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Per uno studio storico approfondito delle opere, stato individuato e selezionato allinterno dellampia e
consolidata bibliografia generale di Leonardo Bistolfi, lelenco delle pubblicazioni relative al Monumento a
Giovanni Segantini: La Bellezza Liberata dalla Materia, (conosciuto anche come La bellezza che esce dalla
montagna, o L'Alpe) per la quale le opere presenti in collezione Ingrao costituiscono uno studio preparatorio.
Gli studi raffigurano una testa femminile quasi frontale, con una leggera torsione del volto verso sinistra. La
direzione del volto orientata verso lalto con gli occhi chiusi.
La vicenda storica del monumento ben ricostruita e documentata da Sandra Berresford in Leonardo Bistolfi,
1859-1933: il percorso di uno scultore simbolista, pp.79, 82.
Cfr. R. Bossaglia, Bistolfi, Roma, 1981, p.9.
La storia del monumento interessante e complessa. Lantefatto la morte del pittore Giovanni Segantini, grande
esponente della corrente divisionista, morto di peritonite sulle montagne austriache dello Schalfberg, la notte del
28 settembre 1899.
Il pittore stava lavorando al famoso trittico della Natura (1896-1899 Museo Segantini, St. Moritz).
In una lettera al Corriere della Sera del 13 ottobre 1899, il critico Ugo Ojetti, propose l'apertura di una
sottoscrizione per erigere un monumento allartista defunto da collocare sulla tomba del pittore nel piccolo
cimitero di Maloja in Svizzera. Subito dopo si costitu un comitato a tale scopo.
La scelta dello scultore cadde naturalmente su Leonardo Bistolfi perch la loro reciproca stima e la loro affinit di
idee erano note a tutti.
Bistolfi era infatti uno dei pochissimi artisti, tra i contemporanei, stimati da Segantini ed inoltre era ben felice ed
onorato di eseguire il monumento per il suo grande fratello Segantini tanto da non aver fatto questione di
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Lettera di L.Bistolfi in Alto Adige 24/25 ottobre 1909, in Leonardo Bistolfi, 1859-1933: il percorso di uno scultore
simbolista.
In Leonardo Bistolfi, 1859-1933: il percorso di uno scultore simbolista.
Cfr. M. Lab, Il Monumento a Segantini di L.B. in L'Arte Decorativa Moderna (1906), n. 10, pp. 289-303.
E. Thovez, La Scultura a Milano. II Monumento a Segantini di L.B. in La Stampa, 16 ottobre 1906
La figura femminile immersa nella pietra, con una forte suggestione che riporta ai Prigioni di Michelangelo;
infatti la mano dell'artista, la man che ubbidisce all'intelletto, che libera il concetto contenuto nella grezza
materia.
A Milano il monumento fu accolto dal pubblico e dalla critica molto bene tant' che Vittorio Pica sugger
pubblicamente che il Municipio avrebbe dovuto ordinare una replica del monumento da collocare nei Giardini
Pubblici o nel Parco.
Probabilmente lo scultore si dedic allesecuzione di questa copia, anche se in realt non fu mai donata al
Municipio di Milano.
Intanto, durante linverno del 1906 la stagione era troppo avanzata per portare la statua a Maloja in Svizzera e cos
Alberto Grubicy ottenne il permesso di tenere aperto il suo padiglione nel parco del Sempione fino alla primavera
del 1907, quando avrebbe potuto spostare la statua.
Sui giornali dellepoca si sugger addirittura che la statua in marmo potesse rimanere a Milano e che si potesse
organizzare una sottoscrizione, per eseguire una copia in bronzo - materiale pi adatto al clima rigido della
montagna - da destinare alla tomba di Segantini a Maloja.
Fu lo stesso artista ad opporsi vigorosamente:
No, bronzo, no! la montagna che si trasforma in bellezza, una figura di donna che esce dalla rupe,
ed io non voglio una rupe di bronzo! E poi ho pensato questa statua per quella localit, in
quell'ambiente: ed essa deve andare l 7
Bistolfi infatti, si era recato pi volte a Maloja per ispirarsi, come sua abitudine, nel sito del futuro lavoro, ed a
suo avviso, il marmo avrebbe resistito perfettamente al clima di Maloja.
