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Relazione introduttiva di Teresa Petrangolini Cittadinanzattiva compie trentanni.

Sono anni spesi per condurre una lotta di liberazione dalla sofferenza, dalla subalternit e dal senso di impotenza vissute dal cittadino in momenti fondamentali della sua vita come la malattia o per aspetti importanti della sua esistenza come listruzione, laccesso alla giustizia e ai servizi, la costruzione del proprio futuro. Ho usato un termine antico e forse demod lotta di liberazione - non per richiamare vecchi slogan di ideologie che non ci appartengono, ma per cogliere il cuore della nostra missione: tutelare i diritti impegnandoci in prima persona, senza deleghe, con la forza e la determinazione che ci viene dalla nostra condizione di cittadini, gente troppo spesso offesa ma sempre pi intenzionata a liberarsi dalla morsa degli abusi, dei disservizi, dei privilegi dei pochi. E questo nella convinzione che far funzionare bene i servizi per i cittadini contribuisca a creare una societ pi giusta per tutti, come dice Dolores Fonte. Questo Congresso ha il compito di decidere come intendiamo spendere gli anni che abbiamo di fronte, a partire dal prossimo quadriennio. Il passato, la nostra storia, ci devono servire come una promessa per il futuro. Vorrei dividere la mia relazione in tre parti. Una analisi, breve, di come andata; una proposta forte, la rivoluzione civica; ed alcune scelte che ci riguardano. Noi siamo partiti da una scommessa, nel 78, che cio di fronte alla crisi della capacit da parte degli Stati di governare da soli le societ si aprisse un grande spazio per altri soggetti, non statali, civici, capaci di svolgere anchessi un ruolo di costruzione della dimensione pubblica, a partire dai bisogni dei cittadini. Cio dai tetti in gi. Oggi possiamo dire che ci andata male e bene. Male perch la crisi del nostro sistema politico sotto gli occhi di tutti: arroccato, chiuso, geloso. Pensate solo al sistema elettorale, che ha prodotto un modello a causa del quale rischiamo di andate a votare alle elezioni europee candidati in liste bloccate, decisi da una oligarchia di 20, 30 persone al massimo.

A noi deve preoccupare non solo la mancanza di democrazia che risiede in queste scelte, ma la constatazione che questo modo di agire inadeguato a risolvere i grandi problemi del paese. Non siamo mai stati contro i partiti e ci siamo misurati in modo laico con tutti i governi, di destra e di sinistra. Abbiamo semplicemente deciso rubo una felice espressione del Congresso del Piemonte di vestirci non dei colori dei partiti, ma delle tinte forti dei diritti dei cittadini. Oggi, alla luce della freschezza della nostra autonomia e della nostra indipendenza, dobbiamo denunciare con forza questo modo di gestire la cosa pubblica, che ha portato alla occupazione di ogni spazio da parte della partitocrazia, a privilegiare le parole ai fatti, a dire le bugie in modo sistematico, ad avere sempre la vista corta non guardando al futuro, a consentire che clientelismo e corruzione dilagassero, ad esasperare i toni fino al limite dellinsulto invece di praticare il dialogo e la ricerca delle soluzioni. Dato per che non siamo n qualunquisti, n semplicisti, entreremo via via nel merito di queste affermazioni, confrontandoci con le politiche e le scelte. In realt ci andata anche bene, anzi molto bene. E vero, come dice Giovanni Moro, che esiste un male tipicamente italiano, che quello di vivere una condizione di democrazia in condominio tra partiti senza fiducia e cittadini senza rilevanza. Questi cittadini per esistono e sono stati capaci di fare grandi cose. In primis, di essere riconosciuti come un soggetto costituzionale, come recita lart.118 della Costituzione, vale a dire di essere considerati, come singoli ed associati, capaci di costruire linteresse generale in modo paritario e sussidiario rispetto ai soggetti pubblici. In secondo luogo, di crescere nella fiducia della collettivit. Come rileva lindagine, condotta nel quadro del Civil society index, le organizzazioni civiche sono ai primi posti nei sondaggi sul consenso, vengono prima dei carabinieri, mentre i partiti sono agli ultimi. In terzo luogo, il mondo dellattivismo civico cresciuto moltissimo in termini di organizzazioni e di numero (circa 100.000 associazioni). In ultimo esse sono state capaci di rispondere concretamente alle esigenze dei cittadini, sia in termini di tutela che di rappresentanza in molti campi della vita civile, dal welfare allambiente, dalla cura del territorio alla cultura. Non dimentichiamo per parlare di ci che conosciamo - che esperienze come il Tribunale per i diritti del malato e le Carte dei diritti del malato sono andate oltre i nostri confini e rappresentano un faro per le politiche europee sulla salute o che in questi quattro anni i nostri servizi Pit sono stati in grado di tutelare direttamente, tramite la tutela sociale, quella legale e la conciliazione, pi di 100.000 persone, senza contare il pubblico ben pi numeroso raggiunto attraverso i nostri progetti, i materiali, i siti (nazionale e regionali), la presenza sui media. Sempre su problemi di vitale importanza per i cittadini: il risparmio, la salute dei 2

