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Nel clima di innovazioni formali e tecniche scita dipendesse in larga misura dalle capa-

a cavallo del secolo si inseriscono a pieno ti- cità e dall'esperienza dell'operatore che
tolo le ricerche e le appliczuioni che i fiatelli awebbe rifinito le bugne formando con la
Francesco Paolo e Antorìino Li Vigni con- cazzùoli\ lulle quelle .Ltpefikì ?r1 actidorLt(llit{i (he
dussero riguardo ai materiali e alle tecni- naturalncnte Presenla la Pietra.
che di fin itu ra dei ri\e\limenti ad intonaco: Nelle carte del brevetto si sottoÌineava quan-
qrresri. poco piu t hc rertennì. sperimenta- to Ibsse importante nella composizione del
rono e brevettarono nel 1901 un tipo di 1ì-
njtljra per la imitazione di trùte le liclre tufttcee
nella rl,ecorazione dei prospet{.i degli edtfici.
Nclle carte ufficiali del brevetto aPPare cer-
chiata e cassata la locruione "della Sicilia", se-
gno evidente della soPrawenuta volontà dei
fratelli di esportare il loro prodotto in ambiti
piu rasti. Vcnira desct itta la r omPorizione
de ll'impasto, f'ornlato da una parte di calce
grassa in pasta e quattro di "sabbia dolomi-
tica" con l'aggiunta di materie coloranti
t( lìnlln di Sina ùnln D in proporzi"rri
variabili secondo ..-.."*.5#

rìl le facci:rte defìnire


i caÌ-atteri costnlttivi e matcÌi-
ci degli elententi conrPonetl-
tj. ed irì p:rrtjcolale caratlerizzarttc
lzÌ costituzionc ltpirlea con l'ttso ap
Ì'et1ètto chc si propriato del rivestimento ad ,--@
roìrra orlctrrte: l appìi, rLzi,,rre.rr intonaco: di ciò erano ben '."""ttt''
vcniva sull'arr-iccizrto "di brtona .. altzr" per- consapevoli gli architetti, ma
fettamerìte asciutto pcr urro spessore di 5 le tecniche abitrralmentc ado-
mm circa e vcnivzr garantito un t-isrtltirto <li perate, non solo nell'area pa-
imperm, aLrilirà. inallrrahiliti, tr''istenz:t lerrnitana, secondo i Li Vigni,
anche alÌir salscdine. non garantivano una buona imi-
N.ìlo stc:'su.tttn,' al hrrrello lrttira aq{irttt- tazione della pietra, c per di più gli
t^ ùr\a d(isoizione (ot1.[)kttt?11Lore del lrouulo dtc strati apparenti, a causa della ec-
ha ?cr tihlD:"Prot?sso d'i tittziow li lutte k pi?- cessiva sottigliezza, erano soggetti
tr? lll[à.c?" chc riportavir presumibilmentc ad un rapido degrado dovuto agli
gli t*iri,li nu,^r' ri.elchc ( {Peritn('nlri/ioni agenti esterni.
eflèttuate ncl breye arco di tempo collPrcso In effetti l'imitazione delle Pietre na-
tra aprile e hrglio 1901. Si reputava nccessa- flrrali, locali e non, awenira a Palenno
rio chiar-ire come lc proporziorìi indiczrtc da pirì secoli con tecniche che non
norì fbssero tassative. mar variabili in funzio- dar'ano srrflicienti garanzia di dru'ata,
ne dei caraller i dell.r pierra da irrritare. qtra malgrado l'esperienza delÌe maestranze aves- IN QLIESIA PACTNI,
DALL'ALIo:
li la str-uttura interna ed il grado di compat- se raggiturto livelli qualit:rtivi apprezzabili. La
tezza; anche nell'ambito dello stesso tipo di prarica piir collaudata. delinita t on i termini
Figurc I d,b.
pietra poteva \,ariar-e la grana <lella sahhia da di i n n t n l on t l o. ltulvno o ì ntem izzolo. colìsisle- Marùi orighali della
adoperare, c così pure la quantit.ì di colc) va in una spalmatura con un grosso pennello ditta liwni
.ante, per rendere più verosimilc I'irnita- di malta molto flrrirla srrlla tuperfir ie stagir., aiaùa esistatt; su f.'ccia te

zione dci diversi toni cromatici che può as- nata dell'intonaco: su 1ale malta ancora fresca
sumere la pietra in dipcndenza dalla profon- si spruzzava la polvere della pietra da imitare, Figura 2.
dità dello strato di prelevamento in una §tes- mi:,ta a sostan/c coloran ti. che aderira in mo- n Nno bl@etu dei
sa cala- In ultirno. si afferrnava cotne la riu- do pennanente alla superficie. Fratdli Li ltgni.
Oltre alle pietre naturali, così r,arie nella gra- vetto Li Vigni nel restauro della chiesa di S.
na e nel colore in ambito siciliano, dal bianco Maria in Randazzo dove, per imitare Ia pree-
al grigio, dal giallino al "fulvo grato", si imita \istenle pietra la\ica. \enne prepararo un ;/r-
l4 effira( emente la conina muraria in marlo- ltasto di martellntura di pietra di lana e "cacac
ni a partire dagli ultimi decenni del Sette- cia" d,i fe»o con un poco di carbonello pu forma're
cento, come riferi l'architetto francese léon una linta di colore bigto imitante la laua.
Dufourny secor.rdo il quale Io stuccatore Fir-
riolo per Ia finitura delle serre dell'Orto Bo- a[1'esamc del brevetto Li Vigni si ncr
tanico di Giuseppe Venanzio Marvuglia rnise ta come questo fosse connotato rla
a punlu llna nuuva lc( nica decoratira currsi- due aspetti tra loro assai diversi: uno
stente nell' incanlonato spr\vzalo sopra una che potrebbe defìnirsi "scientifico" in quan-
to riproducibile, sperimentabile e misurabi-
I le, costituito dal tipo di materiale con deter-
minate caratteristiche fisico<himiche e dalle
dosi impiegate nei componenti; l'altro aspet-
lo dal .aralrerr prrramenle "recnico-arlisti
co" basato suÌla capacità dell'operatore di
imitare le caratteristiche esterne della mate-
'.ÈL
ria naturale e di "formare", ossia comporre
.