Il progetto iniziale prevedeva la sistemazione del monumento proprio sulla tomba del pittore Segantini ma diverse
vicissitudini, tra cui una ferma opposizione della chiesa locale che defin la scultura nuda e classicamente
pagana fecero pensare allo scultore di collocare la statua di fianco alla Villa Segantini a Maloja, collo sfondo
dei monti nevosi e della cascata dell'Inn.8
Nel frattempo, sempre nel 1907, si era costituito a St. Moritz un Comitato per creare un Museo Segantini di cui
faceva parte Alberto Grubicy. Questultimo, di sua spontanea decisione, e senza aver consultato gli altri membri
del Comitati di Maloja, colse l'invito da parte del fondatori del costituendo Museo Segantini a St. Moritz di
collocare il monumento di Bistolfi proprio nel museo invece che a Maloja. (St. Moritz e Maloja, in territorio
svizzero, distano tra loro circa 16 Km)
La statua, anche contro il parere dello stesso Bistolfi, fu cos trasportata a St. Moritz, dove fu temporaneamente
collocata nell'atrio di un albergo e successivamente nel portico del Museo Segantini.
Lo scultore, per, rimase profondamente deluso dalla sistemazione della statua all'interno del Museo e se ne
lament pubblicamente chiedendo che venisse spostata allesterno, collocata sul prato con alle spalle il lago:
La mia povera figura chio con amoroso e fatticato sforzo, volli balzante dalla roccia, come dimpeto
del desiderio della bellezza, lanima non moritura di Giovanni Segantini, lanciato verso il grande sogno
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Lettera di Bistolfi nellArchivio del Segantini Museum, Saint Moritz, citata in G. Nicoletti, G. Mazza, Leonardo
Bistolfi. I monumenti per Giovanni Segantini, Arco, 2009, p.40.
Museo Segantini, Saint Moritz (CH), sulla destra, tra gli alberi, si scorge lopera di Bistolfi
Lopera di Bistolfi cos come appare oggi nel viale dingresso al Museo Segantini
La storia del monumento annovera l'esistenza di una replica in marmo che lartista don alla Galleria Nazionale
d'Arte Moderna di Roma nel 1915, nel cui atrio dingresso si trova tutt'oggi.
Le dimensioni di questultima sono leggermente ridotte rispetto alla statua originale per lassenza dei bassorilievi
alla base.
F. Stinchi. Elevazione. Dopo una Visita allo Studio di L.B. in La Campana della Valle (Susa) 30 dicembre 1922.
una terza copia di cui per lautrice, allo stato delle sue conoscenze, ignorava lesistenza.
Fino al 2010 si conoscevano infatti solo due versioni del monumento a Segantini ma recenti approfondimenti
storici11 hanno portato alla scoperta di una terza riproduzione, che ora si trova in Giappone nella collezione del
Museo di Arte Occidentale di Tokio (ex collezione Matsukata).
Lopera fu acquistata, insieme ad altri lavori dello studio dello scultore piemontese, dal ricco armatore giapponese
e collezionista darte Kojiro Matsukata, nella primavera del 1918 ed inviate in Giappone dopo la fine della prima
guerra mondiale.
Per vicende complicate e sfortunate le opere rimasero a lungo imballate presso il deposito doganale della citt di
Kobe fino a quando nei primi anni 2000, un anonimo collezionista le ha donate al NMWA, Museo di Arte
Occidentale di Tokio come parte della collezione Matsukata dalla quale le opere provenivano.
In questo modo stata documentata lesistenza della terza copia di cui gli studiosi ipotizzavano lesistenza.
A Segantini: La bellezza liberata dalla materia marmo, 350 x 154 x 156 cm,
National Museum of Western Art, Tokio (Japan)
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Approfondimenti compiuti da chi scrive hanno portato alla scoperta di una quarta copia, inedita nella bibliografia
dellartista.
Questa si trova oggi nellatrio dingresso del Museo Provincial de Bellas Artes Rosa Galisteo de Rodrguez,
nella citt di Santa Fe in Argentina.
La scultura fu acquistata in Italia dal collezionista Martin Rodriguez Galisteo 12, argentino di Santa F, e il
principale giornale locale, La Nacin, pubblic una foto sotto il titolo: "En una mansin santafesina sacaron un
balcn para entrar una escultura": In un palazzo santafesino stato tolto un balcone per far entrare una
scultura.
Lopera arriv in Argentina accompagnata da una lettera per il collezionista, in cui lo stesso Bistolfi esprimeva il
desiderio che la scultura fosse circondata da piante e fiori e, se possibile, con acqua e una chaise longue per la
contemplazione e il godimento dellanima ...
I nipoti del fondatore del Museo Provincial de Bellas Artes Rosa Galisteo de Rodrguez di Santa Fe, la
donarono successivamente al Museo nel cui dingresso si trova tuttoggi.
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Le informazioni relative a questopera mi sono state fornite da Enrique Marcelo Estrada, presidente della
Asociacion Amigos del Museo Rosa Galisteo de Rodrguez, che a sua volta le ha raccolte dalla viva voce della
figlia del collezionista e mecenate di Bistolfi, Martin Rodriguez Galisteo.
madreforma con tasselli 75 x 64,5 x 38,5 cm, gipsoteca Leonardo Bistolfi, Casale Monferrato
Scheda dellopera
La Bellezza Liberata dalla Materia unopera di gusto pienamente simbolista che trova la sua forma compiuta
nella forma femminile dellAlpe e nel trattamento non finito della materia di evidente riferimento alla scultura
michelangiolesca.
