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Le trenta tavole, comprese le quattro aggiunte per evidenziare levoluzione di quella zona su cui venne creata, alla fine degli anni 50 e gli inizi degli anni 60 del novecento, la PIAZZA DELLA LIBERTA, sono frutto di ricerche fatte in occasione della mia opera, in 5 volumi, della Storia a Fumetti di Cesena, Rimini, Forl e Ravenna. Dalle Origini allUnit dItalia edita dalla locale Casa Editrice Ponte Vecchio con la sponsorizzazione della cassa rurare di San Giorgio, grazie alla sensibilit culturale dellallora direttore dott. Mario Magnani. E visto i risultati che sono seguiti, legati ad altre realizzazioni, sempre pubblicate su SCRIBD, definirei la loro pubblicazione un miracolo!. Il lavoro di ricerca svolto, comunque, mi ha arricchito della necessaria conoscenza che ha permesso lelaborazione e la ricostruzione grafica delle tavole che compongono questa opera, enfatizzando, graficamente, la Cesena di inizio 800 ed evidenziando aspetti interessanti, ma perduti, legati allevoluzione storica della citt nel suo volto urbano. Le trenta tavole, grazie alla gentile disponibilit del quotidiano La VOCE di Romagna, esplicitata dalla persona di Elide Giordani e, ovviamente, dal Direttore Franco Fregni, hanno visto la loro pubblicazione settimanale - dal 27 aprile fino al 16 novembre 2008 in Cronaca di Cesena, unitamente al desiderio di svelare il volto sparito di una citt che, a partire dal XIX secolo fino agli anni 70 del novecento, perse definitivamente quella compattezza urbana pensata e realizzata da Malatesta Novello, signore di Cesena nel XV secolo. La mia stata unoperazione culturale, oltre modo unica e originale che, nel tentativo di trovare sponsor, sin dal 2003, per pubblicare le tavole con una degna veste tipografica, ha trovato la pi totale indifferenza, soprattutto da parte di quelle banche locali cesenati, delle quali si conosce essere loro solito lautore sponsorizzare opere di genere storico-locale. Ma non questa.
Al suo attivo ha diverse mostre personali e collettive di Pittura, ma la sua attivit si svolta anche con esperienze nellambito della: SCENOGRAFIA sue sono le scenografie del Festival della Canzone Romagnola, E Campanon, negli anni 90. FUMETTO: ha disegnato oltre allopera citata nellintroduzione, anche la Storia a Fumetti di AriciAntica. Dall VIII secolo a.C. fino al V secolo d.C. con la sponsorizzazione della Provincia di Roma e del Comune di Ariccia; lavoro recente la Storia a Fumetti di Sarsina Antica. Dalle Origini alla Costruzione della Cattedrale XI secolo non pubblicata; Storia di Castrocaro a Fumetti non pubblicata; Storia di Anzio. Dalle origini a Nerone in attesa di pubblicazione da parte delamministrazione anziate e Storia di Comacchio realizzata su richiesta di un editore comacchiese, Daniele Cavallari. VIGNETTISTA: collabora da molti anni con il settimanale della diocesi Il Corriere Cesenate. Nel 1985, in tale veste, ha collaborato con la sede bolognese della RAI; CRITICA dARTE: ha collaborato con il CORRIERE DI Romgna, poi con la VOCE di Romagna, e adesso, nuovamente. con il CORRIERE di Romagna; impegnandosi in riflessioni critiche su artisti e sulle iniziative legate alla pittura, alla scultura e allArchitettura. RITRATTISTA: Ha realizzato Gallerie di ritratti di personaggi noti alla comunit di Cesena, come la Galleria di Ritratti di uomini illustri cesenati, dal Risorgimento allultimo sindaco in carica, Giordano Conti, personaggi legati allamministrazione del municipio e di propriet dellamministrazione stessa, ma regolarmente stipati in un magazzino; Galleria degli abati che hanno guidato lAbazia del Monte dal 1888 allultimo abate in carica di propriet dellabazia benedettina; Galleria dei sacerdoti che hanno guidato la Parrocchia di S.Egidio dal 1954 ad oggi di propriet della parrocchia stessa e messi in un armadio. Ritratto di Pantani esposto presso lo Spazio Pantani di Cesenatico; ritratto di Agnelli Giovanni, di propriet della famiglia; Ritratto di Rita Levi Montalcini, di propriet della stessa; ritratto di Milva, di propriet della stessa; ritratto di Enzo Ferrari, G. Agnelli; L.C. di Montezemolo; M. Schumacher e Barrichello di propriet della Ferrari di Maranello; ritratto di Chiara Muti di propriet della stessa.
