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Relazione introduttiva di Teresa Petrangolini al terzo seminario internazionale di Frascati sulla cittadinanza dimpresa

Frascati, 10 e 11 ottobre 2003 Nellaprire il 3 seminario internazionale di Frascati, desidero ringraziare i partecipanti: i rappresentanti del mondo dellimpresa, le istituzioni internazionali e regionali, i nostri amici delle altre organizzazioni civiche, gli studiosi italiani e stranieri. Abbiamo voluto dare un titolo forte a questa iniziativa, Fare impresa, essere cittadini, proprio per richiamare il legame che unisce la responsabilit sociale delle imprese con la dimensione della cittadinanza: non si pu fare impresa in modo responsabile senza una attenzione e un impegno sul fronte della promozione e della tutela dei diritti dei cittadini. Vale a questo proposito la ormai famosissima frase di Kofi Annan Ci che bene per la societ, bene per limpresa. I protagonisti di queste due giornate saranno quindi le imprese e le organizzazioni civiche, in un confronto che avr come sponde le istituzioni internazionali e gli studiosi. E il terzo anno che si svolge il seminario internazionale di Frascati: si pu legittimamente dire che non siamo nati ieri. E dal 1999 che ci occupiamo di cittadinanza dimpresa, dal 2001 che organizziamo questo seminario. Ci che ci ha spinto non la moda della responsabilit sociale allora non ne parlava ancora nessuno in Italia quanto un criterio di necessit. Sicuramente ci ha aiutato la scelta di confrontarci con la dimensione internazionale, allinterno della quale il tema della responsabilit dellimpresa fa i conti con questioni di grande rilevanza, come la globalizzazione, le politiche dei diritti umani, linterdipendenza. Volevamo capire, come organizzazione di cittadini, con quali modalit fosse possibile coinvolgere le imprese in programmi di alto significato sociale e politico, passando da una logica di sponsorship, che non ci dava nessuna certezza di sostenibilit nel tempo, ad una logica di partnership, che significa coinvolgimento, strategie comuni, responsabilit condivise, obiettivi a medio termine, tra tutti i soggetti coinvolti. Questo ragionamento andava di pari passo con il progressivo ritrarsi delle istituzioni pubbliche dal sostegno di programmi di interesse sociale. Quindi, se ce la dovevamo vedere tra di noi tanto valeva parlarne e costruire un percorso comune tra imprese responsabili le imprese del gruppo di Frascati hanno fatto da apripista! - e mondo dellattivismo civico non assistito, anche per propria volont, dal pubblico. Il quadro generale allinterno del quale ci siamo collocati quello dellattuazione dellart. 118, u.c., della Costituzione italiana, il quale conferisce una dignit costituzionale al principio di sussidiarit orizzontale, facendo assumere un valore pubblico al ruolo dei cittadini che autonomamente decidono di occuparsi dellinteresse generale, siano essi singoli od associati. Avevamo e abbiamo quindi una grande ambizione: essere parte di un progetto politico pi generale, che riguarda lallargamento dei poteri pubblici in una 1

