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DOSSIER CER

L’industria dei
Laterizi
CERDOSSIER L’INDUSTRIA DEI LATERIZI

UN’INDUSTRIA CON I PIEDI


Nnella storia e la mente al futuro
di Andrea Serri

Una storia industriale che trae Il profilo del settore


origine dalla stessa storia dell’I- L’industria italiana dei laterizi (dati
talia dove sono ancora ben visibili, a 2018) raggruppa 76 imprese attive sul
girare l’intera penisola, spettacolari territorio nazionale, attive in 94 stabi-
esempi nell’uso dei materiali. Acque- limenti che occupano circa 3.500 ad-
dotti romani, selciati urbani nei borghi detti. Il settore annualmente produce
della Toscana, chiese ed altri edifici di circa 4,5 milioni di tonnellate di pro-
culto, edifici pubblici del periodo ra- dotto, con un indice di concentrazione
zionalista italiano ma anche coperture che vede oltre la metà della produzio-
di ogni edificio consegnano ai prodotti ne concentrata nelle mani delle prime
in laterizio un posto centrale nelle co- dieci aziende del settore. La produ-
struzioni dell’Italia, dell’Europa e non zione media per i siti industriali più
solo. Un settore che, con l’avvento dei performanti risulta di poco inferiore
forni Hofmann, sostituiti poi da quel- alle 50.000 tonnellate annue e con
li a tunnel, ha cambiato un modo di una mediana di settore che invece si
produrre che si tramandava dalla notte posiziona al livello di 35.000 t/anno.
dei tempi, e trasformato un comparto Il valore di mercato della produzione
artigianale in una vera e propria indu- italiana di laterizi è nell’ordine dei 350
stria, caratterizzata da logiche organiz- milioni di euro.
zative, produttive e di mercato moder- La produzione di elementi in lateri-
ne ed evolute. zio ha come destinazione prevalente
l’edilizia residenziale nei suoi diver-
si comparti costruttivi, che spaziano
dalle murature esterne alle coperture,
Produzione per tipologia di prodotto
Valori in % - anno 2018 dai divisori ai pavimenti, alle strutture
orizzontali. Scendendo nel dettaglio
delle diverse tipologie, emerge come
il 27% dei volumi prodotti è coperto
dai blocchi alleggeriti per murature,
nelle due diverse versioni ‘portante ed
antisismico’ (2/3 di questo totale) e di
‘tamponamento’. Sui medesimi valori
si inseriscono anche la categoria dei
‘forati e tavelle’, principalmente della
lunghezza inferiore ai 50 centimetri.
Un ulteriore 15% dei volumi ha a che
fare con i ‘classici’ mattoni e blocchi
per murature, mentre le diverse ti-
pologie di coperture – tegole, coppi
e pezzi speciali – sfiorano il 14%. La
soluzione strutturale destinata ai ‘solai’
Fonte: Centro Studi Confindustria Ceramica dei diversi piani copre il 12% del tota-

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Distribuzione geografica (A produzione; B impianti)


Anno 2018
A – Distribuzione produzione (%) per area geografica B – Distribuzione impianti (%) per area geografica

