fourche e del Sassolungo. 1936. L'annata si apriva in una atmo-
La Federazione Fascista di Parma do- sfera di guerra; le azioni militari nell'Afri-
nava il rifugio Schia alla Sezione dell'Enza; ca Orientale.
il bivacco della Valeille veniva dedicato li Presidente ~ l anares i salutava perciò
a Guido Antoldi. Si provvedeva al riatta- la partenza della 5• Divisione Alpina Pu-

259
steria: i battaglion.i del 7° Heggimento al- zioni dei soci dcl C.A. l. ; 6"' Si conviene
pini, comandati dal colonnello Emilio Bat- che lo Sci Club C.A.I. Torino si distacchi
tisti; dell'11° di nuova fonnazione agli ordi- dalla Sezione di Torino del C.A.l. in seno
ni del colonnello Giovanni Varda, e il 5° alla quale è costituito, previo passaggio
Artiglieria Alpina guidato dal colonnello di proprietà della sezione stessa delle tre
Luigi ~fazz.ini. . capanne: Kind, Clavière e ~fautino; lo
Ad Aosta, la domenica delle Palme, Sci Club C.A.I. Torino, nel distaccarsi
presso la Scuola Militare di Alpinismo, dalla sezione madre potrà conservare la
il Consiglio cen trale del C.A. L eleggeva proprietà dei mobili della sede attuale,
per acclamazione, accanto al suo Presiden- dei titoli derivanti daffinvestimento delle
te generale, un Presidente militare nella quote vitalizie nelle misure di L. 35.000
persona del Generale ispettore delle Trup- e delle due piste di salto costruite a Cla-
pe Alpine. vière per scopi agonistici. Le operazion i d i
l n questa seduta veniva così modifi- cui sopra dovranno essere ultimate entro
cato l'articolo 14 dello Statuto sociale: il 31 agosto 1936; 7° Si ammette in linea
« La Sede centrale del C. A. I. è costi- di princip io che gli Sci Club C.A.I ., posso-
tuita; dal · Presidente generale, dal Pre- no essere sciolti per la contemporanea co-
sidente militare e dal Consiglio direttivo stituzione di Sci Club autonomi, con sede
centrale con veste consultiva. li Presidente in locali d iversi delle Sezioni del C.A.l.
generale è nominato con Decreto del Capo Lo scioglimento di tali Sci Club C.A.l.,
del Governo su proposta dcl Segretario del dovrà essere pred isposto unitamente dal
Partito Nazionale Fascista • . C.A.l e dalla F.l.S.I . su parere conforme
Allo scopo di delimitare i rispettivi cam- e motivato del Presidente delle Sezioni
pi di az.ione nell'esercizio dello sci, si del C.A.l. interessate e dei Direttori pro·
addiven iva con la F. I. S. I. al seguente vinciali della F. l.S. I. In caso di mancato
accordo : '- 1° li Club Alpino Italiano pra- accordo fra la Pres idenza del C.A.l e del-
tica in campo nazionale, ralpinismo inver- la F.I.S.I., decide il C.0. N. I.; 8° il C.A.l.
nale con l'uso degli sci; 2° La F. L S. I. concede a tutti gli inscriui alla F. I.S. l., in
esercita, in campo nazionale, lo spor t regola con le tessere dell'anno in corso,
agonistico dello sci; 3° Il Trofeo Mezza. il ribasso del 10% sulle tariffe d i pernot-
lama ed eventuali future gare consimili tamento nei propri rifugi•.
vengono organizzate di comune accordo Si stampa va il volume 76 dcl Bolleni-
dalle due Federazioni, e ciò dato il carat- 110, cost ituito da 350 pagine di testo, ric-
tere misto delle gare stesse; 4° La facoltà camente illustrato e con 40 pagine fuori
d i costruire e di possedere rifugi in monta- testo; si nominavano i Presidenti sezio-
gna è riservata al Club Alpino Italiano, che, nali di Como, Cittadella e Montebelluna;
data la sua speciale organiz7,azione ed at- si scioglieva il Consiglio direttivo della Se-
trezzatura è ritenuto l'organismo più adat- zione Pizzo Badile di Como; si cambiava
to alla costruzione, all'amministrazione e la denominazione della Sezione di Enza
alla conservazione dei rifugi alpini; 5° Per- in Sezione di Parma e si autorizzava la
tanto tull i i rifugi di proprietà di Sci Club costituzione delle sottosezioni di Barni, Ca-
aderenti alla F.1.S. I. passeranno di pro· ramanico e Carrara che assumeva la deno-
prietà del C.A.I. Per la frequenza di ta- minaz.ione d i Apuana; si otteneva l'asse-
li rifugi gli affiliati alla F.I.S.J., con tes- gnazione degli alpinisti accademici nelle
sera in regola, godranno le stesse facili ta- truppe a1pine; venivano inaubTU rati a Misu-

260
fugio alle Tre Cime di Lavaredo; veniva
pubblicato e diffuso il volume Masino, Bre-
gaglia, Disgrazia della Gu ida dei Monti
d'Italia, di Aldo Donacossa.
La 55• Adunata nazionale aveva luogo
dal 4 al 6 ottobre a Genova, con un pro-
gramma comprendente una gita in moto-
nave nel Golfo del Tigullio, salite e tra-
versate nelle Alpi Libruri, i\farittime e
Apuane.
Le Sezion i di Milano e Torino organiz-
zavano una scuola di alpinismo puro e di
sci-alpinismo al Colle del Gigante.
Una tromba d'aria distruggeva il rifu-
gio Guido Rey nell'alto Vallone d i Sca; si
p rovvedeva all'ampliamento del rifu gio Re-
volto nelle Piccole Dolomiti; si inaugura-
vano i bivacchi Parravicini e Sasso Ros-
so nel gruppo del Bernina e il rifugio Ma-
rio Vazzoler nel gruppo dcl Civetta.

1937. Di eccezionale importanza per


quest'annata fu il piano quadriennale di
lavori nelle Alpi occidentali: un piano del-
la sistemazione dei rifugi dal Colle di Ten-
da al Passo di San Giacomo.
rina i collegamenti radio-telefonici con i Compiuti i sopralluoghi, studi e pro·
rifugi Maggiore Bosi e Principe Umberto getti, fu posibile tenninare qualche mode-
alle Tre Cime di Lavarcdo; si organizzava sta opera di sistemazione e iniziarne altre di
un corso annuale militare per guide presso maggior mole, onde impostare il program-
la Scuola ~·lilitare d i Alpinismo di Aosta; ma per il prossimo anno.
veniva pubblicata una lunga lista dei ca- La Commissione tecnica dcl C.A.1. sta-
duti alpini in Africa orientale; si nominava biliva l'ubicazione dei seguenti nuovi rifu-
Presidente militare il generale Antero Ca- gi: nelle Alpi ~far i ttime: al Lago Lungo
nale in sostituzione dcl genera le Bes, che superiore, al Malinvern, di San Dernolfo,
lasciava la carica di Ispettore delle Trup- al Piz, all'Ubac; nelle Al pi Cozie: rifugi
pe Alpine pe r raggiunti limi ti di età; si C itta d i Saluzzo e San Giusto; nelle Alpi
nominavano i Presidenti di altre sezioni; Graie meridionali: ri fugio di Sea; nella
si scioglieva per inattività la Sezione di catena del Monte Bianco: rifugi dcs C la-
Ascoli Piceno; si trasfomrnva in sezione ciers, d'Estellcttc, del i\1 iage ed Elena.
autonoma la Sottosezione d i Laveno Mom- Si progettava l'ampliamento e la sistema-
bello che prendeva il nome di Sezione di zione completa dei seguent i rifugi : Ca-
Besozzo; si correva il Trofeo Mezzalama; staldi, Santa Margherita, Conella, Tori-
si d isponeva che il nome glorioso di Anto- no, Jorasses e Aosta. In studio si trovavano
nio Locatclli ven isse assegnato al nuovo ri- per riparazioni, sistemazioni e ampliamenti

261
i rifugi: Bechis, Fasiani, Chabrière, Vacca· sciatori di Triora; si restituivano ai proprie-
rone, Tazzetti, Peraciaval, Cura, Sella, tari il rifugio alla Visai1lcs, il rifugio di
1\mianthe e Gnifctti. Venivano portati a Ruilles e il rifugio Motta; si cedeva la
termine i lavori di ampliamento e di siste- proprietà dci rifugi Vason e Vancze. Veni-
mazione dei rifugi Pagarl e Questa, si ef- vano riconsegnati all'autorità militare i ri-
fettuarono lavori di sbancamento per l'am- fugi Corno di Fana, Monte Elmo, Vetta
pliamento dei rifugio Torino e di sistema- d'Italia e Calassi e ceduti alle sezioni i
zione del rifugio Regina Margherita. rifugi Selle di Camino e Mandrone.
Un rivoluzionamento per la Rivista La Sezione cli Trento invece assumC\•a
Me11sile fu l'adozione dell'anno fascista: di in proprietà il rifugio al Col Verde e quella
conseguenza l'annata tenninava con il fa- di Ì\lilano il rifugio Nuccia.
scicolo di ottobre e cominciava con quello Si disponeva l'impianto di stazioni ra-
di novembre. diofoniche tra il rifugio Vittorio Emanue-
La LVI Adunata nazionale del Club le e Poni, tra il rifugio Principe di Piemonte
Alpino Italiano veniva organizzata a Cata- e il Brcuil, tra il rifugio Torino e Cour-
nia dal 2 al 4 maggio, con visita del cra- mayeur, tra il rifugio Cnilett i e Gressonev.
tere dell'Etna, del Monte Zoccolaro, di Sulla Hivista Mensile si annunciava la
Taormina e della Rocca di Novara; la Gior- morte di Carlo Carbari, nobile figura di
nata del C.A.I. veniva celebrata il 30 mag- irredentista e di pioniere dell'alpinismo
gio con manifestazioni varie, che portavano trentino, e di Guido Boni, altro patriota
in montagna alcune migliaia cli persone. alpinista.
Veniva pubblicato il volume Le Grig11e
di Silvio Saglio della collana Guida dei 1938. Si concludevano tra il C.A.T. e
~lonti d'Italia e fra le altre attività da se- il Comando Generale della Gioventù Ita-
gnalare erano: il servizio di previsioni me- liana del Littorio (G.I.L.) le trattative per
tcorologiclie per alpinisti, in accordo con il un accordo generale per l'atti vità alpinisti-
Ì\ linistcro dell'Aeronautica; l'istituzione al ca, che doveva essere diretta da un socio
rifugio i\fam10lada di una scuola di alpini- dcl C.A.T. ufficiale in congedo. L'accordo
smo su roccia e su ghiaccio e di sci alpini- prevedeva una completa collaborazione dcl
smo, e di altre analoghe organizzazioni se- C.A.L per l'inquadramento di tutta la gio-
zionali, motivo per cui si ritenne necessario ventl1 italiana praticante \'alpinismo.
istituire una Commissione di vigilanza con Con l'approvazione del C.O.N.J. ven i-
approprato regolamento vano moclifìcati gli articoli 12 e 13 dello
TI Presidente i\lanaresi procedeva alla Statuto sociale. Il C.O.N. J. ratificava il
nomina dei Presidenti sezionali e del Pre- nuovo Consiglio dcl C.A.J. il quale re-
siden te militare nella persona dcl generale stava così costituito: Presidente generale
Negri, già comandante della Divisione Al- Angelo Manaresi; Presidente militare ge-
pina Pusteria in Africa orientale. 11erale Luigi Negri; Consiglieri effettivi
Si inaugurava il rifugio Antonio Loca- Federico Acquarone, Guido Bertarelli, Car-
telli a Forcella Toblin e il rifugio Efren lo Cafrarelli, Carlo Carretto, Carlo Chersi,
Dc Simon al Piccolo Ossenico: ven iva por- Gianni Chiggiato, Ardito Desio, Gian-
tato a tennine il rifugio Torrani al Civetta; nantonio Nanni, Fcrmccio Negri di Mon-
si dedicava il bivacco fisso del Sassolungo tenegro, Ugo Ottolenghi di Vallepiana,
a Reginaldo Giuliani; si abbandonava il Franco Poggi, Franco Pugliese, Guido Al-
rifugio al Col della Barretta e la casa degli berto Rivetti, Euclide Silvestri, Raffaello

262
Vadalà Terranova; Consiglieri aggiunti: rettivo della F.I .S.J. e il segretario della
Carlo Bonardi, Giorgio F ino, Giuseppe FJ .S.I. rappresen tava tale federazione in
Celomiin i, r..fario Mcngoni, Fernando i\"lez- seno al Consiglio del C.A.I.
zasoma, Sandro Stagno, Luigi Tedeschi Si assegnava la stella al merito sportivo
Consigliere di diritto il segretario del al dott. Gu ido Bertarelli, la medaglia d'oro
C.0.N.I.; revisori dci conti: Guido Brizio, al valore atletico a Riccardo Cassin, la me-
Sandro Datti, Hcnato Galletelli. daglia d'argento alla memoria di ~fario
Questo consiglio prendeva atto a To- Molteni e d i Giuseppe Valsecchi, e le
rino della disposizione con la quale il segre- medaglie d'argento di 1° grado a Cino
tario del partito clava al C.A.T. la nuov.a Esposito e Vittorio Ratti.
denominazione di • Centro Alpinistico Ita- Il Rostro d'oro del C.A. 1. veniva con-
liano • · Fra i vari nomi - camerata, com- cesso per la seconda volta al G.U.F. cli
pagnia, consociazione - che e rano stati Milano; il Trofeo della montagna ciel C.A. I
suggeriti per sostituire la parola Club, quel- veniva vinto dal Comando Federale di
lo" indicato sembrava preferibile. Centro, Como. 11 Trofeo Segretario dcl Partito,
con il suo significato leu erale, dava la sen- gara sciistica d'alta montagna, svoltosi sul-
sazione di un'attività regolata da direttive le Dolomiti bellunesi da 18 squadre, vede-
unitarie; con la sua brevità di grafia e di va al primo posto la C.J.L. di Bergamo e il
pronuncia si pensava dovesse entrare su- Trofeo Parravicin i la C. I.L. di Sondrio.
bito nell'uso comune e, infìnc, l'analogia di I Presidenti sezionali venivano invitati
tale parola con il nome di altri istituti di a Trento e il rapporto fatto da\l'on. ~fana­
carattere militare, ben s'attagliava - così resi prendeva in esame la situazione inter-
era stato scritto - all'ente alpinistico, che na delle varie sezioni e particolannente
aveva \'onore di collaborare con i comandi l'inquadramento alpinistico della G.J. L. e
militari pe r lo studio e la difesa delle nostre do!G.U.F.
montagne. • Alpinismo Italiano nel Mondo ":t veni-
Con Fogli d'ordine ' 'enivano comuni- va inLitolala la mostra della Sezione di ~li­
cate le riduzioni delle tariffe telefoniche lano del C.A.l. ; mostra che ellbe una gran·
per le sedi sociali del C.A. I. ; le nonne per de risonanza perché con essa si poteva con-
ottenere riduzioni ferroviarie; H testo del statare quanto grande fosse stato il contri-
Regio Decre to Legge con il quale il C.A.I buto portato alla geografia e alle scienze na-
veniva parificato alle amministrazioni del- turali dagli alpinisti italiani con le loro
lo Stato quanto a imposte, tasse e diritti ascensioni, esplorazioni e rilievi, dalle Alpi
Con il Foglio disposizioni del 19 mag- fino ai più lontani rilievi montuosi della
gio, si infonnavano le sezioni delle circo- Terra
lare che il Ministero delle Finanze aveva Veniva pubblicata la Guida Odfe-Sellti-
diramato ai dipendenti uffici, concernen te i\1an11olada di Ettore Castiglioni , quarto
l'esenzione della tassa governat iva per la volume della nuova collana C.A. 1.-T.C. I
vendita al minuto degli alcoolici, per i trat- della Guida dei Monti d'Tt alia.
ten imenti e spettacoli e per i trasporti di La LVII Adunata nazionale del C.A. T
persone su autocarri o automezzi in servi- aveva il suo svolgimento in Como e nelle
zio fuori linea. Alpi Centrali nei giorni 11 -13 settembre
Per intensificare e coordinare i rapporti La giornata ciel C.A .T. veniva celebrata da
tra il C.A.J. e la F.J.S.T., il segretario del quasi tutte le sezioni nella ter-~a domenica
C.A. I. entrava a fa r parte del Consiglio di- di maggio.

263
Il i\fo1istero della Cultura Popolare au- rifugio Damiano Chiesa con Riva del Gar-
torizzava la trasformazione di un fabbrica- da e la capanna i\fannolada con il rifugio
to in località Valtoggia a rifugio alpino Marmolada e Fedaia. Il Ministero delle
che la Sezione di Buslo, battezzava come Comunicazioni autorizzava il C.A.I. all'im-
rifugio t-.·laria Luisa; veniva donato dalla pianto e all'uso di cinquantaquattro sta-
Giovane Montagna il bivacco Carpano al- zioni radio telefoniche trasmittenti e rice-
la Sezione di Torino e la Sezione U.G.E.T. venti.
assume,,a i rifugi Valle Stretta, ).fonte Gra- Si annunciava sulla Rivistll Mensile la
ncro e Barbara. morte di Filippo De Filippi, geografo, e-
Si ampliava il rifugio Principe di Pie- sploratore, compagno del Duca degli A-
monte a Campocatino; si inauguravano: il bruzzi e quella di Giovanni Pedrotti, fulgi-
rifugio Forti al Monte Tomba nei Lessini, do irredentista trentino.
il rifugio Fratelli Elia e Antonio Longoni
in Val Malenco e il rifugio Carlo Locatelli 1939. In Garmisch Partcnkirchen, al-
al Passo delle Baite nel Gruppo dell'01t- la presenza del Capo dello sport tedesco,
les. li rifugio Cedema, distrutto da valan- von Tschammer und Osten , del rappre-
ga, veniva abbandonato; per contro si col- sentante del C.O.N.I., del dott. Seyss-Jn-
locava la prima pietra per il rifugio Lan- quart Presiden te dcl Dc utscher Alpenvcrein
cia all'Alpe Pozza del Pasubio e si autoriz- e del Presidente del C.A.I. concordemente
zava la costrnzione del rifugio Quamam, affermavano che e nello spirito di camerati-
che si voleva dedicare alla medaglia d'oro smo che unisce il popolo italiano e quello
generale Alberto Liuzzi. Al rifugio Dux tedesco, raffor1.ato negli ultim i anni da av-
in Val Martello veniva imposta la deno- venimenti storici di importanza mondiale,
minazione di Vedretta Lunga; al rifugio C.A.I. e O.A.V. quali en ti che in Italia e in
delle Caselle quella di Cesare Caddi; al ri- Germania disciplinano unitariamente l'alpi-
fugio Relcccio il nome di Luigi Bietti. nismo nei rispettivi paesi, intendono colla-
Il rifugio De Pretto in proprietà della Se- borare fra di loro nel modo migliore. favo-
zione di Vicenza ; il rifugio Cevedale alla rendo anche tale collaborazione fra gli al-
Sezione di Milano che lo battezzava con il pinisli •·
nome di Guido Larcl1er. Una delle prime conseguenze di questo
La Sezione di Palermo restituiva al accordo la si ebbe con il Foglio disposizioni
proprietario il rifugio Borgo Paradiso; la dell'8 maggio, che modifi cava l'articolo 12
Sezione di Desio faceva altrettanto con il dello Statuto nel modo seguente: e I soci
rifugio Palù e quella di Torino restituiva dcl C.A. I. che debbono esclusivamente
all'Autorità Militare i rifugi ì-.falciaussia appartenere alla razza ariana, si distin-
e Gias. Anche il rifugio di Camporosà ve- guono in: onorari ed effettivi... •·
niva ridato al Comune di Rotzo e così si In ciascun Consiglio d irettivo seziona-
verificava con il rifugio Villa della Neve le si disponeva l'obbligo di nominare come
che ripassava al proprietario, con il rifu- componente un medico, socio dcl C.A.I.,
gio San Paolino che ritornava all'Ente Co- che fosse inscritto alla Federazione Italiana
munale d'Assistenza di Sutera. Medici Sportivi.
Cessava di funzionare la Stazione ra- Veniva insignato della Stella al merito
diofonica piazzata al rifugio Maggiore Bo- sportivo il conte Aldo Bonacossa; decorati
si, ma per compenso si collegavano il ri- di medaglia d'oro al valore atletico Riccar-
fugio Principe Umberto con Auronzo, il do Cassin e Vittorio Haiti; di medaglia

264
d'argento di 2° grado Luigi Tizzoni.
Le Amministrazioni fe rroviarie offri-
vano ai soci del C.A. I. riduzioni ferroviarie
dcl 50 e del 70%, che servivano parti-
colanncnte in occasione della LVn I Adu-
nanza nazionale, indetta dalla Sezione di
Firenze per il 3, 4, 5, settembre, con gite
all'Isola d'Elba, nelle Alpi Apuane e nel
Casentino.
In materia di rifugi una disposizione
della segreteria del G.U.F. ricordava che
soltanto il C.A.I. era autorizzato a costrui-
re rifugi alpini, motivo per cui si invita-
vano i gru ppi a non promuovere iniziative
del genere. Si autorizzava la Sezione U.G.
E.T. a costruire in località Hio Secco il ri-
fugio Oneglio Amprimo, la Sezione di Vene- • O

,\\ l ~ l
zia alla ricostruzione a l\falga Om bretta dcl
rifugio Onorio Fal\ier.
La Sezione di Pa lermo veniva autoriz-
zata a imporre al rifugio delle Madonie
la nuova denominazione di Giuliano Mari-
S.S. Pio Xl
ni; il rifugio Mariannina Levi lo si ribattez-
zava in Magda Molinari ; il rifugio Oltracli-
ge in rifugio Agostino ~ l ancini ; il rifugio tagonista di avvenimenti eccezionali, Pio Xl
Cesare Luigi Lnzzati in rifugio Sorapiss; il rimarrà anche per l'alpinismo e per il
rifugio Adolfo Sonnino in rifugio Coldai; C.A. I. una figura di grande rilievo, sia per
il rifugio Achille Forti in rifugio ~!ont e le ascensioni compiute, sia per l'alto influs-
Tomba e il rifugio Rosetta in rifugio Gio- so spirituale che se ne è avuto.
vanni Pedrotti.
Si inaguravano il rifugio Antonio Omio 1940. Con circola.re del generale Vac-
in Val Ligoncio, il rifugio Principe di Pie- caro, segretario del C.O.N.l, veniva so-
monte a Campocatino; inoltre la Sezione stituita la parola e seduta>, ritenuta non
d'Auronzo provvedeva alla completa siste- di stile fascista, con quella propria di e riu-
mazione del rifugio Carducci a Forcella nione > o e rapporto >. Il C.O.N. I. rati-
Giralba e la Sezione di Trento (S.A.T.) as- ficava la composizione del Consiglio gene-
sumeva in affitto il rifugio Dosso Larici. rale del C.A.L che risultava cosl formato:
La Sezione di Lucca veniva autorizzata ad Presidente generale, Angelo Manaresi; Vi-
assumere la gestione del rifugio Rocchet- ce-presidente, Guido Bertarell i; Presidente
te, quella di Rieti la capanna Innocenzo militare, Gabriele Nasci; Segretario, Vitto-
Trebiani, mentre veniva restituito all'Au- rio Frisinghelli; Consiglieri effett ivi, Al-
torità Militare il rifugio Fratelli Bechis. berto Bonacossa, Aldo Bonacossa, Carlo
Il 10 febbraio si spegneva in Roma Bonardi, Carlo Caffarelli, Carlo Carretto,
Pio Xl, il Papa. della Conciliazione socio del Carlo Chersi, Gianni C higgiato, t\rdito De-
C.A.I. dal 18 luglio 1888; promotore e pro- sio, Giovanni d'Entrèves, Gian Antonio
Nanni, Ferruccio Negri di ~lont enegro, fugio i\lettolo Castellino sul Monte Tura,
Franco Poggi, Guido Alberto Hivetli, E11- nelle Alpi Liguri. Si ribattezzava al nome
clide Silvestri, Raffaello Vadalh Terranova, di Italo Balbo il rifugio Padova a Pra di
Puccio P11cci; Consiglieri aggiunti, Mario Toro.
d'Adda, Giuseppe Celom1ini, Romolo Gia- Il IO giugno si comunicava al popolo la
comini, Guido Pallotta, Sandro Stagni, Li- avvenuta dichiarazione di guerra; in con-
vio Luigi Tedeschi; Revisori dei conti, San- seguenza venivano sospesi il LVIII Con-
dro Datti, Riccardo Bonarelli; Hcvisori sup- vegno nazionale del C.A. I. a Solda e la gita
plenti, Guido Muratore e Attilio Porro. nrrzionale all'Ortles, mentre il Vll Atten-
Si nominava Presidente onorario dcl damento nazionale veniva organizzato in
Consori;io Nazionale guide e portatori Fe- forma ridotta.
lice Arrigo, in riconoscimento dell'appas- Si spegnevano per malattia: Eugenio
siona to lavoro a favore dell'organizzazione. Bocgan, spcologo insigne e autore di molte
Data la particolare situazione dcl momento opere di grande interesse scientifìco sul
venivano prorogate le scadenze dei Con- va lore e sulle caratteristiche delle grotte
sigli direttivi sezionali e si in vitavano le carsiche; Ubaldo Valbusa, che per più di
sezioni a organizzare manifestazioni in Alto un quaranlenn.io si era dedicato allo studio
Adige. Si davano precisazioni sull'imposta e alla soluzione di problemi scientifìco-alpi-
generale sulla entrata, nel senso che per nistici; Umberto :\fontcrin, che fu chiamato
l'incasso delle quote sociali, delle oblazio- pe r molti anni a dirigere gli osservatori dcl
ni, dei con tributi, delle donazioni, dci la- i\ lontc Rosa; Giuseppe i\ferciai, scienziato
sciti, delle iscrizioni a gite sociali o a ma- di grande valore, dedicatosi particolar-
nifestazioni , il C.A.L ne era esen te. Vcnivci mente allo studio dci gh iacciai; Giuseppe
pubblicata in collaborazione con il T.C.J. Lam pugnani, grande alpinista e scrittore di
una nuova Guida della collana !\ lon ti d'Ita- montagna.
lia dal tito1o Alpi Ve11ostc-Passiric-8rco11ie,
compilata da Silvio Saglio. 1941. !\ lalgrado Io stato di guerra i
Si dava notizia che, in seguito all'espa- Ja,·ori per il Piano Quadriennale delle Alpi
trio di optanti per la Cermanin, si rendeva- Occidentali continuarono. furono riparat i,
vano disponibili in Alto Adige posti di cu- sistemati o ampliati i seguenti rifugi: Pa-
stodi di rifugi e si invitavano gl i interes- garì, Questa, Celas, Baus, Bozano, Bechis,
sati a concorrervi; si segnalavano le con-
quiste alpinistiche d i maggior conto e fa
:\fonte Nero, Fasiani, Sca rfìotti, Molinari,
Chabrière, Vaccarone, Cias, Tazzetli, Pera-
I
sostituzione dcl gen. Luigi Negri con il ciava\, Castaldi, Cura, Daviso, Amianthe.
gen. Gabriele Nasci al comando delle trup- Furono costrniti ex novo i rifugi: i\foravi-
pe alpine, e quindi alla Presidenza militare glie, i\ lalinvcrn, Piz, Ubac, Città di Sa-
del e .A.I. luzzo, Baucct, Alessandria, Glaciers, Ec-
Dopo il necessario lungo periodo di clcs, Jorasses, Elena e Aosta. In corso di
0

preparazione, il piano quadriennale dei complctamento si trovavano i rifugi: Estcl-


lavori nelle Alpi Occidentali passava dalla lette, !Vl iage, Conella e Torino. Progettati
fase organizzativa a quella esecutiva, e se i rifugi: Tour, Rey e Sella . I mportanti la-
ne dava notizia dettagliata per ogni sin- vori furono fatti al Pian della i\lussa e al
golo rifugio. Si inauguravano il rifugio Nino rifugio Torino, con la costruzione delle te-
Corsi in Val i\ lartcllo, il rifu gio Vincenzo leferiche di servizio.
Lancia all'Alpe Pozze del Pasubio e il ri- li C.0.N.l. approvava un nuovo statuto

266
per il C.A.L, che non veniva pubblicato, ascensione della parete Sud-ovest dcli' An-
ma di cui si poteva prendere visione presso telao, e la medaglia d'argento al suo compa-
le segreterie sezionali; esso imponeva che in gno, Gaetano Scalco.
ogni pubblica manifestazione (conferenze, La Giornata del C.A.I. ven iva celebrata
assemblee, ecc.) si osservasse un minuto da molte sezioni e il Trofeo della mon-
di silenzio e di raccoglimento per onorare tagna veniva assegnato per la seconda
la memoria dei soci caduti in combat- volta alla Gioventù Italiana del Littorio
timento. di Aosta.
Si pubblicava la Ctiida. del Crou Para- Nel campo nazionale si aveva la co-
diso della collana Guida dei ~lonti d'Italia, stituzione delle nuove Sezioni di Bcne-
compilata da Emanuele Andreis, Renato ' 'cnto, Spalato e Lodi; lo scioglimento del-
Chabo<l e Mario C. Santi. le SC?Joni di Castellammare di Stabia, Lec-
Si dedicava il rifugio cli Sella Nevea alla ce, Perugia, Soncino, Susa, Teramo, Cal-
Ili Divisione Alpina Julia; si scioglievano tanisetta, Catanzaro, Taranto, Acireale; la
la Sezion i di Salerno per insufficienza nel autorizzazioni di sottosezioni e le nomine
numero dei soci e di Agrigento per inatti- di presidenti di sezioni e di reggenti di
vità; si omologava la cost ituzione delle Se- sottosezioni.
zioni di Cosenza e di Rovereto. l n materia di rifugi si dava notizia
Veniva insignito di Stella al ~lerito che: il rifugio al Passo di Sella della Se-
sportivo Ardito Desio, presidente del Comi- zione di Bolzano veniva intitolato a Um-
tato Scientifico dcl C.A. I. ; decorati di mc- berto Marescalchi; il rifugio ~ l ondovì
<laglia d'oro al valore atletico furono E- prendeva il nome della medaglia d'oro
milio Comici (alla memoria), Aldo Bo- Havis Dc Giorgio; il rifugio Navonere ve-
nacossa, Piero Ghiglione e Alfonso Vinci; niva battezzato Tito Prato. Al rifugio Pel-
di medaglia d'argento di 1° grado Gian Elia ler veniva imposto il nome della medaglia
Bernasconi e di 2• grado Remigio Cerard. d'oro Paolo Lorenzoni. La Sezione di Ro-
Si spegnevano: Antonio Frisoni, alpi- vereto acc1uistava il Hifugio Stella d'Ita-
11isla accademico, e Nicola Vigna, uomo cli lia sull'Altopiano di Folgaria e la Sezione
fede e passione, pioniere dcl C.A.T. dell'Urbe assumeva in gestione i rifugi del
Parco Nazionale d'Abruzzo.
1942. Altro anno di guerra; l'attività In terra lontana, in mezzo ai suoi sokb-
del C.A. I. si limitava non solo nel campo ti, si spegneva Amedeo Duca cl' Aosta, de-
alpinistico propriamente detto, per la chia- gno figlio dcl Comandante della Hl Anna-
mata dci giovani alle armi, ma anche per le ta; socio della Sezione di Torino, aveva
disposizioni che negli scorsi ann i avevano compiuto ascensioni di prim'ordine.
rivoluzionata la strnttura dell'as:>ociazione.
L'attività direzionale si manifestava 1943. Con la caduta del fascismo il
quindi in pochi atti e comunicati, e nelle C.A. I. proclamava cli essere integro nella
disposizioni di ordinaria ammin istrazione. propria stru ttura patrimoniale, spirituale
Venivano infonnati i soci della pubbli- e organizzativa, e di aver riacquistato la
cazione del volume Sassolw1go-Cati11occio- sua completa indipendenza.
Latemar della Guida dei ~ t onti d'Italia, Si infonnava che si sarebbe riunito un
com pilato da Arturo Tancsini. Consiglio centrale per studiare il nuovo
Si con feriva la me<laglia d'oro al valore Statuto del C.A. I., essendo l'ultimo de-
atletico ad Antonio Bettclla, per la prima caduto.

26i
Gli avvenimen li che segu irono impe·
dirono questa realizzazione: non solo, ma
il noliziario venne a cessare e la sede cen-
trale fu costretta a trasferirsi a Milano.
Si informavano i soci che, per causa di
for1.a maggiore e allo scopo di mantenere
pili frequente il contatto con la Sede cen-
trale, la Rivista Mensile (che aveva preso
il nome cli Le Alpi), veniva trasformata, con
lo stesso titolo, in notizia rio mensi le.
Venivano create le sezioni di Apuania
~ l assa , Rimini e Forte elci Mam1i, si scio-
glieva la Sezione C.E.N. e veniva data co-
municazione della pubblicazione della
Guida del Gran Sasso cl i C. Landi Vittorj
e S. Pietrostefani

1944. Guido Bertarelli, assumendo la


reggenza ciel C.A.I. così si rivolgeva ai pre-
sidenti e ai consiglieri sezionali:
e Grazie a voi, le nostre sezioni sono
tutte concordi nell'azione e ciò mi con-
forta nel dovere che debbo compiere co- Guido lkrtarelli
me reggente. Rcgge11 /e dal 1943 ol 1945
e Uomini insigni mi precedettero nella
direzione del C.A.I. e il loro ricordo mi
riempie di reveren te sgomento, ma la vo- e La bufera che colpisce le nostre sezio-
stra collaborazione concorde mi conforta ni e i nostri ri fu gi, è fort e, tuttavia noi
a far fronte alla situazione difficile abbiamo un dO\'ere evidente: mantenere
e Non ho preso e non prenderò alcuna salda la compagine e difenderla; poi si
deliberazione se non con il consenso del discuterà del meglio da fare
Consiglio. Prossimamente terrò una sedu- e Le nostre Alpi rimangono eccelse e
ta nel Veneto per incontranni anche con i belle, ma i nostri rifugi soffrono: i nostri
presidenti sezionali. soci tendono a disperdersi, le nostre pub-
e Ho iniziato le consultazioni per il blicazioni escono difficilmente. Bisogna
nuovo Statu to del C.A.I., per il quale ci reagire.
baseremo sostanzialmente sull'ult imo a e Siamo in 45 mila soci di ogni parte
fo rma elettiva, del 1923. Il Consiglio ge- d'It alia. Alla testa stanno 140 presidenti,
nerale sarà chiamato a discuterlo nelle Ji. tutt i consci di sapere e di esperienza si·
nee generali tra non molto. cura; mille consiglieri e duecento ispettori
e La Sede centrale, ridotta al minimo, di rifugi: salda schiera cl i collaboratori
funziona a :\1ilano con Eugenio Ferreri, benemeriti, volontari, disinteressati, di cui
mentre a Roma stiamo a contatto con i nessuna associazione italiana può vantarsi
ministeri, tentando anche di incassare i in questo momento.
!mssidi promessici e Siatene fì eri!

268
e La nostra fort.a morale è intatta, ma medco Costa, Giovanni Passcrin ct·e:ntreves,
occorre !nteressare i soci in qualunque mo- Ardito Desio, Piero Garelli, Gian Antonio
do, utilizzando per propaganda le pnche co· Nanni, Franco Poggi, Ambrogio Porrini, Mi-
pie delle Alpi e dello Scarpone a vostra di- chele Rivero, Pier Alberto Sagramora, O-
sposizione. Diffondetel i. lindo Schiavio, Sebastiano Sberna, Carlo
e Pregati gli eccellenti soci un po' so- Vianello; Consiglieri di rappresentanza,
gnatori di un ideale alpinistico superiore, Francesco Faeta del Ministero della Cultu-
di affiancarsi ora nell'umile nostra propa- ra Popolare, Alfredo ~fossineo del ~ l inist..:­
ganda giornaliera per scuotere l'apatia di ro delle Fin.1.n ze; Hevisori dei conti, Hiccar
alcuni, pe r rincuorare i dubbiosi, per so- do Bonarelli, Augusto Doro, Guido ~ l urato­
stenere la lotta contro i soci indifferent i ed re, Attilio Porro, Guido Viberal.
egoisti. Dite a questi ult imi che io, perso- Questo Consiglio si riun iva presso la
nalmente, ottenni per loro nel 1925 le ridu- sede della Sezione di TorilJO; il Hcggcnte,
zioni ferrov iarie, ma non ritengo che ora dopo aver mandato un saluto alle Sezioni
esSi debbono soltanto ricordare tale posi- meridionali cd aver ricordato il socio ono-
tivo, ma mesch ino vantaggio, e abbandona- rario Vittorio Sella, faceva una breve cro-
re tutto il bello e il buono che forma l'essen- nistoria delJa vita dcl sodalizio e preci-
za dcl C.A.I., allontanandosi dall'istituzio- sava le funzioni straordinarie dell'attuale
ne. Le quote sociali sono la nos!ra fort.a Consiglio. La proposta per uno studio dcl
anche spirituale. nuovo statuto dava origine a discussio-
e Richiamate tutt i agli en tusiasmi e alfa ne, motivo per cui si incaricava l'avvo-
simpatia verso le montagne e al sent imento cato Cavazzani di preparare uno schema
della natura, ispiratori di alto valore. che sarebbe poi stato vagliato da unn com-
e li C.A. I. è l'en te nazionale della mon- missione di competenti delle varie Sezioni
tagna; esso continuerà nella sua azione con Il 9 e il 14 dicembre il Comitato cli Heggen-
energia. A Torino e a Trento le Sezioni u- za si riuniva a Milano per l'esame delle
niversitarie si organizzano e prosperano; a questioni amministrative e organizzative,
Milano il Natale alpino raccoglie offerte e comunicava fra l'altro che gli uffici di mn-
larghe da tutti i soci; a Boma la Sezione del- ministrazione, segreteria, redazione, ecc
l'Urbe mantiene la coesione tra i soci attra- venivano a trovarsi ili Milano, Via Silvio
verso riunioni in sede; Trieste organizza la Pellico n. 6, e che nel caso della interru-
XXV mostra fotografica, ecc.; la prepara- zione delle comunicazioni con Milano le
zione della Guida dci ~fo nt i d'Italia conti- sezioni potevano far capo all'ufficio di Ro-
nua assiduamente presso l'Ufficio Guida ma in Corso del Popolo n. 4. A causa dei
C.A. 1.-T.C.I. Prossimamente uscirà un pros- cont inui incendi, danneggiamenti e furti
sirno numero d i Le Alpi. nei rifugi, si invitavano le sezioni proprie-
e Stiamo tutti uniti e concordi: ripren- tarie a ritirare tutto il possibile materiale
deremo con vigore nuovo d i arred amento e di depositarlo in luogo
e Vi ringrazio a nome del C.A. I. >. sicuro.
Si forma il Consiglio generale con i se- In seguito alla cessazione dalla caric,1
guenti soci: Heggcnte, Guido Bertarelli; Vi- di Vittorio Frisinghclli veniva promosso a
ce· reggenti, Guido Alberti Hivetti, Carlo Segretario generale Eugenio Fcrrcri, da
Chersi; Consiglieri, Giulio Apollonio, Alber- molti anni valente collaboratore e vice se-
to Bonacossa, Aldo Bonacossa, Carlo Bo- gretario generale. Il personale della Sede
nardi, Guido Brizio, Gianni Chiggiato, A- centrale del C.A.L era al momento così
composto: Segretario generale e due im- no, Questa, Bechis, Fasian i, Vaccaronc,
piegati a i\ lilano; una signorina e un fa t- Chabrière, Castaldi vecch io, Cu ra,,Daviso,
torino a Roma per la custodia della Sede Amianthe; rifug i nuovi in costru;;.ior1e, Bau-
e delle poche pratiche. cct, Alessandria, S.1\ .H.I ., Miagc e Conel-
Fra le tante deliberazioni resesi neces- la; am11liamer1ti e sistemazion i generali in
sarie per la particolare situazione del mo- corso, Teno Alpini, Tori no e Cnifetti. li ri-
mento vi furono: quella che sospendeva fugio Pin lcral veniva dedicato a Mario Te-
l'iscrizione a Socio vitalizio, la riforma delle deschi
Commissioni centrali e la nomina delle nuo- Per incarico del Ministero della Cultu-
\'e (Comitato nazionale degli studen ti al- ra Popolare venivano eseguite segnalazioni
pinist i, Commissione di pro1Xlganda, Cen- di lavori alpini nelle Alpi Graie merid ionali,
tro d'arte e di letteratura alpina, Commis- nel gruppo dcl Palanzone, nel Parco Na-
sione Ci nematografica e Fotografia alpina); zionale d'Abruzzo e nelle Prealpi Varesine.
la pubblicazione del Hegolamcnto generale Periva Ettore Cast igliani al Pnsso del
per il funz ionamento delle Scuole di Alpi- Forno in Vnl Malenco; si spegnevano Ma-
nismo e l'aumento della quota sociale. Con- rio Tedeschi, apostolo dell':1 lpinismo popo-
fortante fu la notizia che dal 1 novembre ln re; Vittorio Ronchetti , pi oniere dell'esplo-
1943 al 31 agosto 1944 i soci del C.A. l. era- razione alpinistica nel Caucaso; Giulio Ku-
no numentati di 3324 unità proprio quando gy, illustratore delle Alpi Giu lie.
il C.A. I. non poteva dare alcun vantaggio
materiale o a lmeno non potevano essere 1945. Il Hcggcnte Guido Bertarc\li co-
sfrutta li i \'antaggi esisten ti, perché i rifugi sì si rivolgc\'a ai Consiglieri centrali, ai Pre-
erano quasi tutti chiusi, le pubblicazioni so- siden ti delle sezi,oni e ai Heggenti delle
spese o ridotte al minimo, le biblioteche sottosezion i.
sfollate, le sedi sociali in parte sin istrate; so- • Il C.A. I. ha visto nel 1944 ridurre le
lamente un legame ideale univa gli alpini- sue ·schiere da 40 mila a 30 mila soci, ma
sti del C.A. I. e gli altri al pinisti fra di loro; noi siamo sicu ri che le sezioni centro-meri-
chiara smentita a quanti affennavnno che dionali avranno riannodate le file e i nostri
fosse scom parso il puro ideale alpinistico e fratell i manterranno intatta la fiamma.
che l'associazione al C.A. L era un sem plice e li peso finanz iario e le responsabilità
affare per i vantaggi materiali che ne de- sono aumentate per la Presidenza generale
rivavano e per le Pres idenze sezionali, ma i soci san-
Si davano notizie dei rifugi distrutti no però che voi, n capo delle sezioni, lavora-
e danneggiali e di quelli sistemati per me- te ognuno nel vostro am bito per mantenere
rito del Piano quadriennale d i lavori nelle la compagine cd è per questo che ad ogni
Alpi occidentali. La situnzione di questi appe llo di aiuto, i soci dnnno senza richie-
lavori era la seguente: rifugi 1111ovi ulti- dere ricambio. Essi sanno che voi e i vo-
mati, Meraviglie, Malinvern, Tessari al Piz, stri collabora tori lavorate con encrgin in-
Soustra, Ubac, Città di Saluzw, Leonesi, telligente e il vostro compito è spesso pe-
Sigismondi al Nel, Pian della Ballotta, Col- noso
le Eccles, Jorasscs, Elena e Aosta; rifugi e Questo sentimen to elevato e unitario
amplilll'i, con sistemazione generale, ~fonte è il sentimen to animatore che potenzia la
Nero, Scarfiotti, Molinari, Tazzetti, Cibra- nost ra azione.
rio, Castaldi; rif1igi revisioriati con piccoli • Gravi disgrazie e traversie di ogni ge-
ampliament i e sistemazioni, Pagarì, Boza- nere colpiscono i nostri rifugi, essi sono

270
sen timen talmente e materia lmente le nostre ca alpina e l'unì al sen timento della natura,
casette di montagna, i seren i focolari del ad Antonio Grobcr che guidò il C.A. I. per
nostro entusiasmo. Noi li abbiamo costru i- tanti anni; alla schiera degli intrepidi alpi-
ti con il nostro denaro, e la loro sventura ci nist i d'azione, Luigi Vaccaronc, Giacomo
:m1areggi3 profondamente, ma non svuota Casati, Luigi Brioschi., Umberto Balastrc-
la nostra azione né devla dalla meta da ri, Tom maso Pe<lrotti, Carlo Ralli, Cesare
raggiungere. Fiorio, Giovanni llobba, Ettore Castiglia-
• Un insegnamento sorge chiaro dalla ni, Emilio Com ici, ccc. e ai poeti e agli e-
crisi attuale, che il C.A.I. traversa con co- ducatori della montagna come Paolo Lioy,
raggio: la mirabile prova dcl suo ordina- Giovanni llertacchi e 1-.fario Tedeschi
mento strutturale, a un tempo unitario e c. Tutt i ebbero un sentimento unico:
decen trato per l' Italia il C.A. I. è un'istituzione sp iri-
• Nessuno ha abbandonato il campo tuale e di reale importanza nazionale, per
le sezioni incassano i col pi con stoica fcr- gli entusiast i della montagna è la famiglia
meZza e riprc11do110 il cammino grande che tutti accoglie ed educa a nobili
• Alcune delle nostre Sezioni maggiori ideali.
hanno un peso assa i più grave da superare • Tali ideali sono i nostri da molti anni:
delle minori : la nostra riconoscenza va ai noi li propugnamo con energia e li difende-
loro capi: T rieste dà un esempio mirabile. remo nella risorgente continuità futura del-
• Le lìlc dcl C.A.I. devono essere man- la grandezza ciel C.A. I. mercé l'opera no-
tenute sa lde in mezzo alla tempesta, in stra attuale sta la nostra ricompensa, quella
questo siamo tutti unanimi e per questo che ambiamo ottenere >.
lavoriamo e proviamo una grande socldi- Con il fascicolo di mar.lo del Notiziario
sfozione a dare la nostra fatica. ri\'Olgeva ai soci il seguente appello:
• Vi sono sezioni sinistrate dai bombar- • In questi momenti è più che mai impe-
damenti, con la sede distrutta o requisita: rativo che gli alpinisti si tengano uniti nelle
il Presidente o il Segretario rizw.no le ten- fìle del C.A.l., anche se le manifostazioni
de e la bandiera anche in una sola camera della loro attività specifica siano ridotte a
e, assicurando la continuità e l'unione de- poco o nulla.
gli spiriti, mantengono l'organi7.7A'lzione. • Uno dci legami più efficaci per man-
• Tutte le tendenze alpinist iche si sono tenere saldo l'organismo centrale e quelli
fuse, nell'ora della lotta, per il bene essen- perife rici è il puntuale pagamento delle
ziale dcl C.A. I. - la sua vita stessa - ed quote sociali. i!: qUesto un atto che non
è con viva gra titudine che potrei cit arvi comporta difficoltà ; è un esborso che, rag-
esempi di collegh i che non hanno esitato guagliato al costo att uale deUa vita, rap-
un istan te su ciò presenta un sacrificio trascu rabile, tanto
• Per questo sen timento unitario d'indi- pili che i recen ti aumenti delle quote, sono
rizzo e d'azione, io vi invito, nei momenti stati contenuti in una percentuale irriso-
di amarez,.,a, a innalzare il vostro pensiero ria. Eppure compiere scru polosamente que-
ai Grandi Uomini d'alto intelletto o d'azio- sto dovere, dare ciascuno il modesto con-
ne che ci precedettero : a Quint ino Sella tributo rappresentato dalle varie categorie
che fondò il C.A. I. tra \'indifferenza dei di quote, è mettere e sezioni e sede centra-
contemporanei; a Guido Hey che get tò ba- le del C.A. 1. in condizione di affrontare
si spirituali di somma importanza; ad Anto- le difficoltà del momento, di guardare con
nio Stoppani che esaltò la ricerca scienti6- più serena visione all'indomani

271
e Anche se i vantaggi di cui attualmen- e Dal punto di vista politico, tutte le
te possono godere i Soci dcl C.A. l. sono ri- cariche sociali attualmente esistenti deri-
dotti al minimo, in confronto di quelli vi- vano dall'istituzione della " Reggenza dcl
genti in tempi normali, il massimo incita- C.A.L ",avvenu ta per il provvedimento dcl
mento a conservare b. propria adesione al governo Badoglio (r..fo1istero della Guerra).
sodalizio e a compiere opera di propagan- del 1° settembre 1943. Il doti. Guido Berta-
da per aumentarne gli e[f-ett ivi, deve ve- relli, ancora oggi in carica, fu nominato al-
nire dalla convinzione della sua benelìca lora "reggente" col mandato di appronta-
e ind iscussa azione educativa e spirituale. re il nuovo statuto avente per base le ele-
E: questa una forza di primo ordine, che vi zion i, ciò che egli fece, ma non potè in se-
distingue e che vi de,·e rendere orgogliosi guito attuare per divieto avutone.
di appartenere al C.A.I e Il Consiglio del e.A.I. ed alcune pre-
e Alpinist~ tenetevi uniti e concordi in sidenze loca li vennero allora nominate e
questi tempi per essere pronti e solleciti modilìcate in relazione alla nuova sistema-
al momento della ripresa, quando potrete, zione polit ica, ma sempre nel campo degli
in sereniti\ d'animo, riprendere la via delle clementi tecnici appassionati di alpinismo.
amate montagne. Haccoglietevi sotto la e In seguilo all'avvento del Governo Re-
bandiera del C.A.L; da voi soltanto dipen- pubblicano, nel febbraio 1944, passò "di
dono la conservazione e il rafforzamento compe tenza~ al Mili istero della Cultura
della sua compagine ~ . Popolare, mentre il Ministero della Guerra
Nel numero di maggio-giugno il Reg- mantenne il suo patronato per i rifugi. Nes-
gente Bertarelli dava relazione ufficiale del- sun mutamento fu richiesto o imposto dal
la sua reggenza al Comitato di Liberazio- detto ministero (Direzione del Turismo e
ne Nazionale Aha Italia, ricordando che: Sport), il quale si astenne da ogni ingeren-
e Il C.A.I. è l'associazione nazionale di za, sapendo come l'ambiente tecnico del
lutti gli appassionati delle Alpi e la sua tra- e.A.I., fonnato esclusivamente da appas-
dizione è volontaristica e indipendente. sionati per l'alpinismo, non sopportasse for-
e La sede Centrale del C.A. I., già a Ro- me di ingerenza politica.
ma, dal 1° settembre 1943 (data di nomina e Esso ministero, anz4 dopo qualche
del reggente) fu trasferita a ~filano perché sondaggio infruttuoso, rinunziò alla nomina
residenza del reggente stesso e centro del- del nuovo Presidente Generale che avesse
l'attività alpinistica nazionale. n personale la tessera Hepubblicana fascista, e che si
dipendente fu ridotto, 15er economia, al so- dichiarasse disposto a prestare il giuramen-
lo segretario con due signorine. to, ma non diede alcuna "confomm" di
e Le cariche sociali sono gratuite e han- carica al !leggente doti. Bertarelli che fu
no per base l'attiva collaborazione persona- oggetto di qualche attacco di giornali fa-
le al funzionamento delle attività sociali scist i (Libro e Moschetto, Sera, Gazzella
e Il C.A.L, una volta indipendente, fe- dello Sport, Brigata Nera).
ce poi parte del e.O.N.I., ma riuscì a di- e D'altra parte, il dott. Bertarelli, tenen·
staccarsene, giacché, oltreché sportivo, es- te colom1ello degli alpini di complemen to,
so ha carattere culturale e scientilìco; du- rifiutò di giurare: lo stesso fece il segreta-
rante il Governo Badoglio fu alle dipenden- rio Eugenio Ferreri, primo capitano degli
ze del Ministero della Guerra, data I'iln- Alpini, Accademico del e.A.I
portanza militare del suo patrimonio di ri- e li Reggente segul sempre la direttiv:i.
fugi alpini sulla fronti era. di tenere l'associazione indipendente e di

272
I

li

I L\'S IU.~1.,1 , dalla Punta Dufour del


~ ! onte Hosa.
(foto G. Zocd1i)
evitare ogni interferenza ministeriale, non Medaglia d"Oro al valore partigiano, An-
ch iedendo alcuna ratifica al suo operato. tonio ~fan7J, Vittorio Barbieri, Cornelio
Le cariche sociali, perciò, derivano espli- Palmenti, Carlo Alberto Crespi, Luigi Del-
citamente dal mutamento politico dcl 25 l'Acqua, Franz Giorgio Hoesler, Carlo Fer-
luglio 1943. retto, la guida Chiara di Alagna, Brunetto
e Alcun i giornali fa scisli repubblicani Fanelli e Mario Sbrilli.
denunziarono il C.A.1. come complice dci La partecipazione al movime nto insur-
partigiani. In verità, i 380 rifugi delle Alpi e rezionale fu larghissima, in tutte le zone,
dell'Appennino furono i quartieri generali per parte di accademici (ricordiamo partico-
migliori per la lotta. I custodi dci rifugi del lam1ente il generale degli Alpini Luigi Ma-
C.A. I. e le guide del C.A. I. furono attivi sini, comandante delle Fiamme Verdi della
partedpanti e cooperatori dei patrioti nel- Valcamonica e delle Orobie), di Soci, di
le operazioni, e nei collegamenti dalla pia- custodi di rilugi.
nura alJa montagna, da valle in valle con A sua volta Guido Brizio, !leggente del
la Svizzera e coi partigiani frances i. C.A.T. a Boma per le Sezioni Centro-meri-
e Purtroppo, 60 rifugi furono distrutti dionali, scriveva:
da reparti tedesco-fascisti, col triste fatto a e li 10-6-1944, dopo l'interruzione delle
lutti noto in Milano dci 10 rifugi bruciati comunicazioni con Milano per effetto della
dalle SS in Valsassina! liberazione di Roma, come dalrincarico da-
e Noti elementi dell'alpinismo attivo, togli in precedenza dal !leggente Generale,
come l'avv. Leopoldo Gasparotto e l'ing. dott. Guido BertarelU, il rag. Guido Brizio
Guglielmo Jervis furono uccisi dai tedeschi. (Consigliere Centrale e Presidente della
e Jl Presidente della Sezione ùi Lodi Sezione di Homa) assumeva la Reggenza
rag. Franco Ferrari, è caduto alla testa dei per le Sezion i Centro-i\·leridionali e costi-
patrioti il 26 aprile 1945 contro i tedeschi. tuiva il seguente Comitato: prof. Filippo
e Quantunque non si potesse andare in Arredi, Fernando Botti, ing. Pino Coleschi,
montagna, i soci del C.A.I. paganti volonta- ing. Marcello del Pianto, ing. Carlo Landi
riamente furono 40.000 nel 1944, numero Vittorj, avv. Guido Mezzatesta, dott. Anto-
i.mponente che proviene dalla dilfusa aspi- nio i\fossinco, Virgil io Hicci, avv. Raffaele
razione alla libertà alpina sp;rituale ed ope- Vadalà Terranova.
rante. e Tale Comitato svolse con molto tatto
e Il dist intivo del C.A. I. portato con o- ed app.'lssionata attività i seguenti compili:
stentazione dai Soci fu attaccato dal gior- prendere contatto con le Sezioni delle zo-
nale La Sera come antifascista e si ebbe- ne liberate, e man mano con quelle che si
ro inchieste a Milano, a Saronno e a To- andavano liberando; esaminare la situazio-
rino. I Presidenti dcUe Sezion i di Mondovì ne dci dirigenti le varie Sezioni, nominan-
e di Saluzzo, imprigionali dai tedeschi al do Commissari o promuovendo le varie As-
principio del 1944, fu rono inte rnati in Ger- semblee; amministrare il fondo cassa esi-
mania; nel campo di Bolzano, il Segretarlo stente in Homa e provvedere all'ordinaria
della Sezione U.G.E.T. di Torino >. amministrazione delle Sezioni che avreb-
Dcl vasto contributo dato dai Soci del bero ripreso a funzionare.
C.A. I. alla causa della Liberazione si eb- e Nonostante le molte difficoltà d'ogni
bero maggiori notizie dopo la consegna del- genere, il rag. Guido Brizio e i suoi collabo-
la relazione. Numerosi furono i caduti in ratori, con l'aiuto dei presidenti Sezionali,
combattimento e i martiri: Tina Lorenzoni riuscirono a ricollegarsi con numerose Se-

273
zioni che hanno ripreso a funzionare o so1X> Il C.L.N.A.1. dava mandato al !leggente
in corso d i ripresa. Fino ad ora, hanno svol- di continuare l'opera sua.
to un regolare tesseramento le Sezioni di L'8 giugno, il Comitato Liberazione Na-
noma (con 1000 soci che già hanno rinnova- zionale Alta Jtalia nominava Commissa-
to la quota; si prevedono 1800 iscritti en tro rio il gcn. degli Alpini Luigi Masin i, Acca-
l'anno), Pisa, Lucca, Prato, Firenze, Sesto dem ico dcl C.A. l., primo comandante dell a
Fiorentino, Camerino, Chieti, Napoli, Asco- Scuola Centrale Militare d i Alpinismo, Co-
li Piceno, Cava dei Tirreni, Dari, Cosenza, mandante delle Fiamme Verdi Part igiane.
i\lcssina, Heggio Calabria, Catan ia, que- La nomina veniva convalidata dal Ca.
~l'u l lima con oltre 000 Soci e con nuove mando A llcato.
Sottosezioni a Nicolosi, Linguaglossa, Z'lf- Dal Consiglio Generale veniva istitui·
ferana Etnea e Jonia. Si è ricostituita la Se- ta la categoria dei Soci alla memoria; c i si
zione di Frosinone, mentre sono sorte le compiaceva dell'afflusso oltremodo confor-
nuove Se't.:ioni di i\fontec:alini e ~val Cosa" tante di nuovi Soci, se ne pubblicava la
e Presidente della Sezione di Roma è composizione ammontante a 31.932, cre-
J'on. avv. Carlo Manes; Vice Presidente, sciuti dal 1943 di 11.128 unità; veniva ap-
l'avv. Gu ido i\fozzatesta; Segretario, l'atti- provato il bi lancio consuntivo del 1944.
vissimo Mario Fcrreri, coadiuvati da altri Secondo le notizie giunte alla Sede Cen-
6 Consiglieri e 3 Hevisori dei Conti. tra le de) C.A. I., risultavano distrutti od inu-
e Il dott. Guido Bertarelli si incontrò a
noma con la Reggenza. Centro-Meridionale,
trattando problemi generali del C.A. L : a
nome del Commissario, egli espresse al rag.
Guido Brizio ed ai suoi collaboratori la
gratitudine della nostra Associazione per
l'ottimo laVoro svolto in condizioni così dif-
fici li.
e l i rag. Guido Brizio ha invialo a.I Com-
missario dcl C.A. L il seguente telegramma:
- Com itato Heggenza C.A.l. Centro-Me-
ridionale invia Commissario Italia Setten-
trionale cordiale saluto et augurio, auspi-
cando prossima riunione Italia tutta perfet-
ta concordia >.
A liberazione avvenuta, il Reggente
Bcrtarelli, che era stato nominato dal Go-
verno Badoglio e mai confermato dal Go-
verno Hepubblicano, ha ritenuto opportu-
no rimettere al Governo Nazionale il suo
mandato, in data 3 maggio.
Il giorno 7, egli venne ricevuto dal gen.
Cadoma, il quale si è vivamente interessa-
to ai problemi del C.A.L, compendiati in
pochi punti riassuntivi che ha approvato Luigi Ma.fini
in via di massima. Commissorio ncl 1945 e Pruiden1e nel 19,16.

274
tilizzabili, i seguenti rifugi del e.A. I. : c. Venti Consiglieri Centrali, alpinisti ap-
Alpi Occi<le11tali: M. O. Havis De Gior- passionali e competenti, costituirono la
gio, Tino Prato, ~'lettolo eastellino, M. Mat- Presidenza Generale; 135 Presidenti Sezio-
to, Celas, Castaldi, C.E.A.T., Hho, Claciers, 1iali, oltre a 1000 Consiglieri Sezionali e
Valle Stretta, Pra Fieul, S. Margherita al 100 Ispettori dei rifugi, furono il nucleo
Huitor; A lpi Centrali: Bocchetta di Campo, vigoroso dei collaboratori entusiasti del
Pian Cavallone, Pian Va<laa, Laghi Gemel- C.A. l. Tutti volontari disinteressati dell'i-
li, Coppellolli, Prudenzini, Passo del Fo, dea, tutti apportatori d i un largo tributo
Bocca di Biandino, Castelli, Grassi, Lecco, di opere fattive e di aiuti finanziari sponta-
Stoppani, Elisa, Gianelli, Drasca, Drioschi, nei. li C.A. l. fu salvato, ucll'ora dcl pt:ril.v·
Boccoli Lorla, Monza, Omio, Pialeral, Sa- lo, dalla loro azione concorde e generosa.
voia, Spanna; Alpi Orientali: Benevolo, Col c. Abbiamo avuto una sola ambizione,
Verde, Lorenzoni, Nordio, Sluparich, Cil- quella di portare il C.A.L fuori della bur-
berti, Venezia al Pclmo, Falier, Soni.no, Per rasca, tenendolo lontano da ogni ingerenza
licreti, Hevolto, Divisione J ulia, Tomba; politica fascista repubblicana, contenendo-
Appe1111i110: Duca degli Abruzzi, Dinnama- ne l'organizzazione nei suoi limiti pretta-
rc, ~far iotti, Schia, Pacini, Umberto I, Du- mente tecnici, salvando gli ideali sociali ed
ca degli Abruzzi al Gran Sasso. il patrimonfo.
Della distruzione di parecchi altri rifugi c. li Consiglio Generale (che si ~ riunito
(Vicenza, Timeus, Fa.uro, Cozzi, ccc.) non si frequentemente) slabill, in linea di massi-
a\"eva conferma delle prime notizie giunte ma, di declinare ogni conferma o ratifica del
alla Sede Centrale. ~ l o lti altri rifugi subi- Governo Repubblicano Fascista per tutte
rono danni e furti di varia entità che li ren- le cariche centrali e periferiche. Nessuna di
devano per il momento inutiliz7.abili e scon- esse fu, infatti, ordinata o ratificata da fuo-
sigliabili. Di numerosi altri mancavano noti- ri del C.A.I. D'altronde, il Reggenté non
zie. In parecchi casi, le Sezioni proprieta- chiese mai alcuna ratifica al suo operato.
rie avevano ritirato l'arredamento. Di front e al rifiuto del Reggente di presta-
Lasciando la reggenza, Guido Bertarel!i, re giuramen to, il Ministero della Cultura
scriveva il 20 luglio 1945 ai presidenti delle Popolare si era prooccupato di nominare un
Sezioni e ai Soci del C.A. l. : Presidente rep. fascista (mai-.m 1944), ma
c. La Heggenza dcl e.A. I. fu istituita vi rinunciò in seguito, dopo aver esperimen-
dal Governo Nazionale Badoglio dopo il 25 tato i dinieghi e l'ambiente afascista ciel
luglio 1943 ed è cessata il 20 luglio 1945, C.A. I., ostile ad ogni ingerenza.
dopo le dimissioni presentate al nuovo Go- c. MentTC il C.A.l. nell'Italia Centro Me-
verno Nazionale (C.L.N.A. I.) il 3 maggio ridionale, grazie alla Reggenza di Roma,
1945. tenuta dal rag. Brizio, pote,•a esplicare
c. In questo periodo di incarico, che do- liberamente il suo operato e ridar vita a
veva essere breve e che invece è stato di no· buon numero di Sezioni, in Alta Italia la.
tevole lunghezza, il C.A. I. venne retto dal oostra Jstituzionc dove tte superare notevo-
!leggente coi Vicereggent i e col Consiglio li frequent i difficoltà politiche ed ambien-
Generale, in condizioni difficili, ma con la tali.
cooperazione appassionata dei President i c. Furono mesi di ansioso lavoro, giacché
Sezionali. La sosti!uzione di un certo nume- per la Reggenza non era tanto difficile fa-
ro di cariche venne fatta subito dopo la no- re il proprio dovere quanto discernere qua-
mina della Reggenza. l'era il clo,'ere da compiere. Abbandonare

275
il campo ai nazifascisti? Si ritenne meglio e L'incarico i.nJzialmente avuto di redi-
impedire la rovina del C.A .1., resistendo sul· gere il nuovo Statuto a base elezionistica,
le posizioni e tutelando le Sezioni e il pa- venne assolto nel febbrario 1944 dalla
trimonio. Escluso ogni con tatto coi tede- Heggenza, ma le speranze avute di poter-
schi, ignorando ufficialmente anche il Com- lo subito discutere ed applicare andarono
missario tedesco dell'Alto Adige e della deluse da un diniego perentorio
Venezia Tridentina, si cercò di salvare il e Le distruzioni gravi di sessanta rifugi
salvabile e di mantenere la compagine con alpin i da parte dei nazlfascisti, i saccheg-
energia, mirando alla rinascita futura della gi ed i vandalismi di ogni genere non ab-
Patria batternno la fiducia, anche quando alcu-
e Questa direttiva di vigi.le intlipenden- ne Sedi sezionali vennero danneggiate.
za polit ica ha avuto pieno successo, e le Se- e In una delle ore più tristi della Hcg-
zion i hanno lottato con tenacia contro le genza, quando nella sola Valsassina, no-
avversità del momento, ritrovando entu- nostante i ripetuti sfor.li ed interventi del-
siasmi ed energie spesso commoventi. la Sede centrale presso le Autorità, furo-
e Gli attacchi politici di giornali fascisti no distrutti sistematicamente dai Heparti
repubblicani contro il Heggcnte del e .A.I. SS tedesch i e fascisti dieci rifugi per fare
e la linea seguita dal e.A .I. fece ro affiora- "il vuoto" intorno ai partigiani, il C.A. l
re i sen timenti nutriti nelle sfere politiche. fu attaccato dai giornali perché non "de-
e Profittando di questo stato cl' a.iii.mo nunziava la colpa dei partigiani" di Valsas-
ministeriale ostile verso di noi, il C.O.N.I . sina: da qui, inchiesta ministeriale.
riuscì ancora una volta, con manovra se- e Ma cen tinaia di lettere piovvero spon-
greta, ad ottenere un progetto di decreto taneamente al giornale in difesa dei parti-
che ripassava il e.A.I. sotto la ginrisdizio- giani che nulla avevano di colpa, e la
ne sua. G)i eventi non pennisero lattua- polemica fu chiusa in tre puntate.
zione di questo tentativo, il secondo in due e Essa trovò una grande rispondenza
anni. negli ambie11li sociali, specie delle Sezioni
e li distintivo del C.A. I. diventò distinti- valligiane, nell'organizzazione dei rifugi
vo afascista, ed inchieste della Questura e relativi Custodi, delle gu ide e portatori.
ebbero luogo fl Milano, a Torino, a Saronno, e Il nostro pensiero riverente va special-
a Lodi, a Trieste ed a Trento; esso fu il di- mente alle fi gure dei nostri ~fartiri, dagli
stintivo patriottico per eccellenza: quasi Accademici del C.A.I. Avv. Leopoldo Ga-
un migliaio di distintivi venne inviato gra- sparotto e Ing. Guglielmo Jervis, al Dr
tuitamente a scopo di propaganda Luigi Manzi altro di Fossoli, alla Socia
e Nuova propaga.iida fu fatta e, per la Tina Lorenzon i, medaglia d'oro al valore
prima volta, un opuscolo sintetico fu di- partigiano, ai molti altri Soci cadu ti nel-
stribuito con successo; le Sottosezion i Uni- l'insurrezione, compreso Franco Ferrari,
versitarie (SUeA I} si fondarono e diven- Presidente della Sezione di Lodi ; al con-
nero attive. Non solo, ma l'accorrere di sigliere centrale e Presiden te della Se-
oltre 5000 Soci nuovi nel 1944 e di altr i zione di Mondovì, avv. Piero Garelli, e al
9000 nei mesi del 1945, cioè nel periodo prof. Francesco Costa, Presidente della
in cui nessun vantaggio materiale veniva Sezione di Saluzz:o, deportati a Mathause11
ai Soci, dimostrò la vitalità sa11a dcl 11ostro e di cui ansiosamen te attendiamo notizie.
ambiente, sempre contrario ad ogn i inter- i: In seguito agli avvenimenti che con-
ferenza politica. cludevano lazione della reggenza, il 3

276
maggio il Reggente, anche a nome dcl e Porgo uno speciale saluto 3lla Socie-
Consiglio, ha rassegnalo le dimissioni al tà Alpina delle Giulie, Sezione di Trieste
C. L.N.A.l ., Delegato dcl Governo nazio- d el C.A.I. e alle Sezioni di Fiume e di
nale in Alta Italia, ricevendo incarico di Gorizia che lottano con impavida tena-
continuare fino alla nomina del Com- cia italiana ; alla S.A.T., Sezione di Tren-
missario. to che lia continuato nella sua tradizione
e € stato nominato Commissario il so- di italianità e alle parecchie sezion i colpi·
cio generale degli alpini Lu(gi Masini, ac· te fort emente, come Brescia, Vicenza,
cademico del C.AJ., primo direttore della Treviso, Livonio, Pescara, i\fassa, ccc.
Scuola cent rale militare cli alpin ismo di e Ringrazio in modo particolare i Vi-
Aosta, Comandante delle Fiamme Verdi ce-reggenti, i colleghi del Consiglio ge-
pMtigianc, e a lui porgo il più cordiale nerale, il Reggente e i Colleghi della zona
saluto e augurio. cen tro-meridionale, che cooperano assi-
e TI C.A.I. è ora un organismo vivo e d uamente, e il Segretario generale acca-
in piena effi cienza con le finan ze assesta- demico Eugenio Ferreri.
te. l suoi <1uarantamila soci, tutti paganti, e Sono certo che, sotto la guida del
sono di esempio, credo insupe rato, a tutte generale Masini, il C.A.J. proseguirà sicu-
le assicurazioni d'Italia. ro verso la riorganizzazione statutaria de-
e Oltre undicimila nuovi soci per il fi nitiva t .
1945 si sono già inscritti con rinnovato en- Il Comm issario del C.A .J. per l'Alt a
tusiasmo nel clima di liberlà. sed ici 11110- Italia, generale Masini, costituiva una
ve sezioni e molte sottosezioni sono già consulta allo scopo cli e sentire , l'am-
fo ndate. Avremo presto, lo spero, i cin· hiente sociale, circa i desideri dei soci, per
quantamila soci. La for.r.a morale del la futu ra organiz1,azione dell'associazione,
C.A.J. è, dunque, ben viva e operante soprattutto in previsione della orma( pros-
e Questo è il risultato confortevole che sima Assemblea dei Delegati.
compensa la passione e la tenacia dci di ri- Date le d ifficoltà dei mezzi di traspor-
gent i delle centotrent acinque sezioni e to e dell'alloggiamento a Milano, furono
della Reggenza, che, in mezzo alle difficol- invit ati i rappresentanti soltanto delle se-
tà di os;ni genere, hanno tenu ta salda la z ioni aventi almeno mille soci, oppure con
compagine sociale duran te gli ult imi due particolari caratterist iclie. Complessiva-
anni della tragedia della Patria. mente su centoventisei sezioni dell'Alt a
e La situazione fin anziaria, am mini· Italia, fu rono convocate trentanove se-
strativa delle sezioni e della Sede centra- ;doni: i rappresentanti fu rono design ati
le è buona. ~ razic agli aiuti ministeriali; d alle sezioni stesse, scegliendoli tra i mem-
senza autorità politica, ma con il solo buon bri dcl Consiglio dirett ivo eletto dai Soci
nome dcl C.A.J., venne ottenuto assai Per la prima volta dopo sedici anni, i
Le spese furono contenute al minimo e il rappresentanti delle sezioni, nom inati dai
pe rsonale ridotto al solo Segretario gene- soci, si erano nuovamente riuniti per trat-
rale con due signorine. Le puhblicazioni tare le questioni del nostro sodalizio. A
della Rivista Le A lpi e dello Scarpone con- questa prima riunione parteciparono sol-
tinuarono abbastanza regolarmente e ser- tanto i Delegati dell'Alta Italia, ma la
virono a mantenere il contatto con i Soci. pross ìm3 assemblea del 13 gennaio 1946,
Ahhiamo. inolt re. accantonato una buona vedrà riunit i i Delegati di tutte le Sezio-
scorta di materiali per la ricostmzione ni d1talia.

277
I risultati della riunione della Con- te, fagnano Olona, Legnano, Livorno, Lo-
sulta furono compendiati in una circola- di, :\ lagenta, t-.forano, Merate, hlondovì,
re inviata al le sezion i. In <111esta circola- Napoli, Nova Milanese, Novate i\ lilanese,
re era detto che e constatato essere lo sta- Panna, Pisa, Pistoia, Prato, Saluzzo, Sa-
tuto del 194 1, ispirato ai principi dcl re- ronno, Savona, Stra, Treviso, Trieste, Udi-
gime fa scista, con nomina del Presidente ne, U.C.E.T. Valle di Lanzo, U.C.E .T
generale da parte del Segretario del Part i- Val Pellice, U.C.E.T. Valle Susa, Varallo
lo, decaduto se non altro per la materia- Sesia, Vercelli, Villadossola, Viltorio Ve-
le imposs ibilità della sua applicazione, i neto
rappresentan ti delle sc-.,doni ch iedevano li 6 agosto 19•15 le Sezioni cli Torino
che a norma dello Statuto d el 19'26 venga e di hl ilano, per eliminare qualsiasi tenden-
data opera perché al più presto sia con- ziosa interpretazione, si erano fatte promo-
vocata l'Assemblea dei Delegati ai sensi trici cli una "dichiarazione" che lìssava la
degli articoli 12, 13, 14, 15 dello Statuto loro immutabile fraternità di proposit i e
del 1926, affinché si provveda alla nomina auspicava un'avven irc sereno del nostro
della presidenza generale, e allo studio di C.A. L La "dic11iarazione" era del seguen-
quei provvedimenti che occorreranno per te tenore:
aggiornare a giudizio dell'Assemhlea stes- e J rappresentanti delle sez ioni .~ otto­
sa lo Statuto dcl 1926 ai tempi presenti ~ segnate dichiarano che i principi base che
La Consulta aveva poi espresso voto reggono il C.A. I., cioè "unità nazionale,
perché la decorrenza dell'mmo sociale fosse apoliticità, concordia nella collaborazione
ripristinata dal I" gennaio al 31 dicembre, delle sc-1.ioni", sono indispensabili
e perché la dedsione circa il proposto ne- e Ogni attentato a questi principi va
cessario aumento delle quote sociali, fosse respinto : l'attuale lìorire dell'associazio-
devoluta alla prossima Assemblea dei De- ne viene salutato come indice del gradi-
legati . mento entusiastico dci soci.
L.1 Consulta aveva inoltre preso atto con e Le sezioni assicurano la Secle cen-
vivo compiacimen to, della comun icata ri- trale, realt:.\ giuridica dell'unione sociale,
presa delle pubblicazioni p eriodiche, Bol- della loro reale cooperaz ion e ~ .
lettino e Rivista. Da molt e sezioni e soci veniva richie-
Erano presenti alla seduta della Con- sta la ripresa dcl nostro periodico ufficia-
sulta i rappresentanti regolari delle se- le. Eliminata senz'altro la possibilità di
guenti sezioni: Aosta, Asti, Bergamo, Biel- mantenere agganciata la Hivista alla quo-
la, Bolzano, Brescia, e.A.A. I., Corno, Cu- ta sociale, dati gli altiss imi costi, vennero
neo, Ferrara, Gallarate, Genova, Intra, avviate trattative con case edit rici. In se-
l vrea, i\lilano, Modena, Monza, Omegna, izuito a un accordo con la casa editrice
Padova, Reggio, S.E.M., Sondrio, Torino, "Montes" di Torino (accordo che non
Trento, U.C.E.T., U.L.E., Varese, Verona, apportava aggravio alcuno al C.A.I.), con
Vicenza, Vigevano. Alla mozione, votata il mese di gennaio 19,16 si fissava la ripre-
all'unanimità dalla Consulta, avevano in se- sa della pubblicazione dcl period ico con
guito ufficialmente aderito le Sezioni: ritmo bimestrale. Su parere espresso dalla
Alessandria, Arezzo, Arona, Arzignano, Consulta veniva deciso il ritonio al vec-
Bar/.anò, Bassano dcl Grappa, Besozzo, chio nome di Rivista ~ l en si l c dcl C.A.I.
Bologna, Bressanone, Calolzio Corte, Ce- Dal 1938 non veniva più stampato al-
sano, Chivasso, Crema, Cremona, Coglia- cun \'Olurnc ciel Bollctti110, la tradizionale

278
pubblicazione della nostra istituzione. In da 17 anni più non era convocata, e vede
segu ito a un accordo con una casa ed itrice nuovamente riun ite tutte le Sezioni dalle
e senza aggravio lìnanziario per il C.A.I., Alpi, all'Appennino, alla Sicilia, dopo le
veniva messo in stampa il N. 78 dcl Bollet- tragedie della Patria e dopo lunghi mesi
ti110, vario e interessante, di oltre 250 pagi- di separazione.
ne, con illustrazioni fuor i testo • Con molta gioia porto il benvenu lo
Allo scopo di mantenere le sezioni e i ai rappresentanti di tutte le Sezioni del
soc i al corrente della vita sociale, prose- Club Alpino Ita liano che, oggi, sono fina l-
gui va la stampa dcl notiziario /.,e Alpi men te insieme per dare alla nostra istituzio-
Veniva pubblicato il Manuale dell'Alpi- ne !"opera della loro esperienza e della loro
nista, contenent e tulle le cogniz ioni tecni- passione.
che, pratiche e scientifiche che ogni alpini- • In questo momento della nostra gio-
sta dovrebbe conoscere. ia sono presen ti in ispirito, qui vicini a noi,
li Centro di cu ltura, arte e letteratura gli amici della Sezione di Fiume, ai quali
alpina, già Gru ppo itnliano scrittori di va il nostro pe nsiero.
montagna, passava in blocco al C.A.J. , pu r • Jn questo momento di lietczza, il
conservando la propria strutt ura e la pro- nostro commosso ricordo va innanzi tutto
pria finalità ai soci del C.A. T. caduti in guerra e per
Venivano crea te le nuove Sezioni di: la libe razione d'It alia. 1\ ttraverso molti
No, a Milanese, Giussano, Magenta, Se-
1
soci, guide e custodi di rifugi, il C.A.T
veso Snn Pietro, Alpi Liguri San Hemo, ha dato un apporto considerevole alla
Bressanone (trasfonnazionc da sottose-1.io- lotta della liberazione, e i suoi rifugi, di-
nc dipendente dalla Sezione di Bolzano) strutti o danneggiati, stanno a dimostrare
Bar.t.:nnò, Carpi, Castelfranco Veneto, Cor- quanta importanl'A'\ avessero per i combat-
la Maggiore, Meda (trasfonnazione da sot- tenti della libertà le nostre casette dì alta
tosezione dipendente dalla Sezione di De- montagna
sio), Montagnana, Pallanza (trasfonnazio- • Quando foi nominato Comm issario,
ne eia sottosezione dipendente da lla Sezio- da parte del C.L .N.A.I. e con la convalida
ne di Verbania), Pioltello. degli Alleati, ho trovato il nostro en te in
piena efficienza, nonostante gli avveni-
1946. li 13 gennaio 1946 aveva hio- menti. Di tale situazione va resa ricono-
go nel Salone dell'Unione Commercianti, scenza al Reggente cli allora, Dr. Bertarel-
in piazza Belgioioso a Milano, l'Assemblea li, nominato dal Governo Badoglio nel-
generale dei Delegat i; erano presenti 280 l'agosto dcl 1943, ai suoi collaboratori
pe rsone, rappresentanti 408 Delegati sui membri del Consiglio g-enerale e ai diri-
563 complessivi del C.A. T. Designato a Pre- gent i Sezionali che lo hanno tenacemen-
siden te dell'Assemblea l'avv. Crassi, venne te aiutato. li dott. Bertarclli, con pru-
data la parola al generale Masini che lesse dente e sagace azione, è riuscito a impe-
la seguen te sua relazione. dire qua lsiasi influenza repubblichina nel
e La giornata odierna vede due avve- C.A.J., e a mantenere in tatto lo spirito ani-
nimenti molto importanti e molto lieti per matore del nostro sodalizio.
la nostra associazione; il Club Alpino Ita- • Nello stesso periodo, al di là della
liano, nuovamente libero in quella libertà cosiddetta linea gotica, nell'Italia già libe-
così desiderata dagli alpinisti, si ritrova rata, il C.A. I. ripreTldeva la sua attività,
nell'Assemblea generale dci Delegati, che secondo i nuovi principi democratici ; sot-

279
to la guida del rag. Brizio, reggente per ti di vista, e di giungere in breve tempo
le sezioni centro-meridionali, e dei suoi all'unificazione di tutto il C.A.I ., e alla
collaboratori, si svolgeva un'intensa azio- riunione odierna, tanto desiderata da ogni
ne ricostmttiva, che ha pem1esso di ri- socio.
congiungere in piena efficienza quel set- • La situazione del C.A .I. non è mai
tore dell'alpinismo italiano al tronco mag- stata così florida, come in questo periodo
giore dell'Alta Italia. Al rag. Brizio e ai Giungemmo alla fine della guerra con 40
suoi colleghi dobbiamo essere molto rico- mila soci paganti, su 45 mila soci in essere
noscenti prima della guerra stessa, e ciò è già risu l-
•Le mie funzioni di gestione straordi- tato eccezionale che sta a dimostrare il
naria fu rono soprattutto animate dalla profondo attaccamento dci nostTi soci al
preoccupazione cli avviare al pili presto il loro sodalizio, per un vincolo sentimen-
C.A.J. verso lo Statuto a basi democrati- tale, al disopra di qualsiasi vantaggio ma-
che, lasciando piena libertà d'a·t.i011e ai le- teriale. Dopo la. liberazione, l'ascesa è sta-
gali rappresentanti sezionali eletti dai soci, ta rapidissima e procede con ritmo molto
e non trascurando gli altri problemi ur- veloce. Alcuni dati statistici illustrano me-
gent i e vitali. glio di qualsiasi altra considerazione la
• Dopo aver invitato tutte le sezioni nostra sit uazione: nel 1945 si inserissero
a eleggersi al p iù presto i nuovi consigli al C.A.T. oltre 30 mila nuovi soci, cosicché
direttivi, e non essendomi possibile, per il numero com plessivo dei nostri soci sem-
ovvie ragioni, convocare l'Assemblea de i bra aggirarsi ogj!i sui 65 mila (se si tien
Delegati d i tutta Italia, avevo fonn ato conto dei prevedibili scaricl1i soci); le se-
una Consulta costituita dai legali rap- zioni sono oggi 172, sparse in tutte le re-
presentanti, nominati dai soci, delle 40 gion i d'Italia e non soltanto nei centri
principali .e pili attive sezioni dell'Alta maggiori o che maggionTlen te risentono
Halia. Tale Consulta era fonT1ata da 1m dell'attrazione della. montagna, ma anche
gmppo di competenti am ici del C.A.I., in modest i cen tri della pianura; le sottose-
senza alcuna intenzione di pregiudicare zion i - questa fonna cosl importante di
la futura organizzazione dell'ente, ma con penetrazione e cl i propa~anda - vennero
il solo scopo di dare a me indicazioni sul- notevolmente diffondendosi, cosicché il
l'orientamento sociale e sulla volontà dei loro numero alla data ocl:erna è di 150.
soci, cioè cli "tastare il polso" dei soci • Alcuni potranno, forse obiettare che
e di ottenere cont atti tecnici, ammin istra- tali numeri hanno un sign ificato di scarsa
tivi e organizzativi molto ut ili per il mio importanza, perché la. quantità potrebbe
compilo andare a detrimento della qualità. Ma se,
• La riunione della Consulta, avvenu- in vece, si ticn conto che l'iscrizione di que-
ta il 28 ottobre 1945, ha servito cli notevo- sta massa, imponente, di soci nuovi. e il
le chiarificazione anche per il fotto che rinnovo della quota da parie di quasi tutti
alla mozione, votata dai rappresentanti i soci vecchi avvengono precisamente in un
delle 36 sezioni presenti a quella riunio- periodo nel quale il C.A.T. non dà che mo-
ne, lianno successivamente aderito oltre destissimi vantaggi materiali, dobbiamo
92 sezioni. fra le quali molte dell'Italia addivenire alla consolante constatazione
centro-meridionale. Cosiccl1é la riu nione clic l'attrazione esercitala dal nostro ente
ha costituito un po' il fennento clie per- è fondamentalmente spirituale e che la gio-
mise di superarf' difficoltà e differenti pun- ia di appartenere alla libera associazione

2SO
delle Alpi va ogni giorno più diffonden- Avv. Chersi, ai suoi collaboratori, le sezioni
dosi, al disopra di qualsiasi concezione ma- di tutta Italia inviano il loro commosso rin-
terialistica graziamento e iJ loro augurale saluto
e Afiluiscono al C.A.I. giovani e anzia- e Rovereto è florida cli soci e di attività;
ni di ogn i categoria sociale, senza richie- Gorizia ha cenni di ripresa; Udine nel no-
dere quali vantaggi vengono loro concessi· me dell'indime nticabile Società Alpina
essi hanno soltanto la aspirazione di veni- Friulana, svolge una propaganda molto op-
re inco11>0rat i in un en te dalle sane tradi- portuna di penetrazione in tutte le valli del-
zion i, dai principi puri e dai fini ideali, per la Carnia e verso le Giulie occidentali e al-
salire ,·erso le grandi altez;r..e ove si respi- cune sottosezioni sono state costituite allo
rano la serena aria della libertà e lo spirito sbocco delle valli ; Bolzano sta riprendendo;
delle sane conquiste del bello e della gioia. a Merano e a Bressanone è stato concesso
e Il C.A. 1., sebbene oppresso da proble- di trasformarsi in se-1.ioni autonome; Bruni-
mi. cli gravità eccezionale, vede dinnanzi a co sta avviandosi alla stessa soluzione per
sé l'avvenire più radioso. la costituzione della sezione della Pusteria
e Fra le sezioni e fra i soci regna la pili Con soddisfazione vediamo affermarsi pro-
simpatica concordia e se, talora, si accen- gressivamente il nostro en te anche in quei
dono discussioni, ciò è soltanto perché i di- cent ri alto-atesini con l'ap1>0ggio delle au-
rigen ti sezionali sono animati dalla più sa- torità civili e militari. Con sincero com-
na e disinteressata passione verso il nostro piacimento abbiamo visto inscriversi alla
ente sezione di Merano alcuni cittadini di lin-
e Nella rifioritura del C.A.L h a un J>O- gua tedesca che apportano una si ncera e
sto preminente l'affiusso dci giovani che, rordiale collal>arazione alla vita sezionale.
attraverso le S.U.C.A. 1., ricostituite su basi e Como in un anno è salita da 6CM) soci a
di maggior aderen:tA'\ al nostro sodalizio, J6CM), con la cost ituzione cli numerose sot-
cioè come sottosezioni alle dipendenze del- tosezioni; Sondrio, Venezia, Gallarate, Ber-
le singole sezioni, affiuiscono oggi numero- gamo, Biella, Monza, hanno oramai supe-
si tra le nostre file, dando un simpatico e rati i mille soci; Varese, Busto Arsizio, Ge-
utilissimo apporlo di nuova attività e di nova, Padova, Verona, si avvicinano ai
nuovi ideali mille soci; Treviso è miracolosamente ri-
e Tre nto con la gloriosa S.A.T. dalle sorta, più florida di prima dalla distrutta
fulgide tradizion i, è ormai la più impor- città; altre del Piemonte, della Lombar-
tante sezione del C.A.I. che si avvia verso dia e delle Tre Venezie sono in pieno rigo-
gli 8 mila soci; è seguita da ~lilano con glio; è una gara pe r superarsi, per affer-
quasi 7000 soci, vengono poi Torino con marsi. Mi è impossibile ricordarle ora tut-
3700, la U.G.E.T. Torino con circa 3000; te, da Venezia a Savona, da Aosta a Cre-
Trieste ha compiuto il miracolo di mante- mona, da Cuneo a Lodi, da Legnano al-
nersi in piena efficierw. a e di progredire nel- la U.L.E. di Genova; ma quello che più
la gloriosa marcia, dalle tradizioni patriot- conta, al disopra delle fori.e numeriche, è
tiche della Società Alpina delle Giulie. An- lo spirito onde sono animate tutte le no-
che nei mome nti più duri passati da quella stre sezioni; per affronta.re nuove iniziati-
città, mai si è spenta la fiaccola dell'entu- ve, i problemi della ricostruzione, le diffi-
siasmo e della passione nel cuore di quei coltà dell'organizzazione.
nostri fratelli alpinisti che vivono trepidan- e Nella Romagna e nell'Emilia così Ira·
do per le sorti della :1..ona! Al presidente, vagliate dalle vicende belliche, assistiamo

281
a una magni6ca rinascita delle Sezioni, nifcstazioni e la celebrazione del suo pri-
che anche nei più duri momenti mai han- mo cinquantennio; Napoli con un'intensa
no cessato di funzionare: Bologna, ~ l ode· attività di gite e di iniziative; Ascoli Pi-
na, Heggio Emilia, Parma, Ferrara sono ceno con buone organizzazioni di gite e di
tutte in magnilìca ri presa; mentre a Imo- sci; Cava dei Tirreni, con manifestnioni
la, Havenna, Forlì e persino nella distrut- di vario genere; Catania attraverso il rias-
ta Himini, le nostre sezioni risorgono e setto dei suoi rifugi dell'Etna e con varie
costruiscono. Dobbiamo guardare con par- altre iniziative, che la pongono alla tesla
ticolare riconosce1wA'l ai dirigen li di que- dell'a lpinismo siculo; Palenno di recente
ste sezioni che hanno nna fede esempla- risorta con le sue sottosezioni; le numerose
re! Un particolare ringraziamento sono altre vecchie e nuove sezioni dell'Italia
lieto di rivolgere all'On. ~ l icheli , Presiden- centro-meridionale, stanno a dimostrare,
te della Sezione di Parma, per l'opera sua con il loro entusiasmo e con la loro pas
svolta prima a noma, quale presidente di sione, quale apporto di vita esse potranno
quella SC'.lione provvisoria, Ttalia occu pa- dare all'alpinismo se ben curate e ben se-
ta, che visse nella capitale, formata da so- guite dalla direzione del Club Alpino 1ta-
ci colà residenti ma di appartenenza alle lia110
sezioni del Nord (sezione fortunatamente e Bifug:i : in questo settore il nostro
scioltasi!), e, in seguito con la sua azione ente si trova innanzi a un problema che
coordinatrice fra le sezioni dell'Emilia esorbita dalle sue for1.e e dalle sue possi-
• Un riconoscente accenno debbo fare bilità, per assumere il carattere \'ero e
per le sezioni centro-meridionali. In tale proprio di un problema naziona.Je.
zona, l'azione ricostruttiva dovette svol- e 64 sono i rifugi andati completamen-
gersi con particolari difficoltà, perché le te distrutti ; quasi tutti gli altri furono più
distruzioni . erano state maggiori; perché o meno danneggiati; il 90% dell'arreda-
in molte località, si trattava di ricomin- mento è stato depredato. Trattasi di un
ciare da capo. Anche attua lmente le diffi- danno a sommi capi valutabile ad alcune
colt:\ sono maggiori in quella zona, dove cen tinaia di milioni di lire. Continua, pur-
tuttora le comunicazioni sono difficili e troppo, la fase criticissima in seguito alla
dove, pertanto, l'attività sociale è costret- razionale azione di smantellamento da par·
ta a manifestazioni locali e di attrazio- te di molti valligiani.
ne limitata. e Il fervore ricostrnttivo delle sezioni è
• Roma ha ripreso la sua marcia ascen- notevole, ma esse sì trovano innanzi ad
sionale e l'azione svolta dal Presidente enormi difficoltà pe r mancanza di mezzi e
on. Manes con la validissima collabora- cli materiali. La Preside11za Generale ha già
zione dcl segretario ~ l ario Fcrreri e di preso contatti con il Ministero della Guerra,
altri valenti colleghi (che sono lieto di sa- con la Direzione Generale del Genio e con
lutare oggi qui presenti in rappresentanza la Direzione Generale per il Turismo; è sta-
dell'importante sezione a noi particolar- to eromcsso il vivo interessamento da par-
mente cara), ha riportato il numero dei te di organi militari ; ci è stato anche affer-
soci a una cifra notevole, mentre manife- mato che il problema del ripristino dei
stazioni in città e in montagna si stanno rifugi è di grande interesse per il ~·liniste­
periodicamente svolgendo. Firenze con ro della Guerra; aiuti materiali ed appoggi
l'attiva partecipazione alla vita dcl sodali- vennero già assicurati eia comandi milita-
zio; Prato con i suoi 650 soci e con le ma- ri e da Autorità civili: un primo passo è

282
stato fatto, ma, come è logicamente pre- « La situazione finanziaria del C.A .I
vedibile, il problema dei rifugi non è che h a risentito e continua a risentire dell'ec-
una piccola parte di tutto il tremendo ed cezionale condizione attraversata dal Pae-
oscuro problema della ricostruzione della se. Nel complesso, il bilancio J 9-15 è stato
Pat ria. All 'infuori degli aiuti miracolisti- discreto, perché poté ancora giovarsi di
ci, molto dovranno operare la buona vo- residuati contributi statali e di larghe ri-
lontà e la tenacia delle Sezion i, attraver· serve vecchie, ma, nell'attuale incertezza
so i Soci. }.fon;-.a ha già dato l'esempio con di potere assicurarci nuovi sussid i, il futu-
la ricostruzione dell'omonimo rifugio alla ro si presenta molto incerto. La data di
Grigna Settentrionale; Udine ha già ri pa- quest'assemblea che si svolge a poch i gior·
rato il Nevea; J'U.G.E.T. Torino con i suoi ni dalla chiusura dell'anno sociale - della
volonta ri opere alpine ha già siste mato 2 du rata di 14 mesi - dal l " novembre 1944
rifugi; Busto Arsizio ha sistemato il Città al 31 dicembre 1945 - non ci consente
di pusto e il Maria Luisa, ecc., ma, pur- di presentare un bilancio consun tivo defi-
troppo, l'opera ricostruttiva spesso viene nitivo, che verrà sottoposto sucecssivamen
immediatamente frustata dal vandalismo te al Consiglio Generale dcl C.A.l.
che con tinua ad imperversare nelle valli e Attivit:ì alpinistica: nonostante le
alpine, cosicch ~ oggi si ripara e si riordina difficoltà di trasporti che, nella scorsa esta-
e domani i vandali nuovamente distrug- te, erano ancora particolanncnte gravi e
gono ed asportano. Occorrerà a ttendere che continuano ad esserlo anche se si sono
tempi migliori. Frattanto, si prospe tta la \'Crifìcali migliorament i; nonostante gli alti
necessi tà d i un piano regolatore dei rifugi; costi che impediscono a molti la possibi-
un riesame della distribuzione dei rifugi; lità d i affrontare le spese delle gite; no-
la neccssit:ì di approfittare di tutte le nostante le d ifficoltà logistiche che osta-
esperienze tecniche di questi ultim i anni, colano molli dci nostri pit'1 modesti rifu-
e molta ocu latezza nel contemperare gli g i, rattività alpinistica ha ripreso con no-
entusiasmi ricostruttivi con eccessivi im- tevole vigore. Le sezioni hanno indetto
pegn i finan ziari. ~ l olto utile pot rà even- gite sociali, accantonamenti, accampamen-
tualmente essere la costit uzione di Con- ti: alcun i sortirono otlimo esito numerico
sorò fra sezioni per risolvere dctenn inati e tecnico. Di particolare imponente riu-
problemi. scita furono il Campo Nazionale C.A .I ·
• Da pa11e di quasi tutte le sezioni che U.G.E.T. al i\ I. Bianco, organizzato dalla
cbUero danni di guerra, in seguito a islru- benemerita Sezione, malgrado i danni su bi-
zioni e manat·c dalla Presidenza Generale ti dal materiale del campo, e risolto con
vennero presentale richieste alle autorità intelligenti mezzi improvvisali ; e l'attcn·
per risarcimenti dei danni stessi; al momen- <lamento Nazionale della Sezione di Mila-
to dovuto, la Sede centrale, coordin ando no, a Chiareggio, che ha visto pure note-
questa ingente massa di richieste, potrà vole afllusso di campeggiatori e che ha
svolgere un'opportuna azione presso l'Auto- segnato un'altra tappa delle part icolari
rità cen trale per te ntare cli risolvere il pro- qua lità organizzative dell'indimenticabile
blema che è vitale per la nostra Associa- collega Attilio Mantovani che, poco dopo
zione. la sua ultima fatica per il C.A.l , è scom-
« Ma tutto ciò sarà compito dcl nuovo parso, lasciandoci per sempre.
Consiglio Generale che, fra poco, andre- e L'a ttività alpinistica individuale che
te ad eleggere. negli ann i precedenti la guerra aveva po-

283
\

sto lalpinismo italiano in primissimo pia- lettino (n. 78) è già in stampa
no nell'alpinismo mondiale, per le sue nu- e È di recente conclusione un accordo
merose affennazioni alpine e extra alpine, di massima fra il C.A. I. e la F.l.S.I. per re-
ha ripreso, fìn dalla scorsa estate, con golare e coordinare le reciproche attività
l'apertura di nuove vie e con la ripetizio- nel campo dello sci alpinistico e dell'ago-
ne di vecchie. Le scuole di alpinismo or- nismo sciistico; accordo che dovrà, poi,
ganizzata dalle Sezion i dcl C.A.L, quali essere perfezionato e sanzionato dai Con-
Trieste, Venezia, Padova, ecc. e da alcune sigli generali dei due Enti.
S.U.C.A. I. {Milano, Torino) hanno riunito, e Come alpino che ha vissuto tutta la
anche nel 19·15, numerosi giovani che, at- sua \•ila di pace e di guerra sulle monta-
traverso una seria preparazione tecnica e gne; come alpinista che ha potuto percor-
culturale, apporteranno al C.A .L una nuo- rere ogni settore delle Alpi trovandosi a
va schiera di valorosi alpinisti. contatto con molti uom ini e con molte Se-
e Attività culturale scientifi ca-artistica: zion i del C.A. I. ; come Comandante delle
anche in questo cam po - che il C.A.I Fiamme Verdi nella dura lotta per la li-
deve assolutamente cmare - si sono ini- berazione sui monti della Valtellina, delle
ziale alcune notevoli realizzazioni che Orobie e della Val Camonica, sono lieto
stanno a dimostrare come il problema sia ed orgoglioso di avere potuto dare la mia
sentito da numerosi Soci. Comitati scien- modesta opera, nel periodo immediata-
tifici sezionali si sono già costituit i a Pado- mente successivo alla liberazione, affinché
va, l\ lodena, Heggio Emilia, Pavia, ecc.; il passaggio dcl C.A. r. verso l'auspicata
a Trento è sorto, in piena collaborazione forma di vita libera potesse essere avviato
con la S.A.T., il Centro di Stud i alpini, celennente a quella soluzione, per 16 anni
per iniziativa del Prof. Giuseppe l\ loran- auspicata da tutti i Soci.
dini; a Torino (Sezione cd U.C.E.T.), a e Giunto, così, al termine di questo pe-
l\lilano, a t:ava dei Tirreni, si sono tenu- riodo di gestione straordinaria, e soddisfat-
te riuscite Mostre di pittori di montagna; to che in pochi mesi, con l'aiuto dci Diri-
a Torino, venne riordinata la Biblioteca genti sezionali e dei Soci tutti, si sia po-
Centrale e riaperto il Museo Nazionale tuto addiven ire alla prima tappa odierm1
della l\ lontagna che aveva subito danni da per la futu ra organizzazione del C.A.I.,
incursioni aeree; il Cruppo Cine C.A.l.- fommlo per la nostra amata Istit uzione
U.G.E.T. ha ripreso le sue lodevoli inizia- l'augurio cli un avvenire norido, in perfe t-
tive (e, questo della cinematografia alpina, ta annonia e concordia fra tutti i Soci •
sarà un problema da affrontare con serie- La relazione ven iva vivamen te applau-
tà d'intenti e di mezzi perché uno dei mi- dita, dopo di che si apriva la d iscussione
gliori strumenti di propaganda alpina); il su lle elezioni elci Consiglio Generale e ve-
G. LS.M., quale Cen tro di arte, cultura e niva approvato il seguente ordine del
letteratura dcl C.A.I., ha avuto alcune giorno:
buone affermazioni nel ramo letterario ed e L'Assemblea, udita la discu.~sionc, de-
artistico. libera di procedere direttamente alla no-
e I] Mmwa/e di Alpinismo e<l al tre ope- mina del Consiglio generale del C.A.I.,
re di letteratura furono pubblicate sotto che rimanà in carica per sei mesi, per
gli auspici dcl C.A. I. ; alla lìne del corrente l'ordinaria amministrazione dell'ente, dopo
mese uscirà il primo numero della rinata di che si presenterà dimissionario all'As-
Hivista ~lcnsile, mentre il tradizionale Bo1- semblea dei Delegali, che sarà convocat..i

284
per l'approvazione dello Statuto appron- vo. Si esaminava il bilancio consuntivo pei
tato dalia Commissione che sarà nomina· il 1945 che presentava un disavanzo di
ta, secondo il disposto dell'Ord ine del L. 190.775,30 e quello preventivo per il
Ciorno•. 1946, con un passivo di un milione, da
l risu ltati dello scrutinio diedern le se· coprirsi con l'aumento della quota socia·
gucn li nomine: Pres idente generale, Lui· le c he si prnponcva cl i portare a L. 50 per
gi Mas in i; Vice·presidcnti, Luigi Cibrario, gli ordinari, a L . 30 per gli aggregati a
Cado Manes, Giuseppe Moranclini; Consi. L. 40 per gli student i ordinari e a L. 20 per
gli.eri, Mario Agostinj, Guido Bertarclli, Vir. gli studenti aggregati. Per le pubblicazio--
ginio Bc rtinclli, Arnaldo Bogani, Giovanni ni si stabiliva che il notiziario Le Alf)i
Bnmclli, Antonio Buscaglionc, Bruto Cal· facesse parte integrale della Riuista Me11·
donazzo, B.enato Chabod, Carlo Chcrsi, Lo-. sile (a periodicità bimestrale) che diventa·
rcnzo dc i\ lontcmayor, Tom maso di Val. va l'unica pubblicazione ufficiale del C.A.I.
marana, Bartolomeo Figari, Ottavio Fio· Veniva presa in esame rassegnazione di
rio, ' Luigi Genesio, C iusto Cervasutti, rifugi delle Alpi occidentali compresi nel
Michele Gortani, Alfonso Cuidctli, Ciu· P iano quadrie nnale: il rifugio Elena, il
seppe l\•licheli, Cesare Negri, Ugo Ottolen· rifu gio di Nel e quello dcl Pian della Bai·
ghi di Vallcpiana, Francesco Perolari, Ore· lotta erano stati richiesti dalla Sezione
sic Pinoll i, Franco Poggi, Ambrogio Por· U.G.E.T., ma dopo discussione si delibe·
rini, Guido Alberto Rivetti, Bartolomeo rava di in terpellare in precedell7..a le Se·
Bosso, Si lvio Saglio, Guido Saracco, Si lvio zioni di Aosta e di Torino. Altri due rifugi ,
Schcnk, Carlo Semenza, Haffaello Vadalà il :\falinvcrn e l'Ubac, situati nella giu·
Terranova; Hevisori dei conti, Luigi Bom· risclizionc della Sezione cli Cuneo, veniva·
barclie ri, Guido Muratore, Augusto Zanoni no assegnat i a questa dietro sua richiesta
Nella sede della Sezione di Torino, il La seconda riunione del Consiglio ge·
13 mar.to, si riuniva per la prima volta il nerale ebbe luogo a Venezia il 30 maggio;
Consiglio generale del C.A .L; in tale riu· fu rilevato che le for.w dcl C.A.L conti·
nionc il gene rale Masini spiegava le ra· nuavano a incrementarsi con ritmo che non
gioni che lo avevano indotto a scegliere te ndeva a rallentare; su lla situazione fì nan·
Torino come sede della riunione; atto di zia ria venne annunciato che l'aumento della
omaggio alla città e all'illustre Presidente quota era stato accett ato spontaneamen·
della sezione, il conte C ibrario, decano dci te dalla maggioranza delle sezioni e in ma-
Presidenti sezionali che, malgrado i suoi teria di pubblicazioni venne approvata la
82 a nni suonati, era ancora in invidiabili diffusione di un notiziario di proporzioni ri·
condizioni fisiche e soprattutto intellet· d otte per le tempestive comun icazioni della
tuali . Si evocava la memoria dcll'avv. Eli· Sede centrale alle sezioni e ai dirigenti. In
sco Porro, recentemente seomp:uso, ri· materia d'assegnazione di r ifugi si provve·
cordandone la figura e l'attività, tutta de· d eva a consegnare il rifugio Elena alla Se·
dicata all'alpinismo, le questioni da lui zione di Aosta, il rifugio Nel e il rifu.
studiate e risolte e il ripristino delle opere gio al Pian della Ballotta alla Sezione di
a cui è legato il suo nome. Venne affron· Ivrea e il rifugio Alessandria alla Sezione
tata la scottante questione delle riduzio-- U.G.E.T
ni ferroviarie per le quali sì foncla,,a la Nell'adunanza del 2 1 settembre, a Lec·
speranza d i ottenerle alme no per la mani· co, il Consiglio generale discusse in mc·
fes tazioni nazionali di carattere colletti· rito alle Sezioni bis (U.G.E.T., U.L.E.,

285
S.E.~ 1. ), sull'approvazione dei bilanci se- valanga; lieta invece fu la cerimonia inau-
zionali e in particolar modo sull'alienazio- gura le del rifugio Guglielmo Jcrvis al Nel
ne e sulla diminuzione patrimoniale del- ai piedi delle Levannc, e l'apertura sul
le sezioni, con speciale riguardo ai rifugi. ).lottarono della Casa della Neve per me-
A Genova, il 27 ottobre, al primo posto rito della Sezione di Omegna, nonché la
della discussione fu la situazione finan- consegna alla U.G.E.T. Torino dcl rifu-
ziaria e si propose l'aumento della quola gio Venini aJ Colle dcl Sestriere. Veniva
a L. 70, imposto da varie esigenze, Ira riaperto il rifugio Quint ino Sella al Felik
cui la liquidazione dcl Segrelario gene- che era stato spostato per il pericolo di
rale e la sistemazione dci locali della Pre- slittamento dcl terreno su cui poggiava.
sidenza. Jn sosti tuzione ciel compianto f er- Abbandonata la Cantoniera dell'Etna, nel-
rcri veniva provvisoriamen te nominato il la quale possedeva fin dal 1891 una picco-
colonnello 13offa e rimandata al nuovo la camera, orma i inadeguata, la Sezione
Consiglio ogni decisione definitiva; infine di Catania otteneva la concessione del fab-
si riteneva che il debito verso il C.O.N. L bricato destinato a casermetta-rifugio, a un
di 250 mila lire, costituisse una imposi- centinaio di metri dalla cantoniera, e la de-
zione fascista, motivo per cui non veniva stinava a rifugio.
riconosciuto. Lasciarono grande impressione sia la
Jn base ad accordo tra la Presidenza caduta dal i\font Blanc du Tacul di Giu-
generale e la Radio italiana veniva ini- sto Gervasutt i uil forti ssimo", sia quella
ziala la trasmissione di programmi spe- di Eugenio f erreri, segretario generale del
ciali dedicali alla montagna, e si band iva C.A. I. alla Crigna meridionale, alla presen-
un concorso tra i propri soci per testi della za dcl Consiglio generale, che si era il gior-
durala di non più di dicci minuti. Si co- no prima riunito a Lecco e che in quel mo-
stituiva ufficialmente presso la Presidenza mento assisteva a esercitazioni di arrampi-
generale i~ Gruppo Nazionale Pittori e camento; alpinista di valore, au tore di gui-
Scultori cli ~ l o nt agna e nel piano generale de e redattore della Rioista M ensile, fu fon-
di ricostruzione e cli riorganizzazione s'in- datore della S.A.R. I.
quadrava la ripresa della Hivista ~d ensi­ Scompariva all'età di 86 anni l'aw. Eli-
le, cosicché le sue pagine sarebbero ritor- seo Porro che fu Presidente del Club Alpi-
nate a costituire, attraverso le relazioni no Italiano; nobile figura di avvocato e di
di ascensioni e le pit'1 varie argomenta- cultore e insegnan te di scienze giuridiche.
zioni della cultura alpinistica, il sacrario Suo merito fu l'aver sormontata ogni resi-
che custodirà la luminosa fi accola del- stenza o intralcio nell'ottenere, ried ificare e
l'ideale alpinistico. ripristinare oltre un cen tinaio di rifugi cx-
Si costi tui vano le nuove Sezioni di ncmici, e l'essersi opposto all'incorporamen-
Campo Tizzoro, di Casale Monte Cerro e to del C.A. I. nel C.0.N.I. A nulla valsero
di numerose sottosezion i. Venivano annun- le sue proteste e nello stesso anno {1929)
ciati importanti provvedimenti a favore veni va sost ituito d'au torit;\. Altra perdita
dei rifugi che assicuravano mutui fino al grave fu quella cli Ettore Canzio, pioniere
25% per coloro che intendevano ripararli, dell'alpinismo senza guide, uno dei nostri
ricostru irli, ampliarli, migliorarli e arre- pili atti vi e bravi alpinisti.
darli. Ma in materia cli rifugi si ebbe pur- A Verona, il 1° dicembre veniva tenuta
troppo la notizia che il Città di Saluzzo l'Assemblea generale dci Delegati, durante
era stato d istrutto completamente da una la quale \"eniva discusso e approvato l'au-

286
sta, Giuseppe ~ l ichcli; Hevisori dci conti,
:\forino Girotti, Vittorio Lombardi, Candi-
do ~ l aterazzo, Augusto Zanoni e Carlo B.1-
racchini.
Dopo l'Assemblea il Consiglio centrale
si riuniva e nominava a Segretario generale
Elvczio Bozzoli Parasacd1i, a Vice-segreta-
rio generale Silvio Saglio.
Alla presa di contatto di Torino dcl nuo-
vo Consiglio centrale, succedeva una prima
riunione a Milano, durante la quale si ap-
provavano: la nomina della Delegazione
di Roma, di una Commissione per la rior-
ganizzazione dcl Consorzio Guide e Porta-
tori e di una seconda per l'esame dei rego-
lamenti sezionali. Si gettavano le basi di
Ht1r10/omeo Flgml un regolamento generale per i rifugi e ~i
Presidente dul 1947 al 1955.
stanziavano i fondi per l'organ izzazione
delle scuole nazionali di alpi nismo. Si dava
mandato per la cost ituzione del Comitato
mento della quota per la Sede centrale in scientifico, si accoglieva la proposta di te-
L. 20, e il nuovo statuto, approntato da una nere il LIX Congresso nazionale dcl C.A.I.
apposita commissione. nelle Alpi Apuane e si ratificavano la co-
stituzione delle sezion i di Sora, Mestre,
1947. Il 9 marzo si teneva in Torino i\fonfa\cone, Mania.go e Valdobbiadeuc.
l'Assemblea dei Delegati, avente all'ordine Nella seduta del 15 maggio, tenutasi a
del giorno la discussione dello statuto in se- Hcggio Emilia, veniva esaminata la crea-
conda lettura, che veniva approvato, e quin- zione del Comitato regionale Sicu lo, si no-
di la nomina dcl nuovo Consiglio che risul- minava la Commissione per la preparazione
tava così composto: Presidente, Bartolomeo dello schema di Hegolamento per l'applica-
Figari; vice-presidenti, Cesare Negri, Emi- zione dello Statuto, si ricostituiva il Comi-
lio Parolari e Carlo ~hnes; Consiglieri, ~fa­ tato scientifico, si riconosceva la parità di
rio Agostini, Giovanni Bertog\io, Arnaldo trattamento al Club Alpino Francese, si
Bogani, Elvezio Bozzoli Parasacchi, Henato affidava alla S.E.H, in omaggio al deside-
Chabod, Lorenzo dc Montemayor, B.oberto rio dci donatori, il rifugio Fiamme Verdi,
Galanti, Pietro Mornbelli, Oreste Pinotti, si prendevano in esame i lavori dell'ex Pia-
Franco Poggi, Haffacllo Vadalà Terranova, no Quadriennale, si dedicava il rifugio
Silvio Schenk, Carlo Chersi, Alessandro i\formolada alla memoria di Ellore Cast i-
Guasti, Ugo di Vallepiana, Carlo Semenza, glioni e si approvavano la costituzione del·
Silvio Saglio, Mario Ferrcri, Mario Bressy, le seguenti nuove sezioni: Montecchio
Gino Genesio, Giuseppe Morandini, Dante Maggiore, Asiago, San Severino ti.forche e
Livio llianco, Guido Alberto B.ivett i, Virgi- Camaiore.
nio Bertinclli, Augusto Brazzella, Bruno A Viareggio, il 27 settembre, furono fis-
Credaro, Antonio Buscaglione, Guido Ber- sate le nuove quote per il 1948, in L. 100
tarelli, Francesco Perolari, Guido Mezzate- per i soci ordinari e in L. 70 per i soci ag-

287
grcgat i, e vennero create le nuove sezioni di sugli uffici e sul bilancio. Nelle elezioni in
Fossano e C1..><lcgolo. sostituzione degli scaduti per sorteggio, fu-
11 LJX Congresso ven iva organizzato il rono eletti: a Vice-presidente, Mczza tcsla,
28 e 29 sette mbre a Viareggio. Nella seduta a Consiglieri, Chcrsi, Bianco, Calanti,
inaugurale venivano pronunciati i discor~i Schcnk, Cecioni, Pcrol:u·i, Fcrrcri, Apollo-
del prof. Del Freo e di Bartolomeo Figari e nio, Bertarclli e ?-.lari!ano
una dissertazione speleologica di Mezzate- Venivano approvati il llegolamento ge-
sta. Nel pomeriggio i congressisti si recaro- nerale e la vendita del te rreno di Feclaia,
no in visita alki casa di Puccini e il giorni) mentre veniva rimandata la proposta del-
dopo una parte di essi compirono una bella la pubblicazione di un not iziario c. dando
gita nelle Alpi Apuane, alla Pania della mandato al Consiglio centrale pe rché stu-
Croce. d iasse la pubblicazione di una Hivista tri-
Durante l'anno ven iva data notizia che mestrale pe r tutti i soci ordinari, in modo
ben 33 rifugi erano stati rimessi in efficienza che la maggior quota per la rivista 1·ima -
e a questi se ne aggiungevano dei nuovi e nesse limitata a 250.000 lire annue >.
precisamente: il Mario Tedeschi al Pia\e- Altri argomenti trattali furono i rappor-
rnl, il Cittò di Vige vano al Col d'Olcn, il ti oon società che esercita.vano l'alpinismo al
Città di ?-.fortara alla Crand Malte, il Mari di fuor i dcl C.A. I. e il ricorso della U.L.E
ni al Pian della Battaglia, il Montagnola per la sottosezione Marina Mercantile.
sull'Etna, il Venini al Sestriere, il Quamam Da parte sua il Consiglio centrale si riu-
sopra Cemona, il Ciaf, il Talariro, !"I vrea e nì più volte. Nella riunione del 30 novem-
il Varrone. bre a Varese deli berava la rinnovazione
Con grande rimpian to veniva appres,1 delrassicu razione incendi su i rifugi, l'ab-
la morte, alla Sud della Noirc, di Giuseppe bonamento delle sezion i e sottosezioni alla
Cagliardone, comp.'lgno di Cervasutti alla Rivista !lfo11sife, lo stanziamento di un con-
Est delle Jorasscs e al tragico pilier" del
M tributo alla Commissione Scuole di alpini-
?-. I. Ulanc du Tacul. smo, il regolamento della Biblioteca cen-
trale, il trattamento di reciprocità con il
1948. li 16 maggio a Torino ebbe luo- Club Alpino Spagnolo, la. vendila del rifu-
go l'Assem blea ordinaria dci Delegati. li gio Spanna della sezione di Va.rallo, la co-
Presidente generale Bartolomeo Figari leg- stituzione delle sezioni di Adria, Jesi, Vado
geva la relazione sul l"andame nto del C.A .L; Ligure, Caslino d'Erb;l, Monfalcone e
dopo aver commemorato gli scomparsi, da- Faenza.
va la si tuazione dei soci che risultavano es- A Milano il 22 febbraio approvava il
sere : 3904 vitalizi, 59.442 ordinari, 30.827 progetto di regolamento generale, sorteg-
aggregali. Passò poi a enumerare l'attività giava i dieci consiglieri uscenti come previ-
delle sezioni e quella individuale; si soffer- sto dallo Statuto, accettava il riparto dei
mò sulla sit uazione dei rifugi; trattò la que- fo ndi disponibili pe r i rifugi, accordava un
stione della Riv 'sta Me11sile e il passaggio contributo pe r la mostra della mon tagna,
alla distribuzione gratuita. Esaminò il lavo- deliberava la pubblicazione di un numero
ro compiuto dal Consoi-1.io Nazionale Guide di saggio di un notiziario da sottoporre al-
e Porlatori, trattò delle Scuole d'alpinismo, l'Assemblea dci Delegati e approvava la
della cinematografia alpina, della Guida dei costituzione delle sezioni di Moggio Udine-
Monti d'Italia, del UX Congresso. Si soffer- se, Cressoney-Saint-Jean, Potenza e Luino
mò sulle riduzioni ferroviarie, sul C.O.N.L, In occasione della riunione di Torino

288
LL M O~"TE ROSA L" VERNAI.E, versante
ossolano, dal Passo di }. Ionie ;\loro.
(FOlocolore di S. S11glioJ
del 15 maggio venne esam inata la richiesta
d ì cessione di terreno alla S.A.D.E., appra.
vata la pubblicazione dell'undicesimo vo-
lume della Guida dei ~tonti d'ltalia, Do--
/omiti di Brenta dcl compianto Ettore Ca-
st iglion i, aggiornato da Silvio Saglio, e del
volume Dolomiti Orientali del prof. An-
tonio Berti, la costituzione della nuova se·
zione di Zoldo Alto e Gravellona Toce, non·
ché lo scioglimen to delle Sezioni di Subia-
co, ~ l o ntc Snero e Bormio
A Genova il 20 giugno deliberava che
a partire dal 1° gennaio 1949 la Rivista
Mensi le doveva essere distribu ita a tutti i
soci ordinari portando la quota a L. 250
per gli ordinari e a L. 100 per gli aggregati,
approvava la locazione per nove an ni del
Hifugio Quintino Sella al Monviso alla Se-
zione di Saluzzo e ratificava la costituzio-
ne della Sezione di San Benedetto del
Tronto

F11<lerico S<JCCo

Nella seduta del 24 settembre, a Homa,


approvava il Regolamento generale, la
stampa di alcuni films premiati al concor-
so di Milano, la costruzione del sentiero
delle Bocchette nel Gruppo di Brenta, la
riparazione della via ferrata alla Mannola-
da, lo stanziamento di mezzo milione per il
Consorzio Guide e Portatori, i lavori da
compiersi al Passo del Pordoi e la cessio-
ne di una striscia di terreno occupato da
costruzione di tcrt.:i, la costituzione delle
nuove sezioni di Sant'Angelo Lodigiano ~
Albavilla; prese atto della promessa di un
congruo t.'Ont ributo sui fondi del Piano
ì\farshall, <In parte del Governo, per In rico-
struzione dei rifugi, e prese visione delle va-
rie offerte per la pubblicazione della Hivi-
sta i\fonsile.
Abate Clwe11ve llemy Il 20 novembre a Diella accordnvasi il

289
trattamento di reciprocità allo Oe.A.C., no- totale a 83.600 così suddivisi: ordinari
minavasi il Comitato d i re<lazi0ne della 59.780, aggregat i 23.820, con una differenza
Hi oista Me11sile, esaminavasi la posizione in meno di 669, della quale non ci si preoc-
dei rifugi ex-militari in consegiu al C.A. I., cupava. Notevole l'attività delle sezioni e
approvavasi la costituzione delle Sezioni sottosezioni nel campo delle manifestazioni
di Chiavenna, Alatri e Bordighera; veniva- collettive e l'attività alpinistica individuale
no sciolte quelle di Arsiero, Camisano e Si annunciava la ried ificazione del rifugio
Trissino. Zoia, del Branca, dcl Brioschi, del Pizzini,
li LX Congresso veniva organizzato dal- del Pigorini, dci Lagh i Gemelli, dell'Alpe
la Sezione di Roma, dal 25 al 28 settembre, Corte, dell'Omio, dell'Antelao, del Magno-
con un programma che comprendeva la di- lini, del Lucca, dell'Umbria, di Campello
scussione di due importanti problemi: soc- i\fonti, del Greco, dcl Linguadossa, del
corso in montagna o alpinismo invernale Domus Nostra, della Città d i Sesto, dello
e sci; con ud ienza del Santo Padre nella Stoppani. Si portava a conoscenza la perd i-
villa pontificia e gite al Monte Tenninillo, ta dei rifugi passati in territorio francese
al Parco Nazionale d'Abruzzi e al Gran e si prcndevanO" in esame il problema della
Sasso. Hivista i\fonsile, del ConsorLio Nazionale
Usciva il volume Prealpi Comasche Va- Guide e Portatori, delle Scuole di alpini-
resi11e e Dergamascl1e della Guida dei Mon- smo, dei campeggi e dei con tatti con i Mini-
ti d'Italia, compilato da Silvio Saglio. steri. Nel corso dell'Assemblea, udita !"esau-
d'In~~~i:ugurava il rifugio Savo~a in Val riente discussione su ll'opera di ricostruzio-
ne, si auspicava labrogazione della legge
Gravi perdite fu rono quelle dell'abate 1935 sui rifugi e si invitava la Presidenza
Hcnry, nobilissima figura di pioniere del- ad agire prontamente. In materia di pubbli-
l'alpinismo ,e cultore emerito di studi sto- cazioni si dichiarava che le opere predispo-
rici e di scienze natu rali; di Federico Sacco, ste dalla Commissione C.A. 1.-T.C. l. aveva-
decano illustre dei geologi italiani; di Amil- no un carattere di essenziale importanza
care Bertolini, già libero docente di pato- per l'associazione e l'alpinismo italiano e si
logia medica che, per evitare un giuramen- invitava il Consiglio a stanziare quei fo ndi
to politico al partito dominante, preferì ri· che si rendessero disponibili e a procurar-
tirarsi a Cou rmayeur e dedicarsi alla Guida ne la disponibilità, invitando le sezioni ad
sciistica del Monte Bianco. aiutare la propaganda e la diffusione delle
opere pubblicate. Illustravasi la preparazio-
1949. La Hivista Mensile riprendeva, ne del volume Alpinismo italiano nel mon-
nelle tradizioni dcl passato, a essere inviata do e la carta al 500.000 in cui siano segnati
a tutti i soci ordinari del C.A.L con l'intento i rifugi. Giunti alle votazioni risultavano
di tornare, come un tempo, il mezzo effi- eletti: a Vice-presidente, Chersi; a Consi-
ciente e necessario per riunire i soci di tut- glieri, Morandini, Dc Montcmayor, Mom-
te le sezioni d'Italia in una sola grande belli, Orio, Costa, Chabod, Bortolotti, Bo·
fam iglia. gani, Pinotti, Poggi, Vandelli e Vallepiana.
Nella relazione del Presidente generale, li 6 mar-..:o il Consiglio centrale, a Bolo-
letta all'Assemblea dei Delegati tenutasi a gna, riteneva che in armonia alle tradizioni
Genova il 24 aprile, dopo la commemora- si doveva mantenere alle attività dei vari
zione degli scomparsi, si dava notizia della organi carattere alpinistico, elim inando le
situazione dei soci che ammontavano in manifestazioni esclusivamente escursionisti-

290
che, frenava la ratifica di nuove sottosezio- blicazione delle prossime guide della col-
ni, esam inava in linea di massima il finn.ii· lana Guida dei Monti d'Italia e la presa in
ziamc nto E.R.P. per i rifugi. esame della pubblicazione del volume rela-
Nella sedu ta dcl 25 giugno, tenutasi a tivo al ~fonte Bianco, per il quale si inca-
Courmayeur, si nominava una conunissio· ricava il Vice-Presidente Negri di trovare
ne per lo studio e la compilazione del nuo· a Torino elementi capaci di compilarlo;
vo regolamento dei rifugi, in sostituzione la nomina del Dr. Saglio a componente del-
di quello proposto dal Commissariato per la Commissione Toponomastica dell'Istitu to
il turismo; veniva presa in esame, con vivo Geografico Militare, il preventivo d i costo
com piacimento, l'offerta del generale ~·li­ della Rivìst(i M er1s ile, la possibilità di con-
chelett i relath•a alla compilazione d i un cludere un mutuo pe r i fondi occorrenti
indice alfabetico della Hivista Mensile, sì alla ricostruzione di un lotto di 13 rifugi
stanziava l'ammontare d i un milione per la nella zona di conlìne, la proposta cl i ospita-
sistemazione dci bivacchi e si prendevano re il Congresso dell'U.f.A .A. al rifugio Por-
in Csame i lavori da farsi al rifugio Gnifetti; ta al Piano dei Resinelli.
venivano sciolte per inattività le sezioni di li LXI Congresso ven iva organizzato a
Ilari, Caltan isetta, Cavour, Cologno Mon- Merano dal 17 al 20 settembre; dopo i
zese, Enna, Nova M ilancsc, Catanzaro, discorsi di rito vennero letté le relazion i
Fermo e Potenza. di Lagostina sulla tutela. dcl paesaggio e
Nell'adunanza di Milano dcl 12 maggio di Be rtarelli sui rifugi dell'Alto Adige. Co-
si prendevano provvedimenti pe r il mi· me corollario si e bbero le gite nei din-
glioramento della Hivista Mensile, si ap- torni
provava il trasferimento dcl rifugio \:'ipi- In materia cli rifugi degna di nota fu
teno alla sezione omonima, si incaricavano l'utilizzazione di un baraccamento sul ver-
il dott. Saglio e il col. Boffa di eseguire le sante orientale del Rutor che ven ne intito-
necessarie ricognizioni per determinare l'e- lato rifugio Scavarda al ~ l or ion; il battesi-
satto tracciato e l'ent ità dei lavori da com- mo del rifugio alla C ura al nome di Euge-
piersi per il competamento del Sentiero nio Ferreri, al cui riattamento aveva prov-
delle .Bocchette nel Gruppo di Brenta. veduto il gruppo fe mminile della U.S.S. l. ;
11 Consiglio centrale, il 17 settembre la ricostruzione dcl rifugio Valdagno a
a Merano, discuteva a fondo della necessi- Recoaro Mille, con una cubatura doppia del
tà di addiven ire alla sistemazione del rifu- precedente.
gio Torino, approvava la messa in cantiere Dopo cinquant'ann i di disinteressata,
del volume Adamello della collana della preziosa, attiva partecipazione alle vicen-
Guida dei ~fonti d'Italia e sull'esito del so- de del C.A.l si spegneva f elice Arrigo;
praluogo Saglio-iloffa deliberava di accan- moriva !'on. Giuseppe Micheli, c ultore e-
tonare L . 200.000 pe r il 1949 e altre Lire merito di studi storici nella sua regione.
200.000 per il 1950, onde rendere possibile
il tracciamento di un tratto del Sentie ro 1950. Con il 1950 la Hi vista Mensile
delle Bocchette, nella speranza di ottenere pur non potendo riprende re la periodicità
prestazioni di mano d'opera da parte della corrispondente alla sua qualilìca, aumenta-
autorit à militare. va il numero delle pagine e migHorava il
Le principali deliberazion i del Consi- suo aspetto esteriore. Piccolo passo ma
glio centrale riun itosi a Milano l'll dicem- buon segno se si pon mente all'estrema
bre, riguardavano il programma della pub· esiguità della quota corrispondente al-

291
l'abbonamento, in rapporto alla quale la portanza, permettendo all'alpinismo italia-
rivista appare quasi un miraCQ]o. no di riportarsi alle gloriose tradizioni dcl
« Vi era da sperare che, realizzato il suo passato. Dove invece non si notava un
giusto desiderio dell'invio della rivista a soddisfacente sviluppo era nell'alpin ismo
tutti i soci, la collabomzione sarebbe di- invernale e nello sei-alpinismo; lo sci ago-
ventata cosa nonnale. Non fu così. Siamo nistico e da pista attirava enormemente le
in un circolo vizioso: la Hivista è di scar- nuove generazioni che lamen tavano nello
so interesse perché manca d i collabora- sci-alpinismo troppo dispendio di fa tica.
zione; la collaborazione, si dice, manca Nella relazione del Presidente si pren-
perché la rivista è di scarso interesse.,, deva in esame il problema della Rioisla
L'Assemblea dci Delegati ebbe luogo Mensile, che si desiderava vivamen te di
iJ 2 aprile a Brescia; erano rappresentate veder ritornare quella che fu in passato,
71 sezioni con 164 voti. li Presidente gene- mentre per la Guida dei ).lonti d'ltalia si
rale lesse la sua relazione. Da essa risultava dichiarava fosse un titolo d'onore per il
una diminuzione del numero dei soci, che C.A.I., anche pe rché nessun'altra associa-
da 59.781 si riducevano a 54.120 per gli or- zione alpinistica estera poteva vantarn
dinari, e da 23.820 a 22.310 per gli aggrega- qualche cosa di simile; guida che a
ti, giustificata, si diceva, dalla necessità di programma ultimato avrebbe costituito
un processo di assestamento che si stava svi- un'opera veramente monumentale. Ag-
luppando, dopo l'inflazione che rnreva por- giungeva che si doveva essere grati al
tato a raggiungere i 90.000 soci; troppi dei Touring per la sua efficace collaborazione,
quali non ave,1ano certamente i requisiti sia per la parte finanzia ria, sia per l'attrez-
essenziali, amore per la montagna e af- zatura editoriale messa a disposizione;
fetto per il C.A.I. « collaborazione veramente preziosa, sen-
Anche iJ numero del le sezioni e delle za la quale non ci sarebbe possibile porta-
sottosezioni subiva una contrazione: le re a compimento la pubblicazione del-
prime passarono da 248 del 1948 a 229 l'intera collana.,.
del 1949, e le seconde da 262 a 249. Quelle l i Presidente generale si compiaceva
I
esistenti in compenso svolsero un'attività delle scuole di alpinismo che operavano
li
alpinistica con ritmo accelerato e con fer- un poco da tutte le parti: la Ccrvasutl i
vida operosità: si ebbero la mostra del fio- in Piemonte, la Parravicin i in Lombardia,
re a }.lilano e a Trento, la mostra della la Comici nel Veneto, la GrafTer nel Tren-
montagna a Mortara; concorso di lettera- tino, la Siciliana a Palem10; s<:uole alle
tura alpina; ricostruzione e riattazione d i quali si affiancava il secondo corso per
rifugi devastali e nuove costruzioni {Gia- istruttori nazionali, organizzato al Passo di
netti, Bernasconi, Pizzi ni, Paycr, Vaninet- Sella.
ti, Gervasutti, Davito, Clea Scavarda, Boc- Soddisfa centi risllltarono le funzioni dcl
calalle, Ferreri, Benevolo, Bezzi, Fonte Consor1,io Nazionale Guide e Portatori, del-
Tana, Gran Pace, Prudenzìni, Brentei, Bru- la Biblioteca centrale, del Comitato scien-
none, Como, De Casperi, Carelli, Corno tifico. Numerosi i campeggi sezionali e
del Renon, SEM, Ratti, Domus Nostra, quelli nazionali. Non liete le notizie riguar-
Locatelli). danti il piano E.R.P. perché le promesse
Le condizioni veramente eccezionali fatte a suo tempo d i un finanziamento per I
della montagna avevano pennesso di effet- la ricostruzione dei rifugi non si era realiz-
tuare numerose ascensioni di grande im- zata, come non era stata ancora definita la
I

292
pratica riguardante i rifogi passati in terri- ricostruzione dei rifugi in Alto Adige do-
torio francese. veva essere espressamente condizionata al
Durante quest'Assemblea si add ivenne riconoscimento da parte di ciascuna se-
alle elezioni delle cariche sociali, che det- zione consegnataria che i rifugi, nel caso
tero come risultato la proclamazione a Pre- di trasferimento dallo Stato al C.A .T., pas-
siden te cli Bartolomeo F igari, a Vicc-pre- sino in proprietà alla Sede centrale, inten-
siclcn te cli Cesare Negri, a Consiglieri cli dendosi tale riconoscimen to implicito nel-
Bcrtinelli, Bertoglio, Bozzoli- Parasacchi, l'accettazione del finanziamento; venne
Bressy, Buscaglione, Genesio, Guast i, Sa- approvata la messa in cantiere del volume
glio e Vadalà Terranova ; a Revisori dei con- M011t e Rosa della Guida dei Mon ti d'Ita-
ti di Baracchini, Girotti, Lombardi, Mate- lia e presentata la prima copia della Gui-
razzo e Zanoni. da Dolomiti Orientali di Antonio Berti;
Le principali deliberazioni del Consi- si discusse la possibilità d i nominare un
glio centrale, riunitosi a Padova il 12 fe b- redattore che potesse dedicare alcune ore
braio, riguardarono la relazione Chabod al giorno per il miglioramento e il poten-
sulle persone che potevano assumersi il ziamento della Rivista Mensile; si accor-
compilo della redazione della Guid a del dò il trattamento cli reciprocità al Club
Mon te Bianco, la ricostituzione della Com- Alpino Belga; si votò un plauso a Carlo
missione toponomastica, l'approvazione de- Negri per la perfetta organizzazione del
finith-a del regolamento sezionale tipo, l'au- corso per Istruttori nazionali di alpinismo
torizzazione alla Sezione di Lecco di con- e si approvò la cost ituzione della Sezione
trarre un mutuo per la ricostruzione dcl ri- di Penne.
fugio Ratti (ex Savoia), la nomina di una Le principali deliberazioni del Consi-
Comm issione arbitrale per definire la que- glio centrale, riunitosi a Homa il 22 otto-
stione del rifugio Sella al Neues Weisstor, bre, riguardarono i rapporti con le 'auto-
l'autorizzazione alla Sezione di Bolzano di rità cen trali, il programma di lavoro della
contrarre un mutuo .~ui rifu gi di sua pro- Guida dei Monti d'Italia, la proposta Sa-
prietà e per il finanziamento atto ad assi- glio per la costituzione di un fon do da de-
cmare la ricostruzione cli quelli clanneg- stinarsi alla manutenzione dci sen tieri, la
µ:iatì, la situazione del Comitato valdostano prescrizione di esporre la bandiera na-
delle guide e portatori, lo scioglimento del- zionale dall'alba al tramonto nei pericxli
le Sezioni di Connons e Fagnano Olona per di apertura dei rifugi, la presa d i posizione
inattività e la fusione della Sezione di contro l'eventuale impianto di una funivia
Pioltello con quella di Cernusco. al Cervino, la nomina di Antonio Berti
Nella riunione dcl 20 maggio al rifugio e del Conte Cibrario a soci onorari, la
Nordio si riconfennavano in carica il Se- situazione determinatasi tra fa Sezione di
gretario generale e il Vice-segretario ge- Cedegolo e la Sede centrale, lo sciogli-
nerale, si nominavano i componenti delle mento delle Sezion i di Borea di Cadore e
varie commission i, si deliberavano i primi Valdobbiadene e la costituzione di una
stanziamen ti per la ricostruzione dei rifugi sezione in Argentina.
dell'Alto Adige e si esaminavano i miglio- Nei giorni 2.3 e 24 settembre ebbe luo-
ramen ti da apportare alla 11 ivista }. fensile. go l'Assemblea dci Delegati delle Asso-
Nella seduta dcl 24 giugno a Bolo- ciazioni alpinistiche affiliat e alla V. I.A.A.,
gna il Consiglio centrale confermava che durante la quale si discusse sni corsi in-
la concessione del fì nanziamcnto per la ternazionali, sul bollettino bibliografico, sui

293
soccorsi in montagna, sui collegamenti, sul- Si inauguravano il bivacco Carletto Ca-
l'agenda internazionale, sui rifugi; fece se- staldi a Nord del laghetto di Netscio, il
gu ito una gita al Piano dei Hesinelli dove rifugio Ferreri aUa Cura, il bivacco Lom-
si ebbe una brillante dimostrazione di bardi sulla cresta deffOrtl es, il bivacco
tecnica alpinistica da parte degli arram- Valentino Delloni alla Loccia dei Camosci
picatori lecchesi. e il rifugio Città di Chivasso al Colle del
Furono portate a conoscenza le facili- Nivolet.
tazion i fiscali accordate; il Ministero delle Improvvisamente mancava Edoardo So-
fin anze, con declaratoria 71789 stabiliva ria, una delle più brillant i figure dell'al-
che le quote associative non costituivano pin ismo cuneense per le sue numerose
entrate imponibili ai sensi dell'Imposta Ge- salite di rilievo.
nerale Entrata e che l'Imposta di soggior-
no e cura non era dovuta dai frequenta- 1951. Anno nuovo, rivista nuova.
tori dei rifugi e dei campeggi, in quanto Questa, oltre a presentarsi in veste miglio-
al C.A.l non si applicano le norme di rata, prometteva di giungere reg0larmente
Pubblica Sicurezza relative agli esercizi ai soci alle date .~tabilitc e il Pres idente
pubblici e agli affittacamere generale, nell'affidare alla Hivista Mensile
Con circolare del Ministero dell'Eco- l'incarico di portare a tutti i soci il suo sah1-
nomia Nazionale, N. 3 14, si dichiarava che to cordiale e affettuoso, ringraziava l'avv.
i rifugi rappresentano punto di sosta e di Adolfo Dalliano, che lasciava la redazione,
ristoro per gli alpinisti in alta montagna, per l'opera disinteressata prestata con l'as-
e per conscgucn7,a non devono essere con- sumersi a tutto suo rischio l'opera di edi-
siderati alla stregua dei veri esercizi pub- tore negli ultimi 1946, 1947 e 1948 e l'ope-
blici, e dispcnsàti dall'osservanza delle nor- ra di redattore per il 1949 e 1950, prodi-
me dettate. dalla legge sulla disciplina del gandosi con spirito di generosa larghezza
commercio di vendita al pubblico di vino. e accettando in serena letizia le critiche
birra, liquori e altre bevande e di servi- non sempre giuste e benevoli.
zio di alberghetto. Il 20 maggio si teneva lAssemblea dei
Con altra circol:tre i rifugi venivano Delegati a Firenze. Nella relazione il Pre-
esentati dal munirsi di licenza ; si esentava sidente generale, dopo aver commemorato
il C.A.1 . dal pagamento della tassa pubbli- ~li scomparsi, dava notizia dcl movimento
citaria per i cartelli indicatori, quando non di soci; si registrava un'ulteriore nessione,
contengano indicazioni di carattere recla- percl1é gli ordinari si riduCC\'ano a 51098
mistico; infine si autorizzava il T.C.I., il e gli aggregati a 21796, dovu ta al processo
C.A.I., l'A .C.I., l'E.N.A.L. e l'A.C. L.l ad di assestamento ancora in corso. Passava
organizzare trasporti collettivi in rassegna l'attività alpinistica dei soci,
Il LXIT Congresso ebbe il suo svol- si ·soffemla\'a sull'opera delle sezioni in
gimento in Bologna il 25 giugno; dopo il materia di rifugi, sulla llivista Mensile,
saluto dcl Sindaco Dou..a e i discorsi del sulle Scuole cli Alpinismo, sulla Guida dei
prof. Lipparini e del Presidente generale Monti d'Italia, sull'opera delle varie Com-
Bartolomeo Figari, si ebbero la relazione missioni, sui congressi e sui nuovi locali
del tenente colonnello Cccioni sul tema della Sede centrale messi a disposizione
"Topografi a e alpinismo " e ciel prof. Cua- dal Comune di i\Hlano in Via U~o Fosco-
rcschi sui " Rapporti fra il C.A.I. e gli Ent i lo n. 3. Venivano proclamati soci onorari :
Provinciali del Turismo". Antonio Berti, autore dela Guida delle
Dolomiti orientali, e Luigi Cibrario, uno discorso del Presidente della sezione, del
dei soci più anziani, iscritto al C.A. I. nel Presidente generale del C.A.l e del rap-
1887, che della Sede centTale fu vice-se- presentante del Governo regionale, si eb-
gretario, segretario e Vice-Presidente. Ve- bero le relazioni di Arnaldo Volla sulla
niva inoltre approvato un'ordine del gior- "'Tutela della flora alpina", di Raffaele Va-
no che faceva voti perché fosse ro presen- dalà Terranova sulle " Provvidenze del Go-
tate alcune mOOifìche dello Statuto e di verno in favore dell'alpinismo siciliano".
un altro per invitare il Governo a voler Segu irono poi le in teressanti visite alla re-
mettere in atto con sollecitudine nonne gi!>ne che lasciarono una profonda impres-
che riconoscano la preminenza tecnica e sione di tutti gli interveuuti.
organizzativa del C.A. I. per le guide e i por- Fra le nuove costruzion i si ebbero: il
tatori. Si deliberava di mOOificare l'art. 5 rifugio Questa nell'alto vallone del Valasco;
dello Statuto e infine si procedeva alla il bivacco l\fargherita, donato da Rosa
nomina di un Vice-presidente, nella pe r- cd Ettore Giraudo in memoria della loro
sona di Guido ~ f ezza t csta, e di 9 Consi- fìglia; il Willy Jervis al Pra; il bivacco Se-
glieri: Apollonio, Berta rei\ i, Perolari, Ce- bastiano e Henzo Sbema al Colle Est del
cioni, Calanti, Schcnk, Fcrrer i, Maritano e Gran Neyron ; il bivacco Bemx letti al Col
Mombclli Tournanche; il rifugio Luigi Oliva all'A lpe
Il Consiglio centrale tenutosi a Mila- di Cortevecchio; il rifugio Carestiato alla
no il 21 gennaio nominava Carlo Ramclla Moiazza; il rifugio Pietrapana alla Foce di
a redat tore della Rivi.sta Mensile. Mosceta; il rifugio Città di Gallarate al-
Il 1° aprile in Genova il Consiglio l'Alpe Devero; il rifugio VII Alpini allo
centrale approvava: la pubblicazione di Schiara.
una carta con indicati i rifug i; il tratta- La collaborazione delle Scr.don i di To-
mento di soci agli operatori topografi del- ri110 e di Aosta e il concreto aiuto deli'l !le-
l'Istituto Geografico Militare; un ord iM gione autonoma valdostana, avevano com-
del giorno in cui si deprecava la costru- piuto quello che era considerato un miraco-
zione di una funi via e di un osservatorio lo e a cui perciò nessuno o pochissimi ave-
sul Cervino vano creduto; in tre mesi precisi era sorto
A Palem10 il 26 aprile il Consiglio cen- ed era stato ultimato il nuovo rifugio Tori·
trale esaminava: la situazione delle se- no al Colle del Gigante, dove sorgeva la
zioni centro-meridionali e la possibilità vecchia capanna Margherita
di potenziarne l'attività alpinistica; la co- Ripristinati furono i rifugi: Toesca,
stituzione della Sezione di Buenos Aires. Brunner, G.E.A.T., Bietti, Allievi, Pradi-
A Firenze il 19 Maggio approvava le dali, Calassi e Gilberti. In corso i lavori
nuove tari ffe per i rifugi, il rinnovo della per i rifugi: Vittorio Emanuele, Bez1.i,
concessione ventinovennale dei rifu gi del Mezzalama, Gervasutti, Collon, Amianthe,
Demanio Militare e, constatata la perfetta Boccalatte-Piolti, Daviso, Teodulo, Taz-
organizzazione del Congresso, esprimeva zetti, Castaldi, Peller, Rosetta; distrutto
un voto di plauso e di gratitudine alla Se- il bivacco Monza al Col des Grnndes
zione di Palcnno e a tutte le sezioni sici- Jorasses.
liane cl1e avevano collaborato alla mani· In occasione della rettifìca ::lei confi.
festazione. ni dal vertice triconfìnale del Mont Do-
Il LXIII Congresso si svolse in Sicilia; lent alla Cima Garibaldi, veni vsmo fatti
a Palenno, dopo il saluto della città, il alcuni spostamenti, per il C.A.J. molto in-

295
teressanti, in conseguenza dei quali il ri- mento del rifugio Marini al Pian della
fugio del Teodulo e il rifugio Margherita Battaglia; la presa di contatto con la
alla Punta Gnifotti venivano a trovarsi in F.lS.L per l'eventuale rinnovo e aggiorna-
territorio italiano. mento della convenzione che delimitava i
Mancavano ai vivi: Bortolo Zagonel, campi di influenza e di attività; la costitu-
una delle celebri guide delle Dolomiti; zione di una stazione sperimentale di soc-
Zenone Ravelli, costruttore di numerosi bi- corso in Grigna; la collaborazione con
vacchi e rifugi; Lino Vaccari, eminente l'A.N.A. per la sistemazione della uvia fer-
figura di botanico e di studioso della mon- rata" della Mannolada. Votava all'una-
tagna; Giuseppe Lipparini, letterato di chia- nimità un ringraziamento al T.C.I. per
ra fama; generale Tessitore, istruttore degli aver chiamato coeditore il C.A J . nei nuovi
sciatori alpini fin dal 1905; Adolfo Hess, volumi della collana Da rifugio a rifugio,
pioniere dello sci, promotore della fonda- compilati dal dr. Silvio Saglio.
zilone dell'Accademico e primo realizzato- Approvava l'impostazione della Rivi-
re di bivacchi. Nel tentativo di superare la sta; esaminava la situazione del Consiglio
inviolata parete Nord-est della Cima del nazionale guide e portatori; potenziava il
Giai, nel gruppo della Creta Crauzaria, Soccorso alpino; prendeva atto della neces-
Renato Stabile cliiudeva la sua vita terrena, sità di sistemare i bivacchi; riesaminav'.l
su quella montagna lungo la quale aveva la situazione dell'Accademico e dcl rifugio
aperto altre venti vie nuove. Savoia al Pordoi, e approvava un'ordine
del giomo con il quale si dava mamlato
1952. L' 8 giugno a Milano ~i teneva alla Presidenza di insistere nell'opposizio- I
l'Assemblea dci Delegati che approvava i ne, resistendo con ogni mezzo alle pretese
bilanci, la quota sociale per la Sede centra- di includere il Pordoi nella categoria al- i
le (accettando la raccomandazione di rive- berghi. Stabiliva il programma di pub-
dere la noITna dell'articolo 5 del Regola- blicazione della Guida dci Monti d'Italia
mento e di destinare la maggior parte pos- nel seguente ordine di precedenza: Ada-
sibile del concesso aumento alla manuten- mello, Alpi Orobie, Appennino centrale,
i
I
zione dei rifugi), le proposte modifiche Monte Rosa, Bernina, Alpi Carniche, Pre-
dello Statuto e le nomine di: Carlo Chcrsi alpi Bresciane, Prcsanella, Alpi Apuane.
a vice-Presidente; Renato Chahod, Gio- Prendeva atto della pubblicazione del vo-
vanni Bortolotti, Amedeo Costa, Oreste Pi- lume Alpi Graie del dott. Silvio Saglio,
notti, Arnaldo Bogani, Alfonso Vandelli, facente parte della collana Da rifugio a
Ugo di Vallcpiana, Bruno Credaro, Naz- rifugio e del volume Alpinismo itahmo
zareno Rovella, Attilio Tissi e Ciabatta nel m011do; esaminava la richiesta della
Spezzotti a consiglieri. Sezione di Panna per la ricostruzione del
A Trento, il 14 settembre, una seconda rifugio Schia, nonché la riammissione della
Assemblea dei Delegati dedicava la sua categoria Soci vitalizi; deliberava di ac-
seduta alla ratifìca delle modificazioni del- cettare l'aumento del premio di assicura-
lo statuto già approvate dall'Assemblea di zione incendi per i rifugi ed esaminava la
i\·lilano dell'S giug:no. questione degli albergh i affiliati.
Il Consiglio Centrale approvava: la Nella relazione letta dal Presidente
stampa di un'opuscolo di propaeanda; il generale all'Assemblea dei Delegati di Mi-
trattamento di reciprocità con il D.A.V. lano, veniva dichiarato che il regresso nel
di Monaco; il mutuo per i lavori di amplia- numero dei soci continuava e clic essi ri-

296
I
I

i
sultavano essere 73662 così suddivisi: 3824 guite nei laboratori dcl Politecnico e del-
vitalizi, 47946 ordinari e 21888 aggregati. l'Arsenale militare di Torino sotto la dire·
Pe r questo motivo si nominava una Com- zione dcll'ing. Bcrtoglio. ln merito al Pia·
missione cli propaganda con l'i ncarico cli no E.H.P. dichiarava che si era sempre allo
studiare e proporre i mezzi più adatti, stesso punto. e Da due ann i stiamo foccn-
onde sviluppare nei giovan i la passione clo la cura svedese del caldo e freddo: la
per l'alpinismo. Nella relazione vennero notizie buone si alternano con quelle non
illustrati: il notevole fervore di opere svol- buone >.
te dalle sezioni nel quadro delle attività
previste dallo Statuto; le campagne alpi· li LXJV Congresso coincise con la ce-
nistiche individuali, nel complesso abba- lebrazione dcll'SO"' anno di vita della glo-
stanza soddisfacenti in considerazione del- riosa Società degli Alpinisti Trentini, che
l'inclemenza stagionale dcl tempo; il ri- annoverò fra i propri soci Cesare Battisti
pristino degli undici r ifugi dell'Alto Adi- e fu sempre vessillifera dei pili puri ideali
ge, per i quali furono assegnati contributi delle genti trent ine. Ebbe luogo dal 13 al
ammontanti a circa dicci milioni: l'atti- 21 settembre con banchetti , Assemblea
vità ricostrutt iva delle sezioni che rag- dei Delegati, inaugurazione di mostre fo.
giunse la ragguardevole ci fra di 40 milio- tografìche e micologiche e cinematogra-
ni; il dinamismo delle Scuole di alpinismo fiche ; poi fecero seguito le relazione sui
e il corso straordinario pe r istrnttori svol- ;;egcnli temi: HSoccorso alpino e preven-
tosi al Passo Sella, allo scopo di regolariz- zione infortuni ~, "Esplorazione delle grot-
zare la posizione di alcune scuole che non te della Bigoncia, del Calgiron e della Val-
rispondevano alle condizioni fissate dalla lcsinclla "; le gite ebbero di mira le Pale
Comm issione, le quali avrebbero dovuto di San Martino, il Catinaccio, la Paganel-
avere un istnittore nazionale per essere re- la, il Bondonc e i Passi di Sella e di -Gar-
golarrnentc riconosciute; l'attività della dena.
Comm issione Guida dei ~fonti d' Italia che Il Hedattorc della Hivista ~fonsile, Car-
ha curato la strunpa anche dcl volume lo Ramclla, nel lasciare la redazione rin-
Alpinismo Italitmo 11e/ Mondo. Tn quC- graziava tutt i coloro che, durante i due
sta iniziativa, dichiarava il Presidente ge- anni del suo incarico, avevano prestato,
nerale: e abbiamo avuto sempre la cordia- sotto diverse fonne, la loro opera a favore
le collaborazione del T ouring Club, che della pubblicazione.
ha facilitato molto il nostro com pito. E qui
piace ancora ricordare il fraterno e sim- 1953. - In seguito alle dimissioni dcl
patico gesto del Touring che, pubblicando pror. Carlo Hamella da redattore della TI i-
il volume Alpi Pe1111i1w della collana Da vista Mensile, a causa degli accresciuti
rifugio a rifugio, dovuto alle competenti impegn i pri vati, il Consiglio centrale, fra
eme del nostro Consigliere e Vice-segre- le domande pe rvenute, sceglieva quella
tario generale dott. Saglio ha ' 'oluto farc i deJ\'ing. Giovanni Be rtoglio, il quale, con
l'onore di indicare il C.A.T. come coeditore il numero di gennaio, assumeva l'incarico
della pubblicazione >. di redattore.
Parlando dcl Com itato scie ntifico ven- li Presidente generale, in occasione del-
ne data notizia che si era particolannente l"Assemhlea d i Parma, dcl 25 aprile, co-
interessato dci materiali alpinistici e de- municava che al I" gen naio la situazione
dedicato alle prove dci mosche ttoni, ese- dei soci era la seguente: 57839 ord inari;

297
22055 aggregati; 3789 vitalizi e perpetui; :I.ioni, dovesse d'altra parte mantenersi
con un totale di 73683; . una situazione nu- completamente indipendente e libero da
merica stazionaria. Dichiarava che l'atti- tutele di ogn i genere. Ossequienti a tale
' 'ità collettiva delle sezioni si dimostrava delibera, che personalmente condivido pie-
dovunque intensa, come numero di parte- namente, abbiamo cercato di intensificare i
cipanti anche nella stagione invernale; rapporti con il Ministero della difesa, dal
quanto all'attività individuale estiva, essa quale abbiamo potuto ottenere !'assegna-
si mantenne sempre intensa. Le sezioni zione di 1111 contributo fisso annuale di Lire
avevano continuato il lavoro per la rimessa 2500000 per i rifugi dell'Alto Ad ige. Si è
in efficienza dei rifugi danneggiati e de- inoltre impegnato al ritiro di mille copie
vastat i, anche se il contribu to promesso della Guida delle Alpi Carniche, il che ha
dallo Stato era rimasto solo come pro- reso possibile provvedere alla stampa di
messa. Elogiata la Rivista ).fcnsile miglio- questo volume. Stretti e continui rapporti
rata e le ben organizzate scuole di alpi- si ebbero con il Commissariato per il Tu-
nismo (Parravicini, Craffcr, Val Rosandra, rismo, al quale, in forza della legge 31 otto-
S.U.C.A.I., Scoiattoli, Ugolini e Comici), bre 1935, che non è mai stata abrogata,
si soffermò sulla Guida dei Monti d'Italia compete la sorveglianza dei rifu gi alpini.
che vide la pubblicazione ciel vo[ume D'altra parte il Commissariato per il Turi-
Adamello compilato da Silvio Saglio e smo ha riconosciuta tutta l'importanza del-
da Gualtiero Laeng e sulla collana Da rifu- !'apporto recato dal C.A.I. allo sviluppo del
gio a rifugio, arricchitasi dcl volume Alpi turismo in montagna nell'interesse dell'eco-
Graie di Silvio Saglio. Segnalava il trac- nomia nazionale e ba assegnato un contri-
ciamento di nuovi sentieri e le loro segnala buto di L. 500.000 >. Aggiungeva nella sua
zioni, la situazione dell'Accademico e il relazione quanto segue: e: Ed è attraverso,
problema del mant enimento dci bivacchi, la questa esperienza personale che mi sono
modilìca dello Statuto per fare dcl C.A.A.I. fonnata la convinzione che sulle direttive
una sezione autonoma nazionale, ripristi- che ci sono state a suo tempo fissate, non
nando la qualifica di soci vitalizi senza ver- ci si debba illudere di ottenere molto di più
samento di quota a titolo di riconoscimento di quello che noi abbiamo ottenuto: che
lllustrava la normalizzazione del Consorzio se poi si trattasse di operare un deciso
Nazionale gu ide e Portatori e l'aumento dei cambiamento di rotta, per cercare di giu n·
massimali assicurativi; si soffermava sulle gere a un agganciamento a uno degli or-
trattative in corso per i rifugi passati in gani di governo, allora potrebbe darsi che
territorio francese, sul soccorso alpino che per la mutata situazione, il C.A. I. potesse
stava realizzando un vasto piano con dodi- ottenere quegli aiuti finanziari e quegli
ci stazioni di fondovalle e si compiaceva con appoggi che si ritengono indispensabili
i notevoli progressi fatti dalla Commissione e che dovrebbero spettargli quale ricono-
Cinematografica. In materia di rapporti con scimen to delle funzioni specifiche da esso
Enti pubblici ricordava: e: una precisa deli- svolte nell'ambito 1iazionale.
berazione del Consiglio centrale, quasi una- e: Ma io vi domando: vale la pena di
nime, presa nella seduta di novembre 1952 cambiare quelle direttive che hanno così
a Biella, nella quale si stabiliva che il Club bene regolato per novant'anni l'attività
Alpino Ttalia110, pur mantenendo contatti e del C.A. I.? Dobbiamo noi uomini della
rapporti con diversi ministeri dai quali si montagna, dove maggiom1ente si sente e
potessero ottenere riconoscimenti e facilita- si appre-aa il sentimento della libertà, dob-

298
biamo noi correre il rischio di dover abdi- gran tiglio fronzuto, salire anche non alto,
care a questo bene supremo, a questo ma salire senza aiuto~>.
ideale altissimo, unicamente allo scopo di La relazione veniva approvata alruna-
avere la possibi lità di mungere alle casse nimità, per acclamazione.
dello Stato i mezzi per esplicare quelle Jn questa Assemblea di Parma, vivaci
attività che i nostri predecessori hanno furono le d iscussioni per la dichiarazione
saputo così bene realizzare in passato, pur dei delegati di Brescia, che non approva-
con la sola disponibilità dei propri mezzi? vano i bilanci secondo le ripartizioni delle
Perché in questi novant'anni di vita, con- spese proposte, per la modifica dell' arti-
tando unicamente sui propri mezzi il C.A.I colo 42 dello Statuto sociale, per le ele-
ha d'altra parte esplicato un'attività me- zioni. Risultarono eletti: Bartolomeo Fi-
ravigliosa: ha apprestato centinaia e cen- gari a Presidente generale; Amedeo Costa
ti11aia di rifugi lungo tutta la cerchia delle e Henato Chabod a vice-presidenti; Silvio
Alpi e degli Appenni11i, ha dato alle stam- Saglio, Virginio Bertinelli, Carlo Chersi,
pe ·settanta densi volumi del Bollettino Alessandro Guasti, Elvezio Bozzoli Para-
e altrettanti della Hivista l\fonsilc; ha sacchi, Ardito Desio, Giovanni Bertoglio,
pubblicato una collana di Guide delle 110- Guido Mezzatesta, Antonio Buscaglione,
stre montagne che tutte le associazioni Bruno Toniolo, Massimo Lagostina, Vit-
alpinistiche estere ci invidiano, per non torio Lombardi, Raffaele Vadalà e Cesare
citare che le cose più notevoli; e tutto Negri a consiglieri; Candido Materazzo,
quest~ ~::, ;,1tto senza ricorrere agli enti Augusto Zanoni, Mario Rigatt i, Marino
di governo e mantenendo ·intatta la sua Cirotto e Giovanni Ardenti Morini a revi-
libertà e la sua indipendenza. E d'altron- sori dei conti
de ciò che si è fatto negli anni del dopo- TI Consiglio centrale si riuniva a Mi-
guerra, e credo noH sia poco, non si è for- lano il 1° marzo, a Parma il 24 april'e, al
se realizzato sulle tradizioni del passato rifugio Revolto il 24 maggio e a Torino il
con i soli nostri mezzi? lo penso che possa 17 ottobre. Nella riunione di Milano no-
valere la pena di continuare a sopportare minava una Commissione tecnica finan-
qualche sacrificio pur di avere la soddi- ziaria per spedizioni extra-europee, appro-
sfazione di lavorare in piena libertà, sen- vando all'unanimità il seguente ordine del
za tutele e senza vincoli di sorta. giorno: ( preso atto delle deliberazioni del
«Costruire con i nostri mezzi e le no- Consiglio del C.A .A.I. di mettersi a dispo-
,,tre fort:e, soJTetti unicamente dalla no- sizione del C.A. I. per lo studio e l'orga-
stra fede e da quell'enorme forza morale nizzazione di spedizioni extra-europee; vi-
che promana dal Club Alpino ltaliano, ste le proposte all'uopo fatte dal Comitato
ente nazionale della montagna, blocco com- di Presidenza, sia per l'assegnazione di un
patto di energie tutte tese a un unico primo fondo di l milione a scopo orga-
scopo: questo dovrebbe essere il nostro nizzativo, sia per la nomina di una Com-
vanto, la nostra maggiore ambizione è do- missione tecnico-finanziaria destinata a
vrebbe darci la piena soddisfazione, anche studiare gli opportuni apprestamenti; si
nel caso che i1on ci fosse possibile realiz- compiace dell'intima collaborazione offerta
zare l'intero programma propostoci, per- dal Club Alpino Accadem ico e ratifica la
ché, come be11 dice il poeta del Cirano di proposta del Comitato di Presidenza, au-
Bergerac "disdegnando di essere l'edera spicante la massima attività della Com·
parassita pur non la quercia essendo, o il missione tecnico-finanziaria per la più

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pronta realizzazione dei programmi che gretario e dcl dr. Silvio Saglio a vice-segre-
saranno sottoposti al Consiglio centrale e tario generale; si autorizzò la ven<lita. del
da quest i approvati >. ri fu gio Truzzo della Sezione di Como all a
Si prese atto della proposta di ri portare Società Edison; si accettò l'offerta di Gio-
in discussione !"art. 42 dello Statuto, di vanni i\fadau n gestore del rifugio Savoia
assegnare L. 300.000 avute dal ~vl inistero al Pordoi e si ascoltò In relazione dcl prof.
delle Finanze alle segnalazioni dei sentieri Ardito Desio, che richiedeva l'appogg:o
di frontiera e della risposta negativa del del C.A. I. per una spedizione al Kara-
~linistero dei TrasPorli in merito a.Ile con- korum
cessioni di riduzioni ferroviarie A i\lilano ,·enne commemorato il con-
Nella riunione di Parma esaminava. e sigliere avv. Dante Livio Bianco perito in
approvava il nuovo testo dell'art. 42 della segu ito a incidente alpinistico; venne deli-
Statuto da. sottoporre all'approvazione del- berata in via spe rimentale la costi tuzione
l'Assemblea dci Delega.ti; prendeva atto di una sottosezione ~For-1.e Ammtc~ alle
delle dimissioni da Consigliere dcl dottor dipendenze della Sezione di Romn; venne
Schenk; ascoltava le comu nicazioni del Pre- esaminat a l'impostazione tecnica dell a Hi·
sidente sugli abboccamenti avuti a Homa v ;slri Mensile e riaffem1ato il pri ncipio
con il Commissariato per il turismo e a.Itri che tutti gli articoli relativi a prim e ascen-
organi centrali, specialmente in riferimento sioni importanti dovevano ad essa essere
al progetto di regolamento dei rifugi al- convogliati e non usati da pubblicazioni se-
pini, deliberando di svolgere tutta. l'opera zionali ; venne proposta una categoria di so-
necessaria al lìne di far accettare il punto ci giovani, lìno ai 18 anni di età con quota
di vista del C.A. I. Deliberava di procedere ridotta, moclifìcando conseguentemente le
all"ìmpianto del targhettario e successiva- disposizioni dello Statuto, e venne espresso
mente del,lo schedario generale dei soci un elogio a Saglio per aver felicemen te
secondo l'esauriente relazione presentat a portato a termine la guida Alpi Ret.icl1e
dal dr. Silvio Saglio; esaminava l'opuscolo Occideutnli della collana Da rifugio a ri-
di propaganda predisposto dalla compe- fu gio
tente commissione, alla qua.le esprimeva A Torino si discusse la. possihilità di
il proprio elogio; esaminava la pratica rela- organizzare una. spedizione al Karakorum,
tiva all'installazione di nuove corde fisse dove nel frattempo il Consigliere Desio
al Cervino e a.I Dente del Gigante espri- e Riccardo Cassin si erano recati a scopo
mendo un vivo ringraziameuto al Consor- orientativo; si diede incarico a una Com-
zo Nazionale Canapa per il dono fatto e missione di predisporre proposte concrete
per la possibilità di girare una pellicoL1 per \'immissione dei giovani al C. A. I. ;
cinematografica dcli' installazione stessa; si approvò la cess ione di terreni alla Fe-
prendeva in considerazione la proposta cla.ia richiesti dalla S. A. D. E.; si d iede
dell'avv. Cha.bod per uno studio di cord e incarico a Silvio Sa.glio di preparare un
tipo, particolarmente adalte alla monta- volume rigl•ardante i rifugi dcl C. A.T. ; si
gna; accordava. il trattamen to di recipro- ringraziarono Ardito Desio, Guido Bcrta-
cità al Club Alpino Olandese e deliberava rclli e Silvio Saglio per la realizzazione
lo scioglimento delle Sezioni di Acireale, pratica dcl volume Alpinismo 1tnlin110 nel
Are7.zO, Himini, Sanana e Valcos:t. M ondo dcl compianto Ettore Castiglioni
Al rifugio He,·olto si provvide alla no- e venne sciolta la Sezione di Trapani per
mina di Elvezio Bozzoli-Parasacchi a Se- inattività. In occasione di questo consiglio

300
venne reso omaggio, deponendovi una co- siclente generale, dopo a\'er ricordato i
rona, al monumento di Quintino Sella al soci scomparsi, annunciava la composi-
Valentino, dove fu fondato, nel 1863, il zione sociale al I" gennaio, che rjsul·
Club Alpino Haliano; in seguito i Consi- ta\'a essere di 72656 associati così sud-
glieri si recarono a Oropa, per rinnovare divisi: 46323 ordinari, 22.501 aggregat i e
l'omaggio alla tomba di Quintino Sella e 3832 vi tal izi e perpetui. A parte il note-
successivamente si portarono a Biella per vole lavoro S\'Olto in materia di rifugi, per
visi tare l'Istituto Fotografico Vittorio Sella. i quali \'ennero distribuiti contributi pe r
Si era detto che l'epoca dei Congressi circa 4 milioni, tutte le sezion i risultavano
fosse praticamente finita e diventata di attive nell'organ izzazione di gite collet-
scarso interesse; fatto sta che 200 soci, in tive; anche nel campo individuale si con-
rappresentanza di 43 sezioni, diedero il statava una conforta nte ripresa, special-
loro voto di fiducia al LXV Congresso che mente con una serie di ascensioni di note-
si tenne a Salerno, nel mese di giugno vole importanza nel periodo invernale. Il
Dopo i soliti ricevimenti e discorsi, si eb- Soccorso alpino si presentava con un lavoro
bero le relazioni sullo "Studio delle nevi \'eramente notevole nel settore trentino
e delle valanghe" e su lle "Hiccrche e per il competente interessamento del dr
studi su lla sicurezza degli alpinisti". Se- Stenico; notevole fu pure il lavoro dcllil
gui rono i pranzi e le git e verso Amalfi, Commissione per le scuole di alpinismo
Pacstum, Monte Faito, Monte Sant'A ngelo che aveva provveduto alla stampa di tre
a Tre Pizz.i, Pompei, Eboli, Portosa, nella dispense relative alla flora e fa11na alpe-
alta \'alle del Cilento e Capri. stre, alla geografia montana e alla topo-
Nel Gruppo dello Schiara la Sezione grafia e orientamento
di Belluno provvedeva a collegare con sen- Nella sua relazione il Presidente gene-
tiero il J>orton dello $chiara alla Forcella rale si soffermava su i sentieri, sui cam-
della Guscla e nel Gruppo delle Pa le di peggi, sugli accantonamenti e sulle altre
San i\fartino veniva rea lizzata la via fer- commissioni: e dava dettagliate notizie sul-
rata tra i rifugi Mulaz e Hosella. le origini e la preparazione della spedi-
Avvenimento di grande risonanza fu il zione al K 2 e gli impegni presi per il suo
conferimento del Premio Colombo alla fin anziamento.
spedizione alpinistica inglese che aveva Il 17 gennaio, a Genova, il Consiglio
conquistata la vetta dell'Everest. centrale, udita la relazione della Commis-
In materia di rifugi si ebbero le inau- sione esecutiva per la spedizione italiana
gurazioni: dell'Elisabetta Soldini, del Fio· al K 2, prendeva atto con vivo compiaci-
rio, del Fantoli, del Damiani, del San Mar- mento di quanto essa aveva fatto per la
co, del Padova, del Battaglione Cadore, organizzazione nel campo della scelta dci
ciel Passo Duran, dcl Nassano, del Casen- componenti, dei materiali e della raccolta
tini e del Donegani. Venivano sistemati e dei fond i; esprimeva il suo vivo ringra-
ampliati il rifugio Balasso e il rifugio Po- ziamento al C.O.N. I. in particolare e ~1gli
milio e si dava corso al tracciamen to di Ent i pubbl ici, l.stìtuti, Società e a quanti
un nuovo tronco del ~sentiero delle Boc- avevano dato e daranno, ivi com prese le
ch ette~ nel Gruppo di Brenta. sezioni del C.A.I. che erano state chiamate
a dare il loro apporto morale e materiale
1954. Il 2 maggio veniva tenuta a Confermava, come venne deliberato a ~fi­
Boma l'Assemblea dei Delegati. Il Pre- lano il 7 novembre 1953, che la spedizione

301
sarebbe stata organizzata dal Club Alpino saluto augurale ai componenti la spc<li-
Italiano e dal Consiglio Nazionale delle zione e deliberava di istituire un fondo
Hiccrche e che si sarebbe svolta sotto la straordinario per le spedizioni ext ra-euro-
responsabilità del Club Alpino Italiano, pee, devolvendo per lo stesso le eventuali
sia morale che tecnica e dell'amministra- sopravvenienze attive della gestione deliri
zione dei fondi. 1n tale seduta veniva no- spedizione, iu ciò sicuro di interpretare il
minata una Commissione per la diffusione pensiero di tutti i generosi offerent i che,
dell'uso dello sci e si ratificava la trasfor- con il loro apporto, avevano inteso di soste-
mazione in Sezione della Sottosezione di nere l'opera dcl C.A. I. nella conosccnz.1
Colleferro. e studio delle montagne extra-europee.
Nella seduta del 14 mari:o, tenutasi a Si ebbe una terza seduta a Roma !I
Novara, venne preso atto della relazione 1° maggio, durante la quale, udita l'esau-
fatta dal prof. Desio e dal dr. Lombardi rien te esposizione del dr. Lombardi sulla
sull'organizzazione della spedizione al K 2 spedizione al K 2 e sull'andamento della
e sulla raccolta dci fondi e, richiamata la raccolta dci fondi, si deliberava di soprasse-
deliberazione con la quale il C.A. L assu- dere alla richiesta di aumento della quot.1
meva la piena rcsponsabilitù morale e per la Sed e centrale, prevista da un ordine
finanziaria della spedizione al K 2, consi- del giorno dell'Assemblea dei Delegati.
,Jcrato che il contributo dello Stato non A Bognanco, il 4 settembre, il Consiglio
poteva giungere con la tempestività ne- centrale deliberava di concorrere con sci
cessaria per lo svolgimento delle pratiche milioni alla cost ituzione di 26 stazioni di
occorrenti al trasferimento valntario nel Soccorso alpino; autorizzava la Sezione di
Pakistan, deliberava: di interveni re nelle Lecco a cedere i ruderi del rifugio Tavcc-
operazioni di finanziamento transitorie oc- chia e deliberava di portare alla prossima
correnti pt;r procurare i mezzi b cui ero- Assemblea dei Delegati la nomina a Socio
gazione era indi lazionabile e ciò fi no alla onorario di Marce] Kurz.
concorrenza massima di 25 milioni, e an- li 12 dicembre a Bergamo approvava
che ove occorra mediante assunzione di l'elenco dei componenti della Delegazione
obbligazione cambiaria: di autorizzare il romana e la trasfonnazione della Commis-
Presidente generale o il vice-Presidente sione dcl Soccorso alpino in una Direzione
generale da lu i designato a sottoscrivere, del Corpo di Soccorso Alpino dcl C.AJ.;
in nome del C.A. I., presso l'istilnto finan- esaminava la posizione giuridica del soda-
ziatore, le relative operazioni, d'intesa lizio e provvedeva allo scioglimento delle
con la Commissione K 2 e i generosi soci, Sezion i di Camaiore, Caronno Pcrtusella,
che, con prestazione disinteressala di ga- Parabi3go e Verano Brianza.
ranzie personali, agevoleranno la conces- L'attività dcl C.A.I. venne in gran parte
sione immediata di tale fi nanziamento; di assorbita dalla preparazione della Spedi·
impegnare il Consiglio centrale, qualora zionc italiana al K 2, che ebbe uua grande
la durata d i tale operazione debba prolun- eco nella stampa.
garsi, a proporre alla Assemblea dei dele- I festeggiamenti ai reduci dcl K 2 as-
gati la prestazione di garanzie reali d_l sunsero forme plebiscitarie e indcscri,•ibili
parte del C.A.L per la copertura del finan- li primo scaglione, del quale facevano par-
ziamento stesso. iMentre esprimeva il suo te Compagnoni, Rey, Fantin e Pagani, ve-
plauso e la sua gratitudine al prof. Desio niva accolto da una folla entusiasta a Ciam-
e alla Comm issione esecutiva, porgeva un pino e al Forlanini di Milano. Laccdclli,

3(}2
Floreanini, Gallotti, Abram, Bonatti, Viot- mento da parte della città di Genova ».
to, Soldà e Angelino sbarcarono invece a e Purtroppo la conquista è costata un grave
Genova con la motonave Asia, accolti e sacrificio: una giovane vita si è immolata,
travolti da un'ondata di caloroso affetto e il nome di Mario Puchoz, l'invitto valdo-
A Genova si vissero intensamente le stano, è oramai legato, con la sua spoglia
giornate colombiane, durante le quali ven- mortale a quella montagna che fu la Sua
ne conferito il Premio Colombo con la se- ultima ardente aspirazione•.
guente motivazione: e Genova conferisce A Trento, in occasione dcl !Il festival
il premio internazionale dello Sport Cri- del fllm di montagna; a Torino, dove ai
stoforo Colombo per l'anno 1954 alla Spe- membri della spedizione, venne consegnata
dizione del Club AJpino Italiano al K 2 una vettura F'IAT, dono del C.A. I. ; a Bel-
della quale fanno parte: Ardilo Desio, En- luno, dove !'on. Saragat portò il saluto del
rico Abram, Ugo Angelino, \Valter Bonatti, Governo e in molte altre località, le acco-
Achille Compagnoni, Cirillo Florcanini, glienze furono festose. Esse cul:uinarono
PinO Callotti, Lino Laccdelli, Mario Pu- a Milano, dove si erano vissute le giornate
choz, Ubaldo Hey, Sergio Viotto, Cino faticose e assillanti della preparazione ma··
Soldà, Guido Pagani, ~fario Fantin, che in teriale della sped izione fino alla partenza.
mirabile unità di intenti e di entlrgie, spinti A Homa, a chiusura dei festeggiamenti,
da mistico fervore di ascesa e tenace vo- gli scalatori furono ricevuti in udienza spe-
lontà di vittoria, portarono sulb ~econda ciale dal Sommo Pontefice e dal Presidente
vetta del mondo, con i colori della Patria, d ella Repubblica, che distribuì onorificen-
l'umana e implacabile ansia di conquista; ze e consegnò la medaglia d'oro al Valor
riaffennando così l'alta dignità dell'uomo, Civile alla memoria dcl compianto Puchoz,
cu i è dato, in virtù della creazione, poter a Compagnoni e Lacedcll i, e quella d'ar-
dominare, in pace e amore, la terra, rag- gento a Bonatti.
giungendo tutte le vette con la luce del Componevano la Commissioi1e esecu-
pensiero, il sano vigore della for.ta fisica, tiva che aveva preparata la spedizione:
l'audacia degli ardimenli, la dedizione as· Cntdo Bertarelli, Aldo Bonacossa, Henato
soluta ai doveri della vita e soprattutto b. Chabod, Amedeo Costa, Alessandro Guasti,
fede nei valori dello spirito; i :>oli che ele- Vittorio Lornbardi, Guido Rivetti, Silvio
vando i cuori ai vert ici di ogn i altezza li Saglio (segretario), Attilio Tissi, Ugo di
rendono partecipi della maestà dell'infi- Vallepiana e Piero Oneglio per il C.O.N.I.
nito :t. Grande successo ebbe il [IJ Festival
La cerimonia, densa di significato, ebbe della montagna promosso.dal C.A. I. a Tren-
un contorno di personalità e dei più bei to dal 15 al 17 ottobre; successo che pre-
nomi dell'alpinismo internazionale, di gui- miava meritatamente le fatiche dei tenaci
de e di sodalizi alpinistici strnnicri. ed entusiasti sostenitori e organizzatori ,
La manifestazione ebbe un seguito .1 intelligentemente coordinati e guidati dal
Chiavari, dove prese la parola il Presidente vice-Presidente Amedeo Costa.
generale Figari, molto grato alta città cli li LXV I Congresso ebbe luogo dal 1
Genova per fonore fatto al C.A.l ., asse- al 10 settembre; organizzato dalla Sezione
gnando il grande premio alla Spe<lizione di Domodossola. Dopo i discorsi e le rela·
K2. e li Club Alpino che ha ideato, orga- zioni, l'ing. Calciati, con l'ausilio di un
nizzato e finanziato la spedizione, è super- completo plastico della Val d'Ossola, illu-
bamente fiero di questo altissimo riconosci- strava gli impianti idroelettrici della zona;

303
seguivano il dr. Stenico, che illustrò il la- dei soci era di 75000 in totale. di cui 46691
voro fotto dal Soccorso alpino e lo schenrn ord inari, 24583 aggregati e 3832 vitalizi e
della stazioni previste con lo stanziamento perpet ui. Hicordava che l'attività delle se-
cli sci milioni stabilita dalla Sede centrale, zion i si svolgeva oramai con un ritmo in-
e il dr. Bertarelli che fece una sintesi della tenso e in con tinuo e progressivo svil uppo,
Sped izione al K 2. Chiusa la parte ufficiale facendo sperare anche in una ripresa dello
s'iniziarono le gite in Val Bognanco, in Val sci-a lpinismo, di pari passo con il movi-
Fonnazza, al Sempione, ai rifugi Zamboni mento alpinistico individuale. Si ;.offermò
e Zappa, al Comergrat e aJle Isole Bor- a lungo sulla sped izione al K 2, comuni-
romcc. cando che In Parlamculu crn allu ~tmliu,
Si inaugurarono i rifugi; Pellcr, Elisa- e fu poi concessa, una pensione al com-
betta, Alba }. laria Dc Luca, Mcttolo C;1- pianto Puchoz, a Compagnoni e a Lace-
stellino, i\ lario Z."lppa, Tartaglione e Cri- delli. Portava a conoscenza l'inaugurazione
spo. Ampliato e ricostruito venne il rifugiv dei rifugi Tartaglione, Crispo, Zappa, Ca-
Puez. gliardone, Cilt:\ di Ciriè, Meuolo Castel-
La Rivista Meusik pubblicava il reso- lini e dei bivacchi Della Chiesa e Su rin-
conto della ricognizione preliminare al gar, nonché la sistemazione dei rifugi Pier
K 2 compiuta da Desio e Cassin; l'assi- Fortunato Calvi e Vicenza, e lamplia-
curazione volontaria dei custodi dci rifugi; mento dci rifugi alla i\·lologna, dcl Pucz
la relazione della spedizione americana al in Vallunga e dcl Nogara ai Boccoli Lor-
K 2; In nomina di Giuseppe e Giovanni Bat- la. Trovava abbastanza regolare la pub-
tista Gugliem1ina a soci onorari del C.A.T. ; blicazione della Hivista Mensile; in pieno
il rendiconto della sottoscrizione e dcl ma- sviluppo l'organi7.zazione dcl Soccorso al-
teriale avuto per la spedizione al K 2 con pino, in efflcienza il Comitato scientifico,
!"elenco dei sottoscrittori e donatori; il il Consor.r.io nazionale Guide e Portatori,
rientro della spedizione del K 2 in Patria; la Commissione scuole di alpinismo, i cam-
la relazione della spedizione all'Api di Pie- peggi e gli accantonamenti nazionali, In
ro Ch iglione; la lettera di Quintino Sella Commissione cinematografi ca, la Biblio-
a Bartolomeo Castaldi dopo la salita dcl teca, il C. A. A. I. ; si compiaceva per la
Monviso; l'ordine di servizio n. 13 della pubblicazione della Guida dei i\lonti d'Ita-
spedizione al K 2; la relazione del prof. lia, complimentando Silvio Saglio che
Desio e • Come raggiungemmo la vetta • aveva dato alla stampa il volume i\/pi Re-
di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. tiche meridio11a/i della collana Da rifugio
G rande rimpianto lasciarono la morte a rifugio.
di Mario Pucho-.r. durante la spedizione al 1 rapporti con gli enti pubblici furono
K 2; di Giuseppe Barenghi, Roberto Bi- improntati alla massima cordialità • tutto
gnami e Giorgio Hosenkranz durante la q uesto - soggiungeva - dovrà lasciarci
spedizione al Monte Api. Si spegneva Fe- liberi, come siamo sempre stati e come ri-
lice i\fondini autore di pregevoli monogra- chiede il parere espresso dal vostro Con.;i-
fie sulla Valle di Saint Barthelemy, sulla glio centrale e dall'Assemblea dei Delegati;
Valpelline, sul ~fonte Bianco e sulla Serra anzi, noi abbiamo anche richiesto l'aboli-
del!' Argentera. zione di quel decreto, tuttora in vigore,
che metteva il "Centro Alpinistico It aliano~
1955. A Bologna, il 15 maggio, il Pre- (denominazione fascista del Club Alpino
sidente generale comunicava che il numero Italiano) alle dipendenze del Ministero

304
LA Cmc:-;A ~ l t:mmo:-; ,u, t;, da Cima Ca-
loldc n.
(Foto S. Soglio)
della Pubblica Istruzione, il quale a dir Nella riunione del 24 luglio il Consi·
vero in tutti questi anni non se ne è mai glio centrale esaminava la situazione rela-
minimamente curato, ma che noi <lcside· tiva alla spedizione del K 2 e quella riguar-
riamo veder abolito, allo scopo cli climi· dante il lìlm , deplorando le infondate no-
narc ogni possibilità di interferenza >. tizie e le arbitrarie illazioni diffuse con
Jn questa Assemblea tornava quindi in troppa leggerezza circa pretesi scandalosi
discussione la dipendenza dal Ministero affari realizzati alle spalle degli alpi11isti,
della Pubblica Istruzione, sollevata da Ar· verso i quali il C.A.l. ha fatto quanto er,1
denti i\lori~1i, il quale riteneva fosse neces- doveroso e possibi le; accettava le dimis·
sario il riconoscimento del mutamento del sioni di Desio da membro del Consiglio
nome e dello Statuto del 1952. centrale e respingeva quelle di Lombardi.
Veniva approvato all'unan imilà un or· Il 25 settembre esaminava la situazione
<line dcl giorno in cui si richiedeva al Par- creata dalla citazione presentata da Achille
lamen to la rifom1a della legislazione vi- Compagnoni e prendeva le delibere rela-
gente, con il riconoscimento del diritto tive all'atteggiamento da tenere nella cau-
dcl Club Alpino al proprio reggimento de- so promossa contro il C.A.1.; e accettava
mocratico e a una adeguata collaborazione le rinnovate dimissioni del dr. Lombardi .
dello Stato al raggiungimento dei pubblici La Hivista Mensile pubblicava, nel suo
lìn i che si perseguono. numero di ottobre, una ampia relazione
Si procedeva alla nomina di un Vice- di G. Bertoglio, R. Chabod e S. Saglio su
presidente, nella persona di Amedeo Costa, e La spedizione al K 2 negli atti e docu-
e dei Consiglieri: Giovanni Bortolotti, Bru- menti del C.A. I. >, allo scopo di illustrarne
no Credaro, ~ l assimo Lagosti:na, Attilio ai soci le vere vicende. E poiché il pror.
Tissi, Guido Pagani, Arnaldo Bogani, Al- Desio rispondeva a detta relazione con
fonso Vandelli, Ugo di Vallcpiana, Nazza- una lettera dell'S febbraio 1956, integral-
reno Rovella, Vittorio Lombardi e Dome- mente pubblicata sul numero 3-4 della
nico Boni. Hìvista Mensile dcl 956 e un Libro Bianco
Nella seduta del 5 marzo, a Torino, il edito il 24 mart.:0 1956, fa Rivista Mensile
Consiglio centrale, ritenuto oramai esau· pubblicava ancora, sul numero 5-6 dcl
rito il compito affidato alla Commissione 1956, una ampia e Replica al prof. Desio >,
esecutiva per la spedizione al K 2, ringra· redatta con la collaborazione di G. Ardenti
ziava i membri della stessa, riconoscendo Morini, G. Bertoglio, E. Bozzoli-Pa.rasacchi,
loro il merito della brillante organi.7.za- R. Chabod, C. Chersi, A. Costa, S. Saglio
zione della spedizione vittoriosa, e devol- e A. Tissi.
veva al Comitato di presidenza la liq ui· A Milano, il 24 dicembre, veni va porta·
dazione patrimoniale di tutte le residue ta a conoscenza la donazione di Gianfranco
pendenze. Casati Briosch i della somma di L. 5.800.000
A Bologna, il 14 maggio, si deliberava la in titoli per la Fondazione Maria Casati
pubblicazione del volume I rifugi ciel C.A. I Brioschi De Buzzacarini a fa vore del Con-
e dell'fodice gerie rale della Rivista., nonché sor.1:io Nazionale Guide e Portatori ; si ap·
i relativi piani di finanziamento; si stabi- provava il testo del nuovo regolamento
liva che tutlo il materiale fotografico della del Corpo di Soccorso alpino; si aderiva
spedizione K 2 dovesse ven ire raccolto e al voto di protesta dell'U. f.A .A. per la pro·
consegnato all'Istituto Vittorio Sella di gettata costruzione della teleferica del
Biella. Monte Bianco; si approvava la trasforma-

305
zione in Sezione della Sottosezione di Ver-
res e si scioglieva quella di Melzo.
Venivano pubblicati contemporanea-
mente tre volumi della Guida dei Monti
d'Italia: Adamello di Silvio Saglio e Gual-
tiero Laeng, Alpi Carniche di Ettore Ca-
stiglioni, opera postuma aggiornata e com-
pletata da Silvio Saglio, Appennino Ce11-
trale di Carlo Landi Vittorj.
Il LXVll Congresso del C.A.L si svolse
in Sardegna, dal 27 al 31 agosto; i congres-
sisli, sbarcati a Olbia, attraversarono una
prima volta l'isola in treno e si portarono
a Cagliari, dove si pronunciarono ì discorsi
e si discussero le relazioni; aperse la serie
il prof. Guardabasso, trattando della ne-
cessità di una guida intesa a illustrare par-
ticolam1ente la montagna sarda e dando
lettura degli studi di C. B. Castiglioni sul-
l'Adamello e di Aldo Maffi sui laghi arti-
ficiali e sui relativi impianti; seguiva il prof
Maxia, che intratteneva sulla preistoria e
sulle grotte dell'isola; chiudeva la rassegna Ciooomii Anlc11U ilforfai
Pre$itlc ..1c JaU'oprilc 1956 al maggio 1959; .ti occupò
sulla fauna del prof. Guareschi. Interessan- degli stmfi sulla radicele riformo delle leggi rig1wrda"-
tissime le git~ a Ma~mer, Nu~ro, Alg~1e ro, tl il sodalizio e della ripresa delle spcdizi-O"i extra-
Bosa, Sassan, Tempio Pausama, Aggius e eurO))ee, allua ..do l'organiz:wzione di quello ol C4
la puntata a Caprera
Venivano inaugurati nell'anno i rifugi
Gagliardone, Città di Arona, Rosalba e il Morini, replicava che il trasformarsi della
bivacco ~fanenti al Lago di Balanselmo; vita sociale e il progresso scientifico impo-
si sistemavano il rifugio Carlo Bosio e nevano alcune innovazioni nelle strutture,
il bivacco Cort i. Devastato da un incendio ma e esse saranno tali da non turbare le
il rifugio Mucrone e da valanga il rifugiv caratteristiche essenziali del vecchio e ca-
Eugenio Sella, appena riattato e arredato ro Club Alpino. I consoci ne hanno avuto
notizia all'Assemblea dei Delegati di Bo-
1956. Nel lasciare la Presidenza gene- logna nel 1955 e hanno approvato il nostro
rale, Bartolomeo Figari rivolgeva il suo programma. Esso sarà attuato metodica-
saluto più caldo e affelluoso a tutti i soci e mente, chiedendo al Paese adeguato rico-
li ringraziava della fìducia ripetutamente noscimento delle nuove spontanee iniziative
accordata, concedendogli il grande onore degli amici della montagna; promovendosi
di essere stato per nove anni capo del ancora di più l'esplorazione e lo studio
C.A.l; di risollevarlo dalle condizioni nelle delle montagne extra-europee; sorreggendo
quali lo aveva lasciato la guerra e ripor- nel limite del possibile lo sforzo umani-
tarlo alla grandezza del suo passato. tario delle sezioni, le quali, a1 servizio di
11 nuovo Presidente, Giovanni Ardenti tutti gli alpin isti e non dei soli ~oc i , hanno

306
aperto in tutto l'arco alpino e nella catena esplicato da volontari, rimunerati unica-
appenn inica, oltre quattrocento case di mente quando sono chiamati a prestare
gratuita ospitalità, i nostri rifugi; hanno l'opera loro e da dirigenti che tutti si pre-
creato e incrementato un corpo di guide stano gratuitamente, animati solo da un
alpine che per le sue benemerenze pub- nobilissimo principio umanitario di altrui-
bliche merita più ampi e pratici ricono- •mo
scimenti, unitamente al nuovo e già vigo- Affermava che molta attività era stata
roso Corpo di Soccorso alpino; continuan- . dedicata alle esplorazioni speleologiche,
do e possibilmente migliorando b. stampJ. nelle quali avevano specialmente lavorato i
delle nostre pubblicazioni. gruppi di Milano, Bergamo, Como, Bre-
Nell'Assemblea dei Delegati, tenutasi scia, Modena e Palermo; che le guide .e
a Modena I' 8 aprile, il Presidente generale portatori assicurati furono 674 e che,
uscente Bartolomeo Figari, affermava che come era stato previsto eq in corso di
l'aumento dei soci, che già si era delineato stampa il volume Alpi Orobie di S. Saglio,
lo s~orso anno, era continualo; al 1° gen- B. Credaro e A. Corti nella Guida dei
naio essi erano: 48703 ordinari, 25758 Monti d'Ital ia. In materia di pubblicazioni
aggregati, 3874 vital izi, per un totale di ricordava che il Consiglio centr;1Je avev•l
78335 assegnata una medaglia l'oro di beneme-
L'attività delle sezioni, in tutti i campi, renza al dr. Silvio Saglio, per l'opera ap-
in montagna con le numerose gite sociali, passionata e intelligente che da venticin-
in città con manifestazioni varie, si era que anni dedicava con costante assiduità
dimostrata intensa, accrescendosi anche aUa realizzazione delle nostre guide di
nel campo dello sci-alpin ismo e nell'atti- montagna. Si soffem1ava in seguito sui
vità individuale. Due delle maggiori attività campeggi, sulle scuole di alpinismo, sulla
furono quelle della manutenzione e costru- Commissione cinematografica, sul Con-
zione dei rifugi e l'organizzazione del Soc- gresso, su i Soci onorari {Marce! Kurz). In
corso alpino nelle Alpi Giulie e nella zona merito alla spedizione del K 2 affermava
del ?i.fonte Bianco, con l'istituzione di 11 che questa impresa meravigliosa « che fu
delegazioni di zona, di 76 stazioni con definita, e non da noi, la più grande 6nora
1414 inscritti; nuova attività che riveste compiuta; questa superba conquista che i
oramai il carattere di un vero e proprio ragazzi della nuova generazione italiana
servizio pubblico a disposizione di tutti hanno saputo offrire all'Italia; ottenuta
coloro che percorrono le nostre montagne, con una perfetta coesione spirituale e quel-
soci e non soci, italiani e stranieri; e riveste la piena fu sione di animi e di volontà di
una particolare importanza agli effetti del tutti gli uomini della spedizione, che do-
turismo in montagna, richiedendo però un veva dare la possibilità a due di loro di
finanziamento continuo, non solo per il raggiungere la vetta con uno sfor.w di vo-
mantenimento delle attrezzature soggette lontà teso 6no allo spasimo, superando la.
a logoramento, ma anche per far fronte a insidia del maltempa e la subdola del de-
quella parte di spese non ricuperabili, che stino, che li privava dell'ossigeno a quota
non sono lievi. Il Governo dovrà lìnirc per 8500; questo dono fatidico offerto dal e
convincersi che, come ha provveduto al A.I., quasi a cor9nare un secolo di vita
finanziamento di altri servizi pubblici, quali dedicato al .culto della montagna e a pre-
ad esempio quello dei Vigili del fuoco, do- parare fisicamente e spiritualmente gli uo-
vrà pure provvedere a questo che viene mini per queste gesta; era servito invece a
dare lo spunto a una campagn<l denigr,1- dettagliatamente illustrato airAssemblea
torfa. nei nostri riguardi, che indubbiamente di Bologna, si era insabbiato nei meandri
arrecava un incalcolabile dam10 morale della burocrazia romana: le nostre spe-
al C.A.I., di cui purtroppo dobbi:lmo por- ranze si basavano - soggiungeva il Presi-
tare le conseguenze. Senza entrare in me- dente generale - su formali assicurazioni
rito alla questione, oramai affidata, non che ci erano state date da autorità di go-
per nostra volontà, alla saggezza del magi- verno, sulle quali si faceva sicuro affida~
strato, desiderava soltanto dichiarare che mento, ma che purtroppo erano rimaste allo
il C.A. I. sen tiva il dovere morale di pubbli- stato di speranze. cA malincuore ci si è con-
care un rendiconto finanziario documen- vinti che, mentre lutti so110 disposti a esal-
tato della spedizione, dal quale risultava tare i grandi meriti e le altissime bene-
che le spese furono coperte per 65 milioni merenze del C.A.I. e a riconoscere a pa-
circa dai proventi di una pubblica sotto- role la necessità di aiutarlo e di favorirlo
scrizione fatta dal C.A.I., 20 milioni ver- in questa sua opera altamente educatrice
sati dal C.O.N.I. alla condizione che l'am- della gioventù, ad ammettere il dovere di
ministrazione fosse stata fatta dal C.A.l ». dargli i mezzi per poter sviluppare queste
Dichiarava che ci si trovava di fronte a un sue iniziative, svolte con spirito altruist ico
capo di spedizione che si rifiutava di dare la a favore di tutti, alcune delle quali assu-
documentazione delle spese, il che ci met- mono il carattere di veri e propri servizi;
teva anche in difficoltà con il Consiglio quando si tratta di passare alla realizza-
Nazionale delle Ricerche per l'incasso dei zione, subentra quello spirito burocratico
50 milioni destinati dal Governo :illa pre- che, se pur necessario in linea di principio,
parazione della spedizione; rifiuto che il demoralizza e attutisce ogni slancio e an-
c:ipo della spedizione giustificava dicendo 1mlla ogni più bella e rosata illusione>
di non rite)iersi mandatario del C.A.l., men- All'Assemblea di Modena parteciparono
tre era pacifico che era stato nominalo capo 300 Delegati, in rappresentanza di 102 se-
della spedizione proprio dal nostro Con- zioni . Preso atto delle sopra riportate di-
siglio centrale. Pertanto, per poter avere chiarazioni del Presidente generale sulla
tale documentazione e per poter giustifi- situazione attuale delle vertenze e delle
care pubblicamente la spesa di oltre 110 pratiche in corso, relativamente alla spedi-
milioni, costo della spedizione, come per zione al K 2, respingeva l'ordine del gior·
ottenere la consegna dei materiali residuati no presentato dal delegato della Sezione
e non utilizzati, da destinarsi a future spe- di Udine a nome del suo Consiglio diret-
dizioni, si era dovuto ricorrere ai legali, per tivo e approvava l'operato della Presidenza
ché tutte le trattative amichevoli si erano generale e del Consiglio centrale per la
spuntate contro la decisa volontà dcl capo tutela del buon nome de·] C.A.I. , nonché
della spedizione (sulla questione K 2 si ri- l'azione che con dedizione disinteressata i
chiamano le menzionate relazioni in R. M. dirigenti centrali e sezionali e i soci svol-
1955, n. 9-10 e 1956, n. 5-6)- gono perché il sodalizio tenga alto il suo
In merito alla personalità giuridica le patrimonio morale di alta idealità, consa-
fiduciose speranze espresse lo scorso anno, crato da quasi un secolo di attività operosa
non avevano potuto essere realizzate e ci si Venne in tale Assemblea rae<:omandata
trovava pertanto allo stesso punto. li pro- la costituzione di un "fondo di solidarietà
getto di legge che Ardenti Morini, pre- fra i soci dcl C.AJ. per il soccorso in mon-
sidente della Commissione legale, aveva tagna", da alimentare mediante il contri-

308
buto annuo obbligatorio di L. 100 per so- prontare un completo piano di ripartizione,
cio; fondo che dovrebbe essere ammini- diretto a premiare le iniziative sezionali e
strato dalla Sede centrale del C.A.T. e che centrali, per la ricostruzione, l'ampliamento
dovrebbe assicurare a tutti il pagamento e l'arredamento avvenuto e da avve11 ire
delle spese per l'intervento delle squadre dei soli rifugi alpi.nisticamente utili allo
di soccorso, il trasporto dci feriti e la te- sviluppo dell'alpinismo. Infine autorizzava
nuta in efficienza delle attrezzature del la Sezione di Torino di cedere a ter.ci il
Corpo di Soccorso Alpino vecch io rifugio Elena in Val Ferrei ed
Si approvò un ordine del giorno che esprimeva ancora una volta la solidarietà
raccomaJJdava alla Presidenza generale la alla Feclerazione Francese della Montagna
p iù decisa azione pe r il mantenimento dei e al Club Alpino Francese nel condannare
rifugi in Alto Adige nell'attuale stato giu- la costruzione della funivia Punta Helbron-
ridico, in modo che 'le sezioni potessero ner-AiguiUe du Midi.
continuare nella loro appassionata opera A Modena il 7 aprile, preso atto della
svolta per oltre trent'anni a vantaggio del- uscita del Libro Bianco del prof. Ardito
l'alpinismo nazionale Desio, riconosceva che in esso la verità
Veniva esamina ta la proposta di modi- era stata completamente travisata e deci-
fi ca dell'aiiicolo 25 dello Statuto, Che ven- d eva di rispondere con la pubblicazione
11e respinta, e si procedette alle elezioni d ella menzionata cReplica) in R. Al. 1956,
che dettero il seguente risultato : Giovanni n. 5-6; accettava in via d i massima la pro-
Ardenti Morini a Presidente generale; El- posta dcl generale Michcletti per la prepa-
vezia Bozzoli Parasacchi a Vice-presidente razione dell'indice dcl Bollettino ed espri-
generale; Virginio Bertinelli, Giovanni Bcr- meva un voto di plauso ai membri della
toglio, Antonio Buscaglione, Bruno Tonio- spedizione Dc Agosti.iii, per le vittoriose
lo, Alessandro Guasti, Silvio Saglio, Gian- imprese al Monte Sam1iento e al Monte
vittorio Fossati Bcllani, Guido Mezzatesta, I talia nelle Ande cilene.
Carlo Chersi, Umberto Valdo, Guido Ber- A Milano il 6 maggio nominava Segre-
tarelli, Giuseppe Cescotti a consiglieri; J\fa- tario generale Silvio Saglio e Vice-scgre-
rio Azzini, Furio Bianchet, Candido J\fate- hirio Giuseppe Cescotti; deliberava di de-
razzo, Piercarlo Penzo, Antonio Saviotli a mandare a una commissione, composta di
revisori dci conti accademici e di esperti, il progetto di mas-
li Consiglio centrale riunitosi a Genova sima di una prossima spedizione extra~eu­
il 26 febbraio, preso atto della risposta da- ropea; prendeva atto della offerta fatta dal-
ta dal prof. Ardito Desio alla pubblica- la compagnia assicuratrice di liquidare in
zione fatta dal C.A.l su lla R. M. 1955, via bonaria i danni di Compagnoni e La-
n. 9-10, e constatato che le eccezioni mosse cedelli per i congelamenti subiti al K2.
non· stavano che a confermare quanto do- Ancora a Milano, il 17 giugno, il Con-
cumentato dal C.A.L, riteneva che nel suo siglio centrale approvava i criteri di asse-
atteggiamento si riconosceva la volontà di gnazione alle sezioni dei nuovi volumi della
ostacolare l'opera del C.A.L nell'effettua- Guida dei Monti d'Italia; autorizzava la
zione di altre spedizioni. Prendeva pure Sezione di Merano di accendere un mu-
atto, ma con piacere e con senso di grati- tuo ipotecario; ratificava la costituzionr
tudine, del contributo accordato al C.A.L della Sezione d i Avezzano
dal Commissariato per il turismo e dava A Bologna, il 21 luglio, approvava \'isti·
mandato alla Commissione rifugi di ap- tuzione di una speciale categoria di rifugi

309
alberghi e presentava la nuova guida Alpi parsa di Antonio Berti che dedicò tutta la
Lepontine esprimendo un particolare plau- vita a studiare, far conoscere e amare le
so a Silvio Saglio per questa sua r.uova sue montagne dolomitiche.
opera.
A Como il 22 settembre deliberava di 1957. All'Assemblea dci Delegati di
organizzare al più presto una spedizione Verona il Presidente generale proponeva le
di alpinisti italiani con meta una vetta hi- nomine a socio onorario di Bartolomeo Fi-
malayana. gari e di Ceoffrey Wintrop Young, che ve-
A ;\ filano, il 18 novembre, udita la re- nivano approvate. Segnalava la situazione
lazione sull'opera svolta per ottenere la sociale, ammon tante a 79027 soci così ripar-
regolamentazione giuridica, invitava la titi: 47745 ordinari, 26394 aggregati, 3828
presidenza a proseguire l'opera iniziata, vitalizi e 60 perpetui. Fra i maggiori pro-
sulla base del disegno di legge abbozzato blemi affrontava la que:>tione dei diritti pa-
dalle autorità dello Stato, perché le even- trimoniali nel giudizio promosso da Achille
tuali modifiche del testo salvaguardino an- Compagnoni; l'organizzazione finanziar ia e
cora maggiomwnte gli interessi e l'auto- legale della seconda spedizione extra-euro-
nomia del C.A.l. Richiamato l'ordine dcl pea; lo ~tu dio per la trasformazione della
giorno che rendeva obbligatoria l'assicura- Rioista. Mensile e quello per creare nuove
zione contro gli incendi con la polizza ge- basi fìn:inziarie al sodalizio, con trattat ive
nerale st ipulata dalla Sede centrale, deli- presso gli organi cen trali dello Stato, onde
berava che nessun contributo di qualsiasi rinnovare la superata legislazione concer-
specie fosse distribuito alle sezioni che nente il C.A.I. ; la legalizzazione dei rap-
ancora non si fossero attenute a tale deli- porti fra il C.A.l. e la Società Cinemato-
l>erato. grafica K 2; il conseguimento della pensione
l i LVUI Congresso si svolse in settem- per invalidi!:\ e vecchiaia alle guide e
bre a Como; dopo i discorsi e i ricevi- portatori.
menti di rito, i congressisti si avviarono Nell'annata rigogliosa fu l'attività sezio-
verso il Piano dei Resinelli, quindi si tra- nale, intensa quella alpinistica individuale,
sferirono verso il Pialcral; in seguito si numerose le imprese invernali. Si provvede-
portarono alla Villa ~fonastero e in bat- va alla ristampa ciel volume Dolomiti orien-
tello, lungo il lago, fìno a Menaggio, donde tali di Antonio Berti.
in torpedone raggiunsero Porlezza e la Non si poteva dichiarare ancora chiuso
rrontiera Svi;-.zera. Altre gite ebbero come il capitolo relativo alla spe<lizione del K 2,
meta il rifugio dci Roccoli Lorla, Bonnio, inquantoché il prof. Ardito Desio aveva
lo Stelvio e Sondrio. Dopo la chiusura una promosso causa davanti al Consiglio di
comitiva partiva per il Hifugio Marinel!i Stato contro il Cons i~lio Nazionale delle
al Berni:na per poi raggitmgere il Pizzo Ricerche per ottenere l'assegnazione della
Sella. somma cl i L. 22.492.513, che la Presidenza
Con la F.I.S. J. si discusse a lungo sullo del Consiglio dei i'vlinistri, l'Avvocatura
sci-al pinismo e si riconobbe la necessità dello Stato, il Consiglio delle Ricerche,
della formazione di una Commissione, con avevano invece dichiarato di spettanza al
il compito di prendere accordi per aiutare C.A.I., quale ente organizzatore respon-
lo sviluppo dello sci-alpinismo nel settore sabile della spedizione. Tuttavia il Con-
specificatamente tecnico. siglio centrale, nonostante l'incertezza della
li C.A. I. prendeva il lutto per la scom- dispon ibilità di cui sopra, preparava una

310
sped izione nel Pakistan. Furono interpel- eleggere i loro rappresentanti e dell'indi-
lati gli alpinisti, fu chiesto il permesso al pendenza dell'associazione; - considerato
Governo del Pakistan, fu interessato il Mini- che alcuni organismi regionali già poten-
stro degli Esteri, ma lo stato di tensione temente e saggiamente aiutano il C.A.I.
esistente in quella lontana regione e la pre- nelle loro zone e che è nonnale e doveroso
senza di ben sette domande antecedenti che ciò avvenga anche da parte dello Sta-
alla nostra, non avevano dato esito favore- to; - prende atto delle trattative svolte
vole. dalla Sede centrale a seguito del mandato
Il Presidente generale nella sua lunga delle Assemblee dei Delegati di Bologna
relazione illustrò la riforma legislativa e e di Modena (195.5 e 1956); - richiede che
lesse il progetto di legge elaborato in nume- la riforma assicuri: a) la salvaguardia dei
rose sedute dcl Consiglio centrale e sotto- principi di democrazia e di auto-governo
posto ai competenti organi dello Stato. della Sede centrale e delle sezioni, e dei
L'Assemblea di Verona decideva di af- diritti di proprietà contenuti nello Statuto
fidare alla Sede centrale il mandato di ri- (1946-1952); b) fa limitazione dei controlli
prendere sollecitamente la pratica e di sot- dello Stato ai soli contributi dallo stesso
topone all'autorità governativa anche la conferiti al Club Alpino Italiano. Delibe ra
proposta tendente a far liquidare i propri d i procedere alla nomina di una Commis-
danni di guerra nel più brC\'C tempo pos- sione che esamin i gli schemi di legge pro-
sibile, onde rimettere in efficienza e poten- posti e ne prospetti i necessari adegua-
ziare con i mezzi reperiti il proprio patri- menti in relazione a quanto precisato sub
monio di rifugi, generosamente aperti al a) e sub b) e studi altresì l'adeguamento
servizio della collettività. Venne presentato dello Statuto per ottenere dallo Stato il
e approvato il seguente ordine del giorno: necessario contributo perché l'associazio-
• Hitenuto che le iniziative prese dal Club ne possa anche svolgere funzioni di u.tilità
Alpino Jta·Jiano, nell'interesse non solo dei pubblica, ferma tuttavia restando la sal-
propri soci, ma di tutti gli alpinisti italiani vaguardia dei suddetti principi. Invita il
e stranieri, richiedono per la loro con tinua- Consiglio a sottoporre le conclusioni cui
zione e il loro potenziamento (soccorso perverrà la Commissione all"Assemblea dei
alpino, scuole di al pinismo, Consorzio Na- Delegati da convocare prima dell',1ccetta-
zionale guide e portatori, manutenzione zione di ogni i.niziati,•a di carattere go-
rifugi e sentieri, E.S.C.A.L, Guida dei Mon- vernativo, fenni i poteri della stessa in
ti d"Italia, ecc.) il doveroso concorso cli tut- forza dell'attuale Statuto. Invita il Consi-
ta la Nazione: - che un'opportuna rifor- glio a proporre in questa sede all'appro-
ma, da attuarsi occorrendo in sede legi- vazione dell'Assemblea i nomi dei compo-
slativa, contribuirà a risolvere i problemi 11enti della Commissione stessa , .
del C.A.l e gli consentirà di maggior- Vennero pertanto nominati a compo-
mente sviluppare intenti culturali, scienti fi - nenti della Commissione: Giovanni Ardenti
ci e d'ardimento e fra l'altro consentir:\ la Morini , Guido Mezzatesta, Giorgio Menon i,
ripresa delle spedizioni extra-europee, al fl- Guido Alberto Rivetti, Giulio Apollonio,
ne che l'Italia non rimanga seconda ad al- Cesare Negri, Alfredo Amman, Antonio
cuno in alpinismo; - nella certezza che lo Pascatti e Carlo r>.fonlanari.
Statuto 1946, modificato nel 1952, rimarrà Alla fìne dell'Assemblea venne delibe-
sempre, anc11e con tale riforma, la garan- rato un aumento di L. 100 al contributo per
zia più salda che i soci potranno sempre la Sede centrale. Furono eletti: a vice-Pre-

311
sidente Henato Chabod; a Consiglieri : nominata dall'Assemblea di Verona; la co-
Alessandro Datti, Roberto Calanti, Giulio stituzione della Sezione di Asso e la trasfor-
Apollonio, Arturo Tanesini, Enrico Cecioni, mazione in sezione della Sottosezione di
Cesare Negri, Mario Ferreri, Toni Ortelli, Acqui Tenne,
Giuseppe Rota e Luigi Antoniotti. Il LXIX Congresso si tenne in Sicilia
11 Consiglio centrale, riunitosi a Milano dal 17 al 26 maggio con un vasto program·
il 13 gennaio, approvava in linea di massi- ma di gite nel gmppo delle Madonie, a
ma l'opportunità di impostare un piano di Segesta, Erice, Alcamo, Trapani, Marsala,
lavoro per la preparazione del volume rela- Selinunte, Sciacca, Agrigento, Cela, Siracu-
tivo al primo centenario del C.A.L; scio- sa, Catania e Taormina, Caltanisetta, En-
glieva la Sezione di Lugo di Romagna. A na, Lago di Pergusa, Piazza Annerina, Cal-
Reggio Emilia il 24 febbraio esaminava la tagirone; all'Etna, a Camharie d'Aspromon-
rifomrn della legislazione giuridica, appro- te e attorno alle Isole Eolie.
vando le proposte di modilìca da apporta- Il Miuistero del Lavoro e della Previ-
re al testo redatto dal Commissariato per denza Sociale dava il suo nulla osta perché
il turismo; autorizzava la trasformazione :ille guide e ai portatori del C.A.T. fosse
in sezione della Sottosezione di Lingua- esteso il diritto di fruire delle assicura-
glossa. Fra le altre discussioni e delibera- zioni facoltative per l'invalidità e la vec·
zioni del Consiglio centrale furono: la co- chiaia. Agli effetti delle nonne da applicare
stituzione della Sezione di Rovagnate; la per tale provvedimento, le guide e porta-
liquidazione della Società cinematografica tori venivano parificati agli artigiani indi-
K2; l'assegnazione cl.i una medaglia ricor- pendenti; era giullta così felicemente a com-
do al generaJe Paolo Micheletti in ricono- pimento, superando notevoli difficoltà, una
scimento della sua opera per la schedatura opera paziente e tenace, svolta dal C.A. 1.
dell'Indice. generale della Rivista Me11sile; affinché le guide e i portatori avessero
la raccomandazione alle sezioni di atten- questo giusto riconoscimento.
dere fiduciosamente le conclusion i della Fra le nuove costruzioni si annovera-
Commissione per lo studio della riforma no: il bivacco Barenghi, il rifugio Guido
della legislazione del C.A.L e di astenersi Hey, il bivacco Città cli Gallarate, il rifugio
da pressioni e discussione polemiche in at- Somma Lombardo, il rifugio SEJ\'1-Caval-
tesa dell'Assemblea generale dei Delegati; letti, il rifugio La Piatta, il rifugio Lago
la preparazione del volume Alpi Apuane Rodella, il bivacco Ferrario, il rifugio Cit·
della Guida dei Monti d' Italia; l'accordo tà di Novara, il rifugio Coca, il bivacco
fra la Sezione di Brescia e la Edison per Ettore Castiglioni, il rifugio Auronzo, il
la ricostruzione del nuovo rifugio Gari- rifugio Eugenio Sella, il rifugio Menaggio,
baldi, in sostituzione del vecchio fabbricato il rifugio Bogan i, il rifugio Bignami, il
sommerso dalle acque in seguito alla co- rifugio Carrara, il bivacco Sea, il bivacco
struzione di una diga; la relazione del Ferrario, il bivacco Creselin. Si inaugura-
dott. Cagna circa le trattative in corso va l'ampliamento del rifugio Delfo Coda,
per il pcnnesso di una nuova spedizione la costruzione del bivacco Franco Nebbia,
extra-europea; il trasferimento della Sede il rinnovamento del rifugio Dosio e la mes-
centrale in altri locali, sempre in Via Ugo sa in cantiere del rifugio Città di Trento.
Foscolo 3 a Milano; la costituzione dello Si completava la Via delle Bocchette con
Sci Club Alpinistico Italiano in seno alla i nuovi tronchi dedicati a Bartolomeo Fi-
F.I.S.I.; la relazione della Commissione gari e a Carla Stanchina, la prima donna

312

1:
che salì il Campani\ Basso; si tracciavano provvedimento legislativo e le proposte
la via ferrata Zuani al Montasio e il sen- modifiche da apportare allo Statuto del
tiero Carlo Puppis allo Jof Fuart. C.A.I.
Scomparivano fra le personalità più Nella relazione del Presidente generale
note del C.A.T. : Mario Piacenza, l'esplo- a'll'Assemblea tenutasi in giugno a Livorno,
ratore del Caucaso e dell'Himalaya; Cino si faceva il punto anche sulla situazione dei
Bombardieri, animatore di tulle le opere soci la quale, al 1° gennaio era rappre-
create in questi ultimi tempi al rifugio sentata dalle seguenti cifre: 49152 ordi-
~fari n elli ; Vittorio Lombardi, il tesoriere nari, 26719 aggregati, 379'2 vitalizi, 60
della Commissione per il K2. perpetui; in totale 7972.3, con un leggero
aumento rispetto ali'anno precedente. Si
1958. A Bologna il 19 gennaio l'As- passava in rassegna la genesi e lo svi-
semblea dei D elegati approvava con 216 luppo della spedizione al K 2; si dava
voti favorevoli e 135 contrari, un ordine notizia della pubblicazione dell'Indice ge-
del giorno in cui, • sentita la relazione del ne rale della Hivista Mensile, sulla base
ConsigHo centrale e della Commissione no- della schedatura del generale Paolo Miche-
minata a Verona, mentre approvava la letti e della sistemazione e redazione di
loro attività fin qui svolta e confermava Silvio Saglio, il quale pubblicava anche
la fiducia al Consiglio centrale, rite neva il volume Rifugi del C.A.l. e il volu-
essere necessario adottare una soluzione me Prealpi Lombarde della collana Da
che consentisse sicuramente di adeguare rifugio a rifugio. Ci si soffermava sull'atti·
le attività presenti e future del Club agli vità del Corpo di Soccorso alpino, che regi-
scopi statutari; respingeva qualsiasi ten- strava un incremento di 5 stazioni e di
denza immobilistica e di riduzione delle 215 uomini, e si riferiva sull'attività delle
attività sociali e pertanto dava mandato Commissioni.
al Consiglio centrale, partendo dalla base In quest'Assemblea si votarono le cari·
dell'elaborato della Commissione di Vero- che sociali: veniva riconfennato a Vice-
na, di riprendere e perfezionare gli studi presiden te Amedeo Costa e venivano nomi-
e le trattative per una rifonna legislativa nati Consiglieri: Guido Pagani, Attilio Tis·
che assicuri un adeguato contributo dello si, Bruno Credaro, Giovanni Bortolotti, Al-
Stato, con particolare riguardo alle più fonso Vandelli, Ugo di Vallepiana, Massi-
onerose attività di interesse sociale e na- mo Lagostlna, Nazzareno Rovella, Giu-
zionale (soccorso alpino, guide e portatori, seppe Cescotti, Guido Silvestri e Giuseppe
spedizioni extra·europee, rifugi, ccc.), man- Salice. Si approvava il bilancio consun-
tenendo sostanzialmente fenne le nonne tivo con un a ttivo e passivo di L. 93.906.571
dell'attuale Statuto dcl C.A.I . .. . e il rendiconto economico esposto in Ji.
Dal verbale della Commissione legale re 57.634,399.
risultava che si assicurava la salvaguardia Il Tribunale di Milano, pronunciandosi
dei principi di dèmocrazia e di auto-go- sulla causa intentata da Achille Compa·
verno della Sede centrale e delle sez.ioni gnoni al C.A.T., decideva, con sentenza
e dei diritti di proprietà con tenute nello 26 giugno 1958 (presid. e rei. Usai) di re-
Statuto 1946-1952, e la limitazione dei con- spingere tutte le domande proposte da
trolli dello Stato ai soli contributi dallo Achille Compagnoni, condannandolo a rim-
stesso conferiti al C.A.J. borsare ai convenu ti Club Alpino I taliano
Veniva data lettura dello schema del e Società a r.l. Cinematografica K 2, le

313
spese di giudizio: detta sentenza veniva badini, coordinato e integrato da Silvio Sa-
prima appellata, ma poi accettata dal Com- glio e il volume Alpi Liguri e Marittime
pagnoni. di Silvio Saglio, facente parte della collana
La nuova spedizione italiana del C.A.I. Da rifugio a rifugio. Al Lago di Lusenc.v
otteneva il permesso dal Governo del veniva costruito il bivacco Franco Nebbia.
Pakistan per la vetta del Gasherhrnm I V
m 7980 (Karakornm) inviolata e intentata 1959. L'attività del Club s'inizia con
I componenti della spedizione furono scel- il 18 genn aio. li Consiglio centrale, riunito
ti nelle persone dj: Riccardo Cassin, Fo- a Milano, veni va informato della cessione
sco i\laraini, Walter Bonatti, Giuseppe D e dcl film della spedizione del Gasherbrnm
Francesch, Toni Gobbi, Carlo ?-.·lauri, Giu- IV, del fin anziamento della spedizione ro-
seppe Oberto e Donato Zeni. Della spedi- mana all'Hindu Kush e degli studi relativi
zione si tratta nel capitolo Alpin is mo extra- al miglioramento della Rivista Mensile;
europeo. prendeva atto che l'Assicu ratrice Italiana
Il 6 agosto la cordata di Bonatti e aveva denunciato la polizza infortuni per
Mauri, ripartita dopo una pausa forzata l'assicurazione delle guide e dci portatori,
al Campo base a seguito del cattivo tempo, motivo per cu i ven iva stipulato un nuovo
e dopo aver risalito velocemente tutti i contratto con l'Assicurazione Venezia; ap-
campi, giungeva sulla vetta del Gasher- provava le ripartizioni dei contributi per la
brnm IV. Questa vittoria coronava gli manutenzione dei rifugi; autorizzava un
sforzi magnifici, concordi, compiuti dagli corso per tecnici della Commissione inter-
alpinisti italiani, riusciti, quasi di slancio, nazionale del soccorso alpino, raccoman-
a raggiungere una meta giud icata tra le dando la scelta degli elemen ti italiani; con-
più difficili del Karakorum siderava favorevolmente l'organizzazione
Nella . prima settimana di settembre di una Scuola nazionale di speleologia e
si ebbe il LXX Congresso nazionale a Luc- approvava la costituzione della sottosezio-
ca; dopo aver ascoltata la relazione di Sil- ne cli Cecina alle dipendenze della Sezione
vio Saglio sul tema "Come si sono costruiti di Livorno
i rifugi~ e quella di Giulio Apollon io "Co- A Genova, il 19 aprile, incaricava un
me si devono costruire i rifugi~, i congres- piano fin anziario e tecnico per la compila-
sisti si sparsero nella 7..ona per compiere le zione della Guida dei i\font i d'Italia; asse-
pro~ammate gite nelle Alpi Apuane e al gnava i premi per il concorso sul tessera-
rtsola d'Elba. mento; votava un contributo di due milioni
li Consiglio centrale il 18 gennaio a per la spedizione romana al Saraghrar
Bologna prendeva visione di una relazione Peak; approvava la costituzione di un Cor-
ed esprimeva parere favorevole allo studfo so sperimentale di formnion e alpinistica;
della fusione delle se-i;ioni dell'Alto Adige affidava al signor Madau le gestioni per un
in un unico organismo, con il rispetto triennio del rifugio Savoia al Passo del
delle nonne statutarie del C.A.l. , non esclu- Pordoi; elevava il contributo per il Comi-
dendo la possibilità di una riforma dello tato Scientifico e deliberava di concedere
stesso statuto per ottenere lo scopo prefisso al rifugio privato Chiannetta in comune
della Sezione Alto Adige di Coazze la affiliazione al C.A.I
Venivano pubblicati i volum i Alpi A Bergamo, il 14 .[!'.iu,gno, nominava i
Ap11a11e della Guida dei Monti d'Italia, presidenti delle Commissioni; approvava il
compilato da Angelo Nerli e Attilio Sab - nuovo statuto e regolamento dcl Consorzio

314
nazionale guide e portatori; approvava in vio Saglio e nominava la Commissione per
linea di massima il programma predisposto le celebrazioni del Centenario
dalla Commissione per la Guida dei Monti Nel teatro della Cassa di Hisparmio del-
d'Italia per .Ja pubblicazione entro il 1963 le Provincie Lombarde in :\-lilano, aveva
del volumi relativi al Monte Rosa e al Mon- luogo il 10 maggio, l'Assemblea dei dele-
te Bianco; autorizzava il dist intivo per le gati; ben 339 su 460 erano i voti rappresen-
guide dell'Alto Adige con scritta in ·lingua . tati dai delegati stessi o dalle deleghe;
italiana e tedesca; autorizzava la Sezione quindi una percentuale altissima, come del
di Torino a compiere tutti gli atti relativi resto si prevedeva, data l'importanza del-
ali' alienazione di una proprietà immobilia- 1'ordine del giorno.
re sita nel comune di Viù. Annunciava la decisione di consegnare
Il 6 settembre a Como deliberava di una medaglia celebrativa e di riconoscenza
dar corso agli studi per le cerimonie cele- ai componenti la Spedizione del Gasher-
brative del Centenario del C.A.I. ; nomina- brum IV e al Presidente generale Dott. Ar-
va Segretario generale il rag. Giuseppe Ce- denti Morini, medaglie che venivano con-
scotti; dava mandato al Presidente di trat- segnate ai protagonisti della gloriosa im-
tare con il T.C.I. per la pubblicazione della presa, presenti: Cassin, De Francesch non-
Guida dei !\fon ti d'Italia e prendeva in esà- ché ad Ardenti Morini, fra grandi accla-
me il problema della assicurazione obbliga- mazioni.
toria dei Soci contro gli infortuni Dato per letto il verbale della Assem-
l'I A Biella, il 24 ottobre procedeva alla blea di Livorno dell'S giugno 1958, prende
nomina del Vice-segretario nella persona la parola il Presidente generale Doti. Ar-
del dott. Luigi Antoniotti; approvava la denti Morini, il quale richiamava la sua
nomina della Commissione per lo Sci-alpi- relazione stampata e distribuita nei giorni
nismo e del Comitato delle pubblicazioni ; precedenti a tutti i delegati; ai quali' era
aderiva all'iniziativa di costruire nn rifu- stato spedito anche il testo del discorso da
gio al Col Rean dedicato ad Attilio Tissi; lui tenuto al Consiglio Centrale del 19
aderiva alla cessione di terreno al Passo del aprile a conclusione del suo ciclo trien-
Pordoi per la costruzione di una funivia; nale di Presidenza.
approvava la fusione della Sezione di Do- Si limitava a dare le notizie dopo tale
modossola con la Società Escursionisti Os- data: la prima riguardava gli avvocati del
solani; scioglieva le Sottosezioni di Vogo- Prof. Desio, che gli avevano scritto annun-
gna, Mergozzo, Vodo di Cadore e Cane- ciando la decisione dello stesso Desio di
g-rate; accettava il passag.!!iO della Sottose- rinunciare alla causa promossa contro il
zione di Rovellasca alle dipendenze della C.A.L di fronte al Consiglio di Stato, po-
Sezione di Como ed approvava la costitu- nendo come condizione il condono da
zione della Sezione di Novi L igure parte del C.A.I. delle spese legali, que-
Il 12-13 dicembre, a i\·lilano, prendev<I stione su cui deciderà il Consiglio
atto che il prof. Pinotti aveva assunto la Ringraziava i Delegati, i Consiglieri, e
presidenza del Corpo cli soccorso alpino; i dirigenti sezionali per la collaborazione e
approvava il Bilancio preventivo per il il sentito entusiasmo che hanno pennesso
1960; dava mandato al Presidente di risol- di mantenere l'adesione di 78 mila soci;
vere la questione sorta circa la sfosma della i presidenti e i membri delle varie Com-
guida del ~fonte Bianco e di prendere con- mission i, che hanno avuto ampia libertà
tatti con ì1 Dott. Toni Gobbi e il Dott. Sii- di azione, proporzionata alla ristrettezza

315
dei loro mezzi; accennava al compito moho Dopo aver mostrato il Trofeo d'onore
più grave di pensare al futuro. e Qui si sportivo assegnato quest'an no dal Pana-
manifester<Ì il vostro senso di responsabili- thlon di Milano al Club Alpino, Ardenti
tà, poiché dovete pensare al bilancio del- Morini così concludeva:
ranno prossimo e all'azione che svolge- e Andandomene, lascio il gagliardetto
rete in relazione a questo bilancio. Una con le tre bandiere portate dagli uomini
responsabilità. - aggiungeva - che riten- della Spedizione ai 7930 metri del C IV.
go molto importante e che non ho alcuna Questo triennio mi è costato molte fati che
aspirazione di tenere sulle mie spalle. e sacrifici personali, però rimangono dei ri-
e I problemi principali dell'alpinismo COT{li veramente straordinari: questa me-
moderno, secondo la mia esperienza teori- daglia d'oro che mi accomuna agli uomini
ca, sono rappresentati dalle scuole speda- del sesto grado, una zucca vuota del Pert'1
lizzate di alpinismo, perché non basta sa- che mi ha portalo Fantin, tutta istoriata
per arrampicare con tecnica raffinata; bi- dagli i1ulios; una bella fo tografia dell'am ico
sogna diffondere questa tecnica in modo Maraini che mostra la tenda arancione di
unifonne. notte sullo sfondo ciel Casherbrum; un ta-
e li secondo problema è quello della gliacarte d'argento donatomi con molta sim -
socialità. Dobbiamo portare l'alpin ismo fra patia dalle Sezioni emiliane e toscane. Que·
le masse o curarci solo delle élites? Poi ~ i sto è tutto quello che porto con me. Vi rin-
dowà dire come penetrare fra gli studen- grazio per la fidu cia che mi avete dimostra-
ti e gli operai, che devono trarre dalla mon- lo, perché un uomo quando dà in buona
tagna il loro alimento spirituale •· fede è sempre ammirevole • ·
e Infine ci è il problema del Soccorso al- Aperta la discussione intervenivano:
pino, che costa tanto al C.A.T., ma che è il l'avv. Masini di Firenze per esprimere sim·
suo vanto ~ Dovremo continuare a for da patia verso la Sezione di Milano, la sua
soli o chiedere aiuti e collaborazione? ammirazione per l'opera della Commissione
e ln sostanza occorre richiamare gli or- legale e la sua profonda ~rati tudine ad Ar-
gani dirigenti all'importanza della nostra denti Morini. Cabrielli di Trento per ricor-
associazione e trovare il modo di potenziar- dare ed esaltare la conquista dcl Cerro Tor-
la. re da parte di Toni Eg~er e Cesare i\faestri
e Dovrei parlare di am ministrazione - proponendo per Maestri una medaglia cl'o-
concludeva Ardenti Morini - Rispondo so- ro come quella dcl Gasherbrum TV. Dessv
lo per la parte legale, di cui sono presiden- di Cagliari per affermare che il nuovo indi-
te. Noi avevamo da difendere l'onore del rizzo del C.A.l. deve soprattutto essere so-
C.A.J. , abbiamo dovuto prendere dei lumi- ciale. Lavini di Torino per informare che il
nari che ci hanno portato alla vittoria in tut- bilancio è impostato su criteri d i massima
te le nostre cause. Quanto ai rifugi, abbia- economia, coi soli mezzi che danno le quo-
mo aumentato gli affitti ai custod i che han- te dei soci e pertanto non si può parlare di
no accettato i nuovi contratti. Abbiamo fat- vero e proprio potenziamento, perch é man-
to 39 interventi in materia legale • · cano gli aiuti che si spera possano venire
Venendo a parlare delle imprese extra- senza perdere l'autonomia dell'associazio-
europee, ricordava quella del Casherbrnm ne. Bernardi, di Cremona, insistendo sulla
TV c accennava a quella in corso di prepa- necessità di maggiori stanziamenti per la
razione del Sara ~h ar Peak, che verrà at- Commissione Cinematografica. Soardi, di
tuata con notevoli aiuti del C.A.J. Torino, lamentando l'esiguità degli stanzia-

316
menti per la Commissione Campeggi. A ri· le cariche sociali, Bertinelli comunicava
chiesta di Cocchi di Lecco, il prof. Credaro che erano presenti 115 Sezioni su 232;
spiegava come funziona la Commissione quelle mancanti erano prevalentemente
per l'alpinismo giovan ile. Ton iolo, di Tori· le piccole.
no, ritornava su una proposta fatta a Mo- Si discuteva sull'opportunità di fare una
dena per l'assicurazione obbligatoria dei votazione separata per ciru;cuna carica op-
Soci del C.A.1. contro le spese di soccorso pure unica; infine si decideva di seguire
con la modica quota di 100 lire annue. For- l'ordine del giorno, fa cendo una votazione
tuna, di Trieste, si richiamava a quanto det- unica con quattro schede distinte
to dal prof. Credaro per la costituzione di Animate erano le successive dich iara-
cineteche alpinistiche per la propaganda zion i di voto
nelle scuole. J3ossetli, di i\fodena, lamenta- BertineUi dichiarava con esplicita chia-
va che nel preventivo non vi fossero sta!l- rezza:
ziamenti per la Biblioteca centrale del e lo non mi sono mai proposto o comun-
C.A.l. Fenaroli, di Bergamo, osservava che que interessato di farmi proporre a una e..
la Hivista Mensile è troppo passiva, pur ri- ven tuale prçsidcnza o vicepresidenza, pri-
conoscendone i sensibili miglioramenti. Cci, ma di h1Uo perché in questi ultimi tempi
di Livorno, affermava che bisogna fare o- ho pienamente approvato l'opera di Ardenti
gni sforzo per aumentare il numero dei so- Marini e di Bozzoli e per estremo dovere di
ci. Cuido Berlarell.i, di Milano, parlava lealtà nei loro confronti non intendevo as-
diffusamente della Gu ida dci Monti solutamente sorgere come un antagonista.
d'Jtalia. A un certo punto alcun i amici di diverse
A conclusione, !'on. Bertinelli, presiden- Sezioni e di diverse opinioni, alcuni entu-
te pro tempore dell'assem blea, osservava siastici sostenitori dell'opera Ardenti Mori-
come tutti gli interventi abbiano avu to per ni, altri meno en tusiastici, hanno fatto pres·
tema la richiesta di maggiori assegnazioni sioni nei con fronti perché anche a titolo di
d i fondi, ma con 40 milioni non si può fa- transazione e di pacificaz ione dell'ambiente
re di più: quello che si vorrebbe dare a u- alquanto eccitato sul problema dell'u nifica-
na Commissione, and rebbe a detrimento zione, io accettassi di essere candidato alla
di un'altra. Occorre che si aumentino le en· Presidenza.
trate; poneva in votazione il bilancio pre. ' Ho loro risposto che la mia accetta.zio·
ventivo, approvato all'unanim ità con l a· ne presupponeva la approvazione, che c'è
stenuto. stata, dell'opera della presidenza uscente
La seduta riprendeva verso le 15 con e il consenso pieno e completo e senza ri·
la discussione della parte straordinaria, os- serve del Presidente e del Vicepresidente
sia l'art. 43 bis dello Sta tuto, già approvato uscente.
in prima lettura dell'Assemblea di Livorno ' Poiché sembra che tutte queste condi.
e riguardante le Sezioni della Provincia di zion i non ricorrano, allora riprendono pie-
Bolzano, che potranno darsi un ordinamen- 110 vigore le eccezioni che io stesso ho fat -
to unitario costituendosi in un ica Sezione, to e dichiaro che non intendo accettare la
con proprio regolamento soggetto all'appro- candidatura >.
vazione del Consiglio centrale; l'articolo Tale dichiarazione veniva accolta da
veniva approvato con l voto contrario e 7 mormorii e da voci: ' Votiamo lo stesso.> I
astenuti . Mombclli rifaceva brevemen te la cronaca
Prima di "-'Ominciare la votazione per degli accordi che avevano portato alla com-

317
di accettare la candidatura a Presidente,
perché il suo ritiro costituirebbe un danno
verso la maggioranza del C.A.L; Lucioni a
nome della Sezione di Milano d ichiarava
che voterà per llertinelli; per contro il con-
te D atti a nome della Sezione di Homa e di
quasi tutte le centro-meridionali, dich iarava
che voterà per la rielezione di Ardenti ~fo­
rini; per lle rtinelli si pronuncia anche Let-
trari di Bressanone.
Le votazioni: PnESIDE.\"TE GENER.ALt::
vot i validi numero 333, schede bianche 4,
totale 337. Virginio BertineUi è eletto con
vot i 209. Vice PnESIDENTE CENEilALE: Elve-
zio Bozzoli Parasacchi. CoNSICLIERI Ci::s-
T l\AL1: An tonio Sa viotti, Bruno Toniolo,
Umberto Va ldo, Gianvittorio Fossati Bclla-
ni, Guido Mczzatesta, Antonio Pnscatt i,
Giovanni Ardenti Morini, Giovann i Berto-
glio, Guido Bertarelli, Silvio Saglio e Carlo
Chersi. Ri,:..,1som DEI CONTI: Mario Azzini,
Oreste Pinotti, Piercarlo Penzo, Stefano
Soard i e Ferrante Massa.
\'Jrginlo&'flindli
Nomfoato p..,..n,fPnl" twl Ul.5.Q .
I partecipanti al Congresso di Trieste
non erano molto numerosi: un'ottantina
in tutto, ai quali tuttavia nelle gite dci pri-
pilazione della lista che hn come presidente mi tre giorni si sono aggiunti molti soci del-
!'on. llc rlinelli e che sarà sostenuta dai De- l'Alpina delle Giulie {C.A.L) e della Sezio-
legati lom bardi; Bortolotti, a nche per le ne XXX Ottobre.
Sezioni tosco-emiliane, riteneva che la per- Sistemati nei vari alberghi, gli ospit i, la
sona più adatta per continuare sulle diretti- sera del 19 settembre venivano accompa-
ve approvate, fosse il dott. Ardenti i\•lorini gnati n C rignano e al Parco di Miramare,
per il quale voterà; Stefenelli di Trento di- ove assistevano al suggestivo spettacolo di
chiarava che la S.A.T. voterà per Uertinel· e Suon i e luci >, avente per vicenda il dram-
li : • ... pe rché speriamo venga a cessare l'at- ma dell'Imperatore Massimiliano e di Car-
mosfera di incertezza e di incomprensione lotta.
che ha turbato la vita dcl C.A .l .... >; Pa- Al ridotto dcl Tea tro Verdi, sede dci la-
sca tti di Udine, annunciava che le Sezioni "ori, il Congresso aveva un inizio alquanto
friulane voteranno compatte per Bertinelli. inconsueto: il canto di • Monte Canino ,
Lo stesso dichiarava il sen. Tissi per quelle eseguito dal Coro Montasio. L'avv. Chersi
trivenete, che hanno ritenuto, per varie ra- dopo aver recato il benvenuto a:i congressi-
gioni, di add ivenire alla rotazione della st i, tracciava in sintesi la storia e le vicende
Presidenza. della Alpina delle Giulie, dalla sua fonda-
Musitelli di Bergamo, pregava Bertinelli zione, 1883, roffennandosi in particolare a

318
ricordare l'opera di costruzione dei rifugi non si trovò d'accordo desiderando che i
e soprattutto la loro ricostruzione dopo le Congressi siano ogni anno che la Sede cen-
devastazioni delle due guerre. trale deve occuparsene di più, specie per
Prendeva quindi la parola l'avv. Vene- quanto riguarda la propaganda.
ziani, Presidente della t: XXX Ottobre>, il Nel pomeriggio i congressisti, imbarcati
quale spiegava la particolare attività della su natanti, compivano il giro del golfo, ef-
associazione nei suoi 40 anni di vita, che fettuando una visita ai Magazzini Generali.
si rivolge specialmente al ceto operaio e Più tardi venivano condotti in pullman in
studentesco, completando così l'opera del- un rapido giro della città e al ritorno sali-
l'Alpina delle Giulie; fondata nel 1918, vol- vano al Castello di San Giusto, ove veniva
le darsi per nome la data del giorno in cui loro offerto dall'Azienda di soggiorno e tu-
il popolo triestino scrollò per sempre le ca- rismo, un rinfresco in un salone del castel-
tene che lo legavano da tanti secoli. Berti- lo, durante il quale il Coro ~fontasio ese-
nelli ringraziava i colleghi delle due Sezioni guiva numerose applaudite canzoni di mon-
per r·accurata organizzazione del Congres- tagna.
so; salutava la città di Trieste. Lunedì cominciarono le gite. Lungo la
La prima relazione veniva tenuta dal costiera i congressisti si portarono a ~fon­
Presidente della Commissione Grotte del fa lcone e quindi ad Aquileia, a Grado, a
C.A .I. Trieste, Carlo Finocchiaro, che trac- Redipuglia, sostando al Sacrario e deponen-
ciava un vasto quadro dell'attività speleo- dovi, fra la più viva commozione, una co-
logica italiana; in particolare poi si soffer- rona sulla tomba del Comandante del Jll
mava sul consuntivo della Scuola nazionale Armata.
di speleologia svoltasi dal 23 agosto al 1° Dopo cena, numerosi congressisti assi-
settembre sul Carso triestino, ove esistono stevano, al circolo della Marina Mercanti-
ben 800 cavità. le, alla proiezione d i un bel documentarlo
L'Accademico Bruno Crepaz, svolgeva a colori su La bora di Trieste e di interes-
una relazione sulle spedizioni extraeuropee, santissime diapositive sulla Odissea e re-
partendo da una premessa generica e ve- denzione di Trieste.
nendo a parlare diffusamente di quelle or- La giornata di martedì 22 cominciava
ganizzate e attuate dalla XXX Ottobre e dai con una visita allo stabilimento della Distil-
suoi soci; sostenitore delle spedizioni legge- leria Stock; i congressisti venivano condotti
re per le mete che arrivino fino ai 7000 me- in Val Rosandra, passando per il rifugio
tri e anche in gruppi di minore altitudine, Mario Premuda, sede della palestra della
si augurava che lazione del C.A.I. tendes- Scuola Nazionale di Alpinismo. Alcuni ele-
se a questo scopo, cercando montagne ido- menti della Squadra d i soccorso alpino lo-
nee alla capacità di coloro che vogliono sa- cale eseguivano dimostrazioni con la calata
lirle. di supposti feriti da una parete. La comiti-
Hipreudendo la parola, Bertinelli tocca- va proseguiva quindi per Femetti sull'alti-
va il tema dei Congressi nazionali del C.A.I. piano carsico, al confine italo-jugoslavo, e
che hanno soprattutto lo scopo di trattare indi a Monrupino, dalla caratteristica anti-
argomenti di carattere generale e di favori- ca Hocca dominante una vallata, ora passa-
re il ritrovarsi di vecchie amicizie. Vorreb- ta alla Jugoslavia; ripreso il cammino ve-
be tuttavia avessero uno spunto maggior- nivano portati a Borgo Grotta Gigante, cli
mente alpinistico magari tenendoli ogni due cui compivano la visita. Risaliti in superfi-
anni anziché annualmente; ma l'assemblea cie, proseguivano per Prosecco, Faro della

319
Villoria e ritornavano io città. prima meta il rifugio Nordio-Def[ar; avreb-
Alla sera neffAuditorium di via del Tea· be dovuto esser limitata a 34 partecipanti,
tro Homano, Cesare ~ l acstri teneva fon. data la normale capienza in posti-letto del
nunciata conferenza su L<1 conquista del rifugio; ma si dovettero accontentare 18 1

Cerro 1·orre, accompagnata eia diapositive. persone! La mattina dcl 24 settembre si sa-
~ l ercoledì i congressisti, in unica comi· liva con la seggiovia al Monte Priesnig, si
tiva, venivano condotti in pullman a U- partiva per i Laghi di Fusine e, per il Lago
dine, ove al Castello, nello storico salone Haibl e le Cave del Predii, ove venne visi-
del Parlamento friulano, il sindaco con il tata la miniera di piombo e zinco di Haibl,
vice-sindaco e gli assessori comunali e della si raggiungeva il rifugio Sella Ncvca, si
provincia, attendeva gli ospiti; si compia. scendeva a Chiusaforte e, rifacendo da qui
ceva coi congressisti per essere venuti a la via del giomo precedente, si giungeva a
Udine, notando come fossero presenti an. Trieste in tempo per prendere i treni della
che i sindaci di Enssliengcn e di Bienne, notte.
città con cui Udine ha scambiato il gemei·
laggio. Portatisi alla sede della Società AJ. Una laconica comunicazione d'agenzia,
pina Friulana (C.A.I.) l'ing. Spezzotti trac- data da Hawalpindi il 28 luglio e diramata
ciava sinteticamente la storia dell'Alpina a tutta la stampa, infonnava che la spedi-
Friulana. zione italiana, diretta da Guido ~ l onzino,
Un ~tigrotto~, sotto la direzione della aveva portato a termine, per merito di Ca-
Sezione XXX Ottobre, con oltre una ven· millo Pcllissier, la sca lata del Kanjut Sar m
tina di partecipanti si staccava a Udine. Do- 7833 nel Karakorùm. Un altro successo nel-
po la sosta per il pranzo a Nimis, l'automez- l'Himalaya veniva dato dalla spedizione
zo proseguiva per Tarvisio; il gruppo alpi- della Sezione di Boma con la conquista del
nistico prpseguiva immediatamente per i Saraghar Peak m 7349
Laghi di Fusine e il rifugio Luigi Zacchi, Fra le imprese alpinistiche sulle Alpi vi
dove i rocciatori pernottavano; l'indomani, fu la scalata invernale del Gran Capucin
suddivisi in varie cordate, salivano rispetti· per la parete est, di Homano Mcrcndi, Lu-
vamente alla Ponza Grande, alla Veunza e ciano Tenderini e Gigi Alippi; e la solitaria
al ~langart, la più alta cima del gruppo e la di Cino Buscaini di Varese.
seconda delle Giulie occidentali Mentre si celebrava il cinquantenario
JI grosso dei congressisti, da Udine pro- della Strada delle Dolomiti a Bolzano e al
seguiva direttamente lungo la valle del Ta- Passo dcl Pordoi, dove veniva fcsteggiat:t
gliamento e il Canale dc Ferro, per Chiu- Maria Pia Dezulian, sorella di Tita Piaz, che
saforte, Pontebba e Ugovizza, sino a Val- per prima, nel 1909, fece cost ruire una mo-
bruna. Qui restavano i pochi iscritti alla gi- desta baracca per il ristoro dei rarissimi au-
ta al Monte Nabois, che nel pomeriggio sa- tomobilisti di passaggio, a Macugnaga si
livano al rifugio Luigi Pellarin i; il giorno radunavano i componenti del Gruppo Ita-
seguente raggiungevano la cima e per un liano Scrittori di l\fontagna per festeggiare
sentiero di grande bellezza, si portavano il loro T rentesimo di fondazione; a Novara
al rifugio ~lazzeni ; continuando la discesa aveva luogo la seconda edizione del Con-
raggiungevano nel tardo pomeriggio Val- corso nazionale Cori alpini per il Campano
bruna e successivamente tornavano a Trie- d'argento.
ste. In coincidenza con il raduno degli Istrut-
L'escursione più ambita era quella con tori di alpinismo aveva luogo al Passo Sei-

320
LA Co:\"CA1n:.-.:A, da Cimbergo.
(FOlo S. Sag_lio}
la il Convegno degli Accademici, al quale della conquista del Cerro Torre, con conse-
partecipavano una quarantina di soci, per gna di una targa d'oro alla madre di Toni
discutere importanti problemi riguardanti Egger e di medaglie d'oro a Cesare Maestri;
l'evoluzione dell'alpinismo moderno e i la riun ione del Comitato Internazionale dcl
programmi attuali e futuri della Associa- soccorso alpino; c1uella del comitato diret-
zione. tivo dell'U.l.A.A. e della F.l. S.L e, come pa-
Al rifugio i\farinelli-.Bomlxmlieri il 12 rentesi alpinistica scalate dimostrative alla
luglio aveva luogo un Convegno interna- Paganella.
zionale per il soccorso alpino, allo scopo di In luglio veniva pubblicava la guida del
perfezionare, in base all'esperienza dei sin- Bemina di Silvio Saglio e in dicembre ve-
goli, la tecnica del soccorso alpino. niva celebrato il Venticinquesimo della
A Treviso, per festeggiare il Cinquan- Guida dci Monti d'Italia, con una mostra
tesimo della locale Sezione, veniva tenuto presso la sede del Touring Club Italiano di
il XXX convegno delle Sezioni Trivenete e carte antiche e di materiali tecnici per le va-
si organizzava, in collaborazione con l'Ente rie fasi di compilazione di una guida.
Provinciale per il Turismo, una singolare La Commissione centrale rifugi pubbli-
mostra internazionale: quella del manifesto cava sulla Rivista Mensile (maggio-giugno)
pubblicitario. la nuova tariffa viveri e pernollament i. La
A Varese aveva luogo il Festival Inter- Società degli Alpinisti Trentini inaugurava
nazionale dei Canti della Montagna, orga- il rifugio Città di Trento al Mandron e ulti-
nizzato dalla Sezione, al quale furono pre- mava il rifugio Fratelli Tambosi alle Viotte,
sentate ben 500 composizioni; 12 furono attrezza.ndolo a ossen,atorio climatologico
ammesse al pubblico ascolto. per lo studio delle radiazioni solari e della
Essendo stato trasferito a i\ lilano, per radio-attività dell'atmosfera. La Sezione
motivi professionali, il dotl . .Bruno Biondo di Brescia inaugurava il nuovo rifugio Gari-
dava le dimissioni della carica di presiden- baldi nelle immediate vicinanze del vecchio
te del Festival internazionale dci film della fabbricato sommerso dalle acque del Lago
montagna e dell'esplorazione; a sostituirlo del Venerocolo, diventato bacino artificiale
veniva chiamato il dott . Marco Franceschi- e sostituiva la vecchia baracca del Passo
ni, trentino, accademico e socio della S.A.T. Brizio con il nuovo Bivacco Zanon-Morelli.
JI Festival aveva inizio il 5 ottobre a Trento La Sezione di Novara festeggiava la nascita
con una semplicissima cerimonia, alla pre- dcl suo primo rifugio all'Alpe Cheggio in
senza del Sottosegretario del Commercio Valle Antrona. La Sezione di Treviso pre-
Estero, sen. Spagnolli. Ventidue nazioni a- sentava il ricostruito rifugio Pradidali, la
vevano inviato più di un'ottantina di fìlms, cui capacità veniva portata a 70 letti. Nel
dei quali solo 37 \·enivano ammessi alle gruppo del Ccvedale, sulla cresta delle Ho-
proiezioni pubbliche. Il Gran Premio della sole, la Sezione di Seregno poneva il bivac-
Città di Trento, per il miglior fìlm in senso co Padre Giancarlo Colombo. Sul pendio
assoluto, veniva assegnato a Les étoiles che sovrasta il Lago dei Sabbioni in Val
de Midi di Marce! lchac; il Rododendro Formazza i soci della Sezione di Somma
cl' oro a Il tempo si è fermato di Ennan- Lombardo, con lavoro 'di quattro anni e
no Olmi; il Rododendro d'argento a Clio- con le proprie mani, costruivano il rifugio
go(isa, il 11icco della sposa del giapponese che dedicarono alla loro città. Sotto la Gu-
Miyoji Ushioda. Come contorno vi furono: sela dcl VeSCO\'à, nel gruppo dello Schiara
la toccante cerimonia della celebrazione che domina In conca di Belluno, dnll'omoni-

321
ma sezione veniva creato il bivacoo Dalla una medaglia al valor militare. Nominato
Bernardina e, oon fervida cerimonia, pur se senatore del Hcgno, fu in seguito un attivo
avversata dal maltempo, aveva luogo a rappresentante della sua Trento.
Sella Nevea, Lra il Canili e il ~ l ontasio, l'i- In una caselta di Dolonnc spirava Giu-
naugurazione delle opere che avevano oom- seppe Brocherel all'età di 00 anni, decano
pletato e amplialo il rifugio Julia, della So- delle guide italiane.
cietà Alpina Friulana, sezione dcl C.A.l. di All'inizio dell'anno il numero totale dci
Udine. Soci era di 78163 così suddivisi: 48121 or-
Grande impressione fece la conquista dinari, 26174 aggregati, 3807 vitalizi e 61
dcl Cerro Torre, scalata da Cesare Maestri perpetui
e Toni Egger; era stata definita la e monta-
gna impossibile > per le enormi pareli a 1960. L'Assemblea dei D elegati, tenu-
picco, corazzate di ghiaccio e costantemen- tasi a Bologna l'8 maggio, fu di normale
te flagellata da gelidi venti. amministrazione. Venne persino battuto
1131 gennaio veniva compiuta ma nella il primato della brevità: meno di sci ore
discesa una valanga travolgeva Toni Egger fra mattinata e pomeriggio. li proposto au-
e lo precip itava nell'abisso. mento della quota per il Soccorso alpino
Si spegneva Luigi Masini, generale de- passò dopo breve discussione, siccome soon-
gli alpini, comandante della Scuola milita- tato dalle precedenti delibere favorevoli
re di alpinismo di Aosta e delle formazioni dei Convegni intersezionali; il rinnovo par-
partigiane Fiamme Verdi, Accademioo del ziale del Consiglio centrale si svolse in una
C.A.I., Deputato al Parlamento. Nominato atmosfera particolarmente calma.
Commissario dcl Club Alpino Italiano 1'8 I Delegati, dopo essersi riuniti al Palaz-
giugno 1945, ebbe il merito di aver riporta- zo d'Accursio per ricevere il saluto della Cit-
to su basi democratiche l'associazione, di- tà si avviarono verso il Conservatorio mu-
chiarando decaduto lo Statuto del 1941, in- sicale in piazza Rossini, sede dell'Assem-
formato a principi totalitari, convocando blea, di cui veniva nominato presidente
a ~lilano il 13 gennaio 1946 i rappresentan- l'ing. Giovanni Bortolotti.
ti elettivi delle Sezioni, che liberamente no- Dato per letto e approvato il verbale
minavano il nuovo consiglio Centrale e lo della precedente Assemblea, il presidente
eleggevano Presidente generale. llcrtinclli non riteneva il caso di leggere
L'alpinismo italiano ven iva colpito da la sua relazione, già distribuita fra i presen-
un lutto gravissimo con la tragica caduta ti; fa ceva tuttavia alcune oonsiderazion i
di Attilio Tissi al ritorno da una non diffi- sull'importante ruolo dei presidenti seziona-
cile ascensione sulla cima Ovest di Lavarc- li nella vita del sodalizio e rioordava gli
do. Alpinista di valore, dirigente attivissi- scomparsi; metteva in risalto la difficoltà
mo del C.A.I. , valoroso esponente della resi- di • far andare avanti la baracca> e passa-
stenza, scuatore nella Jl legislatura. va in rassegna le attività d i tutte le Com-
Altra nobile figura soomparsa fu quella missioni centrali, che vorrebbero far di più,
di Guido Larcher; irredentista chiaro e a- ma ne sono impedite dagli scarsi mezzi.
perto, più volte imprigionato a Trento e La relazione morale e finanziaria del
a Rovere to, amico di Battisti e di tanti pa- 1959 veniva approvata all'unanimità, e così
trioti trentini; si arruolava nel 1915 nel bat- pure il preventivo per il 1960.
taglione Edolo dcl V Alpini e ne seguiva Nel pomeriggio si provvedeva alla no-
le sorti in Val Camonica, guadagnandosi mina per il rinnovo del Consiglio e risulta-

322
vano eletti: a Vice-presidente, Henato Cha. gresso, si riuniva per la quarta volta; ap-
bod; a Consiglieri: Alessandro Datti, Luigi provava l'impostazione del volume del Cen-
Antoniotti, Giulio Apollonio, Hoberto Ca- tenario; annunciava la pubblicazione della
lanti, Enrico Cecioni, Arturo Tanesini, Toni Guida del Monte Rosa, compilata da Silvio
Ortclli, Cesare Negri, Giulio Giovannini e Saglio e da Felice Boffa; esaminava la pub-
Eugenio Veneziani; in sostituzione del sen. blicazione del secondo volume della Guida
Attilio Tissi entrava in Consiglio il sen. Gio- delle Dolomiti orientali di Antonio Berti
vanni Spagnolli e in sostituzione di Carlo e delle Piccole Dolomiti; accettava un au-
Chcrsi fing. Giuseppe Rota, assumendo mento del premio pe r l'assicurazione con
l'anzianità dei consiglieri che sostituivano. "La Fondiaria incendi" e approvava la co-
Il Consiglio centrale si riuniva il 31 gen- stituzione della Sez. di Mosso Santa Maria
naio a !\hl ano e trattava: laccordo con la A Torino il 25 settembre, preso atto che
F.LS. I. per lo Sci·alpinismo; la concessione Toni Gobbi aveva rinunciato a compilare
di un diritto di superficie e di sorvolo alla la Guida del Monte Bianco, ne dava l'in-
cosfruenda fun ivia del Sasso Pordoi; l'inte- carico a Henato Chabod e Silvio Saglio; esa-
grazione della quota sociale (aumento di minava la sistemazione della biblioteca So·
L. 100) per il soccorso alpino; la situazio· ciale; discuteva lo schema di un nuovo re-
ne dei rifugi in Alto Adige; la guida del golamento generale; nominava il rappre-
Monte Bianco; la ripartizione dei contribu- sentante del C.A.l. (Amedeo Costa) nella
ti Ministero Difesa e quelli per la manuten. Commissione consultiva del Parco Naziona.
zione rifugi di proprietà; lo scioglimento le dello Stelvio e autorizzava la S.A.T. alla
della Sottosezione di Alzano Lombardo e la cessione di terreno alla Paganella. 1l 27 no·
costituzione delle Sezioni di Leinì e di Co- vcmbre a ~-lilano, riprende va la discussione
dogno. sulla Biblioteca sociale e prendeva in esa·
A Ferrara, il 12 marzo; approvava il me la sistemazione del Museo della ~lon­
Bilancio consuntivo del 1959; discuteva le tagna; approvava il Hegolamento della
proposte di Toni Gobbi e del T.C.I. per la Commissione rifugi; ratificava l'impegno di
guida del Monte Bianco; si compiaceva con assumersi l'onere della corresponsione di-
i promotori della Fondazione Berli; trasfor- retta degli assegni famigliari al personale
mava la Commissione del Centenario; ap· dipendente; approvava la costituzione delle
provava la costituzione delle Sottosezioni Sezioni di Brugherio e di Cozzano e delle
Lanerossi, Cisano Bergamasco e Collio Val- Sottosezioni di Belledo e Cecina
trompia. A Bologna, il 7 maggio, si riun iva La Sezione di Acqui Terme, benché gio-
per la ter.ta volta: trattava l'impostazione vanissima, diede una convincente prova di
del volume dcl Centenario; discuteva la maturità organizzativa e di entusiasmo pre-
proposta di assegnare un riconoscimento parando e svolgendo in modo magistrale il
ai componenti le spedizioni europee; appro- LXXll Congresso nazionale.
vava una norma transitoria in merito all'am- Il Presidente della Sezione, dott. Ferdi-
missione a portatori di persone che aveva- nando Zunino, porgeva il saluto augurale
no superato i limiti di età anteriormente diffondendosi nella rievocazione storica del-
alla data del regolamento; esaminava sotto la sua sezione. Fece seguito il Sindaco di
l'aspetto giuridico la polizza di assicurazio- Acqui, concludendo con ' una esaltazione
ne per il rimborso delle spese incontrate du- dei valori spirituali dell'alpinismo e dell'o-
rante le operazioni di soccorso. Ad Acqui pera del C.A.L
Terme, il 25 giugno, in occasione del Con- Il Presidente generale pronunciò uno

323
dei suoi discorsi appassionati; quindi ven- Bruno Ferrario si portava in Africa per com-
ne data la parola a Bartolomeo Figari che piere la prima ascensione della parete o-
illustrò gli sviluppi storici dello Sci-alpini- vest della Punta Alessandra del Huwcnzol'i
smo; seguì il dott. Bruno Uggeri che si sof- e poi, con Carlo Mauri e Cualco, dopo un
fermò sul punto di vista igienico-salutare; viaggio avventuroso in acl'eo e in canotto,
tcr.w relatore l'avv. Dario Torraca che di- si internava nell'isola di Disko e per il Col·
scusse i rapporti fra C.A. J. e sci-alpin ismo. le Alle raggiungeva il culmine del Pyrami-
Jnlervenivano nelle discussioni ,\lassimo den m 1904; scalavano poi la punta massi·
Lagostina, Ugo di Vallepiana e il giornali- ma <lclla Groenlandia occidentale, nella pe-
sta Alfonso Bcrnardi. nisola di Quioquc, che venne battezzata
A Palazzo Levi, sede dcl Municipio, a- Punta Italia e due altre cime del gruppo
veva luogo il ricevimento ai Congressisti Tununlia di m 2150 e 2138.
e nel pomeriggio si iniziavano le gite con La spedizione della Sezione di Berga·
quella a Ponzone; alla sera si esibiva il Co- mo alle Ande peruviane, pu r non avendo
ro di Acqui e seguiva la prniezionc di un raggiunto l'obiettivo principale, il Pucahjr-
fihn L'etemosog110. ca, poteva vantarsi di un notevole bollino,
ll giorno dopo si visitava Canelli e un rappresentato dalla scalata dell'aflì latissimo
grande stabilimento vinicolo; poi si compi- Nevado Bergamo m 5830 e del Ncvad o Gio-
va un giro dei Castelli del Monferrato e si vanni XX !ll e d i altre due cime vergin i di
visitava la grotta di Bossea. Cli alpinisti si m 5210 e 5030.
diressero alle Terme di Valdieri e un grup- Pe r iniziativa della sede centrale si svol-
po saliva all'Argentera. geva, presso il rifugio ~!onte Bianco della
Nella Collana della Guida dei ~ l onti Sezione U.G.E.T., in Val Veni il secondo
D' Italia veniva pubblicata la guida delle corso di formazione alpinistica, con ottimi
Alpi Apuane di Nerli e Sabbadini. risultati; organizzato dal la Comm issione
Il Presidente della Hepubblica on. Cron- Nazionale Scuole Alpinismo aveva luogo
chi, alla presenza del ministro Tupini e del al Passo Sella un corso per istruttori di alpi-
conte Datti, riceveva i membri della spe· nismo orientale.
dizione romana al Saraghrar Peak, e si con- Le Sezioni Liguri-Piemontesi-Vaklosta·
gratulava vivamente, interessandosi delle ne si riunivano a Genova per trattare in me-
vicende e manifestando il desiderio di visio- rito ai contributi della Sede Centrale per i
nare il film che era stato impressionato. rifugi, ma più particolarmente per l'assetto
Nelle altre montagne del mondo atti· giuridico; le Sezioni trivenete si riunivano
vissima fu l'attività dei nostri alpinisti. Gui- invece a Bolzano per trattare su diversi ar·
do Monzino con la guida Pierino Pession gomenti: segnalazioni, libri di vetta, soccor·
Lorenzo Marimonti e Mario Fantin, nei so alpino, attività della Fondazione Berti,
primi giorni dell'anno raggiungeva il Kili- sistemazione della zona sacra del Pasubio
manjaro, dopo di che dichiarava che inten- e spedizioni extra-europee. Infine, sotto gli
deva dedicarsi all'alp inismo polare e per auspici della Sezione XXX Ottobre si svolse
cominciare annunciava una spedizione sulle a Trieste un dibattito avente pe r tema l'uso
coste della Groenlandia. Da questa spedi- dei "chiodi ad espansione"; a chiusura del
zione ritornò vittorioso, avendo superalo dibattito, i presenti si dichiararono a gran-
due vette artiche ancora inviolate, alle quali de maggioranza contrari al loro uso in mon-
impose il nome di Franz e Valtournanche. tagna e comunque ostili all'uso indiscrimi-
Anche Ghiglione, con Carlo Mau ri e nato.

324
Al Festival Internazionale di Trento non Veniva progettata dal giornalista Fulvio
venne presentato alcun capolavoro, ma in Campiotti, con il contributo della Sezione
compenso venne notato un migliore livello di Varallo, un'ascensione di 100 donne al
medio dei lìlm; su 77 presentati, ne vennero Monte Rosa; il Consiglio centrale del C.AJ.
ammessi 29, di cui 2.5 della categoria mon- pur ritenendo simpatica e toccante la mani.
tagna e 4 dell'esplorazione. Non venne as- festazione, intesa a onorare la memoria di
segnato il Premio Città di Trento, dest inato Klaude Kogan e di Claudine Van der Strat-
al miglior lìlm in senso assoluto. Rodoclcn- ten, però e: in considerazione dell'ambiente
dro d'oro fu attribuito a Km1j11t Sar, la di alta montagna in cui l'ascensione si svol-
Genziana d'oro a Le Pilier de la solit11- gerà, del numero dci partecipanti e della
de, il Nettuno d'oro a Mistery of tl1e Hi- manifestata decisione di non volere l'ac-
maloyas e a Geisterland des Sudsee, il compagnamen to di gu ide del C.A.I. >, si
Gran Premio del C.A.I. a D:rctt issima di sentiva in e dovere di ricordare a tutti CO·
Lothar Brandler. me l'ascensione sia impegnativa e di respon-
'A Varese ebbe luogo il festival dei sabilità, si da richiedere adeguate misure
Canti di mon tagna ; la Stella alpiM <fo· di sicurezza >.
ro con relativo assegno di mez;r.o mi lione Col favore dcl tempo, che si mantenne
di lire, massi mo premio in palio, venne as- quasi sempre buono, questa sped izione
segnato alla composizione Laggirì nella fem minile si concluse felicemente e \'avve-
vtllle di Rene! La.h mer, una hreve canzo- nimento richiamò un nugolo di giornalisti
ne che vuol rappresentare il lamento del e cli operatori della RA.l-T.V. Quando
ven to nella valle, quasi fosse un can to ri· sulla Punta Cnifetti arrivarono le ragazze
volto alla donna amata. A Novara, i1wecc, di Pallanza, queste gettarono sul versante
aveva luogo la celebrazione della uGiorna- cli i\facn1tnana un ma7J.O di fiori, conse~na­
ta di San B ernardo~ per degnamente ono- to a loro da e mamma Zapparoli > in memo-
rare il patrono degli alpinisti e delle genti ria del fì gliò Ettore, scomparso sulla pare.
di montagn a, con la benedizione in Duomo le ossolana dcl Monte Rosa, e di altri otto
degli attrezzi usati dagli alpinisti. alpinisti che suhirono '\a stessa sorte. Era-
Fra le creste del Passo di Volaia nelle no partite 118 alpiniste; ne arrivarono su lla
Alpi Carniche si diedero convegno la squa- cima 113.
dre di soccorso alpino di Forn i Avoltri e di Per lo sci-al pinismo si adoperarono la
Mauten; scopo dell'incontro uno scambio Società delle guide del Cervino, che pren-
di vedute su l soccorso alpino, con partico- deva l'iniziativa di organizzare settimane
lare riguardo alla reciproca collaborazione sci-alpinistiche attorno al Cervino, lungo
in una zona, come quella della Carnia, di llfaute Route, nei gnippi del Rosa, dei Mi-
confine. Invece un'importante esercitazione chabel, dcl Bianco, del Gran Paradiso e
di soccorso alpino, che prese il nome di uE. del Gran Comhin: poi veniva programmato
sercitazioni Etiache" ebbe come hase il ed effettuato il I Rallye italiano di sci-alpi·
rifugio Scarlìotti, per svolgere il tema rela- nismo da parte della Sottosezione Fior di
tivo alla ricerca di un aereo precipitato nel- Roccia. con base al rifugio Mores ai Sabbio-
la zona della Pierre i\ lu nuc-N iblè e con il ni in Val Formazza e, infìne, notevole fu
recupero di supposti feriti e resti. L'eser- la partecipazione ali' XI Rallye internazio-
citazione riuscì perfettamente grazie alla nale svoltosi nei Pirenei, vinto dalla sc1uadra
disciplina esemplare. alla generosit à e al- composta dagli accaclcmici Zamboni, One-
l'entusiasmo dei civili e dei militari. sti e Sterna.

32.5
Un solitario sciatore svizzero, entrato alpinistico milanese; amico fraterno di Gui-
in Italia per il Col Ferret, dava per primo la do Rey e del duca degli Abruzzi, seppe e-
notizia di non aver trovata traccia dcl rifu- mergere in tutt i i campi: nel difficile mi.ni-
gio Elena; una pattuglia di alpin i, mandata stero della toga; nel presiedere le sorti di
in ricognizione, ne conformava la distruzi0- poderosi organismi economici e .finanziari;
ne per effetto di una valanga. Anche il rifu- nel tradurre magistralmente Tacito, Giove-
gio Alfredo Rivetti alla ~ l ologna Grande nale, Orazio, Lucrezio, Seneca e Cicerone;
subiva la stessa sorte. Per contro la Sezione nell'esaltare in conferenze l'essenza dell'al-
di Roma foce sorgere sul Gran Sasso il pinismo che e addestra a una più sicura pa-
rifugio Carlo Franchetti, ponendolo nel dronanza delle proprie forze, educa a un
Vallone delle Cornacchie, sotto la Forcella più consapevole senso cli coraggio e di fie-
dei due Corni. Con una splendida giornata rezza :t
di sole si inaugurava l'ingrandimento del ri- Anche l'al pinismo giuliano si mise in lut-
fugio Sapienza della Sezione di Catania, si- to per la morte dell'avv. Carlo Chersi, ani-
tuato sulle pend ici dell'Etna; riattato e ar- matore dell'alpinismo nelle Alpi Giulie e
redato veniva il rifugio al I>ian Cavallone da mo1ti anni apprezzato Consigliere cen-
della Sezione Tntra-Vcrbania; in grado di trale. Per un gioco del la fata lità Piero Glii-
funzionare veniva messo, con l'aiuto di re- glione e Francesco Frcund: l'uno alpinista
parti alpini, il rifugio Pian affidato alla Se- ed esploratore; l'altro abituato alle vertigi-
zione di Merano; rinnovato fu il rifugio del nose discese con gli sci; il primo pioniere
Mulaz, dedicato a Giuseppe Volpi di i\·fisu- dello sci, il secondo maestro della nuova
rata dalla Sezione cli Venezia. Di nuova co- tecn ica, venivano accumunat i nella morte
strnzionc furono il rifugio Luigi Pellarini, in un incidente automobilistico
sotto lo Jof Fuart ; all'alzarsi dcl tricolore
sul rifugio il coro intonò la ' 'illotta dell'al- 1961. A Bologna, il 5 febbraio, il Con-
pino morto • Se tu vens cassù la cretis - la siglio centrale approva\'a il Bilancio con-
che IOr mi an soter11.t >; pianto fatto canto, suntivo e quello preventivo per il 1961; il
assunto a devota preghiera; ven iva pure regolamento della Commissione per lo sci-
scoperta la lapide che ricordava Carlo Cher- alpinismo; 1a Convenzione con la Sezione di
si • che nella quarantennale sua benemeri- Torino per la Biblioteca; la necessità di va-
ta presidenza - con sentieri rifugi opere loriz1..are il i\ lusco della ~fontagna ; il rinno-
- affermò il diritto della Patria sulle Alpi vo della convenzione pe r il Festival Inter-
Giulie >. - nazionale dei film della i\ lontagna e dell'E-
Inaugurati furono il rifugio della S.A.T splorazione ; l'assunzione di personale per
in Val di Fumo per la valoriz7,azione del la Commissione Cinematografica; la rip ar-
massiccio dell'Adamello e quello alla i\·l ason tizione dei con tributi per la man utenzione
del Fcdée sulle pendici dcl Mon te Grona dei ri fu gi e la costituzione della sottosezio-
i1elle Prealpi Comasche. ne di Carnago. A Milano il 26 marzo esami-
Nel gruppo cli Sella, con l'aiuto degli nava la dist ribuzione dci contributi del i\H-
alpini, veniva portata a termine la costru- nistero D ifesa; ascoltava la relazione Anto-
zione della • via ferrata Brigata Tridenti- niotti sul riordinamento della Biblioteca;
na >, per facilitare l'accesso al rifugio Ca- si interessava della situazione dei Soci, del-
vazza al Pissach\. le Sezioni e dcl Consorzio Nazionale Gu ide
TI lutto per la scomparsa dell'avv. Ca- e Portatori: conveniva sulla necessità di di-
rnillo Ginssani colpiva duramente il mondo sciplinare l'uso delle radio e cli apparecch i

326
sonori nei rifugi; impostava la nuova ed izi0- Alto Adige, l'assetto giuridico e il program-
ni della Guida del Gran Sasso e la stampa ma per le manifestazioni dcl Centenario.
del fascicolo di aggiornamento del volume A Milano il 18-19 novembre ritornava in
Dolomiti orientali ; ascoltava le richieste discussione l'assetto giuridico; si esamina-
elci revisori su lla presentazione trimestrale vano le possibilità di collegare la Sede cen-
delle spese delle Commissioni ; hnritava le trale con le Se-.doni, le attestazioni per en-
Sezioni di dotare i rifugi di carte topografi- trare nelle truppe alpine, le gu ide del Mon-
che della zona e approvava l'Ordine del te Bianco, del Gran Sasso e del Gran Paradi-
giorno per l'Assemblea dei Delegati da te- so e la costituzione della Sezione di Mol-
nersi a Carrara. A Carrara, il 20 maggio, teno.
autorizzava la permuta di terreno nella zo- A Torino, la Commissione per la Biblio.
na del Venerccolo da parte della Sezione teca, composta dal Presidente generale, da
di Brescia; rinviava ogni decisione per la tre Delegati della Sede centrale e tre della
cessione di terreno al Passo del Pordoi ; in- Sezione cli Torino, stabiliva il programma di
caricava il vice-Presidente Chabod di esa- lavoro per me ttere in efficienza la biblio-
minare l'eventualità della pubblicazione dcl teca. L'aceordo intervenuto prevedeva che
volume « Monte Bianco esplor.ato • di G la Sezione di Torino donava alla Sede cen-
Gugliermina; inca ricava la Commissione trale la proprietà ad essa spettante delle o-
dcl rc!!olamen to di esaminare una propo- pere raccolte nella attuale Biblioteca, alla
sta Vallepiana relativa alla possibilità dcl condizione che la sede pennanent e e im-
Consiglio cen trale di prendere provvedi- mutabile del complesso biblioteca - nella
menti verso soci che offendessero il C.A.I.; attuale consistenza ed in quellr\ che ne de-
approvava l'invito di partecipare alla salita riverà dagli accrescimenti futu ri - sotto il
dcl Monviso in occasione del centenario nome di e Biblioteca Nazionale dcl Club
della prima ascensione; acecttava l'invito Alpino It aliano • fosse stabilita a Tqrino,
della Federazione Francese della ~fontagna sotto l'osservanza di precise norme (v. R.M.
di mandare due alpinisti a Chamon ix, pres- 1962-76).
so la locale Scuola nazionale di sci e alpini- Un sereno svolgimento ebbe l'Assem-
smo; costituiva la Sezione di Dongo e tra- blea dei Delegat i a Carrara, il 21 maggio,
sfonnava in Sezione la Sottosezione di Ga- nell'Aula magna dell"Aceadcmia di Belle
ressio. A Belluno il 28 luglio venivano trat- Arti. Designato Presidente l'ing. Giovann i
tate: le spedizioni extra-europee; la Sezio- Bortolotti e data la parola al Presidente ge-
ne C.A.I. Alto Adige; la cessione di terre- nerale, questi commentava per somm i capi
no al Passo dcl Pordoi; 13 Biblioteca; l'asset- la relazione morale, preventivamente distri-
to giuridico e la costitu zione della Sezione buita. La d iscussione che ne seguiva, con-
di Onnea. A t-.·lilano, il T ottobre, si prende- tenuta in tono pacato, si soffermò sul rior-
vano in esame: i rapporti tra il G.A.l. e le dinamento giuridico, sul premio Cristoforo
truppe Alpine; la proposta dcl Cluh Alpi- Colombo, sulla pubblicazione delle rela-
no Francese di organizzare alternativamen- zioni presentate al Congresso di Acqui, sul-
te il Rallye internazionale; il regolamen to la solidarietà con le Sezioni dell'Alto
del prem io Oggioni; i lavori da farsi ai ri- Adige.
fugi Quintino Sella e Margherita; il tariffa- Le votazioni confermarono a Vice-pre-
rio rifugi; l'autorizzazione alla Sezione U.G sidente Amedeo Costa e a Consiglieri: Gio-
E.T. a st ipulare un mutuo fondiario con ga- vann i SpagnoUi, Bruno Credaro, Alfonso
ranzia ipotecaria; e ancora la Sezione C.A.I Vandelli, Ugo di Vallepiana, Giuseppe Ce-

327
scotti, Nazzareno Rovella, Giovanni Borto- Nazioni alla Francia.
lotti e Guido Silvestri; nuovi eletti Giorgio li XV II Convegno delle Sezioni Liguri-
Gualco e Gianni Pastore. Piemontesi-Valdostanc si interessava a Cu-
A Belluno si svolse con successo il neo: ciel premio Cristoforo Colombo asse-
LXX I II Congresso, impeccabilmente orga- gnato dalla sped izione del C.A.l. al K2; dcl
nizzato dalla sezione locale. Ebbe un prolo- nuovo Hegolamcnto generale; della proget-
go al Teatro comunale con proiezione di tata spedizione di cento ragazzi al i\ lontc
diapositive a colori della prima invernale Rosa; dcl costo della Rivista Mensile; del
dell'Eiger, presentate da Toni Hiebcler; Notiziario della sede centrale nonché del-
i partecipanti si portarono poi all'Audito- l'assetto giuridico del sodalizio.
rium per i discorsi e la discussione delle re- Analogamente le Sezioni Trivcnclc a
lazioni: sul problema dei giovani, cli Anto- Gorizia discutevano: sulla situazione fin:rn-
nio Saviotti e Piero Rossi; sull'attività spe- ziaria della rivista Le Alpi Venete; del
leologica, di Saracco, Brunelli, Apollonio, Regolamento generale; dell'organizzazione
e Ilcrnardi. Le gite si svolsero verso il Ne- del C.A.T. Alto Adige; della Fondazione
vegal, attorno alle Dolomiti e alla diga del Berti; elci libri di vetta; dei sentieri e della
Vaiont, con salita alla pun ta di Rocca della loro segnalazione.
}. larmolada. A Torino le Sezioni Liguri-Piemontcsi-
Anche la S.A.T. teneva un proprio Con- Valdostane si riunivano nell'anno per la se-
gresso a Be7..zecca; il generale Zamboni, de- conda volta e tnttarono della celebrazione
signato per la celebrazione ufficiale, illu- del Centenario, dei segnavia e dei rifugi.
stra,•a in rigorosa sintesi le fasi alterne del- Altrettanto fecero le Sezioni Trivenete
la battaglia combattuta in sito quasi cento a Maniago per fissare la data della Gior-
anni prima. Veniva data lettura del lo statu- nata dcl C.A.T. da svolgersi al rifogio Re-
to della Fondazione Larcher per l'attribu- volto, per esaminare lo Stato giuridico e per
zione di un' premio annuale a chi avesse apprendere i1otizic circa il collocamento
compiuto un'impresa di particolare valore di cinq ue bivacchi da parte della Fonda-
nel campo del Soccorso alpino. zione Berti, per i quali venivano messi a
TI Festival Internazionale dci film della disposizione il rica,•ato dci diritti d'autore
}.fontagna e dell'Eplorazione, tenutosi ncl- per il secondo volume della Guida delle Do-
autunno a Trento, compiva felicemente -il lomit i orientali, da parie degli eredi cli An-
decennale di ' ' ila, durante il quale aveva tonio Berti.
visto affiuire ben 800 lìlm presentati da di- li Comitato di riordinamento delle Se-
verse nazioni. 11 decennale veniva ricorda- zioni centro-meridionali riunitosi a Roma,
to da un opuscolo con la cronaca delle pri- si soffermava sul riordinamento giuridico
me nove edizioni e con la proiezione di del C.A.T. e approvava un ord ine dcl giorno
nuovi fìlms. Le severe selezioni delle opere dcl tutto favorevole.
clava come risultato l'assegnazione dcl Tro- 11Congresso del Club Alpino Accademi-
feo Gran Prem io Città di Trento a Bandi- co Italiano, tenutosi a Trento in occasione
li
ti o Oreosolo di Vittorio De Seta; la Gen- del F estival Cinematografi co, prendeva in
ziana cl'oro a La prima oscenslone della considerazione la costrnzione dcl bivacco
Il varetc Nord delfEiger, il Nettuno d'oro Andrea 0 $!!!ioni in Val Gabbiolo e ascolta-
a Le ciel et la 1Joue; il Gran Premio del va poi tre relazioni: 11na di Bartolomeo Fi-
C.A.T. a Pra teffa e Cielo, la targa d'ar- gari sul C.A.A. T. dalla sua fmula;:;io11c a
gento n Tesoro delTEgitlo e il Trofeo delle Of!,{!i; la seconda di Antonio Buscaglione

328

li
su !..'alpinismo italitmo atrestero nel(ultimo zione e 700 ore>, organizzata dal gmppo
dopoguerra; la terza di Silvio Saglio su Speleologico U.G.E.T. di Torino, con l'ap·
1 Bivacchi tlel C.A.A.l . poggio di Ist ituti universitari della città.
Im portanti furono i provvedimenti legi- Cli Istruttori Nazionali di Alpinismo
slativi regionali. La Hegionc Trentino-Alto svolgevano il loro TV Convegno a Biella,
Adige approvava un disegno di legge che dove esaminarono una bozza d i dispema
prevedeva la costit uzione di un fondo per per la scuola d'al pinismo e l'attività e non
le spese derivanti da interventi del Corpo attività degli istruttori. Anche gli Istru tto-
di soccorso alpino; un altro trattava le prov- ri di Alpinismo liguri-toscani si radunaro-
videnze a favore dei patrimoni alpinistici no al rifugio Carrara, nelle Alpi Apuane,
regionali. per discu lere i problemi che interessano
Nella Valle d'Aosta veniva emanata una le Scuole di alpinismo e in particolare la
legge per l'incremento del patrimonio al- necessità cli st imolare le Sezioni a organiz.
pinistico (rifugi e altre opere alpine) e per zarle.
l'attrezzatura e il funzionam ento dci servizi Esercitazioni di Soccorso alpino si eh·
dcl Corpo di soccorso alpino. T contribu ti bero nel Gruppo del Monte Rosa, per svol-
previsti potevano raggiungere anche il 7ff1, gere un tema sulla ricerca di un aereo prc·
delle spese, in ragione inversamen te pro- cipitato sul Ghiacciaio di Borse il recupero
porzionale dcl reddito dci rifugi. di supposti feriti o resli.
Per festeggiare il centenario della prima e L'csercilazione è stata fonte di note·
ascensione del i\fonviso venivano issate sul- voli esperienze ai fini di una sempre più
la cima la bandiera inglese e quella Haliana efficace collaborazione tra il Centro di Co-
una a ricordo della prima ascensione di ordinamento dcl Soccorso Aereo e il Corpo
\\lilliam Mathew e J. \V. Jacomb con P. cli Soccorso Alpino del C.A.I. >.
e M. A. Croz e due portatori locali ; l'al- Tren tadue guide Alto-atesine venivano
tra in memoria della ascensione, del 12 a)!o- ospitate in Valtellina per un breve e inten-
sto 1863, di Quintino Sella, Paolo e Giacin- so corso di perfezionamento nel Gruppo dcl
to di Saint Hobert e G. Barracco, da cui de- Bernina; nel campo dello sci-alpinismo, si
rivò la fondazione del C.A.T. aveva il II Rallye organizzato in Val For-
A Torino, in occasione delle manifesta- mazza dalla Sottosezione Fior di Roccia ;
zioni per la celebrazione dcl Centenario del- un corso cli sci-alpinismo in Valtrompia; ma
l'Unità d'It alia (Italia 61), veniva creato un soprattutto importante fu lo svolgimento
e rocciodromo artificiale >, sul quale, scala- ciel 12° Rallyc dcl C.A.F. che la Sezione
tori italiani e stranieri. effettuarono , duran- S.E.i\ f. organizzò in Valfurva, destando
te la e Settimana dell'Alpinismo >, dimo- l'ammirazione dei partecipanti, e particolar.
strazioni pratiche di arrampicamento. An- mente dci fran cesi, anche per le ecceziona-
che la gen te di Valfurva volle celebrare li accoglienze della popolazione.
il Cent enario dell'Unità d'Italia porlandosi Intensa l'attività esplorativa extra-euro-
su l Gran Zebrù; erano ragazzi dai 10 ai 14 pea, di cui tratta l'apposito capitolo.
anni, accompagnati dai loro maestri, fratel- l mportrmli realizzazioni dell'annata fu-
li o padri , tutte guide del C.A.T. ; in numero rono l'inaugurazione dci seguenti rifugi e
di 57 ra~giungevano quella alta cima su bivacchi: il m1ovo rifugio Vittorio Emanue-
cui si combattè nel 1915-1918. le Il a }.foncorvè: il nuovo Gcrvasulli tra-
Con l'uscita dalla grotta del Caudano sporlato in sito da elicotteri ; il bivacco :\-fa-
in Frabosa Sottana, aveva term ine l'opera- rio Jacchia situalo sotto la rocciosa Aiguil-

329
le de l'Evèque; il bivacco Ettore Canzio al nel rimanere dal 1910 al 1918 nella Patago-
Col des Grandes Jorasses; il bivacco Giulia- nia e soprattutto nella Cordillera di Darwin .
no Perugini alla base del Cam pani le di Val A compendio di questa sua attività pubbli·
~ l ontanaia; il rifugio Angelo Sebast iani alla cò 1111 volume 1 mie i viaggi 11ella Terra del
Sella di Leonessa; il bivacco De Toni alla Fu oco. Ritornato nel 1943 dava alle stampe
Forcella dell'Agnello; il rifugio Dado Soria un secon do volume Le Ande Patago11 1c11e;
al Praie!. Veniva ampliato il rifugio Guido nel 1935 guidava una spedizione alpinistica
Rcy a Beaulard; si impostava la fabbrica- che conquistava il Sarmiento m 2404.
zione del nuovo rifugio Gonella; si sistema- Si spegneva Carlo Semenza, fondatore
"" il rifugio Parete Rossa sull'Altopiano di della Sezione di Vittorio Veneto e Consi-
Avelengo; si ingrandiva il rifugio Calciati al gliere centrale per diversi anni; delle sue
Tribulaun ; si rifaceva il tetto nl rifugio ascensioni trasse la conoscenza per creare
Tonolini al Baitone; si ripristinavano gli im- bacini artificiali, specialmente nelle Dolo-
pianti idrici del rifugio Hnvis de Gorp:io di- miti, progettando arditissime dighe.
st rutti da una valanga; si sistemava il rifugio Moriva a Pera di Fassa la guida Fran-
Garell i al Marguareis e il Pian Cavallone cesco Jori, la cui notorietà aveva ech i non
allo Zeda che veniva dedicato a Emilio solo nazionali fìn dal tempo dell'alpinismo
Fumagalli: infine, la Fondazione Berti deli- class ico; fu maestro, direttore didattico, ~e­
l>erava di intitolare un bivacco a Leo Volto- store di rifugi (Venezia, Bolzano, Coronelle
lina al Piano dello Scotter e di mettere allo e Castiglioni).
studio l'esecuzione di un bivacco Antonio Scompariva a 84 anni Giuseppe Moncli-
Marchi e Renzo Granzotto in Val Cellin a. ni, il decano delle guide camune; ci lascia-
Con viva soddisfazione dei frequentato- va anche Emilio Stagno (1890-1961), alpini-
ri del Gruppo di Brenta si inaugurava il sta nel senso classico della parola.
nuovo "Setitiero S.O.S.A.T. ~ che attraver- La situazione dei Soci era al 31 dicem-
sa ad alta quota la p..1rte centrale del grnp- bre la seguente: ordinari 50591; nggregati
po. Attrezzato nei punti difficili con scale 27433; vitalizi 3694 ; perpetui 61 ; in tota-
e corde, parte dalle vicinanze del rifugio le 81779.
Alberto e Maria ai Brentei e, girando per le
cenge dcl fianco meridionale delle Cime 1962. Nella seduta del 22 novembre
Mandron e di Campi~lio, raggiunge i massi 1962, la IX Commissione del Senato, in Se·
che front e~ia no il rifugio Tuckett. de deliberante, discuteva e approvava il di-
Provocò grande impressione la tragedia segno di legge, su l e Hiordinamento dcl
nl Pilone Centrale dcl ~ fo nte Bianco. n Club Alpino Italiano > che doveva poi d i-
destino volle che agli alpinisti francesi (An- ventare con la successiva approvazione del-
toine Vieille, Pierrc Guillaumc e Pierre la Camera senza ulteriori emendamenti, la
Kohlmann) si aggiungesse anche Andrea vigente legge 26-1-1963 N. 91.
Oggioni, sacrificatosi nel chiudere la riti- La discussione era preceduta dalla se-
rata: si salvarono 'Valter Uonatti, Homeo guente relazione del Vice-presidente gene-
Gallien i e Pierre Mazeaud. rale sen. Renato Chabod, che ill ustrava
Un grave lutto colpiva l'alpinismo espl0- I' e iter> legislativo del disegno e ch iariva
rativo extra-eu ropeo, con la scomparsa di le ragioni degli emendamenti proposti al
Padre Alberto ~ L De Agostini, all'età di testo presentato dal Governo: emendamenti
77 ann i; rweva subito il fascino dell'esplora- che venivano tutti accolti dalla Commis-
zione di terre lontane, quasi sconosciute, sione.

330
CHA.Boo - Onorevoli colleghi, debbo pre- professionale e l'assicurazione delle guide
mettere, per dovere di lealtà che sono Vice e portatori alpini;
Presidente del C.A.I., e che pertanto, se e) la preparazione tecnica, scientifica
Presidente e Commissione vorranno con- e morale degli alpinisti e turisti di mon-
fermarmi l'incarico di riferire, tutti sapran- tagna;
no da che pulpito ... considerato che il Club Alpino Ttaliano
TAJITUFOLI ed filtri - Non c'è nessuna _ assolve pertanto compiti di interesse pub-
incompatibilità.; tu sei il meglio informato, blico nazionale, e che lo Stato non potrebbe
noi sapremo valutare la tua relazione. non assisterlo nella sua opera, che ormai
PR&>IDENTE • Apprezziamo il Sllf? scru- trascende, per mole e necessità di finan-
polo: ma concordiamo tutti per la confer- ziamento, i mezzi dei pur volonterosi 80
ma dell'incarico. mila soci del Sodalizio;
C11AB01> - Vi ringrazio. invita il Governo a sottoporre all'ap-
Nell'ottobre 1958, il sen. Cornaggia provazione del Parlamento, il disegno di
Meclici presentava ed illustrava il seguente legge approntato ne~li anni 1956-1957, sul
ordine del giorno, a firma sua e di numerosi riconoscimento legislativo del Club Alpino
altri colleghi appartenenti a diversi gruppi: Italiano ed il concorso statale nelle spese
« Il Senato, considerato che l'Italia ha relative alle funzioni di interesse pubblico
interessi turistico-alpinistici non soltanto da esso svolte >.
sul versa11te meridionale delle Alpi, ma su Detto o.d.g. veniva accettato, nella se-
tutta la catena appenninica e sui monti di duta del 31 ottobre 1958, dall'allora Mini-
Sardegna e di Sicilia; stro del Bilancio sen. Medici.
considerato il notevole contributo dato Sempre al Senato, il sen. Spagnolli pre-
dal Club Alpino Italiano al turismo di sentava ed illustrava, ne·Jla seduta del 21
montagna estero ed interno, media11te: 1!iugno 1961 , il seguente o.d.g., accettato
a) il complesso degli oltre 400 rifugi dal Ministero del Turismo, on. Falchi, per
e bivacchi fissi - necessario completamc11- quanto di sua competenza:
to della attrezzatura alberghiera di fondo « 11 Senato, richiamati i motivi dell'or-
valle - con oltre tredicimila posti letto dine del giorno Corna~ia Medici ed altri,
ad alta e media quota ed una frequenza accettato dal Ministro del Bilancio nella
annua, estiva ed invernale, di 1.300.000 seduta del 31 ottobre 1958;
turisti-alpinisti; invita il Governo a sottoporre all'appro-
b) la Guida dei Monti d'Italia e la vazione del Parlamento il disegno cli legge,
attrezzatura turistico-alpinistica di cime, approntato nee:li anni 1956:-57 e aggior-
valichi e traversate in quota; nato nedi anni 1959-61. sul riconoscimento
e) la creazione e l'organizzazione del legislativo del Club Aloino Ttaliano ed il
Corpo di Soccorso Alpino forte di oltre concorso nelle soesc relative a·Jlc funzioni
duemila volontari, ripartiti in 111 stazioni di interesse publ)lico da esso svolte >.
di soccorso :i.lpino, operanti non solo per i
soci del Club Alpino Italiano, ma per tutti Nella sua relazione sullo stato di pre-
indistintamente i turisli cd alpinisti italiani visione del Ministero del Turismo e dello
e stranieri, e così pure per gli occupanti di Spettacolo per l'esercizio finanziario del
aerei precipitati od atterrati in alta mon- 1° luglio 1962 al 30 giu~no 1963, il sen.
tagna; Moro così si esprimeva sul Club Alpino
à) lorganizzazione, la fonnazione Italiano:

331
e Nel grande quadro del turismo socia- fondo globale del bilancio di previsione
le, merita un particolare rilievo una delle del M inistcro del tesoro.
istituzioni più benemerite che tutta l'Italia e L'importanza delle funz ioni svolte, la
conosce e altamente apprezza: il Club Al- eccellenza tecn ica con cui il C.A.l. adem-
pino Italiano pie ai suoi mandati statutari, le alte bene-
e i!: una libera associazione, quasi cen- merenze da esso acquistate in tanti anni
tenaria ormai - fu infatti fondata nel di attività, sono altrettanti titoli che rac-
1863 - che oltre alla normale attività edu- comandano al Parlamento e al Governo il
cat iva sportiva eccetera, ha creato un im- chiesto riconoscimento che del resto ha già
portante complesso di rifugi alpini, ha ap- fatto oggetto di uno schema di provvedi-
prestato sentieri, istituito scuole di alpini- mento legislativo, non mai arrivato al suo
smo per la formazione di tecnici, formato iter parlamentare >
nn Corpo di soccorso alpino, organizzato Il Governo presentava pertanto il dise-
una rete di stazioni di soccorso, installato gno di legge de quo, assegnato alla IX
im pianti telefonici e radiocollegamenti, isti- Commissione in sede deliberante, col se-
tuito una segnaletica di alta montagna e guente parere della V Commissione:
pubblicato una collana di guid e alpine, ecc e La Commissione finanze e tesoro, esa-
e Esso svolge pertanto compiti di vero minato il disegno di legge n. 2280, rileva
in teresse nazionale, perché opera su tutto trattarsi di un provvedimento lungamente
il territorio dello Stato, e di pubblica com- atteso, che provvede alla sistemazione giu-
petenza, perché invero si tratta di atti- ridica di un Sodalizio caro al cuore di tutti
vità di soccorso e di assistenza clic dovreb- coloro che amano la ~fontagna
bero essere di pert inenza statale o comun- e L'l Commissione, constatata la regola-
que di pubblici enti rità della copertura dell'onere recato dal
e In Fr~ncia il Governo ha già ricono- prO\'vedimcnto, esprime parere fa vorevole
sciuto l'importanza nazionale di tali com- all'ulteriore corso dcl provved imento stes-
pili di soccorso ed assistenza, tanto è vero so - F.to Spagnolli >
che ha istituito l'Ecole Nationale d'Alpi-
nisme et de Ski di Chamonix. addirittura Superlluo, dopo quanto precede, attar-
dipendente dal Ministero della pubblica darsi in ulteriori considerazioni di carattere
istruzione, e quindi a carico totale dello generale.
Stato. Passando quindi senz'altro all'esame
e Da tutto quanto precede appare quan- degli articoli si osserva:
to mai necessario riconoscere, al pili presto. Art. 1 - Dispone che il sodalizio al-
)!i11ridicamcnte l'attività puhblicistica dcl l'esame riprenda anc11e de ;ure l'antica dc-
C.A.T. sen7.a tuttavia turbare, per effetto nomina7.ionc di Club Alpino Ttaliano, so-
di un simile necessario riconoscimento, il stituita dalla legge 17 maggio 1938 n. 1072
caratt ere di libera associazione privat istica con l'altra e Centro alpinistico italiano >.
dcl Cluh Alpino Ttaliano avente fini edu- Conferisce al C.A.I. la personalità ~iu­
cativi ed assistenziali ridica, sotto la naturale vigilanza dcl Mini-
e l!: da ten er infine presen te, per quanto stero dcl Tnrismo
riguarda il finan7.iam cnto, che il contributo Art. 2 - La fomiula e: mantenere in cf·
annuale dello Stato. previsto nella misura ficienza ... il complesso d ei rifu~i e delle
di 80 milioni , già nell'attuale esercizio fi- attrezzature alpinistiche > va eviden temen-
nanziario ha trovalo idonea copertura nel te intesa non in senso statico, della manu-

332
lenzione dei soli. rifugi attualmente esi- del secondo comma: e aver frequentato
stenti, senza aggiunte o varianti, ma bensì con esito favorevof.e i relativi corsi del C lub
in senso dinamico e così della manuten- Alpino Italiano •.
zione di un e Complesso :t richiedente ora Arl. 4 · Prevede la integrazione del
l'abbandono di questa o quella opera espo- Consiglio cent rale e del Collegio dci revi-
sta a pericoli obiettivi, ora ha costituzione sori dcl C.A.l . resa necessaria dal finanzia-
ex novo di altra più conveniente opera. mento statale, per le relative deliberazioni
Nell'inverno 1960 il rifugio Elena al Col cd il relativo controllo.
Fcrret U"'I. Bianco), è stato spazzato via da Art. 5 · li fi nanziamento appare ade-
una valanga: mentre sarebbe assurdo vo- guato alle attuali esigenze e previsioni.
lerlo ricostruire in loco, per l'accertato veri- Art. 6 • La presenza di almeno quattro
ficarsi di un rischio non evitabile, è invece dei sei rappresentanti della P.A. potrebbe
logico provvedere occorrendo con altra non verificarsi per altri impegni o normali
nuova e più sicura opera, tenuto conto impedimenti, anche in relazione alla even-
delle necessità alpinistico-turistiche della tua le sede alpina delle riunion i dcl Consi·
zona. Altrove possono mutare le condizioni glio centrale del C.A.1. (che si è già convo-
che avevano giuslificato la costruzione di cato al rifugio Torino od altre località di
un rifugio o di una via attrezzata, mentre alta montagna). Lo Statuto del C.A.I. pre-
possono sorgere nuove diverse necessità e vede, per la validità delle sue sedute: e la
così via. Quanto ai compiti affidati dal presenza di almeno dieci componenti, del
C.A .I., e che esso ha fin qui sempre volon- Presidente o almeno di un vice presidente :t
tariamente svolto nei limiti delle sue pos- (art. 23), meno cioé della maggioranza asso-
sibilità, è ovvio che il C.A.l. non potrebbe luta dei suoi 35 componenti. Pur tenendo
essere tenuto 11/tm oires, e così oltre i limiti conto delle ragioni determinanti l'integra-
del fìnanziamento assegnatogli dal succes- zione di diritto prevista dall'art. 4 semb:a
sivo articolo 5 per consentirgli di far front e opportuna la riduzione del quorum da
alle maggiori esigenze alluali. Ammettasi, quattro a tre, numero sufficiente perché
in ipotesi, che gli incidenti alpinistici do- possa formarsi una maggioranza fra i rap-
vessero aumentare in misura tale da supe- presentanti della P.A.: e fi propone per-
rare le possibilità in uomini (guide e vo- tanto il seguente emendamento: sostitui re
lontari del Corpo Soccorso Alpino) e mezzi alle parole e almeno quattro dei membri •
del C.A.l: è ovvio che in tale ipotesi (di le seguenti altre e almeno tre dei membri •
cui si può però ritenere che sia soltanto Art. 7 - Per la precisazione di cui al
teorica e che non abbia quindi a verificarsi, secondo comma, il primo comma si riferisce
salvo il sopravvenire di imprevedibili cir- ovviamente al settore delle imposte indi-
costanze) l'attuale soluzione dovrà essere rette (registro, bollo, successioni, Ige, ecc.):
convenientemente riesam inata. l'equiparazione del C.A.I. alle ammin istra-
Art. 3 - Sembra necessario chiarire che zioni dello Stato comporta quindi esplici-
la frequenza dci corsi debba essersi favo- tamente l'estensione al detto ente del regi-
revolmente risolta e precisare che si tratta me tributario previsto per lo Stato dalle
dei corsi obbligatori per l'amm issione a singole foggi istitutive delle cennate impo-
portatore e la promozione a guida, non di ste ind irette.
semplici corsi di aggiornamento e acide. Sembra opportuno che la dizione (1°
stramento: si propone pertanto il seguente comma) e ed i suoi organi periferici :t ven-
emendamento sostitutivo dell'ultima parte ga corretta in e e le sue Sezioni :t ; non

333
consta, infatti, che esistano altri organ i pe- del Club stesso • sostituire le seguenti altre
riferici del Sodalizio oltre le Sezioni. e di tutto il personale comunque necessario
Art. 8 - Necessaria conseguenza dello per le esigenze funzionali della Sede ceri-
intervento statale, è opportunamente for- trale del Club stesso • ·
mulato e non richiede quindi nessun emen- Art. J2 - Della copcrtma tratta il sutra-
damento. scritto parere della V.a Commissione.
Art. 9 - Hie11tra nella prassi, ormai ge- CHAOOD, Relt1tore
neralmente seguita, di fare espressamente
salva la competenza costituzionale delle 11 Consiglio centrale si riuniva sci volte
Hegioni a Statuto speciale. durante l'anno. A Novara il 28 gennaio ri-
Art. 10 - Poiché lo Statuto dcl C.A. I tornava a discutere sull'assetto giuridico;
prevede (art. 45) che le sue modificazioni riconfermava il principio che il nmnero dei
non siano valide se non siano e approvate Soci non poteva basarsi altro che su l nu-
in due Assemblee consecuti ve, tenute a mero effettivo delle persone fisiche e non
distanza non minore di due mesi l'una dal- sul numero dei bollini acquistati dalle Se-
l'altra > sembra necessario aumentare il zioni; riconfermava la decisione di pren-
termine da sei a dodici mesi, tenuto altresì dere in considerazione la nuova edizione
conto del fatto che nella prossima prima- della Guida del Gran Paradiso quru1do gli
vera 1963 vi saranno le elezioni politiche e Enti valdostani si fossero impegnati per lo
che le occorrenti due assemblee non po- acquisto di duemila copie; esaminava la
trebbero quindi tenersi prima della sta- opportun ità di affidare la gestione del rifu-
gione estiva (in cui gli alpinisti vanno in gio ~fargherita alla Sezione di Varnllo;
montagna e non sono quindi mai stati con- ascoltava il programma per i festeggiamenti
\'OCati in assemblea!). del Centenario. A Torino, I' 11 mar.w ri-
Si propone pertanto il seguente emen- prendeva ancora una volta in esame l'as-
damento: sostituire alle parole e entro sei setto giuridico, le manifestazioni per il
mesi dalla data > '1c seguenti altre e entro Centenario, la vertenza per la Caravella
dodici mesi dalla data >. Cristoforo Colombo, il Musco della t-.fon-
Art. 11 - Poiché ben poche sezioni so- tagna; assegnava un contributo di L. 200
no finanziariamente in grado di assumere mila per la Guida dell'Appem1ir10 Parmen-
impiegati (le funzioni di segreteria ven- se Pontremolese; prendeva atto della defi-
gono gratuitamente svolte da soci volon- nizione del caso Compagnoni da parte del
terosi) sembra opportuno limitare l'obbligo Consorzio Nazionale Gu ide e Portatori; in-
dcl regolamento organico dcl personale alla teressava la Sezione di Torino all'Osserva-
sola Sede centrale del C.A. L (che è d'al- torio dei raggi cosmici al Plateau Hosà;
tronde la sola diretta beneficiaria del finan- approvava la Sottosezione Hinascente e
ziamento statale): e si propongono pertanto SGioglicva quella di Lomazzo. A Firenze
i seguenti emendamenti: I' 11 maggio ascoltava il programma defi -
a) alle parole e dal consiglio di am- nit ivo per la celebrazione del Centenario;
ministmzione del Club Alpino Italiano > accettava di limitare rassicurazione dei
sostituire le seguenti altre: « dal Consiglio Soci alle montagne europee; concedeva un
cer1trale del Club Alpino Italiano >; contributo di mezzo milione alla Sezione
b) alle parole e di tutto il personale U.G.E.T. di Torino per il nuovo rifugio
compreso il Direttore genera le - comun- Gonclla; ringraziava Carlo Landi-Vittorj e
que necessario per le esigenze funzionali Stanislao Pietrostefani per il volume Gran

334
I
Sasso della Cuida dei ;\fonti d'Italia e ve- stribuita st:unpata; fece il punto sulla situa·
niva informalo dell'assegnazione a Guido zione sociale, mise in risalto la consistenza
Monzino del Premio Oggioni. In giugno, dei rifugi, ricordò il i\l useo della t-.fonla·
aderendo a ll'in vito della Sezione Valtelli- gna, la Hivista i\fonsile e la Guida dci
nese nella ricorrenza della sua fondazione, Monti d'Italia; l'opera svolta dalle sezioni,
si riuniva in Sondrio, nella Sede della Fon- dalle comm issioni, dai comitati; l'attività
dazione Bombardieri per provvedere alla alpinistica; le iniziative per il Centenario;
nomina delle Commissioni e dci vari co- si diffuse sull'assetto giuridico e su lla quc·
mitati. Ad Alagna Sesia, in occasione del stione delle sezioni atesine, ribadendo il
Congresso, il l" settembre costituiva un concetto che non si poteva obbligare nes-
Ufficio Stampa; esaminava la proposta di suna di esse a fondersi con le altre. Dopo la
accogliere stranieri nel C.A.A.I.; autoriz- discussione si ebbero le votazion i: venne
:mva la Sezione S.E.i\I. di cedere terreno confermato a Presidente generale Virginio
di proprietà al Piano dei Hesinelli per l'al- Bertinelli; a Vice·presidente generale El.
largamento di una strada comunale costi- vezio Bozzoli Parasacchi; a Consiglieri cen.
tuiva la Sottosezione di Merone e trasfor- trali: Umberto Valdo, Antonio Sa viott i,
mava in Sezione quella dei Leinì. L' 11 Silvio Saglio, Bruno Toniolo, Gianvi ttorio
novem bre a i\Hlano deliberava di antici- Fossati llcllani, Guido Bcrtarelli, Guido
pare a Picropan lire centomila quale rico· Mezzalesta, Antonio Pascalti, Giovanni Ar·
noscimento degli sludi effettuat i nelle Pie· denti·Morini; nuovi eletti: Pasquale Tac·
cole Dolomiti, con riserva di conteggiarli chini e Giuseppe Ceriana. A revisori dei
al momento della loro pubblicazione nella conti: Oreste Pinotti, Piercarlo Pcnzo, Fer-
collana della Guida dei Monti d'Italia, rante l\fa ssa, Mario Azzìni, Franco Bollati.
prendeva in esame i rimborsi ller i soccorsi In occasione dell'Assemblea, a suon di bue·
in montagna e l'assicurazione per gli allievi cine, i delegati furono ricevu ti a Palazzo
delle Scuole di alpinismo; discuteva sulla Vecchio, dal Sindaco on, prof. Giorgio La
Spedizione 100 donne al i\ lonle Bianco; Pira.
esaminava le modifiche da apportare allo Un eccezionale successo ebbe il Con-
Sta tuto per effetto della prossima legge gresso del Monte Hosa, tenutosi ad Alagna
su ll'assetto giuridico; autorizzava la vcn· Scsia, con In partecipazione di 400 perso·
dita del rifugio Bristol e atl'U.G.E.T, la ne, un'alta percentuale dci quali salì alla
accensio11e di un mutuo ipotecario, previa Punta Gnifetti del Monte Hosa. Dopo i
estinzione del precedente; trasformava in discorsi di due ministri: il Presidente gene·
Sezione la Sottosezione di i\lariano Comen· raie dcl C.A.l., on. Virgilio Bertinelli e
se; costituiva le sezioni di Salò e Monte· !'on. Giulio Pastore, si ebbe una serrata di·
bello; scioglieva la Sezione di Lonigo e scussione sulla figura della Guida.
nominava Segretario generale Luigi AnlO· La Xl edizione del Festival di Trento
niotti e Vice.segreta rio generale Antonio non rilevò capolavori, ma un migliorato
Sa viotti. livello tecnico; il Trofeo Gran Premio Città
L'Assemblea generale dei D elegat i si di Trento fu assegnato a Calapagos, sbarco
svolse il 20 maggio a Firenze; nomi nalo a 11ell" Ede11, il Bododendro d'oro a Hindu
presiedere favv. Emilio Orsini della Sezio· Kusli, la Genziana d'Oro a La valle degli
ne ospitante, questi lasciò la parola al Pre· Dei, il Nett uno d'oro ali' Ultima giornata
sidcnte generale, il quale commentò la Slta di Scott. li Gran premio dcl C.A.I., dotato
relazione che in precedenza era stata di· di un milione di lire, venne dato a Monte
BUmco - La Grancle cresl<l di l'e11térey. ~la- della cresta orientale dell'Herbetet; nel Ve-
11i!esta:.:ioni di contorno furono: la Ul Bien- neto si inaugu rava il rifugio Carlo Semen-
nale internaz.iona.le dcl libro di montagna za, poco sotto la Forcella L.'lstè, a ponente
e di esplorazione; una interessante dimo- del 1\ lontc Cavallo. Venivano montati: alla
strazione di Soccorso alpino al Dos Trento; Busa dcl Banco il bivacco Emilio Comici;
l'Assemblea del C.A.A.L e infine il Conve- al Van de Scotter il bivacco Leo Voltolina;
gno dci massimi alpinisti ciel momento, ai a.Ila Conca del ~foduce di fuori il bivacco
quali venne consegnato un distintivo di Musatli; in Val Baion il bivacco Fratelli
oro. Fanton ; presso la Cima delle Vedrette il
Hicorreva nell'anno il 90" della fonda- bivacco Leone Pellicioli. ln Valle Stura, iu
zione della S.A.T., costituitasi il 7 seuem- occasione della Festa della ~lontag11a, ve-
bre 1873 per iniziativa del generale gari- niva affidato alla Sezione di Fossano il rifu-
baldfao Bolognini, dopo lo scioglimento di gio ~ligliorero e in Val Grosina veniva
una preesistente e società alpina ;, , forma- impostato il rifugio Enrico Falk.
tasi due anni prima e sciolta dal governo Si provvedeva al riattamento: dcl rifu-
austro-ungarico perché irredentista gio Badile e lo si ribatte-aava con il nome
l n occasione del Convegno delle sezioni di Attilio Piacco; del rifugio T iziano al Col
Liguri-Piemontesi-Valdostane, veniva an- di Val Longa; del rifugio Pordenone in Va l
cora affrontato il problema dell'assetto giu- ~lontanaia; del rifugio Balasso nelle vici-
ridico; si passava in esame le manifesta- nanze del Pian delle Fugazze; del rifugio
zioni celebrative per il Centenario e si ~largherita con il trasporto del materiale
auspicava che per il 1963 fosse nominato in elicottero. Si ingrandiva il rifugio Guido
Presidente generale un piemontese, ravvi- Hcy a Prè ~ l eunier; si ricostruiva il rifugio
S.'lndo come più adatto a ricoprire tale ca- Gervasutti a Frébouzic e si rifaceva il tetto
rica il sen .. Renato Chabod. l n un succes- al rifugio Torino vecchio. Infine veniva
sivo convegno, tenutosi a Gozzano, appro- rinnovata la e Scala Guidetti ;, sulla via per
varono il proprio regolamento e trattarono il rifugio Boccalatte.
le varie iniziative regionali anche in rap- L'attività alpinistica si apriva con im-
porto al Centenario. portanti ascensioni invernali su tutta la
Le Sezioni Trivenete, riunite a Padova, catena alpina: dal Canalone Nord-est dcl
presero anch'esse in esame il disegno di !-. lont Blanc du Tacul (da parte di Alberto
legge sull'assetto giuridico, approvando la ).larchionni, Andrea ~lellaM, Alberto His-
opera del Consiglio centrale e invilandolo so, Homano Perego, i\lazzocchi e Gianoi
a proseguire nella sua azione, diretta alla Hibaldone), alla parete Nord dcl Su Alto
più sollecita approvazione del disegno di nel gruppo del Civetta per opera cli Berto
legge da parte degli organi legislativi dello Sorgato, Giorgio Redael\i e Giorgio Ronchi;
Stato. l n una seconda riunione, tenutasi a la Nord del Sassolungo superata da Ludo-
San Donà di Piave, discussero sul proprio vico ~foroder di Ortisei e Henzo Bernardi
regolamento, sullo stato giuridico, sulla di Selva; la parete Nord dcl T resero vintn
costruzione di un bivacco da ded icarsi al- da Romano Merendi, Giovanni Noscdn,
l'ing. ~fo1azio, da poco scomparso e pas- Domenico Maidn, Ernesto Sani e Alberto
sarono in rassegna le manifestazioni pro- Colonaci. Impresa notevole fu la scalata
grammate per il 1963 della Nord dell'Eiger da due cordate: una
Nel gruppo del Gran Paradiso veniva fonnata da Piero Acquistapace, Franco So-
inaugurato il bivacco Leonessa all'inizio lina e Armando Aste; l' a1tra da Andrea

336
Il. Pizzo XORl>-0\. EST OEI CE'-IELL I, IL
Pi zzo CE..'\"GALO E tL P l'.l.ZO 13AmLE, dal-
la Val 13ondasca
(Foto A. Steiner)
~follano, Uomano Perego e Gigi Airoldi. vata del Huwenzori. A Guido Monzino, per
La guida Giovanni Ottin e Mario Daguin l'a udace e rischiosa operazione di ricerca
riuscivano in vetta al Cervino, dopo aver degli alpinisti belgi in Groenlandia (1961),
lracciata una via nuova, direttissima, sulla veniva consegnata la Medaglia d'oro An-
parete occidentale; Walter Bonatti e Cosi- drea Oggioni, istituita per premiare gli atti
mo Zoppelli vincevano la parete Nord del generosi di soccorso in montagna. Lo stesso
Gran Pilier d'Angle; Bepi Dc Francesch, alpin ista, con i suoi compagni, ripartiva poi
Quinto Romanin, Cesare Franceschetti ed per la Groenlandia e riusciva a superare, in
Emiliano Vuerich, aprivano una nuova via prima ascensione, il Pollice del Diavolo per
sullo spigolo Sud-ovest del Piz Ciavazes. la parete meridionale.
Un accordo di particolare importanza Fra i lutti i più notevoli furono quelli
veniva concluso tra il Club Alpino Fran- di Luigi Cibrario e di Battista Gugliermi-
cese e il C.A.l. al fine di conferire alla na. Luigi Cibrarto (1864-1962) fu per ben
competizione sci-alpinistica di alta monta- 75 anni partecipe della Sezione di Torino,
gna una più vasta risonanza; a part ire dalla praticò l'alpinismo nell'originaria Valle di
XIU manifestazione; verranno organizzate Lanzo; entrò nella direzione sezionale già
congiuntamente dai due sodalizi: una vol- nel 1891, ne fu Presidente e Consigliere;
ta in Francia, la successiva in Italia e così. Vice.presidente generale del C.A.l. dal 1901
via . La manifestazione del 1962 si svolse al 1917 e nel 1918, durante la guerra, per
in Francia nel gruppo del Monte Bianco e la morte del sen. Camerano, fu a capo del
vide ai primi posti le squadre di Chamonix Sodalizio, su proposta dei Delegati di Mila-
e la Fior di roccia di Milano. La Sezione no. Battista Guglierm ina, che si avviava
di Mondovì, con una organizzazione per- gagliardo verso i novant'anni, fu tra i mas-
fetta, faceva svolgere la sua « Tre rifugi ) simi alpinisti del suo tempo e godeva di
che vedeva al primo posto le Fiamme Gial- grande estimazione, tanto che, con il fratr:l-
le di Predazzo; in Val Formazza, la S.U. lo Giuseppe, fu nominato socio onorario
C.A .J. di Torino si classificava prima, nella nel 1953, sia del C.A.I. sia dell'Alpi.ne Club
manifestazione che non era di gara, ma La forza numerica dei Soci al 31 dicem-
nemmeno di raduno. Sul consueto tracciato bre era di 85446, così suddivisa: ordinari
che si irradia dal rifugio Calvi, con un per- 52844; aggregati 28828; vitalizi 3713; per-
corso di venti chilometri, si svolse la XIII petui 61.
edizione della classica gara sci-alpinistica
per il Trofeo Parravicini, organizzata dalla 1963. S'inizia l'anno del Centenario
Sezione di Bergamo, che veniva aggiudi- Come primo avvenimento si è avuta la 110-
cata agli alpini Livio Stuffer e Gian Franco tizia dell'approvazione anche da parte della
Stella. Camera dei Deputati della legge 26 genna-
Anche le scuole di alpinismo svolsero u- io 1963, N. 91.
na notevole attività; ne funzionarono nel- Con la Rivista Mensile si provvedeva
1'anno trentadue, fra nazionali e sezionali alla celebrazione del Centenario, dedican-
Lasciata Milano alla vigilia di Natale do il primo fascicolo all'alpinismo occiden-
del 1961, Guido Monzino, con Mario Fan- tale, il secondo all'alpinismo dolomitico, il
tin e le guide Jean Bich, Pierino Pession, terzo all'alpinismo lombardo e il quarto al-
Leonardo e Antonio Garre!, saliva a fine l'alpinismo appenninico e riassumeva le
d'anno al bivacco Elena e il I gennaio rag- manifestazioni nazionali promosse dalla Se-
giungeva la Cima Margherita, la più ele- de centrale, organizzate dal Comitato tori-

337
nese, dalle Commissioni e Comitati e dalle
Sezioni
Col rievocare le più belle imprese dei
primordi, accompagnandole con altre re-
centi e recentissime, si volle che e da un sif-
fatto accostamento risultasse evidente la
caratteristica delle varie epoche, dei vari
stili; in una parola l'evolu2ione storica del-
falpinismo italiano •, senza con questo of-
frire un doppione del volume dedicato ai
primi cento anni del C.A.l. e ma bensi una
rassegna che lo completi armonicamente
presentando quelle relazioni originali che
non potevano evidentemente trovar posto
nel suddetto volume senza trasformarlo in
un'opera di proporzioni eccessive, relazioni
pubblicate in buona parte ~ui primi bollet-
tini, onnai introvabili, dcl C.A.J ., o ancora
inedite•.
Degne della ricorrenza e dell'importan-
za del C.A. l. furono le celebrazioni roma-
ne, culminate il l aprile nel ricevimento
dei Delegati da parte di Papa Giovanni
XXUI e nell'analoga cerimonia svoltasi nel- Antonio Segt1i
la sala degli Orazi e Curiazi, in Campido- Prctùlcnie della ReJJubblica
glio, alla presenza dell'on. Segni, Presiden- e PrPs/tltmte 011ororlo del C.A.l. dal 1003
te della Hepubblica.
L'evento ebbe larga risonanza nella
stampa, tanto che, sia i grandi quotidiani, Dopo la commemorazione dei Soci scom-
sia i giornali di provincia, dedicarono spazio parsi, accennava alle grandi imprese com-
alle cerimonie romane, delle quali si occu- piute sulle Alpi e in regioni extra-europee,
pò anche la radio e la televisione con varie che permettevano di felicitarsi con il passa-
trasmissioni. to e di guardare con fìducia all'avvenire.
Su invito del Presidente generale a pre- Accennava all'attività delle Commissioni
siedere l'Assemblea dei Delegati, convoca- e fra queste quella della Guida dei ~ l ont i
ta in tale occasione, veniva chiamato il con- d'Italia, arricchitasi in occasione ciel Cen-
te Datti, il quale, a nome degli alpinisti ro- tenario con il primo volume della Guida ciel
mani, porgeva un fraterno saluto ai conve- Mo11/e Bianco, compilata da Henato Cha-
nuti. Dato per letto e approvato il verbale bod, Lorenzo Crivel e Silvio Saglio. La re-
dell'Assemblea di Firenze del maggio 1962, lazione veniva approvata all'unanimità sen-
!'on. Bertinelli iniziava la sua relazione sul- za la minima discussione.
l'annata trascorsa, che essendo stata distri- Nel riprendere la parola illustrava la
buita preventivamente ai Delegati, omette- proclamazione a Presidente onorario del
va di leggere integralmente, trattandone so- C.A.I. deU'on. Antonio Segni, Presidente
lo per sommi capi le parti più sostanziali. della Repubblica Italiana; con questo atto

338
si riprendeva una tradizione che risaliva Chabod dichiarava di riaccettare la carica.
all'origine del nostro Sodalizio. e L'onore, Iniziatasi la parte straordinaria, lo stesso
che deriva al nostro Sodalizio dalla presen- sen. Chabod, a nome del Consiglio centrale,
za alla tesla del Club della suprema autori- illustrava le modilìche e le aggiunte da ap-
tà dello Stato, è dovuto, almeno cosi rite- portare allo statuto per effetto della legge.
niaino, dall'assoluto disinteresse persona-le Votate le modilìehe, comma per comma,
con cui dirigenti e soci, dall'origine dcl So- all'art. l si avevano 2 contrari e 11 astenu-
dalizio, hanno agito coll'unica mira dell'ap- ti, rappresentanti trentadue voti; l'art. 19
plicazione dei fini statutari; ma perché sap- otteneva lo stesso risultato; per l'art. 4 vi
piamo di non avere il monopolio dell'onestà, era una proposta di portare a 15 i consiglie-
pensiamo che nella stima universale che ri centrali, ma non veniva approvata. li
circonda l'opera del C.A.L e che ha ricevuto complesso delle modifiche, veniva approva-
il riconoscimento nella recente disposizione to con 319 voti favorevoli, 4 contrari e 22
legislativa abbiano avuto ed hanno consi- astenuti.
dcrevolissimo peso la percezione, più che li Presidente dell'Assemblea ricordava
alle volte la vera conoscenza, dell'importan- ai Delegati che in settembre a Torino, vi
za ai fini del bene della nostra patria di tut- sarebbe stata una seconda Assemblea dci
te le nostre attività': dai rifugi alle opere Delegati, per la approva;done in seconda
scientifìche, che possono essere frutto sol- lettura delle modifiche dello Statuto.
tanto di attivi alpinisti, dall'Organizzazio- Procedutosi alle elezioni, queste davano
ne del Corpo delle Guide a quella dcl Soc- i seguenti risultati: Vice-presidente genera-
corso alpino, dalle sped izioni extra-europee, le Renato Clmbocl; confermati i Consiglie-
che hanno fatto conoscere e apprezzare il ri: Luigi Antoniotli, Giulio Apollonio, En·
nome d'Italia su tutti i continenti, al contri- rico Cecioni, Alessandro Datti, Roberto Ca-
buto di sangue ed esperienza che i nostri lanti, Cesare Negri, Toni Ortelli ed Euge-
Soci hanno dato scientemente per la dife- n io Veneziani; nuovi eletN: Ariele Maran-
sa del nostro Paese >. goni e Dante Ongari. Revisori dci conti:
Approvato il bilancio consuntivo e quel- Mario Azzini, Franco Bollati, Piercarlo Pen-
lo preventivo, venivano chieste spiegazioni zo, Oreste Pinotti
circa la rielezione del sen. Renato Chabod
a Vice·presidente generale e lAssemblea Alla chiusura dell'Assemblea dei Dele-
ven iva informata che nella seduta del Con- gati si svolse il giro turistico di Homa e alla
siglio centrale tenutosi la sera prima, erano sera, nel salone della Domus Pacis, il Coro
intervenuti chiarimenti circa fa portata del- della S.A.T., presentandosi nella tradizio-
l'ord ine del giorno delle Sezioni Trivenete. nale divisa e diretto dal maestro Pedrotti,
A seguito di tali chiarimenti tutti i Consi- si faceva entusiasticamente applaudire. Se·
glieri avevano espresso a Chabod il loro vi- guiva la proiezione del fìlm a colori Monte
vo apprezzamento e la loro riconoscenza Bifmco. La grande cresta di Peulérey, pre-
per la sua attività pluriennale in favore del miato all'ultimo Festival di Trento, presen-
C.A. I. e per l'opera concreta espressa nella tato con breve e succoso discorso dallo stes-
recente Guida del Monte Bianco e in queJla so regista e operatore, l'austriaco Kurt
del Gran Paradiso di prossima edizione, Diemberger.
nonché per la sua attività per la celebrazio-
ne del Centenario; cessava quindi ogni ra- Alle 10 del I aprile tutti i Delegati si tro-
gione di contrasto, motivo per cui il sen. varono in Valicano, nella Sala Clementina,

339
per l'udienza ponti6cia riservata al Club applauso degli alpinisti, mentre il Coro del-
Alpino Italiano. la S.A.T. intonava e La Montanara :t .
Quando il Papa, Giovanni XXIJI entrò Fattosi il silenzio, il vice-sindaco di Ho-
nella sala, preceduto dai dignitari, venne ma Grisolia esprimeva agli intervenuti il
accolto da un grande applauso, che si rin- saluto della città e con felice sintesi parla-
novò quando sedette sul tronetto. va di molti compiti civili e morali del Club
Quindi il Papa iniziava il suo parlare e- Alpino, che serve a fondere uomini di tutte
sprimendosi con semplici parole. Pur non le regioni nel perseguimento d i comuni
essendo alpinista; anche se nato nelle Pre- idealità. Pertanto, in nome di Boma capita-
alpi Bergamasche, ricordava come, avendo le, additava il C.A.l. alla gratitudine del
avuto quale maestro nella sua frequentazio- Paese, in funzione delle capacità esplicata
ne della Biblioteca Ambrosiana di i\·lilano, nel compito di uni6cazìone del nostro Pae-
don Achille Hatti, avesse potuto apprezzar- se. e Al C.A.I. - concludeva l'oratore -
ne l'amore per ]a montagna. Hicordava an- spetta l'onore del Campidoglio anche per
che gli studi di Papa Pio ~I sulla vita di la lunga azione svolta nel campo dello spiri-
San Carlo Borromeo e sulle visite apostoli- to e della scienza . In un'epoca che vede la
che nelle zone prealpine. Pio XI era uno sca- minaccia dell'appiatti~ento di tutti i valo-
latore non solo di vette montane, ma anche ri, dobbiamo essere grati al vostro sodalizio
di vette spirituali. Dopo un accenno alle di continuare ad additare a tutti i nostri
sue recenti visite alle chiese di Roma, fuo- figli le mete poste al di sopra di ogni vol-
ri nella campagna e al timore di non riusci- garità, nell'isolamento fisico e morale :t .
re a tornare in Vaticano per la quantità di L'on . llertinel\i, cessato l'applauso che
gente che faceva ressa per vederlo, Giovan- aveva ae<:olto le parole del vice-sindaco, ri-
ni XXIII chiedeva se nella letteratura della volgendosi al Presidente della Repubblica
montagna vi fosse qualche cosa che prende diceva:
dai libri sacri, dall'antico Testamento, dai <È con commozione profonda che il
salmi particolannente, qualche riferimento Cht'b Alpino llaliano celebra i cento anni di
alla montagna che illustri l'ascensione dello sua vita in questa città così ricca di storia
spirito verso la montagna. Prometteva che e in questa aula così solenne di fa tti , .
l'indoma11i, nella sua Santa Messa, si sareb- E, proseguendo, leggeva il testo di una
be ricordato di tutti i presenti e concludeva breve ma precisa cronistoria delle vicende
testuaJmente: < Quando vi accada di tor- del Club Alpino, dalla sua fondazione ad
nare a Roma per i vostri convegni, fatemi opera di Quintino Sella e dell'on. Giovanni
un cenno, se sarò vivo ... :t . Barracco e dci fratelli Giacinto e Paolo di
Un grande applauso accoglieva questa Saint Hobert, di ritorno dalla ascensione sul
espressione di affetto, mentre il Coro della i\fonviso, fino ai giorni nostri.
S.A.T. intonava in sordina il suggestivo Dopo l'applauso che coronava l'esposi-
< Montagnes valdota.ìnes :t . zione, consegnava al Presidente della He-
Altra cerimonia solenne fu quella che ha pubblica la pergamena con la quale veniva
visto l'intervento del Presidente della Re- nominato socio onorario del Sodalizio, tra lo
pubblica, nella Sala degli Orazi e Curiazi scrosciante affettuoso applauso dei conve-
in Campidoglio. nuti, che commoveva !'on. Segni.
Alle 12 precise entrava in sala f on . An- Ch iudeva la cerimonia il Coro della
tonio Segni, accompagnato da parlamentari S.A.T.
e da varie personalità, accolto dal fragoroso Nella stessa mattinata, prima dell'u-

340
dienza pontificia, era stata posta una corona Più t-ardi Consiglieri e D elegati, cui si
di alloro sulla toinba di Pio Xl nelle Grotte erano aggiunti i Congressisti e numerosi
Vaticane, da parte del Cons iglio Centrale Soci torinesi, per un complesso di circa 600
del C.A.I. pe rsone, rientravano nel salone dello stesso
teatro e aveva inizio la commemorazione
A Torino, cu lla dell'Alpinismo Italiano ufficiale del primo Centenario del C.A.l
si è felicemente svolto il Congresso del Cen- L'on . Bertinelli, aprendo la riun ione
tenario. dava la parola al Sindaco di Torino. Dopo
Le vere e proprie celebrazioni in iziarono aver espresso il compiacimento e la grati-
la mattina del 7 settembre con l'omaggio tudine della sua città scelta per festeggiare
alla tomba di Quintino Sella ad Oropa. la grande ricorrenza centenaria, l'ing. An-
Il Consiglio centrale si è poi riun ito a selmetti esaltava la funzione educativa del-
Torino nel pomeriggio. l'alpi11ismo, spcciamcnte nei confronti della
Domenica 8 settembre, il LXXV Con- gioventù e concludeva augurandosi che il
greSso, manifestazione culm inante delle ce- secondo centenario veda una ancor maggior
lebrazioni del Centenario, è stato precedu- intensità di azioni e di affetti e soprattutto
to dall'Assemblea straordinaria dei D elega- che i giovani entrino sempre più numerosi
li, convocata {I.i Teatro Nuovo d i Torino nelle file del Sodalizio.
Esposizioni al Valentino e svoltasi celer- l3erti11elli, ringraziato i presenti, ha pro-
mente. Si doveva approvare in seconda let- ceduto alla consegna di una medaglia d'oro,
tura alcuni articoli dello Statuto v i ~c nt e, anzitutto a Bartolomeo Figari, poi ad Aldo
per uniformarli alle disposizioni della legge l3onacossa e Guido Monzino, infine all'ing.
n. 91 dcl 26 gennaio scorso sul < Riordina- Chiodi, Presidente del Touring Club It alia-
mento del Club Alpino I taliano ,, già ap- no, per la fervida collaborazione col C.A.T.
provati in prima lettura dall'Assemblea di e al comm. Oneglio, Presiden te della. F.I.
Roma del 31 marzo scorso. S.T. per l'attività collaterale della sua Fede-
Nominato Preside11te Emanuele Andreis razione.
questi porgeva il saluto a nome della Sezio- Cli ospiti stranieri si avvicendavano nel
ne di Torino, poi cedeva la parola al sen. prendere la parola. A11zitutt"o il dottor So-
Chabod che, dopo aver spiegato lo scopo mervel dell'Alpine Club, poi il dottor Faber
dell'Assemblea e la natura della votazione, vicepresidente del Deutsclier Alpenverein ,
approvazione o rigetto dei singoli articoli il conte Egmond d'Arcis presidente della
modificati, in vitava sul palco i Delegati per U.I.A.A.. il dottor Ed. Wyss-Dunant del
le dichiarazioni di voto. Club Alpino Svizzero. il si!!nor Schippers
Procedutosi alla lettura e votazione di del Club Alpino Olandese; chiudeva la se-
ogni singolo articolo, per l'art. 1 si avevano rie il sig'nor Fesiol i\·firko qua.le rappresen-
su 299 votanti, 1 contrario e 21 astensi()rli; tante degli alpinisti jugoslavi.
per gli art. 2 e 23, idem ; per l'art. 24, 8 con- L'ing. Chiodi recava al Congresso il con-
trari e 14 astenuti; pe r il 24 bis, 20 aste- senso e il saluto del Tomini! in nome dell'at-
nuti e 10 contrari. tività com une, rallegrandosi di poter con ti-
Messi in votazione gli articoli nel loro nuare insieme l'opera clic ha permesso con I
complesso, lo scrutinio dava i seguenti ri- la collana delle Guide dei Monti d1talia di I
sultati: I contrario, 22 astenuti. Le modifi- dare agli alpinisti una biblioteca del sistema I
che erano quindi approvate a grande mag- alpino che nessun'altra nazione del mondo
gioranza. può vantare.

34 1
Quale Presidente del Comitato del Cen- Giaseta, proseguendo poi per il rifugio
tenario, il sen. Chabod tracciava a grandi Quintino Sella ove hanno pernottato e il
linee la recensione antelettera del presente giorno dopo, pur con fitta nebbia, hanno
volume, richiamando i capitoli che lo com- raggiunto la vetta del i\ lonviso per la via
pongono, gli autori dei vari scritti, gli ar- normale.
gomenti che comprendono tutta l'eclettica Come corollario delle manifestazioni
intensa attività del Club Alpino. Conclude- vi fu una e Mostra della caricatura alpina ,,
va con l'augurio, anzi la certezza, che il se- organizzata dalla Sezione di Chivasso e una
condo centenario sia degno del primo e Mostra del distintivo ,, curata dalla Se-
La commemorazione ufficiale di Quinti- zione di Acqui.
no Sella, fondatore del C.A.l , venne tem1- Anche le poste si adoperarono a cele-
ta dall'accademico conte Franco Grottanel- brare il Centenario emettendo un franco-
li, che aveva fotto stampare la sua rievoca- bollo del valore di L. 115, purtroppo <li non
zione lirica, molto diffusa, in un fascicolet- ~and e tiratura; in esso era rappresen tato
to distribuito in un centinaio di copie. il Mon viso; e sul Monviso il Comitato per
le Celebrazioni faceva porre una lapide
Affrettando i tempi, poiché la celebra- commemorativa che ricordasse Quintino
zione era stata più lunga del previsto, i con- Sella, i fratelli Saint Robert e G. Barra.eco
gressisti si sono portati subito al vicino Ca- e le loro gu ide Raimondo Gerthoux, Giusep-
stello del Valenti no per lo scoprimento di pe Boudoin e G. B. Abba.
una lapide commemorativa sotto il portica-
to a sinistra e l'omaggio al monumento di L'inaugurazione della Mostra interna-
Quintino Sell a. zionale della Montagna si ebbe il 31 maggio
Nel Salone d'onore della stesso Valenti- alla presenza di autorità e invitati, tra cui i
no è seguito. un rinfresco offerto dal Comu- dirigenti del C.A .l .. La mostra era collo-
ne, poi su appositi torpedoni i Congressisti cata nel Palazzo delle Esposizioni di Tori-
sono stati accompagnali al Ristorante Cuc- no; quella del C.A.I. si presentava all'in-
co, in riva al Po, per il pranzo sociale, che _gresso principale, in un padi_glione in cui
ha raccolto la partecipazione di ben 376 il tema centenario era stato sviluppato par-
commensali. tendo dalle origini (Petrarca, Rota.rio d'A-
In serata, con inizio alle 21 , i festeggia- sti), passando attraverso la conquista dcl
menti sono terminati con la proiezione, in :\fonte Bianco, fino alla salit:t del ?i.fonviso,
prima visione, al Teatro Nuovo, affoll atis- con pannelli e cimeli in bachcclie e con
simo di ci rca 2 mila spettatori, del film di scomparti dedicati alla tecnica alpinistica,
Marce! Ichac l~es etoiles de midi premiato ai rifugi, al soccorso alpino, alla speleolo-
al Festival di Trento. gia. Faceva segu ito una parte merceologi-
Seguiva il concerto del Coro « Edel- ca e commerciale e interessan ti partecipa-
weiss , diretto dal maestro Franco Ramella zioni quali quelle del Gran Parad iso, delle
Lunedl 9 di buon mattino turisti cd al- comunicazioni e degli Enti Provinciali per
pinisti partivano per l'ultima gita, quella il turismo. All'esterno la pista in plastica
ufficiale del C.A. T., al Monviso. Erano una per gli sciatori e la palest ra per gli arram-
novantina in tutto fra cui 60 alpinisti, distri- picatori ... in abete. Notevole la partecipa-
bnili su due pulmann e qualche vettura zione delle case editrici affiancate dalla
privata. A Crissolo la com itiva si è divisa: collana della Guida dci Monti d'Italia
gli alpinisti sono saliti in seggiovia a Pian C.A.T. - T.C.T

342
Ospitato dalla mostra ebbe luogo il 7 organ izzazioni giovanil i nel gruppo dell'Or-
giugno il Congresso delle Guide e Portatori, tles-Cevedale.
con un centinaio di partecipanti; presieduta
dal Sen. Renato C habod, che esordivall'icor- CoMITATO REDAZIONE RIVIS 'r A MENSILE
dando la struttura dcl Consorzio, la difficol- Rievocazione delle più belle imprese dell'al-
tà di convocazione per ragioni geografiche pinismo italiano su lla Rivista
ed economiche; vennero trattate l'assicura-
zione, le pensioni, le tariffe, i corsi. Altri Co:-.i:-.1 1ss101"E Sc1-ALPL"IS'-10
Convegni trattarono e Alpinismo: equipag-
giamen to e alimentazione •, • Economia Secondo Rallye Internazionale del CAF-
della zona alpina come problema Euro- C.A.I. di Sci-Alpinismo nella Zona dcl Mon-
peo •, viabilità invernale, conservazione te Rosa: con la collaborazione tecnica e
della natura e del paesaggio in montagna, organizzativa della Sezione di Torino, della
l'erboristeria montana, il codice dello scia- S.U.C.A.l. di Torino e dello Ski-Club di To-
tori!; in tre serate furono proiettati al pub- rino
blico fìlm di montagna, tra cui Entre terre
et ciel con conferenza dell'autore Gaston Co1u>o Socconso ALPINO

Rebuffat. Riun ione della Commisionc Tntcrnazionalc


Alla chiusura del la mostra era presente Soccorso Alpino con la partecipazione del
una larga rappresentanza dcl Consiglio cen- Corpo Soccorso Alpino del C.A.f. prove-
trale dcl C.A.I. ; e venne ro offerte ad autori- nienti da diverse regioni.
tà e benemeriti la. medaglia del Centenario.
Le iniziative e le manifestazioni a carat-
tere nazionale organizzate dalle competen- Emissione del francobollo commemorativo
ti Commissioni fu rono le seguen ti : del Centenario.

CoMMlSSIONE DEL CE.,TENARJO


Le Sezioni provvedevano dal canto loro a
Pubblicazione ciel Volume e T cen to anni quanto segue:
dcl Club Alpino Italiano • ;
Acqui Tenne
COMMISSIO:\'E GUWA f)l·;J MONTI e>'fTALIA
i\ lostra del distintivo alpino e segnaletica
Pubblicazione del primo volume della Gui- dei sentieri della provincia d i Alessandria.
da del Mon te Bianco.
Nuova edizione della Guida dcl Gran Para- Sezione di Bel/mio
diso, aggiornata e comple tata con la intera
Convegno internazionale per la inaugura-
zona del Parco Nazionale. zione del rifugio Tissi e dci bivacchi Sperti
e Lussato.
Cm.1:-.11ss 10NE m C 1NEMATOCHAFIA ALPINA

Film dcl Centenario e documentari televisi- Sezione di Bergamo


Costruzione e arredamento di una. Scuola
elementare in un paese di montagna privo
Co:-.i:-.11ss10:-<E ALt'INlSMO C1ovAl'.' ILE
di mezzi e successiva sua donazione al Co-
Raduno I nternazionale dci Dirigenti Jelie

343
Sezione di Bologrl<J Sezione di Ivrea
Pubbl icazione della guida dell'Alto Appen· Monografia storica sugli 88 anni di vita dcl·
nino Bolognese, Modenese, Pistoiese di G. la Sezione.
Bortololli, in collaborazione con le Sezioni
di Modena e Montagna Pistoiese. Sezio11e Ligure (Genova)
Spedizione alpinislica ai Vulcani del Mes· Posa di una targa commemorativa del Ccn·
sico. tenario sulla Cima Nord dell'Argentera; mo-
nografie: Palestra di arrampicamer1to geno-
Sezione di Biellll
vese di Enro ;<..fontagna e Guida dei gnq'1>i
Salita alle vette dell'Atlante, salita ai Mon· Argentera·Nasta di C. Pastine.
ti della Dalmazia e del Montenegro; visita
ai musei di montagna di Torino, Courma· Sezione di Livorno
yeur e Zermatt. VI mostra i.J1ternazionale della montagna,
con sezioni dedicate al Soccorso in Monia·
Sezione di Brescia
gna, allo sped izioni Extra·europee, alla Spe-
Most ra concorso nazionale di fotografi e di leologia, alle Pubblicazioni, alla Pittura e
montagna. alla Musica.

Sezi<me di Casale Monferrato Sezione di Mandello Lari-O I


Mostra fotografica e di pittura alpina. Ascensione collelliva al Gran Paradiso de-
gli allievi della Scuola di Alpinismo e Cino
Sezione di Chieti Carugati ,; ascensione al Cervino delle Cui·
Inaugurazione del ricostruito rifugio Ciro de di Mandello; escursioni giovanili riserva-
J\hnzini con raduno intersczionale nella te agli allievi delle Scuole del comune; ope-
zona di Valle Cannella. razione Crigna; Concorso fotografico sul
tema e Crigna meridionale •; conferenze e
Sezior1c di Chivasso operazioni varie.
Mostra della caricatura alpina; mostra se·
zionale filatelica a soggetto alpino; mostra Sezione di Maresca
sezionale fotografica. Inaugurazione del rifugio dcl Montanaro.

