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SEMESTRALE DI CULTURA E PEDAGOGIA MUSICALE | ORGANO DELLA SOCIETÀ ITALIANA PER L’EDUCAZIONE MUSICALE | ANNO XLIX | GIUGNO 2021

IN ASCOLTO:
UNA
PROSPETTIVA
ECOLOGICA
Poste Italiane S.p.a. - Spedizione In abbonamento postale - Aut. N. 842/2020 - Stampe in regime libero

n. 184
Indice

UN E
IN PR LO
AS OS GI
A CO

CO PE CA
Editoriale

LT TT
Senso e sensi dell’ascolto

O IVA
:
Alessandra Anceschi p. 3
I suoni ai tempi della pandemia.
Per un’ecologia dei sensi
Roberto Neulichedl p. 6
Il paesaggio sonoro come teatro
educativo
Enrico Strobino, Maurizio Vitali p. 14
Soundscape ecology: un approccio Su www.musicadomani.it
naturalistico al paesaggio sonico
Intervista ad Almo Farina Document-Azioni
a cura di Lara Corbacchini p. 25
Verde come uno stagno
Suono Spazio Ambiente: Arianna Sedioli
costruire e percepire relazioni
Intervista a Ricciarda Belgiojoso Viewpoints
a cura di Alessandra Anceschi p. 35 Alla ricerca della consonanza
a cura di Lara Corbacchini
Formarsi in ascolto
Vincenzo Culotta p. 43 Libri
a cura di Mariateresa Lietti
Ascoltare con il corpo recensioni: L’ascolto e l’ostacolo di F. Pe-
Sandra Fortuna p. 53 trella; L’arca dei suoni originari di D.
Riconoscimenti all’ascolto: Monacchi; I suoni dei luoghi a cura di L.
Rocca; Costruire con i suoni di R. Bel-
un atlante possibile
giojoso; La scimmia batte il tempo di H.
Anna Laura Longo p. 64
Honing; riletture: Rumori di J. Attali; Con-
sigli di lettura; sconfinamenti: Documentare
Riletture a scuola di B. Balconi; Il giallo del colore
Rileggendo Il paesaggio sonoro di A. Barale; Canti dal mondo di E. Serit-
Maurizio Disoteo p. 73 ti e C. Pizzorno; Con la chitarra di A. la
Rocca; Scuola musicale Il Diapason di L.
Digressioni Corbacchini; A due voci di N. Andreuccetti;
Musica è scuola a cura di L. Berlinguer, G.
L’interprete in ascolto
Nuti, A. Spadolini
Francesco Torrigiani p. 78
Notizie
Cacofonie p. 88 a cura di Anna Maria Freschi
Musica Domani
Semestrale di pedagogia e cultura musicale Organo della Siem – Società Italiana per l’Educazione Musicale
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 411 del 23.12.1974 – Issn 0391-4380 (ed. a stampa)
Issn 2421-7107 (ed. online) – Anno LI, numero 184 (giugno 2021)

Periodico edito da
Siem – Società Italiana per l’Educazione Musicale, via G. Marconi 3, 40122 Bologna

Direzione responsabile
Alessandra Anceschi

Redazione
Lara Corbacchini, Anna Maria Freschi, Mariateresa Lietti

Impaginazione e grafica
Erica Spadaccini, Nuovappennino Scs – Felina (RE)

Stampa
Nuovappennino Scs – Felina (RE)

Segreteria di redazione
e-mail: redazione@musicadomani.it

La rivista è disponibile gratuitamente, anche in formato Pdf, per i soci ordinari Siem in regola con l’iscrizione.
Per i non soci è possibile acquistare copia cartacea scrivendo a tesoriere@siem-online.it
per un costo di € 12,50 + spese di spedizione.

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In copertina
Performance Giardini sonanti (2017). Fotografia di Arturo Cannistrà. Per gentile concessione di Issm “Peri-Merulo” di
Reggio Emilia e Castelnovo ne’ Monti.

Hanno collaborato al numero (cartaceo e online)


Donatella Bartolini, docente di Pedagogia musicale (Conservatorio di Firenze)
Ricciarda Belgiojoso, docente di Musica e società (Università statale di Milano Bicocca)
Fiorella Cappelli, musicista e psicologa (Firenze)
Francesco Ciampalini, docente di Chitarra (Liceo musicale di Lucca)
Vincenzo Culotta, pianista, dottore in Pedagogia generale, docente di Ritmica e Coro (Milano)
Maurizio Disoteo, Centro Studi “Maurizio Di Benedetto” (Lecco)
Almo Farina, professore onorario di Ecologia (Università di Urbino)
Sandra Fortuna, docente di Pedagogia musicale (Conservatorio di Frosinone)
Alberto Ghigliotto, studente, assistente c/o il Dipartimento di Didattica della Musica (Conservatorio di Alessandria)
Anna Longo, pianista, performer, poeta, artista visiva (Roma)
Franca Mazzoli, pedagogista (Bologna)
Roberto Neulichedl, già docente di Pedagogia musicale (Reggio Emilia)
Arianna Sedioli, direzione artistica e coordinamento didattico “Immaginante” (Ravenna)
Enrico Strobino, docente di Musica, formatore Centro Studi “Maurizio Di Benedetto” (Lecco)
Francesco Torrigiani, regista, docente di Arte scenica (Conservatorio di Firenze)
Maria Grazia Vassallo, psicoanalista, membro della Società Psicoanalitica Italiana e International Psychoanalytical
Association
Maurizio Vitali, docente di Musica, formatore Centro Studi “Maurizio di Benedetto” (Lecco)

Supervisione abstract in inglese


Alessandra Confetta, Marco Rapetti
Senso e sensi dell’ascolto

I
l nostro vivere si muove in mezzo a parole d’ordine. Sono
parole che definiscono epoche, suggeriscono visioni e

Editoriale
narrano di tempi e contesti.
Ecologia è uno di questi termini. Ritrae
nell’immaginario dell’oggi precisi campi d’azio-
ne. Ci parla di eventi e di impegni concreti: etici, civili, cul-
turali, politici. Connota cioè precise scelte e modi di guardare al
futuro rileggendo il passato.
L’emblema che oggi raffigura e impersona il termine è la piccola
Greta, che ha avuto il merito di porre rumorosamente al centro dell’atten-
zione planetaria la grande questione ambientale. Un’urgenza che guarda
alla necessità di ridurre rifiuti, sprechi, consumi. La pandemia, se da un
lato ha contenuto le spinte dell’azione giovanile, dall’altro ha costretto
a condurre, su piani differenziati, esperienze “ecologiche”. Sottoposti a
processi di rarefazione che hanno condotto verso un’essenzialità del no-
stro vivere quotidiano, siamo stati orientati ad affinare il nostro sentire,
interiore ed esteriore. Ci siamo messi, anche senza precise intenzionalità,
in un ascolto multisensoriale che ha permesso di percepire l’aria più ter-
sa, i profumi più intensi, i colori più vividi e i suoni più netti e articolati.
La massima del less is more coniata dall’architetto tedesco Ludwig
Mies van der Rohe si è vestita di significati rinnovati.
Tutto questo ha orientato la nostra attenzione verso i processi di ascol-
to, più o meno consapevoli. E ci ha indotto a mettere in rilievo modalità
capaci di attivare esperienze di ricezione attiva, attenta, selezionata, raf-
finata. Ecologica, appunto.
La nostra “prospettiva ecologica”, pertanto, apre i confini rispetto ai
campi di una prima e intuitiva considerazione: in questo numero non pro-
porremo approfondimenti esclusivamente volti a un ascolto connotato in
senso paesaggistico, ma prenderemo in esame diverse pratiche dell’ascol-
tare e del porre attenzione al suono (ambientale o culturalmente costrui-
to), pratiche che hanno fatto perno su azioni e processi di distillazione e
purificazione del percepire.
Il progetto ECOFONIƎ raccontato da Roberto Neulichedl – una piatta-
forma in rete di raccolta di finestre aperte verso un possibile uso didattico
e di prodotti elaborati provenienti dai più disparati contesti formativi – fa

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della condizione pandemica un momento privilegiato per il risveglio di
un’ecologia dei sensi. In questa scia si colloca la riflessione a quattro
mani di Enrico Strobino e Maurizio Vitali. Da anni vivaci animatori di
attività sul paesaggio sonoro, traggono qui alcune importanti riflessioni
sulla funzione educativa dell’ascolto e della manipolazione dei suoni
dell’ambiente. Fanno da cornice a questi contributi d’esordio due inter-
viste, la prima ad Almo Farina, tra i massimi studiosi di eco-acustica e di
soundscape ecology, la seconda a Ricciarda Belgiojoso, docente a Milano
Bicocca dalle plurime competenze. I due dialoghi, spostando più volte
la polarità tra natura e cultura, palesano alcuni affascinanti orizzonti di
ricerca che interessano suono e ambiente.
I successivi tre contributi illustrano esperienze d’ascolto con-
dotte in diversi contesti. Vincenzo Culotta riflette su attività
laboratoriali offerte a studentesse di Scienze della Forma-
zione che hanno permesso di “mettere in atto” l’ascolto,
muovendo da una prospettiva sempre più alla ribalta quale
l’enattive listening. Sul movimento come strategia percettiva
fa perno anche il contributo di Sandra Fortuna. La sua ricerca
puntualizza qualità e differenze dei processi aurali attivati tramite
il movimento e il disegno/segno grafico. Un laboratorio di ascolto in
contesto informale è raccontato da Anna Longo: qui, sono la parola e la
memoria a ricostruire i processi e a porre attenzione ai vissuti.
Vista la natura dei contributi, il testo oggetto di rilettura apparirà del
tutto scontato: si tratta di Il paesaggio sonoro di R. Murray Schafer. Lo ha
rivisitato Maurizio Disoteo, illustrando prospettive di continuità con gli
studi che ne sono seguiti.
Accogliamo da ultimo, nella sezione Digressioni, un contributo di
Francesco Torrigiani. Muovendo da un contesto performativo diverso,
quello del teatro, il regista racconta dei processi di ascolto che si attivano
nell’interprete, sia questo interprete di parola o di suono.
Gli approfondimenti accolti sul nostro sito sono altrettanto ricchi: Lara
Corbacchini cura una ricognizione di ricerche sul fenomeno della conso-
nanza/dissonanza, ancora una volta in bilico fra natura e cultura. Un libro
illustrato su Monet è invece il testo-pretesto della Document/azione di
questo numero. «Cosa ascoltava Monet, quando, in primavera, si dirigeva
verso il suo giardino d’acqua e si sedeva nella barca a dipingere? Quale
concerto della natura accompagnava le sue pennellate?» Le attività docu-
mentate da Arianna Sedioli provano a rispondere alle domande.
Tutte le pratiche e i pensieri di cui diamo conto in questo numero ci
mostrano un preciso attributo che connota l’accezione del termine “eco-
logico”: la loro derivazione da un processo interconnesso, caratterizzato
da azioni e retroazioni che si influenzano reciprocamente. Questa qualità
ecologica dell’ascolto ci informa di come le distinzioni tra fonte e ascol-
tatore, tra produzione e percezione, tra suono e musica, tra significati e
strutture si ridefiniscano in relazione all’ambiente, un ambiente non solo

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sonoro, ma anche relazionale, emotivo, affettivo e che diviene, per questo,
formativo.
Informiamo da ultimo che la pagina dell’indice online del numero
ospita in questa occasione un elenco di contributi in relazione al nostro
tema che “Musicheria.net” mette a disposizione: la grande attenzione che
da anni la rivista telematica pone a questo ambito ci permette di ampliare
le rifrazioni su ascolto e paesaggio sonoro. Promuoviamo e consolidiamo
in questo modo una collaborazione tra riviste che sembra aprirsi, poliedri-
camente, a stimolanti occasioni di confronto.

