Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1/14
Introduzione
Tali strumenti sono degni di nota per la loro versatilità sia per ciò che riguarda l’oggetto in prova
che per quanto si riferisce alle condizioni di misura. Essi possono permettere ampi intervalli di
misura dell’impedenza analizzata, come esempio di seguito sono riportati alcuni possibili valori:
capacità: da 1 pF a 1 F
induttanza: da 10 nH a 100 kH
Gli strumenti più semplici possono realizzare la misurazione ad una o due frequenze selezionabilli
dall’operatore, tipicamente 100 Hz e 1 kHz. In altri modelli è possibile variare la frequenza di
lavoro, in modo discreto (100 Hz, 1 kHz, 10 kHz, 100 kHz) o con continuità, su un campo più
ampio che può andare, ad esempio, da 10 Hz fino anche a 100 MHz e oltre.
La sollecitazione dell’oggetto in prova avviene a tensioni e correnti basse con forme d’onda
sinusoidali. Il livello del segnale di test può essere variato dall’operatore da qualche mV (es.
20 mV) a 1 V efficaci, quando si lavora a tensione impressa, e da 1 mA a 10 mA efficaci, se lo
strumento lavora a corrente impressa. La scelta tra le due modalità è vincolata al valore
dell’impedenza da valutare, come si vedrà in seguito.
Sovrapposta alla tensione alternata è possibile applicare una tensione continua, questa può essere
utilizzata nell’analisi di componenti che richiedono una polarizzazione quali, ad esempio, i
condensatori elettrolitici o nella determinazioni dei parametri di componenti in uno specifico punto
2/14
di lavoro, ad esempio la capacità di un diodo. Il valore della massima tensione continua applicabile
è dell’ordine di qualche volt.
Il tempo necessario per ottenere il valore numerico dei parametri relativi all’oggetto in prova è pari
alla somma del tempo di misura vero e proprio più un tempo impegnato dallo strumento per
scegliere la portata più opportuna (auto ranging).
Il tempo che intercorre tra l’inizio di una misura e l’inizio della successiva (reading rate) è
dell’ordine della decina di millisecondi, e varia in funzione dell’incertezza richiesta, tanto minore è
l’incertezza, tanto maggiore dovrà essere il tempo necessario alla misurazione. Un esempio di valori
possibili sono 25 ms (short), 65 ms (medium) e 500 ms (long).
L’incertezza di base può essere dall’1% allo 0,1% del valore misurato, nelle condizioni di utilizzo
migliori. Essa dipende dalla frequenza e dal tipo e valore di impedenza misurato, un esempio di tale
dipendenza è riportato in figura 1.
3/14
una correzione. A tale scopo lo strumento viene calibrato imponendo al suo ingresso un corto
circuito ed un circuito aperto prima di inserire l’oggetto sotto analisi (error correction:open, short,
load).
In particolare ad alta frequenza, un cambio delle condizioni operative dello strumento, come
temperatura ambientale, umidità, frequenza impostata, hanno un grande effetto sull’incertezza di
misura.
Principio di funzionamento
Sempre in figura 2 l’impedenza incognita è stata rappresentata con un modello parallelo composto
da una capacità ed una resistenza, si tratta unicamente di un esempio.
E
Gx Cx
gate - Ro
Rr +
al convertitore
A/D +
integratore a
Ei doppia rampa
-
+
convertitore
corrente -tensione
oscillatore in fase
e in quadratura
All’oggetto sotto analisi è applicata una tensione sinusoidale (E) fornita da un generatore
caratterizzato da un a impedenza interna R o. Lo strumento analizza la tensione applicata
all’impedenza incognita e la corrente che lo attraversa. Per potere analizzare la corrente attraverso
l’oggetto in analisi, essa deve essere convertita in una tensione, più facilmente gestibile
4/14
dall’elettronica di elaborazione. A tale scopo è utilizzato il convertitore corrente tensione
evidenziato in figura 2. La corrente attraversa la resistenza R r posta in retroazione di un
amplificatore operazionale. Supponendo infinita la sua amplificazione alla frequenza utilizzata, il
suo morsetto negativo di ingresso si trova a massa virtuale. Come conseguenza la tensione E i di
uscita dell’amplificatore è proporzionale alla corrente che circola attraverso l’oggetto sotto analisi,
ed il coefficiente di proporzionalità è il valore della resistenza R r. Un secondo vantaggio del
convertitore corrente tensione è che, sempre grazie alla massa virtuale del morsetto d’ingresso
negativo dell’amplificatore operazionale, l’oggetto sotto analisi ha uno dei suoi terminali posto a
massa, la tensione applicata ai suoi capi è effettivamente la tensione sotto carico del generatore (E).