-Per una lettura operante della citt di G.Conti e D. Corbara; -Cesena Diciotto Secoli di Storia di G.Sirotti; -Storia della Chiesa di Cesena edito dalla Cassa di Risparmio; -Borgo Chiesanuova: Storia di uno sventramento edito dal Comune di Cesena; -Vecchia Cesena Edito da Coop. CILS; La cinta muraria di Cesenadi P. Montalti; - Piano Regolatore Generale del 1969 edito dal Comune di Cesena; - Raccolta di disegni sul percorso del Cesuola autore: G. Severi - inizio 1900
TAVOLA 1- La
Se fosse capitato di chiederci come poteva apparire la citt di Cesena prima che il piccone stravolgesse il suo volto medievale - lasciatoci integro dal signore della citt, Malatesta Novello, non occorrer fare ricerche impegnative, poich una risposta la troveremo osservando queste trenta tavole. Avremo, cos, modo di metterci nei panni di un forestiero che, entrato da Porta Romana, lattuale Porta Santi, percorrendo la vecchia via Emilia, potr ammirare quegli scorci urbani che a noi sono ormai negati a causa degli interventi demolitori che si sono susseguiti fino agli anni 70 del novecento. Egli visiter per noi, cesenati del III millennio, quegli scorci cittadini cari ai nostri antenati, spariti del tutto o modificati a tal punto da rendere irriconoscibili angoli della citt a noi familiari, ma non pi originali. Iniziamo con la pianta della citt: fuori le mura il silenzio di una campagna libera dallattuale affollamento abitativo; attraversata dalle antiche vie romane ( la Dismano, la via per Ad Novas alias Cesenatico, la via per il mare che seguiva lantico tracciato del Cesuola e la via Emilia) e dal minuto sistema viario legato alla centuriazione romana, mentre in collina strade polverose e impervie collegavano i piccoli centri circondati da una natura, per certi aspetti selvaggia. Pochissimi i casolari rurali: luoghi abitati, per lo pi, da povera gente oppressa dalla povert e dalla denutrizione. Il centro storico nel 1800 faceva poco pi di 6000 abitanti, compresi i piccoli borghi situati subito fuori porta.
Lantico nucleo cittadino appare, ora, circondato dalla normale estensione urbana della citt Nuova. La via Cervese un asse viario densamente abitato
Eccoci dunque allinizio del nostro viaggio dentro la citt, in compagnia di un avventore, immaginato appena sceso dalla corriera, trainata da cavalli, proprio appena fuori Porta romana. La zona, guardata da un punto di vista icnografico a volo di uccello appare molto simile alla situazione attuale: ora mancano gli edifici in direzione del torrione, seminascosto da basse casupole, che si sviluppavano per un tratto, anche lungo le mura. La via emilia arrivava in prossimit della Porta dopo aver attraversato il borgo noto anche come Borgo San Pietro, uno dei borghi pi popolosi allinizio dell800. Una curiosit: il nostro avventore non sarebbe mai entrato in citt cos come noi facciamo giornalmente, ossia con un semplice andare, sarebbe stato fermato dalle guardie e avrebbe dovuto presentare loro i documenti di identificazione, specificando le ragioni della sua venuta. Ma non dimentichiamo, inoltre, che a fianco delle guardie - forse cesenati o forse no sicuramente cera un graduato dell Armata Francese! Dal 1796 fino al 1810 circa, Cesena, come tutta la Romagna e gran parte dellItalia Cento-Nord, fu sotto la scure napoleonica. Un forestiero a Cesena sarebbe stato guardato con sospetto in quei tempi: meglio essere in regola con i documenti. Ma chi abitava Borgo San Pietro? Tutta una tipologia di persone appartenenti al ceto basso: artigiani soprattutto. Sotto i portici, che intravvediamo a sinistra, non cerano le botteghe che vediamo ora, bens botteghe di falegnami, contadini, fabbri, calzolai, sellai e osterie. Proprio in una di queste osterie, il cui spazio storico, si suppone quello occupato, ora, da uno studio tecnico, si tenne, molti anni dopo, un triste convegno di abitanti locali per uccidere il Conte Neri. Un delitto maturato allinterno di un tessuto sociale fatto di miseria, risentimenti e apparenti motivazioni politiche. Tutto sommato il borgo era costituito da una tipologia di case semplici, ma che mostravano per intero la loro ultracentenaria et. La via Emilia era una via in terra battuta e polverosa.