Fonte: Centro Studi Confindustria Ceramica

le mentre la parte più decorativa della ultimi dati disponibili – la produzione ne ancora diversa per l’Italia centrale
famiglia dei prodotti, quella dei ‘mat- è cresciuta a doppia cifra, a fronte di dove il segno più appare di fianco a
toni a faccia a vista e per pavimenti’, una sessantina di imprese che invece ‘muro alleggerito’ e ‘forati e tavelle’,
con 141 mila tonnellate, copre il 3% hanno registrato flessioni, a cui si ag- mentre al Sud sono le ‘facciate a vista e
del totale. giungono alcune fuoriuscite dal mer- i pavimenti’ la tipologia che ha messo
cato. a segno la performance migliore.
La congiuntura Peculiarità del laterizio è quella di esse-
La focalizzazione sul mercato italiano, re venduto in un raggio di alcune cen- La Casa mediterranea
unita alla netta prevalenza della desti- tinaia di chilometri dallo stabilimento Dietro al prodotto in laterizio esiste
nazione verso le costruzioni sul nuovo produttivo, in quanto l’elevato peso ne non solo una consolidata storia ed
ed alla crisi del mercato immobiliare determina una significativa incidenza immagine, ma anche potenzialità e
hanno prodotto, a partire dal 2007, nei costi di trasporto, anche se oltre la valori importanti in termini di soste-
una contrazione strutturale del livello metà dei siti produttivi sono localiz- nibilità ambientale. Nel 2016 la allora
dell’attività economica del comparto. zati nel Nord Est e Centro dell’Italia. Federazione della Ceramica e del La-
Una situazione che si è registrata in Interessante inoltre, per cogliere sia le terizio, oggi interamente rappresentata
Italia ma che ha avuto dinamiche simi- dinamiche congiunturali che una pre- da Confindustria Ceramica, lanciò il
li in tutti i paesi dell’Europa, anche se ferenza d’uso del materiale – l’Italia è manifesto della ‘Casa Mediterranea’,
un qualche segnale di ripresa sembra una penisola lunga e stretta… -, osser- sottolineando che il laterizio oltre ad
oggi materializzarsi. Osservando da vare quali sono le tipologie di prodotto essere parte integrante della storia di
vicino l’anno 2018 emergono infatti maggiormente richieste nelle diverse tutti i paesi latini che si affacciano sul
segnali di ripresa, anche se a macchia aree di mercato. Ebbene, se nel nord ‘Mare Nostrum’ grazie a straordinari
di leopardo in termini di dimensione ovest è il ’muro alleggerito’ – tipologia valori di inerzia termica, è in grado di
aziendale, tipologia del materiale e lo- a volumi prevalenti - che cresce, nel garantire estati fresche ed inverni al ri-
calizzazione geografica. Le aziende che Nord Est i migliori risultati in termini paro dal freddo intenso.
esprimono un terzo della produzione di crescita li mettono in campo ‘forati
hanno dichiarato che nell’anno 2018 – e tavelle’ e ‘solai te fondelli’. Situazio- aserri@confindustriaceramica.it

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IL CICLO PRODUTTIVO
dei prodotti in laterizio
di Giovanni D’Anna

Sono circa 80 gli stabilimenti ni cotti non si sono impiegati nelle


oggi attivi in Italia che produco- murature, se non durante il periodo
no elementi in laterizio destinati pre- imperiale. I sistemi di produzione del
valentemente all’edilizia residenziale laterizio non sono mutati molto fino
nei suoi diversificati comparti costrut- al XIX secolo (produzione manuale,
tivi: murature, coperture, divisori, ri- essiccazione al sole e cottura in forni
vestimenti, strutture orizzontali e pa- di campagna con mattoni in cumulo).
vimentazioni. In Europa, per un lungo periodo, la
Come è noto, si tratta di un prodot- tecnologia di produzione del laterizio
to che affonda le sue radici in tempi ha seguito quella adottata dai Romani
molto lontani. I primi mattoni da co- durante i secoli delle loro grandi con-
struzione sono stati infatti impiegati quiste.
in Mesopotamia, nella grande zona Il cambiamento è iniziato circa un
compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate. centinaio di anni fa, dopo l’introdu-
Appartengono al 4000 a.C. le grandio- zione delle prime macchine a vapore
se costruzioni (Ziggurat) impostate in e prosegue con la diffusione del for-
rilievo, su piattaforme enormi di terra no Hoffmann, a fuoco mobile, che ha
battuta. Per circa un millennio i mat- consentito una prima drastica ridu-
toni sono stati utilizzati soltanto allo zione dei consumi, con il tiraggio dei
stato secco senza subire il processo di fumi per il preriscaldamento del secco.
cottura, mentre i primi mattoni cotti Oggigiorno la produzione di laterizi è
cominciano ad apparire nel 3000 a.C. a forte automazione, con diffusa pre-
Benché, i Romani producessero anche senza di nastri trasportatori e robot,
tegole cotte di buona qualità ancora anche se le fasi produttive sono sem-
600 anni prima di Augusto, i matto- pre le medesime.
La materia prima usata nella produzio-
ne di laterizi è costituita principalmen-
te dall’argilla e viene per lo più ricavata
Foto: Capaccioli

da depositi di argilla nelle immediate


vicinanze degli stabilimenti produttivi.
Sono quindi aggiunti alcuni materiali
additivi all’impasto argilloso, che agi-
scono come “materie prime ausilia-
rie” o come un possibile mezzo per
influenzare le già vaste proprietà del
laterizio, dal colore di cottura alla re-
sistenza meccanica del cotto.
Nel caso più semplice questi additivi
sono costituiti da miscele di argille
sconosciute o di altri materiali lasciati
al loro stato naturale, come la sabbia
di quarzo e le polveri di pietra natu-