Nell’ipotesi di amplificazione infinita, il convertitore corrente tensione si comporta
contemporaneamente come un resistore di shunt a bassa impedenza, dal punto di vista dell’ingresso
e quindi dell’effetto di carico, e come un resistore di valore elevato da un punto di vista dell’uscita,
in grado di fornire una tensione elevata e pertanto poco affetta dal rumore.
Consideriamo l’esempio riportato in figura 2 e supponiamo che l’impedenza incognita sia di tipo
capacitivo e venga rappresentata secondo il modello resistenza e capacità parallelo. Considerando
come riferimento per le fasi la fase della tensione di alimentazione, la figura 3 rappresenta in nero
l’andamento della corrente (Itot) che attraversa l’impedenza incognita all’interno di un periodo. Essa
Figura 3: suddivisione della corrente che percorre una impedenza capacitiva nelle sue componenti
attiva reattiva
5/14
può essere suddivisa nelle due componenti resistiva e reattiva, indicate con I g e Ic in figura 3, la
prima in fase con la tensione di alimentazione E, la seconda in quadratura con la stessa.
Si può notare che l’integrale della corrente totale esteso al primo semiperiodo della tensione di
alimentazione, ovvero per le fasi all’interno dell’intervallo [0°, 180°], è pari all’integrale della sola
componente resistiva esteso allo stesso intervallo.
Itot
Ic
Ig
Analogamente si può considerare l’integrale della corrente che circola attraverso l’impedenza
incognita esteso al primo semiperiodo della tensione di alimentazione, ovvero per le fasi all’interno
dell’intervallo [90°, 270°], è pari all’integrale della sola componente capacitiva esteso allo stesso
intervallo.
Itot
Ic
Ig
6/14
270o 270o 270o
Il risultato dell’integrazione ora è proporzionale al valore medio, ed al valore efficacie della sola
componente capacitiva della corrente, ovvero della corrente che si ipotizzi circoli attraverso la
capacita Cx del modello parallelo rappresentato in figura 2.
Analizziamo ora il procedimento seguito dallo strumento per determinare i valori di conduttanza e
di capacità rappresentati, nell’esempio, in figura 2. La tecnica di misura sarebbe analoga qualora il
modello utilizzato per rappresentare l’oggetto fosse di tipo serie o nel caso l’oggetto considerato
venisse rappresentato dalla serie o dal parallelo di una resistenza ed una induttanza.
Yx jC x G x
Si consideri dapprima la determinazione del valore della capacità C x. Il gate vene comandato dal
segnale in quadratura con la tensione di alimentazione dell’oggetto (E), mentre si applica in
ingresso al gate la tensione proporzionale alla corrente E i, sarà essa che sarà integrata per prima
dall’integratore del convertitore a doppia rampa (vedi figura 6). Quando il segnale di clock
dell’oscillatore in quadratura con la tensione di alimentazione è alto, il gate è aperto e la tensione E i
è posta in ingresso all’integratore: l’integrale di Ig è zero nel semiperiodo considerato, mentre
l’integrale di Ic su mezzo periodo è diverso da zero (raddrizzamento sincrono). Continuando
l’operazione di integrazione su più periodi del segnale di alimentazione (1/f), ovvero per un
intervallo di tempo T1 tale che
7/14
n1
T1 ,
f
E C x Rr T1 (1)
Itot
Ic
Trascorso il tempo T1, viene utilizzata l’uscita dell’oscillatore in fase con la tensione di
alimentazione E per comandare il gate. Contemporaneamente è applicata all’ingresso del gate e
quindi all’integratore la tensione E, cambiata di segno, come rappresentato in figura 7.
Itot
T2 n 2 Tclock .