Le prime abitazioni del borgo di Porta Romana ancora fedele allantico volto della citt
La modesta casa dove nacque Leonida Montanari, patriota carbonaro, decapitato a Roma nel 1826. Qui mosse i suoi primi passi. Una targa ricorda la sua casa natale
Il tentativo di ricostruzione ipotetica del volto scomparso di inizio ottocento di una citt in mancanza di materiale fotografico soffisfacente allo scopo e che mostra ci che pi non c presenta il rischio di stravolgere la verosimiglianza degli aspetti urbani raccontati: la ricostruzione grafica non pu far conto solo sulla immaginazione, ma deve usare al meglio gli strumenti disponibili e integrarli con ipotesi attendibili. A partire dalla pianta di Cesena, edita nel lontano 1969 dallo studio tecnico comunale per altri scopi, utile fu, altres, consultare lopera Per una lettura operante della citt scritta da Giordano Conti e Delio Corbara nel 1980. Dalla lettura di questa analisi, ed di altre vedi Bibliografia - stata resa meno ardua la ricostruzione. Ma torniamo al nostro viandante che, prima di arrivare allaltezza degli edifici raffigurati nella Tavola 3, sicuramente sar passato sotto i portici della casa dellallora bambino Leonida Montanari, futuro medico a Rocca di Papa, paese dei Castelli romani e decapitato nel 1826 sulla romana Piazza del Popolo con laccusa di essere un terrorista e un omicida. Nella nostra raffigurazione, il primo edificio, incontrato dal nostro viandante - non pi esistente come tutti quelli qui ricostruiti e presenti lungo lallora Via Borgo dei Santi, attuale Corso Comandini - era il Convento delle Cappuccine, prospicente Palazzo Guidi, ma allepoca gi chiuso da un editto napoleonico che agli inizi dell800 obblig alla chiusura tutti gli ordini religiosi. Ledificio dellex Convento fu demolito agli inizi degli anni 60 del 900; in circolazione esiste una sua foto depoca. A seguire ledificio conventuale era il complesso della Chiesa della Casa di Dio vedi la prossima immagine. Tra questi due edifici cera il complesso dei religiosi Fatebenefratelli
I moderni edifici che sostituirono e il complesso monastico delle Cappuccine e quello dei Fatebenefratelli
Lelegante Palazzo Guidi, una delle dimore occasionali di Garibaldi, che fronteggia lo spazio occupato dai due complessi ecclesiastici non pi esistenti
Il punto di vista usato nella realizzazione di questa tavola quello di un abitante affacciato ad una finestra del palazzo situato, assieme al complesso visibile, in Borgo Strada Fuori toponimo che deriv dalla situazione di questo borgo che, prima della ristrutturazione della cinta muraria ordinata da Novello Malatesta, era fuori le mura (arrivavano allaltezza degllattuale Teatro ). Il gruppo di edifici, qui raffigurati, erano: Le Cappuccine, a seguire lOspedale dei Fatebenefratelli e la parrocchia di San Michele o Casa di Dio. Questultima era una vera e propria parrocchia gestita e governata dal vescovo: basti pensare che nella Cesena del XVIII secolo, allinterno delle mura esistevano 40 chiese e 8 fuori le mura - molte delle quali con funzioni parrocchiali. Larrivo di Napoleone fece piazza pulita di quello che ora definiremmo come un eccesso di religiosit, ma anche di sincera devozione in tempi in cui la fede, per le classi pi povere, era lunico rifugio contro le frustrazioni da angherie, soprusi e miseria. Un aneddoto per capire i tempi: il Cardinale Denhoff ( 1687-1697) fece imprigionare per qualche giorno dei prelati con labito talare un po corto e trattenne nella prigione dellepiscopio il vicario della parrocchia di San Michele, perch omise di somministrare i sacramenti ad una parrocchiana morente. Ma tornando alledificio della Chiesa in questione, c da dire che la parrocchia gestiva il cimitero annesso. Non a caso, quando recentemente iniziarono i lavori di risistemazione del Giardino pubblico, vennero alla luce ossa e teschi; si trattava di tombe ancora rimaste in loco, quelle pi povere. Tombe che potevano risalire a qualche secolo addietro, quando il cimitero era ancora fuori le mura. La Funzione cimiteriale cess quando Napoleone proib linumazione dei defunti e allinterno delle mura e dentro le chiese. Il complesso della parrocchia venne demolito con linizio dei lavori per fare del sito un Giardino Pubblico, nel 1832, con un lascito donato dal conte Paolo Neri, morto suicida. Una lapide ancora lo ricorda.