Y forme decorative, se non addirittula sculto-


ree.
Che questo secondo aspetto dell inrenziorre
fosse brevcttabile appzue oggi alqrunto sffano,
ma forse non lo era allora, in un periodo in cui
il tanto auspicato rinnovamento dell'architet-
tura passara anche attraneno nuove tecniche di
esecuzione che permetterano "ur8anir a cun
tinuità" tra struttura muraria ed apparati de-
corativi. Difatti, grazie alle caratteristiche mec-
caniche, ma anche alla grande lavorabilità e
plasmabilità degli impzuti Li \4gni, i bravi e sen'
sibili stuccatori riuscirono a realizzare anche
per gli esterni quei sistemi di grande effetto
plastico che erano statì una specificità deuli am-
bicnri interni. Erano in molù a ritenere, sia in
ambito accademico che professionale, che a di-
stanza di due sccoli fosse risorta la gloriosa
tradizione palermiLala deigrandi snlcr arori co
me i Serpotta, resi famosi oltre che per la ge-
fi: nialità di modellatori, perché creatori di uno
speciale impa"to che dopo lungo tempo si
consen'a\a (ed ancora oggi si conscna) integro
e lucido come rnarmo.
Il parallelo alquanto ardito tra i Serpotta ei Li
Vigni, da sempÌice accostamento ideale diver-
rcbbe al contrario un'csplicita volontà di quc-
Figru ). speciale uazice passata sulla malta di calce e
Bugne ad imitaziare
'ri ulrimi di liprerrdere il percorso anisùco e
gesso.l profcssionale dei primi, secondo rrn'ipotesi
dei wratun rustici di
Un metodo meno raffinato e duraturo del suggestiva,':ma in atto non sullìcicntemente
precedente era costituito dall'appliczuione di approfondita, che individuerebbe nella figum
tinte a fresco, dalle sfumature di colore rite- del serpente a\ryolto intorno ad ur-r bastone,
nute più opportune, passate più volte diret- presente sporadicamente su facciate decorate
tamente sopra il tonachino, ma appare op- nei primi del secolo, un elemento simbolico ri
portuno ricordare come le finiture ad impasto feribile allo stuccatore barocco Giacomo Ser-
ad imitazione di una pietra non fossero certo pott.1, il più famoso della famiglia: questi ebbe
Deco,'azione eseguita una noyita: tra gli altri esempi si richiama il si- a firmarsi cou nna serpe nell'Oratorio del Rrl",
@n i,npo:ti Li Vigli. stema utilizzato cinquanta anni prima del bre- sario in San Domenico a Palermo.s

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na prima e fondamenrale legitti- ni di dimensione uriforme (sabbie stacciatc);
mazione tecnico-scientifi ca giunse - le malte di calce aerea grassa dosata nel
molto presto da un articolo del rapporto di 1:3 con sabbie dolomitiche pre-
prof. Eugenio Manzella, docente di Chimica sentano una resistenza meccanica circa dop-
docimastica presso I'Università di Palermo, il pia rispetto alìe maìte ad inen e qrraru uso u si-
quale nel giugno 1902 pubblicò i risuÌtati lico-calcareo, tranne nel caso di sabbia fine,
delle sue ricerche riguardanti f influenza per il quale l'aumento di resistenza è contc-
delle diverse sabbie dell'area palermitana nrrto all'incirca nr:l 357a-
sulla resistenza delJe malle aeree. r on parri- Altre osser-vazioni di ManzeÌla, utili per ap-
colare attedzione alla composizione chimica profondire Ie conoscenze sui caratteri degli
e granulometrica dei materiali anaÌizzati.1 ll inerti da adoperare nelle malte, riguardava-
raffronto lu effettuato tra la satrbia quarzosa no la \cal5a inlluenza ehc sulla r(sislenlà
estratta dalle cave presso Ficuzza, la silico-cal- degli impasti ha la lbrma dei gr ani: a 'rru
carea delle spiagge del golfo di Palermo (a parere e Contrariamente a quanto comune-
grallulometria medio-fina), e la sabbia do- mente ritenuto le esperienze di laboratorio
lomitica a grani fratturati delle cave di Boc- davano rì.uìtati pirì alti per grani arrotor-
cadifalco sulle colline che circondano la città. dati che per quelli angolosi; altro pregiudizio
c dimostrò preliminarmenre rrna maggiore da sfàtare inoltre era costituito clalla genera-