Sezio11e di Como Sezio11e di MaSSl1


J\ lostra retrospettiva sulla storia dell'alpini· Inaugurazione del Parco alpino Pellegrini
smo comasco. al Pian della Fioba.

Sezione di Cuneo Sezione di Moggio Udinese


Inaugurazione del rifugio Dante Livio Inaugurazione del rifugio Crau:;-,.aria.
Bianco; salita al Monviso seguendo l'itinera.
rio percorso da Quintino Sella e compagni. Sezione di Monw
Pubblicazione del Manuale Sci.alpinismo
Sezione di Forte dei Marmi
cli Bruno Toniolo e Piero Amol.
Pubblicazione della monografia l..e Alpi A· Spedizione alpin istica in Patagonia alle
p11a11e da Fort e dei Marmi. Torri del Paine.

344
Sezio11e di PaWI
Concorso di fotografie in nero e cinemato-
grafia a passo ridotto, aventi per soggetto
l'Appennino pavese; stampa di una guida
dell'Appennino pavese; inaugurazione di un
rifugio in Val Fraina.

Sezi011e di Reggio Emilia


St:gualt:t ica <lt:i :;i::utit:ri di moutagua t: pub-
blicazione di una carta elci sentieri stessi;
in concorso con le Sezioni di Carrara e di
~fossa; posa di un cippo mam1orco a1 pun-
to di confine fra le provincie di Parma-Ge-
nova-Massa Carrara, a ricordo dcl Cente-
nario del C.A.J.

Sezio11e di Roma
Raduno degli sciatori e degli alpinisti del-
l'Appennino centrale e meridionale a Ovin-
doli; monografia storica sui 90 anni di vita
della Sezione.

Seziorie di Saluzzo
Organizzazione delle manifestazioni che a-
vranno luogo al rifugio Quintino Sella in
occasione del Congresso. Sezi01u.: di Torino
Mostra della montagna e dcl Centenario;
Sezione di Sm;iglitmo organizzazione del Congresso, dell'Assem-
blea straordinaria dei Delegati, e concorso
Inaugurazione di un bivacco nella zona del fra gli studenti universitari piemontesi per
~ l onviso
dedicato ai Soci caduti in monta- una relazione sull'attività alpinistica nel
gna. 1963.

Seziorie S.E.M. Sezione di T ortona


Corso di sci-alpinismo al rifugio Zappa; Commemorazione di Gabriele Boccalattc
tracciamento della ' Strada del Centena- e gita all'omonimo rifugio.
rio , fra l'Alpe Hosareccio e l'Alpe Pcdriola,
di km 3. Sezione di Trieste
inaugurazione del bivacco Olimpia Calle·
Sezione di S11fmona garis, nell'alta valle del Hio Freddo; inau-
Costruzione di un rifugio a Fonte Homana gurazione del primo Museo Speleologico
e raduno internazionale alla ~·faiella. Nazionale.

345
Sezione U.G.E.T. Torino prof. Amato Bcrthet, presidente della Se-
Inaugurazione del nuovo rifugio Gonella zione di Aosta, teneva un breve discorso;
al DOme; spedizione alpinistica alle Monta~ · gli rispondevano il Presidente generale e
gnc del Nepal. il sen. Renato Chabod con una gustosa rie·
vocazione del primo banchetto sociale le·
Sezione di Varese nutosi ad Aosta nel 1868. Il 9, dopo una se·
conda seduta, il Consigl:o si recava al Ca-
~ lostra fotografica a carattere storico-docu-
stello di F'enis, prima di raggiungere Tori-
mentaria dei cento anni di ' 'ila dcl C.A.I.
no per la visita alla ~ l astra della ~lontagna.
i\ Saint Vi11cc11t il Co11siglio ccutrnle delibe-
Sezione di Verona
rava in merito alla stampa dal presente
Inaugurazione del nuovo rifugio Giovanni volume e sul numero delle copie; discuteva
Chicrcgo a Costa Bella; inaugurazione della sulla protezione della natura, sulla utilizza-
nuova e via ferrata > a Passo Pertica; inau- zione dcl contributo statale, sul migliora-
gurazione del ricostruito rifugio Telegrafo men to della Hivista ~ l ensile e sul finan-
su l Monte Baldo. ziamento delle attività; costitu iva la Se-
zione di Calalzo e le Sottosezioni di Casorn-
La Presidenza generale provvedeva al tc Sempione, Chatillon e Iseo. A Torino, il
conio di una medaglia commemorativa del 7 settembre, nominava una com miss ione
Centenario; la medaglia riproduce su un per lo studio della impostazione da dare al-
lato la testa scolpita da Edoardo Rubino la Hivista :\lcnsile; affidava il LXXVI Con-
per il Cinquantenario dcl C.A. L e sul verso gresso alla Sezione dell'Aquila; autorizza-
il Monviso, del sen. Renato Chabod. va: la Sezione di Trento a stipulare un mu·
li Consiglio centrale si riuniva a Geno- tuo ipotecario per far fronte alle spese dci
va il 13 gennaio e apprendeva che anche rifugi; alla Sezione cli Legnano la permuta
la competente Commissione della Camera di una sua quota di proprietà di un immobi-
aveva approvato in sede legislativa il d ise- le, con altrn da costruirsi; alla Sezione di
gno di legge, già approvato da lla commis- ~face rata la stipulazione di un mutuo ipo-
sione del Senato; aveva notizia dell'emissio- tecario per far fro nte alle spese di costru-
ne dcl francobollo commemorativo; autoriz- zione del rifugio città di Macerata; la Sezio-
zava l'assunzione di personale; la vendita ne di Modena di accellare l'indennità di e-
proposta dalla Sezione cli Besozzo a condi- sproprio del rifugio Romualdi ; acquistava
zione che il ricavato fosse impiegato per la il materiale fotografico predisposto per la
costruzione della Casa alpina Giulio De T ).fostra della Montagna e discuteva in
Grandi Adamoli. TI 30 marzo a Roma, alla merito alle divergenze sorte in seno alle
vigilia dell'Assemblea dei Delegati, si inte- Sezioni di L'I Spezia e di Pescara.
ressava della vertenza relativa alla e Cara- TI Consiglio centrale teneva un'altra riu-
vella > e autorizzava: la Sezione di Tren- nione il 19 ottobre a Venezia; nel pomerig·
!o rii rffrthrnn~ h pnnmln d i 1111 lornle e 1:t ~i o, nella ~Nle <lelb C::lmern di C:nrnn1rrdn,
Sezione U.G.E.T. di accendere un mutuo il Sindaco Favaretto Fisca portava ai con-
ipotecario, per far fronte alle spese per La venuti il saluto della città; gli rispondeva
costruzione del nnovo rifugio Gonella. Su l'on. Bertinelli ricordando quanto Venezia
invito della S.LT.A.V. e della Regione au- ha fatto per la montagna. All'apertura dei
tonoma della Val d'Aosta, si riuniva l'S e 9 lavori il Presidente generale esprimeva il
giugno e Saint Vincent. Alla sera dell'S i1 cordoglio e la solidale simpatia per le sven-

346
turate popolazioni colpite dal disastro del nautes, la Genziana d'oro a Shiphon 1122,
Vaiont. Venivano trattati: il miglioramento il Nettuno d'oro a Na1umni, il Gran Premio
della Rivista Mensile, incaricando il dott. del C.A.I. a Jann11 chro11ique d'u11e co11q11d-
Silvio Saglio di presentarne un progetto; la te, la targa d'argento a Sesto graclo in Pata-
situazione dcl C.A.I. in Alto Adige; i lavori gonia, il trofeo delle Nazioni alla Francia.
di manutenzione al Rifugio Regina i\·larghe- Altri premi speciali vennero assegnati ai
rita; la polizza di assicurazione per le ope- fìlms: La sfida alrAlpamayo, Monte Bi<m-
razioni di soccorso; la Guida dei Colli Eu- co 1827, Tl signor Rossi va a sciare e a
~anc i ; la trasfonnazione in Sezione della Da1iomey.
Sottosczio11e Canavesana. Nel campo dello sci-alpinismo sì ebbe
Al termine della se<luta i convenuti ve- la IV edizione dcl Rallyc della Val Fonnaz-
nivano invitati nella sede dell'Azienda au- za e quello internazionale al Monte Rosa,
tonoma di soggiorno e turismo e, dopo i di- organizzato dalla Sezione di Torino e dallo
scorsi e il rinfresco, veniva donato al C.A.I. Ski Club Torino, con 21 squadre di 3 ele-
una riproduzione in legno dei pennoni di menti, di cui 5 italiane; si ebbero cinque
San Marco. 11 giorno successivo, nella Ba- squadre classificate a pari merito: Cham-
silica Marciana, assistevano alla Messa in bery, Nizza., Fior di Roccia, S.U.C.A.J.
suffragio dci Caduti della montagna e, nel- Torino e Folgore di Bonnio.
l'Ateneo San Basso, nella Piazzetta dei Il patrimonio dei rifugi si è arricchito
Leoncini, si svolgeva la celebrazione del con la costrnzione dcl: rifugio Crauzaria
Centenario. Alla sera, sempre a San Basso sotto le pare ti della Sfinge e de1la Cresta
affollatissimo, ''cniva prese ntato in prima del Callo; rifugio Chino Mazzoli sul Monte
visione per il pubblico della Citi:\ di San Duranno; rifugio del Montanaro alla Peda-
i\ larco, il fìlm di khach Stelle di Mez=o- ta del Diavolo; rifugio Ciorg:io Dal Piaz nel-
giomo. le Vette feltrine ; rifug:'o D ante Livio Bfan-
co nel Vallone della Mairis al Lago della
Al rifugio Pizzini, in Val Cedcch, ebbe Sella Sottana; rifugio Attilio Tissi al Col
luogo il convegno inte rnazionale dell'Alpi- Rean di fronte all'imponente muraglia del
nismo giovanile, promosso dalla Sede cen- Civetta; bivacco Marchi Granzotto nell'alta
tra le e organizzato dalla Sezione Valtelline- Valle dei Monfalconi di Forni ; bivacco Cia-
se; a conclusione dcl dibattito veniva sta- nangelo Spcrti su llo zoccolo basale della
bilito in linea di massima lo scambio di gio- Prima Pala dcl Balcon; rifugio Fonda Sa,•io
vani italiani con giovani stranieri. al Passo dei Tocci, in sostituzione per peri-
A Trieste invece si svolgeva il Congres- colante rifugio Dina Dordci. Si ricostruiva
so degli Istruttori nazionali di alpinismo, o- il rifugio C. L. Luzzatti al Sorapis; si at-
spit ati dalla Societ:\ alpina delle Giulie, per trezzava la e via ferrata dcl Velo " per col-
discutere l'assicurazione infortuni per i- legare il rifu)!io Praclidali al versante occi-
struttori e per allievi. den tale delle Pale di San Martino e si trac-
A presiedere il Festival di Trr.nto veni- ciava il e Senfir-ro r.rirlo Chersi " per col-
va nominato il dott. Silvio Belli; al Festival legare il rifoc:io Greco a Sella Somdogna
i lìlm presentati alla Commissione per la con il rifu!?io Pellarini alla Carnizza di Cam-
selezione furono una cinquantina; ne ven- po~so.
nero ammess i 27 di cui 2 1 di montagna. La Tmpresa cli rilievo furono la prima ascen-
giuria internazionale assegnava il Trofeo sione invernale delle Crandcs Jorasses. per
Gran Premio Citt:\ di Trento a Les Ocea- lo sperone Walckcr. compiuta da Walter

347
Bonatti e Cosimo Zoppelli e la scalata della alle Ande peruviane; il 21 giugno, mentre
parete Nord-ovest del Civetta da parte di gli alpinisti scende\'ano dalla vetta del Sa-
Tgnazio Piussi, Toni Hiebelcr e Giorgio Ra· huahiray m 5770, nella Cordigliera cli Pau·
daclli, seguiti da Hoberto Sorgato, Natali· ca rtami)(), a settentrione di Cuzco, una
no Menegus e ?i.farcello Bonapace. scarica di sassi investiva Carlo Pi vano; col-
Per la quarta estate consecut iva Guido pito al ca po, moriva all'istante. Tn an tece-
~ l o n zino· tornava in Groenlandia, sulla costa denza erano state scalate il Terijuay Ch ico
orientale, insieme alle sue guide di Valtour. m 5000 circa, il Nevado Biella m 5350, il
nanche: Jean Bich , Camillo Pellisicr, ~lar· Nevado Quclcanca m 5330, il Nevado Ca l-
celio Carrel, Leonardo Cnrrel, Pierino Pes· lo m 5190, il NevadoAgostini m 5050, il Ne.
sion, Pacifico Pession e a ?i.fario Fantin, e vado Terijuay m 5380 e il Nevado Padova
ai Portatori Pier Angelo Bich e Giovanni m S0-20. Altra tragedia colpiva la spedizio-
l-l erin; oltre a Erling Cnistrup danese, Pic-- ne e Nepal 1963 > organizzata dalla Sezio-
tro Enrico di Prampero e Pietro ?i.feciani. ne U.G.E.T. di Torino; Giorgio Rossi e Ce-
La spedizione mirò alle Alpi di Staunings, sare Volante perivano sui fianchi dcl Li-
un massiccio di tipo alpino, con cime ardite rung
cd enonn i ghiacciai; raggilmgcvll.no mm Si spegneva a Torino Adolfo Balliano,
vetta di m 2220. La spedizione degli alpini. Presidente dcl C.l. S.M .; nella Sezione cli
sti monzesi, pur avendo la sfortuna di esse· Torino fu Consigliere, Vice-rresidentc e
re preceduta di poche ore da una spcdizio· dal 1948 al 1950 presidente; ideò una collc--
ne inglese, dava l'assalto alla Torre centrale zione organica di letteratura alpina con
del Paine e con arditissima ascensione, aJ. La piccozzn e la penna che riscattò con la
l'estremo limite delle difficoltà, ne raggiun· e Montes >, per la quale tradusse opere cli
geva la vetta con Nando Nusdeo, Carlo Ca· grandi alpinisti; ridiede vita alla Rivista
sati, Vasco Taldo, Josve Aiazzi e Am1ando Mensile sospesa durante gli ultimi anni cl i
Aste; in seguito riusciva a scalare in prima guerra; diresse e La montagna > e la colla-
assoluta la T orre Sud del Paine, che veniva na e Verba Montium >; e numerosissime
ribattezzata Torre Padre Alberto De Ago· sono le sue opere in prosa e in poesia. A
stini. Nell'Hindu Kush afgano si dirigeva la Bergamo moriva Ubaldo Riva che scrisse
spedizione Oxus, organi7..zala dalh Sezione una dozzina di opere; e morì non in guerra
di Roma, per seguire l'antica via della seta vestito da alpino, ma in città investito da
fino a \Vakhan, nel lontano nord-est del pae- un'auto: come un povero pedone senza pa-
se; diretta dal pror. Carlo Alberto Pinelli e tente, come un povero cane, lui che era co-
composta da Giancarlo Castelli, Giancarlo sì orgoglioso dcl suo grado di "vecio can
Biasin, Franco Chiercgo e dal cine-opcra- degli Alpini ". A Milano scompariva Davide
tore Coculich, raggiunj!eva il Baba Tang:i, Valsccchi lasciando nel cordoglio la Sezio-
cima di 6600 metri. Mario Tremonti, Fer- ne di Milano cl1e lo ebbe Presidente; era
din:mdo Caspard e Claudio Zardini, nc'llc stato un pioniere dell'alpinismo e dello sci;
Alpi dell'Ecuador, scalavano il Monte Al- alpino della prima (!uerra mondiale; orga-
tar, già tentalo da altri. La sciapira colpi- nizzatore d i gite e di escursioni; animatore
va invece la sped izione e C ittà di BieJia > di ogni attività alpinistica.

SILV IO SAC LIO

348
STORIA DEL CLUB ALPINO ITALIANO
NELLE TRE VENEZIE

In varie sedi e, particolarmente, sulla lunesi, friulane, piene di fi erezza valligiana,


Hivista Mensile (n. 3-4/ 1963) sono stati sentinelle di italianità ai due 1ati del con-
ampiamente rievocali i fasti dell'alpini- fine. Vi sono le sezioni della pianura, ari-
smo dolomitico italiano. Tale rievocazio- stocratiche e nobili, nella più pura tradi-
ne, nel Centenario dcl C.A. I., non sarebbe, zione del Veneto colto e gentile. Vi sono
però, completa, se non si facesse ahneno le se--.t.:ioni nate sotto la dominazione stra-
brevç: cen no alla nascita, all'attività ed niera, le cui origini ecl i cui fa.sti risalgono
all"organizzazionc dcl Sodalizio nelle Tre a molto prima della data ufficiale d'affilia-
Venezie. E per va ri, validi motivi zione al C.A.I., nella cui fami glia si con-
Innanzitutto, le Dolomiti, pur costi- sideravano già spiritualmenle incluse sin
tuendo le più prestigiose fra le montagne dalla nascita.
venete, non sono le sole. Dai ghiacciai La passionalità dei veneti spiega an-
del versante trentino cieli' Ortles e del- che talune vicende di d iscontinuità, di
1' Adamello e dai bianchi colossi siti al orgogliosa autonomia, di fulgida risorgen-
confine alto-atesino, alle bellissime e sel· 7..a, dopo periodi d'ombra, travaglio dia-
vaggc Alpi Giulie e Carniche, alle Picco- lettico positivo, c11e oggi è risolto nella
le Dolomiti, alle pittoresche Prealpi Ve- più fraterna unità, non disgiunta d"lla
nete, è tutto un regno alpino che ben mag- gelosa custodia delle particolari, bell is-
giore spazio e rilievo qui meriterebbe. Il sime tradizioni.
Veneto, poi, accanto alle straordinarie im-
prese dei suoi audaci scalatori, ha tutto un Ufficialmente, il Club Alpino Italiano
patrimonio di cultura, di organizzazione, compare, nelle montagne venete, il 17
di fedeltà agli ideali alpini, patriottici e dicembre 1868, ad Agordo. Parlare di
sociali, che sotto le insegne del C.A.L, in cento aimi di vita non è, quindi, neppure
un secolo cli opere e di passione, è .Borito formalmente eccessivo. Ma i limiti seco-
intensamente, con quella ricchezza di lari vengono ampiamente superati, se si
umanità e di generosità che contraddistin- considera che gli stessi uomini agordini
gue le genti venete. che avrebbero dato vita alla quartogenita
La storia dell'alpinismo veneto è inti- del C.A.I., fin dai primi decenni del seco-
mamente connessa alle condizioni natu- lo XIX muovevano intrepidamente all'as-
rali, storiche, culturali della regione ed al salto della Regina delle Dolomiti, la Mar-
temperamento delle sue genti. I veneti molada. Erano le Dolomiti bellunesi l'ul·
sono, fra le genti alpine, i pili romantici timo baluardo alpino d'Italia verso l'im-
ed ardenti, quelli dalla storia più contra· pero Austro-Ungarico. Appena sorta la
stata, dalle passioni più accese, dagli slanci gloriosa Sezione di Agordo, vi aderirono
più generosi. Anche la storia dei sodalizi i Municipi di Agordo, Belluno e Feltre.
alpinistici è romantica e passionale. Vi so- La data formale di entrata in funzione è
no le sezioni delle montagne trentine, bel- quella del 3 febbraio 1869. Principale pro-

349
motore fu C. Antonio De Manzoni, affian- Bruto Carcstiato alle Moiazze, Cesare To-
calo da una eletta schiera di persooalità di mè al Passo Durane Ilde Scarpa all'Anger.
rilievo della cultura del tempo, anche resi-
denti in altre città, spinte ad unirsi alla pic- Altro antico e nobile rampollo dcl
cola, ma coraggiosa cittadina dolomitica C.A.l. nelle Dolomiti è la Sezione Cado-
lllustre successore di Dc Manzoni alla testa rina di A11ronz.o, fondata nel 1874, su
della sezione fu Cesare Tomè, una delle più iniziativa dell'avv. Luigi Rizzardi, assieme
grandi figure dei tempi classici nelle Dolo- ad Ann ibale Vccellio, ~ l ichcle Fuchs, Fran-
miti e, forse, il maggiore pioniere italiano cesco Zandegiacomo, Valentino Vecellio,
del tempo. Va notato che, già prima del Giuseppe ~laj er, Nel 1875, la Sezione ann0-
1868, Agordo figurava come Se7Jone estera verava 54 soci. Intensa e brillante, sin dagli
affiliata all'Alpine Club di Londra. Con A- inizi l'attività culturale. Nel 1877 vennero
gorclo, quindi, si ha, nelle Dolomiti, una na- costruiti un Osservatorio Meteorologico e
scita dell'alpin ismo italiano pressoché con- sei Stazioni Pluviometriche in Auronzo, S.
temporanea che all'ombra maestosa de l Stefano, Pieve di Cadore, Vodo, Ospitale
i\fonviso e dci colossi occidentali. e Sappada. Venne pure pubblicata una
Nel 1875, la Sezione di Agordo si fa prima guida delle montagne cadorine ad
promotrice di uno dci primissimi esem- opera dcl prof. Antonio Honzon. Sempre
pi di ricovero d'alta montagna nelle Alpi, nel 1877, ad Auronzo si svolse il X Congres-
mediante la costruzione, attraverso esca- so Alpino I nternazionale. Cli alpin isti au-
vo, di una caverna ricovero sulla cresta ronzani eressero nel 1908, presidente l'avv.
nord-ovest della Mam10lada. La caverna Giuseppe Alessandro Vecellio, il rifugio
è ancora ben visibi le, parecchi metri al Ciosué Carducci nell'alta Val Ciralba e,
di sopra del livello dcl ghiacciaio, sensi- nel 1913, il rifugio Longeres alle Tre Ci-
bilmente retrattosi. Altre iniziath•e di que- me di Lavareclo, che subì varie vicende, in
sto fiero sodalizio montanaro furono i guerra e pace e che, oggi, completamente ri-
memorabili congressi, le monografie scien- costruito, ha assunto definitivamente il no-
tillchc, l'interessamento per i problemi eco- me di Rifugio Auronzo. Fra i soci più il-
nomici e sociali della vallata agordina, l'in- lustri della Sezione Cadorina di Auronzo, vi
tervento generoso nelle pubbliche calamità, fu Alberto I dei Belgi.
l'organizzazione di un valoroso corpo d i
guide alpine, fra cui primeggiò Sante De La sezione di Bellw10 è stata fondata
Toni di Alleghe. Nel 1907, la Sezione anno- nel 1891, ma, sin dalle origini della Se-
verava 17 fra guide e portatori, distribuiti zione di Agordo, gli alpinisti bellunesi
in tutta la vallata aderirono a questa, sì che le tradizioni
Dopo una stasi, protrallasi sinQI al alpinistiche del capoluogo delle Dolomiti
19'20, la Sezione di Agordo risorse per ope- orien tali sono di ben antica data. Entu-
ra precipua di Luigi Favretti e della nob siasta fondatore della Sezione di Belluno
Annina De Manzoni. Nel 1924 essa anno- fu Feliciano Vinanti, uomo di vasta cul-
verava 118 soci. tura e di penna brillante. Fin dalla fon-
Attualmente, sotto la presidenza della dazione, i soci della Sezione bellunese
valorosa guida Armando Da Hoit, Agordo superarono il centinaio, comprendendo i
conta 235 soci ed il suo patrimonio com- più bei nomi della vita e della cultura
prende, oltre ad una preziosa biblioteca, cittadina. La Sezione di Belluno fu pro-
ricca di memorie rare od inedite, i rifugi motrice della conoscenza delle Dolomiti,

350
organizzatrice dcl co'1>0 guide alpine, pio- sconosciuti, anche se bellissimi e grandio-
niera dcl turismo alpino. Nel 1893, Bel- si, dando così un grande ap1>0rto alla vita
luno ospitò il XXV Congresso degli alpini- sociale ed all'economia turistica bellune-
sti italiani. Il 2.3 settembre 1900, inaugu- se. Si pensi solo al Nevegal, oggi dive-
rava il proprio primo rifugio suUa vetta nuto uno dei più importanti cen tri sciisti-
del Col Viscntin, dedicandolo a !liccardo ci del Veneto.
Buddcn. Tali opere furono realizzate sotto la
Nel dopoguerra, gli alpinisti bellunesi, presidenza di Attilio Tissi, ~lario Brovelli,
sotto la guida e l'esempio di Francesco Ugo Dalla Bernardina, Mario Bristol, An-
Terribile ed in fraterna, saldissima colla- tonio Sammarchi e, particolanncnte, di
borazione con i colleghi agordini, furono Furio Bianchet. Si tratta dei rifugi Angelo
fra i principali protagonisti della trionfale Bristol e Brigata Alpina Cadore nel gruppo
ascesa dell'alpinismo italiano nel periodo Nevegal-Col Visen tin, Settimo Alpin i alla
eroiço del 6<' grado. Sarà sufficiente rie- Schiara, via ferrata Zacchi-Berti alla Schia-
vocare i nomi di Aldo Parizzi, Francesco ra, bivacco Ugo Dalla Bernardina alla Gu-
Zanetti, Attilio 'l'issi, i fratelli Andrich, i sela del Vescovà. Nell'anno del Centenario,
fratelli Zancristoforo, Emani Faè, Dome- la Sezione di Belluno ha realizzato il rifugio
nico B.udatis, Furio llianchet, ecc. Attilio Tissi al Civetta, in superba t>Osi-
Per oltre un decennio, la Sezione di zione il bivacco fisso ed il sentiero alpinisti-
Belluno non realizzò importanti opere al- co dedicato a Gianangelo Spcrti, sulla
pine permanent i, ma brillò soprattutto Schiara e, prossimamen te, collocherà, in
per un'attività alpinistica di altissima clas- Val Strut, il nuovo bivacco Severino Lussa-
se, non solo ad opera dei più forti capi- to. (Per maggiori notizie, vedi: P Rossi,
cordata, ma anche di comitive, spesso as- ~ La Sezione di Belluno dcl C.A.L - 1891-
sai numerose, di soci, che sceglievano 1961 ~- Ed. C.A.I. Belluno, 1961 ).
per le loro "gi t e~ mete allora considerate
fra le più ardue ed anche oggi riservate La Sezione di Feltre è stata fondata
ad arrampicatori di vaglia, come la Torre nel ur22. ma già i feltrini partecipavano
del Diavolo, la Guglia De Amicis, la Pic- attivamente alla vita alpinistica da almeno
colissima di Lavaredo w1 cinquantennio. La Se-.1:ione ha realizza-
Ancora oggi l'attività alpinistica dei to il rifugio-bivacco Fcltre nel roman-
bellunesi è intensissima: basti citare le tico grup1>0 del Cimoncga ed ha inau-
straordinarie imprese dell'accademico Ro- gurato quest'anno il rifugio Giorgio Dal
berto Sorgato. Anche viva l'attività cultu- Piaz al Passo delle Vette Grandi, in me-
rale, che ha dato vita alla pubblicazione di moria del grande geologo scomparso. Un
guide e monografie di notevole interesse pensiero reverente e commosso va al Presi-
Caratteristica dell'ultimo decennio, tutta- dente Walter Boclo, tragicamente perito
via, è soprattutto la realizzazione di un im- questo inverno durante un sopraluogo ai la-
ponente complesso di opere alpine, tanto vori di tale rifugio. Annovera 316 soci
più ammirevoli, se si considerano i modesti
mezzi a disposizione della Sezione. La data ufficiale di nascita delle Se-
Oltre che a fìnalit:\ strettamente alpi- zioni di Pieoe t/i Cadore (1929) e di Sap-
nistiche, la Sezione di Belluno ha mirato pada (1954) è di molto posteriore all'atti-
alla valorizz.'lzione dci gruppi alpin i più vità alpinistica di quei valligiani. Entram-
prossimi, fino a poch i anni fa pressocché be sono filiazione della Sezione Cadorina

351
cli Auronzo, solto le cu i insegne, fin dal hanno ottenuto tre medaglie d'argento cd
secolo scorso, le diverse ''allate del Ca- otto di bronzo al valore civile, per i loro
dore tanto si distinsero per attività ed eroici salvataggi ed il Presidente Degre-
opere. 1 valorosi sappadini, sin dal Hf26, gorio è insignito doJl'Ordinc del Cardo.
realizzarono il rifugio Pier Fort.unato Cal- Fra le principali manifestazioni alpinisti-
vi ai confini d'Italia. Nobili le tradizioni che che hanno avuto in Cortina degna
delle guide di Sappada, fra cui Giuseppe sede, ricordiamo il IV Congresso interna-
Obcrthalcr, medaglia d'argento al V. :\I., zionale di alpinismo dcl 1933, con 20 Na-
cd i fratelli Paclmer. zioni partecipanti ed oltre 2000 conve-
nuti italiani e stranieri.
Cortina cfAmpczzo è forse il maggior
centro alpinistico dolomitico e la storia Sulle Alpi Trentine, da oltre 90 anni, ri-
dei suoi alpinisti e delle sue guide è, fin splendono le insegne della gloriosa S.A.1'.
dalle più remote origini dell'alpinismo do- Ci limiteremo a brevi cenn i, sia perché del-
lomitico, ai vertici dci più puri valori la S.A.T. abbiamo doverosamente trattato
Ciò, natura.lmente, soverchia la vita pura- in altra sede, sia perché i 90 anni di vita
mente organizzativa della Sezione del sono stati recentemente cd adeguatamente
C.A.l., fondata nel 1920. ]n realtà, le tra- commemorati in un'apposita pubblicazione
dizioni cortinesi sono di ben più antica ("1872-1962 - la Società degli Alpini Tri-
data, perché fin dal 1882 a Corti na sorse dentini - Sezione dcl Club Alpino Italiano
una Sezione del D.Oe. Alpcnverei11, che - nel suo 90" anniversario" a cura di Italo
annoverava una settant ina di soci. Prima Cretter) di eccellenti veste e contenuto.
della guerra di redenzione, essa era pro- L.'l storia della S.A.T. è storia di alpi-
prietaria dei rifugi Sachsendank (ora Nu- nismo e amor patrio, in una terra it alia-
volau) e Tofona {ora Gcn. Cantore i\I. cl'O.), nissima cd irredenta, storia elevata e,
disponeva 'di una ricca biblioteca, di un cor- spesso eroica. Sorge, dapprima, a Madon-
po di guide e di un'organizzata squadra na di Campiglio e poi ad Arco, nel 1872,
di socrorso alpino. una Società Alpina del Trentino. Essa
Dopo la riunione all'Italia, primo pre- fu sciolta dall'Austria il I" luglio 1876 a
sidente fu Luigi ~ l enard i , cui seguì ben causa di un articolo sulla battaglia di Bez-
presto il prof. Arturo ~ l archi e, nel 1930 zecca apparso sul 3" Annuario, che !'I. R
a tutt'oggi, l'accademico Bepi Degregorio Polizia giudicò e aver sorpassato i limiti
che, oltre che valente alpinista (spesso in della propria statutaria sfera d'azione :> .
cordata con Federico Terschak), è anche Hisorsc definitivamente, con il nuovo no-
scrittore di cose alpine colto e brillante. me, poco dissimile dal primo, nel 1877,
La Sezione di Cortina curò la rico- con un piccolo manipolo d i 27 soci.
struzione dei vecchi rifugi, con il partico- Da allora, la S.A.T. ha dato grandi
lare apporto del Presidente onorario Gio- nomi all'alpinismo più ardito, eroici com-
vann i Giuriati. Nel 1947, ha ricostruito battent i e patrioti alla Madrepatria, stu-
il rifugio alla Croda Da Lago, con il con- diosi e uomini di cultura alla vita pub-
corso della famiglia di Gianni Palmieri, blica, energie inesauribili alla conoscenza
eroico Caduto della Guerra di Liberazio- cd al progresso della terra trentina. Un
ne, cu i esso è ora dedicato. novantennio di opere si compend ia nello
Oli alpinisti cortinesi, nel cui seno è imponente patrimonio di ben 44 rifugi al-
sorto il celebre gruppo degli "Scoia ttoli ~. pini, distribuiti nelle Dolomiti, nel Gruppo

352
li. Pizzo SELW. IL Pizzo llosEG, 11.
~ l ox-n; $( Elll>CE.' E IL Pizzo BEIL\'.L"A,
dalla Bocchetta delle Forbici
(FOlo S. ~1glio)
di Brenta, sui gru1lpi dell'Adamello, della locale. La presenza del C.A.I. in questa
Presa.nella, dell'Ortles, del Pasubio, della bellissima terra di confine era un dovere
Cima d'Asta ed altri minori. A ciò fa ri· che gli alpinisti altoalesini di ·lingua ita-
scontro il numero veramente straordinario liana hanno saputo assolvere con dignità
dei soci, ascesi a settemila nel 1962, che cd equilibrio, consapevoli che, in nome
sta a dimostrare come la S.A.T. sia vera- degli ideali alpinistici era, forse, possibile
mente entrata a far parte insostituibile delle parlare un linguaggio di comprensione e
tradizion i dcl popolo trentino. Attorno alla fraternità, molto più difficile da esprimere
S.A.T. vivono multiformi attività, che inte- in nome di altre contrastate passioni.
ressano la montagna in ogni sua manife- Dal 1960 esiste ufficialmente la Sezio11e
stazione : congressi, festival, folklore, pub- Aùo Adige del C.A.I., che riunisce le Se-
blicazioni, segnalazione dei sentieri, soc- zioni di Merano, fondata nel 1924, Vipi-
corso alpino, assistenza alle vallate alpine leno (1945), Bolzano (19'20), Lana d'Adige
pili depresse, ccc (1954), Appiano (1946), Ortisei (1954), Val
La S.A.T. si articola in 46 Sottosezioni, Badia (1955), Zona Industriale di Bolzano
ognuna delle quali ha un proprio patri- (1955). Sono, invece, tuttora autonome le
monio ed una propria intensa attività. Fra Sezioni di Bressano11e (1924) e Bnmico
le più importru1ti, Trento, Arco, Rovereto (1924).
(che fu, per qualche tempo, autonoma). I compiti della Sezione Alto Adige sono
Nel capoluogo esistono, altresì, la Sezione imponenti, per il vasto patrimonio di rifugi
Universitaria (S.U.S.A.T.) e quella Operaia da conservare e di cui curare la manuten-
(S.O.S.A.T.). I rapporti fra Organizzazione zione, per l'organizzazione delle guide e
Centrale e Sottosezioni avvengono attra- del Soccorso alpino, per la segnalazione
verso efficienti strumenti democratici, che dei sentieri. A tali compiti la Sezione si
conciliano l'autonomia con la necessaria dedica con passione ed entusiasmo, assi-
un ità stendo anche le consorelle, proprietarie di
L'impo1tanza della S.A.T. è stata rico- rifugi nella zona. Già vastissimo è i1 bi-
nosciuta dall'Ordinamento Regionale che, lruwio dell'opera svolta, sotto la Presidenza
in vari esemplari provvedimenti legislativi, attuale del dott. Ciro Battisti.
ne ha valorizzato i compiti e fornito i I!: nei voti di tutti gli alpinisti italiani
mezzi necessari per assolverli. che si realizzi, attorno alla Sezione Alto
Attuale Presidente della S.A.T. è l'avv. Adige, l'unità di tutti gli .alpinisti della zo-
Giuseppe Stefenell i, che ricopre tale inca- na, in frate rna collaborazione ed in una at-
rico dal 1953. mosfera costruttiva e serena, abbandonan-
L'esempio della S.A.T. è forse il mi- do pregiudiziali sciovinistiche inattuali sto-
gliore e più completo di partecipazione ricamente, soprattutto fra alpinisti.
attiva degli appassionati alpinisti alla vita
della propria terra, in ogni suo aspetto e Uno dei più vasti, grandiosi, pittore-
di valorizzazione ideale e concreta della schi e mal conosciuti settori della monta-
montagna nativa. gna veneta è rappresentato dalla catena
delle Alpi Carniche e Giulie, cime aspre,
L'organizzazione del Club Alpino nel- sulle quali, da decenni, sono andati tem-
l'Alto Adige ha sempre avuto una fun- prandosi alcuni dei più bei nomi dell' alpi-
zione difficile e delicata e, per questo, tanto nismo. Sul versante italiano di qu<!sti monti
più ammirevole, data la situazione politica bcllissinli, vive il forte popolo friulano, fie-

353
ro delle sue tradizioni e di un nobile pas- annuari dal simbolico titolo di uDal Pcrnlba
sato. · al Canino~. Fin dalle origini, l'alpinismo
li Friuli non poteva, quindi, non es- friulano rispose ad un comandamento idea-
sere culla di una schiera fra le più elette le di conoscenza e conquista integrale
di cultori della montagna, alpinisti, scien- della montagna, non solo come fatto mu-
:liat i, di altissima levatura. scolare, ma anche e soprattutto, spirituale
L'alpinismo friulano è nato, anzi, ad e cullmale. Nel 1880, per esigenze prat i-
opera di alcuni fra i bei nomi della cultura che ed organizzative, la Sezione si trasferì
e della scienza, nel romantico Ottocento. ad Udine, dove assunse i-1 nome cli Sezione
Nel 1874, ad opera dcl grande geografo Friulana del C.A.L Poco dopo, però, essa
Giovanni i\farinclli, di Padre Denza, illu- si distaccò dn1 C.A.I., per varie ragionj,
stre meteorologo, del prof. Nallino e del- dovute in parte a contrasti ed a spirito
l'ing. Bassani veniva istituito in Tolmezzo autonomistico, ma anche alla delicata posi-
un osservatorio meteorologico. Da quella zione di confine, che poneva particolari
iniziativa che fondeva scienza con amore problemi. Nacque così la Società Alpina
romantico della natura, nacque l'idea della Friu/mw (188 1). In realtà, i rapporti con il
costituzione della Sezione dcl C.A.I., che C.A .l. si rasserenarono ben presto, tanto
sorse in Tolme:.:.o nell'ottobre del 1873. che lo stesso Quintino Sella accettò la Prc-
Ne fu primo presidente il grande geologo sidenz..'\ Onoraria della S.A.F. ~cl 1929,
Torquato Taramelli, e poi il r-.larinelli. Que- più per naturale maturazione, che per di·
st'u ltimo pubblicò, nel 1874 e 1875 due sposizione amministrativa dall'alto, la S.
A.F. rientrò definitivamente nella famigli:i
dcl C.A. 1., ma, in riconoscimento della
sua alta tradizione, potè conservare la pro-
pria denominazione
Fra i più illustri nomi dell'alpinismo
friulano, ricorderemo: Giacomo Di Braz-
zà, esploratore ed ardito scalatore dei
monti, che descrisse la Val Haccolana sot-
to il prolìlo geofisico e geodetico in ottime
monografie; il suo degno compagno Cesare
~ ! antica ; Giovanni Hocke, G. Batlist.i
Bear1.i e Luigi Pitacco, tutti attivissimi
con la corda e la penna; Emilio Pico, esplo-
ratore della conca sappadina; Arturo Fer-
rucci, nobilissima figura di alpinista ed
asceta dei monti, autore di una monografia
sulle Prea lpi Clautane; Giuseppe t-.·loras-
sulti, autore di varie ascensioni nelle Alpi
Occidentali; Giuseppe Urbanis, Leonida
d'Agostini, Giuseppe Feruglio e Giusepp~
De Casperi, tutti pionieri dell'alpinismo
italiano. De Casperi perì sul Civetta, ten-
tando la bella cima che ora porta il suo
nome.
Nel periodo a1pinistico moderno vanno cordata la piccola "Guida della Crau1..arian
ricordati Hiccardo Spinotti, caduto sulla di Soravito. La S.A.F. possiede nna impor-
montagna e Sandro Del Torso, giunto bril- tante biblioteca con 13000 volumi, oltre
lantemente alle più dure imprese in età 2000 carte geografiche e circa 500 opu-
non p iù giovane. All'era del f3<' grado il scoli. I'ubblica l'ollima rivista sociale" ln
Friuli ha dato i grandissimi nomi di Celso Alto'', comprende un gruppo speleologico,
Cilberti, vero angelo della croda, maestro Io Sci-C.A.I. Monte Canin, le Sottosezio-
della arramp icata più pura cd uomo di ni Carnica di Tolmezzo, hlonte Nero di
eccelsa spiritualità, caduto sulla Paganella; Cividale, Artegna, S. Daniele e Pontebba.
!liccardo Cassin, trapiantato giovanissimo Autonoma, ma vicina aJla S.A.F. per nobili
a Lecco; Giusto Cervasut ti ~a Fortissimo", tradizioni è la Sezione cL Tarvisio (1946) a
caduto al i\font Blanc du Tacul dopo una Cave del Predi!. Attuale Presidente della
mirabile completa vita alpinistica; Renzo S.A.F., che annovera 830 soci, è Giovam-
Stabile, lo scalatore solitario, immolatosi battista Spezzetti.
su lla Cresta Crauzaria. Ed ancora Oscar
Soravito, Cino De Lorenzi, Villorio Zanardi Fra Udine e Belluno, un attivissimo
Lan<li, Giovanni Cranzotto, Regolo Corbel- centro alpinistico è rappresentato da Por·
lini, Cirillo Floreanini, Nino Perotti, Giu- denone. La data ufficiale della nascita del-
seppe Bianch ini, Ignazio Piussi, ccc., acca- la Sezione risale al 1925. Ben più indietro
demici di chiara fama nel tempo vanno le tradizioni alpinistiche
Il Friuli vanta anche un'attiva parte- pordenonesi.
cipazione a grandi imprese extra-eu ropee: Cià agli inizi del secolo, Pietro Tajarol
già nel 1914 Olinto i\farinelli fu al Baltoro cd altri appassionati esplorarono a fondo
con la spedizione De Filippi; nel 1913 C. i gruppi ciel Cavallo e della Val Cellina.
B. Dc Casperi fu alla Terra del Fuoco con La prima associazione alpinistica naCquc
la spedizione De Agostini; ancora al Bal- nel 19-20 e si denominò • La Famiglia Al-
toro furono, nel 1929, i proff. Ardito Desio pina l- . La Sezione del C.A. I. sorse ad opera
e Lodovico d i Caporiacco. Infine, nel 195-1, di D'Andrea, Maddalena e Joppi promo-
Ardito Desio fu il capo della sped izione al tori, oltre a vari altri, fra cui la patema
K2, cui partecipò anche il friu lano Cirillo figura dcl prof. Vittorio Cesa De Marchi
Floreanini. Cli alpinisti pordenonesi si improvvi-
Nel campo dei rifugi, sono attualmente sarono con scarsità di mezzi e ricchezza di
funzionanti il Divisione Julia a Sella Ne- passione, frequentando dapprima soprat-
vea, Celso Cilberti al Canin, C. e O. i\la- tutto i gruppi più prossimi alla loro zona.
rinelli al Coglians, F.lli De Casperi al Clap Nel gruppo del Cavallo, Tajarol, i i\laclcb-
Grande (di proprietà della Sottosezione lena, Marchi, Cranzotto, D'Andrea, Cag·
Carnica di Tolmezzo}. gio, Marini, Zuliani, Brusadin, Stivella,
ecc. colsero le prime belle vittorie. Presto
Fra il 1881 cd il 1930 la S.A.F. pub· a Pordenone emerse la figura di Raffaele
blicò i cinque volumi della "Cuida del Carlcsso, una delle più grandi dell'alpi-
Friuli", opera monumentale, merito soprat- nismo italiano, legato alle conquiste sulla
tutto dei Marinell..i, dei Cortani, di Musoni Torre di Valgrande e sulla Torre Trieste
e Lorenzi. Ancor oggi, per In vastità e del Civetta, ancor oggi validamente sulla
ricchezza delle notizie e degli argomenti, breccia; notevole, nei tempi recenti, l'intelli-
resta un autentico modello. Va anche ri- gente attività di Giuseppe Salice e di Tullio
Trevisan, specialmente nei reconditi grup- f alpinismo e la montagna sono mete a sé,
pi dell'alta Val Cellina ma anche pretesto per tener alte le tra-
La seconda guerra mondiale arrecò dizioni patriottiche ed alll:nentare l'amor
gravi danni al patrimonio sezionale. Con patrio. Sarà, quindi, necessario prescindere
tenacia e sacrifici fu ricostru ito il rifugio dalle date ufficiali, condizionate dagli even-
Pordenone ed eretto il nuovo rifugio al ti storici e risalire alle effett ive origini d ei
Pian del Cavallo. Quest'anno, in collabora- gloriosi soclalii J alpinistici.
1

zione con la Fondazione An tonio Berti A Trieste la prima idea della costit u-
e con il Rotary Club di Pordenone, è stato zione di una società alpinistica fu merito
attuato il nuovo bivacco Granzofto-). lar- di alcuni studenti del Ginnasio-Liceo e fu
chi nell'alta Val Monfalcon di Forni raccolta da Felice Venezian, Giuseppe Ca-
La Sezione di Pordenone con ta 500 so- prin, Cesare Combi, Attilio Hortis ed altri
ci; ha Sottosezioni ad Aviano e Sacile (nel che fondarono la MSocictà degli Alpin isti
mentre la vecchia Sottose-.done di Maniago Trics lini ~, la quale tenne il suo primo Con-
è, dal 1948, indipendente). gresso la sera del 23 mai-LO 1883. Essa con-
tava 73 aderenti a Trieste e 25 a Gorizia
All'estremità orientale delle Alpi Ve- Fu anche formato un "Comitato Grotte",
nete, brilla di vivida luce la storia dell'al- progenitore dell'illustre trad izione speleo-
pinismo giuliano. Anche qui, come per il logica giuliana
Trentino, sotto la dominazione straniera Al Congresso dcl 6 settembre 1885, il
giovane ing. Costantino Doria, alpinista,
speleologo ed ardente patriota, propose il
nome di Società Alpina delle Giulie, che
rivendicava, nel termine di origine Ialina,
l'italianità della regione. La Società fu su-
bito assai attiva in pubblicazioni non solo
alpinistiche, ma anche di cultura scienti-
fica e dL rievocazione di memorie storiche.
Nel 1883 uscirono i primi fascicoli di qu el-
la che sarebbe d ivenuta la rivista "A lpi
Giulie~. Verso la fine dcl secolo, venne cu-
rata l'attrCZ7...'ltura della grotta di Corgnale.
Intanto, un gnippo di giovani valentissi-
mi, gu idali da Napoleone Cozzi, e da Lui-
gi Zanutti, si distingueva nelle più ardite
conqu iste alpine. Essi portavano il nome di
e Squadra Volante>.
Prima d ella guerra mondiale, l'A lplila
delle Gilùie era giunta ad un miglia io di
soci e gocleva di vasto prestigio, per la sua
attività alpin istica e, soprattutto, culturale,
attraverso conferenze, monDgTafìe ed un
magnifico archivio fotografìco.
Allo scoppio della guerra, lAustria sciol-
Carlo C/i.er#i se la Società, ne sequestrò il materiale, ne

356
internò vari membri. Altri combatterono dalla dominazione austriaca della città di
eroicamente, come i caduti ~fodaglia d'Oro S. Giusto. Sorta con un indirizzo prevalen-
Guido Corsi e Spiro T ibaldo Xidias, volon- temente culturale, la "X.XX Ottobre" si
tari nell'Esercito Italiano indirizzò, poi, verso il settore escursioni-
Nel 1919, l'Alpina riprese la sua vita, stico. Dapprima in campo speleologico;
fi nalmente sotto le insegne della Patria pionieri Mario Rossi, i fratel li Prez ed
Il 12 d icembre 1919 essa si trasformò, così, Emilio Comici, che con altri, esplorarono
in Sezione di Trieste del C.A .l., pur con- oltre 800 cavità, fra cui alcuni dei più pro-
servando la vecchia gloriosa denomina- fondi abissi della terra: Montenero di Idria,
zione. Dal Hr21 assunse la Presidenza l'avv. Olana, Raspo. Ben presto i giovani della
Carlo Chersi, figu ra nobilissima, che pro- "XXX Ottobre" passarono all'alpinismo
mosse la erezione di rifugi nella zona di con- più ardito, sotto la guida e r esempio del
fine: ne furono costruiti tredici, recanti i no. grandissimo Com ici. Nel 1938, l'Associa-
mi di alpinisti e patrioti caduti. Sette di essi zione divenne Sottosezione dell'Alpina del·
andarono perduti, dopo la seconda guerra le Giulie. Nel 1946, riprese la propria au-
mondiale, a seguito della nuova delimitazio- tonomia quale Sezione del C.A.T., conser-
ne del confine. Non meno grandiosa fu l'o- vando i più fraterni rapporti di collabo-
pera di sistemazione delle cavità carsicl1e, razione con la consorella più anziana
partiColarmente delle suggestive Grotte di Caratteristica degli alpinisti ottobrini
San Canziano. Ciò fu merito precipuo di è la pratica dell'alpiniSmo più puro, soprat-
Eugenio Bocgan, uno dei nostri più grandi tutto nel campo esplorativo. Fra i più bei
speleologi, autore di importanti pubbli- nomi del dopoguerra, ricorderemo Del
cazioni. Nel 1929 si ebbe un apporto di Vecchio, i\fami , Zadeo, Zaccaria, Dalla Por-
giovani validissime forze, con l'immissio- ta Xidias. La Sezione ha promosso belle spe-
ne del Gruppo Alpinisti Roccia.tori e Scia- d izioni extra-europee di tipo leggero: che
tori (GARS), continuatori della NSqnadra hanno conseguito brillantissimi risultati, co-
Volant e~ di Cozzi. Per opera di uno dei me quelle all'Ala Dag nel 1955 ed all'Elburz
membri del GARS, Fau sto Stefenelli, sorse, nel 1957, protagonisti, fra gli altri, Corsi, ln-
così, la famosa Scuola d'alpinismo in Val vrea e Crep..'lz. Queste iniziative sono par-
Rosandra. Sorse anche un gruppo studen- ticolannente lodevoli ed ammirevoli, per-
tesco, di cui fu an im atore lo scienziato An- ché compiute con le forze di una sola Se-
tonio Marussi. zione, senza aiuti e sovvenzioni da parte
Anche nel dopoguerra intensissima fu degli Organi ufficiali.
l'attività dell'Alpina delle Giul ie, sia nel La "XXX Ottobre" oggi presieduta dal-
campo alpinistico, che in quello culturale, \'avv. Eugenio Veneziani, conta 800 soci e
della speleologia, dell'attrezzatura dei sen- ne è ardente animatore Duilio Durissini
tieri ed in quello scien tifico in genere Per il Centenario, essa ha inaugurato il nuo-
vo rifugio Fonda-Savio ai Cadini di Mi-
Più giovane, ma anch'essa con un no- surina, che si aggiunge ai già esistenti Ca-
bilissimo passato e presente alpinistico è sa Alpina in Valbrona, rifugio Flaiban
l'altra Sezione del C.A.1. di Trieste, lAsso- Pacherini nei Monfalconi, bivacco Peru-
ciazione XXX Ottobre, fondata da un gini, attuato in Val Montanaia, in colla-
gruppo di ex-allievi del Ricreatorio Pil- l.>0razione con la Fondazione Berti. Es-
ieri, il 2 dicembre 1918, che, nel nome, sa ha anche curato l'attrezzatura di numero-
vuole ricordare la data della liberazione si sentieri ftlpi ni.

357
Intimamente legata a quella di Trieste tecipò ufficialmente ai Congressi del C.A .I
è la storia alpinistica di Gorizia. Abbiamo Ebbe a socio onorario Francesco Gonelb
già visto che fin dal 1883, 25 alpinisti go- ed a soci aderenti le Sezioni di Napoli,
riziani aderirono alla appena costituita Roma e Bologna. Al grande Convegno
Società degli Alpinisti Triest ini. Goriziani Nazionale di Torino del C.A. I. partecipò,
e triestini operarono in un'unica famiglia, con i rappresen tanti della S.A.T. e della
sino al Congresso del 6 luglio 1883, quando Società Alpina delle Giulie, il Vice-presi-
Gorizia si costituì in Sezione autonoma dente di Fiume, Guido Depoli. Nel 1893
Poco dopo, 1'8 settembre, nella ospitale doveva aver luogo una visita degli alpinisti
secle della Unione Ginnastica Goriziana romani a Fiume, con il dono di un gonfa-
(altro nobile sodalizio dai trasparen ti in- lone. La manifestazione fu bloccata dalle
tenti patriottici), ebbe luogo il primo Con- autorità politiche ed il gonfalone giunse a
vegno. Il primo Consiglio di rettivo, elet- Fiume solo nel 1919.
to il 27 marzo 1884, fu composto dal dott. Nel 1914, la Sezione d i Fiume assunse
Battigi, ~folitsch, Luzenserghi, Favetti e ad emblema ufficiale un distintivo che non
Venuti. La Società degli Alpinisti Triestini era altro che quello del C.A.l , con l'ag-
aveva inviato in rappresentanza ufficiale giunta di una stella alpina e di un'aquila
il suo segretario E. Morpurgo bicipite, ma ... con le teste rivolte a levai1te
Nel Congresso straordinario del 188·1, Ciò spiega se ben presto il Presidente Ono-
fu solennemente commemorato Quintino rario ·Carlo Conighi e Guido Depoli fu-
Sella. La Sede Centrale del C.A. l invied rono inviati a domicilio coatto dal paterno
un medaglione in bronzo, con l'effige di l R. Governo.
Sella, che verrà conservato nella Secle So- Intensissima fu l'attività alpin istica,
ciale. Nel 1885, anche la Sezione di Go- speleologica e culturale, soprattutto ad
rizia assume la denominazione di "Società opera del "Gruppo Lihurnia", una spe-
Alpina delle Giulie". Anche l'Alpina di cie di S.U.C.A .I
Gorizia, guardata con sospetto dall'J. R. Go- Nel 1913 Guido Depoli dette alla luce
verno e centro di irredentismo, viene sciol- un'importante "Guida di Fiume e dei suoi
ta nel 1915. Molti suoi soci cadranno in monti", rivelatasi preziosa anche per il no-
grigioverde. Nel 1919, Gorizia aderisce al stro Stato i"1aggiore in guerra. Pure assai
Club Alpino Italiano. Nel 1925, ospiterà il pregevole fu la rivista "Liburnia".
Congresso dei Delegati dcl C.A.T. Dopo la riunione all'Italia, la Sezione
realizzò i primi rifugi al Monte Lisina ell
Toccanti sono le vicende della Sezione al Monte Nevoso, cui seguirono i rifugi
di Fium e. Fomlata da 30 appassionati del- Paulovaz, Caifessi, Benevolo-Colacevich-
la mo11tagna nel gennaio del 1885, già nel Wallusching, Guido Rey.
1919, cinque anni prima della temporanen Nel 1933, viene istituita una Scuola di
riunione di Fiume all'Italia, essa aderiva alpinismo, nella Valle Aurania. Fra i mi-
al C.A.L li Monte Nevoso fu un po' il sim· gliori arrampicatori, si distingue Arturo
bolo dell'alpin ismo fiumano. Le escursioni Dalmartello, attuale Presidente della Se-
erano motivo di diletto, ma anche pre- zione
testo di patriottica cospirazione. Il Club Con la seconda guerra mondiale, il
Alpino Fiumano ricevette e ricambiò visite patrimon io alpinistico e morale di Fiume
organizzate degli alpinisti di Bologna sembra dissolversi nel doloroso distacco
(1888), Milano (1894), Roma (189'2) e par- clall'Ttalia. Gli uomini sono in esilio e di-

358
spersi ai quattro venti. Essi ritroveranno,
però, nell'esilio nuova forza, si riuniranno
a Trento, sotto il frateni o auspicio della
S.A.T., ricomporranno le fìla. L'anziano
Presidente Gino Flaibani, che tante bene-
mercnl'..e vantava verso l'alpinismo fiumano,
avrà la consolazione, prima di mori re, di
vedere rivivere la sua Sezione.
Dalle diverse secli, i vecchi e tenaci
soci fiumani si riuniscono ogni anno per
i loro convegni (l'ullimo ha avuto luogo
a Belluno) cd esprimono in modo patelico
la loro fede e la loro inestinguibile pas-
sione. Oggi, al vertice delle loro aspira-
zioi1i, vi è la realizzazione di un rifugio,
che prenda il nome di rifugio Città di Fiu-
me, sulla cui porta saranno scol piti i nomi
dci sette rifugi perduti nelle montagne del-
la loro Liburnia

Conclusi questi brevi cenn i sulla storia


delle sezioni Mdi frontiera", storia roman-
tica e spesso toccante, è, ora, la volta clelle Giooomri /lrduini
sezioni della pianura veneta.
La storia della Sezione di Venezia è,
nelle origini, degna delle tradizion i di ar- un ... "Club dcl Mare~. Dopo aver esal-
guzia polemica dei suoi aristocratici citta- tato e la vela, il topo, il cutter, le piccole
dini. Oggi, a rileggere le gazzette del tem- ma veloci barche a vapore, a petrolio e ad
po, c'è di che so1Tidere. Il 18 genn aio 1890, elettricità , , il simpa tico Conte conclude:
NLa Gazzetta di Venezia" dà la notizia che e O giovanì veneziani, al marci al mare! ~ .
e da parecchi giovanotti di buona \'Olontà, Hisponde per le rime Ottone Brentari,
Angelo Binetti, Giuseppe Coen, Traiano osservando giud iziosamente che una Se-
Chitarin, Guilio Genovesi, Alessandro Zec- zione dcl Club Alpino ha ragione di es-
chin, Giulietto Grunwald, si stanno facendo sere proprio a Venezia e proprio perché
praticl1c per cost ituire a Venezia una Sezio- è sul mare. Intanto si è cost ituito tm Co-
ne dcl Club Alpino Italiano , . Il giornale mitato provvisorio e le cose sembrano filar
formula i migliori augu ri e si augura che liscie, ma ora, si fa vivo, su "L'Adriatico'',
l'iniziativa trovi la fraterna solidarietà de- un fantomatico Edelweiss che affenna,
gli alpinisti delle altre sezioni. Infatti ... senza tanti preamboli: e Perché non si ha
arriva una lettera del conte Almerico da da farla fìnita una volta col C.A.J.? Per-
Schio, Presidente della Sezione di Vicen- ché quando gli alpinisti si vogliono unire
za il quale sen tenzia che non ha ragione in società, in Italia, non si parla che di
di essere una Sezione del C.A.T. a Venezia, C.A.I.? , C scioglie Wl peana all'autono-
a quattro ore di strada ferrata dai monti mismo. Tutte <1ucste polemiche sembrano
ed esorta i giovan i veneziani a costituire far naufragare il progetto di costitu7iOnc.

359
J fatti mostreranno chi aveva ragione. Evj- ancora una volta gli alpinisti veneziani ri-
dentemente, fra i nostri bisnonni, c'era ch i costruire faticosame nte le loro case alpine.
aveva poche idee, ma ben confuse. Fortu- Basterebbe ciò per attribuire a Venezia la
natamente, i giovani della Laguna trovano riconoscenza perenne di tutti gli alpinisti
la via giusta, lasciano un po' il remo per dolomitici. Ma in più vi è la fervida attività
la piccozza ed entrano nella grande fami- culturale, la vita organizzativa, che in Ve-
glia del C.A.l. 1!: il 25 febbraio 1890. nezia ha visto uno dei cen tri propulsori
Ai nomi già ricordati, fin dalle origin i dei C.A.L nella !legione, l'altività alpini-
si affiancano quelli gloriosi di Arduini, Ti- stica brillantissima ad on ta delle previsioni
van, Chiggiato, Berti, Francesconi, An- del buon Conte da Schio ... (I).
dreoletti, ed altri ancora. Primo presidente Si sono succeduti alla presidenza della
fu Lorenzo Tiepolo. Essi, al di sopra di Sezione Lorenzo Tiepolo (1890-1898), Gio-
strane e curiose polemiche, sentirono che vanni Arduini (1898-1922), Giovanni Chig-
vi erano le montagne, soprattutto le Dolo- giato (1923), Alberto Musatti (1924-1.932),
miti, quelle che, nelle limpide mattine, si e Gianni Chiggiato (1932-1944). Tutti han-
scorgono rosee ed evanescenti all'orìaonte no lasciato una nobilissima impronta; dal
dalle altane di Venezia e mossero alla loro 1945, l'alta, gloriosa insegna è retta degna-
scoperta. men te da Alfonso Vandelli
Da quelle fil e sarebbe uscito un Anto-
nio Berti, padre spirituale dell'alpinismo Prossima ai monti, Vicenza è la prima
veneto. città di pianura nel Veneto a dar vita ad
Saliti sui monti, i lagunari iniziarono un sodalizio alpino. Un circolo alpino,
uno splendido ciclo di opere alpine. L' 11 anzi, era già nato nel 1872 ad Asiago. Nel
settembre 1892 viene inaugurato al Pelmo 1874 nasce il Circolo Alpino di Vicenza,
il primo rifugio alpino delle Dolomiti, il presied uto dall'ing. Francesco Molon , vec-
Ve11czia. Il 29 settembre 1895, il Sa11 i\far- chio combatten te del Risorgimento e va-
co, sul Col de chi da os alle :o\farmarole. lei1te studioso. Fra i p iù attivi vi è il conte
Il 25 settem bre 1899, il T iziano, sul versan- Almerico da Schio, che già conosciamo,
te 11ord delle i\farmarole. 11 30 settembre che, questa volta ben a proposito, auspica
1905, il Coldai alla Civetta. Nel 1909, a l'adesione al C.A.I. li voto è accolto cd il
cura dcll'avv. Carlo Tiva11, il se11tiero di 7 maggio 1875 nasce la Sezione di Vi-
accesso alla base del Civetta. Il 1O settem- cenza.
bre 1907, il i\folaz alle Pale di S. Marti110 In tensa è l'attività escursionistica, scien-
Il 14 agosto 1911, il rifugio in Val D'Om- tifica, sociale. La Sezione cura pubblica-
hretta. zioni, isti~uisce una colonia alpina per
Dopo la prima guerra mondiale, tutti bimbi (1899), promuove iniziative di inle-
i rifugi sara11no riattati e rimessi in fun- resse economico, ospita il XIX Congresso
zione. TI 17 giugno 19"-4 viene inaugurato Nazionale del C.A.I. (1887). A quell'epoca
il nuovo rifugio Luzzati al Sorapiss. Il 27 essa annovera ben 350 soci.
giugno H}26 è la volta del rifugio Giovan- All'ing. Molon, succede nella Presiden-
11i Chiggiato sulle Marmarole. za Paolo Lioy, futuro Presiden te generale
La cura di questo imponente patrimo-
nio assorbe le migliori energie della Se-
(1) Merita di CSS<lre ricordata l'aUivis:sima Scuola
zione. Con la secon da guerra mondiale, di alpinismo ·Sergio Ncn., dalb quale è uscito il
nuove distruzion i, nuove rovine. Ed ecco r10rfiorcdelmodcmoalpinismovcnc7j3no

360
del C.A.I. Poi , ancora il conte Almerico sotto la presidenza dell'ing. Ermanno Per·
da Schio. Nel 1883 viene pubblicata la gameni Larsimont, il solo ancora vivente
"Guida di Recoaro'', ad opera di Scipione di quel manipolo di pionieri.
Cainer, cui sarà dovuta, nel 1887, la splen- Chi voglia conoscere note suggestive e
dida "Guida di Vicenza, Recoaro e Schio", toccanti di questo periodo, non ha che da
in collaborazione con Ottone Brentari. Cai· rileggere la bella monografia sulle Piccole
ner sarà redattore della Hivista e del Bol- Dolomiti di Gianni Pieropan, apparsa a
lettino del C.A.I. dal 1885 al 1890 puntate su "Le Alpi Venete". Erano tempi
Dopo la guerra mondiale, che avrà uno eroici, sulle montagne ancora sconosciute,
dei suoi importanti teatri sulle montagne incomode, sprovviste di sentieri e ricoveri
vicentine, l'attività riprende alacremente. La Sezione scledense realizzò il suo
La Sezione di Vicenza assume il rifugio primo rifugio a Campogrosso, rivolto al
Vicem.a al Sassolungo e realizza il ri- Trentino irredento. Venne edita nel 1898
fu[?iO Ciuriolo a Campogrosso, in com- una guida di "Valdagno-Recoaro-Schio-Ar-
proprietà con la Sezione di Schio. Viene siero" e, nel 1899, in collaborazione con la
iniziato un bollett ino mensile, di cui è S.A.T., una "Guida Turistica dell'Alto Vi-
animatore Francesco i\foneghello, antesi- centino". Nel 1910 venne costruito il rifugio
gnano di "Piccole Dolom iti~ (1946-'47), C ima Dodici nell'alta Val Galmarara.
genne questo dal quale, poi, germogliò la Dopo la prima guerra mondiale, Schio
rivista triveneta "Le Alpi Venete". Sorge la adattò a ricovero una costruzione di guer-
Scuola vicentina di roccia, prima in Italia, ra alle Porte del Pasubio e trasfom1ò, in
che si trasfom1crà in Scuola alpina. Questa collaborazione con la Sezione di Vicenza,
Scuola alpina militare fu un primo esem- in rifugi().albcrghetto, una vecchia caser-
pio per quella che, poi, sarebbe divenuta metta della Finanza a Campogrosso, dan-
la famosa Scuola di Aosta dole il nome di Olinto de Pretto. •
Tra il 1930 ed il 1940, sotto la guida Fra i.I 1928 ed il 1938, il rifugio alle
del prof. Lorenzo Pezzotti, la Sezione vi- Porte del Pasubio fu gradualmente mi-
\•e un periodo di splendore e di intensa gliorato ed ingrandito e prese il nome di
att ività alpinistica ed organizzativa. Viene rifugio Cen. Achille Papa, M. d'Oro.
inaugurato il rifugio di Camporosà sullo Dopo la seconda guerra mondiale, la
Altipiano di Asiago. Dopo la guerra, che Sezione di Schio ricostruì il proprio patri-
tanti lutti apporta nelle file dei vicentini monio gravemente danneggiato. Ad essa
(ricordiruno fra gli altri Francesco Mene- va, fra gli altri note\•Oli meriti, quello di
ghello, caduto in terra di Russia), la Se- aver promosso la conservazione della Zona
zione riprende la sua vita alacre e feconda, Sacra, sui campi di battaglia del Pasubio
sotto la Presidenza del conte Tommaso di
Valmarana. Sulla scia di Vicenza, operano le Se-
zioni di Thiene (1923) e di Valdaf!.no. Que-
La Sezione di Schio nacque ad opera st'ultima fu fondata nel 1922 in seno alla
di un gruppo di appassionati della mon- Unione Sportiva Pasubio, su iniziativa di
tagna cl1e, in gran parte, avevano già mi- Eugenio Cracco. Si distingue ben presto
litato nelle file di Vicenza. Il già esistente per l'intensa attività dei suoi alpinisti, fra
"Circolo Alpino" fu trasfomrnto in Se- cui fanno spicco Bortolo Sandri e Mario
zione autonoma del C.A.I. il l " giugno Menti, fortissimi scalatori dolom itici, ca-
1896. Vi aderirono prontamen te 106 soci, duti nel 1938 sulla paret e nord dell'Eiger

361
Operano att ivi grnppi sci-alpinistici e spe· Vittorino Tosi (1948-1954), Mario Azzini
leologici. Un rifugio dedicato a Valdagno (1955-1960), Dino Dindo, in carica.
è erello a Pizzegoro. Nel 1952 viene costrui-
to il rifugio Cesare Battisti alla Ca7..za Sede di uno elci maggiori cent ri cultu·
Gloria va.ldagnese è la guida Gino Sol- rali del Veneto, Padova non poteva restare
dà, tuttora validamente operan te. a lungo estranea al fenomeno del nascente
Questa bella Sezione cont a ben 500 alpinismo italiano, così impregnato, nei
soci, una ci fra record in senso relativo. La tempi eroici, di valori umanistici e scien-
presiede attualmente Gian Paolo Tassi. tifici, oltre che atletici e sportivi. Se ri-
tardo vi fu , ciò si dovette alla lontananza
Altra gloriosa \•eterana del Club Alpino dai monti. Nel 1908, Antonio Be rti dava
Italiano è Vero11a alla luce la sua prima ~G uida delle Dolomiti
Nell'autunno 1874, Giuseppe Zennato del Cadore". Nello stesso anno, egli stesso
ebbe un colloquio con Quintino Sella, che doveva essere il primo ispiratore della sor-
lo infiammò e lo indusse, appena reduce gente Sezione Patavina. Ai natali dell'al-
nella sua città, a promuovervi la costitu- pi nismo J).'ldovano concorsero da un lato,
zione di una Sezione ciel C.A.T. Ciò pot é l'ambiente vivace e dinam ico dcl Bo', la
realizzarsi nella Assemblea del 12 mar.r.o veneranda Università, centro di cultura e
1875. Primo presidente fu il prof. Agostino di vita goliardica; dall'altro, la scoperta
Goiran. Nel suo primo periodo la Sezione dci Coll i Euganei, montagna minore, ma
eccelse soprattutto nelratti.vità scientifica destinata ad un lusinghiero avvenire. Pri-
e culturale. Fra nomi illustri di cultori di mo presidente della Sezione fu il conte
scienze naturali, ricorderemo, con il Goi- Antonio Cattaneo, Vice-presidente Anto·
ran, Enrico Nicolis e Hiccardo Avanzi. Con nìo Berti, allora assistente presso l'rstitu to
la presidenza del nob. Brasavola de Massa di Fisiologia dell'Università Patavina. Ac-
fiorisce intensa anche l'attività propria- canto a loro, fra i promotori ed i primi
mente alpinistica. dirigenti de\la Sezione, figurano i più bei
Nel 1896 si inizia il ciclo mirabile delle nomi dell'a ristocrazia e ciel mondo cultu-
opere alpine dei veronesi. Sul Monte Bal- rale cittadino. Ciò spiega perché la Se-
do, monte squisitamente veronese, sorge zione si impose subito per un li vello di
il rifugio Telegrafo. Ad esso fa ranno segui- attività culturale d i primo ord ine che, as-
to i rifugi: Italia alla Carega (1914) Revolto sieme ad una intensa attività escursioni-
in Val d'lllasi {1919); Coronelle-Fronza al stica, le pennise di guadagnare ben pre-
Cat inaccio (1924); Verona nelle Alpi Ve- sto il terreno pe rduto rispetto alle conso-
noste (1926); Elena e Biasi al Bicchiere, relle più anziane
sul le Breonie (1936); Forti nei Lessini Cli alpin isti padovan i si spinsero, fin
(1938); Fraccaroli alla Carcga (1958) e, da dall'in izio, su tutta la cerch ia al pina. Con-
ultimo, il rifugio Chicrego al Monte Baldo t2mpornneamente, cominciò la scoperta
A questo imponente complesso di opere della bellissima palestra di roccia licl Roc-
al pine, fa riscontro l'attività sociale ed or- capendice e degli altri colli prossimi alla
ganizzaLiva, unitamente alle imprese degli città. Pioniere fu , anche qui, Antonio Berti.
alpinisti, dagli anziani, come Cino Priarolo, La sua ardita ascensione del 19J9 con i 1-0-
ai giovani, come i\!ilo 1 avasa e Giancarlo niugi Carugati al Roccapendicc :wrcbhc a-
Hiasin. Verona conta ben 1.200 soci del \•uto inopinato svih•ppo
C.A.T. Fra gli ultimi presidenti, ricordiamo Vaste ccl importanti le opere alpine

362
realizzate dagli alpinisti padovani. Fin dal malo è anche il Coro Alpino, costituito
1910, a Pra di Toro, sorse il rifugio Pa- nel 1944
dova, in una splendida oasi dolomitica. In tutto degna delle h"adizioni pala·
Dopo la prima guerra mondiale, nella qua- vine è la vita organiz7,ativa e cu lturale del-
le 21 soci della Sezione caddero eroica- la Sezione. Assieme alla S.A.T., Padova ha
mente, nel 1921 venne inugurato, ancora a il merito di aver dato un notevole con tri-
Pra di Toro, uno dci primi giardini alpini buto all'organizzazione del Corpo di Soc-
d' Italia. Nel 1924, da una vecchia baracca corso alpino, attraverso uno dei suoi pre-
di &ruerra, venne ricavato il rifugio Olivo sidenti, il prof. Oreste Pinotti. Si sono di-
Sala in Popera. Nel 1925 la Sezione assu- stinti per la partecipazione nel settore
me il rifugio Petrarca all'Altissima, che scientifico alle spedizioni al K 2 ed al Sar-
conserverà per qualche tempo. Nel HT29 miento, i proff. Bruno Zanettin e Giusep-
viene ricostruito il rifugio Zsigmondy-Co.- pe :\forandin i, dell'Ateneo Patavino.
mici alla Croda dci Toni e, nel 1936, il Padova conta, attualmente, circa 1500
rinnovato rifugio Anton io Locatelli alle Tre soci ed è, pertanto, fra le p iù forti se7Joni
Cime. D cl 1952 è il b ivacco Battaglione del Veneto.
Cadore in Val Stallata. Dcl 1956 il bivac-
co Piero Cosi all'Antelao, prossimo alla vet- Quasi contemporanea a quella di Pa-
ta. Del 1958, il bivacco Greselin al Duran- dova è la nascita della Sezione di Treviso.
no. Del 1961 il bivacco Fratelli Dc To- Essa, infatti, sorse nel 1909, ad opera di
ni alla C roda dci Toni. Del 1962 il rifugio un gru ppo di appassionati della monta-
che ricorda il nome glorioso di Antonio Ber- gna, fra cui il primo Presidente, dr. Giulio
ti in Coston Popera. ~ attualmente in pro- Via.nello, il dr. ~lariano Rossi, il conte An·
gramma un nuovo bivacco fisso, che ricor- gelo Cuarnieri, Umberto Bonvicini ed Aldo
derà l'ing. Carlo ;\•[inazio, promotore di Voltolin. li ciclo delle opere alpine si' ini-
queste preziose opere alp ine. ziò dopo la guerra, quando la Sezione pre-
Padova ha il vanto di aver tenuto a se in consegna i rifugi ora denominati
battesimo talune delle maggiori opere di al- Tre\'iSO in Val Canali e Pradidali, entram-
pinismo e di storia bellica alpina di Antonio bi nelle Pale di S. Martino. Alla ricostmzio-
Berti. Nel 1932, ed a più riprese successiva- ne di questi rifugi, la Sezione fece seguire
mente, la Sezione curò la conservazione cd l'acquisto dei rifugi Biella alla Croda del
attrezzatura della magnifica NStrada degli Becco e Antelao a Sella Praclonego
Alpini" ed, in tale occasione, vide la luce Treviso van ta personalità di notevole
il bel volume cli Berti e Sala: "Cucrra per rilievo, come un Boccazzi, valente alpini-
Crode". sta e Giuseppe ;\ fazzotti, una delle pi1ì
Fin dal 1937 a Padova venne org;aniz- belle penne deffalpinismo italiano. Essa
zata la Scuola di Roccia, oggi "Scuola organizza da molti anni la Scuola di Hoc-
Nazionale di Alpinismo Emilio Comici~, cia Ettore Castiglioni al rifugio Pradidali
che svolge regolannente la sua attività Conta attualmente circa 500 soci ed è pre-
sulla roccia trachitica del Roccapcnclice e sieduta dal dott. Hoberto Galanti, Consi-
del Pirio e dalle quale sono usciti tante gliere Centrale del C.A.T
_giovani leve di valenti arrampicatori. Fra
i ma_g_giori alpinisti padovani spicca il no.- Oilre un settantenn io di vita vanta la
me del grande Bcttella, caduto sulla sua attivissima Sezione di Bassano dcl Grappa,
piccola, ma tanto cara montagna. Rino- sorta in fomm :\Utonoma il 12 novembre

363
1892. Vi aderirono subito un centinaio di che tanto avrebbe contribuito, con la fe-
alpinist i. Primi promotori furono il Presi- lice ubicazione, ai maggiori fasti del mo-
dente Luigi Vinanti, ed i più bei nomi demo alpinismo. A tale important issima
della società bassanese del tempo. La Se- opera, si aggiu nsero, nel 1938, la vie fer-
zione dette ampio sviluppo alfo tti vit:\ cul- rata T issi ed il rifugio-bivacco Maria Vit-
turale pubbl icando un "Bolletti no Annuale " toria Torrani al Civetta
e numerose pubblicazioni ed allestendo, F ra i principali animatori di questa
presso la sede sociale un erbario, raccolte salda Sezione, che conta 500 soci, vanno
di fossili ed altri reperti d i interesse scien- ricordali il dott. Italo Cosmo, Dal Vera,
tifìco. Carpenè, Pe7.zott i, Giordano, Celotti, Bal-
Su progetto dell'ing. Montini, nell'ago- dan, Zamengo ecc. A Conegliano fonno
sto del 1897, il Club Alpino Bassanese capo le attive Sottosezioni di Odert.o e Mot-
inaugurava, sulla cima del Monte Grappa ta di Livcnza
una ~Capanna~, che nel 1901 ricevette
la visita dell'allora cardinale Ciuseppo.! Pure nel 19"...5 sorse, per merito soprat-
Sarto, in occasione dcl collocamen to di un tutto dell'in g. Carlo Semenza, del dott
sacello alla ~ l adon n ina, poi divenuta ce- Em ilio Pontiggia e dell'avv. Lino Vascellari,
lebre durante gli storici eventi bellici. Al- la Sezione di V itt orio Ve neto. Terreno pre-
tra note\'Ole opera del Club Alpino Bas- ferito dei vittoriesi fu rono il prossimo Col
sanese fu la creazione della Colonia Alpina Visentin ed il Gruppo del Monte Cavallo,
di Enego, per la cura climatica dci bimbi ma lo storieo nome di Vittorio Veneto fu
poveri. Nel campo culturale, sono da se- imposto al rifugio situato nelle lontane Al·
gnalare le due edi7.iOni della ~Guida Alpina pi Aurine, al Sasso Nero.
del BassaneseH d i Plinio Fraccaro Con la scomp.'lrsa dell'ing. Semenza,
L'autonomia dal C.A. I., contrastata fin sorse i.I proposito, ora realizzato, di nn
dall'origine, doveva essere logicamente ri fu gio alla sua nobile memoria, situato a
superata ed, infatt i, il 26 aprile 1919 l'As- Forcella Lasté, sul Monte Cavallo.
semblea sezionale vi poneva tennine, rien-
trando, così, nella grande fam iglia del no- All'attività delle singole sezioni, fanno
stro so<laHzio. riscon tro le opere realizzate dagli alpini-
Cli alpinjsti bassanesi vantano una bel- sti veneti su scala regionale. Il 17 maggio
la e vasta at tività, estesa anche alle mag- 1946 fu tenuto a Venezia il I Convegno
giori e più lontane Alpi. Si sono succeduti delle Sezioni Venete del C.A.l. L'iniziaUva
alla presidenza del Club, dopo il Vinanli, dei Co11ueg11i delle Se.:::ioni Triuenete, di
i.I dott. Giovanni Jonoch, il dolt. Michele cui fu ispiratore e promotore Antonio Ber-
Condestaule, il dott. Ugo Cimberle, Fran- ti, ebbe lo scopo di consentire ferti li scam-
cesco Mion ed Antonio Vianelli. Animatore b i di esperienze ed idee. I risultati furono
instancabile di ogni atti vità è il rag. Gio- posit ivi ed insperati. I Convegni si succe-
vanni Zort.:i. dettero nei vari cen tri della regione, con
period icità semestrale ed in essi venner.:>
Nel H)-25 sorse la Sezione di Co11eglia- ogni volta discussi tutti gli argomenti di
rio, che ebbe fra i suoi promotori Mario comune interesse per le Sezion i, come i
Vazzoler, caduto sulla montagna. Nel 19'27, rifugi, i sentieri e segnavia, i libri cli vetta,
la Se"..:ione eresse al Col Negro del Ci- le designazioni per le cariche centrali ed
velta il rifugio che porta il suo nome e in genere quanto riguarda la vita dcl C.A.l

364
Ad essi fanno riscontro le uCiomate dcl del piano e l'elaborazione di un dettagliato
C.A.L ~ch e hanno luogo annualmente nelle schedario, l'imposlazione e risoluzione del-
più suggestive località alpine o pre-alpine 1'aspctto organizzativo e finanziario.
e sono occasione per l'incontro fra i soci Dapprima venne istituita una Com-
delle varie Sezioni missione triveneta sentieri, presieduta dal
Nell'ambito dei Convegni si pose l'esi- sen . Attilio Tissi, che iniziò la pratica ese-
genza di un organo di stampa regionale cuzione. Nel 1953 si ritenne opportuno sud-
comune. Nacque così la rivista uLe Alpi dividere in modo autonomo i compiti fra
Venete~ che, fin dalle origini, fu affidata tre Commissioni: la Vicentina, con sede
all'avv. CamiUo Derti, figlio di Antonio, in Vicenza; la Giulio-Carnica, con sede in
già redattore del periodico sezionale vi- Udine e la Dolomiti Orientali, ron sede in
cen tino "Le Piccole Dolomiti~. fl primo nu- Belluno. Quest'ultima, sotto la presidenza
mero di quella che fu definita e Rassegna di Bianchet, nel 1955, aveva già provve-
delle Sezioni Trivenete dcl Club Alpino duto alla segnalazione dell' 80$ dei sen tieri
Italiano > uscì nell'aprile dcl 1947. ed alla contemporanea posa in opera delle
Da allora, "Le Alpi Venete", vincendo tabelle e frecce regolamentari. Un'opera
innumerevoli difficoltà organizzative e fì- veramente grandiosa.
nanziarie, sono uscile con regolare perio- A Bianchet successero Neri Bristol ed,
dicità. A lutto dicembre 1962 si ~ono avuti attualmente, l'ing. Nando Valletta, che già
39 fascicoli , per 2874 pagine complessive. era stato uno dci promotori dell'opera,
Dall'inbdalc tiratura di 2000 copie si è coad iu vato dal segretario Cigi Pasinetti.
giunti alle 5000 attuali. Fra i collaboratori ln questa, come nelle altre zone, il com-
figurano tutte le più belle finne dell'alpi- pito, sia di completamento della segna-
nismo e della letteratura alpina contem- lazione, che di periodica manutenzione e
poranea. La Hasscgna ha ospitato nume- conservazione, è dei più difficili ..d oneiosi.
rose monografie alpinistiche, che hanno, Alla fine del 1962, nelle Dolomiti Orien-
poi, fonnato oggetto di pregevoli estratti. tali si era giunti alla realizzazione del pia-
Attualmente aderiscono alla Hassegna no per il 90'.i. Non meno positivamente
46 Sezioni, e molti sono gli abbonati, anche, ed alacremente procedeva l'attività delle
al di fu ori dell'ambito triveneto. altre Commissioni.
Un cenno merita, pure, l'attività svolta Jnfine, una delle opere più belle, per
in sede triveneta per la usegnalazionc dei il valore ideale e la rispondenza alle fina-
sentieri~. Per la zona di propria competen- lità alpinistiche, realizzata sul piano regio-
za, la S.A.T. di T rento aveva già provve- nale, è la "Fondazione Antonio Berti per i
duto di propria iniziativa, con criteri siste- bivacchi fissi nelle Dolomiti Orientali~
matici, rivelat isi ottimi e funzionali La Fondazione ha per scopo di onorare
In una apposita riunione a. Belluno la memoria del Papà degli alpinisti vene-
dcll'll novembre 1951 furono poste le ti e ad un tempo, di realizzare le opere
basi per lo studio del problema nelle Dolo- più squisitamente alpinistiche, nei luoghi
miti Orientali. Ad opera di Furio Bianchet più incomodi e, per questo, m ~no cono-
venne elaborato un piano dettagliato, che sciuti e più negletti. I piccoli nidi d'aquilll
rivelò tutta l'imponenza dell'opera, abbrac- sono già sorti numerosi nelle Dolom iti cd
ciante ben 410 sentieri, per uno sviluppo assolvono mirabilmente alla loro funzio-
di oltre 1.500 chilometri. Fu merito di ne, altri ne segui.ranno fra breve
Bianchet, oltre che il laboriosissimo studio Citiamo quelli già attuati: il De To-

365
ni alla Forcella dell'Agnello (1960), il Pe- nella storia dell'alpinismo dolomitico: la or-
rugini al Campanile di Val .Mo11ta11aia mai celebre uCuida delle Dolomiti Orien-
(1961), il Fanton in Val Baion, il Mu- tali" di Antonio Berti rimasta nelle tre e-
satti nel Medùce di fuori, il Voltolina dizioni succedutesi in mezzo secolo, capola-
al Pian dello Scotter, il Comici alla Bu- voro di tecnica descrittiva ed, insieme, ele-
sa del Banoo, gli ultimi quattro tutti attuat i vatissimo viatico spirituale per l'alpinista
i1el 1961 e rientranti nel vasto piano di riva-
lorizzazione delle i\·Iarmarole e del Sorapiss; Concludendo questo breve e lacunoso
nonché quelli di imminente realizzazione: panorama sulla vita organizzativa e sociale
il Marchi-Cranzotto in alta Val · Monfa]. dell'alpinismo triveneto, si chiede venia
con di Forni, il Lussato in Val Strut, il delle omissioni totali o par-.dali, dovu t~,
Minazio nel Vallon de le Lede. in primo luogo, alla tirannia del tempo e
Con il 1963, in un solo quinquennio, dello spazio ed all'umana imperfezione.
essi saranno oltre 12. Un apposito Statuto Taluna sarà, però, dovuta alla negligenza
regola la vita della Fondazione, alla cui di chi, invitato a fomire i dati indispen-
organizzazione ed attivit;\ concorrono l~ sabi li, non ha risposto. Viva riconoscenz.l
singole Sezioni e la Famiglia Berti. La si esprime, invece a quanti, Sezioni e sin-
Fondazione ha sede in Venezia ed è presie- goli amici, sono stati larghj di notizie e
duta da Alfonso \landelli. documenti, cui si è ampiamente attinto.
E non potremmo chiudere queste note t: auspicabile che, su tale materiale, sia
senza una speciale citazione di quella che possibile, in un prossimo fut uro, costruire
fu e rimane sempre l'opera fondamentale una più organica e completa rievocazione.

PIERO ROSSI

366
ATTO DI COSTITUZIONE, FONDATORI, STATUTI, LEGGE,
CARICHE SOCIALI, PRESIDENTI E SOCI ONORARI,
CONGRESSI E ADUNANZE, ASSEMBLEE, ELENCO DEI
PRIMI SOCI E DELLE SEZIONI AL 1963, DIAGRAMMI

ATTO DI COSTITUZIONE

l'JWCESSO VERJJAl.. E DEl.. LA SE D U'J'A DEL 23 O '/'TOBn E 1863

L'anuo milloottocentosessm1tatrc ed alH 23 dcl Siguorllos.<i


mese di ouohrc, nel castello del Valentino. in To- l'i!More
rino, oll'una pomeridiana, ha avuto luo110 la prima • SignOr<!lti
adunanza &encr:ile dei Soci del Club A/pino. • Borclli
Il barone Fernando Perrone di San Martino, Pre- • V. Ricasoli
~idcnte prowisorio dell'Adunanza, indicò sommaria- • Cra•-eri
m~·ntc lo sropo delb Società e diede quindi lettura .\brchcw Arconatl
de&li Statuii della medesima, che, discussi articolo Signor Pcrwlio
per articoki, furono approvati dalla maga;ioranu dci • Fi n1.i
Soci con alcune modificazioni. Cav. Costantino Nigm
Si i1rocedctte quindi alL1 nomina a schede sc- SignorS<:hiaparc!li
itrcto della Dire:cione. I voti furono ripartiti ne! Sismonda
modo seguente • Trom[)CO
• Mlcono
Commendatore Quint ino Sella \'Oti36 , Ferrati
Conte di St-Robcrt J6 • ~lattei
Aw. llutolomoo Castaldi 36 Generale Sanfront
Baroue F. Perrone di S. ~ l artino 35 Siguor Allsll
Avv. Piacentiui 19 • Di Roasenda
lngeguerc MontcHore Levi 18 • Martin
Conte Felice Rignon 18
Ccncr:ile Ricci I si1o1:nori commendatore Quintino Sella, conto
Signor Di Rooscuda :~ St-Robert, avv. Bartolomeo Castaldi, barone Fem:m·
Signor avv. Cimino 12 do Perrorn:: di S. Martino, avv. Piacentini, Ingegnere
Signor Bar:icco IO MonteHore Levi, conte Felice Rignon, Di Roosenda
Deputato ChiavC$ 9 e 1o1:cner:1le Ricci, a•·cndo ottenuto il magsior nu·
S!g110r Vialardi 9 mero di voti, furono procbmati Direttori del Club
Avv, llobbo 9 Alpino
Mnrdicse Rorà 7 li siinOr conte Felice RiinOn avendo rassegna to
Sig nor Gallo 6 le sue dimissioni, 11H venne sos tituito, !n via provvi·
Dottore Castaldi 3 soria, l'avv. Cimino, come a~·cndo dopa di lui rag-
Signor Agodino Pio 3 giunto il mag1tior numero di voti, riserw.ndosi la
Barone B. Rie.isoli 2 Direzione di intcrroK<ire i Soci nella prossima Adu-
Sig1iorRlootti 2 nanza 1t:cneralc onde sapere se hanno da essere a~
• &mili cett:ite le dimissioni del conte Felice Ri1t:non.
.\lcyer La seduta si sciobe alle ore 4•
• Crimaldi
• Cras (
0
) Questo elenco di 50ci fondatori non ~completo
I FONDATORI

Agodino avv. Pio Montelìore Levi Giorgio


All is Gaetano /\ tyaPietro
Araldo Giovanni Battista Negri di Sanfront Al es:;:mdro
Arconati Visconti Giuseppe Nigro Costantino
Baracco Giowmni Pcdrclti Giovanni Antonio
Biam:heri Giuseppe l'er!l?..<:iCostantino
Barelli Bartolomeo Perrone di Sant ~fortino Arturo
Batteri Onorato Perrone di San /\fortino Ferdinando
Cerutti Annibale l'eruzzi Ubaldino
C!tiaves Desiderato E'er.wglio Luigi
Cimino CiOri:ÌO Tommaso Piacen tini Giovanni
Caccia Gaudenzio Pitta!Ore Cherul>ino
Cravcri Federico Rieasoli Bettino
F:iraggianaRaffnclc Ricasoli Vincenw
Femta Camillo Ricci Giuseppe
Fiorini Matteo JHcotti '1-.lagnani Cesare
Carnond Edoardo Rignon Felice
Castaldi Andrea Higmm Vittorio
Castaldi Bartolomeo Himini Giovanni Battista
Castaldi Biagio Roo senda dcl 1'1elle Luigi
Castaldi Giovanni Rooscnda dcl ~ ! elle Giuseppe
Giordano Felice Robbo Giuseppe
Cms Augusto Rossi Angelo
Grima\di Vittorio Saroldi Lorcm;o
Guastalla lsrncle Saint Robert Paolo
Im:isa O..millo Schiapparclli G. V
Martin Lanciare>: Eugenio Sella Quintino
Massa 1'1attia Signorctti Ciovanni
)\ leycr Emilio Trompeo Paolo
/\ lk:helotti Ciovanm Vialardi Alberto Luigi
Micono Giuseppe Antonio Willers.Sankcy

Non abbiamo trovato in archivio b 1>rima lista di consta per sicure informazioni che :wcvano data la
adesi<me. Gli inscritti in <1uclla lista dovevano essere loro adesione avan ti la prima Adunanw

fu-:!ì! dih1uf~~~~~'~1;ii;::,c'ìf;':h~"J:~n~~ ~t,:ii:,~it~u!n~'-~::