Alessandra Anceschi

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I suoni ai
tempi della
pandemia.
Per un’ecologia
Roberto Neulichedl dei sensi

L’attenzione al paesaggio sonoro, alle sue implicazioni ecologiche e


tecnologiche ha trovato nel periodo del lockdown rinnovate prospettive
di interesse. Ne sono esempio alcune iniziative presentate in questo
contributo, nelle quali “visioni del mondo”, strategie di politica educativa,
collaborazioni internazionali, reti di contenuti e concrete azioni in ambito
artistico, educativo e didattico, si intrecciano consentendo di ripensare la
complessità dell’esperienza sonora e la sua fenomenologia.
Parole chiave: ecofonie – paesaggio sonoro – fenomenologia – ascolto – prosumer – didattica a
distanza

In time of lockdown the attention on the soundscape and its ecological


and technological implications found renewed perspectives of interest.
An example of this are some initiatives presented here. In them,
“worldviews”, educational policy strategies, international collaborations,
content networks and concrete actions in artistic and educational fields,
intertwine allowing to rethink the complexity of the sound experience
and its phenomenology.

Keywords: ecofonie – soundscape – phenomenology – listening – prosumer – remote learning

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Il palazzo è un orologio: le sue cifre so- quale il suono diviene “cifra” dell’esi-
nore seguono il corso del sole, […] stenza umana dal forte potere di condizio-
C’è una storia che lega un rumore namento psichico. Letta oggi, considerato
all’altro? Non puoi fare a meno di cer- quanto vissuto recentemente da gran parte
care un senso, che forse si nasconde non
della popolazione mondiale nel periodo di
nei singoli rumori isolati ma in mezzo,
nelle pause che li separano. lockdown, la narrazione di Calvino giun-
[…] La città è sdraiata nella notte, ge a noi quasi profetica. In uno stato per
acciambellata, dorme e russa, sogna e molti versi extra-ordinario, la pandemia ha
ringhia, macchie d’ombre e di luci si infatti evidenziato l’importanza che i suoni
spostano ogni volta che si gira su un hanno nella vita quotidiana degli esseri vi-
fianco o sull’altro. […] venti. Tra questi, gli umani: che sappiamo
È il respiro della città che devi ascol- per certo essere “antropologicamente mu-
tare, un respiro che può essere rotto e sicali”, ma altrettanto spesso inutilmente
ansimante o placido e profondo. […] “chiassosi”, per ignoranza o arroganza.
La città è un rombo lontano in fondo
Nel periodo di confinamento sono fiori-
all’orecchio, un brusio di voci, un ron-
zio di ruote. Quando nel palazzo tutto è te molteplici iniziative volte a catturare la
fermo, la città si muove, le ruote corro- straordinarietà del momento che, pur nel-
no le vie, le vie corrono come raggi di la sua drammaticità, ha offerto occasione
ruote, i dischi ruotano nei grammofoni, per meglio focalizzare l’ambiente acustico
la puntina gratta un vecchio disco, la circostante, improvvisamente “ripulito”
musica va e viene, a strappi, oscilla, giù dalla quasi totalità di rumori di natura
nel solco rombante delle vie, o sale alta meccanica. Si è trattato di un’occasione
col vento […]. forse unica di ascolto; di una singolare
La città è una ruota che ha per perno esperienza sensoriale della quale ci è data
il luogo in cui tu stai immobile, ascol-
possibilità di fare tesoro.
tando.
I paesaggi sonori che improvvisamen-
Italo Calvino te ne sono derivati hanno ad esempio co-
stituito occasione per catturare, in forma
socialmente collaborativa, testimonianze
L’ecologia come paradigma sonore di un momento davvero singolare.

N el racconto tratto da una raccolta


dedicata ai cinque sensi1, Calvi-
no descrive poeticamente una condizione
Tra queste, l’iniziativa #aprolefinestree-
registro, promossa dall’Istituto Centrale
per i Beni Sonori e Audiovisivi2 in col-
– solo apparentemente surreale – nella laborazione con il dipartimento dei Beni
Culturali dell’Università di Padova e Lys
1
Sotto il sole giaguaro è un’opera di Italo Calvi- – Locate Your Sound. Iniziativa alla quale
no pubblicata postuma, nel 1986. Vi sono raccolti si è poi agganciato l’appello di #finestrei-
tre racconti (dedicati nell’ordine all’olfatto, al gusto
nascolto, promosso da Musicheria.net.
e all’udito), i quali dovevano fare parte di un pro-
getto, rimasto purtroppo incompiuto, che l’autore Questo tipo di iniziative ha richiamato
intendeva dedicare ai cinque sensi. Fortunatamen-
te, per chi si occupa di fenomenologia del sonoro,
il racconto Un re in ascolto, da cui è tratto questo 2
Cfr. www.icbsa.it/index.php?it/22/attivit-cul-
passo, è potuto arrivare al lettore con il suo potente turali/342/paesaggi-sonori-italiani [consultato il
carico di una profonda e commovente poetica. 01/03/2021].

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un’intensa attenzione compartecipata ver- re l’aspirazione a una «vera vita», a una
so il fenomeno sonoro e verso l’importan- vita autentica3.
za che, repentinamente, sembrava avere Si tratta pertanto di una scelta edu-
assunto per tutti, E ciò non solo per chi, cativo-musicale “sostenibile”, non sce-
come esperto, è solito occuparsi di pae- vra (né potrebbe esserlo) da implicazioni
saggio sonoro e delle sue implicazioni “politiche”. Se con Bruner si assume che
ecologiche. l’educazione è politica (in quanto produ-
Il tema dell’ecologia sonora (peraltro ce sempre conseguenze nella società),
affatto nuovo) è pertanto venuto d’acchi- allora il concetto di paideia consente di
to alla ribalta, consentendo di focalizzare comprendere il rapporto stretto che vige
la necessità di maggiore consapevolezza tra idea/modello di società alla quale una
circa l’enorme impatto che i suoni hanno comunità aspira e scelte in ordine all’edu-
nella vita e nella crescita degli individui. cazione (formale e non): ossia tra visione
È in questo frangente che ha preso del mondo e politiche educative. Perciò,
avvio anche il progetto ECOFONIƎ, nato come musicisti, musicanti, musicologi,
per iniziativa del Forum Nazionale per in tanti avvertiamo il dovere etico di un
l’Educazione Musicale al fine di dare con- impegno circa il ruolo politico che l’espe-
cretezza a uno dei temi posti tra le priorità rienza sonoro-musicale potrà e dovrà gio-
d’azione del proprio Manifesto: quello del care nel mondo che vogliamo.
rapporto suono/uomo/ambiente e, più in Nel recupero di “utopie possibili” ri-
generale, dell’ecologia dei sensi (con par- entra quindi anche una visione del mondo
ticolare attenzione all’ecologia sonora). nella quale i suoni sono componente es-
Aspetti ritenuti giustamente cruciali in senziale umana: anzi, esistenziale. Per chi
campo educativo musicale, dato l’impatto si occupa di educazione musicale tale ap-
sempre più pervasivo dei suoni sulla vita proccio rappresenta non solo un possibile
umana e, in generale, sui sistemi viventi. “argomento” tra i tanti da trattare didat-
In qualsiasi prospettiva educativo-musi- ticamente a scuola, bensì un vero e pro-
cale, infatti, è lecito affermare che il tema prio paradigma educativo e musicale su
dell’ecologia sonora possa e debba essere cui fondare l’idea stessa d’insegnamento/
assunto quale antidoto a una società ten- apprendimento. Perciò si rende anche
denzialmente sempre più anestetizzante necessario rivisitare alcuni temi non più
e, quindi, quale indispensabile risposta nell’ottica di mere unità didattiche e di
da dare all’emergenza psico-sociale che apprendimento, bensì nel più ampio qua-
ne deriva. dro di teorie (educative e non) che, come
Coniugare dunque i grandi temi ad esempio insegna Morin, guardano al
dell’ambientalismo in prospettiva eco-si- pensiero ecologico quale principio episte-
stemica a livello musicale significa inizia- mologico e generatore di nuovo pensiero
re a cogliere le interconnessioni tra even- in chiave auto-poietica (per dirla inve-
ti sonori e i loro “effetti” a vario livello. ce con Maturana4). Si tratta in sostanza
Dove coltivare i “sensi” significa anche, e di riconoscere a tutto ciò che è prodotto
in sostanza (per dirla con Morin), consen-
tire a ciascuno di «sbocciare nella qualità 3
Morin 2000, p. 53.
poetica dell’esistenza» e, quindi, coltiva- 4
Maturana – Varela 2001.