Ecco il Giardino Pubblico, recentemente riportato allantico ornato ottocentesco: occupa lantico spazio della Casa della Chiesa di Dio e larea cimiteriale della stessa
Poco pi avanti della Chiesa della Casa di Dio, il primo palazzone signorile - concepito secondo strutture architettoniche quattrocentesche - ad attrarre lattenzione di un forestiero era il Palazzo Spada. Un enorme edificio dalla facciata imponente con tanto di corte interna. Dietro questultima struttura un ampio cortile confinante con le mura. Allinterno del palazzo, dopo il 1815, lanno della Restaurazione, la Famiglia Spada dedic parte delledificio a teatro per venire incontro alle necessit culturali della popolazione. La necessit di avere un teatro fu fatta propria, in seguito, dallamministrazione comunale pontificia, pensando ad un vero edificio teatrale. Prima di decidere che il Teatro Comunale oggi Bonci dovesse essere costruito proprio in quel sito, vennero vagliate altre ipotesi. Una ipotesi prevedeva di realizzare la fabbrica davanti allO.I.R. demolendo lex Convento dei Carmelitani o allinterno dellex Convento dei Francescani ma la scelta definitiva cadde sul Palazzo Spada che, acquistato dallamministrazione nel 1843, lo fece demolire. Quasi contemporaneamente venne demolita anche la Chiesa di san Francesco: con i materiali di risulta dei due edifici venne realizzato il Teatro comunale, arretrato dalla strada rispetto alloriginale posizione del palazzo. A realizzare il nuovo edificio fu chiamato larchitetto Luigi Ghinelli che mise la firma anche ai teatri di Pesaro, Senigallia e Ancona. Il 1843 vide linizio della fabbrica e il 15 agosto 1846 ci fu linaugurazione presieduta dal Gonfaloniere Saladino Saladini Pilastri, dal vescovo e dal Conte Edoardo Fabbri, che gi sera fatto qualche anno di carcere ad Ancona per sospetti legati alla carboneria. La somma impiegata fu di 4784, 32 scudi. Mattia Mariani, cuoco dei conti Masini, in veste di cronista, ne fa resoconto. "Fu apperto nella sera di Sabato 15 detto il nuovo Teatro Comunale con Opera in Musica. La piena di popolo che vi fu in Teatro in tale sera tanto cesenate che foresto fu immenso "
Il Teatro Comunale, dedicato al tenore cesenate Bonci, arretrato rispetto alledificio di propriet della famiglia Spada
Il luogo, ora Piazzetta Isei, che anticamente ospitava la Chiesa di S. Severo e Filippo. Sullangolo destro dellimmagine parte delledificio dellantico monastero delle Santine
Siamo allaltezza dellodierna sede della Cassa di Risparmio, ma agli inizi del 1800 al suo posto cera il gi ex convento dei Celestini. Questo ordine arriv a Cesena, agli inizi del XIV secolo, grazie ad una donazione di Tanucolo di Benedetto, che trasform la sua casa in una piccola chiesa, donandola, poi, ai Celestini; lordine venne ufficializzato nel 1354. Questo evento permise di costruire il convento e chiesa. Nel 1682 il complesso venne ampliato ed elevato al rango di abbazia. Con larrivo di Napoleone i celestini furono sloggiati e il complesso venduto nel 1801 a tal Francesco Montanari che ne fece la propria abitazione. Il figlio pens di trasformare la chiesa in botteghe dopo aver fatto riesumare tutti i cadaveri da secoli ivi sepolti. Compreso quello del padre Francesco. La chiesa in questione, nella ricostruzione grafica, quella che si vede dietro il palazzo dellO.I.R. che quando venne costruito tra il 1776 e il 1795, inglob ledificio religioso a croce latina. La separazione del convento dalla chiesa fu ad opera dei francesi che ricavarono un sbocco sulla via emilia prolungando lattuale via Tiberti. Il Palazzo dellO.I.R. fino allarrivo di Napoleone, funse da ospedale sin da quando, questo, fu trasferito dal complesso ospedaliero ( vicolo Madonna del parto) voluto da Violante Malatesta nel XV secolo. DallO.I.R. lospedale venne trasferito negli spazi del San Domenico, dove le cronache ci raccontano come i cadaveri ruzzolassero per le scale a causa dei becchini che, sempre ubriachi, li facevano cadere dalle barelle; per poi passare nel complesso di San Rocco presso il Ponte Vecchio. Il complesso dei Celestini, demolito a met 800 venne poi ricostruito, alla fine dello stesso secolo per diventare la sede della Cassa di Risparmio. Il corpo della chiesa, invece, adibito a botteghe attualmente, sotto i portici dellO.I.R., nei suoi antichi spazi c un tabaccaio e una farmacia fu demolito quando negli anni 50 del 900 venne ricavata lomonima galleria. Della chiesa rimane traccia dellabside in via Martiri dUngheria.