Figure 4, 5. velocità di prosciugamento degli impasti do- le convinzione che la presenza di magnesio
ìomitici rispetro a quelli ronlenenti matc (rocce dolomitiche) rendesse più magre le
tronco di un albero riali silicei, fenomeno impropriamente at- caìci. e pertanto meno adalt( agli inlonaei.
tribuito ad un certo grado di idraulicità che
su facciate deqt tizio
si pensava possedessero le m:ìlte ad inerte dG. L apprezzamento generaìe tlella caìce e del-
Ebnenta simbolico lomitico. la sabbia di natura dolomitica ebbe altresì il
tafto da Se,fottct? Le considerazioni conclusive di Manzella conforto degli studi condotti dal professore
vengono così riassunte: Salemi Pace nel 1905 sulle caratteristiche
- nel caso di malte di calce aerea grassa nel delle malte cementizie in rapporto al diverso
rapporto di 1:3 con sabbia di grana unifornre, tipo di sabbia utilizzata: questi, tra l'altro,
ai fini della resistenza meccanica si ha dimostralano corne la sabbia do-
convenienza di preferire le sabbie fi- . lomitica clclle cave di Bocca-
ne e mrdie rispetto alla granulo- difalco consen tisse
me tria grossa quando una resistenza a tra-
l'inerte è di natura sfi- zione valutata in 41-
cea, o preval en te- 43 kglcm': ad 84 gior-
nìente silicea; per Ie ni dal getto, ben mag-
sabbie dolonritiche si giore rispetto alle mal-
hanno risultati miglir» te cementizie confezionate
ri con la media grana; con le migliori sabbie sili-
- le maltc confczionate con cee conosciute che alla stessa
sabbie a grani di varia gros- data non superavano il valore
sezza (sabbie naturali) con di ?5-26 kg/cm'?. 5

l'eliminazione delle polveri, a Contemporaneamente anche


parità di altre condizioni, of- Lrna commissione apposita-
frono resistenze maggiori ri- mente isritrdta daì Collcgio degli
spetto a quelle con sabbie a gra- Ingegneri ed Architetti di Paler

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Macchine adoqetute
alltniio del seu'lo
per na produzioùe
di ine,ti o l\ùPasto

alle altre tratteneva al suo intemo una mi-


nore quantità d'acqua, consentiva una mag-
mo, composta dagli ingegneri Melchiorre Mi- giore evaporazione dell'acqua interna, so-
nutilla, Domenico Garajo e Nunzio Ziino, tra prattutto nel caso di malte preparate da al-
il scttembre 1901 e il gennaio 1902 si riuni pzr cuni mesi.
esaminorc l'intonaco Li Vigni dietro domanda Riguardo all'aderenza al supporfo "traver-
dell'interetsato. Oltre all'esame visivo di un sato", la comn-rissione riconobbe che uno
campionario esposto nell'atrio della Regia strato di intonaco Li \Àgni colorato dello spes
Scuola di applicazione per gli ingegneri, chc sore di 5 mm, applicato sul sottofondo ancom
mostrava a sufficienza Ia macstria degli stuc- umido perché appena ultimato, aderiva in
catori nell'imitazione di un gran numero di maniera comPleta tanto da non Potere stac-
pietre tufacee, la commissione volle effettua- care tra loto idue straÙ: l unico incontenicn
re indagini di approfondimento sulle carat- te era dato dalla leggera sbiaditura dei colori,
teristiche fisico-chimiche del prodotto.6 problema superabile secondo i relatori con
Per le altre tre malte di confronto si adope- un diverso dosaggio delle terre coloranti. Ap
rarono sabbie di diversa natura e rispettiva- plicato su traversato asciugato per tre giomi fu
mente sabbia di spiaggia, frantumì rleìle caì- possibile separare tra loro i due strati, anche se
carcniti porose dell'Aspra e delle falde del con qualche difficoltà.
monte Pellegrino. Si osser-vò immediata- l.a Commissione effettuò anche un saggio sul
mente come tra i quattro camPioni si Potes- rivestimento realizzato dagli stessi Li Vigni al-
se ottenere una uguale consistenza e Pasto- cuni mesi prima sui ParameDti esterni di un
sità della malta solo variando il dosaggio di edilicio scolastico a PaÌerrr.ro e concluse con
grassello: la sabbia dolomitica consentì una serie di apprezzamenti, pur con qualche
un'economia di circa il 207o del grassello dubbio sull'uniformità delle tecniche aPpìi-
rispetto alle altre malte, Si accertò che i tem- cative e sui r usti di esecuzione. che qui si ri-
pi di presa delle malte di confronto erano portzno:
compresi tra due e tre giorni, mentre per q) I'effetto cstetico rJellìntonaro, Per quanto ri
quella fornita dai Li Vigni si riducevano a guarda la imitazione delle pietre naturali, à sod'
trenta ore; inoltre quest'ultima malta rispetto di.tlitcente;
b) il gado di tutte le &ltre buone
essiccamento e zione dimostrata nell'imitazione del traver-
qu( ità sperimzntdte nà
anaktid, se non pos-
.saggi tino romano.
\ono 4rpllorri .li pp\o Ppr ìnlonari nuentì utto Il prodotto veniva preparato in apposite bot-
da quello in aù si sperimentò, po
spessore diuerso ti. miscelando la calce grassa hen st3giq1121.r
tranno modificarsi soltanto; ma restano sem|re con le sabbie ricavate dalla pietra dolomitica
d.elle eccellentiqualità, d.o ute principalm?nte delle cave di Tommaso Natale per la quantiuì
all'impiego della sabka dolomitica, che fanno giu- occorrente per la giornata, o per I'intero la-
d,imre I'iml)asLo Li Vigni supehore indisrutibil- voro sc \umcienlemenle brere; , iò arvenira
mente aLl'intonatu ordinario, cseguito con sabbia al fine di eritare rhe. corr preparaziorrì in
silie« warina, ed al cosidetto intonao spoberato, tempi diler'i. ri modifir a.se l effetru esrrti, o
in u;o a I)rtlrt»to ftlt grrrtotlit ì di colore e grana a causa dell'inevitabiÌe va-
ltotltlti ltIb (.ttt, tr,{ùila riare delle dosature.
I »ulittttr lhllliru':tant L'intonaco Li Vigni veniva chiamato gene
t .t fìtvo rli lthur rli ralmente col termine di "impasto", per di-
' i ttfo; stinguerlo dal sottilissimo tonachino o dalla
'..... ,* c) ì d« lt;iltnrt tinteggiatura che seniva ad uniformare e co-
' tht i,nt!!a lill)rro lorarc superdci dai toni discontinui. Lo spes-
I'inpiego dell'into sore fìnale, compreso in genere tra 5 ed 8

