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CATTOLICA
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3505
LA CIV] LTA‘ CATTÙLICA
«Bealus populus. cuius Dominus Deus eius»
SOMMARIO
EDITORIALE
3 Quale posto ha Dio nel buddismo?
ARTICOLI
17 P. Gilberl. Libertà e impegno
31 P. Van:an, Guido Maria Conforti e la pastorale diocesana mis
smnana
45 G. Salvim'. Guardare con ottimismo al futuro
NOTE E COMMENTI
58 M. Cuyàs. Lo scoglio della «qualità della vita»
CRONACHE
62 Chiesa: G. Marchesi, Algeria: il martirio di sette monaci trappisti
72 Italia: G. De Rosa. La stabilità monetaria. Le «Considerazioni
finali» del Governatore della Banca d’ltalia
82 Estero: A. Macchi, Le elezioni presidenziali a Taiwan
90 RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
ABBONAMENTI ITALIA: un anno L. 90.000: due anni L. 160.000; tre anni L. 230.000;
un semestre L. 50.000: un quaderno L. 7.000. ESTERO (via superficie): un anno 5 H0: due
anni 5 200; tre anni S 280; un quaderno 3 IO. l versamenti possono essere effettuati: 1:)
tramite il conto corrente postale n. 588004. intestato a La Civiltà Carlo/ira. via di Porta
Pinciana. l - 00l87 Roma; b) sul c.c. bancario n. 89741 de La Civiltà Cattolica presso Rolo
Banca 1473. via Veneto, 74 - Roma. [IVA assolta dall'editore ai sensi dell'art. 74. 1° com
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pubblicità: via di Porta Pinciana. l - 00l87 Roma - tel. (06) 679.835] - fax (06) 69.94.09.97.
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SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE
TORINO
Sergio Zavoli
mmnn A NOI
I uosrm DUBBI
Dalla camera alla bussola spaziale una lanterna
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S, Zavoli
Rimetti a noi
i nostri dubbi
Dalla cometa alla bussola spaziale
una lanterna continua a far luce sui nostri passi
Religione. pag 256. ml. L. 24000
Con la sua rubrica fissa («La lanterna») su Jesus, Zavoli rilancia la curiosità
e la passione di Diogene per l'uomo, di cui cerca le tracce in contesti diversi,
approdando a volte alla delusione, altre volte alla speranza.
In questa raccolta al lettore è offerta una ottima opportunità di rileggere i fatti
più importanti degli ultimi anni, coltivando il dubbio e il gusto della ricerca,
facendo un po’ di luce nel buio di quelle presunte certezze e di quelle tragi
che leggerezza che sembrano dominare la nostra esperienza oggi.
GUARDARE CON OTTIMISMO AL FUTURO, di GianPaolo Salvini S.I. -
L'articolo intende mostrare le contraddittorietà della società italiana e le inevitabili de
formazioni a cui è soggetta ogni visione di essa. Pur riscontrando molti e gravi problemi
irrisolti, il testo (che conserva in parte lo stile di intervento orale tenuto al Pontificio Se_
minatio Leoniano di Anagni [FR]) sostiene che nel panorama della società e della vita ita
liana prevalgono largamente gli aspetti positivi su quelli negativi, e ne indica alcuni degli
elementi più significativi, specialmente a livello di vita sociale ed economica. In una so
città sempre perfettibile, come ogni realtà umana, non mancano anche elementi evangeli
ci e di virtù umane che lasciano bene sperare per il futuro.
14 Civiltà Cattolica |996 III 45-57 quaderno 3505
CRONACHE:
s: RIA
Noi della rivista “il fisco” lo sappiamo da vent'anni e lo
sanno bene anche i nostri oltre 200.000 lettori!
0] f R I V i S T A
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(1.1.). 19 x 13,3. 2.816 pagine INFORMAZIONI
NUOVI ABBONATI ( ‘67_ 861160
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ESTERO: Le elezioni presidenziali a Taiwan, di Angelo Macchi S.I. - Dopo
aver delineato una sintesi della storia recente di Taiwan (isola di Formosa), si esaminano
le ragioni per cui le recenti elezioni presidenziali (25 marzo 1996), svoltesi per la prima
volta attraverso una consultazione popolare e democratica, rivestono una importanza
notevole sia per quanto riguarda i rapporti tra Taiwan e la Repubblica Popolare Cinese,
sia per lo Ifflfll.f internazionale dell'Isola.
I.‘ Cilnlti Cattolica I9% III 82-89 quaderno 3506
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA:
FILM:
1896-1996
SOCIETÀ’ CATTOLICA DI ASSICURAZIONE
servizio informazione rr/rlziosa
I‘
La Chiesa italiana informa
una agenzia di informazione religiosa
un servizio peri professionisti
dell ’informazione. . .
ma del quale possono servirsi
vantaggiosamente anche coloro
che hanno responsabilità pastorali,
sociali e politiche a tutti i livelli.
Uno strumento utile per comunità
parrocchiali, associazioni, scuole,
istituti religiosi, centri culturali. ..
IL DIALOGO
TRA LE RELIGIONI
Gli editoriali della Civiltà Cattolica
Presentazione di
EDITRICE ELLE DI CI -
LA CIVILTÀ CATTOLICA
LA CI VILTA‘
CATTOLICA «Benin: papa/m, ruiru Domimu Dm: IÌIIJ’»
"‘Qwe4unl.__
ANNO 147
1996
zara-w,
VOLUME TERZO
quaderni 3505-3510
Ora, nella «via» che il Buddha ha indicato non c’è posto per Dio
o il Divino. Non che egli ne neghi l’esistenza. Al contrario, il
Mq'jbima-nikqya (109, go) afferma che il Buddha, come tutti gli uo
DIO NEL BUDDISMO
del mondo, dai conflitti personali fino alle guerre tra le nazioni. In
breve si può far rimontare a questa falsa visione (delle cose) tutto il
male del mondo» (W. Rahula, L’errrerlgnement da Boua'dba, Paris,
1977, eh. VI: «La doctrine du Non-Sci: “anatta”»).
In realtà, l’lo è un aggregato di elementi diversi, materiali e men
tali (i cinque kharidba): dalla loro azione combinata nasce la perce
zione del mondo dell’io. Essi sono tenuti insieme dal «desiderio»,
dalla «sete», ma sono impermanenti, precari. Cosicché l’io non ha -._n.,.__.i_fi
consistenza né solidità, ma appare (nella vita) e scompare (nella
morte) in una serie infinita di rinascite, senza però che sia sempre lo
stesso «io» a rinascere, la stessa «anima» a passare in un altro corpo.
Un catechismo buddista moderno si chiede: «Che cosa dunque ri
nasce?» E risponde: «Il nostro voler vivere, il nostro carattere mo
rale. Questo forma il nucleo centrale del nostro essere e si crea, do
po la disintegrazione del corpo attuale, un nuovo corpo corrispon
dente esattamente alla sua natura». «Ma si tratta della stessa cosa che
si chiama “anima”?». «No, il Buddha considera un errore la creden
za in un’anima immortale. Il buddismo non insegna la trasmigrazio
ne di un’anima, ma la formazione nuova di un individuo nel mondo
materiale dei fenomeni, in virtù del voler-vivere (tanbrî) e del carat
tere morale (karma)». «Ma l’Io è identico a ciò che si chiama ani
ma?». «No, l’Io non è tin’entità durevole, una sostanza immateriale,
ma una data condizione che sorge dall’unione dei cinque kbandba».
Quindi, poiché non c’è nulla di sostanziale e di permanente, non un_\‘.,,
sia nel senso del buddismo primitivo (bîngra'rm) come Legge eterna
e Verità ultima, sia nel senso della scuola buddista della «via di
mezzo» (midbyamaka) fondata da Nàgiirjuna nel terzo secolo del
l'era cristiana, secondo la quale il D/mrmna va inteso come assoluta
Vacuità (Ikìîîîdffi), cioè assolutamente non-sostanziale, vuoto di
ogni relazione e di ogni concezione, e quindi assolutamente inco
noscibile per la mente umana e accessibile solo all’espcrienza misti
ca (la mistica del Vuoto). Infatti, per chi ha fatto l’espericnza della “-sua-f-_5iî
Vacuità, «il dolore esiste, ma non c’è nessuno che ne sia afflitto.
L’attività è un fatto, ma non c’è nessuno che agisca. Il cammino
esiste, ma non esiste chi lo intraprenda. Il nirvà'na c’è, ma di sogget
ti nirvànati non ce n’è» (Viruddbi Magga, citato da J. Masson, Mi
rtitbe dell’Aria, Roma, Città Nuova, 199;, 166). Il îIÌî’1/rÎfld c’è, ma è
vuoto, è il Vuoto, perché nel nirflrîna I’Io si è disgregato, il Sé si è
«estinto». Ma di quale «Vuoto» si tratta? Di un Vuoto-Pieno e di
un Vuoto-Nulla? E impossibile dirlo.
Altri vedono un equivalente del Dio cristiano nel nirva'na, che per
i buddisti è l’Assoluto, il Fine ultimo, la Realtà suprema. Solo che
del m'mîna non si può dire assolutamente nulla: esso è oggetto non
di conoscenza, ma di esperienza. Il Buddha l’ha sperimentato subito
dopo l’«illuminazione» (bodbz) e perciò già in questa esistenza è en
nato nel m'mi'na; ma, in genere, il perfetto illuminato (ara/ml) rag
giunge il nirva’na al momento della morte: esso allora è }mranirvina \fi-‘:g__
per giungere al nirwîna!) e gli hanno dato titoli onorifici, come Ara
bam' (il Perfetto), Bbagava' (il Fortunato, il Signore), Anuttara (I’In
comparabile), Subbaw'drî (1’Onnisciente), Cakkavattz' (il Maestro del «un!’_,.
-1. .
sa felicità per mezzo della morte e della risurrezione del Figlio suo,
incarnato in Gesù di Nazaret. L’uorno, perciò, in quanto persona,
in quanto Io, è fatto per la «pienezza della vita» in Dio-Amore.
Come si vede, si tratta di due visioni della realtà assolutamente
diverse e incompatibili. Ma, com’è evidente, la discriminante è il
posto che il cristianesimo e il buddismo assegnano a Dio: posto
che nel cristianesimo è essenziale e nel buddismo è inesistente. Ciò
tuttavia non significa che tra cristiani e buddisti un dialogo non sia
possibile né utile. Ci sembra anzi necessario sia per chiarire - in
spirito di reciproca stima e reciproco rispetto - le posizioni di
ognuno e in tal modo evitare falsità e malintesi, sia per creare le
basi per una collaborazione nel campo morale, nel quale buddismo
e cristianesimo hanno moltissimo in comune, e nel campo sociale
per la promozione della giustizia, della fraternità e della pace.
Quando si riflette su tre atteggiamenti fondamentali della morale
buddista _ la non-violenza (abîmra), la benevolenza amichevole e
disinteressata (maitrî) e la compassione verso tutti gli esseri che sof
freno (karumî) _, non si può non pensare alla consonanza profonda
che c’è tra questi atteggiamenti buddisti e l’essenza del cristianesi
mo, che è la «carità». Indubbiamente, manca nel buddismo la carità
verso Dio, che pure è il primo comandamento del cristianesimo e
che è il motivo e la sorgente dell’amore del prossimo; tuttavia que
sto, anche se non è fondato sull’amore di Dio, ma nasce dal deside
rio di «eliminare il dolore del mondo» e di aiutare gli esseri a libe
rarsi dal ramra'ra, è sempre amore disinteressato del prossimo soffe
rente e, dunque, è in profonda consonanza con la carità cristiana.
Pensiamo che su queste e altre convergenze tra buddismo e cri
stianesimo si possa sviluppare un dialogo che conduca a condivide
re, sia pure in qualche misura, l’esperienza spirituale delle due tradi
zioni, evitando ogni indebito sincretismo, e favorisca una collabo
razione nelle opere di carità, affinché sia alleviata, anche se non eli
minata, la sofferenza degli uomini, oppressi dal «dolore» (dubkba)
ma fatti per la «gioia» (muditfi).
La Civiltà Catto/ira
ARTICOLI
LIBERTÀ E IMPEGNO
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Solitudine e comunione
La libertà negata
beta. L’uomo non solo non può compiere esattamente ciò che
vuole, ma neppure può scegliere veramente ciò che vuole. Noi,
uomini, crediamo di avere coscienza di noi stessi, della nostra di
gnità, ma in realtà, dicono i tre autori, non abbiano veramente ac
cesso a noi stessi. Immaginiamo di essere liberi, ma facciamo il
gioco di forze occulte. Gli strutturalismi degli anni Sessanta hanno
potuto affermare, contro Cartesio, che «c’è un pensare in me», cioè
che io non penso. Immagino di pensare che voglio, ma in realtà
voglio ciò che non penso. Sicché, con i «maestri del dubbio», l’in
dividuo libero lodato dagli intellettuali dei tempi moderni finisce
per perdere ogni gloria.
La persona e l’individuo
non per tramite (ma con mezzi che sfuggono al comune cittadino)
dell’opinione extraparlamentare che agisce nella cerchia degli eletti
con la voce delle lobbier. Altro esempio dell’oblio del legame tra l’in
dividuo e la persona: la fedeltà dell’amore eterosessuale non è oggi
problematica anche perché gli uomini e le donne si riconoscono più
come individui «uguali», cioè senza originalità, che come persone
da amare a vantaggio delle loro differenze? Se l’alleanza dei diffe
renti grazie alla loro differenza diventa la giustapposizione dei simi
li interscambiabili, come potrebbe la fedeltà avere una ragion d’es
sere? La libertà di ognuno ne è realmente esclusa. La precarietà dei
nostri impegni umani sottolinea l’annullamento del senso dell’indi
viduo, della sua libertà e dunque della persona.
Le virtù dell’imPegflo
Possiamo ora descrivere alcuni tratti dell’impegno libero e au
tenticamente personale. La libertà che s’irnpegna non è quella che
si agita da ogni parte. Una tale libertà potrebbe rimanere nella soli
tudine delle nostre volontà impotenti di potere, e dunque nella
non libertà; potrebbe non incontrare nessuno, ma soltanto occa
sioni di applicazione dei suoi bei sentimenti, della sua bella gene
rosità, della sua bella dedizione, dei suoi sogni. Alcune dedizioni
sono volontà di potere immodeste. Non è così che costruiamo so
cietà civili giuste e rispettose, perché l’impegno della libertà sup
pone, per essere vero, le virtù dell’umiltà e della misericordia.
L’umiltà è un atteggiamento interiore che mi fa vedere gli altri
superiori a me e degni di un ascolto e di un rispetto assoluto. Essa
condiziona ogni impegno capace di generare una vera comunica
zione. Senza di essa, nascono continui scontri tra di noi a causa
delle nostre rivalità e delle paure che affollano spesso i nostri senti
menti. L’umiltà ci guarisce. Ovviamente, quando non e reciproca,
essa impedisce di riconoscerci reciprocamente. Essere umili da
vanti all’orgoglioso comporta il rischio di venirne schiacciato.
L’umiltà è talvolta pericolosa. La Croce del Signore lo esprime fin
troppo bene come anche i sostenitori della non-violenza. Ma può
anche condurre alla conversione dell’orgoglioso, alla sua guarigio
ne, come nel caso del centurione ritto ai piedi del Signore sofferen
te (Mt 27,54) o ancora nel caso di Gandhi che ha condotto un inte
ro subcontinente all’indipendenza senza quei bagni di sangue che
analoghe circostanze hanno conosciuto altrove. Tutto sommato,
l’urniltà riesce a promuovere la giustizia meglio dello scontro delle
armi, perché risveglia la libertà degli interlocutori, se almeno ne
sono capaci, se sono animati da una ferma volontà etica, invitan
doli a entrare in una dinamica di presenza gratuita, ad abbandona
re le loro volontà di manipolare l’altro a modo loro. L’umiltà con
diziona la vera comunicazione personale.
Non c’è più neppure impegno libero senza la misericordia, la
quale, secondo l’etimologia della parola, è un sentimento che na
sce dal più profondo del nostro cuore e che ci lega a colui che sof
fre; essa accompagna l’umiltà. Il cuore umile rifiuta di dominare
colui verso il quale si impegna; anzi, si propone di servirlo, anche
LIBERTÀ E IMPEGNO 29
l Pensiamo qui, ad esempio, alle comunità in cui vivono insieme persone handicappa
te e altre «che lo sono meno», particolarmente alle comunità dell'Area (Arrbe) fondata
per ispirazione di jean Vanier (cfr J. VANIER, La comunità, luogo del perdono e della fetta,
Milano, jaca Book, 1980). Le comunità Fede e Luce, che seguono la stessa ispirazione,
ma, nel quotidiano delle famiglie, testimoniano ugualmente modelli di vita capaci di illu
minare le nostre società sul rispetto delle persone e sulla giustizia reale.
30 LIBERTÀ E IMPEGNO
La libertà impegnata
3 Il vescovo e consacrato «non soltanto per una diocesi, ma per la salvezza di tutto il mon
do» (Arigenter, n. 58) e deve «con tutte le forze fornire alle missioni non solo gli operai della
messe, ma anche aiuti spirituali e materiali sia da sé direttamente, sia suscitando la fervida
cooperazione dei fedeli» (Lumen gentium, n. 25). Egli infatti è al contempo segno della presen«
m di Cristo Signore tra i credenti e nunzio della Parola di Dio a tutte le gend (ivi, n. 3|, e
Cbrirtm Domirua, n. 6). Da parte loro «i presbiteri hanno ricevuto nell’ordinazione uno spirito
veramente missionario, che fa guardare oltre i confini della propria diocesi, nazione o rito,
per andare incontro alle necessità della Chiesa intera» (Prerbtemmm ordiml‘, n. Io, e Optatam
totiu.r, n. 20). Sicché la Parlare: dabo vobi: afferma che «proprio perché all'interno della vita del
la Chiesa è l’uomo della comunione, il presbitero dev'essere, nel rapporto con tutti gli uomi
ni, l’uomo della missione e del dialogo» (n. 18).
4 Tanto il Comboni è un lottatore indomito, travolgente comunicatore e non di rado
allo sbaraglio (cfr Civ. Cab’. I996 Il menu), altrettanto il Conforti è di fragile salute,
«uomo della serenità e mitezza» (A. Roncalli), tutto Seminario e Curia. E se il Comboni è
decisamente un missionario di prima linea, che per otto volte fa la spola tra Italia e Su
dan, traendo proprio dalla sua esperienza il famoso Piano per la rigenerazione dell'Africa,
il Conforti è un missionario ruigerrerx'r, perché non andrà fuori diocesi se non per una visi
ta ai suoi missionari in Cina. Per la bibliografia di e su Conforti rinviamo a E. FERRO, Bi
bliografia ronfortiana commentata, Parma, ISME, 1995 e indichiamo la sigla utilizzata: FCT
O-IS=o/>era omnia delle Fonti Confortiane, a cura di F. TEDDORI (ivi, I966-95).
GUIDO MARIA CONFORTI 33
I due nuovi beati quindi, pur così diversi, sono tuttavia recipro
camente complementari proprio ai fini della nuova evangelizzazio
ne, perché la santità e i carismi di ognuno riguardano adesso, uffi
cialmente, tutta la Chiesa. Sicché ora anche i non comboniani e i
non saveriani possono ispirarsi a quella eredità, magari spingendo
si oltre, per esempio, nel coinvolgimento del laicato: secondo
un’altra delle intuizioni (rimaste nel cassetto) del Conforti7.
Ma vediamo più da vicino la «parabola» confortiana: anzitutto
osservando come nasce e matura una vocazione «contrastata»; poi
come diventa missionario e fondatore mi generis; infine come si
perfeziona nella via crucis quotidiana del breve episcopato a Raven
na _ la «Cina d’Italia» (Leone XIII) _ e in quello lungo a Parma,
dove, tra le altre scabrosità, dovrà affrontare il modernismo del
clero, la non facile ripresa del Movimento Cattolico, il tragico
sciopero del 1908 _ con occupazioni e violenze socialiste _, la
grande guerra del 191 5-18, le squadracce fasciste di I. Balbo8 e la
difficile riconciliazione tra Stato e Chiesa (1929).
