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/ XIV
17 Novembre 2022
Ciro Lomonte
La chiesa del SS. Salvatore a Palermo.
Un presidio per difendersi dalla gnosi spuria?
M
«Giudico in quanto Uomo i corpi, Guiscardo nel 1072, subito dopo la liberazione
in quanto Dio i cuori» di Palermo dagli emiri islamici. L’istituzione
religiosa fu successivamente protetta e benefi-
L a chiesa del Santissimo Salvatore è un ciata dal figlio del fratello di Roberto, re Rug-
gioiello edificato dalla fede nel cuore gero II di Sicilia. Il primo capolavoro architet-
della neapolis sicano-fenicia. L’archi- tonico di quest’ultimo, da un punto di vista cro-
tettura si affaccia sull’antica plateia palermita- nologico, è il Duomo del SS. Salvatore (Catte-
na, ai bordi di uno dei quattro mandamenti, drale della Trasfigurazione), edificato a Cefa-
quello meridionale, denominato Palazzo Reale. lú. Lí, sulla cornice dell’arco delimitante il ca-
Originariamente sorse come luogo per le ce- tino absidale, in relazione al racconto evange-
lebrazioni di rito greco cattolico del monastero lico della Trasfigurazione, corre questa epi-
delle monache basiliane, voluto da Roberto il grafe: factus homo factor hominis factique
redemptor — iudico corporeus corpora cor- vatore il monastero di Santa Maria dell’Itria
da deus. Costituisce una sorta di chiosa teolo- detto «della Pinta». Il re Martino I di Sicilia
gica alla figura del Pantocratore: fregiò chiesa e monastero col titolo di «Regio»
Fattomi uomo Io il Creatore dell’uomo e ponendo le strutture sotto il «Regio Patronato».
Redentore della mia creatura giudico in Nel 1501 il monastero passò alle monache
quanto Uomo i corpi, in quanto Dio i benedettine, di rito latino. Nel 1528 l’antica
cuori. chiesetta siculo-normanna venne totalmente
riedificata e ingrandita. La nuova architettura,
Rileggere queste parole è tanto piú significat- di cui restano seminascoste alcune eleganti co-
ivo quanto piú l’arte contemporanea spiritualis- lonne, era sviluppata in tre navate, con tre
ta, figlia della gnosi spuria della Società Teoso- cappelle per lato e l’abside fra le due cappelle
fica, attenta all’integrità dell’arte sacra con for- minori. Il prospetto era rivolto ad oriente,
me di «cannibalizzazione» sadica, piú o meno ri- sull’attuale salita del Santissimo Salvatore.
tuali. Nel 1997 venne commissionato ad Arnal-
do Pomodoro un portone di bronzo per l’ingres-
so principale dal nartece del Duomo di Cefalú.
Lo scultore elaborò in tempi brevissimi un mo-
dellino con il quale, ancorché si definisse ateo,
rappresentava la versione docetista della Trasfi-
gurazione: in quella occasione Gesú avrebbe ma-
nifestato ai tre apostoli presenti che il suo corpo
era apparenza, perché la materia sarebbe in real-
tà un’emanazione per caduta dall’Uno all’origi-
ne di tutto. Quanto di piú lontano si possa imma-
ginare dalla Rivelazione cristiana. M I migl i or i a r ch i te t t i d e l l ’ e poca
Torniamo a Palermo. Si dice che la figlia po- barocca.
stuma di Ruggero II, Costanza d’Altavilla, si sa-
rebbe ritirata nel monastero palermitano in
quanto nessuno l’aveva ancora presa in moglie N el 1682 i cospicui lasciti e le rendite del
monastero consentirono di partecipare
a quella gara in corso in Sicilia per realizzare
ed era già troppo matura per convolare a nozze
secondo le consuetudini dell’epoca. Che fosse le architetture barocche piú belle, una piú
stata educanda del monastero, monaca professa, espressiva dell’altra. Il nuovo tempio avrebbe
infine badessa, è da provare, corrisponde di piú dovuto essere eloquente, nobilitato dall’ingres-
alla leggenda nera elaborata intorno al figlio. so diretto sull’asse principale della città. L’ul-
Pare piuttosto che la principessa fosse costretta teriore riconfigurazione e ingrandimento ven-
dal nipote Guglielmo II ad abbandonare il suo nero affidate a Paolo Amato, architetto ori-
buon ritiro per motivi dinastici e politici. Fu ginario di Ciminna. I lavori iniziarono immed-
data in sposa all’imperatore Enrico VI di Sve- iatamente. Durante lo scavo delle fondazioni
via. Dall’unione delle casate Altavilla e Ho- furono rinvenuti numerosi reperti archeologi-
henstaufen nacque Federico Ruggero, lo stupor ci, soprattutto monete.