f ' .
-t
-1*

Figre 6, 7.
Bugnato ad imitazio-
ùe del tmte,ri,to sulla

facciata pnnciFate
del Teatro Biotldo.

n mdldestro tentati-
t)odi "restauro" di
intonaco ad imitazio-
:'_

naco Li
Vigni, quandn non ui conttastino le esi mm, si ottener,a con la cosiddettiì "lamatura",
genze d,iun prc.zx.o troppo el.e.uato; il tipo di lìDilrrra piu [r|qrrerrt-. (,,n5i\lenle
d) ò prcIeribik fapplicazione di esso snl trauersa nel raschiamento dello straterello esterno
to ancora moltofresco; per mezzo di uniì lana liscia o legqermente
e) preferibilz anche ome intonaco all'intemo
è derrtat:r, hr'"rompera l impnqto lìesco spc-
degLi ambienti, specialmcnte quando occotre pre.- so oltre un centinìetro, togliendor-re fino a 4
munirsi contro gli effetti di ettessita umidilir,. 5 n-ìm che rariìmente si recuperavano; le ul-
rime pa.sate renillrro date .enrpr r r,rizzon
Anche il Circolo degli Ingegneri e degli Ar- talùìerìte per ottcner-c r.uriformità nel para-
chitetti liberi esercenti di Palermo dirulgò gli m('nro. mr era ìnerirahile che ogrri riplera
esiti del lavnro della.uddetta commissione dei lòncli rimanesse visibile nel tcmpo dete-
neÌ primo numero dei propri Annali, sotto- riorando l'aspetto della facciata. Si laceva
lineando sia le "eccellenti cor.rdizioni di igie- pertanlo ricorso spesso alla sudalì\,isione del-
nicità" dell'intonaco Li Vigni, sia la per{è- Ie spccchiaturc piir vaste in elementi di mi-

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inpasti Li Vigni.

nori dimensioni per nascondcre le riprese nella composizione della malta Li Vigni di
delle "giornate", con l'esecuzione dei bu- sostanze idrofughe di alcun tipo che, incolo-
gnari che inoltre impreziosirano itiresti- ri per non modificare I'eflètto cromatico del-
menti e mettevano in risalto le capacità degÌi la lacciata, diverrantto di uso r orrenle in lem-
stuccatori. pi successivi.
Al semplice impasto di grassello e sabbia se- Una pratica sporadicamente riscontrata dagli
condo i canoni uffrciali non si aggiungevano anni '30 ed applicata sulle pareti esterne par-
che sostanze coloranti, per lo più terre e pol- ricolarmente qsposte alle intempcrie era co-
vcri lavate, depurate e macinate, secondo stiruira dalla spalmahrra. sullo stralo as, iullo
quantità dipendenti sia dall'intensità del to- da almeno due o tre mesi, di un prodotto
no da raggiungere, sia dalla tenacità e dalla verniciante idrolugo dopo aver effettuato un
porosità che un ecccsso di materia terrosa fi- encryico lavaggio, talvolta più espressamente
nissima rischiava di compromettere. Fino una o fiù mani di uetrifmnte a base di silicali- si
all'ultima guerra non si ha notizia di aggiunta ha ragione di ritcnere che Piuttosto che di un

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N. l'rlalte a G }I F Normale Naturalo

I. §abbia quarzosa. e,40 13,19


i10,se
I , silico-c4lcarea 7,?l 12,79 14,88 16,06

III. ,, dolomitica . . 15,95 , 2;,46 1 9,10 24,09 28,10

'fabetla l.
Esiti delle prcte con' Resistenze medie ifl lig. Rcsistenze aredie l(g. il
piute da E. Mdn e a DENOMIN,q.ZIONE DEL CET{ENTO per cm.z alla compres- p!. cm.t alla trazione
,E sione dopo nraturazione dopo nraturazio0e in ac-
isuardo aua Ìesisten-
zaa o schbcciamatto e i in acqur di gìorni ql^ di gionìi
d.i a^i
in l{g/mq d.i nalte della naiura della sabbia ternaria
S.i zto S.l
'ili'.' ""' ,

