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a cavallo del secolo si inseriscono a pieno ti- cità e dall'esperienza dell'operatore che
tolo le ricerche e le appliczuioni che i fiatelli awebbe rifinito le bugne formando con la
Francesco Paolo e Antorìino Li Vigni con- cazzùoli\ lulle quelle .Ltpefikì ?r1 actidorLt(llit{i (he
dussero riguardo ai materiali e alle tecni- naturalncnte Presenla la Pietra.
che di fin itu ra dei ri\e\limenti ad intonaco: Nelle carte del brevetto si sottoÌineava quan-
qrresri. poco piu t hc rertennì. sperimenta- to Ibsse importante nella composizione del
rono e brevettarono nel 1901 un tipo di 1ì-
njtljra per la imitazione di trùte le liclre tufttcee
nella rl,ecorazione dei prospet{.i degli edtfici.
Nclle carte ufficiali del brevetto aPPare cer-
chiata e cassata la locruione "della Sicilia", se-
gno evidente della soPrawenuta volontà dei
fratelli di esportare il loro prodotto in ambiti
piu rasti. Vcnira desct itta la r omPorizione
de ll'impasto, f'ornlato da una parte di calce
grassa in pasta e quattro di "sabbia dolomi-
tica" con l'aggiunta di materie coloranti
t( lìnlln di Sina ùnln D in proporzi"rri
variabili secondo ..-.."*.5#
zione dci diversi toni cromatici che può as- nata dell'intonaco: su 1ale malta ancora fresca
sumere la pietra in dipcndenza dalla profon- si spruzzava la polvere della pietra da imitare, Figura 2.
dità dello strato di prelevamento in una §tes- mi:,ta a sostan/c coloran ti. che aderira in mo- n Nno bl@etu dei
sa cala- In ultirno. si afferrnava cotne la riu- do pennanente alla superficie. Fratdli Li ltgni.
Oltre alle pietre naturali, così r,arie nella gra- vetto Li Vigni nel restauro della chiesa di S.
na e nel colore in ambito siciliano, dal bianco Maria in Randazzo dove, per imitare Ia pree-
al grigio, dal giallino al "fulvo grato", si imita \istenle pietra la\ica. \enne prepararo un ;/r-
l4 effira( emente la conina muraria in marlo- ltasto di martellntura di pietra di lana e "cacac
ni a partire dagli ultimi decenni del Sette- cia" d,i fe»o con un poco di carbonello pu forma're
cento, come riferi l'architetto francese léon una linta di colore bigto imitante la laua.
Dufourny secor.rdo il quale Io stuccatore Fir-
riolo per Ia finitura delle serre dell'Orto Bo- a[1'esamc del brevetto Li Vigni si ncr
tanico di Giuseppe Venanzio Marvuglia rnise ta come questo fosse connotato rla
a punlu llna nuuva lc( nica decoratira currsi- due aspetti tra loro assai diversi: uno
stente nell' incanlonato spr\vzalo sopra una che potrebbe defìnirsi "scientifico" in quan-
to riproducibile, sperimentabile e misurabi-
I le, costituito dal tipo di materiale con deter-
minate caratteristiche fisico<himiche e dalle
dosi impiegate nei componenti; l'altro aspet-
lo dal .aralrerr prrramenle "recnico-arlisti
co" basato suÌla capacità dell'operatore di
imitare le caratteristiche esterne della mate-
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ria naturale e di "formare", ossia comporre
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na prima e fondamenrale legitti- ni di dimensione uriforme (sabbie stacciatc);
mazione tecnico-scientifi ca giunse - le malte di calce aerea grassa dosata nel
molto presto da un articolo del rapporto di 1:3 con sabbie dolomitiche pre-
prof. Eugenio Manzella, docente di Chimica sentano una resistenza meccanica circa dop-
docimastica presso I'Università di Palermo, il pia rispetto alìe maìte ad inen e qrraru uso u si-
quale nel giugno 1902 pubblicò i risuÌtati lico-calcareo, tranne nel caso di sabbia fine,
delle sue ricerche riguardanti f influenza per il quale l'aumento di resistenza è contc-
delle diverse sabbie dell'area palermitana nrrto all'incirca nr:l 357a-
sulla resistenza delJe malle aeree. r on parri- Altre osser-vazioni di ManzeÌla, utili per ap-
colare attedzione alla composizione chimica profondire Ie conoscenze sui caratteri degli
e granulometrica dei materiali anaÌizzati.1 ll inerti da adoperare nelle malte, riguardava-
