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n° 11 - Luglio 2006

Arte, Materiali e Tecniche


A cura di Mario Arnaldi, Ravenna (RA) - marnaldi@libero.it

LA TECNICA CLASSICA: L’AFFRESCO

Il sesto appuntamento è dedicato alla pittura classica per eccellenza: l’affresco. Fra le tecniche pittoriche adatte per la realizzazione di orologi solari è
quella che ancor oggi gode di maggior fama. Questa è una tecnica apparentemente molto facile, ma richiede una destrezza ed una conoscenza pratica
non comuni, tipiche di un professionista. Per questo motivo ho tratto i precetti fondamentali di questa tecnica dagli appunti dei miei studi di restauro
con il professore Aurelio Morellato e mi sono avvalso della consulenza professionale di Simon Moroder, ottimo artista e costruttore di meridiane.

La storia Vantaggi e svantaggi dell’affresco e la sabbia che compongono il sottofon-


La pittura murale classica per eccellenza do (intonaco) atto ad accogliere la pittu-
è la cosiddetta pittura ‘a fresco’ ovvero Pro: ra, i materiali primari per la tecnica della
l’affresco. È, questa una tecnica che si 1) Materiali facilmente reperibili e poco pittura a fresco sono essenzialmente i
avvale dell’uso corretto della calce e che costosi. pigmenti; tutti questi elementi (calce,
richiede particolari doti professionali, ma 2) Elevata resistenza alla luce. sabbia e pigmenti) sono di facilissima
ne parliamo in questa rubrica per com- 3) Se ben curata la pittura a fresco offre reperibilità e poco costosi.
pletare il ciclo dedicato alle tecniche pit- una buona resistenza agli agenti atmo- Per quello che riguarda il tipo di calce
toriche utilizzabili nella costruzione di sferici. necessaria per fare il sottofondo rimando
orologi solari verticali da parete. 4) Massima traspirabilità. il lettore interessato alla descrizione cura-
Abbiamo già visto la volta scorsa che 7) Perfetta integrazione con il sottofon- ta sulla precedente rubrica di Arte,
l’uso della calce nella pittura e nella pre- do. Materiali e Tecniche apparsa sul n. 9 di
parazione degli intonaci ha origini molto 8) Non crea pellicola, quindi non sfo- Gnomonica Italiana.1
antiche e che addirittura studi importan- glia. Come per la pittura a calce, anche qui i
ti ne ne attesterebbero l’utilizzo già pres- pennelli adatti sono quelli con setole resi-
so i fenici nel X secolo a.C. o addirittura Contro: stenti alla sua azione corrosiva e occorre
presso le popolazioni della Mesopotamia 1) Tecnica non particolarmente facile, lavarli spesso durante il lavoro con acqua
almeno 4000 anni fa. quindi poco adatta ai non professionisti. sempre pulita; inoltre è doveroso usare
Dai fenici ai greci fino ai romani la tecni- 2) Può essere usata solo su intonaci a quelli legati con semplice filo e fermati
ca della calce sia in edilizia sia nella pittu- calce freschi. con resina: i cosiddetti tiralinee che
ra murale è giunta fino a noi pressoché 3) Non permette ripensamenti. abbiamo già descritto nella rubrica sulla
inalterata. 4) Occorre occhio ed esperienza nel tecnica a calce.
prevedere le modificazioni di tono e di I pigmenti utilizzati sono tutti quelli
Nella tecnica della pittura ad affresco la colore durante il tempo di asciugatura adatti per l’affresco ivi compreso il bian-
calce fu usata per la prima volta, non dell’intonaco. co. Oltre alla ovvia stabilità alla luce sola-
come veicolo, come avviene nella pittura re (visto che stiamo parlando dell’utilizzo
a calce, ma come sottofondo capace di di questa tecnica nella creazione di oro-
inglobare in sé le tinte diluite principal- ti era sempre presenta una certa quantità logi solari) e agli agenti atmosferici, i
mente in acqua pura. di calce), altri ancora, che riscontrando colori usati per l’affresco devono garan-
all’interno dei pigmenti tracce di cere o tire una grande resistenza anche alla
La storia dell’affresco è lunghissima, in resine, si sono pronunciati per una tecni- calce.
pratica esiste da quando si scoprì l’utiliz- ca molto simile a quella egiziana dell’en-
zo della calce mescolata ai pigmenti colo- causto. I pigmenti in polvere di sicura stabilità e
rati. Dagli egizi ai romani fino a non Il segreto della tecnica ad affresco rima- genuinità sono adatti alla pittura ‘a fre-
molti secoli fa la pittura murale era domi- se custodito dagli artisti bizantini che lo sco’ purché selezionati fra la vasta
nio pressoché esclusivo di questa tecnica. riportarono in Italia fuggendo dalle per- gamma di colori per artisti che sono
A dire il vero esistono parecchie disquisi- secuzioni ottomane. Passato il periodo offerti in commercio: non tutti, infatti,
zioni sulla natura esatta delle tecniche delle invasioni barbariche, quindi, ecco possiedono le caratteristiche adatte per
pittoriche dell’antichità classica: ci sono rifiorire l’antica tecnica dell’affresco l’affresco.2 Le tinte desiderate vanno
stati studiosi che hanno confermato la presso artisti del calibro di Cimabue, direttamente composte diluendo i pig-
natura ‘a fresco’ delle pitture murali di Giotto, fino a Masaccio, al Ghirlandaio, menti necessari con sola acqua pulita,
Ercolano e Pompei ed altrettanti che Raffaello, Michelangelo e molti altri. priva di sostanze acide, in contenitori di
hanno avuto ragione di credere che quei vetro, plastica, porcellana o altro materia-
dipinti fossero eseguiti con una tecnica I materiali le purché non di metallo.
mista di tempera e affresco (nei pigmen- Oltre alla calce (spenta da almeno 2 anni)