Ledificio della Cassa dei Risparmi che occup lo stesso spazio che era del Convento dei Celestini
La presente tavola appare complessa ai nostri occhi, essendo le strutture presenti riconducibili ad importanti realt storiche che, allepoca del nostro viaggiatore, ancora mantenevano la loro antica dignit. Ma vediamo cosa cera nello spazio dellattuale Piazza della Libert. Dietro la Cattedrale era il complesso episcopale, sorto subito dopo la costruzione della chiesa madre; parliamo del XV secolo: un complesso, con un paio di chiostri, dei quali rimangono alcune colonne e nemmeno una completa testimonianza fotografica, sempre auspicabile prima di demolire un edificio storico, laddove, semmai, si arrivasse a questa drastica quanto infausta decisione. Separato da questo complesso il Convento dei Carmelitani. Lordine degli eremiti -nato in Palestina nel XII secolo - che venne accolto in citt per volere di Malatesta Novello, abbandonando la vecchia sede, presso il mulino di Serravalle, dopo linondazione del Savio del 7 agosto 1460. Ad accogliere i monaci la Chiesa di Santa Marta nella raffigurazione . Nel 1679, alla chiesa, venne aggiunto il campanile che dava sulla Via del carmine. Il complesso fu poi ampliato nel corso del XVII secolo. In seguito, il governo francese obblig i carmelitani ad ospitare i preti al seguito dellarmata, poi i soldati e infine, il 23 novembre 1797, cacci tutti i religiosi, trasformando la chiesa e il convento in ospedale e poi in caserma. Nel 1811 il convento ospit un convitt per la giovent, ma fall lobiettivo, poco dopo, per immoralit; sub molti rimaneggiamenti: negli anni 20 del 900 - la chiesa non esisteva gi pi- il complesso conventuale ospit le Poste. Negli anni 50-60 dello stesso secolo, per antico vezzo quanto malinteso senso di risanamento, tutti gli edifici dietro la Cattedrale vennero demoliti, compreso il Palazzo Mori ( gi Venturelli) confinante con il convento, per ricavare lodierna Piazza della Libert - che piazza non , secondo laccezione italiana, bens un parcheggio vedi pag 112 - Unica superstite del complesso episcopale la Cappella di S. Tobia. Una curiosit: davanti alla cattedrale non esisteva alcuna piazzetta.
Labside e il campanile della Cattedrale di San Giovanni Battista si impongono, innaturalmente, sullo spazio vuoto della piazza che sostitu i complessi religiosi descritti
Siamo nel cuore del Borgo della Croce di Marmo, il borgo che ospita la Cattedrale di S. Giovanni Battista. La Vecchia Via Emilia, nel punto in cui si incontra con la via di Porta Cervese, non aveva lattuale piazzetta P.zza Giovanni Paolo II gi P.zza Pia - che verr ricavata con labbattimento di parte degli edifici di angolo agli inizi del 900. Il Duomo, costruito per volere di Andrea Malatesta (1385) si vedr adornato del suo campanile solo negli anni della Signoria di Novello Malatesta (1450). Nel 1499 venne incastonato nella facciata lattuale portale di pietra, appartenuto alla chiesa di S. Lorenzo - era dove ora la chiesa di Madonna delle Rose - quando la facciata assunse caratteristiche rinascimentali; il 1790 vide un altro maquillage alla facciata. Il corpo delledificio, nella sua parte sinistra, agli inizi dell800 fu arricchito da costruzioni destinate per lo pi a cappelle devozionali. Nel 1867 venne eliminata lenorme piattaforma, a tre scalini, del sagrato era alta 87 cm - per facilitare la circolazione delle carrozze. Tra il 1886 e il 1892 larchitetto bolognese F. Gualandi trucc il Duomo in stile neo-gotico. Questa situazione rimase inalterata sino al 1957-60 quando si mise mano allultima e complessa opera di restauro che confer alledificio lattuale ornato romano-gotico: questultimo restauro liber il lato sinistro, lasciando la Cappella pi importante, quella dedicata alla SS Madonna del Popolo, ossia la Cappella Albizzi nel 1746 venne rialzata e restaurata secondo i canoni dellarchitettura barocca. Il Palazzo Dandini, lungo la vecchia Via Emilia, ma prospicente la via di Porta Cervese lato destro della Cattedrale- visibile nel suo aspetto originale: negli anni 20 del 900, infatti, con la sua risistemazione a Palazzo degli Uffici ne mut laspetto; negli anni 60 del 900 vennero demoliti gli edifici a sinistra del duomo, come il vecchio Seminario. Si noti, infine, come la Via Emilia nel tratto attuale di C.so Mazzini fosse pi stretta.
La facciata della Cattedrale, che mantiene ancora visibili le toppe che hanno chiuso i vecchi finestroni, non pi seminascosta a causa degli edifici e portici che erano di fronte e demoliti per far posto alla piazzetta.