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umano – quindi anche suoni e musica – bifronte che incarna artisticamente il sen-
un valore ontologico necessario alla com- so profondo dell’esperienza sonora uma-
prensione del mondo nel suo divenire e na che si apre al mondo. Testimonianza
del nostro poterlo/saperlo abitare. Un di- capace di coniugare in maniera plastica,
scorso che si potrebbe aprire su una più idealmente e concretamente, il complesso
vasta prospettiva d’indagine: al contempo rapporto tra natura e cultura.
eco ed egologica5. Nelle intenzioni degli autori, il sito di
ECOFONIƎ ha dunque inteso porsi da su-
bito quale ideale spazio di condivisione,
ECOFONIƎ nell’anno del Suono
con l’ambizione di raccogliere e far co-
L’anno 2020 è stato dichiarato dall’U-
noscere esperienze artistiche e contributi
nesco “Anno internazionale del Suono”6.
provenienti da vari ambiti del sapere. Do-
L’iniziativa (poi estesa a tutto il 2021) è in
cumenti utili allo sviluppo di una coscien-
parte passata inosservata a tanti, ma non a
za ecologico-sonora, soprattutto tra coloro
tutti. Con l’apertura del sito www.ecofonie.
che si occupano di educazione musicale.
it, nell’aprile 2020, l’omonimo gruppo di
Il sito, agganciandosi anche a inizia-
lavoro ha infatti inteso varare un progetto
tive già poste in atto, ha proposto un’ori-
espressamente dedicato ai temi dell’eco-
ginale elaborazione di pensiero sui temi
logia sonora. La sua homepage accoglie il
sopra richiamati con una prima serie di
visitatore con un’immagine emblematica
#finestrepensanti: un invito a rileggere
e potente: Dismemberment, Site I, (2003-
coralmente l’esperienza di quel momento.
2009), di Anish Kapoor, un’opera colloca-
Quella serie, infatti, si apriva con un au-
ta a cavallo di una collina di Alan Gibbs
spicio: «I paesaggi sonori ridisegnati da
Farm, in Nuova Zelanda, della cui ripro-
e in questo tempo sospeso ci invitano a
duzione l’artista ha gentilmente conces-
ripensare a noi stessi e al nostro rappor-
so l’utilizzo7. Nella sua perfetta eleganza
to con gli altri, andando più a fondo della
estetica e nel contrasto cromatico, l’opera
nostra esperienza come esseri umani: in
di Kapoor restituisce anche il senso di
relazione al pianeta e a tutti gli esseri e
doppiezza e complessità sottesa al suono
le essenze che lo abitano»8. Il proposito
e alla sua fenomenologia. L’opera, infatti,
era non tanto di raccogliere direttamente
rappresenta un ponte ideale tra il suo es-
documenti sonori di un particolare mo-
sere al contempo un grande megafono, ma
mento quale quello del lockdown, quanto
anche un grande orecchio. Un elemento
piuttosto di aprire alcune “finestre” sulla
riflessione che poteva scaturire da feno-
5
Per un ampliamento della prospettiva ecologi- meni che, in quel momento, apparivano
ca in chiave egologica, cfr. Neulichedl 2020, dove a tutti meglio osservabili. Ne è prova il
il fenomeno sonoro-musicale è considerato «tratto primo post che, non a caso, fa riferimento
esperienziale umano, potenzialmente connesso alla
al racconto di Calvino posto in esergo. Un
formazione del sé (di un ego) e di un altro da sé (o
di un ego-alter) che si fa eco» (p. 255). racconto che, con indubbia qualità poeti-
6
Cfr. il sito dedicato: https://sound2020.org ca, restituisce una chiara visione acustica
[consultato il 14/03/2021].
7
L’immagine è visibile alla pagina web anishka-
poor.com/127/dismemberment-site-i [consultato il 8
Dalla pagina web www.ecofonie.it/finestreina-
14/03/2021]. scolto-iorestoacasa/ [consultato il 14/03/2021].

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dello scorrere del tempo. Altre “finestre” “reti” funzionali alla divulgazione di con-
hanno invece richiamato l’attenzione ver- tenuti e, soprattutto, alla loro elaborazio-
so esperienze artistiche, testi, film, testi- ne. Questa prospettiva di allacciamento di
monianze in grado di gettare una luce (o, rapporti ci si augura possa prendere forma
ancor meglio, un suono) utile alla lettura anzitutto a partire dai contributi prove-
del “tempo sospeso” determinatosi nel nienti da autori e autrici quali Ricciarda
periodo di confinamento. Un tempo silen- Belgiojoso, Davide Monacchi e altri9. Un
te e, purtroppo, per alcuni buio. Attraver- esempio virtuoso di circuitazione è stato
so il sito, il progetto ha dunque inteso con- offerto dal Congresso Mondiale Sounds
notarsi quale canale privilegiato di sensi- of the Pandemic10, i cui lavori sono stati
bilizzazione in campo educativo, nella animati da bravissimi giovani ricercatori
consapevolezza che la straordinarietà del il cui bagaglio di competenze ha favori-
momento (pur nella sua drammaticità) to un’interlocuzione fortemente interdi-
avrebbe offerto occasione per meglio fo- sciplinare. L’auspicio è quindi che, col
calizzare l’ambiente acustico circostante. tempo, si possano sviluppare più reti di
Se il progetto potrà fungere da cataliz- rapporti capaci di aprirsi a nuove risorse,
zatore e polo d’attrazione di iniziative, di soprattutto giovani.
altri progetti, di materiali prodotti nel cam- L’ecologia acustico-sonora, quale
po dell’ecologia sonora lo dirà il tempo. Ma campo d’indagine, impone infatti di af-
ciò che interessa è lo sguardo fondamen- frontare una molteplicità di aspetti. Al
talmente vòlto ai processi educativi che se primo posto vi è di certo il tema del rap-
ne ricava: capace cioè d’abbracciare tanto porto con l’ambiente, che costringe forse
l’educazione formale (scolastica) quanto oggi a rivedere anzitutto la stessa nozione
quella non formale e informale. In tal senso di “ambiente”; concetto entro il quale si
sembra guardare la proposta di ECOFO- gioca il confronto tra organico e inorga-
NIƎ della costruzione di una “eco-teca”; nico (e, volendo, “superorganico”), tra
uno spazio in fieri che si candida a racco- umano e in-umano (e, sempre volendo,
gliere in maniera sistematica – secondo “ultraumano”), tra naturale e artificiale,
una struttura reticolare di tipo enciclopedi- tra natura e cultura ecc. In questa pro-
co, multi e inter-disciplinare – materiali di spettiva, per esempio, andrebbe ripensato
diverso genere: da singole buone pratiche anche il rapporto con tutte le tecnologie
condotte in scuole di vario ordine e grado,
a progetti di ricerca, sino a testimonianze 9
Cfr. Monacchi 2019, Belgiojoso 2010, recen-
provenienti dai vari settori dell’arte e del- siti anche su www.musicadomani; una interessante
la scienza. Auspicabile, quindi, l’idea di conversazione con David Monacchi è ascoltabile
costituire una potenziale “banca dati” per all’indirizzo www.musicheria.net/radio-musiche-
ria/5260-sull-arca-dei-suoni-originaripresente
chiunque si voglia occupare di suoni e di
[consultato il 14/03/2021].
progettazione educativa nella prospettiva 10
Una ricca documentazione del congresso, pro-
ecologica posta in premessa. mosso da Università di Firenze, Dipartimento Sagas
e da Tempo Reale, Centro di Ricerca, Produzione
Tessere tele tematiche e Didattica Musicale (dove pure il progetto ECO-
La prospettiva ecologica impone, oggi FONIƎ è presente) è disponibile all’indirizzo
https://soundsofthepandemic.wordpress.com/ [con-
più che mai, una capacità di costruire sultato il 14/03/2021].

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(arcaiche, moderne o futuribili che siano) nella figura del prosumer14 la potenziale
quale potenziale espansione, nelle sue di- ri-composizione di un’ideale unitarietà
verse implicazioni culturali, dell’umano nel proprio essere musicali. Ci si riferisce
verso l’artificiale e, appunto, dell’orga- ai due tradizionali modi di essere “nella”
nico verso l’inorganico. Non è questa la musica dati dalle dimensioni dell’ascolto
sede per approfondire il tema11. Tuttavia e della produzione. Due modi di proces-
pare opportuno fare almeno un breve ac- samento dell’esperienza che evidenziano
cenno al ruolo oggi rivestito dalle tecno- la dualità di cui gli stessi libri di testo
logie nell’attuale habitat sonoro umano. di scuola secondaria sono testimonianza,
Non tanto per il rumore – spesso inutile, aprendo il potenziale conflitto dialetti-
e quindi nocivo – provocato dalle tecno- co (evidentemente connaturato all’espe-
logie meccaniche ed elettriche di vari tipi rienza del musicale) al quale Attali, già
e funzioni, quanto piuttosto per le condi- quattro decenni fa, ha dedicato un’appro-
zioni d’ascolto che caratterizzano la nostra fondita analisi filosofica e socioeconomica
epoca, e che Murray Schafer definisce in scrivendo: «La composizione si annuncia
termini di «schizofonia»12. Sarebbe pe- allora come negazione della divisione dei
raltro impossibile non considerare come ruoli e del lavoro, come tutti i vecchi co-
e quanto la fenomenologia del sonoro si dici l’avevano codificata»15. Così Attali
sia profondamente trasformata a partire annunciava profeticamente: «L’ascolta-
da ciò che Delalande indica in termini tore è operatore»16. Le nuove potenzialità
di «seconda rivoluzione tecnologica della tecnologiche, fattesi “ambienti di appren-
musica»13: ossia nel passaggio dalla scrit- dimento” in ambito educativo, finiscono
tura dell’idea di suono, al “suono fissato” quindi con il delineare un campo d’inda-
in senso materiale (cioè registrato me- gine estremamente complesso e poliedri-
diante varie tecniche e supporti). Una ri- co che, come tale, necessiterebbe di una
voluzione certo già ampiamente assorbita riflessione approfondita a livello fenome-
anche in ambito scolastico, dove convivo- nologico mediante un approccio decisa-
no da sempre vecchie e nuove tecnologie, mente interdisciplinare, capace d’inqua-
ma che – con la diffusione di massa del drarsi nel paradigma ecologico richiamato
digitale – ha visto aumentare in maniera in apertura di questo intervento.
abnorme le possibilità manipolatorie di
una materia essenzialmente effimera qual Shock didattico
è il suono; al punto da consentire oggi a Il periodo del lockdown ha del resto
chiunque (anche ai più giovani) di “fissa- rimescolato le carte anche rispetto a “luo-
re il suono”, di modellarlo, di “scolpirlo”, ghi” e “tempi” dell’educazione formaliz-
grazie a programmi open source ormai alla
portata di tutti. Una rivoluzione ancora, e
14
Il termine, coniato nel 1980 da Alvin Toffler,
non da ultimo, che vede in qualche modo
rappresenta la crasi tra i due termini inglesi pro-
ducer e consumer. Il concetto era tuttavia stato an-
11
Proprio al tema Musica Educazione Tecnologia: ticipato già nel 1972 da Marshall McLuhan, come
miti e tendenze sarà dedicato il prossimo numero di conseguenza dell’avvento della tecnologia elettrica.
questa rivista [N.d.R.]. 15
Attali 1978, p. 203. Una scheda su questo te-
12
Schafer 1985, pp. 132-133. sto è consultabile nel sito www.musicadomani.it
13
Delalande 2010, p. 42 e sgg. 16
Ibid.