7 Egli infatti, pur volendo missionari presbiteri _ secondo la prassi normale del suo
tempo f f, aveva incentrato tutto sulla «consacrazione missionaria» e significativamente
nell’elenco del personale dell'Istituto mandato a Roma per ottenere il Decrctmn laudi: fi
gurano 4 missionari in Cina, 7 professi (di cui 3 sacerdoti pronti a partire), 7 alunni e 2
catechisti laici (uno già pronto a partire con i 5 sacerdoti). Cfr FCT 14, 214. Ricordiamo
che quando in Cina appresero «la novità.» dei laici missionari (catechisti) quei missionari,
generosi ma tradizionalisti, scrisscro ch’cra «meglio non mandarli, perché sarebbero più
di peso che di aiuto» (FCT l, 31). E così, per rispetto verso quei missionari, il Conforti ri
nunciò a un progetto (né fu il solo: cfr ivi, p. 64) che pure aveva in mente e che, se realiz
zato, oggi avrebbe il sapore della profezia.
8 Nell'agosto 1922, mentre socialcomunisti e popolari * barricati nell’Oltretorrente (la
Pamta vecchia) «- resistevano alle camice nere di Balbo, mons. Conforti alì’ronta il geraraa fa
scista che, nel suo diario, registra: «Il Vescovo ha dichiarato, con nobili parole, di mettere a
disposizione tutta la sua autorità per un tentativo di pacificazione. [...] Nobilissimo è l’atro di
pietoso interessamento del Vescovo ma impossibile approfittare dell’offerta di pace». E tutta
via, impressionato da quell’uomo di Dio, pronto a fischiare la vita per il suo popolo, Balbo ci
ripenso e, all'alba, con migliaia di fascisti radunati per l’attacco decisivo, lasciò Parma La vo
ce popolare attribuì al Conforti il merito di aver evitato il peggio. Cfr F. B0ti'fl, Mom~ C. M.
Con arti, Parma, Quaderni di «Vita Nuova», 196;, 87-90.
Nato il 30 marzo 1865 a Casalora di Ravadese (oggi Comune di Parma), da ricca fami
glia contadina, ottavo di dieci figli, nel 1872-76 Guido e a Parma, ospite delle Maini (una
pia madre con figlia nubile, maestrina esemplare). Studia presso i Fratelli delle Scuole Cri«
stiane, dove matura la vocazione sacerdotale. Nel 1876 entra in Seminario -f ne era rettore
mons. A. Ferrari, poi cardinale arcivescovo di Milano _ e nel 1888 viene ordinato sacer
GUIDO MARIA CONFORTI 35
dote. Nel 1895 fonda il Seminario Emiliano per le Missioni Estere, che nel 1898 diventa
Istituto religioso (approvato dal vescovo), col quarto voto di andare in missione (l'appro
vazione romana giungerà nel 191.1). Vescovo di Ravenna nel 1901 e di Parma nel 1907, qui
consacra il primo vescovo saveriano della Cina (1912) e nel 1916, con Paolo Manna, fonda
l’Unione Missionaria del Clero. Nel 1928 visita i suoi missionari in Cina; nel 1919 raduna il
primo Capitolo dell’lstituto; nel 1951 conclude la sua giornata terrena.
‘0 Quando divenne vescovo di Parma, Conforti fece restaurare quel Crocifisso e lo
pose sull’altar maggiore della cattedrale (ora è conservato nella chiesa dei missionari sa
veriani). Nel periodo precedente il restauro lo tenne in casa e la sorella Merope testimo
nia che «si recava per visitarlo, rimanendovi a lungo in contemplazione, estatico e immo'
bile, come l'ho visto io stessa» (FC'I‘ 6, 526).
I‘ Più tardi comunque, quando Guido tornerà a Ravadese per vacanze o cure, i rap
poni miglioreranno e quando il padre si ammalò il suo don Guido lo assistette con amo
re filiale, portandogli i sacramenti. Morì tra le sue braccia l'8 marzo 189;.
12 E così fu. Dopo il pellegrinaggio, Guido, guarito, ordinato sacerdote il 22 settembre
36 GUIDO MARIA CONFORTI
1888, celebrò la prima messa nel Santuario di Fontanellato assistito dal suo maestro: A.
Ferrari. Tra le «grandi amicizie» del Conforti ricordiamo, oltre a Ferrari, Manna e Roncalli,
il beato Annibale di Francia e i vescovi di Cremona: Bonomelli e Cazmni. Cfr E. FERRO,
Bibliografia..., cit., un. 89 5., III, 145, 176-179, 102-208, 23;, 146-148, 153, 160 s.
‘3 Ma nel I89z mons. Miotti lo nomina, a soli 27 anni, canonico del Duomo, tentando di
orientare il suo zelo missionario ad inlra. Conforti nesta quindi a Parma: secondo il vescovo
per realizzare un'opera per «i giovanetti abbandonati» (cfr FCT 8, II) ma, secondo Dio, per
ché l’istituto missionario nascesse vicino al Seminario e potesse usufruire di quegli insegnanti.
‘4 Scriveva che, non avendo potuto dedicarsi personalmente «alle estere missioni»,
aveva pensato già da diversi anni di fondare. egli stesso un Seminario destinato a questo
«sublimissimo scopo». «Tale proposito, aggiungeva, né per volger di tempo, né per va
riar di circostanze, mai venne meno di me, che anzi si fece vieppiù forte, per modo da po
terlo ritenere, dietro consiglio pure di pie e illuminate persone, ispirato non altrimenti
che da Dio». Chiedeva poi un segno d’incoraggiamento per mettersi all'opera e chiudeva
dicendo: «Sacrificherò tutto me stesso, le mie sostanze e quanto sarà in mia mano per riu
scire nella santa impresa» (FCT 8, 89 ss).
GUIDO MA RIA CONFORTI 37
15 Non va dimenticata l'abilità del Magani che, proprio sostenendo l’opera confortiana e
moranrlone il fondatore - ancor più del Miotti * col nominarlo suo vicario generale nel
1895 (a soli 51 anni), poteva legarselo a filo doppio e, secondo le vedute umane, impedjme
’ulmiore fuga missionaria. Del resto, il viario Conforti assolse un ruolo insostituibile presso
mons. Magani, il cui temperamento da Saul richiedeva vicino un Davide (e cosi lo definiva).
1‘ Mons. Conforti si reca molto presto nella basilica e, sulla tomba dell’apostolo Pao
lo, pronuncia questo voto: «[...] firmissime propone ac statue, sub voti obligatione, me
totum dicare acque impendere pro conversione infidelium» (FCT 8, 3,5 I).
‘7 Ossia, percepita la vocazione adgente.r mentre e a servizio di una Chiesa locale, si vi
de quasi costretto a elaborare una spiritualità d’interazione tra località e universalità, se
condo i tre cerchi delineati oggi nella Redeu}>larir nim’o (n. 55). Ciò gli fu possibile in
quanto, come scriveva al Ledochowski, da sempre il Cuore divino e trafitto per amore lo
sosteneva, cosicché già nello «Schizzo di Regolamento» (1898) troviamo che «la devozio
ne al Sacro Cuore, che tanto ha patito per la salute degli uomini», è sorgente di protezio
38 GUIDO MARIA CONFORTI
ne per l'Istituto. Con l’occasione notiamo che, mentre in Francia si prega il Sacro Cuore
per la conversione dei peccatori o si accentua la riparazione, in Italia - grazie proprio a
Comboni e Conforti É il Sacro Cuore venne messo in relazione all’evangelizzazione. Cfr
]. LOZANO, Miniom~ Un progetto di vita, Bologna, EMI, 1993, 41-44.
‘8 È significativa la risposta data al card. D. Serafini, Prefetto di PmPuganda Fide, che pro
poneva di togliere i voti dalle Costituzioni, per una più rapida approvazione: «Esprimo il vo
to che le cose abbiano a rimanere nello stato quo anteg parendorni che il distacco da tutte le
cose della terra e il sacrificio totale ed irrevombile di tutta la vita per la più grande e santa del
le cause possano meglio contribuire al trionfo della medesima» (FCT 14, 705).
‘9 Di quella nomina merita di essere ricordato l’incontro con Leone XIII e il successi
v0 carteggio col card. Ferrari. Quando il Papa gli disse: «Vi ho destinato arcivescovo di
Ravenna», il Conforti si sentì venir meno e supplicò di risparmiargli un tale peso. Ma il
Papa, con quella maestà che non ammetteva repliche, rispose: «Non insistete oltre e mol
to meno fate insistere da altri, perché allora mi costringerete a darvi un imperioso co
mando. A] Vicario di Cristo bisogna obbedire prontamente. [...] Disponetevi dunque a
fare la volontà di Dio che vi sarà largo della sua grazia». Quella notte mons. Conforti eb
be la febbre. Al card. Ferrari, cui diede resoconto particolareggiato, scrisse: «Voglia il
cielo che quanti, con retto fine, hanno contribuito alla mia nomina, non abbiano poi, per
colpa mia, a pentirsi». Allusione evidente; ma il Ferrari gli rispose elegantemente: «Le fo
congratulazioni, e se non le vuole, allora le fo con Ravenna...» (FCT 11, 151 e l 56).
GUIDO MARIA CONFORTI 39
2° Mezzo secolo di anticlericalismo - nutrito dalle critiche al passato governo dei Papi
'- aveva inciso profondamente nella religiosità di quel popolo. Non si battezzavano i bam_
bini, le nozze si celebravano in municipio e nemmeno i defunti venivano portati in chiesa.
lnoltre Ravenna aveva avuto per cinque lunghi anni il vescovo, card. Galeati, paralizzato
per un incidente. Il successore, mons. Riboldi, era morto pochi mesi dopo la nomina. L'ar
Cidiocesi ravenmte non poteva quindi rischiare un altro vescovo inefficiente.
2‘ Nell’autografo, Pio X -» che inizia: «Siamo in due a chiederbe‘una carità» (il Papa
e mons. Magani) -« scrive: «Ho bisogno che mons. Conforti mi dica: Erre ego, nn'tle me»,
e conclude: «Pensando che verso S.E. mons. Magani Ella fu sempre figlio riverente e
timorosissimo, non dubito punto che vorrà fargli questa carità: carità che riguarderò co
me fatta a me stesso» (FCT 15, 129).
22 infatti, come scrive a Pio X, «le condizioni di questa diocesi, piuttosto lacrimevoli,
Sono dovute in gran parte ad un sistema di governo che io non mi sento di approvare e
col quale si prosegue ognora [...] e inutile tornerebbero all'uopo i miei buoni uffici, co
me già ebbi ad esperimentare per il passato» (FCT 15, 150). Dunque «il figlio riverente e
amatissimo», che aveva saputo nascondere per anni il turbamento, sollevava ora il velo.
40 GUIDO MARIA CONFORTI
sionario che parte non viene fornita altra arma all’infuori del Crocifisso,
perché questa possiede la potenza di Dio e per essa egli trionferà di tutto e
di tutti dopo di aver trionfato di se stesso». E difficile non scorgere, in que
sta insistenza sull’assenza delle armi e sul rifiuto di «aderenze potenti», una
critica alle colonie e alla perversità delle nazioni europee 26.
Per quanto riguarda infine la spiritualità missionaria del Presbitero, ricor
diamo l’incontro provvidenziale tra mons. Conforti e P. Manna del PIME, il
quale, per rilanciare la rnissionarietà nel popolo cristiano, aveva giustamen
te pensato di coinvolgere i suoi pastori. Quando il Manna espose il proget
to dell’Unione Missionaria del Clero, mons. Conforti ne fu subito conqui
stato e, suggerite alcune migliorie, presentò gli statuti a Roma per l’appro
vazione, che ottenne il 51 ottobre I916, divenendone il primo presidente.
Da allora -’ nonostante la precaria salute, il periodo bellico e le vicende
postbelliche (fascismo compreso) - Conforti sviluppa una mole di lavoro
incredibile: sia organizzativo sia, soprattutto, formativo. Egli infatti mostra
ai suoi preti e a quelli dell’Unione che lo slancio missionario si radica nella
stessa ordinazione presbiterale, sicché la «carità pastorale» « ossia quella
del Buon Pastore »* o è globale/universale, o non è (come dirà, nel 1992, la
Partom dabo vobix, al n. 2;: offioium amorir) 27.
30 Tenutasi a Parma dal IO al 16 novembre 1915, sull'onda delle novità che il Movi_
mento Catechistico veniva proponendo e che il Beato seguiva con molta attenzione. Cfr
.’\. LÀPPLE, Breve storia della raterberi, Brescia, Queriniana, 1985, 154.
3' Emblematieo quanto accadde al Congresso Eucaristico di Genova. Col segretario
entrò in una chiesa dove era esposto il SS. Sacramento per l’adorazione. S’inginocchiò a
pregare. Dopo un certo tempo chiese se era passata l’ora: «Sono passate due ore e mez
zo», rispose il segretario. L’arcivescovo si alzò confuso e uscì. Questo stesso atteggia
mento di raccolta preghiera veniva notato durante l'adorazione notturna nella chiesa di
Sin Rocco, ogni primo giovedì del mese, dalle ore 21 in avanti. Il vescovo vi partecipava
sCmpre, quando era a Parma. La gente ne era edificata e gli adoratori notturni crebbero
Scmprc più (cfr A. Luca, Sono lu/fi~., cit., 120 s).
3 Giustamente lo si è paragonato a san Francesco di Sales, ma ancor prima le donne
‘lfl popolo, che non sapevano nulla del Sales, nel loro intuito di fede lo paragonavano al
lo stesso Gesù: «Mo al S’gnor podevol esser pu bon dal nostor vescov? Poteva il Signore
essere più buono del nostro vescovo?» (A. LUCA, Sono tutti..., cit., ai; s).
44 GUIDO MARIA CONFORTI
33 Tra i «fioretti» di questo periodo ricordiamo che, 20 giorni prima della fine, recato
si in visita pastorale a Scurano, incontrò don Licinio Del Monte, risentito per certi atteg
giamenti della Curia. «Il vescovo -e raccontò don Licinio - procurò con tutta la sua af
fabilità di calmarmi [...]. Mi chiamò in camera, mi mostrò le gambe rigonfie per la malat
ria e con tono affaticato ma benigno disse: “Non porti rancore al suo vescovo, che presto
non avrà più”. Caddi in ginocchio, commosso fino alle lacrime; lui mi rialzò e abbracciò»
(A. LUCA, Sono tutti..., Cit., 198).
34 Il giorno dopo la beatificazione, nella messa di ringraziamento, 14 giovani saveria
ni hanno emesso la loro professione perpetua in San Paolo fuori le mura, nello stesso
luogo dov’era stata pronunciata dal Beato. Hanno professato in lingue diverse, a testi
moniare l'universalità della famiglia saveriana e la radicale missionarietà della Chiesa:
«Me totum dicare atque impendere, sub voti obligatione, pro conversione infidelium».
GUARDARE CON OTTIMISMO AL FUTURO
1 Basti ricordare come, dopo ogni votazione, ciascun partito si affanni a dimostrare la
propria vittoria, 0 la non sconfitta, facendo il confronto con quella, tra le votazioni pas
sate, che meglio si presta a un rapporto per esso favorevole.
GUARDARE AL FUTURO 47
Il mondo
2 Un eloquente ed esplicito esempio di questo è dato da numerosi dati riportati dai vari
Rapporti 111 lo sviluppo ranno che il Programma per lo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP)
Slampa annualmente. Per il desiderio di apparire «oggettivi», essi presentano un bilancio
C05tiruito da una serie di indicatori statistici ordinati in due colonne, intitolate rispettiva
mente «progresso» e «deprivazione». La prima normalmente porta le percentuali, che di
mostrano che la situazione mondiale è in netto miglioramento. [A seconda le cifre assolute,
Che mostrano il peggioramento o almeno lo scandalo di quanto rimane ancora da fare.
48 GUARDARE AL FUTURO
L’Italia
3 Per quanto riguarda una delle misure spesso criticate dalla stessa Legge, cioè i «be
nefici» cui sono ammessi i detenuti giudicati meritevoli, e ritenuti favori ingenui perché i
detenuti ne approfitterebbero per evadere, si può ricordare che nel i995 sono stati con
cessi ió.i;i permessi premio. Gli evasi sono stati 141.
4 Cfr M. SIMONE, «Il Rapporto CENSIS 1995», in Civ. Cali. 1996 I 600-608.
5 Cfr il titolo del nostro editoriale sull’intervento del Papa a Palermo: «Aprire il cuore
alla speranza di un futuro migliore per l'Italia», ivi, 1996 I 5-16.
GUARDARE AL FUTURO 5!
Alcuni rett0rz'
mondo (75 anni per gli uomini, 81 per le donne). Quanto alla nata
lità, il benessere ha portato anche da noi alla sua diminuzione; sia
mo giunti al livello minimo mondiale e di tutti i tempi per una po
polazione rilevante e il dato non può non allarmare fortemente.
Ma è probabile che questa tendenza si modifichi, come è successo
in altri Paesi europei (in questo però siamo purtroppo alle previ
sioni opinabili, non alle constatazioni verificabili, per adesso).
Ma l’ltalia conta una società molto vivace e una schiera di perso
nalità ragguardevoli sia nelle professioni e negli affari sia nella vita
politica, nonostante la passione nazionale del tiro a segno (come no
tava un cronista estero) contro chiunque tenda a emergere come lea
der. «Il Paese recupera in vivacità ciò di cui manca in prospettiva» 6.
c) Il beneuere è largamente diffuso ed è ormai fenomeno di massa,
della maggioranza dei cittadini e non di una minoranza più o meno
esigua, come in passato. Tutta una serie di invenzioni moderne, che
creano istruzione e cultura, ma anche che alleviano la fatica, ad
esempio, alle casalinghe (come gli elettrodomestici), sono larga
menti diffusi e consentono alle donne di dedicarsi alla cultura, alla
cura di se stesse e di avere tempo libero per altre attività. Segno elo
qucnte ne è anche la scomparsa dell’emigrazione italiana, che ha im
poverito il nostro Paese di milioni di persone durante oltre un seco
lo. Viceversa, il nostro Paese è diventato appetibile ad altri. Il fatto
che i giovani non vogliano più emigrare dal Sud, ad esempio, è se
gno che ci si sta bene, o almeno meglio. Si fugge da luoghi invivibi
li, come dall’Albania, o dall’ltalia di molti decenni fa. Non dalle no
stre città e paesi, anche se offrono poche prospettive economiche.
Nei giorni festivi le città sono vuote, perché gli italiani, come nota
va Giovanni Mosca in una delle sue vignette, sono al mare e ai
monti per meglio meditare sulla gravità della situazione economica!
Anche perché in Italia a differenza, ad esempio, degli Stati Uniti, lo
Stato è povero, ma gli italiani sono ricchi. E lo Stato ad essere inde
bitato, non le famiglie, che sono anzi le meno indebitate d’Europa.
d) L’econornia nazionale ha gli squilibri che sentiamo elencare
ogni giorno, ma nel complesso è sana e solida, degna di una gran
de potenza industriale. Visto che l’economia è uno dei miti, e certo
uno dei pilastri, della vita moderna, ci soffermeremo su questo
aspetto un po’ più a lungo.
salì-w.
' Cfr CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELIA FEDE, Demtmn de Eullmnai’ia (5 maggio
1980), in AAS 71 (1980) 541-5 51; F. GIUNCIIEDI, «Il significato della vita e della morte og
gin, in Rioirlo di Teologia Morale 17 (1995) 511-514; G. HERRANZ, «Scienze biologiche e
qualità della vita», in Vita e Perm'ero 68 (1986) 414-414; J. O’CONNOR, «SIDA: Ciencia y
conciencia», in Dolentirun Hoavimur: 5 (1990) 14-15; E. SGRECCIA, «Respeto a la vita y bùs
queda de la calidad en la Medicina; aspeetos éticos», ivi, 10 (1995) 154-160.
CRONACHE
CHIESA
che dal Corano (s. 5, 52). La Chiesa, come la biblica madre dei sette
fratelli uccisi uno per uno dall’empietà di un re persecutore (cfr 7
Ma: 7), piange oggi i suoi sette figli che non sono più. Nel dolore
c’è la speranza - in forza della vittoria di Gesù risorto sull’odio e
sulla morte - che i sette monaci trappisti non siano morti invano
sul suolo insanguinato e scompaginato dell’Algeria moderna.