malati cronici, laccesso ai farmaci, la terapia del dolore, il consumo sostenibile, la sicurezza delle scuole. Sono certa che se il cittadino molto pi critico ed attento di un tempo, se cresciuto nella sua consapevolezza civica, se esprime sempre pi frequentemente una domanda di trasparenza, di rispetto, di equit, anche perch in questi trentanni c stata Cittadinanzattiva e di questo dobbiamo essere orgogliosi. Oggi ci troviamo ad un bivio: o decidere di essere una organizzazione di nicchia o proporci come parte della nuova classe dirigente del paese. Nel primo caso, possiamo vivere una vita abbastanza tranquilla. Rafforziamo le nostre strategie portanti: salute, politiche dei consumatori, giustizia, scuola, politica europea. Miglioriamo la nostra organizzazione. Partecipiamo ai tavoli istituzionali sui nostri temi. Stipuliamo Protocolli dintesa. Dialoghiamo e critichiamo governi, regioni ed enti locali a seconda delle esigenze. Aumentiamo i progetti sui temi che ci interessano. Il problema che Cittadinanzattiva non si pu permettere di essere solo questo. Vorrei per ribadire che non ci sarebbe niente di male a ricavarsi un proprio spazio specifico. Molte organizzazioni, soprattutto in ambito consumeristico e nel campo della salute, sono cos e fanno cose utili per i cittadini. Non sentono lesigenza perch non rientra nella loro mission andare oltre. Il motivo per cui noi non possiamo fermarci qui contenuto nelle 700 pagine di materiale precongressuale, prodotto al livello nazionale, regionale e locale. E stato espresso, con linguaggi diversi, nei 18 Congressi regionali che hanno raccolto i delegati delle 280 assemblee territoriali di Cittadinanzattiva. Esiste nel paese una classe dirigente diffusa, impegnata nella tutela dei diritti, capace di misurarsi con i problemi, che non sta dentro le istituzioni e che, anzi, spesso viene respinta da esse. Queste persone, che sono espresse dalle facce tutte autentiche che abbiamo voluto immortalare nelle immagini di questo Congresso, stanno facendo molto per cambiare questo paese ed hanno una loro idea della societ che vorrebbero. Molti di loro sono semplici utenti, giovani che vogliono fare qualcosa di nuovo, cittadini esperti nei pi diversi settori, ma anche operatori pubblici con una passione civica, medici, professori, avvocati. Un pezzo dItalia che non vuole andare da unaltra parte, ma che intende essere presa sul serio. Non siamo cresciuti in numero di aderenti (24.000 singoli e 62.000 mediante le associazioni federate per un 3

totale di 86.000 persone), ma sono nate 50 nuove assemblee locali, 1/5 in pi in 4 anni, con al primo posto la Campania. Ci significa che c stato una grande sviluppo della leadership soprattutto al livello territoriale e regionale. Questa la forza di Cittadinanzattiva: poter contare su persone che in ogni parte dItalia sono in grado di prendere in mano una questione (laumento dei prezzi delle bollette, il rispetto del decoro urbano, le rette delle residenze sanitarie assistenziali), di mobilitare risorse, di interloquire, di rappresentare e tutelare il punto di vista dei cittadini: Ma non solo questo. Siamo un gruppo dirigente che ha imparato a misurarsi anche con problemi di ben pi ampia portata: il piano regionale di salute, la valutazione dei servizi pubblici locali, i piani di rientro della sanit regionale, limpiego delle risorse per la ristrutturazione delle scuole, ladeguamento degli uffici giudiziari, la redazione delle Carte dei servizi e i bilanci partecipati degli enti pubblici.. Il problema risiede nelleffettivo spazio politico che questo mondo ha in Italia. Sempre nella ricerca del CSI si rileva come le organizzazioni civiche - quelle che godono della fiducia dei cittadini - pesino molto meno dei partiti, dei sindacati e dei media, che sono al top della graduatoria. La nostra battaglia allora quella di far corrispondere il peso alla fiducia, riconoscendo ai gruppi dirigenti civici, e ai cittadini in generale, il ruolo di attore della cosa pubblica, con compiti diversi, ma con la stessa dignit della classe politica tradizionale. Tale politica non pu che comportare un passaggio di poteri e di funzioni dalla rappresentanza politica alla rappresentanza civica. Si tratta di una operazione molto dolorosa per alcuni e assolutamente liberatoria per altri. Chi potrebbe soffrire? Quei politici che non vivono se non hanno incarichi da assegnare in modo clientelare o per puro gioco di scambio. Dovrebbero infatti rinunciare a dare il posto nel nucleo di valutazione dei dirigenti della PA , nel Comitato etico dellazienda dei servizi pubblici locali, nellauthority di controllo, nel difensorato civico. Infatti questi sono tipici ruoli, i primi di tanti, che vanno assegnati ai cittadini. Soffrirebbero quegli amministratori pubblici che odiano la trasparenza e la consultazione, che si scandalizzano per luso forte di internet, che considerano un loro diritto non applicare le leggi favorevoli agli utenti. Soffrirebbero ancora gli amici degli amici, con le consulenze doro, lo scambio dei favori, il gioco degli appalti. Ci sarebbe per anche tanta gente felice, sia nel mondo politico che nella pubblica amministrazione. Quanti sono gli amministratori pubblici locali che non ce la fanno pi a dover contrattare ogni scelta con il bilancino della politica? Quante volte ci stato detto che meglio trattare con i cittadini che con i partiti? In quante occasioni Cittadinanzattiva 4