200 circa (vca:gasi ISAIA, Comm. di 13. Castaldi, nel
Bo!t~ti~~1~!t; p~~~r~.;~~!~~; ~~hi~~on~;~,; 1
primo impian to, come li abbiamo trovati nei primi
dati sufftcicnti, essendo stata preparnta qualche tempo registri di matricoli e dci conti.
dopo la costituzione della Società, forse nd 1865 e>cl l. Cimino avv. C. T. - 2. Gllsta!di avv. lhrtolo-
a11ehenell866 1nco - 3. Martln-Lanciar<r.t Eugenio - 4. l.lontelìore-Lcvi
Mancandoci b prima nota di adercnti,-noi, anzi- Giorgio - 5. l'crronc <li San •/\larti no li.uonl.\ Ferdinan-
tutto abbiamo messo tra i fondatori quelli che d1\b do - 6. Pcrronc <li S. )\fartino cav. Arturo - 7. Ricci
m.~tricob risultano indubbiamente come inscritti nl marchcscGi11scpoe- 8. Rigt10n coote Felici!- 9. Rob-
giorno<lclb prima adunanza. Dcl pari riteniamo fon- bo avv. Giuseppe - 10. Oi S:tint-Robert conte Paolo -
~~t~~fa"~m~ ~~~~iìrn~~~~L,~~~t~PS:J=~~ J:/l~
li. Selh ing. Quintino· 12. Nci:ri di Sanfront oontc
Alc.ss;.rndro - 13. Delh nocca conte Enrico - 14. Mcy
priinaadunaow.masohantoinsea;uito(l963, 1864 e nardi avv. Car!o - 15. Cibrario con te Luigi - 16. Cal-
alcuni dcl 1865), <lc.-ono pure csersi inscritti nelb land C1rlo - 17. Giordano ingegnere Felice - 18. Di
detta prima l~ta di adesione, pok:hé essi ebbero vo-ti S. Vit.1le CQntc Stefano - J9. Vitta barone Emilio -
~~~l~~~i~~u~~ld~'~~b:J:uj~jl;e~~f~~~~~~~~
20. Baracco barone Giovanni - 21. Ricotti Ccs.1rc, gc-
ncrn!e - 22. Francfort EuJì:Cnio · 23 Perazzi ing. Co-
persone, per di più, fecero effettivamente parte <lei stantino - 24. /\lattei Emilio - 25. Rossi Angelo, mag-
J!Jb1~:~ s:k:,~r~:~~;b:~;~<loalkg:~~c J;"'~~!!
giorc • 26. llicasoli barone Bcttino-27. Giordanodott
Scipione
impianto Di qu~ti, 23 diedero 100\ire per uno: uno diede
Inoltre, fra i fondatori poni.amo altri di cui ci L. 500,uno L. 120e uno L. 40
L'01rru:s, dal Hifugio Paycr.
(l-'mo l •. ilaeh1em/1)
STATUT I

STATU'f O DEL 1863

Art. I - F: istituita in Torino una Società .sotto nio; in oini anno si procederà alla nomir1.1 <li tre
il titolo di Club Alpino. die5-Si
Art. 2. · Il Club Alpino ha per isro110 di far oo- Art. 14. • Le deliberazioni della Società si prc1i-
no~rc le mont:IJl'.llC, più prOCil'.imcntc le Italiane, e dono a pluralità di voli; b prc;.cnza di tre Direttori
di aJl'.cvolarvi le escursioni le S.llitc e le csplora~Joni basta per rendere v:1!ida la dclibcra~onc.
scicn tilk:hc
Art. 15. ·La Direzione è lncnric:lt:i di quanto co1i-
Art. 3. - 1-1 11uota amm3 <lei Soci è fìss.'lt:i in ccrnc l'arnministmzione
lire tJenll, da imitarsi nel u1c:re di gennaio. La quot.1 Essa convoca l'adunanza gcncmlc i1oviando ad
d'c11tçita, do pagarsi all'atto di a11grcg,.zio11c al Club, ogni Socio, quindici itiorni nlrnm>O 1>rima del d i a ciò
non può essero minore di lir(l VC?Tlli fissato, l'ordin e dcl iiOrno lu cui saranno l11dic;1tc
tro ;:~::b!iga1.ionc dci Soci s'in tcndl'.l oontrntta per leq uistionidatratt:irsi
Le deliberazioni dcll'adunan1.11 sarmmo vt1Hdc,
Art. 5. · Terminato il triennio robbli gaziono dcl qualun<1ucsiPilnu111cro<legliintcNCnuti.
Sociosnrà<lurativ:1pernltritrca11ni,ccosìs11<.'"CCSsi- La Dirc7Jonc potrà proporre a Soclo onorario le
v:1monte di triennio in triennio, finché non abbia do· persone che, per J),"lrticobri bcnl'1nercn7.C verso 11
to awiso alb Direzione che egli intende <li cessllr(l Club Alpino, ess.1 reputerà degni cli que<1la ette7.iO-
di far parte del Cl ub Alpino. Tale avviso dovrà es- nale 011orilkcnza
sere dato prima dello scadere <li settembre e di c;so La proposta dclb Direzione, 1x-r essere conv:11ida·
la Direziono gli nccuserà ricevuta. Chi per tre anni ta, dovrà essere ncç0lta favorevolmente dai riovc de-
consecutivi non J>a~i [a sua quota annua, sarà sci ,.. cimi almeno dci presenti.
z'ahro cancell'l.lP d11l'Albo dci Soci
Art. 17. ·Due \'Oltc alranoo vi sarà un pmnm
Art. 6. ·Chi \"UOI proporre un nuovo Socio al socfak-. li iiomo ne verri fu:snto dalb Dire7Jone
Club, dovri scrivere al b Direzione, b quale sot.to- Questi pranzi a•Ta11110 pOSSibilmcntc luogo in gluguo
mcllcrà la domanda d'arnm~ionc alla prossima adu- cd in dicembre.
n;uiz.a generale
La spesa pc! pr.inzo non potrà sorpassare le dieci
I nomi delle pcrsono proposte dovn111>0 per cum
lire a testa. Ogni Socio avri diritto d'Introdurre a
della Direzione essere iruicritti nelrortline dcl giomo
talipra11:ticdasucspeseunapcl'$0na
da comunicarsi ai Soci il giomo prima dcll'pdunanw.
Non essendovi 0Pp0Sil.io11c per parte dcll'adunam:a ll giornor1.SS1topclpranzosocialcdQVTilles<scrc
la persona proposta verri senz'altro ascritta sull"A\bo notificato ad oini Socio per cura della Dire7JOl>e al-
dci Soci meno quindici giorni prim.1
Art. 7. • L'obbligo dcl P.lgamcr1to della quota I Soci che \'Orra nno intervenirvi ne dovranno
decorrerà solo d."ll principio dell'anno successi•·o pci da.re avviso cinque giorni al me110 prima dcl dl fissa.
Soci ammessi davo il mese di luglio to,indicandoinoltrcsecsslhannointcni.ioncdico1i-
dur\"i1111a111loo
Art. 8. • L'n.so degli oggetti di proprietà dclb So-
cietà s.irà stabilito cb appositi rcgobmcnti
Art. 9. • 1 Sodi che danno la loro dimissione, e
quelli di c ui plJ'art. 5. perdono con ciò ogni diritto
cli proprietà su tutte le cose ~l mobili che im mobili
proprie, o destinate all'uso dclb Società
Art. 18. . Per tutto !"anno 19&1 b Dire'fJOnc e
Art. 10, • La Dirc7.i<:mc ò compost:I di 110\"C Di- m1tori7.7.ata ad amrncHcrc Soci nl Club
I Soci ammessi durantequcst'cpocu samnno cse1i-
0
Art. li.· E:,-si vcni:;ono eletti dall a<lunanr.r. ge- ti dalla {jUOta d'entrata di cui all'art. 3.
nerale Tali nomine do\"mnno es>\l!re 110tilìcatc alradunan·
Art. 12. • La Dirc-1jo11e sceglie ucl suo sc1>0 il wgcncrale.
proprio presidente, e nomina fm i Soci Il prOprio se- Art. 19. · La DirC7J011c ò autoriz~,"llfl ad introdur-
grct:irio, che farà pure le f11111J011i di Tesoriere re nel prcsentc St.1tuto lc varill7J011i 1>00es,..arie per
Art. 13. ·I Direttori sara11no eletti per un tric1i- ottcnernelaapp<O\':ll.i01ie.

369
STAT UTO APPROVATO IL 18 MAR ZO 1866

Art. I. - i;; instiluita in Tori1>0 una Soci<'tà sotto di dodici Direttori che ,·cngorio eletti dnll'Adunan1':1
il titolo di Club Al11i•w. generale.
Art. 2. - li Club Al,1i110 ha per iseopo <Il far co- L.-i Dire>.ionCSC\.'lol'.lie nel '"0.>l'no il pro1>rio Preo.i-
1~rc le montaa;ric, e piì1 spcc~1lmcnte le ltaK1nc, dente e O<)lllh~1 fm i Soci il Sc11rctarlo <..'<I Il Tc-
e di aiCVOLuvi le esienr.1ioni, le salile e le cst>lora-
zioni $Cientifichc. Art. 12. - L'Adunam.:I icncm le do"n\ e.-sere oon-
Art. 3. - Oiiunquc desidem far parte dcl CJ..b \"OCata ordin:irfamente .ilmc1>0 una .-olta :-U'anno. nel
Alpino dowà far pcr\'cnìre alla Presidcn7.a L1 >'lift do. 1° trime.tre.
m.1ncl11 controfirmata da due Soci In qucst"Adumn1':1 sarà prc-.cnt:i.lo il rc,.oconto
Art. 4. - L.1 sua aooettuionc sarà deliberata •hlb dell'cscrei7.io an!ecedt'lllc, cni forà :seiuilo il rap.
Direzione e ~rà amuin1.ì.~tn al noo•'O Socio con lcttc- porto della Commis..ionc di revisione. e sar.\ presen-
mdcl Presidente. tato il proietto di bilancio. per l"cserei1fo in oorso;
L"obbligazionc<lci Soci s'intendcoontmt ta per tre si nominen\ b Direzione nonché la Commi>~ionc di
anni, e S11CC(l$!tiv:nnentc d'onno in anno. revisione OOtn (>OSta di tre membri, che avrà inearie<>
Art.S.·l...aqnotua1111 uadap.1gar.1iè<li Li r<' di esa m inare In oont:>bitità <ldl:1 Di rc1Jone e di rifo..~
Venti rirc alb !)rossima Adunanza generalo ordina r~~.
Ogni Socio pni.;hcr.\ inoltre altre Lire Venti a Art. 13. - La Direzione verrà nominata per intero
titolo di bum1 ini.;rc.;so ogni anno; llltti i suoi meinhri potranno C."<SCr ridetti
Il p.1g.1mento dcl huQn ingresso si far.\ all'atto Art. 14 .... Le <lclibcm1.ioni <lcl!n Dirc>.ionc si 11rcn·
della ru.'CCtta"l.ionc dono" p lurali tà <li \'Oli; 1:1 prcscnzn di dnq ue Dirct-
nai~:1 quota annua do••rà 1i.~g.~rsi nel mese di gen- tori ba.1L1 pcr rendere valf<ln !a delibcrazione.
Art . 15. . L.1 Direzione è inc:1rkata di quan to
Art. 6. - L'obhligo dcl 1i.1illmenlo della quota <ll"- concerne l'Amminb1ra1.ionc.
corrcrà solo <fai principio dcll"anno successivo pci Essa e011\'0Ca \"Adun1111w generale in,.ian<lo ad
Sociammcssido1>0ilmcscdiscttcrnbrc ogni Socio. <lioci iciorni almeno prima dcl di a ciò
Art. 7. - L'uso degli oggetti di proprietà della fiss.1to, l'or<lir>edel a;iomo in cui samnno indicate le
Società mrà •tabili10 da appositi l\ego!anicnti. questioni a trattar.1i
Art. 8. - 11 Socio che non pa11hcr.ì. regolarmente Le dclibcmzioni dclrAdunanw samni>O \-alide
la sua quota ~rà pri\'alo dci vantaggi inerenti alla (jualunqne sia il 11umero dctì(li inlC'TVCnutL
su.1 qualità, e l)Otrà anche csscre cancelbto dalrclcn- Art. 16. - L'Adunan7.1 gcn<'rale. sullo pro1>0Sta
co dci Soci pcrdeliber.nJonedella Direzione della Direzione, potrà conferire b qualità di Socio
Art. 9. - L•obbllga1Jonc dcl Socio si estingue: onorario alle jX'rsone che, per particobri beneme-
i) In c:ISO di morte, la quale troncherà folr renze \-CTSO il C/u/, Al1>ino, rcputcn\ degne di que-
bligazlone per !"anno lmmediaL1mcnte $llCCCSSi\'O; sta occe7Jonale onorilicx1111.a
2) Per \'Olontari:a rinuncfa daL-i per iscritto tre L.1 prop1»L1 <lelh Dirt"1Jone per csscrc comroli·
mesi prima della s.;:adcnza dell"obbliga7.ione; dato dovrà essere accolta fovorevolm('ntc d:ii "'°'"C
3) Quando !"Assemblea gencmle, 5u[la proposL1 docimi almeno dci presenti
della Dirczionc,nedclibcriilcancellamento<lall"clen- Art. 17. - S:trà cura della Direzione di promu<r
co dciSoci \'Cre frequenti riunioni di Soci oon quei mczti che
Art. IO. - 1 Soci, di cui aii:li articoli 8 e 9, perd<r crcdcsscpiìiaccouci.
no Ojpli diritto di proprietà su tutte le cose sì 1nobili Ogni armo \'Ì $llrà un pranzo sociale, al qua!,•
::u~ ~7i~~- potrà introdurre ~• sue S(lC"e un.1 per·
1
che immob;li proprie dclb Società o destinate al·
!"uso dci mOOesimi.
Art. l l. - La Società si rcJille colle <lelibcmzkmi Art. 18. ·La Dire7.ionc è incnric:ita di compilare
che prende in Ad11nan7.~ generale e far sL1tn1).'.lrn un bollettino da distribuirsi gm tuita·
Ess.1 li rappresentata da una Direzione composta men te a tutti i Soci

REGOLAMEN TO PER LE SUCCURSALI


19 N OVEMBnE 1870

Art. I . TutH i Soci <ano inscritti alL~ Sede C.:n- Art. 2. - Nor; si 1><>tranno i.>tituirc su~ursali dcl
trnle. dalb (lttale ri«-•'OllO il diploni.1, e posso1>0c.<.5ere Club A]1)ino scn>.a prc,.io consenso ddln Di re1Jonc
ascritti a quclb S.....!e che prcfcri'jCono, non ten u to della 5.-<.lc Centrale; il numero dci Soci della nuo"a
alcun conto del loro domicilio abitu.1k. S.....!e tb i,tit uin.i, deve esser() ahnetlO <li quindici

370
Ar!. 3... Le succursali l~1n no una Anuninistr.wjone stato dei rispettivi Soci, e ramml()compi lare per tm·
\oropropriaotlindipendentedaqucll1dellaSede smetterlo alla Dir1:7Jono Centmle un rapporto sopra
Centrale; riscuo4ooo le (1uote dei Soci ascritti nlle qu.1ntosi sarà fatto, o sarà nvvenuto d'imporlaute iici
loro Sedi, ne ri1t.•ng01>0 l'amroontan\ \"C"'3JK\o solo l:t rispettivi circondari, reL1ti\'all>l'Ute allo studio delle
mc!à delln (j UOt:'I n11rn1n sul principio di Dieemhre 1n<>ntagne, al numero dci "~1g1tiotori che le 1~11u>0 vi-
11elllross.1 een tmleperla<tamp:idel&l11·Uino,d<"lle >itate, nl migliomm(.•tltO <lcili nllicrghi e delle stmdt•
circolari, J>CT le oorrhpondcnw, ccc.
Art. 4 .• A cia!iCtma s1ieeursalc i;amnno spedite Art. 7.. AlL1 Sede di 0itni S11COC1trs:1le s:ui tt'fluto
tante COJ>ie del Bollettino, qunnti sono i Sod ad essa in vbta una (luadro delle dh'ene escursioni che il di·
ascritti, e saranno loro (>Cr cum della mede.in~1 df. <trettooffreaiviaggittori,collerispettivedistanzedal
<tribuitc c;..,p0-luogo, ooll'indica:zione dei punti più ri1narchc-
Art. S.. I l'rc:.identi Utile ~1iççu~li wno m("mbri voli a visìtnrsi, ooi oomi delle 111igliori guide, d<:gli
n;iti dalb Dirt-tione Centmlc, h.1m>0 diritto di inter· al\Jerghiedeiprez:zi
venire n tntte le K'dut<', o di m:mdare per iscri tto le Art. 8.. Venendo achiudcn;i unn qualunque delle
loroos.scrvazioni. Sedi, i libri e gli oggetti ad e<s-1 spcttnnti, s-1ranr>0
Art. 6.. Alb fine di ogni mmo, i Prc<identi delle dati nd uno stabilimento seieutilìco a sceha della Di·
St'(li snccu rs~li mn11tler:nmo alla s~'(le Centrnlc uoo r("-7.Ì011e di (tUclb St'<le

S'J'A T UTO I N VICOUE ALLA FI N E DEI... SECOLO sconso


Art. 1 .. Il Club Alpino Italiano h.1 1icr iscopo Art. 6 ·E' Socio perpetuo chi paga L. 200 all"at·
dipronn1overelostudiodellemont.1i:11e,s1X'<:ialml'U· to dell'iscrizione; b metà di questa som11~1 è versata
te1lcllcita!i:11K!,edifurlcco11'0SC<'re. ndL1 Oissa Ccntmle a norma del llcgobmente Ge-
Art. "2 • li Club A!vino l talia1>0 ha l.1 S«lc Cen- nerale.
tmle in T()TÌn() o comprende un numero indctermi· Art. 7 ·I Soci 01>0rari SO•>O 1>0minaU dall"A.s-
n.itodiS07joni semhlca dei Dclc&-1ti, entro i limi li fì>S~li dnlrnrl. 3
Art. 3 • I Soci ~i distinguo1>0 in ordinari ed ono- tr.i. lc persone che per speciali \Jencme1''1l"l.C vrrs<> il
mri; i:li ordin.ui sono ::umuali o perpc:tui. Club o per i loro SllKli praticati allo scopo dcl mc-
Il nurncro dei Soci onllnari è i!Hmitato, <1ucllo de:sin>O siansi rese degne di t.1le ooomn1,1
dci Soci OtK)r.trÌ è HmitMo n venti: dicci nuior~1li e Il Socio 011()rnrio rice\·e un diploma spec~1le dal
dieci stranieri. Presidente del Club e i:OOe di tutti [diritti spettanti
Le donne pos.sono far parte dclb Società alSocioordin:irio.
Art. 4 ·L'ammissione dci Soci ordinari S(>Clta Art. 8. I Soci ham>O diritto:
alL1 Oire7.ione ddln S.:·1.io1K! a cui ne è falla dom.m· a) Alle pubblica1joni fane dal Club do110 b
cb, sottoscritta dal richiedente e d.1 due Soci dclb loro ammissione;
5('zjonc medesima. b) Ad as.i>tere alle Assemblee onlin.1rie o
IlSocioannualeoontrao ooll'anunlS$iOnel'obbli· straordinarie dci Delei:.1ti prc:sso l:t Sed.., Centrale;
go di p.1i:arc un"annua 11uota 6ss-1ta d.11 Regob mcnto e) Ad lntcr\"enirc alle Adunanze generali ordi-
della Sezione, alln quale è ascritto. nmie e straordin.uie delln Sczi01}(' n cui sono ascritti
Art . .5. Dalll quota di ciascun Socio >'llnO pre- od nl Congresso annuo;
leva te L. 8, che debbono essere vers.ite nclb Cassa d) A fr<!Q.ucn taro i locali di residcn1..:i di tutte
Centrale durante il primo seme.tre d'oi:ni :u111() le Sezioni dcl Club, '>cl aservir>idei libri cdciilist ru·
T"lc q uota per a!!ro snnl. ridotta a sole L. 4 per menti sin della Sczjoncneui sonoascr!ttl,sb di quel·
tutti i membri delb fomii:lin di un Socio ordina rlo In st~bilitn nel luogo ddl:i loro re.<idcn1..1, sin della
co l medesimo oonvi"cnti ("<I hcritti nelli m,'(]c,ima Sede Centrale, uniform:mdosi ai llcgobmento di cin·
Si;,..ionc, per i:li st udenti delle Vnivcr.;ità e degli isti· senna di esse;
tuti cq11i1>:1rati, e per [minorenni. quando dichiarino
e) A frci:inn;i d,11 dijlintivo socfale;
dirinunciarcnllc1lubbliro1.ionisociali
lldirittodii:oderodiquestncccczionnlesitun· n A frei:iarc dello >lemma sociale lo prop rie
•dono ce.-scrà col mutarsi delle condi1Joni personnli pubblicazioni alvine, <1nn11do ne sia 001ICC5SD loro b
,uindicate dd Soci, o nlb perdita ddl:t qualità di faooltà dalb Diro1jonc della propri.i Sezione.
Socio nella 1icrsona da cui allinsero il diritto di Art. 9. La Dirc7Jone d! 011:ni Sezione, allo SC.'1de-
ap1>:1.rtencre nlla spect1le categoria di cui contempb· ro del priUl() semestre di oi:ni am>O, deve sospendere
ta1icll'nli nca 11rcccdcntc. l'invio delle pubWic:az.ionl dcl Club al Soci debitori

371
dell'nnn unlità. e trasmetterne l'elenco nominale al pubbliche per i Soci, ed Il suuto delle deliberazioni
Consi&lio Direttivo dcl Club, il 11unfo, K:lduto il se. è inserto nello pubblicazioni del Club
mestre, può :sospendere l'invio delle pi.obblica7JOni ai Art. 15. Nelle Assemblee ordi1~1rie si discuto1H)
Soci tutti della Sezione, b cui DirC?jonc non avri. i hibnci preventivi e consuntivo; si eleggono tm i
pagato nclL'l Cassa Centrale l'importo dl'lle quote Soci li f°l'esid('llfe, due V;oo.Prcsidenti, dodici Cono
esatte e non avri. rappresentate le qnotc dci Soci de- siglicri, ed i Rtwisori dei Conti; si delibera sulle pro-
bitori coi nomi dei medesimi po.,te 1>rcsentate dnl Consii;:lio, tbllc Dire7.ioni tielle
La Direzione di o~ni Seriane de•·e In 6.nc di ogni Sezioni e dai Soci collcttiv:uncn te in numero llOll
annoe:mcelbrept'Tl'nnnosu~i\I01lalruolodella mirH)re di venti; si nomi1>.1no i !'residenti ed i Soci
Società i nomi dci Soci rima<ti debitori delb annua· onornri; si conferi!IC0110 itli attNtati di onore alle per-
lità sc;iduta, e trasmettere l'elenco al Consiglio Di· sone benemerite dell'alpinismo; si provvede al buon
retti110delClub,ilquak:puòsospendtteperl'anno and;unento dclrlstitur.io1w.
successivo rinvio delle pubblic:11Joni ai Soci tutt i Lo deliberazioni drll'A5$Cmbll'a per CSS(lrO valide
del!a Sezione, la cui Direzione non avrà p.igato nelb debbono essere a1lprovate tblb maggiomnw assoluta
Cassa Centr:tle l'importo delle quote domte a saldo dei •·otanti; tmtta1Klosi tuttavia di nominare i Presi-
dcll°anmmlità preocedcntc o non abbia rn1>pre;cnt:itc dcnti ci Soci onornri e di confe•'ire gli attcstati d'o110-
le quote dcfìcicnticol nome dei Soci dd1itori ~;;.,.jdcbbo110 C$SCTe prese colli m:1ggiomnw dci due
Art. I O. L'obblign:r.ione ed QKni 1\iritto dei Soci
,ie;tinguono: I Co11sij;lieri che non siano Delegali han no tutt.1-
a) Per 110lont:'lria rinuncia pre.~entata al Pro. via voto deliberativo.
sidcnto della SwJone tre mesi 11rima delb lìne del- Ari. I6 . I\ Consiitlio Dirett ivo del Club Alpino
l'anno: questa rinuncia non ha effet to che per l'anno Italiano ò com1ios to dcl Prcsi1fonte, di due V!ce-J"re.
successivoaquclloineu!èdata; sidenti e di dodici ConSilllicrl
/,)Per caso di morte, essa tronca l'ohhligatoric- I suoi rncmbriduranoinuffielo treonni. esi rin·
tà per J°anno successivo; novano per un tcr;-0 oitni anno, con tumo di seadenw
e) Per debito di una annualità !!Caduta;
separato fm i tre membri delli Presidenza (il Pre-
sidente cd i due Vi<»Presidenti) e fm i dodici Con-
d) Per ronccllazione dal ruolo dei Soci, dcli·
siglieri, neidullprimianni percstra1Jonea sorte, nei
bcrata dall'Adunanza Generale della Sezione successivi1>errC1fOLucseadenza
Art. li · Il Socio che desidera di faI passaggio Eg\1110 sono rieleggibili.
da una Seziono <lei Club ad un'altra deve, tre mesi Art. li · Il ConsiiliO Dirclt i\IO del Club nella
prima della Gne dell'anno, dune avviso al Presidente sun prima seduta sccitlie tra i Slloi membri il Segreta-
della Seziono che vuole abbandonare. e presenbue rio Generale. il Vice-Searetario e l'Incaricato della
contemp0raneamcnte la sua domanda al P'l'esidente contabilità, e commette speciali incarichi di conta-
(bila Sezione delb quale desidera faI parte bilità, amminislrJzione e vi&ilan7,:1. ad altri Consiglieri.
Art. 12. I] Club Alpino,), retto dalle delibera- E\cgi;:e inoltre il Tesoriere ed il Comitato per 1e
zioni dell'assemblt-a del Deklati, rappresentato dal pubblic:u.ioni con facoltà di scc&lierli tra i Soci non
Presidente ed amministrato dal Consiglio Direttivo. Direttori, e 110mina il RedaUOTe delle puhblic:u.ioni
Art. 13 ·Sono Deleii:ati I Presidenti delle Sezia. anche tra persone estranee 11!L1 Società.
ni; cill$<'llna Sezione inoltre nomiM ogni anno nelle Ari. IS. Il Consii;:lio Direttivo del Club è in-
11dunan1-0 i:enera li, lr.l ! Soci del Club, un Delegato, caricato dcll'amministmzionc lii'.~·nerafo della Società
!!Crnpre rieleggibile, QKni 50 o fr37joni di 50 Soci. re. e delle pubblica:r.ioni del Club, delibera la eo11voca-
goLinnente inscri tti nell°anno precedente. zione dcll'AS5Cmbka dei Dckiµl,i, inviando loro nl·
Per le Sezionl costituite nel corso dell'anno varrà meno quindici lol'.iOrni prima l'ordino dcl i;:iorno, e oo-
il numero dc! Sex:!, che hanno lìnnat.1 b domanda munic,1ndolo in p.ui tem1io alle Dirc7Joni delle Sczia.
dieostitu1.ionc ni per norma dei Soci; fonn ub e presen ta all'Assem-
Un Dcle&a to, in <1uanto vi sia autorizzato, può blea dei Deleitnti le proposte che &iudiea ut ili al p ro-
disporreanchc<lci voti dci Dcle11atiassenti della gresso del Club; autorizza la oos tituzione d cUe nuo-
Sc-li011i però non ]J<X.<OlH) (•ssere mpprescntati se non ve Sezioni; nomina lil'.li impiei;:nti stipeud in ti; pubbli-
siano più di tre, compreso il suo. I Presidenti delle ca 05:ni anno unn reb7.!one sull 'anda mento della
Sei.ioni però non possono essere rnp1,..~"SC:n tati se non Società
dai rispettivi Vice-PrC$identi Le deliberazioni del Conslillo sono prese a mag-
Art. 14 • L'A.ssembleadci Delei:ali si riunisce due giorntl7.a assoluta di •'Oli, 11ualunque sia il numero
volte all'anno, e straordinariamen te inoltro tutte le dei presenti; a p.1rità di voti quello d el Presiden te
•'Ohe che il Consia;lio Di rettivo lo i;:iudiehi n~rio, ha la prcp0ndcrnnza.
o ne sfa pre5Cntnta al Presidente dom.inda motivata Art. 19 . li Presidente dcl Cluh Alpino Italia.no
o sottoscritta da un t = del Delegati rapprc:>cnta laSocictà;prcsledel'As.semb!ea dei~
Le Adunanze dell'Ass.emblea dei Delegati sono legati e le sedute del Con~titlio; autentica i diplomi

372
e a:H attestati d'ono~; linna i b!lanci ed i ma n- ~on!, desiQ:nata all"uoPo nel Congresso prectdente, il
da ti di pagamcT1 to. C.Ongresso dca:li Alpinisti Italiani.
Art. 20 • I Ddea:ati cd I componenti il C.Onsiglio
Dci •'Oli espressi nel ConQ:resso, il Consiglio Di-
non possono occupare ufllclsoclali$tipendiati. retti•'O ha l'obblia:o di formulare proposte e di p<e-
sentarle alla Assemblca dcl OcJe&ati per e5$Cre di-
Art. 21 ·Non può costituini alcuna Sezione dcl scusse, sempre quando il Cona:resso ne abbia mani-
Club Alpino ltal~1no scnw autori7.z:uJonc dcl Con- festato il dC$iderlo.
siglio
Art. 25 • Le modi/i.e-azioni che si •'Olcs-\ero inlr<>-
La domanda deve essere .sottoscritta da cinquanta durre nel presente Statuto, dovr.inno promuoversi e
promotoriedichLirarebplenaadesionealloStatuto
fonnularsi dall'Assemblea dci Ddei.1ti.
di.'! Club Alpi"° Italia"° Essenonsarannoadottatcsenonottengonol'ap.
Art. 22 ·Ogni $e7Jone $Otto l"osservanz.1 dello provazione dei due terzi dci Soci, d1e non abbiano
Statuto e del Re11ol:i men to Generale 1100c piena li- rispostoall'iuterpellan:za inviata loro individuallllell'
berlà per ciò ehe ri11uarda ~1 sua amministrazione te dal Presidente del Club per me'J:ZO di apposita
interna, t.-d è diretta dn un proprio Regolamento e ~hodo
dalle deliberazioni del!'Adunanw iienemle dci Soci Art. 26 - Questo Statuto annulL1 01tnl altro pre-
adessanscritti. cedente
~PL~~~:~ 2gir·c~~~. :L~~::ie ~in a~.ffi~;~s~~ :ne~:.:";~
1 L' Assembk':I dei Ddei:oti è incaricala d! eompi-
bre il Rej,i:o\amcnto Generale per l'a ttu nziono del
eseeu?.iono lo di sposizioni dello Statuto e del Rcg<>- medesimo
lamento Cencmlo. Il Consia:lio Diretti"o dd Club cum l'osservanw
Art. 24 • 011ni anno ~l terrà presso una dello Se- dello Statuto e del llca:olomen to Generalo

srATUTO DEL 1902

Il Club A/Jliflo 1/ollm•o, L!1t il11ito in Toriuo, sullo acorcio dell'omio 1863, è re/lo dallo Stolulo
I
dcll 11 mor..o 1873, modi/iwlo dolk A.tlltmblee genetall dei Soci del 1874 e 1875 e llCI'" oo- •
l~iool rodo/i riel 1880, 1882, 1886, 1887. 1892. 1893, 1897 e 1Jrevlt1 gcHcrok •iel
revi.d0tie
1001. Nel 1902 COI• "" Ju/)lilcn1enlo cfeffu Rivisto Menrile, cer1ioo tflromi/IO i/ rcg1<et1le 4/011110

Art. I · Il Club Alpino Italiano ha per iscopo Se?Jone, per 11:li studenti lk\lc Univel"!lità e degli Isti-
di promuovere b conosccn1.a e lo 5tudio delle mon- tuti equiparati, e per i minorenni. qu:mdo dichiarino
togne, spoci.almentc delle italiane di rinunziare alle pubbliea1Joni socia lL
Ari. 2 - li Club Alpino è costituito da un nume- Il diritto <li a:OOcre di (1ue:sta ridu1Jonc cesserà
ro indeterminato di Sezioni ed }m la Sede Centro.le oolcessaredellecondi1Joni suindleate.
in Torino. Art. 6 • La quota del Socio perpetuo deve esser
Art. 3 - I 5oc! S(ll}(l ordinari ed onorari: gli ordi· pagata inteiJ'llmento oll'atto dclb sua ammissione, e
nari SOllO nmu~1li o perpetui. dalla quota stessa SO•lO prelevate L 100, che devo-
Il numero dei Soci ordinari èillimilllto; quello dei no essere tosto versa.te nella Cassa Ce ntmle, a nor-
Socionomrièlimitnto a venti: dieci nazionali edic- •na del Regob. mento Cene111le.
ci stronieri Art. 7 • 1 Soci onomri 5'ltl0 noininnti da.ll'Asscm-
Ari. 4 - L'ammissione dei Soci ordinui spetta al- blca dci Dele11:ati, entro i limiti fiss.iti dall'art. 3, tra
la Dirc1.iono della Sezione a cui ne è fat1:1 domanda lcpersoneehe,perspt:ciali bcnemcrenzevenoo il
Il Socio on.liMrio contmc coll'ammfr.sione l'obbli- Club o per l'opem coordinala Rllo scopo del mt-dcsi·
go <li !l<•ll'lre b quota fusata dal Regolamento della mo, siansi rese dc11:nc di tale onorilìcenz.1.
Seziono alb quale òascritto Il Socio onomrio 11:ode tutti i diriUi spellante al
Sociòordinario.
Art. 5. Dalb quota di ciascun Socio annuale so-
llO prelevate L. 8, che debbono essere venate nella Art.8·1Socihannodiritto·
Cas.<aCeutrale durante il prinlO semestre d'ogni anno a) Alle puhb!icazloni fatte d.il Club dopo L~
Tale prelcv:imento s:irà ridolto a sole L. 4 per loro ammissione;
tutti i membri della famia:lia di un Socio ordin.uio b) Ad assistere •Ile Assemblee del Dclea:ati:
col medesimo convivente ed iscritti nclb. mede:;im:i e) Ad ìnt~'fvcnire allo Adunante generali della I

:'
373

1,

',
Sezione :i cui sono ascritti cd al Congresso annuo; Sezionestcssa. IPresidcntidclleSC1:ioniperònon
d) A frequentare i locali della Sede Centrale pOSSOno essere rappresentati se non dai rispettivi
e di tutte 1c Sezioni dcl Club, cd a servirsi dci libri Vice-Presidenti e 110n 110SSOno dis)Xlrre cho dcl pro-
e dc11li strumenti di es.se, a norma dl.'i rcbtivi Re- prio voto
gobmcnti; Art. 14 - L'Assemblea dci Delcitati si riunisce in
e-) A fre1&iarsl d<.>l di~tintivo sociale; via ordinaria due \Vhe all'atirlO, e straordin.iriame!)o
Il A freitiare dello stemma sociale le proprie te tutte le ''O!!e che il ConsiJilio Direttim lo giu-
pubblica:tioni alpirll', q11:1ndo ne si..'l concessa loro b dichi n«:cssario, o ne sia presentala al Presidente
facoltà dalb Direzione delL'l proprfa Sezione dom,1nda motivata e sottoscritt:i da un ten:o dei
I Soci minorenni non sono eleggibili alle cari- Delegati
che sociali. Art. 15 • Nelle riunioni ordinarie dell'Assemblea
Art. 9 - La Dirt•zione di oi:ni Sc:tione, allo sea· si discutono i bilanci; si cleiitOno tra i Soci il Pre-
dere del primo semestre di 011ni armo <leve trasmet- sidente, due Vice-Presidenti, dodici Consijj'.licri cd
tere l·clcnco nominale dei Soci debitori dcl\"annu.:ilità i Revisori dei C.onti; si delibera sulle proposte pre-
al Con<i111io Direttivo <lei Club. il <1uale sospende ad sentate dal Consi1:\io. dalle Dirl.'7.ion! delle Se:tioni
~i l'invio delle pubblicazioni. Il Consiglio, scaduto e dai Soci collcttivamcte in numero non minore di
il primo wmestrc, può ro<JX'ndere \'invio delle pub- venti; si nominano I Presidenti e Soci onomri; ,;
blicazioni ai Soci tutti della Sezione, la cui Direzio- confl'l'iscono 1:li ntteslali di onoro alle persone bene-
ne non avrà p.1jlato ali.I C.1ss:i Centmlc l'importo del- merite dell'alpinismo; si provvedo :il buon :ind.1men-
!c c1uote esaUe e non avn\ indicati i Soei debitori to dcll'lstilu1.ionc
La Direzione di 011:ni Sc1fone deve in fine d'ogni Le deliberazioni dcll'Assemhlc.1, per essere va-
anno mncclLue PI'• l'mmo successivo dal molo del!a lide, debbono essere npprov:1te dnlb maggiomn1J1 as-
Società i nomi dci Soci rimasti debitori della anmL1- so!uL1 dci votanti; pl.'r la nornina de! Prcsidentc e
lità se:id uta. o tmsmcttcre \'elenco al Consiglio Di Soci onorari e per il conferimen to dr$(1i attr.stali di
rcttivo dcl Club, il quale può sospendere l'irwio dcl onore, debbono essere npprow1te dalla maggiomn1.a
le pubblica:tioni a! Soci tutti della Sezione, la cui dei due terzi
l)irezi<:me non ovrì pag.1to all.l C.1ssa Centrale l"im- Anche i Consiilieri non Dell.'11:a ti hanno voto dc-
)XlrtO delle quote do••ute a saldo dell'annualità pre- libemtiv'O.
cedente e non abbi.'\ trasmesso l'elenco dci Soci Art. 16 - TI ConsiiUO Oiretth-o dcl Cluh Alpi
debitori. no Italiano è composto dd Presidente, di due Vice-
Art. 10 · I.a qualità di Socio cessa: Presidenti e <li dodici C.On~iitlicrl,
I suoi membri durano in ufficio tre anni. e si
a) Per . volontaria rinuncia, presentata al Pre-
rinnovano per un ter7.0 ()ltni anno, con turno di
<idento della Sc:tione tre mesi prima della fine del-
scadcnia sepamto fm i tre membri <ldb l're<idem·a
l'anno; questa rinuncia non ha effetto che dall'anno
(il Presidente cd i due Vice-Presidenti} e fm i dodi-
ci Consi11lieri, nei primi due anni per estra:tiono
b) Per la nlOrte: css:i tronca l'obbliga:tione
a sorte, ncii;uceessivi p<'r rc1:0\111escadcnza.
dalrannosucoessivo; Essi sono rieleggibili.
e) Per debito di una annualità l>Caduta;
d) Per cancellazione dal ruolo dei Soci, deli- Art. 17 ·Il C.onsl11lio Dircttivo dcl Cluh nclL1
\)('rnta dalli Adunanu Genl'l'ale della Sezione. su:i prima seduta scejlie tra i suoi mcmhri il Se-
gretario, il Viee-Se1:retnrio e l'inearieato delb conta·
Art. li - Il Socio che desidera far p:iss.1ggio da bilità, e commette speciali Incarichi di conlabilitiì,
tllh1 Se?Jone del Club od un'altr:t deve, tre mesi pri·
amministm7Jone e vijj'.ibnza ad altri Consiglieri.
ma della fine dell"anno, dame avviso al Presidente Elegge inohre il Tesoriere cd il Cornl!ato per le
<lclb Sezione che •~iole ahb.indonare, e presentare: pubblica7.iOni, con facoltì di seeglier\l lm i Soci
la~u:i domamb al Presldentedella Sczionedelb quale:
non Direttori, e nomina il Hedattore delle puhbli·
desidero far parte c.izioni, anche tra le persone cslmnee alb Società
Art. 12 - Il Club A111lno Jt,,Jiano. retto dcl pre- Art. 18 - li Con$lilio Dire!livo dcl Club curo
sente Statuto, è rnppresentnto dal Presidente cd è l'osservan1.i dello Statuto e dcl llegolRmento Gene-
amminislmto dal Consiglio Dirct1ivo, giusta fa dcli- rale-, provvede all·amministmzione Ccncrale ed olle
l)('rnzione dl"ll'A•scmhlea del Delegati. pubbHea7Joni dcl Club; delihl"m fa convocazioml
Art. 13 ·Sono Dclcii.1ti i Presidenti delle Sc- dell'Assemblea del Delc11ati. inviando loro almeno
1Joni; ciascun11 Se7.iOne, lnohre, nor11luaognianno quindici 1>ioml prima l'ordine dcl giorno. e comuni-
nelle adunanze lf:Clll'mli, tr:t i Soci del Cluh, un De- c.1ndolo in pmi tcn1JXl alle Dirc-~loui delle Sezioni
lejlato Oini 50 o frazione di SO soci, regolarmente per norma d ci Soci; formula e pre<enta all'Assemblea
iscritti d,·i DckJl.~ti le proposte che giudirn utili al progres
Oini Ddcii.110, qualom vi sia autoriuato, può so del Club; ratifica b costituzione delle nuove Se-
di$JXlTTO dei voti di altri due Delegati assenti della zioni; nomina 1:li im1lieiatl stipendiati; pubblica

374
oi.:ni anno una rcla~ione ,u!l'andamen!O della So- guarda 13 su.i ammini~tra7.iOne interna, cd è diretta ;la
cietà un proprio Regolamento e tlalle deliberazioni della
Le dclibcrazjoni del Consli.:lio OiTCttivo sono pre- Adunanwe:eneralc dciSociad ~.,ascritti
11e a maaiiomnw a5S01uta di voli, q1i;~ lunquc sia il Art. 23 • 0 11:ni Sezione è arnrninislmt.'I <li un:. ~JX'"
numero dci presenti; a 1X1rità di voti prevale quello cia le Dire7Jone. alla quale spetta l'C>t'C1•7.ione delle
JclPrc.identc. disposirioni dello Statuto e dcl Rei.:olamcnlo Cct>Cralc.
Ari. 19 • Il Presiden te dd Club A11>l110 Italiano Art. Z4 • Oe:ni armb si terrà, pr<"'SO una delle Se-
pr~-sicde l'Assemblea dci Dele11:ati e le sedute del 7.ioni, i\ Convesw dcl Club A111ino Italiano.
Con~iglio; au tentica i dip]ouii e 11:li at testali d·ono- I voti formulati dal Con11:rew !>'>r:l. IHIO eia] Con.i·
re; firma i bibnci cd i ni;mdati di pagamento. g\io Dircll i•"O presentnti all'Assemblea dci Ddegati
Ari. 20 • I Dcle11:a ti cd i com1xmenti il Consiglio Art. 25 ·Le niodilìca7.iOni che,; vOl1$$CrO inlTI.»
non i'°"SOnooccuparc umci sociali stipend iati durre nel presente Statuto, do••r.uuio prornuo\'ersi c.
Ari. 2 l • L~ cmti tu ?.ione di ~ni Se1Jooo del formularsi dall'ASS4.~u blea dei Dclc11:ati
Cluh Al pino Italiano dc•'tl cs~rc mtilic:itn dal Con>I· Esse non s.~mnno adottate se non ottengono l'ap-
g!io Oirdllvo dclln Sede Centrale. prova?.lonc dci duc tcrzi dci Soci, ehe nbbi:u10 risp<>
L~ <lomanda deve essere SOlt O!'Crit!a da aln1eno sto all'intcrpcllanz.1 inviata loro individualmente dnl
cin<1n:u1ta 11romotori e dlchiar:m~ In piena adesione PresidentedclClubvcrme?.:>.Odinpposito schedo
:olio Stotuto dcl Club A[1Jino lt:•liano Art. 26. L"A<sc111hlca dci Dclciiati è incaricata di
Art. 22 • Oi:ui Sei.ione. sotto J"o,,,crvanw dello compilare il l\cgobmento Cenem!e per l'attu.nionc
Statuto Socinle, gode 1•ie11a liberi,) per ciò che ri· dello Statuto

S'fATUTO DEL 1913

/.,o Stmulo c/d 1902 stibiw dc/le turia:ioui. le r1 uoli, prO/HMte 11e/ 1912( /L\I . 1912, 310, 3/J)
t>ll"it1mo 111•11rot"Ole 11tl 1913 {R .M. 19 13, 118-119). Queste m0<lifiça::l1ml furono fo aegtumll:

Art. 3 • I Soci ,.cmo 01iomri, ordinari cd aggrL'- Art. 13 • .. Oini DdcK;1to, qualom vi sia au
g..-,t!; e;li ordinari sono perpetui od ann11:1li. torizzato, può disporre dci voti di altrt due Dclc1:ati
mit::o.'.'.umcro dei Soci ordinari cd aggreg..-,ti è i\li. assenti della Sezione stessa. I Presidenti delle Se-
zioni però non IJOMO•IO essere mp11rcscntati 5C non
Art. 4 • L'ammissione dci Soci ordin.ui cd ag- dai rispettivi Vice-Presidenti.
gregati spetta alb Direziooo della Sc1.ione a cui ne Art. 18 •..• Alb 9-~rola • rntilìca • si so.lituisce la
è fatta domanda ... frase •prowcdc circa a lb •···
l'OSS0110 essere nn:rei".l li: i nK'lnOri della fami· Art. 21. La costituzione di oicni Sezione dcl C.
glia di un Socio ordinorio col medesimo com·iventi A. I . dcv ·essere sottoposta all'approvazione del Con·
cd iscritti nelb UlL"<k... ima St'"2ione; di ~tudenti; i mi siglio DircUivo della Sede Ccntmle
nommii, cd i Soci ordinari d'una S<r.r.ione che si
;;:ira ~:J~;~~~i~ {;~~7~ ~f C~r~u~:d~;:;
iu!'Crivanoa•K·headaltro 23
ta
Art. 5. Dalla quota di ciascu n Socio anuu:1lc
due an ni successivi non abbia ottcmpemto allo di·
ordimuio sono prclc\"lltC [,. 8 che d ebbono =ere sposi7ionidcl\"art. 9delloStatuto.PuòCS$crcseiolt.'I
,.cll!ate dalla rispcttl"a Sc-1.ionc alla C.-,ssa Ccntrnle inoltre 1icr delibcm1.ionc dci Soci in essa iscritti, pr&
dumn tc il JO semestre di 01:ni mmo sa a tenore dcl rebtivo d i.~tioslu ilei Regobmento
Tale prclcvnmcnto sani. di lire 2 per i Soci ag- SP.7.ionnle, o in di fetto, da due Ieri.i dd votonti. A
grcgoti
I Soci n1:11rcg"ll 11011 hanno diritto alle puhhlica- :~·~;~:,;;~~e ~';;~n~e a~t~iv~~1!1ag.;::~~~~~i ad~~~:n!c~~:
ziuni sociali. nell"atto costitu tivo dclb Sezione non siasi altrimenti
Art. 6. L..-, '!"Ot.'l del Socio perpe tuo deve C$SCrC prowisto.
pag..-,tn intci.:rolmcnte aU'atto della sna ammissione e Le Sezioni attualmente esistenti, che non aves-
dalla quota stL'SS.I sarnnno IJrek,·otc !ire 150, che seroncl lororcgol1mcntodis~izionicirca l. <kvoln·
devono esse re tosto \-Cfl'<ltc tblb sua Sezione nella zione dcl JXltrimonio in ca.so di sciogli men to, hanno
Cll.>:kl Ccntrnlc a oorrn.1 dcl Re1:obmcnto Genernle. facoltà di prowedcrc nl ri1:uardo en tro J'onno da\.
Art. 8 · Invariato. l'approvazione e JlUbblica:r.iouc dcl presen te Statuto.

375
STA TUTO DEL 1921

Nel 1921 .d ritoccava arn:ora una volta lo S/Dtula e le "uxli/iche cllt1 piÌJ l'O/lo d ri1Klrlnno,
~nloono approoate dai .rad per reftlre>Mlum, con 2348 00lol1tl, di cui 2305 risi~ Sì,
altri 21 No; sdiede nulle 22 (R.M. 1922, 49-$3)

Art. 3 · l Soci sono onorari, ordinari, aderenti un Delesato oini 200 Soci o fl"ll7Jonc di 200 Soci re.
cdapregatl: ic:liordinarìsonovitalizioannuali. golarmcnte i.scritti
li numero dci Soci ordinari, aderenti cd ag:gre. Ogni Delepto, qualora vi sia autorizzato, può
pii è illimitato; quello dci Soci onornrl è limitato a disporr(l dei voti di 11\tri quattro Delei-1ti assenti
\'enti: dicci nnionali e dicci stranieri. della Seziono stessa. I Presidenti delle Sezioni posso-
Art. 4 • L'ammissior>e dci Soci ordinari, aderenti no essere rappresentati dai rispettivi Vice-Presidenti
cd a11&reic:aU spetta 11\la Direzione della Sezione alla o da un Consigliere.
qualesichiOOcl'iscrizionc. li numero dci Ddcir.iti spctt."lnle a ciascuna Se.
l'OS:illno iscriversi soci aderenti, le Società, gli En- ?,ione si determina prc1ldcndo per b.ue il numero de!
ti, lo Istituzioni chevcrslnou1111 volta ta nto un-i som· Soci tutti, in rciola nel P.1iDmcnto dclL1 quota, ri-
ma, nclfa misura che 011111 Sc1jone fisscnì. Essi han- sul tante dai vcnnmcnti esea:ulti dalle singole Sezioni
no diritto unicnmcntc alle pubblicazioni socia li , e a\L1 Sede Centrale trentn jj:iom! prim.1 dclb riunione
neniodonodci \'flnllluidcllcahrecatcgoricdiSoci <ki Dekitati, o se questa ha luogo nel primo quadri-
1'o•so11'0 essere n11ic:re11ati: i membri dcl\a fami- mestre dcll '1mno. in l~<W alle quote pag.1tc al 31
glia di un socio ordinario col mcdC$imo con viventi dicembre dell'anno preceden te
cd iscritti nclb med es ima Sezione; 11li studenti, i mi· Art. 14 - L'Assemblea del Delea:atl Il ri unisce
norcnni.cdiSocio..:linaridiun.iSezionechesi nella località che verrà stabillm dal Consiglio Diret-
inscrivano anche a<I altro th'<>, in via ordinarla due vohc all'anno, e straordina-
E' ammeua l'i.9Cr!zionc di Soci stmnieri quando riamente tutte le volte che li Consielio Direuivo lo
vi sfa reciprocità di trattamento da parte dei Club giudichi ne<:essario, o ne sLi presentata domanda mir
Alpini delle na;r;ioni a cui appartengono. Essi decado- fo':lta e sottoscritta da u11 nurncro di Dclepti che
no dalli qualità di Socio in caso di rottura diplom.i- rappresentino almeno un qui11to dci Soci iscritti
tica fra il loro Stato cd Il Covemo italiano. L'ASS<!mbl~ dci Dclcptl non potri. tcneni ncl4
Art. 5 ·Dalla quota di ciascun Socio annuale or- medesima località più di due volte consecutive
din:uio sono• prlcvatc L. 12, che debbono csscrc ~-cr­ Art. 15. Nelle riuuioui ordinarie dell'Assemblea
<atc datb rispettiVfl Sc1.ione nella Ca~ Centrale du- si discutono i bilanci; si clcu:()n(I fra i Sod mag-
rante il primo semestre d·o11ni anno giorerini il Presiden te. due Vicc.Preside11ti, quindici
Tale prelcvame11to sarà di L. 6 per i Soci aggre- Consiglieri cd I Rcvi<0rl dci Conti (Continua inv:uiato).
g:1t i studenti ed! L.. 4 peric:li altri aggregati. Art. 16 • li Coni<iglio Dirctti,·o dcl Club Alpit>O
l Soci .iure11nti non hanno diritto alle pubblica· lb liano à oomposto del Presidente, di due V~Pro>
1.ioni, però •ili au:reii:ati studenti spetta b Rivist.i sldcnti. cdi <1"indici Comigl!erl
~lcnsilc I membri dcl Consi11lio Direttivo durano in uf-
Art. 6 - Le quote dei Soci vitali;r;i e degli ade- ficio tre anni e scadono col compimeu tc del triennfc.
renti devono e;serc (XlirJIC integralmente all'atto della L'Ant'lllblro ha focoltill di rlcleu:crc metili dei
loro ammissione; &11': (!llOtc stesse saranno preleva- Consiglieri scaduti a fino ad otto su quindici.
te L. 150DCT l vita lizi; e per ;;li aderen ti, quelh som- Il PrC$idcntc, i due Vice-l>residcnti, possono esse.
ma che vcmì volta a volta st.ihilita dalla Sede Ccntm- re conforma ti per u11 altro trie nnio
lc, in mirnra mai inferiore alle L. 150. che devono Nem111'0potràe<scrcrtclcttopiùdlunavoltasen-
6"Cre tooto versate d.1IL1 loro SC7..ionc nella Cossa Cen- z.1 l'interruzionedi un mmo
trale. a norma dcl Rcii:obmento Cen trale. Art. 17 · Il Consi111io Direttivo dcl Club nella
Art. 8 - I >Soci onorari, vitali1j, ordinari e aggre- sua prima scdut.i sce11lio tm ! suo! membri il Segrct:'I·
gati hanno diritto rio Generale, il Vice-Se&rctario, il Direttore della con-
11) Alle pubhllealtioni fotte dal Cluh dopo la lo- tabilità, il Comitato delle puhb!ica7.iOni cd un membro
ro ammissionc, salvo il dis11'0sto dcll'ultimo al inea dcl- dclb Commissione della llib!iotcca, e commette spc.
l'art.5; ciali it1eariehi di amministrazione, contabilità e vigi-
Art. IO·'-"' <1ualltà di Socio cessa: lan7., ad altri Consiglieri
e) Per decadenza, a senso ddl'ultim;t ]int':l Il Consi11lio Direttivo potrà aggrcQ:.'trC al Comitato
dell'art4 dulie pubblica:i:ioni clementi est ranei al Co11siglio st(l$.
Art. 13 - Sono Dclci3ti i l're<idcnli delle Sc7jo-
ni; inoltre, cLucuua Sezione nomina ogni anno nelle Elf'ggc inoltro il Tfl"Oricre 0011 facoltà di sce-
adunanze 11c1icrali, tra I Soci malCJl'.iorcnni dcl Club, glierlo tra i Soci •1'0n Direttori, e nomina il Redattore

376
delle p1,1bblk.1tlonl, aoche fra le penone estranee meute una rclatione sulrandamento delle pubblica·
alla Società. :rioni del Club.
Le sedute del ConiliiliO avranno luogo in quella Art. 21 - La costituzione di oinl St!zione del Club
:::,111. cho i:arà volta a volta stabilita dal Consiglio Alpino Italiano deve e»ere sottoposta all'approva·
tione dcl Consi11lio Direttivo della Sede Centrale.
La domanda dfr;e C$M!re sottosicrilla da almeno I
Art. 18 • Il Con.siilio Direttivo del Club cura
l'~servaircadello St:ituto e del R~olamento Genera- cinquantl promotori malJliorennl che dichiarino di
le; prov-.'Ode al\'amministrnz.ione gcncmle ed alle pub- iscriversiSociordinarifaeendolaplenaadesioneallo
blic:ujoni dcl Club; delibera la oonvoca:done della Statuto dcl Club Alpino Italiano.
Assemblea del Deleg.~ti, invfando loro almeno quin- Art. 24 - Una Seriane può C$M!TC dichiarata scio!·
dici a:iorni prima l'ordineddilomo,eoonmnicandolo la cbl Consia:lio Direttivo dcl Club <1uando (>CT due
in pari tcm!)(l alle Oire7Joni delle Sezioni per T>Om'l.'l anni consecuti1•i non abbia ottemperato alle disposi-
dci Soci; formuli e presenta all'Assemblea dei Dele- 1ioni dell'art. 9 dello Statuto. Può C'<loCf'C !>Ciolta irml-
gati le proposte ehe 11:iudica utiUal progresso del tre per delihcro1.ione dei Soci in essa i$erittl, presa
Club; provvede circa la costitn7.ione delle nuove Se- a tenore del relativo disposto del Regolamento Sezio.
7.iOni; nomina 11li impie11ati stipend iati; pubblica ogni na!e. o in difetto di due ten:i dci votanti. A liq"'·
anno una rcb~.ione sul l'aodamento dclb Societ,\ dazione finita, le attivit,\ Jlalrimon~1li delb Sezione
Il Consi11:!io DireUivo dovrà diehlamre docaduti di!>Ciolta pass:r.no alla Sede Centrale, che Il ammini·
daUa c.uica 1111ei Co11siKlil'ri ehe per tre volte con- stra (>CT cinque anni pel caso1li ricostltu1Jonc della
:;i,.-cutive, senni 11iustificato motivo, non siano illtcr- Sezioncstessa;dopotalepcriodosarannoineamerate,
vcnutinllc aduna nw. a meno che ncll·atto costitutivo della Se1ione non
Le dclibernztoni dcl Consi11:lio Direttivo sono pre- sin<i altrimcuti provvisto
se a ma11giomn1~1 assoluta di voti, qualunque sin il Saranno però sempre, salve le ragioni della Sede
numero dci prcwnti; a p.1rità di voti prevale quello Centrale, in dipendenza dei con<:arsi per costro1Jono
dcl l'r~'Sidentc dirifugiedaltriL'lvorialpini.
li Comitato delle l'ubblic.1zioni presenterà annua!- Art. 28 - (Soppresso)

STATUTO DEL 1926

Il 21 11u1rzo 1926 rAsS>t'111/J/1"11 ordi11arin dei Dek(lati, do/'° aocr aK:Oltata e di.Jct.ssa la rcla.:kme
dc/In Coot1111ni0<1e fl0111inal11 dalfA.-ml>ka di Parma del/' 8 marzo 1925. 1:.er lo shuflo dc//('
riformc!tu/ll/(lrieel111>ro1KMte.concrete a/loStatuk> $0Ciakeo<icorda/eeot1ilC0<u4<,liodircltioo,
llJl/lfOVOW le modificlte degli articoli $>lll:HCnli cl1e ocni0<1110 poi .rotlotl0$fe f1 referondttm, cl1iu1Qri
il 1:5 git1g1to, clm i $0'J:UCllli risultati: 1:-011mti 2504; Sì 1995; No 509.

Art. <l (>t.wudoca1X1\"Cl'SO)- Possono essere aggr,,_ che vcTTà volta a volta stabilita dalb Sede Ctntn.\c,
gati: i membri della famt11lia di un Socio ordinario in misura mai inferiore alle L. 200, cl1edevono essere
col medesimo convivente cd i$Critti alb medesima tosto vers.1tc dalla loro Se1.ionc 11.lla Cassa Centrale,
SC?.ione; 11\i st udenti, I minorenni. Ogni Socio di cui a nonn.1 del rcgolamcntogencmle
all1.1cateiiorieprt-ccdcntipuòesscreS<htenitoredial- Art. 15 - Nelle riunioui ordinarle dcll'A.sscmblca
tra Sezione. Le (Juotc relative ,<..'lrnnno ,tabilite chllc si di!>eulono ! bibncl; si clel,lgono b"o. I Soci maggio-
Sc7.ioni edcvolute totalmenteallcmcdcsime. renni il PrC$iden1 c. due \lice-Presi1lenti, quindici Con-
Art. 5 - Dalla c111ot a di cla!>Cun Socio annuale or- 5jg\ieri o i Rcvisorideiconti; sideliberasulle pron<>·
dinario soo>O prelevate L. 16 che devono ~""<ere ver- ste presentate dal Consi11lio, dnlle Dirctioni delle Se-
sa te il ]JTÌffiO seme$1re di oini anno. Tale prelevamen- zioni e dai Soci, collettivnmento !n numero non ml·
to sarà di[, . 12 per i Soci agrircg.~ti studen ti e di nore di venti; si nominano i Presidenti e! Soci ono-
L. 6 ]JCT 111i altri n11grcgati. I Soc! aggregati non han- mri; si confcriscono11li atteslqti d'onorcal!o persone
no diritto 11.lle ]Jubblicazioni, però a11li aggregati stu- 11'Cnemerite dell'alpinismo; si provvede 11\ buon anda- I
denti spella la l\ivistn ~ l ensile. I Soci a11gregati, ecc mento delb lstitu:donc
Art. 6 • Le quote dei Soci vitalizi e degli aderen- Le dcliber.11loni dcirAsscmblea per essere valide
ti devor>O es.sere p.1aatc !ntcaralmente all'a tto delb devor>0 es.sere approvate dalla mauioranza assoluta
loro ammissione; dalle (Juole stesse samnno prelevate dci vot.inti; per b nomina dci Prcil:idenll e Soci ono-
L. 200 per i vitali1i; e Jl>Cr ii:li :iderenti 11uella soinu~'l rari e per ilconfcrimentodc11\i attesl:r.tl d'onore, deb.

11
377
11

I
bono essere apprQY-.tti dalla m:liiiomrm1 dei d1,1e ter· iioni dell'art. 9 dello Statuto. Può CS$Crll dichiarata
7;. La sless:i mafiiOranu oecorre per !e dclibetaz.ioni sciolta altresì dall'Assemblcn dci Dc!cioiti, a maggio-
prC\islc r>eJlli mlicoli22 e Z4. r.rnza di due tCT?J dci votanti, su motivata proposta
Anche i Consii:lieri non Delegali h.'lnno \'OIO d& della Sede Centrale, in c:1so di atmvi infrazioni ai do-
lil~tivo. •·cri sociali, o allo Statuto, o Re11obmcn10 genero.le
Art. 22 (t• e 2" c:ipoveno) - In ~so di viohz.io- dcl C.A. I. o ai pro•'\"(-dirncnri dcll.1 Sede Centrale di
ne del proprio Rei:;obmcnto sez.ioMle o dello Statuto cuiall'art.22.
o Re1toL1 mento itcneralc dcl C.A.I. pro....,edcril h Se- Può essere sciolta inoltre, cee.
de Centmlc. i1we;.tila di rcitobrc riror-o. An.1lognrncn- Art. 26 - Le proposte di modiBcaziot>O al ill'e-
lc, " ..ei:uilo JlllrC di riror-<0, la SNle Centrale pl'O\'\'L~ S<.'lttc Statuto si dovrn.11110 portare all'As:1C111blea dei
dl'r.\ n dirimere OICl\i evenh1..1le conBitto fra Sez.ioni Delegati dal Consiii:lio Direttivo o per suo tmmite su
I prov... edimenli all'uopo nssunli dalh Sede Cen- domanda sottoscritta da Delegati che mpprcsentino
trale sono es«uth•i $en2'a ltro; essi non sono suscclli- almct>O un quiuto dcl numero totale dci Soci.
bi!i di rocbrno se nou avanti all'Assemblea dei De- Es.se non si riterranno adottate se t>On siano state
legati romuniçatc ai Delegati 15 ii:iorni prim.1 dcll'AS$Cm·
Ari. 23 ·Ogni Se1lonc è arnministrnta da una blea cappro•'llle in due A'scmblce successive tenute
<fl<.'Ciale Direzione, nlb (1unle spella l'esccuz.ione del- a distanz.1 non minore di due mC?Si '""' da\l'altm,con
le disposi:donl dello Statuto e del Regolamento gen& b vrcscnw dei due tcn.i ahncne dci voti e a mag
nil<' e di <1 u<.'1lo SC7JOnalc. L.'l Din'?.iOnC ~IC>s.'l <leve giomnzadiductCT7.i deivotnnt!
Ìn\ÌarC alla Sede Ccutm!e entro 15 )liorni tlclrA<:lcm- Art. 27 - 11 Consij,llio Direttivo ò incaricato di
hlca 11c111•mlc dci Soci copia dci hilnnci approvati compihrc il Hcgolmnen1o 11cncrole per l'csccu?.ione
T"nto il re110Llmc11toquanto lasun riFonna non nvran- dcl presente S1;1t1110: detto llci:obmento ~rà rotto-
'"' ,,alare 'e non do~ b m!ilìe.1 della Se<!c Ccutmlo::. PO•tO all':ippr0\':17.ionc dell'Assemblea dci Delegati,
Art. 2-1 - Una Se7.ionc può essere dichiamta sciol prc\'ia romuuic:izione 1kl te.lo ai Ddei:11ti nell'ordì.
tn dal Consii:lio Direttivo dcl Club quando per due ncdc!giorno
anni con-.ccuti\'i non abbia o\lcmperJto alle disposi-

STA'/' UTO DEL 1931


t\pprov"to d"l C.O.N.T.

Art. I - 11 Ch.1b Alpino ltalL1t>0 è l'associaz.ior>e per dirii:erc e controlLirc lo sviluppo dell'alpinisntO
di tuUI i::li Enti e le persone che, per ragioni di uso, con t11tti i lllC7.7l più opportuni, quali: costruzione di
di,1udio.di11rofe<,ione,diarteeditecnieo.sioe- Rifugi, bi•~uxhi d'alla rnontnitn.-., mulattiere e sci"
cu1~1no di alpinismo ticri alpini, J)05ti di socxorso, puhblica:zionl di carte
L.1 denominaz.ione di Club Alpino, sola od ac- e i::uidc, collocazione di 5C1Cnavie, di cartelli indiea-
compagnat;1 da attriburo o qualilìca e 1o stemma del tori. cee.;
Sod:1li1lo. 51mo riservati nl Club A]pit>O Italiano cd f) JlTOmuo•·erc l'cd ucaz.iono e l'istru1jone degli
alle sue Sezioni. e in facoltà del Presidente concedere alpinisti;
ru..o dell'emblcm.1 sociale a terii, quando possa gio- g) promuovere, dirl11cre e controllare ascensio-
vare al Sod1li1.io ni, gite, roncorsi cd esposiz.ioni;
Art. 2 - li Club Alpino Italiano ha per iscopo di: h) promuovere, diria:cre e co11trolbre l'org.1ni?,•
o) promuO\'Cre, 11ro1mgnare e difendere gli in- zazione ddle Guide e dei Portatori alpini;
teressi 11cncmli ddl'alph>ismo, tutebn<lo <1uclli degli J)esplicare,inoltrc,qucllcfunzienicltcgli ve-
nlpini~ti italiani e stmnieri circolanti in !Lilia; . "iSliero demandato dalla pubblicn Au torità
b)promuovcre In com>S«n1..a e lo studio delle Art. 3 - L'attività tecnica dcl C.A .I. si svolge in
mont,.gne, s1>ecialmcnt(l di quelle italL1nc; due J)Crio<li; estivo ~'<I irwcrnnlc. Nel perio<lo invcr-
e) pro111uo"erc e dilTomkrc lo studio dci pro. na!c talc nttività ò preva\cnlementc sciistica; alale
blernlscie11tificl,oconorniciesocinlicheinteressano scopo,prcsrooi::niSc1.ioncvienecostlll1ltounCruppo
fo montagne illllianc; Sciatori C.A.I., per l'organiua?Jone e lo sviluppo di
d) promuovere e coordinare, al propri scopi, talcatti\'ÌtlÌ.C'Clns.'ll'ngonl<licn.
l'azione di tulle le pcr<anc e di lutti gli Enti che, ca. Art. 4 - Il Cluh Alpino Italiano ha b Sede Cen-
munque, si occupano dcll'nlpinismo e dci problemi trale in Rom..i e può CSM!re erello, 11uale organismo
connessi; unitario, assieme con le proprie Sezioni, h1 Ente
a) colhbomre con le Autorità centrali e locali morale.

378
Art. l5 • li Club Alpino Italiano è cmtituito da ha facoltà di asse11:narle ad una nuova Se7Jone rioo-
un nu~ro indefinito di Sc7.ioni. Sono amm~ an- costrnita nclla stessa loeaH1àoadaltmSc1jonc.
che le Sottosezioni, dipendenti lìnanziariamente e di· Il Presidente Cencralc petrà, q1mndo lo ritenga
sciplin.1nncnte dalle Sc7Joni si~. Le Sottosezioni opportuno, sei<>&licre l'amm!nistmzlonc ~on.aie, so.
sanrnno retto da un solo diri&ente, che avri. la de. stituendo al Presidente ed al Consiallo, un Commissa-
nomir~izione di Reggente, <lesign.~to dii Presidemc rio di sua fiducia.
della Sc?.ione e ratificato dal Presidente del C.A.I. Art. 9 · I 50Ci del Club Alpioo Italiano si divido.
I\ Rcucnte fori parte, di diritto, dcl Consiglio di- no in due catesiorie: onorari ed effettivi. Cli cll'ettivl
ret tivo della Sexlonc, nel caso ehc i soci dellt Sotto- possono essere in numero illimitato e di distinguono
~onc raiuiun&ano il numerodi•·enticin<1uc in:perpctui.vitali1i,ordin.a.ri,stude11tledaggrcgati
Le Sc7Joni petranno essere costituite qualom ne L'impOrto delle quote. per i soci ordinari e pCT quelli
sia fatta domanda scriun alla Sede Centrale, da al- aggregali,vcrràfìssato<blleSexlont,secondoleloro
meno cinq uanta promotori. Le Sottose;r.ioni potran- necessità, in mi.mm mai <upcriore alle lire cento an-
no essere costituite qualora i promotori mggiungano nue e comprcndcronno una quota, p.1ri per tulle le
il nu~rodi dicci. Aoche pCT leSottoseziooi la do. Sezioni, dovuta alla Sede Centrale. fi<saln in L. 16
mandll dovrà essere rLvolta alla Sede Centrale, per per gli ordin;iri e iu L. 6 1>er gli aggregati.
il tmmi te dclb Sl'Zione, dalLi <JUnle b Sottosetione La <JUota <lei soci studenti sarà fiss.ita dalb Sede
dovr.\dipenderc. Centrale; <1uclb dci soci perpetui e dei $0CI vitali1J
~i>ra le domande L1 Sedo Ccn tmle delibererà, sarà unic.1, nella misum di lire mille per i primi, e
in11p1>ellabilmente, detcrmin.i11do a nche le condizioni, di lire cinquecento J)Cr i secondi, e dovrà essere vcr-
incawdidisscmo. <a ta direttmncnh: alle Sezioni, nt>ehc rAlealmcntc. ma
Le Sezioni e le Sottosezioni verranno denomina· in un periodo non sul)Criorc ad un onno. La metà
te: Club Alpino Jtalbno · Sezione ... , e Club Ali>ino delle quoto pre<lctte spctta alla Sede Centrale.
ltaliano·Sezionc. ·Sottosezione..., indirondonci Soci perpt.'lui sono tutti 11\i Enti (Istituti, Consigli
nomi Proviociali dell'Economi:1. Comandi militnr!, B.inchc,
Art. 6 • Il Consiii:lio direttivo dclb Sede Ccntrn- ecc.) che intendessero apl)(lg&i.nre l'opcm patrlotli<:a
lc, sen tila b Sezione interessata. esprime il proprio e scientifica dcl Club Alpino lt:iliano.
parcrea!Presidcnte~ncralesullcque:;tionirclative Sono soci a1a;rc&.1ti <Juelli a! quali la Sc?.ione fa
allacoslitu1jone.disloeazionc.funzioni,servizidaa:· p..igarc una quota inferiore a q uclb dci $0CI ordin.iri
tribuirsia!lc5ot!OS('7.ioni. delbstcssaSezionceperi<1ualila&1.ionestcssacor-
Art. 7 . Le S~ni sono autonome per lo svilup. rispondc, alla Sede Centrale, la quota ridotta. di li-
po della loro attività, nell'ambito della propria .sede re sci. In questa catea;oria dovnnno essere ammessi,
e giurisdi7.iOnc. sempre. però, <ubordinatamcnte alle preferibihncntc, i conviven ti d! un socio ordin.1rioc le
direttive ed al controllo dclb Sede Centrale. perwne appartenenti alle rote.11:orie meno abbienti.
Esse sono J)Urc autonome JlCT \'am1ninistrazionc come impicii:ati di tcrw catesioria, operai, ccc.
ordinariaestraordin2ria507.ionaieepCTqucl\adcl La is<:rizione a 50Ci deve essere fatt:a , di regola,
patrimonio, essendo <1uesto, dalla Sede Centrale, la- presso le Sezioni di residenza abituale, mediante pn>
scfato in amministrazione perpetua alle Sezioni stesse. scnlnzione di domanda scritta, controfirm.ita da due
Dovr:rnno es.se, pertanto, a&ni anno, compilare, entro scci fìdcfacenti e do"rà ~e approvnta dal Presi-
il 15 dicembre, Il bilancio finanziario prcventi•'O per dente della Sc1Jonc, sentito li parere dcl Consiglio
rauno sUCCC:Mivo, e, entro il 15 febbraio di ciascun dirctth'O sezionale.
anno, quello con<untivo patrimoniale, per l'cserei7io Ai 50Ci '~cne tifasc~1ta una tessera forni1a (la!L~
pr«e<;len te. Tali bilaoot, nel <Juali sarann-0 conglob.1ti Sede Centrale, che sarà munita dello flrme del Presi·
<1uelli <lelle SOUOSC7.ion1, hanno per oggetto b gestio- dente di Sc7.ione e de! Pn..... idcntc d<'I C.A. I
ne anm1inistmth'll e q uelli dcl p.itrimonio. Essi non l'0>s0nocssere radiati dalle Sezioni quei soci che
saranno esecutivi, se r101• dol)(l l'approvazione dclb abbianom:u>eatoalro1H)rcoait!o"eri>o<:iali. r oooam·
Prcsidenw Generale. messi e i radia ti potranno ricorrere alb Sede Cen-
Art. 8. Il Prcsideote p uò sciogliere, con l'appro- trale. la q1~1lc i::iu<lichcrà innppelbbllmcntc.
vazione del C.0.N.l., le Sezioni che non 1>rovvedcs- Cli Albcr11hi non posso110 essere soci: essi potran·
scro ai prescritti vers.1mcnti al!a Sl'<lc Centrale; che no essere affiliati, secondo le norme impartite dalb
non ottemperassero allo disposizioni dclb medcsim:i; Sede Centrale.
che dimostrassero di non avere sufficienti clementi di J soci che non hanno paa;ato b quotn sociale, ver·
vita e di svilu11po, op1>urc pcr indisciplina o attcg· mnno radiati entro il prilno anno di morosità, e non
giamentì contrari all'interes§C dcl Sodali1jo e dcl Re- potramH) essere riammessi sciua li pag.imento di tutti
gime gli arretr:;iti, pur Jlt'rdcndo O!!lli anzt.nltli di i.cri7.i0>
Il Prcsidcn le dcl C.A.I., in lnli casi, nominerà un 1>e. Essi, inoltre. non avranno diritto ad nvere I nu-
liquidatore, e, a liquidazione ultimala, le attività re. meri arretrati della llivista Mcn:iile, se non dietroef-
sid uali pa>$Cr:1>1110, di diritto, alb S.::dc Ccutrnle che fetfo·o pa11a1ncnto dd numl'ti richiati.

379
Al soci morosi potrà essere sospeso l'invio delle Sott<tK!:cioni, r1>Cmbri di diritto, !I Consiir:lio diretti vo
pubblita7.ioni sociali, dopo n terzo mese di morosità. sezionale.
Le Sezioni pOSSOno 11vere dei soci sostenitori, ma La nomina dei Consi&J.ieri sezionali dovrà essef'e
<Orio ammessi, come tali, soltanto coloro che sUmo r:1ti6c.1ta dal Presidente dcl C.A.I. ehe eleggcri. tre
soci vitalizi od ordinari di un'altra Sezione: tale qua- revisori dcl oontl, per Ojpli Sezione.
lità do•·ranr10 din>0<tmre esibe1Klo la tesscm. Laquo. I Presidenti delle Sedonl od I RCiJ:en ti le Sot-
tadcisostenitoriviencfiss:itndallaSerioneedèa tosezioni dovranno es.sere Iscritti al Partito Na:cionale
bendk:io della Sezior>e stessa. Ai sostenitori viene Fascistl., sa lvo le C<lCC2ioni consen tite dal Sqretario
consegnata una tessera S)K.'Clilc, ribsciata esclusiva- del Partito.
mente dalb S«le Centrale, $ui dati fomiti dalle Se- L'amministrazione e la mpprescnta11za <Mb Sc-
zioni. :cio1>C è affidata al l'residentc sezionale, assistito dal
I soci ooorariche non dovrn.nno essere, comples. Consiglio direttivo, con veste oonsult iva.
~i.-:111>Cnle, in numerosuperiore11 trenta - venti ita· Art. 15 - li Consiilio direttivo centra le è con,.
lianiediccistmnieri-sononominatidalPres.idente posto di 11uattordiei membri, con voto consultivo,
Genera le, scnlito il parere dcl C.0.N J. e dcl Consi- oltre nl Presidente, ehe l i sceilie fm I soci. Nel Con·
11lio direttivo cent rale, e sarnnno scclti fra le perso. siglio possono <::ssere ra1111rcsentati Enti ehc abbiano
ne di alta bcnc mcrenui '·crso l'alpinismo italiano. Ai a ffinità di scopi con il C.A. I.
soci onorari .-erri ribsciato un diplom:t speciale. Il Presiden te rappresenta rAssoeJnionc ad ogni
Art. 10 - f:: ammessa l'iscrizione di soci aventi effetto a:iuridico, csclusoperquan!odi.•poslo affari. 7,
eittadlna ll1.~ e.<~m. Essi possono C$SCre iscritti nelle <.'< I è in sua facol!à di nominare delegnti, in s1m vece,
sole c;i te11:orie dci vitali1.i e dce;l i ordinari, ma b loro pcroggeW 1leterminati
qu:ili tà di soci decade-in c.1so di rottura diplomaticn 1l Presidente prende tulle le dcei<itmi necessari o
Fr:.• il loro Stntoe lo StMo italiano. per il buon :mdmnento del Sodalizio: provv(l(lc alle
Art. Il - I soci di oe;ni eatci:oria hanno diritto: diretti,·e per lo svol11:imento del pr<.>irDmma soc iale,
a) a frcqoent,uc I lOCllli di tutte le Sezioni e all'amministraY.ione, alb nomina <lei Co1>sie;!io diret-
ad u$ufruire dci libri, de&li strumenti, dci rifugi, ecc., tfro e, occorrendo. a quelL~ di un Comitato centrale
in conformità al re1:obmenti se1.ionali; composto di cinque membri scelti nel Con...;gllo stC!l-
b)adlntervenìrealleadunanU!dellc Se:cioni so. Il Presidente, qualora creda d! nominare il Comi-
eui apparten11:ono ed all'adunata 11:enerale annuale t:lto centrale, ne detcrmineri I compiti.
del C.A.I.; 11 Pre<idente, usistito dal Con.sii:lio direttivo:
e) I soci ooorori, perpetui, viblizj, ordinari e a) esamina cd approva i bila1>Ci delb Sede e.en-
studenti hanno diritto a ricevere, d~\l'epoca delb lo- trale e quelli trasrllCS$i dalle Sezioni;
ro bcrWone, la Rivista ~lensile del C.A.I. b} decide sui vari oae;etti rigu:ml.inti le Se-
I soci ae;e;rep ti riceveranno il notiziario. zioni, dirimendo 1:li eventuali loro conftitt l:
Art. 12 - t eoslìtuita, in seno al C .A.I., un'unica e) delibera sulrimpiea;o dci redditi del palJi.
Sezjone nuionale, denominata Club Alpino Accade- nionio;
mico Italiano, secondo le nornie di apposito regob- d)studiac deliberainu>eritoallep~teed
mento. Gli aocademiel hanno diritto, oltre che a nllcinìl'.i.ifa·edeisociedelleSezioni;
quello ufSclalc dcl C.A.1., ad uno speciale distintivo. e) rcdiie ed approva i re11:olamcnti se1.iona li e
Art. 13 - La q ualità ~i socio cessa: 11uelli speciali rie;uardant! le diverse attività e fui~
a) per morte; zioni del C.A.I., oonchè il re11:ol:11ru~n l o generalo pCr
b) per morosità; laeseeu:cio1>C delprese11 teSta tuto;
e) per mdia:cione; n nomina il Colle11:io dei Si ndaci, che sarà com-
li) per dimissioni prC$entate almeno tre mesi posto di tre membri.
llrirn.~ della ~denMdell'annolncorso,alla~one, Art. 16-11 l'residen tCl nomina il Segretario gc-
e con effetto d1ll'escrci:cio successivo. nemle, il personale e ne determina l~ fum.ioni. f!: in
Art. J4 - La Sede C.Cntmle del C.A.I. lo costitui- facoltà del Presi dent e d i nominare specia li commis-
ta: tb l Presidente e da! Consli:llo direttivo centrale, sioni aventi determinate aUrihuzioni. anche se di
con veste consultiva. carattere eou!inuat ivo. rlnettenti Sfll-'Ciali attività e
I[ Presidente è nominnto con decreto del Capo problemi dd So<.lali1.io
del Governo, su proposta dcl See;retario dcl Partito Art. li - In as.scnza dcl President e Cenemlc, lo
Naricmale Failclsta. sostituisce il Con.,ia;liere pili an:ciaoo, con le facoltà
li PrC$idente del C.A.I. nomina i Presidenti del- che 1:li vermnno conferite dal Presidente con appo-
le Se1joni. con delihernzio1>C da sottoporsi, pcr i! grn- sita deliberazione. Per anzia nità si intende que\b di
diml..~>IO politico, alb ratifk:a del C.O.N.l. Essi $00> ;,,..,rl1.ione al C.A.I. cdovr:\ C$S<'re delìnita al\"atto del-
glieranno i propri colhboratori, in numero non supe- l'inwdiamento del Consl~lio, con apposito verbale,
riore a dieci, ehe costituiranno, con I dirigenti delle ehcfarà piena fcdedifront eai ten.i.

380
Art. 18 - Oiini anno, il Presidente provvederà a Art. 20 - Il patrimonio dcl e.A.I. è costituito:
convocare, in adunata na:zionale, tutti i soci del Club a) dai beni di proprietà dcl e.A. I.:
Alpino IL'lli3no, per cementare I vincoli di solidarie. b) da donazioni, contributi e lasciti;
tà e per far loro conoscere le dirclli•·e ed il progr:un- e) dalle <1uotc dti 50Ci vitaHtl.
ma nnnuale del Sodalizio. li pat rimonio può C5Sel'e investito in titoli del1o I
Del pari, i Presidenti delle Se1,ioni riuniranno i SL'lto o in immobili, in rela1jone alroggelto sociale:.
soci delle medesime un.i volw all'anno. Art. '21 - La revisione o la modifica dcl presente I
li Presidente Generulc, almeno una volta all':m- statuto dovrà es$C1"C proposta dcl l're.idente Generale
no, convocherà, nel modo e nei luoghi che riterrà dcl C.A.I. ed appro•'Dta d:al C.0.N.I. '
più opportuni, i Pre<iden1i IK"rionali per lr.lttare i Art. 22 - Lo JCioilimento del Club Alpino Italia-
problemi di carattere aenerale dcl Sodalizio e po.r- no s.irà disposto dal Presidente Generale con l'appro-
!icolari dclle SezlonL . vazione del e.O.N. I. e JC11tito il parere dd Consiglio
Art. 19 - La seconda domenica di giugno, tutte direttJVO centrale ddl'.Eme. Il p:itrhnon!v 1.<&.»<;rilo in
le &rioni del C.A. I. do••numo .'lingolarrnente cela. proprietà del Consialio Na1.ionale delle Ricerche. Le
bmre b. Giom.ita del e.A. I., con u11a manifestazione biblioteche ,·crranno asse11:natc alle biblioteche na-
collettiva, in montaana, tm i soci della Serione. >:ionali.

S1'ATU'J'O DEL 1938


i
Statuto a1•1•rarx1to dal C.O.N.1. f/ 7 fc/,braio 1931-lX e ,,.,ccessivamcute m(}(/ificato, con /'appro.
oozi011e del C .O.N.I. f/ 13 jlemialo 1937-XV, i/ IO <licemlirc 1931-XV / ed i/ S febbmlo 1938-XV/,

Art. I - Il Centro Alpinistico Italiano (e.A. I.} rifugi, bivacchi d'alta montaan.i, mulattiere e scuticri
!
- già Club Alpino ltaHa110 - è l'aSSO<.:bzione di tut- alpìni, posti di soccorso, pubblicai-ione di carte e gui-
ti ili enti e le per$0nC che. r>er ragioni di uso, di stu- de, collocazione di sc11:navic,di cartl'IH indica tori, ccc.;
dio, di professione, di arte e di tecnica, si occupano f) promuovere l'educazione e !"istruzione degli
di alpinismo. alpinisti; ·
Art. Z - La viaib.n7,1 politica e s1iortiva sul C.A.l. g) promu0>·crc, diriJi:cre e controllare ascen-
spett:a al Comitato Olimpico Na7Jonale Italiano, qua- sioni, spedWoni, aitc, cor>COCSi ed cspnsizionl, in lta-
le ori:ano del Partito Na:zionale Fascista. liaedall'cstero;
Art. 3 - La denomina7.iOnc di Centro Alpinistico h) promuovere, diriJl:ere e eontrolhre l'organi1.-
soL1 od accomp.1;:n.11:1 dl attributi o qualifiea e lo 1.azioncdellc J1:Uideedei portalorialpini;
stemma del sodllli1.io sono riservati al Centro Alpini- I) esplic:'lre, inoltre, quelle funzioni che gli
stico Italiano ed alle sue SC7Joni e sottosezioni. E" in \'Cnis.sero demandatc<falla pubh~ autorità.
facoltà dcl Prcsiden1e Generale concedere l'uso dcl- Art. 5 - li C.A.l. vr:itka l'alpinismo estivo e
l'emblcm:i sociale Il rcrzi quando possa giovare al l'alpinismo invernale. Per \'csplic:i:zione di quest'ul-
soda lizio. tima attività, possono funzionRre in seno alle 5C7.ioni
Art. 4 - Il C.A.l. ha per iscopo di: Gruppi scii.tori, i qu:i]i, per poter svolgere attività
a) promuovere, ptO]llli•Htre e di fendere gli in- agonistica, debbono affiliarsi alb. F.l.S.I. lo questo
lcr<.'SSi ;:cncmli dell'alpinismo, tutcl,111do quelli degli ultimo caso, i Groppi sciatori possono essere dei~
alpinisti italiani e stranieri circolanti in Italia; minati SCI e.A.I.
b) proenuoverc Li co1wJCCnw e lo studio delle Art. 6 - Per quanto co1ict:rne I rifugi alpini, sono
monta1111e, spc<:ialnl('nto:> di <1ucllc (~1li11nc; in vigore b Leg11:c n. 886 del 1• giugno 1931-IX -
e) promuovere e diffo11dcre lo studio dei pro. sul t'Cgimc aiuridioo delle proprietà In wnc ml!Har-
b!cmi scienti fici, economici e sociali che interessano mcntc importnnli e relative nonne di npplicazionc - ,
le rno11tagnc ital~1ne; e b legge n, :SZ:S dd 26 111~nu 1930-XIV - contcoco-
d) promuovere e coordi nare, ai propri scopi, b. tc le nonne per h vigibn:w sul rlfuai ~]pini.
a7Jone di tutte le J)Cl'$011C e di tutù gli enti che, oo. Art. 7 - Tutte le attività del e.A.I. saranno indi-
munque, si occup.1110 dc!l'al9inismo e dci problemi riu.itc al potcn1jamcnto militare della Nazione, se-
connessi; condo le csi11:en:zc del Ministero della Guerra.
e) collaborare con le autorità centrali e locali Art. 8 - li C.A.I. ha la Pn!sidenza Gencm\c in
pcrdirigcreccontro!b.rclosviluppodcll'alpinisnw Roma.
contuttii111cuipiùop1iortuni,11ualì:costruz.ionedi Art. 9 - li C.A. I. è costituito da un numero iode.

381
finito di se1Joni. Sono nmmcssc anche le sottooetioni, contrari all'i nteresse dcl sodalirJo e del Regime.
di1Joendcnti lìn.1ni:i.1riamente e disdplinarmcnte dalle Il Presidente dal e.A.I., in tali casi, nominerà un
~ioni si~. Le sottosc1jo11i saranno rette da un liquidatore c. a li<Jnidnioncultimata, le attività resi-
solo diriiente che lll'rà la dcnomina7jone di Reggen- duali 1l:l.sser.im>0. di diriuo, alla l'residclll:'I eener.1-
te, desiinDto d.1\ Presiden te delL1 sezione e ratificato le. che ha facoltà di 3SSCinarle ad u 1~1 m10\"a sezione
dal Proideutc dd e.A.I. li H~cote far.ì parte, di ricostitultanelbstessaloca\itàoadaltrn~one.
diritto, del Co11>iilio Oirctth·o delb SC7Jonc nel C3SO Il Prcsid..·otc dcl e.A. I. l)Otrà, CJu:indo lo ritenga
che i llOCi delb sottOSC1.ionc raggiung.100 il numero op1l0rtuno, S<Oioillcre ramministrazioll(! sczion.ilc, sir
di\•eoticin<1Ul', sli tuendo al Presidente cd al Con5iglio un Commissa·
Le sezioni potr.rnno essere costituite qualora ne rio di su.i fiducia.
sia fatt.1 domandi scri tto :i.Ila l'residem:a Ccrn:rale, dn :\rt. 12 - I 110ei dcl e.A. I. si distlnguo1>0 in: or1C1-
almet>O 50 promotori soci ordh~iri cd aggregati. Le r.1ri cd effettivi.
sottoscri1.ioni 1lOtmnnoC$$creoostituiteqlialoF.1 i pn>- I ) I soci or>0mri, che 1>0n devono superare il
motori maiunjp.11>0 il m1mero di 10. Andic .pcr le numero di 30 (20 il.1liani e IO stranieri}, so1>0 nomì-
sottosezioni Li don~1oda dovrà essere rivolta alla Prn· 1~1ti dal Presidente dcl e.A.I., sentito il Consiglio ec-
sidcnui Ccncmlc per il tramitt: ddb w~one dalla ncralc, e so1>0 scelti fra lc l)CrS(lne di a!ta bc1>cu1c-
re1m1 verso l'al11inismo it:ili:mo
•1•~1lc Li sottosc1.ione dovrà dipendere
:\i soci onorari. che amminlstrativmnent c sono
Sopra le domand 11 !.1 l'rcsidcn1~1 CcncF.ile delibe-
in essere solo presso b l'residc1>za Genemle dcl e .A.I. ,
rerà in.1111Joelbbilmentc, determinando anche le con·
viene riliscia to uno speciale attesta to a 6rma dcl Pre-
dizioniincasodidisscnso.
sidente dcl e .A. I
Le sezioni c fo wttosezioni verranno denominate:
2) 1 socieffclt ivisidividonoin
Centro Al11inistico l tnliano - Sezione .., e
Centro Al11inistico Italiano - Se1.ione , Sot- 11) 1~r1Joetui, wn quota fus11 di L. 1000. <li cui
tosezione . . . . . , indicandone i nomi 111ctil alla l're.<idenM Cencrafo e metà a!b se1ione;
Art. 10 - Le SC?.loni wno autonome per lo svi- h) vitalizi, con <1uota fissa di L. 500, di cui me-
luppO dcUa loro atti,·ità, ndl'ambito della propria se- tà alla Prcsidem:.1 Gencmle e metà alla sezione;
de e iiurisdizione, sempre. però, 'ubordinatamentc e) ordil~ul, con (111ota annua fìss.ita dalla sciic-
alle direttive ed :1. I controllo della l'rcsiden7A1 Genc- nc, in misura non superiore alle L. 7l!i;
mlo d) :'liVCiati, cou (jUOta annua fissata dilla re.
Esse .ono J>uro nutonome per l'amminìslrazionc
ordinar~i e straordinaria se:i:ìooalc e per quella dcl a) l'ossonoappartencre:1.llacatcioriaperpetuigli
patrimonio, essendo questo. dalb Presidenza Gene- enti 1>uhhlici e privati (Isliti1ti. O:msiilio Provinciali
dctl'Eco1>0rnL1 Corp0rativa, Comuni, Comandi mili-
r~le, laseiat11 in ammlni$trazio11e perpetua alle scziC1-
tari, ba1Joehc, ccc.) che intendessero nppoggi3re l'opera
ni >lesse. Dovranno, cuc, lJoCrtanto, ogni anno, com-
patriottica e scìcnti6ca del e.A.I . Amministrativa-
piluc, entro il 30 settembre il biL1t1cio finanziario prc-
m(>nte. i soci pCl'['Clui sono in essere prCS$0 la se-
\"enlivo per l'anuo succes.si•'O cd en tro il 30 1>0•·embrc
zione terri tor~1le e presso fa Presidenza Generale. Ai
di eias.::un :1.m>0, qucl!o ronsunti,·o patrimooiale pez
soci ]Joerpcl ui viene ril:uciato un diplon~i firmato da l
l'c.croi1.ìo preced ente. Tali bilanci, nei quali saranno
Presidente del e.A.L e d.1! Presidente sezionale.
congloba ti 11uellidellesott osez.ioniedeigru11piscia·
tori, hau1>0 per oiu:ctto la iiestione amministF.itiva e b), e), d) Possono appartenere alle categorie vi-
quelladclpatri1nonio.Es.sinonsarannocsccuti\'isc tali1j, ordinari cd aiure11:ati le perwne fuiche, purché
non dOJlO l'a11prow.zionedella l'residenz:i generale. presentated11 un110eio lìdef3cente. Sono amm~i an·
L"escrci1.io dewrre d.11 29 ottobre al 28 ottobre che i cittadini stranieri, limitatamente nlle categorie
dell'a1>1>0 successivo. \'it3[iziedordinari,r'1alaloroqu:1.litàdisocidccade
Cli aumenti di spesa sui preventivi sezionali già in caso di rot tura d iplomatica fra il loro Stato e lo
ap1lrov:iti, aumenti ai (J•~~ti devono sempre corrlsp0n- Stato Italiano
dere ma1utiori entrate, non sono esecutivi che doPo Alb cateaorin na:grcJlUli dovranno es.sere :unmeui
rnpprol':lzione,dutodi vol!a in volta, dalla Presi- sohan toiconvivcntidiunsocioordinnrioovitalizio
dcn1.a eenemlc. () ltJ JJoCn<<.>ntJ appartcnen1i alle cate11:oric meno nb.
t:>d!e spese CSCi:Uitc al di fuori dci p reventivi ap- bienti, come operai ed impicg.1ti a 11.~ssa retribuzione
provati dalla Presidcuweeneralcedincont rasto allc Amministrativnmen tc, i soci vi ta lizi, ordinari ed
1>0rmo stnbilite nel ca1l0verso precedente, sono rc- aggregati wno in essere presso la Prcsiden7.1 Gene-
<ponsabiH, in proprio, i pre:< iden ti delle sezioni rale e presso le se1Joui territorla!i
Art. 11 - Il Presidente del e.A.I. può scioglere E ' in facoltà della Presidenza Generale di istitui-
le st::t.ioni che non provvedessero ai prescritti versa· re delle sottocatc11:orie di soci, da inserirsi in quelle
menti allo Presldenl:'I Ccncmlc; che non ottemperas- stabilite nel presente articolo, con quote annue fisse
sero alle dt.sposlzioni della medesima; che dimostms- di ass«:ia7Jone. per ae:c"obre ili iscritti di alcune
scro, di non avere suflk:ienti elementi di vita e di Lstituzioni dcl Re11:imc.
sviluppo, oppure per !ndi!iclplina o fttleggiamen ti Per ciaseuna c:aleiorill di soci annuali, spetta alla

382
Prcsidcn1.1 Gencrnlc 11na <1uota che sarà stabilita al se.;ionicondelibcra1JoncdasottoporsinlL1 r,iti fica
1>rincipio di ciascun e;.cn:hdo dcl e.O.N.I. Essi durarlO in rorica due anni e possono
E' vietato alle se~ioni di btit uirc c:ikgoric di ,;oci cssercriconfcmu ti. I prcsidcotisezionalisceglicnnno
affinfooridiqucllc prc"C,,tcda\prcsen te sL'>tuto i propri collabomtori in numero non superiore a IO,
E' cons('lltito alle M'7Joni di a•·crc dci soci sostr- fnl i quali un vi<:epr~idcntccd unsegretario,eheco.
nitori, maS0110ammcsoicomc tali ,;oltanlO coloroclK- sti tu iranoo,cooircggcntilcsottO'iezioni,chcnehanno
,i.mo )l)Ci vitnll1J od ordin:ori di un·altm :>ezionc. Ai di.ritto a norma dclrart. 9, il Con>ii:lio Direttivo sc-
.oci delle c:itci:oric \'italizi. ordinari, :iggrcgati e sost<'- 1Jo1la!e
nitori verri rilasciata una t("<scra. fomiti dalla Pres;.. Li nomina dci consiglieri 'i<'7,ionali dovr.\ .-.:sere
dc1m1 Gcrwralc. munita della fìrma dcl Prcsid('lltcdt'l ratificata dal Presidente del C.A.I ., ehc elrgg<·rà tre
e.A.I. c dcl i'roid.,nte M.'7.io11.1l<'. La tt'SM'm non ;, rcvisoridciconti11eroi:nise1ione.
valida. se non porta "pplic:ito il liollino ann uale di lprcsidcntidcllcs.."l:ionicdireggcntl\csottose.
COn\':iJida zioni dovmnno c.<serc iscritti al I'. N. F ., $alvo le
Po;..;o1)() es.ocre radiati dalle ~7Ju ni <1uei soci clc ccce1Joni ~'Onscntite clii Segreta rio dd Partito.
abhfano mancato alro111.m.i e :oi do"cri socia li. I non L'ammini.1tr.11Jone e la rnpprcsentan1.a della st.'-
arnn1e»i e radiati jlOtranno ri<."Orrerc :ilb Prcsidt'nza zionc sono affidate al Presiden te sczior~1 lc assistito
Ccncnolc, b <1ualc 11;i11diclwr:ì in:111pdbhilmen te. dal Consii:lio Direttivo con \'CS lç comultiw.
Cl i alhcrahi e i rifui:i 11ri••ati nun pOtranno essere Le carid•c sociali sono 11ratuitc.
.'IOCi: cssi potrannoc.,scr.;affìli:1tisccondolenorrno;> Art. 17 - i! Consii:lio Gcncmlc del C.A.J. è for-
impMtito dalla l'rc.•idcm;1 Generale mato d.1 16 con<ii:licri effettivi. oltre ehc d.d PrC$i-
J Socichunonnbhi:mopa103tolaquo tasocialevcr- dcntc Cencmlc e dal Prt:>idcnh: .\lilitare.
rn1rno radiati entro il primo semestre di morosità e I comi11licri cffct ti"i sono nominati fra i soci
non J}Ot ron no essere ri ammessi wnz.1 il p.1g.1 meo\o del e.A.I. dal Presidente Generale con la mtifica
dituttigliarrctrati. del C.0.N.I
Con norme a parte !a l'rc.<idcnu Generale dcl !nasi.:iuntaalnumcrosuddcttodiconsigliericf-
e .A.I. Sl:ibj]in\. le aiicvolnioni ~1Jcttanti agli i5C!'itti fctti\'i, possono essere nominati alcuni consiglieri ag-
alle sin11olc c:itciioric, il terminu utile per il paga- giunti, io r,ipprcsenL111za di enti che abbiano affinità
mento della quota sociale ed il sistema di riscossione. di scopi con il C.A.I.
Art. 13 - I !iOCi di 011ni c.1tc11oria l~imio diritto: li Segretario dcl C.0.N.I. ;,, di diritto, Consigliere
a) di fr<..,qucoh.rc i loc-:1li di lutle le <e1Joni cd a elfctti"o dcl e.A.I
usufruire dci libri, dciili stru menti, dci rifugi, CC<"., li Presidente Generale rappresenta l'assocfazione
confomlerncn tc ai regolamenti SCT.ionalì; atlognieffcttoi:iuridico,esclusoperquantodh"~to
/1) ad intcn·cnire alle as.scmli\cc delle sezioni affari. IO ed è in <ua facoltà di norninMcdelt•gati, io
cui app.utenJ:OtlO ed nll'Adunata naT.iona\c (Congresso sua vece. pt1' oggctti dctcnuinati
anllua\c) dcl e.A.I Il Prcsidcolc del C.A.I. prende h>llC le decisioni
l soci0tiorari,perpel ui,vitalizi,ordin.iriestudcnti no<.:css:uic per il buon andamento dcl sod.ilizio: pro•'
h.1nnodirittoaricewre,doll'epocadcllaloroi1oeri7.ionc, ,·cdc alle dirctti•·c per lo svo\i:i mcnto dcl programma
la ltivistn Mensile dcl e.A.I. e quelle altre pubblica- soeiale, affamministrazionc, alla nomina dcl Consi-
.;ioni <.:he fossero di~tribuite 11;ratuita1ncntc glio Generale e, occorrendo, a <1uclla di un Comitato
Art. I" - lr <.:OStituitn, in seno al e.A. I. un'unica Centrale composto di 5 membri , scelti rl('l Consiglio
sezione 11a1io11alc, dcnou1inata Centro Alpinistico Ac- >tesso.ehcsa.ràdal uiprcsicduto. llPresidcntc.q1rn lO"
cade mico 1tnlia110 (C.A.A.I. ), secondo le "°""e di ap- ra creda di nom inare il Comitato Ccntmlc, ne detcnTii-
JJOsito rc11obmento. Cli attadcmici portati(), oltre a nerà i compiti.
quello ufficiale dcl e.A.I., uno spee~ile d istin ti\'o e li Presidente dcl C.A.1., assistito dal Consiglio Cc-
sono, di diritto, !iOCi vita liti dcl C.A.I. ocralc:
Art. 15 · L.1 <1ualità di socio cessa
a) esamina cd approva i bilinc! dclb Preside,...
a) per morte: z.1 Generale e r1ucl!i tmsmessi d~ Uc se1foni, per lo
/,)per morosità; cscrci1Joehedecorreda129ottobrcal28ottobrc
e) per radiazione; de ll'anno successivo;
d) per dimis.<ioni 11rc,;cnta tc :illa sezione alme- b) decide sui vari oa11ctti riguardm1ti le sc1Joni,
no tre mesi primadclb scade nza dell'anno in corso e dcrimcndo 11;li even tuali loro conflitti;
conclfcttodall·cscrciziusue<:essivo e) delibera su ll'impici:o dei redditi dcl p.1tri·
Art. 16 - La .Presidenza Generale dcl e .A.I. è <» monio;
<tilui tn: dal l'rC$idcntc Generale. <lai Presidente .\li- tl) studia e dclihcra in merito alle proposte ed
litarcchcè. di diritto, l'Ispettore delle Truppe Alpine, alle iniziative dci soci e delle sezioni;
e dal Consii:lio Ccncralu con \'CStc consult iva e) redige<.'<.! appr0\';1 i rcgobmcn ti sczion,1\i e
li Presidente dcl e.A.I. è nominato dal Segretario quelli speciali rii:uardanti lcdiverscattivitlo e fun :cloni
dcl Partito Nazionale Fascista dcl e.A.I., uonchè il rc11olamentoa:cn.emlc l)Crla e..c-
li Presidente del e.A.I. nomina i presidenti delle cuzione del presente statu to.
Art. 18 - Il Presidente del C.A.I. nomin.1 il Se- COO\'OChl"rà, nel modo e nei lu0jthi che riterrà oppor·
&retario cd li penoi~1le e oo determln.1 le fon7.ÌOni. tuni, i presidenti sezio113!i per trattare ! pnlblcmi di
Art. 19 - 1-:' in facoltà dcl Presldente del C.A.I. camttere 11cncmle dcl S<Xfalizio e particolari delle
di nominare SJM.'Ciali com1nissioni avcnli determinate -ezioni.
attribuzioni,anchescdic:irottcrecontinuatiVQ,ri- Art. 23 - Nella teni domenica di maggio, tutte
flctlenti speciali aUività e 1m:ihlcmi dcl JO<lalizio. le sezioni dcl e.A.I. do"mnno singol~nnente celebrare
Art. 20 - In c:iso di asscni.a od impedimento, il la • eion~ita dd C.A.I . ., con un.1 n~inifestatione coJ.
Proidentc dcl C.A. I. 'iene sostituito dii consigliere lctti•·a in montagn.1.
piìo an7.i:rno per iscri1.ioneal C.J\.I. Art. 24 - Il 1i.:i.trimonio dcl C.A.I. è costituit o:
Il consi&lierc stcs.so '·erri designato nella prima a) dai beni di proprietà del C.A.I .;
riunione dcl Consiitlio Generale di nUO\'a nomina. b) da donai.ioni, oontributi e lasciti;
Art. 21 - E' costituito un collegio di tre revisori e) dalle quote dci soci perpetui e vitalizi.
dd oonti I quali oono 1>0miuali dal eo ..,iglio Ceue- Il p.~trin>Onio può cuc1e lnVC>tito in Woll di Stato
mle dcl C.A.I., durano in carica un am><> e sono rie- cd in immobili, in relazione all'oggetto sociale.
leggibili. Art. 25 - LJi revisione o Li modifica del presente
I rovisori dci conti, oltre ad avere le fon7.iOni ass~~ statu todcvrà essere proposta dal Prcsidentedl'l e.A.I.
gn~tc ai sindaci 1\al Codice di Commercio, wno inca· cd approvata dal C.O.N.I.
rie;lti della vi11:ilinZA anunini.stratÌ\·a sulla Presidem:a Ari. 26 - Lo scio111imento dell'ente dovrà essere
Ceneralc del $0dali1.io. disposto dal Presidente del C.A. I. con l'approvazione
Art. 22 · Ogni mmo i! Presidente l>nl'"-Wcnì a dcl Consiglio Generale in riunione alla 11ualc dovran-
co1woc:m.•,inAdun.1tanazion.1le,tuttiisocidclC.A.I., no partedparo almeno i due terzi dei consiglieri. Ln
per cementare i \'inco!i di solidarietà e per for loro dchbcmiione dovrà essere npprovatn d:1lh totali1à dei
conoscere le direttive ed il progrnmma annuale d,.l presenti.
sodalii.io. Art. 27 - La deliberor.ionc con L1 qunle si pro-
Dcl pari, i presidenti delle sezioni convocher:umo porrà lo scioglimento dell'ente non potrà aver corso
eutrol'ottobrcdiciascunanno,faasscrnb\eagenemle se non avrà rip0rt.1to l'approvazione dcl e.O.N.I.
ordinarli dei soci delle sctioni stesse. 1x:r la rela- Art. 28- In caso di scioa;limento dell'ente, il pa·
zione tt'Cnica e mor.ilc annuale e (ler far conoscere trimonio passerà in proprietà dcl Consiglio Nationale
ledircttlvc1x:r\'annosucccssiV(l. deltc Ricerche. Le biblioteche vemumo assegnate alle
il Prcsitk~1te dcl e.A.I., almeno una •·olta all'anno, biblioteche nationali.

STATUTO DEL 1943

In da/a !?2 febbraio 1941 il C.0.N.1. a111m)fl(100 "''nuovo Statuto per il C.A.I., elle veniva
Sfompato, mo di cui i ~ polewno prendere 11i$ione io/tonto 11'e#O le iegrclerle .1e:lonoll.
Duem"'i tfop0. ,,e/ 1943, l'tl"liw tfoto olle.1111111pe, con foglio dlsporl:Jonl N. 15, dal Partito
No:lonale Fo&eilta, il ieguenle Statuto tfel Cc11lro Al1Ji.,/slico ltollono;

Art. I - I\ Centro Alpinistico Italiano (C.A .T.) - della Libia, dell' Impero e dc! possedimenti ilrtliarii
di cui è Presidente Onorario la Maestà dcl Re Impe- dell'Egeo.
ratore - è l'Auociationc nazion.1\e di tutte le persone 3'Promuovereediffondcrefaconoscenzaelo
e 11:H Enti che, riel territori del Regno, delb Libia, studio delle montagnl". specialmente di quelle lta-
dell' Impero e dci posscdi mc11 ti Italiani dell'Egeo, pr.i- li:me, e di tutti I problcml turisUC<H1lpinistici, .9Cien-
ticano o si occupano di alpinismo. tilìci, economici, e socinli ad essi inerenti, con ogni
Di1x:ndo dirctt.imcntc dal l'.N.F. cd ha sede in mezzo che si ritenga idoneo al consci:uimcn to di t.1le
Hom.1. scopo. Promuovere, inoltre, le inda1:inl e gli studi
Art. 2 - lJ <.:cntnl Alpi11istico Italiano ha i se- speleologici.
guenti principali còmpiti: 4• Promuovere e coonlinare l'azione di tutti gli
l'Avviare i 11Jo"'1ni alla montagna, per farne Enti e le persone che, comunque, si oceupaoo dell'al-
fisic:imente, intellettualmcnlc e mor.ilmentc dci forti pinismo e dei problemiconne<esL
soldati della Patria. s• Dirigere e controllare, in colbbom7.iOne con
Z' Promucvcrc, propugnare e difendere gli;,.. !e Autorità centrali e periferiche, lo sviluppo dell'a J.
tercssi &enerali dell'nlpinismo, tutelando quelli degli pinisn>O, con tutti I mc12i piìo opportuni, quali: co-
alpinisti italiani e stranieri nel territorio dcl Regno, struzione di rifuJiCi, posti di soccorso, pubblicazione
IL :<. t o~n: A1>A'-tELLO. \ 'ersante 11ord
cbl Lago dcl \'cncrocolo.
ffotocolore di S. Sai.:lio)
di C-Jrtl' e di lj'.llidc. coll<X':l7jone di sclj'.navic, di car- lt1.li.l1l0ediri11:e, anful.1 econtro!L le attfrità delrcnte.
telli indicatori, <'CC. Art. 8 - Il Vice l'rC1iden te è 1l0minato dal !kgrc-
O" PromuO\'ere l'eduea1jo11e e l'istruzione tee. tario del l'.N.F. su pro~ta dcl Presidente generale.
nimdelj'.lia!JJinisti, Sostituiscci110folnlattribu1jone,incasodiasseuu,
7° l'romuo,·cre, dirii;:erc e controllare nscensio- di impedimento o 1:icr deleia, i! !'residen te genernle
ni. spedizioni, concorsi cd esposizioni, in l tnll:i, in <ld e.A.I.
Libin. nell'Impero, nei l'osscdimcuti Italiani dc ll'Egt'O Art. 9- Il Segretario iccncriLle i:: nominato do!
oa lrc.tero. Presidente iccn..,rnlc, <."On fa ratilìcn dcl St·grctllriu
8" Promuovere, dirigere e controllare l'org.111iz- dd P. N.F.
7;i7fono delle Guide e Port."ltori alpini, Coordina e rei;:ob tutt e le attività dell'en te secondo
9' Esplicare, inoltre, CJuclle fon:i:ioni che gli''"" gli ordini e le direttive del Presidente generale.
nisscro demandate d.ille pubbliche autorità e, in par- Art. 10 - li Co11$ilj'.lio icencraleèors:anoconsnltivo
ticolare, contribuire, con b propria attività. nl poten- della Presidenza per lo studio dei problemi attinenti
zi.imenio militare della Nazione, secondo le diretth"e are finalità e all'incremento dell'associa:tionc.
del 1-linistero della guerTa. li Consijj'.lio &enem le 6 costituito:
l'cr<1unntocorlCCrneirifugi11lpini,costruiticol 1• Componenti cffetti\'i:
contributo dci soci e che costituiscono li base patri- 4) il Vice l'rmidente;
1noniale dd C.A. I.. si attiene alle disposizioni di legge b)i!Scgrotariogencralc;
sulreJl'.ime giuridico delle proprietà in wne militnr- e) cinque comp:.menti scelti dal Presidente
n1cnte importmti e relative norme <li npplicazione, generale fra i l'rcsidenti delle 5C'.tioni dcl G.A. I. e
nonchè alle norme lci;:isbti•·c per la vigiln111.a sugli nominali dal Scicrctariodcl P.N.F.;
unzidctlirifugi. d) i Presiden ti delle Commissioni tecniche
Art. 3 - li Centro Alpinislico ltnliano pratica l'nl- pcnnancnli;
J)inismo csti\'O e l'alpinismo invernale. Per qucst'ul· 1:) il l'rc.;i<lcntc della Sezione ACC.ldcmica
timaattività1.msonofunzionare,inscnoallcsczioni, CC.A.A.I. );
0 Gru11pi Sd1tori•. i quali, per l'atti'lità agonistica,
d.t.'V0110 allìl~irsi alla Federai.ione ll:ll iana S1JOrt hwer-
n il Presidente dcl Corisonio nazionale guide
e port.1tori del C.A.I.
ll.lli. In <1uc.t'ultimo ca:;o, i . Gruppi Scfotori. pos- 2" Componenti aggiunti!
sono ~re dcnomin.iti •Scicai•. o) l'Ispettore delle Truppe AIJJine, in rappro-
Art. 4 - La denomina7jo11e di Cc.'lltro Alpinistico sc1tan1.a dcl 1-linbtcro della lj'.uerra;
H.1lia1l0 (C.A.I.), sob od accom]lagnala da attribuH b)ilDircttorci;:cncraleperiltu~nlO;
o (JL~•lificn, e lo stemma detl'assoeia7.iOnc S01l0 riser- e) un <ldeg.ito dci Gruppi Universi!~ri Fa-
vati al Centro Alpinistico IL1lh1l0 cd alle sue sc:i:ion i se1.>ti;
e sottosezioni. d) il C.po dcl Scr\'izio Sporli•'O dclli Gio-
E• i11 fncoltà del Presidente icern'rnle di nu toriu;i- \'Cl>!ù ltuliana dcl Littorio;
re, in viacceezionalc eovericorrono ragiolli di oppor- e) il SeJ,(returio dclb Federazione Italiana
!unità, l'usodell'cmblcm.:1 soci:ilea teni. Sp0rt lnvcrn.:1IJ.
Art. 5 - 11 Centro Alpinistico llulia1lQ esplica le Potranno essere chiamati, in via tempora nea o
suefum,iooipcrmc1.?.odiorganicentr.1li,diorg11nismi permanente, a far 1>.irlc dcl Co1>siglio genernlc dcl
'""'1jonaltepcrifcriei. C.A.I., in 11ualità di compo11en ti aggiunti, rnpprcscn-
Organi Ccntmli: tanti di enti che abbiano ool e.A.I. rapporti inerenti
a) Ufficio di l'rcsidcnu; agli scopi dcl Centro Alpinistico ll:lliano.
b) Consiglio gener:ùe; Art. li - Il Consii;:lio Generale dcl e.A. I. si riu-
e) Collegio sindacale. nisce q1~1ndo i\ Presidente a:cncralc lo riticnc n~
Organismi Nazionali: !mlO.
o) Commissioni 1:icrmancnti tocniche; Il Prc.idcnte 11eneralc riferisce, annualmente, al
b) Sc-.cione Aceadcmicn dcl e.A.I. - (e.A.A. I. ); Consiglio Jl'.Cncr:ilc, sull'andamento e sullo sviluppo
e) Conson:io na?jonale icnide e porMori dcl dd!'Associll7.ÌOl1C,
e.A.I. Ari. 12 - ll riscontro sulb gestione contabi le d1·l-
Org.:inismi pcriforiei: la Presidenza 11cnernle è 1kvu!uto a un Collegio !in·
a)Se:r.ioni; d.icale compo>to di tre mcmbri effettivi e dl due
b) Sottosezioni. supplenti.
Art. 6 - L'Ufficio di Pre<iden7,1 è co,tih1ito d.:il l sindaciduranoi1>earirotreanniepossonoes.-
Presidente Jl'.enerale, dal Vice Presid..,nte ed.il Segr<." semrioonfermati.
tario genera le. Qualora durante il tricunio un sindaco vcng•
Art.7- llPrc:sidentci;:cueralcè1lOmii>.1tocondc- cessare comunque d:allc funzioni, ne sarà nominalo
crcto del Ouee, su propOSta dcl Segretario del Partito unaltrochedur,.nl.incaricapcrilperiodoinC1JiSil·
Na"T.ionale Fascista. rd>hc rimlbtO il >indaco sostituito.
R:l11prescnt."I, a tutti gli effetti, il Centro Alpinistico 11 Collei:io slnd:aeale, sce llo fra i soci dcl e.A.I.,
è non1i11ato dal ~linistro Scgrctario del Partito N:i- Libia, ne\l' lm1X!ro e nei Possedimenti itaK~ni del-
tion.i1c Fucirta. l'Egeo.
Art. 13 - li CoUcsio sirnbcale: Le sezioni t<Ono dcnomin.1tc: Centro A111ini,tko lt a-
)•~e,:1.lmenouna•-oltaPf'rOgnihime<tre, lbno - Sc1.ionedi...
una v<'rifìea di ca;;sa. nonchè il controllo dei doc1 .. Art. 20 · Li costit u7.ione di un,~ nnov,1 se'l.ione
m.~nti e delle registrnzioni contabili; iian tOri7.7Na dal Presidentei,::cneralc.qumulosl:t lnt-
2" redige, di <nni rc\'isione o •·crifìca, su un tu domnmb sott oscrith1 <b almeno 50 soci.
appO!>ito registro ,;stato, prilm ddl'u>O, d.tl Presi- La l~iden1n generale ha b focohA di a11 tori1.·
dente 11enl'rnle, il rebti"o \'Crh.ik: 111re Li costituzione <li sc'l.iOnÌ nnche se ricl1ie.ta tb
3" red~e la reliz.ionc annuale <ul bibncio CO•'" un >H>merodi .~I minore di 50,qumidospecinli cir-
'unti\'O l)lltrimonia\e. oostanw loconsi11liano.
Art. 14 - Sono costituite. per il fumtion:uncnto Art. 21 - Le sezioni sono rette da u1> Presiden-
di alcune attfrità fondamentali dd e.A. I .. le seguenti te coaditl\'atO da un Vice Presidente. <b un Segre-
commissioni permanenti: tario e da un Consi11lio direttivo: sono controllate di
1° Comitato scientiSco; unoo\le11iodirl"'isori
2" Comitato delle pubblkazioni: Art. !?.2 - li Presidente dclb se1jo11c è nominato
3" Commls.sione Ol'ntmle per i rifu(i; dnl P=idente 11cncr:1.lc ool bcncsbrc del Segretario
4° Commissione di coordtnameuto per le scuo- federale.
le di alpinismo. Art. 23 - Il Consii,::lio Direlti\'O sezionale ha fun-
I Presidenti di dctte commis.•ioni sono nominati 1joni consulti"e e collihorn tivc ed è compo•to:
tbl Sc11retario del P.N.F. su propOStn dcl Presidente a) Com1>0nt'nti cffett i\'i:
genernle dcl e.A.I. e 11li nitri componenti sono nom~ 1° il Vice Presidcute;
11.1ti dal Presidente 11enemlc. su 11roi1<1>t.1 dei rispct- 2"ilSegrctario:
tivl Presidcnti. 3"i Hciigcntidcllesottosezioni;
l'er il loro funzionamento, le commi-S$ioni si at- 4• ,Litrcascttecornponenti,sceltitrn$0CI
terranno alle <lisp05i?.ioni dello statuto, a quelle con- di 11romta rn1:1.1citlt tccnico-<>rganiuativa;
tenute ocgli appo>iti regolamcnti tcenicicdalledirel· 5° i Presidenti delle commissioni tecniche
ti•'llde\Presidcntegcne..ale. ;ezionali.
E; in facoltà dl'I Pre-ideute gencmle di i>tituire /,)Componenti aggiunti:
altre §p«:iali commissioni a,·enti determinate attribu- I rap11re<cntanti dci '<Cgul'nti Enti:
zioni,anchedicarntterecontinu:ath-o. I ' Cru1>1li Universitari Fa!òeistì;
A!t. 15- i:: costituita, in seno al e.A.I., una JC> 2"Cio\'cntù l uliana del Uttorio;
1.io11e na1Jonale dl'nominal.1 Cci1tro Alpini>tko Ace:.1· 3" Nelle se1_ioni oon sede iu capol uoghi di
cl.emico lt;i!lano (e.A.A.I.), con 01Jp05ito regolarne"' pro»incin un rupprcscnta nte dell'Ente pro\'inciale per
toapprovato dal Presidente gènernle. il Turismo e il Pre~idcntc dcl Direttorio ]lTO\'indal~
Il e.A.A.I. è retto da un Presid ente, coadiu11:1to dcllaF.l.S.I.
da un Segretario. Qn alorn lo ritcn1i::1 opportuno, il Presidente :ie-
Il Presidente della Sezione Accademica è nom>- 7.iOnale potn\ numcn tare, temporaneamen te, il nu-
nato dal SeKretario dcl Partito, su l"°!)O>t~ del Pre- rrll'ro dci componen ti auiunli del Consiglio Diretti-
sidente 11cncraledel e.A.I. '-o sezionale, promuow..do la p.1rtccip.uionc di r.IJ>
Art. 16 - I soci dcl e.A.A.I . hanno diritto a fre- prcsci1tanti di Enti locnli e di persone :l\'Cnti spcet1-
giarsi di uno speciale dUtintfro e sono, di diritto, leoonipctenu, lnrapporto agliargomcntida trattare.
soci vitnlii.i del e.A.I. l1Sc1i:retarloredi1i:e,$Uappositoregistrovistato,
Art. 17 - Possono essere ammessi al e.A.A.I. so- prima dcll"uso, dal Presiden te, il •"er00le di oini adu-
lamcnto coloro che siano soci del e.A.I. dn almeno
due anni. Art. 24 - I oomponentì effettivi del Consiglio Di-
1.3 loro ammissione è proJ».>b dal Presidente dcl retti,'o >oczion:1le sono no111inati, su propost.1 dcl Prc-
e.A.A.I. al Presidente 11cncralc, che ne ratifica b sidentcdella<c7.ionce pre\'iobenestaredc1Segreta·
nomin.~. rio fed•·rulc, dal Presidl'ntc 11eneralc dcl e .A. I.
Art. 18 - Le 11uide e portatori del e.A.I. sono Art. 2.:5. Il Vil'e Presidente sostituisce, in ogni at•
raggruppati in un or11anb1 no denominato • Consor- tribu~ionc, in cnso di assenza, di impedimen to o {)Cl'
1.io N11.ion.1lc guide e parlatori dcl e .A.I. ., con ap delega,ill'rcsidentcsc?.ionale
p05ito rc11obmentoappro....todal l'rc.idcntegcncrale. Art. 26 - Il Sc1i:rctario coordina tutte lo attività
li Cousonio è rl'lto da un Presidente coadiu\':l- sezionali M.'COndo le disposizioni e le direttive dcl
to da un Segretario. l'residcnto~onale.
I\ Presidente del Consoroo è nomin.~to dal Se- Art. 27 - i:: in facoltà del Presidente sezionale di
gretario del P.N.F. su prol)OSta del Pn-<idcn te gen.,. nffidareasinJ.'OliConsi11\icrisezionaliladirezlonedi
raie del e.A.I. uno o pii\ settori dell'attività della sezione.
Art. 19 - Le sezioni sono eo<tituite in Italia, in In scoo alla sezione !)05$000 essere costituite spe.

386
ci.ali commissioni tecniche per Il funzionamento di ne ordinaria e straordinaria del patrimonio loro af·
ak:une attività fondamentali. fidato dalL1Presldenu1enemle.
I Presidenti di tali commissioni funno parte, di Art. 39 • I bibnci delle sezioni sono 1pprowti
diritto, quali Consiilieri effettivi, dcl Con~ialio se- dllla Presidenza aenemlo dcl e.A.I.
7.on:ilc. Pertanto, lo anzidette se1.ioni, dovranno, ogni an-
Art. 28 • Le sezioni sono autonome per lo svi· no, oompilare, entro Il 30 settembre, il bilancio llnnn-
luppo dclL1 loro attività, nclrmnbir:o della propri11 7.iario preventive per l'onno successi vo 1.-d, entro li
~~1d<J e glurisùfaione, sempre, però, oubonlin11 tamc11· 30 novembre, quello consuntivo patrimoniale JeJ.
te nllc direttive, ;olle autori13.uionl ed nl oon trollo l"c.;;crcizio precedente. Tali bil:uici, nei quali saranno
cl1•1laPrcside111.a1rc11ernki. C(lnglob:•ti quelli delle sottosezioni, dci Gruppi scln·
Art. 29 · I Prcsidenli sc1Jo11n li dirlvono e rap- tori e di qualshui altro organismo tecnico comu•K1ue
11resen t:mo, n tutti i:;li effetti , le sezioni dcl e.A.I. costituitoinsenoatlcsezioniod.nessedlpendcntc,
Art. 30 · li Presidente setionale è personalmen- h.i.noopcroucttola11:estioneamministrativaequcl-
te rosponsabile vcrw la Presidc11z.1 i<'•lt'mlc di tutti la dcl patrimonio.
gli :ittl ese11uiti in contrasto con le nomoe contenute Es.si saran1MJ becutivi .solo dopo l"approvi.tione
1iel prC$Cntc st.'"ltuto, nei revobmcnti tecnici e am- dellaPres.idenl!llJICnerale.
ministrativi dcll"Ente e con le disposi1Joui emanate Gli aumenti di spesa sui preventivi sezionali già
tblt'org:rno centrale. approvati, a umenti ai 11u:i\i devono sempre corrispon.
Art. 31 • li Colle1:io dei revisori dci conti ~I com· dc.re rnagi,::iori entrate, non sono esecutivi che dopo
ronedi t111 pr~Klentcedi duesin1.bei effettivi. l'approvazione.d:,rndivoltainvolta,dallal'residc1l-
E:nominatod:tlScgrctariofcdcralotrngliiscrit- zagenerale.
ti nl e.A.I. Art. 40 · R~"<1ni.<i!i Indispensabili per ricoprire le
Ouru incaricnducmmicpuòes:;crericonfcrmato. carichesoclaliclfcttive,siace11trn!i, chcperiforiehe
Art. 32. Il Collcaio dci revisori dci conti:
r Cliell'"" :1!mcno una volta al bimestre, una o) iserizione al Centro Alpini.stico Italiano;
vcrillca dicaso:a e il controllo :imminbtrativo. nonché b) iserizione al Partito Nazionale Fascista.
<1uello dci documenti di spesa e delle registrazioni Le cariche non sono retribuite, ad eccezione di
oonlabili ;
11uelL1dclSettretario11:encrnle.
2" di oirni revi~iQne o verillca rndige, 1u appo- Art. 41 ·La 5<>1Jone pcò essere sciolta, con PfO\."·
~110 rc11b tro vbtat<>, 1)rin>.~ dclruso, d.~t Presidente st.~
,.roimento dcl Presidente iCr><'rale, <1ualora dimostri
7Jo1~1lc. verbale particobrcggioto.
di non avere elementi <ufficienti di vit:ilità e di svi·
Art. 33 • L.1 l'rcsidcnz-1 Jilcuer:1le l)lLÒ :i utorfazaro luppo, oppure per indisciplina, o per attcgghmenti
la co..tituzionc di sottore1.iQ11i, alb dipc1odenza delle contrnri:ill"ossocfazione ca( llcgime.
sezioni oompctcnti pcr terriloriQ, su domnnd.1 sotto- Il patrimonio e 11li altri evcntu.i!i residui attivi.
scri!ta dn almeno 15 soci.
sono destinati ad altra :>Czionc o iricamcrnti d.illa Pre-
Lo.i SQttesczioni sono dcnominMC; siden7.U 1f:Cnernle.
C.::ntrQ Alpinistico l tuliano ·Sezione di .. Art. 42 - I soci dcl e.A.I. si distinguono in ono-
Sotto.c;donedi. rari ed effettivi.
Art. 34 ·Possono essere costituite, in seno ad Art. 43 · I soci onerari sono nominali dal Presi-
Organiu.a1Joni dcl RCJ1imc che pratichino l'alpinismo dente 111.-neral.c, sentito il Consiglio generale, e S01MJ
(0.N.D. · G.U.F. - G.LL.). delle sott()$('7.ioni aventi :;icelti fra le persone di alta benemerenza ••crso l"alpi·
le stcsse caratteristiche di quelle previste dall"nrl. 33. nismoitaliano.
A delle sott~ioni, pcrò, potranno app.1rtcnere Il numero del soci onorari del e.A.I. è limitato a
soltantocol("ochesianoregobm1cntc IC$$Crati presso 40 (30 italiani e 10 stranieri).
loassociazioniinsenoallequalilcsottosezionlstessc l soci onorari sono iscritti presso b Presidenza ge-
sono costituite. ncr.1lc dcl e.A.I., Li quale ribscerà loro la le:1$Crn
Art. 35 • Alla sottosezione è preposto lh1 Reggen- soc~1le.
te, nomimtQ, su proposta del Prcsiden1e sc1Jo1>.1le e Art. 4<1 - Sono soci effettivi lo persone lì~lche,
11revio bencst.irc dcl Sc11retario foderale, dal Prcsidc11- gli enti o le associa1Joni che si iscrivono al e.A.I.
t(l ~cnernle. ccn!enonncap11rcssoi1odicate.
F: oou1po11cnte effctth<o, di diritt<>, dcl Co•~•iglio Condizioni necessarie per l'L'lcrizione sono:
Oiret!ivo wzionnle. !• app.1rtencTC alb raua ar~~na;
Art. 36 ·La wttosczione vuò essere sciolta, con 2" csst're di in«nsur:tbile condotta morale e
11rovvcdimcntQ del Presidente a;encralc, su propost.'l politica;
motivata dcl Presidente sezionale, 3" prc.entarc dom.-.nda con b fkl._.jussione di
In caso di so;:iovlimento, i soci p:us.ano in fon;n "~ socio.
alb:>Czioue. POSSOIH> iscrivenl al e.A.I., nelb sola categoria
Art. 37 ·L'anno sociale decorre dal 29 ottobre. dci soci vil:i lizi cd ordinari, anche cittadini di Stati
Art. 38 . Alle :>Czioni è de.-o!ub l'nmministm7.io-

387
Di rcicoL1, le iscri1Joni devono a"veniTe pressQ <I' il ritiro dell'l tessero;
lese1joni competenti per territorio. s· b mdfar.ionc;
l .oci effctti'i so110 ripMtlli ndle .sf1:ucnti c.1- 6' l'cspubi011C
tegoric: Art. 50 - I prowe.dimcnti cli çui ai nn. I. 2. 3
soci perpetui (a,.soci111joni, enti. comandi mi- del precedente articolo sono in Di tti per m:incanzc di-
litnri, ccç,); :~~~~ari che non Jcdouo la figura rnomle degli
!OOCivitalizi;
sociortlin.iri; Il 11ro""edirncnto di cui a l n. 4 vletlC inRitto al-
wcinggrcg.1ti {li miL'ltll niconvi\•enti di un~ \'is.:ritto che dimostra di 110n avl'TC 1o spirito 1radi-
do vitali1Jo e on:linario, o allo penane mc110 abhienli) ziomlc dcll'alp;nisb
J>cr !e prime due categorie ècorri~p<)>l:o 111i.1 quo- Il pTOV\ocdimento di cui al n. 5 viene inOitto al-
tn una ,·olta tnnto. \'is.:ritto o::he abhia COITlJliuto azioni e riportato oon-
Con appasito regol11nl'nto s:imnno stabiliti· danne d1c ledono la sua fii:urn morale.
J• i\tipo11idiplom,1perisocipcrpctui; li prov\'edirnento di çui al n. 6 vknc inAitto per
!?"il tipo di tessera per !soci vitalizi; la maggiore emvitli dd fotti prevbti nel <."Ommn pre-
3" il tipo ili tess<"m IX'• i soci ordinari e ag- e<.-<lente.
iircgati: Art. 5 1 - A c.iri<:o dei SO<:i che incorrono in pro,~
4' laml>1m1dcllc11uotc<0ciali; vodimcnti disci plinari del P.N.F. dovmrmo essere
s • lc forn1alit/i per il tcsscra mcnlo sociale; adotL'lti ii:li analoii:hi ilro""cJimenti di1«:iplinari dcl·
6'\c n11cvo!uionì spcUnnti agli iscritti nelle l'associa:cionc
singole categorie. Art. 52 - I prov\'edimcnti disciplinari di cui ai
Art.45- l socidio11ni<:at cgoriRhanno, inogn i nn. l, 2. 3 e 4 dell'art. 49, ]IOSWllO CJs(>re in Ailli
caso, diritto dai l'rcsidcnH di scziouc, direttamente o ~" proposta
dei reggenti di soltose1jo11c.
li) n rm.:1 uentnre I locali di llltte le seVoni e
• 11 Presidente ii:euerale dcl C.A.I . può inAiggc rc
nd usufruire dci libri,deilistromcn ti, dei rifogi, eee., tutti i prowedimenti disciplinari clirctL1mcntc o su
ç0nFormemente ni re110Limenti sC7Jonali;
proposti a\":lnML'l dai Presidenti di ~e1,ionc
J,) ad intervenire alle assemblee delle sezioni Art. 53 - Il Prcslden!e di S<'7Jonc può modifica-
cui nppartci1go110 cd al <:0nvc1:uo nnm~ile dcl C.A.I. re o revocare i ilW\'VCdimcn ti disciplinari da lui
Art. 46 - E' in facoltà delh Presidenza generale inHitti
diistituirealtrocategorie di soci, da inserire tra 11 Presidente generale può ricominare i provve-
quelle sbhilitc rll'ffart. 44, allo scopo di age\'ohre dimenti di sciplinari intlitti da lui o dai Presidenti di
gli iscri tti ad allre istituzioni (app.1rtenenti alle sezi1111e, decidendone Li modifica o la rc,uca.
l'F.AA. - C.lJ.F. - C.l. L., e-cc.) Art.54- 011nicontro\'el'<ia odi'WKl'nla io>ercntc
Con apJ)OSito Re11obmento, saranno detennin:ite alrntti\~tà soci.1le è deforita e decisa dal Prcsidcnte
lo modalità rebth'e. gcncr.i le dcl Centro Alpin ls!ico IL1li:mo.
Art. 47 - Alle '«'7.iOnl è vietato di istituire ca- Affatto delrLs.crizionc, ed ancloc succe<.~i,-amcnt e
tegorie di soci oltre a quelle previste nei due prece> per i soci ii:ià UcriUi, cì:1.S<:un socio accclta per Uerit·
dentlartio::rli. to l'anzidetto compromesso
t COl~«'ntito, però, alle Je7joni, di O\'('tt! dei <a. Art. 55 - 0 11ni am10, il Prcsidcn tc provvede a
ci sostenitori, ma sori() ammessi come t:tli so\L1nto COfl\'ocare, in COll\'CKno aunuale, tutti i soci del
coloro ehe sono iscri tti nelle categorie vitali1j e or- C.A.I. per CCm<'ntare i vin<:Oli di solìdarietà, per far
din:iri 1>rcsso ahre M'ziOni. conoseerelcd iretti"el><lilprogr.unu1.1nnnualcdell.1
Ai S(J<:i ~teni tori viene rila5Ci.1ta una speciale associazione e per rC$.1me det problemi tecnici, scien-
!(:sscrina, distribuita dalla Prl'Sidcn1.a generale. tifici cd org.1niu.1tivi riii:uartlnnti l'apinismo.
Art. 48- L-1 c1ualità di socio <:essa: Del pari, i !'residenti delle sc1Joni e01w0<:3no
entro l'ottobre di eia<euu anno, \'a5scmblea gcncm-
li) 1>ermorte; le ortlinaria dci soci delle se1Joni stesse, pcr la rcli-
li) per morosità;' 7Jonc lìn:m1.iarfa, tecnica e mornle11nn1111lec per fa r
e)1>ermoti"i disciplinari; loro<:0nosccrelediretUve1>erl'annosucccssivo
1/) per d imis.<ioni pre.entate alla sc~Jonc di air I\ Presiden te del C.A. I., almeno unn volta all"nn-
partcrn::n1.n e.ntro il 30 sctte1ubre per l'anno soc~1 Ie no, convoca, nel modo e nei luoghi o::he ritiene OJ)[lOr-
hmi, i Presidenti sezionali per trottare problemi d i
Cli stranieri ccss.1110 di essere soci in <::ISO di rol· carattere gencmle dcl sodali>.io e particolari delle
tura diplom:itica fra il loro Stato e lo Sbto IL1liano. sezioni
Art. 49 - I llrovvcdimenti disciplinari sono: Art. 56 - Nella terw domenka di maegio, tutte
1• la deplorazione; Je 5C7jOni del C.A. I. de\'ono si n11obnnenle <:elchrare
!?" b sos1>ensiot1C a tcm]JO detenninato (d1 un la , Giorn:ita dcl C.A.I.., con una manifestazione
minimo di un 11~ al m:is~imo di un anno); <:0!1ettiv:1 in monL1gna.
3' la $0Spensione a temlJ(> i11detennin:it?; Art. 57 - li patrimonio dc! C.A.I. è costituito:

388
a) dru beni di pro1N'ietàdele.A.I.; rcttorio NaUonalc del P.N.F
b ) da don.nioni, con tribut i e Lisciti; Perlas~ivaa pprow1jone didettemodifiche
c)<Li llo(1uotedeisociperpetui evitalizi. si osscrv:rno le forme e le mod.ilità stabilite dalla
Il p.llrimonio può essere investito in titoli dello legge.
Staio od in immobili, In relnjone all'oa:11etto soc~ile Art. 59 - SJ)Ctt:l al Duce, SII proposta dcl Segre-
Ari. 58 - Le modifiche al presente Statuto sono tario dcl P.N.F. d i scioa:lkre rA550çia1joll!'.
11roposte dal Presidente a;enerale del e.A.I. e dcli· Ncldretttodi <Cioili~nto,·cni::ono!ndicati gli
bcrntc dal Consia:lio a:cnem le, salvo ratifica del Di- enti beneficiari del p.ilrìmonlo.

0/&<-~ '-"
S!f:A~U-T-Er
DEL 1944

~JC,.À~to />er ori/imi del Min istero della Guerra cou foglio N. 155864/ 163, Romo 1• scl-
11m1brc llJ.l3 e 111111rowto diii C011sig/io del C.A.I. il 1• fe/1/Jmlo 19./4

Art. I - Il Club Alpino llaliano, per conseguire curjone di opere, :ilL1 stnmpa di pubh\lcazionl e al
lo SCQpo indicato da!fort. I dello Statuto Sociale : compimcntodi studi chea bbianoattincn1A1coogli
a)rutclainltaliacall'esrcrogliintcrcssigcnc- S<."Ol>isociali:
mli dcll'Alpin ismo csci::uel'a1Jonedi tutti gli enti che m) si ,·nlc infine di tutt i quegli oltri mC7.i.i col-
si occ upano di al11inismo e cki problem i connessi; lctti\'i od indivi(luali che possono promoOv<'r<l, foci·
b) promuove l'educa1Jone spiritua le o !'istni- !ilare cd estendere lo sh1dio e la con01>CCnm delle
ziouc te<:nica dca:li al11inisti, special mente dci giova- mon tagne e di tutti i problemi ad esse inerenti
ni, m~"<lionte b l.!Sp!icazione dell'alpinismo estivo ed Art. 2 • Chiunque intenda far parte del e.A.I.
invernale, l'or1111niiz,uionc di cscursionj e ascensioni <lc"e rivolicrc domamb su npposi h.> modulo, contro>
collettive, di accantonarncnli e campeggi e di scuole ~rmato da almeno un <Ocio, al Consia;lio Direttivo
d'alpinismo; mette :i disposl1Jone dci soci 01>1>ortu11i dclb Sc>Jon,. presso la <1ualc desidera C$.._«'rC iscri tto
attrc1.:d 11l1>inistici; e deve paa:arc la quot:i stnbilita per la catcgori.i cui
chiede di far parte, l'c\·cnlua le tassa (li i:kri1.iooe
e) facilita le escursioni al1,;11c costruendo e re-
e \'importo della tes5(.'ra
staurando rifoa:i, bivacchi. sentieri ed ogni altro ope-
ra <>lpina: cum le com unicazioni tdcfoni<'he e radio- Chi chiede l'iserizionc a socio aggregaro de..·c 1,,..
foniche di alta rnontogno: dicarc Il oominati,·o dcl socio ordinario con Il quale
con"i''e ed il rebti;.-o grado di p.>rcntcla; se è minore
11) pf()''''C<le alla fonnazionc e all'orgoniua7..ionC di anni 24 dc\'C indicare Li daL'l di 1l;•sciL1; w è
di a:uide, l)Ort:itori ed istn1ttori di alpinismo. già socio ordinario dd C.A.I. deve prcci~ore b Sc:tione
e)or1t:1niz1A1i50CCOTSialpinJ: di app.uk~>en1.a
fl pronmo,·c la compiLuio1>c e b pubblie.iUo- Art. 3 - 11 Consiii:lio Oirettfro della Sczlonc, dopo
nc di iUidll e monogmAe. p.irticobnnen!c 11tti1icnti l'accctta1.ionc, comunico alb Si...:lc Cent rale le ger>era-
a!b monL'lina italian,1; di rcb1.ioni di as.-ensioni, di litit. l'ind iri1.zo e la catea:oria dcl uuovo wcio, che
memorie. di cute topo11m richc, icologiche, speleolo- \"Cugono opi-tunamcn1e rcgistmtl.
gich e, ii:Liciologichc. di fotoii:m Ac cdi di segni di in- ll nuovosocio,inq u:rnton.enbbiadiritto,ricc\'e
teres.'IC alpinistico; 11ubblica, in p.uticolare, la Rh•i- lccvcnlualipubblica7.iOnisociali,postcriorinlladnt:I
sta ~11.:nsile cd il Bollettino ll cura la coslituzione e della s•~1 anunissionf'
l'ordinamento della Bih\iot('Ca Centrale e di quelle Art. 4 - li liOCiO riCC\'e dall" Sezione in cui si i;
Sezionali; iscritto la tes._<em di riconoscimento, con le sue gcn~
g) dà incremento nlti speleologia e ad ogni at- ralità, l'indirino. l'inclica1.ionc della categoria ili ap.
tività connessa; partenen1.1 e le Anne dcl Presidc11 te della Sezione e
lr) promuove lo svilupl)O della fotografia e dcl- dcl Presidente Gc .. em lc
t. ci1>cmotogmlla alpi1m; L.1 tcsscra iicr cs<ercvalida, dcve~eremunita
I) promuove oii:ni .sorta di •ludi scicn tiGci. st<> delb fot0gmfia e delb firma dcl titolare, del timbro
rici, t-.:onomici, artistici e leucrari attinenti a\Li dclb Sc:tionc e, per i soci annuali, del bollino del-
montagn.i: l'anno in cor<0.
l)concorrccon.SOv\•cmfoni e conqualun(Juc Per i soci alla memoria la tessera è sostituita da
a!tra forma di coopcra1.ione, in quanto ritenuto no. appositi diplomi rilasciali, a richiesta delle Sezioni,
cc<s.irio e<I utile J:,[ Consia:lio Centrale e dai Consigli dalb Sede Centrale: analoii:o diploma ricevono i soci
Sc-Lionali, con società, enti, o 11rivotc persone all'esc- perpetui

389
Le lew!r<I e l diplomi sono fomiti dalb Sede ncccssariaodottcncmeL,rcaolareconc(.'ssione(>Crun
Centralo dcl C.A.I. (>Criodoadcguato.
Art . .5 - Oa;ni Sez.ionc conmnica, non oltre il 31 Nel cnso di acquisto le $e7.ioni devono In modo
gennaio di oii:nl anoo, alb Sede Centrale, il numero pa.rtioolarccur.:r.relarea:olaritàdeltrapa550.
dci soci in carico al 31 dicembre procedenle, divisi Art. 12 - Le quoto dei soci perpetui e vitali.ti de-
per calCif:Oria di appartenenz.i e ri<:hicde i bollini per vono essere destin.ite ad incrementare il patrimonio
il nuovo anno. si.1perlapartespettantoal10S07jonJ,siaperquel\a
La Sedc<:cntrnleprovvedeall'inviodei bollini spettante alla Sede Centrale, mcd~inte Investimento in
richiesti se accompagnati dal rispettivo vaioTe. Acre- titoli alienabili solo per il reimpiego, o concorso ncJ.
dito può inviare solamente un numero di bollini cor- l'acquisto, costruzione, riattamento cd ampliamento
risp0ndente al <1uin10 dl"I numero dl"i soci al 31 di- di opero alpine.
cembre dell'anno precedente, per ciasc\lna categoria. Art. 13 - Il Consi1tlio Centrale per il funziona-
La Sc:-.tione deve provvcdl"To 11! pagamento prima di mento di alcune attività fondamen tali dcl C.A.I. curn
oltCl){'rO altrn assca;n117jone di hollini. la costituzione e nomin.i I comp0nentl delle seguenti
La Se7.ione conseii;na li bollino al socio, contro Commissioni permanenti:
pagamento della quota stabilita. la qu11le non può
CS5Cre inferiore a! triplo dd\e aliquote da corrlspon- I) Comitato delle J>11bhlÌCllf.ioni;
dcr<1 alla Sede Centrale e DC• b rispetti"a c11tegoria, 2) Commissione Guida dci ~ l onti d' Italia;
Non oltre il soeondo trimestre di ogni anno, la 3) Commissione della Biblioteca:
Sezione comunica alla Sede Centrale l'elenco nomi- 4) O>mmissiono Centrale Rifu11i;
1~1tiw dci soci morosi, li elimina dai suoi registri e
5) Comitato ScrcntiUco:
r<~lituisce i bol\!ni non u<ufmltl. La Sede Centrale
6) Commissione Scuole di Alpinismo;
.ospendo ai soci morosi l'invio delle pubblicm~ioni. 7) Commissione di Cint,natogmlìa e Fotografia
Qualora una Sezione non abbia provveduto al Alpina;
pagmnento delle aliquote dovute alb Sede Centrale, 8) Commissiono Attcudamentl cd Aceanton.imenti;
il Con•i11:lio Centrale può sospendere l'invio delle pub. 9) Consorv.!o Na1Jonale Guide e Portatori;
hlica:i:ioni a tutti J soci della Sc:-zione stessa e prendere 10) Commissione Ccntr:1le di Guhum Arte Lettera·
i pro\'Vt'dimentl dl"l caso. tum Al11ina per la qu:1lc il Consiglio Centmle
Art. 6 - I soci (>Crpdui e vitalizi possono p.issare nomina il Presidente. Gli altri compOnenti sono
tb una ad un'altra Sc:-z!one, versmdo 11 quest'ultima la designa ti dal Presidente della CommiJsiooe saJ.
(Ltootaadcssaspettnnte. ''O Li mtifica dcl 0>1,,i1tlio Centrale.
In caso di '6ioa;linll'n to di una Sezione, i soci di E' facoltà dcl Consia:lio Centrale di istituire altre
dcUec.1tegoriepasso11ocffcttuarc il p:1ssaggioad altra Commi.ssioni determinandone le attnDuzlonL
Sezione entro ·sei mesi dallo scioglimento, corrisp0n- Art. 14 - Le Commissioni IJl'mlanenli hanno fun-
dendo a\b $c7jonc la $Oh ali(1uota ad t"ISa "f!Cllante. :Uoni csecu ti•"C nel loro e:imp0 d·azione e coordinano
RMtario comurKJUe iscritti presso la Sede Centrale. leana\oghcattivitàsc1.io11ali.
Art. 7 • li socio di quals~i<i catogor~1. iscri tto Per il lorofun1.ion.1 mcntosia ttcngonoal le disposi-
al C.A.I . ininterrott.1mcnte tb ~ anni o da 25 anni, 1joni dello Statuto e dcl llt'j,l:olamcnto Generale, agli
rice•·e in om.iilil:iO dalL1 pT'O]iria Sezione uoo speciale eventuali loro regobmcnli to;o.cniei e alle direttive dcl
di.1tintì•v. Consiglio centrale, 31 <1u11\c presentano, almeno una
Art. 8 - Tutti i distintivi SQC~i li di coi IJO™)llO frl). .-ohaall'anno,una rdnionctlclb loro attività.
gial'$i i $0Ci, so1>0 forniti csclusivamcn!e dalla Sede Le Commissioni sono composte di un Presidente e
O-ntralealleSe1jonJ. verso rimhor:ooddL1 spesa. di un numero J),'lri di membri non inferiore a <1uatlro,
I tipi dcl distintivi sono lì<s.1ti d.i! Consiglio 0-n- fra i quali possono essere designati un Vice-presidente
tmk. e un Segretario.
Art. 9- I soci di mm Sezione che, in conformi!à I comp0ncnti delle Commissiooi dumno in carica
dell'art. 37 dello Statuto, intendono ricorrere contro un anno e possono essere riconfermMi.
eventuali vlobzloni dello Statuto, del Regolamento Art. 15 - Oltre alle facol tà confcrltcali dallo Sta-
Generale o del ReaoL1me11to Sc1Jonale da parte dcl tuto,i!ConsiglioC<:ntraleha facoltàdiautorin11re:
loro Consi11lio Direttivo Se1jonalo o dell'Assemblea a) invia cocczion,ileeovcricorrono ragioni di
Sc~ionalc, devono presentnro 111 Consiglio Centrale, opportunità, l'uso dcll'emhlcma soclnlc a ten.I;
entro 30 viomi dalla noll1.ia nv11t11, motivato reclamo, b) l'affiliatione Pl C.A.I. dci Rifugi cd Alberghi
lìrmatoda almeno20socl. privati <:hc preientino determinati requisiti.
Art. 10 - Sulle controversie fra i soci e b rispet- Art. 16 - H Presidente Generale in caso di impedi·
tivn 5e1jone di cui all'art. 13 dello Statuto, il Consi- mcntoèsostituito<bl Vicepresidcntean1Jano di cnrica
1tlio Direttivo dclb Se:i:ione stessa deve deliber.ue oincasodiparianf.iPnitàdaquelloche haottenuto
entro due mesi dalla presen tazione dcl reclamo. ilm.1ggiornun1crodivotl.
Art. Il - Le Sezioni che intCfldono intraprendere Il Preiiden te Ccnt'r.•le. i tre Vice11rcsidcnti, il~
li costni:r.ione o sistcmatione di un Rifugio, devono grctario Generale e il Vkescarctario Cencrnle, costi-
a<Sicura™ prevculiv:uncnte la proprielà immobiliare tuìscooo il Comitato di l'rcsidc n1~1. che si çonvoca, a

390
richiesta dd Presidente o di chi ne fa le veci, per prov- =re prescn tabe entro la fine di febbraio d i ognl
vedere alle pratiche ur11enti. Il Presidente Generale ri- anno al Consilllio Centrale, onde essere inserife nel·
fcriscesulledelibcre prcse dal Comitato di Presidenn l'Ordine del giorno.
al Consiglio Centrale nella sua pri1n.1 riunione, per I bilanci preventivi e consuntivi della Sede Cen-
Li ratifica. trale devono essere trasmessi 11i Consigllerl Centrali •i-
Art. 17 - li Prl"<idente Gell<'rale, l Vicepresidenti meno 10 e;iorni prima della riunione in cui vcrnnno
od e•·entualmente i Consi11lieri. questi ultimi se auto. trattati e sot!OpOSti ai Revisori dci Conti, almeno
riuati d:.l Consiitlio Centrale, pOSSOr>O ispe7.iorore 30 e;iomi prima dell"A~mblca de Delegati.
Sczioni,Sot1~1.ionierìfo11i. Devono I>Oi essere ooumnicati a.i Presidenti delle
Art. 18 - L.1 ritn10va1.ion.., del membri del Consi- Sezioni e ai Delci,t.1ti unitamente all'Ordine dcl a:iomo
glio Centrale. da effettuarsi ai sen<i dell'art. 18 dello delt'Asscmhlca in cui vcmmno discussi.
Statuto.6f.ott;1 mediante sorteggio, come segue: Art. 23 - Le Sezionl prendo110 nome dalla città
o) dopo il pritno arulO: I Vicepresidente e 10 o dalb località dove si costituiscono. La domanda di
Consiglieri; costitmdoncdi una nuo"a Se?Jonedcveesscre aecom-
b) dopo il K'Wndo anoo: I Vicepresidente e IO pagnatadaunckncodei promolori (con le generalità,
Consiglieri fra <1uelli non sorteggiati alb fine del pri- l'età eia firma), in numl"ronon inferiore a 100.
mo anoo. Non appena comunicata l'approva7.iOne da parte
Doooil tcr1.o anno il ten.o via-presidente e gli altri dcl Consiglio Ccn!Talc, i promotori devono vers.ire
li Consi11lieri decadono per anzianità. alb ScdeG!'ntmle l'importo dei bollinl e delle teucre
1 m.:,.nbri del Consiglio sono rieleggibili. corrispondenti al numero dci proponenti e solo allora
Art. 19 - I prowcdi menti dcl Consiglio Centrale bnuovaSczioneèinelusanell'clenco delleSCl'Joni
da prendersi ai sensi tlc11H art. 14, 32 e 37 dello Sta- dcl e .A.I.
tuto. drvono c~erc posti all'Ordine del giorno, dopo Art. 24 - Le Sezioni devono prov\"ederc, oltre che
istruttoria del Presidente Generale. dcl ComitMo di al conseituimen to dello scopo gencrolc ilei e.A.I.. n
Presidcn1~1 o di uno o pi1ì Consi11licri all'uopo dele- promuo•-ero ed estendere la conoscenza e lo studio
gati. <lcl!e monta11ne comprese nella rr<pettiva loro zorm
Art. 20 - L'As.<!' mblca dci Delc;.1ti non può te- e con tutti i mezzi a loro disposizione.
nersi nelb mcdesim11 localltà più di due volte conse- Ataleeffetto,invlacceezion.1le, equ.ilorasl tratti
cutive. di opere alpinistiche di interC$se Jl'.enNalc, O solo
Art. 21 - Un Dc\cg.1 to all'A~mhlea non può es- <111ando i rebtivi proe;ctti tecnici e An.inzlarl hanno
sere nomin.1to che da un.i sob Sezione e nel caso di a\'uto la p rcven ti•·a aJ)provazi011c dcl Consiglio <A>tr
nomin11inpiùSezioni.d<.'\'COptarccntroquindicigior- trale. le Se1.ioni J)OSM)llO chiedere SOV\"en1.ioni alla
ni d.1lla comuniculone dclb seeon<b nomina e sem- Sedeecntmlc. '
1>n:: prima della riunione dell'Assemblea dei Delegati; Art. 25 - Le Presiden1.e delle Sezioni devono ogni
in difetto di opzione •':Ile b nomln.1 anteriore di data anno e dopo l'Assemblro a:enemle ordi11arla dci soci
e fra due conlem110rancc quella dclb Sezione a cui eon1unicarc alla Sede Ceutmlc la comp0$i7.ione del
l'eletto apparlicnc con ma!IJPore anzianità. Consiglio direttko sezi01i.alc. pr~ntarc la relnione
J...a Se1.ionc rimasta pri"a di Dclcg.1to procede a\b si1Il"attività svolt.1 e trasml"ttcrc i bilanci ai sensi clci-
sna ~urroi:ujonl" ne\b prima Assemblea Generale dei l"art. 33 dello Statuto, indirondo ahresl 1.., quote so-
)'()Ci. ciali stabi litc per lc diverse catcgoric di Soei.
La. Presiden1.a di oini St-7.ionc oltre che a dare Art. 26 - I Consie;li Direttivi ScziOrL'l.li durano il>
l':rntori1:z.azlonc di cui al <ec0mlo comma dc\l'art. 25 carica non oltre 3 anni o sono compo~li di un Prc-.i·
dello Statuto, può nd caso di mancanz." o di impe- dente e di un nnmero di membri oon inferiore a 4 ,
dimento di <1ualchc dl"k;.1to, sostituirgli un Consi- oominaticriMovatiseeondolenormedeircgolameuti
glicro $e1jonale o un soeio anehe di ahra Sezione, ~ezionali. il Preoldentc, il Vice Presidente o i Vice
nei quali ca.~i però il 'OStituto lm diritto ad un solo l'res;denti e il Seiretarlo. costituiscono b Presidcnw
\"Ofo. E' ferma Li facoltà di dcleia di cui all'art. 25 SC?.ionalc.
dello Statuto. Art. 27 - In Oll"i SCl'.iono l'A~scmblea ordin.1r~...
I nomi d<'i Dcks:nti, con il loro indirl7.ZO, devono, nomina almeno 1lue rcvl<0rj dci conti J quali, nella
subi to 1k>110 al nomina. essere oomnnieati dalle Se- Se7.ionc, lmnno i compiti cd escrcitmlO le funzioni
7.ioni. a!la Se1lf' G!'ntrale. previste dall'art. 23 llello Stah1to, durano ln rorica
Le cvcnh1ali sooti\\11Joni devono risultare da m;in- non oltre nn triennio e sono ric!cgglhill.
thto scritto da presentare, prima dclb apertura del- Art. 28 - Ogni Se1jone 1\evc esporre ncl11' SlL1
]",\sscmblca. nlb Sc11retcria. Sede lo stcmnm del e.A.l.
Art. 22 - Sono ammessi alla discussione da parte Art. 29- La Sezioncehc Intende in•'OC:!rc, o Sl"n<O
dcli' ASl<cmhka dei Del<"g.'l.ti sobmcnte gli argomenti del\"art. 14 dello Statuto, l'intervento del Consiglio
indicati dall'Ordine dcl 11ion10. Centrale in easo<li controvcl'>ia con altra Sezione, de-
Le prOpOSlc d" sotto)lorre all'~mbka dei Dele- vc inviarea!b Sede G!'ntmle motivato ricorso, accom-
gali, ad iniziativa dci Con$illli Direttivi Sezionali O JXtgnato da copia (li rcgolue delibera dcl Consiglio
di almc110 100 soci o di alnw110 10 Dclc~li, dcvOllO Dirctt i•uSc-Liu11alc.

391
Art. 30 - Lo St.•tuto e il Reiobmento dcl e.A.A.I. sodevonocssen:,dalla St?ioncdcsigmla, eomunieati
e le eventua li modifiche sono comunicate al Consi- almeno tre m~i prima dalh sua effettuazione, al
glio Centrale dcl e.A.I. e (l()rtati a conoscenza dei Consiglio Centrale per b. ,,~, approva1Jonc, e quin-
soci dclC.A.l.a 1n<.'UOdellepubb!ica7.ionisociali. di p:>rtati a eon<Neenza dellc Sc1ioni e dcl soei con
Art. 31 - li Con1tresso NWon.-..le del C.A.I. viene i mC7.zi l)iÙ opportuni.
organizzato dalb. $e1jone dcsia;n.1ta dal precedente Art. 32 - L'apl)."lrtertC117,1 al e.A. I . imp]ic;i \'00.
Congresso o, in mancanza, da quella. autoriz:iata dal bligo di OSSt'rvarc h1ttc le norme em.inatc ai sensi
Con.siglio Centrale. dello Staluto, dcl lk-gobrnento Gencr.1lc, d3i com-
L'e.-::i e il p roa;mmma di massima dcl Congrcs- 1i,:,tcnti org.-..ni soc~1li,

CONSULTA E COMMISSARIO

/11 Ml/mw, 1128<>/tolm: 1945, $1ri1wica111 Cou- 1fotow 1101111/tw /Jt r fo 11Wltri11/c imJ)lmi/Jilitil ddla
~-u//a forma/li, si• iuolto riel Commiss11rio, dai "'l'l"C- sua tlf'J!/irnziorw.
$t:rl l <rnli 1/c.slw11111 rfolle 11/1) lm/){ff/m1tl Se:Joui dcl • Chictlo1w clre. u 1Wrn1<1 dr/lo Statuto riel 1926,
C.1\.l. 1/e//'A/111 /111//a, e scc/11 fm I me mbri <lei Cori- 0011g11 d11t" 01icrt1 1JCrcl16 al /)iÌi w csto slo convocata
.ri1di /)ircltivl e/clii dai Soci. Erario wcscrili 3i cle- /'Asscmhll'a r/ci Delcgllli a &e11sl ilcf!,11 articoli 12, 13,
kl{t1tl. 14, 15 e/cl/o Statuto elci 1926 11fii11ché 11roo~'Ctfo a//11
Il Comml$St1rlo Geti. ,\la.ti"/ (RM 1945, 45) fece nomilla e/ella Presidenza Cc11cmlo, ed allo stm//o di
"'"' rc/,1:/orrcs11/fo#t11azl011c1le/So<la/i:ioesul- q•<ei 11rovte1/ir11e11/I clrc occorrermmo per agglon1a-
l'n1iert1 da lui avvl<1/t1 per mfdfoe11ire t1llo wllecil11 rc a gimli:lo cfcll'Anemhlet1 $te!.tn Ù) Stalulo del
rlorgm1i=iz/011c del C.1\.1. su bari statutarie demo- 1926 ai lem11i /WC$1mll.
cratiche. All'm11111/mltà ti• prQfl0$1a formata dal- Cou lo 11r~zJcme. f/0$/a a cerba/c: ·L'0rtli•1C
~:.~~- Negri .'li Torino uennc n,lrC$$1l il seguen te ciel gian10 è i"le.l"O nel ICMO cl1e Ù) Statuto dcl
1911 è clccmluto; c/1e" uorma e/e/li> St1111tla 1926
·I Tll/l/>fC$f'nlauli delfo Scz.ioni del C.A .I. iutcr- e/ere e.J:$CTC convocata al 11itì wato r AMernblco Ce-
IX.'>Wli a quetta adu.,an;;a ringra~iimo il Ccrterale "erale dei Delegati la quale woooederd secondo la
Mtl.ri11i /lf'r fo/Jl'ta da lui cf/ico«mcnte prestala per S1JOool011tàsomm111•.
11W"IC'll("'lll sakla IL1 COfll/Mgille dcl C.A.1. nel perioda /..a Con.m//11 ha, 11111. cs11re$10 ooto 11ercl.é la de-
critico .m cceUioo alla /lberaz/011C. con-er•za 1fclfom10 roci111e sia rl11rl.$ti11ata <fol J•
.Co111taf1mo e/te lo Statuta ciel J941.1$t1irato ai 11ennaio al 3 1di«m1"e.e11erclr6 la declslone circa
whiri1H 1/r/ rl'~ime fasdsla eo11 11omi11a del Preslclente il 1>ra1iosta 11cce.tsiirlo a1m1C11/o e/elle qruxc 1odall
Gcrocralc tlu /ltlf/C del Segretarlo del Partii{), è dcca- $ia dewluto olla futura Anemblca elci Delegati.

STATUTO 1946-1954

St.,111111111>/>TOtt1lo dal/e AsremJ,/ce dei f)c/q;ati termte a Vcran11IlI ' 1/lcmulm! 19·16 er/ 11
'l'oriuo Il 9 trl<lrW 19,17. Ma<lificato dalle Assemblee dci 1Jeleg11ti cicli' 8 i.:-i11g110 1952" Miiano,
/<I Sl'lte111bre 1952 a Tre11to, 25 a11rile 1953 11 P11r11111 e 2 mt1~/!,fo 19.'H a llorrr11.

SCOPO E SEDE st11zione e 111 conoscenzn e lo st udio delle montagne,


sp<..>cfalmcntc di quelle italboe.
- Il Club Alpino ltalianl) (C.A. I .) fondato in Art. 2 - Il e.A.I. è co.tituito dn 1111 numero in-
Torino ncll':111110 1863 per ini1.i.itiva di Quintir>O Scl- determinato di <c1.ioni e dalla Sede Centr.\.k-.
b. è Li lili,:,ra associa1.ione n111.ion.1le che h.1 losco- Il C.A.I, l~i b sua Sc<le Socble, con il reh!iV(I
po di prornuovere 1'11lpinismo in ogni sua manifc. archi\"iO storico, L1 l>iblioll'C"a, b rcdai.io1>e della

39-1
Rivi>.ta e del Bollettino in Torino; h &'<le Centrnlc dcvooo es.sere pa.11:ate intcaralmcntc all'otto dell'am
ha i suoi uffici in :.lila110. Un:- delegazione in Ro- missione alle rispettive $C7jonl.
m.i rn.pprcscntcd il C.A. I. prcsw le Autorità e gli l)all'importodel!e(!UOtc \'l'Tri prl'lcvata c vcr<:1t;i
Enti Centmli e curerà i rapporti coali stessi. alb Sede Centrale l'alk1uota lìs:s.~ta dall'Asscmb\c;l dei
La denominazione di Club Alpino lt."lliaoo - Delegati.
C.A. I. - sob od accom1,.,1an.1ta di attributi o qua- Art. 9 - I Soci onorari, ordin3ri cd aggregati
lifiche, e lo stcmm.1 delb a5'0Cia~one appartengono hanno diritto:
csclu5ivamcntc 111 C.A .I ., Sede Ccnlralt', a) a p.lrtcdparc alle M.Semblee della loro S&
sottosczioni. zinne o sottO\ezionc e ai Congre-<.,i N3tionali.
b) ad u1mfmire dci rifugi dclb Sedo Centrale,
delle Sezioni e sottosezioni con parità di trattamen-
SOCI to rispetto ai consoci cd a condizioui preforcnzfali r~
spctto ai non soci (1uando questi vi siano ammessi;
Art. 3 ·I soci sorlO onorari, alla memoria, per- e) ad usufmire dcl materiale tecnico e biblio-
petui, ordinari e aa11rci:.1ti. Alle sezioni è vietato grafico della Sede Ccntrnlc, delle sezioni e sottose-
i~tìtuiro altre rntcaoric di soci. zioni, a 110rma dt"i rispettivi rcgobmcnti;
Art. 4 - [ soci onornri sono nomin.iti dall"Assem- d) ad a"cre liòcro ingresso nelle sedi delle se-
~.ioni e sottosezioni e a partccip.ue, sempre con p.l·
:J:.J: ~~i 1~;~~~·,c s~~i l~';;:;"j~~1ca:!rc~~si;!~ ~~: rità di trattnrncnto, a tutte le m.1nifesta:doni d.i esse
org.1nizwtn a 110rn~1 dci rebtivi rcgobmcnti.
~:~i~~7'~i:u:~~~a : ~~- ~r:1 inS:! c~ ~,~~c~it~~:~t~:
1 1 1 0 11
Tuttavia i sod l'hc ri>kdono stahilmcnto in lo-
la St'<le Centrn!e. calità ovc esis1a una sezione nlb quale non sono
Art, 5 - Alla cM<"gorb .<Oci •alla memoria• può iscriUi, debhono iseri\'ersi anche a quest'ultima w
CS.!Cre i!'Critto il nome d1·! >OCio che già H]lpartcneva intendono frt'lJUCntamc In sede c goderne i vantag·
al C.A.I. al momento della morte. l~'I sua i<cri1jone è gi or11:aniz1.1 tivi, folla ~-..'C('zione per il primo Anno
perpetua ndfolbo dci soci ddln sc7jont• già (li ap- relativamente ai soci in tm$ferimcnto (b un'altm Se-
p.utenen7~1. zione.
Art. 6 • L'ammissione dci soci perpetui ordinari e) a freiiarsi del distintivo sodale, e a fregiare
cd anrcgati, <pelta al Consialio Direttivo della se- dello skmma socialc le proprie puhblieA?joui quando
7.ione alti <"J.1L1lc ~chiede la i~ritionc, alle condi- ciò sia loro con.<entito dal Consiglio Ccntrnlc:
7,ÌOni e col p.1"°1mcnto delle quotc rispettivamente n .1 ricevere le pubhliearloni <neiali spettanti
fiss.1tc (lii regobn)('nti o dalle assemblee scrionali e alb categoria di appartenenu.
che •·crmnno comunic:tte alla &·dc Centrale. [ soci di et,\ inferiore agli anni 18 e lif:l ~a~rc­
l'<:>SSOllO i.<criwl'5i -.()('i J>('rpClui le Socict.I.. Enti. gati che siano soci ordinari di altra SC2;ionc non han-
h tituzioni che vcr<ioo nna \'O!b tanto una somma no dirillo al '"Mo ncllc a!<.'<elllblce.
nelb misura fi<Sata tblli w1jone a cmi si iscrivooo. Art. 10 - La qualità di J;Ocio CC$Sa:
Ad essi spcOano soltan to le pubblicazioni sociali in a) per morte;
di>trilm1.ionc ai sode non a:odono dci vantaggi delle b) per (limh;:sioni pr<'<l'nlnle alb <e~i01)(' a\.
altre categorie di soci. nwoo tre mesi prima dclb fine dell'anno con l'ffetto
I soci ordir~ui s(mO ••italizi e annuali. (bll'nnno succe<si•'O;
Possono CS5Crn soci aggregati i n)('mbri delb e) per morosità;
famiglt~ di un socio ordi1~1rio con esso conviventi d) per rndia1jone delihcra!a dii Consialio Di-
cd i!lCrilli alla medesima !'C7jonc, i minori degli rctti\'O iiczionalc.
mmi 24 ci soci ordinari di altra sezione. Contro talc delibera è ammt"<SO ricorso, en tro
I:. anuncss.1 l'iscrizione a soci di stranieri quan- trenta giorni dalb comunlca1fonc. al Consiglio ee,,.
do non sb csch1'<a l'ammis..ionc (!egli itnliani da p.1r- tralc.chedccidcnìdctìnitiv:unente.
te de[ Clubs Alpini delle nazioni a eui gli stranieri Li radiazione, da comunicarsi al!a Sode 0-ntra-
appMtengono. le e da questa a tutte le seziont. fm110rtn !'csclu<ione
Art. 7 · Dalla c1uota dl ciascun socio annuale dal C.A.I. del socio rn.dlato. che 110n potrà essere
<mlinario od nggreg:1to viene prclevnta l'aliquota, riammessodn alconasczionesen7.1 autorizzazione del
tì<s.1ta dalrAssemblca dci Delegati, cfa versan;i dalla Consiglio Centrale.
ri$pCttiva sc1jone alla &-.:le 0-ntmle durnnte il pri· I soci che ee:ss.ino di far parte del C.A. I. pcrdo-
mo semestre di oani anno. Tale ali(1uota non è do- •IO ogni diritto sul patrimonio socble.
vut a per i soci aggregati che sbno ordin;ori Qi altra Art. li - S.1lvo il caso in cu! alla lettern. cl) del-
<C?.iOll(!. l'art. IO. ilsocioehcin 1edcodurnntemanifesta7Joni
J,',\.-;cmhl<"a dci [),>l<'gn ti df'tcrminerà (1uali 1ml>- sociali od in Jl(lrticobrc, nel ri fuai, o commK1ue In
hllca~Joni $:lranno di,trihuilc alle \'Mie eatcgoric dci altro modo, tenga un comport.uncnto in wntr:tsto
wcic \econ(li7.i011irC'l.1 tfrl'. con lo ~pirito informatore dcll"A~o<ocl.1zione o con
Art. 8- Lc quntl· dei Miei l)('TJX"lni e vitalizi e le lert'golcdcllacorrotta'-'llor:locataoonvivcnza,potrà
ohlnio11i per l"i «:rizionc lei soci • ;1lb mcmorL~ • essere ammonito e, nei Clllii più aravi, sospeso fino

393
ad un anno con il ritiro della tessera delibcnito <bi dcnza, il Comi11Ho Centrale e le Commissioni Cc1..
Consiglio Direttivo se1Jon.1le con provvedimento da truli.
affiggl'r<i per dieci a:iomi all'albo sociale e da co- Ari. 17. Il Presidente Generale rappresent:a. a1 ..
munkarsi alh Setle C<>ntralc. che le~ihnentc. il e.A. I., prc•iedc le sedute dcl Co-
Art. 12- Per 1>.1s,.,1re da una sezione a<l un'altra, mitato di l'Tcsidcnza e del ConJi;:lio Centrale, cu-
il .socio dc•'C tre ml"i prima dclLi lìne dell'anno dar· mndo l'esoxu1Jone delle rispettive dcliberuJoni. Ifa
1>t1 avviso a!Li SC7.ionc che intl.'nde lasciare e pre- h gr:stioncc Li lìm1.1 SOC'ialc ncll"ambito dell'o«li11.-..
<entaredomantb alla sn.Hme alh quale desidera iscri- ria amministmzione. In caso di impedimento è so-
•·crsi. 'tiluito d.1 1u10 dci Vice Prcsidentt
Ari. 13 · In con<idcrazione dci rischi e pericoli Art. 18. Il Presidente Generale. i tre Viee-Pre-
inerenti allo s•·ol11lmentodell'attività alpinistica, ogni sidC11ti, il Sc11rctario Generale ed il Vice-Segretario
<OC'io {'<Ol>ern il C.A.I. da oini responsabili tà per Generale, rostituisco110 il C-Omitato di Presidcnw,
infortunichca•·esseroa •·erilìe.irsiduruntegiteo che si convoca, a richieda dcl Presidente o di chi
manifesta1Jonl sociali o comunque organi1.zate dal ne fa le veci, per provvedere ~lle protichc urgenti.
C.A.I. li Presidente Gcncrnle riferisce sulle dclilll're prese
Art. 14 • 011ni ront«>ven.ia che potl'Sse comun· dal Comitato di Prc<idc111.1 al Consi;:lio Ccntm!e nel-
que insor~re tra il Socio e la se1ionc oon potrà la sua prima riunione. ]X'T la ratiAca.
<.'!Sere sottoposta all'autorità iciudi1Jaria se prima Art. I!) • li Co11si111io Ccntrnle, eletto <fall'As-
non sia es:iurito il rrol.imo intcmo al Con~iglio Direi· scmblca dci Dclciiuti, è composto dal Presiden te Ge-
livo in prima Mmn,i cd cvc1ituolmen tc in seconda nerale, da tre Vice-Presidenti e da 31 Consiglieri.
i<1an>,a al C-On<iii;lio Ccntr.llc, orop11rc "' non sa- I membri dcl Consl11lio Centrale durano in earic:J
ranno tm <eorsi due mesi dalla 11rcscnta>,iOnC del re- trnannic,ad~e1.loncdcl Prc<identeGcncrnlc,tk!
clamo senw che $11 di c•so si sia provvc.:luto. Segret:irio e \/ice Scv;rctario Genernlc, Mmnno rin-
Le controvc,..ie tra una ""7.ione cd i soci di altre nomti per un tel'7.0 011ni mmo. Tutti !lOS.<ono essere
Sl:"zioni !laranno sottapostc dittttaml.'ntc al Consiglio rieletti.
Cen trale. Ari. 20 · Il Cor1si111io Centrale nella sua prima
Col fatto cklb IM'rizione al e.A.I. ciascun socio sodu ta scea:lie tra i suoi membri il Segretario cd il
accctta hl(.'()ndi7.ior>.1ta1ncntc a11chc le disposi7.ioni Vice-Segretario Ccncroic e con>m<:'ttc Spt'Ciali inca-
di <1uesto e dcl pr~'C<'<lcnte articolo. richi di amministrJzione, contabilità e vigilanza ad
altri Consiglieri; nominn inoltre, anche all'infuori dci
suoi ITK'mbri, il Tewricre; per lo svolglmcnto di ta-
lune attività fondnmentali può inoltre <:Oli lituirc,
PATHl~IONIO presso la Sede Centrale o presso una delle ScziQni,
particolari C-Ommlssioni pcrn1.11ienti e convocare i
Art. 15 • Tanto b Sede Centrale, quanto le se- l'rCJidcnti delle mt-dcsimc alle sue riunioni.
1ioni h.111110 un proprio 1x1trimonio :i.utonomo epos- 11 Consiglio Ccntmlc nomina il Redattore ,!elle
~110 .:icquistarl.', pos..all're<.'dalic11are; tuttavia \'alie- pubhlieazioni e assume il Direttore Generale e gli
na1Jo11e a leni cd i vinroli reali sui rifugi cd altri impiegati.
immobili sono condit)onRTi alrapprovaziooo prcvcn- Ari. 21 - li C-Onsilì\lio Ccntmle determina in ogni
ti\';1 dd Con~iilio C<-11tr:1k e 1ll'r (!Uanto rigu:mLi .,~, riunione la data e Li loca lit à delli successiva se-
i rifo1ri ddla Sed<' Ccntmle, .:1ll'approv:1zionc delta duta. In caso di urienz.1 o di richiesta da p.ute di
Asscmbk;1 dl'i J)ck11ati. almc110 s<'i Con<ig\ieri. il Co1uiglio sarà cmwoc:ito
11 1)3trimonio è co:-.tituito fondamcnl.tlnwntc dai dal Presidente Gcncmlc o da chi ne fa le veci i11
rifugi cd inohre da tutte le attività immobili.ari e località e data dallo stCS$0 fiss.ite.
mobiliari di proprietà soci.aie. La coowocazionc si farà con lettera itl\~Dta oi
Le (J UOlc dcl Soci pcrp('tui e vitali1J, dovranno Consiglieri almeno direi 11iomi prim.1 e in caso di
cs10ere convenientemente rcimpie11ate. urgcn1.1 L'llll tcle11:mmmn spedi to almeno tre giorui
prim,i,
Ari. 22. Nel quadro di quanto dlspc:»to dall'art.
!6, il Consiii;lio Centrale, in partioofarc, cura !'osser-
SEDE CENT l\ALE •':1117.1 dello Stntuto, del ll cgolamcnto Ge1wmlc e di
ogni :iltm disJJosi1.ionc deliberata dal competenti or-
Ari. 16- La Se<le C"-<-•11tr:1lc lm il <.'llmpito c,,..,nzi.t· g:mi sociali; delibera b convoca1Jone dcll'Asscmhlca
1.., di diriiicre l'As«>cia1.irn1.., in conformità dclti sull dci Dclcii;ati; provvede circa b costit uzione dcllu
tr:l<li~Jone ed al!e direttive dcll"As<emblea dci Dcle- nuove Sc1jo11i e sottosczionl; imposta e tmtta ncl-
v;ati. suo orv;.'l110 wvr:1110. l l;o con>'Cguentemcntc au- l'intcrcs:>e comune Ojlni questione alpinistica di ca-
che il dovere, con tutti gli inerenti poteri, di mante- rattere llCll{'ralc, 1~1zion:1le e internazirni.ilc; cura
nere le Sezioni nell"o:s.crvanza delle 110rmc forni.-.. le v11hhliea1Joni di carattere nazior>.de; provvc.:lc
mentali dl"ll'Associa1Jonc. SrnlO oriani della Sede all'ammint.-tm7.ione aochc <tmonlir>.1ria, con facoltà
Ccntmlc il l'rcsidcutc Generale, il Comitato dì Presi- di dclihcrnro oi:11i atto o •><.1'0Zio giuridico, delegai ..

394
do al Presidente Cenernle ad uno o più dei suoi I membri dcl Comia;lio Centmle cd i Revisori
rn<.,nbri, od anche a terzi, la relativa firma; disirn- dei Conti partccipar>O all'Assemblea ed hanr>0 voto
1>egna ogni altro compilo deu1a11d.1togli dal presente i;olo se dclC'3tì, e $1..-mprcchè non si tratti di rCll'O-
Stato.Ilo, dal Rcirobn1cnto Ccnemle e dall'Assem- conti finanziari rebtivi alla loro ge.tiooc.
bka dci DclCfl;Dli, Art. · 27 .. L'Assemblea dci Oclea:ati si riun~
Ari. 23 .. LI:: delilxT.11.joni del Consiglio Ccntrn- nella località stabilita dal C.OnsiKlio Centrale, in via
\c sono preso a magip<Wanza di \"oti dci presenti; in ordinaria entro il m<:$C di maggio di ogni anno e
caso d i rxirità llrevale i\ voto di chi presiede. Per in via straordinaria tulle le •'Olle che il Consiglio
la va lidltà delle R-.:l ute si richiede L1 presenza <li Centrale lo giudichi necessario e ne si.i fatta do-
almeno die<:I componenti, dcl Presidente o almeno in..,oda !1Crilt1 d..i almeno un quinto del <lelcg.1tl, corn-
di un Vice Pra;idente. prcsi i Pnisidcnti sexionali.
li Co11si11:lio dichiarerà de<:aduti dalla carica i L'Assemblea '"ernl. oonvocata con lettera conte-
Consiglieri che per tll' volte consccuti'"e e scnu n<'nle l'ordine del giorno. inviat.'I presso le Sczion;,
giustificato moti~~ r>0n siano inlervermti alle sedute. ai Prcsitk'llti ed ai Deleaati almer>O quindici giorni
1~1 loro JOstitu1jor1e verrà effettt~ita nella pros- prima dcl iriorno fissato pCT" l'adunan111.
si ma asscmbl('a e i uuovi eletti prenderanno l'an· Art. 28 .. Nelle riunioni dcll'A$SCn1blca si elegge
1.bnità dci Consiglieri sostitui ti. il l'rcsidente dell'Asscmblro; si discutono le reb-
Art. 24 .. I Revisori dei oonti, eletti fm soci dal- zloni ed i bibroci; s.i procede alla votu.iooe per la
rAs.<oemblca dt-i Ddc-gati in numero di cinque, pro- nomina alle cariche sociali; si delibero sulle proposte
C<.-.:lono a verifiche di ca>"S.1 almeno trimcstm\i, al tcm])C:'iti\"amente
0
p resentate dal ConsiKlio Centrale,
contn".>llodcidocumcnti eregistrozionioontabilirc- (bi Consiicli Direttivi Sczi<mnli o dn! soci colletti-
cligcn<fono V<'rhalc; prcscn t.u10 infine L1 reLnione vamente in numero non minore di cento; si nomi-
11m1nale sul bibncio CO•Nmtivo e patrimoniale. Du- nano i soci onomri; si conferÌ>'C-Ono attcshlti d'onore
rano in carica lll! mmi e sono rieleggibili. a persone o enti benemeriti dell'alpinismo o del
C.A.I.; si stabiliscono le a1!(1uote do preleV11rsi sul!e
quote sociali e da versarsi alb Sede Centrale; si do-
ASSE~1l\l,EA DEI DELEGATI tcrmin.1no quali pubbliclzioni S.'lf\\nno distribuite
allevariecategoriedisocielcoondi7.lonirclative;
Ari. 25 .. L'Assemblea dci DelCKati è costituita si prende Oll"ni volta delibcr:17.i0tlC sollc materie al·
dalle rapprescntan1.c delle &zionl, composte. per \'on1ine del a:iomo.
ciascunadiessc,ilii\Presidcnte,dcJeiatodidiritto
per i primi 200 soci o frazjone e da un dcleg.1to
J>er oa:ni aliquota suCCCS-'iva di 200 soci o fr:17jone SEZIONI
non inferiore a 100, da nominarsi ogni anno dall'.>,s.
semhlCll delb Sc7.iooe fra i soci rmggìorenni. Art. Z9. La costituzione di ogni Serlone deve
Ogni d<'l~ito può disporre <lei voto di altri de- ~S(lttopostaall'approvazlonedelConsiglioGcn­
lcg.1ti delb Sezione cui aPl)Articne e di altro sezklni tr.ole, con dorrr.mda JOtto!lcri lb'I ilii almeno cento P'O-
fìoo ad un massi1no di dicci, a condizione che il motori magaiorenni che dichtarino di iscriVC'l"Si iOCi
trasferimento della delCK-1 sia autorizzato dalla Prc- ordi11.1ri facendo adesione all<' norme statutari<' e
sidcn7.a della Seziono delegan te. regolamentari dell'A.-.socia.1jone.
I Presidenti sezionali possono esserernppresen- Qu.indospecialiciroostanu.Joconsiglino,ilC.On-
tati dai rispcUh•i '~ce-presidenti o d..1 un oonsig!iere siglio Gentrnle ha facoltà dl approvare L1 costitu-
,.l\'UOpO dck>gnto. zione di sezioni •nehe se riehiesfl'I dii un numero
11 numero dci Delegati spettrnte ad ogni Je7jone inforiore<lipromotori.
sidctenninainOOsealnumcrodeisociinregob Jn un medesimo centro o nelle sue immediate
col rxiaamento della quota risultante dni \"crs.imenti vicinanw non può csisternche un.., soh sezione de\
fatti dalle sina:olc S<'7.ioui alla •Sede Gcntmle al 31 C.A.I. od alb stessa dovranno essere Iscritti ad oo-
dicembre dell'anno precOOen!e; qualora !'Assemblea eezione <lelle altre quattro sezioni nlh1almcnte csi·
abbialuogonelsccondosl'nl<.'Stredel!'annoinbase stenti , le quali però si Mlermnno dall'istituire nuo-
alle 1111otc p.1gate 30 i:iorni prima delta riunione. ve !oro sottosezioni. t;: <leni11>dnta al Consiglio Cen-
Art. 26 .. Le vota1loni si funno per appello no- trale la regobmcnta?.ionc dci relativi mpporti oon
minale o per scheda .<eicrcta; quest'ultima forma è lese>:ioni proosistenti inqunntol'accordo non sia
obbligatoriaperl,.clc7ioniallccariehesociali. raggiunto direttlmentc.
Qualora non siavi opposizione e sempre che l'og- AlleSe1jonlèvietatodisV()lgereopcradipro-
getto lo conseuta, le vota1ioni sì possono farc per scli tismo nelli zona di attività di altra Sel':lone.
t<l"l:<•b di mano, con prova e con troprova. Art. 30 .. Oini sezione, JOtto l'osscrvanzn delle
Le ddibernio"i dell'Assembl('ll saranno valide, norme stotuaric e regolamentari, gode di piena nu·
quah11M111esìa il nu nwro dcali inl<'~nti, se appro- tonomia e libertà di ini7.iativa e di a1jone; ha Li
vate dalla mai:a:iornn1..1 assoluta <lei voti validi. ~Ivo amministrazione ordinaria e •traonli1~1ria del proprio
lv s1x.-.;:~11i maga:iorJuze prcvi.1tc dagli art. 45 e 48. p..1tri1nonio, s:o!vo le lin•iti:t.ioni<ll cui a\J'art. 15.

395
E.sa ~ retta da un proprio rq:obmento e dille de- tiOnc, alla prossima Assemblea dei Delepti; Il pro,..
liberazioni dell".'\s:remblea Generale dci Soci ad essa \'edimcnto di 11eioa:linll'nto dclb sezione avrà invece
~lilli effetto dal a;iomo della ratifica da parte della pro~
Ogni sezione può costituire nel proprio seno sima Assemblea dci l)c\ci:;ati cui dovrà essere sot-
gruppi studenteschi SUCAl. SA HI o di altre cate-
gorie; le manifestazioni oollcttive nazionali o regio-
'""'W
Nelle iJ)Otcsi di ricorso o in (WXasionc dclL1 rati-
nali di detti gn>J)Jli dovmn110 CSS<.'re approvnte dal fica di cui al precedente comma, è fatto salvo il di-
Consiglio Centrale; può ahresì oo,otituire ::ottosezioni. riUo al Presidente cd a;::H altri Dclei::ati della ''-'"
[)Urchè in vi.1 <li ma,.,ima fuori <bl territorio dcl co- iione di p.irte.::ipare all'Asscrnb\ea dci Delegati che
mune. E: vietato alle Sezioni dl oo.tituire gruppi di dovril. delil1eraro su detti provvedimenti
non soci. Una Sezione può essere altrcsì sciolt:i dal Con-
Ari. 31 - Olllli Sezione è amministmta da un siglio Centrale quando per due anni consca•tivi sia
Consiglio Dirctth-o nominato dall'AW'mbl~ dci So- in ista to di 1norosità ver;o la Sede Centrale o quan-
ci, al quale spetta l'esecuzione delle disposizioni sta· do il numero dei suoi soci sia rido"o a meno di
tutarie e reiobmentari. Anche ali atti di straordin.i.- ciTMruanta.
ria amministrazione sono di compctcm;a dcl Consi Art. 34 - In oini caso di scioglimento di una ~
glio Direttivo Sezionale. li Rcaol:uncnto scxionale 1.ionl.', b li(111idazionc (lovrà farsi sotto il controllo
e le sue riforme non avranno valore se non dopo dclb 500.c Ceutmlc
la ratifica del Consiglio Centrale. Le nttività p.1trimoniali nette risultanti dalla
Il Presidente o chi ne fa le vcci rapp!"C5Cnta le. liquida1Jone p.1Ssano alla Sede Centrale che le
gahnc.1 telaSc1Jonent utti alieffcttiOOha!alìr- a1mninistropcrtr(lanni)>CTilcasodirlcoslltu1.io·
ma socia le. :::a~~~ t!ezione st~; dopo tale peri()(lo vengono
Art. 32 . Le Sezioni di una stessa reiione o di
rl'iioni finitime possono costituire comitati di coor- E: ~luso in 011:ni caso il riparto d i attività tm
dinamento o commissioni regionali ed interregionali
11er il raggiungimento dei fini oornuni, norninandone Ari. 35 · I bil.rnci preventivi e consuntivi delle
gli org.1ni esecuth~ e mppre,.cntativi e determin.1n- Sezioni col relativi conti rendite e spese, sarann(l
donc le mod1\it.I. di funzjonamcnto, e ciò in armoni.1 approvati <lall'Asscn1blea sezionale entro il 31 Mnr-
<.'On le norme statutarie rcaobmentari e prc--i.1 ro- zo di oani anno e dovranno QSS.eTC oomunic:lti alla
munk-a1Jone alb Sede Ccontrale Sede Centrale pcr le sue evcnh1.1li osscrv.11.ioni; le
Il Presidente Generale potrà con"oeare region.1J.. iniziati\'e che lmp<_-gnano il bibneio sc7Jon.ile pcr
mente i Presidenti di Se:r.lone nel modo e luogo che la costmzione, riattamcnte od a1npliamcntn di
rikrrÌI opportuno per tratL1re problemi di carattere Opere alt1inc, l'alienazione od i \~nooli r(':'lli sui
1).Uficobre alle sezioni della regione. rifugi cd altri immobili devono e<scre delihcr.1tc
Art. 33 - Una Se1fone può <-"<sere i1eiolta per de- dalla Assemblea sezionale e prn.,.entiv:uu cn te notf.
lihem1.ionQ della pro1lria A<smnbloo C(,ncr11le prci.<t fìc.1tc alla Sede Centrale. per le sue C\'cntuall o~
a tl'o>Orc dcl ll Ciolamento Sc1jouale cd in ogni caso scrvazioni o pcr\'approv:11,ionc di cui all'art. 15
col \'Olo fa•·orevole della maggiomn1~1 assoluta de- Entro un mese dall'approvazion(l da parte (\cl-
gli i,icritti \'As!llmblro. b $e7jonc deve rimettere alb Selle
In caso di viob1Joncda pari(! di una scltione del- Centrale Il regolamento S('1.ionalc. o kl sue modifi.
le nonne statutari(! e rcaobmentari, il Con:oiglio che, {ICr Li ratifica di cui all'art. 31
Centrale prende &li opportuni provvedimenti atti a Art. 36 - OQ:ni controversia tra $C:.::ioni sarà de-
rcprimr-re kl infm.1.ioni cisa dal Consi;:lio Centrale sah'O ricorso a\b llt'im..1
li ConsiiJio Centrale può anche disporre che Assemblea dei ~kitati da presentarsi alla Sede
uua Sezione •'Ctl&a sottoposta ad ispCT.iOnc a meuo Centrale cutro trenta a;iorni d11L~ oomu nieazionc
di un membro del Comia:lio stesso o di un mvi» dcllade.::isione
re dei conti, all'uopo dclcg:ito.
li Consia:lio Centrale può nltrcsì promuovere la
convocazione di una Ammblea straordinaria della
sczione,sottolnprcsidcn7,:1diundclegntodellaSe.
::~.u~:ent mlc, per le informative e lo delibere oppor-
Art. 37 - Le SC7Joni passono costituiro nella
Nei casi più gravi, il Consi&lio Centrale, con ris11ettivn ...on.~ di attività una o più sottO$C7Jonl,
motivati provvedimenti, !JUÒ di<:hbrare dcca(luto nei limiti dell'art. 30. su domanda sottosoeritm da
il Consi&lio Direttì>'O ~onak, nominando un reg- almeno :SO t1romotori maggiorenni, da sottoporre
gente; può dclibcmre oltre alla decadcnta dcl Con- aU'appro11:1zione dcl Consia;lio Centrale. Di regoL~
<iglio lo scio&limcnto (\elb Sezione. r>On i:aranno ammesse sottOSC'>'Joni nella zona di
I prov\'cdimenti di ok"Cadcnza dd Consiglio Di- alti\'ità di altro Sl'1.iooo dcl C.A.I
rctti\'O S<'7.ionale sono lmmedbt:tm('nfe esecutivi, ma Qi.•ando speciali eif'COSl3nze lo consiglino. i]
è a1nmesso ricorso, entro duo m~'Si dalb oomunic:l- Coi"ii:liO Ccntmlc ha r:l('l)ltà di appro•·;m.: la oo-

396
stituzioncdi sottoser.ìoninocheserichiestnd.1 un CONCRE.5SO
numero inferiore di soci.
Art. 38 - Le sottOJ(!zioni o-0no denominate •CA! Art. 44 - Oi;:ni anno il Consiglio Centrale prov-
SC"1.ione di... souosczione di ... •. Esse fanno parte .-edl'r.\. a COll\'()(.";lre in Conii:resso Nazionale tutti i
integrante della rispettiva sezione na;li effetti dd <Oc:i IX"' cementare i vlncoll di solidarietà, per far
com1mto per i Delci::,1ti all"AS5Cmhlea e <le\"!>no lor<) conOS<:Cre le direttive ed il (>l"Ogmmm.1 annuale
es.sere com110Ste csculsiva1neutc di soci del C.A.I dcll'as.<0ciazione. per l'esame dei problemi tecnici,
Art. 39 - 1 rapporti tra se:donl e sottOSC?.iooi. .'ICienllfici ed orii:aniuA1tivi riii:omn.bnti l'alpini.<rno.
la coml)O'li1.ione de11;\i or11ani delle sott~7Joni. il
dirillo al voto dei soci delle sottosezioni, sono dc-
termin.1ti d1t Re11olamenti Sezionali.
Art. 40 - Um sottOSC?.ìonc può essere dlsciolta ~ I ODIF' ICAZIONI DELLO STATUTO
per delibem1Jone de\l'a ..scmb!ea dci soci propri o
dcl Coni:ia:lio Direttivo ddb sezione. s:iko in tal Art. 45 - Le pro~te di modificazione del pre-
caso ti rccbmo alla AsS<"rnblc:i Sezionale e in se- sente Sbtuto si do"rmmo portare all'Assemblea dcl
coiwla istanZll al Consiglio Coutmle. Dclogati dal Consi11:lio Ccntmle, per sua ini1jatlva
o su dom.1nda sottOS<:TiUa da almeno un quinto dei
delega.ti, compresi i l'rC5iden ti. Esse non si riter-
ranno adott.1tc se non siano •tate comunic:ltc alle
CA lll C HE SOCIALI OllB LI CAZ ION I Sezioni, ai Presidenti ed ai Dclcgnli nel loro testo
intc-grale almcuo trenta a:iorni [)Tima dell'Assemblea
ed approva te in due Assembl<>e consreutive ten111e
Art. 41 ·Tutte le euriehe socbli sono gra tuite a distan1.a non minore di due mesi !'una dalfoltr.1,
e non possono e<Sere eo!)l.'Tte che da soci maggio- con Li mpprcsenHmw. anche per delega, delb metà
n-nni. iscri tt i al C.A.1. da almeno du<l mmi pii\ uno dci Deleaati e con la m:iggiornnza di due
Per le obblia;azioni a<Sunte dalb Sede Cen- ter1.i dei ,·otanti
trnlc o d:ille Se1.kmi risp0ndono, sia ..er.;o i ter1.i
che verso! soci, rispettivamente i ,;ngoli p.1trimoni
e pers0nalmcnle ed in solido le pt.'nlOne che h,1n
110 dcliberoto od a11ito in no.ne delb Sedo Cen- llECOLA~ I E:NTO GENERALE:
tmlo o di ciascuna sezione o sottose-r.ione
Art 46 • L.1 con1pib1.iorte del llea:obmcn\o Cc-
J>CTale per \'attuazione del )Jr<'SCtltc Statuto spett.i
al Consiglio Centrale
CLUB ALPINO ACCADE:~l l CO ITALIANO li Rt11:olamento Gcnemle <IO•TlÌ. ~re approva-
to d1TI'Asscmblea dci Delei;:ati, previa comunica·
zioncdelsuotestoa!lcS!.?Joni,aiPrcsidcntiedai
Ari. 42 • I] Club Alpino Aecademie(l Italiano Oclcigati allll(.~>0 ITcnta ic:iomi prim.1 della -.s.scm-
(C.A.A.l.) costituisce una Sc7.ione Nazionale del blca
C.A. I. con un 1iroprio rcaobmento.
I Soci del C.A.A. I. sono di diritto Soci Vitali-.:i
dcl C.A. I ANNO SOCIALE:
I Soci del C.A.A. I. hanno facoltà di poetare lo
speel.,le disti11ti ..o, approvato dal Consiglio Genc-
Art. 47 - L'anno sociale decorre l~nto per la Se-
mlc dcl C.A.A. I., d'intcs.1 col Consiglio Centrale
de Centrale che per le 5ezioni dal I' a:ennaio al 31
del C.A.I.
dicembre di ogni anno

·SOC IETA' ALPINIST I T lllDENT I NI SC I OG Ll~I ENTO DEUL'ASSOC IAZION E

Art. 43 - La Sodet/I. dea:li Alpinisti Tridc~n t ini Art. 48 - Lo scio111imc.•nto del Club Alpino lta-
(S.A.T.) entmta a far parte del C.A.I. dopo b lia110 no n potriì essere dclibcmto che ·d~ll~ As-
guerm di redenrione 1915-1918 qtL1le sezione del- Mirnblca dei Dcleiati, la (111alo dovrà anche deli-
lo slt.-sso, potnì. nL1ntenerc la sua origin,uia strut tu- berare circa la devoluzione dcl 1i.1trin10nio de!l1
ra intcm,1 cd esst'rc org.1nia.1t;1 od amministrata Sede Ccntmlc o delle SC'lioni, escluso H riparto frn
gi usta suo )JMtieolare rciolamento, soggetto alb isoo;:i
approva>:lono del Consi11lio Centrale a sen.<i dell'ar- Per tale assemblea si dovram10 °'111Crvare le nor-
tie(lio 31 del presente Statuto. me <li cui all'art. 45 del presente Statuto.

397
LEGGE 26 GENNAIO 1963 N. 91
t..a • Ga::.zct/11
Uf{tdtllc ilell<I Rl.•1mhl>/ic11 • del 26 feh/Jroi-0 1963 /111 ,,., /,/Hlcato Il .re11,.eutr
lr•I" 1/r/1" ll'~e 26 i:,rmwio 1963 u. 91 1111/ • Rionfi111mW!11lo tiri Clu/J 11l1•i"o i/<1/imw •.

Art. I -11 Centro alpinistico italinno rinssunw ti l'otilizz:i7.io11c dcl cootrihuto di cui all'arlioolo
b dt"nOtninazione di ·Club nlpin-0 i!alianO• precedente, alle <11.1ali t>Oll ahbiano 1>..utccip.1to alme-
E"-"O è dot.110 di per;onalltà 11iuridiea ed è sot no Ire dci membri di diritro indicati nel primo com-
topo<:to alla vigibnu dcl .\linistero dcl Turi.<mo e m.1 dcll'artieolo 4 della pn-.entc lciu;c, o per le
dclloSpeUacolo quali 13 m.iuior:rnu dci dillt'ndcnli delle Ammini-
Art. 2 - li Club 11lpi110 ital~ino prov\'cde, nel- strazioni dello Sl:tlo In dl'Uo articolo indic:iti. che
l'ambito tielle facoltà stalul:\rie, a rn:rntenere in h.11mo partccip.1to alle dclil1ern1Joni, abbin esp res-
cffocien~~i. in conformità dello dispOSizioni vigenti, so voto contrario. ò subordina!:• all'a1>Pr0\":11Jonc
il com1,Jesso dci rifugi nd esso app.irtenenti ed a dcl Min istro per il lurismo c l-0s11et1acolo.
curare b mnnutcnzlone delle aUrczzature alpini- Art, 7 .. A11li effetti di (ltmlsiasi imposh~, tassa
stiche e dci sentieri dello stcno apprest.,ti o diritto, csduS<l I.:: mssc post:lli, lclClfr.1fiehc e tele-
Assume ndcgunte inizintive l('Cnichc per In prcvcn- foniche, i! Club alpino itnliannc lesue~ioni ~
~jone dce;H infortuni ncll'escrci7.io dell'alpinismo e no l'(JUipamti alle Amministra1Jonl dello Stato
per il soec:orso dca:li alpinisti cd escursionisti infortu- La C1C1uipamzionc nllc Ammini>1Ta1foni dello Sta·
nati 01>Crico!anti pcr <1ualsiasi causa, nonché pcr il 10 non comport:i !'ewncro dal J>ag.imcnto delle im-
recuperodc!lcs;r.lml'deicaduti !X'SIC dirette, nè si estende al trattamento tri bu lario
Art. 3 .. L.1 Commissione provinciale di ClJi al- dcl personale dipendente,
l'art. 2.36 dcl rea:olnmcnto per l'esecuzione del te- Art. 8 .. I] Mini>tro 11er il turismo e lo spc11acolo
sto unico delle lca:gi di pubb\ic:\ ricurcna, appro- può procedere allo $Ci<>11limc11to degli organi ccn-
vato co11 rea;lo~! o6m.1ggiol9-IO,n.635,èin. lmli dd Cluh alpino italiano e n-0mlnare un com·
tegrota da un e<JJCTtO in m.llerin alpinisti<'.':l desi- mis.sario stm-0rdin.irio per accc.rtllte gravi delìcicn7.e
gnato dal Club alpino italiano con v-Oto deliberativo, ammiuislr.. tive o per altre im::golarilà 1aH da com-
quando l'aspcrimcnto rie;uardi le guide alpine od i promettere il normale fun1Jonamento delrA:ssocia-
rorrntori alpini,
Oltre Il J)05SCSSO dei reqoisiti !ibbiliti dall'arti- La rioostituzior>e dCKli Organi ccnlmli è effet-
colo 237 del rCK-0lunento indicato nel precedente tuata entro il tennir>e di sei mesi, prorogabile, per
co1mna, ; c:andid.1ti debbo110 documenlarc di a\'er una volta sob, di tre me.si.
fre<iucntato C()fl esito favorevole i relativi oors:i Art. 9 ·Resta salva, ai sensi e nei limiti dei
dcl Cluh alpino itllliano rispettivi statuti e delle relative nonne di attua1Jo-
Arl. 4 .. Faranno parte di diritto dcl Consiglio ne, b oompetcn1.a attribuitn nlle Regioni a statuto
ccntrnlc previsto dallo st..1tuto del Club alpino ila- speciale. rispetto ai oompiti dem:mdati al Club a l·
\i:rno: un ufficiale superiore delle truppe alpine pino italiano, di ooi all'articolo 2 della presente
in rervilio perma1lCnte cfl'cttivo, designato dal .\li- legge.
11istro per la difesa e cin(11te funzionari avCllti qua- Art. JO - Il Club alpino italiaoo J)T-OV\'t'(lcrà, en-
lifica n<.>n inferiore a quclL1 di dire11orc di se1jonc, tro dodici mesi dilli data di entra la in vigore dolb
designati rispettivamen te dal .\llnistro per il l\Jri· presento legiio, adapporturn al propriostal\J to le
smo e lo spett-acolo, dal Min i>tr-0 per l'interno, dnl modifiche necessarie per uniformarlo alle dispOSi7.iOni
,\ l inlstro per il t~ro, dal Mini~tro per la pubblic.1 della legge mc<lc:iimo, da approvarsi. sentito il pa
~truz!one e del Ministro J)Cr l'agricohum e forcs!c rnre dcl ConSiiliO d i Sinio, con decreto dcl Prc
Fnnno p.utc di <liritto del OJ.llciio dei revisori sidontc dclb lle)lubblica, su 11ropO.<la 1lcl /11 inbtro
dcl Club alpino italiano due fumjonnri, designati, per il turi sm-0 e lo s(lCUncolo di concerto con il
ri>pcttiva mcntc, dal MinistTO per il turismo e lo .\lini.\trOl)l.'l'ill<?$0ro
s11ettacolo e dal .\linistro per il tCS-OTO, di qunlilìca Art. I l · Con rCK-0!amcnt-0 -Organico, da dclil>Co
non lnft.'Time a quclln di direttore di se2.ione. mre dii Consie;lio ccn tmle dcl Club alpino itulinno
Art. 5 .. A decorrere dall'cscrciliO lìn.1nziario l962- e ila sottOI)OTTO all'npprov111.ione d cl .\tlnistro per il
1963, è autorizzat11, a fav-0re del Club alpino italiano, turismo o l-0 spettacolo di concerto con il .\lini>tm
la concessione di un con1'1ib11to di lire SQ.000.000 per il tl'SOl'O, sa.ranno stabiliti b dota1fone <>rganica,
da Iscriversi nello stato di pre\'i<ioue dcl .\l inl~tcro lo stato iiuridico cd il tmttamento eronomlOO di at
del turismo e dello spettacolo. tività a qualsi:ui titolo e di quie9Cen1Jt di tutto il
Art.. 6 .. L'efficacia delle deliberazioni riguardar.. pel'$0rlalC dcl Cl ub stesso.

398
Ari. 12 ·Alla CO]JCrtura dcll'oncrc prcvfato d:il- portare,conpropridccrcti,\eoccorrentl variazioni
l'art. :i: della presente lcitgc $:lr.\ pro\'n,~luto, per lo di bilancio.
esercii.io finanz~irio 1002.-63, mediante ridui.ione del La pTC5Cnte Jciire, munita dcl slirillo dello Stato,
fondo speciale iscritto nello sla!O di pre\'isione dcl sarà inscrla nella R.' l«Oha uffietile delle leggi e dei
Min ish.."TO dcl tesoro pt"r il fiMn1jamcnto di oneri decreti della Repubblica lta!;ana. E' fatto obhligo
<lc·ri•·:rnti da prowetlinwnti lelili,bti\'i in ('t)N). achium1ues()Cttidiosservarlaedifarla0$SCn'arc
Il ~Hni>tro 11Cr il !("'>()ro è autorizwto ad llf>' come \cige d ello Stato

MO l) IFI C ll E ALLO S1'A'l'UTO DEL 1954


PEH UNI FOHMAHLO ALl... A LECCE 26 GENNAI O 1963 N. 91

Art. I - Il Club Al pino Jt nlinno (C.A.I.) fondato zione e clnl ~l ini<tro tl1·1l'Airricolturn e Forcsle.
in Torino nell'anno 1$63 per inizinti\'a di Quintino Art. 23 - Le delil>Cr.t'l.ion i dcl Consiii!io Cen-
Sella, è b libera ass-0ci111Jonc na1.ionale che ha lo trale sono prese a mairgioran1...1 di \'Dli dei 1>rescnti:
9C."Opo di 11romuo\'CrC l'all'inismo in ogni sua mani- in caso di parità prevale il voto di chi presiede. Per
fCl<taziono e fa conosoo111...1 e lo 'h1dio dclk mou- Li validità delle so:lutc si richiede b presenza di
tagnc, specialmen te dl quelle ital~inc almeno dicci componen ti, dcl l'l'll>'idente o almct>O
Pro.,.,·OOe alla formazione spiri tuale e alla prc- di un Vice Presidente.
p:u-azione tecnica dci,::li alpini~ti: cura opportune ma· 11 Consiirlio dichiarerà dreaduti llilb carica i
nifestazioni e puhblÌClli.ioni sociali; organl7;7;.l. uomi· Consiglieri che per tre •'Ohe OOt\50CUtive O scn:m
ni e mez1.i per sped i1Jonl e.!Clra europee; organizza gtustificolto moti>'o non siat>O inten·em1ti alle sedute.
le Guide e i Portatori alpini; pro.,.,.ede in genere L.1 lorosostltui.ionc"crràeffcttuatancllapros·
a quant'altro necessario per l'alpinismo italiat>O in sima assemblea e i nuovi cktti prcnd!!T'annO l'an-
Patria e nel Mondo. zianità dei Consi1rlieri sostih•iti.
~ lanticnc in efficicnu, in conformità alle dispo. L'efficacia delle delibern.1.i<>nl rl1ruardanti \'uti-
si1.ioni vì1renti, il oomplC$SO dci propri Rifugi e cuca Ji,...zazione del contributo di cui all'art. 5 della legge
b manutcn7.ionc dello attrez1...1ture alpinistiche e dei 26 lilenna.io 1963 alle quali t>Oll ahbiat>O pnrtecipato
sentieri di e>so apprestati almeno tre dei memhri di diritto indica ti nell'ultimo
Assume adciruate ini7jativc tecniche per la pre- conml.i dell'art. 19 dcl prC5Clltf! statuto, o per le
ven1fone de'1:li 'nforhmi nen·cscrci7.iO dell'alpinismo quali la m:llilSioranza dei membri slOS$i che hant>O
epcri\S0CC01110deQ:lialpinisticdcscursionistiin- partecipalo alle dclihcm7joni, abbia esprC$SO voto
fortunati o pericobn t i per qualsiasi causa. nonché controrio, è subordinata all'approvazione dcl ~Un ~
per i! ricupero delle salme dci caduti. 't rodel TurismocllclloSpettacolo
Art. 19 - li Cons l'1:liO Ccntrolc, eletto dall'Aso Art. 24 - I revisori de! conti, eletti fm soci del-
scinhlca dci Dde1rati, è con1p0010 dal Presidente l'Assemblea dci Delegati in numero di cinque, pro-
Ccncralc, da tre Vice-Presidenti e da 31 Consiglieri cedono a verifiche di cassa a lmeno trimestrali. al
1 membri dcl Consiirlio Centrale durano in cari· controllo dei documenti e rcjistrai.ionl con tabili re-
ca tre anni e, od cccczione dcl !'residente Gene- digcndone \'crlxile; 11re<en tano infine la relnioncan-
rale, de! SC11rctnrio o dcl Vice Segretario Cencrale, nualc w! hilancio con>1rntivo e patriinonia\e. Dumno
sara nno rinnoVllti IJ'CI' un ten.o ogni anno. Tutti incaricatreanniesonoricleggibili
possono essere rieletti Fanno p.ute di d iritto de! Collegio dei rcvilori,
Fanno parte d i d iritto dcl Consiirlio Centrale ai ai sensi e per 1rli effetti di cui alb Legge 26 gcn·
ronsi e per Kli effett i di cui 11!la Legge 26 gennaio naio 196.3 due funzionari, dcsiirnatl, rispettivamente,
1963: u ri ufficinle supo:.'Tiore delle trnppc alpine in dal Ministro dcl Turismo e dello Spettacolo e dal
S("J'Vi7Jo pcnnanente cffctti\'O, desiirnato dal ~ l ini­ Ministro dcl Tesoro, di qualifica non inferiore a
otro de!b Difesa e cinq ue funzionari D\'enti qu.1\i lìca quelladidircttorediSci.ionc.
non Inferiore a quella di direttore di sci.ione, desi- Art. 24 bis · Il ~fìnistro del Turismo e dello
gna ti rispettivamente d al ~ l inbtro del Turismo e Spettacolo può proce<lere allo .11Ciogllmento degli or·
dello Spettacolo, dal ~linistro dell'Interno, dal ~lini­ gani centrali dcl Club Alpino Italiano e nominare un
stro del Tesoro, da l Ministro della Pubblica. istrn· Commissario straordinario, per accertate irDVÌ dcfi

399
I
i
cicnze amministmtive o per altre irreiolarità tali da Tutti ili altri articoli dclrattuale Statuto resta-
oompromettl.'rc il 110nnale fun:tion.iml'nto dell'asso. no in...,.ria ti: potr:mno \'l'TlÌT(! ""riali in avvcnire
oou b norm.ile J)JOC(.'(ium slalul~ri.1 <11L1ntlo se ne
I..:• rioo.tituziOt>l' degli oritani centrali è clfot- ;~~~ la 1lCC<'..sità, oomc si è fin <1ui <empre pra-
tuat.'l entro n termine di sei mesi, prorogabile, per
un.1 ,·o\t;1 sob, di tre mesi

LE CARI CHE SOCIA LI DAL 1863 AL 1963

l'HESl lJENTI Cuameri, 192'7-19".ll


~km es Carlo. Jl).16-19-17
Perronc di San Martiuo Fl.'rdiuando, ~fnrandini Giu>Cl)ll<:, 19~6
Ga<t,.ldi B:irtolomco, l864-18i2 l'arohri E milio. 1\).17-19·18
Simmm Omzio. 1874 Negri ecs-~re. !022-1920. HJ.li-1952
Spc1.ia Giorgio, 1875 ~l<iu,a tesia Guido. 1948-1952
Selb Q11intino, 18i6-1884 Chcrsi C.irlo, J\).11).1952
Lioyl'aolo,1885·1890 lJ.cr1:irclli Guido, 1953-1955
Grobl.'r Antonio, 1891-1900 Clia!>O<J Hcnnto, 1953-100
C.imcmno Lorl'll7.0. 1910-1916 Cosl:l Amedoo. 1953-100
C.ildcrinilla,ilio,1917-1921 B<'>z1,0li-Parasacchi Elvczio, 1956-100
Porro Elisco, 1922-1929
D.11 1929 al 19-13 b pre~idcn1., c\('I C.A.J SEC HETAIH GENE!iAU
nomlnat.idall'ahoesisuecl.'dono·
Tumli Augusto. 1029 ~lartin L.inciM<"L Eugenio, 1863
Man.'lrCSi Angelo. 1930-1943 C.1n>0nd Edo.irdo, 1864
D.1] 1943 al 1945 il C.A.I. \<ielte affidato 3 un Rt:1!· Rimini Ciovan-6attist~, 186.5-1867
gente nclb J><'N>na di Curdo Bcrt..,rclli. Pclbti N.. 1868-1870
Bjrotli Marli>>O, \87J.\8i4
Nel 1945 "ie~ nominato Commissario Luigi ~l asini ~lanirolo Adolfo. 187.5
e un anoo dopo ripr.:ndor>O le nomine l.'letti\'c oon: l<ai:i. Cesare. 1876-1880
~!asini Luigi. 1946 Pak:.trino Paolo, 1881
Figari Hartok>moo, 19-17-1955 Crober Antonio, 1882-188"1
Ardenti ~!orini Ciovannl, 1956-1958 Gonella Fmroce.eo ISSS- 11186
lkrtinclli Virginio, 1959" ... Caklerini Basilio. 1887-1898. 1000-1906
~ l artcUi Alessandro. 1890-1007
VICE - PHESIDENTJ Cibmrio Luigi, 1008·1918
Vigna Nicola, 19"21
Sp.inua Orni.io, 1873 Balestrcri Umberto, 1922- 1926
S1>ezia Ciorgio, 197•1 Pola ~fario, 19'.2i- 1928
Fnrinetti Giuseppe, 1875-1879 ~lnttirolo Leone, 19-29
Caso Beniiunino, 188().1881 Dal 1931 il Scgr(:!ario a;cnernlc viene nominai<'> di·
Palc.~trlnn Paolo, 1882-1888. 1892-1897, 1901-1916 rettamente <la! Presidente Manaresi.
lhrctti ~lartino, 1882-1884
Frlsinghclli Vittorio, !931-1!)44
Grobcr Antonio, 1885-1800
Pcrruechctti Ch>~l'Plle 1889-1891 Con l'awento dcl Hc11:1tcntc e dcl Commi1'Snrio viene
Vigonl Pippo. 1891-1893. 1899-1917 nomlnnto:
Ccdcrnn Antonio, 181).1-1898 Ferreri Eugenio, 1943-1946
Gonclln Fmncesoo. 1800.1900
Ferrini C., 1915-1919 Con l'approvnzionc dcl nuo"o St:itu10 i Segretari
Cibmrio Lui11:i, 1919"1922, 1&16 generali e i Vice sea:rctari ~cnem li \'engono nuo-
\":unente nominali dal Consi~lio <lirettfro fm i pro-
Figari Bartolomeo. 1922-19'>-6
Brcssy ~ l ario, 1927 pri membri e si succedono a Seirctnrio 1tenernlc·
Vacchclli Nicola , 1\)-27-19-28 Snglio Silvio, 1951}-1958
\ligr>a Nicob, 1927-1928 llouoli-l'ar.i.saechi El"~io. HMi-1955

400
IL CAl>ll'A'lL ll A"><lO, dalb Busa degli
Sfulrnini.
(Foto C. Carbori
Cescotti Giuseppe, 1959-1962 Brioschi LA.Ligi, 1907-1908
Antoniotti Luia:i, 1963.•• Brunclli Giovanui, 1946
Budden Il. R., la6().1873, 1881·18%
Buscaglione Antonio, 1946-1958
VICE· SEGllETAIH GENERALI Cafl'arelli Carlo, 1922-19"..6
Caldonauo Bruto, 1946
Carntti B., 186$.1870 Canzio Ettore, 1909
Rebora G., 1876-1877 Casati C4rlo. 1009-1922
Caldcrini Basilio, 1878.1881 C4ttanoo Antonio, 1911-1914
Gonclb J.'r:iocesoo 1882-1884 Cattaneo Roberto, 1876
Turbiglio FrarlCCJCO, 188,5.1891 Cecioni Enrico, 1948.....
Tocsca Gioacchino, 1892-1898 Cedema Antonio, 1889-1893, 1899-19 19
Vigna NicoLi, 1899, 1914·19'2-0 Ceriana Giuseppe, 1962-..•
MartcUi Alessandro, 1900 Cescotti Giuseppe. 11)56.1963
Cibrario L1.Li&i, 1901·1007 Chabod Renato, 1946-1952
Antoniotti Fr:mcesco, 1908 Cher.<I Carlo, 1946-1948, 1953.1960
C.inzio Ettore, 1009-1913 Oierubin! Claudio, 1883-1885
Saglio Silvio, U)47-1955 Chiggiato Giov11nni, 1907-1908. 1911 ·1922
Ccscotti Giusql)>e, 1956-1958 Cimino Giorgio Tommaso, 1863.1865
Antoniotti LA.Ligi, 1959- 1962 Coota Amedeo, 1949-1952
SnvioUi Antonio, 19(13. Covino Antonio, 1875
Credaro Bruno, 19-17-1948, 1952-....
Datti Aless.1ndro, 1954·
De Fontana C., 1874
CONSI GLI EHI EI.. E'f'fl Ddlavedova P., 1874
(i11 ordine alfabetico) Dc Montcmajor Lorenzo, 1946-1951
Desio Ardito, 1953.195.5
Agodino Pio, 187<1, 1867·1872
Di Roascnsa Lui.ai, 1863.1864
Agostini Mario, 1946"1947 Di Saint Robcrt Paolo, 1863
Alessio Rodolfo, 1878 Di Sambuy Ernesto, 1875
Andreis Emanuele, 1951-1956 D'Ovidio Enrico, 1873-1875, 1877-1881, 1887·1889,
Andreis Mario, 1885-1891 1901-l916
Antoniotti Francesco, 1900-1908 Dolfìn Lamberto, 1903
Antoniotti Lu igi, 1957-.. .. Falzoni, 19'22-1924
Apollonio Giulio, 1948..... Farinctti Giuseppe, lS00.1873
F(!rrarj Agostino, 1909-1921
Ardenti Morini GioYUn11i, 195!k ..
Ariei Pietro, 1007-1009 Ferreri Mario, 1947-1959
&ldulno Alessandro, 1882-1891 F(l1"T"ini Giovanni. 1908
&lestreri Umberto, 1922.1926 Figari Bartolomeo, 1917-1921, 19-16
Fiorlo Ottavio, 1946
Bcrtarelli Guido, 1946-1952, 195&...
Barale Leopoldo, 1877·1881 Fossati Bellini Cianvlttorio. 1956-.
Berti Antonio, 1910 Flisinato Guido. 1892-1897, 19(11). 1902, 191).1..1906
Bcrtinelll Virginio, 19-16-1958 Gabb:i Luigi, 1896-1898
Bertoglio Giovanni, 19'17·1961 G~lanti Roberto, 1947·....
Bezzi Mario, l91S.1921 Gast:ildi Bartolomeo. 1863.1875
Bianco Livio Dante, 19'17-1950 Genesio Luigi, 1946-1952
Bich Cliudio, 1876.1877 Gcnrasutti Giusto, 1946
Bignami Sonnani Emilio, 1882 Giaehetti Vincenzo, 1901-1909
Bircssi E. Clemente, 1925-1926 Giordano Fdice, 1865-1873
Biscarctti di Ruffia Roberto, 1876-1877 Giordano Scipione, 1871-1874
Bobb.1 Giovann! 1009-1922 Giovannini Giulio, 1960-1963
Bogani Ama!do, 1946-1955 Glis.scnti Fabio, 1901-1906
Boni Dom.::nico, 1955-1 957 Gortani Michele, 19-t6
Uorto\otti Giovanni, 19-19-... Covi C., 1865-1866
Bossoli E. F., 1873-1874 Gualco Cinrgio, ]96[.
Bozano Lorenzo, 1899-1917 Guasti Alessandro, 19'17·1957
nm~oli Paras:icçhi Elv.:::do. 19'17-1955 Guidetti Alfonso, 1946
Brasioli Arnaldo, 1925-19"..6 lleusch Nioola, 1886
Bra~lli Angusto, 1947-1952 IsaiaCesare, 1874·1875
Bres.sy Mario, 19"...S.1926, 19·nl952 Lagostina Massimo, 1953-1960

401
Sella Quintino, 1863-1875 L;,,.,p,,gnani Giuseppe, 1922
Sementa Carlo, 1941H948 Larçhcr Guido. 19"-2-1926
Seiacea C., 1878-1880 Lombardi Vittorio. 1953-1955
Somigllan:a Carlo, 19"..S.1926 ~bgna.ghi Carlo. 188!>-1888
Silvestri Guldo, IMS-.. ~ l alve1.zi Luigi, 1925
Sp:ignotli Giovanni, 1960-.... Maraugoni Aricle, 1963-
SP'lun:i Oraz.lo, 1872-1875 ~britano O.:ldino. 1948-1956
SpcUa Gior&io, 1800-1870, 1876-1882 ~lartelli Alessandro, 1881-IH82. 1901- 1908
Spez>:olti GiO\'lln ll.1ttista, 1952-1954 Mart inoni Oimillo. 191().1916
Taeehini Pa1':1uale, 1962-. ~lar7.otto Leone. 1915-1918
Tamburini Federi<:o, 1900-1 915 ~ l assoni Auguoto. 1899-1901
Tea Giuseppe, 1920-1922 ~b.scherpa Pietro. 1954-1956
Taoic<ini Arturo. 1954·1963 Mauro l'r:mcesco. 1915-1921
Tin>eus, 19'22-1004 ~l eneghini Domenico. 1920-1921
Timo!òei l...ui&i, 189-1-1898 ~lczz.1tcsla Guido. 1947. 1953- ...
Tissi Attilio, 1952·1959 ~fichcli Giuseppe, 19"...5-1926, 1946-1947
Toesca di Ca~tellazzo G., 1883-1888, ~I>" Pietro. J867-I868
Tomaselli Cesco, 19".A-1926 ~lmnbdli Pictro. 19<17-1953
Toniolollrnno,1953- ~lontclìore Levi Giorgio, 1863-1864
Vaccoroue Luigi, 1876, 1882-1898 ~lonti Achille. 1922-lflN
Vadalà Terranova Raffo cle, 1946-1952 ~lornmlini Giuscp1lC. l\).17·1951
Valdo Umberto, 1956-.... Na,i;:cl Carlo, 1923-1926
Va!busa UOOldo, 1908-1910 Nc11:ri Cesare, 19<16, 1953-1963
Vallc11iana Ugo. 1922-1926, 1946- . On!l(.'l.ri Dante, J963
Valmarana Tommaso, 1946 Oocrti, 1923-1924
Vandclli Alfonso, 1949-.... Orio Pippo, 1949-11).'>J
Valpt!rga di Massimo C., l87l-1873 Oro ~ l ichelc, 1919-19"-2
Vc1>e"t~1ni Eugenio, 196().... Ortelli Toni. 1957-..
Vigoni Pippo, 1883-1884 Pa.11:ani Guido. 1955-Hl60
Vign:i Nicola, 189-1, 189&1898, 1914-1917, 1923-1926 PalcstrinoP:tolo.1889-1891,
Z:motti-Bianco Ottavio, 1895-1900 Parone Scrnfino, 1882-1684
Pascatti Antonio, 1953-.
Pastore Gianni. 1961·
REVISORI DW CON TI ELETTI Pecco Edoanlo. 1874-1873
Pedrotti Cio\lanni, 1922
(dal 1946 in ordil1e 'ilfabetico) Pcrolari Francesco, 1946-1963
Ardenti Morinl Gio•"anni, 1953-1956 Perronc di San Martino, 1865-1870
A7zini Mario. 1954>.... Pellow; Leone, 1887-1895. 1902-1904
B.1rncchini Carlo, HM7-1952 Perrucd1etti Giuseppe, 1882-1888, 1905-1907
l3il11>ehet Furio, 1956-1958 Piacentini Ernesto. 1863-1864
Bollati Franco, 1962-... Piaui 1922-1924
Bombardieri Lui&i, 1946 Pinotti Oreste 1946-1954
Girotto Ma rino, 1947·1955 Poggi Frnneo, 192-1-19"..6. 194&1951
Lombardi Vit1orlo, 1947-1952 Poma Filipl)O, 1925-19"..6
Massa Ferrante, 195!k .. Porrini Ambrogio, 1946
~lnterazzo Cindido, lQ.16-1958 Rey Giacomo. 1867·1907
Muratore Guido, 1946 Rico:ardi di Netro E., 1865-1873
PcnwPiercPrlo,1954>... . Ritti Giuseppe, 1863- 1865
Pinotti Oreste, 1959-.. .. Rivetti Guido Alberto, 194&1947
Rigatti Mario, J953-1955 Ri~zctli Carlo, 1892-1900
Saviotti Antonio, 1956-1958 Rohecchi Ambrogio. 1925-1926
Soardl Nino, 195~1961 Rvsso Bartolomeo, 19•16
Zm1oni Augu sto, 19-16-1955 Rota Giuseppe, 1957-1959, 1001
Rovclla Nanareno, 1952-...
Saglio Silvio, 19'1&....
TESOIUERI Saroldi Lorenzo, 1865-1871
Saviotti Antonio, 1959-
Loe9cher Ermanno, 1806 Sçhcnl: Silvio, llMS.1953
Rey Giacomo, 1867·1907 Selli Aicss:i.ndro, 1889-1891
Rey Cuido, 1908-1918 Sella Corr:1.dino, 1893-1897, 1898-1899
Sar11cco Guido, 19'16.1950 Virgilio f°l'3TICC$CO, 1879- 1883
Bello .\fario, 1951-1962 Barelli ~larfoio, 1884
Oua ti Brioschi, 1963-... Vaccarooe Luigi, 1884
C::iinerScipione, ISSS.189-2
RaUi Carlo, 1893-1910
REIJJ\TTORI Laeng Walter, 1911-1919
lhrhctta Roberto, 1919-19"-3
DELl. . A RIV ISTA MENSI L E Ferreri Eugenio, 192-1-19'15
Balliano Adolfo, UM«J.1950
G~taldi Bartolomeo, 1865-1872 Hamelb C1rlo, 1951-1952
Baretti ~larlino,1874-1878 Herloglio Gio••mni. 1953-...

PRESID ENTI E SOCI ONORARI

PR ESI DEN'J'/ ONOHJ\ IH DE I. . C.A I . 21 c.


r eld uuminato 1wl !00-2
28Vittorio Selb 1003
S.A.R. Tommaso di Savoia Du- 29A. .\fosso 1907
ca di Genova nomi nato nel 1869 30Ab.1tc ChanouK 1007
Ilo Viuorio Ern.1nuelc Il 1876 31Vittorio Spitallieri di Cessole 1909
Ile Umberto I 1875 32Regina ~largherila 1913
Ile ViUorio Em.>1mcle lii 1900 33 senatore C. Barl'3cco 1913
On. prof. Antonio Segni • Pr~ 34 senatore conte F. Rlgnon 1913
sidente della Repubblica 35 sen.1tore gener.ile C. Ma-
grurni rucotti 1913
36 E. Martin-l.anciarcz 1913
SOCI ONORA IU Ji L. Roasenda del Melle 1913
38 Re Alberto I 1919
I Enrico Tirone nominato nel 1866 39 S. l'. Farrar 1919
ZGiorgio C::irrcl 1866 40 E. P. Sauvage 1919
3Giovanni Gnifetti 1886 41 H. Ferr:md 1919
4 Amato Corret 1869 42 Duca degli Abruzzi 19"..3
5 G. 8. Chamonin 1869 43 Guido Rcy 1923
6 Anton io Carestia 1869 44 Ettore Tolomei 1923
7 Alberto Cilli 1872 45 Gabriele D'Annunzio 19"..4
8 Luigi Palmieri 1872 46 Luigi C::idorna 19"..5
9 Arcangelo Scacchi 1872 4i Umberto, Principe di Piemonte 19"..8
10 Fr3t>CC9C() Dcnza 1873 48 Benito Mussolini 1926
li Charlcs Martins 1876 49 Conte Edmond d'Arcis 1933
12 Ed•var<l Whympcr 1876 50 Colonnello Edward Lislcy
13 John Tyndall 1876 Stmtt 1933
l•l ju!iusvon l'uycr 1876 51 Jean Escarra 1933
15 Filippo Cccehi 1876 52 Felice Cuglcr 1933
l6 Goulicb Studcr 1877 53 Tibor Zsitvay 1933
17 Bcrnard Studer 1878 54 Stanislas Osick! 1933
18 Leopold von Hofm:mn 1878 550tt0Sjoogre11 1933
19 /\1. do Déchy 1881 56 W. Walcry Coctcl 1933
20 Luigi Bombicei 1884 57 Antonio Berli 1951
21 R. Il. Budden 1889 58 Luigi Cibra.rio 1951
22 D. W. Fresh6cld 1895 59 Giovanni Battista Guglicnnina 19'4
23 \V, A. B. Coo!idg<l 1898 60 Giuseppe Cuiliermina 1954
24 J. Vallot 1898 61 Maroel Kurz 1958
25 Ch. E. Fay 1898 62 Bartolomeo Figari 1957
26 LuiKi Vacc:m:ine 1899 63 G. W. Young 19"7

403
CONGRESS I E AD UN ATE

1868-1 Congresso AOSL'l 1908 · XXXIX Congresso Fi rem:e


Vam!lo 1909 - XL Vt•rona
1869-11
1870-111 DomodQSSO!a 1910 ·XLI Parma
1811. IV Agordo 1913- XLII Torino
Chieti 1919- XLIII Trento-T ricstl"
1872 - V
1873 ·VI 1920 ·XLIV noma
1874 - VII Torino 1921 - XLV lntr.1
1875 · Vlll Aquib 1921 . XLV Douwdossob
1876- IX Pistoia 1922 ·XLVI Trcuto
1877 ·X 1927 - XLVII UicllD
1878-XI lvrC:l 1928 - Xl.V III A,1uib
1879 - XII Pemg:ia 1930- XLIX Adunata Gcno•·a
Catania 1931 - L U.Ob;1.11o0
1880- XIII
1881 - XIV Mibno 1932-LI Torino
1882. xv Biella 1933 ·LII Cortina
1883 - XVI Bre5Ci:i 1934 - LIII Trieste
1885 - XV II Torino 1935 LIV Vicen1.:i
1886 - XVlll Vamllo 1936 - LV Genova
Vi<:cnza 1937 ·LVI 01tanla
1887 - XIX
Como
1888 - xx Bo!ogn.1 1938 - LVII
Ortle«-Cc•·edale (sospcs0)
1889 - X.Xl Ascoli Piceno 1009 - LVIII
1890 . x:m Roma HM7 · LI X Congresso Viareggio
1891 - XXIII lntni. 1948-1.."\ lloma
Paknno 1949-IAX! ~lcmt>O
1892 - XXIV
1893 - xxv Belluno 1950 • L.X ll Bologna
1894 - XXVI T orino 1951.u.:111 Sicili11
1895. XXVII Milino 1952 ·LXIV Tn!ll\O
1896. XXVIII Ceno~ 1953. LXV Salerno
1897 ·XXIX llcrg:omo 1954 ·LXVI Domodossoli
1898. xxx . Biella 1955 ·LXV II Sartlt>gn.1
1899-XX.' tl Bologna 1956-1..XVlll Dervio
1901 - XXXII Brescia. 1957·1..UX P:dcmio
1900. x.xxm Napoli 1938 - L.XX L<~
1903 - XXIV Aosta 1959· 1...00 Trieste
1904 - xxxv 1960 - !..XXII A«1ui Terme
1905 - XXXVI Vene~io 1961. 1...XX.111 lkl!uno
1906 - XXXVII ~1ilino 1962 - LXXIV Va rallo
1001 - xxxvm Varnllo 1963 . LX.XV T oriuo

LE ASSEMBLEE DEL C. A. I.

Il presente elenco è stato completato, includendovi I<' a>~t·mblro d"I 1863 al 1875, con Li Yalida colbho·
ra1jonc di Nino Daga [)cmaria.

LE ASSE~ IBLEE CENEil\ALI DEI SOC I

1863 - 23 ottobre • ToriDO 1869 • 15 febbr.iio - F ircn:Ml 1872 - 30 aprik/15 maggio -


1864 - 24 gcnuaio ·Torino 1869 • 29/3-0 agosto - V:ira!lo Torino
1866. 19 mano-Torino 1870 - 28 agosto. Domodow1Li 1873 - 10/11 mllT'ZO - Torino
1867 • 23 aprile· Torino 1871 - 27 aprile - Torino 1874 - 14/15 mar.i.o· Torino
1869 - li fcbbmio - Firen?.e 1871 - 17 settembre· Agordo 1875 • 15/16 maggio - T ori100

404
LE "SSE.\IB LEE DEI DE LEGAT I

1876 · 23 gc1m:1ìo ·Torino 1897 • 7 se1tcmb1e . Bergamo 19:W - 24 ottobre - Torino


1876 · 28 maggio • Torino 1897 • 19 dicembre . Torino 19'l0 · 12 dicembre - TorillO
1876· 28di0t"01bre -Torino 1898 • 4 seucmbre . Graglia 1921 · 18<1iccmbre-Torino l'c2•
1877 · 9 giugno - Torino 1898 · 18 dicembre . Torino 19'l2- 2 aprile· Torino
1877 · 27 dicembre - Torino 1899 · li settemb1c . Bologna 19'>..3- 21 gennaio· Trieste
1878 - 7 luglio· Torino 1899 · 11 dicembre - Torino 1924 - 13 gennaio· Venezia
1878 • 29 dicembre· Torino 1900 · 29 giugno· Torino 19'>.A-31 ag05to -Viccnu
1879 • 6 luglio -Torino 1900 · 23 diccmbl"(' ·Torino 1' e 2' 19'>-5 • 8 mano - Parma
1880 · l i gennaio· Torino 1901 - l settembre Brescia 1925. 13 settembre· Gorizia
1880 - 4 luglio· Torino 1901 - 29 dicembre - Torino 19"..6 • 21 mano · Firenze
1881 · 9 genr~1io · Torino 1902 - 11 settembre - Napoli 1926 • 22 m.ino - Firenz.e
1881. 3 luglio-Torino 1902 • 28 dicembre . Torioo 1826- 26scttembre·Napoli
188 1 · Il d icembre· Torino 1903 - I settembre - Aosta 1927 • 10 aprile - Genova
1882 . 22 genna.io. Torino 1903 . 27 dicembre . Torino
1882· M nu1ggio- Torino 190-1 - 31 agosto - Torino
1883 · 6 gennaio· Torino 1904 - 18 dicembre - Torino Dal 19'l..8a! 19-1511on5iSOnotcm1·
1883 • 24 giugno - Torino 1905 • 4 settembre • VcnC7Ja tcA,scmblecdci Delcgatii>crb
1883 · 16 dicembre • Tori no 1905 • !7 dicembre - Torino t rasforma~ionc autori taria dcl
1884. 25 maggio· Torino 1906 - 3 set tembre - Milano C.A. l. e da ult imo per lo stato
1884 - 21 d icembre - Torino 1900. 30 dicembre. Torino
di guerra.
1885 • 2 1 giugno · Torino 1907 · 4 settl'mbre. "la1tna
1885 · 27 dicembre· Torino 1907 · 29 dicembre. Torino
1886 - I agosto· Va.allo 1008 · 12 settem bre. C1maldoli 19'10· 13gcnnaio - MiL1no
1887 • 9 gen naio· Torino 1908 - 20 <liccmbre . Torino 19-16 - 1 ·Jicembre . Vcmna
1887- 27 agosto· Vicenza 1909- 5 settembre. 19-17 • 9 m.ir.ro - Torino
1888 · 8 genn.1io- Torino 1909. 19 dicembre - Torino 19-18 ·16 maggio· Torino
1888 - 29 giugno· Torino 1910 · 12 giugno - Torino 1949 - 24 aprile- Genova
1889 - 6 gennaio· Torino 1910- 8.'>('ttcmbre- Parma 1950 - 2 aprilo· Brescia
1A89 • 14 lu1lio. Tori"" 1910- 18 dicembre. Torino 1951-20m~io· Firenze
1890. 5 gennaio. Torioo 1911 - 2 settembre. Torino 1952- 8giui;no· Mibno•
1890 · Il luglio • Rom.1 191 1 - li dicembre - 1952 - 14 s...ttembre - Trento
1891 · li gennaio· Torino 1912 · 29 settembre - Torino 1953 • 25 aprile - Parma
189l-3 1 agosto- l ntra 1912 - 29 dicembre· Torino \~I - 2 maggio· Rom.i
1892. IO gennaio· Torino 1913 • i scttembre. Torino 1955 - 15 maggio · U.ologM
1892 • 10 luglio· Torino 1913 · 28 dicembre. Torioo 19'56· 8 aprile - Modena
1892 · 18 dicembre· Torino 1914 - 13 sencmbr~ Torino 1957 - 14 aprile - Verona
1893 · 27 agosto· T orioo 1914 · 20 dicembre. 1958 · 19 gennaio • Bologn.1
1893 • 17 dicembre · Torioo 1915 - 19 dicembre - Toriuo 1958 • 8 gi ugno - L i\'llrnO
1$9-1 · 2 settembre. Torino 1916 · 17 dicembre. Torino 1959- IO 1n.iggio- Milano
189-1·16 dicembre· Torioo 1917 - 16 dicembre - Torino 1960 - 8 m.iggio - Bologn.1
1895 · 2 settembre. Milano 1918. 15 d icembre - Torino 1961 · 21 maggio- Carrara
1895 · 15 dlC<"mbre · Torino 1919 · 6 luglio - Torino 1962 - 20 maggio· Flrenr,e
1800 - 3 settembre. Genova 1919 . 21 dicembre . Torino 1963 • 31 mano - Roma
1896 -20 dicembre. Torino 1920 -13 giugno · Torino 1963 • 8 setkmbrc • Torino

ELENCO D EI PRI M I SOC I

I. "gordit>O cav. Pio, Con.,,iglicrc munici1>alc. 6. Moonati-Visconti m.uchco;e Gio. M.irtino, 1-libno.
2. Allis Gactn1>0. 7. "rc11<1 ca\•. Gll.ct:mo.
3. Antonini Giuseppe, Borgosc~ia. 8. M1omcav. l<:1cco,Sejrctariodi l...egalione.
•I. ,.,,ziani cav. Giovanni. 9. A.~eriocav. Giulio, Ingegner<', Milano.
5. Arço:.mati-VisconU mardu...c,
. [k."1.JUtato, .\liLino. IO. Badoni cav. Giusc1i1ioc, Lecco.

<05
li. B.1er comm. Cosbrntino 69. Gal!ant Carlo
12. B.1lb!ano c:w. Eugenio 70. Gallio.'\ conte Stefano
13.B.1lbocav.i.Ali&i 71. Carnoll<I Edoardo
14. B.1lc1no cav. Placido, ~ l ailiiore d'Artiglier~1 72. C..staldi cav. Andrca , Professore.
15. Bali John, Esqulre. Londm 73. Castaldi cav. Bartolomeo. Professore.
16. Bamcco baroneGiov:rnRi, J)cpotato, Napoli 74. Ca.midi c:w. Bia!Po. Profe<:s0re, P:ilermo.
17. Beccar! prof. Edoardo. 75. Castaldi dott. Giovanni.
18. Bclbrdicav:tl. Lui&i, pror. di Storia n,1tnmle. 76. Cauticr di Con6cnaocav. Alfonso
19.Bcnedctti(de) 77. Gillctta cav. Annibale, Ingegnere.
20. 6erscziocav. Vittorio 78. Giordar>0 cav. Felice, Ispettore dc\le miniere
21. Bertin!avv.Gio.B.1ttista.IX"Putato 79. Gionbno e:w. Scipione, Professore
22. BertlinCioraio 80. Cliscnti Francesco, llrcscia.
23. ll ~1nchcri avv. Ciuscp1JoC, Deputato. 81. Covi cav. Gilberto, Professore di Fisica.
24. Biar>ehi cav. Giuseppe, :\faggiore d'Artiglieria. 82. Grab.111 cav. Enrico. Ingegnere
25. Biglia cav. Felice. lnge):!ncrc. 83. GrasAntonio, Professore
26. Bischoffsheim Raffaele. 84. Cravicr Pietro
27. Bocca Bernardo. 85. Grcgorini e.w. Andrea, Lovere
28. Botta Casimiro 86. Grima lcli cav. Vittorio
29. Btxlani Carlo, Ingegnere, Vamllo. 87. Guastalla cav. h raelc, Banchiere. Modena
30. llnggio Edoardo, Coornctm, /\!osso S. ~!aria 88. HaimannGiuscppc
31. Honghi Cliv. Ruggero, Deputato 89. Jung Mauri1Jo.
32. Hotto cav. Giusepl>e· 90. Kmmer Ed().udo, ~filano
33.Horelli,inge11ncrc,Bar<lonoochla 91. Lacaita comm. Giacomo. l)eputato
34. Jl.otteriOnorato 92. L.1ndaucav. Orni.io
35. llr<.'<b Vincenzo Stefano, Ingegnere. 93. LoeschcrErmanno
36. Brenna R.1imond o. 94. Lucc:1 cav. Fmnce5CO, Ingegnere, ~filano.
37. Bru1.ZO eav. Gio. R1ttista. oolonncllo del Genio 95. Magcsca.v.&.ltt isb.
38. C.1ssinis oomm. Cio B.1tt., Presidente dcl\a Ca· 96. Malvar>0avv.Giacon10
mera dci Dc:iiutati. 97. Marello cav. C.1rlo, Professore di ~ !atematica
39. Cauda eav. Vulerio, !'J(lf~re. 98. ~brtin Franklln Prof. L.
40. Cavour (di), :\forehesc Einanlo 99. ~lartin-Laneiane cav. Eugenio
41. C.1mpana aiv. Adolfo, Maggiore Gcn d'Arti· 100. :\lassa.cav. Mattia, Ingegnere
glicria. 101. ~ l attei c.w. Emilio, Colonnello d'Artiglieria.
42.Casaglia 'ca v.Orestc. 102. :\lattcuoci comm. Carlo, Scn.1tore dcl Regno.
43. Cerutli Annibale, Avvocato 103. :\lcnotti Achille. lXJl\llalo
44. Ce<:ma barone Giuseppe. 104. Mcycr Em ilio.
46. Cesati barone Vincenzo, \lcrce\li 105. ,\lcyn.~rdi Carlo. AV\"Ocato
47. Chiaws ew. ~idcmto, Deputato 106. :\liehclo11i Emilio
48. Ciartoso Antonio. 107. :\lichelotticav.GiO\"anni.
49. Cibrnrio cont e Luiai. Senatore dcl Regr>0 108. MiconoGiov. Andrc:i.
50. Cimino Cioritio Tommaso. Avvocato 109. :\lob di Larissl! conte Luigi.
51. Ci\/:tllicri ca''· Annibale, Colonnello d'Artiglieria 110. Monale (di) oomm. A., Consigliere di Stato
52. Clcrici Adolfo. Ili. :\longenetGn<p:1re.S.:\lnrtino, l\ll"ea
53. Cocchis aw. GiUSCP1>C 112. Montcfìorc Edoordo
54. Cooconito di .\tonfiglio conte. 113. Montcfìoro-Levi cav. Gior11io, Ingeg nere
55. Collobiano (di)cav:ilicrc Luigi. 114.:\lyacav.Pietro
56. Cotta Giu~ppe I 15. Nasi oomm. E11rko
57. Cm,•cri Federico, Professore. Bm I 16. Nigra cornm. Costantino, :\.1111. Plcuip., Parigi
58. Curlonl comm. Giulio, Milano 117. Nolicav. Cormdo
59. Ddcrmrl Avv. Filipl)O, Sotto.Prc-fotto, l.AX"'CO 118. Pnl!:wldno marchese Umberto
60. DcvinCCn1.i comm. Giuseppe, lXputRto 119. Poclretti Gio. Antonio.
61. Di Villimarina marehCliC Emmanuele. 120. Pcm7.zicav. Costnnti110, Ingegnere.
62. Duro (de) comm., lnc:irieato d'affari in Spagna 121. Perrct Federico
63. Espana comm. Jose 122. Perrone di S. )I.fortino oontc Paolo
&I. Farini (:(lv. Domenico, /\laggiorc di Stato :\lag· 123. Pcrrone di S. Martino l:i.irone l~emando, Scgrct
~~·
65. Fen1J cav. O.rio, Deputato. Firen1.e.
di Leg.11Jonc.
12.4. PcrronedlS. :\b rtinocav.Artmo
66. Fermacav. Valentino, I ngegnere 125. Pcruuj conte Ubaldino, Min istro dell'lntemo
ffl. ~'iorini Matteo, l'rofrssore 126. Pcn;oglio Lo.ii11i, Sost. Proeumtorc dcl Re
68. Francofort cav. Engeuio, l11gcg1wre, l'albnza 127. Piacentini avv. Giovanni.

406
128. Pittatore p.1dre Cherubino, Professore. 157. Sankcy Wllliams, lniegnere
129. Ponti c:lv. F"rancesco, ).llbno. 158. $chiapparelli cav. G. V., Dlrett. dell"Osscrvat
130. Quagl~1 rnv. Giovanni. Astr()nomico,Miboo
131. Radicali di ~larmorito ca•« Vittorio 159. Scolari Saverio, Professore, Pisa
132. Henzi (de) h.u. Francesco 160. Selli Gio. Battista.
133. Rey c:iv. Giaoorno, Membro ddkt Camera di 161. Sella wmm. Quintino, Deputato.
Commercio. 162. Seyssel d"Ai:i; conte Qirlo
134. Rcy Giacomo, l unfott 163. Signorelli Giov., Avvocato.
135. Rie>rdi di Netro cav. Ernesto 164. Sismond:i oomm. Angelo, Pfflf. di Mineralogia
136. Ricasoll OOrome Bettino, Deputato. 165. Susani eav. Guido, Deputato.
137. Rk:lsoli C3V. Vincenw, Deputato 166. Tamagoooe cav. Luigi, impicpto alla Zeocca
138. Ricci m.1n:hcsc Alberto, Sen.1tore del Rcg110. 167. Testa Amedeo, Proprietario.
139. Ricci man:h. Giuseppe. Ccn. di Stato Maggiore. 168. Thelluni:contc AIC$$Dndro, Panzone.
140. Ricotti comm. Celiare, ~\la&gior Geuerak. 169. Torelli cav. Giuseppe, Deputato.
141.llignoooonteFelice. 170. Torelli oomm. Lui1ti, Prefetto, Pi:;.1
142. Rignon eav. Vittorio. 171. Tosi Gaetano, Avvocato
143. Rimini Gio. Bntt., Geometra. 172. Trompeoeav. Paolo
1-14. lli•·cra Alberto, Ingegnere. 173. Trotti marchese A\ess.1ndro
145'. Robert (di S.)oon1c1Paolo 174 . Twercmbold Domen ico, orefice.
J.16. Robl>0avv.Giuseppe. 175. Twercmbokl , orefice.
J.17 . llOCCll (dcl!n) <:Onte Enrico, G..!ncralc d'Armat:I 176. Vecchi (de) e.w. Ezio, Colonn. di Stnto Maggiore.
148. llon\ (di) mnr<:h. Emanuele, Sindaco di Torino 177. Velasco eav. Ciuscp1>e, Co!onn. d'Artii,tlicrfa.
149. RoMendn (di) cav. Giuseppe 178. VL1lnrdi l..oi11:i, fotografo.
150. ll o.1scnda (di) cav. Luigi. 179. Vi!;COnti Venosta comm. Carlo, "M i n i~tro dclrE-
151. RolatKli marchese Gefflbmo, Maggiore steffl
152. Rossi Angelo. Ncgo7Jnnte. 180. Vitale {di S.) conte Stefano, Parma
153. Rossi cav., Mnggiorc d'Artiglieria 181. Vitta barone Emilio. llanehiere, C.salc
15~. Ru i7. cav. Armando. Luogotenent e di Fanteria 182. Zampari Franee5CO, Ingegnere,
155. Saffll<li cav. Lorcn1.0, Sc1tret1rlo dcl C.-idastro 183. Zitti Fortunato, Lovere
156. Sanfront (di) ooutc Ales~1idffl, Luogotenen te 184. Zuppinger CL1e., Bergamo.
• Genemle

ELENCO DELLE SEZIONI AL 1963

SEZ I ONE Perpetui Ordimri Aggregati T otali

Abbiategrasso 19-16 56 16 72
Acqui Terme 1958 188 30 218
79
"
Adria 1947 24
Agordo
Alat ri
Albenga
1868
19<19
1957 I
167
2·1
37
"IO
23
228
34
00
Aloss:mdria 1928 I 329 51 384
1348 692 2001
~~:~::ige
1900
1932 " 14 4 18
575
Aosta

~~::~,
1866
1674
1930
"'"'
IO.
26
31
38
213
142
Arzignano 1015 110 20 132
As<:oliPiccno 1883 87 14 101
Asmara
A-
Asti
1937
1957
1921
49
60
).Il
'
12
56
51
72
11)7
Auron:w 1874 &I 37 128

407
SEZIONE Anno Fondu Perpetui Vitali1.i Ordin.1ri Aggregati Totali

Avcxwno 1956 25 6 31
B:1rgc 1..7 14 3 17
Bas.sano dcl Grappa 1919 252 I .. <36
B.wcno HU5 35 22 57
Belluno 1891
..,,,,.
24
"' 70 32<

-=
"""~
1873 71 1061 l508 16<1
Brlanu 1961 I« 20 16<

. ..
1931 5 140 30 175
Bielfa 1873 l>I 1068 235 1<1>7
Bollate 19<5 I 77 16
Bologn.1 1875 468 3<8 821
Borgomanero 19<6 56 IO 00
BrcJCia 1875 007 <40 1<43
19".A
Brcss:mone
"" 117 3<2

...
Brugherio 1961 63 22 85
Bnrnico 1924 42 7 49
Bu<to A,.,,ixio 1922 319 123
Cagliari
C.ilol>.iocortc
C.imcrino
"""
1945
1933
55
101
32
3<
7

1
62
152
33
C.impoha<SO 1958 56 11 87
C.intu 1945 100 21 126
Carate Brian;ro 193< 12, 51 100
Carpi 1945 42 21 63
C.umra
Casale ~lonformt o
C.1slino d'ErOO
C;i.stdfrnnoo Veneto
C.-istclbn1,1
1006
19"..A
10'7
19".A
1945
13
32
""
87

"'30
33
.. ..
68
12

35
17
222
99

61
79
Catania 1875 5 115 83 203
C.wa dci Ti1rcni
Cedegolo "'"
1047
3 60
76
55
12
118
68
Ccmwco s/N.
C...oo Maderno
1.. 6
1..5
91
7 • 100
7
O.iari
Chiavari
19<6
1955
36
140 .,14 52
181
Chiavenna 1048 83 61 16<
Chieti 1868 275 119 391

. ..
Chioggia 19<6 27 I 28
376 575
Chìvas.<0 1922
""
.,"
Cittadella 19'27 3<
COO""oo
Colleferro
1960
1"'4
72
,. 76
101
Como 1875 680 324 11"4
Conegliano
Cortina d'Ampezzo
CrC1n:1
Cremona
Cu1mo
(1882)
1925
1920
1931
1868
1874
15
1
267
133
73
251
340
..
21.5
191

87
126
482
339
122
338
480
Dervio 19<0 280

..
122 402
Desio
Dolo
Domodossola
Fabrian-0
1920

"''
196<
1951
275
42

..
229
62

254 .....
363
83

Facnz.1
Feltre
1947
1922
"
217
27

99
85

316
J."Ct"mm 1927
Fir(.•1ze 1868
2
33 '"
709
162
•124
516
1258

408
SEZIONE Anno Fondaz. Perpetui Viblid Ordin.tri AiiP'tKDti T otali

260
t"iume
Fori.i
Forte dci .\larmi
(1885) 1911::1
11"7
1008 ""'
60
134
166
30
"'
4'3
00
Fossano
,.,...
1947 89 92 181
~-rosinone
Gallar.de
Garbagnate
19"...2
1953
"'
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.\1ibno 187< 770 240·1 1238 4412
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72
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19-18
1962 "'
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19-17
180
100
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47
392
147
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409
SEZIONE Anno Fondaz. Perpetui Vitalioti Ordinari Aggre;.iU Totali

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19<7 ...
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128
72

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Napoli
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1946
1871
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1945
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32

32
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197
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Olgiate Olona
Omegna
Origgio
1945
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1946
39
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43

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Padova
1946
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8
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1913
1877
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157

Palbm·.a
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1945
1875
230
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223
305
91
114
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279
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Pavia 1921 316
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195-0
1952
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"'
17
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393
52
69
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Pctrnlia Souana 19-28 IO 19
Piaccn1.1 l9Jl 342 218 561
Piedimulera
Pietrasanta
Pieve di Cidore
Pinerolo
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1946
19-16
1929
1926
1926
72
59
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275
107
12
33
17
152
52
..
84
92

'31
159
Pi.1toilL 1927 13 67 42 122
Pordenone (1920) 192..'i
Portogruaro
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1949
1895
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29
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191
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451
30
1344
Pra, Biellese 1946 85 13 102
lbvenna 1932 67 3 71
llcggio CaL1bria 1932
Reggio Emilia
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1932
l<>'..6
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167
Il
5-0
388
61

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nicti 1933 IOI
" 123

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llimini 1959 128 30 158
1873 809 978 1858
Rovagnate 1957 81 IO 91
Rovigo 1932
S.iluzw
Sanremo
1995
1945
""
298
114
16
112
I03
127
321
222
San Severino Marche 19-17 38 38
S.in Vito di Cadore 1946 38 42
S.ippada 1954 29 20
S.uonno 1938
Savigliano
Sa•-on..1
1945
1584 l
"'
79
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158
166
199
512
Schio 1896 12 295 327 634
S.E.~ I . (1891)
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Seregno '"''
1922 "
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517
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220
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132
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Sesto Fiorentino "" 34
• 40

Sesto S. Ciovann! '""


1948
113
77
16
53
129
130
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Somma Lombardo
1945
1951
114
110
21
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15-0

410
SEZIONE Anno Fondaz. Pcrp(:lui Vitalizi Ordinari Agpcgatl T°"U

-
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1872
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1930
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1952
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1946
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Trento (1872) 1919 193 3722 32 19 7147
Treviglio 1"'5 16 16
Treviso 1909 4 218 236 468
Trieste ( 1883) 19 19 17 616 336 969
Udine (1881) 1929 7 546 301 854
Uget-Torino (HH3) 1931 li 1531 458 2060
U1,1lt-Bussolcno (1924) 1945 168 00 258
Ugct..Ciriò (1923) 1945 253 .'18 2'7
Uget-Torrepclice 1\924) 1942 145 114 259
U.L.E. (1914) 1931 590 268 862
Vado Li gu re 19-17 81) 23 103
V11l<lng110 1922 264 211 475
V11rnllo Scsia 1867 91 595 211 992
Varazze 1945 54 18 72
Varese
Vedano al Lrimbro
Venezia
\lenti miglia
Verbano
1906
1962
1800
1..6
.. 190
102
526
32
63
26
382
13
367
128
fTl7
45

"
1874 14 195 269
v ........m 19-27 I 249 256 509
Verona 1875 1' 593 631 1236
VerTCS
Viareggio
1956
1935 "
60 "'
24
114
104
Vicen1:1 1815 18
"" 176
"'
.. .
Vigevaoo 1921 ! .. 747
Vilbdossob
Vimercate
1..5
1..5
' 544
188
60
125
2
3 13

Vittorio Veneto 1925 22 70 92


Voghera 19"-8 100 168
C.A.A.I.
Vitalizi app<1.rlenenti a Se1Joni sciolte

N. Il. - ALTO AD IG E, comprende le \'C<!Chie Sezioni di Solwno (anno di fond.uJone 19'11), Merano (:m1m di
fonti. 1924), Vipiteno (anno dl fond. 1949). BASSAN O DEL GRAPPA Mta come Club Alpino Bassa·
nc.<e nel 189'2. GORIZ IA. n.ita wme Alpina delle Giu lie.Gorizia nel 1883. UCET TO RINO, naia come
U.C.E.T. nel 1913. UGET llUSSOLENO. naia wme U.G.E.T. nd 1924. UGET GIRii::. naia come
U.C.E.T. ud 19"..3. UC ET TOR REPELICE, uata come U.C.E.T. nd 19".A. U.L.E. GENOVA , nata c<r
me U.L.E. nel 1914. S.E. M. ).IJLANO. nata come S.E.M. ~I 1891.

li 11rcscnle prospetto è $lato compilalo sull:i hm;e dcl numero dci nominativi dcl Soci l rasmessi dallc
Sezioni alla &...Jo Centrale cu lro il 31 d icembre 1962.

411
DIAGRAMMI

M1gha1a
100 --- - - - - - - - - - - -- ----------
95- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
90 ---------------------
85 -------- -------------
80 ---------------- -----
75 - - - - - --- - - - - - - - -- - - - -
70 -------------------
65 ----------=----------

La /IJr..4 mm rerica dcl Club Al,.tuo ltolltmo, Jolk origilli al 1963

412
Le Se:ioni in ropporlO all'armo di f01wlozi()ne

s
i ~ ~ -
4 13
I Ile Sottorezi~r
Sezlo":i:~e ~=~t~.W~edelle as.:isw' nu mero delle Sezioni)
(sull'asso delle ordin:ite ilL6numero

414
Socl C.A.l in raPIXJl'tO ~11.J,

SILVIO SACLIO

415
LE G U ID E

a) STORIA. I. Val d'AO$tll, p. -117. - 2. Piemonte, J.i11:11ria, Toscana, p. -126. - 3. Lombard~"l.


p. 431. - 4. Dolomiti, p. 436. - 5. Alto Adige, p. 461. • 6. Alpi C"lrnichc .c Ciulic, p. •162. -
7. - Appennino, p. 465. · h) ORGANIZZAZIONE • l. Da11:li albori al Conson;io Nazionale Cuidc
e Portatori dcl C.A.1., p. 407. • 2. Il Consonjo Na1jona!c Guide e Portatori dcl C.A .I., p. •172. -
3. - L.cggc e regofamento di P. S. - Legge sul riordinamento <lei C.A.1., p. 476. - 4. L.cggc regio-
nale vakl~tana cd accordi llegionc-C.A.I .• p. 477. - 5. Corsi cd es.~mi toorico-prntid per l'nm-
missione n portatore e 13 promo:done a guida, p. 479. - e) IL CONT llAJl'O [) I CU IDA -
I. Natura del contratto di a:uida secondo il SeloUi e la scnte1na 9 aprile 1927 dclli Corte d'Ap-
pello di Tori1io, p. 489. - 2. Consuetudine e regobmento dcl C.N.C.I'., p. 4!)1. - 3. Il contralto
di guida li di natura mista, con elementi di carattere associati''O e di loea~..ionc d'opera, 11. 491. -
4. Obblighi delli guida - Sentenza 6 dicembre 1949 del C. I. presso il Tribunale di Tre1110,
p. 494. • 5. Obblighi del cliente. p. 497. - 6. Tariffe, rinunclabilità del oompcnso, p. 500. -
7. Spedizioni di Soocorso e Corpo di Socoorso Alpino, p. 503.

La professione di guida alpina, quale mente si misero in CCm'l dci migliori aiutanti; è
rosìchccssiforo1M1intlottiaccrcare.ncivill:ig_<1i
oggi la in tendiamo, sorge con le prime alpestri, degli uomini decisi e capaci di condurli Jlb
esplorazioni e la conquista del Monte meta che volcmno raggiungere. E 11011 i:appiamo che
Bianco (1786). Dapprima ristretta alla sola oosa sia più ammire>'Ole, se L"\ oon6dcn:Q che gli
alpinisti, inesperti ma ambiziosi, ponevano in uno
Chamonix (che nel 1821 costituisce la pri- sconosciuto, o b risolutc7,za di cui diedero !lf0\11 i
ma Società di guide), si estende gradual- montanari rispandendo ad un appello inaspettato.
mente verso la metà del secolo XIX, col che avrebbe modi6ca.to profondameute il loro tc1M1rr
divita·(I).
trasform arsi dell'alpinismo in attività fin e
a se stessa non più legata agli iniziali scopi Indubbiamen te l'origine della nuova
scientifici, a tutti gli altri grandi centri professione è da ricercare in un compren-
alpini. sibile desiderio di guadagno. Ma i migliori
• l~i guida nacque il a;iorno in cui si trovarono
seppero superare questo primo cd essen-
degli uomini curiosi di vedere le Alpi per le Alpi , ziale movente per divent are la guida di
dicsplorarequellere11:ioniroslvicincadessietut· gran classe, che non lavora solo per de-
taviacosl poco conosciute. Questi curi0$Ì. venuti per
lo piÌL <!alla città, arti~ti o .scienziati, erano molto
naro, ma per amor dcl mestiere, per il
mal prep.irati ad affrontare i risdoi e le dillìcohà desiderio di emergere dai colleghi, perché
incrcntiaqua\sillsicsplorazionc: essi se ne rende.
vano ben conto ed avrebbero sorriso alt.idro di a\~
\'Clltu,.rsi senr.a aiuto fuori delle strade batto!(·, (I) Louis Spiro - Cuidu de MOf1lug11e - Tr:od. it.
E~i non potevano esplorare le Alpi da soli, natural- di A. Barbcllini·Amidci, Serpmo, 1931.

416
L A C u 1A DEI B u n ELOS1, 1 CAMPAs1L 1
DI V ,u. STn ll'rr, BKrnsn E UEL TllA VJ-
cso1..o, u C n1 A DELLA V~::ZZASA, <hl
l'a sso della Co~tazza
W otornl<m: diS.Sai:lio)
il montanaro di razza è preso dalla stessa ma solo ~ persona che possa dimostrare
passione dei suoi e signori > e può dire con di averne le capacità, tecnica e morale.
Emile Rey:
• ce n'e:st pas le ialn qui me pousse sur Ics sommcls,
La breve premessa mi è parsa doveros•l
e'cst la grande passion quc fai pour b montagne introduzione al presente lavoro sulla sto·
f ai loujours eonsideré b rec<:1mpense eomme eh >Se ria e organizzazione delle guide italiane,
S<'COndaire à ma vie de guide• (?).
sul contratto di guida quale si presenta
Ciò non toglie che le guide fossero e nell'ordinamento giuridico italiano. Ben·
siano e professionisti > dell'alpinismo e ne ché Chamonix appartenesse politicamente
ritraggano un guadagno: donde la neces· al Regno di Sardegna all'eJX>Ca della con·
sità di un'organizzazione e di una disci· quista del Bianco e fino al 186 1, non ne
plina professionale. Guidare una comitiv.1 esporrò la storia: limitandomi a quella
in ascensione è cosa che genera rischi non delle regioni alpine altualmente italiane e
so~o a ca rico della guida, ma anche di chi così iniziando dalla Valle d'Aosta, dove
è guidato: non deve quindi essere con· esercitarono le nostre prime guide e di
cesso al primo venuto di « fare > la guida, cui ho scritto personalmente. Seguono le
relazioni fornit emi dagli altri Comitati del
{2) Dalla bio11mfi:i. di Emilc Rey in Bollelli" o C.N.G.P. o sezion i del C.A.L per le rispet·
C A1.,1895,p.2.3osei!,I. tive zone.

a) STORIA

1. VAL D'AOSTA
Nel luglio 1774 Jean Laurent Jordaney,
detto « l'aticnce >. da Counnaycu r, guida
il professore ginevrino J-1 . B. De Saussurc
in una ricognizione al Monte Bianco per il
ghiacciaio italiano del Miage e nella pri·
ma ascensione nota del Crammont: nel
1786 compie con l'inglese T. Ford Hill la
prima ascensione nota del Colle dcl Ci·
gante, per il versante valdostano (la prima
salita al Colle del Gigante dal versante
savoiardo venne compiuta il 27 giugno
1787 dalle guide di Charnonix Jean ~·lichel
Cachat e Alexis Tournier, con discesa a
Courmayeur e relativa prima traversata
del famoso valico}.
Nello stesso anno 1786, addì 8 agosto,
il dr. Miche! Gabriel Paccard (laureato a
Torino e medico a Chrunoni.x) e Jacques
Balmat conquistano il Monte Bianco, di Jean Loure111 Jordo111J11

417
cui J-1. B. De Saussure compirà poi, ne]
successivo 1787, la tena ascensione.
Nell'agosto 1778 Jcan Joseph Beck,
pastore al servizio di uno Squindo di Cres-
soney, sale fino allo e Scoglio della Sco-
perta >, l'alluale Lysioch, col frat ello Va-
lentino, F. Castel, J. E. Lisgc {o Lisco),
Jean Joseph Zumstein, Nicolas Vi.ncent e
Sebastien Linthy (chiamati a partecipare,
gli ultimi due, per avere nella spedizione
qualcuno e qui sache lire et écrire, a.6n de
rivaliser aver ceux d'Alagna >: la spedi-
zione venne infatti organizzala per preve-
nire i Valsesiani nella ricerca della cosi-
dctta e Valle Perduta >).
A distanza di un quarantennio, nello
agosto 1819, Nicolas Vincent conquista la
Piramide Vincente la Punta Zumslein, con
Joseph Zumstein.

La professione di guida incomincia pe-


rò a svilupparsi soltanto verso la metà del
secolo XlX, col sorgere e J'affennarsi della
concezione dell'alpinismo come spari, del-
la montagna considerata come fine a se Alexis Clusaz (datata 1868 e tuttora con-
stessa, indipendentemente cioè dalla ri- servata presso l'UHìcio Guide di Counna-
cerca scientifica o da qualsiasi altro scopo yeur) nello stesso settembre 1854, una set-
non alp inistico. L'aumento degli alpinisti timana dopo la salita dal Col du Midi, le
porta con se l aumento ed il continuo per- stesse guide avrebbero altresì aperto la
fezionamento dei loro necessari collabora- via dello sperone della Brenva, precedendo
tori, le guide. di ben 11 anni la comitiva i\loore dcl 1865.
Fin dal 1849 cinque guide di Counna- La natura del presente lavoro non mi
yeur, Joseph i\farie Chabod detto Turin, consente di soffermanni qui sulla dimo-
Joseph Marie Chenoz, l sidore Gadin, Ju- strazione di questa salita del 1854 per la
lien Pillet e Antoine Proment attraversano via dello sperone: e debbo pertanto limi-
assai frequentemente il Colle del Gigante tarmi a rinviare alla Storia alpinistica del
e si rendono conto della possibilità tli vin- l volume della Guida del }.·L Bianco, dove
cere il M. Bianco anche da questo lato la delicata questione è esaurientemente
Nel settembre 1854 organizzano cosl trattata. Certo si è che l'anno seguente,
una spedizione dj sole guide alla ricerca addì 31 luglio 1855, le guide Joseph Marie
deJrintravislo nuovo passaggio, raggiun- Chabo<l detto Turin , P. J. Mochet detto
gendo la via del e Corridor > dopo di aver Gros e J. l\I. Perrod raggiungono il Mur
superato lo spallone del Mont B!anc du de la Còte per la via del Col clu Midi, con
Tacul ed il col du Mont l\hudit. l'inglese James ll enry Ramsay, aprendo
Secondo Wla nota del primo capoguida, virtualmente l'attuale via al Monte Bianco

418
p refabbricata e collocata, nell'estate 1863,
quella loro antica capanna al Col <lu Midi,
che precede cronologicamente la fondazio-
ne del C.A. 1. ed è qu indi il primo rifugio
italiano di alta montagna
Verso il 1860 vi sono ormai a Courma-
yeur numerose guide, di cu i talune vera-
mente ottime. Julicn Grange detto La Ber-
ge porta lìnahnente a termine, nel settem-
bre 1863, l'ascensione al ~tonte Bianco
dal colle dcl Gigante, con l'inglese R. W.
Head ed i colleghi J. M. Perrod cd A. Or-
set: e nel successivo 1864 ne compie, con
Felice Giordano, quella seconda ascensione
di cui è stata pubblicata la relazione in
H.M. 1963, N. 1-2.
Nel 1865, quattro giorni dopo la prima
ascens ione di Whymper alle Crandcs Jo-
rasses, le gu ide Julien Grange, Henry Cra-
tien, J. M. PerrCKI, A. Clusaz e Dao1icl Ccx
com piono - senza clienti, per amore del-
Julùm Cra ..ge

del Colle dcl Gigante-Col du ).lidi. Certo


si è ancora che queste salite dcl 1854-1855
costituiscono, per quei tempi, altrettante
grandi imprese e segnano una decisa svolta
nella stona dcl Monte Bianco (fin qui pra-
ticato soltanto per le antiche vie dell'An-
cien Passage e del Corridor) e dell'alpini-
smo in genere sia per il loro livello tecnico,
sia perché anticipano le imprese di sole gui-
de che caratterizzeranno gli ultimi sviluppi
dcl moderno alpinismo. Le spedizioni del
1854 avvengono infatti per esclusiva inizia-
tiva delle guide: nè lo scopo, di potersi poi
giovare delle compiute esplorazion i per atti-
rare nuovi e clienti > è sostanzialmente dis-
simile da quello delle atttuali guide, di apri-
re nuove vie suscettibili di successivo per-
corso con clienti e, al tempo stesso, atte a
farne e conoscere > gli autori nell'ambiente
alpinistico. Sempre per esclusiva iniziativa
delle sole guide di Counnayeur verr:\ poi Jeo11 A11toine Carrel

419
il Ccn•ino e le fonnidabili imprese allorn
compiute da Carrel, primo salitore della
via italiana. È piuttosto da ricordarne la
gloriosa mol'te, avvenuta il 25 agosto 1890,
al termine delle difficoltà, dopo che l'ormai
vecchio Jean Antoine aveva guidato la di-
scesa dal suo Cervino in modo esemplare:
• Le eircost:1111.c nelle ql~~li egli mori commosscm
anche quelli che non lo conoscevano. Nessuno p1l1
di Lui s:ipcva fan.i un'idea cosi csatt:1 dci doveri t'
delle rc:1ponsabilità ehecon~nie,'ano il ouo compito
e l'ultimo atto della Su.1 vita rimarrà uno dci pi1'1
fulgidi C>C lllpi di de,·oi.ione e di fc<lehà alla con-
seg na. Poiché non si pnò metter!'! in dubbio che,
henchémol!oindcboUto,eglinvrcbbeancorapot uto
s:il..arsisenona\•essepcnsatocheaUasna1>erso11a,
). la egli a•·evn l'animo tro1>1>0 generoso per for ciò
e prcfcrls.1crificarsi: cosciente della sua res ponsa-
bilità, egli si diede con tutta l'anima alla s11lvc;u.a
dci compagni. fono al momento in cui. sG uito, si
abb.ittè sulla neve. L'ult ima ora era 5uo1>.1ta; la pic-
cola fiamma della vita vacillava, sul punto di spe-
g nersi, nia il suo coraggio brillava ancom d'ardore:
"Non è nulla", diceva. Fu mesoo alla rctrogu.udia
' per risp.umi.ulo un poco. Non a•·cva più nem meno
la forza di tenersi ritto; cadde, e qu.ilchc minuto
}con BaptiJts Blc/1 detto 8arilolct dopo spirava • (l).
che accompog11ò CorTclolCcroi110.
Anche nelle altre vallate, i migliori
prendono parte essenziale alla conquista
!"arte - l; seconda ascensione della stess.i delle maggiori cime.
''ella, mentre nel J867 Julien Grange si A Cogne, il 15 sellembre 1869, Eliseo
prende una parziale rivi ncita guidando Jeantet accom pagna \'alpinista vaklostano
11. Walker nella prim a ascensione della P. J. Frassy nella I ascensione dcl Gran
vetta pili alta delle Jorasscs, l'attuale pun- Paradiso dal ghiacciaio della Tribolazione,
ta \Valker (come è nolo, \\lhympc r si fer- dopo un primo avventuroso tentat h·o, del
mò alla seconda vetta, l'attuale punta 3 agosto stesso anno, conclusosi con la
Whymper). Lo stesso Julien Grange com- prima ascensione e traversata del Piccolo
pie altre notevoli imprese negli anni se- Paradiso (v. la relazione ripubblicata in
guen ti, anche fuori della catena del Bian- JL\1. J963, N. 1-2).
co, ed accanto a lui si affermano Laurent A Valsavarenche, Fedele Ambrogio
Lanier detto :o\•linor e Laurent Proment. Dayné gu ida gli inglesi J. Ormsby e H.
Bruce nella prima ascensione della Cri-
Intanto a Valtoumanche ferve la lotta vola, il 23 agosto 1&59
per la conquista del Cen,ino. }ean A11toine
Carrel, il Bersagliere, e Jean Joseph Ma- Verso il J880 incomincia a grandeg-
quig1wz, il futuro vincitore del Dente del giare nel campo alpinistico la figura di
Gigante, si rivelano guide d i altissima
classe. Non è il caso di narrare qui per (J) E. Whymper - Scalale ne lle Al/li (trad il.,
disteso la notissima storia della lotta per Torino 1932, p. 249-250).

420
g ine, l'Aiguille Bianche de Peutcrey, e
realizzando l'impresa fom1idabile della
prima salit a al ~ I o nie Bianco per la cresta
di Peuterey ( 1893).
Egli era tale uomo da poter orgoglio·
samcnte rispondere, a quell'inglese che lo
aveva richiesto di accompagnarlo nella
banalissima traversata della Mcr de Giace
dal ).lontc1wers:
• Voilà Monsieur - indicando con b mano un
gruppodicmideUi" pimte<"- ,·oi\à Ics guide< pour
la Mer dc Cbce: mo!, ;e suis pour le groude nion-
tagne!. (•)

Con la conquista della cresta di Peute-


rey può dirsi concluso il ciclo dell'alpini-

(') Dalb biogmfi.1 ci t. , in Hol/etti110 C.Al .• 1800:,


dove sono ricordale e illu<lm te le sue maggiori in ..
p~

f:milc Hcy

Emilc Hcy, gloria di Courmayeur e della


Valle d'Aosta, degno rivale di quant'altre
guide siano mai esist ite. Nato a La Saxe
nel 1846, ent rò nella professione giovanis-
si mo (1868) quale e gu ide à pied ,, e per
alcuni anni dovette for.:atamente limitarsi
ad imprese modeste, in attesa dell'alpinista
destinato a lanciarlo '· I \Vent-
wort, che
sione delJ'A erey e
della Pu nta iordano dci Jumeaux di Val-
\ournanche (18i7). Con queste salite im-
pose la sua classe, da allora i migliori alpi-
nisti andarono a gara per averlo com-
pagno
Fra il i877 ccl il 1895, an no della sua
tragica fìne al Dente dcl Gigante, com pì
così eccezionali imprese in tu tta la catena
delle Alpi, dal Bianco al Bernina, domando
l'ultima grande cima sui 4<Xl0 a11cora ver-

421
smo volto alla esplorazione delle Alpi, di Ma la soddisfazione della più alta vetta
cui eletta cresta rappresentava appunto i Brochercl dovevano prendersela appena
l'ultimo e più fonniclabile bastione, per due anni dopo, con lo stesso dr. Longstaff,
iniziare quello dell'alpinismo modemo e al Trisul, una cima di 7120 m nel massiccio
delle grandi spedizioni c:.:tra-curopec, in del Carhwal. 1112 giugno 1907 vede com-
cui tanta parte hanno avuto le guide val- piersi questa impresa, memorabile nella
dostane. storia dell'alpinismo himalayano:
Nel 1897 ùmrent Cro11x, Antoine Ma- 1) perché il primato di vetta stabilito
q11ignaz e Joseph Petigax gu idano il Duca dai Brochcrel dovev,\ resistere fino al 1928,
degli Abru7.zi ncJla prima ascensione del anno della conquista dcl Picco Lenin, di
~ ! onte Sant'Elia, in Alaska: nel 1899-1900 soli 7 metri più alto del Trisul;
}osepli Petì.gax, Alexis Fenoillet e Feli:c.
Ollier accompagnano il Duca nella spedi- 2) per la rapidità incredibile della sa-
zione della < Stella Polare•, superando gli lita. e Celle ascension au Trisul - scrive
86<' di latitud ine nord e cosl conquistando :\farce! Kur1: nella sua cronologia dci pri-
un primato mondiale che doveva resistere mati mond iali cli altezza in montagna -
per 9 anni, lì110 alla conquista dell'ameri- est rest ée longtemps commc un exemple
cano Peary unique de cc que l'homme était capahlc
~la la lista dei primati non si arresta
de réaliser dans l'Himalaya. La diffcrcncc
al campo e paraalpinist ico • della impresa de niveau entrc le bivol;ac et le sommct
polare. Il 2 agosto 1903 }osepli Petigax e était d'environ l&'.30 m et fut franchie en
Cyprien Savoye raggiungono quota 7130 dix hcures. A la dcscente, une hauteur dc
sulla cresta sud ovest del Pyramide Peak, 2130 m fot parcourue en trois bonnes heu-
nel Karakornm, guidando i coniugi ame- res. Ces cl1iffrcs ne doivent pas avoir été
rican i Bulloch -\Vorkman e stabilendo il dépassés souven l dans l'Himalaya • .
primato mondiale di altezza assoluta rag- Due anni ancora, ed eccoci al nuovo
giu nta in montagna primato mond iale d i altezza assoluta, sta-
Nel 1905 sono di turno i d ue fort issimi bilito da Josepli Petit!.ax, 1/e11ri 1Jrocherel
fratelli Alexis e lle11ri Broclierel. Accom- (al suo tcr1:0 primato) e Emi/e 1Jroc1icrel,
pagnando l'inglese T. C. Longstaff, il 25 raggiungendo quota 7498 sul Bride Pcak,
luglio 1905 essi attaccano la Curia Man- nel Karakorum, col Duca degli Abruzzi
dhata - 7730 m, punto culminante al- Se il tempo non fosse stato avverso la co-
l'interno del Tibet proprirunente detto - mitiva avrebbe certo ra~giunto i 765'1 m
e vi raggiungonO la quota cli 7300 m, bat- della ''ella del Bride Peak, poiché tutti ~i
tendo di 170 metri il primato dei loro trovavano in una fonna eccellente e non
compaesani Joscph Pctigax e Cypricn Sa- soffrivano per la ra refazione dell'aria ; essa
voye. I due Brocherel avrebbero volu to stabilì comunque un primato che doveva
continuare : • Si Vous abandon nez main- resistere lìno al 1922, anno in cui venne
tenant et ne tcnninez pas l'ascension, Vous superato dagli inglesi su i fianchi dell'Eve-
le regrctterez toute vostre vie• diceva rest. Di questa specliziorie al Karnkorum
Henri al dr. Longstaff: freddo, mancanza del 1909 va altresì ricordato che essa sco-
di sonno e di cibo convinsero però l'alpi- prì cd esplorò par.>.ialmente quella via di
nista inglese alla ritirata, sua e dei com- salita al K 2, il e c restone Abruzzi -, che
pagn i, dissuadendo il bollente Henri dal doveva JX>i vedere il trionfo della s1>edi-
continuare so1o verso la cima. zione italiana 1954

422
Antoine e A11ge Maquignaz si inseriscono,
su lle Ande, nella tradizione esplorativa
iniziatavi dal grande Jean Antoinc Carrcl
(che vi fu nel 1879-1880 con Whympcr)
e che dovrà poi continuare, attraverso Lui·
gi Pellissicr, Abele cd Agostino Pcss ion,
fino alle recentissime splendide imprese
di Louis Carrcl, Camilla PclHssicr e Louis
Bam1asse nella Terra del Fuoco; di Jcan
Bich e ancora Camilla Pellissier, con altri
valorosi colleghi di Valtoumanche, in Pa-
tagonia {massiccio dcl Paine).

A Courmayeur, fra il 1900 e la prima


guerra mondiale tengono il campo, oltre
ai già menzionati himalayani, Laurent
Crnux, Joseph Croux e César Ollicr, mentre
si affermano i due figli di Emi le Hcy, Adol·
phc e Henri, degn i continuatori della tra·
dizione paterna. Le guide di Coumrnyeur
contribuiSCQno efficacemente alla speri·
Daniele Maqulg1111;: mentazione cd al primo impiego dei mo·

Cli uomini di Valtournanche non sono


da meno dei loro eterni amici-rivali di
Courmayeur
Daniele Maqu.igMz, che giovanissimo
aveva preso notevole parte alla prima
ascensione dcl Dente dcl Gigante diretta
da Jem1 Jose1'li Maquig11az, associa il suo
nome a quello dell'inglese capitano J. P
Farrar in una serie di imprese che reste·
ranno leggendarie per la straordinaria ra·
pidità di esecuzione; e guida Villoria Sella
sui monti del Caucaso.
Josepli Caspmd. compie con Mario Pia·
(.'<lnza e Jean }osepli Carrel la prima ascen·
sionc della cresta di Furggen al Cervino;
ed accompagna lo stesso Piacenza nel Cau·
caso (1910) ccl in Himalaya (1912), conqui·
standovi un 7000, i1 Kun.
Nella prima guerra mondiale è valo·
rosissimo alpino sulle Tafone; donde tor·
ncrà pt1rtroppo prematuramente inval ido,
anche se pluridecorato al valor mililarc.

423
non erano riusciti, a pari condizion i, i mi-
gliori alpinisti e guide di ogni tempo.
L'anno seguente, HT28, vince la parete
nord dell'Aiguille Noire de Peutcrey e può
concedersi la soddisfazione di dire al suo
alpinista, Guido Alberto Rivetti: • Mio
padre per primo salì l.'.t Noirc, con mio
frat ello e col comm. Augusto salii la punta
Sud: ora sono contento di a\·crc salito con
Lei la parete Nord , così possiamo dire di
essere in casa nostra • ·
Più giovani di Adolphe Hcy di una
quindicina d'an ni , Counnayeur ha alli-
neato uomini quali Evaristo Croux, vinci-
tore della cresta di Pra Sec alle Crandes
Jorasses, partecipan te ftlla spedizione L929
al Karakoru rn cd a quella 1930 (Dc Agosti-
ni) in Patagon ia; Eliseo Croux, vincitore
della cresta di Tronchcy alle Crandes Jo-
rasses {1936); Alfonso Chcnoz, com p:lgno
di Adolphc Rey alla Lechaux, alla cresta dcs

derni ramponi, partecipando alle relative


prove indette da Eckcnstein sui seracchi
della Brenva: è questo, indubbiamen te, un
notevole contributo alla moderna tecnica di
ghiaccio, contributo che diventerà poi an-
cora più notevole, verso il 1930, con la
inveuzione dei ramponi a 12 punte da parte
di quel geniale artigiano e grande guida
che risponde al nome di Ltmre11t Grivel
Nell'immediato primo dopoguerra i
fratel li Rey conseguono le loro più belle
vittorie. Nel 1919 vincono il Bianco per
la cresta dell' lnnominata, nel 1924 com-
piono la prima assoluta dcl Grami Capu-
cin. Poi, mentre 1-l enri lascia la professione
per dedicarsi alla attività di capoguida,
Adolphe insiste, be nché ormai cinquan-
tenne: nel 1927 compie le prime ascensioni
della cresta Nord dcll'Aiguillc dc Lechaux
e della cresta des l lirondelles alle Grandes
Jorasses; riuscendo, pur senza disporre an-
cora dei moderni mezzi di scalata, là dove Jfeuri lky

424
Paine; Camillo Pe flissicr anche lui e an·
<lino -. al Painc cd alla Terra dcl Fuoco,
vincitore dcl Kandjut Sar, un poderoso
7700 hima.layano, con una arditiss ima soli-
taria ascensiolle; Pierino Pessiou, Leonardo
Carrel e gli altri valenti compagni di Jcan
Bich e Camillo Pcllissicr alle Ande cd in
Himalaya
A Courmayeur Arturo Ott o::. è purtrop-
po stato travolto dalla valanga, sulla vi,1
:\•lajor del Bianco, il 17 agosto 1956, quan-
d o èra ancora, malgrado i 47 anni suonati,
una grandissima formidabile guida. Di lui
dobbiamo particolarmente ricordare : le
prime assolute dcl Pèrc Eterne] (1927) e
del Chat (1940), la prima traversata com-
pleta delle Aiguillcs dc Chamon ix (1939),
le pri me ascensioni della parete Ovest del
\ font Houge de Peuterey (1946), dcl crc-
stone S-S-0 dcl Picco Luigi Amedeo (1940),
della Est del Mon t Maudit (1948), della
Est del Dente del Gigante (1950), della
S-0 del P;c Adolphc (1952), nonché la pri-
ll irondclles ed alla Nord dcll'Aiguille Noi- ma invernale della via Major al B_ianco
re; Lcon Bron, compagno d i Evaristo nelle (1953).
suddette due sped izioni.

A Valtoumanche Lo11is Co rrei di Jean


Joseph si dimostra degno del suo grande
nome, compiendo la prima ascensione delle
pareti Sud (1931) cd Est (1932) dcl Cervino,
la prima dirett a della parete Ovest dello
stesso Cervino, la d irett issima della Cre-
sta di Furggcn, il primo giro della testa
dcl Cervino, la prim a della parete Est dci
Jumeaux
Non disarma nemmeno dopo i 50 anni
cd è quindi ancora oggi sulla breccia, dopo
una luminosa carriera comprendente, ol-
tre alle salite nella sua Valtoumanchc, le
già menzionate imprese andine. Accanto a
lui, Valtournanchc allinea oggi giovani di
primissimo piano: Ferdilumd Gospartl, de-
gno fi glio del Gaspard delle Tofan e; Jean
Bich , vincitore dcl Painc e delle Torri del Lou/3 C1md

425
mente dall'attività di servizio, quamfo
aveva dato la dimostrazione del suo valore
tecnico con la prima ascensione della cre-
sta Est dcl Pie Adolphc
Costituiscono infine la pattuglia di pun·
ta delle giovan i guide: Sergio Viotto, vin·
citore della Nord del Petit Capucin e della
Est del Den te dcl Gigante, cd Ubaldo Rey,
membri entrambi, con il non dimenticato
Mario P11clw:., della sped izione 1954 .'.li
K2; J-l e11ri Rey ;1mior, Eugenio Bro11, Ales-
sio Ollier. !'.: con loro Walter IJ011otti, che
ha cl1icsto cd ottenuto di far parte alla
Società Guide di Courmayeur dopo di es-
serselo meritato con una serie di folgo-
ranti imprese che vanno, per citarne solo
alcune, dalla Est del Crand Capucin allo
spigolo S-0 dcl Dru, dalla partecipaziontl
al gruppo di punta dcl K2 (1954) alla con-
quista del Casherbnnn IV (1958).
}.fa anche nelle vallate laterali di Cres-
soney, Champoluc, Valpelline, Cogne e
Valsavarenche la passione ed il perfezio-
namento tecnico delle giovani leve cli gui-
Arturo Otto: de stanno ciancio notevoli frutti: cosicché
non va dimenticata la rilevante attività di
Se Arturo è purtroppo morto, è invece Vincenzo Perruc11on cli Cogne, dei fra lelli
ancora in piena attività cli servizio il suo Ernesto cd Oliuiero Fmchey di Champo-
compagno nella suddetta prima invernale, luc, cli Franco Cardo, Benimnirw llenry e
dr. Toni Gobbi, che già aveva realizzato Ser1(0 Ciometto di Aosta, d i Amabile Bla11c
le prime invernali della cresta des Hiron- di Valsavaranche: partecipanti a spedizioni
clelles alle Grandes Jorasses (1948) e della nelle Ande e sulle montagne africane i primi
cresta Sud dclrA iguille Noire (1949) : vin- tre, autori di notevoli imprese invernali ed
citore con Bonatt i del e Pilier d'Angle • al <'Stive gli ultimi tre.
M. Bianco, vice comandante della vitto-
riosa spedizione al Gasherbrum IV (1958),
presidente, dal 19o/, del Comitato Valdo-
stano del Consorzio Nazionale Guide dcl - PIEMONTE, LTGURIA,
C.A. I
Della vecchia guardia, vanno ricordati TOSCANA
il già citato Lau rent C rivel, impareggia-
bile istruttore di tecnica di ghiaccio nei I montanari p ili robusti e fom it i di un
corsi Guide e Portatori Valdostani, e Fran- certo spi rito d'avventura divennero i na-
cis Salluard, che un malaugurato incidente tu rali compagni d'ascensione dei pionieri
di montagna ha tolto troppo prematura- dell'alpinismo. V1xliamo così affcnnarsi, in

426
ordine di tempo, i nuclei di guide di llahne
nelle Valli di Lanzo, di Crissolo pe r il
i\ lo1wiso, di Ccrcsolc pe r il Gran Paradiso
e le Levanne : mete oggi modeste, ma im·
portantissime per i tempi d'allora. i\ lacu-
gnaga e Alagna si affermeranno dopo, per
le fonnidabili difficoltà del versante orien-
tale del i\I. Hosa. Poi, poco a poco, l'inte-
resse per alcune zone decadde o si rid usse,
pe r il diminuito va lore di difficoltà, pe r le
comodità d'accesso e la migliore cono-
scenza, a valore di palestre stagionali dove
la folla dci frequentntori fa .'.I meno della
guida. E, cosi, al rafforzarsi dei nuclei di
Alagna e di Macugnaga ha corrisposto il
lento regred ire delle valli minori
Al termine dell'ultimn guerra (1940-45)
avvenne poi un nitro fenomeno; nelle valli
di pili immed iato accesso dai cen tri di pia-
nura (Apuane, Valli di Susa, Lanzo, Chiso-
ne, Biellese) i giovani , ricchi di tecnica mo-
derna e inclini ad abbracciare la profes-
sione di gu ida, salirono dal basso a pren-
clcrvi dimora ed esercitare i11 loco la loro
(detto Travinel) esercitò dal 1913 al ·1922
nuova attività. Giacomo Bricco detto Camussot (Bal-
Col tempo sono variate le cause e gli me) 1845-1904 - attività nelle Valli di Lan-
effetti che hanno contraddistinto i periodi zo e nel gmppo del Gran Paradiso.
dell'alpinismo, con conseguen ti variazion i A11to11io Castagneri di Pietro (Toni di
nelle for,...c dcl Comitato Piemontese, Li- Tuni) di Balme, 1845-1890- 46 prime ascen-
gure e Toscano sioni nelle Cozie, nelle Graie e nel Delfì-
Degli uomini che hanno caratteriz7-'lto nato dal 1869 al 1890, particolarmente
le varie epoche vanno particolannente ri- con Barale, Baretti, Rey, Vaccaronc.
cordati: Antonio Castagneri si distacca netta-
Andrell Bla11cli etti (Ccresole) - con i\far- mente dai suoi colleghi delle valli di Lanzo
tino Baretti e F. Vallino nel gruppo del e dell'Orco per l'attività non soltanto lo-
Gran Paradiso, dal 1867 al 1871 (6 prime cale, ma estesa ai grandi gruppi alpini del
ascensioni). Delfinato, del Bia11co, del Hosa. Nel 1877
Anto11io Bogiatto cli Giacomo (Balme), guidò Quintino Sella al Cervino, con altri
1844-1911 - guida di Vaccarone, Sinigaglia, colleghi di chiara fama: e Guido Hey così
Canzio e Vigna (16 prime ascensioni, Le- commentava, nel la sua Commemomz ione
vanne-Gran Paradiso). del 19 dicembre 1890 ('):
Michele Anto11io Bricco di Domenico
detto i\linusct (Balme) - attività continu:I ('} Antonio c.~stagncri, ii:ni(b a\11ina di Balme.
Commemorazione lcua la sera del 19 dicembre 1890
nelle Valli di Lanzo e sul Gran Paradiso da Cuido Rey. Edita dalb Sede Centra le del C.A.I .,
dal J894 al 1922. Anche suo fì glio Antonio Torino 1891.
• L"ascensione del Sella dà luoa:o ad una lri>tc nella sua forma plìo ardu.1 e piÌI purn, perché nel
riAe<.sionesulfato<lelletuid,.. Quattro di quelle che oomricrlo non appaiono mai di credere eh<! vi sin
er.1110 con lui. e le mii.:liori. <ono di poi perite' iii uns:icrificio<lilorostessi. E: peTque<tnmgionechc
di1':lstri alpini: l"lm<C'nJ.: morto col M.orindli al .\1. ;inchc i profani dell'alpinismo non possono ncg.ue
Hos.1, C.1,tagncri e J.J. M1•quii.:na7. al .\hmtc Bia11C6, un sen<n di ri~pcllq a que>li uomini sem1lr(! e<!)O<li
J. A. CarN.'l al Cervino. Bbog1m cond udcrc che è nl pericolo dd~l vita. sempre pronti n ritentare fo
c1,-.1ino delle !,'l1ide di perire in moutagna, com'è s.~li t c più difficili. e 1utto ciò non per puro desiderio
pei n0<.·d1i<·ri lasciar la vi1n in mare. E qnC>IO ]Jr<). di profitto, non 1>el.w!oadempimcn tod'un oon1muo,
babllc <k-.tino le i.:uidc lo .<anno, e ciò nullamem ma como un compito auihito che loro reca onore,
affrontano tranquille la fatica e le difficoltà del loro e oomc la oosa pioì naturale dcl mondo. Per quc<la
duro me~tie'rc, né le ca lastrofi <Ct'111<'1Tumo mai l'ardi- alme~nione delle i:uiclc esiste una tarilf:o - tanto
lll<'nto ddlc b'l•idc SUJX'T>lili. Un figlio di C.urd e 1>er tale imrre,;;i. t:u>to peTb tal ahra . .\la la fedeltà
uno di ~laquign.u~ nd giorno <ti'SSO in' cui. reduci e il oorag.gio po<sono es.<C're tariffati? Chi può pa-
da una lunga camp.ign.i in J:>elAnato, ndi\"1100 ;,... gare ora Li vira delle guide che abbiamo perduto?
provvi<a, qui in Torioo, la ooti7Ja dclb morte dci E mi si vcni:a a dire ancora che le salite al ~ l ontc
padri loro, nello >ICSSO iriomo. dico. "im1>egnaro:10 Bianco, al Cervino ed altre di primo ordine sono
per una difficile :;:alita con un 1M><lro rollega. E (lu>!- nelle tariffe de'l Club Al11ino segnate ad un !)rC"~.W
sto non vuo! dire ma1ican1.a di cuore, ru:i è segno troproalto!•.
di quel fatali>mo 'toieo che a..;;umono quelli d<!
JX'r il loro mestiere si tro,-ano di continuo di rronte Ci11se1Jpe Cl1illra (Alagna), 1886-1934 -
,.1 pcrieo!o della vita. Co)ì i u1 in,;1ori rientrano nei guida dal 1913; innumerevoli salite nel
pozzi delb miniera appena è soffoca to rinccndio o
ferma ta la frana, die lm UC>eÌ>O ]qro radr<· o fm!clli: gruppo dcl Hosa, per lunghi an ni custode
quello che per noi, altrimenti educoiti, è S\"Cntuu, della Capanna Cnifclli; caduto al Lys-
perloroèdestino.Pcrque>tiuominiroZ?jeforti kamm.
L1 .9Cuob delle difficoltà è scuol.1 di carattere, e a
mio avviso le guide sono'"' c..cmpio dcl do,-crc Enrico Cl1iom fu Giuseppe (Alagna),
1919, viven te - pe r lunghi ann i capo-guida
ad Alagna, moltissime salite nel grnppo
dcl Hosa e del Bianco. Istru ttore e talvolta
direttore in tutti i corsi del nostro Comi-
tato.
Ciovan11i Conti (Resceto), 1860-1935 -
guida delle Apuane, compì una cinquan-
tina di volte la traversa la Alto di Sclla-
Sella, salì il Sagro per lo ·spigolo E.
Francesco Ferro Famil di Giuseppe
detto Vu lpot (Ussegllo) 1863-1957 - suo
figlio (Vulpotin) Giuseppe, nato a Usseglio
nel 1889, ricevette il Premio al Carattere
Città di Torino per salvataggi e recuperi.
Il figlio di Giuseppe, Hoberto, nato a Bal-
me nel 1916, è portatore dal 1934. L'a ltro
fi glio di Fi·anccsco, Roberto senior, nato
nel 1897, fu pure insignito di un att estat o
di benemerenza per lo stesso motivo. Il
fi glio di Roberto, Hoberto junior, è pure
portatore, e Guido Giovanni di Giuseppe
(Vulpot fi glio) (Usscglio) domicilialo a Bal-
me nato nel 1921, guida dal 1948; Aldo di
Domenico (Usseglio) 1937, portatore dal
Claudio l'cr<,Hli 1960.

428
Giuseppe C11erardi fu Ballista (Stazze-
ma), 1&57-1936 - guida dal 1905, svolse
tutta la sua attività per oltre un trenten-
nio su lle Apuane e particolarmente sul
Procin to, da lui salito almeno 125 volte.
C. B. }tu;chetti - fu la guida di 11. B.
dc Saussurc al Pizzo Bianco.
Cfmufio Perott'i (Crissolo), 186'1-1947 -
esercitò come guida per 46 anni, scalando
•170 volte il Monviso. Compì anche ascen-
sioni nel gruppo del Crru1 Paradiso oltre
22 prime nel gruppo del Viso. Fu guida di
Rcy, Castaldi, Valbusa. Iscritto nel primo
elenco del Consor.òo AJpi Occidentali. I
figli Giovanni e Quintino entrambi guide,
con diverse prime ascensioni.
Bartolomeo Peyrot (Bobbio Pcllicc) -
con Tuckett alla 2° salita dcl Monviso nel
1862.
F'erdlmmtfo lm.scns
Pietro Re Fiore11tir~ di Giacomo (Usse-
glio), 1864-1948 - svolse attività di guida
per 45 anni, iniziando la sua carriera con Compreso nel primo elenco del Consor.cio
la scalata <lcUa parete Nord della Lcra Alpi Occidentali.
con Luigi Cibrario. Guida di C ibrario, 1\ 11g11sto Sibiffe di Pietro {Chiompntc,
.Bobba, Vaccarone, partecipò a molte nuo- frazione Hamà), 1832-H:ì!M) ·fu il caposti·
ve ascensioni nelle valli di Lanzo e nel pite dci Sibille. Partecipò a una ventina di
gruppo dcl Gran Pa radiso, svolgendo at- prime ascensioni nei gruppi d'Ambin, dcl
tività anche nel gruppo dcl ~·!. Bianco, Gran Paradiso e del M. Bianco; fu gu ida
nel Delfinato, nella Moriana. Fu sindaco di Barelli e di ~lattirolo durante le loro
per molti ann i della nativa Usseglio, e esplorazioni delle Alpi nel campo geolo-
diede contributo di esperienza e di lavoro gico, di cui anche il Sibille era divenuto
per la costruzione e gestione di rifugi in un fervido cu ltore. Pure guida fu suo fi-
' 'al di Lanzo. I figli Callisto, Alfonso, Gia- glio Edoardo (1860-Hf21), che, ereditando
como furono pure guide. dal padre passione per la montagna e per
Micliele Ricchiardi (P1alpctta-Crosca- la scienza, guidò molti alpinisti non solo
vallo), 1848- 1922 - compì numerose prime sulle montagne della Val di Susa, ma an-
ascensioni nelle va.lii di Lanzo, in Moriana, che in quelle dcl Delfinato e della Savoia.
in Delfinato e nel gruppo del Gran Para· Fertfi rumdo Imse11g (Saas, Va.llcsc),
diso, con Corrà, Vaccarone, Vigna (tra 1834-1881 • presa residenza a Macugna-
l'altro la prima salita del Gran Paradiso dal ga, vi esercitò fino alla morte la professione
Col dell'Ape), e svolse att ività anche nel di guida, iniziata nel 1&52. Nel 1872 scala
gruppo dcl Bianco. Fu con Corrà e Thc- la Dufour dal versante Est con R. e \V.
risocl nella avventura della Barre dcs Ecrins Pcndlebury e C. Taylor, in 13 ore; nel 1876
durata tre giorni nella tonncnta, senza con Briosch i la parete Est del Nordend;
danno per i partecipanti all'ascensione. nel 1879 il Cervino per il versante Ovest

429
con Pcnhal e Luigi Zurbriggen. Guida di cresta des Hirondelles; Grand Capucin,
classe internazionale, morì con Damiano parete Est; P)'ramide du Tacul, via Ottoz-
Marinelli e Battista Pedram:ini nel 1881, Crivel; Lyskamm orientale via Fikler; Pizzo
per valanga, sul versante Est del }.•!. Hosa Bad ile parete N-E via Cassin; Cima Gran-
Un altro Imseng, Clemente di Ciov. Giu- de di Lavaredo parete Nord via Comici.
seppe pure di Saas Fée (1853-1937) esercitò
a l\facugnaga dal 1891 al 19l8
Matli<l Z11rbrigge11 di Lorenzo (Macu- I'J\ l rl'ECJPAZIONE
gnaga), 1856-1917 - originario della valle J\ Sl'EDIZJONJ EXTHAEUHOPEE
di Saas (Vallesc), donde il padre si era
trasferito a l\ lacugnaga per ragioni di la- Ermi110 Botta (Biella) - fotogr:i.lo con
\'Oro, iniziò la sua carriera nel 18$6 con Vittorio Sella nelle spedizioni al Caucaso
la salita della Dufour da Est. Compì 4 (1896), Kangchendzonga (1899), Sant'Elia
volte la salita del Nordend da Est, con una (1896-97), Ruwcnzori (1906), I limalaya
sua variante, 2 traversate del Colle Cni- (1909-10 e 1913-14).
fctti con Hey, Vaccarone e Bolaffìo, le tra- Guglielmo Guglielminetti di Antonio
versate dei Colli Vincent e Zurbriggcn con (Alagna) - Terra dcl Fuoco con De Agosti-
i fratelli Gugliermina. Dal 1892 iniziò la ni (1914).
sua eccezionale attività extra-europea, per Nicola Gerolamo Lauti di Gerolamo
cui rimando all'apposito successivo elenco. (?o.lacugnaga) - Ande Argentine - spedizio-
La tradizione di queste valenti guide ne Fitzgerald (1896-97). 2' ascensione del-
è degnamente continuata dalle giovanissi- rAconcagua con Vines.
me leve, di cui è dO\·eroso segnalare: Giuseppe M uller di Luigi (Macugnaga)
Giorgio Bertoue (Borgosesia) - nomi- - Karakorum - spedizione Workman (H.l1)'2).
nato port;itore nel XII corso (1961 ), nel Gaspare Oberto di Giuseppe (t-.facugna-
1962 ha compiuto 46 salite, tra cui una ga) - Ande Patagoniche con De Agostini
prima ripetizione, ed ascensioni quali: (1937-38).
Punta Walker delle Jorasses per la via Giuseppe Oberto di Gaspare (Macugna-
Cassin senza bivacco, cresta des Hiron- ga) - Gasherbrum IV (1958).
delles, via i\fajor, Grand Capucin per la Eugenio Piana cli Giuseppe (Alagna) -
parete Est; Terra del Fuoco con De Agosti11i (1914).
Luciano Ghigo di Tommaso (Torino) - Mattia Zurbrigge11 (?o.facugnaga) - Nuo-
nato il 6-10-19-26, iscritto al nostro Comi- va Zelanda - spedizioni con Borsalino e
tato dal 1949 al 1957, anno in cui si dimise Fitzgerald (1894), 4 prime ascensioni e sa-
per entrare nell'Accademico. Istruttore di lita dcl l\I. Cook da solo. - Karakorum -
corsi del nostro Comitato. NumcrO!ic prime Himalaya con Bruce, Conway, Eckenstein,
salite, tra cui i1 Crancl Ca pucin da Est Mac Cornick (1892): scalate 15 vette tra
con W. Donatti; cui il Pioner Peak (m 6890) - Ande Argen-
Guido Moclietto di Giovanni (Biella) - tine - spedizione Fitzgerald - Prima assolu·
nato nel 1937, portatore dal 1960. Nelle ta dell'Aconcagua, da solo. Himalaya - spe-
tre stagioni 1960-62 ha effettuato molte dizioni Workman 1899 e 190'2 - 6 prime
salite, fra le quali: M. Bianco dalle vie ascension i di vette tra 5000 e 6000 m -
della Pera e dello sperone della Hrenva, dia- Tientschan russo-cinese (1900) col Principe
gonale Charlet-Azema; Crandes Jorasses, Scipione Borghese.
Punta \Valker, via Cassin senza bivacco; GIOVANNI BERTOCLIO
3. - LOMBARDIA offrivano poca terra da coltivare e poca
anche per il pascolo.
In pochi ann i quei primi portatori di-
Sui monti lombardi l'alpinismo arrivò vennero guide valide, alcune anche famo-
con un certo ritardo in confronto con le se, come il Battista Pcdranzini, caduto
Alpi oecidentali, e anche con le Dolomiti. troppo presto sulla parete orientale dcl
I pionieri furono gli inglesi. In una riunio- Rosa, con Damiano Marinelli; e, più tardi,
ne dcirAlpine Club era stato posto il pro- Anselmo Fiorelli che vinse a djciollo anni
blema: e Chi sa dire qualche cosa dei mon- la punta centrale delle Dames Anglaises,
ti che stanno tra il Passo dello Spluga e in salita libera, anzi liberissima, perché di-
quello del Bernina? • Da questa doman- cono che, per salire con maggiori possi-
da nacque l'esplorazione sistematica delle bilità di aderenza, si era tolti tutti gli abiti
Al pi Retiche occidentali e alla prima spe- e le scarpe
dizione di Kennedy che nel 1862 vinse il Tornato famoso nella sua Valmasino,
Disgrazia, seguì una lunga serie di scalate, ne ricamò, con Giacomo Fiorelli, il granito
tanto che in meno di dieci anni quasi tutte di arditi itinerari. Con i Fiorelli era impe-
le vette più alte e più importanti dci diversi gnato, in un'eterna e insoluta battaglia pe1
grnppi ven nero salite. I nomi sono i soliti, il primato nella valle, Bortolo Sertori. Altro
noti in ogni distretto delle Alpi: Kennedy, bel tipo di guida il vecchio Bortolo: basso,
Stephcn, Coolidge, Freshfìeld, Tucker. Ve- con due gran baffi spioventi e un torace di
nivano all'esplorazione delle nostre monta- bron'l..O, camminava a scatti come se aves-
gne con le loro guide abituali: Anderegg, se una molla sotto i tacchi. In ascensione
Dcvouassoud, Almer; erano grandi nomi, andava sempre a piedi nudi; trovava ade·
alpin isti e guide, e i nostri montanari, pre- renze inverosimili e una volta inseguì per
parati all'alpinismo da quell'efficace pre- una cengia sulla parete sud del Badile.cin-
ludio che è la caccia al camoscio, dovettero que camosci che vi si erano infilati. Dove
nei primi anni accontentarsi di fare i por- la cenga fìniva, il cacciatore ebbe per un
tatori. attimo il timore che le povere bestie, tor-
Bicordo una vecchia fotografìa di una nando ind ietro gli facessero fronte, spin-
com itiva di alpinisti in marcia verso il Di- gendolo nel precipizio; allora agitò il cap-
sgrazia, su l ghiacciaio di Prcdarossa; vi pello urlando, e i camosci, impazziti per
figurano, evidentemente in funzione di gui- il terrore, fecero loro il gran salto ed al
de e portatori, due con i ca lzoni lunghi e Seriori non restò che raccogliere quella
il gerlo sulle spalle; nel gcrlo i sacch i pri- grossa preda al piede della parete.
mitivi con le provviste. Probabilmente era- Ora i Fiorelli sono in Valmasino alla
no Giovanni e Giulio Fiorelli ter?. a generazione e sono sempre all'alte-aa
In queste prime occasioni i nostri mon- della tradizione, insieme con gli Scetli ..:i
tanari, abituati a inseguire i camosci attra- altre giovani reclute.
verso i precipizi delle loro montagne, sen- Altrettanto remota è la formazione del
za altra attrezzatura che il fucile carico gruppo di guide della Valcamonica, ca pi-
tra le mani, devono a'•er trovato che l'alpi- tale naturalmente Ponte di Legno. Pare cht!
nismo non era poi molto diverso. Offriva ci sia un brevello di guida di un Bertokli
inoltre qualche risorsa economica a quella già nel 186i. Poi si andò anche qui per
gente, ricca di figliuoli da mantenere in dinastie e i cognomi più famosi dei ~lacu­
zone che, per essere alla testata delle valli, lott~ Cresseri, Zani, Cola, Faustìnelli, ap-

43)
mo con ansia devota, sull'uscio di una bella
casetta, posta dietro la parrocx:hiale, En-
rico Schenatt i
Poche volte ho veduto un così he\ cam-
pione della razza umana. Ora lo chiame-
rebbero fusto. A settant'an ni era diritto
come un vecchio pino. Tutte le volte aveva
qualche consiglio per i suoi giovani runici
consigli brevi, bene centrati, che si scol·
pivano in noi; e penso alla gioia dei nostri
professori del liceo se avessimo seguito le
loro lezioni con pari attenzione.
Lo Schenatti aveva salito 85 volte il
Bernina e 117 il Disgrazia, quando per
queste ascensioni si partiva da Ch iesa
Quando gli arrivavano i clienti andava nel
pollaio e tirava il collo a una gallina. Cli
serviva per il brodo della minestra, quan-
do a1Th'ava alla sera alla ~fari n e lli o alla
capa1ma di Cornarossa, previa provvista di
legna agli ultimi boschi; il giorno dopo era
un gustoso companatico, durante l'ascen-
sione. Alla centesima salita del Disgrazia
partengono da tempo anche agli annali del- vi portò tutta la famiglia, come se lassù fos-
lo sci. li ]\fondini ha al suo attivo sessanta sero i suoi Penati
salite delf' Adamello. Una volta, alla capanna Cecilia, alcune
In una storia delle guide lombarde, un guardie di finanza osarono esprimergli
capitolo a parte sarebbe costituito <la An- qualche dubbio sull'agilità sua in rapporto
tonio Baroni della Valle Brembana. Venne alla imponente corporatura. Egli non per-
in Valmasino con il Conte Lurani, quando dette tempo in discussioni: scommise un
questi, in cinque campagne, fece una esplo- certo numero di bottiglie, impegnandosi
razione sistematica di quelle montagne. TI di passare sul tetto di ardesie della capan-
Baroni forse non arrivava al livello tecnico na, che non aveva soffitto, senza che i fi-
delle grandissime guide, ma aveva certa- nanzieri dentro se ne accorgessero. Uno
mente quello che il Lu rani chiamava ' n- era fuori a controllare; compì la traversata
stinto della montagna ) . con la leggerezza di un gatto e comparve
Infatti al Disgrazia, al Badile e alla sulla porta, canzonatore, mentre gli altri
Punta di Scaìs, per citare solo tre grandi erano ancora a naso in su per spiarne il
nomi, egli trovò al primo colpo le vie più passaggio
semplici, per cui via Baroni signifìcò quasi ~·lichele Schenatti, suo cugino, fu la gui-
sempre per gli alpinisti la via più faci le da di fiducia di Antonio Cederna e compì
Guide della Valmalenco: quando s'an- con lui, tra le altre, la prima salita della
dava, poco più che ragazzi, a tentare lepri- Vetta di Hon. Quando cessò di fare la
me scarponate sui monti di Chiarcggio e guida, diventò mastro di posta della Val-
del Bernina, passando da Chiesa, cercava- malenco; aveva una carrozzella a tre po-

43Z
I L CATIXACC10, da Cardeccia.
Wotocolorec//S.Saglio)
sti: quanto bastava, allora, al traffico turi·
stico della valle.
Altre guide dei tempi lontan i i due
Albareda e Giacomo Sciliron i detto il Fuin
(Faina), per lo sguardo acuto e l agilità
con la quale si arrampicava.
Arrivò poi Ignazio Dcll'Andrino a se-
gnare la transizione tra la vecchia e la
nuova generazione. Fece la prima ascen-
sione della cresta nord-est dcl D isgrazia,
la famosa corda molla e, con Alfredo Corti,
la cresta est dcl Ventina.
Nel 1914 veniva spesso a Chiareggio
alla Tendopoli della S.U.C.A. I. e si intrat-
tcnèva volentieri con quelle for.te poten-
zia li dell'alpin ismo; per la maggior parte
dei sucaini e ra il primo incontro con un
montanaro autentico e il Del\'Andrino ave-
va lutle le qualità per fa r colpo su quella
gioventù che non mancava certo di spirito
critico e polemico

Dopo la prima guerra mondiale, toiiiati


gli alpini alle loro vallate, alcuni come Ni·
no Dell'Andrino con la medaglia d'argento,
il corpo delle gu ide si fonnò di nuovo e
si d imostrò in tutto degno della tradizione.
Ohre al Nino, Tullio Dell'Andrino che con
Pe ppino l'•l itta, altra giovane guida di
grande valore, fece la prima salita italiana
della pare te nord-est del Hoseg, vin ta l'an-
no prima dai Lochmatter, a quarant'anni
da lla prima ascensione di Cristian Kl ucker.
~ l o lti dei giovani alpinisti che, saliti
alla Capanna Marinelli Bombardieri, si in·
contrano con Cesare Folalti, inappunta-
bile e sorridente custode dcl rifugio, non
co noscono il suo passalo di guida, passato
che lui si guarda bene dal rievocare. Ora il
Folatti ha fatto , oltre ad altre imprese di
primissimo ordine, la traversata in un gior-
no dei tre giganti del gruppo: Hoseg,
Pe1111l110 Mii/a Scerscen, Bernina, con Luigi llombardic·

433
ri; con lo stesso Bombardieri il primo, e lita all'Alpe Airale; da qui, per il passo di
credo finora unico, percorso in discesa, dcl Cornarossa, il ghiacciaio di Pre<larossa e
gran vallone ghiacciato della Forcola cl i la cresta ovest, fanno il Disgrazia; nel po-
Bellavista; poi, con Alfredo Corti, la parete meriggio di nuovo a Lanzada, dopo di-
sud dello Scerscen e finalmente, sempre con ciotto ore d i marcia. Il Compagnoni il 14
Bombard ieri e con il giovane collega Pep- deve essere in Valfurva e non può mancare
pino Mitta, il canalone dell'Argient che orn all'appuntamento con i nuovi clienti. Pen-
porta il suo nome e che aveva respinto gli sano tuttavia che ci sia tempo per fare il
attacchi di molte famose guide delle Alpi. Bernina e 1'11 pomeriggio salgono a Mu-
E bisogna ricordare Silvio Pedrotti, i sella. 11 12 agosto partono all'una di notte;
Lenatti, che sono ora alla terza genera- vanno un po' a tentoni perché wno su
zione con Enrico, Giacomo Schenatti che terreno del tutto nuovo; ma alle prime
vinse la parete nord del Disgrazia passando luci sono sul ghiacciaio di Scerscen supe-
sul grande seracco. Numerosi altri delle riore e, poiché intanto si è messo a piovere
ultime leve promettono d i essere degni del- ed è salita la nebbia, tengono troppo a
le vecchie glorie. occidente e alle nove si trovano sull'alt is-
Guide del bonniese: sopra tutto la Val- simo valico della porta Roseg. I\ i\farinelli
furva fu in ogni tempo un grande vivaio, non si arrende e vuole puntare al Bernina
dai primissimi, poco dopo la metà dell'ot- attraverso lo Scerscen. Ma il Compagnoni
tocento, fino ad Ach ille Compagnoni, sca- pensa al suo impegno (e al tempo catt ivo)
latore con Lacedclli del K 2. e ordina la ritirata. Così incomincia il ri-
Si incomincia con un grande binomio: torno ... verso i Bagni di Bormio : ridiscen-
Battista Pe<lranzini e Pietro Compagnoni. dono alla vedretta di Caspoggio, poi per
Furono, con Bonetti, le prime guide al la bocchetta omonima a Fellaria e all'Alpe
servizio d!:!gli alpinisti, per lo più stranieri, Cera; risalgono al passo dell'Uer, dove dor-
Che, per il richiamo delle acque 1ennali mono alcune ore in un baitello. Finalmente
di Bom1io e ferrugginose di S. Caterinn, il giorno 13 scendono a Poschiavo, risal-
soggiornavano già allora abbastanza nu- gono per la strada del Bernina che lasciano
merosi nel bonniese. Un cliente illustre fu per sa lire al passo di val Viola; per questa
D.amiano Mari11elli che, venendo in va- valle e per la val cli Dentro prima di sera
canza ai Bagni Nuovi, scalò con loro le sono a Bonnio.
vette più importanti. Questo era il modo di andare in mon-
Nel 1876 passò, sempre con Compa- tagna prima della motorizzazione e durò
gnon i e Pe<lranzi.ni, nel gruppo del Ber- fino al principio di questo secolo, tanto
nina e del Disgrazia e di questa campagna che io mi ricordo un incontro allo Stelvio
voglio dare un cenno sommario per mo- (avevo 9 anni) con Bruno Galli-Valerio e
strare che specie di gambe e di polmoni Alfredo Corti che avevano scalato l'Ortles,
avessero in quei tempi guide e alpinisti: venendo a piedi da Sondrio per la Valfon-
6 agosto discesa da Borm io a Ponte Valtel- tana e per i monti di Livigno e di F raele.
lina in diligenza; 7 agosto salita del pizzo Il Pedranzini morl troppo presto con
Palino, certamente per vedere il gruppo il i\farinelli sul fianco orie11tale del Monte
del Bernina, che da quella cima poco si Hosa. Il Compagnoni durò a lungo e fu con
vede; lo vedono benissimo il giorno 8 dalla il Bonetti e il vecchio Confortola il mentore
cima del pizzo Scalino, dalla quale scen- della nutrita e valida schiera delle guide
dono a Prabello e a Lanzada; 9 agosto sa- della Valfurva. I
I
I
434
chi metri della vetta, in posizione che
neutralizzava l'azione nem ica. Il posto fu
tenuto dal 1916 fino alla fine della guerra.
Sul vcrsru1 tc opposto della VaJfu rva
un'altra guida, il tenente Gian BatLista
Compagnoni, comandò il nucleo più im·
portante alla conquista dcl S. Maueo. J!:
la battaglia più alta d'Europa. II Compa-
gnoni fu ferito ed ebbe la medaglia d'ar-
gento. t quello stesso che poco tempo fa
pa.rtecipò alla salita della punta Marghe-
rita al ~ l onte Bosa compiuta dagli scolari
della Valfurva, e poiché è un valoroso iJJSe-
gnante elementare, gu idò la cordata dei
tre più piccoli. Scuola di alta quota. Egli
iniziò nella sua va lle la tradizione dei mae-
stri elementari guide alpine, un abbina-
mento ricco di risu ltati educativi in en-
trambe le attività.
Stefa.nin Schivalocchi è una figura ca-
ratteristica di vecchia guida. Da giovane
fu nel Caucaso con Honchetti ed è l'uni-
co valtellinese ad aver superato, oltre ad
Achille Compagnoni, i 5000 m. Fu un fonni-
dabile cacciatore d i camosci e ne uccise
più di 600. Ora ha smesso, ma le grunbc
lo servono ancora bene. Due ann i or sono,
venuto a Sondrio per l'annuale pranzo delle
La prima guerra mondiale trovò nelle guide, tornò a T irano in treno; poi essendo
guide, come era naturale, i soldati pronti partita l'u ltima corriera, proseguì per Pre-
per le imprese più disperate su quella su- madio a piedi. Sono quaranta.tre chi lometri!
perba corona dj vette che andavano dallo Dopo la guerra incomincia anche nel
Stelvio al Cavia. Erano tutte guide i cin- bonniese l'attività sciistica e da quel mo-
que del Gran Zebrù: Giuseppe Tuana di mento le guide giovani incominciano a
Bormio, sergente e promosso aiutante di farsi un nome anche come grandi scia-
battaglia, e i caporali maggiori Stefan o tori . È il momen to dci due grandi Enninio
Sch iva locchi di Premadio, Giuseppe Can- Sertorelli cd Erminio Confortola, ai quali
clini di Bormio, Nino Dell'A ndrino di Chie- poi si aggiunge Aristide Compagnoni e
sa Valmalcnco e Severino Crenil \'aldo- dietro a loro la lunga serie dci frat elli Ser-
stano. torelli e Compagnoni, che continua anche
C li Austriaci occupavano saldamente ora con le nuove generazioni.
la cima dcl Gran Zebrù; vi avevano posto li Confortola, irraggiungibile come scia-
anche liii pC?.ZO di artiglieria. Quei magni- tore nelle lunghe salite che si usavano al-
fic i cinque scalarono di notte il versante lora, com pì, come guida, una impresa fa-
sud-ovest del monte e si annidarono a po- mosa: mppe l'incantesimo della parete

435
nord deUa Thunvieser, vinta tanti mmi noni classici di confonnazione naturale ed
prima dal Lammer in una leggendaria sca- estetica: grandiose elevazioni, dO\'e, con
lata e mai più ripetuta fino alla 5alita del l'aumento della quota, si distende un man-
Confortola. Ora quella parete per il calo to di nevi e ghiacciai perenni. Spesso, su
dei ghiacciai ha quasi elci tutto pcrdut.t nevai e ghiacciai stenninati, si innalzano
la sua corazza di ghiaccio e, a chi la ri- picchi e pareti arditi, vertiginosi, ma è
corda come era, fa malinconia a guardarla soprntlutlo raltczza che domina, detta
La lunga serie delle guidti bormiesi legge, condiziona l'adattabilit;\ dell'uomo
continua e rinverdisce nelle nuove reclute. all'ambiente. Temperatura e meteorologia
I nomi sono sempre quelli; ma, ciò che sono fattori che, sovente, prevalgono sulla
più importa, è sempre quella la stoffa di pura confonnazione rocciosa o glaciale.
cui sono fatti questi giovani Ciò che oggi è banale, domani o, forse, a
Ora in Lombardia nasce un problema: poche ore di distanza, diviene arduo, te-
l'alpinismo, nato nei maggiori grnppi del merario, impossibile. È una montagna che
Masino, del Bemina e dell'Ortles-Cevedale incute rispetto, che domina, che rimpic-
si è dilatato anche in zone e vallate più ciolisce l'uomo che la affronta. ~una mon-
modeste, dove pure non mancava una tra- tagna infida, sulla q uale non ci si può avven-
dizione e dove i primi alpinisti avevano turare senza conoscerne tutti i segreti e
potuto contare su guide che avC\'ano rag- tutte le insidie. E nessuno meglio del val-
giunto una certa fruna: i Bonomi in Val ligiano è in grado di preavvertime i peri-
d'Ambria, Rinaldi in val Crosina, Scara- coli, i mutamenti, i capricci.
mellini a Madesimo. Le Dolomiti sono montagne che escono
Un modesto, ma efficiente gruppo di dagli schemi classici. Esse non si innal-
guide si è formato in val Codera, con il zano a quote altissime, non sono così espo·
Dal Pra e Oreggioni sie ai mutamenti del tempo, la loro cliffi-
Sarebbe bene che dappertutto dove coltà è più obiettivamente conoscibile e
sono turisti, villeggianti e montagne non valutabile. I loro approcci non sono, in
mancassero una o più guide, a facilitare, genere, così lunghi ed avventurosi.
secondo le vecchie tradiz:oni, il passaggio Ma, in cambio, le Dolomiti sono mon-
dal turismo alpino all'alpinismo senza le tagne create per l'arrampicatore. Quando
tragedie che colpiscono troppo spesso i gio- sono facili , esse sono raggiungibili davvero
van i, sorrett i più dall'entusiasmo che da una senza soverchio impegno magari per tTan-
graduale e adeguata preparazione. quille tracce di sentiero. E facili {ma non
sempre) sono i ritorni dalle cime raggitmte.
i\la ciò che in esse predomina è l'arduo,
il verticale, lo spasimo cieli'arditezza. Esse
suggeriscono il concetto della lotta, lotta
leale, ma durissima. li vuoto le cinge. 1
4. - DOLOMITI loro pinnacoli mordono il cielo con lame
di formo inusitate. Le loro pareti piombano
La storia delle guide delle Dolomiti si sulle ghiaie come lavagne, in cui i muscoli
fonde mirabilmente con la storia alpini- e lo spirito debbono scrivere lunghe pagine
stica di quei monti. Strane, magiche mon- di lotta senza disattenzioni. Le loro diffi-
tagne, esse possiedono una personalità in- coltà sono nette, continue, incutono sogge-
confondibile. Altri monti rispondono a ca- zione, si offrono senza schermi e persegui-

436
I tano dal primo all'ultimo passo. La croda
è leale, ricca di prese, ma minuscole. La
di rendersi con to e ragione di tutto ciò
c he la natura aveva creato attomo a lui
a rrampicata è una danza, una musica, una Era naturale che esso nascesse e prendesse
sinfonia, ora armonica, ora angosciosa corpo nelle zone in cui le condizioni sto-
Esse non schiacciano e non opprimono riche e persino politiche erano più propizie:
l'uomo c he le affronta, ma questi deve im- Savoia, Svizzera, Germania. Le Dolomiti
medesimarsi con esse e farsi anch'egli, come e rano tagliate fu ori dalle prime avvisaglie
esse, natura composit a di te rra e cielo, della rivoluzione romantica, frazionate da
librarsi nell'aria, \'olare. suddivisioni politiche, isolate dalle vie di
Chi 11011 le conosce le rit iene piccole, comunicazione, sconosciute ai grandi viag-
maligne, ma piccole: e paracarri •, ha det- giatori, che fondevano scienza e poesia in
to qualc uno. l\fo. ch i, per la prima volta, rm unico calice esaltante.
provenendo da altre mon tagne, le ha scor- ~ l a e ra anche natmale che il pr imo
te, si è sentito sopraffatto e stupefatto. Le e grande > alpin ismo nascesse su montagne
ha viste ergersi nude, senza mediazione meno illogiche, più e classiche > anche nel
di mari di ghiaccio e di neve, d:illc ghiaie senso della conformazione. I misteri della
e dal bosco. A lui sono apparse ancora più montagna, questo mondo ancora popolato
grandi di quanto siano in realtà. Non c'è dalle streghe e dagli gnomi della leggenda,
alpinista e occidentale :t che, giunto ai pie- andavano svelati procedendo dalle cime
di di una parete dolomitica pe r la primJ. più alte, quelle dove si annidavano i se-
volta, non abbia esclamato: e Ma voi siete greti più curiosi per la mente assetata di
pazzi! >. La ricchezza di prese, la roccia scoperta. La difficoltà, l'asprezza, l'ardi-
conformata naturalmente pe r l'arr:-impica- tezza della confomiazione erano concetti
ta, lo h anno, poi, conquistato a questa c he, in alpinismo, sarebbero potuti entrare
e pazzia >, lo hanno incantato, sedotto, ma solo in un secondo tempo.
nessuno parlerà più, dopo, di e paracarri >. Giunte con qualche ritardo alla ribalta
E questi paracarri sono, spesso, smisu- d ell'alpinismo, le Dolomiti non avrebbero
rati: si ergono nel vuoto per cinque, selle, manca to di pre nde re la loro rivincita. Ma
ottocento, mille, milleseicento metri. Ed ciò non poteva avvenire che pili tard i.
anche q uando sono veramente piccoli e Nella storia che, a grandi linee, e cliie-
maligni e paracarri >, sono così crli, così clendo ven ia delle imperfezioni ed omis-
acu ti, così spietati nella loro arditezza, che sioni che la tirannia dello spazio e dcl tem-
nessuno li trova più e piccoli >, finché non po rende inevitabili, andremo tratteggiando
li ha domati... delle più nobili figure di guide dolomiti-
Questo è l'ambiento delle guide delle che, emergono alcuni periodi essenz iali,
Dolomiti. ognuno dei quali corrisponde ad una t ap-
L'alp in ista e classico > non è nato, ne p a fondamentale della storia dell'alpin ismo
poteva nascere nelle Dolomiti. Non lo po- dolomitico e delralpinismo in generale. Il
teva per ragioni storic he e sociali. ~fasche­ primo period o è quello della scoperta d elle
rato di idealismo, d i illuminismo e di com- Dolomiti. l n questa fase, noi troveremo
moven ti pretesti scientifici, l'alpinismo è fiere figure di valligiani, già esperti cono-
nato come prima e più eletta espressione scitori delle loro montagne, accom pagnare
di quello che oggi si chiama turismo, in i pionieri sulle vette. t l'era dei cacciatori
un'epoca in cui l'uomo, liberato dai vincoli di camosci, che generano solidi ceppi di
dci t imori ancestrali del medioevo, cercava guide professionali . In alcune vallate, que-

437
sto sarà un fenomeno effimero, che si estin- de occupano posti di primo piano e, spes-
guerà con l'era dell'alpinismo sportivo, ma, so, di avanguardia. Solo che, quasi >empre,
in alcuni centri famosi, sorgeranno dina- tali ascensioni vengono compiute con spi-
stie di guide che, ancora oggi, si traman- rito dilettantistico e fuori di un fine diret-
dano di padre in fi glio una professione tamente professionale. € vero che, in •:\I
che, prima ancora, è arte e passione. modo, le guide attingono anche ootorict.ì
Segue lepoca d'oro delle guide delle professionale e ciò può tornar utile per l.1
Dolomiti. Mentre l'alpinismo italiano tra- più oscura attività con clien ti, che si svoÌ·
scura questo lembo di suolo patrio, per ge su itinerari risaputi: ma, sopratt utto, ta-
giun ta tagliato da un ingiusto confine, so- li imprese rispondono ad una intima pas-
no soprattutto gli stranieri a batterlo alla sione che è all'origine e non conseguenza
ricerca di sempre nuove conquiste: ~oprat­ dell'attività professionale. Prova ne sia che,
tutto tedeschi, austriaci ed inglesi. Ma, a spesso, chi potrebbe dedicarsi ad attività
tener alto il nome dell'alpinismo italiano assai più lucrative, abbraccia la professio-
su queste montagne incantate, assieme a ne di guida solo per potersi dedicare per-
pochi nobilissimi pionieri, cu i si deve an- manentemente e più intimamente alla
che la prima, limitata letteratura dolomi- mo11tagna
tica in lingua italiana, sono le figure re- Concludendo, quindi, in ognuna delle
gali delle guide cadorine, ampezzane, agor- tre fasi storiche - la pionieristica, la clas-
dine, primierolle, trentine e fassane. Anche sica e la moderna - le guide cieli<> Dolo-
se la funzione della guida non è sufficien te- miti hanno offerto testimonianza, oltreché
mente posta in luce, di front e al nome dei di una altissima classe professionllc, di
e mussiù • condotti sulle vette, in questo un attaccamento alla montagna, lnro ma-
periodo, che giunge sino alla prima guerra dre, nel senso più puro e nobile, tanto che,
mondiale,, assieme ad alcuni campioni del- sia pur in misura diversa, ma spesso preva-
l'alpinismo senza guide di oltr'Alpe, sono lente, la storia delle guide delle Dolomiti
le guide dolomitiche a segnare sulle loro si in treccia e si identifica con la storia del-
vette il limite estremo dell'epoca - limite l'alpinismo dolomitico
altissimo in senso assoluto Se, ora, si considera che, specialmente
Nel primo dopoguerra si apre, infine, nell'epoca moderna, l'alpinismo dolomitico
l'epoca dell'alpinismo moderno nel senso ha costituito il vivaio delle concezioni e
più pieno, epoca in cui l'attività degli delle tecniche più ardite, la funzion e de-
e accademici • e dei e senza guida • assu- gli alpinisti dolomitici e, con essi, delle
me un sempre maggior rilievo. A differenza guide delle Dolomiti assume particolare
dol passato, non è più caratteristica delle rilievo nella storia dell'alpinismo
guide partecipare e trovarsi in testa alle Questi sono, quindi, gli uomini che
più grandi imprese assieme ai clienti. Ve- brevemente ricorderemo, nelle loro figure
dremo, più avan ti, la profonda evoluzione umane e nelle loro imprese: uomini cui
attuale, che è anche un po' tramonto, della \'alpinismo in senso totale deve l111:l parte
professione di gu ida, almeno nelle Dolo- sostanziale del suo sviluppo e del suo rigo-
miti. Tuttavia, il clamoroso svilu ppo del glio, uomini che ne hanno esaltato gli
moderno alpin ismo estrelT)o non lascia cer- ideali e che, ben ispesso, hanno signoreg-
to le gu ide inerti spettatrici. Jn ogni ordi11e giato come indiscussi maestri, entro e fuori
rli grandi conquiste contemporanee, le gui- delle loro montagne natie

438
L'ERA DEI PIONI ERI 19 settembre 1857 viene considerata come
una tappa storica della conquista delle
La storiografia tradizionale fissa le date Dolomiti, per la prima ascensione al Pel-
iniziali dell'alpinismo dolomitico nei nomi mo, da parte di John Bali . Ciò è esatto. M:l
di Dieudonné de Dolomieu, lo scienziato lo stesso Bali ci infomta che, già prima
che ha dato a questa fiabesca roccia il no- della sua ascensione, e i cacciatori della val
me, di John Bali, di Paul Grohmann. Ciò cli Zoldo da tempo hanno trovato non solo
è giusto e vero, poiché sono stati questi una, ma quattro vie diverse per raggiun-
pionieri a trasferire nelle Dolomit i le fasi gere il plateau della sommità >. Sembra
necessarie dell'aprirsi dell'era alpinistica, quasi certo che, per tali vie, anche lr1 vetta
dalla curiosità scienti fi ca all'impulso rC>- fosse stata raggiunta, ma, certo, anche in
mantico ad attingere le vette più eccelse relazione all'epoca, ogn i problema di ascen-
e, via via, anche le più ardue. I!: con i pri- sione era risolto. Per quanto numerosa po·
mi.salitori di vette"' turisti >, forestieri , che tesse essere allora la fauna venatoria ai
la conquista della cima non è più un fatto piedi del Pelmo e sullo stesso l'elmo, non
occasionale e sporadico, ma diventa og- vi è dubbio che la "'scoperta > di queste
getto di una attività e di una idealità pro- e vie > era stata, per i valligiani, qualcosa
prie. di più che una semplice esigenza cli cac-
Tuttavia, se le vette potessero parlare, cia (così come la stessa caccia era qualcosa
esse spesso ci rivelerebbero nomi scono- di più che un procacciarsi nutrimento!).
sciuti di valligiani, soprattutto cacciatori li "' rivelatore delle Dolomiti > fu Paul
che, giunti inseguendo la preda in qualche Grohmann. Con lui si iniziarono ascen-
circo più elevalo, su qualche cengia pili sioni classiclie, dove meta era pur sempre
vertiginosa, su qualche forcella più eccel- la cima, comunque raggiunta, d'accordo,
samente incisa, hanno deposto la carabina, ma non banali, neppure secondo gli odierni
hanno levato lo sguardo in alto e, presi criteri, per quanto concerne l'asprezza
da un impulso irresistibile, hanno raggiun- Ebbene, anche Grohmann, in talune delle
to la cima. Forse, al ritorno a valle, essi sue grall{li ascensioni, ebbe la certezza od,
non annessero a ciò un particolare signifi- almeno, il dubbio di essere stato prececluto
cato. Pensarono essi stessi di ess~r stati dall'ardito vall igiano. Così sull'Antelao, la
mossi dalla curiosità di contemplare la più alta vetta delle Dolomiti Orientali,
valle natia da un punto più eccelso e di scalato certamente da Matteo Ossi e pro-
vedere cosa c'era dall'altro versante. Forse babilmente anche da Giovanni Ossi di San
11on furo110 creduti o, se lo furono, nessuno Vito di Cadore, intorno al 1862
intuì il signifi cato universale della loro im- Ancor prima del 1854, cacciatori valli-
presa. A tratti, qualche vecchio documento, g iani avevano scalato il Peralba
dimenticato negli archivi della parrocchia In quegli stessi ann i, nel 1860 da John
o fra le vecch ie carte di famiglia, ci rivela Bali e nel 1864 da Grohmann, vengowl
qualche sprazzo ... raggi~mte le due più alte vette delle Dolo-
Eppure, la storia alpinistica delle Do- miti, rispettivamente le Punte Rocca e
lomiti comincia da questi nomi, per lo più Penia della Marmolada. Anche qui, essi
ombre senza volto, come i coboldi, gli gno- ricalcano, per buona parte, le orme valli·
mi, i Martorei, i Salvans e le Redoseghe, giane. Si tratta di onne di vecchia data,
che le leggende collocavano a popolare le che risalgono quantomeno al tentativo del
cime! È così, ad esempio, che la data del 1803, che costò la vita al prete agordino

439
don Giuseppe Ter.rn ed a quello, pure con- utilitaristico, ma senza lasciarsi sopraffare
dotto da religiosi, gentiluomini e monta- da esso, un seme ( dilettantistico» che
na.ri agordini nel 18;56, che si era spinto già esisteva in luce
sino ad ( una estrema cresla > . Due tent:l- Fra le prime grandi figure di guide al-
tivi particolarmente significativi, perché di pine, sorte drfll'inconlro con i viaggiatoti
indubbio ed indiscutibile caratter~ alpini- stranieri, giganteggia la figura, che pare
stico intagliata nel legno con la sgarbia, del
Nel secondo di essi, anzi, troviamo giìt possente vecchio Francesco Lacedelli, il
i nomi di due montanari indicati come « Chèco da Melères >. Nel 1863 e negli
(guide>: Pellegrino Pellegrini e Gasparn anni seguenti, accompagna Crohmann sulle
Da Pian. Tofane di Rozes e di Mezzo, sul Sorapiss,
Era necessario parlare delle imprese dei sull'Antelao, ecc. Ed anche egli, prima di
valligiani, prima che questi potessero ge- essere guida alpina, era ben noto a Cortin•l
nerare le guide alpine, perché altrimenti d'Ampezzo come il cacciatore ( e l'arram-
non si potrebbe comprendere come i pio- picatore» più abile della valle. Secondo la
nieri giunti da altri Paesi avessero potuto ( Cronaca d'Ampezzo > di Don Pietro Al-
trovare già bello e pronto H magnifico ma- verà, un tal ( cacciatore Lacedelli da Me-
teriale umano, nel qua.le trasfondere le lères » avrebbe ( salito in gioventù il Cri-
loro concez:oni, frutto di una elaborazion e stallo ed il Sorapiss > e, soprattutto per il
culturale, e marciare uniti alle più grandi primo, se non per il secondo, è dato credere
conqu iste. che realmente sia stata attinta la vetta
Quando stranieri e cittadini giunsero, Nel 1863 « Chèco da Mclères > aveva 67
non trovarono solo rozzi montanari, dispo- anni! Di lui scrive Crohmann: ( Checco,
sti ad accompagnare il ( mussò > nel regno contadino benestante, certo non andava
delle strçghe e degli spiriti, allettati da in montagna per lo scarso guadagno, ma
com pensi in danaro, ma trovarono signori, unicamente per ambizione e per passione ..
maestri della montagna, fieri e sicuri, ge- era dotato di un senso di orientamento
nerati dalla stessa natura di quelle mon- stupendo e di molta ambizione >. Eviden-
tagne e fatti della stessa corteccia, tem- temente, con la maestria e l'amore sconfina-
prati dalla caccia, svago regale, anche per to dei suoi monti, il grande pioniere vienne-
gli umili, che, in quell'ambiente, non po- se aveva colto, nella sua guida, un elemen-
teva i1on fondersi con l'amore cd il con- to dominante: l'ambiziosa fierezza, che
temporaneo soggiogamento della iiatura e sembra dipinta su quel volto duro e rugoso.
delle sue forze Con lui, Cortina, che si avvia a diventare
Gli stranieri portarono solo, nel chiuso Regina delle Dolomiti, produce la prima ge-
delle valli isolate dal mondo, il soffio di una nerazione di guide - Dimai, S'.orpaes, La-
nuova cultura, di cui, d'altronde, qualche cedelli, ecc. - nomi che poi vedremo ripe-
sprazzo era già giunto, almeno nelle classi tersi per generazioni nella più grande stor-
più colte, come dimostrano i tentativi ri- ria dell'alpinismo.
cordati alla 1'.farmolada. Fin dagli inizi, L'astro di Chèco da ).folères è appena
le guide delle Dolomiti furono, prima di declinato che un altro ne spunta a degna-
tutto, appassionati della ( loro "> montagna, mente rimpiazzarlo: è Santo Siorpaes, già
animati da uno spirito dilettantistico. La ( Imperia\ Regio Ca11toniere a Cimaban-
trasformazione in professione offrì solo l'op- che "> .Dentro e foor delle Dolomiti, qtiestv
portunità di svi luppare, unendo l'elemento patriarca barbuto allinea inrnunerevoli con-

440
quistc: Marmolada di Pcnia, Cimo11 della cune arcaiche ascensioni troviamo scien·
Pala, Crocia Rossa d'Ampezzo, Cresta ziati e viaggiatori accompagnati da mon·
Ovest della Mannolada, Cirnon del frop· tanari locali: cosi il fornaio Felicetti di
pa, Becco di Mezzoclì, Cima Bagni, ~fon. Mcdii, nel 1&56, sullo Schenon del Latemar
te Popera, Duranno, Averau, Schiara, Ci. con von llichthofcn. Grande pioniere nella
ma dci Preti, Pala di San Martino, Sasso esplorazione di questi gruppi è il bolzani·
Vernale, Sasso di J3osconcro, e<.'C. e, su lle no Johannes Santner, che corre, ora solo,
Alpi Stiriane, con Arcangelo Dirnai ed il ora con compagn i, dall'una all'altra vetta.
Conte Pallavicini, la Kleine Bishofsmi.ltze. ~ l a già il J3 agosto 1869 Grohmann aveva
€ naturale che le guide vall igiane na· colto, dopo avvcnlurosi lentativi, una gran·
scano e si sviluppino, mano a mano che diosa vittoria sulla Cima del Sassolungo,
singoli centri o valli sono toccati dal na- accompagnato dalle guide Innerkofl er e
scente fenomeno turistico (allora turismo Salcher. Vi fu anche qui un precursore?
ed alpinismo erano quasi sinonimi, anzi il Si narra in Val Gardena che, vari anni
tmismo alpino deve i suoi rrntali all'alpi· prima, un ardito valligiano di Selva sareb-
nismo, realtà cli cui oggi è in gran parte be salito solo su ll'ardua vetta e vi avrebbe
dimentico ed ingrato!). acceso, a testimonianza della sua conqui·
I!: altrettanto naturale che il fenomeno sta, un falò. Ben presto, appaiono sulla
alpinistico si accentui nelle zone mag· scena le gu ide fassanc, capostipit i di una
gionnente percorse da turisti di lingua ben ilJustre tradizione: nel 1872 è il fossa·
tedesca cd inglese, nel mentre ristagna no Benmrd a guidare sul Catinaccio di
alquanto nelle Dolomiti Italiane, sia pure Antermoia Tucker e Carson. Giorgio Ber·
con nobilissime eccezioni. nani, di Cam pitello, è fra le grandi guide
I!: ancora a Jolm Bai\ che spetta il me del tempo. Oltre ad una lunga serie di, con·
rito di aver • lanciato :t il Gruppo di Bren· quiste nel suo Catinaccio, egli coglie belle
la, perla dolomitica ai margin i della zona vittorie nelle Pale (Focobon . 1887) e nel
tradizionalmente ind icata con questo no· gruppo della l\farmolada (Venici · 1879,
me, ma non per questo ad essa estranea, da solo).
né per la natura rocciosa, né per caratle· Nelle Dolomiti Ladine, la storia dcll'al·
ristiche storiche ed ambientali in senso pinismo valligiano si era iniziata già per
alpinistico. ~ l a è una comitiva valligiana, tempo. La stessa confom1azione naturale
quella di Giuseppe Loss, di Primiero, il dei vasti altipiani e la relativa facilità di
20 luglio 1865, a compiere la prima gran- accesso di talune cime, favorivano la Cli·
de traversata nel gruppo e la prima con· riosità e l'ardimento dei cacciatori. Fin dai
quista cli una grande vetta: la Cima Tos,1 primi decenni dell'SOO vi è un cenno di
Nelle successive conquiste, gareggeran. conquiste vall igiane e, dopo il 1860, Cio·
no i nomi ampezzan i dei Lacedelli e dci vanbattista Vinatzer cli Ortisei esplora
Siorpaes (Cima Brenta, Ci ma d'Ambicz) sistematicamente le cime delle Odle cd i
con quelli trentini dci Oallagiacoma e dei fratelli Alton, con altri valligiani, pcrcor·
Nicolnssi (Torre di Brenta, Crozzon cli rono i gruppi dcl Pucz e dcl Sella. Quan·
Brenta, Brenta Alta, ecc.). do giungeranno i turisti stranieri, trove-
Nel regno incantato del Catinaceio, e il ranno montanari già espert i e pratici delle
giardino delle rose :t, erano già noti da loro montagne, cli cui avevano già, in gran
tempo immemorabile ai vall igiani i valichi parte, anticipato la conquista.
ardui dall'uno all'altro versante. Già in al. Fu merito dci turisti inglesi ravcr ini·

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ziato l'esplorazione alpinistica del gruppo nelle Alpi - si innalza come una sirena ed
delle Pale dt S. Martino, fantastico regno una sfinge. E: la gigantesca e parete delle
di cime e vedrette, fra l'Agordino e Pri- pareti >, la Civetta. E: ancora troppo presto
miero. Le onnipresenti gu ide di Cortina perché questa lavagna sia incisa da stori-
d'Ampezzo furono anche qui accanto ai che pagine di alpinismo. Più bonario, in re-
vincitori delle prime grandi vette. Così, il lazione ai tempi, è il suo versante zoldai10
3 giugno 1870, Siorpaes guida Whitwell sul Ancora una volta non possiamo die con-
Cimon della Pala, il Cervino delle Dolo- fe1111are la priorità dell'alpinismo valligia-
miti. Ma già compaiono, con quelli delle no, quello che sarà matrice delle guide. In
guide ampezzane e di Devouassoud di una data incerta, compresa tra il 1865 ed
Chamonix, i primi nomi di guide valli- il 1867, il cacciatore zoldano Simeone De
giane della zona. E: il Della Santa di Ca- Silvestro, detto e Piovanèl >, si spinge sul-
prile a partecipare alle bellissime ed ardue la cima della Civetta e per primo getta lo
conquiste dcl Sass ~faor {1875) e della Ci- sguardo stupito oltre Il culmine della ver-
ma Canali (1879). tiginosa parete nord. Sa rà lui, nel 1867, a
A questo punto, è bello veder appa- guidare nuovamente alla vetta il Croh-
rire, in questa epoca pionieristica, dove gli mann e, forse, il Tuckett. I!: un saldo, no-
stranieri, sia pure con il concorso delle bile ceppo quello delle guide zoldane, che,
guide locali, lo fanno da padroni, un gran- purtroppo, si estinguerà con i tempi eroici,
dissimo patriarca italiano, con altri compa- così come immeritatamente neglette reste-
gni e guide italiani: Cesare Tomè di Agor- ranno quelle bellissime montagne che sono
do. Innamorato delle sue montagne, aspro e i i\fonti minori di Zoldo '*' · Infatti, lo
e chiuso come esse, penneato ancora delle stesso cPiovanèl», che il Grohmann ricorda
sublim i ingenuità dei tempi classi.ci, ma come e un simpatico e taciturno uomo>, in
capace di, stupefacenti imprese cÌle antici- età avain.ata emigrerà lm1gi dalla sua valle.
pano i tempi, Cesare Tomè affronta i monti L'epoca che stiamo considerando inte-
dell'Agord ino, dai più modesti e negletti, ressa anche il sorgere del primo embrione
ai più superbi e famosi. Nelle Pale di San di organizzazione delle guide alpine, nel-
~lartino e loro propaggini, con un altro l'ambito delle nascenti sezioni del Club Al-
agordino, Tomaso Dal Col, quale guida, pino Italiano. La parte delle Dolomiti che
conquista il superbo Agner (1875), la Cima allora si trovava sotto sovranità italiana,
Immink (1877), ripete il Cimon della Pala, comprendente buona parte dell'attuale pro-
tenta la Pala di S. :\fortino {che sarà vinta vincia di Belluno, era sotto la p:iurisdi-
nel 1878 da Pallavicini e Meurer, con le zione delle Sezioni di Agordo (fondata nel
guide Siorpaes, Dimai e Bettega) e con- 1868, quartogenita del C.A.1.), Cadorina
quista la Cima Nord della Croda Gran- di Auronzo (1874) e di Belluno (1891).
de (1877). L'opera di queste sezioni, fra le più
i\fa, intanto, Primiero e San i\fartino di attive cd entusiaste dcl Sodalizio, era tanto
Castrozza stanno diventando centri dolo- pili meritoria, in quanto, in un'epoca in
mitici di prim'ordine, frequentati da turisti cui gli italiani ignoravano a torto le Dolo-
d'oltr'Alpe e ciò favorisce il nascere di un miti, esse tenevano viva la passio11e per
solidissimo ceppo di grandi guide locali l'alpinismo in questo estremo lembo della
Lasciando le Pale di San Martino per la Patria, a diretto contatto co11 la concor-
Val del Cordevole, una muraglia che non renza degli alpinisti stranieri
ha rivali nelle Dolomiti - e ben pochi Ognuna di queste sezion i, ordunque,

442
curò l'organizzazione di propri corpi di roni, di San Gregorio nelle Alpi e Mariano
guide valligiane che, naturalmente, attin- Casagrande di Bolwno Bellunese.
se al solido ceppo dei cacciatori di camosci, Fra questi nomi vanno ricercate magni·
primi esploratori delle valli e delle cime. fiche e patriarcali figure di montanari. Così
Quando la Sezione di Belluno si accin- Mariano Casagrande, vissuto per ottant'an-
se a questo compito, le Dolomiti di Bel- ni pressoché fuori del consorzio civile, sot-
luno erano ancora nelle condizioni del- to le rocce della Schiara, eppure animo
le restanti Dolom iti qualche decem1io pri- nobile, sembrava un Dio agreste dell'antica
ma (e tale condizione 11011 sarebbe mutata Grecia. Rinaldo Pasqualin, nerbornto fab·
di molto sino a questi ult imi anni). Ciò bro ferraio, che guidò \!inanti alla conqu i·
spiega se In fase pionieristica si è qui svi- sta dello Spiz di Mezzodì, fieri entrambi
luppata con un certo ritardo. La pili eccel- che fosse, finalmente, una conquista ita·
sa dolomite bellunese è indubbiamente liana su una cima invano tentata dagli stra-
la ~uperba vetta della Sch iara. Ancora una nieri. Angelo Pancera, detto « Geremia •
volta, la prima ascensione è appannaggio ma anche ""i\ lago •, singolarissima figura
di cacciatori ignoti in epoca ignota (s i t rai· di "" lingera •, girovago, solingo, bevitore,
ta probabilmente dei famosi cacciatori dc saldo come una quercia, buono come il pa-
La i\foda, in Val Cordevole). La prima ne e guida assai rinomata del Pelmo e della
ascensione nota, invece, è quella del 16 Civetta, morto nell'oblio ed in miseria. Al
settembre 1878, ad opera di ).forzbache1 suo passaggio, come pili tardi per il Tita
e del nostro grande agordino Cesare Tomè, Piaz, le brave donne si segn~wano! Fu il
accompagnali dalle guide Santo Siorpaes primo conquistatore del PeLnetto, dove
di Cortina e da una guida valligiana (pro- ancora si ricorda il passaggio chiave, il
babilmente un Andriollo de La Muda). «salto del Mago • . Ed ancora il De Marco,
f ondata la Sezione di Belluno, gli entu- detto « Volp • ed i De Luca, fra cui Nico-
siasti promotori, fra cui eccelse Feliciano lò, leggendaria figura di cacciatore, dalle
\!inanti , organizzarono un vero e proprio fonne gigantesche.
corpo di guide della zona, che compren- Come abbiamo già visto, un posto di o-
deva, oltre a Belluno, il Canal d'Agordo e nore in assoluto, nella storia della nascita
la Val di Zoldo (quindi i gruppi della dell'alpinismo dolomitico, spetta all'Agordi-
Schiara, della Civetta, ciel Pelmo e gli altri no. Quando, nel 1868, si costituì in Agordo
minori circostanti). Nel 1895, in queste la quarta Sezione del C.A.J., essa poté con-
zone operavano, regolarmente patentate, le tare, fin dall'inizio, su numerosi e valenti
guide Luigi Meneghel di Belluno, Pietro valligiani, con i quali costituì un efficiente
De Lazzcr, Bortolo, Davide e Giovanni corpo di guide. Alcuni di quei nomi erano
Lazzaris, Ennenegildo Pra-Levis, Rinaldo già legati ai primi tentativi dei pionieri. Co-
Pasqualin e Giovanni Sommariva di Fomo sì Pellegrino Pellegrini di Rocca Pietore, per
di Zoldo, Angelo Pancera detto Geremia, lungo tempo considerato il miglior conosci-
Giovanni Fattor e Giovanbattista Monego tore della Marmolada, dove aveva gl1idato
di Fusine, Domenico De Marco di Pianaz, l'epico tentativo del 1856 e di cui aveva cal-
Giuseppe De Luca e Valentino Pancera cato la vetta nel 1862, assieme ad un'altra
detto « Tine Poeta • di Mareson, Virgilio guida agordina, Clemente Callegari di Ca-
Andriollo de La Muda e Giovanni De Na- prile (che fu anche con il .- i\1a~o :t al Pel-
<lal di Zoppè. Erano, altresì, guide « rac- metto), accompagnando il Grohmann, cl1e
comandate • Giovanni Cassai, detto Gia- definì entrambi « guide esperte e resolute , _

443
attitudine per operare su qualunque terre-
no da loro sconosciuto>' Santo Dc Toni, di
Alleghe, Giovanni Dc Dorigo cli Forno di
Canale, Emanuele Decima di Taibon, Sera-
fino Parissenti di Frassenè, Eugenio e Pie-
tro Conedcra di Agordo. In realtà, Santo De
Toni, come vedremo, era una delle più gran-
di guide dcl tempo. Di Serafìno Parissenti,
autore, fra l'altro, della prima ascensione
italiana alla J:>.'lrclc sud della Marmolada,
scrisse l'Andrcoletti: e le sue doti di arram-
picatore e di guida pro\'etta non saranno
mai apprcz;r,ate abbastanza >. Fu autore d i
innumerevoli • prime >, sopratt11llo nelle
Pale di San !\fortino. I fratelli Conedera,
detti e Béca >, accompagnarono il Tornò
in _gran parte delle esplorazioni dcl grnppo
della Moiazza.
Anche nell'epoca pili moderna, la tradi-
zione di alta classe delle guide agordine,
Luigi Cuoklll non si è mai interamente estinta, neppure ai
nostri giorni.
Abbiamo pure già ricordato altre due valen. Il Cadore, che già aveva contribuito con
ti guide del tempo, che operarono sovente gli Ossi ai primi splendidi sprazzi dell'alpi-
con il grande Tomè: Giovanbattista Della nismo dolomitico, annoverò, in quest'epo-
Santa di Caprile e Tomaso Dal Col di Vo\- ca eroica, guide di primissimo ord ine.
tago Giovanbattista. Ciaein di \lodo di Ca-
Oltre ad essi, operavano ncll'Agordino, dore, detto e Sgrinfa > è descritto dal ?\'fari-
intorno al 1878, le guide Arcangelo Garlct e nelli come e ... uomo forte , destro, rotto
Nicolò Valcozzcna di Agordo, Bortolo Del- alla montat.riia.. Prudente, discreto, previ-
la Santa, Antonio Pellegrini, Nepomuceno dente, fin affettuoso, un modello di guida .> .
Del Buos e Giacomo Fabbiani di Caprile, Luigi Ccsalctti, detto • Colòto >, da
Pietro Lorenzi di Gares. L'attività delle gui- San Vito di Cadore, fu una delle pili grandi
de era disciplinata eia precisi regolamenti e guide dcl tempo. Egli cominciò fa sua at-
da tariffe: apprendiamo, così, ad esempio, tività intorno al 1870, su i due grandi colos-
che la tariffa per la salita alla Marmolada si della va.Ile: Pelmo ed Antclao. A lui si
era, nel \87l, cli 12 lire! Ai nomi già citali deve la scoperta (o la riscoperta) di una
si aggiunsero, intorno al 1890, Giuseppe delle classiche vie per cengia al Pelmo
Preloran di Agordo, Valentino 13one\li di (cengia che porta il suo nome). Un'impre-
Forno di Canale, Agostino Soppelsa di Al- sa veramente eccezionale per quell'epoca
leghe, Donato Del Buos di Caprile. (anche se non ebbe la risonanza che avreb-
Ncl 1907, la Sezione di Agordo, nel pub- be meritato) fu la prima ascensione della
blicare relenco aggiornato delle guide e dci Torre dci Sabbioni, vinta nel 1877 con il
relativi regolamento e tariffa, segnalava i Giacin. Questa scalata superava per arditez-
seguenti nomi , come persone • possidenti za e difficolt;\ quanto era stato fatto sino

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allora nelle Dolomiti e poneva Cesalctti, sia sulle predilette ~ l annarole (dove compì
per ahilit:\ e maestria, alla pari con gli moltissime prime ascensioni), sia fuori, co-
lnnerkofler e le altre più cclchri guide del me sul Cridola. Anche su lle belle cime che
tempo. A Ccsaletti si debbono anche al- dominano la Val Ciralba lasciò il suo nome.
cune grandi imprese invemali, come quelle Abbiamo voluto diffonderci su questi
dcl Sorapiss e dell'Antelao, compiute con nomi e queste zone, perché, come abbiamo
Pietro Paolotti e la guida G. ll. Zanucco. detto, queste fu rono le prime guide • ita-
Una certa fama, sia in Italia che fuori , ven- liane > delle Dolomiti. Ma, accanto a Cor-
ne al Cesalctt i con l'ardimentosa conquista tina d'A mpezzo, fu la Val Sesto a dare
dcl Sass da i\lura, nelle Alpi Feltrine, gui- un grande ceppo di maestri, che avreb-
dando il viennese Diamantid i cd il caccia- bero innalzato a sommi fastigi l'arte della
tore i\lariano di Sagron (188 1). lnfìne, egli guida e l'alpinismo.
ripetè le pili ardue salite dell'epoca e Con gli ampezzani, sono, 1ìn d'ora, so-
meritò l'elogio e l'ammirazione di grandi prattutto i fratell i lnnerkofler a percorrere
alpinisti dcl tempo. Oggi il suo nome, ben- da un capo all'altro le Dolomiti, cogliendo
ché rimesso in luce dagli studi del Berti, allori e facendone cogliere ai clienti legati
dcll'Angelini e del De Lotto, non è certo alla loro corda. Ad essi fanno degno riscon-
ric:onlato in propor1Jone al suo valore. tro i loro colleghi di Fassa e di Primiero.
Ancora San Vito di Cadore fu patria Si è aperta una nuova epoca della storia
dei fratelli Giuseppe ed Arcangelo Pordon alpinistica.
• Masariè •. guide emerite dei monti di
Zoldo e del Cadore. Nella classica opern
di Julius Kugy è tracciato un toccante IL l'ERIODO CLASS ICO
cd umano profilo di Giuseppe Pordon, l'uo-
mo del famoso • Salto Pordon > del Pelmo, Fino al 1880, l'ascensione alpinistica
monte di c ui compì anche, con il Paoletti, era concepita essenzialmente come rag-
la prima ascensione invernale nel 1882 giungimento della cima per la via più age-
Giovanni Battista Toffoli delto • T ita vole e venivano prese in considerazione
Petòz • , di Calalzo, fu fra i maggiori esplo- solo le cime pili importanti e rilevate e che
ratori delle Mam1arolc del versante di presentassero ragionevoli prospe tt ive di
Val Piave. Egli va ricordato soprattutto accessibilità. Vi era stato già qualche spraz-
pe r \'ascensione compiuta nel 1867, in con- zo più • sportivo • e pe rsino, come nel caso
dizioni quasi invernali, con il capitano di Cesaletti, era stata compiuta qualche
Somano dci bersaglieri, ad una \'ella che, ascensione che preludeva in tutto ai nuovi
con ogni probabilità, va ident ificata nel tempi. Ma solo oro si apriva l'epoca delle
Cimon dcl Froppa. Fu, quindi, una delle conquiste dove la difficoltà diventava un
prim iss ime vittorie alpinistiche interamente elemento ricercato e la ricerca del nuovo
italiane nelle Dolom iti e su una cima così cominciava ad essere perseguita a costo <li
bella ogni difficoltà.
Ad Auronzo, nella verdeggiante Val Due tappe fondamentali del nuovo tem-
d'Ansici, fra le va lorose guide del tempo, po recano la fìnna della grande guida ~ l i­
va particolanncnle ricordato Pacifico • Cie- chele lnnerkofier: la Cima Piccola di Lava-
co • Orsolina, rampollo di una famiglia di redo (1881) e la Crocia da Lago (1884). La
arditi cacciatori. Accompagnò illustri alpi- prima, soprattutto, cost ituisce, per arditez-
nisti, come un Kugy cd un Dannstlidter, za di concezione e di esecuzione, una tap-
il Cristallo, nel 1888. Come bene annota n
Berti, Michele lnnerkofl er fu una grandis-
sima guida, delle più grandi, ma, prima
ancora, un grande al pinista, che amò la
montagna per se stessa, nella man iera più
in tensa e più pura
Il nuovo periodo aureo dell'alpin ismo si
estende a tu tte le Dolomiti. Le gu ide sono
in primo piano, anche se, accanto ad esse,
si affennano alcuni • sen7,a guida >, come
Schmitt, Zsigmondy, il leggendario Win-
kler. Abbiamo già citato le prime valenti
guide trentine, ciel periodo della conquisi;!
delle grandi cime. i\ la, presto, il Trentino
diviene il vivaio di arditissimi alpinisti,
fra cui guide professionali, che, in imprese
più o meno fortunate, toccano limiti di
diflìcoltà che ancora oggi appaiono eleva-
tissimi e quasi estremi. Tale è il caso del-
fo pico tentativo al Campani! Basso di
Brenta, di Ni no Pooli, portatore, assieme
Bortolo Zag011c/
alla guida Antonio Tavernaro di Prim iero
cd a Carlo Carbari (1897). i\fan cata per po-
pa miliare dell'alpinismo in generale. Lo co l'ascensione, che sarà appannaggio di
stesso ln,nerkofler aveva detto ad Emi! una cordata austriaca, ritorneranno alcu ni
Zsigmondy, ammirando la vertiginosa Ci- anni dopo a vincere il Campanile per la
ma dalla Grande di Lavarcdo: • Là si po- e loro > via. Oggi sappiamo che le diffi-
trebbe salire, se si avessero le ali! >. l\fa, colt;\ che essi vinsero raggiungono il 5° gra-
non molto tempo dopo, l\ lichcle, con il do superiore! li Pool i mise al suo attivo
fratello Giovanni, troverà quelle ali e si tutta una serie di ardite ascensioni per
isserà sull'esilissima vetta. Guida rinoma- nuove vie aUa Cima Tosa, al Campani!
tissima per la personalità e lo stile, ebbe nel- Alto, alla Torre di Brenta, ecc.
la sua cordata i più celebri alpin isti dcl- Nel Catinaccio e nel Sassolungo, i Sior-
i'epoca. Lasciò, al tempo dei pionieri, paes, i Dimai, gli lnnerkofler colgono vit-
un'impronta indimenticabi le. Le sue ascen- torie su vittorie. Accanto ad essi si inseri-
sioni furono innumerevoli e spesso com- scono valorosamente alpin ist i e guide loca-
piute senza clienti, per puro amore della li. Fra queste, soprattutto Bcrnard, mentre
montagna. Calcò oltre trecento volte la so- si avvicina l'epoca che sarà segnata dalla
la vetta del Cristallo. Ascese per primo, pcrsonalitù, oltre che dalle imprese, di T ita
oltre alla Cima Piccola cd alla Croda da Pia,.,, la guida e moderna > per eccellenzn.
Lago, la Croda dei Toni, la Cima Undici, Cli stessi gruppi, con le Pale di San
la Punta Crolnnann, la Torre Innerkofier :\fortino e le Dolomiti L'ldinc, \•cdono
dcl Sassolungo e moltissime altre. La mor- emergere sempre nuovi e nobili nomi di
te lo colse, nel pieno delle sue forze, in un guide, onnai inquadrate nello spirito nuo-
crepaccio della sua montagna prediletta, vo delle vie difficili, per i versanti più ardi-

446
ti: sono gli Stabeler ed i Demetz di Val iono ancora inconcepibili, ammesso che se
Gardena, i Pescosta di Corvarn, i Bettega ne siano mai posto il problema.
e gli Zecchini di Primiero, gli agordini Ca- l'er ora, è ancora solo agli inizi una pre-
legari, Della Santa, De Toni e Fersuoch ziosa produzione letteraria, che rivelerà le
nella i\farmolada e nei sottogruppi minori. Dolomiti agli alpi nisti italiani, grazie, so-
Nelle Pale di San !\fortino la fa da signore prattutto, alle monografie di Andreoletti
Giuseppe Zecchini, profondo conoscitore sulle Dolomiti Agordine ed alla momunen-
di ogni recesso. Celebri sono, ormai, le tale opera di Berti, il Poeta delle Dolomiti
guide !\·lichele Bettega e Bortolo Zagonel, Per questo debbono essere maggionnen-
una coppia cantata anche nelle magistrali te ammirati oscuri pionieri. la cui arditezza
pag;ne del Guido Rey di < Alpinismo Acro- di :xmcezioni appare, ancora oggi, troppo
batico >. Essi, nel 1901, coglieranno una el1;vata per riuscire pienamente compren-
vittoria di portala storica, vincendo la mae- si bile.
stosa parete sud della Mannolada Quale ardimento dovette esprimere l'a-
Modesti signori della montagna, porte- nimo <lel sessantaduenne agordino Cesare
ranno sino a tarda età il loro blasone di Tomè, quando osò, nel 1906, affrontare la
grandi guide. La sud della !\fannolada era muraglia nord-ovest della Civetta, con i
stata tentata, con straordinario ardimento, suoi smisurati 1.200 metri, e vincerla per
l'anno prima, da Luigi Hizzi di Campitello, una via durissima, pericolosa, la prima di-
altro nome che troveremo nelle più cele- retta alla vetta? Il solo fatto che solo con
bri imprese del tempo. Agonlino, Val Biois, gli studi di Domenico Rudatis e le più re-
Primiero generano altre valorose guide, che centi memorie di Giovanni Angelini, tale
completano l esplorazione, pinnacolo per figura sia stata riportata in luce, sta a dimo-
pinnacolo, parete per parete, delle loro strare quale fosse l'atteggiamento, fat~o d i
montagne : Murer, Parissenti, Tavernaro, ignoranza e d'oblio, di buona parte dell'al-
Faoro ed altri ancora, la cui opera è stata pinismo italiano, verso le D olomiti! Ebbe-
spesso posta in ombra, di fronte al nome ne, in questa sede è bello ricordare che, i.n
dci loro clienti! quella storica impresa, Tomè fu accompa-
Siamo ancora nell'epoca in cui il cliente gnato da•lla guida Sante De Toni e dal por-
si appropria del valore del!' ascensione, ad tatore Domenico Da l Buos, anch'essi agor-
ont a della guida che, sempre con il braccio dini
e, spesso, con l'intuizione e con \'intelligen- Tuttavia, tranne sporadiche scintille,
za, ne è stato il principale artefice. Questi nella parte delle Dolomiti sotto sovranità
clienti sono quasi sempre stranieri. È l'epo- italiana, in questa età d'oro dell'alpinismo,
ca d'oro degli inglesi. L'alpinismo italiano si stende un velo di grigiore ed anche i
è in una condizione di inferiorità, ma spes- vecchi ceppi delle guide dello Zoldano e del
so, è anche il si lenzio che avvolge nobilissi- Cadore si vaimo inaridendo.
me imprese, sia con guide che senza guide. Oltre il confine, invece, nelle Dolom iti
li grande alpinismo italiano pecca di pro- Occidentali, soprattutto sul Catinaccio, bril-
vincialismo e le Dolomiti non sono cono- la.no i nomi delle guide di Tires, Schroffe-
sciute. Sarà, d'altronde, necessaria una ven- negger e Wenter, legati, ad esempio, all'ar-
tata di nuove concezioni, perché gli alpini- ditissima via dal Nord alla Torre Delago
sti italiani sappiano affrontare senza com- (1909). Sul Gran Cir, nel 1901, Adang vince
plessi imprese che, per i cultori deHe ascen- il suo celebre camino, una via che oggi
sioni classiche sulle e grandi Alpi>, appa- (1963) non esiste più, travolta da un frana-

447
mento della montagna, dopo esser stata, per Con Antonio Dimai si apre nelle Dolo-
cinquant'anni, fra le pili classiche! E gi<l miti una serie di ascensioni che resteranno
nel J900 Kostner di Corvara aveva scalato « classiche >. Sono le vie di elevata diffi-
la rossa parete dcl Sassongher, il colosso coltà, superabili in arrampicata libera, per
della sua Val Badia, ed esplorava le turrite i versanti più arditi e più logici ad un tem-
cime del gruppo di Sella. po. Quelle che ogni aJp;nista di capacità
r-. ln è a Corti na d'Ampe;-..zo che le guide media ambisco di percorrere. Sono vie do-
vivono il loro massimo splendore. Le loro ve, in genere, le difficoltà si aggirano sul
conquiste, è vero, faranno comparsa nella « 4 ~ grado >, anche se talvolta lo superano.
letteratura sotto gli illustri nomi di « signo- Sono ascc11~io11i di l.'Om..:cziu11c nuova, che
ri > inglesi o di bnronessine uugheresi (d'al- caratterizzano !"alpinismo dolomitico e gli
tronde ammirevolissimi gli uni e, soprat- attribuiscono una sua fisionomia incon-
tutto, le alt re). ~ l a , con la concezione mo- fondibi le. Sono le ascensioni do,·c ci si li-
derna, che è, d'altro canto, la pili giusta, bra ncll'ebbrezza del vuoto ...
soprattu tto con riforimento all'arrampica- Alla ricerca di queste vie Anton io Di-
mento dolomitico dove, in arrampicata li- mai mette a profitto il suo lìuto infallibile
bera, In funz ione del capocordata sovrasta e il suo occhio sicuro nella ricerca dcl pas-
quella di ogn i altro, pagante o no, quelle saggio. Agostino Ver.li mette, spesso, la
conqu iste porteranno, soprattutto, la firma sua eccezionale maestria e disposizione
dei Dimai, di \Terzi, dei Barbaria, degli ln - per il superamento di un passaggio chiave.
nerkoner, di Dibona. Sono maestri indiscussi ed i pur illustri
ii: così che, con Phillimore, Haynor, gli clienti non possono certo vantare un pri-
Oetvoes, Witzcnmann ed altri, svolge il mato neppure di concezione nella ascen-
suo grandioso ciclo una guida di cccclse sione, anche se, nei resoconti, convenzio-
qualità, .la più grande del suo tempo nelle nalmente, sar:l dato ad essi il primo po-
Dolomiti, certo una delle più grandi delle sto. In carnbio, i libretti delle guide ospite-
Alpi, Antonio Dimai, discendente e geni- ranno i loro elogi, sempre ben meritati.
tore di una dinastia di re della montagna, Non siamo ancora alla gu ida nel senso pili
che ha come compagno abituale il pure moderno, ma è certo che, con Dimai, la
valentissimo Agostino Vcr.1,i e, sovente, al- figura della gu ida acquista prestigio e si-
tri valorosi colleghi ampezzani, come Zac- gnorilità.
caria Pompanin e Giovanni Siorpaes. Il valore delle imprese di Dimai e dei
ii: quella dei Dimai una delle più illu- suoi colleghi e compagni è smisurato. Es-
stri famiglie di guide. Già ai primordi, con so, come si è detto, segna un'epoca. Natu-
Grohmann troviamo un Angelo Dimai, pa· ralmente, le sue Dolomiti Orientali sono
dre di Arcangelo, nnch'cgli guida di va- terreno predi letto, ma non esclusivo: Ci-
glia e di Antonio. Un'nhra fnmiglia Dimai vetta da nord-ovest per lunghi andirivie-
è quella di Fulgenzio, fratello di Angelo ni di cenge, Cima Grande di Lavarcelo da
e padre di Pietro Dimai, tutte gu ide ma- est, Tofana di Rozes da sud-ovest, Tofnna
gistrali. Pietro Dimai fu, tra l'altro, legato di Mezzo pe r la « via in glese ~ . Pelmo da
alla corda di Sepp lnncrkofl er in famose nord-est, Cima Una da nord-est, Piz Po-
conquiste. Pili avanti, troveremo Angelo pena da sud, Antelao da sud, Pomagagnon
e Giuseppe Dimai, figli di Antonio, prota- da sud, con Phillimore e Raynor; p..'lrete
gonisti di alcune stupefacenti conquiste sud del Sass di Stria, Torre Siorpaes, Cam-
dell'epoca del « 6° grado >. panile Ver.1,i, C roda dei Toni da Val Fisca-

44S
L A ~IARM OLADA , 1..A H o oA Dt:L ~ l u LOs
E IL Civ.~ VEI L,~:1., dal Via] del Pa n.
(llofocolore<liS.Saglio)
lina, con \Vitzemnann; la classicissima pa-
rete sud della Tofana di Ho-Les, la Cima
di Au ronzo, la C ima " ' itzenmann, il Gob-
bo, il Campanile Dimai, la Torre dcl Dia-
volo per traversata aerea, con le haronessi-
nc Oet voes. E, ancora, il Col Rosà, la pun-
ta delb Croce, la Punta Fiamcs, la Cima
Ovest di Lavarcelo, ecc. Tutte pareti fra
le più grandiose ed ardite.
~<la è in tutte le Dolomiti che Dimai ed
i suoi colleghi Ilasseggiano da signori: dal
Sassolungo, al Catinaccio, alle Pale di S.
Martino... Sulla parete est del Catinaccio
Antonio Di.mal coglie una celebre vittoria
che, come dirà Tita Piaz, si deve amm irare
ancor prima per l'arditezza della conce-
zione, in relazione ai tempi, che pe r la pur
audac.'C esecuzione. Anton io Dimai, Ago-
stino \ferzi, Pompanin, Siorpnes, Colli so-
no ancora sulla scena delle grandi guide
e già a Cortina d'Ampezzo spu nta un nuo-
vo astro, guida di re e re della montagna:
Angelo Dibona, il « Pilato >. Angelo Dlbo11a
Se le imprese di Antonio Dimai si im-
pongono per lo loro classicità e rappresen- pressapoco quindici! > « In una sola sali-
tano, oggi, a più di mezzo secolo di distan- ta?> « Oh, ma no! In tutto! > Ed ecco
za, meta ambita per ratpinisla di buone queste salite.
capacità, le maggiori imprese di Angelo Anche Dibona procede dalle mon ta-
Dibona sono immortali: potrà proceclere gne di casa: Torre Fanis da sud-est, Cima
finch é si vuole la tecnica dei mezzi artifi- Una da i1ord (titanica impresa, di straor-
ciali, ma nessun alpinista, per quanto abi- dinaria difficoltà, su una muraglia di mille
le, si accingerà a ripetere una via di Dibo- metri!), Piz Popena da nord, Cima Pope·
na senza un sentimento di soggezione e di ra da est, Croda Hossa di Sesto da est, Ci-
rispetto. Cinquanta anni fa egli sfìorò i ma sud della Crocia dei Toni, Campanili
limiti del possibile e non ebbe a rivali che di Popera. Suoi compagni abituali i fra-
Piaz, Jori, Diilfer, Preuss e ben pochi al- telli Maycr e la valentissima guida Luigi
lri. Chi scrive ha avuto la ventura cli co- Rizzi di Campitello di Fassa. Ma la cordata
noscere Angelo Dibona nei suoi ultimi an- di Dibona corre trionfalmente da un ca-
ni e di raccoglierne le confidenze. Povero po all'altro delle Dolom iti. i!: alla Hoda di
e dimenticato da molti giovani questa Vaèl do\•e traccia il primo itinerario sulla
grande fra le grandi guide conservava la terribile « parete rossa >; Daint dc ~lesdì,
dignità di un principe e l'amabilità di un nel Sella da est, parete ovest del Sass Por-
padre e di un maestro, con la modestia di doi, Hoda di ~ l ulòn nella Mannolada, tra·
un grande artista. « Quanti chiodi ha a· versata del Cran Vernèl, Sasso delle Un·
doperato al massimo, Dibona? > « Oh, 'lici, prima ascensione. E ancora, nel grnp-

449
po di Brenta la grandiosa parete sud-ovest de Sepp, guida eccelsa cd Eroe lcggcnda-
ciel Croz dell'Altissimo, alta mille metri, no
con difficoltà fino al limite superiore del Le Tre Cime di L:warc<lo, il Paterno,
5° gmdo! le Dolomiti di Sesto, ma anche il Sasso-
Ben presto Dibona varca i limiti delle lungo e le Dolomiti Occidentali sono il
Dolomiti cd affronta le più ardue pareti terreno dove operano questi maestri di al-
delle Alpi Calcaree del nord: di lui, come tissima classe.
di Piaz, gli alpinisti dcl luogo diranno: Un altro nome che, ancor oggi, non
e C'è il Dibona. L.1 parete ha le ore con- può esser ricordato senza reverente ammi-
tate!). razione è quello del fassano Francesco lo-
Vince lo spigolo nord del Grande Oed- ri. Valligiano colto cd autorevole, inna-
stein nel Gesausc e traccia il suo capola· moratissimo della montagna, ad essa de-
voro su lla immensa parete nord della La- dicò le sue migliori energie. Aveva opera-
liderer, nel Karwcndcl. Hitorna alle Dolo- to nel gruppo della Mannolada, dove, fra
miti e vi nce la Tonc Leo, la durissima fes- l'altro, aveva gu idato il Hcy sulla parete
sura dcl Bee dc ~fosdì, la sud-ovest della Sud ed aveva vinto le aspre pareti dcl Sas-
Pu nta Grohnrnnn, la 11ord dcl Sassolungo. so delle Undici, del Piz Scrauta, dcl Picco-
Ben più spazio richiederebbe la rie- lo Vernel. Era stato in cordata con Piaz
vocazione di questa figura che ha signo- alla prima del Sass Pordoi da sud -ovest e
reggiato sovrana nelle Dolomiti e fuori di sulla fant astica lama dello spigolo della
esse. Dibona è stato la prima grande gui- Torre Delago; aveva gu idato Andreolctti
da, anzi il primo grande alpinista dolomi- su lla piccola, ma ardua, Gusela dcl Ve.
tico ad esportare sul e terreno :t delle scovà nel gru ppo della Schiara. Due im-
Grandi Alpi la tecnica di arrampicata pili prese, soprattut to, ne perpetueranno il no-
ardita: dal Bianco al Delfinato lascia la me nell'albo d'oro delle Dolomiti: lo spi-
sua impronta. Sono soprattutto, la sud del- golo della Punta Fiames (1009) e la smi-
la ~ l eijc (dove era perito Zsigmondy), l'Ai- surata parete nord dell'Ag:ner (l.500 metri
guille Dibona, la nord-est del Dòmc des - 5° grado - 19'21).
Neiges des Ecri.ns, lo spigolo est della Abbiamo lasciato per ultimo il nome
\ Vandfluh, nei monti cli Zennatt, la ovest di Giovambatt ista Piaz, il celebre Tita
del Flambe:m des Ecrins, la prima traver· Piaz e Diavolo delle Dolomiti ) . Lo abbia-
sata del Col du Plambcau, la prima del mo fatto di proposito, pcrcl1é la persona-
Pain de Sucre, la cresta nord dcll'Ailefroi- lità multifom1e, con traddittoria, umanissi-
de, nel Delfìnato; la Dcnt du Réquin per ma d i T ita Piaz ha segnato una pagina
cresta ENE, l'Aigu ille du Pian da sud-est", nuova nella fìsionomia della guida in gene-
le Petites Jorasses da sud-ovest, nel grup- rale e di quella dolom itica in particolare.
po del Mon te Bianco. La persona lit à di Tita Piaz ci è stata
Sarà fra le più grandi guide di ante- rivelata da Tanesi.n i in un simpatico volu-
guerra e continuerà a praticare la monta- me, dallo stesso Piaz in due volumi scritti
gna anche in tarda età, la montagna che con il suo stile personalissimo e spadacci-
gli darà ancora il dolore di rapirgli il fi- no, da Guido Rey e da molti altri.
glio Ignazio, come lui gu ida T ita Piaz è, prima di tutto, un monta-
Degno rivale dei grandi colleghi di naro intelligente, istruito, aperto a tutti
Cortina d'Ampezzo è il ceppo degli Inner- i problem i ciel suo tempo, sacrilegamente
koRer di Sesto, fra cu i si impone il gran- ribelle, patriota, geniale, pazzamente in-

450
superiore a quelle di \Vinkler, in prospet·
tiva. Innumerevoli sono le vie tracciate da
Tita Piaz nelle Dolomit i: dal gruppo di
Brenta al Catinaccio, dal Sella alle Tre
Cime, agli Spalti di Toro, dove vinccrù il
Cam panile di Toro per una via di d iHìcol·
tà estrema. Alcune imprese sono compiu--
le con stile anliconfonnista e ... scanda lo-
so, come la discesa a corda della nord--est
della Torre \Vinkler (che vincerà in salita
a 53 anni!), la traversata aerea alla Guglia
Dc Amicis, la calata degli strapiombi nord
del Campanile di Val Montanaia. Come
Dibona, andr:\ a dare spettacolo al nord,
vincendo la parete del Totenkirchel.
Tita Piaz, soprattutto, è la guida mo--
derna, che sa leggere, scrivere e far di
conto, che viaggia in motocicletta e fa del-
la politica. Attorno a lui si crea una leg--
genda, le doiu1ette si segnano ed i birri
dell'I. R. Governo vigilano. E per Piaz vi
sarà anche la galera, anzi, come egli stes--
so scriverà, gli sarà riserbato il piacere di
gustare le galere di ben tre regimi! •
namorato della sua montagna, insofferen· Concludendo questa breve panorami-
te di gerarchie sociali, aspro e indispo· ca su quelle che furono le guide delle Do·
nente a vol te, generoso fino all'eroismo lomili prima della Grande Guerra 1915--18,
Con una simile guida, che ~i ribella a con- non possono omettersi alcune considera·
siderare il rapporto professionale in terrni- zioni. Se l'alpinjsmo dolomitico non era
ni di servilismo, i e: signori • si sentono ancora giunto, aùneno in Italia, ad essere
ridimensionati. In realtà, le e: vie Piaz • SO· valutato nel suo giusto valore, resta il fat . .
no e: vie Piaz • e basta. to che le maggiori imprese delle Dolomiti
li livello tecnico delle sue imprese è erano pari, se non superiori in difficoltà
alla alte-a.a dei massim i del tempo; egli è pura ad ogni scalata delle Alpi. L'alpini·
il maggior rivale di Dibona e ciò è tutto smo italiano • accademico • , nonostante
dire. In più, la sua carriera proseguir:\ an- a!C'une nobili eccezioni, era stato spetta·
che in etù avanzata, quando le nuove tcc-- tore: le maggiori vittorie erano state ap·
niche e l'inesorabile trascotTerc degl i anni pannaggio di cordate straniere, tra cu i al-
vorrebbero, secondo la logica, confinarlo cune di pmi dilettan ti, in primis Diilfer
nel museo. e Preuss.
Il suo regno, dO\'C domina dispotica· Se l'alpinismo italiano non è rimasto
mente, è iJ Catinaccio, sono le Torri del estraneo a questa epoca, nel corso della
Vaiolet. La sua scalata solitaria della fes . . quale sono state compiute tappe fonda--
sura della Punta Emma è impresa stori- mentali per l'alpinismo nella sua interez-
ca, anche se egli si rifiuterà di ritenerla za, ciò è merito precipuo, se non esclusivo,

451
delle grandi guide delle Dolom iti, soprat- un ruolo fondamentale. Come già era ac·
tutto, attorno al 1910, di Angelo Oibona, caduto nel primo decennio del secolo, an-
di Francesco lori, di Tita Pi:iz. Solo Berto che le guide ebbero, in questo periodo,
Fanton e qualche trentino, fra i non pro- una loro funzione di primo ord ine, ma non
fessionisti, hanno sapu to tenere il passo pit't cosl escl usiva. Anzi, le cordate di e di·
con il limite estremo allora raggiunto dal· lettan ti , fmono spesso su posizioni di a-
ralpinismo vanguardia. Ciò non toglie che le guide
Va anche rilevato come, allo scoppio seppero rapidamente adattarsi ai tempi e,
della guerra mondiale, il vivaio di guide anzi, spesso, uscirono esse stesse dalle fi.
al di qua del confine si fosse prcssocché le dci e dilettanti :t . ·
estinto. I Dibona e gli limcrkofler milita- Per alcuni anni dopo la fine della guer-
vano in campo avverso. Piaz, il patriota ra, l'alpinismo dolomitico sembrò sonnec·
ribelle, era in prigione. Anche sul piano chiare. ~lancava l'apporto degli alpinisti
militare, l'indifferem.a degli italiani per le di oltralpe, i cui Paesi erano prostrati dal-
Dolomiti si rivelò nociva, come fu prezio- la disfatta e sembrava persistere il disin·
sa all'Austria la profonda conoscenza di !eresse degli italiani per le Dolomiti, ora
questo territorio da parte dei suoi alpini- interamente nei nostri confini. O, meglio,
sti e delle sue gu ide. vi erano alcune cordate che operavano at-
Oggi, alcuni discendenti di Scpp ln- tivamente nelle Dolomiti, ma nessuna di
nerkoflcr portano con onore il distintivo esse era, non dico al cli sopra, ma neppure
di guida del Club Alpino Italiano. li nome all'altezza dci massimi valori gi:.'t raggiunti
di Sepp l nnerkofler è caro a tutti gli uomi- nell'anteguerra
ni della montagna. 11 suo eroismo non ha Eppure, qualcosa stava nascendo. Ciò
patria, non ha confine, come non ha con- accadeva entro i nostri confini, dove fer-
fine l'ardimen to degli alpini di Cima Un· vidi vivai di alpinisti stavano maturando·
dici, della Tofana e cli Fuselli su l Sass di si a Bolzano, a Trento, a Belluno. Accade-
Stria. e; l'animo del montanaro, che ama va, soprattutto, oltre Alpe, dove, sui gru p-
profondamen te la pace, che guarda con pi calcarci prossim i ad Innsbruck ed a
sentimenti fratern i gli uomini che vivono Monaco si andava perfezionando la nuo·
in altre valli ed in altre montagne, ma che va scuola tecnica creata da Diilfcr. Il 6~
è pronto al dovere cd al sacrificio, cui una grado era nato nel Kaiser e nel Karwen·
dura scuola lo ha temprato. dcl, per opera di una nuova leva, fra cui
Giungendo in vetta al Paterno, magari emergevano i Sollcder, i Simon, gli l ler-
per la sua bella cresta nord-nord-ovest, zog, ecc.
scopriamoci il capo reverenti di fronte al· Fra il 1924 ed il 1930 la scuola delle
la croce, che ricorda la più grande guida Alpi Calcaree dcl nord si trasferì nelle
delle Dolomiti di Seslo ed uno fra i più Dolomiti, realizzando una stupefacente se-
puri Eroi della montagna! rie di imprese: Simon e Bossi sulla nord
dcl Pelmo, StOsser sulla Tofana, Solleder
sulla Furchetta, sul Sass ~faor e, soprat·
[,' EPOC1\ MODEHNA tutto, sulla fonnidabile e parete delle pa-
reti :t , la C ivetta. Si ebbe, per un momen·
Nel periodo fra le due guerre mondia· to, la sensazione che l'alpinismo italiano
li, l'alpinismo subì una profonda evolu- fosse defìnitivamente superato: le gran-
zioue, nella quale le Dolomiti giocarono di guide invecchiavano, le nuove genera·

452
zioni esitavano persino di fronte ai valori Videsott e Rudalis sulla Busazza, Tissi e
attinti da Di.ilfer e da Prcuss! Andrich su lla Civetta, Comici e Fabian
Invece, un periodo di maturazione si sulle Tre Sorelle... ).la vi è una data ful -
stava rapidamente concludendo ccl il nuo- gida, che molti spesso ignorano o dimenti-
vo alpinismo italiano stava per entrare in cano: è quella dcl 6-7 settembre dcl 1929,
cavalleresca lizza con quello straniero, per quando tre guide ita liane, ~ l icheluzzi, Pe-
rflggiungel'lo e supe rarlo. ratoner e Cristomannos vincono il super-
Uno dei centri da cui partirà, per pri- bo pilastro sud della Mannolada. La pa-
mo, il rinascimento dcl grande alpinismo rete sud della Hcgina delle Dolomiti ha,
italiano è Belluno, i cu i Zanetti e Parizzi si così, una storia completame nte italiana,
uniranno pre~io agli agordini di Val Bioìs, dopo lo classiche imprese dei Rizzi, dci
fonnando il più forte gruppo del tempo Bottega e degli Zagonel. Questa scalata
nelle Dolomiti ed inaugurando una scuola ha un valore storico. Non adeguatamente
clw brillerà nel periodo fra le due guerre. valutata allora, era in realtà la pili dura
Ciò sarà opera esclusivamente di dilet- impresa del tempo ed a11cora oggi è fra
tanti e ten·eno prediletto di azione saran- le più ardue delle Dolomiti.
no soprattutto le muraglie della Civetta Dall'1\]t'o Adige, che già vantava 11obili
).la l'apostolo della Sezione di Belluno, tradizioni di alpinisti e di guide, viene,
Francesco Terribile, pe nserà anche a crea- una fi gura che è fra le più illustri degli
re guide valligiane per le Dolomiti di Bel- anni che precedono il 1930, forse il più for-
luno. Queste sono ancora neglette e per te alpinista dolomitico del tempo: I-fans
esse si riapre una fase che è manifestazio- Steger. Al suo nome sono particolannente
ne tardiva dei tempi eroici: i cacciatori legate due magnilìche imprese: la dirct-
di camosci si trasformano in guide. Tra tissin1a est dcl Catinaccio e la .- via ·della
il 1920 cd il 1930, saranno soprattutto due giovinezza • su lla Cima Una, com piut a
valligiani di Bolzano Bellunese a guidare assieme alla sua ardimentosa compagna
sulla Schiara Terribile e Sperti; Gioacchi- Paula \Viesinger. Ed ancora ricorderemo
no e Chino • Vie! ed Eugenio Da Rold le superbe vie alla Punt a Euringcr, alla
e Genio Pol • . Sono due montanari di raz- Punta Emma da sud, alla Torre Stabclcr
za, che, trasferiti a contatto con la tecn i- da ovest, alla Torre Winkler da sud. Non
ca moderna, avrebbero certo avu to tutti meno clamorose le affennazioni di Steger
i numeri per degnamente lìgurare. (come della \Viesinger) nelle fom1 e più ar-
li risveglio dell'alpinismo italiano tro- dite dello sci di competizione. Hans Ste-
verà la sua base culturale (ma anche l'e- ger è una bella fì gura di appassionato del-
sempio conc re to), nelle opere di Pino Pra- la monta&rr1a, che gi unge alla professione
ti (caduto sul suo Campanil Basso), di An- di guida, e poi a quella di gestore di rifu-
tonio Berti (che nel 1928 dà alla luce il gio ed albergatore, per essere più vicino
suo capolavoro, la e Guida delle Dolomi- alla montagna che ama. Continua, così,
ti Orie ntali • ) nella vivaC<l pole mica gior- la scuola delle guide altoatesine, che a\'C·
nalistica di Vittorio Varale e, soprattutto, va avuto in Schroffenegger, Adang, \\/en-
nell'infuocato entusiasmo di Domenico Ru- ter, Kostner, Trcnkcr, ecc. illustri espo-
datis che meglio di ogni altro divulga le nenti e degn i continuatori a\'rà in un pros-
nuove oonce1Joni estreme in alpinismo simo futuro,
I primi a cimentarsi con il 6° grado fra Le tradizioni di Sesto vengono tenu-
gli italiani furono, per lo più, dilettanti: te alte, in modo particolare, dai frat elli

453
Schranzhofer. I loro nomi sono, soprattutto, lettante nelle sue Alpi Giulie, rivelando
scolpiti nei due supe rbi itinerari aperti qualità straordinarie di alpinista.
sulle più paurose pareti della Croda dci Viene nelle Dolomiti e, ben presto, si
Toni. porta al livello dei migliori italiani e stra-
i\fa, ancora una volta, è Cortina cl' Am- 11ieri, con la sua vittoria sulle T re Sorelle
pezzo che rinverdisce gli allori delle guide (1929). Nel 1931, con Benede tt i, vince per
dolomitiche, per opera soprattutto dei due una nuova via la parete nord-ovest della
figli del grande Antonio Dimai: Angelo Civetta. i!:, forse , la sua più grande impre-
e Giuseppe. In breve, questi due giovani sa ed ancor oggi desta me raviglia. Per de-
ardimentosi, cui furono spesso compagni dicarsi a fondo alla montagna, abbandona
le guide Angelo Verzi, Celso Dcgasper ed la sua città ed il suo impiego e si fa gu i·
altri, riguadagnano il terreno perduto ri- da. t maestro della tecnica più moderna,
spe tto agli strm1 icri e ripetono le loro pit'1 tanto che alcuni lo considerano un fun am-
ardue imprese : così la S!Osscr della Tofa- bolo piantachicxli, ma in realt à, anche nel·
na e la temutissima Solleder della Cive tta l'arrampicata libera, possiede uno stile so-
Poi, si lanciano in magnifiche conquiste vrano cd un'armonia quasi musicale. Non
di vie nuove di estrema difficoltà, come è il solo grande arrampicatore del suo tem-
la bellissima pare te della Croda i\farcora, po e neppure il più forte, ma la sua per-
le Torri d'Averau, la Punta Fiamcs, la Pun- sonalità è inconfondibile e, soprattutto,
ta Giovannina ecc. egli porta, con la sua azione, la sua parola,
Spetterà, anzi, a loro di segnare una il suo esempio, una nota nuova nell'alpi-
nuova pietra miliare della tecnica e della nismo e, cli riflesso, nella professione di
difficoltà, osando affrontare e vincendo, guida.
dopo reiterati tentativi, la paurosa lava- Nat uralmente, Comici resta prima di
gna della, parete nord della Cima Grande tutto un dilett ante, e la veste di guida sarà
di Lavaredo. i!: l'impresa che segna una spesso smessa per larrampicata per se
svolta in seno alla stessa epoca dcl sesto stessa, da solo o con gli amici. La sua stes-
grado, dove è canonizzato il ricorso alla sa fama gli nuoce, e non trova clienti pe r
tecnica più raffinata ed all'uso copioso di le salite med iocri . La fì gu ra della guida
mezzi artificiali. Con questa impresa, i lultavia, con Comici assume una lìsiono-
fratelli Dimai segnano un primato all'al- mia che ricorda quella della com pleta e
pinismo italiano ed alle guide dolomiti- complessa porsonalità di un Piaz.
che. Innumerevoli le imprese di Comici,
Loro compagno nella grande vittoria quasi sem pre e dilettantistiche>. Celeber-
è una guida nata a Trieste: Emilio Comi- rimo, oltre alla Civetta ed alla e nord della
ci. La figura di Emilio Comici è entrata Grande>, lo e Spigolo g iallo >, dove egli
nella leggenda, ma ha, anche nella realtà, manifesta tutta la sua concezione di ardi-
dimensioni fondamentali , segnando w1 e- mento unito fl lla purezza estetica. E an-
sempio del tutto singolare di guida, che cora la Cima di Mezw della Crcxla dei
troverà segu ito in alt ri. Ton i, la Punta Frida, il Dito di Dio, la Ci-
Emilio Comici non è un valligiano, è ma di Auronzo, la • nord della Grande •
un cittadino, dotato di una buona istni- eia solo (I), il Salame dcl Sassolungo, mol-
zione, non p iù giovan issimo, con un buon tissime altre nelle Dolomiti, nelle Giu lie,
impiego. Attratto alfa mon tagna in modo in Spagna, in Grecia, in Egitto.
irresistibile, la pratica dapprima come di- - Questo eccelso alpinista, intelligente,

454
Detassis e, soprattutto, Bnmo Detassis. E:
quella dci Dctassis un'altra classica fami-
glia di guide. Tre fratelli: Bruno, Catullo
e Giordano. Bnmo è il pit'1 anziano cd, in-
dubbiamente, la più grande guida moderna
del Brenta. Frafo sue innume revoli imprese
ricorderemo la parete sud-sud-est della Ci-
ma Tosa (1933), che il fratello Catullo con
un'altra valorosa guida, Clemente ~ l affei,
ripe terà, per primo, venli anni dopo; il
Crozzon cli Bren ta eia tutti i versanti pit'1 ar-
diti. Fuori dcl gni pJX> di Bre nta, De tassis
è soprattutto a fìanco di Ettore Castigliani
in una sorpre ndente attività, che abbraccia
quasi tutte le Dolomit i, dalla quale scatu-
riraimo le pit'1 signifìcalive imprese alpini-
stiche, ma, soprattutto, alcuni magnifici vo-
lumi della c.-ollana • Cu ida dei Mon ti d'Ita-
lia •.
Le gu ide del Brenta vorranno lasciare

CiusC/IP6 Dimai

csperlissimo e pnidente, che tutto aveva


donato alfa montagna, perirà per un bana-
le incidente in Val Gardena, in una insi-
gnificante palestra di allenamento. Per ge-
nerazioni di giovani e. soprattutto, pe r la
nobile scuola triestina, la figura di Comici
resterà pe r sempre come un purissimo
simbolo.
Compagno di Comici in alcune impre-
se d i estrema difficoltà fu la guida Piero
Mazzorana che ha al suo attivo una vasta
serie di importanti • prime, alle Tre Cime
di Lavarcelo, sui Cadini di Misurina, sul
Sorapiss, ecc.
Il Tre ntino, ritornato all'Italia, dà vi-
ta ad una splendida generazione di guide:
Giordan i, Costazza, Agostini, Battistata,
Dallagiacoma, Gaspcri, Serafini, i fratelli

455
è, persi110, dato il caso di pastori d'an ime
con tanto di dist intivo di guida alpina. Fra
questi ultim i, non si può dimenticare la be l-
la fi gu ra e la caratteristica • grin ta • del
fassano Don Tita Soraruf, autore di molt e
imprese di polso, come il Piccolo Cront da
est (con Bernard e Soraperra - 1933) e la
Crepa di Socorda da sud-ovest (con Bcr-
narcl e Tosco - 1933).
Sulle Dolomiti di Val Gardena due no-
mi, soprattutto, si distinguono: quello di
Demelz e quello di Cliick. Il grande ~lichc­
luzzi non donne sugli allori della i\ lam10-
lada. Un altro nome è destinato ad imporsi
al vertice dci valori alpinistici contempora-
nei, quello di Giovanbattista Vinatze1
La modestia di questo grandissimo al-
pinista è addiri tt ura leggendaria e so11>ren-
dente doppiamen te, se si considera che un
po' di onesta pubblicità alle sue imprese a-
vrebbe a lui giovato su l piano proressiona-
le! Eppure, quando Ettore Castiglioni si ac-
cinse a compilare la sua guida delle Odlc,
del Sella e della Marmolada, trovò non po-
ca difficoltà a convincere Vinatzer a rivela-
un orgoglioso monumento, degno della lo- re, prima ancora di descrivere, alcune sue
ro classe: è la superba •via delle guide$ magnifiche ascension i. Bellissime vie di Vi-
suita parete nord-est della Brenta Alta (De- natzer sono la • d irettissima • alla Furchet-
tassis, Battistata, Giordan i - 1934). ta, la gialla parete del Sass de la Luesa, le
All'ombra delle Torri dcl Vaiolet, il ter- vii? da nord e da sud al Piz Ciavazes, l'ele-
ribile • Diavolo delle Dolom iti • liene an- gante parete della 3° Torre cli Sella, le vie
cora banco. Non si sa se per ribellione al- dirette eia est e da nord al Catinaccio, ecc.
l'ct:ì., per perenne giovine7.z.a o per sottile Vi è, soprattutto, un capolavoro di Vi-
ironia verso la tecnica moderna, vuole spe- natzer ed è la parete sud della ~ l annolada
rimentarla e se la cava da maestro: più vi- di Rocca. Nel 1936, con un bivacco, assie-
cino ai sessanta che ai cinquanta, apre an- me a Castiglioni, egli tracciò questo it ine-
cora due nuovi itinerari su lla \Vinkler, con rario. Solo venti anni dopo, a giudizio una-
difficoltà estreme. Anche nel gruppo del nim e dci più forti alpinisti italiani e stra-
Sella, Tita Piaz continua la sua indomita nieri, si dovett e riconoscere cli c questa via
altività. Fra i suoi alliev i, è la guida ).forino era la più ardua esistente nelle Dolomiti fi -
Pcderiva no ai nuovi e più recenti sviluppi della tec-
Anche nelle Dolomiti si è mani festato, nica arrampicatoria.
sia pure su scala ridotta, il fenomeno dei Per tomare ancor una volta a Cortina
preti alpinisli, che tanto splendore ha avu- d'Ampezzo, vediamo che, accanto ai Dimai,
to con gli • abati • della Val d'Aosta. E si vi sono altri rampolli di famiglie di guide

456
a brillare con splendide imprese. Così i lì- quello di due grandi guide: Giovanbatti-
gli di Angelo Dibona, Fausto e, soprattutto, sta Vinatzer e Gino Soldà
Ignazio che, con Pietro Apollonio, vi nce, Gino Soklà, come Tita Piaz, è un in-
nel 1934, la superba ed insidiosa parete sud tramontabile ed ha voluto la sua parte an-
della Croda Bossa d'Ampezzo. Dello stesso che nella storia più recente, distinguendosi,
anno è l'asperrima via e: italiana• da sud- fra l'altro, nella storica conquista del K 2.
ovest di Franccschi e Siorpacs alla Tofana ~fa. nel e periodo d'oro del B° grado •, re-
di ~ l ezzo. Luigi Franceschi è guida ed E- stano perennemente legate al suo nome le
mi lio Siorpaes è il figlio della guida Gio- asperrime vie delle Piccole Dolomiti, le au-
vanni e nipote del celebre Santo Siorpaes. daci direttissime al Dente del Sassohmgo,
Anche il e: 6" grado• ha avuto una sua al Gran Campruiile del Sassolungo, alla pri-
e epoca eroica., di cui sono stati, finalmen- ma Torre del Sassopiatto, ccc. e, soprattut-
te, protagonisti d i primo piano gli alpinisti to, la famosa ed estremament e difficile pa-
italiani e dove i e: dilettanti •, da Tissi a rete sud-ovest della ~ l a rmolada d i Penia,
Ciibcrti, da Andrich a Cassin , da Carlesso da lu i vinta dal 29 al 3 1 agosto 1936 con
a Haiti, hanno scritto pagine fondame ntali Conforto
Ma è be llo che questo capitolo, come è in i- Nell'Agor<lino, sulle parnti della Civetta,
ziato con il nome di ~ l i chel u zzi, di Stcger, si d istinguono le gu ide di Alleghe, Mariano
di Comici e dci Dirna i, si concluda con Dc Toni e Cesare e Ceci , Pollazzon, il cui
capolavoro è la fessura sud della Torre d i
Valgrande (1941 ).

L'EPOCA CONTEMPORA NEI\

La bufera della guerra fu anche una


prova dcl fuoco per le guide, che si videro
praticamente interdetto l'esercizio della lo-
ro attività in fo rma professionale. Quando,
pertanto, gruppi di valligian i si dedicarono,
ed in fonna estrema, alfolp inismo, ciò fu di-
mostrazione dcl pili spassionato amore pe r
la mon tagna
In quegli anni sorse. a Cort ina d'Ampez-
zo, una nuova generazione di alpin isti, mol-
ti dci quali future gu ide, in tutt o degni del-
la tradizione dei Dimai e dei Dibona. Fra
gli altri eccelsero i fratelli Ah,edt e, soprat-
hi tto, Ettore Costantini e: Vecio • .
Le Dolomiti di Cortina d'Ampezzo so-
no costellat e di ardite e: vie • che recano la
fìnna di Ettore Costantini, ancora oggi va-
lida guida, ma ce n'è una, in modo partico-
lare, che si allinea alle più grandi conquiste
Ferdloando Cfiick d ell'era del B° grado, ed è la e: d irettissima •
del Gran Pilastro della Tofona di Rozes ta libera, ripetendo le vie classiche ed a-
(1944), "ia superba per difficoltà e conce· prendone una nuova, superba, sulla parete
z1one sud della Busaz7...'l. Si incontra, poi, con i
Furono ancora guide di Cortina a pri· fortissin1i alpinisti della nuova scuola fran-
meggiare nelle Dolomiti nelrimmcdiato do· cese: Couzy,- Hussemberger, Livanos, Ga-
poguerra, fino a che anche ad opera di alpi- briel. Insieme ripete alcune delle classiche
nisti della nuova scuola, soprattutto fran- grandi vie di • 6<' superiore• di anteguer·
cese, non venne imposto un nuovo balzo in ra, poi, ormai padrone della nuova tecnica,
avanti alla tecnica di arrampicata. Lino La· vince le difficilissime pareti della Cima di
ce<lelli e Guido Ghedina • Bibi • si cimen- Terranova e della Cima del Bancon
tarono con le più ardue vie di anteguerra, Sovrano riconosciuto del Gruppo della
che sembrano costituire un limite invalica- Civetta, è ammesso nel G.H.M., guida ar-
bile. Quando Livanos e Gabriel sulla Cima dite operazioni di soccorso ed è attivissimo
Su Alto della Civetta elevarono, se non la Presidente della Sezione di Agordo dcl
difficoltà di tratto, la sua continuità e lun- C.A.1.
ghezza, rispetto ai valori sino allora rag- Auronzo annovera guide di valore, fra
giunti, Lacedelli, Ghedina e Guido Lorenzi cui Caldart e Larese, che sacrificheranno la
ottennero una equivalente affem1azione sul- loro vita su lla loro montagna prediletta: la
la Cima Scotoni del Gnippo dci Fanis. Ed Cima Piccola, e Francesco Colò • Mazzet-
anche sulle vette del Bianco essi vollero di- ta>, prematurament e scomparso, gli ottimi
mostrarsi all'altezza delle massime mete Quinz, Pais, ccc.
raggiunte dalla tecnica, ripetendo per pri- Nelle Dolomiti cli Sesto e, soprattutto,
mi la via di Bonatt ì e Ghigo sul Grand Ca- sulla Croda dei Toni, si impone Michele
pucm Happachcr, sia per imprese di ordine estre-
Del resto, si stava allora trasferendo an- mo che per eroiche operazioni di soccorso
che sulle ì\lpi Occidentali la tecnica svilup- In Val Gardena continua la nobile tradi-
patasi nelle Dolom iti prima della guerra, zione di vecchie e giovan i guide: nella tra-
cui tante grandi guide avevano concorso gedia del Sassohmgo, i Demetz, padre e fì-
e che, anche sulle• grandi Alpi •, aveva a- .e;lio, scrivono una pagina degna del sacri-
vuto come primi alfieri gli uomini tempra- ficio di Carrcl sul Cervino.
tisi sulla scuola della montagna calcarea e Fra le più complete figure di guida dcl
sulle Dolomiti stesse. nostro tempo, degno continuatore del re-
L'Agordino era stato da sempre la pa- taggio di Steger, vi è il bolzanese Erich A·
tria di grandi alpinisti, alcuni dei quali di bram. La sua maestria ha avuto modo di di·
portata storica, come Tomè, Hudatis, Tissi, mostrarsi in tutte le Dolomiti, dal Catinac-
gli Andrich. Anche nella fase più ardita del- cio allo Sciliar, alle Tre Cime, alla Marmo-
ralpinismo contemporaneo si inserisce una lada, alla Civetta, sia con la ripetizione cl i
bella figura di guida. Armando Da Roit è itinerari già noti , fra i più ardui, sia con
una figura di montanaro intelligente, aper- grandiose • prime •. Fra queste ultime pos-
to ai problemi del suo tempo, che fa della sono essere ricordate la nord-ovest della
professione di gu ida una appendice neces· Punta Santncr, In sud-est del Piz Ciava-
saria a quella che è, soprattutto, una gran- zes, la recentissima via del diedro sulla
de passione per la montagna. Cima Grande di Lavaredo e, fra le pili eia·
Egli continua degnamente la grande morose, la prima invernale dello spigolo
scuola agordino-bellunese dell'arrampica- sud della ;\fam1olada. Anche Abram è giun·

458
to alla professione dal dilettantismo. Chedina, Lorenzi, ecc. si aggiungono, con
Assieme all'intramontabile Cino Soldà, le loro imprese, Bellodis, Zardini, Michielli
che ha continuato nel dopoguerra ad arric- ed altri ancora.
ch ire il già ricchissimo elenco di vittorie al- La storia di questi ultimi anni è troppo
pine colte i1l gioventù e, soprntlutto, a Li- recente per narrarla.
no Lacedelli, Abram ha tenuto alto, sui L'alpinismo è giu nto a sviluppi estremi,
ghiacci perenni ed i paurosi fi anchi del K 2 spesso discuss i e talora effettivamente di-
il nome delle Dolomiti e delle loro guide. scut ibili. Le guide al pine sono sempre pre-
Il Trentino è sempre all'altezza ciel suo senti, ai posti cli onore, in ogni ordine di
passato cli terra montanara per eccellenza conquiste. Vi sono classiche guide valligia-
per opera dei suoi • accademici • e delle ne, che tramandano una tradizione fami-
sue guide. I Detassis si distinguono, come liare, e vi sono guide di origine cittadina,
pure le valorose guide di Pinzolo, anche dedicatesi alla professione per poter prati-
nelle sped izioni extraeuropee. care più intensamente l'alpinismo.
Espressione estrema delle estreme con- Le grandi mete dell'alpinismo si sono
cezioni attuali è la guida Cesare Maestri, in gran part e trasferite verso gli sconfinati
che compie imprese con compagni, solita· orizzonti delle Ande e dell'Himalaya. L'Jta-
rie, in • l ibera ~ e con larghissimo impiego lia ha organizzato importantissime spedi-
di mezzi artificiali, fra le pit'1 stupefacenti zioni, che hanno attinto mete fra le più ec-
e spettacolari. Con lo sfortunato Toni Eg- celse ed am bite
gcr, vince il pauroso Cerro Torre nelle An- Anche su questo terreno, che spesso è
de di Patagonia. così diverso da quello dolomitico, gli al-
La concezione alpinistica cli Maestri è pin isti delle Dolomiti, e prime le guide,
fra le più discutibili e discusse. Com unque, hanno dimostrato assoluta capacità. 111 pit't
vi sono imprese come la solitaria della sud- di una spedizione alle Ande, le gu ide tren-
ovest della :\fam1olada e cento altre da lui tine hanno brillato. Bepi De Franccsch, bel-
compiute, che testimoniano di una bravu- lunese trapiantato a Moena, si è disti11to
ra addirittura sconcertan te nella ardua conquista del Casherbrum TV.
A San Martino di Castrozza, la tradi- Vi sono date che segnano la storia della
zione dci Bettega, degli Zagonel, degli Zec- conquista delle montagne, dell'alpinismo in
chini, trova degni continuatori. Cima so- generale e di quello italiano in particola-
vrana delle Pale di San Marti no, con il Ci- re. Una di queste date, in assoluto, è quella
mon, è il Sass ~faor, la cui parete est, con · del 31 luglio 1954, quando le piccozze de-
quistata da Solleder, è vinta arditamente gli alpinisti hanno brillato ed il tricolore
nell'inverno 1953 da Brunei e Sca\et. Nelle ha sventolato sulla vetta del K 2, la seconda
Pale di San Martino e sulle Dolomiti Fel- montagna del mondo.
tdnc si distingue Gabriele Franceschini Quella bandiera era affidata a due guide
di Fcltre con una lunga serie d i prime a- del C.A.1. ed una di esse era fi glio delle
scensioni cd una interessante atlivit,\ let- Dolomiti, della più pura specie, Lino Lace·
teraria. dclii d i Cortina d'A mpezzo, il cui nome
A Cort ina d'Ampezzo, il Club degli non può non far pensare a quello di un al-
• Scoiattoli • è un vivaio di giovani b"-•ide tro L1ceclc\li, il • Chèco da ~relères •.che
<H alta classe professiona le e cli intrepidi abbiamo incontrato all'inizio di questa bre-
soccorritori alpini. A Franccsch i, Bianchi, ve storia che, dietro l'arida elencazione
Apollonio, Alverà, Costantini, Lace<lelli, di nomi e di date, nasconde tante vicende

459
ed il palpito di tante nobili passioni. d'oro di tutta la categoria delle guide d'I-
Essi era no giunti lassù grazie ai sacri- talia
fici, all'ardimento ed all'insuperabile mae- Resta ancora da spendere una parola
stria di un gruppo di prodi, fra i quali vi sulla realtà presente della professione di
erano altre due guide dolom itiche già ri- guida nelle Dolomiti.
cordate: Cino Soklà ed Erich Abram Nelle «grandi Alpi :io non si potrà pre-
Tre nomi che riassumono il passato ed scindere del tutto dalla guida. Oggi la
il presente dell'altissima scuola degli alpi- gu ida, salve particolari eccezioni, è soprat-
nisti e delle guide delle Dolomiti, maestre tutto in funzion e delle imprese « norma-
anche sulle montaf::,'lle più lontane, per ubi- li >, dove la cordata di « dilettanti » non
cazione e struttura, dalle loro guglie vario- sia in grado di operare con le proprie sole
pinte ed assolate forze. Solo eccezionalmente si troverà il
cliente cl1e si serve della guida per la gran-
CONC/_, US IONE de « première >, come per il passato. Le
gu ide compiono ancora grandi « prime >,
Abbiamo tracciato un breve profilo del- ma, quasi sempre, fanno ciò svestendosi
la storia delle guide delle Dolomiti, rifa- dell'abito professionale, e trasformando es-
cendoci soprattutto al ruolo che esse han- se stesse in dilettanti
no rivestito nello sviluppo e nel progresso Sulle «grandi Alpi >, tuttavia, anche le
dell'alpinismo. E ciò era giusto, per dimo- cime relativamente più modeste e le vie
strare come i va lligian i siano giunti a tra- ormai classiche, richiederanno sempre all'al-
sformarsi in gu ide, in virtù di una attitu- pinista cli modeste o me<lie capacità, per la
dine naturale e di un amore innato pe r i lunghezza, insidiosità e soggezione alle va-
loro monti ; che ad essi, nel periodo classi- riazioni meteorologiche dei percorsi, l'ac-
co, sono dovute le più grand i conquiste; che compagnamento della guida
essi hanno validamente partecipato allo Sulle Dolomiti, vi è una frattura più net-
sviluppo ed all 'afferma rsi dell'alpinismo mo- ta. Gli itinerari di media difficoltà sono tra-
derno scurati dalla massa. O ci si orienta sulle ci-
Ma, proprio perché all a gu ida non me del tutto facili, raggiungibili dalle co-
si chiede solo di compiere imprese e- mitive organizzate del Club o della Sezio-
streme, ma di essere un accompagnatore ne o (purtroppo) di Enti che, pur proceden-
sicuro e generoso dell'alpinista che a lui si do dal lìne nobilissimo di elevare lo spirito,
affida, resterebbe ora da scrivere la storia spesso mettono a repentaglio il corpo, im-
più oscura, ma non meno bella, delle guide provvisandosi organizzatori di imprese per
che si souo sacrilìcate per i loro clienti , che le quali non sono qualificati. O si tende al-
hanno affrontato rischi indicibili, spesso la conquista della difficoltà pura, con le sole
non ricompensati e neppure riconosciuti, proprie fone e quelle dell'amico dilettante
per soccorrere alpinisti in pericolo. Sarebbe più esperto.
troppo lungo narrare tutta una storia di Fra le «gite sociali> ed il « gradismo
eroismi, di stoicismo, di grandi cose com- spinto > c'è un vuoto, che rifl ette una cer-
piute da uomini modesti e ~ene rosi, mugu- ta concezione estremistica dell'alpinismo,
gnoni, ma sempre pronti a donarsi al di so- particolarmente accentuata in Ttalia. Di
pra cd al di fuori di ogni interesse. questo vuoto la professione di guida nelle
Ma, narrando di ciò, non faremmo che Dolomiti, risente notevolissimamente. Essa
ripetere quanto può essere scritto a lettere si è, onnai, arroccata attorno a pochi centri,

460
cd anche qui tende a languire. Inoltre, in
quasi nessun caso, tale professione è suffi-
cientemente redditizia pe r assicurare una
remuneraz:one adeguata. Il lavoro è scarso
e consiste nella ripetizione di itinerari risa-
puti. La professione non è più l'occasione
per grandi imprese. Le guide dolomitiche
compiono ancora grandi ascensioni, ma ciò
avviene, sia per conseguire una affermazio-
ne professionale, sia come pura e semplice
espressione della passione alpinistica. E che
questa passione, degna delle tradizioni pas-
sate, sussista, è indubbio, 1>erché troppe
sono le suggestioni e le possibilità di tradi-
re la montagna e cercare pit'1 comode fonti
di lu cro, per non darne atto a chi ancora
pers iste nell'ingrato •lavoro di trascinare
clienti, spesso aridi e presuntuosi, sulle vie
percorse decine e decine di volte.
Ci duole assistere al tramonto di una
nobile professione. La funzion e della guida
nelle Dolomiti non si è, però, esaurita
come si può pensare. Essa andrebbe va-
lorizzata, convincendo i presuntuosi che
l'assistenza cli una buona guida non disono-
ra nessuno e, spesso, può evitare gravissi- suo consigliere dr. Gebhard di organizzar·
mi rischi e consentire esperienze alpestri ne la conquista. Non esistendo sul posto
ahrimenti precluse. E, spesso, la guida, an- guide alpine, il Gebhard arruola le guide
che se retribuita, diviene un amico, pur- Klausner e Lcitner dello Zillertal nonché
ché il cittadino sappia accostarsi con umil- alcuni uomini di Solda e con questi compie
tà e sensibilità al suo animo semplice, ma diversi tentativi per la via più logica, il
nobile, che tanto riflette, nelle asprezze, Coslon di Dent ro (Hintergrat) che dalla vet-
ma anche nella bellezza, la natura della sua ta scende verso Solda. Falliti i tentativi, il
montagna. dr. Gebhard, nel fratt empo am malatosi, eb-
PIERO ROSSI be a Malles la visita di un certo Josef Pich-
ler detto Pseirer J6scle perché nativo della
Val Passiria. Costui era guardiacaccia dci
. ALTO ADIGE conti Trapp <li Castel Coira (Sluderno), e si
offriva di trovare la via di salita all'Ortles.
Nessuna notizia nè di vere e proprie a- Ben lieto fu il Ccbhard di affidargli l'incari-
scensioni, nè di guide lìno a tutto il secolo co, affiancandogli le due guide dello Zillcr-
XV II I. tal. Dopo qualche assaggio il Pichler scelse
Nel 1804 l'Arciduca Ferdinando d'Au- la via che da Trafoi sale alla Vedretta bassa
stria, varcando il Passp di llesia, ammira la dell'Ortles e da questa, per le pareti roccio-
bianca piramide dell'Ortles e dà incarico al se della Croda di Dentro, alla Vedretta alta

461
e quindi alla cima. L'ascensione, ostacolata si staccò dal C.A. l . e col nome di Società
da wia sopraggiwita bufera, fu difficilissi- Alpina Friulana visse autonoma fino al
ma, tanto che le guide erano pressoché H)-28: anno in cui ritornò a far parte dcl
terrorizzate; drammatico fu il ritorno nella glorioso Sodalizio Nazionale.
notte e nella tonnenta, ma tutto si concluse Questo acceilllo è indispensabile nel
felicemente. senso che le Guide Alpine di questo settorn
Il Pichler ripetè poi spesso l'ascensione delle Alpi in passato sono sempre state le-
e trovò pure la via lungo il Coslon di Den- gate alla Società Alpina Friulana. Essendo
tro; tra faltro per rimuovere lutti i dubbi questa vissuta autonoma per 47 anni, anche
che .serpeggiavano tra i valJ;giani increduli, le C\1ide Alpiue ddla zona hanno operato
portò sulla vetta una grande bandiera ed in- autonomamente fino al 1931, anno in cui
fine, non ancora conlento, vi trasportò un si aggregarono al C.A.l. mediante l'istitu-
gran mucchio di ramaglie cd accese un vi- zione dcl Comitato Friulano dcl C.N. Gui-
stoso falò. de e Portatori.
~l ezzo secolo doveva trascorrere prima Non è possibile però dimenticare quelle
che le altre grandi cime del gruppo venisse- Guide che operarono in precedenza.
ro prese di mira da altri ardimentosi. Fu Nelle Alpi Carniche spicca imperiosa
nel 1854 che Stefano Steinbcrger saliva da la fi gura di Pietro Samassa, nato a Collina,
solo il Gran Zebrù, ma purtroppo nulla di paesello posto ai piedi del Coglians, nella
preciso si conosce di questa ammirevole seconda metà dell'SOO.
impresa. Apre la sua carriera di guida nel 1892
Dopo la metà del secolo giungono an- con la salita al Kellcrspitz, dopo di che
che alrOrtles i pionieri inglesi, fra i quali tutte le pili notevoli imprese alpinistiche
primeggia il Tuckell (Traversata del Gran compiute nei &,rn.1ppi del Coglians e del
Zebrù nel 1864, salite alla C ima di Campo Volaja furono, per oltre un decennio, gu i-
e al Crisiallo, ecc.); non da meno è il topo- date da lui. Alla sua corda si legarono al-
grafo Giulio Payer, che sale pe r primo il pinisti di primissimo piano, italiani e d'ol-
Cevedale, la Vertana e molte cime minori, tr'alpe e tutti rimasero ammirati del suo
esplorando metodicamente la cate na meri- ardire.
dionale, dal Vioz al Tresero. Egli fu l'ani- La sua attività si limitò alle Alpi Carni-
matore delle prime vere guide di Solda, con che, ma solo perché la sua miseria ve lo co-
quel Giovanni Pinggera che gli fu fedele strinse. Il suo desiderio di evadere, di cono-
compagno in molte ascensioni, e con Giu- scere e sa lire altre montagne era immenso:
seppe Reinstadler, ambedue capostipiti del- ne fa fede una lettera scritta ad un amico
le principali dinastie di guide di Salda. nel gennaio del 1909, in cui, correndo al-
lora sui giornali la notizia dei preparati vi
ARIE L E MAHANCONI
del Duca degli Abn1zzi per la Spedizione
all'Himalaya, il Samassa esprimeva il de-
siderio di venir arruolato a.Ila spedizione.
6. - ALJ'l CAKNJCHH H GIULIE Ingenua, ma notevole manifestazione dcl
suo entusiasmo per le imprese ardile. Di lui
La storia delle guide delle Alpi Carn iche il grande Kugy scrisse: ' Era l'uomo pili
e Giulie è strettamente legata alla storia ardito e sfrena to ch'io abbia conosciuto.
della Se-Lione di Udine del C.A .L Questa Non mi sarei stupitp di nessuna pazzia
Sezione venne fondata nel 1874; nel 1881 da parte sua >.. . ' nella storia delle Chiane-

462
vate gli compete un posto onorevole e lì queste pur belle montagne li costrinse a
rimanga stampato, come sarà stato il desi- cambiare mestiere.
derio di quel temerario, ardito, impetuoso, Più folto è invece il gruppo di guide
ottimo rocciatore della Carnia • . L'eredità delle Alpi Giulie. O&rni valle ha i suoi, più
di Pietro Samassa non venne raccolta; le po- o meno famosi , i Siega della Val Resia, i
che guide che segui rono rimasero nell'om- Della Mca, i Piussi, i Marcon, i Pesamosca
bra e la breve storia delle &ri1idc délle Al- della Val Raccolana; ancora i Marcon, i
pi Carn iche si chiude con l'ancor vivente Barazzutt i, i Pittino della Val Dogna, i Ka-
maestro Tolazz.i, di Collina, già gestore, e dutsch e gli Oitzingcr di Valbnma, i Pin-
per parecchi anni, del Ricovi:ro ~foriudli. tc;::r di C;wc dcl Pre dii, i Komaz della Val
Nelle Dolomiti di Forni, Cridola e Mon- Trenla. Boscaiuoli, cacciatori, bracconieri,
falconi , ogni cima ci parla della guida lgi- battevano la montagna in ogni senso e l'uo-
nio Coradazzi, o più semplicemente e Bian- mo di città li trasformò in valenti guide.
chi,•. Sottufficiale degli alpini nella guerra Si servirono di loro personalità illustri, uo-
15- 18, nel settore carnico, dove era cono- mini di scienza, amanti dell'Alpe, topografi
sciuto con l'appellativo di e Diavolo dcl e militari. Chi è stato la migliore di lo-
Pal Piccolo •, meritandosi due promozioni ro, è difficile dirlo, ma le più famos e
per merito di guerra e la medaglia d'argen- furono senz'alt ro quelle della Val Hac-
to. Cacciatore, rocciatore, tra.scorse gran colana, soprattutto... c. la schiatta fosca
parte della sua vita per i bosch i e per le dei Pesa.mosca, detti popolannente e Louf •
crod e. La sua figura era popolare fra i val- (lupi)(').
ligiani e turisti che si affida vano b.lla sua Questo nome è stato ereditato eia colui
guida con piena fiducia. Guardiacaccia e che fu il vero Louf, Giuseppe Pesamosca,
bracconiere, pastore e tagliapietra, pianta- strana e grande figura cJj mon tanaro. A_veva
va chiodi da roccia che erano ... a prova di la montagna nel sangue. In tempi nonnali
strappo! Amava raccontare nel suo linguag- sarebbe diventato un pastore, un boscaio-
gio semplice, immaginoso ma non privo di lo, un cacciatore. La sua terra era dominata
arguzia, le disavventure piccole e grandi dagli austriaci e questi lo vollero inqua-
della sua vita sempre inquieta e più volte drare nel loro esercito nel 1859, allora in
tormen tata da atroci tragedie familiar i. guerra contro l'Italia. Disertò e si rifugiò
Del rifugio Ciaf che non abbandonò in montagna. Cli d iedero la caccia perché
mai, neppure negli invern i pili nevosi, ave- ribelle ed in seguito contrabbandiere. Di-
va fatt o un ambiente familiare, accogliente. venne il lupo della montagna. Quanti an-
Fra le varie ascensioni compiute negli ni passò il Louf sulla monlagna, nessuno
ultimi decenni ricorderemo le prime della sà dirlo. Dopo la pace del 1866, quando il
Punta Oria, Torre Rossa, Torre Cimacuta, confine si spostò a nord delle sue monta-
Cima dei Camosci, parete est dcl Torrio- gne, avrebbe potuto ritornare a vivere fra
ne, parete NE di Cima Barbe, parete N del gli uomini, ma la sua vita orama i era lassù
Crodon di Ciaf, parete E della Torre dei e vi restò per trent'anni, fino alla sua morte.
Forni, la prima invernale dcl M. Pramag- Dormiva nelle caverne, sulle cenge, negli
giore ecc. anfratti, scendendo raramente a valle a ri-
Morì il 10 luglio dcl 1952. I due figll fornirsi di quanto gli occorreva. La popola-
Ugo e Lino, anch'essi gu ide, seguirono solo zione della Valle lo riteneva un essere di
per breve tempo le onne del p.'lclre. La scar-
sa frequenza di appassionati dell'Alpe su (I) G. KUi)': Alpi Giulie.

463
ordine superiore: parlava con la montagna tutti. Oitzinger e i due Pesamosca passaro-
e la montagna gli aveva rivelato tutti i se- no poi al suo posto. Prima Osvaldo e poi,
greti. Nessuno saprà mai quante vie egli quando questi andò in Romania per alcuni
percorse. I lun ghi anni passali in mon ta- anni, Giuseppe. Ambrogio fu con me una
gna gli diedero una familiarità con la sola volta. I nfine anche Giuseppe emigrò
roccia e col ghiacr:io, che mai forse fu rag- in America, ma intanto era ritornato Osva l-
giunta. Certamente molle vie dcl Canin, del do che restò con me insieme ad Oitzinger
l\lontasio e del Iof Fuart che portano il no- Per completare la cerchia delle mie guide
me di alpin isti venuti in epoca successiva, nelle Alpi Giulie nominerò ancora i rappre-
erano già state aperte dal Louf-. « Dove il sentan ti della fami glia Piussi, il fam oso
Louf è passato, si può forse ancora passa- vecchio Giuseppe, il giovane e bello Euge-
re , , dicevano le Guide locali, « ma non si nio, l'abile Ignazio, che mi accompagnaro-
passa dove il Louf non è passato. Più del no qualche volta in montagna su territorio
Louf nessuno potrà fare, italiano. Ora li conosciamo tutti i braccon ie-
i\fa il Louf non e ra una vera guida ri arde nti della Val Trenta, i trasognati di
Questo titolo spetta ai suoi discendenti. La Kronau con la strana cadenza nei loro di-
prima vera gu ida della Valle fu Federico scorsi, coi sogni d'altri mondi nello sguar-
D ella i\foa, dello « Rico Cont, fedele do, le guide del T ricorno calme, dal passo
aiuto di Giacomo di Brazzà e di tutti i pri- malinconico, le guide di Cave del Predii, a-
mi esploratori del Canin e del i\font asio. nelanti dalle profondità dei pozzi alla luce
i\forì nel 1882, in seguito a malattia con- dei monti, i friu lani migranti senza }lace
tratta sul lavoro verso i Sudati guadagn i, fino alla fi gura di
Al Della i\ lea seguì Giuseppe Piussi, Osvaldo, quasi gettata nel bronzo, e al buon
detto « Pucich >, noto conoscitore del Ca- mnorc carinziano di Oitzingcr. Vada a tutti
nin, i\fontasio ~ del Iof Fuart. Morì nel la mia me more riconoscenza! ».
1904, traVolto da wrn pianta che stava ta- Osvaldo Pesamosca morì, oramai vec-
gliando. li titolo di guida venne ereditato chio, nella seconda metà degli anni 30. li
da Osvaldo Pesamosca, che sposò, in segu i- suo posto venne occupato dal figlio Davide.
to, la figlia dcl Pi ussi. Questa guida sen- Di leva, Davide Pcsamosca, prima della
z'altro è la più famosa della Val Hacr:ola- guerra 15-18, venne assegnato alla fanteria
na. li suo nome è strettamen te legato a un disonore pe r questa gen te non apparte-
quello della guida Oitzinger di Valbruna nere alle truppe alpine. Trovandosi in li-
che il grande alpinista Giulio Kugy volle cenza venne chiamato a far da guida ad
assieme in innumerevoli imprese su tutte un reparto alpino in esercitazione nelle
le Giulie. Così il grande a'lpinista-scrittore Giulie. Dovendo superare un passaggio
parla delle sue Guide: « ì\folt o prima che molto delicato, il reparto, con un netto rifiu-
Andrea morisse, Joze era stato il mio soli- to, s'a1Testò. L'arguto Davide allora sfoderò
to compagno , {Andrea e Joze Komaz, e- la sua arma dicendo: «Non sarà mai detto
rano della Val Trenta) « alla sua forza ag- che dove passa un fantoccio non passi l'al-
gressiva e risoluta devo parecchie belle vit- pino >. Appena rientrato dalla licenza, Da-
torie. (Si riferisce ad And rea). Al suo senno vide passò nelle truppe alpine. Egli fu l'ulti-
- come abbiamo visto sul Jalonz invernale ma guida della Val Haccolana. La sua attivi-
- devo la vita . Dovunque si andasse la tà si chiuse dopo l'ultimo con flitto, facendo
sua magnifica fi gura selvaggia, il suo ard i- la guida a reparti alleati. Morì nel 1959
to occhio d'aquila attiravano l'attenzione d i Fra gli anni 30 e 50 ci furono anche

464
LA Funçm,~rrA , IL SASS H1CA1s, LA
Ft:H'.' I EIM Om. E, dalla Val di
Funes.
(FotoS.Saglio)
gu ide cittadine; udinesi e triestini regolar· Fmncesco Di Domenico, deiino precursore di Jac-
mente iscri tti al Consorzio Guide e Portato. ques Balmat e <klle grondi 11uide del XI X secolo,
annovero con la. sua impresa un indiscu!òSO vanto
ri dcl C.A .L, ma non praticarono una vera dcll"alpinisn10 italiano. L.i iruida abm:aese, prima
e propria attività professionale, escluso gu ida itnliann nd vero e completo signifìcillo dclb
Emilio Comici che svolse la sua atti vità di parola, di mostrò nclb sua a!ie<..'1151one al Cran Sasso
d' Italia le sles.w ln;;upembili q 1mlità che c:u-atterli.-
guida fuori delle Alpi Giulie. 7~1110 la persona lità ddle gmndi guide; pcrfclto in·
tuito delle vie di &SCCS'l, indomita determinazione,
Cllll LLO FLOllEAN INI
eoraggio,fcde,eapacità,virtùdiahncgatione,fedchà
all'impegno assunto, doti che hanno co.tituilo nelh
~ita genem1Jone del passato, vicino ai primi piir
meri, furm 11er la C<Jn<JUl)ta delle grandi C'lme delle
7. - APPENNI NO Alpi, qualità queste et.e sono virtù e fondan~nfo
dellal10$tragloriosastirpen1ontanar:1• .
Addì 19 agosto 1573 iJ grande ingegne·
re Francesco De Marchi salì al Gran Sasso Dopo questa memorabile impresa, rima·
con tre montanari abruzzesi: Francesco sta unica ed isolata nella storia delle guide
Di Domenico, Simone Di Giulio, e Gio- italiane, si cominciò a parlare di organizza-
vanpietro Di Giulio. Ammesso pure che il zione delle guide soltanto tre secoli dopo,
Gran Sasso sia montagna meno aspra delle e cioè al costituirsi delle Sezioni centro me-
mass ime vette alpine, certo si è che nella ridionali dcl C.A.l.
circostanza il Di Domenico eserciti una at- La Sezione di Homa assunse fì n dal 1887
tività che pot remmo chiamare di guida, l'iniziativa d i reperire elementi idonei e d i
ed il fra telli Simone e Giovanpietro Di Giu- rilasciare agli stessi un e brevetto • di gui-
lio q uella di portatori. Gioverà, quind i, ri- da per le ascensioni in detcnninati gruppi
chiamare quanto ne scrisse Virgilio Hicci montuosi; ad essi fornendo il e libretto :a.
in HM , 1942, 55·56. relativo sul quale erano riportate le norme
cui dovevano attenersi e le zone dove pote·
• Fmnccsco Di Domenico cm nativo di A.~crgi
do\'e aveva fa su~ abituale reslden1,1, <I: fronte ol
vano opera re. Analogo brevetto venne ri-
superbo e grandioso spettacolo del ~...,loiso ~ppe11· lasciato, dal 1892 in poi, anche ai portatori .
ninioo. Abile cacciatore di camosci, perfetto conosci- E poiché il reclut amento degli uni e de-
iore dcl gruppo, cm già stato sul Gran Sasso, giu,t.i
testimonianza dcll"ingcgnere bolognese ... L'ingegnere
gli alt ri doveva garantire agli alpinisti che
giulU(': od Assergi probabilmente nel pOmcriggio dcl si avventuravano sulle montagne dell'Ap-
18agosto... pennino, sconosciute, impervie cd insid io-
•Seppe in luoio che alcuni cacci:ltori di c:imosci
ernno stati in vetta. Indagò, chiese informazioni e
se, una valida assistenza durante le escu r-
finalmente trovò in Francesco Di Domenico l'uomo sion~ era naturale che la Sezione si preoc-
degno della impresa e della sua fìduei:I. cupasse di scegliere elementi fisicamen te,
0 L.1 suaconosccnza del grnppo, i\camttcrcscm-

plicc e forte, la sua prest.inza fisica impiession..irono


tecnicamente e moralmente qualificati. La
ilgrn11dein11cgnerechelovolleeon'<é. l..oprcscclse loro selezione fu pertanto assai severa, al
n sua guida, a suo compagno. E vicino n !ui altre punto che non bastava il parere delle que-
duo figure di abruv:esi : Simone Di Ciu!io e Ciol'fln-
pietro suo fmtello, attivi collabom!ori dcll'i mpres.i
sture locali sulla idoneità dei singoli, ma si
pur nel!,, mod.,,tia della loro opera ... g iungevn ll nnn 1111tn ri :t.znre l'esp1 etmnento
• ~ l lrabile fu l'affiatamento che uni n De Man;:hi delle mansioni cli guida a chi non fosse sta-
alla sun 11ulda, la <1uale in uno sfono di volontà e
di audacLi, di fron te allo difficoltà imprevisto della
to riconosciuto dalla Sezione di Boma ido-
montagna, rivelò tutta la fierezza e la tenacia del neo a tale mansione.
suo carattere nella decisa espressione: ·10 •·aglio Un primo elenco d i guide raccomanda-
a11dare in ogni modo·; espressione che il De Man;:hi
fece sua, confortnndo Li sua guidn nella fredda dc- te risulta agli atti della Sezione di Roma
tcnninationo: ·ove tu anderai, v<mirò anch'io ... •. per le gite alla ~ l aiell a fin dal 1893.
Un secondo reclutamento in grande sti- vembre stesso anno il Comitato Appennino
le venne intrapreso, sempre dalla Sezione Centrale si riunì a Boma in seduta plenaria
di Homa, negli anni 1910-11. Dopo un lun- per esaminare, in relazione alle particolari
go e complesso carteggio con tutti i comu- condizioni del\'Appennino Centrale, un pia-
ni montani del Gran Sasso, della ~laiella no <li lavoro ·tale <la creare una efficiente
e ciel Terminillo, si giunse ad organizzare organizzazione secondo le nonne contenute
un complesso di 7 guide e 40 portatori, nel nuovo regolamento del Consor..:io Na-
composto di elementi fidati che rimasero zionale. Presero parte a questa riunione: il
in attività fino allo scoppio della prima conte Datti, Presidente del Comitato, ed i
guerra mondiale. consiglieri comm. Scemi della Sezione di
Durante il periodo bellico 1915-18, mal- Chieti, Domenico d'Amli della Sezione del-
grado le assidue cure della SezioQe roma- l'Aquila, dr. Cesare Imperi della Sezione di
na, il corpo si disperse, ma ·fu ricostituito Frosinone, dr. Osvaldo Zacchi e Hiccar<lo
appena finita la guerra: un'apposita com- Orest>ano della Sezione di Roma, nonché
missione lavorò indefessamente durante gli l'avv. Michele Iacobucci Presidente della
anni 1920 e 1921 per formare quell'elenco Sezione dell'Aquila.
provvisorio delle • Guide e Portatori del- Le Guide Giovanni, Filippo e Benmr-
l'Appennino Centrale per l'anno H)-21 >che dino Acitelli di Assergi, che avevano escr·
costituì un capolavoro di organizzazione citato per lungo tempo la loro attività nel
Si trattava indubbiamente di guide e gruppo del Gran Sasso d'Italia, erano già in-
portatori che non reggono al paragone con quadrate dalla Sezione di Homa del C.i\ .l
gli attuali elementi, ma se si pensa al ge- Alla guida Giovanni Acitelli, che dedicò
11ere di alpinismo appenninico che in quei tutta la sua attività al gruppo del Gran Sas-
tempi si esplicava, non può non riconoscersi so, va oggi il commosso ringraziamento e
il meritq della sezione organizzatrice per il riconoscente pensiero di tutti coloro che
aver saputo raccogliere una così imponente lo ebbero compagno e maestro sui monti.
massa di element i, per dar modo agli alpini- Ogni sentiero ed ogni roccia gli erano fa-
sti <li sviluppare il loro hobby nel miglior miliari, molte vie, tutt'ora riconosciute diffi-
modo possibile. cili, portano il suo nome. A 73 anni aveva
Nel 1927 fu d'uopo riprendere le fila compiuto almeno 2000 ascensioni alle va-
dell'organizzazione. rie vette del Gran Sasso.
Per iniziativa del Presidente della Se- Negli anni success ivi al 1934, e fino al
zione del C.A. J. dell'Aquila, avv. i\•lichele 1951, il Comitato ebbe vita difficile; dopo
Jacobucci, fu concesso il riconoscimento il 1951 fu ricostituito sotto la Presidenza di
ufficiale, con distintivo e libretto, alle gui- Mario Ferreri, il quale organizzò con suc-
de Domenicantonio J3occanera per il grup- cesso Corsi per Guide e Portatori.
po dcl Terminillo e i monti di Leonessa, Dal 1961 il Comitato Centro Meridio-
Luigi Paglialonga per alcune vette del nale, con sede all'Aquila, ha nella sua giu-
Gran Sasso (versante di Pietracamela), Pa- risdizione 14 guide ed l portatore. Nella
squale Mancinelli per la zona di Scanno, estate 1962 è stata istituita la Festa an-
e al portatore Antonio Faccia per i rifugi nuale delle Guide; è stato consegnato il
del Gran Sasso (Boll. Sez. C.A.I. l'Aquila maglione che distingue il gruppo delle Cui·
11-1-1927). de dcl Gran Sasso, e sono state compilate
Costituitosi nel 1931 il Consor..:io Nazio- le tariffo delle ascensioni nel gruppo stesso
nale Guide e Portatori del C.A.I., il 23 no- DOMENICO D'AR:-.!I

466
b) ORGAN I ZZAZIONE

1. · DAGLI ALBORI da trascrivere quanto scriveva Nicola Vi-


gna nel volume L'opera del C.A.l. nel pri-
AL CONSORZIO NAZIONALE
mo suo cinqiumteimio (pp. 139-113):
GUIDE E PORTATORI
• Al congresso alpino tenutosi in Domodossola nel.
DEL CA.I . l"agosto 1870, rAbatcConct, colla sua calda, 11ibrnntc
parola, trntrò ampiamente l'ardua qu<:OStionc dctl"orga-
ni7.zazione delle guide e portatori, facendo cOmprcn-
La società delle Guide di Courmayeur, dcre di quanta importanza ne fosse lo ~tudio, anche
prima organi zzazione italiana di guide, co- in rapporto alle tariffe delle sin..:olc ascensioni. Egli
stituita de fac to intorno al 1850, venne uffi- vuole rispeu.ita la masslm:i libertà JXTSOnale rll'lia
sccltadclle..:uidc,marl!'lloitcssotempochesigaranti-
cialmeutc approvata il 30 maggio 1868, con """'in oe;ni modo il turista da vessai.ioni,oce. lleputD.
decreto dcl i\ l inistro degli I nterni. quindi necessaria nelb i;cuida una certa cultura e C()-
l Counnayeureins ne avvertirono subito nosccnzadcllcree;ionlalpine • unctcin ture,au moins,
un vernis dc eivilrté et tic conversa!km •,moralità o
la necessità e seppero quindi organizzarsi fedchàinocecpibili
subito, vincendo ogni tendenza eccessiva- Orn~.io Sp.inna d'accordo col Correi propose allora
mente ind ividualista per dare vita alla loro un ordine dcl giorno, che l"Assemblea approvò, nel
<1ualesidiedcmandatoallesin1i:oleSezionidclnostro
esemplare Società. Che è, cronologicamen- Club: di com11flarc ognuna uroo spcci.ile rcgoLimcnto
te, la prima in Italia e la seconda nel mon- a seconda delle esigenze e bisogni dd proprio di-
do, preced uta solo da quella di Chamon ix stretto; di rimetterlo quindi alla Se<"Je Centrale affi1t-
ché, previo attento studio, sccl&a il migliore e ue
(1821); ma non è certo seconda a nessuna compiliunodc.6.uitivodicarnttcregcueulcchea tutti
altra q uanto ai meriti che ha saputo acqui- possascr11irc •
starsi, al contributo che ha dato all'alpi- In Bormio. il 31a11osto1873, in oc•e;aione dcl VI
Congresso degli Alpinisti l tD.l~ini, nuovamente e cou
nismo. amt1ic-1.za si diJCusso sull1 necessità d'istituire corpa.
L e guide di Courmayeur vennero allora razioni di guide nei vari centri :tipini, conformando
distinte in due categorie: e guides a pied > i voti già espressi al Con..:resso di Domotlos.sob, ed
insisteodos! trovassemododl provvederea\l'istru1Jonc
le vere guide di alta montagna, in numero tleltei;uide,diassc1i:narloropremispcciali,ecc.
di 17; e e guides a mule!>, qualcosa fra il Pratica attuazione si dava intanto, flO<'O a peco, a
portatore ed il conducente, in nwnero d i 10. tutti questi voti, cd in Ala..:na si fond:w:i nel 1872
altro Società delle Guide, mentre la Sezione di Va-
Primo capo guida, organo esecu tivo della rallo!corganiuavaassicmeaquelledt-llasuaregionc.
Società, fu q uell'Alexis Clusaz, che parteci- Inoltre detta Sezione incaricava il dr. C. Caklcrini di
pò alla menzionata seconda ascensione del- compilare un piccolo codice ie;ienico rn~dico, ad uso
diqueslisuoidipcndenll,cirçagliaC'<"identipiltC()-
le Grandes Jorasses nel 1865. muni nei viaggi alpest ri.
NelJo stesso anno 1868 il canonico Car- ln quei:li anni H.R. lluddcn pubblicò sul Bolkt-
rcl pubblicava, come appendice alla sua u..o nostro un articolo ·ohscrvations au., guidcs des
Vallécs Ital!cnnes" pieno <l'utili consigli, cd in esso
monografia U1 Va lfée de Valtmmu111 clle, espose (jua!i sono I doveri di una b uona guida.
un elenco di 40 suoi conva lligiani espe rti Sull'u tilitàdcllacordanellcgrandiascensionia!-
di montagna, cinque dei quali avevano già pine e modo di us.irb trottò A, E. Martelli, cd nitri
gli fecero eco, fissando nonne sul come si attraversano
salito il Cervino. le •bergschru1l<l", le comici di e;hiacei'l, sul come si
adopera la picroua, oltre ad una serie di norme iulla
Il C.A.I . non }X>teva non in teressarsi, e igiene clcll"Alpiuimoo. E dalle notizie, accur:1tamcnte
si interessò subito, della organizzazione del- r:1ccolte, sulle e:i.tastrolì alpine, ponendo in eviden1.a
le cause che le dctenninarono, si dc.runsero volta a
le Guide Italiane. Al riguardo non ho che voltautilinormcpcrl'a11Vcnire

467
li miglioramento delle con<li7Joni intdlctttm!i e ili all'estero. Anche !l('HCl Al pi Centrali e Orientali si
coltura delle 1:uidc e pOrtatori era problema dclb mlls• formarono in seguito associazioni fra le .<;ezioni dcl
simn illlJ)(lrtanz:i, cd al Congresso de!b nostra istih>· nostro Club, rendendo ormai p0ssib1\c e vicino il
zione tenutosi in Ivrea, nel 1878, tale 11u~.1tione vcnh'a giorno di uua più completa cd uniforme organiz1~1·
.<allevata e <liscuss.~; nuOv3mente risorgeva e pii• am- 7.ionc dcl corpo ddlc i:;uidc dcl Club Alpioo lt n!iano
piamente trattata fu al Congresso di Torino dcl 1885 Le guide e porlntori i~crittc nl Consorzio delle
Col volgere d egli anni, mentre pil> sentito era il Alpi Occidentali vengono assicurnte 1m·~SO la Cass."l
bisogno di riassumere in una speciale 11ubblicazionc Nnzionalc contro gli infort uni sul IA,·oro, per uoa
tante utili informazioni pcrb maggiorconose<!nza del- indenni tà , in caso di morte, di L. 2000 le pri me, e
la regioni montuose, i mnncrosi dati radunati rcndcv.~· L. 1000 i secondi, e non soltanto pe r le disgrazie
noalfineciò!)Ossibilc. Fu ancora a! Congresso lntcrna- che possono succedere sulle nostre Alpi ma anche
7Jonale Alpino di Torino dcl 1885 che si fecero voti per quelle che avvcnìs5ero all'estero, in lutt:1 b r~~
affinché ogi1i Società alpina curasse b ! tnmpa. nclb. gionc alpina e sue ramiGca7..iOni. Nei W!1ltici11quc
propria lingull, di tut te quelle norme che era ncces. anni trascorsi gli arruobti dal Comol7.ÌO bcncfic·a·
s.~rio portare a conose<!nza delle i.:u;de e degli alpinisti rono, per soccorsi avu ti, della somm.l di L. 29.000
sullc 1>rccauzioniaprendcrsipercvitareg!iacci denti circa, in essa non compreso quanto si raccolse con
nclleascensioi>i. sottoscrl7JOni [ra isocipercifrabr !l più ingente.
I ntanto l'Assemblea dci delegati dcl nostro Club /\ lercé il generoso aiuto di S. :\ .R. il Duca degli
nelle sedute del 1° ge1>naio e 27 ai:;os!O 1887, delibe- Abruzzi, che destinava al Consorzio gu;dc e \)(lrta-
rava ristituzione di una cassa soccor<0 guide, onde tori delle Alpi Occidentali i fomli ric-~vati dalle con·
sussidiarleincasodidisi:;razieaccadutcdurantel'cscr- fcrcnzedaluitcnu tcsuisuoiviaggial llmvcnzori
cizio delb professione, per provvedere in unione alle ed al Karakorum, come già alla C~<S."l Soccor$0 gui-
singole Sezioni al pagamento del prcinio presso la de dcl!a Sede Centrale aveva dcstimto il provento
Cassa Nazionale d'Assicurazioni contro gli infortuni dclb vendita dcl suo libro sulln esplornziona del
sul lavoro S. Elia, venne fondata nel 1910 una Cass.1 pen~ioni
Le varie Sezioni dcl nostro Club provvidero allora, per le vecchie guide iscritte nei ruoli di detto Con-
in nobile gara, secondo i bisogni locali, nonostante le sorzio. Ed in questi ulti mi anni, in considerazione
difficoltà di varia natura che ostacola\"~no forganin.a· dellenuo,·eesigcn ze,con lavoro lungo t>dassiduo
1Jonc di si importante servizio. Dalle Alpi Orienta li si rivedevano e miglioravano le tariffe ddle singole
alle Centrali, da!lc Occidentali alle /\1arittimc, dall°Ap-
pcnnino all"Etna, ceco formarsi ininterrotta una catena Nel Bollettino e sulb Rivi.sta Mensil<' dcl nostro
di guide e J)(lrtatorl conoscitori perfetti delle varie re- Club, che viene distribuita a tutte le guide, vi ò
gioni, che tanti utili servizi rccnno all'alpinismo mili- ormai una lunga serie di scritti sul miglior e<:1ui1>-~g­
tante. Ed a· più pratica e diretta applicazione dci voti giamcnto necess.uio in montagna, sui segnali di di·
fatti nei congressi alpini, le Sezioni di Milano e di grazin, sui soccorsi medico chiruri:;lci in caso d"in·
llresciaistituivanocorsispeciali,dicarnUere tccnico fortuni, sul mal di montagna, ecc
in rapporto alla professione di guid,~, <'di coltum ge· Ed affinchb tutte le istruzioni impartite abbiano
ncra\c, specialmente riguardo alle <lis!(m?Jc ed ai soc- adavcrela111iglioreapplicazionc,ncirifngialpini
corsi d'urgenw furono collocati appOsiti cartelli con indic.ufoni sulle
Nel 1888 b Sede Centrale de! nostro Club, in norme <l:i seguire per segnalare le disgrazie e chie-
omaggio al deliberato del Con!i,"TCS.>0 int ernazionale dere ainti, cassette farmaceutiche e speciali harcllc
di Torino, pubblica\"a un volum e, rcù~tto dai soci peltrasportodcifcriti
C. Fiorio e C. \latti, sui pericoli dell'alpinismo e La S<'dc Ccntmle nel 1896 deliberava l':tcquisto
modo di evitarli, opera prcgcvo!is.<ima per gli argo. di quadri dimostrativi per soccorsi d "urgcnza cd In·
menti trattati e per la competenza colla quale erano tercss.""lva i medici locali a d,~rne spi~gazionc alle
svolti guidcei)(lrtatorituttl
Onde meglio r~go!are !°importante servizio, nel Nel 1897 e nel 1899 acquistava buon numero
1888 le Sezioni dcl nostro Club coonprcse nclb zona di copie dcl manuale dcl dr. O. Bernhard sui soc-
delle Alpi occidentali costituirono un Consor?.io per corsi d"urgcnl.a in montagna, edi7.ione francese ed
l'arruobmcnto guide e portatori, fissando norme di cdi1Jonc italiana, e le distribui alle guide. Nonne
servi1jo uniformi e tariffe per le singole ascensioni SJl<,'Ciali, in merito sempre ai soccorsi d\orgcn::a,
dell"ampio distretto, munendo gli iscritti di apposito igieniche e sulrcquip.1ggiamcnto, radunava nel Vade-
libretto nel quale tutto venne riassunto mecum dell'Al pin òSIO, degli anui 190().001-902. Né
lniziatorediquestabclla<'<lutileìstituzioncfu trascurò mai la pubblicazione delle notizit. snllc ._._....
Francesco Gonclla, che da 25 anni con vero amore tastro6alpineclostudiodcllecauseche!edcter·
vi dedica le sue cure più assidue e b. portò alb minarono, ad ammaestramento per !"avvenire.
presente prosperità. Questo corpo di guide può dirsi A favorire ognor più fa coltura cd il benessere
scn7.a tema di errare, unico nel suo genHC per qmrn- dalle sue guide e J)(lrtatori, il Club da parecchi ann i
tità d'iscritti e speciallll<lnte: per lc dot1 tocnichc e mantie11c in vita la scuola <li lingua inglese in Cour-
morali dci suoi componenti; a ra11;lone ci è invidiato mayeur; <la due anni, col concorso dcl Ministero

468
della Guerra, istituì nelle principali •alli alpine dei zionc Alpina di Lucca, alloro costituita, coll 'aiuto
corsi per sciatori che diedero ottimi risultllti pra- della Sezione di Firenze creò alcune guide locali.
ti<:i, sia in rnpporto alb m.1gafor corOl'Cenia della Anche la Sezione di Varnllo a"c\'D creato rn'l
rnontagn,1 io in"erno, sia a quello ddla sicmcu..1 per- 1872 una Società delle Guide di Alagna, prow~
sonale dumnte quei mesi nei quali la nc"e rende dcndo gli iscriUi di norme iglci•ico-sanitaric con un
ard11ollpcrcorrerclcahercgioni prontuario di primo SOCCOr$0
In tal motlo la istituzione nmtrn provvedeva alla Poiché JlCrÒ csi~teV11no già in altre regioni (V,_J.
form.11Jonc ed orgnnÌ7.7~lzionc di un Appren.1to cor- tellina, Cadore) 1:uide riconosciute dalle Se7Joni dd
po di guide e 110rtatori nlpini, che lm il "nn1o di C.A.I. lOCAli, lo stesso anno \l(!nue deliberato il di·
anno"emre fm le sue fìle una numero<a i;chiem di stinth'o unico 11Cr le guide (R.M. 1888, J>(lg. 224)
va!entisslini pionieri, compagni ai più r.oti :>cien7Jati Nel 1889 i qu.\dri del Consor?io A.O. si cm110
d'Europ.1 nella esplorazione delle princip:-li c:lleuc ampliati: 6 iruidc a Crinolo, I a Chiomonte, l a
montuose dcl 1nondointC'roedt'i poli•. U.ucglio, 2 a Balme, I a GrOSCawllo, I a Alai,'11a e
7 a Fobello, oltre quelle della Val d'Aosta, che
Per q uanto riguarda in particolare i Co· a$SOmm.wano allora a 36 ii:uldc e 40 ])OrL1tori rra
mitati Piemontese-Ligure-Toscano, Alto- le di>-erse località.
Atesino e Tren tino, trascrivo le rispettive La Sezione Llii:uro a'<C\•a costi111ito un nucleo
di guide nelle Alpi Marittime fìn dal 1896. Nel 1900
note di Giovanni Bertoglio, Aricle ~fa ran­ il Corpo delb Se7Jonc a\l(!Vll iscritti a Triora. Pigna,
goni e Q uirino Bezzi. Caressio, Ormca, Tenda, Entraquc, Valdieri .., Vinadio
Nel 1903 veniva nominato Giovanni Conti come
• L'attuale Comitato P.L.T. hn !:i sua lontana guida a Resccto (Apuane), Q nitri a S. Stefano 1li
origine nel 1888, quando fra le St',.ioni di Torino. Aveto e o Ottone; seii:oirono nomine per i centri di
Aosta, Vnmllo, Domodossola, Biclb e Pmcrolo fu co- SLuzcma, Torriglia, Sopra la Croce, Croeefìcschl.
stituito un "Consonio lnt l"rse:cionolc" allo scopo "di Nel 1913 l'eni1':l emanato un regolamento p<•r lo
aprire un arrnobmcnto di guide f' portatori nelle arruolamento
Alpi fuldentali, rico1>0s<:iuti e .-ti sotto la su.1 sor- Nel 1907 erano aumenta te le località in cui rl•i~
veglianza ed assicurati a spese dcl C'.o,.sonio p~ dcwno iruidoo portatori: Il in provind1 di Cuneo,
bC.us:ina7Jonafed·assi<:ut:1zione ,<ugl\infortuni11el 14 in provincia di Torino, Val d'A05ta esclusa, 6 in
lavoro.pcrilcasoineuitalunodicssla"<'<SC:l provincia di Vl.'rol.'11! e altrettanti in prO\'ineia di Nr>
rimanere colpito d.1 qualche dis;i:razia nell'e<erci1jo vara, 6 in Ll1rurin e Alpi Apu.1ne (dove agiva la Se-
della sua professione" (R.M. 1888.1,.ig. 146) zione Liinre che avcl':l aderito al Consonio)-con un
Si può quindi dire che !e origini degli attuali Con- effettivo di 62 1:uidc e 82 .,ortatori (R.M. 1907,
"°'7Jo N111jonalo e Comitato Pil"n10ntese-Lii;:ure-To- p.1g.313).
scano si confondono: quest'ultimo ha costituito il Pa$SAta la burinn.\ della prima guerra mondiale.
primo nucleo elficente da eni si è S\'iluppato nei:ll ne! 1920 il Conson:io delle Alpi Occidentali riprese l.1
u11irni trent'anni il Consorzio Nazionale. sua org:u1ì7.1~17.iOnc in 31 centri montani, con gli effet-
Questo stesso anno !888, in giugno. furono di- tivi ridotti a causa delb guerra a43guidec 45 porla·
stribuiti i libretti, contenenti i dati pcrsonali. lo tori (Comunicato Sezione Torino giugno 1920).
Statuto dd Consorzio, le lstn17Joni per le guide, lo Nel 19'>-3 i centri con 1:uide erano passati a 35.
elenco delle D5C'Cnsioni, le p.1Jl'.inc per le dichL1t:1- con621l'.uidce5•1 ])Ortatori(R.M.19-23,pag. 170).
zinni delle Autorità e dei clici1ti Poco dissimile L\ situ.i~ionc nel 19'>...5
h10ltre il Consorzio l nte~zion.ilc prowede•':l Allorché nel 1931 fu costitu ito il Consor.cio Nazi<>
a\Li distribuzio~ degli elenchi ddlc guide nelle Jo. nale,sci<>ll'.liendosli raggruppamenti locali,ilCon'<Or?.io
calità alpine, all'assicurazione presso la Cassa infor- Alpi Occidentali trasmise la sua Jiliurisdlzione territo-
tuni, ad un.1 Cassa di SOCCONO intcnia in caso di r~1lc al Comitato PiemonteiC-Ligure-Tosco-Emilia110,
malattia o morte, alla t'manazionc delle tariffo 1>er che ebbe quindi ntlO\':llnctltesottodi sé la zona nllom
le a<ecnsioni (R.M. 1888, pag. 219). organiu.a!a d.1!1a SC7JOnl.' Li11:ure, Jilià un tcm])O ad~
Contem])Orancarncnte \l(!niva pubblicato rl'lcnco rcntc al Consor~Jo Alvi Occidenfali, e a.~ne Sezioni di
delle ii:uide e dci ])Orlatori, che oomprcndc•':l allora Lucca, Fircnw cd emiliane
Cbudio Pcrotti di Cri5S01o, Antonio Castagncri di Quando nel 19•1.5-1948 venne costituita 111 rl"gione
lhlnl<.", l\lichclc Ricchiardi di Grosciw111lo, 13 guide 11utonoma della Vol d'Ao:s,a, )i ranisò l'opportunitlÌ di
e 9 portatori di Valtoumanchl"; primo nucleo, mode- scindere il Comitato. creando il Comit3tO Vald05tano,
sto di numero ma selezionato di qualità, dcl futuro con decisione adottat11 dal Consi11:lio Centrale dd
Consorr.io. C.A.I. nella seduta di Vi.:treggio del 27-947 (R. M.
Un embrione di organiu.11.ionc si era avuto nd 1\).17, pag. 557)
terTitorio di Crissolo nel 1880 (Boli. C.A.I. n. 43, Due figure em<:ri:OllO alla dire7ione dcl Consorzio
p.,g, ~24). in cui 11er ini:ciatiw locale si era creato Alpi Occidentali e dcl Comitato susseguente. Froricc·
un ruolo <li guide e portatori, con loro regobml.'nlo sco Gonclla, che oltre alle numerose attività svolte in
e tariffe; e nel 1878 nelle Alpi Apuane, dove ~~ Sta- seno al C.A.I. •Vile l"orJilanizza:cionc delle guide Alpi

469
Occidentali, di cui fo presiden te dal 1888 al 19'>....8. da alpina nella Venezia Tridentina" w:nne poi!!<>. per
Riu~I a creare attorno alle iiuide una atmosf<"m di l"Hspet to lecuioo,sotto la sorveilianza del Club Alpino
simpatia e di solidarietà, che valso b fondazione di cdcllcsucsel'.ioniavc-ntigiurisdizionencllcnuove
alcuni la~iti, note,-olissimi per quei tempi, a favore provincie annesse.
d elle it•ide bisognose, dovuti alla ge nerosità di soci Nonostant e ciò, il Lworo a:ià compiuto subì 1111
quali Camemno, Bona, Lula:i di Savoia, Jludden. grnvetcmpodian:cstoenonpochifuronogliioC'011-
A Lui successe Felice Arriao che, segretArio dAI vcnicnti eausnti dnl nuovodccrcto. in quan to si do-
1903, subentrò nel 1928 al Gonclla. Costituitosi il vet te, fra !"altro, disporre il ritiro di tutti i librettl g ill
Consor?Jo Nazionale, l"Arr!a:o no venne nominato Vice stamp;iti in base alle precedenti "norme " stabi lite d11l-
Presidente, ma continuò con diutum.1 opcm a presi~ l'Amministmzionc Credaro nelle nuove provincie, onde
<ll're e curare il Comiblto Picn1ontese--Ui11~Toscano: provvedere al rombiRmento dcl regolamento, dimodo-
allorché abbandonò la roriea, nd 1940, ' "enne nom- ehé lo guide ed I portatori alpini della Venala Tr;.
uato Pn:.lde11te onorarlo del Consorzio Nazionale •. denUna.pertutta lasuooess1vastagionc(l9'"'.A)eser-
eilllrono il loro mestiere sen7.:t il libretto person.~tc di
G IOVANNI BERTOGLIO guida. Nel 1929 il competente ufficio dcl Ministero
degli Interni (traendo lo spunto dalle norme a suo
• Dopo b prima gu<=a mondfale il Club Alpirn> tempo emanate in materia di guide alpine d.ille Pre-
Italiano, e conessoileorpodelleit•idealpine,no:i fetture della VcnC7.ia Tridentina e del Friuli) in!ll'rl
ebbe certo '~ta facile in Alto Adia:e. Ricostruire i nel regolamento per l"~eci.17.ione del T .U. delle leggi
rirugi distrutti dalla iiucrra, sistemare nuovamente i di P.S., b disposizione in ' ·i rh'i della quale In coriccs-
sen tieri, 1naso11mttuttogettare!efombmentaspirituali sio11e della lkenzn delle Guide Alpine cm devoh,ln
per la rinaseita dell'alpinlsmo, riunendo i supeTStiti e alle apJl'O'< ifO Commissioni di nomina PrefeW7.in , di
ccrrondo un terreno d'in tesa, nel comune amore per cui si dirà nlsne<:CMivo p.1 rngrn.fo 3.
hmo11tagM,fraii:entieosldiverscperlinguaementa- Con l"i.s titu1Jone della Regione autonoma Tren tino-
lità: questi ali ardui com11ìti che il Sodilizio dovette Alto Adige dcth1 Commissione, in provincia di Bolr,l·
in primo luogo affrontare-. Le varie assoeiuioni guide no. è praiodut:t dal Presidente della Ciunta provin-
in Alto Adiie vennero sciolte nel 1922. Le guide ed ciale nnziché da un f11117jonariodi prdett um e le li-
iporlatorialpiniresidentineltcrritoriodellesouopro- eenze sono rilasciate dalLi Giunta ~tessa an7.iché d.1lb
fetturedi Bolzano, ~lernno, Brunico e Bres:sa.nonc, ven- Questura.
nero affidate ad una apposita Commissione fonzionanie
presso li nuo''ll Sezione di Bolzano, quale emanazione Attu.1lmento il Comitato Guide Alto Adige coi suoi
diretta della "Commissione sUtema7.iOne cscrci1Jo rifugi li gruppi e 148 uomini è presente in tutte le valli e
alpiniprovineieredente". i eeotri di in!eressc alpinistico della provincia: Solda.
Questa Commissione compl un Lworo \'Crnmente Trafoi, Val ~lnrteHo, ~ l ('mno. Bol~~ino. \lipi1 cno, Al1lf"
gmndiosoperdarcun nuovoRssetto, in seno al C.A.1., di Siusi, Val Gardena, Val Badia. Valle Aurin:i. Se:.to
alle iuide Alto Atesine, Clri<~nizM l c nelle disciolte di Pu stcria.
<-'Orporn"lion i del Club Alpino Austro Tedesco. Nel Solda e Sesto sono le valli che vant ano b ph'1 mi·
1923 furono così ricostruiti i i"' PPi guide e portatori ticn tmd i7.iOnC di i:uitlr- della regione ate«in.1: Ciu! iu
di: Sokla, Tmfoi. Ort isei, Campo Tures. Ritbnn.1 e Payer nel 1863 esplorò il grnrpo dell"Ortles gui<lato
Sesto di Pusteria, mentre nel Trentino la S.A.T. prov- 1bl valligianoGi<wanni l'inggem; n<'l modcsimoanno
vcd1.'V3 per oon to $00 a riassettare l'in<1uadmmen to Paul Crohm.um ini7.ÌP la sua COll(Jui.sta delle Dolomiti
dellci11idcnclle"aricsottoprefetturediquellanuo\'a p ropugnando e erea1Klo ciii stesso le guide. fm eni
provincia. Fmnz l nnerkoflcr, che fu c:lpostipito della gloriO<i•
stirpcdt>gli lnnerkoAerdiSesto.
T utto questo bvoro orpnizuti\'O "enne oompiuto
in me?.7,0 a non poche difficoltà burocmtiche oon le Negli anni eho seguirono, lino a <1uelli più vieini
varie au torità, comunali, provincfaliepolitiehe, speci? a noi, la tmdi1Jone e il prestigio della famiglia cl<'llc
dopo la emanazione del D«:rcto Prefettizio del 15 guide atesine furono ilh151mt> da nomi come Em ilio
novembre 19"..3 che rimanega:iaw, non scni:a innovii- Comici. lh ns Slf11er, i gar<:lencsi G!iick. 0cm<'l7.,
7.iOni, il precedente regolamento "Credaro". Il prOV\"~ T renker e Giovan Battist.1 Vinal7.er; i frntelH Schmnl•
d imen to fn p reso senza richiedere, sulln delieatn ma- hofor di Sc.<lo; Erieh Abrnm. Michele ll nppaeher. Bru-
teria. quei suggerimenti che In Commissione sistema- no Heini; tndler o I a;iovanissimi Vincenzo ~ 1 aMner,
1io1u:. Cuicle ~vrebbe potuto d.~r•. Ludwig Morodcr, ~lnrio ·Senoner e molti nitri anoom
J!~rcto inqucs tio11c.sul "disci 11tinamento delle
che non è p05sibl]e clenrorc tutti.
Cuidc", conteneva le "Nomic per l'cserclzio del M ~ A Solda inoltro le it•idecumno un ee11tro di nllc-
sticre di Guida Alpina nella Venezia T ridentina"; per vamentoenddestmmentoronida vabnga.
sir.ma coincidem:a, analoihe norme vennero sucçessi· Ogni nnno in dicembre, nella ·domenica d'oro",
vamen te emanate dalb Prefettura dclb Provincia dtl le a:uide con lo loro famiglie scendono a Bol"llloo per
Friuli, in data 18 giugno 1924. Esso meriterebbe di p.1rtecip:1ro alti tmdi1fonale festa del Natale dcll~
es$tll"e riportato integralmente ln allega to in quanto, guida alpin,1, fe>ta di fmt clb.nza e di solidarietà mon·
ai tem1ini del Drereto, "l'esercizio dd metiero di gui· tan;ira '· AlllELE ~IAllANCONI

470
• I-i prima legge che regola la "professione" di dena, del Veneri in Val di Sole, dei Bcttega In Val
guida alpin.i nel Trentino è quella em.inata il 4 set• fnmiero, dci Bcmard In Val di Fassa. che per phì ge-
tem bro 1871 dilla I. R. I.Mogotcnenza pc] Tirolo e nern7joni si tramandarono la passione per la montagna
Voralbera:, col titolo: "Regolamento provinciale per e l'espcriem:.1 dcl mestiere. Mestierechea•·cwll(l 01J-
le Cnide di montagna", costituita da 18 articoli. t1reso anche da prcc«lcntì aeoompagn.itori di nlpini~ti
In tale regob mcn to la figura delb guidn alpina stranieri, come Giovanni C.1ttumni Q Gerolamo BoUl"ri,
\'Ctllva ben delineata e venivano precis.iti tutti i suoi che con Paycr nel 1864 nv<Jvano ormai esplorato tutto
compiti. l'AdamcUo.
L.i Società Alpina dcl Trentino, fondata l'annosue- La S.A.T. continua a dcdic11rc alle guide e ai p0r-
ecss ivo 11ll'us<:i ta del " Regobmento" da vari 1>-1trioti, btori alpini la sua attcn1Jonc. Le aiuta, ohr<J che
studiosi e garibaldini tridentini, pensò 5ubito a crearsi ncll'assic1.1m7jonc contro 11li infortuni in montagna,
un oorpo di it•ide di pro\'::1ta capa<:itil e di fidati scn- anche per l'acquisto dcll'attrl'V.Atum, fornendole di
timeu1ì e a;ià t>d suo primo Statuto dd 1872, all'art. piocor.>:11, cord.~. bu100la, ca.rtc goograSchc; procum
13, accennava oome compito delli Direzione fosse ll)n) dci clienti; promuove delle riunioni e corsi per
quellodi"stabilireespertcguidedirnontagn.1".da i;truirle. Però è fom1a ncll'csiKcre la più scrupolosa
proporsi per la paten te all'autorità p0\itic:i. li regola- osservanza dcl lorodo.,.cre. Chi si rend<J indegll(lvienc
mento intcn10 della S.A.T. faceva obbligo al segretario non solo pubblicamente censurato nei oongrCfli estivi,
ditcncre,fralillialtrilibrisociali.anchcllUbro(ma- ma perfino privato dcl distintivo e proposto per il ri-
lrlcold) dc/lcgul<lc<limontagnn. tiro della p.itcntc e dcl libretto.
Sciolta nel 1876 dal Governo Austrinoo In primitiva Nel Trentino lavorn•-a, ben fornito di mcz:ci e di
Societlanlpina,erioo:stituitasianwrqucJrannolaS.;.. autorevoli appoggi presso !o Autorità Govcrna ti»c, la
cictàd<Jili Alpinisti Tridcntini -oogli sless i uomini Società Au•tro.Ccrmanicfl dcll'Alpenvcrein. ! primi
econ11lislcs:siscopisociali-fuscmpre suaprl'Ci pua rapp0rti della .S.A.T. oon la predella associa7,ione fu.
attività qucl!a di incrementare il corpo delle guide. ronoctluca.ti esf)CSSO si oonconluonoassicmc le varie
Nel 1883 b Dicc:cionc pOl<Jva affermare con compia· lllriffc per le s.1Ete alplnl"; solo nel 1895 i mp1x>rtì ,;
cimento che: "l'organiv.a:cione delle no:strc guide di iJTigidirono 5U p<>si~ioni nazionalistiche fino a sfocbrc
mo11t.igJl,1 si può dire compiuta", e che l'armo sueees- in apcrt.1 lotta, qu.1ndo il 1>-1ngcnnancsimo foce pesarl"
sivo, rend ere pubblico che: "da tutte le parti ci giun· anche altm\'crso la Alpen\ICl'ein b sua fon;a. snuiona-
11011() cloa:i per lenostreguideespecialmcnte pc] Bct- bzttrice. E nclla lottn si trovarono coin>'llitc anche lc
tega, Nioolussi, Dallagiacorna e Giorgio Bcrnard. t>d 1111idenootre,chl"nel l897 eranosalitealrilcvantl"
i loro libretti sono pieni di distinte mccomandal:ioni". r.umcro di 104, COAdiuvate d1 30 portntori.
Al miglioramento q1~1litalivo b S.A.T. a•·cv:i nel CosiccM, le meno ingaggiate furono facile . pre<la
(mttcmpo provveduto anche a dotare le guide d'un èella Società Au~t ro-Ccrmanica, che le bLindiva in
t>rontuario per i casi d'infortunio, sca:uiv:i di p;1ri 1>-1!'.«0 cento modi e promcttcv:i loro i più lnutì compen'i.
quello q uantitativo, pass.1ndoda l!eottoguldcdcl 1872 Ma i JuCC('SSi dl"ll'Alpcn.,.crcin furono ben limitati e<I
alle 13dcll875,alle l6clell877,alle28dcl l 880, esigui, anche se nell 'impari lott.1 le nootre guide <lo-
alle37dcl 1882,allc 46dcl l884,flllc54dcli886. vo:.>ttcro perdcr<JQUalchefac<Jltosoclicntcslmnil'ro.
Per a iutare le proprie guide, b S.A.T. oonoorrl'va E nlle prime "dina ~tie", altre se ne agginn~o. 1111 -
al p.1gamentodcl premio dell'a,.,,ieum1.ione volm1taria te fcdc!Uslmu all'cxcdsior dclli S.A.T ., e.-cclsior che
contro gli Infortuni, nella misura d! 3/5: e già nel >uleva significare non solo piÌl in a!to sui monti, ma
1884ben 12eranoleguideassi<:umte. anche nell'avvenire politico del Trentill(l. Abbiamo
$oll(l gli anni tra il 1876 ed il 1000, e b S.A.T . è ms.ì Collini e Bottcri a Pinwlo. i K~ler a Vermiglio,
tntla in fermento l)Cr la creujonc di rifugi nelle rone i Z.1goncl. Zecchini, TRvcmaro e T urr.i a Primiero,
pii• alpinisticamente interessanti, per Li esplora:cionc i Ciordani, l'O\'Oli e Zeni a ~folvcno, i Rf1:7j e i ,\lu.el
alpinistico-scicntilka dei propri monti. per la difesa im Fa~. i Povoli e Dca:aspcri nei pressi di Trento.
della it.1li911ità delle proprie >'Dlbtc montane. E già Dopo il 1000 l'acoortlo con h Società tedesca non
da alloro si v:inno affermando i nomi di nostre guide, fa piì1 posi;ibilc.
si a per !alorocompetcnmalpinistic:>, si a pcrb loro Nel congresso di Primiero dcl settembre 1907, il
onestà. Sono i nomi di Bonifacio Nicolu$Si di ~lolvcno, ~ideut<J de!b S.A.T., Guido Larchcr, potov:i dire
che i uidò lo stesso'Paycr sul Bren ta e sull'Admncllo. pubblicamente: • I nostri nemici tentano co11timrn-
di Antonio Dallagiacom.1, Lusiòn da C.idcr.wnc, ca. mcntclegui<.lecconmrnaccecb!andi7.iemcttonoloro
nQOCitorcd'oii:ni anfrntto dd flrl'nln cdclln p ,.,..,,n,.Jb il""h .. lln al1011nl1t,<lil'l'n<lnloro :o e<>nnoioc<m!ro
di l)omcnko Vc1>eri e Arem111clo Casarottl <ili Cogolo di noi, ca chi non cede, guai...• .~davvero in~P"
d i Peio in Voi di Sole per il gruppi) dcl Cc••e<l:tll", di portabile questa pctubnte inframcltenzn, che l'autori-
Giorgio e Ciobatta Bcmard di C.1mpi tcllo di Fass.1 tà cou troppo condi!ilCelldenza tollera continuamente.
llCT le Dolomiti t'assane, di ~Hch<!lc Bctlei-1 di Primie- di una $c7jone dell'A\pc1wcrcin, che in iressnn luogo
ro per i groppi delle Pale di S. Martino e le altre dcl Trentill(l ha mgimlll di esistere, poiché essa n6
Dolomiti, di Sebastiano ~!archetto di Tcsill(l; e <i de- J".17SSie<forifu11i,néhaintcressidiiressungencre,men-
lineano fin da alloro vere e proprie "dinastie" di guide tre solo la fami~crato sun provocante dal'Ciataggine
>'llllillianc, COmQ quelle dci Dalb~iacom.1 in Val Re11- 111ò giuitìlìcnre (ttmulo CHa fa•.

471
Ancor q uell'anno b Sezione boh:anin.1 dcll'Alpen- nato in data l gennaio 1931 dal Presidente
\'Crcin invi1111001utti I t>OS!ri portotori l'invito a non
accettare "lo stemma. della Società Alpi nisti T ridenti-
generale dcl C.A.I.
ni"", dietro promes.sa di immedfata promozione a guida Sia questo Statuto, sia il connesso He-
p.1teutata golamento, vennero rielaborati e modificati
La S. A.T . sti;m.uiuò, o;ni volt.1 che se ne presen-
tò l'occasione, rambiguo operato dci pangcrm.1nisti e
dopo il 1945, per renderli pili aderenti al
i rapporti frn le varie direzioni sociali e le p roprie nuovo dem ocratico Statuto del C.A.L e for-
Guide Alpine audaro110 sempre più C('mCntandos.i, mularne meglio le nonne tecniche.
giuuge·11do in questo clima alla vigilia delb prima
guerra mondi.ile, 1r11crra che, per il Tren tino. conclu-
L'attuale ConsorLio Nazionale Guide
deva lesuecenlenaric aspirazioni. rientra tra gli corgani Centrali pc m1anenti>
lntanto T ifll Pili.i.e France..co lori stavano creando previsti dall'art. 11 del Regolamento gene-
il nUO\"O tipo di &:uida..olpinista, l)rOOOrrcndo l'a\pini-
Smo SCnf..11r11lda
rale del C.A.L approvato a Carrara il 21
Nel 1914, all'ini1jo delle ostili tà, •·enne anche per maggio 1961
le nostre ii:uide i\ momento cruciale. ~ lcnt rc i più gio- Non è, cioè, una Commissione mera-
,,rn[ ,·ennero incorporMl nel le comp.1gnie di discip\;.
no, le "c-cehie guide furono internale nel ca mpo di mente con sultiva, ma ha proprie autonome
Kal'l.enn u in Austria, dove ebbero a subire fomc e funzioni , con J>Oteri deliberativi nelle ma-
p:i tirnen ti. terie di sua specifica competenza (salva , in
Valga (l('r tutte il ricordo d! Amanzio Collini <li
l'inwlo,che quamnta<1ualtrcnne fu incorporato in una materia disciplinare, la fo colt:ì di appello al
compagnia d! sospetti politici e inviato sui ca mpi di Consiglio Centrale del C.A.T. prevista da-
Boemia. dove mori di tifo e di solkreu?.e gli artt. 28 e 29 del Hegolamento).
Dopo la pri ma guerra mondiale, le gu ide della
S. A.T . entrarono a far parte <le1L1 grande famiglia ~fontre la nomina dci pres identi dci
delle Guide del Club Alpino ltali:u>o. risol"cndo in Comitali spetta al Consiglio Centrale del
tal modo anche i problemi che rima nevano ancoro C.A. l., i componenti dei Comitati stessi
apert i dall'anteauerra. Si costitul il "Comitato Trenti-
no delle Cuidc e Portotori". sono eletti e in pmli ugu ali dalle Guide e
Organi:u.1tequindieomenelle altre provincie . an- dalle Sezioni del C.A.l. della Regione inte-
che le "Cnide della S.A.T. • nel Club Alpino Italiano, ressata • (art. 3 Statuto): il Presidente Ge-
tengouo or:i. ;i.lta la gloriosa bandlcm loro consegnata
dai validi pmcmwri nerale del C.A.I. è presidente di diritto del
Attualrnt"nte b eomp:1a:ine è formata da 42 guide Consor.lio Guide, ma può fa rsi sostituire
alpine, 34 portatori, 17 &:11ide emerite dislocate nei nelle effettive fun zioni di presidente e da
gruppi dl Madonna di Campia:lio, Pinw1o, S. ~ lartino
di C.15trou.a, Pelo, Valli di Fiemme e di Fassa un Vice-presidente Generale da lui d esi-
Il Comitato è presieduto dal dr. Guido Lconardi. gnato • (art. 6 Statuto).
coadiuvato d.1 i capi gruppo: Serafino Semfìni (Cam· Competenze dcl Consor.do e dci Comi-
plglio). Lilx-rio Coll ini (Pinwlo), Emilio l:>e?.ulian e
Aldo Cross (Fiemme e Fassa), Lino Zagonel (S. Mar- tati, organi7..zazione e disciplina delle Guide
tii>O di Castrot7.a}, Mario Marini (Peio) •. risultano chiaramente dallo Statuto e dal
QUIRI NO ll EZZI Regolamento del Consor,do, che è pertanto
opportuno trascrivere integralmente

2. - IL CONSORZIO NAZIONALE STAT UTO


GUIDE E PORT ATORT Art I • 11 Cluh Alpino lt111iano orga niv.a le Guide
DEL C.A.I. e i Portatori e meno del Conson.io N:11joua!e Gu ido e
Portatori, che ha sede presso la Sede Centmle dcl
C.AJ .. e dci suoi Comitati Regiona li
Nel 1930-3 1 i vari consorzi e comitali Art. 2 - li Consonio Na7.ion ale ha per iscop0 di
di guide dcl C.A.I. vennero fusi in un uni- coord inare e disciplinare rauivi tà dci Comitatl Rcgio-
n.1li, ai q uali è affidita in mod o part icobre b prepo>-
co e Consorzio Nazionale Guide e Porta- rn1jone e l'a,ssi,tcr>7Jl tccnie11. e111tnmlc e morale dcl
tori del C.A.I. > retto dallo Statuto cma- Corp0 delle Guide; pro""edcre a ll'assieumzkme eon tl'(I

472
gliintortuni,approwreletariffoerisolvereingenere vcrrar11>0, nonché i r~ldui di 11cstionce gli cventu:ill
tuttelequestlonldicarnUl'regencrale. contributi dclLi Sede Centrale dcl C.A.1
Art. 3 - I Comit:i.li Reiion:ili sono costituiti da un Art. 8 - I pro\"Cllti dcl Con'°'7.io SO•>O costituiti
minimo di tre ad un massimo di nove nll'mbri, dei dagli interessi dei fondi di cui :sopra. dai contributi
quali uno in fun7.ionedi Pre<ldente nominato dal Con- delb Sc<le Centrale dcl C.A.I . e de11li altrl Enti o
sigl io Centra].., e 11li altri - da due a otto - nomin.iti privali in tere:»ati nll'ora:ini1.:r.a1Jone delle Guide e
in parti ua:u.il! dallo Guide e dalle SC7.ioni del C.A.J Portatori.
della regione iutcrcssata. Ddlc nomine dovrà essere Art. 9 - Ogni modillca nl 1ircscnte Statuto dovrà
red.itto rcgobre V(!rlxile da parte del Presidente &I es.ere dclibemta cd apvrovata dal Consiglio Centrale
Comita lo, da ITaSmcttcrsi in copia alb P rcsiden7.l dl'I dcl C.A.l.
Couson.io. I Presidenti o l membri dei Comitati Re- Appr0\11to d.il Consi11lio Cl'ulrale il 14 giugno
giona li dumno in carica tre anni e sono sempre tutti 1959.
rickggibili.
Art. 4 • I Comitati Regionali provvedono alle no-
mine a Portntoro del C.A .I. e allo promozioni a Guid.i H E CO J_, /\M E N T O
dcl C. A.1., via:ilanoln 11eneresu tutto11uantoconeemo
ilt<en·i1.iode\10G uidee Portatori della lorozon.i, pro,·-
Di.si>Osi::ioni ger1cra//
"edcndo nlb vidinmziOllC anrn1nlc dci Uhretti profcs
siollali,alb tenuta dci Fogli matricoliri end ogni nitra Art. I - Per l'ammissione a Portatore dcl C.A. I
attività conne»acoll'orgnniu.azlono della professione si richiede:
d i Guida e Portatore, os<ervando lo dirctth·l' dcl Con a) cittadirmo1,1 ita!fana e residcn1.;i effettiva da
sor•..Jo Nazionnlo e sottoponendo nl medesimo 1u11<' le nlmcuo tre an ni nel comune montano di cscrci7Jo
q ucstionlchcpossonopl"('Scutnrcintcrcsscnnzionalc. ;•bitunle dclii prof~ionc;
Art. 5 • I Comit.iti Hc11:ionnli hanno le sedi e le b) idoneità fìsica. capacità tecnica e buona ~-o­
giurisdi7jo11itcrrltoriali.ottoclencatc· noscenza della propria zorm;
o) Comitato Piemontl'<e-Ligure-Toseano - Sede c)non:1vcrriportatocoml:1.nnapcrgravcde-
Torino - Giurisdi7.ione: l'iemonh.'-Liguria-Toscana. con litto e tenere buona condotta in genere;
Delegazione a Firenze per le zone A11uane e Appen- d) liccn7.a elementare e buona conosceuw del-
nino Tosco-Emiliano; b lingua italiana;
b) Comitato Va ldostm10 - Sede Aosta - Giuri- e) a\'er compiuto i 18 anni e non a\'('r superato
sdizione: Valle d'Aosta: i 30 anui di età. Per i minori ika:li anni 21 ~ altrcsì
e) Comitato Lombardo . Sede :. liboo .. Giuri· :=':.:.:~~n..,11so di chi escrdb sull'ii>pir;mtc ~,
S<lizione Lomlxirdia con tre IÀ'k1p1.ioui: un.i a Son-
drio per la Valtellina, una a Lc<:co per b zona La- Art. 2 - La dom.;111d.1 di ammissione a Portatore
riano>:. lcwlcina e la tcrw a Br<:-<e~i (X'r b zona del C.A. I. deve c.<scrc presentata al Presidente del
Bcrgam:uco-Bresciana; Comitato Regionale competente cd e>sl'rc corredata
d) Comitato Trentino - Sede Trento .. dai seguenti documenti:
sdizione: Provino~, di Trento: a) estrailo dell'atto di nasdta in carta libera;
e) Comitato Alto Adl;e • Sede Bol1-1no - Giuri- b) certificato di rc..:idenu;
S<lizione: Provino~, di Bol1.ano: c)certillcato di sana e robusta costituziono;:
() Comit.ito Veneto-Friubno-Giulia1>0 - Sede fisica rilasciato da un UfScia\c sanitario e contenente
Cortina d'Ampc1.:i:o - Giurisdizione: Veneto, Friuli i principali dati som..itici dcll'as11imnte;
e Venei:la Giulia; d) ccrtilk:ito penale di data non anteriore a
g) Comitato Centro )!.kridionale - Sede Rom.;1 tre mesi e Cl'rtilìcato di buona condotta;
Giurisdizione: Appennino Centro :.lcridionalc e Sar- e) elenco delle a<eensioni compiute, vidimato
degna; dal Presidente di 1111n Sezione dcl C.A. I. o di una
lr) Comitato Siculo .. Se<lc C.itrmia - Giurisdi· Sock'là Guide, 011pure dn un membro dcl Comitato
zionc:Sicilia Regionale competente od.il ca\)oguida di val!c;
Art. 6 • Il Consor?.io N:ir.ionalr Cuide e PorLi- n certilkato che l'aspirante h.1 fr«iucnttto gli
tori ò am mini$1rnto dn un CoMi;lio compo>lo tbi appositi corsi e superato con esito favorevole i rcli-
presidenti dci Comi tati rc;ionali e presieduto di di· tivi esa mi
ritto lfal Presidente Genemlt dcl C.A .I . o <fa un Art. 3 - Per !o promolionc a Guida dcl G.A.I.
Vice-presidente Cenem!c da lui dl'~ignato si richiede, oltre ai r<;>(Juisiti di cui alle k ttcrc a),
La Presiden1,1 dC'l Con:>0r;.io è 11.!l'i>tita da un /,),e) ed), dell'art. I
Segretario 1>0minato dal Presidente c)avercompinto i 23no ni e nona\"Crsu~
Art. 7 - 11 ConSOl7.ÌO amministra i fondi e i b- rato i 35eavcrpreslatoservir.io effettivo come por·
sciti si11 qui pervenuti (BuddC'n, lkmn, Carncr.rno, tatorealmenopcr un triennio;
Frisoni. Dc )!. larch!, Bolo11nini, )!.lare.<C:llchi. lkrta- f)aver fr<;'(1ucntatoa:liappo-.iticorsiesu1icrato
rclli, Dc Ciani. Vajolcl, S.iraco:o. ~farla C.isati Brio- con esito fosorevolc i rcL1li\'i ('Sami.
schi dc Buzzacarini) e quelli ulteriori che 11:li 11li per· Art. 4 - Costituisce motivo di rncom1)3tibilità ~I-

473
I'
l'ammissione ai COMòi ed esami di ~'l1id1 e portatore \'000 portare con sé il proprio libretto - che pc1
fopp.1rtenenza in servizio permanente dl"etti\'o a r.- essere valido a tutti ili effetti ÒC\·e essere munito
\h1rli mili!ori e a formazione ('(juip:irate. dclbfotoiirafì.1edcllalìrm.1dc\TitoLue-edC\·ono
Art. 5 - Per J'C!;en;itio della profe,sione <li Porta- presentnrloalralpinistaad0gnirichicstn,econn11r
tore e di Guid.1 è richiesta, agli effetti mnminbtrntivi que nl termine dcl scr\'izlo J)CT le debite annot:1-
e di polizfa. b li<X'nw ddl'Autoritò di P.S. previsltl 1joni, conservnndolo se mpre in bnono st:1to. Non
dagli arti. 123 Te!OIO Unioo Lea;11e di P.S. appro.,,•lo possonocedcrlooprestnrlonéscri••crvinoteofare
con 11.D. 18 giugno 1931 n. 773. 234 e 237 dd caneclb7.ion! od alt erazioni alle attestazioni :;crit!c
relitivo «'golimcnto di l'.S. appr(lvMo con R.D. 6 dagli alpinisti o tLille Autorità. E: proibito strap11are
maggio 194011. 635 pagine tlal lihrClt(l: uno pagina mancante equivale
Art. 6 - Le Guide e Portatori m1torir.wti all'e;.cr- ad una tliehrara1jone sfavore~'Ole. Le Guide e i Por-
cizio dclb professione nella zona di loro re-idem..1 tatori che sm.1rris.<cro il libretto, (lc\"0110 ~ublto a,..
po<SO•W) tra.• ferirsi l<:mpOrnne:>n>Cl>IC ""che in a]t,.., vertirn il 1>roprio Comitato, ohe prnVYO<lonl. alb ..,_
wne q1L1ndo si tratta di acc:ompag1L1r.i <ll"i dicnt. stitu7jQ1>C previa ('vCntuale eppOrluna inchiesta.
ma non possono eserdt.irvi abituahnl'tlle b prof~ Art. 12 - Entro il 31 ottobre di ogni anoo le
~ione se non previo c:uobhmcuto dello ,.,,,iden:c.• Guide e i Portatori dovranno trasmettere al proprio
elJctth" e benestare dei rispetth•i Comitati. Comitato Rciiormle i libretti personali. corredati cfal·
Art. 7 - Ogoi Comlbto llegionale dc•·e t<'!l('re larispctti•'<lliccn1.1dil'.S.colvistoannnale,pcrl.1
appositi fogli matricolari inll"Statl a ct1scuna Guid.l vidimazione annuale, \"Crsando il rcbtivo contributo
e Portatore. Nei fogli 11U1tricol.iri "engono in:;crittc. slllbilito dallo stesso. Chi entro detto termine non
oltr(l ai dati pcrso11:1!i di cui ai pre<:edenti articoli, vi avrà provveduto san\ e5cluso (bll'assicurazione e
tutte le mmota1joni relative nlle princi11ali a'censioni tlall'irwio della ll i\'i<la ~lcnsile per l'anno sueccssivo
compiute cbl titolare o comum1ue iuteres•anti il di 11 Co1niL1to ll{'gionale provvederà poi ad inviare ali.o
lni1!$Crei1.ioprofcsi;ionale. Presidcnw C.:nerale dcl ConsoJ7jo un elenco dci li.
br<:tti vidimati, che servirà di base per Li rcbti\a
D~ri
assicurazione cootro gli infortuni e l'invio dclb lii·
\istaperi lnuovoanno.
Art. 8 · Le Guide e i Portatori dcl C.A.I . dc"ono Art. 13 - Le Guide e i Portatori de\"()1\0 far risul-
-reledisposizim1idclprcsenteRegoù11nenlo tare sul libretto. in <1ual11nque caso. nota delle asce1r
e tutte quelle che venissero cu1anatc <lai proprio Co- sioni fatte. Ove non ritcne:sS<eroiiuste 1eatt~ta1.ioni
mitato Rcgio11:1le o dalb l're-.idcn1.1 dcl Coosor7.W. app<>ste dnili alpinisti. posscmo prl"SCntare regolari"
Art. 9 - La Cuida ha b ditc7.ione tecnica e la reclamo scritto al proprio ComiL""lto Regionale. l>t>ll.1
r('<;ponsabilità delb propria cordata: es"<a 11011 dc,·e de<:i<io11e su ciascun rrebmo deve essere fatta nrn10.
abbandonarla.se non per llCC($$ità di soccorso versG tazione ufficiale sul libretto.
ahrialpinistiinpcricoloencondizionedinonconr Art. 14 - Indipendentemente dai corsi e da~li
1m.m1eucre b sicurC7.za dci propri clienti. Le Cuide csamidicuiag!iartt.Ze3dclpresc11tc ilcgoh·
cd i Porlntorì hnnno l'obbligo vcn;o i propri nlpini.sti mento, le Guide e i !'orlatori sono tenu ti a frL'(IU(•n·
di1cncrcuncontCKnOCOrt<:sccdi11rc<t11rcloroogni tue i corsi tocnici o culturali eventualmente i.<ti1uiti
po<<ibi\e assistcnm: debbono acroglicme le richi<.• (bi Consorr.!o o dal Comitnto Regionale competente,
sie sempre che queste oon siano oontrarie alla pn,. nc\lezonc(lilororesidenza.
dcoza e alla sicurcl:Z:I della cordmta, nel qual caso Art. 15 - Lo Guide e i Portatori devono muni,.,,i
la Guida dovrà far rile,-are che la <m rl"lponsabilità di un adeiuato equipaggiamento alpino: CS$i sono
nonpennettediaderiivi. i11 p.irticolarc respon<abili della sicureu.1 delle co.-.lc
Art. IO - Il Consorzio COOSCiM llili iscritti per u:;::ite, che &:wmmlO "5SCre messe fuori st'rvi1jo non
il tramite dci Comitati RciiOnali un apposito libretto nppcna l'cflìcien~ ne risulti anche minimarnente
d! riconoscimento e 111• distintivo, in argento per lt compromess:i. e dovranno in OiJli caso e<.<erc rilimtc
Cuidc e in bron:ro per i Portatori. Le Cuide e i Por· da qua\s~""l<i membro del Comitato Regionale, qualora
latori dcl C.A.I. sono tenuti a porta re visibil mcnt~ ne consta ti la iiicFricicnza.
fale distintivo, né possono comrnl(ju(l sostituirlo, ma Art. 16 - L.""I Cuida deve prestarsi a portare un
solo accompagnarlo eventualmente ron altri disti1) caricodiprovvi>tccdicffcttidelproprio alpini>!a
ti\'i locali. Affatto delli eess.izione del servizio può comp.1\ibilmen te con le dilrlCOltà dell"a<<:cnsione in
CSS<"re richicsL1 la restit111.ione sLi dcl di.<tintivo che prosi:r:unm,1, Il Portatore è ten uto a l)Orlare '"' carico
del libretto. In caso di smarrimento le Guide e i non superiore ai 20 \.:i. nelle ascen sioni facili ed ai
Portatori devono dame tempestÌ\'O avviso ai Comitati IO kg. in quelle difficili. Le Cuide <.'(I i l'orta1ori
Regionali. I libretti e i distintivi restano di pro. <0no respons.ibili di quant(l loro affid.ito. 11 Port>•-
prietà del Consonio; le Guide e I Portatori ne sooo tore deve non solo tmsportare il carico affidatogli.
quindi semplici depositari. li Consor1jo ha facoltà ma a11ehe c:ooditware fa guida in ogni e•·enicu1.a.
di richiedere l'invio dei libretti per l'cvenltLilc co"' Art. 17 - La Guidn non può In nes:s1m caso lc--
trollo. garc alfa propria corda pili di 4 alpinisti: qualor.l
Art. l i - Le Guide o I Portatori in servizio de. sia necessario, può richiedere il concorso di un\1ltr.1

474
Guida odi'"' Por!a!ore;mc~pcruna sob persona. dcwe esistono altri rifua:i oltre a <1uelli del C.A .1 ., le
Nelle allCensioni $0C~"lli organi7,,..a1e tli Sttioni dcl Guide e i Portatori devono far capo a qu<'"liti ultimi.
C.A.I. o da Società Alpinistiche italiane od estere,
è data foco!tà di assumere aochc una so\n &nicb per \Ja11t<1ggi - Prcvlden~ · TarlDe
b condona della comith'<I. In tal caso h Guidn, pur
""endo la dire1Jonc tecnica genen1lc, lm però b sola Art. 24 - 11 C.onsorr.io assicura lo Guide e i Por·
rc<ponsa.bilitàdcglia!pinistilegutialLisuacordn. latori contro gli lnforh111i professionali e dà b •""
Art. 18. Ai Portatori è fotto d ivieto di condurre nssistenw momlc e 11:iuridlca per tutto qu~nto si rill~
le cordate in ascensioni superiori al teno grado cli r;.;ce ol loro prcstiJ:io e ai loro interessi professiona li.
difficoltà in roccia e di pari impC&nO ~" ghiaccio. l~"l Il Consorzio invi<"rà loro inoltre gratui!Oml'nle la
Guida è rigorosamente tenuta ad a<s!curare sempre fìivlsta dcl C.A.J. e le altre pubblicM)on!, ehc rite-
il cliente e particolarmente in caso di di~"l a corti.i nesse opportuno, pureM siano in regola entro il ter-
Ju1111ia.l.o;i11r1..,.io11iallc1.o"'oe'licui>01H.1LU11l- 1•incpr<..,,.,r!ttooo11 L1 vldhn.ulo11edelproprlollbrctto
p0rlano Li sospcn..<ionc temporanea dall"~rci7.io delb perso11.1lc.
prol"essiono da p."lrte del Comitato llcgionalc; c. nei Art. 25 • I Comlt."lti Regionali pubblicano le ta-
casipiù~vi,laradiacUoncdairuo\idispo>tad."ll r;ffc e relc11co ddle Guide e dci Portatori che eser-
C.onsorrio su proposta dcl C.omitato Regionale. citano ne!Li zona (li loro oompctcnui., dandone 0011ia
Art. 19. Le Guide e i Portatori posrono rilìu- a!Li Presidcnw dcl Conso,..,.Jo. Elenchi e tariffe a-
tarst di par!ire per una determinata a<C('n<ionc ill ranno affissi nei Hifugi del G.A. I. e n<'gli alberghi
caso di cattivo tempo, di cattive condi~ioni dclh dclb zona, curandoneO\'U1l<1ueop])Ortu110 la più larga
montagn..i o quando i richiedenti non ,inno conve- diffu<IO!lC.
nientemente c<1uip.1ggbti o prcp;imti per \'o.,;çcnsione Art 26- Le Guide cd i Portotori iscritti a! Con-
in progmmma. sor.i:io possono concorrerc ni premi, pen<ioni,attcs!atl
Art. 20 - I Port.itori devono obbc."<licn1-1 alh Gui- tli benemcrcnw od nitre onorifìcen1.e e distim:ioni
<b. Qualora in una comitiva vi f0>scro (\i1'1 Guide, i~tituite clal Consonfo. Godono nei Rifugi delle steNl
fun1JOnl'rà d.1 Capo-Guida quc\L"l pi1'1 am:iana in età. tariffe di favore riSl"f\'<lte ai Soci dcl C.A.I.
Art. 21 - In caso di infortunio le Guide e i Por- Art. 27. I llcgobmcnti delle Società locali di
Litori sono tenuti a prestarc la loro opo:-ra organi7.· Guide e Portatori riconosciute dal C.onsorrio non po-
undodiini1Jativaopartccipandoallespedi1Joni<li lranno contcnerc di<110Sizìoni contraslanti con <1uclle
'IOCCOrso org.1ni1xate localmcnk. In caw di infortunio del presente llcgolan,.:nto Cenernle e dello Statuto
dcl Capo-Guida in una cord.ita, do,·e vi fos<ero altre dcl Consol"7JO; b loro approvazione spetta al Consi-
Guide o Portatori, egli 'wrà S05tituito dalla Guida glio Ccntmle dcl C.A.L
o dal Portatore più anziano di età. E: ahrrsì do,·erc
della Guida o Portatore accorrere in 50ce0rso di a!pi- &mzio11ì e ccuazilmi dal .wrvhio
ni<ti in pericolo, purché ciò awcn~ S('n1~1 compro-
meUerc b sicurc7.>'.a dclh 11ropria col'lhtn a t(•rmini Ari. 28 - Sono SO'JJCSi di dirillo dall'nppartc-
dcl 1m...,;C"dentc articolo 9. Alla Guida o l'ortaton· 1..:n1.1 al Conror.i:io li' Guide e i Portatori so!lo]JO•ti
che p.irtC'Cìpi ad una svedi1Jonc di soccor»0, è do- a proccJimcnto penale per i:;ra"e delitto, ~•no ad
V11ta dall'alpinista soccorso, dai <HOi t'Tcdi o dal?!i c:;aurimento favorevole dcl relativo procedimento.
Enti O\'Cnt ualmcnte interessati, una cq1~1 indennità l'oswno pure C5SCrC 50,pesi le Guide e i Portatori,
dl'tcrmi1~~t.1 in rai:ione delle tariffe professionali e che demeritassero per m~ncan:ro in scr'"izio o per
liquidata, in ea.so di disaccordo, <Ll Comitato ll egio- c;11tiva condott;o in a:cncrc. Snno cancclbti d.ii moli
nale competente. le Guide e i Port01tOri condannati pcr gr.we delitto o
Art. 22 • Le Guide e i Portatori sono tenuti alle romunquc rcsisi incomp.itibili, per &mvi manc:m~e.
con'l'!c, disposte dal Comi!ato llcgionale po.·r Li meS.'<>"l con l'esercizio dc!b 1>rofC"<Si01>e. Alle Guide e Porta-
in opem di corde fisse, Lwori ai rifugi e ai .wn!kri tori sospe<l ''cngooo ri!imti il di~tintivo. il libretto e
t-cc, Le relative lndcimità sa.mnno in oi,:ni easo deter- le chiavi dci rifugi loro e\'entua!mente aflìdptc per
minate da! C.omitali Regionali. tutto il tempo della S05pcn,ionc, con divieto di eser-
Art. 23 - Le Guide e i Portatori dc•·ono avere citare comunque b professioni' nello stesso periodo
spccfole cura elci rifui:;i e sono re-<1J011<ahili d~i rifugi di tempo, pena la cancelh?joue. Qoando la !IO~pen­
senM custod~ della propria wna, riguardo ai qu.ili sone venga seguita dhlb cun«lL1zionc, il ritiro <lei
"""O outorizzati od inc..1ssar<> !o tariffo di 1><irnoU~­ distintivo o dcl librotlo divonlA defi nitivo o la Cuid~
mento e 50lilgiorno a fnvorc delb Sezione d<'l C.A.I. oPortatoreèmdiatudairuolidclC.onsOT7.ioedrl
intcrc<Snta, O!<servando e facendo osservare le di~po­ <~pendenti C.omitalt Reiiionali. I...• cancclLu.lone ~
sl1Joni delb Sezione medesima e dcl proprio Comi- segoito di condanna per imvc delitto avviene di
tato l\eii:ion..1\c. Essi non possono riprodurre O far diritto; ne11:li altri ca,; è disposta dalla Pre-ideni;1
riprodurre le chi.avi delle quali fossero con.egnatari dcl Consorzio, scotito l'interessato diretbnicntc, o
o c<'<lcrlc anche tcmporancall"K'ntc ad altre penone: per mcuo di un dcle~"lto dcl Consonio stesso: è
<0110 tenuti a dare lempcstivo avviso di og11i <1n.u- <L"lta facoltà cli aJ>pello, entro 30 &iomi dalh oomuni·
ri111ento alla Sc7Jone del e.A.I. intl~la. Ndle zone e1zio1oc, al Consiglio Ccntmle dcl e.A.I.

475
Ari. 29 - Fuori dei casi previsti dal precedente. 3- In caso di foroita ina tt ività in rifugio la
art. 28. le Curde 00 i Portrotorl che compiano atti o Guida e il Port1tore h.1noo diritto al p.ignmento del-
foccia1l() dichiara1joni o scritti ostili o comunque le rebtil'c giornate nelb mis11ra rispettivameillc sta-
dannosi per il Club Alpino Italiano, i suoi organi bilit.'l da cfascun Comitato Regionale.
<0eia li. il Coll$orzio Na1.ion.1le Guide e Portatori e 4 - Nel ca>-0 in cui la Gu ida e il Portatore t!elr
i rispettivi Comitati, sono passibili di oensura, .;ospen- bm10 rientrnre in sede mediante tmsfcrim<'nto a pie-
>iOne e. nci casi piÙ v.tvi. di radia.zione. l relitivi di essi a\'l":'.lnno diritto alb retribuzione giomaliera
prov,·edimcnti .sono delihcrnti d.1lla Presidcn~ del lìssat.1 da cfa<cun Comitato. Nel caso di rientro in se-
Consorzio. ron lacoh;\ d'appello entro 30 jl:iorni <lilb de con me7.7j meccanici, a\T.1.11110 diritto nl rimborso
comunic::i:i:lonc al Consiglio Centrale dcl C.A. J delb spesa dcl n>er..ro lmpica:ato e alla retribu7.lonc
Art. 30 - Le Guide 00 i Portnt-ori che perdcs. per le ore di •~aa:a:io. nella misura !issata da ciascun
scro l'idoneità fisica all'esercizio della professioni:, Corni tato.
'"cngono sospesi e, 11ersistendo l'infermi!à. eanedbti 5-Perlcsalitefacili1>o" tarilfa1c$pcttanoalle
dai moli. Vcna:ono pure sospesi le Guide ed i porta- Guide ed ai Portatori le tariffe a;iom.1\iere fìss.11<) (la
tori che mm e.<ercitino per un biennio. Qualora la c~iS<lu n Comitato
Guida o il l'orlatore sospeso non richieda ed otten- 6 ... l'er le s.~lite cstrem.1mcnto facili non tarir-
ga b ri:unmissione in servizio o comunque protmg· fote la rctribu>:ione v<·rrà co1M.'Onbt;i dircUamc"tc
g.1 la sua inntth•ità !)Cr oltre ci11<111e anni, vi<'1>C can- fm guida I: cliente
edlJto dai moli. Le Cuid<! che abbiano superato il
C011cnrrfole nella ri•m/Q116 dcl Cm1$or.:la 1/c/ 17
60' mmo <li età '"engono tolto dai ruoli 00 iiiCri ttc
nclb categoria delle Guide Emerite, semprC<'hé ab· gcmmla 1959, la.sdam:lo a ci11.1erm Comilaln la wc-
hiano prestato clk!tivo e loc\c,·olc servi1.io per al· cist1.:iune dcl/,; imlcm1ll1l fissata 11er clascum1 uma
rllC1lO 25 anni. Esse potranno concorrere a quegli
C\"('n\uali COUl(>ensi, su<Sidi ccc. che i! Consonio rite-
ncsse di nsscgi1are.
Potranno c<scrc nomina te Guide Erncrite anche
<1udlc che, pur non a\'endo rnga:i nnto il 60" anoo 3 · LEGGE E REGOLAM ENTO
di et~. sia no coslr<'tte JM'r mgioni di salute od altra DI P. 5.
(':l.115:1. ad abl~11"Clona rc anzi tl'll1!)0 la professione, do-
po a\'erla però lodevolmente esercitata per almeno LEGGE SUL RIORDINAMENTO
20anni.
In tal caso esse dovranno inoltrare ~golare do- DEL C.A.T.
manda alla Pl'(?Siden7.a dcl Consonfo tramite il pro-
prio Comit.'ltll Region.ile.
Le Guide Em<'ritl' non sono as:sicurat<'. Giusta l'espresso richiamo dell'art. 5 dal
Art. 31 - Il pretente Re1olamento dcl Consor· Regolamento dcl Consor1:io;
zio Na:Uon.:1.lc ,.;enc acecttnto dalle Cuid1: e Portatori, • Per l'CSt'rcizio della professiooodi Porflltore e di
che dom.1nda110 cd ottengono l'am1olamento, col so- Cuìda è richiesto, aa:li effetti runministrntivi e di po-
lo fatto dcll'arruolamcoto st<'SSO. li1.ia, la liccn1.a dell'Autorità di P.S. prevista <fagli
Appro,<>tO dnl Consia;lio Centrale dcl C.A.I i) .irticoli 123 T.U. L<'gge di P.S. a1ipro,'alo con R.D
14 gi ug1101959 18-6--1931n.773,234 a237ddrclatlvoregolamen!o
di P.S. approvoto con R. D. 6-5-19-IO n. 6l5 •
NOR~l E C ~:NERA.L I Le suddette norme subordinano la con-
IHCUllDANT I I.A JIETRIBUZIONE cessione della licenza e: all'esito favo revole
DE LL E CUIDE E PORTATOR I
di esperiment o da sostenersi dinnanzi una
I - Per le salite tnri lfotc le Gu ide cd i l'or ta· Commissione provinciale, nominata dal pre-
toridebbonoattcnCr$i rigorosamente allo tariffe, nulla fetto ... , (art. 236 Heg. P.S.).
pretendendo in più o acccHnndo in meno; dovranno
IX'TÒ pmticare 11110 SCOl>lo dcl 10$ a11li alpinisti che Detto e: espe rimento :o è orale e vert e :
siano Soci del C.A. I. in rea:oln co l p.1gamcnto della • ... 2) per le guide alpine. sul b to(lOgrnfo della
(Juot:i. Lo t'Jri/To si riferiscono all'nccom pag1~1 mcnto 7.011aincuiilcandidn1ons11imndosercitare!a .na
di 1111 solo alpini,ta: per ogni alpinista in più la professione; snlb te<:nica alJJinlstica e su nozioni di
Guida ha diritto ad un ourocn todcl 2°'pcr le salito pron tosoc:corso;
difficili di roe<:ia, di a:hia<:cio e miste, e del 10$ per 3) per i portatori nlpin!, su nozioni elementari di
le salite facili, di rocciR, di ghiaccio e miste. tecnica alpinistica e di pronto soccorso (art. 237, Reg
2- Qualom l'ascensiooo ven113 interrotta per P.S.)•
c<1u~ indipendenti dalla Guida e dal Portatore, <1ue-
sti hanno ugualmente diritto all'intera tariffa Nessun riconoscim ento, anche solo in-

476
diretto, con tengono detti articoli della com- 4. - LEGGE REGIONALE
petenza tecnica dcl C.A.L in fatto d i guide
e portatori alpini, a differenza di quanto
VALDOSTANA ED ACCORDI
avv;ene per la F.l.S.L riguardo ai maestri REGIONE - C.A.I.
di Sci, a nonna del successivo art. 238 dcl
Hegolamento di P.S., il quale dispone in- Le nonne della legge e del regolamen-
vece molto opportunamente: to di P. S. richiamate al precedente § 3
•Agli effetti de\l"applicazione dell"nrt. 123 della
hanno cessato di avere vigore nella Hegione
legge i maestridi9Cisonoc.:1uip.1mtialleguidealpine Valdostana fin dal 1947. Dispone infatti
Oltre aH'es.1mc di c ui al n. 2 del proct><lentearti· il D.L.C.P.S. 1-4-1947 11. 218 (C .U. 21-4-
colo, essi Jcb/>0110 cfiblrc m1 ccr1i{ica10 di ido11cità o 1947 Il. 9'2):
tale wofcu/01111, do rila$Cl11rd dalfo Fcdcro:ione lta.
/i011a Sport lmicm11ll • • Art. I - Nclb circoS<'rizionc delL1 Valle d'Aosra,
!"autorizzazione all'esercizio delle professioni di gu!d.1
L' "esperimento" orale, sia per le gui- alpina, di 1>0rtatorc alpino e ma~ tr<) di 5ei, è con-
de, sia per i maestri di sci, è infatti pale- cess-1 dal Consiglio dclb Volle
L"autoriu..u.ione non può essere oonecss:i a coluro
semente insufficiente. Non basta un esame chesitrovanonc!lccondizionlindicatcncg!iartt.llc
orale, sia 1mrc fatto da competent i e con 123, secondo coumi~. dcl t<?Sto unk:o delle leggi di
domande « sulla topografia della zona ... sul - pubb!ic.1sicurezw,a11Provatoconrcgiodeerclol8giu-
gno l931, n. 773
la tecnica alpinistica e su nozioni di pron- Art. 2 - Ne!la Valle d'Am;fa !'esercizio s.1ltuRno
to soccorso• per accertarsi della idoneit:\ delL1 professione da p.ute di guide, port(llOricmaestri
di una guida, ma occorrono invece - come autoriuati, provenienti con i loro clienti d.1 altre ro-
gioni italiar>e o dall'estero, non è soggct to ad autoriz·
per maestri di sci - corsi ed esami pratici, wzione degli organi dclb Valle
con le relative concrete prove della capacità Art. 3 - Nei casi di esercizio abusivo delb pro-
tecnica, su roccia e su ghiaccio, di ciascun fessione di guida alpina, portatore alpillO o n1:1e..tro
di5ei,siapplica b disposizio11econtenuta ncll'a'rt. 17
aspirante. dcl testo unico delle lcpi di pubblic:l sicurena, ~i>
I menzionati "esperimenti~ si risolve- provato con reiiO decreto 18 iilliOO 1931, n. 773-.
vano quindi in mere formalità, con un ri-
conoscimento di fatto, relativamente alla Successivamente, con l'art. 2 lclt. u) del-
idoneità tecnica, delle attestazioni risul- la legge costituzionale 26 febbraio 1948 n. 4,
ven ne riconosciuta alla !legione potestà le-
tanti dai libretti, di guida o di portatore,
previamente concessi agli esaminandi dal gislativa primaria in terna di « or<l'.name~to
delle guide, scuole di sci e partaton al pini •.
Consorzio Nazionale guide C.A.l: il qua-
Venne, cioè, riconosciuta alla Valle d'Aosta
le ha provveduto da una quindicina di anni
quella podestà nonnati,,a autonoma che è
a questa pMte, ai oorsi cd esami pratici di
propria dei Cantoni Svizzeri:
cui al successivo§ 5
La legge 26 ·gennaio 1963 n. 91 sul • L'art. 31 della ll0$lm Costituzione Federale rico-
"Riordinamen to del C.A.I.", prevede per- nosce il principio della \ihertà dcl commercio e delb
industria
tanto, all'articolo 3, che i candidati a porta- Con la riserva di cui alla lettera e) dclrart. 31 C.F.,
tore e guida debbano « documentare di a- i Cantoni hanno facoltà di condi7.ionrue ad una auto.
vere fre<Juentato i relativi corsi del C.A .J. • ri:u.atione di polizia l'esercizio di una professione che
esige, per la salvaguardia del pubblico, una certa ntti·
di cui viene finalm ente accolta la fondata tudine ed una certa e:spericn7.ll, e di non ribsclare
richiesta, di un riconoscimento de ;ure dei detta autorizzazione se non ad un rlchiedcn!e <'he
suoi corsi: guide e portatori, unica vera ga- possa dare garonz.ia di un esercizio co11forme all'inte-
resse generale
ranzia della idoneità tecnica e morale dei La prafessione di guida rientra certament e fm
professionisti alpin i. quellechonece:ssitanodiuncontrollostatoleinvista

477
dcl bene pubblico, poiché tocca alla guida condurre è già titnlaredia/tra brevel/ocau/01111/e.
le per.sane che" lei si affi\Lrno e proteggerle contro i Né l'art. 31, né l'art. 4 della Costituzione Fcdeulc
pericoli della n1o0nl"il":l- e dunque nell'interesse del- pemiettOIMl di dedurre che una aulorizz.11Jone pur-
l'ordine e della sicurezza 1mbbliea di ammettere come chessiadiu11:1nutoriràeantonnle-ilbrcvctto-sia
guid.1soltantoque&li uominicheprcsentinoilminimo R>nz'ahro1'3lid:i in tuniglioltrieantoni: nffnO;JO
indispe11s.1bilc di esperienza, di capacilà trenka e di a«:0rrerdJhe una dctermi1~1tn rc;.trizione drlla .ovr:.•·
i'lnizione, nonché l'idor>eità 65ica cd una buo11:1 repu· nitàe:111to1rnlc·(').
tu7.iOne. I C.1ntoni po.sono cosi condizio•~• re J'CM"rci7.io
del1:11irofcs.<ioned!11uid.1n<lunhre•'eltoscnmviol:irc La regione valdostana ha fotto saggio
il principio fondame11tale della ]ibt,rtà di commercio uso di questa sua fa coltà legislativa:
e di indu.tria. Qucsb prns,,i è sci:ulta dalla maggior
parte dei Cantoni, in cui la profc5>ionc di guida h:o a) emanando la legge regionale 28 set-
importanm llppre7.mbilc ...
Lo Sl3to di guida è oggi r<'gobmcntato: nei Gri-
tembre 1951 n. 2 sull'ordinamento delle
gioui, dalla leggc 20 fcbbraio l92i sullc guidc cd i guide, dei portatori alpini, dci maestri di
maestri di sci; a Bema, dnl rcgolimcnto 30 luglio 19M; sci, degli aiuto-maest ri di sci e delle Scuo-
nObw:1ld,dalregolmn<'11to6fcbbrnio19 14; nel T icino, le di sci in Valle di 1\ osta (Suppl. 0 1'(1.
dal rci:olamento7 lui:lio 1919; a Uri. dal regolamento
4 11emmio 1936; nel Vallc.<e, dal rcgolnmcn!o 18 di<.-em- Gazzetta Ufficiale, 4 luglio 1952, n. 153).
brc 1934; nel Voud, dalla kiu::c 19 fcbbmio 1929; ad
Appenzell, dnll'ordinnn1.1 30 no\'cmhrc 1936. Di essa è particolannen te interessa nte,
Nei C1mtonl c/111 ham10 regolam1mta/o la wofessio- anche per il raffronto con la corrispon-
11e di 11ul1/a, la rela//001lls71mfzio11 i wuo /ero/e oo/i<le dente regolamentazione svizzera, la ne-
a definire le questioni co11C<'rucnti i brc"etti, il control-
lo e l'or11anlz7,nfoncdellei:uide... indetti Canlonirol-
cessaria precisazione dcl concetto di .-eser-
tm1/o lo i,Uldo palc11tata è a .. torl:.zala a comlurre " "" cizio saltuario> introdotto dall'art. 2 dcl
$tl/ita a litolowofeslionale. Le leggi ed i regolamcnti D. L.C. P.S. l a prile 1947 n. 2 18:
c11ntonnliso11ova\idi,pcrchiunque,solt:1ntonelri-
spcttivo c:intone. La guida di Sehwytz, alla quale il • L'cscrd1Jo saltuario dclln profenione da p.utc di
diritto cantonale 11o0n impone il bre,·etto, non potrebbe guide, pOrtatorl,m.lC>.lrieaiuto-maesttidisciautorlz·
ad esempio pretendere di essere scioltll dalle prescti- 1.1ti, pro"cnicnti con i loro clienti da altre regioni ita·
l.ionirontonali di Uti11uan<locompieoccasionalmente liane o dall'estero, non è soii:et to ad autori1.7.izionc
una salita in quel cantone wnza abitarvi, o perché il dell'ASSC<SOrato al Turismo. ma soltanto alla os.scrv.1n1.1
contratto col wo dlcnte non è stll.!O ccmduso nel Can- delledisposizioi1idicuiall'art.7dellaprescntelcgge
tone di Uri, o pereh6 il Cantone di S<:hw)'lz 11o0n rifa- regiouale(1).
sci:r. brc\'elti... •L'apertura di corsi e di scuole <li sci o di 3lpi-
Il rcgolameuto dcl Club Alpi11o0 Svi1.zero :r.ffenna, nismo, anche solo sta&ionali, c, in genere, Ili lillema-
all'art.21, laliberadll!Ola7Jonetkllcguidc in tutti i :.io,.e ili Val/e,am:/1ewlo&taglonale,con rec/ulanienlo
Cantoni montani della Svi~ra; esso prescrive .alle in loco dei clienti od /uvilo a recarohl, co.stiluisce
guide del C.A.S. di osservare le prescrizioni del crn- i11~-ece Uttcizio 11'1bile soqctto n tutte le disposi:cioni
tone in cui csercifoio temporaneamente la loro profes- dellapresentele111erc1ionale ..
sione.
La m.1ggior parte delle lc&gi e dci regolimcnti b) stipulando con il Club Alpino It a-
eanton.1lihannoammC$SOque>toprinciplocdaccetbto liano il seguent e accordo, integrativo sul
questa libera circolazione nei ri<pcltivi Cantoni ... Ma piano tecnico della legge regionale 28
questo garan.::ia di libertà non è auoluta: anzitullo,
e#fJ "°" i, oollda $6 11011 per k gt•it/o breool/ale, ed settembre 1951 (1):
ifloltree.Jrolia11/lllca$0lt1mloa/l'egerclziotem1wraneo
<lclla /1'0fessi0tle fuori <lei Ca11to11c ili origine. Che
cos.1 si in tende per cserd7JO lctnporanoo? I Grigioni (6) Karl i)an<'ggcr, • Les quc~lio n s cle droit de l';1l-
dicono(llfl.IO)cheL1iiuidadiunaltro cantoncè piniste et du Skieur., f l'rnd . fra11ee.s<1 di J. Cmfl.
'1lllOriz:mta a condul'I'(! I turisti da questo Can tone; Zurigo, lfl.IO, pp. 110-118, p,issim).
Uri dice che "il oontmt1o deve essere conchiuso fuori (7) ti richlama tonrt. 7oontiene precise normc tec-
dcl Can tone di Uri". Anche gli altri Cantoni" i11terwe- niehe per L1 11uida dc!le cordate. fìssrndo i\ nuniero
tano ful//uità tem1wra11ea uel $Ctl$0 cl1e la s uida 11011 massimodclclie11tiedi lin1lti peri p0rtalori.
è autorizzata a 1tabiUrli fuori riel pro,,rio ca ..1011e, (')Analogo ne<.-ordo venne sti puln1o rclallvamcutc
llC• 1111/a la 8'aglone o />arte di eua, 1111r1ti/>Ultiruirlei ainL1CSlricdallescuo\ediscl,purcindat.122fcb-
coulralll. bmio 1951, con il Presidente della ~-. 1 .S. I . Piero On~
La g uida ci.e uuole C1Ctcltare 1tabllme 111e ;,. "" slio: entrambi gli accordi sono pubblicati nel Codice
Caritone,~olfenel'Vl'ilbreoottolocale, anc/1e..e della Regione Valle d'Aosta, pp, 629-635.

478
• In Aosta li ventidue febbraio mmenovrecntocin- pulate in armonia alla legiie rcilonalc approvata dal
qu:u1tuno ... fra la Region<l Au!onoma della Valle d'Ao- Consiglio dclL~ Valle d'A05ta il 22 dl«mbre 1950, <li
sta, rappresentata dal Presidente dclb Giunta Rcgio- cuicostitui:;eo1>0oomplcmentoallcgatoperl'attunzionc
rmle avv. Severino Qn·eri, ed il Club Alpino ltnlia.no, della legge rcgion.i le stessa .,
mppresentatodalsuo Presidl'fltC generale Bartolomeo
Figari e, p<:r esso, dal suo delegato e rappresentante, Con l'accordo su tra.scritto, tutte le nor-
Vice-Presidente ge1oemle aw. C.:..are Negri ... ~i oo•t- me tecniche del C.A. L hanno per la prima
''icne e si stipula quanto 5egue, iu esecuzione delle
delibemzjoni n. 176, in dita 21 di«mbre 1950, dcl volta trovato espresso riconoscimento giu-
Consiglio Region:ilc della Valle d'Aosta, ed in <Inta ridico; la Regione, facoltizza ta a legifera-
12 febbraio 1950 dcl Consiglio Centmle dd Club Al- re autonoma.mente in materia di guide, fa
1>i1H) ltaliano,alloscop0didare 1>i•ì eAkaceathi.11.ione
allaleggeregionalcsull"ordinauR11todelleguidee<lei proprie l'organizzazione e le norme del
portatori alpini: Consordo Nazionale Guide dcl C.A. I., ren-
I) Le attribuzioni a.55Cll'.n.1 tC dalla legge regionale dendone così obbligatoria l'osservanza nella
alb Unione Valdostana Guide e :.iac.tri di sci \'Cfl·
gonodeferite,pcrquantoriguardalcguidel'Òipor· Valle d'Aosta.
tatori alpini, al Comitato Valdo.uno dcl Consorzio Nel restante territorio della Repubbli-
Nazionale Guide e Portatori dcl C.A.I
2) I corsi 1ier :1$pim11ti guide e portatori vengono
ca cont inuano invece {ld avere effetti giu-
organi7J.Dti a SJICSC dell'Assessorato :•l Turi<mo, OSS<'T- ridici soltanto le nom1c richiamate al pre-
\"Jndo lo direttive tccuichc e regolnrnentnri dcl C.A. I. ceden te§ 3.
3) Le counnissioni di es-ime per fommissionc n
portatore e b succcssi,·a promozione D guida sono
oom110Ste:
a) dal l'residcn tcdclCom itatoVal<lo,-tnno;

ri<mo;
V) da un rnpprC$Cnlantc dell'Assessorato al Tu-
5. - CORSI ED ESAM I TEORICO-
e) <l.~ tre Kuide od esperti nominati di ink<.~ fm PRATICI PER L'AMMISS IONE
il Comitato Valdostano e il <letto Assessorato.
Il l'rC$idente (lcl Comitato Vnklostaoo ne è il Prc- A PORTATORE
•idcn te di diritto.
4) Per esercitare la loro professione In Val d':\o.!a, E LA PROMOZIONE A GUIDA
i 11CO-]l0rta!ori debbono e.ss<'ft muniti di:
a) libretto e distin!ivo del Consorzio Guide dcl
Club Alpino Italiano; Da.I 1936 al 1939 si tennero, presso la
b) autori~i.ione dell"Ammi11istm7.ione rcgion:ile Scuola Centrale ;\lilitare cli Alpinismo,
all'esercizio della professione, quattro specia li corsi, della durata di un
Alfotto dclb pro!ll07.ione a guida, ne verrà appo-
5ta annotazione sugli anzidetti docurnc11ti. mese l'uno, con la partecipazione di guide
5) L'afficurnzione obbligatoria delle iuide e por- e portatori del CAJ. inquadrati da ufficiali
tatori c lcaltre provvidl·m:e<li cui a l n cgolarnentodcl alpinisti accademici.
Consorzio Guide dcl C.A.I, resL~no a carico dcl Con-
son:io s\csso. li pr.:imo (1936) in Va.lpellina-Valtour-
li Conso.-zio Nazionale concorre inoltre ncUe spese nanche, con manovra finale attraverso le
di fun7.ionamcnto dcl Comitn!O Valdostano in misura Grandes i\ lurailles.
propo.-zionalca<1uelladcilialtrioomitati locali; l'oo-
ccdcnza è oopertn dalrAsscssorato al Turi smo. li secondo (1937) in Val Fenet, con ma-
Le Società locali funzioimnooon me>:;o;i propri, salvi novra final e fra le Aiguilles Houges de Trio-
gli opportuni aiuti dcl Comitoto Valdostnno e della
Amministrazione regionale, S[X."<:iC relativamente nl
let cd il Mont Oolcnt.
servizio delle spedizioni dl soccorso e nei casi !n cui Il term (1938) in Alta Valtellina, con
nonsiapossibilcottcncmeilpago rnentodagliobbli- manovra final e sulla costiera Gran Zebrù-
illtidircttl, Ortles.
6) Oltre olle disposizioni dclb legge regionale, i!
Comitato Valdostano, le Sociètà locali, le guide e i li quarto (1939) nel gruppo ciel Gran
[ll)rtatorivaldostanisonotcnulin<losserv:>relcdi- Paradiso, con manovra final e attraverso
sposi1.ion! dcl l'CiOhmento generale del Conso17.io Gui·
i vari colli e punte compresi fra il Colle
<le dcl e.A.I.
7) Le disposizioni del prcsente accordo sono sti- Gran Crou cd il Colle Sud dcll' llerbetct.

479
Malgrado il loro carattere militare, prosperava ininterrottamente, seguila dal-
questi corsi dimostrarono l'utilità di incon- la Società delle Guide dcl Cervino e dalla
tri, per il reciproco perfezionamento, fra Società Guide di Cressoncy.
accademici e guide, fra guide e guide, fra Tale riconoscimento prese concreta for-
portatori e guide: la necessità di appren- ma con la creazione (1947) del Comitato
dere bene le \'ecchie tecniche di arrampi- Valdostano dcl C.N.G.P. dcl C.A.L, Comi-
cata e perfezionare le nuove. tato che, all'indomani stesso della sua crea-
Dopo la parentesi bell ica, vennero dun- zione, assunse come primo compito quello
que organiz:tA'lti corsi, esclusivamente ci- di realizzare quanto chiarame nte e primie-
vili, per l'ammissione a portatore e la pro- ramentc dispone l'art. 2 dello Statuto dcl
mozione a guida: dapprima in Val d'Aosta Consor..do, e cioè • la preparazione e la
e poi anche in altre regioni, compatibilmen- assistenza tecnica, culturale e morale del
te con le esigenze e le disponibilità di cia- Corpo delle Guide >.
-~cun Comitato. Vi era una gloriosa - e perciò pesan-
tissima - tradiz.ionc da mantenere intatta
nella fonna e nolla sostanz.a, un meraviglio-
A - VAU_, E D'AOSTA so retaggio di con<JlL isle alpinistiche e pro-
fessionali da con tin uare, un pa.~sa to da non
Nella revisione generale dell'ordina- lasciar morire ma anzi - se possibile -
mento del Consorzio Nazionale Guide e da vivificare e da superare.
Portatori dcl C.A. I. avvenuta all'indomani Prima preoccupazione del primo presi-
dell'ultimo conflitto mondiale, una delle dente del Comitato, avv. Henato Chabod,
pit'1 notevoli deliberazioni fu il riconosci- fu pertanto quella di ist ituire un Corso Gui-
mento dell'importanza che - nel quadro de e Portatori della Valle d'Aosta, la cui
dell'attività nazionale ed in ternazionale - frequenza fosse obbligatoria per qualunque
rivestiva e riveste il gruppo delle gnide elemen to volesse accedere al titolo profes-
della Valle d'Aosta. sionale sia di primo che di secondo grado;
Esse infatti, oltre ad essere state sempre un Corso nel quale, oltre ad essere unifi-
in primo piano nell'attività professionale ve- cate la tecnica di insegnamento e le prati-
ra e propria, a\·evano fornito loro i più bei che nozioni professionali, venissero incul-
nomi a molte delle più notevoli imprese al- cati anche quei principi di educazione e di
pinistiche degli ultimi cento anni, cd ave- preparazione morale alla professione che,
vano soprattutto fotto risaltare la loro com- se erano già retaggio di molte tra le guide
pletezza tecnica, fisica e volit iva in tu tte, ]o valdostane, d'altro canto ancora mancava-
si può ben dire, le spedizioni extra alpine no ad una certa percentuale tra di esse
organizzate da alpinisti italiani ed in molte L'avv. Clmbocl seppe trovare subito, per
anche di quelle organizzate da alpinisti una tale realizzazione, due elementi ai qua-
esteri. li va l'incondizionato ringraziameJ1lo di tut-
~fa, per di più, esse avevano anche sa- te le guide valdostane;
puto dare un chiaro segno della loro capaci- per la parte organizzativa e culturale
tà organizzativa e del loro spirito associati- l'allora segretario del Comitato, prof. Ro-
vo attraverso la creazione ed il fiorire delle berto Berton, che gi:\ fi n dal primo Corso
prime Società Guide italiane, primissima fra pose le premesse per la riuscita dell'inizia-
tutte quella Società Guide di Counnayeur tiva attraverso una scrupolosa forlnu la or-
che s'era organizzata fin dal 1850 e da allora ganizzativa che è tutt'ora valida, pur al-

480
11. SASSO Lt:\'ANTE, LE C INQUE DITA,
IL 5ASSO LUNGO, IL P ,\SSO DI SELLA, LE
Tomu 1:1 SELLA E 11. P1z CiAVAZES ,
dal Sasso P onloi
Wotocolorcdi S. Sai;:/io )
traverso i graduali miglioramenti cli Corso minuire le notevolissime spese organizzat i-
in Corso apportati; ve cu i - il felice accordo tra il C.A. I. cd
per la parte tecnica e, così ci piace in- il Governo Regionale - provvede comple-
dicarla, morale, la guida Laurent Crivcl di tamente l'Assessorato al Turismo per la no-
Courmayeur, che subito comprese la por- tevole parte non coperta dalla quota di par-
tata del compito affidatogli, d imostrando tecipazione degli allievi, sia ù1fine per non
doti di insegnante e di trascinatore assolu- sfornare un numero di guide e portatori
tamente degne della più nobile tradizione sovrabbondante in confronto alla possibilità
delle Guide valdostane; nel suo esempio e di reale la\'Oro degli stessi: è questo ulti-
nella sua ammirevole capacitò. comunicati- mo un principio che è stato sempre tenuto
va sembrano essers i accomunate nelle co- ben presente lìn da allora, e che è ispirato
noscenze tecniche delle pit'1 grandi gu ide ad una giusta e sana difesa dci principi am-
della Valle d'Aosta con la pratica cli un e- ministrativi cui, al postutto, deve badare
.~pertissimo insegnante superiore, che la lun- ogni Com itato del Consor.tio onde non crea-
ga dimestichezza con gli allievi aveva ad- re professionisti in sovrannumero che al-
destrato a tendere all'essenziale cd a rende- la fine, rimanendo senza lavoro, perde-
re interessanti anche le materie pili aride rebbero interesse alla professione, già di
cd ostiche. per sé molto povera e di scarso rendimento
Ed è solto la direzione tecnica di Lau- finanziario, pur continuando a gravare sulle
rcnt Grivcl - che aveva a collaboratore la spese assicurath'e e assistenziali del Con-
non meno famosa guida, della Valtounian- sor.cio
che, Lu igi Carrel detto Carrellino - che Si ristudiò inoltre il quadro delle mate-
ebbe luogo il I Corso Guide e Portatori del- rie di insegnamento pratico che sino ad al-
la Valle d'Aosta; come sede fu scelta Cour- lora erano state la tecnica del ghiacçio e
mayeur e come pe riodo di svolgimento i la tecnica della roccia, aggiungendo ad es-
dieci giorni intercorrenti tra il 20 cd il 30 se anche la tecnica del misto; nonché quel-
giugno dcl 1947; diciotto i partecipanti le di insegnamen to culturale, che sino ad
A tale I Corso segui rono il II , che eb- allora erano state la topografi a cd orien ta-
be luogo a Valtoumanche dal 25 giugno al mento, la geografi a locale, la geologia e
4 luglio del 1948, con dicci partecipanti, glaciologia, il pronto soccorso, la seconda
sempre sotto la dire-.done tecnica di Lau- lingua obbligatoria (francese o tedesco);
rcnt Crivel che aveva quale collaboratore aggiungendo ad esse altre materie quali
la guida Bruno Bich di Valtournanche; ed le responsabilità civi le e penale della gui-
il 111 , che ebbe luogo a Cou rm ayeur dall'll d a, la geografia generale dei massicci eu-
al 21 settembre del 1949, con 20 parteci- ropei e delle grandi catene montuose ex-
panti, anch'esso sempre sotto la direzione tra-europee, la storia dell'alpinismo in ge-
tecnica di Laurent Crivcl che questa volta nerale e q uella particolare della Valle d'Ao-
aveva a collaboratore la guida Ferdinando sta, lo studio particolareggiato dello Statu-
Gaspard di Valtournanche · to e Hcgolamento dcl C.N.G.P. del C.A.I.
Dopo la realizzazione del III Corso si ti- e della Legge Hcgionale regolante la pro-
rarono le somme dei risultati e delle espe- fessione, la nomenclatura alpinistica nelle
rienze acquisite e fu deciso innanzi tutto lingue francese, tedesca ed inglese.
di realizzare i Corsi ogni due anni, anzi- Quale conseguenza pratica di tali de-
ché annualmente; sia per avere garan- cisioni si giunse infine a riconoscere la ne-
tito un minimo di partecipanti, sia per di- cessità che gli istruttori dei Corsi dovessero

481
I

I
venir aumentati da due a tre, uno per cia- che la personalità delle nuove leve di Gui-
scuna delle materie pratiche di insegna- de valdostane.
mento, e che la sede dci Corsi fosse definiti- Ed inolt re, nel campc professionale ve-
vamente fissata in Courmayeur e nel Grup- ro e proprio, si veniva notando un maggiore
po dcl Monte Bianco, quale cen tro alpini- e più ampio respiro di att ività in tutte le
stico più adatto, per moltissimi fa ttori, ad varie va llate, con una preziosa rivaluta-
un regolare svolgimento dei corsi stessi e zione dcl buon nome delle guide valdosta-
quale terreno più adatto per una approfon- ne che, non più sporadicamen te, si avvici-
dita preparazione tecnica dei candidati. navano a grandi imprese e ad esse si de<li-
li I V Corso ebbe pertanto luogo a Cour- cavano - con e senza clien ti - in fonna
mayeur dal 10 al 20 settembre 1951, con più generale e, staremmo per di.re, norn1alc.
una do,...zina di partecipanti, sotto la dire- Conseguenza pratica di quanto sopra
zione tecnica di Laurenl Crivel e con istrut- fu pertanto: l'aumento del pe riodo di svol-
tori la guida Grivel stei.-sa, la guida Toni gimento del Corso che da dieci giorni fu
Gobbi di Courmayeur e la guida Ferd inan- portato a 2 settimane complete; il conse-
do Caspard di Valtoulllanche. guente aumento del ciclo di ascensioni per
ll V Corso fu tenuto dal 15 al 27 giu- l'applicmdoJ1e delle nozioni tecniche appre-
b1110 1953, ebbe 16 partecipanLi e - sotto se in terreno d i palestra, cui fu deciso di
la direzione tecnica di Laurent Crivel - dedicare almeno sei giornate del Corso;
si avvalse quali istruttori dello stesso Cri- la conferma del principio organizzativo e
' 'el, della guida Toni Gobbi di Courmayeur didattico pe r il quale era bene che ogn i
e della guida Luigi Carrel - Carrellino - istruttore dei Corsi rimanesse tale per al-
di Valtoumanche. meno tre Corsi, data la somma di cogni-
Nuovo e esame di coscienza > dopo il zioni e capacità didattiche ch'egli veniva
V Corso e nuovi affinamenti organizzativi ad acquisire durante lo svolgimento dei
e didatt id in vista dci Corsi futu ri. Corsi stessi, somma che sarebbe stato con-
Innanzi tut to gli avvenimcnli degli ul- tropnxluccnte venisse spc11>erata attraver-
timi mmi avevano p rovato la validità dci so un avvicendamento inutilmente p iù rapi-
principi tecnici e mora'li sui quali si erano do delle guide-istruttori.
fondati, sia i programmi d'istruzione dei Con il VI Corso, svoltosi sempre a Cour-
Corsi precedenti, sia l'indiri"t.zo generale mayeur dal 19 giugno al 3 luglio 195.5, con
della e politica di piano > del Comitato. 18 partecipanti, sotto la direziono tecnica d i
Bastava infatti considerare il fatto che Laurent Grivcl o con istruttori la guida
le tre guide valdostane ~fario Puchoz, U- Lau rent Grivcl stessa, nonché Ton i Gobbi
baldo Rey e Sergio Viotto, che erano state di Courmayeu r e Luigi Barmasse di Val-
prescelte per la spedizione al K2, sortivano tournanchc, si inizia così un nuovo ciclo d i
proprio dai corsi organizzati dal Comitato pratica applicazione delle preziose ei.1le-
e avevano saputo dimostrare non soltanto rionze preced entemente acquisite. I\ mag-
una completezza tecnica ammirevole, ma gior tempo a disposizione non solo permette
nel contempo un attaccamento al dovere di approfondire ed aumentare le varie co-
tale da portare uno di essi al supremo olo- gnizioni tecniche e teoriche, ma permette
causto della propria vita nel nome dell'Al- altrcsì di realizzare ascensioni di alto im-
pinismo italiano, dando così la riprova di pegno tecnico quali la quarta ripet izione
quanto nei Corsi si era lavorato in profon- della parete Sud del Dente del Gigante,
d ità nel forgiare non solo la tecnica ma an- la prima ripetizione della via Salluard-.Busi

482
al Pie Adolphe Hey e la parete Nord della visione di tutta la struttura dei corsi, pur
Tour Ronde. nulla sottraendo ad essi di quanto di vali·
Dal 24 giugno al 7 luglio dcl 1957 ha do avevano saputo precedentemente espri·
luogo il VH Corso con risultati ciel lutto mere.
dei,ri1i dcl precedente, sia come attività I risultati del IX corso, che ha avuto
che come lavoro in profondità; 24 i parte- luogo a Courmayeur dal 26 giugno al 9 lu-
cipanti, sotto la direzione tecnica di Lau- glio 1961, hanno confermato la bontà delle
rent C rivel e con istruttori il Crivel stesso deliberazioni fin allora prese; esso si è svol-
e le guide Toni Gobbi e Luigi Bannasse. to sotto la direzione tecnica di Toni Gobbi
Con IVIll CoTSo, che ebbe luogo dal ed avendo ad istruttori le guide Marcel-
22 giugno aJ 5 luglio 1959, la direzione tec- lo Bareux ed Ubaldo Rey di Counna-
nica dci Corsi passa da Laurent Crivel a veur, Camillo Pellissier di Valtoumanche
Toni Gobbi, istruttori lo stesso Gobbi e e Franco Carda di Aosta: 36 i partecipanti
~larcello Bareux di Cou rmayeur, nonché di cui 15 per la promozione a guida e 21
Luigi Barmasse di Valtoumanche; 24 i par- per l'ammissione a portatore; 3 i candidati
tecipan ti. scartati per insufficienza fisica, 14 i promos-
Notevoli anche in queslo Corso i pro- si a guida, 10 i nuovi portatori ammessi.
gressi generali cli tutti i candidati, tanto Le direttive generali cui si è informa-
che nella relazione di fine corso poteva ve- to il l X Corso e cui si infonneranno i pros·
nir affermato: • Si è notato, nella totaJità simi sono in breve le seguenti:
dei candidati sia delle valli principali, Cour· a) i requisiti principali che si richie-
mayeur e Valtoumanche, che di quelle se- dono ai candidati sono, oltre che una com-
condarie, un alto livello di predisposizio- pletezza tecnica più che sufficiente. an-
ne fisica e morale alla professione, così come che una completez,..a morale ed un jlttac-
- eccetto che in due o tre elementi - camento alla professione ccl alla monta·
un'ottima preparazione e predisposizione gna veramente notevoli e sicu ri; non si
tecnica. Non esistono più, in pratica, forti promuovono elementi che abbiano come
differnnzia?Joni tra i candidati dj Counna- scopo primo il conseguimento della • pa-
yeur e Valtournanche e quelli delle altre tacca • di guida o di portatore per inal-
''alli, e ciò come naturale conseguenza degli beraI'la sulla giacca a vento o per farne
insegnamenti tecnici propagandati nelle mezzo di ottenimento di particolari scon-
valli minori dai partecipanti ai Corsi pre- ti su fun ivie e seggiovie o nei rifugi;
ceden temente svolti. Si è pure notato un b) nel contempo non si pretende as-
consolante elevamento della preparazione solutamente che tutte le guide e tutti i
culturaJe e generale; la quasi totalità dei portatori abbiano da essere dei • fuori-
candidati si interessava vivamente anche classe • ; il corpo delle guide ha bisogno
alle lezioni di cultura, studiando le varie di cli ~porre non solo di guide sestogradiste
materie non tanto per il timore delle inter- ma anche - nel contempo e non meno
rogazioni fina li, quan to per personale inie· - di guide e di portatori che sappiano es-
resse alle materie stesse. •. sere gli iniziatori degli alpinisti di doma-
I risultati di tali tre ultimi corsi, una ni, sapendoli condurre con tatto e sem-
riorganizzazione interna del Comitato av- plicità anche sulle difficoltà minori, com-
venuta a cavallo del 1960, più stretti lega· pito questo preziosissimo per l'alpinismo
mi con l'Assessorato Hegionale al Turismo, italiano e che, salvo eccezioni, le guide
hanno portato nel 196 1 ad una nuova re- fuoriclasse non sanno svolgere con qucJ;_.

483
pa:li~nza e con quella dedizione che sono - le seconde sono: studio dello Statuto e
indispensabili per affezionare i neofiti al- del Regolamento del C.N.C.P. del C.A.I.
la montagna. Particolare cura viene mes- e della Legge Regionale regolante la pro-
sa pertanto nel prescegliere tali elementi fess ione di gukJa e portatore; responsabili-
davvero preziosi 11 011 solo pe r il corpo del- tà civile e penale della guida e ciel portato-
le guide ma anche - ripetesi - per l'al- re; geografia particolare della cerchia alpina
pinismo italiano; valdostana e generale dei massicci europei,
e) scrupolosa visita medica alrinizio andini e himalayani; storia dell'a lpinismo in
del Corso, onde accertare la perfetta ef- Valle d'Aosta e generale alpina, andin;l ed
ficienza fisica del candidato, scartando sen- himalayana; geologia e glaciologia; topo-
za remore gli elementi prevedibilmente grafia ed orientamento con applicazioni
non idonei; pratiche; igiene dell'alpinismo e pronto soc-
d) per quanto si riferisce al Corpo in- corso; equipaggiamento ed attrezzatura;
segnante, la direzione tecnica del Corso è lingua estera (francese o tedesco); nomen-
demandata alla guida Toni Gobbi, che è clatura alpinistica in almeno tre lingue
nel contempo Presidente del Com itato Val- estere.
dostano; egli ha a sua volta prescelto, tra Mentre le lezion i culturali vengono svol-
le 120 guide valdostane, un ·Corpo inse- te a tutti i partecipanti riuniti in unica aula,
gnante formato dalle guide ~farcello Ba- per quelle pra!iche si suddividono i candi-
reux, Ubaldo lley e Sergio Viotto di Cour- dati in quattro gruppi, due di aspiranti gui-
mayeur, Jean Bich e Camillo Pellissier di de e due di aspiranti portatori: ogni istrut-
Valtournanche, Franco Car<la di Aosta, tore (ad esempio, nell'ultimo corso Barc ux
Oliviero Frachey di Champoluc e Vincen- svolgeva le lezioni di tecnica di roccia, Pel-
zo Perruchon di Cogne; tra i suddetti di lissier quelle di tecnica dcl misto, Hey quel-
volta in v9lta vengono prescelti gli istrut- le di tecnica di ghiaccio e Garda quelle di
tori del Corso, te nendo presente che ogni tecnica del soccorso alpino) istruisce a turno
istruttore mantiene tale suo incarico duran- i vari gruppi, in modo che l'insegnamento
te almeno tre Corsi, onde avvalersi della sia unico per ogni materia ed in modo che i
preziosa esperien'l..,'I acquisita durante l'inse- partecipanti ad ogni lezione siano in nume-
gnamento. Completa il quadro degli inse- ro ridotto, tale da pe rmettere una dimostra-
gnanti il dott. Pino Formento di ~ l orgcx, zione ed un'applicazione approfondite.
medico sportivo e sanitario del Corso, va- Tale sistema pc m1ette, come è facile
lente alpinista e sciatore-alpinista egli stes- capire, di ave re tutti i gruppi e tutti gli
so, cui è affidato il delicato compito della vi- istruttori occupati nel medesimo tempo,
sita medica preve ntiva, delle osservazioni senza sperperare ore preziose in lezioni col-
mediche e fisiologiche durante il Corso, lettive troppo numerose e senza pratici ri-
nonché l'istruzione relativa all'igiene dell'al- sultati.
pinismo ed alle nozioni di pronto soccorso; Le ascensioni e le esercitazioni di appli-
e) le mntcrie di inscgnnmc nto si sud- cmdone vengono dfcttuute infine, sempre a
dividono in pratiche e cult urali: grnppi, sotto la direzione tecnica dell'i-
- le prime sono: tecnica di ghiaccio, tecni- struttore cui è demandata la particolare
ca di roccia, tecnica del misto, tecnica del tecnica applicata, a seconda che si tratti di
soccorso alpino. L'insegnamento di tali ascensioni su roccia, su ghiaccio o su ter-
materie è demandato ad un un ico istrutto- reno misto o di esercitazioni di soccorso
re per ogni materia; alpino;

484
f) la durata del Corso è di 18 giorni; le suddette cinque votazioni - espresse in
i primi tre giorni sono tutti dedicati allo decimi - vengono date alla fìne del Corso
svolgimento dcl programma culturale, on- vero e ·proprio e prima degli esami fìnali
de i candidati abbiano a disposizione i di cult ura; per essere ammessi a tali esami
successivi 15 giorni per studiare ed appren- l'aspirante guida o portatore deve riporta-
dere bene le nozioni foro illustrate durante re una votazione non inferiore a11'8 per
tali tre giorni d i istruzione i1lterna; i se- quanto riguarda il giudizio sulle sue doti
guenti sette giorni sono dedicat i allo svol- morali, e non inferiore al 6 per quanto ri-
gimento delle le-.doni pratiche - su terre- guarda i giudizi dei quattro istmllori in me-
u u d i pale~tra - di tecnica di nx:da, ghiac- rito aliti ~ li ti c;ipad tiÌ 11elle yuatlru 111a terie
cio, misto e soccorso alpino; i restanti sette tecniche; il candidato che riporta anche una
giorni sono infine riservati alle ascensioni sola votazione inferiore ai suddetti minimi
ed esercitazioni di applicazione : vie norma- viene automaticamente escluso dalla pro-
li a grande respiro e vie con difficoltà sino mozione.
al 4" grado per gli aspiranti portatori; a- Cli esami finali di cultura consistono
scensioni a grande respiro di media cliffi - in una interrogazione approfondita sulle
coltà e vie brevi di grande difficoltà per materie culturali elencate precedentemen-
gli aspiranti guide; oppure un programma te al punto e); interrogazione svolta da ap-
di traversate concatenate dci più noti mas- posita Commissione presieduta dal Presi-
sicci, al lìne di far co11osccre nuove monta- dente del Comitato e della quale fan no par-
gne e nuovi orizzon ti per l'attività futura, te un rappresentante dell'Assessorato Re-
attività che non dovrebbe restringersi uni- gionale del Turismo e delle Sezioni del
camente alle ascensioni possibili dalla val- C.A.I. della Valle d'Aosta, oltre agli istrut-
lata di residenza, ma allargarsi anche ad tori ed al medico del Corso. Il giudizio sul
altri massicci alpin i. grado di cultura del candidato viene dato
11 diciottesimo ed ultimo giorno è dedi- globalmente - con un unico voto - dai
cato agli esami finali di cultura; componenti la Commissione d'esame.
g) il giudizio finale si articola su sci ri- Anche in tale interrogazione il candida-
sultati: to deve conseguire almeno il 6, pena la
il primo riguarda le doti morali di predispo- sua automatica esclusione dalla promozio-
sizione alla professione, nonché la condotta
e l'educazione del candidato; tale giudizio Vengono promossi rispettivamente gui-
viene espresso congiuntamente - con un da o portatore i candidati che abbiano ri-
unico voto - dal direttore tecnico dcl Cor- portato come minimo - nella somma dei
so e dai quattro istruttori; suddetti sei voti - il totale di 38 punti.
altre quattro votazioni concernono la singo-
la capacità pratica su roccia, su ghiaccio, Dopo quanto sopra e prima di esprimere
su terreno misto e sulla tecnica del soccorso una brevissima nota conclusiva, si ritiene
alpino; tale giudizio viene dnto, per ogni gi11sto !'I p roh:"inte non sott:"icere ch e 1111
singola materia, unicamente dall'istnittorc chiaro riconoscimento del successo e della
addetto alla materia stessa; è un giudizio maturità dei Corsi guide del Comitato
che può essere modilìcato solo dal direttore Valdostano, nonché della capacità didat-
del Corso, il quale però non ha mai avuto tica dei loro istruttori e della fama che
hisogno di intervenire in tale campo, data in tale campo essi si sono creata, è ve-
l'obbiettività di ogni istruttore; nuto indirettamente - e perciò ancor più

485
meritatamente - dal fatto che altri Comi· Corsi per l'ammissione a portatore e la
tat i dcl C.N.C.P. del C.A.I. hanno richiesto promozione a guida e stabilire, prima an-
più volte la collaborazione di alcuni dei sud· cora che ciò fosse statuito nel regolamento,
dett i insegnan ti quali istruttori dei rispett i· che non si facesse più luogo a promozioni
vi Corsi Guide: così è stalo del Comitato senza la frequen7..a, con esito positivo, dei
Alto Adige, c~1e più volte ha richiesto come relat ivi Corsi.
istruttori di tecnica dcl ghiaccio le guide li Comitato ha pertanto fatto svolgere
Laurent Grivel e Toni Gobbi; così è sta· i seguenti Corsi con organizzazione pro-
to del Comitato Piemontese·Ligure·Tosca· pria:
no che di volta in volta ha chiamato come
istruttori le guide Jean Pcllissier, Ubaldo
1• Corso 1948 Hifugio Castaldi - 8 gui-
Hey, Ulisse Brunod e Franco Garda
de
Né va infine sottaciuto che le guide
Laurent Crivel, Toni Gobbi, Ubaldo Rev 2° Corso 1949 Hifugio Zambon i - 6 gui·
ed Ulisse BrunOO sono stati o sono tuttor; de, 8 portatori
istruttori dei Corsi per istruttori nazionali
di alpinismo e membri della Commissione 3° Corso 1949 Perfezionamento - ~fonte
Nazionale delle Scuole di Alpinismo del Bianco - 3 guide
C.A.I.
Tale, a grandi lince, la breve ma intensa 4° Corso 1950 Per aspiranti portatori e
storia dei Corsi Valdostani per la promo- guide - Gruppo dell'Ar-
zione a guida e portatore e i principi or- gentcra - promossi 7 por-
gani7.zativi, tecnici e didattici che li infor- tatori
mano. Un'ultima considerazione, anzi una
precisa affermazione sia consentito di fare 5°-6<' Corsci 1951 Per aspiranti portatori e
come ch itisa: scopi precipu i e basilari di guide - Argentera - pro-
tali Corsi non sono soltanto quelli di un mossi 3 guide, 5 portato-
sempre miglior affinamento tecnico delle
guide valdostane, ma innanzitutto - e lo si
è già detto - una loro profonda prepara- 7° Corso 1952 Per aspiranti portatori e
zione morale agli impegnativi compiti della gu ide - Col d'Olcn • pro·
loro attività e alla sempre pili chiara affer- mossi 8 guide, l l porta-
mazione della imprescindibile necessità che tori
la professione di guida abbia a continuare
8° Corso 195.3 Per aspiranti portatori e
ad a!Tennarsi ancor più nel tempo per-
guide - Col d'Olen - pro-
ché - è già stato affennato ed è purtroppo
mossi 3 guide, 5 portato·
facile il dimostrarlo - e nelle vallate al-
pine ove non vi sono più gu ide, là non
fiorisce più il vero alpinismo >. 9" Corso 1958 Per aspiranti portatori e
guide - Hif. Zamboni -
promossi 5 guide, 15 por-
8 - PI EMON'J'E, LIGUIUA, TOSCANA tatori

Anche il Comitato Piemontese, Ligure, !()'> Corso 1959 Per aspiranti JX>rtatori e
Toscano ravvisò la necessità di organizzare guide - Rif. Zamboni •

486
promossi 3 guide, 13 por- prof. Credaro, Bellini, prof. Rossi, Ortelli.
tatori Esercitazioni di gh iaccio e roccia sul
\•ersante settentrionale del Disgrazia. A-
11° Corso 1960 Per aspiranti portatori e scensioni alla Kennedy, Fora, Sissone.
guide - Col d'Olen - pro- Lezioni di pronto soccorso, geologia,
mossi 2 guide, 15 porta- botanica, lettura delle carte, orientamento.
tori
b) Uno a Marulello - Rifugio Porro - Ri-
12° Corso 1961 Per aspiranti portatori e f11gio dei Resinelli, con 10 partecipanti, di
guide - Col d'Olen - pro- cu i 9 promossi ed uno respinto.
mossi 6 guide, 3 portato- Direttore Riccardo Cassio. Insegnanti:
istr. naz. Butti, frate lli Zucchi , Redaclli
Esercitazioni di roccia nel gmppo delle
Totale degli iscritti che hanno frec1ucn- Grigne, di roccia e ghiaccio sul versante
tato i Corsi con esito positivo: 47 guide, settentrionale dcl Disgrazia. Ascensioni,
82 portatori. spesso ostacolate dal maltempo, sulle gu-
glie della Crigna meridionale e nel sotto-
Questi Corsi sono sempre stat i precedu- gruppo Ven tina-Kennedy. Lezioni di pron-
ti da una scelta prelim inare in base alla to soccorso, geologia, botanica, lettura del-
residenza e al curriculum alpinistico, con le carte, orientamento.
visita medica prima dell'ammissione, all'ini-
zio e al termine del Corso. Durante il Cor-
so vengono svolte istrnzioni su roccia e D - TRENTI NO
ghiaccio, fornite nCY1.ioni tecniche di alpini-
smo, cartografla, gcografìa alpina; viene 0

li Comitato Trent ino ha organi7.7. a to un


natu ralmente curata l'istrnzionc su i doveri corso della durata di una setti mana (esami
e funzioni della guida; anche il comporta- compresi) nel settembre 1959, in località
mento con colleghi e alpinisti durante il Rifugio Agostini - Valle d'Ambiez - Grup-
Corso viene fatto oggetto di punteggio per po di Brenta
la Commissione di esame, che dà il giudi-
Partecipanti 15, di cui 11 promossi e 4
zio definitivo. respinti.
I Corsi si sono fin qui sempre antofìnan- Esercitazioni in palestra per i primi gior-
;dati ; la percentuale dei promossi non si è n i: negli ultimi 2 giorni, istrnttori ed allie-
ma i allontanata dal 50% degli aspiranti vi hanno compiuto alcune delle più classi-
che salite della zona.

C - LOMBA H1JIA
E - ALTO AD IGE
Nel 1961 il Comitato Lombardo ha or-
ganizzato due corsi per guide e portatori: Fra il 1952 cd il 1963 iJ Com itato Alto
Atesino ha tenuto i 14 corsi di cui allo
a) Uno a So11drio - Hifugio Porro, con 21 specchio a pagina 488, parte per l'ammissio-
partecipanti, di cu i 19 promossi e 2 respinti. ne a portatore e fa promCY1.:ione a guida, par-
Direttore istr. naz. Butti. Insegnanti: te per l'aggiornamento tecnico degli iscritti

487
Località Pri1>ci p.~li
asce1r
sioni compiute

14/23-9-19;52 P.Sclla - Cor$0aspirantigui·


decport1tori

19/26--4-19.53 Sokb

13/20-9- 19.53 Hif. Cima Libera 35 - Corsoa$1). ruidc c


port:ltori

19/26-9-1954 r. SclL~ - Corso aggiomam. Torri s~lla


guide e portatori

O/ IS.9-1956 llifugio Scrristori- - Cor$0 a{\destr. aspi· Cima V<'rlmm e


Vcrtmm ~~~ g uido e po .. dell'Angelo

21/2241958 Col"$0 a~pir. guide Torri Sella

4/S.J0.1958 Hifogio Scrristori- - Corso aggiomam


Vcrtann

21 / 25-9- 1958 Vcdrctto Rics- Corso a5l)lr. guide


Rif Roma o port:lton

26/ 28.9-191SS P. Selb - Corso aggiomam

17/ 20.fJ. 1959 llif. Comici - Corsoaggiornam. Torri Lavarcdo.N


~~la-Spigolo Li·

18/ 25-9-1960 Rif. Sella e Crc- 20 6 Corso aspir. guide I Torre Selb spi-
e portatori golo Nord Ovest

25/28-9-1961 - Corw aggiornam Bernina fll.'r il Ilian-


cogmt

23/29-9-1002 P. Selb o ~farmo. 45 18 Co.w asplr, jtuldc Torri Sella • Via


!ada e por!a tori Tissi

11/ IS.9-1003 - Corsoaggiornmn Monto ll ianco per


b Via Kuffnc ..ll ur-
gcncr

N. B.: Inolt re le iiuid e del ComitMo Alto Adige hanno part~ip.'l!o :\ Davos {Svizzem), in scaglioni di 10
unità per "olt."1, a quattro ooni di perfezionamento per lo studio delle nevi e d elle •':lbnghe
F - DOLOMITI ORIENTALI che gli eleme nti inviati dal Comitato Ve-
ncto-F"riulano-Ciuliano
Per scarsità di aspiranti e conseguenti
diflìcoltà finanziarie (quando i partecipanti
C - APP ENN INO
sono pochi, l'organizzazione di un corso si
CE NTRO- MEHIDIONALE
presenta eccessivamente one rosa), il Comi-
tato Vcneto-Friulano-Ciuliano ha finora or- Il Comitato Ce ntro meridionale ha or-
ganizzato un solo Corso, nel giugno 1956, ganiz;r..ato un corso pe r guide e portatori
nella zona delle Cinque Torri di Cortina al Gran Sasso, dal 3 al IO ottobre 1954, con
Partecipanti 15, di cui 4 ammessi a porta- 16 partecipanti.
tore e gli altri 11 respinti
Pe r gli anni successivi, lo stesso Comita- Il - SICILIA
to si è sempre appoggiato, per le sudde tte
ragioni finan ziarie, al Comitato Alto Atesi- l i Comitato Siculo non ha finora orga-
no, inviando da 2 a 4 aspiranti ai corsi di ninato alcun corso, lasciando alle guide
quest'ultimo: nei cui partecipanti vanno anziane la preparazione dei giovani aspi-
dunque inclusi (v. specchietto sub. D) an - rant i

r) IL CONTRATTO Dl GUIDA

nistavcrso\cpiùaltevctte,attraversoghiaociaie
1. - NATURA DEL CONTRATTO 1>-1ss:iggi difficili e pericolosissim i, spiega ndo tutta Li
DI GUIDA a bili tàdc!losu:1 espcricnwlos.' Kaciadc!suoistinto,
il vigore dclb sua fo17_a fisica e morale, ~llora, all 'os-
SECONDO IL BELOTTI serva tore che studia il fenomeno anche dal pun to di
vistaghiridico,nonstprcsen tanoducpersoneche
E LA SENTENZA 9 - 4 - 1927 sLino fra di loro in rapp0rto di dipendenza. ma sl
DELLA CORTE DI APPELLO p re5elltano inv«e due pcrsone che affrontano uno
stessorischio;chcsupcranolestcssedillìcoltà.chc
DI TORI NO $embrnno piuttosto COSlituife in una sola cd i<kntica
posizione, come anche materialmente sono assicurate
alla stessa co«la. Anzi, se fra le due persone una pri-
meggia, proprio anche per ciò che riBctte talune deci-
Secondo il Belotti, il primo autore che sioni che nel co1>tratto or<linario di locazione d'opera
se ne sia occupato (9): sarcbbcrolasciotcal conduttored'o1JoCra,cssaèla
guidn, che talora sospende b :;.1\ita, che ne rifìut3 la
• ... b. rnd ice dcl contrn ttodiiuidasiri trova!lcl continu(lzionc. che impanc la discesa . A nna persorm
cont rntto d i !oc;iz ione d'opcra,eiu tal11 ne ip0tcsi, in quest.1 si tua?.ionc <li fa llo eviden temen te non .<i
qu ando cioè b 11Uida sia ·ai;sunta Jl'Cr C$Cul'$ioni mo addioocorn plctncdintcrnlafì1:uragiuridicadcldi·
deste e non pericolose, si p uò ritenere di essere pur pcn<lcRtc, ml'ntre, se ci fosse lccit:l la similitudini',
tu tt avia in prescn1.a dcl controllo d i cui n\rart. 1627 s-cmbrercbbc più propria b figura di un sovrano, che.
n, I eodicccivile. Ma quando b l{Uida pOrta un al pi- d ietro pag.~ mcnlo dcl pedaggio, conduce attm,·crso
le mcmviglie del suo re&no. li contratto di guida,
insomma, per le condizioni in cui avviene, perle fìM·
(') Bortolo Bclotti, Il dirillo lurùfko nello lci:gc li tàchesiprop0ne,perl3posizionechecreaaicon·
nello dollrina e nello giurisprudenur . Milwo, 1'.C.L, tnienti,è uncontrnttospecialecperséstanle,ecome
1919, pag. 348 e 349, n. 427 e 430. 1alcvolC\-aap11Untocssercricordato.

489
Cli elementi e#eldali di questo con/rollo si cfuu. devemaiabb:rndonarlo,tranncehcincasidiirovi ..>d
mono dol retolome11ti delle guide olplnc, ehc si tro. imperiosecirco5tan1.eccolsuoeonscnso.
11100 hl tuUi i centri alpinistlci; e noi crediamo clic, Questa norma adalta il prinçipio del nostro diritto
i11di1JC>1dc,,tcmcn1c dol regokm11;111i, cui fonuiuo oggi delle ohbliza1.ioni, che nessuno è tenuto a rispondere
/)NCtmSUCl11dinegc11cralcfolegg11dclt11/ll10r/oi111><1· t!e!l"inadcmpimcnto degli obblighi as.<unti. doY11to a
raia ... • caso fortuito od n fon.1 maggiore, ni earatlerl parll-
colari del contrai/o rii guida, dominalo dal dovere di
Dello stesso avviso si è dimostrata la questa<li/!roVtJCtlereallasalve:..::otllll11iagglatorean·
chccolwowlorhclilo11crsonale,cosiccMrlim,,011e
Corte d'Appello di Torino con la. sentenza •ma 11i1l severa 00/11/azlmte(/ei casi di for-,.a lll(lf>lliore,
9 aprile 1927 (' 0), est. Toesca di Castellazzo, limitandoli allo i110tcsi "elle quali la $(1/ve;:;za Jclk1
di conferma della condanna di un valligia- g111da 11011 avt1e11g.i a donno di quella dell"al11i1il.$10 o
fablxmdOflo sia glrnti/ic.ito da/I.i 11cce.m'1tl di ialoorc
no, il quale, assuntosi !"incarico di gu idare, ollri doggiatorl. Cli oòbliihi della iuidi tro"anoemì
un giorno dell'inverno Hf21-22, una colon- rispondenza in quelli imposti al capitano di mare, ehc
na di emigranti attraverso il valico del deve es.sere sempre rultimo a scendere di bo'rdo in
caso di abbandono della nave. Nessun dubbio pert:rnlo
Frejus sopra Bardonecchia, abbandonò in chc,O\·e,eomeriticnela Corte, frn remigrnntcabhm-
prossimità de] valico, dove fu poi rinvenu· donatoe l'imputato fosse esistito un contratto di guida,
to cadavere, uno di essi che, stremato (H costui sarebbe hH:Orso In grave vio!a?.ione contrattuale
ahb.1ndonandolosen111ehecsistcsscunpcriooloim·
fo;...:e, si trovava nell'impossibilità di pro- minento per b sun _..1lve7.z.1 o quella degli altri com·
<;eguire da solo. ponenti Li colonna eho guidava
~la tanta è !'importanza del diritto violato, av('n\e
• li mestiere di g11id1 - osserva la Corte - ha per oggetto la stessa difCl!.l delh csisten111, che la
caratteri cd obbli;;hi speciali in rclu;onc alle sue legge penale concorre colle sue san1joni a punire il
condizioni d"esereizio. La vita e l'integrità )X'T"Onalc oolpc•'Ole, 1rooo111lo /'obbligo di avere cttra del viag-
delviaiiiatoresonoaffidatealla11t1id-..e(1ucsta de1·c giatore pericola11/c. qua/c estremo del reato rii aMxm-
tutebrleedifenderlecontro i 1X"riroli delb montagna, dmw, rtUlice nel C01llt11tlo di gukla cloe fra le />arti
anche coll'esposizione della propria esi<tem.a. Per le /10 for-...a cli /ep.ge. Non inferisce poi ehc li C. 1X1n
speciali doti d'idoneilll. lìsiea e morale e di esp:.-rien1-1 fosse una gui<li riconosduta ed arruolata poiehé, re
tocnica, che;! mestiere richiede, esso è sottoposto alb il controllo li/IO è formato fra coloro e/te .JOl'•o rc11.o-
vigi lanu della Autorità statale forme11/e lscritll allc .wcie1d alpiroe, ciò non toglie ehc
L'articolo. 72 del!a le;;ge di P.S. vige11tc alrepo...-a essorispondaallaesigcnzedcirnpportiehcsistahi·
dcl reato, stabi liva che il mestiere di guid.1 non poteva liscono fra guide e viaggiatori e quindi cuo decc
CSS<'rll esercitato senz.i previa iscrizione in ap1X1sito ucceS!arlame111C tcrtilre di re;;ola e 11on11111mcloe J1Cr
reglstropressol'autoritàlocalcdiP.S.laqualeue ico111ra11lco11(l11kie11011iscrille,dovc.,.t\oognincgn-
do'"eva rilasciaro ileertiAeato, mentre l'art. 124 della zio;;i11ridieo dcl genere imporre non solo gliobhlighi
nuova lc;;ge (11) impone una sped.11e liccnr.i. subordi· csprC$$.1me11te stabiliti, ma anche tutti qndli ehc ne
nata a\l'aecertamcnto dell'idoneità tecnica dell'aspiran- sono i pnl$upposti loaici, gli estremi costitutivi edcri·
te. I limiti posti dalla leltieall'escrciziodel mestiere, •'atlO dalle clausole d'uso
nell'interesse delli colletti"ità, hirnno per pre,;upposto Che se fra le p.uti neppure fosse stato >lipubto
rattitudine di coloro, ehc ne assumono il compito, ad un controllo formale. st.1 in fotto ehe fra il viagi.<ia-
adempiere ai do.,.eri che esso impone. Quali siano tore, ilqt1..1le.Jepurrestioa pa1t3rc,seguiva la
('lf.$('117.ialmcnte questi do•·eri è stabilito per b nostra colonna e la guida che lo tollcrnva, si ern tatto un
mm alpina d.illo Statuto J)C<" rarrnol1mcnto delle tacito aeeort!o, ehe imponeva per intanto a!b zukb
guide e portatori dcl Club Alpii10 Italiano, ehe con- di provvedere alla salvcr.za dcl viaggiatore; salvo a
tiene gli elementi sosta nziali del contratto di guida, far '~1lere in sc1ru ito le sue rngioni per un equo com
lìgumspecialedioontrntto,chesidiffcren1janotcvo!- pc1»-0, non essendo indispensabile il prev~ntivo paga·
mente dalla locazione d'opem per h singoLirc posi mento, a'·cndo il C. acquistato Il ;us vituc ac 11 cc!J
zionc reciproca dci con1menti. (llelolli, Diritto lu r., su! viaggiatore, abbandonandolo stremato di for;r;c,
p.ig.3'19). alle prese con la tormenta e con !a minaccia di assi·
• Tale statuto stabili sce eho alb 1i:11id1 è alfld-..ta dernmento. Sempre quando non si \'Oll:lia senz'altro
li,:akez:iadelviaggiatoroehcaeeompagm: essa non rkon()SC('re ehe Li leiige, autoriu..indo e rc1rol111do il
mcsti('re di 1rt1ida, abbia riconosciuto oome doveri
giuridici di ehi lo esercita, agli effetti ddle au lori1.·
{IO) Pubblicata ad uso de;;li alpinisti in Rill. Mens 1.azioniamministraliveenci r.ll)pOrticogliinterC$$.1ti,
e.A.I. 19"....S, pagz. 274-275. qnc1rli obhlill:hl ehc 1rli enti sportivi alpini, oggi qua~i
(IL) Testounioo6 ll0\-'embre 19"-6,om art. J23T. parastatali, impongonoQl\e ll:llide arruolate. t-rn questi
U. 18 ltiUiJIO 1931 vi ha il dovere di partare50Ce0f"Si, org:miu.indoli coi

490
meui necessari, anche di propria ìnili•ti"a. in c;i.so assumere a regola e anche per i contratti
di Infortunio in monL"lgna, an.~logamente anehe qui
a (Juanlo è disposto dal Codice della marina merc:m·
con guide non iscritte :t è vero, ma solo
tilo per lo navi in peri<:olo di perdersi •, in quanto esse rispecchiano la consueto·
cline al pinistica; alla quale, in mancanza
cli particolari disposizioni cli legge, si deve
fa r ricorso in tema di contratto di guida
2. - CONSUETUDINE Indipendentemente da questo regolamen·
to, e dagli altri dello stesso genere ema-
E REGOLAMENTO DEL CN G P nati dai vari Clubs alpini esteri, è venuta
onnai fonnandosi una consuetudine, la
C li elementi essenziali dcl con tratto di quale ha fori.a in tutte le località di mon-
guida e figura speciale di contratto che si tagna e regola il rapporto contrattuale
differenzia notevolmente dalla locazione fra guida e alpinista. I regolamenti scritti
di opera per la singolare posizione recipro- 11011 rappresentano, se mai, altro clic (o
ca dei contraenti :t dovrebbero dunque, trascrizione de ffe norme consuet udinarie
giusta la riportata sentenza 9 aprile 1927 relative ai doveri delle guide : ma non
della Corte Torinese, desumersi dal regola· regolario affatto gfi obblighi dell'alpinista,
mento dcl Consorzio guide C.A. L le cui JlCr i quali pr:ò d1111q11e farsi ricorso sol-
norme avrebbero efficacia generale in quan- t(lnto (11/a co11s 11et udille ed ai principi ge-
to derivanti da un ente e oggi quasi para· r1erali
statale•.
Ritengo invece che una simile efficacia
normativa possa soltanto essere riconosciu·
ta nel territorio della Hegionc Valle d'Aosta, 3 . - IL CONTRATTO DI GUIDA
che nell'esercizio d ella menzionata sua fa. È DI NATURA MISTA, CON
colt:\ legislativa primaria ha espressamente
recepito le nom1e regolamentari dcl Consor- ELEMENTI DI CARATTERE
zio Guide C.A. I. , con la convenzione ripor- A SSOC IATIVO
tata al precedente § B 4. E DI LOCAZIONE D'O PERA
Nel restante territorio della Repub-
blica nessuna nonna giurid ica riconosce in-
vece, anche solo indirettamente, refficacia Secondo il Danneggcr (11):
delle suddette norrne regolamentari: la leg- • u vincolo iiuridico tra la iuida ed i turisti da
ge sul e Riordinamento del C.A. I. :t ri- lei condotti deriva da.Ile norme del diritto civile, in
fo17.a <lclle quali un contr:icnte (L.._ guida) si obbliga a
chiamata al precedente§ B 3 prevede ben- condurre in una dcte""inata ~alita l'altra p.irte (il tu•
sì l'obbligatorietà, per la concessione della rista), la quale $i :15.'lumc il carico di una dctcrminntn
licenza, dei Corsi guide e portatori ciel retribuzione. Poich6 u11 simile accordo cosWuiscc uu
coulraJlodl lnVMo 111111 /ltcvlslo1/a alctmaformo .rpe.
C.A.L . ma non riconosce affatto l'efficacia ciaW di c0tdrat10 dcl cotllce e/elle obbligazioni, c.r:m
giuridica erga omnes del Regolamen to del rientm ncllli r<'golmncnto:lonetlel mondato. Le Jispo.
C.N.C. P. Le cui norme continu ano ehm · sizioni Jcgli art. di 39"1 a •106 del C.O. si applicano
dunqucalcontmttodl1111ida,in ai;iiunL'l.allcdi$po.
que ad avere soltanto valore di norme di- sizioni delle lell!P e rcgoL~menti can tonali concernenti
scipli11ori nei confronti delle gu ide iscritte, le i'Uidc. spcdalmente riiuardo alla remunerazione
alle quali prescrivono un detem1inato com- della ~uida., ai suoi diritti ed ai suoi obblighi.
portamento.
Che tali norme si possano praticamen te (12) Op. clt., p.ii. 118

491
Il contratto di guid.i viene concluso verbalmente non di beni, pe r lo meno di attività pe r-
gli cle1nenti essenziali dell'accordo sono anzitutto b
mcln da raggiungere, la <L1hl 00 il numen>dci partc-
sonale, originata dal consenso dei con-
clp.1nti ... la remuncmzio1l(l è quelli lìs:;ata dalle leggi traenti e volta a quel particolare scopo
eregol1111enticantonalicd:illetnri1Tcdelle:i~nsioni alpinistico che essi si ripromettono di rag·
Pcrles.ilitcnont:iriffotceperlevicnuo\"cle1>-1rti
<lebbono accordarsi pre\'C1ltivnmentc sull'ammontare giungere attraverso la loro cooperazione.
della remunerazione ... • Certo non si potrà parlare di una vera e
propria socie tà civile, ma nessuno potrà
Lo stesso Dannegger aveva però rile- negare che due pe rsone, le quali si legano
vato, all'inizio del suo capitolo sulle gui- ad 11na stessa corda per esegu ire una sa·
de C)). che lita, o, anche senza legarsi (fin qu ando ciò
•Esiste uno stretto legame fra guida e turista im- non sia strettamente indispensabile), si re-
pcgn.1ti in una stl'SSa salita, legame che t'a ollrc. spc- cano insieme su una cima e alpinistica>,
eie nclk: salitc lunghc c dilf'icili. la nor1110'8 i"le.sa
l"Ofcni-01111/c ed I rapporti ctmlroUun// fra moncloute dove ognuno di essi può rimanere vittima
t:momlalorio. di infortunio cd avere bisogno dell'aiuto
F. mt legame m11ogc11eo c/oe 11011 cferiw eia wi del compagno, contraggano per ciò solo
mmwrto cli dirillo, ma è fouc/1110 $H tmn rom1mit1l
ili olla e <li 11rioo.:ioni• .mll'nlTrontare in~icmc diffi
l'accordo di aiutarsi reciprocamente nelle
colti\ e pericoli. Più I] pcriroloègmndc. più dure sono diffi coltà e nei pericoli cui vanno incontro
lodiff1C01tà da ,.iu«rc, epit'> a:randc e pit'> intima s.1rà bene potrebbero compiere la loro impresa
l'arm011ia e b oollabornzionc frn guitli e tori.,ta nel
comune compito. La "camamd<'ric" che naS<"e dai mp- da soli, ognuno pe r conto pro prio, men tre
porti fra i due oontracnti è CO!iì strett.1, che essa dura invece, preoccupati per i risch i inerenti alla
!JlC"O, molto spcssoanzi, lulla la vita. La lett<'ratora ascensione progettata, hanno appunto sta-
nlpina è piena di esempi di quesb Fedele nmicizia
che lega b iJiida al sno "Sianore". Scopo di qu<'Sta bilito di compierla ins:cme, per avere reci-
opera oon è però quello di idenliu,nre sim ili legami, procamente un valido aiuto in caso di biso-
m.1 bensì di esaminare semplie-emcntc lo stato giuri- gno. Nel cont ratto di guida, concluso fra un
dico ddle circ<> 800 auidc operan ti In Svincm ... ,
dilettan te ed un professionista, si aggiunge
Hitengo, invece, che il menzionato a questo accordo il rapporto di prestazione
« legame omogeneo • abbia l'ilevanza giu- d'opera fra alpinista e guida (In quale si
rid ica e non soltanto sentimentale assume profess ionalmente i maggiori l'i·
Ritengo, cioè, che il conlrat.to di guida schi inerenti al posto di capocorda e ne
si possa defi11ire come 1111 co11/.ralto, col rice\'e in cambio un compenso): ma l'ac-
qrwfe due o pi1l persone si associano allo cordo sussiste allo stesso modo che fra
scopo di compiere una asce11sio11e di dif· dilettanti, siano essi di capacità tecnica
ficoltà appre;:;::.abile ed ima di esse (la inferiore, pari o superiore a q uella di un
guida) si assume il commulo delfo cordata , comune professionista. Nelraccordo fra
co11 flltti i rise/ii inerenti, 11er 1111a retri- diletta11fi, quello lii essi clie si assume il
buzione 1nestabilita. Coni.ratto <li natura commulo lo fa grat11itame 11te, e no11 vi è
mista dm1q11e, co11 elementi di caratte re auiluli locazione lI'ope ra , ma la J)Osizioue
associativo e di locazione ll'opera. Non del capocorda dilettante o professionista
sembri azzardato parlare di rapporto asso- uei confronli dei. compagni che ve11gouo
ciativo: se la esecuzione di una salita non dopo è tecn icamente ide ntica
rappresenta un \'alore econom ico, vi si Criterio di fferenzilltore è quello delllJ
de\•e però ravvisare una comunione, se rem1111era::;io11e, de/Cattività rischiosa pra·
ticata dalla g11kla a scopo di lucro: ciò
11011 toglie però c11e 71erma11ga anche fm
(Il) 011. cil., pagg. 1()9.110. guida e dilettante il rapporto a carattem

492
associatir;o. Onde, se, ad esempio, la guida mazioni del Belotti e della Corte di Torino
dovesse rimanere ferita a comunque ve- che essa e si differenzia notevolmente dalla
nire a trovarsi in condizion i di minorata locazione d'ope ra per la singolare posizio-
cUlcienza fisica, sorge nel suo com pagno ne reciproca dci contraent i t . La parola
dilettant e il preciso obbligo di soccorrerla, guidare non va infatti in tesa, riferendosi
di adoperarsi nella misura delle proprie for- alle guide alpine, nel senso solito di e ac-
ze per portarla a salvamento. compagnare,, e indicare la via , per averla
Da quan to sopra esposto emerge una già seguita altra volta (onde nelle facili
altra considerazione, ed è questa, che escursioni la .guida perde la sua vera fi sio-
pe rché sorga un contratto di guida non nomia, per assumere quella di semplice
oc'Corre, in ch i si assume dietro compenso portatore o accompagnatore): guidare si-
l'obbligo di guidare una ascensione, la g11ifìca assumere il commuto dl una cor-
qualità di gu ida patentata, essendo suffi- data i11 una salila di difiicol.tà apprez=A-
ciente che si tratti di persona es perta di bile, né è quindi necessario averla già pre-
montagna, la quale in tenda assumersi un cedentemente compi uta, purché se ne abbia
tale obbligo e così sfruttare economicamen- la capacità tecnica. Le guide che parteci-
te la sua perizia d i arrampicatore. La man- parono alle varie spedizioni himalayane
canza di licenza determinerà una con trav- non si erano quasi mai recate precedente-
venzione alla legge di P.S., ma non per que- mente in tali regioni, ma pure seppero e-
slo il con tratto sarà meno valido, dovendosi gregiamente e guidare, i loro alpinisti
unicamente intendere per guida un capo- (,?uando un alpinista prende una guida
corda retribuito ("). Ad una sim ile conclu- al suo servizio, compie bensì una locazione
sione era d'altronde già pervenuta la citata d'opera, in quanto per un determ inato pe-
sentenza della Corte d'Appello di Torino, riodo <li tempo o per una determinata im-
mettendo in evidenza la irrilevanza della presa viene ad usufruire della sua attività
non iscrizione fra le guide arruolate: professionale, ma con ciò non assume nel
contratto una figura preminente.
• l'erché se il con tmt to>tiposi è formato fraooloro, L'alpi nista ha la facoltà di scegliere le
che sono regolarmente iscritti alle Società Alpine, ciò
,...,., tog//ec/wesso risJ1011tleal/eesig1mzed11I ru1>110rli ascensioni che pit'1 gli aggradano: ma la
clw si ~tubl/i.Jcano fra g11ide e v//114;iatorl. e quindi guida, quando ciò gli sembri tecnicamente
es,o de"e neceu:uiame11te servire di regola e norma
ancheperioontratticonii:uide1H)r1iscritte,do'·endo
necessario, ha il diritto di interromperle o
ogni negozio giuridico del ii:enere impan-e 1H)n solo di mutar via:
gli obblighi espressamente slabilit i. ma :rnchc tu1ti
quellieheMsonoipresuppastiloiici.vllestremi ·alla guida l'onore od ilp('$0delledoci.sioni supreme;
oostiluitivi e derivano dalle clausole d'uso•, con tadi1H) in p:l(l:fe, capa in montagna, era la paroLi
d·ordine di Carrel il Be=~lierc, il gallo di Valtour-
nanehe: madre, moglie e sorella non gli crono p;•ì
Riguardo alla locazione d'ope ra fra gui- sacre dell'alpinlsl.1 affidatogH, ma a quc:>IO alpinista
da e alpinista, sembrano esatte le affcr- egli oomandavn: "L à haut, je suis le maltrc" • (Il)

(!4) L'a1Terma7ione non sem bri in oontrasto C(ln goro111ireo/p11bb/icoc/111/ ullel.eguide 1)(J/enlole
quan to prcceden tementeos.servatocirca b n(!C(!$:1ità di abbiano le n~ce.uarle doli tec1tlcl1e e moru/i
• 11011 oonee<lerc al primo venuto di fare b guida, 11-.~ Ma, sel'esercizloabmivodellaprofa.sionediguida
soloa persona che possa din>astrnre di aveme b ca· costituisce pert.~nto reato. la i:uida abusiva viene cio>
fl'lcllà•. nondimeno - nei ra1>porti intemi col suo clieflt e -
QUC4ta prO'OO di C41JOCilà viene rie/desio a clol vo- ad assumere la stessa posizione e le stesse respotisa·
g/la o/lenere w• rlcQno.sci'me•llOuf/iclaùi-librettoe bilità della guida patentntl.
dlnlntivo del C.A.1., liun!.4 di P.S. - appunto per ('') L. Spiro, op.1111aJ. eit

493
4. - OBBLIGHI DELLA GUIDA mitiva, che non siano materiafo1ente lega-
. ti alla sua corda; benché la guida abbia in
SENTENZA 6 DICEMBRE 1949
tal caso la direzione tecn ica generale del-
DEL G. T. PRESSO I L TRIBUNA LE la comiti va, essa non ha però il potere di
DI TRENTO costr ingere tutti i partecipanti ad esegui-
re le proprie disposizioni (ad esempio di
Cli obblighi consuetudinari della guida legarsi, di seguil"e esclusivamente una de-
corrispondono a quelli imposti disciplinar- terminata pista, ecc.).
mente dal regolamento del Consonio ai La guida risponderà soltanto, come
propri iscritti. sopra detto, della scelta di un detem1ina-
Essendo la sua ope ra remunerata, la to itinerario pericoloso in relazione al
sua posizione importa maggior responsa- numero cd alla perizia {o imperizia ... ) dei
bilità di quella del dilettan te, anche e- partecipant i, della mancata adozione delle
spertissimo, il quale assume per mera socl- cautele di ordine gene rale consigliate dal-
disfazione sportiva il comando di una cor- l'itinerario prudentemente scelto : ma non
data. potrà rispondere della inosservanza delle
AJ1che se non si può giungere alla con- suddette cautele da parte di uno o più gi-
clusione estrema, della assunzione dell'ob- tanti imprudenti o indisciplinati , non aven-
bligo giuridico di riportare incolume a val- do il pote re di costringerli all'obbedienza.
le il proprio cliente, la guida non dovrà Al riguardo, l'art. 17 dell'attuale regola-
però risparmiare fatiche o risch i per rea- mento dcl Consori.:io Guide C.A .J. dispo-
lizzare questo suo compito fondamentale.
Basterà ricordare la gloriosa fìne di Jean e La guida non può in nessun caso le-
Antoine Carrel, m orto di sfìnimcnto sul gare alla propria corda più di 4 alpinisti;
Cervino, al termine delle difficoltà, dopo qualora sia necessario, può richiedere il con-
di aver g'uidato la discesa in modo tecni- corso di un'altra guida o di un portatore
camen te perfetto (' 0), per dimostrare come anche per una sola persona. Ne /I.e asce11sio-
a questo proposito le guide abbiano sa- 11i sociali organizza te da Sezioni del C.A. T.
puto crearsi una splendida tradizione. o da Societ:\ Al pinistiche italiane od estere,
Nelle salite comunemente frequen tate, è data fuco/Jà di assumere a11clie u11a sola
la guida deve saper scegliere b. via migliore
e più sicura: sarà quindi in colpa, e dovrà (16) V.§ Al.
rispondere dei danni subiti dal proprio al- (I') Come è oe-caduto a quella cordata che, ritor-
pinista in caso di infortunio, quando invece, nar>do dalle Cnmdes Jor:.isse:s per la via nom13]e, volle,
magari allo scopo di far presto, si sia lascia. anzicM attravers:i.re il Cooalone Whymper e scendere
per il llépowlr, compiere ur..1 disce:;:i diretta del e.io.1-
to attirare da una via più breve ma più peri- lonc, nllo scopo di gl.ladagnare tempo: alpinisti e
colosa ('7). Certo, la colpa dovrà essere va- guida vennero n metà cammino travolti da unn sb.
lutata alla stregua di criteri alpinistici, in- vina e tmscinalisulsottostnntepianorodc\Chincciaio
di Plarnpinclcnx, riportando non gravi ferite, ma l>Cl'
tendendosi che la guida debba prestare la dcndotuttoil loroe<111ipaggiamento. La guida cm in
diligenz."l di un prudente alpinista, valutata colp.1,avcndosccltolaviapiùpericolosadelean.1lonc
però con particolare rigore. quando lesl offriva quella piùsicum sulle rocce del
Réposoir,edern quindi tenuta a\ risarcimento dei <bn
Non dovrà, peraltro, pretendersi l'im- ni; in questo senso doci$ero le guide del ConsigUo
possibile e così, ad esempio, che una sola dcllasocictàloc;lle,pcròglialpinistinonvollerocsst'rc
guida possa rispondere della incolumità indcnniuati. sfa che ritenessero trattarsi in\l('ç(" di
incidente Inevitabile, oppure fossero mossi da ami·
cli tutti i componenti di una numerosa co- ciziaversolaloroillida. l

494
guida per fa co11dotta della comilioo. In tal perlacnduto in uncrepaccioma.scher.itodanevcdella
Benin Dina.
caso fa. gukla, J'Ur avendo la tlirez:one tec- E.<plt.'tata uno sommaria istruttoria, il Procuratore
nica generale, lw però la solli respon.sllbili- della Repubblica, non ritenendo rawisare nel fatto
td degli alpinisti fegati alla s11a corda•· clementi di responsabilità da p.irtc di chicchessia, ri-
chiodCYa in <lnto 6 ~euembrc il Giudice Istruttore di
Questa nonna può considcrnrsi esten- pronund1rcdccretodi impromovibilitàdell':ozioncpe.
nnlc.
sibile, sia pure col necessario minor rigore, Con ordlnanM 12 febbraio 1949, esaminati gli ntt!.
ai cosiddetti e d irettori di gita •, e cioè a- il Giudice lslruttore, non accogliendo la richiesta del
gli alpinisti dilettanti che assumono cd e- Procumtore della llcpubblica., ordinaYa procedcr:1i a
rito formale per meglio chiarire le circostanze SCC()ndo
sercitano (anche senza una investitura fo r- lcqualiavvenneL1disgro.1Ja;c.ritenendoehenon
male, e così soltanto d i fatto) la direzione ~i potessero escludere $Cflz'altro da resp0n5abilità nel·
l'accaduto il direttore di git:a, prof. Merci, e la guida
di una comitiva. In tal senso si è egregia- impr(lwisatn Etodrizzi,restituiYag!iattialProcumtore
mente espressa la sentenza 6 dicembre 19.:19 della llcpubbli~, il quale. concordando col Giudice
del C. I. presso il Tribunale di Trento (est. Istruttore, imput:wa i $\lddeui di omicidio colposo.
l n\"ero, dalla somm:1ria istruttoria esplebtn non
Ag'ostini, imp. Merci ed Endrizzi) di cui era risultata be11 ehi.ara la posizione del Mcreic del-
è dunque opportuno riportare massi me e l'Endrizzi in ordine alle cautele che essi aYrebbcro
motivazione (''): dovuto adottaro per ln sleurcz:r.a e b incolumità dci
gitanti affidati alla loro direzione.
·Chi 11#•.mie di guidare altri in mo11tag"a deve Una particolare ragione infatti per non accogliere
usare atte ..ta cura al fine di preooulre 1>erlcoli alle la iniziale richiesta del Procuratore della Repubblica
/H:tsone e/1c con e.sso si accompagrumo. sembraYa consistere nel fatto che dai suece<sivi atti di
•La 1ua rupa11sobi/ità" 11ur tul/oviu 1emwe di- indagine, disposti dal Giudice Istruttore, quasi appa·
oorst1 d11 quello delle vere e Jiro11ri6 guide po1e ..1a1e, riv.l rassenz.1 di un.i efficiente sorveglianza e direzione
cdeooenere ;., CQrlCreloe&elu.raqualbra aoc:enga una da parte del direttore di gita e della guida impro,,_
dlJgra.:io 11<l alc1tne delle per.roue accm1111ag11atc Jlfl' visata dur.. nte il tmaitto di disc=i. E si ebbe b se•~
coli.oa e1e/usloo di queste ullime, e/te, 11a11ostu11te ripe- sazione che i gilll.nti a ..esscro potuto procedere a loro
tuti ric/ilomi, si si11110 11//.ontorlate da/ pereor10 im/i. pi.a.cimento, anche slei.::ati, scegliendo essi \'itinemrio
C(l/0. che credevano, specie p<:r il motivo che gli impùlati si
• ... Con scg.. alu..ione telegrafica l ngosto 19-18, e trov;wano scnsibilmcntearretrat irispettoncolorochc
con successivo rapporto n. 17 del 3 ago.to 19'18, i !iprecedcwnonellemodalitàecircostanzesopmdcttc.
C.111tbinicri di Vcrmii;:lio informawno rnutorità giudi· Senonché tale ipotesi, rilcYante oggettivamente un:i
1i:iria che il primo <lcllo stesso mese. dumnle una prob.~bile imprudcnw dn parte dci responsabili del
cscursio11esulla Presanclla, nello fase del ritorno. una gruppo, o seguito delle nuoYc emergenze processuali
comitiva <li gitauti delb Sezione C.A.I. di IJ.oh:ano acquisite in causa sulla base di deposizioni testimoniali
em stata funesbta da un luttuoso incidente: la morte dedotte dagli imputati, non può ritenersi sussisten te.

( 11) Pubbl iclte in Rilli&ta di Dlrillo Sµortivo, 1950, L'ubbid!cnu. delle Yittime dcli.infortunio ai co-
n. 3-4, pag. 119-123, con b seguente nota di Rino mandi doYeva ta11to pili essere totale in q1o:1nto si
Rossi: Cile in nwnl11g11<1 e retp<m$llbilllà tlegli Of"g11- erano implicitamente obbligati a seiuire le istruzioni
11/:..:atorl. degli organizzatori.
•llgiudicatoapparcesatto. La violazione di Inie dovere em'tituisce il rapporto
li C.A.I. orKanizzando i.:ite di carattere alpinistico causalcconl'twcntoegiwti6cal'assolu1Joned~liim·
attraverso i suoi organiassume11icn.1 responsabilità in putaticon formula piena. Naturalmente a bei1 diYerse
ord ine alla serietà dclb org.111izzazionc stessa e alb conclusionisidovn;bbenddiYcnirescfossestatodi-
comp<:tenza dci suoi dclcg.1li a guidare le comitive. mostmto che il ghfacciaio percorso dalla comiti"ll prc.
Questi trag11:ono da tale nl,1ndato routorit/i per b scnl:!.v.l, p<:rnecklt!11t:1.lità di crepe, tali difficoltà o pc.
azionedicom.1ndochedcYeesseretnntopilldl'Cisa ricoli da giustificare (con riferimento anche alle mt.'-
quantonl-1ga;iori sianoledifficohàdell"ascensionc. Na- diocri c.~{Xlcità alpinistiche delb comitiw) l'uso dclL1
tura1111e11111 1'1QllCllHO, durtmle la gita, I me:../ re11re> corda.
sloi clic cm1rb1gano i 1.oartecipontl alla ubbidlet1za. Perché in t."llcasoècYklcntcche i due imprudenti
PercM ooo, come nella specie. sia accerto/o clte le legati in cordata ptimll di giungere nella zona perico-
rl'3poslzionJ dote dalle "guide vciOfltark" ermi() COfl· losa si sarebbero salvati: e l'omissione di tale misura
formJ al dettami della tecnica alpinistica e del buon cautelare awebbo doYuto essere ascritta, a titolo di
senso tlOfl µ...:I parlarsi di fallo omiuioo colpa.ro. colpa,aidirigentldellacomilivastc:ssa•.

495
t bensì vero che altro è il caso della guida entrambi slcgnti. Al contrario perè gli imputali hanno
patcntafa nel ri11uardl della quo lc, per l'articolo 9 potutosuccesslvamentc<lim°'tmre,specleilprof. Mct-
cpv. dcl re11olamento approvato il 30 novembre 1937 ci, chccssi avcV:lno posto in esscre q1L1nto era loro
dal Comitato Ccntmte <ld C.A.L, mssi>tc respon- consentito di fare, mediante rcit l."rati richiami cd :w·
sabilità della propria cordata cobblia;o di non abban- vertimcnti, soprattutto in ordioe al pericolo di fooriu.
donarla se non 1ier noccssiti. di S()Cçl)r'S() e senza seita dalla pista percorsa in s.1\ib; che soprattutto la
con1promettcn1clasicu~,ondeincaso<lisinistro Benin ed il suo fidanzato ebbero a rilcvani i più indi-
rie risp0nde per dol.o o per col(l3.; ed è altrettanto \"ero, scipli1>ati cd insofferenti ai richian1i suddetti, e non
che nessuno degli impulati \'ersav:i nel caso di cui preocct>(l3.ndosi di essi, proccdeu ero per cooto loro.
soprn. Tuttavia. de\"e rilevarsi che anche nell'ipotesi staccando gli imputati che di necessità vennero a
di rapporto instauratosi Ira escursionisti ed esperti di trcwarsi arretrati con il grosso del grup110. 1-'u così che
alta montagna. ancorché non siano guide patentate, la Benin ed il ~lunari, percorrendo un troc-ciato di·
!ullabaseesclusivadella fiducia reciproca\oomenella 1·erso dalla suddetta pi~tl. ca1klero in un crep.1ccio
specie, 1111 ervcrti, per il solo fatto di acconsentire di mascherato dalla ne1·c, nel quale la ragazr.i. trovò la
essere loro di a;uida in rone pericolose di alb monta- morte
gna, a.wm10110 lii rctt/OfWJbilitd 11ei riguardi di coloro Evideo\ementc ! due lìdauzati non si preoccup.1·
clie od e.ul Il offidmio ollorquomlo 11n incidente abbia ronodiosservarelccautelcindispensabilipcr chiper-
a verificarsi 11 seguito di viola;;Jono do /)arte dei $1Ul- corrc un ghiacdaio, incurnuti dcl rischio che pernltro
c/e/// re$p0twib/f/ della 1wrnw di comuuo ed elemen· l'alpinismo implica e che comuuquc de ve ritenersi
/aro 11ruc/e11w elle og•1/ alpinista deve conoscere. E, accettato dai partecip.1nti cd escursionisti, tanto più
JHirdoveudosi Ammet1crcper1>.1cilìcochccostoronon poi che essi, sottoscrivcntlo il 26 luglio 1948 lc uonnc
abbilino sugli escursionisti un potere di supremazia o elecondizionidipnrtcci1>.u;ionoallagitaorg.111i1.zata
lafocohàdiattunremev.ieooreitiviperilrispettodel dalla Sezione dcl C.A.I. di Dolz:mo, dovevano reudersi
consigli eventualmente dati, resta pur sempre indubi- oonto delle diffiooltiì o dei pericoli insiti nella gita
tabile che ai suddetti esperti incomba l'obbligo di stessa
ammouire e richiamare DllChe energicaml"nle, nei li· t poi cb 1>rcsumcre che \'ommissione a!b Sezione
miti suddetti e delle loro possibilità.chi o coloro che suddett.1abbiadatoiicramnK:SS.1 unaeertaespericuza
lmprudentementeabbianoacomportarsi di alta n1011t<\gna nei suddetti ~lunari e Benin
Ciò anche perché essi, ma specialmen te la gui<la, E va infine consi<lemla anche la circostanza, che
ancorché non patentata, debbono avere sui compagni l'essere stata organi1.zata l'escursione do una Sezione
il uecessario ascendente ID01111e ed una adeguai:! su- del Club Alpino dà rogione di supporre b serietà
perioreCOtlOSOC(>llU.edabilità, ilcheimporta di riflesso dcll'organizza:done stessa, specie in rebzione alle per-
un dO\'CTOSO scn'° di responsabilità per entrambi, re- sone designate per la direzione.
sponsabilità ohe deve estrinscc:r.rsi anche nella consa- Ciò premesso, per I rilievi fin qui esposti l)UÒCOtl·
pevole=~ di dovei- precedere il gnrpp0 al fine della cludetri llOll euere COn.JelllitO di ravvilore 1111 COtll·
~ccli:! dell'itinef"llrio, che trovpe volle nasconde pcric(>. l/()rtamento eolpOW de1i1li Imputati tale e/re poua rile-
lipereepibili.solodall'oechioquantomaiesperto ncr.si causa detcrmlnonle deU'eve11to fotalc, dovendosi
t per baie ragione che colui o oolm-o i quali, n. per c0<1/ro attribuirti lo &lesso a/l'i•ulisct11li11a dei due
chiesti, assumono di guidare altri in alta montagna, fidanzati, flei riguardi dei qw/i gli impulall ritennero
debbono essere ben coruci dcl gra\~ incarico accet- di oi:er auolto, coml/()rto•uloll come .ti .rorio compor-
tato nei ri11u.1rdi di quelle persone che praticamente tali, anelli!! 01i1ni loro obbligo di ordioe morale ... •
nffidaoolalorovltaallacoscienuieallacapacitàdi
cbi le guida. Tale incari<:o deve essere esplicato con
cost.111\e ed a1tenla cura al fine di prevenire le conse- Infìne, è da rilevare che nell'esecuzio-
guente dci pericolisemprepossibili,edèquindioltre- ne di salit e particolannente rischiose (la
modo een.mrnbile colui che con in.,1mmissibile Inco-
scienza accetta quell'incarico o lo esegue s-1pcudosi guida, secondo le norme disciplinari del
inidonoo, ovvero non sa imporre a s.é ed agli altri il Consornio, dovrebbe rifiutarsi di eseguirle
rispettodcllecautelesuggeritetfallAtecnicaedalla ma ben difficilmente può rifiutare quando il
es1iericnui
Tale rllie\'O vale sopmttutto oggigiorno, poiché proprio prestigio è in giuoco ... !) gli obbli-
troppisiarrogano,scM.aavcmc!acapacitàcl'attitudi- ghi della guida vengono grandemente atte-
nc, \a pretesa dics.sereesperticguida ai profani nuati. t: cioè necessaria una distinzione
Come iu prec«leuza si è ~à rilevato, app.1rve na-
turale iniUalmente ritenere come il modo di proce- tra le ascension i nonnali, di ordi naria am-
dl.,.e, scaglionato a distanza, del groppo, sia stato ministrazione, nelle qu'ali la guida ha vera-
l'effcttodiunacolpcvoletolleranuidapartedeire- mente la responsabilità dell'alpinista e vie-
sponsabili ~ler<:i ed Endrizzi, essendo costoro piaz-
1mti al centro, lontanoo!trcuncentinaiodi metri dai ne in pratica a dover quasi garant ire la
primi escursionisti, fra !quali la Benin ed ilfidauzato, riuscita dell'impresa, e le ascensioni ecce-

496
IL P1z Boi'.: t: 11. S \<;<:o Pom>01, dal
Bodclla
fl'oln S. Smdin)
zionali, prime ascensioni ccc., nelle quali re carattere accessorio di fronte a quello
l'alpinista affronta invece la salita a suo ri- che è il rapporto principale di associazio-
schio e pericolo, mentre la guida si riduce ne fra professionista e di lettante, per af-
ad essere semplicemente un compagno più frontare, a pari condizioni di responsabili-
forte ed esperto. Si può anche non accet- tà e di rischio, la salita di particolare impe-
tare l'osservazione dcl Kurz (19) nei riguardi gno e pericolo.
della via aperta alla Testa del Leone da Resterebbero infine da prendere in con-
J. H . Wichs con le guide A. Supcrsaxo e siderazione le ipotesi di colpa grave della
T. Andemiatten, o di quella seguita da A. guida; abbandono, taglio o rottura della
F. Mummery con la guida Alexander Bur- corda, caduta di pietre impmd cntcmentc
gcner nella prim a salita del versante sviz- provocata a danno di altri alpinist i o guide:
zero del Colle del Leone: • Il est immoral ma il discorso andrebbe troppo per le lun-
de l'ecourir à des professionels pour suivre ghe e quind i mi limito a rinviare al mio
cet _itinéraire > . t-.fa a prescindere da ogni studio • Il contratto di gui<la - Res1>011sa-
considerazione morale, quando si tratti di bilità uegU i11fort1rni alpinistici- >, Ciuffré,
salite così formidabi li, pericolosissime per 1000
le con tinue cadute di pietre, è evidente ce>-
me l'alpinista, il qua le determina una guida
ad accompat,marlo, non possa poi accusar-
la d'imprudenza, negligenza o imperizia e 5. - OBBLIGHI DEL CLIENTE
ritenerla responsabile in caso di infortunio:
la capacità tecnica l1a dci limiti, specie di
fronte ai pericol i obiettivi, ai quali non sem- C li obblighi del cliente derivano dai
pre è dato cli sfuggire, malgrado la più raf- due rapporti - associativo e di locazione
finata conoscenza del mestiere. Nell'esecu- d'opera - propri del contratto di gu'ida.
zione di simili salite si attenua, a mio avvi- Come conduttore-datore di lavoro il
so, l'elemento locazione d'opera (per quan- cliente ha anzitutto l'obbligo del pagamen-
to vi sia pur sempre una remunerazione), to della remunerazione, tariffata o concor-
mentre si accentua il carattere associativo data (per le ascensioni non tariffate: dei
dcl contralto di guida. Cli alpinisti che vi vari modi di retribuzione si dirà al para-
si accingono sono infatti di abilità notevole, grafo seguente). I-la, inoltre, l'obbligo for-
se non pari a quella della loro guida (ad es. male di rilasciare il cert ificato o attestato di
Mummery e Burgener al Colle del Leone), servizio sull'apposito libretto, perché con-
alla quale ricorrono unicamente in mancan- sti della salita compiuta e la guida possa
za di altro compagno di sufficiente abilità così documentare, ad ogni effetto, il suo sta-
o di loro gusto, considerando quindi la gui- to di servizio. Non ha invece, per quanto si
da alla stregua di un compagno cli avventu- dirà fra poco, l'obbligo di risarcire, diretla-
re, che viene ricompensato sì, perché ciò mente o mediante assicurazione, i danni
rientra nelle esigenze della sua vita di mon- derivanti da infortun io della guida verifìca-
tanaro professionista, ma in ogni caso mai tosi senza colpa del cliente.
in misura corrispondente al rischio che af- Come compagno di ascensione, ha il
fronta: onde il compenso viene ad assume- menzionato obbligo cli assistenza ed aiuto
materiale alla guida infortunata o comun-
(I') M. Ku~ Cuide1 dei A//1e1 Valdl.famiC1, voi. 11,
que menomata nel corso della ascensione;
Pa)'Ot, Losarm.a, P:li· 280. assistenza ed aiuto da prestare persona!-

497
mente o per lo meno for prestare dalle e- taoo dc"e depositare nelle mani dcJrufficiale oonso-
b.rc L somma necessaria per la cura cd il ritorno in
ventuali altre guide al proprio servizio. Patria. O"o non "i >ia ufficiale consolare, Il capit:ino
~fa, dopo di avere adempiuto a questo d(•\'e forlo rico\'<.'t11re In 1111 ospedale od altro lnogo
suo obbligo di assistenza immC(liata, il :1dat1 opcrbc11m,dcpositaOOolasom111a>l~.l.I!
>l~'cdicur:i (J)Crq 11attro mesi). per il ritorno in l'll·
clien te non ha peralt ro l'obbligo di sostene-
re le spese dell'opera di soccorso successi-
tria ('quclledel riool'cronell'Ospedaleo<l inahroluo-
goa(htto,che ln ua\'ced il carico devono oorri,110mle-
rr,e<1ui,-:ilgo1>0cvidcntcmcnteallcs~enccessarie1>er
li
vamente prestata da terl:i alla propria gui-
provvedere o.lb salvc:>,7..1 della guida immobilizz:iln su l
da feri ta nel corso dell'ascensione e res.'l. monte<b 1111 infortunio oooorso\e ncU"asccn>ionc; colla
non solo inabile a proseguire, ma anche a OV\'~t conscguenz.1, per analogia fra i] contratto di
compiere con i propri mezzi la Via del ri- arn1olamc11to e (\1tcllo di guida. che anche <1ue:-.te
dcbbcmo CS$Cre <l.1l "iaggiatore sopportate. Il ricorso
torno. allanna.loi:iaègiu>li6catoda.l\econdizioni(IOC('l.i0-
La tesi avanzata anni or sono dal Con- na.li in cui si S\'O\ge l'attività dell.1 guida alpina, ri-
sorzio Guide, sulla scorta d i un autorevole chiamanti quelle 11Clle (lllali viene a trovarsi L gente
di mare, messe [n relazione all"assenta di qualsia.,;
parere, era in\"ece questa, che il cliente 1>0rma lcgisbti\'l'I che re11oli il contratto di g11i<l:1. n,..
debba sottostare gionidiscntirnentopertan tononronolcsolearcmkrc
meno opportuna Li richiesta dcl ••i:iggiotorc. ma b
•al p.1gmncntodeleompensOS()C()ndotariffa alle guide stc,;saòinaccoglibile permotivigiuridici ch.., trovano
oporta toricheV".1.nnoaprondcreilcotnp.1gnonel basencldirittooodifìc.1to•,
luogooveglaçeva.L."lsoluzionecontrariaal!arichit'-
st:1 del viagg~1tore f!I) pare imposta non dal principio Senonché, non pare che siffatta tesi pos-
genero.le "ubl commodum ibi et lncommodum", che
trova 0>tacolo alb sua ap11lic:izione nella regola, che
sa lrO\'are aCCQglimento, dovendosi invece
non vi ha responsabilità senza 00!1,..., ni.~ dalb natu.-a ritenere il cliente responsabile solo quan-
stO':SS3. del contratto di a:uida. Lcp;i.rticolari condi1jo.,; do sia egli stesso in colpa. Il risch io pro-
dipericoloperlapersana,incuiessosisvolge,edil
dO\-ere, che incombe alla guida. di rispondere della
fessionale è compreso nella misuro ciel com-
s::i.lveua del viafUliatore. in taluni e1si anche a rischio penso dO\'UIO alla guida. i!: ben \!ero che la
della propria, portano a ritC»CTe che gli oneri relativi nostra legislazione sul lavoro è arrivala a
al rischio pi-ofessionale ricadm>0sul viaggiatore ncll""<
parte almeno a carico di chi $i 11iova dell'opera altn1i contemplare l'obbligo al risarcimento di
in co ndizioni analoghe. j:; stnto nhrn volta messo in infortunio dowto a colpa dell'operaio stes-
evidenza, a proposito del dovere del capilllno di mare
di abbandonare ultimo la nave dopo aver tent:ito ogni
so, affermando così un principio nuovo cd
mco:1.o per salvarla. il rapporto di analogia esist01lte eccezionale, che deroga a quello del dirit-
fra gli obblighi dcl capitano di m:ue e quelli della to comune, pel quale non \li è danno risar-
11uidaalpina, di mettere in sakoi viaggiatori chele
Ji affidano. Ugualeconstalllzione porti a11punto acort> cibile se non quando vi sia un fatto impu-
eludere che si estendono alla auida non solo gli oneri tabile: ma non pare che le nom1e ccce7.io-
riguardanti gli equipaigi di mare, ma anche le dispo-
sizioni a loro vantagjtio, cons::i.crate dagli ari!. 53; e
S39 C. Comm., che costituiscono i11 certo modo il
corrispettl\'o della maggior a:raviti. dcl rischio profeto (31) Il qu.1k, dopo di a\"er pagalo tale compenso.
sionale. lo rccbmava in restih11jone come indebitamente 11.1·
lmportasoprattuttoa\"er riguordoalprimodidctti gnto.sostcnendodi non poteresscrvi tenuto. non
articoli, che riRette il caso dcl marinnio ferito in s<:r- a\'cndoa\'utncolp;1 alcu11ane!l'i11fortuniodellaguida.
vi?.io dclla naveedelcmico scnw sua colp.1, pcrb Qu e.1:1, infatti.si cm rotta una gamba In posto foci!c,
s1Lildentità,inordinealleco11scguenzedcU·ìnfort11nio, ormai fuori delle difficoltà della com piuta ascensione.
colcasoconlemp\atoria:nardanteleguidc alpi1ic, men- f: bensl vero che a Courmoyeur ed altri centri alpini
tre !"art. 539 si riferisce al caso di morte. Di questo leguidc1>0n'"oglioooretribuzionealcunanelcnso
1>0n occorre qui occuparsi, perché occorre aver p1e- di soccorso ad un collega, ma 0011 meno vero che
S011te il contratto di 11$$icura:r.ione che nel caso di altrove viene se1111ita un:i diversa prassi e che la (1u1.~
morte o di inabilità postuma assiste la guida. L"arti- stior>C dc>·e dun(1ue essere affront."lhl, per lo me110
colo 537 C. Comm. (li) dispono che il marinaio ferito conrifcrimcn toallespesevive(evcntua.leinte~nto
è curato a spese della. nave e del carico, e, allorché mt.-dico,ecc.).
!acurariehiedaeheilmarinaiosiasbarcato,ilcapi- (11) Ora art. 365 Cod. della navigazione.

498
nali dettate per gli infortuni su l lavoro si la comitiva di soccorso, cercando la d imo-
possano estendere al contratto di guida. strazione giuridica cli quelle che erano pu-
Esse si basano sul presu pposto di un lavoro re e semplici ragioni di sentimento nell'ana-
rischioso e scarsamente retribuito, e sono i- logia col marinaio ferito. Nemmeno un tale
spirate a motivi politico-sociali: men tre limitalo obbligo grava però sul dilettante,
d 'a ltra parte, 1[ datore di lavoro viene eso- il quale abbia avuto la propria gu ida ferita ;
nerato da ogni ulteriore responsabilità, poiché in simile ipotesi egli è unicamente
qmrndo il fatto dannoso non dia luogo a tenuto, per i menzionati suoi obblighi di
proce<limcnto penale, ottemperando sem- natura associativa, ad assistere il ferito e
plicemente all'obbligo dell'assicu razione, non abbandonarlo se non dopo di averlo
anche se le condizioni ambientali da lui po- posto al sicuro.
ste possano avere influito, per lo meno in- Se vi è colpa da parte del dilettante,
di rettamente, sul verificarsi dell'infortunio. allora sorge la sua responsabilità e l'obbli-
Nel contrattv di guida, invece, le co,uli- go al risarcimento dei danni (e quindi an-
zio11i ambientali so110 quelle, 7wste dalla na- che alle spese della com itiva di soccorso);
tura , di cui la guido deve appunto avere la altrimenti non vi sono ragioni giuridiche
p<irl.icofore esperienza che ne ft1 richiedere che impongano un tale obbligo, non poten-
Ct1ssi.stenu1 professiouale e gli attribuisca dosi - a norma dell'art. 14 disp. prcl. al
ft1 qualità di e dominus > clellimpresa: fe- C.C. - estendere oltre i casi previsti di-
satto rovescio cli quanto avviene 11e/ cam- sposizioni di carattere eccezionale ispirate
JlO industriale, dove le direttive vengono ad esigenze particolari della navigazione o
dalfimprenditore e non da l lavoratore su- dell'industria.
bordi,ullo . Quanto alla colpa del dilettante, essa
A11cora: la guida, che non è un subor- può presentarsi solo nelle ipotesi sopra ac-
dinato quanto alla direzione tecnica della cennale di colpa grave della guida: abban-
impresa, ma anzi la assume quale profes- dono, taglio della corda, caduta di pietre
sionista, riceve un compenso professionale imprudentemen te provoca ta. Non è possi-
tale da non consentire che si estenda al bile pensare nei confronti del dilettante
dilettante guidato la responsabilità ec- ad una delle colpe lievi della guida (ad es.
cezionalmente sancita per l'industriale fon- errore della scelt a dell'itinerario o del mo-
dandosi su presupposti radicalmente diver- mento propizio per la traversata di un pun-
si. Inlìnc, essendo il dilettante altresì pri- to pericoloso): egli prende la guida appun-
vo della faco ltà di liberarsi della responsa- to perché non si sente di affrontare da solo
bi lità civile mediante l'assicurazione infor- la salita cd ha bisogno di un tecnico che si
tuni, il contratto verrebbe ad essere assolu- assuma la direzione della cordata; non sa-
tamente troppo gravoso nei suoi confronti. rebbe in colpa nemmeno nel caso di sua ca-
Hitengo, pertanto, che il dilettante non duta da cui derivi infortunio alla guida,
debba rispondere del danno derivante alla poiché egli cade in quanto non è esperto,
guida per infortunio dovuto a colpa della e la guida è stata assunta appunto per ov-
guida stessa, o almeno veri fi catosi senza
colpa alcuna di esso dilettante (22).
Veramente, la tesi del Consorz io non era (22) La guld1 potrà pur .sempre efficacemente pre-
munirsi con una uslcun1zione facoltativa, in aggiunta
volta a giustilìcare un vero e proprio risar-
a quella obbliiDloria disposta in suo favore dal Con-
ci mento di dan no, ma soltanto l'obbligo al .ll(>rzio per ili Incidenti derivanti dall'esercizio Jclla
pagamento del compenso ai componenti professione.

499
viarc a qncsta sna mancanza cli csperien- e a tempo •, in cui cioè non si tiene più
'-" ("). conto delle salite da compiere, ma del nu-
Anche per le colpe gravi del dilettante mero dei giorni in cu i la guida deve resta-
corrispondenti alle colpe gravi della guida re a d isposizione dcl proprio alpinista, fis-
debbo, pe r brevità, rinviare al menzionato sando preventivamente e forfettariamente
mio studio e 11 co11trotto di g11itlo - Respori- il compenso giornaliero (dovu to anche in
sobililà negli i11fort1111i alpinistici >, Giuffré, caso di impossibi lità, sia per maltempo
1960. che per altra causa: - ad es., cattive con-
dizioni della montagna per nevicate recen-
ti - di compiere salite). Questa forma di
co11tratto viene particolarmente praticata
in occasione di spedizioni extra-europee,
6. -TARIFFE - RlNUNCIABILITÀ sia perché vi sMcbhe impossibile detcnn i-
DEL COMPENSO nare il compe nso in base ad una tariffa ine-
sistente, sia perché è interesse della guida
La misu ra <lei compenso viene normal- poter cont are, comunque, su una remune-
mente stabilita in base alle tariffe del Con- razione predeterminata. l i sistema viene
sor1.io Guide, elaborate per le principa- però seguito anche nelle nostre Alpi e per
li vie di salita di ogni montagna tenen- salite tariffate: esso torn:i. a tutto vantag-
do presenti: 1) difficoltà dell'arrampicata_; gio dell'alpinista quando le cond izion i del-
2) pericoli obiettivi (caduta di pietre, va- la montagna e il tempo favorevole consen-
langhe, ecc.); 3) lunghe-Lza della ascensione tono di effettuare numerose cd importanti
(numero complessivo delle ore d i :urampi- scalate, mentre in period i di maltempo e
cata, valut ando altresì la lunghcz;-...'l della di for1:ata inattività rappresenta un bene-
marcia di ?vvicinamento). ficio per la gu ida.
Naturalmente, le tariffe si riferiscono
solo a<l ascension i già compiute, di difficol- La guida può rinunciare a qu:i.lsiasi con-
tà e pericolosità note: esse non possono penso sia riguardo ad una determinata sa-
quindi comprendere le prime ascensioni e lita alpina, sia riguardo ad una spedizione
le ascensioni cccczionali, il cu i prezzo vie- extra-europea.
ne concordato direttamente tra alpinista e E il caso, tanto per intenderci, delle re-
guida e può raggiungere cirre assai elevate, centi spedizioni al K2 (1954) cd al Gasher-
tenendo altresì conto del valore d'affezione brum IV (1958), in cui il C.A.l. ebbe asce-
di una prima gliere indifferentemente alpinisti dilettan-
Indipenden temente dalle tariffe è fre- ti e gu ide, contro loro preventivo impegno
quente la conclusione di speciali contratti a collaborare disinteressatamente per la
buona riuscita della spedizione, contribt:en-
(21) Nel 1934, sul ghiacciaio dcl Dòme (via nor-
<lo in particolare a\le riprese fotografiche
ruale al Monte Bianco e.la Counnayeur) un alpinista. e cinematografiche, poi sfruttale dall'ente
ehe 1)r(>ccdeva in oorc.lataoon mm guid.i, cadde in un promotore per far front e alle notevoli spese
1mntodc\icato;periloontracoolposubìtonell'arrestar- di organ izzazione, equ ipaggiamento, vetto-
lle la cadut.i, la 11uida si spe1.zò un,i gamba riuscendo
però a trattenerlo. Non mi risulta ehe tale alpinisb vagliamento e simili .
abbia voluto esprimere alla ii:utda la propria rioono-
sccnu in moc.lo tangibile: ooruunque egli non era in Avvenne pe rò, dopo la spedizione al
oolpa e quindi non era tenuto, giuridicamente, a l
ri!lardmento del di.rmo K2 ed il relativo fìlm, che una delle due gui-

500
de partecipanti al vittorioso attacco fin ale, di gloria e di fama, pas.$1'one .rportiw, .tele di M/JCre,
$pirito d'avventur11, iver11n:.e di Indire/li bcrl8fid) che
Achille Compagnoni, citasse il C.A.I. con inducevano o/plnl.rti e rclcn;::lat/ lld 11mbire ardente-
atto 12 settembre 1955 per ottenere, nei mcme di porlecipare 11//n 1pec/i~io116, per ottenere d11
confronti dello stesso C.A.J. e della S. a r.I erri la rinuncia ad ogni con1pen.10 e ad ogni dirillo,
ri11 w ocia che del re.sto era ln.Jil<I nella 1111turo lleua
MCinematografì ca K 2": <lei/a glorlOM impre.M e degli altmtml jìuf COfl uso
~guill
•cho fesse dichiarai:\ l'estraneità piena e completa
L'impresa, COfl tutti lrool rlsu//all ttd lrool 11lifl,
di entrambi • per quanto riguarda ogni diritto di
nonché i relativi ri.K:lri, rutooo dcl e.A.I . che per
sfrntt."lmcnto economico dcl film •cli italiani al K 2"
meu.o delL1 sua Commls.•ione Esccuti\"ll l'aveva org.1-
cd ogni altra risorsa derivata o che potesse derivare
niuata, o non delle persone che ad essa s'erano ri·
dall'utili:u.ai:ione d! tale film ; che fesse dichiarata
volte per ottenere \'ambito onoro di poter all'impresa
illegittima l'acquisizione di tutti gli utili dcl film
stessa partecipare
stesso. dichiarando che cs~ì spcnav:ino pro quota al-
• llrapportogiuridicointereonootm l'entecheorg.1·
nstante e dctenniMndo tale quota; che fossero con-
ni1.7.Ò la spcd.i?.ione o i partecipanti ad essa che sou~
dannai! i due convenuti al rendimento dci conti per
scris.sero tale p.1tto ru quindi un rnpporlo di presta·
Li dctcn1jonc dcl lllm e ogni specula1.ione commer-
?.ioni d'opera gratui te, con rinuncia ad ogni utile ed
ciale su esso; che e1>trambi i convenuti fossero con-
nognirisultatodell'i n1pres:i.
1fannatl. in solido e per q1mnto cinscuno aveva fatto,
Prcst.17joni d'opera da effettuarsi sempre spania·
a dcvoh·crc all'istante <1uclla maggiore o minore som-
ma che l'istruttoria avrebbe determinato, con riserva neamcntc, non avc1>do iSOlt0$Crittoridcl patto assun to
di ogni ahro compenro su ulteriori uti li della spedi- alcun obbligo giuridico al riguardo, da to che al p.na·
grafo 2), col quale si stabiliv:i che • ogni membro
zione, danni evc1>\ua li e<I altre ragion!, facoltà e
delb spcd.i1joncdovev:icon.eorrerccon la propria ope-
diritti.
ranella misur.1 piì1 Lup al suce<lliso della spcd. izione
si.1 nel campo alpinistico che nel campo scientifico•,
!I.fa il tribunale di Milano (Pres. e Hed. deve essere attribuito unicameute •iilore di impegno
Usai) respinse la domanda della guida Com- <l'onorc(più che sufficiente nella specie); non essendo
pagnoni con sentenza 26 giugno 1958 (pri- possibile, data la stessa natum delle prestarioni che
ncform:iv:inooggctto,ritl"ll<'recheesistessc unvero
ma appellata, ma poi accettata), di cui inte- diritto a pretenderle ed un obl>ligoa compierle avente
ressano in modo pari icolare i seguenti in- valore giuridico e 11uindi coercibile. anche, se solo
cisivi passi: indirettamente
Inesistenza dunque di obblig:o d.1ll'una parte di
• ... La genesi di tale "patto di disciplina" non è prestare le apero come dall';iltra di rice\'Cre tali pre-
con testata né contestabile. E: infatti nmione di fatto s tazioni, ed impe"itno. solo da 1>artc di eh! esse spon·
che rientra ncllt comune esperien1.a (art. 115 c.p.c.), tancamcnteoffri•-a di compiere, di non richiedere per
e che la difesa del C.A.I. ha auchc documentato, che le stesse compenso o merc«le alcuna., nll di \"anta.re
i p.1rtcdp:1nt i a spcdi1.ioni alpinistiche o consimili diritto sul risultato delle prestarioni che, con consenso
Imprese a•'Cnti 6Mlità eiualmen te nobili, si impe- dell'altra. parte, •·olendo, avrebbe eseguito
gnino a prestare gmtuil:lmentc la loro opero per la Siamo quindi di fronte ad un'atta a titolo g:r.•·
riuscita dell'impresa. a non pretendere ak:una inden- tuito che però, corno il mandato grntuito, non costi·
uità o risarcimento per il tempo perduto. il mancato tuisce dona?.ione perché non determina né un arric-
guadagno, e q1ml•L1si altro danno subito per effetto chimen to. né un corrispondente impo•·erimc1>to del
delb loro p.1rtccipazionc all'impresa, nonché a non i:o.1trimonio delle p..uti. Insegna infatti li Supremo Col·
vanmrc alcun diritto su tutli i risultati di qualunque legio (scnt. 5 maggio 1956 n. 1427, in Ciu,t. Civ.
nntumchepolr.rnnocsscroconseguiti odcri\<arcdal· 1956, l,1247)chc:
l'impresa stessa • La pr~ta1.ione di opero odi servii,:i senza quel
Tale impegno suo!e essere assunto o median te corrispcttivoche,scsussistcssc,dnrcbbevitaadun
rottoscrizione di un apposito atto scritto. o mediante contrattodiopcraodilavoro,nonintegrn\'ipotesi
solenncgluramentoprestatodaip.1rtccipauti,odanchc della donar.ione, in quanto \'at tività. così $plcg."lta, o;ia
in entrambi i modi. Nel caso in cs.1me i! prof. Desio, pure senza corrispettivo. non implica né (jUCllo arric-
capo della spedir.ione al K 2, fec(I sottoscrivere ai chimento del patrimouio di chl ne usufruisce, né il
partoclpanti,alL1vigiliadcllapartenza.u1>attoscritto, correlativo impaverimcnto del txitrimonio di chi b
quello eho lo steuo attore ha denominato "patto di prest.1, che è invece clemen!O euenzlale dell'esistenza
di$;:iplina".. della donAzione•
• IA Commi.1$1Qfle e.recuflva del e.A.I. ed il $uO ~ b ai fini dc!L1 decisione delL1 Cli.usa, poiché lo
Preml1mte, n<mché capo della Spedi1jone, prof. Desio, attore no11 richiede la remunerazione delle prestujoni
come d'altronde tu tti ili enti cd i capi che organiv:a- eseguite, è sufficiente avCTe ~cccrl:\to che egli parte-
rono si mili spcdirionl, n wl!oro ilei motitli (daiderio cipò alh spcd.irio11e quale prestatore d'opera, sia pure

501
dicccc1Jonalecontcnuto. lnfat1ita leeccezlonalecon- prl'$& cinemalogmlka gimta in vetta al K 2
tcnuto rlOfl può cerio mutare la natura giuridica dcl Che il Compaa:nonl non abbi3 partecipalo alla
rapporto, che rimane un rapporto di prestazione d'opc- spcdi1Jone al K 2 in vl'Stc di associato, ma solo in
rn, d.ito che il Con11xi.a11oni, anche qu.indo insie1ne a (1ualitàdiprestatored'opera,èa:iàstatoampt1mcnle.
Lino L.ieedclli eseiiul la JC(llata della vetta dcl K 2, d:n>OStrato. Ma quale prcs1at0Te d'opera che esegue
rw:m a11l per proprio conto.ma quale prestatore d'opera l'incar!ro affidatogli e111i non pu6 certo pretendere
di chlave•'l\ or11aninato la spedizione; ed anche quan- che sia considernto s110 il fmtto deHe prcsta1Joni da
do, sem1mi insieme al Lacedelli, COll la mae<:hina lui espletate, e quindi non pu6 neppure agire ai
cinem;•togrnlìca che a loro era stata affidala n tale sensi dell'art. 940 e.e., quale spccifieatore ddb pcl·
scopo da eh! aveva oraanJ:uato la spedizione, eseguì licolaconsegnatagliroo la relalim macchina cinema·
su tale vcttl delle riprese cincm.itogmfìche, ngì se1n- tografieaappuntoperchéCSCirllissetalespccilìcazionc.
llre (juale prestalore d'opera di chi aveva organi:ualo La pretesa, poi, d'essere consi<lernto CO(lulore del
laipcdi1.ione. fìhn • 1talia K 2" perché girò sulb vetta dcl K2 a\..
Egli cm libero, come abbiamo visto, di salire sino cune riprese cinemMografìch(l, che forono utili1.zate
alla veun o di tornare indietro prima, libero di esc- nel detto film, è troppo pa!cscmcnte infondata se si
g11irc o no le riprese cincmatogmlkhe, cbe costarono tieneprescnlechclalcHe(a rt.441eggesul diritto
un cosi arave sacrificio. Ma se saliva, ma se girava d'aulorc 22 aprile 1941, n. 633) considt·rn co.1utori
\criprcsccinema1011ro6chc, rlOfl potc11:1 forlocheq uale dell'operacinem.1tografìcasolol'autoredc\soggctto,
prestatore d'opero di c hi a"evn organi:uatola spedizio- l'autore delb sceneggiatura, l'aulorc delb musica ed
ne e, come tale, lo a"eva, fornendogli t11lti i m~'?.:ti n~ il direttore arHstico.
cessar!, accettalo qualecomponcnle Li spedizioncs tcs- Invero il Compagnoni si limitò a girare, rou1e
sa e p~ho per la scalMa lìnale. megliopotè,datochce11:1!ernpri"odispccificaron..
La gloria di JC(liatorce<lloperntorccinematogrn· pctcnM. tielle riprcsc cinematoiirafichc pri"e di ogni
6co sarebbe stata, come è, t11tta sua, perché fo egli a coordina1Jot>e sulb \'Cita dd K 2 e 11uindi eseguì il
scalue J'cccels:i vetb ed a airnre la pellicola. Non L\\'OTO di un comune opcra lorc, e tlOn per proprio
cosi L~ i:loria dcllariuseitadell'ìmpresaedancOTmeno conto, m.1 come prestatore d'opera nell'esecuzione
i risultati della stessa, perché l'imprl$l fu opera di dcll'incaricoaffid..1togli
chi 1a ora:anizzò e diede modo al Comp.ignoni di rag· Non si vuole con ciò smiuuire la gronde imprcs.1
giungere b ,·eu:~ e di a:ira re b pellicola ed anche di alpinistica da !ui compiut.'l, né l'atto eroico posto
coprirsidig!oria in c~serc quando si !olle i guantoni per potCT ese-
• ... 11 Compaa:noul e Il LacOOcllì, quando rientra- guire dette riprese einematogmfiche, ma solo chia-
rono dopo b loro gloriosa impresa, si affrettarono a rire che le imprese alpinistiche e a:li atti eroici non
riconsegn.1re la ma«hitlll cineinatogralka, contenente possorio trasform:irc in aulorc del soggeuo, o delb
Li 1..::llicob 1,ofrarn., come rose non loro, ma della iln· sceneggiatura, o della musica, o in dir~ttorc arti·
pre5a, e tnle sempreconsidernTMlodettfl pcllirob, sen- stiro, colui che, privo persino di una spcci6ca com-
1.a nva111,11re su essa b benché minima pretesa, Il La· 1>eten1.a al riguardo. si è limitato ad eseguire delle
cçddli scmpr(l ed il Com1i.1~noni sino alh citaziom.• riprese cinematogr:1Rchc di un IX1naggio
introdutti va dcl presente a:iudiT.io. Eppure anche il Quindi egli, a\·endo solo eseguito prcsta1joni di
.wcondoernaperfettaconoscen:mchetalcpcllicola opcrolore cincrn.itografleo pt'T \'ent e che organizW
doveva essere ed era poi ..1ab utili1.zaln, insieme a b spedizione, 1ion 1~, la legittim:i1jone che pretende
lutt o l'altro malerialc cincm..11oarafìco girato duran1e d'avere quando assume d'essere ~'O:lu torc dcl 6.lm
b spedizione, per la realiz:m1,loncdel lìlm "ltaK1 K2", • 1talia K2"
nv~"TMlo, ITfl l'altro, preso parte ad una »C(! na girala ~la anche se l'avcsre "'~ila, non gli spcUercbbc
a :\lilano per conio della società Cinematografica K 2, egualmentcqua.leroautorc.comerisulta dal disposto
rionchéallc v:iric prcscnta1Joni ufficiali di detto film. dell'art. 46 della citata le1111:csul dirlttod'aulorc
~lnuna. vohn a~tn.toche l'attore girò le ri- cd è IX1cifìco in dottrina ed in giurùpmdcnu, alcun
prese cincm:i1011:rafìche sulla \'Cita del K2 quale pro;,. diritto su ll'uliliua:donc ceonomi<;.11 d cl lìlm. mentre
statore d'opera dell'ente che organivli la spedizione, egli con b presente azione fa valere solo tali s11oi
ne consegue che ea:li non è legittimato n fare valero pretesi diritti, senza richiedere pagamento di con..
1>C<sunn delle domande da lui proposte;,, q11anto penso. Ed anche a voler considcmre k riprese cine-
egli non" titolare di alcuno dci ropporti giu ridici matografiche come un insieme di fotografie, l'attore
sostan1iali dedotti in giudizio. non s:lTchbe legittimato a pretendere, quale fotogrn·
Infatti non può cucre ritenuto auociolo dclb fo,aiscnsidell'art.88dellacitatalcgge22.aprilc
11rcle<ia associ.izione <li fotto che assume essersi co- 1941, n. 633, il diritto eselusi•·o di riproo:\111jo11c,
~tituita '"' i p.irtceipanti alla spedizione al K 2, né diffusione e spaccio di tali fotoitr.•6e. perché le
&/>CcifÌt;al~e. ai sensi dell'art. 940 e.e., di materia avrebbe pur sempre e.ci,: uite, come abbiamo vislo,
(pcllicob girata) non su.i, né coautore dcl 61m "Ita- quale prC>latore d 'opero e quindi dovrebl>e appli-
lia K2", né ti1olare, q uale fotoa:rnfo, del diritto carsi il disposto dcl secondo comma dell'invocato
esclusivo di riproduzione, diffusione e sp.1cdo delle ~rt. 88, il quale st:.hili..:e: .Tuuavin se l'opera è
fotQlra6e costituenti I sina:oli fotogmmmi della ri- stata ottenuta nel corso e nell'adempimento di un

50'2
contratto, il diritto esclusivo compete al datore di guida o portatore accorrere in soccorso di alpinisti
Lworo•. in pericolo, purchll ciò avvenia senu compromettere
Qu:i.le prest:ltore d'opera il Comp.1gnoni era le- la sieure>".l'.a <lelb propria cordata " lcnnini dcl
gittimato a far valere un unico diritto. quello ad precedente art. 9. Alb 1CUida o portatore, che par-