1
Vd. M. ARNALDI (a cura di), Arte, materiali e tecniche, in «Gnomonica italiana», anno III, n. 9, novembre 2005, pp. 20-22.
2
Per una descrizione dei pigmenti più adatti ad ogni tipo di tecnica pittorica rimandiamo sempre alla rubrica Arte, materiali e tecniche,
in «Gnomonica italiana», anno II, n. 5, giugno 2003, pp. 26-27.

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Gnomonica Italiana

ra dell’intonaco. I novizi
spesso s’imbattono in
strane sorprese quando
non hanno ancora adde-
strato l’occhio a cogliere
il momento opportuno
per passare dalla tinta a
corpo alla velatura o
quando non hanno scru-
polosamente controllato
la qualità dei materiali e
fig.. 1
dell’intonaco e la sua
ubicazione. Come scris-
se Guido Marangoni:
La tecnica «Chi trascura qualcuna di queste pruden-
La tecnica della pittura ‘a fresco’ è appa- ze elementari si avvia a mali passi, anche
rentemente molto semplice. Benché nei se si chiama... Leonardo da Vinci!» fig. 2
secoli vi siano stati alcuni perfeziona-
menti nell’esecuzione globale della pittu- L’intonaco
ra murale dell’affresco, sostanzialmente Per dipingere con la tecnica dell’affresc si ci si trova in presenza di intonaci cemen-
le basi fondamentali di questa tecnica deve preparare prima di tutto il sottofon- tizi occorre demolirli e comunque isolare
sono rimaste inalterate nel tempo. Tant’è do, cioè l’intonaco. Questo non deve il nuovo intonaco a calce con un pannel-
vero che quando l’Armenini pubblica a essere asciutto ma fresco, fatto poco lo di materiale plastico o resinoso fissan-
Ravenna, nel 1587, i Veri precetti della pit- prima che si inizi a dipingerlo ma suffi- dolo con chiodi di rame che allo stesso
tura quasi due secoli dopo la pubblica- cientemente duro affinché non si sgrani tempo fungeranno da ancoraggio per
zione del Libro dell’Arte di Cennino al passaggio del pennello. La preparazio- una rete sempre di rame, per permettere
Cennini ne ripete quasi testualmente le ne di un intonaco adeguato è alla base di l’ancoraggio del nuovo intonaco. Se si
norme relativa la tecnica della pittura ‘a una buona riuscita dell’opera definitiva; tratta di un vecchio muro occorre pren-
fresco’. potremmo affermare che in essa si ripo- dere tutte le precauzioni per fare in
Gli affreschi eseguiti secondo questi ne un buon 70% del lavoro totale, consi- modo che il nuovo intonaco vi aderisca
antichi precetti e con buoni materiali derato che l’opera deve durare nel perfettamente.
hanno potuto sfidare i secoli gloriosa- tempo. L’intonaco va poi tenuto sempre umido
mente. Soltanto le piogge violente, l’at- L’intonaco si prepara così: 2 parti di sab- per tutto il tempo del lavoro che non
trito meccanico o le troppo frequenti bia silicea (meglio se di fiume) e 1 parte dovrà superare una giornata. Nel caso
lavature con spugne e stracci ruvidi o di calce (spenta da almeno 2 anni).3 che la meridiana sia molto grande richie-
l’infiltrazione di salnitro nell’intonaco Dopo aver pulito e bagnato bene il muro