CEMENTo B e sabbia quarzosa di lìreienrvalde s,o% 262 3s3 44t 490 r6,25 rt,48 25,?o 427 2,26

,, ,, sabbia silicea di Lercate.. .. . ... 3,0,, 30,1 4r3 170 554 2I,04 r6,31 3t,7? tt27 1'?4
Tabella 2.
Resistenze medie alla ,, ,, sabbia quarzosa di Lercara.,.. .. 7,5,, 331 446 543 (',) 591 r§,S5 2r Ào 23,45 30,9' 2,30 21 29

cdn,ressione e atta
,, ,, sabbia silicea di llazzara... ,. .... 8,0,, 334 422 5oo 5i7 2 r,13 2i,60 3t.,03 2, X7 2,25
bazio edc e malte
conp,zsse preparate ,, ., sabbia dolomitica di Boc.adifalco, 9,0 ,, 3rl 399 475 567 26,29 32,08 43,05 48,67 2,33 7,3,

(19M) e M sahbie Crmmo C e salbia quarzosa di Freiemvalde. 347 4rs {?s 548 20,Is :o,r§ 19,29 27,55 4,27 l,z5

,, ,, sàbbia silicea di Leucate.. ,... ... 1," I 394 470 6rs 26,t t 21,92 32,69 2,28 2'21

,, ,, sabbia quarzosa di Lercara..,.... 1,,,, 405 517 584 691 26,.9 25,87 33,24 .2,3r c,t8

,, ,, sabbia silìcea di tr{azzara., ,. . ... . s,0,, 391 46.1 601 23,7r 24,92 ?6,45 3rr4 2t28 2r25

,, ,, sabbià dolomitica di Boccadifalco. 9,s,, 302 430 5o7 595 26,62 33,31 40,33 51,16 2,34 ,,33

rimedio specifico per l'intonaco Li Vigni si aveva potuto accettare la massiccia presenza
tralasse di una prassi cor)suela per ogni tipo della fiazionc grossa nell'incrte adopcrato, la
di finitura. cui alta percentuale potrebbe essere un vali-
Dopo la lamatura, la superlìcie ancora fre- do romponente delle buone prcsrazioni
sca si andava bagnando e lavando con molta dell'impasto; a questo proposito era general-
acqua anche al fine di eliminare Ia "polvere" mente acccttata la teoria, desunta dallc cspe-
che aveva raggiunto la superficie che, in tal rienze condotte non solo localmente da pro-
modo, si presentava alquanto ruvida per et fessionisti ed operatori tecnici, che riguardo
fetto della presenza dei grani di inerte di alla resistenza all e.posizir,,ne alle intempe-
maggiore diametro. Già la commissione del rie un intonaco si conseni tanto meglio quan-
Collegio degli Ingegneri e degli Archite i to meno levigata è la sua superhcie.
L ar r urata lisr ìatura, cosrosa ma e\reri( amcrìre
Figura 8. preferibile, in qualche misura sembrava di-
Cal'ildtum dell'into- sturbare il naturale processo di indurimento
della malta, e rendeva la finitura meno dlt-
revole rispetto all'intonaco rustico poco la-
dello stnto di posa.
vorato: il Li Vigni appunto, a causa della con-
sistenza granulosa, non era appianabile con
l'uso del fratazzo come il tonachino rna, even-
tualmente, solo in nìodo leggero con un pial-
Ietto rustico.
L'impasto Li Vigni poteva anche essere ap-
plicato a spruzzo ma in rlrresto caso. ricono-
scendosene le capacità protettive inferiori, il
sistema di messa in opera era usato esclusi-
r amen te all in terno degìiambienti.

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a pubblicità cììe venne data al pro-
d()tto ed ai sistemi di :ìpplicariorìc
ne favorì rura rapida e vastissima
diffusione in ambito professionale locale,
ma anche nel resto della penisola. grazie ai
pr( mi ullenuliin manifrslaziuni espositirr
nazionali. A-ll'Esposizione Agricola Siciliana
svoltasi a Palermo nel 1902, I'intonaco "spe-
ciale" Li Vigni ebbe aggiudicata la "men-
zione onorevole" c la medaglia d'argento
nella Sezione d'Igiene; una ugualc men-
zione e la medaglia d'oro furono attribuite
ne1 corso della stessa manifestazione dalla
Sezione Industriale.
Nello stesso anno la Ditta espose alcuni la-
vor i di decorau ione a lla prima Esposizione
d'Arte Decorativa Moderna di Torino. e
f interesse suscitato portò all'acquisto di
uno dei modelli per I'Esposizione Perma-
nente del Museo Industriale di quella città.
Altri premi furono vinti alla seconda Espo-
sizione Campionaria di Napoli (gran pre-
mio medaglia d'oro e diploma), ed alì'Espo-
sizione del Sempione di Milano del 1906
(diploma d'onore). le sagome c dci dettagli realizzati con que- Figo'a 9.