~~~n~~ ~::~~~~ee;ft~: ~\~~1~::~:;~~i~~1~:;


tecipi ad una spcdizlono di soccorso, è dm.,1ta dal-

Quindi non devono, per detto motivo. neanche


:;~!f~"~:i~~ ::~ 11.aiu~:~oi :;:i i~d~~!~~àen~~t::~~
nata in raa:iono dello tariffe profossiormli e JiquidMro,
11reodersi in es.ime le istanw dirette ad iuvalidare in caso di dl.i!l()C()rdo, dal Comita to Regionale com-
le rinuncie ad Oifli compensoconten111 e nel p.1tto di petente•.
disciplina, come sarebbe invece noccssario se si d~
\ 'esse giudicare sulfesistenza dcl diritto dell'attore Tale obbligo è richiamato dal seguente
al pagamento di tale retribuzjonc ..
art. 10 dello Statuto del Corpo di Soccorso
• P.Q.M. reietta ogni contraria istan7.a, t>cceZione
e det.h17.ione, respin&c tulle le domande proposte alpino dcl C.A. I.
dall'attore Achille Compa&noni e lo condanna a
rimborsare ai convenuti Club Alpino Italiano e so- • Le &uide e i portatori del C.A.I. ehe già a
nonna dcl loro rciioLimento portano la loro opera <li
~~e-~à~ dcf°;~~:~~··· limitata Cinematograffca K 2 SOC«Jrso in montaa:na. fanno JXtrlc obbligatoriament(l
dcl Corpo di Soceorw Alpino•
Cosi deciso in Milino, in c.1mcrn di Consiglio. il
26 giugno 1958 •.
Nel 1950, allo scopo di coordinare le
La chiara sentenza del tribunale di Mi- varie in iziative Sezional i (con particolare
lano mi sembra richiedere questa sola no- riguardo a quelle zone in cui, mancando
ta, alpinistica: i circa quaranta milioni di società o gruppi locali di guide e portatori,
residui attivi della sped izione al K2 (ivi era pili sentita la necessità di organizzare
compresi i circa venti milioni introitat i dal gruppi di alpinisti che volon tariamente pre-
C.A. I. per il film e Italia K2 •)sono serviti stassero opera di soccorso) il C.A.I. istituì
al C.A.I. per finanziare, mantenendo i so- una apposita Commissione per il soccorso
lenni impegni del 1954, la spedizione 1958 in montagna, reso necessario dall'impressio-
conclusasi con la folgorante conquista del nante aumento delle sciagure alpiniStiche.
Casherbrum IV Nello stesso anno 1950, mentre le Se-
zioni di Biella e Bressanone già possedeva-
no una propria organizzazione cli soccorso,
la S.A.T. pose allo studio un progetto per
- SPEDIZIONI DI SOCCORSO l'organ izzazione di un vero e proprio corpo
di soccorso alpino nella provincia di Trento,
E C.S.A progetto che vcnh•a integralmente realiz-
zato nel 1952. Nella riunione dcl 18 gennaio
La consuetudine della gente di monta- 1953 la Commissione Centrale per il Soc-
gna vuole che in caso di infortunio alpi- corso alpino, preso atto di quanto la S.A.T.
nistico le guide della zona debbano parte- aveva organizzato nel Trentino e di quanto
cipare alla relativa e Spedizione di Soccor- era stato fatto dalla Sezione di Biella dcl
so•. L'art. 21 del vigente regolamento dcl C.A.T., prese in esame la possibilità e !'op·
Conson:[o Guide dispone al riguardo: portunità di costituire in I talia un unico
•In caso di infortunio, le guide e i portatori i;ono
corpo di soccorso alpino dcl C.A.l Elabo-
te1.,iti n prestare [a loro opem Or&<11.ixzando di ini· rava così una bou..'l dello Statuto, che veni-
VMiva. o p.utecipando alle spedi;i:ioni di :IOCC'Orso va poi approvato dal Consiglio Centrale del
organi7.l'.3to localrncute. lneasodi infortunio dcl cnpo- C.A.I. il 19 luglio 1953. Successivamente, il
gultla in una cordata, dove vi fosscro altre guide o
pOrlatori, ca;li veni -'.iluito dalla auida o dal por- 12 dicembre 195-1, lo stesso Consiglio Cen-
tatore più an;ciano di età t altresì dovere della trale provvedeva a nominare la Direzione
del Corpo di Soccorso alpino, che veniva a tczza di quella equa retribuzione, che un
sostituire la preced ente Commissione. tempo veniva troppo spesso a mancare, re·
Dopo di allora, il Corpo di Soccorso al- stano però valide, ai fini della rivalsa, le
pino ha provveduto a rendere sempre più considerazioni che svolgevo nel e ~ f anua l c
efficiente quella sna organizzazione, per la della Montagna .,; del C.A. I. {Ed. Ulpiano
quale non ho che da rinviare alla specifica - Homa - 1940) su ll'obbligo del pagamen-
trattazione dcl collega Toniolo (v. pag. 551). to di una retribuzione alle guide impegna-
te in una spedizione di soccorso:
Con l'istituzione del Corpo di Soccor- ·Le guide sono ecee7.ionalmenle tenute, per con-
so alpino le guide e portatori hanno fina l- suetudine e per obb\111:0 disciplinare \'er50 il Consor-
mente visto risolvere lo scottante problema zio d.1 eui <lipendono, ad arrischiare li propria vita
per portare aiuto ad alpinisti pericobnli o per recu-
del pagamento della retribuzione loro do- perare una salma: ma sono profcuionisli e quindi
vuta nel caso di spedizione di soccorso. hanno diril10 a vedere retribt•ire le loro prcsta1joni,
A questa retribuzione provvede ora il non solo q uando abbiano avuto 1Li parte di un lcr?.o
espresso inl.'arieo di formare la spcdi1Jone di soc.
Corpo di Soccorso alpino, da cui le guide corso (14), ma anche quando spontaneamcutc pre-
vengono incarica te {sa lvi i cas i di interven- stino Li loro opera, avu ta notizia di un infortu•
ti d\1 rgenza, compiuti di iniziati va) e diret- nio• (ZS),
L'obbligo al p.1gamento incombe sin sulrnl11inis!a
tamente retribui te in ragione della loro ta- salvato, che. ncll'i()Otesi di infortunio mor1ale. sugli
riffa professiona le, maggiorata norm almen- eredi, i quali <ano tenuti non tanto iure /1mm::1/italis,
te dcl 20% (per i maggiori risch i e fa tiche COl>sidcmndo eioè l'obbligo dcl ricupero come ril'1r
trantc fra le SJ>('SC di .sepoltura comprese nl.'i debiti
di una spedizione di soccorso nei confro11- ereditari, quanto f11ro proprio, D\'l'ndo enl eredi
ti di una normale ascensione): il Corpo d i interesse diretto ed immediato al ricupero delb sal-
ma, in manean1.a ddb (Juale non sard>he loro pos.
Soccorso alpino provvede poi all'azione di sibilechecere:>.re dlolteoere - e nonSl.'mprceon
rivalsa verso i diretti obbligat i, infortunati esitofa,mevoic-!'attospeci..,ledi morte preveduto
o loro crçdi. dall'art. 391 e.e. (i') eon inevitabili 11:ra"i consc-
guenze, p11tri1noniali e non. a loro c:irico, talché 0011
Se le gu ide hanno ora acqu isito la ccr- ()Otrebberodiscon°'5Cerechel'alfareslast.1tou1ililcr

(l")\'is.1ràintaleaso11:estionediaffarifmil m.atériels proeurés ou rl'1Klus à autmi. L:i distinetion


term - ora Corpo di $ooeol'$0 Alpino - e l'infOT- qu'on fait en droit niodl'rnc l'lllre le mand.it et le
tunato. od I suol eredi, e \ocazion.c d'opera fra il louagc d'ouvrnge. de\'rail se rctrou\'l.'r quand celui
tcn.o e le guide. qui a agii pour autmi l'a foit sans in\'italion ni
(15) In questa seconda ipote<I il rapporto sors:e entente PTéabble. d'après le n.1h1re cle ses operatlons
dirl.'tlamentc tm l'infortunato o gli CTedi. e le guide ou dc ses trnmu~. Ce!l<'nd.111t on ne !e fait p:is. Ainsi
Queste non 4\Tebbero allora diritto ad alcun compen- b juriopn1dence considèrc eornme une gestion d'af·
so, non ammcltendosi nella 11:eslìonc di affari tmdi- faircs le fait d'a\'oir, p.1r un acle malériel, proeuré
1Jonale diri1to ad onorario, ma solo alle spese $0StC- un enriehi.sscment li :mtmi. Ainsi eneore on donne
nutc, on<le la rem unerazione per l'opera di SOCCOl'$0, \'action "egotiorim1 ges/ol"lim à celul qui s'cst fait
che nel c:ioo pr~cdente ra1)presenta (X'r il ter?.o blcsscr en essayanl d'arrèlcr u n eheval emporté. Et
- ii:cstore- una spes.i neccs5llria ed u!ilec<lc"e cepen<lant, si dcs pareils actes p0uvaicnt faire l'o\J.
quindi e~sere rimbors.~tll, non dovrebbe pii1 \'enire jetd'uneconvcntionpréalab!e, ilseonstituemien tdcs
prestata in mancanza <li titolo giustilk:iHvo. L.i diffi· cntrcprisesoudcsloun11:l.'sdcSl.'rvicesetnondcs
eoltà il però n1pembile ammettendo che pOSSa sus- ma ndats. Lo dislii>etìon a une importancc thOOrique:
sistere, oltre olla cL1ssiea 11:estione di affari, un,1 for- en prati<1uc elle ne s'impose pas paree qu'on se bor-
ma .roeondarla di essa, lms.i ta sul presupposto <li ne à proclamer la principe d'un e indcnnité on d'un
servi7j eoinpiu li in favore di determin.1ta per$0na e s.ibirc arbitré par le juge. et c'cst pcut ~Ire la toni
da questa ricompensabili: V. Planiol, T r. dc droit ~-e qu'on veut dire l'I> p.ulan t de 11:estion d'affalrcs:
clvil, VI ed., 11, pa11:. 711, n. 2274: • En rC\':lnche, e'cst un rappel <lu principe d'éqnité <1ui veut que
il parai! indispcns:iblc dc sép:irer dc b gestion d'af- toute pcine méTite sa L1ire•,
falrC5 proprcmcnl dite le!! eas oì1 il ne s'agit plus <-l Ora sostituito tL1tl'art. 145 Il. O. 9 luglio 1939,
d'aclC5 jurldic1ut'!!, mais de scrvices ou d'avantages 1238, sull'ordinamento dello stato civile

504
coe11wm anche nel loro diretti ri;uardi. L'afl'l'TJlla- bcnechclairuidasifocciadarevolta!)CrVOltal'in·
i.ione è però discutibile e quhKli, aum1cttcndo che carico, contcmpOnrncamcnte all'autori7»7.ione che
t'ol>l>ligowr&c j1<re lweretfilolise l'crçdità non ,·cm;a de\'C richiçdere per b rimo·1Jone dcl e:ubvere.
accettata, da ehi dovrà essere versato il compenso Il comune patrii p0i D sua "olla rimlcrsi sulb
dovuto?J..ac1uestioncèstataa;il:ltacdiscu<S:1in sostanza O\·ersoifamiliaridcldcfunto, inconfor·
vario senso; pgrticobrmente forl<.late sembrano le mità a\b lc;1:e; ll13 do"rà subito retribuire la guida
consider.i.7JOni dell'alpiubta dr. Cesare Dcv;ara (V), Qucst.'l soluzione è d'augurarsi ven11:a accolta anche
che riten;o di dover qui riportare integralmente nell'auspicato regolamento \Cjl'.isbth'O sul profcs:sioni·
·C'èchisostienc(e<1ualchcscnl('fl:tahadcoi,,o smo alpino•
intalscnso)chclc,pescfunerarie-fr.i.lcquali
..,. compreso auche il compenso alla ;ulda per il Obbligo del comune, dunque, cli prov-
recupero dclli salum - \'lld.1110 a carico di chi è vedere sollecitamen te al pagamento del
tcnutopcrleg;eailiali~ti,appoggiandos.i,ohrc­
cM ad argomenti trntti per analolì:ia dcl con1enuto compenso alle guide impegnate nell'opera
giuridico dell'obhli;o alimentare, anche ad ahri arg°' di soccorso, salvo il diritto di rivalersì sugli
menti dl"Sun ti <bi principii ge11c,..~li del diritto e obbligati in via principale. Obbligo espres-
della e<:1ui1à. Ma tm'altra autorevole opinione ncg.1
che l'obbligo aiiH alimenti possa essere così esteso cd samente sancito dall'art. 91, lei!. C n. 11
all'erma che essi ce.<s.'lno in o;ni ca<a colb morte di T.U. Legge com unale e provinciale pubbl.
chi vi avrebbe diritto, nggiuugcndo che l'obbli;o al con H.D. :l mano 1004, n. :lS.3, giacché la
scppclli111cn1odcip0,·cri>J){:1!aalcrnnunc
Certe lcgisJa7Joni hanno risolto b di.<putn prc- espress ione generica ivi adottata: e traspor-
~crivcndo che, $C il palì:-Ulll'nto delle SJ)CSll frn1ehri to dei cadaveri al cimitero> non può esse-
non si può rbcuoterc da!l'erctle, l'obbligo di soste- re arbitrariamente ristretta ad un trasporto
nerle spetta a colui che era t<'nnto agli alimenti. M11,
in aUcsa di una dbposi~.ionc di ll'lll:e che accolga di breve durata, ma deve necessariamen te
<1ucsta soluzione indubhiam<'ntc ;imtiflcata, dovrà comprendere il trasporlo da un qualunque
laguida.chchaprcstatolasuaopcra.odovràil punto del territorio dcl comune, anche dal
Conson:io, impegnato ml appaggiarc il socio, ingoi·
farsi in m>.1 luniia. incerta (' poco cdific:rntc cauo:i pili lontano e malagevole.
ealfannarsiaricorrereaquei par<'ntidell'infortu- Hagion i di equità e l'applicazione dcl
"'1to che fos.rero sordi alb \'OCC dcl s:ingue? principio uhi commodmn, ibi et incommo-
llt rasportodcllas:i!madalhi0jodcldeccssoal
cimitero. o alla camera mortuaria, de\'el'5$ttC~ <lum impongono inoltre un simile obbligo ai
guito a cum dcl comune nel cui territorio av"cnne comuni alpini, in quanto, se il recupero del-
il decesso, sal"o il clirino del medesimo a ri,·olgcrsi, la salma di un alpinista può talvolta impor-
se dcl caso, :a chi d i ra;ionc per il rimborso delle
5pcsc.$cun:1 ~nadcccdt>dnmntc1m'nsccMionc tare notevoli spese, non bisogna dimentica-
il comune è tenuto a ricuperare L1 salma, e, a meno re che gli infortuni di montagna si verifì ea-
cheoonvoglias<'rviriddialtre1JCTSOne,vim.1n<lcrà no nell'ambito dell'attività alpinistica da cui
delle 11uitlc o dci portatori. Quelle o (!"<'~ti eseguono
mm prestai.ione a fo\'Otc dd conurnc, prestai.Ione i comuni stessi traggono notevoli fonti di
che ha camttcrc m•aloilo 11 quclln 11rofe:ssiomle e guadagno attraverso l'industria alberghiera
clmvarotribuita!'('C<)ndoicritcriclctarifl'ereg°' e le ' 'arie imposte e tasse di soggiorno, ccc.:
bnti L1 professione. ll comune, a cui fa,·ore è 5\'0lta,
dC\'Crctribuirla onde, ad esempio, il com une di Chamonix
Ma, per evi tare che sorgano contestazioni, sarà ha istituito uno speciale fondo annuale per
far fronte alle spese derivanti dagli inci-
denti alpinistici. cletracndolo dagli introiti
(l'l) I.o 11rou/.,clo di Bo/umo, !7 ag0><to 1934 della propria azienda di cura e soggiorno.

RENATO C l lABOD

505
IL CLUB ALPINO ACCADEMICO ITALIANO

Allo scopo di rendersi edotti dei motivi


che hanno portato alla costituzione del
Club Alpino Accadem ico ltnlitmo (C.A.A.1.)
che si proponeva di propagandare e svilup-
pare l'alpinismo senza gu ide, è bene ripor-
tare senz'altro quanto ebbe a scrivere Et-
tore Canzio, fondatore e primo Presidente
deffAccademico, nella relazione all'Assem-
hlca dei Soci, riportata nell'Annuario del-
1' Accademico dcl HT22-23: e Non (u una
ribellione ' dell'alpinista al montanaro: fu
un lento scivolar fuori di tutela: conviene
dire subito che nessun tutore fu mai così
garbato, servizievole, accomodante come
lo fu in generale la Guida: sentì la pas-
sione che animava il suo giovane compa-
gno e, mentre se ne faceva il ;\faestro, sep-
pe tenersi in una prudente penombra,
quanto era necessario per non disturbare
nell'allievo quelb impressione di intimo
compiacimen to per la vittoria che costi-
tuiva il pili valido incitamento alla novella
energia che spingeva l'uomo alla montagna
Per <1uesta opera magn ifica e qualche vol-
ta oscuramente eroica che la Guida ha
compiuto dai primi tempi dell'al pinismo il nostro commosso sa luto ~ .
fino a<l oggi, vada a<l essa da queste pa- li 1° maggio dcl 1855 unu w mitiva di
gine in cu i si ricorda e si spiega il com- alpinisti inglesi con guide, lasciava Zcr-
miato che noi ne prendemmo, l'espressione matt diretta alla Punta Dufour: raggiunto
della nostra riconoscente amm irazione cd il ghiacciaio il gruppo delle guide si stac-

506
cava dalla com itiva per andare alla ricerca gliendo di volta in volta i compagni cli
di un nuovo passaggio: gli alpinisti rima- cordata fra i soci del C.A. I. Martelli, Ba-
sti soli proseguivano sotto la direzione del retti, Montalto, Vallino, Cone\la, Barale
Capo comitiva, il rev. Hudson caduto poi furono i primi compagni, seguiti poi da
nella prima ascensione dcl Cervi no, e se- Corrà, Rey, Santi, Canzio, Vigna, ~ l on­
guendo la \•ia nom1ale raggiungevano la dini: erano quesli gli elementi che negli
vetta : è questo il primo esempio che si anni a cavallo del secolo erano riusciti,
ricordi di una cordata che porti a buon fine colla loro fattiva attività a tenere allo il
una ascensione di una certa importanza sen- nome dell'alpinismo italiano.
za la scorta di guide o uomini del mestiere: Nel 1900 ad opera dell'ing. Adolfo Kind,
e pur senza alcun calcolo preventivo, si uno svizzero stabilito a Torino, cominciava
può ritenere abbia dato origine all'alpini- a diffondersi, specialmen te nell'ambiente
smo senza guide. giovanile che frequentava la montagna nel
Era questo un nuovo indirizzo dell'al- periodo estivo, fu so degli sci, utilizzati uni-
pinismo e trovò subito il terreno fa vorevole camente per faci litare le ascensioni nel pc-
al suo sviluppo: troppo profonda era la rioclo invernale: e fu specialmente in tale
soddisfazione di conquistare la montagna ambiente che si sviluppò la pass ione per
facendo assegnamento soltanto sui propri il grande al p:nismo: ma poiché per que-
mezzi: troppo divario era tra il salire una sto era necessaria una ott ima e completa
montagna seguendo una guida che \"aveva preparazione fìsica e specialmen te morale,
forse percorsa infìnite volte cd il raggiun- seguendo quanto in proposito si stava fa-
gerla in vece dopo averla studiata, aver tro- cendo all'estero, sorse in quel gruppo di
vato la strada da seguire, averne saputo appassionali montagn in i \'idea d i dar vita
superare le eventuali clifficolt:\ : essere in- ad una scuola di alpin ismo per potersi af-
somma gli ideatori e non gli esecutori ma- fì atare, conoscersi ed avere la possibilit à
teriali in quella grandiosa sinfonia che la di formare cordate omogenee, ben prepa-
natura alpina concede ai suoi fedeli rate e capaci cli contrastare la invadente
Conscb'l.tcntcmen le il nuovo indirizzo fu attività degli stranieri, che cercavano d i
seguito dagli alpinisti militanti che anda- imporre la loro priorità sulle Alpi.
vano crescendo cli numero sia in I talia che Sorse così a Torino il Club Alpino Ac-
all'estero. Cli inglesi furono tra i primi e cademico It aliano in seno al C.A. I. e venne
fra essi ''anno ricordati Pilkington, Card- fondato il 5 apri le 100-I da un gruppo di
ner, ~ lum mery, presto segu iti dagli Austria- 16 alpinisti che in quel momento rappre-
ci Zsigmondy, Purscheller, dal tedesco sentavano per la loro attivi tà nel campo
\Vinkler e dallo svizzero Wei lemann. In dell'alpinismo senza guide, gli clementi mi·
Italia poco si era fatto lìno allora in que· gliori in Italia; erano essi: Allegra Ettore,
sto campo: nel 1866 l'Abate Correi aveva Bozano Lorenzo, Canzio Ettore, frat elli
sal ito senza guide la Punta Carin e la Tor- Cugliermina, Mondini Felice, Questa Emi-
re di Lavina; nel 1880 Baralo, pure senza lio, Valbusa Ubaldo, Kind Adolfo, Hess
guide la Rocca d'Ambin, il Ciusalct e la Adolfo, Weber Alberto, Ccradini, Dictz,
Rocca Bernauda; nel 1878 In Cordata Vac- Ellensohn, Martin)', von Hadio Hadis.
caronc, Brioschi, Costa e Nigra aveva salito Insieme con altri elementi che avevano
sen;r.a guide il M. Bianco; Cesare Fiorio e aderito all'idea, il 18 dicembre 100.1 si riu-
Carlo Haiti avevano fatt o le prime esperien- nivano in assemblea, cd approvato lo Sta-
ze senza guide sulle Alpi Cozie e Gra ie, sce- tuto, nominavano fra i promotori una Di-
rezionc per il 1905 formata da Bozano, ta in quelle sue famose campagne foto-
Canzio, Hess, Kincl. E prese così vita l'Ac- grafiche uniche al mondo, alle quali ancora
cademico col programma cli scuola d'alpi- oggi si ricorre da parte di alpinisti italiani
nismo per preparare gli clementi adatti al- e stran ieri, specialmente inglesi.
l'alpinismo senza guide: questo lo diceva L'affermarsi dell'Accademico suscitò vi-
l'art. l dello Statuto così concepito: vaci opposizioni non soltanto da parte di
• li C.A.A.I. si propone cli colth are e
1 chi, praticando l'alpinismo con guide, lo-
diffondere l'esercizio dell'alpinismo senza gicamente era rimasto fuori dell'ambiente,
gu ide, affiatare i soci fra di loro, unirne ma anche da parte di persone socialmente
l'esperienza le cognizioni ed i oonsigli per di rango elevato: come quando nel 1907
formare la sicura coscienza e l'abilità in- su uno dei più diffusi quotidiani italiani
dispensabili a chi percorre i monti senza apparve un'articolo di un noto professore
l'aiuto di guide•· Nell'Accademico si do- universitario che ascriveva all'andar senza
veva fare soltanto dell'alpinismo e per es- guide la maggior parte addirittura delle
servi ammessi si doveva dimostrare di aver- disgrazie alpinistiche: eppure \'autore ave-
ne già fatto mqlto e di aver quindi una va avuto campo di conoscere un giovane
sufficiente preparazione non solo, ma di alpinista che in compagnia di due fra le
averlo praticato in modo tale da dare sicuro migliori guide allora note, presi dal mal-
affidamento che non lo si era fatto come tempo durante la salita al M. Bianco da
passeggera es ibizione di un tributo pagato Counnayeur, erano spariti e non se ne ebbe
alla moda, ma di un fenno proposito tena- mai più notizia.
cemente radicato di continuare tale atti- Alla prima Direzione rimasta in carica
vità. A tale scopo in un primo tempo si durante il quadrienn io 1904-1907 era suc-
era creata una categoria di soci aggregati, ceduta nel 1908 una nuova Direzione for-
i quali avrebbero dovuto dar prova della mata da: Ettore Canzio, Presidente; Fede-
raggiunt:i preparazione per passare nelle rico Scioldo, Segretario; Adolfo Hess, Cas-
file dei soci effettivi: ma la relativa attua- siere; Angelo Brofferio ed Edoardo Car-
zione si era dimostrala difficile in pratica, rone, Consiglieri
cosiché si preferì sopprimere tale catego- I Soci effetth'i erano 37 e nel 1908 fu
ria. l n quella dei soci onorari venivano pubblicato il I Am111ario in veste piuttosto
nominati Cesare Fiorio e Carlo Ratti, che lussuosa e tale che il Presidente Canzio
erano stati in Italia gli antesignani dello nel presentarlo disse che la ricca veste ed i-
alpinismo senza guide e che non solo ave- toriale era stata adottata perché si voleva
vano esplicato in tale campo una intensa così costituire un'affermazione di vita: che
attività, ma avevano collaborato cultural- certamente tale veste non si sarebbe po-
mente, oltreché con nltmerose relazioni di tuta mantenere per il futuro per non im-
ascensioni pubblicate su lla Rivista del C i:>egnare troppo le scarse e modeste dispo-
A.I., anche con un poderoso articolo sui nibilità dcl bilancio sociale.
• Pericoli dell'alpinismo • apparso nel Bol- In quello stesso Ammario il Presidente
lettino del C.A .J. del 1888: articolo che Canzio confermava nella sua relazione che
per oltre 25 anni costituì il fedele breviario • l'Accademico doveva considerarsi come
di coloro che volevano dedicarsi all'aJpi- una vera scuola d'alpinismo nella quale i
nismo. Sucr:essivamente fu nominato socio giovani dotati delle necessarie qualità fisi-
onorario Vittorio Sella per la sua intensa che e morali oltre che di profonda passione
attività nelle montagne extra-europee svol- e tenace buona volontà, potevano trovare

508
nel contatto con alpinisti completi e matu- suo programma di attività alpin istica so-
ri, In possibilità di affinare la loro prepara- stenuto e diretto dal tenace entusiasmo di
zione in modo perfetto :t : sono queste te- Ettore Canzio che ne tenne la Presidenza
stualmente parole sue. ininterrottamente, salvo nel 1912 ceduta
Come previsto ali' Annuario del 1908 all'i.ng. C. Dumontel perché i poslum i di
segui rono quelli del 1909, 1910 e 1911-12 un infortunio in montagna lo avevano co-
in veste più modesta: erano state abolite stretto a sospendere l'alpinismo attivo: la
le relazioni dettagliate ed illustrate delle riprese nel 1913 e la tenne fino allo scoppio
nuove ascensioni le quali avevano dato al- della guerra del 1915-18.
l'Anriuario del 1908 un tono di pubblicazio- L'attività collettiva dell'Accademico si
ne al pinistica veramente interessante: in svolgeva con un programma annuale di
quelli degli anni successivi ci si era limitati gite sociali regolarmente svolte sotto la
ad elencare le ascensioni dei soci e per quel- direzione di soci provetti alle quali , a scopo
le nuove alla sola relazione tecnica di propaganda, era.no ammessi anche non
' Scorrendo le pagine di quei fascicoli, soci, purcl1é presentati da un socio che ne
divenuti ormai rari, si può rilevare l'i n- assumeva la responsabilità. Fra le mete
tensa attività dei soci dell'Accademico in delle gite sociali di quegli ann i, vanno ri-
quegli anni. Fra i più attivi si può notare cordale: Dents dcs Bouquetins, Lyskmnm ,
negli anni 1908-09 i nomi di E. C. Biressi, Becchi della Tribolazione, Crand Combin,
Aldo Bonacossa, Mario Borelli, A. Brofferio, Crivola, Argentera, Torre d'Ovarda. Molti
C. Dumontcl, i\fario Sant i, Vittorio Sigi- soci prestarono pure la loro collaborazione
smondi caduto poi in montagna nel 1933 alla Sezione di Torino per la costruzione
alla Cima Grande di Lavarc<lo nel tenta- d i un rifugio in Valle Stretta interessan-
tivo di arrestare la scivolata di una sua dosi per la valorizzazione, quale palestra,
figliola : negli anni 1910-11 i nomi di Mario di quelle montagne chiamate e: Dolon-iiti di
e Lorenzo fiorelli e C. Dumontel. L'attivilà Valle Stretta :t . Nell'attività individuale ri-
di quest'ultimo aveva raggiunto una tale fulse quella degli Accademici Canzio, Vi-
intensità cd importanz.'l da procurargli da gna, Fiorio, Mondini che si dedicarono alla
parte della Sezione di Torino lassegna- illustrazione della Valpelline e della Valle
zione di una medaglia d'oro. d i Saint Barthelemy delle quali pubblica-
i\ la l'attività degli Accademici continuò rono interessanti monografie sul Bolletti110
intensa e proficua alla causa dell'alpinismo del C.A.L mentre i fratelli Cugliermina
e negli anni successivi 1911-12 nuovi nomi dopo intensa attività esplicata sul versante
ci si rivelano: Ugo De Amicis, C. B. Cu- italiano del M. Bianco con parecchi prc-
gliermina, Ugo Malvano, Cesare Negri, ventivi bivacchi, aprivano poi, con Canzio
Ugo di Vallepi:ma, Lorenzo Bozano, Henry e Lampugnani, una nuova via all'Aiguil le
~faige, B. Figari questi ultimi tre dcl grup- Verte dal versante Ovesl.
po genovese. Frattanto nel 1909, un gruppo Fratt anto anche in Lombardia si era
di alpinisti veneti capeggiati da Antonio costituito fi n dal 1907 il Gru ppo Lombardo
Berti era venuto ad ingrossare le file del- Alpinisti Sen1..a Guide (G.L.A.S.C.). L'am-
l'Accademico apportando una form idabile biente alpinistico lombardo molto att ivo
attività svolta quasi interamente sulle Do- che contava nomi fra i più noti dell'alpi-
lom iti e montagne del Veneto, oltre che nismo italiano, era stato colpito, nei primi
tm notevole contributo culturale. anni del secolo, da una serie di dolorose
L'Accademico cont inuava a svolgere il sciagure di montagna: Prinelti e Riva alla

509
strada l'idea che per affrontare le grandi
imprese alpin istiche senza gu ide, occorreva
una completa preparazione pratica e spi-
ritua le: nacque cosl il C. L.A.S.C. con lo
scopo di preparare i giovani nel!"csercizio
dcl grande alpinismo senza guide. Si co-
stituì nel 1907 e S\'Olse subito un intenso
programma di gite sociali, specialmente nei
gruppi dclrOrtlcs e dcl Be rnina, in Val
Crosina ed in genere nelle Alpi Ce1ltrali
Contemporaneamente allo svolgimento di
tale programma si interessò della parie cul-
turale e spirituale e pubb licò la Guida delle
Alpi di Val Crosi11a compilata da A. Corti
e C. Lacng e Le montagne dell'Alta Va lca-
mori ica compilata da A. Cnccchi: fecero
seguito tre monogrnfic d i mole diversa: il
Corno del 1Je11/e e il Grm1 Zehnì prepa-
rate da C. L..""lcng cd il Cruppo del Mon-
viso preparata dal dr. A. Ferrari. Inoltre
i soci dcl C.L.A .S.C. sotto la direzione del
prof. L. Brasca, collaborarono attivamente
alla preparazione della Guida delle Alpi
Cer1t rali presentando del1e monografie, che
Crigna; Cugelloni al Roseg; Casati e Fa- riunite assieme costituirono il volume Alpi
cctti al M. Rosa; Bertani e ~ l orasch ini alla Retiche OccUle11tali, distribuito a tutti i
~lejie; Castelnuovo, Bompadre e Somma- soci ciel C.A.L nel 1912.
ruga scomparsi sulla parete di Macugnaga In Piemonte !"intensa attività dell'Acca-
del Nordend; Uallabio al Torrone; nomi demico aveva fatto aumentare il numero
tutti ben noti nell'ambiente alpinistico per dei soci ed alla fin e d el 1912 avevano
le loro riuscite im prese compiute quasi sem- raggiunto il numero di 50 effe ttivi e 3 01}{)-
pre senza guide. rari. Vigeva sempre lo Statuto dcl 1004 il
Se ne interessò l'opinione pubblica e cui art. I ne precisava esattamente lo sco-
diede a\'vio ad una intensa discussione su po. La sua attività si svolgeva anche nel
ralpinismo con o senza guide. D'altronde campo culturale e lette rario e lo provano
a parte, oltre all'inlima grande soddisfa- le pubblicazioni del C.A. I. (BolleUino e IH-
zione di aprirsi la via da seguire con i vistti Mensile ) che riportavano spesso le
propri mezzi, molta importanza a favore relazioni cd a.rlicoli di soci accademici fra
dell'alpinismo senza guide aveva anche il cui: Canzio, Ì\fo ndini, Vigna, Hess, Cu-
fattore economico. A quei tempi i giovani glicnnina, De Amicis, Dumontel: una men-
non avevano sempre molta disponibilità di zione speciale merita però il meraviglioso
mezzi e d'altra parte le guide dovevano volume Vette dei soci Lam pugnani e Cu-
essere sempre doverosamente ricompen- gliermina pubblicato nel 1927: esso costi-
sate. Pertanto anche nell'ambiente lombar- tuisce veramente un pr imato nel campo
do, come già in quello piemontese si fece della letteratura alpinistica, sia per la veste

510
editoriale veramente lussuosa, sia per il dei Soci caduti sul Campo dell'Onore (col
contenu to, testo cd illustrazion i pericolo di dimenticarne qualcuno) ricorde-
All'Assemblea del 23 aprile 1915 jl Pre- remo soltanto Paolo Fcrrario e Franco To-
sidente Canzio ricordata l'attività dci soci, nolini, due Medaglie d'Oro, due eroi da
rilevava che rAccadcmico aveva ormai su- leggenda: valga il loro ricordo 1>er tutti
1>erato il periodo iniziale di lotta 1>er la quelli che hanno sacrificato la loro lìorcnte
affermazione dcl princip:o dell'alpinismo giovinezza per la grandezza della Patria
sen;o-.a gu ide e poiché esso era ormai indi- nell'esplicazione dcl loro dovere e per tutti
scutibilmente entrato nella pratica gene- coloro che si sono offerti per questa idealità.
ra le, \'attivit:\ dell'Accademico doveva in- Conclusa la guerra colla. sfolgorante
dirizzarsi a consolidare tale principio con vittoriosa battaglia di Vittorio Veneto, gli
una tenace e proficua propaganda, per la Accademici tornati alle loro case, ripre-
quale un mezzo efficace erano le gite sociali sero a riunirsi, secondo le vecchie abitudini
Nel frattempo era entrato nell'Accade- per discutere dci loro problemi
mico un ottimo elemento proveniente dal I n quell'agitato 1>eriodo del dopo guer-
C.L.A.S.C. il prof. Alfredo Corti oriundo ra in cui germogliavano in ogni campo
della Valtellina che aveva studiato e cono- desideri vivissim i di rinnovamento ten-
sceva profondamente, il quale, venuto a sta- denti a nuove mete, più ampie anche nei
bilirsi a Torino, era entrato in rapporti con vecchi Accademici sorse e si diffuse il pro-
Canzio e naturalmente, dat i i suoi prece- posito di ridar vita all'attività sociale onde
denti alpinistici, era stato subito ammesso ravvivare la sacra fiamma della passione
nel C.A.A. I. Il prof. Corti era molto noto per la montagna: in loro era sorta ed ogni
nell'ambiente alpinistico 1>er le sue mono- giorno andava raffon:andosi l'idea di riu-
grafie sui gruppi dcl Bernina e dcl Disgra- nire tutte le for1.:e sparse, fondere tutti quei
zia, dci quali fu un illustratore competente gruppi che con l'Accademico avevano co-
ed appassionato: entrato ncli'Aceadcmico muni gli scopi e le idealità, per dar vita
ne fu un elemento attivo cd infaticabile, ad un ente unico che riunisse tutti gli cle-
speciahnentc per nnstallazione dei bivacchi menti migliori dell'alpinismo italiano.
fissi e fu poi Presidente per molti anni del Non fu difficile venire ad una intesa fra
gruppo Occidentale. il C.A.A.f. ed il C.L.A.S.C. per riunirsi in
Purtroppo la guerra del 1915-18 arrestò un Ente, al quale aderì pure un piccolo
completamente il programma del Presiden- gmppo di senza gu ide che si era costitu ito
te Canzio e l'attività dcl C.A.A. I. J soci ad Avigliana sotto il nome di Club Alpino
trovarono in quegli anni il loro terreno di Accademico Avigliancsc (C.A.A.A.).
giuoco sul tormentato fronte alpino di Smussati gli angoli e poiché gli ideali
guerra, fra le gloriose Fiamme Verdi e colà e gli scopi erano comuni fu facile riuscire
seppero far rifulgere altamente e valorosa- ad un pieno accordo cd il 22 gennaio Hl-22
mente, non solo la loro completa prepara- riunita a Novara una Assemblea Generale
zione alpinistica, ma seppero altresì dar la quale, approvato uno Statuto già predi-
prova della loro preparazione morale, ani- sposto nelle linee generali, dava vita ad un
mati sem pre da un altissimo spirito del nuovo Club Alpino Accademico Italiano,
dovere e di sacrificio, accoppiato ad un costituitosi con 94 soci, i quali nel 1924 era-
eroico e profondo amor di Patria . no saliti a 119 e nel HF26 a 148: oltre i
Troppo lungo sarebbe enumerare gli soci Onorari aumentati a 4 avendo aggiunto
atli di valore compiuti e ricordare il nome ai 3 del vecchio Accademico (Fìorio, Ratti,

511
Sella) il prof. Luigi Drasca Socio Onorario vicende del vecchio Accallemico dalla fon-
del G.L.A.S.G. dazione e Gualtiero Laeng ricordava le vi-
11 nuovo Statuto confermava gli scopi cende del G.L.A.S.G.
del vecchio Accademico, meglio chiariti ed In ossequio alle disposizioni dcl nuovo
adeguati alla mentalità del dopo guerra. Statuto venne organizzalo dal 21 al 25 ago-
Nel\' art. l si stabiliva che lo scopo era di sto 1922 il I Convegno sociale nel gruppo
coltivare e diffondere l'esercizio dell'alpi- del ~ I. Bianco e successivamente dall'll al
nismo di alta montagna senza guide, cost i- J4 settembre 1923 il II Convegno nel grup-
tuendo quindi una vera scuola di alpin ismo po dell'Adamello. Intanto il 22 luglio Hf22
per i giovani: si proponeva inoltre di affra- veniva inaugurato il primo rifugio dcl C.A .
tellare i soci, unirne le energie, l'esperienza, A.I. alla presenza di una trentina di soci. Il
l&cognizioni e formare una scuola di alpin i- rifugio collocato al Fauteuil dcs Allemands
smo per ghiaccio, roccia e neve, compren- veniva offerto all'Accadem ico dal vecchio
dendo quindi anche l'alpinismo invernale. socio Mario Barelli che in tal modo dimo-
L'art. 3 precisava le nonne per l'ammis- strava il suo attaccamento all'Ente e la sua
sione dei nuovi soci i quali dovevano d i- grande passione per la montagna.
mostrare di aver compiuto ripetutamente Purtroppo però l'Accademico doveva
ascensioni di alta montagna e possedere seguire le sorti del C.A. L il quale inqua-
quindi attitudine fisica e preparazione mo- drato nel CONI dovette sottoporsi, in base
rale per tali ascensioni : era questa una mag- allo Statuto che gli veniva imposto, alla
gior precisazione anche se pur essendo piut- nomina dall'alto dei suoi dirigenti (i quali
tosto vaga, rimetteva l'accettazione al giu- dovevano essere inscritti al Partito Fascista)
dizio delle relative Commissioni d'esame. cd a seguire le direttive tracciate dal re-
Il nuovo Accademico contemplava 5 gime. La Presidenza del C.A.I. veniva assun-
gruppi e. cioé: ta nel 1929 dal Segretario del partito Fasci-
sta Turali il quale deliberava il trasporto a
Gruppo di Bergamo con 15 Soci
Gruppo di Brescia con 12 Soci
Homa della Sede Centrale del C.A.L e nel
1930 disponeva che l'Accademico cessasse
Gruppo di Milano con 17 Soci
di funzionare come organismo autonomo ed
Gruppo di 1'orino con 50 Soci
i suoi soci passassero alle rispettive Sezioni
(compresi i genovesi)
del C.A. I. di provenienza i cui Presidenti
Gruppo Ver1cto con 11 Soci
dovevano nominare un fiduciario per le pra-
Ogni gruppo nominava un Delegato tiche relative agli Accademici.
per l'elezione del Consigl io Di rettivo che Nel 193 l la Presidenza del C.A.I. pas-
per la prima volta risultò così form ato : sava all'on. ~fanarcsi il quale ricopriva an-
Presidente: prof. Lorenzo llorelli; Vice- che la carica di Sottosegretario alla guerra:
presidente: Guido Silvestri; Segretario, Egli disponeva subito per la ricostruzione
Cassiere, 3 Consiglieri, 2 Revisori dei Con ti. dell'Accademico come Sezione autonoma
Il nuovo Consiglio provvide subito a del C.A.L emanando mio speciale Statuto-
pubblicare lAnnuario per il H)-22-1923, nel regolamcnto che andato in vigore il l gen-
quale comparve un articolo del Presidente naio 1931, ne stabiliva la struttura organica
Barelli dedicato al nuovo Accademico nato fissan do i criteri per lammissione dci soci.
dalla fusione di tutte le forze sparse e ne A Presidente veniva nominato l'avv. Um-
confem1ava gli scopi. Inoltre Ettore Canzio berto Balestreri il quale faceva ratilìcarc
con un lungo articolo ricordava tutte le il seguente Consiglio Direttivo: V.E. Fab-

512
IL ~ l o:-.-rE C 1vETTA, versante nord-
o,·est, da Pie,·e di Livinallongo.
(Folocolorc cli S. Soglio)
bro - dott . Mario :Uorelli Vice Presidenti,
avv. Piero Zanetti Segretario, prof. A. Cor-
ti - dott. A. Frisoni - dott. C. L. Polvara -
F. lbvelli Consiglieri, ing. E. Dubosc - C.
Virando Revisori dci Cont i.
11 Consiglio si riunì a Torino il 13 giu-
gno e prendendo in esame il regolamento
per l'ammissione dei soci il Presiden te Ba-
lestreri dichiarava < esser necessario che sia
ben chiaramente proclamato che, mentre
per reale ragione di vita il C.A.A. I. vuole
e deve non soltanto accogliere volonteroso
ma invitare e trarre a se tutt i i giovani che
dimostrino scrio e ponderato amore alla
montagna, è nello stesso tempo ovvio che
se dall'alpinista accadem ico si deve pre-
tendere capacità tecn ica e maturità d'ani-
mo pronte ad affrontare qualunque dura
prova che la montagna possa imporre, si to ai dilettanti e ven iva modificata la divi-
debba ricercare nei candidati, se non an- sione in gruppi i quali erano portati ad otto
cora la sicurezza certa, almeno una buona con sede a Torino, l\ lilano, Trento, Bolzano,
promessa di quelle specialissime e niente Venezia, Belluno, Trieste, Homa 6ssando
affatto comuni qualità • (Riv. C.A.L 1931, per ognuno le sezion i dalle quali reclutare
pag. 377). Il regolamento per l'amm issione i soci dell'Accademico. Per disposizione del
dci soci stabiliva che per esser soci dell'Ac- Presidente l\ lanaresi tutti i soci deffAccade-
cademico occorreva, come era sempre sta- mico, compresi gli eventuali nuovi ammessi,
to necessario, essere anzitutto soci maggio- dovevano considerarsi soci vitalizi del C.AJ .
renni del C.A.I. ed aver compiuto ascen- presso la Sezione di provenienza, col solo
sioni di roccia o di ghiaccio o miste svolte versamento della quota al e.A.A .I. che era
in prevalenza come capo cordata; era però allora di L. 250, e ne veniva data comunica-
lasciato sempre al criterio dei membri delle zione a tutte le sezioni con foglio disposizio-
Commissioni Tecniche il giudizio circa la ni N. 26 pubblicato sulla Rivista ,\le11sile
difficoltà: l'ammissione doveva essere sem- del dicembre 1934.
pre rat ifìcata dal Presidente Manaresi. Un nuovo Am111ario vide la luce nel
Frattan to per la dinamica direzione del 1931: si trattava di una pubblicazione di
Presidente Balestrcri l'Accademico riprese lusso di oltre 300 pagine con dettagliate
a svolgere il suo prngramma d'attività, e relazion i di nuove imprese arricch ite da il-
nell'agosto del J931 ven iva organizzato un lustrazioni: con l'elenco di tutti i soci divi-
Convegno nel gruppo del M. Bianco osta- si per gruppi: elenco cl.elle ascensioni e del-
colato dal maltempo: si potè riunire però la partecipazione cu lturale negli anni da l
un'Assemblea Generale a Counnayeur il 19-27 al 1931: ne furono stampate un nume-
31 agosto nella quale veniva confermato ro limitato di copie, tutte numerate e distri-
che non potevano essere soci dcl C.A.A. L buite gratuitamente ai soci e qualche co-
le gu ide cd i professionisti in genere in pia per omaggio ad Autorità.
quanto l'Accademico doveva essere riserva· Il gruppo .di Torino aveva organizzato

513
in quegli anni, con notevole successo, una lìco riconoscimento delle opere svolte e
scuola di roccia con programma di arrampi- sprone ad altre maggiori per l'avvenire>.
cate sotto la direzione di soci provetti. ì!: merito della cordata Tissi-Andrich
Nuovi soci erano stati ammessi ed in l'aver provocato il rifìorire in quegli anni
numero notevole nel gruppo di Trento, delralpinisrno italiano: ne risultò un af-
provenienti in gran parte dalla Sezione di flusso all'Accademico di giovani elementi
Belluno, dovuto al fatto che la stessa aveva che si dimostrarono poi degni cont inuatori
organizzato nel 1931 un programma di gi- delle imprese dei bellunesi.
te sociali veramente alpinistiche con salite Nel settembre 1931 si svolse il Conve-
alla Cima Piccolissima, la Diiller alla Gu- gno Sociale a Cortina d'Ampezzo, attuando
glia Dc Amicis ecc. il che aveva procurato una settimana alpinistica alla quale par-
un buon munero di soci all'Accademico. Fra teciparono le più belle figure dell"alpini-
questi si era rivelato un nome nuovo nella smo italiano e svolsero una intensa attività
storia dell'alpinismo, nome nuovo il quale nelle Dolomiti realizzando le più impor-
colle sue imprese straordinarie vi avrebbe tanti ed interessanti salite fra cui la Ci-
lasciata una traccia indelebile. Attilio Tissi, ma della .Madonna dallo spigolo del Ve-
uno dei più bei nomi dell'alpinismo ita- lo, il Sass Maor dalla via Solleder, la Gu-
liano non solo, ma anche internazionale, glia De Amicis dalla via Diilfer: vi parte-
purtroppo immaturamente scomparso nel ciparono una quarantina di soci, prove-
1959 per un banale incidente imprevedi- nienti dai gruppi d i Torino, Belluno, Tren-
bile alle Cime di Lavaredo. ì!: a T issi che to, ~Iilano, Trieste, Roma, Venezia, Bol-
si deve, fra l'altro, la conquista del Cam- zano; nonché rappresentanze di Club Alpi-
panile di Brabante fatta nel 1933 e dedi- ni Accademici esteri. Jn chiusura si tenne
cato all'allora Principe Ereditario dcl Bel- al rifugio Savoia al Pordoi una solenne
gio, il Priqcipe Leopoldo, che faceva parte seduta con intervento di S.A.R. il Duca di
della cordata guidata da Tissi, che ne ave- Aosta, al quale, ammesso fra i soci effettivi
va fatta la conquista. Degno fìglio di Be dell'Accademico, veniva offerto il distin-
Alberto, appassionato ed ottimo arrampi- tivo sociale. Il Presidente Balestreri pre-
catore, il quale nel 1925 era stato ammesso sentava una dettagliata relazione sull'atti-
nell'Accademico quale socio effettivo co- vità dcli' Accademico, riportata integral-
me da sua espressa volontà e per le sue mente dalla Rivista Mensile del C.A.I. nel
imprese alpinisliche. La Presidenza del nwnero di novembre 1932, facendo parti-
C.A.A.I. ne diede partecipazione ai soci col- colare riferimento alle imprese extra Euro-
la seguente comunicazione. pee dei soci Pollitzer Pollenghi nell'Atlante
e Abbiamo il vivo piacere di comuni- e Band Herron al Nanga Parbat: veniva
carvi che S. M. Alberto Re dei Belgi di approvato il dettagliato bilancio presen-
cui è ben nota l'attività e la valentia alpi- tato ed apportata qualche leggera modifì·
nistica anche in senso accademico, Socio cazione allo Statuto ci rca il funzionamento
Onorario della Sezione Cadorina del C.A. I. dei gruppi e l'ammissione dei nuovi soci
ha fatto conoscere al Delegato del gruppo per ~ quali vigeva sempre l'obbligo della
Veneto che gradirebbe la nomina a socio ratifica del Presidente Manaresi
effettivo del C.A.A.l. ~font re per la nomina L'alpinismo cominciava a volgersi ver-
dovrà provvedere la prossima Assemblea so le spedizioni extra-europee: nel Ht-29 la
dci Delegati, vi rendiamo noto l'alto onore comitiva Vallepiana-Gasparotto aveva at-
che viene fatto al nostro Sodalizio, magni- tuato una campagna nel Caucaso: Mondini

514
stabilito nel Ci le, visitava le Ande, Piacen- nistica nelle Dolomiti mentre in agosto una
za e Dainelli organizzavano spedizioni nel- comitiva di soci dell'Accademico prescn-
!' Himalaya, lintramontabile Chiglione, ;dava alla inaugurazione nel rifugio ~farco
mancato poi in seguito ad incidente auto- e Rosa di una targa ricordo dcl Presidente
mobilistico, continuava malgrado l'età a Balestrcri e saliva po i al Bernina.
salire le montagne di tutti i cinque conti- Nell'agosto del 1935 si riunì il Convc-
nenti: Bonacossa, Chabod, Cilberti, Negri, b'llO ai Bagni dcl 11fasino in Valtellina: il
Castiglioni, Ccrvasutti, Binaghi, Zanetti, Presidente ricordò le imprese alpinistiche
Chiglionc, Brunncr ed i fratelli Cercsa par- dei soci Boccalatte, Cervasutti, Chabod,
tccipavano ad una spedizione dcl C.A. L Castigliani, Bramani e Cassin che ebbero
alle Ande Patagoniche, dove, nel febbraio risonanza in campo internazfonale: si ri-
e marzo 1934, salivano fra le altre l'Acon- prese la discussione su lle condizioni per
cagua m 7035, il Nevados de Los Leones l'ammissione all'Accademico nonché sulla
m 6275, il Tronador m 3430, prestando la scala delle difficoltà: su quest'ultima che
opera loro per le ricerche dcl collega Mat- stava alfermandosi, si fece presente che
tcoda scomparso al Tronador ugual gradazione non poteva facilmente
Purtroppo il meraviglioso impulso im- applicarsi sulle Dolomiti e sulle Alpi Oc-
presso all'attività dell'Accademico dal di- cidentali e veniva proposta ed approvata
namico Presidente Dalcstreri subiva nel l'adozione di due scale diverse: una per le
1933 un arresto provocato dalla scomparsa· Alpi calcaree e l'altra per le Occidentali
dello stesso Balestreri su l ghiacciaio del Riferendosi a tale deliberazione la Presi-
Bernina durante un'ascensione cogli sci nel denza del C.A.I. teneva a precisare che
giorno di Pasqua. per il C.A.T. aveva valore soltanto la scala
Fu una perdita grave per l'alpinismo di ~ l onaco. Veniva pure ricordata i'aJ.tività
italiano al quale veniva a mancare uno dci culturale dei soci e fra l'altro l'interessante
suoi clementi migliori, ma specialmente volume Il mmmale delfalp inismo dci soci
lo fu per l'Accademico al quale il Presi- C habod e Cervasutti che aveva ottenuto
dente Balcstrcri aveva impresso un impu lso largo successo di consensi, ed il fatto che
tale da lasciar adito alle più promettenti la compilazione dei volumi della Guida
speranze. il Presidente Manaresi provve- Mo11ti d'Italia dcl C.A.L veniva affidata
deva subito a sost ituirlo nominando a Pre- per la maggior parte a soci dcli' Accade-
sidente dell'Accademico il conte Aldo Bo- mico. A conclusione del Convegno veni-
nacossa e ratificando la nomina di una nuo- vano effettuate ascensioni nel gruppo di
va Direzione composta da d'Entrèves e Sciora.
Tcrschak vice presidenti, Zanetti segretario Frattanto veniva rinnovata la Direzione
cassiere, Andreis, Bonzi, Chcrsi, Franchctti, che risultava così formata: Presiden te Bo-
Miori, Tissi, Baldi, Dallago Consiglieri co- nacossa; Vice Presidenti, Terschak e Cha-
sicché l'Accademico poteva riprendere do- bod ; Consiglieri avv. Bivero F iduciario per
po, qualche mese la sua normale attività: il ficmonte; avv. L. 13onzi per la Lombar-
in luglio gli accademici Des io, Bonzi, Pol- dia, ing. S. Miori per il Trentino; avv. F.
vara e Ponti svolgevano un interessante D ordi per l'Alto Adige, avv. Chcrsi per la
campagna nelle montai;,111e della Persia: in Venezia Ciulia, barone Franchetti per la
occasione del Congresso internazionale di Italia Centrale.
alpinismo veniva organi?..zata a Cortina La seconda tragica bufera che scon-
d'Ampezzo la tradizionale settimana alpi- volse il mondo intero dal 1940 al 1945 creò

515
una situazione che certamente non per- sconvolto i concetti base dell'alpinismo
mette\'a all'Accademico di cont inuare lo classico ai quali si erano mantenuti fedeli
svolgimento del suo progrnmma pur se in i vecchi alpinisti. Nelle discussioni per il
quel periodo dovet te continuare a segu ire nuovo statuto, esponenti delle nuove gene-
le direttive impartite dalle superiori gerar- razioni che in quel momento rappresenta-
chie, direttive spesso derivate da Autorità vano gli elementi migliori dell'alpinismo ita-
non su fficient emente edotte dei problemi liano insistcltcro per restringere m:lggior-
deffa lpinismo e delle sue necessih\. mcnte i criteri per l'ammissione dci nuovi
~la non appena nel 1945 si giunse alla soci nei riguardi dell'attività alpinistica
liberazione ed alla fine della guerra par- mentre per la prima volta si ammetteva la
tigiana, rimarginate le ferite pii't gravi in- possibilità di ''alorizzare anche la prepara-
ferte dal conflitto ad un organismo provato zione culturale e scientifica dei candidati
da un lungo periodo di sottomissione al Approvato lo statuto si riunì nel giugno
regime, i vecchi accademici si ritrovarono del 1948 il Consiglio Centrale dclrAccade-
e prima loro preoccupazione fu quella di mico e fu nominato Presidente Generale
riprendere l'attività della Istituzione l'avv. Chersi cli Trieste: vice Presiden ti Ge-
Tutto il paese era allora in fase di rin- nerali Carlo Negri di Milano ed Agostino
novamento materiale e morale e si pensò Cicogna di Torino: Segretario Claudio
quindi anzitutto di dare all'Accademico un Prato di Trieste.
nuovo Statuto in sost ituzione di quello Prcoccup.'lzione prima della nuova Pre-
fascista dcl 1931. Lunghe trattative inter- sidenza era la rimessa in efficienza dei bi-
corsero fra Accademici torinesi, milanesi, vacchi fissi danneggiali dalla guerra e sva-
veneti e liguri e finalment e il nuovo Sta- ligiati cli quanto restava nel dopoguerra.
tuto, più aderente ai principi della nuova Questa dei bivacchi fissi di alta quota
mentalità del dopo guerra, faticosamente era stata una ottima iniziativa del vecch io
compilaÌO, venne approvato ed è tuttora in Accademico: ndea era nata nella ferv ida
vigore. Esso mant iene 1:1 divisione in tre lungimir:lnle mente di Lorenzo Borell i ed
gruppi: Occidentale a Torino, Centrale a aveva trnvato un ottimo realizzatore ncl-
Milano, cd Orientale nel Veneto: il Presi- l'ing. Adolfo 1less, il quale colla collabora-
dente cd i due Vice Presidenti di ogni zione di Zenone Ravelli e di Cesare Negri
gruppo fom1ano il Consiglio Cen trale e fra installava nel 1925 il primo bivacco al Colle
di essi viene scelto il Presidente Generale. d' Estellctte a m. 2958 nella ''alle della Lcx
~la durante il periodo fascista e negli Bianche. ,\Itri ne furono installati col con-
anni successivi alla seconda guerra mondia- corso dei soci dell'Accademico e sorse così
le, l'alpinismo aveva subito una profonda una corona di bivacchi fissi collocali lungo
evoluzione specialmente nel c:lmpo dell'ar- tutta la cerch ia delle Alpi
rampicata di roccia che era quella verso la Quelli dell'Accademico sono oggi una
quale maggiormente tendevano i giovani vent ina descritti ed illustr:lti nelrAmwario
L' introduzione dei mezzi artificiali, l'ado- del 1954 : l:l maggior parte si trovano nel
zione della scala delle difficoltà, della quale gruppo dcl M. Bianco, 3 nel gruppo del
si era finito per travisare lo scopo, ed anzi- Gran Paradiso, 4 nelle Alpi Centrali ed l in
ché classificare le montagne cosa vcramen~ quelle Orientali. Essi sono particolarmente
le utile, finì per servire a classiflcare gli al- utili ecl oggi si potrebbe dire anche necessa-
pinisti, l'assegnazione nel periodo fascista ri, in quanto i rifugi del C.A.l sono sempre
della medaglia al valore atletico, avevano eccessivamente affollati, specie nei giorni

516
Il Presidente Figari concludeva la sua
proposta dicendo: • Ettore Canzio, mera-
vigliosa fi gura di alpinista che con Fiorio,
Batti, Vigna e ~fondin i era stato un illustra-
tore delle nostre montagne: pionière dell'al-
pin ismo sen1A1 guide e dello sci in Italia,
dava largo contributo di operosità al Club
Alpino Italiano >.
Il bivacco fu approntato da Sergio Viot·
to a Coumrnyeur e collocato a cura del
gruppo occidentale dell'Accademico al colle
delle Jorasses. In un primo tempo il mate-
riale, ci rca kg 1500, fu trasport·ato al rifu-
gio Torino dove rimase qualche tempo a
causa di difficoltà sopraggiunte: finalmente
nel 1961 fu possibile trasp:.>rtarlo sul posto
a mezzo di un elicottero e montarlo ed assi-
curarlo solidamente al terreno a cura delle
gu ide di Counna.yeur Bron, Cex, Ollier e
Salluard colla collaborazione di Lorenzo
Crivel: in tenso fu l'interessamento, per
portare la cosa a buon fine, dell'attuale Pre-
Adolfo lleR sidente del gru ppo Occidentale dell'Acca-
demico ing. Stefano Ceresa e dell'ex Presi-
festivi, dalle masse di escursionisti essi ne dente prof. Alfredo Corti: le dimensioni dcl
fanno meta della loro escmsione e non si bivacco sono m 3 X 3 X 2,80; contiene 8
preoccupano quindi delle esigenze di even- cuccett e con tavolato e materassi; rivestito
tuali cordate di alpinisti per i quali il rifugio· esternamcnto in lamiera zincata è costato
è base di partenza per rascensione dcl do- complessivamente la somma di L. 1.827.000
mani e vorrebbero donnirc e coricarsi pre- delle quali circa 650.000 rappresentano il
sto la sera. costo a Courmayeur.
I bivacchi fì ssi sono quindi preziosi per L'idea dei bivacchi fissi ha trovato pro-
gli al pinisti poiché consentono loro di ripo- seliti anche fuori dell'ambiente dell'Acca-
sare tranquilli al riparo a quota elevata demico ed attualmente per onorare la me-
Ultimo in ordine di tempo dei bivacchi moria di un Accademico veramente bene-
collocati fu quello dedicato alla memoria di merito, il prof. Antonio Berti, si è costituito
Ettore Canzio collocato nel 1961 al Colle nel Veneto un Comitato, la Fondazione A.
delle Jorasses. Fu l'Assemblea dei Delegati Berti, che si propone di collocare parecchi
dcl C.A .I. del 15 Maggio 1956 che su ana- bivacchi in quelle Dolomiti che ebbero nel
loga proposta del Presiden te Generale Bar- Berti oltre che un appassionato frequ enta-
tolomeo Figari deliberava lo stanziamento tore uno studioso e competente illustrato-
di un primo fondo di L. 600.000 affinché re che ha compilato quella GuUla delle Do-
rAccadcmico potesse realizzare un bivacco lomiti, pubblicata dal C.A. L largamente ap-
da dedicarsi ad Ettore Canzio, fonda tore prezzata anche all'estero.
e primo Presidente dcl C.A.I. L'Accademico non avrebbe mai potuto

517
provvedere a rimettere in efficienza tutti divino mistero della natura, ,
i suoi bivacchi mancando dei mezzi finan- Parole di un alpinista serio ed appassio-
ziari necessari e pertanto il Presidente Cher- nato che dovrebbero essere profondamente
si si rivolse per aiuto al Club Alpino Ita- meditate dalle nuove generazioni alpini-
liano il cui Presidente era un vecchio Acca- stiche.
demico del 1908 : Bartolomeo Figari. Que- Queste erano più facilm ente portate ad
sti prese a cuore la cosa e fece deliberare affrontare, specialmente nelle arrampicate
dal Consiglio Centrale dcl C.A.J. un primo di roccia, imprese sem pre più difficili che
contributo di un milione per il riordino dei erano però sempre maggiormente preferite
bivacchi e di L. 100.000 per le spese di am- perché ritenute meno faticose ed impegna-
ministrazone: il milione fu ripartito fra i tre tive delle salite alle grandi montagne delle
gruppi, assegnando la parte maggiore al Alpi Occidentali: imprese che rappresen-
gruppo Occidentale il quale doveva provve- tavano l'intima essenza di una ginnastica
dere al maggior numero di bivacchi. di ordine elevatissimo, per la quale era as-
Il dopoguerra aveva portato un sostan- solutamente necessaria una accurata prepa-
ziale cambiamento nella vita quotidiana razione fisica accoppiata ad una coraggio-
in cui si era introdotto il materialismo inte- sa e decisa volontà di fronte al pericolo, do-
grale el iminando ogni spunto sen timentale: li tutte che certamente non doveva110 far
tale fatto si era verificato anche nell'alpini- difetto ai giovani delle nuove generazioni
smo il quale mancando del lato sentimenta- alpinistiche.
le si riduceva alla parte materiale della sca- TI contributo di un milione erogato dal
lata eliminando la parte più bella, forse , C.A.J. aveva servito ai tre gruppi dell'Acca-
secondo i canoni dell'alpinismo classico, la demico per una prima riorganizzazione dei
migliore e la più interessante. bivacchi maggiormente bisognosi, ma era
Un p,rimo attacco ai canoni dell'alpini- prevedibile che il C.A.A.J. non avrebbe po-
smo classico si era già verificato nel primo tuto provvedere alla completa rimessa in
dopoguerra (dopo la guerra del 1915-18) e efficienza di tutti i suoi bivacchi ed alla
con tro di esso qualcuno degli esponenti del- successiva manutenzione degli stess i, man-
le 1move generazioni si era ribellato: prova cando dei mezzi finanziari occorrenti alla
ne è quanto scriveva il compianto Casti- bisogna: era pertanto necessario venire ad
gli011i nella sua relazione sulla salita alla una definitiva soluzione in proposito.
Busazza per la parete ovest dell'Agosto Il suo Consiglio Centrale si era riunito
1931 ; parlando della fiducia totale nel com- il 17 dicembre 1950 confermando al!a Pre-
pagno di cordata, dice: sidenza Generale l'avv. Chersi e su propo-
e Quando sì sente vibrare l'animo del sta dello stesso deliberava di dar corso al-
compagno con una risposta perfetta al pro- la pubblicazione di un Ammario dedicato
prio modo di sentire e di volere, allora l'a- specialmente ai bivacchi dei quali avrebbe
scensione trascende dal suo significato ma- riportato le fotografi e ed i dati particolari:
teriale e sportivo di prestazione atletica, a si sarebbe aggiunto l'elenco dei soci che e-
cui la vorrebbero abbassare certi paladini rano allora 244 .
. di moderna teoria ultramontana, per assu- Ma la pratica maggiormente interessan-
mere una luce di idealità puramente spiri- te ed urgente era quella relativa alla que-
tuale, da cui ci si sente purificati e rincal- stione finanziaria e si decideva di rimetter-
zati in un'atmosfera di serenità, di pace e ne la soluzione all'Assemblea dci soci che
di amore, in intimo e profondo contatto col veniva convocata a Trento per il 13 settem-

518
bre 1952. Alla stessa il Presidente Chersi gli altri Continenti (Himalaya, Ande, grup-
com unicava una richiesta della Presiden- pi montuosi dell'Africa) montagne verso le
za Generale dcl C.A.J . colla quale si chie- quali andava dirigendosi l'alpinismo inter-
deva all'Accademico di decidere se vole- nazionale. Le nostre montagne potevano
va rientrare nel C.A.J. come sezione au- costituire ancora mete meravigliose per gli
tonoma, in tal caso avrebbe potuto con- innamorati della natura alpina: potevano
tinuare ad usufruire degli aiuti finanziari offrire ancora ai giovani appassionati d'al-
del C.A.J. visto che le sue limitate possi- pinismo un vasto campo per azioni felici
bilità di bilancio non gli pennettcvano di I! gloriose se essi sapevano amarle con cuore
continuare a svolgere la sua att ività come sincero e disinteressato affetto, oppure co-
Ente indipendente. I soci erano però liberi stituire una eccellente palestra per la com-
eventualmente di mantenere l'indipenden- pleta preparazione delle nuove generazio-
za dell'Accademico, ma in tal caso natu- ni alle grandi imprese alpinistiche, ma non
rahncnte non era possibile continuare a avrebbero potuto continuare come in passa-
ricevere gli aiuti finanziari. to ad essere meta di ascensioni per l'alpini-
Dopo matura discussione l'Assemblea smo esplorativo, il quale avrebbe trovato
deliberava il passaggio dell'Accademico al campo nelle montagne degli altri Continen·
C.A.J. quale sezione autonoma e clisponcva ti dove si presentavano tuttora problemi la
per le necessarie modifìche al regolamento, cui soluzione avrebbe potuto essere fornita
chiedendo solo di poter mantenere l'uso del dagli alpinisti Europei: era insomma il ter-
suo speciale distintivo, che era ancora quel- reno di giuoco che si spostava dalle nostre
lo del vecchio Accademico disegnato dal so- montagne a quelle extra europee. E l'Italia
cio fondatore ing. Adolfo Hess, nonché di che in questo campo può vantare tradizioni
mantenere fermi i plmli fondamenta li dcl magnifiche colle spedizioni del passjttO, che
suo speciale regolamento. Avendo l'Assem- risalgono ai primi anni del secolo, non do-
blea dei Delegati ciel C.A .J. omolo5;atc le vrà restare seconda a nessun'altra e dovrà
deliberazioni dell'Assemblea del C.A.A.J. sviluppare al massimo quelle spedizioni leg-
concedendo quanto era stato domandato gere per le quali lAccademico dovrà pre-
l'Accademico entrava ufficialmente nel C. parare alpinisticamente i giovani delle nuo-
A.J. quale sezione autonoma mantenendo ve generazion i.
il proprio distintivo e lo speciale regola- Tn questi ultimi anni qualche cosa si è
mento. fatto, in questo campo: nel 1954 il C.A.J.
Avendo così provveduto alle necessità ha organizzato una prima spedizione diretta
finanziarie l'Accadem ico poteva riprendere dall'Accademico prof. Ardito Desio, la qua-
lo svolgimen to del suo programma e dispor- le assicurava all'Italia, per merilo di Com-
re per la rimessa in piena efficienza di tutti pagnoni e L'lcedelli, la conquista dcl K2,
i suoi bivacchi, nonché all'eventuale collo- la seconda vetta del mondo, su lla quale noi
camento di miovi dimostratisi necessari. avevamo messa una ipoteca l'ìn dal 1909,
D'altra parte si prospettava una nuova colla spedizione del Duca degli Abruzzi, il
attività nel programma dell'Accademico: quale in un tentativo aveva raggiunto la
l'esplorazione delle montagne Europee era quota di circa 6000 metri seguendo una cre-
ormai completata: gli u'ltìmi importanti sta, che fu poi la via seguita da tutte le spe-
problemi relativi alle grandi pareti nord e- dizioni che seguirono, compresa quella vit-
rano stati risolti: l'attività alpinistica dove- toriosa del C.A.l e che fu chiamata in
va quindi rivolgersi verso le montagne dc- campo internazionale ~ speron e Abruzzi>.

519
La spedizione del Duca si era poi rivolta poi parteciparvi. Poiché ci si dovrebbe pro-
al llroad Peak m 7754 raggiungendo con porre di fare per le montagne extra europee
la guida Pctigax: la quota di m 7498 che ciò che a suo tempo è stato fatto per le
costituiva il record mondiale di altezza, e montagne d'Europa, quando era certamente
tale si manten ne per molti anni. più complicato raggiungerle per gli ingle-
Successivamente nel 1958 una secon- si che venivano sulle Alpi, che non lo sia
da spedizione diretta dall'Accademico Ric- oggi recarsi all'Himalaya, o alle Ande.
cardo Cassin conquistava il Gasherbrum 4 Ed è O\'vio che tocchi ali'Accademico
che se pur inferiore in altezz.'l al K2 non lo il compito dell'organizzazione, in quanto
era certamente per le difficoltà che la spe- dispone degli uomini pre1>arati per lo stu-
dizione aveva dovuto superare. Questa spe- dio preventivo e perché d'altra parte deve
dizione died e modo all'Accademico Fosco anche provvedere alla necessaria prepara-
~ l arain i cli pu11blicare un volume, che co- zione alpinistica dci giovani che dovreb-
stituisce veramente un primato del!' arte bero parteciparvi.
letteraria al pina, sia per il testo che per le E poiché il bilanc io dell'Accademico
illustrazioni veramente straordi narie. non è tale da dargli 'la possibilità di dispor·
~la oltre a queste spedizioni dette pe- re dei mezzi finanziari , pur sempre necessa-
santi, che richiedono larghezza di mezzi e ri se anche in proport.:ioni più modeste per
complessa organizzazione logistica, veniva- queste spedizioni leggere, è stata veramen-
no organizzate in questi ultimi anni, delle te opportuna la deliberaz ione dcli' Assem-
spedizioni leggere meno impegnative di blea del 13 settembre 1952 che dopo ma-
mezzi e di preparazione logist ica : tali furo- tura discussione ha deciso che l'Accademi-
no la spedizione della Sezione cli Lecco al- co rid iventasse sezione autonoma dcl C.A.I.
l'Alaska, diretta dall'Accademico Cassin dal quale potrà avere i mezzi per svilup-
che poteva aprire una nuova via al ~I. ~fac pare un programma di esplorazione delle
Kinlcy su lla parete sud : spedizione la cui montagne extra-europee.
piena riuscita ebbe tale risonanza mondiale Il compianto -avv. Carlo Chersi di Trie-
da procurarle uno speciale telegramma di ste che fu Presidente Gene rale del C.A.A.L
congratulazioni da parte del Presidente dal 1948 al 1956 concludeva una sua rela-
Ken nedy: la Sezione di Torino organizzò zione sull'Accadem ico pubblicata dalla Ri·
una spedizione diretta dall' Accademico vista !i.fonsile del C.A. I. nel 1953, dicendo:
Dionisi al Pu cahirca Centrai nelle Ande e Spetta quindi al C lub Alpino Italiano
dcl Perù: le sezioni di Bergamo e ~fonza l'ufficio di avanzare allo Stato od ai grandi
organi7.zarono pure spedizioni alle Ande, Enti ragionevoli richieste di un finanzia-
mentre la Sez ione di Roma organizzò ben mente largo e continuativo; tale richiesta è
due spedizioni all"Himalaya. giustificata dalla assoluta necessità che an-
A tutte queste spedizioni che raggiun- che i nostri alpi nisti non dotati di mezzi di
sero sempre gli scopi prefissi, nonnalmente fortuna possano raggiungere la grand issi-
dirette da Accademici, parteciparono pure ma montagna. La missione dcl Club Alpino
altri accademici come semplici membri Italiano è di rendere loro possibile l'acces-
Simili spedizioni dovrebbero costituire so ad essa, ment re quella del l'Accademico
o.~gi uno dei compili principali dell'Acca- è di dar loro la necessaria preparazione tec-
demico sia per lo studio preventivo della nico culturale e cl i organizzare per essi pe-
meta e la necessaria prepmazione, sia per riodiche spedizioni extra Europee.
la preparazione elci giovani che dovrebbero i!: questo il compito al quale dovrà dccli-

520
carsi in avveni re ìl C.A.A.l il quale conta
oggi 291 soci, e l'alpinismo accademico
Ci:\ da tempo l'avv. Chersi aveva fatto
presente al consiglio Cent rale che essendo
scaduto il periodo assegnato alla sua Presi-
den 7~'l occorreva provvede re alla sua sosti-
tuzione, ma il Consigl io aveva saputo insi-
stere così bene da convincerlo a rimanere.
li 26 febbraio 1956 si era riunita l'As-
semblea Generale a i\·lilano, presenti 112
soci: il Presidente C he rsi faceva una breve
relazione sull'opera da lui svolta e presenta-
va ai convenuti le d imissioni della Presiden-
z~ facendo pressio ni perché ven issero ac-
cettate, poiché lui era rimasto in carica ben
otto anni provvedendo nel miglior modo
possibile alla solu zione dci problemi pre-
sen tatisi. L'Assemblea ne prendeva at to e
previo un voto di vivi ringraziamenti all'av-
vocato Chersi per quanto Egli aveva fatto
per lAccademico designava con voto u-
nanime alla Presidenza Generale il geome-
tra Carlo Negri di Milano
Ta le Presidenza non durava a lungo
poiché il presidente Negri faceva presente Ugo di Volle1ilo•ta
che era oberato dal lavoro personale pri-
vato e non poteva quindi declicnrsi al\'Ac- alpinistico era tale da presentare la sicu-
cadem ico con quella cura assidua che era rezza migliore per l'attività avvenire del-
nccessaria: e pertanto nel 196 1 il Consiglio l'Accademico: la sua Presidenza dura tut-
Centrale aderendo al desiderio esplicito tora in quest'anno in cui ricorre il Centcna-
del Presiden te Negri prendeva atto con di- rio della fondazione dcl Club Alpino It alia-
spiacere delle sue dim issioni e nominava no ed è certo il miglior augurio per lo svi-
in sua vece, con voto unanime, Preside nte luppo e la grandezza del Club Alpino Ac-
i\ cont e Ugo di Vallepiana, il cui passato cademico Italiano.
BARTOLm1EO FIGARI

I FUORILEGGE

Hicordo la matt ina di un lon tanissimo la dentro di me addirittura come un'osses-


settembre quando pe r la prima volta venni sessione d'amore. Il Hcsegone, i Corni di
a contatto con le famose Dolomiti. Avevo Canzo, le Prealpi della mia Belluno erano
quindici anni e la montagna era già entra- bastati a quella grande stregoneria. E, dopo

521
interminabili discussioni con la mamma porta alla Forcella d'Ambrizzola. In realtà
avevo ottenuto il pennesso, e i soldi, per si poteva partire anche dopo mezzogiorno,
fare qualche arrampicata sul serio. Sul se- di tempo ce ne sarebbe stato sempre di
rio? Andavo, figuratev i, a fare il Becco di avanzo.
i\fo--.aodì sopra Cortina, per la via normale. Com'ero orgoglioso, ragazzino ancora,
Oggi, a pensarci, \•iene addirittura da ri- di avere una mia guida . Di fronte ai turisti
dere. che affollavano il rifugio, probabilmente
Io invece avevo il batticuore. Quante mi davo un sacco d'arie. Nella mia testa
sere, fino a tarda ora, avevo consumato su lla un po' spavalda e avventurosa, cento volte
guida del Ilerti, con la fantasia .scalando di più che un soldato di mestiere. E chi era
decine e decine delle più celebri crode, di con la guida partecipava della sua intre·
cui conoscevo ormai a memoria i camini p idezza, gli assomigliava, apparteneva al
d'attacco, le lastre, le cenge, i canaletti, le suo mondo, se non altro per la comunanza
creste, le forcelle, e l'immaginazione tra- della corda.
i sfigurava rupi banali in folli e vertiginose Proprio questa faccenda della corda mi
architetture. La prosa del Berti, che riusciv.a eccitava. Non l'avevo mai provata. E alla
anche nelle descrizioni tecniche a far vi- sera nel rifugio mi guardavo intorno com-
vere le cime come personaggi favolosi, mi miserando in cuor mio quelle mediocri lar-
' trasportava su per le celebri e temute pa- ve di turisti che si accontentavano di tra-
reti e l'illusione in certi momenti era tale sferirsi da una capmrna all'altra. E q uando
che per la paura di quegli abissi spaventosi la mia guida, entrando, appese a un piolo
mi veniva meno il fiato. la matassa della corda, gli occhi di tutti -
Naturalmente ero con una guida, altri- era l'ora di pranzo - si volsero; e mi sentii
menti la mamma non mi avrebbe mai detto invidiato. Corda voleva dire vertigine, abis-
I di sì. La guida in quei tempi onnai remo- so e una quantità di altre affascinanti cose
ti sembrava l'unico legittimo castellano del- proibite. Per tutta la sera mi sentii circon-
le montagne. Senza guida, almeno a un ra- dato da una diffusa curiosità e ci fu uno
gazzetto di buona famiglia come me, sem- che mi chiese: • Sul serio tu fai le cor-
brava inconcepibile affrontare quei perico- date? :. e io risposi di sì con ipocrito di-
li. La mia era una guida vecchio stam po stacco come se quella fosse mia vecchia
che aveva già cinquant'anni, e mi ricordo abitudine.
tentava di convincenni come solo a cin- Soltanto due c'erano, che non badavano
quant'anni l'uomo diventava finalmen te un minimamente né a me né alla gu ida né alla
uomo al massimo delle sue possibilità : la corda. Erano due giovanotti, avram10 avu-
qual cosa mi lasciava sbalordito. Era stato to diciotto diciannove anni, erano vestiti
lui a propormi per primo assaggio il Becco piuttosto in m(l(lo scalcinato, uno era secco,
del Mezzodì, salita breve e senza passi im- la faccia affilata e stranamente viva, l'altro,
pegnativi, tuttavia già tipica delle Dolomi- benché ancora adolescente, piuttosto tozzo
ti. La Cr(l(la da Lago, che nella guida dBl e carico d i muscoli. rvli ricordo che sede-
Berti assumeva un fascino di severità leg- vano a un tavolino e stavano giocando a
gendaria, sarebbe ve1mta il giorno dopo. scacchi. Quando la guida ed io si entrò,
Ansioso com'ero, feci di tutto per anti- furono i sol i, ripeto, a non voltarsi. O ci
cipare la partenza. Era un matti no bellis- avevano visto entrare dalla vetrata e face-
simo senza una nube e alle otto già ci era- vano apposta per non darmi soddisfazione?
vamo incamminati sull'ampio sentiero che Stupido come ero, ne ebbi un sen timento

522
di dispetto. Pensai che fossero degli stu- gridò - guardate che l'attacco è su da
denti in vacanza, dei lipi di secchioni, che questa parte • . E indicava il cono di detriti
non sapessero assolutamente niente di cro- proprio sopra di noi.
de, arrampicate e corde, esclusi insomma Il secondo dei due si volse: < No -
da quel paradiso in cui io stavo per entrare. disse - noi andiamo a fare il camino•· E
Ma il mattino dopo di buonora, mentre si allontanò con il compagno.
salivo verso la Forcella di Ambrizzola, e La mia guida fece un'alzata di spal le.
dinanzi a me, a tracolla della guida, la lo chiesi : e: Che camino? Il camino Bar-
matassa della corda dondolava facendo un baria? • . A forza di leggere la gu ida del
curioso movimento ritmando Il lento passo, Be rti sapevo a menadito tutte le vie delle
mi accorsi che dietro di noi, pure usciti dolomiti di Cortina.
dal rifugio, due ven ivano. Erano ancora < Ma - fece la guida - teste matte,
lontani, saranno stati cinquecento metri, quelli lì. Scommetto che stasera dovremo
rna camminando più svelto via via si avvi- andare noi a cercarli! • .
cinavano. Finché li riconobbi. Erano i due Quei due ragazzi dal!' aspetto inoffen-
studenti secchioni che avevo visto la sera sivo andavano dunque a tentare una sca-
prima giocare a scacch i. lata che oggi non fa la minima impressione,
Ci raggiunsero poco prima della for- ma che è pur sempre un pulito quarto
cella, là dove si lascia il largo sentiero pe r grado e che allora mi sembrava addirittura
puntare all'attacco per i ghiaioni. « Buon- tabù.
giorno • - e Buongiorno• · Era il normale Ecco lassù, a sinistra, sopra di noi, la
saluto fra gente che si incontra in mon- nera fenditura che tagliava nel mezzo la
tagna, cortesia oggi, chissà perché, prati- parete verticale della base fino alla vetta,
cata sempre meno. con sinuosità sinistre, i bordi qua c. là stra-
lo chiesi: < Dove andate? • · Quello ma- piombanti, repulsiva per le tenebrose con-
gro fece un cenno con il mento. <Qui - cavità che parevano perdersi nel cuore del-
disse - al Becco • . la rupe.
Rimasi, lo confesso, un poco male. Che Il gesto di quei due ragazzi mi sembrò
due studenti, sia pure più vecchi di mc, qualcosa di assurdo. Senza guida avven-
si permettessero, da soli, di tentare la stessa turarsi in un'arrampicata classica e dura, di
arrampicata che io avrei fatto con la guida, cui, nei rifugi, alla sera, si discuteva con
che per mesi e mesi avevo vagheggiato al reverente rispetto. Una presuntuosa sfida,
punto di farne una specie cli incubo, era come la rottura di una regola, il sovverti-
quasi una mortificazione. mento di una legge.
Lo strano era che, all'apparenza, non Ne ebbi una rabbia. Quei due pivelli!
possedevano la corda. O che l'avessero na- Al loro paragone la mia impresa diventava
scosta dentro a uno dei loro due pesanti una faccenda ridicola, uno scher.w da si-
sacchi? Non ebbi il coraggio di chiederlo. gnorine, da vergognarsi addirittura. E poco
Intanto ci avevano sopravanzati, av- prima no oro orgoglioso!
viandosi per una vaga traccia di sentiero In cuor mio, sarà abbietto ma è così,
che si intravedeva sul ghiaione. mi augurai che i due, dopo un breve assag-
Ma a un certo punto essi lasciarono gio della rupe, facessero scornati dietro
questo barlume di viottolo, traversando a front; o che a metà restassero incrodati e
sinistra. a Cortina si formasse una spedizione di
Allora la mia guida: e: Ehi, ragazzi -

523
Solo più tardi quando, giunti facilme nte E poiché ne conobbi alcuni da vicino,
in vetta, udimmo, giù dall'altra parte, dove e gli divenni amico, ebbi in seguito la for·
l'abisso sprofondava, le voci dei due avvi· tuna di fare con loro alcune scalate. anche
cinarsi a poco a poco, e quindi da una abbastanza difficili . E quando, al nostro
sotlilc breccia, sul ciglio del baratro, ve· ritorno, qualche guida, informatasi d i che
demmo spuntare il berretto rosso del ma· cosa avevamo fatto, scuo teva incredula la
grolino e infine la sua faccia sorridente, so· testa, io ne e ro ingenuamente felice. Ma,
lo allora mi resi conto che la mia rabbia ahimé, era un inganno che facevo a me
era soltanto invidia. All'improvviso, cosa stesso. Arrampicavo con gli accademici ma
che non avevano realizzato mai, mi resi non ero uno di loro; ero un ospi te; ero un
conto che andare per pareli e ghiacciai as· peso morto. Il rapporto fra loro e me era
sicurati alla corda di una guida è sì una lo stesso, in fondo, di quello che c'era stato
bellissima cosa e che le guide, una per con le guide
una, sono degli uom ini magnifici, degn i Ne ho fatte, di montagne, nella mia
del massimo rispetto, ma fìn che c'è una vita (modeste, per lo più). ~ l a, nel ricordo,
guida davan ti la quale è così forte e brava le ore più belle ed esalt anti sono senza
da ridune al min imo il rischio di lasciarci dubbio quelle che mi hanno fatto vivere,
la pelle, l'alpinismo non arriva mai fino in su per fessure e lastre e spigoli , gli amici
fondo, non ci dà mai tutto quello che può accademici di Belluno.
dare all'uomo. E che il vero autentico al pi - Adesso, che sono onnai. quasi vecchio e i
nìi.1no è il fidarsi delle sole proprie forze, fortissimi amici di un tempo si sono di·
l'andare incontro alle minacciose e impe· spersi chi qua chi là oppure hanno smesso
nctrabili cattedrali di roccic e di ghiaccio la montagna, adesso che io ritorno da solo,
senza l'aiuto di nessuno. di quando in quando, alle mie crode, ma
Oggi questo distacco è avvertito molto bene assicurato alla corda di una paziente
meno. A quei tempi, parlo di una quaran· guida alpina brevettata, \!ivo e amaro è
tina cli anni fo, fra alpin ismo con guida e il rimpianto di non essere stato all'altezza
alpin ismo scn7.a guida c'era un abisso. E dei miei sogni, di non avere avu to abba·
i senza guida, che almeno da noi, si con· stanza coraggio, cli non aver saputo lottare
lavano pressapoco sulle dita, apparivano da solo, di non essermi impegnato a fo ndo
addirittura dei giovani arrabbiati, dci ri· così da poter essere, o per lo meno da po·
belli, dei sovversivi, dci rivoluzionari, delle ter assomigliare, a uno di loro.
teste calde, dei fuori legge, dei pazzi da Onnai, purtroppo, è troppo tardi. ~fa,
tenere alla larga. guardandomi malinconicamen te indietro,
Da quel g iorno - e girando per le ora capisco come soltanto a loro, ai capi·
montagne mi capitò di incontrarne parec· cordata, alle guide, e soprattutto agli acca·
chi - gli accademici furono per me qual. demici e a quelli che, senza avere la for.
cosa di ,'ì traordinario e irraggiungibile. Ero male laurea appartengono tuttavia alla
ragazzo, alle mie prime armi, ma con pro· loro intrepida fami glia, ora capisco come
fondo dispiacere intuii che mai e poi mai unicamente a loro la gnmdc montagna
sarei riuscito ad avere tanta forza, tanta abbia rivelato i suoi pili gelosi e potent i
sicurezza di me, tanta indipendenza, tai1 ta segreti. E non ai poveretti come me, che
ene rgia morale da battermi con la monta· hanno avuto paura
gua da solo.

524
CENTO ANNI DI ALPINISMO GIOVANILE

Sono pro prio cento anni, perché il pro- le. I ragazzi tornava no a sera stanchi e pie-
blema dell'alpinismo giovanile nacque, in ni di appetito e di sonno, ma galvan izzati
Italia, insieme con il Club Alpino ltaliano dal ricordo dei maestosi panorami e pronti
Infatti si vide subito che nella mente del a.ricominciare su lle orme di quella guida
suo fondatore la nuova associazione non sa- eccezionale che, armata di martello, li in-
rebbe stata un'accolta di pochi, sul tipo trocluceva allo studio della mineralogia e
dcll'Alpine C lub che in certo qual modo di tanto in tanto, per vincere la monotonia,
aveva suggerito l'idea e che anche oggi è recitava e traduceva Orazio e Virgilio
formato da poc hissim i soci. Se la monta- Così da un Sella alpinista ve11ne la di-
gna era sorgente di salute e oggetto cli pia- nastia dei Sella scalatori, studiosi e foto-
cevoli stud i, era bene che serv isse a molti, al grafi inarrivabili della montagna
maggior numero possibile, per una più so- :\fotodo più naturale di proselit ismo non
lida tempera del carattere e per una supe- si potrebbe trovare: il padre alpinista che
riore elevatezza spirituale. passo passo si porta la prole in montagna,
Quindi non alpinismo di élite, ma un al- assicura al Club Alpino un normale recluta-
pinismo aperto a tutti, mantenuto in una mento che dovrebbe bastare da solo a ga-
linea che nobil it i e migl iori quelli che lo rantire la continuità nei secoli; tanto più
professano. che nel campo alpinistico gli scapoli sono
Quintino Sella mostrò subito la via più piuttosto rari e si sarebbe pe rciò tentati di
naturale e che anche ora è una via maestra attribuire alla montagna, tra le altre bene-
per portare i giovani in montagna: mobilitò merenze, anche una spiccata fun zione pro-
il gruppo di figli e di nipoti e li portò con nuba, nien te affatto indifferente agli inte-
sé, prima su lle facili montagne del Biellese ressi del sodalizio e alla pe rpetuazione del-
e poi, in imprese più impegnative, su per la specie
le grandi vallate a lpine. Gè tra le opere minori di Gu ido Rey un
Uno dci nipoti era Guido Rey cd egli opuscolo intitolato e Alba Alpina>; è di
scrisse cli queste escursion i. Da Biella sali- piccola mole, ma di gran<le importan-
livano in carrozza per la via polverosa fi- za; è un avvincente condensato d i sent i-
no a Oropa e poi seguivano hmghe cammi- menti che si susseguono nell'animo di un
nate cli d ieci-dod ici ore fino al ritorno sera- ragazzino che per la prima volta sale al re-

525
gno dell'alta montagna. Egli va su poco e- alpinistica verso l'alto.
roicamente, perché l'ha1~no messo in una Da quei tempi lontani il problema fon-
cesta sul dorso di un asino, e questo lo mor- damentale del Club AJpino è sempre stato
tifica non poco. i\fa quando arriva all'alpe quello di far nascere questa vocazione nel
della Coche, sopra gli ultimi boschi, gli pare maggior numero possibile di ragazzi e già
di essere entrato nel paradiso terrestre: nel tempo della fanciullezza, perché le idee-
~ l'aria era tanto sottile che ce ne voleva guida nascono sempre presto.
molta per riempire i miei piccoli polmoni, Vorrei ancora premettere che nel no-
ma provavo un gusto nuovo nell'aspirarla stro tempo è infinitamente più urgente far
e nel sentirmela scendere pura e leggera camminare i giovani in montagna. Una si-
lìno in fondo al petto; e dovunque si diffon- gnora di mia conoscenza, dotata di un di-
deva una luce chiara, trasparente che face- screto stato di servizio alpinistico, uscì un
va apparire nette miche le cos~ lontanissi- giorno, parlando dei suoi numerosi nipoti-
: me >. ni, in una frase che merita di essere medi-
I I bambino, levato dalla cesta, corre -per tata; disse: e Questi poveri bambini che
i pascoli fi oriti, nessuno lo sgrida se coglie vanno sempre in automobile , , dove apri-
i fiori; immerge le mani nel ruscello e tro- ma vista pare che il povero male si concilii
va l'acqua così fredda che scotta. Lo colpi- con l'andare sempre in automobile, mentre
sce anche il fresco primaverile che lo risto- in realtà l'osservazione denuncia uno dei
ra dall'afa che ha !asciato a Torino. pericoli che più devono preoccupare fam i-
Una profonda impressione viene al ra- glie ed educatori: il pericolo che deriva dal
gazzo dall'incontro con il vecchio pastore, sempre maggiore numero di ore che i nostri
cugino di suo padre, che sotto i panni lo- ragazzi passano, nel corso della loro gior-
gori e l'aspetto dimesso nasconde una uma- nata, seduti sui banchi della scuola, o da-
nità essenziale, ricca di senno e di nobiltà. vanti al televisore, o in macchina. Si scorda
Evidentel'ncnte Guido Hey rivive l'incontro sempre più che madre natura ha dato all'uo-
con l'esperienza degli anni successivi e dei mo un paio di gambe che una volta servi-
I! frequenti colloqui con pastori e guide; ma
quel primo contatto con la gente non sofi-
vano per camminare.
Qui potrebbe porsi una grossa pregiu-
sticata della montagna dà rilievo a un ele- diziale: se convenga far compiere ai ra-
mento educativo sempre valido, anzi, direi, gazzi lunghe camminate; se queste non
ora pili valido che mai. possano produrre qualche danno allo svi-
Nel pomeriggio lo conducono su un'al- luppo fisico. La risposta è data dai fatti,
tura per vedere un panorama più vasto sul- sui quali si ragiona sempre meglio che sulle
le cime e sui ghiacciai lontani; siccome non teorie. Sono sicuro che tutti gli alpinisti
c'è più l'asino con la cesta, sente la fatica della mia generazione hanno un lontano
del salire e quando, di nascosto, beve mol- ricordo di lunghissime camminate al li-
ta acqua fredda, si sente male e a stento rie- vello del turismo alpino. Quel gran cam-
i sce a raggiungere la meta. Questo gli inse- minare per i sentieri, per i boschi e quel-
gna che in montagna non tutto è facile; ma l'attraversare valichi, con l'occhio e il desi-
quando alla sera torna al piano, dimentica derio rivolti alle montagne incombenti, era
presto lepisodio increscioso ed è sempre la naturale introduzione fisica e spirituale
più incantato dalle cose grandiose che ha all'alpinismo. Tutto andava sul piano di
! veduto e che racconterà ai compagni di una saggia gradualità.
; scuola: è nata nel suo animo la vocazione Perché la questione principale è pro-

i 526

I'
1:
prio quella di saper graduare lo sfori.o. A Mentre cuoceva la minestra e mio pa-
questo proposito mi sia consentito di citare dre discuteva con il capo-alpe dei problemi
qualche esperienza personale. Ho fatto i agrari, difficili anche allora, chiesi il per-
primi passi in montagna, dai tre anni in messo di uscire su i pascoli per vedere spun-
poi, con mio zio montanaro e pedagogista, tare la luna ; appena fuori mi diressi invece
che lasciò una traccia notevdlc nella storia a occiden te: attorno era quasi buio, ma
della pubblica istruzione italiana. Eravamo il grande Disgrazia lo si vedeva ancora I
d'estate a Montagna sopra Sond rio ({)(Xl bene. Catturava le ultime luci del tramonto
m s. m.). Il sogno era di arrivare all'alpe e un chiarore livido ancora si rifletteva
Mara, mille metri più su; ma ci vollero tre sulle sue rocce estreme dalle gengive dei
ann i di attesa. Intanto si andava, al meno ghiacciai che gli stavano sotto.
due volte alla settimana, fin o al castello ~ l a il baratro della Valmalenco e della
di Mancap:me, che alzava una sua torre valle di Togno che sprofondava ai miei
m{lssiccia sopra il livello degli ultimi casta- piedi era già tutto nero e ne saliva il
gni, sulle rive scoscese dcl Davaglionc. A rombo cupo e smorzato dei due torrenti.
sei anni arrivai all'alpe sospi rata e, attra- 1o avevo paura, ma non volevo tornare
versando in piano per un bosco, vidi per indietro; era una prova di forza pe r vin-
la prima volta una cima famosa, il monte cere il senso della solitud ine che il buio
Disgrazia, ma era troppo presto per pen- molt iplicava per dieci, e stavo lì cocciuto,
sa re che un giorno ci sarei arrivato. finché mi ricordai che a quell'ora la mine-
Passarono altri due anni cd ecco a un stra doveva essere cotta; allora a uno stato
tratto la prima ascensione: mio padre, vi- d'animo pieno di nobile pathos, ne seguì
sto che il marmocchio camminava e ci un altro ignobilmen te utilitario e !ornai su i
prendeva gusto, pensò di condurmi su lla miei passi, guidato a un certo punt.o dal I
Corna Mara, bella montagna che sorge su- lum ino che riluceva tra i sassi lontan i.
bito sopra la città, con una vista magnifica li matt ino dopo alle prime luci si parte
sui gruppi del Bernina e dcl Disgrazia e, verso la cima; a metà salita, girato un dos-
più lontani, dell'Oberland Bernese e del- so verso un vallone, scappa via un magni-
l'Ortles-Cevedale, senza contare la lunga, fico camoscio. Caro Vallepiana, am ico da
prospiciente catena delle Orobie che si sempre e per la pelle, ma diviso da me da
sgrana dalrAprica al Legnonc. Una mode- w1 incolmabile abisso sul modo di conside-
sta, maestosa montagna che è il simbolo rare l'incolumità della nobile fauna alpina,
dell'alpinismo facile e ristoratore dello spi- devo confessart i che, anche a quella teniira
rito. età, mi sentii entrare sette diavoli in corpo
li primo giorno si arrivò verso sera al- e se non mi avessero tenuto sarei corso
l"alpe delle Cavalline a 2300 m d i quota. gridando come un ossesso sulle piste di
I pastori avevano ricavato le loro abita- quello stupc11do animale.
zioni assestando con murett i a secco gli Arrivati sulla cima, in lontananza verso
anfratti naturali tra i massi di un'enom1e Nord ci apparvero tutte le grandi vette
ganda. Evidentemente maestre di urbani- dcl Bernina, altissime sugli imponenti
st ica erano state le marmotte che al nostro ghiacciai. Più tardi imparai che otto di
arrivo, quando i costoloni del monte erano quelle cime superavano i 3800 metri e una
ancora sfi orati dall'ultimo sole, avevano fi- i 4000. Ma allora l'entusiasmo non era
schiato l'allarme, riecheggiato dalle com- frenato dalle cifre; mi rimase solo la sma-
pagne fin verso Rogneda. nia di vederle più da vicino.

527
1:

In quella stessa estate passai poi quat- uniforme evi tando l'eccesso di rapidità,
tro giornate nel Bormiesc. Le gite furono spesso fonte di pericolo, e l'eccessiva len-
queste: 1° giorno, Bormio-Pizzo Umbrail tezza che può mettere nei guai nel buio
e ritorno; 2° giorno, Bormio-Livigno (35 incomben te alla sera.
km); 3° giorno, Livigno-Bormio; 4° giorno, C'è poi, non meno importante, l'nllena-
llonnio-Cuglie del ghiacciaio del Forno e mento del piede al terreno d isuguale e in-
ritorno; lutto naturalmente a piedi. stabile. li piede del montanaro deve avere
Ho citato queste mie esperienze, e do- una specie di sensibilità pronta che cor-
mando scusa, perché negli anni successivi, regga automaticamente le posizioni sba-
e specialmente quando da professore e gliate in modo che, sul terreno comune,
preside per 25 anni ho condotto i miei alun- lavori più il midollo spinale che la cortec-
ni in montagna, ne ho cavato un principio cia cerebrale.
fondamentale: che un ragazzo, anche di Siamo d'accordo che il camminare non
mediocre attrezzatura fisica, può superare s'identifica con l'arrampicare, ma la sicu-
benissimo e senza danno, purché gradual- rezza dcl piede è importante anche nella
mente preparato, lo sforzo di lunghissime arrampicata pura, mentre sul terreno fa-
camminate, perché il camminare e il mo- cile, ma non sempre stabile che precede lo
derato alpinismo sono esercizi a ritmo len- attacco procura un prezioso risparmio di
to che non tonnentano il sistema nervoso energie.
e il cuore; e questo spiega il fatto che molti Vorrei citare l'esempio di due alpinisti
settantenni non abbiano ancora lasciato famosi; il Whymper che quando arriva,
!'alpinismo, anche se hanno alquanto ri- ventenne, a fare i primi giri turistici attorno
dotto i giri del motore. al Cervino, si trova spesso in posizioni dif-
I primi quarant'an ni dell'alpinismo gio- ficili e pericolose, tipiche del neofita che
vaitile sono serviti a mettere in giusto ri- solo affronta la montagna per la prima
lievo il fatto che il turismo alpino è sta- volta. Quella stessa famosa caduta durante
to, e dovrebbe continuare ad essere an- uno dei primi tentativi alla grande cima,
che ora, la naturale prefazione all'alpini- ebbe origine dalla scivolata di un piede
smo. Su questo punto non si insisterà mai mentre girava attorno al costolone di una
abbastanza. La tendenza sempre più ac- roccia della Test a del Leone. Era quell' al-
centuata di arrivare il più rapidamente pinista formidabile che tutti sappiamo, gran
possibile ai gradi superiori delle difficoltà camminatore (tanto che lui stesso scrive
saltando i primi, come se fossero un inu- che gli inglesi consideravano buon cam-
tile perditempo, rappresentano il più au- minatore chl riusciva a fare 80 km al giorno
tentico pericolo per i giovani al pinisti che per dieci giornate consecutive); ma proba-
sulla montagna facile, e perciò non perico- bilmente gli era mancata quella prefazione
losa, dovrebbero imparare alcune cose in- della quale abbiamo discorso prima. Era
teressanti: che il tempo nel corso della certamente mancata anche al Mummery
giornata può cambiare, che gli appigli non e lo si intuisce da quel grande annaspare,
sempre sono così garbati da reggere al suo e dei suoi amici londinesi, nelle ore
nostro peso, che la nostra nutrizione de\'C antelucane, su per le morene della Mer de
essere curata almeno come la carburazione Giace.
di una macchina da corsa, che bisogna im- Per contrasto viene naturale il pensare
parare a regolare la velocità dei nostri mo- ai montanari cacciatori di camosci che sul-
vimenti in modo che essa sia continua e lo stesso terreno more1tico salgono mentre

I
528
IL PEU.IO, dai Campi di Hutorto.
(ro1oS.Sag/io)
il buio è ancora completo per essere al po- Di questo elemento bisogna fare un
sto adatto quando il branco, appena un leg- giusto conto, pur senza drammatizzare, spe-
gero chiarore compare a oriente, si sveglia, cialmen te nel periodo dello sviluppo dci
e gli an imali gi rano la testa per fiutare il ragazzi che in molti casi coincide con gli
vento e poi si alzano per incominciare il a1mi delle prime esperienze alpine.
pascolo mattutino. Al principio dcl secolo la sempre mag-
Ora quella marcia è svelta e assolutà- giore diffusione dell'alpinismo pose il pro-
mente silenziosa ed è la più valida testimo- blema del poter orientare verso i monti
nianza del piede sicuro, perché un piccolo anche i giovani che non avevano tradizion i
sasso smosso metterebbe subito in al\am1c famigliari in questa direzione. F'u la gran-
il branco de svolta per l'alpin ismo giovanile. Na-
Questa forma elemen tare di a.1pinismo sceva naturalmente la necessità di organ iz-
giovan ile, del ragazzo che va sulle orme zare questa forza nuova e non era piccolo
di suo padre, che fu l'unica per più di compito,
quarant'ann i della storia del Club Alpino Nel 1910 un mi11istro della Pubblica
lt aliano e che è sempre valida, risolveva Istruzione, che era di razza montanara, or-
per lo più anche il problema della gradua- dinò con una circolare che in tutte le scuole
lit à dello sforzo e dell'adattamento fisio- d'Ctalia un giorno al mese fosse <le<licato
logico aJla montagna. C'era qualche peri- ad una passeggiata. L'ordine fu eseguito
colosa eccezione come quella di un mio fìno alla prima guerra mondiale e diede
vecchio amico che, arrivato tardi alla mon- ottimi frutt i.
tagna, ma acceso di un en tusiasmo sover- Proprio ora che i ragazzi camminano
chiante, quando ebbe un figlio, lo portò sempre meno, viene naturale di pensare
a due anni, nel sacco da montagna sulla se non fosse il caso di riproporre il pro-
cima del Pizzo Scali.no, a 3300 m sul mare. blema; c'è veramen te una disposizione ana-
l\fa elevo onestamente dire che gli andò loga presa dopo la seconda guerra, mi pa-
bene, perché quel ba mbino è ora un gio- re nel 1946, ma ebbe scarsa e troppo breve
vane mc<lico dotato di una validissima at- applicazione.
trezzatura fi sica. Sarebbe la fam osa ecce- Dcl resto è naturale che gli insegnanti,
zione che con ferma la regola? Perché pare di qualunque grado, vengano subito dopo
molto più opportuno che la gradualità sia i genitori nel guidare i ragazzi ai monti
rispettata tanto per la <lurata dello sforzo La facilit à con la quale arnvano allo scopo
fisico che per l'adattamen to all'aria dci deriva dal loro prestigio, dalla fiducia de-
mon ti sempre meno ricca di ossigeno a gli allievi, se la sanno conqu istare, da quei
mano a mano che si sale. legami affettivi che nonnalmente uniscono
Qui l'argomento dovrebbe essere trat- docen ti e discenti e che non sono incrinali
tato da un fisiologo e questo in realtà è <la qualche nuvoletta per un'interrogazione
già stato fatto da molti, ma anche un em- anelata male o per un esamino a ottobre.
pirico si rende conto del maggiore impegno C'è poi nei ragazzi una grandissima cu-
che viene richiesto all'organismo in alta riosità che durante le gite scolastiche può
montagna. Senza ricorrere alle recenti espe- essere appagata in pieno: poter ved ere
rienze himalayane, ognuno lo avverte per- come è il professore quando non è sulla
sonalmen te dal pili frequente ritmo respi- cattedra, quando non interroga, non fa le-
ratorio e dall'accelerazione delle pulsazioni zione, non distribuisce rimproveri, quando
card iache. insomma non è il professore.

529
Questo incontro sul piano umano, in ci chiamavano certo gioventù bruciata, ma
una piena smobilitazione delle soprastrut· non direi che fossimo proprio tutti stilati
ture scolastiche, può essere ricchissimo di sullo scolaro Derossi di deamicissiana me-
risultati educativi. Per questo io ho sem- moria
pre cercato di risolvere i casi difficili non Il prof. Pellicciari vedeva per la prima
con le prediche attraverso a una cattedra volta le grandi montagne e ne fu come
o in presidenza, ma piuttosto con qualche folgorato; ma quello che più ci colpì fu il
pacata conversazione attorno al focolare fatto che non tentava cli vestire con parole
di una baita, la sera che precedeva una i suoi entusiasmi; anzi pareva che traspa-
ascensione o una lunga sciata alpina. :rissero contro la sua volontà; appena rive-
Non è retorica dire che in montagna, lali dallo sguardo vivace dietro le spesse
forse perché c'è un distacco anche fisico lenti. Si buttò subito alla montagna, natu-
dall'assillo della vita di ogni giorno, è più ralmente per mulattiere e facili sen tieri e
faci le ragionare con semplicità e suscitare incominciò a condurci in montagna per d i-
o risuscitare i sentimenti-guida, tanto più verse domeniche dell'anno, per turni di
necessari ai giovani nel tumulto della gio- alcune diecine: gite facili, ma che porta-
vinezza che esplode. vano sempre a punti panoramici dai quali
Più di tutto, il proselitismo, ha anch e si vedessero cime importanti e ghiacciai.
in questo campo, come grande presupposto Non era un grande camminatore e
l'entusiasmo. Un classico della pedagogia quando la colonna lo sopravanzava, suo-
ha scritto: e Non si insegna ciò che si vuo- nava dalle retrovie un corno da caccia per
le né ciò che si sa, ma ciò che si è :t . La frenare giustamente i più veloci.
sentenza è un po' cattedratica, non senza Il bello è che lui non diventò mai nep-
un certo sapore di stantio, ma è profonda- pure un mediocre alpinista, perché della
mente vera. Per portare i giovani in mon- alta montagna ebbe sempre una grandis-
tagna rion è indispensabile essere grandi snna paura
alpinisti o persone di eccezionale rilievo; Una volta, nei primi anni, ci si volle
basta avere entusiasmo e prudenza. provare: con un collega valtellinese e una
A questo punto seguendo il mio abito guida della Valmalenco andò alla capanna
mentale di raccontare fatti piuttosto che i\farinelli e il giorno dopo partì per il Pizzo
agitare teorie, voglio ricordare un mio in- Palù. La lunga salita attraverso ai ghiac-
segnante che, nel campo del turismo alpino ciai e i Sassi Rossi andò abbastanza bene;
giovanile, considero un caso limite: era ma i primi guai incominciarono alla crepa
un professore pugliese, di matematica, il terminale e alla paretina che porta alla
quale, dal nativo Tavoliere delle Puglie, punta centrale. Le emozioni crebbero qua11-
era capitato al ginnasio di Sondrio, proprio do si trovò issato sul cupolone centrale,
nei primissimi anni del secolo. Dico subito con il gran vuoto da ogni parte e le strisce
che come insegnante di matematica non dei panorami lontani e le valli sprofondate
era entusiasmante; aveva poi una balbuzie a dare le vertigini.
abbastanza rilevante per cui al secondo La discesa poi, giù per il gran vaUon~
giorno, gli avevamo appiccicato un nomi- ghiacciato del versante svizzero gli mise
gnolo che gli rimase fi no alla fine della sua nell'animo impressioni cosl bene radicate
vita. Neppure aveva qualità esteriori che che quando arrivarono alla capanna Dia-
potessero suscitare nei suoi allievi una par- volezza non ci fu verso di indurlo a sle-
ticolare simpatia, tanto più che allora non garsi: si andava bene così e si continuasse

530
cosl, senza inutili novità. E così cont inua- c he si montava con le piccozze e pesava
rono a scendere in cordata giù per il sen- un chilo e mezzo. Fu questa una felice ini-
tiero e per i pascoli fiorit i. L'amico, che mi ziat iva in tempi nei quali le idee dci neo-
raccontò l'episodio molti ann i dopo, rievo- fiti sull'attrezzatura alpinistica erano molto
cava con una ilarità abb inata a una rabbia approssimat ive e metteva i giovani in con-
tardiva la tremenda vergogna che aveva dizioni cl i non avere pericolose sorprese.
provato all'aria d ivertita delle comitive di Del resto se anche ora si facesse una sta-
alpinisti dei due sessi che salivano verso tistica delle d isgrazie mortali capitate in
la Diavolezza e vedevano questa strana montagna per deficienze dell'equ ipaggia-
cordata approdare sempre legata sulla car- mento, si troverebbero cifre allannanti. No-
rozzabile del Bernina, dove finalmente la nostante l'enorme progresso fatto in questi
corda fu arrotolata su l sacco. ultimi an ni è questo un capitolo che i gio-
~ l a così abbiamo dimostrato in modo vani alpinisti dqvranno sempre considerare
;tSSOlutamente rigoroso che un non alpi- con una buona dose di indispensabile pe-
nista può creare degli alpinist i. d anteria.
Era da poco incominciato questo se- Un'allra iniziativa utile della Sucai fu
colo q uando nacque la S.U.C.A .J. Voleva la pubblicazione di una serie di volumetti,
d ire Sezione Un.iversitaria dcl Club Alpi- dal Vademecwn al Mmwnle dell'arrtmipi-
no Italiano ed era destinata nel giro di catore, al Manuale dello sci di Ugo di Val-
poch i anni a portare notevoli forze nuove lepiana che, in tempi nei quali non si era-
nella nostra Associazione e a rappresentare no ancora scoperte le diverse metafisiche
una tappa molto importante nello sviluppo del cristiania, insegnava con estrema chia-
dell'alpin ismo giovanile. Molti che ora, in rezza la tecnica fondamentale dello scia-
chiome bianche o quasi, hanno fondamen- tore alpinista, tanto che fu sempre .il libro
tali responsabilità nella direzione dcl soda- di testo obbligatorio per i miei studenti
lizio, vengono dalla S.U.C.A.I. e si son sciatori.
fa tte le ossa nella organizzazione univer- Era stato perfino pubblicato, opera del·
sitaria. l'avv. Roccatagliata di Genova, uno spas·
L'in iziativa partì dalla Sezione di ~ l on­ soso Re dei cuochi sucaino, per insegnare
za e si diffuse presto nelle principali uni- a manipolare i cibi con le cucinette da
versità; furono subito molto numerosi i campo; e chi ravcsse seguito alla lettera
gmppi di Pavia, Milano, Bologna, Torino, ne avrebbe combinate delle belle.
Genova e Homa. L'idea prima credo sia Ma la più famosa delle iniziative su-
stata di Gaetano Scotti, a giudicare, non caine fu senza dubbio la Tendopoli, un
dico dell'entusiasmo, ma dcl fanat ismo con grande attendamento nazionale che si or-
il quale la perseguì e l'attuò, con l'aiuto ganizzava in zone alpine di chiara fama al
dci Ballabio e dei Calegari, di Vallepiana limite superiore dci boschi, in modo che
e di Gandini, con molti altri. potesse servi re come punto di partenza di-
Una delle prime idee fu quella di far retto per le ascensioni.
prepMare da una ditta specializzata mila- Si teneva nel mese di agosto, secondo
nese l'equipaggiamento tipo a prezzi deter- uno schema organizzativo ottimamente
minali: lire trentotto l'abito, lire tredici predisposto. Quando nella primavera del
il sacco, undici la piccozza di marca e tulio 1914 una telefonata di Scotti mi chiamò a
il resto fino agli oggetti minimi. C'era an- Monza, da Pavia, per darmi l'incarico di
che una tenda Sucai, capace di tre persone, organizzare la Tendopoli dell'anno a Chia-

531
reggio, vi andai con tutte le buone inten- ..sfazione e non era priva d i efficacia edu-
zioni cli non farne niente, anche perché ero cativa in quella età delle impazienze e dei
nella Sucai da un anno e non avevo alcuna grandi voli.
esperienza. Ma la dialettica monzese di Questa da l 1914 fu l'ult ima delle grandi
Scotti e i piani predisposti erano di tale Tendopoli. Proprio in quei giorni scop-
chiarezza che fìnii con raccettare e tutto piavano a catena i conflitti della prima
andò per il meglio. guerra mondiale e tra un'ascensione e la
Alla prima tendopoli, nell'alta Valma- altra si faceva strada, nell'animo dei gio-
sino, nel 1909, ai piedi dcl Badile e del vani, la convinzione che anche per l'Italia
Ccngalo, altre erano seguile in Valnontey, sarebbe arrivata fora della grande chia-
sopra Alagna, nel Popera e in Val Véni, mata. Arrivò al principio dell'estate succes-
fìno a quella di Pian del Lupo a Chiareg- siva cd ebbe quasi un valore simbolico
gio, dominata in un incanto di prati e di l'eroico sacrificio, già nei primi tempi, di
boschi, dairaltissima parete Nord dcl Di- Antonio Serioli, segretario della Tendopoli
sgrazia. di Chiareggio, caduto, medaglia d'oro, sul
Sui prati era nata tutta una fioritura Monte Nero.
di piccole tende tanto da ospitare i 240 Dopo la guerra seguì un periodo di
goliardi convenuti da ogni parte cl'ltalia. crisi nei rapporti tra la Sucai e il Club
1'.fa al centro dominava l'aula magna che Alpino; mette conto che se ne parli, con
era il punto di convegno. Al mattino, quan- la speranza che la storia, almeno qualche
do tutto attorno era ancora buio, dentro volta, sia maestra di vita. Come in tutte
le tende si accendevano via via i lumini: le guerre diplomatiche, furono pubblicati
un lungo e confuso tramestare che si in- libri bianchi e libri azzurri; ma il succo
travedeva come un giuoco di ombre; poi della questione era questo: i dirigenti della
da ognuna delle tende uscivano curvi a Sucai, mossi da uno spirito di bandiera che
punto interrogativo due o tre con grossi per certi riguardi è apprezzabile, avevano
sacchi e si avviavano; di tanto in tanto un istituita la categoria e seniores >. Veniva
suono metallico: il puntale delle piccozze così a mancare il ritorno alle Sezioni del
che inciampava sui primi sassi della gior- C.A.L dci soci dopo la conclusione dcl pe-
nata. Si avviavano su per i neri bosch i riodo universitario. Spuntava addirittura
dcl Ventina, del Sissone e dcl 1'.luretto, il pericolo dello sdoppiamen to di una isti-
pieni di sonno arretrato e di speranze. tuzione come la nostra che ha come natu-
La vita ciel campo si faceva intensa rale presupposto il concetto e il rispetto
verso sera, quando parecchie cordate ave- della propria unità.
vano già fatto ritorno. Alle nobili preoccu- Ora la fun zione dell'alpinismo giovanile
pazioni di carattere alpinistico seguivano in tutto questo primo secolo della sua sto-
quelle più casali nghe dcl pasto serale. I .ria è sempre consistita nell'avviare i gio-
bolognesi avevano piantato le toro tende vani alla montagna e al Club Alpino.
in gruppo su un ciglio che dominava il Jn seno al Club Alpino poi ognuno
campo; alla sera la brezza che calava dal esprime il proprio attaccamento alla mon -
,F ora portava al basso cert i profum i di ragù tagna, il bisogno di salire con sforzo in
che parevano irridere alle minestre di dadi cerca di una superiore serenità di vita e
che noi tentavamo di combinare nelle pic- di un irrobustimento della propria perso-
cole cucine. :\la anche questa autonomia nalità. Gli uomin i si incontrano avendo
logistica finiva con il dare una certa soddi- lasciato al piano quello che tende a divi-

532
derli: le ideologie politiche, le aspirazioni e più elevate. Era stata una grande fatica
di categoria, i contrastanti interessi econo- organizzativa del povero Eugenio Ferreri
mici e, in generale, quello che rende affan- ed era riuscita bene anche quando il mal-
nosa la vita di tutti i giorni. tempo si era accanito durante alcune delle
In anni lontani abbiamo studiato che tappe più difficili. Naturalmente era riu-
dopo periodi particolarmente travagliati scita perché, con la guida esperta del Fer-
nasceva naturalmen te negli uomini la ten- reri, si erano mobilitati guide e portatori
denza all'ascetismo. Qualche cosa di simile dcl C.A.I. oltre a molti dirigenti sezionali;
parrebbe spingere l'uomo moderno all'eva- in genera le poi erano figli e parenti di
sione verso la solenne tr anquillità delle guide e ragazzi di pura raaa alpina gli
montagne, lasciando, se pure per poco, gli clementi ai quali erano state affidate le
assilli della vita del piano, le lotte, le con- fl.scensioni più difficili.
correnze e le divisioni. Poco tempo dopo una inciampata sul
Nel venten nio fascista l'alpinismo gio- banalissimo sentiero della M Direttissima ~ •
van ile non ebbe una vita facile. Le preoc- mise fin e a,i progetti del Ferreri, ma io pen-
cupazioni politiche e militari, mentre face- so spesso se proprio non metterebbe conto
vano più abbondan ti i mezzi e più facili di riprendere l'iniziativa. Anche le manife-
le mobilitazioni, toglievano sincerità e stazioni cli grande massa hanno una loro
spontaneità alle manifestazioni. Quella non insostituibile forl:a cli propaganda. Basti
era l'autentica vita dei monti. i\la la mon- pensare a quello che rappresentò per il
tagna è grande e migliorava i giovani an- turismo alpino, la lontana marcia dal Cer-
che se vi erano condotti con altri fini. Ho vino al Rosa del Touring Club Italiano.
seguito una volta una marcia di cinque- Si fa un gran discutere se lo sviluppo
cento giovani dalla capanna ]\farinelli alla dello sci, sem pre più imponente, .giovi o
vetta dcl Piz?..O Palù. Erano quegli stessi porti danno al movimento alpinistico gio-
elementi che al piano facevano sudare sette vanile, sostenendo alcuni che in ogni mo-
cam ice agli istruttori della prem ilitare. Ma do gli sport invernali, esercitati fondamen-
già salendo dal fo ndo valle al rifugio le talmente dai giovani, portano questi in
sguaiataggin i si erano fatte sempre più montagna e li introducono nell'ambiente
rare. montanaro; altri, pensando al carosello dci
Quando la mattina dopo, alle prime luci mezzi di risalita e delle piste di discesa,
incominciarono a marciare in una inter- sostengono che questo non ha nulla a che
minabile fila indiana su per il ghiaccia io fare con l'alpinismo.
di Fellaria e del Palù, andavano in silen- lo sono piuttosto d'accordo con i primi,
zio, dividendo i loro stu pori tra le incom- perché il movimento giovanile anche di
bent i pareti a picco dell'Argient e dello semplice turismo alpino ha dovuto sempre
Zupò e il panorama lontano, fino all'Ada- combattere contro prevenzioni e false opi-
mello e alle Orobie. Sentivano la grandio- nioni secondo le quali l'equazione monta-
si tà di un mnbicntc che per In maggior gn:i-pnlmonit<i f':rn verità assoluta. Esatta-
parte di loro era dcl tutto nuovo e marcia- mente quarant'anni fa un giovane profes-
\'ano da ragazzi assolutamente esemplari. sore osò portare un centinaio di suoi alun-
Ancora voglio ricordare la grande staf- ni, con una gita scolastica, a 1000 metri sul
fetta che aveva portato a percorrere tutta mare, partendo da troccnto; e questo nel
la cerchia alpina, da Ovest ad Est, con la mese di manm. In città si pubblicavano tre
scalata di moltissime delle vette principali giornali di contrastanti idee poliliche, pron-

533
ti su tutti i problemi a sostenere sempre plementarità dcl discesismo e dcl cammi-
j punti cli vista opposti a quelli della nare in montagna, da quando ho osservato
stampa concorrente. Ora, in occasione di che le gambe più fonnidabili, per forza
quella gita, furon o tutti d'accordo nel dare muscolare, del discesismo nazionale, quel-
addosso a quello scriteriato di professore le di Zeno Colò, di Giacinto e di Stefano
che aveva esposto a grossi rischi la salute Sertorelli, venivano dalla pesante disciplina
dci suoi scolari. E non ebbe alcuna rile- del fondo; Stefano Sertorelli è guida alpina
\•anza, naturalmente, il fatto che nessuno e il povero Cinto quando una volta si la-
scolaro avesse preso almeno un semplice sciò indurre, contro il suo temperamento
raffreddore. montanaro, a partecipare a una lunga mar-
Sono fatterelli che è bene ricordare, cia in montagna (si chiamano mnrce, ma
per misurare quanta strada si è fatta e sono corse) diede quindici minuti prim i di
come Jìnalmente si sono superate quelle distacco al secondo arrivato
' mentalità deteriori. Quindi recipe : se vuoi scendere bene
Certamen te nel periodo tra le due guer- in inverno, fai alpinismo in estate.
re lo sci fu più un modo di andare in mon- Ho accennato prima ai pericoli che
tagna e non mancarono iniziat ive scolasti- po.~sono derivare ai giovani dalla troppo
che di vero alpinismo sci ist ico, anche so- ridotta attività lìsica . .Le due cause fon-
pra <1uota tremila. Poi, per una evoluzione damentali sono da ricercare nella motoriz-
che nessuno può illudersi di fermare, arri- r,,:azione che proced e con un crescendo ac-
varono funi vie, seggiovie e sciovie. Inutile celerato e nella meccan izzazione del la-
brontolare: se ci fossero state ai nostri voro che incide anche sugli adulti
tempi, le avremmo usate anche noi, e ma- Su queste due cause non si può pen-
gari con entusiasmo sare di agire frenandole, perché per molti
Ne venne un perfezionamento della altri riguardi sono indicative dcl benessere
tecnica cli discesa, su neve battuta, ma raggiunto e della liberazione dalla fatica
una quasi totale ignoranza del saper scen- bruta. Bisogna piuttosto eliminarne gli ef.
dere su neve vergine e una infìnità di oc- fett i dannosi dando incremento alle atti-
casion i perdute per allargare i polmoni vità sport ive e a quell'esercizio che è pri-
con le lunghe salite, con gli sci a spalla o mordiale ed è il più naturale di tutti: il
ai p.iedi. camminare a piedi. E poiché nessuno riu-
Ma quando un gru ppo di questi stu- scirà mai più a far camminare qualcuno
denti discesisti fu condotto una volta a '.! piedi su una strada dove si possa an-
fare un giro al\°antica sui 2500 metri, tor- dare in moto o in auto, bisogna promuo-
narono entusiasti e conquistati da quella vere l'andare in montagna, con tutti gli
che per loro era una inaspettata novità. altri vantaggi lìsici e spirituali che l'am-
L 'inverno successivo, poiché erano ragazzi Qiente comporta
in gamba, andarono in Engadina attra- Quattro anni fa una rivista am ericana
versando il gruppo ciel Bernina fece un'indagine a largo raggio per accer-
Ora rinasce nei giovani il gusto dello tare lo stato fisico degli alunni di scuole
sci alpinistico e dovrebbe riaprirsi sempre di diverso grado. Sottoposti a prove di dif-
più questo filon e di reclutamento clie dal fìcoltà meno che mediocri, il cinquanta
solco iniziale dello sci porta all'uso della per cento degli esaminati diede risultali
corda e della piccozza. negativi. Del resto anche i nostTi inse-
Dcl resto ho sempre sostenuto la com- gnanti di educazione fisica si lamentano

534
spesso della scarsa resistenza degli scolari: come era già avvenuto con il vecchio Scot-
bastano spesso poche fl essioni sulle gambe ti per la S.U.C.A.I.
a metterli in difficoltà. Un ulteriore sviluppo dei gru ppi E.S.
Nel 1950 in seguito a queste poco alle- C.A.I. non dovrebbe mancare; purtroppo
gre constatazioni, il Ministero della Pub- come per tante altre questioni di conte-
blica Istruzione modificò radicalmente il nuto altamente ideale, è condizionato dalle
tradizionale insegnamento dell'educazione disponibilità dcl vi le denaro.
fi sica, aggiungendo alla ginnastica l'atti- A ch i osservi il quadro di sviluppo di
vità sportiva, specialmente l'atletica leg- questi grnppi, si presenta un dato che a
gera, e promovendo in una trentina di pro- tutta prima potrebbe stupire: il loro at-
vince anche gli sport invernali. A questa tecchimento è stato pili facile e rapido
opera il C.O.N.l. diede una efficace colla- nelle sezioni dell' Italia centrale e merid io-
borazioTie anche economica e si assunse nale. Ma il fatto non è difficile a spiegare;
I ~ costruzione dei campi sportivi scolastici dove le montagne sono più vicine si sente
almeno nei capoluoghi d i provincia. At- meno il bisogno di organizzazioni collet-
tualmente sono una cinquantina e tendono tive che permettano di raggiungerle e ven-
a crescere. gono preferite auto e motorette che per-
Parallelamente il Consiglio centrale del mettono la scelta delle mete e degli orari
C.A J . ripropose il problema dell'alpinismo a un gruppetto di amici. Questa è la situa-
giovanile, affidando ad una sua commis- zione di buona parte dell'Italia settentrio-
sione interna lo st udio e la risoluzione del nale.
problema. Il lavoro non è stato e non è Per i colleghi dcl centro-sud è sempre
facile; ma a pochi anni dall'inizio e nono- necessario il ricorso ai pullman ; c'è poi il
stante una povertà di me,..zi estrema, s'in- miraggio delle Alpi, delle grandi mo!itagne
cominciano a ottenere risultati importanti. e dci ghiacciai che può essere raggiunto con
Dopo alcuni tentati \!i in diverse dire- accantonamenti e attendamenti che dovreb-
zioni, si pensò che si do\!esse partire da bero diventare sem pre più numerosi.
una larga base di escursionismo scolastico A questo punto viene spontanea un'os-
alpino o appenninico per passare poi, nel servazione: mentre politici ed econom isti
peri<xlo delle vacanze estive, all'organiz- si affann ano a ridurre le d ifferenze econo-
zazione di attendamenti e accantonamenti. miche e sociali che dividono il nostro paese
Da diversi anni si fa sulle Alpi, per fatica e mentre si van no attenuando le ironie di
quasi esclusiva del gruppo di Roma un cattivo gusto che meridionali e settcntrio-
accantonamen to nazionale che è ormai di- Tiali si scambiano sui reciproci difetti, mi
ventato tradizionale. pare che sia sommamente educativo che tra
Un numero sempre maggiore di Sc- i due settori si determinino due corren ti in
·zioni, istituisce nel proprio seno il gruppo direzione opposta, ad opera di due sodalizi
E.S.C.A.I . che si appoggia alle scuole me- ugualmen te benemeriti delle fortune dcl no-
die con l'aiuto molto efficace dei capi isti- stro Paese: il Club Alpino che manda s ulle
tuto e dci professori. Si riprende così un Alpi un numero sempre crescen te di giova-
cammino che, come si è detto prima, ave- ni meridionali e il Touring Club che con il
va dato frulli buoni in anni lontani. turismo scolastico manda i ragazzi del nord
Il movimento ha trovato, come pare sia a visitare le bellezze dell'Italia merid ionale
destino per le iniziative che attecchiscono, e insulare. Noi siamo giustamente orgogliosi
in Carlo Pettenali di Roma il suo profeta, perché ogni anno diciotto milioni di stranie-

535
ri vengono in Italia ; ma vogliamo doman- si più veloci, sono vere e proprie corse e
darci quanti sono gli italiani che, pur aven- hanno prodotto qualche caso di morte per
done i mezzi, rinunciano per pura pigrizia sincope anche di elementi normali e robu-
a conoscere l'Italia e, quel che è peggio, st i
a forla conoscere ai loro fìglioli? Una volta mi sono trovato al traguardo
Quasi due secoli or sono Gian Giaco- di una di queste competizioni a quota 2000
mo Bousseau, che, tra parentesi, fu uno dei Tra i primi, tutti adult i, era arrivato un ra-
primi entusiasti del turismo alpino, lamen- gazzetto di tredici anni e tutti gli batteva-
tava l'educazione esclusivamente libresca no le mani. lo avrei veduto con infìnita sod-
del suo tempo. A tanta distanza di tempo, disfazione andare in galera quell i che lo a-
noi siamo sempre ancorati a un insegna- vevano ammesso a una prova così massa-
mento libresco proprio per quella materia cran te.
che meno cli ogni al tra dovrebbe esserlo: Dcl resto l'esperimento era già stato
la geografia fatto verso la fine dcl secolo scorso. Credo
Sarebbe poi augurabile che intervenisse- che poch i oramai ricordino che una corsa
ro scambi tra i giovani di diverse nazioni, alpina in salita da Lecco alla vetta della
dci distretti dci due vcrsnnti delle Alpi in Grigna meridionale era stata vinta niente
occasione della istituzione di attendamenti meno che da Luigi Vittorio Bcrtarclli, pro-
o accantonamenti estivi. Questo sarebbe un prio lui, il grande presidente dcl Touring
modo fattivo e squisitamente antirettorico i\la il buon senso dci dirigen ti di allora
di prO\'Vedcrc a mettere le basi cli una u- mise fine a queste prove pericolose. Non
nione europea. In definitiva è venuto il mo- c'è niente di peggio che il voler ritentare
mento di affrontare il problema dell'alpini- gli esperimenti falliti
smo giovanile risolutamente e con mezzi Secondo punto: senza voler dramma-
adeguati, tenendo presenti alcuni principi tizzare i pericoli dell'alpinismo, bisogna
cli base che non si possono ignorare senza però farli conoscere ai giovani, tanto più
rischio che si tratta di pericoli quasi sempre evita-
In primo luogo, partendo dal presuppo- bili. Uno è dato dal maltempo che talora
sto che un ragazzo sano può sottoporsi an- capita addosso con inaud ila violenza e non
che a lunghe camminate e alle pacate fa- sempre lo si vede venire da lontano: un
tiche di un alpinismo moderato, bisogna nembo che valica uno spartiacque o un
liberarsi dall'ossessione dei cosidetti stra- creslone del monle e all' improwiso ci si
pazzi in montagna che non strapazzano af- trova nel ballo. Allora bisogna avere il co-
fatto; ma bisogna assicurarsi della normalità raggio di aver paura e cnlarsi al basso nel
del sistema circolatorio e respiratorio di o- più breve tempo possibile, con calma, ma
gni giovane. con rap idità
Bisogna imporre la sali ta lenta, magari Sembra un paradosso, ma l'eq uipag-
continua, ma senza strappi di velocità giamento perfezionato di questi ultimi an-
Quando mi sono trovato ad andare in mon- ni può essere un elemento di pericolo. Una
tagna con alpinisti famosi, ho potuto vede- volta si andava in montagna con una stri-
re che andavano ancora più adagio di mc minzita giacca a vento e un passamonta-
che pure mi ritenevo lento. gne; se il tempo minacciava, si tornava,
Ancora bisog11a avere il coraggio civi- senza possibilità cli resistere o di bivaccare.
le di combattere quelle cosidettc marce di Ora con tante varietà cli sacchi da hivacco,
montagna che, poiché si premiano i percor- di giacche e calzon i impcnneabilizzati e

536
trapuntati di doppie scarpe, si è tentati di proprie possibilità e i propri gusti.
persistere per farcela in ogn i modo. Quello C'è poi un ultimo punto: molti lamen-
che poi può capitare, ognuno purtroppo lo tavano che l'alpinismo sia stato presentato
può trovare con tragica frequenza sulle ai giovani, specie in questi ultimi anni, sol·
cronache dei giornali to il solo aspetto della pura arrampicala,
Ter.to punto: bisogna frenare la corsa trascurando tutti gli clement i scientifici ed
al sesto grado. In questi ultimi decenni una estet ici che erano parte fon damentale del-
serie di imprese sbalorditive, tali che pare l'alpinismo classico
si debba oramai cancellare dal vocabolario li primo a sostenere questa in terpreta-
alpinistico la pa.rob • impossibile •, sono zione essenziale, ma un ilaterale fu il gran-
state compiute cd è più che naturale che de ~ lu mmery al quale non parve vero di
abbiano colpito la fantas ia dei giovani. Si esercitare la vena umoristica, che aveva fa.
aggiungano le imprese himala)'ane, poste ci le e brillantissima a spese d elle preoccu-
in una cornice ancora pili grandiosa e con pazioni scientifiche che appesantivano l'at·
in più il fascino dell'esotico tività alpin istica di molti suoi colleghi clel-
Questo ha ravvivato tra i giovani J'cn. l'Alpine Club
tusiasmo per la rnont<igna e chi ha avuto !!: certo che negli ultimi decenni l'alpi·
la ventura di assistere alle scene di tripu· nismo è stato sempre meno studio e godi-
dio degli studcnt i milanesi attorno ai vinci- mento sereno della montagna per assumere
tori dcl K2, se ne ricorderà pe r tutta la vi- sempre più 1111 carattere puramente sporti-
ta. ~ l a nelle giovan i leve dell'alpinismo si è vo, non senza, in alcun i episodi, punte pole-
andata radicando l'opinione che, fuori del miche o agonistiche che forse non sono evi-
sesto grado, l'alpinismo si svuoti di sign ilì· tabili nell'alpinismo ad altissimo livello. Ma
calo : o ci si arriva, e presto, o è inu tile in- non ritengo desiderabile che i gio\•a1Ji inco-
dugiare nei gradi inferiori o perdere tem- mincino eia queste posizioni. Ci arriveran-
po nelle arrampicate facili. Ora è necessa- no se ci arriveranno, nella fase matura del-
ria molta pazienza, ma bisogna pure tro- la loro attività
varla, per insegnare ai giovani che come la A chi si occupa ora e si occuperà nei
scuola non è fo rmata solo dall'universitù, prossimi anni dell'a lpinismo giovanile è ve-
così la montagna può essere goduta in tut· nuta recentemente un'indicazione prezio·
te le sue possibilità, dalle più elementari sa; è venuta da una tragecHa.
fino alle estremamente diffìcili ; a questo pc· Il 28 aprile L957 nel cielo del Bemina
rò possono arrivare solo giovani eccezio· precipitò un elicottero e morirono il mag·
nalmente dotati e salvo pochissim i, di tipo giore Mario Pagano e Luigi Bombardieri
Cassin, sul sesto grado ci restano per po- che con quel volo stava per rag~iungere un
chi anni. sogno che aveva da tempo nell'anima: ar-
l\fa fu proprio Hermann Buhl, il solita· rivare con quel mezzo su l piazzale della ca·
rio scalatore della parete NE del Bad ile e panna Marinelli che da anni era in cima a
del Nanga Parbat a scrivere che a lui la tutte le sue eme e che oramai, in grandita
montagna piaceva sempre, dove era diffi- e rifatta, meritava un più rapido raccordo
cile lìno al parossismo e dove, faci lissima, con il piano
permetteva di vagabondare con animo Jie. Bombardieri aveva dedicato alla monta-
to, ammirando i vasti panorami; e invitava gna tutto il tempo che gli restava dalla
i giovani a intendere l'alpinismo in questo professione scrupolosamente esercitata.
modo e a professarlo ciascuno secondo le ~ f inorato lìsicamente dalla lussazione

537
to tutto il suo patrimonio, di circa cinquan-
ta milioni, perché in seno alla Sezione Val-
tellinese sorgesse una Fondazione che fos-
se il « centro di tutte le iniziative che rea-
lizzino nel modo più degno lo scopo di edu-
care i giovani alla montagna riallacciandosi
alle antiche e nobili tradizioni dei Fondato-
ri del Club Alpino Italiano: non cercando
cioè le doli esclusivamente tecniche, ma
considerando la montagna come oggetto
di studio e come scuola del carattere, dell'o-
nestà e dell'altrnismo , _
Ora quasi ogni settimana nella sede del-
la Fondazione Bombardieri si trovano stu-
denti e giovani operai e dimostrano tale
prontezza e freschezza di interessi da far
pensare che tutt e le volte che noi accusia-
mo i giovani di sordità o di incomprensio-
ni, faremo bene a domandarci se alla base
di queste deficienze non ci sia una buona
Luigi Bomba rdieri dose di inerzia e di mancanza d'iniziativa
di noi adulti.

Il Club Alpino Italiano entra nel secon-


di una spalla, aveva tuttavia compiuto la do secolo di attività fresco di energie e ric-
prima asc"ensione del canalone Folatti, la co di esperienza. L'alpinismo giovanile sa-
traversa ta in un giorno dei pizzi Hoseg - rà sempre al centro delle sue cure, perché
Scersen - Bernina e la scalata delle più è quello che deve assicurare la continuità
difficili pareti nord delle Hctiche. dcl Sodalizio. Per la via da percorrere non
Era molto vicino ai giovani della Sezio- vedo indicazioni più chiare e più complete
ne Valtellinese, ma lamentava spesso la ten- di quelle espresse nelle righe dettate da
denza a vedere nell'alpinismo solo la salita Luigi Bombardieri.
pura. Non mancheranno al Club Alpino uo-
Alla sua morte si trovò che aveva lascia- mini capaci di tradurle in atto

BRUNO CllEDAllO
LE SCUOLE DI ALPIN ISM O

e ... La montagna ogni anno pretende le giormente incont ro i meno espert i, spesso
sue vittime; non per questo tuttavia dobbia- giovanissimi, si com prende appieno la ne-
mo spegnere la fiam ma della grande passio- cessità di una vasta e profonda azione pre-
ne che anima gli alpinisti. Abbiamo però il ventiva. Tale azione deve essere volta, na-
dovere sempre più incalzante e sempre più turalmente, non a soffocare l'entusiasmo
impegnativo di insegnare ai giovani alpi- e la passione - il che sarebbe un vero
nisti , a tutti ma in particolare ai giovani, non senso nell'ambito di un'associazione al-
a non sopravvalutare le loro possibilità fisi- pinistica - bensì, sfruttando opportuna-
che e tecniche e a non sottovalutare le dif- mente tali favorevoli condizioni di spirito, a
ficoltà della montagna; ad essere cauti, pru- forn ire gli elementi indispensabili per una
denti, consapevoli. Da qui l'assoluta esige11- corretta pratica della montagna di med ia
u 1. di 11ote11zin re sempre p irì le 11ostre già difficoltà e per un onesto apprezzamento
vt1 fide Scuole di Alpinismo e ft1re w t't1ssi· delle capacità individuali. I'.: infatti necessa-
d11<1 7Jropagmula di. prtufouza ... > (Virginio rio che gli e allievi >, unitamente alle nonne
Bertinelli) ('). tecniche della progressione e dcli' assicura-
In queste parole del nostro Presidente zione sulle varie confomiazioni alpine -
Generale è racchiusa tutta l'essenza della roccia, ghiaccio, terreno misto - apprenda-
didattica alpinistica che, oggi, risponde no ancl1e a valutarsi, ad individuare quel li-
appunto a questa finalità di fon damentale mite oltrepassando il quale ci si espone al
importanza: ridurre le probabilità di inci- pericolo di non poter pili, in qualsiasi circo-
denti durante l'effettuazione d i ascensioni. stanza, dominare la situazione. Bisognerà
Se si tiene infatti presente come in alpin i- quindi che essi prendano coscienza della
smo - a differenza della maggioranza del- esistenza dei pericoli soggettivi cd ogget-
le altre attività fi sico-sportive - ogn i er- tivi insiti nell'al pinismo e imparino ad af-
rore di tecnica e di valutazione stab ilisce frontarli mettendo in atto le opportune
le premesse per il verificarsi di una scia- cautele.
gura e come a tale risch io vadano mag- A questo scopo il Club Alpino Italiano
organizza, nell'ambito delle sue sezioni,
{I) D:>lh • Reb:tionc del Prcsidcure Cc11cralc al·
Corsi e Scuole d'Alpinismo mentre, presso
l'Assemblea dci Dcle~ati • Fircn:r.c, 20 m,1ggio 1962 •. la Sede Centrale, è stata creata la Com-

539
da tempi ormai remoti. Ettore Canzio, una
delle più eminent i fìgure dcl nostro alpini-
smo accademico, la addita tra i motivi pri-
mi che condussero alla costituzione di quel
luminoso gruppo di punta, fondato nel
19()..t, che fu cd è, appunto, il Club Alpino
Accademico Italiano (C.A.A. L): e ... Si pre-
sentò evide nte, imperativa, la necessità di
creare una vera "Scuola di Alpinismo" la
quale, mentre dall'un canto ponesse in va-
lore il programma deJralpinismo senza
guida, dall'altro procedesse con vigore e
con passione all'i nsegnamen to metodico e
razionale dell'alpinismo nel le sue varie ma-
nifestazioni. Così nacque il C\uh Alpino
Accademico Italiano ... , e). E fu proprio
l'Accademico, sia pure quasi esclusivamen-
te con iniziative sporadiche e a carattere
individuale, che assolse questo compito fìno
al sopravvenire ciel primo con Oitto mon-
diale
l i dopo-guerra vede, sulle montagne
occiden tali cd orien tali, il progressivo affer-
marsi della nuova concezione e della nuova
missione Nazionale Scuole di Alpinismo tecnica degli alpinisli germanici, destinate
(C.N.S.t\ .') avente il com pito di coordinare a condurre alla soluzione di formidabili
e controllare l'attività delle Scuole, fonna re problemi alpinistici. L'attività della e Seuo·
i quadri dcl corpo insegnante - gli istrnt- la di ~tonaco ,, la prestigiosa lloc11empor,
tori Nazionali dcl C.A. I. -, allestire il ne. si impone in maniera tale che il nostro alpi-
ccssario materiale didattico: in una parola nismo, almeno in un primo momento, ac.
concorrere a stabilire le migliori condizioni cusa un cerlo disorientamento. }.fa ben
per r esplicazione delr attività didattico- presto, negli anni intorno al '30, uomin i
alpinistica nuovi si rivelano, ripetendo le maggiori vie
Non sarà inopportuno ricordare a que- aperte dai tedeschi e tracciandone delle
sto punto come tale attività sia chiaramen- nuove, arditissime. L'altiss imo livello tec-
te contemplata dallo Statuto e Hegob.rnento nico raggiunto dall'arrampicamento dolo.
Generale dcl C.A. I. e prevista dalla recen- mitico necessitava, per poter consentire
tissima legge sul « Hiordinamento dcl Cl ub ulteriori sviluppi, di una tecnica perfetta
Alpino lt<iliano • , legge che, sia detto per e di un allenamento metodico, entrambi
inciso, consentirà finalm ente al nostro So-
dalizio di svolgere in maniera adeguata i (2) VC'd.: Sratuto de! C.A.I., Art 1. Regolamento
propri compiti istituzionali (2). Generale d el C.A.I.: Art. l. par. b, Legge sul rio,..
<linamenlo dcl Club Alpino Italiano (26 gennaio
J963.n.91);art .2.ca~o l •
L'opportunità dcll'inseg11ame11to alpini- (l) Cit.~to da M. RMmO, SC<lrtlfcre 19·19, annua-
stico fu riconosciuta dichiaratamente fìn rio delb Se-zione di Torino dcl C.A.I., pagg. 10-11

540
acquisibili solo con una oostante attività
di studio e applicazione sul e terreno >.
E; in quest'epoca che nasoono, spontanea-
mente, l)er soddisfare all'esigenza testé
citata, le prime e Scuole di Boccia>, che
le prime palestre naturali vengono valoriz-
zate in tutta la loro importanza. Ivi, a
fianco dei massimi esponen ti dell'epoca,
galvanizzat i dal loro esempio, i neofiti in
numero sempre crescente si accostano alla
tecnica alpinistica. Ed è sopratutto l'opera
di Emil :o Com ici, il cui nome tutt'oggi, a
più di vent'anni dalla Sua scomparsa, nulla
ha perso dcl fascino e della fama che
allOra lo circondarono, che si rese preziosa,
determinando l'innalzamento del livello
dell'alpinismo italiano tutto ('), contribuen-
do alla formulazion e di una prima, orga-
nica didattica dell'arrampicamento (I). Ben
presto sull'intero arco alpino, da Trieste
a Lecco, a ~lilano , a Torino, entrano in
funzione Scuole di Boccia e Scuole d'Alpi-
nismo. Tali scuole, che nel partioolare
e clima > di quegli anni trovano il modo
di svi lupparsi, spesso con !"appoggio cl i or- sto stesso anno, in una circolare dcl l>resi-
ganizzazioni militari e paramilitari, in di- dente della e Commissione> (•), vengono
n~z ione anche eccessivamen te sportiva, agi- emanate le prime disposizioni per l'unifi-
scono in maniera isolata. La tecnica viene cazione - almeno nelle grandi lince -
insegnata in modo non uniforme, si avverte de llo spirito e della pratica delle Scuole.
ovunque la mancanza di tmn direttiva ge- Nella ciroolare stessa si leggono passi an-
nerale, di un cfrìcace oontrollo. !';: così che, cora oggi cli p.'llpitante attualità: e ... La
nel 1937, il Presidente Generale decide di esaltazione sulla stampa, nelle relazioni, al
istituire la e Commissione Centrale di vi- cinematografo, ccc. dell'aspetto disperato
gilanza e coordinamento delle Scuole di e parossistico che si crede di ravvisare nel-
Alpinismo >, avente funzioni ispettive e la forma estrema dell'arrampicata specia-
oonsultivc lizzata (sicuro mezzo per attrarre la cu rio-
sità degli incompetenti) e la espressa sva-
Alla presidenza della e Comm issione> lutazione per 'l'alpinismo normale che chia-
viene ch iamato Ugo di Vallepiana mentre
tra i suoi primi componenti troviamo, tra ~4) Cfr.: R. C .. ss1N, Dove la parete stra/)lomba ,
gli altri, i nomi cli Vittorio Cesa de Marchi, lfaldini & Qi.stokli, ~lilano 1958. pagg. 68 e scgg
Michele Ri vero, Fausto Stefcnelli, G. B. (5) Vedi: E. eo~m::1. Al11lnl$mO eroico. a curo
Fabjan. Due anni dopo, 1939, la Presidenza del Comitato per le onor.:in7.C, 2' e<li 7. .. Tamui, Ilo-
logoo 1961,pagi.137esei!.C 163escgg.
passa a Bivero mentre Henato Chabod (6) Riportato in: RivL1"111 Meo.rilB del C.A.I.,
viene chiamato tra i oomponenti. In que- 1939, \'Ol. LVIII, n. 10-11, pag. 470.

541
merò e generico,, hanno creato l'opinione
che solo il 6" grado offra interesse e sia
sportivamente apprezzabile cd apprezzato.
E poiché, ai primi assaggi in palestra, i
principianti si convincono per lo più di
non poter arrivare al 6" grado, assai spesso
abbandonano addirittura ogni vclleit:\ alpi-
nistica ... Bisogna perciò radd rizzare la vi-
suale deformata dalla pubblicità erronea
che in quest i ultimi anni ha ignorato deli-
beratamente ed anche per march iana in-
competenza che alpinismo vi può essere e
vi è, con ogni attributo di audacia, distin-
"?ione sportiva e interesse, prescindendo
dalle prestazioni assolutamente eccezionali
e specializzate, che costituiscono la più vi-
stosa diramazione dell'alpinismo, non già
\'alpinismo stesso ... Fare presente che la
incapacità a superare passaggi di palestra
di grande difficoltà non significa incapacità
a diventare ottimo alpinista, dovendosi in-
tendere per tale chi giunge a possedere in
notevole - non eccezionale - misura lo
i11sieme delle qualità (resistenza, agilità,
orientamento, preparazione su carte e gui-
de e relazioni, esperienza nella distribu- che le Scuole possano e debbano preten-
zione dello sfono, pratica nell'uso dei vari dere di creare queste direttamente. L'indi-
attrezzi alpinistici, studio dei pericoli og- rizzo in quest'ultimo senso non ha dato e
gettivi delle singole im prese da affrontare non può dare, alJo stato attuale, che risul-
ccc.) che permettono di vincere la quasi tati precari, effimeri ed anche negativi , .
totalità delle vette alpine, tra cui le più Tali ottime direttive poterono trovare
famose, belle e ardite, significative per vi- limitata applicazione: il sopravvenire della
cende storiche, che non hanno passaggi di seconda guerra mondiale arresterà agli in i-
6" e neppure di 5° grado - sovente nep- zi l'opera preziosa della e Commissione :t .
pure di 4° - pur offrendo serie di ostacoli Nel 1945, in seno al Club Alpino Ita-
sovente non valutabili secondo scale di diffi- liano ritornato libero ccl indipendente, la
coltà, ma superabili con sicurezza e svel- Commissione, sempre presieduta da Rive-
tezza soltanto dopo una diligente prepa- ro, con la \' ice-Presidenza di Negri; com-
razione, conseguibile attraverso la Scuola... prendeva alcuni tra i più bei nom i dell'Al-
Occorre che il Direttore ricordi che un pinismo italiano (si potrebbe dire di quello
e asso , può essere un catt ivo maestro, clic europeo giacché i due ormai si identificava-
l'alpinismo italiano è in crisi per defìcienza no) : Hiccardo Cassin, Giusto Cervasutt i,
più che di e assi :t d i buoni ccapi-cordata• , Piero Mazzorana, Romano Apollonio, Pisa-
e montanari , nello spirito, dalle cui file ni, Stabile, per non citare che i p iù famosi.
scaturiranno le eccezioni individuali, senza Nel 1947 Carlo Negri assume la Presidenza

542
L'opera della Commissione Nazionale
Scuole di Alpinismo può essere brevemente
sintetizzata in questi dati: a tutt'oggi so-
no stati tenuti 12 corsi per Istrnttori Na-
zionali , dci quali 7 per le Alpi Orientali e
5 per q uelle Occidentali. Cli Istruttori na-
zionali, nominati in seguito a tali corsi,
sono attualmente 136, dci quali 65 per le
Orientali, 52 per le Occidentali mentre altri
19, avendo consentito entrambi i titoli, so-
no stati insigniti della qualifica di Istrutto-
ri Nazionali d'A lpinismo. A questi vanno
aggiunti 28 aiuto-Istruttori, per en trambe
le specialità. Allo SCO(X> di consentire una
sempre maggiore fusione tra gli Istruttori
Nazionali e, mettendo a contatto le diver-
se idee e proposte, di favorire un continuo
dialogo tra i singoli Istruttori e tra Istrut-
tori e Comm issione Nazionale, quest'ulti-
ma ha iniziato, dal 1954, a indire ogni due
anni un Convegno nazionale degli Istrut-
tori. Tali convegn i si svolsero successiva-
mente al Pian dci Hcsinelli, a Courmayeur,
a Passo Sella, a Biella, a Trieste; da essi sca-
turirono importanti iniziative e decisioni.
e, l'anno <lo1X>, vengono emanate le nom1e La. Commissione ha provveduto a far
per il coordinamento dell'attività cli<lat-t ica compilare e a pubblicare dispense, per i
delle singole scuole, a sanare una situazione Corsi per lstrnttori Nazionali, su lla flora
onnai non più tollerabile. In questa azione e fauna alpina, sulla geografia delle Alpi,
assume fondamentale importanza l'iniziati- sulla topografia e orientamento, sulla tecni-
va presa nel 1948, di organizzare il l" Corso ca di roccia e su quella di ghiaccio, sulla
per Istruttori Nazionali dcl C.A.I., il quale storia dell'alpinismo. Tali dispense furono
\'edrà 30 cand.idati, sotto la direzione tecni- redatte, nella quasi totalità, per merito di
ca di ~fazzorana, prepararsi al consegui- componenti della Commissione. A queste
mento dell'ambito e utilissimo titolo; sei di si è affiancata una Dispensa di carattere ge-
essi riuscirono nell'intento. Nel 1951 !liccar- nerale, trattante in forma monografica i pili
do Cassin, l'intramontabile fìgu ra di punta importanti argomenti, destinata agli allievi
dell'alpinismo d'anteguerra, è designato al- delle Scuole: è questa un'opera che, realiz-
la Presidenza della Commissione; da allora zata con il diretto contributo della Sede
ad oggi, con un entusiasmo e una compe- Centrale, viene a colmare una lacuna vera-
tenza ammirevoli, egli ha retto le sorti di mente grave. Per suo merito gli allievi delle
questo essenziale settore dcl nostro Soda- Scuole di Alpinismo del C.A.I. hanno, da
lizio, ben meritandosi la più viva ricono- oggi in (X>i, il loro testo ufficiale.
scenza della Presidenza Generale e :lei Soci
tutti. Le Scuole cli Alpinismo, che nel 1944

543
Scuola, si riportano qui ( (I seguito i dati es-
senziali di ciascuna di esse.

U.1 Sc11oft1 Na;:,io11ale c: Emilio Comici ,


di Trieste nacque nel HT29 (.'()lllC diretta fi-
liazione del C.A. H.S. (Gru ppo Alpinisti lloc-
ciatori Sciatori) testé costit uitosi in seno
all'Alpina delle Giulie. Tra i suoi fondato-
ri, e primi istrnttori, lroviamo i nomi di
Giulio Benedetti, Emilio Comici, C. B. Fa-
bjan, Fausto Stcfenelli e altri, cui ven ne ro
ben presto ad aggiungersi Barisi, Prato e
Stauderi. La Scuola trovò soprattutto in E-
milio Comici l'animatore primo, il realiz-
zatore dcl\'attivit:\ pratica, il trascinatore

an noveravano 4 scuole Nazionali e 6 Scuole


regionali, sono oggi com plessivamente ben
38, sparse in tutta Italia. Di esse 11 sono
c: Nazionali •, e ne tracceremo qui di segui-
to un breve profilo, e ,·entisellc Sezionali,
organiz7.ale dalle Sezioni dcl C.A.I. di Ber-
gamo, Vicenza, Treviso, ~ l andello Lario,
Imperia, Sondrio, Como, Varese, Jesi, Cre-
mona, Sesto S. Giovanni, Cave del Pre<lil,
Livorno, Ce11ova, S.E.M., ). lon;r.a, Bologna,
Pisa, Savona, Ascoli Piceno, Schio, Carate
Brianza, Pozza di Fassa, Caslino d'Erba,
Biella.

Secondo l'ordine cronologico di fonda-


zione le Scuole Nazionali del C.A. I., attual-
mente in atti vii:\, sono le seguenti:
c: Emilio Comici • di T rieste; c: Agosti-
no Parravicin i • di Milano; c: Emilio Comi-
ci • di Padova; c: Sergio Nen • di Venezia;
e Giorgio Graffer , di Trento; e Giusto Ger-
vasutti , di Torino; c: S.U.C.A. L , di Ro-
ma; c: Tita Piaz , di Firenze; c: Ragni , di
Lecco; c: Cino Priarolo , di Verona e c: A-
damello, di Brescia. Pur non potendo, per
ovvi motivi di spazio e di brevità, illustrare
compiutamente l'attività di ogni singola

544
L i1. TOF/\.N/\. Ili :-.r~:zzo ~; 1..A T o F/\.:\"A DE
1:\"ZE, dai Tondi di Faloria
( Folo S. Sag./io)
entusiasta; e in Fausto Stefenelli, che as-
sunse la Direzione, l'organizzatore perfetto
e appassionato. In riconoscimento della co-
spicua attività svolta nonché della serietà
dimostrata la Presidenza Generale dcl
C.A.I. conferì, nell'aprile del 1933, il titolo
di cScuola Nazionale di Boccia, . Nello stes-
so anno, poco dopo, veniva inaugurato in
Val Hosandra, ove si tenevano e si tengono
tutt'ora le esercitazioni pratiche, un rifu-
getto. Dal 1935 tutti gli Istruttori e allievi-
istruttori sono tenuti a seguire un vero e
proprio Corso di didattica, cosa questa no-
tevolissima e della massima importanza
Nel 1936, su conforme disposizione del
C.A. I. centrale, la Scuola mutava la pro-
pria denominazione in e Scuola Nazionale
d'Alpinismo , e poteva così intraprendere
attività anche in Alta montagna. Nel 1939
la direzione passa, dopo dieci anni di atti-
vità, da Stefenelli a Claudio Prato. L'anno
successivo una grave sciagura colpiva la
Scuola: il 19 ottobre 1940, a causa di un
banale incidente, Emilio Comici perdeva
la vi ta; per unanime volontà dei suoi com-
ponenti la Scuola ne assumeva, da quel mo-
mento, il nome. L'attività proseguì, ininter-
rotta, anche durante il periodo bellico, sot-
to la direzione di Prato prima, poi di Gior-
gio Trevesini cui succederanno Bertazzoli
nel 1956 e Pacilìco nel 1959. Quest'ultimo
da ben 23 anni prestava la propria opera
di Istruttore, esempio tangibile e difficil-
mente superabile di attaccamento alla
Scuola e all'alpinismo. Oltre all'esplica-
zione dell'attività didattica in senso stretto (perito sullo spigolo della Cima di Zocca,
la e Comici , ha sempre attuato anche una Val :\!asino) tra i quali L. e P. Tagliabue,
intensa e prolìcua opera culturale e propa- C. De Simoni, l'Accademico C. Sicola. Cro-
gandistica. nologicamente seconda in Italia, essa fu la
prima a svolgere Corsi in alta montagna.
La direzione fu assunta dall'Ace. Pompeo
La Scuola Nazionale e Agostino Parraui- Marimonti, che la tenne sino al 1940; a lui
cinh di Milano fu fondata nel 1936, in seno seguirono gli Accademici Carletto Negri
alla Sottosezione Universitaria del C.A.l, (lino al '54), Pino Callotti (lìno al '57); nel
da alcuni compagni di Agostino Parra.vicini 1958 essa fu retta da Lorenzo Marimonti e

545
nell'anno successivo passò a Romano i\lc-
rendi che la tenne fino all'inizio di quest'an-
no, quando una tragica fatalità volle per
sempre rapirlo alla montagna (Dent d'He-
rens, parete Nord). Attualmente la Scuola
è diretta dal l'I struttore Nnzionale Guido
della Torre.
Il corpo insegnante della Scuola ha an-
noverato alpinisti di notevole fama; oltre
ai già ricordati Tagliabue e Sicola ricordia-
mo gli Accademici Soncelli, Cesana, Picci-
nini, ~laffioli, Contini. La Scuola ha svolto
27 corsi di t ipo orientale e altri 27 di ca-
rattere occidentale {alta montagna), non-
ché 10 corsi di sci-alpinismo. Con i suoi
istruttori essa è stata prnsente, oltre che in
numerose imprese alpino, nelle Spedizioni
extra-europee al K2, Kanjut Sar, Ruwen-
zori, Kenia, Ande Peruviane.

La SC1wla Na:.:onalc e Emilio Comici>


di Padova si costituì nel 1938, con la colla-
l>0razione delle organizzazioni giovanili no tutti i corsi saranno diretti da Istruttori
dcl tempq, sulla scia dell'opera già intrapre- Nazionali: Bepi e Livio G razian, Butti, Lo-
sa individualmente, sugli Euganei e a Hoc- renzoni, Piovan. nel I953 ha luogo il pri-
ca Pendice, da un gruppo di alpinisti pata- mo corso d'alta montagna della Scuola,
vini, comprendente, tra gli altri, Doma e presso il rifugio Boccalatte. Da allora nd og-
Pinotli. Nel 1940, anno della fo rmazione gi altri cinque di tali corsi sono stati svolti,
del e Gruppo Rocciatori > cui la Scuola mentre il corpo insegnante è stato progres-
venne affidata, Comici visi ta la Scuola e sivamente potenziato fino a contare ben IO
le sue palestre, compiacendosi per l'attivi- Istruttori Nazionali tra i suoi 30 fra Istrut-
tà svolta. La sua immatura scomparsa im- tori e Aiuti.
pedisce di realizzare una progettata colla-
borazione; in ricordo la Scuola viene a lui
intitolata. Alla Direzione si avvicendano /..,a Scuola Nnzion<ile e Sergio Neu > di
Aldo Bianchini, cui si affianca nel triennio Venezia fu creata nel 1939, su proposta e
1944-46 Piero Mazzorana, come dirigente con la collaborazione dell'Istruttore della
tecnico; nel 1947 assume la carica Bruno Scuola Naz ionale di Val Rosandra Giorgio
Sandi mentre la direzione tecnica passa Stauderi, da Enzo de Perini e i\farchini. Do-
successivamente a Cino Soldà e Gabriele po il primo anno di attività, svolta in pale-
F'ranceschini. Nel 1950, mentre il primo stra con esperimento finale nel gruppo del
Istruttore della Scuola consegue il titolo di Civetta, essa ottenne, nel I940, dal Coman-
e Nazionale ,., alla Scuola viene conferito do delle Truppe Alpine di Bassano dcl
quello di e Scuola Nazionale >. Da quell'an- Grappa l'uso della palestra naturale di San-
ta Felicita, ove tutt'oggi vengono svolte le presa a cura della risorta Sottosezione U-
lczioni pratiche. Nel 1941 l'Ace. De Ferini niversitaria della S.A.T. Alla direzione fu
succedeva a Stauderi nella clirezione della in quesla prima fase Paolo Craffer cu i suc-
Scuola. Nel 1942 la d irezione tecnica veni- cesse, dal 1947 al 1953, Giulio Giovannini.
va assunla da Cino Soldà, che la mantenne Cli istruttori, comprendenti alcuni dci mi-
pu re l'anno successivo nel q uale la Scuola gliori alpinisti h·en ti.ni, sono a turno Marco
fu riconosciuta e Scuola Nazionale• . I Franceschini, Adolfo Castelli, Vittorio Cor-
corsi vennero svolti anche nel periodo bel- radini, Renzo Graffcr, Guido Leonardi, Ro-
lico, con una sola interruzione nel 1944. ger Lenzi, Cesare Maestri, Carlo Sebastiani,
Nel 1946 veniva edito un primo fascicolo Alfonso Fornaciari, ~farin o Stenico ecc. La
destinato agli allievi; nello stesso mmo 13 sede dei corsi si sposta nella cerchia dei
palestra di Santa Felicita veniva definitiva- monti trentini, dal rif. Pedrotti alla Tosa
mente assegnata alla Scuola. Nel 1947 que- al rif. Agostinì in Val d'Ambiez, al rif. Va-
sta si inti!olava all a memoria dell' Istruttore iolett. Dal 1954 ad oggi la direzione tecni-
SCrgio Nen, perito l'a1mo prim a in monta- ca è stata assunta dagli Accademici Marco
gna. Enzo de Peri.iii, chiamato a far parte Franccschini e Marino Stenico e dalla gui-
dcl\a C.N.S.A., fascia la di.rezionc che vie- da alpina Cesare Maestri. Il corpo inscgnan-
nc assunta, e mantenuta fino al '55, da Spar- te, con tinuamente rinnovato con giovani
taco Mù1otto; la d irezione tecnica è affidata e capaci elementi, comprenderà Claudio
a Gabriele Franceschini nel 1948 e '49 e Zeni, Giordano Ped rotti, Giulio Gabrielli,
all'Istruttore Nazionale Massimo Palato nel Alberto i\farolcla, Toni ~ l asé, Marco Com-
1954-55. Nel 1958 l'organizzazione dei corsi per, Claudio Baklessari. Complessivamente
è assunta dal gruppo e Granchi • con Dino la scuola ha svolto a lutt'oggi 17 corsi.
Toso (1958-59), Enzo l\liagostovich (1960-
'6 1) e Plinio Toso (1962). Jn questo periodo,
pe r opera di un gnippo di Islruttori, viene
edita una dispensa ad uso degli allievi che
incontrerà largo favore anche presso altre
Scuole di Alpinismo, tanto da richiedere
due successive ristampe, presto esaurite.

La Scuola Nazionale e Giorgio Graffer •


di Trento fu realizzata nel 1941 per opera
di un gruppo di universitari trentini, presso
il rifugio Pcdrott i nel gruppo cli Brenta.
Essa fu intitolata alla memoria della Meda-
glia d'oro al V.i\·!. e Accademico dcl C.A.I.
Giorgio Craffcr. Si svolse in tre turni setti-
manali, sotto la direziono delfa. guida al-
pina Bruno Detassis con il q uale collabora-
rono principalmente Sandro Disertori, Ren-
zo Graffer, Cesare Scotoni.
Il sopravvenuto periodo di guerra inter-
ruppe ogn i attività. Nel 1946 questa fu ri-

547
La Sc110/a Naz ioltl11e e Giusto Gcrvasut- scono. L'allività della Scuola, che annove-
ti ) di Torino iniziò la propria attività nel ra tra i propri Istruttori - complessivamcn-
1947, venendosi a sostituire alla vecchia te in numero d i 21 - ben 6 Accademici, 6
• Boccalatte ) , risalente al lontano 1936, Istruttori Nazionali e due Guide Al pine, si
che, non riuscendo a rinnovarsi, aveva vi- distingue per \'originale impostazione: i
sto le proprie forze spegnersi progressiva- corsi infatti, am..iché esaurirsi nell'arco di
mente. Non a caso essa fu intitolata al no- un breve periodo di tempo, tengono gli al-
me di Gervasu lti, caduto l'anno prcceden- lievi praticamente impegnati per l'intero
te nel gruppo del ~I. Bianco, la cu i fonni- anno; in tal modo si può ovviamente mette-
dabile attività alpi nistica, oltre a meritargli re in atto una più prolìcua opera fonnativa
l'appellativo di e fortissimo ), aveva portato e la valutazione che ne deriva può tenere
l'alpinismo occidentale al li vello raggiunto conto anche dell'assiduità, della serietà e
da quello dolomiLico. La direzione della passione che l'allievo d imostra nei confron-
Scuola venne assun ta dall'Ace. Giuseppe ti dell'alpinismo. Nel 1954 alla Scuola vcni-
Dionisi, che tutt'ora la mantiene, con quella va riconosciuto il titolo di e Scuola Nazio-
compctenza e passione che tutt i gli ricono- nale ) . Alla Scuola, che per merito dei suoi
componenti può vantare un'amplissima at-
lività alpinistica di primo piano, fu aflìdata
dal Gruppo Occidentale del C.A.A.1 . pri-
ma e dalla Sezione di Torino poi l'organiz-
zazione e la realizzazione di due spedizioni
alle Ande; in entrambe veniva colta larga
messe di successi tra i quali spicca, formida-
bile, la conquista dcl Pucahirca Centrai ad
opera del e vecchio ) Dionisi con Fecchio
e Marchese.

Ltl Sc uolll Nazio11ale e S.U.C.Al. ) di


Roma sorse nel 1948 pe r l'iniziati va di al-
cuni Soci della Sottosezione Universitaria.
La direzione fu affidata all'Ace. ~ !a rin o
Dall'Oglio che si prodigò, assieme ai primi
Istruttori tra i quali ricordiamo l'Acx:. Pao-
lo Consiglio, Luciano Sbarigia, Marco Pa-
squa li, Nino ~ l ass ini , Ra0t1l Beghè ecc., pe r
vincere !e diffìcoltà costituite essenzialmen-
te da una situazione ambientale poco favo-
revole ad un'iniziativa del genere. L'attiv i-
tà peraltro, contrariamente alle prime pre-
visioni, si incrementò ben presto consenten-
do alla Scuola di raggiungere traguardi di-
datt ici cd alpinistici di tutto rilievo; essa
proseguì fino ad oggi, pur attraverso ad al-
cune crisi che travagliarono la S.U.C.A.L,

548
vità. Jn questo lasso di tempo, sotto la di-
rezione di Fabbri, vengono realizzati e
condotti a termine, con esito complessiva-
mente molto lusinghiero, ben 12 corsi. Nel
1956 due giovani soci della Sezione di Fi-
renze, P . .\ lelucci e C. Dolfi, conseguono
rispe ttivamente il titolo di Istruttore e Aiu-
to-Istruttore Nazionale; la e Piaz • dal can-
to suo aveva ormai assunto una notevole
importanza, che oltrepassava lo stretto am-
bito cittadino; fu pertanto stabilito, di co-
nnmc accorcio tra il Consiglio dirett ivo se-
ziona le e la Direzione della Scuola, l'ingres-
so cli quest'ultima nella Sezione fiorentina ;
la Scuola avrebbe assunto un tipo di orga-
nizzazione conforme alle direttive della
C.N.S.A., mentre alla direzione tecnica dci
singoli corsi sarebbero sta ti designati i soci
a ciò qualificati. Da quel momento l'attivi-
della quale costituisce senza dubbio uno tà si potenzia di anno in anno, sono organiz-
dci settori più vitali. Nel 1955 essa ottene- 7.ati - a fianco dci corsi di arrampicamen-
va il conferimento dcl titolo di e Naziona- to - corsi d'alta montagna (Col d'Olen,
le • . Attualmente il corpo insegnante, sot- Capanna ~ f arinelli-Bombardieri, rif. Vitto-
to la direzione cieli' Ace. Paolo Consiglio, rio Emanuele Il ecc.), viene sviluppata l'at-
cui si affiancano i direttori tecnici Accade- tività culturale con cicli di conferenze, pro-
mici e Istruttori Nazionali Franco Alletto iezioni, studi e pubblicazioni. Nel '60 la di-
e Bruno Morancli, comprende dieci istrut- rezione passava, a causa delle dimissioni
tori (tra i quali il e Nazionale• Camilleri per motivi professionali ciel Fabbri, all'I-
e l'Ace. }ovine) e complessivamente 15 tra struttore Nazionale P. :\!ciucci; nel 1961
aiu ti e allievi-istruttori. Le spedizioni ex- veniva nominata e Scuola Nazionale >. I\
tra-europee organizzale dalla Sezione dcl corpo insegnante della Scnola, forte di 15
C.A.I. di Roma si sono avvalse, in massima elementi, comprende 6 Istruttori Nazionali
parte, dell'opera degli istruttori, che han- e Sezionali. L'attiv ità della Scuola ha con-
no saputo conseguire notevoli successi. tribu ito ad indirizzare quella generale del-
la Sezione in un senso più spiccatamente
alpinistico, consentendo la realizz.'lZione di
l...ti Sc110U1 Nazio11ale e Tita. Pia;:; , di una considerevole massa di asccnsiani, an-
Firenze fu creata nel 1951 da ~L Fabbri che di altissimo livello tecnico. I corsi svol-
per adempiere ad un suggerimento ricevuto ti a tutt'oggi sono complessivamente 32, tra
dal grande arrampicatore fassano al quale quelli tipo orientale e quelli d'alta mon-
essa si intitola. La sua opera si svolse, nei tagna.
primi cinque anni, in fonna autonoma ri-
spetto alla locale Se7Jonc ciel C.A. I. , in se-
no alla quale i tempi non erano ancora ma- l.J1 Scuola Naziom1fe • Gmppo Rag ni •
turi per la buona riuscita di una simile atti- <li Lecco ha iniziato la propria opera nel

549
sio. 11 corpo insegnante della e Ragni >,
che annovera appunto tutti i prestigiosi al-
pinisti lecchesi, comprende ben 6 Accade-
mici, 5 Ist ruttori Nazionali, 8 Guide Alpine.
Al loro attivo sono alcune tra le massime
imprese delle Alpi oltre a notevolissime a-
scensioni extra-europee.
Nel 1956 la Scuola veniva nominata
e Nazionale>.

La Scuola Naziom1/e e Gi110 Priarolo >


di Vero11a si concretò nel 1953, sotto la gui-
da dell'allora Presiden te della Sezione dcl
C.A.L Vittorino Tosi. Alla direzione tecni-
ca dci singoli corsi si sono succeduti Gino
Sold<l, Cesare Maestri, l'Ace. i\<filo Navasa,
Franco Chierego, Paolo Mclucci, l'Ace.
Giancarlo Diasin. A tutt'oggi la Scuola ha
svolto 18 corsi, dci quali. 11 di roccia, 5
di alta montagna e due di sci-alpinismo;
particolarmente cnrata anche l'attività cul-
turale. Il corpo insegnante, composto da
circa 15 elcmenli, in gran parte giovani pro-
venienti dal e Gruppo Rocciatori G. Pria-
rolo , della Sezione veronese, comprende
due Istruttori Nazionali del C.A.I . La
e Priarolo > conseguiva nel 1960 il titolo di
e Scuola Nazionale >.
1953, raccogliendo l'eredità di Piloni, Del-
l'Oro, Cassin e compagni i quali, lìn dal re-
moto 19-27, avevano avviato in Crigna una La Scuola Naz.iorwle e Adamello " di
forma di attività didattico-alpin istica, pur Brescia si costituì nel 1956 per iniziativa
senza concretarla in una vera e propria di Tullio Corbellini che ne è ancor oggi l'a-
Scuola; nel dopo guerra tale attività fu nimatore appassionato. Essa riscosse subito
proseguita per merilo soprattutto di Gigi un notevole successo di affluenza e risultati
Vitali, lìno alla costituzione della Scuola per cui, nel 1959, otteneva il riconoscimen-
Alla dircr.tione si sono avvicendati Giulio to di e Scuola Nazionale:.. L'attività si ar-
llartesaghi, Accademico del C.A.l., Nino ticola in corsi di roccia, d'alta montagna e
Bartcsaghi e Vasco Cocchi, Istruttori Nazio- di sci-alpin ismo; notevolissima anche l'at-
nali, G. Franco Anghileri, Tstruttore Nazio- tività culturale e propagandistica svolta .
nale e Guida Alpina, gli Accademici Carlo Jl corpo insegnante comprende 15 lstrut-
;\lami, Istruttore Nazionale, e Roberto 0- tori, dci quali due Istruttori Nazionali

l'AOLO ~IE LUCCI

550
IL SOCCORSO ALPINO

L'azione del soccorso alpino è stretta- va, sul passo ciel Gran San Bernardo, un
mente connoosa con l'arte di salire e di vi- tempio di origine Salassa dedicato al Dio
vere sulle montagne. Da questa connes- Penn, attrezzalo a ricovero per i viaggia-
sione, dal senso di solidarietà che unisce tori
fra loro gli alpinist i e i valligiani, dalla ne- Questa fu , forse, la prima opera edifica-
cessità di rea.liu..are un comune fronte di ta dall'uomo per front eggiare le asperità
collaborazione contro le avversità opposte della monta.gna, perché la vita con le sue
della mon tagna, è scatu rita. l'organ izzazio- necessità ha sempre spinto l'uomo verso
ne del Corpo Soccorso Alpino le catene montuose che chiudono gli. oriz-
In quesla. alleanza di intenti, dunque, zon li sconfin ati, ritenute da molti ostacoli
imperniata sulla coesistenza di elevatissimi insuperabili.
\•alori mora.li e sociali, sorse e si sviluppò Gli antich i Greci ritenevano l'Olimpo
il C.S.A. ora assesta to, su moderne e fu n- (la loro più alta montagna) la dimora pre-
zionali posizioni sancite eia un bilancio va- ferita dagli Dei, ed i Romani, secondo Po-
lutativo generale, operanti sull'intera ca· libio, attribuivano sempre maggiore impor-
tena alpina e la dorsale appenninica, con tanza ai pass i alpini, che furono le porte
un organismo di circa 3000 volontari e 200 naturali della prima fonna completa di e-
stazioni di valle. spansione civile e commerciale.
Per giungere a questo risultato positivo, Sul Piccolo San Bernardo ai tempi del-
che ben si accorda con le esigenze della vi- l'Imperatore Caligola venn e costm ito un
ta attuaJe, il cammino percorso è stato hm- ,villaggio che, in breve, ricoprì un molo im-
ghissimo, gli ostacoli -superati moltissimi portante nel quadro della sic urezza genera-
taluni eretti proprio in corti ambienti con- le della zona: elemento importantissimo
servatori, contrari assurdamente ad ogni q uesto in vista della prima rete di comu-
forma organizzata di soccorso in monta- nicazione con le zone d'olt re confine.
gna I Romani furono, pur con fom1 c e mezzi
in relazione ai tempi, i primi a comprende-
Gli storici affermano (si sono rit rovate re la necessità di allestire opere atte a far
nume rose testimon ianze di chiara attendi- fronte positivrunentc alle diverse difficoltà
bilità) che più di 2000 anni or sono esiste- insorgen ti per la vita in montagna; si trai-

5.51
la, è ,·ero, ancora solo di ''iaggi, perché lon- dell'alpinismo: !'Alpine Club che presentò
tana è la forma alpinistica, ma questo è pur la prima forma associat iva alpinistica, or-
sempre il primo incontro dell'uomo con il ganizzata con criteri e mentalità nuove,
mondo delle vette, è pur sempre fa. prima che in molti casi non solo si adattavano al-
soluzione dei molteplici problemi comuni le esigenze dei tempi, ma le precorrevano.
dell'uomo e della montagna, affinché si po- Hisultato logico di questo processo fu la
tesse addivenire ad una prima eliminazio- conquista delle maggiori vette dell'arco al-
ne delle distanze fra i vari grn ppi etnici, pino e la conseguente esplorazione siste-
realtà allora, semplicemen te stradale, ma matica dci vari gruppi
in definitiva rivestente un molo • precor- La lotta alpinistica, è subentrata ormai
ritore , delle moderne concezioni alpinisti- decisamente alle prime form e di avventura
che. alpina cd ora è l'attività sportiva che con-
Primo risultato fu la costrnzione delle duce l'uomo verso le catene montuose
cosiddette • slrade imperiali , , Scaglionati
a giusta distanza vennero costruiti piccoli Sorge in Italia il Clu b Alpino. L'alpini-
ospizi aventi l'obbligo di fornire alloggio e smo diventa uno sport di massa. l i proble-
ristoro cd assistenza ai viandanti. ma dcl soccorso alpino diviene sem pre pi1'1
Con il crollo dell'impero roma110, la importante. Tu tti gli organismi direttivi
prima fonna organiz7. ata di soccorso in del Sodalizio lo affrontano con estrema de-
montagna venne affidata agli ordini eccle- cisione. Tn ogni circolo alpin istico viene
siastici dei Benedettini ed alla congrega- ravvisata la necessità di poter inten•cnire
zione di San Bernardo, giungendo così all'e- con elementi di provata abilità in caso di
poca di Carlo ~lagno: in tutti questi anni sciagure alpinist iche al fì ne di limitarne le
sorsero qua e là sulle Alpi ricoveri vari per funeste conseguenze negative.
i pellegrini e Carlo ~lagno si interessò atti- Questa necessità, concretizzata attraver-
''amente 'al p roblema, dedicandovi somme so la formazione delle prime • squadre di
notevoli salvataggio • , le lontanissime progenitrici
11 X\flll secolo registrò nella sua secon- delle attuali (gruppi di pronto intervento},
da metà un importantissimo fatto evolutivo trovò uno dei primi esempi di pratica at-
di quella primitiva fonna di soccorso alpi- tuazione nel 1898, a Roma, dove le locali
no, in quanto si geu arono le basi per l'isti- sezioni dcl C.A.I. costitu irono una • So-
tuzione di un'organizzazione atta a difende- cietà di salvataggio , che portò a termine
re il viaggiatore dalle difficoltà ambientali una serie di esperimenti tendenti alla effet-
e ad interven ire in suo soccorso in caso di tuazione di collegamenti fra le varie comi-
infortunio tive di alpinisti mediante l'impiego di pic-
Nei villaggi, nei piccoli centri ai piedi cioni viaggiatori.
delle montagne, iniziò l'era di una nuova Alcuni anni prin1a, nel 1890, il doti. Car-
mentalità, l'uomo cominciò ad affrontare Jo Cagliano della Sezione di Torino aveva
sempre più sistematicamente la grande scritto un volumetto avente per tema 11
montagna soccorso in montagna: ma già la sera dcl
L'alpinismo inizia il suo cammino co- 22 marm 1889 si era tenuta una lezione
stellato di grandiosi risultati, scaturendo pratica ai soci della Sezione Torinese, al-
da un nulla pronto ad affrontare un tutto. lo scopo di fornire un'esemplificazione pra-
Sorge nelle isole Britanniche un soda- tica delle misure d'emergenza da adottare
lizio clelfa montagna, primo nella storia in caso di sciagure alpinistiche.

552
Nel 1907 vennero svolte in Milano, per 8 salme e dal salvataggio di 123 feriti
gli appassionati della montagna, lezioni teo- Le stazioni del soccorso al pino era-
rico-pratiche a cura di eminenti specialisti, no sudd ivise in quegli anni in posti di
presso la e Scuola Ambulatorio ». 1° e 2'> grado, a seconda dell'iniportanz.'l
I casi di soccorso alpino vanno sempre della wna territoriale di competenza. La
pili estendendosi, man mano che I'alpini- attrezzatura era variahile e si accordava
smo si assesta sulle moderne posizioni. A alla suddivisione accennata. Le stazioni di
i\lerano la locale Sezione del C.A. I. orga- primo grado erano provviste cli una casset-
ni:r2.a nel 1926 un efficiente servizio di pron- ta di pronto sOCCOTso, di una barella, 4 co-
to soccorso alpino, che diviene in breve la perte di lana, 2 sacchi da bivacco, 2 cor-
più funzional e organizzazione dell'intera de, piccozze, sonde e pale da valanga.
catena dolomitica orientale Le stazioni di secondo grado erano pre-
Arriviamo così al 1931, quando la fami- valentemen te installate nei rifugi di note-
glia di Guido Pollitzer lascia un congruo vole importanza alpinistica, ed attrezzate
lègato alla Società Alpina delle Giulie, che con uno speciale sacco medicinali e con co-
in breve volgere di tempo è in grado di perte cli lana.
attrezzare quattro posti di soccorso muniti I mezzi finanziari necessari per l'esten-
delle necessarie attrezzature di recupero e sione ed il potenziamento della rete dei po-
di razioni d'emergenza racchiuse in appo- sti di soccorso sulle Alpi, raggiungono cifre
site confezioni zincate. La Val Trenta, la elevatissime che costituiscono un handicap
Val Lepegna, le Cave del Predii e la Val gravissimo per i bilanci sezionali; è per su-
Saisera sono, con questa iniziativa, perfet- (>Crare questo ostacolo che nel 1938 \'enne
tamente inquadrate negli schemi operativi praticata in tutti i rifugi dcl Club Alpino
della Società di Soccorso Triestina. Italiano, una maggiorazione pcrcenh1ale
Il Olub Alpino Italiano affronta decisa- sull'importo delle singole consumaz'ioni. Il
mente, nel 1934, il problema dcl soccorso ricavato venne immesso in un fondo spe-
alpino, organizzando una speciale Com- ciale avente lo scopo di porre in grado le
missione ).lcdico- Fisiologica per approfon- Sezioni di attrezzare in modo razionale
dire le ricerche tecniche nel campo dci ma- ogni rifugio, sia dal punto di vista delle do-
teriali d i soccorso. In questo stesso periodo tazioni sanitarie, che da quello delle appa·
le sezioni di Aosta, Biella, Imperia, Milano, rccchiature di soccorso.
Pisa, Vara llo, Venezia, Vicen:r.a, Torino e Nel 1940 viene pubblicata sulla Rivista
Vittorio Veneto dirigono un'organica rete di i\lensile, un'interessante ed aggiornata re-
stazioni di primo e secondo grado, che in- lazione del prof. Augusto Bonola, trattante
tervengono con estrema prontezza nelle o- i materiali di soccorso in dotazione sia nelle
perazioni cli soccorso conseguendo risultati stazioni italiane come in quelle dei versan-
chiaramente significa tivi, nel quadro della ti Francesi-Svizzeri-Austriaci delle Alpi.
limitazione delle conseguenze nelle sciagu- Nello stesso anno erano istituiti, nella
re oggetto delle operazioni catena e nei gruppi alpini di maggiore im-
Nel 1937 la Presidenza Generale dcl portanza, posti sanitari direttamente con-
C.A.T. comunica ufficialmente che gli alpi- trollati da una commissione medica e da un
nisti assicurati contro gli infortuni di mon- comitato scientifico. Veniva anche edito
tagna, con la polizza generale del Sodali- in quei mesi, un libretto con modernissime
zio, assommavano a 20289, mentre il bilan- nonne cli soccorso e di assistenza medica.
cio dell'anno era costituito dal recupero di Cli eventi bellici impedirono l'e\'Oluzione

553
di questa iniziativa che avrebbe prodotto Un intervento organizzato, completo
risultat i assai concreti nel quadro generale e realizzato con una concreta larghezza
dei soccorsi in montagna. di mezzi finanziari e tecnici è ritenuto or·
In quest'ultimo decen nio gli iscritti al mai predominante, da parte di tutti gli or·
Club Alpino Jtaliano usufruirono di una ganismi alpinistici della Penisola e dalle
speciale assicurazione istitu ita dal CON I. analoghe associazioni d'oltre Alpe, su tutti
Nell'anno 1935, su 27000 assicurati si veri- gli altri problemi esistenti sul tappeto.
ficarono 18 casi di morte e 119 feriti. Nel- Il primo contributo in questo periodo
l'anno seguente la quota complessiva degli all'istituzione d i una moderna organizza-
alpinist i assicurati scese a 180-27 mentre zione di soccorso sulla catena alpin a viene
le statistiche indicano, sempre riferendosi portano da l-la D.Oe.A.V. o dal Club Alpi·
a quella stagione alpinistica, le cifre di 11 no Svizzero.
morti e 115 feriti Le sezioni Piemontesi particolannente
La Sezione di Bergamo, pur operando interessate al problema costituirono e po·
alle strette dipendenY..e della Presidenza tcnziarono alcuni organismi, nell'ambito
Generale, aveva organ izzato una efficien- della Sezione torinese del Sodalizio e in
te squadra di soccorso e quella della quella dell'U.C .E.T., preposti alla realiua-
U.G.E.T. di Torino, in az:one sin dal Ht26, zione di soccorsi in montagna, con partico-
era costitu it a da alpin isti che a tumi con- lare riferimento alle Alpi Cozie.
tinui nelle giomate festh'C veglia,'ano pres- La società delle Guide di Courmayeur e
so la sede sezionale per essere prontamente la S.A.T. di Trento, quest'ultima importan-
reperibili cd immediatamente impiegabili tissima nella storia dcl Soccorso Alpino mo-
in caso di necessità. derno, i gm ppi organizz,1ti dalle sezioni
dcl C.A.I. di Biella e di Le<:co, ed il fa moso
Nelle due guerre mondiali gli uomini grn ppo degli Scoiattoli di Cortina d'Am-
combatterono duramente sulle montagne. e-.1.w, operanti già da diversi ann i, entrano
Ma ancl1e da questa sia pur negativa azione nel vivo del problema con il peso detenni-
deriverà un solido apporto alJa causa della neante dell a classe cccczionale dei loro
conoscenza della montagna, favorendo nei componenti.
periodi seguent i l'incremento della corren- Un'operazione di soccorso, avvenuta
te turistica alpina nel luglio 1947, è rimasta nelle cronache d ei
li turismo alpino di massa è assurto salvataggi in montagna come esempio di ra-
a grande importanza nella vi ta di oggi gior- ra perizia operativa unita ad un altissimo
no. Decine di migliaia di persone si avvi- senso di altruismo e ad una non comune
cinano sempre più alla mm1tagna contri- preparazione tecnica. Fu quella dcl recu1>e·
bucnclo a far sorgere una serie di nuovi ro sulla pare te nord della Cima Grande di
compless i problemi. Il susseguirsi di disgra- Lavaredo, di due cordate di arrampicatori
zie alpinistiche, con la loro cruda realtà, viennesi rimaste incrodate sulla Comici-Di·
impongono ai tecnici dci problemi alpini- · mai, in seguito al volo di uno dei capi cor-
stici, un attento esame della situazione. data, Ernest Prokop, che nell'incidente di-
Jl soccorso alpino diyiene una necessi- portò la frattura del bacino e del malleolo
tà inderogabile, poiché le stat istiche redai- sinistro.
te dagli osservatori, recano una nota, sem- Le operazioni si protraevano per due
pre più pess imistica, per la situazione ge- giorn i e registravano la partecipazione di un
ncralc. gruppo d i Scoiattoli di Cortina costituito da

554
lerità della operazione è cost ituito dal tem-
po impiegato dall'uscita dalla parete nord,
per il ritorno alla base della Cima Crande:
il Prokop orma i immobilizzato venne tra-
sportato al rifugio in sole 3 ore e mezza.
Anche la se-1.:ione di Bressanone, fra le
altre, aveva già gettato, 12 anni or sono,
Je basi di una efficiente organiz'l.azione di
soccorso, mentre la S.A.T. presentava alle
competenti autorità un accurato piai)O per
la realizzazione di un vero e proprio organi-
smo atto ad assumersi, su scala nazionale,
i compiti svolti lìno ad allora dalle diverse
Sezioni, e dalla e Commissione dei Soccor-
si Alpini > che fu presieduta in modo enco-
miabile dai proff. Gandini e Pinotti.
Il piano della S.A.T. venne presentato
per l'approvazione alla Commissione Cen-
trale per H Soccorso in Montagna che si
riunì a Trento nel gennaio 1952
Questo programma si concretizzò nei
mesi seguenti, nella regione Trentina me-
diante l'istituzione di una funzionale rete
di 14 stazioni di valle, in ognuna delle quali
ebbe stanza una addestratissima squadra
Albino e Silvio Alverà, Apollonio, Pompa- di soccorso, costituita dai pili esperti scala-
nin e Lino Lacedclli il futuro scalatore del tori della S.A.T., e dotata di mezzi di soc-
K2 corso adeguati in gran parte provenienti
Ad essi si univano la guida Piero ~ lazzo­ dalle attrezzature delle divisioni alpino del-
rana ed il custode del rifugio, ~fazzetta, la Vcmiacht che avevano affrontato e risolto
che in parete venivano raggiunti alcune ore il problema dello sgombero dei feriti dalle
dopo da altri Scoiattoli: Bortolo Pompanin, zone montagnose del fronte orientale, isti-
Giulio e Armando Apol\onio unitamen te al- tuendo speciali unità di soccorso, aggregate
le guide Sisto Zardin e Luigi Chedina, due ai reparti combattenti nel Caucaso nel cor-
rocciatori della società Cauriol di Auronzo. so delrultima guerra.
L'operazione si svolse all'insegna di un tec-
nicismo perfetto. Tutti i componenti del I risultali conseguiti dall'organismo for-
gruppo facevano parte dei sesto gradisti mato dalla S.A.T. furono notevolissimi e si
delle Tre Cime. 11 bilancio dcli'azione com- imposero all'attenzione di tutti i circoli al-
prende ore di durissimo lavoro su difficol- pinistici italiani ed europei. La sua azione
tà estreme e l'impiego di 700 metri di cor- creò in definitiva la base su cui venne e-
da e 50 chiodi, il ferito fu tratto in salvo ed retto il nuovo Corpo Soccorso Alpino tlel
affidato alle cure dcl san itario accorso da C.AI.
Misurina al rifogio Auronzo Vennero redatt i uno statuto ed nn rego-
Un dato sufficiente per illustrare la ce- lamento che furono aprovati dal Consiglio
Centrale dcl Sodalizio il 19 luglio del 1953, zioni nella zona alpina. li Consiglio Cen-
a ~filano; il J2 dicembre 1954 il medesimo trale del C.A.I., nella riunione di Bognan-
consiglio, riun ito in Bergamo, decideva al- co del 2 settembre 1954, deliberava di
l'unanimità la nomina della Direzione del stanziare a favore dcl progetto la somma
Corpo Soccorso Alpino che sostituì, rile- di 6 milioni di lire
vandone i compiti, la precedente Commis-
sione. Con il passare dei mesi il problema
Già da alcuni mesi la direzione del generale ciel Corso Soccorso Alpino è stato
C.S.A. era virtualmente al lavoro, e il primo esam inato nei suoi più minuti aspetti per
compito che venne affrontato fu quello di poter giungere ad una positiva sua adegua-
un accurato studio delle risultanze prati- zione alle esigenze generali della situazio-
che dell'esperimento S.A.T., che in due an- ne alpinistica.
ni di attività fu in grado di realizzare 85 in- I competen ti organi dcl C.S.A. rilevaro-
terventi di squadra con un totale di 571 no che l'appoggio alle varie sezioni del
giornate lavorative cd un impiego com- C.A.T. , secondo il prngetto originario, del-
plessivo di 647 volontari l'organizzazione, produceva in pratica una
Tutto questo materiale di studio spe- conseguenza negativa per il concorrere di
rimentale pcm1isc di affrontare decisamen- elementi a volte estranei al significalo civi-
te la realizi'. azione integrale del piano gene- le e sociale della azione di soccorso alpino
rale dci soccorsi in montagna che si può ed alle sue inevitabili esigenze
riassumere in tre punti essenziali: Nacque dunque in seno alla Direzione
Generale del C.S.A. la necessità di elabora-
a) prevenzione infortuni;
re un piano, avente per scopo la suddivi-
h) soccorso indiretto;
sione dell'intero arco alpino, da Tarvisio a
e) soccorso diretto.
Courmayeur, in J 1 zone, la cui estensione
Si perviene, così, alla costituzione nei avrebbe rispecchialo all'incirca i confini
fondovalle delle stazioni del C.S.A., che delle singole provincie, e fu nominato un
,·engono dotate di mezzi e materiali, men- Delegato, come responsabile di ognuna di
tre nello stesso tempo a tutte le guide ed ai queste zone.
portatori alpini viene distribuita una ftm- La storia di quei primi anni cli vita del-
zionale e dotatissima scatola di pronto soc- l'organizzazione registrò la costituzione,
corso. durante il periodo settembre - dicembre
Si programmò una organica rete di post i 1954, di ben 39 stazioni cli soccorso che
di soccorso suddividendola in tre fasi; nella sommate alle 28 della S.A.T. ed alle 9 del
prima si sarebbero impiantali i posti di soc- C.A.I. in Alto Adige, portano ad un totale
corso della catena alpina, da Tarvisio a di 76 stazioni con un organico di 1414 vo-
Courmayeur; nella seconda si sarebbe ap- lontari
pronta ta la catena estendendosi da Cour- Valida base di studio fu una sta tistica
ma)'eur al mare Ligure, mentre nella ter- redatta nel biennio 1952-'53 sugl i infortuni
za verrebbe curata l'ìstituzione nella dor- avvenuti in provincia di Trento, secondo
sale appenninica la quale i turisti cost itu irono il 50% degl i
Venne presentato, ad opera della Dire- infortunali cont ro il 35$ degli alpinisti ed il
zione Nazionale dcl C.S.A. alla Presidenza 15~ di vall igiani.
Generale del C.A. I. , un progetto finanziario ~lentrc fe rveva l'opera organizzativa,
concernente la costituzione di 26 nuove sta- venne condotta dagli organ i della Direzione

556
Nazionale del C.S.A. una capillare azione pe rsone infortunate furono 153 (57 morti
di propaganda per far conoscere le finalit à e 47 feriti).
dell'organizzazione. A questo scopo venne Queste cifre, riferite ad un anno che
esposto alla Fiera Inte rnazionale del Turi- può, per molteplici motivi, veni re preso a
smo e dello Sport di Trento ed alla Fiera validità oome indice dell'attività organizza-
Internaziona le di lnnsbruck un completo ta del Soccorso Alpino Italiano, rispecch ia-
cast delle attrezzature di soccorso in dota- no chiaramente la grande funzionalilà rag-
zione alle singole stazion i del Soccorso Al- giunta dall'organizzazione e pone per la
pino Italiano che, poste al confronto con gli prima volta in evidenza la pubblica utilità
analoghi material i delle altre organizzazio- di questo e servizio :t che il C.A.l. ha isti-
ni di soccorso europee, ressero positivamen- tuito e offerto alla Nazione ; un servizio che
te all'impegnati vo confronto. vie ne a costituire uno dei positivi apporti
Sempre in quel periodo, a scopo di pro- recati dal sodalizio al bilancio nazionale
paganda anti-infortunistica, il Corpo Soc- Mentre gli inte rventi in montagna atte-
cOrso Alpino fu presente alla Mostra della stano la praticità delle attrezzature e l'alto
Montagna di Livorno e nel 1954-55 al\a grado di preparazione tecn ica raggiunto
Mostra dell'Artigianato di Hovereto dai volontari, in socie organizzativa, vengo-
no portali a tel'minc alcuni importanti in-
Da allora le tappe dell'organizzazione contri. L' 8 dicembre presso la Sede Cen-
dcl corpo si susseguono a ritmo incalzante. trale a i\Iilano si ten ne il primo convegno
Specialisti, tecnici del soccorso alpino sono dei delegati di zona dcl C.S.A. l i 18 dello
continuamente all'opera cd alla ricerca di stesso mese il Consiglio Centrale approvava
nuovi ritrovati tecnici; al fine di garantire con voto unanime il nuovo statuto dell'or-
alle operazioni di salvataggio la massima ganizzazione. Nello stesso tem po la Dire-
fun zionalità, e sicurezza, viene organ izzata zione concludeva i lavori inerenti l'instal-
annualmente la e giomata del Soccorso lazione della rete delle stazion i di soccorso
Alpino • alla quale intervengono al com- alpino in Piemonte e nella Liguria, con la
p leto le Stazioni più imporlanti delle pro- costituzione delle Delegazioni di Cuneo,
vincie italiane. Durante queste giornate Mondovì, Ivrea, Sah1zzo e Torino. Con il
vengono svolte delle interessantissime eser- 1955 l'in tera catena alpina verrà posta sot-
citazioni di soccorso to lo stre tlo con trollo delle stazion i del soc-
Nel 1954 un nuovo importante risulta- corso alpino.
to si aggiunge al bilancio del soccorso alpi-
no : vie ne fi rmato un accordo di collabora- Con il moltiplicarsi delle stazioni , nuovi
zione reciproca fra i rappresentant i del gravi problemi si imposero all'atte nzione
C.A. I. e del Centro di Soccorso Aereo i':lili- d ei tecnici della Direzione Nazionale: il
tare di Linate. pili delicato fu quello dell'alle name nto dei
Nel 1955 si svolge alla presenza del Pre- volontari all'uso delle complicate apparec-
sidente Generale del C.A. 1. il primo con- c hiature di soccorso. Era infatti risultato
vegno internazionale dei soccorsi alpini evidente che non e ra, come non è tutt'ora,
e uropei (C. l.S.A.) con la partecipazione dei sufficiente essere ottimi scalatori per poter
più qualifi cati esponenti delle varie asso- assumere all'occorrenza la veste di mode rni
ciazioni del centro Europa soccorritori.
Nel 1955 le operazioni di soccorso fu ro- Pe r risolvere queslo aspetto dcl prohle-
no 139 con 921 uom ini impiegati mentre le ma il direttore generale dott. Scipio Steni-

557
co pensò di tenere, nel gruppo del Vaiolet, d i valle, 2 105 volontari suddivisi in 16 zo-
al rifugio Piaz, un corso di addestramento ne, A queste cifre debbono essere aggiu nte
per volonlari del Corpo SOC(!orso Alpino, e le B stazioni attrezzate dall'Alto Adige e le
con esercitazioni, sludi, proiezion i cd esami 29 della S.A.T. nel Trent ino, men tre è da
di una vasta gamma di materiali, giungere segnalare che la B.cgione autonoma della
ad un defìnili\·o approfondimen to dcl pro- Valle d'Aosta ha contribuito in modo deter-
blema, minante alla dotazione di alcune stazion i.
Da tutte le Delegazioni convennero nel Sempre nel corso dcl 1956 vennero at-
gruppo Dolom it ico molti volontari. Nel se- tre?..7.ttti 19 nuovi cen tri, mentre sulla base
vero scenario delle guglie r()C(!iose del regno dcl piano generale del soccorso alpino, ri-
di Tita Piaz, uno dci precursori dell'azione mangono da attrezzare com pletamente 27
dcl soccorso alpino, venne svolto un com- stazioni.
plesso programma, integrato da una fi tta Nel quadro dell'azione svolta dalle varie
serie <li esercitazioni pratiche, fra le quali, delegazioni per la propagamlfl dcl Soccorso
oltre alle spettacolari ca late in parete con alpino e per l'addestramento dei volontari
i cavi d'acciaio, cd i frequen ti utilissimi si sono svolte nel corso dell'anno numerose
collegamenti radio fra le cordate, ebbe un esercitazioni a cura dei singoli delegati :
posit ivo esito un'esercitazione di ricerca ]lfo ndo\'Ì, Cort ina, Torino, Ortisei, Ivrea,
nott urna nel corso della q uale si espe rimen- Schio, Merano, Solda, Brescia e Bolzano,
tò con ottimo risultato ur nuovo razzo per sono le zone in cui vennero realizzate que-
segnalazioni luminose a diversi colori. 1l si- ste esercitazioni.
gnifìcato in codice, d i questi razzi, venne Un nuovo elemento si è, inserito nel 1956
inserito in una tabellina tascabile e d istri- nella tecnica del soccorso in montagna: la
buita in seguito a tutt i i volontari. collaborazione aerea con le squadre diret-
Ogni p<1rteclpante al corso del Vaiolet tamente impegnate nelle operazioni di sal-
ricevette un attestato di profitto e riportò vataggio. Per la prima volta nella storia
da questa esperienza un concreto potenzia- del soccorso alpino italiano comparve l'eli-
mento delle proprie cognizioni tecniche, cottero.
sull'uso delle nuove atlrezzature. Alcune importanti esercitazioni aree
Nel mese cli giugno del 1957, si tenne terrestri si svolgono a Bormio nei mesi esti-
a Brescia presso la sede del C.A. I. una riu- vi, con l'intervento di elicotteri mentre al
nione generale dei Delegali di zona del Passo Pa rad iso i volontari delle stazioni
C.S.A., alla presenza dcl Direttore Generale cli Brescia, Edolo, Bonnio, Temù, Ponte di
del Corpo. Legno e Vem1iglio effettuarono una pro\'a
Nel corso dci lavori la Direzione comu- di sondaggio in valanga con le attrezzature
11icava che sulla base dci dati pervenuti speciali; 60 uomini vennero impiegati in
pote\':l fo rnire un quadro ufficiale riassun- questa esercitazione,
livo delle operazioni S\'Oltesi nel 1956~ Nel 1956 si allargano i rapporti interna-
J 244 volontari impiegati, per un totale di zionali con le va rie organizzazion i di soc-
924 giornate e 259 notti, 238 persone ven- corso dcl centro Europa. A Pon tresina, du-
nero soccorso, di queste 83 vennero recupe- rante il convegno in te rn azionale svoltosi nel
rate illese, 74 fer ite, 81 furono le salme mese d i ottobre sono sta ti realizzati alcuni
raccolte. importanli accordi con le competenti auto-
Al termine del 19561'organico del C.S.A. rità jugoslave per la reciproca assunzione
aveva la seguente consistenza: 111 stazioni delle spese derivanti da operazioni di soc-
Tutte le stazioni ed i gruppi di soccorso
della Valle del Sole, sì prod igarono oltre
ogni limite, in un ambiente reso particolar-
mente difficile dalle condizioni di grande
innevamento della montagna e dal gelo di
quel rigidissimo inverno.
li risultato cost ituì una nuova riprova
della fun zionalità della rete di soccorso al-
pino ed il suo concreto inserimento nella
vita della nazione. Poco a poco a causa
dell'infìttirsi dei voli aerei su lla catena al-
pina, il C.A.I. si trovò dinanzi a nuovi com·
pil"i, grevi di sempre maggiori responsabi-
lità e seppe, a costo di sacrifìci ingen ti, as-
solvere nel modo più positivo.

Nel 1957, la delegazione di Aosta, con


le sue attrezzatissime stazioni di Cour-
mayeur e d i Cervinia - già in azione da
assai prima della costituzione dcl Corpo
Soccorso Alpino su scala nazionale e com-
poste da guide di valore internazionale -
si impose all'attenzione degli osservatori e
della Direzione Centrale del C.S.A. per
l'opera dei salvataggi in montagna, · svolta
corso in montagna, entro il limite di 20·30 senza interruzioni nel corso della stagione
km dai con fìni. alpinistica estiva, anche se per molte guide
Una data da ricordare fu quella del 22 questa altruistica azione costituì una inci-
dicembre dcl 1956 per il Soccorso Alpino denza nettamente negativa sullo svolgersi
Italiano: in quest'anno, che può essere defi- regolare dell'attività professionale dell'in-
nito ranno di prova della vita del Corpo tera annata.
Soccorso Alpino, un DC6 di linea andava Da tutta la catena alpina, in quei mesi,
a schiantarsi sui confraffort i del monte Ci- con la immediatezza dei loro intervent i che
ner, nel gruppo dolomitico della Presanella. furono nel 95,5i dci casi, determinanti
La catastrofe fu immane: l'intera Val Nam- per la soluzione positiva in numerose situa-
bronc venne illuminata dai bagliori del ter- zioni di estrema gravità, si posero fra le
ribile incendio, 21 persone perirono. L'allar- altre in evidenza il gruppo delle gu ide del
me generale fu immediato. li Cent ro Aereo Monviso, i Trentini e gli Scoiattoli e guide
i\•lilit are di Linate richiese l'intervento di alpine di Cort ina d'Ampezzo.
emergenza delle squadre operative del C. Una stazione da diversi anni attivamen-
S.A. per impostare !'operazioni di ricerca te operante ed attualmente inquadrata nel-
dei resti del velivolo. l'organizzazione del soccorso alpino è quel-
Vennero mobilitate 13 stazioni, impie- la di Bardonecchia in Val di Susa che costi-
gati 335 volontari per un complessivo di tu ita per iniziativa comunale, si è rivelata
208 giornate lavorative e di 94 notti. con una serie rilevante d i salvataggi, uno

559
degli strumenti di maggiore cflìcacia per la A questo corso, a cui partecipa rono 57
difesa e la tutela della sicu rezz,'l della cor- volontari di tutte le delegazioni, presenzia-
rente turistico-alpinistica dell'alta Valle di rono il direttore generale doti. Scipio Ste-
Susa. nico, il prof. Stefano Panero del Ministero
Tutte le stazioni dcl corpo soccorso del- della Pubblica Istruzione, il maggiore Piero
l'intera catena alpina vennero sottoposte Amo! del Ministero della Difesa, oltre ad
scm pre nel corso del I%( ad un vero e pro- eminen ti personalità dcl mondo alpinistico
prio tour de force , che pennette agli osser- italiano e<l al Presidente generale Ardenti
vatori di rilevare la grande tempestività ;\!orini.
dell'entrata in azione dei gru ppi di soccor- Le lezioni e le esercitazioni teorico-pra-
so diretto: 123 furono gli incidenti verifi- tiche, affrontavano tutti gli aspetti della
catisi nelle Alpi, 197 persone vennero re- complessa operazione di salvataggio in al-
cupe rate, di q ueste 6J illese e 51 ferite; i ta montagna. Ven nero svolte esercit azioni
mort-i furono 85. di recupero in crepacci, vennero installate
J volontari impiegati furo no complessi- teleferiche per il recupero di e incrodati >;
vmn ente 831 di 134 stazioni, il costo totale furono trasportate ad olt re 4000 metri, pc·
delle operazioni raggiunse la cifra totale di sant i att rezza tu re di soccorso, organizzando
L. 3.597.2.27. inoltre sul ghiacciaio dcll' l ndren una rapi-
Nel corso dell'an no le delegazioni del da calata a valle cli un ferito, trasportato
C.S. A. salgono a 16, mentre è in avanzato con una speciale slitta-barella
stadio di formazione la. delegazione di zona La parte teorica fu allo stesso livello di
di Firenze; le Stazioni costi tuite nel corso quella pratica: specialisti dei singoli argo-
del 1957 furono IO, portando così a l 19 la menti, i personaggi tra i più rappresent ativi
consistenza numerica della rete nazionale. del mondo alpin istico piemontese oltre ad
La ricerca di aerei preci pitati nel son,o- alcune fra le pili note guide della valle di
lo della catena alpina rappresentò un duris- Aosta, fra cui Laurent Crivel di Cour-
simo lavoro per i volontari dell'organizza- mayeur e Enrico Chiara di Alagna, presta-
zione. L'intera catena alpina dalla Val Co- rono la loro preziosa collaborazione all'im-
monica alla zona Bellunese venne a più ri- portantissima iniziativa che permise, sulla
prese accuratamente rastrellata da pattu- base dei risultali ottenuti, di poter conside-
glie di specialisti del soccorso alpino in oc- rare con particolare ott imismo le future pos-
casione di numerose segnalazioni d'allanne. sibilità evolutive dell'organizzazione. I vo-
Nel corso di una di queste operazioni venne lontari avevano ormai raggiunto un soddi-
ritrovato un aereo della marina americana sfacente grado di preparazione derivante
precipitato su lle Pale di San Martino non soltanto daU':1lto valore tecnico acqui-
sito precedentemente in anni ed anni di
Nel gruppo del ~ I onie Hosa, al Col du rissime scalate, ma, cd in modo dctenni-
d'Olen la Xlii delegazione di Torino per in- nante, dalle precise direttive d'insieme ri-
carico della Direzione, ha organizzato, nel cev\1tc al corso, che ave,'ano fatto iiascerc
mese di giugno del 1958, il secondo Corso in loro il moderno abito men tale del 'soc-
Nazionale per Istruttori del Corpo Soc- corritore alpino >
corso Alpi.no, al fì nc di completare con ·le
caratteristiche ambientali delle Alpi occi- J compit i che gravano sull'organizzazio-
dentali il ciclo iniziato con il corso di ad- ne generale del Soccorso Alpino esulano
destramento al rifugio Vaiolet. onnai dall'ambito prettamente alpinistico

500
LA TonnE DI FAx1s, dal versan te di
\ 'al Travcnanzes
(Folo G. Glicdiua)
dcli' azione originaria per assumere nuove Alpino nella zona di Trieste, ponendo in
mansioni. L'organizzazione con gli efficien- evidenza, che un notevole potenziamento
tissimi suoi gruppi di soccorso dotati delle è stato possibile malgrado la costante de-
più moderne attrezzature provvedute con pressione economica della zona, grazie al-
gravi sacrifi ci dal sodalizio, interviene in la fattiva e solerte collaborazione di socie-
ogni situazione di pericolo sulle Alpi assu- tà ed enti pubblici e privati.
mendo sempre più la veste di • pubblico Nella riunione che rivestì un alto grado
servizio , . d'importanza per il C.S.A., venne deciso
Dichiarazioni di sindaci e cli parroci dei il varo di una campagna pubblicitaria basa-
comuni di montagna, che videro l'abnega- ta su conferenze, proiezioni di films ac-
zione dei volontari del soccorso alpino con- compagnati eia un commento appropriato,
tinuano a pervenire alle segreterie delle da parte dei migliori scalatori del Soccorso
Delegazioni. Questa preziosa documenta- Alpino, per far conoscere all'opin ione pub-
zione costituisce una delle più chiare te- blica le finalità dell'organizzazione e con-
sti1i10nianze dell'azione sociale e civile del tribuire in modo concreto e rapido al suo
C.S.A. rivelatosi elemento fondamentale ulteriore sviluppo.
per il mantenimento di un equilibrio di L'intensa attività organinativa del C.
sicurezza nelle zone montane. S.A. Continua senza soste. Torino è la sede
della riunione dei delegati di zona del S.A.
Nel 1958 si ha una intensa att ività dei occidentale. 1118 maggio si radunano i rap-
volontari del soccorso alpino sulle piste del- presentati di zona di Domodossola, :\fon-
le varie stazioni invernali; i maestri cli sci dovì, Ivrea, Cuneo, Borgosesia, Aosta, Sa-
e le guide alpine che fanno parte del corpo luzzo, Sondrio e Torino. Il Direttore nazio-
intervengono direttamente nella loro dupli- nale dr. Scipio Stenico rispondendo ad una
ce veste di istruttori e di soccorritori por- relazione dcl delegato Henry di Aosta in
tando concretamente a termine un numero merito ad un contributo offerto aU'org..l-
elevatissimo di soccorsi nizzazione da parte del benemerito Ordine
Con l'inizio della stagione sciistica le di i\falta, precisa che ogni offerta di colla-
chiamate ai posti di soccorso ciel C.A.L si borazione dell'Orilinc sarà ben accetta dal
susseguono a ritmo sempre più intenso, sot- C.S.A. e dal Club Alpino Italiano.
toponendo gli uomini ad un severo e con- Molte stazioni dell'organizzazione sono
tinuo stato di allarme. in questo periodo dotate di apparecchi
Jl 15 maggio si svolse a Venezia la riu- radio rice-trasmittenti, rivelatesi nelle pri-
nione della Direzione del C.S.A. delle Alpi me circostanze operative di estremo valore
Orientali alla presenza dei Delegati di Tar- ai fini di una tempestiva soluzione positiva
visio, Trento, Edolo, Schio e Trieste delle operazioni stesse.
Nel corso dei lavori viene esaminata Per la custodia dci delicatissimi appa-
la situazione esislcnte nelle Apuane sulla recchi, che debbono essere depositati pres-
base di una accurata relazione dell'avv so le stazioni elci Carabinieri, il Direttore
Orsini di Firenze. generale porta a conoscenza dei Delegati
Cirillo Floreanini, delegato di Tarvisio, che su richiesta ciel Comando di Divisione
affronta in una esauriente relazione la si- di Milano, tramite il Comando Gruppo
tuazione della sua zona territoriale, men- Carabinieri di Trento è stato trasmesso a
tre Spiro Della Porta Xidias illustra ai de- tutte le Stazioni dell'Arma l'ordine di for-
legati le condizioni di vita del Soccorso nire una stretta collaborazione agli uomini

561
del C.S.A. impegnati nelle operazioni di cartello antinfortunistico, la cui pubblica-
salvataggio zione viene favorevolmente sottolineata in
Anche l'Esercito interviene positiva- tutti i circoli alpinistici internazionali.
mente in questa fase della vita del Corpo, L'accordo di reciproca assistenza fra il
con un'importantissima disposizione uffi- Soccorso Alpino Jugoslavo e quello Ita-
cia1e; dà ordine ai singoli Comandi di for- liano è rinnovato nel mese di settembre
nire ogni forma di collaborazione ai volon- e costituisce un'ulteriore conferma dell'at-
tari del C.S.A tiva collaborazione fra le organizzazioni
Nel periodo 1 gennaio-I ottobre 1958 italo-jugoslave per il salvataggio alpino.
i quadri generali dell'organizzazione hanno La ·parabola organizzativa del C.S.A
attraverso un notevolissimo processo evo- si conclude con una riunione della Dire-
lutivo, raggiunta la forza di 2659 uomini zione nazionale dell'organizzazione tenu-
e 119 stazion i, con un aumento di 408 vo- tasi a Trento il 1 novembre dcl 1958, alla
lontari rispetto all'organico del 1957. presenza del dr. Stenico Direttore nazio-
Sempre nel periodo 1 gennaio- i ottobre nale, del dr. Brovclli, dcl rag. Colò, dcl
105 sono state le disgrazie alpinistiche che rag. Smadelli, della guida Henry e di Bruno
hanno provocato l'intervento del C.S.A. per Toniolo
il soccorso a 174 persone.
In queste operazioni sono state fatte Il 1959 ha inizio con una nuova impor-
entrare in azione 103 stazioni con 911 vo- tante riunione della Direzione del C.S.A.
lontari. li risultato di questa mobilitazio- tenutasi in Trento il 25 gennaio. In quel-
ne, su allannc, è compendiato nelle se- l'occasione l'amministratore dcl soccorso
guenti cifre: 76 salme, 60 feriti, 38 illesi alpino rag. Smadelli presenta una relazione
In base ad un calcolo effettuato tenendo sul bilancio preventivo del 1959 e sul con-
conto della nazionalità si è rilevato che suntivo di spesa generale della formazione
gli alpii1isti soccorsi fu rono 135 italiani e del Corpo al 31 dicembre 1958
39 stranieri. li C.S.A. - comunica il solerte ammi-
Le spese generali di questa imponente nistratore dell'organizzazione - ha a di·
mole di operazioni ammontano a 4.052.919 sposizione per l'impostazione del bilancio
lire; di queste sono state recuperate dalle preventivo la somma di L. 2.900.000; men-
casse nazionali dell'organizzazione, sotto tre le richieste di nuovi materiali da parte
forme varie, L. 759.580 delle varie stazioni assommano a 2.362.000
Nel mese di luglio si è svolto ad Olten lire.
la riunione annuale della C.I.S.A., nel corso Nel corso della riunione viene esami-
della quale è stato offerto all'ltalia il com- nato il progetto inerente l'organ izzazione
pito di organizzare per il 1959 il Corso dcl corso internazionale, che dalle prime
internazionale di addestramento, durante risultanze e dati pervenuti alla Direzione
il quale i vari corpi del Soccorso Alpino si ritiene opportuno tenere a1 rifugio Ma-
Europei potranno fornire un'adeguata di- rinelli. La Direzione decide inoltre di stan-
mostrazione pratica dei notevoli risultati ziare la somma di L. 600.000 quale primo
raggiunti nel campo tecnico organizzativo contributo -all'organizzazione del Corso.
improvvisativo dei salvataggi d'alta mon- Il direttore Scipio Stenico comunica ai
tagna. membri della Direzione l'intenzione di
Nel mese di agosto viene distribuito a rassegnare le dimissioni dalla carica rico-
tutte le Stazioni della catena alpina un perta nell'organizzazione a causa di inde-

562
rogabili esigenze professionali pino il prof. Pinotti riferisce sulla riunione
«Nel 1954 - dichiara il dr. Stenico - della C.LS.A. avvenuta a Garmisch dal 7
mi ero impegnato assieme ai miei collabo- all'll aprile e sul concorso degli equipaggi
ratori diretti, di dare al C.A.I. un Corpo di della Zugspitze
Soccorso Alpino, ora esso è una realtà, e Il C.S.A. ha aumentato in questo pe·
la sua organizzazione risponde in tutta la riodo il proprio organico di 90 Volontari
cerchia alpina >. mentre sono state istituite 4 nuove stazioni
Nel maggio del 1960, a Bologna, il (a Querceta, Aquila, Val Badia, Forni Avol-
nuovo Direttore del Corpo, prof. Oreste tri).
Pinotti, convoca la Direzione del C.S.A. Nel mese di giugno la XIII delegazione
Fra i presenti il dr. Brovelli, il rag. Colò, il di zona "Torino" ha realizzato nella zona
dr. Costa, la guida Henry e B. Toniolo. Pierre Menue-Niblé ai confini colla Fran-
I lavori della riunione prendono avvio cia, una esercitazione aereo-terrestre ba-
da una relazione di Toniolo che illustra sata sul presupposto operativo della ricerca
IC finalità e l'utilità delle esercitazioni e di w1 aereo precipitato e nel conseguente
dci Corsi ricupero di feriti e resti
Il prof. Pinotti informa la Direzione All'operazione presero parte numerose
dell'avvenuta conclusione dei rapporti fra squadre delle stazioni del C.S.A. dell'alta
il C.S.A. ed il Centro Coordinamento Soc- valle di Susa e da Torino furono inviati gli
corso Aereo di Linate. specialisti della squadra « Teleferisti ) .
I punti dell'accordo raggiunto per una La Brigata Alpina Taurinense prese
futura stretta collaborazione fra le due parte all'operazione con una sezione di
organizzazioni nel campo dei soccorsi in alpini radiofonisti ed un e Piper , , il no-
montagna costituiscono un importante nuo- tissimo aereo da ricognizione in moqtagna;
vo elemento che contribuirà in modo deter- la polizia di frontiera intervenne con la sua
minante al raggiungimento di un'altissima squadra di soccorso alpino, munita di ap·
grado di funzionalità nella moderna ope· parecchiature rad io; la stazione dei Cara-
razione di soccorso in montagna binieri di Bardonecchia fornì una stretta
li C.S.A. interverrà non solo in occa- collaborazione ai volontari impegnati nella
sione di sciagure alpinistiche, ma, tutte le operazione.
volte che necessiterà l'intervento dei suoi Il centro soccorso aereo di Linate par-
mezzi per l'evacuazione urgente di amma- tecipò con un elicottero H 19 D che prese
lati e feriti, qualora si verifichino circo- parte attiva all'esercitazione trasportando
stanze d'emergenza; il centro aereo parte- uomini e materiali nell'alta Val Fredda
ciperà annualmente ad esercitazioni di L'operazione coronata da un completo
salvataggio per rotenziare la fase adde- successo, tecnico-logistico si concluse in
strativa cielo-terra e rendere, in caso di due giorni operando in una zona avente
impiego reale, questa collaborazione pron- una superficie di circa 200 km 2 con 90 vo-
ta e fattiva lontari impiegati
Le squadre del Club Alpino Italiano Il capitolo importantissimo delle eser-
opereranno gratuitamente in tutte le ricer· citazioni aeree terrestri registra inoltre un
che di velivoli dell'areonautica militare nuovo elemento costituito dalla operazione
italiana. « Gelo Monte Il.osa , realizzata nel gen-
Esaurito il tema della collaborazione naio del 1961 con l'intervento dell'areonau-
aerea colle squadre di terra del soccorso al- tica militare di Linate (10 uomini), carabi-

563
nieri 3, C.S.A. Volontari 54 della Valsesia. stituiscono un positivo presupposto su cui
L'esercitazione era basata sul tema del- impostare la futura azione dell'organizza-
la ricerca dei feriti e dei resti dcl D.C. 3 zione che può su lla base di questi dati im-
Brindisi-Ginevra precipitato e localizzato piegare con sicurezza i più moderni e com-
in zona Monte Hosa, ghiacciaio di Bors. plessi mezzi di soccorso.
Jl compito di quest'operazione consi- ln Alto Adige il Soccorso alpino si av-
steva nel controllo dell'efficenza della squa- vale dci cani da valanga, organiY..zati da
dre di soccorso nell'ambiente invernale con quella Delegazione in collaborazione con
condizioni di completo isolamento ad alta il Comitato Guide della p rovincia di Bol-
quota e nel riportare utili risultanze sulle 7..ano. Gli interyenti per salvataggi e recu-
possibilità operative dell'elicottero, sia per peri di travolti da valanga, effettuati anche
gli atterraggi come per i decolli a carico con trasporti degli anjmali a mezzo eli-
completo cottero, sono già stati numerosi e posit ivi,
Un lusinghiero successo è stato regi- tanto che la fase sperimentale è stata su-
strato dalle direzioni degli organismi im- perata con l'organizzazione a Sokla di un
piegali per quel che riguarda tulli i set- centro di allevamen to e addestramento
tori del Soccorso Alpino, aereo e terrestre can i da valanga.
nel corso dell"escrcitazione Gelo }. lonte
Hosa, che ha ancora una volta dimostrato Con una circolare ai Capi Stazione, in
la preparazione tecnica dci Volontari del data l gennaio 1962, la Sede Centrale,
C.S.A. pronti ad operare onnai su qualsiasi sancisce ciò che costituisce una nuova im-
terreno o con qualsiasi temperatura. portante mela, raggiunta, dopo anni di pas-
In marzo inoltre venne effettuata a si, di istanze e di pratiche burocratiche.
cura della IV zona uva!le d'Aosta" \'eser- • Con questa data entra in vigore la
citazione }. lont Fallère basata sulla ricerca assicurazione rimborso spese soccorso al-
di un aereo precipitato nella regione com- pino a favore dei soci del sodalizio, stipu-
presa fra il Monte Bosso di m 2943, il Fal- lata dalla Sede Centrale dcl C.A. L •.
lère di m 3061 e la Punta Chaligne di Jl 1961: un'a ltro anno particolarn1cnte
m 2608 intenso per la vita del Soccorso Alpino,
Ancora intervengono reparti di alpini divenuto in questo ultimo periodo un otti-
del Battaglione Aosta al comando del mag- mo e funzionale servizio, operante in tutte
giore Bonfat e volontari del C.S.A., elicot- le nostre Alpi, le nuove dotazioni ne hanno
teri ed un • Piper • da ricognizione. concretamente potenziato l'efficacia e la
Anche questa complessa operazione uni- rapidità di intervento, e segna al suo attivo
tamente ad altre effettuate nelle Alpi cen- risultati di particolare ril.ie,•o.
trali cd orientali è coronata da esito posi- In quest'anno, nell'estremo nord, sùi
tivo e nel corso dell'anno è possibile alla monti della Groenlandia, una spedizione
Direzione nazio11ale dcl C.S.A. di tracciare alpin istica diretta da Guido Monzino e
un concreto bilancio nello specifico settore costituita da guide alpine di Cervinia, ri-
della collaborazione aereo terrestre nelle nuncia al raggiungimento dei suoi obbiet-
operazioni di soccorso in montagna. tivi per portare il suo contributo, rivelatosi
li grado di efficienza operativa delle poi determinante, alle operazioni di ricerca
squadre del C.S.A. collaudato attraverso di un gruppo di alpinisti belgi dispersi.
queste esercitazioni assai impegnative dal Lo spirito di solidarietà civile di quest i
punto di vista tecnico e di attuazione co- alpinisti, preziosi elementi dell'organi7.za-

564
zione dcl Corpo Soccorso Alpino del C.A.J., il Corpo Soccorso Alpino si inscriva nel
rispecchia con questa loro nobile rinuncia quadro delle manifestazioni celebr;i.tive del
la più chiara esemplificazione di quanto primo centenario di vita del Sodalizio, or-
sia onnai radicato nei singoli esponen ti grinizzando una importan te esercitazione
dell'alpinismo italiano il profondo, nobile nazionale
significato di fratellanza umana, preroga· L' iniziativa viene accolta favorevolmen-
tiva degli uomini della montagna. te e la Direzione dà incarico rii proponenti
Nel corso del 1961, dal bilancio finale di curare la stesu ra di un progetto della
dell'anno, risultano acquistati e distribuiti operazione stessa da effettuarsi sul Mon·
alle nuove stazioni attrezzature di soccorso \•iso
per la somm a complessiva di L. 5.564.238 La storia del C.S.A. è una storia sem-
mentre in questo scorcio di tempo sono plice e concreta; è la storia di uomini di
costituite le stazioni di Jesi, Cedegolo, Val- diverse condizioni sociali uniti ed operanti
grisanche, Alpe di Siusi, Lana, Fiè, Melago. per un comune ideale di solidarietà non
L'organico dei volontriri è sali to da 3079 solo alpinistico, ma anche civile e sociale.
a 3300 al 3 l dicembre 196.l e tu/li assicu· Questa storia ha un alto sign ilìcato; e
rati in caso di inforl.1mio -.. attraverso tappe che rispondono ai nomi di
Una importante riunione della Direzio· M. Ciner, della parete Nord della Cima
ne nazionale viene tenuta a Firenze nel Grande di Lavaredo, sud della :\larmolada,
maggio 1962, sono present i i membri Bot· parete Nord dell'Eiger e delle sciagure ae·
tini, Brovelli, Costa, Ciovannini, Henry e ree di C lavière e dcl Robinét, delle allu vio-
Toniolo ni dell'alta Val di Susa e d i Ceresolc, delle
Nel corso dci lavori il prof. Oreste Pi· valanghe di Rochemolles e tante altre. Si
notti riferisce sui Tisultati dell'assicurazione è sviluppata ed ha assunto un concreto
dei soci del C.A. T., entrata in vigore l'anno valore che in definitiva costituisce un gran-
precedente: alla Compagnia Assicuratrice dioso elemento di sicurezza per la vita che
è stato versato un premio di L. 3.756.300, si svolge sulle catene alpine italiane, offerto
la Compagnia di Assicurazione ha liqui· dril sodalizio deliri montagnri alrintcra na-
dato 42 info rtuni per un totale complessivo zione; ciò dimostra ancora una vol ta chia.
di L. 3.307.817, sulla base di quest i dati, ramente quanto sia attivri e praticamente
si può ritenere che l'anno 1961 si è con· risolutiva in centinaia di crisi l'azione del
eluso in pareggio per quello che si riferisce C. A. J. , che può venire considerato uno
alla gest ione della polizza cli assicural'.ione. dei più ch iari esempi di capacità organiz·
Viene affrontato nella Tilmione l'impor· zativa realizz.'ltri per un superiore interesse
tante argomento dcl bilrincio prevent ivo civile.
1962; le richieste generali, riferisce il Di. L'attività del C.S.A. continua e conti·
rettore raggiu ngono la somma di L. 11 mi- nuerà sinché sulla montagna gli uomini vi·
lioni, su questa cifra incidono notevol· vranno e lotteram10 e sino a quando que-
mente la richiesta di radio-telefoni. sta lotta aVTà un senso nell'ordine delle
Si propone alla fì nc della riunione che

BRUNO TON IOLO

565
LO SCI-ALPINIS M O

Lo sci ha fatto la sua comparsa prima passò dal camminare allo strisciare o scivo-
ancora che l'alpinismo scalasse una cima, lare.
quale mezzo di locomozione, per quei po- Si presume che queste migrazioni delle
poli che vivevano e ancora vivono nei pae- popolazioni uraloaltaiche usassero degli sci
si in cui la neve per lungo tempo ricopre simili a quelli disuguali per lunghezza di
ogni cosa. cui un esem plare è conservato nel Museo di
Lo sci è stato pertanto usato nell'anti- Be rlino, rappresentali da un pa ttino di cen-
chità e da secoli il suo impiego è costante timetri 145 di lunghezza e di centimetri 16
nei paesi nordici come mezzo utilitario e di larghezza, rivestito in pelle di renna e
non come.diporto nel senso inteso dalle po- di un secondo pattino alquanto pili lungo e
polazioni meridionali. più stretto.
Secondo Nansen, il grande esploratore Tale uso, se non praticato, era almeno
nordico, non si può precisare quando gli conosciuto dalle altre nazioni e difatti il
sci siano stati inventa ti, giacché se dobbia- greco Procopio e il goto Jordanìs indicava-
mo risalire ai tempi in cui i Finnici, gli Un- no i lapponi come Skiridfìnni, deriyando
gri, i Samoiedi, i Mongoli e i Tungusi forse tale denominazione da Skrida, termine che
costituivano una stirpe sola, tocchiamo una aveva presso quelle genti sign ificato di sci-
epoca difficilmente precisabile. i;; certo pe· volare.
rò che allora si conoscc,•ano di già gli sci Secondo lo storico Stoml si può ritenere
perché le migrazioni di questi popoli, pro- che lo sci sia stato usato fino dal X secolo,
venienti dagli Altai e dalla Daikalia, spar- tanto che 11e fanno fede i canti di quell'e-
sero gli sci un poco dappertutto nel set- poca nei quali l'attrezzo per scivolare sulla
tentrione asiatico e ciò è provato dall'et imo- neve viene chiamato Skid od oendurr, os-
logia della parola Ski, rintracciabile in mol- sia sci ricoperti di pelliccia
te parlate nordiche. Se ne tramanda l'impiego nel XIII can to
Vi fu certamente un'evoluzione delle dcl poema finnico Kalcvala, in cui viene de-
racche tte o meni consimili verso lo sci co- scritta poeticamente una caccia fatta sugli
me è oggigiorno foggiato. Anzi si può dire sci da Lemminkainen ·
che le racchette cessarono di essere tali e
Orli mia lancia è affilata ed•ppontibl
presero il nome di sci quando il movimento Le mie frecce JOnO tutte apJ)3retthiate,

566
E pur l'arco mio teso ha la cord:i
Solo gli ski, vestiti di pelliceia,
Ancor mi manc;mo per il mio vfaggio

Nel Kongespeilet di un norvegese si


legge poi che • molto più meraviglia deve
fare ciò che si narra di quegli uom ini, che
sanno così domare un pezzo di legno o del-
le sottili assicelle lunghe 7-8 braccia e che
sorpassan gli uccelli in volo o i più veloci
cani levrieri e le renne, le quali ultime cor-
rono ben doppiamente più in fretta di un
cervo•.
In Norvegia v i sarebbero stati arditi r--:
sci)ltori impegnati in imprese di guerra al
tempo del Re Sverre (I 151-1202) e d i certo r.
si sa che nella battaglia di Oslo, combattu-
ta nel 1200, gli sciatori vi presero parte.
1
A Venezia, nel 1539, l'arcivescovo Olao
?o.fagno (1549-1557), pubblicando una gron-
de Carla Marina della Scandinavia, univa
un opuscolo di commento nel quale com-
pariva per la prima volta la raffigurazio-
ne di indi\•idui che calzavano gli sci, stra-
namente interpretati come mezzelune in
legno. In una didascalia era poi detto
• ... la figura posta qua di sotto d emonstra
come li popoli, quali habitano sotto il polo,
così maschi come femine, con alcuni legni
sotto i piedi, di tanta longhezza, quanto le non dà l'esatta caratteristica cli quegli sci,
persone siano grande, perseguono le fiere che paiono uscili da una fantasia ermetica
con si veloce corso, che alle volte gli van- e che denunciano una incompetenza in ma-
no inanzi ... •, e nella Hisloria delle Cenli teria. Non sono sci e neppure scarpe e po-
e della Natura delle cose selten trionali, trebbero servire forse, come scrisse Cere-
parla <liffusamenle degli sci e dcl loro uso ghini nel numero della nostra Rioista M en-
fatto dai Lapponi commenlando che • ... su sile, a scivolare fra le nuvole, in un regno
quegli istrumenti usano correre e possono più fantastico, con amici simpatici, senza
cogli stessi salire i più alti monti e scendere tante imbrigliature di funi vie e sciovie.
nei mes i invernali• , usando pertanto quel- • Il torlo dell'Olao, se fu davvero un
le parole che lasciano presumere conoscen- torto, è quello di averci illustrato sci diversi
za d'una particolare tecnica d'impiego. eia quelli che certamente erano in uso in
Quest'opera, pubblicata in latino nel quell'epoca. E siccome la reputazione sua
1555 a Homa, venne tradotta in italiano da d i umanista, di conoscitore del Nord e di
messer Remigio Fiorentino nel 1561 ed eb- quei costumi, si affermò con uoa singolare
be un'edizione tedesca nel 1567. L'opera, fortuna, così a tanti studiosi la nozione de-
riccamente adorna da incisioni in legno, gli sci venne malamente impartita e ci fu
cli certo chi giurò ch'erano fatti così davve- Nello stesso periodo, ancora a Venezia,
ro, col risultato cli scoraggiare qualche lo- veniva pubblicata l'edizione italiana di una
gico tentativo dei nostri antenati. E che ci opera dell' Herbenstcin, dal titolo • Com-
sarebbe voluto speciali doti cli equilibrio mentarli della Moscovia et parimenti della
per viaggiare su tali arnesi è facile dimo- Hussia e delle altre cose belle e notabili,
strarlo >. composti già latinamente per il signor Si-
• A confutare l'Olao ci pensarono il Ne- gismondo libero Barone in Herbenstein,
gri e lo Schcffer ... nel seicen to e un altro Neipcrg e Cuetnhag, tradotti nuovamente
ancora, il Balduini. Questi tre moschettieri di latino in lingua nostra volgare per C. B
dello sci vero, chi con lo scritto e chi con Pcdrezzano >.
le illustrazioni, rimisero le cose a posto con In questa pubblicazione si legge che
serietà degna di nota >. • ... nell'invernata cosl in Artach come in
più altri luoghi della Russia fanno il lor
viaggio; perciocché in Artach sono certe
galozzc, ovvero scarpe di legno, e sono di
lunghezza quasi da sei palmi, li quali posti
nelli piedi, son portati e così con grande
prestezza finiscono li gran viaggi. .. >.
• L'illustrazione del\' Herbenstein -
continua Ccreghini - è quanto di più sor-
prendente si possa immaginare: i due scia-
tori viaggiano li nel centro della scena, ar-
mati dcl lungo bastone, come in una sfìlata
regafo. Tipi ieratici; Potrebbero essere due
signori dell'ottocento, in tuba e con folabar-
cla o due estasiati camminatori moderni.
Chi li ha disegnati deve aver avuto cli certo
giuste informazioni sul loro conto,
e Giovanni Guagnini (1538-1614), vero-
nese, storico e geografo, valoroso combat-
tente in Polonia e comandan te per 18 anni
della Piazzaforte di Vitebsk, fu quasi sicu-
ramente il primo italiano che prese visione
diretta dello sci. Nella sua opera Sanna-
tiae Europeae Descriptio, pubblicata a Cra-
covia nel 1578, egli fa menzione degli sci
dei Pcrmiachi e dei Firrni dcl Volga: sci
corti, lai·gamente usati in varie regioni del-
la Moscovia e denominati Narta >. Siamo
quindi pi ù vicini alla realtà che non nelle
illustrazioni dell'Olao, pe rché sono da ap-
plicare e non da infìlare.
Vir Sc/1i}i11len.N,
L'iconografia errata dello sci fece eco
'111/ro,N!ra • /fobm (/c/lncati <lal Gron TiziallO e eia nell'opera Degli abiti a11tic1ii e 1110<len1i
Cesate VeceliQMWfratc/U:J •. di diverse parti del mondo di Cesare Ve-

568
celio (1530-1601), fi glio di un cugino del
grande Tiziano.
Pubblicata in prima edizione a Venezia
(1590) e ristampata nel 1598, ebbe una se-
conda ed izione nel 1664 pomposamente
intitolata l fobiti J\11ticlii overo Raccolta di
figure delineate dal Gran Tiziano e da Ce-
sare Vecelio suo fraleflo.
In quest'opera è detto che e Gli abitato-
ri cli questa regione - Scrifìnia - per le
molte nevi e ghiacci usano certi legni lisci,
piani e piegat i con In punta nella parte di-
nanzi a guisa di arco di longhezza di otto
niedi: ne' quali accomodat i bene i piedi,
vanno \'elocemente per ogni sorta di monti,
valli, diru pi, a caccie d'ogni sorta d'animali ;
e sono assuefatti così le donne, come gli
huornini . Si vestono di pelle di Orsi, Lu pi,
e altre sort e di animali col pelo di fuori e
non vivono quasi d'altro • , ma a questa de-
scrizione fa riscontro una illustrazione in
cui è ripetuta l'errata interpretazione dello
sci.
Pure discutibile è la testimonianza poe-
tica del Tasso, il quale, nel canto XIV della Viaggio settentrionale diede agli ' italiani
CeruS(l/emme liberata, così ne parla: minuziose e precise informazioni sull'uso
degli sci (skic) praticato dai lapponi. Fu
Sicoome soglion là vlciuo al polo.
s'avvienche il vemoi fium i agghiacci e indurc,
certamente il primo sciatore it aliano.
correr su 1 Rcn le villanelle a stuolo Parroco di Havcnna, nato nel 1623, e
con lu nghi strisci csdm cciohr 5('oeurc; portato all'osservazione della natura, se-
tal ci ne ••icnso,.ra l'instabil snolo
di qnes!e acque non gelide e non dur<! guì con lode corsi di geografia e d i astro-
nomia. e ~li stimolò sempre sin dai primi
Secondo alcu ni i e lunghi strisci • do- anni - egli scrisse - il genio curioso in-
vrebbero essere gli sci e non i pattini che seritomi dalla natura, a far qualche gran
il poeta avrebbe probabi lmente visto o viaggio per osservare la varietà di questo
sentito parlare, perch6 in quei tempi era- gran mondo • .
no in uso in Carnia e nelle regioni setten- Avvenne che leggendo casualmente la
trionali della nostra penisola storia strana e nebulosa dell'arcivescovo
Un secolo dopo, attorno al 1660, veniva Olao Magno sulle terre settentrionali, sorse
pubblicato un libro dcl tedesco Schcffer, il il lui il desiderio e la decisione di intrapren-
quale dà notizie precise degli sci, illustran- dere egli pure un viaggio nei paesi setten-
doli con diverse incisioni in cui sono rappre- trionali e dove la terra è coperta di neve e
sentali gli sciatori del tem po. Si giunge co- ghiaccio quasi eterno son monti deserti, fo-
sì al famoso viaggiatore italiano, France- reste ignude, terren morto e squallido, in
sco Negri di Havenna, il quale nel suo cui non germoglia fìl d'erba e non diman-

569
co havvi una gente che vive e della vita sen-
te diletto•.
Il viaggio ebbe principio a Havenna nel
1663; toccata Danzica nel giugno e poi
Stoccolma, raggiunse per via di terra la
città di Tornea, di do,•e risalì poi verso la
Lapponia settentrionale, senza però rag-
giungere il Capo Nord. Hitornato in Stoc-
colma continuò l'anno appresso il suo ''iag-
gio costeggiando l'aspro litorale norvegese
e soffennandosi in molte località, fra le
quali Trondhjem e Osterne. Malgrado che Sciiitorik11>110nle1li1te

il Gran Cancell iere di Norvegia l'avesse


sconsigliato dal procedere oltre, il corag- Nell'accurata relazione che fece, così si
gioso italiano, in pieno inverno, continuò esprime nei l'iguardi dello sci: e il mezzo
verso il Capo Nord. Avversità, rigori e pati- che tengono per rcndel'si veloci al corso,
menti di ogni sorta, gli ostacolarono dura- sarebbe opportuno per fare uno straniero
mente la marcia. La sua tempra, messa a inetto a mover un passo: c he così intrav-
cimento, resistette, per quanto di tratto in vc11 ne a mc la prima volta, benché non
tratto, non riuscisse a nascondere un certo qui, ma altrove. Hanno due tavolette sot-
timore per l'avventura alla quale andava in- tili che non eccedono in larghezza il pie-
contro de, ma lunghe otto o nove palmi, con la
Ma di tutto si consolava seco stesso punta alquanto rilevata per non intaccare
e parlando e rominando in questa forma. la neve. Nel mezzo di esse sono alcune fu-
Tu soffri molto Francesco non è vero? ti.fa nicelle, con le quali se le assetlano al piede
dimmi chi ti ha fatto ven ire in queste e l'altra a l'altro, tenendo poi un bastone
parti? Nessuno. Ci sei venuto spontanea- a lla mano, conlìcato ad una rotella di legno
mente per vedere le curiosità? :\fa via, co- all'estremità, perché non fori la neve, in
raggio, considera che molti son quell i che tempo che non è ghiacciata, né atta a so-
lucri 11011 scie11lit1e cnusn rwvign11t e pure stenere un uomo , .
per un tal fine intraprendono simili viag- e Per camminare dunque con gli skic,
gi •· e Questo patimento presente finirà che così chiamo gli Svezzesi quelle tavo-
con questa giornata, cd il giubilo di aver lette, non le sollevano mai dalla neve al-
veduto quella che in essa hai osservato, zando il piede ma leggermente strisciando
durerà teco tutto il tempo di tua vita: e vanno avanzando con l'istessa agilità, che
così sarà di quello che nelle altre giornate camminando liberi ai piedi sopra terra, e
andrai vedendo • non fanno nella neve maggior impressione
Così, ingolfatosi della immaginaria che la grossezza di un dito. E perché per
e gran voragine della Norvegia settentrio- tal causa alla salita dci monti non avan-
nale • meglio detta Maelstroom , poté sgom- zerebbero di un sol passo, perché gli skie
brare le molte false credenze e gli sciocchi tanto ritorneranno indietro per causa dcl
pregiudizi e lìnalmente mise piede al Capo peso dell'uomo, quanto esso gli aveva spin-
Nord. to d i sopra, però li foderano tutto di sotto
Hitornò poi lentamente, soffermandosi di pelle di rangifero, in modo che il pelo
in vari luoghi e nel 1666 era in patria riguarda all'indietro; e così alle sa lite, ve-

570
nendo compresso, si caccia nella neve, e fonnare i vestigi nella neve a triangolo
rabbuffandosi trattiene gli skie, che non che però urtandosi fra di loro fanno ca-
possono sdrucciolare giù; poi giunti alla dere; se alquanto si slargano le punte da-
sommità, e volendo calare dall'altra parte, vanti viene a formarsi lo stesso triangolo
lo istesso pelo per essere posto come dissi, da quelle di dietro, le quali pur cozzando
non fa opposizione alcuna, anzi facilita il insieme fanno cadere, il che però segue
cam mino> senza pericolo, massimamente se si cade a
e Ma perché non si può andare adagio, uno de' lati, confonne per lo pili intrav-
perché gli skie dopo di aver cominciato a viene >.
calare, non si fermano mai , però bisogna e Accorre allora il Lappone con carità
al punto della calata accomodarsi sodo co- a sollevare il passcggiero caduto, perché
me una statua, sopra di essi, e in un sol vi è modo di fermare il corso alla metà
tratto scorrere tutto il monte sino alla pia- del monte, o dove gli pare; il che si fo ar-
nwa; nella quale giunti pur si seguita per restandolo a retta linea, ma col piegare il
qualche poco a scorrere per cagione dello corpo destramente verso uno dei lati, for-
impulso, con che si è discesi, il qual moto mando una linea curva: quando poi si ri-
non è tanto precipitoso come si crederebbe trova voltato affatto in fianco del monte,
senza provarlo, perché i più erti monti non benché col primiero impeto segu iti a scor-
si praticano in tal forma> rere alquanto, nondimeno presti si ferma;
e In principio quando io apprendeva il ed allora viene il Lappone a sollevare il
pericolo cascava; poi dall'esercizio ammae- caduto >.
strato e preso coraggio mi reggeva > e Col beneficio di questi skie vanno i
e Bisogna osservare di tenere diritti e Lapponi alla caccia dei rangiferi selvatici,
paralleli gli skie, perché se alquanto si e per essere più avvantaggiosi, aspettano
riguardano le punte davanti vengono a la primavera quando le nevi cominciano
a squagliarsi; nel qual modo il rangifero,
non potendo reggere sopra la neve, la tra-
passa coi piedi, ed in essa imbarazzato, dà
campo al cacciatore di saettarlo: e sebbene
scampa al primo assalto, nondimeno repli-
cato quello più volte, svenalo languisce e
muore >.

In Francia, la Martinière, diede nel


1654 una simile descrizione degli sci, na-
turale conseguenza di un viaggio fatto nei
paesi nordici e poco più tardi, Weichard
Valvasor, racconta che i contadini della
Carniola facevano uso degli sei fino dal
XVII secolo, per facilitare la caccia sulle
nevi, diventando abilissimi, sia nello scivo-
lare sulle pendici delle loro montagne, sia
nel femrnre repentinamente la loro corsa.
L'impiego degli sci, che si era genera-
lizzato tra le popolazioni nordiche, aveva

571
determinato nel 1728 l'istituzione nell'eser- adatti sulJe Alpi, senonché un fal egname
cito svedese e norvegese cli battaglioni dcl luogo ne fece delle copie che, distri-
sciatori. buite ai giovani del villaggio, diedero modo
Verso la fine del secolo XV II il cavaliere a questi di im padronirsi delle loro possi-
Giuseppe Acerbo compiva un viaggio al bilità d'impiego, anche se con progressi
Capo Nord e dava notizie degli sci usati lentissimi, per mancanza di una appro-
dai Lapponi. « A questa loro agilit;\ può priata tecnica, che non divertisse solamente
riferirsi la maniera con cui, quando le gli spettatori con i capitomboli alla fin e
montagne sono coperte di neve, discen - delle discese.
dono dalle cime delle montagne medesime, Un notevole passo avanti gli fu invece
giù per il fi anco scosceso e dirupato ar- dato dn \V. Paulcke, studente tedesco a
mali di una specie di scivolatoio fatto di Da\'OS, il quale ricevuto in regalo nel 1885,
legno e di una certa lunghezza, curvato un paio di sci norvegesi, ne trasformò lo
in forma di un quarto di circolo in mezzo attacco a giunco con una specie cli tavo-
al quale piantano il piede. Con l'aiuto di letta che si adattava alla suola della scar-
questo scivolatoio scansano di sprofondar- pa e girava attorno a una cerniera.
si nella neve cd agevolano il cammino Nello stesso periodo due italiani, Ste-
venendo giù con tale velocità che l'aria fano Sommier e C. Cini, soci della Sezione
fischia alle loro orecchie, e i loro cappelli cli Firenze del C.A.I., effettuarono una
si sparpagliano al di dietro della testa. E escursione invernale al Capo Nord ·e nelle
son si valenti nel conservare l'equilibrio loro pe regrinazioni attraverso la Norvegia
che per quanto forte sia l'impulso che han- e la Lapponia usarono gli sci, con i quali
nosì dato possono senza fe rmarsi levar da e quando è nevicato di fresco vi era un
terra il loro berretto, se per caso sia ca- gran vantaggio... ad adoperare gli ski, o
duto, o tutt'altra cosa che trovino sul loro lungh i pattini di legno col quale non si
passaggio'. I ncominciano ad esercit arsi in affonda cd alle scese si va ad una velocità
questa faccenda sin da fanciulli , , vertiginosa • .
Con il nuovo secolo si ha notizia che Un an no dopo, un altro italiMo, il valo-
la sped izione scient ifica nelle regioni arti- roso alpinista e scrittore Edoardo 1\farti-
che, fatta dalla corvetta francese La Re- nori, com piva in sci l'intera traversata della
cherche, aveva usato gli sci e ne a,,e,•a Lapponia e, al suo ritorno, introduceva in
portato un esemplare a Parigi; che a Trom- Italia il primo paia di sci, che aveva vo-
so in Norvegia si ebbe la prima grande luto portar scco in ricordo dcl suo eccezio-
corsa con gli sci e che a Oslo e a Holmen- nale viaggio al cl i là dcl circolo polare ar-
kollen si svolse un grande concorso, co- tico e cl1e venivano poi consegnati alla
sicché si credette ormai necessario allestire Sezione di Roma del C.A.I.
la prima esposizione di sci in quel di Verso la fin e del secolo, nel 1891, si
Trondhjem in Norvegia che mise in mo- ebbe la pubblicazione del libro di Nansen,
stra ben 48 paia di tali legni . nel quale si raccontava la traversa ta della
Negli altri paesi gli sci fanno la loro Groenlandia compiutasi con gli sci e con
com parsa nel 187 1 a Le Praz di Chamonìx cinque suoi com pagni in trentanove giorni.
e per merito di Henry Duhamel di Creno- L'opera destò un grande interesse nei po-
ble si compirono i primi tentativi <l'im- poli centro europei e una grande infiuenza
piego; in Svizzera il dr. Herwing di Arosa negli animi dci giovani di allora, si da
invece se ne sbarazzava ritenendoli non creare in essi la curiosità e il desiderio di

572
sione, questa neve fu particolarmente fa-
vorevole agli sci: uno strato farinoso so-
pra un fondo di neve vecchia, indurita.
li dr. Naef, che calzava le racchette seguì
i suoi compagni senza troppa difficoltà, gra-
zie al suo allenamento, ma nella discesa,
sull'altro versante della montagna, i suoi
colleghi, che già erano diventati abili scia·
tori, sparvcro ben presto alla sua vista, in
mezzo a un turbine di neve polverosa, ed
Antico $dolo re "11>/JOllC.
arrivarono a ~ l outtath al più di un'ora pri-
ma cli lui. E così egli fu costretto a rico-
conoscere queste remote regioni, ma più noscere l'incontestabile valore degli sci in
che: altro di poter usare il nuovo mezzo. montagna • ·
Si interessavano a quell'epoca di sci il Dopo questo primo trionfo dello sci-
pittore Mattia Zdarsky, ungherese, che nel alpinismo, i protagonisti dell'impresa del
1889 li faceva conoscere alle popolazioni Pragel, raggiungevano la somm ità dello
alpine dell'Austria e della Baviera, e il Schild m 230-2 e del Langereu m 2528; nel
dr. Pilet di Heidelberg che nel 1891 saliva mano dello stesso anno veniva raggiunto
il Feldberg nella foresta nera, e Franz anche il Hothorn di Arosa per opera di
Heisch che raggiungeva nel 1900 il Kìtz- Stoubli e nello stesso inverno la .Mayex-
bi.ihlcrhorn nel Tirolo, ma particolarmente fekler Furka m 2445 da parte dei fratelli
efficace alla propaganda fu la traversata Branger e di Sir Conan Doyle.
dcl Colle Pragel m 1554 compiuta da Cri- Nella descrizione di questa traversata
stoforo lsclin di Clarus con altri compagni l'autore di Sherlock Holmes fa clell'huiTiour.
nel 189..1; questa impresa, che attualmente e Esteriormente un paio di sci non pre-
è modestissima, ebbe una vast issima riso- senta nulla di straordinario. Nessuno po-
nam:a, tanto da venir considerata come trebbe immaginare così a prima vista il
finizio delle escursioni sciistiche della re- potere che in esso si occulta. Tu li calzi,
pubblica elvetica. ti volt i sorridente verso i tuoi am ici per
L'lselin e i suoi compagni - così ci vedere se ti guardano, ma nello stesso
racconta Marccl Kur.t nel suo classico vo- istante tu precipiti come un matto con la
lume sull'alpinismo invernale - si erano testa in un mucchio di neve e sgambetti
dati appuntamento un sabato sera, al ca- furiosamente fìno a che, per metà rialzato
der della notte e ad una rispettabi le di- tu sprofondi di nuovo nello stesso mucchio
stanza da Clarus, per evitare i motteggi di neve, senza speranza di salvezza. I tuoi
dei compaesan i. Tre di essi, tra cui un amici godono così di uno spettacolo di cu i
norvegese, calzavano gli sci, solo il quarto mai ti avrebbero creduto capace >.
portava le racchette e la gita doveva ser- e Questo è presso a poco ciò che suc-
vire a decidere se il trionfo sarebbe stato cede al principian te. Come tale ci aspetta
della racchetta o dello sci. e Uno chalet una certa mole di difficoltà, e raramente
della Kloenthal li ricoverò e l'indomani, il sì è delusi; ma quando tu sei riuscito a
29 gennaio 1893, essi si mettevano in cam- fare qualche progresso, le cose diventano
mino per Pragel. ~ l etri di neve coprivano ben peggiori. Cli sci sono gli ordigni più
tutta la montagna e, già durante l'ascen- capricciosi del mondo. Un certo giorno tut-

573
to va a nmraviglia, un altro, con lo stesso
tempo e la stessa neve tu non puoi fare
nulla. E le loro malizie si man ifestano
proprio nel momento in cui meno ci se lo
aspetta. Appollaiato sull'a lto di una discesa,
tu ti prepari ad una rapida scivolata, ma
i tuoi sci aderiscono senza muoversi e tu
cadi con la faccia in avanti. Oppure tu ti
trovi sopra una superficie che ti pare piana
come un bigliardo ... e un minuto dopo,
eccoli che fil ano come delle frecce, tu cadi
all'indietro e contempli fissamente il cie.
lo... Per un uomo che fosse afflitto da un
esagerato senso di dignità un corso di sci
norvegesi avrebbe un eccellente influsso
morale ... •.
Altra data fond amen tale per lo sci di
alta mon tagna, con percorso di parecchi
giorni su grandi ghiacciai, fu la traversata
da occidente a oriente dell'Oberland Ber-
nese, compiuta dal Paulcke con tre com-
pagni, uno dei quali di origine brasiliana,
durante la quale venne usata la piccozza \ViUie/m P11ulch
con una racchclta fissata al puntale, in
luogo del bastone. Compiuta questa impre- mente destinato a spegnersi a poco a po-
sa il Pauleke nel 1896, due ann i dopo, riu- co, a misura che diminuivano i problemi
sciva a raggiungere i 4200 metri del Monte interessanti. Quegli che perseverarono son
Rosa, la cui sommità della complessa 1Tltln- ben rari al confronto del numero ognor cre-
tabTJJa (la Punta Dufour m 4638) veniva scente degli sciatori alpinisti•-
raggimita dallo Schuster. Dopo il 1898 il nuovo alpinismo attra-
e I notevoli successi del Paulcke getta- versò la sua età d'oro. Le Alpi erano con-
rono la sveglia nel mondo alpinistico; le quistate. Le vie nuove si facevano sempre
tre campagne 1896-1898 segnano, come più rare, ed i ricercatori di novità comin-
una pietra angolare, l'alba di una nuova ciavano a lagnarsi di non avere più che
era. L'alpinismo invernale entra nella sua degli ossi da rosicchiare. Quale entusiasmo
seconda fase che, lungi dall'essere attual- quindi fra la giovane generazione allor-
mente al tramonto, resterà inlìn itamente quando il problema si presentò sotto una
più brillante della precedente>. Continua nuova forma: vincere la montagna in in-
Marce\ Kurz: e Vedemmo a prezzo di verno e ciò con un senso di divertimento
quali difficoltà e di quali energie la coorte grazie allo sci. Felici gli sciatori! Essi han-
dei pedoni si era lanciata ali' assalto delle no ritrovato questa età d'oro cantata da
grandi cime, ma la gioia di quei conqui- Javelle e conservano la dolce illusione di
statori doveva essere notevolmente atte- esplorare alla loro volta le Alpi che essi
nuata dagli ostacoli fonnidabili della neve credevano e: terminate >. ...
e tale genere di alpinismo era necessaria- Tutti i pregiudizi scomparvero a poco

574
a poco e nulla - così si scriYeYa nel 1945 vernali • in cui si assicurava che e non si
- arresterà ormai la nuova invasione le deve quindi stupire se anche tra noi qual-
cui ondate, sempre più numerose, andran- cuno si è accinto a provarli per conslatare
no verso le montagne invcrnnli. Ogni anno la fama che di ess i si andò diffondendo •
gli sciatori si sono fatti più audaci, le loro e riportava un art icolo pubblicato dallo
impressionanti vittorie hanno consacrato il Esercito Itoli<mo del 12 marm con una re-
trionfo dello sci e provano sufficien temente lazione dcl tenente Luciano Roiti nel quale
la funzione importantissima che esso ebbe si dava conto di prove fatte. Scriveva il
nella seconda conquista delle Alpi. tenente Hoiti che andando da Balme, nella
l primi pionieri dell'alpinismo fu rono Valle di Lanzo, al Piano della Mussa con
quasi tutti inglesi: gli inglesi dovevano due suoi amici, l'ing. Kind e suo figlio,
conquistare le nostre più alte cime nel ebbe a provare per la prima Yolta l'utilità
cuore dell'inverno e lanciare le nostre gran- somma di questi pattini.
di stazion i invernali. Ma la conquista delle Successivamente il Roiti richiamò la
Alpi con gli sci non è più affar loro; tale attenzione dcl Comando degli Alpini su l
conquista in ciascun paese conservò un ca- nuovo mezzo e provocò i primi esperimenti
rattere puramente autonomo. al Moncenisio di confronto tra racchette
Jn Austria è ancora l'ungherese Matt ia da neve e sci.
Zdarsky, tenace autodidatta, che cerca L'esito fu al primo momento nullo, pc·
nuove regole per lo sci alpino e fonda a rò a lui risale il merito di aver per primo
Lilienfeld una scuola che ebbe una note- intuito il grande vantaggio per gli alpin i
vole im portanza sia per la teoria dello sci del nuovo mezzo.
corto e del bastone a raspa piuttosto lun- Infi ne nel Bollettino del C.A.I. dcl 1899
go, sia per l'equipaggiamento dello sciatore veniva pubblicata una esauriente mono-
alpinista. Egli fu un antagonista della tec- grafia sugli ski norvegesi di AdolfO Hess
nica norvegese che andava sviluppandosi - importante anche come documentazio-
e si racconta di una scommessa da lui ne storica -. e: il primo saggio italiano
proposta a sciatori norvegesi di scendere ben fatt o sul nuovo mezzo per percorrere
in un ripidissimo canalone a Mi.irren, da la montagna in inverno e primavera.
lui vinta per la defezione all'ultimo me>- I primordi dello sport dello sci in Pie-
mento dei suoi antagonisti . monte ci sono raccontati dall'Hess in Rivi-
In Italia, nel numero di luglio 1896 del- sta Mensile 1912, pag. 328 e seguenti. cEra-
la Rivista Mensile si davano le prime no- vamo alJ'inizio dell'inverno 1896 nel salotto
tizie degli sci in un accurato confro nto di una famiglia in cui Io sport era una
con la racchetta canadese, foggiata come vocazione e gli argomenti di montagna e
una racchetta da tennis e con la racchetta di alpinismo erano i preferiti. Si discor-
di Monaco, più adatta per le Alpi. Si con- reva tra amici. Il samowar fuma Ya allegra-
cludeva che con gli sci era possibile salire mente sul tavolo e noi facevamo l'occhio-
pendii nevosi purché non troppo ripidi e lino ad alcuni vassoi ripieni di sandwichs
scendere anche con salti di parecchi metri, e di dolci, in attesa che, esaurita la parte
ma che in alta montagna erano troppo in- musicale del programma, una simpatica fi-
gombranti. gura di Papà, dalla barba biondissima,
Con opposti concetti, un anno dopo, la quasi candida, dallo sguardo buono e se-
stessa rivista pubblicava un articolo inti- reno, ci invitasse a sterminare i colpeYoli
tolato e Gli ski nelle escursioni alpine in- dei nostri peccati di desiderio.

575
« Per quella sera Papà Kind ci aveva rifado in discesa, convulsamente aggrap-
promessa una novità: infatti, egli ci rivelò 1mti al lungo bastone di bambù e possibil-
che aveva fatto venire dalla Svizzera due mente -senza segnare nella neve la traccia
paia di q uei famosi pattini da neve di cui del... quinto piede! La caduta fina le era pe-
avevamo letto nel libro di Nansen ... e ci rò di prammatica: apparteneva al nostro
presentò i famosi arnesi, sui quali il Nan- stile, ed era considerata come una cosa ine-
sen aveva compiuto tanti miracoli. vitabile e punto indecorosa
e Cli fummo subito d'attorno a esami- e E Papà Kind, sempre in testa, primo
nare i nuovi arrivati, a toccare, criticare, in salita e primo nella discesa dava il buon
fare supposizioni sullo scopo di ogni parti- esempio, incitava i neghittosi, incoraggiava
colare e provammo anche a infilarli nei i più stanchi, adoperava tutta la pazienza
piedi, con sommo spavento delle signore per insegnare i movimenti che egli stesso
che tremavano e non a torto, per l'integrità andava imparando a forza di buona vo·
dei mobili, dei vasi artistici e dci bibelots lontà
Un tentativo di voltata fatto da uno degli e L'anno seguente si fece qualche pro-
skiatori improvvisati in uno spazio troppo gresso nella pratica dello ski e si riuscì qual-
ristretto e con una maestria un po' equi- che gita più importante. La schiera degli
voca, andò a un fìlo di riuscir fatale a uno adepti non aumentò guari di numero; era-
specchio e segnò la fìne degli esperimenti no sempre gli stessi sulla breccia, con tutto
domestici. Quella fu la prima lezione di il loro entusiasmo ed i loro difetti : oltre i
skiin l talia. )Cind, Roiti, Benassati, Leitz, Cabinio e
e ~ l a presto ne seguirono altre e su neve Valbusa. Il campo d'azione preferito: Prà
vera. Dopo alcuni tentativi nel Parco ciel Fieu; qualche diversivo presentava la Boc-
Valentino ed in collina, Papà Kind, ci con- cia Corba e la Garra Saettiva, il Vallone del
dusse alle prime gite in montagna e furono Cravio, la Valle Stretta e il Moncenisio.
tombolamenti e risate senza fine, che si e La prima escursione di una certa im-
risolvevano poi in battaglie a palle di neve. portanza fu quella del percorso per cresta
Allora la spensierata gioventù non lasciava dalla Hoccia Corba alla Cima Lausiera (5-
sentir fatiche né incomodi; si sopportava 6 aprile 1898). Papà Kind, Paolo ed io vi
l'assiderante, interminabile sbatacchiare trovammo passaggi abbastanza complicati,
del tram di Ciaveno e la noiosa marcia at- certi tracce su per rocce appena coperte di
traverso la Buffa e poi fino a Prà Fieu, neve, che dovemmo superare camminando
senza una protesta, senza un rimpianto a scalini, con un equilibrio ed una sicurez-
A Prà Fieu si calzavano gli ski e si fìlava su, za molto dubbia e che riuscimmo soprat-
verso il Cugno. Ma la vetta rimase per lun- tutto per la tenace attività del nostro
go tcmro un pio desiderio, e fu già un trion- ducc t .
fo quando raggiungemmo il segnale del col- Gli sci di quel tempo venivano fomiti
letto, e potemmo rid iscendere alle grange dallo Jacober di Clarus e dallo Schweiger
tra mille stenti, qualche breve tratto in pie- di Monaco. e Dal primo provenivano ap-
di, e lunghi tratti sul dorso, nelle più comi- punto gli sci da noi adoperati: erano del
che posizioni, il collo, le maniche e le ta- tipo con attacch i a giunco, di infausta me-
sche piene di neve farinosa moria per le frequenti rotture e conseguen-
e Allora non si parlava né di scuola, né ti lunghe riparazioni; qualche cosa come le
di stile; tutti gli sforzi miravano a supe- parmes di gomme - 1930 - per l'automo-
rare bene o male un pendìo in salita ed a bilismo. Anche noi portavamo i giunchi di

S76
IL ).!o~~rE CruSTALLO, dai Tondi di
F'aloria
(Fotocolorc di S. Soglio)
e a poco a poco, sot to l'illuminata guida dcl
nostro capo, grazie anche agli ammaestra-
menti che ci venivano dal Nord, lo sport
dello ski usciva dal suo periodo di infan-
z ia per avviarsi a più glorioso cammino.
e Lo ski -aveva vinto presto la sua batta-
glia; chi lo vedeva all'opera se ne sen tiva
allettato; chi lo provava ne diven tava en-
tusiasta. Se si considerano le grandissime
difficoltà d'ambiente che aveva incontralo
fra noi, apparirà davvero meraviglioso lo
sviluppo rapido, incontrastato, indiscusso
da esso preso.
e Nel 1901 il gruppo degli sciatori era
g ià così folto che sentì la necessità d i riu-
nirsi in modo evidente, e fondò lo Sk i Club
con ventinove .soci. Esso nacque sotto ben
fortunati auspici: nngegnere Adolfo Kind
ne vegliò, ne curò i primi passi con la fede
e l'entusiasmo di un apostolo e il Club si
svi luppò ben presto, rigoglioso di far.te e di
iniziative; da Genova, da !\'lilano accorsero
Adolfo K/111/ amici chiamati dalla rapida, clamorosa for.
tona di questo nuovo sport montanino, e
che poi formarono nelle loro città gruppi
ricambio; qualche volta però successe an- e clubs autonomi : nel carnevale 1904 ebbe
che di non poterne o non saperne usare e luogo a Sauze d'Oulx la prima riunione na-
di dover ritornare seduti sugli ski a mo' di zionale.
sl itta. Questo sistema mi tolse dcl resto di e: Fino allora in fatto di teorica si era
im paccio anche in qualche caso in cui i andati un po' a tentoni; l'ingegnere Kincl
giunchi erano intatti, ma non lo era più la era il capo e l'istruttore, dalla Svizzera ave-
resistcnz..'l delle gambe! Ricordo una disce- va tratta una buona pratica che egli veniva
sa a Prà Fieu nella quale andai a fìni re, con animando e perfezionando quanto si po-
la mia slitta impro\'visata, in una strada in- teva meglio: ma intanto dalla lontana Scan-
fossata; gli ski rimasero nel fondo ed io dina\•ia, dalla terra pittoresca ingemmata
venni, per la loro elasticità lanciato dall'al- di fijorcl, coperta di foreste, avvolta per lun-
tra parte del muro; se li avessi avu ti nei g hi mesi dell'anno dal manto nevoso, era
piedi, la cosa avrebbe potuto finir male! giunta a noi la fama del prodigio; dappri-
Dove si vede che il mio sistema, non certo ma vaga, incerta, nebulosa come una delle
di buona scuola, servì almeno ad evitarm i saghe di quel paese dal clima rigido e dal-
un troppo violento contatto con la monta- le fantasie calde e vive, poi a poco a poco
gna e che vi è un Dio, anche per i vili più distinta, pit'1 precisa, in6ne apparve a
e: li ghiaccio era rotto; i cultori dcl nuo- noi personificata in un bel giovane biondo
vo sport aumentarono di numero, parecchi e roseo, snello, leggero, che, ritto sui due
ufficiali si aggregarono alla com itiva nostra pattini sfuggen ti, si slanciava nell'abisso in

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un salto che sembrava senza fìne. Fu per La quarta associazione di sciatori uscì
noi tutti una rivelazione di meraviglia. L'in- alla luce nel 19().t dal tronco vigoroso della
gegner 1-larald Smith che l)apà Kind aveva Società Escursionisti ~ ti lanesi con il Jlome
chiamato perch6 noi potessimo ammirare originario di • Skyatori SK~·" I •· L'idea era
il vero campione dello sci ritornò sovente venuta in mente alcuni anni addietro a uno
fra noi. E debbo ricordare di quel tempo il della SE}. I, l'ingegnere Gustavo Engcl-
lavoro fatto per la diffusione dello ski nel- mann, il quale faceva parte, insieme al
l'esercito, la cui felice riuscita è dovuta Kind, di quello sparuto gruppo di appassio-
così alla illuminata volontà del nostro capo, nati che avevano introdotto lo sci in Italia.
come alla benevola collaborazione degli alti Si trattava di alpinisti valorosi, ma conside-
ufficiali alpini, che diedero a questo lavoro rati dai <.-olleghi un poco maniaci per la lo-
tutto il loro appoggio •. ro fede in quella bizzarra scarpa prolunga-
A Milano il 21 febbraio dcl 1902 veniva ta, e furono due sem ini (Castelli e Hobbia-
tenuta una conferenza familiare suffuso ti) che nel 1905 compivano il giro della Dia-
degli sci in montagna. Fu una festa bril- volezza, diventato poi classico. Allora si
lantissima, non solo per la novità del sog- faceva uso di una tecnica decisamente som-
getto, ma anche per merito dell'oratore, il maria, tutta basata su un sesquipodalc ba-
dott. Ubaldo Valbusa, il quale trattò con stone, una specie di pertica alta un l)aio di
brio e competenza assoluta il nuovo mezzo metri che recava in fondo un disco di le-
di locomozione destinato ad aprire nuovi gno assicurato a un palmo dal puntale, fog-
orizzonti alJ'alpinismo invernale. La sua fa- giato questo a taglio quadro e rivestito di
cile e simpatica parola ottenne il plauso bandone. La pertica serviva per il primo
dcl numeroso uditorio, tra cui brilla, ano
1 movimento, e dopo la si teneva tutta indie-
molte signore e signorine e ufficiali dcl 5° tro e raspante, premendovi sopra per go-
alpini ed ebbe per risultato la costituenda ,·ernarsi nella corsa e per arrestarsi e gi-
sezione milanese dello Ski Club, che veniva rare. Gli sciatori di quel tempo vedevano
sanzioirnta nella seduta del 12 marzo del con sorpresa raccogliersi attorno a loro la
Consiglio di Direzione; subito si iscrissero gente dcl luogo che pareva prendere gran
41 soci, tra i quali si notavano: Bertani, gusto al loro arrancare inesperto che davn
Casati che aveva portato a Milano un paio l'impressione di grande fatica, tanto che a
di sci norvegesi con attacchi a giunco, Fa- un certo punto vi fu uno di essi che disse,
ceni e Moraschini; primo suo direttore fu con evidente intenzione che: • c'è una giu-
il dott. A. Longhi e poi il rag. Valsecchi stizia a questo mondo. Quando noi riposia-
raccoglieva le adesioni di 170 persone. mo, sono i signori che faticano >, quei si-
Terzo in online di tempo fu la costitu- gnori che invece recitavano la • favola più
zione dello Ski Club di Genova con una corta > come scrisse il Trilussa, cioè
trentina di soci, che nominavano a direttore quc\ln ch(l si chiama: giovcnti1,
Lorenzo Bozano ed effettuavano il 6 di- Pcrch6c'cmunavorta
cembre 1903 una gita al Monte Pavaglione E a<lC$0 non c'ò più.
sopra Campoligure, una seconda a C roce- All'estero la fondazione degli Ski Clubs
lìeschi e ai Piani di Creto in Val Bisagno. era stata preceduta nel 1883 dal Foreinfa-
Con il Bozano operò Bartolomeo Figari che gen Ti! Ski dractens fremme di Cristiani.'\,
fu mio dei maggiori propagandisti e orga- nel 189 1 dallo Ski Club di Monaco di Ba-
ni7.7.atore della prima gara sci-alpinistica viera e nel 1893 dallo Ski Club svizzero
già nel 1910. di Glarus.