mundi. Anche di S. Rosalia si dice, senza alcuna Coadiuvato dal capomastro Giuseppe D’A-
prova, che fosse monaca di questa comunità. mato, il progettista seguí personalmente la rea-
L’imperatore Federico II, dopo il monaste- lizzazione fino al 1685, anno in cui subentrò
ro di San Teodoro, il monastero di San Matteo l’architetto gesuita Angelo Italia. Questi, fe-
al Cassaro, il monastero di Santa Maria di Lo- dele al progetto originario, diresse la realizza-
reto, associò al monastero del Santissimo Sal- zione delle due cappelle presso l’ingresso e del-
la facciata, iniziata nel 1687. Nel 1689 ad An- del tiburio a loggiato che ingloba la cupola
gelo Italia si avvicendò nuovamente Paolo dall’esterno, opera destinata a una duplice
Amato che realizzò le due cappelle maggiori funzione: quella di contenere le spinte della
alle estremità dell’asse minore della chiesa, il calotta e di preservarla dalle infiltrazioni plu-
cupolino sul presbiterio e nel 1694 la cupola viali che minacciavano la decorazione pittori-
centrale, la loggetta e le nicchie sulla facciata. ca, gli stucchi, gli intarsi marmorei. Nello
stesso anno ebbe inizio la decorazione dell’in-
terno da parte di Vito D’Anna, che realizzò
l’immensa Apoteosi di San Basilio, oggi molto
frammentaria e deteriorata.
esterne lo hanno costretto ad un umorismo lu- strappare l’anima di un’opera, negandone l’es-
gubre e sguaiato. senza), che mostrano chiaramente il contrasto
Il SS. Salvatore fu vittima di tre eventi tragi- tra gli originari vivacissimi ornamenti supersti-
ci. Il primo fu la soppressione degli ordini reli- ti a marmi mischi e tramischi e quelli reintegra-
giosi, nel 1866, e l’emanazione delle leggi ti in bianco. Quindi venne incaricato l’arch.
eversive, in base alle quali il complesso divenne Franco Minissi della progettazione per adibire
proprietà dello Stato Italiano «unitario» e il la chiesa ad Auditorium. I vari problemi del-
patrimonio librario confluí parzialmente nelle l’adattamento del bellissimo tempio cristiano a
strutture della Biblioteca comunale di Casa sala per audizioni musicali vennero affrontati
Professa (complesso sottratto ai gesuiti). Que- dal progettista (peraltro autore brillante delle
sti provvedimenti — che impoverirono i citta- coperture per la villa romana di Piazza Armeri-
dini palermitani, già esasperati dalla dominaz- na e di musei archeologici come quello di Sira-
ione italiana — contribuirono allo scoppio cusa) senza tenere conto delle caratteristiche
plebiscitario della Rivolta del Sette e Mezzo, a proprie del monumento, come se l’architetto
settembre di quello stesso anno, repressa con fosse accecato dallo spirito del tempo. Una ma-
una ferocia animalesca. gra consolazione è confrontare la sorte della
Il secondo episodio è quello dei violenti chiesa del SS. Salvatore con quella della vicina
bombardamenti aerei del 1º marzo e del 9 S. Maria della Grotta, del grandioso Collegio
maggio 1943, prima dello sbarco degli alleati, Massimo dei Gesuiti (trasformato in Biblioteca
che colpirono l’edificio e distrussero quasi to- generale della Regione Siciliana), il cui prodi-
talmente l’interno. Non ebbero scampo le deco- gioso interno barocco venne sacrificato selvag-
razioni marmoree, a stucco e a fresco, compre- giamente nello stesso periodo per costruire un
se quelle della cupola. Il monastero subí la ingombrante scalone al posto della navata e la
quasi totale distruzione. La sua facciata, realiz- torre libraria al posto del presbiterio.
zata da Andrea Palma nel 1724, comprendeva
una loggia belvedere sull’asse principale della
città. Fu ricostruita informe e desolante a metà
del Novecento, come la si vede adesso. Del va-
stissimo isolato alcune sezioni, tra le quali
spicca il loggiato settecentesco, sono inserite
all’interno dell’orribile complesso scolastico
«Regina Margherita».
La terza vicenda tragica è quella dei restauri
postbellici, ma soprattutto devastante è stato
l’adattamento ad Auditorium. Dopo i restauri
statici eseguiti a cura del Genio civile di Paler-
mo nell’immediato dopoguerra, la chiesa (già
da piú di ottant’anni proprietà del Fondo Edili- Pianta dell’Auditorium S. Salvatore a Palermo, 1959
zia per il Culto) rimase priva del pavimento (ACS, Fondo Minissi Franco, Progetto 87, Rotolo 111)
d’intarsio marmoreo e delle pregevolissime de-
corazioni parietali in bassorilievi e intarsi di Gli accorgimenti adottati in SS. Salvatore
marmi policromi. La Soprintendenza ai monu- miravano ad ottenere un miglioramento del-
menti della Sicilia occidentale provvide al ri- l’acustica, sebbene la moquette ed i pesanti
pristino con i criteri cosiddetti «scientifici» (in tendaggi abbiano generato un ambiente sini-
realtà ideologici, obbedienti all’intento di stramente ovattato.
molto meglio per scopi profani. Ecco perché del 2018 viene restaurato anche il secondo
entrare al SS. Salvatore provoca un sottile fa- grande affresco di Vito D’Anna posto sulla pa-
stidio, considerato che la si percepisce imme- rete di sinistra del vestibolo e raffigurante Il
diatamente come una chiesa, dalle armonie in- miracolo di San Basilio.
cantevoli, eppure si avvertono troppi elementi
dissonanti.
dIl Covilef Wehrlos, doch in nichts vernichtet / Inerme, ma in niente annientato (Konrad Weiß Der christliche Epimetheus) №650