Durante il primo decennio di lavoro ven- stiprodotti.Specilìche in lormazion i terni- Esecuzione di contici
comptesse ton t'uso
Sunu alrribuil( ai I-i Vigni opere impor- che venivano aggiunte sulla resistenza alla
r/nri a Palenno nell'ambito delle eommit- aggressione della salsedine marina, anche
tenze private e pubbliche, residenze e ser- per le facciate più esposte dcl Gr-and Hotel
r izi. e:eguite \otto la dire/ione dei piu no- Villa Igea e della casa Florio sull'isola di Le- BrEndnn e Mmicdti).
ti professionisti; ma anche in carnpo na- vanzo, sulla durabilità ed impermeabilità
zionale i loro prodotti ebbero una notevo- degli impasti l,i Vigni, utilizzati spesso come
le divulgazione, grazie anche al valido ap- coperline delle cornici lz luogo d,ei soliti tire-
porto di Ernesto Basile che in quegli anni stimenli tli collo o d,i pietra ch,e non lasciano se-
progettava c realizzar,z edifici di notevole ri- pn; tonltu le infltrozioni delfu artluc ncr nog-
le,,ranza ed aveva assunto un ruolo di pro- giori sporti.
rdtsunisra nel dibarrito arr hitettoniro na- Tutti concordavano poi sulla perfezione
z ion ale. ottenuta nell'imitazione di ogni pietra, lo-
I rrorevuli risultati tecnico-arti5tici conse- cale e non, dalle calcareniti dell'Aspra a
suiti nelle finiture e nella decorazione de quelle della Foresta di Carini, alla pietra di
gli edifici convinsero alcurricommirrenri e Ragusa, al travertino romano; anche negli
molti dei maggiori architetti locali ad atte- interni si evidenziava la maestria degli stuc-
.t.]le, talvolta anche in termini entusiastie i, catori, specie per quanto riguardava l'imi-
le qualità degli "intonaci brevettati dei Si- tazione di vari tipi di marmo, come nel ca-
gnori Fratelli Li Vigni", evidenziandone i di- so del foyer e dello scalone d'onore del
\ ersi aspetti che li rendevano utili nelle co- Teatro Biondo, dove si ottenne un effetto
struzioni. Se il direttore dell'Istituto di lgie- sorprendente per la precisione delle vena-
Dc metteva in particolare risalto le caratte- ture e delle tinte e per la lucentezza della
ristiche più propriamente "igieniche" le- superficie. La capacità di riprodurre artifi
gate alla resistenza agli agenti esterni e ad cialmente il colore e la grana delle pietre
una nolrrtrlt'pernreabilità. gli ingegneri e tulàcee si rivelò assai utile nel restauro di
gli architetti prefcrivano sottolinearne Ìe un pilone della cinquecentesca Porta Feli-
prestazioni rer nir he. Alcuni r ir hiamavano ce, dove si riuscì a rendere indistinguibile
Ia possibilità, con gti impasti Li Vigni, di mo- la parte ar.ìtica da quella rifatta.
dellare con sensibilis.rima plasticità le com- Da parte di Ernesto Basile si sottolineava
plesse forme ornamentali; altri si soffer- inoltre Ia capacità imprenditoriale dei fra
malano sulla precisione ed accuratezzÀ del- telli l-i Vigni, a suo eiudizio in grado di as-

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sumere qualsiasi appaÌto attinente alle co l'esclusiva dei Li Vigni nell'applicazione pra-
struzioni civili, grazie anche all'artenzione tica dei materiali di natura dolomitica che, al
che questi prestavano alle uovità tecniche contrario, appare già alquanto diffusa presso
che aÌl'inizio del secolo si difforìde\.ano ra- molti altri imprenditori locaÌi.
pidamente: anche gli impasti brevettati oc- Nello stesso anno l'impasto prodotto dirct-
casionalmente verìivano adattati a situazio- tamente dai fratelli Li Vigni costava il230Vo
ni p2ìrticolari come Dcl caso del palazzo tìella maltu rrrdinaria. e l'applicazione in
AmmiÌara in vi:r Roma, ope ra di F. p. Rivas upera a\r!a un prezzo nu\e loÌlc maggiore
realizzata con largo uso di cemento, nel rispetto al lonachino ordirrario: pur crln\i-
quale per le decorazioni ad imitazione di derando il maggiore lavorio per ottenere la
pietra e mattoni nor.r si disdegnò l,uso di pel.fetta imitazione delle piere, appare tec-
questo legaute, forse al finc rli una mag_ nicamente poco giustificata una tale diffe-
giore compatibilirà corì i conglomerati ce- renza di prezzo, che andrà srnorzandosi len,
l.rìenrizi de1 supporto. tamente negli anni a venire anche a causa
Gli effetti pratici dei successi furono tali da della larga diffusione degli intonaci "uso Li
farc levitarc notevolmcnte sia icosti dei Vigni , simili agli originari nella costiruzione
materiali dolomitici, sia i prezzi di applica- e nelle caratteristiche di raffinatezza esecu-
zione. Nel 1911 la caice proveniente dalle tiva. Le composizioni pìastiche decorative

TI Pl pr PARA/PICO Ll.