democrazia a pi voci. Anche le imprese sono chiamate ad esercitare responsabilit pubbliche, non limitandosi a comportarsi bene, produrre ricchezza, garantire lavoro. Nel contesto dellart. 118, come si dice in uno dei documenti che avete in cartellina, la nozione di cittadinanza dimpresa, del fare impresa e dellessere cittadini, assume un significato proprio e non solo metaforico: nel prendersi cura di problemi di interesse generale, le imprese si comportano come cittadini, o meglio esercitano la cittadinanza in termini di sussidiariet. Antonio Gaudioso vi parler delle diverse tappe del nostro lavoro. Io vorrei soffermarmi su alcuni aspetti della natura di questi incontri, e mandare qualche messaggio a chi non c e non verr. Nonostante il carattere seminariale e riflessivo dellincontro, gli incontri di Frascati sono sempre stati caratterizzati da una grande concretezza dapproccio. Si parla di esperienze, di obiettivi, di successi e di insuccessi. Lo scorso anno il Gruppo di Frascati, assieme ad altre imprese che si sono poi aggregate, usc dal seminario con la decisione di sostenere e partecipare ad una grande campagna per il superamento delle barriere architettoniche. Loriginalit della scelta consisteva in due fatti. Innanzitutto non si trattava di una iniziativa tra due soggetti in rapporto biunivoco, un movimento di cittadini che chiedeva, una impresa che sposava il programma, condividendone gli obiettivi e apponendo quindi il suo marchio, bens di una scelta comune di tanti soggetti sia dellimpresa che del mondo civico, di dare grande impulso ad una battaglia di libert e di civilt, quale quella di abbattere un numero rilevante di barriere nei servizi di pubblica utilit. Non cerano primi della classe o rapporti esclusivi di partnership, ma una assunzione di responsabilit su una questione di interesse generale, senza grandi ritorni di immagine, e senza legami con il proprio core business. Un secondo significato riguarda la scelta per lazione. Non si trattato solo di una campagna di informazione per sensibilizzare cittadini e istituzioni, ma di un programma che ha portato effettivamente al superamento di 100 delle 118 barriere annunciate per il 2003 (siamo ancora ad ottobre!). Il nostro intento era anche quello, in unottica di cittadinanza dimpresa, di far capire ai cittadini che coinvolgere partner industriali poteva potare vantaggi ad una causa nobile come quella di tutelare i diritti dei cittadini con particolari difficolt. In pratica abbiamo utilizzato lart. 118, u.c., della Costituzione italiana adottando come cittadini le barriere individuate, che per legge dovrebbero essere state da tempo eliminate: gli scalini di un ufficio postale, la porta di un ambulatorio, lingresso di un teatro, le fermate di un servizio urbano, laccesso ad una scuola. Tra gli esempi da segnalare, limpegno di una diocesi a cofinanziare il superamento delle barriere presso le singole parrocchie o limpegno di ABI alladeguamento degli sportelli bancomat in tutte le banche italiane. Abbiamo comprato pedane, redatto progetti per i comuni, firmato protocolli dimpegno, livellato marciapiedi, coinvolgendo le associazioni dei disabili, le amministrazioni competenti, le imprese coinvolte, e tante, tante scuole. Siamo andati in giro per tutta lItalia con il camper Obiettivo barriere, 2

abbiamo fatto girare la campagna pubblicitaria nella gran parte dei giornali, abbiamo distribuito ai cittadini alcuni milioni di pezzi tra depliant, adesivi, libretti informativi, abbiamo anche effettuato un monitoraggio degli edifici di pubblica utilit in 67 citt. La sensazione che abbiamo ricavato da questo lavoro che abbiamo appena cominciato e che, se il problema delle barriere riguarda tutti, esso colpisce in modo drammatico i giovani. Per questo vorremmo proseguire per tutto il prossimo anno, scegliendo per di andare a superare ed abbattere le barriere nei luoghi in cui i giovani si recano con pi frequenza: gli impianti sportivi, le scuole, le spiagge e i luoghi di divertimento. Sarebbe interessante concludere questanno il seminario con laccordo di abbattere altre 118 barriere, come sempre piccole barriere, che sono per grandi ostacoli per chi vuole andare al cinema, a studiare o a fare un bagno al mare. Sono presenti oggi i rappresentanti di imprese e di organizzazioni civiche in pari numero, assieme agli ospiti stranieri e ai rappresentanti istituzionali. In questo si tratta di un evento unico per la sua originalit e per la sua specificit di mettere a confronto, senza intermediari, imprese e mondo della cittadinanza attiva. Questo seminario vuole essere anche un momento di grande apertura. Non si fa a porte chiuse, ma accessibile a chiunque voglia esserci, sia del mondo dellimpresa che di quello della cittadinanza attiva. Ognuno qui pu portare esperienze, riflessioni, questioni, successi, fallimenti. Limmagine che pi si avvicina al senso del seminario quella dellemporio nel quale si scambiano informazioni, consigli, progetti per il futuro. Con ununica accortezza: fare cittadinanza dimpresa o coinvolgere le imprese in progetti sociali non una cosa semplice; non sufficiente incontrarsi e scambiarsi opinioni. Per costruire una partnership sono necessarie tante cose: una comunione di intenti e di obiettivi pur partendo da esperienze diverse; la trasparenza nella gestione delle azioni che si realizzano; la capacit di rendicontare sempre circa luso delle risorse e circa i risultati ottenuti. Troppo spesso ci sono attivit di sponsorizzazione mascherate da cittadinanza dimpresa. Proprio per dimostrare che possibile, come noi cercheremo di fare in questi due giorni, un confronto tra soggetti cos diversi, abbiamo inviato qui da Frascati un messaggio ai giovani industriali riuniti a Capri per il loro convegno annuale. In questo messaggio, siglato da Cittadinanzattiva ma che forse pu essere condiviso anche dai componenti del gruppo di Frascati, chiediamo ai giovani industriali di misurarsi con la loro responsabilit sociale, evitando di cadere in nuove forme di opportunismo di impresa. Di fronte alla crisi dello stato sociale e alla riduzione delle garanzie e dei diritti dei cittadini, la ricerca di un nuovo rinascimento (questo il titolo dellappuntamento di Capri) pu diventare un obiettivo vuoto e retorico, se a ci non corrisponde lassunzione di un ruolo positivo delle imprese nella promozione di iniziativa di grande utilit sociale. Il rischio, spesso presente nel modo di pensare e di agire di parte del nostro mondo industriale, invece quello di continuare a ragionare in modo autoreferenziale ed egoistico, chiedendo protezioni, aiuti e sostegno ad uno 3