L'auto/atto
Dai tempi della guerra di liberazione dal dominio francese
(1954-62), l’Algeria sta vivendo alcuni dei giorni più insicuri della
sua storia. Il 26 dicembre 1991 si tenne nel Paese maghrebino il
primo turno delle elezioni politiche generali, che furono vinte dal
Fronte Islamico di Salvezza (FIS), partito d’ispirazione islamica
fondamentalista. Di fronte alla prospettiva sicura della vittoria dei
fondamentalisti al turno di ballottaggio, «il Governo, su pressione
delle forze armate, annullò il processo elettorale». Il FIS fu messo
fuori legge dalla magistratura, in quanto partito a carattere pretta
mente confessionale, non ammesso dalla nuova Costituzione‘. Tra
le file più estreme del FIS si sono costituiti lo EIS (Esercito Islami
co Armato), il FIDA (Fronte Islamico della DJIHAD Armato) e il
Gruppo Armato Islamico che opera, con ferocia, nella clandestini
tà. Tra Governo e opposizione è in atto una lotta spietata. Oltre ad
aver portato i suoi attacchi terroristici anche nel cuore della Fran
cia, il GIA ha preso di mira soprattutto giornalisti algerini e stra»
nieri residenti nel Paese. Il rapimento dei sette monaci trappisti,
avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 marzo scorso, e la loro succes
siva barbara uccisione rientrano in questa strategia del terrore.
I sette monaci cistercensi, fratelli di religione appartenenti alla
trappa di Notre-Dame de l’At/ar e fratelli in spirito con tutta la na
zione algerina, vivevano nel silenzio del loro monastero, dediti al
la vita contemplativa e caritativa, secondo la loro specifica voca
zione monastica. Ricordiamo i loro nomi, le loro persone, assurte
improvvisamente all’attenzione del mondo e al martirio della fede:
padre Christian de Chergé, 59 anni, priore del monastero, parigino
di nascita, giunto in Algeria nel 1971. Fratel Luc Dochier, 82 anni,
da 50 anni in Algeria, medico della comunità, conosciuto e stimato
nella regione; senza distinzione alcuna, egli curava la povera gen
1 Cfr A. MACCHI, «Le elezioni presidenziali in Algeria», in Civ. Cntt. 1996 I 88.
64 CRONACHE
tale, esemplare figura di pastore, molto amato non solo dai cattolici
ma anche dai musulmani, da tutti gli algerini. Per 54 anni (1954-88)
era stato a capo dell’archidiocesi. Pochi giorni prima che Paolo VI lo
creasse cardinale (22 febbraio 1965), mons. Duval aveva chiesto e ot
tenuto la cittadinanza algerina. I due volumi delle sue lettere pastorali
sono raccolte sotto il titolo emblematico Paro/e dip1m~ Della «stabili
tà», a cui si votano i monaci trappisti secondo la tradizione benedetti
na e cistercense, anche il card. Duval aveva fatto una sua precisa scel
ta per amore al popolo algerino. Alla fine degli anni Cinquanta,
quando la guerra di liberazione si faceva sempre più dura e disuma
na, il card. Duval scriveva parole che oggi suonano profetiche:
«Ogni sofferenza inflitta ingiustamente a un innocente, ogni atto
contrario al diritto naturale, non possono avere altro risultato che
quello di rendere più difficile la costruzione della pace». Nel pome
riggio di domenica 2 giugno, nella chiesa di Nutre-Dame d’Afrique,
ad Algeri, sono state celebrate congiuntamente le esequie dei sette
trappisti e del card. Duval, fattisi tutti _ per vie diverse ma per una
comune motivazione spirituale - algerini con gli algerini.
L’uccisione così crudele dei sette monaci trappisti pone molti
interrogativi sui rapporti, passati e presenti, tra musulmani e cri
stiani. In prospettiva futura, si può anzitutto sperare ’- come ha
auspicato il vescovo algerino di Grano - che un fatto così tragico
costituisca per tutta la nazione algerina una svolta radicale, come
uno choc: «Se la loro morte potesse provocare in tutto il Paese un
soprassalto, un elettroeboe, il rigetto della violenza così inutile, allo
ra i nostri fratelli monaci non sarebbero morti invano». In un
mondo sempre più frantumato è salutare che dei testimoni domino
gratuitamente la loro vita: «La popolazione [algerina] sapeva che
la loro presenza non era affatto proselitista né aggressiva, ma silen
ziosa, consacrata interamente alla preghiera e ai semplici lavori in
torno al monastero» (Le Monde, 25 mai 1996, 3).
L’arcivescovo di Parigi, card. Jean-Marie Lustiger, in un’inter
vista al quotidiano parigino Le Monde (26-27 mai 1996, 8) - men
tre tutta la Francia era scossa da «stupore e indignazione» per l’ec
cidio dei monaci -, lanciava un appello all’«intelligenza e al cuore
dei musulmani al fine di troncare Podio». Prendendo l’avvio dal
testo del comunicato del GIA, in cui si affermava che «avevano
troncato la gola dei sette monaci in nome di Dio e del Corano»,
egli ribadiva: «Questo è inaccettabile per ogni uomo che crede in
Dio. lo conosco e rispetto i musulmani, coi quali noi condividia
mo la convinzione che Dio non vuole la morte e che egli è il Mise
CHIESA 69
" Cfr G. MARCHESI, «Il viaggio del Papa in Tunisia», in Civ. Colf. 1996 II 495 s ( d’: Il
Corano, s. 1, 156).
70 CRONACHE
--...__.______
5 «Il testamento di padre de Chergé scritto tra il 1993 C il ‘994- Una vita licmmcme
donata», in 01:. Ram, 10 giugno l‘3’96' “
72 CRONACHE
ITALIA
LA STABILITA MONETARIA
Le «Considerazioni finali» del Governatore della Banca d’Italia
fitto sono vicini ai massimi storici toccati negli anni Cinquanta allor
ché la crescita degli investimenti e della produzione era eccezional
mente vigorosa, in presenza di prezzi stabili. L’ampliamento dei mar
gini è il riflesso di un innalzamento dei prezzi che eccede di molto
quello dei costi unitari». Egli ha poi notato che anche in Italia il ciclo
produttivo dalla fine del 1995 sta flettendo: «Anche scontando una
rapida ripresa nel secondo semestre del 1996, la crescita dell’econo
mia italiana nell’anno in corso difficilmente raggiungerà la metà di
quella registrata nel 1995 (cioè sarà meno dell’r,5%). Prospettive di
sviluppo più stabile e un effetto positivo sugli investimenti possono
derivare solo da un calo dell’inflazione che risollevi il potere di ac
quisto delle famiglie e la domanda per consumi».
Che cosa si oppone alla possibilità che l’Italia riprenda una via di
sviluppo stabile? Risponde il Governatore: «Il livello del debito,
78 CRONACHE
ESTERO
La storia recente
La molta politico-diplomatica
L’alleanza con gli Stati Uniti consentì a Chiang Kai-shek di con
servare il ruolo internazionale goduto prima del suo trasferimento
a Taiwan. Ha infatti potuto continuare a rappresentare la Cina
presso le Nazioni Unite occupando il seggio di membro perma
nente del Consiglio di Sicurezza, dotato di diritto di veto al pari
delle altre quattro grandi potenze (USA, URSS, Regno Unito e
Francia). Questa posizione durò fino al 1971, anno in cui il presi
dente americano, Richard Nixon, avendo ormai deciso di porre fi
ne al coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra in Vietnam 6
volendo abbandonare il campo col minor danno possibile per gli
interessi americani in Estremo Oriente, mutò radicamente la stra
tegia politica fino ad allora seguita e riconobbe il Governo comu
nista come legittimo detentore del potere nella Cina continentale.
ESTERO 85
La malta democratica
Le elezioni Presidenziali
La competizione elettorale si è svolta tra quattro candidati: il
presidente uscente, Lee Teng-hui, leader del Kuornintang; Peng
Ming-min, esponente del movimento «indipendentista» confluente
nel Partito Democratico Progressista; Lin Yang-kang e Chen Lin
an, due esponenti della politica di «acquiescenza» verso Pechino e
favorevoli a una futura riunificazione di tutti i cinesi «continenta
ESTERO 89
RECENSIONI
CAMILLO RUINI, Chiesa del nostro tempo. Pro/urioni 1991-1996, Casale Monferrato
(AL), Piemme, 1996, 450, L. 45.000.
cliche papali, Sinodi dei vescovi, viag Il volume, come è stato sottolineato
gi apostolici di Giovanni Paolo Il) sia in occasione della sua presentazione a
in quella italiana e nella vita politica, Roma, è come un «mosaico» compo
sociale e civile del nostro Paese. sto di tante tessere che gradualmente e
Dal cap. XVI è ricorrente lo sguar cronologicamente si sono composte in
do al grande Giubileo del 2000 e alla unità. L'opera è stata definita un «li
sua più adeguata preparazione. Tra i bro involontario», ma non un insieme
grandi temi teologici spicca il risalto di frammenti. Ciò che dà unità ai sin
dato all'ecclesiologia, congiunta però goli interventi, pur circostanziati e da
col suo fondamento cristologico e tri rati, è l'anima del pastore che verso il
nitario; sono ben presenti anche i temi suo gregge si fa «voce» di Cristo, per
della fede, preghiera e spiritualità cri guidare l'intera comunità nazionale
stiana, della verità e libertà, delle tre verso l'incontro col suo Signore. Que
virtù teologali. Altri argomenti ricor sta dimensione pastorale e sostenuta,
renti sono quelli relativi alla morale in ogni singolo intervento, da una for
cristiana, sempre più insidiata dal sog te capacità di ragionare e dall'invito
gettivismo etico, alla cultura e necessi alla riflessione per quanti, nella Chiesa
tà della mediazione culturale per l'an italiana e nella società civile, hanno re
nuncio e la testimonianza del Vange sponsabilità. Nella consapevolezza,
lo, quindi la famiglia, la donna e i gio più volte espressa, che la CE] e una
vani, la scuola e l'educazione ecc. «struttura di servizio», la Chiesa italia
Frequente è il riferimento all'impe na sente e vuole operare nel Paese co
gno politico e sociale dei cattolici ita me «fattore di serenità», di reciproca
liani, fatto in occasione delle tornate fiducia e di riconciliazione, sapendo di
elettorali. Su quest'ultimo tema, sul essere nel suo intimo un «segno di co
quale più che per altri problemi si è munione» e di amore. Il libro, per
fermata l'attenzione dei mass-media, quanti lo leggeranno, sarà come un
emerge un progressivo passaggio da piccolo enebiridion della storia della
indicazioni più direttamente operative Chiesa italiana nel nostro tempo
al richiamo all'unità dei cattolici sui proiettato verso il nuovo millennio.
grandi valori dell'uomo e sui principi
ispirati dalla fede. G. Marrbesi
ROBERT F. O’TOOLE, L'unità della teologia di Luca. Un'analisi del Vangelo di Lara e
degli Atti, Leumann (T0), LDC, 1994, 26;, L. 22.000.
rato negli studi attuali, che non consi Nella terza parte del libro - «I di
derano a sufficienza né l’emergenza scepoli e l’azione salvifica di Gesù» w
del tema nel libro degli Atti, né la sua viene affrontato ampiamente il tema
rilevanza all’interno del Vangelo. del discepolato. Un primo capitolo
L’opera salvifica è continuata dai di tratta della risposta personale da dare al
scepoli di Gesù, come viene mostrato Signore che chiama. Un brano centrale
nel terzo capitolo di questa prima par è costituito dalla conversione di Come
te, prendendo in considerazione alcu lio, in cui i gentili ricevono lo Spirito
ni luoghi e situazioni emblematici: il Santo esattamente come i primi creden
modo in cui vengono presentate le fi ti giudei. Non soltanto lo Spirito, ma
gure di Stefano e di Paolo, il contenu tutte le diverse manifestazioni della vo
to della predicazione dei discepoli che lontà salvifica di Dio, secondo Luca,
è identico a quello di Gesù, la passione devono essere accolte con gioia, mera
di Gesù presentata come esempio per viglia, benedizione e lode. Luca amplia
la sofferenza, la persecuzione e il mal in modo significativo queste osserva
trattamento subiti dai cristiani. zioni che gli vengono dalle sue fonti,
Nella seconda parte -« «Come Dio facendone uno dei temi principali di
rende presente per i cristiani la salvez tutta la sua opera. In questo modo an
za realizzata in Cristo» _- si descrive il che il lettore partecipa pienamente alla
modo in cui la salvezza è resa operante gioia e alla meraviglia di chi fa espe
per i cristiani di tutti i tempi. In primo rienza di essere benedetto per ciò che
luogo, essa è universale, ma particola Dio ha compiuto, e per questo lo loda.
re rilevanza ha il rapporto tra Cristo e Dopo aver presentato sintentica
le categorie più svantaggiate: i deboli, mente il contenuto del testo, è utile ri
gli oppressi, i disprezzati. Si può dire cordare che la metodologia seguita pri’
che l’universalità della salvezza ha tut vilegia il contatto diretto con il testo
tavia referenti privilegiati. Questo te biblico. Assai scarni sono i commenti
ma era sicuramente presente nelle fon dell’A., il quale «si nasconde», per cosi
ti cui Luca fa riferimento, ma egli vi dire, dietro un’abbondante presenti!
dedica particolare attenzione. Tipica è zione della Parola di Dio. In questo
poi la dimensione personale della sal modo è il testo che si racconta, che co
vezza, come si vede soprattutto nei struisce la sua teologia. L’A. si limita,
brani che differiscono da quelli paral alla fine del volume, a trarre le conclu
leli di Marco. Luca sottolinea questa sioni da tutto ciò che precede, conclu’
dimensione personale in vari modi. sioni in cui lo spazio dell’interpretazio
Cura maggiormente la presentazione ne è assai ridotto in modo che il lettore
di un personaggio o della situazione possa trarre le sue, 0 meglio ancora, ac
che riguarda una persona, ad esempio costarsi direttamente, con l’aiuto di
nei racconti di miracolo. Al lettore uno strumento insieme scarno e ricco
vengono offerti più dettagli e infor come questo, al testo biblico. Una bi
mazioni circa le persone, i luoghi, i bliografia selezionata e un ampio indi-'
soggetti delle azioni. Luca interpella i ce analitico completano il testo.
lettori e presta infine particolare atten
zione alla persona di Gesù. D. .S'raiola
WYSTAN HUGH AUDEN, Gli iratiflntti o l’ieonografa romantim del mare, a cura di
GILBERTO SACERDOTI, Roma, Fazi, 1995, 171, L. 20.000
Negli ultimi mesi sembra essersi ri destato in Italia l’interesse per l’opera
RECENSIONI 93
del grande poeta inglese Wystan Hugh prigioniero della propria superiorità,
Auden, «il più grande poeta inglese di del proprio isolamento e del proprio
questo secolo», secondo Brodskij. Do rimpianto» (p. 7).
po la pubblicazione di L'età del/ansia. Il punto di partenza è costituito da un
Egloga barocca (Il Melangolo, I994) e di sogno raccontato da Wordsworth nel
la verità, Iii prego, tal/‘amore (Adelphi, Preludio. Un amico del poeta si addor
I994), l'editricc Fazi ripubblica un sag menta mentre legge il Don Cbirriotte e
gio del 1950 che porta per titolo un sogna di essere un deserto in cui un per
verso dell'Ote/lo di Shakespeare Gli ira sonaggio, metà beduino, metà Don Chi
li flutti o l'ironografa romantica del mare sciotte, cerca di salvare una Pietra (sim
che riproduce l'edizione stampata nel bolo della ragione astratta) e una Con
I987 dall'editricc Arsenale. chiglia (simbolo dell'arte e dell'immagi
Ha scritto VV~ Benjamin in Avan nazione) da un diluvio imminente. Cosi
guardia e rivoluzione che «nella prospet nascono i tre capitoli del volume, dalla
riva dell’epica la vita è un mare. Non triplice opposizione di mare/deserto,
vi è nulla di più epico del mare. Natu Pietra/Conchiglia, Ismaele (il primo be«
ralmente si possono assumere verso il duino)/Don Chisciotte. Nel primo capi
mare comportamenti molto diversi. tolo viene esaminato lo sfondo del qua
Per esempio ci si può sdraiare sulla dro in cui si muove l’eroe romantico:
spiaggia, ascoltare la risacca e racco città, porto, giardino, oasi, isola... Il mar
gliere le conchiglie che essa porta». Il re nel mondo biblico, classico e medie
mare è metafora della vita. Nel descri vale e simbolo del caos. Tante le citazio
vere la vita e le sue vicissitudini un’ ni dalla Generi all’Apora/ii're, da Orazio
epoca può eleggere, anche in modo all’Odima e a Dante, poste a conferma.
aternatico, una immagine che ne sveli In ogni caso il viaggio è una sofferenza,
il contenuto e la descriva. Il compito a o addirittura una punizione: i viaggi
cui Auden attende in Iratiflutti è pro non sono volontari e non rappresentano
prio quello di comprendere la natura un piacere. Per gli antichi il viaggio ave
di un'epoca e una sensibilità, il roman va valore in quanto spiegava il fato e la
ticismo, attraverso l'analisi del suo necessità e rivelava quelle forze che go
modo di trattare il tema del mare. Au vernano la sorte degli uomini: «Non al
den avverte il lavoro critico non come tro male è maggiore ai mortali dell'an
il frutto di un distacco asettico, ma co dar vagabondo» (Odirrea, libro XV).
me un gesto sottoposto alle stesse re Il senso del viaggio moderno spes
gole che governano l'ispirazione poe so promana dalla volontà d’infrangerc
tica. Così le sue pagine critiche poeti proprio il divieto fatale di Ulisse. I
camente parlano di poesia, attraver moderni infatti esaltano il viaggio co
sando con passione e rigore i versi e me manifestazione di libertà e come
l'ispirazione di Coleridge, Rimbaud, fuga dalla necessità e dallo scopo: è un
Melville, Baudelaire. Tratti di penna piacere o un mezzo per ottenerne. Il
collegano san Giovanni della Croce e viaggio porta alla «scoperta», permet
Tennyson, Lewis Carroll e Mallarmé te di accedere a qualcosa di «nuovo»,
in una geometria intertestuale che in originale e magari inatteso. Il viaggio
tende, come scrive il Curatore, «anda moderno dunque sostanzia l'indivi
re alla ricerca delle origini di un dilu dualità come «autonomia». L'io infatti
vio fin troppo reale e dei suoi rapporti viene separato dai confini della «casa»
con l'io; individuare le radici storiche e le fatiche e i rischi che costituivano
di quella nuova condizione sociale per le antiche sofferenze del viaggiatore
sfuggire alla quale l'eroe romantico si sono apprezzate in quanto inizio di
ritrova schiavo della propria libertà, una libertà che conferma l'individuali»
94 RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
tà. Cosi il viaggiatore diventa coscien Nel contrasto tra le due figure di
te di una soggettività irriducibile, del Ismaele e Don Chisciotte emerge il ser
la sua identità. Per i romantici la stessa mone di padre Mapple su Giona, una
indeterminatezza del vagabondaggio, delle prove di iniziazione che l’Ismaele
così difficile da sopportare per Ulisse, del romanzo di Melville deve sostenere
e la fonte di quella liberazione che dà prima di intraprendere il viaggio della
valore al viaggio. Nel mondo postri coscienza che è la sua crociera sul Pe
nascimentale il mare diventa l'unico quod. La storia di Giona diventa come
luogo dove è possibile sperimentare la storia dell’eroe-artista romantico, dei
quell'acqua di vita di cui la città, sem suoi viaggi intrapresi per un motivo
pre più deserto abitato da una folla sbagliato, delle tempeste che l'hanno
anonima, e priva. sopraffatto e dei compiti che lo atten
Nel secondo capitolo emergono le dono dopo il naufragio: se Giona è un
verità individuate sia dalla Pietra, la ve eroe etico chiamato a diventare un eroe
rità geometrica, sia dalla Conchiglia, la religioso, l’artista è un eroe estetico
verità costruita dalla passione. Tuttavia chiamato a conoscere sé e il mondo, a
dietro le verità c’è anche il pericolo: le diventare, cioè, eroe etico. Quando,
verità dell’astrazione mancano di rap come Giona, sfugge al comando per
porti con la realtà storica e le verità del orgoglio e timore estetico, egli diventa
sentimento possono sommergere l’ un eroe religioso al contrario, demo
identità individuale e l’ordine sociale in niaco, rovesciato. Come punizione del
un diluvio anarchico. Spicca in questo rifiuto giunge il confronto con gli «ira
capitolo l’attenta analisi della simbolica ti flutti» fino a quando viene rigettato a
navale, che per acutezza ricorda quella terra per adempiere alla vocazione che
di Hugo Rahner nel suo Antenna Cru aveva rifiutato. Così come le tempeste
ei.t: la nave come umanità, la nave con» degli ultimi drammi di Shakespeare
tro la città, l'ambiente della nave. (Perù/e, Il raoeonto d’inoerno, La ternPe.rta)
Nel terzo capitolo emerge una oppo gli «irati flutti» sono uno strumento di
sizione kirkegaardiana. Ismaele, il pri morte e rinascita mediante il quale i
mo beduino, il figlio illegittimo che personaggi sono forzati a instaurare
Abramo scaccia nel deserto (nonché il nuove relazioni con se stessi e con gli
narratore di Mob_y Diek) e Don Chi altri, «rinsaviscono, e il mondo della
sciotte, la personificazione comica del musica e del matrimonio è reso possi
l’eroe religioso, sono i due estremi tra bile» (p. 39).