raffronto lu effettuato tra la satrbia quarzosa no la \cal5a inlluenza ehc sulla r(sislenlà
estratta dalle cave presso Ficuzza, la silico-cal- degli impasti ha la lbrma dei gr ani: a 'rru
carea delle spiagge del golfo di Palermo (a parere e Contrariamente a quanto comune-
grallulometria medio-fina), e la sabbia do- mente ritenuto le esperienze di laboratorio
lomitica a grani fratturati delle cave di Boc- davano rì.uìtati pirì alti per grani arrotor-
cadifalco sulle colline che circondano la città. dati che per quelli angolosi; altro pregiudizio
c dimostrò preliminarmenre rrna maggiore da sfàtare inoltre era costituito clalla genera-
Figure 4, 5. velocità di prosciugamento degli impasti do- le convinzione che la presenza di magnesio
ìomitici rispetro a quelli ronlenenti matc (rocce dolomitiche) rendesse più magre le
tronco di un albero riali silicei, fenomeno impropriamente at- caìci. e pertanto meno adalt( agli inlonaei.
tribuito ad un certo grado di idraulicità che
su facciate deqt tizio
si pensava possedessero le m:ìlte ad inerte dG. L apprezzamento generaìe tlella caìce e del-
Ebnenta simbolico lomitico. la sabbia di natura dolomitica ebbe altresì il
tafto da Se,fottct? Le considerazioni conclusive di Manzella conforto degli studi condotti dal professore
vengono così riassunte: Salemi Pace nel 1905 sulle caratteristiche
- nel caso di malte di calce aerea grassa nel delle malte cementizie in rapporto al diverso
rapporto di 1:3 con sabbia di grana unifornre, tipo di sabbia utilizzata: questi, tra l'altro,
ai fini della resistenza meccanica si ha dimostralano corne la sabbia do-
convenienza di preferire le sabbie fi- . lomitica clclle cave di Bocca-
ne e mrdie rispetto alla granulo- difalco consen tisse
me tria grossa quando una resistenza a tra-
l'inerte è di natura sfi- zione valutata in 41-
cea, o preval en te- 43 kglcm': ad 84 gior-
nìente silicea; per Ie ni dal getto, ben mag-
sabbie dolonritiche si giore rispetto alle mal-
hanno risultati miglir» te cementizie confezionate
ri con la media grana; con le migliori sabbie sili-
- le maltc confczionate con cee conosciute che alla stessa
sabbie a grani di varia gros- data non superavano il valore
sezza (sabbie naturali) con di ?5-26 kg/cm'?. 5
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Macchine adoqetute
alltniio del seu'lo
per na produzioùe
di ine,ti o l\ùPasto
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-1*
Figre 6, 7.
Bugnato ad imitazio-
ùe del tmte,ri,to sulla
facciata pnnciFate
del Teatro Biotldo.
n mdldestro tentati-
t)odi "restauro" di
intonaco ad imitazio-
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naco Li
Vigni, quandn non ui conttastino le esi mm, si ottener,a con la cosiddettiì "lamatura",
genze d,iun prc.zx.o troppo el.e.uato; il tipo di lìDilrrra piu [r|qrrerrt-. (,,n5i\lenle
d) ò prcIeribik fapplicazione di esso snl trauersa nel raschiamento dello straterello esterno
to ancora moltofresco; per mezzo di uniì lana liscia o legqermente
e) preferibilz anche ome intonaco all'intemo
è derrtat:r, hr'"rompera l impnqto lìesco spc-
degLi ambienti, specialmcnte quando occotre pre.- so oltre un centinìetro, togliendor-re fino a 4
munirsi contro gli effetti di ettessita umidilir,. 5 n-ìm che rariìmente si recuperavano; le ul-
rime pa.sate renillrro date .enrpr r r,rizzon
Anche il Circolo degli Ingegneri e degli Ar- talùìerìte per ottcner-c r.uriformità nel para-
chitetti liberi esercenti di Palermo dirulgò gli m('nro. mr era ìnerirahile che ogrri riplera
esiti del lavnro della.uddetta commissione dei lòncli rimanesse visibile nel tcmpo dete-
neÌ primo numero dei propri Annali, sotto- riorando l'aspetto della facciata. Si laceva
lineando sia le "eccellenti cor.rdizioni di igie- pertanlo ricorso spesso alla sudalì\,isione del-
nicità" dell'intonaco Li Vigni, sia la per{è- Ie spccchiaturc piir vaste in elementi di mi-
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inpasti Li Vigni.
