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Per chi dirige una organizzazione civica impegnata da pi di 30 anni per la tutela dei diritti e la promozione della partecipazione

di cittadini ai processi decisionali del nostro Paese, parlare di partecipazione al tempo stesso facile basterebbe attingere alla nostra storia - e difficile, perch si corre il rischio di andare per le lunghe. Di certo, la parola stessa partecipazione nel DNA di Cittadinanzattiva, movimento di partecipazione civica che trova il suo fondamento nell'art.118 della Costituzione, il cui ultimo comma recita: "Stato, regioni, province, citt metropolitane, comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attivit di interesse generale, sulla base del principio della sussidiariet". In questi anni abbiamo sempre lavorato con l'idea di contribuire a far funzionare la democrazia, non limitandola al mondo dei partiti e delle istituzioni, ma allargandola a tutti. Democrazia ascoltare i cittadini, aprire le porte, garantire spazi, offrire opportunit, rompere le oligarchie e smascherare i privilegi, ricordarsi da che parte sta l'interesse generale, partecipare. Nellanalizzare il rapporto tra consapevolezza dei diritti e partecipazione alla cosa pubblica, credo sia opportuno partire da alcuni dati per poi concentrarsi su esperienze connotate da quella necessaria concretezza senza la quale il concetto stesso di partecipazione rischierebbe di evaporare. Infatti si fatica a parlare di partecipazione se non c qualcuno disposto ad ascoltare e se non si ha la possibilit di incidere in una qualche misura sulla realt. Conosciamoci meglio Innanzitutto un po di dati. Dalla recente ricerca internazionale sulle societ civili nel mondo (Civil Society Index) emerso che in Italia le organizzazioni della societ civile stanno al top della fiducia dei cittadini, godono di un apprezzamento superiore addirittura a quanto riconosciuto al Presidente della Repubblica o alle Forze dellordine, mentre i partiti sono piazzati allultimo posto1. Inoltre nelluniverso delle organizzazioni della societ civile possono essere stimate in ben 86.000 quelle organizzazioni di cittadini attive nelle politiche pubbliche e che svolgono attivit di interesse generale. Sicuramente belle notizie, a testimonianza di come limpegno civico sia non solo diffuso ma anche considerato un elemento altamente positivo nella societ. C per un risvolto negativo: queste stesse organizzazioni, che costruiscono capitale sociale, solidariet e rispetto dei diritti, non hanno lo stesso peso dei partiti medesimi, dei sindacati, dei media. Infatti esiste un rapporto inversamente proporzionale tra fiducia e peso politico. Questa immagine sintetizza uno dei grandi problemi dellItalia: una societ politica con scarso consenso ma tanta occupazione del potere, una societ civile che continuamente viene ricacciata nellirrilevanza, nonostante i milioni di cittadini impegnati e il favore dellopinione pubblica. A differenza di quello che si pu pensare, ci non significa che le organizzazioni civiche non contano o non incidono nella realt, producendo cambiamenti e rafforzando i cittadini nella tutela dei loro diritti. Significa solo che a tutto questo non viene dato il giusto significato politico. come se ci fosse a disposizione una nuova classe dirigente del paese, che sa fare le cose, che affronta i problemi, che si mobilita, ma che fuori dal gioco delle cose che contano, sia per mancanza di consapevolezza di s, sia per gli ostacoli che incontra allesterno. Partecipazione alla vita democratica del Paese
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Cfr. Giovanni Moro e Ilaria Vannini La societ civile tra eredit e sfide. Rapporto sullItalia del Civil Society Index, Rubbettino Editore, 2008.