Il linguaggio espressivo perfettamente espresso nella figura femminile che prende forma e fuoriesce dal blocco
di pietra.
Nel complesso l'opera composta da un basamento quadrato su cui poggia la raffigurazione di una donna nuda
emergente dalla roccia.
II corpo emerge dalla materia grezza a cui saldamente unita la parte posteriore della figura: si mostrano per
intero solo il torace, il viso, le braccia e la gamba destra. Il resto del corpo inglobato nel marmo.
Il basamento di forma quadrata ospita su tre lati, anteriore, sinistro e destro, tre bassorilievi senza cornici o
divisori.
Nel basamento sinistro Bistolfi replica in marmo il dipinto di Segantini, la Natura, una delle opere del Trittico
della Natura, a cui il pittore stava lavorando poco prima della sua morte, ora conservato nel Museo Segantini a
Saint Moritz.
II bassorilievo centrale, ispirato apertamente alla tela di Pellizza da Volpedo Lo specchio della vita.
Di particolare interesse per il nostro discorso appare invece il bassorilievo destro, in cui si riconoscono delle
somiglianze con le opere di Segantini, L'eroe morto e La Dea dellAmore.
Il tema scelto da Bistolfi quello della salma del pittore che giace distesa obliquamente su un grande catafalco.
Intorno al corpo un groviglio di figure femminili in movimento d profondit alla scena.
Bistolfi sembra rielaborare lopera di Segantini L'eroe morto, in cui il pittore citando Il Cristo morto di
Mantegna si raffigura in modo quasi identico. Rispetto a queste opere per lo scultore cambia il punto di vista sul
defunto, che non pi frontale, ma laterale.
La parte sinistra della lastra dominata da una figura femminile nuda con le spalle rivolte verso il corpo giacente
del pittore morto. Le sembianze di questa figura ricalcano in maniera evidente quelle della Bellezza rappresentata
nella statua.
Un interessante raffronto con altre opere di Bistolfi pu essere fatto con la placca in bronzo, Allegoria,
ascrivibile intorno al 1906, ora nella collezione del Museo Mart, che presenta forti analogie con la lastra sinistra
del basamento del monumento a Segantini realizzato nello stesso anno.
In particolare la figura femminile che allestrema destra sembra muoversi verso lo spettatore lasciandosi alle
spalle il turbinio del panneggio oltre ad essere una citazione dellolio su tela di Giovanni Segantini, Dea
dell'Amore, (1894), ricorda chiaramente nei lineamenti e nella postura la Bellezza riprodotta nel monumento a
Segantini.
basamento destro (foto depoca, collezione Maroni, Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea di
Trento e Rovereto).
Giovanni Segantini, LEroe Morto, 1878 ca, matita su carta38,9 x 27,9 cm.
Giovanni Segantini, Dea dell'Amore, 1894, olio su tela, 210 x 133 cm, GAM Milano
Allegato iconografico
Il marmo proveniente dalla collezione del MNBA, Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires
(Argentina)13 (fig.1) rappresenta certamente un unicum per dimensioni e forma, non si conoscono infatti altre
opere che presentano questa fisionomia.
La scultura rappresenta la Bellezza che emerge dal blocco di marmo, raffigurato il mezzo busto di una giovane
donna nuda.
La donna ritratta quasi frontale, con una leggera torsione del volto verso sinistra e con gli occhi chiusi. La
capigliatura, con scriminatura centrale, presenta una chioma ampia e voluttuosa che si nasconde dietro le spalle
della figura femminile fondendosi con le braccia e con la pietra sottostante, esattamente come nel Monumento
dedicato a Segantini.
Il basamento su cui poggia presenta delle interessanti analogie con lopera in marmo della Collezione Ingrao di
Cagliari (fig.6), entrambe mostrano alla base una bocciardatura rustica che lascia apprezzare valenze
chiaroscurali
La testa della Collezione Ingrao di Cagliari ed il busto del Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires
sono le uniche opere tra gli studi preparatori rinvenuti che presentano questo trattamento di superficie irregolare
dalla caratteristica apparenza grezza e naturale, un aspetto che traduce opportunamente la bellezza che si libera
dalla materia informe e che rende l'aspetto dellopera esteticamente molto pi vicino a quel non finito
di
Bistolfi ebbe numerose commissioni nei paesi del Sudamerica, specialmente in Argentina, Uruguay e Mexico.