nori dimensioni per nascondcre le riprese nella composizione della malta Li Vigni di
delle "giornate", con l'esecuzione dei bu- sostanze idrofughe di alcun tipo che, incolo-
gnari che inoltre impreziosirano itiresti- ri per non modificare I'eflètto cromatico del-
menti e mettevano in risalto le capacità degÌi la lacciata, diverrantto di uso r orrenle in lem-
stuccatori. pi successivi.
Al semplice impasto di grassello e sabbia se- Una pratica sporadicamente riscontrata dagli
condo i canoni uffrciali non si aggiungevano anni '30 ed applicata sulle pareti esterne par-
che sostanze coloranti, per lo più terre e pol- ricolarmente qsposte alle intempcrie era co-
vcri lavate, depurate e macinate, secondo stiruira dalla spalmahrra. sullo stralo as, iullo
quantità dipendenti sia dall'intensità del to- da almeno due o tre mesi, di un prodotto
no da raggiungere, sia dalla tenacità e dalla verniciante idrolugo dopo aver effettuato un
porosità che un ecccsso di materia terrosa fi- encryico lavaggio, talvolta più espressamente
nissima rischiava di compromettere. Fino una o fiù mani di uetrifmnte a base di silicali- si
all'ultima guerra non si ha notizia di aggiunta ha ragione di ritcnere che Piuttosto che di un
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N. l'rlalte a G }I F Normale Naturalo
'fabetla l.
Esiti delle prcte con' Resistenze medie ifl lig. Rcsistenze aredie l(g. il
piute da E. Mdn e a DENOMIN,q.ZIONE DEL CET{ENTO per cm.z alla compres- p!. cm.t alla trazione
,E sione dopo nraturazione dopo nraturazio0e in ac-
isuardo aua Ìesisten-
zaa o schbcciamatto e i in acqur di gìorni ql^ di gionìi
d.i a^i
in l{g/mq d.i nalte della naiura della sabbia ternaria
S.i zto S.l
'ili'.' ""' ,
CEMENTo B e sabbia quarzosa di lìreienrvalde s,o% 262 3s3 44t 490 r6,25 rt,48 25,?o 427 2,26
,, ,, sabbia silicea di Lercate.. .. . ... 3,0,, 30,1 4r3 170 554 2I,04 r6,31 3t,7? tt27 1'?4
Tabella 2.
Resistenze medie alla ,, ,, sabbia quarzosa di Lercara.,.. .. 7,5,, 331 446 543 (',) 591 r§,S5 2r Ào 23,45 30,9' 2,30 21 29
cdn,ressione e atta
,, ,, sabbia silicea di llazzara... ,. .... 8,0,, 334 422 5oo 5i7 2 r,13 2i,60 3t.,03 2, X7 2,25
bazio edc e malte
conp,zsse preparate ,, ., sabbia dolomitica di Boc.adifalco, 9,0 ,, 3rl 399 475 567 26,29 32,08 43,05 48,67 2,33 7,3,
(19M) e M sahbie Crmmo C e salbia quarzosa di Freiemvalde. 347 4rs {?s 548 20,Is :o,r§ 19,29 27,55 4,27 l,z5
,, ,, sàbbia silicea di Leucate.. ,... ... 1," I 394 470 6rs 26,t t 21,92 32,69 2,28 2'21
,, ,, sabbia quarzosa di Lercara..,.... 1,,,, 405 517 584 691 26,.9 25,87 33,24 .2,3r c,t8
,, ,, sabbia silìcea di tr{azzara., ,. . ... . s,0,, 391 46.1 601 23,7r 24,92 ?6,45 3rr4 2t28 2r25
,, ,, sabbià dolomitica di Boccadifalco. 9,s,, 302 430 5o7 595 26,62 33,31 40,33 51,16 2,34 ,,33
rimedio specifico per l'intonaco Li Vigni si aveva potuto accettare la massiccia presenza
tralasse di una prassi cor)suela per ogni tipo della fiazionc grossa nell'incrte adopcrato, la
di finitura. cui alta percentuale potrebbe essere un vali-
Dopo la lamatura, la superlìcie ancora fre- do romponente delle buone prcsrazioni
sca si andava bagnando e lavando con molta dell'impasto; a questo proposito era general-
acqua anche al fine di eliminare Ia "polvere" mente acccttata la teoria, desunta dallc cspe-
che aveva raggiunto la superficie che, in tal rienze condotte non solo localmente da pro-
modo, si presentava alquanto ruvida per et fessionisti ed operatori tecnici, che riguardo
fetto della presenza dei grani di inerte di alla resistenza all e.posizir,,ne alle intempe-
maggiore diametro. Già la commissione del rie un intonaco si conseni tanto meglio quan-
Collegio degli Ingegneri e degli Archite i to meno levigata è la sua superhcie.