cui si muove la nuova figura dell'eroe Tra la Conchiglia, poetica eco del
romantico. E superfluo ricordare qui, mare, e la Pietra, sicurezza dell’elemen
tra I’Ismaele del deserto (Generi) e to letto dalla ragione, il ruolo dell’arti
l’Ismaele dell’oceano (Moby Diek), che sta appare essere quello dell’esplorato
il mare è certo insidioso, malsicuro e il re nomade per il quale il mero talento
naufragio può sempre minacciare ogni non basta più: «L’artista romantico è
tranquillo veleggiare, ma anche il de un Poe‘te maudit, cioè un individuo se
seno è un mare di sabbia sulla cui su gnato da qualche catastrofe come quel
perficie, increspata dal vento, si disc’ la di Achab, la quale gli fornisce quella
gnano le onde. Nel deserto, come nel passione che lo porta ad avanzare sem
mare, tutte le vie si aprono, solo per ri pre, fino ai limiti dello sfinimento» (p.
chiudersi alle spalle, tutte le strade si 16;). Ciò che più conta è che l’artista
confondono senza lasciare traccia. Au prenda coscienza di essere Ismaele,
den dedica al confronto tra mare e de l’esploratore delle possibilità.
seno nel romanticismo splendide pagi
ne (pp. 41-64). A. .S‘Padaro
RECENSIONI 95
La filato/in t‘rirtiana nei reca/i XIX e XX, voi. Il]: Correnti moderne del XX ruolo, a
cura ‘di GASPARE MURA - GIORGIO PENZD, Roma, Città Nuova, 199;, 1.072,
L. 145.000.
Con il terzo volume giunge a compi consente dunque anche una seconda
mento la traduzione italiana di questa conclusione: non è mai esistita né in
opera imponente di quasi tremila pagi passato né nei secoli XIX e XX una fi«
ne. Abbiamo già segnalato l'uscita dei losofia cristiana; e ci si può arrischiare
primi due volumi (cfr Civ. Cnt! 1994 I a dire che non si vede perché debba esi
99 e 1995 I 504 5). Si conclude cosi la stere. Il Magistero ha tutti i diritti di
storia articolata per aree geografiche e proclamare una dottrina filosofica in
per autori della filosofia cristiana o di compatibile con la dottrina cristiana;
quel vasto movimento di pensiero cri quanto al secondo passo di provare che
stiano che va dal 1800 al nostro secolo, non è conforme a ragione, non è vera
sono l’impulso del magistero pontifi filosoficamente, questo resta un campo
cio ma anche al di fuori e non sempre aperto al variare dei paradigmi della ra
in linea con le direttive ecclesiastiche. gione filosofica e all’intervento dei teo
Ore cosa infatti si deve intendere per logi che non sarà mai un sistema filoso
filosofia cristiana? Questa ricca miniera fico. Il compito storico e critico del
di informazione in tre solidi e accurati teologo sembra insuperabile e inovvia
volumi sul tema consente una prima ri bile, né la fede offre la possibiltà o ha
sposta: filosofia cristiana è un movimen bisogno per fondarsi di una filosofia
to storico di pensiero non riconducibile unitaria, di un sistema filosofico «cri
a unità di contenuto e tanto meno a un stiano». Il caso Rosmini aWc!~ Del resto
sistema coerente; l'unità è data da atteg lo stesso Coreth conclude il volume ri
giamenti di fondo dei vari pensatori. Si cordando che tutta la filosofia cristiana
tratta di cristiani che escludono sia il 6 in senso storiografico oggi risulta un
deismo sia il razionalismo della filosofia Problema storicamente superato, un
moderna e si fanno dunque carico, nella problema cioè occidentale e di storia
loro riflessione sui problemi aperti dalla occidentale; mentre si apre davanti un
filosofia moderna nei confronti della fe futuro di storia non più occidentale ma
de cristiana, sia della verità della divina planetaria e plurale.
rivelazione e fede sia della pretesa di va‘ I Curatori riconoscono onestamente
lidità propria della ragione umana stes che l’impatto della filosofia cristiana
sa, mirando a tenere insieme anziché se sulla filosofia moderna è stato debole;
parare le due istanze. si direbbe che la filosofia cristiana non
Sotto il nome di filosofia cristiana ci abbia trovato ascolto in quella moder
stanno dunque: la ripresa della filosofia na. Si deve onestamente riconoscere
scolastica con tutte le ambiguità di una che da parte dei filosofi cristiani non
dottrina a fonti disparate (medievali e sono mancate né disinformazione né
post-tridentine); la ripresa storico«filo sterili polemiche né incomprensioni
logica della teologia scolastica medie talvolta plateali o mancanze di rigore.
vale che non aveva una filosofia unita Ma non è mancato nemmeno il tentati
ria (tomisti, scotisti, occamisti che suc vo, specie in epoca più recente, di un
cedono a una teologia monastica e sa dialogo critico e rigoroso con la filoso
pienziale); i tentativi di un dialogo cri fia moderna. Anche questo è rimasto
tico e rigoroso da parte di credenti con inascoltato. Pure la filosofia moderna
la filosofia moderna a partire o no dalla ha dunque le sue belle chiusure precon
ripresa di questa o quella filosofia sco cette. Non ci si meraviglierà quindi che
lastica (Maréchal, Blondel...). L’opera la conclusione cui giunge il terzo volu
96 RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
PIER FAUSTO PALUMBO, Roma nella letteratura .rtorim dalfanticbità ad oggi, un sag
gio su Roma e antiroma nella tortienga rtorim, Roma, Le Edizioni del Lavoro,
1994, 425, s.i.p.
ma sia al suo Impero: missione civile e che. Nel volume ci si ferma soprattut
religiosa al tempo stesso. La storiogra to sui nomi di Guglielmo Ferrero e
fia umanistica (Leonardo Bruni, Flavio Michail Rostovzev; ma forse vi si sa
Biondo, Lorenzo Valla...) lo seguirà a rebbe potuto aggiungere almeno un
modo suo, arricchendosi dei recuperi altro nome: quello di Emst Stein, ri
concettuali e metodologici resi possibi cordato fuggevolmente a p. 148.
li dallo studio diretto della letteratura L'immagine di Roma risultante da
classica latina e greca. La visione uma tale storiografia e varia, mutevole;
nistica sarà continuata in modo sempre può dirsi che ci siano tante immagini
più articolato e rafl’rnato dal Machia di Roma quanti sono gli storici che
velli, dal Guicciardini, dai teorici della hanno cercato di ricostruirla e inter
storia come Francesco Patrizi e Fran pretarla. Tali differenze diventano
gois Beaudoin, da storici ecclesiastici contrapposizioni in molti autori, tanto
post-tridentini, come il Baronio, Pietro che il prof. Palumbo può dedicare tut
Sforza Pallavicino, Famiano Strada, to un saggio di ben cento pagine alle
Enrico Caterino d’Avila, Guido Bend varie forme in cui si è espressa non so
voglio, Louis Pétau, Le Nain de Tille lo l'ammirazione entusiastica _ anzi
mont, e da storici civili, come Giovio, l'amore e il culto _ verso Roma come
Sigonio, Panvinio, per giungere ai città e centro propulsore dell'Impero
grandi eruditi del Settecento (jean Ma romano coi suoi ideali, ma anche l’in
billon, Bemard de Montfaucon, Fran sofferenza, il rancore, l'odio di autori
cois Catrou, Pietre Julien Rouillé, Lu romani dell'opposizione antbimperia
dovico Antonio Muratori, Gian Do le, e di autori punici, greci, illirici,
menico Mansi) e ai «filosofi» illuministi germanici, che hanno avuto ripetitori
(Montesquieu, Voltaire), ai quali si e portavoce fino a oggi (pp. 295-595).
riallaccia lo storico inglese Edvvard La composizione di questo volume
Gibbon. suppone vaste conoscenze storiche e
L'idea - o il fascino ideale di Ro una maturità di riflessione giunta ormai
ma - nei suoi vari momenti storici si al suo acme. L'A. espone fatti e idee con
trasmetterà al secolo XIX. Basti ricor una rara vigilanza espressiva: il suo stile,
dare la Roma repubblicana e imperiale un raffinato compromesso tra «parlato»
di Gottlieb Niebhur e di Theodor e «scritto», è tanto sfumato, limato e ce
Mommsen, la Roma paleocristiana di sellato che richiede nel lettore molta at
Gianbattista de Rossi e di Louis Du tenzione per coglierne tutte le allusioni,
chesne, la Roma medievale di Ferdi i sotu'ntesi e le implicazioni scientifiche
nand Gregorovius e di Alfred von ed etiche. Il volume offre tutte le possi
Reumont, la Roma papale di Leopold bilità sia di verifica del suo contenuto
von Ranke, Ludwig von Pastor ed sia di altre letture e altre ricerche sui nu
Erich Caspar. Con quest'ultimo nome merosi argomenti svolti o sfiorati. In
entriamo in pieno secolo XX, durante questo senso, l'indice dei nomi e della
il quale sono emersi gli studi e le gran materia rappresenta uno strumento effi
di sintesi sulla storia economica e so mce e indispensabile.
ciale di Roma, facilitata dalle numero
se scoperte epigrafiche e papirologi C. Ca,teizzi
: e frutto Marta Manzi, a cui è riuscito di mette cose davvero nuove e, al contempo, in
‘ ’Ittii re in parallelo, nello spirito dell'Open linea con gli inizi dell'evento cristia
Mirto Dei, la professione e la maternità ac no, perché furono le donne ad annun
upport cercata sette volte. ciare per prime, agli apostoli sbigotti
lunar La lettura di questo libro è un'espe ti, che il Signore era davvero risorto.
tutti li rienza forte, di quelle che lasciano un
solco nell'anima, per l’incontro con G. Cremart‘oli
MANUEL ALCALÀ, Ml_ljfl‘, Igleria, Sacerdorio, Bilbao, Mensaiero, [995, 469, s.i.p.
son, Vagaggini e altri, che la ritenevano non nell’ambito del manu: raeerdotale
un’ordinazione sacr-amentale vera e pro va ricercata l’esplicitazione di tale «ge
pria, anche se non vanno dimenticati i nio», bensì in quello del emana pro/ab:
pareri contrari di Martimort e altri. tirmn, scandagliando meglio nella reci
La terza parte fa il punto della situa procità del «fare teologia inclusiva»,
zione attuale, dopo l’Ordinatio sacerdo cioè della riflessione clerico-maschile
tali: di Giovanni Paolo Il dove, incon opportunamente integrata con quella
suetamente, viene usata la formula laico-femminile. Orizzonti decisamen
«prassi aperto/ira», anziché quella tra te nuovi, su cui attendiamo ulteriori
dizionale «prassi errlerialo», quasi a ri indagini pure di Alcalà, del quale lo
badire - pure in questo modo »- la diamo non solo il fluente dettato e la
classica
nita. formula:I’A.
E tuttavia, Roma lamia,a ricorda
fa bene mura ricchezza delle informazioni, ma an
che il suo dotare ogni libro di utilissi
re che il Papa attuale è quello che più mi indici onomastici e tematici.
di ogni altro ha valorizzato «il genio
femminile». Di qui la sua conclusione: P. Vanzan
SEGNALAZIONI
to; essa però da sola - cioè senza un zione che insegni ad assumere i dina
intervento della società e della politica mismi economici in un progetto per
- non crea, contrariamente a quanto sonale e sociale di autentico sviluppo.
aveva pensato A. Smith, il maggiore L’introduzione di Romano Prodi
benessere del maggior numero di per mette in rilievo l'attualità delle temati
sone. Il mercato regolato dalla libera che e delle soluzioni e soprattutto dei
concorrenza è un ideale mai raggiun delicati equilibri dello scenario politi
to. L’A. insiste sulla dimensione inter co italiano. A noi sembra che i proble
nazionale dell'economia: non si vede mi trattati siano assai complessi, anche
come l'economia di libero mercato, la a livello di ricerca teoretica. Merito
sciata alla sua logica e ai suoi dinami dell'A. è l'aver presentato i punti cen
smi mercantili, possa sfociare in un trali, i nodi economici ed etici, in una
ordine economico planetario, che ren prosa chiara e pacata. La trattazione
da giustizia al Terzo Mondo. Lo ave degli aspetti economici sarà facilmen
va messo in risalto Paolo VI nella Po te giudicata troppo breve dagli addetti
Pulorurn Progren'io; lo ha ribadito e svi ai lavori, i quali si domanderanno co
luppato Giovanni Paolo Il nella Solli me si innesti il discorso morale sulle
eitudo rei .roeialir. L'autorità politica de dinamiche economiche e sociopoliti
ve intervenire non solo per garantire che attuali. Anche gli studiosi di etica
le regole del libero mercato, ma per avranno le loro domande da porre. Il
indirizzarlo a una distribuzione più lettore medio, però, troverà gli ele
giusta dei beni. Gli eventi storici menti essenziali per una visione d'in
escludono il ritorno all'economia del sieme, per una prima lettura umana e
socialismo reale; ma escludono anche cristiana, delle varie proposte e delle
l'economia di stampo individualista varie soluzioni riguardanti il rapporto
tipica di certo liberismo. tra etica ed economia.
Per un progetto di solidarietà non
ci si deve neppure appellare a un pro F. Cultrera
getto «familistico» ovvero «corporatk
v0». Si esige il coraggio di progettare
un'economia ispirata al personalismo HERIBERT SMOLINSKI, Storia della
di matrice cristiana. A quella sorgente Ghiera, vol. 5°: EPoea moderna I, a
si deve attingere per una considerazio' cura di LUIGI MEZZADRI, Brescia,
ne più globale degli attori e dei desti Queriniana, 1995, 190, L. 28.000.
natari dell'economia: superare le stret KLAUS SCI-IATZ, Storia della Ghiera, vol.
toie dell’borno oeeonornieus, per cogliere 5°: EPoea moderna II, a cura di LUIGI
la finalità umana del progetto econo MEZZADR], ivi, 1995, 172, L. 26.000.
mico, per indirizzare i fatti economici
alla giustizia sociale. Non basta af I due tomi della terza parte di un’
frontare i problemi del fisco, dell’allo opera che si presenta come un contri
cazione e della ridistribuzione delle buto «a concepire la storia della Chie
ricchezze. Una riflessione approfondi sa non come un evento isolato, ma
ta scorge a monte una visione dell’uo nell’intreccio degli eventi» dell'epoca,
mo, ridotto a macchina di consumo; delineano «la complessa evoluzione
una visione, questa, che dev'essere su della chiesa allo sbocco del tardo me
perata. Donde il rilievo enorme che dioevo fino alle soglie della rivoluzio
assumono la cultura e l’educazione. ne francese» e «dalla rivoluzione fran
Una cultura che accetti il libero mer cese fino al Concilio Vaticano II nella
cato e sia nello stesso tempo attenta al prospettiva della chiesa mondiale».
le sue implicanze umane. Un’educa Una divisione classica che forse evoca
FILM 103
FILM
a cura di V. FANTUZZI
Un mgozgo, tre ragazze... (Francia i996). Regista: ERIC ROHMER. Interpreti prin
cipali: M. Poupaud, A. Langlet, G. Simon, A. Nolin.
L’estate, le vacanze. Non succede col fissare alle due ragazze un appunta
proprio nulla in questo film. Per gli mento alla stessa ora in due luoghi di
spettatori che vanno a vederlo perché versi, promette a entrambe che le ac
attratti dal titolo scelto dai distributori compagnerà lo stesso giorno a vedere la
italiani, Un ragazzo, tre ragagge..., che punta estrema della Bretagna... E Mar
promette avventure boccaccesche, la got? E solo un’amica con la quale ci si
delusione è assicurata. Ci sono stagio può confidare; eppure, è proprio lei,
ni della vita che si consumano nell’at forse, quella che lascerà un’impronta
tesa di qualcosa che ancora non c'è... meno evanescente nella vita di Gaspard.
Un giorno, forse, Gaspard sarà un no Il film è condotto da Rohmer con
to compositore. Un giorno, forse, in mano leggera. Gaspard e le tre ragazze
contrerà il grande amore. Per adesso è attraversano lo spazio delimitato dalle
solo un ragazzo che non ha ancora inquadrature muovendosi, sempre a due
trovato la sua dimensione... Se il suo a due, su traiettorie che si intersecano o
nome ha un senso, lo si può considera si divaricano per formare geometrie
re come una sorta di re magio che non astratte. Percorsi nei quali Gaspard, che
ha ancora avvistato la sua stella, 0 che sembra cambiare aspetto con la stessa
ha appena cominciato ad averne una facilità con la quale cambia interlocutri
percezione incerta e confusa. ce, rischia di perdersi. Alla fine troverà
Sulla spiaggia assolata Gaspard una scusa per lasciare Dinard, piantando
aspetta l’ipotetico arrivo di una ragaz in asso le ragazze. Che cosa rimane di
za, Léna, della quale si dice innamora tutto questo? Tracce sulla sabbia che la
to. Per ingannare il tempo dell'attesa marea della vita provvederà a cancellare
fa lunghe passeggiate con Margot, quanto prima? Al di là delle impuntatu
studentessa di etnologia che lavora in re di Léna e delle schermaglie di Solène,
un piccolo ristorante. Margot gli fa piace pensare che Gaspard serberà una
conoscere Solène, una bruna dalla cor memoria più viva dell’attenzione che gli
poratura statuaria e dal carattere voli ha dedicato Margot (la sola in compa
tivo. Nel frattempo arriva Léna che, al gnia della quale sente di essere se stes
contrario, è bionda, molto intelligen so); più matura delle altre due, ma anche
te, ma di umore variabile. di lui, Margot sa dargli qualcosa senza
Gaspard vorrebbe lasciare Léna e chiedere nulla. Contrariamente a quello
mettersi con Solène, ma per lui non è che molti pensano, l’arnicizia tra uomo e
ancora giunto il momento delle scelte donna può esistere e, quando c’è, non
definitive. Esita, si contraddice, finisce vale meno dell’amore.
Collegio degli scrittori de «La Civiltà Cattolita»: GianPaolo Salvini S.I. (direttore),
Giuseppe De Rosa S.I. (vicedirettore), Michele Simone S.I. (taporedattor'e), Guido
Valentinuzzi S.I. (segretario), Virgilio Fantuzzi 5.1., Paolo Ferrari da Passano S.I.,
Angelo Macchi S.I., Giovanni Marchesi S.I., Giandomenico Mucci S.I., Piersan
' dro Vanzan S.I.
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 594/48 del 14 settembre 1948 - Speri. in abbonamento postale 50%
NOTA. Non è possibile dar conto delle molte opere che ci pervengono. Ne diamo intanto un
annuncio sommario, che non comporta alcun giudizio, e ci riserviamo di tornarvi Sopra secondo
le possibilità e lo spazio disponibile.
QP
w
,68
LA (11VILTA‘
CATTÙLICA
SOMMARIO
ARTICOLI
105 S. Mosso. Le ragioni etiche dello Stato sociale alla luce della dot
trina della Chiesa
116 V. J. Duminuco, Educazione cattolica: identità, contesto e peda
gogia '
131 G. Muori - R. Pacioc‘ca, La biografia di Giuseppe Capograssi fi
no al 1938. I. La giovinezza e gli studi
141 M. Alea/a’, Eugen Drewermann: eclissi teologica?
CRONACHE
163 Chiesa: G. Marchesi, La prima visita del Papa in Slovenia
173 Italia: G. De Rosa, 1 50 anni della Repubblica italiana
183 Estero: A. Macchi. II semestre di presidenza italiana dell’UE
ABBONAMENT1 lTALIA: un anno L. 90.000; due anni L. l60.000; tre anni L. 230.000:
un semestre L. 50.000: un quaderno L. 7.000. ESTERO (via superficie): un anno 5 110; due
anni 8 200: tre anni 8 280; un quaderno 5 10. l versamenti possono essere effettuati: a)
tramite il conto corrente postale n. 588004, intestato a La Civiltà Cattolica, via di Porta
Pinciana. I - 00187 Roma; 1)) sul cc. bancario n. 89741 de La Civiltà Callo/ira presso Rolo
Banca 1473. via Veneto, 74 - Roma. [lVA assolta dall'editore ai sensi dell'art. 74, 1° com
ma, lett. c). D.P.R. 633/l972 e successive modifiche]. Direzione. ammin. e gestione della
pubblicità: via di Porta Pinciana. l - 00187 Roma - te]. (06) 679.83.51 - fax (06) 69.94.0997.