si trovata a dare una mano ad amministratori pubblici soggiogati dalla logica delle corporazioni, dei signori dei posti letto, di sindacati irresponsabili? Noi dobbiamo allearci con chi ha bisogno del vento nuovo dellattivismo civico per uscire da un sistema autoreferenziale fonte di sprechi e di sofferenze per i pi. Per fare tutto questo serve che in Italia avvenga una rivoluzione civica, vale a dire un processo di cambiamento che metta veramente il cittadino come utente e come attore al centro della politica e delle politiche, liberando lItalia da un blocco, che non stato superato nemmeno con le recenti innovazioni del Partito democratico e del polo del centrodestra. Il problema non riposizionare gli schieramenti interni al sistema politico, modificando i nomi, ma cambiare profondamente una cultura politica che ormai ha condizionato tutti: i media, le leadership economiche, i sindacati, gli opinion leader. Il nostro ex Presidente Gregorio Arena si speso per portare la politica della sussidiariet orizzontale nellassemblea costituente del PD, ma di spazi ne ha trovati proprio pochi. Che reale possibilit avrebbe avuto da noi Barack Obama anche solo di candidarsi alle primarie, essendo un figlio di immigrato (da noi non avrebbe nemmeno la cittadinanza), un avvocato dei poveri e nero? Cittadinanzattiva deve impegnarsi affinch il sistema politico si riapra alla societ, a cominciare da due strumenti a portata di mano: la proposta di inserimento delle primarie nella Costituzione e la celebrazione del referendum sulla legge elettorale. Non tutto, ma sicuramente un buon inizio. Ritengo per che il vero terreno sul quale avviare la rivoluzione civica sia quello delle politiche sociali e del welfare. I cittadini soffrono come non era mai pi avvenuto da tanti anni e il sistema per proteggerli assolutamente inadeguato. Alcuni dati e fenomeni. I giovani non riescono ad andare via dalla famiglia dorigine perch non si possono permettere una casa, non hanno un lavoro accettabile, non trovano posti per i figli negli asili nido. A causa della scarsa flessibilit 1/5 delle donne lascia il lavoro alla nascita del figlio, mentre continua ad avere il carico delle cure familiari. Complessivamente la spesa per la famiglia al di sotto del Pil europeo come lo la spesa sociale, la lotta alla esclusione sociale, le politiche abitative e la sanit. La famiglia integra per circa la met la spesa per lassistenza domiciliare. Laumento dei prezzi e delle tariffe ha inciso pesantemente sul potere dacquisto - come denunciamo costantemente tramite il nostro Osservatorio prezzi e tariffe - senza che ci fossero adeguati controlli, n una seria 5