n. 184 | musica domani | 11


zata, determinando uno “shock didattico” la sede per approfondire pro e contro della
nel mondo della scuola. È saltata ad esem- cosiddetta Dad o Did, Didattica Integra-
pio la tradizionale divisione tra scuola ed ta a Distanza (per molti, più disintegrata/
extrascuola (ossia la società). La scuola, disintegrante che non integrata). Rimane
entrando nelle case dei ragazzi con la Di- tuttavia evidente che l’assolutizzazione di
dattica a Distanza (Dad), ha occupato lo questa modalità a distanza di trasmissio-
spazio venutosi a creare con il distanzia- ne/condivisione del sapere ha prodotto
mento sociale. Uno spazio nuovo, quindi un duplice esito: da un lato ha determi-
sconosciuto e inesplorato17, ma che ha ben nato una pesante assuefazione educativa,
presto evidenziato le sottese conflittualità dall’altro ha consentito di intravvedere
generate dalla frattura della tradizionale quanto la digitalizzazione dell’esperienza
separazione tra scuola e non-scuola; tra umana sia un fenomeno ancora tutto da
i “tempi-scuola” e il “tempo libero”; tra comprendere per poter essere utilmente
luoghi e non luoghi. La scuola è entrata gestito, soprattutto in ambito educativo,
insomma nel cuarto conectado (la stanza non solo in momenti emergenziali. Così,
sempre connessa) dei/delle giovani; una nella condizione di prosumer (ora ancor
stanza resa oggi dagli smartphone ancor più legittimata dalla Dad), e seppure tra
più virtuale e mobile, e che per Zafra è tante contraddizioni, si realizza comun-
oggi luogo privilegiato di costruzione d’i- que per le ragazze e i ragazzi la possibilità
dentità individuali e collettive18. All’im- di dare corpo a una delle otto competen-
provviso le/gli insegnanti hanno vissuto ze chiave indicate nel 2006 dall’Unione
questo periodo in modo schizofrenico, Europea: la «competenza in materia di
così che, se con l’invasione inattesa dei consapevolezza ed espressione culturali».
loro spazi gli studenti si sono trovati cata- Una possibilità per i giovani di compren-
pultati in una condizione del tutto inedita dere le diverse culture attraverso le di-
(e per molti versi surreale), le/i docenti verse forme di espressione artistica (com-
hanno dovuto a loro volta far fronte a una presa la musica) e di esprimere altresì
crisi che ha visto porre in radicale discus- attraverso i suoni il proprio sentire e, non
sione gran parte delle certezze didattiche ultimo, poter così rielaborare persino le
sin lì maturate e consolidate; molte del- proprie angosce. Ne è esempio una com-
le quali basate sulla lezione in presenza posizione in cui Sara (13 anni) dà senso
(tanto frontale quanto laboratoriale), fatti al periodo di confinamento attraverso una
salvi alcuni utilizzi virtuosi di Classroom ri-lettura e ri-scrittura esistenziale del
da parte di insegnanti metodologicamente proprio universo sonoro20.
più attrezzati19. Come detto, non è questa

17
O forse solo in parte esplorato, da chi da tem- stiche innovative a livello non solo di “classe rove-
po aveva già sperimentato ad esempio l’utilizzo sciata” (la cosiddetta flipped classroom), ma anche
dell’aula virtuale (vedi nota 19 a proposito dell’uso di personalizzazione del lavoro con, e da parte di,
di Classroom). ragazze e ragazzi.
18
Zafra 2012. 20
La composizione, documentata da Maurizio
19
Classroom ha rappresentato in alcuni casi una Vitali nel periodo del lockdown, è consultabile
potenziale “estensione” del lavoro con la classe, in https://youtu.be/cJOBjlKXexg [consultato il
consentendo di porre in evidenza alcune caratteri- 14/03/2021].

12 | musica domani | n. 184


Risvegli delle città? nell’ultimo tragico momento di un addio
Sara sperava nel ritorno del sole. Men- desideroso, forse, di risuonare come una
tre ECOFONIƎ, all’affacciarsi dell’estate, ecofonia in un «a presto».
a giugno 2020, pubblicava la #finestrapen- ... rUumori, quindi, e non solo di fon-
sante_14 con un omaggio “rumorista”: Il do, ai quali fanno eco le parole ancora di
risveglio di una città21, affiancato dalla ce- Attali, nelle quali (quasi in uno scherzo
lebre frase di J. Attali «La vita è rumore»22. del destino) risuonano i termini musica e
Un auspicio di rottura di un silenzio dive- domani. Parole dalle quali, speriamo, po-
nuto, nel periodo del confinamento, tanto ter ripartire:
cercato quanto temuto. Ed è forse nell’atte-
sa della maturazione di una riflessione nel- «I rumori di una società sono in
la prospettiva sopra richiamata che la pro- anticipo sulle sue immagini e i suoi
posta di affrontare la tematica del rumore conflitti materiali.
La nostra musica ci dice il domani.
in chiave in parte “(r)umoristica” consente
Ascoltiamola»25.
di evidenziarne la componente celata nel
termine stesso. I #rUmori_di_fondo23 pro-
posti ancora da ECOFONIƎ, testimoniano
Bibliografia
l’invito a proseguire – oltre la contingenza Jacques Attali, Rumori. Saggio sull’economia
– nella più vasta riflessione sulla fenome- politica della musica, Mazzotta, Milano 1978.
nologia del sonoro e del musicale nelle sue Ricciarda Belgiojoso, Costruire con i suoni,
varie implicazioni. FrancoAngeli, Milano 2010.
Tra i rUmori di fondo (questa volta Italo Calvino, Sotto il sole giaguaro, Garzanti,
mediatici) merita attenzione un fatto sali- Milano 1986.
François Delalande, Dalla nota al suono. La
to alla ribalta della cronaca. Un esempio seconda rivoluzione tecnologica della musica,
struggente di dialogo sonoro “a distanza”, FrancoAngeli, Milano 2010.
rivelatore di come dietro a ciascun singo- Humberto R. Maturana – Francisco J. Varela,
lo numero dei bollettini serali dei decessi Autopoiesi e cognizione. La realizzazione del vi-
per Covid-19 vi siano storie vere, nomi vente, Marsilio, Venezia 2001.
e cognomi. È la storia di Stefano Bozzi- David Monacchi, L’arca dei suoni originari. Sal-
vare il canto delle foreste dall’estinzione, Monda-
ni, l’ottantunenne che con il suono della
dori, Milano 2019.
sua fisarmonica ha voluto accarezzare a Edgar Morin, La testa ben fatta, Cortina, Milano
distanza sua moglie, Carla Sacchi24, pur- 2000.
troppo portata via di lì a poco dal virus. Roberto Neulichedl, Fenomenologia dell’espe-
Altro esempio di quello “sbocciare nella rienza sonoro-musicale: una prospettiva biologi-
qualità poetica dell’esistenza”, capace di ca ed ego-ecologica, in L. Bertazzoni, M. Filip-
pa, A. Lavinia Rizzo (a cura di), “Quaderni di
proiettarsi oltre la vita, nella vera vita, sin
Pedagogia e Comunicazione Musicale”, Vol. 6 /
2019”, Eum, Macerata 2020, pp. 241-257.
21
Titolo di una famosa opera di Luigi Russolo. R. Murray Schafer, Il paesaggio sonoro, Ricor-
22
Attali 1978, p. 7. di-Unicopli, Milano 1985 [ed. or. 1977].
23
Cfr. ad esempio www.ecofonie.it/2020/09/24/ Remedios Zafra, Sempre connessi. Spazi virtuali e
rumori_di_fondo_01 [consultato il 14/03/2021]. costruzione dell’io, Giunti, Firenze-Milano 2012.
24
Un video che ritrae il momento è stato posta-
to su Youtube: www.youtube.com/watch?v=XH-
vtWEHeFAw [consultato il 14/03/2021]. Attali 1978, p. 18.
25

n. 184 | musica domani | 13


Il paesaggio
sonoro
come teatro
Enrico Strobino, Maurizio Vitali educativo

Gli autori, da anni promotori di esperienze didattiche sul paesaggio


sonoro, riflettono sulla funzione educativa di percezione e manipolazione
dei suoni dell’ambiente. Mantenendo sullo sfondo alcune delle idee cardine
dell’opera di Raymond Murray Schafer e di John Cage, il contributo
ritrae un contesto operativo capace di interconnettere fluidamente diversi
processi: un ascolto del paesaggio curioso e sensibile, una personale
interpretazione e rielaborazione, il confronto con altre identità sonore e
musicali. Completano l’articolo alcuni materiali didattici esemplificativi
commentati e collocati in rete.
Parole chiave: paesaggio sonoro – etica e estetica – natura e cultura – ecologia acustica –
soundscape composition

The authors, promoters of soundscape educational experiences for many


years, reflect on the educational function of perception and manipulation
of the sounds of environment. Keeping in the background some of the main
ideas of the work of Raymond Murray Schafer and John Cage, the essay
describes an operative context capable of fluid interconnections among
different processes: a curious and sensitive listening of the soundscape,
a personal interpretation and elaboration, the comparison with other
sound and musical identities. The article is completed by some illustrative
materials commented and posted online.
Keywords: soundscape – ethics and aesthetics – nature and culture – acoustic ecology –
soundscape composition
Andiamo anche noi in un’alba d’estate modi con cui abitiamo il pianeta, assu-
per i sentieri del bosco, con abbiglia- mendo il paradigma dell’interconnessione
mento discreto e passo silenzioso, cer- fra etica, estetica, economia e politica: il
cando di evitare sassi mobili e rami fatto che molti giovani ce l’abbiano negli
secchi. Fermiamoci ad ascoltare e ci
ultimi tempi ricordato, non fa che aumen-
sarà molto da scoprire: un fruscio, un
battere d’ali, il sottile richiamo del tare la nostra responsabilità di adulti, di
piccolo capriolo, un aereo di linea che genitori, di educatori.
passa alto nel cielo, il rumore di una In questa direzione pensiamo che an-
motosega nell’altro versante, il respiro che l’educazione musicale, nel suo picco-
affannoso di uno che sale con la bici- lo e appartato mondo, possa e debba fare
cletta da montagna. Non si è mai soli la propria parte, che possa farsi accende-
nei nostri boschi che hanno mille occhi re da un’educazione culturale, ambienta-
e mille orecchie e, quando meno te l’a- le, ecologica, sociale ed etica, che sappia
spetti, ti trovi davanti un guardiacac- dare il proprio contributo alla cura della
cia o un cercatore di funghi.
casa comune, che è anche un prendersi
Mario Rigoni Stern1 cura di Noi.
Il tema del paesaggio sonoro ci offre,
quindi, un lato non usuale di questa casa
L’educazione musicale e la casa comune, che per noi diventa occasione di
comune esplorazione, documentazione, ascolto,

A bitiamo una dimora di cui non


siamo padroni ma ospiti, che
contiene l’umanità come elemento quasi
educazione e che, quindi, ci dà la possi-
bilità, come insegnanti di educazione mu-
sicale, di fare la nostra parte, superando i
trascurabile, o sicuramente non centrale, confini stretti di una “materia scolastica”,
non indispensabile, anche se, purtroppo, spesso ancorata a semplici grammatiche
certamente dannoso e pericoloso. Questa e tecniche.
nostra dimora è quindi anche, anzi soprat- Ecco allora l’esigenza di una ricer-
tutto, luogo dell’alterità, di un altro da noi ca educativa orientata verso il prendersi
di cui dobbiamo imparare ad ascoltare la cura, intendendo con questo termine ogni
voce, la lingua, e più in generale, a cui azione riferita alla custodia, all’attenzio-
dobbiamo accordare attenzione. ne, che fa sì che una cosa acquisisca la
La fonosfera, la dimensione sonora del migliore forma possibile, impegnando sia
pianeta che ci ospita, è parte di quell’al- la mano che l’anima, con un richiamo al
trove che non siamo abituati ad ascoltare: senso profondo che può assumere anche
si tratta di avvicinare un linguaggio spe- un’esperienza educativa e musicale rivol-
ciale, di stabilire legami con qualcosa che ta a questo orizzonte. Lungo questa strada
non ci è familiare anche se ci è costante- leggiamo con attenzione anche le parole
mente vicino. di Papa Francesco, che indicano una via
La sfida per proteggere la nostra casa educativa che tesse etica e estetica:
comune spinge a porre al centro del nostro
cammino, anche educativo, il dialogo sui «Se noi ci accostiamo alla natura
e all’ambiente senza questa apertura
allo stupore e alla meraviglia, se non
1
Stern 2006, p. 80.

n. 184 | musica domani | 15


parliamo più il linguaggio della frater- estetica ed etica. L’ipotesi pedagogica è,
nità e della bellezza della nostra rela- quindi, che le esperienze educative deb-
zione con il mondo, i nostri atteggia- bano essere occasioni per incontrare la
menti saranno quelli del dominatore, bellezza accorgendosi di essa, imparando
del consumatore o del mero sfruttatore
a individuarla, imparando a riconoscerla.
delle risorse naturali, incapace di por-
re un limite ai suoi interessi immedia-
“Bellezza” non come una proprietà ogget-
ti. Viceversa, se noi ci sentiamo inti- tiva delle cose, ma come incontro, vissuto,
mamente uniti a tutto ciò che esiste, emozione, fondata su una relazione inter-
la sobrietà e la cura scaturiranno in soggettiva per cui è bello, in primo luogo,
maniera spontanea»2. ciò di cui ci si innamora.