Per approfondimenti sulla produzione funeraria di Bistolfi in Sudamerica cfr. S. Berresford, Bistolfi e lo studio Nicoli in
Uruguay e Argentina, in Carrara e il mercato della scultura, Federico Motta Editore, 2007
a Torino, (fig.4), questi lavori presentano la medesima fisionomia ed il mezzobusto posa su un basamento
regolare, rettangolare, realizzato dallo stesso blocco di pietra. Questa soluzione conferisce alle opere una senso di
compiutezza quasi come se fossero pensate per essere dei mezzibusti e non studi preparatori per figura intera.
Trattamento ancora diverso per i lavori provenienti da collezione privata (fig.5 e 7) e lopera della Collezione
Ingrao di Cagliari (fig.6) nelle quali lartista concentra la sua attenzione unicamente sulla testa, scolpendo solo
il collo ed il viso con il consueto sguardo leggermente proiettato verso lalto a sinistra mentre accenna appena la
capigliatura che qui ridotta solo a cornice del volto.
Appare interessante segnalare, oltre alla forte somiglianza nei lineamenti, che solo due di questi di lavori sono
supportati da una base squadrata e rifinita mentre lopera di Cagliari presenta alla base la bocciardatura rustica di
cui si gi parlato.
Il modello di riferimento sembra essere lesemplare in gesso (dedicato allamica Silvia Romani) conservato
Museo Civico e Gipsoteca Bistofli di Casale Monferrato (fig.10) dal quale sono tratte le due riproduzioni in
bronzo, della Collezione Ingrao14 (fig.8) e quella di propriet della Fondazione Cavallini Sgarbi di Ferrara
(fig.9).
Al MART, Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (fig.11) conservato un ulteriore
studio in gesso da mettere il relazione con le copie in bronzo di collezione privata (fig.16 e 18) e con lesemplare
di Milano gi Collezione G. Marangoni (fig.17).
Per quanto riguarda le copie in gesso occorre segnalare la presenza di calchi tratti da modelli specifici ed altri
eseguiti come modelli dallo stesso scultore. (fig.12,13,14,15)
14
Lopera compare con il titolo LAlpe, nel catalogo Bistolfi a cinquantanni dalla scomparsa, edito dalla Galleria Al
Portale di Casale Monferrato in occasione della mostra del settembre / dicembre 1983.
Figura 1
marmo 81,5 x 75,5 x 55 cm
MNBA - Museo Nacional de Bellas Artes Buenos Aires, Argentina
Figura 2
marmo 48,5 x 45,5 x 29,5 cm
GAM, Galleria darte moderna, Milano
Figura 3
marmo 52 x 51 x 30 cm
Raccolta Frugone, Musei di Genova
Figura 4
marmo, cm 54 x 45,5 x 31 cm
collezione privata, Torino - esemplare dedicato a Luigi Sacchetti
Figura 5
marmo 42 x 24 x 23 cm
collezione privata
Figura 6
marmo 43 x 37,5 x 21 cm
Collezione Ingrao - Galleria Comunale, Cagliari
Figura 7
marmo 42 cm
collocazione sconosciuta
Figura 8
bronzo 39 x 27 x 28 cm
Collezione Ingrao - Galleria comunale Cagliari
Figura 9
bronzo 43 x 28 x 23 cm
Fondazione Cavallini Sgarbi, Ferrara
Figura 10
gesso, 45 x 26 x 24 cm
Museo Civico e Gipsoteca Bistofli, Casale Monferrato,
(esemplare dedicato allamica Silvia Romani)
Figura 11
gesso 44 x 44,5 x 28,5 cm
MART, Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
Figura 12
gesso 46 x 57 x 36 cm
gi Collezione Angelo Zanelli, deposito presso Musei Civici di Brescia
Figura 13
gesso 40 x 49 x 25 cm
collezione privata Milano
(esemplare dedicato Ad Alberto Magri, pittore 1880-1939)
Figura 14
gesso 48 cm
collocazione sconosciuta
Figura 15
gesso, 48,5 x 45,5 x 29,5 cm
collezione Privata, Torino
Figura 16
bronzo,
collezione privata
Figura 17
bronzo 50 x 43 x 29 cm
collezione privata, gi Collezione G. Marangoni, Milano
Figura 18
bronzo 43 x49 x 30 cm
collezione privata Milano
BIBLIOGRAFIA
I titoli inclusi in questa Bibliografia fanno riferimento ai testi utili allapprofondimento dellopera
Monumento a Giovanni Segantini, La Bellezza Liberata dalla Materia,1899-1906.
Per la bibliografia generale sullopera dellautore si veda Sandra Berresford Bibliografia generale,
in Leonardo Bistolfi, 1859-1933: il percorso di uno scultore simbolista, a cura di Rossana Bossaglia
e Sandra Berresford, catalogo della mostra, Casale Monferrato, 1984, pp.306-311.
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