8/14
Il tempo T2 è il tempo necessario per la scarica dell’integratore, esso è valutato come multiplo del
periodo di un segnale di clock Tclock, quindi con l’incertezza di un conteggio.
Quando l’integratore è scarico la sua tensione di uscita è nulla e può essere scritta come la somma
dei contributi forniti nelle due fasi:
E C x Rr T1 E T2 0 . (2)
n2 n2
T2 f clock f
Cx clock n2 (3)
T1 Rr n 2n1 Rr
2f 1 Rr
f
Si consideri ora la determinazione del valore della onduttanza Gx. Il gate vene comandato dal
segnale in fase con la tensione di alimentazione dell’oggetto (E) e si applica in ingresso al gate la
tensione proporzionale alla corrente Ei, come già detto, sarà essa che sarà integrata dall’integratore
del convertitore a doppia rampa (vedi figura 8). Quando il segnale di clock dell’oscillatore in fase
con la tensione di alimentazione è alto, il gate è aperto e la tensione E i è posta in ingresso
all’integratore: l’integrale di Ic è zero nel semiperiodo considerato, mentre l’integrale di I g su mezzo
periodo è diverso da zero (raddrizzamento sincrono). Continuando l’operazione di integrazione su
un periodo di tempo di integrazione T3, valutato sulla base del periodo di un segnale di riferimento
con periodo Tclock, ovvero:
T3 n3 Tclock ,
E G x Rr T3 . (4)
9/14
Itot
Ic
Ig
Trascorso il tempo T3, viene ancora utilizzata l’uscita dell’oscillatore in fase con la tensione di
alimentazione E per comandare il gate, ma è applicata all’ingresso del gate, e quindi all’integratore,
la tensione E, come rappresentato in figura 9.
Itot
T4 n4 Tclock .
Il tempo T4 è il tempo necessario per la scarica dell’integratore, esso è valutato come multiplo del
periodo di un segnale di riferimento di periodo Tclock, quindi con l’incertezza di un conteggio.
Quando l’integratore è scarico la sua tensione di uscita è nulla e può essere scritta come la somma
dei contributi forniti nelle due fasi, se ne ricava che:
E G x Rr T3 E T4 0 . (5)
10/14
Da tale relazione si può ottenere il valore di Gx:
T4 1 n4
Gx . (6)
T3 Rr Rr n3
Il risultato finale dipende dalla resistenza di riferimento per la conversione corrente tensione e dal
rapporto di conteggi, su ciascuno dei quali vi è l’incertezza di un conteggio.
Analogo a quanto sopra descritto è il funzionamento del misuratore di impedenza qualora si chieda
di determinare i parametri equivalenti di un circuito secondo uno schema resistenza-induttanza
parallelo. Nel caso siano invece determinati i parametri secondo uno schema serie, lo strumento
realizzerà il rapporto tra le componenti resistive e reattive della totale tensione ai capi dell’oggetto e
la corrente che lo attraversa.
1 G Gx
D tan x (7)
R x C x C x 2f C x
Il gate viene comandato dal segnale in fase con la tensione ed è inizialmente applicata
all’integratore la tensione Ei, proporzionale alla corrente attraverso l’oggetto. Quando il segnale in
uscita all’oscillatore è alto il gate è aperto e l’integrale della corrente è proporzionale al valore
medio della componente resistiva della corrente in un semiperiodo. Si continua l’integrazione
durante l’intervallo di tempo T3 valutato, come sopra, come multiplo del periodo di un segnale di
riferimento per i tempi:
T3 n3 Tclock .
11/14
Alla fine di questo intervallo di tempo l’uscita dell’integratore è proporzionale alla tensione
E G x Rr T3 . (8)
Il gate viene quindi comandato dal segnale dell’oscillatore in quadratura con la tensione di
alimentazione. Viene ancora integrata la tensione Ei, ma ora il contributo all’integrale della corrente
è proporzionale al valore medio della componente capacitiva della corrente in un semiperiodo.
L’integrazione viene continuata per un tempo T5, che viene valutato allo stesso modo di T3:
T5 n5 Tclock .
Il tempo T5 è quello necessario per la scarica dell’integratore, esso è valutato come multiplo del
periodo di un segnale di riferimento di periodo Tclock, quindi con l’incertezza di un conteggio.