Tale prospettiva indica un’idea di edu- Definizioni


cazione musicale che ci porta ad assume- Per la Convenzione Europea, il “pa-
re che epifanie di bellezza non siano pre- esaggio” è una parte di territorio il cui
senti soltanto all’interno della musica, o carattere deriva dall’azione di fattori
delle musiche, ma che siano presenti an- naturali e/o umani e dalle loro interrela-
che fuori: negli ambienti naturali, umani zioni. In questa prospettiva il concetto di
e tecnologici, nei luoghi, abitati e abban- paesaggio va oltre quelli di territorio e di
donati, nel paesaggio sonoro inteso come ambiente, unendo natura e cultura in un
tutto quanto nel mondo sia percepibile rapporto ambivalente, interdipendente e
ad orecchio. Eccoci allora spinti a recu- continuamente creativo.
perare una locuzione più ampia: quell’e- Il rapporto umano con il paesaggio
ducazione al suono e alla musica che ci diventa in questo modo complesso e po-
vede prendere in considerazione anche i lifonico: è mentale e corporeo, affettivo e
suoni che eccedono le musiche, cercan- sensoriale, è fatto di memoria e di proget-
do di promuovere un’educazione estetica to, di ascolto e di parola. Ogni paesaggio è
che viene prima di un’educazione artisti- dunque, potenzialmente, etico ed estetico:
ca, che ne disegna un contorno più ampio non solo da contemplare nelle sue bellez-
all’interno del quale l’esperienza artistica ze, o da subire nelle sue bruttezze, ma da
rappresenta un caso particolare. vivere, partecipando della sua stessa vita,
Ci si potrebbe chiedere, giustamente, cercando di promuoverne la salute, per il
di evidenziare le finalità di queste prospet- benessere suo e nostro, come suoi abitanti.
tive, affinché ci facciano essere coscienti Per quanto riguarda il concetto di “pa-
del nostro ruolo, che ci diano sicurezza esaggio sonoro”, traduzione nella nostra
di non stare facendo qualcosa che non ci lingua del termine inglese soundscape
compete, che trascende ciò per cui, in fon- che unisce, in un gioco di parole anglofo-
do, siamo pagati. Noi identifichiamo come ne landscape e sound, è ideato da Murray
finalità fondamentale della nostra propo- Schafer che lo presenta nel suo testo fon-
sta scolastica l’educazione estetica, intesa dativo The tuning of the world3.
come “sensibilità verso le cose”, che uni- Schafer, caposcuola di un gruppo di
sce ciò che già la parola stessa contiene, compositori e ricercatori attivi nella Co-

2
Francesco 2015. 3
Schafer 1977.

16 | musica domani | n. 184


lumbia Britannica presso la Simon Fraser Per la definizione di una moderna di-
University di Vancouver, è promotore del dattica in grado di accogliere l’idea di pae-
World Soundscape Project (Wsp), un pro- saggio sonoro diventa per noi fondamentale
getto internazionale che ha come base la affiancare, al lavoro di Schafer e dei suoi
definizione di un rapporto più equilibrato collaboratori canadesi, quello di un altro
e approfondito con la natura, anche da un padre della musica del Novecento, John
punto sonoro. Per Schafer occorre com- Cage6. Con la sua opera manifesto 4’33’’
battere i suoni nocivi e progettare il pae- Cage propone una frattura della continuità
saggio al pari di “un’orchestra” o di “una percettiva quotidiana dello spazio sonoro e
musica” di cui siamo tutti compositori, la trasforma in esperienza estetica di tem-
esecutori e ascoltatori. po musicale. La possibilità di racchiudere
In linea con gli approcci agli studi sul e rappresentare in una cornice una discon-
paesaggio, l’autore individua la necessità tinuità percettiva, per quanto instabile e
di approccio multidisciplinare ed ecologi- discutibile, la possibilità di arricchirla di
co per affrontare un tema complesso quale suoni inattesi prodotti nel tempo presente,
è il soundscape. La sua proposta, pioneri- apre a nuovi e importanti scenari per la mu-
stica e avveniristica, si concentra partico- sica, come per la didattica musicale. Cor-
larmente sul concetto di design acustico, nici di soundscape catturati diventano in
di cui delinea alcuni tratti essenziali, tra questo modo generative di nuove intuizioni
cui, sul piano educativo e didattico, una e idee musicali, di sguardi e rilanci estetici
particolare attenzione a ciò che, riferen- verso un futuro che non può che trovare,
dosi principalmente a un piano percetti- con l’affermarsi di un vero e proprio genere
vo, definisce col termine Ear Cleaning. Il musicale quale è la soudscape composition,
Wsp è in effetti orientato alla costruzione una collocazione e un proprio luogo speci-
di un paradigma interdisciplinare di eco- fico all’interno di un’educazione musicale
logia acustica in cui anche l’educazione contemporanea attenta a promuovere i temi
musicale deve portare il proprio contribu- dell’ecologia, dell’etica e dell’estetica.
to orientato allo sviluppo di una maggiore
e migliore responsabilità verso il suono e Verso un’educazione estetica
l’ambiente. Altrove abbiamo già indicato
come, a più di quarant’anni dalla pub- «Le esperienze di natura intese a col-
blicazione del suo testo fondamentale e a tivare una nuova disposizione estetica
trenta da quella dei suoi 100 esercizi per ed etica implicano il riconoscimento
ascoltare e produrre il suono4, la proposta della primarietà dell’incontro senso-
riale con le cose, dove il corpo si fa
didattica di Schafer risulti un po’ sbilan-
“teatro della percezione”»7.
ciata sugli aspetti percettivi e analitici
rispetto a quelli produttivi e creativi, ma
L’esperienza estetica orientata dagli
nulla toglie al potenziale rivoluzionario e
studi sul paesaggio sonoro richiede la me-
generativo che la sua idea ha comunque
diazione di una sensibilità ecologica ed
saputo esprimere5.
etica.

4
Schafer 1992 6
Strobino 2013.
5
Strobino – Vitali, in corso di pubblicazione. 7
Mortari 2009, p. 139.

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Sono questi i temi fondamentali espo- Per quanto riguarda il lavoro didattico,
sti recentemente anche da David Monac- possiamo trovare questa qualità estetica
chi all’interno del suo progetto Fragments nell’ascolto del paesaggio e nella sua re-
of extinction, che lo ha portato a registrare stituzione attraverso la produzione musi-
i suoni degli ambienti naturali più ricchi cale.
di biodiversità e insieme tra i più remoti Lo sviluppo di un senso della meravi-
e indisturbati del nostro pianeta: le fore- glia e della sua conseguente valorizzazio-
ste primarie delle zone equatoriali. L’e- ne attraverso l’intelligenza emotiva, in un
mozione trasmessa da Monacchi di fronte contesto di complessità fenomenologica,
all’equilibrio e all’ordine espresso dalla sono i presupposti alla base della pro-
sincronia bioacustica con cui le specie posta di educazione estetica avanzata da
animali si manifestano in quei contesti è Marco Dallari, per il quale l’intero uni-
immediatamente percepibile a qualunque verso sensibile (corpo, sensi, sensazioni,
persona sensibile8. sensibilità) è coinvolto nel processo for-
Se con Schafer il paesaggio diventa mativo e consente di sviluppare, sia sul
l’orchestra di una nuova e possibile arte piano cognitivo che affettivo, il rapporto
dei suoni, per Monacchi l’evoluzione del- tra sé e il mondo.
le specie, nella sua fragilità assoluta, ne Estetica (aísthēsis), dal senso etimolo-
è una partitura eccezionale, dove il suono gico di “esperienza conoscitiva attraverso
delle foreste primarie rappresenta un pa- i sensi” è un sentire che coinvolge tutti
trimonio sonoro immateriale eccezional- i sensi. Pensiamo all’educazione estetica
mente prezioso, che l’umanità non può ri- quindi come a una “pratica della sensibi-
schiare di perdere a fronte della catastrofe lità”, come apertura di fronte allo stupore
silenziosa in atto sul nostro pianeta. che emoziona e ci conduce nella ricerca
Etica ed ecologia spingono dunque di nuovi equilibri cognitivi ed emotivi.
verso un cambio di paradigma, una modi- Per Dallari il valore estetico, più che
ficazione profonda a cui siamo comunque come fine nel processo pedagogico, serve
ineludibilmente destinati e in cui il valore in primo luogo come risorsa per ampliare
estetico, spinto da un’idea di bellezza che le già infinite possibilità della percezione.
abbraccia tutti gli esseri viventi che con L’educazione estetica promuove in questo
noi abitano il pianeta, diventa salvifico modo la creazione di universi autonomi
per la sopravvivenza stessa della specie e caratterizzati da individualità, democrati-
per lo sviluppo della vita. cità e organicità di significazione, mentre
favorisce un rinnovamento relazionale e
«Ascoltare è la prima forma in cui del comportamento sociale del sogget-
si manifesta l’etica del prendersi cura to-persona che previene l’omologazione
[…] in modo non intrusivo. È con l’e- imperante.
ducazione all’ascolto che ha inizio l’a-
bitare con leggerezza la terra»9. «Non perché il “fanciullo sia un
artista”, […] ma perché ciascun sog-
getto in formazione dovrebbe avere
8
Monacchi 2019. Si veda la recensione del testo l’opportunità di sviluppare coscienza
in www.musicadomani.it [N.d.R.]. e competenza sensibile, vedendo rea-
9
Mortari 2009, p. 142.