4
A PJAITINA

{ ,TIIANO 2 7
IIPO Vr'ETA,, A JtlV//O A ,/ PI(OLO
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Figura 10. carcarepresso le cave dolomitiche di Bocca- sulle facciate esterne rcalizzate ad impasto si
T
ipi cti
Faraspigoti difalco, Pioppo e Tommaso Natale costava il
pet ltareti intonacate
moltiplicarono in quegli anni fino ad oltre
(da Fonnmti - Cortel-
doppio rispetto a quella prodotta dalle altre l'ultima guerra ad opera di una moltitucline
leui). fornaci, segno che dai calcari magnesiaci ol- di csc( ulori. il piir delle vulte a noi .cono-
tre all'inerte vcniva prodotto anche il gras- sciuti, a dimostrazione dclla nascita di una
sello per malte di qualità superiore; la sabbia scuola in grado di perpetirare un sapere tec-
dolomitica costava quattro volte quella cli nico-artistico in stretto rapporto alla per-
marc e due volte le altre di cava, malgrado fi- manenza dei canoni stiiistici tradizionali.
no all'ultima guerra ìr.r molti prezziarì e pub- Inoltre, ci sembra opportuno evidenziare
blicazioni quelle di r.ratura silicea fossero an- come Ie esperienze dei Li Vigni abbiano
cora pubblicizzate come le migliori. eueste contribuito a condurre Ìa pigra imprendi-
informazioni provano inoltre come un de- toria edilizia locale yerso una nuova atten-
cennio dopo il brevetto fosse venuta meno zionr rigrrardo ai prodorri ilnnr2til! qLr311o

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ai leganti idraulici, agli inerti quarzosi ed ar- che ne favorirono il grande successo. A
tifìciali ed agli additivi, portando ad ap- questo proposito prcliminarmente si ri-
prezzarne i connotati estetici (uniformità di chiama quanto in precedenza si è più volte
tono, brillantezza, possibilità chiaroscurali) osservato riguardo alla provenienza da roc-
e Ìe prestazioni tecniche (comPattezza, re- cia dolomitica degli inerti, e talvolta anche
sistenza meccanica, impermeabilità). Ciò delle calci: questa, più ancora dei dosaugi
venne indubbiamente favorito anche dall'al- r hc poLerano \ariare enlru margini as'ai
to costo degli intonaci Li Vigni che rese ampi. (o\tituiva la ba'e scientifica su cui si
ct,rrcor renziali i prodotti provenienti fondavano le prestazioni Iìsico-chimiche
dall'area germanica o padana, come i Ter- dell intonaco Li Vigni. lranrte rari cati.
ranova o le miscele "pietrificanti". negli impasri com unt-men te denumittati
Nei prezziari e nei capitolati, nella Iettera- "uso Li Vigni" non vengono espressamente
tu1-a tecnica e nell'ambito della produzione utilizzate sabbie e calci di natura dolomiti-
ai giorni nostri permane la dizione "into- ca. affidanrlo il rapporto di conlìnuilà es
Daco uso Li Vigni". del qrrale a noi sem- senzialmente alla connotazione estetica del-
bra sia rima.tu soltanto il ntrme. t onose iu Ia finitura definita da due caratteristiche: a)
ro in ambito na-riunale, mentre ritrniamo si 1'aggiunta dei pigmenti coloranti diretta-
.ia perdrrto ogni rilerimrnto a quei crtnttrri mente nel prodotLo di ba'e posto in com-

Decoraziofle Plasti
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i,ùpasti Li Vielti.

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Ìnercio secondo una vasta tavolozza di co, colore" che privilegerebbe questi toni ri-
lori; b) la granulometria degli inerti che spetto ad ogni altro.
comprendc una certa percentuale di sabbia E venuta meno anche la capacità tectica
a granidigrosso diametro. anehe rnageiore di imitazione di asperità, venature ed irre-
di 5 rnm. irr ba'c acl una .cala a direrio gra golaritiì che rendono riconoscibili le pie-
t
l
do di asperità. tre, come nei casi di decorazioni imitanti il i
Questi caratteri peculiari, residuo sempli- travertino romano, assai comuni nel pano- ì1