Stato che non pu permettersi di darli. Fare cittadinanza di impresa significa invece dare, offrire, mettersi in moto, confrontarsi con i cittadini per costruire una societ pi giusta, scommettendo sul futuro e non solo su una idea assistenziale dellimpresa. C un unico assente oggi, che il mondo della politica ufficiale e, soprattutto, il governo. Un anno fa venne il Ministro Maroni a prometterci un grande coinvolgimento nelle politiche governative sulla responsabilit sociale. A dodici mesi di distanza dobbiamo registrare non solo unassenza, ma soprattutto una politica governativa che ha poco a che fare con la cittadinanza dimpresa. A novembre si terr levento del semestre italiano di presidenza europea sul tema: a quanto si sa, sar un convegno a porte chiuse. La cosa non ci sconvolge perch gi da tempo si capito che per il governo, a dispetto anche della approfondita elaborazione che dellargomento si fatta in ambito europeo, responsabilit sociale significa sostanzialmente farsi dare i soldi dalle imprese per finanziare i servizi dello stato sociale in crisi. C troppa tattica, ci sono troppe scorciatoie e poca strategia di medio periodo e soprattutto poca pertinenza rispetto al problema da affrontare. Il gruppo di Frascati ha gi mandato un documento sullargomento, che troverete nel CD-Rom compreso nel materiale, dato che la consultazione degli attori avvenuta per e-mail, senza nessun tavolo di confronto. Vorrei fare sul tema una sola considerazione: Cittadinanzattiva, cos come tante organizzazioni oggi presenti, sa cosa significa crisi dello stato sociale, in termini di drastica riduzione dei servizi per intere categorie di cittadini che ne hanno bisogno. Si tratta di problemi che tocchiamo con mano tutti i giorni mediante lattivit del nostro Tribunale per i diritti del malato, nella sanit e nei servizi sociali. Con una politica cos asfittica e di piccolo cabotaggio si otterranno solo briciole da parte delle imprese, del tutto insufficienti a scalfire il problema. Per questo crediamo che vada fatto qualcosa di pi con grande coraggio, scommettendo su partnership paritarie, sulla soggettivit sociale delle imprese, sul coinvolgimento di tutti gli stakeholder, soprattutto quelli, come le organizzazioni civiche, che sul territorio sono in prima linea nel fronteggiare la crisi dello stato sociale. Se poi si vuole fare solo bella figura e arrivare con qualche voto in pi alle prossime elezioni, un altro discorso, ma a noi non interessa. Questanno assieme ad esperienze positive, abbiamo incontrato anche difficolt. Gaudioso vi parler dei difficili rapporti con alcune imprese e degli ostacoli incontrati soprattutto sul piano della trasparenza e della coerenza dei comportamenti commerciali e industriali. Le imprese, anche quelle che mostrano di credere nella cittadinanza dimpresa, non sono sante e spesso con la sinistra si comportano in modo altruistico e con la destra pensano ai fatti loro, usando anzi ci che fa la sinistra per legittimare la destra. Siamo qui per parlare quindi insieme di un percorso difficile, che richiede grandi cambiamenti di mentalit, di strategie, di organizzazione, nel nostro paese ma anche nel resto del mondo. Di una cosa siamo convinti: sar il nostro fare a darci ragione, vale a dire la capacit di dimostrare in concreto che i rapporti di partnership, la scelta per la cittadinanza dimpresa, la condivisione 4

di obiettivi ambiziosi di trasformazione della realt, pagano e riescono veramente a rendere la nostra societ pi umana, pi giusta e pi democratica. Buon lavoro a tutti!

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