18 | musica domani | n. 184


lizzato il diritto di essere iniziato non si sviluppa è un sapere appropriato, com-
soltanto al sapere ma anche alla di- plesso, denso.
mensione poetica.
[…] Perché il contrario della bel- Soglie del sentire
lezza non è la bruttezza, ma la rozzezza
Avvicinarsi al paesaggio sonoro con
culturale e l’ignoranza emozionale»10.
un orientamento documentaristico, per
cui si intraprende un’attività che porta
Una didattica del paesaggio sonoro
ad ascoltare, con le proprie orecchie e,
così orientata è in effetti particolarmente
possibilmente, accompagnate da un orec-
efficace come opportunità per far entrare
chio elettronico (il registratore), significa
bambini e ragazzi in una relazione emo-
segnare e varcare una soglia all’interno
zionata col suono, dando loro la possibili-
delle proprie abitudini quotidiane.
tà di svilupparla e integrarla in un proces-
L’inizio dell’attività segna quindi una
so formativo che li metta in grado di fare
discontinuità rispetto al modo di perce-
e pensare attraverso i suoni. Possiamo in
pire il paesaggio sonoro: intraprendere
questo modo utilizzare sonorità familiari
una passeggiata d’ascolto, sostare in un
per costruire musiche non familiari, dove
luogo ed accendere il registratore, deci-
il paesaggio sonoro diventa occasione per
dere cosa e quando registrare, attendere
sperimentare la dialettica fra appaesa-
il momento proficuo, sono tutti gesti che
mento e spaesamento, creando un ponte,
segnano un’interruzione rispetto al con-
appunto, tra esperienze sonoro-musicali
tinuum percettivo abitudinario. Il gesto
che si frequentano quotidianamente e al-
segna l’inizio di un’esperienza all’interno
tre inattese e impreviste, sconosciute, ma
di una cornice d’ascolto in cui ci si pone
affettivamente coinvolgenti.
in attesa che accada qualcosa che attiri
Nella prospettiva che stiamo deline-
la nostra attenzione, una piccola scoperta,
ando, operare didatticamente nel/col/sul
che emerge dal continuum e si presenta
paesaggio sonoro significa necessaria-
come figura alla nostra attenzione. Den-
mente assumere come prospettiva quella
tro questa cornice si vive un’esperienza in
della ricerca-azione ed è qui che si decli-
cui si è attenti a ogni balenare di un det-
na con maggior evidenza la dimensione
taglio sonoro, che ci regali una gratifica-
etica del lavoro. La cura che si manife-
zione percettiva e ci faccia pensare che ne
sta nell’approcciarsi all’ambiente ha un
valeva la pena. Naturalmente non è detto
corrispettivo educativo nel tipo di atten-
che questo piccolo evento, questa picco-
zione posta alla relazione con bambini e
la forma sonora inattesa e sorprendente
ragazzi. Così il significato delle cose che
accada; non si sa quando e nemmeno se
incontriamo e delle azioni che su queste
arriverà: in caso non accada non resterà
realizziamo, ci impegnano in una conti-
che aspettare, riprovare, rimandare.
nua ri-generazione di sensi e significati.
Insieme, bambini – ragazzi – adulti, ri-
«Il palazzo è un ordito di suoni re-
flettiamo sull’esperienza che realizziamo, golari, sempre uguali, come il battito
pensiamo e discutiamo ogni occorrenza, del cuore, da cui si staccano altri suo-
esploriamo tesi e antitesi. Il sapere che ni discordanti, imprevisti. Sbatte una
porta, dove? corre qualcuno per le sca-
Dallari – Moriggi 2016, pp. 169-174.
10

n. 184 | musica domani | 19


le, s’ode un grido soffocato. Passano come luminosità, folgorazione, balzare
dei lunghi minuti d’attesa. Un fischio improvviso ed esplosivo della forma
lungo e acuto risuona, forse da una fi- dall’oscurità di contesti prima caotici
nestra di una torre. Risponde un altro e banali”»13.
fischio, dal basso. Poi, silenzio. C’è
una storia che lega un rumore all’al- Uscire per qualche tempo dalle nostre
tro? Non puoi fare a meno di cercare abitudini percettive è in fondo mettere in
un senso, che forse si nasconde non pratica quell’interruzione a cui ci ha in-
nei singoli rumori isolati ma in mezzo,
vitato anche John Cage con 4’33’’ e con
nelle pause che li separano»11.
molti suoi scritti:
Pensiamo che tutte le attività di ascol- «Dovunque ci si trovi, quello che
to del paesaggio sonoro abbiano quindi sentiamo è per la maggior parte rumo-
come finalità generale quella di far vivere re. Quando lo vogliamo ignorare ci di-
un momento di interruzione o disconti- sturba; quando lo stiamo ad ascoltare,
nuità delle nostre pratiche abitudinarie, troviamo che ci affascina»14.
accentuando la nostra sensibilità estetica,
nel senso originario legato al sapere e al Gli oggetti sonori che incontreremo,
piacere dei sensi. che ascolteremo e riporteremo a casa non
Ci pare interessante, come nota a saranno più gli stessi nel momento in cui
margine, pensare all’apprendimento tout riascolteremo. Ma rimarranno indissolu-
court come compresenza di continuità bilmente legati a quel luogo e a quel mo-
(processo, accumulazione, ricorsività) e mento, nonostante siano rincontrabili in
discontinuità (evento inatteso, di breve altri mille luoghi.
durata, emergenza, cesura, smagliatura, Il gesto di Cage ci pare essere in buo-
sporgenza), assunte come fasi di un ritmo, na sintonia con lo “sguardo” ipotizzato da
come compresenza e relazione di ordina- Wittgenstein nelle sue Ricerche filosofiche:
rio e straordinario, in relazione fra di loro,
come ci propone Fulvio Carmagnola12. «In Wittgenstein il balenare dell’a-
Allo stesso modo, l’autore, citando Remo spetto è il punto culminante di un’at-
Bodei, ci indica come anche l’idea di bel- tività di osservazione, di una forma di
attenzione […] uno sguardo capace di
lezza possa essere descritta in base agli
passare dall’abitudinario allo stranian-
stessi concetti: te, e che permette di ‘sbalzare’ la di-
scontinuità dell’aspetto, la figura di ciò
«Remo Bodei descrive a sua volta che guardavamo senza vedere, sullo
la discontinuità e l’ordine come due sfondo indifferente: “devo distinguere
tra i principali modelli che definiscono tra ‘l’essere continuamente in vista’
la costellazione estetica entro la qua- e il suo ‘apparire improvvisamente’
le prende forma la nozione moderna […]”»15.
di bellezza; da un lato le nozioni di
ordine, armonia, proporzione, sim-
metria, semplicità, dall’altro “il bello
13
Carmagnola, op. cit., p. 51.
11
Calvino 1986, pp. 70-71. 14
Cage 1971, p. 24.
12
Carmagnola 2006, pp. 49-74. 15
Carmagnola, op. cit., p. 56.

20 | musica domani | n. 184


Abbiamo, della maggioranza delle La scena non deve essere obbligato-
cose che ci circondano, un’immagine qua- riamente straordinaria: non c’è bisogno di
si del tutto immobile, che ci è data dalla trovarsi in un luogo esotico, in un altrove,
consuetudine. È questo che impariamo in un lontano che ci distanzia dalla quo-
a fare fin da piccoli: guardiamo le cose, tidianità.
ne osserviamo i contorni, le nominiamo, Può essere anche il giro dell’isolato, la
le classifichiamo, le riconosciamo; così, piazza del quartiere, il cortile della scuo-
poco a poco, diventiamo capaci di orien- la, l’interno di una chiesa, che si decide
tarci all’interno di un paesaggio che si fa di ascoltare silenti, come se fosse la pri-
sempre più familiare. In base a ciò che ma volta che passiamo di lì, inseguendo
ci serve distinguiamo una cosa dall’altra, lo stupore dinnanzi alle piccole forme del
spingendoci fin dove ci è utile. A poco a mondo e, nello stesso tempo, indagando-
poco quindi costruiamo il nostro paesag- lo, con attenzione rinnovata, assaporando
gio quotidiano fatto di cose che diventano col pensiero e i sensi anche il più piccolo
sempre più ovvie. Ogni cosa ha il suo si- anfratto, un dettaglio, la più piccola mani-
gnificato, la sua funzione, il suo posto: ciò festazione sonora:
ci tranquillizza e ci rende facile orientarci
nel mondo, favorendone la conoscenza, «Nella lentezza del passo, nelle
sia pratica che teorica. soste frequenti per raccogliere da ter-
In alcuni momenti della nostra vita è ra un oggetto strano e ignoto, per an-
d’altra parte necessario provare a uscire nusare un’aria diversa, per incantarsi
dinnanzi a un falò in lontananza, per
da questa ovvietà, dalla routine del nostro
immergere la mano in una corrente.
paesaggio di cose ormai divenute cliché. Le cose si sentono così guardate e
Si tratta di prevedere degli interstizi in interrogate, rivoltate fra le dita. In una
cui cogliere le cose (o farsi cogliere dalle tattilità gradevole accettano di sotto-
cose) di sorpresa, oltre, prima o dopo, al porsi all’esame. Nel loro essere anche
di qua o al di là di quella loro dislocazione idee, parole, pensieri: da smontare, da
quotidiana che disegna, appunto, ciò che indagare con meticolosità, per solle-
chiamiamo la realtà, lo stato delle cose. ticare il mondo e per reimmaginarlo,
Si tratta quindi, in generale, di impa- ancora una volta, non nella sua ulti-
rare a introdurre discontinuità dentro alle ma verità. Soltanto nella sua parven-
za transeunte, come è ogni passo del
regole, dentro alla prevedibilità, e si tratta
resto. Che marca il finito e finisce»16.
anche di imparare a cercare, trovare, pro-
gettare piccole esperienze in cui tutto ciò
Nel bel passo di Duccio Demetrio pos-
possa accadere.
siamo provare a inserire anche la dimen-
Preparare, progettare e disporsi men-
sione sonora, il piacere sonoro, l’ascolto
talmente verso una passeggiata d’ascolto,
del mondo, e a metterlo in pratica.
verso un ascolto “fine”, a “orecchie drit-
Certamente questa prospettiva ha a
te” in/di un luogo, in attesa di qualche
che vedere anche con il nostro rapporto
piccolo evento inatteso, non pianificabile,
con la musica, vi si riflette, tracima e forse
imprevedibile, trasformando ciò che ci è
va a cambiare il nostro modo di ascoltare
familiare nel suo contrario: questo signifi-
ca “eseguire”, in fondo, 4’33’’. Demetrio 2005, pp. 47-48.
16