politica di liberalizzazioni. Si diffusa un nuovo tipo di emergenza, la Fuel Poverty a causa della mancanza di pratiche efficaci per la riduzione dei prezzi dellenergia e per il sostegno delle famiglie a basso reddito. Sono 7,5 milioni le persone che vivono in una situazione di povert relativa e dei nuclei familiari italiani indebitato. Sono aumentate le disuguaglianze: il 30% delle famiglie possiede il 61% della ricchezza prodotta, mentre il divario tra nord e sud si centuplicato e grandi difficolt sono emerse nella gestione dellimponente flusso dellimmigrazione. A tutto questo va aggiunta la crisi dei grandi servizi pubblici: scuola, sanit e giustizia e i costi, difficilmente quantificabili ma reali, dei continui disservizi della pubblica amministrazione, nonch quelli, ben documentati da Trasparency International, della corruzione. Non dimentichiamo che Cittadinanzattiva, con il Tribunale per i diritti del malato, sta lottando per contenere i danni di un federalismo che ci rende tutti disuguali e meno protetti. Tanto perch non bastava, si aggiunta la crisi dei mercati internazionali, che non solo sta contribuendo allimpoverimento generale, ma ha mostrato linaffidabilit e lo scarso senso etico del sistema finanziario, soprattutto nei confronti dei cittadini. Il quadro desolante perch rende evidente la necessit di ripensare completamente lintero sistema di protezione sociale. La posizione di Cittadinanzattiva non semplice, perch il punto di vista civico si discosta sia da quello dei difensori dello status quo, sia da quello dei fanatici dei tagli alla spesa pubblica. Noi da una parte non vogliamo pi le inefficienze, dallaltra pensiamo che i servizi richiedono una forte responsabilit pubblica. I tagli alla scuola, le scarse risorse nella giustizia, le politiche preannunciati nel libro verde sul welfare presentato dal Ministro Sacconi, hanno la stessa filosofia: dichiarare a parole la lotta agli sprechi e realizzare, nei fatti, un notevole ridimensionamento dellintervento pubblico sui servizi fondamentali. Se fosse una vera razionalizzazione della spesa ci sarebbe meno genericit, con scelte precise di separare ad esempio gli insegnanti capaci da quelli incapaci. Che siano solo tagli sembra essere dimostrato dal fatto che le somme risparmiate non vengono reinvestite nello stesso settore per dare maggiore qualit, vengono semplicemente sottratte. La riduzione della presenza dello Stato viene compensata scaricando i pesi sugli Enti locali e sulla societ civile, che dovranno sobbarcarsi oneri aggiuntivi: meno ospedali, meno assistenza, meno tempo pieno per i bambini, incertezza sugli insegnanti di sostegno. Purtroppo anche meno 6

sicurezza, come ha denunciato Adriana Bizzarri, coordinatore della Scuola di Cittadinanza attiva, dopo il crollo che non certo una fatalit della scuola di Rivoli. Oggi abbiamo esposti al Congresso i pannelli dei murales realizzati dai ragazzi delle scuole romane, partecipanti alla Giornata nazionale della sicurezza. Essi ritraggono un comune sentire: che ad altri non accada quello che successo a Dino Scafini e agli studenti del Liceo Darwin. Se non ci sar un colpo di reni e una forte azione civica in questi settori e soprattutto nella scuola, dovremo accontentarci di briciole come briciola la proposta di mettere in sicurezza 100 scuole su un patrimonio pubblico di 42.000. E vero che lo Stato Sociale in crisi in tutti i paesi occidentali, come spiega bene Alessio Terzi nel suo editoriale sul sito di Cittadinanzattiva, ma noto che, dopo la ventata di liberismo degli anni 90, in Europa si sta riscoprendo il valore dei sistemi solidali di protezione sociale, che danno alle persone si badi, a tutti e non solo ai poveri - gli strumenti per lottare contro lincertezza e la paura del futuro. Il nostro Movimento presente in questo dibattito attraverso la nostra rete europea, ACN, proprio perch lEuropa sta diventando lambiente naturale dellattivismo civico. E inoltre accertato il fatto che la stessa economia e le dinamiche produttive migliorano se sul territorio ci sono i servizi. Esiste infatti un legame forte tra sviluppo e funzionamento delle pubblica amministrazione, vale a dire sanit, servizi comunali, assistenza. Quindi prima di buttare dalla finestra il welfare qualche pensiero in pi andrebbe fatto. Cittadinanzattiva ha sempre avuto un certo fastidio per i modelli ed i disegni compiuti, perch, soprattutto in Italia, hanno il difetto di restare solo sulla carta e di alimentare lillusione di un cambiamento. Inoltre non nostro compito sarebbe un atto di presunzione riprogettare un sistema di welfare, non avendo competenza su molte delle materie ad esso connesse (lavoro, pensioni). Di due cose per siamo certi: che necessario rilanciare una prospettiva di sviluppo umano imperniata sulla universalit dei diritti e che al centro di questo processo ci devono essere i cittadini. Noi, alla luce della nostra esperienza e degli spunti che sono emersi nel nostro dibattito precongressuale, possiamo indicare quali sono le condizioni affinch si ricostituisca un sistema di protezione sociale. Per questo vi propongo cinque piste di lavoro, sulle quali impegnare Cittadinanzattiva nei prossimi anni: il cittadino come attore, i nuovi beni comuni, la cooperazione, la tutela dei diritti, lumanizzazione. 7