potevano danneggiare queste pitture che ospiterà il nostro affresco, si pone un
quando esse erano esposte all’esterno. La primo strato grossolano di malta con
causa principale della rovina della mag- sabbia grossa, il ‘rinzaffo’, quando que-
gior parte delle pitture del passato è stata sto è quasi asciutto si bagna ancora e si
spesso la non corretta preparazione del stende con un ‘frattazzo’ un secondo
sottofondo. Oggi, purtroppo, si sono strato, detto ‘ arriccio’, meno grossolano
aggiunti altri problemi atmosferici di ori- del precedente (fig.1). Dopo l’arriccio si
gine chimica che rendono sempre più passa ad una finitura finale, detta ‘intona-
precaria la resistenza delle pitture ad chino’, dello spessore minimo di 3 o 4
affresco. Tutto il processo dell’affresco si mm, ma non superiore a 1.5 cm (fig. 2).
compenetra nella sapiente utilizzazione È opportuno che la superfice dell’into-
della proprietà tipica della calce di dare nachino sia ben liscia; un bravo murato-
luogo - in unione alla sabbia e all’acqua - re la può ottenere con la cazzuola oppu-
ad un cemento cristallino nel cui strato re facendo rotolare su di esso una botti-
superficiale, trasparente come il vetro, il glia non stampata, priva cioè, della linea fig. 3
colore rimane intimamente incorporato, laterale di giunzione del vetro.
assorbito, tanto da resistere vittoriosa- È importante che il muro che deve acco- dendo più giorni di lavoro, occorrerà fare
mente ai più insidiosi agenti atmosferici. gliere l’intonaco per l’affresco sia asciut- solo quella parte di intonaco che di volta
La tecnica dell’affresco richiede da parte to e soltanto composto di pietre o di in volta riusciremo a dipingere in un solo
dell’operatore una certa esperienza per- mattoni, mai misto. Non deve avere parti giorno. Se alla fine della giornata doves-
ché possa essere in grado di prevedere e untuose, chiodi o ferri sporgenti. Non sero rimanere parti incompiute queste si
ben calcolare il mutamento della tonalità deve contenere cemento che genera sal- dovranno far cadere via con la cazzuola
dei colori durante il periodo di asciugatu- nitro molto pericoloso per la pittura.4 Se e dovranno essere rifatte il giorno dopo.

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Oltre alla sabbia si possono utilizzare altri inerti come la polvere di marmo e la pozzolana: questi hanno lo scopo principale di
diminuire l’azione corrosiva della calce, la sabbia, però, permette la formazione di uno strato vetroso siliceo sul dipinto finale che lo
rende particolarmente repellente all’azione degli acidi e dell’acqua piovana.
4
Oggi qualche autore concede l’uso di un po’ di cemento Portland bianco (consiste essenzialmente di silicati idraulici di calcio) nella malta
dell’intonaco di sottofondo.

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battuto e si avvolge il tutto a formare un essere altamente assorbente e di non