578
Mentre il finnico Antron (1901) percor- zionario che interessava tutta la gioventù e
re i trenta chilometri in un'ora e 46 mim1- tutto il popolo, nonché l'industria turistica
ti e Nicls Gyestrang (191}2) salta 41 metri e alberghiera, tanto che a 1-.·lilano concorre-
a Modung, Jicnry Hoek (1901) sale il vano alla propaganda gli svizzeri impiegat i
Finsterhaarhorn e il MOnch, Ubaldo Val- nclk• banche o nelle industrie, che avevano
lmsa (1902) compie la prima salita dell'Ada- come ritrovo frequen tnto i campi dcl Pia-
rnello, il dottor Payot (1903) raggiunge il leral e quelli dcl Mottarone e che, canta-
Col du Midi e Ugo Mylius (1904) riesce vano I'• lnno degli skiatori :t cli Corrado
sulla velia del Monte Bianco, a Zemiatt eb- Venini e Vittorio Baravallc, che fu poi
be luogo (1002) il primo corso di sci per gu i- adouato dagli alpini e dagli sciatori di tutta
de e portatori con l'ascensione della Cima Italia e sui lucenti e tersi campi .. :t,
di Jazzi Viene costruita nel 1909 la prima gron-
Nello stesso periodo di tempo (1904) si de pista di salto al Colomion, sulla quale
svolgeva la prima riunione sciistica nazio- vennero effettuati voli di quarantatre me-
nale a Sauze d'Oulx e a Milano veniva in- tri, due metri meno del record mondi ale
detta dallo Ski Club una riunione di soci ottenuto a Davos, e si corre sui campi di
all'ex fortino di Porta Vittoria per assistere Selvino una importante gara con largo in-
ai salti di Eugenio Morasch ini e alle di- tervento di campioni civili e militari; si
scese dell'avvocato Cleto Tosi che si risol- ebbero poi i primi corsi (1909-1910) per
vevano subito malamente con lo slogamen- guide alpine e valligian i a Coum1ayeur e
to del piede sì da lasciare l'impressione nel a Valtoumanche sotto l'egida degli Alpin i
pubblico che lo sci fosse pericoloso e a Bardonecchia nel 1911 la prima gara
Ciononostante si sviluppò l'organizza- fem minile in Italia vinta da Cristina Sil-
zione sci istica; si ebbero i primi corsi per vetti, munita di velo e gonne lunghe.
sciatori degli alpini a Clavière, a Oulx e a Veniva organizzata nello stesso anrio d al
Bardonecchia dove ebbe luogo una gara Touring Club Italiano la prima settim ana
tra alpini italiani e cacciatori delle Alpi, invernale di turismo sciistico a Madesimo
conclusasi con la vittoria dci prim i. e per l'occasione veniva pubblicato il pri·
L'ingegnere Ifarald Smith, grande cam- mo manuale di sport invernali italiano. Al-
pione norvegese, assu nto poi dagli Alpini tre Sezioni del C.A.I. fondavano i loro Ski
come istruttore, rivoluziona in quel periodo Club: Roma nel 1907, Cuneo e Venezia
complementare la nostra tecnica e in conse· nel 1909, Bergamo nel 1910, imitate da al-
gucnza di essa l'uso del bastone a raspa cuni centri invernali di vallate alpine come
viene abbandonato con l'introduzione dei per esempio: Val Spluga, Pontedilegno,
bastoncini e degli arresti a Telemark e a Val Fonnazza, Counnayeur, Limone Pie-
Cristiania monte, Cortina d'Ampezzo, ecc., ma il più
Veniva pubblicato nel 1907 dallo Ski grande avvenimento dell'annata (nel cam-
Club Milano il primo Vtulem ecmn dello po internazionale) fu l'impresa di Ho.alci
Skititore compilato da F. Bertani e A. Hos- Amundsen, esploratore polare norvegese,
sini e si svolgevano gare di sci ai Piani d i che raggiunse il Polo Sud con gli sci, dopo
Bobbio in Valsassina, al Mottarone, a Sel- un lungo ed eroico percorso.
vino neUe quali si imponeva un grande Il 22 dicembre del 1912 lo Ski Club To-
campione del tempo, lo Zoia rino inaugurava la prima capanna per scia-
ln Sv izzera la diffusione dello sci veniva tori sotto il Monte Fraitèves e la dedicava
riconosciuta come un movimento rivolu- ad Adolfo Kind, suo presidente, morto nel-

579
l'agosto del 1907 al Bcmina. te chilometri con un dislivello cli 275 metri.
Le imprese degli sciatori italiani si mol- Negli ann i seguen ti lo sci venne defin itiva-
tiplicarono: i lombardi si dedicano alla re- mente introdotto nelle truppe alpine e il
gione del Bernina e dcl Gottardo e- scalano )lorvegcsc I larakl Smilh e la famosa guida
il Dammastok m 3653 in comitiva di 14 par- svizzera Cristian Klucker furono gli istrut-
tecipanti, e nel 1913 si pubblicava una pri- tori delle specialità sciatorie che ebbero
ma guida di itinerari sciistici delle Alpi Oc- particolare sviluppo. Difatti nel grande con-
cidentali, nella quale veniva messa in _luce flitt o, in .~cguito ai suggerimenti dati dal
la magni fì ca 7..0na sciistica di Clavières e maggiore Umberto Mautino, il Comando
dcl Sestrières, 6no allora ignota. Supremo si era fortemente interessato per
Con lo scoppio della prima guerra mon- un allenamento e per la preparazione delle
diale si aveva la fo m1azione di un batta- trnppe per l"invenio, motivo per cui nel
gl ione di sciatori te<leschi che operò nella mese di novembre del 19L5 vennero convo-
Prussia 01"1entalc al comando dcl capitano cati in Piemont e tutti gli appassionati soci
Wilhclm Paulcke e in Jtalia, ancora in degli Ski Club sotto le anni e dichiarati
pt1cc, si ebbe nel 191 5 l'organizzazione da istruttori delle truppe alpine.
parte del Touring Club Italiano e dello 11 maggiore i\fautino affidò a questi scia-
Ski Club i\ lilano della 1• adunata valligia- tori molti l.'Orsi d'istruzione, specialmente
ni, gara cli squadra delle va lli d'Italia che si jn Val di Susa e già nel febbra io 1916 vi
svolse a Counnayeur; competizione che sa- fu , a conclusione dei corsi, una manovra
rà continuata dopo la guerra dalla Ca:;- al ~ l ongin evro, nella quale presero parte
zetta dello Sport. , con grande successo; ufficiali e alpin i sciatori; partiti al mattino
i\lario Tedeschi, Viltorio i\ IC'aanotte e Gui- da Sauze d'Oulx e traversato il Fraitèves,
do Bertarelli furono gli ideatori e organiz- arrivarono al i\longinevro pe r difendere il
zatori e in tale 0ttasio11e fu sen tita chiara- paese contro una valanga di alpini che
mente la 'necessità di un organo centrale scendevano dal Col Gon<lrand; il tutto si
federativo co n regolamen to e norme co- svolse pacificamente in territorio francese.
mum. Fu quella la prima manovra in for-1:e di
L'intervento dell'Italia nel grande con- sciatori il cui impiego in reparti, fu inizia-
flitto non ci trovò alla sprovvista in materia to subito dopo sull'Adamello agli ordini
di sciatori. Già il 16 no\·cmbre 1902 un'or- dcl generale Giordana.
dinanza ministeriale aveva accordato i cre- Jn seguito a tali addestramenti, nel se-
diti necessari per equipaggiare tre 'sciato- condo anno di guerra, numerosi altri nu-
ri militari in ogni compagnia alpina con sci clei di $Ciatori alpini dipendevano dal Co-
modello Jakober. Nell'invcn10 1905-1906 mando Supremo, il quale, in data 1° feb-
cinquanta uomini: un capitano, tre tenenti, braio 19 17 formava ventisei com pagnie di
un medico, scelti dai battaglioni Bassano, sciatori, con equipaggiamento insolito e
Vicenza, Verona, effettuarono un lungo gi- poderoso (tre plotoni armati di moschetti
ro di ricognizione sulla frontiera austro-un- e due pistole mitragliatrici, un sezione mi-
garica. li 24 gennaio 1906 gruppi dei batta- tragliatrici Fiat e una forza di 5 ufficiali,
glioni Mondovì, Ceva, Pieve di Teco, Dro- 262 uomini e 14 muli). Le dette compa-
nero, Saluzzo, Borgo San Dalmar.w, prese- gnie furono subito riunite in tre<lici batta-
ro parte a un concorso di sci tenutosi a
Limone Piemonte. I repart i, in pieno asset-
glion i aventi un numero romano progres- .I
sivo. Al dottor Guido Bcrtarelli fu affidato
to di guerra compirono un percorso di set- il comando della t• compagnia sciatori, la

580 I
quale con la 9" compagnia comandata dal dottor Guido Bertarelli, Mario Corti, il
capitano Nino Calvi, formava il I Batta- dott. Ettore Santi, l'ing. Cino Ravà, l'ing.
glione sciatori in Valtellina; in Val Camo- Berizzi e Vittorio Anghileri.
nica fu formato il TT Battaglione (2" e fu votato uno Statuto con le riserve elci
J.0" compagnia), e così di sebTJ.•ito da Ovest delegat i torinesi che sostenevano una ten-
verso Est denza anti sportiva e venne decisa una
Fu un errore il raggruppare queste sede mobile di presidenza, biennale, a Mi-
truppe, particolannente mobili e adatte al- lano, Torino e Venezia, con due vice·presi-
l'impiego solamente in alcuni !ralli del denti. Per il primo biennio la presidenza fu
fronte, in meno agili battaglioni, motivo affidata ad Aldo Donacossa, il secondo a
per cui nel mese di giugno dcl 1917 venne Mario Corti di Torino, il terzo a Cino Ra-
decisa una riforma con la fusione dei tre- và di Venezia, per ritornare a Milano con
dici battaglioni in sette battaglioni ordi- Guido Bertarelli, prima di far parte (199..8)
nari, non più esclusivamente di sciatori co- del C.0.N .I
me lo furono il Cuneo, il Counnayeur, il Trascurando da questo periodo le com-
Pallanza, il Tonale, il Pasubio, il Marmo- petizioni sportive affidate al nuovo ente,
lada e il ~fontenero ,sarebbe opport11110 ricordare le imprese sci-
Il Comandante della Quiuta di,•isione alpinisliche, ma queste nel volgere di po·
a Edolo (generale Al bricci) dietro partico- chi anni si fecero così numerose che la
lari insistenze del Comando Valtellina (co- loro elencazione di\"enterebbe troppa lunga
lonnello brigadiere Barco), in considera- e complessa.
zione dell'utile impiego dcl I e Il Batta- Basta ricordare la salita della vetta oc-
glione sciatori nei gruppi delrOrtles-Ce- cidentale del Corno Grande da Pietraca-
vcdale e dell'Adamello, ottenne di mante- mela il 23 mart.0 19-23; la grande marcia
nerli intatti nella loro specialità cd essi sciistica delle Alpi, in quaranta tapr)e per
assunsero in seguito rispettivamente il no- pattuglie di al pini di cinque uomini, da
me di ~fonte Ortles e di ~fonte Cavento, San Dalmazzo di Tenda a Tolmino; la spe-
rimanendo sempre su due compagnie fino dizione milanese al Caucaso composta clal-
al febbraio 1918, quando furono comple- J'avv. Leopoldo Gasparotto e dal conte dot-
tati organicamente su tre compagnie e tor Ugo di Vallcpiana, che compiva la pri-
messi nel luglio 1918 su quattro compagnie, ma ascens ione sciistica dell'Elbruz m 5629,
compresa la compagn ia mitraglieri la più alta montagna dcl Caucaso; le im-
AHa fine della guerra risorsero più vi- prese di Leonardo Bonzi, Dado Somm i
tali di prima i clubs e il movimento per la Picenardi e Bonifacio di Soragna che com-
fondazione di una federazione riprese spa- pivano con gli sci l'ascensione di cinque
radicamente, finché nell'ottobre del 1920, vette, sopra i tremila metri, nel Medio
veniva fondata a Milano, auspice lo Ski Atlante
Club Milano, la Federazione It aliana del lo Alcuni anni dopo, nel 1937, Fosco Ma-
Sci, alla quale subito aderirono lo Ski Club raini superava con gli sci nell'Himalaya del
di Torino, lo Ski Club Veneto, la Sezione Sikkim alcune cime e colli di 5000 metri,
sk iatori della S.E.M. e della S.E.L. (So- tra i quali il Sandong.
cietà Escursionisti Lecchesi). Conven nero Si adoperarono alla pratica dello sci
in quella storica seduta a Milano i princi- alpinistico, con le loro pubblicazioni: il
pali delegati: l'ingegnere Vittorio ~fozza­ Guiglia per le Alpi Liguri; il Sabbadini
notte, l'ingegnere conte Aldo Bonacossa, il per le Alpi ~ l aritt im e; il Bressy per le

581
Alpi Cozie meridionali; il Santi per quelle
centrali e per la Val Formazza; Andreis
e Chabod per il Gruppo del Cran Para-
diso; Livia e Amilcare Bertolini per il Mon-
te Bianco; il Daverio per la Val Fomrnzza;
Saglio per il Monte Hosa, il Bernina, lo
Ortlcs-Cevedale, l'Adamello, le Orobie, le
Prealpi Lombarde, le Venoste Passirie e
Brconie, i monti Sarentini e il gmppo di
Brenta, con guide, carte itinerarie e cen-
tinaia di monografie pubblicate da Lo
ScaryJ011e
lllustrarono le possibilità sciistiche del-
lo Scalino e dell'Adamello il Bemasconi,
la Val l\lonastero e la Val Gardena il Valle-
piana, la Val Badia il Kosb1er di Corvara,
i dintorni di Madonna di Campiglio Waiz
e Agostin i, quelli di Cortina il Tcrschak.
Giovanni Soncelli tracciò gli itinerari scii-
stici della Val Malenco, Giovanni De Si-
moni quelli dell'Alta Engadina, Cian Lui- Ot/orfoo .\k:.uilanio
gi Gatti i percorsi delle valli di Livigno,
Fracle e Viola
Cunther Langcs si dedicò alle Dolomi- ciate nelle vicinanze del paese.
ti, ma sopra tutti emerse Ettore Castiglio- E se nel 1941 alcuni valutavano a 200/
ni con la Sua guida sciistica delle Dolomiti 300000 il m1mero degli sciatori italiani,
e con le appendici delle sue guide alpini- oggidì è difficile dare un valore numerico
stiche della Collana della Guida tlei Monti a sim ile calcolo, perché il mezzo che per-
<lllalia (Odle Sella Marmolada, Alpi Car- mette di scalare le montagne in inverno
niche e Pale di San Martino). e di scenderle voluttuosamente, è diven-
Come sciatori alpinisti emersero in Pie- tato veramen te popolare.
monte il Mezzalama, il Chiglione, il Rivera 11 pcrfozionamcnto della tecnica, i ma-
e in Lombardia il Vallepiana, lo Zappa e teriali più appropriati, la migliore cono-
il Bonacossa che percorse tutta In catena scenza della montagna itwernale, se ha
alpina, sovente accompagnato dal pittore permesso la conquista delle grandi cime
Luigi Binaghi. delle Alpi - salvo le piramidi rocciose,
Cli anni compresi fra le due guerre, quali il Cervino e le scarpate delle Meije -
rappresentarono il periodo d'oro dello sci tra le quali quella dcll'Aìguille d'Argen-
alpinismo e in considerazione del suo svi- tière per il ripido ghiacciaio dcl Milieu e
luppo venne richiamata l'attenzione dà Ja discesa dcl versante di Talèfre del Col
parte delle località che com inciarono a des Droites, ha nel contempo lasciato il
inl'rawcdcre nella pratica sciistica la possi- passo allo sciatore di pista, perché le due
bilità di dar vita a una stagione morta, attività non si sono completate e non si
quelln invernale, intratlenendo i meno sono confuse.
provveduti sui campetti e sulle piste trac- Nacque così la necessità di facilitare le

582
risalite a questa categoria di persone, e sforLi severi e disagi. L'attività sciistica ha
che non si sentivano in fort.:a di procedere raggiu nto le attuali considerevoli propor-
con i propri mezzi e la conseguenza fu la zioni sotto l'impulso di diversi fattori: il
costruzione di mezzi meccanici; furon o ritmo sempre pili affannoso della vita mo-
dapprima delle sciovie e delle slittovie, poi derna che impone la necessità di evadere
comparvero le seggiovie in varie fonn e e per ritemprare le energie fì siche e psichi-
infine le funivie. che; l'enonne sviluppo della macchina e
Con questi mezzi si moltiplicarono, do- conseguente automatismo del lavoro che ha
po }a seconda guerra mondiale, gli sciatori, permesso a molte categorie di lavoratori
i quali potevano così salire senza fatica d ue giornate libere alla settimana; il be-
per poi scendere su piste battute e lisoiate nessere economico che ha pennesso di de-
e fare sfoggio dci loro virtuosismi e dei stinare parte del proprio reddito al soddi-
loro ahbiµ;liamen ti, in modo da l'rovarsi sfacimùllto di csigcn1.e non vitali; la possi-
pronti e freschi per le danze e i ritrovi bilità di accedere rapidamente alle loca-
serali lità montane con mezzi propri e su st rade
~fa i seguaci dell'uno e dell'altro siste- migliorate; infine l'elim inazione dello sfor-
ma, per la loro educazione alpina, pur zo fisico, il che permette \'esercizio dello
avendo ognuno ragioni molto valide per sci anche agli anzian i e ai bambin i.
praticare lo sci in questa o quella forma, L'assunto trova conferma nella realtà
hanno costituito presto gruppi distinti che sociale cd economica ed è dimostrato dal
combaciano raramente nella concezione e brulicare di sciatori lungo le piste di di-
nella realizzazione. scesa servite da mezzi di risalita e l'ab-
I due sistem i, sci-alpinismo e sci da pi- bandono delle piste di fondo e degli itine-
sta, separatisi, procedettero ognuno per rari sci-alpinistici.
proprio conto; il secondo fra masse sem- La propaganda che era stata fatta per
pre pili numerose, il primo a ranghi sem- lo sci-alpinistico aveva purtroppo preso
pre più assottigliati. una piega impreveduta e diversa dagli in-
Quali furono i motivi della rapida dif- ten ti dei pionieri, motivo per cui Toni Or-
fusione dello sci da p ista? telli, in un art icolo pubblicato dalla Rivi-
Fino a non molti anni prima la pratica sta Mcrisilc, si poneva la domanda se era
dello sci richiedeva passione per la mon- vero che dal confronto fra le sch iere degli
tagna, spirito di sacrificio, un fi sico robu- sci-al pin isti e degli sciatori di pista, il pri-
sto e allenato, motivo per cui i campi di mo sia andato declinando con l'avvento
neve erano il regno di pochi che vi si acco- dei mezzi d i risali ta.
stavano a prezzo cli duri disagi e che per e Qualcuno ci dir;\ che la fatica i11 mon-
la breve e inebriante gioia della discesa tagna d'inverno non è più sopportata e
affrontavano marce faticose ed estenuanti, tanto meno cercata dai giovan i di oggi e
disposti a pagare l'alto prezzo richiesto che perciò non vi può essere un progresso
dall'Alpe per rilevare il suo fascino mera- nell'att ività sci-alpin istica; qualche altro ci
viglioso. dirà che, una volta presi nel vort ice dcl
Con l'avvento dei mezzi meccanici cli discesismo, i giovani non si staccheranno
risalita immediato è st·ato l'affiusso delle più dal comodo giuoco e che perciò il
Jtiasse verso quelle mete prima cli al lora d eclino ciel nostro mo,•imcnto è ovvia-
vietate cd enorme fu la diffusione d i una mente inevitabile.
disciplina sportiva che non richiedeva più e ~ la qualcuno, come noi ad esempio,
potrà obbiettare che la schiera degli sci- non fosse l'attività alpinistica dei soci.
alpinisti si va crescendo anche di giovani, e In questi ultimi anni - dopo che ha
e proprio di giovani che provcngoJ\O dalle ripreso vigore la propaganda per lo sci·
file del discesismo di pista. Ne abLiamo un alpinist ico e in qualche caso anche prima,
esem pio nelle società e negli sci-clubs che han no incominciato a sorgere e continuano
coltivano lo sci-alpin ist ico e che in questi ad aumentare, corsi e settimane indetti da
ultimi anni hanno riscontrato dei sintomi Sezioni dcl C.A.T., da società, la Sci clubs
di stanchezza e di noia tra quelli dell'altra e perfino da guide isolate e da associa-
sponda. zioni di guide e di maestri di sci, tutte
e Certamente non dobbiamo ~pcrare, e rivolte alla propaganda e addirittura allo
tanto meno auspicare una rivoluzione in esercizio dell'attività sci·alpinistica.
questo campo: sarebbe un bel guaio per e Sono in fon do sempre degli isolati, che
noi e per loro, se la marea rompesse gli si arrangiano da soli, che si fonno aprire
a rgini d'un colpo e se una massa di inabil.i le capanne di loro inizialiva o che usufrui-
e di impreparati ci piombasse addosso ina- scono dci rari locali invernali aperti nei
spettatamente. ~ l a di questo per fortuna rifugi, adattandosi come possono e soppor-
non dobbiamo temere tando tutti i disagi della mancante orga-
e A noi basta che le nostre fìl c si man- niz;r. azione iiwcmale.
tengono e si infittiscono se mai con una e li Cluh Alpino Italiano ha istituito an-
saggia dosatura, - perché, come scrisse ni orsono una Commissione centrale sci-a l-
saggiamente il Paulcke - chi vuole intra- pinismo. per cercare di smuovere questa i-
prendere escursioni con gli sci in alta mon- ner1:ia e per propagandare questa attività
tagna de\·e anzitutto essere un buon alpi- meravigliosa: ha cercato di insistere presso
nista, deve avere confidenza con le Alpi le Sezioni proprietarie di rifugi perché ve.
cd essere familiari con le loro singolarità nissero apert i e mantenuti in efficienza dci
e con i !Oro pericoli; deve cioè possedere locali invernali; ha iniziato la pubblica-
tutte quelle cognizioni alpinistiche e quel- zione sulla Rioisla i\fensile di itinerari sci-
l'esperienza che sono necessarie per ren- alpinistici
derlo capace a percorrere le Alpi per roc- e La Commissione, da parte sua, ne ha
ce e per ghiacci, da sé, senza l'aiuto di pubblicato degli altri, che sono dci veri
b'uide. Solo i caratteri tenaci cd elastici gioielli di utilità e cli praticità; ha patro-
sono adatti alle condizioni, soventi diffi- cinato la pubblicazione di carte sciistiche
cili, della montagna invernale. e di manuali didattici di iniziazione allo
e Oggi lo sci-alpinismo - conti!lua Or- sci·alpinismo ed eroga contributi a favore
telli - è coltivato soprattutto da gruppi della propaganda presso le proprie orga-
di alpinisti isolati, che talvolta nelle se- nizzazioni periferiche. Tnsomma ha cerca·
zion i dcl C lub Alpino, nelle Società e negli to di scovare tutti i mezzi finora conosciuti
Sci-clubs organizzano anche della attività per aiutare il movimento. Purtroppo sono
collettiva. Ma questa attività è debole, in- tutti piccoli fuoch i che intiepidiscono l'am-
certa; solamen te qualche grande Sezione biente ma che non lo riscaldano ancora
ha in programma gite invernali consistenti e La F.J.S.I. da parte sua - evadendo
e lo svolge con una regolarità; le altre pre- dai suoi programmi ovviamente rivolti al-
feriscono organizzare gite su piste: ren- l'agonismo da quando il C.O.N.T. le ha
dono di più, diCQno, come se il Club Alpino concesso la sua sostanziale paternità -
rosse sorto per rendere qualche cosa cl1e Jia colto l'appello degli sci-alpinisti cd ha

584
cercato, con molta buona volontà, di po- Lo sci.alpinismo si distingue ancora
tenziare il loro movimento, con la crea- dallo sci da pista per il campo di applica-
zione di una Commissione per lo sci-alpi- zione, considerevolmente più vasto e più
nistico, con l'annuale erogazione di notevoli ricco, per lo scopo che si propone e per
contributi agli enti c he dimostrano cli svol- l'interesse che presenta; lo completa con
gere un'attività sci-alpinistica collettiva, e il prohmgamento della durata, perché al-
ai singoli per incoraggiarli a con tinuare. lorquando le piste hanno esaurito la loro
e Oggi il Club Alpino e la F.l S. I. hanno funzione, lo sciatore può evadere verso le
concluso un accordo per unire le loro for- cime e passare dalla media montagna alle
ze, dedicate a questo settore e per cercare regioni alpine pili elevate, con traversate
di giungere insieme a dei risultati con- di colle in colle e con ascensioni che per-
creti : sono sempre tutti tentativi che man- mettono di godere le bellezze del mo11te
cano, secondo noi - dice Ortelli - dcl nel periodo in cui le giornate si allungano,
nerbo centra le che è la convinzione. Una g li orizzonti si rischia rano, il clima si fa
a;ione decisa non si ved e, un piano regola- più clemente, i pendii diventano più sicuri
tore non esiste; si tenta di qua, si assaggia e la neve, stabilizzata, si present a più re-
di là e nonostante i sintomi favorevoli , non golare.
si attacca a fondo con decisione! > Vi è poi un ulteriore elemento a favore,
Dopo vent'anni di separazione si no- soprattutto per i giovan i, perché se lo sci
tano però fra i due gru ppi di sciatori: sci- da pista ricltiecle un notevole supplemento
alpinisti c sciatori da pista, i segni di un alle spese del viaggio e del soggiorno in
maggior accostamento. Può darsi che ciò alberghi (supplemento dovuto al costo dei
sia dovuto alla noia di scendere sempre mezzi meccanici usati per la risalita che
per lo stesso pend io, nel solito ambiente; si moltiplica nel corso della giornata in
può dipendere dal fatto che gli svelti di- relazione al ripete rsi delle discese), fo sci-
scesist i di un tempo sono invecchiati e alpin istico ne è esente perché si affida a
sopraffatti dalle nuove tecniche ; ma so- un ben dosato e salutare impiego dei mu-
prattutto si è fatta strada la convinzione scoli e non annovera al proprio passivo
che non dovrebbe esservi conflitto tra lo <lislorsioni e rotture di arti così frequenti
sciatore di pista e lo sciatore di monta- come quelli che si lrnnno durante le veloci
gna, dato che le due attività si comple tano <liscese lungo piste spesso ripide e peri-
anche senza confondersi, così come l'orto- colose
grafia sta alla poesia e come il solfeggio Considerato che onnai gli sciatori si
sta alla musica, indispensabili l'ortografia contano a milioni (nella sola Germania si
e il solfeggio, ma insufficienti a dare il go- contano attorno ai quattro milioni e non
dimento della poesia e della musica molto meno ve ne sarebbero in Italia) e
l i lungo tirocinio necessario per diven- che i mezzi meccanici di risalita sono mi-
tare un ottimo sciatore, perde molto del gliaia, ne deriva che gli incidenti sono sem-
suo interesse se limitato ai veloci arabeschi pre più numerosi e in gran parte di essi
su piste ben battute ; il discorso cambia se dovuti a colpa di una o di entrambi le parti,
si prepara il pistaiolo a diventare alpinista, i cui responsabili sfuggono alle conseguen-
dandogli la maestria per fare evoluzioni ze dcl loro illecito, per mancanza di norma
su tutti i campi, quali che siano i pendii, in materia e per la difficile identificaz.ione
sulla neve quali che siano lo spessore e dei responsabili e delle prove.
la qualità Pur ammesso che non sia prospettabile

585
una soluzione radicale del problema della collegamenti telefonici fra le stazioni di
sicurezza dello sciatore e della punibilità partenza e di arrivo con le stazioni di soc-
dei responsabili di incidenti, si ritiene che corso; di ordinare sospensioni in caso di pe-
qualcosa di utile deve essere fatto ricoli per valanghe o per maltempo
Ritenuto che le principali cause di in- In C"Onsiderazione del fatto che nel tren-
fortunio siano identificabili nella febbre tcrn1io 1931-1961 si sono avuti 9500 incid en-
della velocità incontrollata, nella mancata ti di una certa grav ità dei quali 807 nel so-
assuefazione e nella dissuetudine dal proce- lo anno 1961, rappresentali per il sessanta
dere su neve allo stato naturale e nell'inse- per cento da collisioni, \'Assessorato regio-
gnamento che viene impartito sopra piste nale all'industria e turismo di Trento, ha
con neve mansuefatta, si è prospettata la messo allo studio la (X>SSibilità di una rego-
necessità di prescrivere 'l'addestramento lamentazione, con particolare riguardo ai
degli allievi anche su neve naturale, di e- mezzi di risalita, alle ·p iste di discesa e al-
manare .<»peciali nOJme di legge in tema di la condotta degli sciatori ; compilato dall'av-
circolazione, sia su pista, sia su percorsi vocato Livio Andreotti di Trento, rappre-
naturali, in modo da consentire ai pili velo- sen ta il primo passo verso quella tanto au-
ci di non essere intralciati dagli inesperti , spicata disciplina dell'attività sciatoria non
di graduare le difficoltà delle singole piste, agonistica e, se in modo particolare, è dedi-
di rilasciare patenti di abilitazione in rela- cato a'il'uso delle piste di discesa e alla re-
zione alla capacità degli allievi e di istituì- golamentazione tecnico-giuridica degli im-
.re una JX>lizia o demandare la vigilanza del- pianti di rt'Salita, ha degli addentellati sulla
la circolazione a corpi esistenti. condotta dello sciatore in genere e quindi
Fra le prescrizioni che si suggeriscono dello sciatore-alpinista
vi sarebbe l'obbligo di procedere a destra e: Lo sciatore- scrisse Ettore Castiglia-
nella discesa diretta su pista; quella del sor- ni nella Guida sci istica delle Dolomiti -
passo a sinistra; di lanciare un preventivo sotto tm certo aspetto, altro i1on è che il
grido di avvertimento 1icll'immi.nen1. a del rovescio di un alpinista. È vero che entram-
sorpasso; di proce<lere a valle nel sorpasso bi vanno in montagna e che entrambi ~icll a
a mezza costa e nel divieto di sosta sulle loro smisumta presunzione si illudono che
piste. la montagna sia stata creata apposta per il
Escluso che a proposito di incidenti sul- loro spasso e per le loro imprese; ma tra i
le piste si possa invocare l'applicazio11e del due vi è una differenza sostanziale : fa.Jpi-
Codice della Strada e dubbia sia l'app'\ica- nista sale la montagna, lo sciatore ne di-
zione dell'articolo 2054 del Codice Civile, scende; meta dell'alpinista è l'ascensione,
si è suggerita l'istituzione di w10 speciale meta dello sciatore la ·scivolata. Ciò che in-
organo tecnico ufficiale che abbia i compiti: teressa \'alpinista è la scalata; giunto in vet-
di collaudare le piste collegate a me7..zi di ta (qualche volta non si degna neppur di
risalita; che possa prescrivere lapposizione raggiungerla) la gita non ha più per lui al-
di tabelle segnaletiche per i. casi di nebbia cuna attrattiva; si accinge alla discesa co11
e di maltempo e per i punti particolarmente quel fatalismo rassegnato, proprio di chi è
pericolosi; di porre divieti di sorpassi nelle conscio della necessità cl1e per ritornare a
strettoie, di attraversamenti. dei pedoni, di casa bisogna pur scendere dalla cima. Ciò
sosta se non in appositi spiazzi; di prescri- che interessa lo sciatore è invece la discesa;
vere modifiche di lTacciati; addestramenti lt1tto il resto della gita non ha per ltii alc~1-
e organizzazione di squadre di soccorso, e na attrattiva, si accinge alla salita con quel

586
fatalismo rassegnato, proprio di chi conscio lenzio sconfinato dell'inverno subentra lo
della dura necessità che per poter scendere scroscio e il rombo delle slavine e il muggi-
bisogna prima saJ ire. L'alpinista, per aboli- to del torrente gonfio; quando sopra il man-
re la discesa, ha inventato le calate a cor- to argenteo nello splendore del sole le ru-
da doppia; Io sciatore pili moderno e più pi balzano nere, o variopinte, o arroventa-
signore, per abolire la salita ha inventato le te: allora viene improvvisamente un giorno
funivie, le slittovie, 1Je sciovie ... e ogn i sorta in cui l'alpinista afferra i suoi sci ancora
di vie >. stillanti di neve e li getta quasi stizzito e
Lo sciatore alpinista accoppia invece i ,sdegnoso in un angolo, tutto pervaso dalla
due godimenti, quello della salita e quello nostalgia della roccia bene odorante di suo-
del la discesa. e: Quando uno sciatore - scri- Jo caldo. E stira allora le braccia presente11-
ve W. Flaig in Hoch ueber Taelern l\fon- <lo la nuova possente gioia, abbranca gli
schen - che abbia sangue alpinista, si trovi spigoli, afferra i manubri, sen te compene-
in alta montagna in maggio, sente ad un trarsi i muscoli da tutto il vigore accumula·
dato momento scorrergli per le vene un fre- to nei lunghi mesi <l'inverno, e col pensiero
mito tutto suo speciale. Quando ]e vall i sge- e con l'anima è già su, che si libra sulle ae·
lano e le soldanelle sbocciano annuncian- ree pareti, e vola su, con volata che vale
do col cuculo la primavera, quando al si- i più radiosi voli sciistici :. .

587
ALPINISMO ITALIANO EXTRA EUROPEO

I'HEMESSA

Nel volume che docurnc111a quale è sua evoluzione, uno degli aspetti più nobili
stata l'attività del C.A.l in un secolo di dell'uomo: quello di essere teso verso nuo-
vita, non poteva mancare un capitolo che ve conoscenze, verso nuove esplorazioni,
riassumesse le imprese degli alpinisti ita- verso il desiderio di nuove conquiste ideali,
liani fuor i della nostra vecchia Europa, cimen tandosi, per raggiungere tale lìne, in
perché l'alpi1.1ismo extra-europeo è la na- imprese sempre più ardue.
turale continuazione d i quello nostrano. Per soddisfare tale nobilissima aspira-
Ormai da tempo le nostre Alpi e gli zione si è giunti ormai nelle Alpi al trac-
altri sistemi montuosi europei sono stati ciamento di vie di ascensione di difficoltà
esplorati : si è passati dalla fase delle ascen- tali che solo pochi ann i orsono erano rite-
sioni compiute per la via più facile alle nute insormontabili. Ed è quindi naturale
vette più elevate, a quella della conquista che, man mano che cadevano sotto il loro
di vette di minore elevazione ma più dif- assr1lto le vette al pine, gli alpinisti abbiano
ficili; poi a quella della conquista delle cercate di rivolgere le loro aspirazioni di
stesse vette per versanti, creste, pareti di- conquista verso altre remote catene di
verse, anche in questo caso progredendo montagne.
nel superare le difficoltà di ascensioni, pa- Qu i il problema si fa ancor più com-
rallelamente al progressivo sviluppo della plesso, poiché, mentre nelle Alpi si trattava
tecn ica alpinistica; poi, affinandosi questa di raggiungere sommità anche elevatissime,
tecn ica sempre di più, sussidiata da i nuovi ancora inviolate ma ben note perlomeno
mezzi artificiali e diffondendosi l'esercizio ai valligiani (anche se questi, nella grande
dell'alpinismo fra schiere sempre più nu- maggioranza, non si interessavano o addi-
merose e agguerrite di giovani, si è giunti rittura disdegnavano la loro conquista); di
all'attuale fase cli tracciamento di vie nuo- montagne in dcfìnili,,a situate in paesi di
ve, di varianti, di ripetizioni i1wernali, di alta civil tà e pertanto c011osciute - alme-
percorsi alpin istici tracciati nella stagione no nel loro complesso gcog:ralìco - dalle
estiva. persone di media cultura, fuori d'Europa,
Basta tuttavia soffermarsi a riflettere invece si trattava e si tratta, nella grande
sullo sviluppo del fenomeno alpinistico per maggioranza dci casi, di esplorazioni vere
trarne la deduzione che esso ci indica, nella e proprie, giacendo queste montagne in

588
zone lontane e ben poco note. relazioni dei viaggi di approccio effettuati
Così, al desiderio alpinistico vero e da questi italiani, ne risulta un imponente
proprio di ascendere velle finora inviolate, materiale raccolto, utilissimo ai fini delle
11cl caso di montagne extra-europee si ac- conoscenze geografiche, tanto più che quasi
com pagna quasi sempre quello di esplorare sempre tali relazioni sono state concordate
paes i nuovi, di studiare l'aspetto geogra- almeno da rilievi topografici sped itivi.
fi co assieme a quello naturalistico, di ve· Ma occorre anche mettere in rilievo il
nire a contatto con altre civiltà, desiderio fatto che, assai di frequente, le spedizioni
che, in scala minore, è del resto comune italiane a montagne extra-europee si propo·
anche all'alpin ista che si addentra nei vari nevano, parallelamente alla conquista di
gruppi delle nostre Alpi. Solo che q ueste, vette inviolate, anche scopi puramente
al giorno d'oggi, sono accessibili ad auto- ~cicntifici. Tali sono, ad esempio, i rileva-
mezzi in buona parte del loro territorio e, menti grafi ci e fotogrammetrici di regioni
anche nelle valli e vallette secondarie, so- impervie (appoggiati ad operazion i di astro-
no in gran parte illustrate da volu mi e nomia geodetica e al successivo sviluppo
volumi di pubblicazioni alpinistiche e turi- di triangolazion i, di poligonali altimetriche,
st iche e ben delinea te in perfette carte trigonometriche o termo-barometriche), a
topografiche. Bisognerebbe risalire all'epo- misure trigonometriche o fotogrammetriche
ca dei pionieri dell'alpinismo per fare un del movimento di alcuni grandi ghiacciai;
parallelo tra le condizioni delle Alpi di tali sono pure importanti rilievi e studi di
allora e quello di molte montagne extra- carattere geografico, geologico; litologico,
europee, fra le più accessibili di oggi. geofisico, metercologico, nonché tutti gli
Perciò, in queste ultime, l'alpinista è studi biologici, fisiologici, etnologici com·
tutt'ora quasi sempre un esploratore che piuti durante l'effettuazione di numerose
Jcvt: ric.:uuu~ccrc clc111cr1li geografici mal spcLlit.:ioui italianu iu zone montuose extra-
noti, su perare difficoltà logistiche e orga- europee.
nizzative di ogni genere, intrattenere rap- Ne risulta una messe di lavori dispa-
porti con popolazioni assai spesso primi- rati ma sempre di alto interesse che può
tive se non ostili, ed essere pronto a sop- fare inorgoglire qualsiasi italiano - ed a
perire con la sua iniziativa, con il suo san· maggior ragione i membri del C.A.1. -
gue freddo, con la sua presenza di spirito, per l'apporto dato alla scien7..a dagli alpi-
a deficic1w,e, pericoli, situa7Joni impensate. nisti italiani in tanti campi diversi.
Poiché scopo istituzionale del C.A. I. è ~fa qui basti aver solo accennato a quc·
anche lo studio delle montagne nei loro sto aspetto, ché dobbiamo invece breve·
molteplici aspetti, si può dire che !'alpini· mente mettere in risalto, quanto sia vasto
smo extr a-europeo offre anche oggi campo il campo delle esplorazioni e delle conqui-
amplissimo a recar apporti cospicui a tale ste alpinistiche italiane nelle più disparate
scopo. regioni montuose della Terra.
Questo abbinamento dcl fine più pro- Per la ristrettezza di spazio - imposta
priamente alpinistico con quello dello stu- da una equilibrata trattazione dei vari ar-
dio della zona di accesso alle vette che si gomenti di cui si occupa il presente volu-
intendono scalare, è stato quasi sempre se- me - non è possibile svilu ppare qui a
guito dagli italiani che si sono spi nti al di fondo quanto ha attinenza all'alpinismo
I:\ dci mari e degli oceani verso montagne italiano nel ~londo (che forma oggetto di
remote. E, anzi, se si considerano solo le un interessantissimo libro di cui mentre si

589
scrive si sta curando la nuova edizione ag- gruppi più remoti e che in un primo tempo
giornata), ma è necessario limitarci a de- erano meno not i o addirittura sconosciuti
scrivere molto sommariamente o add irit- Diciamo in un primo tempo, perché non
tura scheletricamente, le numerose imprese bisogna dimenticare che l'alpinismo - che,
alpinistiche italiane nelle varie catene di ripetiamo, specie nei continenti extra-curo·
montagne extra-europee. Per meglio orien- pei è quasi sempre preceduto o sussidiato
tare il lettore si è creduto necessario pre- da fa;;i esplorative vere e proprie - ha
mettere - per ogni grande gruppo o seguito l'evolversi delle conoscenze geo-
catena montuosa - una descrizione geo- grafi che. Se pensiamo che appena un sc-
grafica, in molti casi dovuta alla brillante oolo fa furono scoperti i c:mo11ti della luna>
penna dcl compianto dr. Ettore Castiglioni (Ruwenzor i), che in tale epoca si avevano
Scorrendo le pagine che seguono, il notizie appena sommarie di tanti complessi
lettore potrà rilevare, con giusto orgoglio montuosi (per quanti anni si credette che
di italiano e di socio del C.A. L, che in il Gaurisankar fosse la vetta più elevata
quasi tutt i i sistemi montuosi dcl nostro della terra?), appare evidente lo stretto
pianeta, i nostri consoci sono stati presenti, collegamento fra le esplorazion i alpi nisti·
spesso protagonisti di imprese memorabili, che e quelle a scopo esclusivamente geo-
mentre, esaminando lo svolgimento crono- grafi co. Lo sviluppo delle vie di comuni-
logico delle stesse imprese, si potranno cazione e soprattutto l'impiego di nuovi
ricavare altre osservazioni utili alla cono- mezzi di trasporto ha non solo rese fatti-
scenza della storia dell'alpinismo extra- bili imprese che appena qualche decennio
europeo. orsono si dovevano ritenere impossibili, ma
Quest'ultimo, si può infatti dire, ha ha anche ridotto grandemente i tempi ne-
ricalcato le orme dello sviluppo della con- cessari a compierle. Al giorno d'oggi, sfrnt-
quista delle Alpi, con un ritardo vario, da tando il mezzo aereo, e abbinandolo con
cinquanta .a cento anni, ma ripetendo le quello automobilistico, è possibile com-
stesse fas i che si erano succedute in Eu- piere in un paio di mesi una spedizione
ropa. Si è cercato così di conquistare in alle Ande e magari all' Himàlaya, mentre
un primo tempo o, almeno, di portare i prima dell'avvento di questi mezzi tali tem-
primi assalti alle cime più elevate di ogni pi dovevano essere per lo meno triplicali .
catena; poi si è passati all'attacco di vette Di ciò si può .facilmente rendersi conto
meno elevate ma più ardue, inlìne si sono nella pagine che seguono, confrontando 1
cercate di conquistare per vie nuove le tempi di durata delle spedizioni attraverso
cime già calcate dal piede umano. Uniche le varie epoche.
eccezioni, si può dire, di questa sequenza, lnfìne è da rilevare che i tempi e i mez-
è quella delle grandi montagne asiatiche, zi attuali consentono su scala sempre più
per le quali, l'enorme altezza e le pode- vasta l'effettuazione di cosiddette e: spedi-
rose difficoltà offerte dall'accesso, impedi- zioni leggere> che compiono un la\'Oro ca-
rono pe r molti decenni gli assalti d iretti pillare, quasi un ricamo di esplorazioni al-
agli e: ottomila >. pinistiche entro le grandi maglie dei capi-
Infine è da osservare che anche nella saldi - cime più elevate o di maggiore ri-
scelta delle montagne da esplorare e da nomanza - stabilite in passato
scalare si è verifìcato il fatto che, dopo Valgono ad esempio le numerose spedi-
l'esplorazione dei complessi montuosi più zioni nelle Ande che sono state effettuate
noti, si è passati a quella dei nodi o dci da italiani in questi ultimi anni; e si consi-

590
cleri il moltiplicarsi di spedizioni italiane tuosa del globo, la Cord igliera Andina e,
in regioni (Iran, Groenlandia) un tempo ancor più, per le grandi montagne asiatiche
neglette dai nostri scalatori I ntanto, è motivo di orgoglio constatare
Il mondo, certo, è divenuto piccolo in come gli italiani abbiano fìnora svolta una
questi ultimi decenni; i nuovi mezzi di co- brillantissima parte in questo campo del-
municazione, l'acquisizione alle nostre co- l'ardimento umano e che, per il gagliardo
noscenze di regioni un tempo note solo crescendo della loro attività in questi ulti-
sommariamente, hanno permesso il molti- mi anni, diano a sperare che potranno oc-
plicarsi di esplorazioni di dettaglio e di cu pare anche in futuro un posto di primo
conseguenza harmo portato al moltiplicarsi piano.
di conquiste di vette un tempo poco note Basterà, a confortare questa asserzio-
(ormai, in certe regioni delle Ande si va a ne, che i lettori scorrano le pagine che se-
caccia degli ultimi ( seimila > inviolati) guono, anche se in esse, come si è detto, ci
~fa resta ancora un vastissimo campo di siamo dovuti limitare il più delle volte a
co1iquista aperto agli alpinisti, ancora pei semplici note ele11cative di spedizioni che
qualche generazione specialmente per pur hanno sempre comportato una grande
qu:rnto riguarda la più lunga catena mon- somma ·di energie, di sacrifici e di audacie.

ASI A

CENNO GENEHALE no a fo rmare i rilievi della Birmania e del-


la Cina meridionale ed a costituire le ro-
< L'Asia è il blocco continentale pili buste catene montuose dell'arcipelago della
vasto della Terra ed è il continente che ha Sonda sem isommerse nell'Oceano
la maggiore altitudine media (960 m sul A questo maggiore sistema orografico
mare) che gode il primato in fatto di altez- dell'Asia, di cui la catena h.imalayana rap-
za assoluta (8840 m, Everest) ed in fatto {ii presenta la ruga principale, si attaccano
numero di cime elevate. i!: il solo continente verso ponente i sistemi orografici minori
fornito di cime superiori a 80CM) m sul mare. dell'Iran, dell'Armenia, del Caucaso e del-
Possiede, quindi, tutte le caratteristiche es- l'Asia ~.finore e verso levante i più modesti
senziali per poter essere considerato a giu- rilievi montuosi della Cina orientale, della
sta ragione il continente alpinisticamente Siberia orientale e del Giappone
più interessante delle Terra Ma a Nord della grande catena hima-
L'ossatura orografica principale è for- layana si stende fra 4000 e 5000 m un va-
mata da quel colossale fascio di catene che stissimo altipiano più o meno accidentato
ha inizio a levante del lago Aral e che de- e cosparso di altme, il Tibet misterioso, il
scrivendo un ampio arco lungo quasi 4000 ( tetto del mondo >. Ma ancora più a Nord
km fra la pianura indo-gangetica e gli al- i rilievi si succedono talora allineati a for-
tipiani dell'Asia centrale, si dissolve poi in mare delle specie di ampie catene come
numerosi rami che piegando verso sud van- quelle del Kuen Lun, del Tien Shan, degli

591
Allai talora sparsi più o meno irregolarmen- ticamente si trova tutto incluso nei terri·
te, ma con ci me cospicue se pur ancora po- tori dell'U.H. S.S.
co conosciute e probabilmente in buona La catena del Caucaso ha uno svilup-
parte vergini. po di 1100 km da Ovest-nord-ovest a
Dal punto di vista em inentemente alpi- Est-sud-est. Malgrado il suo aspetto unita-
nistico possiamo distinguere cinque princi- rio e il suo andamento rettilin eo, non è
pali unità orografiche, che forma no i capi- propriamente un'unica catena di monti, ma
toli dedicati all'Asia di quest'opera . Essi piuttosto un sistema di brevi creste, dispo-
sono il Caucaso, le montagne dell'Iran, la ste per lo più da Ovest a Est, formanti cioè
catena himalayana, i monti dell'Asia cen- angolo acuto con l'asse della catena. E nep-
trale, i monti delle isole asiatiche. È so- pu re si deve credere che la cresta princi-
pratlutto nel Caucaso e nella catena hirna- pale segni lo spartiacque tra i due versan ti,
layana che hanno svolto la loro attività al- poiché nella parte più orientale della cate-
pinistica gli italiani: ma non sono mancate na l'asse principale è sovente spezzato dal-
spedizioni alpinistiche anche nelle altre zo- le profonde gole dei fiumi.
ne montuose del continen te asiatico>. La catena dcl Caucaso viene general-
men te suddivisa in tre parti: occidentale,
(da Annrro D ESIO)
centrale e orientale. li primo settore si
estende per quasi 400 km dalle rive del i\fa r
Nero al Passo Kluchor. !'.: una lunga catena
di colline ubertose, ricche di foreste, che
CAUCASO vanno man man innalzandosi fino ai 4000
metri di altitudine con arditi picchi grani-
CENNO TNTRODUTTTVO tici e creste ghiacciate. Le abbondanti pre-
cipitazioni atmosferiche favoriscono una
e: La catena del Caucaso appartiene a vegetazione lussureggiante e la formaz ione
quell'immane corrugamen to della superfi- di grand i ghiacciai che scendono fin quasi
cie terrestre, che dalle Alpi e dai Carpazi ad immergersi nelle foreste, donando al
si prolunga sopra un'u nico asse coi monti paesaggio aspetti di romantica bellezza.
di Crimea, col Caucaso stesso, con l'Hi ndu- Nei 190 km che intercorrono tra il Passo
kush e con l'Hirnàlaya, fino ai monti della Kluchor e il Passo della Croce è compreso
Cina, cingendo gran parte del continente il Caucaso cen trale, la parte più elevata,
euro-asiatico. Valli e altipiani, pianure e e alpinist icament e pili importan te, anche
mari spezzano l'tmit;\ di questo sistema se non la più estesa, di tutta la catena . Essa
montuoso in numerosi segment i, tra cui conta infatti cinque cime superiori ai cin-
quello del Caucaso è uno dei più impor- quemila metri, tra cui l'Elbruz (m 5633}, che
tanti e meglio delimitati. è - come è noto - la vetta più alta del
Questa catena infatti si estende dalle Caucaso. Un netto contrasto di clima e di
rive del ~far Nero a quelle del Caspio, at- aspetti caratterizza i due opposti versanti
traverso quell'istmo di terre che par colle- di questo settore: sul versante settentrio-
gare come un gran ponte la Hussia europea nale vi sono steppe e aride vallat e, mentre
all'Asia anteriore. Si eleva ripido, altissi- al Sud le stupende foreste della Svanezìa
mo, come un ciclopica barriera che separa fanno più vivamente risaltare l'arditezza
due regioni distinte, due zone climatiche, sovrana dei picchi altissimi. Per farsi una
due popoli, due con tinenti, anche se poli- idea di questa enorme barriera, basta os-

I
592
LA C1100A DE I. BIFUC IO E I.A C1:.lA
Ov•:ST Ili LAVA11•:1>0; a sinistra il ).lo:-;-
TE PATi::11xo; a destra la C110DA ni::.1
Tox1 , LA F om t; u .A E LA P Ull.'TA DEL·
1.'AcxE1.1.o, dal ). !onte Piana
(Fo1ocolorc ,J; S. So~lio)
servare come in 160 km di sviluppo la cre- elevate e il limite inferiore delle nevi 11011
sta non si abbassa mai al disotto dci 3000 scende sotto i 3800 metri lasciando a nudo
metri e conti non meno di cento cime su- vaste estensioni di desolato pietrame.
periori ai 4000 metri. Si potrebbe dire dun- Da quanto si è detto è facile arguire
que che il Caucaso centrale è più "fitta- che la zona di maggior interesse per l'al-
mente popolat~" di alte vette di ogni altra pinista è il Caucaso centrale, non solo per
catena dcl globo! Confrontato con le Alpi, la maggiore altezza delle cime, ma soprat-
il Caucaso si distingue non solo per la mag- tutto per l'ardita e selvaggia bellezza delle
giore altezza e la maggiore "densità" delle forme >.
cime, ma anche per gli aspetti molto più (da t Erron E CASTIGLIO:>.'l )
aspri e selvagi;:i: le valli sono profondamen-
te scavate, enom1i scarpate di roccia e CLI ITALIANI NEL CAUC1\ SO
ghiaccio s'impennano con un sol ba lzo fino
agli estremi fastigi delle creste e delle cu- La storia dell'alpinismo italiano nel Cau-
spid i rocciose, creando quadri di imponen- caso inizia con la spedizione del valdosta-
te grandiosi tà. Data l'estrema ripidità dci no Hoberto Lerco che, nel lontano 1887,
pendii, i ghiacciai sono meno estesi che compì la te;,rn ascensione assoluta dell'El
nelle Alpi, ma assai pili tormentati e preci- bruz m 5633 e la seconda assoluta e pri-
pitosi, specialmente sul versan te Sud, tan- ma del versan te Sud del Kasbek m 5043,
to che con immagine assai felice il Crove avtndo per compagno la guida svizzera
aveva potuto paragonare il Caucaso all'ar- Jakob Mueller e, flno a una certa altezZl,
ch itettura gotica e le Alpi a quella romani- il russo Costantino Ccrebennikow che, col-
ca. Fanno eccezione a tanta arditezza di pito da malore in entrambe le ascensio11i
proflli gli alti cupoloni dell'Elbruz e del fn costretto a desistere
Kasbek, grandiosi coni di antichi vulcani
spenti, che si elevano isolati a Nord della
catena principale.
Il Caucaso orientale, a Est del Passo
della Croce (m 2431 ), pur contando ancora
un buon numero di cime sopra i 4000 me-
tri, ha aspetti meno aspri: alle arditissime
cuspidi rocciose succedono qui masse ar-
rotondate, erose dai torrenti che hanno so-
vente tagliato lasse della catena con pro-
fonde gole e hanno spezzato la ciclopica
muraglia in una serie discontinua cli grup-
pi isolati.
L'altezza delle cime va man mano di-
gradan do verso oriente, le forme vanno ap-
piattendosi nelle ondulazioni collinose del
Daghcstan, flno a perdersi sulle rive dcl
Caspio. L'aridità ciel clima continentale,
rende nude e deserte le vallate petrose, che
hanno aspetti simili a quelli dell'Asia cen-
trale; i ghiacciai sono ridotti alle zone più Roberlf' Lerco

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Le due ascensioni sono degne di gran- Sella riesce a scalare due vergini vette, lo
de rilievo perché compiute ai primordi del- Zikhvarga m 4115 e il Dashi Khokh m 3730,
l'alpinismo caucasico (si pensi che solo neJ che gli pcnncltono di ritrarre panorami
1868 l'inglese Freshfìeld aveva dato inizio bellissimi. La passione fotografica lo fa so-
all'esplorazione alpinistica della catena e stare sulla cresta terminale dcl vergine Fyt-
che r anno d'oro delle conquiste caucasiche narghin m 4184 senza raggim1ge.rne la vet-
- il 1888 che vide tre spedizioni inglesi ta, ma il suo spirito di alpinista si prende
mietere un gran numero di vittorie - se- la rivincita con la conquista del Burgiula
gue di un a.imo la spedizione Lcrco); e si m 4358, raggiunto il 20 agosto a pochi gior-
ponga mente alle fatiche che in quei tem- ni dalla prima ascensione compiuta da in-
pi lo scalare le montagne era considerato glesi per alt ro versante.
nel Caucaso, cosa pazzesca, se non addirit- Nel 1896 il Sella torna per la ter.ta vol-
tura contraria alla religione, tanto che per ta nel Caucaso accompagnato da Emilio
tale motivo i portatori del Lerco si rifìu- Gallo, da Erminio Botta e dal portatore
tarono di seguirlo oltre le prime pendici Secondino Bisetta. Vince, oltre allo Zuikoi
delle due montagne. Khokh m 3400, la massiccia cima dell'ine-
Due anni dopo la spedizione Lerco splorato gruppo dcl Tepli (m 4400), poi si
inizia la serie delle sue esplorazioni e ascen- porta nell'ancora poco noto gruppo <lel-
sion i nel Caucaso Vittorio Sella ch e è tut- l'Adai Khokh, indi nella valle del Songuta,
tora rimasto insuperato maestro nel campo dalla quale conquista lo Skatikom KhokJl
della fotografia di montagna, e che per que- m 4050; da questa vetta risolve gli ultimi
ste sue qualità fu scelto a compagno dal problemi sulla topografìa del gruppo. Passa
Freshfield nella prima esplorazione del poi nel gruppo del Sugan e ne conquista,
KangehendzOnga, la tena vetta del mondo dopo aspra lotta, della quale è il principale
e, successivamente, dal Duca degli Abruzzi protagonista, la vetta più elevata (m 4990)
nelle fam'ose spedizioni al Sant' Elia, al e chiude la sua ultima campagna nel Cau-
Huwenzori e al Baltoro. caso con la salita del Kum Tiube m 3770 e
Nel 1889 Vittorio Sella era accompagna- 11ell'ultima esplorazione nell'incantevole
to dal fratello Erminio (che si occupò di Svanezia, nel versante Sud della grande
operazioni geodetiche e topografiche), dal- catena.
le due guide valdost.·me Daniele ?i.faqui-
gnaz e Giovanni Cii.ardi e dai portatori Nel 1907 appare alla ribalta nel Cauca-
biellesi Bianchetti e Ganlba. so il dottor Vittorio Ronchetti, che assieme
In una dura instancabile campagna, ab- al dottor Colombo, sale per il gh iaccia io
binando lo scopo fotografico a quello alpi- Devdorak alla capanna Yermoloff dove il
nistico, vengono scalati fra gli altri, in pri- maltempo lo blocca per dicci giorni. Falli-
ma ascensione, un picco innom inato di scono due tentativi di raggiungere la vetta
4000 metri, l'arduo Ullu Auz Bash m 4690, del Kasbek, uno dci quali a poca distanza
il Chat Bash m 3821, il Leila Gora m 4084, dalla meta.
e viene effettuata la quinta ascensione del- Dalla zona del Kasbek si portano nella
\'Elbruz m 5633. Ossctìa e, dal Passo ).famison, scalano una
Il 1890 vede il ritorno di Vittorio Sella elegante vetta che verrà in seguito deno-
nel Caucaso, accompagnato dai portatori minata Honchctti KJ10kh m 3965.
Croux, Bianchetti e Gamba. Dopo un pe- Nel 1908, ecco ancora Ronchetti assie-
riodo di inazione a causa del maltempo, il me al Colombo, nella zona del Mamison
dove il maltempo frustra il tentativo di sca· scommessa e inaugurò con questa impresa
lare il Mamison Khokh. Dopo molto cam· h sua eccezionale attività di ascensioni
mino esplorativo scalano la bella Punta Co· extra·europee.
lombo m 3800 e la Punta dei Due Medici
m 3500; indi percorrono ancora numerose Dopo anni di sosta a causa degli avve·
valli, separate da alti passi, prima di rien· nimenli politici, il 1929 vede d ue spedizio·
trare in Italia. ni italiane dirette al Caucaso.
Nel 1909 il Ronchetti parte per il suo La prima è quella composta da Leopol·
teno viaggio nel Caucaso accompagnato do Casparotto, Ugo Ottolenghi di Vallepia·
dalla gu ida Bernardo Confortola. Dopo na, Albert Rand Herron e Rolph Singcr,
aver scalato il Colle Confortola m 4200, si che conquista la vergine e difficile vetta del
trasferiscono nella zona del Kasbck m 5043 Chiulcì m 4475, ultima a cedere fra le gran·
che riescono a scalare, po i, trasferitisi nella di montagne della catena. Ad accrescere
zona del ~famison , traversano un colle di la messe della breve e fortunata campagna
4ÒOO metri {Passo Ronchetti) e discendono (circa un mese) vengono per prima salite
in Valle Zcja, della quale esplorano le te· il 26 luglio da Casparotto e Vallepiana il
state glaciali. Colle e la Punta Honchetti m 4100, il 29
Nel 1910 sono compagni del Honchetti luglio il Piccolo Sugan m 3900 da parte di
il dottor Scotti e il portatore G. Morè. Si Casparotto, Vallepiana, Singer. Il 3 ago·
recano dapprima nel versante Nord del sto Herron e Singer conquistano il Colle
Chiulcì Tau; il maltempo ancora una voi· degli Italiani e la sovrastante Cima degli
ta frustra il tentativo di ascendere alla vet· 1taliani m 4200. 1n6ne il 13 agosto Gaspa·
ta Nord. Lunga traversata di passi e valli; rotto ascende per la prima volta con gli sci,
altro tentativo di ascensione in Val Zeja, la vetta dell'Elbruz m 5633.
impedito dal maltempo, altra traversata di Importanti furono anche i risultati del·
vall i e salita per il gh iacciaio Terskol verso la spedizione triestina del 1929, composta
l'Elbruz; e ancora una volta il maltempo da Andrea dc Pollitzer-Pollenghi e da Miro
impedisce di raggiungere la vet ta, arresta n· Dugan che attaccarono per primo l'Elbmz.
do la comitiva al colle (m 5268), fra le due Av\'ersati da tempo quanto mai ostile, i due
cime. riparano a 5430 m e Dugan resta a bivac-
Infine nel 1913 il dottor Ronchetti tor· care; il giorno dopo, sempre con tempo
na per l'ultima volta nel Caucaso, accompa· avverso, Dugan riesce a salire in vetta
gnato dal cacciatore di camosci Schivaloc- (m 5633) dove trova il biglietto ricordante
chi e, trovando in loco Adolf Burdenski di l'ascensione compiuta da Vittorio Sella.
Koenigsberg, i tre, per il ghiacciaio di Zeja
attaccano l'Uilpata Tau, ne raggiungono la Passando poi ali' inesplorato gruppo
cresta spartiacque che seguono, ma poco del Kayarta Bash, i due triestini lo rilevano
sotto la vetta una bu rrasca li costringe a un topografìcamente e riescono a conquistarne
penoso bivacco, e li obbliga al ritorno. la vetta principale (m 4250) e una cima
11 1913 vede anche l'ascensione del (m 4066) che essi chiamano Oerelyc Bash
Kasbek m 5043 da parte dell'ingegnere Pie· (= Cima delle Torrette); il giorno di poi,
ro Chiglione che (avendo scommesso di im· Dugan, solo, conquista l'inviolato Syryn
piegare vent i giorni partendo da Berlino a Su m 4090 e, dopo poclti giorni, sale all'An·
scalare una vetta di 5000 m nel Caucaso dursky Bash m 3989 clic però era stato
e a ritornare a Berlino) riuscì a vincere la 5calato dagli alpin isti russi nel 1914.

595
ASIA MINORE mento tra le valli interne dell'Ala Dag. Da
notare in particolare le ascensioni del De-
mirkazik m 3726, del Kakli m 36.56 e del
L'Asia Minore è costituita da un vasto Simialik.
altipiano dal quale sorgono numerosi grup- Nel campo topografico il lavoro fu del
pi e catene di montagne. La più importan- pari proficuo, poiché, mediante tre stazioni
te catena è quella del Tauro che sostiene principali e venticinque cli dettaglio, furo-
raltipiano anatolico a Sud, cioè verso il Me- no rilevati speditivamente circa trecento
diterraneo orientale e il Mar di Levante e chilometri quadrat i di terreno male o pun-
che corre con andamento sinuoso, paralle- to descritto su lle precedenti carte. Le os-
lamente alla costa fra i golfi di Adalia e di servazioni meteorologiche eseguite, la rac-
Alessandretta. Nella sua parte centrale i colta pe trografica, entomologica, le osser-
rilievi si elevano fìn oltre i 3700 metri di vazioni antropogeograflche e le ottime pre-
altezza, relativamente vicini al mare. li pili se fotografiche e cinematografiche comple-
elevato gruppo di queste montagne prende tano il quadro dei brillanti risultati cl i que-
il nome di Ala Dag sta spedizione che, partita da T rieste il 14
Verso di esso si diresse nel luglio 1955 luglio, vi fece ritorno il 22 settembre.
la spedizione triestina della Sezione dcl
C.A.L XXX ottobre - capitanata dall'inge-
gnere ?.<!:i.rio Batteri e formata dai giovani
alpinisti l nvrca, ~fojak , Crcpaz, Chiuzzelin,
IRAN
Bazo e Corsi
Il 27 luglio la spedizione, dopo varie L'Iran o Persia ha la forma , grossolana-
peripezie, pose il campo base a quota 3000, mente, di un quadrilatero maggiore al qua-
nel circo montano detto Jedi COI; dopo una le se ne unisce, all'estremità nord-occiden-
settimana ùi ascensioni di orientamento tale, un altro minore, costituito dall'Azer-
compiute in comune da tutti i componenti baigian persiano. Ad eccezione di un breve
- durante le quali fra l'altro si predispo- tratto di pianura, in corrispondenza della
sero su lle cime ometti di pietra per il suc- estremità settentrionale del Golfo Persico,
cessivo rilievo topografico e si dette inizio tutto il vasto paese (1.600.000 kmq, cioè
alle raccolte en tomologiche e petrografiche oltre cinque volte la supe rficie dell'Italia) è
che pure costituivano compiti prefissati dal- costituito da un vasto altipiano desertico,
la spedizione - la comitiva si frazionò in orlato e in tercalato da catene di mon tagne.
gruppi che avevano diverse mete nelle mon- Di queste, sono pit'1 elevate quelle dell'Azer-
tagne circostant i, a volta a volta alpinisti- baigian e soprattutto la catena dell'Elbur.i:
che, topografiche o logistiche (per rifornire che corre ~u l lato settentrionale dell'Iran,
i campi staccat i). Furono esplorate tutte le elevandosi in breve tratto dalla costa meri-
montagne della zona e il risultato dei qua- dionale del ~far Caspio e culminando col
ranta giorni di permanenza è veramente co- Demavènd m 5671, poche decine di chilo-
spicuo. Furono complessivamente compiute metri a Nord della capitale Tèheran. Jn
centosettantadue ascensioni, cinquantaset- questi gruppi di montagne Sb ne trovano
te furono le cime prima inviolate raggiun- molte che superano in altezza le più eleva-
te, furono aperte una ventina di vie con te d"Europa.
cliflìcoltà dal 4° al 6" grado e furono ese- Una lunghissima e ampia fascia di ca-
guiti una quindicina di itinerari di collega- tene con andamento generale da Nord-

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ovest e Sud-est attraversa il paese verso i Nel 19l0 Mario Piacenza salì il Dema-
suoi confini occidentali (Irak e Golfo Per- vènd.
sico) e, piegandosi successivamente in di- Nel 1930 appare sulla scena Alberto
rezione Ovest-sud-ovest Est-sud.est lam- Prosperi che effett ua una serie di scalate
bisce la parte meridionale del Golfo Per- nella catena settentrionale e, insieme ad
sico e del Golfo d'Oman, continuandosi, a Arturo Lenzima, sale il Demavènd per la
oriente, coi fasci di catene del Dalucistan prima volta dal versante meridionale.
(Pakistan occidentale). Altri rilievi inrlne Nel 1931 lo stesso Prosperi salì, da solo,
si trovano a oriente, presso i con rlni con il Totchal Kuh m 3840. Oltre a varie salite
l'Afghanistan e col Balucistan . e ffettuate nel 1932, il Prosperi, assieme al
Tutte queste mont agne sono anche oggi d ottor Licurgo Rossett i-Conti, effettuò, nel
poco conosciute e solo in teressi minerari 1933, l'ascensione alla cresta del Filezamin
hanno condotto all'esplorazione di alcune Kuh e percorse anche la cresta del Bastagh
d i esse. Inoltre, a causa della bassa latitu- Kuh (m 3700.4000).
d ine, sono q uasi sprovviste di ghiacciai. I
pochi e piccoli es istenti furono resi noti Nell'estate di quello stesso anno 1933
appena nel 1933 dalla sped izione italiana ebbe luogo la Spedizione italiana ai !\fonti
cli cui si farà cenno in seguito. Comunque della Persia, organizzata fra soci della Se-
l'interesse alpinistico che presentano que- zione di Milano del C.A .I. e del C.A.A. l.
ste montagne è inferiore a ciò che si po- e composta da Leonardo Bonzi, Ardito
trebbe desumere tenendo solo conto della Desio, Gaetano Polva ra, Vittorio Ponti, Al·
quota di esse. Unica eccezione è costituita berto Prosperi e Paolo Righ ini, con lo sco-
dal Demavènd che, sia per la quota ele- po di effett uare una esplorazione alpini-
vata, sia per la vicinanza alla capitale del- stico-geografica nelle catene occidenta li
l'I ran, ha attratto gli alpin isti persiane, diramandosi da Isfahàn verso
O vest e verso Sud. Il viaggio di andata e
La prima salita accertata è quella dcl cli ritorno dall"ltalia a Teheran fu effettuato
Kotschy nel 1843, alla quale ne segu irono in aereo.
poche altre (fra le quali una compiuta da Bonzi e Prosperi si distaccarono per
un Castelli, certamente di origine italiana). esplorare i monti di Zamistani, mentre il
f:: da notare però che nel 1862 - cioè un g rosso della spedizione si diresse alla ca-
anno prima della fondazione del C.A. L - tena dello Zardeh-Kuh . La pattuglia alpi-
fu compiu ta l'ascensione del Demavèncl n istica Polvara-Pont[ in appena otto gion1 i,
da una spedizione italiana di cui facevano compreso un ritorno al campo base per
pa rte il prof. De Filìppi, il marchese Doria rifornirsi, percorse tutto il crinale, sca-
(che però non riuscirono a raggiungere la lamlo fra \"altro l' Hàftanon m 4230, rAto-
vetta), dal ca pitano Clemencic, dal signor bckì m 4008, e il Kuh\ ng-ci m 4286, men-
Centurioni e dai professori Lessona, Ligna- tre Desio e Highini effettuavano un rilievo
na, Orio e Ferrati. Quest'ultimo anzi effet- topograrlco speditivo e raccoglievano dati
tuò la misurazione altimetrica della mon- geologici e naturalistici, non trascurando
tagna, detenninandone la quota in m 5671, le ascensioni. Essi salirono alcune cime in·
tuttora accettata. nom inate quotate m 3846, 3799, 4073, 4040
e 3765 e traversarono, per gli spigoli Ovest
Seguirono lunghi decenni di assenza ed Est, una cima piramidale di m 4059,
degli italiani dai monti della Persia cui imposero il nome di Cima Italia

597
Intanto Bonzi e Prosperi percorrevano colannente nel gruppo dell'Alam Kuh, che
tutta la cresta della catena dello Shahàn ne costituisce la zona alpinisticamente più
Kuh ascendendone la vetta più elevata, interessante e, trovandosi n circa 160 km
indi scalarono il Oast Selìd m 4000 e rag- da Tèhcran, è anche abbastanza accessi-
giunsero in prime ascensioni le elevate cime bile. 'I!: costituita da un gruppo di monta-
del Kuh-i-Lazàrd, del Balisht e del Kuh-i- gne di tipo granitico che contengono an-
Ràng. che dei ghiacci; esse culminano nell'Alam
Indi tutti si riunirono al campo base Kuh {= Cima del Mondo) m 4854 e nel
della spedizione, alle sorgenti del fìume Tak-i-Solciman {= Trono di Salomone).
Karùn, dal quale la spedizione rientrò a La spedizione, guidata cbll'ingcgnere
Isfahàn il 22 agosto. ~fa.rio Bottcri e composta da Bruno Cre·
Successivamente Bonzi e Righini si di- paz, Walter Mejak, Gregorio Invrea, ai
rigevano al Sud, verso il Fàrsistan, al gnip- quali si aggiunse per qualche giorno l'alpi-
po del Kuh-i-Oinàr, del quale scalarono, nista iraniano Mohamed Amin Kardan,
con qualche difficoltà, le cinque maggiori pose il 13 agosto il campo base a m 3800
vette della catena, che si aggirano sui 4500 sulla morena del ghiacciaio di Nord-e.~t e
m di altezza, mentre il resto della spedi- successivamente un altro cam po a quota
zione rientrava a Tèheran e ascendeva il 4200, sul ghiacciaio Nord-ovest. Nel breve
Oemavènd m 5671 per il versante ovest. giro di una settimana furono eseguite le
La spedizione rientrava in volo a :\fi- seguenti ascensioni: 14 agosto, Siak Ka-
lano il 10 settembre, dopo esserne partita, man m 449-2, salito da Batteri, Crepaz, Jn-
sempre per via aerea, il 26 luglio: in qua- vrca e Kardan per lo sperone ovest (2°
ran tasette giorni era stato compiuto certa- grado); Chaloon m 4509 raggiunto dagli
mente un buon lavoro, considerando an- stessi per la cresta Nord; l6 agosto, Takt-i-
che che, oltre alle ascensioni compiute, Solciman m 4654, vinto dagli stessi in pri-
erano stati.eseguiti rilievi speditivi, erano ma ascensione per il canalone orientale del
stati scoperti piccoli ghiacciai preced ente- colle Nord e per la cresta Nord, incon-
mente sconosciuti in territorio persiano cd trando difficoltà di roccia e di ghiaccio;
erano stati compiuti studi geo-morfologici 17 agosto, Chanc Kuh m 4456, raggiun to
di regioni pochissimo note. da Bottcri, Crepaz, In vren; 18 agosto, Pic-
colo Alam Kuh m 4450 salito dagli stessi
li 30 e 31 ftgos to1956 il Demavènd fu per la parete Est in prima assoluta con
scalato dal professore Riccardo Morandini, difficoltà di 3° grado; Dito cli Dio m 4635,
della Sezione di Firenze del C.A.T., che si torrione di 2.50 m con difficoltà di 4° su-
trovava nell'Iran in missione, quale esperto periore, vinto dagli stessi in prima ascen-
della F.A.0. Egli effettuò l'ascensione da sione assoluta; Alam Kuh m 4854 salito da-
solo per il versante Sud-ovest non incon- gli stessi; l9 agosto, Kersan T m 4525 sca-
trando alcuna difficoltà alpinistica (tranne lato da Bolteri, Crepaz, Invrea e Mcjak in
un breve tratto cli 3° grado), ma dovette prima ascensione e seconda assoluta per la
bivaccare, stante la lunghezza del percorso cresta Nord; Kersan TI m 4528 raggiunto
dagli stessi in prima ascensione assoluta;
Una spedizione di breve durata {fine 21 agosto, Takt-i-Solciman m 4654, vinto
luglio-primi settembre 1957) fu organizzata da Botteri e Mejak in prima ascensione per
dalla Sezione X.XX Ottobre di Trieste nelle la cresta Est, con difficoltà di 4° grado su-
montagne della catena dcll'Elburz, parti- periore; 29 agosto, Dcrnavènd m 5671 , sa-

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lito da Crepaz, Invrea, ~ l ejak e Kardan arcuato verso Sud. I suoi lim iti sono net-
per la cresta Est. tamente segnati dai solchi profondi di due
Questi, schematicamente, i brillanti ri- dei maggiori fiumi indian i, l'Indo e il Bra-
su ltati della spedizione triestina, con la maputra, che con le loro lunghe anse paio-
q uale si chiude a tutt'oggi (1962) l'attività no avvolgere in un im menso amplesso lo
alpinistica italiana nell'Iran. intero fascio di catene. Essi infatt i hanno
le loro sorgenti su ll'altipiano tibetano a
breve d istanza l'un dall'altro e corrono
lungo tratto in direzione opposta, fiancheg-
giando sul lato settentrionale la catena hi-
HIMALAYA E malayana, fino ad aprirsi il varco con due
KARAKORUM strettissime gole attraverso la formidab ile
barriera di monti e a sfociare verso Sud
nella pianura Indiana e nell'Oceano. Que-
CÉNNO JN1'ROD UT'/'J VO sti due fi umi dunque, insieme al Cange che
fiancheggia la catena sul lato meridionale,
e Come la cerchia alpina si eleva a circondano interamente il sistema h imala-
guisa di colossale bastione attorno alla yano e ne raccolgono tutte le acque di en-
pianura del Po, delim itando nel modo più trambi i versanti. Sicché, pur con la sua
netto la penisola italiana, così il sistema altitudine eccelsa, l' Himàlaya non forma
dell'I-l imàlaya, Karakorùm e ll indukush si - come si potrebbe credere - lo spar-
spiega con un'ampiezza almeno tre volte tiacque tra i mari del Sud e i grandi bacini
maggiore attorno alle pianura delrlndo e interni dell'Asia centrale, ma si trova tutta
del Cange, separando la penisola indiana compresa nel bacino idrografico clell'Qcea-
dal corpo dcl continente asiatico. E come no Tndiano: la linea spartiacque giace in-
le Alpi si ergono ripide dal lato meridio- vece alquanto pili a Nord sulle catene mol-
nale sopra la pianura, mentre sul versante to meno rile\'ale del Transhimàlaya
opposto digradano più lentamente con una Se lo spartiacque h imalayano non se-
serie di pieghe parallele verso le più blande para due mari contrassegna tuttavia un
ond ulazioni dell'Europa centrale, così l' Hi- importante limite fra due zone climatiche.
màlaya domina le ricche pianure dell' lndfa dividendo le ubertose pianure dell'India
con dislivelli di 600().8000 metri, mentre dai desolati altipiani tibetani. I monsoni
verso Nord si appoggia con una serie di infatti - i venti periodici esli\'i, che rove-
catene parallele agli sterminati altipiani sciano sulle pianure indiane le loro piog.~e
tibetani, anch'essi elevatissimi. L'analogia benefiche - cozzando contro lalta e gelida
fra le due catene montuose è spiegata dal barriera montuosa si scaricano di tutta la
fatto che la loro fonnazione è coeva e rela- loro umidità e proseguono poi secchi e
tivamente re<:ente : entrambe infatti appar- con attenuata violenza \•erso il T ibet. Per
tengono a quell'immane corrugamento del- conseguenza si hanno precipitazioni co-
la superficie terrestre, che si stende, pur piose su tutto il versante Sud dell'Himà-
con rilevante d iscontinuità, attraverso buo- laya (e specialmente nel settore orientale,
na parte del continente eu ro-asiatico. più ravvicinato al Golfo del Bengala), valli
Più che una catena unitaria l'l-limàlaya profonde, vegetazione lussureggiante e
è un gran fascio di catene, che si stende ghiacciai molto sviluppati, che scendono
per 2500 km da Ovest a Est, leggermente fino a un livello assai basso (m 3700), rela-

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tivamente alla latitudine di queste regioni. ciare l'intero sistema dei monti, poiché
Il versante Nord, invece, ha caratteristiche buon tratto della catena è fìancheggiato
climatiche eminentemente continentali con sul versante Nord dalla vallata dello Shak·
scarse precipitazioni e forti sbalzi cli tem- sgam affiuente dell'Yarkand che scende
peratura, con alte vallate aride e piatte, verso i deserti ciel Turkestàn. 11 Karakon'1m
con ghiacciai relativamente poco estesi e segna dunque lo spartiacque tra il bacino
pendii rocciosi talvolta spogli di neve an- dell'Oceano Indiano e i grandi bacini in-
che alle maggiori altitudini. temi dell'Asia centrale, come pure costi-
Notevole pure la simmetrica regolarità tuisce il limite naturale tra la regione
del sistema himalayano. Alle du.e opposte indiana (Kàshm ir) e il Turkest:\n Cinese
estremità, due colossali massicci si elevano (Sing-Kiang). Quanto ad altitudine il Ka-
quasi isolati come due poderosi pilastri a rakorùm ben può gareggiare con lo stesso
sostegno della lunga catena: il Nanga Par- Himàlaya, poiché la sua massima velia
bat m 8115 ad Ovest, sopra l'ansa dell'Indo - tuttora innominata e comunemente de-
e il Namcha Barua m 7755 ad Est, sopra signata con la sigla topografica K 2 - coi
quella del Bramaputra. All'infuori di que- suoi 8611 m di altitudine, si pone al se-
ste, le vette più alte dell'Hirm\laya sono condo posto, dopo l'Everest, nella grad ua-
lulle raggruppate nel settore centrale della toria delle cime più elevate della Terra
catena, ove si contano non meno di nove Anche nel Karakorùm i maggiori colossi
cime superiori agli 8000 m e almeno un sono raggnippati nel nodo centrale della
centinaio tra i 7000 e gli 8000 m >. catena, ma non mancano i e settemila >
pure negli altri settori. Da notare che alla
catena principale si affianca una seconda
catena, discontinua ma altrettanto elevata
e grandiosa: tra le due si interpone un
e l i sisJema himalayano ha la sua na- profondo solco vallivo, quasi interamente
turale con tinuazione nella catena del Ka- occupato da lunghi ghiacciai.
rakon'un, che dal limite occidentale degli Caratteristica del Karakorùm, oltre alla
altipiani tibetani si spinge verso Nord- estensione dci ghiacciai, è l'incomparabile
ovest fino a saldarsi al grande nodo oro- arditezza dei suoi monti. Lo stesso K 2 si
grafico dei Pamiri. La profonda vallata erge quasi isolato con creste e fianchi così
dell'Indo separa le catene del Karakorùm ripidi su ogni versante, da rassomigliare
da quelle dell'Himàlaya occidentale, che a un gigantesco Cervino rivestito di ghiac-
corrono quasi parallele da Nord-ovest a ci. E ai massicci grandiosi e complessi,
Sud-est. L'estensione del Karakorùm rima- come il gruppo dei Càsherbrum, il Broad
ne però di molto inferiore a quella dell' Hi- Peak, il ~1àsherbrum, ecc. che in nulla
màlaya, poiché tra l'ansa dell'Hunza e quel- cedono pe r imponen?. a ai colossi himala-
la dello Shayok (entrambi afiluenti dell'In- yani, si accompagnano qui poderose for-
do) non intercorrono più di 400 km in linea mazioni torreggianti (Torre Mustagh, Torri
d'aria del Trango, Guglie dei Kiaveri), che ricor·
Anche la catena principale del Kara- ciano con propor.doni ben maggiori le biz-
korùm - a somiglianza dcll'llimàlaya - zarre ed eleganti architetture delle nostre
è dunque compresa e nettamente delimi- Alpi. f.; facile comprendere da tutto ciò
tata alle sue estremità dalle anse di due come il Karakon'm1 possa esercitare sullo
fiumi. Ma questi non giungono ad abbrac- esploratore e specialmente sull'alpin ista un

600
fascino forse ancora maggiore di quello anglo-indiano, mai chiuso a spedizioni alpi·
dell'l-Iimàlaya ». nistiche.
Tuttavia anche allora l'organizzazione
(da t E-rroiu: C11sT1CLJ0:-<1)
di carovane era difficoltosa e onerosa per
mancanza di strade rotabili e per tali ra-
Non potendosi in questo capitolo trac- gioni si sono avute ben poche spedizioni
ciare un quadro completo della storia alpi- alpinistiche in questo tratto. Brillante CC·
nistica dell'Himàlaya-Karakorùm, ci si li- cezione è costituita dalla spedizione di
mita a indicare le caratteristiche generali ~far i o Piacenza, del 1913, che raggiunse
prima di passare alla cronistoria delle spe- la vetta del Kun m i0i7
dizioni italiane in quelle region i E; da notare che, fino alla cessazione
Int anto occorre premettere - per q uan- del dominio inglese, il Kàshmir rappre-
to ha attinenza specialmente all'Himii.laya sentò la via ·obbligata di accesso al Kara-
- che la storia alpinistica d ipende soprat- korùm e qu indi le spedizioni dirette a
tutto da due fattori: le d iverse att rattive quest'ultima catena, lo attraversarono in
dei vari tronchi nei quali si può suddivi- ogni senso. Viceversa attualmente, in con-
dere la catena e la possibilitù di accesso seguenza dello stato di armistizio esistente
agli stessi. Possibilità di accesso che, a sua tra l'India e il Pakistan, chi intende recarsi
volta, dipende, sia dalle maggiori o minori nella parte del Karakorùm sotto il con-
difficoltà logistiche e organizzative che si trollo pakistano (cioè fino a tutto il bacino
presentano, sia alla inaccessibilità di alcune del llaltoro) deve recarsi in volo a Rawal-
regioni per ragioni politiche pindi a Skardu, mentre per l'accesso al
Sotto questo punto di vista possiamo Karakorùrn orientale (bacini di Syachen e
dividere la grande catena himalayana in dcl Rimu) sotto con trollo indiano, oltre alla
cinque sezioni e cioè da Ovest a Est via aerea, sono utilizzabil i le vecchie e
lfimàlllya Kllslimi.rfr1no, compreso fra l'I n- lungl1e carovaniere del Kàshmir-La<làk
do (col Nanga Parbat che costituisce il A oriente del Kàshmir - e precisa-
pilastro occidentale della grande catena) e men te tra il fiume Sutlej e il confine occi-
il fiume Su tlej (pron. Sutlègg); sono circa dentale del Nepàl, e fra la pianura ind iana
700 km, nei quali, nel fascio di catene ele- verso Sud-ovest e il confine tibetano a Sud-
vantes i dall'Altipiano kashmiriano e al di est - si estende il distretto del Garhwal,
fuori del citato Nanga Parbat, ultimo 8000 per una lunghezza massima che non rag-
verso occidente, poche vette raggiungono giunge i 400 km
e sorpassano i 7000 metri di quota. Pre- La vicinanza della pianura indiana ne
sentò maggior interesse in passato, quando rende brevi gli approcci (bastando risalire
i tempi non erano ancora , maturi per l'as- le valli del Jumma e del Cange che hanno
salto agli 8000 (ricordiamo però che il pri- le loro sorgenti in questo set tore) e le nu-
mo attacco mosso dal !\fommery al Nanga merose vette superanti i 7000 metri, costi-
Parbat, conclusosi con la tragica fine dello tuirono incentivo all'organizzazione di nu-
stesso Mumrnery è del 1895). Questo re- merose spedizioni che vi compirono audaci
moto attacco a un «ottomila ,, si spiega imprese.
con il fatto che il i\fonga Parbat e il Kang- IHcordiamo la conquista del Trisul
chendzOnga sono gli unici due « ottomila , m 7135 riuscita nel 1907 all'inglese Longs-
di più breve accesso e per l'attacco dei taff con le guide Alessio ed Enrico Brc>-
quali si doveva passare solo dal territorio cherel di Courmayeur; quelle, pure van to

601
di inglesi, del Kamet m 7755 awenuta grandi centri indiani. L'essere sempre stato
nel 1931 e del Nanda Devi m 7820 del aperto agli europei, il possedere anche
1936; queste due ultime, anzi, segnarono una cittadina (Darjeeling) che è divenuta
le vette (non la maggiore altitudine) più il maggior centro alpinistico himalayano,
elevate raggiunte prima della seconda la possibilità di org:lnizzare da questo ter-
guerra mondiale. ritorio anche spedizioni ( leggere>, valen-
Dopo il Garhwal, proseguendo verso dosi delle famose « tigri > (i migliori fra
Ol'iente, troviamo il Nepiil, compreso tra i cosiddetti sherpas) hanno fatto si che da
la pianura indiana ,a Sud, il Tibet a Nord queste zone partissero numerose spedizioni
e il Sikkìm a Est. !!: uno stato indipendente, di alpinisti, che raccolsero vittorie in gran
prettamente montuoso, con pochissime e numero
brevi rotabili, nel territorio del quale giac- Ultimo settore himalayano verso orien-
ciono la maggior parte dei colossi hima- te è quello che, partendo d:ll confine orien-
layani, o almeno ne sono situati ai confini tale del Sikkìm, attraverso la stato del Bu-
A eccezione infatti del Cosaithàn (meglio thàn e le montagne a Nord dcll'Assàm
detto in tibetano, Shisha Pangmà m 8013, raggiunge l'ansa dcl Bramaputra
perché interamente giacente nel Tibet), Chiuderemo questo breve cenno sulle
ben otto dei quattordici « ottomila> hanno caratteristiche del più grande complesso
almeno un versante nepalese (Everest me- di montagne della Terra col Karakonìm
tri 8840, KangchendzOng:a m 8579, Makàlu Pur essendo questa catena di m011ta-
m 8470, Cho-Oyu m 8153) o sono posti gne più interna rispetto a quelle ora viste,
interamente nel Ncpàl (Lhotsè m 8051, l'arditezza delle sue cime, i grandi com-
Dhaulagiri m 8167, Ma1rnslu m 8128, An- plessi glaciali, dai quali queste si elevano,
napuma m 8075}. attrassero gli alpinisti da gran tempo, a
Fino alla fine della seconda guerra mon- ont:l delle enonni difficoltà organiu:lti\'e
diale il Nepàl rimase chiuso agli occiden- che le spedizioni dovevano incontrare. i\fa.
tali, sicché i maggiori colossi himalayani si trattava di addentrarsi nel cuore della
non si potevano attaccare dal suo territo- catena montuosa più selvaggia compren-
rio; ragione per la qu:lle molti assalti al- dente una serie di ghiacciai (Chogo Lung-
l'Everest p:lrtirono d:ll vers:lntc Nord, tibe- ma., Hispàr, Biafo, Baltoro, Syachen e Hi-
tano, e al Kongchendzonga dal Sikkim. Do- mu), fra i più vasti della Terra di quelli a
po il secondo conflitto mondi:lle, viceversa, tipo alpino, lunghi decine e decine di chi-
la situazione si è capovolta: chiuso l'ac- lometri, perciò più lungi di quell i dell'Hi-
cesso al Tibet agli occidentali, si è aperto màlaya; si potevano dall'alto bacino del
invece per questi il Nepàl. E così si sono Baltoro, attaccare ben quattro ( ottomila> :
potuti vincere i colossi dell'Himà1aya cen- K 2 m 8611 (la seconda vetta del mondo
trale a eccezione dcl tibetano Shisha per altezza), Broad Peak m 8047, Càsher-
P:w gmà brum II m 8035, Càsherbrum l o H iddcn
Procedendo Invece verso oriente, dopo Peak m 8068, che sono racchiusi in line:l
il Nepàl, si trova il Sikkìm, breve cuneo d'aria, nel giro di pochissime decine di
che si insinua, partendo dalla pianura in- chilometri.
diana, fra il Nepàl e il Bhutàn, raggitm- Per queste ragioni il Kar:lkorùm è un:l
gendo la fronti era tibetana. Per esso passa delle regioni montagnose extra-europee
la carovaniera più agevole per congiun- maggiormente esplorale e, quel che forse
gere Lhasa, la santa capit:lle del Tibet, coi più conta, meglio descritta cartografica-

602
CRONOLOGIA DELLE CONQUISTE DEGLI "OITO:\HLA "

d·~ I Nome Al~~rn I Ubicazione I d~i~S:J\! Primi salitori


- -- - - - -

I N~àl
1 Anna puma &J75 francese H erzog e Lachena\
2 Everest 8840 Nepàl-T ibet inglese E. Hillary-Tensing Norkey
3 Nanga Parhat 8125 Kàshmir austro.tedesca H. Buhl, solo I :J.7-1953
4 K2 8611 K.1r:ikorùm italiana A. Compagnoni - L. Lacede!li

5 Ch~yu 8153 I Nepà\·Tibct austriaca Tichy, JOch!er e Pasang


6 Makà!u 8470 Nepill·Tibet francese J. Couzy o L. Terr:iy
francese J. Franco, C. )!. lagnone, Cyalzcn Norbu
frnnccse J. Bouvicr, S. Coupé, P. Leroux, A. Viala11e
8579 Nepàl·Sikkìm inglere C. C. Band - J. Brown 25..5-1955
§ 7 1 """''hoodoo"g"
inglese N. D. H ardie - Streather 26-5-1955
8 M:maslu 8128 Nepàl·Tibet giapponese Jmanishi - Gyaltzen
8840
giapponese Kato - Higeta
9 Lhotsè Nepà!-Tibet svizzera E. Reiss - F. Luchsinger
85Ql
Everest (2':uc.) Ncpà!·Tibet svizzer.1 E. Schmicd - J. Marmct
Everest (3'asc.) 8840 Ncpàl-Tibet svizzera A. Reist ·H. vo11 Cu11tcn
10 I Gàshcrbrum il 81)35 Kar:ikorùm austriaca J. March- F. )!.forawce-J. Wìllenbart
BroodPea.k 8047 Kar:ikorùm austriaca H. Buhl, K. Dicmbergcr, H. Schmuck, F. Winterstellcr
Càsherbrum l 8IJ6ll Kar:tkorì>m americana I'. Schocnins; - A. K.1uffman S.7-1958
(Hiddcn Peak)
13 I Dhaulagiri 8222 Nepàl svizzera D. Diener, E. Forrer, E. Shelbert, K Diemberger, 13-5-1960
Nima Dorjee, Nauan1:: Dorjce
M. Vaucher, H. Weber ""5-1900
14 I Shisha Pangmà 81)13 I T ibet i mai tentato
mente. Questo anche perché gran parte precedenti, sicché - per dirla con una feli-
delle spedizioni succedutesi in questa re· ce espressione del generale Hunt, capo del-
gione, si proposero molteplici com piti scien- la spedizione inglese che conquistò l'Eve-
tifici e posero fra questi in primo luogo il rest - ogni spedizione è salita sulle spalle
rilievo dei loro campi d'azione. della precedente. Man mano, infatti, che
Vi sono zone del Karnkon'un che pos- le spedizion i si moltiplicarono, si acquisiro-
siedono una cartografia fotogrammetrica no preziose cognizioni sull'equipaggiamen-
molto più accurata di quella di tanti Stati to, su l vestiario, sul materiale da campo,
perfino europei sull'alimentazione e in genere sulla fìsiolo-
t per noi motivo di altissimo orgoglio gia dell'uomo alle altissime quote. Non so·
il considerare quanta parte nell'esplorazio- lo: con alto senso sporti vo, quasi tutte le
ne di questa remota e imponentissima re- spedizioni che non erano riuscite a scalare
gione hanno avuto gli italiani e come essi una di queste grandi montagne, mettevano
vi abbiano colto due fra le più smaglianti a disposizione dci successivi assal itori (qu a-
vittorie dell'alpin.ismo: la conquista del K 2 si sem pre di altre nazionalità, si not i), foto-
m 8611 e quella del Gàsherbrum TV me- i:,.rrafie, rilievi cd erano larghe di consigli
tri 7980. anche sul periodo di te mpo e sugli itinerari
da seguire
L'esame della tabella di pag. 603 ci In una parola non si andava più verso
pennette di fare qualche osservazione. In- l'ignoto come nel caso delle prime spedi-
nanzitutto quella che a tutt'oggi (1963) ri- zioni, ma le montagne da attaccare erano
mane inviolata una sola ''Cita superiore agli già conosciute dagli assalitori prima della
80(X), il Gosaithàn o Shisha Panwnà m 8013; loro partenza dalla madrepatria. li che ri-
ma occorre dire subito che ciò è dovuto non produceva il caso già verificatosi per molte
a difficoltà di carattere alpinistico, ma uni- delle maggiori vette alpine, e consen tiva a-
cmnente al fatto che tale cima, giacente in gli attaccan ti di avventurarsi con uno stato
territorio tibetano, cioè attualmente sotto d'animo assai più sereno di quello dei pio-
il dominio cinese, ha l'accesso precluso, nieri
per ragioni politiche, agli alpinisti occi- Si può osservare anche che, dal 1955 in
dentali e giapponesi. clic si sono dimo- poi, alcune di queste supreme monta-
strati più att ivi specie in questi ultimi gne sono state calcate insieme o a ondate
anni. di assalti successivi, da vari alpinisti. Proba-
In secondo luogo Quella che nel giro di bilmente questo fatto è dovuto alla possibi-
dieci anni, meno qualche giorno, sono state lità, sfruttando per l'approccio il mezzo ae-
calcate da piede umano, tutte le tredici vet· reo e successivamente l'automezzo, di ridur-
te, superiori agli 8000 m assa\tabiH, molte re al minimo questo periodo, così lungo
delle quali avevano resistito a reiterati at- quando non si poteva usufruire di tali mez.
tacchi, quali l'Everest, il K2, il Kangehcnd- zi di trasporto.
;r.ònga, il Nanga Parbat, il Dhaulagiri, du- i!: ancora da notare che ormai anche nel-
rante i quali mieterono numerose vittime le altissime zone himalayane esistono degli
Come è sta to possibile, allora, questo uomini, allenatissimi per le più alte impre-
succedersi di successi così brillanti nel giro se, che non solo hanno appreso la tecnica
cli due lustri? La risposta è una sola: pe rché al pin istica, ma hanno in pili occasioni di-
questi successi sono stati ottenuti sfruttan- mostrato di a\·ere om1ai inculcata nel san-
do la preziosa esperienza delle spedizioni gue la passione pe r l'ascesa. Fenomeno, an-
che questo, che trova un perfetto parallelo Nel 1892 sir Martin Conway organizza
nella formazione delle guide nelle Alpi. la prima grande spedizione nel Karakorùm
l nfìne un altro riferimenti con le Alpi esplorandone, per primo, i grandi ghiacciai
si può fare in questo senso: terminata la interni, specialmente il Baltoro, conquistan-
conquista delle vette pili elevate, si è già do fra l'altro il Pionecr Peak m 6889, oltre
passati all'allacco di cime più basse (se di ... a numerose altre vette, alcune delle quali
basse si può parlare per vette superan ti i assai ardue. TI Conway non esitò a dichia-
7000 m di quota), ma che presentano diffi- rare che il successo della spedizione fu do-
colt à maggiori. Occorre considerare che la vuto in massima parte alla presenza nella
tecnica al pinistica ha fatto enonni progress i stessa della guida Mattia Zurbriggcn, na-
se al giorno d'oggi è possibile trovare uomi- tivo di Saas nel Vallesc, ma trasferito a ~ l a­
ni che a q uasi ottomila metri di quota, co- cugnana dall'età di due anni e che si consi-
me i nostri BonatU e Mauri su l Càsherbrum derava figlio adott ivo della nostra terra. Ri-
IV sanno vincere difficoltà di 5° grado vedremo ancora nel corso di questa esposi-
zione il nome di q uesta famosa guida.

Sullo scorcio del secolo XIX, precisamen-


C LI ITA LIAN I NE l... l.,'J-1 / MALAYA
te nel 1899, troviamo il nostro Vittorio Sella
E NE I... KAIV\ KO IWM
che, col fratello Em1inio, l'aiuto fotografo
SECOLO XI X Erminio Botta e la guida Ange Maquignaz

Prescindendo dai missionari che già da


secoli si spinsero in India, in Cina e nell'A-
sia centrale, attraversando le grand i catene
di montagne, fra i primi esploratori che fu-
rono anche alpinisti, troviamo già nel secolo
scorso, alcuni italiani.
Hicordiamo il marchese Osvaldo Roere
di Cortanze, che stabilitosi sulle pendici
dell'Himàlaya occ identale fra il 1853 e il
1875, compì numerosi viaggi att raverso il
Kàshm ir, il Baltistàn, le valli dell'Hunza e
di Cilgit, il Lad:ìk, spingendosi attraverso
il Karakorùm-la m 5574 fìno nel Sing-Kiang
(Turkest:ìn Cinese).
Nel 1878 troviamo il duca Giulio Cra-
zioli della Hovere, capo di una spedizione
cui faceva no parte suo fratello e un gruppo
di portatori, che in circa sei mesi percorse
gran parte del Kàs hmi r, valicando sei passi
d i quota superiore a 5000 m, e che si spi nse
fìno al lago Pang-Kong nel Tibet
Dopo questo avventuroso viaggio lo
stesso duca si recò nel Sikkìm per poter con-
templare l'Everest e il KangchendzOnga. V/l/orio Sella

605
di Valtournanche accompagna il Freshfìeld m 6880 che gli danno il nome. Sul Lungma
e il geologo Garwod nell'esplorazione del la signora Workmann, assistita dal portato-
KangchendzOnga, durante la quale viene re Lorenzo Petigax si ferma, mentre il dot-
effettuato il circuito completo della grande tor Workmann prosegue con le guide verso
montagna. Il Sella la ritrae da tutti i versan- il Pyra mid Peak m 7450, arrestandosi però,
ti in una serie stupenda di fotogmfìe, dive- per l'ora tarda, a quota 7130 che costituì
nut e oramai classiche. il primato d'altezza raggiunto dall'uomo.

Ancora nel 1899, durante la seconda Siamo nel 1005, nel Carhwal, uno dei
spedizione al Karakorùm dci fomosi alpini- settori alpinistici più interessanti dell'Hi-
sti ed esploratori americani, i coniugi Bul- màlaya. Il famoso esploratore alpinista in-
lock-Workmann. lo Zurbriggen, ingaggiato glese T. C. LongstalJ - ingaggiati i due
come guida è elemento determinante per fratelli Alessio cd Enrico Brocherel di Cour-
ripercorrere, dopo sette ann i trascorsi dalla mayeur come guide e dei quali ebbe a tes-
spedizione Conway, il grande ghiacciaio sere in seguito le più ampie lodi - si pro-
Biafo e per la conquista del Como di Sieg- pone per primo obbiettivo l'ascensione del
friccl m 5670, del i\•I. Bu llock-Workmann Nanda Devi; giunti al passo Nanda Devi
rn 5930 e dell' Hoser Gang m 6400. rn 5822, Longstaff rinuncia a proseguire
per l'itinerario scelto dalle due guide (e che
fu poi seguito nel 1939, dalla spedizione
NEL PIUMO 1900 FINO polacca che raggiunse la vetta). Successiva-
ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE mente viene attaccata la Nanda Kot m
6865 ma, a soli 150 metri dalla vetta, a c:m-
Ed eccoci, agli albori dcl secolo attuale, sa delle \!alanghc, vi deve rinunciare.
nel 190"2, alla campagna dei Bullock-Work- Dopo un'esplorazione ... furtiva nel grup-
mann che si propose di esplorare il grande po nepalese del Nampa m 7118, la spedizio-
ghiacciaio del Chogo Lungma e i suoi nu- ne passa nel Tibet e si porta ai piedi del sa-
merosi aflluenti, nel Karakon'nn centrale. li cro Cu ria Mandata m 7727 che viene salito
tempo fu inclemente e impedì di compiere fino a m 7200. Qui una valanga trascina la
grandi imprese alpinistiche. Tuttavia, mer- cordata per oltre trecento metri e dopo,
cè il valido aiuto di i\lattia Zurbriggen, gui· nonostante l'insistenza delle guide, Long-
da e del portatore Giuseppe Mueller, pure staff decide la ritirata.
di Macugnaga, furono raggiunte quattro La campagna si chiude con il rientro
cime alla testata del ghiacciaio e fu salito il nel Carhwal e l'esplorazione del Trisul
difficilissimo Passo Bhayakara m 5871. m 7135 nel e santuario > da cui nasce il
li successivo 1903 vede la coppia Bul- Gange, dominato dal Nanda Devi.
lock-Workmann tornare sui luoghi della
campagna precedente per completare la co- Nel 1906 i Bu\lock-Workmann sospen-
noscenza del bacino del Chogo Lungma. dono l'esplorazione nel Karakorùm per de-
Questa volta sono ingaggiati come guide dicarsi all'Himàlaya kashmiriano, precisa-
Giuseppe Petigax e Cipriano Savoye, as- mente al massiccio del Nun Kun, e questa
sieme al portatore Lorenzo Petigax - figlio volta la pattuglia dei valdostani, al seguito
di Giuseppe - tutti di Courmayeur. Alla dei due americani, è assai numerosa. Oltre
testata del grande ghiacciaio vengono sca- alle gu ida Cipriano Savoye, troviamo i por-
lati il M. Chogo m 6550 e il M. Lungma tatori Ernesto Bareux, Ferdinando Berthod,
Cesare Chcnoz, Alessio Crou.1;, Ferdinando Matteo Koncza, ne eseguiva il rilevamen-
~folica e Adolfo Hey. li giro di quasi un to dell'intero bacino di circa 600 kmq, spin-
centinaio di miglia attorno al grande nms- gendosi fino a 6CXlO m di altezza e raggiun-
siccio dcl Nun Kun è soprattutto esplorati- gendo, alla testata, il passo Hisp:lr (spar-
vo, ma anche la parte alpinistica è notevo- tiacque tra questo ghiacciaio e il Biafo), e
le, poiché vengono scalate due vette inno- piantandovi il tricolore italiano. La secon da
minate alte rispettivamente 58 15 e 6270 parte della sped izione {Bullock-Workmann
metri, oltre il Pinnacle Peak m 6950, sul e le guide valdostane) nel frattempo, risa-
quale la signora \Vorkmann conquistava il lito il ghiacciaio ll ispàr, poté scendere per
record femmini le di altezza. il ghiacciaio Diafo ad Askole, nel Baltist:ln .
Nel 1907 il Longstaff con due compagni Avendo un carattere eminentemente esplo-
inglesi, le due guide .Brocherel e la guida rativo, la spedizione trascurò quello alpini-
svizzera Moritz lnderbinnen, torna nel stico, limitandosi ad ascendere due cime
Carhwal, trova lentrata dcl e santuario » secondarie di 5800 e 6500 metri.
del Nanda Devi per il Passo Bagini m 6125
e, ritornatovi con approvvigionamenti, rie- Sorge con il 1009 il periodo delle grandi
sce a scalare la vergine vetla del Trisul spedizioni alle grandi montagne asiat iche
m 7135 con i due Brochercl e il soldato in- organizzate interamen te da italiani. In que-
diano Kabir. Questa, rappresenta anche la st'anno Luigi Amedeo di Savoia, duca degli
più alta vetta scalata a quell'epoca. li Abruzzi - che già aveva organizzato e gui-
Longstaff non esita a dichiarare che senza
l'aiuto morale e materiale dei Brocherel e-
gli non avrebbe mai scalata la cima.
Dopo un'esplorazione al versante orien-
tale dcl Kamct m 7755 che risultò inacces-
sibile, la spedizione si portò flno al Passo
Mana m 5400, al confine tibetano.

Siamo così giunti al 1908, anno in cui


gli instancabili Bullock-\Vorkmann orga-
nizzano una nuova esplorazione al Karako-
rùm. Oltre alle guide Cipriano Savoye e
Adolfo Rey e ai portatori Cesare Chcnoz e
Ferdinando Melica, di Courmayeur, tutti
veterani di spedizioni himalayane, gli Wor-
kmann si assicurano la collaborazione del
giovane conte Cesare Calciati, appena lau-
reato, quale geografo-topografo e natura-
lista. La sped izione, anzi, si divise in due
sezioni, della prima delle quali ebbe il co-
mando il Calciati. Questi, traversato il
K:lshmir fino ai piedi del Nanga Parbat, ri-
montava l'Indo e il suo affiuente Hisp:lr e,
dal villaggio omonimo, risaliva il lunghissi-
mo ghiacciaio Hispàr e, aiutato dal lituano Luigi Amedeo di Sauoia

607
dato grandi spedizioni al Sant'Elia nell'Ala- midabile e inaccessibile parete Nord, che
ska, verso il Polo Nord e al Ruwenzori nel- si affaccia in valle Shaksgam; ci si volse poi
l'Uganda, decise di esplorare l'alto bacino a Nord-est, fo raggiunto lo Skyang-la (al-
del Baltoro, tentando di scalarne addirittura lora \Vindy Cap) a oltre 6.300 m di quota;
la massima vella, il K2. Della sped izione, si attaccò lo Skyang-Kanrì m 7544, ma una
minuziosamente organizzata per assolvere cnom1e invalicabile crepaccia che taglia"a
compiti scientifici oltre che alpinistici, fa- traversalmente la cresta, 1'!spinse anche di
cevano parte il dottor Filippo dc filippi, il lì gli attaccanti che levarono l assedio al K2.
tenente di vascello marchese Federico Ne- Il Duca si rivolse allora al Chogolisa m
grotto di Cambiaso, il famoso fotografo-al- 7654, allora chiamato Bride Peak e, dopo
pinista Vittorio Sella (che già abbiamo vi- aver vinta una spaventosa seraccata, dopo
sto organizzare spedizioni nel Caucaso e aver lottato con giorni e giorni di tempo
che aveva già partecipato alle citate tre avverso, dopo essere stato respinto, il Du-
spedizion i del Duca degli Abruzzi), il Bot- ca tornò all'assalto e giunse a q uota 7500,
ta, aiutante del Sella, tre guide di Courn1a- appena 150 metri dalla vetta. Vi sostò due
ycu r (Giuseppe Petigax che ne era il capo ore, con le sue fide guide valdostane, poi
e i frate lli Alessio cd Enrico Brochercl, la nebbia obbligò a una amara ritirala; re-
già compagni dcl Longstaff nelle sue spedi- stava la consolazione di aver conquistato il
zioni himalayane), nonché i quattro porta- record d'altezza, che sarebbe rimasto im-
tori, pure di Courmayeur: Lorenzo Petigax, battuto per tredici anni, cioè fino alla spedi-
Alberto Savoye, Ernesto Bareux ed Emilio zione inglese {li\' Everest dcl 1922
Brocherel. Se anche non vi furono conquiste d i vel-
A Srinagar capitale del Kàslunir si for- ie, i risultati della sped izione furono egual-
mò la carovana che contava centinaia di mente grandissim i. Oltre al battuto record
portatori che, attraverso lo Zogi-la, si tra- di altezza, oltre a un lungo pe riodo passato
sferì nel ·Baltistàn e in ven ticinque giorni da uno stuolo di uomini a quote superiori a
dalla partenza, il 14 maggio, marciando 5-6000 metri di quota (che sfatarono l'opi-
con cronometrica regolarità, raggiunse A- nione che l'uomo non avrebbe potuto sop-
skole, in valle Braldo, ultimo villaggio; di portare condi1Joni così dure di vita), soprat-
qui, con trecentosessanta portat.ori, risalen- tutto in relazione alla esigua pressione -
do il Baltoro fino a Concordia, indi il suo 3l2 mm a 7500 metri di quota sul Chogolisa
imponente tributario, il ghiacciaio God- - fu rilevato dal marchese Ncgrotto il baci-
win Austen, si portò ai piedi del K2, che fu no dell'alto Baltoro, con metodo fotogram-
cinto di assedio per un mese. metrico e Paganin i •, ricavandone una carta
Fu esplorata la cresta Sud-est giungen- al 100.000 che fu per molti anni presa .'.I
do a poco meno di 6000 m di quota, ma sì modello da alt re spedizioni. Come insupera-
dovette rinunciare a proseguire potendo ta rimane fo rse a tutt'oggi le meravigliosa
disporre, allora, solo dci portatori baltì, ina- collezione di fotografie riportata da Vitto-
datti ad arrampicare su rocce ertissime, a rio Sella. E ciò senza contare le osservazioni
grand i altezze. Pur ql}CSta cresta, denomi- geologiche e glaciologichc eseguite, i dati
nata poi dagli americani e cresta Abruzzi >, mctcrcologici, le note sulla flora e sulla fau-
è stata quella famosa della vittoriosa spedi- na locali.
zione italiana dcl 1954. Fu poi esplorata la
parete ovest e, dalla raggiunta Sella Savoia li 1910 è un anno di sosta per gli alpini-
m 6666, si poté gettare lo sguardo sulla for- sti italian i, opcrnnti ncll'Himàlaya. Tuttavia

608
LE C1.\1E Ili LWAllEDO, da Forcella
Lav:mxlo.
WoloC. Ghetlino)
in quest'anno troviamo la guida di Cour- 30 km) e ha in totale un bacino di oltre
mayeur Alessio Brocherel che accompagna 2000 kmq.
insieme alla guida fra11cese Pierre Bianche, Questa volta seguono i due coniugi tre
l'inglese C. F. ~1eade, nel Garhwal, in un guide e due portatori di Counnayeur, ri-
.viaggio esplorativo nel gruppo del Kamet spettivamente: Cipriano Savoye, Simeone
Durante questo viaggio fu raggiunto Quazier, Adolfo Rey e Cesare Chenoz con
il passo Khaiam m 5883. Giuliano Hey.
Non potendo, sembra per le condizioni
Nel 1911 i Bullock-Workmann tornano del ghiacciaio, risalire questo dalla sua lin-
nel Karakorùm con intenti esplorativi più gua (dalla quale sgorga il fiume Nubra), la
che alpinistici. Hanno con loro il conte Ce- spedizione vi entra dal Bilafon-fa, esplorato
sare Calciati e il solito gruppo di gu ide e lanno precedente e, disceso il ghiacciaio
portatori di Courmayeur: Cipriano Savoye, Bilafon e atlrnversato il Syachen, pone il
Ce~are Chenoz, Simeone Quazier ed Emi- campo base a circa metà del suo corso, pres-
lio Glarey. L'esplorazione si rivolge alle va.l- so un'amena isola erbosa, posta sul lato si-
ii Kondus e Hushè, pure occupate dai gran- nistro, alla confluenza del Teram Sher nel
d i ghiacciai di S11èrpigang, Dong-Dong, Syachen, donde comincia l'esplorazione di
Condokoro, i'dàsherbrnm, ecc., cioè alla quell'immenso mondo glaciale, cui seguono
parte meridionale della catena del Karako- parallelamente la triangolazione (effettuata
rùm; incJj, attraverso il Bilafon-la m 5547, dall'americano Peterkin) e il rilevamento
raggiunge la parte centrale del ghiacciaio grafico effettuato dai topografi indiani Jay
Syachcn. Notevoli furono i risultati e- Singh e Lai Singh
splorativi e ancora più quelli scientifici, La signora \.Yorkmann, con le guide,
dovuti all'instancabile conte Calciati che scala l'ardito Tawiz Peak m 6400, indi .risa-
rilevò varie regioni, pur essendo ostacolato le il grande ghiacciaio Teram Sher, ma non
nel corso dcl lavoro, da reiterati improv- riesce a raggiungere il Rimu-Ja (poi detto
visi ordi11i di trasferimento; detem1inò tri- Colle Italia, v. anno 1930) m. 6100, che met-
gonometricamente la quota del 'feram Kan- te in comunicazione il bacino del Syachen
gri (pron. Teràm Kanrì) in m 7466, riducen- con il ghiacciaio Himu, ultimo ghiacciaio
done di quasi un miglia.io di metri quella in orientale dcl Karakorùm; si spinge poi alla
precedenza attribuitale dal Longstaff testata del Syachen e sale al Colle Indira
Nel successivo 1912 vediamo la coppia m 6358 e al Turkestàn-la. Raggiunge poi
americana dei Bullock-Workmann organ iz- il colle Silver Throne m 5979 e il Sia-la
zare la loro ottava e ultima grande spedizio- m 5700, colli di collegamento con i nodi o-
ne himalayana, che è anche quella che, dal rografici che si collegano con il bacino del
punto di vista esplorativo, è più ricca di Baltoro e con la valle Kondus, rilevata l'an-
risultati. Questa volta si tratta di esplorare no precedente dal Calciati. Anzi, la spedi-
e rilevare tutto il bacino dell'immenso zione, al suo termine, rientra in val Kondus
ghiacciaio del Syachen, nel Karakorùm o- attraverso il Sia-la
rientale, che, superato di poco in lunghez- Come si vede i risultati furono imponen-
za, dal ghiacciaio Fendscenko nell'Asia ti. Purtroppo si ebbe a lamentare una vitti-
centrale, è il secondo ghiacciaio a tipo al- ma: il portatore Cesare Chenoz, mentre si
pino nel i\fondo, lungo poco meno di 80 km, apprestava a fa re una fotografia, cadde in
con affiuenti cnom1i (il ghiacciaio Teram un profondo crepaccio. Ne fu subito estrat-
Sher, suo massimo tributario, è lungo quasi to dai compagni e, ritornato alla superficie

609
dcl ghiacciaio apparentemente non presen-
tava lesioni; ritiratosi però in tenda, dopo
poche ore, improvvisamen te decedeva, non
si poté appurare se a causa di choc o di le-
sioni in teme. Questo veterano delrl lirnà-
laya è il primo degli italiani che abbia perso
la vita in quelle lontane montagne.

Ed CCCQCi al 1913, l'ultimo anno del pri-


mo anteguerra, che vide organi7. zare spedi-
zioni italiane all'Himàlaya e al Karakorùm.
La prima è quella organizzata da l dottor
~ l ario Piacenza, alla quale partecipano il
dottor Lorenzo Borelli, medico, il conte Ce-
sare Calcial i - che abbiano visto già in-
sieme ai Bullock-Workrnann - Erminio
Botta (che era stato aiutante del Sella nella
spedizione dcl Duca degli Abruzzi al Balto-
ro) e due guide: Cipriano Savoye di Cour-
mayeur, veterano di molteplici spedizion i
in Asia e Giuseppe Caspard, di Valtour-
nanche.
.Ilario Pioceri.:o
La spedizione ha per meta l'esplorazio-
ne, l'esecuzione di par.liali rilievi, l'illustra-
zione fotografica di un'ampia regione com- primo tentativo fallito, il 3 agosto, Piacen-
presa fra • il Ladàk, lo Zanskar, il ~ l aru­ za, llorclli, Caspard e un portatore indige-
Wardwan e il Kishtwar, l'alto corso dell'In- no, raggiungono la vetta del Kun m 7096,
do e il Kàshmir. fa più elevata vetta dell'Himàlaya kash-
Nel Suru (subregione dcl Ladàk) ha i- miriano.
nizio il lavoro di topografo del conte Cal- Ridiscesi a valle, mentre il Botta si dj-
ciati (che si occupa anche di raccolte natu- stacca per seguire un itinerario particolare
ralist iche), che rileva vari importanti ghiac- a scopo fotografico, Piacenza e Borcll i, ri-
ciai e, traversando le valli Chilung, Faria- salendo la valle Durung-Drung, scalano il
badi e Kiar, si collega con i precedent i rilie- 2 agosto la Cima Italia m 6270 e, risalito
vi attraverso il Colle Luigi di Savoia me- l'alto ghiacciaio Durung-Drung, superano
tri 5686, raggiunto nel frattempo dal resto il Colle Luigi di Savoia m 5686 e scendono
della sped izione, che aveva esplorato il per il ghiacciaio e la valle Kiar fino al vil-
ghiacciaio Durung-Drung scalando intanto laggio omonimo. Dopo aver esplorata la val-
tre selle superiori ai 5000 metri e una, nel- lata e quella confluente, del grande ghiac-
l'alto ghiacciaio Kiar, di 5785 metri. ciaio Brama, la spedizione rient ra a Sri-
Hientrati al campo base, si attaccarono nagar.
al Nun Kun. Il primo campo venne posto I risultati complessivi della spedizione
a 4500 metri a fianco dcl ghiacciaio Safat, e furono le ascensione: della vetta del Kun
successivamente se ne posero altri quattro m 7096, della Cima It alia m 6270, del Col-
dci quali il più alto a 6350 metri. Dopo un le Luigi di Savoia m 5686, del Colle Roma

610
m 5200, e di altri quattro colli superiori ai Srinagar il 21 settembre 1913, incominciò
5000 metri; rilevamento topografico delle il lungo viaggio in carovana che la portò a
valli dei ghiacciai Rumdum, Pensi, Durung- svernare a Skardu, nel Baltistàn e a ripren-
Dnmg, Kiar e Brama; raccolta di campio- dere il camm ino attraverso il Karakorùm
ni e dati geologici, litologici, biologici, me- e il Turkestàn Cinese, fino al 6 novembre
tereologici e fis iologici. 1914 - a guerra mondiale già iniziata -
giorno nel quale fu raggiunto Andigian, nel
Pure nel 1913 partì dall'Italia (per ri- Ferganà, da dove, fina lmente si potè prose-
tornarvi nel 1914) una grande spedizione guire con la ferrovia russa.
diretta all'Himàlaya, al Karakorùm e al Molti membri della spedizione compiro-
Turkestàn cinese, guidata dal dottor Filip- no isolatamente lunghi viaggi esplorativi e
po De Filippi, già compagno dcl Duca degli tutti ebbero a sopportare fatiche e disagi
Abruzzi. Di essa fece ro parte; il professore non comuni, valicando altissime catene di
Alberto Alessio, capitano di Corvetta e il montagne attraverso passi alti fino a 5600
professore Giorgio Abelti, che si occupa- metri, o percorrendo, a scopo esplorativo
rono delle osservazioni gravimetriche e ma- e di rilevamento, grandi ghiacciai come il
gnetiche, dei lavori astronomici, geodetici Rimu, all'estremo orientale del Karakorùm.
e topografici. In quest'ultimo compito furo- I risultati di questa memoranda spedi-
no aiutati dal maggiore Enrico Wood, del- zione - la pili grande spedizione scien-
l'ufficio trigonometrico dell'India e dall'in- tifica condotta fra le più alte montagne
gegnere J. A. Spranger, mentre i topografi della Terra - sono contenuti in ben 17 vo-
indiani (pure forniti dall'ufficio trigonome- lumi, densi di dati, di notizie, di illustra-
trico dell'India) Jamma Pershad e Shib Lai, zioni, corredate da una carta al 250.000
ebbero il compito dei rilevamenti. degli altipiani e dei bacini superioti dei
I professori Olinto Marinelli e Giotto fiumi Yarknnd e Shayok e da una al 100.000
Dainelli si occuparono degli studi geo- del ghiacciaio Rimu.
logici e geografici e il Dainelli anche delle
ricerche antropologiche.
11 dot tor Camilla Alessandri e il marche- IL PEJUODO
se Nello Venturi Ginori furono incari- FRA LE DUE GUERRE MOND IALI
cati di esegu ire le osservazioni di meteoro-
logia, aerologia e radiazione solare. Dopo la fine della prima guerra mon-
Al capitano del genio Cesare Antilli del- diale in Italia si ha un lungo periodo di so-
la Sezione Fotografica ~ li litare, vennero sta, quasi per raccogliere le forze, prima di
affidati i lavori fotografici, telefotografici, riprendere le spedizion i sulle grand i monta-
e cinematografi ci. gne asiatiche.
Infine Giuseppe Pet igax di Courmayeur I!: solo nel J928 che viene organizzata
che aveva accompagnato il Duca degli A- una grande spedizione al Karakorùm, con
bruzzi nelle sue memorande spedizioni, eb- lo scopo, in un primo tempo, di ten tare la
be l'ufficio di guida alpina. scalata dcl K 2 o di una delle altre vette di
Non è il caso di illustrare, in questa se- 8000 m che gli fanno corona. In quell'anno
de, le vicende della spedizione, nè entrare si incomincia a trasportare buona parte dei
nel dettaglio dei molteplici lavori eseguiti viveri e dei materiali dall'Italia alle soglie
e delle ricerche effettuate. del Karakorùm.
Basti dire che la spedizione, lasciata Circostanze vai'ic consigliano di mo-

611
Leoiie Bron; Massimo Terzana come ope-
ratore cinematografico; Angelo Anfossi, ra-
diotelegrafista
La spedizione, giunta a Srinagar il 20
marw, ripartì poco dopo con ben 500 ca-
richi da trasportare a spalla, attraverso il
Kàshmir e il Baltistàn, fino ad Askole, ul-
timo luogo abitato, dove giunse il 1° mag-
gio. li 23 maggio la pattuglia Balestreri-
Chiardola riusciva a raggiungere, per la se-
raccata verso il Ualtoro, il passo iVlustagh
m 5422, attraverso il quale poteva scende-
re in valle Shaksgam, tributaria del fiume
Yarkand. Jntanlo Desio, assieme a Croux,
risaliva il Baltoro, il ghiacciaio Godwin
Austen, indi l'alto ghiacciaio del Baltoro,
oltre Concordia, cui venne imposto il no-
mo di ghiacciaio Duca degli Abruzzi e giun-
geva alla Sella Conway m 6300. Dopo che
la pattuglia Balestreri-Ponti, risalendo il
ghiacciaio ì\fostagh, costituiva un deposito
avanzato di viveri (trovando il tempo di
Umberto Balestreri
scalare il Karphogang m 5931), il 9 giugno
si iniziava l'esplorazione della valle Shaks-
dificare il compito della spedizione, che gam, cui prendevano parte, in un primo
viene stabilito in quello dell'esplorazione tempo, Chiardola, Ponti, Caporiacco, Bale-
della valle Shaksgam e dello studio del ba- streri, Desio e Bron con 42 portatori
cino del Baltoro. I n febbraio-marzo 1929 La carovana successivamente si assotti-
parte tutto il materiale rimasto in Italia e gliava per necessità logistiche; rientravano
con esso i quindici componenti la spedizio- Chiardola, Caporiacco, poi Ponti e Bron,
ne c cioè: il principe Aimone di Savoia- mentre Desio e Balestreri proseguivano
Aosla, Duca di Spoleto, capo della spedi- per l'alta valle, traversavano ghiacciai, irti
zione, che si occuperà dei rilievi topogra- di altissime guglie di ghiaccio e giungo\'{UlO,
fici; il comandante Mario Cugia, incarica- il 27 giugno, al ghiacciaio Kyagar, ricolle-
to delle osservazioni astronomiche e geo- gandosi con l'esplorazione compiuta dalla
detiche, nonché di coadiuvare il principe spedizione inglese del Mason.
nei rilievi topografici; il professore Ardito Aveva quindi luogo il ritorno, a marce
Desio, cui sono devoluti gli studi geografici forzate, stante la penuria di viveri
e geologici; il professore Lodovico di Ca- Nel frattempo il Duca di Spoleto - che
poriacco, addetto alle raccolte zoologiche non aveva potuto partecipare all'esplora-
e botaniche; il colonnello dottore Gino Al- zione della valle Shaksgam perché tempo-
legri, medico della spedizione; tre alpini- raneamente indisposto, - risaliva il Bal-
sti: dottore Umberto Balestrcri, ingegnere toro e con gli sci il Ghiacciaio Duca degli
Giuseppe Chiardola, Vittorio Ponti ; le due Abruzzi e si accampava alla Sella Conway.
guide <li Counnayeur · Evaristo Croux e Di qui il maltempo lo costringeva a ripie·

612
gare. Sulla via dcl ritorno il principe ese- esplorativi. ruuscì ad accedere al Syachcn
gui va altri rilievi stereofotogrammetrici nel dalla front e, cosa che non fu possibile ai
basso bacino dcl Baltoro, mentre Desio e \Vork mann, ne eseguì il rilevamento ste-
Ponti esploravano rapidamente il bacino reofotogrammelrico e, nella parte inferiore,
Panmah, risalendo vari ghiacciai e colle- anche grafi co, spingendosi in molti bacini
gandosi col grande gh iacciaio Biafo. secondari (i topografi percorsero in com-
I risu ltati di questa spedizione fu rono plesso 400 km di ghiacciaio); risolse qual-
notevoli soprattutto dal lato geogra lìco per che problema di carattere geografi co, qua-
l'esplorazione di grandi valli, specialmen- le la correzione dello spartiacque sul ghiac-
te nel versante del Turkestàn cinese. Desio ciaio Himu Nord e, per merito dcl suo ca-
compilò ri lievi speditivi al 75.000 di que- po, offrì il modo di risolvere problemi geo-
ste valli e di quelle del bacino di P:rnmah, gralìci e geologici di notevole importanza.
mentre ven ivano eseguit i rilevament i fo.. Fra questi quello dell'accesso al Colle Ri-
togrammctrici 3Jla scala 1: 25.000 del K 2; mu m 6100 circa, invano tentato, partendo
importa11ti anche lo studio geologico e dal ghiacciaio Teram Sher, ossia da Ovest,
la raccolta di numerosi campioni. dalla spedizione Workmann nel 1912 e, dal
Fra i risultati alpinistici sono da se.gna- lato opposto, cioè dal ghiacciaio Rimu, dal-
lare le seguenti prime ascensioni: Cheri la sped izione De Filippi del 1913-1914. Vi
Chor m 5450, cima presso lo Skora-13 (B31e- riuscirono I' 8 luglio Latini e Cecioni che
streri, 10 agosto 19-28); Sella Conway me- avevano risalito tutto il ghiacciaio di Tcram
tri 6300, fra Baltoro e Syachcn (Desio e Sher e, giunti al colle, si inoltravano nel
Croux, 28 maggio 19-29); Karphogang me- Rimu, riconoscendo la via che seguirà ol-
tri 5931, sopra il i\ lustagh (Balcstrcri e tre un mese dopo, la carovana guidata dal
Ponti, il 7 gi ugno); Sella Sarpo Lago m 5645, professor Daincll. I n quella circos.tanza
fra Baltoro e S3'll0 Lago (Balcstreri e venne battezz.'ltO e Colle Halia ~.
Desio, 12 luglio); Sella Nòbande-Sòbande Due altri colli glaciali inesplorati, nel
m 5610, fra Nòbande-Sòbande e Biafo (De- Rimu Nord, rispettivamente di m 6480 e
sio, 2 agosto); Sella dcl Biacerahì m 5279, di m 6360, venivano saliti rispetti vamente
fra Nòbande-Sòbandc e Choktò (Ponti e il l8 e il 21 agosto da Latini e Cecion i, che
Des io, 16 agosto). eseguirono sul primo la loro più alta sta-
zione e traversavano il secondo scendendo
Nel 1930 ven ne organizzata un'alt ra in valle Yarkand
spedizione che ebbe per meta principale il La spedizione partita dall'Italia il lO
ghiacciaio Syachen. Ne era caJX> il profes- aprile, vi faceva ritorno il 15 novembre.
sore Giotto Dainelli e vi parteciparono,
quali topografi e con va ri altri compiti, due Nel 1932 troviamo un altro italiano nel-
ufficiali delle nostre truppe alpine: il capi- l'Himà laya: la gu ida Emilio Rey ju-niot,
tano Alessandro Latini e il tenente Enrico di Courmayeur, che al segui to dell'inglese
Cecioni, oltre a Miss Elly Kalau con fun- Hugh Rnttlcdge, si recava a esplorare il
zioni di segretaria e, durante il periodo di versante Sud dcl Nanda Devi, nel Garhwal
carovana, l'ex wasir Ashmatullak Khan, che (che sarà poi asceso, quattro anni dopo, da
fu un prezioso collaboratore per procaccia- questo lato). DotX> aver tentato il passo
re uomini, quadrupedi e viveri Sundcrdunga, risultato troppo pericoloso
La spedizione non aveva mire al pinisti- per una carovana, Ruttleclgc e Hey. risa-
che, ma piuttosto compiti scient ifici cd lendo il ghiacciaio Pindar, riuscivano ad

613
affacciarsi al famoso e: santuario,, ma il furlh attaccava il Sia Kangri (allora detto
maltempo e le cattive condizioni della mon- Queen ~fary Peak) del quale, il 3 agosto,
tagna imposero il ritorno. raggiungeva la vetta insieme alla moglie
ad H. Erti e A. HOcht
Due ann i dopo, nel 1934, è nuovamen- 11 10 agosto, C higlione, sempre assieme
te cli scena il Baltoro. Una sped izione inter- a Bclajeff e a Hoch, attaccava la cima cen·
nazionale, cui era a capo il professore G. O. trale, si accampava altissimo con una tem-
Dyhrenfurth, si proponeva di attaccare il peratura eccezionalmente bassa e, il giorno
Gàsherbnun I (Hidden Peak m 8068) che si seguente, dopo cinque ore di asprissima sca-
erge al termine del ramo superiore del Bal- lala raggiungeva la vetta
toro, denominato, come abbiamo visto, La conquista delle altre due cime da
ghiacciaio Duca degli Abruzzi. La spedi- parte di altri membri della spedizione chiu-
zione, agguerritissima, formata da un gmp- de l'attività di questa e segna l'inizio dcl
po dci migliori alpinisti dell'epoca, anno- ritorno in Europa, segnando anche la con-
vera fra questi anche il nostro ingegnere quista delle prime vette del Karakorlim
Piero Chiglione, appena reduce dalla scala- su periori a 7()(X) m
ta dcll'Aconcagua m 702 1 il monarca delle
Ande. L'ultimo anno fra le due guerre che ve-
L'assalto all' Hidden Peak, benché con- de in attività alpinisti italian i nell'Himà-
dotto con grande perizia ed energia in rei- laya è il 1937. Nell'ottobre di quell'anno, il
terati assalti, si dimostrò infruttuoso e al- noto orientalista fìorentino dr. Fosco Ma-
lora la !ìpedizione si orientò verso la con- raini, di ritorno da una spedizione al T ibet
quista di altre su perbe cime circost anti, compiuta sotto la di rezione del prof. Ciu·
sebbene di altezza minore del restìo Cà- seppe Tucci, trovò modo di dedicare, nel
sherbrum I Sikkìm, qualche giorno all'attività sciistica .
Passati sull'altro versante del ghiacciaio I mesi pili favore voli per l'alpinismo e lo
Duca degli Abruzzi, fu posto un campo sci, nella catena himalayana, sono - come
alla Sella Conway m 6300. Da un preceden- è noto - il maggio-giugno precedenti il
te campo base, posto a m 5000, il nostro monsone, e settembre-ottobre-principio di
Chiglione eseguì due ricognizioni (cl i cui novembre che seguono il monsone e prece-
una con gli sci, fino a m 6750) verso il Bai- dono i terribili freddi dell'inverno
toro Kangri (gi:\ detto Golden Th rone Essendo solo, il iMaraini non potè com -
m 7260) e, insieme a J. Belajeff e al dottor piere grandi ascensioni; tuttavia, in quei
\Vinzeler, dopo quaranta giorni di monsone, pochi giorn i svolse una intensissima attivi·
lo attaccava agli ultimi di luglio. La neve t:\ sciistica, tanto che si sparse, folminca,
altissima impedì di compiere l'ascensione. nelle valli di Samdong e di Lachen, dove
Dopo un'altra settimana di maltempo, Chi- egli com piva le sue escu rsioni, la fama di
glionc tornò all'attacco, questa volta con un e: sahib volante ,, perché gli sci a quel-
l'inglese Belajcff e il ginm'fino A. Roch. l'epoca erano del tutto sconosciuti nella zo-
Dopo 7 ore di sci, fra bufere e crepacci, na, che peraltro, a giudizio del Maraini, vi
una breve schiarita pennettcva cli scorgere si presta moltissimo.
la via della salita e, dopo un'altra lotta tre- Egli salì il Dongchia-là m 5500, il Sam-
menda contro la bufera, i tre raggiungeva- dong-rì 111 5600, il Sebu-là, il Lugnak-1:\
no l'esilissi ma vetta (4 agosto 1934). 111 5000 c si spinse nel grande ghiacciaio
Nel frattempo il professore Dyhrcn- Zemu, nella speranza, resa vana dal mal-

614
tempo, di osservare da presso il Kangchend- e materiali inadatti piccozze, corde, ram-
zonga. pon i, tende, oggetti per cucina; si rispar-
miarono viveri durante l'inverno e il pe·
riodo dcl monsone per accumulare delle mi-
DURAN'fE
sere scorte per quando le ascensioni sareb-
LA SECONDA GUERRA MONDIALE hero state possibili; si ricorse al mercato
nero {perfino distillando grappa da ogni
Cli sfortunati eventi bellici che fecero specie di vegetale per rivenderla agli in-
cadere in mano inglese tanti nostri valorosi digeni) e così fu possibile avere delle mi-
combattent i che, isolati dalla madrepatria, nuscole somme con le quali pagare pochi
avevano opposto all'awersario la più stre- portatori. E quando queste non rurono
mm resistenza in terra d'Africa, portarono sufficienti, molti volonterosi si acconciarono
al concentramento di migliaia di essi ai a portare pesanti carichi per i compagni
piedi dcffl l imàlaya. Precisamente nel cam- tecnicamente pili preparati.
po di Voi nel Punjab (pron. Panc-giah = Furono così ben seicento gli italiani che
cinque fiumi) si trovarono molti ufficiali salirono sulle pendici dcll'Himàlaya; ma
delle truppe alpine o comunque alpinisti. qui prescindiamo dalle ricognizioni d i ca-
Essere ai pied i dcll'Himàlaya senza po- rattere turistico, od anche esplorativo o
terne salire almeno le prime catene, era per scientifìco, pe r limitarci ad indicare le
loro un raddoppiare le pene morali della principali ascensioni, di puro carattere al-
prigionia, sicché, nel settembre del '43, al- pinistico, alle quali parteciparono questi
cuni di essi chiesero e ottennero, il permes- nostri compatrioti.
so di compiere due brevi escursioni, al ter- Esse si svolsero, quasi con successione
mine delle quali si impegnavano di rientra- cronologica, in tre catene diverse:
re al campo, ciò che essi fecero. Il succes- - quella dcl Dhaola Dhar, immediata-
so di questi primi giri esplorativi (che risul- mente a Nord del campo di Yol, che corre
tavano utili anche agli ingles i perché for- per 160. km fra la Valle dcl Beas a Sud, e
nivano loro notizie topografiche e logisti- quella elci Ravi a Nord;
che) indusse, in seguito, a chiedero simili quella detta Pangi Range che, di-
permessi in numero sempre maggiore. E, staccandosi dal Passo Rotàng, corre paral-
per la serietà dimostrata da questi ufficiali, lelamente alla precedente, fra la valle del
gli inglesi, sporth amcnte, accolsero le do-
1 Ravi a Sud, e quella dcl Chenàb a Nord;
mande. - infine su llo spartiacque himalayano
Tuttavia questi nostri disgraziati con- (Creai Himalayan Hange) nella regione del
nazionali si trovavano in condizioni fi siche Lahlil.
assai precarie e, per di pili, mancavano di Fra le moltissime cime e i moltissimi
qualsiasi specie di equipaggiamento, non- passi innominati scalati o tentati da que-
ché d i denaro per assoldare i portatori. Si sti italiani, fra gli anni 1943 e 1946, dob-
assistè allora ad un miracolo: tanta era la bY.tmo limitarci a ricordare le seguenti.
passione alpinistica degli aspiranti a ciuestc Nel 1943 fu iniziata la serie delle ascen-
imprese, tanta l'aspirazione ad uscire, sia sioni con quella dcl Dhar Narwana m 4690
pure per bre\'C tempo, dai limiti dcl reti- nella Catena dcl Dhaola Dhar (Dh. Dh.)
colato cd a respirare l'aria pura delle altez- salito per lo spigolo Sud I' 11-10 da A. Ca-
ze, che ru risolto l'impossibile. rolla, C. Mazzolin i, H. NO\'Clli, G. Pilla e
Si fabbricarono con mezzi rudimentali il 16-10, sempre dagli stessi per la parete

615
Sud-ovest. Fu poi attaccato, ancora dagli m, minacciosamente rigato da canaloni cre-
stessi, il Lena m 4807, pure nella catena pacciati di ghiaccio e tutto irto di pinna-
del Dhaola Dhar, che fu vinto il 23·1 l per coli. Nel primo tentativo, nella seconda
la parete Nord. Questa montagna, che si quindicina di maggio, Comolo, Emmanueli,
erge con una imponente piramide grani· ~ l ongiò e Tamagnone, a causa dcl malte m-
tica, da fargli dare il nome di e Cervino po an darono a fìnire al vicino Kokura. Nel
del Dhaola Dhar > esercitò sempre una 2° te ntativo, pure di quel periodo, Stevens,
grande attrazione verso gli alpinisti del Benveìmti ~'lesserotti e altri, sempre per
campo di Yol. il maltempo, dove ttero contentarsi di con-
Nel 1944, fu salito, sempre nel Dhaola quistare il Kuja-ka-Tilla m 5447 P.R., che
Dhar, il Cuarijunda m 5287 dal l'asso Talar fu raggiunto pochi giomi dopo, aprendo
(Ovest) il 6-6 da Carolla, ~ ! azzolini, No- una variante, da Cioccarelli, Rossi e Bcrera.
velli, Pilla ed il giorno successivo da Bcr- Pochi giomi dopo il gruppo formato dal
nardclli, Bianch ini e Mamini che vi erano t. col. Giuseppe Bcdetli (che morirà dopo
giunti da una via più lun ga. Nelle stess(' non molto, schia11tato dagli sforzi fatti in
montagne, 1'11-6 Seniga e Venuti attac- numerose salite, in condizioni di salute
cano e vincono per il versante Nord e suc- precarie), Benardel\i, Bianchini d'Alhcrigo,
cessivamen te per l'aerea cresta Est il Two Cavallero, Fenero, Fuselli, Mamini , Mim -
Cuns J>eak, o Deo Peak m 4570. Dopo il mi e Natali, parte pe r riconoscere il Grup·
monsone com inciò la serie di escursion i e po dcl Pàrbah (P.R.), ma condizioni ecce-
ascensioni a più ampio raggio ed ebbe luo- zionalmente avverse fanno compiere sfor.d
go il primo tentativo (ne furono fatti sei, enormi a questi uomini che vagano fra
tutti frustrati dal maltempo o dalla scarsità nebbie e bufere cli valle in valle valicando
di tempo concesso ai prigionieri) al Lahmi passi elevati, senza portatori, senza poter
m 6032, nella catena dcl Pangi Range, ad raggiungere alcuna vetta.
opera di ,Bernardell i, Bianchini d'A lberigo, Nella prima metà d i giugno avvengono
Corsetti, Ferrero, Fuselli, ;\fallì, Mamini, il 3° ed il 4° ten tativo al Kailas del Chamba.
~ l ussio. Al primo dci due partecipano Berera, Cioc·
Nel 1945 fu svolta una intensa attività carelli, Delle Piane, Malatrasi, Marcul\i,
che avrebbe meritato maggiore successo. Pavarini, Rossi, Soncini cd Onofri. Questo
Senonché, dato che per la maggior parte ultimo rotola per 300 metri cd in conse-
delle volte si vollero attaccare montagne guenza si attarda l'attacco. Al 4° tcnl{l·
situate nel lontano Pangi Ranp;e (= P.R.) tivo partecipano Comolo, ~ ! azzolini e Pie·
e nell'ancora più lontano grande spartiac- cagnoni; quest'ultimo viene colpito da un
que himalayano (Creai llimalayan Range repentino grave attacco di malaria e i tre
= G.H.R.), spesso si giunse all'attacco del- debbono desistere.
le montagne già fisicamente provati, o si Ai primi di giugno ha luogo il primo
dove tt e constatare l'inadeguatezza dello attacco al Mulki\à m 6517 C.H .R. ad opera
equipaggiamento, specialmente per soppor- di Antenucci, Corlero e Martinoni. A 6100
tare bivacchi ad alta quota, o fu giocoforza m li coglie la bufera, che li obbliga al ri-
rinunziare per il poco tcmJX> disponibile. tomo, a causa della ristrettezza dcl tempo
Prima del monsone furono fatti ben libero. li 1° lup;lio, attaccato nuovamente
quattro tentativi al Kailas dcl Chamba il Mulkilà, Anc;herà, Castone e Pilla sono
m 5656, nel P.R., specie di immenso p;ra- giunti, per il difficile spigolo Nord-norcl-c.~t
nitico castello che si innalza per quasi 1500 a q. 6300 cd hanno già la vittoria in pugno

616
quando Gastone ha un collasso e, per sal- alle grandi vette himalayane per effettuare
vargli la vita, gli altri due lo debbono im- le quali occorre ottenere i permessi dai
mediatamente trasportare a valle, con infi- governi dcl Pakistan, dell'India, del Nepàl
nite difficoltà (il T ibet, ricaduto sotto il dominio cinese,
li successivo 2 luglio vede però una non concede più permessi agli occidentali).
bella vittoria: la conquista di una bella Anche per questo si accende una gara della
vetta nominata Cima Italia m 6166 G. H.H quale la posta è la conq uista, o il tenta-
dai primi salitori: Basso, Camilleri, Cam- tivo di conquista, delle più alte cime della
pello, Carrega, Celi, Coscia, Cuoco, De Terra. In seno al C.AJ. viene formato un I
ìvl icheli, Fichera, Fois, Fundarò, Lucchet- Comitato per le spedizioni extra-europee
ta, !\faggiulli, Verga, Vuxani. che studia progetti di attacco ai grandi co-
Dopo il monsone, fra il 1° e il 20 otto- lossi tenendo conto dei tre fattori indispen-
bre, si effettua il 5° ed ultimo tentativo al sabili per condurli a buona fine: trovare. gli
Kallas, ad opera di Comolo, !\ !azzolini e uomini adatti, raccogliere i mezzi, olle·
Pfocagnoni che, giunti a q. 4950, debbono nere i necessari pennessi. Gli uomini adatti
desistere perché hanno un misero equipag- ci sono, anzi è da prevedere una ressa di
giamento, del tutto inadeguato alle diffi- aspiranti tutti qualificati per il cimento; i
.coltà che offre la montagna. fondi si potranno reperire; i permessi sono
Fra il 7 e il 10 ottobre ha luogo anche i più difficili da ottenere. Intanto le spedi-
l'ultimo tentativo (il 6") al Lahmi m 6032, zioni si succedono alle spedizioni: sta or-
P.R ad opera di Ciocearelli e Ferrero che, mai maturando la conquista dell'Everest;
colti dal maltempo, debbono in fretta co- tedeschi e austriaci si preparano per sfer-
struirsi un igloo per poter sopravvivere. rare l'attacco al Nanga Parbat ; svizzeri,
Questo elenco schematico si chiude re- america11i, perfino giappones i e aq?:entini
gistrando la vittoria conseguita il 13-10 da rivolgono gli occhi al\'Himàlaya e al Kara-
Bandera, l3onini, ì-.forgaria, Valenti e Vas- korùm e, specie per quest'ultima regione;
sallo che, salita per la cresta Sud una perfino in India ci si mera\'iglia che gli
montagna inviolata, la battezzarono Cima italiani non siano entrati in lizza per cal-
Otto m 4981, Dh. Dh. care le indelebili orme dei connazionali.
Nel frattempo il prof. Ardito Desio,
geologo e geografo di chiara fama nonché
DOPO viaggiatore e alpinista, ha ottenuto il per-
LA SECONDA CUBIWA MONDIALE messo di guidare una spedizione nel Kara.
korùm, per la quale (dato che si propone
J primi anni di questo secondo dopo- programmi scientifici) ha promesse di ap-
guerra, caratterizzati da un generale riasse- poggio dal CollSiglio Nazionale delle Ri-
stamento politico ed economico della no- cerche. Queste circostanze, data l'urgenza
stra Patria segnano una fase di raccolta e di di allestire una spedizione atta ad affer-
riorganizzazione per gli alpinisti italiani. mare \'efficienza ed il valore degli al pinisti
!\fa debbono trascorrere vari anni pri- italiani nei tempi attuali, portano a stabi-
ma di poter organizzare una spedizione lire quanto segue :
in grande stile alle più elevate montagne - nel 1954 sarà effettuata una _grande
del mondo. Nel frattempo cade, nel 1950, spedizione italiana il cui capo sarà il prof.
il primo < ottomila» , rAnnapurna, nel Ne- Ardito Desio;
pàl; seguono spedizioni di varie nazionalità - la spedizione avrà due scopi: uno

617
alpinistico ed uno scientifico; per il primo, a poche centinaia di metri dalla vetta, ave·
per il quale è previsto quale capo gruppo va perduto il giovane geologo Gilkey. La
\'accademico !liccardo Cassin, la meta saril via era libera per \'Italia.
la conquista dcl K 2 m 8611, seconda vett:l Nel 1954, dopo una minuziosa prepa-
del mondo per altezza; il secondo compito razione sulla quale non possiamo dilun-
sarà svolto da un ristrello numero di scien- garci, parte la spedizione così costituita :
ziati che effettueranno lavori geologici, pe- professor Ardito Desio, di anni 57, da Pal-
trografici, etnografici, geofisici , geodetico- manova, capo della spedizione: Gruppo
astronomici e topografici; alpinistico: Enrico Abram di armi 34 da
- la spedizione si effettuerà sotto la Vipiteno, ragioniere Ugo Angelino di anni
egida del Consiglio Naziona le delle Hicer- 31 da Biella, Walter Bonalli di anni 24 da
che e del e.A.I., enti che per la loro impor- Bergamo, Ach ille Compagnoni di anni 40
11
tanza e serietà danno affidamento di poter da Valfurva, Cirillo F lorcan ini di anni 30
ottenere gli appoggi necessari; da Cave del Predil, ingegnere Pino Gal\otti
- la parte organizzativa generale e io di anni 36 da Milano, Lino Laccclelli di
particolare quella alpinistica verrà affidata anni 29 da Cortina d'Ampezzo, i\fario Pu-
ad un Comitato Organizzatore della spedi- choz di anni 36 da Courmayeur, Ubaldo
zione, emanazione del C.A.I. e del quale Hcy di anni 31 da Courmayeur, Gino Soldà .
fa parte il prof. Desio. Questo Comitato di anni 47 da Valdagno, Sergio Viotto di
li ha anche il compito (che diverrà dctenni- anni 26 da Courmayeur, dottor Guido Pa-
nant c) del reperimento dei fondi necessari. gani di anni 37 cl~ Piacenza, ragioniere
Tn sostanza, per quanto riguarda il fine Mario Fantin di anni 34 da Bologna ; grup-
1: alpinistico della spedizione, gli oneri gra- po scie11tifico :. professore Bruno Zanettin
li vavano sul e.A.I. che, logicamente, avrebbe di anni 31 libero docente di petrografia
avuto il diritto di averne anche gli onori all'Università di Padova per le indagini
(che non . avrebbero sminu iti quelli spet- geologiche petrografiche , professore Anto-
tanti al Capo spedizione ed ai singoli sca- nio Marussi d i anni 46 ordinario di geofi-
latori). Ciò purtroppo non avvenne, e, a sica all'Università di Trieste per la gravi-
spedizione ultimata, ebbero luogo polemi- metria la magnetometria e lavori astrono-
che e strascichi di vario genere, sui quali mici e geodetici, professore Antonio Gra-
non è il caso di soffermarci, dovendo invece ziosi di anni 48 ordinario di paleontologia
riassumere per somm i capi le fasi della all'Università di Firenze per ricerche pa-
spedizione. leontologiche e antropologiche, capitano
Questa ebbe il precedente nella ricogni- Francesco Lombardi di anni 36 dell'Tstitu-
zione effettuata nell'estate del 1953 dal to Geografico Militare per lavori astronomi-
prof. Desio e da Cassin che - dopo essere ci, geodetici e rilievi fotogrammetrici.
stati invitali dalle autorità pakistane :1 Ad essi si aggimisero, comandati d;1l
visitare l'eccentrica valle di Stak, a causa Governo del Pakistan: il colonnello dottor
della disastrosa ava11zata di un ghiacciaio Ala Ullah per tutta la durata della sped i-
che in 3 mesi aveva invaso 12 chilometri di zione che fu di grande aiuto per risolvere
vallata e ne minacciava i centri abitati - problemi di trasporto, reclutamento, requi-
si trasferirono in Valle Braldo, risalirono il sizioni e collegamenti; il maggiore Besh ir,
Baltoro e si spinsero ai piedi dcl K2. Nel il capitano Butt e l'h1gegnere i\•funir che
frattempo rientrò la spedizione americ:Ul:l scortarono la colonna fino al campo base;
Houston che, nell'attacco al K2 spinto fino e varie centinaia di portatori Baltì, in nu-

618
mero variabile a seconda delle necessità,
nonché dicci 1-!unza, quali portatori di alta
quota, non potendosi, per ragioni politiche,
reclutare i più adatti Sherpas. Di questi
dieci Hu nza, tre furono rim:mdati per scar-
so rendimento, gli altri, pur non fornendo
prestazioni simili a quelle dei famosi Sher-
pas nepalesi, furono in genere buoni colla-
l:>0ratori; fra questi ~ l ahdi giunse, con Bo-
nalli, sotto il campo IX a quota 8000 e vi
bivaccò, ri1:>0rtando gravi congelamenti.
A differenza del gmppo alpin istico che
operò alle dirette dipendenze del ca1:>0 del-
la spedizione, il gruppo seienti6co agì in
modo autonomo, seguendo itinerari diver-
si, in di pendenza degli studi da compiere.
Ed ecco in sintesi la cronologia della
spedizione:
30 aprile - partenza via mare - accompa-
gnati da due membri della spedizione -
dei materiali, per un complesso di tredici
tonnellate;
12 marzo - sbarco a Karachi dei materiali; Mario Puc/w;::
successivamente arrivavano i componenti
la spedizione, giunti dall'Italia a scaglioni 27 maggio - aveva luogo la prima ricogni-
e si •riunivano a Rawalpind i e, do1:>0 giorni zione ai campi I e II americani, sullo spe-
di attesa, sempre a gruppi, giungevano in rone Abruzzi (così denominato in onore
volo a Skardu nel Baltist;\n (ultimi di apri- del Duca degli Abruzzi che, per esso, nel
le); 1909, vi compiva il primo serio tentativo
30 aprile - viene effettuato un volo di ri- di attacco al colosso) che offrirà la vitto-
cognizione attorno al K 2 che è fotogra- riosa via di salita alla vetta;
fato e cinematografato da ogn i versante; 3 L maggio - vigilia dell'attacco, tutti erano
1° maggio - iniziavasi la marcia di avvici- riuniti al campo base con un ritardo di
namento in carovana; quindici giorni su l previsto a causa del mal-
5 maggio - si giungeva ad Askole, ultimo tcm1:>0; nei giorni successivi veniva attac-
luogo abitato, dopo molte peripezie, mal- cato lo sperone Abruzzi e si impiantava una
tempo e defezione di portatori; minuscola slittovia (costituita da argani e
26 maggio - Desio e Floreanini giungevano cavi ai qual i si agganciavano slitte improv-
nella wna in cui doveva sorgere il Campo visate con gli sci) che si dimostrò estrema-
base a m 4970, sul ghiacciaio Go<lwin mente utile; divisa in tre tratte, giungeva
Austen, ai piedi del K 2; nel frattempo il fìno al fl I campo.
Baltoro era percorso in andata e ritorno da Per due lunghi mesi lo sperone Abruzzi
alpin isti e portatori che, a scaglioni, tra- vedrà un pugno di uomini compiere sfori:i
s1>0rtarono le tredici tonnellate di materiali; immani per salire sempre pili in alto, al-

619
trczzando la via di salita fino al campo
VII , con corde fisse, che costit uirono la
chiave dcl successo della sped izione, poi-
ché permettevano, in salita e discesa, i
trasferi men ti anche ·a uom in i isolati e per-
fino con tempo avverso.
I campi furono così ubicati: campo I a
quota 5350 alla base dello sperone, attrez-
zalo con due tende ll irnàlaya da kg. 1:2;
campo Il a m 6095 con cinque tende Hi-
màlaya; campo Ili a m 6.378con una tenda
Himàlaya; campo IV a m 65-10 con una
tenda Himàlaya e due tende K 2 da 9 kg;
campo V a m 6678 con due tende Himà-
laya e una tenda K 2; campo Vl a m 6970
con una tenda Himàlaya; cam po VI I (fi ne
delle corde fisse) m 7345 con 2 tende Hi-
màlaya; campo VJJT m 7627 con una tenda
Himàlaya e una tenda K 2; cam po IX -
- campo avanzato per l'attacco finale -
m 8060 con una tendina da bivacco, mo-
<lcllo super K 2, da kg. 2,5.
Il percorso della via di salita non fu
mai semplice: spesso difficile, specialmente
a uomini carichi, a quelle altezze; spessis-
simo pericoloso per minaccia di va langhe
o di cadute di pietre; il tempo fu quasi co-
stantemente avverso e sottopose gli occu- gno al campo VI m 6970 con alcuni com·
panti dei minuscoli campi, appollaiati su pagni per trasportare dei materiali ; sceso
baratri smisurati, a una penosissima for- al cam po 11 cominciò ad accusare distu rbi
zata inazione estremamente debilitante per alla gola e non potè trasferirsi al campo
il morale. Il percorrere la cresta non fu mai base. Il tempo fu costantemente avverso
semplice, sia per il tempo avverso, sia per nei giorni successivi, sicché i compagni,
la fatica dovuta alle quote elevatissime, né fra i quali il dottor Pagani che lo assistè,
fu privo di incidenti, come quello occorso giudicarono im prudente farlo scendere. Im-
il 6 luglio a Florcanini, che, giunto presso provvisamente il 20 giugno sopraggiunsero
il campo III, per la rottura di una corda nel malato sintomi di polmon ite. Sembrava,
(della spedizione americana del 1953), alla grazie alle cure (antibiotici e anche ossi-
quale si era affidato, rnzzolò da un cana- geno) che la sera il pazien te fosse miglio-
lone all'altro per duecento metri, arrestan- rato, invece, nelle pri me ore dcl 21, im-
dosi miracolosamente presso il campo II, provvisamente spirò.
con lesioni cli lieve ent ità. La depressione derivante dalla tragedia
Ma il K2 volle anche una vittima: Ma- fu notevole; tutti gli alpin isti impegnati
rio Puchoz, il più robusto e il pili forte sullo sperone Abruzzi scesero al campo
di tutta la spedizione. Era salito il 16 giu- base, dove intanto infuriava la bufera; il

620
canoe dove nei giorni successivi si attrezzò
il campo VII italiano, a quasi 7500 m d i
quota. Quivi il 26 luglio si trovavano già
sci alpinisti.
Il 28 luglio con un tempo migliorato
Compagnoni, Lacedeill, Abram e Callotti,
installavano l'VIJ I campo a q uota 7627,
dove i primi due restarono a pernottare.
Bey che li aveva accompagnati, indisposto,
dovette ridiscendere dai pressi del cam-
po VII I.
Il 29 Compagnoni e Lacedelli tentarono
di raggiungere la posizione del IX campo,
ma il muro di ghiaccio e la neve abbon-
dante non lo consentirono e ritornarono al
campo VI I I, dove nel fratte mpo erano
giun ti Ca llott i e Bonatti, mentre al campo
VI U si trovava Abram con i due Hunza
Isakhan e Mahdi.
Il 30 luglio era finalmente una bella
giornata. Compagnoni e Lacedelli salirono,
ricuperano sopra i seracch i i materiali la-
sciati il giorno precedente e faticosamente

~ri~)C~~;::~~~;:t~~~X1~dir;?iciT~i t~~;~~~~
in modo da raggiungere delle rocce ove
potevano pian tare una minuscola tendina
26 giugno fu possibi le recuperare la salma da bivacco e sistemare il Campo 1X a me-
e il 27 tumularla sullo sperone roccioso tri 8060, mentre llonatti, Abram e i\fahdi
alla confluenza dci ghiacciai Codwin Aus- si alternarono nel trasportare i respiratori
tcn e Savoia, con una cerimonia quanto a ossigeno verso il campo IX. Abram rien-
mai commovente. trava al campo \/lii , mentre Bonatti e
Il 28 tutti gli alpinisti e sci l-l unza ri- ~ l ahdi giungevano a notte poco sotto il
presero il loro posto sullo sperone Abru7.zi. campo IX. Da sopra urlavano di lasciare i
Il l " luglio si in iziava un'altra serie di carichi e ridiscendere; ciò non fu possibile
giornate di tempo avverso; tuttavia il 4 e allora i due si disposero al bivacco a 8000
si giungeva ad attrezzare il cam po V e metri, che riuscì particolarmente penoso
il VI. all'hunza {con grav i congelamenti), men-
Il 18 luglio le cordate Compagnoni-Hey tre Compagnoni e Lacedelli , ignari, passa-
e Bonatti-Lacedelli, superando gravi diffi- rono duramente la loro lunga vigilia del-
coltà alpinist iche e pericoli di valanghe l'assalto finale.
per la grande quantità di ne\'e fresca, riu- Il 31 luglio, alle 5, con tempo coperto,
scirono a salire sopra la spalla e ad attrez- Compagnoni e L'lcedelli scendevano a re-
zare la via di salita fino a quel pun to, ove cuperare i respiratori e vedevano con sor-
era già stato piantato l'VHT campo ameri- presa un uomo che scende\•a al campo

621
VI II ; risalivano faticosamente e, pur con sazione durante tutta fascesa, quella di
tempo incerto, decidevano di tentare l'as- una presenza fisica che li accompagnava,
salto. T redici ore, tredici lunghissime ore quella di una voce misteriosa che li inci-
di fatiche inenarrabili durò la loro ascesa tava alla sublime conquista.
superarono al secondo tentativo una malsi- Poi di colpo pensarono a tornare fra
cura parete di roccia, poi traversarono pe1 gli uomi ni ; alla tremen da difficoltà della
pl acche sotto il muro di ghiaccio che so- discesa al buio. E partirono; due uom ini
stiene la grande calotta terminale, attac- scendcva110 nella notte, da quella enorme
carono un ripidissimo e insidioso pendio altezza, lontani da tutti gli altri esseri uma-
di neve profonda, proseguirono sul filo di ni. Al buio, Compagnoni scivola sulle plac-
un abisso sul ghiacciaio Codwin Austen che della traversata sotto il muro di ghiac-
e seguitarono a salire lentissimamente. Al- cio, ma è trattenuto da Lacedelli ; scende-
nmpro\•viso, quasi contemporanemnente, vano temerariamente per il canalone di
si esaurirono le bombole di ossigeno: il gh iaccio fi no a ritrO\'are i sacchi lasciali al
momento era tragico. Ma i due si ripren- mattino (al bivacco di Bonatti), cercarono
devano e, con un sovrumano sforzo di vo- il grande crepaccio sul plateau, vi finiron o
lontà, seguitarono a salire ancora per una dentro enham bi, perdendo una piccozza,
lunghissima ora, finch é, alle 18, giunge- quella di Lacedelli. Scendendo ancora giun-
vano sulla seconda cima della Terra a gevano al disopra del mmo di gh iaccio
8611 metri. che dominava il campo VIII. Compagnoni,
Si fermarono su quella eccelsa vetta che lo stava discendendo con precauzio-
per ben mezz'ora, felic i del trionfo otte- ne, a un certo punto non poté più essere
nuto mercé il loro valore, la loro abilità, trattenuto da Lacedelli e volò, fennandosi
la loro eccezionale resistenza e grazie ai fort unatamente sull'orlo infe riore dcl cre-
compagni che avevano strenuamente lotta- paccio sottostan te; dopo pochi minuti lo
to e sofferto per portare sempre più in alto, stesso avveniva per LacedeUi. Erano salvi!
tende, viveri, respiratori; grazie anche alla Alle 23,30 di quel memorabile 3l luglio
organizzazione perfetta, alla attrezzatura i due scalatori del K 2 venivano accoll i al
dcl tremendo sperone Abruzzi, che aveva- campo Vlll da Abram, Bonatti, Gal\otti e
no pem1esso di proseguire nell'attacco in dagli lmnza Mahdi e Isakhan.
condizioni tali che, altrimenti, avrebbero Il giorno successivo, l" agosto, il grup-
potuto causare gravi sciagure. po scendeva a valle, col tempo già rimes-
I due si liberarono dei respiratori - 40 sos i al bmtto e a Compagnoni capitava
kg di peso! - ormai inutili che avevano rultima avventura: scivolava per duecento
portato sulla vetta, anche per lasciarvi una metri e solo un prowidenziale cocuzzolo
testimonianza della conquista, fecero gar- di neve lo salvava dallo scomparire nella
rire al vento le bandieri ne italiane e paki- voragine sottostante. Al.fìnc giungevano al
stane portate lassù, scattarono fotografìe e campo IV, da cui partivano subito Florca-
girarono fìlm, ma per far questo, dovettero nini e Hey che alle 21 port avano al campo
esporre le mani al morso gel ido del vento base la noi izia della vii toria, poichè i col-
e, come i due vincitori dcll'Annapuma, i legamenti radio non fu nzionavano da vario
conquistatori dcl K 2, ne riportarono gravi tempo fra lo sperone Abruzzi e il cam po
congelamenti base.
Quasi librati al disopra di tutte le pas- Il 3 agosto dal campo base, si riusciva
sioni umane, i due ebbero una strana sen- a stabilire il collegamento con la radio pa-

622
kistana e la notizia della vittoria si dHfon- grafico i\'lilitare, coad iuvato panialmenle
deva nel mondo. Il giorno dopo giungevano dal professore i\ larussi. Il topografo paki-
le cavalleresche felicitazioni dcl generale stano Bashadjan, aggregato in un primo
ll unt, già capo della spedizione che aveva tempo alta sped izione, eseguì il rilevamento
vi nto l'Everest, di Hcrzog il vincitore del- grafi co diretto della bassa valle dello Stak.
l'Annapurna, di Houston che guidò all'as- Nel campo geologico si fecero indagini e
salto dcl K 2 due spedizioni americane, rilievi geologici (alla scala 1: 150.000) e
giungendo a 7800 metri e moltissime altre. studi pet rografì ci sulla media valle dell'In-
Mentre il gruppo scientifico della spedi- do, fra Skardu e la valle di Stak e di Tur-
zione proseguiva i suoi lavori in varie zo- mik; ricerche e rilievi geologic i di dettaglio
ne, il gruppo alpinistico si disponeva a (1 :75.000) elci bacino del Baltoro; ricerche
rient rare in patria. li 30 agosto giungevano e rilievi geologici sped itivi (1: 100.000) nei
da Askole i portatori e com inciava la mar- bacin i del Biafo, dell'llispàr e delle val.li
cia, di ritorno, durante la quale i reduci dcl Braldo e Shigar (1 :253.440); a queste
furono festeggiatissim i. I primi giunsero a ricerche si dedicarono il professore Desio
Roma e a Milano il 3 settembre e il professore Zancttin. Nel campo geofi-
sico si provvide ai collegamenti gravime-
Come si è detto la spedizione ciel 1954 trici fra le stazioni fondamentali di Kara-
ricalcò l'impostazione delle precedenti spe- chi - Quctta - Lahore - Hawalpindi - i\for-
dizioni italiane al Karakorùm che si pro- ree - Skardu e Cilgit; Skardu - Hawalpindi;
posero anche fini scientifici: quella dcl 1909 Karachi - Beyrut - Roma; rilevamenti gravi-
guidata dal Duca degli Abruzzi; quella metrici lungo la linea Skardu - Cilgit; Stak
del 1913-14 diretta dal dottor Filippo de - Turmik - Braldo - Urdukas - K 2; Skardu -
Filippi; quella del 1929 ca peggiata dal Parkutta e Cilgit-Damas. Per la magneto-
Duca di Spoleto. metria venne effett uato il collegamento
Notevoli furono i lavori d i carattere della stazione fon damentale di Rawalpindi
scicntilìco effettuati durante la spedizione. con quelli istituiti dalla spedizione a Skardu
Nel cam po geografico venne esegui lo il e furono effettuati i rilevamenti magnetici
rilievo stcreofotogrammetrico della valle cli lungo la stessa linea di gravimetria; ricer-
Stak (bacini dei ghiacciai Kutiah e Cora- che e misure effettuate dal professore Ma-
pha) per la restituzione alla scala I :50.000; russi con la collaborazione del capitano
rilievo stcreofotogrammetrico della valle di Lombardi. Nel settore paleontologico, es-
Turmik, per la restituzione alla scala sendo stato negato al professore Graziosi
I : 100.000; rilievo stereofotogrammctrico di compiere ricerche etnografiche, questi
del K2, che fu restituito alla sca la 1: 12.500, potè solo occup..usi di ricerche paleontolo-
fornendo in tal modo i minimi partico- giche; queste tuttavia furono assai frutti-
lari gra fì ci della montagna; rilievo stc- fere, poiché, nei terreni alluvionati dell'In-
rcofotogrammetrico degli alllucnti di si- do, del Sii, dcl Soan e dello p1elum scoprì
nistra dcl Baltoro (bacino dcl ghiacciaio numerose stazioni preistoriche del paleo-
Duca degli Abruzzi) per la resti tuzione alla litico inferiore e di stad i p iù recenti. Nei
sca la 1:75.000; misure delle velocità dci pressi di Rawalpindi scoprì villaggi neoli-
ghiacciai; esecuzione di stazioni astrono- tici e in altre zone resti di mammiferi fos-
miche a Skardu, nella valle di Stak, a sili. I numerosi reperti che il professore
Sasli e a Cilgit; tali lavori furono effettuati Graziosi portò in Italia sono oggetto di
dal capitano Lombardi dell'Istituto Geo- importanti studi. Al campo 7.oologico e

623
i\fai nella storia delle spedizioni italiane, la
vittoria ottenuta fu pagata a più caro prez-
zo di quella di questa spedizione. Partiti
dall'Italia il 13 aprile per via aerea, i quat-
tro italiani iniziarono il vi:tggio in ferrovia
da Delhi il 25 dello stesso mese e il 29
ebbe inizio la faticosa marcia in carovana
llìngo la va lle dcl Chamlia, fiume che biso-
gnava traversare di frequente su passerelle
rudimentali e malsicure. l i 10 maggio, tra-
versata la giu ngla, si poteva stabilire il
campo base a 4000 metri, alle falde dcl
massiccio Api-Nampa. Iniziarono subito le
ricognizioni, che si protrassero fino al 22
maggio e durante le quali venne scalato
una cima innominata, magnifi co bc\vcclcre
a 5300 metri di quota, cui Bignami impose
il nome cli Sant'Ambrogio. Hisultata inac-
cessibile la parte Sud, la spedizione risalì
llo/1t1rlo 81gmm1i la valle a Sud-ovest dcl massiccio, ponendo
un campo a 5050 metri e si spinse con
ricognizioni a 5600 e a 5860 m. Da questa
botanico si dedicarono un poco tutti i mem- ultima quota intravvedeva la possibilità di
bri della spedizione, raccogliendo numerosi scalata dell'Api.
esemplari di animali e di pian te viven ti Con tempo sempre peggiore (in tutta
oltre i 4000 metri di q uota; anche tali re- la campagna non vi fu una giornata intera
perti fom1arono oggetto di studi assai inte- di cielo limpido), si risalì il fiume Kali -
ressanti. che segna il con fìn e fra Nepàl e Garhwal
- in modo da aggirare la catena dell'Api,
li 1954 vide anche l'effettuazione di prima verso Ovest e poi verso Nord.
un'altra sped izione italiana all'Himàlaya : Ridiscesi, dall'alta foresta, ai villaggi e
quella al !\fonte Api m 7 140, situato allo raggiunto nuovamente il Chamlia, il 24
estremo Nord-ovest dcl Nepàl, presso il maggio, alle 10 e mezza, avvenne la prima
triplice con fìn e con il Tibe t e il Garhwal sciagura. Mentre sì stava traversando, su
(India). una precaria passerella, il fìumc, il dottor
La spedizione fu preparata e diretta Bignami, che non volle servirsi della corda
dall'instancabile ingegnere Piero Ghiglione tesa per sicurezza, perdette l'equilibrio,
che ebbe per compagni i giovani e valenti cadde sui tronchi e, non ostante l'aiuto di
alpinisti dottor Hoberto Bignami, dottor due portatori, fu inghiottito dalle acque
Giorgio Rosenkranz e in gegnere Giuseppe violente. Le affannose ricerche con dotte
Barenghi. A essa si aggiu nse, quale dele- sulle due ri ve dcl fìum e riuscirono vane e
gato del governo indiano, il capitano Puri 11011 fu possibile neppure recu perare la
Oltre ai normali portatori, reclutati secondo salma del valoroso alpinista. C iò depresse
le necessità, furono ingaggiati tre valentis- enormemente lo spirito dei superstiti.
simi sherpas: Gyaltzèn, Tashl e Chedè. li dottor Rosenkranz e il capitano Puri,

624
LA C nODA uE1 To~1, dalla Val Fisca-
lina.
(Foto G. Glux/i,,a)
con uno sherpa e alcuni portatori, si dires- tornarono stanchi e depressi per non aver
sero al prossimo ufficio postale (distante trovato nessuno. Allora ebbe inizio l'ango-
quattro giorni di marcia), mentre Chiglione sciosa attesa, che si prolungò nei giorni
e llarengh i, con il resto della carovana p ro- 16 e 17, con varie puntate degli sherpas
seguirono per il lato nepalese verso il set- verso l'alto, fi nché C higlione e il capitano
tentrione del l'Api, con una marcia quanto Purì decidevano cli scendere al campo I
mai aspra, riuscendo alfìne a porre un nuo- bis, per organizzare ricerche sull'altro ver-
vo campo base a 4000 metri (8 giugno). Il sante della montagna. Al mattino del 18,
9 giugno, risalendo il ghiacciaio Nord-ovest quasi irriconoscibile e mezzo accecato per
si convinsero che la salita sembrava pos- la perdita degl i occhiali, comparve al cam-
sibile per il versante Nord. A sera vennero po I bis Cyaltzèn con la notizia della morte
raggiunti da Hosenkranz. di Rosenkranz e della soomparsa di Ba-
Il limpido mattino del 10 giugno aprì renghi, riferendo che, giunti poco sotto la
gli animi a rosee previsioni e i giovani Ro- vetta, Hosenkranz accusò malori e dopo
sen kranz e llarenghi convinsero l'anziano accordi rimase ad attendere, che gli altri
cd esperto Ghiglione ad effettuare l'assalto, con tinuassero fìno alla cima mediana, la
nonostante i suoi consigli di moderazione più alta. I vi giunti, vedendo che Hosen-
e le sue previsioni sul tempo occorrente kranz aveva ripresa la marcia, llarenghi
per effettuare l'ascensione. inviò il portatore per aiutarlo e lui si di-
Lo stesso giorno si poneva un campo resse verso una cima ad occidente, meno
a m 4700 presso il grande ghiacciaio di elevata. Poco dopo Gyaltzèn gridava a
Nord-ovest; il giorno dopo si spostava il J3arenghi di scendere anche lui per aiutare
campo I bis a 4600 m, ai piedi della salita Hosenkranz, ma non fu udito dall'ingegnere
designata. ll 14 giugno sistemavano il cam- che, investito da una raffica di nebbia,
po Il a m 5400 e, attraverso un dillicile scomparve alla vista. t.;yaltzèn aiutò peno-
percorso su ghiacciaio reso più insidioso samente Hosenkranz a scendere, ma, date
dalla nebbia, si piantava il campo lll su le condizioni fisic he del dottore, la marcia
una dorsale a m 6150. La proposta di si svolse penosissima e lenta. Bivaccarono
C higlione di stabilire un altro campo a a circa 7000 metri e il giorno dopo, con
m 6600 non veniva accolta dagli altri due Hosenkranz che vaneggiava, potevano rag-
alpinisti, impazienti di raggiungere la vet- giungere i 6600 metri, ove bivaccarono an-
ta e di rientrare in Italia. cora, ma verso le 3 del 17 giugno, non
Il 15 giugno a causa del tempo neb- ostante le cure di Gyaltzèn, Rosenkranz
bioso Hosenkranz e Barenghi potevano par- spirò.
tire solo alle 6, seguiti poco dopo da Ghi- Così si compiva la traged ia che offuscò
glione e Cyaltzèn (quest'ultimo poco dopo la prima conquista italiana di un 7000 nel
raggiunse i due italian i). Verso mezzogior- .Kepàl.
no Chiglione, solo, giunto a m 6600 vide Probabilmente se Hoscnkranz non aves-
i tre abbastnnza alti sull'ultima parete del- se (lui medico!) fatto uno spreco così indo-
\' Api, mentre il tempo si rabbuiava. Per il mito di for.te di volontà e di energie fisiche
maltempo e per revocare l'ordine dato agli e soprattutto se l"ingegnere Barenghi fosse
altri due sherpas di smontare il campo alto, subito ridisceso dalla vetta per aiutare
Chiglione retrocede,,a. Al campo ordinò a Gyaltzèn, si sarebbero salvali in due e for-
Tasl1ì e Chedè di proseguire incontro ai tre se tutte e tre.
scalatori recando viveri. A tarda sera essi Un tristissimo ritorno, aggravato dal

62.5
maltempo e da una penosissima marcia di te di esso dava credito alle dicerie che il
250 km dal confine del Tibet al punto di C.A.I., con i suoi soli mezzi, non sapesse or-
parte11za, chiuse l'odissea di C higlione. ganizzare e condurre alla vittoria una spedi-
Nel 1957 vediamo ancora Chiglione tor- zione di grande im pegno fra le maggiori
nare nel Karakorùm. La spedizione era or- montagne asiatiche.
ganizzata da lui e dall'inglese Alfred Cre- A sollevare la depressione prodottasi fra
go1y e aveva per meta il massiccio montuo- gli alpinisti italiani per questo lamentevole
so compreso fra il ghiacciaio Hispàr, l'alto stato di cose, venne la notizia, diffusa nei
corso dell'Hunza e la valle del Shimshal, al- primi mesi del 1958, che era in allestimento
l'estremità nord-occidentale del Karakorùm. avanzato, a cura esclusiva del C.A. l., una
Ailri componenti la spedizione erano gli spedizione che aveva per meta la conquista
inglesi John Cunningham, David Drìggs, del Gàsherbrum I V m 7980, fino allora rite-
Dennis Davis e Keith \Varburton. Il massi- nuto infattibile da grandi esperti himalaya-
mo obbiettivo possibile, in condizioni favo- ni. Il giuoco delle precedenti richieste a-
revoli, era il Distaghil Sar m 7785. vanzate da spedizioni di altre nazionalità.,
Il 20 giugno veniva posto il campo base non aveva permesso dl ottenere l'autorizza-
sul ghiacciaio di Kunyang a quota 4600 e zione di attaccare uno dei pochi 8000 an-
nei venti giorni successivi altri campi a cora inviolati. Ma i pochi metri di altitudine
m 5300, 6200 e 6600, chef urono di continuo mancanti per raggiungere quella fatidica
minacciati dalle valanghe. Il 3 luglio Ghi- quota (il che è poi un criterio del tutto con-
glione con Warburton e Cunningham saliva venzionale), erano ben compensali dalle
al 111 campo. Il 18 luglio, giunti a quota maggiori difficoltà che presentava l'impresa.
7300, fra l'imperversare delle valanghe e Fecero parte della spedizione: il capo,
l'infuriare del maltempo, la spedizione de- Hiccardo Cassin, di 49 anni, nato a San Vi-
sisteva dall'attacco. Chiglione scalava per to al Tagliamento e residente a Lecco, alpi-
consolazione - di fronte al Distaghil - nista celebre per numerosissime prime a-
una vetta vergine di 6000 metri. scensioni che .sono fra le più classiche vie
delle Alpi; Toni Gobbi di 35 anni, nato a
L'esposizione cronologica delle spedizio- Pavia ma residente a Counnayeur, che a-
ni italiane all'Himàlaya e al Karakorùm ci veva compiuto grandi imprese nel gruppo
ha portati oramai al 1958. Questo anno se- del Bianco e in Patagon ia; Fosco Marain i
gnava un'altra grande, smagliante vittoria di 46 anni, nato a Firenze, noto orientalista,
dell'alpinismo italiano: la conquista del ter- scrittore, viaggiatore e valente alpinista;
ribile Gàsherbrum IV, la ( Parete lucente > Walter Bonatti, di anni 28, nato a Bergamo,
che si erge, per oltre 3000 metri, sopra il e residente a Courmayeur, alpinista di ec-
ben noto circo Concordia, dove conflu isco- cezionale valore che già fu, nel 1954, uno
no i grandi ghiacciai Godwin Austen e dei più efficienti membri della spedizione
Duca degli Abruzzi. al K2, giungendo a sopportare un bivacco
La grande vittoria conseguita nel 1954 su ghiaccio a 8000 metri di altitudine; Giu-
con la conquista del K2 era stata offuscata seppe De Francesch, di anni 34, nato a Cu-
da polemiche e perfino da azioni legali, da gnan (Belluno), ma residente a Moena, che
campagne di stampa condotte allo scopo aveva aperto 22 vie nuove, quasi tutte in
di sminui re i meriti del C.A.I. pe r la con- Dolomiti; Carlo Mauri, di anni 28, da Ran-
quista della seconda vetta del mondo. Il cio, uno dei più for ti alpinisti delle nuove
grosso pubblico era disorientato e una par- leve messosi in evidenza con la scalata del

626
Sarmiento e dei Cerros Moreno, Adele e ficiale pakistano incaricato di accompa-
Luca in Patagonia; Giuseppe Oberto, dian- gnare la spedizione, il capitano Dar, si di-
ni 35, da Macugnaga, uno dei migliori co- mostrò subito un elemen to di ostacolo, piut-
noscitori del Monte Rosa di cui aveva ripe- tosto che di aiuto. Varie controversie e si-
tutamente percorso le classiche vie della tuazioni spiacevoli furono causate, durante
parete ossolana; Donato Zeni, di anni 33, tutta la spedizione, da questo ufficiale che,
da San Michele all'Adige e residente a Vigo a differenza di altri colleghi, con il suo ca-
di Fassa, medico chirurgo avente all'attivo rattere sospettoso e permaloso ebbe a com-
una brillantissima atLività alpirtistica nelle plicare molto il già gravoso compito della
Dolomiti. condotta della spedizione.
Non è possibile esporre in dettaglio le li 30 maggio gli otto italiani, il capitano
fasi dell'organizzazione della spedizione, Dar, quindici portatori di alta quota e quat-
per la quale da tempo si eseguivano proget- trocentoventi portatori, che diventarono poi
ti e studi in seno al C.A. J. Basterà dire che, cinquecento, per il trasporto dei materiali
dopo oltre un anno di trattative per avere venuti dall'Italia e dei viveri acquistati sul
il permesso, si inviava a Karachi il dottor posto (in tutto undici tonnellate) partivano
~·laraini e questi, solo dopo 10 giorni otte- finalmen te da Skardu. Il 4 giugno veniva
neva l'autorizzazione di accesso per una raggiunto Askole, il 9 si attaccava il Balto-
spedizione italiana che avrebbe attaccato 'I'O, il 15 veniva raggiunto Concordia, don-
il Càsherbrum l V. de, sempre a scaglioni, si inviarono i mate·
11 tempo stringeva; occorreva reperire riali al campo base, posto a 5150 metri, al-
e riunire il materiale (7 tonnellate e mez- la confluenza del ghiacciaio del Càsher-
za!), scegliere gli uomini, dopo averli sotto- brum con il grande ghiacciaio Duca degli
posti all'esame medico, far loro eseguire al Abruzzi. Il 23 giugno tutti erano riuniti al
Monte Bianco un periodo di acclimatazione Campo base, dopo aver coperto, in 24 gior-
e di collaudo dei materiali; predisporre i ni, sedici tappe per una lunghe-aa com-
contratti di assicurazione, quelli d i pubblici- plessiva di 216 km, dei quali 54 di ghiac-
tà, le norme d'ingaggio, organ izzare i tra- ciaio.
sporti. Enti alpinistici svizzeri, frances i e te- Intanto, già dal 23 giugno era stato
deschi, furono cameratescamente larghi di piantato a m 5600, sul ghiacciaio del Cà-
suggerimenti, che cont ribuirono a perfezio- sherbrum Sud, il Campo I, per accedere al
nare l'organizzazione. quale si doveva inizialmente superare la se-
li 30 apri le gli otto prescelti si imbarca- raccata, con la quale questo ghiacciaio si
rono sulla motonave Vittoria, assieme al immette nel ghiacciaio Duca degli Abruzzi.
materiale. li miracolo era compiuto. Oramai si procedeva all'attacco della vetta,
li 12 maggio avvenne lo sbarco a Kara- dopo aver licenziati i portatori comun i e
chi, il 15 maggio l'arrivo a Rawalpindi fra il trattenuti solo sei portatori di alta quota,
18 e il 20 maggio, a gruppi, tutti i membri che però, spalleggiati dal capitano Dar, !;i
e tutti i materiali furono trasportati in volo dimostrarono pien i di esigenze. Il 25 giu-
a SkMdu. gno veniva piazzato il campo II, a quota
A Skardu cominciarono le prime diffi- 6100, procedendo su di un ghiacciaio fac i-
coltà, sia perché le recentissime disposizio- le ma pericoloso per \'alanghe; il 29 sorge-
ni del governo del Pakistan stabilivano mi- va anche il Campo III a m 6350, ai pied i
nuziosamente le condizioni assai onerose di quella c11e verrà chiamata e seraccata
per gli ingaggi dei portatori, sia perché l'uf- degli italiani > e che rappresentava la prima

627
grossa diflìcoltit 11 tempo poi peggiorava alla sera verso il campo V, in cui si trovava-
per alcuni giorni, tanto che il l luglio si 110Zeni e Dc Francesch. In basso gli altri
staccava dal Càsherbrum V m 7391, un'e- avevano penosamen te rimessa in moto, dal
norme valanga che minacciò seriamente e campo base, la macchina dei rifornimenti.
investì col suo spostamen to d'aria, incro- Improvvisamente, il 15 luglio, il tempo
standoli di g hiaccio, Cassin, Oberto, Zeni, si volse al brutto e proseguì nei giorni se-
Mauri e De Francesch, per fortuna senza guenti mettendo a repentaglio l'incolumità
conseguenze. Segu irono poi giorni di bel di tutti e specialmente d ci quattro rimasti
tempo, durante i quali il caldo feroce delle al campo V, entro una piccola tenda, squas-
ore di sole mise a dura prova la resislenza sata dalla bufera, sulla cresta, a 7200 metri
di tutti, mentre di notte la temperatura si 1117, fra bufere e valanghe, i quattro ripie-
abbassava a 10-15~ sotto zero, portando garono al campo IV, O\'C erano in attesa
quindi rescursione fin oltre i scr. Cassin e Gobbi e il giorno success ivo riusci-
Dopo una settimana di sforzi vengono rono a scendere tutti al campo !Il e succes-
vinti e attrezzata la « seraccata degli ita- sivamen te al campo base, in attesa che il
liani • e il SO\'rastan te muro di ghiaccio, al monsone avesse sosta. I ntanto tutti si rimet-
to più di 100 metri, e il 6 luglio si pianta il tevano in fort:e ed elaboravano il piano pe1
campo IV, sul pianoro superiore del ghiac- il nuovo attacco.
ciaio del Càsherbnun Sud a m 6900 di quo- Questo ebbe inizio il 24 luglio: in un;\
ta, poco distante dal Colle Nord-est del Cà- prima fas e (fin o al l agosto) ven ivano muni-
sherbrum I V che si era scelto come via di ti tutti i campi di viver i e materia li vari,
ascensione. Intanto, lungo il ghiacciaio, e- mentre, in alto, con tinu ava il maltempo.
ra un continuo andirivieni di alpinisti e di Il 2 agosto partivano dal cam po I V De
portatori (dei quali solo due si rivelarono Francesch, Bonalli, ~ l auri, Cobbi e Oberto
adatti) per rifornire i campi superiori e giungevano al campo V; il giorno 3 alle
Il 9 lugl io, Bonatti e ~ l a uri, attaccata 6, con il tempo rimessosi al bello, partivano
la cresta nord-est, collocavano una tenda Bonatti, Mauri, Gobl>i e De Francesch e,
a 7200 m (campo V), in concom itanza con con una lentissima sa lita, scalavano camin i e
l'arrivo al campo IV di tutti i membri della torri, pe r esili cornici cli neve e affilat e cre-
spedizione, che complicavano il già diffi- ste rocciose; alle 14,30 la prima cordata
cile problema logistico. giungeva al piede della e Torre ultima •, a
li 10 luglio Bonatti e i\lauri comincia- quota 7550, dove veniva raggiunta, alle
vano ad attrezzare la cresta sottilissima e 16,10 dalla seconda corda ta e dO\'e ven iva
infida (questo tratto veniva denominato Iliantata la tenda dcl campo VL A sera Gob-
«cresta delle cornici•) e il giorno successi- bi e Dc Francesch rientrarono al campo V.
vo vincevano e attrezzavano il soprastante Il 4 Bonatti e ~ l a uri partivano prestissi-
tratto di guglie rocciose, mentre Cassin, mo e fra continue difficoltà procedevano
Dc Francesch e Zeni salivano al campo V attrezzando la cresta con corde fi sse; sul tar-
pe r rifornire di viveri e di attrezzi alpinistici do pomeriggio, scavalcata la e Torre nera •,
la pattuglia di punta. Lenta avanzata an- giungevano al colletto Bianco e Nero, così
che il giorno 12; il 13 i due, sfiniti, riposaro- da loro denominato perché ivi fini scono le
no ma il 14 fecero un grande balzo in a- scure rocce granitiche e comincia il cal-
vanti, vincendo grandi difficoltà e giunse- care marmoreo. Erano a 7850 metri, vicini
ro a 350 metri dalla vetta (circa 7600 me- alla vetta. Ma era ta rdi e, specialmente per
tri di quota), da dove dovettero ripiegare il tempo incerto e il ven to freddo, ridiscen-

628
stine, camini, cornici che crollavano e, alle
10,30, raggiungevano l'anticima, dalla qua-
le rivedevano il Baltoro e il mirabile cor-
teggio di montagne che ne limitano il
bacino, e montagne, montagne ovunque.
La vetta era ancora lontana, separata
dall'anticima dalla e: Conca lucente) e da
una cresta insidiosa per le cornici. Con ven-
to freddo e nebbie che salivano, i due com-
pivano come automi anche questo difficile
percorso e alle J2,30 di quel fatidico 6 a-
gosto si issavano sulla vetta dcl Càsherbnun
IV e facevano sventolare le bandierine del-
l'Italia, del Pakistan e dcl C.A.I
Per merito di due fortissimi, per l'abne-
gazione e i! valore, le sofferenze dci loro
compagni, la spedizione voluta, organizza-
ta e finanziata dal C.A.l . aveva raggiunto
la sua splendida meta.
I due si fermarono ancora un'ora sulla
_. aguzza vetta per documentare con le foto-
grafie la loro conquista; poi scesero il
Carlo Mauri
più rapidamente possibile, perché dall'anti-
cima in giù si trovarono avvolti dalle neb-
bie. Assai penosamente, alle 18,10, raggiun-
devano al campo VI e chiedevano a quelli sero il campo VT.
rimasti al campo V (Gobbi, De Francesch Tutta la notte nevicò, anche in basso e
e il medico Zeni, che si era rivelato fortis- l'attesa degli altri si fece spasmod ica. I due
simo alpinista anche su ghiaccio), vh·eri e vincitori, com prendendo che rimanere al
ch iodi per l'indomani. campo VI poteva essere fatale, con tempo
Nei campi inferiori l'attesa era spasmo- infernale, nei vortici della tormenta si ri-
dica e anzi qualcuno sperava che la vetta misero in moto per una via che sa rebbe sta-
fosse già stata raggiunta. Il 5 i tre, dal cam- ta difficile anche nelle Alpi, con tempo buo-
po V salivano al campo VI con quanto era no, e alle 10 dcl 7 agosto, Gobbi e Dc Fran-
stato chic.~to e con la posta; conforto mora- cesch, udirono delle voci: erano loro. Men-
le e sprone per i protagonisti. tre andavano a incontrarli, appena udito il
Ed ecco, dopo una lunga attesa, spu nta- fatidico e: abbiamo vi nto ) , De Fr:mcesch
va il 6 agosto, il giorno dcl tentativo supre- si sente mancare la neve sotto i piedi e vola
mo; il tempo minacciava di volgere al brut- per un centinaio di metri, miracolosamen te
to. Bonatti e Mauri partirono prima dell'al- arrestandosi senza altre conseguenze che
ba, su perarono un camino, alle 5,30 erano dover perdere due ore per risalire in cresta.
in vetta alla e: Torre ultima ), calcarono il Finalmente verso le 15 arrivarono al campo
e: Corno della Neve ) , alle 7,30 sulla Tor- IV.
re Nera ) , dove erano arrivati il giorno pri- Con molte peripezie, quale la caduta di .
ma. Seguirono altre tre ore di lotta per ere- un portatore in un crepaccio, senza consc-

629
guenze gravi, la sera dell'S i sei si riuniva- no-Cum1ingham tentava l'inviolato Chopu lu
no a Maraini e a Oberto al campo I e la m 7020, ma a soli cento metri dalla vetta
mattina del 9 con tempo 6nalmente ritor- doveva retrocedere per una violentissima
nato bello, erano tutti al campo base, accol- bufera che imperversò per vari giorni.
ti finalmente con grande cordialità dal ca- L'ardua e difficilissima discesa dal Colle
pitano Dar. Nord dcl Chopulu m 6300 per una ertis-
Il 13 agosto partivano dal campo base, sima parete di ghiaccio, alta circa mille
il 24 giungevano a Skardu e il 3 settembre metri, fu resa possibile dall'abilità e dalla
si aveva il rientro in Italia. resistenza del Pirovano. Inlìne fu risalita
Al grandissimo ris\ilta\o alpiui:.ticu ddla tutta la valle del Khumbu, via di accesso,
vittoria sul Gàsherbrum IV si devono ag- cb sud, all'Everest e fu scalato il Pumorì
giungere risultati di carattere esplorativo, m 7000 per il lato orientale, fino a quota
topografico: 5 agosto ricognizione di Cas- 6100, punto dal quale le cordate vennero
sin da solo a m 7350 sul G:\sherbrum III ; costrette a ritirarsi per il continuo pericolo
lo stesso giorno Maraini e Oberto compiva- di valanghe.
no una ricogn izione al Colle 6748; il giorno
dopo gli stessi salivano al Gàsherbrum-là, Nel 1959 veniva anche condotta una
colle di 6600 metTi circa, fra il Gàsherbrum grande spedizione italiana che aveva per
T e II, affacciantesi in valle Shaksgam. meta il Kanjut Sar m 7760, nella catena
Così si concluse nel modo più brillante delimitante a nord il bacino del grande
la più difficile grande ascensione himalaya- ghiacciaio Hispàr (Karakorùm).
na italiana, organizzata e fin anziata esclu- Ne fu capo, organizzatore e fìnanziatorc
sivamente dal C.A.I. l'industriale milanese Cuido Monzino, noto
alpinista e già organizzatore della traver-
Nel 1958 altri alpinisti italiani furono sata dalle Grandes Murailles, al Cervino
nell'Himàl:iya, nell'esplorazione a fondo di e al Monte Rosa e della spedizione al Cerro
tre valli a sud dell'Everest. Precisamente Paine in Patagonia. La spedizione pren-
l'ingegnere Piero Ghiglione e la guida G. deva il nome e Spedizione GM 1959 • · Del-
Pirovano, che focevano parte (il primo an- la spedizione faceva parte un gruppo di
che come organizzatore) della spedizione guide della Valtournanche che già avevano
anglo-italiana, capeggiata anche da A. Gre- partecipato alle precedenti imprese di i\fon-
gory (che rap:giunse nel 1953 gli 8400 metri zino: Jean Bich, direttore tecnico, Marcello
di quota sull'Everest) e della quale altri Carrcl, Pierino Pession, Marcello Lombard,
membri erano gli inglesi O. Cook, J. Cun- Lino Tamone, Camilla Pellissier, Leonardo
ningham e il medico dottor C. Levene. Carrel e Pacifico Pcssion. Inoltre: il dottor
Fu tentato il difficilissimo Ama Dablam Paolo Ccrrctelli medico e fi siologo, il dot-
circa m 7000 nella valle Hongu Mera; la tor Piero Nava operatore cinematografico
cordata Pirovano - Cunningham giu nse a e Lorenzo Marimonti, quale interprete e
metri 6250, Ghiglione a m 6000. Fu poi addetto ai trasporli e alle relazioni con le
esplorata, a ovest, la sconosciuta valle Jmja autorità locali.
Khola, ai piedi dcl Lhotsè, scalando l'inac- La spedizione, di tipo pesante, partiva
cesso Island Peak circa 6500 metri da parte dall'Italia con 12 tonnellate di materiali
di Pirovano-Cunningham e Ghiglione-Le- accuratissimamente selezionat i; alle quali
vene. se ne aggiungevano altrettante a Nagar, di
Nello stesso periodo la cordata Pirova- viveri per i portatori .

630
Dopo aver penato non poco, come di eseguita il giorno precedente, si comin-
consueto, per ottenere il permesso di ac- ciava, con gli ultimi portatori rimasti, a co-
cesso, 1'8 aprile part iva, via aerea da ~H­ stituire un deposito a metà del ghiacciaio
lano, la prima pattuglia della spedizione, Khan.i Basa a 4900 metri di quota e nei
e il giorno dopo era già a Karachi. giorni successivi si continuava questo la-
Qui com inciarono le solite difficoltà voro finché il 17 sera giungevano altri qua-
per il trasporto dei materiali, ecc. ecc. A ranta uomini da Hispàr, con i quali - il
Hawalpindi si attesero per vari giorn i con- giorno dopo - veniva ultimato il trasporto
dizion i favorevoli per il volo fino a Cilgit, al deposito, dove erano erette alcune tende.
e altri giorni per l'arrivo dell'ufficiale paki- Il 21 giugno gli alpinisti giungevano nl
stano addetto alla spedizione, il capitano campo base, posto a quota 5000, alla te·
Seyd Qurban Hussain Khalid, che, per for- stata del ghiacciaio Khani Basa e il giorno
tuna, fu di aiuto alla spedizione e diven- dopo comi nciavano le ricognizioni al Ka-
ne in breve amico di tutti. njut Sar con i sette portatori di alta quota,
Tl 13 maggio ebbe luogo il primo volo buoni ma incoscienti del pericolo se mar-
per Cilgi t e il 15 una prima colonna di ciavano da soli. Un giorno, partendo dal
jeeps cominciava a risalire la valle Hunza, campo I, i portatori vollero prendere una
men tre alcuni membri della sped izione era- via diversa da quella tracciata dalle guide
no ancora a Rawalpindi. valdostane; la cordata precipitò e uno dei
La marcia fu ostacolata da fran e e da portatori - Sultan - morì qualche giorno
incidenti vari, il più grave dci quali fu lo dopo (7 lug:lio) nonostante le cure dcl dot-
scl1iantarsi in un precipizio di una jceps, tor Cerretelli.
con la morte del conducen te pakistano. A Il 25 giugno venne sistemato il campo
Minapin, ove termina la pista rotabile, ve- T su di una cresta che si dimostrava, dopo
niva costituito un deposito di materiali che le ricogn izioni dei giorni precedenti, la
venivano man mano avviati a Nagar, capi· più sicura via di attacco; il ri:T prosegl1cndo
tale dell'omonimo staterello in valle Hun- sulla cresta, veniva costituito il campo Il
za. TI 30 maggio la carovana, composta di e attrezzata la via con trecento metri di
oltre quattrocentocinquanta portatori, par· corde fi sse e il 30 Monzino e due guide
tiva da Nagar e risaliva penosamente la val- piantavano il campo TIT. 11 2 luglio, Mon-
le dell'Hispàr fino al villaggio omonimo zino - carico come al solito - saliva con
(2990 m), ultimo luogo abitato, ove giunge- tre guide al campo IH (6110 m), ma i quat-
va il primo giugno, dopo essersi anche co- tro ven ivano sorpresi dal maltempo che li
struito un ponte di fortuna. Due gion1i dopo bloccava per due giorn i, con viveri scarsi
si cominciava a risalire il grande ghiacciaio e senza combustibile, finché il 5, con enor-
Hispàr (lungo 50 km) che veniva seguito me fa tica e pericolo, riuscivano a scendere
per oltre 30 km fra peripezie varie, fra le al campo IT e il 6 raggiungevano il campo
quali frequenti ostruzionismi dci portatori base. Quivi, in quei tre giorni, si era ri-
e soste causate dal maltempo e dall'attra- masti in ansia per la sorte degli occupanti
versamento di ghiacciai tributari dell' His- i vari campi, specia lmente il Hl e i con-
pàr. Il 10 giugno quasi tu tti i portatori tinui contatti radio con i campi non per·
disertarono in località Khani Basa, cioè alla mettevano di essere più tranquilli, tanto
confl uenza del ghiacciaio omonimo (clie si più che un servizio speciale per la spedi-
attesta al Kanjut Sar) con l'Hispàr. zione della radio p.'lkistana, dava notizie
Il 12 giugno, dopo una ricognizione di prossime nc\•icate. Monzino aveva ripor-

631
tato dall'avventura dei gravi congelamenti si un'ora, com inciava cautamente a discen-
che lo costringevano a rimanere, da quel dere e giungc\'a al campo IV all'estremo
momento, al campo base. delle sue for1:e. Qui veniva amorevolmente
Tornato il tempo bello - che si presu- assistito da llich e inlìne, con un ult imo
meva non dovesse durare a lungo - si sforto, entram bi riuscivano a raggiungere
riprendeva la via dell'ascesa, ritracciando i compagni ciel campo V, da dove confer-
le piste di salita, liberando le tende semi- mavano con la radio al campo base la noti-
sepolte dalla neve, trasportando depositi zia della splend ida vittoria ottenuta.
di viveri, combustibili, mat eriali. Il 6 lu- t un'altra smagliante conquista dello
glio, venivano fi ssati quattrocento metri alpin ismo italiano, colta fra le più impo-
di corde oltre il campo III. Il 17 luglio nenti montagne del mondo, un'ennesima
sette guide, il dottor Na\'a e tre portatori conferma del valore delle gu ide valdostane.
prendevano la via per i campi più alti; ter- E torna a onore dcl capo spedizione, Guido
minata la roccia della t:resta si decideva ll.·fonzino, che da anni ha ripreso il costu-
di saltare l'impianto dcl campo I V perché me di ingaggiare queste va lorose guide,
m:llsicuro; per un pendìo di ghiaccio si per condurle a conseguire arditissime vit-
giungeva a un sicuro spallone ove veniva torie sulle più remote montagne della
cretto il campo V. li giorno successivo ve- Terra.
niva installato, su un pendìo di neve, il
campo VI (in effetti il V) a oltre 7000 me- Nel 1961 cinque soci della Sezione di
tri di quota, che accolse Jean Bich e Ca- Roma dcl C.A.I. organizzarono una spe-
millo Pclissier, detto anche Camillotto. dizione leggera ncl\' ll imàlaya del Punjab
Così la sera del 18 tutti i campi, dal m che si proponeva di stud iare alcune valli
in su erano presidiati. semi sconosciute nel gru ppo del Pàrbati
li 19 la pattuglia di punta partiva de- e, possibilmente, compiere J'3sccnsione di
cisa a conquistare la vittoria, tanto più c11e una delle vette, innominata, superiore ai
dal campo base era stata ritrasmessa via 6000 metri che si trovano sul e Great lii-
radio la previsione, avuta da rad io paki- malayan Range, (vedere ascensioni ed
stana, che il tempo bello avrebbe retto per esplorazioni dei prigionieri di guerra ita-
non oltre due giorni. Jean Bich, già sofferen- liani dal campo di Yol).
te dal giorno prima, dopo circa un'ora di L'l Sezione di Roma dcl C.A. I. che, co-
marcia, doveva for-/-'ltamente desistere; me si dirà, aveva organizzato nel 1959 la
Cammillotto proscguh•a quindi da solo, con sua grande spedizione alrllindukush, con-
freddo in tenso, con grandissima fa tica e cedette ben volentieri il suo patrocinio ai
saliva dapprima penosamen te un canalone cinque alpin isti. Essi erano : Franco Alletto,
ghiacciato interminabile, simile a quello Paolo Consiglio che nel 1959 avevano rag-
Penhall del Cervino; obbligato a scalinare giun to la vetta del Saraghrar Peak m 7349,
continuament e per prepararsi la vi.'.I di di- Domenico Dc Hiso e la sua consorte, si-
scesa, giungeva a un'altissima cresta che gnora Maria Teresa; il dottor Vincenzo
subito si ri velava insidiosa per cornici, e :\fonti, med ico
da un'ant icima seguita da una seconda, Il bagaglio della spedizione era ridotto,
con un ultimo disperato sforzo di volontà, comprensivi i viveri acquistali sul posto,
quando ormai disperava, calcava la vetta, ad 8 quintali di equ ipa~iam cn t o e viveri,
sulla quale faceva sventolare le bandiere i- il che facilitava il problema logist ico.
taliana e pakistana. Dopo una sosta cli qua- Partiti, via aerea, da n oma il Z7 aprile,

632
dopo aver fatto tappa a llombay e a Delhi, per la quale successh,amenle proposero
ai primi di maggio, i ci nque giungevano, il nome di Lai Qilà (Fortezza Hossa). La
sem pre in aereo, a Kulu. Di qui riparti- discesa awenne di notte, a corde doppie;
rono, dopo aver ingaggiato due portatori alle ore 6 del mattino dcl 3 giugno veniva
ladakhi di alta quota (Nam Gyal e Palgòn), raggiunto il campo fil, ove era rimasta
con una carovana cli muli, con la quale sola la signora De Riso, a tenere i colle-
giunsero fìno a Pulga m 2000 gamenti radio con i campi inferiori. Lo
Ingaggiati allora trentasei portatori, per stesso 3 giugno, con gli sci, percorrendo
la valle elci Pàrbati e quella detta Dibibokri il gh iaccia io occidentale, venh'a raggiunto
Naia, ponevano il cam po base a 4000 me- il campo base. L'l 1 giugno i cinque erano
tri [' 11 maggio; per il tempo avverso non già a Delhi.
fu possibile porlo più in alto. Nonostan te In relazione ai modesti mezzi impiegati
che le successive ricognizioni avessero da- e al breve tempo a disposizione, i risultati
to risultati quasi nulli, il 14 maggio veniva di questa spedizione leggera sono stati co-
posto il campo J a 4500 metri, alla con- spicui. Ciò si deve all'abilità, allo spiri to
Oucnza dei tre ghiacciai (occidentale, se- di sacrificio e alla resistenza di tutti i mem-
condo e principale) che scendono dalle bri della spedizione e anche alle prece-
cime più elevate. li campo Jl venne posto denti esperienze e conoscenze locali, fra
a q uota 5050 sul ghiacciaio secondo; sem- le quali si dimostrò preziosa la conoscenza
pre con tempo non buono venivano salite della lingua urdu da parte di Consiglio
due selle mai prima raggiunte, rispettiva-
mente di m 5500 e 5870, senza per altro
individuarne, a causa della nebbia, le vie
di accesso alle vette. Il 27 maggio, sempre HINDUKUSH
con tempo incerto, venh'a posto il campo E AFGHANISTAN
I II a m 5450, alla base meridionale del
picco m 6.349 La catena dellllindukush è un grande
TI 30 maggio tulle e cinque i compo- complesso montuoso che prende origine
nenli e i due portatori ladakhi attacca- doti nodo orografìco dei Pamiri a somiglian-
rono la montagna ma, stan te le condizioni za - come abbiamo visto - dci più im-
della neve, raggiungevano solo a tarda ora portanti sistemi montuosi dell"Asia
la quota 6200, all"inizio della parete di roc- Jn effetti è costitu ita da una fascia di
cia, sicché dovet tero ripiegare al campo 111. catene, più o meno parallele, che, dai Pa-
Il tempo di durata della spedizione miri, scende dapprima in direzione sud-
volgeva al tcm1ine, motivo per cui Con- ovest e per un tratto appartiene, sia al Pa-
siglio e Monti dovettero ridiscendere per kistan occidentale, sia all'Afghanistan, poi
preparare il ripiegamento. Tuttavia Alletto piega verso occidente entrando complela-
e De Hiso, la sera del I giugno, partirono mente in territorio afghano. Appartengono
con il portatore Nam Cya l per un ultimo al.l'Hindukush, in terri torio pakistano, fra
tentativo; alle 6 del mattino giungevano gli altri quei distretti di frontiera, com-
alla spalla di quota 6200, dove il portatore prendenti anche alcuni staterelli semi-indi-
si fermava. J due proseguirono per la pa- pendenti, che hanno il loro massimo centro
rete cli granito che presentò numerosi pas- nella cittadina di Cilgit , posta a poca di-
saggi di 5° grado e, dop<> 12 ore di lotta, stal17..a dal fìum e ll unza - che forma il
alle 18 del 2 giugno calcavano la vetta, confine nord-occidentale del Karakorlim -

633
e di quella brusca piega attraverso la quale Da oltre un anno si era studiata l'orga-
l'Indo, cambiando direzione di quasi 90", nizzazione di una spedizione dcl tipo e leg-
si apre il passaggio attraverso le montagne, gero) che consent isse di conquistare una
prima di sfociare nella pianura del Punjab vetta fra i 7 e gli 8000 m di altezza, abba-
(meglio Panch-jab =cinque fiumi), segnan- sta11za rapidamente accessibile e in una
do l'estremo con lìne occidentale dell' Hi- zona che presentasse anche problemi geo-
màlaya. grafi co-esplorati vi. A questi due ultimi re-
L'Afghanistan, al quale come abbiamo quisiti corrispondeva J'Hindukush. La vet-
visto, appartiene anche buona parte dcl· ta principale di questa catena, il Tirich
I' Hindukush, è un vasto stato asiatico :\lir m 7700, era stata salita dai norve-
(esteso pili del doppio dell'Italia, ma abi- gesi nel 1950; l'H istor-o-Nal m 7397 era
tato solo da 12 milioni d i pastori, carova· st ata conquistata da una spedizione ame-
nieri e contadini) racchiuso fra l'U.H.S.S., il ricana nel 1955. Scartato il Noshak m 7486,
Sing-Kiang, il Pakistan occidentale e l'Iran, perché dcl tutto sconosci11to, fu scelto il
che in nessun punto è bagnato dal mare. Saraghrar Peak, quarto in ordine di altezza.
Di forma all'incirca trapezoidale, con un Fu faticosamente ottenut o il permesso
pcnducolo, verso nord-est, che .si insinua, di attaccarlo nel 1959, ma poco dopo si
nella regione dei Pamiri, fra Hussia, Sing- ebbe notizia che una spedizione in glese
Kiang e Pakistan, l'Afghanistan è occupato stava già tentando di salirlo (nel 1958). Ad
verso est e al centro da catene e gruppi autunno venne invece la notizia che la
montuosi, d ai quali si irradiano vallate spedizione era stat11 respinta, con la morte
solcate da fiumi che vanno a perdersi, essic- di uno dei suoi membri (P. S. Nelson). Hi·
candosi, nelle deserte pianure periferiche. presero gli stud i, la preparàzione; si cer-
Anche queste terre asiatiche, negli ulti- carono affannosamente i fondi necessari.
mi anni, ~1anno visto italiani percorrerle, E, grazie all'infaticabile azione della Com-
studiarle e ascenderne le grandi montagne missione organizzatrice, presieduta dal Pre-
sidente della Sezione romana, conte Datti,
Nel 1955 i professori Ardito Desio, An- grazie anche all'ap1>0ggio della Sede cen-
tonio ~larussi e Paolo Graziosi, reduci dalla trale del C.A. I. , si poteva allestire la sped i-
spedizione dell'anno precedente al K 2, ef- zione. Questa era così composta: Fosco
feltuarono una spedizione nella zona a Maraini, capo spedizione, reduce della
occidente dcl K 2, precisamen te nelle zone spedizione al Gàsherbrum l V; franco Allet-
pakistane dcl Cilgit e Chitral (immedia- to e Paolo Consigio, incaricati di curare la
tamente a occidente del Karnkorùm) e nel- parte alpinistica; Gian Carlo Castelli, Silvio
l'Hindukush pakistano e afghano. JO\'ane, Enrico Leone, Carlo Alberto Pi-
La spedizione si era proposto solo de· nelli, alpinisti della S.U.C.A.T.; dottor Fran-
gli scopi scient ifici (geologici, geolìsici e co Lamberti-Bocconi , medico.
paleontologici) e pertanto, in questo capi- Per quanto il numero dei componenti
tolo, dedicato all'alpinismo, ci limitiamo a (8) fosse ugua le a quello della spedizione al
citarla per ricordare il forte contributo ita- Gàsherbrum IV, data la maggiore acces-
liano alle conoscenze scientifiche della sibilità del Saraghrar Peak rispetto al G
regione. JV, il peso totale dci bagagli, partenti dal-
Ed eccoci al 1959, l'anno della spedi- l'Italia, si poteva contenere in 45 quintali.
zione della Ser.ionc cli Homa del C.A.J. al li 9 giugno 1959, quando uomini e
Saraghrar Pcak m 7345. materiali erano già stati imbarcali a Na-

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poli, per uno sciopero dei marittimi si do- glia esplorativa al campo base provvisorio
vettero sbarcare e, fra mille difficoltà buro- (m 3900), posto alla confluenza dei grandi
cratiche e con un maggior onere finanzia- ghiacciai Hushko e Nirogi. Dopo altri quat-
rio, la partenza dovette avvenire, per via tro giorn i veniva raggiunto il campo base
aerea, da Ciampino (m 4200), sul Nirogi.
l i 21 giugno tutti erano riuniti a Ka- Seguirono altri 11 giorn i di esplora-
rachi; di qui per via aerea, con tappe a zione alle possibile vie d'attacco. TI 6 ago-
Lahore e Rawalpindi, si trasferirono a sto ebbe inizio l'assalto, ponendo il campo
Peshawar. Il 2 luglio cominciava il lungo I a quota 5100, su un ghiacciaio non se-
e arduo tragitto con automezzi, pieno di gnato nella carta, cui venne imposto il nome
avventure (costru zione di passaggi su fiu - di ghiacciaio Roma. Il 7 agosto veniva al·
mi, perdita di un automezzo, ecc.) finché taccato il e cengione dci seracchi >, che,
giunsero a Dir, capitale di un arretratis- per quanto pericoloso all'inizio, si rivelava
simo staterello semi-indipendente; poi con la migliore via per raggiungere lo sperone.
i muli e due camioncini a Ch itral, capo- Su questo, il giorno dopo, veniva posto il
luogo della regione omonima, in splendida campo Il a quot a 5600. Seguirono giorn i
posizione ai piedi dcl T irich ".1ir, la più di dura lotta per attrezzare la via su una
alta montagna dell'Hindukush ardua e infida cresta nevosa e il 14 agosto
Reclutati a fatica 60 muli, dopo quat- veniva piantato il campo ITT a m 5800, poi ,
tro giorni di marcia la carovana giungeva con altri tre giorni cli lavoro per attrezzare
a Drasan, ove finisce la mulattiera. Tutto una difficile cresta affilata, ven iva posto il
il materiale dovette, da allora, essere tra- campo IV a m 6200, ol tre il quale non si
sportato da 150 portatori. intravvede\'ano grand i difficolt:\. Dopo altri
Si impose allora il problema di una 4 giorni, Alletto, Consiglio, Castelli e Pi-
preventiva ricogn izione per stabilire se fos- nelli e il portatore d'alta quota Paklawan
se meglio attaccare il Saraghrar dal ghiac- (il migliore dci sette portatori chitrali in-
ciaio Nirogi che, con i suoi tributari, riveste gaggiati), erano riuniti al colle ove lo spe-
il versante orientale della mon tagna. Noti- rone si congiunge alla cresta Nord-est (quo-
zie non se ne avevano: le carte al I: 125.000 ta 6600) e vi issavano il campo V (22 ago-
possedute erano quanto mai schematiche sto}.
e inesatte. Il gruppo esplorativo, compo- Il luogo è superbo: appe na a 25 km
sto da Consiglio, Castelli , Pinelli e Alletto, (oltre il corridoio afghano) sorgono le pili
con 16 portatori partiva da Drasan il 16 alte montagne russe dci Pamiri; si spazia
giugno. I primi due alpinist i esplorarono dal Nanga Parbat al Karakorlim. 11 giorno
il ghiacciaio Hushko che si presentò im- seguente Paklawan accusava disturbi e
clatto all'attacco, gli altri due, il Nirogi veniva lasciato al campo V, mentre i quat-
Su quest'ultimo ghiacciaio vennero ri- tro alpinisti, in mezzo alla bufera di vento,
conosciute tre vie di att acco, delle quali salivano a piazzare il minusco lo campo VT,
la pili logica apparve quella di uno sperone a quota 7000 circa, ove rimasero a pernot-
che raggiunge la cresta Nord-est del Sara- tare Alletto e Cons iglio.
ghrar a quota 6790, a circa tre ch ilometri TI 24 agosto il tempo era buono e per-
dalla vetta. metteva ai due del campo VT di partire
li 22 luglio il grosso della carovana, tard i (alle 10).
condotto da Maraini, scavalcato il Duka Con marcia lenta, data l'altezza, ma
Dak m 4400, si congiungeva con la pattu- senza speciali difficoltà, alle 14,50, Alletto

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e Consiglio raggiungevano la vetta, sulla tale e centrale. Era composta dal profes-
quale, dopo mezz'ora, arrivavano Castelli e sore Ardito Desio, dal professore Antonio
Pinelli, provenienti dal V campo, che ave- !\ larussi e dai geologi dottor Giorgio Pa-
vano coperto senza soste il dislivello di squarè e dottor Ercole Martina.
oltre 700 metri. Durante la spedizione, che aveva scopi
Così uno dei quattro maggiori colossi scientifici, furono compiute le ascensioni
dell'Hindukush aveva capitolato per ope- di due cime inviolate.
ra di italiani, tutti senza guide. L'impresa, li 31 agosto il dottor Pasquarè (socio
tenacemente voluta e arditamente realiua- della Sezione di Bergamo del C.A. 1.), par-
ta dalla Sezione di Boma dcl C.A.r., fruttò tito da Faydzabad, risaliva la valle del Kok-
anche notevole messe di dati scicntirìci, fra ca, indi (1uclla dcl \Vardu, infine quella
i quali importanti ricerche condotte dal me- dello Z.udew, fìno al villaggio di Karkhu
dico della spedizione, Lambcrti-Bocconi m 1600. Di qui, con due portatori e un
l i 25 settembre, per via aerea, la spedi- militare di scorta, poneva un primo campo
zione era di ritorno a Boma. a 2400 metri e il giorno successivo rag-
giunse, con il solo militare, la fronte di
Nell'estate del 1959 l'ingegnere :\fauro un ghiacciaio vallivo a 3700 metri. Fis-
Botteri, della Sezione XXX ottobre di Trie- sato poi un bivacco a quota 4250, il 3 set-
ste, effettuava la traversata dallo stato di tembre risaliva da solo il ghiacciaio, su-
Swat al Kàshmir, superando il passo di perava la crepaccia tenninale e vinceva la
Kalam m 4600 e salendo allo Shandur Pass parete nord di una cima piramidale alta
m 3600, cl1e divide i due territori di Chitral 4700 m, pcn·enendo in vetta alle ore 9,30.
e Gilgit (pro1x1ggini pakistane deirHindu- La discesa venne effettuata per una
kush). selletta di quota 4600, un canalino molto
Da que~ to passo, su perando il canalone inclinato e infìne il ghiacciaio. A questo
ghiacciato e una cresta accidentata, ra~­ ven ne dato il nome di ghiacciaio di Kar-
giungeva, da solo il 6 agosto, la cima di khu, mentre la vetta raggiunta fu denomi-
m 5200 che si eleva a sud del passo stesso nata Koh-i-Shuksi.
li 27 settembre il dottor Martina (pure
Alla fìne di luglio 1960 partiva da Fi- socio della Sezione di Bergamo del C.A.l.)
renze una missione orp;anizzata dal profes- compiva da solo la prima ascensione asso-
sore Paolo Graziosi, direttore dell'Istituto luta di una montagna alta 5010 metri, nella
di antropologia di quella università, per catena del Koh-i-Baba, per la q uale pro-
recarsi nella regione dell'alto Chitral. pre- pose il nome di Koh-i-Kol (= montagna
cisamente nel territorio dei Kafìri, che si del lago).
era rivelato, dai precedenti viaggi compiu- Partito alle 6,45 da un campo situato
tivi dallo stesso professore Graziosi, fonte a quota 3100, si portava ai piedi del ver·
di ricchi elementi di studio. sante Nord-est della montagna; attaccava
La spedizione, avente carattere esclusi- la parete a quota 4500, risalendola per un
vamente scientifico, raggiungeva tutti i ri- canalone fìno a un punto della cresta, quo-
sultati che erano previsti. ta 4870, dal quale, con interessante arram-
picata per il filo sottile e frastagliato, toc-
Dalla metà di luglio alla metà di ollo- cava la vetta alle 13,35
hre 1961 una spedizione scientifica ita- La discesa veniva effettullta per la cre-
liana operava nell'Afghanistan Nord-orien- sta Ovest , indi per il ghiacciaio che forma

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il fianco Nord--ovest del monte. Alle 18 lo dola in ogni senso) il mondo occidentale
sca latore crn di ritorno al campo, ove giun- sapeva solo a grandi linee dell'esistenza di
geva percorrendo la valle dello Srmhi. questi smisurati territori dal famoso e Mi-
lio ne • nel quale Marco Polo, fra l'altro,
parla della sua traversata dei Pami ri con
parole che, per i sentimenti che <ll'scrivono,
ASIA CENTRALE paiono uscite dalla penna di un moderno
alpin ista
Passano len tamente i secoli e viaggia-
Le catene d i montagne e gli altipiani tori, commercianti, e soprattutto missionari
dell'Asia Centrale si estendono ad abbrac- italiani seguono ancora la e via della seta•
ciare un complesso di regioni che coprono visitando le region i dell'Asia Centrale e
una superficie di vari mil ioni di chilometri arricchendo le scarse conoscenze cli quei
quad rati. Esse delimitano infatti il Tibet , remoti paesi.
il Sing-Kiang {o Turkestàn Cinese) ed altre Fra i missionari italiani che nel '700 si
region i estendendosi fino alla Mongolia recarono nel Tibet - valicando colli alti
interna. più di 5000 m - il pili importante per la
Dal nodo oro-idrografico dci Pamiri, nel conoscenza di quella regione è il gesuita
quale molte cime sorpassano i 7000 m di Padre lppolito Desideri da Pistoia, che
quota, si dipartono infatti: verso Nord- soggiornò a Lhasa dal 1716 al 1721 , e at-
est la catena del Tien Shan, con cime ele- traversò il K:\shmi r e il L'ldàk affrontando,
vate oltre i 60IX) m; a Est-sud-est la catena col rndimcntale equ ipaggiamento del tem-
del Kuen Lun, della quale molte vette supe- po, viaggi in quelle regioni nel cuore del-
rano i 7000 m di quota, sorreggente, verso l'inverno. La relazione di quei viaggi, ol-
Nord, l'a ltipiano dcl Tibet e comprenden- tremodo ricca di notizie basate su osser-
te, con la precedente catena, il meno ele- vazioni vaste, profonde e coscienziose, pre-
vato Sing-Kiang, che costituisce il grande corre di un secolo e mezzo q uelle dei viag-
bacino chiuso del fiume Tari m; a Sud-est giatori ingles i che, dalla fi ne ciel scc. XL\'.,
le catene del Karakorùm e delrHimàlaya si recarono nel T ibet, con mezzi e orga-
che chiudono, verso Ovest e verso Sud, nizzazion i ben più efficienti.
l'altipiano tibetano; a Sud-ovest la catena
dellllindukush, oon varie cime superanti Nel 1893 Felice De nocca si recò nei
i 7000 m d i quota; a Nord e Nord-ovest la Pamiri e, sebbe ne non si proponesse mete
catena dell'Alai e le sue diramazioni nel alpinistiche, fu costretto, per studiare in
Ferganà (Turkestàn Russo). ogn i sua parte questa interessante regione,
La presenza di tal i complessi montuosi, ad oltrepassare di sovente i 5000 m cl i
la scarsa abitabil ità delle terre fra essi in- quota, sottostando a privazioni e pericoli
terposte, l'inaccessibilità a queste vaste re- di gelo e tormente. Il risultato fu una mo-
gioni per ogni mezzo a ruota, hanno fatto nografia geografica di quella interessante
sì che esse rimanessero pressoché scono- regione.
sciute per gli europei fino agli ultimi secoli.
Dopo i memorandi viaggi dei fratelli Nel 1900 si effettuò la spedizione dcl
Polo, veneziani, del sec. XI II (dei quali fu Principe Scipione Borghese e dcl prof. Giu-
data notizia da Marco, figlio di uno cli essi lio Broc:herel, di Aosta, con la ben nota
e che visse in Asia ben 24 anni traversan· guida :\fattia Zurbriggcn di l\facugnaga che

637
si svolse nella catena del Tien Shan, fra il valle del tutto sconosciuta, che veniva de-
Turkestan Russo e qucUo Cinese. ;\fola era nominata Valle Italia.
il Khan Tcngrì (Signore dcl Cielo) m 7193,
che dom ina la catena. Cli approcci furono Sped izione quindi assai fruttuosa dal
lunghi e difficili poiché i nativi si erano lato geografico, anche se, dal punto di vi-
sempre disinteressati della grande monta- sta alpinistico, si lim itava a valicare passi
gna ergentesi in una zona glaciale e il Khan mal noti ma molto elevati. Non possiamo in-
Tengrì fu perciò awicinato solo quando fine tralasciare di menzionare le varie spe-
la stagione inoltraia ne rendeva proibitivo dizioni al Tibet del prof. Giuseppe Tucci
l'attacco. Tuttavia furono esplorate ben che - accompagnato dalla intrepida con-
dicci vallate, eseguite ben 700 fo tografie sorte, dal cap. Chersi, dal cap. Boffa e dal
e (oltre alla raccolta di 2000 piante, di nu- dr. F. Maraini (pili volte nominato in questa
merosissimi minerali ed insetti, allo studio esposizione) - pe rcorSc ogni valle Tibeta-
dci costumi e della lingua dci Kara Kir- na, daI L.'ldàk a Lhasa, raccogliendo un'im-
ghisi) l'esplorazione, protrattasi da luglio mensa messe di dati e fotografie, decifrando
a settembre, frutt ò una carta d i quella i manoscritti e il simbolismo delle fi gura-
zona prima sconosciu ta. Questi dati apriro- zioni pittoriche. La sua perfetta conosccn7A'l
no la strada alla spedizione Meri:bacher, della lingua tibetana gli aprì le porte dei
Pfonn, Keidel che, due anni dopo, con la più reclusi gompà (monasteri lamaici), si
guida ladina Francesco Kostner di Corvara che egli poté pubblicare poderosi volumi di
in Val Badia, tomò ad esplorare il Tien inestimabile valore che lo hanno fatto anno-
Slum verare fra i maggiori - se non addirittura
il massimo - conoscitore del Tibet.
Nel 19'22 la guida Cesare Cosson di Per quan to il Tucci non si proponesse
Cou rmayeur fu compagno al geologo in- scopi alpinistici, l'organizzazione delle sue
glese Sir l ienry Haydcn che si spinse, dal carovane, che percorrevano le più imper-
Sikkìm a Lhasa e di qui, attraverso gh iac- vie valli himalayane superando pass i di
ciai e colli altissimi (Goring-la m 5700), 5-6000 met ri, lo pose di fronte a problemi
giu nse ai grandi laghi tibetani. e d ifficoltà che con .J'alpinismo h imalayano
hanno stretta affin ità e pertanto anche sot-
Ne! 19'29 ebbe luogo la spedizione trie- to questo aspetto, dobbiamo mettere in ri-
stina ai Pamiri della intrepida signora Ed- lievo l'opera del nostro sommo orientalista.
vige Toeplitz t-.frozowska, accompagnata
dal grande viaggiatore reverendo profes-
sore Giuseppe Capra, dal signor Vichich ISOLE ASIATICHE
dell'ambasciata italiana di ~fosca, e dallo
operatore cinematografi co Dorn. Anche sulle lontane montagne dei gran-
La spedizione, dal Ferganà, valicava di arcipelaghi asiatici troviamo traccia di
alcuni passi di oltre 4000 metri, scendeva alpinisti italiani
al L'lgo Nero (Kara Kùl), valicava poi la Il merito principale di queste ascensioni
parte più elevata dci Pamiri e scendeva nel così... fuori mano, va dato a quell'intra-
cuore del Tagikistan; risaliva poi l'alta valle montabile alpinisla, giramondo, che fu
clell'Amu Daria, quasi sconosciuta per gli l'ingegnere Piero Chiglione.
europei; indi valicava il grande Pamir nel- 1n una campagna estivo-autunnale egli
la zona più orientale e attraversava una calcò infatti le principali vette delrArcipe-

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lago della Sonda, del Giappone e dell' Isola pinistico giapponese, il che non gli impedi·
di Formosa. Montagne diverse dalle nostre, va di prendersi delle solennissime acquate.
alle quali si ascende con lunghi percorsi Dall'albergo di Kamichochi partiva con
attraverso fores te tropicali o sub-tropicali, un portatore e, con la sua abituale celeris-
ove si possono anche incontrare tigri, ors i, sima marcia, giungeva in vetta al Oku 1-Io-
serpenti e indigeni che si dedicano al gen- dake m 332.5, massima elevazione della
til mestiere di cacciatori di teste. Flora catena, che raggiungeva al matt ino presto;
lusS'urreggiante che ammanta le pendici nel pomeriggio trovava tempo, con il suo
montane di smaglianti fiori; ma anche piog- portatore, di scalare il e Gran gendarme :t
gia, pioggia, pioggia a diluvio e, sulle cime per una via nuova.
più alte, specie nel Giappone, anche neve. Non tralasciava infine di salire la sacra
Furono nuove esperienze anche per il montagna, simbolo del Giappone, il Fujiya-
nostro Chiglione. ma m 3778
Nell'agosto del 1938 fece una rapida Esaurito così il progetto di salire le
scorribanda nell'Arcipelago della Sonda, al- cime più sign ificative del Giappone, e do-
!Ol'a appartenente alle Indie olandesi, at- po una breve escursione alla più settentrio-
tuale Indonesia, e ascese le principali vette nale delle sue grandi isole, Hokkaido, ai
dell'Isola di Borneo, anche ora sotto do- primi di ottobre passava dall'autunno di
minio britannico. Tokyo alla primavera di Formosa, allora
La prima ascensione compiuta da Ghi- sotto dominio giapponese. Sua meta era il
glione fu quella del vulcano Semeroe me- Njitakayama m 4005, allora la più alta
tri 3400, il più alto dell'Isola d i Giava, rag- vetta dei domini giapponesi.
giunto appoggiandosi a rifugi del Club Accompagnato da un funzionario dcl
alpino olandese. Ministero degli esteri giapponese, che lo
Con una rapida pun tata all'Isola di Bali, teneva sotto una diretta ma continua vigi-
trovò modo di raggiungere la vetta del Gu- lanza .. ., dopo un avventuroso viaggio, e
nung Agung m 3200; poi, si spostò verso appoggiandosi ai ryokàn (rifugi-alberghet-
Singapore e di qui al Borneo britannico, ti) dell'associazione poliziotti di Formosa
dove, in sette tappe, nel mese di settembre, (allora Taiwàn) giungeva infine ai piedi
si portò ai piedi del Kinabalu m 4I01, cima della montagna. E, per gentile concessione
più elevata dell'immensa isola. Con una del funzionario, poteva salire da solo lo
buona marcia ne calcava la granitica vetta, spigolo Nord del Njitakayama.
ornata di gendarmi.
Sempre nel settembre, volava a Suma- Nel periodo immediatamente preceden-
tra e, non avendo tempo per ascenderne te la seconda guerra mondiale e durante
la vetta dominante, il Picco di Indraepora questa, il dottor Fosco Maraini trascorse
m 3805, scalava in due giorni - avventu- otto anni in Giappone, in parte quale let-
rosi per la traversata della giungla - il tore di Italiano nell'Università imperiale
vulcano Sibajak, poco inferiore ai 3000 m. di Kyoto. Tn quell'occasione il giovane
Alla fine di settembre era già nel Giap- orientalista e scrittore fiorentino, già pro-
pone, nell'isola principale Honshu. Hag- vetto sciatore e alpinista, non si lasciò sfug-
giungeva Kamichochi, la • Zermatt giap- gire loccasione di compiere numerose
ponese • nelle montagne giapponesi set- ascensioni e gite in sci ovunque possibile.
tentrionali. Qui trovava una perfetta orga- Egli compilò anzi, in quel periodo, una
nizzazione di rifugi e di guide del Club al- Guida delle mo11tag11e giapponesi

639
AFR I CA

CENNO CENEJV\tf. posta dcl continente, nella Colonia del Ca-


po. Anch'ess i si sten dono lu ngo la costa
e Il continente africano non ha veri si- da Oves t-s ud-ovest a Est-nord-est, dalla
stemi di monti paragonabili alle gramli Città dcl Capo fìno al confine del Mozam-
catene che formano l'ossatura dell'Europa bico per circa 1700 km e culminnno a 3650
(Alpi), dell.Asia (l-limàlaya) o dell'America m col Cathkin Peak nei ,\lonti dci Draghi.
(Montagne Rocciose e Ande). Allo sviluppo In tutto il rimanente dell'Africa non
uniforme e poco articolato delle sue coste, troviamo altro che estesi alt ipia11i, tra cui
corrisponde uno scarso sviluppo dei rilievi è tipico quello et iopico, culminante nel Has
terrestri. Si suol pensare l'Africa come una Dasciàn a m 4620 (o m 5050, secondo i
sterminata estensione cli tavolieri, di de- dati più recenti dei primi scalatori) e so-
serti e di foreste, di desolazione e di ric- prattutto massicci isolati, come il Camerun
chezze; non certo come una regione mon- m 4070, sul Golfo di Guinea, i massicci dcl
tuosa. I misteri e le incognite dcl conti- Hoggar m 3010 e del Tibesti rn 3415, nel
nente nero possono affascinare più l'esplo- Sahara, e soprattutto i tre grandi colossi
ratore, il geografo e lo scicm.iato, che non dell'Africa Equatoriale, il Kilimanjaro me-
l'alpinista. tri 5930, il Kenya m 5194 e il Ruwcnzorì
Eppure non mancano in Africa i co- m 5150. Il primo di questi si trova al limite
lossi che si elevano a quasi 6000 metri, non tra il Kenya e il Tanganyka, il secondo nel-
mancano ne,,i e ghiacciai nel mezzo delle la colonia dcl Kenya (a cui dà il nome) e
foreste equatoriali, non mancano pareti e al limite tra l'Uganda e il Congo Belga il
guglie per i più appassionali arrampicatori terzo, separato dai primi due dal grande
I rilievi montuosi però (in massima parte solco dcl Lago Vittoria. Altre cime di con-
apparati vulcanici) non si estendono in siderevole altezza si elevano pure nella
lunghe catene, ma sorgono isolati, quasi stessa zona, cdme il Meru m 4558, il Virun-
episodi incidenlali delle sterminate pianure ga m 4517, rElgon m 4311, ecc., ma in
Un solo rilievo si sviluppa con anda- realtà è solo la triade dianzi nominata,
mento continuo, formando vere e proprie quella che può presentare un vero inte-
catene, il sistema dell'Atlante, che sì stende resse per l'alpinista
lungo l'estremo orlo Nord-occidentale d cl Il Kilimanjaro (Kilima-Njaro, cioè il
continente, attraverso il Marocco, l'Alge ria e Monte Lucen te• o c ll.lontc Bianco•) è
e la Tunisia, per una lunghezza di oltre un antico vulcano, che ha innalzato su
2000 km, il doppio cioè delle Alpi. E: un un'unica base due grandi coni, assai distan-
complesso di parecchie catene, orientate :da ti l'uno dall'altro; il più alto è il Kibo
da Ovest-sud-ovest a Est-nord-est , paralle- (chiaro) m 5930, culminante con l'orlo dcl
lamente alla costa, e fonnanti un'alta bar- grande cratere ghiacciato; assai meno ele-
riera ai margini del Sahara. La massima vato è il cono dcl ì\favcnzi (oscuro), che
elevazione è il Djebel Toubkal m 4165, nel- tocca i m 5270.
l'Alto Atlante ì\ larocchino. Pure aspetto di L'l vetta del Kibo fu conquistala, dopo
una lunga barriera, se non di vera e pro- alcuni vani tentativi, da L. Purtschellcr e
pria catena, hanno i monti all'estremità op- H. ).foyer il 5 ottobre 1889, che le diedero

640
L,\ Cno1)A ~ Lu 1r:o11.A, da Poco!.
(f 'otoS.&.glio)
il nome di Cima Imperatore Guglielmo (era alta è quella dci miss ionari italiani della
la pilJ alta vetta dci domini coloniali te- Consolata S. Hossano, C. Borello, A. Bel-
deschi). I loro tentativi al Mavenzi si arre- trami.no, E. d'A lberto e C. Campagnola,
starono invece al torrione settentrionale nel gen naio del 1933, che vi portarono in
(C ima Purtscheller m 5240), solo 30 m più vetta una grossa croce in ferro battuto, fot-
basso della vetta. Questa ru raggiunta sol- ta giungere appositamente dall'Italia. La
tanto nel 1912 da Klutc e Ochler per una quarta ascensio1lc è pure italiana: quella
via molto più agevole di quella tentata dai di Piero Ghiglione, che nel 1937 compie
predecessori la traversata delle due cime, salendo al
Poche furono le ascensioni successive Nelion per una difficile via nuova. Entram-
delta massima vetta africana, e in gran be le cime fu rono di nuovo raggiunte lo
parte tedesche. Solo in questi ultimi anni an no successivo dalle guide italiane Ba-
con la costruzione di alcuni rifugi e pili reux e Crou.'< con miss Una Cameron. (Più
ancora con la rapidità delle comu nicazioni recentemente il Kenya fu scalato, nel 1943,
aeree, che hanno notevolmente fac ilitato durante la recente guerra mondiale da F.
gli accessi, \'attività alpin istica nell'Africa Bernuzzi e successivamente, nel 1945 e
Equatoriale ha potuto essere alquanto in- nel 1946, dal Gabrioli con vari compagni
te ns ificata. Tra l'esiguo numero dci salitori di cui è detto più avanti)
dcl Kilimanja ro troviamo tre volte nomi E veniamo al terzo colosso africano, il
italian i: Ruwenzori, il leggendario massiccio dei
A. Parenti con Auerbach nel 1913, Pie- ~fonti della Luna, di cui parlarono Tolo-
ro Chiglione con E. Wyss Dunant nel 1937 meo e gli scri ttori greci.
e le guide Edoardo Bareux cd Elisco Croux Che il Nilo potesse avere le sue origini
di Courmayeur con ~Iiss Una Camcron da un ghiacciaio, che le riarse pianure egi-
nel 1938 ziane potessero essere bagnate dalle acque
La seconda vetta del continente afri- di fusione delle nevi perpetue, parve per
cano è il Kenya m 5194; anche esso si molti secoli una favola degli antichi autori,
eleva (circa 300 km a 1ord dcl Kilimanjaro) destituita da qualsiasi verosimiglianza, fi-
completamente isolato nella pianu ra uni- no a quando un italiano, Homolo Cessi,
fo rme, ed ha un aspetto assai particolare spintosi. nel 1876 durante le sue avventu-
con le sue due punte ravvicinate Watian rose esplorazioni dell'Equatoria, fi no al La-
e Nelion), fasciate alla base da ripidi ghiac- go Alberto, vid e ergersi sul lontano oriz-
ciai. i!: anche esso un vulcano spento e le zonte, come un miraggio che presto scom-
sue du e cuspidi attuali sono quan to rimane parve nelle nubi, un colosso altissimo, can-
ora dell'antico cratere. La verticalità delle dido di nevi: il Huwenzori. La leggenda
rocce basaltiche sommitali ne re nde la sca- era realtà, la sapienza degli antichi Egizi
lata assai pili ardua di quella d el Kilima- ancora una volta trovava conferma. Esplo-
njaro. La prima ascensione riuscì infatti ratori e alpinisti si succedettero in gara
solo nel 1899 a H. J. Mac Kinder con le per cercare di dare una soluzione all'affa-
guide valdostane Cesare Ollier e Giuseppe scinante e misterioso problema. Qualcuno
Brocherel, che raggiunsero il Batian. li ne raggiunse le basi, altri si inerpicarono
Nelion, di pochi metri più basso, fu toc- sulle sue falde, ma a nessuno era riuscito
cato solo nel 1929 dai secondi salitori dcl di toccare alcuna delle numerose vette, né
Kenya, Shipton, Wyn l-l arris e Summer- di chiarire l'orografia del vasto e complesso
feld. La terza ascensione della cima più massiccio. Fu ancora un italiano a riso!-

641
vere il problema del modo più integrale nisti italiani e tedeschi hanno potuto infatti
e definitivo: il principe Luigi Amedeo di con campagne relativamente brevi raggiun -
Savoia, Duca degli Abruzzi, ai primi di gere uno dopo l'altro i tre massimi mas-
giugno del 1906 pianta l'accampamento sicci africani, e già ora esauritane l'esplo-
base nel cuore del massiccio, e da qui in razione, si tende alla conquista di vie nuo-
50 giorni di attività, coadiuvato da un'elet- ve, di nuovi versanti, di arditi torrioni se-
ta schiera di alpinisti, di guide, di scien- condari. L'evoluzione dell'alpinismo verso
ziati, sale non solo la cima più alta, 5125 le tendenze prevalentemente sportive è già
m, che intitola alla Regina Margherita, ma anche qui in pieno sviluppo e ancor più si
tutte le principali cime dei sei monti che accentuerà in futuro, quanto più le agevo-
costituiscono il massiccio del Huwenzori; lazioni nelle comunicazioni e negli accessi
ne compie il rilievo topografico, e ne ripor- apriranno agli alpinisti europei questa nuo-
ta una mirabile documentazione fotogra- va grandiosa palestra di ardimenti in sosti-
fica. Organizzazione perfetta, energia e tuzione delle esauritissime Alpi
decisione nella realizzazione erano virtù, Abbiamo visto pur ora la parte assoh1-
che portavano sempre l'augusto principe tamente preponderante avuta dagli Italiani
ai suoi meravigliosi successi nell'esplorazione dei tre massimi colossi
Più nulla rimaneva da esplorare, da africani, gli unici invero che offrano ml
scoprire, da conquistare per i successori, reale interesse per l'alpinista. Nelle altre
che si limitarono infatti a ripetere le ascen- zone si tratta piuttosto di attività di detta-
sioni delle varie cime, qualche volta per glio, atta più a soddisfare la passione di
nuovi itinerari o toccando qualche anticima alpinisti che già si trovano i1elle vicinanze
secondaria inaccessa. Tra le principali ri- che a giustificare vere e proprie sped izioni
corderemo, oltre ad alcune recenti ascen- Tra questi monti, i più importanti sono
sioni di alpin isti tedeschi, la spedizione certo quelli dell'Atlante, assai frequentati
belga del 1932, l'ascensione di Chiglione, dagli alpinisti europei, data la loro vicinan-
Borello, Bessone e Reusch sulla parete za alle coste mediterranee. Tra le più no-
Nord-est della Cima i\fargherita nel 1938 tevoli, si debbono citare la spedizione trie-
e le ascensioni delle punte Alessandra, stina nell'Alto Atlante nel 1932, che attra-
Vittorio Emanuele, Baker e Sella, di miss versò per cresta tutte le cime principali,
Una Cameron con le guide Bareux e Croux e la spedizione di Bonzi e compagni nel
pure nel 1938. (A queste si aggiunge la ~·t edio At lante, nell'inverno del 1934, che
ascensione per il versante Ovest nel 1949 raggiunse con gli sci le vette più elevate
ancora di Chiglione con i fratelli Ciraudo) della catena, ancor tutte inaccesse
Come abbiamo già accennato, i moder- Anche nell'Atlante Algerino e Sahariano
ni mezzi di comunicazione e il progredire non mancarono not evoli affermazioni degli
della viabilità anche in queste selvagge re· alpinisti italiani (degna di menzione la
gioni abbreviano le distanze e facilitano salita del Cebel Tugur m 2100, nell'Atlante
gli accessi; dove fino ad anni recenti ~i Sahariano compiuta nel febbraio 1901 da
giungeva soltanto con lunghe marce di av- Felice Bosazza con una guida del luogo,
vicinamento attraverso le meravigliose, ma come pure nel deserto Libico, ove la spe-
non certo agevoli foreste equatoriali e con dizione di Caporiacco-Marchesi salì nel
l'organizzazione laboriosa di complesse ca- 1933 la cima principale del massiccio di
rovane, oggi si può giungere con relativa Auenàt 111 1934. Presso la costa egiziana
facilità e in pochi giorni dall'Europa. Alpi- del Mar Rosso si elevano interessanti ri-

642
lievi rocciosi, tra cui si nota il M. Ataka sima traversata del con tinente, che l'aveva
m 8.32, che venne scalato per la ripida pa· portato dalle sponde mediterranee attraver-
rete Nord.est da Buffoni, Arrigotti, Caccia so i! Sahara e il Congo al Ruwenzori e attra-
Dominioni e Pelclla nel 1929. Nell'alto verso i grand i laghi e la Hhodcsia alla Cit-
Egitto e nel Sinai la guida Emilio Cornici, tà dcl Capo, scalava pe r la prima volta, la
partecipando alla spedizione Ercher del parete Sud del Mont aux Sources m 3280,
1937, effettuava una serie di difficili arram· nella Catena dci Draghi, e la parete Est
picate su caratteristiche pareti rocciose. del Table ~ l ountai n 109-2 m, presso la Cit-
Tra le più recenti imprese nell'Africa set· tà del Capo •·
tentrionale van pure ricordate l'ascensione (eia t ETI01\E C."STIGLIO:>.'l)
del Cebel Aucnàt m 1852 e la salita al
Crei r-.fadò m 1117, compiute dal professore
Umberto Monterin partecipante alla mis·
sione della R. Società Geografica Italiana
nel Tibcsti e qualche altra cima minore del L'ATLANTE
Ccbel Archenu raggiunta da Desio e Ponti
nel 1931 e del Tibesti settentrionale dal e l l lungo e complesso sistema montuo-
Desio nel 1940. Quasi totalmente opera di so, che si estende per oltre 2000 km attra·
italiani è l'esplorazione dei monti dell'Eri· verso il Marocco, l'Algeria e la Tunisia, al
!rea e dell'Etiopia, particolarmente inten· margine Nord-occidentale del Sahara e
sificatasi dopo la conquista italiana. li con- parallelo alle coste dell'Atlantico e del ~fo.
sole Homegialli, con numeroso gruppo di diterraneo, è ch iamato Atlante. Esso consta
ufficiali e legionari, esplorava già nel 1936 <li sei catene principali.
il massiccio del Ras Dasciàn, salendone le 1. Il Rif, la catena costiera disposta ad
\'elle principali, che sono le più elevate arco da Ccuta a i\lelilla nel Marocco ·Spa-
dell'Altipiano etiopico; impresa ripetuta gnolo; è un complesso e brnllo sistema di
appena qualche mese più tardi dal sen iore massicci, che si estende per 350 km dallo
Ferrero. Altri alpinisti e guide, facenti par- Stretto di Gibilterra verso oriente, con al-
te del Corpo di spedizione o stabil itisi più tezze massime tra i 2000 e 2500 metri
tardi in quei territori, avevano modo di 2. li Metlio Atltmte, un complesso si-
esercitare la loro passione su guglie e pa- stema di catene e di altopiani erbosi e bo-
reti secondarie, non certo prive di difficoltà. scosi, che ha inizio a Nord di ~larrakech,
Il rilievo africano fu pure meta della spedi- nel ~ l arocco Sud·occidentale, e si estende
zione transafricana della H. Soc. Geogra- per 350 km verso Nord-est, con elevazioni
fi ca Baragliola-Durini, che nel 1930 visitò superiori ai 3000 m ; la sua configurazione
e illustrò, tra l'altro, le mon tagne dell'An- !'abbondanza della neve nell'invemo, lo
gola. rendono particolannente adatto per lo sci,
E perfino nell'estrema punta dcl conti- come ha dimostrato la spedizione Bonzi
nente, tra quei monti particolarmente fre- del 1934
quentati dagli alpinisti inglesi residenti nel 3. L'Alto Atlm1te, la catena più elevata
Dominio dcl Sud Africa, un italiano ha e più importante, che a guisa di e nom1e
trovato modo di lasciar traccia ciel proprio muraglia dh•ide le fertili e popolate vallate
fugace passaggio nella storia al pinistica lo- marocchine dai deserti sahariani; si estende
cale. I!: ancora il dinamico Piero Chiglione da Sud-ovest a Nord-est per 700 km e cul-
che nel 1938, al tennine della sua rapidis- mina nel Djcbcl Tubkal m 4165, che è la

643
vetta più alta di tutta l'Africa Settentrio- mulattiera al Passo d'Uagan m 3650 donde
nale. iniziano la traversata per cresta dell'intero
4. L ' Anti-Atlm1tc, che, staccandosi dal- massiccio cen trale dell'Alto Atlante. Lo
l'Alto Atlante a Sud del massiccio centrale, stesso giorno salgono il Gebèl Bu Uszan I
si spinge verso Sud-ovest per quasi 300 km m 3760, poi le cime II, JI I, IV dello stesso
fino alla costa atlantica; poche vette sor- monte, rispctlivamente di m 3740, 3730 e
passano i 3000 m. 3700. La traversata delle success ive torri
5. L'Atlante Tcllia110, la lunghissima avviene fra nevicata e pioggia, finché i tre
cd unifonnc catena che si estende per 1200 ed il loro portatore berbero che li ha rag-
km lungo la costa dcl ~foditcrraneo sin giunti ad una selletta giungono ad un bi-
quasi a Tunisi; le massime elevazioni di vacco.
poco sorpassano i 2000 m. 1112 salgono al Passo dcl Tubkàl ovest
6. L'Atlante Sahariano, parallelo e qua- m 3920, poi alla Tète d'Ouanoums m 3970,
si altrettanto lungo del precedente, 200 poi ad un torrione; raggiungono il Cebèl
km più a Sud, al margine del Sahara; le Tubkàl Ovest m 4030, poi il Tubkàl me-
vette più alte si aggirano sui 2200-2300 m. tri 4165. Con manovra di corda salgono
L'interesse alpinistico si concentra na- poi l'J muszer, poi una cima secondaria e
turalmente nell'Alto Aliante ed in modo bivaccano al Passo d' lmuszer m 3670.
particolare nel ~lassiccio Centrale, ove le 1113 agosto scalano con elegante arram-
cime più elevate, se non presentano all"al- picata il Cebèl Afcklmi m 3751, indi le due
pinista vere difficoltà tecniche per la salita ci.me dell'Aghidad n' Tichki m 3660 e 3710.
delle vette, offrono tuttavia alte e poderose Stanchi e assetati scalano una torre che
pareti per chi vi cercasse ardui problemi chiamano Torre di Tichki I, poi, per uua
acrobatici. I moderni rapidi mezzi di co- difficile cresta, la Torre di Tichki Il, infine
municazione e la costruzione di strade han- il Cebél Tichki m 3770, poi scendono al
no posto l'Atlante nel raggio d'azione degli Passo n' Tifurar m 3520 dove trovano il
alpinisti europei, che infatti si sono in que- conducente col mulo, viveri e acqua, e
sti ultimi tempi avvicendati con una certa bivaccano, sostando anche il giorno dopo.
frequenza nei monti dcl ~larocco > . 11 15 salgono il Gebèl Tagrat m 3685, poi
la spalla d'Aksual m 3788. Scalano poi due
(eia t ETIOin; CAsT1cL10:-.-i) torrette e, per lo spigolo, con tma arrampi-
cata esposta e abbastanza difficile, il De n-
Tralasciando di citare le numerose sa- te d'Aksual m 3805; proseguendo, salgono
lite di alpinisti italiani nell'Atlante, avve- i due campanili d'Aksual, infine l'Aksual
nute per cause occasionali, dobbiamo ri- m 3860 e si calano a bivaccare.
cordare due spedizioni italiane che, su Jl 16 scalano la Torre m 3848, indi, con
quelle montagne, si effe ttuarono con scopi difficile arrampicata, la Torre Centrale me-
esclusivamente alpinistici o sciistici. tri 3822 e per il Col sans nom m 3748 sal-
La prima spedizione avvenne nell'ago- gono al Cebèl Likumt m 3910; infine, con
sto del 1932 e, dalla città dalla quale ebbe facile arrampicata da una cimetta all'altra,
origine, si denominò e spedizione triestina giungono al Tizi (Passo) n' Likumt m 3550
ali' Alto Atlante>. Ne facevano parte An- e scendono con una lunga marcia alla base
drea Pollitzer de Pollenghi, Miro Dugan di Arround.
e Mauro Botteri. In totale, in cinque giorni di attività,
L' 11 agosto gli alpinisti giungono per hanno percorso 17 km di cresta senza mai

644
scendere al disotto di 3.500 m, cd hanno e- basalto offrono poi all'alpinista campo di
retto 23 ometti su cime che non portavano numerose arrampicate ed a questo fìne è
tracce di precedenti salite. stato visitato da numerosi alpinist i, special-
mente frances i.
Nell'inverno 1934 viene effettuata la In tempi recenti è stato scelto come me-
spedizione milanese alpin istico-sciislica al ta da due spedizioni alpinistiche italiane.
,\ ledio Atlante capeggiata da Bonzi. Da Fez J\i primi cli gennaio 1950 l'ing. Piero
i partecipanti si portano a lmuzèr e di là Ch iglionc, l'avv. Gu ido i\ lezzatesta (Pres
la carovana (9 muli e 10 cavalieri di scorta C.A.J. Boma) e Giuseppe Ciraudo (Pres.
agli alpinisti) raggiunge il p iano di Chero- Sci-Club Torino), in poco più di una setti-
noò m 2150 ove viene costituito il campo mana di automezzo, da Algeri raggiunsero
(la prima neve è apparsa a q. 1700) e gli Tamanrasset, poi proseguirono col cam-
alpinisli vengono lasciati soli. mello fìn o ai piedi delle \'arie montagne.
Dopo un tentativo infruttuoso, il iziomo Scalarono così l'Uèt m 1900, fecero unari-
dopo Bonzi, Spadoni Picenardi e Mcli Lu- cognizione al Timgàl m 1800, poi salirono
pi d i Soragna, salgono con gli sci il Ccl:ièl J'Tlamàn m 2910 (5' ascensione) che presen-
Bu Iblanc m 3110 e il Cebèl Mussa (o Sa- tò varie difficoltà. Il giorno successivo (25
Iah) m 3 192, prima salita sciistica cli que- gennaio) salirono al Tahàt m 3010, massima
sta vetta, con la quale tem1ina la prima par- vetta dell'Hoggar, poi l'esile difficile Gu-
te della spedizione. glia Sauinàn m 2800, in 2• assoluta
Trasferitìsi penosamente ed anche con Partito Mezzatesta, Chiglione e Ciraudo
forti rischi per la pista fangosa e ponticelli salirono la punta Media e quella Sud del
malsicuri, a Tirnest m 1400, vanno a porre T rident, poi, in prima ascensione assolnta,
il campo a q. 2700, fra vento e neve. le punte Centrale e Sud del Tezulàg metri
Dopo un giorno passato chiusi in tenda 2800, 2900; infìne alt re due prime asc~nsio­
per la tonncnta, il l v marzo,, i tre alpinisti ni coronarono la campagna: la vetta Nord
salgono il Toscghielt m 3120, il Cabcrraal d ell'Hadriane, scalata per la parete Sud-o-
m 3280 ed infine il Gebèl Alì m 3370 la pili vest, e la punta Sud dello stesso monte a-
alta vetta del ,\ledio Atlante. Con una av- scesa per la parete Sud-est
ven turosa discesa riescono a raggiungere
il cam po e pochi giorn i dopo sono di ritor- Fra il 15 dicembre 1956 e il 15 j?;Cnnaio
no. 19.:>I si svolse la spedizione alpinistica mi·
lanese all'Hoggar composta dal dr. Giorgio
Cualco, Lorenzo i\farìmonli, rag. Pietro
Meciani. dr. Lodovico Gaetani e guidata
HOGGAR dal prof. Paolo Criinager, spedizione che
ebbe il patrocinio della Sezione di Milano
del C.A.I.
Il massiccio vulcanico dell' Hoggar si e- La spedizione si propose come meta
leva, con forma quasi ci rcolare, nel cuore l'esplorazione, geografi ca ccl alpinistica, del-
del Sàhara algerino, a circa 1500 km a sud la regione montuosa del Tahalra posta a
dell'Atlante sahariano. Si potrebbe chiama- sud-ovest del capoluogo Tamanrasset, rag-
re il centro delle disperse popolazioni tuà- giunto in un volo di 7 ore da Algeri.
reg ed anche dal lato antropico presenta Fu organizzata una carovana di 11 cam-
grande interesse. Le sue montagne di nero melli, per il trasporto di circa 5 quintali

645
di materiali e viveri e furono ingaggiati due girato un fìlm documentario a colori, e rac.
tuareg ed un negro colta un.abbondante documentazione foto-
Furono scalate molte cime, alcune delle grafica.
quali presentarono serie difficoltà, che non
erano mai state scalate in precedenza, che
furono denominate, in via provvisoria, co- ETIOPIA
me segue:

L'Etiopia e la con tigua Eritrea, sono oc-


2$-12-56 Cima Doppia m 1500, da Gri.i-
nanger, Cualco, Marimonti; Ci- cupate in gran parte da un altopiano che è
ma Triangolare m 1505, da Gae- sostenuto da muraglie alte 2()()()...2.S(X) m.
tani e Meciani ; Cima del Comi- Una imponente bastionata sorregge l'alti-
no m 1460, da Gaetani e Meciani; piano \'erso il ~ l ar Bosso e la Dancalia; u-
n'altra (continuazione delle montagne fm
29-12-56: Ibou Agaragra (o Cima Hotonda} le quali si è prodotta la Fossa dei Laghi) so-
m 1545, da Gaetani, Gri.inanger stiene, a nord, l'altipiano di Harrar. Verso
e Gualco; lbouhnten m 1570, da nord-ovest deffEtiopia, tuttavia, a nord di
Gaetani, G1iinanger e Gualco; e Gondar e del prossimo L'lgo Tana, si innal-
da ~larimonti e Mcciani (due vie za il gruppo montuoso del Semièn che rilmi-
diverse); sce le maggiori elevazioni di tutta l'Etiopia
Secondo le \·ecchie nozioni, riferentisi più
4- I -57: Issek m 1420, da Gaetani e Gri.i- che altro a triangolazioni piuttosto antiche,
nanger (parete sud); da Mari- la mass ima ''ella sarebbe il Ras Dascian (lo-
monti e ~ l eciani (cresta nord- calmente Degèn) alto m 4620. Le quote
nord-ovest); da Gaetani e Crii- barometriche indicate qui di seguito avreb-
nanger anche per la difficile pa- bero bisogno di essere confermate da meto-
rete sud-O\'est. di di misurazione altimetrica più accurati;
le riportiamo come sono state comunica te
Lasciato il gruppo del Tahalra, la spedi- dai primi salitori. Anche se queste cime so-
zione si spinse ai margini dell'Atakar dove no assai elevate, in genere non presentano
venne scalato (10-1-57) il Timgal m li61 , attrattive per l'alpinista; almeno da lm ver-
terza ascensione assoluta e prima italiana sante sono accessibili senza difficoltà a cam-
(4" grado superiore). minatori allenati. Fanno im·cce eccezione
In precedenza, il 27 dicembre 1956, a questa regob alcuni monti presso Senafè
Gaetani e Marimonti avevano scalato un e presso Adua che, pur avendo elevazione
e piton > alto 100 m e ;\farimonti e Gualco più modesta, sono alpinisticamente assai
scalarono l'Hadriane m 1709. più interessanti
Nel corso della spedizione, durante il Con questa eccezione, si può dire che
quale vennero apportate notevoli correzioni la maggioranza delle montagne etiopiche
alle carte topografiche, forono scoperte in- presenta maggior interesse esplorativo-geo-
teressanti incisioni rupestri. grafico che alpinistico, riservando per que-
In complesso, in 20 giorni, furono per- st'ultimo la possibilità di scalare le pareti
corsi a dorso di cammello circa 400 km, una rocciose {nella stragrande maggioranza co-
metà dei quali in zona inesplorata, priva stituite da rocce eruttive) che in molti casi
quasi del tutto di rifornimento idrico; fu formano uno o pili versanti di cime elevate

646
ma fac ilmente accessibili da altri lati. fossore Ardito Desio, durante una missione
Durante l'occupazione italiana dell'E- geologica nel Vollega centrale scalò il roc-
tiopia si sentì il bisogno di esplorare il gmp· cioso Tullo Cenni m 2498.
po montuoso det Semièn, pocl1issimo noto.
TI Console Italo Romegialli, nel novem·
bre del '36, comandò una colonna di volon- RUWENZORI
tari esploratori alpinisti, incaricati anche
di innalzare, sulle vette c11e sarebbero sta-
KENYA
te calcate, dei pilastrini in pietra che avreb- KILIMAN]ARO
bero successivamen te dovuto assumere la
funzione di vertici cli triangolazione. Nell'Africa orientale, come si è visto nel
Le varie pattuglie raggiunsero (talora cenno introduttivo, si elevano i maggiori co-
con percorso alpinistico) le seguenti cime: lossi dcl Continente, i soli ammantati di
N. l (senza nome) q. 4740; N. 2 (Uandi) q. ghiaccio, che offrono arrampicate di classe.
5010; Cima Sazzà m 48(X); Ras Dasciàn E abbiamo visto quanto si<lno state labo-
m. 5020; Cima N. 5 dell'Ualtà m 4710; Ci- riose e difficili le.conquiste di quelle vette,
ma N. 6 (senza nome) m 4715; Cima N. 7 alcune delle quali (la catena del Ruwenzo-
m 4705; Cima N. 8 (Ualtà) m 4740; Ancuà, ri), sempre celate dalle nubi, furono appena
la cima più elevata di tutto il gruppo, me- intraviste, a distanza di molti anni, dagli e·
tri 5050. Tutte cime calcate per la prima sploratori europei che nel secolo scorso cer-
volta da europei, e molto verosimilmente cavano di chiarirne i misteri
mai salite poiché, al solito, gli indigeni ne Ricordiamo ancora che la diffici le con-
avevano un superstizioso terrore e si rifiu- quista della più elevata vetta del Kenya, il
tarono cli salirle malgrado offerte di denaro Batian m 5193, avvenne il 13 settembre
1899, da parte della spedizione capeggiata
Nel marzo dcl '37 il seniore Domenico dal :\fac Kinder, per merito essenziale del-
Ferrero calcava per la seconda volta la vet· la guida Cesare Ollier e del portatore Giu-
ta del\'Ancuà, mentre in precedenza, con la seppe Brocherel, entrambi di Courmayeur
colonna comandata dal Console Alessandro
Lusana, aveva esplorato il massicc:o dcl Be- Nel 1906 fu effettuata la più grande spe-
roc Uahà, pure nel Semièn, scalandone le dizione alpinistica - esplorativa · scienti-
vette princi pali: Beroc Uahà m 4580; Am- fica che mai abbia avuto per meta una ca-
ba Ualacbemti m 4460; Amba Jared m 4100. tena di montagne africane. Ideatore, orga-
Fu pure salita d<ll Romegialli l'Alba Abier nizzatore, capo ne fu il Principe Luigi Ame-
m 3799 e scalati vari torrioni sulla cresta deo di Savoia, Duca degli Abruzzi. Suoi
che unisce questa amba al Beroc Huahà compagni furono il comandante Umberto
Car:,rni, il maggiore medico di marina dottor
Nella zona di Macallè furono saliti, con Achille Cavalli-Molinelli, il grande fotogra-
forti difficoltà, vari torrioni da Tizzoni e fo Vittorio Sella, il geologo e naturalista
Caccia; nel gruppo dell'Adi Briè la guida dottor Alessandro Roccati, e le due guide
:\ (arino Pederiva e alcuni suoi amici trenti- alpine Giuseppe Petigax e Cesare Ollier e
ni, scalarono !"Amba Trento e il Torrione i due portatori Giuseppe Brocherel e Loren-
Battisti. Giulio Cesareni scalò sistematica- zo Petigax, tutti di Courmayeur, l'assisten·
mente i monti di Adua, facendone anche te fotografo Em1inio Botta e il cuoco Igino
una descrizione alpinistica, men tre il pro· Jgini

647
La spedizione lasciò l'Italia a metà apri·
le 1900 e sbarcò a ~fombasa, donde, per
ferrovia, raggiunse Entcbbe, la capitale del·
l'Uganda. Di qui si partì in carovana con
una marcia di q uasi trecento chilometri di
distanza, fra praterie, paludi, foreste vergi·
ni e, in quindici giorni, si giunse a Fort Por·
tal, ove si ebbe notizia che la spedizione in·
glese, partita molti mesi prima, pur lavoran·
do accanitamente, non era riuscita, a causa
dcl tempo avverro, neppure a rendersi con·
to della confom1azione topografica dci mas·
sicci montuosi che costituiscono il Huwen·
zori.
Il 7 giugno fu posto il campo base a
Bugiongolo, a 3800 metri di altezza, e solo
Il 10 giugno, da un contrafforte alto pit'1 di
4500 metri, si poté avere, per la prima volta
una visione delle ghiacciate catene che si
cercavano e si do,'evano vincere. Quel gior.
no fu salito anche il Kiyanya m 4873.
Dopo altre giornate di tem(X> proibitivo,
finalmente, malgrado la fitta nebbia, furo-
no scalate il 18 giugno le due pili alte vette Cuore 01/ier
del Ruwenzori : la Punta Margherita metri
5 125 e a eunta Alessandra m 5105; due presente, aveva c ircondato l'esistenza di
~[orni dopo avvenne la seconda ascensione queste grandi montagne africane, delle qua·
della Punta Alessandra e la conquista della li fu possibi le delineare una carta alla scala
Punta Elena m 4995 e della Punta Savoia 1:40.000. Ma ciò fu dovuto a una minuzio·
m 4980. sissima preparazione, a riserve abbondan·
Senza interruzione cont inuò la conqui· tissime di viveri e di equipaggiamento, a
sta delle vette: in poco più di un mese ne una oculatissima scelta di membri della spc·
furono vinte quattordici di quota superiore dizione, al grande valore alpinistico delle
ai 46(M) metri, esplorando la sconosciuta val· nostre guide e dcl Duca degli Abruzzi e SO·
le Bujuku. '.\fentre Cagni eseguiva lavori prattutto alla sua indomabile volontà. Sen·
magnetici, geodetici e proseguiva nel rilievo ,.,a uno solo di questi elementi non si sareb·
topografico dell'intero rilievo montuoso, già be ottenuto il pieno successo che meravi·
così misterioso, Sella, faticosamente, era gliò il mondo. Fu quello un modello di or-
riuscito a illustrare fotograficame nte la re· ganizzazione su l quale vennero organizza·
gione e gli altri membri avevano eseguito te le g randi spedizioni che negli ann i sue·
il rilevamento geologico e glaciologico del· ccssivi attaccarono i grandi colossi himala-
la zona e raccolte ricchissime collezioni bio- yani.
logiche. La spedizione rientrò in patria a met;\
In cinquan ta giorni di lavoro cadde il settembre del 1906, dopo cinque mesi di
mistero che, al pari della nebbia sempre

648
Negli ultimi giorn i del 1937 ecco di nuo-
\"O Ghiglione volare in Africa, nel Congo
belga, e di lì, in autocarro, trasferirsi nel
Kenya, ove trova tre religiosi alpinisti, gli
italiani don Borcllo e don Bessone e il pro-
fessore Rcusch, con i q uali attacca il Ru-
wenzori. At taccano la ' 'ergine parete nord-
est della Punta i\ largherìta e, superando
molte d ifficolt:\, ne stanno uscendo fuori ,
quando, proprio all'uscita della parete, a
quota 4950, il professore Reusch scivola
producendosi lesioni in terne, per cui è gio-
cofo11..a rinunziare alla vetta oramai vicina.

Nel 1938 le gu ide di Courmayeu r, Edo-


ardo Bareux, Eliseo Croux accompagnano
~ li ss Una Cameron su tutti e tre i colossi
dell'A fri ca equatoriale.
In ventu n giorni, nel Ruwenzori, vengo-
no scalate la Punta Alessandra m 5105, la
Punta Vittorio Emanuele m 4901, la Punta
Sella m 4590 e il Monte Baker m 4873.
Trasferitisi nel gruppo del Kenya, i tre
Giuseppe fc/igar scalano le massime vette, traversando dal
Batian m 5195 al Nelion m 5160. Jnfin0<sa l-
Passarono poi molti anni prima che al- gono su l Kilimanjaro m 5930.
tri italian i attaccassero i massimi colossi a-
frican i. Perfi no durante l'ultima guerra mondia-
Aprì la nuova serie di ascensioni, nel le il Kenya vede italiani ascendere le cime.
1937, l'ingegnere Piero Ghiglione che, con Nel fe bbraio dcl 1943, Felice Benuzzi,
lo svizzero dottor Edoardo Wyss-Dunant, prigion iero di guerra al campo di Nan~'uki ,
nel gennaio di quell'anno si recò in volo in al piede del Kenya, organizza la fuga e l'a-
Africa ed effettuò una fulminea campagna scensione sulla montagna che l'attira irre-
alpinistica, i cu i dati essenziali sono i se- sistibilmen te. Gli sono compagn i il medico
guent i: 14 gennaio, salita del Kilimanjaro al pinista dottor Giovann i Balletto ed Enzo
m 5930; 16 gennaio salita del difficile i\fa- Barsotti che però, ammalato in parte117,a,
wenzi m 5300 circa, conquistando anche deve essere lasciato al campo di fortuna in-
due pu nte vergini di circa 5200 metri di stallato a 4000 metri. Con attrezzi alpinisti-
quota alle quali, in seguito, saranno posti i ci di ripiego, scars issimo e inadatto equi-
nomi dci primi salitori; 18 gennaio, traver- paggiamento, a corto di viveri, e soprattut-
sata in sci di tutta la calotta ghiacciata del to stremali dalla prigionia, Benuzzi e Bal-
Kiliman jaro; 3 1 gennaio scalata delle due letto, dopo un vano tentativo al Batian, rie-
massime punte del Kenya: il Nelion per una scono, con inauditi sfor/.i, a raggiungere il
via diretta (IV ascensione assoluta) e il Ba- Lenana m 4970, sul quale fissano la bandie-
tian m 5 195, con tempo avverso. ra italiana e in quattro giorni rientrano af-

649
famati al campo di Nanyuki. L'impresa eb- bivaccare penosamente a 250 m dalla base.
be un'eco vastissima e fu ammirata dagli Alle 3 della notte del 13 una scarica di pie-
stessi inglesi. tre coglie in pieno Cogorni che precipita,
ucciso, alla base del picco vinto. La salma
Più fortunato fu un altro italiano pri- viene recuperata, sul ghiacciaio, il giorno
gioniero di guerra dello stesso campo: O- 21 dal cap. Daiim e dagli alpini Miche\i,
limpio Gabrioli. A somiglianza di quanto i\ laffei e Spada.
fecero, come abbiamo visto, i prigionieri Il 17 luglio '46 Gahrioli, assieme a Feli-
dcl campo himalayano di Yol, egli presenta ce i\·l icheli di Pizzo Val Camonica ed al
una domanda di __ . libertà provvisoria, che cap. inglese Beetham è a 4600 m, all'attac-
viene accolta. l i 31 dicembre '44 egli ed il co della difficilissima via sud-est del Nelion .
famoso colonnello Gennaro Sora (che, nel Le repulsive placche inducono l'inglese a
'28, da capitano, fu protagonista di epiche desistere e i due italiani proseguono arram-
imprese durante la spedizione del dirigibile picando su rocce rivestite da vetrato. Rie-
e: Italia ) al Polo Nord) partono accompa- scono ,l vincere la Guglia del Gran Gendar-
gnati dall'inglese cap. Polard e del negro me e, con acrobazie, la vetta del Nelion.
Alì avendo organizzato un piccolo safari
(carovana). Dopo la traversata della giun- Il 4 gennaio del '49 partono in volo dal-
gla, il 4 gennaio '4-5, attraversato il ghiac- l'Italia \'ing. Piero Ghiglione ed i fratelli
ciaio Lewis, sono all'attacco Sud dcl Nelion, Ettore e Giuseppe Girando che, il giorno 10
salgono il .diedro (ove Pollard desiste) e sono già alle pendici dcl Ruwenzori, con
seguitando fra la neve che turbina (Ga- una piccola carovana. li 13 si accampano
brioli, capo cordata, è senza scarpe e quasi presso il ghiacciaio Alessandra a m 4500.
svestito) riescono a raggiungere la vetta. 1114 scalano, con passaggi delicati, la pun-
Dopo 40 giorni, con l'ausilio dell'ingle- ta Alberto m 5084 e la Punta Margherita
se Howar<l . che finanzia la spedizione e m 5125, massima vetta del Ruwenzori. Do-
accompagnato anche dal pittore italiano po un periodo di tempo brutto Ghiglione,
Fausto Cattaneo, Cabrioli è di nuovo sul da solo, scala la parete ovest della Punta
Kenya. Alessandra fino a q. 4750 e tutti insieme
li 16 febbraio '45 Cabrioli e Howard compiono la prima ascensione di una cima
scalano con passaggi di 1V e V gr., per la di circa 4700 m di altezza, che denom inano
nuova via est-sud-est il Torrione Sendcyo. Picco Nero.
li giorno dopo, con un Brigadiere Gene-
rale e Howard, scala per la via Shipton-Til- Nel 1951 un altro ital iano, il giovane Be-
man la Punta Peter m 5000 circa, di III gr. nito Larco, del C.A.l. di Lucca, trovandosi
c<m passaggi di V. in Africa Orientale, scala il difficile Mawen-
Un anno dopo Gahrioli può organizzare zi m 5355, nei giorni dal 23 al 25 dicembre.
una spedizione tutta italiana. Sono con lui
Giuseppe Cogorni e Pasquale Peroncini. Il Il 6 marzo 1956 partivano in aereo da
12 marzo '46, superato il ghiacciaio Lcwis, Roma diretti a Stanleyville (Congo) l'ing.
attaccano il Nelion per una vertiginosa via Piero Gh iglione, il d r. Giorgio Gualco, la
con tetti e placche che esigono tecnica raf- guida Ernesto Frachey di Champoluc e l'o-
finata. Peroncini, stanco, si deve fermare, peratore cinematografi co Giorgio Brigatti.
ma Gabrioli e Cogorni riescono a vincere Scopo della spedizione era di compiere al-
il Nelion. Discendono, ma sono costretti a cune prime ascensioni al Ruwenzori dal ver·

650
sante congolese e di girare un fìlm docu- Quindi la spedizione si recò al Kiliman-
mentario sulle popolazioni, il folclore, i pae- jaro, accampandosi anche sul bordo del
saggi, la flora e la fauna delle zone che si grande cratere, a 5700 m, per poterlo esplo-
sarebbero percorse nel Congo e nel Ruan- rare il giorno successivo.
da-Urundi. Questi i cospicui successi raggiunti dalla
La parte alpinistica della spedizione eb- spedizione milanese all'Africa Centrale; no-
be inizio a i\fotwanga m 1200, ove si rac- tevoli sia pe r la quantità di ascensioni com-
colsero 12 portatori. In quattro tappe la spe- piute in breve spazio di tempo, sia per il
dizione si portò, toccando tre ottimi rifugct- valore alpinistico delle stesse.
ti, al e Carnp de la moraine"' (ove sì auen·
dò a m 4500) posto di fronte alla rocciosa li 14-1-60 l'ing. Ghiglione, con il rag.
parete della Punta Alessandra. Bruno Fe rrario e la guida Carlo ~ l auri, par-
Per ben due volte, raggiunta una quota tiva in aereo da Milano diretto al Ruwen-
di m 4850, i tre alpinisti furono costretti al- zori. li 25 dello stesso mese i tre alpinisti
la ri!irata a causa del maltempo. Alt ro vano scalarono la Punta Alessandra m 5098 già
te ntativo alla punta Alberto, fru strato an- tentata dal Ghiglione nel '56, come abbia-
ch'esso dal maltempo, fìn ch6, il 25 marzo mo già detto, e fallita per il maltempo.
riuscirono ad aprire la via dire ttissima alla Fra il 26 dicembre '60 e il 14 gennaio '61
Punta i\ largherita m 5125 pe r il ripido si svolse anche un'altra spedizione lampo :
ghiacciftiO occidentale e per le sovrastanti quella di Guido Monzino che, coll'avv. Pie-
rocce. TI tempo, sempre peggiore, rese mol- ro Nava e le guide di Valtournanche Jcan
to ardua e pericolosa la discesa; pe r mm set- Bich e Pierino Pcssion, partiti da Milano,
timana ancora si cercò di salire qualche vct· raggiunsero il Kenya, posero il campo base
ta, ma le condizioni metercologiche furono a m 4900, scalarono il Nelion m 516.5 e la
costantemente proibitive e così fu posto te r- Punla Le.nana m 4970, indi, compiuto ungi-
mine alla parte alpinistica de\la spedizione. ro dcl gruppo a scopo fotografi co, rientraro-
Alla fìn c del 1957, il 25 novembre, il dr. no in volo alla capitale lombarda.
Giorgio Gualco ripartì pe r l'Africa centro
orie ntale, avendo per compagni Lore nzo Nell'aprile dcl '61 Mario Fantin, dopo
Marimon ti e Romano :\forend i, tutt i dcl aver parteci pato, quale cineasta, ad una
C.A. I. Sez. di i\lilano. L'l l dicembre la spedizione in Somalia, raggiunse Nairobi e
spedizione si diresse al Huwcn7.0ri dal ver- di lì si recò ai piedi ciel Kilimanjaro. In-
san te dell'Uganda ponendo il campo il 14 al gaggiati 5 portatori, 1'8 aprile iniziò la sa-
rifugio al Lago Bujuko q. 3930. 1116 dicem- lita, che concluse il giorno 11 , arrivando,
bre fu scalata la punta Vittorio Emanuele con due portatori, sulla cima più alta della
m 4910, il 19 la punta i\largherita m 5125, monta!,rna, il Kaiser Wihlelm Spit".t.e m 5930.
il 24 la Punta Edoardo m 4873, il 26 fu ef-
fettuata la traversata Punta Jolmston metri
4848 - Punta Vittorio Emanuele • Colle
St uhlman. Quindi la comitiva si recava ad ALTO EGITTO - SI NAI
attaccare il Kenya ponendo il campo base,
a metà gen naio, a q. 4200 sul versante me- La signora Anna Escher, nel marw del
ridionale. Di lì fu scalato il Batian m 5195, 1937, organizzò una spedizione che si pro-
indi la Punta John m 4930 per una via nuo- pose di ascendere le eleganti ed ardue
va lungo il pilastro Sud. cime dell'Alto Egitto (400 km a Sud di

651
Suez) nonché le rocciose vette della peni- cima innominata del Kattàr m 1825 per la
sola del Sinai (che, geograficamente, appar- parete Nord-est m 800 che costrinse a un
tiene all'As ia, ma che si ricorda qui in nuo,·o bivacco in discesa;
quanto politicamente appartiene all'Egitto). 14 aprile: l" ascensione della seconda
Facevano parte della spedizione i signori cima innomi nata dcl Kattàr m 1880.
dott. Cisrnann, :\·lilchmauer, la guida Joza
Lipovcc ed il celebre arrampicatore e gui- Nel Si nai furono effettuate queste sa-
da Emilio Comici di Trieste. lite:
28 aprile: ascensione dell'Um Shomèr
Nell'alto Egitto furono compiute le m 25.50;
seguenti ascensioni: 29 aprile: J• ascensione della Torre del-
1° aprile: 2' ascensione dcl Cebèl Cha- rum Shomer m 2400 circa, per la parete
rib e l" ascensione della Cima innom inata e la cresta Est;
a Sud-est del Cebèl Charib m 1700 circa; I 0 maggio: l " ascensione del Cebèl
4 aprile: P ascensione della Torre del- :\lussàh m 2400 circa, per il versante Nord-
l'Abu Harba m 1900 circa e l " ascensione est;
della cima innornintata a Sud-est di questa; 2 maggio: l" ascensione del }.fonte del
5 aprile: l " ascensione dell'Abu Harba Convento m 2400 circa, per la parete Sud,
m 1900 circa; alta 500 m.
7 aprile: l" ascensione del Cebèl Kat- Tutte le ascensioni si svolsero su gra-
t1ìr rn 1963, per la parete Nord-ovest m 900, nito o porfido compattissimi, con difficoh:ì
che costrinse a un bivacco in discesa; giungenti al 5° grando.
10 aprile: ascensione dell'Um Sceyb Di altre ascensioni compiute da italiani
m 2191, con bivacco in salita; in altri gmppi montuosi africani è stato
13 aprile: l " ascensione della prima detto nel cenno introduttivo sull'Africa.

AMERICA SETTENTR IONALE E CENTRALE

CENNO INTRODUT'f/VO conto delle brevi depressioni dell'America


Centrale e del taglio artificiale dell'Istmo
e Entrambi i continent i americani prc- di Panama) dallo Stretto di Beri ng allo
sentano la medesima cnratteristica orogra- Stretto di Magell ano, per circa 120 gradi di
fica: estese pianure con ben scarsi rilievi lat itudine e pe r oltre 17000 km di hm-
in tutta la zona centrale e orientale, verso ghezza. Qualche cosa come 17 volte le Alpi
l'Atlantico, e un formidabile sistema mon- e 7 volte 1'1-Hm:\laya! Se anche noi immagi-
tuoso al margine occidentale, lungo tutta nassimo un unico e ininterrotto sistema
la costa del Pacifico. Più o meno ampia e montuoso che riunisse le Alpi, i Carpazi , il
complessa, più o meno elevata, questa ca- Caucaso, l'Iran, J'Hindukush, il Karakorùm
tena si estende ininterrotta (se non si ticn e 1'1-I imàlaya, questa colossale catena al-
traverso gran parte del continente antico quelJ'andame nlo da Nord-ovest a Sud-est,
sarebbe lunga solo la metà del sistema che si mantiene quasi costante attraverso
montuoso americano. Le massime eleva- tutto il continente fino all'istmo di Panama.
zioni sono l'Aconcagua m 7035, nel conti- Le due catene principali vanno gradual-
nentc mericl:onalc, e il i'c l. McKinley me- mente divergendo e assumendo uno svi-
tri 6187, nel continente settentrionale; net- luppo sempre maggiore : l'una (le Monta-
tamente inferiori, dunque, alle massime al- gne Hocciose propriamente dette), interna,
tezze dell'Asia Cen trale, ma supe riori a spartiacque, culmina col M. Robson me-
quelle di qualsiasi altra parte del mondo. tri 3983, nel Canadà, col Blanca Peak di
L' Istmo di Panama, come divide i due m 4386, col ~·I. Evans m 4346, col M. Wil-
contine nti americani, così divide in due son m 4344, ecc. 11egli Stati Uniti; l'altra
parti quasi uguali il grande sistema mon- (la Catena Costiera), tagliata dal corso dei
tuoso: più complessa e movimentata la fiumi Fraser, Columbia, Sacramento, che
parte a Nord, chiamata Montagne Hoccio- attraverso profonde gole si sono aperti il
se, più lineare e continua quella a Sud, varco verso il Pacifico, culmina col M. \Vad-
dctta Cordigliera delle Ande. dington m 4042, nel Canadà, col ~'1. Hainier
Occupiamoci ora brevemente della pri- m 439 1, nella catena delle Cascate e col
ma, che si estende dall'Alaska agli altipiani ~cl. Wbitney m 4418, nella Sierra Nevada,
del Messico, per oltre 90<X> km di lunghez- massima vetta degli Stati Uniti. Tra l'uno
za e 50 di lat itudine, con un'ampiezza mas- e l'altro fascio di catene sono compresi \'a-
sima, intorno al 40° parallelo, d i 1700 km. sti altipiani forestosi o desertici e bacini
i;: un potentissimo corrugamento di forma- interni, che vanno assumendo un'ampiezza
zione relativamente recente, in cui sono sempre maggiore, quanto più i due princi-
numerosi vulcani (in parte tuttora attivi, pali rilievi vanno divergendo tra loro.
specialmente nel Messico e nell'istmo del- La Catena Costiera si prolunga ancora
!'America Centrale) e in cui si riscontra coi rilievi della penisola della Californ ia e
tutta la gamma dei terreni geologici. con le for mazioni vu lcaniche lungo la co-
li sistema montuoso ha inizio nel Mare sta dell'America Centrale, mentre la catena
di Bering col cordone vulcanico delle Aleu- principale delle Rocciose ha la sua natu-
tine, quel lungo fes tone di isole gettato raie continuazione negli altipiani del i\fos-
come un gran ponte tra l'America e l'Asia sico, sopra cui si elevano grandiosi coni
Poi la catena principale, arcuandosi verso vulcanici, che raggiungono le maggiori alti-
nord nell'interno dell'Alaska, si eleva col tudini del continente, dopo quelle della
Monte McKinley alla massima altitudine Alaska: Citlaltèpetl o Picco di Orizaba
del Nordame rica (m 6187), mentre una m 5550, Popocatèpct l m 5452, Ixtaccihuatl
seconda catena parallela, più vicina alla m 5280, ecc.
costa, raggruppa altri colossi, quali il l\ I. L'unico rilievo importante in tutta la
Logan m 60QO, il M. Sant'Elia m 5488, il parte orien tale nel continente è quello de-
l\·I. Fairweather m 4663, ecc. Vastissimi gli Appalacchi o Monti Ailegani, che si
ghiacciai, tra i più estesi che si conoscano stende parallelo alla costa atlantica degli
(il Malaspina, ai piedi del M. San t'Elia, • Stati Uniti, con altitudi ne alquanto mode-
misura ben 3800 km 2) fasciano alla base sta fJ\'1. Mitchell m 2044).
queste catene, ricoprendo talvolta intere Le zone alpinisticamen te più importanti
regioni e scendendo Uno al mare. e di maggior interesse sono l'Alaska, ove
Il rilievo montuoso prende in seguito alla grande altitudine delle cime si aggiun-

653
gono le difficoltà derivanti da un clima montagna) ed il suo assistente Erminio
subpolare e dai lunghi approcci sui ghiac- Botta e quattro guide valdostane: Giusep-
ciai, che hanno richiesto in parecchi casi pe Petìgax e Lorenzo Croux di Courma-
l'ausilio dell'aviazione, e alcuni tratti delle yeur e Antonio Maquignaz e Andrea Pel-
Hocciose Canadesi, O\"C per con tro gli ap- lissier di \laltournanche.
procci sono fa cilit ati dalle linee ferroviarie l i M. Sant'Elia si eleva a circa 60 km
transcontinentali e dove si può svolgere dal Pacifico, all'angolo Nord-ovest dellu
un'attività paragonabile a quella che si fronti era alasco-canadesc e sorge dal piede
svolgeva nelle Alpi, prima che q ueste fos- dcli' immenso ghiaccia io ~ l alaspina (così
sero invase dall'attuale attrezzatura turi- detto dal nome del navigatore italiano Ma-
st ica. ~linori attrattive presentano i mas- laspina che per primo esplorò quei mari
sicci degli Stati Uniti e anche, nonostante alla fine del 700) che, con una sua colata,
la loro altitudine, i vu lcani ciel Messico, scende ad immergersi nell'Oceano.
dalle forme maestose ma poco ardite di Partiti il 17 maggio '97 dall'Italia, la
facile accesso (alcune vette sopra i 4000 m spedizione, dopo aver fatto provviste a
sono ora raggiungibili con l'auto!). Sitka, allora capitale dell'Alaska, e avervi
Ben maggior interesse alpinistico offro- ingaggiati dieci portatori americani cd il
no invece i monti della Groenlandia, la piÌI loro capo, il 23 giugno sbarcò, dalla goletta
grande isola del mondo, quasi interamente e Aggie ~ noleggiata in Alaska tutti i viveri
coperta di ghiacci e per la maggior parte e materiali nella baia di Yakutak. Dopo se i
compresa entro il Circolo Polare AxtiC<J. giorni il materiale, trasportato a spalle dal-
Specialmente lungo la costa orientale del- la costa alla morena frontale del ghiacciaio
l'isola si elevano dagli sconfinati altipiani ~ l alaspina, fu caricato su quattro slitte ed
ghiacciat i vasti e complessi gruppi mon- il 1° luglio incominciò la marcia sul ghiac-
tuosi e picchi assai arditi, che culminano ciaio che doveva durare 41 giorn i. Traver-
col Cunnubjoernsfieald m 3733 e col M. sato il ghiacciaio ~ l alaspina, fu attaccato
Forel m 3360 >. il primo ghiacciaio di tipo alpino, il Seward,
(da t E·rmnE CAsncum11) rotto e seraccata, poi, attraverso il Passo
D6me e il ghiacciaio Agassiz, si giunse ai
piedi del ghiacciaio Newton, dove fu gio-
coforza abbandonare le slitte.
ALASKA In 13 giorni di marce aspre e perico-
lose, per supe rare tre seraccate e numero·
La prima spedizione ita liana, in ordine sissimi crepacci, si giu nse a porre il campo,
di tempo, organizzata da italiani fu anche il 28 luglio (con tempo finalmente rista-
quella pili complessa e senz'altro la pit'1 im- bilito) a q. 2730, ai piedi del Sant'Elia, la
portante spedizione italiana nell'America cui vetta si erge 2700 m più in alto.
Settentrionale e Cent rale. Si tratta della Il giorno dopo, l9 luglio, con una mar·
spedizione del 1897 guidata da Luigi Ame- eia di 11 ore sul crostone ghiacciato, la
deo Duca degli Abruzzi che conquistò la Spedizione ltaliana al completo raggiun-
vetta dcl M. Sant'Elia m 5414. • geva la vetta del colosso.
Facevano parte della spedizione: il ten. L' 11 agosto la spedizione si imbarcava
di vascello Umberto Cagni, il cav. France- nuovamente su lla goletta e .>\ggie > per
sco Gonella, il dott . Filippo Dc Filippi, il sbarcare a Vancouver e di lì traversare gli
\littorio Sella (il celebre fotografo di Stati Uniti e proseguire poi per l'Italia.
Questa spedizione, durante la quale fu- In quell'anno, il 17 luglio, partiva in
rono fatte svariate osservazioni scientifiche aereo dall'I talia, diretta a Copenaghen, la
e per la quale fu possibile estendere una spedizione composta da Leonardo Bonzi,
completa monografia del gruppo ciel San- Leopoldo Casparotto, Gherardo Sommi Pi-
t'Elia, fu il primo esempio delle grandi cenardi, Franco Figari e Luigi Martinoni,
spedizioni geografico -scicnt ifìche- al pin ist i- allo scopo di effettuare una esplorazione
che organizzale e dirette dal Duca degli alpinistica della costa orientale della Groen-
Abruzzi, quali quella del 1906 al Ruwen· landia compresa fra il 68° e il 7(1' parallelo.
zori e quella del 1909 al Baltoro, delle Raggiunta via mare Rcykja\'ik, capitale
quali si ò già detto. dell'Islanda, fu noleggiata, attrezzata e ri-
fornita di viveri per tre mesi la piccola
Heccntcmcn te gli italiani sono tornali nave e: Nyall > di 37 tonn., che aveva cin-
in Alaska. Il 5 giugno '61 partiva da Mi· que uomini di equipaggio.
lano per via aerea la c:Spcdizione lecchese> Lasciata Heykjavik il 31 luglio, la na-
diretta al McKi nley m 6 180, la vetta più vigazione divenne ben presto assai avven-
elevata dell'America Settentrionale. La spe- turosa e piena di minacce a causa dei gh iac-
dizione era diretta da Riccardo Cassin, il ci, 111 • sto. Dopo 12 giorni
notissimo scalatore, già capo della vitto- di tra o si riuscl a far are-
riosa spedizione al Casherbrum TV nel Ka- nare penisola Manbi per
rakorùm, ed era composta da Luigi Airol- eseguire riparazioni di fortuna mentre Ca-
di, Luigi Alippi, Jack Canali, Homano Pe- sparotto e Figari operavano una ricogni-
rego e Ann ibale Zucchi, ai quali si aggiun- zione sulla costa Nord dello Scoresby Sund.
sero - ad Anchorage, in Alaska - i due La costa Sud di questa baia era inesplo-
italo-americani John Stocco di Anchorage rata, e il 23 la Nyall vi sbarcava la spedi-
e Armando Petrccca di Nuova York. Rag- zlone che doveva issare il materia le su un
giunta Talkeetna per ferrovia, la spedizio- salto verticale del ghiacciaio sul mare, alto
ne proseguiva con un piccolo aereo per la 30 m. Poi la Nyall riprendeva il mare per
località base dell'attacco. cercare un ancoraggio di fortuna, trovan-
li 19 luglio tutti i component i tocca- dolo in un'insenatura con bassi fondali (do-
vano la vetta dopo aver aperta una nuova ve i grandi icebergs non la potevano mi-
via lungo la parete Sud della montagna, nacciare) che fu ch iamata Baia Italia.
in sci giorni di scalata. La spedizione iniziò la sua attività per-
Jack Canali riportava un principio di correndo e battezzando i ghiacciai e le ci-
congelamento ai piedi a causa dcl quale, me della penisola (che i geografi danesi
dopo essere stato trasportato fino a q. 3000, chiamarono poi Penisola Savoia). Posto il
doveva essere caricato su d i un elicottero e campo al Colle Mila no m 755 furono per-
successivamente ricoverato all'ospedale di corsi i ghiacciai Milano, Homa, Brescia,
Anchorage. attraversati i coll i Homa e C.A.l., e salit e,
fra il 24 e il 27 agosto la Punta Homa
rn 1280, la Punta C.A.L m 1435, la Punta
GROENLANDIA Balestrieri m 1710, la Punta Celso Cilbcrti
m 1210 e la Punta degli Italiani m 1905.
Fino al 1934 gli alpinisti italiani si era- Già dal 26 agosto ebbe inizio un pe-
no disinteressati della massima isola della riodo cli maltempo che durò 13 giorni, che
terra. costrinse il 29, alle 2 di notte, a levare il
campo e a raggiungere il mare, passando Disko, nella zona del Tunulia, e nella pe-
moltissimi crepacci coperti dalla neve fre- nisola di Svartenhuk. ·
sca, scendendo rischiosamente ad una pic- La zona aveva il vantaggio di essere
cola baia ad Est dal punto di sbarco. La alpinisticamente inesplorata e di godere,
Nya ll non era presente, e si fu costretti a nel periodo prescelto, di un tempo bello
razionare i viveri per lunghi giorni pieni costante.
di ansia Sette giorni dopo aver lasciato tvlilano,
Finalmente il 7 settembre la navicel- il 22 luglio, i tre alpinisti scalarono in
la Nyall apparve, fontana, e il giomo prima ascensione il Pyramiden m 1004 nel-
successivo potè imbarcare la spedizione. la grande isola di Disko, con una lunga
Nel frattempo, a causa dei pericoli minac- e faticosa marcia
cianti la Nyall ed un'altra 1rnve e l'impos- Si portarono poi all'isola di Umanak,
sibilità di soccorrere con queste due navi ove noleggiarono un'altra piccola imbarca-
la spedizione italiana e quella del prof. zione con la quale si recarono in fondo al
Backlund, in Svezia, Norvegia e persino fìordo che delimita, ad Est, la penisola di
ncll'U.R.S.S. ci si proponeva di organiz- Svartenhuk. Di qui attaccarono la vetta
zare spedizioni di soccorso più elevata di tutta la regione: la q. 2310,
ll 9 settembre la Nyall doppiava il Ca- fino allora vergine. Con una lunga marcia,
po Drewster e, dopo esservi rimasta bloc- vincendo difficili pendii di ghiaccio ed infi-
cata per altri 3 giorn i, il 12 riusciva ad ne la repulsiva crepaccia terminale, i tre
uscire dalla banchisa ed il 15 era di ritorno alpinisti, il 27 luglio alle 20, riuscivano a
a Heykjavik calcare la vetta che fu battezzata Punta
Italia. Dopo 18 ore di marcia, con diffi-
Dopo oltre un quarto di secolo di as- coltà anche nella discesa, i tre raggiunge-
senza, dal 1960 gli italiani sembrano nuo- vano il campo dopo aver brillantemente
vamente attirati dalle aspre se pur non effettuata la seconda parte del programma.
elevate montagne groenlandesi. Infatti, fra Il 29 luglio sbarcarono in un punto
il '60 ed il '62 ben quattro spedizioni ita- della penisola di Qiogè per dar modo al
liane vi sono state condotte. battello di andare a rifornirsi di carburante;
Aprì la serie l'intramontabile ing. Piero per cause varie l'attesa invece si prolungò
Chiglione, che scelse a suoi compagni il per quattro giorni e fu seguita da un ra-
dott. Giorgio Cualco (col quale aveva sca- pido ritorno a Umanak, sotto la minaccia
lata la Punta ~fargherita del Ruwenzori della tempesta
m 5125) e la guida Carlo Mauri, uno dei Da Umanak la spedizione attaccò il Tu-
due vincitori del Càshcrbrum I V, col quale nulia 111 2140 che fu vinto risalendo succes-
aveva salita la Punta Alessandra m 5098 sivamente due vasti ghiacciai, una parete
pure del Ruwenzori. basaltica, indi un'altra erta parete di ghiac-
La spedizione partì. via aerea, da Mi- cio per pervenire ad una prima cima. Da
lano il 15 luglio '60 e, in due tappe, il 17 questa si discese ad un vallone per risali re
raggiunse Sòndre Stromfjord, sulla costa alla vetta principale che fu raggiunta alle
occidentale groenlandese; poi, con un pic- I 7 del 5 agosto. Il giorno dopo vi fu un
colo id rovolante, raggiunse la graziosa cit- emozionante ritorno a Umanak a causa dcl
tadina di Egedesminde dove, noleggiato mare grosso. Il 15 agosto la spedizione rien-
un piccolo battello, si diresse al Nord. Meta trava a Milano.
era la scalata di alcune cime dell'isola di Fu questa l'ultima brillante impresa di
Il_ CA:. IPA:-m . E Il i VA1. :\ lo:-;T"'""' 1A.
ffo lo C. C/rediua )
Pierino Pessi011, Leonardo Carrel e Mar-
cello Carrel con il figlio Giovanni.
L' impostazione della spedizioni era per
metà alpinistica-esplorativa ed aveva come
meta le montagne della Groenlandia occi-
dentale elevantesi dai fiordi a cavallo del
6& parallelo Nord {dove, peraltro, aveva·
no operato in precedenza spedizioni di al-
tre nazionalità) e per metà marittima, in
quanto si basava, per i trasferimenti ed
anche per alloggio dei membri della spe-
dizione, sulla motovedetta • Franz Teri;o ,
allestita ad Amsterdam e condotta oltre
Atlantico da un capitano islandese, men-
tre, nella regione da percorrere cd esplo-
rare, fu comandata dal cap. Vittorio llar-
beris di Santa ~ l ;1rgh cr i ta Ligure. Hico-
gnizioni, esplorazioni ed ascensioni ebbero
per teatro l'Evighcds Fjord e le sue dira-
mazioni, proprio a cavallo ciel 6& parallelo
{da cui iJ nome della spedizione).
Giunta in volo a Sukkertoppen, piccolo
centro posto su di un'isola poco a Sud della
zona dove intendeva operare la spedizione,
ql~el renorneno di attività alpinistica che quest'ultima si trasferì con due battelli a
fu l'ing. Ghiglione, compiuta quando ave- Kanjussak, altro p:ccolo centro sito in una
va giù sorpassati i 77 anni di età. Sembrava isolclta di front e allo sbocco dell'Evighcds·
intramontabile: certo fu l'alpinista che ave- fjor<l ove, il 2 agosto, fu costituito il Campo
va scalate pilt vette in tutt i i più remoti base a terra; il 4 agosto fu eseguito il pc·
angoli della Terra. Per un tragico incidente riplo dcl gruppo montuoso di terraferma
autornobilistjco, il 10 ottobre di quello stes- del Kanjussak {16 ore cli marcia quasi inte-
so 1960, l'ing. Ghiglione periva a Lavis. ramente su gh iaccia i); il 6 fu piantato il
campo I a q. 1260 sul ghiacciaio denomi·
Pure nel '60, pochi giorni dopo la par- nato e Ambrosiano • ; i) 7 furono scalate
tem~a della spedizione Ghiglione, partiva le due cime vergini di q. 2105 (battezzata
da Milano, il 26 luglio, la • Spedizione G. punta ~latildc) e q. 2110, che venne deno-
~ I. 1960 al 66° parallelo , che rimpatriava minata Punta Franz, dalle cordate Jcan
il 29 agosto. Bich, Guido Monzino, Pierino Pcssion e
Era organizzata e diretta da Guido Leonardo Carrcl, Mario Fanti.o, Giovanni
~ l on zino, che ormai, ogni anno, organ izza Carrel, con percorso spesso malsicu ro, e .
una spedizione alpinistica extra·europea, e sccnclcndo, dopo 600 m <li parete rocciosa,
composta dal dott. Paolo Cerrctelli, fi sio- per un ripido pendio di ghiaccio.
logo, da Mario Fantin, cineasta, da Luigi L' 8 agosto ~ I. F'autin e L. Carrcl com-
Saidelli, studente universitario, e dalle gui· pirono una ricognizione a scopo fotogra-
dc alpine di Valtournanche Jean Bich, lìco ad un'ampia sella {q. 1420) che venne

657
battezzata Sella Felsinea; il 10, smobilitato Thumb (Pollice del diavolo), probabilmen-
il campo base e trasferiti uomini e mate- te la pili settentrionale guglia rocciosa del
rial i su l e Franz 'fer.lO ,, fu risalito tutto mondo.
l'Evighedsfjord (Fiordo dell'etemità) fino al- l com ponenti la spedizione lasciarono
la sua baia pili interna ; n l lc cordate Jcan ~ I ilano in aereo il 15 luglio ed il 20 erano
Bich, Pierino Pession e Leonardo Carrel, già a Egedcsmunde quando si apprese la
~ l ar io Fantin, compirono la ricognizione notizia della sciagura abbattutasi su di una
dcl lungo ghiacciaio Umingmak. Dopo al- spedizione alpin ist ica belga, che aveva per-
cuni giomi di sosta o di movimenti per duto quattro componenti. ~.J onzi no tele-
rifornirsi di carburante, il 17 avven ne il grafò di mettersi a disposizione per salva-
trasferimento allo sbocco dcl ghiacciaio taggi e recu peri e la generosa offerta fu
Umingmak e venne piantalo un campo a accolta dal capo della polizia di Umanak
q. 1260, per te1itarc la scalata all'ardita pi- Così la spedizione cambiò il suo com-
ramide rocciosa quotata m 1880. Questa pito esplorati vo in quello umanitario di
prima ascensione assoluta fu eseguita il soccorso alpino, che si presentò molto dif-
successivo 18 agosto dalle cordate J. Bich, ficile e pericoloso e al quale collaborarono,
G. Monzino, P. Pession, L. Carrcl e i..-1. con slancio, tutti i componenti.
Fantin e la cima venne battezzata Punta
Valtou rnanche. LI 26 luglio il e Franz Terzo , si ancorò
Dopo alcune altre ricognizioni via ma- nella piccola baia di Statukujuk, base della
re ai fiordi della zona. il 26 agosto venne spedizione belga. Il 27 luglio si iniziarono
raggiunto l'aeroporto di SOndrcst rOmfjord le pericolose ricerche sulla parete Nord
cd il 29 agosto, via aerea, la spedizione della Snee Piramidcn m 2236 da parte delle
rientrò a ~filano. · quattro guide ed a circa q 1500 vennero
ritrovate due salme semisepolte da m.1a
Nel 1961 Guido Monzino organizzò la valanga
sua seconda spedizione in Groen landia oc- Il giorno successivo Monzino, Fantine
cidentale, che venne denominata e Spedi- le guide decisero di sa lire lìno alla vetta;
zione G. M. '6 1 al 74Qparallelo , _ Il grup- giunti a m 1650 dovettero bivaccare; il
po, oltre al capo spedizione, era formato giorno dopo (29 luglio) giunsero in vetta
dal dottor P. Cerretelli, da M. fantin e senz..'l trovare altre tracce dei dispersi. l l 30
da L. Saidelli, già reduci della e Sped izione iniziò il ripiegamento e nei giom i succes-
G.:\ !. '60 al 66" parallelo , e da Franco sivi ebbe luogo il ritorno via mare con con-
Monzino, oltre a tre guide di Valtournan- dizioni difficili per la navigazione dcl
chc: Jean Bich, Pierino Pession, Leonardo e franz Ter1.o , . Il 12 agosto la spedizione
Garre! cd al portatore, pu re di Va ltournan- rien trò a :\•filano
che, Antonio Carrel. Nessun rin graziamento venne da parte
Appoggio della sped izione era, come belga per l'opera generosa della spedizione!
l'anno precedente, la motovedetta e Franz
Tcr-m, al comando del cap. 13arberis. Nell'anno 1962, Guido !\fonzino orga-
Programma della spedizione era l'esplo- ni7.zò una nuova spedizione, la e G. M.
razione alpinistica della Groenlandia occi- 1962 al 77Q parallelo, della quale face-
dentale nella zona a Nord dell'isola di Di- vano parte: il capo spedizione, Guido ~ l on­
sko, il superamento del 74° parallelo e la zino, e Jean 13ich, Antonio Carrel, :\fario
scalata, nell'isola di Hahns, del Dcvil's Fantin, Erling Gnistrup, Piero Nava, Ca-

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milio Pellissier, Pierino Pession e Paolo Abbot, il M. Afron, il Passo Asulkan, il
Cerretelli. M. Avalanche e il Hoger's l>eak.
La spedizione (partita in aereo da Mi· Dal '24 al '36 Massimo Strumia effet·
la.no il 28 luglio) riprese il programma ori- tuava ben sette spedizioni nel Parco Na·
ginalo che si proponeva la spedizione del- zionale Canadese, compiendovi numerose
l'anno precedente. prime ascensioni, come vedremo qui di
Giunta in aereo da Milano, a Sondres· seguito.
tromrjord, la spedizione, dopo otto giorni Nel 1931 Giorgio Pocaterra visitava i
di pericolosa navigazione a bordo del gruppi di i\·I. Cadorna e dcl !\!. Abruzzi.
e: Franz Teno • . dovette trasbordare su lnfìne nel 1935 due guide di Counna·
una barca di cacciatori di orsi per raggiun- yeur, Edoardo Bareux cd Elisco Croux ac-
gere l'isola Kurdborssuak su lla quale si compagnarono miss Una Cameron in una
estolle l'arditissimo ampio torrione Devil's serie di escursioni sciistiche su lle ~·lont a­
Thumb (Pollice del Diavolo) di gneiss fria· gne llocciose dcl Canadà.
bile.
Vediamo di elencare le più importanti
Jl 6 agosto veniva attaccata la parete salite di Massimo Strumia
Sud del torrione, ancora inviolata (la prima Nel 1924 {fra il 26 giugno e il 16 luglio)
ascensione, del LongstafI, si svolse nel '34 sl recò nel gruppo ca lcareo del Whirlpool,
per altra via). Dopo sette ore di arrampi· ammantato di fitte foreste di conifere e
cata con difficoltà di m, IV e V grado, la ricco di ampi ghiacciai scendenti spesso
vetta era raggiunta alle 20,40 (con sole an· sotto i 1500 m di quota. Posto il campo al
cora alt o data la latitudine) da Jcan Bich, Colle Athabaska (attraverso il quale foro·
Pierino Pcssion, Guido l\fonzìno, Camilla no stabilite le prime comunicazioni fra lo
Pellissier e Piero Nava. L'l discesa si svolse
Atlantico e il Pacifico) egli compì la l "
per _lo spigolo Ovest. ascensione assoluta e la 1° traversata del
Il giorno successivo, con dodici ore di !\ I. Kane m 3067 e la salita del !\I. Brown
drammatica navigazione, fra nebbia1 ghiac· m 2991. Dal campo successivo, sulla mo-
ci e mare grosso, fu possibile raggiungere rena del ghiacciaio Scott, esplorò questo
il e: Franz Terzo • · Con questo, in 30 ore ghiacciaio e l'ampio ghiacciaio llooker con
di navigazione, fu raggiunta la grande base ardua traversata e salì il M. Oates m 3115
missilistica americana di Thule, dove la (P ascensione assoluta) e il 1\1. llooker mc·
spedizione venne ospitata assai cortese- tri 3287 (l" ascensione assoluta e l" lraver·
mente. li 17 agosto, sempre per via aerea, sata), arduo e pericoloso, che, in discesa,
i membri della spedizione rient ravano a richiese due bivacchi, anche a causa del
Milano. maltempo. Dal campo seguente fu salito
il Picco Simon m 3322 (11 ascensione asso-
lu ta) che è la vetta più alta dcl gruppo
CANADA' E STATI UN TTI Frazer e il Picco Mc Donnel m 3273 (1"
D'AMERICA ascensione della cresta Nord-ovest e l" tra-
\'Crsata). Furono compagni dello Strumia
Le l\ lontagnc Hocciosc del Canadà, as· la guida Kain, il dottor Thorington e il sig.
sai interessanti alpinisticamente, furono più Ostheimer.
volte visitate da alpinisti italian i. Dal 30 giugno al 21 luglio 1926 lo
Nel 1910 Alfredo Custer saliva il M Strumia, con il dott. Thorington, il signor

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Oslheimer e la guida Ed. Feuz, esplorò m 3110, Corno Senza Nome in Valle Sun-
il gruppo Lyell, quello Freshiìeld e quello wapta m 3262, due cime innominate sul
del Lago Bow. Nel primo gruppo salì il ghiacciaio Athabaska 111 3445 e m 3·U5 e,
Picco Lyell n. l m 3467 (l• ascensione as- nel gruppo dcl ~ I. i\ lalignc, Punta n. 1
soluta), il Picco Lyell n. 2 m 3506 (l • tra- m 3049, Punta n. 2 m 3110 e Punta culmi-
versata), il Picco Lyell n. 3 m 3506 (prima nante m 3171.
ascensione assoluta) e il Picco Lyell n. 4
m 3440 (l ' ascensione assoluta). Esplorò i Nella quinta campagna (18 luglio· 3
ghiacciai Lyell, Mons e di M. Forbes, non- agosto 1932) Strumia ebbe compagni i sigg.
ché quello Freshlìeld ove lo Strumia cadde Fuhrcr e I lainsworlh.
in un crepaccio, salvandosi a stcn lo. Indi La prima parte fu dedicata all'esplora-
salì ancora il M. Forbes m 3628 (l • ascen- zione degli approcci al iM. Brusscls, senza
sione della parete Nord e cresta Ovest-nord tentativi diretti. Con uno spostamento di
ovest); il M. Solitairc m 3292 (l• ascensione 74 km fu poi fissato il campo a m JSOO alle
assoluta) e il M. Collie m 3144 ( I" ascen- sorgenti dcl Pennstock Creek, presso il Me-
sione cresta Nord-ovest e I" traversata. moria! Hut dcl Club Alpino Canadese.
li 27 luglio, al secondo tentativo, fu
Nella ter.:a campagna, condotta nei possibile compiere la prima ascensione as-
gruppi del Wh irlpool e dcl Lago Maligne soluta e prima traversa del M. Oublicttc
(fra il 25 giugno e il 15 luglio 19"..S), Stru- 111 3080. Seguì una settimana di maltempo.
mia, operando da capo cordata, ebbe per
compagni Thorington, Hainsworth e Hil- Dal 26 luglio al 15 agosto dcl 1934 lo
lousc. Dal campo posto sopra la seraccata Strumia fu alla sua sesta campagna che si
del ghiacciaio Scott furono saliti, in prima svolse, nel gruppo del M. Robson solo o in
ascensione assoluta, il M. Scott Sud m 3200, compagnia, alternativamente, del dr. Tho-
il ~ I. Scott Nord m 3300, il M. Ermatinger rington, dcl sig. Hainsworth e dcl pittore·
m 3073 e li M. Evans m 3189. conducente di cavalli Fortch. 11 tempo fu
Trasportatisi poi al Lago Maligne, e quasi costant emente avverso, tuttavia fu-
usando una vecchia canoa munita di fuo- rono potute compiere le seguenti prime
ribordo per i grandi trasferimenti, la co- ascensioni: P. senza nome a Nord di Bcd
mitiva compì le seguenti altre prime ascen- Pass m 2900, i\ 1. Kain m 2&50, solo, M.
sioni assolute: ~I. Charlton m 3186, ~ 1. Waffl m 2900, e inoltre: M. Dome m 3070
Sampson m 3047, ~ I . \Varren m 3307, }.I. (via nuova per versante Sud) e M. Helmet
Florence m 2966 e M. Thumb m 2805, m 340'2 (prima ascensione cresta Sud-est).
esplorando anche valli e ghiacciai all'estre-
Chiude la serie, la settima campagna,
mità Sud-est del L. Maligne.
effettuata nel 1936 da Strum ia che, non
La quarta campagna dello Strumia si potendo organizzare una comitiva come
svolse dal 1° al 26 luglio 1930 dal M. Bob- negli anni precedenti, si appoggiò al Cam-
son al M. Maligne con i sigg. Waffl, Hains- peggio del Club Alpino Canadese sul Fryatt
worth e Lehman. Spostandosi continua- Creck. Di lì egli salì: M. Xerscs, punta
mente anche col pericolo di grosse valan- Est m 2900 in prima ascensione assoluta ;
ghe, cd esplorando la sconosciuta valle i\ I. Fryatt m 3321 (nuova via pel versante
dcl torrente Fryatt, la com itiva riuscì a Sud); M. Edith Cavell m 33.53, per cresta
compiere le seguenti prime ascensioni as- Est e traversata.
solute: ~I. Christie m 3104, M. Belanger La brillante attività alpinistica espio-
I

660
rativa esplicata dallo Strumia nelle sette appare anche su q ueste montagne e le
campagne si riassu me in 39 ascensioni, di ascende rapidamente tutte e tre.
cui 29 prime ascension i assolu te e 7 vie Il 22 aprile, dalla q. 3700 ove si è at-
tendato, sale da solo il Pop:x:atèpc tl metri
5452.
Anche le montagne degli Stati Uniti so- Il 2 maggio, con l'ing. Aldo Loria e
no state visitate da italiani sebbene in mi- con l'indio Alfredo Leon, dopo aver pe r·
sura minore di q uelle del Canadà. nottato in tenda alla e cueva del muerto •
Nel 1908 Pie ro Facconi, trovandosi ad a 4200 m, ascende il Pico de Orizaba, mas-
attraversare la zona dei Parchi nazionali, sima vetta messicana (m 5762).
ascese il M. Evans m 4346, il ~·I . Timpano- Il 9 maggio, con Guillermo Garda, do-
gos m 3720 e il M. Balcl m 3690. po aver pernottato a 4100 m al bivacco
Pure nel 1908 Aldo Crespi salì altre fi sso della Federacion Mcxicana de Excur·
cime delle i\fontagne Rocciose e della Ca- sionismo, scala l'Ixtaccilmatl (m 5380).
tena · Costiera di California Non contento, il giorno dopo, sempre
Nel 1929 il prof. Franco Rasctt i effet- con Guillermo Carda, torna a salire di
tuò la prima ascensione invernale dcl M. nuovo il Popocatèpetl, dopo aver superato
Whitncy m 4420, massima vetta degli Stati il cosiddetto e ghiacciaio pendente •-
Uniti .
Nel 1937 il bolzanino Gunther Langes, Nel dicembre dcl 19o/ il prof. Bruno
incaricato di stud iare possibilità sciist iche Uggeri di Alessandria, partiva in aereo dal-
ed organiZ7.ative di liii grande cen tro in- l'Ttalia, d iretto a Città dcl !\·lessico, assieme
vernale del Colorado, effettuava con gli alla guida Vincenzo Pem1chon di Cogne.
sci le salite di varie cime di quota superiore Essi avevano in programma la scalata delle
ai 4000 metri. più cospicue vette messicane, per la mog-
Tnfìnc, nel '39, l'immancabile Piero Ghi- gior parte di quota superiore a 5000 m, si·
glione effettuava alcune notevoli ascensioni tuate fra il 19" e il 20" parallelo, fra il Paci-
sciistiche in California, nell'A rizona e nel fico e l'Atlantico. Ai due alpinisti si univa
Colorado. nel Messico il connazionale dott. Fiamberti.
Il tempo nwerso frustrò alcuni tentativi
alle massime cime. Tuttavia i tre riusci·
MESSICO rono a salire il Popocatèpetl m 5452 per
Le maggiori vette dcl Messico, come è il versante Nord e il 10 gennaio veniva
noto, sono i tre vulcani Pico de Orizaba scalato il Pico Rodillas, vetta massima dcl·
m 5762, Popocatèpetl m 5452 e htaccihuatl l'Ixtaccilmatl m 5380.
m 5380. Quest'ultima montagna, al contra- Nei giorni 7 e 10 novembre 1963, Ma-
rio delle due preceden ti che presentano so- rio Fantin scalò il Poixx:atepetl m 5452 ed
lo difficoltà dovute all'altezza, offre, anche il Pico de Orizaba (C itlaltepetl) m 5762 con
per la via normale, le attrattive alpinistiche R. Sanchez e J. Rodoo. Il giorno 8 dello
di una lunga ascensione rocciosa di cresta stesso mese Fanlin e SanchC'..: avevano sca·
e traversate d i ghiacciai irti di penitentes lato anclie J'Txtaccihuatl m 5380.
(ometti di ghiaccio assai aguzzi) e pareti Dopo aver ricevute calorose accoglicn·
gkiciali, spesso di ghiaccio vivo. ze dai colleghi alpinisti messicani, il 15 gen·
na io '58 il prof. Uggeri e la guida Pem1-
Nell'aprile del 1951 ring. Ghiglione chon giu ngevano in volo a Parig i.

661
AME RI CA ME RIDI ONA L E

LA CORDIGLIERA La fo rmazione geologica delle Ande è


relativamente recente; le rocce eni ttive vi
DELLE AN DE predominano nelle cime più elevate le quali
CENNO INTRODU'/T JVO
altro non sono che grandiosi apparati vul-
canici attivi o spenti. Frequenti sono per-
e Quello sterminato sistema montuoso, ciò, specialmente nei settori setten trionale
che si stende ininterrotto per 17000 km di e centrale, i massicci di forma più o meno
lunghezza e 118 gradi di latitudine dalla conica isolati sopra gli altipiani o allineati
Alaska alla Terra del Fuoco, attraverso in brevi catene s1>esso discontinue. La Cor-
tutto il gemino continente americano, pren- digliera stessa del resto non è un'unica ca-
de nel suo settore meridionale, il nome di tena d i monti, ma piuttosto un fascio d i
Cordigliera delle Ande. brevi catene parallele e susseguent isi, tra
Non diversamente dai rilievi dell'A me- cui si possono distinguere quasi in ogn i
rica Settentrionale, che si schierano !ungo settore due rami principali, più o meno
tutta la costa occidentale del continente, ravvicinati, che racchiudono volta a volta
anche le Ande si affacciano sull'Oceano valli ubertose, altipiani desertici, grandi
Pacifico, disegnando col loro sviluppo di laghi e immensi ghiacciai.
quasi 8000 km tutto il profilo costiero occi- La diramazione della Cordigliera che si
dentale del Sudamerica. spinge verso l'istmo di Panama è una ca-
Caratteristiche di questo sistema mon- tena del tutto secondaria e di scarso rilievo,
tuoso sono non solo la sua altitudine, che mentre le tre grandi catene, che si piegano
tocca nell'Aconcagua i 7000 me la sua con- a ven taglio attraverso tutta la Colombia, si
tinuità non interrotta da depressioni n6 da spingono piuttosto verso le rive dcl ).far
alcun varco notevole, ma anche la sua am- Caraibico e trovano la loro naturale conti-
piezza dcl tutto esigua in confronto allo nuazione nella catena costiera del Vene-
sviluppo lineare. Se si pensa che la pianura zuela e nell'arco delle Antille. Già in que-
delle Amazzoni si innalza di appena uri sto primo settore si raggiungono altezze
centinaio di metri nei suoi 3.500 km di molto ragguardevoli e si contano numerose
estensione dalle rive dell'Atlantico ai piedi \'ettc superiori ai 5000 m a cominciare da
della Cordigliera, e che le sorgenti dcl quel grandioso massiccio della Sierra Ne-
gran fiume distano meno di 100 km dalle vada dc Santa ~farta, che si eleva isolato
rive dcl Pacifico, si avrà subito un'idea ab- quasi in riva al mare a 5887 m.
bastanza esatta della straordinaria confor- Le tre catene colombiane convergono
mazione di questa catena, che si eleva con verso Sud e si congiungono al Nodo dcl
fianchi ripidissimi su entrambi i versanti , Pasto, non lungi dai confini cieli' Ecuador.
quasi una ciclopica muraglia eretta per di- In seguilo la Cord igliera Andina - a so-
fendere le immense pianure brasiliane e miglianza del sistema delle Rocciose -
argentine dalle tempeste del Pacifico. Tale assume quell'andamento caratteristico con
muraglia ha infatti un'influenza decisiva due catene parallele, che conserva inalte-
sul clima, sulla natura, sulle comunicazioni rato fino alla Patagonia.
e sull'econom ia di tutto il continente. Già nell'Ecuador le due catene si clistin-

662
guono con perfetta evidenza e fiancheggia- queste catene, data anche la brevità del-
no ai due lati la vallata di Quito, la capi- le valli e dato l'elevato limite delle nevi,
tale, cl1e si trova a 2848 m di alt itudine. ma grand iose pareti, seraccate sconvolte e
Sono formate da grandiosi coni vulcanici creste affilate, spesso orlate da comici.
pili o meno regolarmente allineati e culm i- Caratteristiche del tutto differenti pre·
nano l'uno nel C himborazo 63 18 m, l'altra senta invece la Cordigliera a Sud del 20"
nel Cotopaxi 5938 m, che è probabilmente parallelo, al limite tra Cile e Bolivia e tra
il pili alto vu lcano attivo esistente. Cile e Argentina. Nonostante la maggior
Nel Perù e nella Bolivia le due catene distanza dall'equatore, il limite delle nevi,
vanno progressivamente divergendo e rac- in conseguenza dell'estrema aridità dcl cli-
chiudono un vasto altipiano sui 3500-4000 ma, si eleva fino a 6000 m, le formazioni
m di altitud ine {L'l Paz, la capitale della ghiaccjate scompaiono totalmente, per Ja.
Bolivia si trova a 3630 m e il Lago Titica- sciare a nudo giganteschi coni vulcanici e
ca a 3812 m). massicci colossali di brune rocce eruttive.
La Cordigliern Occidentale o costiera Anche gli altipiani interni, anziché essere
è in gran parte formata da una serie di le zone pili fertili e più popolose, come nel
vulcnni spenti o almeno quiescenti, tra cui Pcnì e nella Bolivia, non sono altro che
i più elevati sono \'t\mpato m 6615, nel immensi deserti di sabbia e di sale.
Perii meridionale, e il Sajarna m 65.30, in A Sud del deserto d i Atacama, le due
Bolivia. La Cordigliera Orientale invece, catene vanno di nuovo ravvicinandosi, pur
prevalentemente di rocce cristalline, è for- stendendo verso la pianura argentina una
mata da una serie di catene e picchi ardi- serie di diramazioni disposte a guisa di
tissimi, paragonnbili ai più superbi massicci quinte. Le cime pili elevate - quasi tutti
delle Alpi o- fatte le debite proporzioni - apparati vulcanici - si trovano sia sulla
dell'Himàlaya. La Cordigliera 13iancrt nel catena principale (Licancabur m 5930, Llul-
Perl1 settentrionale, culminante nel Huas- laillaco m 6750, S. Francisco m 00-20, Ojos
caran m 6760, la Cordigliera di Huaylmash, del Salado m 6870, per altezza la seconda
pili a Sud, culminante nel Yerupayà me- vetta dell'America), sia isolate nel mezzo
tri 6634, la Cordigliera di Carabaya, nel degli altipiani desertici (Volcan dc Anto-
Perii meridionale, culminante nell'Aussan- falla m 6300) e sia sulle diramazioni orien-
gate m 6300, la Cordigliera Beale Boli- tali (Nevado de Cachi m 6500, Nevado dc
viana, culm inante nel Sorata m 6427, e Famatima m 6200, ecc.).
ncll'lllimani m 6450, e le successive dira- La massima altitudine si riscontra però
mazioni di Quimzacruz e di Cochnbamba, alquanto pili a sud, tra il 32° e il 33° pa-
appartengono non solo alle zone pili ele- rallelo, ove, dopo aver toccato i 0170 m nel
vate della Cordigliera Andina, ma pnre alle :\forccdario, la Cordigliera Andina si eleva
più grandiose e affascinanti per imponenza a 7035 m nell'Aconcagua che è non solo la
di aspetti e ardi tezza di profili. massima vetta dcl continente americano,
11 limite delle nevi perenni qui varia ma pure è l'unico e: settemila , esistente
tra i 5000 e i 5200 m e le abbondanti pre- all'infuori delle Catene dell'Asia Centrale.
cipitazioni - in contrasto con l'aridità pre- Proprio ai piedi dell'Aconcagua passano
valente nella catena costiera - danno luo- la strada e la ferrovia trans-andina, che
go a formazioni ghiacciate rese fonnida- valicano la Corclic:licra al Passo delle Cum-
bili dalla forte incli 1mzione delle pareti. bre (o Passo de Ì3enncjo) m 3842, e che,
Non dunque estesi ghiacciai caratterizzano collegando Buenos Aires a Santiago dcl

663
Cile, costituiscono l'unica diretta comuni- profondamente nei fì anchi della Cordiglie-
cazione transcontinentale finora esistente ra.
dcl Sudamerica Si direbbe quasi che il continente stes·
~lentre la cima dell'Aconcagua, nono- so venga· progressivamente sommerso dalle
stanle la sua altitudine, è quasi totalmente onde, che le valli siano trasformate in fiordi
spoglia di neve, dopo il Passo della Cum- sinuosi, e che le costiere di monti siano fran-
hrc i ghiacciai prendono uno svi luppo sem- tumate in catene di isolotti, intersecati da
prc maggiore quanto più si procede verso un labirinto di canali angusti. Ness un'altra
Sud e scendono in candide fìuman e, irte cli parte della Cordigliera Andina offre pro-
' penitenlcs •,tra il rosso pietrame dci val- babilmentc quadri così suggesti vi di seve-
loni riarsi. ra e selvaggia bellezza e, a ragione, un buon
La catena costiera. qui ridotta a una bas- tratto di questa catena è stata recentcmen-
sa cordonata, racchiude la lunga e ubertosa te dichiarata dal governo argentino e Parco
vallata cilena e va a perdersi sul Golfo cli Nazionale e dci Chiacciai •·
Ancns, frantumandosi in un complesso ar- La lunga catena, già tagliata più volte
cipclago di isole e di scogli. La catenfl prin- dai bracci o dagli emissari dei laghi argen-
cipal e continua invece ininterrotta verso lini, viene defìnitivamentc spezzata dai ca-
sucl, acquistando in bellezza quanto più nali magcllanici, che mettono in comunica.
perde in altitudine. Il massiccio del Trona- zione i due oceani. Spezzata ma non tron-
dor infatti non si eleva più di 3470 m, ma cata, ché subito al di là si ere:c nuovamente
tutta la regione che l'attorn ia, dichiarata a 2400 m di altezza col ~I. $anniento e si
e Parco Nazionale Argentino•, è celebre stende ancora attraverso tutt a l'Isola Gran-
pcr il suo paesaggio pittoresco, ove il folgo- dc della Terra ciel Fuoco fìno alle estreme
re dei ghiacciai che ammantano le cime, fa scogliere del Cabo dc J-lornos (Capo Horn).
vivo contrasto col verde cupo delle fitt e fo- La Cordigliera delle Ande è tipica chm -
rcstc e coll'azzurro dci laghi, che hanno fat- que per la varietà dci suoi aspetti dalle fo-
to meritare alla regione l'appellativo di reste equatoriali agli immensi ghiacciai che
e Svizzera Andina > scendono al mare, dalle ricche e popolose
~ leno nota, anzi in parte inesplorata è vallate ai deserti di sabbia e di sale, dai gi-
la Cordigliera Patagonica ~leridionale, che ganteschi coni vulcanici, nudi e uniforn\i,
continua rettilinea verso sud fìno all'cstre- alle fiamm eggianti cuspidi di &rranito, così
ma punta del continente. ardite e bizzarre. Varietà di aspetti dovuti
~loclcsta è l'altitudine delle cime (le sia alla natura stessa e alla lunghezza della
magg·ori di poco sorpassano i 3000 me nes- catena, che si estende per 68 gradi di latih1-
suna tocca i 4000), ma non perciò è minore cline attraverso tutta la gamma delle zone
l"imponcnza di questa barriera, che eleva climatiche, sia alle correnti fredde dcl Pa·
direttamente sul mare le sue ardit issime cu- cifìco, che creano condizioni subpo lari an-
spid i granitiche. Uno .~ t er minato mantello c11e a latitudini pari a quelle dell'Europa
di ghiaccio ricopre tutta la catena per oltre centrale, e sia soprattutto al re!!imc delle
400 km di lunghezza (la pili estesa forma- precipitazioni, tanto differente da zona a
zionc ghiacciata che esiste all'infuori delle zona: mentre infatti ad Antofagasta passa-
calotte polari) e scende ai due lati con lar- no anni interi senza che cada una sola J?:OC·
ghe colate e seraccate, fìno a tuffarsi nelle eia cli pio_!!gin, su tutto il versante cileno
insenature che l'oceano da una parte e i della Cordiglicrn Patagonica meridionale
grandi laghi argentini dall'altra insinuano e della Terra del Fuoco le tempeste sono
I

quasi in interrotte in ogn i stagione dell'anno. ghine come si vedrà nelle prossime pagi·
Eccessi entrambi che, come è faci le inten- ne ). (tla t ETIOnE CASTICUONI)
dere, creano per contrari motivi seri ostaco-
li all'attività alpinistica
Jn compenso però l'att ività csplorntiva è Al....l'IN fS'fl ITALIANI
agevolata nelle Ande dalla brevità e dalla N EL SUD AMERICA
facilità degli approcci. Qui non si rich iede
l'organizzazione di complesse e costose spe· Come ved remo qui di seguito, gli alpi·
dizioni con grandi carovane d i portatori, nisti italiani sono stati molto attivi nel Sud
nè sono necessarie le lunghe marce di ap· America. ~ l olti di essi han no compiuto a-
proccio: qualc11c pista appena tracciata at- scensioni, anche nello stesso anno, di mon-
traverso la pampa e qualche cattiva strada, tagne situate in diversi stati sud american i.
che risale audacemente i selvaggi valloni Poiché le mon tagne sud americane ascese
della Cordigliera, consentono quasi sem- o tentate dai nostri connazionali sono tutte
pre di portars i bene o male in auto fìn o al situate nella catena delle Ande (ivi compre·
piede dell e montagne; inoltre le 1111merose so quel naturale prolungamento costitu ito
fatt orie dislocatç ovunque fìn o agli ultimi dai monti della Terra del Fuoco) e poiché
magrissimi pascoli e gli imp ianti minerari il corrugamento andino, nel suo sviluppo
situati talvolta ad altitudini considerevoli di oltre 7000 km, presen ta caratteristiche
offrono all'alpinista ottime basi e una tra- diverse in dipendenza delle varie condizioni
dizionale generosa ospitalità. Tutto ciò a- dei suoi tronchi in funzione dell'altitudine,
gevola in modo sostanziale il problema lo):!i· della latitudine, della differente origine geo-
stico e consente anche a piccoli gruppi di logica non è sembrato opportuno esporre
alpinisti di svolgere una buona attività e cronologicamente tutte le spedizioni italia-
di o!lencre sovente risultati molto not evoli ne che si sono succedu te nelle Ande senza
Data l'estensione e la varietà della Cor· suddividere questa lunghissima catena in
digliera, non tutte le zone offrono le mede- settori. Per far ciò - non poten do entra re
sime att rattive; il maggior interesse alpini- in sottilizzazioni di carat tere geogra fì co,
.~tico si accentra infatti nell'Aconcagua, per geologico o morfologico - si è seguila, ne l-
la sua altezza prestigiosa, nelle alte catene la esposizione, la seguente suddivisione che
~h iacciate della Bolivia e del Perù e nelle appare nei paragrafì che seguono: Vene·
selvaggie catene della Patagonia e della zuela; Colombia; Ecuador; Perli ; Bolivia;
Terra del Fuoco. TI settore pili frequentato Ande Argentino-Cilene centro settentrio-
e meglio attrezzato - ci sono stati costrui· nali; Patagonia e Terra del Fuoco (ossia
ti anche alcuni rifugi -è però la Cordigl ie- Ande Argent ino-Cilene meridionali).
ra Centrale Argentino-Cilena, data la sua
vicinanza ai grandi centri (Mendoza e San-
!iago) la relativa brevità degli approcci.
Dohhiamo notare tuttavia che non solo in VENEZUELA
<iueste zone, ma quasi in ogni settore della
lunghissima catena andina gli alpinisti ita· Fra il 1900 e il 1903 ebbe luogo il viag-
liani hanno trovato modo di svolgere un'at- gio di affari di Celestino Usuelli negli stati
tività tutt'altro che trascurabile; attività andini dcl Pcrt'i, Bolivia, Ecuador e Vene-
che diviene assolutamente proponclcran te zuela. Spirito avventuroso, scienziato e poe·
nelle inesplorate catene patagonic11c e fue- ta oltre che viaggiatore e commercian te,

665
rusuelli fu anche un appassionato alpini- un duro la\'Oro di picozza e ramponi su pen-
sta (oltre che aeronauta) che non tralasciò dii ripidissimi di ghiaccio. In discesa deve
occasione di ascendere le vette circostant i bivaccare, il giorno dopo raggiunge il cam-
ai luogh i ove si recava per intenti commer- po e due giorni dopo è a i\ lerida.
ciali. Lo vedremo in appresso Qui, mentre i compagni riprendono la
Nel Venezuela egli dette inizio alle a- via di Caracas, si aggrega lo svizzero Kie-
scensioni compiute dagli italiani in quel ncr con l'intento di salire il Pico Bolivar per
paese salendo la Sella dcli' Avila e il Pico la cresta nord, ma, per il malore che colpi-
de Naiguatà. m 2782 sce Kiener, i due debbono limitarsi ad al-
cune utili ricognizioni e rientrare a Merida.
Dopo quasi me7.7.0 secolo di pausa, nel In fatti il 20 gennaio (sabato) ripartono
settembre d el 1950, \'ing. Chiglionc vola all'attacco e, dopo una lunga arrampicala,
fìno a ~ f erida, la cittadina venezolana che la domenica 21 gennaio '51, con difficili
giace ai piedi delle ph'1 alte montagne cli passaggi di rocce e gendarmi nella parte
quello stato, e organizza un attacco al Pico terminale, raggiungono la vetta, avendone
Bolivar m 5<XJ7 che ne è la massima vetta così aperta la via più rapida. La stessa sera
Posto un primo campo a rn 4170 e contorna- dcl 21 sono di nuovo a Merida.
lo il massiccio verso O\"est, pone un secondo E qui succede un fatto ·non nuovo negli
cam po a 4600 m ai piedi dcl p:hiacciaio del annuali dell'alpinismo. Un tal Bourguin,
Timoncino. Il 21 settembre Chiglione e i dopo aver lanciato strampalate accuse ai
suoi compagni salgono per un versante qua- salitori. mette in dubbio l'ascensione. Ripre-
si impraticabile per la sua ripid ità e la neve sa dalla stampa locale, la polemica ha una
fresca, ma a m 4930 ne sono arrestati da grandissima eco e ne segue una sfida lan-
un muro di ghiaccio instabile. Un uragano ciata dal Vinci al suo denigratore. In luo-
di l7 ore mette a repe11 1aglio il ritorno. go di questi, ormai vecchio, la sr.da è rac-
Pochi giorni dopo C higlione si prende colta da alcuni giovani del centro escursio-
la rivincita scalando il Pico del Toro m 4768, nistico di Merida mentre attorno il fracasso
una dele più elevate vette andine venezue- dilaga
lane. Quando sfidanti e sfidati si muovono pe r
la montagna, i giovani in breve si affiatano
Immediatamente dopo (novembre '50) con Vinci, Kiener e Ausi l (un bravo alpini-
Alfonso Vinci organizza la sua spedizione sta italiano che è dell'impresa e che, quale
alle Ande venezolanc; con tre compatrioti, più esperto, è disposto a fare da capo cor-
Enrico Middleton, Ottavio De Renzis e Lu- data agli sfidati). Senonché i baldi gio\•ani
dovico Lante, muniti di buon equipag~ia­ abbandonano presto l'impresa accontentan-
mento; partono dall'llalia allo scopo di e- dosi di seguire visualmente l'ascensione di
seguire un documentario e compiere a- Vinci e Kiencr che si svolge regolarmente,
scensioni sulle montagne di Mcrida pe r il ghiacciaio nord. Giunti in vetta i due
Il 2 dicembre i quattro partono da que- si fotografano accanto alla statuetta di Si-
sta città e, dopo una fatico.ça arrampicata di mon Bolivar (cosa che non era potuta av-
ghiaccio e roccia, vincono il ghiacciaio set- venire nelle precedenti ascensioni a causa
tentrionale del Pico Bolivar m 5007 e rag- della nebbia, e che aveva mosso i dubbi ma-
,giungono la cresta sornmitalc fra la nebbia. lil!Jli di Bourgoin); non solo, ma coronarono
Due giorni dopo (Natale dcl '50) Vinci, da il loro trionfo, con la d iscesa della cresta
solo, attacca il Pico Bolivar e lo vince dopo nord.

666
Il pieno successo cambi::t di colpo le O· l'altra vetta massima, il Cristobal Colòn,
pinion i dei venezuelani che sono larghissimi pure di q. 5775.
di festeggiamenti a Vinci e Kiener al loro
ritorno (febbraio '51). Il 25 genna io 1952 Alfonso Vinci ed i
Dal 20 dicembre '51 al 18 aprile '52 Al· suoi compagni nel corso della ricordata spe·
fonso Vinci organ izza la spedizione panan· dizione panand ina italiana scala, in Colom· I
dina italiana, alla quale partecipano i con- bia (2• ascensione assoluta) il Nevado di Hi-
nazionali Franco Ausil, Va lentino Mettler tacuva m 5650, nella Sierra del Cucuy, sulla
e Giovanni Vergani. Nel corso di questa quale sono i più grandi gh iacciai colombiani.
spedizione vengono saliti, nel Venezuela li 1° gennaio '57 l'ing. Chiglionc (giunto I
il Pico Bolivar m 5007 (27-12-51 ) e il Pico alla fln c dcl '56 in Colombia) unitosi al ci·
ll umbolclt m 4942 (30.12-51 ) lcno E velio Echevarria, giunto dagli U.S.A.
Il 21 mar.1..0 '53 Vinci, con Kenier e il.ve- e all'italiano Silvio Morra, con funzioni di
nezuelano Luis Huiz Ten\n, risolve l'ultimo cineasta, è in marcia verso la Sierra Nevada
problema alpinistico del gruppo del Boli- cli Santa Marta; il 3, coi due meticci fratelli
var salendo la mon tagna per il ghiacciaio Jesus e Josè Zapata, giunge alle capanne di
dell'Encicrra, che ne fascia il fianco est. :\famancanana m 3450, il giorno successivo
pone il campo a m 4400 a .<md-ovest dcl
Cuardian m 5295 e rimanda i muli. Lui ed
Echeverria (e Jesus Zapata) cominciano dal
giorno seguente un'attività a lpinistica cd
COLOMBIA esplorativa veramente notevole, spostando
il campo, con l'aiuto dei due meticci, altre
Le Ande della Colombia, suddivise in due volte. Salgono il 5 il Tairona m 5003;
tre cord igliere con andamento grossolana· il 10.l Ch iglione sale con Zapata, in lunga
mente meridiano, contano varie vette di ascensione di ghiaccio e roccia, al Cristobal
quote superiori ai 5000 metri. Tuttavia non Colòn 111 5775, dal quale gode di un panora·
rappresentano le cime più elevate di questo ma superbo; il 15 sem pre validamente aiu·
Stato. Infatti la più elevata catena colom· tato da Zapata, sale per una via nuova il
biana è costituita dalla Sierra Nevada dc Cuardian m 5285. Il 16, tornati i muli ccl i
Santa Marta che corre, da ovest ad est, al mulattieri, ha luogo un gran.dc spostamento
nord del paese, parallelamente alla costa durato quaranta ore e, dopo aver posto un
dcl Mar dei Caraibi, ed a poca distanza da campo a m 4600, il 20 chiude la eamp..1gna
questo (la vetta più elevata: Cristobal Co- con l'aspra scalata del Pico Ojcda m 5400.
lon m 5777 ne dista appena una cinquanti· Le attrattive di quelle montagne sono
na di chilometri), tutta ammantata di ghiac· tali che decide di tornarvi per finirne l'e-
ciai ed irta di punte cdi guglie. splorazione.
li primo italiano a salire una delle due Tnfatti, un anno preciso dopo l'inizio
cime più elevate (i l Pico 13olivar m 5775) fu della sua prim a spedizione, Jlrccisarncnte
Praolini che conquistò la vett a il 2 febbraio il Capodanno 1958, troviamo Chiglione in
1939, facendo par te di una cordata compo· marcia nella Sierra Nevada cli San ta Marta,
sta, oltre che da lui , dai tccleschi Kraus e che questa volta attaccherà dalla parte O·
Pichler. Lo stesso Praolini, il 16 mar-Lo '39, rientalc. Cli sono compagni la nota guida
aggregatosi ad una spedizione statunitense e maestro di sci Giuseppe Pirovano cd il
guidata dal geografo T. Cabot, raggiu nse forte arram picatore G. C. Canali. Anche in
quell'anno vengono ingaggiati i due mulat- giornata di vittoria: in undici ore vengono
tieri e portatori Jesus e Josè Zapata. saliti, con scalata emozionante, tutti gli al-
Con lunghe, faticose e avventurose tap- tri otto picchi.
pe, l'l l gennaio la carovana perviene al La- Nei giorni successivi è tentata e felice-
go Naboba m 4200 ai piedi (nord) del Guar- mente attuata la traversata in carovana (ri-
dian; poco più in alto vien posto il cam po mettendoci un cavallo) della catena dcl
(m 4600) e vengono rimandati i mulattieri Chundua, completando così le molteplici
e Josè Zapata scoperte di carattere geografico fatte du-
Inizia il giorno dopo la brillante attività rante la spedizione.
alpinistica ed esplorativa con la scalata di
un vergine picco senza nome di q. 5000 m,
dopodiché, traversato il grande ghiacciaio
fra l'Oieda e la Reina, si pone il campo a
q. 4700 in faccia alla catena dei Picos 0- ECUADOR
rientalcs e avendo alle spalle i Nevaditos,
altre vergini giogaie di Picchi alti dai 5100 La presen7. .'t di alpinisti italiani in E-
ai 5500 metri cuador comincia col 1880. E che alpinisti!
Jl 14 gennaio viene scalato il picco di Jean Antoine Carrel, il famoso ' Bersaglie-
q. 5390 cui viene imposto il nome di Pico 1- re • seguace e rivale di VVhymper nell'epica
talia. Il 16 viene scalata, dapprima per la lotta per la conquista del Cervino, è stato
vergine parete glaciale nord-est , poi per lo ingaggiato dallo stesso Whymper, assieme
sperone nord. la Reina m 553.5, massima ci- al cugino Louis Carrel, per una campagna
ma della zona. L'attacco alle catene elci Ne- nelle Ande dell'Ecuador
vaditos e dei Picos Orientales è stato assai Primo ad essere attaccato è il gigan te
penoso (quasi tutti i trasporti a spalla sono della regione, il Chimborazo, vulcano spen-
stati effettuati da Pirovano e Canali per- to ammantato da ghiacci; avvolto, come
ché Tesus Zapata è ammalato) avviene sovente per le grandi montagne, da
TI 20 gennaio viene scalato l'Ojeda I m famose leggende indigene. Dopo aver pOsto
5490 per la vergine cresta sud-est irta di successivi campi ad altezze di 4380, 5080 e
torrioni; il 22 è un ~iorno indimenticabile 5270 m, il mattino del 4 gennaio 1880
perché vengono scalati 4 dei 5 Nevaditos; \Vhvmper e le sue guide sferrano l'attacco
il 23 viene vinto anche il 5° Nevadito, quel- fìnale. Neve polverosa e rarefazione d'aria
lo pili prossimo al Pico Italia, che richiede sono i due principali ostacoli dell'ascesa;
passaggi di 4° e 5° grado ma alle 17 la pii'. alta vetta dell'Ecuador
Si passa quindi all'attacco dei Picos 0- è conqu istata. però fra la nebbia che impe-
rientales. a pareti verticali e spigoli crtissi- disce di godere \"immenso panorama.
mi di gl1iaccio vivo, dei quali comincia l'as- Successivamente Whrmper e J. A. Car-
sedio ::..._ dopo nuovo trasferimento - il 3 rel salgono il Corazon m 4816 e attaccano
febbraio. Quel giorno cadono tre picchi al- l'Tllini~a m 5305, dalle appuntite due vette
ti dai 5200 ai 5400 metri, dopo aver vinte ghiacciate; una seraccata e le fragili cornici
difficoltà maggiori che ai Ncvaditos. il gior- di ghiaccio inducono al ritorno quando J!li
no dopo viene conquistato il picco più ardi- alpinisti sono appena a 100 m dalla vetta
to, molto prossimo alla Reina, con ardue Pochi giorni dopo. il 18 febbraio, Whvmper
manovre su ghiaccio ove rifuk:e la perizia e T. A. Carrel ragj!hmgono la vetta del Co-
di Pirovano. TI 7 febbraio è un'altra grande topaxi m 5938, il più alto vulcano attivo dcl-

668
la terra dove, dopo il gh iaccio trovato in l'esercito ecuadoriano. Ne fa parte il mag-
salita, si assiste a fenomeni eruttivi impres- giore Federico De Giorgis che, per soddi-
sionanti. sfare il suo desiderio di ascendere le grandi
Dopo ancora pochi giorni i due scalano montagne del paese, si unisce all'ing. Luigi
il Sicholagua m 4988 del quale conqu istano Malvezzi.
l'aguzza vetta fra fi.nfuriare dell'uragano. 1 due, assieme al generale Pirzio Biroli,
Histabi litosi Louis Carre! del congela- attaccano il Chimborazo, ma, per l'ostacolo
mento che lo ha colpito al Ch imborazo, tut- presentato dalla neve profondissima e mol-
ti e tre assalgono il ghiacciato calottone del- le, possono raggiungere solo l'anticima me-
l'Antlsana m 5756 che troneggia presso tri 6150. Invano si trattengono sotto la ten-
Quito, la capitale dell'Equador, e lo vinco- da a m 5150 per una settimana, sperando
no a! secondo tentativo, durante il quale nel tempo migliore. Alfine ripiegano.
\Vhymper cade in un crepaccio, ma ne è Tuttavia De Giorgis e Malvezzi scalano
tratto fuori dalle sue guide. ancora il Cotopaxi m 5938, la cima Nord
Vinto il facile Pinchincha m 4787, è del dell'Illiniza m 5140 e il Tungurahua m 5087
pari conquistato il ghiacciato vulcano Caya- e (fra le scalate di minor impegno ma sem-
mbe m 4850; e così sono vinti il Sara-U rcu pre ragguardevoli per le quote elevate) pon-
m 4725 e il Cotocachi m 4968. gono al loro attivo le salite dcl Cayambe
I due Carrel poi, per puro spirito alpini- m 5840, del Cotocachi m 4968, del Pichin-
stico, tornano all'attacco dell'Illiniza metri cha m 4787, dell'Atacatzo m 4939 e del
5305 e questa volta riescono a vincerlo. L'l Corazon m 4816.
campagna si chiude con la salita del Cari-
huairazo m 5034 e con la seconda ascen-
sione del Chimborazo
Nel 1939 l'ing. Ghiglione giunge nel-
l'Ecuador dove si unisce al giovane missio-
I
Whymper, all'Alpine Club di Lon dra, nario Isidoro Formaggio e ai due tedéschi
tcssè un caldissimo elogio dci due Carrel, Kuehm e Hirtz. Organizzata una piccola
artefici dei successi ottenuti spedizione, salgono, con tempo incerto, per
liscie rocce ed erti ghiacciai, e tagliando
Nel 1903 vediamo Celestino Usuelli - la cornice, alla punta Nord (m 5180) del
di cui sopra si è già fatto cenno parlando Cerro Altar; dopo altre due ore di arram-
delle sue salite nel Venezuela - attaccare picata, conquistano anche la punta Sud
fl Chimborazo. Giunto alla calotta finale (m 5130) delle 4 che formano la cima
egli scivola, ma si arresta in un punto peri- Pochi giorni dopo, Ghiglione, Kuehm
coloso; non gli rimane che lasciarsi scivola- e Formaggio attaccano il Chimborazo me-
re nel suo mantello ancora per 400 m cer- tri 6310 per una via diretta, a Sud-est del-
cando di evitare i crepacci, finché si può ar- la montagna. Pongono il campo a m 4900 e,
restare in un piano di neve. Hicupera la dopo essersi fermati due volte a causa del-
piccozza e, per nulla scosso dall'avventura, la nebbia, e aver vinto vari seracchi e sor-
il giorno dopo, 27 aprile 1903 riesce a rag· passata l'ultima crepacela, Ghiglione e For-
giungere i 6310 m della vetta, piantandovi maggio toccano la vetta, seguiti, pili tardi,
la bandiera italiana da Kuchm. La sera rientrano al campo.

Nel 1922-23 una missione militare ita- Nel febbraio del '52 Alfonso Vinci, pro-
liana si stanzia nell'Ecuador allo scopo di seguendo coi suoi compagni Auzi\, Mettler
fornire istruttori per la riorganizzazione del- e Vergan i nella spedizione panandina ita-

669
liana, raggiunge i m 5700 sul Chimborazo, tennio, alpinisti italiani.
di cui non è possibile calcare la vetta, ad È ancora una volta J'ing. Ghiglione che
onta di una sosta dal 13 al 20 febbraio, a rompe il ghiaccio. Nel giugno 1950 giunge
causa del maltempo. I] 27 febbraio Vinci, in volo nel Pe rù con l'amico Giuseppe Gi-
Auzil e Vergani, col tedesco Eichler, 11 raudo col quale, per gentile concessione,
francese Feret, il colombiano Hobinson e può compiere una ricogn izione su un aereo
l'ecuadoriano Elizade riescono a compiere militare peruviano alle più elevate monta-
la pPima del Cerro Quili.ndanà m 4900. gne della regione. 1 due si recano neJla
Un anno dopo (febbraio '53) Alfonso regione di Cuzco ove si unisce loro il con-
Vinci torna in Ecuador e svolge con altri m1ziu11alc M;u1glii, cu11 l'iule11lo di scalare
un te ntativo di assalto alla vergine vetta l'Aussangate. Dopo cinque ricognizioni, si
del Cerro Altar m 5405. Giunta alla base effettua un tentativo sul ghiacciaio media-
della cuspide, a 5250 m, la spedizione, stre- no meridionale; a 5600 m Manghi è colpito
mata di forze per le marce precedenti, ed da congelamento e i tre debbono discen-
avendo esauriti i viveri, è costretta a di- dere. Tre giorni dopo Gl1iglione e Giraudo,
scendere. portato a fatica il campo a 5100 m, attac-
cano l'Aussangate per il crepacciatissimo
ghiacciaio Sud-est; ma, per il pericolo di
valanghe e seracchi minaccianti rovina, a
PERU' 6000 m di quota, dato soprattutto il mal-
tempo, debbono retrocedere.
Le prime tracce di alpinisti it aliani nel- l due si trasferiscono poi nella zona di
le Ande peruviane sono quelle dcl citato Arequipa e riescono a salire il Chachani
Celestino Usuelli che, nei primi del '900, m 6087 (16 luglio) col soldato Chavez e il
sale il i\·lisli m 5&50 e il Chachani m 6087. portatore Bedregal. Subito dopo, assieme
al prof. Alberto Parodi, dopo aver piantati
Nel 1910 un altro italiano, il Tabusso, tre campi alle quote di 3500, 5200 e 5600
che si trova nel Perù per ricerche scien ti- m, il 27 luglio raggiungono, per i ghiacciai
fiche, compie alcune ascensioni e traversate del lato Sud-est, il Coropuna m 662~.
nella catena andina occidenta le, sempre Successivamente tornano nella zona di
da solo. Non ha equ ipaggiamento e, in Cuzco per attaccare il Salcantay; partendo
luogo di piccozza, si fabbrica un arnese dal loro secondo campo, a q. 4800, I' 11 ago-
con un volgare manico di zappa che arma sto, dopo una difficoltosa salita fra seracchi
di un enorme chiodo. Con quell'armamen- e crepacci, si arrestano a q. 5600; Ghiglio-
tario ha l'ardire di tentare l'ascensione del ne, da solo, scala una cima di q. 5800.
Tanja m 5350, piramide rocciosa termi- Partito Girando, Ghiglione, col soldato
nante in una cupola di ghiaccio; l'ascen- Chavez, scala in prima ascensione J'Am-
sione si svolge felicemente fino ad appena pato m 6350 dalla faticosa parete Sud-est.
30 m di dislivello dalla vetta, dove un salto
di ghiaccio non si lascia superare col solo Nel 1952 (precisamente il 13 marzo)
aiuto del manico di zappa che possiede il Vinci, Anzi!, Mettlcr e Venturi - che stan-
Tabusso. no compiendo la già ricordata spedizione
panandina - riescono a salire il Nevado
All'infuori di questi due pionieri, le An- CauJlarajo m 5686 nella Cordillera Bianca
de del Perù non vedono, per un quaran- dopo una lunga ascensione per ghiacciai I

I
670
insidiosi, contornando alla base una minac-
ciosa parete di ghiaccio.
difficile e pericolosa salita su ghiaccio vin-
cono in prima ascensione assoluta il Col-
I
quepunco m 6020.
In quell'anno l'ing. Chiglione torna ad Segue un'esplorazione dcl gruppo dd
esplorare le Ande del Perù e compie le se- Veronica, a Nord-ovest di Cuzco, ed il 6
guenti ascensioni: Solimana m 6.3:!3 prima settembre Ghiglione e ~farx possono co-
ascensione assoluta della punta Nord con gliere una duplice vittoria: le prime ascen-
Parodi, Hebitsch e Motta, per il versante sioni assolute della punta Est m 5625 e
Nord; Coropuna m 6614 prima ascensione della punta Ovest m 5685 dell'Halancoma.
assoluta della punta Nord-ovest con llc- che hanno richieste delicate manov re su
bitsch e Motta; Aussangate, punta Nord- ghiaccio. Il giorno dopo, favoriti dalle con-
ovest m 6250 da solo; punta mediana me- dizioni della neve, ma con lunghe e deli-
tri 6.317; punta Est m 6.500: prime ascen- cate manovre su ghiaccio, compiono la pn·
siorti assolute con Rebitsch e llolinder; Pun- ma ascensione assoluta dcli' aguzza Hua·
ta Vércna m 5800 prima ascensione, con cratanca m 5914.
Hcbitsch e llolinder; Punta Lomellini me- Anche nel 1955 l'ing. Chiglione torna
tri 5550 prima ascensione, con Rebitsch e nelle Ande peruviane, che ormai lo attrag-
Bolinder; successivamente esplora, con gono irresistibilmente e si dirige alla Cor-
Marx, la Cordillera della Veronica. dillera de Vilcanota, coffalpinista italiano
Nel 1953 l'ing. Ghiglione torna nuova- Francesco Zaltron, col quale, per allena-
mente nel Perù in una campagna dal lu- mento, traccia una nuova via sulla parete
glio al settembre, ossia nel periodo inver- Ovest del Pico Vilcanota m 5510. Haggiunti
nale, e si unisce allo svizzero Felice !\farx dallo svizzero Felix }.farx, già compagno
e, occasionalmente, ad altri compagni. di Ghiglione nel '53, scalano in prima ascen-
Il 20 luglio, con i due portatori indi sione per la cresta Sud-est il Cerro S. Vin-
Huarcaya e Ventura, Chiglione e Marx rag- cente m 5600. Vengono poi salite altre due
giungono l'acuta punta Ovest del Lasontay cime inviolate che vengono denominate
m 5400; il 22, risalendo le piste precedenti, Almerigo da Sch io m 5650 e Alessandro
scalando una parete di ghiaccio e un'esile Bossi m 5700 il 17 luglio.
cresta raggiungono in prima ascensione as- Trasferitisi nella regione di Vanaloma, a
soluta anche la cima principale del Lason- scopo esplorativo salgono alla punta Sud
tay m 5800. del Gran Cinimboya m 5550 dal quale han-
Con il prof. Alberto Parodi e lo svizzero no la visione necessaria per predisporre lo
Toni Mazenhauer, Ghiglione si rivolge al- attacco al Vanaloma m 6110.
l'Humantay. Dopo un primo laborioso ten- Il 25 luglio partono dal campo alto
tativo che li porta a q. 5650 I' 11 agosto gli (m 5050) posto sul fianco del Vanaloma e
alpinisti effettuano la prima ascensione as· seguono l'inclinata cresta Sud. Superano un
saluta della ardua punta mediana Nord pendìo strapiombante di ghiaccio posto a
dell' Humantay m 5957. 600 m sopra il ghiacciaio e, non ostante
Di nuovo con Marx, dopo un'esplora- una forte bufera di vento, alle 15,45 tutta
zione del ghiacciato gruppo del Coylloriti, la cordata è in vetta.
i due alpinisti con l'indio Huanca il 21 ago- Successivamente, trasferitisi ad Est del
sto si dirigono al Colquepunco (barriera Cerro Vanaloma, il 28 luglio i tre scalano
d'argento, in lingua quechua) e si accam- una cima inviolata di q. 5830 che viene
pano a 5050 m. Il 22, dopo una faticosa, denominata Cerro Thiene.