Un secondo elemento attiene alle controverse esperienze di partecipazione democratica. Molto si detto e scritto sul calo alle urne registrato in occasione delle elezioni e soprattutto del referendum sulla legge elettorale per il quale, tra le altre cose, avevamo contribuito a suo tempo con la raccolta di circa 60 mila firme. Quasi sotto silenzio invece passata una esperienza di democrazia partecipata che ha avuto per oggetto il futuro dellEuropa e la costruzione dellagenda del nuovo Parlamento Europeo. Migliaia di cittadini di 27 paesi europei sono stati coinvolti in un lavoro di consultazione popolare volto a proporre e selezionare lordine del giorno del prossimo Parlamento Europeo. Si trattato di un evento particolarmente significativo: i cittadini un campione significativo di100 per ogni paese - hanno discusso di cosa si aspettano dall'Europa, si sono confrontati con esperti ed euro parlamentari, hanno scelto le priorit. Tra le raccomandazioni pi votate in Italia la trasparenza delle istituzioni europee e il controllo del lavoro dei parlamentari; la tutela nei confronti dei servizi bancari; l'integrazione e la promozione della cittadinanza attiva nell'educazione; le politiche ambientali e il risparmio energetico. L'Agenda che ne emersa dalle 15 raccomandazioni finali rappresenta un segnale forte di una volont espressa dai cittadini, ossia quella di fare dell'Europa un luogo di affermazione e di pratica dei diritti di cittadinanza, siano essi consumatori, malati, studenti, immigrati e cosi via. Siamo fin troppo abituati al disinteresse dei nostri politici per l'Europa e vorremmo invece dimostrare quanto questa dimensione sia importante per la costruzione di una nuova cittadinanza, fatta anche di diritti, poteri e responsabilit. Ci auguriamo, pertanto, che il nuovo Parlamento Europeo sappia prendere sul serio i contenuti di queste proposte. In parallelo, un analogo processo partecipativo sta guidando la proposta di far approvare la Carta europea dei diritti del malato dal nuovo Parlamento, al fine di garantire il rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea che all'art. 35 indica tra i doveri dell'Europa quello di garantire un "alto livello di protezione della salute umana". Alla Giornata Europea dei diritti del malato, promossa dalla nostra rete europea Active citizenship network hanno partecipato il 18 aprile scorso 24 paesi, mentre 53 manifestazioni si sono svolte in Italia. inoltre in corso la raccolta di firme per una petizione, tradotta in tutte le lingue dell'Unione, che ha la finalit di raccogliere un milione di firme, da inviare al Parlamento e alla Commissione. Segnali, questi come molti altri, che testimoniano come i cittadini sono pronti a partecipare e a mobilitarsi per temi che sentono loro vicini ogni qualvolta acquistano consapevolezza dei propri diritti e intravedono una possibilit di incidere sulla realt. E ci si collega allultimo aspetto del quale vorrei parlare. Partecipare per cambiare Un elemento che si collega alla partecipazione riguarda, infatti, proprio il tema della collaborazione tra istituzioni e cittadini per incidere sulla realt e non solo per poter essere presenti nel dibattito, esprimere preferenze, dare indicazioni. A nostro parere, la nuova sfida si chiama Audit Civico, strumento che, in sintesi, consente di valutare le politiche e i servizi pubblici sulla base di un cruscotto di indicatori elaborato grazie a informazioni raccolte dagli utenti, abilitati dopo un percorso di formazione. Un metodo applicabile a diversi livelli, nelle strutture sanitarie e nelle scuole, nei contratti bancari e nei rapporti con le assicurazioni, con il duplice obiettivo di migliorare la qualit offerta e, al tempo stesso, valorizzare il ruolo e i contributi dei cittadini. Al riguardo, 2

partnership virtuose se ne trovano in diversi campi, ma ancora stentano ad essere sistema. Un elemento di svolta pu essere rappresentato da un Protocollo di intesa firmato a marzo 2009 tra Dipartimento della Funzione Pubblica e Cittadinanzattiva, che di fatto apre la strada ad iniziative innovative di valutazione civica dell'azione amministrativa basate anche sul patrimonio di segnalazioni ottenute dagli stessi cittadini. Lobiettivo quello di contrastare la corruzione nella PA e i fenomeni di illegalit diffusa attraverso gli strumenti della partecipazione attiva dei cittadini, la trasparenza e la valutazione civica. La strada per passare da una dimensione di semplice partecipazione a quella pi impegnativa di governance allargata, si sta creando. Ovviamente, trattandosi di forti innovazioni nella cultura politica di questo paese, servono organizzazioni di cittadini non solo la nostra che se ne facciano portavoce con una forte volont e una altrettanto forte determinazione. Teresa Petrangolini Segretario Generale Cittadinanzattiva

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