Innanzitutto il posto che deve avere il cittadino. Quando parliamo della necessit di attuare una rivoluzione civica non lanciamo uno slogan politico ad effetto, ma intendiamo parlare di fatti molto concreti. Sono ormai anni che ognuno di noi si sobbarca di molti degli oneri dello stato sociale dalla spesa sanitaria privata allassistenza agli anziani, dalla gestione diretta di attivit di cura alla tutela dei soggetti pi fragili, con costi che non sono quasi mai detassabili. Inoltre in molti casi certe politiche non sarebbero nemmeno attuabili senza un ruolo attivo dei cittadini: dalla raccolta differenziata dei rifiuti alluso delle energie rinnovabili, dallautogestione della propria patologia allimpegno per ridurre la violenza nelle scuole. A Milano Cittadinanzattiva ha redatto con i magistrati le linee guida per indirizzare i cittadini nelle denunce a seguito dal caso della Clinica Santa Rita; a Nard grazie allimpegno delle associazioni che si trovata una soluzione per gli alloggi degli immigrati con lavori stagionali, a Genova il Tribunale per i diritti del malato che sta aiutando la Asl a rivedere il sistema di prenotazione delle prestazioni. Per questo ci fa scandalizzare il fatto che a Lampedusa sia stata tolta la convenzione a Medici senza frontiere che si occupavano della assistenza sanitaria dei clandestini delle carrette del mare. Allora, tutte queste persone possiamo chiamarle solo utenti? Non sono a tutti gli effetti uno degli attori dello sviluppo del paese, siano essi nella condizione di consumatori, malati, studenti, volontari, attivisti civici?. Nel 1783 i coloni americani lottavano contro il governo inglese al grido niente tasse senza rappresentanza. Oggi la situazione analoga: esiste una enorme sproporzione tra le responsabilit che i cittadini si assumono ogni giorno e quello che viene riconosciuto loro in termini di poteri, di diritti e di rappresentanza. Questa rivoluzione necessaria nella governance del welfare rappresenta uno dei modi migliori per interpretare il concetto di sussidiariet orizzontale: non supplenza ad uno Stato che arretra ma partecipazione ai processi, alle scelte, alle politiche, ai controlli come azionisti e risorsa di un nuovo sistema di protezione sociale che sia capace di andare oltre. La seconda questione riguarda i temi. Tradizionalmente il welfare riguardava settori ben precisi, sanit, istruzione, pensioni, assistenza, perch quelle erano le esigenze di allora. Oggi non pi cos, le paure, i rischi, le incertezze della gente riguardano anche altro. E necessario quindi superare il perimetro tradizionale ed includere nella sfera dellapproccio universalistico altri beni comuni: il funzionamento della giustizia, la lotta al carovita, laccesso alle fonti energetiche e allacqua, la gestione dei rifiuti. E con questo 8

approccio che abbiamo affrontato le politiche dei consumatori, il cui grande merito va a Giustino Trincia, considerandole sempre come uno strumento per garantire al cittadino i servizi essenziali. E questo tanto pi vero in unepoca in cui le risorse sono scarse e limitate. Non abbiamo mai avuto una visione demoniaca del mercato, siamo per contrari alla privatizzazione della rete idrica, cos come prevede l'art.23 bis della legge 133/08, perch si tratta di un bene primario e un servizio universale per i cittadini. Anche Parigi tornata al pubblico, dopo una esperienza negativa con il privato. Non vorremmo la moltiplicazione di episodi come quello del comune di Firenze dove stata promossa una campagna per il risparmio idrico e un anno dopo, di fronte a una diminuzione dei consumi, la "Pubbliacqua" ha alzato le tariffe per far quadrare i conti. Lo stesso avvenuto ad Ascoli Piceno e a Latina, con un aumento, in questultima provincia, del trecento per cento delle bollette. Ci domandiamo poi: come mai nel pacchetto per fronteggiare la crisi non stato inserito il blocco delle tariffe idriche insieme a quelle dell'elettricit del gas e delle autostrade? La terza pista ha a che vedere con il concetto di cooperazione. Il guaio di gran parte dei servizi rivolti alla collettivit rappresentato dal dominio degli interessi particolari, delle oligarchie, delle corporazioni. I sindacati hanno una grande responsabilit in merito a questo, come la hanno gli ordini professionali. Noi siamo sempre stati identificati come i cittadini che protestano. In realt abbiamo sempre considerato la denuncia come uno strumento e mai come un fine. Lo spirito cooperativo, lo sforzo di trovare sempre motivi di unione e mai di divisione, il problem solving, rappresentano lo stile dei cittadini attivi. Oggi lanciamo una proposta agli operatori della PA e ai nostri interlocutori dentro i servizi: collaboriamo per cambiare il registro, per ristabilire regole di condotta, per costruire terreni di collaborazione al fine di offrire un miglior servizio ai cittadini. Ci siamo schierati contro la depenalizzazione dellerrore medico, ma Francesca Moccia ha gi incontrato molte organizzazioni mediche dichiarando che siamo comunque disponibili a costruire un percorso condiviso che riduca lincidenza di questo fenomeno, studi strade alternative, garantisca una giustizia certa. Abbiamo pi volte difeso la magistratura dai tanti attacchi strumentali alla sua indipendenza, ma sinceramente ci aspetteremmo qualcosa in pi da loro in termini di rinuncia ai privilegi e di attenzione al servizio e ai suoi utenti. Siamo contro i fannulloni e vorremmo che chi non lavora se ne tornasse a casa. Siamo per assolutamente favorevoli a promuovere, come alcuni delegati richiedono, la nascita di una rete di cittadini attivi nella PA, che favorisca laudit e la valutazione civica in tutti i campi 9