discreto cuscinetto. Per evitare che ad alterare le tinte fresche che vengono
ogni battuta sul muro la polvere nera si messe al suo contatto. Si tocca la ‘pietra’
riversi anche sulla nostra mano lordan- con il pennello intinto del colore deside-
dola, si può fare un disco di cartone con rato, questo immediatamente asciuga e
un foro centrale entro cui far passare il rimanda la tonalità modificata: in questo
nodo di chiusura del tampone che sarà, modo è facile comprendere se la tinta da
comunque il punto in cui afferreremo il noi composta necessiti di maggiore o
sacchetto per le nostre operazioni di bat- minore forza ovvero di aggiunte d’altri
titura. colori per raggiungere l’esatto tono desi-
Nella costruzione di meridiane questa derato.5
tecnica di trasferimento del disegno si
addice molto bene alla struttura grafico- Le metodologie moderne
artistica dell’opera, mentre per quel che La pittura ai silicati è l’unica tecnica pitto-
riguarda l’impianto gnomonico vero e rica che in un certo senso può sostituire
proprio può essere sufficiente segnare i l’affresco grazie alle numerose qualità che
punti estremi delle linee orarie e marcar- la rendono molto simile. Tuttavia non esi-
li con dei chiodi presso i quali verrà fis- ste una metodologia moderna per ese-
sato di volta in volta un filo da muratore guire il vero affresco che, sebbene con
fig. 4 intriso di polvere colorata o di carbone qualche piccola variante, ancora oggi,
dolce e battuto sul muro pizzicandolo come 2000 anni fa, si esegue sempre allo
leggermente. stesso modo.
La pittura
Preparato l’intonaco si passa direttamen- I colori vanno tutti preparati prima di
te alla pittura (figg. 3-4). Anticamente si dipingere, seguendo i campioni usati per Bibliografia essenziale:
usava disegnare direttamente sull’arric- il bozzetto iniziale. Una volta fatti nei
ciato con un solo colore l’intera scena loro recipienti è bene mettere su di GIUSEPPE RONCHETTi, Pittura murale,
anche in modo molto curato per poi ognuno una etichetta identificativa (per Cisalpino-Goliardica, reprint antichi
manuali Hoepli, Milano, 6° ed., 1983.
coprirlo completamente con l’intonachi- esempio: “linee delle ore”, “colore del
no per ridisegnarlo e dipingerlo definiti- fondo”, “colore del cartiglio”, ecc.) ENNIA VISENTIN, Decorazione pittori-
ca degli orologi solari su intonaci, in
vamente con i colori. Questo antico Nella pittura ad affresco, come nella pit- Atti del XIII Seminario di
metodo è stato superato con l’utilizzo tura a calce, le tinte tendono a modificar- Gnomonica, Lignano Sabbiadoro
dei cosiddetti ‘cartoni’ ovvero ‘spolveri’. si con l’asciugatura dell’intonaco, ed una (UD), pp. 183-186.
Si tratta in pratica di eseguire il disegno persona poco esperta potrebbe incontra- DAMASO FRAZZONI, L’imbianchino
perfettamente in scala 1:1 su una carta re molti problemi ad ottenere le tinte che decoratore-stuccatore, Ulrico Hoepli,
Milano, 8° ed., 1981.
robusta (ottima allo scopo è la carta da desidera. Esiste un metodo non amato
scenografia) e traforarne con cura tutte dai professionisti, ma assai pratico per GIORGIO FORTI, Antiche ricette di pittu-
ra murale, Verona, 1983.
le linee, almeno le principali, con l’aiuto aggirare questo ostacolo: l’uso della
SANDRO BARONI, Affresco e pittura
di un punteruolo (va benissimo uno spil- cosiddetta ‘pietra di paragone’. Questa alla calce. Corso pratico, Antea ed.,
lone, un ago da lana o da materassi, un ‘pietra’ altro non è che un blocco di Milano, 1999.
chiodo sottile) oppure con una speciale Terra di Siena che ha la caratteristica di
rotella munita di punte che permette un
lavoro assai più veloce. Anticamente, e
forse ancor oggi, i più abili si permette-
vano il lusso di incidere il disegno con un
chiodo direttamente sull’intonaco fresco,
ma questa è cosa da veri esperti!
Fatto lo ‘spolvero’, lo si appoggia alla
parete e si batte con un tampone riempi-
to di polvere nera (di solito carbone
dolce, oppure nerofumo) lungo tutte le
linee traforate: in questo modo la polve-
re passa attraverso i fori e trasferisce il
disegno direttamente sull’intonaco. Il
tampone di solito è costituito di uno
straccio leggero al cui interno è deposta
una seconda pezza di garza e tanto coto-
ne idrofilo da poter fare un buon fagot-
to. Sul cotone si versa, poi, una quantità
di polvere nera sufficente a riempire gli
anfratti e fuoriuscire attraverso la trama fig. 5 L’opera è finita
della tela ogni volta che il tampone viene

5
In sostituzione della ‘Pietra di paragone’, che resta comunque la migliore, si può usare un vecchio coppo o un vecchio mattone poco
cotto.

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