671
Le Ande dcl Pe rù sono ormai alrordine il 28 giugno, lchicollo m 5750; Palcmani
dcl giorno degli alpinisti italiani. li 1958 Chica m 5880; Palemani Crande m 6120;
vede ben tre spedizioni italiane operare in Pico Donegani m 5000 (salito da l\forcndi,
quella regione, lutte cogliendo ambite vit- }.!ellano e }.lagni); il 30 giugno: Nevada
torie. Fior di Boccia m 6010, da parte di Sterna-
La prima spedizione è quella patroci- Oggioni, ~lerendi-l\follano e Zamboni-Mac-
nata dalla Sezione di ~ l ilano dcl C.A.L e cio Farra; il 1" luglio, Ncvado Geo Chavez
dalrc Angelicum • composta da Giancarlo 111 6000 circa; il 3 luglio, Salluyo m 6250,
Frigieri, Camillo Zamboni e Homano ~le­ in territorio boliviano; il 5 luglio: Ncvado
rcndi dcl C.A.I. di ~ l il:mo; Andrea Oggioni, Città di Monza m 5960; Pico Villasanta
di Monza, dcl C.A.A. l. ; Pietro }.lagni di m 5960; Pico lastre ~lujeres m 5960; 1' 11
Desio, operatore cinematografico; del ten luglio: Nevado Angelicum m 6001; Nevado
medico Umberto }.1cllano della Scuola !\'li- Chupiorca m 6.300, la più alta vetta della
litare Alpina di Aosta e da Gian Luigi Ster- cordigliera, salito da Ste ma-Oggioni e Me-
na rendi-Mellano-Zamboni; il 17 luglio: Ne-
La spedizione parte da Genova il 20 vada Cittù di Desio m 5800.
aprile sulla motonave e Marco Polo•, as- La spedizione rientrn in It alia nel mese
sieme alla spedizione comasca di cui si fa di agosto
cenno qui di seguito, e, giunta nel Perù,
si dirige nella regione a Nord-est del gran La spedizione comasca (partita, come
lago Titicaca, alla Cordillera cieli' Apolo- si è detto, da Cenova il 20 aprile) è costi-
bamba, aì confini fra Perù e Bolivia; alla tuita da: Luigi Binaghi (C.A.A. l.) di anni
spedizione si è aggiunto nel Perù il prof. 68, capo spedizione, delta signora lrene
Parodi, dell' Università di Lima, che già ha Binaghi-JU,·a di anni 64, da Pier Luigi Bcr-
partecipato ad altre spedizioni alpinistiche nasconi (C.A.A. I.), da Vittorio }.foroni (C.
italiane nel Perù A.A. I.), l\ lario Bignami e l\lario Fantin,
L'altività di questa spedizione, favorita quest'ultimo alpinista e cineoperatore.
dal tempo costantemente bello, è notevo- li 2 giugno la spedizione, raggiunta la
lissima: il 4 giugno, dal campo posto pres- valle dcl Ilio Urubamba, inizia l'esplora-
so l'alta laguna di Calijon m 4970, vengono zione nel Nudo Veronica e vi compie le
scalati il Nevado Hitipata m 5.500 e, in pri- seguenti prime ascensioni: il 9 giugno, Col-
ma ascensione, una cima di m 5450 che, le Huakeihuilqui m 4860 salito da Berna-
dalla sua confonnazione, viene denominata sconi - Fant in - Bignami; Nevado Bononia
e la Sega >; r 11 giugno \' iene compiuta la m 5110 salito eia Fanti.n-Bignami-Meroni-
prima ascensione dell'Ananeo m 6020; il Be rnasconi; il 10 giugno, Nevada G. Mar-
15 giugno viene scalato in prima ascensione coni m 5340 salito da Meroni- Bcniasconi-
il Calijon m 6080 per il versante Nord-est Bignami-Fantin.
e si può stabilire che q uesta vetta è la più Altaccato successivamente il Nudo
elevata della catena dell'Apolobamba; il (gruppo) Yucay, vengono effettuate le prime
16 giugno: prima ascensione di una vetta ascensioni sottoinclicate: il 20 giugno, Ne-
glaciale di q . 5&10, denominata Pico An- vada Alberto Bonacossa m 5290 da Berna-
gelo Vanelii. sconi-Meroni-Bignam i; il 2.3 giugno, il dif-
In w1 su!X!cssivo periodo vengono effet- fìcile Nevado M. Crau m 5650 da Bignami-
tuate le seguenti prime ascensioni: 27 giu- Fantin - ~ l eroni - Uernasconi; il 25 giugno,
gno, Ncvado Club Alpino Italiano m 5810; l'aspro Nevada Innocenzo Xl m 5.545 da

672
LA PALLA l3 1MiCA, dalla Cima del Lago
Celato
(Foto S. Sag/io)
~ l eroni-Fanlin-Bcrnasconi-Bign ami; l'arduo m 6162, essendo pervenuta una spedizione
Nevado A. Volta m 5572 dagli stessi; il 27 austriaca, nel 1939, solo ali' anticiina.
giugno: Ncvado Ciudad de Como m 5540, Posto il campo base a m 4300 nella valle
dagli stessi. d el Tulparajo, la spedizione inizia il 27-6
Infine la spedizione attacca il gruppo le ricognizioni al ghiacciaio del Tulparajo
dcl Chicon e conquista le seguenti cime (dO\'e pone un campo a q. 4850) e alle sue
vergini: il l@ luglio: Cerro Panathlon me- innommate punte vergini quotate rispclli·
tri 5145 da parte di Fanlin-~ l eroni-Bema­ vamcnte m 5513, 5456 e 5446.
sconi-Bignami; il 2 luglio, Nevado degli J I 2 luglio, dopo sei ore di acrobazie
Alpin i m 5172 dagli stessi; Nevado F. Bolo- fra crepacci, muri di ghiaccio, esili crestine,
gnesi m 518.5 dagli stess i; il 3 luglio: Cerro i quattro alpii1isli raggiungono la prima c1·
C.A.0. (Club Alpino Operaio) m 5070 da ma che battezzano e Nevado Città di To-
parte della sig.ra llinaghi, L. llinagbi e i rino >;discesi dalla parete di questa, attac·
precedenti. cano la seconda cima per ripido pendio
Il tempo è stato costantemente favore- glacia le e la conquistano alle 17, impo-
vole (meno che nel periodo dcl ritorno} a nendole il nome di e Nevada Antonio Hai-
questa attiva spedizione leggera, durante mondi >, iu onore dclrillustro geologo.
la quale (prima e specialmente dopo il pe- li giorno seguente, dopo aver superato
riodo d i ascension i) Mario Fantii1 ha rac- un ghiacciaio con grandi crcpaccc, e con
colto un ricco documentario fotografico e una arrampicata mista su pendio assai ri-
cinematografico cd a seguito della quale ha p ido, i q uattro accademici vincono anche
ix>luto pubblicare un volwne. la terLa vetta che denominano e Ettore
Canzio > (fondatore del C.A.A. 1.).
Infine nel 1958 si effettua una terza spe- 11 23 luglio la spedizione da Huaraz
dizione italiana nelle Ande dcl Perù: quella rientra a Lima e, dopo essersi trasferit'a in
patrocinala dalle Sezioni dcl C.A .l. di To- aereo a Rio de Janeiro, si imbarca il 5 ago-
rll10 e U.C.E.T. {Tori.no) e dal Gruppo Oc- sto e sbarca a Genova il 18 agosto.
cidentale dcl C.A.A.L Così si chiude la bellissima serie di vit-
Ne è capo Giuseppe Dionisi e ne fanno torie conquistate, nel 1958, dalle tre spe-
parte Piero Fornelli, Luciano Ghigo e Giu- dizion i italiane alle Ande dcl Perù.
seppe ~ l archese, tutti del C.A.A.I.
Fornelli, Chigo e Marchese partono, via Nel 1959 nng. Ghiglione compie la sua
mare, dall'Italia il 18 maggio e sono rag- ultima spedizione alle Ande peruviane.
giunti a Lima il 7 giugno dal capo spedi- Partito dall'Italia nel mese di giugno,
zione, che vi giunge per via aerea col ix>rlatore peruviano Fortunato ,\fa.rLino
Conosciuti gli obictlivi cui mirano le scala 14 vergin i vette fra le q uali l' ll uanti-
d ue spedizioni precedentemente citate, la suyo m 5200, il Tapurna rn 5200 il ~I. Chi-
spedizione C.A.A. I. Gruppo Occidentale, chiccapac m 5743 e tre denomina te ~ f ilano,
che aveva anch'essa progettato di recarsi Borgomanero o Lomellina.
nelle Ande sud peruviane, decide di cam-
biare direttivo e, dopo consultazioni con Nel 1960 un'agguerrita spedizione ber-
esperti alpinisti locali, lìssa come sua meta gamasca muove all'assalto del Pucahirca
il gruppo del Tulparajo nella famosa Cor- Centrai m 6050, uno dei pochissiini «6000>
dillcra Bianca, dove risulta che ancora non ancora inviolati, elevantesi nella Cordillera
è stata conquistata la vetta del Ramapalca Bianca, la più ricca di vette, nel Perù Nord-

673
occidentale. Il Pucaltirca era stato già ten- il muro di ghiaccio che, disposto trasver-
tato dalla famosa guida svizzera Lambert salmente alla cresta, ne sbarra l'accesso
che, nel 1958, fu costretto alla ritirata a Tenta ealegari di aggirarlo, seguito da Po-
poca distanza dalla vetta. loni, p<-~ un'esile cengia di ghiaccio poroso
Bruno llcrlendis, guida alpina, è il capo e marcio aggettante sulla parete: né chiodi
spedizione, membri della quale sono An- né picchetti di legno vi fanno presa. Pro-
drea Farina, Santino Calegari, Sperandio seguire è pazzesco: la cordata, abbattuta,
Polon i (portatore), Oddone Hossetti (guida si deve ritirare di fronte all'impossibile.
alpina) nonché il prof. Franco Chierego, Così cade, a pochi metri dalla vetta, il
medico, cd il giornalista Franco B.ho. Pre- sogno della più ambita conquista.
.;teranno servizio, sulla montagna, i valen- Il 9 luglio Farina, B.ossetti, ealcgari e
tissimi portatori ind igeni i\fa.rtin Fernandez Poloni riescono a conqu istare l'aspro Ne-
cd Emilio Angeles. vado Giovanni XXI II m 5790; si comincia
Partiti dall'Italia in due gruppi, il 2 a smobilitare; r 11 luglio Poloni, Farina e
giugno il materiale sbarcato può essere tra- Fernandez attaccano due cime vergini
sportato a Lima; I' 8 giugno, con 50 muli e oltre il Passo Union. La prima (m 5240)
5 cavalli, ha inizio, da earaz m 2300 la vita viene vinta, superando difficolt:\ di 3° gra-
di carovru1a. li campo base viene posto il do, da Poloni e Farina che le impongono
IO giugno a m 4700 presso il ghiacciaio il nome di Nevado Antonio Locatelli ; la
dcl Taulli raju, il campo I viene posto a seconda (m 5030) viene raggiunta senza
m 5300 su un pianoro ghiacciato, oltre il difficoltà dai precedenti e da Fcrnandez e
colle denominato e.A. I. (m 5350). Si attac- viene denominata Nevado Leone Pellicioli
ca poi la seraccata del Pucahirca, in condi- Jl campo base viene smontato, si ripie-
zioni pessime, e si pone il li campo a ga a Lima e il 27 luglio, per via aerea, la
m 5600 dopo aver vinto enonni crepacci spedizione è di rientro a Milano.
(24 giugno). Il tempo intanto peggiora ed Anche se le è mancata per un soffio la
è impossibile attaccare il Pucahirca. Tutta- meta principale, i risultali ottenuti, le prove
via il 29 giugno ealegari, Poloni e Rossetti , fomite dai suoi componenti sono tali da
con ardua arrampicata resa più pericolosa porre anche qucsla spedizione all'ordine del
dal ghiaccio inconsistente, espugnano una giorno dell'alpinismo italiano.
''etta alta 5830 m che viene denomillata
e Nevado Bergamo • . Frattanto il capo spe- Nel 1961, centenario dell'Unità d'JtaHa,
z.ione comincia a risentire di un malore a Torino si svolgono grandi manifestazioni.
che gli impedirà ulteriormente di compiere I dirigenti della Sezione di Torino del
arrampicate. e.A.I. ritengono che, per la Sezione, il mi-
l i 2 luglio inizia l'assalto alla parete glior modo di inquadrarsi i.n tali celebra-
del Pucahirca. Hossett i, ealegari e Poloni zioni, sia l'organizzazione di una spedizione
com inciano ad attrezzarne un costolone, fra alpinistica extra-europea cd accolgono ben
continue scariche; il 3 proseguono, ma il volentieri il progetto presentato dall'acca-
giorno dopo, Rossetti, troppo provato, deve demico del e.A. I. Giuseppe Dionisi (già
discedere in basso; lo sost ituisce Farina capo della spedizione al Perù nel 1958)
che, con gli altri due, la sera del 4 pone di tornare alla eordillera Bianca puntando
una tendina in cresta (3° campo) a ci rca alla conquista dcl Pucahirca Centra! che
6000 m. l'anno precedente ha opposto strenua resi-
li 5 si effettua il tentativo di superare stenza ai colleghi bergamaschi.

674
La sped izione - che prende il nome questi giorn i di lotta, devono scendere per
augurale di e Italia '6 1 • - comprende un riprendere le forze.
gruppo di alpinisti (lutti istruttori della li 13 è il giorno dell'assalto finale: rag·
Scuola ì'ùi.zionale di Alpinismo e Ciusto giunta la cresta dalle cordate Oionisi· Mar-
Gervasulli • che fa parte della Sezione di chese e Ghigo-Fecchio, il capo spedizione
Torino del C.A. 1.) olt re a due studiosi: il attacca il famoso muro frontale, alto 22
prof. Luciano Luria, lìsiologo, e il geologo metri e riesce a vincerlo con alta tecnica
dr. Giorgio Vittorio Dal Piaz. Capo spedi· alle 13; le due cordate possono riunirsi alla
zionc è Giuseppe Dionisi. Cli istruttori pre· sua sommità; proseguono per la cresta, vin-
scelti sono: ~ lild o Fecch io, Piero Fornelli, cono un altro salto alto 9 m e alle 16 sono
Giuseppe Carimoldi, Luciano Ghigo, Giu- in vetta coronano gli sfor.ti e le speranze.
seppe Marchese, Giovanni ~ lig lio e Arturo A coronamento della grande vittoria
Rampini. A questi dieci italiani si aggiun· su l Pucahirca Centrai, sono state eseguite
gcranno i portatori indigeni Macario An· dalla spedizione anche le seguenti ascen-
gelés, Eustaquio I lenostroza, Martin Fer- sioni: il 27 maggio, Punta Union m 5000,
nandez, Octaviano Zufiiga e Eliseo \largas. per la parete Ovest eia Fccchio e Carimol·
I materiali - 3 tonnellate - partono di, prima ascensione assoluta; I' 11 giugno,
via mare il 4 aprile, i componen ti giungono Nevado Isabella m 5500 (gruppo Taulliraju)
nel Perù via aerea. da Fornelli e Garimolcli, prima ascensione
Da Lima, per J-l uaraz, si giunge a assoluta; il 12 giugno, Nevado Monaco me·
Caraz il 13 maggio; il 17 viene piantato tri 5500 da Miglio e Da l Piaz, seconda
il campo base a q. 4350, poco distante da ascensione assolu ta; il 14 giugno, Nevado
quello dei bergamaschi dell'anno prece· Supcrga m 5200 da Fornelli·Carimoldi e
dente. 11 tempo si mette al brutto: il Pu· Miglio.Rampini, prima ascensione assoluta;
cahirca, spart iacque fra l'Amazzonia e la Nevado e Italia '61 • m 5300 dagli sfossi,
valle del Santa, cioè fra l'Atlantico e il prima ascensione assoluta.
Pacifico, fa da condensatore di nubi. Ciò Il 16 il dr. Dal Piaz, con Carimol<l.i, ~ l j.
non ostante, il 19 viene posto il Campo I glio ed un portatore parte per una ricogni·
a q. 5300, a Sud-ovest del Colle C.A. l., il zione geologica ritrovando gli altri mem·
30, vinta la seraccata, viene piazzato il bri della spedizione a 1luaraz il 19
cam po 11 a q. 56(X) scavandovi, come ave· La spedizione rientra a Torino, via ae-
vano fatto i bergamasch i, una grotta di rea, il 29 giugno.
ghiaccio ad uso deposito. li tempo è scm·
pre ostile; tuttavia, dal 1° giugno, si CO· Pure nel 1961 viene effettuata un'altra
mincia ad attrezzare lo csperone L'lmbert • sped izione italiana al Perù: è la e spedi·
via di sali ta al Pucahirca, ritrovandovi le zionc monzese • capitanat a da \Valter lfo.
corde dci bergamaschi. l i 5 Rampini, am· natti, vincitore del Càsherbrum IV, e com·
malato, deve partire per \'ospedale di Hua· posta dal rag. limno Fenario (partecipante
raz, mentre continua la spola dal campo alla spedizione Gh iglione al Huwenzori dcl
base al campo I, e da questo al campo II 1960), da Andrea Oggioni (C.A.A. L) e da
e, sullo sperone, in lotta col maltempo, Carlo Frigieri; i due ultimi reduci dalla
procede ricognizione e attrezzatura. Il 9, spedizione alle Ande patagoniche del 1958
superando gravi difficoltà e pericoli, si vin· La spedizione giunge a Lima il 5 mag·
cc uno strapiombo e si raggiunge la cresta gio e prosegue per la Cord illera de ll uay-
sommitale. Alcu ni componenti, durante huash ponendo il 24 maggio il campo base

675
a m -1200 ai piedi del nondoy m 5883. Fino montagna, cinta da fonnidabili ghiacciai
al 4 giugno il maltempo impedisce i movi- crepacciati e seraccati. Il 9 settembre 1898
menti; il 5 i quatlro alpinisti raggiungono Conway e le snc guide partono dal campo
il campo alto. Dopo un primo tentativo posto .rotto le rocce del Pico dcl Indio,
lungo la cresta di sinistra, impossibile per avancorpo dell'rtlimani, e con molt e diffi-
la inconsistenza della neve e dcl ghiaccio, coltà di salita in ghiacciaio riescono a
Bonatli e Oggioni ripiegano al campo, don- raggiungere il Pico dcl Indio. Di qui, scesi
de ripartono la notte seguente, puntando ad un'ampia sella, risalgono il gran cono
sulla destra. Pur col cattivo tempo prose- ghiacciato dcll'Illimani; con gran pena, da-
guono, forano la cresta di ghiaccio, ed ta la rarefazione dell'aria., lentissimamente
escono sul versante opposto, donde, per un riescono a metter piede sulla vetta.
ripidissimo canale di ghiaccio, raggiungono Il secondo obiettivo è il Sorata m 642i;
la ,·etta dcl ]londoy alle ore 17 del 6 giu- qui però i tre alpinisti, a causa dcl maltem-
gno (prima ascensione assoluta). po e dell'enorme quantità di neve fresca,
La discesa, fatta fra l'infuriare dcl mal- sono fon:ati alla ritirala a non pili di 100 m
tempo per la stessa via, li porta a bivaccare dalla vell•l, dove un'enorme crepaccia ai
in parete sul ghiaccio; migliorato il tempo, piedi di un ripido pendio valangoso, rende
il mattino del 7 Bonatti e Oggioni tornano assolutamente proibitiva la continuazione
nuovamente in vetta, per riprese fotografi-
che, e vi giungono alle 7,30. Nei primissimi anni ciel '900 Celestino
Durante la fase di preparazione, il 27 Usuelli effettua dci tentativi di attacco alla
1.1aggio, viene scalato in prima ascensione Huayna Potosì m 6250 e ali' lllimani me-
il Paria Nord m 5172 da llonatti, Ferrario tri 6450 ma il successo non gli arride.
e Oggioni e, il 31 maggio, pure in prima
ascensione, il Ninashanca m 5637 da Bo- Neppure è fortunato, nel 1903, Antonio
natti, Oggtoni, Ferrario e Frigieri. ~ l aquignaz, che torna all'attacco dcl So-
Pochi giorni dopo la spedizione, per via rata per ;1ccornpagnarvi Miss Peck; anche
aerea, rientra ·in Italia. questa volta la grande montagna scon fi gge
la pur ottima guida italiana

Dopo 26 anni, un altro italiano compie


BOLNIA una notevole ascensione in Bolh•ia. Si trat-
ta di Valentino Pizzotti che, trovandosi in
E: dal lontano 1898 che gli italiani ini- quel paese per altri scopi, desidera soddi-
ziarono a salire le Ande boliviane. In quel- sfare i suoi istinti alpinistici salendo qual-
l'anno sir Martin Conway organizza una cuna di quelle superbe cime. Nel 1929, a
spedizione alla Cordillera Heal boliviana stento trova un connazionale disposto a se-
che si erge con colossi ghiaccia ti proprio guirlo, ma è male attrezzato ed allenato e
di fronte alla capitale, La Paz. Sono con non dà grande affidamento. Tultavia, con
lui due famose guide di Valtournanche, lui, Pizzotti, in un tentativo di salita al-
Antonio }.laquignaz e Luigi Pellissier. l'Huayna Potosì m 6250, riesce a raggiun-
Viene att.accata per prima la più elevata gere, nel pomeriggio avanzato ciel 30 marzo
montagna della regione: l'lllim:mi, alto, se- 1929, il Picco Italia a q. 5620.
condo alcuni 6600 m, secondo altri 6450 o Due anni dopo il Pizzotti riesce mira-
addirittura 6350. Comunque un'altissima colosamente a trovare un indio che lo segue

676
(e che si dimostra anche un valido compa- una prima ascensione), in territorio boli-
gno di ascensione) e con lui, il 4 aprile 1931 , viano è quella effett ua.la il 3 luglio 1958
riesce a conquistare, in tredici ore di salita al Salluyo m 6250 nel corso della spedi-
difficile per gh iaccio e rocce vetrate, il zione effettuata sotto il patrocinio della
Cerro :-.lururata m 5750 Sezione di i\Hlano del C.A.I. e dcli'• An-
gelicum >, della quale abbiamo già ricor-
Durante una spedizione alle Ande sulla dato la grandissima attività ed i brillanti
quale avremo occasione di ritornare, J'ing. successi parlando delle spedizioni alle An-
Aldo Bonacossa, dcl C.A.A.I. e Carlo Ne- de peruviane.
gri, pure del C.A.A. I., assieme al portatore
Remigio Cérard, di Cogne, giungono, dal
Cile, ai confini della Bolivia. Varcatili, il ANDE
6 mar.m 1939 Bonacossa e Cérard salgono
dal versante Nord-est (boliviano) il Lican· Cl LENO - ARGENTINE
cabur m 5930 ove trovano resti di un re- CENTRO SETTENTRIONALI
cin to, test imonianza del culto della monta-
gna, ove si recavano gli indigeni in pelle- 11 confine ci leno-argentino - seguente
grinaggio a.i tempi degli fncas. quasi rigorosamente lo spartiacque andi-
no - in izia, a Nord, a cavallo del Tropico
Pure nel 1939, in una rapida scorriban- del Capricorno, e prosegue con andamento
da nelle Ande, gi unge in Bolivia \'ing. Chi- meridiano fìno quasi all'estremità meridio-
glione. Nella prima metà di agosto, in com- nale del continente sud americano. L'ulti·
pagnia dcl tedesco Fritz, attacca ril\imani missima parte delle Ande (quella cioè che
dopo aver posto due campi a 3300 e 4920 va ad immergersi nello stretto di ~ l agel­
m rispettiva.mente, ai piedi dcl ghiacciaio lano per risollevarsi nei monti della Terra
Sud-ovest. Partiti con la nebbia, i due sono del Fuoco) appart iene interamente al Cile.
ben presto avvolti dalla bufora. Riescono Questo immenso tratto della cordigliera
tuttavia a comp iere la prima ascensione andina lungo oltre 4000 km, presenta ca-
della cresta Sud-ovest dcl monte, ma a ratteristiche diverse dipendenti dall'altitu-
6320 m, ove <1uesta termina fra le due ,·ette, dine (maggiore nel suo settore centro-set-
sono costretti a fare ritorno. tentrionale), dalla glaciazione (maggiore,
N<:lla seconda metà di agosto nng. Chi- viceversa, nel settore meridionale patago-
glione parte con gli ingg. Prem e Ahlfeld nico e della Terra dcl Fuoco), dalla costi-
per il Sajama m 6570; pongono un primo tuzione geologica, e di conseguenza dal
campo a m 5000, ove rimane l'ing. Ahlfekl; suo aspetto morfologico.
gli altri due pongono un secondo campo Poiché le spedizioni alpinistiche in que-
a m 5400 e passano una notte tremenda sto lungl1issimo tratto delle Ande si sono
per il maltem po. Ri partono al mattino, con dirette quasi sempre o al suo centro-nord,
tempo migliore, tra.versano, sul ghiacciaio, oppure al settore meridionale, per como-
selve di penitcntcs, salgono scalinando erti dità del lettore abbiamo diviso l'elenca-
pendii, seguono un'affilata cresta rocciosa, zione delle spedizioni alpinistiche italiane
ove li coglie la tonnen ta, infine, conquista- alle Ande cileno-argentine in quelle dirette
no b vetta. al settore centro settcn lrionale e nelle altre
che avevano per meta monta.gne patago-
L'ultima ascensione italiana (che è anzi, niche o della Terra ciel Fuoco.

Ql1
l!: nel lontano 1897 che si assiste ad una
fulgida vittoria di al pinisti italiani nelle
1\nde: la conquista della massima vetta
dei due continenti american i, l'Aconcagua
(quotata, secondo alcun i m 7035, secondo
altri m 6980, secondo alt ri ancora con quo-
te intenneclie) (').
In quell'anno l'inglese Fitz Ccrald, tor-
nato da poco dalla Nuova Zelanda, effettua
una spedizione avente per meta la conqui-
sta della pili eccelsa cima americana. Sono
con lui gli inglesi Lightbody, Trafford ,
Vines e Cosse, la guida Matt ia Zurbriggen
e il portatore Nicola Lanti, entrambi di
Macugnaga, oltre ai portatori svizzeri Giu-
seppe Luigi Pollinger e il cuoco Weibel.
Un primo tent ativo, effettuato dal Fitz
Ccrald con Zurbriggcn e tutti i portatori,
ha luogo il 23 dicembre 1896 ma non ha
successo perché tutti - eccetto lo Zurbrig-
gen - risentono dcl mal di montagna.
Mollia Zu r&rlggen
Seguono altri due tent ativi, fln ché, il
9 gennaio 1897, viene sferrato l'attacco de-
cisivo. Giunti a 500 metri dalla vetta il
Fitz Ccrald accusa malori per i quali non Nel 1898 sir ~ f ari in Conway, accompa-
può proseguire; tuttavia generosamente gnato dalle guide di Valtournanchc Anto-
acconsente che il fedele Zurbriggen pro- nio ~laquignaz e Luigi Pellissicr, dopo aver
segua da solo. E così questi prosegue e effettuata la campagna alpinistica in Boli-
raggiunge la vetta, alle 16,45 del 14 gennaio via di cui si è fatto cenno, si dirige al Sud
1897, dove ha ancora la for7-'l di costruire e attacca l'Aconcagua dal versante argen-
un ometto di pietre alt o2 metri. tino, come aveva fatto il Fitz Cerald.
Il 13 fe bbraio Fitz Cerald, Vines e il In soli dieci giorni (cmnpreso il viaggio
portatore Lanti compiono la seconda ascen- di andata e ritorno a Valparaiso) la spedi-
sione, con la quale sono perciò due gli zione compie feliceme nte l'ascensione. Pe-
italiani che hanno conquistata la vetta rò Conway non vuole toccare la vetta, ar-
Il 29 marw Vines, con Zurbriggcn e restandosi, dopo che erano stat e vinte tutte
Lanti, con una penosa arrampica ta giun- le difficoltà e quando la cima distava ap-
gono a 750 m di d islivello dalla vetta del pena 15 metri di quota e 10 minuti di sa lita
Tupungato m 6650 o 6500, che viene con- per ... non dover essere accusato di gelos ia
quistato, dopo altri due tentativi infrut- per strappare il prim ato di altezza allora
tuosi, da Vines, Zurbriggen e Pollinger, il determinato dalla mass ima vetta amcri-
12 aprile 1897.
(1) Sec(lndo recenti mi5'1rnjonl - che peraltro
attendono oonfe""a - la ci ma più elevata delle Ande Nel pe riodo in cu i risiede a Santiago
sa rebbe l'OjM del Sabdo, a lto m 7068 dcl Cile, Felice ~fondini effettua una lunga

678
serie di ascensione nella Cordigliera Cen- gentino N. Plantamura) porta felicemente
trale Cileno-Argentina ed è di appoggio, a termine la settima ascensione dell'Acon-
con le cognizioni acquisite, agli alpinisti ita- cagua
liani che si recano nelle Ande, che ne rice- li secondo gruppo, formato da Zanetli,
vono preziosi consigli. Boccalatte e Brunner, al quale si aggiunge
Ten ta l'Aconcagua e, per l'itinerario l'altoatesino Federico Fickcnscher esperlo
solito, giunge in prossimità della vetta. La. dell'alpinismo locale, tenta l'imponente e
sua impresa più importante è la conquista difficile Cerro Alto dc Los Leones m 5400,
dcl Cerro la Paloma m 4930 che domina, g iudicato il più difficile problema della
con la sua mole ghiacciata, il panorama di Cordigliera di Santiago. Cli ultimi di feb-
Santiago. braio partono ed esplorano vari versanti
Il 20 febbraio 1912 ~fondini e Ridley della montagna, raggiungendo 45(X) m di
Tcmperley, con una lunga e difficile arram- quota; ma la mancanza di tempo disponi-
picata in ghiaccio, terminata con il per- bile e di portatori, li fanno desistere dalla
cor~o di un'esile crestina a scimitarra, rag- impresa (I° marzo 1934).
giungono la vetta; tentano di scendere per Tentano allora di salire il Nevado de
una via più breve, ma sono costretti al Jos Leones, indicato sulla carta del Fickens-
bivacco a q. 4400 e l'indomani debbono cher, partono il 2 marLO e bivaccano a quo-
risalire per raggiungere la via del giorno ta 4350, ove resta Brunncr. Il giorno suc-
prece<lcnte lungo la quale tornano a valle. cessivo, per un enorme ghiacciaio serac-
cato, riescono a raggiungere la vetta. Dopo
Nel 1934 viene effettuata una grande confronti di fotografie e di successive rela-
spedizione italiana alle Ande Cileno-argen- zioni, risulta che hanno scalato, in prima
tine, sotto il patrocinio della Sezione di ascensione per il più difficile versan te ci-
Torino del C.A. I. e dcl C.A.A.T. Ne è capo leno cd in seconda assoluta, il Cerro ·Jun-
l'ìng. Aldo Bonacossa (Presidente del C.A cal m 6ll0. Jl Nevado dc los Leoncs se-
A.I.) e ne fanno parte gli accademici del gnato sulla carta non esiste!
C.A.I. Luigi Binaghi, Gabriele Boccalattc, TI gruppo Binaghi, Bonacossa, Cerva-
ing. Giorgio Brunncr, avv. Bcnato Chabod, sutti, dopo aver compiute ascensioni in
Giusto Cervasutti e ing. Piero Chiglionc, Patagonia sulle quali ritorneremo, ragi;iun-
nonché i fratelli ing. Stefano e Paolo Ceresa. ge I' 8 marzo Santiago dcl Cile unendosi a
La spedizione, giunta a Buenos Aires, si Zanetti e Boccalatte. Insieme si diri ~ono
fraziona in tre gruppi: uno si dirige in Pa- al Cerro Marmolejo m 6100 (a Sud dcl
tagonia, uno nel Cile cd un terzo (com- Cerro Juncal, e ultimo e 6000 :t verso Sud).
posto da Chabod , Chiglione, i due fratelli Con i consueti penosi inconvenienti do-
Ccresa e l'ing. Federico Strasser, triestino vuti al vagare fra valli e monta,gne scono-
residente a Montevideo) attacca 1' Acon- sciute, gli alpinisti (tra1me il Bonacossa)
cagua il 12 marzo raggiungono, sui fìa11c11i del
Per allenamento viene effettuata la pri- i\lannolejo, q. 5000. i\fa qui, quando la via
ma ascensione del Cerro Cuemo m 55.50, per la vetta è già aperta, sono assaliti dal
per il versante meridionale avvenuta il 25 maltempo, che imperversa anche nei gior-
febbraio. Dopo un tentativo infmttuoso, ni seguenti, sicché il 17 tutti sono di ritorno
data la poca acclimatazione, I' 8 marzo il a Santiago, dove la comitiva si scioglie.
gruppo (dal quale si è congedato l'ing. Restano Binaghi e Cervasutti che il 23
Strasser mentre vi si è aggiunto il tcn. ar- marzo raggiungono un colle a m 4830 che

679
battezzano e Colle Guf >; lo stesso giorno mette l'ultimo campo a q. 4200, presso il
compiono la prima ascensione dcl e Cerro ghiacciaio Hincon . Il 22 mar.w Bcrtonc,
Campione d' Italia > 111 5050, e dopo un Landi, Antognini e Cantoira, con faticosa
terribile addiaccio, rien trano a Santiago. ascensione, raggiungono il vergine Cerro
Ne ripartono il 30 marzo ass ieme all'ita- Hincon m 5518
liano ~fat-tei e ad uno scozzese e il 3 aprile Due giorni dopo (24 marzo) Bertonc,
Binaghi e Gcrvasutti, vin ta una friabile cre- Landi, An tognin i e Pcrez, con lungh issima
sta, raggiungono una vergine ci ma alta me- marcia su difficile ghiacciaio, toccano, alle
tri 5430 cui impongono il nome di e Cerro 19, la vetta dcl Cerro El Plata m 03 10 (2•
Littorio >, quindi discendono, raggiungono ascensione assoluta).
il e Colle Roma > m 4850. Dopo un giorno di riposo, Bertone e
Landi, traversato il ghiacciaio dc los Vallc-
Nel 1935 l'ing. Strnsscr, deluso d i non citos, irto di pe1iitentes, risalgono una lun-
aver potuto ascendere l'Aconcagua l'anno ga cresta e alle 17 colgono la tena vittoria
precedente, vi ritorna col savoiardo Carlo in ci nque giorni, calcando la vergine vetta
Anselmi e ne raggiunge felicemente la vet- dcl Cerro de los Vallccitos m 5756
ta (9" ascensione).
Nel 1936 questi due alpinist i si accor- Nel 1937 l'ing. Aldo Bonacossa, il dr.
dano per tentare la prima ascensione del Ettore Castiglioni, il rag. T illa Cilberti e
Tupungato m 6650 dal versante cileno. In l'ing. Leo Oubosc, dopo aver compiuto a-
una prima ricognizione giungono ad una scensioni in Patagonia, che accenneremo in
forcelletta della cresta di confìne, alla qua- seguito, scacciali da quella regione dal per-
le erano pervenut i, dall'Argentina, i primi sistente maltempo, dopo lungo peregrinare
salitori: con ciò la via cilena è aperta. giungono a Sant iago del Cile. Nei poch i
Tu ttavia il tempo a disposizione {8 ~iorni disponibili prima dcl rimpatrio deci-
giorni) è lioppo esiguo per un'adeguata ac- dono di attaccare ancora il Cerro dc los
climatazione, e se ne accorgono i due, per Leoncs. Dopo una ricognizione interrotta
la fatica che accusano, il 22 feb braio, quan- da una nevicata, il 31 marzo Castiglioni e
do fanno il tentativo lìnale alla vetta. Per Cilberti tentano il contrafforte roccioso
di più, giunti a 6500 m, sono colti dal mal- lìanche~iante la parete est ; ma, a 4350 m
tempo, avvolti da nebbia e nevicata che im- un intaglio impraticabile preclude la via
pediscono loro di \·edere a pit'1 di 5 metri di di ogni ulteriore avanzata. La mancanza
distanza. Debbono retrocedere, marciando di tempo non consente altri tentativi, e la
tutta la notte sul ghiacciaio insidioso ed è comitiva prende la via dcl ritorno che si
un miracolo che, allo stremo delle forze, conclude a Genova il 30 di aprile
riescano a raggiungere la tenda Nel 1939 l'ing Aldo Bonacossa torna
nelle Ande, accompa_gnato dall'amico Carlo
Alla lìne cli quello stesso anno 1936 Ma- Negri, aneli' egli dcl C.A.A.T., e dal portato-
rio Bertone, residente a ~ l cndoza cd attivo re Remigio Cérard, di Co_gne (abbiamo gih
alpinista, inizia le sue esplorazioni nel grup- accennato alla salita del Cerro Licancabur
po dcl Cerro El Plata m 631 O effettuata in Bolivia da questa spedizione).
Al principio dcl '37 Bcrtonc si aggrega Meta principale è la conquista del Tocor-
Angelo Landi, Alberto Antognini, llipolito puri, all'estremo nord del Cile, che su tutte
Perez e Victoriano Cantoira, tutti residenti le carte era quotato m 6745
a '.\ lcndoza, e torna all'attacco. La com itiva A Santiago sH consiglio di Mondini, vie-

680
ne deciso di sa lire per allenamento il Cerro PATAGONIA E
Negro m 5200; il 24 gennaio, traversato lo
enorme Ventisqucro (ghiacciaio) Olivares,
TERRA DEL FUOCO
con infiniti penitentes, riescono a portare a
tennino l'ascensione. Le gelate vette dcl frastagliatiss imo ar·
Jncomincia poi un lungo vagare fra le cipelago de liri Te rra del Fuoco, anche se
montagne alla ricerca del misterioso Tocor- di quota modesta, poiché solo le vette prin-
puri, che nessuno conoscei Solo il 17 feb- cipali sorpassano i 2000 rn, offrono grandis-
braio possono ved ere finalmente l'e nonne sime difficoltà di ascensione, perché, data
mole, constatando però che certamente non la lat itudine e soprattutto le condizioni me-
raggiunge neppure i 6000 m di q uota. Si tereologiche ambientali sempre avverse, e
decide a llora di attaccare il Cerro Colorado dato che i gh iacciai giungono addirittura
e viene portata una tendina a q. 4750 ove spesso al mare, assumono l'aspetto di gran-
Negri sosta; il 19 febbra :o Bonacossa e Cé- di montagne; come quello che, a latitudini
rard riescono con neve al tissima e pericolo- più temperate, ne assumono vette più elc·
sa per \'<llanghe, ad ascendere la vetta nord- vate di 2000-3000 metri.
ovest che risulta di 5755 m. Sempre per le condizioni me tereologi·
Di lì constatano che la famosa monta- che estremamente avverse, e perché sorgo-
gna di 6560 m non esiste affatto! no di un balzo solo da quote modestissime,
Il 2 l febbraio Negri, solo, compie la 1" le Ande della Patagonia si presentano con
ascensione di una montagna nevosa di q uo- un'imponenza assai maggiore di quella alla
ta 5820 m, che chiama il Cerro degli Al- quale siano abituati per vette che, come
pini, mentre Bonacossa e Cérard sc.11ano in quelle, non raggiungono i 4()(X) metri di
prima ascensione il Cerro :\ faria di Piemon- quota. Va notato che q ui i picchi granitici,
te m 5840 di una arditezza estrema, si innalzano da
il seguent e 22 febbraio, essendosi arre- immense fo rmazioni glaciali che talora, co-
stato Bonacossa a q. 5350, Negri porta a me nel H ielo Continen tal, scendono con le
termine da solo la sali ta del Cerro Colora- loro lingue fino ai fiordi cileni, nell'oceano
do m 5740 per il lato nord Pacifico.
Dopo aver salito, come si è detto, il Li- L'esplorazione da parte di italiani cli
cancabur m 5930 dal versante boliviano, questa estrema regione meridionale del con-
rientrati per la squallida pampa a S. Pedro tinente sud-americano risale all'ultimo ven-
dc Atacama, ci si dirige al Cerro Pili metri tennio dcl secolo scorso
6050 attraverso un deserto di sabbia e fan- Nel 188 1 hrt luogo la spedizione scienti-
go e il 14 mar.w Bonacossa e Cérard ne fica ccl esplorativa del Bove alla Terra del
compiono la l " ascensione. Fuoco, durante la quale il prof. Lovisato
La spedizione, dopo un altro tentativo e ffettua il primo tentativo di scalata al }.f.
frustrrtto dal maltempo, prende la via del Sarmiento.
ritorno. T1 secondo tentativo allo stesso monte è
ope rato, nel 1898 da Sir Martin Conway e
Fino a l 195.3 nessun altro italiano sale dalla sua fedele gu ida }. laquignaz di Val-
mon tagne di questo settore andi no. Il 27 tournanche
gennaio di quell'anno Hoclolfo Benvenuti Col 1910 si iniziano le esplorazioni alla
scala, da solo, l'Aconcagua e chiude a tut- Terra del Fuoco del padre salesiano Alber-
t'oggi b. sel'ie di queste ascensioni to ~!aria De Agostini che, per ragioni della

681
sua missione, soggiornò per moltissimi an- de scalano l'ardito !\fonte Oliva m 1370
ni nella Terra del Fuoco e in Patagonia . Ol- ritenuto inaccessibile.
tre alla sua opera di missionario, attraverso Nel dicembre dello stesso 1913 De Ago-
la quale si cattivò la simpatia e la venera- stini ritorna al Sarmiento con le d ue guide
zione di quelle popolazioni, il De Agostini Cuglielminetti e Piana di Alagna Sesia.
riunì eccelse qualità di alpinista. esplorato- L'assedio dura 45 giorni duran te i quali
re, scie11ziato, geografo, scrittore che lo re- viene salito il M. Conway ed esplorato il
sero popolarissimo nell'America del Sud e massiccio del Sarmiento raggiungendo, in
gli guadagnarono grande notorietà interna- un tentativo di scalata, la q. 1875.
zionale. Nell'estate australe (dicembre '14-gen-
Ci limitiamo qui di seguito a indicare naio '15) il De Agosti ni sale il M. Belvedere
le salite compiute o tentate dal De Agostini, m 1270 e giunge, .~ulle falde occidentali dcl
omettendo di accennare alla imponentissi- l\ I. Italia, a q. 1320.
ma mole di esplorazioni da lui compiute, Dal 1928 padre A. M. De Agostini ini-
che ne fecero di gran lunga il miglior cono- zia una serie di campagne esplorative in Pa-
scitore della regione, durante le q uali egli tagonia e nell'estremo Cile meridionale. Dal
costellò di toponimi italiani le vette, i ghiac- versante cileno sono 500 i km di costa - in
ciai, i fiordi di questa estrema zona dcl Sud linea retta - tutti intagliati di fiordi rami-
America. ficati, ove spesso lingue glaciali sboccano
Nel marzo del 1910, dal paesello di U- al mare; una costellazione di isole e di iso-
shuaia, il più australe del continente, com- lette che si ergono a difesa della costa dalle
pie la prima ascensione della Vetta i\fartial furie del Pacifico. Dalla parte argentina i
m 1400. grandi ghiacciai, dai quali sorgono aguzze
Pure nel 1910, rilevando un fiordo 11011 vette granitiche o cuspidi di gh iaccio, si
segnato sulle carte, compie un tentativo di riversano coi loro bracci verso grandi laghi
ascensione .ai monti ghiacciati prossimi al (Argentino, Viedma) che ri petono, su quel
:\1. Buckland. versante, la struttura dei fiordi cileni. Tn-
Nel 1911 effettua parecchie ascensioni stancabilmente De Agostini percorre quella
sui monti delimitanti le valli Lapataia e regione, la rileva topograficamente e la la
Yendeizaia; nel 1912 sale alcuni monti at- conoscere nelle sue linee oro-idrografiche,
torno alla Baia Cock. Nell'estate 1913 in- mentre la illustra in vari volum i. Occasio-
traprende una spedizione alla zona più e- nalmente, non appena gli se ne presenta
levata della Cordigliera assieme al naturali- la possibilità, si ricorda di essere alpinista e
sta C. B. De Casperi e alle due guide Abe- vi compie delle ascensioni.
le e Agostino Pession di Valtourna11che. Es- Nel 1928 riconosce molti fiordi cileni e
si ten tano di salire il M. Sarmiento ma, nei compie il rilievo di un grande ghiacciaio
quindici giorni nei quali sostano ai suoi pie· che si immerge nel mare. Nell'estate del '29
di, il tempo è assolutamente proibitivo. Si completa l'illustrazione dei massicci Balma-
dirigono allora al ~·I. Buckland e lo ascen- ceda e P:iine e riconosce il ghiacciaio Up·
dono fino a q. 1450, ai piedi del gran tor- sala.
rione verticale che ne forma la vetta. Suc- Nell'estate '30-'31, assieme al dr. Egidio
cessivamente, i quattro esploratori, con 2 Feruglio di Udine ed alle guide Evaristo
tendine e pochi viveri, traversano in 6 giorni Croux e Leone Bron di Courmayeur, esplo-
fa ticosamente la Sierra Valdivieco, fino a ra la zona del Lago Argentino, i suoi fiordi,
Ushuaia. Da qui il De Agostini e le sue gui- i ghiacciai che vi affi uiscono e comp ie varie

682
ascensioni, fra le quali la salita dcl M. Mayo 3700 a sud del Lago Pueyrredon; nel feb-
m 2438, magnifico belvedere dal quale può braio ciel '40 ne riconosce il versan te setten-
rendersi conto della topografia d i una va- trionale e nell'estate '41.'42 quello occidcn.
stissima area montuosa. Il 24 gennaio, con tale. Finalmente, il 17 dicembre del '43, con
le guide, effettua la prima traversata del la guida svizzera Alessand ro Hemmi e con
ghiacciaio Upsala, sale il M. Torino m 2252 Eriberto Schmoll riesce a scalare la vetta.
dal quale si affaccia al fi ordo Falcon, sul
Pacifico; indi esplora il versante occidentale Torniamo un passo indietro ed occupia·
del Fitz Hoy. moci ora di spedizioni che avevano mete
Nell'estate seguente (dicembre '3 1 - feb- P.sc:lusivamente alpinistiche.
braio '32) De Agostini esplora, con la guida Abbiamo già detto che, nel febbraio del
~ l ario Derriard di Courmayeur e due por· '34 una spedizione alpinistica italiana di
latori cileni, le montagne e i ghiacciai ad dieci membri (quasi tutti del C.A.A.I .) si
occidente del Lago Vie<lma. Così com pio- diresse alle Ande, cd abbiamo già indicate
no rasccnsione del monte (m 1984) dal qua· le ascensioni compiute nelle Ande cileno-
le possono avere la chiara visione di monta· argent ine centro - settentrionali . Dei tre
gne inaccessibili; si recano rii ghiacciai gruppi nei quali si scisse la spedizione a
Viedrna e Upsala: infine vanno ad esplora- Buenos Aires, quello diretto in Patagonia
re il versante nord-est dcl Fitz Boy e rie- (Binaghi, Bonacossa, Cervasutti) si propo-
scono a raggiungere la vetta del M. Electri· se di ascendere il Tronador (che era stato
com 2160, contrafforte orientale di questa vinto poco tempo prima dal te<lesco Claus·
arditissima vetta. sen) soprattutto per cercarvi almeno le trac-
Nel '35-'36 De Agostini torna al Fitz ce dei giovani alpinisti italiani Durando e
Roy per esplorarne l'ultimo versante sco- :\fatteoda, residen ti in America, che vi era·
nosciuto, cioè quel lo nord-ovest. Sono con no scom parsi quasi contemporancarrtente
lu i le guide di Valtournanche Luigi Carrel all'effettuazione della prima ascensione.
e Giuseppe Pellissier, il salesiano Carlo Cas- l i 27 febbraio Binaghi, Bonacossa e Cerva-
sern e due pcones cileni. Ostacolati dal mal- sutti ispezionarono il ghiacciaio del Trona-
tempo, che li immobilizza per 27 giorni, nel- dor. Il giorno seguente, con una lunga sali-
le poche giornate di sereno compiono nu- ta in gh iaccio, giunsero alla sella tra le due
merose ascensioni, fra le quali alcune cime vette e fecero dei rilievi nella località o,·e
di 2000 m nei pressi dcl fitz Boy e dcl erano scomparsi Durando e :-.latteoda; indi
Cerro Torre e<! esplorano e rilevano vari compirono la 1° ascensione della Punta Ci-
}!;hiacciai. lena del Tronador m 3430 che battezzarono
Nella successiva estate '36-'37, coi due Punta Matteocla.
giovani Cassera e Zampieri, De Agostini
esplora la zona del L'1go S. Martin e sale Nel 1937 si effettuò la spedizione Bona-
il }.!onte ~ l ilanesio m 2000. cossa-Castigl:oni·Ci lberti-Dubosc. La sua
Nell'estate '37.'38 De Agostini, con la prima meta era l'ascensione del Fitz Hoy,
gu ida Giuseppe Oberto di Macugnaga e col in Patagon ia. Il 20 gennaio alpinisti e mate-
salesiano Cassera e un peone cileno esplora riali, dopo un lungo viaggio, giunsero nelle
la cord igliera nella zona ciel ghiacciaio Up- vicinanze della montagna e il 24 gennaio
sala, ma è fortemente ostacolato dal mal- posero il campo base a m 600 di quota. li
tempo. Nel febbraio del '39 inizia l'esplora- giorno dopo bivaccarono a 2000 m e il 26
zione del massiccio dcl San Lorenzo metri gennaio, senza Bonacossa, la cordata, vinti

683
ripidissimi pendii cli ghiaccio, si spi nse allo Altan e Arrigo Bianchi (appena diciasset·
spallone dcl Fitz Roy, m 2600, che raggiun- tenne), soci della Sezione Argen tina dcl
se dopo un bivacco pe r constatare che da C.A. l. ed il noto ing. :\lario Be rtone, de l
quel lato la montagna era invincibile. Al- C.A.A.I., cli cui abbiamo fatto cen no a pro-
trettanto si dimostrò (con i mezzi di cui si posito di altre sue imprese nelle Ande.
disponeva allora) in una successiva esplo- li gruppo principale, che ha il com pito
razione, condotta da Bonacossa e Castiglio- di traversare per la prima volta il H ielo
nì, dal lato nord-nord·ovcst. Contincntal, al comando dcl magg. Huerta,
Segu irono altre ricognizioni a ghiacciai comprende i tre italiani.
e passi della zona e infìne, 1'8 febbraio, Ca- La spedizione parte da Buenos Aires,
stiglioni, Gi\berti e Dubosc scalarono un con aerei del governo argentino, il 3 gen-
passo, battezzato Passo Doblado m 25.30 e, naio 1952, si dirige poi con autocarri allo
tra l'infuriare della tormenta, raggiu nsero immenso Lago Viedma e risalite successiva·
la vergine vetta dcl Cerro Doblado m 2840 mente alcune valli, pone il campo base a
e ritornarono al campo base. nord dcl Fitz Roy, presso un lago ove cola
Nel settembre del 1939 l'ing. Ghiglione, il ghiaccia io Marconi, in un luogo battuto
con gli austriaci NObl e Llitzcnbcrger si re- da un vento furioso , con punte di 150 km
ca al Tronador. L'll settembre i tre gi un- all'ora. Tncomincia il faticoso trasporto di
gono alla Capanna Tronador m 2270 e il viveri ed equipaggiamento ad un de posito
giorno dopo effettuano la prima salita in- a q. 1400 ed intanto Folco Doro Altan, con
vernale del Pico Argentina m 3270. l i 3 gli sci, compie gite esplorative
settembre attaccano una parete quasi vert i- Il 4 febbraio. con tempo avverso, trai-
cale e raggiungono, mentre nevica, l'anti- nando le slitte, il gruppo esplorativo giun-
ci ma dcl Tronador. L'l cima appare di lì ge al Passo Marconi e inizia la sua avven-
come uno straordinario castello di ghiaccio tura e, su perati molti crepacci si accampa
Alle 15 giJmgono in vetta al Promontorio a q. 1240. Le tende, ad ogni campo, debbo-
m 3430, a soli 40 m sotto la cima massima. no essere prot ette da muri di blocchi di ne·
~ l a il terribile vento che minaccia di preci- ve, altrimenti sarebbero spazzate dal vento
pit arli dalla cresta sul ghiacciaio Bianco li fu rioso. TI giorno dopo viene messo un al-
costringe alla ritirata. Durante questa, Ghi- tro campo a m 1580, fra l'infuriare di una
glione si produce una dolorosa lussazione eccezionale tormenta che li obbliga a lavo-
alromcro che gli rimette a posto, alla ca- rare tutta la notte. Così per tutto il giorno
panna, a mezzanotte, il medico svizzero seguente, 8 febbraio, che è il più tremendo;
Ncumayer così per i giorni che seguono. L'll febbraio,
con tem po leggennente migliorato, la pat-
Nel 1951 il governo argent ino sta prepa- tuglia giunge, dirigendosi con la bussola
rando una grande spedizione esplorativa di- fra la nebbia, al Passo Morenom 1710, larga
retta al Hielo Continental, l'enorme esten- insellatura fra il Cordon ~·lariano Moreno
sione glaciale patagonica che si sviluppa e il Cerro Pio XI, spartiacque fra i due o-
su di un'area di quasi 4000 kmq. e, nel sen- ceani, e vi si accampa. Finalmente il 12 feb-
so est-ovest, porta dai g randi laghi argen ti- braio il tempo migliora e gli esploratori pos-
ni per mandare le sue colat e glaciali ad im- sono vedere, a 25 km cli distanza, una sella
mergersi negli intricat issimi fiordi cileni sul ghiacciaio Pio XI, dal quale un hmghis·
sboccanti nel Pacifico. A questa spedizione simo ramo di questo gl1iacciaio scende al
vediamo partecipare gli italiani Folco Doro Seno Eyre e si accorgono cli qua nto siano

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errate le carte in quella zona. 1113 febbraio raggiungere i bosch i e il fiordo Falcon
la pattuglia discende sul ghiacciaio Pio XL Purtroppo l'ing. Bertone, a causa di un
e, dopo oltre 20 km di insidiosa marcia, si attacco di appendicite, deve essere traspor-
accampa a mc7.zanotte mentre il tempo tato su lla costa; così si perdono quaranta
torna a peggiorare. li giorno dopo gli esplo· giorni e quando finalm ente il 25 febb raio
ratori debbono marciare dirigcn<losi con il gruppo scende fin o all'Upsa la, non può
la bussola fra un con tinuo intrico di crepac- traversarlo su slitta, data l'assenza di neve
ci; sono finalmente alla morena, ma ormai e un'in finit à di crepacci. Ostacolato dalla
con viveri scars issimi. Al mattino dcl 15 de- tormenta, dopo una marcia nell'Upsala di
cidono d i piegare a sud e, costeggiando il 80 km e dopo aver installato il campo nella
Passo Grace, giungono senza slitta, in sci, valle del Don Bosco, il gruppo, nell'impos-
dopo una lunga marcia, al buio, al Passo sibilità di scavarsi una grotta nel ghiaccio
Trinidad m 900, dal quale possono vedere puro, è costretto a una fulminea ritirata.
le foreste che fiancheggiano il seno Trin i-
dad. Si accampano con l'idea di scendere il Nell'estate australe 1955-56 il settan-
giorno seguen te alle prime acque dcl Paci- taduenne Padre Alberto ~ i. Dc Agostìni
fico, distanti appena 3 km. Il giorno dopo, torna nella Terra del Fuoco, ancora una vol-
durante la discesa, debbono prendere la ta. i!: a capo di una complessa spedizione
via del ritorno, a causa del tempo, quando che si propone di ottenere risultati alpini-
già stanno per raggiungere l'erba. stici scientifici, illustrativi. Obiettivi alpi-
Il ritorno è molto faticoso per la piog- nistici sono le conquiste dei ~fonti Sarmien-
gia e la ne\'e continue, per la neve marcia, to m 2404 e Italia m 2350 invano tentati
per le slitte ca riche dure a trainarsi in sali- da altre spedizioni. Compongono la pattu-
ta e che spesso sprofondano nei crepacci. glia alpin istica Carlo Mauri (C.A.A.J.) di
Tuttavia la gioia di aver compiu ta questa Lecco, le guide di Valtournanche luigi
importante impresa fa superare brillante- Carrel (Carrellino), Camillo Pellissier, Luigi
mente ogni difficoltà. Barmasse e la guida di Pinzalo (Trento) Cle-
L'anno dopo, 1953, e precisamente il 10 mente Maffei (Gueret). La parte scientifica
gennaio, parte da Buenos Aires un convo- della spedizione è diretta dal prof. Giusep-
glio di tre aerei recante trenta persone par- pe ~ l orandini , geografo, che ha come col-
tecipanti alla 2• spedizione al llielo Conti- laboratori il prof. Luigi Sperti fìsiologo, e
nental, che ha per compito l'esplorazione l'ing. Arvedo Decima, geologo, tutti della
del settore andino all'altezza dcl grande Università di Padova; a questi si aggiunge
ghiacciaio Upsala (lungo 80 km). Partecipa- l'operatore Edmondo Raffaldi.
no alla spedizione gli italiani fratelli Folco li primo scaglione della spedizione par-
e Vittorio Doro Altan, soci della Sezione te da Genova il 4 novembre '55. Raggiunta
Argentina dcl C.A.I. e l'i.ng. ~ lar i o Berlone. con vari mezzi Buenos Aires, la spedizione
~ l en tre gli scienziati si sparpagliano. è tutta riunita il giorno di Na tale a Puer\o
giunti al grande Lago Argentino, per ese- Gallegos, nella Patagonia argentina, e tre
guire le loro ricerche, il gru ppo esplorativo giorni dopo giunge alla cittadina cilena di
- del quale fanno parte i due fratelli Altan Punta Arenas, sullo stretto di ~ l agc ll ano.
e l'ing. Bertone- ha il compito d i traversa- Qui viene raggiunta dai militari messi a
re il llielo Cont inental 15 km a nord di do- disposizione dal governo cileno: maggiore
ve lo traversò Padre A. De Agostini e, con Arturo Ayalc, topografo; capo operatore
spostamenti, entrare nell'altipiano Italia e RT Belisario Cabeza, capo andinista ~ l i-

685
guel Saavcdra, soldato Angel Caez, cuoco, prof. ~forandini, rimasto al campo base,
che si dimostreranno eccellent i collabora- dirigerà il resto della spedizione e Carlo
tori ed ottimi compagni. Salgono così a :\ lauri e Clemente Maffei sono rimasti per
quattordici i membri della spedizione. ten tare ancora una volta il Sarmiento. Ed
Jl 25 gennaio '56 - avendo anche usu- ecco, il miracolo si compie. ~·lauri decide
fruito di mezzi della marina cilena - la di attaccare il Sarmicnto dal versante Sud,
spedizione pone il campo base presso la che, sebbe ne formato da scoscese pareti, è
costa ai piedi dcl San11icnto (si tenga pre- pilt vicino al campo I, unica base di ap-
sente che il limite delle nevi permanenti è poggio rimasta. li 4 lui e :\laffei partono,
appena a q . 600) presso una foresta di fog- la sera si attendano presso la cresta Sud,
gi. Dopo pochi giorni viene iniziato il tra- e rimangono bloccati dal maltempo per un
sporto dci viveri al campo I, posto a m 550 giorno. 11 6 mar.lO i due iniziano la salita,
e il 30 Carrel e Pellissier, in una rarissima indi, da un posto di sosta, Mauri compie
giornata di tempo possibile, raggiungono il una ricognizione e ritorna in serata. Ripar-
Colle Est a q 1150 e con esso la via di tono subito e cominciano l'arrampicata di
accesso al Sarmiento. Il 16 febbraio viene notte e la proseguono tormentati dal fred-
posto il campo li a q. 1200, ma nella stessa do. All'alba \'arrampicata si fa più ardua su
notte comincia una nevicata così eccezio- paurosi pendii di ghiaccio; ~ l auri, capo
nale che tende e viveri debbono essere cordata, è instancabile nel superare un
abbandonati dagli uomini per non rima- salto dopo l'altro, con continue delicate
nere sepolti. Il 20, con tempo migliorato, si manovre. Finalmente sono sulla vetta! li
torna a salire; :\ lauri e :\ laffei disseppelli- 7 marJ".O segna così la prima grande con-
scono il Il campo mentre le tre guide val- quista della spedizione. La discesa, con
dostane con molta fatica, difficoltà e peri- molte corde doppie, è ardua e spossante,
coli di crepacci e di valanghe, esplorano la data la prolungata severissima prova alla
parete No~d dcl Sarmicnto giungendo a quale sono stati sottoposti i due vincitori;
q. 2000. Il giorno dopo gli alpinisti , divisi ma si conclude senza incidenti.
in due cordate, partono all'attacco della pa- Intanto, al Sud, gli altri non stanno in
rete di ghiaccio, ma il maltempo soprag- ozio. Dopo una ricognizione di Pellissier e
giunge e si deve battere in ritirata. J3annasse, il 9 mar.lO le tre guide vanno
Dopo giorni di sosta forzata, il 25 si ad impiantare il campo I a q. 790 in una
riparte all'attacco, si disseppellisce nuova- conchetta; ne ripartono il 10 e dopo aver
mente il II campo e se ne pone un terzo superato un ripido pendio d i ghiaccio e
a q . 1800. Il 26, in una improvvisa schia- un ampio pianoro, attaccano ripidissime
rita, si può vedere l'ultimo tratto: un pen- pareti cli ghiaccio e, con tecnica raffinata,
dio di 65° imbottito di neve fresca. alle 15 conquistano la cima del Monte Ita-
Si deve tornare ancora una volta indie- lia. Con questa seconda vittoria si chiude
tro, in più giorni di avventurosa discesa. Si la parte alpinistica della spedizione.
è giunti al 2 mar1.o, la c. buona stagione ) ! Questa rientra in Italia fra il 17 cd il
è agli sgoccioli e la data lìssata per il rien- 29 aprile 1956, salvo il capo sped izione,
tro si avvicina. rimasto nella Terra del Fuoco col cineope-
De Agostini decide di trasferirsi con le ratore per completare la documentazione.
tre guide valdostane nella zona dcl Monte
Jtalia, che raggiunge dopo 300 km di navi- L'estate aust rale 1957-58 vede ben tre
gazione, di cui 20 nell'aperto Pacifico. Il spedizioni italiane attaccare le Ande Pata-

686
goniche: la spedizione Monzino diretta al vetta e, con la vittoria già in pugno, si
Paine, la spedizione trentina e la spedi- siano volontariamente ritirati. Tuttociò ri-
zione Bonatti, queste due ultime dirette al sulterà poi almeno esagerato ed una l<:ttera
Cerro Torre. del Presidente del Club Andino Barilochc
Diamo anzitutto un cenno della Spedi- (Argentino) calmerà gli animi e la speranza,
zione Guido Monzino alle Ande Patagoni- di poi confermata, che la notizia della
che. È questa, in ordine cronologico, la pri- quasi vittoria argentina sia esagerata, risol-
ma spedizione alpinistica extra-europea leva il morale.
organizzata, diretta e finanziata dal dottor Senza entrare in dettagli, si dirà che le
:\lonzino di ~ lil ano. condizion i affrontate dalla spedizione sono
La spedizione è composta, oltre che dal terribili: maltempo per tutto il periodo (1
Capo spedizione, dal dott. Tullio ~ l onzino, giorno di bel tempo su 52), vento violen-
addetto ai collegamenti, dal dott. Piero tissimo che sorpassa ogni immaginazione,
Nava, cineoperatore e dalle guide vaklo- che abbatte campi e obbliga a scavare grot-
st:ulc : dott. Toni Gobbi di Courmayeur, te nel ghiaccio vivo, che minaccia conti·
Jean Bich, Marcello Carrcl, Camillo Pel- nuamente di for volare a valle gli scalatori.
lissicr, Luigi Dannasse e Pacilìco Pession, Ecco in breve, la cronologia della spe-
di Valtournanche, e dai port atori Leonardo dizione : partenza da Punta Arenas il 1°
Carrel e Pierino Pession. dicembre '57; il 3 prima esplorazione par·
Nel Cile si aggregano alla spedizione tendo dalla baracca di Puesto Pudeto e
i cileni dr. Covacevich, medico della sped i- impianto dcl campo base; 5 e 6 assaggi alla
zione, il ten. Arturo Aranda, istruttore di cresta Ovest-sud-ovest e alla parete Est e
alpin ismo, il serg. :\Hgucl Saave<lra, sca- impian to dcl campo 11; il 7 inizio di bufere
latore, il radiotelegrafìsta Belisario e il cuo- violentissime, durante le quali le cordate
co Angelo. si avvicendano ai campi ll (m 2550) e Jll
L'equipaggiamento e [e scorte viveri, (m 2600) e debbono infine ripiegare. 11
studiati minuziosamente, sono da grande giorno di Natale accenno di un migliora-
spedizione : in tutto 54 quintali. mento: si parte all'assalto. li 27 dicembre,
La preparazione è dcl pari accuratis- con tempo instabile, partono 2 cordate:
sima: alto consulente è Padre A. Dc Ago- quella di punta formata da Jean Bich e
stini, come sappiamo di gran lunga il mi- Leonardo Carrel, quella di rinfor.to d i Ca-
glior esperto della regione; ed anzi egli, millo Pellissier, Toni Gobbi e Pierino Pes-
con la guida Barmasse, parte in avansco- sion. Si innalzano quasi verticahnente per
perta il 5 novembre '57. 200 m sull'estrema parte destra della parete
~ l e nire il grosso della spedizione - Est, superando fortissime difficoltà di roc·
partito da Genova il 4 novembre - è già eia e di ghiaccio. Viene poi raggiunta la
in mare, scoppia la bomba che gli argentini cresta Est-nord-est e lungo di essa viene
hanno già scalato il Paine c si accende anzi toccata la vetta del Paine m 3000, alle 16
una polemica perché il Cile, che ha dato dalla prima cordata, alle 17,30 dalla se·
il diritto di prelazione agli italiani, non ha conda. La sera le cordate sono al campo
voluto permettere agli argentini (che, fra II, dove attendono Monzino, il ten. Aran-
l'altro, non hanno manifestato il loro ana- da e Nava. Purtroppo i giorni seguent i
logo desiderio) di scalare la vetta. Sembra infuria la bufera, sicché questi ultimi cleb.
che due argentini, eludendo la vigilanza bono rinunziare a salire a loro volta il
dei cileni, siano giunti a 40 metri dalla Paine.

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li 5 gennaio '58 si effettua il trasferi- Difficoltà di clima e alpinistiche obbli-
mento per l'attacco alle Torri del Paine e gano la spedizione a rinunziare al suo
si installa il campo I a q. 800; il giorno suc- obiettivo principale; allora la spedizione ri-
cessivo iniziano le esplorazion i e si erige il cerca alt ri obiettivi e, pur col maltempo
cam po I I a q. 1600; il 9, proseguendo le che infierisce, riesce a scalare alcune cime
esplorazioni, viene piantato il campo IJ I della zona. In diciotto ore di arrampicat:l I
a q. 1600. Hisulta che, col poco tempo a viene vinto il Cerro Grande m 2804, poi il
disposizione prima della data fi ssata per il Cerro Cuerno m 2570, poi i Cerros Adela
I
ritorno, dato l'imperversare conti nuo dcl I
m 2920 per la cresta Sud-est (quello Cen-
maltempo e le difficoltà tecniche cli scalata trale e quello Sud). Cesare Maestri, che I
offerte dalle Torri Sud e Centrale, si deb- ha scalato da solo due torri innominate, le I
bono concentrare gli sforzi per la conquista ha rispctlivamente battezzare Torre Anna
della Torre Nord. Dopo un primo tenta- m 2200 e Torre Lelia m 2100.
tivo (10 gennaio) e tre giorni di tempo proi-
bitivo, il 15 gennaio si trasferisce il campo
La cordata trentina è giunta sulla Pun-
ta Adela un'ora dopo che vi erano arriv:i.ti
I
III a q. 2000 sul versante Ovest delle Torri. !\•lauri e Bonatti, facenti parte della spe-
Jl 17 avviene l'attacco final e alla grani- dizione di cui si fa cenno qui di seguito.
tica torre, che presen ta difficoltà estreme li 24 marw rien travano a Genova.
di arrampicata, peggiorale ancora dal mal-
tempo che infuria. ~ l a alle 12,30 Jean Bich Coll'arrivo a Buenos Aires, il 1° gen-
e Pierino Pession sono sulla vetta, seguiti naio 1958, di Walter Bonatti e Carlo Mauri,
dopo mezz'ora da Cam illa Pellissier e Leo- incomincia la fase operativa della spedi-
nardo Carrel. La sera stessa le cordaie zione italo-argentina al Cerro Torre 1958
rientrano al campo II I ponendo fin e con (ne è prevista una successiva, che però non
questa seconda vittoria all'attività alpini- si potrà effettuare per cause varie). J com-
stica della ~pediz ion e. ponenti sono i seguenti: primo gruppo (as-
Questa rien tra a ~·lilano, per via aerea, salto) Walter Bonatti e Carlo Mauri; se-
il 5 febb raio '58. condo gruppo (appoggio): Folco Doro Al-
tan (ideatore, animatore e in parte fin an-
Il 18 dicembre '57 parte da Genova la ziatore della sped izione), René Eggmann,
spedizione Trentina diretta al Cerro Torre guida; terzo gru ppo (rifornimenti): ing.
m 3128 nelle Amle Patagoniche. La com- Vittorio Doro Altan, Horacio Solari, Héctor
pongono: Bruno Detassis, guida (Capo Forte, Ebcrhard Heinrich, Miguel Angel
spedizione), Catullo Detassis, guida, Ce- Garcia, )osé Losada.
sare ~ l aestri, guida, ~ ! arino Stenico (C.A. Fallito, per mancanza di fondi, il pro-
A.I.) e il fo tografo Luciano Eccher. l n getto di trasportare i materiali di equipag-
Argentina le si uniscono i due trentini colà giamento ed i viveri a mezzo di aereo e
residenti Cesare Fava (provetto alpinista e di farli lasciare in prossimi tà del campo
ispiratore della meta) e Lucchini. base, si deve ripiegare sul solito sistema
La spedizione parte da Buenos Aires del successivo impianto di campi, diffi-
in aereo il 9 genn aio, giunge al grande lago coltoso per i trasporti.
Viedma e risale la valle de las Vueltas ed Il grosso della spedizione, tuttavia, par-
infine quella del Rio Torre per attaccare, tendo da Buenos Aires il 12 gennaio, può
alla testata del ghiacciaio Adela, il Cerro ragginngere in aereo le rive del lago Vied-
Torre da levante. ma; il 13 si stabilisce il contatto col gruppo

688

i
11. Co u . A1.TO t: LA \ ' EDIUnTA Ili Hu,:s
(Foto C. f.,mdi Viltor;}
avanzato che ha preceduto di qualche gior- raggiungono in prima ascensione la vetta
no. Il campo base viene stabi lito a q. 600 (vi saranno seguiti dopo un'ora dai tren-
nella valle dcl Hio Tuncl, indi vengono tin i) e successivamente, per cresta, rag-
impiantati il campo I a m 1550, il campo giungono le cime dcl Cerro Nato (l• ascen-
11 a m 1250 su ghiacciaio, il campo 111 a sione), del Doblado (gi:\ scalato nel '36
q. 1700 ai piedi dcl Cerro Torre. dalla spedizione Bonacossa), del Cuerno
li gruppo avanzato, composto da Bo- Bianco (scalato dai trentini pochi giorni
natti, ;\ lauri, Eggmann, Folco Doro Altan prima), del Cuerno Grande (pure già sca-
e Solari, che ha il compito di esplorare e lato dai trentin i) e dcl Lucas (1• ascensio-
attrezzare il Torre, deve sobbarcarsi anche ne). Dovendo Bonatti e Mauri rientrare in
al penoso trasporto di materiali, sempre Italia per partecipare alla spedizione al
con tempo av\'Crso, il che gli menoma for- Casherbrum IV, nel Karakon'un, la spedi-
temente t"cffìcicnza; dcl pari penosi sono zione prende la via dcl ritorno.
i trasporti per il rimanente gru ppo riforni-
rlienti, che deve far la spola fra l'infuriare Nel 1959 Folco Doro Altan vorrebbe ri-
del maltempo, percorrendo cent inaia di tentare la conquista dcl Cerro Torre.
chilometri su ghiacciaio I francesi intanto hanno messa a punto
Il 31 gennaio la tormenta finisce e si la loro spedizione che ha lo stesso obiettivo,
comincia ad attaccare il Colle Adcla m 2550, quando Bonatti si fa avanti per reclamare
che sembra poter costituire la base di par- il diritto di priorità. Con una nobile lettera
tenza per rassalto fin ale. Da questo si mira il francese ing. Jean Couzy (notissimo sca-
ad un colle (detto della Speranza m 2700) latore himalayano) si dichiara disposto a
che viene raggiunto, con grandi difficoltà, rinunziare all'impresa a favore di Bonatti,
alle 12,30 del 2 febbraio da Bonatti, ;\fauri, pur facendogli notare quanto sia spiace-
Eggmann e f. Doro Altan e solo allora ci vole, per i fran cesi, rinunziare all'ultimo
si accorge che questo è un semplice bal- momento ad una spedizione allestita con
latoio che non serve per l'attacco al verti- tanti sacrifici. Pochi giorni dopo l'ing. Cou-
ginoso obelisco finale del Cerro Torre, più zy, muore per un incidente di arrampicata
spostato. Difficoltà tecniche insuperabili si
oppongono a partire dal Colle Adela. Si Nel frattempo (novembre '58) giungono
deve rinunciare al Cerro Torre[ a Buenos Aires Cesare i\lacstri, trentino e
Si decide allora di attaccare la catena Toni Egger, austriaco, entrambi fortissimi
dcl ;\lorcno, la più elevata del Hiclo Conti- arrampicatori, con l'intento di attaccare il
ncntal Sur. Con una marcia su ghiacciaio Cerro Torre. Ad essi si uniscono gli italiani
di 30 km, partiti dal campo Ili , e dopo residenti in Argentina Cesarino Fava, e gli
cinque ore di tormenta, alle .12,40 dcl 4 student i Augusto e Giovanni Dalbagni,
febbraio Bonatti, Mauri, Eggmann e F GiampietroSpikennann e Angelo Vincitorio.
Doro Altan conq uistano la vetta più alt a Folco Doro Altan allora, per non ali-
(Perito Moreno m 3554). mentare le polemiche accesesi inopportu·
Alle 5 del mattino dcl 7 febbraio Bo- namente e alimentate dalla stampa quoti-
nalti e ;\ lauri lasciano il campo Il, e, su- diana, rinuncia per il 1959 al suo progetto.
perato un erepacciato colatoio di ghiaccio La spedizione ~ l aestri-Eggcr-Fava par-
alto 1000 m, giungono sulla cresta della te da Buenos Aires il 21 dicembre '58 e
Adcla (che si svolge a Sud del Cerro Torre) pone il campo I presso il lago Torre (me-
fra il Cerro Nato e l'Adela Centrale. Ne tri 720) ed il successivo campo li presso il

689
ghiacdaio Torre, ai piedi della Mesa (ta- ma tragica. Dopo un bivacco in discesa,
voliere} de los Cigantes, q. 980, · seguendo Egger e Maestri raggiungono la forcella
l'itine~rio della spedizione trentina del dopo la quale riprendono In traversata dia-
'58, cli cui faceva parte C. Maestri. gonale precedente il salto fin ale di 350 m.
1 Il gennaio Maestri, Egger e Fava at- Intanto il tempo è peggiorato ancora
taccano la parete Est e per un marcato e la temperatura, addolcitnsi fin dall'arrivo
diedro ne salgono e attrezzano 350 m. Suc- in vetta, produce i suoi effett i. Durante un
cessivamente piegano in traversata diago- passaggio, mentre ~fa estri è in sicurezza,
nale e raggiungono q. 2400, tra il primo Toni Egger viene colpito da una valanga di
gendanQe e In cuspide del Torre. ;\fal- ghiaccio che spezza la corda e lo fa preci-
tempo .f,scarsità di viveri fanno poi ripie- pitare 400 per metri seppellendolo.
gare al campo base. ~faestri, terribilmente scosso, bivacca
li 28 gennaio si riparte all'attacco, che ancora; al mattino inizia la perigliosa di-
viene condotto nella fase fìnale da Maestri scesa, provato moralmente e fi sicamente,
cd Egger. La guglia dcl Torre, alta oltre fra il cadere delle valanghe. Giunge alle
600 m, è un obelisco di granito in gran corde fisse e ne inizia la discesa, ma agli ,
parte rivestito da ghiaccio di condensazio- ultimi metri scivola e vola sul sottostante
ne per 10..30 cm, sicché l'ascensione di- ghiacciaio. Non vinto si trascina su que-
venta assai pericolosa. E il gh iaccio è peri- sto e giu nge fino a 3CX) m dal campo Hl
colosissimo perché, se la temperatura si dove lo ritrova, la sera del 3 febbraio, Ce-
addolcisce, ne cadono grandi blocchi sarino Fava, rimasto solo al campo ad at-
I due nlpinisti, attaccando la guglia da tendere i due per sei giorni
Nord-ovest, fanno uso di ch iodi ad espan-
sione, che possono piantare solo dopo aver L'anno dopo Cesarino Fava, torna a
asportato il crostone di ghiaccio. Dopo due capo di una spedizione bonaerense, alla
bivacchi in parete, la cima del Cerro Tor- ricerca della salma di Ton i Egger ma le
re m 3128 viene raggiunta dai due il 31 ricerche, protrattesi per varie decine di
gennaio alle ore 15. Vittoria grandiosa, giorn i, riescono infruttuose.

OCEANIA

AUSTRALIA piervi delle scalate assimilabili a quelle di


una palestra alpina
Il con tinente australiano non offre mol- Anche in Australia troviamo tuttavia
te attrattive all'alpinista. Vi sono è vero, traccia di quell'instancabi le viaggiatore cd
specialmente al centro e nella parte orien- alpinista che fu l'ing. Ch iglione.
tale catene di montagne, ma queste sono Egli vi fece una puntata nel novembre
di modesta elevazione (la vetta massima, del 1938 e, attraversato tutto il continente
il Koschmsko, giunge appena a m 2240), parte in aereo, parte in ferrovia e parte in
mancano di ghiacciai e solo talora alcune auto, trovò modo di compiere alcune ar-
pareti di roccia o qualche torre o pinna- rampicate, nei pressi di Alice Springs, sui
colo possono invogliare l'alpinista a com- monti del Mac Donne! Range.

690
Raggiunto poi, attraverso il Queensland) climardne<lit6{rnoeo1oò \•ip1éntomeple1 Oat·
il New South Wales, da Sydney salì !iD> h.ita! c ~allé ternpeste o del 1 ~aif.ìoo .caùstr;alep
treno a Katoomba m 1300, fra le Blue- che le pfOClfgano1dp lldJpr1::ti1JitaZioni annue1
).loun tains, dove scalò da solo {fra il tor- oo?.ezional00e'nte·nibhoi1danti..1 liiò1r$pfèga
mento procuratogli da innumerevoli mo- odme i 1gbial-ò.i~ l ~sfn:no1, scendcrb , finO tllJ.
sche ... vampiri) una delle numerose guglie 200.pn Jsub livolJQ,cdelu no..rey e,Jnbbiano mru
di arenaria, tutte a buche e grotte. ·.?. l\}!1\-ilile'ilto,,assai, lpi.Ù! <~(pesfìno . qtiql·J
che<mctm,all gion1ol) 1dii(qudUo. deii ghin~
olai aJpiiii;..e ciòo.SpidgaJ'J?UT&tCoulenf irne1
•/Oj sui10000 rhla u1~ :lafit udino i thd i !fpòndlinl~·
NUOVA ZELANDA 1b a quella:·degti 17\.ppdnnini) posiqnd p!:JSOiu.>
«LE ALPI DEGLI ANTIPODI» tare formldabili i hredtp1.f2 1phrd i ig~iacrlàte,
talilìku, offrire.J..AD,cb.o ,oglhabitlio~i qeglii;ati·>
. e Uno dei pili curiosi fenomeni dcl no- tipedi1'miiii.bililt.6pettaqoU. 1•di .·Jflnl.hia eJ1.laJ
stro mappamondo è quello della Nuova meglim.ath»z'l>lltfi ipal6tral ldi drdio:u!:nlo :tL,

iu_i'~' '~ :.~ t~~~f.1#.~~l::,~·~S~#X!~,i'~~if;