nella quale possibile, che lavori sulla rendicontazione e la legalit delle pubbliche amministrazione, che aiuti a ridurre il peso della burocrazia, che promuova il dialogo con le organizzazioni civiche. E molto positivo gi il fatto che il Senato abbia licenziato per la Camera un testo di riforma della PA che recepisce la gran parte delle nostre richieste di emendamento. E una buona notizia perch ci avvenuto fatto raro di questi tempi! grazie al lavoro bipartisan dei due schieramenti. Questo segue unaltra grande vittoria: il comma 461 dellart. 2 della Legge finanziaria 2008 sulla partecipazione dei cittadini nei servizi pubblici locali. Lidea che la riforma della pubblica amministrazione si faccia per autopromozione una illusione. Un dirigente pubblico ha dichiarato al Congresso della Sardegna che certi cambiamenti sono impossibili senza la partecipazione civica, per interessi consolidati, per timore, per abitudine. Rompiamo insieme, per sempre, questo schema. La quarta condizione la tutela dei diritti e la certezza giuridica. Il nostro Stato sociale caratterizzato da un alto grado di incertezza, come incerti sono i diritti dei cittadini che accedono ai servizi. A volte i diritti nemmeno ci sono o vengono messi continuamente in discussione. Pensiamo ad esempio alle nuove norme che chiederebbero ai medici di pronto soccorso di denunciare i clandestini o alle impronte digitali per i bambini rom. Non ci pu essere sviluppo umano senza la creazione di una rete di sostegno e di supporto ai diritti. Cittadinanzattiva da trentanni si occupa di questo al livello nazionale, regionale e locale. E lo fa attraverso il Tribunale per i diritti del malato, la rete dei Procuratori dei cittadini, la rete dei servizi Pit (salute, servizi e giustizia), dei conciliatori e di Giustizia per i diritti, rete in notevole ascesa grazie allimpegno di Mimma Modica Alberti. Collaboriamo con numerose organizzazioni di volontariato e dei consumatori. Registriamo una crescita costante delle attivit del CNAMC, la rete delle associazioni di malati cronici. Questo sistema integrato non solo garantisce per i cittadini un punto di riferimento certo, ma permette di promuovere azioni e politiche di carattere generale. Grazie al lavoro dei Pit abbiamo ottenuto provvedimenti come la Legge 80 che vorrei ricordare oggi che la giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilit - per snellimento delle procedure per pensioni di invalidit o accordi fondamentali come quello con lABI sulla portabilit dei mutui e sui tassi d'interesse massimi da applicare per lestinzione dei mutui ante Legge Bersani. Lattivit di conciliazione ha permesso di stipulare 18 protocolli di conciliazione in tutti i settori dei servizi con somme risarcite pari a 5.553.384. Attualmente sono in corso 222 cause a difesa dei cittadini, sia a tutela del 10

singolo, sia come parte civile, sia nei casi di corruzione e truffa. E recente la vittoria in primo grado nel processo sulle tangenti alla Asl di Taranto. Le attivit di tutela richiedono per un salto di qualit sia nella loro estensione che nel loro potenziamento. Servono risorse, soprattutto al livello regionale e locale, serve competenza da acquisire mediante la formazione, serve un maggior investimento complessivo in questa area. Mai come in questo momento sono necessari strumenti a tutela delle vittime e un adeguamento della macchina della giustizia rispetto allesigenza di ridurre i tempi dei processi e i costi ingenti per i cittadini. Sono numerosi i Congressi che hanno chiesto un deciso impegno in questo campo, primi fra tutti la Sicilia e lUmbria. Dobbiamo registrare il fatto che nonostante le numerose proposte formulate dal Movimento per lo snellimento e laccesso ai procedimenti civili, penali e amministrativi, si continua a far finta che i problemi siano solo quelli che toccano la politica e i politici, cio le persone che stanno dai tetti in su. La ciliegina sulla torta potrebbe essere la ventilata proroga dellentrata in vigore della Class Action oltre il 1 gennaio 2009. Sarebbe veramente un brutto segnale per i cittadini. Un ultimo pilastro riguarda lumanizzazione e letica. Nella frontiera dei diritti ci sono anche questi temi e soprattutto necessario costruire un punto di vista civico, non ideologico, non confessionale. Noi crediamo nella laicit dello Stato ma anche nella laicit di Cittadinanzattiva. Ho scelto il termine umanizzazione perch, a mio avviso, quellangolo di visuale che bisogna utilizzare per guardare le cose. Quasi sempre si tratta di decidere su questioni che attengono agli aspetti pi profondi della dimensione umana, alla sofferenza, al rispetto dei diversi pensieri, alla propria idea della vita. Purtroppo per un dibattito brutto, come quello a cui abbiamo assistito in questi anni, produce sempre un risultato pessimo. Come dice Antonio Gaudioso, come si fa a parlare di tutela della famiglia se si promuove una legge sullinseminazione artificiale che va esattamente contro il desiderio di una coppia di avere un figlio, creando cittadini di serie A (quelli che possono permettersi di pagare e che vanno a fare i trattamenti allestero, magari appena passando la frontiera in Austria) e cittadini di serie B (quelli che non se lo possono permettere, la maggior parte, che si vedono negata la gioia della famiglia). Ci siamo schierati a favore di una legge sul testamento biologico, scegliendo il testo presentato dal senatore Ignazio Marino, perch noi siamo per lautodeterminazione del cittadino che, come deve dare il consenso per ogni trattamento quando lucido, cos pu farlo con una dichiarazione anticipata, decidendo che tipo di futuro intende vivere. Sar difficile che le nostre proposte 11