_
EUGEN DREWERMANN: ECLISSI TEOLOGICA?, di Manuel Alcalà S.I. -
L'Autore, redattore della rivista Rogo'n] Fe, delinea la vita e le vicende di Eugen Dre
wermann. Viene riconosciuto al teologo tedesco un intento pastorale teso a sintetizzare
la teologia e la psicoterapia, il cui punto di partenza e il superamento dell'angoscia. Da
questo Drewermann passa a considerare la psicologia del profondo come chiave esegeti
ca di tutta la teologia. Allo stesso tempo riduce il cristianesimo a un metodo di salvezza,
squalificandone gli aspetti più dottrinali. Ma da qui al soggettivismo teologico di fondo
non c'è che un passo. Oggi il «fenomeno» Drewermann pare stia passando di moda; in
ogni caso conviene ricordare che il «luogo teologico» fondamentale del cristianesimo
non può essere né il mito, né il sogno, ma la «Parola (Logor) di Dio fatta carne» in Gesù
ed esplicitata nella sua comunità.
14 Civiltà Cnll’olr'ax 1996 III III-l52 quaderno 3506
CRONACHE:
Fortunato Pasqualino
su OREccl""'
m mo
_.-ul-..--.'.
F. Pasqualino
Gli orecchini di Dio
L’assurdo tra noi
Religione. pag 88. L 13000
Siamo servi - con orecchie forate per portare orecchini di schiavitù (secondo
la tradizione ebraica) e per un bisogno irrinunciabile di travestltlsmo - alle
dipendenze delle nostre paure. delle figure dominanti del padre-padrone e
del destino.
Pasqualino analizza a fondo la cultura della schiavitù, sottoponendone a una
critica serrata e brillantemente ironica luoghi comuni e contraddizioni.
La ricerca di una risposta lo obbliga a confrontarsi continuamente soprattut
to con il Vangelo e nella vicenda di Gesù, Pasqualino trova le tracce di quello
che potremmo essere e di quello che potrebbero essere la verità e la libertà.
ESTERO: Il semestre di presidenza italiana dell’UE, di Angelo Macchi S.I. - Il
semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea è stato caratterizzato principalmente
da due avvenimenti: la seduta inaugurale della Conferenza Intergovernativa (CIG), svol
rasi a Torino dal 29 al 31 marzo, e il Vertice semestrale dei Capi di Stato e di Governo te
nutosi a Firenze dal 21 al 1; giugno. Di entrambi questi avvenimenti si espongono i pro
blemi affrontati e le ombre e le luci circa la loro soluzione.
14 Civiltà Cattolica 1996 [Il IDI” quaderno 3506
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA:
Anastrong K. 101 - Bassani M. 205 - Brindisi 0. 199 - Caro Pizr... 206 ‘ Christophe P.
101 - D’Amstasio F. 208 - Del Rio D. 195 - Fanin L. 204 - Fiammingbi a Roma.‘ 1508-1608
100 - Fiocchi Nicolai V. 207 - Gómcz Ma'ngo De Carriquiry L. 192 - Italia V. 105 - Merlo
P. 196 - Minà G. 197 - Montagnini F. 195 » Pavlou T. 205 - Proredinenfa anrm'nirtrntiuv e
diritto di anno ai doamem’i 205 - Quacquarelli A. 191 - Rossi de Gasperis F. 207 « Rota E.
106 - Simpson W. C. 198
14 Cùnllll Cattolica l996 III I9l-2Ù quaderno 3506
VIRGILIO FANTUZZI
IL VERO FELLINI
(i tascabili de La Civiltà Cattolica, I)
IL DIALOGO
TRA LE RELIGIONI
Gli editoriali della Civiltà Cattolica
Presentazione di
EDITRICE ELLE DI CI -
LA CIVILTÀ CATTOLICA
f Manuali
EDIZIONI SAN PAOLO
di teologia
sistematica La teologia
cristiana
nel suo sviluppo storico
1 - Primo millennio
/I / Helmut Weber
, Qlo,
a
\-u
l di
...i
La Chiesa
pagg. 400 - L. 60.000 Trattato sistematico
di ecclesialo
amo mi
/_ à>o°o Hans Waldenfels
%
«P \«
\e‘ \ >.-.;,
k -;A:J
SAN PAOLO
ARTICOLI
1 Sulla difficoltà attuale a ripensare, in termini corretti ed efficaci, il «sociale» oggi, cfr
G. DE RITA, «Ripensare il sociale all'inizio degli anni '90», in CENSIS, Ripemare il roriale
agli inizi degli’ anni '90, Roma, AVE, 1991, 59-88.
4 Un ritorno al considerare i bisogni fondamentali dei poveri come oggetto della «ca
riti» e non come precise esigenze di «diritto» nei confronti della comunità umana, sarcb«
be un tornare indietro nello sviluppo della cultura europea almeno di un secolo. Cfr ].
ALBER, Dal/a carità allo Stato taria/e, Bologna, Il Mulino, i986.
108 LO STATO SOCIALE
7 Cfr Stormo: Tbeol., 11-“, q. 58, aa. 5-6; 5. Mosso, «Bene comune, struttura di peccato,
Solidarietà», in Civ. Cab‘. 1991 Ill 555-564.
110 LO STATO socmu:
8 Cfr anche COMMISSIONE ECCLESIALE GIUSTIZIA E PACE DELLA CEI, Slato i‘on'a/e ed edu
ragione alla rada/ila‘, cit.
I 12 LO STATO SOCIALE
13 Cfr ivi, nn. 51-56; cfr anche COMMISSIONE EPISCOPALE PERI PROBLEMI SOCIALI E DEL
LAVORO DELLA CELI, Democrazia erononira, sviluppo e bene romene, Roma, I994, nn. 49-; 5: il
paragrafo intitolato «Un nuovo modello di Stato sociale». Tra l'altro si afferma: «Il bino»
mio Stato-mercato, che ha costituito l'asse portante di tutta la società moderna e su cui si
sono retti i regimi di Stato sociale nel secondo dopoguerra, non e più sufficiente né adat
Io. E necessario far intervenire un terzo polo, il cosiddetto terzo settore o privato-socia
le, costituito da libere associazioni, volontariato, cooperazioni di solidarietà sociale, fon
dazioni e organizzazioni varie del tipo non profit. [...] In altri termini, è necessario pensare
a Stato, mercato e “terzo settore" come poli aventi pari dignità e in relazione tra loro»
(0- 55). Sul rapporto tra lo Stato sociale e il volontariato, vedi tra gli altri: R. M.
KRAMER, Volontariato e Stato rodale, Roma, Lavoro, 1987.
‘‘ GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Centerirnru onnru, n. 49.
15 Cfr A. ORIOLI, «Dove la flessibilità è d'oro», in Il Sole-24 ore, II aprile I996.
114 Lo STATO SOCIALE
Identità 1.
numero di religiosi nelle scuole non permette più di dare per scon
tata la presenza di presupposti comuni condivisi da tutti o, almeno,
dalla maggioranza del corpo insegnante. I laici, in passato solo una
ristretta minoranza tra i ranghi quasi compatti dei religiosi, sono
ora diventati la maggioranza schiacciante in ogni scuola cattolica.
La loro presenza costituisce senz’altro motivo di arricchimento e le
istituzioni scolastiche cattoliche devono essere grate; però non va
dimenticato che questi laici provengono da un contesto ecclesiale
confuso e diverso rispetto all’ambiente cattolico della scorsa genera
zione, che si poteva ritenere chiaro, distinto e sicuro su ogni rispo
sta e pratica. Tali laici giungono nelle scuole con differenti retroter
ra, motivazioni e prospettive. È necessario chiarire, però, che si
commetterebbe un grave errore se si desse l'impressione che il biso
gno di chiarezza sull’identità sia dovuto soltanto all’aumento del
numero di laici tra il corpo insegnante. Anche il mutato contesto al
l’interno della Chiesa e delle Congregazioni religiose ha determinato
nei religiosi presenti nelle scuole cattoliche l’assoluto bisogno di
programmi sistematici per chiarire, sviluppare e incoraggiare il pro
prio coinvolgimento religioso nelle scuole.
Contemporaneamente, mentre il numero di religiosi insegnanti e
diminuito e i diversi retroterra culturali del corpo insegnante si sono
invece moltiplicati, è emersa, tra l’altro, la crescente necessità di mo
strare come la scuola cattolica si caratterizzi da un punto di vista reli ai-r,,.
gioso. Tale necessità nasce sia da un’esigenza interna, perché il corpo
insegnante e continuamente alla ricerca di una ridefinizione della sua
funzione e del suo scopo in una Chiesa che cambia, sia da un’esigenza
esterna, là dove i genitori e la comunità cattolica in genere sono sem
pre meno sicuri delle finalità dell’educazione cattolica e, nello stesso
tempo, sono chiamati a dare un maggiore contributo ad attività sco
lastiche più costose. In tal senso cercheremo di rispondere a grandi li
nee alla seguente domanda chiave relativa all’identità: «Che cosa ren
de “cattolici” una scuola, un college o una università?»
I) La Sacra Scrittura e la Tradizione ci aiutano a capire la natura
e la missione dell’educazione cattolica. Per esempio, la Genesi ci di
ce che Dio osserva la rreagione e la trova molto buona. Nel Nuovo
Testamento nostro Signore parla della continua attenzione di Dio,
della sua cura piena d’amore, non solo nell’lncarnazione, ma anche
in ogni respiro che facciamo: «Cinque passeri non si vendono forse
per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a
Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati» (La 12,6-7).
Questi sono soltanto due esempi, tratti della Sacra Scrittura, del co
'118 «EDUCAZIONE CATTOLICA»
.Ifide contertuali
Ma come, in modo specifico, queste sfide così pervasive, prove
nienti dal contesto in cui si vive, si pongono agli educatori cattoli
ci oggi? Ecco un primo elenco.
gliore, ma a quale prezzo? Tali questioni non possono essere lasciate sem
plicemente nelle mani di leader politici o di dirigenti di industrie; è diritto e
responsabilità di ogni cittadino giudicare e agire nei modi più appropriati
per formare la comunità umana. Le persone devono essere educate affin
ché diventino cittadini responsabili. Quindi, oltre alla trasmissione cultu
rale, è essenziale la preparazione per una partecipazione significativa alla
crescita culturale. Uomini e donne del terzo millennio avranno bisogno
indubbiamente di nuove conoscenze tecnologiche; ma soprattutto di espe
rienze per comprendere e criticare tutti gli aspetti della vita allo scopo di
prendere decisioni (personali, sociali, morali, professionali, religiose) che
abbiano la migliore influenza possibile sulla nostra vita.
I valori rrirtiani. Uno scopo dell’educazione orientata da valori come
quella cattolica - che forma uomini e donne per gli altri - non si rea
lizzerà mai se, all’interno dei programmi educativi cattolici, gli studenti
non sono spinti a riflettere sul valore delle implicazioni di ciò che stanno
studiando. Con rammarico, è stato accettato da parte degli educatori cat
tolici che la pura acquisizione del sapere non necessariamente umanizza.
È augurabile che tutti abbiano compreso che non esiste una educazione
senza valori. L’insegnamento comunica valori ed essi possono essere tali
da promuovere i valori cristiani, o da operare, parzialmente o interamen
te, con fini comuni al Vangelo di Gesù Cristo.
Ogni disciplina accademica, nell’ambito delle scienze sociali e umanisti
che, quando è onesta con se stessa, è ben consapevole che i valori trasmessi
dipendono dai presupposti relativi alla persona umana ideale usati come
punto di partenza. Le istituzioni educative cattoliche danno il loro contri
buto essenziale alla società inserendo nel processo educativo uno studio ti’
goroso e dettagliato sui problemi cruciali concernenti l’umanità. È per que
sta ragione che le scuole, i college: e le università cattoliche devono offrire
un’alta qualità accademica. Facciamo riferimento a qualcosa di ben diverso
dal mondo facile e superficiale degli slogan, delle ideologie, delle reazioni
puramente emotive e delle risposte che tengono conto solo di se stessi, delle
soluzioni semplicistiche e istantanee. L’insegnamento, la ricerca e tutto ciò
che è incluso nel processo educativo sono di un'importanza fondamentale
per le istituzioni cattoliche che rifiutano ogni visione parziale e deformata
della persona umana. Tutto ciò è in netto contrasto con quelle istituzioni
educative che spesso, poco saggiamente, eludono l’interesse centrale per la
persona umana, a causa di approcci frammentati alle specializzaziorfl.
Complem'tà~ L’abitua’ine alla riflerrione. I valori racchiusi in varie aree
nella nostra vita attuale sono presentati molto sottilmente. C’è la necessi
tà di scoprire i modi con cui permettere agli studenti di abituarsi alla ri
flessione, di esprimere un giudizio sui valori e sulle loro conseguenze
sulla vita umana scoperti nello studio delle scienze umane e positive, sul
la tecnologia sviluppata e su tutta la gamma di programmi politici e so»
ciali proposti sia da profeti sia da politici. Le abitudini non vengono for
mate soltanto da un avvenimento occasionale, ma si sviluppano sola
«EDUCAZIONE CATTOLICA» 125
mente attraverso una pratica costante e pianificata. Quindi tutti gli inse
gnanti nelle scuole, nei college: e nelle università cattoliche devono lavo
rare avendo come fine la formazione all’abitudine di riflettere in tutte le
materie, nei modi adatti alla maturità degli studenti ai vari livelli.
Il problema consiste nel come realizzare tutto questo. Per esempio,
quali sono le prospettive usate per impegnare gli studenti delle scuole
cattoliche nei corsi di storia, letteratura, scienze e cultura? E incluso in
esse il «povero»? Vengono sollevate domande significative su come i do
ni meravigliosi della creazione di Dio debbano essere usati e condivisi
con le persone meno fortunate? Questa prospettiva fondamentale del
l'educazione cattolica è radicata nella concezione biblica del dono. I teo
logi affermano che nelle Scritture tutti i doni p talenti, benessere - si
muovono in circolo. Per prima c’è la capacità di vedere che il dono viene
da Dio; poi, esso è ricevuto e se ne prende possesso; ancora, si cresce at»
traverso il dono condividendolo con gli altri; e, in ultimo, il dono ritor
ma a Dio attraverso le preghiere e il ringraziamento. Ma, nel momento in
cui la condivisione dovrebbe aver luogo, potrebbe sopravvenire la gran
de tentazione di trattenere il dono e trasformarlo in un mezzo per accre
scere il proprio potere personale. In questo modo la tentazione cresce a
dismisura cercando sempre più il potere attraverso la ricchezza; è qui che
vengono gettati i semi dell’ingiustizia. Una riflessione di questo tipo, per
esempio, può aiutare gli studenti a evitare soluzioni facili e false a pro
blemi reali che possono incontrare durante la crescita.
Senso di im‘ùkregga. Una delle principali ragioni che contribuiscono a
una diffusa ricerca di risposte facili è l’insicurezza nell’esperienza di mol \Ìl'èg,.
te persone, dovuta al crollo delle principali istituzioni umane che nor
malmente costituivano il contesto per la crescita dell'essere umano. Pur‘
troppo la famiglia, nucleo fondamentale della società umana, si sta disin
tegrando nelle nazioni di tutto il mondo. In molti Paesi del Primo Mon
do un matrimonio su due termina con un divorzio, con effetti devastanti
sugli sposi e specialmente sui bambini. Un’altra fonte d’insicurezza e
confusione è dovuta all’esperienza delle migrazioni di masse di popoli
sulla Terra. Milioni di uomini, donne e bambini sono stati sradicati dalla
loro cultura a causa dell’oppressione, delle guerre civili, della mancanza
di cibo o di mezzi di sopravvivenza. Gli emigranti meno giovani riman
gono legati alle radici culturali e religiose, ma i giovani subiscono le
conseguenze del conflitto culturale e si sentono obbligati ad acquisire i
valori culturali dominanti per poter essere accettati dalla nuova società.
In fondo al loro cuore, però, permangono dubbi circa questi nuovi valo
ti. L’insicurezza spesso viene espressa con atteggiamenti di difesa, di
egoismo o ponendo in primo piano il proprio «10», senza tener conto dei
bisogni degli altri. L'importanza della riflessione tesa ad acquisire il sen
. so della vita può aiutare gli studenti a comprendere le ragioni sottostanti
all'insicurezza che sperimentano e può aiutarli a cercare modi più co'
struttivi ed efficaci per affrontarla.
l 26 «EDUCAZIONE CATTOLICA»
Come fare?
La Pedagogia è il metodo attraverso il quale gli insegnanti accom
pagnano gli studenti nella loro crescita e sviluppo. La pedagogia,
arte e scienza dell’insegnamento, non può essere semplicemente ri
dotta a una metodologia. Deve includere una visione'del mondo e
della persona umana ideale da educare. Queste premesse offrono la
mèta verso la quale tutti gli aspetti della tradizione educativa sono
rivolti. Forniscono anche criteri di scelte di mezzi che possono esse
re usati nei processi educativi. Una pedagogia cattolica, perciò, de
ve assumere la visione del mondo annunciata da Cristo e deve sug
gerire modi più espliciti attraverso i quali i valori del Vangelo pos
sano essere incarnati nei processi cl’insegnamento-apprendimento.
Da un punto di vista cristiano il modello della vita umana -‘ e
quindi l’ideale di individuo educato in modo umano _ è la perso
na di Gesù. Egli insegna attraverso la parola e gli esempi che la
realizzazione dell’intero potenziale umano si raggiunge in ultima
analisi nell’unione con Dio, un’unione cercata e raggiunta attra
verso una relazione d’amore, corretta e misericordiosa con i nostri
fratelli e sorelle. L’amore di Dio trova vera espressione nell’amore
quotidiano per il prossimo, nella cura misericordiosa verso il po
«EDUCAZIONE CATTOLICA» 129
' Cfr D. MONDRONE, «L'anima cristiana di Giuseppe Capograssi», in Civ. Cali. 1959 I
l31-i95; R. 30221, «Il pensiero filosofico-giuridico di Giuseppe Capograssi. A vent’anni
dalla morte», ivi, 1976 Il I4I-I 52; D. MONDRONE, «“Pensieri a Giulia” di Giuseppe Ca
POgrassi. Un epistolario eccezionale», ivi, 1978 IV 125-158. Cfr anche l'editoriale «Il no
stro augurio», ivi, 1975 I 5-7.
2 Cfr G. Mucc1, «Giuseppe Capograssi e la Chiesa». ivi. 1994 IV 545-537
Le origini
I genitori
La madre, Concetta Faraglia (1854-1925), era donna semplice e
pia. In ossequio alla mentalità paesana che esigeva dalla donna la
sottomissione culturale all’uomo, aveva potuto compiere soltanto
Procuratore legale
‘0 ID., Pensieri a Giulia, cit., 549. L’A. scrive alla fidanzata il 14 settembre 1919.
“ È stata pubblicata soltanto in anni recenti. Cfr G. CAPOGRASSI, «Lo Stato e la storia.
Saggio sul realismo nel diritto pubblico», in lD., Opere, vol. VI], cit., 1990, 5-54.
«Quei poveri diavoli di milionari in casa di cui stavamo ignorano tutto quello che di go
dimento e di gratuita bellezza la loro proprietà può dare, e perciò è come non fossero proprie
tari: è come se un tiranno aspro li avesse condannati a stare addetti a quell'insieme di beni: 80
no pallidi, agitati, inquieti come condannati, e inappellabilmente condannati» (In, Pum'eri a
Giulia, voi. Il], cit., 1981, 482 s). L’A. scrive alla fidanmta il 21 giugno 1925.