Trascorso tale tempo l’uscita dell’integratore è a tensione nulla e vale la seguente relazione:
E G x Rr T3 E C x Rr T5 0 . (9)
Gx T nT n
D 5 5 clock 5 . (10)
C x T3 n3Tclock n3
La tangente dell’angolo di perdita è determinata solo come rapporto di due conteggi del numero di
periodi del segnale di clock, il periodo, infatti, apparendo sia al numeratore che al denominatore di
una frazione può essere semplificato. Tale semplificazione è garantita dal fatto che, grazie alla
stabilità a breve termine dell’oscillatore, durante le due fasi di integrazione il periodo del suo
segnale di uscita può essere ipotizzato costante.
All’ingresso dell’integratore viene fornita una tensione proporzionale alla corrente che circola
attraverso l’oggetto sotto analisi rappresentato con l’impedenza incognita. Il coefficiente di
proporzionalità è la resistenza Rr del convertitore corrente tensione. Per determinare i parametri
dell’impedenza incognita con una buona precisione è necessario che Rr sia nota con una incertezza
piccola (ad esempio 0,05%).
Il modello da usare per rappresentare l’oggetto in prova, e quindi il corrispondente circuito elettrico
equivalente può essere scelto dall’operatore o in modo automatico. In questo ultimo caso, se alla
frequenza impostata l’impedenza è piccola (ad esempio minore di 10 ) lo strumento sceglie di
rappresentare l’oggetto con un circuito serie, mentre se l’impedenza è di valore elevato (ad esempio
maggiore di 10 k) è selezionata automaticamente la descrizione mediante un circuito parallelo.
12/14
Inoltre, quando si considera un oggetto rappresentabile da una piccola impedenza è più conveniente
lavorare a corrente impressa. Lo strumento automaticamente ipotizzerà un circuito serie e utilizzerà
una resistenza del sistema di alimentazione dell’oggetto, Ro, dieci volte più grande dell’impedenza
incognita, in modo da imporre la corrente. Qualora invece l’impedenza fosse elevata e venisse
utilizzato un modello parallelo, è utile utilizzare una resistenza Ro dieci volte più piccola
dell’impedenza incognita per lavorare a tensione impressa.
Nella descrizione fatta qui sopra si è volutamente semplificato quello che è il funzionamento dello
strumento, allo scopo di rendere più facile la sua comprensione. Il circuito reale del misuratore di
impedenza permette l’integrazione in un intero periodo delle forme d’onda considerate, ovvero sia
della tensione applicata all’oggetto in prova, che della tensione proporzionale alla corrente che lo
attraversa. Le uscite in fase e in quadratura dell’oscillatore locale sono utilizzate per realizzare un
raddrizzamento sincrono a doppia semionda dei due segnali. Inoltre nello strumento deve essere
presente un anello ad aggancio di fase per garantire che l’oscillatore locale abbia le sue uscite
esattamente alla stessa frequenza del segnale di alimentazione dell’oggetto in prova.
Pur con gli accorgimenti sopra riportati, uno strumento basato sullo schema visto presenta un limite
in frequenza: esso permette di determinare parametri di una impedenza operando fino ad una
frequenza di circa 1 kHz.
Il limite sta nel sistema di conversione corrente tensione che non è più in grado di mantenere lo zero
virtuale sul morsetto negativo.
R
r
-
+
L’amplificatore deve permettere la circolazione su R r della corrente che circola anche sull’oggetto
in prova ed erogare le conseguenti tensione e potenza, ciò potrebbe non essere possibile alle alte
13/14
frequenze. Al crescere della frequenza il guadagno dell’amplificatore diminuisce, quindi
l’approssimazione di guadagno infinito non è più valida: i suoi due morsetti di ingresso si portano a
potenziali diversi. Le due tensioni che vengono portate all’ingresso dell’integratore attraverso il
gate non sono più la tensione applicata all’oggetto in prova e la tensione proporzionale alla corrente
che lo attraversa, pertanto i risultati relativi alla determinazione dei parametri dell’impedenza
incognita non sono più validi.
Per potere realizzare una corretta misura a frequenze più alte lo schema di ingresso deve essere
modificato.
Bibliografia
14/14