passino. La buona notizia che su questa materia siamo in sintonia con la Federazione degli Ordini dei medici. Proprio per la delicatezza e lincertezza dei temi e per limportanza di farne uno strumento forte di azione civica, anche in dialogo con altre associazioni, propongo al Congresso di dare vita ad un Comitato etico di Cittadinanzattiva che in modo trasversale si occupi di dare le gambe a tutto ci. Ho quasi concluso la mia relazione. Credo per che affinch il Movimento possa assumere come propri gli impegni delineati, siano necessarie tre ulteriori scelte: la scelta per il rafforzamento della dimensione civica, la scelta per il territorio e la scelta per il ricambio. La prima. E difficile presentarsi nella veste di nuova classe dirigente del paese se non si hanno le carte in regola. Inoltre le rivoluzioni anche se civiche e pacifiche non si fanno da soli. La cittadinanza attiva non pu essere solo una o dieci associazioni, ma deve essere capace di diventare un soggetto generale. Una delle debolezze della societ civile italiana e, in particolare, dellattivismo civico, quella di non saper lavorare insieme, di non fare squadra. Le federazioni funzionano poco, lo stesso Forum del Terzo settore in declino. Le leggi che regolano il settore le cosiddette leggi a canne dorgano di cui parla Peppino Cotturri devono cambiare perch settorializzano, dividono, burocratizzano un mondo che avrebbe bisogno di grande unit e grande respiro. Cittadinanzattiva deve lavorare, seguendo lesempio di alcuni esperimenti regionali, per costruire alleanze con altre associazioni, siano esse di volontariato, ambientali o dei consumatori. Un terreno importante di collaborazione costituito dal Forum sulla rappresentanza e la rappresentativit delle organizzazioni civiche che stiamo animando assieme a Fondaca. Si tratta di una strategia ineludibile, se si vuole dare corpo ad un ruolo politico indipendente della cittadinanza attiva. A questo va accompagnato un impegno per la scelta degli interlocutori basata sulla trasparenza e la correttezza dei rapporti. I media hanno cominciato ad attaccare ripetutamente il nostro mondo, soprattutto in ambito consumeristico: affarismo, sopravvalutazione, opacit. Noi ed altre associazioni abbiamo dimostrato dati alla mano il pressappochismo e la faziosit di certi articoli. Abbiamo per tutto linteresse che si faccia pulizia anche da queste parti perch non riteniamo possibile ed accettabile che, accanto a soggetti che come noi, producono ogni anno un bilancio sociale, hanno gli iscritti veri e hanno un codice etico per i rapporti con le aziende sostenitrici secondo una strategia di cittadinanza dimpresa, ce ne siano altre che siedono agli stessi tavoli, accedono agli stessi finanziamenti, senza esibire le stesse garanzie e 12