Zelanda, che, ne ll'emisfero australe, quasi 1 0
esattamente agli antipodi d ell'Italia, ripete,
rovesciate, la caratte rist ica forma di sti- li olidu~ onohn•)1q~·1Jni '..lrb olnd'
vale della nostra penisola. Immaginiamo La storia.;h\·lpinHllurp dullw 1N"u6"4U ':f.:oti
un'It alia recisa tra la Spezia e Bimini, stac- landa comincia· ·fra l, lìrL860-Jeu:ibJ18f0;1; i.ql

~~~71: ~'t~~~g~%i~~~\t;;::~~~:·E:1l
cata d al continente, e ancorata tra i flutti 1
d ell'Oceano Pacifìco;e abbiamo la Nuova
Zelanda, nel gambale riconosceremo age- l i Creen, OOn due l!!;uiùò S\i?J:eooJug hinse
volmente l'ingrossamento d el polpaccio fino a lOOL m 1,ùaJl a11 .Yettm~ cD n1 'inaksim io
tosco-marchigiano, il caratterist ico sperone m ontagn11neozelandéJej il •M1l<i'.ookin~7.6&1
del Gargano, l'assottigliamento della cavi- La prima asocnW:me.klÉ q Uesta ,E\t1riser.1
g lia, che ha subito una grave fr;ittura tra vata, iir 25' 1 dicmnbreJJ ~ 1 W i:.t redi.oo~
Napoli e Foggia, il marcato tacco pugliese lanci~ dìyfe; .Orahpmdd ..Olhrké.:> poéblpri-
e la sottile punta d ella Calabria. E non ma cl1e>tlinglese<,Jìltrt cGèuùd11 hct0ibpagt111.t1
manca naturalmente lossatura montuosa, to da.lla,!.gp-ick. .M.atJ.Wi'liu('brigdn {iiJMé<:U·1
che attraversa lo stivale in tutta la sua gnaga gitwgqiseJoii:piec/L dc.\la.l1110JJ..ta.gn.a..1
lunghezza: quest i monti sono chiamati le Mancata per pochi g iorni la conquista
Alpi d cl Sud o le Alpi d egli Antipodi; sa- deh.Oook; flil ;FJha C;errlld ptt.aé€a.,11 Séfton
rebbe forse più esatto, data la rassomi- 1mGl56, ehodnè: pin.mitlo,i!occirua er @;hiaeiv
glianza, dire gli Appen nini degli Antipodi; a iata lé:helii iiw.aJ)olaxl.i rcOlpo r~al cfond.o \(~l
se le ardite forme di quei picchi e gli estesi 2400µw.piWio bdssqtiQ ulyt ro,:ten.t"ati~bv.ew
ghiacciai non ricordassero assai più la se!-;
vaggia bellezza delle nostre Alpi ch e non'
le mansuete forme d egli Appennini. v11
L'altezza di que i monti è considerevol- r<:ioi,q Ulcozelandeseréi
mente inferiore a quella delle Alpi eloar dopò \1arie 1:wiaepde) giazie 11 all'abllltà l dii
quella di quasi tutte le principali cateoip Zu'rbi"iJ;gCnp i..tdt.ip In i:roncuWtaho JIL.51feU...
d el g lobo, poiché il M. Cook, che è il-più1 braioll~pe.i unn affilath.icièsta!.difgliip.c.
elevato, misura non più di 3768 m. Senon· cio;Jdòpo uve:t1rb:il\ltmlatiLtffla..v«gitie cima;J
ché la Nuova Zelanda, in luogo d el dolce iltSilberhomi ni!B"70iailLi:n1;q·n'.l li imi :::1

69D
Tre giorni dopo, con tempo finalmente ker, e giunge al bivacco Cardiner, ove
magnifico, conquistano per una lunghissi- subisce un'altra settimana di cont inue nevi·
ma cresta il M. ll aidingcr m 3065 cate. Torna poi alla capanna Haast in un
Tornano poi ad assalire il Sefton e, do- ultimo tentativo al M. Cook.
po un altro tentativo, il 14 febbraio vinta Riesce poi a compiere la prima ascen-
una tremenda seraccata ed una cresta pre· sione della cresta Sud della fìern Punta
cipitosa, ne raggiungono la vetta. Zurbrig· Sebastopoli, a Sud del ghiacciaio i\ luller
gen confessa di non aver mai trovate rocce Tenta successivamente, sempre respinto
più pericolose, per la loro instabilità, di dal ma1t!!mpo, il i\ I. Teichelmann, il Sefton
quelle del Sefton ; e Fitz Gerald è salvo, (ove per poco ci lascia la vita per una ca-
solo per la prontezza di Zurbriggen duta di pietre) e il Tasman, accompagnato
Con questo bagaglio di vittorie, si ac- eia Brookes. Poco sotto il Silberhorn i due
cingono poi alla traversata (mai prima effet- debbono scendere per il maltempo.
tuata) della catena principale. Traversano, Dopo un estremo tentativo infruttuoso,
in andata il colle che viene denominato anche l'i ntrepido Chiglione deve arren-
Fitz Ccrald e, dopo tre giorn i, giungono dersi e si di rige alle Hawaii.
alla p~i:na fattoria, affamali ma entusiasti
Tanto che intraprendono subito il percorso
in y,·nso inverso, questa volta svolgentesi ISOLE HAWA II
quasi lutto su enorm i ghiacciai fra i quali il
Tasman, lungo 36 km, e valicato il colle Quest'arcipelago è costituito da otto
che Fitz Ccrnld intitola a Zurbriggen. isole vulcaniche maggiori, le cui mon tagne
i\lentre Fitz Cerald scende a Christ- non offrono difficoltà di ascensione, ma
church, Zurbriggen, cui cuoce di non aver presentano grand issimo interesse panora-
potuto ascendere il Cook, si tratliene in mico. I noltre hanno la particolarità che
montagna· e, da solo, iJ 14 mano 1895, rie- questi enormi apparati vulcan ici, sorgendo
sce sulla massima vetta neoze landese. dal fondo dell'Oceano Pacifico che giace a
Il Fitz Ceralcl ebbe, per la nostra guida, 50CM) metri sotto il livello delle acque, ed
parole di entusiastico elogio, mettendone elevandosi sopra questo di oltre 4000 me-
in risalto, oltre all'abilità, al coraggio, alla tri ( ~fauna Kea, nell' Isola I Lawaii m 4209;
resistenza, la pura passione alpinistica. Mawm Loa m 4168), sono, nel loro com-
plesso, pili alte dell'Everest.
Nel 1938 l'ing. Chiglionc, dall'Australia Nel gennaio dcl 1939 l'ing. C higlione,
si trasferisce nella Nuova Zelanda coll'in- assieme al Console italiano Franco Mon ta-
tento di compiervi ascensioni. i\fa il co- nari, saliva al cratere dellìialae Kalà me-
stante maltempo gli impedisce di raggiun- tri 3000 nell'isola Maui. Da Hilo, capoluogo
gere le vette, e gli rende pericoloso il suo dell'isola Hawai, i due salivano verso il
solitario aggirarsi fra i grand i ghiacciai. Mauna Loa, ma nel tardo pomeriggio, era-
Hisale dapprima il ghiacciaio Baie e no respinti da nebbioni e p iovaschi.
deve rimanere 10 giorni alla capanna Haast Il giorno dopo, portatisi al Nord della
m 1800 a causa del tempo avverso. Una isola, salivano a un rifugio a m 2300; il
sera risale il crepacciato ghiaccia io Linda, giorno seguente raggiunsero il Mauna Kea,
ai piedi del Cook, ma un uragano lo ri- massima cima dell'arcipelago.
caccia Passa sull'altro versante, risale per
12 km il crcpacciatissimo ghiacciaio Hoo-

692 I
J
I MEZZI
\ S S H. lA \
RIF UGI E BIVAC CHI

In montagna e particolarmente sulle 11 progetto fu realizzato soltanto nel 1860


Alpi J"iclea di costru ire ricoveri che ne age- o giù di lì.
volassero le traversate è vecchia di secoli; Si trattava pur sem pre, tuttavia, di in i-
spetta, per quel che ne sappiamo noi, ai ziative dettate da necessità militari, com-
romani. Furono i romani infatt i che, vinta merciali o religiose. I rifugi alpini, quali
la catena alpina, stabil irono delle scolte 11oi li intendiamo attualmente, sorsero e si
sui valichi più importanti. Tracce di codest i svilupparono con l'alpinismo, per offrire agli
prototipi di rifugi sono ancora oggi visibili appassionati dei monti un minimo di co-
su due passi fra i più noti: il Piccolo e il modità.
Gran San Bernardo. Coloro che salivano i monti per .ragioni
Il tempo distrusse ogni cosa; le inva- di studio o di lavoro: naturalisti (botanici,
s:oni barbariche lasciarono dietro di sé lutti geologi, fisiologi), cercatori di cristalli, topo-
e rovine anche sulle Alpi, ma, con il Me- grafi, usavano portare appresso poche co-
dioevo, il fiorire degli Ordini monastici dif. perte per mettersi al riparo del freddo not-
fu se il bisogno cli ripopolare la montagna turno; quando non si aceontcntavano di
di post i di sosta e 1rn.cc1uero allora gli ospizi passare la notte al modo dei cacciatori di
del Sempione, del Bernina, del Gottardo. camosci, in un antro roccioso o al riparo
Sorti come luoghi di assistenza ai viandanti, di muretti di pietre costruiti di volta in
non si può dire che siano tutti estinti: le volta alla belle meglio.
ferrovie privarono alcuni delle finalità per Con la nasci ta dell'Alpin ismo s.e ne
le quali erano sorti, altri resistettero, ma crearono alcuni su i fianchi del Monte Bian-
certo dell'ospizio non conservarono nulla co, alla Montagne de la COtc, ai Grands
e divennero veri e propri alberghi ~hi l ets, al Col du Midi e a Montenvers
Vennero in seguito i sei rifugi napo· Con la fondazione del Club Alpino Ita-
Iconici; \' Imperatore in esilio a Sant'Elena, liano, si avvertl subito la necess ità di creare
fece pervenire al Dipartimento delle Hau- basi fisse per la scalata delle vctle; una
tes-Alpes il s ug~erimento di costmi re un delle sue prime attività fu precisamente
rifugio al Col du Noyer, uno al Col de quella di incoraggiarne la costruzione e le
~ f ansc, un tcr.w al Colle dell'Agnello, un sezioni che avevano la loro sede in regioni
quarto al Colle della Croce, un altro al Col montagnose furono le prime a realizzare
d'lzoarcl e l'ultimo infine al Col de Vars. l'iniziativa.
Si ebbero così in ordine di tempo il
rifugio dell'Alpette al ~ l onviso, creato nel

1
1866 con una spesa di duecento lire e quel-
lo della Cravatta sulle fald e del Cervino,
che doveva servire per la conquista di que-
sta bellissima cima. I
Seguirono, nel 1874, il rifugio delle
Aiguilles Crises al i\lonte Bianco, e l'an-
no dopo, nel 1875, il rifugio delle Hohes
Licht o Linly, ricavato nel seno di una roc-
cia sulla via di salita al Monte Bosa. Nel
1876 sorse il primo rifugio al Colle dcl Gi-
gante, ritenuto a quei tempi un edificio
che rispondeva alle esigenze di un comoJo
soggiorno.
Dal 1877 le costruzioni si moltiplica-
rono rapidamente; 11c sorsero un po' cb p-
pcrtutto e fra i tan ti il Garre! sulln vetta
dcl Gran Tournalin e il Budden sulla Becca
di Nona; il rifugio i\larmolada scavato nei
roccion i che separano il ghiacciato manto
settentrionale della regina delle Dolomiti e
il rifu gio Caslaldi in Val d'Ala, legato alla
storia dell'alpinismo piemontese ,..,ancuco Cane/la,
Alcuni di questi rifugi e altri ancora cO!lnll/ONJ dci irontll rifugi occklcr1111/i
e fant/a/Qf'6 dcl COl'uor.:lo Cui.tic
costruiti successivamen te, furono distmtti
inesorabilmente dal tempo, oppure dalle
va langhe o dagl i incendi. Studiando le cau- quelli costruiti come basi alpinistiche, ai
se che ne clctenninarono le rovine o l'ab- piedi delle p..u cti o al margine dei ci rchi
bandono, si scoprirono errori di ubicazione terminali delle valli.
e di costruzione; l'esperienza, in prosieguo 11 cambiamento di moda non ebbe ef-
di tempo consentì di costruire rifugi conce- fetti negativi ma fu di stimolo all'intcnsilì-
piti più razionalmente, che rifl ettevano con- carsi dell'attività costruttiva.
cetti e criteri costruttivi collegati con il Al principio del secolo il Club Alpino
costante progredire dcl vivere civile Jtaliano contava già 98 rifugi per 5400 as-
Vecchi rifugi cedettero il passo ad altri sociati, ossia un rifugio per ogni 55 soci;
prodotti dall'evoluzione dell'arte costrutt i- nel 1913, 122 rifugi per 9036 soci. Agosti no
va; alt ri decaddero inesorabilmen te per il Ferrari così riassumeva il mutare dci criteri
mutare dei gust i che vennero via via con- costruttivi: ., Nei primi anni della sua esi-
centrandosi sull'attività esplorativa e spor· stenza, il Club era provvisto, come è nat u-
tiva dell'alpinismo. rale per una giovane società, di scarsi mez-
Furono abbandonati quelli costmiti sul- zi pecuniari, e allora, quando trattavasi di
le più alte cime per contemplare il pano- erigere una capanna, la prima questione
rama, il levare e il tramontare dcl sole e al che si poneva era di indole finan ziaria. Oc-
loro posto crebbero e si moltiplicarono correva trar profitto dalla natura dcl luogo

696
e scegliere una locali!:\, per così dire... eco- strapiombante pei nostri rifugi - si gridò
nom ica. Questa era per lo più costitu ita da d a più part i. - La località da scegliere
una grossa rupe strapiombante (capanna dovrà essere, d'ora innanzi, una spianata
della Cravatta al Cervino, capanna all'Ho- libera da ogni parte". Era questo infatti un
hcs Licht), oppure, e meglio ancora, di una gran progresso. Senonché i nuovi costrut-
grotta scavata nella roccia (alla ~fam1olada, tori, preoccupati sempre dall'impeto dcl
sul Monte Cistella). Scelta la località, fab- vento, non osarono allontanare i rifugi dal-
bricavansi i muri, con pietre, a secco: soli la roccia che cli pochi decimetri. E questo
tre, perché il quarto gi:\ esisteva in natura fu cagione di molti danni. 11 ghiaccio, in
e a questo acldossavasi il rifugio. Qualche luogo di riempire la capanna, s'accumulava
volta però, q uando i mezzi lo permette- nell'interstizio fra roccia e muro, i: per la
vano, si fabbricava con cemento e con sab- sua spinta, il muro veniva nuovamente e
bia impura una specie di malta di cattiva lentamente a rovinarsi.
qualità, e qu indi di breve durata. E non e Bisognava migliorare ancora; e si co-
si riusciva mai ad assicurare solidamente minciò timidamente a rivestire l'interno
la capanna alla roccia. Questo ccl altri in- d ei muri con tavolati in legno: cosi furono
convenienti erano causa di umidità nello assai mitigate le correnti di aria umida e
interno dcl rifugio, a scapito dcl comfort fredda, filt ranti attraverso i muri a secco,
Ma non ci si bada~' a, persuasi come si era e il tepore prodotto dal fornello venne a
del progresso realizzato rispetto all'antico durare ben più a lungo nell'interno della
bivacco, di cui queste costruzioni erano capanna. Questi vantaggi suggerirono al-
semplicemente la copia riveduta e corretta lora l'erezione di capanne interamente di
• Il mobilio componcvasi per lo più cli legno, e molte se ne costrussero e se ne
una tavola, di una panca, cli un fornello e costruiscono ancora, specie nell'alta •mon-
di poca paglia, stesa sul suolo nei primi tagna.
rifugi, pili lardi su un tavolato. Ma la pa- • E infine si venne a grado a grado nel
glia, per effetto dell'umidità (acqua e llC\'C concetto più razionale di fabbricare rifugi
penetravano nel rifugio dalle fessure), in solidissimi, capaci cli sfìdare le violenti bu-
breve imputridiva e cambia vasi in un lurido fere e i:esistere alle ingiurie degli agenti
strato cli letame. Anche le coperte cli lana, atmosferici e ai grandi e repentini sbalzi
dove ce n'erano, ammuffivano e in poco
tempo più non servivano.
e Ma non qui si formavano i guai: altri,
e gravi aggiungevansi. La neve, penetrata
dalle fessure, si accumulava nell'interno, e
sempre in maggior quantità, trasfonnan-
dosi in ghiaccio. In primavera poi, per la
for1:a divellente dcl medesimo, screpola-
vansi i muri e dalle fessure inizranditesi pe-
netrava altra neve, che poco alla volta inva-
deva tutto l'interno e lo ostrniva comple-
tamente.
e Si capisce che di front e a così gravi ~
inconvenienti si studiasse il modo di ov-
viarli MNon pili roccia, non più masso Rifug/Qdefla Crooo/to.
gli arredi di cucina, al posto del tavolato
con paglia per dormire, si misero le cuc-
cette con coperte di lana, e si aggiunsero
altre comodità non sognate prima.
e Si comprende che tali migliorìe impor-
tarono un forte aumento delle spese di
costruzione; ma, a chi ben guardi, questo
ru più apparente che reale: imperocché,
se prima modestissime erano tali spese, se
ne avevano per contro di ingenti per la
manutenzione. Inoltre, si può dire che le
antiche capanne oggidì non rappresentano
pi\1, come valore, che un terzo ed anche
meno di quanto effettivamen te venne spe-
so, molte essendo deperite o abbandonale;
mentre le nuove, meglio costruite, rappre-
sent:mo sempre - con minime spese cli
manutenzione - quasi integralmente il
capitale invest itovi>.
I vantaggi principali delle costruzioni
in legno sono rappresentati dalla minor
spesa nel trasporto del materiale da costru-
Rlfug1-0 dcll'Al1>ette. zione in confronto dci rifugi in muratura,
per i quali riesce talvolta difficile trovare
in sito le pietre acconcie e la sabbia neces-
di temper;tura che verifìcansi nelle elevate saria. I rifugi in legno, in gran parte si
regioni. Si fece allora ricorso a materiali di costruivano in pezzi staccat i e venivano
prima scelta e si fabbricarono rifugi con poi messi insieme con sorprendente rapi-
muri a struttura regolare d i pietrame, con dità. L'uso si diffuse e fu particolarmente
buone malte di calce e cemento, debita- apprezzato per la costruzione di quei rifugi
mente intonacati, e si rivestirono anche al- per i quali la ricettività si limitava a poche
l'interno con una completa seconda parte cordate di alpinisti.
di tavole bene investite, lasciando tra il Altri rifugi tradiscono ancora oggi la
muro e il tavolato uno strato di aria coi- primitiva loro destinazione: perché rica-
bente; si migliorò in pari tempo la strut- vati da una cabina elettrica, da baracche di
tura del tetto, si diede maggior importanza operai addetti alla costruzione di dighe, da
alla scelta del sito e all'orient amento della capannoni per materiali, da case di caccia,
<.'Ostrnzione, si aumentarono le dimensioni da casenncttc abban donate, da baite o da
degli ambienti e si perfezionarono le chiu- alberghetti privat i, rivenduti per mancanza
sure. di clientela.
e ~ l i gliorate così le condizioni statiche Altri, invece, costrniti da principio con
ed igieniche del rifugio, se ne traeva un pnidenza per questioni economiche, si so-
logico incoraggiamento a perfezionarne no poi venuti ingrandendo fìno ad assu-
tutto l'arredamento interno e il comfort; mere l'aspetto di alberghi alpini di una
si completò JI mQbilio, si moltiplicarono certa mole. Tra questi citiamo quello bel-
__ Anno - -

des Calcaircs e i nuovissimi rifugi Garibaldi


e. 1Città.i.d.ii Toool.ppQO$trJJilidHti(Clue \ le,rsa11U
de.~'A<la11iellJY.i riui Nnl ,d.}(\.v ~a) i.1npri1P91 r-ln
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èi}.i u} contl nu aH~S'puutiione. Sò b.gli·rh1it.i. dçl
secol011iL,Clubi:Jµpin 0i<l tuliano èon~Vfi 1co-
me1 ~i lè 1 qettd 98i.ri~ugi.1,co11Ain qifopo1 ob'Ui
frequentando i rifugi stessi. non fanno par-
130 te dell'associazione che li ha costruiti.
Nelle Alpi occidentali, ove le montagne
120 sono più elevate, predominano i rifugi di
piccola capienza; nelle Alpi centrali si so-
!!O no invece diffusi i rifugi di media capacità;
nelle Alpi orientali e in particolare nelle
100 Dolomiti, pe r la grande frequenza e la faci-
90 lità degli accessi, predominano i rifugi più
progrediti, funzionanti come alberghetti.
Cli alpinisti che vi fanno capo sono
80 messi a dormire in cuccette, distribuite una
sopra l'altra in camerate, oppure su tavo-
70 lati {è ciò che di prevalenza succede nei
rifugi stranieri); la tendenza attuale pe rò è
60 di ridurre le camerate in camerette, limi-
tare i posti in cuccette e trasformare questi
50 in le tti.
I rifugi del Club Alpino Ttaliano dispon.
40 gono oggi di 3165 letti, 69()7 cuccette e
1880 posti su tavolato: un totale di 13.012
30 posti per ottantmnila soci. La disponibilità
20 è quindi di un posto ogni sei soci; suffi-
ciente se l'uso dei rifugi fosse ragionevol-
!O mente distribuito e se tuUi gli alpinisti ade·
rissero al e.A.I .; purtroppo però la propor·
zione perde valore, ove si pensi che l'af-
o fluenza nei rifugi è limitata a poche gion1a-

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te festive durante i mesi dell'estate e nel
periodo delle ferie di mezzo agosto.
I rifugi del e.A.I. sono situati ad alti-
o « tudini diverse: se ne trovano al livello del
~ mare (lo • Stromboli :t nell'isola omonima)
come a oltre quattromila metri (il rifugio
R11m>0rto fra i oorl «:!tori deUc mo11toi:11e italkmc Margherita sulla Punta Cnifetti del Monte
e Il 11umcro del rlf11gi.
Rosa); alcuni sono aperti e chiunque può
trovarvi ospitalità; altri sono chiusi, però
ie chiavi si trovano depositate nelle loca-
55 soci (in Svi,..zera il rapporto era di un lità di fo ndovalle presso una guida o altre
rifugio ogni 60 soci, in Francia di uno per persone di fiducia , delegate a questo sco-
140, in Austria e in Cermania di uno per po; altri ancora sono custoditi, con viveri e
250), attualmente il rapporto risulta mag- bevande, acquistabili a prezzi modici.
giorato, perché, se sono aumentati i rifugi, I rifugi sono suddivisi in quattro cate-
in proporòone ancor maggiore sono cre- gorie, le cui differenze sono basate sulla
sciu ti gli alpinisti, gran parte dei quali, pur presenza di determinati elementi; raggiun-

700
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o:;;;~:: :!~'.::~~~~~
...... N M "<t" lC'J l.D ,...._ 00 a:
Rll/l/JOrto grafico fm lii qmmlltd rii rifugi e la loro ct111ieuza di 11e-moll1Jme11to.

gibili con mezzi meccanici, richiedenti mar- Chiunque (stranieri compresi) è auto-
ce di avvicinamento della durata di meno rizzato a servirsene; non è necessaria l'iscri-
di quattro ore, dislocati in sit i disagevoli, zione al C.A. I. Ci si può rifocillare, servirsi
raggiungibili per mezzo di scalate o attra- del materiale disponibile, riscaldarsi, ripo-
verso ghiacciai. sarsi, pernottare, soggiornare, il tutto con
Le categorie sono state fissate per tener spesa minima, stabilita da precise !ariffe,
conto delle differenze di prezzo nei pernot- sia pagando direttamente al custode, quan-
tament i e nelle consumazioni; differenze do c'è, sia nei modi indicati nel rifugio.
determinate dai costi di trasporto, i quali Quanto può valere un rifugio?
rappresentano la voce che maggiormente Nella risposta bisogna prescindere da
grava sul costo. quello eh~ è il comune concetto economico,
L'attrezzatura di un rifugio va da un dato che nella stragrande maggioranza i
tavolato a cuccette o a lettini con mate- rifugi del C.A. I. non offrono recidili di
rassi talvolta di gomma piuma; da un for- sorta .
nello ad alcool o a benzina a cucine che Certo è però che un rifugio alpino è
possono stare alla pari con quelle dci pili costato notevolmente di più - per i tra-
reputati alberghi; da poche scatolette di sporti e le d iffi coltà ambientali - di una
carne o sardine o tonno a dispense fornit e costruzione di pianura dello stesso tipo.
di ogni ben di Dio; da ta volini ribaltabili Secondo calcoli approssimativi, i rifugi di
a sale di soggiorno con apparecchi radio o proprietà del C.A.I. valgono oggi almeno
televisivi. Jn alcuni casi bisogna sciogliere cinque miliardi di lire all'i ncirca; cifra chP.
la neve con cui dissetarsi, altri sono dotati sommata al valore dei rifugi appartenent i
di acqua fredda e calda in ogni camera, di ad altre associazioni e a privati, darebbe
docce e bagni. In molti casi l'illu minazione un totale che va dagli otto ai dieci miliardi.
è rimasta alla candela, in altri vi sono im- I danni causati dalle due guerre alla
piant i elettric!, anche autonomi. rete dei rifugi del C.A.I . sono stati ingen-

701
150
140

130
120
llO
100

1000 1001 1501 2001 2501 3001 3501 4001


l5CO 2000 2500 3000 3500 4000 4500 4500

Ram/Ofio i,:ru/ico fra la q uantili! dei rifugi e fall ilud/1111 in cui Il trooano.

tissimi ; molti furono distrutti, altri incen- Perciò l'alpinista vede nel rifugio una sin-
diati, altri ancora danneggiati e svaligiati: tesi: il ricovero sognato al piano, nelle cit-
danni non ancora completamente indenniz- tà, visto e rivisto attraverso il velo del no-
zati di guisa che la ricostruzione di un così stalgico ricordo cli tempi e di persone care.
cospicuo patrimonio, tanto legato allo svi- Come scrisse Guido Rey, anche quando
luppo del turismo e dell'alpinismo, avve- il monte sarà deserto, la piccola casa rimar-
nisse per sola iniziativa e coi soli mezzi rà ad attendere il possesso dell'uomo; si
delle sezioni dcl C.A.l. velerà di nubi; si coprirà di ghiaccio nel
Se poi ci si domanda come sia avvenuto lungo inverno; scricchiolerà sotto i colpi
il formarsi di un così notevole complesso di della bufera come una navicella sul mare
beni, la risposta si ha scorrendo la loro de- infuriato: ma, passato il mal tempo, ritor-
nominazione; intitolati a volte a personaggi nerà a sorridere lieta e ospitale in una
illustri, o ad alpinisti caduti in montagna. atmosfera nuova.

70-2
I BIVACCHI FISSI

li termine nel linguaggio militare, cor-


risponde a e campo di soldati a ciclo sco-
1:icrto • ; per conseguenza b ivaccare non è
altro che e accampare a ciclo scoperto >.
Se questo è ancora il significato della pa-
rola anche nel linguaggio a lpinistico, l'ag-
giunta d cl1'<1gsctt1vo e flsso > fo as~u m crc
un sign ificato totalmente con trario e cioè
quello di e piccola costruzione per poche
persone che non intendono accampare a
cielo scoperto, ma mettersi al riparo delle
inrcm pcrie >.
I n una riunione del g ruppo torinese dcl
Club Alpino Accademico Italiano, tenu-
tasi nel mese di dicembre dcl 1923, il do't-
tor Lorenzo Barelli propose la costruzione
di bivacchi-fissi; in una successiva adunan-
za dello stesso gruppo, veniva affrontato
il problema sotto l'aspetto tecnico e finan-
ziario.
Dal punto di vista tecnico un.apposita
8iwcco (w.o 1>rimo 111oniero.
commissione, composta da Mario Borelli,
Francesco Ravelli e Adolfo Hess, propose
di costru ire bivacch i-fissi per quattro o a una sottoscrizione e, a seconda del succes-
cinque persone costituiti di una éassa fode- so, si sarebbe provveduto alla sistemazione
rata di zinco o d i lamiera verniciata a fuo- di uno o più bivacchi.
co, ne lla quale fossero contenuti un sacco- Senonché i) primitivo concetto della
letto impem1eabi le, due coperte d i lana e e: cassa stagna > subi tosto una notevolissi-
un copertone impenneabile che doveva ser- ma evoluzione; dietro suggerimento di Um-
vi re da tetto in caso di maltempo. Non ci berto Novarese, si pensò cli imitare le sca-
si discostava quindi dal significato tradi- tole di lamiera ondulata che avevano reso
zionale della parola e: bivacco , . ottimi servizi durante la prima guerra mon-
Il costo complessivo di una sim ile siste- diale. Il suggerimento venne accolto dappri-
mazione, in cond izioni normali di prepara- ma con scetticismo, perché di quelle scatole
zione del sito e di tras porti, si calcolava al- si conoscevano anche i d ifetti ; ciononostan-
lora (J923) tra le 1500 e le 2000 lire. te l'idea ma turò ben presto, anche perché la
Furono proposte alcune località: Colle costruzione riduceva al minimo il lavoro di
Signa\ del Monte Hosa, Ghiacciaio di Mon- preparazione dello spiazzo, la presa del ven-
tabel, Colle delle Cadreghe al Monviso, Coi to e la pressione della neve; presentava fa-
d'Estellette in Val Veni e al Ghiacciaio di cilità di prefabbricazione, di trasporto e di
Frébouzie in Val Ferret. montaggio; era sfruttabile anche da chi
Per il finanziamento si pensò di ricorrere giungeva di notte e con cattivo tempo; pre-

703
scntava la massima economia di costo, di sulla cresta che si sviluppa verso l'Aiguille
peso e di volume. dcs Glaciers su uno spiazzo roccioso a piom-
Nell'Assemblea del 15 dicembre Hf24, bo sul Glacier de la Lex Bianche; il bivacco
il gruppo torinese del Club Alpino Accade- di Fr6bouzie, venne situato al sommo dci
mico Jtaliano, visto l'esito favore,·ole della banchi rocciosi, ai piedi del ramo orientale
sottoscrizione, deliberava il defìnith•o piaz· del Ghiacciaio di Frébouzic, a un'altitudi-
zamento dci primi bivacchi-fissi e, dopo ne di poco più di 2500 metri.
lunghe discussioni deliberava di sperimen- Nell'Assemblea dcl 30 agosto 1925, te-
tare e di perfezionare i concetti espressi dal nutasi a Courmayeur, dopo l'inaugurazione
Novarese. ' <li questi due primi bivacchi, venne propo-
Si progettò una costruzione avente la sta una modilìca all'articolo 4 dello statuto
base costituita da due solidi telai di legno, del Club Alpino Accademico Italiano, in ba-
uniti fra di loro con bulloni passanti e anco- se alla quale si stabiliva che le quote sociali
rali al terreno, sui quali venivano fissate le potevano essere capitalizzate solo per metà,
due fiancate di legno, di forma semi-circo- mentre la restante parte doveva andare a
lare, i cui archi venivano riuniti con solidi favore dcl fondo per i lavori alpini e più
longheroni formanti l'intelaiatura del tetto, precisamente per i bivacchi fissi
rinforzata con lame cli ferro. Per coprire il Potè così nascere il bivacco alla TCtc dc
tetto si pensò alla pe rlinatura ricoperta di Hoéses, installato una trentina di metri al di-
lamiere di zinco, mentre per il pavimento sotto del culmine della Tètc dc Hoéses, ~
si proponevano delle tavole, coperte di car- metri 3200 circa, per servire la Dent d'Hé-
tone catramato, sul quale si prevedeva l'a- rcns e la costiera della Grande Muraille.
pertura di una porta, di una finestrella e di Fece seguito, particolarmen te con il
un foro pe r il passaggio del tubo di tiraggio concorso finanziario degli accademici d i
della cuc~nctta ad alcool. Un parafulmine, Biella, il bivacco dcl Montabel, sui fian chi
con cavo di scarico, completava la costm- della Punta di Cors. Terminato negli ultimi
zionc, nel cui interno l'alpinista trovava gìomi dell'agosto 1927 a metri 3200, si dif-
cjnque pesanti coperte, il bidone per l'ac- ferenzia dai precedenti bivacchi per alcuni
qua, la pentola, la scopa, l'accetta, la pala, perfezionamenti costruttivi.
il mastello, la lanterna e qualche altro ar- L'esempio dato dal gruppo piemontese
nese per la pulizia e pe r la cucina del C.A.A. l. ebbe un seguito nelle altre re-
Le dimensioni di questi primi bivacchi gion i alpine. La Sezione Ligure dcl C.A.L
furono di metri 2,25 in larghezza, metri 2 fu la prima a coslruire due bivacchi nelle
in profondità, metri 1,25 di altezza al colmo, Alpi .Marittime, abbandonando la forma
portata poi a metri 1,50 e a metri 1,75; il semi-circolare della costruzione; nacquero
tutto smont abile in una ventina di colli del così il bivacco del llaus, a metri 2560 circa
peso di 25 chilogrammi ciascuno. Il costo sull'alto pianoro omonimo, lungo la via di
della costruzione si aggirava allora, com- salita all'Argentera e il bivacco del Gelas a
preso il trasporto, sulle L. 6.000 nord-est del Gelas.
Il primo bivacco venne inaugurato il 27 Anche il gruppo lombardo calcò le orme
agosto 1925 al Col d'Estellettc e il secondo dei piemontesi costruendo il bivacco Ta-
pochi giorni dopo, il 30 agosto, al Frébou· vcggia nei pressi dcl Passaggio della Ver-
zie. Il bivacco al Col d'Estellettc, attual- gine. Fu poi imitato dalla Sezione valtelli-
mente dedicato all' Hess, venne posto una nese del C.A. L, la quale inaugurò nel 1936
cinquantina di metri al di sopra del colle, due bivacchi· il bivacco Parra vicini sulla

704
Schema di 11110 dei primi bioocc;/il

quota 3183 a sud-est del Passo d i Sella e il statare con vivo compiacimen to che essi
bivacco del Sasso Rosso, anch'esso nel grup- hanno corrisposto perfettamente al loro sco-
po del Bernina, fra i due gh iacciai di Fella- po e che nessun guasto, nessun inconve-
ria. niente si è dovuto deplornre, ridu~ndo a
Altri ne sorsero ancora e furono: il bi- zero la presa d i manutenzione.
vacco della Brenva sull'isola che separa il ~folti segnalati servigi essi hanno reso
Ghiacciaio della Brenva; il bivacco delle agli alpinisti che ne hanno fatto uso e nume-
Dames Anglaises, alla Brèche Nord, gra- rose attestazioni di lode ci sono pervenute
zie alla munificenza della Famiglia di Piero anche da parecchi alpinisti stranieri; il suc-
Craveri ; il bivacco di Sassa in Valpelline, cesso è dovuto non solo al valore intrinseco
sul versante occidentale del Colle di Sassa dell'iniziativa, ma lo dich iariamo qui vo-
a m 3180, tra il Vallone di Sassa e la Comba lentieri, anche al fatt o di avere noi trovato
d'Oren; il bivacco ~fartinotti, in Valnontey, nei fratell i Ravelli dei coscienziosi costrut-
sullo sperone che separa il Ghiacciaio di tori e soprattutto degli entusiastici e in-
Gran Crou dal Ghiacciaio di Money; il stancabili esecu tori dei lavori di piazzamen-
bivacco Antokli in Valeillc; il bivacco Albe- to e montaggio, portati a compimento in
rico e Borgna al Col de la Fourche de la condizioni sovente difficilissime di terreno
Brcnva; il bivacco del Sassolungo, intitolato e di tempo. Nessuna fatica , nessun sacrificio
a Hcginaldo Giuliani, posto a metri 3100 li ha arrestati e va perciò additato Zenone
poco sotto la vetta Ravelli in prima linea, alla riconoscenza de-
Adolfo Hess, in un suo articolo pubbli- gli alpinist i! C'è da augurarsi che l'esem-
cato sul Bollettino del 1936, così scriveva: pio del C.A.A. L abbia a estendersi sui due
• A dieci ann i di distanza dalla costruzione \•ersanti delle Alpi e che un giorno nessuna
dei primi due bivacchi-fìssi, possiamo con- ascensione di importanza sia privata dal-

705
l'ausilio del bivacco-fisso, sempre indispen- Camosci e il bivacco Città di Gallarate allo
sabile laddove ragioni locali o di frequenta- Jaegcrhorn; nelle Alpi Retiche si presenta-
zione non giustificano la costruzione di rifu- no il bivacco Vaninetti alla Trubinasca, il
gi più capaci: sempre poi là dove i c. camo- bivacco Manzi in Val Torrone, iJ bivacco
sci , desiderano rifugiarsi in solitudine e Valli all'Alpe Arnasca, il bivacco Molteni-
contemplazione, lungi dalla folla festaiola Valsecchi in Val del Ferro, il bivacco Odel-
e incompetente,. lo Crandori al Sissonc, il bivacco Meneghel-
Queste alfcnnazioni restano valide a di- lo al Colle degli Orsi, il bivacco di Salamo
stanza di altri venticinque anni. Agli elogi al Passo di Salamo, il bivacco del Passo Bri-
ai primi costruttori ne dobbiamo aggiunge- zio, il bivacco Oggioni in Val Genova, il
re altri per l'ing. Giulio Apollonia che ha bivacco Casliglioni al Crozzon di Brenta e
progettato un tipo di bivacco, talmente per- il bivacco al Croz dell'Altissimo; nelle Alpi
fetto, eia fare testo in materia, diffondendosi Orobie si ha il bivacco Corti al Coca. Nelle
in ogni settore delle Alpi. Dolomiti sono stati sistemati il bivacco Del-
L'augurio che l'esempio del C.A.A.L si la Chiesa alla Forcella Grande, il bivacco
estendesse, è stato accolto dalle Sezioni del Cosi sull'Antelao, il bivacco Battaglione
C.A.l. : attualmente non è più possibile as- Cadore al Cadi.ii cli Stallata, il bivacco De
sociare il concetto di bivacco al solo accade- Toni alla Forcella dell'Agnello, il bivacco
mico che ne fu l'ideatore e il propugnatore Feltre al Ci.monega, il bivacco Perugini al
Nelle Alpi Marittime, oltre a quelli già Campanile di Val Monta.naia; infine nelle
menzionati, troviamo il bivacco Silvio Var- Alpi Giulie sì hanno il bivacco Stuparich
rone al Canalone di Lourousa e il bivacco al Montasio e il bivacco Suringar.
Franco Remondino a Nasta; nelle Alpi Co- Ultiman1ente sono stati inaugurati i bi-
zie il bivacco Barenghi allo Chambeyron e vacchi: Pelicioli, Colombo, Lussato, Sperti,
il bivacco Villata sul fianco del Monviso; Comici, Musatti, Fratelli Fruiton, Voltoli.na,
nelle Alpi Graie il bivacco U.C.E.T. in Val CranzOtte>-Marchi, Nogara e Calligaris.
Sea, il bivacco Sebastiano e Henzo Sber- L'elenco non può essere esatto, anche se
na al Gran Neiron, il bivacco Balzola a 1- mantenuto nell'ambito dcl C.A.I., perché
la Crivola, il bivacco Davito alla Lavinct- è difficile distinguere quelli che sono bivac-
ta, il bivacco Ciraudo al Roc, il bivacco Ca.r- chi-fis~i da quelli che sono rifugi di limita-
pano al Pianlonetto, il bivacco Revelli al tissima capienza, sil) pure con funzioni
Pian delle Mule, il biv;:icco Ivrea a Noa- quasi di bivacco, come per esempio il ri-
schetta, il bivacco Poi ali.a Banna des Bou- fugio Ferreri alla Cura, il Leoni al Ci.stella,
quetins e il bivacco Leonessa all'Herbetet. lo Stroppia in Val ~·laira, ecc.
Si è tenuto conto solamente dell'aspetto
Nel Bianco il bivacco Lampugnani al- e della denominazione in uso. Altra consi-
l'Ecc\es, il bivacco Borelli al Fauteuil des derazione che si ricava dall'elencazione dei
Allemands, il bivacco Canzio al Col des bivacchi costru iti è che il primato nella
Crandes Jorasses, il bivacco Fiorio a Prè de creazione dei bivacchi è passato dal C.A
Bar. A. I. alle altre sezion i del C.A.I., le quali, di-
Nelle Alpi Pennine troviamo il bivacco sponendo di maggiori mezzi finanziari, han-
Rcgondi in Valpelline, il bivacco Nebbia in no saputo, come era stato auspicato da
Val di Saint Barthelemy, il bivacco Manca- Hess, moltiplicare le utilissime basi per le
ti al Lago di Balanselmo, il bivacco Castaldi più difficili ascensioni, tenendo presente,
a Netscio, il bivacco Belloni alla Loccia dei come principio clie la costni::i.orle dei bivac-

706
chi 1w11 deve di mossìma auve11ire sulle vie
delle grandi ascensioni, 11er 11011 dimi1111in1e
fi111 1lortar1::.a, ma solta11to al loro approccio.
Fra le cause del loro rapido diffondersi
in questi ultimi ann i, una prima la si può ri-
cercare nella saturazione dei rifugi anche
per effetto della concorrenza privata laddo-
ve si riscontra uno sviluppo turistico, tal-
volta determinato da impianti funiviari op-
pure al miglioramento della viabilità. Al-
tro elemento è da ricercarsi nel limitato loro
costo nei con fronti d i un rifugio e alla pos-
sibilità di trasporto e alla fac ilità e rapidità
di montaggio, anche con mezzi eccezionali, dare a termine loperazione a causa di nu-
ql1ali possono essere gli elicotteri. merose difficoltà sopravvenu te e in partico-
t\\ riguardo è interessante la relazione lare per gli inciden ti occorsi in altre opera-
delring. Stefan o Ceresa, Presidente del zioni agli elicotteri che dovevano eseguire
gruppo occiden tale dcl C.A.A.l. sulle opera- il servizio.
zioni di trasporto e di montaggio del bivac- e Quest'anno (1960) fu finalmente possi-
co Ettore Canzio al Col des Grandes Jo- bile riprendere l'lniziativa; in primavera le
rasses. condizioni di innevamento e il ritardo no-
e li bivacco è stato dedicato alla memo- te\"O]c dell'andamento stagionale, indusse-
ria di Ettore Canzio pioniere del moderno ro a rimandare loperazione a settembre, an-
alpinismo italiano, fondato re, assieme ad che perché nel pieno dell'estate non si po-
Adolfo Kind del primo Sci Club d'Italia; nel teva disporre dell'indispensabile aiuto delle
1904 concorse al la fondazione del C.A.A. I. guide di Courmayeur, che nell'alta stagione
La decisione di erigere il bivacco sul Colle sono troppo impegnate per accettare altri
delle Jorasses, punto nevralgico fra il mas- incarichi.
siccio del Hochefort e quello delle Jorasses, e Avviate le trattative con diverse com-
presa dopo un attento e ponderato esame pagnie dotate di elicotteri di alta quota (i
delle altre possibili destinazioni e in perfet- tipi in dotazione ai militari non sono adat-
to accordo con la Sezione di Monza del ti e i piloti non hanno esperienza in opera-
C.A. I. che precedentemente aveva ivi co- zioni di alta montagna) e in seguito a infor-
struito il bivacco Città di Monza, andato di- mazioni e consigli avuti da esperti italiani
stru tto nel 1950; la Sezione di ~·l onza rinun- e francesi, ci si accordò con la compagnia
ciò benevolmente alla sua priorità e appog- francese Gyrafrique che ha eseguito nel
giò il' iniziativa del C.A.A.1. gruppo del Monte Bianco, numerosi e diffi-
e Il bivacco venne costruito da Sergio ci li lavori.
Viotto di Courmayeur nel 1957 e il materia- e Per quanto rigua rda la parte esecu ti va
le (circa 1500 chilogrammi), venne trasferi- (preparazione della piazzuola, montaggio
to al rifugio Torino nel 1958 con il program- e ancoramen to ciel bivacco). questa ven ne
ma di trasportarlo poi al Colle delle Joras- affidata alle guide: Eugenio Bron, Cesare
ses con l'aiuto di un elicottero. Né in quel- Cex, Alessio Ollier e Franco Salluard, con
l'anno, né in quello successivo, fu possibile il valido aiuto nella fase preparatoria di
al prof. Corti e ai suoi collaboratori di man- Lorenzo Grivel.

7(fl
« li trasporto molto laborioso all'inizio, il bivacco, i cui dati tecnici sono i seguenti :
per la necessità di mantenere il contatto dimensioni, pianta metri 3X3, altezza metri
fra l'elicotterC> (Chamonix) e le guide (Cour- 2,80; 8 cuccette ottenute con materassi su
mayeur), in attesa che si presentassero le tavolato; tavolo ribaltabile e accessori va-
condizioni at mosferiche adatte, venne fi- ri; copertura in lamiera zincata. Ore di volo
nalmente effettuato il 15 settembre con con- effettivo impiegate dall'elicotlero circa tre
dizioni di veDto favorevoli, dopo un primo e mezzo >.
volo di ricognizione, che rivelò l'impossibi- In modo del tutto analogo è stato fatto
lità di atterramento sul Colle, motivo per il trasporto del materiale per il nuovo bi-
cui fu necessario far discendere con una vacco Cervasu tti al Frébouzie, a sostituire
fune Salluard, per ricavare lo spiazzo per quello costruito nel 1948. Esso è stato po-
le manovre e repdere così possibile il suc- sto a quota 2835, sullo sperone roccioso che
cessivo trasporto di uomini e di materiale affiora al centro del Ghiacciaio di Frébou-
« Prima di sera gli uomini riuscirono a zie, da parte della Sezione Universitaria
scavare nel ghiaccio un igloo, nel quale ciel C.A.I. di Torino. Il suo trasporto è stato
dovettero trascorrere ben quattro notti in effettuato da un elicottero del Comando a-
attesa di poter disporre dcl miglior ricove- mericano dell'U.S.A.F. di stanza a Verona,
ro offerto dal bivacco stesso, in via di ulti- con sette viaggi tra La \lachey e un pianoro
mazione. del Ghiacciaio di Frébouzie, nei pressi del-
« Con radio-telefono fu assicurato il col- la quota 2835, impiegando un Sikorsky
legamento con la valle, rendendo possibile H. 39. Hanno collaborato pattuglie di alpini
la richiesta di materiale mancante e del della Scuola militare di alpinismo di Aosta,
montatore di \liotto, che salì al Colle delle i quali hanno provveduto alla preparazione
Jorasses accompagnato da una guida degli atterraggi, nonché al trasporto del ma-
« Il giorno 22 i lavori furono ultimati e teriale dal pianoro del gh iacciaio allo spe-
le guide discesero a Courmayeur. rone.
« Le difficoltà incontrate, scrive sem pre Sottolineare l'importanza di queste ope-
Ceresa, sono state notevoli, ma erano previ- razioni e di queste costruzioni non è cosa
ste e, all'infuori dei disagi dovuti al montag- inutile, perché rappresentano un apporto
gio, al freddo sopportato nelle prime notti e positivo nel campo delle realizzazioni del
alle d ifficoltà alpinistiche, gli uomini non grande alpinismo e la soluzione definitiva
hanno corso rischi particolari di un problema che ha interessato gli am-
« Per quanto riguarda il trasporto dt,-g\i bienti alpinistici in questi ultim i cinquan-
uomini con l'elicottero, questo è stato chie- t'anni. l i problema è stato così sentito anche
sto dalle guide stesse, a guadagno di tempo all'estremità orientale della catena alpina
« Particolare cura è stata posta nell'an- che nel XXXII Convegno delle Sezioni Ve-
coramento del bivacco al terreno. Per que- nete, tenutosi j\ 15 novembre 1959, fu pre-
sto ancoramento le guide hanno costruito 'sentata e approvata la creazione della Fon-
la massicciata con pietrame a secco, nella dazione Berti, avente come obbiettivo la co-
quale sono state inserite delle funi metalli- struzione di bivacchi nelle Dolomiti. Nel
che che, assieme a caviglie in fer ro, pianta- suo primo anno d i attività la fondazione
te nelle zone di roccia consistente, costitui- ha già realizzato un'importante opera sul
scono un solido collegamento con il terreno; versant e meridionale della Croda dei Toni,
su questi ancoraggi sono stati assicurati e con la costruzione del bivacco Antonio e
tesi i tre tirant i che fi ssano definitivamente Tonino de Toni alla Forcella dell'Agnello;

708
fruttato abbondanlemente; l'augurio di A-
dolfo Hess si è felicemente realizzato.
TI Club Alpino Accademico llaliano può
esserne fiero e se le sue possibilità finanzia-
rie non gli hanno permesso di creare altri
suoi bivacch i fi ssi, gli sono succedute le al-
tre Sezion i del C.AJ.

In materia di bi"acchi è oltremodo in·


teressante quanto è stato scritto dall'ing.
Giulio Apollonia sulle nostre pubblicazioni
sociali nel 1947.
Ritenuto oramai superalo il concetto
che il bivacco sia formato da quattro pareti
l)ivacco che aprirà agli arrampicatori nu- e da un te tto, ma che sia necessario un mi-
merosissime ascensioni. Nel programma nimo di comodità che non turba affatto la
pe r il 1961-1962 è stata presa in esame la caratteristica di integrale purità alpinistica,
valorizzazione delle Mannarolc, gruppo di lasciando intatto ai giovani che lassù si ci-
montagne tra i più vasti e suggestivi delle menteranno nelle grandi conquiste, il sen-
Dolomiti, nel cuore del Cadore; oggetto di so della assoluta lontananza dai raduni u-
notevole frequenza a cavallo del secolo, ma mani, i silenzi austeri, in cui essi potranno
via via sempre più negletto, dimodoché il ancora romanticamente tessere, come i pio·
rifogio Tiziano, piccolo e modesto, andò in nicri, i loro mut i colloqui di amore e di fed e
abbandono. Si pe11sa ora di rimetterlo in ef- con l'amica mon tagna; si abbandonarono
ficenza e di valorizzare la zona con la co- le minime dimensioni delle prime costru-
struzione di due bivacchi alle Forcelle Mar- zioni, che non pe rmettevano movimenti che
marole e Fra ppa in corrispondenza delle in posizioni molto scomode, rese penose
conche glaciali del Meduce. quando l'alpinista per contingenze mete-
La Fondazione Berti ha poi deciso di e- reologiche o 1>ersonali era costretto a pas·
rigere un bivacco alla memoria d i Em ilio sarvi qualche giornata.
Comici nel gruppo del Sorapiss, laddove il I crite ri fondamentaH, pur tenendo con·
grande arrampicatore tracciò l'itinerario di to del meticoloso sfruttamento dello spazio
B° grado sulla parete nord-ovest della Sorel- per ridurre il costo, il volume e H peso, te-
la di ~·f ezzo. nevano conio, nella disposizione e costru-
Nell'estate dcl 1961 si è compiuto un rito zione dei dettagli interni, del numero degli
alla base del celeberrimo Campanile di Val alpinisti che ne avrebbero dovuto saltua.
Montanaia con la inaugurazione e conse- riamente far uso, della massima coibenza
gna del bivacco Perugini alle Sezioni del al calore, di una continuata ventilazione
C.A. I. : Società Alpina delle Giulie e Asso- con eliminazione di spiacevoli flu ssi di aria
ciazione XXX Ottobre. A celebrazione del fredda, di garanzia statica di fronte alla
centenario la Sezione di Monza ne ha dedi- pressione del vento e della ne"e e della co-
cato uno ad Andrea Oggioni in Val di Ge- struzione delle singole parti in modo di es-
nova sere intercambiabili. Si concluse, dopo di-
li buon seme gettato dall'Accademico versi studi e tentativi, che il bivacco a no-
nel lontano dicembre dcl 19-23 ha dunque "e posti era quello che dava, compatibil-

709
mente alle nuove richieste e con buona li-
bertà di movimenti interni, la possibilità --;·
del massimo sfrutt amento dello spazio.
• J>er contenere più facilmente la pres-
sione della neve e per non creare angoli (che
maggiormen te sono esposti all'azione dcl
vento) - scriveva Apollonio - si è man-
tenuta la fonna cu rva del tetto dcl bivacco,
ma elittica, anziché a semicerchio: forma
che permette un maggiore sfruttamento
dello spazio. Difatti a pari altezza nel cen-
tro del bivacco, si sono potut i introdurre
tre posti in più, con un aumento quindi del Bivoccol\fanzi.
50% dei posti, rispetto al bivacco ad arco
semicircolare.
e Esso ha le seguenti dimensioni princi- nel centro, ove maggiore è l'usu ra e di 20
pali : altezza interna al centro m 2,29; lar- millimetri sui fì anchi ove l'usura è molto
ghezza interna metri 2, lO; profondità in ter- minore.
na metri 2,63; largheu.a esterna metri 2,28; e Questi rivestimen ti a incastro, fennati
profondità esterna metri 2,81; superficie in- con viti, danno una perfetta sba<lacchiatu-
terna metri quadrati 5,50; cubatura esterna ra e solidità ai telai, in modo da garantire
metri cubi 15,15. la resistenza a qualsiasi sfor1.o che potesse
e La stmttura statica dcl bivacco è for- essere esercitato su di loro, quindi, l'elimi-
mata da cinque telai costituiti da montanti nazione dei rinforzi, a tutto vantaggio del
nelle testate. Questi montanti sono sbadac- costo e dcl peso.
chiali da · traversi longitudinali. T traversi e l i vano, fonnato fra le due pareli, è
sui fìanchi sono posti ad altezza adeguata riempito con materiale isolante imputresci-
per potervi fìssare le cern iere delle reti ribal. bile, che può essere costituito da pulla di
tabili, cern iere che vanno soggette a sforz i riso, lana d i vetro, fìbra d'amianto, fogli
piuttosto accentuati. Su questa intelaiatura, sottili di alluminio (isolamento per rifra-
tutta in larice, sono fermate con viti (e· zione), oppure anche sughero a trattamento
sclusi i ch iodi) le tavole fonnanti la parete speciale ti po e Espanso ». In questa man ie-
interna e quella esterna. Esse, pure in larice, ra si oltiene un'ottima isolazione già spe ri-
poste in senso longitudinale, sono di e- mentata sul bivacco campione.
guale larghezza e hanno l'incastro a linguet- e li bivacco è posto libero su piccoli
ta in modo da permettere dilatazioni senza blocchi di calcestruzzo che hanno la forma
fonnare fessure. Le tavole interne hanno appuntita per ridurre al massimo la superfi-
lo spessore di 13 millimetri e sono spalmate cie d'appoggio della lamiera e così imped i-
con olio di lino e mordente, mentre le tavo- re che questa si guast i; per maggior precau-
le esterne hanno lo spessore d i 20 millime- zione, nella superficie dei blocch i sono for-
tri e non sono spalmate, inquantoché saran- mati dei canaletti per lo scolo dell'acqua.
no ricoperte con lamiera zincata. Il rivesti- e Col bivacco così sollevato, la neve che
mento interno, pure in larice, formante pa- può fonnarsi tra il fondo del bivacco e la
vimento, è costituito da tavole con incastro roccia, può essere asportata dal vento, e
a linguetta, con spessore di 28 millimetri comunque sciogliersi durante l'estate. Pog·

710
giando invece il bivacco su di un muro di bivacco, si è preveduto alla rispettiva venti-
cinta (come nel passato), succede che la lazione che, per non disturbare, deve essere
neve soffiata dal vento passando anche at- <."Ontinua e lenta, in modo da evitar.e flussi
traverso i minimi interstizi viene a essere di aria fredda.
impriglonata sotto il fondo, con impossibi- e Nella parte bassa della porta inferiore
lità di venire asportata dal vento stesso o si è applicato un foro rettangolare; esso
sciolta. Essa fom1a un dannoso refrigeraJJ- continua a me7.ZO di una scatola in legno
te per l'interno del bivacco ed è anche fon- lungo la parete interna della porta. In fon-
te di umidità continua, che non fa certo be- do e sulla volta del bivacco si è applicato
ne alla lamiera e alle strutture. un tubo di lamiera zincata, coperto da
e Per maggior sicu rezza, il bivacco è an- adatto cappellotto per impedire l'entrata di
corato alla roccia a mezzo di tre tiranti a acqua o di neve. Per aumentare la velocità
lama (due sulle testate ed uno nel centro), d'uscita delraria, la superficie d'uscita della
che passando attraverso i blocchi di cemen- stessa dal cappellotto è circa di un terzo
tò, vengono fissati nella roccia. inferiore a quella d'entrata, applicata nella
e Le pareti esterne, compreso il fondo, porta. Il tubo d'uscita infine è munito di
sono tutte rivestite in lamiera zincata da una saracinesca a farfalla per regolare o
5/10 millimetri. Per la messa in opera di chiudere la ventilazione.
questa sono adottati tutti gli accorgimenti e Questa avviene nella seguente manie-
possibili (chiodi speciali tutti coperti dalla ra: l'aria entra dal foro della porta (nel caso
lamiera stessa pe r impedire fìltrazioni e che quesla sia innevata basterà smuoverla
ruggine), onde evitare che il vento possa un pochino, se non si ritiene di liberarla
asportarla o possa provocare rumori noiosi. con la pala appesa alla parete esterna, in
e Per facilitare l'entrata nel bivacco, i1el modo da creare un distacco fra la neve e la
caso che ci fosse parecchia neve, la porta porta sufficiente per il passaggio dell'aria),
è divisa a metà in modo da poter eventual- penetra nella cassetta funzionante da ca-
mente aprire ed entrare dalla parte supe- mino, lambisce, riscaldandosi, la parete in-
riore. Questa è formata da due catenacci terna della porta, attraversa il bivacco e
interni. Per facilitare la chiusura, questi lambendo le pareti dell'angolo sotto il tubo
catenacci hanno la guaina a forma di cono. di uscila, esce dal cappellotto dianzi accen-
Per la chiusura, occorrerà fermare prima nato.
Ja parie inferiore, poi quella superiore. e In questo angolo sono applicate delle
e Sopra la porla è applicata una finestra mensole per apporvi eventuali indumenti
a doppio vetro, apribile a ribalta verso l'in- bagnati, perché l'aria già riscaldata, salen·
terno. I rispettivi scuri sono apribili verso do, possa più facilmen te asciugarli.
l'esterno. Sia la porta, che la finestra con e Le disposizion i interne sono fatte in
scuri, sono eseguiti a doppia battuta con maniera da sfruttare lo spazio in modo ra-
gola formante depressione, per impedire in zionale e al massimo possibile, tenuta anche
modo assoluto l'entrata del vento. La porta in giusto e debito conto la ricerca di un
non sarà munita di chiavi. Ognuno che ver- minimo di comodità. Le nove cuccette a
rà a trovarsi a queste altezze potrà entrare. rete metallica saranno disposte a tre a tre
Ognuno che quassl1 entrerà vorrà e saprà sui fianchi e tre sul fondo del bivacco. Le
rispettare questi nidi fra le rocce, fatti con reti sul fondo sono fìsse, essendo fermate
tanto amore, con tanta cura. col fianco anteriore alle pareti del bivacco
e Data la piccola cuhatura interna dcl stesso; esse servono molto bene come ca-

711
tene contrastanti la spinta orizzontale del- tallo per appendervi indumenti.
l'arco del letto. Le sei reti sui fianch i, in- e Ove appena è stato possibile, a fìanco
vece, sono ribaltabili in modo che, a reti di ogni cuccetta sono state poste piccole
tutte sollevate, lo spazio interno a disposi- mensole.
zione sia allargato a metri J,90. e Per la posa del bivacco si è tenu to con-
e La cuccetta più bassa, d i fondo, è po- to di due fattori basi lari: l'elevata alt itudine
sta ad una altezza tale, che sotto la stessa e zona impervia ove generalmente viene
possono essere posti i sacchi, le scarpe, i posto il bivacco; difficoltà e costo dei tra-
ramponi, la piccozza, ecc. Sotto le due cuc- sporti fatti in gran parte a spalla d'uomo.
cette più basse, sui fianchi , invece sono e Per queste circostanze è necessario che
fissate a cerniera due panche con piedi pure il montaggio dcl bivacco possa essere fatto
ribaltabili, in modo che, alzando le cuc- nel più breve tempo possibile e che il tra-
cette, cascano giù le panche i cui piedi van- sporto possa awenire nel modo pili comodo
no automaticamente a fermarsi in tappi a possibile. Per corrispondere a queste esi-
baionetta fissati sul pavimento. Sotto la genze il bivacco viene composto in can tiere
cuccetta media, di fondo, è fìssato il tavolo a valle. Quasi tutte le sue parti vengono
Anche questo è ribaltabile su se stesso e a eseguite in maniera eia poter essere in ter-
mezzo di ferri sagomati può essere sospinto cambiabili, in modo che un pezzo con una
sotto la cuccetta in modo da scomparire data fun zione possa sostituire un'altra con
completamente. Viceversa può essere tirato la medesima funzione. Questo ha grande
fuori da sotto la cuccetta, pure secondo importanza per la sveltezza del montaggio
richiesta, sino alla massima lunghezza di sul posto, montaggio che altrimenti potreb-
metri 1,30. be anche essere sospeso per mancanza di
e Nel centro delle due superfici risultan- qualche pezzo non ancora trasportato per
ti del tavolo sono poste due lamiere di zinco errore, oppure smarrito durante il trasporto.
sulle quali gli alpinisti dovranno porre la Da questa intercambiabilità deriva anche
cucinetta e Primus > e con ciò evitare che che i singoli pezzi hanno le medesime di-
la stessa possa rovinare il legno. mensioni. l i bivacco dopo essere stato con-
e Per la costruzione di questi dispositi\•i trassegnato o numerato nei pezzi non inter-
si è tenuto in adeguato conto che chi li cambiabili, viene smontato, raccolto in fa-
adopera sia per temperamento, sia anche sci del peso corrispondente alle difficoltà
per lo stato psico-fisico nel quale può tro- di trasporto, da effettuare nell'epoca rite-
varsi entrando nel bivacco, non vuol sa- nuta pili opportuna. Predisponendo il la-
perne cli complicazioni. voro in questa maniera il montaggio del
e Essi perciò sono eseguiti solidamente, bivacco sul posto (compreso il tempo medio
della maggiore automaticità e semplicità per la formaz ione del piazzale di posa), può
possibile. Con la loro applicazione si è po- richiedere circa 360 ore lavorative, corri-
tuto ottenere un razionale e massi mo sfrut- spondenti in med ia, tenendo conto di gior-
tamento dello spazio, e questo può essere a nate di cattivo tempo, al lavoro di d ue
disposizione secondo rich iesta e momento uomini per il periodo di circa 22 giornate.
d'impiego. e Il peso totale del bivacco Apollon io da
e Nel centro del bivacco, appesa al sof- trasportarsi da valle, compreso l'arreda-
fitto in maniera da non ostacolare laccesso mento è di: bivacco kg 1664, arredamento
alle cuccette, è posta una mensola. Sotto la kg 402, totale kg 2066. La sabbia (circa
stessa sono attaccate tre stanghette di me- 360 kg) per la formazione dei blocchetti

712
d'appoggio è da cercarsi possibilmente in ore 80; carpentiere ore 200, lattoniere ore
punti pili vicini al posto di posa dcl bivac- 80; totale ore 360;
co. 11 peso totale dei materiali da traspor- f) imprevisti e spese generali 15% arro-
tarsi, compreso la sabbia e il cemento, è tondato;
quindi di; bivacco kg 2066, cemento e g) arredamento completo (9 reti me-
sabbia kg 410; totale kg 2476, corrispon- talliche, 9 materassi, 9 cuscini, 36 cope rte
denti a kg 20"2 per metro cubo di volume di lana, un badile, una scopa, un fornello
utile (interno) dcl bivacco e a kg 275 per e Primus •, un estintore a secco, un secchio
cuccetta. in lamiera zincata, utensili da cucina e sto-
e Se, poi, teniamo conto che il peso del \"iglie per IO persone);
materiale trasportato da valle per la costru- li) trasporto dell'arredamento;
zione cli un rifugio normale in muratura i) imprevisti e spese generali 15% arro-
(pietra sul posto e sabbia nelle vicinanze) tondato • ·
è in media di kg 176 per metro cubo di Dopo aver fatto confronti di pre7.zO con
vblume utile e di kg 1500 per cuccetta, rile- i rifugi, l'ing. Apollonio e dimostra che nel-
viamo subito quanto grande sia il vantag- la costruzione dci bivacchi ci si avvicina
gio agli effetti dei trasporti, eseguendo un quasi al perfetto equilibrio economico; cioè
bivacco anziché un rifugio. E questo per- si aumenta il costo per mc netto a tutto
ché la differenza di peso (per il bivacco) \·antaggio dcl costo per cuccetta. Quando
fra cuccetta e metri cubi utili (k~ 275 - si riuscisse a ottenere il costo per mc netto
kg 20-2 = kg 73) è molto inferiore di quella vari al costo per cuccetta (salvaguardando
pe r i rifugi normali (kg 1500 - kg l 76 = ben inteso le caratteristiche statiche e di
kg 1324). Per il bivacco ci avviciniamo comodità) si otterrebbe il perfetto equili-
quindi in modo molto maggiore, a quello brio tecnico-cronomico, cioè il modo pili
equilibrio tecnico-economico di cui si dirà razionale di costruire. Infine - osserva -
in seguito. che il costo cli manutenzione di un bivacco
e Essendo il costo dcl bivacco in gran è quasi nullo rispetto a quello di un rifugio.
parte in funzione dei trasporli cl1e possono e Dunque, la costruzione di un bivacco
variare enormemente da posto a posto, non rispetto a quella di un rifugio, risulta enor-
è possibile dare un costo preciso dci bi- memente più celere, più facile, meno co-
vacchi, però esso può essere dedotto di stosa, sia in senso relativo che assoluto.
volta in volta dai seguenti clementi: e Però per un senso di serenità e serietà
a) costo del bivacco in fabbrica , im- che deve regnare nel campo alpinistico ag-
ballato in 40 colli compreso preparazione giungo che, per quanto allettati da queste
delle lamiere di rh•estimcnto per pronto e conclusioni, bisogna stare bene attel'lli di
facile montaggio in posto, senza arreda- non costruire un bivacco ove per altre con-
mento, L. X; siderazioni sia più opportuno costruire un
b) cemento kg; rifugio.
e) sabbia più vicina possibile al poslo e Non bisogna dimenticare infine che il
dcl bivacco mc 0,200; bivacco non rende e che il rifugio invece
cf) costo del trasporto dal cantiere a deve rende re per mantenere se stesso e il
valle fino al posto di piazzamento (senza bivacco. Con giusti e ponderati criteri di
arredamento) compreso cemento e sabbia selezione, bisogna tendere verso questo
in kg 2074; equilibrio, se non vogliamo continuare a
e) messa in opera sul posto: mmatore \'edere i nostri rifugi andare in graduale

713
deperimento per la mancanza dei mezzi
necessari a sopperire al costo di manuten-
zione che è piultosto elevato•.

LE CUEirnE E I lllFUCI

Sia la prima guerra mondiale, sia la


seconda hanno inciso profondame nte nella
.:.ituazione dei rifugi alpini; la prima con
l'apporto dei rifugi delle nuove provincie,
la seconda con le distruzioni per rappre-
Rifugio Pcracitivol.
saglia.

Nell'ottobre 1916 la Sede centrale del al di là dcl confine o a sezioni aventi sede
C.A.L interessava l'Autorità militare perché nelle zone annesse, e così pure senza distin-
i rifugi alpini esistenti nelle regioni che in zione fra i rifugi che sorgono su terreno
base al Trattato di Londra dovevano essere appartenen te al demanio dello Stato, op-
annesse all"Italia, diventassero proprietà del pure che siano costruiti su suolo debita-
Club Alpino Italiano e a tale scopo veniva mente intestato ai proprietari dei rifugi
presentato al Presidente del Consiglio dci stessi;
Ministri e ai Ministri della Guerra e degli 2) l'avocazione allo Stato dei suddetti
Esteri un accurato memoriale che esponeva rifugi, siano essi sem plici capanne o rifugi
chiaramente la situazione e chiudeva con o albergo, venga nelle trattative di pace
le seguen ti richieste: fatta oggetto di fonnale stipulazione con il
1) la proprietà dci rifugi , esistenti entro nemico, a cui carico dovrà essere esclusi-
il nuovo confine politico e appartenenti a vamente posto il pagamento delle indennità
società straniere al momento della dichia- di esproprio, cvcntualmentC> spettanti ai
razione di guerra, do\rcva essere avocata singoli enti, proprietari dei rifugi;
a\lo Stato, senza tenere validi even tuali in- 3) infìne, i rifugi in tal modo a<.-quisiti,
sidiosi trapassi in capo a terzi e senza di- siano affidati al Club Alpino Italiano, affìn-
stinguere tra rifugi appartenenti a sezioni ché a sua volta li assegni alle singole sue
sezioni, tenuto conto degli interessi parti-
colari di ognuna, seguendo le disposizioni
che verranno a suo tempo emanate dallo
Stato.
La Commissione centrale per i rifugi
alpini delle nuove provincie, in una sua
pubblicazione del 1924, rilevava che l'inte-
ressante memoriale non raggiunse però il
risultato che il C.A.1. si era ripromesso di
ottenere che dei rifugi si facesse speciale
menzione nei trattati di pace, conclusi con
le nazioni ex-nemiche.
ID/uglc Pllgf.lri. Nel 1919 il Club Alpino Italiano, con·

714
I rifugi ex austro-tedeschi uscivano dal-
la guerra assai menomati nella loro efficien-
za. Alcuni dei migliori (Schaubach, Hoch-
joch, Hallesche, Ferd inandshoehe, Drcizin-
nen, Bamberger, Contrin) erano stati di-
strutti dalle artiglierie; altri (Zufallhuette,
Franzenshoehe, Berghuette, Payer, Taba-
retta, Egererhuette, ecc.) seriamente dan-
neggiati; altri infine, presidiati dalle truppe
austro-ungariche, devastati durante la riti-
rata (e fra questi figuravano alcuni dei mi-
gliori, quali il Regensbu rgerhuette, il Sella,
Rifugio Fom cf Humour. il Langkofelhuette, il Puez, il Pisciadù, il
Fuerterlmette, il Lenkjoechl, ecc.). Oltre
sùtando che i Trattati di Versaglia e di ai danneggiamenti subiti i rifugi avevano
San Germano non contemplavano in modo perso per l'interruzione dell'esercizio gran
esplicito il trapasso dci rifugi alpini, rin- parte della loro clien tela e perciò la rina-
novò le sue richieste ai Ministri della Guer- scita di questo importante patrimonio ap-
ra e degli Esteri, sostenendo che per l'arti- pariva assai problematica.
colo 249 del Trattato con l'Austria e per Nella primavera del 1919 nessuna deci-
l'art. 2ITT dcl Trattato con la Germania, era sione era ancora stata presa in merito alle
data piena facoltà allo Stato Italiano di far richieste del Club Alpino, che pure ave-
propri i beni dei sudditi tedeschi e austria- vano carattere d'urgenza: l'Autorità mili-
ci, fossero privati cittadini, enti o società, tare ritenne perciò opportuno intervenire
anche se esistenti nei territori annessi. a salvaguardare la conservazione di ·quan-
Nel contempo il C.A.L rammentava co- to ancora c'era di buono nei rifugi, facen-
me a nulla giovasse l'invocare l'art. 267 del doli presidiare dalle truppe.
Trattato di San Germano, che escludeva Alle citate richieste dcl C.A.T. per otte-
rapplicazione dell'art. 249 pe r i beni degli nere la cessione in consegna dei rifugi, si
ex-nemici, divenuti cittadini italiani, poiché aggiunsero nell'agosto 1919 analoghe pro-
i rifugi in questione erano tutti di enti tede- poste fatte dall'allora Governatorato civile
schi e austriaci anche se apparentemente
ciò non sembrava.
La richiesta del C.A.I. conchiudeva in-
fìne con un invito al Ministero della Guerra
tendente a ottenere, in attesa della defini-
zione giu ridica della proprietà, la consegna
al C.A.l. di tutti i rifugi alpini come atto
preparatorio alla loro defìnitiva assegna-
zione.
Qualora le richieste del C.A. 1. fossero
state accolte, la Sede centrale avrebbe
provveduto aJla costituzione di un Consor-
zio fra le maggiori sezioni per la soluzione ......... ~ ..
dell'importante problema. m/ui,oio Q!•/,.1ino Sella.

715
a risolvere, sia pure in via provvisoria la
questione: tralasciare d'insistere presso le
Autorità centrali, per fare invece proposte
alle Autorità locali direttamente interessate.
Nei contalli avuti con le locali Autorità
civili e militari del rappresentante dcli' E.
N.J.T. così concludeva:
1) poiché il passaggio di proprietà in
conto riparazioni o al trimenti maturerà in-
sieme alla pili ampia questione generale
dei risarcimenti, non è possibile pensare
per il momento ad una definitiva sistema-
Ri/ugiQ\V, ]ert>U. zione della questione rifugi;
2) poiché urge soprattutto poter supe-
di Trento, ma purtroppo le decisioni tanto rare la stagione attuale e l'invernale pros-
invocate da ogni parte non vennero. sima senza ulteriori saccheggi, e senza ulte-
Nel frattempo, l'iniziata smobilitazione riori deterioramenti degli stabili dei rifugi,
e il conseguente congedamento di classi, la sarebbe desiderabile aprire in qualche mo-
riduzione e lo scioglimento delle unità che do al servizio il maggior numero dei rifugi
in un primo tempo occu pavano l'Alto Adi- ora chiusi, e soggetti malgrado la sorve-
ge, costrinsero l'Autorità militare a togliere glianza volanle di pattuglie militari, a con-
le truppe che presidiavano i rifugi e sosti- tinue devastazioni e depredazioni.
tuirle con una sorveglianza a mezzo di pat- Perciò, senza pregiudizio della defìni-
tuglie, frequenti in un primo tempo, e più tiva sistemazione e assegnazione dei rifugi,
rare poi, che avrebbero dovuto mantenere occorrerebbe provvedere :
l'integrità'. I risultati di tale sorveglianza a) alla consegna provvisoria di tutti i
non furono però molto fruttuosi e si dovette rifugi già di sezioni di oltre con fin e del
così assistere ad una fioritura di furti, di D.Oe.A.V. a singoli privati, albergatori o
vandalismi e devastazioni. guide, i quali si assumono piena responsa-
Nel maggio 1920 il C.A.l., vivamen te bilità relativamente all'esercizio, manuten-
preoccupato della soluzione del problema, zione, sorveglianza invernale ecc.;
chiedeva all'Ente Nazionale Industrie Turi- b) a cedere, pure in provvisoria con-
stiche, di voler dare la sua collaborazione
per la definizione delle pratiche tuttora in
corso. All'uopo un incaricato dell'E.N.I.T.,
conoscitore della questione, verso la metà
di giugno, prendeva contatti con l'allora
Commissariato Militare e Civile di Tren to
(che aveva poteri su tutta la Venezia Tri-
dentina), e con il Comando del VII rag-
gruppamento alpino di Bolzano {al quale
era deferita la sorveglianza di tutti i rifugi
del l'Alto Adige).
L'E.N.LT., e per esso il suo rappresen-
tante, aveva un progetto proprio, tendente Rifugio Vittorio Emanuele li (nuooo).

716
mente, agli effetti della sistemazione difen-
siva.
Da tale studio, elaborato da competenti
e va lent i ufficia li di Stato Maggiore, emerse
che rivestivano carattere di speciale impor-
tanza mil itare ben 37 rifugi, di cui: 28 di
sezioni estere dcl D.Oe.A.V.; 8 privati e
!erariale.
li Ministero della Guerra, esaminato ta-
le stud io, dava il suo nulla osta a che i ri-
fugi non aventi importanza militare potes-
sero sistemarsi nel senso indicato dalla
111/uglo Vil/C>rio E111a11uele Il ( vecd1la). E.N. I.T., previa quella ossen•anza di par-
ticolari condizioni che avesse ritenuto op-
segna alle locali sezioni del D.Oe.A.V. i portuno il Commissariato Generale Civile
rifugi già loro pertinenti e di loro proprietà, pe r la Venezia Tridentina.
ora sotto sequestro dell'Autorità militare; Con disposizione del luglio 1920, detto
e) a restituire i rifugi di proprietà pri- Comm issariato stabiliva che i rifugi di pro-
vata ai singoli proprietari, i quali avevano prietà di privati e quelli già di proprietà
ottenuto tutti, nel frattempo, la cittadinan- di sezioni locali dcl O.Oc.A.V. non aventi
za italiana. importanza militare, che con l'iniziata sta-
Le proposte del rappresentante dell'E. gione estiva erano stati aperti al servizio
N. l.T. trovarono consenziente il Commis- pubblico, pur senza una precisa autorizza-
sariato generale civile per la Venezia Tri- zione, fossero lasciati aperti ove le persone
dentina; ma ragioni ù'imlulc 111ilila1 e si a ciò incaricate fossero state e avessero of-
opponevano ad una simile soluzione, attesa ferte le necessarie garanzie.
la particolare situazione topografica di ta- Con i provvedimenti preaccennati, di
luni rifugi. assoluta provvisorietà, non veniva però af-
Il ~'l inistero della Guerra venuto a cono- fronta ta a tutto l'anno 1920 la soluzione de-
scenza del provvedimento che stava per at- finitiva della q uestione dci rifugi delle nuo·
tuarsi, non ritenne infatt i di darvi la sua a- ve provincie.
desione, per cui il progetto dell'E.N.I.T. La costituzione del Consorzio fra le
veniva subito e definitivamente sepolto.
Tale iniziativa, servi però a ravvivare la
questione alquanto sopila, poiché, conten-
poranemnenle al veto posto per l'attuazio-
ne del progetto E.N.I.T., il Ministero della
Guerra ordi nava all'Autorità militare di
provvedere a un accurato riesame della que-
stione rifugi, riferendo in merito alla si-
stemazione difensiva della regione, indi-
cando quali di essi, in base alla loro ubi-
cazione, avevano carattere speciale di im-
portanza militare e quali potC\•ano ritener-
si non interessanti, almeno momentanea- Rifugio Margherita al Rultor.

717
maggiori scz.ioni del C.A.I. della quale
tratlava il Presidente del sodalizio nella re-
lazione che accompagnava il bilancio del
1919, rimase purtroppo solo allo studio, in
conseguenza anche delle mancate decisio-
ni ministeriali, tanto attese e tanto invocate.
Ai primi del Hf21 si costituì invece una
Commissione, emanazione della Sede Cen-
trale, con sede presso la sezione di Milano,
che, presieduta dal Vice·presidente gene-
rale avv. prof. Eliseo Porro aveva il preciso
programma di giungere a ogni costo e il più
rapidamente possibi le a una soluzione che •Rifugio E/1$0b61t11 Soldini.
ponesse fi ne al continuo deperire di un così
vasto patrimonio alpinislico. La Commissio- gi al C.A.I ., assegnava all'Autorità mil itare
ne ai primi di febbraio del 1921 si recava a una somma per la riattazionc di q uei rifugi
Homa, conferiva con il Min istro della Guer- che avevano speciale importanza mil itare :
ra, presentandogli un nuovo memoriale, rei- quasi tult i quelli occupati dalla Guardia di
terando le precedenti richieste dcl C.A.l. e Finanza
ponendo in chiara luce la necessità e l'ur- Hisolta così, sia pure in via provvisoria
genza d i un provvedimento nei riguardi dei la questione che si riferiva ai rifugi di pro-
rifugi alpini delle nuove provincie. prietà di sezioni di sodalizi esteri, rimaneva
l i Ministro della Guerra, di fro nte alle pur sempre da prendersi una decisione nei
precise richieste dalla Commissione, acco- riguardi di quelli già di sezion i locali e di
glieva senz'altro la proposta fattagli e, con privati.
suo Decreto del 14 febbraio 19'21, dispone- l'er questi intervenne un provvedimento
va che tutti i rifugi, già di proprietà di se- del Commissariato Generale Civile d i Tren-
zioni estere del O.Oc.A.V. e di altri sodalizi to, in data 11giugno1921 , con il quale ve-
esteri, fossero ceduti in consegna al Club niva disposto che, senza pregiudizio dei di-
Alpino Italiano, sia pure senza pregiudizio ritti di proprietà riservati allo Stato Jtalia-
della delìnitiva assegnazione dei rifugi stes- no, in base ai trattat i di pace e in considera-
si, in base alle conclusion i cui sarebbero zione della necessità di sistemare, sia pure
giunte le trattative in corso, a termini del in via provvisoria la questione dei rifugi al-
Trattato di pace. pini, l'Autorità militare locale provvedesse:
Per tal modo, ai primi di aprile del 19'21, a) all a consegna ai già proprietari, ora
venivano iniziate dall'Autorità militare le cittadini ita liani, dci ri fugi d i proprietà
consegne al C.A. I. di tutti i rifugi contem- privata;
plati nella not a del Ministero della Guerra, b) alla provvisoria consegna a incari-
ad eccezione di alcuni che, per la loro spe· cati benevisi dei rifugi già di proprietà di
ciale ubicazione, furono poi ceduti alla sezioni locali dcl O.Oc.A.V. Conchiudeva
Guardia di F inanza per l'istituzione di di- quind i il decreto dcl Commissariato Gene·
staccamenti in funzione dello speciale ser- rale Civile : • Gli incaricati per l esercizio
vizio del corpo. e la custodia di questi ult imi, potranno esse-
11 Ministero della Guerra, contempora- re anche membri delle cosidette Alpenve·
neamente all'alto della consegna dei rifu- rein, ma in tal caso non come rappreseotan-

718
provincie affermazione a cui il C.A.l non
volle venir meno a nessun oosto.
La Commissione dcl C.A.l, delegata al-
la riorganizzazione dei rifugi, non si sgo-
mentò di fronte alla vastità dcl problema.
Furono immediatamente presi in esame die-
ci rifugi albergh i e riordinati alla meglio per
fonziona re nell'anno 1921 : Altissima, Simi·
laun, Payer, Vertana, Passo Poma, Cisles,
Coronelle, Passo Principe, Forcella di Ne·
ves, Vaiolet.
Questo fu il primo passo del C.A.L Ma
Rifugio 1'ori110 ( nuO<lO), 1i.bl10 do1w la cootmzioroc. fu un passo affrettato compiuto sotto la
preoccupazione dell'imminenza della sta-
ti · delle Alpenvcre;n stesse, che questo gione estiva; la ristrettezza del tempo e dei
Commissariato non ha mai riconosciuto e mezzi, impedirono un riordinamento con
non riconosce, ma come incaricati e fiducia· la cura desiderata.
ri dell'Autorità, alla quale rispondono direl- li Club Alpino Italiano, col giusto meri·
tarne nlc e dovranno in ogni caso restituire to d'aver ridato vita ai dieci rifugi sopra in·
i rifugi stessi a ogni richiesta ». dicati, poteva pure vantare il merito di ave-
Pertanto, con rattuazione dei provvedi- re impostata e avviata la soluzione dell'im-
menti ciel ~ l inistero della Guerra e del portante problema. Difatti l'esercizio dei
Commissariato Generale Civile, i rifugi alla menzionati dieci rifugi di sezioni estere, re-
fine del 1921 risultavano così assegnati : se possibile l'esercizio di numerosi altri rifu-
1) rifugi già di sezion i estere d i sociali· gi per opera d i p rivat i e di sezioni di sociali.
zi esteri : al C.A. I. ad eccezione cli quelli zi alpinistici locali; quali il Sella, il i\fonte
presidiati dalla Guardia di Finanza; Pez, il Como del Renon di sopra e di sotto,
2) i rifugi di proprietà di privati resti- la Casa Tre vie, l"Oltr'Adige, il Plose, il
tuiti ai già proprietari divenuti cittadini i· Pian de Corones, il Monte Cavallo, il Cima
taliani; Fiammante, il Cima I vigna, ccc. ccc.
3) i rifugi già di sezioni locali del Passata così la stagione estiva 19'21, il
D.Oe.A.V. e di altre associazioni, in provvi- Club Alpino Italiano poteva con la disponi·
soria consegna ai fiduciari benevisì. bilità di tempo necessaria, preparare un più
Come già è stato detto, le incertezze per completo programma per la stagione del
una qualsiasi assegnazione, sia pure provvi· 19-22.
soria, portarono conseguenze gravissime 11 nome dcl C.A.I. non doveva essere
nella consistenza dei rifugi, giacché la man- meno apprezzato di quanto lo erano stati
canza di un preciso proprietario, invogliò, i sodalizi stranieri affini nelle nuove provin·
dentro e fuori confine, ad asportare quan- cie. Era. pertanto necessario che l'opera
to di buono trovavnsi ancora 11egli edifici. fosse intrapresa con la massima serietà e
L'opera di riordinamento si presentava che ai nobili propositi seguissero altrettan-
perciò, per il C.A.I. , gigan tesca ed impari te opere concrete.
alla sua potenzialità finanziaria. La Commissione informò difatti la sua
Si trattava però di affermare il princi- iniziativa a tale concetto e la stagione esti-
pio della italianità sui rifugi delle nuove va del 1922 vedeva ben ventidue rifugi a-

719
perti al pubblico con inappuntabile ser.•izio
oltre a sei senza servizio con tinuativo.
I lavori di riattamento eseguiti nei detti
rifugi fu rono assai vasti, sia per la parte
immobiliare, sia per \'arredamento. Negli
stabili furono rinnovati quasi totalmente
gli infìssi, parte dei pavimenti o dei soffitti ,
rifatti gli imbianchi, rimessi tutti i vetri, ver-
niciate a nuovo le serramen ta, ricollocate
le: cuci11c et.'tmomichc, riordinati i tetti, ca-
nali di gronda, tubazioni pe r la conduttura
dell'acqua, ecc. Cli arredamenti furono ri- Rifugio Città ili \l/gei;a1w.
messi a nuovo, riordinato il mobilio (sedie,
tavoli, letti, specchi, ecc.), rifatte le dota- cui: in Alto Adige 13 e 4; nel Trentino 4
zion i di coperte, di biancheria, vasellame e 2; nel l'Ampezzano 3, nella Venezia Giu-
di cucina, stoviglie; collocati i regolamenti lia 4, e riavviando la ricostruzione del rifu-
rifugi in quattro lingue e le nitre tabelle del- gio Vedrette Giganti, Croda del Becco, Val
le norme da osservarsi nei rifugi. Martello e Serristori.
L'opera della Commissione con tinuò nel Fortunatamente il C.A.I., con lo spirito
1923 portando i rifugi con servizio d'alber- che lo ha sempre distinto, non si foss ilizzò
ghetto a 24 e a 6 quelli senza servizio di in forma lismi di procedura e non esitò a
impiegare la forte somma raccolta fra soci
generosi, oblatori e sostenitori, pur di far
rinascere quel prezioso patrimonio che do-
veva ineluttabilmen te un giorno diven tare
proprietà nazionale.
Per quanto riguarda i rifugi d i proprie-
tà di priva ti ex stranieri, divenuti poi citta-
di ni italiani, trattandosi di loro ben i patri-
moniali, non vi era alcun provvedimento da
prendere; rimaneva pertanto da risolvere
defìnitivamente soltanto la questione della
proprietà dei rifugi già di sezioni esistent i
dentro l'attuale confìne politico, di sodalizi
alpinistici stranieri per i quali nessuna di-
sposizione era stata presa dello Stato.
Difatti l'allora Commissariato Generale
· Civile per la Venezia Trident ina, con suo
decreto dcll'll giugno 19-21 , autorizzava.
come in precedenza esposto, l'Autorità Mi-
litare sequestrataria a cedere in provvisoria
consegna a fìduciari bene\'iSi i rifugi in que-
stione, anche a membri delle cosiddette Al-
penverein, sia pure non come delegati delle
Rlfugto Cnlfefll. Alpcnverein stesse.

WJ
Molte delle sezioni locali si erano frat- no, Brunico, Bressanone e Bolzano del
tanto costituite in Alpenverein locali (dodici C.A.I. nel modo seguente:
in tutto), come tali mantenevano il possesso a) alla sezione di Merano i rifugi: Ci.
dci rifugi di proprietà delle ex sezioni del ma Fiammante, Punta Cervina, Cima l vi-
D.Oe.A.V. gna, Lago Crat;
Era pertanto necessario addivenire a b) alla Sezione di Brunico i rifugi:
una definiti va sistemazione anche per quc· Pian di Corones, Monte Spico, Tre Cime
sti rifugi, e a ciò provvide un Decreto 3 di Lavaredo;
settembre 199...3 della Prefettura di Trento, e) alla Sezione di Bressanone i rifugi:
con il quale ven iva disposto: e Ogni So. Plose, Bressanone in Fana, Lago della Pau-
cietà, Club, Sezione di Turismo cost ituita sa e Vipiteno;
nella Provincia di Trento, che non rappre· cl) alla Sezione di Bolzano i rifugi:
senti una sezione ciel C.A. I., è sciolta. Sen· Monte Pez, Passo Sella, Ohr'Adige, Chiusa,
za pregiudizio dei diritti di ter..:i, i beni, sia Rascesa e Renon.
mbbili che immobili, in uso o in proprietà A ciascuna delle sezioni ven ne inoltre
dci ricordati Enti, vengono passati in am- tra~ferita la proprietà di tutto l'arredamen-
ministrazione al Club Alpi no Italiano, il to esistente nei rifugi e sedi sociali.
quale presenterà a questa prefettura op- Contemporaneamente il Decreto auto-
portune proposte>. rizzava le singole sezion i del C.A.l. a chie-
l)er tal modo il C.A.I. entrava in tem- dere la trascrizione del trasferimento nei
poraneo possesso anche dei rifugi d i questa pubblici registri.
ultima categoria (proprietà di se-...:ioni locali
di Enti esteri).
li C.A.l. presentava all'uopo nel dicem- ELENCO DEI RIFUG I
bre 1923 un memoriale, premettendo che
l'avvenuta costituzione nell'Alto Adige di D ELLE NUOVE PROVINCIE
quattro nuove sezioni del C.A.1. (Bolzano, PASSATI AL C.A.l.
~fo rano, Bressanone e Bmnico), consentiva
PA YER (Payerhuette) sulla cresta Tabaretta dell'Orll<"s,
ai giù membri delle società disciolte, ora SO· in conseJl'.na alla SeVone di Milano; già di pro-
ci di se-...:ioni del C.A.I., di poter continuare prielà derta Sezione di Praa;a del D.Oe.A.V.;
nel godimento di tutt i i benefi ci loro assi- BORLETII (Beri:llmette) al Como di Plaies, in oon-
segna alla s.nione d! Milaoo, a:ià di proprietà d.-lla
curati dalle rispettive società, particolar- S<nionc di AmbUf'iO dcl D.Oe.A.V.;
mente per i rifugi alpini già loro apparte- GIOCO ALTO (Hochjochhueite) situato sul Giogo
nenti, coll'aggi unta dei maggiori benefici alto dell'Ortles. distrutto, in COnsei;na al C.A.T. e
già della ~one di Berlino del D.Oe.A.V. r
derivanti dalla qualità di soci dcl C.A.I., CITIA' DI MILANO (Seha ubachhuette), alla testala
concludeva con la proposta di trapasso dei dcllavalled!Sold.1,devastato,ricostruitodalla
patrimoni alle neo sezioni, in relazione alla Sonlone di MiL1no; ii;ià dclti Sezione di Amburgo
dcl D.Oe.A.V.;
giu risdizione territoriale di ognu na di esse. SEllRISTORI (Duel>'SCldorfcrhuctl e) nclti Valle di
La Prefettura della Venezin Tridentina, Zay. in conscjl'.1lll alti S~ionc di Milar>O. aià della
con suo Decreto 24 gennaio 1924, N. 1242, SC?jonc di Ducsse\dorf dcl D.Oe.A.V.;
CORSI ("Zufallhuctte) alti testata delfa Val Ma rtello. '
accogliendo l'istanza della Pres idenza del ricostruito dalLi SeVone di Milano, già della Se-
C.A.I ., esplicitamente statu iva che i beni zione di DreMla dcl D.Oe.A.V.;
appartenenti alle società disciolte, in base CANZIAN I (lloechstcrhuettc) nelle vicinanze del Lago
al citato decreto 3 settembre H>-23, erano Venle,inC0115eKnaall1 S..zionedi Milano,!Pàdl'I·
la Se7jone di Hoechst dcl D.Oe.A.V.;
trasferiti in proprietà alle sezioni di Mera- PIO Xl (\VeUslniclhuctte) in Vallung:a, in consegna

72l
PUNTA CERVINA (lli rzerhucllc), n Malg.""I Cervina,
di proprietà della Sezione di Merano;
VALU.CA (Marburg:crhuctte), alla Forcella Vallaga,
in con$CJP1a alla Sezione di Bressanone, già della
$e7jonc di Marbur11 del O.Oc.A.V.;
CHIUSA (Kb usencrhuctte), al CamparL~ceio, di pro-
1>rietà dclL, Se7.ioncAll0Adi11c:
CORNO DI RENON (Rillnerhornhaus), sul la cima
omonim.i, di pro11rietà dclb Se.zione Alto Adii;t:c;
CITTA' DI MON"lA (\\'iencrhucttc), sulle pendici del
Gran Pilru.tro. in consc11n.1 alla Sezione di ~!on~,
già della Sezione di Vienna de! D.Oc.A.V.;
VIPITENO (Stcningcrhucttc), a settentrione dcl Pic-
co della Croce, di proprietà della Sezione di
Rifugi0Murg/1crilll. Bressanone;
BRESSANONE (llrixncrlmcttc), In Valles, <li proprietà
dcll~ S01.ionc di ll rcs:i;inonc;
albSc?;ioncdi Desio che lo ha ingrandito, già della
$c7Jone di Bru1idcbur110 dcl O.Oc.A.V.; PASSO PONTE DI G HI ACCIO (Edclmu thucttc), 21-
DIAZ (llocllcrhucttc) in Val di Ma7ja, in,;c1idiatosi e !'omonimo vnlico, In conse11na alla Sezione di
già appartenente a.Ila Sezione di Pra11a dcl O.Oc. Bressanone, 11ii\ della Snjonc Edelru11t del D.
A.V.; Oc.A.V.;
TASCA (Jfoilbronnerhucttc) sihmto al Colle Tasca, LACO DELLA PAUSA (Fri tzwaldhuett c), in prrusi-
distrutto da lm incendio, l!"ià della Sezione di mìtà dcl La110 ddla l'aus.~. della Sc.r.innc di llrcs.
Jleilbronn dcl D.Oc.A.V.: snnone;
ALTISS IM A {ora l'etrorca) al PllSSO Ccbto, i11 con· GIOVANNI PORRO (Chcrnnitzcrhuelle), al Passo di
segna alla Sc1JoneAlto Ad!11c, iià della Sezione di Nc>'es,inconsc1111aalla Sc7.io1wdi MiLino,giilld<l-
Stellino dcl O.Oc.A.V.; la Sezione di Cht'mnitz dcl O.Oc.A.V.;
PLAN (Zwid:auerhuette) al Nodo Bianco, tn consegna MONTE SPICO (Snnl.:Luhuctte), sul inontc omonimo,
alla $ezloneAhoAdi11"e, 11:iàdclla SezioncZwickau ablxuKlonato, dc!b Sezione di Brunico;
dcl O.Oc.A.V.; VITTORIO VENETO (Schwan:cnstcln), •I Sano :-lc-
Cl~IA DEL RE o DEL LAGO (Essenerhuctte), nella ro, in con,;eg1L1 alla Sezione di Vittorio Veneto.
Valle dd LD.110. ai piedi di ~ l onte Re, consegnato già della Sc7Jonc <li Lipsia dcl O.Oc.A.V.;
alla Sezione di Milano e distrutto da un incendio, O'ANNU?<.""Z IO (Ui.u.;;itzcrhuettc), sulla Vetta d'IL~lia.
già dell:Ì Se7.lonc di Essen dcl O.Oc.A.V.; :iblxmdonato, 11ià della Sezione di Lausitz del D.
CIMA FIAMMANTE (Lodnerhuct tc), alla conBucnot.~ Oc.A.V.;
dcl Rio di Fosse con il Rio di Tel, di proprietà GIOCO LUNGO (Lcnkjocchlcrhucuc), sul passo onw>
della Sezione di Merano; nimo, in con.Cli•>., all1 ~one di Brunico, (l:ià
CIMA LlBERA {Muelkrhuettc), in prossimità della della Sezione di Lipsia del O.Oc.A.V.;
&ssade!Prctc, inconsc11:n:i.allaSczioneA\toAdi- RO.\ IA (C.~sselerhucttc) alle Vedrette di R:es, in co,..
ie, già di proprietà della Sezione di Tcplitz Jcl segna alla Sezione di Rom.1, 11ià della Sezione di
O.Oc.A.V.; Casse! dcl I).Oc.A.V.;
C INO lllASI (&chcrhaus o Kaiserin Elisabeth), ~ul FOllCELLA VALFREDA {Fuerthcrhucttc), alla for-
culmine dcl Bicehcre, in consc11na alla Sezione di celL1 omonima, in COllSCJ1:11a alb Sezione di Brn·
Verona, &ià della Sezione di llannO>'Cr del D. nico, iià della Se7.ione di Fuerth del I).Oc.A.V.;
Oc.A.V.; TRE Cl~IE DI LAVAl\EDO (Dreizlnncnhuette), alla
VEDRETTA PIA NA (Crohrnannhucttc), alla testata Forcella di Tob!in, della Sezione di Brunico; di·
dclb Val 1Uda11na. in co11sc11na alb Sezione Alto stn100 e rlco.truito come rifo11:io Locntclli, della
Adige, aià della Sc;o;ione di Tcplit?. dcl O.Oc.A.V.; Sc?.ioncdiPndova;
Cl"ITA' DI CREMONA (Magdeburgcrhucttc), al l .a-- BIELLA (Egcrcrhuct1e), al piedi della Croda dcl
110 della Stun, in conse11na alb Sezione di Vipi- Becco, in conscl!"na alla Sezione d i Tre>'iso, già
teno, 11ià della Sezione di Magdeburgo dcl D. della Sezione di E11('r;
Oc.A.V.; PLAN DI CORONES (Kronplnt?Jmu,), al l'bn di Co-
CESA RE CALCIATI (Tribulaunhuctte), sulla riva del ro11es, <lclla Se1Jone <li ll run!co;
Laao di Sancs, in consca:na alla Sezione di Vipi· PLOSE (P!oschucttc), della Sezione di Bressanone;
teno, 11!à della Sezione di Magdeburgo del D. GENOVA (Schlucterhucttc), al l'aS90 l'orna, in consc-
Oc.A.V.; i:na alL1 Sezione d! Bressanone, 11ià delta Sezivne
PICCO IVIGNA (l&n11:erhucttc), sulle pendici occid~.,.. di Dresda dcl O.Oc.A.V.;
tali del Picco lviina, di proprietà della Sezio11c di PUE"".l (Puc7J> uctte), sull'alto11iano del Pucz, della Se-
Men no; zione di Boluno;

722
VA IOLET, delb Sezione S.A.T. del C.A.l., già di.olla
Sezione di Lipsia del O.De.A.V.;
RODA DI VAEL {Ostertaibuette) della Sezione S.
A.T. del C.A.I ., iil della Sezione di Nova dt>I
O.Oc.A.V.;
VALWN (Va llonhuette), nel (l;ruppo di Sella, ruderi,
già della Sezione di Rambcr(l;a del O.Oe.A. V.;
DA..\llANO CHIESA, sull"Alti.sshno di ~Ionie Baldo,
della Sezione S.A.T. del C.A.I.;
PROSPERO MARG ll ETTJ, sullo Stivo, d<'lla Sezione
S.A.T. dcl C.A. I.;
BONDONE, della Sedane S.A.T. dcl C.A.I.;
CESARE BATIISTI, 5ulb Pagml<'lb, della Sezione
S.A.T. del e.A.I.;
DODICI APOSTOLI, nel JVUppo di Brenta, della
Sezione S.A.T. dcl C.A. I.;
Rifugio Zo111bm1fe 7..appa. TOSA, alb iki<'<'a di Brenta, della Sezlo11c S.A.T. dcl
C.A.I.;
FlflENZE (Rcgensburgerhuette), ln C!sles, in con.segna T0~1MASO J>EOnO"JT I, o!b ~ di Brenta, dclb
alla Se7.iouc di Fircn1.e, già ddln Sezione di Re-- Sonione S.A.T. del C.A. I.
gensburg dcl O.Oc.A.V. QUINTINO SELLA, Di p!edl dcl Castelletto di Vallc-
RASCIESA (Raschoetzlmus) sui paseoli dell"A\pe di sinclb, della SC'Z!one S.A.T. del S.A. I.;
lfasces.i. delb1 Sezione di Uolwno; STOPPANI, al Pa5SO del Crostè, della Sezione S.A.T.
FRA NCO CAVA'l:f.A (l'isciadusooh uette), m consegna dcl e.A.I.;
alln Scziouc di Uoloana, aià della Sezione di PELLER, sul monte omonlmo, dclL1 Sezione S.A.T.
Ba1nbcra del D.Oe.A.V.; dclC.A.I.;
BOE (Bambcrgerh ucttc) sulle falde del Boè, delli CARE ALTO, in Val di Bo~(l;o, della Sc?.ione S.A.T.
S.A.T., aià delb Sezione di Ba111bcrg del O.Oc. dcl e.A.I.;
A.V.; • PHESANELLA in Val di Nanlis, tklb Sczio•><' S.A.T.
PASSO SELLA (Sellajochh.iw), al Passo Sella, della del C.A. I.;
Sezio11c di BoWmo; SEGANTINI, in Val d'An10L1, dclb Sttionc S.A.T.
VICENZA (Lnngl:ofclhuette), al S:wolungo, in coi,. dcl C.A.I.;
.'l('gna alb Sezione di \licenza, a:ià della Sezione OENZA, in Val di Stavel, dclb Sezione S.A'.T. ciel
di Vienna del O.Oe.A.V.; C.A.I.;
BOLZANO (Schlcmh ucttc), iul pbnoro del Monte CEVEDALE, in Val della Ma re, delb Sezione S.A.T.
J>cz. della Sezione di Bolumo; dcl C.A.I.;
BERGAMO (Gras\eitenhuclle), In Val Ciamin, in Cf'r>- DORICONI, alrAlpe Stenia! in val di Rabbi, della
seana alla Sezione di Jkra:,imo, già della Sezio11e Sezione S.A.T. dcl C.A.I.;
di Lipsia del O.Oc.A.V.; OTfONE URENTARI, presso il Lai::o di Cim:i d'A1!a,
ALEARDO FRONZA (Koclnerh uette), alle Coronellc, delb Sezione S.A.T. del C.A.J.;
in co115e11na alla Sezione di Ven;in.1, aià della Se- ROSETIA, sull'altopia110 delle Pale di San Martino,
-i:ione di Koeln del O.Oc.A.V.; delb Sezione S.A.T. dcl C.A.I.;
OLTRADIGE-ROE N (Ueberebcherhuette). sul versar,.
te orientale del Monte noeu, della Sezione di
Uolz:mo;
TUCKETI, in Vallesinclla, della $e7jone S.A.T. del
C.A.I., già de!b SC'Zione di Berli110 del O.Oc.A.V.;
~ ! ANDRONE, della S.i1Jonc S.A.T. dcl C.A.1., già
della Sezione di Lip~ia dcl O.Oc.A.V.;
VIOZ, sul monte omonimo, de\Li Sc1jono S.A.T. <ld
C.A.I., ioià delb Se1Jonc di llnllc dd IJ.Oc.A.V.;
TllEV ISO In Val C.~nali, in consegna alh Sezione di
T reviso, (l;ià dclb Sezione di Oresdo del O.Oc.A.V.;
PRAO IDALI (Pravitalilmcttc), rimesso a nuo\"o dalla
Sezione di Treviso, aià della Sezione di Drcsda del
O.De.A.V.:
ANTER~IOIA, al bao omonimo, della Sezione S.A.T.
del G.A.I., (l;ià dclb Sezione di Fassa del D.Oe.
A.V.; Rifugia Mllfi<>.Lul.ra.

723
TORQUATO TARA MELLI, .sotto il Pa;so dtlle Sci~.
delb Sezione S.A.T. del C.A. I.;
CIA~ I PEO IE, sull' omonimo ripiano, dellll Sezione
S.A.T . del e.A. I.;
CANTORE, alla Tofan,i, rico~trui l o dalla Se>:ione d i
Cortina del C.A.I.;
CRODA DA LAGO (Rcichenberverhuettc). rimesso a
nuovo dn lla Sezione di Cortina del C. A.I. ,
LUZZATO {pfalzgauhuette Sorapls). rimes.<o a nuO\'O
dalla Sezione di Venezia dcl C.A.1.,
NUVOl..AU (Sachsendankhuette), dbtrutto dillo gu<.'r·
rn., poi ricostruito dalla Sezione di Cortina dcl
C.A.I.,
GIUSE PPE SILLAN I o MANCART, sotto il Man·
gart, già delb Sezione di Vilboo del O.Oc.A.V.,
passa to alla Sezioue di Trieste del C.A.I.,
CAN IN SU D (Caninhuette), i:-ià dclli Sezione litorale
del O.Oc.A.V., ().'.l.ssato alla Sezione di Triel;te dcl
C.A.I
att i di vandalismo contro i rifu gi alpi ni; nè
le fo rze preposte all'ordine pubblico, sep-
pero mett ere riparo a questo stato di cose :t .
LA SIT UAZION E DEI RIFUGI DOPO
LA SECONDA CUE/Uù\ MONDIALE Furono total mente distn1tti 81 rifuii apparteneuti
a 35 SC7Jonl e precis;unenle i rifugi: Malirwern, Tino
Prato, ~londovì, Mettolo Castellino, Gclas, Città di
Nella relazione dell"ìngegnere Giovanni Saluzw, Santa ~far11;herita al Rutor, C.E.A.T.. l){']la
Bertoglio al LIX Congresso degli alpin ist i Rho, Pian della Ballotta. Castaldi nuovo, Rutor. E.:el.
lette. Pra Fieul, Val Strcua. &lison. Sp.iun.i, Elis:l.
italian i, tenutosi a Viareggio nel 1958, ve- Pialeral, Samia, Bocca di Biandino, Ci~telli . Cra.<si.
niva fatt o il pun to sulla situazione dei rifu - StQPp;ini, Pio Xl, l;lrMC;1, Brioschi, Gianetti, Dia1.,
gi, dopo la seconda guerra mondiale Princil)l', Roccolo Lorla, Passo dcl }"o, l.'L~hi Gcmdli,
Coppc\Jotti, l'ru<kndni, Hevo!to, Tomb.i, S1011pa11ì,
e Al cessare delle ostilil;\ sul fronte occi- Pellcr, Co! Verde, Hosctta. Viottc, Valdagno. Cima
dentale, nel 1940, la situazione dei rifugi Libcr:t, D'Annunzio, For<:elb Valbi-1, Poli..-rcti, S<·n·
di tutta la cerchia alpina non si poteva dire ginm, Vene>:in, Sonino, Cilberti, Oc Caspcri. Carducci,
Suppan, Sillani, Nordio, '5tupa rich, Suvieh. l)e,imon,
cattiva; la brevità delle operazioni, il carat - Cotti, l'i:we, llninner, Seppcnhofor, Campini, Bene-
tere limitato della zona inte ressata da esse, volo, Rey, Caifcssi, Pau lovatz e Ho:ssi, Mnriotti, Sehla,
avevano impedito che i danni derivanti an- Battisti, Paciui, Giordani, Duca degli Abnizzi, C'Lmun,
Maielletta, Dinn:unarc, Casc.illO, Reiìna M:irghcrita
che da lla semplice occupazione militare as- Parzialmentcdi'ltrutti,ossìaoonbuona1l."te drlle
sumessero propor.doni ingen ti. ~trutture murarie utiliu.abili, risultarono 19 rifugi, ap-
e Dopo 1'8 settembre 1943 la w na alpina partenenti a Il sezioni e precisamente i rifu1ii: ~br­
gherita alb Pigna, Pagarì, Colletto di Mcana, Pian
sul versante italiano e francese e la zona Ca\"allone, Socc:hetta di Campo, Pian Va<lna, P:iyer,
appenninica, furono in vece comprese in Allie11i, Omio, Alpinisti Mouwsi, Presi.nella. Care Aho,
pieno nella zona di ope razioni. i\folteplici Oorigoui, Tarn.meUi, ll rentari, Marchetti, Di visione
1nl~i, Crc11;0 e G. Pis.ino
le consegue nze di questo stato di fatto, da Subi ronoda11nip.1rzialialfabbricatocagliarrc<li
cui de rivarono distruzioni di fabbricati ben altri 156rifugi,ossiairifolil:i: Selle di C'l.ruino,
in ope razioni di rappresaglia, saccheggi da No\'aro, Kkud1ien, Meraviillie, Genova, Bol.'11l0. Que-
sta, Ubac, Piz, Morelli, Rcmondi1l0, Matto. Moutc
parte di truppe e d i valligiani, manomissio- Granero, Soustm, Stroppia, Unenio, Monte Nero.
ni e abbandono per lungo pe riodo, in zone Toesc:a, Term Alpini, Scar6otti, Le,;, Fasiani, Vaoro-
dove i gestori furono spesso impedi ti d i rone, Tau.etti, Cibrario, Castaldi vecchio, Cura, Da viso,
Vittorio Emanuele v<'Cehio e llUO\'O, Benevolo, ncw.
eseguire la loro opera d i custodia. Anche Torino, Mariherilll, Crandcs Joras.ses, Elero, Amian-
dopo il 25 aprile 1945 non furono pochi gli the, Principessa di Piemonte, Teod ulo, Meu:i.lnna, ~I n-

724
cronc, Rivclti, Vittorio Sella, QuintiooSclla, RC)Cgotti,
Cnifoni, Valsesia, Sassa, Elena nuovo, Resina Marghe-
rita. Quintino Sella, Savoia, Badile, Ponti, Zoia, Ro-
s.ilb.i, Bern.i.!IC'Oni, Canziani, Oaina, Mooza, Bonardi,
il l"C!leia, Gabriele Ros:i, Garibaldi, PnS:$0 Bri7;o, Pasl-0
Sabrno, Tooolini. Herni, Fratelli Lo11110, Fratelli Calvi,
Drnnone, Curò, Coca, Locatelli, Mmnbrctti, Cori!, De-
sio, Dc Gmmli-Adainoli, Omegna, Calciati. Genova,
Lago dclfa Paus.i, Passo Ponte di Chiacdo, J>losc, G.o.
go Llmi<J, llcnon, Oltradi11:c, 11.isccsa, VcdreUa Piana,
For«IL1 Valfredda, Pbn, Ciampedie, Quintino ScHa,
Tuckctt, Dodici Apostoli, ~intini, Dcnza, Vio;i;, C.e-
vedalc, Rod.1 di Vacl, Antcrmoia, :\larmolada, Boe,
Monte Baldo, Tremalw, Macalon, Pernici, Gralicr,
Pariarothl, Locatclli, Comici, PadO\it, S.1b, Petrarca,
Roma, Falier, Venezia alL1 Fedaia, Lu7.uittì, Tìz.i.100, Rifugio 1''ra/c//i LOl1gonl
Fron~. Re11:ina Elena, TeleltJ'llfo, \littorio Veneto,
Biella, :\larinc\li, P. F. Calvi Muuni, Pellarini, Corsi,
l'remmb. Bnmncr, Tirncus, Pania, Arontc, Romualdi,
Lo'mbardini, ~ lotta, Morronc del Diavolo, Pcschio di 1945 i danni totali subiti dalle sezioni del
Jorio, Coppo dell'Orso, Prnto Rosso, Forca d'Acero, C.A.l per i soli rifugi si potevano ritenere
Uclvcdcrc dclb Liscia, Monte Velino, CMib.1ldi, Duca
dcgH Abrn7.7.i, Umberto I, Scb.istiani, Osscr\~llorio quind i assommanti a lire 440 milioni (valu-
Etneo, Citclli, ~ l enza e Conti. ta del 1945) ».
Hiassumendo le perdite si ebbero: rifu-
e Per il complesso furono denunciali o g i distrutti o sem i distrutti: 100, pari a1 25$;
sono calcolabili danni ai fabbricat i per lire i danneggiati 156, pari al 39$; cioè in totale
72 milioni ai valori del 1943. Le asportazio- il 64$ dei rifugi subirono guasti e distru-
ni e le distruzioni di arredi di proprietà del- z ioni.
le sezioni ammon tarono, secondo le denun- Alcune sezioni si accinsero animosamen-
cic, a lire 44 milioni presumibilmente, ri- te all'opera di ricostruzione, malgrado le
dotti ai valori del 1943; in tota le quindi tra distruzioni di strade e di ferrovie che ren-
fabbricati e arredi i valori distrutti assom- devano estremamente precarie le comun i-
marono a 116 milioni ai valori del 1943, a cazioni e i mezzi di trasporto e di ripristino,
cui vanno aggiunti i deperimenti successivi ma in segui to, nel 1946 e nel 1947, l'opera
e gli ulteriori danni per saccheggi. fu proseguita alacremente e al termine
e Agli inizi della stagione estiva dcl della stagione est iva 1947 erano ricostruiti
i rifugi: ~fondovl, Margherita alla Pigna,
Alpinisti Monzesi, Crassi, Carè Alto, Sa-
voia, Divisione Jul ia, e in corso cJj ricostru-
zione i rifugi: Brasca, Payer, Brioschi, Al-
lievi, Ornio, Tedeschi (Pialeral), Pagarì,
Greco, Castelli, Havas i
Fra i rifugi danneggiati erano rimessi in
-" e ffi cienza i rifugi: Soustra, Stroppia, Toesca,
JJI Alpini, Levi, Vaccarone, Tazzetti, Ca-
stakli vecchio, Cura, Daviso, Vittorio Ema-
nuele, Bene\'olo, Bezzi, Torino, Mezzala-
ma, Amianthe, Amprimo, Elena nuo\'o, Sa-
voia, Regina Margherita, Mucrone, Rivetti,
Rifugio ,\ ugus/Q Porro. Quintino Sella, Pont i, Zoia, Rosalba, Desio,

7ZS
con cont ratt i a scadenza alquanto lunga con
i gestori, in cambio del canone di affitto,
con l'affidare alle sottosezioni più operose
un rifugio e integrando i casi precedenti con
prestazioni personali dei soci, sotto fonirn
di trasporto, mano d'opera.
Le dcnuncie presentate per il risarci-
mento dei danni di guerra, secondo i dati
raccolti dalla Sede centrale, assommano a
lire 120 milioni, in base alle legge del 26
Rifugio MarlncUi al lkmiua. ottobre 1940 n. 1543, redatta sulla illusoria
concezione che JR guerra sarebbe durata
i\ lonza, Daina, Garibaldi, Gabriele Hosa, non più di tre mesi, motivo per cui si aveva
Bonardi, Renon, Oltradige, Ciampedie, come base il criterio dell'immutabilità dcl
Quintino Sella, Tuckett, Dodici Apostoli, preu..o della cosa danneggiata, e questo
Segantin i, Denza, Hoda di Vael, Antermoia, riferito al mese di giugno dcl 1940. Cli
Mam10lada, Boe, i\fonte Baldo, Pernici, Pa- Uffici tecnici erariali avrebbero dovuto fis-
narolla, Fronza, Hegina Elena, Telegrafo, sare l'indennizzo con il prezziario da quelli
Giogo Lungo, Genova, Conti, e in corso di stabiliti provi ncia per provincia, in base ai
ripristino i rifugi: Quintino Sella, Scarfìott i. prezzi di list ino di tale epoca.
Grandes Jorasses, Teodulo, Margherita, Ba- 11 volume delle pratiche divenne cli ta-
dile, Ce\•e<lale, Tremalzo, i\ lacaion, Vitto- le mole che alla distanza di più cli vent i :m-
rio Sella, Aronte, Genova, Boz.1110, Ubac, ni non si è ancora arrivali alla liquidazione
Piz, Locatelli, Comici, Padova, Sala, Duca totale.
degli Abruzzi, Umberto J, Hascesa, Mazze- Sul problema della ricostruzione dei ri-
ni, Pellerrni, Corsi, Falicr, Gnifetti, Biella, fugi se ne interessò anche l'Unione Interna-
l\lcnza, Citell i, ;\farinelli. zionale delle Associazion i Alpinistiche
Le Sezioni e la Sede centrale dcl C.AJ . (U.I .A.A.) alla quale appartiene anche il
avevano speso o stanziato per ricostruzioni C.A.T. ; fu ven til ata una proposta di sussi-
e riparazioni a tulio il 1947 la somma totale diare la ricostruzione dei rifugi distrutti
di lire 72 milioni, Era immobili e arreda- median te contributi di tutti i paesi e si de-
menti. liberò d i richiedere ai Clubs interessati i
Considerata la perdita territoriale subita dati inerenti a tali d istruzioni. Si è però
dal Paese in base al trattato di pace, risul- constatato che r organizzazionc mancava
tarono perduti inoltre, terri torialmen te i ri- di fondi , e quindi era nell'imposs ibilità di
fu gi: Kleudgen, Lago delle 1-.·leraviglie, 3' sussid iare la ricostruzione.
Alpini, Val Stretta, Piave, Cozzi, Desimon, e: i!: stata pure ven tilata la proposta clic
Ju vich, Monte Re, Benevolo, Timeus Fauro, le sezioni a maggior numero cli rifugi ne
Bossi, Paulovatz, d'Annunzio, Caifess~ facessero cessione in parte a quelle prive o
Campini e Seppenhofer. quasi di rifugi per ottenere una più rapida
Le sezioni del C.A.I . hanno fatto fron- ricostruzione. A parte il fatto che questi
te alle spese di ripristino o di ricostruzione passaggi sono già avvenut i per il passato e
ricorrendo a sottoscrizioni volontarie fra i potranno sempre avvenire con trattative
soci, a mutui con ent i finanziari o sotto for- dirette, occorre considerare che negli ult i-
ma di società immobiliari, a finan ziamenti mi anni si è notato l'abbandono dei rifugi

726
Alpi Occ1dentah

Prealpi

Appennino

O"""'' 01 CUERRA : A) Oistnitti completamente; B) Distrutti P"rzialmente; C) Oanneggi3li.

troppo distanti dalle Sezioni proprietarie, tipi a 4, 6 e 9 posti, i quali, migliorati come
per impossibilità di sorveglianza e di fre- attrezzatura e capacità, costituiscono una
quenza da parte dei soci. Ciò si è verificato soluzione strettamente alpinistica; frutto
specialmente per quei rifugi concessi nel di sottoscrizioni, risolvono il problema del-
Hf22 in Alto Adige alle principal i Sezioni !'alloggiamento nelle zone dove non esiste
del C.A.I. ; quasi tutti quei rifugi sono ora un aillusso notevole di alpinisti per ragioni
passati alle Sezioni orientali, che li possono logiche o difficoltà alpinistiche.
evidentemente meglio curare. Le piccole Senza entrare in merito al problema tec-
Sezioni si trovano ancor maggiorm~nte nel- nico della costruzione dei rifugi, trattato
la necessità di essere vicine al loro rifugio • dall'ing. Giulio Apollonio nell'apposito pa-
e e quindi questi passaggi sono sempre ragrafo (v. pagina 762), seguendo le argo-
auspicabili nell'interesse dell'alpinismo; sen- mentazioni esposte da Bertoglio al, Con-
za tener conto che Sezioni con un centinaio gresso di Viareggio, si ritiene doveroso af-
o poco più di soci corrono troppo spesso frontare quanto sulla stampa alpinistica, in
l'alea di veder svanire le energie ~ostenitrici articoli appositamente dedicati all'argomen-
del rifugio, mentre in tal caso sarebbe com- to, in assemblee e in riunioni di commissio-
promesso l'esito di una opera che interessa ni, si è discusso relativamente alla frequen-
tutti gli alpinisti ». za dei rifugi, alle gerenze, alla sistemazione
Malgrado tutto questo vastissimo lavoro
di ricostruzione non sono mancate le nuo-
ve costruzioni e difa.tti si crearono i rifugi e
i bivacchi: Venini, Galambra, Jervis, Ivrea,
Varrone, Savigliano, Fonte Tana, San Gior-
gio, Balzola, Morion, Poi, Thedy all'Orsìa,
Cà d'Asti, Gabiet, Città di Vigevano, D. Co-
da, Gallarate, Valli, Molten i, Valsecchi,
Crandori-Odello, Manzi, Città di }.fortara,
Elena nuovo, S. Anna, Monumento ai Ca-
duti 5" Regg. Artiglieria Alpina, Quamam,
Ciaf, Fiamme Verdi, Caselle i\fontagnola
C. Sapienza.
Fra questi predominano i bivacch i nei Rifugio Branca.

727
percentuale t> contratti forfetari? Ammis-
sione od esclusione dei non alpinisti dai
rifugi? Tariffe alte o tariffe basse? Unicità
o meno di tariffe? Tutti interrogativi di
attualità, di importanza, di non facile so-
luzione.
e Se In prcse1w,a cli un custode si rende
necessaria, se questo costa oggigiorno mol-
to caro alle se-.lion i, qualora non sia inte-
grato da servizio d'alberghetto, ecco cl1e il
malanno custo<le si rende necessario e di-
RifugioPi~nJ.
venta non un beneficio in sé e per sé, ma
come salvaguardia di un patrimonio troppo
dci rifugi distrutti o danneggiati. costoso a doverlo rinnovare continuamente.
Si hanno sulJe Alpi Orientali rifugi di e Ché se alcuni custodi sono animali da
media quota, attrczwti per una clientela uno spirito esageratamen te bottegaio e por-
di turisti, mentre l'alpinismo ha forza mentc tati a favorire più il consumatore di generi
esigenze diverse da quello occidentale. di lusso che l'alpinista scarpone e colla
e Questi rifugi, la maggior parte piena- scarsella in crisi ma pieno d'entusiasmo,
mente efficienti, con servizio di alberghetto, occorre chiedere ai nostri soci se sono di-
hanno una frequentazione in ribasso sulla sposti ad affrontare un aumento tale di
medin di anteguerra, per la mancanza di quote da poter stipendiare i custodi, ab-
quella clientela estera che percorreva le no- biano o non abbiano questi una clientela.
stre Alpi nel periodo estivo, motivo per cui i\fa allora si pone sempre l'interrogativo, se
è da presumere che nncremento dei rifugi, basti questo a risolvere la questione, o se
salvo migliorie e sistemazioni locali non sia non sia pur sempre base di tutto la fìducia e
da prevedere; mentre in genere la ottima l'onestà reciproca da parte cli custodi e di
esperienza dei gestori e le loro capacità sezioni, mancando le Quali tutti i sistemi si
conseguite non invogliano a modificare il possono dimostrare faliaci. Oggi purtroppo
sistema di conduzione. scarseggia, anche per motivi economici, uno
e Vi è poi la zona delle Alpi Centrali, d0- spirito d'entusiasmo e di disinteresse co-
ve i rifugi di media quota e rifugi di alta muni un tempo a molti valligiani; ma non
quota coesistono con esigenze diverse e si può nemmeno pretendere che essi sacri-
con frequenze variabili da tutto giugno a fichino il loro interesse per quello che, per
settembre fino alla sola prima quindicina noi, è in fin dci conti un motivo di svago e
di agosto. Lo stesso dicasi per le Alpi Oc- di piacere.
cidentali, dove però le percentuali rispet- e Dei sistemi cli gerenza si è pure occu-
tive di rifugi di media ed alta quota si pata la Commissione Rifu.e;i della Sede cen-
spostano a favore di questi ultimi. trale ed ha deliberato di rendere noti i
e Qui insorge più grave il problema. Con risultati dei diversi metodi, senza poter
custode o senza custode? Con servizio di consigliare un sistema invece dell'altro, per
alberghetto o senza? Pancone e paglia per le diversità troppo forti nelle situazioni
tutti eguale o cuccette, camerette, dormi- locali.
tori distribuiti in proporzioni diverse? Ge- e Da alpinisti invece si è chiesto l\mifì-
stione diretta delle Sezioni con custodi a cazione delle tariffe di pernottamento. La

728
si sono ottenuti i mezzi di finanziamento;
purtuttavia il Consiglio centrale del C.AJ.,
nella sua seduta dcl 29 settembre 1952, in-
vitava le sezioni che avevano rifugi contrad-
distinti da nome di persona e d i città, di ac-
coppiare ad essi il toponimo della località
in cui erano situati, allo scopo di fac ilitare
il reperimento. Tale disposizione non è sta-
ta però tota lmente adottata, oppu re è stata
applicata in eccesso anteponendo al nome
di persona o di città, quello della località.

Rifugi-O Città di Milano. Alpi e casere utili;:;:;abili come rifugi -


Nel HT22 l'Associazione dei Comuni d'Ita-
euforia di questi anni e le punte di ferra- lia, che da molto tempo stava studiando cd
gosto non ci devono ingannare sulla rc.1lc eseguendo importanti lavori per migliorare
situazione nella freque nza dci rifugi. Ab- la costruzione delle baite e delle casere, in
bassare tulle le quote di pernottamento a modo da renderle meglio atte allo scopo e
un solo livello significherebbe infine favo- da offrire un soggiorno igienico e comodo
rire coloro che speculerebbero sul minor al personale che vi era addetto, aveva avuto
costo dci rifugi rispetto agli alberghi, sen- l'idea di far le servire anche da rifugio per
za migliorare i bilanci sezionali e, in defi- turisti e alpinisti. S'intende, costruendovi
nitiva, il patrimonio rifugi; rialzarle tutte, apposi te camere-dormitori che nulla aves-
potrebbe per certe zone favorire i proprie- sero da invidiare a quelli degli alberghi al-
tari delle grange dove con 100 lire si dà pini. Detta associazione sì era rivolta alla
da dormire sulla paglia; mentre la situa- Presidenza del Club Alpino Italiano, per
zione frequenza dei rifugi delle Alpi Occi- studiare di comune accordo un opportuno
dentali potrebbe consigliare altre misure piano di attività in tal senso ed eventual-
alle sezioni proprietarie , . mente convincere i Comuni che hanno fat-
to capo al Segretariato per l'esecuzione dci
miglioramenti ai loro pascoli, di forni re gra-
QUANTO('.; STATO FA1'1'0 DAL C.A. 1. tuitamente i necessari materiali da costru-
PER 1 RIFUGI
IN CENTO ANNI DI VffA

Interessante è scorrere e riepilogare i


provvedimen ti escogitati in cen to anni cli
vita del C.A. I. anche se alcune disposizioni
si sono dimostrate anacronistiche. perché
non solo hanno valore storico, ma servono
di monito o di ammaestramento.
De11omi11azioni - i;:; notorio a tutti che
molti rifugi hanno un nome d i persona o
di città dovuto al fatto che con questi nomi Ri/ugloPaycr.

729
zionc. li Consiglio centrale dcl C.A.I. pren-
deva in considerazione la proposta nella sua
seduta ciel 12 no\'embre 1922, ritenendo
però che l'iniziativa pratica spettasse alle
singole Sezioni, perché erano esse quelle
che costruivano e amministravano i rifugi.
Deliberava perciò di portare a conoscenza
delle Sezioni tale suggerimento, e le esorta-
va a studiare la proposta, in quanto essa
fosse COn\'en ientc e applicabile al territorio
di loro spettanza.
Tale suggerimento non ebbe il succe5so
che si sperava. Rifugio Ct1$ali (1962).

Rifugi e rifugi alberghi - Per alcuni pa- M<xlelli <li rifugio - All'esposizione di
reva che i rifugi consistessero in modeste Salisburgo dcl 1882 veniva messo in mostra
baracche di legno o muratura in cui era ne- un modello di rifugio e l'esempio ven iva
cessario arrivare portando seco ogni cosa imitato dall'Esposizione dello Sport Alpino
- dal combustibile al pane - e dove un tenutasi a ~ l ilano nel 1894. Una rete cli se-
poco di paglia sul duro tavolaccio rappre- gnavia conduceva a una graziosa capanna
sentava una« comodità >. Altri invece han- di legno, nel cu i interno, sulla parete più
no poco o nulla da invidiare agli alberghi, ampia, era disposto un trofeo cli attrezzi al-
con annesso sen izio di ristorante; il loro
1 pini attorno alla veduta di un arduo picco,
gerente non si differenzia gran che dalla fi- sul quale dominavano due aquile librate in
gura dell'~lbergatore, perché paga un affit- volo; a sinistra, oltre un grande stemma del
to e non considera l'alpinista, come il clien- C.A.I. era esposto un ritratto di Quintino
te pili importante. La clientela di riguardo Sella e a destra quello dell'abate Stoppan i;
è rappresentata dalle comitive spendereccie in basso, modelli In legno delle capanne
e rumorose. Pur tuttavia la magistratura ha costruite dalla Sezione di Milano. Altri mo-
sostenuto che e elemento preponderante delli di rifugi e cli bivacchi furono costruiti
non fosse la locazione dell'immobile, ma la e tuttora si trovano espost i presso le Sezioni
custodia e gerenza con l'obbligo per il cu- o al Museo della Montagna al Monte dei
stO<le di attuare e coordinare tutte le finalità Cappuccini.
proprie del C.AJ., cioè l'obbligo di proteg-
gere gli interessi generali dell'alpinismo :t ,
Progetti <li rifug i - All'Esposizione inter-
e così di far rispettare il regolamento sull'u-
nazionale cli architettura moderna, tenutasi
so dei rifugi, ecc. ecc.
nel maggio del 1933 presso la T riennale di
e Tutto ciò, hanno detto i magistrati,
Milano, il C.A. I. partecipava con tre d i-
muta la natura del contratto la cui finalità
stinte mostre, le quali oltre ad essere d i ca-
principale non è di pennettere al custode
rattere esclusivamente alpinistico, metteva-
il godimento dell'immobile; questo godi-
no in evidenza edi fi ci tipici, già costrniti
mento è invece semplicemente il mezzo
e progettati secondo le tendenze dcl mo-
onde attuare le finalità dcl C.A.T. >.
mento, per razionalità, funzionalità, pratici-
(F. CAVAZZA.~1, in H.M. 1943, 70) tà ed econom ia.

730
• Si bandiva un concorso e la giuria, com- Arredamento - Anche l'arredamento si
posta da Angelo Manaresi, Aldo Bonacossa, è man mano sviluppato. Nel 1947, venivano
Eniesto Bontadini, Agnoldomenico Pica, portate a conoscenza delle Sezioni le trat-
dopo minuto esame dei 18 progetti presen- tative svolte con la Hichard-Ginori, per una
tati, constatava che nessuno offriva idee importante fornitura di stoviglie in cerami-
e caratteristiche tali da essere indicato co- ca, con fascia azzurra e stemma del C.A.l.;
me tipo moderno ed eseguibile. Tuttavia che ven iva ceduta a condizioni vantaggiose.
parecchi progetti presentavano numerosi Nel 1957 venivano offerte coperte e mate-
pregi degni di essere segnalati, soprattutto rassi da parte della Sede Centrale, a prez-
dove è stato proposto l'impiego di materiali zo conveniente.
moderni; pregi che sparsi nei vari elaborati
potevano utilmente essere tenuti presenti Del!approvvigionamento dei rifugi .>i
e raccolti, a seconda delle necessità, delle interessò in modo particolare il dott. Pott
Sezioni. di Monaco. Il sistema da lui proposto nel
· Per questo motivo la Commissione rite- 1893 era quanto di pit'1 semplice, di pit'1
neva meritevoli di segnalazione i progetti pratico e di più utile si poteva immaginare
Todeschini, Unterrichter e Masè, Conson- al riguardo, per quell'epoca. Si trattava di
ni, Cercghini, i\faurizi e Monaco, Manzo- dotare i rifugi di viveri e di bevande con-
ni, Tsclmrtschenthaler, Mariani e Tiella servate e la propaganda fu così efficace che
diede avvio, si può dire, all'attuale indu.
Serviz'o tfosleria o tfalberghetto - Già stria conserviera.
nel 1889 si stabiliva un premio a (avore di
quelle Sezioni che introducevano nei loro Manutenzione - La Sede centrale dispo-
rifugi il seTVizio d'osteria. li sistema prende- ne di due fondi: m10 fornito dal Ministero
va rapidamente sviluppo della difesa e serve per la manutenzione
Attualmente è di gra11 moda, e alla paro- dei rifugi di pertinenza del Demanio milita·
la osteria si è sostituit a quella d i alberghet- re; l'altro messo in bilancio e stabilito dalla
to; in pratica ne sono privi solamènte i rifu- Assemblea dei Delegati, serve per tutti gli
gi dislocali in località lontane dal fo ndoval- altri rifugi.
le, con accessi difficili e visitati da scarse Le Sezioni segnalano le spese che han·
cordate di alpin ist i, in vista di importanti no sostenuto e la Commissione Rifugi, dopo
scalate. averne vagliate le motivazion~ stabilisce
delle percentuali in funzione dell'impor-
tanza alpinistica del rifugio, ossia dando
meno alle costruzioni di bassa quota e via
via sempre più quelle che si trovano dislo-
cate ad altitudin i sempre maggiori. Sono
esclusi i rifugi di categoria A, ossia quelli
che possono essere raggiunti da un mezzo
meccanico e che hanno funzione cl' albergo.
A questo contributo di manutenzione
contribuiscono anche le Regioni, con loro
proprie ordinan7.c o disposizioni, non solo
per le Sezioni situate nel loro territorio
Rifugio Al Caduti dclfl\da111el/o. (Trentino-Alto Adige) ma anche (Valle

731
bergamaschi coadiuvati da un allievo guar-
dalìli di Scopello). Dalla Gnifetti al Colle
del L)'S, vennero fissali, affondandoli per
circa due metri nella neve, i pali, alla di-
stanza di cento metri uno dall'altro, per-
ché si sperava che la neve avrebbe presen-
tato un isolamento elettrico sufficiente per
consentire una buona comunicazione tele-
fonica, anche quando il fìlo si fosse trovato
qua e là a contatto con essa, nonché per fa-
cilitare la dispersione delle scariche elettri-
che. Dal Colle del Lys al rifugio }.farghe-
R1/ .. glolfoga11f. rita non fu messo alcun palo, perché si spe-
rava che la neve sempre farinosa, avrebbe
d'Aosta) per quei rifugi che npparlengono permesso la comunicazione telefonica, an-
o sono gestiti da Sezioni fuori del loro ter- che con filo nudo completamente steso o
rilorno, in quanto anche questi rifugi con- immerso in essa.
tribuiscono alla valorizznzione turistica e Il risultato fu negativo, motivo per cu i
alpi nistica della regione stessa. si raddoppiarono i pali tra il rifugio Gnifet-
ti e il Colle del Lys, in modo che il filo ri-
T clefo110 - li voto espresso da un ordine sultasse, in quel tratto, completamente so-
del giorno dell'Assemblea dei Delegati del stenuto, senza però riuscire ad avere la c-o-
dicembre 1907, nonché dagli enti che svol- municazione.
gono la loro attività scientiflca sulla vetta Dopo replicati tentativi e prove di iso-
Jclla Puuta Guifetti e al Col J'Olcn, di ave- lamento, si trovò che l'inconveniente era
re il mczio di comunicare fra di loro tele- dovuto a una insufficienza di terra al rifu-
fonicamente, veniva realizzato nel 1908. A fugio Cnifetti. Sorse allora l'idea di trovare
così sollecito risultato contribuiva l'allora terra in fondo a uno dei grandi crepacci che
on. ~lichele Bertetti, sottosegretario di vi sono nel ghiacciaio del Lys nei pres~ i
Stato, il quale si occupò personalmente del- dcl rifugio. e La prova venne tentata il 25
la questione, recandosi due volte in sito agosto. Legato a una corda e portando con
per gli opportuni ord ini, affinché l'impian- me la lastra di rame per la presa di "terra"
to 1x>tesse funzionare entro l'anno. se questa si fosse trovata, mi feci calare nel
Come è facile comprendere, data la no- crepaccio prescelto. Questo si presentava
tevole altitudine e la forte glaciazione, per a forma d"imbuto, con la parte più larga
una distanza di oltre otto chilometri e un in basso: relativamente angusto superior-
dislivello di circa 1660 metri, si dovettero mente, lo vedevo rapidamente allargarsi
vincere molte difficoltà e quindi procedere grado grado che scendevo. A forse venti
con speciali accorgimenti tecnici adottati metri di profondità, vi era un pianoro tli
a seguito di esperienze e st udi in loco. ghiaccio, orizzontale e levigato; un vero e
I lavori vennero iniziati il 20 luglio; il proprio laghetto gelato. Mentre ammiravo
fìlo di linea, gli isolatori, gli apparati tele- quella grotta fantastica, osservando con una
fonici e gli altri accessori, nonché i pali (di certa apprensione le enormi stalattiti di
quattro metri furono trasportati al Col d'O- ghiaccio, pendenti dalla volta di cristallo
len con muli, indi a spalla da due portatori bluastro, che avrebbero potuto rovinanni

732
addosso, per il solco profondo fatto in esso Milano, Casati, Pizzini, con Solda e Santa
dalla fune alla quale ero legato, il suolo Caterina, con telefoni derivati alla Capan·
mi cedette cli sotto e mi trovai ne ll'acqua. na Tabaretta, al Passo del Lago Celato (ap-
Ebbi un brivido che non fu lutto di gioia, parecchio a cassetta SOS) e ali' Albergo dei
ma un poco anche di gioia, perché quell'ac- forni, con una lunghezza complessiva di
qua mi dava la certezza che il problema che km 26.500. Tale impianto venne integrato
da lunghi giorni mi angustiava, era risolto. da stazioni telefoniche ai rifugi Serristori,
Affondata in quel lago sotterraneo la lastra Branca, Corsi e V Alpini.
di rame dello scaricatore, feci il segn:i.le Disposizioni recenti mirano ad allaccia·
convenuto e risalii all'aperto. • . re telefonicamente i rifugi alpini.
Quel giorno stesso la comunicazione con
il rifugio ~fargherita poteva essere felice- Ra<liocom1micazi0t1i. Già nel 1933 nel-
mente stabilila. le Alpi Bavaresi i rifugi venivano dotati di
Si manifestò in seguito fopportunità ji apparecchi per le trasmissioni radiotelegra.
rinfor.tare il tronco aereo tra il rifugio Cni· fìC'he, serviti da tecnici che facevano dei
fotti e il Colle del Lys aumentando il nume- turni di guardia; da noi si provvedeva nello
ro dci pali e riducendone la distanza a stesso anno al colleg;uncnto radiotelefonico
25-30 metri; e per evitare stiramenti dovuti a onde corte tra il rifugio ~fargherita e il
al movimento del ghiacciaio; la linea ven - Col d'Olen. Tale reaJi,...zazione destava su-
ne appesa agli isolatori con anelli in modo bilo il più vivo interesse, anche perché ~i
da poter scorrere liberamente. riusciva a captare comunicazioni anche mol-
Dopo alcun i mesi gli spostamenti del to lontane, Milano per esempio. Questo im-
ghiacciaio sconquassarono la linea, rom- pianto ,,eniva poi perfezionato con un di-
pendo l'allineamento dei pali e seppellendo- spositivo di chiamata automatica, in modo
li in parte, come d'altronde era pre\•isto, che, in qualunque momento, la Sl<!zione
ma ciononostante venne rapidamente rista- della Punta Gnifetti poteva richiamare l'at-
bilita, non solo, ma, superando notevoli dif. tenzione degli addetti all'Ist ituto del Col
fìcolti\, sopratt utto al passaggio del vallone d'Olen.
delle Pisse, che venne attraversato con un Nel 1936 veniva inaugurato a ~lisurina
unica campata, 1'8 settembre 1909, dalla il collegamento con i rifugi Bosi e Principe
vetta dcl Monte Hosa si poteva per la prima Umberto a Forcella Longeres, il quale ve-
volta telefonare ad Alagna.
Attorno al 1935 la Sezione di ~lilano,
nelrintento di completare l'allrezzatura
dei suoi rifugi nel Gruppo dell'Ortles e dcl
Cevedalc, studiava il collegamento telefo-
nico di tali rifugi fra di loro e con i centri
abitati di Solda e di San ta Caterina Valfur-
va, e quindi con le reti comun i. La Commis-
sione all'uopo costit uita, sotto la direzione
del dott. Vittorio Lombardi procedette allo
studio del progetto tecnico che veniva ese-
guito dall'ing. Seassaro della STIPEL. Ta-
le progetto comprende,•a la c reaLione di
una linea aerea fra i rifugi, Payer, Città di Rifugio Teduc/ii.

733
niva a costituire la prima maglia di una re-
te c he il Club aveva deliberato di impianta-
re nei suoi rifugi principali, creando un e-
sempio in Europa; nel 1937 si dava un elen-
co di 55 stazioni approvate e nel 1939 ;;e
ne aggiungevano altre 22.
Se ne parlava sui quotidiani dcl tempo
dando grande risona nz:i. all'iniziativa, se-
nonché venne la guerra e tutte le stazioni
\ •e1rnero ritirate.
Nel dopoguerra, mentre nelle altre na-
zioni confìnanti (Svizzera e Francia) gli im- Rifugio Carlo Purta, 11rima del rimodcmamc ..10
pianti si diffondevano, da noi, trovarono
purtroppo ostacoli burocratici e divieti. quello di dotare i rifugi di un determinato
settore delle Alpi, con un tipo unico di
Previsioni metereologiche - Tra il Mini- chiave; ebbe applicazione solamente in po-
stero dell'Aeronautica e il C.A .I. venne sti- che zone e saltuariamente.
pulata una convenzione per le stazioni me- Più comoda per le Sezioni fu l'iniziativa
tereologiche di alta montagna. L'Aeronauti- d i dare le chiavi in deposito a qualche fidu-
ca provvedeva agli impianti e al personale ciario di fondovalle: custodi di rifugio,
tecnico nei rifugi concordati; in compen;:o gu ide e portatori, autorità locali, negozi!'tll-
si ottene,,a che, oltre ai bollettini metereo- ti o semplici privati
logici, all'occorrenza le stazioni fossero au-
torizzate all'inoltro di messaggi privati di Parafulmini· Anche il problema dci pa-
soccorso o comunque d i carattere eccezio- rafulmini veniva stud iato e affrontato; se
nale. ne dava dettagliata relazione nella RM
1936 a pag. 188, con uno scritto del prof.
Bandiera - Nel 1950 si disponeva che nei Cino Hebora, il quale esaminava lo sche-
rifugi con custode, durante i pe riodi di a- ma generale della protezione, lo schermo
pertura, dall'alba al tramonto, venisse e- metallico, il metalJo da impiegare, la sezio-
sposta la bandiera nazionale, quale segno ne dei conduttori, la messa a terra, la con-
indicativo di regolare apertura. nessione della rete con le masse metalliche
vicine, il pericolo per le persone e le pre-
Cestini-Zoccoli - Poiché lo spazio dispo- cauzioni da usarsi
nib ile nei rifugi è sovente ben poca cosa e
per evitare che il contenuto dei sacchi an- llf11mi11a zione - In molti rifugi si è prov-
d\ISSe disperso per le tavole e altrove, alcuni veduto a impianti a gas liquido, in altri a
rifugi adottarono l'uso dei cesti, senza co- impianti ele ttrici autonomi con motori a
perchio, appesi o conservati in apposite benzina e a nafta
scansie. Altra utile dotazione fu quella de-
gli zoccoli di legno o di stoffa, comodi per Ubro visitatori • I rifugi maggiormente
il ricambio e per l'uso nell'intemo delle ca- frequentati dagli alpinisti, perché dislocat i
panne. fuori mano, vennero dotati del libro visita-
tori che ebbe un te'mpo grande importan-
ChUrni • Un problema interessante fu za, perché da esso si ricavavano utili in-

734
formazio ni di vario genere. Purtroppo pe- furono collocat i materiali sanitari con istru-
rò, mol ti vi scrissero cose superflue e di cat- zioni per il loro impiego.
tivo gusto; tanti preferirono così non scri-
vere neppure il proprio nome, la provenien- Materùlle sanitario - Per gli am1adi far-
za e la destinazione e così a poco poco l'uso maceutici nei rifugi era stato raccomandato
dei libri visitatori andò perdendosi l'impiego fi no dal 1895 e si erano indicali
i materiali occorrenti e il loro specHìco uso.
L<watrici - Già nel 1907 alla Capanna Alcune ditte farma ceu tiche ne predispone-
~·l onza, su l versante settentriona le della vano alcuni tipi; nel 1934, si dispose che
Grigna settentrionale, veniva sistemata, con tutti i rifugi dovevano essere provvisti del-
buoni risul tati, una macchina per lavare l'attrezzatura sanitaria regolamentare, pre-
che evitava la battitura e lo strofinamento disposta e studiata dal Comjtato Scientifìc-o
della biancheria (precorritrice delle attuali del C.A.I.
lavatrici); particolarmen te indicata - co-
sì si scriveva - per i rifugi collocali sulle Assicurazioni i11cer1di - Cià nel 1886 si
montagne dolomitiche, dove scarseggia l'ac- prendeva in esame la assicurazione dei rifu-
qua gi contro gli incendi. Nel 1891 si deliberava
di assicurare i rifugi della Sede centrale e
Carte topogra{rclie - Grazie alla muni- si incitavano vivamente le se-t.:ioni a prend<'-
ficenza del Touring Club Italiano che fornì re, per i rispettivi rifugi, un tale provvedi-
gratuitame nte le carte e del Commissariato mento
pe r il turismo che donò le cornici e i vetri, li problema risorgeva nel 1925 e veni va
nel 1934 tutti i rifugi vennero dotat i di car- risolto nel 1937 con tma assicurazione col-
te topografi che pe r la zona di com pe tenza. lett iva.
Nel 1946 si rinnovava questa asstcura-
Barelle- Già nel 1912 la Sezione di Tori- zione collettiva e nel 1954 il Consiglio cen-
no collocava barelle per il trasporto dei fe- trale, avuto presente il fatto che alcune Se-
riti in alcuni suoi rifugi e altrettanto face- zioni avevano provveduto ad assicurare i
va la Sede cen trale. La raccomandazione propri rifugi con polizze particolari, senza
veniva successivamente accettata e osserva- valersi della polizza generale stipulata dalla
ta da molte altre Sezioni e, con le barelle, Sede centrale, deliberava: a) che tutti i r:-
fugi della Sede centrale e delle Sezioni do-
vevano essere obligatoriamente assicurali
con polizza generale stipulata dalla Sede
centrale; b) che le polizze sezionali doveva-
no cessare alla prossima scadenza previa
tempestiva disdetta; e) che la delibera fosse
portata per la ratifica alla Assemblea dei
De legati, dalla quale veniva approvata.

Assicumzio11e furti - Nel Hf25 si presen-


tava come urgente il problema dell'assicu-
razione dei rifugi contro i furti. Il patrimo-
nio era insidiato da ogni parte, tanto che
Rifugio Coca in molte zone si era introdotto il rimed io

735
furti e le distruzioni erano purtroppo di una
frequenza impressionante.
li problema è grave non tanto per i be-
ni patrimoniali, quanto per le conseguenze
che possono derivare agli alpinisti; basti qui
ricordare che nel 1931 Mczzalama e Ma'l.-
zocchi giunti al rifugio Hegina Elena, tro-
varono la porta d'ingresso forzata e i loc'.lli
saccheggiati, i riforn imenti rubati; sicché,
dopo qualche giorno, esauriti i viveri di ri-
serva, dovettero, presi daJ la fome, affronta-
re il rischio della discesa, nella quale Otto-
Rifugio Grafier. rino Mezzalama, veniva travolto e ucciso
da una slavina.

di portare a valle, ncll'irwcrno, tutto \'arr('· Reciprocilll - Il problema della recipro-


damento che si trovava più esposto. ci tà nei rifugi veniva affrontato per la prima
La Sede centrale aveva perciò messo allo volta nel 1923, quando la si accordava al
studio una fom1a di assicurazione collettirn Clu b Alpino Svizzero. Successivamente ve-
da frazionarsi poi sezionalmenle, rifugio niva accordata nel H)-24 al Club Alpin Fran-
per rifugio. Avendo incontrato difficoltà çais, nel 1931 all'Ocsterreichischen Alpen
riguardo ai patti di polizza, si limitava a Club, al Deutschen Alpen Verein di Berli-
fore l'esperimento per i rifogi dell'Alto A· no, all'Alpen Verein Donauland e all'Oe-

:1~t1~~~i:il~~1b~:f1~~i~~:1::~~~;:e~~~;:
dige.
Nel 1935 veniva disposto che tutti i rì·
fugi del .C.A.l. fossero assicurati contro i n.iste e alla Federazione spagnola della mon-
furti a spese della Sede centrale (con un tagna; nel 1950 veniva accordata al Club
massimale, a seconda della loro importanza, Alpino Belga, nel 1951 all'Oeste1Teichischen
da L 5.000 e L. 10.000). Con questo prov· Alpcn Verein, nel 1952 al Deutschen Alpen
vcdimento che costituiva un onere gra\'e Verein. Vi furono di tanto in tanto delle
per la sede centrale, \'eniva rìsoho in modo sospensioni, per l'una o per l'altra nazione
radicale un problema molto importante per o Club, dettate da motivi politici. Attual-
la conservazione dei rifugi, sen,.,a che le Se. mente la reciprocità è accordata alle se-
zioni dovessero sopportare il minimo gra· guenti associazioni alpin istiche straniere,
vame finanziario. Se ne pubblicava il con- facen ti parte clel\'U.LA.A. (Unione Inter-
tratto sulla RM del 1935, pag. 382. nazionale Associazioni Alpinistiche) alla
Nel 1943 la Compagnia assicuratrice quale anche il C.A.l aderisce: Club Alpin
denunciava la polizza, perché negli anni di 13elge, Club Alpin Français, Schweizer Al-
sua applicazione l'ammontare dei sinistri pen Club (Club Alpin Suisse, Club Alpino
pagati e delle spese di liquidazione, era sta- Svizzero, Club Alpin Svizzer), Fe<leracion
to di gran lunga superiore all'importo dei EspaJiola de i\fontanismo, Club Suisse dcs
premi riscossi. Ven ivano iniziate trattatiYe Femme Alpinistes, Oesterreichischen Al1xm
per la stipulazione di un'altra convenzione, Club, Ocsterreichischen Alpenverein, Deut-
che però non sortirono buon esito, data !a schen Alpcnverein, Nederlansche Alpen
situazione generale del momento, in cui i Vereeniging.

736
Classifica;;io11e dei rifugi - Nel 1933 ve-
niva studiata la complessa questione della
divisione dei rifugi in categorie e l'unifica-
zione delle tariffe e deliberato che: a) tutti
i Soci del C.A. 1. avevano diritto alla parità
di trattamento e di tariffe, anche se appnr-
tencnti a Sezione non proprietaria del rifu-
gio; b) tutti gli ufficiali dell'Esercito, in ser-
vizio, avevano diritlo alla parità di tariffa
con i soci del C.A.l.
[ rifugi venivano classifìcati in catego-
rie (v. p.'lg. 783).
Rifugio Mariti e Alberto.
Vennero poi esclusi dalla classifìcazione
pochi rifugi, eccezionnlmcnte dislocati e
di difficile approvvigionamento, come il accordano reciprocità di trat tamento.
rifugio Marco- Hosa su lla Spalla del Berni- I!: lasciata alla Sezione proprietaria la
na, il rifugio Margherita sulla Punta Gni- facoltà di indicare l'ora per l'assegnazione
fetti dcl Monte Hosa. dei posti.
Queste classifìche sono state leggem1en- Art. 3 · Le eventuali contestazion i su l-
tc modifìcatc con il tempo e così sono state le precedenze e su ffuso del rifugio, saran-
modificate le tariffe viveri; le tariffe in vi- no risolte dall'Ispettore o da un membro
gore devono essere intese come massime del Consiglio direttivo della Sede Centrale
e la loro compilazione è riservata alle Se- o della Sezione proprietaria che fossero
zioni, alle quali è raccomandato di tenersi presenti e in loro eventuale assenza, dal cu-
il pili possibilmente al disotto dei prezzi st0<le. In assenza anche del custode prov-
massim i. vederà il pili anziano tra i Soci presenti ap-
partenenti alla Sezione proprietaria o in di-
n egola me11to rifugi - Il primo regola- fetto ad altre Sezioni del C.A.l
mento generale dei rifugi risale al 1924. Art. 4 - L'occupazione di oltre la metà
L'attuale reca le seguenti distX>sizion i: dei posti destinati al pernottamento da par-
Art. 1 - Chi accede o pernotta in un te di una comit iva, deve essere preventiva-
rifugio dcl C.A.I., non dimentichi che egli mente consentita dalla Sezione proprieta-
è ospi te e non padrone: sappia dunque re- riJ; lo stesso dicasi per soggiorni prolungati.
golare la propria condotta di conseguenza. Art. 5 - Chi entra ne l rifugio deve fir-
Art. 2 - All'accesso e al pernottamento mare il libro dei visitatori e lasciandolo, è
nei rifugi del C.A.l , hanno d iritto di p rece- bene registri la sua mèta o la indichi al cu-
denza: stode. Chi compie nuove ascensioni o per-
a) i Soci del C.A. I. a qualunque sezio- corre vie nuove, è invitato a farne breve
ne appartengano; cenno nell'apposito libro delle ascensioni.
b) i Soci delle Associazioni alpinisti- Art. 6 - Clii sosta nel rifugio, deve re-
che con le quali esiste reciprocità di trat- golare la sua cor1dotta in. modo da non arre-
tamento; cnre disturbo agli ospiti; è pertanto oiefato
e) le Gu ide e i Portatori del C.A. I. e in modo assoluto cli fumare r1ei locali adibi-
delle Associazioni alpinist iche straniere che ti a dom1itori o cli disturbare la quiete e il

737
ri11oso tdlmi dopo le ore 22. €pure vietato
occupare i posti assegnali preventivamente
e in modo evidente, da chi si sia assentato
dal rifugio per una escursione e di accedere
nei locali di servizio senza il consenso del
Custode
Art. 7 - 11 rifugio è affidato alla tutela
degli Alpi.ni.sti, delle Gu ide e dci Portatori
del C.A.I. ed in genere di chi vi si ricoveri
i!: quindi obbligo a tutti, nei rifugi incusto-
diti, curare la manutenzione e la conserva-
zione del rifugio stesso e del suo arreda-
men to. Prima di lasciare il rifugio debbono Rifugia T(IJ!(I • Tommo Pcdrolli
riassestare i letti, ripulire le stoviglie ed i
locali, spegnere il fuoco, chiudere le fine-
stre e le porte. Chi riscontri guasti o man- derni, dando la preferenza, di caso in caso,
canza di oggetti, deve farne cenno sul regi- ai paracadute e all'atterramento, prima di
stro visitatori ed informarne la Sezione pro- aeroplani appositamente attrez7.ati e poi a-
prietaria. gli elicotteri. Uno dei primi esempi si ebbe
Art. 8 - Chi, anche involontariamente, con il trasporlo di una tonnellata di mate-
arrechi danni al rifugio od al suo arreda- riali vari pe r il rifugio Vallot al Monte
mento è tenuto, oltre a prendere gli oppor- Bianco, per le riparazioni necessarie dopo
tuni provvedimenti per impedire l'aggra- un abbandono di ben sei anni; i lanci ven-
varsi del danno, ad avvertire la Sezione pro- nero effettuati da un apparecchio Dakota
prietari...'l ed il custode ed a risarcire il dan- con ottimi risultati. Hecentemente, in Ita-
no. • lia, con elicotteri, veni va no trasportati i m:i.-
Art. 9 - In ogni rifugio devono essere teriali per la costrnzione di rifugi e di bivac-
esposte, oltre il presente regolamento, le ta- chi del Club, sia nel gruppo del Monte
riffe d"ingres.90, pernottamento, di riscal- Bianco, sia nella zona delle Marmarole e
damento e quelle delle principali consuma- del Civetta. ln Svizzera il sistema si sta dif-
zioni. Deve essere indicato il nome e l'indi- fondendo anche per gli annuali riforn imen·
rizzo dell'Ispettore, del Custode e della Se- ti di legna, bevande e vivande.
zione proprietaria. Per evitare inutili e spes-
se volte insussistenti o quanto meno non Comitati cli coordi1w111e11to - Il proble-
documentati reclami alla Sezione, è flltto ma della ricostruzione dopo la seconda
formale invito a tutti i frequentatori del ri- guerra è stato particolarmente sentito nelle
fugio a farsi rilasciare sempre dal custode il Alpi occidentali, dove si erano avuti i mag-
co11to e/elle co11s111naz io11i, penwttamenti, giori danni e le pili numerose distruzioni.
tasse d'ir1gresso, e c011troll11re i prezzi con Le Sezioni piemontesi costituirono un Co-
le tariffe suddette. mitato di Coordi namento che si diede con-
vegno a Torre Pellice, per ascoltare una re-
1'rasporti - Risultanti elevatissime le spe- lazione interessantissima di Giovanni Ber-
se cli trasporto per In costruzione, per la ma- toglio.
nutenzione e per l'npprovvigionamento dei Analogamente fecero le Sezioni Ttive-
rifugi, si è pensato cli sfruttare i mezzi mo- nete, con l'intendimento di realizzare gli

738
scopi della Fondazione Berti, ossia di co- ALPI MARITTIME
struire e cli diffondere i bivacchi nella re- dal Colle di Tenda al Colhi della M.addolcna .
gione dolomitica. Molti cli essi saranno inau-
gurati in occasione del centenario del C.A.I. 6 RJF'UGIO PAGARI - f"EDE RI CI m 26.50 al
margine settentrionale dcl Ghiaccialo di Pagar!,
della Sez.ione LiRUrc, 29 posti In cuccette e su
ta•'Obto.

7 RIFUG IO GENOVA m 1914 al Piano dei Chi<.>


tu in Val della Rovina, delb Sexlonc Ugure, 18
RI FUGI E BIVACCHI posti su rete.
DEL CLUB ALl'INO ffALTA NO
8 RIF UG IO DADO 501\IA m 1980 ol Praict. del-
NEL SUO PRIMO CENTENARIO la Se7.ione di Cuneo, 28cuccettc.

9 BIVACCO DEL BA US m 2500 sull'altopiano


dcl llaus, versante orientale dell1 Cima Argen-
ALPI LIG URI tera . S11d, della Se1jone L!1r11re, 5 posti su ta-
rfol Co/k di Cadibonll ..,1 Colle di Tenda vobto

10 BIVACCO SILVIO VA llJIONE m 2300 nel Val-


I RIF UG IO SAVONA m 1600 al Pian Bersi in lone di Lou rousa allo lxasc del canalone di Lou-
Val d'Inferno, dclb Sezione di Savon-~, 20 ;» rousa, della Sezione di Cunoo, ~ cuccette
sti sutavolato.
11 RIFUGIO LORENZO BOZANO m 2453 nel
2 llffUGJO METTOLO CASTELLINO m 1740 circo oceidcntale dell'Ara;cnten'I ai piedi dello
alla Tnicca della Tura, della Sezione di Mon- parete meridionale dcl Como Stella, della Se-tio-
dovl., 36 cuccette. ne Ligure, 17 pooti su rete e t11volato.

3 RIFUG IO HAVIS DE G IORGIO - MONOOVI' 12 RIFUGIO GIUSEPPE COSTANZO MORELLI


m 1761 allcSOl)l'.cnti dcll'Ellcro, della Sezione di m 2400 circa nel Vallone di Lourousa a l dis<>
Mondovì,62PoStiin letti,euceettcesu tn\'obto pr.:i del Gias della lblma, della Scdonc di Cu-
neo, 40posti m tavolato. '
4 RIFUGIO PIERO GARELLI m 2000 nell'Alta
Val dr Peslo a monte dcl GW roprano di Se- 13 BI VACCO FRANCO REMONDINO m 2430
strCl'll, della Sezione di Mondovl., .32 cuccette. nell'alto Vallone di Nast:a, della Sezione di Cu·
noo, IOposti sut:wolato .
.5 RIF'UGIO SANRE ~IO m 2078 sulla dorsale
snd~t della Cima Valletta della PuntD, nella 14 RIFUGIO EM ILIO QUESTA m 2388 nell'alto
catena del MontcS:icearello,della ~one di Vallone dcl Valasco, presso il Laa;o delle Portct-
Sanremo, 16 posti su tovolato. te, alla base dello ercsta 1ucks1 dclb Testa dcl
Claus, alla Sezione Lia;urc,34 cucc(ltte.

15 RIFUGIO DE ALEXANDRIS - FOCHES metri


1916 a[ L.ius di San Rernolfo, della Se7.ione di
S.won.:i, !Spostllncucecttcosutavolato.

16 Rlf"UCIO MIGLIOllEllO m 2100 al Laa;o infc-


rioro d'ischiator, in concessione olla Sczlonc cli
Foss.100, posti 40.

17 Rlf"UGIO ERVEDO ZANOTI' I m 2200 a l Pit,


pocosopr:i dcl Clas dcl Piz, sui rooc!on! all'fni-
1.io del Vollonccllo di Schia11tnla, alla Sezione
Ligure, 26 posti in cuccette e su t:ivo!ato.

18 RIFUG IO ALFREDO TALARICO m 1750 nPi


Prati del Vallone di Pontebeniardo, 5111 6aneo
sinistro della cortea, ln consc11:na alla Sctlono Li-
Rlfugkl dello Rowla - Cloocmnl Pedrotti gure, IO cuccette.

739
19 RIFUG IO DANTE LIV IO BIANCO rn 1900 32 RIFU GIO VENIN I m 2030 al Sestriere, della
circa nel Vallone della Meris al Laso Sclla in- SeT.ione U.G.E.T., 80 cuccette.
feriore, <lella Se7.ione di Cuneo, 2·1 cuccette.
33 RIFUG IO MONTE NERO m 2 129 in Val dcli.i
Ripa nei pressi delle Gmn11:c AfJl:entières, della
Sc1jonc di Tori110, 12cuccctte.
ALPI COZ IE
dal Colle della Maddalena ol Colle del M011amìsio. 34 RIFUGIO VAL SAN"GONE m 879 in borgat.i
Cervelli di Coav.:i in Val Sana;onc, in gestiùne
20 RIFUG IO STROPPIA rn 2250 nelle viein.i.n~ alla Sottosezione G.E.A.T. dclb Sezione di To-
delle CL'l(:ate di Stroppia in Val Maira, della Se- rino, 13 posti in letti e su ta,"Olato.
1.ione di Salu:1;7.o, 6 c11ccdte.
35 RIFUGIO VAL SANGONE m 879 (nuovo sta-
21 ntFUGIO UNERZIO m 1639 nella frazione di bile) in bora;.1ta Cervelli tli Coauc in Val S.111-
Praiorotondo nel Vallone d'Unenio, della Se- gone, in a;cstlone alla Sottosezione G.E.A.T. dclb
1.iono di Cuneo, 12 cuccette. Sczionedi'forino, 12cuccctte.

22 BIVACCO BEPPE BARENGHI m Z800 in pro.,_ 36 HWUC IO G.E.A.T. m 980 in frnzio11e Fcrria,
simitàdclb sponda del La1:odcl Vallonasso, del- della Sottosc>.ionc G.E.A.T . della Sezione di Tn-
la Sezione di Saluuo, 9 eucectte

23 HIF UG IO DI SAN1~ANNA m 1227 nel V11l1011e 37 RIFUG IO DEL C HAVIO 111 1390 nel Vallone
del Cravio, lribu1nrio della Vnl di Sus:i, dclb
~~tt~ant'Anna, della Se:i:ione di Saluz1.o, 15 ~uc-
Sottosezione G.E.A.T. della Se:i:ione di Torino,
3-leucccttc
24 lll FUC!O SAVIGLIANO m 1743 nella frnzimm
Sellettedi l'ontcchianalc, inconscK"naalb St?jo- 38 IHF UG IO ONELIO A~IPR l :.ro 111 1385 al
•Wl di Saviiliano, 32 tra letti e cll<!C(?tte.
Pian Cervello, della Sc1Jone U.G.E.T . Vallcsu<a,
-IO cucectte.
2;> RIFUGIO SOUS'l'RA m 2.256 presso le Gr:inge
39 RIFUGIO GUIDO REY m 1800 a l'rè ~leuni<'r,
di Soustra nella Val Varoita, de!L~ Sezione di
Saluuo, 16 cucectte. dclL1 Se7.ionc U.G.E.T., 30 cuccette.

26 Rll'UGIO GIUSEPPE GAGLIARDONE m 24~0 40 RIFUGIO CAM ILLO SCARFIOTI I m 2165


alla b.lse della parete occidentale del Monviso, nelle vlci1~~"1.C delle Grnua;e du Fond, ll{'l \'alto.
dcllaSe:i:ionediSalu:tZ0,30cuccette. ne di Rochemolles, delb Sezione di Torino, 35
posti in cucectteesu tavolato
27 RIFUGIO QUINTINO SELLA m 2640 neUe
\~cina.nze dcl La11:0 Grande del Viso, di fronte
41 RIFUGIO :.IARIANNINA LEVI - MAGDA
alvcrsanteoricn1.aledelMonviso,dellaSedecen- MOLINARI m 1850 un poco a monte del ri-
trale dcl G.A.1., in COnSCina. alla Sezione di Sa- fugio Galambra o ddlc Gronie della Va lle, della
luzzo, 80 J)OStl in cuccette e ~u ta\'Olato. Sczionedi'forino,42cucccttc

28 RIFUGIO LOSAS m 2741 alle fulde della Punta


Udine, nel Gruppo dcl ~lonviso, in concessione
alta Sezione di Barge, 2 cuccette.

29 RIFUGIO BARBARA rn 1753 all'Alpe del Pis


della Gianna, nella Va l del Chiacciard o dei
G.~rboner!, della Sezione U.G.E.T. Valpcllice, 40
posti in cuccette e 11u tavobto.

30 RIFUG IO BATTAGLIONE :.rON'fE GRANE-


RO m 2377 al Laa;o Luna;o, nell'Alta Val Pclli-
cc, della Sc7.ione U.G.E.T. Valpcllice, 24 J'.l(Kli
in cuccctteesutavolato.

31 RIFUGIO W!LLY JERVIS m 1732 nella COOCA


del Pm alla testata dell'alta Val Pellice, della
Sezione U.G.E.T. Valpel!ice, 110 posti in cuc-
cette e su tavolato Rifugio Va;olcr.

740
51 RIFUGIO VITIORIO RAFFAELt: LEONESI
m 2909 su di un costone della Lcvannetta e sulli
sinistra del canalone iihiacciato del Colle Perdu-
to, della Sezione di Torino, 12 cuccette.

52 RI FUGIO GUGLIELMO JERVJS m 2250 sul


vastoripiaoodiNelallatestatadella Valdell'Or·
co,alb Sezione di Ivrea, 26cuccette.

53 RIFUGIO GIAN FEDERICO BENEVOLO 1ne-


tri 2285 al disopra della Malga Lavassey neU·am-
pla testata delb Val di Rh~me, delb Seziooe di
Torino, 45 cuccette.

S4 RIFUGIO MARIO BEZZI m 2284 all'Alpe Vau-


det in Va\grisanche, della Sezione di Torino, 40
Rifugio Vaiolct postiincuccctteosutavolato.

55 RIFUGIO CLEA SCAVAROA m 2695 al di-


42 RIFUGIO LUIGI VACCA ll ONE m 2747 nel sopra <lei La11hi dcl Morion in Val11risanehe, in
Valloi1c di Glarea, <!ella Seziono di Torino, 28 consegna alb Sottosc7Jono A.D.A. <lelb Sezione
postiineul'Cettccsutavolnto di Torino, 30cuccettc.

56 RIFUGIO CITIÀ DI CHIVASSO m 260-1 al


~!i~ccl Nivolè, dc\Li Sezione di Chivasso, 18
ALPI Gl\AIE
1/al Colle ilei Mo ..ccnWo 111 Colle ilei Cnm San Be•-
nimfo. 57 RIFUGIO \l l"rl"O RI O E~ I ANUELE - vecchio -
m 2775. su lb sponda settentrionale del Lago di
43 l\IFU GIO ERNESTO TAZZETTI tn 2642 in Moncon·è, della Sezione di Torino, 32 posti in
località Founsd' Rumour,alLi testata della Valle cuccette e su tavobto
d i Viù, della Sezione di Torino, 36 posti in cuo-
58 RIFUCIO VITIOR IO E~IANUELE - nuovo -
ccttc e su tavolito. m 2775, nellevicinanze dlqucl\ovecchio,delb
44 RIFUG IO LUIGI CIBRAR IO m 2616 al pi;mo Sezione di Torino, 80 cuocette.
del Sabhmin, alla tci;btll del Vallone d"Amas,
della Se7JOne di TorhHl, 24 posti in cuccette e 59 BIVACCO SEBASTIANO E RENZO SBERNA
su ta•'Olito m 3404 al Colle orientale dcl Gran Neiron, dc'.b
Sezione di Firen:w, 6cuocette.
45 RIFUGIO CITIÀ l)J CIR IE: m 1850 al Ciassct
dcl Pian della Mussa, della SC7.iOne Valle di 60 BIVACCO MARIO BALZOLA m 3477 al Colle
1-1n7.0, 51 cuccette. ~~tt~'.°°hcttcs, della Sezione di Torino, .J

46 IH FUC IO BARTOLO~IEO CAST AL[)! m 2659


al Crot dcl Ciaussinè, sul lì.ance sud-est della 61 RIFUGIO VJTIORIO SELLA m WW al Lo-
lkss.incse, della SerJone di Torino, 30 cuccette son, \1lSto pL11H)ro erboso dell'omonimo vallone,
della Sezione di Biella, 98 posti in lcni,cuccetle,
47 BIVACCO U.C.E.T. m 2297 al Pfan di Cio,·.1· e su tavob1o
not in Val Sca, della Sezione U.G.E.T., 8 posti
62 BIVACCO LEONESSA m 2910 a!l' ll erbctrt,
48 IH FUC IO EUGENIO FE ll RERI m 2207 nel delb Sottosezione G.E.A.T. della Se1.!onc di To-
V:1llorn; delb Cura, della Ser.iono di Torino, 16 rino, 9 cuccette.
posti su tavobto
63 BIVACCO ALESSANl) ll 0 MARTI NOTT I m~
49 ntFUCIO PAOLO OAV ISO m 2280 sopra le tri258Sal\'cstrcmi!l1!nfertoredclere:itonenord-
Gr.rnge di Fea, nell'ampio Vallone della Cura, ovcst della Roccia Viva, dcl C.A.A.1., 4 po<ti
delb Se1.ionc di Torino, 2.J l>OSti in cuccette o su tavobto
suta,'OL1to
64 BIVACCO GUIDO ANTOLl)J m 2750 circa
50 CASA DEGLI Al.P INISTI CHI VASSESI metri all'origine della morena laterale siuislm d~I
1667 nella frazione Ch~1pili di sotto di Ccresolc, Ghiacciaio di V:ik?i lle, del C.A.A.I., 4-5 po;ti
dclb St.'Zione di Chivasso, 30 cuccette. su tavolato.

741
75 RIFUGIO QU INTI NO SELLA m 3371 sui Ro-
chers du Mont Diane, dclL'l Se%ione di Torino,
12 posti su tavobto.

76 BIVACCO GIUSEPPE LAMPUCNANI m <1000


circa sui fianchi del Pie Eccles, del C.A.A.I ., 4
cuccette.

71 BIVACCO PIERO CRAVERI m 3490 sopra la


breccia delle Dame:s Angln isessul versa nte della
Brenll;l., dcl e.A.A.I., 4-5 posti.

78 BI\' AGCO LORENZO BORELLI m 2325 ;'I l


ma rgine dcl Combalct o F.:1 utcuil des Allemands,
dd C.A.A.1 ., IO posti su tavobto

111/ugloS...vota. 79 BIVACCO DELLA BRENVA m 3100 circa sul


promontorio roccioso fncuneatrn:f nel ghiacciaio
della Brenva, dcl e.A.A.I ., 4 posti su t;'lvolato
65 Hll' UC tO I. A MONTANAllA m 1360 a Lcs
Flcurs del!A Conca di Pila, delta Sottose:done 80 BIVACCO ALBEIUCO E BORCNA m 3600cir-
Mon tagna delb Sezion<i di Aosta, 33 cuccette. ca, snl versante it;'lliano dcl Col dc b Fonrcl1e,
dc! C.A.A.1., 12 posti su tavolato
66 BIVACCO PIER MARIO DAVITO m 2360 su
di uno sp:ilto dcl Vallone di Lavina. tributari-O 81 Rff UC IO TOR INO (vecchio) 111 3322 nn poco
della Va.Ile di Forw, ddb Sc7.ione di Torino, al disotto dcl C.OlledelC!g ante, della Sezione di
4 pOStisula\'olato. Torino, 42 cuccette.

67 BIVACCO CINO CARPANO m 2865 ndl'aho 82 RIFUGIO TORINO (nuovo) m 3370 al disopra
VallOne di Piantonetto, dd C.A.A.I., 5 posti. del Colle del Ci11antc, delle Sezioni di Torino e
di AOISta , 128 cuccette.
68 BIVACCO Cl1'0 REVELLI m 2610 al Pi.:1n
delle Mule nel Vallone dl Ci.ardoney. delb sm. 83 RIFUG IO CABIUELE BOCCALATI'E-~ IARIO
~~ C.E.A.T. dclb SeUone di Torino, 4 PIOLTI m 2800 su di un 1.solotto roccioso trn i]
ghiacciaio di J>laupincioo:1 e il ramo occiden·
69 BIVACCO IVREA m 27i0 circa, nell'alto Val. taledelghiacciaiodclleJoras.~dellaSezione
Ione di No1uchetta, al Lni:O Pfatto, delb Sezione di Torino, 2.5 posti su tavola to
di Ivrea, 9 cuca.1tc.
84 BIVACCO ETTORE CANZIO m 382.S al C.Olle
70 BIVACCO MARGHERITA GIRAUDO m 2700 delle Crandcs Jornsses, dcl C.A.A.1. , 10 cuccette.
circa, alla trst:ira dd Vallone dcl Roe. della Se-
1jonc di Torino, 6 euccclte. 85 BIVACCO DI FREBOUZIE m 2360 sulla riva
sinistra del Vallone d! Frcboutie, alb base meri-
71 HIFUG IO ~IO~TE; ll!ANCO m 1700 circa, in dionale della Punta iloslo, del C.A.A.I. , 4 posti
regione La Foge di Val Veni, d ella Sezione
U.C.E.T ., J.10 J)OSli in cuccette e in microcha- 86 RIFUGIO GIUSTO CERVASUITI m 2835 al
let. margine orientale dcl mmo centrale dcl ghiac-
72 ntF UGIO BLISABETIA m 2300 circa, ;'llb ciaio di Fre00...7.io, della -Sctione di Torino, 12
Le~ Bbnchc, della Sezione di ~lilano, letti 4'1

73 BIVACCO ADOLFO HE.SS m 2958 al C.ol de 87 l\IFUGIO CESARE DALMAZZI m 2.590 sulla
Estcllette, d cl C.A.A.1., 4.S posti riva sinistra dcl 11hlacclaio dcl Tr!olet, della S~
tione di Torino, 20 posti in cuccette e su ta·
74 RIFUGIO FRANCESCO CONELLA m 3071 volato
Mlla base dello sperone che sce1><le dalle Aigui\.
Ics Grlses, sulb riva destra dcl ghiacciaio del 88 BIVACCO CESARE FIORIO m 2800 clrca, sul.
=;tc~ctlc Se-7Joni di Torino e U.C.E.T ., 40 la si nistra dcl ; hiacclaio di Pn'!I de Ba r, del C.A.
A.I., 5 posti.

742
dlJI Colle del Gran S<m Bcmtmfo al Pa.uo del Scm-
11'0<18

8' RIFUGIO D'AMIANT HE m 2979, a\b som-


mità di uno sperone che domina la vasta conca.
di By, alL1 t~tala del Vallone d"Ollomont, dcll'\
Sezione di Torino, 18 posti su tavolato.

90 BIVACCO NINO REGONDI m 2560, su un


rilievo che domina i laghi ghiacci.ali di Leilou e
di Benscya, della Sott05ezione Bovisio della Sc-
'Zione di Desio, 6 posti su tavolato.

91 RIFUGIO COL COL LON m 2818, nell'alta


C:Omba d'Orcn, tribut:iria della Valpelline, sul Rifugio AllfOH:W.

pronoontorio n ponente della liniiua dcl ghL1c-


• chfaio dcl C:Ollon, della Sezione di Torino, 40
posti su tavolato.
Hll'UGIO O"ITOll l NO MEZZALAMA m 3004,
92 IHVACCO DELLA SASSA m 2973 11clla p.utc al culmine dello ~perone morenico di Lnmbro-
superiore della C:Omb.1 d! Sassn, dcl C.A.A.l., 4 uccca, dclb Sc?.ion.e di Torino, 27 posti in cuc-
postisut:ivolato c<!ltC e su ta1,olato

93 BIVACCO Fl\ANCO NE BBIA m 2600, al lngo RIFUGIO QU I NTINO SELLA m 3.578 al Fcllk,
di Luscncy, dclb Sott01>C1.fonc G.E.A.T. della sulle rocee ddb cresta divi:;oria rra le \llllll di
Se7.ione di Torino, 6 posti Cressoncy e di Ayas, dclb Sezione di Biella, 60
postiincucccttcesullwobto.
j4 RIFUG IO AOSTA alla te< tata dclb Valpelline,
della Sezione di Aosta, 20 cuccette RIFUC IO MORCENROT m 1800 In loealità
Orsia, frazione di Gressoncy-La Trinitè, dclL1
95 BIVACCO TETE DES ROESES m 3200 cicca . Sezione di Grcssoncy, 33 J)OSti in letti e ctoe-
al mara:ine del 1thlacel3io delle Crnndes ~lurail­ c<!tle. •
les, dcl e.A.A. I., 4..5 posti.
RIFUCIO DEL LYS m 2342, su di un p0ggio
96 BIVACCO DUCCIO MANENTI '111 2790 nei della spl..111.1ta dcl Gabict uclb. \'a lle dcl L)'1,
pressi dcl laa;o di Babnsclmo, dclb Sezione di della Sezione di Gallarate, 17-20 eucccttc.
Torloo, 6 posti. nt\'ACCO CAll LhlfO CASTALDI m 2560
cirro, sulb rìw. di uno dei ba;hctti annidati fra
97 lllFUC10 GIOVANNI BOBBA m 2885 sul Tnoc lo balze dclb l'unta di Ciampono, della Sezione
Trtmctta della Co1oea del Breuil (Cervinia), deJ.
di Cressoncy, 4 cuccette.
b Sezione di Torino, 16 posti 511 tavolato
RffUCIO DELFO CODA m 2280, nel pr~i
98 BIVACCO UMBE RTO BALESTRElll m 3142 dcl C:Ollc dci Carlsct, della Sezione di Biella, 47
sullaercstnoricntaledcllaPuntadciC:Ors,dcl posti in cucccuc e su tovobto
C.A.A.I., 4 pOSti.
RIFUGIO ALFREDO RIVEITI m 2 150 drca,
99 RIFUCIO LU IG I M IEDEO DI SAVOIA me- nlla Moloa;na Crnn<le dclb Vallo dcl Cervo, del·
tri 3840 nlla ha<o tlclln Cmn Terre dcl Cervino, b Sw.ioue di Biclln, 62 J)O>ti In cuccette e su
della Sezione di Torino, 16 posti su tavolato tavobto
R!FUCIO DE L TEODULO m 3327, nl C:Ollc RIFUG IO ALFREDO 1'1AllCHETII m 1000
dcl T~'Od ulo, della Sezione di Torino, 68 po.;ti circa, all'Alpe di Mcm, dcll:i S~one di Cnlla-
incuccettoosutavolato. rate, 15 posti in lctti c cuceettc.

RIFUGIO CASALE 1'10NFEllRATO m 1725 RIFUG IO CITIA' DI MORTARA m 1985, neJ.


sul Ila.neo orientale della Valle d'Ayaz a monte li parie mediana della Val d'Olen al m311Jinc
di Saint-Jacques, della Serlonc di Casale Mon- delle baite ddb Craude Hnltc. della Sezione
ferrato, 54 cuccette di Mortara, 40 pOSti in letti e cuccette.

743
RIFUCIO CITTA' DI \/!CEVANO m 2865, nei
pressi del Col d'Olen, della Sei.ione di Vigevano,
posti 142 inlettiecuecette.

RIFUCIO CIO\/ ANNI CNIF'ETTI m 3647 su\.


leroecc dellospcronechesepami l rnmooricn-
tale dcl ghiaccialo del Lys dal ghiacciaio del
Ca~telct. delb Se7-iono di \lamllo Scsia, 107
posti in letti, c11cceltc e su laYOb to

lllF'UCIO DEL BAL~EENHORN m 4160, sotto


la vetta del Balmenhern, delli Sezione di To-
rino, solo ricovero

RIFUCIO RECINA ~ IARC H ER ITA m 4554,


sulla Punta Cn ifctti del Monte Ros.i. della Se-
de Centrale del C.A.I ., In conscina alla Sezione
di\laralloScsia,32postlineuecetteesutavo-
hto
l\Jl'UCIO ANDOLLA m 2061 nei p.'lSCOli dcl·
RIFUCIO VALSES IA m 3212, su di un contra f-
~;,~tt~'.ulolla,dclla Sc1Joncdi \lilbdos90la , 17
forte della Punta Parrot, \'Cl"SO b \lal<esia. della
SezionediVaF.illo,lOpo.stisulavolato.
CRAN llAlTA OMECNA m 1"191, sui dossi cul·
RlFUC IO LUICJNA RESECOTTI m 3624 sul min,ili del ~ l ottarone, della Sezione di Ome~'Tla,
fianco v:ils.csiano delb Punta Tre Amici, nei 70postlinlettiecuccettc
pressi del Celle del Siina~ della Sezione di
Var:i.llo, 16 pasti su tnvolato.

RIFUCIO RODOLFO ZAMllONJ m 20i0 al-


l'Alpe Pedriob ai piedi dcl •·ersante orientale del ALP I LEPONT INE
~tonte Rosa, delb Sctione S. E .~l ., 25 cuccette. do/ Posro del SC'11/li<mC o/ Pauo dello Sl'luga
RIFUCIO MARIO ZAPPA m 2070, addossato
:!t,~~ceedente, dclfa Sczion(l S.E.~1., 51 cuc- ll!F UCIO Cl"rl"A' DI ARONA m 1750 al nmr·
ginc dcl!a <.-01.ca di \le)!:lia, della SczionQ di
Arona, •IO cuecclte
IHF"UCJO DAMIANO ~IAlllNE LLI m 3036 sul
ercstonc ~farinelli dd ~lonto llm:i, della Sezio- IHF UC IO D0~1U S NOSTRA m 1740, In località
ne di Mibno, 12 posti su tavolato.
~= ~i Varm, <lelb Sezione di Calbrate, 30
BIVACCO VALENTINO BELLONE m 2509. su
1
di uno spalto dc\Li Loccia dei C.imosei, della IHF UC IO C IOVANNI LEONI m 2803 sul ri·
Sezione di Callo.rate, 9 cuccette. pianoculminalcde! MonteCistella,dellaSez.ione
di Domodossola; qualche posto su ta\lObto.
BIVACCO CITTA' DI CALLARATE m 3969
sulli vetta dcllo JiiJi;crhern,delli Sezione di RIFUCIO CALLARATE ad Aisone m 1640, al
Callarate, 9cuccette. margine della vasta conca del Devero, delli Se-
zione di Galluatc, 40 eU<XClte
llJFUC IO EUCENIO SE LLA m 3150 su di un
erosione della Cima dcl Nuovo Weis~th or, della RlF'UG IO CALLARATE ai Pon ti m 1640. al·
Sezione di Domodos90la, 30 cucc<!ttc. ringresso della conca dcl Devcro, in aflltto nll.1
Se1Jonc di Gallarate, 65 letti e cuccette.
123 IH FUC IO CRAVELLONA TOCE m 1532, sul-
k pendici oricntnli dclr Eyehorn. all"Alp.:: di RIFUCIO SO~ l ~tA LO~lllARDO m 2561 al
Cortc.-ccchio, della ScVoiic di Cmvcllona Tace, disopra della diia dci Sabbioni in Val Forma=i,
30 pasti in cucc<!lle e su tnvola to. della Sezione di Somma Lombardo, 20 cuecctte.

RIFUGIO NOVARA nl 1474, a Cheggio in Val. IHFUC IO CITIA' DI BUSTO m 2480, su l l'ia-
le Antrona, della &rione di Novara, 32 po;ti in l'IO dei Camosci in Val Forma=i., dcIL~ Sezionc
letti e cucceue. di Busto Arsizio, 50 letti e cuccette.

744
RIFUGIO ~IARIA LUISA m 2150, sotto b diga 143 RIFUGIO PIACCO m 2534, accanto al prece-
dcl a:rande b:icino artiric:iale di Valtoga:ia, della dente, delli Seziono di Milano, 20 cuccette.
SC7Jone di Busto Arsi:Jo, 70 letti e cuccette.
BIVACCO MO LTEN l-VALSECCHI m 2510,
RIFUG IO AL LA BOCC HElTA DI CA~ I PO ncll'anfì trotro termin.iledclla Val dcl Ferro, del-
m 2060 a monte dell'Alpe di C.impo, dclb Se- la Sc?Jone di Como, 9 cuccette
~ione Verbania- lntra, non aricdato
RI FUG IO FRANC ESCO ALLIEVI m 238.5 sul·
136 HWUC IO ANTONIO FANTOL I m 990, all'A!- rampio tcrrnv.o tcrminnle della Valle di Zocc:1,
:1~mpio, della Sezione di Pallanza, 30em:- de!Li Sezione di MiL1no,38posti in cuccette I'
su tavolMo.
HIFUC IO E~llLIO Fm lAGALLI m 1566. al BIVACCO ANTONIO MANZI m 2.538 nella
Pian Cawllonc, della Sezione Vcrb,1nia- l ntra, 42 (Xlrte superiore della Val Torrone, dcl C.A.A.I.,
postiinlettieeucccttc. 9cuccette.
138 RIFUGIO CARLO EMILIO m 2MO, sulla spon- BIVACCO CAllLA ODELLO- NANDO GRAN·
da dcl bi;io Truno, della Sezione di Como, 18 DORI m 2991, al Passo di ~!elio, del C.A.A. I.,
postiincucccttccsutavolato 6 cuccette.
139 lll FUC IO CO~IO m 1778. al bi;io Da~ngo, del- RIFUG IO MARIO DEL GRANDE · REMO
la Sezione di Como, 20 110Sti su tavuLito CAM ERIN I m 2550, n pochi passi tbl Bocchl'l-
:~c~cl Pfattò,dclb Sezione di MiLino, 8cuc·

ALPI !\ET ICHE RIFUGIO LUCIANO TARTAGL IONE • L U·


CIANO CRISPO m 1800, sopr.1 l'Alpe Forbi-
dal PIWO dello Sp/ug11 al Pturo di R.uf/1,
cina di Chiarcuio, dclh Sezione di Mihoo, 19
p05ti in cucecttc o su tavohto.
llffUG!O GIOVANNI BERTACCHI m 2196, al RIFUGIO CESARE PONTI m 2559, su di un
lago d"Emct, della Sezione di ~libno, 6 cuccette. fìanoodellaVedrcttadiPredarossa,dcllnSe-
HIFUG IO CHI AVENNA m 20.16, su di un t:~ di Milano, 46p05ti incuccetlee,su ta"o-
ripiano del!"A!pc Ani.elo&-1, delln Ser.ione di
Chiavenna, 78 posti in cuccette e su tavolato
HIFUGIO CARLO llOSJO m 2086, i11 prassi·
RIFUGIO LUIG I BllASCA m l31J.I, nei pascoli mità dell'Al1>e Aimll', dc!L1 Sezione di Desio, 46
'dell"A!pe Coodcr in Vnl Oxlera, della Ser.ione posti in cucecttc e su tavolato.
di Mibno,44 postiincucccttecsu tnvolito.
RI FUGIO DESIO m 2836, poco al disotto d<'l
111\'ACCO NATALE VANINETII m 2592, alla Passo di Corna Rossa, sul versante dclL1 Val
bnse dcl crestonc dcl Pizzo Trubinasoi. In Val Torreggio, della SC7Jone di Desio, 27 l)OSti in
Codera, della Sezione di Milano, 6 cucttltc. cuccette e su Ll\'olato.

BIVACCO CARLO VALLI m 1900, nelle vict. RIFUG IO AUGUSTO POR RO m 1960, nei p rcs.
nanze dell'Alpe Arnasro. nelrnmpin Val Sp.1,;- si dell'Alpe Ventina, dclb Sezione di ~ l iL1no, 47
sato, della S~ono di Como, 9 cuccette. posliincuccetteesutavolato

RIFUGIO ALESSANDRO VOLTA m 2212, nlb BIVACCO ANGELO TAVECC IA m 289-1, al


testnln della Valle dci Ra\11, della Sezio11e di disopra della Vcdrctta dcl Ventina, dcl C.A.
Como, 31 posti in cuccette o su tnvolnto. A.I., 4 cuccette

lll FUCJO ANTONIO OMIO rn 2003, all'Alt>e RffUG IO EL IA E ANTON IO LONGONI me·
dell'Oro, ndl'alta Val Masino. della Sezione S tri 2'117, al terininc dclfa cresta sud-ovest della
E.M., 32 posti in cuccette e su tavol1to. Sassa d'Entow, dclb Sci.ione di Scrcano, 22
postiincucccttcesu tavolato.
RIFUG IO LUIGI GIANETI'l m 2534, nell'anfi.
trotro tenninale delL1 Val Porccllizzo, della Se- RIFUGIO CARATE BRIANZA m 2636, a pochi
:i:ionc di Milaoo, 80 l)OSti incuccctteesula\'o- passi dalla Boeehetta delle Forbici, della Se-
lato. Uooe di Carate Brian~, 26 cuccette

745
Rlf"UGIO DAMIANO MARINELLI m 2813, 176 BIVACCO LEON E PEL LI CIO LI m 3230, pres-
sull'orlo di un ripiano che si affaccia a\Li Ve- so b Cima delle Vedrett e, della Scziouo di
dretta di Caspoiigio, della Sc1.ione di Sondrio, Bergamo, 6 cuccet te
2 16postiineuccctt ecsutaYQlato.
IUFUGIO CITIA' DI MILANO m 2573, alla
163 DJVACCO AGOSTINO I'Al\l\AVICINI m 3183, !<'S tata della Vallo di Soldo, dclL~ Sezione di
su di un rocdone della Vcdrdta di Sccrsccn Milm10. 73posti inc11ccctte, letti e su ta\'Qlnto
superio~, della Se1Jonc di Sondrio, 6cuccelte.
RIFUGIO ALFl\EDO SER RISTORI m 2721,
•ui ripiani delb Crodctta nelb V.i\lc di Z.~i,
RIFUGIO MARCO E nOSA m 3597, alla For- in eonsca:na alla &7.ionc di ~ f ilano, 27 posti in
C(l!a di Cresta Giina, della Sci.lone di Sondrio,
letticc1ic«tte.
24postisuta,·olato.
RWUG IO NINO CORSI m 2264. alla testala
BIVACCO DEL SASSO ROSSO m 3546, sulle della Val Martello, <lclla Sci.lone di Mila no, 46
rocce della cresta settcntrion.iledel S:isso Ros- letti.
so, della Sczio11e di Sondrio, 4 euccette
RIFUGIO UMBERTO CANZIAN I m 250~. al
RIFUGIO ROBERTO lllCNA~tl m 23$5, sul lago Verde, in C(lllSCll:lla alL1 Sc1.ione di Milano,
ciglio del vallone dell'Alpe di Fellaria, ddb Se-
35 11<1>ti in letti e su tavolato
zione di Milano,99vnsti in lcUi,cuccet1cc m
tavolato 131 lllFUC IO SAENT - SILVIO DOJUGON I n1c-
lri 2436, nel centro dclb. ,·asta C(lnca dcll'Al11e
lltFUGIO ALFONSO E llAFFAELE ZOI,\ Steruai, della S.A.T., 15 posti iu cucc<:ttc e su
m 2021, su di un dosso cho domln.1 il bacino tavoLito.
~~:: Moro, dclb Sezione di Milano, 40
lllFUC IO CEVEDALE - GUIDO LAll CHER
m 2607, nell'alta Valle della Mare, della S.A.T.,
RIFUGIO DOSDE' m 2824, nello vicinan1.c dcl 18cucccttc.
~~ Dosdè, delb Sezione di Milano, 6 cue-
BIVACCO PADRE GIANCARLO GOLO~IBO
m 3470, al Colle delb Mare. dcl l1 Se7.iOnC di
RIFUGIO FALCK m 2050, su di uno ~palto roc- Seregno, 9 l>OSti In cuccet te e su t.iYQlato.
cioso dcl Passo di Ven-a, dclb SC7.ione di Der-
vio, l~ cuccette. RIF UGIO VIOZ m 3535, al disotto della som·
miti\ dcl Vioz, dcll:i S.A.T., 39 tJO><ti in cucc<:llC
RIFUGIO PAOLO FE llllARIO m 2AOO c irca, e su tavolato.
sotto la Punta scttcntrioimlcdci Corni di Verv.i,
<lelta Sezione di Dervio, 7 cuccette BIVACCO MENECHELLO m 3350. nei p~i
dcl Colle dc11:li Orsi, della Sezione <li Viccw.11,
RIFUGIO ~!ONTE LJVRIO m 3174, al mar- 6poslisutavolato.
gino della Vedretta Pinna e della Vedretta dcl
~lad.aceio, della Sezione di Bergamo, 110 pOSli lllFUG IO ARNALDO BERNI m 2545, ' " ' ri-
inietti e cuccette. p~ini del Passo di Cavia, della Sci.lono <li Bre-
scia, 50 posti in letti e su ta,·olato.
RIFUGIO CARLO LOCATELI.I m 3360, al
Passodelle &itc,dellaSci.lonodi Bcrtamo, 10 flffUGlO CAV IA m 2541, nei prC:!!Si del prrcc-
postisutawlato dcnte, della Sezione di Brescia

RIFUGIO ALDO E VANNI BORLET'TI me- fl!FUCIO NINO E ITALO l\ERNASCON I


tri 2191, sullo sperone scttentrion~le del Corno n1 31 00, nei pressi della Punta del Segnale del
dil'laies,ineo nsca:naa\laSezionediMilnno,20 l'i1.w T rescro, della Sezione di 1-lilnuo, 14 1»
p<>sf!in lctticsutavobto. stìln cucccttccsuta\'o\ato

RIFUG IO JULIUS PAYER m 3020, su lla cre- RIFUGIO CESA llE BRAl\CA m 2493, sulb
sta della Taba retta, della Sezione di Milano, sponda dcl !aio delle Rosolc, dclb Sezione <li
ll8postiincuccetleesu tarolato Milano, 24 cuccett e

BIVACCO VITIORIO LO~IBAR DI m 3350. lllFUG IO LUIGI PIZZIN I m 2706, nclli C(l1ica
sul culmine del ~fonte Cicf, avancorpo dell'Or- terminale <lelb V3l <li r.ctlcc, delb Sezione di
tles, dclb Sezione di Milano. Milano, 48 !lO'ti in cuccet te o 5U t.'wobto

746
201 RIF'UG IO DEL CA RE' ALTO m 2459, 11 Bus
del Gat, nell'alta Val di Bonaa:o, della S.A.T.,
18euccctte.

RIFUGIO DEL MAi"l"DRONE m 2424, pre5SO


i lai:hi dcl ~!a ndrone, delL1 S.A.T., 13 cuea:ttc.

203 RIFUC IO CITIA' DI TR ENTO m 2480, uei


pressi dcl laii:h! del Mand rone, dell a S.A. T., 60
posti letto

20-I Rff UG IO Al CADUTI DELL' ADAMELLO


m 3040, in viein;mu. del Passo della Lobbia
Alta, delb Sezione di Brescia, 70 cuccette.

205 Rff UG IO STAVEL - FRANCESCO DENZA


Rifugio Di00io11e Ju/io m 2298, alla testata della Va l di Stavel, della
S.A.T., 31 posti in cucçette e su tavolato.

BIVACCO ANDR EA OCC IONI m 2500, In Val


Gabbiolo, della &zione di ~ l onza, posti 12
l\I FUG JO GIANN I CAS ATI m 3269, nelle viei·
nanze <lei Passo <lei Ccve<lale, (lelL1 Se1Jone di 207 RIFUG IO PR ESANELLA m 2204, in Val di
Milano, 95 pasti in euccctte e su ta"olato Nardis e in prossimità della Malg.i dei Fiori,
delb S.A.T ., 6 posti su tavolato
lll FUG IO QU INTO ALPIN I m 2877, 11 breve
dist.:rnudallaserllCC'lltlldelb Vcdrett.'ldelloZe- 208 RIFUGIO AMOLA · GIOVANN I SEGANTI NI
brù, della Sezione di Mibno, 37 posti in euc- :;:,!;t~ nelralta Val d'Amob, della S.A.T., 18
cette e su t.wolato.

RIFUGIO OLT RAD IGE-ROEN m 177!5, sul ver- 209 RIFUGIO GllOSTE' - M.O. GIO RGIO GRAF-
$:IOie orientale del ~Ionie Roen, della Sezione F ER m 2300 circa, sul ''ersante di Campiglio
di Holwno, 18 posti io letti e cuccette del Passo del Grostè, delL1 S.A.T., !51 letti

RI FUG IO GA RIBALDI m 2600 elren. nelln eon- RIFUG IO QUINTINO SELLA m 2270, nella
C{l del Venerocolo, de!Li SC7.iono di Brescia, 66 parte superiore dcllR Val!esinella, de\Li S.A.T .,
postiinlcttiecuccette 4\postiinlctti,cuccctteesutavolato

BIVACCO ZAN ON-~ IORELLI m 3 M7, al Pas- RIFUG IO TUCKElf m 2.268, accanto al prceo-
so Brizio, della Sezione di Brescia, 9 cuccette dente, delb S.A.T., 27 letti.

RIFUGIO FRANCO TONOL INI m 2467, sulla RIFUG IO ~ I A RI A E ALBERTO m 2120, su di


$penda del lago Rotondo nel a:ruppo del Bat- un l('n':IUO allo sbocco delb Val dci Brentei,
tone, della Sezione di Brescia, 2Q cuccette delli Sezione di Monza, SO letti.

RIFUG IO PAOLO PRUDENZINI m 2235, sul 213 BI VACCO ETIO RE CAST IGLIONI m '3135,
ripiano sommitale della Val Salamo, della So- sulla sommità dcl Crozzon di Brenta, della S.
zione di Brescia, 40 JlOSti in çuccdte e su tnvo- A.T., 6 cuccette.
b to
RI FUG IO DODI CI APOSTOLl ·C. E G. GAR-
BI VACCO PASSO D I SALAR NO m 3 168, della BARI m 2489, su di uno sperone de!Li Val di
Sezione di Bres<::~,, 3 posti su tavobto Nardis, della S.A.T., 26 cuccette

RIFUG IO GAB RIEL E ROSA m 2624, al lago 2 15 RIFUG IO TOSA - TO~I ASO PEDROTII me-
della Vacca, in C()nces.sione alla Sezione di Bre- tri 2491, ai piedi della Brenta Bassa, delb S.A.T .,
.scia, JOcu«ette 71 posti in lcui, cuccette e su tavolato.

RIFUG IO VA L DI FUM O m 2200, alb tes!Pta 216 RIFUGIO TOSA m 2442, alla testata della Val
delb Va l di Fumo, della S.A.T ., 38 euocettc doi Massodi, poro al disotto del rifugio Pctlrotti,
e letti. della S.A.T., 26 posti in lett i e su b\'Olato.

747
2 17 BA ITA RECAZZ INI m 800, nei pressi della
Sta1;onc inferiore delb SCK1ioviadel Peller, del-
Li S.A.T

218 HIFUC IO PE LLER 111 1880, nei tir~i delb


~ ! alga Clcser:r., de\19 S.A.T., 32 posti fn cuc.
eettee\etti

HIFUCIO PACANE LLA ·CESARE BATTISTI


m 2080, sul colmo della Hodi delb Pagancll;i,
della S.A.T., Z3 cuccette.

Rl/11gio Celso Ci/berti

ALPI OllOBIE
e/al Pauo d·Aprlca al Moille Lcg11011<:
PllEA LPI LO~IBAllD E
dal l'ano di Srm Iorio, dal l'iaai d i Bobbio, ,fr,/ l'11sso
elci/a Maroge/li1, eia/ Pasro dcl Vit>ionc, eia/ Pasro si
lllFUCJO ANTONIO CUBO' m 1898, al diso- Croce Domini e da/111 Sella c/'Ampola alla 11'atwro
pra del lxicino dcl Barbellino, nell'Alta Val S& 1111da11a.
rfar~i, della Sc7lone di Bcr11amo, 70 posti in
lcttieeucccttc
lllFUCIO DE GRANDI AOAMOLI m 977, al-
HIFUCIO COCA m 19.50, nella Valle di e.oc,., l'Alpe di C11villll()lle, sul versante settentrionale
della Sezione di Bcri=imo, 50 posti in cuccette ~~~:~;te Nudo, della Sci:ionc di Bes<nm, 14
osuta,ubto

:a!2 IHf"UGIO BRUNONE ro ~.sulle pendici del 230 RIFUCIO MENAGG IO m 1400 circa, al ~ln~n
Pi7.:w Brunonc, dcll1 Sezione di Bergamo, 32 dcl Fod6e, della-Sezione di Menaggio, 22 pmti
cucccltc incuccctteosutavoL1to.

Rll'UGIO LUIGI ~ 1 AMB R ETTI m 2003, alln lll FUCIO GIUSEPPE E Bl\UNO m 1 180, so-
testata della Val di Qironno, della Sezione di pra Oliill5CO in Val d' Intelvi, doll:r. Scr.ione di
Sondrio, 20 pasti su tavolato. Como, 52 letti e cuccette

BIVACCO ALFREDO CORTI m 2499, alla ba· lllFUCIO DEL PALANZONE m 1275, sul co-
se del Pi:izo di Seotc.s, dclb &zione di Sondrio, stone Sud.zy,·est del Monte Pabnwne, della Sc-
7 posti s11 tavobto. i:ione di Conw, 34 posti in le11i, cuccette e s11
t<wobto.
RIFUG IO LAGHI GEMELLI m 2020, al di.w- RIFUGIO S.E.~I. ·CAVALLETTI m 13..50, al
pr:i delb dii'\ dei ba;hi Gemelli, dclb Sczjone
Pia110 dei Resi nclli della Grigm meTidlonalc,
di Bcra;amo, IOOposti in cuccette esu tavolato.
delta Sczjoue S.E.M., 67 !etti e cuccette
ll!FUGIO FRAT ELLI CALVI m 2015, nelle vi- HIFUCJO CARLO i'ORTA m 1426, al mnrginc
cln:r.nw dcl la1:0 Rotondo, della Se?.ionc di lkr· dcl l~co Giulia dcl Piano dei Resinelli, della
gamo, 75 posti in cuccette e su t:tvobto Se1Jone di ~ l iL~no, 70 p0sti in letti e cuccette.
227 CA' SAN ~ ! ARCO m 1830, sul versante bcrb'll· JU F"UGIO ll OSALBA m 1730, :r.ll'originc della
n~isco dcl Passo di San ~farl"O, in con<egn.i alb ~t;iScgantinidellaGrignameridionalc,delL1
Sezione di Bergamo, 70 posti in letti, cuccette ~one di Milarw, 50 posti in cuccct.te e br:in-
e su tavolato dine.
RIFUGIO ROCCOLI LORLA m 1463, fra le ll lFUCIO ELISA m 1515, in Val Mcria, della
selle del Monte 1...eirnone o ~ l ente Legnonci no, Sc1Jonc di Mandello del Lario, 24 tlOSti in cuc-
della Sezione di Dervio, 54 letti e cuccette. cetto e su tavo13to

748
RIFUC IO LUICI BIETrl m 1719, in località
Rclecdo, su l fianco occidentale ddb Crigna set- dal Pcmo di Resi.1 alla Sella di Dobbiaco
tentrionale, delb Seùone di .\lilario, 36 posti in
letticctK:Ctlte.
RIFUC IO ARNALDO llOCAN I m 1816, al 251 ll!FUGIO PIO Xl n1 2557, alla testata della Val-
Point, nell'ampio (lnlìtcatro Sl'll('n trion(lfo delb hm&o, in coniegna alb Sezione di Desio, 30
Crigna settentrionale, della Se7.io11e dJ Mo1m1, posti in letti, eue<:ette e su t."lvobto.
40 1>0stiincuccetteesutavofato.
252 ll!FUCIO SILAND ll O m 1980, sul co•tone dcl
RlFUCIO MAR IO TEDESCHI m 1428, in lo- .\fontcbcllo, delb Se1Jone di Merano
çJli tà Pialcrnl, sul hto orientale della Crign,i
scttentrionale,de\h Sezione S.E.M., 62cticcetle. 253 RIFUGIO PETRARCA m 2872, sul vcr~ntc
orieutale dcl Passo Gelato, ai piedi dell'Altissi-
RlFUCIO LUICI BRIOSCHI m 2410, sulla ma, inconseiinaalla Sezione di Merano.
sommità della Cri!Pl-1 sette1.1trionalc, della Se-
~~·~c ~~;~~~~~~=ti in cuc«tte, su ta•"Obto 2::.1 RIFUGIO DI CIMA F IAM.\ IANTE m 2259,
alb testata della Valle delle Fosse, nei Saren-
tini, della Se:clone di .\lerano, 55 posti in letti,
lllFUCIO Vl'ITORIO RATI I 1n 1002, ai Pfani cuceetleesutavolato.
di Bobbio in Vals.issina, della SC'l:ione d! l..ec<::o,
SOe11eeette. RIFUCIO DI !'LAN m 2982, al Nodo Bianco,
in Val <li Phrn, in consegna alla Se1Jone di l.le-
HIFUG!O ANTON IO STOPPAN I rn 900 circa,
rano, 20 l)O)ti ~u tavolato.
111nontc delle baite di Costn, sul Banco meri-
dionale del Piuo <l'Ema, <lclLi Sc7.ione di Lecco, 256 RIFUG IO V8DRETIA PIANA m 2249, alla
24euccette. testata della Val Ridanna, in consegna alL Se-
zione di Bolzano, 12 posti su tavolato.
RIFUG IO ALPINISTI MONZESI " ' 1173, nei
p~--si del P:i.sso dcl l'o. sul "ersaute delb Val
257 RIFUG IO C INO BIASI m 3195, sul Bk>chiere
d'Erve, della Sezione di Mon7.a, 24 pureclte
di Cin>.1 Libera, in COllSCll:l\.'I alla Senone di Vr-
RJFUCIO FORNI DI TRONA m 1500 eirl":I, rona, 100 posti in leni e su b~"Ohto
nell'alta Val Varn:mc, <lelLi SC7.ionc di Dr-r.fo,
: a& RIFUGIO DI CIMA LJ6ERA m 3145, in pros-
12euccctte
s.imità della Bassa del Prete, della Scl!lone <li
lll FUCtO F RUA-VALCANALE m 1410, all'Al· Bolzano, 50 ct.teeetle.
peCortediVolcan,ile, delb Sczion-0di llcrgnmo,
259 lll.FUGIO crnA' Di CRE.\IONA m 2423, nei
30cueeette. pressi <lei laiO delL1 Stua, in consegna alfa Se-
zione di Vit!pono, SO posti in letti e cuccette.
RIFUG IO LU!Ct ALBANI '" 1898, nelle viei-
1>.in:«i dcl bghettodi Polzone, ai piedi del V<'r-
260 RIFUG IO CESARE CALCIATI m 2379, su l
sante settentrionale della l'rC$0la1>.1, <lelb Se-
bordo dcl Laio di Sancs e ai piedi dcl Tribu·
zione <li Bergamo, 10 posti su tavolato.
hun, in consci•"1 alla Sezione di Vipiteno, 46
postiincucretteesut:avolato
RIFUG IO :.1. O. LEONIDA MAGNOLINI m
1650 <:irea, al mariine dcl Piano della Palù del
RIFUGIO PICCO IV ICNA m 1815, alla base
Mo,,te Alto, della Sezione di Lo"ere, 65 cocceue.
dcl Picco lvii!la, OOlla Sezione di .\!erano, 20
RIFUGIO CARLO BONAllDl m 1740, nelle ~tìinlettiecuccette.
viclnanwdel PassodelManiva, alla tostai;• del-
262 RI FUGIO PARETE ROSSA m 1861, nelb p~rte
la Valtrornpia, delb Sezione di ll rescia, SO letti
superiore dcll'Alt;pi.ino di Avelengo, della Sc-
eeucceue
7.ione di Mern1>0, 26 !)Osti in letti, cuccette e
l\IFUGIO VALT RO:\ IPIA tn 1280, in località su ta~olato.
Pontogna, pocosottoL1"ettadd:\lonteCugliel-
~~;e della Sezione Valtrompi.i. 45 letti e cuc- 263 RIFUCIO CORNO DEL RENON m 2260. sul
C.00>0 del Renon, della Sezione di Bolr.ino, 38
postiinletli,eucccttecsutavolalo.
RIFUG IO TRE:.IALZO - FEDERICO GUEL-
1..A m 1 582,sulve~ntetrenlitlOdcl Passo di 26'1 RIFUG IO CHIUSA m 1919, al Campaccio della
Tremalzo, delh S.A.T.. 42 posti in letti e su Val di Lazfons, delb Snione di Bolzano, 22
ta•'Obto lettieC1.1CCette

749
265 RIFUGIO DI VALLAGA m 2481, nei pressi 218 VILLAGG IO S.A.T. m 1200, dintorni Castel
della Forcella Valla11:a, di proprietà della Sezione Tesino, delb S.A.T., 60 let!i.
diBres.sa.nonc,22postiinlceticC11ccette.
2 79 lll FUGIO VO LPI DI MISURATA 111 2500, p0o
RIFUGIO CITIA' DI MONZA m 2665, alla ha- co ~Ilo al l'a>SO del .\lula1~ nel Gruppo delle
se dcllo sperone sud-0vcst de\Gnm Pilastro, in l'alc di San Martino, delb Se1.ione di V~'nezin,
conscgn.1 alla ScUonc di ~lonw, 32 1».iti in cuc- 38lt'Uiceucccttc.
cc Ue c su tavolnto
l\IFUGIO DELLA ROS E'ITA - GIOVANNI
RIFUGIO VIP ITENO m 2344, a settentrione dcl l'ED ROrn m 2578, sull'altopinoo delle J>nlc di
Piero della Croce, in COtoscll:na alta Se-Lione di San Mnrtioo, della S.A.T., 76 (lOsti in letti, eue-
fires&1none cctte e su tavolato.
RIFUGIO BRESSANONE m 23 ll, sul fianco RIFUGIO PRADIDALI m 2278, In Val Prodi-
orientalcdclP:icrodcllaCroce,diproprletàdclla dali nel Gruppo delle Pale di San Marlioo, delb
Sezione di Bressanone. Serloncdi TrevilòO, 74 lctti.
RIFUGIO LAGO DELLA PAUSA m 2300, alla 232 lltFUCJO Tl\EVISO m 1630, alb base della
base ddla Cill\;l Luce rtola e dcl Monte Gruppo, Paln dcl Rifugio in Val Canali, 11el Gruppo delle
in conseina alla Sc1.ione di Bressa none l'alo di San Martino, della Sezione di Treviso.
1\IFUGJO i'ASSO PONTE DI GHIACCIO rnc- 25postiineuccctleesutavofato
tri 2545, nei prcssi del vnlico, in conseina .11la
283 BIVAO:O SEVER INO LUSSATO m 2550circa,
Se7.ionediBTCSS11nonc,24lctUeeuccctte !n Voi Strutt.
RIFUGIO GIOVANN I PORRO m 2420, al !':Is-
so di Nc'-CS, in COllSCli:fla a\Li Sc7.io11edi Mib oo, 23-1 RIFUGIO SCAllPA m 1930. sulla cosla d'Aga·
32 letti e cuccclle. • rei, \'CT11a11te meridionale dell'Ainer. nd Gmp110
delle Pale di Sau .\!orlino, della Sezione di
RIFUG IO VITTORIO VENETO m 29"...3, al Agordo.
Sasso Nero, in consegnio. alla Sezione di ViUorio
Veneto, 30 posti in letti, cuccette e sii tavolato. RIFUGIO.BIVACCO FELTRE m 1930, al Pian
della Rc11:l11a, nel Gmppo del Gimo11eg:i., dclb
RIFUGIO DEL GIOCO LUNGO m 2603, sul Se1Jonc di Fcltrc, 8 posti.
fiancoorientaledelMont e lliva, in consegna al-
la Setione di Brunico, 36 posti in letti e su tavo- RIFUGIO GIOllGIO DAL PIAZ m 1993, alla
bto. Ccsln delle Vette Grondi, della Sc1Jouedi Fehre,
28leui
RIFUG IO RO.\ IA m 2273, sulle pendici setten-
trionali del Monte Covoni 11el ii:ruppo delle Ve- RIFUGIO MONZONI - TORQUATO TAR.o\-
drette di Ries, in conscinD alla Sczione di Ro- ~IELLI m 2046, alla testata della Val dei Mon-
ma, 75 posti in letti, cuccctleesu tavolato. zonl. ddh S.A.T., 16 euccettc.

215 RIFUGIO FORCEl.JLA VALFREDDA m 2799, 288 RIFUCJO ONORIO FALIER m 2100, all'estre-
sul pcasso omonimo, ln conscJj'.n.'\ a\b Sezione di mità occidentale dcl Pian d'Ombretla, nd
Brunico Gruppo della Marmobda, della SeUone di V~
nczia, 40 posti in letti, cuccette e su lavoblo

llIFUGIO ETTORE CASTIGLI ONI m 2040, 111


DOLO.\IITI margine dcl b.'ICino di Fed.iiR, nel Gruppo della
dalla Sefki di Dobbiaco, dal Pll#O di MOflte Croce Mamwbda, della Sedo Centrale del C.A.I ., 72
Come/lco 1dla Sella di Caldo1111u:o 6 alla Sella di Arte11 lcUiccuccctte.

RIFUG IO PANAROTIA, sulle pcndi<:i dc.I Pa- lllFUGIO MARMOLADA· ADllIANO DALLA·
narolla, ne\Jj:ruppo di Cim.1 d·Asla, della S.A.T., GO m 3250, poco sotto b \'cita della Punta di
24cuooette. Rocca, nel Gn1pp0 dclb Marmol1d1, de1la
S.A.T., 9cuccette.
RIFUOIO CIMA D'ASTA · OTTONE BREN-
T ARI m 2480, nelle vicinani:c dcl Lago di Ci- ALBERGO SAVOIA m 2239, al Passo del Por-
ma d'Asta, della S.A.T., 18 posti in ~tic e ~~~!'.a Sede Centrale del C.A. I., 00 letti e
su tavolato.

750

I
302 RIFUGIO RODA DI VAEL m 22.50, sulla Sella
di Ciampai, nel Gruppo del Catin.1ccio, dclb
S.A.T. , 18letti ecucçette.

RIFIJ(;IO ALEARDO !"RONZA m 2337, alla


baseoceidentaledcl Catinaccio, in consegna alla
Sezione di Vcron..1, 8 1 letti e cuccette.
RIFUG IO DEJL PUEZ m 2475, 1ull'altipiDno
del Pue:t, alla tlll'itata della Val Luniia, della Sc-
zione di Bol:i:1no, l8 postl in letti e su tavolato.

305 RIF"UCIO FIRENZE m 2039, nel vasti pascoli


di Cisles, nel Gruppo delle O<lle, in consegna
alla Sezione di Firenze, SO letti eeu«ette

306 RJFUC IO RESCESA m 216.5, nei vastissimi


pai!QO!i dell'Alpe Rescesa, in Val G:udena, delb
Sezione di Bol~.ano, 14 po.ti in !etti, cuocette e
sntavolato.
HIFUCIO llOE: 111 2873, su lla folda Nord-(lvest
307 RIFUGIO GENOVA m 2307, al Passo l'orna,
del lloo'!, nel Gm11JX1 di Sella, della S.A.T., 45
nel Gruppo delle Odle, in cousca:na allu So-
postilnlcttiesutnvolnto. otione di i)re:ssanone, 001X1sti i11 letti, euccette
e su tavolato
HIF UC IO PASSO SE LLA 111 2200 circa, sul
vcrs.1ntci<udcnClìc dcl 1'11<roS<-lla. dclb Sezione 308 RIFUGIO PLOSE m 2449, in j)l1)$$imità den...
di Bol7.ar>0, 60 letti. vetta della Cima della PIO!le, in COn5egna all1
Sezione dl Bressanone, 35 l)OISU in cuooette e
RIFUGIO FRANCO CAVAZZA m 2..587, d ella
su tavobto.
Sc-;jone di Bologna., 20 cuccette, sulb riva dcl
L... go del l'i,,>ciadù nel Gruppo di &olla RIF UG IO SETTl~10 ALPINI m 1498, o.I Pis
Pilon, alla testata della Val dell'Ardo, delb Se-
RIFUGIO VICENZA m 2250, nel cuore del zione di Bclluno, 4l posti !n cuccette<: su ta-
Gruppo dcl 5.1SSOJuniO, In CODSCina alb Se- vobto
zione di Vicen~. 64 lettiecuccette
310 BI VACCO CIANANCELO SPERTI m 2100 cir-
BIVACCO REGINALDO G IULIAN I m 3 100, ca, alla Pala Belluna, della Sezione di Belluno,
sotto b cima del SllWIUnio, della Sezione di 6cuocctte.
Bohano, S posti su lllvobto.
BIVACCO CASERA D I BOSCONERO m 1455,
RIFUG IO BOLZANO m 2457, sulle falde me- della Sc:tione di Venezia, 8 brandine
ridioooli del ~ Ionie Pez, della Sezione di &l-
uno, 105 posti In letti, cuccette e su b\'Ohto 312 BIVACCO UCO DALLA BERNARDI NA me-
tri 2360, ai piOOi della Cu.>eLi dcl Vet1xwla, della
RIFUGIO llERCA.\10 m 2 129, olio testata delb Sezione di Belluno, 6 cucce tte.
Val Ciamln, nel Gmppo del Catinaccio, in con·
scgim alla Se1jone di BergllffiO, 75 posti in letti 313 RIFUGIO T0)',lt m 1605, al Passo Duran, della
cuccci teesu ta \'olato. Sezione di Aa:ordo.

299 RI FUGIO ANTER)', IOIA m 2487, nel pressi 314 RIFUGIO BRUTO CA l\ESTIATO 111 1843, al
del Lovo d"Antcrmoin, nel Gruppo dcl C.11:inac- Col di l'ass, nel Gruppo dclln M oia~.za, della
cio, della S.A.T ., 22 posti In letti, cuccette e Sezione di Agordo,32cuccctte.
su tavolat o.
315 l\IFUCIO MARIO VAZZOLER m IT.50, all:t
HIFUG IO C IAM PE DIE: m 1998, sul rip~.,_no er- base d ei Cantoui di l'elsa, nel Gn•P!Xl dcl Ci\'el-
boso di Ciam1)(.'(}ie, nel Gruppo dcl Catimccio, ~~~ Seziono di Concaliano Veneto, 42 letti e
della S.A.T., 38 !etti.

RIFUGIO VA IOLET m 2243, alb testata del 316 RIFUG IO TABI A' m 1750, nei pressi del pre-
Vaiolct, nel Gruppo del Cotinaocio, della S.A.T., cedente, della Sezio11e di Coneilinno Veueto, 24
76postiinlettlecuccelte. posti su tavolato.

751
31' RIFUG IO ATTILIO TISS I m 2281, al Col Rcan Ul BIVACCO LEO VOLTOLINA m 2100 circa,
di fronte al Ci\"eltu, della Sl?jone di Belluno, al Pian dello Scottcr, nel Gruppo delle Marma-
45cu«.'Clte role, della Sc:cione di Vene7.i.i, 9 cuecettc.

RIFUGIO ADOLFO SONINO m 2135, alla lc- BIFUC IO SAN MAnco m 1801 , sul Co! tla chi
stntn dclb Val Ziolerc, n<'I Cn1p110 dd Civetta, d1' os, noi Gruv110 delle Mnrm.irolc, della $c7jo-
della Sezione di Venezia, 56 IJ<»li in letti, cuc- nc di \lcncrJa, 40 posti in letti, cuccettc c ~ "
cette csu tnvob to. tavolato

RIFUG IO ).!ARIA VITI'OR IA TORRA NI me- HIFUG IO PIERO CALASSI m 2070, sul ver-
tri 3130, al Pian ddla Tendi, wtto la cirn.1 del sante orientale della ForccU.. l"iccoL1, nel
Monte Ci,·ctta, della Sl'>:ione di Conegliano Ve- Gruppo dcffAntelao, della Sc1Jone di Mestre,
neto, 9 cucccuc 00 posti in letti e su tavolato

RffUGIO VENEZIA - ALBA MARIA DE L U- BIVACCO PIERO COSI "' 3102, nelle vicinan-
CA m 1947, alla Selb dcl Rul orto, nel Gruppo ~ delli sommità dell'Antcho, della Se~ di
dcl Pchno, dt!.lb. Se?Jone di Veol.'7.ia, 65 posti in P:tdova.9cuccette.
letti, cuccctto e su ta ..olato
RIFUGIO ANT ELAO m 1800, alla Sl'llP Pro·
RIFUGIO GIANN I PAL). fI E RI m 2006, sulle donego, nel Gmppo de1l"AntcL10, dclla Sc~io1>e
rivedei l.aio da Lago, dc!la.Se7.ionc di Cortina di T reviso, 29c11ccdre.
d'Am)>CZZO, 00 posti in lctt!, cuccctto e su tavo-
lato RIFUGIO GIOVANN I GHI GC IATO m 1903,
~ " di uno spi:11.zo erboso dcl Col Negro, nel
RIFUGIO NUVOLAU m 2575, sulla cima del Gruppo delle ).fannarolc, della Sezione di Ve-
Nu ..olau, della Se7Jone di Cortina d'Ampezzo, ne>:i11, 40 posti i1> lclti, cu~Uc c ro tn\'Olato
35 pOSti in lcUi, cuccette e su tavolato
RIFUCIO.BIVACX:O TIZ IANO m 2258, sul Col
RIFUGIO GENERALE ANTONIO CANTORE
di \lallonp, nel Gruppo delle Marm.irole, della
m 2545, nei pressi della Forcella di Fontan:me-
Sc:tione di Venc1Ja, 12 cuccette
gra, nel Groppo delle Tofanc, dclb Sezione di
Cortina d'Ampezzo, 55 posti in lcni, cuccette e
JllFUCIO F.L LI FONDA.SAV IO m 2367, al
SU b\'Olato
Passo dei Tocci, nel Cru1>Po <lei Cidini di }.li~u­
BIVACCO GIANNI DE Ll.A Clll ESA m 2650 rina, della Sezione XX.\'. Ottobre di T riei.te, 40
sotto' la Forcella Grande di Val TrnveMn:oos: letti e cuccette.
della Sezione di Homa, 9 cuocette.
339 ntFUC IO AURO NZO 111 2320, :1 nord della
RIFUGIO BIELLA m 2325, nei pressi della Force!Li Lon11eres, nel Gruppo delle Lawredo,
Porta soro al Fom, nel Gruppo della Crocb della Sezione di Auronzo, 00 letti e cucccltc.
Rossad'Arnpezzo,incon5'!a;naollaSczionedi
Treviso, 39 letti ecuceette. RIFUC IO ANTONIO LOCATELLI m 2438,
nelle vicinanze della Forcella Toblin, nel Grup-
RIFUG IO PLAN DE CORONES m 22.45, poco podel\e Lavarcdo, dclh Sezione di Pa<kwa, 167
sotto b cima del Pl:r.u dc Corones, della Sexionc lcttlecuttettc.
di Brunico, 24 letti
RffUCIO E). ll L ZS IC).IONDY • E). II LIO CO-
327 RIFUG IO CESARE LUIGI LUZZAITI mclri ).IJCI m 2.235, nel circo terniinale della Val Fi-
19'>..6, al Sornpiss, della Se7.iOne di Venezia, 46 scalin.1, nc!Cruvpo dclh Croda dei Toni, delln
J>Osli w t:wolato e in cuccet te. Sezione di Padova, 55 lctti e cuocette.

328 BIVACCO E). HLJO CO).llCI m 2050, nlla Su- RIFUGIO CIOSlffi CARDUCCI m 2293, nel
sa del Banco, nel Groppo dcl Sornpiss, della Se- circo tem•inale della Val Gir.i!b.1, della Sezione
:cione XXX Ottobre, 9 cuocette. di Auronto, 26 letti

BIVACCO ALBERTO MUSA TI! 11• 2100 circa, BIVACCO SAITACLIONE CADORE m 2250,
nella conci del Meduce di Fuori, della Sw-Jone 1iel. Qidin di St.1\bta, dclli Sezione di P111dova,
di Venezia, 9cuccctte. 8 l)O!ili su tavolato.
BIVACCO FRATE LLI FA/\'TON m 1750, in BIVACCO ANTON IO E TONINO DE TON I
Val Baion delle Marmarole, della Serione di m2.'570,alh Forcdb dell'Agnello, della Sczior>e
Auroozo, 9cuccctte di Padcwa, 9posti.

752
345 RIFUGIO GENERALE OLIVO SALA m 2102, 354 RIFUG IO VELO . L'ALPINO m 1050, sulle
nella parte mediana del Crestone Popcra, della =~·icldelloSti\'O,dellaS.A.T.,26lcttiecue-
~onediPadova,20lettieeUQCCtte

RIFUGIO ANTONIO BERTI m 1950, in Vnllon IHFUG IO Al.TISSl)'.10 . DAM IANO Clll ESA
Po1K'ra.dellaSczionediPadovn,.5 lcuccctte. m 2MO, sotto L1 \'ella dell'Altissimo, Gruwo
dcl B.1ldo, della S.A.T., 12 CuCC<!tte

RIFUGIO TELECHAFO · GIOVA NN I PONA


PREALPI TRIVENETE m 2150. al dlsotto delb Cima Teleifllfo del
B.i ldo, dclb Setione di Veron:1., 70 posti In kttl,
dalla Sella di Bondo lilla Sella d'Ampola e dal Pa.m>
euccet teesuta.volato.
,11 Ca!/lne, dalla Sella di Pi:rglni:, dal PQ#Q della
Ma11ria e dal Pauo di Ta11amea alla 11'amm1 vetiela HffUG IO G IOVANN I CHI ERECO m 1911,
a ca•':llio di Costabclb del ~fonte Baldo, della
RIF'UC IO TRAT · NINO PERNICI m 1600, a Sezione dJ Verofl3, 14 cocedte.
oriente della Bo«adiTmt,ncllcGiudicarie,dcl-
RIFUGIO FINONCUIO - FRATELLI FILZI
la S.A.T., 25 c11cedtc
m 1600 elrea, delb S.A.T., 12 posti letto
348 l\IFUGIO MONTE ORO· SANTA BARBARA
RIFUGIO DI REVOLTO m 1355, nell'alta Valle
m 560, sulle pendici orien tali dclL1 J\occhctt.1,
di C!n12.ll, nelle Piccole Dolomiti, nlla Sezione di
uclle Ciudicnric, della S.A.T ., 6 11-0Sti su t.w"'
Verona, 42 J)O!lli In letti e su b.\'Olato.
lato.
RIFUGIO MAl\10 FRACCAROLI m 2230, ~ul
llffUCJO CRASSI m lo.56, pl"C$SO la Malga
crinule di Cim.i Posta, nelle Pioeole Dolomiti,
Crassi, nelle Giud icarie, delb S.A.T.. 6lctti. della Se;:ionc di Verona, 20 cuccette.
ll!FUCIO MONTE CALINO . SAN Plt::TRO ll l FUGIO LA PIA1TA - BEPI BERTACNO LI
m (jg'f, sulle pendici dcl ~ l onte Calino, nelle
m 12.50, nell'Alta valle del O.iampo, nelle Picco-
Giudicarie, della S.A.T., 18 cuccette, le Dolomiti, in concessione alla Sezione di Arzi-
gnaoo, 40 letU e cuccette.
RIFUGIO BI NDE$! • 1'11'\0 PRATI m 600,
sulle pendici della Mal"ZOb, della S.A.T.
lllFUGIO VALDAGNO m 1079, sulb Cima
RIFUGIO ALLE VIOTTE • TAMBOSI m 1540, Tunc he, nelle Piccole Dolomiti, della Sc1.ione di
nei J).'ISCOli del Bondone, della S.A.T., 16 letti VakL1gno. 25 letti ccucccu e
e cuccett e
HIF UG IO TON I CIURlOLO m 1456, al PnSliO
lllF UC IO STIVO • PHOSPEllO MAHCHET l'I di Cam1"/0i<OSSO, nelle l'iccolc Dolomiti, della
m 2000, sulla vetta del!o Sti\'o, della S.A.T., 10 Sc1Jone di Vicenza, 60 letti
cuccette.
RIFUGIO GENERALE ACHILLE PAPA metri
1934, alle Porle del Pasubio, della Sezione di
Sclùo, 40 postiin letti e su tavobto

RIFUGIO PASUB IO • VINCENZO LANC IA


m 1825. all'Alpe di Pone nel Gruppo del Pllliu•
bio, dclb S.A.T., SI letti e cuccette

HIF UG IO PALUDE! m 1080, nel Cn>Pl)() dcl·


b Vl11olann, delln S.1\ .T., 16 letti

RIFUGIO BRIGATA ALPINA CADOllE metri


1610, su l Col di Faverghem, della Se7Jone di
Belluno, 50 letti.

RIFUGIO CITTA. DI VITTORIO VENETO


m 1570, sulLi velia dcl l'izzoc, delb Sezione di
Vittorio Veneto, 3Q posti in letti, cuccette .i su
Rifugi-O Pkm dcl Caoollo. hl\'Obto.

753
369 RIFUGIO PIAN DE L CA VALLO m J26j. a
Busa di Villotta, nel Gruppo dcl Cwallo, della
SezionediPordenone, 40lctti.

370 Bl VAOCO PAOLO GRESE LI N m 1920 circa.


RI mariline del Cadin dci Frati, nel Gruppo Jel
Dumnno, dclb Sezione d i P:tdovn, 151:tJC<:CUc.

RIF'UCJO MANlAGO - CHI NO MAZZOL I m


1800 circa, al Col Bo:a.ia in Val 7.emola, della
Sc7.ioliedi:\fania11:0, l 5cuccclte.

RIFUG IO CARLO SEMEN7..A m 20'>..0, nei


pressi della Forcella Lasté in V. di Piero, della Rifugio Mon/ag1wla-G. Sapie11:::a
Sezione di Vittorio Veneto, 16 lettl e cuocette. ( prima dcl rimodernamento).

llJFUGIO PADOVA m 1300, al tn11rgine del


Pm di Toro, nel Gnippo del :\tonfa\eoui, della
SezionediP:tdo"a,4lposliin\ctti,cucccttee Pcralb;o, delb ~zione di S.1ppad.1, 65 posti in
su tavolato cucectteesutavolato.
IUFUC IO PO RDENON E m 1205, alla confluen- RIFUC IO C IOVANNI E OLI NTO MARI NE L,.
za della Val Montnnaia In Val Mcluv.o, nel LI 111 2120, nelle vicinan7.e della Forcelb Mora-
Gruppo dei Monfalccmi, della Sezione di Pordc- réet, nel Gmppo del Coi:lians, delli ~z.ione di
none, 60 cuccette e letti. Udine, 48 po:sli in letti, eucectte e su 1avol.1to.

BlVAOCO TONI MARCHI - RENZO CRAN- RIFUGIO FRATELLI NO ROIO E RICCARDO


ZOTIO m 2250 circa, in al la Val Monfakort di DEFFAR m 12 10, nella parte superiore della
Fomi, della Sezione di Pordenone. 9 cuctttle. Valle di Ua:o••izza, nel Gruppo dell'Ostemig,
delb Sezione di Trieste, 60 letti e cuccette.
BIVACCO GIULIANO PERUG INI m 2050, ai
piedi dcl C.ampanile di Val Montanaia, Gruppo 31W RIFUG IO GRAUZARIA m 1250, nella conca di
dei Monfalconi, delle SeVoni di Trieste e XXX Flop, della Sezione di <:\foggio Udinese, 26 posti
Ott~dc!C.A. 1 .,9C\lccetl e in cuocette e su tavolato.
377 lllFUGIO F LAIBAN-PAGHER INI m 1587, in
Val di Suola, nel Gruppo del Pmmn11:giore, della
Sezione XXX Ottobre di Trie> te, 8 cuccette
ALPI GI ULI E
378 RIFUGIO GIAF m 1450, in Val di Giaf, nel
Gruppo del Cridola, in CORSein• alla Se;done d.,U,, Sella cli Cam110ro.ssa al Pcuw di Taoomea.
di Udine, 42 posti In letti, cuocette e su ta\'o-
lato.
RIFUGIO LUIGI ZAO:HI m 1380, sotto b p.1-
RIFUGIO MARIO PRE:\IUDA m 80, in Val rcte occidentale della Ponza Grande, nel GruJ><
Rosandra, alle porte di T rieste, dclb Sezione di po dcl Mana:art,inconse11:naalla Sc7.ioneMootl
Trieste Lwsari di Tarvi!iio, 29 letti e brande.

CASA ALPINA VA LBRU NA m 807, n Valbru·


1111, della Sezione XXX Ottobre di TriC!ilc, 12
ALPI CARNICHE !etti
dalla Sella di Dobbiaco 111/a Sella ti/ CamporO#O,
387 RIFUG IO ATTILIO C REGO m 1395, a oriente
della .Sella di Somdogna, nel Gmppo del Mon-
380 RI FUG IO FRATELLI DE GASPE RI m 1770, tasio, del.la Setione di TriC!ite, SO po:sli In letti.
al Clap Grande, nelle Dolomiti Pesarine, della CIJCC(lllee$ulavolato.
Sottosezione C.amica, delb Sezione di Udine,
lOOpo:stiin lettl,cuccettee11t1tavola10 RIFUC IO AR.\IANDO BE RNAR DI NIS m 1970,
nell'alta Vm l Dog:na e nei pressi della l'o=-lla
381 RIFUGIO PIER FORTUNATO CA LVI metri Cianalot, nel Gruppa del Montnsio, alla Sotto-
2164, al di.sotto del. Passo Sesis, nel Gruppo dcl sezioue di San Daniele del Friuli, 4 co.>eeette.

754
389 BIVACCO CA RLO STUPARICll m HJSO, :sul RIFUGIO GIUSEPPE M ICHELI m 1300, a
versante Nord del Montasio, della Sezione di Schia, della $e7jone di Parma.
Trieste, 6 cuccctfe.
403 BIVACCO PRATO SP ILLA m 1350, a Rigo.so
l90 BIVAOCO A. SURrNCAR m 2'150, sul versan- di Monch!o, alla S<mone di Panna, 6 cuccette.
te occidentale del Montasio, delb SC7.ione di
Trieste, 4 cU<:Cette. RI FUGIO LAGO CAl..AMONE m 1396, a
Monten1i seoso di Ramiseto, alla Sezione d! Reg-
RIFUC IO DARIO MAZZENI m 1630, sul V.J!T- gio Emilia, 6 cuccette
sante Nord del Buinz, nel Gruppo del Monta-
sio, della Sezione di Trieste. RIFUGIO ADAMO ZMl60NI m 1150. a
Roncopian!g! di Fcbbio di Villaminozzo, alla S.,.
BIVACCO JONDINO E PETER NOCARA me. zione di Reggio Em!li:i, 6 cuccette.
tri 1850, all'attacco della via ferralll del M:tngart,
RIFUGIO GUIDO DONEGANI m 1250, :i.i.
della Sezione Monte Lussari di Tarvisio, 9
l'Orto di Donna, nelle Apua ne, in gC$tione alla
""''
RIFUGIO LUIGI PELl..AR INI m 1500, nclb
Se>:ione di Lucçi, 28 cuccette.

RIFUG IO CARRARA m 1300, a Campo C>


C:arniu:a di Camporos.so, sul VC1'ante settentriir
cina, della Sezione di C.irrnra, 30 cuccette.
• n..1ledelGruppodel Fuart,della Se1Jonedi Tric·
ste, 50 pc>Sti in cuccette e su tavolato. 408 RIFUGIO PISA m 950, alle Capanne di Navola,
nelle A1manc. della Sezione di Pisa, 4 cuccette.
RIFUGIO GUIDO BRUNNER rn 1432, nelh
Val del Riobianeo, nel Gruppo del F unrt, della 409 RIFUG IO ARONTE m 1650, alli Fooobccia,
Sezione di Trieste, 25 posti su taVQlato. nelle Apuan<l, della Sezione Ligure, 12 posti ~u
tavolalo.
IHFUGIO GUIDO CORSI m 1854, nclb C:ar-
ni7.7.:t superiore del Fuart, della Se:tione di Trie- 410 RffUGIO PIETRAPANA m 1200, a\Li Foce di
ste, 52 posti in cue«tte esu tavoL1to. .;i::: della Sezione di V~reggio, 30 letti e
BIVACCO OLIMPIA CALLIGARIS m 1219,
nelralta Valle di Riofreddo, delle Se>:ioni di RffUGIO PANIA rn 1609. sul versante scttcn-
Trieste e XXX Ottobre, 9cuccctte. lrionalc dell'Uomo morto, nel Gruppo delle Pn·
~~te~Apuane), dclb Sezione di Lu«:a, 9 e110.
lllFUGIO DIVISIONE JULIA m 1142, nei
pressi delle Casere di Ncvea, ln Va! Raccolana,
nel Gruppo dcl Canin, delb Sez!o.ie di Udine, RWUG IO CAVONE m 1420, al lago di Rio
100 p0;5ti In letti, eue<;:ette e su tavolnto. Piano, già alb Sezione di Bologna, 30 cuccette.

HIFUGIO CELSO GI LBERT I m 1850, sul ver- RIFUGIO GIGI CASENTINI m 1270, a Os1><>
sante setten trionale del C.1nin, della Se>:ionc di dalctto. alb Sezione di Lucca, 4 cuccette
Udine, 45 p05ti in cuccette e su ta\IQbto
414 RIFUCIO CIARDINO ESPERIA m 1525, al
RIFUGIO QUARNAN m 1370, in prossimità Passo del Lupo, nel Gruppo dcl Monte Cimonc,
della >'Cita dcl Quaman, nel Gruppo di Pburis, delb Sezione di Modena.
delb Se>:ione di Gemona del Friuli, S posti :su
tavolato. CASE1TA PULLEDRARI m 1222, nella forcstn
demaniale di Maratea, della Seozlone di Maro-
~. 16 cuccettc.

416 RIFUG IO DEL MONTANARO m 1.567, alùi


Pedata del Diavolo, della Se:tione di Maresea,
14posti.

ll W UGIO VITTORIO E ARISTIDE NASSA- RIFUGIO LUIGI PACINI m 1001 alb lbsa,
NO m 1355, a monte di Barostro, della Sezione della Sezione di Pmto, 26 cucce:te e su t.:1''<:1blo.
di VO!Chero, 12 cuccette. RIFUG IO CASA ROSA m 726, a Palure. dclb
Sottosczioue di foìglinc, 26 letti e cuocette.
RIFUGIO GIOVANNI MARIOITI m 1507, al
L...go Santo, della oSerionc di Parma, Z4 letti RIFUGIO MAR IO LO~IBARDINI m 1453, a\~,
e cuccette. Burraia, dclb Ser.ione di Forll, 12 cuctttre.

755
420 llffUGIO C ITTÀ DI MACE RATA m 1350, sul·
l'altopiano di Froutign:.mo, della Sezione di ~ln­
cernta, 50 letti.
RIFUGIO ENRIC.0 TA RT UFOLI m 1540, alla
Forca Canapine, nel Groppo dei Sibiltini, 111\a
Serlonedi Ascoli Plceno,48 letti e cuccette.

422 RIFUGIO TITO ZI LIOLI m 22>19, alla Forca


delle C~iu\e, della Se%ione di Aseoli Piceno, 7
pOSli in cuccette e su tavolato.

423 RIFUGIO MARIO PACI m 950, sulle pendici


della MonbiJla de! Fiori, in prossimità del C.Ol-
le Chiumaterc, della Sezione di Ascoli Pioono,
24leUieeueectte.
Rifugio Gi,,//ar1Q Marini.
RIFUGIO ANGELO SEBASTIA NI m 1820,
allaSclb di Lconcss.i, della Seziono di Rieti, 20
\ettìccueeette.
ISOLE
t2S RIFUGIO UMB ERTO I m 2108, sulh vetta dcl
Terminillctto, della Serloue di Roma, I) cu<>
cettc. 43.5 IHFUCIO MAllGI' m 864, sul Piano ~lar1;ì, nei
~lonti Peloritani, della Sczioue di ~ l cssina, 6
426 RIFUGIO GIUSEPPE GARIBALDI m 2200, a cuccette.
C.1m1)(1 Pcriooli. nel Gruppo del Gmn Sasso, del·
la Sezione di Roma.
436 RIFUGIO LI NGUACl..OSSA m 2100 circa, al
Mont e Nero d elle C.011cauc, della SoUosezione
427 RIFUGIO DUCA DEGLI ABRUZZI m 2380, di Linguagloss<l, tavobto per 10 persone.
sulla cresta del Monte Portella, delli Sezione di
Roma, 25 pOSll su ta,-obto. RIFUGIO S.U.G.A.I. ·A. CONT I m 1585, nelh
Pineta di Lini;uagloss.i, sul vel'$.1 nt e nord dcl·
428 RIFUGIO CAnLO FRANCHE"l"rl m 2433, SOi· rEtna, alh Sczionc<li Cat.1nia, 20 cuccette.
to l:t morena de.I a:hiaocfaio del C.ilderonc, nel
GroppodelGmn S:u:so,dclla Sezioned; Rmna. 438 RIFUGIO SA LVATOn E C ITE LLI m li4l ,
201>0Stisutavolato. nclfa Pineta della Cubnnia, ~ul bordo del \"OO-
ehio cratere di ~!onte C.Ooc:izz:i (Etn.1), dclh
429 RIFUGIO C.A.I. PESCARA m 1300, a Rigo- Scl.lone di Catania, 34 posti in letti. cuccette e
piano, nel Groppo del Gmn Sasso, della Sezione su tavolato.
di Pescara, 28 leth e eucecue.
439 HI FUC IO CINO ~ I ENZA m 1685, nclli Valle
430 RWUGIO VINCENZO SEBASTIANI m 2070. del Bo,.e, sul versante orientale dell'Etna, della
fra il oostene e Li Cimata di Pcu.a, nel Groppo Se1j1me di Catania,~ posti In letti, cuccette
del Veli1H), d e\Li Sci.ione di Roma. 12 c~tte. e su t:wolato.

431 RIFUGIO FROS!l'\ONE m 1787. a Vado di 440 RIFUGIO OSSERVATORIO C. CAGN I mo-
Campocatino, nel Gruppo degli Emici, della Se- tri 2943, nei pressi dcl1'0.'$Cl"Wllorio vulcanolo-
i.ione di Frosinone, 40 letti e cuccette. gioo, in oonccssione alLi Sezione di Catani.i,
30euccctte.
432 RIFUGIO CIRO MANZINI . MONTE AMARO
m 2540, nella Valle C.innclb. alb Sc~Jone di llWUG IO ~IONTAGNOLA • C. SAPI EN7..A
Chieti, 40 !cttl. m 1910, sulle pendici meridionali de\l'E1n.1, del-
ta Se7.ioim di Cat.inia, 110 cuccette.
433 RIF"UCIO BRUNO PO~ ll L I O in 1930, alb
Maiclletta, nel Gruppo della M:oiella, dclli Sc- lllf"UGIO GlUU ANO ~ I ARIN I m 1600, al l'iau
Vone di Chieti, 20 cllOC'Clte. della Battaiilia, nel Gruppo delle Madonie, della
S~one di Palenno, 80 letti e cuccette.
RIFUGIO GAMBARIE m 1300, alle Gamlxi-
rie d'Aspromonte, dclb Sezione di Reggio Ca- 443 lllFUGIO STRO~lllOLI m 5, ni piedi del vul-
bbria, 24 letU e cuccette. cano, dc]Li Sezione di Messina, 16 lctti.

756
ELENCO ALFABETI CO DEI RIFUGI
C H E APPARTENNERO AL CLUB ALPI NO ITA LIANO,
MA C I-I E FURONO COL TEMPO DISTR UTTI, ABBANDONATI, DIMESSI,
RICONSEGNA 1'1 O PASSATI A SODALIZ I ALPIN ISTICI
D I A L1'Ill STA TI PEH MU TAM ENTI DEL CON FI N E l'OLl'J'ICO NAZIONA LE

Abruu.i al l-igo Scaffaiolo (Rifu - Blgliasco (Rifugio) Ccrcen (Bivacco di ), poi Bi\lllC('(l
11io), a:ià rifuicio Duca &gli Bi!.$0litl Leonida al Gleno (Ri- Egisto !k-zzi.
AbruuJ fugio). Ccrvina{Rlfugio),già Hincrhucltc.
Aigui\Jcs Griscs ai Rochers du lllumone {Rifugio), poi Rifogin Ciabotta dcl Pra (Rifugio).
Mont Bbnc (Rifugio delle). Gabriele Rosa al Passo di Blu- Ciabro.sca (Rifugio alb Conca di),
ALFA al Breuil {Rifugio), poi Ri- poi Rifugio Mario Angh<'ben.
fugio Fior di Roccia Bo (llifugio sul Monte) Cichetti Paolo E. (Rifugio).
ALFA al Combal (Rifugio) Bocca di Biandino (Rifugio) Cima dcl Re (Rifugio), già Rifu-
ALFA nlfo C\otesse (Rifugio) Bolognini (Casina). gio dcl L.igo, già EsscnCThuet-
AIPe Painalo (Rifugio aff) Bologni11i {Rifugio). tc, poi Rifugio Monte Re, poi
A!petto (Rifugio dcl\1. BosioCiustina a Rivolti {Rifugio), Rifugio Principe di Piemonte.
Alpinisti Chivassesi al Brcuil {Casa già Rifugio RiV1Jtti Cima Dodici (Rifugio di).
degli) Bozzi Ntno (Rifugio), già Rifugio Cimono (Rifugio dcl Monte), 110i
AltMo(Rifualo C.Ollcdcl Piccolo) dt Montouo Rifugio Gino Romuatdi
An11hcbc11Marioal ~lontcNc"oso Brescin(Rifugio) Cinque Torri (Rifuaio delle).
(Rifugio) Bristot A. {Rifugio). Città di Mon:w al Colle delle
AntoLi (Rifugio Moute), poi R;fu. Buddcn alla Becca di Nona (Ri- Crundes Jorn$.SCS (Bhr.1cco).
gloBenza fugio) Ciuà di Rieti al Tcrminillo (Ri-
Arapidra (Rifu11io dcli') Buddcn a l C.01 Visentin (Rifugio) fugio).
Asi! (Ouad) lluia {RifuiiO di Sella), già Ri- Ci"rurl {Rifuiio Monte), al C.Ollc
Azzoni Luigi (Rifugio). già Rllu- fugio Regina ~largherita. del Lys
gio EnricoDaina. C.A.I. al Brcuil {Albergo). Col dc Cou (Rifugio). già Rifugio
Balllo Andrea al ~Ionie Preti~ Ciifos:si al Mootc ~aie (Rifu- V~tin,ora Rih1gio Nl'veg.11.
(Rifugio) gio) Colle dcl Gig:mtc (Rifugio), poi
Balbo (Rifui!o ltalo), già Rifugio Calvo (Rifugio /\fonte). Jlifugio Margherita
An1011io S'opp.ini al Crostò. Camakloli di Napoli (Osscrmto- Col!o del PiccoloA!tarc (Rifugio).
lblmo (C.1J.1degliscintori). rio). Colle Tasca ( Rifu~o dcl), già
lbmhcrger Hau s C.1mpel10 /\fonti (Rifugio) Heilbronnerhuette, poi Rifu-
Barone (Rifugio Monte). C.1 mpini E~o (Rifugio), sull'Aho- gio Verona
llassaoo al Grappa (Rifugio), già piono dt Tamo\13 COiletto di ~ l eana (Rifugio)
Rifugio Monte Grappa c.~mpOOl (Rifugio), iià Rifugio C.Om111cnd.~trice (Rifu"io della),
llasto(Rifuiioa\ Lago Verde dcl), dclb Commendatrice. poi Rifugio Campisol.
llOi Rifugio Valm.'\SCa, poi Ri- Candriai (Rifugio). C.Onti Ettore alb Scatta MinoLi
fugio Imperia Sanremo, pol Canln (Rifugio del). (Rifugio).
Rifugio Klcudgen Guglielmo c.~mino (Rifugio Selle di) Cot>P.l (Rifugio alla), poi Rifugio
B.1tti5ti Cesare al Monte Cnsn.i Carrega {Rifugio) Ugo F:i.siani
(Rifugio) Carrcl al Touma\in {Rifugio). Coppcllotti Nino a Varicli \Ri-
Baucet (Rifuiio), poi Rifugio Giu- Ca.scino Antonio al Monte Pelle- fugio), a;ià Rifujlio Varie~•.
lio Martinat al llaucet. grino {Rifugio) già RifugioMoren
Baumbachhuctte, poi Casa Foro- c~scllc (llifugio alle), già Rifu- C.Orno alle Scale {Rifugio), poi
sta lc Val Zadniz:w gio Versilia Hifua;io Giulio Giordani
llt'ch is {Rifugio Fratelli) Caso llcninmino sul Milctto (lli- O,irtano sul Mottarone (Ricovero).
llcnO\'olo·C.Olaccvich · Wallu s- fugio). Coulourdcl Porc (Bi\lllcco).
.J<:hnl.i al Monte Ne\'OSO {Ri- C<tstclli Nino (Rifugio). C.01.?.i Napoleone alla Sclb di
fugio) Cecilia nuova (Rifugio) l)olcz(Rifugio).
Bon$3 (Rifugio), già Rifugio ~Ion­ Cecilia ' 'ecchia (Rifugio). Cruv:itta al Cervino (Rifugio dd-
ie Antob. Ccdcma Antonio all'Alpe di Pai- J.J.
llcuJ Egisto (Bivacro), già Rifu- n,ile (Rifugio). Croce Cumia (Bivacco)
iio di Ccrcen. CclleTC Giuseppina al ghia.cdaio Cuccio (Vedctt:a Eremita sul ~lon­
Biilndino (Rifugio Bocca di). del Miage (Rifugio) ><l

757
Cumia (Rifugio Croce). Forcella del Picco {Rifugio), già Grassi Alberto al Camisolo (Rifu-
Dalmine al ~\lontebello (Albergo) Bimlueekenhuette. gio).
D'Annunzio Gabriele (Rifugio) , Forti Achille al \\Ionie Tomba Grifone (Rifugio Monte).
già Lausitwrhuette. (Rifugio), già Rifugio Monto Crostè (Rifugio del}, nnchc Rifu-
D'Annu nzio Gabriele al ~ (onte Tomba, &:ià Rifugio ~ l onte gio Antonio Stoppani
Nevoso (Rifugio). GioYine~.i Guieeiardi all"A!pe di Scais (RI·
D'Ann unzio Gabriele al Pinn del· Form (Rifugio di) fugio).
la Secchia (Rifugio). Foscagno {Cantoniera di). lfa lles<:hchuett e, già Rifugio Pus-
Dante Alighieri al Fa!teronn (Ri- Fr.rnchctti Carlo a Ovindoli (Ri- so del La.110 GeLito
:~!~·- già Rifugio Monte Fal- fugio) lfoilbronnerhuet te, poi Rifugio
Fmrochi Arduino alle .\fainardo dcl Colle Tasca, pol Rifugio
De Falkner Orazio alla Macinaia {Rifugio),g-ià RifugioallcMai- Verona.
(Rifugio), già Rifuaio delb narde H i~~~uctte, Poi Rifugio Cer·
Sctthietta P'ratclli Longo (Rifugio), già R:fu.
Defey Venan.tio al Colle del Ru- iiO Fratelli Calvi, già Rifugio llochfeilerhuette, già Rifugio dcl
tor (Rifugio). al La.go dcl Diavolo. Gran Pilastro.
D'Entreves - Gamba Maria nlb Caddi Cesare alle Ciscllc (Rifu- Hoch;ochhuette, arn:hc Rifugio
Portuli(Rifugio). gio), già Rifugio alle ai~Ue, 7.clmì e Rifuiio Gio110 Alto
Do Pluri al Monte Trarego (Ri- già Rifugio Versilia ll oellerhucttc, poi Rifull'.iodi .\la-
fugio). Gnbmbrn alli Grangia dclb Val- 1Ja, poi Rifugio Armando
De Poni[ Luigi (Rifugio). le (Rifugio). Diaz.
Dem.il (Rifugio al Passo), poi Ri- Garlenda (RifuJl'.io), poi nifugio llari:I al Fonnioo (Rifugio)
fugio Brescia. Jacopo Novaro nl Passo di Imperia - Sanremo al Lago Verde
De Saussurc al Crornmont (Rifu- Garlenda dcl Basto (Rifugio), già Rifu-
gio). GarT()flC al Montasio {Rifugio F ra- gio Valm.1.SCa, già Rifugio nl
Dcs!mon Efrem allo Jalu"t (Ri- telli). La.go Verde del Basto, poi JU-
fugio). Gelas {Bivaeco dcl). fugio Guglielmo Kleudgen.
Di.avolo (Rifugio) al Lago del Gelato (Rifugio Pasro del Lago), l nthar Giovanni (Rifugio). già
Diavolo, poi Rifugio Fratelli già Halleschchuctte). Rifugio Sasso della Fortcua
Calvi, poi Rifugio Frate1\i Gennargentu (Rifugio), già Rifu- Italia al Passo Ri$tene (Rifugio).
Longo gio Alfonso Lamarmora. Klcudgcn Guglielmo al Lago Ver-
Oin Armando {Rifugio), già Ri- Gerb (Rifugio della), già La.nd. de dcl Basto (Rifugio), .i;i:ià
fugio Mazia, già Hocllerhuettc. huterhucttc Rifugio Imperi:i-Sanrcmo, già
Dlnnamare sui Monti Peloritrmi Ghiacciaio dcl Rutor (Rifugio nl), Rifugio Valm,isca, già Ri fu-
(Rifugia). poi Rifugio Santa Margherita tiio al Lago Verde dcl Basto
Oisgrnia (Rifugio di Cima). al Rutor 1-iccno (Rifugio).
Dodici (Rifugio <li Cimn). Ginn Carlo al To1Tione di V11lne- Laghi Verdi (Rifugio ai), poi Hi-
Dono del S.ibbione (Rifugio). gra (Rifugio) fugio $.A.R.I.
DuaideiliAbn.i:WalI-igoSc:if- Gias (Rifugio del) '-"go (Rifugio dcl), già Essener-
faiolo {Rifugio) huette, poi Rifugio Cima del
Eilll (Casa d'). Gigante (Rifugio Collo del), poi
Rifugio ~fargherita al Colle Re, poi Rifua;io Monte Ro, poi
Elena (Rifugi) nuovo e "ecchio. Rifugio Principe di Piemonte.
Etna (Canton.ien dell'). del Gigante.
Gimont (Rifugio). Lago Gelato (Rifugio Pa'JSO dcl),
Falterona (Rifua:ioMonte), poi Ri- già Hallescherhuctte.
fugio Dante al Faltcrona. Giaso Alto (Rifugio), già Rifugio Lago Rodelb (Rifugio), già Ra·
1-"ana (Rifugio Como di). 7.ebrù, già Hochjochhuette. dclseehuette.
Fasianl Ugo alla Copp.i (Rifugio), Giordani Giulio (Rifugio) a Boc- 1-'lmarmora Alfonso(Rifu11io), poi
giàRifugioallac.oppa. ca Cometa, già Rifugio Como Rifugio Gennargentu
Fcncra (Rifugio al Monte). delle Scale. Landshu terhuettc, poi Rifugio
Fermrio Paolo in Val Torrone GioYinez.z.1 al Monte Tomba (Ri- delb Gerla
(Rifu gio) fugio),già Rifu8:io 1MonteTom- l~ircs Huctte
i''crr-aro G.B. (Rifugio). ba. poi Rifugio Achille Forti. Lau~it~rhucttc, poi ll ifugio Ca·
Fcruglio (Rifugio Fratelli). Gortnni Michele {Rifugio). brielc D'Annu,,zio
F iamme Verdi a Zaml>la (Rifu- Gmn Pace (Rifugio). 1-izna alla Selva di Tamova (Ri-
gio). Gran Pilastro (Rifugio del), già fugio).
i'' ilettlno (Rifugio di). Hochfeilerhuette. Looooai Piani di Bobbio (Rifugio)
Fiordi Roccia al Breuil {Rifugio), Gran Torre al Cetviuo {Rifugio poi RifugioRavasl.
già Rifugio ALFA. dclli). Lcgnonc {Rifugio al).
Fontan.i di Sacripante (Rifugio). Grappa (Rifulo(io.\lontc),ora Rifu- Untyal Monte Ros:t {Rifogio).
Fonte Tana {Rifugio) gio Bassa11a. Longo (Rifu~io Fratelli), già Ri-

758
fugio Fratelli Calvi, già Ri· Mon10Cra11P11 (Rifugio), ora Rifu· Peduzzi(Rifugio).
fugioa l l-1.godel Diavolo. llioBassaoo Pcnegal {Rifugio dcl), già Pene-
Lusa Angelo al Monte Avena {Ri· Monte Grifone (Rifugio). ga\huetle.
fugio Med.igl~i d'Oro). Monte Matto (Bivacco dcl) Pcschiodi Jorio{Rifugio)
.\lacaion (Rifugio). Monto Pellegrino {Stazione alpina f>for,.heimcrhuettc, ora ll ifogio
.\ladonna delle Salette (Rifugio). ol) fuiss.1.~.
.\laiell a (Rifugio della), già RI· Monte Ranmc<:to (Rifugio). Pian della llallotta (Rifugio)
fu11io Vittorio E manuele li Moutc Ile (Hifugio), già Rifugio Pianodi :\locog no(ll ifugio)
Mainarde (Ri fu 11io alle), poi Ri· dcl l-1.Ji:o,ll.'à Rifugio Cima del Piano de!b Mussa (Casa degli
fugio Franchi Arduino. llc,a;iàEsscnerhuctte,poJRJ. >1Ciatori)
.\fa lcllrnssia(Rifugio). fugio Principe di Piemon te Pinntonetto( Rifugio) .
Malinvero (Rifugio al) MonteSpico (Rifugio) Pian Vadà.1. (Rifugio dcl).
.\fo nh.1.rthuette, poi Rifugio Si!b· Montou.o {Rifugio), poi Rifugio Piave {Rifugio)
niCiuseppe Nino Bo:t;ti . Piccolo Altare (RifulPOColle rl<-1)
.\ b ntO>':I. ai Cro~ di Tavieb (Ri· .\lont.11 alle Crandcs Jorasses (Bi- Pigorini Ciov:i.nni in Val Sissone
fugio), già Rifugio ai Grozzi ~). (Rifugio). già Rifugio Nuccia
di Tavieb Moren (Rifugio), poi Rifugio Va. Poi Carlo alb Banroa dei Bou-
Margherita al Colle del Ciganlc ricla, poi llifuii:ioNinoCoppeJ. quetiru {Bivacco)
(Rifugio),a:ià RifugioColledel lotti Policreti (Rifugio).
Gigante Motta Ettore al Vannino (R!fu· Porc (BivaccoCoulourdel).
Margheritn al Fallèrc (Rifugio R ~ gio). Rletl (Rifugio Ci ttà di).
gina). Motta Giacin to al Busin (Rifugio), Rosuu( Rìfuii:io),poi Rìfugio.\ t u-
.\la rghcrita alLi Pigna (Rifugio). già Rifugio Busin .
.\b rghcrita al ll utor {Rifugio San· Mucogno (Rifuii:io Pi.1.ne di). Rosa~u. Federico a ll'Alpe delb
la), ftià Rifugio al Ghiacciaio .\lucrono(Rifugiodcl ),giàRifu· Stmda (Rifugio).
del Rutor. gio Rosau.a Roui Eiisto al Llx:ina (Rifu.11;ìo).
Maria al Dispazia (Rifugio). M11ellerhuette. Rutor {RifuiiO al Chiac-ciaio del),
Mannolada (RifulilioalChiacciaio .\ hwolini Italico Sandro al Col- po!RifugioSanta.\b.rgherit.a
cklla). ~Tre Case {Rifugio). al Rutor.
Martina! Giulio al Baucct {Rifo- Muta (Rifugio Punta) Sabbione(Rifugio Dosso del).
gio), già Rifugio Baucct. Na•'Onelll (Rifuii:io), poi Rifugio Sacripante {Rifugio Fontana del),
Mu.sa d"Albc (Rifugio). Pino Prato. poi RifugioQuintino5ella
Matto (Bivacco dcl Monte). Neugertdorfcrhuette, poi Rifugio S.i\amo (Rifugio di). •
Ma~.ia (Rifugio di), già Hoellc,... alla Vetta d'Ita lia. Salotto (Rifugio Madonna delle).
hucttc, poi Rifugio Armando Nevegal (llifuii:io), a-ià Rifur.lo San Lucio (Rifugio).
Diaz. Viscntin, già Rifugio Col dc San Martino dello Scale{Rifugio).
Mcana (llifugio Colletto di). Gou. San Paolino (Rifugiv).
Mcdag\L, d'oro AnlilelO Lusa al No ..aro j acopoaJPassodiGarlen.-
Santa Mariherita a! Rutor (Rifu·
Monte Avena (Rifngio) da {Rifugio), già Rifugio Ca,...
gio), iià Rifuii:io al Ghiaoeiaio
.\fclc7.ct (Rifugio). !enda . del Rutor.
Mer.i.viglic (Rifugio delle) NllCcia (ltifuJilio), poi Rifugio Gitr
S.A.R.I. ai Laghi Verdi (Rifu.11;io),
vanni Pi1torini in ValSissone
Mombarone di Valsesscra (Rifu· già Rifugio ai Laghi Verdi.
giosu]). Orimento (Alpe d').
S.'ISSOdelb Fortezi.a {Rifugio), poi
J'ainale {Rifugio 11l'Alpe di)
Monoodeoo (Rifugio di). Rifugio Ciov:inni lntih:ir.
Palù (Rifugio).
Monte Antola (Rifugio), poi Ri· Sawsure al Crammont (Rifugio
Paradiso {Rifugio Borgo), al Monte
fugio8cnsa
Grifone.
d.).
Monte Barone {Rifugio) Scaffaiolo (Rifugio al Lago), poi
P.1roto Lorenzo alle ·CaPQnnc di
Monte 6o {Rifugio sul). Cosoln (Rifugio) Rifugio Duca degli Abru7J.i.
Monte Ganin (Rifugio) Parodi Delfino al Tennini\lo {Ri· .SO.lorbi PompW (Rifugio).
Mon te Cituono {Rifugio al), poi fugio). Schiatori C.A.I. (Rifugio).
Rifugio Gino Romunkli. Passo Bri1jo (Bivacco-). Sciatori a Sauze d 'Oulx (Cas.i
Mo1>te Civrari al Colle del Lys 1':1sso del La1to Gelato (Rifugio), degli).
(Rifugio). già Halleschehuette. Sro (Rifugio), poi Rifugio Guido
Monte Croce (Rifugio), anche Ri- Passo di Foscagno (Cantoniera). Rcy al Piatou.
fugio l'lWO di Monte Croce Passo di Monte Croce Comelico S.E. L. al Piano dci Resinelli (Ri·
c:omeli<:o (Rifugio), anche Rif~ di fujpo), ora Rifugio Renzo Roe-
.\lonte Giovinezza (Rifugio). poi Mon te Croce.
Rifu~o Achille Forti al Monte Paulcrvatl: Rodolfo (Rifugio), già Sclla Buia (Rifugio di), già. Rlfu·
Tombli.. Rifugio all'Alpe Graride. iio Re&ina Margherita.

759
Sella Quintino al ~lonviso (Ri- l"cplitzerSchuti.haus, iià Rifugio reu, poi Rifugio Nino Goppel-
fugio). della Vedretta Pendente. lotti.
Sella Quintino nel Vallone delle Terme di Valdieri (RifUjio). Vason (Rifu gio}.
J."ordoline (Rifugio). Terzo Alpini in Valle Stretta (Ri- Vedretta Pcndente{Rifuaiodella),
Selle di Qirnino (Rifu gio). fugio). già Tcplitur Schul:zhaus
Sengiara(RifuiiO) Timeus Faure Ruggero (Rifugio). Velino {Rifugio Monte).
Scppcnhofor Antonio (Rifugio). Tofana (Rifugio della). Vcne1ja :-Ili Fcdaia (Rifugio).
Sesto Calende al Vannino (Rifu· Tomba (Rifugio Monte), poi Ri- Verde {Eli>toraute Col).
gio). fugio Achille Forti, già Rifu- Vem•iea1MJ (Rifugio).
Setto Termini (Rifugio dei). gio~louteGiovinezza. Verona al Colle Tasca (Rifugio). ·
Sillani Giuseppe (Rifugio), già Torre {Rifupo alla Cron). aià Rifut1io dcl Colle Tnse.i,
Manharthuette U.C.E.T. in Valle Stretta (Rifu· t1ili l lcilbronncrhuettc.
Sonklarlmelte. poi E\ifugio Mont e gio} Versi\ia alle Ca!ielle (Rifugio), ora
Spico. Vadàa (Rifugio Pian). Rifu gio alle C.selle.
Sordll (Rifugio Vnl). Valle (Rifua:io Crana;ia della), poi Verteglia (Rifugio)
Spanna Orazio a\L~ ne:i (Rifu gio). Rifugio Candido Viberti Vese<wo (Cnsa dcl)
Spico (Rifugio Monte), Kià Son- VAile ~ ! aria (Rifugio). Vibcrti Candido (Rifot1io), già Ri-
klarhuette. Vallo Stretta (Rifugio), poi Rifu- fugio Grangia llelb Valle.
Stoppani Antonio nl Grostè {ni- gio U.G.E.T Vili.i della Neve al Mottarone
fngio), poi Rifugio Italo Balbo Vallonhuette, poi Rifugio l'unta (Rifugio).
Stuettn (Co ntonlero della). VAllon Vi~cntin (ll ifugio), a;ià n ;fugio
Summano (Casina del) Vnlmasca (Rifugio), già Rifugio al Nevegnl, poi l\ifugio Gol dc
SuppanFer~io(lllfugio). Lago Verde del lbsto, poi Ri- Gou, ora llifugio Nevegal.
SuviehClliudio(IUfugio) fugio Imperia-Sanremo al Lago Viuorio Enmnuele li sul ~ l onte
Tasea (l\ifua:io del Colle), già Verde dcl B.isto, poi Rifu gio Amaro (Hifua:io), ora E\ifugio
Hcllbronncrhuette, poi Rifu· Guglielmo Kleudgcn sulla Mniella
gio Vcroua Val Sorda (Rifugio). Zebn\ (Hifugio), anche E\ifugio
Tavecchia Dino alla Bocca di Va1iei:e (Rifugio). Gìoiro Aho e Hochjochhuette.
Biar.dino (Rifua:io) Varicla (Rifugio). i::ià Rifugio ~lo- Zocca (Elifogio).

"'"
""

760
Nel grafico 10110 rapwucr•llJle le Se:zfoni del C.A.1. con di3c-O 1'1ù o meno gro11<fo 1'I rnpporfo aUn quanti/cl
dci rlfuill di cui.f()l'IQ ll'QJlri(.1mUJ e cor1.reg11<1lurie. Ri4ulta al primo µosto la Umilxmikl, al Jecotldo posto il
Picmome, al tcrw posto Il Trentino-Alto Adige, al quorlo po.ito il Veneto e 00! via le aùre RegWni

SILVIO SACLIO

761
COME COSTRUIRE I NOSTRI RIFUGI

Gli amici del C.A. I. hanno ritenuto che il conforto delle città ricche e tumultuose,
io pote.~si dare un apporto di carattere dalle quali non sente il bisogno di evade.
tecnico alla compilazione di questo \'Olu- re, perché non conosce il scuso 111udcruo
mc, che conterrà la sintesi del nostro cul- della fotica e dell'oppressione, non soffre
to fattivo per la montagna. fo.ngosciosa ricerca - tutta moderna -
Tenterò di fore quanto mi è possibi- della distensione. Tutt'al più, quando la
le, e cercherò di mitigare !"aridità delle e- vita di città può divenire pesante per le
spressioni tecniche con l'infondere ad es- tante lotte politiche, o sotto l'influsso di
se di riflessi di passione, di affetti, di memo- specifiche fìlosofìe, è la oilla al mare e in
rie, che sempre illuminarono la mia vita collina, che richiama i romani. La monta-
in montagna. gna i11 sé, è l'assente che non interessa, e
li mio compito è quello di parlarvi dei che non è neppure identificata se non in
nostri rifugi, e di intrattenervi sull'evol- modo vago, dalla toponomastica. Solo le
versi della tecnica in base alla quale fu- guerre e le migrazioni di masse d'invasori,
rono e vanno costruiti. costrinsero i popoli meno forli e numerosi,
Di rifugi alpini, come noi oggi li in- a conquistare zone mon1agnose: ma que-
tendiamo, si può parlare solo dopo la me- sto non era e non poteva essere al pinismo!
tà del secolo scorso: sostanzialmente, do- Scendendo nei secoli, e avvicinandoci
po il 1863, anno di fondazione del C.A.I. all'epoca moderna, vediamo iniziarsi e
Prima di quest'epoca se risaliamo lun- continuare la costruzione di e: Ospizi > sui
go il corso dei secoli vediamo che non è più frequentati valichi alpini (Grande e
mai esistito, si può ben dirlo, uno specifi- Piccolo S. Bernardo - Gottardo • Sempio-
co interesse per la montagna in sé. J greci ne), non però in funzione e. alpinistica >,
e i romani la considerarono solo in quan- bensì in quella di ospitare i viaggiatori che
to poteva ospitare la pastorizia, offrire un attraversavano le Alpi secondo tracciati
rifugio, e possedere passi utili militannen- prestabiliti, al fine di render loro meno fa.
te. Essa è un mondo inesplorato dove ven- ticoso e pericoloso il viaggio.
gono collocati i misteri inaccessibili (Dei Anche nei tempi più vicini ai nostri, i
e ~ !u se); neppure l'attrattiva dei panora- pochi frequ entatori della montagna -
mi offerti dalle alture, viene celebrata da- cacciatori di caprioli, camosci, aquile; ri-
gli scrittori; e se le alte foreste servono a cercatori di minerali, studiosi in genere -
parngon i poetici, questi sono molto lon- erano dci solitari viandanti che non consi-
tani dal dimostrare un'esperimentata co- deravano la montagna in sè, come un'ami-
noscenza. ca, ma come qualcosa di potente, di pauro-
Evidentemente si amavano le vie di so, di avverso, a cui si voleva strappare un
facili accessi: fìumi, mari, pianure; le animale, un minerale, una pianta. Essi per-
popolazioni si stanziavano nelle pianure nottavano nei casolari dei pastori, in caver- '
e sulle coste. L'ideale dell'uomo antico è ne, in anfratti rocciosi, sotto massi spor-

762 I
genti a tetto, con qualcl1e riparo formato
da rudi pietre (•El ginss >, Io chiamava-
no con termine espressivo i piemontesi).
Qualche volta, per le loro ricerche, partiva-
no addirittura dai villaggi del fondo valle;
le rnarcie di approccio erano quindi parti-
col:mnente lunghe e faticose. .
E si arriva, nella nostra discesa atlra·
verso il tempo, al 1863, anno in cui si fon-
da il C.A.l.
Quintino Sella, il nostro maestro e pio-
niere, insegna come la montagna pur nella
sua solitaria cd aspra austerità, può essere RlfuglQ ErtfJre Ca.stiglùJ,,i.
amica e può dare gioie intime e profonde
a·ch i l'avvicini con animo aperto, confiden-
te, cd ansioso di conoscerne la bellezza. glia più o meno pulita. Le marcie di approc-
Nacque il concetto della montagna non cio per arrivarvi erano lunghe e faticose. La
più avversa e repulsiva, ma capace, invece, prima ascensione delle Crandes Jorasscs nel
di soddisfare pienamente e intimamente chi 1865 fu compiuta partendo da Counnayeur;
volesse conoscerne le difficili bellezze. soltanto dopo molli anni, nel 1800, venne
Si fommrono quindi i primi gruppi di costniita la vecchia capanna delle Cran-
alpinisti animati da un senso che Qirei eroi· des Jorasses a 2800, modesta, ma preziosa
codi conquista, per i quali le difficoltà, gli costruzione in legno (ora sostituita dal mo-
ostacoli si velavano di un alone romantico: derno rifugio che ebbi il piacere di proget-
fra le rudi asperità delle roccie superate, tare e costruire nel 1940).
essi sapevano ammirare la bellezza di una Col passare degli anni, questo nuovo
aurora e il mistero di un tramonto. amore per la montagna si diffuse in tutta
Per facilitare la conquista di vette, già Italia, e il numero degli alpinisti aumentò
state prescelte, si pensò a costruire dei • ri- notevolmente. 11 concetto originale però
coveri , . (più adatto allo spirito dei pionieri) che la
La paura della montagna, inviolata re- montagna fosse bella quasi soltanto per la
gina della sua zona, isolata dalle sue tem- rude e faticosa asprezza della sua conqui-
peste, quella paura che già ave\•a originato sta, andò lentamente cambiandosi. I nuovi
un fiorire di leggende sui suoi misteriosi re- alpinisti (anche per il progressivo e genera-
cessi abitati da spiriti e da animali scono- le miglioramento del tenore di vita) deSide-
sciut i, piano pianç:i si attenua e si dile!,'l1a. rav:mo avere il soggiorno in montagna me-
E mano mano che questo processo si no duro, qu ind i, un'attre""aatum migliore
attua, si potrebbe osservare che i • ricove- per affrnn tarla con minor pericolo e mino-
ri , prendono ... più confidenza con la mon- ri disagi. Si cominciò così a costruire dei
tagna, vengono ubicati più all'aperto e più • ricoveri-rifugi , con un minimo di como-
in alto, meno aggrappati alle roccie e na- dità.
scosti negli anfratti. Essi sono costruit i con Questo periodo di trasfonnazione fu
criteri molto rudimentali: quattro muri e senz'altro difficile per la resistenza oppo-
un tetto, il focolare all'aperto, un giaciglio sta dai primi alpinisti, •i puri,, alla pres·
di tavolaccio, a volte reso meno duro da pa- sione dci giovani: di conseguenza, fu que-

763
sto anche il periodo in cui si sviluppò la tec- lo, dopo questa breve premessa nella
nica per la costruzione di rifugi: purtroppo quale ho esposto in sintesi, la mia opinione,
senza metodo, in completa anarchia. In secondo cui l'evolversi dello spirito alpini-
questo periodo, quindi, sorsero dei rifugi stico ha sempre influenzato l'evolversi del
buoni, discreti e pessimi (detto questo sia concetto estet ico e costruttivo nella costru-
dal lato costruttivo che da quello estetico). zione cli rifugi alpini (facendo gli scongiu-
Dal lato costrnltivo, si videro compiere de- ri perché questa logica evoluzione non ci
gli errori che, stranamente, vennero ru1che porti alle e Torri e ai grattacieli, in monta-
in seguito ripetuti tante volte. Dal punto gna•), vi dirò i criteri generali in base ai
di vista estetico, troppe volte si dimenticò quali ritengo sarebbe bene venissero co-
di armonizzare il rifugio nell'ambiente do- strui ti e trasformati i nostri rifugi.
ve veniva costruito; ci fu anche un po' di Non ho nessuna intenzione di assumere
mania di copiare dall'estero: errore gra- un tono ... profossorale o saccen te: voglio
vissimo! potremo copiare una fonna, ma solo esporvi dei concetti , che sono il frut-
non sapremo mai copiare l'anima che alla to della mia personale, ltlnga esperienza in
forma è infusa! materia di costruzioni montane, in genere,
Man mano che lo spirito alpinistico si e di rifugi in pa rticolare.
plasmò e si diffuse, quasi per un processo Alla costruzione di rifugi alpini ho de-
di osmosi fra la passione tenace dei puri, e dicato con en tusiasmo tanta parte della mia
l'ardire spavaldo dei giovani facilitato da vita: raccolgo ora in queste pagine, la sin-
nuove tecniche arrampicatorie, anche la tesi dell'esperienza compiuta, delle applica-
tecnica costruttiva dei rifugi si plasmò len- zioni prntichc che si veri fì carono buone
tamente, sia per meglio adattarsi alla massa nei vari rifugi da mc progettati e costru iti
più unifonne degli alpinisti, sia per l'appli- su tutto l'arco alpino, dalle Alpi Marittime,
cazione di un concetto più razionale del alle ghiacciate vette del Monte Bianco, alle
costruire. mie pallide Dolomiti.
Cran parte dei rifugi dovevano piano
piano corrispondere anche a nuove necessi- È una specie di ... decalogo, che mi è
tà, a quelle dcl turismo in particolare, che molto caro, ed è frutto di un'esperienza
per fortuna, si sviluppò migliorando note- più che trentennale vissuta e sofferta in
volmente l'economia delle nostre vallate. questo campo; non si tratta di. .. comanda-
menti, la cui trasgressione provochi i fulmi-
La cronistoria della costruzione dei pri- ni di Mosè, ma io sarò assai lieto se riusci-
mi rifugi (a partire dal primo costruito in rò a co11centrare la vostra attenzione sopra
s1,ecifica f1111::;icme alpinistica e con una di essi per oggi, e per domani.
concezione moderna, a oltre 3500 metri, si-
stemato dalle gu ide di Coumrnyeur nel lu- 1) Jl Hifugio deve servire prem inen-
glio dcl 1863 al Col du Midi) è già stata temente agli alpinisti, perciò deve essere
fatta da Agostino Fcrrari nella parte intro- espressione razionale di un sentimento, di
duttiva del suo studio sui rifugi, pubblica- un bisogno e non di una bellezza. Appunto
to nel volume edito per il cinquantenario perché l'evoluzione del Hifugio è sempre in
del C.A.I. e sulla cronistoria dei rifugi, atto, è indispensabile che nel predisporre
in genere, l'amico Saglio (che sui rifugi una nuova costruzione, si tenga conto, si
sa tutto) vi dà un resoconto preciso ed parta da dO\'C si è arrivati finora, sfn1ttan·
istruttivo. do le acquisite esperienze, i risultati otte-

764
nuti, correggendo i difetti riscontrati; grave
errore e sciocca presunzione sarebbero co.
struire e ex novo •, basandosi solo su per-
sonali opinioni, siano pure dettate da sim-
patici entusiasmi.
2) Libertà d i progettazione, con esc~u­
sione però cli dilettantismi ed esperimenti
architettonici, tenendo conto che il rifugio
viene frequ entato dai più diversi tipi di
persone, che cercano in esso tranquillità e
riposo dello spirito, oltre che dcl corpo, e
non amano giudicare o discutere prove ar-
tistiche più o meno riuscite; perciò esso de- Rifugio Guido Rey (l"i"'a rlcll'm1011liamcrito)
v-Ossere am1onizzato con quanto lo circon-
da, senza note stridenti o inconsuete di for-
me e d i colori. Oltre che ambientare il Ri- nere la disposizione degli assi di transito
fugio nella zona e nello sfondo naturale cli separati da quell i di servizio, con evidenza
essa, bisogna armonizzarlo con quanto il e logicità, in modo da evitare ingorghi ed
gusto e soprattutto l'esperienza dei nativi, incroci.
vi hanno in essa costruito. 8) Studio accurato per l'elim inazione
3) Il Rifugio, essendo generalmente i- dei rumori provocati sia dalle persone, che
solato, dev'essere lìne a se stesso, perciò de- dalle cose, tenendo presente che essi si
ve contenere al massimo possibile quanto propagano anche attraverso le parti stati-
necessita per il suo fun zionamento. che della costruzione, e che Cos toso e 'diffici-
le riesce il raggiungimento del silenzio con
4) Curare l'esposizione al sole, tenere la complicata applicazione di materiali a
in debito conto la direzione dei venti pre- carattere afonico.
dominanti, della caduta cli sassi e valanghe,
della vicinanza di sorgenti ; al sole, sacrifi- 9) Massima accuratezza nello studio
care eventualmente la visuale panoramica, e nella esecuzione anche dci minimi parti-
specie nei rifugi a bassa quota colari che devono esprimere ramorosa cu-
ra con cui il rifugio è stato costruito; l'o-
5) Applicazione del massimo equili- spite deve sentire questo, non soltanto per
brio di superfici, e volumetrico, con massi- trovarsi bene, ma per provarne anche un
mo sfruttamento dello spazio. senso di rispetto.
6) Hisolvere le esigenze tecniche con 10) Tener sempre presente che i dena-
la maggiore applicazione possibile di ma- ri spesi per la costruzione di un ri fu gio so-
teriali in sito, specie del legno, tenendo no denari ... santi, della più svariata e suda-
conto delle accentuate influenze cl imatolo- ta provenienza e che pe rciò devono essere
giche, alle quali vanno soggette le costrn- spesi con la massima cura e parsimOnia
zioni in montagna.
7) Studio di piante e di volumi sempli- Espressa questa sintesi, prima cli trattare
ci e regolari, in maniera d i avere la minima i dettagli, \' Ì dirò alcuni concetti generali
esposizione al vento e alle nevi, e di otte- che me 11ianno ispirata, criteri che, del re-

765
sto, illustro e diffondo da anni, con fede e problem i, al di là e al di sopra della vita
passione, fra ch iunque posso. quotidiana, bella o brutta, che ognuno de-
Quando ci si accinge a costruire un ri- ve condurre, al di là e al di sopra delle per-
fugio, è necessario, per primo, considerare, sonali angustie, degli inevitabili e spesso
a ch i, specifìcatamcntc, esso clO\'rà servire : penosi contatti sociali . Non solo, ma sem-
dovrà servire a gente che ha, in genere, un pre considerando il tipo di alpinista, cui il
comune denominatore psicologico, una co- rifugio dovrà servire, dovremo differen-
mune es igenza, quella di cercare pace e ziarlo a seconda dell'altimetria.
solitudine, oltre alla contemplazione pano- Se Io costrniamo a quota relativamente
ramica e al riposo del fi sico stanco : pace, bassa e facilmente accessibile, esso deve es-
solitudine che invitano a un raccoglimento sere dotato di maggiori e più particolari
interiore, ad un rilassamento spirituale, ad caratteristiche cli capienza e di comodità;
un e tu per tu ,. col proprio io, con i propri se serve soltanto come meta facile e corno-

SUIONELCllGIT\IOIMALE
1!>11mHlo.,.conl1tuobl>IH1!1
rH<l1 dl1ricoro11lolnt1"opl11to"""3 / 20

!-~~---JL2-J~~~~! T
' -- • ---J-z~;-.~''-----~--

Bit:aeeo{auo A1Xlllonio 1>er911e•IOf111-Co11queito /IJ>o cli rif,.KW 1' ottiene 1111(1 rilcua11 1e eco.
"""""le rifugio.
110111/a, a parità di J>OSll, sulla co.flrn;ior111 e "'°""tc11 ~/011C <li"''

766
da per fare una gita, si inserisca in esso un (sia pu re a lunga scadenza) delle nuove le-
numero limitato di letti, e, invece, ampi ve di veri alpinisti, ma perché esse appor-
ambicnti per sostare e godere il paesaggio; tano a questo nostro primo tipo di rifugio
questo tipo di rifugio sarà la meta preferita un reddito che serve alla sua manutenzione
dell'odierno, accen tuato movimento turi- e a quella dei più alti, distanziati e meno
stico in montagna, movimento di cui <lob- redditizi rifugi. Questi, a quota media, che
biamo te ner conto, 11011 solo perché nou si costituiscono, possiamo dire il secondo tipo,
devono ignorare le masse e i loro bisogni, siano costruiti più piccoli, più semplici, ma
non solo perché da esse possono venirci sempre capaci di ospitare il piccolo gmppo

cimino di ventllnlone con SEZIO~E TRASVERSALE


dlsposltlw di chlusufl slstemulone con lettl 1bbn11tl

Riempimento di '"fi:{~~~
FWeratur• perlloe abete ~ ~

,,

,..1mentol11ict
••H meno a t•m"a znc •
1rm1tura ferro 3 mm . I~•:::::~~ ~llntancorJUlo 16 im -.::t;'j,'

+==t::=====l58 35T
Blooccu fisso sistema Apo/louio - Se;:imw t111swrw/e.

70/
cli alpinisti che intende fare una modesta suoi gusti, dci suoi bisogni: esigenze tutte
salita o attraversata, e cerca, comunque, particolari e caratteristiche di quando si
qualcosa di più e di diverso, della lieta e- trova in montagna.
scu rsione in brigata. l i ri fugio sia comodo, sia funziona le,
Di un minimo di comodità sia dotato an- non serva ad esperimenti vari; solamente
che il terzo tipo di rifugio, che per le sua così sarù economico nella sua costruzione,
caratteristiche specifiche chiamiamo e: bi- per la manutenzione e pe r l'esercizio.
vacco fisso , , ubicato in modo che da esso Higuardo la sua progettazione e dire-
si possano iniziare le vere ascension i, sen- zione dci lavori, riconosciamo per prima
z'altra fatica per arrivare all'attacco delle cosa, che esse non possono essere opera di
singole scalate. Questi delicatissimi e nidi un tecnico (per quanto valentissimo) esper-
umani , posati sulle rocce, servono, gene- to solo cli lavori in città, ma di chi conosce
ralmente, per l'alpinismo classico, ma lo la mon1agna, di chi l'ha vissuta, sofferta e
scalatore che vi arriva e non ha troppo tem- goduta, e ne conosce le leggi a volte disu-
po (dato il ritmo della vita moderna) per mane e le millenarie evoluzioni. Durante
ambientarsi ai disagi della montagna e per l'esecuzione, bisogna persuadere imprese
fare la sua ascensione, dovrà trovare il pic- cd operai a sorpassare il concetto che qual-
colo ambiente dotato di un minimo di con- siasi materiale, qualsiasi accorgimento tec-
forto, per potervi riposare, e non quattro nico, possano bastare, dato che si tratta di
disagiate pareti coperte da un tetto. Parlo un semplice rifugio; bisogna convincerli
di e comodità, di conforto, a proposito di che proprio la costruzione in montagna, e-
rifugi alpini; ma oggi, anche il più senti· sposta più che qualsiasi altra a tutte le con-
mentale alpinista laudatore del tempo pas- tingenze climatiche, offre più difficoltà di
sato e dell'alpinismo puro, riconosce che; qualsiasi altro tipo di edificio, e che richie-
col limitato tempo concessoci dall'affanno- de minuziose cure in ogni suo dettaglio.
so ritmo .d ella vita moderna, deve trovare Esigendo dai costruttori selezione d i
delle comodità quando sale in montagna, materiali e precisione di metodo nel met-
per trovare eliminati (alm eno in parte) i terli in opera, si arriva ad ispirare in loro
disagi, per affrontare riposato e in buona un'amorosa amhizione della piccola costru-
efficienza fisica, le fatiche delle sue arram- zione, frutto del loro sudato lavoro, e si
picate o attraversate. ottengono (ve lo assicuro perché rho espe-
~la non commettiamo mai, per carità, rimentato) risultati pratici notevoli.
il grave errore psicologico di dare un tono
e alberghiero , al rifugio, neppure a quello
Passiamo ora a criteri tecnici particolari.
costruito a bassa quota e frequentato, più
che altro, eia escursionisti!
Anche le e comodità , conservino, ri- Ubicazione . Tenuto in adeguato conto
spettino la peculiare personalità del rifu- l'altitudine, il ri fugio va ubicato in modo
gio, non abbiano mai il sapore, il gusto, lo da non essere esposto a caduta di sassi. Se
stile, cari ai clienti di un albergo; l'alpini· questa non si può assolutamente evitare,
sta, come abbiamo già detto, ha il sacro· sarà misura prudenziale costruire i rispet-
santo diritto di considerare il Rifugio come tivi tetti in cemento armato o con travi in
casa sua. di trovare, cioè, in esso. l'ambien· legno molto spessoratc; su queste orditure
te più rispondente, più in armonia alle esi- saranno disposti degli strati-cuscinetto di
genze delle sue condizioni di spirito, dei sabbia, con sopra della terra, per attutire

768
I L Hwuc10 T 1ss1 AL CoL HEAN, di
fronte al Ch'ella.
o:otocclore di G. Chedino)
b"TER:-01 DEI. H1rnc10 T1ss1; in alto la
sala da pranzo e soggiorno, in basso il
"larin".
(Foto C. Chedina )
l'eventuale colpo di qualche sasso. prevedere anche prolungat i soggiorni (da-
Il rifugio deve essere al riparo dalla ta la fame di sole che distingue le moderne
caduta di valanghe; se la valanga non può generazioni) si può preferire l'insolazione
essere evitata, si può scongiurarne il peri· al panorama.
colo : la misura prudenziale da prendersi
sarà quella (già esperimentata) di far sì che
Piante • La pianta di un rifugio va
il tetto e il terreno siano alla pari, ed :i.b-
biano la medesima pendenza, in modo che studiata con criteri particolari, date le spe·
la valanga vi scorra sopra. cifìche esigenze dell'ambiente; le nonnali
Una soluzione radicale sarebbe quella tecniche \•anno npplicntc con molto di.sccr·
nimento e ponderazione.
di costrnirc il rifugio interrato, con la sola
facciata frontale in vista e sempre col tetto La pianta deve essere semplice per evi-
parallelo al terreno. tare ingorghi, sprechi di superficie, punti
oscuri; deve situare i servizi indipendenti
Il rifugio deve avere la minima esposi-
sempre dagli altri ambienti, specie nei ri-
i ione possibile al vento predominante. che
fugi a bassa quota, e ciò per non intralciare
è uno dei suoi pili fastidiosi nemici. Biso-
il lavoro, per la pulizia, per l'aereazione,
gna, in ogni modo, cercare che il vento
per evitare reciproci disturbi tra gli alpi·
colpisca l'angolo dell'edificio, in maniera
nisti che vanno e vengono a tutte le ore.
che, pe r la legge fis ica della composizione
Nello stabilire la pianta, si pensi che il
delle forze, scivoli via, senza abbattersi vio..
lentemente contro una parete della costru- rifugio va soggetto a forti variazioni di fre-
zione. quenza e che perciò non si può dotarlo di
ambienti troppo vasti, perché nei periodi
Non bisogna portare la tecnica della
di bassa frequ enza, essi non solo non ser-
pianura in montagna: laggil1 c'è la tenden-
vono, ma determinano un antipatico senso
za a porre l'entrata della casa e tutti i ser·
di vuoto e cli freddo.
vizi a Nord, per garan tire la più completa
insolazione al rimanente della casa. In mon-
tagna sarebbe spesso sbagliato farlo, per- Cucine eco11omic1w • Le cucino econo-
ché il vento da noi soffia quasi sempre da miche nei refettori e nei dormitori non
Nord, e potrehbe d'inverno impedire an- hanno dillo un buon risultato, specie per·
che l'entrata al rifugio accumulando la ne- ché spesso, non funzionando bene i camini,
ve dinanzi alla porta. (Vi dico solo un esem- fumano, e perciò disturbano il sano pasto
pio: attraverso il buco della chiave di un e il buon riposo degli alpinisti; esse quindi
rifugio, cui sono arrivato d'inverno, era en- sono compatibili solo nei rifugi ad alta
trata tanta neve da formare un cono di quota e di minima capienza.
quasi due metri cubi!).
TI rifugio sia costru ito possibilmente in
Dormitori • Non siano troppo ampi, al
vicinanza di sorgenti d'acqua, e in modo massimo dieci posti, per impedire i reci-
che b <lerivnzione da queste possa essere proci disturbi fra alpinisti; abbiano le cuc-
fa tta per caduta.
cette sovrapposte per risparmio di spazio
A queste considerazioni di carattere e con ciò, di denaro.
metereologico cd nmbientale, vanno subor-
dinate quelle della possibilità di vedute
panoramiche e dell'esposizione al sole; PPi Refettori. I refettori, nei rifugi di mag-
rifugi a bassa quota, per i quali si possono giore capienza siano progettati possibil-

769
~I

770
Pla1110 del primo 1>1011-0
dcl Rifugio Tini: I, 2. 3,
4 camere a cuceeltc; 5 ar-
ma.di per bl:mchcria esco.
pe; 6 lavabi; 7 WC.

Sc-...iona Jra.roersa/.c del Rifugio Tl#i.

771
mente esposti a Sud, con piante alquanto pliamento, bìsogna studiare e ristudiare le
movimentate in modo da fom1are singoli possibilità di sistemazione interna del rifu-
ambienti sempre accoglien ti . gio, sem pre applicando il non mai abba-
Si introducano nei refettori, quando stanza ripetuto criterio del massimo sfrut -
possibile, dei caminetti, che riscaldano i tamento dello spazio in rapporto alla fun-
corpi e un iscono gli spiriti, dando un' incon- zionalità.
fondibile intimità all'ambiente. Chi fra noi, Ho potuto constatare personalmente
non ha, fra i suoi ricordi più cari, quello come tante volte, senza ampliamenti, con
di una serata goduta vicino al caminetto modeste aggiunte, è stato possibile dare
di un Rifugio, trascorsa fra un .s ilenzio, o ad un vecd1io rifugio la stessa capienza, o
un trasognato e raro parlare, o una nostal- quasi, per ottenere la quale altri progetti,
gica cantata? portant i delle costruzioni aggiunte, preve-
devano spese molto maggiori e spesso non
creavano un rapporto armon ico e fun zio-
Volumi - Nella costruzione di un rifugio nale fra la vecch ia e la nuova costruzione.
vanno studiati applicando la nonna fonda-
mentale • del massimo sfruttamento dello Per superare i periodi di punta, cioè di
spazio >, in modo da ottenere i minimi maggior afflusso di ospiti nel rifugio (pe·
costi di costruzione, di manutenzione, di ri- riodi che sono, in genere, brevissimi) non
scaldamento occorre affatto ampliare il rifugio (questa
Tenuto per base il criterio estetico, con- è la più costosa delle soluzioni); ma preve-
siderato il posto dove il rifugio va costru ito, diamo, i1wecc, per esempio nel sottotetto,
esso va S\•iluppato in altezza piuttosto che delle camerate con reti accostate.
in supcrlìcie, sia per ottenere i minimi costi, Dai dati forniti mi dal nostro Strohele,
sia per diminuire superfici di disperdimento segretario della gloriosa Società Alpinisti
di calore. · Tridentini, e prezioso raccoglitore e com-
La linea sia semplice, non com plicata positore di grafici statistici, si può avere
con rientranze e sporgenze, aggiunte a una valida prova di quanto sostengo.
quote diverse; ciò anche per non opporre Letti nei rifugi Mandron, Tosa, Tuckett,
inutili ostacoli ai venti e allo st illicidio del- Vaiolet e Boè, cioè in cinque dei rifugi
le acque e per non favorire l'accumularsi maggiormente frequentati: n. 371;
delle nevi.
- Se questi fossero occupati tutto l'anno,
avremmo una occupazione annua, al
Ampliamenti - A proposito di volumi, 100$ di 371 X 360 = posti n. 133.560;
lasciatemi esprimere una mia idea e ben
- Occu pazione effettiva nel 1958 : posli
decisa, circa gli ampliamenti.
Appena un rifugio si dimostra insuffi- numero 6.482;
ciente, l'unico rimedio sembra sia quello - Se ne deduce una percentuale rispetto
di ampliarlo con delle aggiunte; tali am- alla occupazione annua del: (6.482 X
pliamenti molte volte riescono irrazionali 100 ' 133.560) = 4,90'.I;
rispetto all'originale; questo errore è one-
roso per le spese di costruzione e di eser- Considerando l'apertura effettiva di 90
cizio. giorni potremo avere invece un'occupazio-
Io dico che, prima di arrivare all'am- ne stagionale di:

772
371 X 90 = post i n. 33.390;
- Con l'occupazione effett iva invece d i
6.482 posti, si ha una occupazione del
1 11
6.482 X I 00 ' 33.390) = 19,60'>.

Considerando invece i seguenti rifugi i


che sono meno frequentati: Vioz, Saent,
Stavcl, Amola, Carè Alto e Monzoni si han· ~

no i seguenti dati:
l
Letti: n. 149;
Possibile occupazione annua al 100%:
- .
(149 X 360) = post i n. 53.640;
"
o -I
Occupazione effettiva nel 1958: posti ',,":;;:~::-is- - 10-
numero 939;
Ding.ro•rmm sul/'lwkmu:mro delki ncV6, J,. cui ri rilcua
fimpo.-t1mwrli"m"IC11c re la•1COO t ultctll
- Percentuale rispetto all'occupazione an·
nua: (939 X 100 : 53.640) = 1,75$
- Possibile occupazione stagionale con
apertura effetLiva di 60 giorni (149 X - Giornate di apertura: n. 9'2
60 = posti n. 8.940; zero pernottamenti: notti n
da 1 a 5 pernottamenti: notti n. 11
- Percentuale occupazione stagionale: da 6 a 10 pemotlamenti · notti n. 7
(939 X 100 , 8.940) = 10,50$. da 11 a 20 pernottamenti: notti n. 20
da 21 a 50 pernottamenti : notti n. 38
Per i medesimi rifogi abbiamo inoltre i oltre 50 pernottamenti notti n. 8
seguenti dati sempre riferiti al 1958. Totali notti n. 9'2
Primo gruppo rifugi: apertura 90 gior·
ni: ogni posto-letto (compreso donnitorio Da tutti questi dati potete dedurre con
comune) è stato occupato in media 16,8 me, che i nostri rifugi hanno una minima
volte (con un min imo cli 2,5 volte al Boè, occupazione in rapporto alla durata dell'an-
con un massimo di 21,8 volte al Tuckett) no ed anche questa ridotta ad un periodo
Secondo gruppo rifugi: apertura 60 concentralo e molto breve.
giorni: ogni posto-letto è stato occupato in Ne deriva chiara l'evidenza quindi, co-
med ia 4,45 volte, con un minimo di 0,4 me non si possa e non si debba pensare a
volte nl i\fonzoni o con un massimo di 8,5 costosi ampliamenti per sopperire alla ri·
volte allo Stavel. chiesta di letti nei brevi periodi d i punta
ln fì ne abbiamo i seguenti dati del ri·
fugio Rosetta (posti-letto 70) nelle Pale di
S. Martino di Castwa.a e che allo scopo Tetti . I tetti devono essere costruiti in
può essere considerato un cRifugio Pilota,: modo semplice, con esclusione più scruilO"

n3
Iosa possibile cli ogn i irregolarità (converse da impedire lo scivolamento della neve, che
e colmi), preferibilmente a due falde, come è un ottimo coibente al calore; d ifatti con
ideali ali di chi()C(!ia che maternamente si m 1,75 di altezza di neve e con una tempe-
aprano a protezione dei suoi nati; la pen- ratura in superficie di 15° sotto zero, que-
denza di queste ali si adegui al Tispettivo sti, in corrispondenza dell'appoggio della
materiale di coperta. neve sul tetto, si riducono a O".
Si abbia grande cura nella scelta e nel- Per un tetto coperto in scandole, quindi,
la messa in opera del tetto, perché esso de- una buona pendem·.a può essere quella da
ve resistere alla pressione della neve e al 25~ a 30°.

soffio dci venti. Ottima cosà sarà quella di Se il tetto dovesse essere coperto in la-
ancorare i tetti con tiranti an negati nelle miera zincata, necessita tener presente che,
murature sottostanti. nei rifugi riscaldati, essa, nell'interno, tra-
Buon risultalo ha dato l'esperimentata suda e la condensa fo rm atasi, scorrendo
copertura in scandole di legno, una delle lungo la lamiera, rovina tutte le opere, spe·
più belle e la meglio ambienl ala in mon ta- cie in legno che si trovano in corrisponden-
gna za degli appoggi; inoltre, non dimentichia-
La pendenza dcl tetto deve essere tale mo che, sciogliendosi la neve, l'acqua scor-

Elementi costrottivi di temizza.

774
::~~I a~.~!1r:~.· ;!l"fo-• mq I
t11tfo-c.01<1 M~.,,.to ~ 1 mq 1_5
1tro10 al D lt~m • 1 cal ao ~• mq 1
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•U::~t.~e:'.~"':,r:m7i~oK;' ~q 11 ~

Dcuagllo strato i.sokmte.

775
rcnte lungo la lamiera quando arriva sopra zioni delle strutture sottostanti provocate
la gronda del tetto (ove non risente più dalle variazioni di temperatura.
l'inilueuza del calore intemo), forma uno Sopra il materiale isolante sia posto uno
strato di ghiaccio che inevitabilmente spac- strato dello spessore di ahneno JO cm di
ca la lamiera in corrispondenza dei suoi ghiaietto ben pulito di granulatura decre-
giunti. Questo inconven iente può essere scen te verso l'alto (in fondo di dimensioni
ovviato in due modi: o isolando termica- nocciola, in alto dimensione pisello). Sopra
mente il tetto con materiali coibenti, oppu- il ghiaietto, se la terrazza dovrà essere pe-
re staccando il letto dalle murature e pro- donabile, sia posta una griglia oppure un
teggendo il distacco con pareti sottili onde tavolato di legno, a tavole poste lungo la
impedire la penetrazione di neve portala pendenza. (Non usare piastrelle o piastroni
dal vento. in cemento, perché semplicemente essi si
Nei rifugi è consigliabile non applicare spaccano). Se la terrazza non deve essere
grondaie e doccioni di gronda per lo scari- peclonabile, sopra i1 ghiaietto si cosparga
co delle acque piovane, a meno che ciò non uno strato di terra fe rtile dello spessore al-
sia reso necessario da particolari contin- meno di 8 cm che potrà essere opportuna-
genze. In fatti, essi durante i periodi di ge- men te seminato.
lo e disgelo, si riempiono di ghiaccio che Questo, nei rifugi a bassa quota, per
impedisce il defluire delle acque e facil- dare wt gradevole e color di prato > alla
mente li spacca. terrazza. 1n questo caso, occorre porre so-
pra il ghiaietto uno strato di asfalto, al fine
di impedire che la gramigna possa forare i
Terrazze - A volte occorre forc delle ter- sottostanti cartonfeltro, specie filtrando fra
razze. li loro solaio può essere eseguito in i giunti degli stessi.
cemento armato e cotto, in cemento arma- Non mi dilungo in particolari per l'at-
lo, oppure con travature in legno sufficien- tacco di parapetti, per la formazione di
temente robuste; lo strato impermeabiliz- gocciolatoi e per i raccordi alle murature:
zante sia costituito da tre strati di carton- particolari per i quali sarebbero necessari
feltro del peso minimo per strato di un chi- dei disegni, richiedendo essi accuratezza
logrammo e mezzo per metro quadrato. e precisione. Posso solo, in coscienza, affer-
Cli strati saranno incrociati fra di loro, os- mare che molte terrazze da me costruite
servando che quello superiore sia perpen- con il suesposto sistema in rifugi e in al-
dicolare alla pendenza della terrazza; gli berghi di montagna, hanno dato, nel tem-
strati siano sovrapposti almeno di 10 cm e po, risultati perfetti, mentre tutti vr:d iamo
siano sigillati fra di loro con spalmatura a quante sono le terrazze che spandono.
caldo di bitume (non catrame) del peso mi-
nimo di un chilogrammo di bitume per mq.
Se non riesce troppo difficoltoso farlo, · Murature - Anche sulle murature, credo
l'ultimo strato sia sostituito con uno strato opportuno esporvi alcuni concetti tecnici
di asfalto dello spessore di 1 cm. t indi- Ho visto pur di recente, murature in
spensabile che la superficie aderente al so- calcestruzzo e anche in mattoni (con conse-
laio portante (sia esso in cemento o in tav0- guenti scrostamenti degli intonaci per igro-
le incastrate sopra la travatura in legno) scopia, sfaldamenti per gelività) e delle mu-
non sia spalmato di bitume, in maniera da rature a faccia vista, che per ragioni estc-
essere del tutto indipendente dalle dilata- !iche presentavano delle fugature spor-

776
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spruuobianco
111nuloso
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spruuOlblanco pl(I granu loso

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~g 40 60 I

120 80 :~ so 62

m 90 ~g 60
150100 :g 70 67

TipO di caminetto 1>er w&l[iomo COll dimensioni adatte e.I buon /un~lonanW!f1fo.

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I
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I O , .. , ..

Cappa antifauil/e in ferra per camini

genti anziché rientranti, attraverso le quali Cami11i - A proposito di camini, in quan-


l'umidità penetrava nel rifugio, perciò insi- ti dei nostri rifugi essi funzionano bene?
sto nel raccomandare che le murature siano Il loro difettoso funzionamento dipende,
fatte con materiale non gelivo, (se gelivo, in via generale, dal fatt o che le canne fuma-
sia adeguatamente protetto) con pietre che rie sono inserite nelle murature esterne o
non passino attraverso il muro (altrimenti vi sono addirittura esterne, perciò insufficien-
passano anche il vento e l'acqua); esse sia- temente protette dal freddo; o sono di dia-
no intersecate fra di loro. metro non adeguato a\l'altezw od alla fon-
Lo zoccolo delle murature, per l'altezza te di calore, o sono irrazionalmente ubicate
di m 1 e più, sia fatto in pietra a raso sasso, rispetto alle falde del te tto. Perciò ricor-
in maniera da evitare gelività e scrostamen- diamoci che i cami ni devono essere inseri-
ti nel punto più vulnerabile del rifugio. ti nelle murature interne o fort emente pro-
A mio parere, sconsiglierei decisamente tetti se inseriti in quelle esterne, con ade-
murature in calcestruzzo, che è materiale guate intercapedini coibenti; i loro diame-
sempre freddo, umido e fort emente fonico tri devono essere proporzionali alla poten-
A proposito di questa mia asserLione, ho za del fuoco e alla loro altezza (ritengo non
visto degli esempi che fanno veramente debbano comunque avere mai una superfi-
pietà. cie inferiore ai 350 cmq).

778
Le torrette siano ubicate nelle parti so- inevitabili inconvenienti. In questi casi gio-
pra elevate del tetto (colmi) o prolungate vasempre introdurre nelle murature, fra
· sopra gli stessi; siano debitamente isolate l'impiantito del piano terra e la roccia, degli
e protette, in maniera da impedire raffred- strati impermeabili fra due strati di malta
damenti o infiltrazioni di neve nel camino. con sostanze idrofughe. Tutte le parti inter-
Esse devono permettere di regolare le su- rate o contro terra, siano liberate dall'umi-
perfici cli uscita dcl fumo, in modo da vin- dità con accorgimenti sempre preventivi
cere pit'1 focilmcn te la velocità del vento e (drenaggi, intercapedini, intonaci idrofu-
sia così garantito il fun zionamento del Li- gh i esterni contro terra e non interni, bitu-
raggio. mi, asfalti, ecc.) osservando che le interca-
Consiglierei delle cappe d'uscita dcl fu- pedini devono essere aerate, perché raria
mo, eseguite come da disegno. Esse danno stagnante produce per se stessa molta umi-
anche la massi ma garanzia che non posso- dità.
no uscire delle faville, in quanto, anche se
·si formru sero, andrebbero a sbattere contro
la cappa, spegnendosi. lmpkmti term ici - A proposito degli im-
l o doterei ogni rifugio almeno di un ca- pianti tcnn ici, bisogna dire che qualora si
minetto a fu oco aperto. Nella sua costru-
zione, bisogna però tenere presente che esi-
ste uno stretto rapporto fra la bocca del ca-
mino, la sua profondità, i suoi raccordi alla
canna fuma ria e la superficie della stessa
Bisogna tenere inoltre p resen te che l'im-
bocco della canna fumaria va eseguito in
maniera da faci litare il tiraggio e imped ire
il ritorno di condensa.

UmUlilà - L'um idità è la piaga di tutti


i rifugi; il problema del come salvarsene,
va quindi studiato seriamen te.
Hcgola fondamentale è quella di af-
frontare in via preventiva tale problema,
perché quando, a costruzione ultimata, l'u-
midità si è già prodoua, tutt i i rimedi (inie-
zioni idrofughe, d renaggi, intonaci speciali,
rivestimenti) risultano sempre di effetto li-
mitato.
Non si deve credere che le murature e-
seguite sulla roccia siano immuni di umidi-
tà; la roccia, specie quella calcarea, per e-
sempio, su cui si costruiscono i rifugi nelle
Alpi Dolomitiche, fun ziona quasi da spu-
gna, la quale, per capi llarità, restituisce l'ac- Sthcma di ri.JCl)/diiml'!ntO ad ari.1 di facile erecu:ione
qua assorbita, alle murature, con tutti gli e di 011i1110 renlliniento.

779
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r----1

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Arrnmlio rcalda1>illlli inserita nel cami11a della CrJCina.

introducano (e ciò si fa in via generale nei di tutto l'impianto con manovra semplice,
rifugi a bassa quota) bisogna tener sempre far si che i ritorni dell'acqua o della oon-
presente gli immancabili effetti del gelo, e densa, abbiano pendenze sufficienti per fa.
usare perciò determinati accorgimenti: e- cilitarne il deflusso cd evi tarne il congela-
scludcre i soffitti radianti, mettere le tuba- mento.
ture possibilmente fuori malta (e ciò spe- Si è verificato ottimo il sistema di sca\-
cialmen te nelle murature esposte a nord), dare i rifugi a vapore, con tubature poste
per poter con fac ilità scoprire dove avven- a serpen tina ed attaccate ai soffitti. Ottimo
ga un guasto e preservarle dal freddo, pro- pure il riscaldamento ad aria che dà la mas-
curare che ci sia una possibilità d i scarico sima garanzia contro gli effetti del gelo.

780
Rifugi di più modeste dimensioni pos- entri; quindi occorre provvedere a che en·
sono essere egregiamente riscaldati ad aria tri aria in modo continuo (per esempio at-
ca lda. Essa viene prodotta da una stufa a traverso una fessura che si può ottenere te-
carbone o a gas liquido (liquigas, pibigas, nendo la porta più alta di 1-2 cm dal pavi-
ecc.) chiusa in una specie di camino nel cen- mento).
tro del fabbricato, separato però dal cami-
no di com bustione.
L'aria riscaldata sale nel camino cd en- Rumori - In piena campagna contro i
tra nelle stanze o locali sovrastanti a mezzo rumori, cerchiamo di salvare i nostri rifu-
di feritoie aperte nelle sue pareti. L"aria do- gi dal fastidio che essi procurano all'alpini-
po aver ceduto il suo calore, scende nuova- sta desideroso di pace e di silenzio almeno
mente nel vano della stufa a mezzo di in- in montagna, ricordando che nella quiete
tercapedin i format e lungo le murature e- isolata anche il più piccolo rumore è mag-
sterne. Con ciò, si ottiene un sistema di ci r- giormente sentito; cerchiamo quindi di ren-
, colazione d'aria automatico, semplice e po- dere i rifugi afoni il più possibile, in sede
co costoso. preventiva, perché gli accorgimenti adotta ti
come rimedi, sono costosi e di dubbio effet-
to; non dimentichiamo perciò che i rumo-
Impianti idrico-sanitari - Quando appe- ri si propagano in modo alquanto fastidioso
na sia possibile, è consigliabi le introdurre (come abbiamo già osservato parlando di
l'acqua nei rifugi; ma anche per gli impianti murature) attraverso i cementi armati, sia-
idrico-sanitari, come per i tcm11ci, dobbia- no essi usati per muri, pilastri, solai, pareti.
mo evitare gli effetti del gelo; perciò an-
che le loro tubature siano poste fuori malta,
specie a nord, ci sia la facilità di scarico di Pavimenti - Sempre per evitare dispcr·
acque bianche e nere, con sifoni facilmen - dimenti di calore e per creare maggiore sen-
te S\'Uotabili , e cioè a bicchiere e non a collo so di intimità, io prefe risco che i pavimenti
cli cigno. nei rifugi siano in legno; e consiglio di por-
Nei rifugi più modesti, in quelli non c u- re sotto di essi, sfruttando l'intercapedine
stodit i, e in quelli ove manchi l'acqua, si dci solai, dei materiali isolanti cd afoni, a-
adoperino vasi speciali in ghisa, a caduta datti alla conservazione del calore (polvere
d iretta, con chiusura a cerniera con trobi- di sughero, foglie di granotu rco, o pula di
lanciata su perni di vetro. I tubi di scarico riso mischiata con calce viva, oppure mate-
si prolunghino sempre fuori del tetto per riali più moderni, ma più costosi).
la ventilazione e per impedire risucchi nei Le moderne materie plastiche per pa-
sifoni. vimenti, più facili a pulirsi, non sono del
tutto sconsigliabili; devono però essere sti·
rate in sito, senza giunti; faccio delle riser.
Vontilaziono - Ho dovuto constuturc che ve sull'uso dcl linoleum, g:ommu o ultro, che
anche la ventilazione, come tanti altri det- sono buoni materiali, ma che si staccano fa.
tagli, è trascurata nella costruzione dei ri· cilmente nei giunti, causa filtrazione cl' ac-
fugi. Non basta fare un buco che immetta qua negli stessi.
l'aria da vent ilare nel camino, ma bisogna Piastrelle greifìcate o marmette, si usi-
pensare che, affinché aria possa uscire da no solo nei locali di servizio e nei gabinetti;
un vano, necess ita che altrettanta aria ne ma, come rivestimenti, si escludano le pia-

781

I
782
!
I

783
strcllc smaltate (causa il gelo, nei periodi di nel fissaggio dei serramenti alle murature
chiusura lo smalto si stacca in maniera da I rispettivi telai vanno sigillati con malta,
renderle inservibili). Tutte le piastrelle sia- solamente su lle due testate; l'intercapedine
no comunque poste in malta di calce spen- fra il telaio e le murature, va riempita con
ta, con aggiunta leggera di cemento o cal- materiale asciutto (carta, paglia, foglie di
ce idraulica, e non in malta di cemento, co- granoturco, cocci di mattoni a secco ccc.).
me molti usano ancora fare. I vetri vanno fìssati a stucco, e non con
listelli di legno

Rivestimenti - Per gli stessi criteri per


cui abbiamo detto che è preferibile i pavi- C11ci11c cco11omichc - Ho osservato che
menti siano in legno, è opportuno che pa- le stufo e le cucine economiche eseguite in
reti e soffitti siano rivestili in lcg110 o di ma- cotto, non danno buoni risultati, perché
teriali similari (masonite, faesite, novop:m questo materiale è igroscopico e perciò nel
ccc.); con q~1estì materiali si possono ottene- pe riodo di chiusura del rifugio sotto l'azio-
re anche piacevoli effetti decorativi. E: be- ne dcl gelo, si sgretola con facilità ; per tale
ne eliminare al massimo i freddi in tonaci, motivo, consiglio stufe economiche in ferro
limitandoli ai soli locali di servizio, dove di più facil e conservazione.
il legno assorbirebbe gli odori e si impre- Nei rifugi molto frequentati è consiglia-
gnerebbe di umidità bile costruire il camino, ben isolato, a pa·
vimento, in modo che i prodotti della com-
bustione passando per un annadio in ferro
Serramenti - I serramenti hanno nei ri- (scaldapiatti) inserito nello stesso, possono
fugi una funzione importantissima, pur- essere egregiamente sfruttati per il riscal-
troppo spesso trascurata. damento di piatti e stoviglie in gene re, non-
Le loro dimensioni (sempre pili limita- ché per mantenere ca lde le vivande. In più,
le a nord e sui venti predominanti) devono questo sca ldapiatti serve come deposito del-
essere come quelli clic i nostri padri monta- le stoviglie.
nari hanno costruito nelle loro case: a tre
ordini, cioè due finestre e lo scuro, per ot-
tenere la massima difesa dal freddo, da.I Arreclamcuto · Pe r venire infìne all'arre-
vento e dalla neve. da.mento, esso non può essere considerato
I tre ordin i vanno applicati su un unico un concetto tecnico, su cui si possano dare
telaio pure in legno, in modo da ottenere dati precisi cd esperimentati; esso riflette,
sempre battu te di legno, e non di legno su nel rifugio, il gusto, la personalità di chi l'ha
muro o pietra progettato
Con questo tipo di serramen to, e con Posso solo esporre delle nonne generi-
l'accorgimento di creare una gola di de- che, personali, che però mi sembra oppor-
pressione lungo tutte le battntc (accorgi· tuno esprimere.
mento di mio brevetto, che sarei lieto di Proporrei l'arredamento di un rifugio,
mettere di volta in volta a disposizione dei sobrio, proporLionato alla sua capienza e
miei amici del C.A.I. quando mc lo richie- al suo tipo, facilmente pulibile, sempre
dessero) viene eliminata quasi dcl tutto e nostrano > per gusto d'ambientamento
la possibilità di penetrazione dcl vento e per pe rizia di fattura artigiana, funzion a-
Speciale attenzione deve essere usata le, nel senso che pgni arredo corrisponda

784
INC IDE NZA DE I COSTI I ' UN RIFUGIO DI UNA CERTA IMPORTANZA,
A QUOTA HELATIVAMENTE BA SSA, ACCESSIB ILE CON CA RRO

I""'" =u I """~
an cdam. S :trrcdam. S

1) Opere murarie, carpentiere, falegname . 56 38,l


2) Serrament i a 3 ordini e porte ll 7,7
3) Rivestimenti in legno 3
4) Cucine economiche, scaldapiatti, bollitore con caldaia 3,5 2,3
5) Luce elettrica 3,7 2,5
6) Impianto suonerie e parafulmini 0,7 0,6
7) Impianto idrico-sanitario (W. C., bagno, acr1ua fredda ai
servizi) 3,8 2,6
8) Impianto acqua corrente calda e fredda. 6,8 4,5
9) Im pianto di te rmosifoni. 8,5 5,7
10) Arredamento totale 30
11 ) Spese generali
lOO lOO

Piz 340 186 56 l8 9.000 16.200 157.000 2.550 concllrn) Sinoal rifugio
Nel. 360 250 62 16 14.400 20.9-25 328.000 2.160 con canosiooal rifugio
D:i.llotta 146 51 17 J 2 16.200 46.800 202.000 2.3.50 concarro, poiconmulo
Leoncsi 110 60 20 12 24.750 45.000 225.000 2.909 ~nd~::~ mulo e spai·
Cr. Jornsses . 275 170 50 20 12.600 20.250 171.CXXl 2.803 :~ 0mulo e .<p11llP di
Aosta 240 170 48 20 13.275 18.900 157.000 2.850 con cano, p0! con mulo
Costo medio . 15.040 28.010 207.000

Bivacco

785
perfettamente alla ragione per cui è stato Dalla tabella si possono fare le seguenti
messo. deduzioni e considerazion i.
Come particolari specifici proporrei, 1) La differenza fra i volumi utili netti
sempre per economia di spazio, lett i so- (volumi interni) ed i \"Olumi lordi (volumi
vrapposti e annadi murati. esterni) dci rifugi, è molto maggiore d i
La razionalità degli arredi potrà sem- quella dei bivacchi. Questo deriva princi-
pre essere ravvivala e ingentilita da qualche palmente dal fatto che avendo i rifugi una
garbato particolare decorativo, che rivele- superfìcie molto più grande, necessitano,
rà l'amorosa cura del progettista. Questi, genera lmente, di maggiori opere (muri di
non comperi per arredare, cose fatte più o fondazione, di sostegno, scale d'accesso
meno di dozzina, ma le faccia fare, facili e ccc.) per la creazione dell'area di sedime e
semplici, dai nostri bravi artigiani, che sot- per le strutture principali della costruzione
to la sua guida e per gusto personale, cree- stessa (questo perché il terreno adatto per
ranno sempre un oggetto dotato di un par- la giusta ubicazione di un rifugio, general-
ticolare, di una rifinitura, che lo differen- mente si presenta irregolare e in pendenza).
zierà da quelli che si comprano in serie. Data la differenza accennata, risulta per
i bivacchi, uno sfruttamento dello spazio
molto superiore.
Costi - A questo punto, non posso fau 2) Dalla tabell a vediamo pure che
a meno di dan'i alcuni dati sui costi, perché, per i rifugi, la differenza di costo medio fra
dopo i fattori sentimentali e tecnici, non il costo per cuccetta e per mc. netto è di
manchi quello economico, che deve pur L. 207.000- L. 28.0 10 = L. 178.990, men-
sempre rimanere presente quando ci ac- tre per i bivacchi è di appena L. 102.200 -
cingiamo a costruire un rifugio (v. tabella - L. 75.100 = L. 27. 100.
a pag. 785). Questo dimostra che nella cost ruzione
E adosso portiamo il concel!o economi- dei bivacchi ci si avvicina quasi al 71erfetto
co e i grafici dei prezzi... molto in alto, per equilibrio eco11omico; cioè si aumenta il co-
parlare dei bivacchi, a favore dei quali io sto per mc. netto, a tutto vantaggio del co-
spezzo la mia ultima lancia, insistendo sul- sto per cuccetta.
l'opportunità di costruire ad alte quote dei Quando si riuscisse ad ottenere il costo
bivacchi, anziché dei rifugi (siano pure di per mc. netto pari al costo per cuccetta
ridotte dimensioni). Essi offrono dei note- (salvaguardando ben inteso le caratteristi-
voli vantaggi: sono di facile e veloce mon- che statiche e di comodità) si otterrebbe il
taggio, il peso della loro manutenzione è 71erfetto equilibrio tccn ico-eco11omico, cioè
ridotto al minimo, il costo complessivo è il modo più razionale di costruire.
inferiore, e per cuccetta è ridotto a metà. Infine osservo, che il costo di manuten-
Vi riporto ora una tabella dei costi d i zione di un bivacco è quasi nullo rispetto
alcuni ri fu gi da me eseguiti in Piemonte. a quello di un rifugio.
Ho scelto quei rifup;i (fra tutti quelli da Dunque la costruzione di un b ivacco
mc costruiti) che si prestano maggiormente risi~tto a quella di un ri fugio, risulta enor-
per un confronto coi bivacchi (v. tabella a memente più celere, più fac ile, meno costo-
pag. 785). sa, sia in senso relativo, che assoluto.
I costi sono quelli del 1947; per aggior- Però per un senso di serietà che deve re-
narli alla data odierna essi andrebbero au- gnare nel campo alpinistico aggiungo che,
mentati <lell' sm circa. pe r quanto allettati da queste conclusioni,

786
bisogna stare bene attenti di non costru i- Con giusti e ponderati criteri di selezio-
re un bivacco ove per altre considerazioni ne, bisogna tendere verso questo equilibrio,
sia più opportuno costruire un rifugio. se non vogliamo continuare a vedere i no-
Per esempio, alle C randes Jorasses era stri rifugi andare in graduale deperimento
opportuno costruire un rifugio o un bivac- per la mancanza dei mezzi necessari a sop·
co? A mio avviso, pur essendo la ubicazio- perire al costo di manutenzione che è piut-
ne adatta per un bivacco, è stato bene co- tosto elevato.
struire un rifugio e questo per il seguente Sempre per meglio comprendere l'im-
motivo: la sua ubicazione è un punto pa- portanza che anche il fattore economico ha
m:muu icu mag11ilko. E:;st:uùo la via di ac- 11dla cu:;t ru~iuue e mauutcuzlone <lei rifugi
cesso da Courmayeur (cen tro turistico im- del C.A.I., espongo i seguenti dati riassunti-
portante), nè difficile nè lunga, esso, oltre vi sulla consistenza tecnico-economica del
che essere il punto di partenza per l'ascen- nostro patrimonio in rifugi alpini. Essa è
sione alle Crandes Jorasses, costituisce an- basata sulla media delle risultanze scaturi-
Che un punto d'arrivo per numerosi gitan- te da un mio accurato studio dci rifugi della
ti che da Courmayeur si portano lassù a S.A.T. che non sono stati distrutti (N. 32).
godere in letizia un panorama di sogno. E I dati esposti non possono essere che
questi, che generalmente non pernottano, indicativi: ma sono sufficienti per dare una
hanno naturalmente delle necessità che il approssimativa visione panoramica del pro-
bivacco non può soddisfare. Tale genere blema.
di alpinisti, non si possono, non si devono Certo non sarebbe male modificare e-
trascurare; dalla massa di loro si possono ventualmente questi dati, raffrontandoli
staccare poi i puri delle alte cime. con una statistica che fosse una raccolta
Non bisogna dimenticare, infìne, che il accurata di tutti i dati che può presentare
bivacco non rende e che il rifugio invece ogn i singolo rifugio. •
deve rendere, per mantenere se stesso cd il OS!iervo che le valutazioni sono aggior-
bivacco. nate al 1960.

Hifogi 420

Cubatura complessiva misurata vuoto per pieno 420X650 (media cu-


batura di un rifugio) 273.000

Valore cl i costruzione com plessivo compreso arredamento (questo cal-


colato pari al 3oi dcl costo del fabbricato) mc 273.000X18.000
(costo medio di un mc) arrotondato in L. 4.9J0.000.000

Vetustà com plessiva considerando una vetustà media del 20%, tenuto
conto che negli ult imi anni i rifugi dovettero essere alquanto tra-
scurali:
4 910
· ·~000 X 2 0 arrotondato in L. 982.000.000

787
Valore cli costruzione de<lotto della vetustà (valore effettivo) arro-
tondato in L. 3.930.000.000

Costo complessivo annuo di manutenzione calcolato su una percen-


tuale media ciel 0,45$ sul valore effett ivo:
3.930.000.000 X0,45
- 1-00- - - · L. 17.690.000

Utile annuo lordo costituito da una media delle entrate compreso i


rifugi passivi pari al 0,30$ sul valore effettivo:
3.930.000.000X0,30 11.790.000
L.
100
Passività annua ordinaria dei rifugi: L. 17.690.000-11.790.000 = L. 5.900.000

Dai dati sopra esposti risultano eviden- suoi deficit economici, meno rile,,ant i, fos-
ti le seguenti deduzioni: sero coperti da benemeriti mecenati.
Oggi le elargizioni dci mecenati non
a) che il patrimonio del C.A.l. è molto sono più suflìcicnti, perché essi con le dif-
rilevante; ficoltà od ierne della vi la non sono aumen-
tati in rapporto alle aumentate necessità.
b) che occorre ritardare nel più breve
Come si risolve quindi il problema?
tempo possibile In progressiva vctush\ dci
La risposta per conto mio non può es-
nostri rifogi, tenendo ben presente che essa
si accent'ua fortemente col passare del tem- sere che questa:
po; a) ridurre al massimo (almeno per ora)
e) che necessita lentamente eliminare la coslmzione di nuovi rifugi, a meno che
la passività annua, che grava di ben lire non sia preventivamente dimostrato che es-
5.900.000 sul bilancio del C.A.I. si daranno un sicuro reddito;
1') ri1>arare, sistemare, costmirc i rifu-
Senza tanta retorica: come si può elim i- gi in maniera eia ridurre il coeflìciente di
nare questa passività che tutti abbiamo sen- manutenzione e da render possibile un au-
tito singolarmente per la nostra zona, ma, mento dcl loro reddito.
credo, nessuno nel suo allarmante comples-
so! Come si ottiene questo?
Questa passivit à non può e non deve es- Qui il problema si complica.
sere eliminata con interventi o stanziamen- Dalle cifre sopra esposte risulta chia-
ti straordinari, come in gran parte si è fatto ramente la enorme importanza che riveste
sino ad ora. Questi devono servire per lavo- il problema.
ri di aggiornamento o cli ampliamento. La Commissione rifugi del C.A.I., che
In tempi passati, quando il C.A.I. era raccoglie nel suo seno i pili appassionati ed
nei suoi primi sviluppi e limitato era il rag- i più esperii in materia di rifugi, non può
gio della sua attività, era pili facile che i esonerarsi dalla responsabilità di fissare il

788
suo punto di vista a dare conseguentemen· vasto e molteplice quadro di attività che il
te delle direttive in modo da facilitare il C.A.l. svolge da tanti anni, i rifugi sono e i
compito a chi effettivamente vuol • costnii· fì gli diletti del cuore> di tutti noi, a quelli
re >. Intanto continuino pure le discussio- su cui, pur nel passar degli anni e nel mu-
ni; vuol dire che la Commissione rifugi tare degli uomini, si sono sempre accentra·
trarrà dalle stesse tutti gli ammaestramenti ti programmi, cure, sorveglianza amorosa
che ne deriveranno. e quasi gelosa di dirige nti e di soci.
Oggi, una razionale tecnica della costru·
Ed ora finisco osservando che non ho zione si è generalizzata anche nel campo
aYuto affatto la pretesa di sentenziare in rifugi e molti errori non si fanno più (ma
materia di costruzione di rifugi e che ho parecchi, purtroppo, se ne fanno ancora);
voluto soltanto esporVi, in sintesi, le mie è nostro dovere cli perfezionarla sempre
esperienze, e i rilieYi fatti su espe rienze al- più in base alle nuove esperienze, ai nostri
trui. Tutto ciò, e anche altri argomenti, me- stessi errori, tene ndo conto anche dei gusti
htcrebbero davvero di essere esposti in una e delle esigenze delle nuoYe generazioni.
spccHìca trattazione, con disegni e gralìci. Ad un principio però, dobbiamo sempre
Spero di non avcrYi annoiati, pe rché nel attenerci con fodele, ostinata tenacia, pur

ELENCO DEI HlfUC l PHOCETIATI E PARZlAL~IE NTE ESECUlTI


NEGLI ANN I 193S-1942 DA CJULJO APOLLONIO

~ S1ST>O.IATI
Rwuc1 Pro- Esc- l'ro- Ese- Pro- Ese- Pro. E*
getflltì guiti gettali guili _ _ _ _ _ _ _, ,_ua_ ti ~~ ~
1
Aosta .. Cura . .
Alcssarodria Leoncsi . • .
Amianthe . Lago Lungo . . .
Arguereys . Margherita at Ruitor
lii Alpini
......
Marguareis.
Bechis. Malin>'em . . . . .
S. ~!aria Rocda1nelone •
Ballotta Molin:ui
Bemolfo ... Nel . . .
Ci ttà di Saluuo. Pcraciwal . ,
Chabcricr . Pagar! . . . . .
Col Ec<:lcs Pian della Bnllottn .
Ca' d'Astl Questa .
Dnlman! GuidoR cy.
Est cilene Soustra.
Elena . Scarlìotti
Fasiani . . Sella . .
Ciaz del Piz S.A.R.t ..
Ca.'llakli Torino .
Gonel\a. Ta~tì.
Gbcicrs. . . Tour.
CmndcsJora~. Ubac •.
Gnifetti. Vaccarone.
Genova.

789
seguendo J'e,•oluzione delle nuove tecniche stituiscc, se posso dire, la personalità acco-
costruttive: conserviamo ai nostri rifugi il gliente di un rifugio; quella personalità che
loro fattore sen timentale che impregna e noi cerchiamo e troviamo, quando, arrivan-
cementa le slesse pietre, e che è stato dato do ad esso, ci sentiamo accolti come ospili
loro dai nostri ideali di giovani e di anziani: attesi e cari, e tutto l'ambiente dice al no-
esso è la somma di sogni arditi e ardenti, di stro cuore innamorato un silenzioso • ben-
contemplazion i sognanti e romantiche, di venuto •.
evasioni sospirate e raggiunte. Solo così potn\ con limmre ad intrecciar-
Facciamo che sempre circoli in essi una si fra gli spiriti nostri, e le piccole, modeste
aria di casa, della • nostra • c;isa che si è cose dcl rifugio, quel tacito colloquio com-
trasportata in montagna, per la gioia dello prensivo, che è invito ad una tregua di pace
spirito e dcl corpo da interporre nella vita quotidiana, così in-
Procuriamo che mai rimanga.no privi nervosita ed affannata da lotte, da interessi,
di quel carattere speciale di intimità che co- da ambizioni.

ClliLIO APOLLONIO

790
LA COMM ISSIONE CENTRA LE RIFUGI

La Commissione Centrale Hìfugi è-sta- ti, questa Commissione ha suddiviso gli


ta costituita dalla Sede Centrale del C.A. I. stessi nelle seguenti categorie:
quale suo organo tecnico, avente lo scopo
di coordinare su sca la naziona le, le costru- Cat. A Hi/ugi che per la loro ubicazio-
zioni e le gestioni di tutti i rifugi alpin i del ne in prossimità di abi tal i o di strade rota-
C.A. I., nonché le opere inerenti al loro ac- bili presentano carat teristiche pseudo-alber-
cesso. ghiere ed hanno perciò scarsa importanza
I rifugi sono, nella loro stragrande mag- alpinistica.
"gioranza, di proprietà delle singole Sezioni,
C(ll. B Hifugi di med ia montagna dislo-
taluni però sono di proprietà l\·l ilitare e di
cati fino a due ore dalle strade rotabili cd
singoli Enti o di privat i. Il compito della
aventi accesso a mezzo di sentieri o mulat-
Commissione Centrale Hifugi non è pertan-
tiere.
to quello di interferire nell'au tonomia delle
Sezioni proprietarie o consegnatarie di ri- Cat. C Rifugi di alta montagna con
fugi , bensì cercare d'uniformare tali loro percorso di tre-qua ltro ore su sentiero.
attivit;\ in materia tecnica e di CQnduzionc,
in modo da perfezionare sempre più la ri- Cal. D Rif11gi dislocati in alta monta-
cettività e la funzionalità di questi edifici, gna con un accesso di oltre quattro ore o
tanto utili all'Alpinismo e di ospitare in con percorsi attraversanti in parte Zone co-
modo degno dcl nostro Sodalizio i Soci e perte da ghiacciai
quanti amano la montagna
Oltre ai consigli tecnici alle Sezioni che Oltre all'importanza alpinistica dci vari
presentano progetti per nuovi rifugi, que- rifugi, questa distinzione in categorie ha
sta Commissione dà anche consigli e pareri dato la poss ibilità, aUa Commissione Cen-
sull'utilità e sull'opportunità di queste co- trale Rifugi, di istituire delle tariffe viveri
struzioni. Tnfot ti, per lasciti o per finanzia- e pernottamenti, aven li lo scopo di gradua-
ment i di Soci o di Enti, vi è sempre quella re i prezzi, nei vari rifugi, a secondo della
Sezione che mira alla costruzione di un difficoltà e della lunghezza dei percorsi di
proprio rifugio in una qualunque zona mon- accesso, tenedo presente cioè le diverse e
tana, sia questa atta o no all'attività alpini- non indifferenti spese di trasporto.
stica e sci-alpinistica, oppure già satura di Mentre i rifugi di Cat. A, per le loro ubi-
tali costruzioni. Non si debbono pertanto cazioni e per le loro caratterist iche, sono
costru ire rifugi pleonastici o rifugi che, per stati esentati dall'obbligo di osservare nelle
la loro vicinanza alle strade rotabili hanno loro gestioni particolari tariffe viveri e per-
talvolta funzioni che esulano da quelle dcl nottamenti, le Sezioni proprietarie di tutti
nostro Sodalizio e che hanno invece spicca- gli altri rifugi (ad eccezione dei bivacch i
te caratteristiche alberghiere. formanti una speciale categoria extra), ri-
Inoltre per una chiara distinzione del- spettano e praticano le tariffe che questa
l'importanza alpin ist ica dei rifugi esisten- Commissione annualmente indica per ogni

791
categoria. Ta1i tariffe sono esposte nei rifugi missione ha a1tresì istituita una tassa e Con-
su stampati editi dalla Sede Centrale sui tributo manutenzione rifugi • pe r gli ospi-
quali sono indicali i prezzi per i Soci e per i ti non appartenen ti al nostro Sodalizio, va-
non Soci, il regolamento generale del rifu- lida in tutti i rifugi nella cifra di L. 50, tassa
gio e l'elenco delle Associazioni alpinistiche che è indicata sullo stampato delle tariffe,
aventi condizioni di reciprocità con il no- pili sopra elencato. Oltre a costituire inve-
stro Sodalizio. ce un innegabile e talvolta sostanzioso pro-
La Commissione Hifugi indica annual- fitto per le Se-.lioni che esercitano una ac·
mente alle Sezioni solamente i 1>rezzi mas- curata vigilanza sui loro rifugi, essa dà al
simi dci viveri e dci pcrnoltnmcnti vnlidi Socio anche la scnsnzionc e In dimostrnzio-
per le diverse categorie di rifugi, e per i ne di essere in casa propria.
Soci del C.A.I., lasciando ad esse la facoltà
di aumentare fino ad un venticinque per Queste nostre costruzion i di montagna,
cento i prezzi relativi ai non Soci. sottoposte ai rigori delle stagioni invernali,
lllle tormente, ai cocenti raggi solari e all'u-
Sn queste disposizioni la Commissione sura tipica delle abitazioni, esigono soventi
Rifugi vigi la attentamente, allo scopo di spese di manutenzione che incidono negati-
evitare prezzi non consoni alle finalità non vamente sui magri bilanci delle nostre Se-
speculative proprie dcl nostro Sodalizio e zioni. Allo scopo di porgere loro un mode-
di rendere così uniformi le gestioni di tutti sto aiuto per ta li inevitabili spese, la Sede
i rifugi. A tale fine la Commissione pubbli- Centrale ha da anni istituito un contributo
ca annualmente su un numero della Rivista per la manutenzione ordinaria e straordi-
Mensile non solo i prezzi massimi stabiliti naria dei rifugi, contributo che annualme n-
per ogni categoria, ma anche fa interpola- te la Commissione ripartisce alle Sezioni, in
re delle schede di visita ai rifugi, schede modo propor.donale all'importanza alpini·
che il $.ocio può compilare cd inviare alla stica dei rifugi stessi.
Commissione stessa, fornendo così una in- Questo concetto ha inoltre lo scopo di
diretta e capillare collaborazione, tanto uti- porgere un aiuto più sensibile ai rifugi ubi-
le per la disciplina delle Sezioni nel cam- cat i a quota elevata, aventi gestioni meno
po delle Gestioni Rifugi. redditizie e soggetti a maggiore usura, in
Si è con soddisfazione constatato che conseguenza alla loro altitudine.
queste schede di visita non segnalano per lo Oltre a questo con tributo delle Sede
più reclami o affermazioni negative sulJ'e. Centrale, la Commissione ripartisce anche
sercizio di dette gestioni, ma, sempre in !"annuo contributo del Min istero Difesa E-
maggior numero, lodi ed espressioni di sod- sercito per le spese di manu tenzione ai ri-
disfazione per l'ospitalità perfetta ricevuta fugi di proprietà militare, sili in zone di
in queste nostre amate case di montagna. frontiera ed in consegna a nostre Sezioni.
Ciò torna a tutto me rito di quelle Sezioni Per la ricostruzione od il ripristino di ri-
che cu rano con tanta passione queste loro fugi devastati dalle vicende belliche, la
attività, Sezioni alle quali la Commissione Commissione ha invece potuto ripartire ne-
è ben felice ogni volta di tributare un plau- gli anni 1953-1956 due contributi straordi-
so ed un sincero elogio. nari, messi a nostra disposizione dallo Sta-
to (Commissariato dcl Turismo) per una
Per meglio differenziare il trattamento cifra complessiva di L. 70.536.000. Tali con-
usato ai nostri Soci dai non Soci, la Com- tributi hanno agevolato molte Sezioni e,

7~2
'
C110DA DA CA.\ll'O, dai pressi dcl La-
g hetto di SanfA nna, in prossimità del
CiO\'O di Sant'Antonio; sono visibili a
destra il Torrione Canal e a sin istra le
pend ici :>cttcn triona li dcl l'Aiarnola.
( F Oloeolore 1/i S. Sag,/io)
un itamente alle som me ben maggiori rac- Rifugi dr. ing. Giulio Apollonio sul n. 5-6
colte privatamente aiutato normali7.zare la della Rivista Mensile dell'anno 1959 ccl in-
situazione dei nostri rifugi titolata e Come costruire i nostri rifugi >.
T rattasi di criteri fonda mentali, desunti da
Altra iniziativa della Commissione Cen- una intensa esperienza che debbono essere
trale Hifugi è quella di incitare ed aiutare tenuti presenti dai progettisli di rifugi, al
le Sezioni aventi rifugi in zone spiccata- fine di eliminare inconvenient i che si sono
mente adatte allo sci-alpinismo, perché ab- verificati troppo sovente nelle vecchie co-
biano ad allestir\li dci locali invernali adatti struzioni.
ad accogliere comitive di sciatori, alpinisti,
che possono così trovare ricetto, indipen- A cura e spese della Sede Centrale si è
dentemente dalla presenza dcl custode. Ta- a.nche rea lizzata nel 1957l'edizionee 1 rifu-
li locali isolati dagli altri ambienti e con ac- gi del C.A. L , un volume prezioso per tut-
cesso indipenden te, debbono essere forniti ti gli alpi nisti, che elenca in 447 pagine i
·di legna per un normale riscaldamento e diversi rifu gi con tutte le loro caratteristi-
la cottura delle vivande cd avere altresì ca- che di ubicazione, di ricetti, di accesso e di
ratteristiche tecniche proprie elencate in possibilità di ascensioni e traversate ad al-
una speciale circolare alle Sezioni. l n colla- tri rifugi. Tale opera, itlustrata con chiari
borazione con la Comm issione Sci-Alpini- disegni, è stata concepita e stesa con la sua
smo, si è potuto attrezzare così un notevole solita competenza dal dr. Silvio Saglio, pu-
numero di tali locali, per incrementare sem- re membro di questa Commissione.
pre più la nostra att ività invernale nelle zo-
ne di alta montagna. I rifugi del C.A. I. sono stati inoltre og-
getto di una speciale assicurazione contro
Le caratteristiche tecniche per la co- gli incend i; essa è obbligatoria per .tutte le
struzione di nuovi rifugi sono state diffuse Sezion i, in modo da assicurare queste isola-
per mezzo di una esauriente rnlazione fatta te costruzioni, contro i danni di un sì grave
dal membro della Commissione Centrale e potenziale pericolo di distruzione

MARIO RES~llNI

793
EVOLUZIONE DELLA TECNICA
E DELL'EQUIPAGGIAMENTO ALPINO

e L'alpinismo è nato con l'uomo, come « spinto da un oscuro impulso a lui fino
necessità pratica, quando egli trovandosi la allora sconosciuto, venne attratto irresisti-
via chiusa verso le catene montuose si av- bilmente da qualche cima decise di porvi
venturò per le gole e per i passi dei mon- sopra il suo piede >. Estasiato d'immenso
ti >; si legge nei trattati di storia dell'alpi- e giustamente orgoglioso della sua conqui-
nismo, ma è impossibile sapere se l'uomo sta sentì nascere in se un sentimento nuovo
allora arrampicasse a « quattro mani >, o che lo spingeva all'ascesa, alla conquista
se usasse qualsiasi, sia pur rudimentale tcç- delle cime. Nacque così l'alpinismo.
nica. Quando accadde questo? Nessuno po-
L'uomo è stato spinto sui monti da esi- trà mai saperlo.
genze vjtali di estrema importanza. La p ia- Si hanno notizie vaghe di conquiste di ci-
nura coperta da immensi acquitrini e da in- me, che si perdono nella notte dei tempi,
tricate ed impenetrabili foreste, costituiva- forse più leggende che realtà. « I greci sali-
no un ostacolo insormontabile all'esercizio rono sulla vetta dell'Olimpo e vi trovarono
della caccia. t stata un'impresa dura e dif- una calma assoluta di venti, sicché se uno,
ficile, ma l'uomo seppe adattarsi a tal pun- dopo avervi acceso il fuoco avesse traccia-
to da far sembrare che qualcosa della strut- to qualche parola su lla cenere, l'anno dopo
tura granitica della montagna sia penetra- ve l'avrebbe trovata intatta >.
ta nelle sue ossa, sì che quei luoghi divenne- ~fa il primo sentimento che i mont i han-
ro il suo regno ideale. Ma l'aria rinfrescata no suscitato nell'uomo è stato di supersti-
dai nevai e dai ghiacciai, se per la sua pu- zioso terrore. In secondo tempo essi diven-
rezza e leggerezza giunse estremamente nero oggetto di adorazione. « Dal timore
gradevole ai suoi polmoni, il suo corpo do- alla preghiera, all'adorazione il passo è bre-
vP.Ufl essere protetto rh inrl11mflnti !'IP.n più vfl nP.lh dflholfl immaginmdone nmana, ed
pesanti, in particolar modo nelle stagioni è naturale che le a·lte cime, coronate di ne-
invernali. Si creò subito, valendosi della sua vi eteme, perdute nello spazio inacessibile,
ingegnosità, quei pochi e rudimentali stru- conservando nella regione delle tempeste
menti che gli erano indispensabili e per se- la loro immu tabile serenità, circondate da
coli e secoli continuò a pe rcorrere le mon- nubi da cui si scagliano di volta in volta i
tagne. Questo durò fino al giorno in cui, torrenti, le valanghe e il fulmine, fossero

794
considerate come templi su periori ed in- :\fa nonstante tutto ciò, la maggior par-
violabili di temibili divinità > (1). e i:: certo te degli elefanti scivolarono e precipitaro-
che qui vivono gli dei. Questo non è luogo no, mentre soldat i africani e spagnoli, poco
per uomini > .(~ abituati a un clima così rigido morirono a
L'uomo delle caverne si spinse fin oltre i migliaia. Delle magnifiche truppe che An-
2400 met ri d i quota, ma di lui ci rimango· nibale si era portato dalla Spagna rimaneva.
no solo pochi disegni scalfitti nella roccia no solo ventimila fanti e seimila cavalieri.
e qualche rudimentale oggetto. Lo stesso Annibale riconobbe d'aver perd u-
L'l storia ci narra che Annibale com- to non meno di trentaseimila uomini in
hilttè la sua più cruenta battaglia e con tro quel terribile passaggio dclJe Alpi. Le pro-
le Alpi >. (') forse egli stesso si spaventò por.tioni di tanto disastro si sarebbero ri-
quando vide e l'altezza delle montagne, le dotte di molto se Annibale avesse equipag-
nevi che quasi toccavano il cielo, le misera- giato il suo esercito come quella e gente
bili capanne sulle rn pi, il bestiame e gli al- goffamente vestita >.
, tri animali tremanti dal freddo, la gente Alcuni anni più tardi un alt ro generale
sq uallida e goffam ente vestita. >. cartaginese, Asdrubale, che recava rinfor-
La mon tagna era senza strade, nevi zi dalla Spagna, attraversa le Alpi con per-
ghiacci e venti ostacolavano il suo cammi- dite relativamente esigue, soprattutto per-
no. l soldati per salire e si afferravano con ché poté approfi ttare della preziosa espe-
le man i a virgulti e sterpi, il terreno già dif- rienw dell'illustre fratello. Ma nulla ci vie-
ficil e diventa ancor più dirupato per frana ne rivelato riguardo all'equipaggiamento
recente che lo ostmisce e per l'altitudine >, ed all'attrezzatura alpinistica da esso usati.
fin ché e la via diventa insuperabile > per- Sappiamo invece che e il Ligure che scalò
ché e sopra la veech ia neve intatta ne è !'A ree nella guerra giugu rtina, piartò saldi
caduta della nuova di poco spessore, i piedi chiodi nella roccia; i soldati che attraversa-
di coloro che avanzano non riescono facil- rono i monti Cardusci nell'inverno del 401
mente a trovare presa nella neve molle. E avan ti Cristo, impiegarono ramponi e rac-
quando per il passaggio cli uomini ed ani- chette. Anche le zampe dei cavalli veniva-
mali questa viene a mancare si avanza su l no fornite di racchette e fasciature per po·
ghiaccio scoperto >. ter affront are la neve ed i rigori iemali. >.
Dopo aver a lungo lottato procedendo Strabone ci insegna che i montanari
carponi « uomini ed an imali stanchi, l'e- delle Alpi :\ larittime, ed ancora quelli del
sercito pone il campo sulla montagna sca- Caucaso, usavano larghe suole che, stando
vando a fatica nella neve > uno spiazzo. alla descrizione, dovevano somigliare a rac-
Una rnpe compatta si erge inaccessibile chette chiodate: e benché d'inverno le ci-
e sbarra l'unico cammino per il quale si me siano inaccessibili, d'estate tuttavia gli
può passare. e Per far cadere il sasso, stron- abitanti del luogo, calzati di piatte suole
cati intorno alberi immani fanno una in- fabbri cate con pelle di bue non conciata,
gente catasta di legna • alla quale danno e sim ile a cembali, armate ancora con pun-
fuoco, e e corrodono i sassi ardenti bagnan- te, a motivo del ghiaccio e della neve >.
doli con l'aceto. Così riducono praticabile e Alle falde del versan te settentrionale
la rupe resa torrida dell'incendio e spiana-
no gli anfratti riducendo più dolci i pendii (I) CH. LÉDmoocH, L'liomme devant In Al,Jef.
{l) K1Pl..V<C,
in modo da potervi far transitare non sola- {J) CA110B1110, Conquisla deUe Alpi.
men te i cavalli ma anche gli elefanti • e). (')CAOOBHIO, Opercicflr;Jla.

795
dcl Caucaso, presso Vladicavcas, il Fresh-
fìeld trovò in una tomba un modello di ram-
pone da tacro >.
e Nell'antichità si (X>rtavano ucalcei",
simili alle scarpe dci nostri giorni, alte sino
alla noce dcl piede ed allacciate con strin-
ghe, e uclavati", cab..'l.turc munite di una
chiodatura fìua. Nei bassorilievi inserit i nel-
l'arco cli Costantino, ma di epoca preceden-
te, si notano calzari dci soldati provvisti cli
punte aguzze >.
e I greci acloperavru10 "cotlmmi ", sti- Suoki tli KOr/)<)"i milita,ri romani.
vali allacciati eia caccia e chiodat i: e Teo-
frasto nei "Caratteri" rimprovera il villico
che va in città con simili pesanti e rozz::! mont nel 1588 al Bocciamelone > (5).
calzature >. È di quest'epoca un trattato sul modo
e All'epoca di Cesare, diventarono di col quale la montagna va affrontata, e sugli
moda a Roma i "tibiales" gambali o uose, accorgimenti che è prudente prende re. Esso
che servivano per i diporti della caccia e è con tenu to nell'ope ra di Guglielmo Gra-
delle passeggiate sulle pendici >. taroli, intitolata De Regimi11e iter age11-
e La Gestae Abb<itum Tnufo11e11si11m , ti111n vel equitum vel pediium vel navi vel
del l 128, dice che attraversando il Gran curru seu rlieda che, stampata per la pri-
San Bernardo si calzano coturn i ferrati ma volta a Basilea nel 1561 , ebbe nume-
di aculei per non scivolare sul ghiaccio, si rose edizioni success ive. Il Grataroli fu uno
coprono le mani con guantoni e la testa dei più famosi medici europei del XVI se-
con ber~ttone di ca'lda lana per ripararsi colo: nacq ue a Bergamo nel 1516 e morì a
dal freddo, e si usano lunghi bastoni per Basilea ~lCI J.568. Ascoltato cd onorato, il
sorreggersi sulla neve che è alta >. nostro bergamasco compì numerosi viaggi
e L'idea dunque delle aste, magari di nei diversi paesi del continente. Valicò il
due metri, tanto care al secolo scorso, è vec- Gottardo, il Settimio, il Bernina e l'Albula,
chia assai. 1 "marroni" erano appunto ar- vie alpestri che egli descrive da perfetto
mati di pertiche >. conoscitore. li suo volume costituisce la pri-
e Nel i\fodio Evo si citano sovente i ba- ma opera che parli in modo specificato tan-
stoni con la punta ferrata: "baculi muero- to dell'equipaggiamento alpino (vestiti, oc-
nc ferreo preapilati" ed i bastoni da mon- chiali da sole, ramponi), quanto delle infer-
tagna: ubaculi alpiniu >. mità causate dalla montagna (cecità da ne-
e L'uso era comunissimo e nel 1518, Va- ve, congelamento degli arti).
diano, salendo sul Gnepfsein o Mittagski.i- Nel capitolo XI II dà le nonne igie niche
pfì (m. 1920), una cima della catena del Pi- per preservarsi dalla cecità provocata dallo
latus, si vale della guida di un pastore, che intenso riverbero e per curarla. e Accade
indubbiamente vi saliva pascolando le ca- talvolta ai viaggiatori che procedono per
pre, ed è munito di baculi >. lunghe distese nevale, se incautamente
e Nel 1552. il duca Francesco di Canda- guardano di con tinuo la neve, di perdere
lc, nel tentativo al Picco dcl Midì nei Pi-
renei, usò i ramponi; così il signore di Viller- {') A. CA1t081UO, opera cilllla.

796
facoltà e capacità visive, perché è proprio
ciel biancore stancare la vista. Si indossino
pertanto abiti neri e si ponga un ché di ne-
ro davanti agli occhi, nei quali gli occh i si
possano fìssare e sia raccolto e unito lo spi-
rito. Certuni ungono gli occhi con fìele cli
gazza, che mera\'igliosamente li preserva
dalle nevi • ·
Dal passo seguente apprendiamo che
già nel cinquecento si costruivano gli oc-
chiali per proteggersi dal riverbero delle Ramponi da ~iaccio U$ati dai romani.
nevi e della polvere, anche allora abbondan-
te sulle strade e sui passi alpini: e Poiché modo di preservarsi dai congelamenti.
gli occhi data la finezza e la delicatezza e Nel capitolo XIX, il Crataroli elenca le
· la loro struttura stessa non patiscano soltan- precauzioni da prendere quando si valicano
to per il biancore, ma soffrono pure per un i passi delle Alpi. li brano è cli interesse
freddo intenso e contin uo, ci si provvederà eccezionale: e Se costretti a camminare sui
di vetri o di occhiali di cristallo eia legarsi gioghi montani o sul ghiaccio, dove non es i-
sopra gli occhi: già da molto ciò si usa da ste solamente il pericolo di cadere, ma an-
parte di chi lo sa e tali occh iali si vendono che quello cli precipitare, un accorgimento
dai negoziant i. Gli uni e gli altri non posso- sem plice e nel contempo industrioso ci darà
no recar danno agli occhi, anche durante il sicurezza. Sotto le calw.ture si legano infat-
maggior caldo, e giovano se la polvere che ti punte d'acciaio, di un sol pezzo e con-
non poco nuoce agli occhi è copiosa su lla giunte con lamine di ferro aventi Ja fonna
strada•- cli un quadrilatero, che si possono acc1uista-
Quasi un moderno manuale per alpini- re om1ai quasi ovunque • .
sti, il testo del medico bergamasco elargisce e L'uso dei ramponi era dunque diffuso
consigli igienici: e Gioverà pme in inver- nelle zone di montagna, tanto che presso-
no a chi do"rà camminare o cavalcare sulle ché dappertutto era possibile comperarli.
nevi (il consiglio vale per entrambi), non Ramponi, bastoni ferrati, occhiali da sole,
uscire digiuno, bensì mangiare una focaccia pomate per riattare la circolazione, nutri-
o un altro di simile, e bere un po' di vino menti energetici: i negozi di articoli sporti-
forte per maggionnente resistere al frccldo vi trovano precursori nello splendido cin-
cd al congelamento. Conviene avere ccci· quecento • (').
tanti profumi, quali l'essenza d'ambra o Per chi non ha e l'arte6cio • dei rampo-
l'amora di laudano, nonché il mosto per te- ni, il Crataroli suggerisce un espediente:
ner sgombro il cervello e confortato lo spi- e è sufficiente camminare in punta di piedi.
rito. I poveri portino seco pulcggio o menta, Infatti, sebbene le punte dei piedi siano
oppure altri odori simili. Non si trascuri di coperte dalle calzature, è di notevole gio-
coprirsi bene il capo, il collo e le orecchie vamento piegarsi in modo che il corpo sia
ed ogni parte con morbidi panni di lana o inclinato dalla parte opposta a quella della
pelli. Né si tralasci di lavare, ogn i pomerig- pendenza • e prosegue insislenclo sul consi-
gio, i piecli e le mani con acqua ben salata, glio, certo di fa r cosa gradita al lettore.
che magnificamente li indurisce contro il
freddo.•. Nel capitolo XIV suggerisce il (•)GANOlllllO, Ql>Cl'fldlafa.

797
e L'uomo accorto porta a te rmine il suo
cammino; i più cadono invece pe r disat-
tenzione. Qualche cosa di simile accade
quando saliamo una scala che ha i gradin i
rotti e andiamo su per i monti, ove molti
corrono pericolo: gli uomini cadono facil-
mente e pili di frequente nel discendere che
nel salire >; i cavalli e cadono pili facilmen- Ramponi dei 11rl111I armi 1/c /1'8()(}
te dell'uomo nel salire, pili raramente di lui
nel discendere. In ciò vi è un'alt ra causa,
peculiare dell'uomo e cioè il timore e l'im- e In alcuni luoghi si usano b.1stoni mu-
maginazione che talvolta lo fanno cadere. nit i di un ferreo mucrone, con l'aiuto dci
Coloro che scendono sono costretti infatti quali sogliono salire e scendere dai ripidi
a vedere l'altezza, non così quelli che salgo- pendii, e che chiamano bastoni alpini.
no. E in verità ciò è per taluni cosa difficile Questi sono particolarmen te in uso fra i pa-
assai, ed essi preferiscono comunque cede- stori >.
re l'uso degli occhi a quelli che li seguono, Egli descrive minuziosamente i passi al-
per non aver ti more > pini, le vall i, i villaggi; parla con competen-
Dopo il bergamasco Crataroli, il capita- za dei ghiacciai, che già allora si attraversa-
no Francesco Marchi, parlando dell'ascen- ' 'ano legandosi in cordata: e Uno strato
sione al Gran Sasso d'Italia da lui compiu- gelato si forma di freq uen te sopra il ghiac-
ta nel 1573, dice che i montanari dell'A- cio, specie con neve che si ammucchia pri-
bruzzo, scendendo per pendii nevati e ma di potersi comple tamen te sciogliere. I-
ghiaccia ti. e si ritengono con punte di ferro noltre, il ghiaccio vecchio, sul quale non c'è
alle scarpe o con bastoni annati di uncino >. via alcuna, ha profondi crepacci di tre o
L'anno cippo d:\ notizia dei ramponi lo zu- quattro piedi di larghezza , e spesso anche
rigbese losia Simlero (Simler), vissu to dal più am pi, nei quali, se qualcuno cade, cer-
1530 al 1576. 11 trattato De Afpib11s Com- tamente vi deve perire. Accade poi ché, a
mentarium, pubblicato per la prima vol- causa di recenti nevi o mucchi ammassali
ta nel 1574, ebbe grande fortuna e fu pili dal vento, questi crepacci si coprono. Per-
volte ristampato. Egli ci dà i primi consi- tanto coloro che fanno questi percorsi at-
gli ed ammnestrament i pratici per le gite traverso le Alpi, sogliono portar seco guide
in alta montagna. Egli descrive l'equipag- pratiche dei luoghi, che li precedono. Si cin-
giamento, parla della necessità di legarsi gono con funi, alle quali si legano coloro
con la corda sui ghiacciai ere., dandoci così c he li seguono; chi poi sta innanzi esplora
un primo manuale dell'alpinista. la via con una lunga pe rt ica e scruta dili-
e Contro il ghiacciaio sdrucciolevole >, gentemente nella neve questi crepacci; se
dice Simler, e ci sono suole di ferro simili ai per caso un imprudente in qualcuno di que-
ferri dei cavalli, fornite di tre punte acute sti ven isse a cadere, da i compagni che sono
che si sogliono legare solidamente ai piedi legati alla stessa fun e viene trattenuto e
affinché possano ficcarsi nel ghiaccio. Altri tirato fuori. DO\'e la neve non copre questi
muniscono le scarpe di un acuto ferro che crepacci il pericolo è minore, tuttavia bi-
fissato con le cinghie sotto il piede, e posso- sogna superarli con un salto, ché ivi non so-
no resistere al lubrico ghiaècio e rendere no ponti. Coloro che conducono per questi
fenno il p.1sso > luoghi bestie da soma, cosa per la verità

798
rara, portano con sé tavole di legno con le lo nero oppure con quelli che chiamano oc-
quali preparano un ponticello per far pas- chiali di vetro. In quan to alle altre membra,
sare le bestie. Le nevi poi in molte part i del- con pelli o con vestiti grassi restano bene
le Alpi sono tanto alte che per gli uomini e muniti contro il freddo e la carta da scrivere
per le bestie c'è pericolo di perire se in esse e le pergamene ottimamente difendono il
vengono sommersi e il pericolo non è cer- pet to dai ven ti fred di e se i piedi si conge-
to più lieve di quello di coloro che vengono lano, di notte, tolte le scarpe, si immergono
a cadere nelle acqu~ •. in acqua gelida a poco a poco se ne aggiun:
e L'avvertenza di mettersi in cordata è ga di tiepida. In tal modo pertanto possono
dunque vecchia di parecchi secoli: con !::i essere salvati •.
corda si legarono Eugenio Wasser, Hess ed •Quando impe rversa la toLmenta, • rac-
i due monaci di Engelberg, nel 1744 sca- comanda il Simlcr; e non si deve sostare:
lando per la prima voila il T itlis (m 3239) : chi si ferma è preso dal sonno e nulla più
cd erano provvisti ru1che cli grappellc • sente, onde vinto da un maligno letargo si
• e Ancora in cordata si legarono sette spegne senza dolore • .
gressommli, nel l 7i8, e cercando nelle va- Nel libro di monsignor Scotti - vesco-
stJtà gelate del Rosa la favolosa "Valle l)er- vo del Borgo di S. Donino, governatore del-
duta ~ raggiunsero per primi il ghiacciaio la Marca, - dal titolo llelvetia profana e
Colle del Lis • (7). sacra stampato a Macerata nel 1642, tro-
~ l a ritorniamo al Simler, che prudente- viamo per la prima volta il nome - ram-
mente ci mette in guardia: e Le strade al- poni, - nella descrizione della via del San
pine poi sono difficili e pericolose, sia per Gottardo. • € f rcquentato per questi pae-
l'angustia della via e per i precipizi, sia per si il cammino d'Italia in Fiandra, come più
il ghiaccio e le nevi, cd infine per il freddo, breve, più agevole e più sicuro, se ben'an-
i venti e le tempeste. • · Per tali vie imper- chc non vi mancano i suoi pericoli; poiché
vie, sospese sugli abissi, e molti >, per timo- nell'invernata molto è grave il valicare il
re della vert igine, e si fa nno condurre per monte di San Gottardo e l'Artodomo, si
mano • . grandi mucchi di neve da rabbiosi venti vi
Paragona le bufere alpine alle tempe- si radunano, e quel ch'è più cadono con
ste del mare, e le dice più forti, ed ancora improwlsa rovina giù dai gioghi alt issim i
Je tonnente alle tempeste di sabbia del de- grossi volumi di neve accompagnali con
serto d'Africa, eppure, con tutta probabili- sassi, che recano la morte ai passeggeri •.
t:\, non solo aveva mai visto l'Africa ma ncp· • Ma più d'ogni altro spaventevole, e
pure il mare ('). pericoloso è il ponte, che mettendo orrore
e Inoltre fra gli altri mali coloro che anche col nome chiamasi dell'Jnfemo, do-
viaggiano attraverso le Alpi •, ci spiega, ve la Rusa con orribile, e strepitosa caduta
e il freddo spccia]mente è molesto quando asorda i passeggeri (9), e con gli aggh iac-
soffia borea, pe r la quale spesso gli arti di cianti spruzzi delle acque sue incrosta per
molti per l'intensità del freddo gelano e guisa il ponte, che i cavalli non vi reggono,
ad altri le orecchie o le man i e ad alcuni le e con pericolo li passano anche i pedoni; il
dita delle mani o dei piedi si congelano e
vanno in cancrena per effetto dcl freddo.
~ l olti perdono gli occhi per il continuo ri- (1) G,._l\011810, Of)CrlJ citata.
(l) C.;.-1110,011eradtata
verbero delle nevi. Contro questi mali, varie c.") I ncisioni dd ponte (vedi: MAZZOTTI, lnl rotfo·
sono le difese. Agli occhi o con qualche ve- ~anc alla manlaj:na, pag. 208).

799
ghiaccio non vi si rompe con i ramponi; e ti dell'alpinismo non forono originariam en-
per le subitanee bufe di vento convien pas- te creati dagli alpinisti, ma già una certa
sarlo carpone •. diffusione l'avevano fra i monlanari, che se
e Chiodi, corde, bastoni ferrati, occhiali ne servivano per le loro escursioni fuori
da sole, assi e scale per superare i crepacci dell'ordinario :t.
e rimontare i camini: un complesso anna- e Ci volle comunque parecchio tempo
men to è già nell'uso ordinario dei monta- perché la pesante scure si trasfonnasse nella
nari, quando ancora di alpinismo non se ne esile piccozza, e la rozza corda si assotiglias-
parla, cd è stato originariam ente creato per se acquistando maggior robustezza, e i ram -
le necessità della vila di montagna, il pas- poni divenissero gioiell i della tecnica mo-
saggio dall'una all'altra valle, la caccia, la clema :t.
ricerca di cristalli • (IO). e Le idee furono in materia di equipag-
e La piccozza verrà più 'lardi, quale ri- giamento terribilmen te confuse, cd anche
sultato dell'unione fra la comune ascia da le prime espe rienze degli alpinist i tutt'al-
boscaiolo ed il bastone ferrato. Avremo co- tro che convincenti , (1 1).
sì quelle piccozze altissime, che conferiva- e Dalla metà del "700 e per parecchie
no un caratteristico aspetto alle carovane decine di anni ancora, gli alpinisti segui ta-
in parten7. a per l'alta montagna • · rono ad andare in montagna vestiti esa tta-
e Quella che chiameremo l'antenata del- mente come arrivavano dalla città: Dc
la piccozza, e cioè l'accetta , va noverata fra Saussure salì al Bianco nel 1787 con la sua
gli stnunenti che accompagnavano costan- brava redingote e l'ombrello da sole, ma re-
temente gli alpigiani • (11 ), quando gli uo- dingote, tuba e scarpe lucide seguitiamo a
mini della città presero a spingersi in alto trovarle addosso agli apinisti ai prim i del-
azzardandosi sui ghiacciai. I montanari co- !' '800. Nel 1838 l-lenriette d'Angeville non
noscevano già un bel tratto la montagna, si capisce come abbia fatt o ad arrivare sul-
per esse.re intrepidi cacciatori di camosci la cima del Monte Bianco in scarpine da
e cercatori di cristalli, ma e non si erano ballo e combinata in un costume ch'era
mai fìdati esclusivamente delle lunghe per- quanto di pili incomodo, illogico e ridicolo
tiche, perciò non si scordavano mai di in- si riesca ad immaginare :t.
fìlare nella cintura un certo arnese che loro Nel 1770 arriva per la prima volta a
serviva nelle scorribande di caccia e di ri- Chamonix il celebre naturalista Orazio Be-
cerca: una semplice ma ottima scure, qual- nedetto de Saussure. Egli resta ammalialo
che volta tutta d'un pezzo con una picca dalla formidabile colata di ghiaccio lucente
appuntita dall'altra parte, il tutto tenuto da che scende dal Monte Bianco, ed imperiosa
un buon manico :t. una voce interna gli dice che lui lassù deve
e Fin dal 1689, quando Arnod, il celebre salire a qualunque costo. Perciò rende noto
topografo delle Alpi occidentali, venne al a tutti i va1ligiani d'aver messo in palio una
Colle del Gigante a tentame l'attraversata, forte somma di danaro per colui che ne sco-
le sue tre guide, cacciatori di camosci, tras- prirà la via cli salita. e Era diventata per
sero la loro brava scure allorché n'ebbero
b isogno sul duro ghiaccio; ed eran muniti
di corda e di rudimentali ramponi. Segno (10) CAROUlllO, (J/Jera citata ,
dunque cl1e già sapevano con quali serie in- (Il) A. $AMMAHClll, in nivUta Mert.dle 1953, p.1g
100
tenzioni si doveva affrontare la re~ione del- (Il) Strum-0t1U usati nel '.500 (1tali ~ I A7.ZOTI1, 1'1·
le nevi eterne. Segno anche che gli strumcn- lrocfo:JoncaUa.m0t1tag11a.,p.~. 4 8).

800
Uomini eccezionali di forza e di corag-
gio fuori del comune. Affrontavano i serac-
ch i, i crepacci , i ponti di neve, le creste
senza assicurazione alcuna, cd in caso di ca-
duta nulla potevano sperare nell'aiuto dei
propri compagni. Le guide di Chamonix,
in quei tempi, portavano la corda non già
per legarsi onde non Jìnire in un crepaccio,
ma solamente per cavarne ch i, per disgra-
zia, vi precipitava. Lo stesso De Saussure,
che come abbiamo visto usava l'abbiglia-
mento cittadino, con palandrana ed om-
bre'llino da sole, non si legò mai, preferendo
appoggiarsi ad una lunga 1>ertica, chiamata
e Barriera Ambulante • CJ) che veniva te-
nuta dal viaggiatore posto fra due guide.
Dice De Saussure: • Una guida si mette
davanti a voi, l'altra dietro, tenendo il ba-
stone per un capo e per l'altro; voi marciate
nel mezzo di questa barriera ambulante
che vi permette di sostenervi in caso di bi-
sogno. Questo modo di procedere non dà
fastidio e non affatica le guide in alcuna
maniera e può servi re a sostenere ~nch e es-
se in caso che l'una o l'altra cada in una
fenditura di crepaccio•. De Saussure deve
essere stato ben convinto della sua affer·
mc una specie cli malattia • scriveva• i miei mazione, anche se ciò pare molto strano,
occhi non incontravano che 11 M. Bianco che specialmente dal fatto che quando vide
si vede da tanti posti dei nostri dintorni, cadere nalmat in un crepaccio a1>ertosi im-
senza che ne provassi una dolorosa amba- provvisamente poté essere salvato solo con
scia • ·· ardue manovre di corda
A quell'epoca poco o nulla si sapeva del- Jacques Balma!, in uno schi:t..7..0 dell'epo-
la montagna ed i gh iaccia i incuteva no pau- ca, lo vediamo robusto e tarch iato. Porta un
ra nei valligiani, l'ignoto terrore. Allora cappello a tesa larga, una ~iacca scura, pan·
nessuno sapeva dist inguere quelle minime ciotlo, calzoni corti, calze fin sopra il ginoc-
sfumature nella neve che rivelano il passag- chio trattenute da un legaccio, scarpe bas-
gio sicuro od il tranello di un crepaccio se. Andava così in montagna, armato di una
Nessu no sapeva superare le seracca te ed e- pertica lunga quanto un remo e con la pun·
vitare i pendii più esposti alle valanghe. ta forrata. li lungo bastone, oltre che a son-
Non esistevano carte topografiche parti- dare la consistenza della neve sopra i cre-
colareggiate e pochi usavano la bussola pacci, gli servi,ra anche per scavare gradini,
Pur tuttavia ess i osavano spingersi a quote oppure per freno in discesa, tenendolo o-
notevoli sui Jìanchi ghiacciati del l\fonte
Bianco •. (U) GA1101111to, 01icra rilala, diM'g110 pag. 112.

801
rizZontale e appoggiandovisi sopra. que o sei uomini e faccia battere il ghiac·
Jn uno dei suoi tentativi di salire il cio, spianando e preparando una pista•·
Bianco affronta da solo kt Cresta del Dro- e La carovana si snoda lentamente, so-
medario e non riuscendo pili a procedere vraccarica di peso: una vasta tenda ingom-
in piedi perché la cresta è affilatissima, si branti strumenti fisici, la scala, asce, bastoni
mette cavalcioni e sospeso fra due abissi ferrat i, ramponi, corde, veli di crespo nero
smisurat i avanza lìnché il procedere diven- contro il riverbero, un materassino, delle
ta impossibile e nella stessa maniera riesce balle di paglia, vettovaglie in abbondanza.
a fare ritorno. Tecn ica rudimentale ma an- Seguendo le istruzioni, si è costruita una
cor oggi insostituibile. prima capanna alla Montagna della Costa;
Quando Balmat e Paccard partirono non è stato possibile preparare la seconda,
per \'assalto delìnitivo al Bianco calcolavano perché dai Grandi ~ Iu li alla vetta altro non
di fare due bivacch i, forse tre e si erano at- ci sono che ghiacci > (1 5) .
trezzati seguendo gl'insegname11 ti delle pre- Una guida cade in un crepaccio, per for-
cedenti esperienze. Le provviste per diversi tuna era legata con la corda, con estenuan-
giorni, le coperte per riposarsi nei gelidi ti fatiche viene tratta in salvo. Ma questa
bivacchi e gli apparecchi scicnti lìci, costi- lezione non serve a De Saussurc e l'imloma-
tuivano un carico enorme. Secondo l'uso di 11i, pur disponendo di corde in abbondanza,
Chamonix, essi non avevano tuttavia né tutta la comitiva procede slegata col curio-
la corda né l'accetta da boscaiuolo, allo- so sistema della e barriera ambu lante • ·
ra usata, per intagliare gradini nel ghiac- E con tali mezzi primitivi raggiungono la
cio, ma solo i lunghi bastoni da'lla punta vetta.
ferrata, una bussola, un tem1ometro ed un Con la conquista del Monte Bianco è
barometro con treppiede costituivano l'at- iniziato il vero alpinismo. Una dopo l'altra
trezzatura scientifica. Balmat cah-..ava guan- capitolano tutte le cime delle Alpi, ma la
ti cli lana ·affinché la mano che impugnava tecnica fatica a farsi strada. La corda veniva
il lungo bastone non si congelasse. usata pili frequentemente, ma non su pen-
Un anno dopo, Balmat accompagnava dii ripidi dove, per mancanza assoluta di
sulla vetta De Saussure con altre diciasset- qualsiasi elemento sarebbe stata fatale an-
te guide. Una vera e propria spedizione che che per gli altri
doveva seguire un ben studiato piano d'at- li 5 agosto 1819, Giovanni Nicola Vin-
tacco ... e Si costruiscano due capanne, sia cent, accompagnato da due minatori, e da
pure rustiche, ma atte a ricovero per la not· un cacciatore di camosci, d:\ l'assalto a quel-
te • · Egli fa notare di non essere giovane la che si chiamerà poi la Piramide Vincent
come Paccard, nè di possedere la sua resi- (m 4211) nel gruppo dcl Hosa. Sette giorni
stenza. e Il primo rifugio sorga in vetta alla dopo, l'ascensione venne ripetuta insieme
~lonta gna della Costa, il secondo su qual- allo Zumstcin che ne stese la relazione. Nel-
che spuntone roccioso a metà strada tra la salita essi incontrarono difficoltà notevoli
questa e la ci ma del Bianco, in modo da e ... la strada che porta alla gugl ia sta fra
suddividere il percorso in tre tappe. Si ap- due orribili precipizi ... Così dopo qualche
pronti una scala di legno con bastoni piatti, minuto di riposo, il pili coraggioso tra noi,
lunga da dodici a quindici piedi: orizzon- l'operaio delle miniere, avanzò con la scure
talmente servirà per oltrepassare i crepacci;
(1') GAl\01.11110.opcracitata,illustm7_ 1Xlgg.112-113
verticalmente per superare i muri di ghiac- M"7:.u:rrn,opcracll<lla,illustm1_pagg. IZS.l29
cio e di roccia, (1 4). e Balmat assuma cin- (IS) GA110o1.110.0f)Cracilala

ro2
clini era costata tre ore di pene e di lavo-
ro•.
• Non appena cominciammo a discende-
re lungo la cresta ghiaccia ta, notammo con
spavento che il sole aveva rammollito la ne-
ve sul ghiacciaio. Era il pi\1 grande disastro
che ci potesse capit are. Un buon consiglio
sarebbe stato preziosissimo in tale circo-
stanza: la nostra vita era in sì evidente pe-
ricolo, ed eravamo sul punto di disperare
del ritorno. Bisognò rifare in gran parte i
gradini scavati al mattino, ed avanzammo
con pena inrinita, avendo cura di ben af.
fondare ad ogni passo nel ghiaccio, i ram-
poni che avevamo ai piedi >. E solo nel ri-
torno, alla base della Piramide, quando il
pendio era ormai pianeggiante • .. tutto
fu di nuovo imballato e dopo essers i legati
a venti passi di dist anza gli uni dagli altri
con una corda, percl1é qui lo giudicavo mol-
to opportuno, c'incamminammo gaiamen te
avendo sovente la neve fino al ginocchio.
}u<;q,.a 8a/m111, riel 00$lrml(! al/)ir1islico de/fe1ioco. Per qualche ripido pendio, sempre legati ~li
uni agli altri, senza troppo curarci dei cre-
pacci che avrebbero potuto arrestarci, non
in mano per tagliarci dc buchi dove mettere potendo spaven tarci un pericolo minOre do-
i piedi. li cacciatore lo seguiva per spazza- po i wandissimi superati >.
re con la pala i frammenti cli ghiaccio > • Capitò cosl che, men tre seduti in terra
• Serravamo fort emente col braccio de- scivolavamo l'uno tirato dall'altro, il primo
stro il bordo dell'abisso che dà sul ghiaccia- giunse rudemente sopra un crepaccio, la ne-
io di Alagna e sovente per fastidiosa posi- ve c11e lo copriva sfondò d'un tratto, ed il
zione nella quale stavamo, solamente la povero minatore cadde ro,•escio. Vincent lo
punta del piede si trovava appoggiata sui seguiva con gli occl1i, ed alla vista del pe-
gradini >. ricolo ehbe la prontezza di spirito di pianta-
• ... I nostri uomini proposero di legarci re di colpo un grosso bastone ferrato contro
tutti ad una stessa corda, ma non approvai le pareti di ghiaccio: tale manovra c'impedl
il progetto: troppo facilmente il piede pote- cli finire tutti nel precipizio. Non appena fu
va mancare, ed uno di noi trascinare gli al- possibile andammo in aiuto al minatore: i
tri nell'abisso >. nostri sforzi ed i suoi lo tirarono dall'abisso
• ~ ! andammo avanti il primo per sca- senza altro male che un po' di spavento
vare con l'accetta nuovi gradini e presto lo Ciò c'insegnò ad essere più circospetti per
raggiungemmo per un pendio sempre più evitare simili disastri >.
scoperto... >. Dal punto di vista tecnico in onesta a-
• ... Era passata l'una e la strada che a- scensione notiamo oltre all'uso dell'accetta
vevamo fott o tagliando più di seicento gra- e del bastone forrato l'impiego di ramponi

803
La corda ''iene adoperata nel ghiacciaio, gio difficile e pericoloso si vedrà fa guida
per i crepacci nascosti ed i pont i di neve sciogliersi dalla corda ed affrontare slegata
frananti e la sua utilità è dimostrata dalla il passaggio. Aperta la via si farà poi avan-
tempestiva manovra di Vincent. Sulla cresta :z..ue il cliente. Così i\faquignaz nel 1874
invece dove l'esposizione è estrema, si ri· nell'ascensione alla Punta di Ceresole (Gran
fugge dal legarsi in cordata: difettando di Paradiso) e così le guide Alessandro Burge-
ogni mezzo di assicurazione, si teme, e non ner e ~laurer nel 1878 nella prima ascen-
a torto, che la caduta di un singolo possa sione ai Dru. e Un fatto del genere, al gior·
travolgere tutti. Ogni componen te ha po· no d'oggi farebbe inorrid ire perfino i profa-
tuto quh1<li calcolare solo nelle proprie fo r- n i, ed Invece data la m aiu..::111:1.a di assicu·
ze. La discesa dcl ripidissimo pendio, con razione, commuove. C'è da arrischiare la
uno strato di neve marcia sopra il ghiaccio pelle. E sia: ma, i e signori alpinisti ,, a-
vivo fu tale da deprimere anche gli spiriti spettino quando sarà il loro turno e potran-
pit'1 arditi. no disporre di una corda pe r attaccarsi... ed
anche per farsi ti rar su , (1 6).
Nel 1820 venne effettuata una vera spe- Whymper al sesto tentativo al Cervino
dizione scient ilìca nel gruppo del Rosa or- ci narra :
ganizzata dallo stesso Zumstein ed alla qua- Carrcl e ... Aveva posato il p iede su uno
le faceva parte anche l'ingegnere Molinatti, strato di neve che pareva solida e alzava la
uomo non avvezzo alla montagna. Nella re- piçcozza per tagliare un gradino, quando,
lazione di questa spedizione ad un certo nel momento medesimo dello sforzo, la cro-
punto si legge: c... Per precauzione legarono sta ricoprente il pendio sul quale egli s'ap·
Molinatti alla ' 'ita con una corda; Castel lo poggiava cedette e scivolò in lunghe bande,
precedette, con la corda avvolta intorno alla scoprendo tratti di ghiaccio terso e scin-
mano, mentre il cornggiosissimo ~hrty lo tillante al sole. Con meravigliosa prontezza
sosteneva. al braccio sinistro, ripulendogli i Carrcl si gettò all'indietro sulla roccia che
gradini. Giunse così fino a noi anche Moli- aveva appena abbandonata e che non offri-
natti, più trascinato che salito • · va pericolo. Si contentò semplicemente di
Questo curioso tipo di e cordata • nella osservare: e i!: tempo di legarci!• e quan-
quale la gu ida non sta legata con l'alpin ista, do fummo in cordata riprese il suo lavoro
ma si limita a tenere l'estrem ità della cor- come se nulla fosse accad uto•·
da attorno al braccio, verrà praticato per e Le due ore che seguirono ci dettero
lungo tempo e sarà causa di diverse disgra- numerose prove sul la utilità della corda per
zie. Dc la Grotte, nel 1856, percorrendo il gli scalatori delle Alpi. Eravamo ad una cer·
gh iacciaio d i Findelen, trovò la morte in un ta distanza l'uno dall'alt ro e avanzammo
crepaccio. Egli era lega to, ma le due guide quasi sempre due all a volta. Carrel, clic era
tra le quali stava al momento dell'inciden- in testa, era seguito da vicino da un altro
te si lasciarono sfu ggire di mano la corda. iiomo che, quando occorreva, gli dava l'ap-
A questo errato sistema anche la catastro- pogf!iO delle pronrie spalle oppure metl r.-
fe del Colle dcl Cigante dell'agosto del va il manico della piccozza, come piuolo,
1860 nella quale pe rirono Rochester, Vava- sotto i suoi piedi. Quando essi erano in posi-
seur," Fuller e la guida Tairraz. zione sicura, la seconda coppia, poi la terza,
Lentamen te si arriverà anche a legarsi avanzavano nello stesso modo. Questo me·
in cordata; mancando però un'efficace si-
stema di assicurazione cli fronte al passag- (16) CAOOBll10, OJICl"ll cila/11, pag. 19'1.

804
pa di manilla, l'altra di canapa italiana. La
prima è più pesante; supera di poco 30
grammi di peso per ogni 30 centimetri; la
seconda non pesa che 2.5 grammi; ma io
preferisco la corda di m:milla perché offre
miglior presa. Ambedue possono sopporta-
re un peso di 85 chilogrammi caden ti da
un'altezza di tre metri, o di 90 chilogrammi
da due metri e mezzo: non si rompono che
wllu il p~o morto di Jut: to1111dl11tt:. Nel
1865 portammo con noi due corde di mani.I-
la lunghe 30 metri ciascuna, e il grande im-
barazzo di cui fu causa il loro peso, fu com-
pensato e molto, dalla sicu rezza che esse ci
diedero. Più volte ci resero più servizi di
quel che non avrebbe fatt o una guida sup·
plementare :t ery.
Nel procedimento della cordata Whym-
per ci spiega:
« Occorre assolutamente aver cura che
la corda sia tesa tra funo e foltro dei com-
ponenti la cor<lata. Senza di questo nessuna
sicurezza vi può essere; anzi l'essere legati
può costituire un pericolo. Se la corda è
ben tesa non è difficile trar fuori una" perso-
na dalla crepaccia la cui volta di neve si
sia sprofondata sotto il suo peso. ?o.fa ci si
todo era lento ma sicuro. Un soi uomo alla può trovare in una situazione poco piacevo-
volta si metteva in movimento e se scivola- le se un simile accidente capita a due perso-
va - la qual cosa accadeva di frequente - ne, vicine l'una all'altra; non ne restano che
veniva subito fermato dagli altri. La sicu- due o una per aiutarla. Inoltre non si deve
rezza della nostra marcia dava piena fidu- per nessuna ragione lasciar sfregare la cor-
cia a ch i avanzava e non soltanto gli per- da sulla neve, sul gh iaccia io o sulle rocce:
metteva d'impiegare tutte le sue for-t:e, ma perché i fìli si consumerebbero presto e la
toglieva qualsiasi apprensione nei punti pe- vita di tutti i membri della spedizione po-
ricolosi>. trebbero essere in pericolo. E poi è molto
Whym per ci dà anche dei dettagli sulle seccante sentire una corda che si trascina
corde: alle calcagna. Se qualche impreveduta cir·
« li Club Alpino Inglese dette incarico costanza impedisce alla corda di restare te-
ad una commissione apposita nel 1864, di sa, coloro che si trovano dietro dovranno
stabilire quali fossero le migliori corde per arrotolarla intorno alle loro mani, in modo
escu rsioni alpine; le due qualità di corde che essa non dia noia a quelli che precedo-
alle quali la commissione diede la sua ap- no. L'Alpinista che lascia penzolare la cor-
provazione sono, senza dubbio, le pili per-
fette che si possono trovare. Una è di cana-

805
da sui talloni di chi lo precede è un inetto, con intelligCl1za; ma questa precauzione
o un negligente o un egoista >. è al contrario quasi inuti le nelle vere paret i
e I membri della spedizione non devono di ghiaccio, come quella del Col Dolent, o
essere nè troppo lontani nè troppo vicini su pareti in cui il ghiaccio è mescolato a
l'un all'altro: è sufficiente una distanza di piccoli frammenti di roccia slaccati, come
tre o quattro metri. Una maggiore lunghez- nella parte superare della Pointc clcs Ecrins;
za è inutile, una lunghezza inferiore a due in tali passaggi il passo falso d'una sola per-
metri e cinquanla, è insufficiente >. sona polrebbe essere causa della perdita
e ... € necessario tenere la corda tesa e di tutta la comitiva. Non dico però che non
una distanza ragionevole tra i vaggiatori. occorra mai servirsi della corda su simili pa-
e molto meno facile tenerla tesa lungo le reti: legati ci si sente più sicu ri e questa si-
pareli che sui ghiacciai. Sulle rocce di diffi- curezza rende più fermi i piedi. Se poi si
cile accesso è affatto impossibile, a meno abbia torto o ragione a mettersi in tali situa-
di non procedere mai in due contempora- zioni è un'altra questione. Se ci si sente in
neamente :t . grado di star solidamente su una scala in-
e Non vi sono motivi plausibili per im- tagliata nel ghiaccio, non vedo la ragione
piegare la corda sulle roccie di facile acces- per cui ci si dovrebbe astenere dal salirla
so; e io credo che servirsene senza necessità, o scenderla; se ci si sente incapaci non bi-
valga a stimolare in qualche modo la ne- sogna comp iere ascensioni o traversate che
gligenza. Sulle roccie di difficile accesso o lo rendano necessario >.
su pareti di neve (erroneamente ch iamate Le prime corde furono di canapa, poi
di ghiaccio) è invece molto vantaggioso per di manilla perché pili leggere e meno assor-
i membri d'una comit iva l'essere legati, a benti, poi perfìno di seta. Quest'ultimo tipo,
condizione che la corda venga maneggiata anche se ideale per leggerezza e resistenza

Tipi di conia: ritorta, irnrecciota, co" anima.

806
è stato usato da pochi a causa dell'eccessivo nendolo esternamente invece di appoggiar-
costo. In seguito si è tornati all'antico, cioè mici sopra, mettendolo tra me e il pendio,
alla canapa che però sta per essere soppi:m- come si deve fare; la guida faceva il possibi-
tata dcfìnitivamentc dall'estremamente mo- le per correggere il mio errore ma essa do-
derno, cioè dalle fibre sintetiche, nylon, veva avere assa i poca st ima dcl suo allie-
perlon, lilion, ccc. che per resistenza, legge- vo, poiché qualche minuto dopo aver oltre-
rezza, scorre\'olezza, danno dci risultati sor- passato il colle, mi dichiarò che non sareb-
prendenti. be più anelala avanti e avrebbe fatto rilor-
~fa toniiamo alla tecnica. Nelle vecchie no a Biona • .
relazioni non si è mai parlato dell'uso delle Qualche anno più tardi scendendo dal
mani. Solo nel 1812 nella relazione che i Col Dolent verso l'Argentièrc descrive:
Mayer fanno su lla loro contestata salita al • ... Croz legato solidamente alla nostra
Finstera:uhorn (m 4273) si legge: • Dopo buona corda cli manilla, lunga circa 60 m,
un bivacco alla primiti va capanna, la corda- tenuta da Almcr e Bicncr, discese fì n l'ul-
1!1 attacca Io spigolo orientale assai ripido. timo metro, senza cessare un istante di sca-
Tutti sono prowisti di rampon i, con l'ac- linare. Dopo due ore di faticoso lavoro po-
cetta le guide intngliano gradini per i pie- té infine ancorarsi ad una roccin sul lato de-
di e gli appigli per le mani. Sulla roccia stro. Si slegò; la corda fu tirata su e Bicner
le mani fru gnno nclln neve per potersi sal- d iscese a sua volta, trattenuto egli pure dal-
damente aggrappare , (11). la corda, vicino al compagno. V'era ora po-
Nel 1854 i fratelli Smyth nel tentativo sto abbastanza presso Almer perché io po-
di raggiungere la massima cima .del Rosa, tessi raggiungerlo e gettare infine uno
salgono alla Sella d'Argento, portando una sguardo su l versante del colle dal quale do-
scala per superare le ultime roccie. La fa- vevamo discendere•·
tica per trasportare un simile peso si rileva • ... A mia volta discesi la scala di ghiac-
del tutto inutile. Giunti al crinale si accor- cio per raggiungere i miei compagni e tutti
gono che per raggiungere L'l desiderata ci- e tre facemmo dolcemente scorrere la corda
ma, la scala serve assai poco. • S'impone verso di noi, mentre Almer scendeva. La sua
l'arrampicata con l'aiuto delle mani e dei posizione non era per nulla invidiabile; tut-
piedi, su roccie verticali ricoperte di ghiac- tavia egli discese passo sicuro come se nel-
I
cio •. la sua esistenza non avesse fatto altro che
~fa ancora una volta la sommità del passeggiare su pareti inclinate a cinquan-
Rosa respinge l'attacco. Verrà conquistata ta gradi. Poi riprendemmo lo stesso pro-
dagli stessi Smyth assieme ad altri tre com- cedimento di prima >.
pagni. E dopo questa descrizione ci dirà : • ... I
Nel 1860 Edward Wliympcr, compare pendi i d i ghiaccio sono assai meno perico-
sulle Alpi; è completamente a digiuno d i
alpinismo, ma la montagna lo affascina e
losi di certi altri di migliore aspetto,
• ... Ma essi non debbono presentare alcun
'
diventerà uno dei p iù famosi alpinisti del pericolo. Eppcrciò, chiunque che folle non t
periodo d'oro. sia compie ogni sforzo per tenersi ritto co-
Nella sua descrizione sull'attraversata sicclié le disgrazie sui pendii di ghiaccio so-
dalla Valpelline al Breuil scrive : • ... Là no molto rare , .
fec i la mia prima esperienza sul modo di Whympcr nelle sue descrizioni ci dà an-
salire i ripidi nevati: come tutti i princi- (11) Scalate di F. C. Kuicy; vedi GA-lllO, 0pera
pianti, cercavo di aiutarmi col bastone te- citata, disezni pii. 113.
che un primo cenno di salita con mezzi ar- ra. Poi si sgancia il nodo lanciando in aria
tificiali e di calata con corda sui ripidi pcn- la corda, scuotendola violentemente e l'o-
clii: e ... Le mie ascensioni solitarie mi han- perazione può essere ripetuta più \"Ohe. Ma
no dimostrato che un uomo solo è esposto non si ha sempre a portata di mano una roc-
a molte difficoltà che non imbarazzerebbero cia che pem1etta di usare questo mezzo e
di certo un gruppo di due o più persone e bisogna allora ricorrere al nodo scorrevole
che gli svantaggi dell'isolamento si fanno il quale ch iude la corda così fortemente che
sentire più in discesa che in salita. Volendo diventa impossibile staccarla con delle scos-
evitare qualcuno di quelli inconvenienti, se e si è obbligati o a tagliarla o ad abban- li
avevo inventato due ordigni che dovevo donarla. Per rimediare a tale inconveniente
esperimentare per la prima volta. Uno di es- io avevo solidamente attaccato a uno dei
si era una specie di gancio a rampone hm- capi della mia corda un anello di ferro for-
go circa 12 centimetri, fabbricato in acciaio giato (di circa 5 centimetri di diametro e
ben temprato e spesso 50 millimet ri: avevo dello stesso spessore di un cen timetro). Po-
l'intenzione di adoprarlo in certi passaggi tevo facilmente formare una specie di nodo
difficili ove non avessi potuto trovare alci.tn scorrevole passando l'altro capo della corda
appiglio a portata di mano, ma dove poco nell'anello che natura'lmcntc risaliva e s'ar-
più in alto esistesse una fessura o una qual- restava solidamente nel pu nto voluto, men-
siasi sporgenza. Fissato all'estremità del mio tre io mi sospendevo alla estremih\ rimasta
alpenstok avrei cercato di aggangiarlo nei libera. I noltre attaccato all'anello una cor-
punti favorevoli e, in estreme occasioni, di da sott ile e solida; giunto ai piedi della pa-
lanciarlo alla cieca al di sopra di mc, fino a rete non avevo che da tirar questa perché
che fosse rimasto fissato a qualche appiglio il nodo si sciogliesse e l'anello venisse ver-
sufficientemente solido. Le punte taglienti so di me. Grazie a queste semplicissime in-
che lo tenevano fissato alle roccie erano venzioni, ho potuto scalare pareti di roccie
dentellate .allo scopo di assicurare una pre- per me altrimenti inaccessibili; il peso di
sa più solida: l'altra estremità del rampone questi due accessori tanto utili non sorpassa
tcnninava in un anello al quale era attacca- la mezza libra >.
ta una corda. ln salita questo strumento Altra descrizione interessante di Whym-
non può servire che per sorpassare scoscen- per è quella della discesa dal Colle di i\fo-
dimenti di qualche metro soltanto; nella di- ming nel luglio del 1864: e ... Un precipizio
scesa invece lo si poteva utilizzare con pru- spaventoso s'apriva davanti a noi; il margi-
dem:a, per distanze maggiori, poiché, pri- ne superiore e ra di molto st rapiombante;
ma di sospendenni, potevo più facilmente impossibile contornarlo e nemmeno saltar-
assicurare la presa al gancio; però bisogna- lo, minacciava di opporci un ostacolo insor-
va tendere bene la corda in linea dritta per montabi le. Ma Croz si mostrò all'altezza
evitare che il rampone scivolasse >. della si tuazione. Sospeso alla corda, tenuta
e La mia seconda invenzione consiste- da noi, scavò una serie di buchi per le mani
va in una semplice modificazione apportata e per i piedi, lungo il muro di ghiaccio q ua-
a un modo di procedere di tutti gli scalato- si perpendicolare che formava il margine
ri. Nelle discese, l'uomo solo (o l'ultimo del- superiore della schrund. Cominciammo aJ.
la coidata) è spesso obbligato a fare un oc- !ora a scendere questa scala sdrucciolevole
chiello ad una estremità della corda e ad ag- con la faccia volta alla parete, lìno ad un
gru1ciarlo a quaJche sporgenza per lasciar- punto in cui, essendo l'abisso meno largo,
si scivolare tenendo l'estremità rimasta Hbe. potevamo saltarlo.

808
LA C L\1A U1'1>1c1, dalla Val Fiscal i.na.
(l'olo C. Chcdimi )
Whympcr ci dà anche una chiara descri-
zione della piccozza e della sua praticità:
e La fonna della piccozza , , egli dice, e ha
maggior importanza di quanto non si cre-
da •- «Se si viaggia in qualità di semplici
amatori lasciando alla guida la cura di ta-
. ,....
,_ .....
gliare i grad ini nei quali non resta che m ~ t­
tere i piedi, la piccozza non richiede doti
speciali, a condizione che i.I becco non si

1
stacchi d'un tratto dal manico o non si spez-
zi al primo colpo •.
« Feci fabbricare la mia su n1odello di
quella di ~:l elchi or Anderegg ("). I!: d i ferro
forgiato, ma con becco e paletta temprati.
JI suo peso complessivo non supera i due
chilogrammi ». Era per allora, molto legge-
ra. Le attuali Crivel pesano 6-700 grammi.
e Per tagliar gradini - prosegue Wimpcr
- ci si serve quasi esclusivamente del bec-
co; quindi si usa la paletta per ripulire i
gradin i e, specialmente, per scavar sostegni
nella neve dura ». Esattamente come la tec- lato, col manico di diversa lunghez7.a. Si
nica moderna. e Cotesto utile strumento può dire che ogni valle ebbe il suo tipo:
rende inoltre buon i servizi servendosene famose furon o le piccozze di Zermatt, Cha-
come grappio. Naturalmente quando non si monix, E volène e Va1toumanche • . •
cammina sui ghiacci è piuttosto ingombran- e La tendenza generale si orientò ver-
te >. Al notevole peso delle piccozze di al- so modelli più leggeri; la lunghezza del ma-
lora si abbinava quello eccesSivo dell'in- nico lasciò invece incerti per parecchio tem-
gombro. Erano altissime, raggiungevano al- po. Le piccozze di Solda, che furon celebri
le volte il metro e mezzo, perciò necessaria- al loro tempo, erano lunghissime perché ar-
mente bisognava tenerle sempre in mano. rivavano alla spalla d'un uomo di media sta-
Carrel nel suo primo tentativo al Cer- tura, mentre piuttosto forti erano quelle
vino (1857) usava il e rafio >, lungo bastone dell'Oberland; il grande alpinista inglese
col corno che serviva a stanare le marmot- Eckenstein ne costruì una lunga appena 66
te e pe r intagliare i gradini nel gh iaccio si centimetri >.
portava appresso un'accetta in fll ata nella «Nel Vallese le guide possedevano due
cintu ra. Nel 1861 abbinava i due attrezzi piccozze: una molto corta e una lunga. La
~ ne ricavava la picco,.,za ragione era questa: quando le guide parti-
Le prime piccozze erano altiss ime vere vano per una salita se prevedevano di
e proprie alabarde ma ben presto, le esigen- tornare per altra via si munivano della pic..--
ze e l'estetica ebbero il sopravvento. cozza più lunga che consentiva di tagliare
e La piccozza divenne centro di discus- agevolmente scalini nella discesa; quando
sione e di studi, e si diffuse in molti tipi : a
pala dritta o poco o molto ricu rva, col becco (I') W1rl'MPU, Sc..lata dcUe Alpi, $Chill11) a (Xlg.
pure variamen te inclinato, e liscio o den te!- 132; •·edianchc$Chiu:i apau. 53e 122.

809
progresso enorme: gli alpin isti, con le loro
sole for.te potevano onnai spalancare le por-
te della montagna :t (!OJ.
Attualmente la piccozza è stata ancor
pili perfezionata, nei modelli e nella qualità
dei materiali. Misura media sui 70 centime-
tri, ma nelle grandi ascensioni su ghiaccio
vengono usate piccozze con appena 40 cen-
timetri di lunghezza.
Vengono pure usati dei picco7.zini che
portano soltanto la becca, la paletta è sosti-
tuita da una testa di martello che serve e-
gregiamente per chiodare. Oppure martelli
da ghiaccio che portano da un lato una bec-
ca, molto utile a scavare gradini su pendi i
verticali.

TI ventennio a cavallo della conquista


del Cervino (186.5) fo defìnito e età d'oro :t,
epoca fortunata nella quale alla febbrile
attività degli scalatori risponde una messe
doviziosa di cime vergini, di prime ascen-
sioni assolute. Una maggior conoscenza i-
spira fìducia maggiore: ciò che di orrido o
di pauroso, di respingente o di inutile si ve.
deva nella montagna, diventa attraente e
bello e l'arido ostacolo acquista un incalco-
labile valore morale.
invece dovevano tornare per la stessa via, e Non esiste una ~tecnica~ dell'alpini-
prendevan quella più corta, meno ingom- smo: ved remo Dent trascinarsi una scala
brante e che richiedeva minor sforzo a ta- sul vertiginoso Dru e la CQrdata di Moorc
gliare scalini i.n salita (in discesa non ce n'e- forzare il Bianco dalla Brcnva con mezzi
re bisogno) :t. rudimentali e senza assicurazione alcuna
e Famose furon le piccozze austriache Fungono da piccozza le accette dal corto
del 1885 che si smontavano in tre pezzi che manico; qualche alpinista introduce inno-
potevano mettersi nel sacco: ma non dura- vazioni proprie, come la "grappa~ munita
rono a lungo perché presentavano inconve- di corda ideata da Whympcr per il Cervino
nienti nei confronti della solidità 'che, lanciata in alto e incastrata in q ualche
Fu la piccozza, una volta diffusasi e im- appiglio, avrebbe dovuto dar modo di supe·
pugnata da tutti gli alpin isti, a consentire rare lastroni e placche >.
l'alpinismo senza gu ide. La prima scalata e Solo più tardi, caduta nel 1877 ad ope-
al Cervino senza guide, sollevò uno scanda- ra di dc Castelnau la vetta estrema della
lo: i prudenti e i tradizionalisti a qualun- ~foije, domate tutte le vette maggiori, si
que costo gridarono alla pazzia del progres-
so. In effetti , la piccozza cost ituì invece un

810
ricercheranno nei diversi gruppi le cime mi- e scarponi chiodati. Si pensi alla paretina
nori, cd infine le guglie e i torrioni, per go- dopo il gran lastrone inclinato; all'attraver-
dere della loro conquista il saporoso piace- sata verso destra fin o allo spigolo; al camino
re della scoperta. Ci si acrorgerà allora che verticale sotto il quale s'apre un vuoto di
saranno queste vette minori ad opporre le parecch ie cen tinaia di metri. Si pensi an-
difficoltà più ardue, e l azione meno spetta- cora alla discesa; allora non era ancora in
colare di risolvere i problemi da esse pre- uso la corda doppia. Si potrà cosl valutare
sentat i, evolverà la tecnica alpinistica sino più serenamente la portata di questa salita
a raggiungere con l'assalto alle pareti più e l'alto valore tecnico raggiunto da questi
repulsive l'altissimo grado che ai nostri gior- UOlllllll.
ni la caratterizza, superando quanto fu cre-
duto al di là dello possibilità umane >. Nel 1898 compare in Italia il primo ma-
e Se i fortunati alpin isti del periodo d'o- nuale dell'alpinismo descritto da Giulio
r? trovarono relativamente facile violare per Brocherel. 11 libro di formato tascabile è
primi il regno delle altezze, i disagi da loro un vero capolavoro. Contiene un riassunto
affrontati furono in compenso infiniti. Vie storico dell'alp inismo, parla degli alpinisti,
d'approccio lun ghe e selvagge, indicazioni del loro abbigliamento e del loro e arreda-
topografiche scarse e con fuse, carte geogra- mento> anche per le donne. Parla di ali-
fiche errate o abbondanti di lacune, rico- mentazione e di pron to soccorso, tecnica di
vero in baite inospitali di pastori e caprai, roccia, di ghiaccio e alp inismo invernale·.
bivacchi a quote notevoli col conseguente Parla di metereologia e dei pericoli della
materiale da trasportare: coperte, saccon i, montagna. Insomma un manuale pregevole
legna > (21) . e completo.
La conquista del Dente del Gigante li ter.lO capitolo è ded icato a ll'a~bigli a­
(4014) compiuta il 29 luglio 1882 dai Sella : mento, ma prima di trattare quest'argomen-
Alessandro, Corrad ina, AUonso, Gaudenzio to dà alcuni cenni sul calore fisiologico u-
e dai Maquignaz Giuseppe. Battista e Da- mano e per conservare q uesto calore spie-
niele, è da ritenersi d'importanza basila- ga come devono essere le e vestimenta , e
re e non soltanto per le difficoltà superate, cioè: 1) essere di lana; 2) essere tessuto non
in quei tempi ritenute estreme, ma soprai:- troppo compatto; 3) essere disposte in pili
tutto per il deciso impiego di larghi mezzi strati; 4) avere un taglio ampio e comodo,
tecnici profusi senza scrupolo alcuno, con essere strette al collo, alla vita, ai polsi; 5)
una volontà tetragona tutta protesa alla me- i vestili di lana in contatto della pelle devo-
ta >. La descrizione di Alessandro Sella no essere cambiati sovente e ben essiccati
rende con mirabi1c evidenza la men talità prima di indossarli.
che domina quegli uom ini. Passa poi in rassegna capo per capo il
L'enorme impiego di mezzi artHìciali in vestiario con descrizione particolareggiata
tale impresa, è tale da reggere il paragone ed assai interessan te.
con numerose salite moderne. Se fosse com- Gl'indumenti a contatto della pelle sono
piuta trenta anni più tardi Preuss ne .sareb- suppergiù gli stessi che si usano oggi. Al-
be inorridito. Hcsta comunque un'impresa l'esterno im cce si usa sempre la giacca, pe-
1

eccezionale, di alto valore alpinistico. Chi sante e con molte tasche e questa durerà
ha salito il Dente del Gigante provi a pen- fino agli anni 30 e cioè fìn o all'uso della
sarlo sprovvisto d ella lunga corda fissa e
s'immagini di doverlo salire con corda, pioli (li) CAROBBIO, ope•ll citala.

Bll
giacca-vento. Corti giubettini saranno però uso negli ultimi decenni del secolo scorso
di moda, specie nelle Dolomiti, fìno a1 in Cadore ed in altre vallate. La tomaia sa-
giorni nostri. Calzoni: allora la maggior rà. in doppia stoffa rinforLata nella punta e
parte li usava lunghi, quelli considerati cor- nel tallone con cuoio. A queste seguiranno
ti arrivavano fin sotto le ginocchia e veni- quelle con suola di feltro compresso (man-
vano inJìlati entro i calzettoni. Solo Preuss chon) usate per la prima volta da Paul
alle voile e qualche altro raro alpinista use- Grohmann nella prima ascensione alla pun-
ranno i calzoni di pelle tirolese che arrive- ta dei Tre Scarperi nel 1869, usate in se-
ranno a malapena alle ginocchia. I calzoni guito anche da Preusse da Piaz (scarpe da
alla zuava faranno il punto in questo cam- gatto); resisteranno all'evoluzione della
po. Di lana quelli usati nelle Alpi occiden- gomma fìn dopo l'ultima guerra. Comici
tali e nelle ascensioni invernali; di velluto usò quasi sempre le scarpe da tennis e con
nelle Dolomiti. Tessuto quest'ultimo che re- lui molti altri alpinisti fino al 1950. Si pen-
siste fortemente al logorio e sfugge alle a- sava che una scarpa a suola liscia, morbida
guzze puntine di roccia dolomitica, ha però e Ressibile, offrendo una maggior superficie
il grande inconveniente di bagnarsi con fa- d'appoggio avesse più presa sulla roccia.
cilità e di essere quindi molto freddo. Finalmente si constatò che una suola piut-
Alle scarpe il Brocherel attribuisce la tosto rigida e quindi una scarpa più pesan te
maggiore importanza. e La migliore scarpa dava prestazioni di gran lunga superiori.
alpina », egli dice, e è la polacca (u) (Brode- Questo giovò molto agli alpinist i, non tan-
quin) ». Tomaia d'un sol pezzo e compresa to per il fatto di doversi portare fin o all'at-
la linguetta che si protrae sul davanti del tacco due paia di scarpe, quanto per la spe-
piede e soffietto che si stacca alle parti late- sa nel dover sostituire troppo spesso le scar-
rali del gambale e alla linguetta ». Cuciture pe leggere, che sopportavano a malapena il
doppie, gancetti robusti, stringhe di cuoio. peso di qualche ascensione. Con questo non
Fodera di vitello incollata alla tomaia. Spie- si è giunti ad una unificazione della scarpa
ga che se si stende uno strato di grasso fra le Alpi occidentali e le Dolomiti. Su ne-
tra le due pelli la scarpa diventa impermea- ve e ghiaccio si usano scarpe più pesanti a
bile. (Non si capisce poi come possano doppia tomaia e per chi tiene ai propri piedi
incollarsi). e La suola dev'essere doppia, cu- fra la tomaia fa disporre una pelliccia di
cita alla tomaia con spago molto grosso e opossum, insomma signore scarpe dal prez-
deve sporgere dalla tomaia almeno mezzo zo molto alto che sulle asciutte Dolomiti
cent imetro,. Così si userà anche in seguito. sarebbero sprecate. Su queste montagne
Solo in questi ultimi 15 anni si sentirà la invece si usano scarpe più leggere, ma sem-
neoessità di avere la suola a filo della toma- pre con suola rigida e non sporgente e so-
ia per avere maggiore stabilità sugli ap- prattutto impermeabile. A proposito di im-
poggi. Naturalmente la suola verrà rivesti- permeabilità delle scarpe, sentiamo ancora
ta quasi completamen te di chiodi, chiodi un su~erimen to di Brocherel. e In prin-
che lasceram10 la loro impronta su tutte le cipio di stagione si rammolliscano le scarpe
più frequentate vie delle Alpi. Ma alle ver- indurite dal lungo riposo, mettendole per
ticali pareti dolomitiche non si addicevano qualche ora in acqua leggermen te tiepida,
troppo le scarpe chiodate, bisognava trova- asciugandole quindi e ingrassandole abbon-
re qualcosa di più morbido che non scivo- dantemente ». Questo sis tema è bene prati-
lasse sulla roccia. Si vedranno così le prime
scarpe leggere con suole di corda, già in (U) S<:hizm in Bolletllno dcl C.A.1., 1888.

812
cario a tutte le scarpe nuove, si otterranno rispetto alla canapa è sempre stato quello
degli ottimi risultati di non irrigidirsi al contatto dell'acqua).
Nelle spedizioni extra europee vengono e Per gli alpinisti è pili che sufficiente
usate le famose scarpe di renna, con pelo e- il diametro da 10 a 11 mm, mentre per le
sterno, alte fìn sotto il ginocchio. Veramen- guide che fanno più frequente uso della
te ottime per bassissime temperature, hanno corda è necessario che abbiano almeno 12
però l'inconveniente di pelarsi nelle punte. o 13 mm di spessore •
Nella spedizione italiana al K2, (1954) ogni e Alcun i alpinisti hanno voluto provare
alpinista aveva in dotazione ben 6 paia di nnche una corda di seta. t vero che presen·
scarpe, 5 di tipo diverso {13). ta grandissimi vantaggi in confronto delle
altre, ma tutte le sue. decantate qualità,
Il capi tolo IV, del manuale di Brocherel, scompaiono cli fronte al suo prezzo enorme
riguarda e l'arredamento>. Inizia col tratta- e ai seri guai che anch'essa non è immune
re la corda e dice: e lo.folt e e non sem pre dal provocnre >
d'accordo sono le opin ioni sull'uso della cor- e Qunnto alla lunghezza d ella corda ci
da nelle grandi ascensioni alpine. Come in rapportiamo ai migliori alpinisti: normnl-
tutte le cose di questo mondo, quando la mente tra l'uno e l'altro dei componenti la
corda venne chiamata indispensabile, vi fu- comitiva si ricl1iedono 4 m cli distanza, e
rono subito i detrattori, gli abolitori che so- calcolando l m per annodarla alla cintura,
stennero una tesi con traria. Jn dati casi e avremo uno spazio di 5 m per ogn i persona.
momenti, quasi t utti però acconsentirono Però queste cifre non vanno considerate in
di adoperarla, potendo la corda scongiura- modo assoluto, 16 m per 4 e 11 m per 3.
re terribili d isgraz ie e facilitare non poco u- Tuttavia è sem pre preferibile che la corda
na salita. Solame11te in certe arrampicate sia abbondante; si hanno pili liberi i movi-
di roccia, viene alle volte impncciantc e menti e serve maggiormente al s110 vero
può smuovere delle pietre, serio pericolo scopo; Può inoltre tornare utilissima nella
per quelli che si trovano in basso e che non stretta necessità di abbandonarne un tratto,
hanno sempre il modo e il tempo d i evitar- calando da un salto di roccia>.
le. Usandola con pnrsimonin e con perizia e Bastone e piccozza: - li bastone "al-
acquisita da lunga esperienza, non solo so- pcstockn colla punta ferrata è comodo nelle
no evitati i rischi e l'ingombro che le si nt- ascensioni fa cili. - ti: superfluo che l'alpe-
tribuiscono ma riesce utile e necessaria >. stock sin fornito ciel corno di camoscio o di
e La migliore delle corde per gli a- qualche altro ornamento • .
scensionisti è quella fatta di mru1illa (Musa e Un eccellente bastone per le escursioni
texilis) proveniente dalle isole Filippine. I!: è nito circa 1 m, arrivante quasi alla cintu-
la più leggern, forte e resistente della cana- ra dei calzoni e curvo alla estremità supe-
pa italiana >. (I!: strano che allora si sia ri- riore. in modo da poterlo appendere all'a-
scontrato la maggior resistenzn nella corda vnmbraccio senza che tocch i terra, quando
di manilla su quella d i canapa, mentre fln si è stanchi cli portarlo in mano >.
dai primi anni dcl 1900 le corde di canapn e Un bastone lungo e resistente è utilis-
han dimostrato una resistenza nettamente simo nelle scivolate sulla neve, nelle disce-
su pe riore); e non imputridisce tanto facil- se per detriti e cassere, e anche per attraver-
mente all'umidità ; si asciuga presto, se ba- sare corsi d'acqua, fonnando una buonissi-
gnata, e non si logora nello sfregamento
con le roccie >. (Il gran pregio della manilla (lJ) ~I. FAJ<o"Tls, K2 Sol;!t10 vls-'11/0, foto a p.~g. 169

813
ma asta da salto :t. Come si può constatare
a quei tempi il bastone era ancora molto in
voga. Dcl resto l'alpestock, nelle truppe al-
pine, è stato abolito solo nel 1946.
La piccozza ha pochi decenni di vita
c ... e la sua lunghe7.za deve essere propor-
zionata alla statura dell'alpinista; in gene-
rale basta l m e 20 cm. Il peso complessivo
per gli alpinisti è sufficien te 1 kg e 1/4; per
le gu ide invece alquanto più pesante. Le
comitive che compiono ascensioni senza
guide devono provvedersi di una di queste
ultime, colle quali è più facile praticare dei
gradini nel ghiaccio>.
e Accenniamo qui l'uso che si fece del-
l'ascia da ghiaccio, corta e leggera, che per-
mettono di adoperarla co11 una mano sola,
è possibile con l'altra tenersi in posizione
sicura 1 nelle ripide pareti di ghiaccio. L'im-
piego di quest'ascia benché caldeggiato dai
colleghi Fiori e Ratti non si estese>. I col-
leghi di Brocherel caldeggiavano l'uso del-
l'ascia da ghiaccio solamente per il fatto che
questa era manovrabile con una mano so-
la. € strano però, che questi non vi trovas-
sero una soluzione di mezzo, riducendo no-
tevolmente il manico della piccozza. e Nelle
pareti rocciose dove la piccoz.7.a può di-
venire ingombrante, la si assicura al polso
con una cordicella, che si leJ!a alle basi del
becco e della paletta :t . Fin d'allora si sentì
il bisogno d'assicurare la piccozza al polso, RompQ11i e grom>ette.
mentre ancor oggi quasi la totalità degli al-
pinisti francesi disdegna questo pratico si-
stema.
!lamponi. Sull'uso dei ramponi il Bro- rita e sul ghiaccio, ma sulle roccie in certi
cherel sembra poco convinto, preferendo i casi, non solo non ci giovarono affatto, ma
fe rri da tacco, ciò non di meno li consiglia Ci riuscirono impaccianti. Le guide hanno
e ne dà una esauriente descrizione. e Ben- quasi tutte ripugnanza di ricorrere a questi
ché di incontestata utilità, confennata da attrezzi, pure così opportunamente utili,
lungn pratica, l'uso di queste due armature che esigono però un pocolino di tirocinio,
del piede si è ancora poco diffuso. Non ab- prima di saperne fare buon pro. II ferro da
biamo mai avuto la necessità di adoperare tacco è più noto e divulgato che non il
i ramponi; non così dei ferri da tacco, che rampone :t . I!: molto strano che i ramponi
ci risultarono comodissimi sulla neve indu- >Vecchi ormai di secoli a quest'epoca non ab-

814
biano avuto una più larga divulgazione. « I ni ... Il peso di questi ramponi si avvicina
ramponi si raccomandano specialissima- molto agli attuali "Crivel" gr 450 cinghie
mente nelle lunghe e difficili ascensioni per comprese. Questo sembra incredibile in
ghiacciai, facilitando ed accelerando la mar- quanto 6no all'ultima grande guerra si sono
cia, perché esentano l'improbo e faticoso usati ramponi di peso notevolmente supe-
intagliar scalini. Si dice che sulle roccie i riore. Cli americani nella loro spedizione al
ramponi non genano i movimenti delle gam- K 2 nel 1953, usavano ramponi del peso al-
be, e che anzi pennettono di superare le meno doppio dei Crivel. Quest'ultimi sono
roccie vetrate con molta sicurezza. Vorrem- ritenuti i migliori non solo in Italia, ma an-
mo credere, ma non esitiamo a sconsigliare che all'estero.
l'uso dei ramponi sulle ascensioni per roc- Nelle vecchie riviste si legge di punte
cia, anche se alternate con neve e chiazze d'acciaio che venivano singolarmente avvi-
ghiacciate. Se i ramponi sono ancora poco tate alle suole delle scarpe. L'l scarpetta ai1-
noti ed apprezzati nel loro giusto valore, che se molto ingegnosa, come è faci le a ca-
ciò non esclude la loro opportunità di esi- pire, non ebbe successo.
stere e di rendere dei reali servigi, e scon-
giurare delle scivolate letali .. . e Un paio Brochercl passa poi ad illustrarci le rac-
di questi ramponi (a 10 punte) pesa com- chette che giudica indispensabili nelle a-
plessivamente 600 gr. Si vede dunque che scensioni invernali. Descrive una racchetta
il loro trasporto non è poi tanto malagevole, canadese dalla forma precisa a quelle da
quando si è certi di dover far spreco di tem- tennis, manico compreso; dimensioni: 1
po e di fatica per tagliare centinaia di gradi- m per 27 cm, peso kg 2. Mentre quella di
Monaco, leggerissima di cm 60 per 34 por-
tava nel mezzo del reticolo un telaio in lama
di acciaio tagliente che fungeva da .rampo-
ne. Include poi fra le racchette anche gli
sci che a quell'epoca facevano la loro pri-
ma comparsa sulle Alpi. Interessante la dc.
scrizione. e Accenniamo anche ad un'altra
racchetta nominata ski (sci), il pattino na-
zionale norvegese. Esso è formato di un as-
se di frassino della larghezza della scarpa e
lungo da m 2,10 a 2,35 coll'estremità ante-
riore rialzata e terminante in punta; ha una
scanalatura longitudinale su tutto il lato che
tocca terra, allo scopo d'impedire scivola-
menti di fianco nell'attraversare pendici di
neve un po' consistente. Il piano dell'asse è
a sezione leggermente arcuata di modo che
lo ski, da sè solo, poggia sul terreno soltanto
colle sue estremità; quando lo si è messo al
piede, il peso del corpo lo tiene aderente al
terreno • .
e li piede si fissa a metà pattino, dove
Ramf'Oflt! 11 12 pi.mie. è più spesso, con due corregge, in modo che

815
la parte posteriore del piede sia libera. Que- Brochcrcl nori è ancora tramontata.
sti arnesi devono proporzionarsi col peso e Zaini e sacche•· e Generalmente gli
del corpo•. alpinisti si preoccupano poco di questi due
• Per dirigere la marcia si adopera un attrezzi alpini, dice il Brocherel, perché
bastone di bambù, munito di puntale di fer- quasi tutt i hanno la lodevole (per loro) a-
ro, 5 centimetri sopra il <Juale avvi una ro- bitudine di portare il sacco o lo zaino, cari-
tella d'acciaio per imped ire al bastone di candolo sulle spalle robuste di una guida • .
sprofondarsi nella neve •· In realtà a quei tempi i .signori alpinisti •
• Cogli ski sono possibili delle marcie andavano in montagna per puro diletto e
rapidissime sui pendii uniformi e discese non per affaticarsi al trasporto di grossi pe·
relat ivamente celeri; s'intende che di primo si o almeno pochi si mettevano qualcosa
acchito, non si potrà esigere da loro tante su lle spalle. Ma seguiamo la descrizione di
cose, perché abbisognano di una relativa Brocherel. • Un sacco dev'essere comodo a
pratica di maneggio • portarsi, leggero e solido• e descrive uno
Occhiali da neve. e Sui ghiacciai e sui zaino di fonna rettangolare, e largo 35 cm
nevati il riflesso dcl sole abbaglia talmente alto 25 e spesso 11 cm. I!: in tela bruna, im-
gli occhi da quasi accecarli. Si usa allora a permeabile anche internamente. Un'inte-
portare degli occhiali con lenti affumicate laiatura di giunco, gli mantiene la forma
leggermente (non colorate), munite tutt'at- Nell'interno ha una tasca grande e tre mi-
torno d'una reticella metallica annerita. Si nori. Nella parte superiore esterna ha due
tengono fissi al capo con elastico •. Cin,l?h ie pel "plaid•, e nei fiancl1i ha degli
•Si può ovviare alla rottura degli oc- anelli per legarvi le scarpe. Un isolatore di
chiali, tingendosi in nero, l'orbita dell'oc- forma speciale, semplicissimo ed elastico,
chio. Tale pratica è in uso da molto tempo lo tiene staccato dalla schiena., sarà questo
presso quasi tutti gli abitanti delle monta- il primo reggisacco.
gne ·• . Giudica poi • meno estetici e comodi i
Lanterna. Descrive il tipo di lanterna. sacchi alla tirolese • ossia quello che poi di-
e Excelsior • pieghevole, con lastra di mica verrà il classico sacco da montagna
e riflettore di alpacca. Dà pure un cen no di TI sacco da montagna ha origini assai
una lampada al magnesio, automatica, di antiche. e Per parecchio tempo i montanari
luce vivissima. Interessante un ingegnoso ed anche gli alpinisti usavano una semplice
sistema per crearsi una lampada di fortuna. bisaccia a tracolla che tuttavia era terribil-
e l n caso di assolula necessità se ne può mente incomoda e poco capace. Ancl1e lo
sempre improvvisare una per mezzo di una zaino del tipo militare non si rivelò pratico.
bott iglia vuota, facendone saltare il fondo Poi uno, chissà chi e quando. pensò di uti-
e passando una candela nel collo. Si taglia lizzare un sacco qualsiasi, magari llll sacco
nettamente il fondo di una bottiglia posan- da grano, e riempitolo di quanto occorreva,
dola, con dentro due dita d'acoua, su della rie legò la parte superiore e le basi con una
cenere calda. Con una cordicella se ne Tega semplice fune tesa quel tanto c11e bastava
il collo e la base, in modo da poterla appen- per infilarci le braccia. Tn see;uito. siccome
clcrc e trasportare. •. Oggi )!iorno si usano le funi segavano le spalle, si usarono cinghie
lampade a batteria, comodissime quelle fisse. e successivamente aTle cinghie furono
frontali, danno una buona luce e durano applicate delle fibie clic permettevano l'al-
oarecchie ore. ciò nonostante la vecchia lungamento e l'accorciamento. ed inlìne l'a-
lampada pieghevole del tipo descritto da pertura superiore fu provvista di cordoni di

816
chiusura e munita di una copertina di stof- grande successo nei primi decenni del '900,
fa cli protezione). specie fra le guard ie di frontiera e le trup-
Pregevoli alcuni sacchi moderni in nylon pe alpine. Nei bivacchi in parete invece,
allungabili fino ad un metro e di minimo pe- sono stati e sono tutt'ora di largo uso i sac-
ro. chi impermeabili di tela finissima che, rac-
chiusi in una busta di cm 20X30 possono
Tende e sacchi da bivacco. Può sorpren- trovare posto anche in una tasca. I sacchi
derci quanto dice il Brocherel nell'iniziare di piumino d'oca (pregevoli quelli cli piu-
quest'articolo: e sulle montagne italiane si mino Mvivo", che viene tolto all'animale
ha raramente la necessità di dover ricorrere grand'è ancora in vita, non si affioscia mai),
a questi attrezzi, essendo abbondantemente sono entrat i in grande uso solo dopo l'ult i-
provviste, nei luoghi più freque nt ati, di ri- ma guerra. Hanno dato dci risultati sor-
fugi alpini ), naturalmente si riferiva alle prendenti e fanno parie del bagaglio cli
zone più baltu te. La montagna a quei tem- tutte le spedizioni extra europee. Doppi,
pl era ben lontana dall'essere attrezzata di danno la possibilità di pernottare tranquil-
rifugi o bivacchi come ai giorni nostri. Pu- lamen te a bassissime temperature. Singoli
re ancor oggi con tulle le attrezzatu re esi- e con sacco impermeabile all'esterno, ven-
stenti le tende son sempre più numerose. gono usati in tutti i bivacchi delle Alpi oc-
Alle T re Cime di Lavaredo in estate, esiste cidentali .
un vero accampamento, ma non mancano i La tenda viene usata, da parecchi de-
puntini di color arancio (colore che più col- cenni, solo da chi ha delle velleità whym-
pisce l'occhio in montagna) sui ghiacciai periane. Indispensabile è solo nelle spedi-
più alti del Monte Bianco. zioni extra europee e per queste ha rag-
Brocherel ci descrive la tenda e i\lum- giunto una perfezione straordinaria. Ven-
mery ), che consiste in una tela fortissima gono costruite tutte d'un pezzo, cort inter-
di canap..'l o di seta, che viene tesa tra due capedine, doppia chiusura lampo da un
piccozze rovesciate, (da ricordare l'altezza lato, ingresso a manica dall'altra, fondo
della piccozza m 1,20). Fissata poi con del- ben impermeabilizzato. Si montano, con
la corda a elci p:oli, oppure alle roccie. La aste smontabili in lega leggera, in pochis-
superficie coperta era cli m 2x 1,30 sulla simi minuti e ben ancorate, possono resi-
quale veniva steso un impermeabile. Na- stere a qualsiasi bufera. Materassino pneu-
turalmente per questa tenda occorreva an- matico e sacco piuma, completano l'attrez-
che il sacco da bivacco, consistente in un zatura per la notte che, se priva di vento
doppio sacco, e esternamente in tela imper- viene trascorsa in grande beat itudine. Pri-
meabile, imbottito di andredon leggerissi- ma della guerra, nei bivacchi in parete ve-
mo e caldo munito di cappuccio e di legac- niva usata una piccola tendina, oggi inve-
ci per tenerlo bene aderente alla testa. Di ce si preferisce qualche metro quadro di
questi sacchi ce ne sono di due o tre po- po lietilene che viene avvolto intorno al cor-
sti ) , Come si può notare, se la tenda era po. I~ leggeriss imo e occupa poco spazio,
alquanto primitiva i sacch i da bivacco ern- dato il suo basso costo quando non serve
no pressoché perfetti, anche se poi consi- più può essere abbandonato.
glia i famosi e sacch i a pelo ) confezionati
con pelli di agnello o di montone, con la- Il capitolo V llrocherel lo dedica alla
na internamente. Di quest'ultimi, ornmai donna alpinista: al loro curioso abbiglia-
quasi totalmente scomparsi, hanno avuto mento, all'arredamento, agli oggetti da toc-

817
letta e accessori vari. Se la descrizione non sono in certo qual modo farne a meno, gri·
fosse troppo lunga ne varrebbe la pena dano abbasso; però di nascosto e a voce
parlarne. bassa confessano che la corda è sempre
stata la loro fida compagna >.
Nel cap itolo X, tratta le < norme gene- e Consigliamo pertanto il modo di an-
rali ~ e cioè: i presagi dcl tempo, l'esplo- nodarla alla cintu ra e di congiungerne due
razione, composizione cd ordine d'una co- capi, quando fosse deficiente in lunghezza
mitiva, che tralasceremo per soffem1arci Dapprima si usava il nodo scorsoio, il qua-
invece sull'uso della corda: • Dacché l'uso le aveva grandissimo vantaggio di tenerla
della corda entrò nel campo dell'alpinismo, aderente intorno alla vita, ma eziandio ave-
tratto tratto sui periodici alpini si eleva- va pure il grande inconveniente, in caso di
rono delle discussioni pro e contro la sua caduta di uno della comitiva, cli stringergli
opportunità di esistere. Però anche i più soverchiamente il petto, per lo sforzo che
arrabb iali abolitori ammisero a fortiori che altri fanno per tirarlo in salvo. Si disse per-
la corda reali vantaggi possiede e che sa- sino che la pressione che fa il nodo sulle
rebbe pazzia l'esimersi in dati momen ti fibre della canapa può generare la rottura
A chi poi obietta, inconsideratamente, che della corda, quando il peso che deve sop-
la corda possa essere fo nte di maggiori di- portare è di qualche entità, e che se per ca-
sgrazie, aumentando il numero delle vit- so nel luogo che si annoda, la corda è am-
time, si potrà rispon dere che realmente, e maccata, la rottura è inevitabile. A questo
principalmente su i ghiacciai, l'uso della si può faci lmente ovviare impiegando una
corda, quando è praticato da persone com- corda resistente ed esaminandola accura-
petenti e sufficient emente idonee alla salita tamente prima d i adoperarla ~.
che intraprendono, allontana qualunque ae- • Il nodo pili semplice e più usato è
cidente, che al suo non impiego si potreb- quello che si fa ordinariamente in un lac-
be imput~rc. Dà poi una solidarietà mora- cio non scorsoio. Prima di stringere il nodo,
le confortevolissima, la quale implica del- si passa il laccio intorno alla vita, alla qua-
le cautele e delle prudenze forse non sem- le non deve troppo stringere, né essere an-
pre necessarie, ma non mai inutili. infatti dan te>.
pit'1 persone legate alla medesima corda e e Lo spazio che devesi lasciare tra una
che procedono in terreno difficile, pieno di persona e l'altra abbiamo già menzionato
celate insidie, devono tutte essere guard in- altra volta, solo aggiungiamo che tra la pri-
ghe in sommo grado e non commettere ma e la seconda deve esistere maggior trat-
neanche l'anormalità più insignificante, ol- to di corda che tra le altre. Il nodo della
tre di che ognuna deve vegliare affin ché i corda sta nella schiena al capo-fila, al fian-
com pagni siano in regola e non smettano co a quelli che si trovano in mezzo, e sul
il loro dovere >. davant i all'ultimo >.
e Chiarissimi alpinisti, fra i quali il com- • Buon a regola è di prevenire le cadute,
pianto Mummery, dissero e certificarono, tenendo sempre tesa dolcemente la cor-
che della corda se ne può far senza . Ma da, tra l'uno e l'altro della carovana, non
questo loro giudizio, poco plausibile, non abbandonandola mai coll'occhio, come le
lo formularono che dopo lunghi anni vis- mosse dci compagni che si trovano innan-
suti sulle Alpi, nel qual tempo, certame11te zi. La corda non deve mai trascinare sul
la corda è stata In loro massima leva. Que- terreno, perché si bagnerebbe e si logore-
sti simoniaci della corda, ora che ne pos- rebbe presto; secondariamente nel caso di

818
uno strappo, la scossa sarebbe troppo forte tà nel superare passaggi alle volte poco im-
e repentina da non potersi resistere. La si pegnativi.
tenga perciò sollevata e tesa con una mano Parlando dettagliatamente di ripidi pen-
e ben saldamente e pronta a qualunque dii copert i di erba o di detriti, conclude:
evenien1A'l ». e Percorrendo trasversalmente o scendendo
Come si può notare la descrizione sul- per dei pendii, il sapersi giovare del basto-
l'uso della corda è abbastanza specificato. ne è di somma importanza. Lo si tiene tra-
Non si fa però ancora alcun cenno sulla sversalmente sul davanti della persona nel-
assicurazione a spalla, mentre si accenna le traversate e al fianco destro nelle discese,
alla calata con corda doppia sia pur tenen- in modo che il puntale tocchi il terreno ed
do le corde con le mani e tra i piedi. Natu- una mano lo impugni al di sotto e l'altra al
ralmente si parla di tratti brevi e non con- di sopra; quest'ultima, dalla parte del pun-
tinui. tale sposterà il bastone e regolerà lo sdruc-
ciolamento >
• Jl capitolo Xl tratta le e ascensioni per Segue una dettagliata descrizione del-
roccia >. Inizia il suo dire affermando che le roccie, di quelle coperte di vetrato du-
l'alpinista trova maggiore piacere nelle rissimo che neppure i chiodi delle scarpe
ascensioni su roccia anziché in quelle di riescono ad intaccare. e Per affrontare le
ghiaccio, in quanto la prima «è un elemen- rocce vt;trate fa d'uopo che i membri della
to fidato, il quale non cova vendette e non comitiva siano solidi tutti, legati a conve-
tradisce la prndente abilità di chi da lun- niente distanza. Devono procedere uno
go tempo le conosce>. E poi dice: e Nelle alla volta, mentre gli altri sian fenni e
ascensioni per roccia, non esitiamo a di- pronti a qualunque eventualità; si possono
chiararlo, si esige una somma di tecnica colla piccozza, praticare nei ghiaccio dei
acuita cla lunga esperienza, la quale non è piccoli buchi per loggiarvi la punta del pie-
richiesta in tale grado sui ghiacciai. La pra- de, In questi terribili momenti, occorre
tica dà ragione al nostro dire, poiché ab- avere molta audacia e sangue freddo. Per
biam visto che le montagne nevose venne- chi ne manca, è più sano ritornare indietro,.
ro conquistate molto tempo prima di quel- « Le roccie ricoperte di neve fresca, non
le rocciose. Un amante appassionato dei sono così temibili come quelle vetrate; so-
ghiacciai, sui quali può essere o divenire no però noiose e domandano molta pa-
abilissimo, dinanzi ad una difficoltà reale zieza e circospezione ».
di roccia, riesce quasi sempre titubante e « Altre roccie catt ive ad essere percor-
talvolta anche incapace a sormontare. Per se, sono quelle lisciate dallo sfregamento
contro un valente arrampicatore, il cui in- dci ghiacciai. Si incontrano però di rado
tuito sagace e pronto, e la di cui tenacia nelle alte regioni. Sono così levigate che, se
costan te cd avveduta, si sono temprate e la pendenza è un po' accentuata, il regger-
saldate al suo carattere, benché trovi un vi è quasi impossibile. Nella discesa ancor
non so che di ripugnante e di monotono pegA:iO e occorre evitarle ad ogni costo. Se
sull'in fido elemento, nondimeno sa tirarsi assolutamente si devono salire, il solo mez-
partito del ghiacciaio il pili sconvolto etl zo è quello di st risciarvi su, con fi ccando la
estrarre un ad uno i cavicchi che gli ostano punta delle dita, nelle infrattuosità della
la strada>. Ancor oggi, chi troppo abituato superficie, od aiutandosi con la palma della
alle Alpi ocçidcntali trovandosi nelle verti- mano e facendo manovrare tutto il corpo
cali pareti dolomitiche si trova in difficol- e massimamente le ginocchia ,.

819
'

L'uso delle ginocchia arrampicando, salti di roccia, sia nella salita che nella di-
sembra una cosa innata nell'uomo, in pas- scesa. Nel manovrar dentro i camini biso-
sato faceva parte della tecnica dell'arram- gna stare attenti a non distaccare dei sas-
picamento. Nella relazione che Castelnuo- si, che colpirebbero sicuramente i compa-
vo ci farà sulla salita, assieme al Fiorelli, al- gn i sottostanti •·
la punta centrale delle Dame Inglesi nel Come si può notare, siamo ben lontani
1907 (successivamente Punta Castelnuovo) dalla tecnica di opposizione che solo po-
si leggerà: chi anni più tardi verrà usata eia Preuss,
da DUlfer e da Tita Piaz.
e Dopo qualche minuto tentò la via il
Fiorelli. Fissato un anello ove io mi ero Sui lastroni inclinati, ci dice Brocherel:
attaccato, vi passò la corda, poi assicurato- e Bisogna mettersi bocconi sulla roccia e
si con le mani, ripeté la mia ginnastica: strisciarvi sopra tenendosi bene aderenti
con uno sforzo lento e continuo si sollevò; alla medesima, avanzandosi piano e con
già il suo ginocchio sinistro era appoggia- movimenti lenti e continui. Non si deve
to su l ripiano, già sembrava vinta la batta- servirsi soverchiamente delle scarpe, per-
glia, quando la sua gamba perdè l'appog- ché in caso che scivolassero, la scossa riu-
gio (i grossi pantaloni gli avevan giocato scirebbe troppo repentina e violen ta, da ge-
il brutto tiro) : per la seconda voltl) in po- nerare un capitombolo. Anche qui i mem-
chi minuti mi vidi perduto, chiusi gli oc- bri d'una comitiva, legati ad una corda ab-
chi, li riaprii subito; con uno sforzo super- bondante, devono procedere uno alla volta
bo il bravo Fiorelli aveva potuto trattener- e sempre in salita. Quando uno si muove,
si sulle dita ed aiutato dalla corda venne gli altri dovrebbero tenere fem10. La corda
di nuovo a me vicino•· deve sempre essere tesa e lasciata scorrere
e Una rabbia insana ci aveva invaso; man mano che si avanza.
volevo salife, e poiché i pantaloni ci ave- e Il levarsi le scarpe o raveme di corda
vano traditi, anche questi vennero le- o di gomma pare che sia un espedien te di
vati • . qualche utilità. Se qualcheduno della co-
Parlando di camini, Drocherel ci dice: mitiva è poco esperto a questa ginnastica,
e Se l'incassatura è a pareti verticali e bisogna retrocedere t . Il fotto di togliersi
non troppo larga si sale per aderenza dei le scarpe su placche troppo Uscie sussisterà,
gomiti, o della schiena e dei piedi •. sia pur raramente, fino all'even to degli scar-
e li tutto e il più difficile sta nell'innal- poni con suola di gomma. Nel 1907 sempre
zare il primo, il quale monta sulla sch iena dalla relazione di Castelnuovo alle Dame
e sulle spalle d'un compagno, sino a rag- Inglesi si leggerà: e Ancora quindici me-
giungere qualche appiglio per le mani. Lo tri ci dividevano dal vert ice. Giudicammo
si aiuta anche colle piccozze sostenendolo, impossibile tenere le scarpe, i piedi nudi
colla paletta, pci piedi o pel sedere. Arri- erano di rigore, e per la terza volta nella
vato il primo in luogo sicuro, scende la giornata si compì il sacrificio; così in ma-
corda ai compagn i, facilitando loro la sa- glia, pantaloni corti, gambe nude, come
lita. Nella discesa il più abile alpinista deve due monelli, si diede l'ultimo attacco•.
calarsi l'ultimo. Si può ricorrere alla corda Nel procedere in parete il Drocherel
piegata in due e fissata a qualche solido insegna: e Anche se un piede è al sicuro,
spuntone; dopo la si tira per un capo a sé. non bisogna muovere tutte e due le mani
Iu tal modo si domano anche dei piccoli ad un tempo, ma una alla volta, coll'avver·

820
tenza di avere almeno due o tre punti d'ap- e Nelle salite per parete è focile non
poggio simultaneamente :t. Ottimo sugge- discernere più la via al ritorno. Questo
rimento ma non ancora perfetto, giacché inconveniente si verifica solo quando non
in seguito s'insegnerà a non muovere più si discende per la stessa strada dell'ascesa
di un arto alln volta, mentre tre restano o che la montagna è poco o nulla frequen-
in appoggio. tata. Durante la salita perciò, si deve ri-
e Nelle scalate difficili, continua Brq. tenere bene il colore e la fonna cli roccia
chcrel, si fruiscono anche delle fessure o o massi prospicienti, e coad iuvando la
spaccature della roccia, innalzandosi per memoria, si facciano piccoli ometti cli pie-
le medesime per mezzo delle mani e della tre o meglio ancora si fissi dei fogli di
punta dei piedi. Colle mani si afferrano le carta colorata sui muriccioli o rialzi molto
irregolarità dei cigli, e coi piedi, confic- visibili :t.
candone la punta nella fessura. Quando è e In caso di nebbia la carta si discerne
molto stretta, la piccozza può essere di meglio e più lon tano che gli ometti, dett i
aioto, piantandone il becco più lontano cairns dagli inglesi•.
che si può nella spaccatu ra, cd assicura- Nelle discese, ci spiega il Brocherel, è
tosi che non cede, si sale innalzandosi pel consigliabile scendere sempre con la fac-
man ico :t. cia a valle e solo in casi eccezionali (pas-
Parlando di creste·, fra l'altro ci dice: saggi molto difficili) con la faccia a monte.
e Talvolta le creste ~i riducono così sottili Quello che s'insegna tutt'ora.
ed esili, che non vi è più mezzo di percor- Nel complesso la descrizione di questo
rerle in piedi. Si debbono allora cavalcare, capitolo, per quei tempi, è da considerarsi
avanzando lentamente, imprimendo dei ottima, soprattutto perché allora non esi-
piccoli salti colle mani poggiale sul ta- stevano scuole d'alpinismo ed ognuno ar-
glien te della roccia :t. rampicava più per intuizione che per inse-
e Le discese di questi passaggi, sem- gnamento.
pre emozionanti ed originali, si compiono
a rinculoni. Se l'alpinista possiede due Il capitolo XII tratta le ascensioni per
braccia robuste, può affidarsi ad esse pen- ghiacciai e nevai. Inizia con la descrizione
7..olando da una parte. In questo caso i generale di questi, definendoli una delle
piedi possono trovare qualche protuberan- massime attrattive della montagna.
za o bitorzolo della roccia su cui poggiarsi, Passa poi a descrivere il procedimento
secondando le mani•. su neve più o meno consistente: e In
e Nelle salite per pura roccia, bisogna quella dura si marcia comodamente, bat-
assolutamente essere liberi nei movimenti. tendo forte la scarpa contro la neve e te-
Si deve perciò abbandonare tutto quanto nendo la piccozza lcggennente inclinata
può essere di impedimento, come bastoni, verso il terreno. Attraversando una china
piccozze, zaini, sacchi, ccc., e solo portare cli neve, riesce più agevole procedere un
qualche vivanda, nelle saccoccie. Nei pas- poco in salita, che di andare orizzontal-
saggi dove le mani devono essere libere, mente. Salendo si compiono dei fìtti zig-
si può trasmettere, per mezzo di una cor- zag, se la pendenza è grande. Nella neve
da, sia la piccozza, come i sacchi, od altro. ghiacciata si rendono utilissimi i ramponi,
Occorre assicurarsi prima, che gli oggetti evitando il faticoso lavoro degli scalini .
siano solidamente legati, affinché a qual- Però questi si impongono se il pendio di
che urto, non precipitino nel vuoto•. neve o di ghiaccio raggiunge un'inclina-

821
zione troppo p ronunciata. Ecco in che mo· elemen tari di prudenza. La corda poi sui
do si fon no gli scalini: > pendii ripidi di ghiaccio è un conforto
• Per tagliare un gradino bisogna aver puramente morale, perché due cause con.
cura di tenere la piccozza colla mano !on· CQrrono principalmente a toglierle la pre-
tana dalla pnla per ottenere pili forza e rogativa di rip.uare gli accidenti fortuiti
più effetto; quindi val meglio tagliar due di una involontaria scivolata. Prima causa
grad ini avanti. Si cerchi di fare il gra- è la mancanza assoluta cli appigli, sia per
dino nella dovuta direzione, sovente chi le mani che per i piedi, per cui una per·
non è bene sperimentato lo fa, o troppo sona che stenta a tenersi in posizione si-
lon tano, e allora deve farne uno in mez- cura in circostanze normali, nel caso di
zo, o troppo sotto una roccia strapiom- un fort e strappo, non avrà né il modo, né
bante, e non se ne può servire. Tagliando il mezzo di poter resistere alla trazione del
gradin i in salita si diriga obliquamente lo corpo cadente. Jn scCQndo luogo la sovra-
strumento, non perpendicolarmente alla eccitazione morale che in certe posizioni
pende111. a, per evitare che il fe rro resti seriissimc, invade tutta la comitiva, non
tratten uto nel ghiaccio. Chi taglia gradini predispone certamente in favore dell'istin-
in salita, per prendere una posizione co- tivo atto di porre resistenza, allo inaspet-
moda può appoggiarsi solo col piede ester- tato e fulmineo precipitar di un compagno.
no, tenendo l'altro contro la parete e col i\fa a queste due obbiezioni, vi sono lumi·
ginocchio piegato. Il gradino dcv' essere nosissime contraddizioni; perché nella ge-
leggermente inclinato all'indietro, e se il neralità degli alpinisti e dei casi, ve ne
precipizio trovasi a destra, solo il gradino sono cli quelli che danno pienamente ra-
destinato al piede sin istro deve scavarsi più gione all'impiego della corda•·
in alto, mentre quello destinato al piede Qui si sente la mancanza di un'assicu-
destro, devesi fare quasi a livello del pre- razione che dia una ccrla garanzia, ed è
ced ente; srtrà tutto a viceversa se il pre- strano che quella a spalla non sia ancora
cipizio trovasi a sinistra. Conseguentemente venuta alla mente.
la serie dei passi non segu irà una linea Parlando della neve che ricopre i ghiae-
retta, ma a zig-zag. Il gradino destinato ciai ci dice: • I crepacc i celati sotto la
al piede verso il precipizio dev'essere più neve si riconoscono da una leggiera. de.
largo >. pressione o da un cambiamento di tinta
• Nella discesa riesce più difficile il della neve, che si rende più palese sotto
tagliar gradini; in questo caso devono es- un certo grado d'i nclinazione della luce>.
sere più larghi, affinché in un medesimo • Quando non si è certi del fatto, si
gradino possa no stare i due piedi riuniti • sonda col bastone della piccozza. Se trova
• Quando la situazione lo domanda, si il sodo è segno che sotto vi è il ghiaccio
fa cciano gli scalini, e bene, anche a costo vivo, se no, è indizio d'apertura d'una vo-
di sprecar del soverchio tempo • . E segue : ragine. Prima di spiccare il salto bisogna
• Abbiamo detto che l'uso della CQrda sui assicu rarsi della larghezza della crepatura,
ghiacciai s'impone, per tantissime ragioni perché in caso contrario, si rischierebbe
che non occorre ripetere. ~fa se il sapersi di cadervi dentro. Occorre poi che il sito
legati, epperciò sorretli dai compagni in dove il piede prende slancio, sia sodo e
caso di caduta, è un grande coefficiente non ceda, e che i compag11i, che in questo
per accentuare l'audacia, non perciò costi· men tre stanno fermi, stiano in guardia ep-
tiusce un ripiego per rifuggire certe norme perciò solidi, a qualunque eventualità. La

822
corda dcv'essere tesa, ma non trattenuta, e Quando la neve del ponte è poco re-
e abbastanza lunga da sorpassare alcun sistente o il suo spessore è troppo esiguo
po' la larghezza ciel crepaccio. Quando è per poter reggere il peso del corpo eretto,
troppo largo per poterlo saltare, lo si gira, è buona regola lo strisciar disteso sulla
il capofil a tastando sempre il terreno col neve, aiutandosi anche colla piccozza mes-
puntale della piccozza e non voltando che sa lungo il ponte. Così fa tt amente, la
quando è certo che la spaccatura si attenua pressione essendo più estesa, la resistenza
o finisce • . è maggiore • ·
e Mentre una persona procede, gli al- Parlando dci seracch i il Brochcrcl fra
tri, sempre pronti, le lasciano man mano l'altro ci dice: • Se i seracchi si passano
scorrere la corda; dopo aver passato il pon- nelle prime ore dcl giorno, i blocchi di
te e nell'aspettare i compagni, la si racco- ghiaccio stanno ancora fem\i, e quindi non
glie raggomitolandola. Per resistere viep- sono temibili; ma nelle ore calde della
più un improvviso strappo, quelli che giornata occorre ispezionarli accuratamente
sostengono devono inclinarsi preventiva- prima di cacciarsi alla loro mercè. Nei pri-
mente indietro, coi piedi fermi e su terreno mordi dell'alpinismo le seracclie si attra-
sodo •. Ed eccoci alla caduta nel crepac- versavano con delle scale ti rate su con gran
cio: e Un uomo solo che precipita in un fatica; quest'uso ora è solamente praticato
crepaccio è difficile che possa salvarsi; due in alcune regioni molto frequentate • ·
persone sono imbarazzantissime a prestarsi "' Nei seracchi bisogna conservare cal-
mutuamente aiuto, perché la forza che si ma bastevole per giudicare la situazione,
richiede per tirar su un uomo impossibi- e più di tutto non perdersi in discussioni,
litato di aggrampa rsi e di aiutarsi, è trop- ma spicciarsi •
po esuberante per una persona sola. In Nel superare un crepaccio, in discesa,
ogni modo, viaggiando in due, il più leg- e la differenza di quota delle due labbra
gero, vada innanzi; ma può avvenire che sia molto marcata, il Brochcrel descrive:
il ponte non resista al pili pesante, e allora • Alcuni consigliano di prendere la rin-
torna inutile questa disposizioné. Se per corsa sul pendio sovrastante alla crepaccia
av\ en tura al numero due non si può rime-
1 e scivolando seduti; ma è una velleità trop·
diare, ecco in che modo si deve procedere po arrischiata, che può avere u n buon esito
per estrarre da solo un compagno caduto solo quando la bergsclin11u:le (così viene
in un crepaccio • . • Sia la corda lunga il chiamato questo tipo di crepaccio) non è
doppio del voluto fra i due, così da poter soverchiamante larga e che sotto vi è un
ritornare al secondo e sopravvanzare ancora terreno propizio a ricevervi; altrimenti il
un paio di metri. Se il primo sprofonda, volo può interrompersi nel crepaccio o
il secondo pianta solidamente la piccozza, proseguire pili del necessario •·
vi lega il capo della fune secondaria o di e Quando l'orlo del labbro superiore
ritorno e poi passo passo accostandosi al sovrasta od è perpendicolare a quello dcl
crepaccio tirerà su colla prima corda il ca- labbro inferiore si mette in cam po la cor-
duto, in pari tempo che questi si aiuterà da • ·
coll'altra corda fìssata alla piccozza • · e Co- e Per ciò fare vi sono due maniere,
sì lo sforzo essendo diviso si riesce meglio secondo che il suolo è di ghiaccio vivo o
a tirarsi d'impiccio • ·
Il sistema è usato ancor oggi, sia pure r'} Dlapemo C.N.S.A., Tecnico di roccia, ,,;:hlzzo
con maggiori accorgimenti (2'). a pag. 32.

823
di un forte spessore di neve. Nel primo rebbe i malcapitati nei precipizi sotto-
caso si scava un solido anello colla piccozza stanti >.
e ' 'i si accavalla la corda piegata in due • Queste cornici presentandosi pianeg-
(l'attuale sistema dcl "fungo"). Scesi per la gianti, invitano quasi gli alpinisti a passarvi
fune, si tira a sé un capo. Bisogna aver sopra. i\hl essi 11011 devono lasciarsi ade-
l':wverten:t.a di lasciare un risalto al di so- scare e preferiscano ognora una diflìcoltà
pra dcli' anello, aflìnché la corda non vi immune da accidenti, che una facilità insi-
scivoli. La seconda maniera consiste nel diosa e traditrice :t.
piantare solidamente il bastone della pic- • In questi casi più la cordata è lunga,
cozza nella neve, e ad esso affidare la corda. più si ovvia all'inconven ien te di precipi-
Scesi tutti, con forti strappi si tira la pic- tare in una colla neve; perché gli ultimi
cozza :t . Sistema che il più delle volte può della carovana possano osservare dove pas-
portare alla perdita della piccozza. Attual- sa il primo e avvertirlo all'uopo, seconda-
mente si fa uso del "fu ngo" anche sulla riamente la pressione essendo dipartita su
neve; ben pressata con gli scarponi e se è una superlìcie maggiore, J"effetto è minimo,
necessario anche bagnata con acqua op- e quindi la cornice può di più resistere al
pure con orina. Naturalmente il "fungo" peso degli alpinisti che vi gravitano sopra
sarà di dimensioni più grandi e per evitare 11 bastone deve affondarsi nella neve e ad
che la corda lo tagli, si arrotoler:\ attorno esso attorcigliare la corda>
ad essa una giaccavento, con una manica • Inoltre l'occhio deve stare di cont inuo
opportunamente annodata alla corda stessa vigile alle mosse dei compagni e atten to
al fìne di poterla sempre recuperare. alla superfìcie della neve :t.
Sulle creste molto affilate, spiega il Bro- Trattando la discesa il Brochcrel ci
cherel: • 11 primo della comitiva fa saltare dice: •Se si discende per lo stesso lato
il 610 della cresta colla piccozza, prepa- per cui si ascese, la via è già tracciata e
rando del;li scalini alquanto grandi, men- facilitata. Solo nella salita, quando si pre-
tre gli altri, col bastone della piccozza sume di poter o di dover ritornare per la
piantano sino al ferro nella neve, sono so- stessa strada, si scavano gli scalini più vi-
lidi, pronti ed attenti :t. cini e pili ampi :t.
• Più di uno alla volta, non si deve cam- • Discendendo, se il gradino è troppo
minare; e quando uno avanza, i compagni lontano, nell'at10 di avanzare il piede, il
stanno fermi e colla corda leggermente corpo pende in avanti, ciò che non do-
tesa :.. vrebbe fare , per una ragione facile a capire.
•Se la cresta da una parie è meno TI corpo deve stare a piombo, poggiare su i
inclinata, si dovrebbe passare per essa, ta- talloni principalmente e gravitare sul pie-
gliando beninteso i dovuti scalini, ed ab- de più basso e posto dalla parte del de-
brancando all'uopo lo spigolo colle mani clivio. I piedi si traslochino con movimenti
In alcuni luoghi la cresta diventa così esile dolci e lenti, a meno che il terreno con-
cd affilata, che bisogna mettersi a caval- ceda di usare un po' più di sveltezza•.
cioni sopra di essa, e passarla in questo • Allorché la pendenza è ripida, lo
modo :. scendere ritti diviene alcun po' i)ericoloso
Parlando delle pericolose cornici ci di- e impacciante. Perciò si cala rinculoni ver-
ce: • Se una com itiva si trova tutta riunita so il pendio, e piantando il becco della
su questa pensile cornice, non v'è dubbio piccozza nella neve, si lascia scorrere lungo
che essa cederebbe sotto il peso e divalle- il bastone, e poggiando i piedi negli scalini

824
Lo Jò t· 1>1 i\ lo:-.1,o.s10, dalla Val Dogna
(Foiocolore di S. Soglio)
debitamente praticati. L'incarico a S<'avarli, solato della montagna in inverno e gli ef-
in tal caso, non può fare a meno di guar- fetti che può provocare su qualcuno. e Un
dare verso il precipizio. Nel tagliar gradini profano non sa resistere alle forze dello
discendendo, il colpo deve essere perpen- ambiente: trovandosi isolato dalla società
dicolare alla pendenza del terreno e non e da ogni manifestazione della vita, incon-
obliquo >. Ora è in uso liii sistema molto sciamente s'immedesima nell'aspetto della
pratico, specialmente fra le guide che spes- natura e lo assale un vago senso di scon-
so accom pagnano in montagna alpinisti forto e di triste-.t.za, che, a volte, invade e
non molto abili nel gradinare, specie in incombe talmente sul morale della persona
discesa. Il capo cordata ancorato ad una d a procurarle temporanee allucinazioni,
piccozza o ad un chiodo da ghiaccio e so- Spiega quindi quali sono le maggiori diffi-
stenendosi coi ramponi e con la piccozza, colt à che s'incontrano nella stagione inver-
si fa calare lungo il pendio per tutta la nale; difficoltà che vanno apprezzate nella
lunghezza della corda dispon ibile, quindi loro giusta realtà. e Esse dipendono in
percorrerà nuovamente il pendio in salita primo luogo dalle giornate brevissime, per
intagliando con minor fatica i gradini ne- cui occorre marciare di notte; dal cattivo
cessari alla discesa. Jn tal modo solleverà stato della neve, essendo generalmente
il compagno poco esperto dal difficile com- abbondante e per soprappiù molle, non
pito di gradinare in discesa permettendogli resistente al peso del corpo. La neve oltre
di calarsi su gradini ampi e ben intagliati a rendere penosa e quasi impossibile la
senza preoccupazioni cli sorta marcia, può generare una serie di fatti e
e Nella neve molle non si deve prati- connessi che non sempre la sa\•ia e ostinata
care un solco trasversale al pendio, perché valentia di un uomo riesce ad evitare ,
la neve potrebbe distaccarsi in fom1a di e Il freddo, molto più intenso in inver-
valanga, traendo seco tutta la comitiva>. no, forma un terribile nemico per J'alpi-
e Nelle ascension i per nevai e ghiacciai nista; non si deve però credere che la
tutto dev'essere preventivamente ponde- temperatura invemale sulle montagne, non
rato e vagliato, e la pratica sia ·sempre la si possa combattere med iante delle previ-
prima guida >. denti osservanze >.
Sul vestiario, da usarsi nelle ascensioni
Il capitolo XIII tralta le ascensioni in- invernali, consiglia: e E inutile ricorrere
vernali. La sua introduzione ci dice: e Le alle pelliccie, come in un viaggio al Polo,
ascensioni invernali sono la conseguenza ma basta il panno ordinario molto spesso.
diretta e immediata dell'alpinismo moder- Si raccomanda il corpetto a maglia, invece
no. Non poteva e non doveva essere altri- del panciotto o anche tutti e due, uno
men ti. Si disse in principio ch'esse erano sull'altro. Sotto il vestito siano almeno tre
un aborto del sedicente grand'alpinismo strati di stoffa >. Tutto questo popò di
Niente di più erroneo; d'altronde i fatti vestiario oltre che a costitui re un peso,
parlano e ci dichiarano essere le ascensioni ostacolerà alquanto i movimenti. Ma allora
compiute nella rigida stagione invernale, ed in seguito fino alla seconda metà degli
non un'egoistica bravata, non un'insensata anni 40, non esistevano i pratici ~duvet~,
e temeraria millanteria, ma quanto il culto confozionati con tela leggerissima ed im-
delle montagne racchiude ed offre di più bottiti in lana sintetica, o meglio, con piu-
raffinato e di più sommamente grande e mino d'oca vivo, i quali rendono più di
bello >. Passa poi a spiegare l'aspetto de- due grossi maglioni di lana. Attrezzati di

825
un completo, giacca con cappuccio e cal- Seguono poi alcune raccomandazioni di
zoni, sì può sopportare bassissime tempe- carattere generale ed una descrizione dci
rature, permettendo, anche se a ''ista non ' 'ari tipi di neve e consiglia: • Si appro-
sembra, una piena libert;\ di movimenti fitt i della luna piena, quando occorre mar-
• Sopra gli abiti, prosegue il Brocherel, ciare di notte. Anzi se la neve porta, la via
pare che i Sella, celebri per le loro nume- da seguire è conosciuta e si ha un bel
rose ascensioni inverna li, portino un sacCQ chiaro di luna, è una delizia il vagabon-
in tela da vela, a tessuto fittissimo, il quale
impedisce al freddo di penetrare e al calore
di uscire >. Sarà questa la progemtrice della
dare sulle mon tagne, le quali sollo gli ar-
gentei raggi dell'astro notturno, acquistano
strane parve nze >. E conclude: • Dopo
I
giaCCa\'ento. alcune escursioni invernali, se ne resterà
•A lle mani si metterà un paio di guan- entusiasmati, e si troveranno più facili e
toni, foderati di pelliccia, a dita unite, col piacevoli che non le si credeva>.
solo pollice separato; devono essere abba- li manuale di Brocherel avrà grande
stanza lunghi da sovrapporsi sulle maniche successo e farà testo in Italia per parecchi
della giubba. Un altro paio di guanti in anni.
lana greggia, s'infì lcrà sui primi >. Chissà
poi perché sopra, &ruanti di lana, anziché in • Il passaggio dell'alpinismo classico a
tessuto impermeabile. • I gambali saranno quello moderno è legato nelle Dolomiti a
di stoffa spessa, in lana non sgrassata. un giovinetto: Giorgio \Vinkler. Attività
Questi gambali in seguito "ghette'', scen- breve, anzi brevissima, la sua, che però
deranno a coprire alle volte tutta fa scar- lascia un'impronta fonnidabilc. Con un
pa, ed in alcuni casi anche la suola, mani- colpo d'ala rivoluziona le concezioni, intro·
festando, nel camminare senza ramponi, il ducendo una misura nuova. I! l'arrampica-
serio inconveniente di far slittare lo scar- mento inteso come arte. La scalata godi-
pone all'inierno di essa. Una saggia inven- mento e in se stesso trova fine e giustifica-
:done sarà la ghetta "tricunì", studiata da- zione. La montagna è considerata per le
gli svizzeri. In tela impermeabile che viene sue pareti, ognuna delle quali ha difficoltà
opportunamente agganciata al bordo su- e problemi propri; contano gli spigoli clclle
periore della suola. ~l eno soddisfacenti, ma torri, le placche, i cam ini, diedri, gli stra·
sempre utili, le uose valdostane. piombi. Si sfoggia un linguaggio nuo-
•Le scarpe con doppia suola, abbiano vo > (15).
il tomaio con doppio spessore di cuoio, con L'attività di \Vinkler ha inizio nel Kai-
panno interposto. Vanno pure rivestite di sergebirge nel 1886 e tennina nel 1888 sul
stoffa all'interno, o meglio di pelle di ca- monte \Veisshorn. • Con \Vinkler si ch iu-
storo o di lontra. Siano grandi da pennct- de in modo spettacolare il periodo evoluzio-
tere due o tre paia di calze, e comode da nistico. Egli compì l'impresa del Va jolet -
non stringere in verun modo il piede, che oggi calcolata di quarto grado - senza au-
deve starvi con agio, affinché il sangue silio alcuno; scalò genuinamente con le pro-
circoli liberamente >. prie forLe soltanto, senza ricorrere all'aiuto I
• Se si prevede di dover passare la dei chiodi > C-').
notte all'aperto, bisogna procurarsi un sacco
in tela, quasi impermeabile; chiudendo-
Winkler con la sua salita alla Torre dcl I
(2S) c.u1011e10, opera citato.
visi dentro e sotterrandosi nella neve, si
può passare impunemente una nottata >.
(lii) A. BKtm, Cu/Ja delle Dolcmlti Orienla/J, schiz.
wapag. 714.
:
i
826

i
I
I
Vajolet, nel 1887, che prenderà il suo nome, che la corda provocava alle mani. Tita Piaz
esprime un livello tecnico mai raggiunto fi- vi rimediò in seguito perfezionando il si-
no allora e segnerà l'inizio di quello che in stemo escogitato dal bavarese Hans Diilfer.
seguito sarà il quarto grado nella scala delle A Diilfer viene erroneamente attribuito il
d il!ìcolt1ì. !\fa solo tre anni più tardi il fassa- geniale sistema di sfruttare gli appigli ver-
no Tita Piaz con la salita della parete nord- ticali escogitato da Piaz e tecnica Piaz •,
est alla Punta Emma raggiungerà il quinto e che consente di salire con minimo sforzo
grado. anche placche prive di veri e propri appi-
• Con la scalata alla Punta Emma, Piaz gli, valendosi di un gioco di controspinte.
ltx.1..'Ò il limite ùi ciò che l'uomo poteva rag- Si affcrrn cioè l.Vll le mani lo stesso orlo
giungere senza l'impiego dei mezzi artifi- della fessura o dello spigolo di una costola
ciali. Dopo la Punta Emma verranno il verticale e gettando il corpo in fuori si au-
quinto superiore ed il sesto grado, ma con mentano quanto più la placca è ripida e
essi la tecnica en tra in un campo completa- quanto più l orlo della fessura e arrotonda-
mente diverso, addotta ch iodi, moschettoni, te.. Questo sistema viene usato con vantag-
corde, carrucole, staffe, cosa da molti di- gio per la sa lita in fessura: quando però è
scussa ed ancor oggi non da tutti accetta- stretta cd abbia le labbra esterne a spigolo
ta. • · vivo •, e ci si appiglierà con ambo le mani
e Piaz, poiché non ci sono salti nell'evo- al labbro meno arrotondato, mentre i piedi
luzione dell'alpinismo, completa la rivolu- verranno puntati a contrasto sulla parete o
zione alla quale \Vinkler a\·eva dato una sul labbro opposto • (2').
spinta prepotente, e, anche senza volerlo, Nei primi lustri del '900 molti sono
spiana la via all'uso sempre più abbondan- gli alpinisti che compiono imprese di pri-
te degli ausilii tecnici • (11). missimo piano, soprattutto perché in questo
Nel 1905, Tita Piaz assieme a Trier, sa- periodo la tecnica dell'arrampicamento vie-
le il Campanile di Toro per l'allucinan te ne raffinata, portata alla perfezione, sono
parete nord-est. Piaz definirà questa impre- questi i precursori del sesto grado. In Itali a,
sa la più difficile delle Dolomiti e forse del- oltre a T ita Piaz, merita una citazione An-
le Alpi per la sua spaventosa esposizione. gelo Dibona i cui tracciat~ su tutta la cer-
25 anni più tardi, la via verrà ripetuta dai chia delle Alpi, hanno uno stile inconfondi-
fratelli Schmid, i conquistatori della parete bili, quello della verticalità, della via più .
nord dcl Cervino e da essi verrà giud icata diretta e più breve che porta alla cima.
di quinto grado. Nello stesso anno, sempre Oltr'Alpe s'affaccia imperioso Paul Pre-
con Tricr più altri tre amici, Tita Piaz com- uss, e il cavaliere della montagna •, e I-Ian-
pie la celebre discesa dagli strapiombi nord nes Ficchtl. Quest'ultimo sentendo più di
del Campanile di Val Montanaia. 37 m nel ogni altro la necessità di una concreta assi-
vuoto più assoluto. Resterà per molti anni curazione in parete inventò i chiodi da roc-
la più lu nga e più celebre corda doppia cia. Di.ilfer, suo allievo, H perfezionò e
delle Alpi. Un'impresa veramente eccezio- per primo li usò anche come procedimento.
nale, soprattutto se si pensa al primordiale Preuss, nettamente contrario all'uso dci
sistema di calata. La corda viene afferrata chiod i, non volle mai usarli. Tita Piaz li
con le mani e stretta fra le gambe indi ci si
lascia calare nel \'llOto. ]';: facile immagi- (27) E. CASTICLIO"<I, L'~ro roccia, in• Al-
p:nismo •.
nare quanto fosse faticoso e pericoloso (l*) Tecnica Pia:r.: \'cdi G.ol08810, opero cil11ta.
questo sistema, senza contare le bruciature fotoapag.365.

827
ammetteva solo per assicurazione. Le pole-
miche fiorirono attorno a questi uomini, ma
l'evoluzione non si arresta ed i chiodi diver-
ranno indispensabili per le future imprese
alpinistiche.
Jntanto Paul Preuss nelle sue massime
affennava che e la giustificazione dell'im-
piego dei mezzi artificiali vi è soltanto in
caso di pericolo>. Jndubbiamente egli que-
sto pericolo non lo sentì mai e continuò a
salire con tecnica e stile inconfondibili pa-
U110 1ielclllodi !J$11ff 11el/'w1ticlrltd.
reti allora ritenute inosabili, spostando il
limite dell'impossibile sempre più lon tano.
Si serviva d~lla corda solo per assicurare il
compagno cd aveva ideato un nodo che fa- prima di allora, ritenute umanamente inac-
cil1J1ente si sarebbe sciolto qualora egli fos- cessibili, come: la parete Ovest della Ci-
se precipitato, non avrebbe così travolto ma Grande di Lavarcdo; la Torre del Dia-
l'amico. Superava in discesa le stesse diffi- volo e fa Guglia De Amicis, conquistate
coltà che incontravano nella salita senza in precedenza, rispettivamente: da Anto-
mai usare mezzi artificiali. e La misura delle nio Dinmi e Tita Piaz, con attraversata
difficoltà che un alpinista può con sicurezza aerea, lanciando una corda da cime vicine.
superare in discesa senza l'uso della corda Oppure la Sud'est della Fleischbank e la
e con animo tranquillo, deve rappresentare direttissima sulla Ovest del Totenkirchl nel
il limite massimo delle difficoltà che egli Wilder Kaiser, vie quest'ultime che richiese-
può affrontare in salita >. Questo afferma- ro tre grandi attraversate a corda. Tecnica
va nelle Slie massime, affinché gli alpinisti questa ideata da Di.ilfer per attraversare
imparassero a scendere per dove erano sali- tratti di parete non percorribili in arrampi-
ti affrontando così la montagna con assoluta cata libera (~. Nonostante la sua tecnica,
sicurezza e piena serenità di spirito. Ciò no- ' Diilfer non riuscì a realizzare il suo più
nostante, ancor oggi, pochissimi sono gli al- grande sogno: la nord della Furchetta. Con
pinisti capaci di salire le vie di Preuss in li- Luis Trenkcr salì due teni della parete.
bera arrampicata e discendere senza l'uso Giw1sero a quel piccolo pulpito che oggi si
delle corde doppie, come egli fece. Cito chiama e: Pulpito Di.ilfcr >.Apparve impos-
ad esempio la Piccolissima di Lavaredo ed sibile proseguire senza l'uso di larghi mezzi
il Campanile Basso dCl Brenta. artificiali. Si scatenò un violento temporale,
Jntanto l'arrampicata libera si avvia ver- ridiscesero. Poi scoppiò la guerra. Solo nel
so i limiti più estrem i. Il superamento di 199-4 Luis Trenker descrisse il tentativo di
tratti troppo lunghi su forti difficoltà ed i scalata effettuato con Di.ilfer e così si espres-
posti di assicurazione in parete fattisi mag- se: • Ed io dico: la Furchctta non cadrà;
giormente piccoli, esigono l'uso dci mezzi purché si abbiano a tentarla tipi di scalatori
artifìciali. lfans Di.ilfer, allievo di Preuss, nuovi, armati di ferro e di cemento, con
in seguito gli fu antagonista, ritenendo qualche tecnica speciale, che però con !'al-
consentito l'uso dei mezzi artifìciali. Con
lui inizia la mCKlema tecnica cli arrampi- (li) Dl111e11sa C.N S.A., Tecr•lca di roccia, schl7.:W
camento, che porta ad affrontare pareti, apaa:.SO.

828
pinismo non avrebbe nulla da fare •. Que-. 1° grado . elementare;
sto era il concetto di Trenker, abbastanza 2• grado • facile;
simile a quello che Preuss aveva espresso 3° grado . mediocremente difficile;
dodici anni prima. 4° grado • difficile;
L'evoluzione non si arresta e solo un an- 5° grado . difficilissimo;
no più tardi la grande guida Emi! Solleder, & grado - estremamente difficile;
antesignano di un'epoca nuova, giunto con
Per le salite che si effettuano solo con
\Viesner al e Pulpito Diilfer >, deviando a
mezzi artificiali è stata adottata la seguen-
nord-ovest superava la parete incombente,
te classificazione delle difficoltà:
ma era sopr..ivvcuuto, :.:1.H;:1.:ialme11lt: per o-
pera .sua, l'arrampicamento con larghi mez- A 1 (Artificiale J) • Tratto di salita in
zi artificiali, depre<:ato da Trenker. cui sono necessari la doppia corda, i chiodi
Solleder fu il primo a compiere una a- come mezzo di progressione e le staffe. Vi
scensione di sesto grado integrale : un'a· è la possibilità di piantare i c hiodi sullo stes-
scensione, cioè, nella quale le difficoltà si so asse della progressione. Difficoltà equipa·
mantengono costantemen te al limite delle rata al IV grado della scala di Welzenbach.
possibilità umane. A 2 (Artificiale 2) . T ratto che si sale
Con lui ha dunque effettivo inizio l'al- con i mezzi artificiali come pe r l'A 1, con
pin ismo delle difficoltà supreme, delle ar- la differenza che i chiod i possono essere
rampicate folli e impossibili. piantati solo al di fuori dell'asse di progres-
La via aperta dn Solleder e Lettem- sione. Difficoltà equiparata al V grado della
bauer nel 19"..5 sulla parete nord-ovest della scala Welzenbach.
Civetta, nelle Dolomiti agordine, è una pie. A 3 (Artificiale 3) - Tratto che si sale
tra miliare non solo nei riguardi dell'alpini- con tre corde (oppure due corde cd un cor-
smo ma anche dell'ardimento umano. dino), staffe ed ogni altro mezzo a disposi·
A questo punto si sentì il bisogno di un zione dell'alpinista (generalmente per il su-
metro universalmente adatto, che desse il peramento di forti strapiombi e tetti ove si
modo di misurare le e vie•, catalogandole incontrano le difficoltà maggiori che J'alpi·
minuziosamente. Ci:\ in passato s'erano fat- nista possa superare). Difficoltà equiparata
ti dci tentativ i, ma solo nel 19'26 Willy \Vel- al VI grado della scala \Velzenbach.
zembach riusci ad abozzare qualcosa di e Tali classificazioni possono servire a
concreto che negli anni successivi venne scopo di largo orientamento e di consiglio
perfe-.1.ionnto. agli alpinisti per poter giudicare sé stessi
J] limite minimo della scala è il primo di fronte alle difficoltà della montagna. Nes-
grado, ossia dal punto in cu i l'arrampicato· sun altra interpretazione va data alla scala
re provetto deve mc tlere le mani sulla roc- delle difficoltà per non incorrere nel depre-
cia pe r sali re. l i limite massimo, sesto gra- cato malvezzo di confondere l'alpinismo col
do, invece viene considerato quanto l'ar- e gradismo >, giudicando la bellezza di una
rampicatore pro\!etlo è impegnato all'estre- ascensione solo s11b specie difficu/t(lt/s (lii).
mo. Jl numero dei chiodi infissi non centra e In teoria tale graduatoria può essere
con le difficoltà giacch6 queste vengono applicata a tutte le ascensioni, ma in prati·
valutate dopo che il chiodo è stato infisso ca essa serve solo per le salite di pura roc-
nella roccia. Un esempio di scala che tro- cia e specialmente quelle dolomitiche, men-
va oggi favore in accreditate pubblicazioni
alpinistiche è la seguen te: (~ Dl.tpc11$a C.N.S.A., Tecnica di Rocda, pag. 75.

829
tre è difficilmente applicabile alle salite mi- Solledcr partì dal Rif. Coldai con una ca-
ste e tanto meno a quelle esclusivamente di terva di chiodi, e nella fessura obliqua ini-
ghiaceio, nelle quali influiscono inoltre la ziale piantò anche un cuneo cli legno :t .
grande difficoltà in condizioni cli minor fre- (primo nella storia dell'alpinismo) •A lla
schezza che non ad esempio in molte zone chiodatura sistematica per vincere grand i
calcaree :t. problemi impossibili con mezzi ordinari si
11 Cervino può essere facilissimo così era pensato fino a poco tempo prima, fatt e
come può essere un'impresa fonnidabile. poche eccezioni, solo per ripudiarla :t.
Il monte Bianco, salendolo eia Chamonix • Con Rossi e Solleder il dado fu tratto
per la via abituale, è u1111 pu sse~i:1ta se le e la parola "I mpossibile~ si avviò a venir
circostanze sono favorev'Oli; in altri momen- pressoché cancellata dal ,·ocabolario dei
ti può presentare pericoli e difficoltà di monti. Alla scala ascendente dell'alpinismo
fronte alle quali quelle dcl Cervi no sono un sulla montagna pura, che aveva raggiunto
gioco da ragazzi. il suo apice al limite inferiore del quinto
grado, suben trava, col limite superiore del
L'anno precedente alla grande conqui- quinto e col sesto, la scnla dell'nrrampica-
sta cli Solleder sul Civetta, Rossi e Simon mento sulla montagna inchioda ta • ·
avevano aperto una via diretta sulla nord e Quando Solleder salì la Civetta da NO
del Pelmo. • Erano trascorsi dodici anni e vi fu chi scrisse che il limite estremo delle
con essi la guerra, dall'impresa cli Di.ilfer possibilità <li roccia era ormai stato definiti-
sulla Cima Grande di Lavarcelo dall'ovest vamente pressocché raggiunto. Così già si
e non una sola vittoria cli pari importanza era detto quando, vinta per la prima volta
era stata consegu ita ancora sulle Dolomiti la Piccola, venne raggiunto l'inizio dcl 3°
Orientali, quando apparvero Rossi e Simon grado, quando sul Camino Schmitt della
e vinsero la nord dcl Pelmo :t. Punta delle Cinque Dita venne raggiunto
e Fu l'àscensione più ardua nella regio- l'inizio del 5°; nel 19"-5, all'inizio ciel 6°, la
ne dolomitica; venne con essa raggiunta dichiarazione fu ancor pili recisa. E tuttavi ..
quello che oggi si considera il limite supe- da quell'anno abbiamo veduto scalate di
riore del quinto grado; e fu per Hossi il difficoltà progressivamente se pur len ta-
trampolino di slancio a quel sesto grado mente crescenti, le quali hanno riempito il
che l'anno dopo egli stesso rairi;iunire nella S° grado talmente che sembra ne debbano
lontana Fleischbank: livello che nella cer- presto straripare: così che qualcuno vorreb-
chia delle Alpi non era stato fino ad allora be oggi respingere le vie di Solledcr dal 6°
raggiunto • (l1). al 5°1 E c'è chi ha proposto un 7Qgrado :t .
850 m misura la nord dcl Pelmo ed i pas- • L'annuncio delle spettacolose imprese
saggi si susseguono difficilissimi per tutta di Rossi, di Sol\eder, dei loro emuli pronta-
la salita. Vengono piantali otto chiodi, co- mente comparsi, dà in ogni zona delle Al-
sa del tutto eccezionale pe r quei tempi , pi, e particolarmen te nella zona dolomitica,
mentre al giorno d'oggi ecr:ezionale sareb- poderoso impulso allo sviluppo dell'arram-