Ledificio con la struttura moderna in vetri occupa lo spazio lasciato dalla demolizione della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami
Lo spazio vuoto lasciato dalla demolizione della Chiesa di san Giuseppe: Si possono notare, sullo sfondo, le strutture della Biblioteca Malatestiana. Un vero e proprio continuum storico
Gli edifici gemelli della Barriera Cavour, antico spazio doganale, che sostitu la malatestiana Porta Cervese
Lantica Portazza, collegata alle mura malatestiane e punto di ingresso in citt del Torrente Cesuola
Come la precedente tavola, anche questa ricostruita, ma con diverso punto di vista, sulle indicazioni grafiche del pittore cesenate G. Severi. Il centro di attenzione calamitato dalla piazzetta del Lavatoio. Severi descrive la sua tavola, inerente questo tratto della Giula, con queste parole: Da e palz at Caporeli e pont sota e lavadur. Quindi, il pittore cesenate, per disegnare il suo scorcio, si mise sulla sponda del torrente allaltezza di Palazzo Caporali. Della piazzetta del lavatoio, scomparsa negli anni 30 con la demolizione degli edifici che la delimitavano sul lato destro, e la copertura del torrente, si conosce lesistenza della fontana posta al centro ( nel 2010 venne ripristinata ma con un effetto avulso dal contesto urbano) e utilizzata per prendere acqua potabile. Si intuiscono, ma non si vedono nel disegno del Severi, la presenza di due vasche per lavare i panni e poste ai lati del ponte che costitutiva la piazzetta, oltre la quale si intravede lingresso del torrente sotto Via Zeffirino Re. Il Cesuola, questo torrentello, per la maggior parte dellanno, era in secca, o ridotto ai minimi termini, come si vede anche dai disegni del Severi, ma in alcuni periodi si trasformava in una vera e propria minaccia per lincolumit dei cittadini del centro storico. Una famosa inondazione, quella del 10 de luglio 1525, fu oggetto di un componimento poetico ad opera di un eremitano cesenate, tale Cornelius, che inizi con questa descrizione: Fuor de la terra circa cinque miglia/ a pi dun monte nasce una gran vena/ dunacqua chiara chal cristal somiglia/ e scende gi pel megio di Cesena/ e di talacqua grande util ne piglia/ quella citt magnifica, e serena/ cesaula il nome di questo torrente/ e fu cos nomato anticamente per megio de dui monti fa ingresso/ al modo suo facendosi strata/ lun se chiama San Zorzo / e laltro poi Santa Maria del monte/ che copia tien de fichi peschi, e fonte Una descrizione bucolica, che evidenzier, poi, per contrasto, i guai prodotti dal torrentello cesaula.
Laddove era la Piazzetta del Lavatoio, ora P.zza Amendola in fase di restauro
Sotto la facciata delledificio sullo sfondo era visibile il voltone di ingresso del Cesuola nel sottosuolo che attraversa Via Zeffirino Re
Via Zeffirino Re, antica Via delle Ortolane, sotto cui ancora scorre il Cesuola
E lo stesso punto di vista, ma sul torrente coperto. A destra ledificio appartenuto allantico Albergo del Leon dOro
Parzialmente visibile il voltone di uscita del Cesuola visibile nella ricostruzione grafica
Assieme al nostro visitatore - lasciamo per un istante il percorso del Cesuola percorriamo la salita verso la Rocca, lasciandoci alle spalle allinizio della stessa, dopo lattuale piazzetta dellAnagrafe - laddove, sulla destra, c unimmagine sacra a ricordo della scomparsa chiesetta di San Uomobono - per arrivare poco distanti da Porta Nuova o Montanara ricavata aprendo un varco nel muro di difesa dellantica fortezza degli Ordelaffi, abbandonata quando fu costruita lattuale Rocca da Galeotto Malatesta nel XIV secolo. Dellantico Castro, teatro delle gesta di Cia degli Ordelaffi, sono ancora visibili i due archi sulla destra di Porta Montanara e appartenuti ad un camminamento. Quando si arrivava presso la Porta, si poteva ammirare il complesso conventuale di San Francesco da Paola (1416-1507) ex sede dei religiosi noti come paolotti. Il convento venne costruito nel 1630 dai frati minimi di San Francesco da Paola con i materiali di risulta dalla demolizione dei ruderi di abitazioni e fortificazioni del Castro che, per secoli, aveva dominato quella parte del monte Sterlino ( Murata), inglobando alcuni vani superstiti. Alla stessa epoca risale la costruzione della strada attuale Via Malatesta Novello per costruire la quale fu necessaria un opera di sbancamento, che abbass di qualche metro la sommit del colle. Forse pochi sanno che San Francesco da Paola venne pi tardi proclamato santo protettore della citt assieme a San Giovanni Battista. Nel Settecento verr realizzato un baldacchino di legno (ancona) intagliato con su scritto Protege civitatem hanc (proteggi questa citt) e che ora possibile ammirare in SantAgostino. Il convento francescano, chiuso dallamministrazione francese, fu presto vittima dellincuria e degli strali della natura e venne demolito nel 1807 dopo essere stato adibito dai francesi a carcere femminile, mentre la Rocca invece era adibita a carcere maschile e tale rimase sotto il governo pontificio anche dopo la restaurazione del 1815, fino agli anni 50 del 900.