L ar r urata lisr ìatura, cosrosa ma e\reri( amcrìre
Figura 8. preferibile, in qualche misura sembrava di-
Cal'ildtum dell'into- sturbare il naturale processo di indurimento
della malta, e rendeva la finitura meno dlt-
revole rispetto all'intonaco rustico poco la-
dello stnto di posa.
vorato: il Li Vigni appunto, a causa della con-
sistenza granulosa, non era appianabile con
l'uso del fratazzo come il tonachino rna, even-
tualmente, solo in nìodo leggero con un pial-
Ietto rustico.
L'impasto Li Vigni poteva anche essere ap-
plicato a spruzzo ma in rlrresto caso. ricono-
scendosene le capacità protettive inferiori, il
sistema di messa in opera era usato esclusi-
r amen te all in terno degìiambienti.
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a pubblicità cììe venne data al pro-
d()tto ed ai sistemi di :ìpplicariorìc
ne favorì rura rapida e vastissima
diffusione in ambito professionale locale,
ma anche nel resto della penisola. grazie ai
pr( mi ullenuliin manifrslaziuni espositirr
nazionali. A-ll'Esposizione Agricola Siciliana
svoltasi a Palermo nel 1902, I'intonaco "spe-
ciale" Li Vigni ebbe aggiudicata la "men-
zione onorevole" c la medaglia d'argento
nella Sezione d'Igiene; una ugualc men-
zione e la medaglia d'oro furono attribuite
ne1 corso della stessa manifestazione dalla
Sezione Industriale.
Nello stesso anno la Ditta espose alcuni la-
vor i di decorau ione a lla prima Esposizione
d'Arte Decorativa Moderna di Torino. e
f interesse suscitato portò all'acquisto di
uno dei modelli per I'Esposizione Perma-
nente del Museo Industriale di quella città.
Altri premi furono vinti alla seconda Espo-
sizione Campionaria di Napoli (gran pre-
mio medaglia d'oro e diploma), ed alì'Espo-
sizione del Sempione di Milano del 1906
(diploma d'onore). le sagome c dci dettagli realizzati con que- Figo'a 9.
Durante il primo decennio di lavoro ven- stiprodotti.Specilìche in lormazion i terni- Esecuzione di contici
comptesse ton t'uso
Sunu alrribuil( ai I-i Vigni opere impor- che venivano aggiunte sulla resistenza alla
r/nri a Palenno nell'ambito delle eommit- aggressione della salsedine marina, anche
tenze private e pubbliche, residenze e ser- per le facciate più esposte dcl Gr-and Hotel
r izi. e:eguite \otto la dire/ione dei piu no- Villa Igea e della casa Florio sull'isola di Le- BrEndnn e Mmicdti).