che anzi si dilettano a bloccare, mediante luso di strumenti giudiziari, i progetti non a loro assegnati. Fortunatamente si tratta di fenomeni ridotti, ma sarebbe motivo di vanto poter contribuire a fare chiarezza. La seconda: la scelta per il territorio. Dicevo allinizio che la novit di questo Congresso costituita dal successo della gran parte dei Congressi regionali. Quella che potremmo chiamare la rivincita delle cose che vengono dal basso un segnale importante per il futuro del Movimento. E si tratta di raccoglierlo come va raccolta la proposta della Toscana di dare vita ad un Patto per la promozione della cittadinanza a tutela dei soggetti senza voce, come ad esempio gli immigrati o limpegno della Puglia sul tema ormai ineludibile del rapporto tra salute ed ambiente (lIlva, i rifiuti e lamianto in Campania, gli impianti di Milazzo, lEni di Priolo). La responsabilit che ci dobbiamo assumere quella di supportare questa spinta, che fatta di ricchezza di persone, di temi, di iniziative e di rapporti. Siamo sicuramente in ritardo, perch gi al Congresso di Roccella Ionica avevamo deciso di impegnarci nel sostegno della leadership e labbiamo fatto poco. Non abbiamo nemmeno proceduto a progettare la riforma del Movimento, come ci eravamo ripromessi. Oggi per, grazie alla lunga fase di ascolto che ha preceduto il Congresso nazionale, ci sono le condizioni e i contenuti necessari a compiere una riprogettazione interna condivisa e partecipata, da cominciare a sperimentare e portare al Congresso di met mandato. E necessario scommettere sulla formazione (sulla scia del corso per valutatori civici arrivato alla seconda edizione), sulla ricerca di risorse economiche, sul rafforzamento della Conferenza delle regioni, sulluso massiccio di strumenti informatici. Non abbiamo bisogno di eroi solitari, ma di cittadini in rete. Al Congresso del Lazio Peppe Scaramazza diceva: ci servono questi aiuti e questi supporti per sentirci vicini anche se stiamo lontani. Infatti non facile fare il cittadino attivo, soprattutto se si vuole cambiare il mondo come propone Cittadinanzattiva, ci vuole molta passione ma anche una grande capacit di muoversi nella realt. Per evitare di lasciare tutto ad una dichiarazione di intenti di cui riparlare tra due anni opinione diffusa che si debba dare vita ad un organismo apposito, una Agenzia, che si occupi di sviluppare la competenza civica e di un fondo distinto destinato a sostenere questi sforzi e gestito direttamente dalle regioni. Sar il Congresso a deciderlo. Lultima scelta, quella pi strategica, riguarda il ricambio.. Sono sempre pi frequenti le nomine di segretari regionali e di coordinatori dassemblea giovani, cos come nella sede nazionale ormai cresciuto un gruppo dirigente di trentacinquenni, quelli che 13

chiamiamo gli adulti giovani. Sono nel solco di questa strategia molte delle cose importanti che facciamo: il coinvolgimento dei volontari del servizio civile nelle nostre attivit, limpiego di giovani professionisti nei progetti e nei servizi, la promozione dei corsi e degli incontri nelle scuole sulleducazione alla cittadinanza attiva e alla legalit. Perch indispensabile proseguire in questo percorso? Perch per andare oltre, per pensare ad un futuro centrato sulle nuove generazioni che non sia solo retorica, necessario sperimentare anche al nostro interno questi processi e soprattutto creare una alleanza generazionale che consenta un passaggio progressivo di poteri e di responsabilit. I calabresi hanno portato la delegazione pi giovane al Congresso e nessuno dei pi stagionati se ne risentito Oggi io mi ricandido a guidare Cittadinanzattiva perch ritengo che il passaggio di testimone non si sia concluso e che sia necessario ancora un po di tempo per completare un percorso di rinnovamento della leadership, che permetta al movimento di andare oltre la generazione dei fondatori. A Roccella mi illudevo pensando che due anni sarebbero bastati. Molti di voi sanno che non desideravo proseguire n scaldare la sedia. Chiedo al Congresso un mandato pieno per concludere il compito che mi fu assegnato allora dallassise congressuale. Se ci vorr meno tempo, sar io la prima a cedere il passo. La buona notizia che a molti giovani piace Cittadinanzattiva e noi dobbiamo ricambiare questa fiducia creando le condizioni di accoglienza e di sostegno concreto. Ci sono molti strumenti per favorire il ricambio. Questo Congresso ne una prova: esso stato preparato, nei contenuti, nello stile, nei materiali, nella animazione del dibattito interno dalla parte pi giovane della leadership nazionale. Vorrei insieme a voi ringraziare una persona per tutti, Annalisa Mandorino, che ha coordinato questo lavoro. Chiudo la relazione riproponendo una immagine che molti di voi conoscono. "Si dice che nel cielo di Indra esista una rete di perle disposta in modo tale che, osservandone una, si vedono tutte le altre riflesse in essa. Quando penso a Cittadinanzattiva la vedo come la rete di perle descritta da questa allegoria indiana di 2700 anni fa, una rete dove ogni cittadino attivo una persona speciale, non perch superdotato le perle sono perle di fiume tutte diverse e tutte imperfette -, ma perch capace di illuminare e riflettere tutti gli altri. Questa la rappresentanza che dobbiamo garantire in Italia e in Europa: noi siamo quelli che, insieme, aiutandoci gli uni con gli altri, possiamo essere capaci di far vedere quello che non si vede mai: tanta gente normale che si dedica ogni giorno al futuro del proprio paese.

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