cistico della originaria volontà di imitare {


rama cittadino perché evocanti edifici di
le pietre tufacee, consentono esclusiva- grande nobiltà: può accaclere che nei rap-
mcnte di realizzare una superficie del co_ pezzi di restauro non si sia in grado di ri-
lore voluto e più o meno ruvida, utilizzando produlre altro che piccoli segni ed incisio- I
a questo fine la tecnica della lamatura con ni estranee al carattere della pietra romana,
strumenti variamente corrugati. L,arte di forse anche per la mancanza di quegli uten-
imitare perfettamente la materia naturale, rili che sembra gli stu( calori crearsero in re-
NOTE
l. D ùD docrmento ri- elemento qualificante del brevetto Li Vi- lazione al tipo dì opera da r ealizzare.
po't"ro ii) (I .o L., /t gni, con l'affinamento delle capacità arti-
Pùlìtqùn ni Pabt»ù c
I'Anhit?ttun lùlìtxihI
stiche e tecniche, con l'uso di particolari Riconosciuta I'attuale assenza di una cul-
ltll'Otto..ùb, Paleùh strumenti in grado di formare I'impasto se_ tura tecnica riguardante l'intonaco. sp,,cie se
l9{r7. condo gli iIrendimr.nti dell artisra, aver;r rapportata ai materiali locali ed allc nostrc
2. L'(Dtesiè lòùùlìtua
i,r Srs§'\E., "l_a prcscD
un senso quando anche tanta gente comu_ rradizioni. ritrniamo che occorra riprrcor_
/a di ùrnl(Iiaìi gcssosi ne sapeva distirrguere ed apprezzar.e ipar_ rere la strada che ton umiltà intraprese
irì alcùùe ar.hitcth[r
dillrneno Basile , clar
rilosÙìLronÌ./, r.,nrli
l?ll aihitethotu \1ati.n.
ticolari ed i livelli qualitativi delle finiture,
sapeva riconoscere le diverse pietre, molte
delle quali forse erano in un rapporto a
G.B.F. Basile per la realizzazione del tea-
tro Massimo che si yoleva in pietÌa inta_ I
Oia»ùdp /li\tldio 1i ]/i
gliata. corrsisrente nr.lla rir erca paziente
17 gtlt!:t
noi sconosciuto con i proprietari, con i luo- delle cave migliori e nella formazione di
19E9,I'r\lcl
'
nìo Ì989. Si,iDgrazix ghi di impiego, con gli stili proposti, o corl una vela e propria scuola per intagliarori
I rrchìretto [llrne Sessa altri aspetti legati in qualche maniera alla della pietra dallo stesso architetto guidati ed
pÙ ìe nrlòùnaTionietl
i $rggc.ìmclrì ùriìi àd costruzione. istruiti: nel ca\o |loslro duvranno speri-
approròDdirc i ca.aIe- mentarsi i materiali componenti le malte, i
ri deìlbp.rà dci lillel-
a perdita pressoché assolula delle diversi dosaggi, isistemi di applicazione,
li l.i \rigni. Rìngrària-
nrenti \aDno aìo.esi al conoscenze sulle pietre adoperate aw,iando studi e corsi di approfondimento
pù)f. ììosarn) ì-i Dr(:a tradizionalnÌenre nelle fabbricLe, per tutte le categorie interessate nel pro-
cd all'irg. \icola NIi
neo pcr il ùratcriaìe dG
dovuta essenzialmente alle mutazioni del cesso edilizio, dagli operai ai produttori, ai
.ùn,cDuri\() che gcD, qu.to ed all omolugazìone del lìrrguaggiu ar- professionisti, al fine di migliorare la qualità
riìùÌcrre rni hanno chitettonico, rende ancora più esile il rap-
ùrè$o a dnposiznrìe.
dei prodotti e le capacità esecutite delle fi-
3. \orizia r.rtra.la PrR
porto tra l'attuale intonaco .uso Li Vigni,,e niture ad intonaco.
Ro\L G., Vi//nro ,ar,/a le finiture d'inizio secolo. Nel ,,restauro,' Riteniamo sia necessario riscoprire il con-
R(,ìa t98t. di facciate decorate ad intonaco e degradate
.1. À{.\\7Fr r.A [.. .'ln fine che delimita da un lato la sapienza del
Ilì,.tr2a dcììa coùìposi per eflerro dell azione degli agenri almo- costruire tradizionale rhe dall e.perit.nza
rn,rc chi,ùi.a e$anu sferici, ad un'indagine filologica in grado di
k,ùcr ca dcllc sàbbi(,
trae forza per conoscere il comportamento
ùìla rcsisrenza allo chiarire quali fossero i caratteri peculiari nel tempo dei materiaÌi, le tecniche più
schià.ciaùenro dellr della pierra originaria presa come campiu- convenienti in rapporto a quanto offre l,am-
nìàìrc ordi,)rri(". in r/ ne, con approfondimenti presso le cave ri-
li tlPl CoUegio tl.tdi l'1sc bicnte locale; dall'altro lato il confine da ri-
g,.ti. nùìttuiì Pahr guardo ai toni cromatici ed alla grana su_ scoprire deìimita la difficoltà di diffusione
perficiale, si è spesso preferito un più sem_ del "nuovo" in un'area come la nostra che
5. Sr.Èvr Pv)i c. .n.
6. Qucsta ed altle
plice apprezzamento soggettivo privo di per troppo tempo ha avuto carattere di
",,ri-
zie y,ro nì paùe rra . supporto storico-tecnico: può accadere che marginalità, con atteggiamento variabile
.laìl opùscolo pubbìici ad una facciata a fbrti bugne si dia una co- tra il rifiuto, o coùrunque la difircile dige-
txrio r.da(o dagìisrcs
sìhateìli t.i vigììì cìal
Iorazione giallina soltanto perché ben ..si in- stione in quanto la novità sowerte l,ordine
t DP.onzijn! iùÒ.
titalt tona" col rosso del finto mattone della cor- costituiro delle regole già conosciute e coÌ-
ù4 Ptl li
^k»ù lala2L tina laterizia con cui si relaziona. può altresì
Ptlli.i onrùtntati,.t+ laudare. o. al contrario, di adrrione incon-
tPut fuùetnit, ùa ù
accadere che la superficie esterna di un dizionata ed acritica, con la scia di problemi
t rtì, t.t .où i tanù.lti cdificio imiranre la pierra grigia. cumrne in legati ai materiali ben propagandati ma
\l..inti Ll Y){hi l.t kt una vasta area del sottosuolo palermitano,
ì tniltzi."ù, tli t u!!? b li(t n, non sufficientemente conosciuti e collau-
tùJatu t ùntuì. ?atet venga "restaurata" in colorazione giallastra dati, specie se rapportati aìla delicatezza
in aderenza ad un improbabile ',piano del dell'impiego.

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