ti professionisti; ma anche in carnpo na- vanzo, sulla durabilità ed impermeabilità
zionale i loro prodotti ebbero una notevo- degli impasti l,i Vigni, utilizzati spesso come
le divulgazione, grazie anche al valido ap- coperline delle cornici lz luogo d,ei soliti tire-
porto di Ernesto Basile che in quegli anni stimenli tli collo o d,i pietra ch,e non lasciano se-
progettava c realizzar,z edifici di notevole ri- pn; tonltu le infltrozioni delfu artluc ncr nog-
le,,ranza ed aveva assunto un ruolo di pro- giori sporti.
rdtsunisra nel dibarrito arr hitettoniro na- Tutti concordavano poi sulla perfezione
z ion ale. ottenuta nell'imitazione di ogni pietra, lo-
I rrorevuli risultati tecnico-arti5tici conse- cale e non, dalle calcareniti dell'Aspra a
suiti nelle finiture e nella decorazione de quelle della Foresta di Carini, alla pietra di
gli edifici convinsero alcurricommirrenri e Ragusa, al travertino romano; anche negli
molti dei maggiori architetti locali ad atte- interni si evidenziava la maestria degli stuc-
.t.]le, talvolta anche in termini entusiastie i, catori, specie per quanto riguardava l'imi-
le qualità degli "intonaci brevettati dei Si- tazione di vari tipi di marmo, come nel ca-
gnori Fratelli Li Vigni", evidenziandone i di- so del foyer e dello scalone d'onore del
\ ersi aspetti che li rendevano utili nelle co- Teatro Biondo, dove si ottenne un effetto
struzioni. Se il direttore dell'Istituto di lgie- sorprendente per la precisione delle vena-
Dc metteva in particolare risalto le caratte- ture e delle tinte e per la lucentezza della
ristiche più propriamente "igieniche" le- superficie. La capacità di riprodurre artifi
gate alla resistenza agli agenti esterni e ad cialmente il colore e la grana delle pietre
una nolrrtrlt'pernreabilità. gli ingegneri e tulàcee si rivelò assai utile nel restauro di
gli architetti prefcrivano sottolinearne Ìe un pilone della cinquecentesca Porta Feli-
prestazioni rer nir he. Alcuni r ir hiamavano ce, dove si riuscì a rendere indistinguibile
Ia possibilità, con gti impasti Li Vigni, di mo- la parte ar.ìtica da quella rifatta.
dellare con sensibilis.rima plasticità le com- Da parte di Ernesto Basile si sottolineava
plesse forme ornamentali; altri si soffer- inoltre Ia capacità imprenditoriale dei fra
malano sulla precisione ed accuratezzÀ del- telli l-i Vigni, a suo eiudizio in grado di as-
4t
sumere qualsiasi appaÌto attinente alle co l'esclusiva dei Li Vigni nell'applicazione pra-
struzioni civili, grazie anche all'artenzione tica dei materiali di natura dolomitica che, al
che questi prestavano alle uovità tecniche contrario, appare già alquanto diffusa presso
che aÌl'inizio del secolo si difforìde\.ano ra- molti altri imprenditori locaÌi.
pidamente: anche gli impasti brevettati oc- Nello stesso anno l'impasto prodotto dirct-
casionalmente verìivano adattati a situazio- tamente dai fratelli Li Vigni costava il230Vo
ni p2ìrticolari come Dcl caso del palazzo tìella maltu rrrdinaria. e l'applicazione in
AmmiÌara in vi:r Roma, ope ra di F. p. Rivas upera a\r!a un prezzo nu\e loÌlc maggiore
realizzata con largo uso di cemento, nel rispetto al lonachino ordirrario: pur crln\i-
quale per le decorazioni ad imitazione di derando il maggiore lavorio per ottenere la
pietra e mattoni nor.r si disdegnò l,uso di pel.fetta imitazione delle piere, appare tec-
questo legaute, forse al finc rli una mag_ nicamente poco giustificata una tale diffe-
giore compatibilirà corì i conglomerati ce- renza di prezzo, che andrà srnorzandosi len,
l.rìenrizi de1 supporto. tamente negli anni a venire anche a causa
Gli effetti pratici dei successi furono tali da della larga diffusione degli intonaci "uso Li
farc levitarc notevolmcnte sia icosti dei Vigni , simili agli originari nella costiruzione
materiali dolomitici, sia i prezzi di applica- e nelle caratteristiche di raffinatezza esecu-
zione. Nel 1911 la caice proveniente dalle tiva. Le composizioni pìastiche decorative
TI Pl pr PARA/PICO Ll.