n. 184 | musica domani | 21


musica e, non ultimo, anche la nostra idea tutti quelli alla portata del microfono. Noi
di didattica della musica. ascoltiamo non solo con le orecchie ma
Portare pratiche e riflessioni legate ai soprattutto con il cervello, che seleziona,
paesaggi sonori dentro la scuola signifi- sceglie e nasconde. Il microfono ci regala
ca sicuramente in prima istanza attivare un ascolto diverso, che va a confrontarsi
uno spazio trasversale, comune a diverse continuamente con il nostro. Così la qua-
discipline, e sappiamo bene quanto que- lità dell’ascolto cresce, si affina, rivela
sta prospettiva sia sempre più necessaria dettagli inauditi.
e urgente. Il concetto stesso di paesaggio Questo tipo di postura propone un
sonoro è declinato e avvicinato da una ascolto pieno, attento, tipico, ad esempio,
prospettiva multidisciplinare da sempre. della situazione inventata dalla musica
In questa prospettiva proponiamo un ap- classica: il teatro e il concerto come lo
proccio complesso a questo tema, capace spazio/tempo per un ascolto puro, come
di tessere insieme prospettive musicologi- attività esclusiva. Questo atteggiamento
che, ambientali, ecologiche ed etiche, le- può essere forse più facilmente sperimen-
gate ad attività di ricerca e di invenzione. tato nelle esperienze legate all’ascolto di
In prima istanza il tema ci porta im- paesaggi sonori che non nelle esperienze
mediatamente a superare una distinzione di ascolto musicale di bambini e ragazzi,
teorica interna ai linguaggi artistici che proprio in quanto non si tratta di “musi-
propone una separazione fra arti del tem- ca”. È una postura che va allenata, ma
po e arti dello spazio. Quando ci si occupa che può poi essere ritrovata anche nell’a-
di paesaggio sonoro, soprattutto dal punto scolto di musica, anzi, di musiche, tenen-
di vista creativo, questa distinzione è la do conto che si tratta appunto di un atteg-
prima a saltare. L’opera, quale che sia, giamento e che, quindi, non appartiene a
avrà a che fare con tempi e luoghi, nel loro un repertorio particolare, ma qualifica un
intreccio complesso, non solo sonoro, ma modo di porsi, che può riguardare qualsi-
che coinvolge relazioni, memorie, vissuti, asi genere.
storie, vale a dire un complesso “essere In questa prospettiva l’ascolto di un
nel mondo”, basato su una polifonica po- paesaggio sonoro può inaugurare quell’at-
tenza del sentire. teggiamento che è alla base di un ascolto
Un’educazione sonora al paesaggio si- non esclusivamente dedito al diletto, ma
gnifica, inoltre, oltrepassare un rapporto che implica un’attenzione esclusiva, un
superficiale e banale con il suono, spesso dialogo interpretativo con un suono, con
svuotato di senso, o caricato soltanto di un paesaggio o, naturalmente, con un’o-
significati mercantili, lontani da un’espe- pera, con la musica.
rienza sensoriale e psichica più concen-
trata, più profonda. Questo passaggio può Suonare il paesaggio
avvenire in vari modi. L’utilizzo del regi- La meraviglia del paesaggio sonoro
stratore, con la possibilità di riascoltare diventa lo stupore per il manufatto arti-
quanto registrato in cuffia, ci porta a un gianale quando il suono catturato viene
ascolto nuovo, sorprendente, proponendo- messo in corso attraverso le potenzialità
ci un’esperienza che raccoglie non solo i offerte dalla catena elettroacustica e in
suoni che giungono al nostro orecchio, ma particolare dal trattamento informatico.

22 | musica domani | n. 184


Ricomporre il paesaggio sonoro, va- avvicinano alle esperienze realizzate, sia
lorizzandone qualità ed emergenze si- per il tipo di sound che esprimono che per
gnificative, sviluppa gusto per il suono e affinità di processo, adattato ovviamente
genera nuove competenze utili alla messa alle competenze di bambini e ragazzi. Gli
in gioco di abilità creative e progettuali. ascolti possono essere proposti prima, du-
L’acquisizione di una grammatica dell’in- rante o dopo l’esperienza, a seconda della
venzione si sviluppa dal primo approccio funzione che viene loro attribuita, con una
con la massa sonora grezza – il suono cat- certa preferenza comunque per il dopo, in
turato, raccolto e archiviato – per ridefi- modo che possano innestarsi su un lavo-
nirsi nel lento e lungo lavoro di selezione ro in corso o concluso come possibilità di
e campionamento, che supporta la prepa- confronto e come rinforzo, piuttosto che
razione del materiale sonoro che sarà utile come modello da imitare. Ma ogni solu-
per la composizione. zione, se motivata dal lavoro didattico, ha
Nelle diverse fasi del montaggio audio una propria validità.
l’esperienza dell’organizzazione del suo- Così possiamo decidere di confron-
no diventa opera artigianale che impegna tarci con opere come Beneath the forest
mano, occhio e orecchio in un continuo floor della compositrice tedesco/canade-
rimando reciproco, nella ricerca di una se Hildegard Westercamp, se lavoriamo
qualità estetica desiderata o anche occa- mischiando suoni d’ambiente in grado di
sionalmente “trovata”, che è comunque restituire l’identità di un luogo (un bosco
espressione della propria identità e pre- come quello descritto da Rigoni Stern,
messa per la costruzione di uno stile per- per esempio) o ci appassioniamo a far
sonale. La ricerca di ulteriori, eventuali, interagire suoni reali e suoni magici e
manipolazioni ed elaborazioni del suono, misteriosi, ottenuti attraverso la modifica
completano il campionario di opportunità, degli stessi suoni naturali con strumenti
mentre va definendosi una struttura mu- quali il rallentamento e l’abbassamento
sicale. del tono. Possiamo ascoltare Cricket voi-
Campionamento, montaggio, modifica ces, della stessa compositrice, se il gioco
ed elaborazione del suono sono i luoghi che scegliamo è quello di variare in molti
dell’esperienza pratica della soundscape modi un unico suono (il frinire di un grillo
composition in cui si iniziano a operare come in questo caso), trasformandolo in
le prime scelte formali essenziali, spesso infinite variabili, vicine o lontane dall’o-
negoziate e condivise nel lavoro di bottega riginale. Se invece il nostro percorso pre-
con compagni e docente (composizione e dilige la frantumazione dei suoni raccolti
analisi, come prassi e teoria si rimandano in piccolissime molecole di suono, da ri-
continuamente e reciprocamente), utiliz- comporre in nuove masse e stratificazioni,
zando di volta in volta approcci e meto- il confronto potrà essere con opere come
dologie differenti: dal lavoro individuale Riverrun del compositore canadese Barry
al peer to peer, svolti in classe o a casa, al Truax, che applica anche ai suoni natura-
cooperative learning in situazione di clas- li il complesso processo definito “sintesi
se rovesciata. granulare” – che in questo caso ci raccon-
Le attività produttive sono spesso ac- ta la possibile storia di mutazioni di una
compagnate da ascolti di musiche che si goccia d’acqua sintetica, nello scorrere di

n. 184 | musica domani | 23


un fiume – o di Solar Ellipse dello stesso Bibliografia
autore, in cui le fasce sonore ci rimanda- Remo Bodei, Le forme del bello, Il Mulino, Bolo-
gna 1995.
no alla costruzione di paesaggi spaziali e
John Cage, Silenzio, Feltrinelli, Milano 1971.
siderali. Italo Calvino, Un Re in ascolto, in Sotto il sole
Qualunque siano le scelte – gli esem- giaguaro, Garzanti, Milano 1986.
pi, per quanto non casuali, non sono certo Fulvio Carmagnola, «Il balenare improvviso
esaustivi dei percorsi possibili – il gruppo dell’aspetto». Breakdown, discontinuità e im-
si esprime e interagisce come comunità di provvisazione nei processi di apprendimento
pratica e di riflessione, mentre è massima- nell’organizzazione, in F. Cappa e C. Negro (a
cura di), Il senso dell’istante. Improvvisazione e
mente rispettoso delle singole individua- formazione, Guerini Scientifica, Milano 2006.
lità. Promuoviamo in questo modo quel- Marco Dallari – Stefano Moriggi, Educare bel-
la dimensione più intima e solitaria del lezza e verità, Erickson, Trento 2016.
pensare e organizzare il suono, tipica del Duccio Demetrio, Filosofia del camminare. Eser-
compositore-filosofo occidentale, e favo- cizi di meditazione mediterranea, Raffaello Cor-
riamo, al contempo, quell’aria di bottega tina Editore, Milano 2005.
Francesco [Jorge Mario Bergoglio], Laudato
artigianale in grado di esprimere, attorno
si’. Lettera Enciclica sulla cura della casa comu-
a un maestro e a compagni, artefatti di- ne, Lev, Città del Vaticano 2015.
versi ma cognitivamente ed emotivamente David Monacchi, L’arca dei suoni originari. Sal-
convergenti17. vare il canto delle foreste dall’estinzione, Monda-
Dal dialogo tra sé e con gli altri prende dori, Milano 2019.
dunque forma l’idea di un progetto edu- Luigina Mortari, La ricerca per i bambini, Mon-
dadori, Milano 2009.
cativo ed estetico in cui il contenuto, la
Raymond Murray Schafer, The Tuning of the
soundscape composition, l’artefatto, l’ope- world, Knopf, New York 1977 (ed. it. Il paesag-
ra finita, esplode nelle sue innumerevoli gio sonoro, 1985).
potenzialità di azione e discorso a partire Raymond Murray Schafer, A Sound Education:
da un’esperienza diretta e “incarnata” del 100 Exercises in Listening and Soundmaking
suono. Arcana Edition, Ontario Canada 1992 (ed. it.
Educazione al suono. 100 esercizi per ascoltare e
produrre il suono, 1998).
Mario Rigoni Stern, Stagioni, Einaudi, Torino
2006.
Enrico Strobino, Musicircus. Fare musica a
scuola incontrando John Cage, Progetti Sonori,
Mercatello sul Metauro 2013.
Enrico Strobino – Maurizio Vitali, Il paesaggio
sonoro: per un’educazione musicale etica, estetica
ed ecologica, in corso di pubblicazione.
Maurizio Vitali, Attraverso un universo di suoni.
Ascolti e visioni per comporre a scuola, 2020, Mu-
sicheria.net [consultato il 01/03/2021].

È possibile trovare specifici riferimenti meto-


17

dologici in Vitali 2020.

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Soundscape
ecology:
un approccio
naturalistico
al paesaggio
sonico
Intervista ad Almo Farina
a cura di Lara Corbacchini

Il tema del paesaggio sonoro e dell’interazione fra gli eventi che lo connotano
e gli esseri che lo abitano fa ormai parte a pieno titolo degli studi naturalistici
in chiave ecologica, soprattutto grazie ad Almo Farina. Nell’intervista egli
chiarisce i concetti basilari e la prospettiva della propria ricerca, attenta
a individuare i processi di interpretazione dei fenomeni sonori attraverso
i quali le diverse comunità di viventi decodificano i pattern sonici con lo
scopo di soddisfare le proprie esigenze vitali.

Parole chiave: soundscape ecology – paesaggio sonoro – ambiente sonico – eco-field – ecoacustica
– biosemiotica

The theme of soundscape and of the interaction between its events


and inhabitants is now recognized as belonging to naturalistic studies
considered from an ecological point of view, especially thanks to
Almo Farina. In this interview he explains the basic concepts and the
perspective of his research, aimed to define the interpretation processes of
sound phenomena through which different human groups decode sound
patterns in order to fulfill their life needs.