13 In una lettera del 29 agosto 1920 alla fidanzata, Cflpograsgi comunicava la notizia di
aver ricevuto una cartolina di Santucci dalla Verna: «Quello spirito buono e puro ha pre
gato per me Santo Francesco, e gliene sono grato, gliene siamo grati» (11)., Pen.rieri a Giu
lia, vol. II, cit., 1979, 289 s).
GIUSEPPE CAPOGRASSI 137
L’arnicigia
' Il 2 agosto 1952 il Capograssi scriveva a Gabrio Lombardi: «Il più
caro e più vecchio dei miei amici sta per andarsene. Tutta la mia vita
è vissuta con lui. Preghi, la prego, per lui e per me» ‘4. Salvatore Pu
gliese (1888-1952) fil l’arnico di Giuseppe Capograssi. Si considerava
no e si chiamavano come fratelli: Toruccio e Peppino; e il loro affetto
si riversò sulle famiglie che formarono. Si erano conosciuti ragazzi,
nel 1899, al ginnasio di Sulmona, ma il loro rapporto si era consoli
dato al tempo degli studi a Macerata, quando si era venuta delinean
do stabilmente la complementarità dei loro caratteri. Quanto Giusep
pe era introverso, amante della lettura, privo di senso pratico, pro
blematico rispetto al futuro, tanto Salvatore era pieno di vita, con le
idee chiare sull’avvocatura che intraprese ben presto con successo,
alieno da ripiegamenti e sottigliezze e complicanze alle quali è incline
l’uomo di cultura. Nel 1912, Salvatore sposò Amalia Villa, di Palena
(CH), che nel 1914 gli diede due gemelli, Edoardo e Giulio. I giovani
coniugi abitavano a Roma al quartiere Prati. Conoscendo i vincoli
fraterni esistenti tra Giuseppe e l’amico, Concetta Faraglia chiese a
Salvatore e a sua moglie di ospitare presso di loro il figlio. Così, dal
1915 Capograssi visse in casa Pugliese in amicizia mai offuscata da al
Cuno screzio e, poiché Salvatore era uomo portato alle pubbliche re
lazioni e agli affari, delegò in qualche modo all’amico la formazione
dei figlioli, che ebbero in Capograssi un eccezionale tutor per i loro
studi e un’esemplare figura morale. Come suole ancora oggi dire, in
‘5 Diamo i titoli di alcuni articoli: «Gli umorisri francesi (Come si ride oggi)»; «Il rì‘
GIUSEPPE CAPOGRASSI l 39
Provvidenza e agli amici che sono gli strumenti dei quali la Prov
videnza si serve. Lavori con pazienza: la pazienza e la speranza; la
speranza è la vera fede nel Padre della luce e della consolazione» 17.
Capograssi sovraintendeva all’applicazione degli atti della De
putazione consorziale, organo di governo del Consorzio Generale,
e redigeva i verbali delle riunioni, le relazioni annuali presentate
all’Assemblea dei soci e i rendiconti consuntivi. Da un documento
del 1915, firmato da lui, si deduce che ebbe contatti diretti con il
presidente del Consorzio, Leopoldo Torlonia, che l’aveva consul
tato su delicati problemi di diritto pubblico 18. Come notava il Pio
vani, Capograssi «colpiva sempre l’attenzione dell’interlocutore
con la penetrazione dei suoi giudizi, con l’originalità dei suoi ar
gomenti, con la profondità della sua preparazione»”. Del resto,
già un anno prima di essere assunto al Consorzio, nel 1914, Capo
grassi aveva dato prova delle sue capacità e della sua competenza
in un saggio di vasto respiro anche bibliografico 20. Ma, nella sua
biografia, l’esperienza al Consorzio è legata ancora una volta a un
dono, il maggiore, che la Provvidenza gli aveva destinato nel luo
go e nell’ufficio meno propizi. Fu nel grigiore dei compiti ammi
nistrativi, nelle burocratiche stanze del Consorzio, che la vita gli
balzò definitivamente davanti nel volto dell’unica donna della sua
vita. Era un’impiegata del Consorzio. Si chiamava Giulia Rava
glia. Ma di ciò in un prossimo articolo.
1 Cfr Eugen Drewemrarm. [Vanna e: elgentlitb gelrt. Protokoll einer Verurteilung, Mùnchen,
1991. La traduzione francese di quest’opera: Le t'fl.l‘ Drentermmn. Le: d0mnmrtr, Paris,
'923, è più completa per quanto riguarda la bibliografia.
E. DREWERMANN, Strukturen de: Bo"ren, voi. l-lll, Paderborn, i988.
l44 E. DREWERMANN
sita del religioso 3. Nello stesso anno pubblica il primo volume della
sua opera monumentale, Psicanalisi e teologia morale. Angoseia e colpa
(1982), seguito, l’anno seguente, dal secondo, Cammini e deviazioni
dell’amore, e l’anno dopo, dal terzo volume, Alle frontiere della vita“.
Il significato di queste opere sta nell’estensione al campo etico della
sua intuizione fondamentale. Si direbbe che l’Autore riconosca e
concentri nell’angoscia esistenziale l’antico dogma cattolico del pec
cato originale, definito al Concilio di Trento. Un tale slittamento
psicologico, dal piano oggettivo a quello soggettivo, gli farà porre
come centro della redenzione la liberazione dall’angoscia e la tera
pia personale, il suo strumento privilegiato.
Nello stesso anno sviluppa chiaramente la sua teoria, nel primo
volume di Psicologia del profondo ed esegesi. Sogno, mito, racconto, saga,
leggenda, seguito l’anno seguente dalla seconda parte La verità delle
opere e delle Parole: miracolo, visione, profezia, aj>oealissi e Parabola 5. I
due volumi mostrano un Drevvermann veramente inebriato dalle
proprie scoperte. Con grande durezza condanna i metodi storico
critici come «archeologici» e si lancia chiaramente in direzione di
un’analisi del subconscio che vuole recuperare ogni tipo di arche
tipi, mitologie e paradigmi.
Nel 1986 pubblica Il tuo nome e come il sapore della vita. Interpretazione
Psicanalitiea della storia dell’infanzia, secondo il Vangelo di Luca 6. E l’ap
plicazione di tutta la sua teoria ai primi capitoli di Luca, cercando di
superare la teoria «redazionale» in favore di quella «simbolica». Sot
tolinea perciò che i tre episodi fondamentali del Vangelo lucano del
l’infanzia - annunciazione, Visitazione e natività - rivelano un pa
rallelismo con i miti di altre religioni anteriori. Il cristianesimo, cioè,
3 ID., Der to'dliebe Fortsrbritt, Regensburg, 1983; ID., Der Krieg und das Cbrislentum, R0
gensburg, 1982.
4 ID., Pgrrlsoanalyse una’ Moraltbeologie, vol. I: Angst send Sebula', Mainz, 1991; voi. Il: We
ge und Unnvege der Liebe, 1991; vol. III: An der Grenze de: Lebens, 1990 (tr. it. Psiranalin' e
teologia morale, Brescia, Queriniana, 1992, 458).
5 ID., Tiefen_bsyebologie und Exegm~ 1. Die Warbeit der Forum: Traum, Mjtbos, Ma"rrlmh
Sage und Legende, Olten, Walter, 1990; II. Die Warbeit der Werke und der Worte.‘ Wunden Vi‘
sion, Weissagnng, Apokalypre, Gleirlznis, ivi, 1990 (tr. it. Psirologia del profondo e esegesi. 1. 50‘
gno, mito, fiaba, saga e leggenda, Brescia, Queriniana, 1996).
6 ID., Dein Nome ist ivie der Gesebmark de: Lebens'~ Tief'enfîge‘lìologisrbe Deutung der Kindbeilf
gesrbiebte nor/1 dem Laekasevangeliunr, Freiburg, 1986.
12. DREWERMANN 145
7 10., Da: Mar/eurevangeliunr. I-II. Bilder non Erlàkung. Olten, 1987‘88 (tr. it. Il Vangelo
di Marco. Immagini di redenzione, vol. 11, Brescia, Queriniana, 1994).
8 G. LOHHNK _ R. Pmu-i, Tiefen}uyebobgie l'aria,» Exegex, Stuttgni't, Kath. Bibelwerk, 1987.
9 E. DREWERMANN, An ibren Frfieliten roll! Il)r rie erlunnen, Olten, 1990.
10 A. CORRI-25 _ W. KASPER (hrsg.), Tiefenpiyrbologirrbe Deulung dei Clanbenr? Arg/ragen
11'' Eltgfll Drewermann, Freiburg i. 8., Herder, 1988.
l46 E. DREWERMANN
Conflitti aperti
Il dialogo teologico richiesto dalla Conferenza episcopale ebbe
luogo il 6 luglio 1990. Vi parteciparono da una parte l’arcivescovo di
Paderborn, mons. Degenhardt, e il suo teologo, A. Klein, e dall’altra
E. Drewermann e P. Eicher. Il colloquio durò varie ore, incentrato
soprattutto su tre terni: 1) Rivelazione e storia; 2) Incarnazione di
Cristo; j) Impegni perpetui: sacerdozio definitivo e indissolubilità
del matrimonio. Non ci fu tempo per toccarne un quarto: la conce
zione
su varidel sacerdozio.
punti. Alla fine
Drewermann venne
però comunicato
si rifiutò cheilc’era
di firmare verbale, consi
\_.
U Cft la trascrizione, nelle opere, della nota n. i, 71116, abbreviata nella traduzione
francese, 5;-wS~
1'‘ Venne pubblicata sulla rivista francese L'atctrejoltrital, février 1992, con il titolo
«L’uomo che fa tremare la Chiesa».
l48 E. DREWERMANN
Porigioni di bare
2‘ Cfr E. BISER, «Der lndikator. Griindc und Folgen des Falles Drewermann», in
Stinmen der Zeit, maggio 1991, 191496.
25 Cfr M. CABALLERO, Hernene'utiea] Biblia, Estella, [994, ISO-17,.
2‘ Pormncu COMMISSIONE Bmuca, L'interpretazione della Bibbia nella Cbù~fa, Città del
Vaticano, Libr. Ed. Vaticana, i995.
152 E. DREWERMANN
27 Ivi, 59 s.
28 Cfr F. VON SCHONBORN, Eugen Drewermann, Rebell oder Prapbet?, Frankfurt - Berlin»
1995, 141.
RUBRICA DELLO SPETTACOLO
«Pare che questo titolo strano sia stato suggerito all'autore dai
suoi studi assidui nel campo della fisica. Egli deve aver notato che
la scienza naturale si serve spesso di paragoni etici per avvicinare
alla cerchia dell’umano sapere fenomeni assai lontani; e così, in un
caso morale, deve aver voluto ricondurre una similitudine chimica
alla sua origine spirituale; tanto più che c’è una natura sola nel
l’universo e che anche nel regno della serena libertà della ragione
s’insinua irresistibilmente la torbida necessità delle passioni, le cui
tracce non possono essere cancellate che da una mano superiore, e
forse neppure in questa vita». Con queste parole, che esprimono la
concezione fondamentale dell’opera, Johann Wolfgang Goethe
annunciava in un comunicato anonimo, pubblicato da un giornale
nel settembre del 1809, la prossima pubblicazione di un nuovo ro
manzo, Le aflinita‘ elettive. Il titolo era stato ricavato dal Dizionario
difi.rim (1787-95) di F. S. T. Gehler, dove la formula (in latino at
trartio elettiua duplex) viene usata per indicare un fenomeno chimi
co in base al quale due elementi associati, sotto l’azione simultanea
di due altri elementi dotati di determinate proprietà, si disgregano,
associandosi con questi ultimi in due nuove coppie, per legge di
reciproca attrazione.
Il romanzo
glie, gli parve che la luce del giorno penetrasse nella stanza gravida
di presagi e che il sole illuminasse un rnisfatto».
La natura, intervenendo con maliziosa ironia, sembra fare ven
detta di quel doppio adulterio spirituale: dalla «strana notte
d’amore» nasce un bambino che porta i tratti degli amanti assenti
(il volto del Capitano e gli occhi di Ottilia). Carlotta e il Capitano,
dopo essersi scambiati il primo bacio, quasi senza rendersi conto
di quello che fanno, sentono aprirsi l’abisso sotto di loro e trovano
la forza di distaccarsi e resistere alla reciproca attrazione. «Non
possiamo impedire che questo momento testi per noi un ricordo
incancellabile - dice Carlotta al Capitano riprendendosi dopo il
momentaneo cedimento _-, ma dipende da noi fare in modo di
non dovercene vergognare». In tutt’altra maniera si comportano
Edoardo e Ottilia. Troppo giovane e inesperta per resistere al fuo
co della passione l’una, deciso l’altro a non negarsi un piacere che
per lui coincide col massimo della felicità. «
Mentre la maggior parte dei commentatori del romanzo vede in
Ottilia il fulcro dell’intera opera, non sono mancati coloro che
considerano Edoardo come il centro malefico attorno al quale si
coagula l’intreccio degli avvenimenti narrati. Essi rimproverano
non senza motivo al barone la debolezza del carattere, che lo fa
schiavo dell’istinto e della passione; non lo ritengono capace di ac
cedere per un solo istante a una lucida visione di ciò che sta acca
dendo; reputano colpevole l’inerzia che lo trattiene dall’interveni
re per evitare una prevedibile catastrofe. Avendo scoperto la sim
patia di Carlotta per il Capitano, invece di considerarla come un
156 «LE AFFINITÀ ELE‘I'I'IVE»
I! film
Parola e immagine
I biografi di Goethe ritengono che alla nascita del romanzo non
sia estranea un’attrazione che il poeta, non più giovane né libero,
avrebbe provato per la giovanissima Minna Herzlieb, graziosa fi
glioccia di certi suoi amici di Jena. Il libro è pervaso dalla dolce me
stizia che accompagna gli amori destinati a consumarsi nel fuoco
della rinuncia. Ottilia è una figura idealizzata sulla quale Goethe ri
versa, come autore del romanzo, un sentimento che ha dovuto re
primere nella vita. Delicata, gentile, fragile, nella sua apparente pas
sività Ottilia è guidata da una sorta di necessità di natura. Il suo
amore per Edoardo è qualcosa che è in lei, ma non dipende da lei.
Essa ama cosi come respira, vede, sente. Edoardo può trovarsi ac
canto a lei o essere lontano, abbandonarsi agli impulsi della passio
ne, come è nella sua indole, oppure fuggire, andare alla guerra -
«UE AFFINITÀ ELETTIVI?» 159
Ottilia. Carlotta, nel cogliere tre rose nel giardino (una per sé, le
altre due per Edoardo e Ottone) ne divelle dallo stelo una quarta
spargendone i petali sul terreno.
Dall’immanenza all’utopia
Non è facile riassumere a parole un film il quale a sua volta pro
pone la sintesi di un romanzo. Procedendo di questo passo ci si ren
de conto di come, senza perdere di vista i fatti, sia possibile disco
starsi non poco dall’intento per il quale un’opera è nata. Il romanzm
come abbiamo ricordato con le parole stesse di Goethe, ha come ar
gomento un conflitto tra «la serena libertà della ragione» e «la torbi
da necessità delle passioni», che, manifestandosi nella coscienza del
«LE AFFINITÀ rauarrrvm 161
1 Lo stesso Giovanni Paolo Il, nell’udienza generale successiva, concessa ai fedeli riu
niti in piazza San Pietro (12 maggio I996), ha dato una sintesi o rilettura molto positiva
del suo viaggio: «Nel Cenacolo della Chiesa che è in Slovenia per un rinnovato slancio
missionario», in On. Rom, 23 maggio 1996, 1 e 4.
CHIESA 165
aplal: mia, posta sulla via che conduce da Lubiana verso Trieste e Gori
su: 1 zia, famosa per le sue grotte carsiche. Postumia appartiene alla dio
110 se cesi di Koper (Capodistria), fondata già nel secolo VI. Nel piccolo
i dil aeroporto della città, il Papa ha incontrato i giovani sloveni che
2110 1 hanno dialogato lungamente con lui. La domenica 19 maggio è
“0.1 stata dedicata interamente alla diocesi di Maribor con due momen
:o, (il ti salienti: la concelebrazione della messa - alla presenza di circa
I 5014 150.000 fedeli -« nello stesso aeroporto di Maribor, dove il Santo
110 e Padre era giunto in aereo da Lubiana; nel pomeriggio, entro le ar
cate gotiche della cattedrale _- dove è sepolto il vescovo, venera
bile mons. Anton Martin Slomàel-r, figura di spicco della storia del
la Chiesa e della Slovenia nel secolo scorso, poeta e scrittore, fon
datore di una congregazione religiosa - il Papa ha incontrato il
mondo della scienza e della cultura. Il pellegrinaggio sloveno si è
concluso nel tardo pomeriggio, ancora con la cerimonia ufficiale
di congedo. Rientrato in aereo a Roma, nella tarda serata Giovan
ni Paolo II è tornato in Vaticano.
2 Nel suo primo discorso, appena giunto in Slovenia, il Santo Padre ha potuto affer_
166 CRONACHE
mare: «La prima visita pastorale del Papa in Slovenia avviene dopo il raggiungimento
dell’indipendenza. Questa situazione, nuova per la storia del vostro popolo, aggiunge un
ulteriore motivo di letizia alla mia presenza tra voi. La Sede Apostolica, che ha salutato
con favore la costituzione del nuovo Stato, riconoscendone tra i primi l’indipendenza e
ribadendo con forza il diritto dei popoli alfaulodeterminagione, ha seguito con particolare at_
tcnzione le vostre vicende e ha apprezzato il modo pacifico e democratico con cui avete
raggiunto la piena sovranità», in 01:. Rom., 19 maggio I996, 4.
CHIESA 167
la: mi mo. Infatti il messaggio cristiano era giunto nella regione, allora
*oazizc parte dell’lmpero romano, a partire dalla fine del secondo secolo.
Ma grazie soprattutto ai missionari benedettini, giunti dall’lrlan
da, il popolo sloveno è stato incluso nella cerchia dei popoli della
rer/Jubliea cbrirtiana, ossia in quel vasto cerchio dei «movimenti eu
ropei religiosi, culturali, sociali, politici ed economici»3 costituito
dal Sacro Romano Impero, fondato da Carlo Magno (800).
Nello stesso secolo IX il cristianesimo si rafforzava in Slovenia
con l'opera missionaria dei santi Cirillo e Metodio. Nell’867 il Pa
pa Adriano II confermò la loro opera evangelizzatrice e d’incultu
razione autorizzando l'uso della lingua slava nella liturgia. Morto
Cirillo a Roma, Metodio, vescovo della Moravia e della Pannonia
- in cui rientrava la Slovenia di allora -, ricevette un forte soste
gno dal principe sloveno Kocelj. A quell’epoca della cristianizza
zione del popolo sloveno appartengono - oltre i due fratelli mis
sionari di Salonicco - altri santi fondatori: i vescovi Virgilio,
Modesto e Paolino. Infine, alle origini cristiane della storia e del
l’identità nazionale della Slovenia sono legati anche gli scritti più
antichi della lingua slovena, come i Monumenti di Friringa (X-XI se
colo); si tratta di testi in sloveno a carattere religioso (catechetico e
omiletico) redatti in caratteri latini. Questa particolarità linguisti
ca, insieme a molti altri fattori storici di alleanze politiche e di in
flussi culturali, condurranno il popolo slavo della Slovenia ad ave
re una caratterizzazione più occidentale che orientale.
Passando poi per varie signorie feudali, legate soprattutto al
mondo germanico, nel I278 la Slovenia è entrata nell’orbita degli
Asburgo, sotto i quali, con qualche interruzione, è rimasta pratica
mente sino alla prima guerra mondiale, ossia fino alla dissoluzione
dell’Impero austromngarico. Nel 191 8 la regione è. stata annessa al
Regno di Serbia, Croazia e Slovenia; nel 1941 è stata invasa dai na
zisti: il territorio fu diviso tra il Reieb e l’Italia; al tempo fu teatro
di una dura guerra civile. Alla fine della seconda guerra mondiale
(1945), la Slovenia è entrata a far parte della Federazione Iugosla
va, fondata da Tito. Dal 1919 al 1941 -« nell'unico periodo moder
no di relativa autonomia - nella Slovenia era stata molto forte la
presenza dei cattolici nella vita politica, economica, intellettuale e
culturale della nazione. Tale presenza viene praticamente annullata
. 3 M. BENEDIK, «I 12,0 anni di storia cristiana del popolo sloveno», in On. RMI~ - 5‘):
fiale, I6 maggio I996, z.