4
A PJAITINA
{ ,TIIANO 2 7
IIPO Vr'ETA,, A JtlV//O A ,/ PI(OLO
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Figura 10. carcarepresso le cave dolomitiche di Bocca- sulle facciate esterne rcalizzate ad impasto si
T
ipi cti
Faraspigoti difalco, Pioppo e Tommaso Natale costava il
pet ltareti intonacate
moltiplicarono in quegli anni fino ad oltre
(da Fonnmti - Cortel-
doppio rispetto a quella prodotta dalle altre l'ultima guerra ad opera di una moltitucline
leui). fornaci, segno che dai calcari magnesiaci ol- di csc( ulori. il piir delle vulte a noi .cono-
tre all'inerte vcniva prodotto anche il gras- sciuti, a dimostrazione dclla nascita di una
sello per malte di qualità superiore; la sabbia scuola in grado di perpetirare un sapere tec-
dolomitica costava quattro volte quella cli nico-artistico in stretto rapporto alla per-
marc e due volte le altre di cava, malgrado fi- manenza dei canoni stiiistici tradizionali.
no all'ultima guerra ìr.r molti prezziarì e pub- Inoltre, ci sembra opportuno evidenziare
blicazioni quelle di r.ratura silicea fossero an- come Ie esperienze dei Li Vigni abbiano
cora pubblicizzate come le migliori. eueste contribuito a condurre Ìa pigra imprendi-
informazioni provano inoltre come un de- toria edilizia locale yerso una nuova atten-
cennio dopo il brevetto fosse venuta meno zionr rigrrardo ai prodorri ilnnr2til! qLr311o
42
ai leganti idraulici, agli inerti quarzosi ed ar- che ne favorirono il grande successo. A
tifìciali ed agli additivi, portando ad ap- questo proposito prcliminarmente si ri-
prezzarne i connotati estetici (uniformità di chiama quanto in precedenza si è più volte
tono, brillantezza, possibilità chiaroscurali) osservato riguardo alla provenienza da roc-
e Ìe prestazioni tecniche (comPattezza, re- cia dolomitica degli inerti, e talvolta anche
sistenza meccanica, impermeabilità). Ciò delle calci: questa, più ancora dei dosaugi
venne indubbiamente favorito anche dall'al- r hc poLerano \ariare enlru margini as'ai
to costo degli intonaci Li Vigni che rese ampi. (o\tituiva la ba'e scientifica su cui si
ct,rrcor renziali i prodotti provenienti fondavano le prestazioni Iìsico-chimiche
dall'area germanica o padana, come i Ter- dell intonaco Li Vigni. lranrte rari cati.
ranova o le miscele "pietrificanti". negli impasri com unt-men te denumittati
Nei prezziari e nei capitolati, nella Iettera- "uso Li Vigni" non vengono espressamente
tu1-a tecnica e nell'ambito della produzione utilizzate sabbie e calci di natura dolomiti-
ai giorni nostri permane la dizione "into- ca. affidanrlo il rapporto di conlìnuilà es
Daco uso Li Vigni". del qrrale a noi sem- senzialmente alla connotazione estetica del-
bra sia rima.tu soltanto il ntrme. t onose iu Ia finitura definita da due caratteristiche: a)
ro in ambito na-riunale, mentre ritrniamo si 1'aggiunta dei pigmenti coloranti diretta-
.ia perdrrto ogni rilerimrnto a quei crtnttrri mente nel prodotLo di ba'e posto in com-
Decoraziofle Plasti
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Ìnercio secondo una vasta tavolozza di co, colore" che privilegerebbe questi toni ri-
lori; b) la granulometria degli inerti che spetto ad ogni altro.
comprendc una certa percentuale di sabbia E venuta meno anche la capacità tectica
a granidigrosso diametro. anehe rnageiore di imitazione di asperità, venature ed irre-
di 5 rnm. irr ba'c acl una .cala a direrio gra golaritiì che rendono riconoscibili le pie-
t
l
do di asperità. tre, come nei casi di decorazioni imitanti il i
Questi caratteri peculiari, residuo sempli- travertino romano, assai comuni nel pano- ì1
44