Porta Montanara. Sulla sinistra un edificio privato, sulla destra le arcate della antica Rocca degli Ordelaffi. Il piano stradale, come si vede, risulta notevolmente abbassato
Parte della Caserma Ordelaffi, ora sede uffici comunali, e sul suo fianco destro, in basso, la stradina su cui era la Porta di Levante
Da questo punto di vista possibile ammirare lestensione delledificio che sostitu La vecchia Chiesa di San Giovanni Evangelista. La facciata in mattoni fa parte del Palazzo Albornoz
Siamo sempre sulla Piazza Maggiore , ma con uno sguardo allargato, tanto da comprendere il Cesuola nel suo tragitto ( il primo ponte quello rappresentato nella tavola 16). Il caseggiato, sinistra dellimmagine il complesso dellAlbergo del Leon doro, mitico luogo di accoglienza che vide le sue camere occupate da personaggi importanti che, per i pi disparati motivi, si fermavano in citt, come Andrea Costa, padre del Socialismo e che a Cesena ridar alle stampe lAvanti (1881). Uno dei proprietari dellAlbergo fu lamico e compagno di Costa, Pio Battistini: personaggio dal temperamento focoso, politicamente parlando, e che pi volte ebbe a che fare con la Legge per le sue idee ritenute sovversive. Laspro clima di tensione tra repubblicani e socialisti porter alluccisione del Battistini il 7 settembre del 1889, alle ore 21.00, sotto i portici della Via delle Ortolane, come si chiamava allora lattuale Via Zeffirino Re. Il 7 settembre del 1910, a Cesena, sar Mussolini a commemorarne la memoria tra mille polemiche. Dietro il quarto lato della piazza, il Borgo Chiesanuova. C da sottolineare che lentusiasmo con cui i cesenati e lamministrazione stessa impiegarono per questa demolizione intesa come rivoluzione urbana, dovette di li a poco causare dei ripensamenti negli stessi: nel 1863, quando le demolizioni del borgo Chiesanuova erano ancora in corso, il sindaco, o pi esattamente il Gonfaloniere, propose di ricostruire il quarto lato per dedicare la Piazza al mercato della canapa. Evidentemente, quella nuova prospettiva che si disperdeva su uno spazio vuoto, sconosciuto, mise in subbuglio le antiche visioni urbane insite nei cuori e nelle menti dei cesenati. Da allora, lidea di ricostruzione di questo benedetto quarto lato passata attraverso i lustri arrivando fino a noi, dove, saltuariamente, ancora se ne parla! E il Cesuola va, lungo la sua millenaria direzione, raccogliendo gli eventi, i fatti, gioie e dolori, in quel tempo molto pi numerosi delle gioie.
A destra del Palazzo del Capitano lo spazio vuoto lasciato dalla demolizione di Palazzo Almerici
La totale demolizione degli edifici attorno al Palazzo del Capitano hanno isolato lo stesso dal contesto urbano
Sullo sfondo uno dei due finestroni gotici della demolita Chiesa di San Francesco. A sinistra ledificio dellex Liceo Classico in ristrutturazione per ospitare la Grande Malatestiana
Ecco il tratto finale coperto del Cesuola. Sullo sfondo il luogo dove si ergeva la seconda Portazza di uscita del torrente. Si notino i palazzoni sullo sfondo che non permettono pi la visione del panorama come rappresentato nella tavola successiva
In primo piano il tetto del cosiddetto Palazzo Chiaramonti che si affacciava sulle casupole a ridosso delle mura
Prima di scoprire le curiosit legate a questa immagine, vorrei ricordare a chi ha avuto modo di visionare la Tavola 14, che recentemente (ottobre 2008) i lavori di risistemazione di p.zza Amendola hanno riportato alla luce i resti delle fondamenta delle abitazioni disegnate nella stessa tavola, questo per sottolineare che la nostra lettura delle mappe ottocentesche stata corretta. Ma veniamo allimmagine qui rappresentata. La panoramica ci restituisce la situazione urbana che era dietro il quarto lato dell attuale Piazza del Popolo. Come pi volte precedentemente accennato. Il Borgo Chiesanuova era situato sullantico Borgo Cesariano il toponimo Chiesanuova si ebbe a partire dalla ristrutturazione della chiesa di San Domenico nel XVIII secolo pezzo di quartiere sorto lungo la via Aemilia sin dai primi due secoli a.C.. Durante la Guerra Civile tra i partigiani di Mario e i partigiani di Silla, Cesena, con il quartiere, come tutti i municipi dItalia, subirono ingenti devastazioni e distruzioni. La sorte volle che qualche anno dopo, Giulio Cesare, di ritorno dalla spedizione delle Gallie, si ferm a Ravenna per riflettere se attraversare o meno armato il Rubicone. Evidentemente, i cesenati, approfittando della presenza sul territorio dellillustre generale, vollero incontrarlo e chiedergli un contributo, a lui o al Senato di Roma, per ricostruire la citt e il quartiere. La richiesta and a buon fine, poich al quartiere ricostruito venne dato il nome di Borgo Cesariano, con il quale arriv fino al XVIII secolo. Il Borgo, rimase tale fino al XIX secolo, sebbene assai malandato; senza contare che tutta la zona era costantemente minacciata dalle frane del colle Garampo: nel 1810 che la Casa Brighi croll per una di questa frane. Senza contare le copiose piogge che trascinavano in basso significative porzioni di fango. Fango, sporcizia, vecchiume e dicerie, consigliarono, dopo lannessione al Regno dItalia delle Romagne, di tirar tutto gi. Una politica di demolizione che ha privato la citt di Cesena di un pezzo di storia importante oltre che aver inferto un danno gravissimo alla compattezza urbana della stessa.