168 CRONACHE
«Quale: è l'ora della verità per l’Europa. I muri sono crollati, le corti
ne di ferro non ci sono più, ma la ifidb circa il remo della vita e il valore
della libertà rimane più forte che mai nell'intimo delle coscienze e del
le intelligenze» (ivi, 8). Questo pensiero forte sta al centro del discor
so di Giovanni Paolo Il rivolto, domenica pomeriggio, nella catte
drale di Maribor, ai rappresentanti del mondo della cultura, dell'arte
e della scienza in Slovenia. Lo stesso pensiero fa come da cerniera tra
l’evocazione del passato, antico e moderno, della storia slovena e il
futuro già iniziato con la nuova situazione politica del Paese. Evo
cando il passato, il Santo Padre non ha potuto non tornare su quel
vincolo stretto tra fede e cultura realizzato fin dall'origine della na
zione slovena: «Il patrimonio spirituale in cui si sostanzia la vostra
cultura deve molto, perciò, all’ispirazione cristiana. [...] Ogni autenti
co incontro del Vangelo con una determinata cultura avrà in essa un
processo di;bunfioagione e di wiluppo che ne rivela, col passare del tempo,
le recondite potenzialità. Questo è avvenuto anche nell'incontro del
cristianesimo col genio sloveno. I vostri antenati hanno riconosciuto
in Gesù Cristo il loro Salvatore e, a contatto col Vangelo, hanno ap«
profondito a poco a poco il loro senso morale», ma anche estetico,
come possono testimoniare musicisti, poeti, scrittori, pittori e filoso
E, che Giovanni Paolo II ha ricordato. Tra questi ultimi sono stati
menzionati, in particolare, Fran Mikloéiè, rettore dell'Università di
Vienna e padre della filosofia slava, e il filosofo France Veber.
172 CRONACHE
federale del Paese, piangano per aver tradito chi è morto per la li
bertà e che non si commemora con le lacrime di coccodrillo, ma
coi fatti. E i fatti sono qui, nella Padania, una nazione appena nata,
una nazione ancora bambina, ma che crescerà forte, rigogliosa e
soprattutto libera, perché è il frutto dell’amore». E allora che fare?
La soluzione proposta dall’on. Bossi era la trattativa: «lo penso
che occorre sedersi intorno a un tavolo e trattare: ci sono delle co
se da negoziare. L’unico posto in cui si può trattare e Mantova, se
de del parlamento della Padania, 0 Venezia, sede del governo della
Padania. Ma la trattativa dovrà farsi tra il popolo padano e il popo»
lo latino-meridionale, per vedere se si può rimanere insieme in uno
Stato federale». Ad ogni modo, rilevò l’on. Bossi, «oggi parte una
corsa inarrestabile che porterà all’indipendenza della Padania, me
diante una rivoluzione gandhiana che costringerà il colonialismo
romano a venire a patti o a subire lo schiantamento».
A sua volta, l’on. Maroni propose (da non collaborazione, la resi‘
stenza fiscale e la disobbedienza civile». «Potremmo, egli aggiunse,
disdettare le locazioni ministeriali romane negli stabili del Nord e
abolire in Padania le tasse più odiose, tipo quelle sulla casa. I sindaci
della Lega hanno detto no alla collaborazione col potere centrale e
non dovranno avere solo compiti amministrativi ma anche politici.
Quanto alle guardie verdi, e il nostro servizio d’ordine, parte inte
grante della lotta di liberazione della Padania. Le guardie verdi ef
fettueranno una lotta non violenta, pacifica, ma determinata».
Tra i leghisti a Pontida, il 2 giugno, c’era anche l’on. Pivetti, già
presidente della Camera, in camicia verde, sul podio con l’on. Bos
si. Accennando a quanto poco prima era avvenuto a Roma, essa
disse: «Si sono chiusi dentro per celebrare la fine di questi cin
quant’anni di Repubblica, di uno Stato che non ha voluto e saputo
riconoscere alla gente la libertà che chiede. Bisogna avere il corag
gio di aprirla quella porta». Sembra che queste parole fossero di
spiaciute al presidente Scalfaro, che volle vedere al Quirinale l’on.
Pivetti per un «chiarimento». La preoccupazione del presidente
Scalfaro era la minaccia leghista all’unità del Paese che, come disse
il 5 giugno, era «intoccabile»: una minaccia grave, che non tutti
sembravano prendere sul serio. Eppure, quel 2 giugno la secessio
ne del Nord sembrava porsi sulla via del non ritorno.
do dal 5,7% al 7,4% e ottenendo sei seggi. Alla Lista Dil'll, passata
dal 4,4% al 5,8%, andarono tre seggi, mentre uno andò al PRI Lista
Dini. Il Partito Socialista con l’r,g% dei voti guadagnò tre seggi e la
Rete col 4,2% ne ottenne quattro. Nessun seggio andò alle liste au -6'”5z.:31ì'MQÉE R‘GÌ’FÙC‘H'EÉÙ-R“KSÌÙ.IZFE
Il «cinquantennio democristiano»
della sua carica ideale: talune deficienze che c’erano state anche nel
passato divennero dominanti. Si affermarono così spesso l’affarismo,
il clientelismo, l’occupazione delle istituzioni e la loro lottizzazione, il
sottogovemo. Scriveva la nostra rivista il 2 febbraio 1980 in occasio
ne del XIV Congresso della DC: «Non possiamo non rilevare con
rammarico lo scontento e la delusione che hanno suscitato nell’elet
torato più sensibile un certo costume politico della DC, che in molti
casi appare più preoccupato degli interessi materiali personali e di
corrente e della conquista e della conservazione del potere che del be
ne del Paese e dei grandi valori umani da tradurre in fatti politici con
creti; una certa mancanza di ideali e di prospettive che tende ad ap
piattire la vita politica, dando forza all’accusa che la DC sia essenzial
mente un partito di “occupazione del potere”; soprattutto, taluni
scandali e comportamenti disonesti, ai quali il partito non ha sempre
reagito con adeguati rimedi e provvedimenti disciplinari». Si deve
dunque onestamente riconoscere che col passare degli anni - anche
per l’impossibilità di un’altemanza al governo del Paese, dovuta a
motivi di ordine internazionale - la crisi morale, prima ancora che
politica, della DC si è andata aggravando; nello stesso tempo però,
per lo stesso dovere di onestà e di oggettività, si deve riconoscere che
anche negli anni Settanta e Ottanta, la DC ha costituito la spina dor
sale del Paese, che gli ha permesso di superare i terribili «anni di
piombo» e momenti assai difficili di crisi sociale ed economica senza
che venisse messa in pericolo la democrazia e senza che venisse arre
stato lo sviluppo economico che ha portato l’Italia a divenire, da Pae
se contadino e povero, uno dei Paesi più industrializzati del mondo.
Così i primi 50 anni della nostra Repubblica, segnati in maniera
forte e determinante dalla presenza e dall’azione politica dei catto
lici, sono stati anni duri e difficili, ma non sono stati anni perduti
per il Paese. Piuttosto va meditata la lezione che gli uomini miglio
ri É non solo cattolici! - del passato cinquantennio hanno lascia
to: un Paese può essere «grande» e «civile» soltanto se in coloro
che hanno responsabilità politiche e sociali ci sono impegno per il
bene comune, disinteresse, vero amore di patria, onestà profonda e
capacità di guardare lontano, e in tutti i cittadini senso di solidarie
tà, impegno nel lavoro e senso del dovere. Se questo vale per tutti,
vale in maniera particolare per i cattolici impegnati in politica, se
vogliono lasciare un segno positivo - sia pure modesto - nel se
condo cinquantennio della nostra Repubblica.
ESTERO
Il Vertice di Firengfe
RECENXIONI
L’America Latina, dal Rio Grande tere latinoamericane, nei suoi aspetti
alla Terra del Fuoco, tranne natural_ sia letterari sia linguistici, ha raggiunto
mente il Brasile, gode del beneficio di un auge considerevole. Scrittori quasi
avere una lingua unificante: l’idioma sconosciuti sono diventati oggetto di
ispano-americano, normalmente chia vari studi e riedizioni: è il caso di suor
mato castigliano. Durante il nostro se Jua.na de la Cruz 0 di Felipe Huamàn
colo e, specialmente, man mano che ci Poma de Ayala. Uno dei problemi che
si avvicinava alla celebrazione del V evidentemente è affiorato, con il sorge
centenario dell’arrivo di Colombo nelle re di una prospettiva più critica Cl€l
Indie Occidentali, il problema delle let processo della conquista spagnola, e il
RECENSIONI l93
DOMENICO DEL RIO, I gentili e 1'Italia. Storia di purioni, trionfi e di anmrqze, Mila
no, Corbaccio, 1996, 522, L. 45.000.
In questi ultimi anni la storia dei ge prefissato non una storia completa del
suiti ha attirato vivamente il grosso I’Ordine, ma solo dei gesuiti in Italia,
pubblico; molti hanno visto il film Mir escludendo per altro gli aspetti più tipi
.I'ion, i più colti hanno letto i volumi del camente pastorali e soffermandosi sugli
Lacouture (cfr Civ. Cali. 1995 IV 100). episodi più pubblici che hanno contras
In questo filone s’inserisce ora il lavoro segnato l'attività dell’0rdine, nel suo
di Del Rio, noto vaticanista. L'A. si è rapporto con i vari Stati italiani e, dopo
194 RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
il 1861, col nuovo Regno d'Italia. Del e con l’avvento, dopo tre anni di in
Rio, senza essere uno storico di profes certezze, del nuovo generale, l’olande
sione, mostra quasi sempre, tranne casi se (rimasto lunghi anni nel Levante) p.
rari e tutto sommato di poco conto, Kolvenbach, le iniziative del p. Sorge.
un’informazione buona delle vicende Il volume si mostra benevolo nei
dei gesuiti; possiede uno stile vivace, confronti della Compagnia di Gesù,
che attira e quasi avvince il lettore; sol benevolenza non danneggiata dall'im
leva problemi interessanti, forse più nia che trapela in varie pagine, relative
implicitamente che esplicitamente, sen all’Otto e Novecento. L’A. non si
za pretendere di darne una soluzione; commuove troppo davanti agli attac
procede con una serie di medaglioni o chi di Gioberti, non si scandalizza da
di capitoli brevi, che si succedono rapi vanti alla durezza di molte pagine del
damente, lasciando nel lettore molti in la Civiltà. Non fa né un’apologia né
terrogativi, ma anche il desiderio di una critica, racconta (o piuttosto de
proseguire senza interruzioni la lettura. scrive, a flarber) e passa avanti. Certa
Le prime 150 pp. si fermano sul mente l’atteggiamento dei gesuiti ita
l’origine e l’espansione dei gesuiti in liani, soprattutto nell’Ottocento, si
Italia, su alcuni loro campioni famosi comprende meglio solo tenendo pre
(Bartoli, Segneri, Sforza Pallavici sente il contesto storico dell’epoca,
ni...), sulla loro espulsione da Venezia con il forte e diffuso anticlericalismo
nel 1605, sulla soppressione dell’Ordi (descritto in questi mesi proprio da al
ne nel 1775. L’A. si ferma più a lungo cuni opuscoli del Grande Oriente Ita
sull’Otto e Novecento, seguendo liano su I Pf'0lagoltill’l): quasi tutta la
spesso da vicino La Civiltà Cattolica, classe dirigente italiana, da Depretis a
di cui riporta ampi brani. Tocchiamo Crispi a Zanardelli, era duramente
così con mano la mentalità intransi ostile alla Chiesa e manifestò questo
gente e il tono non di rado un po’ acre spirito con le leggi laiciste sull'asse ec
degli scrittori (analogo del resto a clesiastico, sul religiosi, sul matrimo
quello di molti loro avversari, a co nio, sulla scuola.
minciare da Garibaldi...), la lotta con Era ben difficile a quei religiosi, im'
tro alcuni capisaldi del liberalismo ra pegnati nella difesa di principi e di
dicale e laicista dell’Ottocento, l’inge ideali sempre validi, conservare la se
nua convinzione che «i Piemontesi», renità, concepire la possibilità di dia
anche la mattina del 20 settembre logo, riconoscere la necessità storica
1870, non sarebbero entrati in Roma, dell'unificazione italiana. La loro azio
la notevole apertura sociale che prelu ne, se approfondì il fossato tra le due
de alla Rerum novarunt. Per il Novecen parti, contribuì a dare coraggio e fer
to, basta ricordare le pagine relative me convinzioni ai cattolici, troppo
alla controversia modemistica, che eb spesso bistrattati. È un peccato che
be nel p. E. Rosa, a lungo direttore di 1’A., avvinto dalle pagine della Civiltà
questo periodico, uno dei campioni; Cattolica, non si sia fermato sulle con
l’atteggiamento largamente benevolo dizioni concrete in cui vivevano quei
verso il fascismo. Non potevano man_ gesuiti dopo la dispersione liberale:
care pagine dedicate a protagonisti comunità ristrette, ricostituite alla me
ben noti, Tacchi Venturi (di cui si esa glio e guardate con sospetto dalle au
gera l’influsso su Mussolini), Lomban torità, specie dal guardiasigilli Villa,
di... Il volume si spinge alle ultime vi che dava un’interpretazione estensiva
cende della Compagnia, con il genera della legislazione vigente; superiori
lato del p. Arrupe, terminato con le solleciti di salvare la sostanza della vi
sue drammatiche dimissioni nel 1981, ta religiosa anche in quei frangenti...
RECENSIONI 195
La Lettera agli Efesini è stata og contenuto della lettera, le cui parti, qua
getto di numerosi studi, come si può le più quale meno, si riconducono ad es
verificare con facilità scorrendo l'am si: al mistero, che ricompare in punti si
pia bibliografia riportata in fondo al gnificativi; alla ricapitolazione, che va
volume. Il testo di cui ci occupiamo sempre richiamata come una spiegazio
appartiene al genere letterario del ne» 57).
commentario «classico» (nel senso mi A partire da queste considerazioni
gliore del termine). Un'ampia intro viene diviso il corpo della Lettera (p.
duzione affronta le questioni fonda 57 s) e poi strutturato il commento del
mentali: il genere letterario, il mondo testo. Esso prevede alcune tappe fisse:
della Lettera, il rapporto con quella ai una bibliografia specifica iniziale, la
Colossesi, con Qumran, i destinatari, traduzione del testo biblico corredata,
l'occasione, l'autore. Più delicato è de se necessario, da alcune note di critica
cidere in base a quale principio divide testuale e poi il commento analitico dei
re il testo per poterlo commentare. singoli versetti. Il commento esegetico
Vengono rifiutati criteri di tipo litur è piuttosto tecnico, sostenuto da una
gico e si sceglie come significativo serie di note critiche a pie’ di pagina, e
l'orientamento cristologico. Questo è richiede un certo impegno. Non siamo
anche il principio scelto da R. Penna infatti di fronte a un testo di divulga
che fa dell'espressione «uomo nuovo» zione, ma a un libro di consultazione e
il perno della struttura letteraria dello di studio nel quale ampio spazio occu
scritto. Egli ritiene infatti che la Chie pa il confronto con gli autori che si so
sa, rappresentando il superamento no occupati della Lettera o di singoli
della divisione conseguito in Cristo, problemi. Manca una parte esplicita
costituisca l'uomo nuovo. mente teologica e neanche alla fine del
L'A. contesta tale interpretazione che volume viene offerta qualche nota in
non ritiene cosi fondamentale e assume questo senso. Il libro invece si conclu
un altro approccio cristologico basato de semplicemente quando il testo da
sul «mistero» enunciato in 1,9.10, dove commentare e finito. Non c'è nessuna
si illustra il proposito di Dio di «far co conclusione, nessun epilogo, coerente
noscere a noi il mistero» che consiste nel mente col genere scelto. Il testo è cor
«ricapitolare in Cristo tutte le cose». redato da un indice dei passi biblici e
«Nei concetti di mistero e di ricapitola dei nomi ricorrenti nel commento.
u‘one viene enunciato fin da principio il Si tratta di un libro di studio, come
196 RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
PAOLO MERLO, Liberi per vivere secondo il Logos. Principi e criteri dell'agire morale in
San Giustino filosofo e martire, Roma, LAS, 1995, 576, L. 50.000.
Giustino nasce agli inizi del Il seco ma non nega la libertà. L'uomo è esse
lo a Flavia Neapolis, l'antica Sichem, re ragionevole; in forza della sua razio
da coloni pagani. Alla ricerca della ve nalità egli è responsabile della scelta tra
rità studia le dottrine platoniche, per vizio e virtù: visione intellettuale della
approdare poi al cristianesimo. Coro libertà e della responsabilità, in coeren
na la sua vita con il martirio a Roma za con certo pensiero greco, non atten
intorno al 16;. Dei suoi scritti, in lin to alla fondamentale componente voli«
gua greca, rimangono le due A}>ologie riva. Omettiamo la retribuzione finale,
e il Dialogo a Trifone. Il suo pensiero ribadita da Giustino, per andare al noc
etico riveste grande importanza, per ciclo del suo pensiero, strettamente
ché egli ama il confronto critico con la teologico: Dio ha creato l’uomo libero,
cultura greca e con l'Antico Israele, gli ha dato una legge razionale, cioè
convinto com'è che la luce del Logos conforme al Logos, il quale è eterno;
abbia esercitato il proprio influsso presente e attivo nell’Antica Legge e
non solo sulla legge antica, ma anche nella cultura pagana, egli si è fatto L10
sul pensiero dei filosofi pagani. Per mo e ci ha dischiuso le «porte della lu
brevità concentriamo l'attenzione sul ce». La dottrina cristiana, quindi, è net
legame che unisce il Verbo alla rifles tamente superiore al pensiero pagano.
sione e all’agire etico dei pagani. al quale tuttavia è riconosciuta una va
La cultura del tempo nega la libertà, lenza positiva: la razionalità che è mista
perché si sente dominata dal Fato: ad a errori. Essa rende possibile il dialo
esso Giustino contrappone la capacità go, ma non sottopone la dottrina cri
di autodeterminazione, insita nell’esse stiana al paganesimo. Il Logos istruisce
re umano in forza dell’atto creatore di ciascuno di noi sulla legge morale, im
Dio: filosofia e legislazione conformi mutabile ed eterna, conosciuta da tutti i
alla «retta ragione» (si tenga presente popoli, sintetizzata nel doppio coman
che «ragione», in greco, suona Logos) damento dell’amore di Dio e del pros
suppongono e confermano la nostra li simo. Il duplice precetto sta alla base di
bertà. La profezia, di cui abbonda I’AT, ogni criterio di discriminazione tra vi
afferma la previsione infallibile di Dio, zio e virtù.
RECENSIONI I 97
GIANNI MINA, Un continente dexaparee‘ido, Milano, Sperling & Kupfer, 1995, 275,
L. 26.500.
sa latinoamericana, in nome del Van ma religiosa di quei popoli, della vita ;?""Ù
HH’QRH
E’E Ì'Z-I
i!
gelo, ha scritto in difesa degli oppressi nelle favelas o quelle di R. Menchù, si
e delle vittime rimangono come uno dimostrino di una bruciante attualità.
dei momenti più belli della storia con La grafia di molti nomi locali è nel te
temporanea, e non vanno dimenticati, sto alquanto «capricciosa», ma si potrà
ma la testimonianza va ora resa effica correggere in successive edizioni. Ciò
ce nelle nuove circostanze, in parte che rimane è il vibrare di un’utopia
cambiate. In questo senso temiamo che il dramma delle situazioni alimen
che l'America Latina di cui parla l’A. ta da solo e un anelito di liberazione
sia realmente un po’ desaParecida. Ciò che non viene meno.
non toglie che alcune pagine, come
quelle di frei Berto che parla dell’ani G. Salvini
111111 so irlandese mons. Hugh O’Flaherty sia percorsi di fuga in Francia per gli avia
chi: il suo nuovo mp0, il maggiore Sam tori abbattuti e dava loro addirittura
Derry, dal quale d'ora in poi avrebbe ri istruzioni nel caso venissero abbattuti
uri r cevuto gli ordini relativi alla sua missio sopra Berlino. Inoltre, con la sua auto
Îà'à
E
? ne. Nel complesso, l'attività di Derry, rità - e il suo denaro - appoggiava le
O’Flaherty e Simpson rappresentò un operazioni che si svolgevano a Roma.
brillante successo, nonostante alcune In breve, l'interessante operazione di
tragedie e tradimenti. Simpson scrisse il soccorso umanitario di cui ci stiamo
racconto delle sue esperienze subito do occupando non costituiva il semplice
po la fine della guerra, quando i ricordi sforzo personale di una manciata di vo
erano ancora freschi e ciò costituisce lontari, bensì un’operazione militare
un'aggiunta rivelatrice per la cronaca di debitamente autorizzata. Simpson sol
Roma Città Aperta. leva soltanto per un attimo il velo del
Ma si trattò al tempo stesso di un «segreto d’ufficio» quando ci dice che
È’ÎE“ brillante successo dei Servizi Segreti Derry e un altro assistente, John Fur
britannici, l'MI9 (Mi/flag Intelligence n. man, vennero ingaggiati dopo a Lon
9) dell'Ufficio della Guerra di Londra. dra dall'M19, il quale aveva ancora
L’«Organizzazione Roma» di Derry, molti compiti da svolgere e aveva biso
î‘Hi-E‘E=Efi come era nota nei racconti ufliciali, era gno di esperti «in fughe ed evasioni».
in realtà l'applicazione del piano di Simpson e rimasto a Roma in servizio,
«Fuga ed Evasione» dell’Ml9. Questo «per pagare un debito d'onore», come
introduceva di nascosto le attrezzature egli stesso dichiara.
per l'evasione nei campi dei POW (Pri
ronm‘ of War), come Colditz; creava R. A . Grabam
ONOFRIO BRINDISI, don Arpreno, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, 1995, 24;,
L. 22.000.
una forte verve poetica e profetica dalla cristianesimo, la sua giovinezza e bel
quale si lascia trascinare. Il suo rac lezza, la sua capacità di fermentare po
contare è, si, ricco di vivacità, di colo sitivamente la società: elementi morti
ri, di pensiero, ma talvolta anche ri ficati dall’usura del tempo e dall’ap
dondante e monocorde su taluni temi. piattimento delle coscienze.