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Schema del
processo di
produzione
di laterizi

rale, che in ogni caso sono simili, per strie, secondo i princìpi dell’economia minute, affinché nella miscelazione
composizione, ai componenti naturali circolare. l’omogeneità sia estesa anche alle fra-
delle argille per laterizi. Gli additivi L’impasto ceramico, così realizzato, zioni granulometriche più piccole e
organici come segatura o paglia smi- viene lavorato per favorirne la forma- l’umidificazione uniforme ed in quan-
nuzzata ed altri prodotti vegetali sono tura per estrusione e/o stampaggio (a tità sufficiente alla più conveniente
usati per ridurre inconvenienti nell’es- secco, a umido, in pasta molle). La formatura del prodotto.
siccazione ed abbassare la densità pre-lavorazione consiste in una serie Con l’essiccazione il prodotto conso-
dell’impasto ceramico cotto. di operazioni necessarie per portare le lida la propria configurazione geome-
Negli ultimi anni moltissimi altri ad- materie prime dallo stato in cui si tro- trica ed assume i requisiti di resistenza
ditivi sono stati messi a disposizione vano dopo l’escavo, ad una condizione meccanica necessari alle operazioni
dell’industria dei laterizi. Alcuni non finale, nella quale si siano contempo- successive. Essiccatoi alimentati con
rientrano nella gamma dei materiali raneamente raggiunte l’uniformità e aria calda, in parte recuperata dal for-
naturali citati e, in alcuni casi, consi- costanza di composizione degli ele- no, hanno oramai sostituito l’antica
stono di materiali residui e prodotti menti mineralogici e chimici, la sud- essiccazione all’aria aperta seguita dal
secondari provenienti da altre indu- divisione dei vari componenti in parti posizionamento del prodotto al di so-

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pra del forno, così da recuperarne il

Foto: Sacmi
calore.
Gli essiccatoi per laterizi possono es-
sere continui, statici o semicontinui. I
primi sono costituiti da gallerie, con-
tenenti un numero determinato di car-
relli, nelle quali ad una introduzione
dei prodotti effettuata da una estremi-
tà, deve corrispondere dall’altra una
estrazione. Sotto l’aspetto funzionale
interno, gli essiccatoi continui e se-
micontinui sono caratterizzati da una
distribuzione fissa, nel tempo e nello
spazio, delle condizioni termo-igro-
metriche ed è il prodotto stesso, nel
suo cammino tra l’una e l’altra estremi-
tà, che può incontrare variazioni gra-
duali di condizioni di essiccazione. Gli
essiccatoi statici sono invece costituiti
da gruppi di locali separati. Le came- carri. Nei forni di cottura, il prodot- • zona di raffreddamento in cui il pro-
re vengono riempite una dopo l’altra, to rimane totalmente esposto ai gas di dotto perde gradualmente tempera-
in numero corrispondente al volume combustione ed ai gas che vengono tura. Aria fredda viene immessa alla
di produzione. Dal momento di fine emessi dalla materia prima durante il fine della zona in direzione di quella
riempimento ogni camera si chiude e riscaldamento. Sono quindi possibili di cottura. Parte dell’aria si estrae dal
può iniziare il suo processo di essic- influenze reciproche tra i prodotti e forno in alcuni punti della zona di
cazione, caratterizzato dal fatto che il tutte le sostanze contenute nei flussi raffreddamento (ricupero per l’essic-
prodotto rimane fermo, mentre cam- gassosi del forno. catoio).
biano nel tempo le condizioni termo- Si distinguono tre zone:
igrometriche interne. • zona centrale nella quale si alimen- All’uscita dal forno i laterizi possono
Durante la fase di cottura, il prodotto ta il gas naturale e si formano le più subire ulteriori trattamenti (ad esem-
essiccato viene assoggettato ad oppor- elevate temperature, denominata in pio, di rettifica) prima di essere avviati
tuni cicli termici che innescano va- seguito zona di cottura. all’imballaggio e al deposito o diret-
riazioni fisico-chimiche dei composti • zona di preriscaldo, antecedente la tamente alla consegna. I laterizi ven-
minerali. La cottura dei prodotti av- zona di cottura. Il prodotto inizia gono, quindi, confezionati in pacchi
viene, generalmente, all’interno di un il suo riscaldamento a partire dalla mediante reggetta o con fogli di polie-
forno, cosiddetto a “tunnel”, costituito temperatura ambiente e gradual- tilene termoretraibile.
da una galleria chiusa alle estremità mente si porta a circa 500 - 700°C.
da un sistema di porte doppie, entro Il calore è fornito al prodotto dal gas gdanna@confindustriaceramica.it
la quale scorrono dei carrelli a ciclo che esce dalla zona di cottura ad alta
continuo, in controcorrente all’aria temperatura, marciano in direzione
immessa in prossimità dell’uscita dei del camino.

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