be pian tarne così pochi su una via di pari picamento nel pi~1 complesso st ile e dell'al-
difficoltà. Questo sta a dimostrare l'alto li- pinismo in generale :t ("). ~ l a la prima via
vello tecnico raggiunto, già allora, dai ba- di 6° grado italiana deve attendere il 1929
varesi.
• Con Rossi e Solleder siamo entrati nel (ll) A. B1mn. O/HWI rlta/11, \'OI. I.
dominio della tecnica dei mezzi artificiali. (ll) A. Di::1m, OP<l«l citata, \'Ol. I .

830
per essere aperta ed il merito sarà di Emilio Pcutérey, via questa che viene paragonata
Comici con la salita alla parete nord-ovest alla Sollccler del Civetta. Ma la nuova tec-
della Sorella di ~lezzo (Sorapis). nica sarà introdotta nelle Alpi Occidentali
da un altro grande alpinista, Giusto Ocrva-
Emilio Comici, guida alpina, è stato sutti.
giudicato un virtuoso dcl 6" grado. Nato in Friuli, quindi le sue prime mon-
Al principio della sua carriera alpinisti- tagne saranno le Carniche e le Dolomiti.
ca non ne sapeva niente, nè di tecnica, nè e Giunse al grande alpinismo da solo, per
di alpinismo in genere. Dal nulla, si può di- autentica vocazione>. Si legge di lui: e ... è
re, egli incominciò n salire usando una tec- il rocciatore che dalle Dolomiti p:i..~sa al
nica che necessariamente era identica in al- granito ed al ghiacciaio, infondendo alla
cun i particolari a quella allora in uso, ma tecnica ed alla mentalità delle e grandi Al-
egli ne superò ogni limite portandola ad un pi > quella dinamica e quel respiro che por-
livello eccezionalmente alto. L'uso di due tano a concezioni pili ardite, vorremmo di-
o tre corde, delle st affe, i pendoli, le verti- re più agili, più sportive.> e ... con lui il
ginose corde doppie, furono, assieme all'ar- sesto grado s'insedia nel Bianco. Pur ri-
mamentario dei ch iodi, dci martelli , dei mo- manendo fedele alle origini, diventa e occi-
schetton i, gli clementi costitutivi di tale dentalista >, meglio detto, fonde in sè le
tecnica che è l'ultimo ritrovato della scien- due scuole, impone con le sue opere un rit-
za alpinistica ed il risultato delle sue estre- mo più accelerato, porta a considera re pro-
me tendenze. blemi nuovi, specialmente tutto ciò che sa
e Per Comici l'arrampicamento era arte. di verticale, di lìlo a piombo, e se vi sono
L'arrampicata doveva avere eleganza di rientranze, tanto meglio. € per impulso di
fonna cd am1onia di mO\•imenti, doveva Gervasutti che l'alpi nismo occidentale in
essere eseguita con sicurezza, senza esita- poco pili di un decennio si rivoluziona, ri-
zione e senza sfor.to apparente. Il suo modo dimensiona i giudizi su creste, punté, pa-
di arrampicare era tutto speciale. Le sue reti, guarda con altri occhi ciò che era con-
mani accarezzavano le asperità, mentre il siderato al di là delle possibilità umane, lo
corpo, distante dalla roccia, si innalzava affronta e lo risolve > (").
con moto continuo e sell'tA'l scatti, sostenu- Cadono così sotto il peso della nuova
to dai piedi che poggiavano su scabrosità tecnica le ph'i imponenti pareti delle Alpi.
invisibi li •("). li chiodo, da principio detestato, entra
Insegnò a su perare i tetti e a ritornarvi a ferire ogni fonditura della roccia. Degli
con l'uso della ter.ta corda. Dette, perfino, 8 e 12 usati rispettivamente da Rossi sulla
delle dimostrazioni prat iche di come si de- nord del Pelmo e da Solledcr sulla nord-
ve comportarsi in parete nel caso di una ca- ovest del Civetta, si passa ai 45 usati da
duta ('"). Comici nel '33 per salire la nord della Cima
Insegnò la sua tecnica in molte scuole Grande di Lavarcelo cd ai 60 usati da Cas-
d'alpinismo e la illustrò in innumerevoli sin per salire lo spigolo sud-est della Torre
conferenze. In breve tem po questa venne Trieste ed altrettanti, usati dallo stesso, per
adottata da tutti gli alpinisti.
La tecnica nelle Alpi Occidentali sem- (JJ) E. Co~ncr. A/1,foismo eroico.
brava essersi arrestata, anche se nel 1930 (1") Dis1>e•ISO C.N.S.A., Tecnico ili roccio, <chi1.w
a pag. 66, fìg. 52; C"'"""' AITdmplcatc libere. folo
i tedeschi Brcndel e Schallcr, aprono la 4•.t:w.130,palil.232.
via della cresta sud all'Aibruillc Noire de (JS) CM•ORBIO, Uomini i/cl KUo groi/o.

831
conqu istare la nord della Cima Ovest di
Lavare<lo. Ma il record degli anni '30 verrà
raggiunto da Soldà, con 70 chiodi, per sali-
re la sud.ovest della ~ l annolada.
Sembra che il gran mondo alpinistico
si sia assuefatto all'impiego di larghi mezzi
tecnici, soprattutto perché ritiene che il li-
mite massimo sia oramai raggiunto, ma la
fantasia dell'uomo tende a problemi sempre
più ardui. f: così che nel '·H i cortinesi vin-
cono la sud-est del Pilastro di Roces, im-
piegando, fatto senza precedenti, ben 120
chiodi. Essendo in piena guerra la cosa
passò quasi inosservata.

T primi anni del dopoguerra sono dedi-


cati alle ripetizioni delle grandi vie ed al
perfezionamento dci materiali. Fanno la
loro com parsa le prime corde di fihra arti-
ficiale a sostituire quelle di canapa, che, se
pur giudicate, fino allora, le migliori, pur
tuttavia presentano notevoli inconvenienti
quali: il notevole peso, l'irrigidimento
quando non sono perfettamente asciutte;
l'umidità inoltre, favorisce .Ja formazione
di fastidiosissimi nodi, pregiudicando la
scorrevolezza della corda stessa. Inconve- C/tlodi da roccia.
nienti che non si riscontrano nelle moderne
corde in fibra artificiale, lilion, nylon ecc.
Quest'ultime presentano inoltre, una resi- di 3-4 metri per fare anelli da porre attor-
stenza allo strappo di gran lunga superiore no agli spuntoni o da fissare ai chiodi per
a quelle di canapa, pe rciò si è pensato a ri- l'impianto della corda doppia, per fare staffe
durne il diametro, ancora a vantaggio del e nodi Prusik.
peso, da 12 a 10 mm. Usando anclie una Martelli - A due teste (mazzetta) o ad u-
corda da 10 e<l una da 8 mm per le salite na testa e punta (norma le). Quest'u ltimo è
artificiali. Per salite in ghiaccio o miste, il più usato, servendo la punta a scalfire o
vengono usate anche solo corde dal diame- rompere la roccia, o per arrotondare gli
tro di 8 mm. spuntoni adatti pe r l'impianto della corda
La lunghezza della corda è d i 40 metri. doppia, o per fac ilitare l'estrazione dei chio-
Le eccezioni sono riservate alle particolari- di. Vengono muniti di laccio opportuna-
tà dell'itinerario da percorrersi ed al nume- mente annodato per assicurarlo a tracolla
ro dei componenti la cordata. cd al polso.
Cordini da 4·6 mm di diametro vengo- La grande serie dei ch iodi oggi in com·
no usati su salite molto impegnative come mercio, fa semplicemente impallidire quel-
ter1:a corda, per autoassieurazione, spezzoni li mdimentali creati da Fiechtl. Verticali,

832
preparati, ottimi per fessure troppo larghe
a qualsiasi tipo di chiodo. Vengono poi i
chiodi tubolari, semitubolari ecc. per le sa-
lite in ghiaccio.
I moschettoni e sono anelli di metallo
con un lato apribile mediante sistema a mol-
la, che vengono agganciati ai chiod i ed en-
tro i quali viene fatta passare la corda.>.
Anche in questo campo gli accorgimenti
non mancano, perciò i tipi sono numerosi,
ci si sta però orientando su i tipi trapezoida-
li in leghe leggere.
Staffe - Sono state ideate per creare ap-
poggi artificiali nel su perare pnssaggi cli roc-
cia straordinariamente liscia, per superare
forti strapiombi o tetti.
Le prime erano costituite da un sem pli-
ce anello di corda che veniva agganciato
al moschettone. Un anello più lunJ?:O appo-
sitamente annodato dava la possibilità di
sfru ttare due o tre scalini. In seguito venne-
ro costruire delle vere scalette di corda dai
gradini in legno o in leghe leggere.
Il numero di staffe che un alpinista si
portava appresso in una grande salitp. nel
primo ventennio del sesto grado, era di due
o tre. Tn seguito questo numero è salito a
parecchie unità. Alcune guide per facilitare
la salita ai loro clienti, usano delle e scalet-
te • lunghe diversi metri.

Nell'ultimo dopoguerra viene costitui-


ta in seno al Consiglio Centrale ciel C.A.l.
la Commissione Nazionale per le Scuole di
Alpinismo, la quale ha lo scopo di: e favo-
rire la istituzione, coordinare il fu nziona-
mento, indirizzare e controllare l'attività
delle Scuole d'Alpinismo presso le Sezioni
e Sottosezioni del C.A .I . Diffondere la co-
noscenza e promuovere la unificazione della
orizzontali, ad anello fisso o mobile, lunghi, tecnica alpinistica e dei metodi per il suo
lunghissim i, corti, cortissimi, larghi o stret- insegnamento... Ist itu ire Corsi per istruttori
t i. Ch iodi a e L > o e U > per fessure larghe, di Scuole di Alpinismo... Predisporre pub-
insomma ce n'è per tutte le q ualità di fessu- blicazioni alpinistiche di carattere tecnico
re. A quest i si uniscono i cu nei di legno, e didattico. >. Una di queste pubblicazioni

833
e Tecnica d i roccia>, descrive la tecnica
più aggiornata e razionale. I primi capi toli
riguardano l'arrampicata libera, che noi tra-
lasceremo per soffermarci al capitolo VII
che spiega la moderna tecnica dell'arram-
picamento, ossia la e salita con mezzi artilì-
ciali >. Questa tecnica viene adottata quan-
do la montagna oppone ostacoli tali per cui
rarrampicata libera o naturale, diventa im-
possibile ed allora l'alpinista ricorre ai ch io-
di, ai moschettoni, alle staffe, a due od an-
che tre corde come meai di progressione,
anziché di assicurazione soltanto; e ... la
doppia corda consente di superare anche
tratti di parete privi o quasi di appigli, pur-
ché vi si:rno delle fessure adatte per pianta-
re i chiodi >.
e Ci si lega con due corde, preferibil-
mente a doppia bretella • (affinché, in caso
di volo, lo strappo venga d istribuito a tutta
la cassa toracica). e ~ l enire il secondo si
trova in ottima posizione di assicurazione, il
capo cordata pianta un chiodo, ch iamato
Mch ioclo base" sul quale aggancia due mo-
schettoni e vi fa passare ambedue le corde.
Si innalza 'quindi il pili possibile e pianta
un altro chiodo al qua le, con un moschetto-
ne entro il quale avrà fatto passare una del-
le due corde. Sui gradin i della staffa si in-
nal:tA"l il più possibile e pianta un altro chio-
do, a questo aggancia un'altra staffa e l'al-
tra corda, ricupera la prima staffa e con-
tinua a salire ripetendo le operazioni de-
scritte> .
e Tem1inata la corda e, non trovando un Mosc/wl/011i.
punto di sosta per l'assicurazione, il capo
cordata può servirsi allo scopo delle staffe : C?rd ino. Essa serve da collegamento fra il
pianta due chiod i, ad ognu no di essi ag- capo cordata e i suoi compagni . (riforni-
gancia una staffa e su ogn i staffa, inlì\a una men to di materiale ccc.) e, in caso di riti-
gamba lìno a trovarsi seduto sui grad ini, si rata, pe r poter ricuperare il materiale e reu-
autoassicu ra e in questa posizione può as- dere più agevole il ritomo •.
sicurare e far risalire il cmnpagno >. e La ter-La corda deve q uindi essere ag-
e Per il superamento di forti strapiombi ganciata solo al chiodo base > (5').
e tetti \'iene usata la tecnica già descritta
con l'aggiunta dell'uso di una terza corda o (36) Dl.rpen.sa C.N.S.A., Teculca di Roccia.

834
e Per superare strapiombi o tetti le staf- per superare i 450 metri di parete. Un'esa-
fe devono essere usate raziona lmente spe- gerazione per coloro che escludono queste
cialmente nell'uscita. In tal caso una staffa fonne di alpinismo; una grande impresa,
deve essere possibilmente fi ssata nel punto se \•aiutata sotto l'aspetto dcl progresso tec-
di massima sporgenza allo scopo di elimina. nico.
re il più possibile lo strapiombo ed avere la L'anno successivo, sempre con largo im·
possibilità di riprendere la posizione eret- piego di mezzi tecnici, \"engono aperti altri
ta > (.17). • due grandi itinerari, questi nelle Dolomiti:
« In caso di fo r.w to ritorno, si aggan· uno dai francesi Cabriel e Livanos con la
eia la terza corda neirultimo chiodo pian- guida Da Roit su lla N.0. della Cima Su
tato cd in un moschettone fissato anterior- Alto, nel gruppo del Civetta; l'altro dagli
mente nella cintura. Si ha così la possibilità e Scoiattoli di Cortina >, su lla $.O. della
di tornare al terrazzino di parte nza senza Cima $cotoni, nel gmppo di Fanis, rispct·
troppa fatica, aiutati dai com pagni e di ri· tivamente con l'impiego cl i 125 e di 140
cu1>crarc anche quasi tutto il materiale u- chiodi.
sato durante la salita • (l*). Solo ammirazione pe r queste due gran-
Col sistema della doppia conia le pro- di conquiste, ma lo e scandalo > scoppiò
babilità di cadute vengono assai diminuite, pe r una via aperta dai francesi nel gruppo
poiché si resta quasi costantemente appesi del Bianco, la parete ovest del Pe tit Dm.
alle corde: nel caso che qualche chiodo € noto infatti che il superamento è av-
malsic uro ceda, il volo si riduce a pochi me- ven uto in due tempi e cioè: nel primo ten-
tri subito arrestato dagli alt ri chiodi e dal- tativo, la cordata composta cli tre alpinisti,
l'una o dall'altra corda. Ecco pcrcf1é certe superarano con quattro bh•acchi oltre metà
formidabili pareti che richiedono chiodatu- parete, poi rid iscesero. Nel secondo tentati·
re integrali, esigono sì doti di tecn ica e di vo, questo in quattro uomini, poichç nel
resistenza eccezionali, ma sono in definitiva primo si erano impiegati tre giorni per sa-
meno pericolose di altre pa reti meno spet· lire ad un certo punto presso lo spigolo
tacolari, che vengono norma lmente sca late nord-ovest, gli alpinisti si portarono sulla a-
in libera arrampicata. diacente parete nord, oltre il punto su ac-
Le traversate pe ndolari (pendoli) ser- cennato e con una attraversata per la quale
vono e ... pe r raggiungere un punto dal qua- vennero usali 7 chiod i ad esp..'lnsione rag-
le si è separati in linea orizzontale da un giunsero il punto superiore ciel primo tcn·
tratto di parete priva, o quasi, di asperità tativo e di 1:\, in altri due giorni, superarono
alle a pennettere di procedere. C i trovia- l'intera pare te.
mo, per così dire, nei guai e per raggiungere Le critiche più severe a questa salita so-
rocce articolate distant e da noi 8-10 metri, no stat e non tanto pe r i 250 chiodi usati,
solo il pendolo può risolve re il problema >. quanto per la mancata continuità della sali-
ta e soprattutto per i sette chiodi ad espan-
Con le scuole d'alpinismo la tecnica di- sione, usali per il collegamen to nella se-
viene di dominio pubblico ed una nuova conda fase.
generazione sorge al la conquista di quello Un grido di indignazione scaturì da tutti
che fin o allora era ritenuto impossibi le. gli ambienti alpinistici. li chiodo ad cspan-
Nel 1951 Bonatti e Ch igo, salgono la
(l1) Disfienso C.N.S.A., Teoiica di Rvcda: 011pure
strapiombante lavagna dcl Gran Capucin, E. eo~na. Alpi11i$rll() CTO,CO, 4• foto.
impiegando ben 200 chiodi e c unei di legno, (JI) Dispensa C.N.S.A., Tecnica di Roccia.

835
sione era una profanazione troppo grande
per la montagna.
~ l ai condanna più severa e generale è
stata pronunciata dalla nascita dell'alpin i-
smo.
~ la vediamo un po' da vicino cosa sono
questi chiodi ad espansione. I testi tecni-
ci ci dicono : e: I cl1iocli per roccia compat-
ta presuppongono la foratura arti6ciale del- Chiol/Qod up1111sione Chatlel.
la roccia. li foro viene fatt o col martello
cd il perforatore e•) in acciaio con tem pera Il chiodo ad espansione cl<\ quindi la
adeguata alla durezza della roccia e calibra- possibilità di superare placche tremenda-
to al diametro del chiodo. La profondità mente liscie e senza fess ura alcuna. Jn una
varia da cm 1,5 a 2,5 ed è pari alla lunghez- parola e annulla , l'impossibile. Perciò og-
za dcl chiodo>. gigiorno, qualsiasi problema può essere ri-
e Possono essere ad espansione od a solto, basta solo forza e cost:mza.
pressione ('°). Nel primo caso il chiodo, a Predisse il compianto Antonio Berti nel-
sezione cilindrica, presenta nella sua estre- la sua premessa sulla storia dell'alpi nismo
mità una fend itura in cui viene inserito il dolomitico nell'ultima edizione della gu ida
cuneo, il quale toccando il fondo del foro e Dolomiti Orientali , ... • Può sentirsi si-
sotto i colpi del martello, provoca l'allarga- curo lo spaventoso strapiombo nord della
mento, cioè l'espansione, dcl chiodo stes- Cima Ovest di Lavarcelo che un giorno, con
so>. una caterva di mezzi meccanici, non si pen-
e li ch iodo a pressione può essere a se- serà e si arriverà a superarlo? Si sentono
zione quadra-arrotondata, oppure tronco sicuri, di fronte a qualche scalatore moder-
con ica rigala e viene for.t.1to col martello no, il Campanile S. Marco di Venezia e lo
nel foro a SC'.lione leggermente inferiore a strapiombo S.E. della Torre di Pisa?>. La
quella del chiodo ,. sua illuminata predizione trova riscontro
Questo in generale, ogni alpinista poi
studiò per proprio conto varie forme e le
varietà oggigiorno sono innumerevoli. Qual-
cuno già ne rivendica la priorità. Una nota,
afferma essere stato De Francesch il primo
a farne uso sulle Dolomiti o per lo meno a
darne notizia e precisamente per la prima
salita alla Torre Mosch itz o Fungo d'Om-
bretta, nel 1956. Ma questi chiodi erano già
da parecchi anni in uso nelle truppe alpine,
sia pure di dimensioni più rilevanti, pe1
attrezzare vie che avrebbero consentito il
passaggio di interi reparti

(91) Tecnica 111 Rocc:1a, Nuova tlispcn.,.. C.N.S.A.,


schizzi.
(.:I) Tecnica tll lllJC'da, Nuo•'a tlispcn,.. C.N.S.A., Chiodo dstema Pellebroue: I cuneo, 2 clrlado, 3 spraa·
schizzi. ghetta, 4 ferra a T , 5 anello 1Hlr il •nD«hello11e.

836
Chiodo od upon.rlonti con /,..,,111a d'acciaio.

C"1otlooCQmpre11'orte
Rrmu/11.'f,
FENDITURE

(;6'"""h,
Chiodo a uil• con pl'arlra ~16.

837
a distanza di pochi anni non in una, ma in Le polemiche dilagano, tanto che un vec-
più direttissime sulle stesse pareti. chio alpinista ci dice: e:: Tutte queste 1>0le-
Nonostante la generale avversione al miche sulruso dci chiodi ad espansione mi
nuovo mezzo tecnico i tecleschi I-lasse, fanno venire in mente quelle sorte, qual-
LOw, Brandler e Lchne nel 1958, aprono la che decennio fa, in merito al chiodo cosi-
direttissima su lla nord della Cima Grande detto normale ... >. Ed intanto qualcuno ar-
cli Lwaredo, impiegando diversi chiodi ad fem1a essere contrario alruso di questi
espansione. Proprio su quella via do\•e si chiodi e:: ... per motivi soprattutto etici, de-
erano infranti i tentativi degli e: Scoiatto- nunciando il pericolo che seguendo que-
li > di Cortina ancora restii all'uso di chiodi sti concetti l'alpinismo finisca per tramutar-
ad espansione. si in una semplice ginnastica acrobatica >.
In settembre dello stesso anno, Basse e e: ... Dal punto di vista tecn ico, la 1>0ssibi-
Brandler, sempre con l'ausilio dei chiodi ad lità di piantare un chiodo in un qualsiasi
espansione, aprono una via diretta sulla fa- punto della roccia porterà \'alpinista a tra-
mosa parete e: rossa> della Hoda di Vael. scurare il pieno sfruttamento delle sue ca-
Nei tre bivacchi che i due alpin isti son co- pacità, poiché egli troverà più comodo e
stretti a trascorrere sulla parete, vengono meno pericoloso l'uso del ch iodo ad espan-
usate delle amache che, agganciate ai chio- sione, con conseguente decadimento delle
di permettono di trascorrere beatamen te la sue capacità stilistiche e tecniche>. Ma le
notte. Il materiale da bivacco, viene issato belle frasi e le polemiche non arrestano
alla sera a mezzo di un lungo cordino e l'evolversi della tecnica e nel 1959 Piussi e
calato poi al mattino alla base della pa- lledaelli aprono una via diretta sulla sud
rete. della Torre Trieste impiegando ben 400
Le conquiste dci tedeschi scuotono il chiodi normali, 70 a espansione pili 40 cu-
grnu mondo alpinistico. Ben Ire cordaie di 11ci Ji lcg110.
diverse nar;ioni, ripetono, nello stesso an- Il largo impiego di mezzi tecnici è sta-
no, la direttissima della Cima Grande, ri- to richiesto dalla forte friabilità della roc-
portando larghi consensi. Tanto che già cia nella quale la tenuta dei chiodi risulta-
nello stesso inverno gli svizzeri osano at- va molto relativa, per cu i, onde avere una
taccare lo e: spaventoso strapiombo nord discreta sicurezza, narrano gli alpinisti, era
della Cima Ovest>. Il maltempo li re- neoessario collegare pili chiodi con un cor-
spinge, ma a primavera, cordate di più dino al quale veniva poi agganciata la cor-
nazioni si trovano impegnate sulla medesi- da o la staffo. Fra i due alpinisti dovevano
ma parete e nel giro di pochi giorni ven- essere sempre non meno di 20 chiodi per
gono aperti ben tre itinerari. Oltre ai chio- avere una certa garanzia in caso di volo.
di ad espansione, su queste salite ''iene Di questa parete, scriveva Domenico
escogitato un 'ahro mezzo tecnico, il e:: seg- Hudatis, nell'ormai lontano J936: e:: ••• Se il
giolino>, piccola altalena che fissata ai problema della parete sud e quello della '
chiodi permette una comoda posizione per parete sud-ovest sono praticamen te risolti
\'assicurazione dcl compagno e per il bivac- dalle due grandi imprese cli Carlesso e Del-
I
co. Anche in queste salite non manca il l'Oro, il vern e proprio attacco frontale di-
lungo cordino che viene calato, in qualsia- retto della Torre Trieste resta ancora un
si momento occorra, alla base della parete ideale. E forse nessun occhio di arram pica-
per ritirare il materiale necessario, o le bi- tore oserà mai fermarsi su quelle roccie
stecche appena cucinate. Applausi e .fischi. strapiombanti dove certo valgono più il
'
838
c1 ..1ura Frcndo.

G1mcio Griff- Flffe Amlu. fm11ugnalur11 Jumar.

839
ferro e la tecnica cbe il puro ardimento. veva essere portato alla base della parete,
Ma se anche in alcuni tratti la via dovesse mentre più in basso avremo dovuto appron-
venire costruita a forz.'l di fer ro e corda an- tare un campo base. Quindi sarebbe stato
ziché aperta arrampicando, troppo bella è necessario avere una tenda, batterie da cu-
la linea centrale che segna il mezzo della cina, fomello e bombola a gas, materassi ni
fronte fln o alfa. vetta per 800 metri di al- di gomma e sacchi-piuma. Ci voleva inol-
te'.tza, perché l'offes.'l del ferro non possa. tre tre persone che facessero la spola fra
casomai essere perdonata >. E se Domeni- il campo base e la base d ella parete e che
co Hudatis la perdonava già nel '36 chi ci assicurassero, mediante il cordino di 600
oserà denigrarla? metri, che noi avremmo tirato dietro ar-
Ma la via più meccanica che mai sia rampicando, i rifornim enti e l'assistenza
stata aperta 6110 ai giorni nostri è la dirct- 11ecessaria pe r tutta la durata dell'ascensio-
tissi.ma alla " parete rossa~ della Roda di ne, che stando ai programmi doveva dura-
Vacl. Tracciata da Cesare Maestri con il re parecchi giorni • ('1)
capitano Baldessari dal 2 al 9 settembre Giunti a questo punto è giusto ch ieder-
1960. Otto giorni, di cui sei alla media di si: e la tecnica alpinistica progredi rà an-
3()..35 metri al giorno. Otto giorni di ch iodi, cora? • · Probabilmente sì. Oggi è il mo-
di staffe, di corde. Otto giorni su una rossa mento dei chiodi ad espansione, ma per
parete completamente strapiombante. «Ab- piantare uno cli quest i ch iodi necessita pre-
biamo vinto la " Bossa" - scrive il Maestri parare il fo ro e questo richiede tempo e
nel suo libro Arrampicare è il mio mestiere grande dispendio di energie. Bisognerà tro-
- su questa parete abbiamo scritto duran- vare qualcosa di più pratico e sbrigativo
te otto giorn i la parola direttiss ima a forza Già si trovano sul mercato delle cosiddette
di ch iodi e di sangue>. "pistole" per piantare chiodi. La spedizio-
L'impresa è stata preparata con massi- ne italiana al K 2 nel 1954 ne possedeva
ma cu ra. Tutto era predisposto e nulla af- una, la quale per mezzo di una speciale ca-
fidato al caso. e Questa vittoria - scrive rica esplosiva piantava piccoli chiodi nclb
ancora Maestri - dovrà essere la vittoria roccia compatta. Perfezionata potrà servire
della tecnica. Non ci saranno improvvisa- egregiamente alle future generazioni e
zioni, voli o tentennamenti. Vinceremo con chissà che un domani non si possa arrivare
la nostra volontà e con la nostra tecnica >. ad una mitragliera che, p iazzata di fronte
~·l er ita dare uno sguardo al materiale alla parete da salire, con una serie cli scari-
impiegato, sopratt utto perché questo supe- che possa chiodare l'intera via che risulterà
ra tutti i records precedenti e difficilmente perfettamente verticale. Ma, allora si d irà,
verrà superato: e ... 400 chiodi normali, 300 è la fm e dell'alpinismo. Sl, sarà la fine
ad espansione, 100 moschettoni, 50 cunei dell'alpinismo, quella fìn e che, probabil-
di legno, 15 staffe, 600 metri di cordino, 4 mente, s'è iniziata molti an ni fa con l'infis-
assicelle per sedersi in parete, materiale di sione del primo chiodo.
riserva, sacchipiuma e indumenti vari per
bivaccare e un crik d i autovettu ra per svel· ('I) C. MAESTRI, Ar1111111>1c11.-e 8 Il mio mestiere,
!ere i chiodi dalle fessure. Tutto questo do- foto 9, 31, 32, 36, 38.

840
IL Con:-;o CRAxnE DEL CRAs SAsso,
versante meridiomle.
(Foto P. Consiglio)
LE PUBBLICAZIONI

LE PUBBLICAZIONI PERIODICHE

Se l'Assemblea dei Delegat i è la depo- degli Jtaliani era polarizzata su epiche


sitaria del e: Potere legislativo • di tutti i imprese patrie culminate in Torino con la
soci, esplicato dai loro rappresentanti, non proclamazione dcl Regno d'Italia.
si deve dimenticare che le nostre pubblica- Le discussioni, logicamente, erano origi-
zion i non solo rappresentano la genuina cd nate dalla stessa importanza e dalla prepon-
inesauribile fonte per la storia dcl Club Al- deranza che la voce e: Pubblicazioni • pre-
pino Italiano, ma furono - come lo sono se subito nella compilazione dei Bilanci di
tuttora - anche il più potente mezzo e: per previsione; per molti anni, infatti, il 60 per
promuovere la conoscenza e lo studio delle cento della previsione venne concesso .alle
montagne, specialmente quelle italiane • pubblicazioni stesse. Anticipo due cifre sol-
come venne sancito dai soci fondatori, du- tanto a scopo dimostrativo: dopo il primo
rante la prima riunione del 23 ottobre 1863 venticinquennio di vita, il Club Alpino Ita-
nella e: regal Torino , allora capitale d'Ita- liano aveva speso - per le pubblicazioni
lia, e come ancora sta scritta nell'ultima periodiche ai soci- la somma di L. 29'2.500
edizione del vigente Statuto approvato nel su una uscita totale di L. 486.500 che supe-
1954. ra, leggermente, il 60 per cento delle spese
Non vi fu una sola Assemblea dei Soci generali.
prima, e dei Delegati, dopo, non una sola Valeva quindi ben la pena di discuterne
Relazione dei Presidenti che si sono succe- perché si trattava, per quei tempi, di cifre
duti nella Direzione del nostro Club, ove enormi
non sia stato trattato l'argomento e: Pubbli- Così i soci espressero vivacemente, nelle
cazioni • · Esse furono sempre oggetto di riunioni, le loro opinioni in mertto a questo
con tinuo studio, di assidue cure da parte argomento che li interessava da vicino -
degli uomini migliori e meglio qualificati; nella borsa - come proprio avviene, anche
quasi sempre vi furono animate ed accese ai nostri tempi, ogni qual volta se ne parla
discussioni perché non tutti capirono l'im- tra consoci o tra delegati nelle riunioni in-
portanza delle stesse, specialmente nel pas- tersezionali, interregionali o nelle Assem-
sato, quando le montagne erano quasi tut- blee dei Delegati.
te vergini da piede umano e l'attenzione Però in quasi cent'anni, articoli sulle

841
pubblicazioni ve ne sono pochi ('). straord inaria >, potè mettersi alla tesla del
Desidero, prima di tutto, trascrivere i nostro Sodalizio in qualità di Presidente e
nomi dei redattori che, unitamente ai com- Hedattore, contemporaneamente, oltre alle
ponenti le molteplici Commissioni e Comi- sue personali, molteplici attività geologiche,
tati di Hedazionc, seppero dare un volto e che lo ponevano in operoso contatto con
un'anima alle nostre pubblicazioni. Essi sep- Scuole e Socich\ geografi che di tutla Eu-
pero conservare accesa la e sacra fiaccola > ropa.
e, da un decennio all'altro, la tramandaro- Non senza commozione si leggono le
no ai volenterosi che, in questo momento, belle pagine scri tte per lui dal l'Isaia, che
continuano idealmente ad alimentarne la tratteggia anche la part e che c'interessa:
fiamma. come divenne redattore e come ebbero ini-
zio e vita le nostre prime pubblicazioni.
l) Bartolomeo Castaldi (186.5-1872) e Nei primordi dcl Club, ci ucsto non
2) Mart ino Barelli (1874-1878) aveva speciale pu~>blicazionc, ma si usava
3) Francesco Virgilio (1879-1883)
4) Martino Barelli (1884)
Luigi Vaccarone (1884) (l) Jnor<linecronologico
5) Scipione Caincr (1885-1892) l } • Bartolomeo C1istaldl • , Commemor..1?,ione com·
6) Carlo Batti (1893-1910) pilata dnl Presidente delb SC7.iOne dcl C.A. I. di T orino
Ccs.irc Isaia, su Bollctt/110 dd C.A.I. n. 37, 1879,
7) Walter Lacng (191 1-1919: l semestre) pGgg. l·XLVll
8) Hoberto Barbetta {I I semestre 1919- E: fond.imcntnlcperconosccrc leori11i nedclle no-
febbraio HT24) stre 1mbblicazioni e la nobile Hgurn del primo Redat-
tme. In quest'articolo attinsero - p!ù o meno abbori.
9) Eugenio Ferrcri (marzo 19'24-1945) dnntemente - tutti coloro che tcrisscro dop0 di lui
10) Adolfo Balliano (1946-1950) sullo<tcssoargomento.
11 ) Carlo Ramella (1951-1952) 2) La NuOOfJ Cenero:/crie dd C.A.l. tli Axel Chun,
inRivUto.MeMlel893,p.igg.142-44.
12) Ciovmmi Bertoglio (1953-...) Rispcochia con la m(l;ssinu esattezz:i L1 mentalità
dci soci in merito alle pubblicazioni dopo trent'anni di
vftn del C.A.I . In certi punti f)arc scritto nei giorni
1W>Stri tanta è b freschezza <lell'imma11:inc e l'attualltà
dci ragionameuti, specie r>el confronto giovani sod·
IL PERIODO DEL 1• REDATTORE \'OOChiSOCi
BARTOLOMEO CAST ALVI (1865-72) 3) LAI 1mbblico:lo"I delfo Set/e Cer11ra/e di Cirlo
Ratti. nel volume L'o1>era d.el Club A/pino lto/i;mo
"e/suocit1q11ontm10rlo(I863·I913),p.igg.179-l96
Alcune frasi ricorrono, sovente, per trat- 4) Nel /)rimo C/nqunu/enorlo della Rivi.ila, di Cir·
teggiare tre grandi Presidenli del passato: lo Ratti, su Rlui.sta Mensile, 1931, pagg. 739-752
Sono le pietre miliari del cammino percorso <lal
e Quintino Sella fu l'ideat ore del Club Al- C.A.J. nelle sue p11bbliea1Jon!. Entrambi ve1mcro ,.;:rit-
pino ltaliano; Bartolomeo Castaldi ne fu il ti quand'e11;li non empii1 Hed11U oreine11rica.. ll quarto
citato, in molti Imiti, è però il logico rifacimento dcl
vero organizzatore nel primo decennio; An-
terw : che, pcrdiversepa11:ine,sono identici.
ton io Crobcr ne fu il co11solùfotore >. 5) Pionieride/fa/11/"lsmo U1dl01H>: Bartolomeo C11-
Bartolomeo Castaldi, l'organizzatore! staldl, di Bennato Ferro, su l!iui.slll Mensile, 1936,
L'uomo che, come disse Qumtmo Sella, (Xlgg.2.J.l..237.
E: una rievocazione pi!IC(lvole e commovente J>as;.,.
ebbe il e culto assoluto della verità con ]a ta 511 brani lrottidall'articolodcl\'lsaia
rarissima virtù di dichiarare altamente e 6) Breve Storia della /llui.sta Mensile, di C.irlo Ra-
lealmente i propri errori>, l'uomo che, u>ella, su Rlui.sta Men4ile, 1951, pag. 105 (n.d.r.)
Ero Redattore in c:niea quando la !ICrissc. E: una
e dotato di una tempra eccezionale, capace estrcni.imentcconeisa • sintesidc!lesintC>i•delquarto
di un'attività fisica e intellettuale continua, articolo cit.'l!O del prof. Ratt i

842
dcl Cioriiaf.e delle Alpi, degli Appe1111i11i e e per più deg11amcnte onorare il pensiero e
dei V11lcar1i, di cui era Direttore-proprieta- l'azione del l redattore basta ricordare che
0

rio l'aVv. C. T. Cimi.no, ,\fombro della Di- dal 1863 al 1869 il numero dei soci s'.aggirò
rezione. Ed è in questo giornale appunto, sempre su lle duecento unità e che il primo
che gli Atti dcl Clu b e le memorie scien lifì- aumento importante si verificò nel 1871; sì
co-alpine del Castaldi pubblicate in esso, ne doveva restare fino a tale anno senza pub-
porgono costante prova di quanta parte blicazioni, se si considera il primo motivo;
questi ebbe nella coslil11z.ione, ncll'iru/iri;;:,- per il secondo possediamo una luminosa e
Z-O e nell' i11creme11to della nostra Societ:\ • freschiss ima e Helazione • di Castaldi (7)
Nominato Presidente il 15 ottobre 1864, che ci dice d'avere - proprio nell'ottobre
Castaldi procedette con fermezza con tro 1865 - e un fondo di L. 3.340,79 con le
tutte le awcrsìt:ì iniziali, che fu rono molte quali si può far fronte al 1866 • : ben inte-
e, prosegue l'Isaia, e nell'ottobre 1865 con- so, con inclusa la spesa per il JJ11/letti110
vocò la tcr"1:a Assemblea dci soci. Intanto Siamo nel vero dicendo che difficoltà ve
nell'agosto del medesimo anno, a scopo di n'erano molte ma Castaldi le superò coi
affermare di fatto e presso i soci e nella pochi mezzi a disposizione
mente dcl pubblico l'esistenza non solo del Vi sono allri motivi che vengono appe-
Club Alpino, ma la nozione dello speciale na intuiti ed accennatt nella Cro11ac<l di
scopo suo e dei mezzi adatti per conseguir- Scipione Caincr; non furono riportati dal-
lo, egli aveva impresa la pubblicazione del l'Isaia forse pe rché viventi alcuni protago·
Primo IJullettino Trimestrale, di cui tenne nisti; ma sfuggirono banalmente al Ratti
gratuitamente la redazione sino al 1872 • cd agli altri che scrissero, dopo di lui, sul-
Carlo Batt i, pur seguendo molto da vici- le pubblicazioni.
no risaia, dopo aver parlato di pubblicazio- Noi tutto sappiamo su lla storica ascen-
ni alpinistiche estere, dà una versione per- sione del ~fonviso dcl 12 agoslo 1863; sulla
sonale su i motivi per cui il 1Julletti110 uscì famosa lettera e Una salita al ~ l onviso -
nel 186.5 e non prima: clie ognuno potè rileggere sulla R.~I. 1954
- scritta da Quintino Sella a Castaldi tre
e Nei suoi due primi anni di esistenza, giorn i dopo la vittoriosa scalata; sull'arcino-
il nostro C lub, stm1te l'a11cor piccolo nume- ta prima riunione del 23 ottobre 1863: ma
ro di soci (200 circt1) no11 fu in grtulo di tlar nulla sappiamo intorno al periodo che pre-
vita ad 1m sim ile fJCriodico •· cedette questa riunione del Valentino e po--
Questo giudizio, espresso nel 1913, va- co, o nulla, conosciamo sui primi tre mesi
ria da quello dato dallo stesso Ratti nel di vita dcl Club, che intercorrono tra la
1931 : prima e la seconda Assemblea del 24 gen-
e Dal 23 ottobre 1863, giorno della fon- naio 1864: periodo burrascoso per la sorte
dazione dc C.A. I., fino all'agosto 1865, esso del nuovo Sodalizio. Basterà ricordare che,
non potè avere, per scarsità di mezzi, un in tale periodo, vi fu un aperto dissidio -
organo propno • . sull'indirizzo da dare al novello Club - tra
e Esiguo numero di soci • e e scarsi tà i nove membri della Direzione. Oltre Quin-
di mezzi• sono motivi che possono anche tino Sella, Castaldi, il conte Paolo di St
coincidere ma, se fossero esistiti solo quel- Robert, uno dei vincitori dcl Monviso, c'era-
li, ben pochi meriti avrebbe avuto Castaldi:

·-
(l) Re~orusde/Preside11teitltQr"Oolleeondl:lonl
dato che però sono facilmente oppugnabili dcl Club Al11ino, in 8u/lettl>10 del C.A.1. n. 2, pag. 6
è doveroso eliminarli per esattezza storica

843
no anche due direttori di giornali torinesi: tàJ Dopo i pericoli della secessione provo-
J'avv. Piacenlini, direttore della Gazzetta cat i dalle divergenze programmatiche, morì
di Torino e l'avv. Cimino, direttore del già il Presidente in carica barone Perrone di
citato Ciomale tielle Alpi. Questo dissidio San Martino - e Castaldì accettò In Presi-
sfociò nelle dimissioni del St. Robert accet- denza vacante - mentre, verso la Rne del
tate dai soci della seconda Assemblea 1864, la capitale venne trasferi ta da Torino
La frattura creatasi portò, poco dopo, a Firenze. Per ben capire le reali difficoltà
alle dimissioni di coloro che, molto verosi- incontrate da questo tenace piemontese, ba·
milmente, furono solidali col St. Robert; sterà ricordare che, 7lrima del trasloco, su
tro costoro anche l'avv. Piacentini. 230 soci, solo 65 risiedevano a Torino; do-
Restò qu indi il solo avv. Cimino che po tale trasloco - è Castaldi che lo dice -
pubblicò nel suo giomale gli Atti del Soda- cmolti di questi 65 (comp rensivi non pochi
lizio. Ma - dice Cainer - e quest.o gion1a- fra i Direttori) dovettero traslocarsi altro-
le em affatto i1ulipe11de11t e > e prosegue: ve >. Così egli dovette faticosamente sce-
e li Castaldi comprese come una pubblica- gliere gli elementi idonei fra i pochi soci
zione sociale foss e indispensabile, e, con rimasti in Torino, dovette insomma iniziare
ww slancio che dimost-raoa la stw i11tuizio- dal nulla : e non fu davvero una cosa fa cile.
11e dei destin i tlel Club, d'accordo colla Di- Non ebbe, inizialmente, collaboratori diret-
rezione, senz'a ltro, senza atterulere la con- ti ma solo alcun i traduttori , primo fra tutti
vocazione dl un'assemblea generale, nel- l'apostolo dell"alpinismo Buddcn . Castaldi
l'agosto 1865 pubblicò il primo fascicolo dovette logicamente ripiegare sulla tradu-
dcl Bullettino trimestrale. zione delle pubblicazioni alpinistiche bri-
I motivi essenziali di aver dato vita al tanniche riportando le principali "prime~
Bollettino sono proprio insiti nella sua for- mietute dagl i inglesi sulle Alpi nostre. Egli
za morale: più le difficoltà si moltiplicava- ricevette quindi, quasi completo, il peso
no e più )Ui lotta.va. Poi egli avvertiva il pe- redazionale su di sé unitamente a tutta la
ricolo che si andava delineando - e che rimanen te organizzazione dimostrandosi il
sarebbe matu rato l anno successivo. La qu0- vero orgariizzatore del Club Alpino lta-
ta sociale - sempre lei... - era triennale litmo.
e durava qui11di dal 1864 al 1866 avendo i Non va dimenticato inoltre che, proprio
soci iniziato il pagamento dal 1° gennaio in tale periodo, causa il caro eccessivo delle
1864. Se il Club non avesse maggiormente pigioni e le difficoltà di trovare dci locali
legato a sé quei soci, si sarebbe affievolito idonei, si rinunciò ad avere una Sede ac-
l'entusiasmo del primo momento; strappare cettando dal Governo il "casot to" al Va-
la seconda quota triennale significava avere lentino.
altre tre anni sicuri d i vita per il Club, met- Senza Sed e, con pochiss imi Soci a dispo-
tendo i soci stessi di fronte alla realtà. Non sizione in Torino, egli tenne saldamente in
scarsità di mezzi o mancanza di soci ma fe- pugno la situazione e solo nel mese di mag-
de cieca nei Futuri destini del nostro Sodali- gio del 1865 i Soci ebbero la loro prima
zio, dotandolo di una pubblicazione pro- Sede Sociale in via Bogino n. 10, al terzo
pria, che lo rendeva simile a\l'Alpine Club piano, per 900 lire annue. Però fu proprio
di Londra. questo denaro, rispam1iato sull'affit to per
Si può qu ind i affermare che più la catti- un anno e mezzo, che servì a dar vita al
va sorte minacciava la fragile vita iniziale Bollettino!
del Club e p iù Castald i cresceva in attivi- Si può quindi afferm are che Castald i

844
seppe trarre profitto anche dalla sorte av- Quando già era uscita la prima puntata sul-
versa. Al durissimo colpo del trasloco della la R.M. l"ing. Bertoglio segnalò l'esistenza
capitale egli reagì pubblicando il Bolletti- di un Bullettino t.rimestrule de l Club f'\ l1>ino
no onde creare un saldo legame che riunis- di Torino - Anno 1865 - N. 2, fonnato cm
se fra loro tutt i i Soci sparsi ormai ovunque. 32 X 24,5, composizione su due colonne e
Castaldi, superando le molteplici difficoltà, con numerazione da pag. 19 a pag. 29 che,
volle e seppe creare questo saldissimo vii:i- chiaramente e inequivocabilmente, postula-
colo che tuttora dura. Così sintetizzò, mi- no l'esistenza a parte di altre 18 pagine, da
rabilmente in poche parole, questa realiz- pag. J a pag. 18, quindi del mm1ero 11110 u-
zazione l'amico suo Quintino Sella: e ... ei scito quando lo dichiarò Castaldi . Anche il
fu tra i più attivi fondatori del Club Alpino, sottoscritto, come faceva sempre Castaldi,
cui governò per q ualche anno, e del quale dichiara pubblicamente il suo errore, lietis-
fondò e co11 rara nwestria diresse alcun simo della sensazionale scoperta deU'ing
tempo il Bollett ino ... >. Bertoglio, la quale rivoluziona tutto un pas-
• Quando uscì, dunque, il primo Bulletti- sato e pone gli stud iosi alla ricerca cli questo
110 del Club? inaspettato enumero uno> a due colonne di
Castald i, nella sua Relazione dell'otto- cui Bcrtoglio possiede, finora lmico al mon-
bre 1865, disse che le osservazioni meteoro- do, il secondo esemplare.
logiche eseguite a l Vnlentino venivano pub- Sulla composizione ti pografica, verrà in
blicate in apposito JJu/lettino t·rimestrale segu ito ampiamente spiegato con apposito
e di cui il primo numero vide In luce nello articolo sulla Hivista Mensile.
scorso agosto >. lsaja, Cainer, Rattj, ecc. at- Nei primi tre anni - dal 1865 al 1867
tinsero ciecamente senza vagliare a fondo - la pubblicazione del B11lWttino fu trime-
tale notizia, la quale, seguendo i documenti strale: e tale doveva restare secondo il pen-
in loro mani, doveva ritenersi inesatta. Pu- siero del redattore. Se nel 1868 diventò in-
re il sottoscritto, però, che volle segu irli vece semestrale, nel 1869 quadrimestrale e
a fondo, giunse a11a conclusione negativa e nel triennio 1870-72 uscì con criteri ancora
negò al Castaldi tale data come· risulta su mutat i, ciò non va imputato a Castaldi, che
H.M. 1962, pag. 103. L'esame del primo vo- scrisse, nel luglio 1867, sul Bollettino:
lume del 811lletti110, infatt i, dimostra che i e Se il Club Alpino ha per scopo di pro-
primi due fascicoli trimestrali uscirono uni- muovere le escursioni nei nostri monti e la
ti da un'u nica copert ina con l'indice si- conoscenza di essi, vuoi dal lato topografico
tuato sulla quarta pagina della stessa co- che da quello descrittivo, il Bullettino che
pertina; poi c'era110 le osservazion i meteo- trimestralmente si stampa dovrebbe soprat-
rologiche cli settembre 1865, quindi poste- tutto contenere la esposizione dei risultati
riori all'agosto di tale anno; c'erano pure ottenuti dai nostri viaggiatori 11el\e loro pe-
un estratto di giornale Nuove Disgrazie regrinazioni. r..-la sgraziatamente questi sono
sulle Alpi desunto dalla Gazzetta di Gi11e- ancora pochi, e pochissimi quelli che, re-
vm del 30 agosto 1865 ed un articolo sul- candosi sulle Alpi pe r diporto, vi facciano
la vittoria italiana sul Cervino del 17 lu- osservazioni e ne diano conto in apposite
glio 1865, in viato dal canonico Carrel al relazioni
Presidente Castaldi, con data cAosta, 15 ot- e Ne viene che per la com pilazione del
tobre 1865 > che dimostravano abbondante- B11fletti110 noi siamo costretti a pirateggiare
mente l'impossibilità materiale d'essere u- qua e là articoli nei giornali dei Club
scito in agosto 1865 con il primo numero. esteri >

845
Dopo aver ringraziato i traduttori Cesa- bica C). volle difendere fino affultimo mo-
lì, Budden e FarineUi ed i primi relatori mento di sua presenza nella riunione la sua
italiani: lo stesso Farinelli, Carrel, Giorda- creatura prediletta, il BoUeUino, lottando
no, Baretti, Chamonin, Correi, Montanaro, contro la corren te che voleva diminuire la
elogiò l'alpinismo inglese e la stampa della quota alla Direzione Centrale da 10 a 8 lirc.
Gran Bretagna dalla quale venne estratti « Infatti qual prova porge egli mai il
numerosi articoli per il 811lletti110; e con- Club Alpino Italiano e in Italia ed all'este-
cluse con amarezza: e Noi purtroppo sia- ro di sua esistenza e di sua onorata esisten-
mo ancora lungi dal poter far loro concor- za, se noi togliamo il Bollettino o le altre
renza, e ciò per quel difetto di iniziativa, sue pubblicazioni? Qual nesso mai unisce
di attività, di scienz.1, di costanza, che in Sezioni e Sezioni, Sezioni e Sede Centrale,
tante cose di altissimo rilievo ci fanno in- Soci e Soci se togliamo il Bolletti110? Sfo-
feriori agl i altri popoli civil i • gliate i 1Jolleflir1i del Club Inglese, Au-
Queste frasi ebbero sicuramente una ri- striaco, Tedesco e Svizzero; indagatene lo
sonan7. a tra gli alpinisti e "non alpinisti~ studio con cui sono illustrati, e poscia tutti
di quei tempi, che reagirono avvicinandosi mi direte quanta importanza diasi loro. Eb-
di più alle Alpi iniziando quella collabora- bene ho lieto l'animo di dirvi che anco in
zione, che evitò il e pirateggiare > al Ca- Ita lia col progressivo sviluppo del Club, si
staldi. potè dar cura cd avervi un BolleUi110 che
Riguardo la data cli cessazione del Ca- fosse degno del nome italiano, un JJolletti-
staldi dalla redazione dcl Bollettino, negli '10 che non fosse una vacua narrazione di
articoli citati, Cesare lsaja e Scipione Cai- inutili inerpicazioni, od un novelliere ame-
ner segnalarono: fino al 1872, Carlo Ratti no di futili elucubrazioni. Sì, il Bollettino
la portò al 1874, Bennato F'erro fa riportò del Club Alpino Italiano, e per importanza
al 1872 e Carlo Hamella, inflne, ancora al di escursioni, e per novità di scoverlc scien-
1874, mentTe il volume del Cinquantenario tilìche e corogralìcl1e, e per precisione di
dcl C.A.T. porta il 1872. panorami, e per sceltezza di vedute, tiene
La data esattfl è quella clelf1mdici mar- passo coi JJollelli11i stranieri, e non dcbbe
zo 1873: né prima né dopo. E~li si dim ise colà arrestarsi•
dalle cariche di Presidente e di Redattore, Quando il 5 gennaio 1879 Bartolomeo
contemporaneamente durante la dramma- Castaldi morì, da Roma Quintino Sella f'OSÌ
tica Adunanza dell' Il ma;i:o 1873. telegra fò all'avv. Js-aia, Presidente della Se-
In ogni modo, dato che tutti sperarono zione di Torino: e Perdita Castaldi som-
in un ritorno di Castaldi alla Presidenza ed mamente dolorosa, crudelmente immatura
alla Redazione, la carica di Presidente re- per gli am ici, per il Club Alpino, per la
stò vacante per tutto il 1873 e funzionò il scienza, per Torino, per la Patria >.
fohellese Orazio Spanna come Vice-Presi- Non erano frasi retoricl1e ma profondo,
dente mentre invece, per la Redazione, sincero dolore di chi aveva perduto il pil'1
neppure due mesi dopo - vista l'irremovi- caro cd insostituibile amico
bile decisione - nell'adunanza del 5 mag- Lo stesso Cainer, molti anni dopo, nella
f!. io 1783, la Direzione Centrale e deliberò sua Cronaca lo ricordò con parole accorate
cli proporre alla compilazione del Bollettino e sincere: e Quello cl1e fu il sostegno pili
un Comitato apposito >.
Bartolomeo Castald i, dopo aver dato le (l) Verlx1le delf A&:l>cn•l>lea dei Soci del/' 11 mnr...o
dimissioni durante una infuocata Assem- 1863, in 1Jol/ellit10 u. 21, JXIJl:. :Jo-2 e segg.

846
forte, l'anima, la vita del pensiero del Sel- L'ANDAMENTO
la; colui che consacrò le cure pili zelanti e DELLE PUBBLICAZIONI NEL llf13
più affettuose alla sua creatura: il Club Al-
pino Italiano. Egli l'iniziatore delle nostre
pubblicazioni; egli il promotore dell'aulo- Il nostro Sodalizio, sperando nel ritorno
nomia delle sezioni; egli il propugnatore di di Castaldi, reslÒ senza Presidente e senza
ogni progetto, il sostenitore di ogni idea•· Redattore per tutto il 1873. La Direzione,
Venti numeri fonnano i primi sei volu- in maggio, nominò un apposito Comitato
mi dcl Bolletli110: essi rappresentano il di redazione con il compito di cont inuare
patrimonio materiale e spirituale lasciatoci la pubblicazione dcl IJolletti110. Nel Comi·
in consegna dal e Primo Hedattore • . La tato si distinse il prof. Martino Baretti -
spesa soslenuta per questi primi sei volumi già fodele collaboratore di Castaldi e Se-
fu di L. 16.109,14;. Nei primi tempi era gretario della Sede Centrale, dall'aprile del
consuetud ine affiggere nell'Albo della Sede 1871, con stipendio annuo di lire 600 -
Sociale l'elenco dettagliato delle spese, che che, con la sua instancabile attività, contri·
ven ivano solo riassunte sui rendiconti; do- buì grandemente al buon andamen to ge-
po la costituzione delle prime Succursali, nerale del nostro Club.
già con Castaldi, ogni spesa venne sempre Venne compilato il Bollettino n. 21 che,
elencata sui Bilanci, minuziosamente, al da solo, formò il VII volume della raccolta,
centesimo di lire. Quindi le prime entità, con una tiratura di 1600 copie per circa
assolutamente ineccepibili, riguardano i 1500 soci. e: uno dci numeri pili importanti
Bollettini n. 18 e 19: per il n. 18 si spesero come u fonte storica" perché contiene lo
L. 4.&il, ne furono stampate 650 copie, che e Statuto • , approvato in tale anno, e il
costarono L. 7,15 ciascuna; il n. 19 costò resoconto della drammatica Assemblea, du-
soltanto L. 640, ne furono tirate i50 copie rante la quale Castaldi diede le sue irrevo-
al prezzo unitario di L. 0,88 cabili dimissioni.
Il n. 18 è dcl 1871 , anno in cui i soci Leggendo la ~ cronaca" del 1873, si
erano 500; il n. 19 è del successivo 1872 sente l'ansia dei compilatori ciel Bollettino,
con 600 soci: 500 soci, 650 copie, 150 in che desiderano avvicinarsi di più alle ana-
più; 600 soci, 750 copie, 150 in pili, esiste loghe pubblicazioni straniere ma pubbli-
quindi il rapporto costante di 150 copie cando un maggior numero di lavori origina-
in pili sicuramen te necessarie per i cambi li e diminuendo la riproduzione degli arti-
con le altre Associazioni alpinistiche stra- coli inglesi e tedeschi in modo d'esprimere,
niere, per gli abbonali tiou soci, ecc. Poi- realmente, la vera attività alpinistica ita-
ché il numero medio dei soci - dal 1863 liana. Lo stesso Orazio Spanna, nelle sue
al 1869 - si aggirò sui 200, si può quindi funzioni alla Presidenza vacante, se~uì assi-
quasi affermare che per i Bollettini, dal n. 1 duamente il lavoro reclazionale del Comi-
al n. 16, vennero tirate non pili di 350 CO· tato, con idee chiare e moderne, sulla
pie per numero, poi 650, 750 cd infine, grande importanza delle pubblicazioni e
per il 11. 20, la prima tiratura e eccezio- ripetutamente dichiarò che esse erano e la
nale • di 14000 copie, dovuta all'altrettanto più solenne affermazione della nostra esi-
eccezionale raddoppio dci soci passati a stenza e che attestavano, in paese e fuori
1200, a mclà 1873, ed a 1500 alla fine dello paese, i cmicreti progressi del Cl11l1 Alpino
stesso anno. Italiano • .

&17
IL PERIODO DI MAHTINO BARETTl con l'incarico Oi risolvere la questione, For-
(1874-1878)
mata da Baretti, Bossoli e Panizzardi.
Questa Commissione, già in data 19 feb-
braio 1874, aveva ultimato i suoi lavori e
Dopo la nobilissima figura di Castaldi redatto l'apposito verbale, che venne letto
e Presidente-Redattore> con funzioni tipi- dallo stesso Baretti, durante l'Assem blea
camente gratuite, figura quasi irreale nella generale dci Soci del 14 man~o 1874: la
sua munificenza e filantropia, subentrò Commissione ammise la forma troppo volu-
quella più umana di Martino Baretti e Re- minosa e i troppo lunghi mesi d'attesa del
dattore stipendialo> e per la prima volta Bollettino ma dovette riconoscere che esso
apparve, nella contabilità del 1874, la nuo- serviva magnilìcamcnte per le relazioni e
va voce: e Stipendio annuo di L. 1200 al gli articoli d'ampia mole; però dimostrò
Redattore >. possibile, con lo stesso stanziamento in pre-
Questa evoluzione nella struttura orga- visione, la pubblicazione di un periodico
nizzativa del Sodalizio era però un fatto mensile riducendo leggem1en te il Bollet-
naturale, provocato dall'aumento dci soci tino. Al tenni.ne della lettura, il Presidente
e delle Succursali, e l'aveva iniziato lo Orazio Spanna an nunciò il titolo della
stesso Castaldi quando, nel 1871, volle Ba- nuova pubblicazione: L'Alpinista, Perio-
retti nella Sede Centrale in qualità di dico Mensile del Club Alpino Italia110 che
Segretario retribuito perché - è bene ri- e ... vedrà la luce, disse, fra breve se l'As-
cordarlo - i Soci erano passati, nel giro semblea Generale, approvando la cifra per
di un bicnno, dai 191 del 1869, riuniti nella le pubblicazioni, lascierà intatte le basi,
sola Sede torinese, ai 500 del 1871 , sud- per cui fu giudicato 6nanziarmentc possi-
divisi in sette Succursali di cui talune, come bile aggiungere al Bollettino annuale una
Agordo Firenze e Napoli, molto lontane pubblicazione per iodica ~ -
dalla Sede.Centrale di Torino. Poi vi furono Il primo numero dcli' Alpinista uscì in
gli aumenti, sbalorditivi per quei tempi, maggio - con la testata e Gennaio 1874 >
avvenuti nei quattro anni immediatamente e riportò la prefazione del "Redattorc-
successivi, durante i quali i soci passarono Segrctario" Barett i che spiegava il carat-
a 600 nel 1872, a 1500 nel 1873, a 2()"-24 nel tere ben distinto delle due publicazioni:
1874 ed a 3347 nel 1875, con ben 31 Sezioni il Bollettino doveva constare di due parti:
sparse in tutta Italia. Pili che giustificate nella prima le relazioni di stud i o di escur-
appaiono, quindi, le diverse e retribuzioni sion i, corredate da tavole o disegni; nella
per la compilazione del Bollettino > - po- seconda i progressi verbali delle Assemblee,
che centinaia di lire annue - percepite le relazion i del Presidente e i resoconti dei
da Baretti già prima d'essere chiamato al- Congressi. L' Alpi11ista doveva accogliere:
l'incarico di Redattore. gli articoli di piccola mole, le notizie di
Però l'aumento dei soci portò ben pre- attualità o <li minor importanza, le circo-
sto alrirrcquietczza ed alla insoddisfazione lari e gli avvisi della Direzione alle sezioni
in merito al Bollettino, che usciva sempre cd ai soci onde tenere in continuo contatto
con e magni6ci ritardi > non più tollerati la Sede Centrale con ogni membro del
specie dalla massa dei nuovi iscritti. Que· Club, le notizie anche tolte dai giornali.
sta insoddisfazione era pili che giustificata; Cli altri numeri uscirono col ritmo di
e la Direzione Centrale, nella seduta dcl <lue al mese: in giugno (febbraio-marzo),
2 febbraio 1874, nominò una Commissione, in luglio (aprile-maggio), in agosto (giugno-

848
luglio) e in settembre (agosto-settembre); zione da parte dei soci a quelle rubriche,
col numero di ottobre la pubblicazione uscì che potevano renderlo di più attraente
regolarmente... almeno in teoria; perché lettura.
tale numero riportò un e Avviso , datato Certamente l'idea era buona ma un po'
8 novembre; perché il fatto si rinnovò nei immatura: essa verrà ripresa sei anni dopo
numeri seguenti; perché Baretti rivolse e s'affermerà definitivamente.
invano e insistente preghiera di collabora: Intanto, però, quali furono i provvedi-
zione più vivamente che mai. Molte ascen- menti presi in merito?
sioni e passaggi di grande importanza fu- Si ritornò, semplicemente, al primitivo
rono operati, come consta indirettamente sistema adottato inizialmente da Castaldi:
alla Redazione, dei quali non si hanno dati una sola pubblicazione, il Bollet.tifio, con
precisi, non avendo gli alpinisti, che li han- periodicità trimestrale.
no eseguiti, ottemperato all'invio contenuto Questo nuovo mutamente d'ind irizzo
nei due avvisi preaccennati , . E In situa- per le pubblicazioni periodiche venne preso
zione non mutò nel seguente 1875, secondo dopo lunga discussione, avvenuta durante
anno d'esistenza, ed ultimo, dell'Alpinista. la prima seduta della Direzione Centrale
Brevemente : al 1874 appartengono, con del 31 gennaio 1876, poco dopo la storica
tiratura di 2300 copie, i Bollettini n. 22 e prima Assemblea dei Dele~ati dcl 23 gen-
23, e la prima annata dell'Alpinista: al 1875 naio: si ritenne il metodo della doppia
il solo Bollettino n. 24 e la seconda a1mata pubblicazione - piccolo periodico mensile
dell'Alpi11ista nonché l'indice delle due an- e grosso volume annuale - non adatto
nate con tiratura di 3300 copie; Però... agli scopi del C.A.T. anzi dannoso per gli
chissà quando vennero inviati ai Soci! Lo antipatici confronti sui loro meriti e per
stesso Bollettino n. 23 (seconda parte 1874) tanti altri motivi (') ampiamente elencati
c venne stampato nel 1875 dopo la chiu- non dal re<lattore Baretti ma bensì ,dalla
sura della contabilità 1874 , : così afferma- stessa Direzione Centrale.
rono i revisori nella storica penultima As- C'era pure un altro motivo - molto
semblea - in qualità di Soci - del 15 più concreto - che diede il colpo decisivo
ma~gio 1875. all'Alr>i11ista. Esso venne solo accennato di
Quali furono i veri motivi che provo- sfuRgita nella e Prefazione , suddetta: c E
carono la sospensione dell'Alpinista? Se pur la direzione centrale non può a sua volta,
non fu all'altezza della successiva Rivista, tanto pirì dopo la riduzior1e della quota da
non meritava però una fine così ingloriosa versarsi per ogni socio nella cassa centrale,
e repentina; e se il quarto Presidente ing. sopraccaricare il Bilancio del Club , ,
Giorgio Spezia, succeduto ad Orazio Span- Sotto il mirabile impulso di Baretti e
na ritenne che il nuovo periodico mensile del Comitato per le pubblicazioni, il Bollet-
[_,'Alpinista, che sostituì parte del Bollet- tino uscì regolarmente per tre anni conse-
tino, fu a causa della saggia operosità della cu tivi - dal 1876 al 1878 - nei quattro
redazione generalmente bene accolto. numeri trimestrali, dal n. 25 al n. 36. che
Ratti non trovò cl1e L'Alpinista avesse formarono rispettivamente i volumi X, Xl
adempiuto malamente il suo compilo; disse e XJT con una tiratura che variò da 3800
soltanto che non danneggiò affatto il Bol- a 5000 copie. Al momen to delle sue dimis-
letti110; Cainer dichiarò invece che, in com-
plesso, non aveva fatto huona prova causa (4) Ai Soci del Club Al)lino lta/i1mo, nella• Prcfo-
la mancanza d i una più larga collabora- ziouc •dcl BollclllnodelC.A.I. n. 25.

849
sioni Baretti aveva portato quindi un con- proposte fa tte dal Red attore « come con-
tributo di 15 fascicoli - suddivisi · in cin- trarie lllle norme sa11cite dal Regolamen-
que volumi, dall'VIII al XII, del BolleUi110 to ... » .
più le due annate dell'Alpinista e relativo Sorvolando su queste d ivergenze, si può
indice - al nostro patrimonio comune. concludere che :\fa rtino Baretti d iede un
Perché diede le dimissioni e lasciò la fattivo con tributo alle nostre pubblicazioni
car:ca il Hedattore? E una domanda che e fu un degno continuatore dell'opera ini-
viene spontanea a chiunque si occupi cli ziata da Bartolomeo Castaldi.
queste nostre pubblicazioni. Non chiedete
una risposta a Ratti o a Cainer : per ovvie
ragioni forse non l'hanno data. Ratt i dice
IL l' ERIODO
soltanto che «al Baretti subentrò il dottor
Virgilio ,. ; Cainer pure: e. Dimessosi il Ba- Dl FllANCESCO v rn c1uo (1879-1883)
retti, il quale aveva tanto contribuito in
diversi modi a rendere le nostre pubblica- La Direzione Centrale, nella sua prima
zioni sempre più apprezzate anche fuori riunione del 3 gennaio 1879, accettò le di·
d'Italia venne chiamato a sostituirlo,. ecc. missioni del Hec\attorc Baretti presentate
Eppure Baretti fu un valente alpinista, con lettera dcl 29 dicembre 1878; incaricò
un geologo insigne, uno scrittore che lo in terinalmente di tale ufficio il Vice-presi-
stesso Quintino Sella - per gli Studi Geo- dente teologo Farinetti assistito dal dottor
logici sul gruppo del Gran Paradiso - so- Francesco Virgilio, applic<lto di Segreteria
stenne ottenendo che questi « Studi .. fos- già da tutto l'anno 1878; deliberò di porre
sero pubblicati negli Atti dell'Accademia a pubblico concorso il posto di Redattore
dei Lincei ; e poi tanti altri libri: Pel" rupi delle pubblicazioni dcl C.A. T. ; stabilì di
e gliit1cci, Otto g iorni nel Delfìrwto, Ricordi lasciare immutata nella forma e nella pe-
alpini del l873, ecc. ecc. Occorrerebbero riod icità il Bollettino in attesa d'avere il
altre più approfondite ricerche su docu- parere del futuro Redattore.
menti inediti dell'epoca. Però un po' di luce Verso la fine di febbraio, sui principali
traspare dai documc11ti ufficiali. giornali d'Ttalia, venne pubblicato il bando
Con pazienti ricerche si trovano tracce di concorso all'ufficio di Hedattore delle
di divergenza fra il redattore e la Direzione pubblicazioni del C.A. L, che stabiliva l'ob-
Centrale, divergenze che risalgono alla ge- bligo di residenza in Torino, la cono-
nesi stessa del Comitato per le pubblica- scenza delle lingue straniere principali, il
·lioni, sorto dopo le dimissioni di Castaldi, possesso di buone conoscenze in scienze
con Baretti «capo ,. riconosciuto ed auto· naturali e la pratica sia d'escursioni alpine
revole. Nel 1877 venne approvato un Rego- che di pubblicazioni scientifiche perio-
lame11to che stabiliva le rispettive man- diche.
sioni dcl Comi.lato e dcl Redattore; il Nell'adunanza del 4 aprile 1879, la Di-
Comitato veniva aumentato da cinque a rezione Centrale nominò Hcdattore il dot-
nove membri; il Regolamento e l'aumento tore in scienze naturali Francesco Virgilio,
dei componenti crearono le divergenze. scegliendolo fra i dieci candidati delle varie
Baretti si rifiutò di raccogliere e fornire dci regioni d'Italia; il Comitato per le pubbli-
dati alla Direzione Centrale giustificando cazion i restò, per tale anno, così formato :
il rifiuto con diverse ragioni sue. A ·sua Presidente Parone, Segretario i\"fartclli, Bal-
volta la D irezione Centrale rigettò alcune duino, Grobcr, Montaklo, Vaccarone, Caso

850
e Virgilio, redattore. Nel suC<:essivo 1880 zioni. Si era omrni imposta la necessità di
Baretti entrò nel Comitato in qualità di un organo d i frequente e regolare perio·
Segretario e l'accordo regnò sovrano per dicità - con pronte notizie dei fatt i più
qualche anno; le pubblicazioni, sotto la importan ti per l'alpinismo e con attraente
d irezioni dei suddetti, procedettero alacre- lettura mediante articoli adatti - pur con-
mente e, nelle Assemblee, i delegat i loda- servando il Boffet/.iuo come la più impor-
rono la regolarità con cui veniva ricevuto_ tan te espressione del C.A.J.
il Bollettiuo. Già con Barelli nel 1878, lo Venne cosl ristabilito il 'sistema delle
stipendio annuo del Redattore era passato due pubblicazion i:
da L. 1200 a L. 2000 e quello dell'applicato 1) Rivisto Alpino, mensile, compilata
di Segreteria da L. 600 a L. 1200: e la que- unicamente dal Redattore sotto la sorve-
stione economica aveva il suo grande peso, glianza della Direzione Centrale, conte-
che pure ha nei nostri tempi. nente notizie di cronaca, atti, articoli d i
Dal 1879 al 1881 uscirono trimestral- fondo e bibliografie;
mente i dodici numeri dal n. 37 al n. 48 e 2) Bolletti110, annuale, compilato dal
formarono i volumi Xlll , XIV, XV col quale Redattore assistito dal Com itato delle Pub-
si c11 iuse l'era storica del Bollettino. La blicazioni, per gli studi e le memorie di
tiratura restò invariata: sulle 4000 copie maggior rilievo e corredati d i illustrazioni.
copie dato che pure il numero dei soci non La nuova era per le pubblicazioni dcl
superò mai i 3400-3600 (eccezionalmente, Club cominciò quindi nel 1882 con la na-
nel 1880, con 3889 per subito ridiscendere). scita della Rivist11 i\le11sile attuale g:iunta,
Durante l'Assemblea dci Delegati dcl quest'anno, alla sua LXXX I annata di vita
5 gennaio 1881, in sede d"approvazione ininterrotta. Cominciò con un • record •
del Bilancio di Previsione per il 1882, si insuperabile per tutte le • ere • passate e
decise la riduzione della cifra stanziata future: il RFondo di cassa H, che fu il più
per le pubblicazioni perché il Bilancio stes- microscopico. t\\ 1" gennaio 1882 c'erano
so si era alleggerito della spesa per la in Cassa lire 44 virgola 93 centesimi!
stam pa dci prospetti sulle osservazioni me- La nuova era non rig:uardò soltan to le
teorologiche i quali, fino allo stesso prece- pubblicazioni ma bensì lo spirito anima-
dente .1 880, erano sem pre stati in appen- tore dei suoi principali esponen ti, che stava
dice al Bollettino: gli ultimi tre prospetti mutando in profondità: e le pubblicazioni
pubblicati sul Bollettino n. 44 (4" quadri- rifletterono - come in uno specchio -
mestre 1880) - sempre redatti da Padre questi mutamenti. che lasciarono traC<:e
Denza - riguardarono le e Osservazioni • profonde sui verbali delle Assemblee del
d i ben 11 4 Stazioni, sparse dalle Alpi alla 188 1 e 1882 e sulle interessantissime pre-
Sicilia, per il trimestre maggio-luglio 1880; faz ioni di Alessandro Martelli e Martino
poi furono passati, per competenza alla B:iretti, rispettivamente redatte per la Ri-
e: Società Meteorologica ) . Si discusse a oista cd il Bolfctli110. Nel 1882. dopo 18
lungo .~u lle pubblicazioni e vennero anche ann j di vit a dcl Club. apparvero le prime
proposti dci premi per gli a11 tori dci mi- innovazioni "esteriori" ed " interiori" do-
j!liori lavori per il Bollettino, cl1e vennero vute all'eterno dualismo: -giovani" e
dati 011alche anno dopo. -vecchi" del Club Alpino Italiano, in pitÌ
Nella successiva Assemhlea dci Delegati o meno aperto contrasto. proprio come av-
dcll' ll dicembre 1881. si approvarono. al- viene ai g:ionii nostri, tutti convint i - sem-
cune decisive innovazioni nelle pubblica· pre - e tutti in buona fede, di agire • per

851
il bene e per il meglio in favore del C.A.I. >. progressive e crescenti esigenze del Soda-
Per tutto quel tempo la "Dirézione lizio. Però ... e clii fa, falla > e e 11011 sempre
Cen trale" era rimasta con lo stesso nome e si riuscì 11elk> sperato inte11to e si dovette
la stessa struttura iniziata il 23 ottobre talora ripristirwre wi sistem(I abba11do11ato;
1863 al Valentino cioè con nove membri, il c1ie rese 71ilÌ tenaci i conservati, 71ilÌ de-
che non erano stati aumentati quando si boli gli innovatori e 11ilÌ restii i dubbiosi.
passò da 200 a 500, a 1000, a 2000, e a 3000 Mentre negli ultimi a1mi , senza che si d i-
e più soci; non nel 1875 quando si supe- cesse generalmente male delle pubblica-
rarono i 3000 soci ma nel 1882 quando da zioni quali si facevano e senza che si
otto an ni si era su quella cifra! II nome dimostrasse una ape rta disapprovm:icme
stesso, pur d'innovare, pur di discutere, del sistema ir1 uso, eravi una mal celata
venne mutato. Basta con "Direzione Cen- irrequietudine innovatrice, un incessante
trale" ma bensì "Consiglio Dirett ivo della sch.ioppettio di timide censure e proteste,
Sede Centra le" Quintino Sella difese, in che talora si volgevano in un fuoco d i fìla
garbati ma aperti contrasti con diversi de- di proposte e di controproposte; tuttavia
legati, i costosi e panorami > in appendice non si riuscì mai a far vera breccia ed a
ai Bollettini e la pubblicazione di relazioni vroovedere con 11ronta ed e nergic(I risolu-
scientifiche. La lotta pro e contro dilagò zione ad mi bisogno se11lito, ma non s11ffi-
nel Consiglio e nel Comitato delle pubbli- cienteme11te st11diato ed espresso >.
cazioni e le "Prefazioni" dissero, con chia- Tnfine spiegò Come la Direzione, sentite
rezza, che i concetti validi prima erano le opin ioni di tutti, s'inchinò ai voleri della
ormai mutati e su perat i. La mentalità dei maggioranza col trionfo del doppio sistema
migliori partecipava a questo processo evo- nuovamente adottato terminando con una
lutivo iniziato nel 1875 per la diminuzione ultima profetica domanda.: e Quale l'aspet-
della quota alla Sede Centrale e per I'As- tazione ed il risultato?>. Dopo questa do-
semblea dci Delegati. manda scrisse: e risponderanno i lettori ed
Alessandro Martelli, D irettore della Se- il tempo > e fu un buon profeta.
de Centrale e membro del Comitato per Anche Martino Baretti, per incarico del
le pubblicazioni, ebbe il preciso incarico Consiglio Direttivo, scrisse sulla Prefazione
dalla "Direzione" diventata "Consiglio" del BolleUi110 n. 49 approfondendo i vari
di spiegare ai Soci il perché, il come ed il concetti fon damentali sulle applicazioni;
fine per cui usciva - il 31 gennaio 1882 - anche se il volume è per il 1882, venne
il primo numero della Rivista Alpin(I lta- scritta nell'aprile del 1883 dopo un armo
/ia11a - Periodico mensile del Club Alpino fii viva esperienza della Riaista Al11i11a; in
Italiano. essa Bare tt i espose chiaramente lo scopo a
Ecco, brevemente, i punti essenziali cui erano preposte le due pubblicazioni ed
della briosa e attuale "Prefazione". Se il indicò la via da seg11ire : bandire i lavori di
e promuovere lo studio delle montagne > è indole puramente scientifica e scrivere la
lo scopo precipuo del C.A.I., le pubblica- vera storia degli abitanti delle nostre Alpi...
zioni sono il mezzo di manifes tazione più La Scienza e vi dovrà essere ammessa solo '
efficace, e la vera incarnazione di questo in quelle sue applicazioni che abbiano pe r
scopo >; esse furono sempre oggetto di cure compito di f(lr conoscere le montagne e
infinite e di continuo studio e rappresen- specialmente le italiane ... >. Invece di pub-
tarono tutta la produttività dell'ente col- blicare articoloni inadatti, costruire capan-
lettivo da cui e manavano per soddisfare le ne, sentieri, ponti che rendano facile il sog-

852
giomo nelle Alte Regioni Alpine: son sùe
raccomandazioni!
stesso direttamente lilla redazione delle
pubblicazioni sociali , .
II
Nel successivo 1883, nell'Assemblea dci e l i prof. Virgilio lasciò alla fine del
Delegati del 16 dicembre, le sezioni riuni- 1883 la redazione di entrambi i periodici,
te di Biella, Domodossola, Varallo e Ver-
bano, le e sezioni del Monte Hosa , come
ai quali aveva dedicato non poche cure in-
telligenti , scrisse Carlo Batti . Non è pro-
I
giustamente s'appellavano, presentarono prio esatto che e lasciò , : occorre che sap·
sette 711mti contenenti proposte relative al-- piano, i posteri, di questa soppressione av-
le pubblicazioni sociale ed ai sussidi : in venuta e decisa dai Delegati e dal Consiglio
breve, una sola pubblicazione annua e che Diretlivol
le economie fatte sulle pubblicazioni fossero Durante i cinque anni di sua redazione
devolute all'aumento dei sussidi sezioiwli... ven nero pubblicati 14 numeri del Bol/.etti-
Presiedeva Martino Baretti, in carica come UQ suddivisi in cinque volumi : XIII, XIV,
Vice-Presidente; Quintino Sella, negli ulti- XV, XVI e XVI I (gli ultimi due formati dai
mi -ann i, non partecipò alle Assemblee ma numeri 49 e 50) e le prime due annate del-
solo ai Congressi ed il XV I del 1883 fu l'ul- la Rivista Alpina (1882 e 1883) formato
timo: quello svoltosi a Brescia. grande, cm 21X 29, su due colonne.
Nell'accesa discussione venne rilevato,
"li con opportuni dati statistici precisi, che
l'affermazione contenuta nel memoriale del-
ANNO 1884: MARTINO BARETTI
le quattro sezioni, e che cioè il Bollettino
e la Rkista in gran parte siano ~ssorbiti E LUIGI VACCARONE
dalle Sezioni di Torino e di Aosta • , era
inesatta; che era inopportuno cambiare il li Consiglio Direttivo, nella sua prima
sistema delle pubblicazioni in vigore da so- Adunanza del 4 gennaio 1884, deliberò di
li due ann i, frutto di tanti studi ed esperi- nominare Martino Baretti e incaricato per
menti al riguardo; c1ie se alcune Sezioni le pubblicazioni , e l'avv. Luigi Vaccaro-
veggo'w raramente comparire tra le pub- ne e Vice-Incaricato per le pubblicazioni • ;
blicazioni sociali scritti e lavori dei loro deliberò di portare a 11ove il numero dei
Soci, la. colpa è dei Soci stessi che non ne membri del Comitato per le pubblicazioni,
mandano per le pubblicazioni. che furono: Balduino, Bruniati, Cherubini,
Calderini fece appello alle idee concilia- Perrucchetti, Parone, Vaccarone, Vigoni,
tive del Consiglio Centrale e dei Delegati Budden e Grober.
ritenendo possibile soddisfare ai voti delle Questo tentativo di funzionare senza re-
quattro Sezioni del Rosa specialmente per dattore durò un solo anno: venne redatto
i fondi concorso lavori sezionali; propose il n. 51 del Bollettino, che formò il volume
un ordine del giorno, favorevole ai sussidi XVIII; venne mensilmente pubblicata la
ma che restassero ferme le pubblicazioni terza annata della Rivista Alpina; la tira-
com'erano, che venne approvato. tura di entrambe le pubblicazioni, essendo
Poi... il e capro espiatorio , , la e bom- i soci esattamente 3868, restò invariata sul-
ba t ! le 4000 copie.
Baretti fece notare l'economia che il Nel 1884 le pubblicazioni uscirono li-
Consiglio Direttivo si propone di fare colla state a lutto per la morte di Qu intino Sel-
soppressione della spesa <li un redattore la, fondatore e presidente in carica del C lub
stipendiato assumendo di. provvedere esso Alpino Italiano, avvenuta il 14 marzo 1884,

853
tra il cordoglio degli alpin ìsli italiani e stra- gno 188.5 la Sezione di Brescia si fece pro-
nieri. motrice di una mozione tendente alla sop-
Venne eletto alla successione l'ing. Feli- pressio11e de/U1 rii;ista e dei sussidi alle Se-
ce Giordano, che non accettò la carica; nel zioni. Prima di fare la proposta chiese il
dicembre dello stesso 1884 venne eletto il parere alle sezioni consorelle; e le sezioni
comm. Paolo Lioy con Vice Presidente '1'av- di Susa, Agordo, Verbano, Aosta, Sondrio,
vocato Antonio Crober. Enza e !\fondovì si associarono a lei; Brescia
Nella stessa Assemblea si stabilì che il dichiarò che versando otto lire alla Sede
formato della Rii;ista Alpina fosse reso con- Centrale, doveva far fronte ai suoi bisogni
forme a quello dcl Bollet.ti110; venne deciso con lire quattro, « d i sole dodici lire essen-
che, per il buon andamento del C.A. J., una do la quota annuale dei soci di quella Se-
persona est.ranea al Consiglio, provvedesse zione e di molte altre. {Queste dodici lire
alle pubblicazioni ristabilendo l'ufficio di annue dànno un colpo "mortale" al famo-
un redattore stipendiato ('). so ~marenghin o" a cui fecero sovente ri-
La collaborazione di Luigi Vaccarone corso molti Delegati, dal 1945 in poi, per
fu preziosa; in tale anno, oltre alla redazio- dimostrare che ogni socio pagava lire venti
ne, compilò 1'11ulice genemle dei primi 50 an nue; allora non c'era il vincolo del rad-
1111meri del Bollettino che venne distribuito doppio; le grandi Sezioni facevano pagare
ai soci nel successivo 1885; costò 296 mille- venti lire e le altre 12, I vrea e Aosta 15 li-
simi di lira essendo state spese L. 1.480 per re, Saluzzo 14 lire, ecc. ecc.). Hitomando
5000 copie. all'Assemblea, la Sede Centrale d imostrò
che tutte le sezioni avevano un vantaggio
lasciando invariata la quota, le pubblica-
Il_, PERIODO DI SCI PIONE CAINER zioni e, promettendo un sicuro sussidio al·
(1885-1892) la sezione di Brescia per la capanna all'Ada-
mello, ottenne che quest'ultima ritirasse la
Nella prima adunanza del 4 gennaio mozione presentata.
1885 il Consiglio Direttivo deliberò d'ind ire Si deliberò inoltre di in iziare le inserzio-
un concorso per la nomina di un Redattore ni a pagamento su lla copertina della Rioi-
delle Pubblicazioni con lo stipendio ann uo sta purché riflettenti oggetti che avessero
di L. 1.500 e di un Applicato di Segreteria una q ualche più o meno diretta relazione
con lo stipendio annuo di L. 1.200 con con l'alpinismo (alberghi di montagna, sta-
facoltà lii cumulare f,e due cariche nelln bilimenti di cu re in montagna, industrie di
stessa persona. ln data l Gmarzo 1885 ebbe montagna, oggetti, fotografie, ecc.).
luogo la terza adunanza dalla quale risultò Veramente non si trattò d' e iniziare >
eletto e a Redattore delle pubblicazioni ed le inserzioni a pagamento perché ve ne fu-
Applicato di Segreteria il signor Scipione rono sempre sulle nostre pubblicazioni. For-
Cainer :. . Venne subito, col primo numero se furono gratuite solo le prime di Castaldi
del 188.5, modificato il formato della pub- perché si trattò di notizie utili agli alpinisti
blicazione mensile che si chiamò Rivista
Mensile del Club Alpi110 ltaUa1w, titolo che
le rimase quasi per sempre e che tuttora
stranieri. Al te1mine dei primi bollettini ve-
nivano uniti dei fogli gialli, fuori testo, con
tanto di e Hòtel et établissements racco-
i
abbiamo, anche se, effettivamente, escono
solo sci numeri all'anno.
(') Veri.mie del( Assemblea dei Delegati ilei 21-12-
Nell'Assemblea dei Delegati del 21 giu- 1884, in Riofsla MeltSl/e l884, rxig. 140 e segg.
mandés par la Direction du Club Alpin > e C.A.I. >, sul Bollettino n. 52, in cui segnalò
si trattava dei migliori alberghi di Torino, d'aver stampato sulla Rivista lavori merite-
Ivrea, Aosta, Courmayeur, Chamonix e Zer- voli di trovar posto sul Bolkttiuo per qcco11-
matt; di ditte inglesi produttrici di corde, disce1ulere alla 1neghiera tlegli autori c1ie
lcnde, ascie, termometri, barometri, guide, desideraixmo una pi!Ì sollecita p11bblicazio-
carte topogralìche, ecc. "adottate'' dall' Al- 11e; spiegò la diversità dei pareri riguardo
pine Club. Poi vi fu un "pron un ciamento~ la composizione stessa del Bollettino: alcu-
dei "pmi" d'ogni tempo che vollero tolta ni ritenevano necessaria la collaborazione
quella "contaminazione'' alle nostre pub- degli scienziati, altri non volevano pili as-
blicazioni e, con Cainer, si ebbe quindi la solutamente trovare "scienza" sulle pub-
"codifìcazione" di tale materia. blicazioni nostre (lo stesso Quintino Sella,
Scipione Cainer iniziò dunque con le nel suo discorso al XVI Congresso di Bre-
due pubblicazioni, ridotte allo stesso for- scia, dopo aver spiegato come quella città
mato, validamente sorretto da un Comitato salvò due volte l'Italia anticipando l'impo·
formato da dodici ottimi elementi che, nel sta fondiaria, ebbe a dire testualmente:
1885, risultò così composto: Presidente ~ Scusate della disgressione; potrà forse as-
Perrucchetti, Vice Presidente Vaccarone, serire qua/c11110 che io sili uscito troppo dal-
Segretario Cord, Drunialti, Dudde11 , Cheru- l'alpinismo: osserverò che sono ancora nel-
bini, Grober, Antonelli, Angelo Mosso, Pie- l'argome11to dell' "Excelsior" > e fu l'ultima
ro Giacosa, Balduino e Giovanni Faldella, sua "frecciata"); invitò tutti i soci alla fat-
letterato e storico che tanto onorò la natìa tiva collaborazione con lavori veramente
Saluggia. , alpinistici ricordando che scrivevano per
Scipione Cainer tenne degnamente per un pubblico d'alpinisti; rammentò che il
otto anni la redazione; e le due pubblica- Bol!etti110 non doveva diventare un dupli·
zioni non subirono scosse o mutamenti re- cato della Rivista; consigliò lo studia e la
pentini come invece avvenne coi suoi prede- illustrazione della montagna che dovevano
cessori. Ebbe però il grande vantaggio di asolutamente prevalere sulla narrazione ov-
avere per sei mmi lo stesso Presidente Lioy, \"ero sull'm1eddotica; assicurò, infine, che
suo concittadino, e per gli altri due Grober, qualsiasi lavoro con reale pregio letterario
che era stato, per lo stesso periodo di Lioy, - anche se aneddotico - sarebbe sempre
alla Vice-Presidenza e nel Comitato per le stato desideratissimo purché facesse cono-
pubblicazioni; lo stesso Comitato subì pochi scere la montagna sotto aspetti nuovi rive-
mu tamenti perché Perrucchetti, Vaccarone, landone attrattive che diffondessero l'amore
ecc. restarono sempre al suo fianco; ebbe pei monti e per la vita alpestre ... Non valse-
anche altri ben 41 collaboratori per la ro, invece, neppure i premi istituiti pe" in-
Wvista. \"ogliare gli scrittori a compilare memorie
La "creatura prediletta" di Cainer fu per il Bollettino!
la Hivista che, sotto il suo impulso, iniziò Si dovette ammettere che la celerità e
una lenta, costante ed inesorabile ascesa la regolarità della Rivista erano troppo in
ai danni del Bolkttiuo il quale, a sua volta, contrasto con la lentezza e l'irregolarità
iniziò un altrettanto lento quanto inesora- del Borlett.ino, che usciva sempre 1'anno...
bile declino affatto voluto, però, né dal Re- successivo! Gli scrittori avevano l'umano
dattore né dal Comitato. desiderio di veder presto pubbliC'ati i loro
Il Consiglio Direttivo corse ai ripari ri- lavori. .. ' e la sollecita pubblicazione è un
volgendo un caldo invito « Ai soci del fenomeno naturale a cui. non si può resi-

855
stere > ammise un Delegato ... su l Monv iso le manifestazioni dcl 1888, du·
Si riuscì ad arrestarne la rapida deca- rante le quali venne distribuito l'opuscolo
denza pubblicando, in quel periodo, diver- e Cro11nca del Club J\lpi110 Italiano tlal
si interessanti articoli: basta citarne qual- 1863 al 1888 > redatta d a Scipione Cainer
cuno per dimostrarlo: « Dal Mo11viso al e venne conferita la medaglia d·oro a Luigi
Monte Rosa - Statistiche delle prime ascen- Vaccarone per tutti i suoi diligenti studi
sioni> di Vaccarone, « 1 pericoli dellafpi- redatti e pubblicati sul Bollettino e sulla
11ls1110 > di Cesare Fiorio e Carlo Ratti, Rivista.
«Dall'alto > commemorazione di Quintino Nell'ultima pagina della Rivista del
Sella redatta dal Presidente Paolo Lioy, la 189-2, proprio come e ultimo spazio disponi-
or: Cronaca> del primo venticinquennio di bile > prima della fìrma d el Redattore e del
vita del C.A.I. di Cainer; poi una serie di Gerente, Scipione Ca iner ringraziò manife-
relazioni alpinistiche di Vittorio Sella, Gui- stando la sua profonda e indelebile ricono-
do Hey, Giovann i Bobba, Prudenzini, Ce- scenza al Consiglio Direttivo e 7Jartico/1ir-
clerna, Gonella e d iversi altri scrittori. me11te a Luigi Vaccarone « di cui la auto-
Tutti si persuasero, insomma, che la Ri- revole esperienza e l aiuto efficacissimo gli
vista progrediva e continuava a meritarsi il tornarono preziosi in ogn i momento>; rin-
favore e gli elogi dei soci, grazie alle cure graziò i numerosi e valenti col\aboratori che
specia li del Redattore Cainer. Quando il trovò in tutte le Sezioni e ai quali è dovuto
Presidente Crobcr, nell'Assemblea del 18 se le pubblicazioni godono considerazione
dicembre 1892, comunicò ai presenti che e simpatia>. Suo grande conforto: vedere
Cainer aveva lasciato Torino per far ritorno prendere il suo posto da un provet to alpi-
a Vicenza presso la famiglia - indotto da nista e scrittore, il cui nome dava garanzia,
imperiose circostanze domestiche - egli disse, di nuovo impulso ai nostri studi e di
non potè fare a meno e di manifestare il sicuro progresso per le pubblicazioni a
' 'ivo rincr~scime nt o suo e dell'intero Con- maggior lustro ed incremento del Club Al-
siglio Direttivo• perché ven iva a mancare pino Italiano.
e l'opera attiva e intelligente dell'ottimo
Cainer > che nel disimpegno delle sue attri-
buzioni dimostrò sempre la più grande pre- IL PERIODO DI C ARLO RATTI
mura, una rara competenza e un vivissimo (1893-1910)
affetto alla ist ituzione. I nterpretando i sen-
timenti del Consiglio e della intera Assem- Durante la stessa Assemblea dei Dele-
blea espresse il rammarico per la partenza gali del 18 dicembre 1892, il Presidente
d'un cosi va len te collaboratore con l'augu- Grober - subito dopo aver parlato di Sci-
rio che, anche lontano da Torino, egli a- pione Cainer ricevendo l' unanime consenso
vrebbe continualo nella sua preziosa colla- dei convenut i - dich iarò che il Consiglio
borazione in favo re del Club Alpino Italia- Direttivo, aperto il concorso per i due posti
no... Un lun go applauso, affettuoso, salutò vacanti di Redattore cd Applicato di Segre-
il Redattore Cainer dopo otto anni di pre- teria, ebbe In ventura di poter affid are l'uf-
zioso e profìcuo lavoro ficio di Redattore e ad alt ro valoroso nostro
A degna conclusione di questo luminoso collega, ben noto ormai nel mondo alpino,
periodo per le nostre pubblicazioni, ricor- così per l'alto' valore alpi nistico, come e pili
derò che per il XXV Anniversario di fon da- segnatamente per i suoi molt i e pregevoli
zione del Sodalizio si svolsero a Torino e scritti, coi quali in tante guise illustrò le-

856
C,umi1.HA - I L ~ l o~•E ~ l i1.cc 1 011 E, il Ca-
nale di Fantiscritt i (Cana le Grande) e
le cave di marmo dai Ponti di Vara
ffotocolore di S. Soglio)
Budden, Cederna, D'Ovidio, Grober, Paro-
na, Pelloux, i>errucchetti, Toesca di Ca-
stellazzo, Viani, Vaccarone, Fusinato, Gui-
do Hey, Corradino Sella, Canzio e Va llino
nel Comitato; con Caincr, Canzio, Cakleri-
ni, Cibrario, Agostino Ferrari, Fiorio, Mon-
dini, Vigna, Virgilio, C<!C. ecc. nei collabo-
ratori e con un Hcdattore della for.ta di
Carlo Ratti, si giunse all'Assemblea dei De-
legati dcl 17 dicembre 1893 durante la qua-
le, e per la discussione dcl Bilancio di pre-
visione 1894, alla voce Rivista e Bolletti110,
il Presidente prende atto elle, 1'er fa 7ni11w
volta, nessuno dell'Assemblea chlegga (11
parola, e se ne comr,iace >.Era il giusto ri-
conoscimento dci delegati verso le pubbli-
cazioni nostre. Non dirò, con questo, che
nel 1893 tutti oswrnassero alla Rivisiti. An·
che allora, come ai giorn i nostri, questa be-
nedetta Rivista era molto discussa da com·
petenti e da ... incompetenti. E da leggere
il brioso ed e attuale» articolo e La nuooo
Curie Ralli generale del C.A.I. > cli Axel Chun - un
socio della Sezione di Milano veramente
amico delle Apuane - che provocò una
nostre montagne e arricchì la letteratura profonda risonanza, per cui molti si senti-
alpinistica italiana. Questo nostro collega è rono in dovere di rispondere alimenlalldo
il prof. Carlo Ratti, la cui competenza par- una discussione durata due anni (1983-9-1).
ticolare in ogni cosa che si allenga alle no- Axel Chun denunciò le fonnc M blasé~ dei
stre pubblicazioni ci è di garanzia sicura che vecchi d'allora, egli Mquasi anziano~, con
egli saprà degnamente tenere il posto, a un fìne umorismo cd una forma veramente
cui venne chiamato >. brillante cd inusitata.
Cainer flnì con l'ultima pagina della Ri- e Le pubblicazioni del C.A.L non sono
vista 189"2 e Carlo Batti iniziò i suoi 18 anni all'altezza del tempo, dicono gli uni. Sono
d'ininterrotta lledazione con la prima pagi- di spesso mancanti d"indicazioni pratiche,
na della Rivista 1893 ove rivolse un saluto cioè vie percorse, al tezze raggiunte, tempo
e di presentazione, ed un invito alla più impiegato, dicono altri. Le pubblicazioni
nutrita collaborazione • per non venir me- del nostro sodalizio sono troppo accadcmi·
no alla e solerte, diligente e sagace opera > che, dicono i ter.ti. Sono aride cd interessa-
svolta dal suo predecessore. Non gli mancò no solo gli alpinisti arrampicatori, per le
infatti, la collaborazione fattiva del Comi- prime ascensioni ivi riportate, e non vi si
tato per le pubblicazioni, che dai dodici trova che raramente uno scritto che diletti,
membri dcl periodo "Cainer" passarono asseriscono coloro che una volta al mese,
a qui11dici, e con ben 56 colhiboratori sparsi tra il caffè e il sigaro, svogliatamente sfo-
in 19 Sezioni su 32 esistenti nel 1893... Con gliano l'ultima Rivista. Povero redattore,

857
dico io, come farà a conte ntarli tutti? Ba- forma della Rivista: cioè nella carta, nella
.sta pensa re che fra i desideri degli autori, stampa, nelle illustrazioni, nella rilegatura
le ristrettezze d ello spazio, le noie del proto, a fascicoli d"ogni numero mensile e nella
le nonne prescriHe dal Comitato per le diminuzione - a scopo propagandistico -
pubblicazioni e le esigenze dei più che del prezzo di vendita alle Sezioni, che ri-
4000 soci che pagano lire 0 110, compresi chiedevano dei numeri sciolti specialmente
quelli che vorrebbero pagarne meno per per distribuirli ai giovani partecipanti al-
non leggere affatto, in mezzo a questo pan· le prime ucarovanc scolast iche". Così nel
demonio, il povero redattore si ammale- 1896 si ebbe una Hivista su carta decisa-
rebbe di fogato, se non fosse alpJnista, per mente migliore corredata dalle prime tre-
sua e nostra fortuna! Come si fa ad accon- dici i/fustra;:.io11i, che passarono a 22 negli
tentarli tutti? Ecco il busillis! Ci vuole un anni successivi per giungere a ben 28 nel
colpo alla botte ed uno al cerchio :t . 1900. Grobe r stesso, nella Assemblea d ci
Tutto l'articolo, basato sul confronto D elegati dcl 7 settembre 1897 tenutasi in
~ giooo11i-an.zia11i" vecchio quanto il mon- Bergamo, prese a tto di <Juesti migliora-
do, ha per sfondo le pubblicazioni e pare menti di "forma" introdotti "secondo i de-
scri tto ieri tanto sono attuali, e insolute sideri manifestati nel 1895": e Certamen-
ancora, le questioni trattate. Per ben ca- te, disse, si potrebbe discutere all'infìni-
pirlo occorre rifarsi alla mentalità di quel to su l meglio ma in un'Associazione come
tempo, che si rifletteva sulla Rivista, sulla la nostra conviene atteners i ad una via di
quale venivano descritte con minuti parti- mezzo seg11erulo sui 11osl'ri volumi l'evol11-
colari le disgrazie alpine o segnalate, per zio11e del 1umsiero e dcl ser1timer1to alpini-
esempio, le vittime del e barbaro giuoco o stico della società , ; e propose il rituale,
sport ciel " Foot-Ball" cl1e causò nella sola onnai, voto di plauso e di ringraziamento
Jngl1Uterra , in tre stagioni di sei mesi l'ima, ai collaboratori, al Comitato e al Redat-
71 morti.e 366 feriti • ed era e dedicato tore della Rivista non dimenticando i prin·
ai detrattori dell'alpinismo • · Oppure la cipali autori "benemeriti" del Bolletli110
descrizione della catastrofe del pallone tra i quali Vittorio Selltt cd Em ilio Gallo
• stella che quasi toccò terr~:;;~'".,;~~;~
8

,
e la ricc11c;:,::a di illustmzioui del Bolletti110
10 ottobre 1893 durante il t1 stesso.
di Jl07.ze del cinquantenne capitano Le pubblicazioni crescevano continua-
bonnet e della sua diciottenne sposa Anna mente nella considerazione nazionale ed
Demichelis. La subitanea bufera, il terri- europea come si nota nelle ampie recen-
bile volo quasi incontrollato oltre i 6(X>Q sion i ded icate alle riviste straniere pub-
metri nella navicella di vimini, l'urto nella blicate; nel 1903 passarono a 55 tra illu-
parete della Bessanese, la tragica fìn e del strazion i, disegni, schizzi .e ritratti, di cui
capitano caduto in un crepaccio mentre IO fuori testo; passarono a 66 nel 1904, a
scendeva nella nebbia, la discesa dei tre 75 nel 1905. Però... proprio nell'ultima As-
superstiti fìno al Piano della Mussa senza semblea dei Delegati del 1004 - quella del
vedere il rifogio Castaldi. Avv~nimenti 18 dicembre - si ebbero le prime lamen-
"sensazionali 8 per quei tempi ru1cora sem- tele verso Carlo Ratti perché, come risulta
plici e patriarcali. dal verbale, Crober ritenne fondate le la-
Nel 1895 i collaboratori della Rivista gnanze sul ritardo co11 ctd usciva la lh vista
salirono a ben 82! In quell'anno venne de- « tant'è che non si risparmiò mai di fare le
cisa una rifonna riguardante, soltanto, la dovute rimostranze e sollecitazioni al Re-

858
dattore • . E promise d'insistere maggior- Bollettino; nel successivo 1908 uscì il Bol-
mente al riguardo sperando che Ratti, cer- lettino n. 72 e nel 1909, mancando il vo-
cando di conciliare le esigenze delle sue lume per J'altemamcnto, si ripiegò sulla
occupazioni professionali con q uelle che pubblicazione del Bollettino n. 73 e sulla
·gl'im poncva la sua carica d i Hcdattore, si distribuzione della Carta topografica del
sarebbe messo in grado di nuovamente cor- Gran Paradiso; la guida Al7Ji Retiche Occi-
rispondere ai legittimi desideri dei Soci. dentali uscì nel 1911 e la stampa di 8550
Hitardo a parte, nella successiva Assem- volumi costò L. 12.000 mentre nel 1910 i
blea di Venezia del settembre 1905, Crober soci ebbero la sola Rivista che raggiunse la
dovette ammettere che la Hivista conti- e massima • tiratura del periodo di Carlo
nuava e nella sua 1wt11rale tenden;:..a ad Ratti: ben 7500 copie!
assumere sempre maggiori proporzioni, for- Nell'ultimo giorno del 1909 morì An-
se a scapito del BoUctti,IO •, che, appunto tonio Crober, Presidente in carica per 19
quell'anno, usciva in volume "unico" per annate consecutive: autentico e record >
d ue annate (1904-1905) come già era capi- per tutto il primo Centenario di vita del
tato per le precedenti del 1895-96. nostro Sodalizio. Poche sett imane prima,
Nelle Assemblee successive si rinnova- durante la Assemblea dei Delegati, aveva
rono le deplorazioni sul ritardo della Rivi- difeso la Rivista considerandola, tra le pub-
sta sempre causa i e personali impegn i dcl blicazioni periodicl1e di Società alpine, una
Redattore • mentre con nostalgia venivano delle più ricche di argomenti narrati e di
ricordati - dai Delegati - e i tempi di utili notizie (•).
Castaldi e di Cainer quando essi stessi scri- Carlo Ratti, per motivi di salute e cre-
vevano lunghi articoli • ecc. ccc.; cd in scenti impegni professionali, rassegnò le
quella del 17 dicembre 1905, Crober, dopo dimissioni dalla carica di Redattore, che il
aver commemorato Martino Baretti, anche Consiglio accettò con rammarico frtolgen-
egli scomparso, dichiarò: e li Redattore dogli un particolare ringraziamento per il
11011 è in condizidni di poter dedicare la grande contributo dato in 18 anni d i reda-
esclusiva opera sua al Club; il Consiglio zione.
Direttivo e la Presidenza furono finora lon- Carlo Ralti, come fece Cainer, usò le
gamini ve rso una persona che ha dei titoli ultime 15 righe dell'ultimo numero della
alla loro considerazione, ma accerta che Rivista del 1910 per ringraziare, a sua volta,
ora le rivolgerà un u1Jimat11m e si prowe- la Presidenza ecl i colleghi sparsi in tutte
derà ad ogni modo che siano migliorate le le sezioni per la collaborazione avuta, an-
pubblicazioni > . ch'egli confortato dal pensiero d'aver per
Le discussioni si fecero vivacissime du- e successore 1111 giova11e ma giil provetto
rante l'Assemblea del 30 dicembre 1906 e alpinista che attem:lerà alle 111ansio11i di Re-
culminarono con una delle pili importanti dattore cori (energia e la perizia ric11iesta
deliberazion i prese in merito alle pubblica- dai progressi della nostra istituzione >.
zioni: si deliberò clic il B0Uctti110, fi110 al- I diciotto volumi della Rivista Mensile,
lom an1111ale, divenisse biennale; ma che, del suo periodo, furono: dal volume xn al
ogr1i due a1111i, fosse pubblicata una guida volume XXIX; i quattordici volumi dcl Bol-
tascabile di una regione mo11tmw cfltalia. lettino: dal volume XXVTI al XL cioè dal
Così nel 1907 \•enne distribuita e gra- n. 60 al n. 73.
tis > ai soci la e GuU:la delle Alpi Marit- (' ) \' nbale ddf Auernbka dei Delegati del 19-12-
time • del Bobba, in vece dell'abituale 1099, In Rl!Mta Memile 1909, pag. 432.

8.59
IL PERJODO DI WALTER LAENG dal Comilato; le persone erano comunque
(1911 -1919: I semestre) salite, oltre al Redattore, a ben ventisei.
Nel 1911 uscirono la Rivista, in 7800
11 18 dicembre 1910 venne eletto Presi- copie, ed il volume citato delle "Alpi He-
dente all'unanimità {151 voti su 151 votan- tiche "; nel 1912 la Rivista passò a 8258
ti) il pror. Camerano, della Sezione di copie e venne pubblicato il Bollettino n. 74;
Biella, che iniziò la carica il 1° gennaio 1911 nel 1913 la Rivista passò a 8730 copie e
unitamente al nuovo Re<laltore Walter vem1e distribuito "gratis" ai soci il magni-
Laeng. fico volume: L'Opera del Club Alpino Ita-
Su l primo numero della Rivista di tale liarw ne l Primo Suo Ci11q11a11tenario (1863-
anno, Laeng rivolse un particolare saluto 1913), in grande formato cm. 23 per 33,
a tulti i soci con q uesto felice paragone: con tiratura d i 8550 copie, che costarono
e Una pubblicazione è formata da singol i in tutto L. 21.561,81.
articoli, più o meno grandi, più o meno Su detto volume Carlo Ratti fece il
importanti, come la montagna è formata riassunto, in cifre, dell'opera costan te e
da innumerevoli rocce assieme saldate. p rogressiva esplicata dalla Sede Centrale
Quanta pili varia e alta è la montagna, per le sole pubblicazioni pe riodiche nei
quanto più essa è ricca di boschi e ghiac- suoi prim i cinquant'an ni di vita: 31.800
ciai e tanto più ci appare attraente; quanto furono le pagine per i suoi 75 volum i: 400
maggiore e migliore è il numero d i colla- pagine per i due volumi dcli' Alpinista,
boratori, quanto più varia e ricr:a è l'opera 14.300 pagine per i 32 volumi della Riuista
loro e tanto più u1w Rivista si rende inte- mensile e 17.100 per i 41 volumi del Bol-
ressante e degna di esistere,. lettilw. Vi furon o oltre 1.3.50 pagine circa
Alle parole tennero dietro i fatti. Ven- per le pubblicazioni "non periodiche": In-
nero subito deliberate dal Comitato delle dici del Bollettino e della Rivista, Cata-
importanti ' innovazioni alla Hivista : venne logo della biblioteca e le due Guide: "A!pi
am pliato il fonnato e disposto il testo su Marittime " e "A lpi Hetiche Occidentali".
due colonne com'è ancora attualmente, ven- Per tutte quante queste pubblicazioni, alle
ne adottata una carta patinata per otte- quali avevano diritto tutti i Soci ciel C.A. I .,
nere maggior risalto e nitidezza nelle inci- la Sede Centrale spese l'ingente somma
sioni, si decise la sostituzione di altro tipo complessiva di L. 796.089,37.
di caratteri di stampa, infine si stabilì di Qualche riga ancora sullo splendido vo-
adottare la copertina illustrata lume del Cinquantenario: costò L. 2,52 la
Per di più, fermo restando circa un copia, fu di pagine 280, venne illustrato
centinaio di collaboratori sparsi nelle 32 da 225 fotoincisioni su ottima carta pati-
sezioni esistenti, venne modificata ed au- nata; nove autori s'alternarono nei dician-
mentata la quantità dei membri preposti nove interessanti capitoli che sintet izzarono
alle pubblicazioni: Com itato delle P11bbli~ niezzo secolo di vita del Club ; riscosse
caziorl i, con 26 membri d iversi dei quali ampie lodi nelle numerose recensioni stra-
nuovi: il prof. Alfredo Corti, Antonio Berti , niere apparse in quei tempi ; in fì ne, venne
Adolfo Hess, Flavio Santi ed alt ri; venne accolta con sommo gradimento da tutti i
creata una Giunta esecutiva per fa Rivista, Soci. € insomma, un prezioso et/ elegante
formata dall'avv. Giovann i Bobba, Agostino volume che non doorebbe mancare 1'resso
Fcrrari e Nicola Vigna, in più una Com- og11i biblioteca sezionale!
missione consultiva con 12 membri presi Come la "Cronaca" di Cainer era stata

860
no memorando, nel bronzo modellato da
Edoardo Rubino, 11ella p11bblica::.io11e com-
memorativa elle lio (onore di 1Jrese11 tarl>i,
rimarrà eterno ricordo dell'opera del Club
Alpino Italiano nel suo primo Cinquan-
tennio>.

Durante l'ultima Assemblea dci Dele-


gati del 1913 venne proposta la soppres-
sione del Bolletti110. Un ord ine del giorno
proposto da Mauro venne accettato quasi
all'unanimità anche se poi fu accolto co-
me "raccomandazione" alla Sede Centrale:
chiedeva la chiusura definitiva del la serie
dei Bollettini e la compilazione di un indi-
ce finale appena possibile.
Nel 1914 la Rivista Merisile raggiunse
le 147 illustrazioni e fu il numero massimo,
per Laeng, perché stava addensandosi lo
uragano su ll'Europa preannunciato dalle
rivoltellate di Sarajevo che provocarono
l'inizio del confli tto mondiale.
Nel successivo 1915, anno del nostro
in tervento contro l'Austria, la tiratura della
Rivista raggiunse le I0.400 copie es~endo i
soci, al 30 giugno di tale anno, n. 10.276
presentata al castello dcl Valentino durante suddivisi in 37 sezioni: numero mai toc-
lo scoprimento della lapide ricordante il cato prima d'allora e che diminuì nelle tre
2.5° di vita del Club, anche questo volume seguenti annate J>.'lssanclo rispet tivamente
venne presentato - nello stesso luogo e a 9640, 9'284 e 8893 con una differenza di
per analoga cerimonia - durante la storica 1383 soci quasi tutti perduti sui campi di
sed uta del XL !l Congresso, tenutosi dal 5 battaglia - ben cinq ue elenchi com par-
al 12 settembre 1913 per degnamente fe- vero sulla Rivista - in prigionia e per la
steggiare il 50" anno di fondazione dcl terribile Msp..'lgnuola", che infi erì assieme
C.A.L alle atrocità della prima guerra mondiale.
Lo presentò ai Congressisti il conte Nel 1916 il Consiglio Direttivo ritenne
Luigi Cibrario nel suo brillante e profe- non pili necessaria la costit uzione dcl Co-
tico discorso. Dopo aver ricordato l'ade- mitato delle Pubblicazioni poiché le pub-
sione dei cinque Soci fo1ulatori ancora vi- blicazioni periodiche del Club erano ridotte
venti, ebbe per loro parole di gratitudine alla sola Rivista Mcrisile. Venne costituita,
e d'ammirazione unile al sentimento di in sua vece, la Commissione per la Rivista,
reveren te omaggio • ... noi salutiamo quei com1)osta di sette membri con Segretario
pochi che ancora hanno potuto vedere sor- il Redattore Laeng:; alcun i formarono la
gere questo giorno auspicato ... >. E così Giunta esecutiva. Nel frattempo venne de-
concluse: •Nella solennità di questo gior- cisa la riduzione della Rivista da dodici a

861
nove numeri, la quale calò, dalle 400 pa- 15 dicembre, si svolse l'Assemblea dei De-
gine medie abituali, a sole 324 per tale legati. Non più, come avvenne l'anno pri-
anno. ma, sotto l'incubo di Caporetto e giornata
Nel 1917 il funzionamento restò immu- di smarrimento, non di catastrofe•, ma
tato. Però, in relazione al D.L. 18-4-1917 dopo la vittoriosa conclusione di Vittorio
limitante il consumo della carta per rh1 iste Veneto. Furono 38 i delegati presenti,
e giornali, la Presidenza dovette ridurre giunti da Como, Genova, Bergamo, Firenze,
la Rivista a pubblicazione trimestrale. Usci- Schio, dalla Valtellina e dalla Valsesia, ecc.
rono solamente cinque numeri per com- Anche questa volta non partecipò la Se-
plcssh·e 256 pagine. Con la morte dcl Pre- zione di Milano, scusando l'nsscnzn dovuta
sidente Camerano, avvenuta il 22 novem- e al perdurare delle anonnali condizioni
bre di quell'anno, a causa le difficoltà di ferroviarie • e pregando gli intervenuti di
viaggio e il notevolissimo rincaro delle ta- rinviare una seconda volta l'elezione del
riffe ferroviarie segnalate dalla Sezione di Presidente e di riconfennare in carica tutto
~filano, non venne eletto il st1ccessore. Nep- il Consiglio Direttivo in attesa dell'arrivo,
pure la guida della Regione del\'Ortler, nelle nostre fìle, degli alpinisti trentini, giu-
già pronta l'anno prima, poté venir distri- liani e fiumani. Vennero accettate le pro-
lmita ai soci perché il Comando Supremo poste milanesi: il peso di ~·filano contava
dell'Esercito ne aveva temporaneamente rn1mericamente perché, fra tutte le sezioni
proibita la distribuzione riservandosi l'uso del Sodalizio, solo Torino e Milano ave-
di tale opera. La som ma stanziata per il vano su perato i 1000 soci, la prima nel
quarto volume della "Guida dei Monti di 1906 e la seconda nel 1907; e, i 2000 soci,
Italia " venne pure accantonata. ancora la prima nello 1918, la seconda nel
Nel seguente 1918 si decise di sospen- 1919; tutte le altre erano sempre rimaste,
dere anche la "Commissione per la Rivi- per tutti questi anni, molto al di sotto dci
sta" causa ~e reali difficoltà di funziona- 1000 soci ad eccezione per un solo anno,
mento dovute ai disagi della guerra: ,-enne nel 1915, dalla Sezione di Monza che rag-
nominato il CommisSllrio u11:co 1Jer 1a Ri- giunse quota 1236.
vista Mensile nella persona notissima del- Nel 1919 venne indetto un MConcorso
l'avv. Giovanni Bobba, che da molti anni all'Ufficio di Redattore delle Pubblicazioni
già foceva parte dei precedenti Corriitati, del C.A.I." a L. 2.500 annue cumulabili
e che restò in carica anc11e nel successivo con la carica di "Bibliotecario della Sede
1919. Centrale e della Sezione di Torino ~ per
Causa l'enonnc rincaro della carta non altre 600 con orario dalle ore 14 alle 18,30
fu possibile con tenere le spese per la Ri- e salvo maggiori prestazioni • ·
vista M er1sile clic, malgra9o la sua trime- Contrariamente al passato, il Redattore
stralità con la riduzione a soli quattro nu- lasciò la carica senza quel saluto a cui era-
meri per 192 pa~in e com plessive e 9000 vamo abituati: e così fece quello entrante.
CODie soltanto. nel 1918 costò L. 23.156,50. Vi supplì il "Commissario della Rivista"
cifra record per le puhhlicazioni annuali: avv. Bobba segnalando che il dr. Gualtiero
non va dimenticato che nel 1915, per Laeng, chiamato alle direzione tecnica di
124.790 esemplari mensili e con doppio un importante stabilimen to industriale, do-
numero di pairine (392), erano state spese vette lasciare l'ufficio di Hedattore. Tra i
solo lire 20.075,10. non numerosi concorrenti venne designato
Al termine del 1918, e precisamente il a succedergli il generale Roberto Barbetta,

862
noto ai giovani che studiarono nelle Scuole le somme della Previsione 1920 vennero ap-
militari, combattente di Libia e del Qi.dore. provate.
li Hedattore Laeng compilò quindi: il Nella prima Adunanza del1'8 febbraio
volume XLI dcl Bollettino, n. 74: otto an- 19'20 venne ricostituito il Comitato delle
nate e mezza (1° semestre 1919) della Rivi- pubblicazioni pe r la Rivista, o Giunta ese-
sta Mensile, della XXX alla XXXIII nonché cutiva, così formato: Giovanni Bobba, Ago--
il volume del Cinquantenario. Cli furono stino Ferrari, Guido Operti, Ugo De Amicis
tributati meritatissimi elogi in diverse As- ed Eugenio Ferreri. Il quintetto restò im-
semblee dei Delegati. mutato pure nel successivo 19'21.
Questo biennio fu 11no <lr i pi1'1 difficili
vissuti dal nostro Sodalizio.
Nel 1920 si svolsero tre Assemblee dei
IL PEJUODO DI ROBERTO JJERETTA
Delegali (7); i soci passarono dai 9820 del
(Il semestre 1919 - febbraio 1924) 1919 a ben 186.51 e le sezioni da 29 a 39:
si erano uniti al C.A .I. i fratell i di Trento,
L'Assemblea elci Delegati del 6 luglio Trieste, Bolzano, Gorizia e F iume, mentre
1919, presenti be n 98 delegati, elesse il nuo- si andavano costituendo ovunque nuove se-
vo Pres idente: Basilio Caldcrini. zioni.
Durante la successiva dcl 21 dicembre In quelle Assemblee divamparono le ac-
1919, ripresero le aperte discussioni sulla cese discussioni per la HSezione Universi-
Rivista. taria " tramutata in aperta polemica tra
Crottanelli lamentò che la Hi vista non SUCAI e Sede Centrale, che andarono via
rispondeva più alle esigenze dei tempi e via inasprendosi diventando "accesissime".
che essa non e ra pili affidata all'apposita L'inasprimento degli animi diede il via
Commissione. ai risentimenti personali e Valbusa :;i.ttac-
Calderini spiegò le ragioni che costrin- cò il Presidente del Comita to delle Pub-
sero a dare al collega Bobba il non lieve in- blicazioni, dichiarando che non era all'al-
carico di provvedere alla nostra pubblica- tezza del suo compito; Ugo De Am icis dife-
zione. Ritoniati i tempi normali si provve- se l'azione del Comitato e spiegò come la
derà alle relative nomine. Rivista fosse una raccolta storica e tecnica
Bobba aggiunge che ~ le lament ele~ e- di scritti sulle ascensioni alpine fomite dai
rano vecchie quanto il Club Alpino stesso; nostri soci: tra questi scritt i il Comitato
tutte le Commissioni che si succedettero sceglieva il mat eriale occorrente. Tra le mo-
non ostante tutta la buona volon tà, non riu- difìche allo statuto approvate vi fu quella,
scirono ad eliminarle. Fece però rilevare importante, dei "membri eslrmiei " al Con-
che i Club este ri furono costretti a sospen- si~lio direttivo che potevano far parte dcl
dere le loro pubblicazioni: e Solo il C.A.I. Comitato delle pubblicazioni.
riuscì a mmite11e rle iri vitti, se pur ridotte Nel 1921 si passò dalle "disc ussioni ac-
1Jer ragioui firumzitirie. Persmwlmente lw cesissime" all'atto di citazione intimato al
coscieo:;<t di rmlla aver tmscurato, co1l 11011 Presidente dcl C.A.T. da parte di alcuni so-
lieve ùworo di corrispmule11zn con t11Ui i ci del Sodalizio richiedente la sospensione
pi1ì rwti collaboratori, 11er procmare scritti delle dclibe razoni assembleari e il divieto
alla 1wstm Rivista >. (1) Verbali dello tre A.5.<. D:cl. del 13-6-19"...0, 24-10.
Calderi ni propose un plauso a Bobba a 19"...0c 12-12-19"...0 in Rilliflo Memile 1920, pngg. 141 ,
cui si associò lo stesso Crottanelli dopo che 242 e Ritll'sta MC>Ulle 1921, pagg lO e scgg.

863
di indire il referendum sulle modifiche allo sto veramente mensile, non solo di nome,
Statuto('). Si stava prolìlando la secessione: migliorata sostanzialmente, meglio cu rata
a metà giugno solo sedici sezioni avevano nelle sue rubriche e, soprattutto nelle illu-
versato le quote elevate: e se altre non se- strazion i; con la collaborazione di quanti
guiranno sararmo sospese le pubblica::.iQrli vorranno portare in ogni fomia il loro con-
tiella Hivista >. Infatti, mentre nel 19-20 si tributo essa ritornerà ad essere rorgano oe-
ebbe carta lucida, p..1tinata, ottima, per il ramer1te degno del C.A.1.
1° semestre del 1!}21 uscirono solo due nu- Jn\'ece pochi giorn i dopo, si dimise l'av-
meri su carta grigia, mediocre, ed un suc- vocato Giovanni Bobba per imperiosi impe-
cessivo per il 2~ semestre; dai cinque nume- J!_ni professionali, ricevette una medaglia
ri usciti nel 19-20 per complessive 248 pa- d'oro di benemerenza per tutta la sua gene-
gine con 114 illustrazioni ottime, si passò rosa opera svolta per le pubblicazioni pe-
ai tre numeri per complessive 96 pagine riodiche del Sodalizio, venne rifatto il Co-
con 28 illustrazioni mediocri. Cli esemplari mitato con Presidente Guido Opert-i, Bale-
stampali risultarono 54500. streri, Diressi, Federico Chabod, Eugenio
Fino al 18 dicembre 1921 non si ebbero Ferrcri, Frisoni, Porro e Somigliana. Sulla
Assemblee dei Delegati: in tale giorno se prima pagina elci n. 3 {marzo 199..3) essi si
ne svolsero due! (') Venne raggiunto l'ac- rivolsero alle Sezioni ed ai Soci dcl C.A. T
cordo tra le parti contenden ti ed eletto a e chiedendo una volonteroso col/oborozio-
Presidente l'avv. Eliseo Porro. ne delle Sezioni e dei singoli soci per ripor-
In quel frattempo nell'ufficio del Redat- tare la Rivista al valore raggiun to nel pas-
tore Barbetta vi erano giacenti non meno sato anche se ferree esigcnz'e di Bilancio
di 56 manoscritti - alcun i di grande pregio impediranno, per qualche tempo ancora,
letterario-storico-scientifico - e in attesa di migliorare la veste tipogra fica >: essi mi·
di 1mbblica::.ione >. rano al contenuto che vogliono vario, at-
'elio stesso aprile 19-22 il Consiglio Di- troeute, di sicura attendibilità. lo credo
rett ivo eletto nominò una Commissione per che con il 19-23 la Rivista toccò il pilì basso
lo studio delle rifonne alle pubblicazioni livello estetico. Vi furono sì dodici numeri
fonnata eia 16 membri ; il Comitato Esecu- ma la carta risultò la peggiore, la pessima
tivo per la Rivista Mensile risultò ancora fino allora usata nelle nostre pubblicazioni:
fom1a to da Bobba, Balcstreri, Operti ed così pure le illustrazioni risultarono medio-
Eugenio Ferreri. Nel Hr22 la Rivista uscì cri, s'intende causa la carta usata perché
bimestralmente: sci numeri per complessi- era sempre la stessa S.T.E.N. (Società Ti-
ve 257 pagine su carta mediocre. pografica-Editrice Nazionale) <iuclla dello
Nel successivo 1923, durante l'Assem- splendido volume del Cinquantenario che
blea dci Delegati del 21 .gennaio, nella re- serviva al C.A.T. ; la tiratura ra~iunsc le
denta Trieste, il Presidente Porro ricordò 24420 copie perché i soci erano saliti a
che tema di numerosissime discussion i fu 29519 e le sezioni a ben 66
l'ar.e:omento delle pubblicazioni: ormai la Nel 199-4 la Rioisla ritornò, di colpo e
Riv:sta diventava un semplice problema fi- senza ... passal!l!i intermedi. alla ottima car-
nanziario. dato clic l'aggravio maggiore ta usata fino al 1920. Però il Comitato delle
sta\•a nel preciso obblirw statutario di spe-
dirla o lutti i soci studenti, per i quali veni- {') Verlxili delll' riuninnl <lel C. D. dl'll' 84·1921 e
19-6-19'21, in Rl\ll.flnMcnri/c 1921,pall:e.51,53esci;:i;
va corrisposlo alla Sede Centrale una ouota (")Verbali delle due A""'. O...leg. del IS.12·19'21, In
inacle1.,•uata. Assicurò per il Ht23 una R'i;i- Riui.Jta Memilc 1022, pngg. 31-40

864
pubblicazioni ritenne necessario, pur rico·
noscendo l'opera dcl Hedattore Barbetta
e intel ligente e volonterosa•, la nomina di
un nuovo redattore e che sappia essere al-
l'altezza della bella tradizione lasciata dai
suoi antichi ed indimenticabili predecesso.
ri •- Barbetta lasciò la carica alla fine d i
febbraio 19-24.

IL PERIODO IJI EUGENIO FERRERI


( mar:.o 1924 • 1945)

Occorreva al nostro Sodalizio un Redat.


tore veramente capace e che possedesse
tutti i requisiti indispensabili alla redazio-
ne della Rivista ormai vicina alle 25.000
copie mensili. Egli doveva possedere, in
modo particolare, 1111a 1Jrofo11</a c11lt11ra al~
pinistica ed 1111a competenza tec11ic" i11di-
sct1ssll: solo con queste doti un redattore
poteva ridare alla Hi vista mensile lo splen- .Eugcrdo Ff:Tf'erl
dore dci tempi aurei cd assicurarle regola·
rifà e co11ti11uità di f1mzioriame11to.
Eugenio Ferreri, ulncaricato della Re- la questione nonché la ri11ascitn del Bolletti-
dazione" con decorrenza 1° mar.to 19'24, no di cui, proprio nel 1925, uscì il n. 75, non
superò brillantemente la prova durata un più gratuito ma cecluto ai soci per sole
biennio e divenne "ll Redattore" che durò L. 12; questo Bollettino divenne e un fatto
in carica per ventidue mmi: durata che co- compiuto> - molti volevano invece e: L'Al-
stituisce un record difficilmente superabile bo dci Caduti> - grazie al consigLerc
anche nel secondo secolo di vita dcl nostro Vigna che diccle opera di alacrità, rompe·
Club. tenza e profondo amore alla raccolta degli
Ebbe così inizio, dal 1924, il moto nuo- scritti che compongono il volume cd alla
vamente ascensionale della Riv'sta sotto il compilazione dello stesso
cont rollo del Com itato nel quale s'avvicen- Le vecchie annate della nostra Rl1>isfa
darono i migliori ccl i più appassionati di rispecchiano fedelmente il lento passaggio
quel tempo; alcuni durano tuttora, nule11fi· d el nostro Sodalizio verso l'inquadramento
ci benemeriti attivi da qrlllsi mezzo secolo. fascista perché era materialmente impossi-
Già da qt1ulche anno a\'eva avuto inizio bile - se si voleva sopravvivere come So·
l'avventura totalitaria fascista: eppure il dalizio - restarne com pletamente al di
C.A. L con tinuava ancora nella legalità de- fuori. Interessant i sono quindi i verbali dcl·
mocratica delle sue deliberazioni. Interes· le ultime Assemblee dci delegati di Cori·
santi sono i verbali delle Assemblee dci Oc.
(IO) Verbale Ass. Dde1t. di Vieet1M, in RIOOta
legati di Vicenza (3 1-S.19'24) e di Panna Mcn.fik 19"24,p;11t. l:A"-'. D!'k1t.di Pamt:l,in Rlvllta
(8-3· 19'25) (~ per conoscere a fondo tutta Mmri/e 19"..5,p;igg.XXltl c.egg

865
zia, Firenze, Napoli e Genova (1 1) per com- l'U.T.E.T., Tipografia Sociale Torinese, fì.
prendere a fondo il passaggio nel C.O.N.I. no a tutto il 1929.
come si legge aprendo il primo numero Eugenio Ferreri, oltre a Hcdattore, per
della Rivista del 1927: e Il C.A.l. nel il biennio 19-24-19-25 fu il "geret1te" della
C.O.N.1 . fascisticamente i11quadrato > . Poi Rivista (prima, con gl i altri redattori, non
le tap1>e sempre più dure dcl passaggio del- era avvenuto) per poi passare, per tutto il
la Sede Centrale da Torino a Roma avve- quadriennio 1926-19'29 a Direttore res1,on~
nuta il 15 aprile HF29 e la nomina a Presi· sabile, sempre della Riuista
dente dcl C.A. L di Augusto Turati il 29 Nel 1930 ebbe inizio un'altra "Era"
aprile 19-29. La Riuista dedicò due righe per per la Rivista: ritornò nuovamente mensile,
ogni mutamento: senza una parola di spie- venne rinnovata nella sua veste esteriore
gazione ai soci che capivano, purtroppo, - sempre con ottime fotografie sulla coper·
l'inarrestabile e Ruit, horn > (u). Questo tina - e nella impostazione della materia.
Presidente venuto dall'alto, a fine anno, ap- Il volume rag:g:iunse una tiratura di 30000
prezzò il ~rap pprt o~ ricevuto su\l' opera copie per 36050 soci; le illustrazion i, otti-
svolta dal Comita to delle Pubblicazioni, rin- me sotto ogni aspetto, ragi:;iunsero la ci fra
graziò per l'il luminata attività offerta dai "record'' per tulle le epoche - veramente
componenti ma disse loro che e il nuovo as- sbalorditiva e mai pili raggiunta anche nel·
setto della Rir.Xsta Mensile, la quale conti· le seguenti annate - di ben 468, intercala-
nuerà ad essere l'organo ufficiale del C.A. I te in 788 pagine di testo, lutto su carta pa-
cd a diffondere l'amore e la conoscenza del- tinata.
la montagna fra gli italiani, 11011 cor1sentinì Questo fu il "biglietto da visita" di
il frm::,io11ame11/o del Comitato <lelfe pub- Angelo i\fanaresi subentrato a Turati nella
blica::,'011i così come ha f1111::,io1wto finora> carica di Presidente Generale dcl C.A .J
ma di volta in volta in un'opera di consu- Il programma di }. fanarcsi, come appar-
lenza mnichçvole, ecc. ccc. (Il). ve nel 1930 sulla Rivista, nel suo e saluto
Questi i fatti ccl i personaggi, in estre- al Club Alpino Italiano>, era estremamen-
ma sintesi, del periodo 19-24-19'29. E la no- te semplice (I'): non era un programma
stra Rivista Mensile? travolgente da scoprire e cla svelare, disse,
Pistolotti a parte, fu, c<litorialmente, perché il Club Alpino Ttaliano e il suo pro-
una "cannonata" come dicono i giovani gramma llia sempre avuto davanti a sè, solo
oggi. Dodici numeri nel 19-24, undici nel e schietto, nelle Alpi cla percorrere e da
1925, dicci nel 1926, poi bimestrale nel suc- scalare•· Come una quercia che vive pode-
cessivo triennio; ma, mentre dim inuivano rosamente non ha e affatt o bisor;no di es-
i numeri, aumentavano le pagine ... 345, 358, sere abbattuta e rinnovata ma solo conve-
368, e via via a 432 nel 1928, a 460 i1el 1929.
Lo stesso "crescendo rossiniano~ avvenne (11) V<'rl~ili delle A'\'S. dei Oelcg. <li Gorir.i:i {Rivi.
si" Mensile 1925. p,1g. CI): di F'frcnr.e (llfvlst" Men·
per le illustrazioni. 215, 231, 234, più 57 sile ' 1926. p,1~. XX.'IVT): di N:tl,lOl! (Rivista Mensile
fuori testo nel 19-29. Si alternarono pagine !926. pag. C IX), di Ccnov:t (Rlcltta Mensile 1927,
di carta satinata per le illustrazioni di pre- pag. 228)
(li) Verbale del C. D. <li Brescia dcl 13--3-1027. in
gio, altre di carta patinata per la coperti- RlolstaMcr11llc 1027, pag. 179
na, altre ancora di carta satinata per testo (Ll) l,ettcr" di Aug u.sto Turali ad Ettore Can:lo,
e riproduzioni, infine altre di carta comune Presidente dcl Comitato delle l\ibhllmr.ionl, tn Rivi.
sta Mensile 19Z9,p,ig.•160
per gli Atti Ufficiali e le comunicazioni ai (") Soluto dcl Club Alpl"o ltaf/ono, di Angelo Ma·
Soci; alla Tipografia S.T.E.N. subentrò naresi, in Rifltsla Mcmi/11 1930, !'l'g. 261

866
nientemente curata, pe r farla diventar gia, è alto e nobile ché la pubblicazione è
sempre più vitale lasciando alle sezioni nello stesso tempo, si ntesi di opere e gcnne
quella autonomia <che è il segreto del loro di nuova propaganda: a nome dcl C.A.I.,
fiori.re >. che inizia sotto i migliori auspici questo
Portò poi il suo piano teorico sul piano nuovo anno, io porgo loro un vivo ringra-
concreto, prendendo contatto con tutti i ziamento ed un fraterno saluto.~.
Presidenti di Sezione, con delle d irettive Così la Hivisfa , nei sei anni che intercor-
suddivise in 2i capisaldi, ripristinò il Comi-· sero tra il 1930 cd il 1935, uscì sempre effet-
tato delle Pubblicazioni dotandolo di un tivamente "mensile" e superò diverse volte
Regolamento composto di otto articoli in le 800.pagine annue raggiungendo, nel 1934
cui sono contem plati gli specifici incarichi le 860 pagine, che costituiscono il " re-
e dei membri e del Redattore-tecnico, no- cortl9 di tutte le "ere" editoriali delle no-
minò i membri per il biennio 1931 -32~ Pre- stre pubblicaziDlli: essa fu ancora al cen-
sidente Manaresi; Vice Presidente: Ettore tro della pulsante vita alpinistica dcl nostro
CaiYt.io; membri: nalestreri, Guido Berta- Sodalizio attraverso le memorabili imprese
relli, An tonio Berti, Aldo Bonacossa, Borel- di Emilio Comici, Giusto Gervasutti, Rena-
li, Chersi, Alfredo Corti, Fabbro, F risoni, to Chabod, Ettore Cast igliani, Ricca rdo
Jacobucci, Ponti, Culo Porro, Rovello, So- Cassio, delle nostre migliori guide e di tut-
ro, Augusto Porro, Carlo Ratti, Rondelli, So- ti i membri del risorto C.A.A. I. ; la tiratura
migliana, Ugo di Vallepiana e Nicola Vi- salì, nel 1934, a 50000 copie avendo in tale
gna anno superato i 60000 soci la nostra Asso-
Eugenio Ferreri divenne Hedattpre re- ciazione.
sponsabile fino al 3 1 luglio 1930 e, dal i 0 Jn quel periodo Ferreri venne ripetuta-
agosto dello stesso anno, le cariche per la mente sollecitato perché abbandonasse To-
Rivista restarono: Direttore },fanaresi; Re- rino e si trasferisse a Roma. Dopo lunghi
dattore Capo Responsabile: Giuseppe Giu- tentennamenti, dovuti a motivi personali e
sti ; Redattore: Eugenio Ferrcri. I primi due familiari , egli accettò iniziando la sua attivi-
a Homa, Ferreri a T orino in via San Quinti- tà romana in data i o gennaio 1935. Da tale
no, i4 " trinomio~ che restò immutato fi- anno alla metà del 1943, per la Rivista vi
no a tutto il 1933. furono quindi: Direttore: Ang:elo Manare-
Per la ri\•ista il merito principale di Ma- si; Redtdlore Co1Jo Responsabile: Vittorio
nares i fu quello di aver lascia to ad Euge- Frisinghelli; Segretario di Heda::.ione: Eu-
nio Fcrreri ccl al Comitato quell'ampia fi- genio Ferreri. Ritengo però che fosserocari-
ducia che egli effettivam ente ebbe in loro cl1e ~sulla carta" le prime due - Manare-
tutti ... E lo scrisse: < Ho ricostituito il Co- si era Presidente e Frisinghell i Segretario
mitato delle Pubblicazioni c gli 11 0 affidato Generale - e che, l'effettivo e vero ~Re­
fo1cMico di 71resiedere df°attiviftl editoriale dattore operante" fosse soltanto Fcrreri.
della nostra associazione, siti 7wr quanto lw Nello stesso 1935 ebbero inizio le opera-
tmtto alla Rivista Mensile, sia per tutte zion i militari in Africa Odentale e, sul fini-
quelle altre pubblicazioni elle il C.A.I. farà re dell'anno, la Società delle Nnzioni ci ap-
in avvenire. Sono nomi di provati alpinisti e pioppò le usanzioni cronomiche". Tn segui-
scienziati, innamorati della montagna e che to alle disposizioni governative sull'impie-
dcll'Alpc sentono la divina bellezza e la vi- go della cellulosa, a11cl1e la Rivista ne subì
gorosa for.1.a spirituale: il lavoro che essi si le conseguenze; nel successivo 1936 cambiò
accingono a riprendere, con rinnovata ener- qualità di carta, venne ridotta n undici nu-
meri per complessive 600 pagine, le fotogra- so > molto laconico, simile ai "Comunica-
fìe ebbero minor risultato. Anche il Bollet- ti di Guerra" delle ritirate "strategiche'',
tino n. 76, uscito in tale anno ebbe una car- che diceva: < Per causa di forza maggiore
ta mediocre: fu venduto a L. 10 ai Soci del cd allo scopo di mantenere più frequente,
C.A.I. in questo periodo, il con tatto f.ra C.A.J. ed
Nel 1937, con l'adozione dell' "anno fa- i suoi soci, dal maggio 1943, la Rivista sarà
scista~, la Rivista finì l'annata al 28 otto- l'rasfqmwta in un "Notiziario mensile",
bre: nuova riduzione a dieci numeri e di pur conservando la denominazione Le Alpi
pagine che furo110 solo 476. Le successive e la numerazione dei Volumi> . Per tale
annate ebbero quindi "anno doppio" in anno vennero pubblicati due numeri del
copertina: 1937-1938, 1938-39, 1939-40, Notiziario: maggio-giugno 1943 e luglio-
ecc.; queste tre usciremo tutte con soli 10 ottobre 1943.
numeri con una media di 560 pagine e con Entrambi i notiziari furono pubblicati
buone fotografie nel testo e fuori teslo. Du- dopo la prima caduta del fascismo del 25
rante il 1939 uscì il Boflettiuo n. 77 e ven- luglio 1943.
ne ceduto a L. 12 ai nostri Soci. Subito dopo il colpo di Stato, il Gover-
Dall'alto giunse l'ordine di combatte- no Badoglio i1ominò il dottor Gu ido Berta-
re tutte le parole straniere in uso. Fu quin- relli "Re(!gente del Centro Alpinistico Ita-
di lo stesso Starace a suggerire <Centro liano" e decretò il passaggio del C.A.I. alle
Alpinistico Italiano > fra il tripudio e e l'u- dipendenze del Ministero della Guerra in
nanime compiacimento degli alrinisti >. data 1° settembre 1943 una settimana pri-
Vennero anche le " espulsioni " dal ma del famoso "armistizio~ col quale la
C.A.I. - per fortuna che la sigla restò im- ~uerra continuava. Bertarelli trasferì la Se-
mutata! - con tanto di motivazione e Fa- de Centrale da Roma a Milano < perché re-
ceva opera disgregatrice fra i soci della Se- sidenza del reggente stesso, e centro dell'at-
zione >, 011pure e Scarsa comprensione dci tività alpinistica nazionale > scrivendo un
doveri sociali >, ecc. ecc. Così il fascicolo breve indirizzo ai membri del Consiglio, ai
dcl mese di marzo 1938 portò per primo Presidenti di Sezione ed ai Soci (ls) sui com-
la dicitura < Centro Alpinistico Italiano » piti a lui affidati e mandando un grato sa-
mentre, quello di nove mbre, dello stesso luto al Presidente Manaresi uscen te.
aimo, riportò il mutato nome dato alla Col 31 dicembre 1943 Vittorio Frisin-
nostra Rivista, c11e fu: Le Alpi - Rivista ghelli cessò dalla carica di Segretario Ge-
mensile del Centro Alpinistico Italiano. nerale del C.A.I. e Bertarelli nominò in sua
S'avvicinava la tragica seconda guerra vece Eugenio Ferreri c11e curò la compila-
mondiale: non pili da Sarajevo ma dal zione del Notiziario, avente una tiratura
e corridoio di Danzica >. In qualche punto molto ridotta, mentre Lo Scarpone divenne
dovei)(! pur cominciare, purtroppo. Così, l'organo ufficiale per le comunicazioni uffi-
quasi per gioco, la terribile bufera giunse in ciali della Reggenza.
Ttalia il 19 giugno 1940. Per cinque anni La compagine del C.A.J. e la sua gran-
divampò, disumana, ovunque. de forza morale erano intatte pur nella bu-
La nostra Rivista passò, di colpo. a soli fera: bene o male 45000 soci c'erano in 140
sci numeri nel 1940-41, a cinque nel 1941- sezioni con una Sede Centrale ridotta al
42, a' due nel 1942-43; sull'ultimo numero
(IS) Co..nunlca.::lone del Reggente Berlare/11, tn te
del trimestre febbraio-aprile .1943, per due Alpi. Notiziario mensile del C.A.T .. 1943, o. 9-12.
volte venne ripetuto un e lmportante avvi- pag.113.

868
minimo ma operante attraverso l'aiuto di lite non comparse sulle ultime annate della
soci volontari in commovente collabora- Rivlsta e sui Notiziari del periodo bellico.
zione. li Notiziario usciva quando i bom- Dopo una riunione dcl Consiglio .Cen-
bardamenti lo pcrmcltevano; poi veniva 'trale a Lecco il 21 settembre 1946, per un
spedito a mezzo corrieri in pacchi alle se- banale incidente su di un sentiero della
zioni di Torino, Milano, Padova, Udine, Bo- Crigna Meridionale, avveniva l'improvvi-
logna, Trieste, Firenze, T rento le quali, a. sa morte di Eugenio Ferreri. Un rapido
loro volta, a mezzo corrieri locali, lo ridistri- accostamento sale immediato al pensiero
buivano alle Sezioni viciniori. Nei cinque mentre due persone balzano evidenti ai no-
anni di guerra il numero delle pagine passò stri occhi: Grober, con 19 anni d'ininterrot-
da 336 a 2.32, a 128, a 76, a 64 con l'ultima ta Presidenza, e Ferreri con ventidue anna-
annata 1944-45 di 14 mesi essendo, final- te ininterrotte di redazione. Nessuno, nei ri-
men te, finita il 31 dicembre 1945. spettivi campi, poté superarli: entrambi
Si giwise al ,Jwnicino. Ma la fiaccola scomparvero, nel fulgore della loro attività,
non si spense! per morte repentina.
La Hcggcnza di Bertarclli durò due an- Ventidue anni costituiscono un recQrd
ni; durante tale periodo funzionarono pure veramen te formidabile per un He<lattore!
due Vice Reggenti: Guido Alberto Rivetti Nessuno durò tanto a lungo in mezzo a tan-
e Carlo Chcrsi nonché diciollo consiglieri te peripezie e vicissitudini. Egli lasciò un
molti dei quali, come pure la stessa reggen- segno imperituro ed inconfondibile nelle
za, già appartenenti al Consiglio Centrale nostre pubblicazioni attraverso una rotazio-
di i\fanaresi; periodo durissimo magistral- ne di cinque tipografie. Dal 19'?...A al 1929
mente riassunto da Bertarelli llel suo arti- l'U.T.E.T. Tipografia Sociale Torinese; nel
cofo « Due Anni di Heggenza del C.A.I. >. 1930, l'Architipografìa di Milano; nel 1931,
L'8 giugno 1945 il Comitato di Libera- la Tipografia del Littorio di Roma;· nel
zione Nazionale Alta Italia nominò Com- biennio 1932-33, lo Stabilimento Littorio
missario del C.A.l. il generale degli Alpini di Varese; dal 1934 al 1945, l'Industria Cm-
Luigi i\fasini, del C.A.A.1. . fica Succ. Besozzi di Milano.
Durante la prima Assemblea dei Dele-
gati a Milano il 13 gennaio 1946, presenti
280 rappresentanti delle sezioni, votant i per
IL PERIODO DI ADOLFO BALLIA NO
408 delegati su 563 del rinnovato e nuova-
ente libero e Club Alpino Italiano >, eles- (1946-1950)
sero democraticamente a Presidente Gene-
rale Luigi Masini. Dopo la "Liberazione" molte Sezfoni
Eugenio Fcrreri curò quindi la reda- e Soci avevano r:chiesto la ripresa della Ri-
zione di ventidue volumi della Rivista Men- vista Me nsile. Essendo risultato assoluta-
sile - dal XLIII al L\'.IV - e quattro vo- mente impossibile mantenere agganciato il
lumi del Bollettino - dal XLII al XLV - nostro periodico alla quota sociale, dati gli
segnati coi numeri 75, 76, 77, 78. Quest'ul- altissimi costi, vennero avviate trattative
timo, che chiude per ora la serie, era già oon diverse Case editrici. Senza aggravio
in gestazione prima dcl 1943; Ferreri lo cor- di spese per il C.A.I. venne stabilito un ac-
redò di una preziosa "Cronaca Alpina" - cordo con la Casa Editrice ~Montes~ di
80 pagine di fi ttissimo carattere tipografico Torino per una pubblicazione bim e~tral e
- relativa alle descrizioni delle prime sa- della Hivista a lire 300 annue d'abbonamen-

669
to. Il Notiziario l~c Alpi uscì ancora una zioni •abbonate d'ufficio :t alla Rivista?
volta, in gennaio dcl 19-16, per riportare il Precisiamo p rima i dati del triennio: 1946:
verbale dcli' Assemblea dci Delegati del uscì bimestralmente, fu di pagine 384 con
13-1-1946. carta modesta e poche illustrazioni, a sole
Dopo venne inserito nella stessa Rivista L. 300 annue; 19-17: usd mensilmente, pa-
Mensile. gine 656, buone fotografìe fuori testo, L.
La Presidenza scrisse una Circolare alle 600 annue; 1948: ancora mensile, pagine
Sez.ioni. Disse che la Rivi.sta doveva tornare 536, ottime fotografie di Don Solero sulla
alle sue belle tradizioni del passato ma che copertina di tutte le tre annate. L. 1.000 an-
non bastava la buona volontà e del Reclatt0- nue. Quanti si abbonarono? Nel 1946, 883
re e elci Comitato delle Pubblicazioni > ma soci; nel 1947, 1537 tra soci cd abbonamen-
occorreva il concorso e tangibile > delle se- ti e d'ufficio >; nel 1948 - in maggio- si
z.ioni e dei soci abbonandosi almeno il 5 raggiunsero e 1500 abbonati, ben lontani
per cento dci soci stessi. dal 5 per cento auspicato dal Figari che,
Anche Ball iano si autodefinì e eterno per i soli soci, doveva essere di 4380 abbo-
Don Chisciotte :t in merito alla rinascita namenti nel 1946 e 4775 nel 1947. e Co-
della lhvista, ben inteso! munque noi dobbiamo essere grati all'avvo-
Lo disse ~fasini nelle brevi righe di pre- cato Balliano che si è assu nto il grave peso
foz.ionc con cu i ebbe inizio il primo numero della Redazione della Ri1>ista e perché inol-
della Wvi.sla del ~dopoguerra": e Nel pia- tre si deve alfn sua iniziativa se la 11ostm
no generale di ricostruzione e di riorganiz- llivista ha potuto ri,,rendere le sue pubbli-
zazione del C.A. I., ben si inquadra la ripre- cazioni : il compito è doveroso riconoscerlo,
sa della Rivtsta i\ferisile, pubblicazione tan- non era facile, anche per la difficoltà di pro-
to tradiziona le e simpat ica, quanto indi- curarsi il materiale da pubblicare, dato che
spensabile alla vita stessa del Club >- Egli purtroppo le nuove gene razion i alpinistiche
ricordò che le sue pagine tornavano a co- non dimostrano eccessiva volontà di colla-
stituire il sacrario che custodiva e fa lumi- borazUme alla nostra pubblicazione.
nosa fiaccofn del(i<Jeafe alpinistico :t nella e In ogni modo, mercé l'iniziativa del-
trepidante ma fiduciosa attesa che si attuas- l'avv. Balliano, la nostra nivista ha ripreso
se l'opera di ricostruzione materiale dei no- le sue pubblicazioni e noi abbiamo il dove-
stri rifugi distrutti e ro,,era di ricostm;:,iOfle re di fa r sì che nel venturo anno, finito
morale tlegfi animi e tielle menti, proprio l'impegno assunto dalla Montes, la Rivista
con la Rivi.sta., e 01,era ancor maggion11e11- continui a pubblicarsi >, cd aggiunge Fi-
te meritoria oggi cU fronte al profondo di- gari: • 50flo personalmente COflVinto c11e la
sorientamento 1nodotto dal recente t.ri.ste Rivista grat.uita a t11tti i soci sarebbe la so-
passato >. luzio11e itleale >
Brevemente: era stata stipulata una Dopo la lettura della sua Relazione, du-
convenzione per il triennio 1946-1947-1948 ra)1te l'Asemblca dci D elegati svoltasi a To-
con la Casa Editrice uMontesH, la quale rino il 16 maggio 1948, s'accese una lunga
• si e ra assunta tutti gli oneri per questa discussione alla quale partecipò Io stesso
pubblicazione >, alla quale la sede Centrale Balliano nella duplice veste di redattore,
concorreva con un contributo annuo di L. editore,ecc. e di Delegato-Presiden te della
200.000 di compenso per l'inserimento del Sezione di Torino. Si diede mandato al Con-
Notiziario siglio Centrale di studiare la questione a
Quale fu jl concorso dei soci e delle se- fondo: nella riunione del Consiglio Cen-

870
trale di Genova d el 2-0 giugno 1948 e dopo la rivista è di scarso interesse>. Mi pare di
ampia discussione> venne del iberato che a vedere un gattino che insegue la propria
partire dal 1 ~ gennaio 1949 la Rivista veni- coda disperatamente irraggiungibile. La
va distribuita a tutti i soci ordinari in ragio- stessa impressione pennane leggendo i vari
ne di sci numeri a nnuali e invito ai collaboratori > di ta le 3nno: e Si
Nella successiva riunione dcl Consiglio è detto e ripetuto più volte: perché la Hi-
Centrale, di Biell a, del 20 novembre 1948, vista migliori e diventi quale desideriamo,
e venne nom inato il Comitato di Redazione occorre che la collaborazione sia una rellltà
della Rivista composto da: avv. Negri, Pre- e 11011 soltar1to 1m'afferma::.ione plntonica o
sidente; Chabod, Mila, Bertoglio e Rivero, una critica sterile. Collaborare vuol dire
membri; l'avv. Balliano fun zione rà ill veste scrivere, creare, dedicare tempo ad una co-
di Ree/attore 01wrario. sa. E il tempo, oggi è prezioso. T..egittimo
Pe r la verità vi fu una riunione interme- q11i1uli un compenso, anc11e modesto > ecc.
dia - a Roma il 24 settembre - durante ccc. Se non vi spiace l'esemp io del gattino
la ·q uale il Consiglio, esaminate le varie of- che gioca con la coda, pensate ad una picco-
ferte raccolte dalla Sede Centrale presso- la tartaruga con legata una fogliolina d'insa-
ché identiche, diede mandato al Comitato lata ad una zampa posteriore, oppure l'asi-
di Presidenza pe rché concretasse le tratta- nello che gira intorno la macina con la man-
th·e e pred isponesse la pubblicazione della ciata di fieno ballonzolante a due spanne
Hivista . dal suo muso.
Così il primo numero della Rivista del La tiratura delle annate 1949- 1950 su-
1949, nuovamente bimestrale, uscì .con ben però sicuramente le 5500CI copie; basta
evidente la dici tura e Redllttore: Adolfo controllare il numero dci soci ordinari, che
Balliaoo > e con, in prima pagina, una bella furono 54102 nel 1949 e 51090 nel 1950;
Prefazione dcl Presidente Bartolomeo F i- o, almeno, fu di 55000 e di 52000 o :rnche
gari esaltante le nobili funzioni della Rioi- più se si tien conto delle sezioni, sottosezio-
sta che e riunisce i soci di tutte le sezioni ni e aggregati, certamente discreto come
d'Italia in una sola grande famiglia, in un numero, anche se non detenn inantc.
unico blocco nazionale >. e Essa contribui- I documenti ufficiali tacquero solo al-
rà a fonnare e raffonaro quella coscienza l'inizio. Dopo, in ben quattro Assemblee
alpinistica voluta da Quintino Sella. Vede consecutive - a Torino, Genova, Brescia e
la luce a Torino: la città dove si accese la Firenze - durante la le tt ura dell'an nuale
prima favilla >. Relazione dcl Presidente Figari, risuonaro--
Anche l'annata 1950 uscì con un brioso no sempre gli applausi affindirizzo del lle-
e Fllccimuo il p1111to > prefazionale. Vien dattore Balliano: e del Comitato, che pre-
notato che, per l'estrema esigui tà della quo- stava l'opera sua ~ad honore m ". Sonori-
ta co1Tisposta quale abbonamen to la rivista cordi miei personali di Delegato. A Firenze,
e appare quasi un miracolo , pur essendo specialmente, quando Figari disse: e ... Col-
ancora lontana assai eia come la si vorrebbe. go l'occasione per rinnovare all'avv. Ballia-
e ~fa. come c<1rmi1w non dm1t panem, i no, che si è ritiralo, i nostri ringraziament i,
desideri non dànno mezzi >. Manca, insom- poiché egli ha dato per cinque anni l'opera
ma, questa benedetta Collabom::.ionel e Sia- sua disinteressatamente non solo, ma si de-
mo in un circolo vizioso: la rh•ista è di scar- ve alla sua iniziativa l'aver provocato nel
so interesse pe rché manca la collaborazio- 1946 la ripresa delle pubblicazioni Ms·u-
ne, la collaborazione, si dice, manca perché mendosi. personalmente il riscl1io editoriale,

871
e di questo StW bel gesto noi dobbiamo es- no le cose eia raccontare restando, ben in-
sergli veramente grati >. tesi, attaccati ai monti - stanchezza e noia.
li suo esperimento non fu e un falli- Venne però modificato l'indice che nelle
mento assoluto> com'egli scrisse e•): tut- annate successive ritornò com'era sempre
t'altro! Fu invece la ri1uiscita della nost ra stato (17).
Rivista che, con Balliano, passò dal LXV Neffu ltimo nu mero dell'annata 1952,
al LX IX volume. Altre 209-2 pagine, indici Carlo Hamella scrisse dieci righe cli ·com-
esclusi, s'aggiungevano al nostro patrimo- miato~ per e ringraziare tu tti coloro che,
nio iniziato da Castaldi durante i due anni del suo incarico, aveva-
no prestato la loro opera a favore della Ri-
vista>. e Le ottocen to pagine che sono sta-
te realizzate in questo pe riodo cli tempo te-
IL PERIO DO D I CA RLO RAMELLA stimoniano della effi cienza di questa colla-
(1951-1952) borazione, al di fuori della quale non sa-
rebbe stato possibile conseguire i risultati
e Anno nu ovo, Rivista nuova >, scrisse ottenuti •·
il Presidente l~ i gari rivolgendosi e ai Soci
del Club Alpino Italiano• per il saluto au- Nella Prefazione dcl primo numero del-
gurale del 1951. l'annata 1953, Bartolomeo Figari portò il
Durante la riunione dcl Consiglio Cen- suo pb.uso al prof. !lamella per aver saputo
trale di Milano, del 21gennaio 1951, venne migliorare la Rivisiti ringraziandolo a nome
apprornta la nomina dcl pror. Carlo Ramel- cli tutti i Soci dcl nostro Soda lizio e presen-
Ja a Redattore della W vista tò il nuovo Heclattore ing. Giovanni Berto-
Egli iniziò la sua opera sfoggiando, su l- glio, sul cu i nome e si è aff~rmata la q uasi
le sei copertine dell'annata 1951, delle vec-
chie ed interessanti litografie riguardanti il (") 11 C.l.S.M. - Come ,,ocq,16, °""8 Il, rpera11do
monte Bianco, il Cervino, il Pelmo ed il in bene, vivrò, di A. B:illiani in Montagna, Rloista di
Gruppo di Brenta; peccato che, nella suc- Arte e di Lettcrotum alillna, numero sped:ilc (IOO;B.
1959), p.ag. 10
cessiva del 1952, non abbia continuato la (l7) A togliere questo • noo • t>rovvide 1n.1gistral-
bella serie iniziata. Dopo tanto splendore, mente il Generale Paolo ).ficheletti col suo monumen-
vi prese posto un semplice foglio cli "carta tale Indice Cem:rale clella Rlullta Mensile, 1882-1954,
allaeuirodltzionepn)Vl•ideildott.SilvloSaglio,in m.1-
qualunque". nieroimpCCC11bile.
Nel suo biennio ebbero largo sviluppo Questo prezioso volume ò a5'Qlutamenttl indispensa·
le rubriche e Imprese rilev<mti > con otti- bile a tutte le bibliotoehe $tlzionali. l'er qualsiasi con-
sultazione: tanto per la llivt.rfa quarito per le due an-
me relazioni di Andrea Oggioni, Pino Gal- nato L'al,,illista che sono sta te 11.ccortamcute incluse
lott i, Cesana, Buscaglione, Cesare ;\faestri, con riehiamidirapidi intuizione: A. 74 cA. 75 per il
ccc. ecc.; e Cro11aca. Alpina >, curata dallo 1874 e per i\ 1875. li volume riporto anche ltdle le
ood delfini/Ice Vaccarono rclntiY<> Rllc prime dioei an-
stesso Ramella e da Guido Pagani; e Spedi- n.itè (1882-1891) per riJi:uardo verso lo Scomparso. pur
zioni e:ctmeuropee > di Paolo Griinanger e ~11dostnto-taleperiodo - rioornpilatocon11uovi
Pietro Meciani. Prese il sopravven to la par- criteri. Sono 600 p11ginc di 6ttlssimc e preziosissime in-
formazioni. Sette annidi"°" lieto Jaroro, •un lavoro
te extra su quella "nostrana". Che l'alpi- lungoepaziente,daveroeertoslno •, auspieatoda C:u-
nismo puro sarà bello e sublime: ma le re- lo Ratti nell'artioolo sul primo einq1~111tenario della
lazioni prendono, purtroppo, un ritmo u- Rivista (Riul.fta ,\filn$1le 1931, JXIS'i· 739-752) e com·
piuto da Paolo ~ficheletti: per uM pubbl ieazlone ve-
guafo, monotono, che ingenerano - se non r.l.mentedegna delletrad!'llontedtJIL1 ~rielà<lel Club
intramezzato da altra lettura: che tante so- Alpino Italiano.

872
li

KA~J UT SAn.
(Foto S1:reclizion~ G .•\I. '59)
unanimità del Consiglio>; egli cont inuerà
ropera del professore Ramella.
Carlo RameUa, nell'impossibilità mate-
riale - motivata dagli accresciuti impegni
suoi personali - di con tinuare la sua atti-
vi tà in fa vore della Rivista, rinunciò trop-
po presto all'incarico di Redattore. C i la-.
sciò comunque, due ottimi volumi: il LXX
ed il LXXI.

IL PERIODO
DI GIOVANNI BER1'0G LIO (1953-... )

Durante quest'ultimo periodo la Ili vista


è passata da l LX..X ll ali' LXXXL volume; è
stato ripristinalo il lodevolissimo • Ele nco
delle Sezioni > che c i dà l'annuale "forza"
dcl nostro Sodalizio; Notiziari e Hubriche,
• Hifugi ed opere alpine > si alternano pia-
cevolmente con articoli di fondo.
C/ovmml Rertoglfo
Dal 1882 ad oggi vennero quindi pubbli-
cati ottanta volumi della Rivista Mensile;
unendo a questo numero settantotto Bollet- di questi soci dedicò chissà quante ore di
ti11i e due a1111ate dell'Alpinista: fanno esat- tavolino rubandole al sonno ed allo svago.
tm11ente 160 volumi. Non includo la ma- Allora come oggi! Da Castaldi a Berto..
gnilìca opera del Cinquantenario né le di- glio, da Vaccaronc a Negri. Una meraviglio-
verse Collime che si sono pubblicate perché sa catena invisibile! Una cordata che s'al-
esulano da questa classilìca e dalla mia trat- lunga mirabilmente nel tempo: dal primo
tazione. B11Uelti110 alla recente Rivista attraverso
~ l i bastano questi per annunciare ai no- Redattori e Collaboratori; una cordata che
stri soci che, dal 1865 al 1961, le Pubblica- unisce tutti e si protende nel futuro!
zi011 i 1'eriodiche dcl Club Alpino Italiano Questo s'afferra, leggendo, facendo scor-
hanno raggiunto ~q uota 160 n. rere questo secolo di vita scritta dai Soci
Migliaia e migliaia sono gli articoli pub- del Club Alpino ltali:mo - e sono migliaia
blicati, migliaia e migliaia le fotografie ri- - che ci han no preceduti eternandosi nel
prodotte. Un secolo d'intenso lavoro svolto tempo, attraverso relazioni e memorie, sor-
da dod ici redattori e da decine e decine di retti dalla stesse fede nostra: allora come
Comitati, da centinaia di soci nostri, da oggi!
piccole e da gra11di firme: quello non con-
ta perché ciascu no portò il proprio persona- Logicamente la presente • Breve sto-
le contributo con la stessa fed e e lo stesso ria > non è approfondita sul testo; non trat-
entusiasmo a queste nostre pubblicazioni ta le singole rubriche né elenca gli articoli
esaltanti le mon tagne pred ilette. Ciascuno suddividendoli in alpinistici, storici, storico-

873
scientifici, storico-letterari, ecc. ccc.; né Tratteggia l'andamento delle pubblica-
suddivide le memorie e le relazioni seguen- zioni periodiche nei loro mutamenti, nel
do altri criteri: usi, costumi, leggende, vita modo più veritiero cd attendibile, facendo
valligiana, ccc. oppure seguendo le diverse scaturire dagli stessi volumi, minuziosa-
"scienze" atti11enti: Geologia, '.\·lineralo- mente scartabellati, che costituirono l'ur1i-
gia, Claciologia, Paleontologia, Speleologia, ca fonte. Cerca, infine, di portare un mode-
Vulcanologia, Limnologia, ~letcorologia e sto contributo alla esattezza storica delle
tanti altri. nostre pubblicazioni.

NINO DA GA DE~IARIA

LA GUIDA DEI MONTI D'ITALIA

.€ detto nello Statuto, dalle origin i a formazione, negli itinerari, negli orari da
quello attuale, che lo scopo del Club Alpino potersene dare con sicurezza una descrizio-
è quello di far conoscere le montagne e ne completa e controllata, allora si fece
specialmente quelle italiane. avanti lo studioso che, raggruppata tutta
la materia e ordinatala, compilò la guida.
Se noi scorriamo le pubblicazioni del La guida era così la manifestazione ul-
C.A.I., dal loro inizio, troviamo · in esse tima della conoscenza di una regione e il
tracciata la lunga via che ha pe rcorso il so- suo apparire veniva salutato come la san-
dalizio per· far conoscere le nostre vallate, zione della conquista che l'uomo aveva
le nostre montagne, le quali così sortivano fatto di una notevole particella della sua
a poco a poco dall'ombra per venire a pren- dimora.
dere in bcll'ordine il loro posto nel magni- Fra le prime, in ordine di tempo e per
fico serto che fa da corona alla nostra pe- l'ottima fattura, sulla quale si sono poi dal
nisola. più al meno ordinate quelle che 11rnnno
Fu un lavoro lungo, paziente, appassio- seguita, dobbiamo ricordare la Guida delle
nato, al quale si dedicarono diverse genera- Alpi Occide11tali, che, compilata dal ~far­
zioni di alpinisti. telli e dal Vaccarone, vide la luce nel 1880;
Alpin isti che, nulla clies sine liriea, ogni essa abbracciava il settore alpino che si
giorno portarono la loro piccola pietruzza stende dal Colle della ~faddalena a.:I Colle
per la costruzione di un grande edilìcio; Girarci, ossia le montagne comprese tra la
erano esse gite nelle valli, escursion i nelle Stura di Demonte e la Stura di Lanzo. Fu
prealpi, poi mano a mano più in sù, verso i pubblicata dalla Sezione di Torino e pre-
colli, le creste, le vette non ancora svelate, miata al concorso del 1880; un volume in
descritte e catalogate. 16" con illustrazioni e carta topografìca,
Quando poi questo lavoro raggiunse un che veniva posta in vend ita a L. 5.
sufficiente grado di rifìni.tura da lasciar sup- All'incirca dieci mmi dopo, nel 1889, ve-
porre che quella vallata, o quella intera re- niva curata una seconda edizione divisa in
gione fossero già così ben note nella con- due volumi: Alpi. Aforittime e Co:.ie e Alpi

874
li tra il giogo di Tenda e le sorgenti del
Toce. Accrescevano poi molto pregio al vo-
lume i capitoli d'introduzione, quali il vo-
cabolario alpino con i termini dialettali e
alpinistici, la statistica delle prime ascensio-
ni, la bibliografia, i consigli e le ricette sulla
igiene degli alpinisti e un indice alfabetico
assia accurato.
li secondo volume veniva a sua volta
diviso in due parti: la prima p..ute compar-
sa essa pure nello stesso anno si riferiva
alle valli di Lanzo e del Canavese.
La seconda parte, comprendente la Val-
le d'Aosta e le alte valli del Biellese, del Se-
sia e dell'Ossola, comparve nel 1896 con la
collaborazione di G. llobba. Pubblicata dal-
la Sezione di Torino dcl C.A. l. , veniva di-
stribuita gratu itamente ai Soci della Sezio-
ne e messa in vendita a L. 7 in brochure e
a L. 8 se legata in tela all'inglese. e La de-
Alcw mdro Mortelll scrizione delle ascensioni sono veramente

Graie e Pe1111i11e, in occasione del 25° anni·


versario della fondazione del Club Alpino
Italiano e così distribuita gratuitamente a
tutti i soci della Sezione di Torino. Degli
autori si sapeva già per prova come erano
\•eramente indicati per questo lavoro, dalla
grande conoscenza che della regione mon·
tuosa tracciata si erano fonnati con le esplo-
razioni da loro stessi compiute e con gli
studi lunghi e pazienti. Vivamente attesa
questa seconda edizione perché esaurita la
prima del 1880 e perché in quei tempi, ogn i
giorno si faceva più minuta e perfetta la
conoscenza della regioné alpina, comparve,
non come semplice ristampa qua e là cor-
retta, ma come un vero lavoro rifatto che
appagava tutte le esigenze dell'alpin ista di
allora. I compilatori vollero estendere la
loro trattazione e, mentre nella prima edi-
zione, si erano limitati al tratto fra la valle
del Gesso e quella deffOrco, questa secon-
da edizione (naturalmente comprendendo
il secondo volume) abbracciava tutte le val- Luli"I Vaccaront!

"15
la parte più nuova e più importante di tut- Nell'Italia centrale e meridionale la
ta la guida, poiché gli autori, volendo che Guida del Cra11 Sasso tfltalia, la Provincia
essa riuscisse più che altro alpinistica, pe r di Roma e l'Abruzzo dell'Abbate.
corrispondere al bisogno più sentito, sorvo- Si comprende così, come disponendo di
larono alquanto sulla descrizione delle bas- molto materiale, dovesse sorgere nel Club
se valli e delle escursion i facili, poiché ciò Alpino l'idea di coordinarfo, di completar-
si trovava gi:\ ampiamente svolto in altre lo e trarne llll lavoro organico, avente una
guide fatte con intento turistico, e si diffu- impronta nazionale.
sero per contro a spiegare gli itinerari delle L'Assemblea dei Delegati del 20 dicem-
salite, desumendoli per quelle da essi me- bre 1906 su proposta dei Senatori Enrico
desimi non compiute, dalle migliaia di nar- d'Ovidio e Pippo Vigoni deliberava di in-
razioni consegnate nei vari periodici alpi- traprendere la compilazione e la pubbli-
ni o dalle pregevolissime Climbers Guides cazione di una Gu ida dei Monti d'It alia,
che a dire il vero sono un po' troppo suc- alternandola con il Bolletti110 e di comin-
cin te e si limitano quasi alla zona che non ciarne tosto l'effettuazione distribuendo a
ha più strade e sentieri ) . A pregio dell'ope- tutti i Soci del C.A.T. la Guida delle Marit-
ra degli autori aggiunsero decoro le 2 ve- time che il Bohba stava preparando, aggior-
dute e i 9 panorami fuori testo e le carte nando quella del Martelli e Vaccaronc.
topografiche al 1: 100.000 allegate e intito- Nel mese di aprile dcl 1908 veni va di-
late ai tre gruppi del Gran Paradiso, del stribuito questo primo volume della Guida
!\fonte Bianco e del Monte Rosa.
Nel frattempo ahre guide ven ivano
pubblicate dalle sezioni, con intenti più
modesti : nel 1884 compariva la Provincia
di Brescia; nel 1889 vedeva la luce la Guilla
dell'Ossofa .di Bazzetta e Brusoni ; nel 1888
i bergamaschi mettevano in vendita la se-
conda ed izione delle Prealpi Bergamasche
di Antonio Curò e nel 1909 Le A lpi di Val
Grosina di Corti e Laeng; nel 1903 si pub-
blicava Lecco e le sue valli
Analogamente e con gli stessi intenti
compar\vano nel Veneto la: Guida Alpina
di Recoaro, di Bassano e dei Sette Comuni,
di Vicenza., Recoaro e Schio, di Be/111110,
Felf.re, Primiero, Agordo e Zoldo.
In Liguria compariva il volume sugli
AJ'pennini e sulle Alpi Liguri del Dcllcpia-
ne e Le Alpi Ap1ume di Bm~ano, Questa e
Rovereto
In Toscana si davano alle stampe la.
Guida alla Montagna Pistoiese, della Vt1 l
Bisenzio, della Val di L'ma; a Bologna
quello Dal Cimane al Catria e L'Appermi-
110 Bolog11ese.

876
fin emente sentite tra alpinisti. Ricorrendo
così all'uso comune, e rifacendomi a quel
modello di descrizione che è nella Jettera
di Giuseppe Giusti a Pietro Thouar, dove
narra una salita al Corno alle Scale, m'è par-
so di venirne a capo in questo modo, che chi
dice "monte" allude di preferenza alle vet-
te, salvo scenderne lungo i fian chi; chi di-
ce "montagna" quasi parte con l'immagina-
zione dal basso e va verso l'alto e abbraccia
piuttosto tutta la regione sollevata sulla pia-
nura »: e Con questa soluzione i dubbi
scomparivano, anche considerando gli in-
tenti della nostra Guida; tuttavia mi credet-
ti in dovere di scrivere a Edmondo De Ami-
cis, invocando a nome del Club Alpino il
suo parere; ed egli rispondeva da Bordighe-
ra alli 8 febbraio (1908) ... che il titolo mi-
gliore era quello di Cttida dei Mcmti rI'Ita-
lia, e non credeva se ne potesse trovare uno
più proprio e più bello , (Giovanni Bobba,
Ciooomii Bobba R. M. 1908, 221).
Vennero successivamente pubblicati al-
tri volumi: nel 1911 le Alpi Retiche occi-
dei Monti <fltalia, volume che abbracciava dentali, a cura della Sezione di Milano,
la cerchia delle Alpi che corre dal Colle di avente come compilatori Brasca, Silvestri,
Tenda fino al Colle della Maddalena o dcl- Ballabio e Corti. La guida comprende le re-
l'Argentcra. gioni dello Spluga e di Bregaglia, della Val
Vi fu e chi osservò come sotto il titolo Codera e dei Ratti, del\'Albi_gna e del Masi-
generale di Guida delle Alpi Italitme mal no, della Val Malenco e dell'Engadina. La
potessero acconciarsi gli Appennin ici mon- divisione della materia è stata fatta per re-
ti delle 1sole, apparendo esso ristretto, a ri- gioni e gruppi e non per vallate e in tal
gore di se11so, alle catene che cingono, da modo è stato possibile una trattazione com-
ovest andando verso nord e poi verso est, il pleta per oJ!Y1i vetta, senza tener conto i con-
bacino del Po. L'osservazione fu riconosciu- fini naturali delle vallate e quelli politici,
ta giusta; escluso però quel titolo non era ottenendo così un buon risultato se si pen-
facile ritrovare altro meglio adatto; per sa che nel settore descritto il conlìne non
via d'eliminazione la scelta in breve si ri- segue sempre lo spartimare ma ha dei con-
dusse a Guida delle Montagne Italiaue e torcimenti capricciosi. Sotto molti aspetti è
Guida dei Mo11ti d'Italia. Quale la differen- dettagliata, completa, esatta e, ciò che più
za precisa fra i sinonimi, montagna e monte, importa, essenzialmente alpinistica: infat-
non mi fu dato rintracciare sui dizionari; ti le notizie geolo~iche, turistiche, ecc. sono
sono di quelle sfumature che si percepisco- state ridotte allo stretto necessario e se qual-
no un po' a orecchio, più che non si possono cuno fece a suo tempo leccezione che la
analizzare, ma in ogni caso sono forse più nota turistica descrittiva era necessaria

877
per orientare quelli che non erano alpini- Sestrières-Assietta e Rocciavrè, di comples-
sti puri, fu risposto che tutte le parole che sive pagine 800, diviso in due sezioni, con
si sarebbero rese necessarie per una descri- cartine e schizzi, e lo si metteva in vendita,
zione sono state utilmente sostituite dalla rilegato in tela, ai Soci per L. 12. L'autore,
rappresentazione fotografica; e difatti di fo- Eugenio Ferreri, ha messo al servizio tutte
tografie ne conta ben 155, un numero stra- le sue facoltà di osservatore preciso ed
gramle per un volume di questa specie. Tale esperto e non ha vedu to soltanto un campo
volume, edito dalla Sezione di ~<fila no, ven- dal quale attingere soddisfazioni egoistiche,
ne distribuito ai soci ordinari del C.A.I ma dell'alpinismo ha seguito la via miglio-
re, quella additata dallo Statuto del C.A.I.,
Il terzo volume della Guida dei Mo11t.i conoscere e far conoscere i nostri monti
(fltalia (secondo della serie Alpi Centrali) L'opera è consacrata a quei monti, non
edito dalla Sezione di ~111ano illustritva la molto elevati e non molto celebri, ma inte-
Regi011e dell'Ort.ler e ne era autore il conte ressanti tuttavia per molte ragioni, ricchi di
ing. Aldo Bonacossa. Esso rappresenta un memorie e di belle salite; non mancano
campione migliorato in molti particolari in cenni di geologia e di storia, non difetta di
confronto alle Alpi Retiche occidentali, per descrizioni nei percorsi di. fondo, appunto
unità di indirizzo che gli venne per essere perché tiene conto che non tutti i Soci
stato compilato da una sola persona, invece del C.A.L compiono soltanto ascensioni e
che da vari autori. Allo svariatissimo grup- amano invece trovare in casa una guida
po erano state dedicate cure speciali e una completa della montagna, senza dover ri-
passione che originava non solamente dalle correre alle guide esclusivamente turisti-
forte tempra di alpinista, ma soprattutto che, anche perché nel C.A.L non vi è una
dalla segreta speranza di poter vedere re- linea retta di confine fra ch i si accontenta
stituita all'Italia questa regione. Compilato della parte bassa e di c11i mira a quella al-
prima della, guerra 1915-1918, fu di validis- ta. Veniva posta in vendita ai soci a L. 19
simo aiuto all'Esercito combattente su quel- Nel con tempo altro prezioso materiale si
le elevate creste, motivo per cui - ragioni veniva aggiungendo a quello preesistente,
d'ordine militare- ne ritardarono la distri- con nuove guide di singoli gruppi o valli,
buzione ai Soci, i quali lo ricevettero nel fra le quali sono degne di menzione: Valli
1919 quando il Comando militare non ne e Alpi Ossolane del Brusoni, Le Dolomiti
giudicò pili "riservato" l'uso. Reca pertan- del Cadore di Antonio Berti, l_,e Mo11tagne
to la data 20-VIT-1915 e la finna anche di delrAlta Val Camonica.di A11tonio Cnecchi,
Luigi Brasca sul nitido frontespizio inter- Cadore del Brentari, T...e Dolomiti di ValTa-
no, perché Luigi Brasca era il direttore del- lagona del Berti, Appenni110 Ug11re Pia-
la pubblicazione per la zona delle A'lpi ce11tino del Brian, Valli del Sangone e della
Centrali. Cliisola del Ferreri, Il Gruppo del Monte
Finita la guerra la Sezione di Torino sot- Velino edito dalla Sezione di Roma, Valse-
to gli auspici della Sede Centrale si rimet- sia e Afonie Rosa del Ravelli, Tl Grnppo del
teva al lavoro e pubblicava, successivamen- Popera e fA1ta Val Comelico della Sezione
te, redatti da Eugenio Ferreri, in tre volu- di Padova
mi, la guida delle Alpi Cozie settentrionali Si è voluto ricordare brevemente qnan.
Nel 1923 veniva pubblicato il volume to il C.A.T. lia fatto in questo campo affin-
comprendente i Sottogruppi: Cranero-Frio- ché si possa misurare lo sforzo che è stato
land-Boucier-Cornour-Que)'ron-Albergian- compiuto e si veda come questo si sia venu-

878
to svolgendo e affinando, in modo cbe, men·
tre da una parte si porge il contributo alla
più esatta conoscenza del territorio monta-
no, questo contributo dovrebbe venir fis-
sato e coordinato secondo le più recenti esi-
gem~e in materia e trascritto poi in volumi
che dovrebbero prendere a turno il loro po·
sto nella serie della Guula dei i\Jonti d'1tt1=
/in.

Si arriva così alla prima edizione del


volume Dolomiti Orientali di Antonio Berti,
che ebbe un notevole successo e che mise in
moto tutto il mondo alpinistico dolomitico
alla ricerca del completamento delle esplo-
razioni che fìno allora erano state fatte.
Pubblicata nel 19-29 a cura della Sezione
di Venezia, sotto gli auspici della Sede
Centrale
• La guida è nata dal sen timento del
monte clic spinse il Berti, giovanissimo, a
scalare le Crode del Cadore, che lo indus- Pino Prati
se a descriverle con calore e con precisione,
che lo portò a conoscere quanto loro si rife-
riva nella letterahtra alpinistica e che gli Pino Prati, dedicato alle Dolomiti cli Brenta,
pe rn1ise nel 1908, di affidare alle stampe la pubblicato dalla Società Alpinisti Tridenti-
prima gu ida alpinistica italiana di quella ni sotto gli auspici della Sede Centrale e
regione >; • attestato d i fede e di attività messo in vendita a L. 15 in brochure e a
nostra di fronte al preponderante alpinismo L. 20 in tela, nel Hf26. Ottima fu l'idea di
straniero; opera intrinsecamente, per quel pubblicare una gu ida di questo gmppo, per-
tempo, pregevolissima, che due anni dopo ché esso è senza dubbio uno dei pili belli
(1910) valse all'autore l'incarico ufficiale per e poco conosciuto, a quel tempo, dagli ita-
la compilazione della seconda edizione, da liani. L'autore raccolse le notizie frammen-
parte delle Sezioni Venete del C.A.I. >. tarie pubblicate dalle riviste e le coordinò,
Questo incarico rimise il Berti al lavoro e per andare poi egli stesso sul posto per c:on-
fece sì che acquistasse una perfetta cultu- trollare e integrare il materiale raccolto;
ra alpinistica e una lunga, intensa, persona- in questo modo la guida raggiunse una esat.
le esperienza, avvivando la dote di scritto- tezza e una omogeneità si da riuscire una
re e quella di scienziato e contagiando alpi- opera perfetta.
nisti e non alpin ist i, al fin e di trasformarli
per un fine o per l'altro, in collaboratori Lo stato di pubbl icazione della Guida
appassionat i del suo complesso lavoro. dci Monti d'Italia prima serie, a cura delle
Sezioni del Club Alpino ltaliano, sotto gli
TI quinto volume che venne ad arricchi- auspici della Sede Cenh"ale, e ra quindi al
re la Guida dei t>.fonli d'ltalin, fu quello di mese di ottobre 1932 il seguente:

879
I. - Alpi MariWme di Giovanni Bob-- Orobie; Adamello e Presanella; Alpi Afesi·
ba. Per cura della Sezione di Torino. 11e, dal Passo del Bre1111ero alla Sella di
Il. - Alpi Co.::.ic Sette11trio11ali di Eu- Dobbiaco; Dolomiti Occider1tali (ad Ovest
genio Ferreri. I volume: Dal Colle delle dcl Passo di Campolongo); Alpi Camic1ie,
Traversette alla Valle dcff(1 Ripa. Per cura dal Passo di Monte Croce alla Valle del
della Sezione di Torino. Fella; Alpi Giulie (già pubblicato un primo
IIT. - Alpi Co.::.ie Settentrionali di Eu- fascicoletto); Ar1pe1111ino T.Agure-Tosco-Emi-
gen io ferreri TI volume: Da/Ili Valle della lUmo; Appennino Centrale; A71pen11i110 Me·
Ril'a al Colle del Mo11ce11isio. Per cura del- rUlioiwle; Sicilia; Sardegna
la Sezione di Torino.
IV. - Alpi Graie Meridionali di Euge- ;\ la, pur avendo il Club Alpino Italiano
nio Ferrcri. Dal Colle del Moncenisio al da parecchi anni intrapresa la pubblica-
Colle della Calisia. ln corso di pubblicazi0- zione della Guida dei ;\fonti d' Italia, opera
ne per cura della Sezione di Torino. di grande valore alpinistico e indubbia·
V. - Alpi Retiche Occidentali di Luigi mente la massima pubblicazione che il so-
Brasca, Guido Silvestri, Hornano Ballabio e dalizio aves.~e in programma giacché fissa
Alfredo Corti. Per cura della Sezione di Mi- in sintesi tutta l'alli vità degli alpinisti di
lano. (Esaurita: in corso di preparazione la avanguardia o di scienza; pur avendone
nuova edizione). pubblicati parecchi volumi, aiclmi di gran·
VT. - La Regio11e d el(Ortle r di Aldo de va lore ed alcu ni di importanza forse
Bonacossa. Per cura della Sezione di Mi- troppo locale, la Commissione delle PuJ,.
lano. blicazioni che aveva prestabilito il piano
VII. - Le Dolomiti di Brenta di Pino dell'opera, dando alcune indicazioni divi-
Prati. Per cu ra della S.A.T. (Sezione di sorie per zona e sommarie, dovette con-
Trento del C.A. 1.). statare che la collana non procedeva come
VIJJ. - Le Dolomiti Orientali di An- sarebbe stato desiderabile, soprattutto per-
tonio Berti. Per cura della Sezione di Ve- ché mancava al C.A.I. una organizzazione
nezia di compilazione e di redazione.
IX. - T--e Alpi Giulie: Crupr10 del Tri- Nel 1933 si ritenne pertanto essere giun-
como di Carlo Chersi. Per cura della Se- to il momento di chiedere al Touring C lub
zione di Trieste. Italiano una cordiale collaborazione per
Il piano della collezione prevedeva in- un'impresa che aveva indubbiamente ca-
vece la pubblicazione di altri \"Olumi, e rattere nazionale di grande interesse, tanto
precisamente: Alpi Li{!.uri, dal Colle di pili che il Touring già aveva un accordo
Cadibona al Colle di T enda: Alpi Coz•e particolare con il C.A.J. relativamente alla
Meridioiwli., dal Colle della Maddalena al edizione dei volum i della collana Da ri-
Colle delle Traversette; Grup1'0 del Gran fugio a rifugio, già da due anni inizinta
Pamdiso; Alpi Graie OccUlentali, tltil Colle felicem ente.
del Nivolet al Colle della Sei{!.lle ; Catena Per un'opera grandiosa come è il com-
del Monte Bianco, dal Colle della Sei{!.ne plesso della Guida dei Monti d'Italia l'ac-
al Colle Ferret; Alf'i. Perrnine Occide 11tali, cordo cordiale avrebbe dovuto avere basi
al Colle del Teodulo al Passo d el Scm,,ione~ generali e complete: i due Enti dovevano
AlJJi T...epontine, dal Passo de l Sempione al cioè assumersi insieme la grande fati ca. os-
Passo d ello Spluea ; Alpi Reticlie Cer1trali, sia al C.A.I. la parte tecnica. al Touring
d"l Passo del Bemi11a allo Stelvio; Alpi la parte organizzativa della compilazione

880
e la parte editoriale. t noto quali difficoltà strumento preziosissimo per la conoscenza
sorgano nella traduzione in volume corre- delle nostre montagne e particolannente
dato di carte, scliizzi, vedute, ecc., di un per quelle falangi di giovani che sempre
qualsiasi manoscritto alpin istico da com- più freq uen tano e freque nteranno le no-
pletarsi : è uno scoglio grosso che il Tou- stre Alpi) stabiliscono di unire le proprie
ring ha dimostrato di poter superare sia forze per l'attuazione di questo programma
pure a prezzo di difficolt<\ reali e costose • Il Comitato delle Pubblicazioni del
Si riteneva che se il Touring avesse ac- C.A.I. , rappresentato da un Com itato ese-
cettato di organizzare la redazione con uf- cutivo di tre persone unitamente ad un
ficio apposito e coll'ausilio già esistente in rappresentante del Touring, determinerà
fatto di cartografia, di parte turistica alpina il piano completo dell'opera, che varrà ad
ccc., la collana dei volumi della Guida dei integrare la Guida d'Italia del Touring
Monti d'Italia si sarebbe messa su di una Club Italiano, e ne curerà l'esecuzione.
strada di realizzazione veramente sicura • Il Club Alpino Italiano si assumerà
· La parte fi nanziaria presentava certa- la parte tecnica della compilazione: il Tou-
mente un lato da discutersi e da stabilire ring C lub la parte organizzativa e quella
in modo generale, ma supposta tuttavia edi toriale.
una tiratura media dei volumi di copie • Per ogni volume da pubblicarsi e per
5000-70CXI e supposto un costo medio per ogni edizione di esso verrà determinato,
copia di 8-12 lire, il Club Alpino Italiano di comune accordo fra i due Enti, quale
doveva concordare col Touring Club I ta- dovrà essere la tiratura e quale il numero
liano quale parte della tiratura fosse assunta di copie che il Club Alpino Italiano, come
a fermo ed esitata fra i soci, sia pure a Sede Centrale o attraverso le sue Sezioni,
prezzo di favo re. si impegnerà di ritirare.
La formu la di collaborazione col Tou- • TI prezzo degli esemplari che il C.A.T
ring che si presenta per il C.A. L nel modo ritirerà dal T.C.T. verrà pure determinato
più simpatico, avrebbe dovuto continuare volta per volta per ogni volume, in base
quella clie fu già posta in atto per i volumi al puro costo
Da rifugio a rifugio, cioè essere in sintesi • Nel 1933 verrà curata la pubblicazio-
Guida d ei !\fonti d'Italia del Club Alpino ne di alcu.ni dei seguenti volumi: a) Alpi
Italiano e Touring Club Italiano Gra.ie Meridionali (dal Moncenisio al Gran
Queste premesse, patrocinate da Guido Paradiso); b) Alpi Marittime; c) Alpi Reti-
Bertarelli, venivano ascoltate dal T.C. I. e che Occidentali (\ •[asino, Bregaglia, Disgra-
davano origine, il 16 gennaio 1933, all'ac- zia); d) Guida delle Crigne.
cordo finnato dal prof. Giovanni Bognetti, • Quando fa parte tecnica di ogni vo-
presiden te del T.C.I. e da Angelo i\·lana- lume sarà dovuta a una o due persone, il
resi, presidente del C.A.J., del seguente nome del collaboratore o dei collaboratori
tenore: sarà stampnto sulla copertina e sul fronte-
• li Club Alpino Italiano e il Touring spizio; quando invece i collaboratori sa-
Club Italiano, riconosciuta la grande op- ranno più di due, il loro nome velTà indi-
portunità, sia nell'interesse degli alpinisti, cato nella presentazione. In casi di parti-
sia nell'interesse del Paese, d i condurre a colare considerazione. che verranno trat-
termine il più rapidamente possibile quella tati volta per \•olta dal C.A.T. e dal T.C.T.,
Guida dei Monti d'Italia, già iniziata da i nomi potranno figurare anclie sul fr011te-
molti anni dal Club Alpino stesso (che è spiz10 i-

881
Veniva pertanto diramata alle Sezioni, Alpi Marittime (dal Colle di Finestra al
Sottosezioni, Comitato pubblicazioni, Con- Colle della Lombarda); Alpi Craie Meridio·
siglieri, T.C.I. e C.O.N.L, la circolare n. 3 1wli (dal Moncenisio al Gran Paradiso);
del 28 gennaio dcl tenore seguente: Alpi Heticlie Occidenlf1li (Masino, Brega-
e Come è stato annunciato dalla stam- glia, Disgrazia);
pa il C.A .I. ha concluso, il 16 corrente, un e Le Sezioni avranno a giorn i comuni-
accordo di eccezionale importanza con il cazione delle assegnazioni obbligatorie, ed
Touring Club Italiano, in base al quale la invito a prenotare il maggior numero pos-
Guida dei l\fonti d'Italia, opera cui il C.A.L sibile d i copie non appena ne sia noto il
dedica assidue cure lìno dalla sua fonda- costo esatto.
zione, sarà. fra pochi ann i un fatto com- e Frattanto le Sezioni di Genova, Torino
piuto e Milano, alle quali maggiormente interes-
e La collezione completa consterà di sano, per competenza di zona, i tre volumi
oltre 30 volumi che saranno pubblicati in suddetti, sono invitate a dar nuova prova
numero di 3 o 4 all'anno dcl loro alto interessamento per le attività
Il Club Alpino I taliano si assumerà la fondamentali del C.A.I. prenotandosi con
parte tecnica della pubblicazione; li Tou- larghezza, sì che si possa, per il rispettivo
ring la parte organizzativa e quella edi- vol ume di competenza, avere subito una
toriale. prenotazione di almeno 750 copie per Ge-
e Da parte sua la Sede Centrale del nova, 2000 per Torino e 2500 per Milano.
C.A.l. si è obbligata a ritirare, per ciascun e Tutte le sezioni indirizzino la loro at-
vol ume, alcune migliaia di copie. Dette tività ad una grande propaganda per la
copie saranno ripartite tra le Sezion i, al diffusione della Guida dei Monti d1taliit
prezzo di costo, tenendo presente due cri- accantonando i pochi mezzi finanziari oc-
teri corren ti, e riducendo, ove occorra, le altre
1) per ogni volume verrà fatta una asse- attività collaterali.
gnazione obbligatoria a seconda del numero e Nelle vendite o nelle assegnazioni a
dei soci, da un minimo di 4 copie per le prezzo ridotto, siano favoriti i soci ordinari
piccolissime sezioni ad un massimo di cen- in modo da indurre q uelli a quota ridotta
to per le più numerose. Di tali copie, del a passare alle categorie superiori.
costo presuntivo di circa L. 10 per esem- e Desidero, poi , che, quali eventuali pre-
plare, due debbono essere usufru ite per la mi in manifestazioni alpinistiche, alle su-
biblioteca sezionale. Tenendo presente peratissime ed insignificanti coppe e me-
quanto sopra, le sezioni dovranno adeguare daglie, si sostituiscano le ben più utili Gui-
allo scopo gli stanziamente di bilancio, a de dei Monti d'Italia :t
cominciare da quello 1933. Tale fonna di Anche il C.A.A.T. si foce vivo con una
attività è insieme a quella dei lavori alpini, lettera del segretario P iero Zanetti, nella
ora attenuata, fra gli scopi essenziali affi- quale, a nome del Presidente, Umberto
dati dalla Nazione al Club Alpino Italiano. Balestreri, facente parte del Comitato per
2) L'assegnazione, previo accordo con la guida, per dare prova del desiderio di
le sezioni della zona cui maggionnente in- collaborare per quanto possibile col Tou-
teressa ciascun volume, sarà aumentata in ring Club in tale interessantissima pubbli-
relazione al presunto assorbimento di copie cazione, comunicava che, oltre i lavori già
da parte dei soci e dei non soci pronti o quasi completati sulle Alpi Marit-
e Sono già in cantiere i seguenti volumi: time da Sabbadi ni, Frisoni, Zapparoli, sulle

882
Alpi Cozie e sulle Alpi Graie meridionali che, 22) Do/0111iti occitlentali, 23) Dolomiti
di Eugenio Ferreri, sul gruppo Albigna- orientali, 24) Alpi Gamiche, 25) Alpi Giu-
Disgrazia di Aldo Bonacossa, altri accade- lie, 26) Alpi Ap11a11e, 27) Gran Sasso (fltalit1
mici avevano ultimato o stavano prepa- e monti rocciosi delfltt1lia Ce11tro-meridio-
rando pubblicazioni su altri gruppi mon- 11ale, 28) Etna
tuosi, ed essendo tutti alpinisti e studiosi La disposizione della materia doveva
fra i più seri, credeva che fosse interesse_ essere unica per tutti i volumi, stabilita in
della pubblicazione interpellarli prima di anticipo chiaramente e con maturo stud io.
affidare ad altri la cura di opere sugli stessi Esaminate e confrontate le migliori guide
settori già da loro studiati. Essi erano: pubblicate, la d isposizione adottata fu la
con te Jean d'Entrèves, per le valli secon- seguente:
darie di Aosta e in genere per i monti dal
Gran Paradiso al Monte Bianco; barone p .ARTE GE/\'ERALE
V. E. Andreis, per il gruppo del Gran Pa-
I) Geografia (denominazione, limiti, suddi·
radiso da solo o in un ione all'avv. Renato
Chabod; dr. Umberto Balestreri, per le ca- visioni, cime principali, passi principali,
ghiacciai, laghi, fiumi); TT) Geolof!,ia, petro-
tene della Grande e della Picwla Muraglia
erafia, mineralogia: III) Flora; TV) Fauna;
e in genere per i monti della Valpelline e
V) Storia; VI) Demografia ed Economia
Valtoumanche; prof. Alfredo Corti, per il
(popolazione, problema demografico, ri.~or­
gruppo del Bernina ed eventualmente per
se, centri principali, industrie familiari ti-
quello del Disgrazia in unione ad Aldo
piche, cooperazione, commercio, emigra-
Bonacossa; Domenico Rudatis, per il grup-
zione, risparmio); VII) Comu11icazio11i e
po del Civetta; dr. Vittorio Emanuele Fab-
attrezzamento turistico (importante per ra-
hro, per le Alpi Trentine del gruppo di
gioni militari); IX) Biblioe.rafia, cartografia
Brenta o delle Pale di San Martino; avvo-
e iconografia (su due colonne). ·
cato Carlo Chersi, per le Alpi Giulie; Gian-
ni Marini, per l'Alto Adige occidentale.
PARTE SPECIALE

Il piano generale della collezione della I) Notizie Generali; II) A ccessi; III) Rifu-
Guida dei Monti d'Italia, predisposto dal gi; TV) Traversate; V) Ascensioni.
con te ing. Aldo Bonacossa, premesso che in Ogni ascensione di qualche importanza
ogni volume doveva ven ire esauriente- avrebbe dovuto essere descritta in diversi
mente trattata, sia nel testo, sia in appen- paragrafi: a) notizie ~ene rali, b) storia alpi-
dice, la parte sciistica, era il seguente: nistica, c) bibliografia , d) itinerari
l ) Alpi Liguri, 2) Alpi Marittime, 3) Alpi
Cozie meridio1wli, 4) Alpi Cozie sette11trio- Nominata la Commissione nelle persone
nali, 5) Alpi Graie meridionali, 6) Gruppo del dr. Umberto Balestreri, presiden te, del
det Gran Paradiso, 7) Alpi Graie occitlen- dr. Guido Bertarelli, del conte ing. Aldo
tali, 10) Alpi Pem1ine orientali, 11 ) Alpi Bonacossa e del dr. Attilio Gerelli, veniva
T..epoutine, 12) Alpi Retiche occide ntali, 13) anzih1tto creato in seno al Touring Club
Alpi Rel'iche centrali, 14) Reei011e delfOr- Italiano l'Ufficio di redazione della Guida
lles, 15) Prealpi Lombarde, 16) Guida delle dei Monti d'Italia, chiamando a fame parte
Grie.ne, 17) Prealpi e Alpi Orobie, 18) Ada- e a dirigerlo il dr. Silvio Saglio
mello e Presmiella, .19) Alpi Retic11e orien- In una lettera del 14 aprile 1933, scritta
tali, 20) Dolmniti di Brenta, 21) Alpi Nori- poclii giorn i prima della sua morte in un

883
serie di scambi di vedute personali con i
collegh i che saranno incaricali delle com-
pi lazioni, si è deliberato di seguire un tri-
plice crit erio nella distribuzione dci volumi
fu turi: a) tecnico, (>er valerci dei lavori già
in corso di elaborazione ad in iziativa di
sezioni o di si ngoli; b) econom ico, per pub-
blicare guide che interessino a turno le
nostre grandi sezioni, così che ci sia possi·
bile fare affidamento sul loro efficace con-
corso nell'assorbimento delle copie; c) mo-
rale, per ripartire convenientemente su
tutta la regione alpina ed appenninica il
nostro lavoro. Si è inoltre deciso in via di
massima di occuparci per ora di preferenza
delle zone ove manchino non soltanto gui-
de nostre, ma anche guide straniere.
" In base ai criteri suddetti, il piano
venne elaborato come segue, per i tre pros-
sim i anni:
/933:Siloio&i:liooienachla nwtoa dlrigcMlacollana
.Guida dcl MOl•li 11·11alla •.
1934 Alpi Graie me ridionali (li) (autore
E. Ferreri); sezione pili direttamente
crepaccio del Bernina, Umberto Balcstre- interessata: Torino
ri dava relazione a ~ l anarcsi , Presidente Alpi Rcticlie occidentoli (autore A
dcl C.A. 1., della riunione che si tenne in Bonacossa); sezioni più direttamente
Milano il 6 aprile presso la Sede dcl T.C. I. , interessate: i\lilano, Lecco e Valtel-
per deliberare intorno al piano di pubbli- linese.
cazione della Guida dei Monti d' Italia. Alpi V e11oste-Breon ie (au tori in via
• Come sai, nel corso di quest'anno sa- di scelta); sezioni interessate: Tren-
ranno pubblicati possibilmente quattro o to e Bolzano,
certamente tre volumi: quelli delle Alpi
1935 Cruf>po del Rosa (au tore C. B. Cu-
Marittime (autori L. Cuiglia, A. Sabbadi:ni,
gliermina); sezion i interessate: Va-
G. Zappa.roli), delle Alpi, Graie meridionali
rallo, Biella, Novara, Torino, Milano.
(autore E. Ferrcii), e delle Crigr1e (au-
Adomello-Presa11ella (autori A. Gian-
tore S. Saglio). Vi fu lungo scambio di cor-
nantonj, P. Orio ed altri); Sezioni
rispondenze e di colloqui diretti con gli
interessate: Brescia e T ren to.
autori, e ormai vi è la sicurezza delle tem-
Alpi Giulie (autori M. Dougan, A.
pestive consegne dci manoscritti.
Marussi e altri); sezioni interessate:
" Per gli anni prossimi mi è parso ne-
Trieste e Gorizia.
cessario impostare senza ritardo una serie
Appennino Ce ntro-meridionale (au-
di volumi che ci assicuri la continuità e la
tori M. Jricohucci, E. Sivitclli); se-
regolarità della pubblicazione. In base agli
zioni interessate: Aquila e Boma.
clementi raccolti a mezzo di una circolare
inviata a tutte le nostre sezioni e dopo una 1936 Crou Pmmliso (autori C. D'Entrè-

884
vcs, E. Ferreri); sezioni interessate: in via cle6nitiva sui primi quattro \'Olumi
Torino e Aosta. da pubblicare:
AlJJi Orobie (autori A. Corti cd altri);
1) Alpi fl.farittime;
sezion i intel'essate: Bergamo, Valtel-
2) Alpi Graie;
lina e Milano.
3) Gruppo delle Grignc;
Alpi Noriche (autori in via di scel ta);
4) Alpi Hetiche Occidentali
sezioni interessate: Trento e Bol-
zano. Sono questi i primi quattro volumi at-
Dolomiti Occidentali (a utori V. E. tesi con viva impazienza da tutti gli alpi-
Fabbro ed altri); sezioni in teressate: nisti italiani: volumi di circa 450 pagine
Tre nto e Bolzano. cadauno con schizzi e cartine.
li primo ad uscire, quello delle Alpi
•Naturalmente si tratta di un semplice Marittime, aveva il compito d i fì ssare alcu-
piano di massima; e appunto perché non è ne delle norme tecniche di compilazione
da .escludere che qualcuno dei volumi pro- e di composizione tipografica che, stabilite
gettati subisca ritardi nella compilazione, in via preliminare, attendevano un'applica-
si è provveduto ad avviare anche le prati- zione veramente pratica per servire di mo-
che pe r qualche altro lavoro (Alpi Graie dello ai volumi susseguenti. li numero del-
occidentali· Alpi Carniche) pe r non essere le cartine topografiche, le illustrazioni
colti di sorpresa. Le pratiche continuano (schizzi in nero a penna) cd il loro numero,
inoltre per gli altri volumi, per la scelta di dovevano pure avere un collaudo di massi-
autori, delimitazione dei confìni ecc., in ma tale che, da una parte tenessero con to
modo che se le forze reggeranno, vi è da del desiderio ardente di tutti perché la
sperare veramente che lopera possa giun- guida fosse cospicua di illustrazione anche
gere a un compimento non troppo remoto cartografìca, e ottempe rasse dall'nlt{a le
e Il Touring collabora nel modo più cor- necessità di non sorpassare certi limiti di
diale e intelligen te. Per quanto riguarda spesa, che inducono a limitare il numero
il lato tecnico-editoriale si è assunto tutte in .ragionevole misura.
le cure; e numerose e profìcue discussioni Con una calda fede nell'avvenire della
già vi rurono per quanto riguarda i tipi di grande opera, la Commissione iniziava il
carta, caratteri, fo rmato, rilegature, schizzi, lavoro pensando d i rea lizzare intanto quan-
ecc. per i quali vennero ormai esam inati e to si presentava fattibile subito e in modo
scelti i campioni. Funziona inoltre ottima- relativamente facile. Essa ha trovato nei
mente e già fìn d'ora l'ufficio di revisione singoli autori di alta competenw e va lore,
dei manoscritti, inteso non solo al controllo Sabbadini, Zapp..uoli-Manzoni, Ferreri, Sa-
ma essenzialmente a uniformizzare i vari glio, Bonacossa una cordiale rispondenza
lavori, così ch'essi possano fond ersi armo- di lavoro sl che i quattro volumi già in fuci-
nicamente nel grande coryms della collana na, in un genere di studio minuto come è
e Non mi abbandono a un facile otti- quello cli una guida alpina, rappresentano
mismo; ho fer ma fede che dalla collabo- un rilevante successo d'inizio. Un primo
razione feconda dei due grandi enti possa sguardo a un piano completo della collana
uscire una opera veramente degna >. dei volumi della Guida dei Monti d'Italia
Dopo alcuni mesi di preparazione e di ha subito presentato il tutto sotto una mole
orientamento, nella seduta del maggio 1933, così eccessiva che i componen t i della Com-
la Commissione del C.A.I.-T.C.I. decideva missione furono d'accordo nel rimandare ad

885
un secondo tempo il piano completo stesso, rio era rappresentato dal volume Gmppo
per poter avere a lavoro iniziato, la giusta delle Crig11e di caratlere particolaristico.
sensazione del necessario e dell'utile, e Si trattava di un'eccezione dovuta al fatto
quella più difficile del pleonastico e del- che le Grigne sono la palestra degli alpini-
l'inutile. sti milanesi sì che anche la parte fi nanziaria
Il compianto dott. Umberto Dalestreri è }nolto semplificata per le possibilità d i
in una delle prime sedute della Commissio- vendita.
ne fece constatare appunto che dalle pro- Orbene la Guida dei Monti d'Italia pur
poste appena ventilate, poteva risultare u n essendo assai più estesa dell' 1-Iochtourist
primo calcolo approssimativo di 60 volum i! non avrebbe dovuto diluirsi in un numero
Altri proposero allora di fissare senz'altro di volumi esagerato
un massimo, un e contingentamento di vo- Il lavoro di sintesi doveva perciò essere
lumi , e si parlò di 30-35 volu mi della fatto e come di regola riuscire il più diffi-
collana. Per questo motivo la Commissio- cile, sgraditissimo agli autori ed ai compi-
ne chiariva i suoi desideri, per evitare il latori. D'altra parte l'opera non poteva non
sorgere di illusio11i. tener conto della necessità di non superare
La Guida dci i\fonti d'Italia del C.A.I.- le forze finanziarie del Club Alpino I taliano.
T.C.J. doveva essere considerata nel suo La preoccupazione finanziaria nella
valore specialmente come e opera nel suo pubblicazione della Guida era seria. Non si
complesso , tecnico e finanziario. Essa era fatto ancora un esatto calcolo di quan-
quindi partitamente non poteva avere la to poteva costare un volume supponendolo
pretesa di esaurire dappertutto definitiva- di circa 450 pagine: perché il costo dipen-
mente l'argomento, specie dal lato alpinisti- de molto dalla possibilità di ottenere colla-
co-turistico, cioè una immensa descrizione, borazioni se non generosamente disinteres-
esatta e totalitaria di quegli sviluppi d i ca- sate, come del resto già si hanno in chiari
tene o cr~te secondarie che si affiancano esempi, per lo meno di lieve peso
ai massimi Gruppi, che potrebbero essere La tiratura della Guida non sarà fatta in
edite in segu ito da guide locali anche più numero di copie eccessivo giacché l'espe-
dettagliate (specie nelle Dolomiti), assai più rienza pratica ha insegnato al Touring Club
ricche di particolari, di accenni utili sem- quale alto valore abbiano le successive edi-
pre per ch i ha tempo da dedicare ad una zioni cogli aggiornamenti e le migliorie so-
montagna. Questa considerazione avev a lo possibili dal!' esame del volume defini-
una grande importanza giacché precisava tivo.
il carattere e Alpinistico Nazionale, della La collaborazione volontaristica dei mi-
Guida dei Monti d'Ital ia ed escludeva il gliori alpinisti ha nella Guida la possibilità
carattere locale di affermarsi con magnifico risultato: sod-
I! evidente che un alpinista di Torino disfazione dell'autore per aver legato il suo
o di Milano che si recasse ora nelle Alpi nome alla grande opera e soddisfazione di
Aurine o nelle Breonie sì varrà ora in pri- aver con ciò reso possibile la compilazione
missimo luogo dell' Hotchtourist trascuran- e l'edizione del volume. Giacché è ben ve-
do con tutta probabilità la massa di pubbli. ro che qualche mezzo finanziario è d isponi-
cazioni sulle medesime montagne che offro- bile, ma un aggravarsi di spese rendeva
no i cataloghi specializzati di Innsbmck o problematica la possibilità di pubblicazio-
d i Monaco. ne. D'altronde l'Ufficio di redazione della
Un caso apparentemente contraditto- Guida costituito presso il Touring veniva

886
messo a disposizione dei volonterosi per me dei volumi compi lati si ebbe modo di
facilitarne, rivedere, sistemare la materia constatare che, a differenza delle analoghe
trattata porgendo un aiuto e una metodici- p ubblicazioni stran iere, come per esçmpio
tà di compilazione che perfeziona ogni ma- I' Hotchtourist dei tedeschi, le collezioni
noscritto delle Guide svizzere e la collana delle Gail-
11Club Alpino ed il Touring, hanno per- lar<l e della Vallot nelle montagne francesi,
ciò nel loro accordo di base per la Guida~ le nostre pubblicazion i erano compilate con
deliberato di lasciare all'autore od agli auto- criteri diversi, variabile da autore ad auto-
ri, l'onore anche singolo stampando il nome re. Per questo motivo l'alpinista che avreb-
sul frontespizio di ogni volume, dando per- be dovuto consultarle avrebbe dovuto pri-
ciò un rilievo all'opera loro ma impratichirsi dcl modo con cui era sta-
e Per i giovani audaci, abituati alle fa- ta disposta la materia e conoscere altresì i
tiche dell'ascendere cd agli ideali, dell'alta criteri seguiti dal compilatore, nell'ind icare
montagna, l'incidere l'opera loro nelle pa- gli itinerari, gli orari e le difficoltà
gine definitive della Guida dci Monti d'Ita- Sorse così nella mente di Guido Berta-
lia è dovere e g~oia altissima: non piccolo relli, cresciuto nella famiglia che aveva da-
è l'entusiasmo e la costanza necessaria, ma to all'Italia la nobile figura di Luigi Vitto-
grande ne è la soddisfazione morale e la rio Bertarelli, uno dei fondatori del Tou-
gloria che rimane >. ring Club ltaliano e il creatore delle guide
che tanto onore e tan to vanto fecero al so-
La preparazione d i una guida alpinisti- dalizio di Corso Italia, che per creare una
ca richiede anni di lavoro in loco e a tavoli- collana di guide con una impostazione uni-
no. Anzitutto occorre fare un dil igente fo1me, necessitava la creazione di un organi-
spoglio della letteratura alpinistica e scien- smo cl1e avrebbe dovuto assimilare le com-
tifica esistente su ciascun gruppo o settore pilazioni dei diversi redattori e sformarle
alpino che si vuol descrivere; in secondo poi in modo omogeneo, senza togliere nulla
luogo ricercare le più ampie collaborazioni della precisione e della ' freschezza della
di alpinisti e di studiosi dei vari rami (geo- trattazione, necessitava, cioè, la costituzio-
logia, botan ica, zoologia, storia), guide al- 11e dell'Ufficio Guida Monti d'Italia, previ-
pine, gestori di rifugi, ecc., dist ribuendo fra sto dal surricordato accordo C.A.I.-T.C.L
di essi i vari compiti; individuare i proble- del 16 gennaio 1933
mi alpinistici ancora da risolvere, percorre-
re gli itinerari non pubblicati e incerti, e- Il primo volume, quello delle Alpi Ma-
splorare direttamente o con l'aiuto di colla- rittime, aveva avuto una gestazione quan-
boratori le zone poco note. Finalmente si to mai laboriosa, prima ancora che si stabi-
procede alla stesura del testo degli itinera- lisse l'accordo C.A. I.-T.C.L per la seconda
ri e delle notizie generali (testo che viene serie della collana della C uida dei Monti
poi sottoposto alla revisione <lei vari compe- d'Italia. Nel 1927 all'inizio dei lavori della
tenti), alla redazione delle cartine e degli nuova guida delle i\farittime venne stabili-
schizzi e alla scelta delle illustrazioni . Si to che e direttore della pubblicazione •
comprende quindi come la Commissione si sarebbe stato Bobba e gli au tori: Federici
preoccupasse di dare inizio contemporanea- per la parte Cadibona-Tenda, Frisoni per
mente a pi ù volumi, riservandosi di pubbli- I.a parte Tenda-Finestra, Sabbadini per la
care quelli maturati per primi parte Finestra-Lombarda, Zapparoli per la
Senonché, anche da un superficiale esa- parte Lombarda-Maddalena e che l'opera

881
11

sarebbe uscita in due volumi, uno Cadibo. Per il fotto che il dr. Frisoni, era spia-
na-Tenda a cura della Sezione Ligure del cente di trovarsi nell'impossibilità materia-
C.A.I. e l'altro, Tenda-Maddalena, a cura le di compilare la parte affidatagli, e si di-
della Sezione di Torino; che i nomi degli chiarava disposto a lasciare ad altri la com-
autori di ogni tratto, cioè Federici, Frìsoni, pilazione della guida al suo settore, metten-
Sabbadini, Zapparoli, sarebbero stati posti do, anzi, a disposizione tuno quanto aveva
11 sul frontespizio di ogni parte rispettiva e gh\ raccolto, richiamando il manoscritto che
che Bobba avrebbe figurato come diretto- aveva mandato a Nizza al dott. Paschctta
re della pubblicazione, tal quale come nel - comp ilatore della analoga guida france-
volume Alpi Hetichc Occidentali (Brasca se - si dava l'incarico di sostituirlo ad At.
direttore, Brasca, Silvestri, Balabio e Corti tilio Sabbadini, che accettava, risolvendo
autori). così un complesso problema che minaccia-
Ma molta acqua era passata sotto il pon- va di ritardare la pubblicazione del primo
te di quell'accordo. In primo luogo la Sezio- volume della nuova serie.
ne Ligure del C.A.L lo aveva rotto quasi Un a.11 110 dopo, marzo 1934, rinunciava
subito, pubblicando per suo conto la Guida alla compilazione del settore affidatogli an-
sciistica delle Liguri (Guiglia, e Federici che ravv. Zapparoli-Manzoni e a sostituirlo
collaboratore), Frisoni non aveva iniziato se ne incaricava ancora una volta Attilio
la sua parte di lavoro, poi venne il disin- Sabbadi11i, proprio nel momento in cui il
teresse della Sezione di Torino all'opera ed volume era pronto per andare in macchina;
infine il nuovo accordo C.A. L-T.C.T. c iononostante alla fine cli giugno il volume
Dopo un po' cli entusiasmo iniziale il· era pubblicato.
Sabbaclini dovette disilludersi e continuare Attilio Sabbadini, che vi attendeva da
il suo lavoro da solo, esclusivamente con i anni, offriva il risultato dcl suo lavoro riu-
suoi mezzi e con le sue idee fino agli accor- scendo a dar vita a un nuovo, armonico e
di con il 1ouring. completo studio che nulla trascurava di
11 Come aiuto ebbe in prestito dalla Sezio- quanto (natura dei luoghi, accessi, rifugi,
11 ne di Torino del C.A.L lo schedario biblio- cime, itinerari estivi e invernali) occorreva
grafico Magnani, mentre per tutto il resto, all'alpinista.
dovette pensare personalmente, procuran- li Club Alpino e il Tou ring Club erano
dosi le pubblicazioni, le carte topografiche perciò lieti di iniziare, con le Alpi Maritti-
(anche per distribuire ai suoi amici collabo- me, la loro feconda e concorde fatica: co-
ratori), fotografie, trascrizioni dattilografi- deste Alpi, infatti, se pur meno elevate del-
che, disposizione della materia, abbrevia- le consorelle, non sono certo meno belle,
zioni ecc. Non riuscì mai ad avere direttive difficili e aspre, e soprattutto, men care al
né da Bobba né da altri, pur avendo a que- cuore di ogni Italiano!
sto scopo combinato tre abboccamenti con
B.,bba (in uno c'era allche Frisoni, negli al- Per la Guida delle l'<il.e di Sa11 Martino
tri Ferrari, Arrigo, Chabod). Per tagliar cor- veniva interpellata nel 1933, la Sezione di
to adottò in massima i criteri generali della Treviso dcl C.A.L, la quale rispondeva a
Guida dei Monti d'Italia. firma del proprio Presidente, dott. Giulio
Nel 1933, era pronta solamente la parte
affidatagli compresa tra il Colle di Finestra
e il Colle della Lombarda, efficacemente
illustrata dagli schizzi di Renato Chabod.
Vianello:
< La Sezione di T reviso dcl C.A.L è ben
lieta, nel limite delle proprie modeste possi-
bilità, di collaborare alla iniziativa presa
't

888 "
il
IL K 2. versante meridiona le.
( FOlD .\I . Fa ,,li11)
dal benemerito Touring Club Italiano, in tutto il materiale fotografico necessario, e
unione alla Sede Centrale dcl nostro Soda- se del caso eseguire anche schizzi, e fare
lizio. in modo anche con ulteriori gite nel Grup-
e Devo però far presente che per evi- po che la sua descrizione sia il più possibile
dent i ragion i la collaborazione nostra deve precisa.
limitarsi alle zone di più diretta competen- e Questo gruppo dolomitico interessan-
za da parte della Sezione e di più dettaglia- tissimo sollo tutti gli aspetti è stato pur-
ta conoscenza da parte di alcuni suoi conl- troppo trascurato per la distanza dei cen tri
poncnti e cioè: il Gruppo delle Pale (rac- e per la mancanza di adatti ricoveri, tanto
ch iuso fra i capisaldi di Primiero, Agordo, che la Sezione: ha in progetto di costruirvi
Taibon, Passo Valles, Passo Holle, S. ~fart i ­ in avven ire un Rifugio.
no di CastnYL.za) e il Gruppo dcl Cimonega e Inoltre la Sezione si assume di rivede-
(fra i lim iti approssimativi Primiero, Gosal- re le bozze di stampa, oltre che dei gruppi
do, Val del ~·lìs, Val Caoramc, Val Noana). indicati anche di altri gruppi dolom itici per
· «Nei due gruppi montuosi sopra ind i- segnalare eventuali rettifiche.
cati la nostra collaborazione potrebbe con- « Dei soci della Sezione che, nei limiti
cretarsi pressappoco così : delle possibilità professionali, si occupano
- per il Gruppo delle Pale: escluso ·dell'argomento, segnalo: il Presidente dott.
l'impegno di fornire il testo completo della Giulio Vianello; i Consiglieri Guido Benve-
Guida, dare relazioni dettagliate per le zo... nuti, rag. [vo Furlan, dott. Roberto Calanti
ne più vicine ai nostri rifugi "Treviso" in e Giuseppe Mazzotti >.
Val Canali e "Prndidali" tanto per la parte Senonché, all' insaputa della Commis-
turistica che per la parte alpinistica; rife- sione il dott. Ettore Castiglioni preparava
rire suoi ghiacciai del Gruppo già oggetto
di una ricognizione nel 1932 per conto del
Comitato Scientifico del C.A. I., fornire fo.
tografìe, esplorare su richiesta e riferire su
detem1inali monti e su particolari vie di sa-
lita; controllare relazioni che venissero for-
nite, aggiornarle e rettificarle; per la parte
storica e bibliografica consegnare per l'esa-
me i libri dei due rifugi dalla loro fonda-
zione all'inizio della guerra, i quali libri
riportano notevoli relazioni in lingua tede-
sca, specie di prime ascensioni in Val Cana-
li; fornire i bollettin i sezionali dal Hf25 al
1928 che hanno riportato numerosi articoli
e infonnazioni sul Gruppo;
- per il Gruppo del Cimonega che è
stato oggetto di esplornzione sistematica da
parte di alcuni consoci nei decorsi ann i:
forn ire il testo completo della guida sem-
preché siano comunicati i criteri di massi-
ma adottati sul modo di redazione o invia-
to qualche abbozzo di altre guide; forni re Ettore C11.Jtiglioni

889
il testo di una guida che, presentato nel e J I candore delle nevi moltiplica i to-
1936, veniva ritenuto buono e tale da poter ni di bellezza: scompaiono gli alti prati
sopperire al ritardo di un alt ro volu me che sotto la bianca coltre; le scure ch iome dei
era stato messo in programma e che non era boschi trionfano selvagge sul candore delle
ancora pronto per la stampa valli; le rocce, impennacchiate e striate di
Veniva presentato dal Presidente del neve, sembrano mal tollerare il freddo am-
C.A.I. come un nuovo, gran itico blocco, di plesso su i fianchi lisci: bianco di neve, ros-
quel monumento di potenza e di volontà so di rocce, verde d'aheti: tricolore mira-
che è la nuova Guida dei ~ f onti d'Italia bile gettato da Dio su un lembo di suolo
e Monumento solido, quadrato, in tonalo italico, che nel suo seno reca i segni, tra-
ai tempi: cifre precise, indicazioni comple- gici ed indelebili, della grande guerra >.
te, dizione chiara; viatico prezioso al cam- A tanto lirismo dobbiamo far .seguire
minatore della montagna, il libro apre, a tut- cifre precise: il volume che tratt a del Grup-
ti coloro che abbiano cuore e muscoli sani, po delle Pale di San !\fortino, quello dcl
lo scrigno meraviglioso di bellezza di uno Feruc e delle Alpi Fcltrine si presentò con
fra i più noti gruppi dolomitici del mondo. 484 pagine, 8 ca rtine topografiche, 67 schiz.
« Pale d i San Martino: gigantesche sca- zi dovu ti al p:ttore Luigi llinaghi e 36 fo to-
glie di pietra che balzano, dalle nere chio-· incisioni. Compilarono i capitoli della parte
me dei boschi, in una galoppata pazza d i generale Bruno Castiglion i per la geografi a,
picch i, di selle, di gobbe, dalle strane for- geologia, mineralogia, ghiaccia i e cli ma;
me umane o divine; pareli verticali che af- Silvia Zenari per la flora e G. Bergmann
fonda no in burroni ghiaiosi e in valli pre- per la storia della grande guerra. Venne a
cipit i: cime aeree che, ora, puntano dritto costare L. 12,20 al C.A.l che provvide al
verso il cielo, ed ora sembrano muoversi, a ritiro di 4100 copie.
strapiombo, sul vallone come a vedere le 11 suo succcssò fu tale, che daJrestcro
umane vicende! venne la rich iesta, da parte della Reise-tmd
e Varie di volume, di volto, di colore, le Verkehrsverlag cli Stoccarda, di una tradu·
cime sono strumenti divini e mirabili di una zione in lingua tedesca, per conto del Deut-
sola grande orchestra, che innalza nel cielo scher und Oesterreichischer Alpenverein.
la sua sinfonia di potenza e di bellezza.
« Se le vedi dall'a lto, invece, il gruppo Tert.0 in ordine di tempo fu il volume
appare come un immenso bastione di pie- Masino-Bregagfia-Disgra:::.ia , affidato fi no
tre in tumulto, pian tato fra cupo mistero d i dal 1933 al conte ing. Aldo Bonacossa,
folti bosch i e verde serenit à cli alti pascoli membro della Commissione per la Guida
ma qual si sia il balcone da cui il camm ina- dci ~fonti d'Italia. La parte scientifica fu
tore si affacci, spon taneo erom pe pur sem- illustrata da C. Nangeroni per l'orogra fi a,
pre l'urlo d'ammirazione per tanta bellezza! la geologia, la mineralogia e i ghiacciai; da
« Bellezza non statica, ma mu tevole, L. Fenaroli per la fl ora, da B. Cred aro per
col variar delle luci, delle ore, del tempo: la fau na e la storia
diafane, al matt ino, come velo argenteo d i Ven iva pubblicato nel 1936 con 591 pa·
sposa traversato dal sole, quasi grigie, al gine, 9 cartine, 57 schizzi dcl pi ttore Lu igi
meriggio, nel trionfo cli luce che è d'attor- Binaghi e 57 fotoincisioni e dedicato « alla
no; rosso scarlatte, al tramonto, chiazze cl i memoria di Sua Maestà il Be Alberto dei
sangue sull'azzurro che spiccano da lungi Belgi > per le belle ore passate insieme al-
nello sfondo della valle. i'autore su queste fìe re vette.

890
ValtelJina dcl predetto prof. E. Brusoni. con
un'ampia trattazione specialmente d ella
parte turistica, ma incompleta per quanto
riguarda la V. Bregaglia; e quella in tede-
sco, prettamente alpinistica e illustrata, ma
mancan te totalmente del gruppo dcl Di-
sgrazia, cli quasi tutta la Val Codera e d ella
Val dci Ratti, di Il . A. Tanner, dietro al
cui nome campeggia la bella e intelligente
figura di Christian Klucker
• Nel 1910 apparve nel Bolletti no dcl
C.A. I., volume XL, la monogra6a " il grup-
po del i\lonte Disgrazia" del compi anto
dottor Homano Balabio. Subito dopo, anco-
ra nel 1910, E. L. Strutt pubblicò il primo
volume del suo Thc Alpcs of the Bernina,
dal titolo The llange W. of the ~·lurello
Pass, che fu la prima guida organica e
completa della regione, modello per quei
tempi di accuratezza e spirito cri tico
e Nel l9 1J è la volta della Guida delle
Alpi Retiche Occidentali, voi. J, pubblica-
zione della Sezione di ~li l ano dcl C.A.I.,
L'l tiratura fu di 5000 copie di cui 4700 comprendente la Hcgionc Codcra-Ratti di
vennero ritirate dal C.A.I. al prezzo di costo Guido Silvestri e, assai più importante, la
di L. 17,30 la copia. Hegione Albigna-Disgrazia dcl dottor Ro-
Ne fu rono assegnate 2000 copie alla Se- mano Balabio.
zione d i ~ f il ano, 150 a quella di Torino, 80 e Nel Hf23 H. !Hitler (aiutato egli pure
a Desio, 70 a Sondrio, 60 a Bergamo, Bre- da Klucker), pubblicò, per incarico del
scia e Monza, 50 alla S.E.M. e a Tren to; le Club Alpino Svizzero, il voi. IV delle Alpi
altre alle sezion i minori o meno interessate. d ei Crigioni, intitolato Si.idHchc Berggeller-
Questa guida contiene la descrizione al- berge une! Monte Disgrazia. Opera di otti-
pinistica della regione tra il Passo del Mu- ma fattura, alquanto meno com pleta per il
retto e il Piano di Chiavenna, vale a dire lato valtellinese e mancante di gran parte
della zona montuosa compresa tra la Val- della Val Codera e di tutti i monti della
tellina, il Piano di Chiavenna, la Val Bre- Val dei Ratti, del quale, nell'estate scorsa,
gaglia e la Val Malenco. è apparsa ·Ja seconda cdi1Jone, cogli stessi
Nel presen tare la guida l'autore fa la limiti e caratteri della prima ma aggiorna-
cronaca delle precedenti pubblicazioni rela- ta e riveduta
tive a questo settore alpino. e A vent icinque anni di distanza dal-
• U 1ia prima trattazione sommaria di l'ultima guida italiana esce questa, perché
una parte di questa regione si ebbe nel 1903 in questo lungo lasso di tempo ralpinismo
in una guida del prof. E. Bruson i, ma fu si è tanto diffuso in ampiezza e profondità,
solo nel 1906 che comparvero due vere gui- e ha talmente accelerato il suo ritmo, da
de compilate razionalmente: quella della avere ormai quasi ultimata l'esplorazione,

891
non solo delle più classiche vette di questa lombardi, e in tnoclo particolare di quelli di
regione, ma anche di quelle che ancora po- Milano, di Lecco e di Como, che nel grup-
ch i anni fa erano vere cenerentole. Ciò che po trascorrono le loro pili belle giornate al-
ha reso necessario un accurato sopralluogo pine, dedicate non solo a una sana e ardita
lopogra6co e toponomastico, esteso sino ginnastica, ma anche alla preparazione per
agli angoli più sperduti. Le aumentate pos- i più ardui cimenti delle Alpi
sibilità tecniche dell'alpinismo hanno poi ri- Le Grig:ne indubbiamente sono le più
chiesto una rc\•isione generale, e non sem- frequentate montagne della catena alpina;
plice, delle valutazioni delle difficoltà in ad esse accorrono numerosi i turisti che
rapporto ai nuovi criteri. Da tutto questo amano le belle passeggiate per prati, per
complesso di studi è uscito un lavoro, nel pascoli e per boschi lungo il denso intrico
~~:;td:l~:~~:r;id~i 1:~:~~:~1:~~~l~a~i ~~
0 di sentieri segnalati; a frotte pervengono
gli escursionisti che camminano lungo i pili
L'autore ha cercato di snellire il più noli percorsi; a gruppi vi salgono gli alpini-
possibile il volume, che è guida e non mo- sti per le vie più belle; a cordate le assai·
nografia; ha introdotta una completa tratta- !ano i rocciatori per i più difficili e bizzarri
zione sciistica, ormai indispensabile quanto cammini; isolati le percorrono il cacciatore
quella estiva e, primo vero esperimento in traccia dell'utile preda, il botanico in
fuori dalle Dolomiti, i gradi di difficoltà cerca di fiori più rari, e il geologo per lo
per le più importanti vie di roccia studio del terreno. La gu ida, tiene egual·
mente conto dei bisogni particolari di tutte
Un anno dopo, nel 1937, regolarmente queste benemerite categorie dell'alpinismo
come era stata programmata, veniva pub- italiano, e tratta diffusamente e con grande
blicata la Guida delle Crigr1e, autore Silvio esattezza e concisione non solo le passeg-
Saglio, capo dell'Ufficio di redazione della giate e i sentieri, ma anche le vie di salita
Guida dei Monti d'Italia. e le arrampicate più complesse e pili dif-
La tiratura di 5000 copie, fu assegnata ficili, evitando non di meno l'abuso di rife-
per 4700 esemplari al Club Alpino Italiano. rimenti che avrebbero reso la consultazione
li volume di 49'2 pagine, con 8 cartine, molto difficile e fastidiosa , e arricchendo
88 schizzi del pittore Binaghi, 56 foto inci- la descrizione dei percorsi con interessan-
sioni, e una carta d'orientamento al 250mila, tissime notizie di carattere generale, topo-
venne a costare L. 10,66 la copia. La parte grafiche, toponomastiche, sloriche, geolo-
generale fu compilata dall'autore e da L. giche.
Fenarol..i e P. Hossì per la flora. A differenza di analoghe pubblicazio-
Un volume di 492 pagine per un ri- ni, il presente volume non ha potuto va-
stretto gruppo prealpino di soli 160 chilo- lersi di precedenti contribut i in materia,
metri quadrati di superficie, parrà forse ec- per la loro insufficienza e inesattezza.
cessivo a chi non conosce il Gruppo delle · Poche imprecise pagine furono, infat-
Grigne, ma se si pensa che un torrione di ti, dedicate sinora al gruppo delle Crigne
poche decine di metri (e nelle Grigne ve ne dalla Guida delle Prealpi di Lecco del Poz-
sono parecchi) ha più itinerari cd è più fre- zi (1883), e non minor concisione fu usata
quentato di molte celebrate vette di 4000 nel 1900 nella Guida Itinerario alle Prealpi
metri, si è costretti a riconoscere l'utilità di Bergamasche di Antonio Curò e di Ernesto
una trattazione diffusa e completa, atta a Castelli, nella Guida Itinerario Alpina De-
soddisfare tutte le esigenze degli alpinisti scriuiva della Valsassina di Antonio Bru-

89'2
soni (1903), e nella Guida Illustrata della I tre volumi debbono quindi costituire una
Valsassina di P. Magni (19'>-6) che si dif- unità organica ed è per questo che nella
fonde esclusivamente nella descrizione del trattazione mi sono attenuto fedelmente ai
fondovalle. criteri adottati per le Pale di S. MUrtino,
Di conseguenza lautore ha dovuto, con criteri del resto che sono comuni a tutta
carta e matita alla mano, ripercorrere tut- la raccolta delle Guide dei Monti d'Italia,
ti i sentieri, compiere tutte le ascensio~i e che non hanno ragione di essere rifor-
e le pili note arrampicate, e controllare sul mati dati i consensi ottenuti nell'ambiente
posto una per una tutte le imprese più alpinistico italiano ed estero.
difficili, che si sono seguite con un ritmo e Forse più ancora che negli altri vo-
sempre più accelerato fino a completare lumi, questa volta ho voluto dare una trat-
non solo l'esplorazione, ma anche a risol- tazione completa ed organica anche della
vere tutte le possibilità alpinistiche. parte turistica e sciistica, in considerazione
del grande interesse che la regione dolo-
. Il volume che foce segu ito nel 1938 fu mitica offre tanto al turista che valendosi
quello dedicato alle Otlle-Sella-Marmolada, dell'ottima rete cli sen tieri passa di valle
compi lato da Ettore Castigliani in valle e da rifugio a rifugio attraverso
Costituito da 778 pagine di testo, stam- scenari fantastici e pittoreschi, quanto allo
palo su carta india e corredato ·eia 86 schiz- sciatore che trova qui un'inesauribile va-
zi a matita di Luigi Binaghi, da 8 cartine rietà cli gite e di traversate.
topografiche schema tiche, da una carta di e Nella parte propriamente alpinistica
orientamento al 250.000 e da 32 fotoinci- ho cercato di raggiungere la maggior com-
sioni, il volume ebbe grande succCsso e le pletezza nella raccolta delle notizie e la
4200 copie ritirate dal Club Alpino Italiano . maggior esattezza nella descrizione degli
vennero ben presto collocate. itinerari, che mi sia stata possibile. ~fi au-
Nella prima parte ciel volume vi sono g:uro anche cli aver raggiunto una sufficiente
capitoli dedicati all'orografia, alla geologia, chiarezza nell'esposizione col dare frequenti
alla morfologia e ai ghiacciai di B. Casti- indicazioni di orientamen to generale e di
glioni e alla fiora di A. Chiarugi riferimento a punti caratteristici, col pre-
c Odle, Sella e Mannolada: tre dci più cisare gli attacchi e col fon1ire tutti quedi
belli e dei più interessanti gruppi delle avvertimenti che possono tornare utili allo
Dolomiti vengono qui riuniti in un unico alpinista che si accinge a compiere una
volume non perché costituiscano un'unità ascensione. Non servono infatti le relazioni
geografìca ben definita, ché anzi i grnppi, ancl1e dettagliatissime, con esattezza me·
pur coi caratteri comuni all'ambiente dolo- trica, se non si fanno precedere da qual·
mitico, hanno aspetti, forme e costituzione che cenno di orientamento generale e da
nettamen te individuati, ma solo per un un'esatta precisazione dedi attacchi. Nella
criterio di opportunità editoriale. L'l zona descrizione degli itinerari ho evitato invece
considerata, che si estende dalla Pusteria di diffondermi in particolari troppo dctta-
fìno a Predazzo e dall'Isarco al Cordevole, gliat i, non solo per non aumentare la mole
non è che un settore delle Dolomiti Occi- forse già eccessiva del volume, ma soprat-
clcntali; la cui trattazione, iniziata con le h 1tto perché ritengo che il compito di una
Pale di San Martino, prosegue con questo guida sia quello di indicare all'alpinista lo
volume e verrà completata con quello dc· esatto itinerario da sc.e uirc senza to.c:liere
dicato al Sassolungo, Catinaccio e Latemar. al capocordata la soddisfazione di risolvere

893
da s6 volta pe r volta il modo di superare liana di quella regione compresa tra l'Adi-
i singoli passaggi •. ge e l'lsarco che venne a far parte dcl
Regno d'Italia nel novembre elci 1918. Le
Un anno dopo, nel 19.39, veniva pub- fonti furono perciò tedescl1e a partire dal-
blicato anche il volume dedicato alle Alpi l't: lllustrierten Fiihrer clurch dic Stubaier
Venote, Passirie e Breonie compilato da und Oetztalcr Alpcn •. di Mees, pubblicato
Sih•io Saglio. nel 1889, pe r venire alla monografìa di
Poderosa nella mole, per la vastità del lfortnagl sulle e Ceigenkamm, Kaunergrat
settore disteso lungo lo spartiacque prin- und Clockturmkamm • , allo scritto di Be-
cipale fra il Passo di Resia e il Brennero cher sul e Curglerkamm •, all'opera di
e comprendente anche la giogaia di Tessa Gsaller sui Monti di Stuba i, alle cronache
e i Mont-i Sarentini, richiese ben 795 pagine di Hees, Purtschcller e Pock pubblicate
di testo che furono illustrate da 78 disegni nella classica e Erschliessung der Ost-
di Luigi Binaghi e da 56 fotoincisioni e alpen • , per arrivare al e Fiihrcr durch
arricchite da 10 cartine topografiche e da die Oetztaler Alpcn > di Obersleiner e alla
una carta d'insieme al 250.<XlO. guida e Die Stubaier Alpcn > di l lohen-
Alla parte scientifica contribuirono C leitncr.
Cufodontis per la flora, R. Pracchi per la
geolitologia e morfologia, A. Zieger per il Nella stessa annata, .1 939, si pubblicava
cenno storico. la Guida del Gran Paradiso
La tiratura, come al solito, raggiunse Impostata già nel 1933 come tante altre,
le 5000 copie, di cui 4200 furono ritirate dopo la rinuncia di Euge nio Ferreri, del
dal Club Alpino Ttaliano e distribuite come conte Jean Passeri.li d'Entrèves e di Giusto
segue: 1000 alla Sezione di Bolz:mo; 100 Gervasuttì, veniva affidata a Emanuele An-
a Desio; 750 a ~lil ano; 200 a Torino; 100 a dreis, Renato Chabod e }. lario C. Santi, che
Trento; 75 .a Udine; 2075 alla Sede Cen- portavano a termine testo e disegni in breve
trale pe r essere distribuite alle sezioni mi- volgere di tempo
nori o meno interessate li volume di 480 pagine, illustrato di 39
Alla redazione di questo volume furono schizzi di Renato Chabocl e di 40 fotoinci-
interessati, in un primo tempo alcuni alpi- sioni, arricchito da 5 ca rtine topografiche
nisti residenti a ~! erano e a Bolzano, quin- e da una carta d'insieme al 250.000, è co-
di ci si rivolse a Oreste Ferrari che aveva st ato L. 15,60 la copia e di queste 4200
curato i primi volumi della collana Da ri- vennero consegnate al C.A. I. che ne distri-
fugio a rl/ue;io e, in definitiva si passò poi buì: 1400 copie alla Seziorie di Torino, 390
l'incarico al dr. Silvio Saglio che in tre a Milano, 100 alla Uget e ad Aosta, 60 a
campagne alpinistiche e in tre lunghi so- Brescia, 50 a Desio, a Genova e a Trento,
pralluoghi invernali, ampliò, mise a punto 45 a Trieste, 30 a Bergamo e a Biella e le
e completò la trattazione escursionistica, altre alle Sezioni minori o meno interessate.
alpinistica e sciistica della zona, percorren- Alberto Deffeyes compilò la nota sto-
do tutto il crinale di confine ed esplorando rica inserita nella parte genera le.
gli sconosciuti gmppi di Saldura e di Ma- Cli autori nel presen tare il volume pre-
staun, l'interessante Giogaia di Tessa e i cisavano:
trascurati Monti Sarentini, per i quali man- e La guida comprende il solo gruppo
cavano notizie. del Gran Paradiso in senso stretto, dal Colle
Fu questa la prima guida alpinis~ica ita- del Nivolè al Colle dell'Arietta, fra l'Orco
a Sud, la Dora di Nivolè e il Savara a nasse ed esaurisse sotto ogni aspetto la
Ovest, il Grand Eyvia-Urticr a Nord, il materia.
Soana a Est, esclusi cioè i gruppi minori a «Compaiono infatti, nell'ordine, sol-
oriente del Grand Eyvia (Emilius, Tcrsiva, tanto i seguenti lavori, pregevolissimi, ma
ccc.), che sogliono considerarsi come ap- neppur essi scevri di errori o insufficienze:
pend ici del Gran Paradiso, inteso come la La Topografia Storica e Cartografica e la
intera regione mon tagnosa com presa fra il Storia descrittiva ed alpina del Gruppo del
Colle di Nivolè, il Savara, la Dora Balteà Gran Paradiso 6no al 1860 del Coolidgc e
e l'Orco. Per una trattazione generale non una nuova Statistica delle prime ascensioni
sarebbe bastato il tennine di tempo pre- nel Gruppo del Gran Paradiso del Ferrari
fissaci, e la pubblicazione della parte prin- {Boli. 1908); la Carta del Gran Paradiso
cipale troppo urgeva per ritardarla oltre, 1 :50.000 ricavata dalla Paganini e pubbli-
né il limite cli un solo volume; agli alpinisti cata a cura delle sezioni di Torino e di
di buona volontà serva l'avviso di quanto Aosta del C.A.J. (1908), apprezzabile suc-
resta da compiere cesso dal punto di vista tecnico topoj?rafico
«La prima descrizione del gru ppo tro- per la nostra carto~ rafìa alpina, e in ultimo,
vasi nella magistrale monografia di Martino molti anni dopo (1926), una guidetta Le
Barelli in Boll. 1867 e nelle statistiche pub- Montagne della Valnontey, trattazione som-
blicate da L. Vaccnrone in Boli. 1885-1886; maria. per quanto di ind ubbia utilità pra-
la prima guida vera e propria è la Martelli tica, del circo di montagne compreso fra
e Vaccarone apparsa nell'anno 1889, ven- il Colle Loson e la Punta Fen ilia.
)?:Ono poi la Yeld e Coolidge del 1893 e la « Di tali opere tutti si avvalsero sempre
Bobba e Vaccarone del 1896, le quali si largamente; ma o~i neppure esse basta-
giovano entrambe della mirabile carta Pa- vano pili. Sorpassate le statist iche, sorpas-
j?anini, prima geniale pratica applicazione satissima la Bobba e Vaccarone, orm~i del
del metodo fotogrammetrico. resto persino irreperibile commercialmente.
« La Bobba e Vaccarone (sia detto ciò si era ridotti al punto che l'alpinista e so-
pur mantenendo altissima la nostra ammi- prattutto il giovane alpinista, non aveva la
razione per l'opera non comune, dati i possibilità, se non attraverso un lungo la-
tempi in cui aveva visto la luce, compiuta voro di biblioteca, sia pure facilitato dalla
dagli autori), presentava, accanto ai molti consultazione di Quella apparentemente
pregi, inevitabili lacune e alcuni j?ravi in- modesta ma in realtà preziosissima e ammi-
convenienti, quali ad esempio: la descri- revole opera c11e è lo schedario ?>.·fagnani ,
zione separata dei colli dalle punte, 1'as- di formarsi una esatta conoscenza di quanto
senza di storia alpinist ica, di biblio.grafia era stato fatto e quanto rimaneva da fare
e di rappresentazione grafica, in quanto 11el gruppo. e si trovava quindi pratica-
sui bellissimi scl1izzi dcl Perracchio non è mente in reali difficoltà di frequentazione
segnato alcun itinerario. « Per questo si imponeva, forse più clic
« Ciononostante, ebbe lunga attività di per qualunque altro nostro gruppo alpino
servizio; fu, infatti fino ad oggi fa sola pra- (in quanto per quelli di confine soccorrono
ticamente usata dagli italiani, perché dopo almeno in parie ottime pubblicazioni este-
di essa il gruppo, clic nel volgere di pochi re), una nuova guida aggiornata, quanto
anni era stato ripetutamente descritto, non meno di quel gmppo, inteso in senso stretto,
fu più oggetto di un sistemat ico e appro- in cui sono comprese le mag)?iOri e più at-
fondito studio complementare che aggior- traenti cime e c11e è stato da noi descritto.

895
Per questo affrontammo con letizia la non toli sulla orografia, geologia e morfologia
lieve fatica. Di essa la parte più ingrata è Piero Leonardi, sulla vegetazione e flora
stata interamente ed esclusivamente assun- Luigi Fenaroli, sulla storia A. Zieger.
ta da Mario C. Santi, il quale ha esplorato e: Nella bella collana della Guida dei
in deambulazioni solitarie e da solo de- Monti d'Italia, un gru ppo di tre volumi
scritto le estese propaggini secondarie - corrisponde ad una unità organica a sé stan-
su lle quali eravi, per la loro minore attrat- te. I primi due sono: Le Palo di San ~forti­
tiva alpinistica, assenza pressocché totale no e Odle-Sella-Mannolada, dovuti alla
di notizie - comprese all'ingrosso fra le grande competenza del dr. Ettore Casti-
valli Soana e dell'Orco, il vallone d'Eugio glioni; il ter1.0 è questo. Questi tre volumi
(sin. or. a tutta la costa Braias) nonché, a considerano ben nove fra i più interessanti
ch it1sura del rettangolo, il tratto della dis- gruppi dolomitici che trovansi tra Feltre e
pluviale Soana-Dora Baltea dal Colle d i la Pusteria, l'Isarco e il Cordevole, ad occi-
Bardoney al Colle Acque Rosse; Andreis dente della grande linea segnata nella re-
e Chabod hanno trattato sostanzialmente gione dolomitica veneto-tridentina dalle
insieme, per quanto ogni singola punta sia valli del Cordevole e del Cader
stata prima descritta dall'uno o dall'al tro, e: TI completamento dell'unità organica
lo spartiaC(HlC Orco-Dora dal Colle di Ni- ricordata era atteso da tempo, per molti
volè al Colle Cran Crou e la catena prin- motivi: principale, quello della mancanza
cipale Valsavara-Cogne; il rimanente e la assoluta di guide o monografie italiane ori-
appendice sciistica vennero compilati da ginali e del rapido invecch iamento cli quel-
Andreis solo, mentre Clrn.bod ha disegnato le straniere delle quali una sola, e soltanto
gli schizzi•. parzialmente, venne tradotta.
Di questa guida è stata pubblicata nel e: Ma esistevano anche altri motivi me-
1963 una nuova edizione, a,e:~iomata e no pratici forse, ma di alto valore. Ricor-
completata. da Renato Cliabod con l'ag- diamo il riordino della toponomastica che,
l!iunta dello spartiacque Valsavarenche- rimasta Quasi dovunque allo staio di tren-
Rhème e così con la descrizione dell'intero t'anni addietro. presentava in particolari
territorio del Parco Nazionale del Gran settori una confusion e veramenlc babelica
Paradiso, illustrata da 82 schizzi dello stes- (per esempio, nella zona ciel Latemar); e
so Chabod, da 6 cartine e da 8 fotocolore. il dovere di dare finalment e a quest i fan-
tastici gruppi una consacrazione ideale che
Nel 1939 veniva dato incarico ad Arturo da venti anni attendevano•.
Tanesini di compilare la guida dci gruppi Arturo Tanesini così continuava nella
del Sassol1meo, Cati11accio e Lntemar, ot- sua presentazione:
tavo della Guida dei i\fonti d'Italia che e: La compilazione è staia condotta con
veniva pubblicata nel 1941 e distribuita cura e con calma; ma le difficoltà dcl lavoro
dal C.A.T. al prezzo di L. 15 la copia, con- furono notevolissime e non sempre il con-
tro un costo effettivo di L. 30. La tiratura sultatore potrà farsene una idea. La con-
fu di 2500 esemplari, di cui 2200 ritirali dal suetudine di avanzare riserve o cli ottenere
C.A.T. e così distribuiti: 250 copie alla Se- giustificazioni, che gli autori non dimen-
zione di Milano. 234 all'Ente Provinciale ticano mai, qui diventano necessità ed ho
per il Turismo di Bolzano, 200 per omaggi messo perciò in bilancio criticl1e copiose
e 1516 alla Sede Centrale per le sezion i. che verranno mosse, non soltanto fra eli
Nella parte generale scrissero i capi- alpinisti, ma anche in altri ambienti colla-

896
terali. Con questo presupposto si può fin che maturò nel periodo della seconda guer-
d'ora dichiarare che soltanto una futura ra mondiale, quando la pubblicazione de lle
nuova edizione potrà rispondere in pieno guide ebbe O\f\fiamente una stasi
a tutte le esigenze, anche a quelle più sot- Si schedarono tutte le notizie alpinis ti-
tili. Chiedo quindi ai consuhatori di non che che erano state pubblicate, su riviste
lesinare nelle critiche, ma di presentarmele nostre, cen trali e sezionali e su riviste stra-
posi tivamente con lo scopo di arrivare al niere, francesi , svizzere, austriache, tede-
futuro perfezionamento. - sche, jugoslave, spagnole, belghe, ecc.
e: Ho st udiato tutta la letteratura alpi- Per ogni notizia, per ogni ascensione,
nistica italiana e straniera (quest'ultima per ogni illustrazione o disegno ven iva fot-
abbondante ma a volte confusionaria) cd ta una scheda; la conseguenza fu che l'uf-
ho compiuto moltissimi sopralluoghi e ripe- fì cio ebbe nello spazio di poco tempo più
tuto numerose ascensioni; mi sono valso di un milione di schede, tali da rendere
anche dell'aiuto cli alt ri alpinisti e di guide possibile in breve tempo ogni ricerca su
valligian e e, per la parte toponomastica, argomenti tra i più dispnrati : ascensioni,
ho ottenuto lautorevole collaborazione illustrazioni, rifugi, opere alpine, al pinisti,
dell'Ist ituto di Studi per l'Alto Adige. Ciò pubblicazioni , carte, disgrazie, ecc. ecc.
nonostante il lavoro presenta ancora difet- Contemporaneamente, notalo c11e nelle
ti e a malincuore lo licenzio alla stampa >. relazioni si fa sovente riforimento a quote
e a toponimi di altri tempi, si provvide a
L'Ufficio cli redazione, creato dal T.C.T. raccogliere tutte le carte topografì che che
e diretto fin dalle origini dal dr. SHvio Sa- erano state, nel volgere degli anni, pub-
glio, man mano che si stava impostando b1icate
un volume, raccoglieva tutto il materiale Infine, constatato che anche la stam pa
pubblicato, per essere in grado di eseguire quotidiana e periodica si era talvolta oc-
i necessari controlli sui testi che ven ivano cupata d i alpinismo, si raccolsero, classi-
presentati. ficarono e sistema rono i ritagli di not iz ie
Questi testi venivano poi uniformati alpinistiche per incollarli su appositi rac-
nella disposizione della trattazione e poi si coglitori, creati per ogni volume che era
provvedeva all'indicazione dei carattPri ti- stato messo in programma, ossia per i qua-
pografici , alla lettura delle bozze, alla loro ran ta e più volumi della collana.
impaginazione, al licenziamento e alla Vennero raccolti e rilegati interfogliati
stampa. i volumi che si erano pubblicati, in modo
Nello stesso tempo si provvedeva alla da poter man mano trascrivere su cli essi
raccolta del materiale fotografico per scle- le aggiunte e le variazioni che an davano
:r.ion arlo e servirsene per la compilazione maturando
degli sch izzi, sui quali era necessario poi Per facilitare poi il lavoro relativo agli
traccia re o far tracciare gli itinerari delle schizzi si provvide alla sist emazione di un
ascensioni. impianto di riproduzione fotogra fi ca che è
Tnfìnc crn compito dell'ufficio di stcn- servito anche a fot ografare o riprodurre
<lere e di com pilare le cMt ine schematiche notizie, illustrazioni, relazioni c11c non si
a più colori, che avrebbero arricchito il riteneva di strappare dalle riviste e dalle
volume. pubblicazioni, che man mano andavano ad
A lungo andare si rese necessario nn arricchire la biblioteca specializzata dello
impianto del tutto indipendente; impianto Ufficio della Guida dei Monti d'Italia.

897
In questo modo, con la fìne della se-
conda guerra mondiale, l'ufficio era pronto
a riprendere la pubblicazione della Guida
dei t\ lonti d'Italia con un ritmo sempre
pili accelerato

Nel 19-12 si apprendeva dalla stampa


che l'E.N.l.T. si disponeva a pubblicare una
guida alpinist ica e sciistica ciel Gran Sasso
lfltolio, redatta da due soci della sezione
romana del C.A. I.
Veniva fatta richiesta, da parte della
Commissione della Guida dei ~fonti d'Ita-
lia, di hiserfre tale volume nella collana e
il dr. Giuseppe Tofano, allora Direttore
generale per il Turismo, accettava la pro-
posta, cosicché nel 1943 veniva pubblicato
il volume Gran Sasso d"Italia, autori C.
Landi Vittorj e S. P:etrostefani
L'Ente Nazionale Industrie Turistiche
(E.NJ.T.) vi contribuh·a con L. 20.000; la
tiratura fu di 2500 copie e l'opera, com-
parsa con 188 pagine, 2 carline, 15 schizzi
e 24 fotoincisioni venne ceduta alle sezioni Carlo La1uli Villorf
per L. lO e messa in vendita a L. 15.
Delle copie ritirate dal C.A. I. furono
assegnate 300 alla Sezione di Roma, 200 so, atta ad illustrarlo sotto il triplice aspet-
alla Sezione di ~ f ilano; le restanti alle al- to: turistico, alpinistico e sciistico.
tre sezioni. e Esistono solo alcune monografie par-
• Il Gran Sasso d'Italia è l'unico gruppo ziali pubblicate sulla Hivista del C.A. T. e
montuoso dell'Appennino che si distacca vari articoli nei bollettini della Sezione del
nettamente dagli altri monti cle\l'Jtalia Cen- C.A.I. dell'Aquila dal H)'24 al 1934, cono-
tro-meridionale per le sue caratteristiche sciuti eia una ristretta cerchia d i alpi1Jisti e
prettamente alpine per di più ora pressoché introvabili. :t
e Mancano, è vero, i g:hiacciai e le i;ran- e D'altra parie, il recente avvaloramen-
di altitudini dci principali g:ruppi delle Al- to sciistico del Gran Sasso, con la costru-
pi; tuttavia esso nulla ha eia invidiare ad zione della funivia cli Campo I mperatore,
alcuni rinomati complessi alpini, e come zo- dcl grande Albergo a q. 211 2 e delle al tre
na sciistica è indubbiamente tra le più bel- opere annesse, offrendo agli alpinisti ed agli
le d'Italia. Fatta eccezione della guida di sciatori d'Italia questa magnifica palestra
E. Ahbatc, edita nel l903 dalla Sezione del di arrampicamento e di sci-alpinistico, ha
C.A. J. di Roma, e della piccola guida del reso sempre più urgente la necessità di una
Corno Piccolo di E. Sivitilli edita nel 1930 guida completa, moderna ed aggiornata ciel
dalla Sezione dell'Aquila, nessun'altra pub- gruppo, quasi ad integrazione della stessa
blicazione del genere esiste per il Gran Sas- attrezzatura turistica :t .

898
A 19 anni di distanza, nel 1962, usciva <lorta e alla parte riguardante il versante
la seconda edizione della Gu ida del Gran valtellinese delle Orobie; Francesco Pero-
Sasso, da tempo esaurita, alquanto ampliata lari per tutto il 'esto dal Lago d' lsCQ alla
e aggiornata, con pagine 254 di testo, illu- Valsassina e alla pianura eccettuato il grup-
strato da 28 sch izzi di Cianvincenzo Vendi t- po della Presolana, per i quale era pronto
telli e da 28 fotoincisioni di Landi Vittorj, il materiale appron tato da Antonio Piccar-
corredata di 4 cartine topografiche e di una di e dall'ing. Giovanni Caccia.
carta d'insieme alla scala I: 250.000 del L'anno dopo, 1934, alla preparazione
T.C. L della guida venivano incaricati: il dott. Sil-
vio Saglio per i settori n esegone, Tre Si-
Lunga è la storia delle Preolpi Coma- gnori, Lcgnone, Concarena, ossia i due li-
sc11e, Voresine e Berf!.amasche, che venne miti occidentali e orien tali; il prof. Panze-
impostata, insieme alle Alpi Orobie, nel ra per il settore del Corno Stella; il prof. A1-
1934. fredo Corti per i settori Redorta e Coca;
·In quell'anno venivano proposti C]Uali CiulioCesareno per l'Alben e l'Arcra; il rag.
compilatori il prof. Alfredo Corti per la par- i\forio Finazzi per il Formico e la Presolana.
te prettamente alpinistica della zona e pili Il primo a rinunziarvi, nello stesso anno,
propriamen te pe r le montagne dci bacini fu il prof. dott. Amedeo Panzera, il quale
di Barbellino, Coca e Brunonc, fino al Re- suggeriva di rivolgersi al prof. doti. Bruno
Credaro, che accettava; in seguito dichiara-
vano e: forfait > Giulio Ccsareni in partenza
per l'Africa Orientale e il rag. Mario Finaz-
zi, motivo per cui la Comm issione veniva
nella determinazione di dare una diversa
impostazione al volume e dava incarico al
dott. Silvio Saglio di provvedere subito ai
sopraluej!hi e alla redazione del testo re-
lativo alle Prealpi Comasche, Varesine,
Bresciane e Giudicarie.
Le ragioni di una tale impostazione van-
no riferite al particolare momento in cui
ci si trovava e non ult imi furono la mole che
avrebbe assunto il volume, il fin anziamento
dell'opera e la non facile sistemazione in
altTi volumi di alcuni gruppi prealpini mol-
to frequentati
A conti fatti il settore montano compre-
so tra il Lago i\faggiore e il Lago di Carda
avrebbe rich iesto pili di un mic:liaio di pa-
gine di stampa (e difatti ne richiese 379 il
volume Prealpi Comasc11e Varesine Berga-
masche. 591 il volume Alpi Orohie e 200
ne avrebbero richieste le Prealpi Bresciane
e Giudicarie; quindi un totale di 1270 pa-
Slanidao Pietrostefanl gine).

899
In tempi normali si sarebbe potuto di- Comasche e V-aresine sign ificava aumentare
minuire il peso della guida con l'uso di una artificiosamente la già troppo numerosa se-
carta sottilissima, di pura cellulosa, come e- rie dci volumi e rimandare l'ultimo tomo
ra stato fatto per alcun i grossi volumi della della collana... al secolo venturo; gli stessi
collana, ma in quel momento tale impiego motivi sconsigl iavano di impostare un altro
non era possibile per fa mancanza della ma- volume per le sole Prealpi Bresciane e Giu-
teria prima e per il divieto di usare questo dicarie. D'altra parte, unire la trattazione
tipo di carta. delle zone in un unico testo non era possibi-
Siccome non si poteva pensare di cari· le, per il vuolo intenncdio che sarebbe sta-
care gli alpinisti del peso rappresentato da to rappresentato dalla mancata descrizione
un volume di mille pagine stam pato su car- delle Prealpi Bergamasche. Trascurare la
ta non leggera, si studiò il modo di divide- trattazione di queste Prealpi era ingiusto,
re la trattazione in due volu mi: Alpi Oro- perché se sono stati soddisfall i i pochi alpi-
bie e Prealpi Bergamasche occidentali, nisti dcl sesto grado, a maggior ragione bi-
prendendo come punto di separazione il sognava tener conto dci desideri della mas-
Passo di Venina. Questa suddivisione arti- sa ccl anche di quelli che si accontentano
ficiale venne però scartata dopo un esau- del Bisbino, elci Canto Alto e dcl CuglicJ.
riente esame, perché presentava due grav i mo.
inconvenienti e cioé quello d i sacri fi care L'ultimo problema era rappresentato
la Val Brembana che avrebbe avuto i suoi dal mercato di smercio; problema d iremo
monti trattati in due volumi separati e quel- così meno elegante, ma non per questo me-
lo dello squil ibrio fra l'importanza alpini· no importante e vitale. Poiché per evidenti
stica dei due testi; nel primo, la parte più ragion i non era da far conto sul finanzia·
interessante sarebbe stata costituita dai mento da parte delle Sezioni dcl C.A.L, oc-
gruppi del Cleno, del Coca, dello Scais. del correva che la Guida trovasse nel suo stesso
Redorta, cl~! Camino; nel secondo la parte smercio i mezzi per la sua realizzazione e
alpinisticamente interessante si sarebbe li- pertanto si rendeva consigliabile allargare
mitata al Pizzo dei Tre Signori, allo Zucco- l'oggetto della sua trattazione così da inte-
ne Campelli, al Rcsegone e all'Arera. ressare un maggior numero di lettori.
Altro non facile problema era quello di Non restava, dunque, che impostare il
collocare alcune appendici che non avreb- lavoro in modo tale da tenere nel dovuto
bero potuto trovar posto in altri volumi. Le conto tutte le considerazion i sopra enun-
Prealpi Comasche e Varesine, comprese tra ciate e la fortuna volle che la soluzione fos-
il Lago Maggiore e il ramo di Lecco del La- se data dalla natura stesso della montagna
go cli Como, per la loro natura e il loro a- e dal suo aspetto esteriore.
spetto, non potevano essere raggruppate Si è troppo spesso voluto considerare,
con le Alpi Lepontine. Per la stessa ragione nel mondo alpinistico, il complesso montuo-
le Prealpi Bresciane, distese tra la Val Ca- so compreso tra il Passo dell'Aprica, il ramo
monica e la Val Sabbia non dovevano esse- di Lecco del Lago cli Como e la Val Camo-
re confuse con le propaggini meridionali del nica, come facente parte di un unico blocco,
Gruppo dell'Adamello, come non era pos- da qualcuno ch iamato Alpi Orobie e da al·
sihile includere le Prealpi Giudicarie, tra la tri Prealpi Bergamasche; si tratta invece di
Val Sabbia e il Lago di Carda, nel volume due zone ben distinte e cioè di una catena,
clic avrebbe trattato le Dolomiti di Brenta grosso modo rettilinea, digradante da levan-
Pubblicare un volume per le Prealpi te a ponente, clic separa il profondissimo

900
solco della Valtellina daJle testate delle Val-
li Bergamasche, che i geografi considerano
revoli per la sua posizione alla testata della
Val Troggia e della Val Torta, presentava
j
come Alpi Orobie e di lunghe costiere, nor- pure due inconvenienti e cioé quello di di-
mali nella catena di cui sopra, separanti fra videre la zona d'in8uenza del rifogio Cras- !
di loro le Valli Bergamasche, che i geografi si e quello di non coincidere co n una netta
chiamano Prealpi Bergamasche. separazione geologica del terreno. E: stato
Questa separazione è avvalorata dall'a: prescelto il Piano di Bobbio, perché più
spetto e dalla costituzione geologica delle noto, perché in un prossimo avvenire potrà
due parti : a carattere prevalentemente al- essere attraversato da una carro:1..zabile già
p ino la prima, con aspetti e costituzione e- in progetto, perché non ne scapita la zona
videntemente prealpini In seconda. di influenza dei rifugi, orien tata prevalente-
Con il termine italiano di Prealpi si de- mente verso lo Zuccone dci Campelli e per-
signa difatti una serie di catene o gruppi ché separa il verrucano ciel Pennico dai cal-
montuosi che si affiancano all'arco delle Al- cari ciel Trias.
pi vere e proprie e che differiscono per il Per tagliare la catena centrale, a cavallo
prevalere della struttura ca1carea in con- della Val Brembana e della Val Scriana, i
fronto alla struttura cristallina delle loro candidati erano rappresentati dal Passo di
rocce, per la minore altezza e per il preva- Heseda, dal Passo dci Laghi Gemelli, dal
lere delle forme della montagna media. Sul Passo della Marogclla e dal Passo del Bran-
versante interno della catena alpina le Pre- ch ino. Si è subito eliminato il primo per non
alpi mancano in tutta la sezione occidenta- rompere la zona d'influenza del rifugio
le, mentre di Prea lpi Lombarde si parla Calvi e il secondo per lo stesso moti vo nei
pili propriamente con riguardo ai gruppi riguardi del rifugio dci Laghi Gemelli; il
montuosi posti tra il Lago Maggiore e il quarto è stato pur esso scartato perché trop-
Lago di Carda. po complesso, essendo costituito in effetto
I tagli d i separazione tra le Alpi e le da un doppio valico, uno tagliato tra le roc-
Prealpi Lombarde, dopo un maturo esame, ce calcaree del Monte Branchino e della
condotto anche sui luoghi, sono stati trova- Coma Ì'iana, tra la Val Canale e una inse-
ti nel Passo di San Iorio, nel Piano di 13ob- natura secondaria della Val Secca, l'altro,
bio, nel Passo della 1'.farogclla, nel Passo chiamato anche Passo di Val Vedro, tra la
del Vivione e nel Passo di Croce Domini. Corna Piana e il Monte Vedro, alla testa-
Il Passo di San Iorio divide nettamen te ta della Val Vedro e dell'insenatura secon-
le Alpi Lepontine occidentali dalle Prealpi daria di cui sopra. Si è perciò preso in con-
Comasche, sia per l'importanza stessa del siderazione il Passo della Marogclla, tra la
valico, sia pe rché situato alla testata della Val Secca e la Val Canale, le quali, forman-
profondissima e lunga Val Dongana. do un taglio netto, diretto da ponente a
Pit't complessa si è presentata la separa- levante, separano nettamente i calcari ciel
zione delle Alpi Orobie dalle Prealpi Berga- Trias dal verrucano del Pennico e quindi
masche ed eccone le ragioni. Per la catena le Alpi Orobie dalle Prealpi Bergamasche.
occidentale, quella che con le sue dirama- Per separare la catena orientale, tra la
zioni separa il ramo di Lecco dcl Lago di Val Seriana e la Val di Scalve e cioè il
Como dalla Val Brembana, si sono presi in gruppo del Clcno cli aspetto alpino, costi-
esame due valichi e precisamente il Passo tuito eia scisti argillosi e da agglomerati, dal-
del Camisolo e il Piano di Bobbio. le bancale squisitàmente calcaree della Pre-
Se il primo contava degli clementi fa vo- solana, non vi erana dubbi di sorta, e la scel-

901
ta è caduta sul notissimo e ben definito Pas- da, la quale, con le sue popolose borgate
so della ~ l anina. e città, alimenta una cospicua corrente tu-
J)er dividere la catena che s'incunea e ristica ed alpinistica. Questa corrente, fa-
si allarga tra la Val di Scalve e la Val Ca- vorita daJla comodità e rapidità degli ap-
monica, si sono presentati due va·Jichi: il procci, trova la sua giustificazione nella
Passo di Vivionc e il Passo cli Campelli. li straordinaria bellezza della regione: cime
primo, essendo più noto, meno elevato e dai fianchi morbid i, tempestati di fiori, ric-
perché attraversato da una carrozzabile, è chi di prati, di boschi e di pascoli ; ampie
stato il preferito. vedute di laghi, di valli, di piane e di mon-
Stabilito in questo modo il taglio del vo- ti; rocce spopolate, posate su sassose scar-
lume, si è anche ventilata l'idea - che poi pate al limite del faggctto, del castagneto,
non poté essere attuata - di fare due edi- del lariceto e dell'abetaia.
zioni: una rappresentata da un solo voh1- La guida si soffenna brcvemen te sugli
me e l'altra data da due volumetti con un'u- itinerari delle prime, che si salgono cantan-
nic;i custodia e dai titoli: Prealpi Comasche do in liete comitive, e si diffonde ad illu-
e Varesinc, Prealpi Bergamasche. strare le vie cli quelle che richiedono arram-
picate di ogni difficoltà, belle e variate co-
In definitiva, nel 1948, nei primi anni me raramente se ne incontrano in altra pa·r-
della rinascita, veniva pubblicata la Guida te della catena alpina: dalle canne d'orga-
delle Pre(l/pi Comasche, Varesine e Berga- no dei Denti della Vecchia ai lisci dirupi
masche di Silvio Saglio, corredata da 2 car- dei Corn i di Canzo, da i camini dello Zucco-
line topografiche, 18 schizzi e 16 fotoinci- ne di Campelli e dai canaloni del Monte
sioni. Il prof. Ardito Desio arricchì il volu- Rescgone alle pareti del Pizzo Arera e dei
me di cenni geologici, il prof. Luigi Fena- suoi sa telliti, alle vaste bancale dei Pizzi
roli descrisse la vegetazione e la flora, il della Presolana, alle nude rocce dcl Cimo-
prof. Edg~rdo ~ l oltoni elencò la fauna. ne della Bagozza, agli articolat i speroni del
Per ragioni di costo si era provveduto Pizzo Camino e al complicatissimo com-
a rilegatura in tela e in cartone; le prime plesso della Concarena, che si affaccia alla
sono state conteggiate a L. 640, le seconde V. Camonica con impervie cd altissime scar-
a L. 580. La tiratura fu di 5000 copie, di pate, che riservano ancora grossi problemi
cui 2500 prenotate e assegnate dalle Se- alpin istici.
zioni Lombarde e 1000 ritirate dalla Sede Questa bellezza d'ambiente e la conse-
Centrale per le altre Sezioni. l i volume si guente notevole frequentazione determina-
esauriva nel giro di poch i anni rono fino dal 1877 la necessità di una guida
li volume descriveva e quei complessi alpinistica, che fu la prima in Italia e che
sistem i montuosi delle Prealpi Lombarde ebbe come autore Antonio Curò; presenta-
che, staccandosi dalla Catena Alpina ai tasi con una pregevole prefazione di Anto-
pass i di S. Iorio, cl i Bobbio, della :\farogella, nio Stoppani, quest'opera, di proporzioni
della Manina e del Vivione, hanno come li- assai ridotte, fu ristampata nel 1888 e fu
mite occidentale il solco del Ticino e il ba- seguita nel 1900 da una ed izione com pleta-
cino del Verbano e come termine orientale mente riQrdinata e aggiornata da Guglielmo
il corso dell'Oglio e lo specchio dcl Sebino. Castelli, arricch ita da una introd uzione geo-
Sono giogaie più o meno articolate logica-mineralogica di Torquato Taramelli
che, ci ngendo i grandi lagh i prealpini, si EsauritQSi anche questo volume, la Se-
distendono a ridosso della pianura lombar- zione cli Bergamo dcl C.A.L deliberava nel

002
1923 la pubblicazione di una nuova opera, sa Società degli Alpinisti Tridentin i, nei
che pe rò non fu portata a termine. lontani anni del dominio straniero, aveva
Una guida alpinistica trova le sue fon. combattuto alcune delle più belle battaglie
ti nelle relazioni dei prim i salitori, le quali per l'italianità del Trentino. Basterà ricor-
purtroppo, per la zona tratt ata, in gran par· dare la strenua lotta sostenu ta per la con-
te manca110 o sono di ben scarsa utilità, co-- quista del Campanile Basso, culminata in
me le guide già pubblicate perché trop~ quella memorabile salita del trent ino Italo
lontane nel tempo. Sono state invece utiliz- Lunelli e di Rodolfo Polla che lo scalarono
zate e controllate le notizie con tenute nella cli sera sotto l'infuriare di una terribile bu·
monografia di Paolo Pruclenzi ni, nella Cui. fera, per lasciare sulla vetta il Tricolore, e I
da sciistica d i L. B. Sugliani. la tenace lotta sostenuta e vinta davanti al·
i\fa soprattutto il volume è frutt o di la magistratura austriaca per il possesso d cl
lu nghe ricerche, di sopraluoghi (compiuti rifugio alla Bocca di Bren ta, cost ruito su
nel giro di molti anni con gite domenicali terreno di proprietà della S.A.T.
e ron sistematiche campagne esplorative) e Il volume Dolomiti di Brenta di Pino
e della cordinle collaborazione che lega fra Prati, ed ito dal C.A. I. nel HF26, preceden-
di loro gli alpinisti.

Nel mese di giugno del 1949 il Presi·


do di due anni quello dcl Berti sulle Dolo-
miti Orientali, fu la prima pubblicazione
\'eramente alpinistica uscita dopo la prima
!
den te generale Figari così presentava la grande guerra: ed era da tempo esaurito.
Cuidti delle Dolom iti di Brentt1, del com. Poiché il Prati aveva trovato la morte il 12
pianto Ettore Castigliani
e Un nuovo volume, dovuto alla fattiva
collaborazione frn il C.A.I. e il T.C.l ., viene
agosto 19'27 in un tentativo di salita per la
parete del Campanile Basso, maturò in Et-
tore Cast iglian i, nato a Huffrè (Annunia),
.
a inserirsi nella collana della Guida dei in vista del grandioso complesso del Bi;enta,
Monti d' Italia: è il volume XI dedicato a}. il proposito di continuare l'esplorazione e
le Dolom ili di Brenta. preparare una nuova edizione. Già fìn dal
e i:: ben nota agli app.'lssionati della 1933 lavorò intensamente a questo SCO(>O,
montagna l'impareggiabile bellezza di que- aprendo numerose vie nuove; ma assorbito
sto gruppo montuoso che, se comprende poi dallo studio di altri gru ppi montuosi,
montagne dalle linee grandiose e riposanti, che ci procurarono i due bellissimi volumi
che ricordano le Alpi Centrali, racchiude della Guida dei Monti d'Italia (Pale di San
pure pareti, torri e cam panili che nulla han- Martino e Odle-Sella-Mam1olada), e dalla
no da i1widiare alla linea elegan te e sian· preparazione del testo della guida delle A\.
ciata delle vette dolom itiche. pi Carn iche che speriamo vedere presto
e i\ la se la particolare bellezza del Grup- pubblicata, vi ritornò solo nel 1942 e vi Ja. I
po di Bre nta costitui.çcc un fort e richiamo vorò intensamente.
per gli alpinisti italiani e stranieri che vi e Purtroppo un dest ino crudele non per-
accorrono sempre più numerosi e ha fatto mise al Castigliani di vedere pubblica to il
sentire sempre pili impellente la necessità suo lavoro; nel mano 1944 trovava la mor te
della pubbl icazione di una guida del grup· nell'alta Val ~falenco, dopo una tragica tra-
po, poich é quella del Prati del 1926 era da versata dcl Passo del Forno.
tempo esaurita, una ragione storica e sen- e n manoscritto già da lui completato,
timen tale premeva in favore di questa Gui- veniva riveduto dagli alpinisti trentini e
da : su q ueste montagne, la vecchia e glorio.. quindi passato alla Commissione della Cu i-

903
da dei ~fonti d'Italia, che ne impostava la
stampa e incaricava il dott. Silvio Saglio di
rivedere il testo, coordinarlo, completarlo
e aggiornarlo dove necessario; di ricercare
e ritrarre le fotografie per la preparazione
degli schizzi e delle illustrazioni; di traccia-
re i numerosi itinerari delle ascensioni su
tali schizzi e le cartine schematiche.
e La pubblicazione del volume è staia
facilitata dall'appoggio decisivo dato dalla
Sezione di Trento con il prenotare un nu-
mero rilevante di copie. Noi siamo assai
grati ai colleghi trentini per tale atto di
cordiale solidarietà che ha reso possibile
questo postumo omaggio alla memoria dcl
compianto Ettore Casliglioni, permettendo
in pari tempo di mettere il frutto del suo in-
telligente e appassionato lavoro a disposi-
zione di tutti gli alpinisti italiani e stranie-
ri, che avranno così facilitata la visita a
questo veramente interessante gruppo di
montagne italiane.
e Fu rono di grande aiuto al dott. Silvio
Saglio {che con opera appassionata e preci-
sa ha curato la composizione, l'impagina- Antonlo~tl
z.ionc e la .stampa) nella complessa opera
di revisione del testo e del tracciamento
degli itinerari di ascensione sugli schizzi, va la luce sotto gli auspici della Sezione di
dovuti alla efficace penna del pittore Ma- Venezia dcl C.A.l., con una trattazione di
rio Alfonsi di Padova, in modo particolare 752 pagine, illustrata da alcune centinaia
Giovanni Strobele e Gino Pisoni della S.A.T. di schizzi dovuti alla penna di ~ l ario Al-
di Trento e le guide Bruno Detassis e Bru- fonsi.
no Dallagiacoma di Madonna di Campi- L'autore, nel 1908, aveva pubblicato un
glio >. saggio di questa guida (Fratelli Drucker
li volume di 498 pagine, illustrato da ed., Padova) e una seconda edizione nel
95 sch izzi e 16 fotoincisioni e corredato da 19'28 (Fratelli Trevcs cd., Milano).
7 carline, venne a costare L. 1100. A 22 anni di distanza licenziava il nuo·
Jllustrarono la parte scientifica G. B vo volume per la seconda serie della colla·
Trcner per la geologia, G. Dalla Fior per la na della Guida dei Mont i d'Jt alia.
flora , G. Castell i per la fauna IUferendosi a quanto egli aveva scritto
nelle precedenti ed izion i, si compiaceva
Nel 1950 ven iva pubblicato il primo vo- della buona sorte che aveva esaudito i suoi
lume della guida delle Dol.omiti Orientali-, voti, scrivendo:
compilata da A11tonio Berti. e La passione è largamente divampata,
Si trattava di una llI edizione che vede- i giovani auspicali si sono fatti arditamen-

904
IL C 4 (Casherbrum IV ), dal Cam-
po 2".
(FolQ F .•\lumi,.;}
I

te avanti in numero insperato; hanno infuso glioni consegnava il manoscritto della gui-
all'alpinismo una propulsione poderosa; da delle Alpi Gamiche.
hanno scritto il loro nome su gran parte Le difficoltà politiche, sopravvenute do-
delle cime descritte nella vecchia guida; po la consegna del manoscritto non con-
hanno CQnquistato la massima parte di quel- sentirono di dare assicurazioni circa l'epoca
le che erano ancora sfuggite alla ricerca della pubblicazione, pe rché gli avvenimen-
del nuovo e dell'arduo; hanno aperto vie ti internazionali, avevano avuto, purtroppo
proprie in CQSÌ grande numero che la mate: riflessi anche sul programma di lavoro, an-
ria della vecchia guida si è dovuta ripartire che in relazione alle esigenze dell'Autori-
in più di due volumi; hanno innalzalo la tà Militare.
tecnica all'alter.a.a degli alpinisti d'oltr'alpc. Questi ostacoli più non sussistevano nel
e La povera vecchia defunta guida è 1954 cosicché si poteva dar corso alla pub-
morta serena. Aveva avuto, nei sogni, una blicazione, dieci anni dopo che, in una bur-
troppo ambiziosa aspirazione: di poter rascosa notte d'inverno l'autore, ardimen-
qualche volta accompagnare giovan i animo- toso, ansioso di libertà, tentava di fuggire
si sulle cime, ed ha avuto spesso11otizia che all'internamento in Svizzera, scavalcando
vi era realmente feli cemente arrivata. Chi la catena di confi ne attraverso i neva i e i
ha dato al piccolo libro la vita ha seguito ghiacciai del Passo del Forno, doveva la-
quella gioventù CQl pensiero, col cuore, col- sciare la vita mentre stava per raggiungere
l'augurio; si è sentito grandemente lieto di la meta
essere stato tante volte am icamcn le ricorda- Alpinista di grandissimo valore sulle Do-
to, di aver ricevuto tanto direttamente l'an- lomiti, sui monti della Carnia e nelle deso-
nuncio di una nuova vetta, di umi nuova late altitudini delle Ande, aveva tracciato
parete conquistata. numerosissimi itinerari di arrampicata e
e li contributo degli al pinisti italiani e aveva scritto per gli alpinisti e per gli .scia-
di numerosi d'oltr'Alpc alla compilazione tori opere ben note e segnatamente alcun i
di questa nuova gu ida, è stato così fattivo dei più importanti volumi della Guida dei
e concorde e generoso, ch'essa aspira a non Monti d'Italia.
essere più considerata come il libro di un Le mon tagne descritte in questa gu ida
singolo, ma insieme di tutti i suoi compagni costituiscono una catena, diritta e cont inua,
camici ,. che si allunga per 110 km dalla Sella di
Il successo fu cosl schietto che il volu- Dobbiaco a quella di Camporosso; in essa
me (dedicato ai gruppi della Croda da La· si susseguono le creste del Cavallino, le
go, Nuvolau, Tofane, Fanis, Col di Lana, crode dei Longerin, i massicci dcl Peralba,
Conturines, Croda Hossa d'Ampezzo, Picco la giogaia dei Fleons, le bastionat e del Co-
di Vallandro, Pian de Corones, Antelao, glians, le cime del Pal Grande e del Pal
Mannarole, Sorapis, Pomagagnon, Cristallo, Piccolo, il crcstone dello Zermula, la massa
Cad ini di :Misurina, Monte Piana, Tre Cime del Cavallo di Pontebba e il verde cupolo-
di Lavarcelo, Paterno, Croda dei Ton i, Pa- ne dell'Osternig.
pera, Tre Scarpcri, Rondoi e Baranci), si e- Da questa catena si staccano alcune co-
saurì rapidamente, cosicché si dovette ap- stiere secondarie che, volgendo in direzio-
prontare nel 1956 una ristampa, con una · ne del Tagliamento, formano le Alpi Tol-
appendice di aggiornamenti. mez.zine, in gran parte dolomitiche; i grup-
pi del Tudaio, delle Terze, dei Clap, dcl
Nel 1939 (8 luglio) il dott. Ettore Casti- Siera; la cortina del Bivera e il massiccio

905
dcll'Arvcnis e dcl Tersadia; il gruppo del guzzo; Umberto Cati.na per il settore meri-
Sernio e della Crauzaria, fian cheggiata, dionale e la parte sciistica.
questa, dal dirupato ammasso dello Zuc dcl L'impegno per la consegna ciel testo era
Boo,, fissato per il mese d i marzo del 1934.
Come in nessun'altrn parte delle Alpi si Scaduto al tennine di consegna, nel
trovano qui racrolte in breve spazio le te- 1935 Catina rinunciava alla compilazione
stimonianze degli eventi geologici dell'era della sua parte e non essendosi trovati, per
paleozoica e del i1eriodo triassico, le quali il settore a lui affidato, alpinisti competen-
hanno determinato un paesaggio variatissi- ti, l'incarico veniva passato all'Ufficio della
mo, una delle regioni pili interessanti ma Guida dei l\ lonti d'Italia.
anche fra le meno frequentate delle Alpi. Passarono altri anni senza ottenere
A dieci ann i dalla morte dell'Autore, il quanto si desiderava, motivo per cui, la
volume non poteva essere pubblicato così Commissione per la Guida dei Monti d'Ita-
come era stato redatto: un notevòle svilup- lia, si ritenne libera dei precedenti impe-
po turistico e alpinistico e soprattutto il pro- gni e dava l'incarico nel 1938 al dott. Sil-
gresso della viabilità avevano modifìcato vio Saglio di provvedere anche alla compi-
molti aspett i della regione. lazione del testo riguardante il gru ppo del-
Fu perciò dato incarico al dott. Silvio l'Adamello vero e proprio; il dott. Saglio de-
Saglio, Capo dell'Ufficio Guida dci Monti dicava 19 mesi di sopralluoghi in questo set-
d' It al ia del T.C. I., di provvedere a un'ac- tore e presentava il testo completo, che non
curata revisione, raccogliendo e vagliando poteva subito essere pubblicato per lo stato
i necessari aggiornamenti. di guerra in cui ci si era venu ti a trovare.
li manoscritto venne riveduto da \ alen-
1
Dopo la guerra si diede la pre<:edenza
ti alpinisti della Società Alpina Friulana e a volumi di pit'1 facile collocamento e si
clcla Società Alpina delle Giulie, sezioni di dovette aspettare fino al 1954 per dar se-
Udine e cl~ Trieste dcl Club Alpino Italiano; guito alla pubblicazione.
le bozze cli stampa furono ancora attenta- Il gruppo dcll'Adomello ha una storia al-
mente esaminate da Regolo Corbellin i, Ci- p;nistica e militare quanto mai interessante.
ri llo Florcanini, Michele Gortan..i e Oscar I n un lontano mese di settembre, quel-
Soravito. lo del 1864, reduce dall'Ortles, Julius Pa-
L'opera di 709 pagine, comparve illu- yer, che doveva assurgere alla celebri tà per
sstrata eia 148 schizzi di Mario Alfonsi e 16 una sua spedizione polare, metteva piede
fotoincisioni e corredata da 10 cartine di nel Gruppo dell'Adamello e con un alpigia-
Si lvio Saglio no raggiungevn la cima pili elevata. Con lii
questa nscensione e con le pubblicazioni che
Nel 1933 veniva impostata la guida A- ne segui rono, il Gruppo dell'Adamello en-
damello-Prcsanclla suddividendo i compiti trava nella sfera d'adozione dcl periodo
come segue: dottor Luigi Fenaroli, coordi- classico dell'alpin ismo; veniva visitato ora
natore e capo della commissione presso la dagli st ranieri ora dagli italiani specialmen-
Sezione di Brescia e il solo autorizzato a te- te bresciani e trentini con intenti esplorati-
nere i contatti con la Commissione per la vi e con interesse alpinistico e turistico
Guida dei i\fonti d'It alia; Arrigo Ciannan- Nella prima guerra mondiale la zona
tonj per il gruppo dell'Adamello vero e divenne uno dci più elevati cam pi di batta-
proprio; dott. Walter Laeng per i gruppi glia, insanguinati dalle gloriose gesta degli
della Prcsanella, dcl Caré Alto e del Bre- Alpin i e particolarmente dai primi reparti

906
I

di sciatori. E lassù, dove non si ritenevano e bene spesso di ardite scalate che si rende-
possibili opcraz.ioni di guerra, vennero crea- vano necessarie per riconoscere gli itine-
te posizioni, tracciate camionabili, mulattie- rari percorsi in altri tempi, per colmare la-
re, sentieri e piste; vennero sistemate tele- cune, per chiarire incertez1..e o imprecisioni
feriche, forate le rocce e i ghiacciai; opere Affidata a Silvio Saglio e Gualtiero La- i'
che pennisero schieramenti di artiglierie eng, ebbe fra i Collaboratori in particola-
di mitragliatrici e di fucilerie, tra pi.nnaCC!li rissimo modo Arrigo Giannantonj, che spese
e forcelle fino allora ritenute inaccessibili. la maggiore e la miglior parte della sua at-
Grazie a un immane lavoro, alimentato da tività alpinistica ed esplorativa nel gruppo
alto spirito combattivo, l'altipiano ghiaccia- dell'Adamello e mise a disposizione della
to poteva essere percorso agevolmente per Commissione il ricco materiale raccolto,
tutta la durata del conflitto, anche quando rivedendo poi in dattiloscritto il testo della
la neve ricopriva ogni cosa con alti strati guida.
o scivolava in valanghe, anche quando la li volume di 6'94 pagine è ricco di 133
tormenta infuriava per giomi e setLimane. schizzi dovuti alla penna cli Luigi Binaghi,
Dopo la fin e della guerra, rimossi i con- valente alpinista egl i stesso, di J I cartine
fini che separavano le acque scaturite dal a 6 colori, redatte dall'Ufficio Guida dei
Pian di Neve e dirette allo stesso mare ita- Monti d'Italia che rappresentano, sia per
liano, nel gruppo dell'Adamello si videro la sostanza, sia per l'esecuzione grafica,
raccoglitori di materiali residuati prima e quanto di meglio vi sia nel loro genere, e
poi falangi di operai, di ogni regione d'Ita- di una carta orientativa al 250.000 del T.C.I.
lia, che costruirono grandiose opere di pa- La trattazione alpinistica è preceduta da
ce: dighe, condotte forzate , canali, gallerie, capitoli sulla struttura geologica di G. Nan-
piani inclinati e centrali elettriche, allo sco- geroni, sui ghiacciai di C. Saibene e sulla
perto e in caverna. Contemporaneamente vegetazione e flora di L. Fenaroli.
ritornarono gli alpinisti e gli sciatori, chia-
mati dal risorgere di basi sempre più como- Un anno dopo, nel 1955, si pubblicava
de e da attraenti problemi alpinistici la guida dell'1\pperrn ir10 Centrale di C. Lan-
Da gran tempo era vivamente sentita di Vittorj nella quale venivano descritti i
la necessità di una guida alpinistica di que- gruppi montuosi dell'Italia centrale più
sto grandioso complesso che è tuttora scar- importanti, con esclusione del Gran Sasso
samente conosciuto benché sia situato nella d'Italia, già edito in un volume del 1943
parte frontale del diadema che incorona a in collaborazione con il dott. Stanislao Pie-
nord la penisola italiana e a poca distan7.3 trostefani.
da popolose città. La descrizione che ne Era intenzione completare la guida in-
pubblicò, or sono 55 anni la Sezione di cludendo anche tale gru ppo e in tal senso
Brescia del C.A.L, risale ai primordi dell'e- si era pronunciato sia l'autore, sia la Com-
splorazione delle ci me e non è più che una missione per la Guida dci Monti d'Jtalia,
rarit,\ bibliografica. La nostra guida dovet- ma, purtroppo, alcune circostanze non lo
te perciò essere costru ita itinerario per iti- hanno consentito.
nerario, con il diligente stlldio dcl materiale Nella compilazione della guida non è
di oltre un cinquantennio e lo stralcio dei stato possibile consultare proficuamente al-
librclli delle guide alpine e dei libri dci ri- tre pubblicazioni, perché, come scrisse l'au-
fu gi, ma soprattutto sulla base cli lunghi tore, la letteratura appennin ica è quanto
oJ minuziosi sopralluoghi, di marce faticose mai scarsa; anche la cartografia è antiquata,
imprecisa e toponomasticamente piena di ne fra Alpi Orobie e Prealpi Bergamasche
lacune. che segue grosso modo la linea di passag-
L'autore ha cercato, «servendosi delle gio lra la st ruttura alpina e quella prealpi-
note raccolte personalmente e delle relazio- na, strutture che si accompagnano a una di-
ni di amici, di essere il più possibi le comple- versa altitudine, a forme diverse del terre-
to nella descrizione degli it inerari più inte- no ca un diverso rivestimento vegetale.
ressanti e ... di essere abbastanza chiaro nel- Le Alpi Orobie sono molto bene indivi-
l'esposizione>. duate dal punto di vista geologico, essendo
li volume si presenta con 519 pagine, il- comprese fra due grandi sistem i di faglie
lustrate da 41 schizzi e 56 fotoincis ioni del- che le separano dalle Alpi Centrali e dalle
l'autore ed è corredato da 12 cartine topo- Prealpi Bergamasche e costituite quasi e-
gra.Cìche disegnate dall'Ufficio della Guida sclusivamente da una serie di rocce molto
dei Monti d'Italia e da una carta d'insieme ant iche, modellate in fom1e comu ni alle
alla scala 1:800.000 del T.C.I. Compren- Alpi Centrali vere e proprie.
de: i Monti Sibillini, i Monti della Laga, i Da alcuni decenni era sentita la necessi-
Monti Reatini, il Gruppo del Velino, i Mon- to\ di una gu ida che descrivesse gli aspetti
ti Sabini, i i\fonti Tiburtini, i Monti Huffi, i e gli itinerari di questo interessante settore,
Monti Prenestini, i Monti Carseolani, i essendo insufficienti e del resto da molti
Monti Emici, le Montagne della Maiella, anni scomparse dalla circolazione sia le
i Monti Marsicani e del Parco Nazionale trattazioni par-.liali del Bassi per la Valtelli-
d'Abruzzo, il gruppo del Monte Cairo, il na, dcl Brusoni e del Magni per la Valsassi-
gruppo Ausonio-Aurunco e il Malese. na, sia le guide del 1884, del 1888 e del 1890
che avevano avuto come geni tutelari l'aba-
La genesi del volume relativo alle Alpi te Antonio Stoppani e il geologo Torquato
Orobie, pubblicato nel 1917, è stata già illu- Taramelli e come compilatori Antonio Cu-
strata con la presentazione della guida del- rò e Guglielmo Castelli
le Prealpi Comasche, Varesine e Bergama- Dopo quasi mezzo secolo, venne pubbli-
sche, con le quali doveva far corpo cato in questa collana il volume Prealpi Co-
Col nome di Alpi Orobie si designa quel masche, Varesine e Bergamasche di Silvio
plesso montuoso dalle forme spiccatamente Saglio, volume che anticipava l'attuale sud-
alpi11e che costituisce la sponda meridiona- divisione; ora, alla distanza di quasi un de-
le della Valtellina inferiore e che dal Pas- cennio, viene completata la descrizione del-
so d'Aprica si spinge in direzione ovest fino le montagne così vicine alla laboriosa piana
all'insenatura di Piona all'estremità setten- lombarda con questo volume che prende
trionale del Lago di Como. Mentre verso il nome dai loro primi abitatori
nord s'incide solo in precipiti ma brevi valli, La Guida delle Alpi Orobie ha avuto
la catena manda verso sud vari possenti una lunghissima preparazione: impostata
contrafforti che rinserrano le testate delle nel 1934 per essere stampata nel 1936, si
valli di Scalve, Seriana, Brembana, Varrone dovette per sopravvenute difficoltà ripetu-
e Valsassina. tamente rimandarne la pubblicazione.
Questo insieme di monti fu considerato Autori del volt.me sono il prof. Alfredo
in passato un tutto unico con le Prealpi Corti, il prof. Bruno Credaro e il dr. Silvio
Bergamasche; in questi ultimi anni è pre- Saglio: il prof. Alfredo Corti ha percorso
valsa, anche tra i geografi, sebbene non nel- per molti anni e trattato con la sua consue-
l'uso degli abitanti della 7.ona, una partizio- ta esperienza di valente alpinista la parte

908
centrale della catena, compresa tra i Passi pascoli, dai macerati, dai nevati e dai ghiac-
cli Belviso, di Venina e di Valsecea, e nella ciai.
quale si elevano le cime maggiori; il prof
Bruno Credaro ha compilato il capitolo sul- Un anno dopo, regolarmente, nel 1958,
la fauna e ha descritto le montagne della s:i pubblicava la guida alpinistica delle
sua terra che si allineano dal Passo di Veni- Alpi Apuane, dovuta ad Angelo Nerli e ad
na al Passo di San Marco e che culminano Attilio Sabbadini.
nel Corno Stella; infine, il dr. Silvio Sagliò, e: Con questo volume, il XVTIJ della nuo-
oltre ad avere curato tutta la parte redazio- va serie della Guida dei Monti d'Italia, ap-
nale del volume (cartine, schizzi e illustra- pare evidente quanto sia stata fruttuosa la
zioni comprese), ha compilato i capitoli sul- collaborazione fra il Touring Olub Italiano
l'orografìa, sulla storia, sulla cronologia al- e il Club AJpino Italiano che dura onnai da
pinist ica, sulle vallate e vie di accesso, sui 25 anni, ed è con particolare soddisfazione
rifugi, e ha compiuto lunghe campagne per la Commissione poter constatare come
esplorative per descrivere il tuttora scono- Attilio Sabbadini che fu il primo degli au-
sciuto Gruppo dcl Telcnek, per completare tori con la sua Gu ida delle Alpi Marittime,
lo studio di Giulio Ccsarcni per il Gru ppo si sia a venticinque anni cli distanza associa-
del Poris e per trattare d iffusamente i set- to a un giovane e valente alpinista, Angelo
tori del Ponteranica, del Tre Signori e dcl Nerli, come autore di questo nuovo volume
Legnone, mancant i totalmente di biblio- dedicato alle Alpi Apuane
grafia alpinistica. Egli ha per ultimo com- e: Sono le Alpi Apuane quella prestigio-
pilato la parte sciist ica sulla base di nume- sa catena montuosa, asperrima nella sua
rose campagne invernali e primav·erili e di
puntate domenicali e festive.
Tra i collaboratori sono da ricordare in
modo particolare il prof. Luigi Fenaroli per
il capitolo sulla vegetazione e su lla fiora e
il dott. Ercole Martina per quelli sulla strut-
tura geolitologica e sui ghiacciai; il disegna-
tore Mario Alfonsi per i 109 schizzi pro-
~pcttici e Lamberto Caenazzo per la minu-
ta di parte delle l l cartine topografiche.
Ancora validi e opportuni sono i con-
cetti esposti dallo Stoppani sulle Alpi Oro-
bie: queste montagne sono belle da vede-
re, ma pili belle ancora sono da percorre-
re, pc rc'hé non vi è porzione del grande ri-
lievo delle Alpi che presenti riunite tante
bellezze e tanta varietà di pacsa1!g;io. La re-
gione, nella quale \'alpinista sarà condotto
per mano da questa Guida, è difatti tutta
un labirinto di valli , un incrocio di catene
e di dorsali, un alternarsi di morbide con-
che e gole profonde, di colli boscosi e di
selle fiorit e, a dirupi e guglie sorgenti dai A ..gc/Q Nerli

909
e Presidente Generale pe r molti anni, segue,
a 36 ann i di distanza, questo volume che, in
veste diversa e con diverso contenuto, allar-
ga to secondo lo spirito e la tendenza attuale
delfAlpinismo, si presenta del tutto sim ile
anche nella trattazione della materia a quel-
li che compongono la collana della Guida
dei Monti d'Jtalia ,.
li merito va dato agli autori che, con
appass ionato lavoro, hanno sa puto racco-
gliere ed elaborare tutte le notizie alpinisti-
che, per inquadrarle mercé la profonda co-
noscenza di queste montagne, su pe r le qua-
li hanno tracciato in un passato lon tano e
vicino, numerosi nuovi itinerari di ascen-
sione. Ha nno collaborato il dr. Silvio Sa-
glio che ha redatto la parte turistica e ar-
tistica delle vallate e vie d'accesso e che ha
coordinato, riveduto e sistema to, con i suoi
collaboratori dell'Ufficio Guida dei Monti
d1 talia, tutto il volume, e l'avv. Antonio
Saviotti che pazientemen te ha te1111 to i rap-
porti fra i diversi collaboratori
Al/ilio Sabbadiul L'opera si compone di 339 pagine di
testo, illustrata da 70 schizzi di i\lario Al·
parte media11a per gli squarci delle cave e fonsi e 16 fotoincisioni e corredata da 6
per le balze verticali, che incuneata fra gli cartine topografìche e da 1 carta alla scala
Appennini, ne ha ripudiato il nome, per l :250.000 dcl T.C. J.
assumere quello che maggiormente ne ca- Per la parte scientifìca collaborarono:
ratterizza il suo aspetto e lo imparenta agli E. Cecioni per geografia, L. T revisan per
altri settori della Catena Alpina che han no la geologia. G. Marlinoli per la nora e ve-
la stessa origine geologica e la medesima getazione, F. Capra per la fauna. A. Piccio-
costit uzione litologica. li-Galavotti per la storia, Il. Nice per la
e Di questa regione, parlicolamlente in- geogra fìa umana, H. Rosi sugli impianti
teressante anche dal lato alpinistico, e rano idroelettrici, V. Sarperi per l'alp inismo in-
state in passato pubblicate due edizion i di vernale e sci, P. Penzo per le guide e por-
una ott ima guida per cura della Sezione tatori, E. Fanfani per la speleologia
Ligure del C.A.T., della quale furono autori
Lorenzo Bmmno, apostolo appassionato del- TI XIX volume della seconda serie della
l'alpinismo, Emilio Questa, "bella e sottile C uida dei Monti d'It alia fu quello riguar-
e salda lama d'acciaio forgiata nel fuoco dante il grnppo dcl Bemina.
vivo dell'ideale" e Gaetano Rovereto, emi- Nel lontano 1938 - esauritasi la Guida
nente scienziato. Alla ecl iz:one del 1922 che delle Alpi Retiche Occide ntali , puhblicata
ha avuto l'appassionata collaborazione di dalla Sezione di ~·fi lano del C.A.J., e nella
Bartolomeo Figari, Socio onorario del C.A.l quale era stata brillantemente cd esaurie n-

910
temente descritta la Regione del Bernina Nel presentare il volume, il Presidente
da parte dcl prof. Alfredo Corlì, con la col- Generale Bertinelli scriveva:
laborazione dcl conte ing. Aldo Bonacossa, e La collaborazione tra il Club Alpino
opera viva per più generazion i di alpinisti- Italiano ed il Touring Club Italiano, così
veniva dato incarico in primo tempo al dr. fertile di iniziative, offre oggi a tutti gli ap-
Ettore Castiglioni e poi al dr. Silvio Saglio, passionati della montagna, alpinisti di gran-
per desiderio della Sezione Valtellinese del de o med ia esperienza, un'altra pubblica-
C.A.J. che se ne faceva promotrice, di pre-- zione tanto attesa e tanto utile: la Guida
parare il testo di un nuovo volume, che si del Bernina, elci gruppo del Bem ina, con le
allineasse nell'ordinamento e nella descri- innumeri vette e cime che al Pizzo omoni-
zione del Gruppo del Berni na, ai volumi mo fanno corona, dando prestigio e nobiltà
già pubblicati della Guida dei Monti d'Ita- alla Valtellina.
lia C.A J .-T.C.T. e Il presente è il diciannovesimo volume
Nel giro di due anni il tc.~ to dcl nuovo della Guida dei i\fonti d'Italia, collana che
volume veniva portato a termine e presenta- costituisce un motivo di or~oglio per le due
to per la pubblicazione, senonché il soprav- associazioni editrici e che ha avuto merita-
venuto stato di guerra e le vicissitudini na- tamente, anche fuori d'It alia, un enonnc
zionali che ne seguirono, impedirono che il successo in un settore di op inione pubblica
sogno di Luigi Bombardieri e degli alpinisti sempre pili vasto: con la tradizionale pre-
valtellinesi si realizzasse. cisione è qui descr itto ogni accesso, illu-
Seguendo un calendario di pubblicazio- strata ogni valle, precisata ogni via d i sali-
ni desiderato dal C.A.J., questo volume, ri- ta, indicati agli esperti e ai meno esperti i
veduto e sistemato più volte, con )'ipetuti pericoli ed i rischi di ogni ascensione. Tutto
sopralluoghi per controlli e aggiornamenti, il J!ruppo - pur così grande e così vario -
vedeva la luce nel 1959. è illuminato dalla grande luce che si spri-
Collaborarono il prof. Brnno Credaro, giona dalla passione con la quale in lanti
presidente della Sezione Valtellinese del anni gli appassionati della montagna, oscu-
C.A.T., che ha riveduto e fatto ri\'edere dai ri valli~iani o illustri cittadini, scalatori per
suoi Soci il testo dell'ultimo manoscritto e spirito di avven tura o indagatori per ragioni
che ha altresì compilato i capitoli relativi di studio. hanno percorso e conquistato a-
alla fauna e alla storia; la signora Vera Pi- mene valli e vette impervie.
rola Credaro che ha redaHo ciuello sulla flo- e Chi già conosce questo gruppo alpino,
ra e vegetazione; il doti. Ercole Martina per ritroverà più vivide e luminose le bellezze
i cenni cli geologia e per le note geologicl1e un tempo amm irate, come avviene di un
disseminate nel testo; Mario Alfonsi per i gioiello che, ripulito ed isolato, meglio ri-
suoi 149 preziosiss im i diseJ?:ni; le guide Ce- splende della luce dei suoi pregi; per chi
sare Folatti , Livio e Oreste Lenatti e Beppi- invece non conosce il gruppo, sarà come
no Mitta con informazioni e revisione dei una scoperta improvvisa, tanto più gradita
tracciati degli itinerari sugli schizzi. o.uanto più inaspettate sono le bellezze qui
Con questa guida si è fotto un altro pas- descritte ed amm irevoli le asprezze di a-
so avanti nella descrizione delle Alpi italia- scensioni qui ricordate.
ne e si è creato lo strumento atto a far co- e Altre regioni montane d'Ttalia. forse
noscere, non solo alle genti di Lomllardia, perché più attrezzate turisticamente e di
ma agli alpinisti di tutta Italia, una delle pi\1 agevole freque ntazione, hanno un maJ!-
regioni alpine più belle e interessanti. giore favore di notorietà, specie fra i turi-

911
sti, e sembrano affidare la Valtellina, le sue fìno alla Val d'Aosta principale, questa fìno
fresche valli e le sue assolate montagne, ai a Pont St. Martin poi sù per la Valle del Lys
soli lom bardi, per i loro riposi d i villeggia- fino al Gaby; in questo tratto sarebbe stata
tura e per le loro audacie di scalata; ma per omessa la fiancata orientale fìno al Colle
gli alpinisti il gruppo del Bernina non è della Grande Mologna. Dal Gaby in sù la
secondo a nessuno per la imponenza delle descrizione avrebbe ripreso per l'intera val-
sue montagne, la grand iosità dci suoi ghiac- le fìn o al Rosa. Il Colle della Grande Molo-
ciai, la varietà e l'interesse delle sue ascen- gna avrebbe delimitale ed escluse le Prealpi
sioni: la storia alpinistica, italiana e inter- Biellesi ed eventualmente quelle dcl basso
nazionale, ha scritto in questo gruppo molte Cusio (Lago d'Orta). La trattazione della
delle sue pagine eroiche e drammatiche, Guida avrebbe perciò poi compreso l'alta
sempre stupende. Altre sono forse da scri- Valsesia a monte della linea Colle della
vere, in continu azione dcl passato. Grande Mologna-Piodc ; eia qui tutta la si-
e Opportuna, quindi, questa Guida: an- nistra orografìca della Valses ia fìn o a Varal-
c.he come liii doveroso riconoscimento, e lo e pressappoco per il vallone della Colma
come un ent usiastico atto di fede,. giù al Lago d'Orta. Da qui per la Val d'Os-
E a proposito di questo volume torna sola fino al Passo dcl Sempione, Briga, Val-
gradito ricordare quan to è staio scritto da le di Sass, Strahlhorn, giù a Zcmiall e sl1
Marce! Zur.l. al Passo del Tcodulo. Autore del settore ad
ovest dcl Colle del Lys il colonnello Felice
Quando nel lontano 193.3 si era impo- Boffa; dal Colle dcl Lys al Passo di Monte
stato il piano di collaborazione per la Gui- Moro il dott. Silvio Saglio; dal ~fon t e Moro
da dci ?i.fonti d'Italia, l'incarico di prepara- al Sempione il con te ing. Aldo Bonacossa.
re il testo per la guida ciel Monte Rosa ven- e Erano preventivati due volumi, iden-
ne dato a Giuseppe Cuglicrmina, valentissi- ticamente come avvenuto nel 1952 in Sviz-
mo alpinist~ e conoscitore delle montagne zera per la Guide dcs Alpes Valaisannes del
natìe. Kurz il cui volume TTI, dal Tcodulo a Mon-
Nel 1939 \'enne consegnato un mano- te Moro era risultato di sole 280 paj!:inc per-
scritto, che trattava la parte principale del ché escludeva: l'intera catena dei Mischa
massiccio - lo spartiacque tra il Col del bel, tutto lo spartiacque Val Toumenche-
Lys e il Passo del Monte Moro - trop- Ayas a sud dcl Colle delle Cime Bianche,
po stringato e ancorato al tipo delle guide quello tra Ayas e Val del Lvs a sud della
di Bobba e Vaccarone. Bettaforca, quello Valle del Lys-Valsesia a
La Commissione per la Guida dei i\font i sud del Col d'Olen; descriveva i gmppo dcl
d'Italia fu perciò costretta a rinunciare alla Mon te Rosa fìn o al Colle delle Loccie rima-
collaborazione e a sospendere la pubblica- nendo quindi esclusa tutta l'estesissima zo-
zione della Guida dcl Monte Rosa. na tra Valsesia e Val Anzasca fìn giù all'Os-
e Già qualche anno prima dell'ultima sola. L'altro volume Kurz, ITT b. constava di
guerra era stato incluso nel piano della ben 7(17 pagine perché, oltre all'intera cate-
Cuida dci Mon ti cl'Tt alia il tratto dal Passo na elci Mischabel, descriveva lo spartiacque
del Tcodulo al Passo dcl Sempione che principale delle Alpi dal Monte Moro al
avrebbe dovuto constare di due volumi da- Sempione e perciò quindi anche a testata
ta l'abbondanza della materia che avrebbe delle nostre Valli Antrona e Bognanco pur
avuto come confìni, a part ire dal Passo del escludendo completamente gli spartiacque
Tcodulo, la Val Tournanche lato orientale Anza-An trona, Antrona-Bognanco e Bo-

912
gnanco-Val di Vedro 6no al confin e politico più di ogni altro, ha assetato l'animo nostro
del Paglino tra !selle e Condo , , del desiderio delle grandi altezze•·
Al momento di impostare il volume si Così Giuseppe Lampugnani (egli stesso
dovette invece constatare che la trattazio- esploratore del Rosa insieme con i frat elli
ne presentata dal conte ing. Aldo Bonacossa Gugliennina, e il primo a sorvolarne il mas-
era così diffusa e precisa che avrebbe di per siccio, or sono cinquant'anni) rievocando
sé sola richiesto un volume e d'altra parte l'impresa ne indicava il motivo profondo
rincresceva ridurla, allo scopo di non seiu: ch e spinse alle successive tappe della storia
pare il poderoso lavoro che era stato fatto alpinistica del monte : la conquista della
battendo uno per uno le cime e gli it inera- Zumstein nel 1819 su cui venne drizzata
ri delle montagne del settore Passo di Mon- un'umile croce, simbolo di pacifica vittoria;
te Moro-Passo dcl Sempione. la salita alla Piramide Vincent nel 1820 e
E così nel 1960 il volume veniva pub- alla Punta Giordani nel 1821 e, fin almente,
blicato in 575 pagine, illustrato da 98 schiz- dopo una lotta tenace, combattuta in quat-
zi di ~...lario Alfonsi e da 40 foto incisioni tro riprese dal 1834 al 1842, la scalata della
Purtroppo, per ragioni di costo, con gran- Punta Gnifetti, sulla quale il buon parroco
dissimo ri ncrescimento da parte degli au- di Alagna mise, come segno d i conqu ista,
tori e della Commissione per la Guida dei •m grande drappo rosso.
Ì\fonti d'Italia, si dovette omettere il cor- Nata e cresciuta ancor prima che il Club
redo cartografico Alpino Italiano fosse fondato, questa att ivi-
La storia alpin istica del settore è quanto tà alpinistica non ha mai cessato di progre-
mai interessante. dire e il C.A.I. approssimandosi il cente-
Nel 1TI7, prima ancora che foSse rag- 11ario della sua fondazione ne ha scritto le
giunta la vetta dcl Monte Bianco, cinque tappe sul suo albo d'oro. Essa è passata in
uomini di Gressoney, allo scopo di precede- campo italiano, dalla tragica ascension_e del
re una spedizione progettata in quel cl i Ala- geografo Damiano Marinelli all'ardita salita
gna Valsesia, part irono e: un bel dì che sfol- cli Pio XJ, dalle solitarie imprese dcl musi-
gorava il sole, in comitive diverse ,, Dopo cista Ettore Zapparoli alle arditissime ar-
aver pernottato ai casolari di Lavez, af- rampicate dei nostri giovanissimi, possibili
frontarono la cresta che il condusse su lla solamente con quella tecnica che impegna
proda del ghiaccia io, e su di esso si spinsero indistintamente tutti i component i della
guidati da Valentino Beck, primo della cor- cordata.
data (I), verso il fascino misterioso di una È stato un progresso costato il sacrificio
valle perduta. Non badando ai crepacci im- di molte persone, anche illustri, specialmen-
mani, raggiunsero l'unico roccione affioran- te sull'imponentissima parete ossolana del
te nel mare bianco irrigidito dcl Colle del Monte Rosa; sacrifici che sono valsi a farci
Lys, la Roccia della Scoperta, dove trascor- conoscere quanto rispetto si deve al monte
sero due ore nel dolce nirvana dell'alta mon- e quanta cura è necessaria per avvicinarlo
tagna . Poi, misteriosamente come erano e per salirlo.
parti ti, tornarono alle loro case. Ma se la conqu ista può dirsi ormai com-
e: La bella gesta fu narrata per le valli ; pletata perché risolti sono quasi tutti i pro-
lasciò buon seme e fu l'impresa sacra del
nostro alpinismo, perché si svolse sul nostro (1) ·C'ctltitcon~ud'awnceentre noosdc1101.1<
lenir incessamment i. Li distance marquie par Li corde
Monte, quello che sembra il d io tutelare et que, \or.; quc le premier se sera.il arr~ti, Ics a utrcs
della pianura lombarda e piemontese e che, Jevaicnts'amitcraussl•

913
blcmi alpinistici, lo studio di tutto il mas-
siccio non aveva ::wuto sinora la fortuna che
meritava. Alle trattazioni parziali cli Bobba
e Vaccarone, a quelle cli Brusoni e del Ha-
vclli, non fece ro seguito guide alpinistiche
sistematicamente elaborate. Bisognava per-
ciò ricorrere alle opere straniere, del Diibi
prima e dcl Kur1. poi; volumi in cui la trat-
tazione sì fermava al di qua dcl con fin e.
Solo con la comparsa di questa guida si
è colmata la lacuna e con gli autori (Felice
Boffa e Silvio Saglio) hanno collaborato il
doti. Ercole Marlina per il capitolo e per le
notizie geologiche, il prof. Cesare Saibene
per il capitolo sui ghiacciai e il prof. Luigi
Fcn:uoli per quello sulla vegetazione e sul-
la flora.

Con il 1001 si arriva alla pubblicazione


dcl secondo volume delle Dolomiti Orienfll-
U, preparato dal compianto prof. Antonio
Felice 80611
Berti .
Opera postuma, aggiornata dal figlio
Camillo Bert i e pubblicata sotto gli auspici • Queste pagine escono per le stampe a
della ~czione di Venezia dcl C.A. l. cinque ann i dal suo congedo, fo rse non in
3 10 sono le pagine di testo, illustrate ogni capitoletto proprio aggiornate, certo
da 115 disegni di ~lario Alfonsi e correda- non più fino all'ultimo ricorrette e tormen-
ta da 13 cartine topografiche preparate da tate dalle sue minute inchieste e postille.
Camillo Berti e da una carta alla scala • Quant'altra strada in un lustro, si dir:\,
1:250.000 dcl T.C. I. ha percorso l'alpinismo, sem pre volto a nuo-
La presentazione ricalca le orme dcl ve mete, col rapido progresso delle nuove
precedente volume e la trattazione com - tecniche, della sua insaziabile aspirazione
prende i gruppi dcl Cridola, degli Spalti e a risolvere tutti i problemi, a superare tutte
i\ lonfalconi, del Duranno, del Col Nudo- le difficoltà, che propone la natura montana.
Cavallo e del Pramaggiore. • Dove andiamo?: è la domanda di tut-
Questo volume a dire il vero, doveva as- ti e sulla quale si può discutere a non fini-
sumere una mole ben maggiore e com pren- re; egli vi aveva già dato risposta.
dere, con la collaborazione del prof. Gio- . •Non si sgomentino i "classici'', ne sor-
vanni t\ngclini, anche il settore sulla destra ridano i giovani "deJla nuova scuola" L'al-
dcl Piave, ossia i gruppi del Civetta, del pinismo è attività estremamente complessa
Pclmo e dello Schiara, che la Commissione e inesauribile; pur che non si rompa l'uni-
per la Guida dci }. fon ti d'Italia aspetta per tà di azione e di contemplazione, che è la
darlo alle stampe. sua più vera essenza, sussister:\ sempre \"al-
Nel presentare il vol11mc il prof. Giovan- pinismo.
ni Angelini, scriveva: • E l'uomo che all"alba si è dissetalo con

914
l'acqua del Cridola, che incatena alla mon- di quella auspicabile opera di un solo gio-
l
tagna, ritorna a sera - deposti cordame e vane autore, di cui è peraltro venuta a man-
ferrame, arnesi e artifici della progressione care la immediata possibilità.
in roccia - con la stessa sete :'.l. !la stessa e L'urgente necessità di una guida ita-
acqua • . liana del Bianco, ormai attesa da troppo
tempo, ha così costretto i tre anziani a cer- '
11 XX I I volume, pubblicato nel 1962, è care di comporre al meglio un'opera sia pu-
rappresentato dalla nuova edizione della · re imperfetta, ma comunque realizzata e
guida dcl Gran $(1$$0 (I'Itafla. così preferibile all'opera perfetta di là da
Usciva a 19 anni di distanza dalla prima venire.
edizione, da gran tempo esaurita, alquanto e Saglio ha pertanto raccolto ed appron· I
ampliata e aggiornata da C. L'mdi Vittorj tato il materiale, che Chabod e Grivel han.
e Stanislao Pietrostefoni. no poi elaborato; giovandos i, per quelle zo-
Le 254 pagine di testo sono illustrate da ne che non conoscevano personalmente (il
28 sch izzi di Gianvinccnzo Vcndittcl li e da gruppo dcl !\fonte Bianco è così vasto e
28 fotoincisioni di Landi Vittorj, c correda- complesso che nessuno, professionista o di-
te da 4 cartine topografiche redatte dall'Uf- lettante, potrù mai pretendere di conoscere
fido della Guida dci Monti d'Tt alia e da una in tutti i suoi particolari!) della collabora-
carta d'insieme alla scala 1: 250.000 del zione di amici e collegh i, fra i quali mcrita-
T.C.I. no un particolare rin_gr:'.l.ziamento: il conte
Carlo P:'.l.sserin d'Entrèves, al quale dobbia-
Avvicinandosi la data della celebrazio- mo la nota sul "Monte Bianco nella storia
ne del Centenario si delineava la ncCcssità e nella leggenda"; il doti. Ercole Martina
di provvedere alla pubblicazione della Gui- che ci ha dato i "Cenni di Geologia"; le
da del Morite Bianco e la Commissione cla- guide Walter Honatti, Franco Carda, d9tt. I
va l'incarico al doti. Saglio di prowedere Toni Gobbi, Albin ed Edouard Pennard, I
:'.I.Ila preparazione del mat eriale e alla ricer- Francis Salluard. Lamberto Schranz; ~li ac-
ca dci collaboratori. cademici Piero Fomelli, Andrea ~lell ano e
Dopo laboriose vicende, culminate nella ;>o.fossimo Mila ; inoltre Lucio Bramhilla,
rinunci:'.l. della guida doti. Toni Gobbi, il Carlo Fcrrari, Roberto Gallieni, Piero Na-
sen. avv. Renato Chabod accettava di prc- va, Carlo Alhcrto Pinelli , Alberto Rozzi e
p..1rare cd illustrare la guida con la collabo- Lino Valle che ci hanno fornito notizie, col-
razione della guida Laurent Grivcl su testo laborazione e materiale vario; tutti gli auto-
disposto dal doti. Silvio Saglio, capo del- ri di monografie e gu ide, ed in particolare:
l'Ufficio della Guida dei Monti d'Italia del T. Graham Brown, per i suoi preziosi volu-
T.C.J. mi sulla Brenva e sulla prima ascensione dcl
La prefazione al volume pubblicato il Bianco; Lucicn Devics, Picrre Henry e Jac-
1° gennaio 1963 a celebrazione dcl primo ques La.garde, per Quella loro chiarissima
Centenario del Club Alpino I taliano, prc- esemplare Guida Vallot, di cui ci siamo lar-
cisa: gamente serviti, specie per il versante
e Questa guida è frutto della collabora- francese.
zione di tre anziani, di diversa fo rmazione e Quest'ultimo doveroso riconoscimento
e preparazione. Ben può darsi che essa pre- non faccia gridare allo scandalo, al plaA"io.
senti contrasti, errori e lacune: che, so- e Ci è a<X!:uluto, per altri grnppi alpin i,
prattutto, manchi della origina le freschezza di dover faticosamente dissodare il terreno

915
di una moderna guida alpinistica. Trovan- in specie. Segue la parte turistica, riguar-
do, nel Bianco, questo terreno già mirabil- dante le \'ie di accesso, con descrizione de-
mente dissodato e sistemato, ci è sembrato lle fino al tennine
non tanto di potere, quanto di doverci sen•i- poi i rifugi e i
re dell'altru i precedente lavoro. itinerari alpi-
e Chi ripete una salita, è non solo certo nistici, ripartili nei seguen ti sette capi:
della sua praticabilità, ma si vale legittima- Claciers-Trélatete, ~·l ia gc- Bionnassay -Coù­
mente delle indicazioni, delle tracce, dei ter, Monte Bianco, Brouillard-Innominata,
mezzi lasciati eia quant i lo hanno precedu- Cresta di Peutérey, Mauclit-Tour Ronde,
to; così, chi ripeta la gu ida di un gruppo i\font Blanc du Tacul. li volume termina
già sistematicamente descritto ed illustrato, con una appendice sciistica.
si vale ciel lavoro cli ricerca e di sintesi com- . Sono 492 pagine di testo, al quale è al-
piuto dai suoi predecessori. legata una carta topografica alla scala
e Non plagio, dunque, ma doverosa uti- 1:50.000, stralciata dalla carta del Monte
lizzazione delle fon ti, dalla più scarna delle Bianco del T.C.I., opportunamente aggior-
relazioni tecniche alla più am pia trattazione nata e custodita in una apposita tasca dcl
sistematica e conseguente ringraziamento risguardo posteriore, in modo da faci litare
e Così elaborato il testo, Chabod ha di- la consu'ltazione con il testo della gu ida.
segnato gli schizzi e Saglio provveduto alle Altra particolarità notevole è data dalla
fotografìe a colori illustrazione a colori: sono sedici tavole
e Dirà il lettore se siamo riusciti nel no- fuori testo ricavate da fotografi e a colori di
stro com pilo, di realizzare quanto meno un Silvio Saglio, che sono state scelte in modo
primo serio lavoro, suscettibile di servire di da rappresentare tutti i \'ari aspetti della
base ad una successiva più pe rfet ta rielabo- zona trattata nel volume: la bellezza, l'im-
razione; se, come speriamo, i giovan i vor- ponenza e l'asprezza che presenta, sia se
ranno non soltanto criticare, ma apprezzare vista dalle vallate italiane, sia da quelle
lo sforzo compiuto dai tre anziani e contri- francesi
buire al suo perfezionamento • . Tutto l'insieme è cosl armoniosamente
Questo primo volume ha come limite il fuso - descrizione di itinerari, schizzi,
Col de la Seigne, il Col du Midì e il Colle magistralmente tracciati, fotografi e a colo-
del Gigante; farà seguito un secondo volu- ri ampiamente scattate - da determinare
me che si S\'ilupperà fra il Colle del Gigan- un notevole passo avanti, atto a ringio\'ani-
te e la valle del Rodano e successi\'amente re e a modernizzare le guide alpinistiche
un terzo volume che comprenderà i podero- che, per la loro stessa tradizionale natura si
si contrafforti proiettali in territorio fran- sono sempre presentate piuttosto aride,
cese, ossia le Aiguilles de Chamonix e il schematicl1e e tecniche. Per rendere ancora
gruppo dell'A iguille Verte. più attraente la lettura delle vie di salita, si
Come negli altri volumi della collana - è provveduto a infìorare il testo di notizie
che si sono imposti quali opere di grande toponomastiche e storiche, nonché di usa-
pregio nelle letteratura alpinistica interna- re, quando necessario, le stesse relazioni dei
zionale, si da essere citati ad esempio ed primi salitori, nelle quali affiorano le im-
invidiati dalle altre nazioni - si apre con pressioni vissute che servono a mettere in
uno sgua..rdo generale sulle caratteristiche guardia, più di qualsiasi numerazione, co-
gcografìche, topografìche e geologiche. sul- loro che si accingono alle ripetizioni delle
la storia in genere e sulla storia alpinistica imprese

916
Per completare gli sviluppi della Guida Già si e ra fatto cenno alle Prealpi Bre-
dei Monti d'Italia è necessario ricordare sciane e G iudicarie, la cui trattazione venne
anche i volumi che impostati, non sono an- affidata al dott. Si lvio Saglio, il quale rapi·
cora giunti a maturazione e quelli che ma- damente, con lunghe cam pagne esplorative
lnrat i non hanno ancora potuto essere pub- -basta· · ·
blicati.
com plessivi
li volume relativo alle Alpi Cozie Meri- • centomila metri - preparava e consegnava
dionali, richiesto nel 1933 dalla Sezione il testo alla Commissione per la Gu ida dei
~fonviso, veniva accettato dalla Comm is- Monti d'Italia. Testo che, per ragion i dico-
sione per la Guida dei Monti d'ltalia che sto non si era potuto inserire al volume
dava incarico di compilarlo: al prof. Ubal- Prealpi Comasche, Varcsine e Bergamasche
do Valbusa per il Gruppo del Monviso, dal-
le Traversette al Passo di San Chiaffredo; Altra trattazione, che per le stesse ra-
al conte ing. Aldo Bonacossa per il settore gioni e per la mole che avrebbe assunto la
Val Maira; al prof. Angelo Pensa per la guida del Monte Rosa, non potè essere
Val Varai la e il gruppo delle Lobbie; al- pubblicata, fu quella del conte ing. Aldo
l'ing. Cesare Hoggiapane per la Val Grana Bonacossa che descrive dettagliatamente
e le zone finit ime. Il dott. 1'.hrio Bressy quel settore di montagne ossolane, compre-
avrebbe trattato la displuviale Po-Varaita se tra il Passo di Monte ~foro e il Passo del
dal Colle di Luca fino alla pianura. In se- Sempione. Presentata completa alla Com-
guito alla rinuncia di Valbusa la trattazione missione pe r la Guida dei Monti d'Italia,
del settore che gli e ra stato affidato passa- d'accordo con l'Autore, venne stralciata
va a Pe nsa, e a Bressy venivano affidate la per dar corpo a un volume proprio che si
parte sciist ica dell'intero territorio illustrato auspica di prossima pubblicazione. li con-
nel volume e la descrizione delle comunica- te Bonacossa ha ded icato la sua attivit& al-
zion i e dei fondi va11e di tulio il territorio pinistica a q uesto settore sia risolvendo qua-
e della dorsale Varaita-~faira , dal Colle del- si tutti i problemi alpinistici che ancora vi
la Bicocca alla pianura rimanevano (quelli rimasti si possono onnai
Richiesti in seguito agli autori, ripetuta- contare sulle dita delle mani) sia percor·
men te la consegna del manoscritto, si ebbe rendo il già fatto nella misura di almeno
solamente la trattazione del conte Aldo Bo- il 50$ degli itinerari, facili, difficili, estivi e
nacossa, motivo per cui la pubblicazione sciistici.
dcl volume fu lasciata in sospeso e Recentemente, causa il cont inuo ali-
mento del prezzo dei volumi della collana
Altro volume impostato fu quello delle Guida dci Monti d'Italia, è staia ventilata
Alpi Graie Meridionali, affidato a Eugenio l'idea di condensare in un solo volume il
Ferreri, che prometteva il manoscritto per tratto più sopra elencato dal Tcodulo al
fin e maggio 1933, essendo già stato in pre- Sempione. La cosa è impossibile perchè
cedenza approntato per incarico della Se- se già Kurz, in una edizione senza fotogra-
zione d i Torino, ma che la Comm issione fie, senza carte, senza cenni storici geologici
non ebbe la possibilità di vedere e vi dovet- e di fauna e flora, ecc. e specialmente senza
te rinunciare dopo la tragica morte dell'au- la descrizione d i tre lunghe catene a sud dcl
tore sul sentiero della e Direttissima > nel- Rosa, di una ad est nonché delle tre, sia
la Crigna Meridionale. pure limitate, tra le valli Auza-Antrona-

917
Bognanco-Divedro ha impiegato nei due potrebbero venir raccolte in una breve gui-
volum i 776 pagine (è già defalcata la ca- da finanziata da qualche volonteroso indu-
tena dei ~ lischabel) come faremo noi a striale della zona, sebbene per le prime
condensare il tutto in un volume solo? esista già la gu ida del Gaia seppure sche-
•Nell'ultima riunione della Commissio- matica, e In Guida Da rifugio a rifugio
ne Guida dci Monti d'Italia si è anche par- per le Alpi Pennine.
lato di fore un volume solo comprendendo
la zona Tcodulo-~ l onte ~ l o ro tralasciando La stessa sorte ebbe la Guida tiella Pre-
le catene spartiacque tra Val Toumanche- sanella, presentata da Walter Laeng che,
Ayas-Lys-Valsesia-Anza. Cosa direbbero in per le stesse ragioni (mole e costo) non fu
Val dtAosta per questa mutilazione di gran compresa nel volume J\tlamello.
parte dcl suo territorio? Quelli di Val Tour-
nanche senza il Tournalin? Quelli di Ayas Per le Dolomiti Oriet1tali era stato pre-
e Gressoncy senza la Testa Grigia? Quelli visto che il secondo volume avrebbe com-
di Gressoncy e i Valsesiani privi del Corno pletata la descrizione di quelle prestigiose
Bianco? I Valscsiani senza Tagliaferro? montagne e se ne incaricarono della trat-
Probabilm ente la Valléc penserebbe un mo- tazione il prof. An tonio Berti e il prof. Gio-
mento o l'altro a una sua guida>. vanni Angelini. Non essendo ancora pronto
Prescindendo dalla persona del conte il testo di quest'ultimo, riguardante le cime
Aldo 13onacossa • pare si debba badare alle su lla destra del Piave (Civelta-Pelmo-Sch ia-
reazioni ne&rative che avrebbe l'abbandono ra) e per non prolungare un dovuto omaggio
di una Guida tltil Morite Moro al Sempione, alla memoria del prof. Antonio Berti, nel
annunciata replicata.mente sulle pubblica- frattempo scomparso, si provvedeva alla
zioni ufficiali del Club, nei giornali e attesa stampa del secondo vohune limitala alla
non solo nell'Ossola. Perché ad esempio la parte dcl compianto Berti, riservando il
Valle Antrona sta decisamente sviluppan- volume Il I al momento in cui sarà conse-
dosi (carrozzabili, rifugi, teleferiche); i gnato il testo dcl prof. Angelini
quattromila del Sempione sono ormai do-
tati di un rifugetto su l nostro versante: le Un volume che si è preso in seria consi-
migliaia di alpinisti sparsi tra Milano e il derazione, perché già approntato e in parte
Lago ~laggiore hanno come meta più vi- pubblicato sulla rivista Le Alpi Venete è
cina !'Ossola e non tarderan no a riversarsi quello prospettato da Gianni Pieropan re-
in Val Antrona tanto varia coi suoi laghi lativo alle Prealpi Ve11ete.
e i suoi monti e certamente anche verso i
colossi dcl Sempione. Perciò si darebbe il
caso che per Val Antrona e Val Bognanco Per dare un'idea concreta delle propor-
si dovrebbe ricorrere ad una guida sviz- ;7.ioni della collana sarà bene ci tare alcune
zera, sia pure scritta in francese e con cifre e stabilire qualche confro nto.
schizzi comprensibili eia tutti >. In totale 24 volumi pubblicati di cui 12
Riassumendo la Commissione si tenne esauriti (tre ristampati), ai quali sono da
allora al piano primitivo di due volumi aggiungere 2 volumi in preparazione avan-
quello che diremmo di Aldo Bonacossa, zata (Monte Bitmco 2" e 3")
Monte Moro-Sempione, e quello di Boffa. Questi 24 volumi, con un totale di
Saglio tftil Monte Moro al Teod11lo, trascu- 114500 copie e un valore attuale di lire
rando le Prealpi Biellesi e Valsesiane che 240.000.000 sono rappresentati da 13068

918
ALPI ~IA IHTI' IM E di A. Sabbaclini esaurito OOl 150 16
PALE DI S. }. IARTINO d i E. Castiglioni esa urito 484 m 36
MASl NO, BHECACLIA, DI SC HAZIA di
A. Bonacossa · esaurito 591 57 57
L E GH IGNE di S. Saglio esaurito 49-2 88 56
ODLE, SE LLA, MAHMOLADA di E. Ca·
stiglioni esaurito 778 86 32
ALPI VENOST E, PASSIHI E, BREONIE
di S. Saglio esaurito 795 78 56
C HA N PABADISO di V. E. Andreis, R.
C habod e C. Santi esaurito 480 39 40
SASSOLUNCO, CAT TNACC JO, LATE-
i..un di A. T anesin i esmaito e rist. 503 49 32
CHAN SASSO D'JTALIA di C. Landi Vit-
torj e S. Pietrostcfani esaurito 188 15 24
PHEALPI CQ}. IA SC HE, VA HESI NE E
BE llCAMASC l-I E di S. Saglio esa11rito 379 18 16
DOLOMITI DI BHENT A di E. Casliglioni est111rit o 498 95 16
DOLOMITI OR IENTAL I, volume I di
A. Berli esaurii o 752 322 17 1
ADA}.IELLO d i S. Saglio e C. Lacng ediz. 1954 694 133 16 IO •l
ALPI CA BNIC HE di E. Castiglia ni edi::;. 1954 709 148 16 9 l
APPENNINO CENTRALE di C. LandJ
Vittorj ediz. 1955 520 4l 56 12
DOLO}. l lTJ OH IENTALI , volume I di
A. Berti edi::.. 1956 816 343 17
ALPI OHOBIE di S. Saglio, A. Corti e B.
Creda ro edi::.. 1957 591 105 32 11
ALPI APUA NE di A. Ncrli e A. Sabbadinì ediz. 1958 339 70 16 5
BEH NI NA di S. Saglio ediz 1959 562 149 32 22
MONTE HOSA di S. Saglio e F. Boffa ediz 1960 575 98 40
DOLO ~HTI ORJENTALI, volu me II di
A. Be rti ecliz. 1961 310 119 13
GRA N SASSO D' ITALJA di C. L'\ndi Vit-
torj e S. Pietrostefoni ediz. 1962 254 28 28
MONTE BIANCO, volume I di R. Cha-
bocl , L. Crivel e S. Saglio ediz. 1963 119'2 59 16
CHAN PAHADISO - PARCO NAZIONA-
LE, nuova edizione completata e ag-
g iornala da H. Chabod ediz. 1963 662 82

919
pagine di testo, 2439 tavole fuori testo, 641 cioè alla quale ricorrono gli alpinisti di tutto
schizzi, 194 cartine schematiche, 21 cartine il mondo.
topografiche. A lavoro ultimato, l'opera L'Italia si è con questa guida conqui-
consterà di circa 50 volumi, con 25000 pa- stato il primato che le spetta per natura,
gine, 5000 schizzi e 1500 fotoincisioni incoronata come è dalla parte pili estesa,
Opera, dunque, monumentale, anche solo pili variata e pili bella delle Alpi.
per la mole. Si è parlato sin qui di propor/.ion i, ma
Propor1.ioni doppie, ad esempio, di quel- è bene soffermarci anche sulle qualità es-
le della Cuicla cf.JtalU1 del T.C.I., che conta senziali dell'opera. Chi esam ini attentamen-
25 volumi, con 12330 pagine, 326 carte e te uno qualsiasi dei volumi finora pubbli-
224 piante, ed è certo la pili ampia descri- catj non può fare a meno di riconoscere la
zione itineraria che un Paese abbia mai perfezione raggiunta sia nell'esattezza e
avuto, quale cioè solo l'Italia, così ricca di completezza dei dati informativi, sia nella
tesori artistici e di bellezze naturali, poteva disposizione della materia
esigere. Non piccolo pregio della collana è la
Anche pili dimostrativo è il confronto sua uniformità nella disposizione (raggiunta
con le Guide alpinistiche stran iere. Per le con qualche sacrificio da parte degli autor i
Alpi Occidentali, i francesi hanno la Gui- e non ·lievi sfori.i dell'Ufficio Guida dei
da delle Al1Ji Marittime della Sezione di Monti d'Italia che funziona in seno al T.
Nizza dcl C.A.F., la GuK/a delle Alpi del C.I.), così che chi unque ne abbia consul-
Delfinato e della Sauo'a, del Comandante tato un volu me si ritrova faci lmente anche
Gaillard, nonché la Guida del Monte Bianco negli altri
di F. Vallot. Ogni volume, infatti, è ident ico agli al-
Per il versante svizzero il C.A.S. ha ap- tri non solo per caratteri, impaginazione,
prontato la Guida tielle Alpi VaUesarie (dal formato e legatura, ma anche per la suddi-
Col Ferrei al Sempione) in 4 volumi, oltre visione della materia e il metodo della
la sintet ica G11Ula del Mout e Bianco di L trattazione. Ogni volume comprende 5 par-
e M. Kur.1.:. Le Alpi Lepontine sono illu- ti principali: I) Cenno generale (che tratta
strnte da un volume, Alpi Ticinesi; segue del gruppo o dei gruppi nei loro aspetti ge-
la guida assai particolareggiata delle Alpi nerali: orografia, geologia, morfologia, Il().
Grigionesi. ra, fauna, storia, storia alpinistica, econo-
Per le Alpi Orientali esiste una ricca mia ecc.); Il) Vallate e vie cfaccesso; III}
letteratura alpinistica germanica; ma le gu i- Rifugi e punii <fappoggio; TV) Parte alpi-
de alpinistiche d'insieme sono lungi dallo nistica; V) Parte sciistica. La parte alpini-
adeguarsi allo scopo e si riducono ai 9 vo- stica, nucleo essenziale di ogni volume, è
lumi dell'l-lochtourist in tlen Ostalpen di a sua volta suddivisa in grnppi o catene
Purtschell~r e Hess, ai volumetti Voo Hiit- e sottogruppi. Cime e valichi si susseguono
te z11 1-liitte di J. ~foriggl e a poche altre in ,rigoroso ordine topografi co e sono distinti
gu ide sparadiche. da un numero; per ognuno di essi sono
descritti i vari itinerari di salita, contras-
L'l collana della C11ida dei Monti d'Ita - segnati da una lettera, con tutti i particolari
Ua 11on si limita al versante politicamente utili ai salitori e sobri cenn i su lla storia
italiano, ma descrive per intero i gruppi, alpinistica, con rife rimenti bibliografici, to-
andando oltre il confine e cost ituisce quindi panomastici, ecc.
la guida delle Alpi per eccellenza, quella Naturalmente, il testo è strettamente
1, Alpi L111url • 2, • All)i Ma rittime • 3, Alpi Cozie Merid ionali . 4, Alpi Cozie Centrali • 5, Alpi Cozie Scttcn·
trlonali · 6, Alpi Cmle Meridionali· 7, "Gran Paradiso - 8, Alpi Craie Centrali· 9, "Monte Binn.co voi. I -
10, Monte ll ianeo vol. Il - l l, Monte Bianco voL Ili - 12, Alpi Pennine Occidentali - 13, o.~ l onte Ros:i -
14, Andolla • 15, Alpi Biellesl - 16, Alpi Le ntine Ocddcntali - l ientali - 18, •Grigne
' "M:uioo, Bre.
coordinato alle illustrazioni, che sono di matica certezza della precisione nelle pro-
tre specie: sc11iz::.i, genera lmente a penna, ponioni delle vedute.
con l'indicazione dci tracciati delle varie Quanto alle cartine schematiche, una
vie, contrassegnate delle stesse cifre e let- qualunque di quelle inserite nel volume
tere tanto nel testo, quanto nel grafico; del gruppo dell'Adamello confrontata con
cartiue schematiche, destinate a rendere quelle dcl T.C.I. e dcl O.Oc.A.V., permet-
perspicua, meglio che in una carta sia pure te di comprendere subito che si tratta di
a scala particolareggiata, la successione di lavori profondamente diversi e che a ra-
cime e valichi lungo i crinali e le loro gione possono dirsi originali. Le cartine
diramazioni; fotoincisioni, su carta pati- schematiche non sono, infatti, vere e pro-
nata, riproducent i vedute scelte tra le più prie cartine topografìche con rigida corri-
suggestive e le pili utili a commento del spondenza alla scala, bensì schemi stiliz-
testo zati appositamente per mettere In forte
E: forse superfluo insistere sulle varie evidenza i crinali, le cime, le torri, gli spe-
difficoltà che presenta la redazione di una roni, i contrafforti, le quote e in generale
guida del genere anche per un alpinista gli elementi che pilÌ interessano l'alpin ista.
provetto, il quale conosca a fondo la zona Questa schematizzazione è assai utile per
che si propone di trattare. ln ogn i caso, dare una chiara idea dell'andamento di una
ognuna di queste guide è il frutto di anni catena e della confìgurazione di un gru ppo.
di amorosa diligente fotica, spesi in sopral- La gu ida è, insomma, nè pi\1 né meno
luoghi, in ricerche bibliografiche e di col- che un utensile moderno, calibrato, pe r così
laborazioni, in con lrolli, correzioni e aggior- dire, al decimo di millimetro. Non è quindi
namenti. Steso il testo e raccolto il mate- da stupire se essa costa molta fatica; e gli
riale illustrativo, parrebbe di essere in por- alpinisti italiani debbono essere riconoscen-
to. i\fa qui interviene, invece, l'Ufficio re- ti ai suoi Autori.
dazionale, .che deve ridurre la materia di La collezione si è ormai affermata co-
ciascun volume a un minimo comune deno- me modello di guida alpinistica completa
minatore, sia come estensione, sia come e tecnicamente pe rfe tta, non solo presso
forma e disposizione tipografica. Segue la gli alpinisti italiani, ma anche all'estero e
fose tipografica, con alcune complesse ope- specialmente in German ia, ove l'alpinismo
razioni, quali l'inscr.lione dci riferimenti o e l'escursionismo sono diffusissimi, e l'inte-
ri1wii alle pagine e agli itinerari, i controlli resse per la montagna è generale. 11 risul-
delle quote e dei toponimi, la preparazione tato ottenuto in questi 30 anni può a buon
degli indici, ecc diritto costituire per il C.A.I. e il T.C.T.
La redazione degli schizzi prospettic i motivo di legittima soddisfazione, tanlo
e topografici rich iede pure attente cure e più se, volgendo indietro lo sguardo, si
soprattutto una perfetta corrispondenza col misurano le ingenti difficoltà, specialmente
testo. Cli schizzi di Clmbod sono disegnati di ord ine finanziario, che dovettero essere
dal vero o interprntando liberamente 11 superate.
materiale fotografico disponibile; quelli di AJ superamento di queste difficoltà si
altri autori sono per lo pili disegnati diret- adoperò anche Giuseppe Vota che, con Gui-
tamente su un apposito ingrandimento della do Bertarelli fu patrocinatore della collana
fotografia scelta. l i disegno viene poi lavato e seguì amorevolmen te la redazione dci vo-
in una soluzione acida, che fo sparire l'im- lumi, prima e dopo aver assunto la direzio-
pronta della fotografia. Si ha così la mate- ne dcl T.C.I.

922
La pubblicazione del 24° \'Olume fu oc- lavoro, tutti gli adattamenti necessari: ma
casione propizia per • fare il punto >. Il sj può affennare sin d'ora che essa non
quadro schematico a pag. 9'21, indica come solo corrisponde abbastanza bene all'al-
risulterà la collana. tuale sviluppo dell'alpin ismo, ma anche
La riprirtizione fatta della complessa tiene conto delle esigenze prevedibili nel
materia non ha nulla di definiti vo e di im- prossimo futuro.
mutabile; essa potrà subire, nel corso del_

LA GUIDA " DA RIFUGIO A RIFUGIO,,

A completare la conoscenza delle Alpi il patrimonio di rifugi dcl C.A.I. si è gran-


Il per. quella categoria di persone che non dementi: arricchito. E, quel che phì conta,
vogliono fa re dell'alpinismo lroppo spinto la distribuzione di ess i permette ora cli vi-
è stat a creata dal Touring Club Italiano sitare senza disagio anche tutte le zone
una seconda collana che ha per titolo Da pili belle e pili impervie delle Al pi Pie-
rifugio a rifugio, associando al proprio no- montesi.
me quello del Club Alpino Ttaliano che ave- L'alpinismo vede così ampliarsi enor-
va il solo compito di fame propaganda fra memente il suo campo di azione: dalla Ri-
le proprie sezioni e i propri soci. viera Ligure al Monte Bianco, al Bernina,
Dopo l'annessione della Venezia .,..riden- alla Vetta d'Italia e al Monte Nevoso si
lina, ove la configurazione del terreno e può percorrere tutto l'arco alpino a tappe
la ricca attrezzatura cli strade, sen tieri e non superiori a una giornata. Quel v~ga re
rifugi si prestavano particolarmente bene in altitudine che finora aveva un certo svi-
a una particolare fonna di turismo alpino, luppo solo nelle Dolomiti potrà così esten-
il Touring Club Haliano apprestò due stru- d ersi alle zone meno scenografi che forse,
menti: la Carta delle zone turistiche e la ma certo bellissime d'una diversa aspra
collana Da rifugio a rifugio. bellezza delle Alpi Centrali e Occidentali.
Da rifugio a r if11gio è la guida per il La pubblicazione Da rifugio a rifugio
grande pubblico di turisti, escursionisti e che potrà essere completata in breve vol-
alpinisti modesti, mentre la Guida dei Mon- ger d'anni, offrirà una completa descrizio-
ti d'Italia è lo strumento classico dell'alpi- ne delle Alpi, sia pure nella guida minore
nista e di chiunque voglia conoscere a fon- destinata più agli alpinisti mcdi che agli
do i vari gruppi montuosi; C.A.I. e T.C.I. alp inisti provetti. Se si pensa che intieri
si augurano che l'una e l'altra categoria si settori delle Alpi sono privi di guide siste-
sviluppino rapidamente; le due collane ini- matiche italiane dal 1896 in poi, si avrà
ziate vogliono essere non solo lo strumento ben chiara in mente rurgente necessità di
pratico per la esplorazione della montagna u na gu ida sia pure sintetica . A rendere
italiano, ma anche uno stimolo a visi tarla completi gli strumenti per la montagna
Con la costruzione di nuovi grand iosi manca però ancora la C11ida. Sciistica. L't
rifugi e con il riattamento e l'ampliamento descrizione degli itinerari sciistici è com-
di altri già esistenti nelle Alpi Occidentali, presa in ciascun \'Olume della Guida dei
di cu i i Soci dcl C.A.I. sono al corrente, Monti d'Italia; a essi infatti è dedicata

I
11
una apposita sezione. Dato lo sviluppo interesse e affarrampicatore pareti e ere-
preso in questi anni dagli sport della ne- sie tali da richiedere le più elevate presta-
ve, sembra però urgente di mettere a di- zioni tecniche.
sposizione una succin ta guida sciistica che
in volumetti offra gli itinerari più belli l i volume relativo alle Alpi Co:.ie, com-
delle Al11i Occ'dentali, Ce11trali e Orientali. parve nel 1959, per descrivere il tratto
nonché dell'Appermirio; un'opera agile e della catena displuviale alpina che va dal
sintetica, che possa vedere la luce com- Colle della ). !addalena al Colle del Monce-
pleta entro pochissimi aru1i. 1tisio, con un andamento sinuoso; i gruppi
meridionali fanno capo allo Chambcyron
Comparve così nel Hf29 il primo volu- e al i\fonviso, maestosa piramide; i gruppi
me, Alpi P11steresi-A11rine-Breonie -Passiric centrali spiccano con il Gran Queyron, che
e Venoste, nel 1930 il secondo volume rela- si espande in territorio piemontese fino allo
tivo alle Dolomiti occidentali e nel 1932 il an fìt eatro moren ico di Avigliana e in terri-
terzo volume ded icato all'Ortles-Atfomello- torio francese con il Pie de Hochcbru ne, che
Bre11ta-Baldo e adiaceiize. si d irama nel DcHìnato; i gruppi setten-
lle<lattori di questi tre primi volumi, trionali si appoggiano al Tabor e alla Picrre
pubblicati sotto la direzione di C. Vota, fu- Menue separando la va lle dc\l'Arc da quel-
rono Oreste Ferrari e il dr. Vittorio Ema- la della Dora Hiparia.
nuele Fabbro, ambedue trentini e il dottor
Gualtiero Laeng, con la OOJJaborazione di
alcune sezioni del C.A. I., motivo per cui la Le Alpi Graie, sono dcl 1952 e trattano
collana venne pubblicata sotto il nome del il settore tra il Colle del i\·loncen isio e il
T.C.I . e del C.A.I. Col Ferret, comprenden te le aspre cost iere
Alla fi ne dell'ultima guerra matu rò il che racchiudono a ventaglio le tre Valli d i
progetto di estendere la trattazione a tutto Lanzo, l'intero gruppo del Gran Paradiso,
l'arco alpino, in nuova veste e con un ricco le giogaie che rinserrano le vall i di Rhèmc,
corredo illustrativo e cartografico cli Valgrisanche e della Thuile e infine la
eccelsa bastionata del Monte Bianco. An-
li volume dedicato alle Alpi- Liguri e che in quest'opera gli itinerari e le descri-
Marittime, pubblicato nel 1958, comprende zioni non si arrestano al confine politico, ma
le mon tagne distese tra il Colle di Cadi- si spingono sui versanti francesi e svizzeri
bona, il Colle di Tenda e il Colle della fino al fondo della Moriana, della Taran-
Maddalena, che sono chiamate Alpi Liguri: tasia e della valle dell'Arc da una parte e
sono dorsali dalle lince morbide e tondeg- dall'altra al Hodano e alla Val Ferret sviz-
giant i con contrafforti a pascoli, castagneti zera. Vi sono descritte con am piezza le sa-
e oliveti, fascia ti di fiori prima di affondare lite ritenute più fa cili e importanti.
nel mare; fanno seguito le Alpi J\farittime
di aspra bellezza, particolarmente attorno Le AlfJi I'ennine, del 1951, descrivono i
al la Serra dell'Argentera, ove cuhninano e gruppi della Grande Hochère, del Crand
si spingono con contrafforti in territorio Combi n, di Luscney, Celè, Collon, Ruinet-
francese fino al solco del Varo. Nulla han- te, Bouquel'in, Dent Bianche, \Veisshom,
no da in vidiare pe r imponenza agli altri Cervino, 1'.'I. Hosa, Michabel, Andolla,
pit'1 celebrati settori delle Alpi; offrono allo Weissmies e le montagne biellesi e val-
escu rsionista itinerari di grande varietà e sesiane
Le Alpi Lepontine, furono pubblicate in gran parte segnalati; all'alpinista le cime
nel 1956. Trattasi della regione compresa permettono percorsi facili e d ifficili di
tra il Passo dcl Sempione e il Passo dello ghiaccio e roccia; agli arrampicatori ardite
Spluga, nella quale si hanno lunghissimi g innastiche su granito solidissimo e su do-
contrafforti sia verso i corsi del Rodano e lomia, lungo pareti, su spigoli e nei camini
del llcno, sia a mezzogiorno verso i laghi ricchi di appigli
Prealpini. Non vi è settore alpino altrettan-
to variato; si passa dagli aspri aspetti della" Vasta fu la descrizione delle Prealpi
Val Antigorio e della Val Fonnazza, alle Lombarde, pubblicata nel 1957, perché si
idill iache visioni dcl Vallesc; dalle strette trattava di quell'insieme di catene di natu-
e boscose vallate t icinesi, ricche di storia e ra prevalentemente calcarea comprese tra
care agli alpinisti lombardi per la parlata il Lago Maggiore e il Lago di Garda e che
ita liana, alle distese prative dci versanti set- a settentrione s'incontrano con le Alpi Le-
tentrionali, dove il romancio ancora si di- pontine, le Alpi Orobie e le Alpi Retiche.
fcml e dall'avanzata della lingua tedesca. Si suddividono territorialmente in Prealpi
I!: particolarmente d iffusa la descrizione Comasche, Varcsine, Bergamasche e Bre-
delle Alpi T icinesi sciane e comprendono i celebri belvederi
del Generoso, ciel Bisbino, del San Primo e
Le AlJ>i Retiche occide11fllfi, vide la dei Corni di Canzo; annoverano i gruppi
luce nel 195.3, per descrivere quella vasta d el Resegone, dci Campelli, dell'Arera, del-
regione in territorio italiano e svizzero, che la Presolana, dcl Formico, del Camino e del-
dal Passo dello Spluga si distende ai due la Concarcna; fonnano i complessi del Gu-
lati dello spartiacque principale delle Alpi glielmo, della Corna Biacca, di Tremalzo,
verso i Passi del Maloia, dcl Bernina, dello del Cablone, dcl Tombea e del Pizzocolo.
Stelvio, dcl Forno e tennina al valico cli Re- Cento pagine sono dedicate alle Crignç.
sia. A un gruppo del Piatta di aspetto quasi
prealpino, si contrappone quello dcl Castel- Nelle Dolomiti occidentali, del 1955, il
lo di forme asprissime; a questo succede il volume descrive una tra le più affascinanti
grandioso plesso del Bernina, abbondante- zone della catena alpina e fra le più adatte,
mente ricoperto di ghiaccio e tutt'attorno per la forma dcl terreno e per la fi tta retl'
si alzano i gruppi del Disgrazia, dello Sca- di rifugi e di sentieri, alla pratica del turi-
lino, di Piazzi, del Languard, di Casina e smo e dell'escursionismo, accompagnato se
del Sesvcnna. In questi ultimi s'incunea l'in- lo si vuole all'alpinismo e all'arrampica-
teressante Parco nazionale svi72..ero. mento. Le descrizioni riguardano i Lagorai
e il gruppo di Cima d'Asta; si soffermano
Nelle Alpi Retiche meri<lio1wli., del 1954, sulle Pale di San Martino; si sviluppano
sono illustrate le catene che hanno origine con .Ja Marmolada, il Sella e il Sassolungo;
al Passo dello Stelvio e che si spingono in si diffondono sull'Alpe di Siusi e attorno
territorio italiano fra le \'alli dell'Adda, del- al Catinaccio, al Latcmar e agli Oclini e
l'Oglio e dell'Adige, formando i gru ppi del- terminano con i gruppi dcl Pucz., del le
l'Ortles e del Cevedale con i loro grandissi- Odle, della Putia e delle Plose. Tutti grup-
mi ghiacciai; l'Adamello e la Prcsanclla con pi nei quali s'intrecciano le leggende di tm
le loro possenti masse di graniti e il Brenta mondo csomp•.uso.
con le sue balze e i suoi torrioni di dolo-
mia. Al turista offrono una rete cl i sentieri Nelle Dolomiti orientali, edito nel 1955,
è compreso quello svariatissimo insieme di nnsieme di catene prevalentemente calca-
gruppi, che si staccano dal Passo di }.fonte ree tra il Lago di Garda e il corso dell'Ison-
Croce Comelico e si spingono verso il Pas- zo, formate dal Baldo, dalle Piccole Dolomi-
so di Campolongo, fasc iali tutt'attorno dai ti affiancate al massiccio del Pasu bio e alle
solchi del Piave, del Cordevole e della alture che danno origine agli altipiani di
Rìenza. Si alzano con il gruppo dci Tre Folgaria, Lavarone e di Asiago. Si alzano
Scarpcri, con la disputata Cima Undici, con con il r-.lonte Grappa, al quale fan segu ito
le Cime di Lavaredo e con i Cadini di ~ li­ le arrotondate dorsali dcl Nevcga l, il ' 'a-
surina; si distendono attorno al poderoso stissimo e boscoso Pian del Cansiglio e le
Antclao e con la sfilata delle Marmarole e sporgenze delle Prealpi Clautane. Al di I:\
dcl Sorapiss; danno luogo, alle poderose del Tagliamento e elci Fella si presentano
masse delle Tofane, di Fancs e di Sennes; le Prealpi Giulie con le masse del Plau ris e
si allineano con le Cinq ue Torri e la Croda dcl Chiampon, le bastionate del }. lusi e il
da Lago e terminano con il Pclmo, il Civet- Gran Monte che perdono poi quota con le
ta, il Tamcr e lo Sch iara colline di Cividale dcl Friuli e di Cormons
A completare la descrizione dell'intera
Ultimo pubblicato, nel 1961, fu il vo- catena alpina mancano ancora due volumi:
lume relativo al le Prealpi Trivenete, a quel- Alpi Orobie e Alpi Caniicfte e Giulie

Biassumcndo

VOL U MI 1_ P,g;oo o~,,; I_ I Cort;oo


I .. $Chemat . J topogr.
ALP I UGU.HI E ~ I AR llTBI E . 428 110 48 14
ALPI COZIE 403 100 44 14
ALPI GRA I E 432 105 52 14
ALP I PENNINE 448 11 3 -10 IO
ALPI LEPONTINE 376 108 40 15
ALPI BETrC l-IE OCCIDENTALI 350 83 40 IO
ALPI RETI C l l E ME BIDI ONALI 356 76 40 IO
PHEALPI LOMBAHDE . 442 135 48 16
DOLOM ITI OCCIDENTA LI 270 82 28 8
DOLOM ITI OHIENTALl 300 63 28 10
PHEALPl THI VENETE 468 145 48 16
TOTAU~ 4.273 1.120 456 137 13
P111M A S t:m t;:

Volume I 200 48 12
Volume u 249 72 12
Volume III 291 so 12
'fOTAL E 5.013 l.120 656 173 18

926
Tutti questi volumi pubblicati sono ope. così creato un insieme <li opere che fanno
ra del dr. Silvio Saglio, capo dell'Ufficio onore all'alpinismo italiano.
Guida dei :i.font i <l'Italia <lei T.CJ., che Di questa collana sono state pubblicate
avendo potuto visitare e frequentare tutte 5.013 pagine, con 1.120 disegni, 656 illu-
le montagne e tutte le vallate della catena st razioni, 173 cartine schematiche e 18 car·
Alpina, al di qua e al di là del confine, ha te topografiche

·o
Piacenza Reggi~Em

~:.:E.<--,_,,-,_,_''"~-,-~::"·
firenze 0 ' '- .... ....,

Volumi 11ubb/ica/i; 1, Al1ii Liiuri e Marittime - 2, Alpi Cozie - 3, Alpi Gra ie - 4, Alpi Pennine - 5, Alpi Le-
pontine - 6, Alpi Retiche Oa:idcntali - 7, Alpi llc!iche Meridionali - 9, Prealpi Lombarde - 10-11, Alpi Pu-
stNcsi, Aurinc, 13rconic. Passiric e Venoste - 12, Dolom iti Occidentali - 13, Dolomiti O ricnt:i.!i - 15, Prealpi
Trivenete - Vofomi in 11rc1iarazi"onc: 8, Alpi Orobie - 14, Alpi Gamiche e Giulie.

I Pngine ~l:-1
Disegni Foto Cort;,.,
schcmat. topogr.
~

Per la Guida dei Monti d' Italia . 13.068 2.439 641 194 21
Per la Guida Da rifugio a rifugio 5.013 J.120 656 173 18

'f01'ALE 18.081 3.559 1.297 3frl 39

927
11 13 dicembre 1959 il C.A. I. e il Tou- che ha permesso di mantenere una fatico-
ring celebravano il XXV della Guida dei sa ma continuativa uscita di volumi, se-
Monti cfltalia con una mostra speciale te- guendo un calendario prestabilito.
nuta nel Palaz7.0 del Touring Club Italiano Per mantenere intatto il testo che viene
La ~ l ostra aveva per tema: • Come si fa la presentato dagli Autori, questo viene rico-
Guida dei Monti d' Italia C.A. 1.-T.C.I. • . piato a macchina e su questa copiatura il
Erano presenti l'on. avv. Virginio Ber- dott. Saglio provvede alla sistemazione, ai
tinelli, Presidente del C.A. I., il prof. Cesa- controlli in base ai suoi schedari e agli ac-
re Chiodi, Presidente del T.C. I., i Consiglie- corgimenti e mod ifiche che suggerisce agli
ri dci due Sodalizi, alcuni presidenti di Se- Autori, indicando nel contempo la d isposi-
zioni, gli autori delle guide e gli artisti che zione tipografica e i caratteri da impiegare.
collaborarono alla realizzazione. li testo riveduto viene ricopiato una
Ai Consiglieri del C.A.I. e del T.CI. si seconda volta a macchina e mandato agli
era ritenuto opportuno dare qualche delu- Autori, che lo esaminano e d ichiarano se
cidazione di introduzione alla Mostra, ricor- sono d'accordo. Ta lvolta il testo che viene
dando che r approvazione "di massima" resti tuito deve essere ricopiato a macchina
data dal C.A.l. e dal T.C. J. au torizzava la per la tcr.la volta, per essere passato alla
Commissine a predisporre i prel iminari tipografi a.
per la conclusione degli accordi con gli Nel contempo vengono scelti il disegna-
Autori e per l'approntamento del mano- tore degli schizzi e le fotografie da ripro-
scritto greggio originale. d urre; la cartografi a segue poi il suo svi-
Questa fase prep.uatoria, per soprag- luppo anche con rilievi originali d'ufficio
giunte difficoltà finanziarie o di opportun i- Infine, quando l'Economato del T.C.1. ha
tà, ha tenuto impegnati gli Autori talvol- stretto i contratti con la tipografia, la lito-
ta per molti anni e il loro manoscritto, gralla e la legatoria, in base alle tariffo
non utiliz;,atp, ha dovuto più volte essere preferenziali in uso per le pubblicazioni del
aggiornato. T.C.I., si dà corso alla fase dcfìniliva della
L'Ufficio Guida dei ~fonti d'Italia, co- pubblicazione
stituito dal clou. Silvio Saglio che ne cura Subentra così la fase tipografica che ri-
la redazione, da un disegnatore specializ- chiede un seguito di bozze, sulle qnali ven-
zato per la parte eartografìca, da un im- gono introdotti i riferimenti e vengono com-
piegato collaboratore per le copiature e la pilati gli indici . generali, analitici e di con-
revisione delle bozze e le schedature, fun- fronto, con laboriosissimo lavoro d'ufficio.
;dona sia per la redazione della C11icla dei J cost i di una così complessa elaborazio-
Monti crTtalia, sia per la collana Da Rifttf!.io ne sono stati sempre inferiori a quelli di
a Rifugio, sia per gli aggiornamenti della mercato, tenuto conto della riuscita delle
parte escursionist ica e alpin istica occorren- pubblicazion i
ti alle altre guide e carte del T.C. I., sia per ·Altro vero miracolo del la collana C.A.T.-
le riviste e per informazioni ai Soci del T.C.I. è il collocamento delle copie; in-
T.C .J.; le remore redazionali sopravven ien- fatti, mentre la vendita del C.A .J . ai suoi 80
ti per cause varie a una pubblicazione, mila Soci avviene nclrambiente naturale e
sono colmate dal lavoro per le altre, senza qualifìcato, quell a del T.C.J. è \'eramente
che il tempo vada inutilmente perduto sorprenden te, data la varietà dei Soci del
L.'l chia\'e del successo produttivo dei T.C.1. c11e hanno preferenze disparate. Fi-
volumi sta appunto nell'Ufficio dcl T.C. L nora sono usciti 24 volumi, di cu i 12 sono
esauriti (2 ristampe), mentre altri 4 sono in Le cose non sono precisamente così. Noi
·via di esaurimento. abbiamo le grane prima e dopo le varie edi-
La Guida dei Monti d'Italia e la colla- zioni, abbiamo il compito cli pagare, abbia-
na Da rifugio a .-ifugio raggiungono una mo la regìa con t~tte le sue incognite, con
ineguagliabile potenza di diffusione e di tutte le sue sorprese, ma l'uscita del volume
infonnazione alpinistica, scientifica, turisti- ha una gestazione lunga, accurata, faticosa;
ca delle nostre Alpi. € un vanto grande del lo abbiamo visto questa mattina, molto più
C.A.L e del T.C.I . esserne i patrocinatori, - lunga, accurata, faticosa di quello che non
anche per la difficoltà e il costo; difficoltà creda la gente
e costo che nessun editore privato ha ten- e I!: un'opera collettiva, di tanti e tanti
tato per suo conto cli addossarsi anche per appassionati della montagna. Bisogna rive-
le difficoltà di collocamento. dere le vecchie esposizioni, fare un' infinità
L'on. avv. Vi rginio Bcrtinelli, Presiden- di controlli, rifare le salite, mettere d'accor-
te Generale del C.A. T., così si esprimeva: do gli autori del tracciato co n gli autori
e Oggi è una giornata fata le per l'autocri- dello sch izzo, col cart ~rafo, col geografo,
tica, come si dice oggigiorno. Abbiamo CO· con tutti i particolari collaboratori. Bisogna
rninciato questa mattina in sede di Consi- fare una infinità di lavori faticosi e difficili
glio cen trale e mi pare si debba con tinuare che hanno anch'essi le loro grane, le loro
qui, perché questa è l'autocrit ica che oggi difficoltà e a cui sovrintende nonnalmentc
dobbiamo fare. una levatrice particolarmente provvida, il
e Quando esce uno dci nuovi volumi nostro amico Saglio.
della col lana della Guida elci Monti d'Italia, e Festeggiando il venticinquesi mo di
così bello dal punto di vista editoriale, co- questa nostra comune attività, com piaccn-
sì solido, così completo, così interessante, Joci dei frutti così fert ili della collabora-
che tanto ci sono invidiati da tutte le asso- zione fra Club Alpino I taliano e Tou.ring
ciazioni alpinistiche e turistiche europee, Club Italiano, augurandoci che questa col-
quei volumi che Bcrtarelli porla alla Se<le laborazione continui, perché l'esperienza
Centrale con trepide mani, quasi offrisse la indica verameute profìcua, non possiamo
un bouquet di rose delicate. oppure c11e e non dobbiamo, in questo momento, di-
Saglio distribuisce al Consiglio centrale du- menticare tutti coloro, gli autori diretti e
rante una riunione, dopo aver dato loro un indiretti, gli autori nominati e quelli anoni-
ultimo sguardo amoroso, come la signora mi, che hanno dato con il loro entusiasmo,
Cornelia Gracchi guardava i suoi figlioli, con la loro fatica e la loro passione, ma-
offrendoli all'ammirazione delle dame ro- teriale così imponente al successo che noi
mane, quando esce uno dei volumi, l'avv. esaltiamo.
Bertinelli, Presidente Generale - per il e TI nostro an imo va grato a loro e va
momento - dcl Club Alpino Italiano e grato alla Comm issione per la Guida dei
l'ing. Chiodi, Presiden te dcl Touring Club Monti d'Italia, alla quale sovrintende un
si mettono il cappello con una piuma e di- altro Senatore nel senso buono della parola,
cono: "Che bel volume abbiamo fo tto; è che è il t1ostro caro amico Bertarclli, va
proprio bello!..." Qualcuno dice: "Vi è co- grato a tutti quelli che concorrono con noi
stato molto lavoro?" Sì un certo lavoro ci perché il Touring Cluh Italiano e il Club
è costato, ma non esageriamo. Ne facciamo Alpino Italiano continuino ad essere sem-
uno, due all'anno e in 25 anni ne abbiamo pre e sempre più una manifestazione della
fatt i 28. Ah. no, ca ro Bcrtinelli, caro Chiodi. intelligenza, della passione e dcl patriotti-
smo dei cittadini italiani• • Come il pili modesto degli autori, sen to
L'ing. Chiodi, Presidente del Touring il dovere di ringraziare l'on. Presidente del
Clnb Italiano, dichiarava a sua volta che C.A.L e quello del T.C. I. per le belle parole
non aveva nessuna intenzione di prendere con cui hanno voluto elogiarci per la no-
la parola in questa circostanza, perché ave- stra modesta. opera.
va già dato il saluto quella mattina e gli • Dobbiamo ringraziare non solo perché
sembrava esauriente sia l'intervento dell'a- ci è dato il modo di ritrovarci qui da. tulle
mico Bcrtarelli che quello dell'amico Ber- le parti dcll'Jtalia montana, ma soprattutto
tinelli. • i\la prendo la parola- così dichia- della gioia, della soddisfazione che si è sta-
rava - semplicemente per aggiungere que- ta data cli aver, attraverso un'organizzazio-
sto: questa mattina abbiamo celebrato ne e l'opera del T.C.I. e del C.A.l , potuto
J'opera; era molto giusto che adesso noi pubblicare quello che in fondo è il risultato
celebrassimo gli autori. Le parole dette da della nostra passione, girando per i gruppi
Bertinelli, e da mc cordialmente condivise di montagne da ciascuno visitati.
sull'apprezzamento che ha fotto nei riguar- « Scusate se lo fa ccio io che sono l'auto-
di dei precedenti. sono esatti. Veramente re più modesto e lontano, ma penso d i inter-
noi dobbiamo compiacerci di vedere tante pretare il pensiero di tutti quando esprimo
persone che con tanto sacrificio com piono la gra titudin e di aver dato la pmsibilità cli
un'opera così degna, così meritev.ole, dalla tradurre in qualche cosa cl i concreto quello
quale i nostri due sodalizi ricavano indub- che è stato l'amore per la mon tagna, che
biamente un lustro, ma soprattu tto ricava ci ha dato le soddisfazioni più pure, perché
lustro il nostro Paese ed è perciò anche a quando si ascende una vetta, non c'è nes-
questo titolo che mi associo completamen- suno che ci faccia l'applauso, non c'è nes-
te a quanto detto dall'on. Bcrtinelli, al qua- suna ricompensa materiale, ma soltanto la
le rivolgo il mio cordiale salulo a nome an- intima, profonda gioia di aver compiuto
che del Touring Club Italiano, per tutti i qualche cosa clic rientra in quella che è
nostri preziosi collaboratori •. la lotta dello spirito contro la materia, J'an-
Il doti. Pictrostefani, così dichiarava silo della vittoria dello spirito>.

SI LVIO SACLIO

930
LA BIBLIOTECA NAZIONALE

L'alpinismo è un fenomeno siffatto, che fondazione - vengono stanziati fondi per


trae alimento e ragione di vita non solo at- l'acq uisto cli libri e di carte topografiche.
traverso la frequentazione fisica della mon- Ben presto anche il nostro Club sente
tagna, ma anche in misura non secondaria la necessità di un organo proprio, il B1dlet·
dalle relazioni e notizie di salite, dagli stu- tino Trim estrale del C.A. di Torino prima
di, monografie, guide alpii1istiche che tra- e poi (1867) del C.A. Italiano : diffuso tra i
mandano la storia delle esplorazioni. e del Soci e mandato ai Clubs alpi11 i stranieri o
progredire dalla conoscenza delle regioni società similari, questi ricambiano con ana-
alpine sotto ogni aspetto. Nulla di strano loghe pubblicazioni. Inol tre soci affeziona-
che, nella lucida mente del fondatore del ti o alpinisti stran ieri - inglesi sopratt9tto
C.A. I. , q uesta idea fosse già ch iara prima - che a pprezzano l'attività del nostro Club
della costituzione del Sodalizio: infatti nel- e frequentano e amano le nost re Alpi, fan -
la famosa lettera dcl 15 agosto 1863 (pili no omaggio di pubblicazioni da loro date
volte citata in questo volume) il Sella così alle stampe o regalano opere.
si esprimeva «A Lond ra si è fatto un Club Quante dediche con firma autografa di
Alpino... l vi si hanvo tutti i libri e le memo- personalità ben note nell'età d'oro dell'al-
rie desiderabili ... ivi si leggono le descri- pinismo e ancor oggi ricordate con venera-
zioni di ogni salita ... Già sono pubblicali tre zione, si trovano sui volumi c he entrarono
e leganti volumi dal titolo di ~Punte, Pas- nella nostra Biblioteca in quei lontani anni!
saggi e Ghiacciai - ascensioni dei membri TI Bullettino ha naturalmente un redat-
del Club Alpino", ora si è intrapreso un tore e questi, per essere aggiornato e all'al-
giornale trimestrale. Di quanto giovamento tezza del suo compito, sente la necessità
siano queste pubblicazioni ai "touristes" di aver sottomano e poter consultare quan-
è troppo agevole l'intendere; così senza la to in Italia e ancor più all'estero, si va stam-
bella relazione del Mathews non so se noi pando sulle Alp i e sul mondo alpino in ge-
saremmo riusciti nella salita al Monviso , _ nere, da poco scoperto e suscitare vivo in-
Non deve dunque stupire se il C.A.I. e la teresse
sua biblioteca nascono quasi con tempora- Così il piccolo nucleo di libri si accre-
neamente: infatti nella ter;:a riunione dei sce e va aumentando ogni anno di impor-
Direttori - novembre 1863, un mese dalla tanza, di pari passo con il rigoglioso espan-

931
dcrsi e accrescersi dcl C.A. I. Ormai, oltre che sorse più tardi la questione su cui l'A s-
alla prim itiva Sede di Torino esso compren- semblea è chiamata a deliberare. Veramen-
de varie "succursa li ~ sparse per l'Italia te già esiste in proposito una deliberazione
che poi, aumentate ancor di numero, diver- dcl Consiglio Direttivo della Sede Centrale
ranno le Sezion i in cui si articola la struttu- che, fin dal 3 dicembre 1877, avrebbe rico-
ra dcl Club: ciò conduce a rapporti fìnan- nosciuto alla Sezione di Torino l'esclusiva
ziari e patrimon iali più complessi e, ad un proprietà della Biblioteca. i\fa questa deli-
certo punto, si dovrà decidere ciò che spet- l>erazione essendo apparsa meno regolare,
ta alla Sede Centrale e ciò che riguarda le per non essere stata sottoposta all'approva-
Sezioni. zione dell'Assemblea dei Delegati, la Sezio-
Ma se omaggi, acquisti, donazioni con- ne stessa aderì a che In questione fosse ri-
tinuano ad affluire in biblioteca la posizione studiata,,
giuridica cd economica di questa in seno al Dopo aver accenn ato alla· complessità
Club continua ad essere confusa, tanto che della situazione, soprattutto per le opere
nel 1886 una apposita Commissione compo- periodiche e.sistenti in unico esemplare,
sta da membri della Sede Cen trale e della delle quali e era indubitabile che, pei pri-
Sezione di Torino, viene incaricata di stu- mi an ni di esistenza del Club, la proprietà
diare l'om1ai annosa questione e trovare ne spettava alla Sezione di Torino. Ma tali
un assetto dcfìnilivo e chiaro. L'O.d.G. del- opere non si potevano dimezzare cl1e con
l'Assemblea dei Delegati dcl 9 gennaio 1887 scapito enorme del loro valore, e che oc-
porta al punto 7° e Progetto di accomoda- correva trovare una soluzione e che pur as-
mento con la Sezione di Torino relativamen- segnando intera In proprietà delle raccolte
te alla Biblioteca ,. periodiche alla Sede Centrale garant isse la
Il relatore prof. Attilio Bmnialti, rias- Sezione di Torino che in qualunque eve-
sume la questione ricapitolandone la storia nienza, mai non verrebbe scompaginala
fìn dalle origini: e Nato in Torino nel 1863, l'unità della Biblioteca,. Inoltre e l'attuale
per un certo periodo ebbe una sede sola biblioteca è composta fors e per sette o otto
e si chiamò Club Alpino di Torino. Più tardi decimi di libri spettanti indubbiamente ccl
diven tato C.A. Italiano, dapprima, fìno al esclusivamente alla Sezione di Torino, o
1867, mediante affigliazionc di Sedi succur- per essere da lei stat i acquistat i, od alla me-
sali in seguito (1873) trasfonnate in Sezioni, desima donati, ovvero pervenuti dal Circolo
continuò tuttavia la Sede e poscia la Sezio- Geografìco di Torino, del quale nei primi
ne di Torino a fun gere da Sede Centrale ed tempi del Club, la Sezione torinese raccol-
a compenetrarsi talmente nella medesima, se la successione ... La Commissione non po-
da non avere fondi o bilancio proprio; sic- teva neanche dimenticare che fìno al gior-
ché le quote dei suoi Soci andavano tutte no d'oggi, Qhi intese principalmente a con-
nella cassa centrale a tot ale benefi cio di tut- servare ed ad accrescere la Biblioteca, chi
to il Club. Solo nel 1876 avvenne la creazi0- esclusivamen te provv ide alle spese occor-
ne dell'ente Sede Centrale autonomo dalla renti di personale. di scaffali, li locale, fu
Sezione di Torino. i\fa nella separazione la Sezione d i Torino ,
della contabilità, che allora ebbe luogo, pas- Tutto ciò considerato la Commissione
sò esclusivamente sul bilancio sezionale il proponeva un accordo i cui punti principali
capitolo "biblioteca" con tutte le spese re- erano :
lative. 1) Tutte le opere ae<1nistate sono di
e E gli è in segu ito a q uesta separazione, spettanza dcll'acc1uisilore;

932
2) Le opere period iche ricevute in delle collezioni ed eventuale modesto emo-
cambio delle pubblicazioni della Sede Cen- lumento per chi, assoggettandosi ad un pre-
trale, ma lgraclo i precedenti storici e ammi- ciso orario, curava la distribuzione di libri
nistrativi sono di spettanza della Sede Cen- a i soci ed al pubblico.
trale; !I periodo della prima guerra mondiale
3) I doni appartengono a chi furono fece sentire le sue ripercussioni anche sul-
rivolti; l'andamento della Biblioteca. Per tutti q ue-
4) Compiuta l'attribuzione di tulli i • gli anni calamitosi e pur dopo, era stato
libri, carte, period ici suddetti alla Sede Cen. continuo e disordinato il prelievo di libri e
trale o alla Sezione di Torino, continueran- di carte, con molte mancate restituzioni; i
no a far p arte come al presen te dell'attuale periodici stranieri erano pervenuti in modo
Biblioteca e saranno di uso promiscuo della irregolare e incompleto. li professor Alfredo
Sede Centrale e della Sezione d i Torino >. Corti assumendo in quel periodo (1926-
11 Pres idente Paolo Lyoi, nel commenta. 19"28) la direzione della Biblioteca, con l'aiu-
re le .parole del relatore, non manca di ag- to prezioso di Carlo Virando riuscì, ,con
giungere che e durante le pratiche avviate molto lavoro e una infinità di lettere, a ri-
per venire a soluzione della con troversia, mettere ordine e cohnare i vuoti: nel 1928
nella Sezione di Torino si trovò sempre la funzionamento e consistenza erano tornati
massima accondiscendenza ed un patrio!- alla normali tà
tico sentimento di conciliazione che l'onora li fatto nuovo che portò allo scompiglio
altamente; ma che punto non stupisce, ben di questo modus vivendi fu il trasporto
sapendosi come questa augusta madre del- della Sede Centrale a Homa {1929), fonte
la nostra istituzione miri sempre, ili ogni di amarezza per i soci della Sezione torinese
suo atto, ad affermare i sentimenti di unità e di preoccupazioni per l'avvenire della fii.
e di concordia da cui dobbiamo essere tutti blioteca. I nfatti poco dopo anche la reda-
animati per il maggior bene del Club >. zione della Rivista venne portata a H6ma
Questo in riassunto l'accomodamento (1934) ed il suo effett ivo redattore, Eugenio
approvato dalla Assemblea che poi; bene o Ferreri, colà trasferito stabilmente. Giustifi-
maJe, resse per olt re quarant'anni l'ordina- cato era il timore che, da un momento al-
mento della Biblioteca, fì n quando cioè Se- l'alt ro, tutto il materiale più importante del.
:done e Sede Centrale convissero in Torino. la Biblioteca venisse trasferito d'imperio
Frattanto nel 1896, a cura dell'allora a Roma per le necessità della redazione.
bibliotecario avvocato Boggio, veniva pub- Fu perciò con un respi ro di sollievo che gli
blicato un catalogo a stampa per ordine alpinisti e i Soci della Sezione di Torino in
alfabetico, mentre nel 1897 e 1898 usciva- particolare, lessero sul notiziario della Rivi-
no su lla Rivista due supplementi con il Re- sta del 1937 una breve comunicazione del-
golamento. l'allora Presidente Angelo Manaresi, che di-
La buona volontà di qualche Socio della ceva : e l a Biblioteca del C.A.I . esistente
Sezione provvedeva al fun zionamento, l'af- a Torino, risultato di circa settant'anni di
flusso delle pubblicazioni periodiche, \'ac- lavoro comune tra la Sede Centrale e la Se-
quisto o il dono di altre opere procedeva re· zione di Torino per riunire un materiale
golare e continuo, l'affitto dei ·locali era in prezioso per la storia e la documentazione
comune tra Sede Centrale e Sezione, men- dell'alpinismo, costituisce un tutto organi-
tre quest'u ltima provvedeva in genere a co di alto va lore che non poteva essere fra.
quanto riguardava scaffali, mobilio, riordino zionato senza menomarne il valore. Perciò

933
il Presidente Generale ha deliberato che la colarmentc le pubblicazioni straniere che
Sede Centrale lascia gratuitamente in con- documentano l'intensa attività alpinistico-
segna perpetua alla Sezione di Torino la esplorativa degli anni immediatame nte prc.
parte della Biblioteca suddetta di propriet:\ cedente il secondo conflitto mondiale. Oggi
della Sede Cen tmlc stessa•· fortunatamente questi vuoti vanno gradata-
Così la pennanenza a Torino era nuo- mente colmandosi.
vamente sanzionata, ma l'incremeuto e la l ripetuti traslochi, la stasi dcl periodo
vita della Biblioteca venivano tuttavia for- bclJico, il ritorno da Roma di varie casse di
temente menomati in quanto, da ll'epoca libri, il rinnovato abbondante afllusso di ma-
dcl trasferimento della redazione della Hi- teriale rendevano impellente la necessità
vista e del suo redattore, il ferreri, a Ro- di un completo riordino della Biblioteca.
ma, le pubblicazioni periodiche date in A ciò si accinse un'apposita comm issione,
scambio, gli omaggi, nonché i pochi acqui- per opera soprattutto del suo Presidente,
sti della Sede Centrale, che prima veniva- ingegnere Giovann i Bertoglio, il q uale del
no immessi nella Biblioteca, furono invece resto si era sempre interessato all'argomen-
inviati a Roma dove rimanevano a disposi- to. Egli fece iniziare un nuovo schedario,
zione per le necessità della redazione impostato con criteri moderni sul tipo di
Jntanto a Torino, sopravvenu ta la guer- quelli già in uso presso la Biblioteca Nazio-
ra, i volumi vennero ricoverati nelle canti- nale e quella Civica di Torino, iniziò il rior-
ne della Sede per salvarli dal pericolo in- dino delle opere e provvide, attraverso re-
combente dei bombardamenti e la Bibliote- lazioni e statistiche annuali, a segnalare la
ca poté fonzionare, sia pure con difficoltà , nostra Biblioteca al Ministero dell'Jstru·
per la soler..tia del prof. Cramatica che ne zione, ottenendone il riconoscimento quale
ebbe cura in quegli anni. Biblioteca Specializzata di interesse nazio-
Le opere furono in complesso ben con- nale, sicché nel 1954 essa venne compresa
servate e, con qualche astuzia, sfuggirono nell' e Elenco • pubblicato in volume a cu-
anche alla curiosità non disinteressata di ra del ~fo1istero
alcuni ufficiali tedeschi, mentre l'unico de- Ma scarsità d i spazio dispon ibile, ve-
paupemmento si ebbe nel materiale carto- tustà di arredi e scaffali, mancanza di per-
grafìco: dove le tavolette al Z5000 del- sonale che si dedicasse con la necessaria as-
l' L G.~·1. finirono in gran parte in mano a siduità e competenza a questo lavoro e ina-
Soci impegnati uella lotta partigiana. deguatezza di mezzi finanz iari - soprat-
Cessata la guerra e trasferiti gli uffici tutto da parte della Sezione d i Tor ino, im-
della Sede Centrale a ~lilano, fu concorda- pegnata a fondo nella improrogabile rico-
to di portare a Torino, dove era ritornata stituzione dell'ingente patrimonio rifugi,
la redazione della Hivista, e immettere nel- uscito grandemente danneggiato dal conflit·
la Biblioteca tutto il materiale librario rima- lo mondiale - olt re alle inevitabili remore
sto a Roma. Ma per mancanza di chi coli\ e attriti insiti in ogni comproprietà, fece-
si fosse occupato con continuità di quanto ro sì che l'eflìdenza della Biblioteca rima-
giunto nel periodo '3445, per la scarsità di nesse per anni assai ridotta.
acqu isti e per gli smarrimenti non potuti i~ merito del Presidente Generale Ar-
accertare, si crearono quelle lacune che si denti ~·! orini di aver attirato l'attenzione
focero sentire nell'immediato dopo guerra, anche nelle sue relazioni annuali, sulla ne-
specie quando il rinato interesse alle esplo- cessità di riportare alle sue importanti fun-
razioni extra-europee, fece ricercare parti- zion i questo magnifico patrimon io morale

934
e materiale. Con fattiva energia egli sti- - che le traversie subite dalla Biblio-
molò i contatti fra Sede Centrale e Sezione teca, a causa degli eventi bellici e di altre
di Torino, perché si addivenisse aJ una de- difficoltà incontrate in seguito renderebbe-
lìnitiva ed equa soluzione. Dal çanto suo ro impossibile l'esatta attribuzione della
la Sezione di Torino, pensosa soprattutto proprietà delle opere che la compongono,
dell'interesse generale del Sodalizio e de- attualmente possedute in comune dalla
siderosa che questa Bibl.otcca, unica del Sezione di Torino e dalla Sede Centrale;
genere in Italia, non rimanesse c. come gio- - - che le occorrenze finanziarie per
iel lo sotto campm1a di vetro :. , ma bensì fos- l'accrescimento del patrimonio librario e
se realmente a disposizione dei Soci, di tut- per l'esercizio di una Biblioteca Nazionale
ti gli alpinisti e degli studiosi in genere, si devono essere provvedute dalla Sede Cen-
dimostrò ben disposta a rinunciare alla sua trale del Sodalizio;
proprietà a favore di tutto il C.A. L, ponen- - che la Sezione di Torino e la Sede
do due sole precise condizioni : che la Bi- Centrale - conscie della funzione naziona-
blioteca rimanesse in Torino e che fosse te- le della Biblioteca-8esiderano che sia cla-
1mta aggiornata e funzionante. to il maggior possibile incremento al patri-
In perfetto accordo su questi punti, Se- monio librario e sia accresciuta sempre più
de Centrale e Sezione stilarono la conven- la funzionalità di esercizio dell'istituzione,
zionc che qui riportiamo pe r intero: a beneficio di tutti gli alpinisti si conviene
quanto segue:
« L'anno 1962 il giorno 27 del mese di
gennaio fra il Presidente Generale del Club 1) La Sezione di Torino don::i. alla Se-
Alpino Italiano avv. Virginio Bcrtinelli au- de Centrale del Club Alpino It aliano la pro-
torizzato dalla deliberazione dcl Consiglio prietà ad essa spettante delle opere raccolte
Centrale del 26 marzo 196l e il Presidente nelrattuale Biblioteca, alla condizione e-
della Sezione di Torino del Club Alpino I- spressa che la sede permanente cd immuta-
taliano dr. Emanuele Andreis autorizzato bile del complesso biblioteca - nella attua-
dalla deliberazione del Consiglio Pirettivo le consistenza e in quella che deriverà da-
Sezionale del 24 mano 1961. gli accrescimenti futuri - sotto il nome
PREMESSO di "Biblioteca Nazionale del Club Alpino
- che in Torino ha sede la Biblioteca Italiano" sia stabilita in Torino, sotto la os-
del Club Alpino Italiano, ivi istituita nel servanza da parte della Sede Centrale delle
1863 dal Club Alpino cl.i Torino, fondato da seguenti ulteriori condizioni:
Quint ino Sella, e successivamente oggetto a) L'incremento del patrimonio libra-
degli accordi approvati dall'Adunanza Ge- rio dovrà essere adeguato alla produzione
nerale Ordinaria dei Soci della Sezione di editoriale spedalizzata e il funzionale eser-
Torino del 23 dicembre 1886 e dell'Assem- cizio della Biblioteca Nazionale dovrà es-
blea dei Delegati del 9 gennaio 1887, di cui sere costantemente e continuamente assi-
fa fede il relativo verbale pubblicato a pa- curato.
gina 23 e seguenti della Rivista l\fonsile b) tutte le spese inerenti all'incremen-
del 1887; to del patrimonio librario ed al funzionale
- che la Biblioteca si è dapprima svi- esercizio della Biblioteca Nazionale sono
luppata con l'apporto di opere e di fondi a carico della Sede Centrale, che vi provve-
da parte della Sezione di Torino, e in segui- de con uno specifico stanziamento annuale
to con il concorso della Sede Centrale; di bilancio, di entità tale da poter garantire

L
935
l'impegno del comma a) della presente con- del C.A.1. apriva i battenli per nnizio delle
venzione. celebrazioni del Centenario ed iniziava il
e) L'ordinamento cd il funzionamento suo regolare funzionamento, con un alliusso
della Biblioteca Nazionale sono affidati ad di lettori ed una richiesta di opere veramen-
una Commissione Centrale, presieduta dal te notevole, che testimonia quan to utile
Presidente Generale o da persona dallo stes- sia questa importante realizzazione dcl
so delegata e costituita da un numero di C.A.1.
membri nominati per met:\ dal Consiglio Riassunta così la storia amministrativa e
Centrale e per met:\ dal Consiglio della Se- l'evoluzione della nostra biblioteca, quale
zione di Torino. La Commissione emanerà ne è la sua consistenza numerica cd il pre-
un regolamento per l'esercizio della Biblio- gio del suo contenuto? Eccone per sommi
teca, che dovrà essere approvato dal Con- capi un accenno;
siglio Centrale dcl C.A.J. Una prima sezione comprende i pe-
2) Alla Sezione di Torino - per la co- riodici alpinistici uflìciali e sezionali pubbli-
stituzione di una biblioteca Sezionale - sa- cati dai vari Club Alpini nel mondo, con
ranno assegnate le opere contenute in du- un totale di circa 3500 volumi annate, che
plicato nella Biblioteca Nazionale del Club naturalmente si accrescono ogni anno di
Alpino Italiano parecchie unità, perché i vari C.A. manda-
3) Ogni accordo precedente, relativo no le loro pubblicazioni in cambio clella n0-
alla proprietà, al funzionamento e all'ordi- stra Hivista
namento della Biblioteca del Club Alpino Altra Sezione è quella delle Guide alpi-
Italiano - e in particolare quello discen- nistiche e turistiche, ordinate con criteri
dente dalla deliberazione dell'Assemblea geografi ci e linguistici. Essa comprende an-
dei Delegati del 9 gennaio 1887 - si inten- che i manuali di alpinismo e di sci, con un
derà decaduto con l'entrata in vigore della totale di circa 1600 volumi.
presente convenzione. La ter.la sezione, assai vasta, compren-
4) La presente convenzione entra in vi- de le opere, dai classici dell'alpinismo agli
gore il giorno 21-5-1961, con la ratifìca studi scientifìci di geografia, geologia, gla-
dell'Assemblea dei Delegati del Club Alpi- ciologia, flora, fauna, idrologia ecc. e si com-
no Italiano :t . pone di circa 5000 volumi.
La quarta sezione raccoglie tutti i fasci-
Sancita la convenzione dal voto dcli' As- coli vari di miscellanea, estratt i, pubblica-
semblea tenutasi a Carrara nel maggio zioni diverse, in parte raggruppati e rilegati
1961 , Sede Centrale e Sezione provvidero in volumi: ammontano a circa 3000.
tosto alla nomina della prevista Commissio- I periodici turistici e bollettini geografi-
ne che, grazie ad una notevole somma ap- ci geologici, di storia naturale e scientifici
positamente stanziata dalla Sede Centrale in genere per un complesso di 1500 volumi
ed all'opera assidua e inte\Hgente del nuo- circa formano la quinta sezione, mentre in
vo Bibliotecario Alfredo Richiello, pose ma- apposito armadio è raccolto lutto il materia-
no all'assetto definitiva della Biblioteca le cartografico.
Rimessa a nuovo la sala di lettura in un Ciò che distingue e dà un va lore tutto
accogliente e luminoso locale, sostituiti per pa rticolare a questa raccolta è la già accen-
la maggior parte i vecchi armadi con nuovi nata sezione dei periodici alpinistici, unica
e razionali scalfali metallici, completato lo certamente in Italia e non faci lmente repe-
schedario, la rinata Biblioteca Nazionale ribile anche altrove con, ad esempio, la col-

936
lezione completa <lell'Alpine Jounial, il pri- fre<lo Casalis Dizionario Geografico storico
mo periodico di alpinismo con i rarissimi di S. M. il Re di Sa rdegria in 28 volumi
primi quattro volumi, intitolati e Pcaks, Pas- 1833-1856); Historique de la Val <f Aosle
ses :md Clacier » quelle dci Club Alpini <li De Tillier; e passando gradatamente a
Austriaco, Svizzero, nati pochi mesi prima tem pi più recenti, le bellissime stampe di
del nostro, Francese e Tedesco di poco sue- E.T. Coleman ll/11stmzione delù1 parte gla-
cessiv1 _ ciale del Mon te Bianco - Londra 1855 e
Nella sezione opere, saranno giustamen- q uelle di E. \.Yalton con testo <li C. Bonncy
te apprezzati dall'amatore alcuni volumi <li The Peaks mul t1ie Valleys of tlie Alps -
an tiquariato, quali: T opograpli ia 1-lelve- Lond ra 1865; il Viaggio romantico pittori-
tille, Rlwetia et Valesiae di Matthaeus Me- co delle prooincie occitlentali delfantica e
rian del 1654; Le isole 7li1l famose del 1110/l- modenw Italia di Modesto Paroletti - Tori-
do descritte da Thomaso Porcacci da Casti- no 1824, l'opera di Th. Wundt Wanderbil-
glione - Venezia 1575 de r aus de,~ Dolomiten - Berlino.
Della mwiga:;io11e e oiaggi di Cio Batti- Naturalmente .Ja parte maggiore e più
sta Ramusio - Venezia 156.3; It i11era 7wr completa sempre in questa Sezione è quella
Helvetiae Alpi11as Regio11es ad opera di dei classici dell'alpinismo, e una gran par-
Johanne Jacobo Scheuchzero del 1723; te di queste ope re portano dedica e firma
Viaggio attmverso W Alpi Marittime di autografa dell'autore, come le opere del
Albanis de Beaumont - Londra 1795 e Whymper, del Tyndall, del Bali, di Rey
Viaggio dalùi Francia all' It alia della stesso e di molti altri italiani e stranieri
autore - 1806; La Description d.es Cfacié- Si tratta dunque di una collezione di ol.
res, Claciers et Amas de giace lf u Duché tre 14500 volumi nella quale anche l'ama-
la Savoye di M. Theodor Burrit - Ginevra tore e lo scienziato potranno trovare opere
1773; i quatt>ro volumi dci Voyages dtms les interessanti, mentre l'alpinista potrà sdd-
Alpes di Borace B. de Saussurc - Neuchatel disfare quasi ogni sua curiosità nel campo
1796-1803-1804; la pockrosa ope ra di Cof- librario

937
CINEMATOGRAFIA DI M ONTAGNA

E: così breve la storia della cinemato- ca di riprendere paesaggi o sa lite, ma con


grafia di montagna, è così recente, che non scarso successo. Le pellicole in uso non
sem bra nemmeno storia: piuttosto, ancora risultano sufficientemente sensibili alla cru-
nuida e mut evole cronaca. ~fa, in questa da luce della montagna. Alla fìn e, si in-
storia o cronaca che sia - diciamolo tran- venta la pellicola pancromatica, e le cose
quillamente - il ca pitolo che riguarda la vanno meglio.
cinematografi a italiana deUa montagna è 1905. Si proietta a Parigi il primo film
abbastanza nutrito, anche se non con tiene di montagna. E: in titolato Un drame sur les
notizie pionerist iche molto antiche. Il c ine- glaciers de la Blumlisalp e ne è regista Fe-
matografo ha infatti sessantotto anni, giac- lix Mesguich, il quale si è valso della con-
ché Luigi Lmpière soltanto nel 1895 proiet- sulenza di un alpinista svizzero: il clr. Blély.
tò la prima pellicola. 1920. Pau l Uarlat icr gira al rifugio
Non è un gran lavoro fi ssare le tappe Tucke tt sul gru ppo di Brenta il suo Fleurs
della storia della cinematografia di monta- des r1ei.ges, un film d'amore che ha per
gna nel mondo e in Italia. Già parecch ie sfondo (e, in parte, per ìnterp~e ti) le rocce
\'Olle questa recensione di avvenimenti e e la neve. In America, Stroheim realizza
di reali1.zazione, è stata compiuta prima La legge d ella montagiia.
dal Leprcchen, e più recente mente dal 1921. Ancora Felix ~ l esgui c h riprende
Crudo, dal Bertieri, dal Sarteschi, dal Mo- un'imponente serie di paesaggi dell'Eve-
naco ecc. Infine, val la pen a di leggere rest. Frattanto cominc iano i documentari
La mo11tagna e il cilie di Languepin, uno specialmente sportivi: Sport d'hiuer au Ca-
dci capitoli del grosso recentissimo volume nada e Att.,ave rso i monti e le cascate d ella
La Montag na edito, a cura di Silvio Saglio, Californi(/ sono del 1919, Conco urs de ski
dall'Istituto Geografico D e Agostini e Sport d'liiver sono del 1920 come Nelle
alte mmitagne della No rvegia. Durante la
Ecco dunque le date più importanti seconda spedizione inglese sull'Everest il
che vale la pena d i ricordare per la storia capitano Noel filma il massiccio Changla e
generale della cine matografia di montagn.1: molte pittoresche scene dei monti tibetan i.
19-22. Si gira nella valle dcl Varo, a
1900-1915. Epoca de i tentativi. Si cer- cura di Lcon Poirier, il film ]ocelyn il cui

938
soggeuo è lratlo da una novella di Lamar- cumentarìo nella spedizione al Kamet nella
tine. Je n Epstein allestisce il film La mon- catena dell'Himàlaya.
tt1g11a i11/edele. Jacques Feyder realizza un 1933. Smythc gira un altro documen-
fìlm che ha per ambiente un villaggio sviz- tario sull'Everest riuscendo a portare la
zero (Saint Lue) a 2800 metri d'altitudine. macchina da presa a 8220 metri di altitu-
Abel Gange regala all'Europa il primo dine.
grande film di montagna: f_,,(1 Ro11e. 1934. La spedizione di Dyhrcnfurth
Da allora la produzione dei fìlms di sul Karakorùm, per finanziarsi, gira il fìhn
montagna si estende e si complica negU intitolato Il Demone deU'Himàlaya.
Stati Uniti, in Francia, in Germania; le 1936. Marce! Jchac segue una spedi-
pellicole in cu i le montagne fanno special- zione francese e crea un capolavoro, II imà-
mente da scenario diventano abbastanza laya, che verrà prem iato alla Biennale cine-
numerose. malograllca cli Venezia del 1938. (Più tardi
1924. Dunavel gira un documentario saranno dcll'lchac alt ri films molto apprez-
sul 1epal zati: Ski lle Fnrnce, A rassa11t lles Aiguilles
' 1927. Amold Franck (il quale si vale du Dklble, 1'em pdtes sur les Alpes e L es
della cooperazione appassionata di Luis Etoiles du milli).
Trenker e di Lc ni Hiefcnstlrnl) produce il 1943. Da un racconto di Roger Frison-
film La mo11tag11e sacrée. Jloche, che ha per sfondo il gruppo del
1929. A. Frank (insieme con Pabst) Monte Bianco con ai piedi Chamonix, Luis
allestisce un altro assai importante fìlm Daquin realizza il fìlm Premier de cordée.
Prisom1iers de la 111011/agne. La montagna, 1950. 1'.fauricc Herzog e Louis Lache-
secondo Franck, è la grande tiranna in nal organizzano la spedizione su ll'Anna-
agguato. Ancora Franck realizza, insieme puma, e Marce! Ichac li accompagna !nu-
con Hiefonsthal, La bella mllledettll, un nito della macchina da presa. li fìlm che
fìlm di poesia e di stregoneria della mon- ne ricava è una memvigli::i: Victoire Stlf
tagna. Più tardi darà un altro film famoso fAmwpuma. E: con l'Ichac anche Gaston
e noto a tutti gli spettatori di quel tempo: Rebuffat che sar::\ poi autore del fìhn Etoiles
Ehhre;:.;:,a bianca. A Ginevra risulta costi- et tempétes.
tu ita una ~ezione cincmatografìea del Clu b 1952. Comincia il Festival internazio-
Alpino Svizzero che ha allestito cinque do- nale di Trento per i fìlms di montagna.
cumentari: L'aiguil/e du Moine, Les Dc11ts
du Midi, Les Aiguilles Dorées, La ]lmgfrau, A questo punto, scegliere nella biblio-
Saas a Zermatt. grafia e tra gli stessi ricordi, diventa una
1930-1931. Si afferma, come regista e impresa disperante: i fìlm di mont::igna so-
come attore, Luis Trenker. I suoi fìlms di no ormai cent inaia, migliaia. Rammentia-
montagna più ambientati saranno La grm1- mo Drame tl la Nmula Devi di Languepin.
de co11q11ist" (1937) e TJe monts en flam- e, d'altra parte - per esempio - un film
mes. Ma anche il Figliol JJrmligo (1934) commerciale molto criticato La neige e<l.-
- c11e fu realizzato dal Trenkcr in America denil di cui fu regista Dmytrik e protago-
- è pervaso dcl silenzioso, appassionato nista Spencer Tracy nel 1956. Ci viene in
amore di un alpigiano autentico per la mente, tra le cose più curiose, Il terzo uomo
montagna. L'ultimo fìlm di Trcnker 1l pri- della montagna realizwto da Disney nel
gioniero della montagna è del 1955. 1958; D01mes et cimes du Pcrou di Lionell
1931. Frank S. Smythe realizza un do- Terray, e 1l tempo si è fermato che Olmi

939
presentò nel 1959 e del quale sono prota- distribuivano, contemporaneamente, il C.
gonisti la montagna e l'operaio di una diga A.l.-U.C.E.T. e le Sezioni dcl C.A. I. cli Mi-
idroelettrica. lano, di Treviso e di Roma.
Nel 195l la direzione cen trale dcl C.A.J.
Se queste sono nlringrosso le tappe riorganizzò ufficialmente la propria Com-
principali che la cincmatografìa di monta- missione cinematografica a Torino (poi la
gna ha percorso in Europ.'l e in America, Commissione si trasferì a Milano) e il com-
ecco che per la storia dcl cine e della mon- pianto ing. Enrico Rolandi ne assunse la
tagna in Italia il discorso deve diventare Presidenza.
un po' meno sommario Che cosa si intendeva di rare con que-
Due sono oggi in Italia le principali sta Commissione? Si intendeva di incorag-
iniziative: Il Festival Internazionale del giare la cincmatografìa di montagna e di
Fi1m di ~fontagna e dell'Esplorazione che divulgarla. Ma, in sede di realizzazione
ormai si ripete da undici anni a T rento, e pratiche, che cosa si poteva e si doveva
la Cineteca del C.A.L fare?
Il Festival di Trento cominciò nel 1952, Naturalmente, prima di tutto, si pensò
ma già nel 1946 risulta costituita, se put addirittura a produrre dci lìlrn, poi, siccome
non coi crismi ufficiali, una e Commissione le spese sarebbero state insostenibili, ci si
Ccntrnle , per la cinematografia alpina. La volse all'idea della cineteca e di uno sche-
presiedeva Guido ~foggiani cli Torino. 1n dario cinematografico che doveva conte-
quello stesso anno 1946, si tenne il primo nere ind icazioni su tutti i fìlm di montagna
concorso nazionale di cinematografìa alpina esistenti, in maniera che fosse poi possibile
a passo ridotto. E questo concorso fu, senza anche procurarseli a noleggio e proiettarli.
dubbio, il pre<!e<lente immediato del Fe- La cinematografia di montagna, si disse,
stival di Trento. Si erano già allora, costi- avrebbe contribuito a diffondere gli ideali
tuiti dei piccpli centri di appassionati. In- del C.A. I., sia invitando alla montagna sia
fatti , dei venti fìlm che furono presentati al illustrando tecniche paesaggi e itinerari
concorso, pare<!chi sono prodotti dal C.A. 1.- Giusto. Ma con quali mezzi e in che
U.C.E.T. di Torino, dall'I.C.A.L. di Erba, modo si poteva diffondere la cinematografia
dalla Sezione del C.A.J. cli Milano. li primo di montagna? Evidentemente, incoraggian-
premio assoluto toccò a Botanica a corda do i cinematografari a produrre grandi e
doppia del C.A.l.-U.C.E.T., mentre il film piccoli film-documentari , pellicole turisti-
Virtuosismi dello .sport bianco fu conside- che e anche veri e propri film di intreccio,
rato il migliore dal punto di vista della te<!- in cui la montagna fosse attrice oppure
nica sciistica; il fìlm Acque venne classifica- servisse da sfondo, eppoi dedicandosi alla
to come il migliore documentario e il film diffusione di questi film
Scuola di. Roccia a Merano fu ritenuto il Sorse così anche la prima modesta cine-
migliore fra quelli di 8 millimetri. teca, del CA. I., la cui att ività e i cui pro-
E, a quell'epoca, si cominciarono anche grammi sono ancor oggi in discussione. Si
ad organizzare qua e là nelle varie città tratta di questo: procurarsi molti film , pos-
d'Italia, a Bologna e a Cenova, mostre di sibilmente tutti attraenti e interessan ti, e
fotografie della mon lagna e proiezioni di provvedere a proiettarli negli amb ien ti al-
fìlm alpinistici. Nel 1948 l'Istituto Nazio- pinistici, specie nelle sed i delle Sezion i del
nale Luce aveva in dotazione e noleggiava C.A.L, o anche fuori di esse, per il pub-
ben dodici fìlm di montagna. Altri film blico in genere.

940
La Commissione Cinematografìca del
C.A.L rinacque, dopo il tentativo di cinque
anni prima - come si è accennato - nel
1951 a Torino; nei primissimi tempi fu
presieduta da Ettore Ciraudo, (anche lui
ora scomparso) e poi dall'ing. Rolandi.
Al LXIV Congresso del C.A.l. che si ·
tenne a Trento, Amedeo Costa foce una
proposta alla Società Alpinisti Tridentini
che si era assunta il lavoro dell'organizza-
zione ciel Congresso: perché non si indi-
ceva, per l'occasione, una rassegna dci fllm
di montagna? Ce ne dovevano essere onnai
parecch i in giro. C li alpinisti convenuti
per ·n Congresso, li avrebbero certamente
gustali e apprezzati.
Nacque così il primo Festival dci film
di montagna NCittà di Trento". In un
cinematografo di periferia, si proiettarono
tutti i film che fu possibile raccogliere qua
e là. Rolandi andò a Parigi, si mise in rela-
zione con alpinisti cinematografari di Inns-
bruck, di Monaco e di Zurigo; il Presidente Amedeo Cwto
della S.A.T. che era allora l'avv. Boni, mise
a disposizione un po' cli fondi (il vice Sin-
daco prof. Ducati fu largo di incoraggia- Già nella prima edizione dcl Festival
menti); Costa si diede da fare per le pro- si proiettarono fllm di Samivel, di HOr-
grammazion i, gli inviti, l'organizzazione. mann, di Fuitter, e nelle edizion i succes-
Meraviglia delle meraviglie non soltanto, sive vennero convogliati a Trento tutti i
all'iniziativa, si interessarono gli alpinisti, · migliori film di montagna che l'Europa ave-
ma il pubblico cli Trento e perfìno dei pae- va prodotto e produceva. Si istitui rono pre-
si vicini si passò la voce e accorse, di giorno mi, si organizzarono retrospett ive di registi
in giorno pili numeroso, alle proiezioni. e di in tere nazioni, si indissero convegni
Dunque la cincmatografìa d i montagna - di alpinisti e tavole rotonde. Oggi, effettua-
si arguì - presentata in un certo modo po- to ormai il Xli Festival, la manifestazione è
teva far presa anche sulle platee, sull'uomo considerata, nel suo genere, la pili impor-
della strada oltre che su quello dci rifugi tante del mondo. li Festival fu presieduto
e delle vette. fìno al 1954 da Amedeo Costa, dal 1955 al
Cosi nacque il Festival Internazionale 1958 da Bruno Biondo e dal 1959 al 1962
la cui origine è legata - come si vede - da Mario Franceschini; oggi è presidente
all'att ività che, in qualche modo, si era del Festival il dott. Belli. La manifestazio-
prefìssa la Commissione C inematografica ne si sostiene colle sovvenzioni del Mini-
dcl C.A.T. e alla atmosfera favorevole cl1e stero per il Turismo e lo Spettacolo, della
poi era andata creandosi in molt i centri Regione Trentino· Alto Ad ige, del Com-
d'Tt alia. missariato del Governo per la Regione au-

941
tonoma della Provincia, del Comune, della cessa ria per l'acqu isto. Insieme con il Costa
Camera di Commercio, della Cassa di Ri- propose pit'1 tardi che, non solo girassero
spannio, e della Azienda autonoma dcl Tu- per le varie sezioni i fìlm della cineteca,
rismo di Trento oltre che del C.A. I. ma che un incaricato del C.A.J., munito di
Nel 1953 fu presentato a Trento - per macchina da proiezione, si recasse nelle
citare le pellicole più famose - il Mmmt sezioni a girare i film: la spesa sarebbe
Everest 1952 di Roch e Dyrenfurth, nel stata maggiore, ma molto minori sarebbero
1954 il fìl m sulla spedizione italiana al K 2, risultati i danni che, alle pellicole, potevano
nel 1956 Makaltt 8500 di Fra11co e l\fa- recare gli inesperti che si fossero accint i
gnone, nel 1957 lfommes et Cimes du Pe- a proiettarle.
rou di Terray, nel 1959 f.,e étoiles d11 midi Rolandi purtroppo si ammalò e alla di-
di Jchac. stribuzione dei fil m dovettero provvedere
I film che il Festival ha ospitato assom- Costa, Bello e Zccchinelli. Quando Rolandi
mano omui a centinaia e cen tinaia. morl, lo sostituì nella Presidenza appunto
il rag. Bello.
~fa intanto, all'infuori di q uesta inizia-
tiva, come andarono in Italia le cose in Se queste sono le due più notevoli ma-
tema di cinematografia alpina? nifestazioni organizzative del C.A.I. non
Nel 1950, quando al C.A.1. si cominciò è fuori di luogo cercare cli riassumere il
a riparlare della famosa Commissione Cen- capitolo generale che riguarda la storia del-
trale che doveva diventare poi la Com- la cinematografia di montagna italiana.
missione Cinematografica Alpina, esisteva Vittorio Sella ne fu certamente il pio-
già l'Istituto "Vittorio Sella" che si era niere non solo percl16 esegu ì le prime splen-
proposto di produrre fìlm di montap;na con dide fotogra fi e della montagna da vicino
l'aiuto ancl1e del Consiglio Nazionale delle (fl no allora. chi fotografava tendeva a
Ricerche: il prof. Colonnelli propose allora creare sfondi lontani di crinali di vette e
clie Ist ituto Sella e Commissione del di massicci) ma anche perché, nel 1909.
C.A.J. lavorassero assieme. Ma la Commis- seguì, proprio come cinema tografaro, la
sione non funzionò come avrebbe dovuto· s1)C(lizione dcl Duca degli Abruzzi al K 2.
esisteva soltanto sulla carta. Allora il C.A .J. Poi ci fu Mario Piacenza. che recava sul
nell'ottobre del 1950, incaricò Amedeo Co- Dente del Cigante e sul Cervino la mac-
sta di eseguire un'inchiesta sul mancato china da presa. Siamo negli ultimi anni che
funzionamento della Commissione e pili precedono la e:uerra 1915-18 d urante la
tardi- cioè nell'aprile del 1951 - la Com- oualc. a cura dcl sen•izio Fotocincmatoe:ra-
missione si rimise cli buona volontà al la- fl co dell'esercito i tecnici delle riprese Pao-
voro. lo Granata e Luca Comerio girarono alcuni
L'i111;. Rolandi. da Torino dove aveva documen tari della guerra sulle Alpi, nei
fissato la sede della Commissione, cercò di quali le nevi dell'Adamello e le rupi del
rintracciare e di ricuperare il vecchio ma- Tonale appaiono veramente protagonisti
teriale cinematografi co di proprietà del C. Un fìlm dcl 1916 che susci tò notevole
A. I. e di trovare nuovi fìl m per la cineteca. interesse fra il pubblico di allora è Maciste
Riuscì a metterne assieme venti in bianco Alpino
e nero. TI dado ormai era tratto. Li montal!lla
Voleva anche acquistare una macchina. entrava a far parie dci soge:ettì e dc.c;li
da presa, e il C.A.I. stanziò la somma ne- scenari dci fìlm· ecco nel 1919 Tl carro
sulla montag1w e i.A do1111a Brigar1te; ecco ripetessero la voce fonda e soave della mon.
nel Hf26 Il Gigante della Montagna di tagna vera; aspiravano da un lato, se si
Brignone e l'anno dopo, famosissimo, indi· vuole, a dci documentari magari tecnici,
mcnticabilc, Il Vetturale del Moncenisio - corde doppie, ramponi, chiodi, staffe,
di Negroni, entrambi un poco fìliati da acrobazie, fiato grosso - e, dall'altra, a tra.
Maciste Alpino se non altro perché erano smettere un messaggio visivo di poesia.
interpretati dallo stesso ~facistc e si pro-- t così che, anche in Italia, i film di
ponc, ano di conseguire il successo di quel
1 ·montagna, si dividono in due grandi cate-
primo film con mezzi analoghi. Poi venne gorie e i produttori e i registi in due schie-
Trenker, e il film di montagna - specie re: il film dove la monta,gna è un pretesto
con La grande conq11ista dcl 1937 - assur- o un abbellimento, e il fllm dove la 111011-
sc rapidamente a maturit:\ artistica e spet· tagna è protagonista, documento o lirica.
tacolarc. I primi registi, più o meno improvvisati,
Quasi contemporaneamente venivano di questa seconda specie di film , furono i
girati jn Italia un film di guerra tratto dal ragazzi della Sezione Alpinismo dcl CUF
famoso romanzo di Paolo Monelli, Le scar- di Milano di trent'anni fa, i quali organiz·
1ie td Sole di Etler, 1l Piccolo Alpino di zarono addirittura delle serate di cinealpi-
Brancoli e, qualche anno dopo, quando già nismo; furono i giovani C.A. 1.-U.C.E.T. di
si era in guerra, vale a dire nel 1942, I tre- Torino; furono e sono tutti coloro che si
cento dell11 settima di Baffico, Duelli della recano sulla montagna con l'ambizione e
Montagna. di Aldo Vergano e i.A domw 1a speranza di cogliere colla loro cine-presa
de lla montagna di Renato Castellani tutta l'emozione del paesaggio. della scala-
Passata la tremenda bufera del secondo ta, del silenzio o della voce del ven to o dcl
confl itto mondiale, la cinematografia che, sussurro della foresta. Sono quindi anche
pi~• o meno direttamente si ispira alla mon- Giraudo, Rolandi. Costa, Fanlin ... gli alpj-
tagna e può nello stesso tempo tenere il nisti del Gruppo Himalayano, gli stessi par-
cartellone delle sale pubbliche di proiczio- ' tecipanti, in un certo senso, ·alle spedizioni
ne, riprende scn7.a però molto successo italiane nel K 2 e sul C 4
I Cavalieri della mor1tag1111, L'Europa vista J produttori e i registi dci film dove b
da/folt o, La Meraol,f!lia delle Alpi, di Se- montagna è più o meno specioso pretesto
verino Casara. Questi diede alla cinemato- vanno considerati anc11'essi in varie cate-
,e:rafia d i montagna anche alcuni cortome- gorie a seconda delle loro intenzioni: cbi
tra,e:gi: i.-e imprese di Emil;o Comici, La semplici mercanti agli appassionati che
cordata , Non legate il ~igan te, Con picozza sentono, per esempio, mentre intessono un
e ramponi, Misclial1el reeno dci 4000. Ap- film d'amore o di avventura, il Fascino della
parvero anche Quota 4000 ventun f)ivacchi monta.e:na e lo fondono colla trama e il
o Samaritani delle Alpi del caro e bravo racconto.
i\fario Fantin ; f,,t1 diga di f!1iiaccio, Mano11 Vecchia considerazione. Leggiamo in
fi11eslm, Tra fili a llfil11110 e Il tempo si è fer. un numero della Rivista iHens:le dcl C.A. I.
malo di Ermanno Olmi. del 1929: < TI Signor Fisc11er - un alpi-
nista svizzero che aveva poco tempo ad-
Ma non bisogna dimenticare che, nello dietro pubblicato su 1.-e Alpi un articolo
stesso tempo, coloro che più puramente sulla cinematografia alpina -. TI Signor
amavano le rocce e i ghiacciai, aspiravano Fischcr si domanda se non sarebbe possi·
a elci film forse non commerciali, ma cl1e bile di rendere un film romanzesco ugual-
mente interessante dal punto di vista alp i- apprezzi e non ammiri, la svolta, la cinema-
nistico>. tografia di montagna. Tutto, dunque, sta nel
L'argomento rovescio è questo: cci si saper fare dei fìlm con l'intelligenza, il gu-
domanda se non sia possibile di rendere sto e l'esperienza di Samivel.
un fìlm di montagna ugualmente interes- Un giorno, alla fìn e di settembre del
sante dal punto di vista artistico e spet- 1948, Samivel, reduce dalla Crocnlandia
tacolare >. dove aveva girato uno dei suoi film di
Bisogna riconoscere che, a entrambi gli roccia e cli neve, giunse in una città della
argoment i, nel corso degli anni, sono state Francia, e dalla na\'e scese al porto davanti
date risposte insoddisfacenti, negative e a una piccola folla che lo attendeva com-
assai positive. Specialmente, vorremmo di- mossa. Ed ecco che gli si accostò un ope-
re, al secondo. raio in tuta e gli disse: e Crazic, Signore,
Ma non si può dire che il pubblico non grazie di essere andato per noi laggiù >.

CAllLO PIOVA N

944
IL MUSEO NAZIONALE
D ELLA MONTAGNA

Il Musco Nazionale della Montagna, de- segno della quale è dovuto al celebre ar-
dicato alla memoria dcl Duca degli Abruz- chitetto orvietano Ascan io Vittozzi - la
zi, sorge sul caratteristico colle che domi- cui consacrazione seguì il 22 ottobre 1622,
na Torino a levante, alto sulla sponda <le- coll'intervento di tutta In corte e della no-
dei Po, al cospetto della gran cerch ia delle tissima, quanto eccentrica regina Cristina,
Alpi Occidentali, che nelle giornate lim- abdicataria di Svezia.
pide, tutte si spiegano allo sguardo del. vi- i\fa se il duca Carlo Emanuele I prov-
sitatore salito lassù. vide alla costruzione della chiesa, non vis-
Forse, in antico, luogo di culto preroma- se tanto da provvedere alla sua decorazio-
no, l'attuale Monte dei Cappuccini era sta- ne, ed a questa, interpretando il pensiero
to nel basso medioevo la Bastia (Bastite del genitore, pensò il fìglio Vittorio Ame-
sive Motte dc Thaurino) o fortc;r.za posta deo I, che diede incarico dcl lavoro all'ing.
a difesa dcl sottostante ponte sul Po; che Castellamonte, il quale lo compì entro gli
dava accesso alla città per chi proveniva dal anni 1636-1637.
i\ fonfcrrato. Dall'opera del Castellamonte la chiesa
Col tempo e col sorgere di altre opere uscì ricca e bella: fu pregiata di marmi e
di difesa e in particolare dcl castello di por- di stucchi e adornata di lapislazzuli e di
ta Fibellona (ora palazzo Madama), l'inte. agate.
resse strategico della Bastia venne a scade- Nella notte dcl 9 dicembre 1696 scop-
re e la fortezza, caduta in rovina, con i ter- piò nel convento dci Cappuccini un gra-
reni circostant i, passò a proprich\ privata . vissimo incendio, che durò 22 ore e distrus-
L'ultimo feudatario del monte - Filippo se una metà dell'edilìcio. Ln parte del con-
Scaravcllo - lo cedette per la somma di vento, demolita dal fuoco, fu ricostrnita per
millecen tosettanta scud i d'oro, intorno al opera munifica del duca Vittorio Amedeo
1581 , a Carlo Emanuele I duca di Savoia. II, il quale, già durante il sinistro, aveva
Questi, due nnni dopo (1583) poneva la pri- mandato soldati per domare le fiamme ed
ma pietra della attuale ch iesa e vi insedia- egli stesso vi era pure accorso.
va i Frati Francescani: da allora il nome
dcl Colle divenne ~ I onie dci Cappuccini. Un secolo dopo l'annistizio di Chera-
Nel 1611 fu tem1inata la chiesa - il di- sco e il trattato di Parigi (15 maggio 1796)

945
segnano l'inizio della dominazione france- le il Culto cedeva e consegnava al i\fonici-
ce e nel 1799 la guerra investe in pieno il pio di Torino i locali dell'ex Convento dei
monte ed i suoi padfìci abitatori. Infatti Cappuccini del i\lontc e, precisamente, il
il 20 giugno di quell'anno il i\laresciallo fabbricato già in uso nì medesimi con la
Souwarow entrava in Torino alla testa del- chiesa annessa, unitamente a tutte le ad ia-
le truppe austrorusse e, per battere i fran- cenze, terreni, rive, giardini, strade, corti-
cesi asseragliati nella cittadella, piazzava le, piazzale e pascolo, dell'estensione di tut-
le sua batterie su ll'alt ura del Monte. to in ettari 5.83.19. con tutti i diritti, azioni,
Il duello delle artiglierie fu lungo e vio- ragioni, servitù attive e passive di qualsia-
lento; un solo attacco durò trentasei ore e si natura inerente e spettanti al detto Ente
la Chiesa dei Cappucd ni ne porta tuttora Si eccettuò dalla cessione soltanto il
le tracce: alcune palle da cannone francesi quadro dcl Greppi, raffiguran te S. France-
si vedono tutt'ora incastrate nella faccia ta. sco in atto di ricevere Cesti Bambino, che
Con la vittoria francese e i1 sopravvenu- venne devoluto e consegnato alla Regi a
to governo provvisorio, vengono instaurate Pinacoteca di Torino, che lo sostituiva in
nuove leggi e il decreto del 26 termidoro segu ito con una copia.
anno X della Hepubblica (17 agosto 1802) L'amministrazione dcl fondo per il C ul-
- a fìnna dcl Primo Console Bonaparte - to acconsentiva inoltre che la ch iesa rima-
abolisce gli ordini monastici e le congre- nesse.aperta al pubblico e preponeva a quel
gazioni religiose, passandone i beni allo sen •izio quattro religiosi sacerdoti e quattro
Stato frati laici inservienti, ai quali venne asse-
l i ~! ont e dei Cappuccini, messo all'a- gnata per abitazione una sola e minima
sta, fu vend uto a un privato e pare che parte del conven to annessa alla chiesa, che
il compratore - l'avv. P. L. Baby - ne forma il quadrato in mc;r,zo al quale trova-
pagasse il prezzo con la vendita dcl piombo si la cisterna.
di cui era rivestita la cupola della ch iesa. Successivamente, nel 1874, il Consiglio
Per dodici ai-ani i locali del convento fu- Comunale accogliendo la proposta del Club
rono aclibitj a collegio-convitto. Al pino It aliano - per in iziativa dcl cav.
Caduto il governo francese nel 1814 e Pio Agodino, uno dci fondatori della Sa-
ritornato sul trono degli avi Vittorio Ema- cietà - di sistemare su l i\lonte dci Cap-
nuele I, questi ristabilì i conventi, riscattò puccini una Vedetta alpina, od osservata-
il ~ ! onte con un contratto di permut a del rio, consistente in un semplice padiglione
15 luglio 1816, cedendo in cambio ben due dotato di cannocchiale mobile, autorizza-
cascine, nei dintorni, dell'estensione com- va la costnrdone dell'opera a cura e spese
plessiva di 218 giornate, e ridonandolo della Città e la sua consegna in esercizio
ai Frati Cappuccini, i quali vi rientrarono al C.A.I., che si assu nse le spese di mam1-
in numero di oltre novanta, il 22 settem- tenzione, a condizione di essere facolt izza-
bre 1818. to a s9ttoporre nngresso ad un tenue pa-
Ed il convento del Mont e fu il più im- gamen to
portante della regione fino all'anno 1866, Il comune provvedeva in seguito all'ac-
quando per la legge di soppressione degli quisto del cannocchiale e la Vedetta Al pina,
ordini religiosi, fu nuovamente vuotato e si inaugurava solennemente nell'occasione
solo furono lasciali, a custodia e a officia- del XII Congresso degli alpinisti italiani (9
tori della chiesa, due o tre monaci. agosto 187,1); al C.A. I. venivano concessi an-
Bisognava venire al 1871, anno nel qua- cora alcuni locali per i ricevimenti

946
Nel 1877 per merito specialmente dci si in Stazione Alpina, si trasportò all'ango-
soci avv. C. Jsai.'.l, allora Presidente della lo del fabbricato già appartenente al Cap·
Sezione, ed ing. C. Boggio, col concorso puccini, di fianco al piazzale aella chiesa
sem pre del Municipio, che concedeva i lo- L' inaugurazione ebbe luogo il 22 dicem-
cali e la somma di L. 4.000 per favori, la bre e venne ricordata nella lapide murata
Vedetta od edicola primitiva, trasfonnata- nell'atrio d'ingresso, con questa epigrafe:

IL M UNICIP IO DI Q UESTA CITIÀ


CU U.A E SEDE DEL CLU I! ALPINO ITALIANO
NF.LL'ACOSTO DEL 1874

A IUCO ll DO DEL \'Il CO!\'CRESSO Ot:C LI ALPll'o'lSTI


NEI-L'ANNO 1877
(\ M.AGG!OllE 1,.,.c n E:o. 11:'.NTO DELLO ST UDIO DELL t; Al.I'!
t; A M tX: l.I O t 'fl. HE GODE l\ E LA S T UP ENDA LOllO llELLe:-lZfl.
ASS l::C!'.'Ò Q UES TO CASAMEXTO CONVENTEXTEM~.:.'l·n:: 1u,\ ·r r t1.TO

CH E; l\I COXOSCEXTE l'OSE Q UEST,\ MEMOIUA

La stazione al pina fu aperta al pubbli- portanti Esposizioni Nazionali, rispettiva-


co e la tassa d'ingresso fi ssata in L. 0,25. mente a Milano e a Torino, e la Vedetta
L'.'.lnno seguen te (1878) il i\fo nieipio concorse in ambedue a fornire copioso ma-
concedeva un secondo sussidio di L. 1.500; teriale.
la spesa totale pe r i lavori raggiunse le Il 30 agosto 188.5, in occasione del V
8.000 lire (cli cui 5500 versate dal ~ l unici­ Congresso Internazionale e XV I I Nazionale,
pio). Nel 1879 veniva inaugurato il busto si aprivano le sezioni fotografica e delle
dcl prof. Bartolomeo Castaldi, clonato dal piccole industrie montanare, mentre tre an-
frat ello prof. Andrc.'.l e, da Padre Francesco ni dopo veniva solennemente inaugurata
Dcn7A'l, veniva impiantata la I St.'.lzionc me- una ~ l ostra Campionaria nella nuova gran-
tercologica. de sala allestita a cura elci ~lunicipio , che
Negli .'.Inni seguenti per impu lso specia· rim ase alla Vedetta per le collezioni e foto ·
le dei successivi presidenti della sezione grafie alpine.
A. i\fartelli, F. Conell.'.l e L. Cibrario, si Nel 1891 si fondava la Palestra Ginna-
.'.lndarono occupando nuovi loc.'.lli attigui, stica Hicrcativa nei loca li sottostanti alla
per far posto alle collezioni, in gran par- Stazione Alpina e Museo.
te dono dei Soci. Nel 1880 si arricch iva Nel 1898, anno in cui la Città cl i Tori-
di una notevole biblioteca e, la sera dcl l ~ no festeggiava il 5()'> anniversario dell'elar-
maggio oltre 1500 persone conven ivano gizione dello Statuto con un Esposizione
al Monte per festegg iare i rappresentanti Nazionale, la Sezione abbelliva la sua Sta-
dell'Arte Italiana, alla prcscnz.'.l di S.A.R. zione Alpina, ponendo, tra l'altro, un diora-
il Duca d'Aosta; musiche, danze e lumina- ma del gru ppo dcl Gran Paradiso - che
rie si protrassero fi no .'.llle prime ore dcl mat- esiste tuttora nel reparto dcl Parco N.'.lzio-
tino. nale - disegnato da E. Rubino e dipinto
Nel 1881 e 1884 ebbero luogo due im· eia C. Cian i e M. Vian i.

947
Nel 1901 S.A.R. il Principe Luigi di Sa- re dell'architetto Giovann i Ricci, prepara
voia, Duca degli Abruzzi, Presidente Ono- un progetto per il fabb ricato, che viene ra-
rario della Sezione, donava alcuni preziosi pidamente approvato, con un preventivo di
cimeli della sua spedizione al Polo Nord e L. 700.000 di spesa e di otto mesi di lavoro
negli anni successivi molte belle fotografie Nel frattempo anche al C.A.J. si lavo-
che documentano le varie esplorazioni e ra: il Comitato Promotore esamina ed ap·
ascensioni da lui compiute sulle monta- prova il programma ed il preventivo pre-
gne del mondo. sentati dalla direzione della sezione di To-
Oopo la grandiosa Esposizione Inter- rino. Le varie Commissioni, composte da
nazionale del 1911 , alla quale la Sezione persone volonterose e competenti (1), si
di Torino partecipò con un riuscitissimo danno d'attorno a preparare progetti e rac-
Villaggio Alpino, e nell'occasione delle ce- cogliere materiale, mentre le nubi minac-
lebrazioni dcl 50" ann ivcrsnrio del Clul:>, ciosc della guerra già si addensano all'oriz-
avvenuta due anni dopo, il Museo si arric- zonte: l'It alia ne resta foori ma per poco
chl di nuovi preziosi apporti. tempo ancora.
Poche variazioni sono avvenute duran- Nondimeno il 6 febbra io 19•10 le opere
le il periodo della prima Guerra Mondiale murarie vengono appaltate, dopo che il pro-
ed in quello immediatamente successivo getto, già approvato, ha dovuto essere mo- ·
ccl il Museo Alpino prese a vivacchiare, un dilìcato per il divieto sopraggiunto di usare
po' vecchiotto e statico, lìno al 1935, quan- ferro nelle costruzioni
do, anche per le condizioni inadeguate del Quattro mesi dopo, anche l'Italia entra
fabbricato, esso vemie delìn it ivamente chiu- in guerra, le difficoltà per proseguire la co-
so al pubblico. struzione si accumulano, ma l'appassionato
Dopo qualche tempo, l'allora Presiden- interessamento dell'architetto Ricci e la
te della Sezione Guido Muratore, facendo- buona volontà dell'impresa costruttrice rie-
si portavoce dcl desiderio manifestato da scc>no a superarle.
vecchi e affczio1iati Soci, iniziava trattative Anche l'opera delle Comm issioni per la
con le Autorità cittadine, perché il i\foseo raccolta e la disposizione del materiale, di
''cnisse rimodernato e riaperto, ma i tempi giorno in giorno, si fa pili difficile e tutto sì
non erano maturi e non fu presa alcuna traduce, inoltre, in un notevole aggravio
iniziativa. finanziario, sia per il Comune di Torino ch e
Nel 1939, Presidente sez ionale il conte per la Sezione
Giovanni d'Entrèvcs, la direzione riprende Per questa supplisce l'opera indefessa
in esame il problema e in una riunione dcl del Presidente, che ottiene generosi contri-
febbraio, presso la Sede Centrale, alla pre- buti da Enti, Società e privati soprattutto
senza del Presidente Generale Angelo Ma- nella cerch ia cittadina, ma anche dalla pro.
naresi - che diede tutto il suo autorevole vincia e da tutta Italia ; e la spesa prevista
appoggio- viene deciso che il vecchio i\'1u- . prima i,n 150 e poi in 300.000 lire, raggiun-
sco sarebbe risorto, trasformato e ampliato gcn\ al momen to dell'inaugu razione il mez.
in Museo Nazionale della Montaµ:na e cle<li- zo milione, som ma cospicua, ma che fu pic-
cato alla memoria del Duca degli Abruzzi
Le Autorità cittadine, messe al corren- (I) I principall colbhoro tori fororio: C. B. Alla-
te, si interessano ed accolgono favorevol- ria.. G. Artdre11nl. C. Ap0lkmio, G. Ba.rl~ri1, R. Bi!mret-
C. C.ippelletti, Doro, P. Chiilione, A. H.:ss, G. ~
mente l'idea e, in breve tempo, l'ufficio ti, vera, ~ I . Morino, Padre G. Piovano, G. Pellizzcri, M.
tecnico municipale col concorso particola- P~-.çen7.a, G. Rocca, F. S.'IOCO, ~I. Vanni, V. Vezwni.

948
namcnte coperta dalle sottoscrizioni. i visitatori erano già stati circa 10.000.
I lavori eseguiti furono, i.n parte, un rior- A direttore veniva nominato l'ing. Adol-
dino ed, in parte, una costruzione ex novo fo Hess, alpi nista accademico e scrittore,
dcl complesso degli edifici del Museo e del che già ampiamente aveva collaborato al-
Monte dci Cappuccini. l'allestimento cd alla cui relazione sulla Ri-
Infatti i locali del C.A.l., occupanti la vista Memile ciel 1942 dobbiamo in buona
fronte di mezzanotte della piazzetta e le due _parte queste notizie.
fronti di ponente e mezzogiorno sovra- Ma la guerra infuriava; molte volte di
stanti la Palestra, costituivano un edificio giorno e più spesso di notte la città era
ad un sol piano, con un cortiletto all'inter- sconvolta da bombardamenti sempre più
no e una serie di anditi e camere scarsamen- accaniti e illuminata dal sin istro bagliore
te illuminati, che mal si prestavano ad es- degli incendi. Il Museo aveva un anno di
sere utilizzali proficuamente. Pertanto, vita, quando (8 agosto 1943) venne colpito
tranne i muri perimetrali esterni, tutto ven- da vari spezzoni incendiari e investito dal
ne demolito per essere rifatto di sana pian- soffio di bombe dirompenti, cadute nelle
ta su due piani, conservando all'edificio il immediate vicinanze - il tutto diretto pro-
carattere conventuale che ben si addice babilmente alle batterie antiaeree poste sul
alla semplicità delle costruzioni alpine e Monte - che sfondarono il tet to, sconquas-
ch e lascia trionfare la maestosa mole della sarono porte e fin estre, e fecero crollare
adiacente chiesa; la superficie che nel vec- tramezzi, sia nel Museo che nell'attiguo
ch io musco era di mq 400 circa, venne por· conven to
tata. a oltre 1200. Nel difficile momento una parte del ma-
Finalmente il 19 luglio 1942 alla pr~scn­ teriale venne ammucchiato nei sottostan ti
za delle massime Autorità cittadine civili locali della Palestra, una parte rimase al
e militari, di nlpinisti ed esponenti del suo posto, porte e finestre furono sbarrate
C.A.I. di tutta Italia e di una folla di citta- con mezzi di fortuna ed il Museo fu nuova-
dini, S.E. il Cardinale Maurilio Fossati, Ar· mente chiuso al pubblico e così rimase per
civescovo di Torino, benediceva la nuova vari mesi, con grave danno dello stabile e
sede del Musco. delle collezioni.
TI Presidente Generale del C.A. I., An- Ma la Direzione SC'l"..ionale ed in partico.-
gelo Manaresi, nel discorso inaugurale di- lare il suo Presidente d'Entrèves non si da-
ceva che •con il Museo Nazionale della vano per vinti e già nel n. 7-8 del notiziario
i\fontagna Duca degli Abm7.zi, Torino ve- del C.A.l. del 1944 si poteva leggere: e: Con
de appagato un voto di vecchi e giovani al- energia encomiabile la Sezione di Torino
pinisti, desiderosi di poter ricordare al Mon- del C.A.l. ha disposto dal 6 maggio, la ria-
te cittadino le glorie presen ti e p assate del- pertura di alcuni locali del Museo Naziona-
l'alpinismo , e, ringraziava quanti avevano le della Montagna al ~font e dei Cappucci-
contribuito all'opera, in particolare le Auto- ni, che era stato danneggiato in una incur-
sione nemica, nell'estate scorsa. I locali nuo-
~·~:e~i!::li;~::'~:s~~;;el:t~~~n~~ a~~1~n~ vamen te sistemati, con una parte del mate-
trèves • propugnatore dell'opera ) . riale e delle collezioni che tanto interesse
l i Museo veniva quindi aperto al pub- avevano destato nel pubblico, rimangono
blico ed in quel solo giorno vi affiuirono aperti nei giomi di sabato, domenica e lu-
circa tremila persone. Né l'interesse scemò nedì di ogni settimana. Una novilà sarà co-
ne i giorni successivi e, alla 6ne di agosto, stituita da un nuovo cannocchiale binoc:u)a.

949
re "Triog" costruito dalle officine Galileo • · cita nel fare lavori di riparazione e miglio-
Con la fine della guerra, il Museo, ben- ria al fabbricato
ché bisognoso di riordino nelle collezioni Attualmente poiché un :\lusco, se an-
e di riparazioni nel fabbricato, riprese il suo che conserva le memorie care del passato,
funzionamento, quasi regolare, con soddi- non deve essere statico ed immutabile, è in
sfacente affiusso di visitatori. Al direttore, studio da parte della direzione sezionale
ing. Hess, sfollato dopo il bombardamento con il benevolo interessamento e l'appog-
del 1943 e poi rimasto definitivamente fuo-- gio dell'amministrazione del comune, un
ri Torino, succedette il dott. Attilio Viriglio, piano di riordino e di aggiornamento
cultore e scrittore di cose alpinistiche, poi Questi sono in breve i fatti salienti del-
il dott. ~lario Piacenza, l'alpinista ed esplo- la vita del Museo della Montagna dalla sua
ratore che già aveva collaborato al radicale nascita ad oggi
rinnovamento del 1942 ed alla cui generosi- Non è qui la sede per un'illustrazione
tà si devono molti e pezzi •, alcuni dei qua- particolaraggiata delle varie sale e del loro
li fra i più preziosi contenuto, ricorderò solo che la montagua
Con l'aiuto di giovan i soci volonterosi, \'i è presentata, sia pure rapidamente, sot-
tra i quali va particolarmente ricordato to l'aspetto geologico, mineralogico, morfo-
Andrea Filippi (perito in montagna nel logico, faunistico, botanico; per l'alpinismo
1959), il Piacenza continuò il lavoro ini- ed il Club Alpino il discorso è più lungo,
ziato dal suo predecessore, arricchendo an- oggetti e cimeli del tempo dei pionieri, dal-
che le collezioni con nuovi doni di foto- le asce da ghiaccio alle pjccozze moderne,
grafie ed oggetti. dalle grappette ai ramponi ultraleggeri, me-
li prof. Alfredo Corti, che già da qual- morie di guide ed alpinisti famosi ivi com-
che anno collaborava con lui, gli succedet- presa la lettera autografa che Quintino Sel-
te nell'incarico di direttore, alla sua morte, la scrisse a Bartolomeo Castaldi dopo la
avvenuta nel f957, e con doni personali, ben nota ascensione al Monviso e che pre-
con oggetti ottenuti da enti e persone, con lude la fondazione del C.A.I. Le spedizioni
la sua non comune esperienza di alpinista extra-europee di alpinisti. italiani vi sono
e di scienziato, contribuiva in modo decisi- am piamente documentate, da quelle del
vo a risollevare il Museo dalla depressione Duca degli Abruzzi con Vittorio Sella (Po-
dell'imme<liato dopoguerra, nei limiti im- lo Nord, M. St. Elia, Karakorùm ecc.) a
posti dal ristretto bilancio (I), che dispo· quella di Mario Piacenza (con moltissimi
neva solo dei modesti introiti degli ingressi oggetti, statue, costumi tibetani) a quelle di
dei visitatori, essendo la sezione ancora tut· Piero Chiglione (clie abbracciano il mondo
ta impegnata nello sforzo di ricostruzione intero) e quella del K 2, passando per molte
del suo ingente patrimonio di rifugi, uscito altre di minor risonanza ma pure di grande
danneggiatissimo dalla guerra. interesse.
Occorre pure dire che l'amministrazio- Né vanno dimenticati diversi plastici,
ne comunale, appena le inderogabili neces- tra i quali di particolare rilievo quelli del
sità del dopoguerra lo penn isero, fu solle- M. Bianco e del Cervino e M. Hosa di A
Nebbia, e quello del K 2 di M. Fantin, il
grande panorama (m 5,30X0,70 disegnato
(l) Dal 1961 il ~iusoo frni.9ce pun?, pCt" decreto dalla vetta del ~·!. Bianco con certosina pa-
del ~linistro della pubblica istroz.ione. di un contri·
butolìrni.niiariomodcsto, ma che costituisce unnmbi- zienza da Paul Helbronner. Molti quadri di
to rioonoscimento della sua importanza Corsi, A. Falchetti, Rolla, Vellan, Schiavio,

950
Abrate ed altri, disegni fatt i da E. Rubino pregevoli stampe e carte topografiche .. ntJ.
per illustrare Il Cervi,w di G. Hey e quelli che e moderne e via elencando.
di R Chabod fatti per la Guida dei Monti Né ultima attrattiva la contemplazione,
d'Italia con o senza cannocch iale, dalla terrazza.ve-
Cimeli, come la scala di corda usata d:i. detta che corona il fabbricato, cieli' « incom·
Guido Hey nella sua esplorazione della ere· .parabile vista della pianura piemontese e
sta di furggen , il termometro lasciato dai della catena delle Alpi, dalle ;\farittime al
primi salitori sulla vetta del Monviso; poi i\fonte Hosa, che, quando si degnano libe·
modelli di rifugi e di costruzioni alpine, do. rarsi dalla foschìa e lasciarsi ammirare nel
vizia di fotografie, modelli di tecnica alpi· loro maestoso splendore, costituiscono uno
nistica assai efficacemente scolpiti in legno, dei più bei pezzi del Musco >.

951
IL C. A. I. NELLA CARICATURA

C'è un rnpporto tra caricatura e alpini- lavano, appesantivano di strani alpenstock,


smo? Indubbiamente c'è. Caricatura e Club di boracce, zaini, ch ilometri di corda attor-
Alpino sono nati U1 Piemonte per germina- cigliata, com plicate uniformi
zione spontanea. Perché i piemo11tesi sono 11 Club Alpino nacque alla vigil ia dcl
dotati di spirito caustico, e Lcs habitans Ferragosto 1863, il 12 ad essere precisi, per
de Turin ont une partie de la gaité francai- iniziativa dei Tre 1'1oschettieri delle Volte
se et ils soni plus enjouès que ceux de l'Ita-
lie >, scrisse l'astronomo Joseph Lalande
(1732-1807) e, nel 1819, Lady i\lorgan ag-
giunse che son<;> e acutamente spiritosi). E
perché sono anche dotati di una istintiva
passione alpin istica che risale ai tempi in
cui i Taurini si opposero ad Annibale con
tecniche alpinistiche, sbalorditive per quei
giorni. Vennero poi le milizie valdostane,
cognatcsi, monregalesi a pcrfe-Lionare la
spericolata passione scalatoria. La monta-
gna era inoltre la vi lleggiatura naturnle dei
torinesi dell'Ottocento quando il mare co-
stituiva ancora una avventura lontana. E se
non si potevano permettere la montagna,
pur di salire si contentavano della collina.
La caricatura nacque con la costituzio-
ne del 1848 e quindici anni dopo, nel 1863,
Quintino Sella che nella caricatura fu vitti-
ma e grande amico, riuscì ad indicare, orga-
nizzare, disciplinare nel Club Alpino la
smania scalatoria dei piemontesi. Scalatori
e opliti ,, per d irla alla greca, in quanto an-
ziché alleggerirsi per scalar vette, sì infagot-

952
i quali, come vuole la tradizione, erano in- alpina. Era un sogno di distinzione, di ari·
vece quattro: Quintino Sella, Giovanni Bar- stocrazia, essere dcl C.A.I. e còi dcl
racco e i fratell i Paolo e Giacin to di Saint C.A. I... !>
Bobcrt. Giunti per la prima volta in cima Tra quei pionieri, vi era un folto grup-
al Monviso, anziché sedersi a merendare, si po di caricaturisti che Tommaso Canella,
misero ad am mirare, affascinati, il celestia· Cesana, battezzò ironicamente i e Caica·
le panorama, e Videro e vollero - riferi· turisti>. In testa v'era Casimiro Teja 1830·
scono le cronache - il C lub Alpino >. 1897), appassionato - oggi si direbbe tifo-
Quintino Sella che, come Cavour, era so - scalatore cli vette e spericolato caccia·
un fanatico dell'organizzazione dei club in- tore di camosci. Sempre con le scarpe chio-
glesi, sostenne l'idea di un club in cui si sa- date ai piedi, come Quintino SeJla, il quale
rebbero radunali gli appassionati della non si faceva scrupolo cli andare anche alla
montagna, un club che avrebbe avuto il Camera o al Consiglio elci Ministri con gli
compito di insegnare ad amare le Alpi. Alla scarponi da montagna. Teja, fondatore e a-
prima Assemblea, tenutasi il 23 ottobre al nima del "Pasquino", fu il commentatore
Castello del Valentino, i quattro erano già grafico, l'inviato speciale caricaturale, mi-
diven tati più di duecento. Pensate un po' nuzioso, arguto, attento, dcl periodo eroico
quanto si sono moltiplicati nel giro di un del C.A.I., dei congressi, delle commemora-
secolo! Si moltiplicò altrettanto la febbre zioni. Esaltava, per erudire i neofiti, gli al-
pinisti inglesi con berrettoni a quadri, e si
sforzava a propagandare la prudenza agli
sconsigliati che con le loro temerarietà ali-
mentavano le critiche menagrame, dura
minga, dei sedentari e p:mtofolari alpi-
nofobi.
Anche Virginio (Ippolito Virginio 1829-
1870) che, nella sua qualità di cognato era
diventato la colonna caricaturistica di " Fi-
schie tto", si rh>elò subito un appassionato
dell'alpinismo e già dall'agosto 1863 pubbli-
cò la prima vignetta C.A.I. in cui si vedeva
Quintino Sella che, inerpicato sulla vetta
del i\·lonte Bianco, sbirciava con un enorme
cannocch iale la nascita elci Club Alpino. Un
radioso sole alpestre che sorgeva.
Terw fanatico di alpinismo fu il grande
Camillo (Camillo Mariett i 1839-1891) il
quale aveva un giorno barattato la carta
bollata da notaio per la carta da disegno
da caricaturista, diresse; "Fischietto"
"La Luna " fondò "L'l Caricatura " ecc. sopra tutto dei banchetti che costituivano
Cam illo e ra un fanatico di escursioni, ma il corollario cli ogni scalata. A quei te mpi in
cui la chimica non si era ancora introdot-
ta nella gastronomia, cibi e vini erano au-
tentici.
L'iniziativa assunse un grande sviluppo
quando l'avvocato Giovanni Innocenzo Ar-
mandi, Alfesibeo Quattrocchi, preside nte
dcl Circolo dei Giornalisti Torinesi, genito-
re della Stampa Subalpina, lanciò come un
Pietro l'Eremita la crociata dell'alpinismo e
con lo slogan e le montagne sono fatte per
essere scalate! • , organizzò per i Soci avven-
turose gite a cu i cominciarono a partecipare
anche donnine intrepide, mogli -più o me-
no .....:. dei giomalisti, in gonnellini al ginoc-
chio ed ultra - erano i primi - e stivaletti
alti, eleganti bastoni con nastri e fiocchi
e civettuoli cappellini con la piuma.
Era nata, anch'essa in Piemonte, la mo-
da sportiva.
Naturalmente si trattava di escursioni
addomesticate, prive di grandi pericoli, ma
ricche di buon umore, di allegria, di spi-

954
il più efficace motore di propaganda per lo
sviluppo dell'alpinismo. Ch i non a\ eva vi-
1

sto il sorgere del sole da mi eucuzzo di mon.


tagna ... •chic! a l'a nen visi...> era squalilì·
calo. Jn una serie di sue variazioni, Camillo
ironizzò sui poveri mon tanari, autentici coo-
lies delle Alpi, che portavano a spalla entro
enormi gerle gli alpinisti sedentari > i quali
andavano e comodamente> seduti e ripara·
ti da tanto di parasoli, alla scoperta delle
vette. E si indignava giustamente: e: Ma
ch'a stagò a cft ... •.
!'.: trascorso un secolo. Oggi Camillo iro·
nizzercbbe con la medesima indignazione,
sulle funi vie che permettono a elegantone
ciarliere e a ventruti commendatori d i po-
sare di f rontc a Leiche su nevose vette sen-
rito scapigliato. E Armandi, presago, profo. za la minima fatica e senza disturbare mon-
tizzava: e Questo è nulla >. truiari. O magari il montanaro dei carica-
Jncilati da Cam illo, i caricaturisti de turisti di ieri è diventato forse il bigliettaio
"La Luna~ cominciarono a sbizZarrirsi della funivia ... Evoluzione logica di una
con pagine iqtere di caricature alpinistiche
nelle quali, in un angolo o nell'altro, si sco-
vava regolarmente la streminzita figura
dell'occhialuto Armandi intento ad arram-
picarsi su montagne • a dorso di ciuco > o
in abito da sera e scarpini di vernice.
C li, allora, giovani Dalsani (Giorgio An-
saldi 1844- 192.2) e Caronte (Arturo Ca lleri
1850·19'23) furono naturalmente i più cnlu·
siasti del nuovo sport e Dalsani, in uno dei
primissimi numeri de MLa Luna~ pubblicò
ancora un Am1andi, con un piumato cap-
pellino a pan di zucchero, tipo Pinocchio,
e tutto infagottato, in equili brio su lla cima
di un monte, intento a declamar versi al so.
le nascen te. e Si dice che sia uno spettacolo
impareggiabile e caro all'uomo questo del
nascere del sole visto dall'alto delle mon-
tagne >.
E fu quello spettacolo insolito che esal-
tato, pupazzetlalo, lanciato, reclamizzato
dai caricaturisti fine Ottocento a costit uire

955
INDICE DELLE TAVOLE

La Punta del .\luguareis, vcrsm1tc !;Ctlentrio- L"Aiguillc du [)n1 e J"..\jguille Verte, 1b\ .\/on·
nale, dal llifugio Piero Car<!lli (Foto /i tcnvcrs(Fo10 1'.1"11irra::.)
Jfocker)
L.'\ Tes!:i dcl Loonc e il Cervino. dal L.1go Blcu
L'l Serra delrAr&cntcra, d:1!1a Foreelb dcl :\!at- {flolocolore di S. Sag/io)
to (Folo Ciglia)
[ Lyskamm, dilla P11nta D ufour dcl /.Ionie
l!Monviso.vcl'$3nte11ord-QvC:it (Su:imiir- PhotQ Hos.1 (FoloG. ZoccM)
A. C.)
Il i\fonte Rosa ln\"crna\c, versante ossolano,
Le Lcvannc, da Ccrcsole Reale (Fotocolore di dal Pasw di i\lonte i\ loro {Fotocolore di
S.Soglio) S.Soglio) 288
Il Gran Pamdi~o. il Piccolo Pamdi,;o e la Becca La Crigna ;\lcridionalc, da Cima Calo!dcn
di .\[ontandaynè,colChiaccfaioddlaTrilJ<>. (Fo10S.S11glio)
h7.ÌOne
La Concarcna, da Ciml>eri:o (Fola S. S<Jg/io)
Le Aiguillcs meridionale e orientale de Tréb.-
tCte, (b la Le:c: "lllanche (Foto S. Sag/io). ll Pizzo Nord.,,'"est dci C cmdli, il Pizzo Ccn-
galo e il Pino Badile, d:olh Val llonda>'Ca
li :\Ioni JJlanc du Tacu\, il .\lont :\laudit, il (Foto A. Stcincr)
Monte Bianco, il Dòrnc du Co\lter, dall'Ai·
gu ille du Midi (Fotocolore di S. Sog/i,;i) Il l'i7;i:O Sclb. il Pi zw Hos<·g. i! ~fonte Sce.-.
.«:Cn e il Piz7,o Bernina. d:1lb ]J.oc...,hcUa del-
Il .\Ionie Bianco di Courmayeur, con le creste le Forbici (Fo10 S. S(1g/10)
di Broui!lard, della Innominata e di Pcu-
t<frey, dal Chccrouit (l'olo S. Saglio) L'Ortles, dal llifui.:io Pa)'('r(/lolo L. Bachrcmlt)

Il .\font :\kmdit, vers.1nte sud-est, dalb Poìntc ll l.lontcAdamello,ver.;.1ntc11ord,dalL.1godcl


Hdbronncr (Foto S. Soglio) Vcncrocolo (Fotocolore di S. Soglio)

I! D_,mc e b Calotte dc llochcfort, il Co! dcs Il Cimpani] Il.uso. da!l.1 llusn degli Sfulmini
Crandes Jornsres, LesCrnndes Jorasscs ele (Foto C. Gorbari).
Aiguilles dc Tronchcy, di Planpincicux (Fo-
toco/ore di S, Soglio) L.~ Cimn dei flureloni. i C:1mpanili di Va!
Strn!t, lhttisti e dcl Travignolo, la Cima
Primo .50le sui PCriadcs, dal Col <Ics Grandcs dclb Vcz:.:ana, dal Passo della Costa7.1;.1 (Fo-
Jorasscs (Fotocolore di P. Nooo) toco/ore di S. Sag/io)

I.es CrandC"s Jomnes. L.1 Calotte. il Oòmc e Il C:itinaccio, da Gardcccia (FOlocolore di S


l"Aiguillc dc Rochefnrt. il Dente dcl Gigari- Sag/io)
!<-, <lall"Aig11ille. du Midi (Foto S. Soglio)
La Marmolado, la !lodi dd Mulon e il Gran
Les Crandes J ora~scs, parete Nord (Foto I'. Vernel. dal Vial dcl P~n (Fotoco/ore di S
Tairru::.) Soglio)

956
LA Furchetta, i\ Sass Rii::ils, la Ferme<la e le Il Collalto e la Vedretta di Ries (Fe>fo C. Landi
Odle, d:olb. Val di Funes (1''olo S. $aglio) . Vilfol'J) A88

Il Sasso LCvn.n te, lc Cin<iue Diti, i\Sassoluniw, li Rifugio Tis<i al Col Rean, di fronte al Cf.
il J>a,so di Sella, le Torri di Sella e il l'iz \'Cita (Fotocolor!I di G. C/iedina)
Cia,,_zcs, dal Sasso Pordoi (1''ofoco/ore di
S.Saglio). ·ISO lntl·rnidclllif1111i0Tissi;ina!to lasahdapmn-
wesoa11iorno, in ba,so il · brin" (Foto C
lll'i•.lloèeilS.1<so l'ordoi,<faillodclla(Fofo G/1cdirta)
S.Sag//o)
Croda d1 Olm1Hl, dai prl'$Si del Laghetto di
ll :\Ionie Ci•·eua. \'Crsanle nor<l-0\•C>t, da Pieve Sant'Anna, in prossimità dcl CiO\'O di San·
di Lfrinallon110 (1''otocolorc di S. Saglio), 112 t'Antonio; sono visibili a destrn il Torrione
Canale n si nistr:a le pendici settentrion:ili
ll l'elmo, dai C.unpi di ftutorto(FoloS. Sag/Jo) dell'A~1mola (1''otacol~ di S. Soglio) 7~

l~i TofonD di mcv.o e b Tofan:i. de inze, dai La Ciml Undici, dalb Val Fiscalin1 (1'' 010
Tondi di F:ilorl:i (Foto S. Soglio) ChOOin11) 806

1~1 T orre di Fanis, chi vcrs.1ntc di Val Tra\'C- Lo Jòf di ~ l onta<io, dnlb Val Dogna (Fotaco-
uanws (1''010 Chedi11a) loru di S. Sag//o) 824

Il ~ l nnh• Cristallo, dai Tondi di Faloria (Pol o. li Corno Cmndo del Cran Sasso, ,·crsantc meri-
colure<liS.S11g/io) dionale (Folo P. Co ...$1'glio)

La Crocb dd llifui:io e fa Cima Ù•'C$l di L.wa· Carr.1rn - li :\lonte :\laggiore, il C.1 naledi Fan-
r«lo; a <inistrn il :O.fonte PatenHl, a de.tra tijCriUi (C.inalc Grande) e le cave di marmo,
fa Croda dei Toni, la Forcella e L1 Punta dai Poutidi Vam (Folacoloredi S. Soglio).
ddl'Agr>etlo,d'll:\lonte Pfana(Folocoluredi
S.Sagllo). Kaujut Sar (Folo S1>C1/l::.kme C. M. '59) .

I.e Cime di La\'aredo, d:1 Foreclfa Lwroredo Il K 2, "ersantc meridionale (F oto M. Fantln)
(liolo Glicdfoa)
li C4 (Ca,hcrbrurn IV), da! C.1mpo 2 • (Foto
L:i Crnda d~i Toni, cfalfa Val Fisealina (1"0lo F. Mara/,,/)
C!iedfoa) .

La Croda :\la.com, da Poco! (Foto S. Soglio)

Il CamJl.'.lnile di Va l :\lontanai:J. (Fo10 Clrcdlno)

L.-. l'ulb llìanca, dalla Cima dcl Lai:o Gelato I Rifuai dcl Club Al11i1Hl ltalia11(> nel 1963
(1-'olu S. $aglio) (Disegno di F. Catl1111eo) .

957
'W 1%-
CllJBAl.PNOITAllANO

BIBL'OTtGA N~ZIONALE
10122 TORU~O ·Via Barb::iroux 1
Tel. 533031
ALPI COZIE. ALJ11 GRAIE ALKUl'OIUlllE ALPI RE.TICllE ALPIOAO!IE PAEAl.PILOMaARK ALPI ATESINE DOLOMITI APPEl'INtf'IO

I RIFUGI DEL CLUB ALPINO ITALIA N O


NEL 1963
$tam1Ja: Arti GraRcho Tamari, via C.uracci 7, Bologna

clicli~: Zincotcçnica, &logo~

finito di .tlampore: 30 giugno Hl64


1863 {:{ 1963
I CENTO ANNI
DEL

CLUB ALPINO
ITALIANO

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