Sei sulla pagina 1di 3

LEZIONE 3 -18 ottobre 2022

Warm up

 ZATTERA iniziale: bilanciare lo spazio, muovendosi per la stanza.

 Continuando a muoversi per la stanza, si introducono dei comandi:

1 CLAP. ci si ferma

2 CLAP. si corre

SDENG:  si incarna un animale in movimento

 SDING: si agisce un mestiere, usando il suo suono specifico

        Si alternano i quattro comandi.

 PALLINA D'ENERGIA struttura classica del passaggio energetico, ma fatta in movimento nello spazio.

Mentre si zattera,  prima attraverso lo sguardo e poi con il gesto/suono si passa la “pallina”. Questo

scambio man mano evolve con il lancio di:

 parole inventate

 complimenti

 insulti velati

 COSTRUZIONE COLLETTIVA
Si gira per lo spazio, al primo stop A inizia a fare un' azione qualsiasi collocandola in uno spazio (per esempio,
dice “Cazza la randa”, facendo i movimenti tipici della del lavoro in barca). Tutti i compagni. immediatamente
si organizzano per Costruire la scena. 
Quando chiunque ritiene il quadro completo, grida ma “Marimbambimbo”, tutti si liberano, sciogliendo
l'azione, e riprendono a zatterare. E così via.
Obiettivo : creare la dimensione spaziale. attraverso l'azione e la collaborazione. 

FOCUS.  Chiarezza e semplicità. In un contesto di teatro di testo, dove già gli oggetti scenografici chiariscono
l'ambientazione, una frase può permettersi di essere più ellittica, perché aldilà della comprensibilità in sé delle
parole, è lo spazio circostante a definirla.  Quando,  invece, lo spazio circostante è il nulla, occorre andare verso
l'essere didascalici, cercando di  essere più precisi possibile, perché  i compagni (e, di conseguenza, il pubblico)
capiscano senza sforzo..
PAROLE INVENTATE

Improvvisazioni. Tema parole inventate


A coppie: con un input qualsiasi,  la consegna è quella di mettere nel corso della scena una parola inventata e di
farla diventare un elemento importante.

Effetto bomba della parola inventata: la parola strana crea in automatico un innalzamento dell'attenzione sul
compagno. Chi pronuncia la parola inventata, non avendo di fatto dato nessuna informazione, si pone nella
posizione per la quale il compagno possa essere in difficoltà. L’altro ha un tempo maggiore di reazione, che, già
di suo, cambia gli equilibri della scena. In questo modo, la costruzione collettiva viene agevolata dall’assenza di
significato ,perché entrambi gli elementi si mettono completamente a servizio l'uno dell'altro, invece di stare
nella propria testa, dando per scontato che l'altro sia sulla stessa barca

 * racconto
MONOLOGO- EMOZIONE

1. Camminando nello spazio, ognuno inizia un monologo.


2. Camminando nello spazio, ognuno pensa un'emozione, poi, inizia un monologo ( questa volta colorato,
inevitabilmente, da quella sensazione). Più volte.

In generale usare l'emozione alta da subito Non pensare ad un crescendo verso un'esplosione, viversela subito
ad un livello molto alto ( non farsi fermare dal pensare di essere troppo esagerati, ma lanciarsi)

RACCONTO-ASCOLTO

Camminando per la stanza. Ognuna racconta una storia, in contemporanea con gli altri.
A un certo punto, si incrocia uno sguardo e ci si ferma. A e B continuano entrambi a raccontare la propria storia
e, contemporaneamente. ascoltano l’altro. 
Quello che deve fare ognuno, mentre continua a raccontare e è interiorizzare delle immagini  che gli vengono
dall’altro, senza che queste influenzino il proprio racconto.

Metafora dell'ascolto necessario quando si è in scena: io posso essere in scena in primo piano, ma la mia
attenzione deve essere molto alta su tutto ciò che può succedere intorno a me.
RACCONTO IN CERCHIO (1)
Cerchio di storie. 
Due gruppi da tre: A. B e C
A turno si hanno due soli minuti per raccontare una storia

 A racconta la storia
 B (dx) dà un input (es. regione italiana, parte del corpo...)
 C (sx) dà un input di altro genere (es. un tipo di stoffa, oggetto antico...)

Di fondo,  il countdown dà il tempo da fuori.

RACCONTO IN CERCHIO (2)


Stesso setting.
A, ricevuto un input, racconta la trama di un film in un minuto e 30 secondi
Allo scadere del tempo, B deve dire: “Bello questo film, ma come mai si intitola …?” , dando un titolo molto
distante da ciò che ha ascoltato.
A ha 30 secondi per spiegare la motivazione per la quale il film ha questo titolo.
C, che fino a questo momento ha solo ascoltato, sancisce se la spiegazione lo ha convinto oppure no.

(Tipi di input : titolo di un quadro, il nome di una rivista, un capo di abbigliamento...)

Focus: non giustificare ma integrare.


Il titolo, molto distante dalla narrazione, è la metafora dell'inconveniente che può capitare in scena quando
esiste una narrazione che, fino a un certo punto risulta lineare, quando poi, accade un qualcosa di inaspettato
(che può anche provenire da un cosiddetto errore o da un evento inaspettato). Questo non può essere ignorato,
non solo va valorizzato e non superficialmente giustificato, ma va integrato in modo organico.
(Es: Storia di un povero mendicante che non possede nulla e nel cercare di ottenere un'esistenza migliore,
durante un furto viene arrestato e incarcerato.
Titolo: Piume di struzzo dorate.
E' stato integrato con una fase onirica all'interno della prigione in cui il vagabondo sogna per sé un futuro di
artista., come metafora di fuga possibile dalla sua realtà di miseria.)

Potrebbero piacerti anche