Piazza del Popolo, allora Piazza Maggiore, priva del suo quarto lato che era un tuttuno con la struttura muraria a destra dellimmagine
Lantica via Emilia che entrava nel Borgo Chiesa Nuova allaltezza della antica sede universitaria cesenate, gestita dai gesuiti e chiusa da un editto napoleonico
Un altro tratto della antica Via emilia in Borgo Chiesa Nuova allaltezza del Palazzo, con balcone, dove nacque il Conte Fabbri, patriota risorgimentale cesenate. Il viale Mazzoni, sulla destra, a ricordare il borgo scomparso
Eccoci, anche noi fuori citt, sul Ponte di Porta Fiume. Le abitazioni fanno parte dellantica struttura medievale della citt. Sullo sfondo parte della facciata della chiesa di San Domenico
Ancora il ponte di San Martino con la celletta. Al posto della struttura difensiva una abitazione
Eccoci nel Borgo di San Rocco. Sullo sfondo il campanile dellomonima chiesa vittima non del piccone ma dei bombardamenti dellultima guerra. Si intravvede anche linizio del settecentesco Ponte di San Clemente
Ecco le quattro tavole che mostrano levoluzione di un luogo storico, gia visto con la Tavola 20, soffermandoci sulle trasformazioni intermedie. Ma si pu parlare di evoluzione ? Non sarebbe meglio indicare la situazione come una involuzione? Lasciamo valutare a chi vedr queste immagini, sperando che una nuova coscienza prenda posto di quella che ancora, in genere, per tutta una serie di constatazioni, non ha le idee chiare su cosa voglia dire Centro STORICO
La prima di queste tavole mostra la situazione esistente agli inizi dell800 dietro la Cattedrale: abbiamo visto di cosa si trattava ( complesso dellepiscopato e convento dei Carmelitani). Si pu notare, in fondo alla stradina Via del carmine che separa i due complessi, un edificio religioso compreso tra abitazioni civili, forse era loratorio di una delle tante confraternite esistenti. Inoltre, si noti il camminamento sospeso, sulla stradina, che univa i due complessi; fu fatto per rendere accessibile la biblioteca dellepiscopato ai carmelitani. A destra del complesso carmelitano il Palazzo MoriVenturelli, alla cui destra Palazzo Braschi con linconfondibile archetto ancora esistente. Davanti alla Cattedrale non c ancora la piazzetta. Sul lato opposto della Cattedrale il vecchio Seminario
Nella seconda tavola, si ipotizza la seguente trasformazione: il complesso carmelitano, trasformato in ospedale - dopo lintervento napoleonico di svuotamento e chiusura degli edifici religiosi - nel 1811, quando lamministrazione francese era un ricordo, vide luso del complesso come convitto per la giovent, gestito dallautorit ecclesiastica locale - poi chiuso per immoralit - il complesso, passer poi in mano di privati che lo adibiranno ad abitazioni Notiamo la perdita di identit della chiesa e la demolizione di parte del chiostro per ricavarne uno unico.
La terza tavola presenta la situazione propria del 900. Nei primi decenni del secolo scorso, il complesso, oltre che a continuare ad ospitare abitazioni private venne adibito anche per il Servizio Postale, servizio che rimase attivo fino al momento della demolizione di tutto il complesso, oltre che di quello dellepiscopio, negli anni 50-60. Molti lo ricorderanno ancora. Notiamo la presenza della Piazzetta davanti la cattedrale ricavata demolendo parte degli edifici raffigurati precedentemente. Una curiosit: in alto a destra si nota Palazzo Fantaguzzi con la sua corte interna; adesso il palazzo ospita una banca
Quarta ed ultima tavola: mostra la creazione della cosiddetta Piazza della Libert creata per ospitare il nuovo benessere identificato con lautomobile. Lasciamo giudicare a voi, che visionate queste immagini, il valore di certe scelte e crearvi un metro di misura utile per giudicare la qualit degli interventi . Notiamo, a sinistra, la sparizione di Palazzo MoriVenturelli; notiamo la sparizione del Seminario; notiamo la trasformazione del Palazzo Fantaguzzi; in ultimo, la sparizione delloratorio, demolito assieme a parte dei palazzi che costeggiavano lantica Via del Carmine sul cui lato opposto iniziava e inizia il borgo della Val dOca, salvatosi, fortunatamente, in gran parte.
GRAZIE
FINE