Comunque sia, questo don Aspreno è L’A. è parroco del duomo di Vibo
un romanzo che suscita problemi, so Valentia, animatore culturale (a lui si
pratturto pastorali, mette sotto accusa deve l’istituzione del «Premio interna
metodi e consuetudini che sanno di zionale della Testimonianza»), poeta e
paganesimo, pone impietosamente il narratore forbito. Deve molto amare
dito su piaghe secolari che sclerotizza Teilhard de Chardin, la cui presenza in
no la vita cristiana, denuncia ipocrisie don Aspreno si fa molto sentire.
e violenze ammantate di pietà. Inoltre
sottolinea l’aspetto umanizzante del F. Castelli
Fiammingbi a Roma: 1508- 1608. Artisti dei Paesi Bassi e del Principato di Liegi a Ro
ma durante il Rinascimento, Milano, Skira, 1995, 567, s.i.p.
RH‘-9LDfl'’IZm'InBuH'‘E
trentenne Rubens ne parte, per tornare (in primis dello stesso Mantegna, ma
definitivamente ad Anversa), vengono anche di Jacopo de’ Barbari, di Ago
esaminati nel loro contesto culturale stino Veneziano, di Marcantonio Rai
«fiammingo», aggiornato sulle novità mondi, di Giulio Bonasone) che arri
veneziane e soprattutto raffaellesche e vavano in gran numero nel Nord Eu
michelangiolesche, i diversi «romani ropa dalla Penisola; i cartoni di Raf
sti», ossia gli artisti del Cinquecento faello per gli arazzi degli Atti degli
inizi Seicento così definiti, nel corso Apostoli, giunti nel 1517 a Bruxelles
del XIX secolo, da Alfred Michiels e da (l'antica capitale dei duchi di Borgo
Eugène Fromentin. Comune a questi gna) e seguiti, nel 1510, dall’arrivo di
pittori è un secondo apprendistato, ef un allievo di Raffaello, Tommaso
fettuato al di qua delle Alpi, per con Vincidor. Quest'ultimo (conosciuto
RECENSIONI 20|
PAUL CHRISTOPHE, I poveri e la povertà nella rtoria della Cbie.ra, Padova, Messagge
f°, 1995. 593, L- 15.000.
KAREN ARMSTRONG, Storia di Dio. 4000 anni di religioni monoteiste, Venezia, Marsi
lio, 1995, 492, L. 58.000.
Non si tratta di una storia di Dio di Marx, Freud, Nietzsche hanno di’
ma della nozione religiosa di Dio nelle chiarato morta e che sembrano confer
religioni monoteiste (con un capitolo mate dall'epoca attuale della secolariz
sulle religioni cosmobiologiche) e del zazione.
l'idea filosofica di Dio, che le critiche Quali sono le conclusioni? L’bom
SEGNALAZIONI 203
mpien.r è stato religiorur, cioè ha cercato Dio, realtà trascendente; un'idea non
e trovato nella religione un significato attinta alla realtà di Dio né che attinge
alla vita, «ha creato un nuovo motivo in alcun modo la sua realtà e dunque
di fiducia contro il senso di vuoto e de non soltanto non verificabile ma nep
solazione» che sentiva. La religione pure falsificabile; un mero prodotto
con la sua nozione di Dio ha offerto un soggettivo estraneo al vero o falso di
rimedio, esercitando una «funzione scorso su Dio; un'idea perciò solo
pragmatica», più rilevante «di quanto pragmatica. Nella storia della nozione
non lo sia il suo rigore logico o scienti di Dio religiosa o filosofica, cristiana
fico». E oggi? forse non c'è più biso o no, sarebbe dunque irrilevante la ri
gno oggi di questa nozione di Dio e cerca del vero Dio e tutti i tentativi di
della sua funzione pragmatica. Ma è non cadere nell'errore, nel falso, nel
troppo presto per trarre conclusioni o l'eresia circa Dio. Consta invece il
previsioni certe e affidabili. L'esperien contrario. Anche circa la fede cristiana
za del fare a meno di Dio è troppo re l'A. ha la sua idea, inaccettabile obiet
cente. Non si sa dunque se l'uomo riu tivamente. Alla domanda: Gesù e ri
scirà a farne a meno per sempre o se in sorto? risponde: «Circolava voce che
vece ricorrerà daccapo alla nozione di fosse risorto»; i discepoli lo credevano
Dio. Potremmo essere di fronte a un’ perché credevano alle sue apparizioni
analisi della rilevanza sociale della reli o di averlo visto. Una fede al quadra
gione per problemi pertinenti alla vita to, un credere di credere: un circolo
umana in questo mondo. Il rapporto intrasoggcttivo, una convinzione di
con Dio e il suo senso e valore autono aver la prova di ciò di cui si è convin
mo non rientrerebbero allora nell'argo ti. Dio resta sempre una realtà trascen
mento di quest'opera. Ma non è così. dente cioè «separata» fuori tiro, come
L'A. ha due tesi che sono inaccetta intende I’A., non il mistero di cui la fe
bili. La prima: la teologia negativa de avverte e adora la presenza.
proverebbe che l'uomo non può farsi
che un'idea provvisoria, relativa di G. Pirola
SEGNALAZIONI
tica comunione d’amore»; sapendo Esso offre pure una sollecita risposta
che «l’espressione massima di questa all’invito di Giovanni Paolo Il conte
comunione d’amore dev’essere identi nuto nella sua recente Lettera aposto
ca a quella dei primi secoli del cristia lica Orientale Lumen: conoscere e ap
nesimo: poter celebrare insieme, orto profondire sempre meglio la ricchezza
dossi e cattolici, la divina eucaristia» teologica della Chiesa d'Oriente, per
(p. XIII s). Nella conclusione, I’A. ri ché «la venerabile e antica tradizione
leva che «parlare di cristologia neo-or delle Chiese orientali [è] parte inte'
todossa non gnifica parlare di una grante del patrimonio della Chiesa di
cristologia che sia sostanzialmente di Cristo» (0L, n. I).
versa dalla cristologia ortodossa del
passato e soprattutto dalla cristologia P. Pesca
dei Padri della Chiesa» (p. 245).
Per I’A. non è possibile comprende
re la cristologia ortodossa senza «com LUCIANO FANIN, La crescita nello SPiri
prendere tutto il contesto teologico del to. Lineamenti di teologia sPiritna/e,
mondo ortodosso», comprese le «sfu Padova, Messaggero, 1995, 222, L.
mature del [...] linguaggio cristologi 20.000.
co» dei teologi ortodossi, che «costitui
scono un tocco di assoluta novità e Nella premessa l’A. scrive: «L’
creatività» (ivi). Anche i singoli capito obiettivo è quello di offrire e di deli
li sono preceduti da una breve introdu neare un percorso di studio della “spi
zione e terminano con una altrettanto ritualità”, uno fra i possibili, dal mo
breve conclusione. Ciò aiuta didattica mento che necessariamente si dovrà
mente il lettore a cogliere subito fare una scelta di campo. Ci si muove
l’aspetto centrale della esposizione e a rà con l’intento di offrire una solida
sintetizzare facilmente gli elementi es ossatura ad un discorso di “teologia
senziali della trattazione, conferendo al spirituale”, ma contemporaneamente
volume anche la caratteristica di un te si vorrà offrire uno strumento che aiu
sto abbastanza chiaro, per eventuali ti nell’ambito personale a consolidare
corsi sull’argomento specifico, nei Se la propria vita interiore fornisca i
minari o in altri Centri teologici. dati essenziali e principali dello studio
Le problematiche trattate toccano i attuale nel settore scolastico ren
vari aspetti del mistero cristologico: il da idonei ad operare meglio nell’im
motivo dell’incamazione, la persona di pegno pastorale della “nuova evange
Gesù Cristo, la sua coscienza, il miste lizzazione” [...]; offra alcuni elementi
ro pasquale, il rapporto tra pneumato per un primo discernimento spirituale
logia, cristologia e mariologia; soffer di quanto avviene in sé e attorno a sé
mandosi anche sul modo proprio di nella prospettiva di una possibile “let’
concepire e fare teologia nella ortodos tura teologica” del vissuto cristiano»
sia contemporanea. La cristologia (p. 5 s). Il progetto, come viene indi
neo-ortodossa, fa osservare l’A., non è caro dopo queste parole nella sua con’
una pura e arida speculazione circa la cretezza metodologica, è indubbia
persona di Gesù Cristo; è, invece, una mente impegnativo. Il libro si svolge
realtà vitale, anzi mistica, che porta a in nove capitoli e una appendice. a=n._'-A>»:=
penetrare con tutto il proprio essere Il capitolo iniziale è orientato verso
nel mistero ineffabile del Dio-Trinità, una definizione della spiritualità, Cl[€
amore relazionale e comunionale. viene ripresa da Ch.-A. Betnard: «E
Il volume costituisce un apprezza quella disciplina teologica che, fonda
bile contributo al dialogo ecumenico. ta sui principi della rivelazione, studia
SEGNALAZIONI 205
creare uno stretto legame tra testo e vicario foraneo, ne fece un'accurata
lettore. Uno dei motivi della sintonia esplorazione, arrivata fortunatamente
autore-lettore è la parabola di appro sino a noi in un manoscritto che ci
fondimento, di cammino verso una zo permette di conoscere alcune partico
na interiore, di disperazione e di vita, larità della catacomba e alcune iscri
di abbandono e di attesa, che è territo zioni poi andate distrutte: esso si con
rio della memoria, del desiderio, del serva ancora presso l'archivio parroc
«ritorno» a se stessi e del confronto in chiale di Rignano Flaminio. Natural
tcriore. In questo territorio l'iniziativa mente della catacomba di Santa Teo
di Rota ha inteso addentrarsi. dora ebbe a occuparsi più volte il de
Rossi e non solo per la serie interes
A. .S‘padaro sante delle sue iscrizioni datate. Infine
l'A. di questa guida che noi presentia
mo ai lettori pubblicò nel 1986 un'edi
VINCENZO FIOCCHI NICOLA], La rata zione critica delle iscrizioni cristiane
romba di .f. Teodora a Rignano Flami della catacomba e poi nel 1988 una de
rio, Città del Vaticano, Pontificia scrizione completa di essa nel suo vo
Commissione di Archeologia Sacra, lume su I cimiteri paleorrii'tiani del La
1995, 72, con 37 figure, in parte a gio. 1. Etruria meridionale, pp. 506-522
colori, L. 15.000. (Cfr Civ. Catt. 1988 III 540).
Le iscrizioni della catacomba sono
La Pontificia Commissione di Ar in questa guida spiegate nelle pp.
cheologia Sacra ha inaugurato una 56-46 e sono soprattutto naturalmente
nuova ricca serie di guide illustrate al quelle datate con data consolare. Non
le catacombe di Roma e dell'Italia, in compare tra esse quella apparente
formato quadrato di cm. 20x10, piena mente doppia di un Antemii e una le
mente adeguate alle ultime scoperte. beriane: (n. 51 della silloge critica del
La presente riguarda una catacomba 1986). lo ritrovo qualche cosa di simi
non grande, ma molto importante le in una nota del Marini del codice
perché abbastanza bene conservata e Varie. lat. 9090, scheda 4528: In meme
ricca di 77 iscrizioni ad essa pertinen terio prope Rignano a .rrbedir Sarrarii
ti, arrivate in qualche modo fino a Apollo/ili: DP SEVERIANI D F C
noi, delle quali ben 19 datate ancora INSTREQVIESCIT ebri.rrnon, che forse
del secolo IV (dall'anno 339 in poi). E vorrà dire defune‘ltu‘ inrequiem't Cbri.rto,
la catacomba di Rignano Flaminio, formula che traduce un pensiero nor
una cittadina sulla via Flaminia, a cir male nell’epigrafia cristiana antica.
ca 40 chilometri da Roma. Essa co
nobbe presto il cristianesimo e se ne A. Ferma
ricordano tre martiri: Abbondio, Ab
bondanzio e Marciano. La catacomba
è detta di Santa Teodora, la pia donna FRANCESCO Ross1 DE GASPERIS, La
del secolo III a cui si attribuisce la fon roeeia rbe ti ba generato (D! 32,18)
dazione di tal cimitero per i cristiani. ( Tutte le nortre urgenti in le, .fa/
Esso si cominciò a scoprire, per 87,7). Un Pellegrinaggio nella Terra
quanto sappiamo, nel secolo XVII e se Santa come erereigio rpirituale, Roma,
ne asportarono corpi creduti di santi ADP, 1995, 178, L. 25.000.
martiri nel 1628 e 1651; nel 1702 il
Boldetti fu mandato a farne una rico Da vari anni i gesuiti italiani, in pic
gnizione. Ma nella metà del secolo coli gruppi, trascorrono, come mo
XVIII il canonico Giambattista Tomai, mento di formazione permanente, un
208 RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
soggiorno di due mesi in Terrasanta, Sacra Scrittura. Utile quindi per per
imperniato in lezioni bibliche e visite sone che vogliano dare alla propria vi
guidate ai Luoghi Santi. Direttore di ta spirituale una base precisa e certa.
questa iniziativa è l'A., noto biblista,
conosciuto per l'insegnamento e le I. M. Gangi
pubblicazioni e soprattutto per il radi
camento e l'amore verso Gerusalem
me e la Terrasanta. Egli suole corona FRANCO D’ANASTASIO, San Gabriele
re questa iniziativa con un corso di ot del!’Addolorata. Un messaggio di spiri
to giorni di Esercizi Spirituali. Il libro tualità, Teramo, Eco, 1995, 542,
che presentiamo è precisamente il cor con ill., L. 35.000.
so da lui tenuto in questi ultimi anni.
Data la perculiarità del gruppo a cui L’A. è un noto studioso della spiri
si rivolgeva, le riflessioni qui presentate tualità di san Gabriele (1858-62). Inda
si inquadrano in uno schema largamen gando i miracoli che dal 1892 hanno
te ignaziano e si arricchiscono di riferi assicurato al Santo la fama di taumatur
menti alle Costituzioni della Compagnia go, l'A. ne analizza le conseguenze sui
di Gesù. Ma ciò che lo caratterizza è che graziati, così che l'intervento prodigio
il tutto è concepito come una ripresa so risulta, nelle numerosissime testi
sintetica dell'itinerario biblico geografi monianze, legato a un messaggio spiri
C0 e spirituale compiuto nei due mesi. tuale che cambia l'esistenza. In partico
Luoghi e avvenimenti richiamati nelle lare, se ne ha un’esemplificazione nel
16 «meditazioni» diventano occasione bellissimo connubio spirituale tra san
per riprendere, chiarificare e approfon Gabriele e santa Gemma Galgani. Il
dire concetti e punti fondamentali della lettore potrà conoscere la spiritualità
Rivelazione biblica. Il deserto, il Sinai, del Santo incentrata sulla dignità del
il Giordano, Gerusalemme, Nazaret, sacerdozio e sulla devozione alla Ma
Cafamao, il Golgota offrono lo spunto donna Addolorata, espressa nel .S‘imbolo
per rivivere i cardini essenziali della vi Mariano. La sua è la santità del nascon
sione ebraico-cristiana della storia della dimento, segnata dalla morte mistica,
salvezza, manifestativa della vita e del presto seguita dalla morte fisica. Il li
l'amore di Dio, che trova il culmine nel bro è completato dalle fotografie dei
l'Incarnazione del Figlio, e sorgente miracolati, da quelle della basilica co
della nostra vita di figli. struita in suo onore e da molte infor
Sono considerazioni che hanno la mazioni di carattere devozionale e turi
larghezza e la sicurezza della Parola stico utili a coloro che desiderano re
divina, perché sono affidate a una ric carsi su quel luogo di culto.
chezza straordinaria di riferimenti di
retti e di copiosissime citazioni della G. Forlizgi
Collegio degli scrittori de «la Civiltà Cattolica»: Gianpaolo Salvini S.I. (direttore),
Giuseppe De Rosa S.l. (vicedirettore), Michele Simone 5.]. (caporedattore), Guido
Valentinuzzi S.l. (segretario), Virgilio Fantuzzi S.I., Paolo Ferrari da Passano S.I.,
Angelo Macchi S.l., Giovanni Marchesi S.I., Giandomenico Mucci S.I., Piersan_
dro Vanzan S.l.
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 594/48 del 14 settembre 1948 _ Sped. in abbonamento postale 1°'/'
Finito di stampare il 19 luglio 1996
SO.GRA.RO. _ SOCIETÀ GRAFICA ROMANA S.p.A. - via I_ Pettinmgo 39 - 00119 Roma » ttl- 4HHH'
OPERE PER VENUTE
NOTA. Non è possibile dar conto delle molte opere che ci pervengono. Ne diamo intanto un
annuncio sommario, che non comporta alcun giudizio, e ci riserviamo di tornarvi sopra secondo
le possibilità e lo spazio disponibile.
AP
,57
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LA CIVILTA‘
CATTOLICA
3507 / 3508
_* V , i
LA Cl VI LTA‘ CATTOLICA
«Beatus popu/us. cuius Dominus Deus eius»
SOMMARIO
ARTICOLI
209 J. Galot. Assunzione e morte di Maria
223 G. Salvini. La missione della Compagnia di Gesù e la promozione
della giustizia
238 H. Schóndorf, Rene Descartes. La fondazione della filosofia mo
derna
251 F. Caste/Ii. Un «signore dello spirito»: Stefano Jacomuzzi
263 C. Marucci, Il Nuovo Testamento e la critica testuale
CRONACHE
278 Chiesa: P. Vanzan, La preparazione al sacramento del matrimonio
288 Italia: G. De Rosa. Gli italiani e la pena di morte
298 Estero: A. Macchi. Boris Eltsin rieletto presidente della Russia
ABBONAMENTI ITALIA: un anno L. 90.000; due anni L. 160.000; tre anni L. 230.000;
un semestre L. 50.000; un quaderno L. 7.000. ESTERO (via superficie): un anno S 110; due
anni 5 200; tre anni 8 280; un quaderno 8 10. l versamenti possono essere effettuati: a)
tramite il conto corrente postale n. 588004. intestato a La Civiltà Cattolica. via di Porta
Pinciana. l - 00187 Roma; b) sul c.c. bancario n. 89741 de La Ciw'lrà Cattolica presso Rolo
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«E» Unione Stampa Periodica Italiana - ISSN 0009-8167
LA CIVILTÀ CATTOLICA
Sommario del quaderno 3507-3508 (3-17 ago.rto 1996)
I RACCONTI
DELL’APOCMISSE
a cura di Fulvio Panzeri
e Roberto Righetto
k?’
I racconti Ù<’Îjv
' MM @lîlxfl
dell’Apocalisse
a cura di F. Panzeri e R. Righetto
Religione, pag 200. L 23 000