Keywords: soundscape ecology – soundscape – sonic environment – eco-field – ecoacoustics –


biosemiotics
I l concetto di “paesaggio sonoro” è
familiare quanto fondamentale per
chi si occupa di musica ed educazione.
LC: Professor Farina, la sua impor-
tante attività di ricerca e la parallela si-
stematizzazione paradigmatica fanno di
A partire dal 1977, data della prima pub- lei uno dei principali punti di riferimento
blicazione del lavoro di Murray Schafer1, a livello internazionale per un recentissimo
il rapporto fra paesaggio e musica è dive- campo di studi, denominato Soundscape
nuto indissolubile e bidirezionale. Infatti Ecology5, termine apparso nella lettera-
da un lato l’ascolto dell’ambiente acu- tura di settore per la prima volta in una
stico è giunto ad essere parte integrante pubblicazione del 19996.
della percezione/significazione musicale, Come nasce il suo interesse di studio
dall’altra il nuovo oggetto di studio ha per questo campo, che si caratterizza come
mutuato categorie interpretative e parte una ramificazione degli studi ecologici?
dell’impianto epistemico dai processi di Quali sono state le esperienze fondamen-
comprensione musicale2. tali e gli episodi centrali, nella sua vita di
Adottando una prospettiva più am- ricercatore, che hanno diretto il suo inte-
pia, non si può ignorare che anche altre resse verso la dimensione sonica dell’am-
discipline di natura marcatamente non biente?
musicologica si interessano al sonoro del
nostro “intorno” acustico. Con l’intento AF: Questa è una bella domanda che
di stimolare una riflessione multidisci- mi riporta indietro nel tempo, quando ero
plinare su questa tematica, proponiamo un po’ più giovane di età ed ero ovviamen-
una intervista con Almo Farina, naturali- te interessato a conoscere la qualità e il
sta, uno dei più insigni esperti a livello numero di animali che trovavo nelle mie
mondiale di eco-acustica3. Molteplici le osservazioni naturalistiche. Stiamo par-
risonanze e i contrappunti, impliciti nella lando degli anni Settanta e Ottanta. Non
conversazione, che sollecitano nuove idee avevamo la strumentazione e la tecnologia
sull’ambiente sonoro in chiave semiologi- attuale; ci si muoveva sul campo ascoltan-
ca, estetica ed ecologica4. do gli animali e registrando i suoni su un
taccuino con una codifica: allarme, can-
1
Murray Schafer 1977. to, suono vario… È un metodo che viene
2
Ulteriori riflessioni sul concetto di paesaggio tutt’oggi utilizzato, ma che dà scarsi ri-
sonoro a partire dal lavoro di Murray Schafer sono sultati quantitativi, anche se i suoni della
oggetto del contributo di Maurizio Disoteo contenu- natura sono uno strumento semiologico
to in questo numero.
3
L’intervista è stata rilasciata il 25 gennaio
2021. Almo Farina è professore onorario di Eco- dimento delle tematiche qui affrontate in modo di-
logia presso l’Università degli studi di Urbino. Si vulgativo; punteggiano inoltre la conversazione con
annoverano fra i suoi molti campi di ricerca le teo- indicazioni terminologiche utili quali “didascalie”
rie sull’ecologia del paesaggio, l’ecologia cognitiva alle questioni affrontate.
del paesaggio, l’approccio eco-semiotico allo stu- 5
Per una sintetica panoramica sulla genesi e
dio della complessità del paesaggio, la Soundscape sull’evoluzione di questo costrutto si veda anche
Ecology. Oltre trecento le sue pubblicazioni di ri- Pijanowski – Farina – Gage et al. 2011.
levanza internazionale, tra cui alcune fondamentali 6
Truax (a cura di) 1999, definisce questo co-
per l’ecologia acustica. strutto come «Lo studio delle sistematiche relazioni
4
Le note in calce e la bibliografia, a cura dell’in- fra esseri umani e ambienti sonici» (cit. in Farina
tervistatrice, offrono indicazioni per un approfon- 2014, p. V, traduzione di chi scrive).

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eccezionale: ci danno informazioni che al- LC: Il concetto di soundscape assume
trimenti noi non potremmo ricevere. Con- grazie ai suoi lavori7 una portata rivolu-
sideri che per esempio gli uccelli si muo- zionaria per l’interpretazione della com-
vono velocemente, si nascondono, non plessa interazione fra gli esseri viventi,
sono facilmente osservabili, a meno che l’organizzazione delle relative comunità e
non si tratti di uccelli di palude o di fiu- l’ambiente sonico8.
me che si fanno facilmente vedere, oppure Ci può illustrare le caratteristiche pe-
dei rapaci. Gli uccelli si nascondono per culiari che determinano il senso innovativo
non farsi trovare dai predatori che sono di questo costrutto e la sua portata esplica-
attivi tutto il giorno. L’unica indicazione tiva e interpretativa?
che abbiamo per studiarli sono i suoni che
emettono: la qualità e la quantità di questi AF: Con il termine soundscape, pos-
ultimi ci dicono moltissimo. siamo intendere quello che oggi chiamia-
Ecco, questa è stata la mia partenza. mo “paesaggio sonoro”. Purtroppo in ita-
Si dice che naturalisti si diventa e non si liano il termine non funziona un gran che
nasce, invece nel mio caso sono nato na- perché “paesaggio” è qualcosa di geo-
turalista perché fin da quando ero bam- grafico che richiama sempre la visione e
bino avevo questa passione per il piacere la parola “sonoro” sembra una forzatura.
di osservare la natura. La natura mi dà Nella lingua italiana non c’è una cultura
gioia, mi toglie l’ansia, l’angoscia, mi ha per il sonoro, purtroppo. Non abbiamo
fatto star bene anche nei momenti più mai costruito linguisticamente qualcosa
brutti della mia vita. La natura mi ha aiu- di solido, dobbiamo andare a rimorchio
tato a vivere, anzi a sopravvivere. Io non dell’inglese o immaginare nuove fantasie
sono parte della natura; è la natura è che linguistiche.
è parte di me. Differentemente ci sarebbe Il soundscape è l’insieme di tutti i suo-
un eccesso di visione antropocentrica. ni che noi possiamo ascoltare in natura.
Suoni, non vibrazioni. Perché le vibra-
LC: Lei ha utilizzato più volte il verbo zioni sono trasformate dai nostri sistemi
“osservare” intendendolo anche come si- uditivi e soprattutto dal nostro cervello in
nonimo del termine “ascoltare”. Qual è il sensazioni che noi chiamiamo suoni.
rapporto fra questi due processi?

AF: A dire la verità non dovrei dire né


7
Per una visione d’insieme, cfr. il fondamentale
Farina 2014.
“osservare”, né “ascoltare” perché quan- 8
Nei suoi lavori Almo Farina utilizza in modo
do siamo nella natura abbiamo bisogno di distinto e specifico una terminologia, comunemente
tutti i nostri sensi, e quindi sarebbe giu- considerata assimilabile nel linguaggio quotidiano:
sto usare la locuzione inglese sensing and suono, per riferirsi all’energia informativa presente
nel fenomeno fisico delle onde di pressione di un
interpreting. Questa modalità ha un ruolo
oggetto vibrante; sonico, è l’aggettivo che caratte-
fondamentale nell’interpretazione del no- rizza qualunque oggetto fisico o concettuale creato
stro intorno e anche nell’elaborazione dei dal suono (ad esempio ambiente sonico); acustico,
miei più recenti modelli [si veda più oltre è l’aggettivo per riferirsi alla percezione, interpre-
N.d.R.]. tazione e reazione da parte degli organismi nei
confronti del suono (ad esempio comportamento
acustico; cfr. Farina 2014, pp. 2-3).

n. 184 | musica domani | 27


Anche il calore è una sensazione ma servando le reazioni degli animali mentre
noi lo percepiamo come elemento quasi ascoltiamo gli stessi suoni. Ad esempio,
“fisico”, il suono è un linguaggio, qual- uno sparo fa paura a noi umani e a tutti
cosa di semiologico. Il calore è un gra- gli animali in quanto è un evento acustico
diente, il suono sono diverse qualità di improvviso. L’incertezza di un suono ina-
oggetti semiologici. Per questo siamo at- spettato, secco e forte, genera paura indi-
tratti dal suono, perché è come ascoltare pendentemente dalla specie; spari ripe-
un libro letto a voce alta dove le lettere tuti invece danno origine all’assuefazione
sono scritte dalla natura. Alcune vol- – come avviene in quasi tutti i comporta-
te queste “lettere” sono scritte in modo menti animali – e non spaventano più.
involontario, senza un progetto, come Ma le cose sono non sono sempre così
possono essere tutte le geofonie (il vento, lineari. Quando, nella mia piccola azien-
la pioggia ecc.); oppure possono essere da agricola, passo con il trattore vicino a
emesse volontariamente come linguaggio una fontana dove vivono delle rane, que-
e allora sono biofonie (come il linguaggio ste si mettono a gracidare. Il motore del
che stiamo utilizzando). Possono essere trattore fa un rumore ritmato; esso dà a
emesse non solo dalle corde vocali, ma questi anfibi l’idea, forse, del gracidare di
anche da organi esterni come avviene per qualche altra specie a cui le rane intendo-
molti insetti, ma sempre volontariamente no rispondere. Questo non è qualcosa di
per comunicare; infine abbiamo le tecno- estemporaneo ma qualcosa di volontario
fonie, i suoni prodotti dall’attività tecno- che si ripete ogni volta che il trattore pas-
logica come quelli delle macchine o degli sa. Quindi, per noi quello emesso dal trat-
aerei. tore è rumore, mentre per le rane è suono
La storia in realtà è molto più comples- ovvero un evento sonico che interpretano.
sa perché, dal punto di vista fisico, questa Inoltre, dobbiamo sempre tenere pre-
che le ho appena descritto è una grossis- sente che il soundscape ci dà informazioni
sima approssimazione. Infatti quelle cate- sul funzionamento e sulla qualità di un
gorizzate sono tutte vibrazioni, ma molti ambiente. Ad esempio se entro in una
animali non hanno organi di senso simili foresta amazzonica e non sento cantare
ai nostri e quindi non hanno la capacità né una rana, né un uccello vuol dire che
di percepire i suoni come noi. Quindi il qualcosa è accaduto. Altra cosa avviene
concetto di soundscape non è assoluto ma se sentiamo una moltitudine di suoni: ri-
“specie-specifico”. cordiamoci che ricchezza del passaggio
Questo è un punto molto importante. sonoro e biodiversità sono strettamente le-
Per l’uomo, che è una specie omogenea, gati. Il soundscape può essere così utiliz-
il soundscape può essere percepito in ma- zato proprio per valutare la biodiversità.
niera uniforme, anche se poi va interpreta-
to e questo è un discorso diverso… LC: Anche per chi si occupa di musica
Per gli animali invece il problema si la distinzione fra rumore e suono che lei
pone perché noi non sappiamo quale sia il propone è molto stimolante. La differenza
paesaggio sonoro delle varie specie. Pos- fra i due termini non risiede quindi nelle
siamo solo accertarcene in maniera indi- differenze fisiche, ma nel processo di inter-
retta, oppure con degli esperimenti, os- pretazione che gli eventi sonici generano (o

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non generano) nelle diverse specie anima- esso riprende il concetto di “campo” dal-
li. Si ha suono quando le vibrazioni si ca- la teoria dei sistemi elaborata dal filosofo
ricano di significato e vengono interpretate ungherese Ervin László. Alla base di que-
in un sistema di comunicazione. sto modello ci sono i bisogni fisiologici,
energetici di un organismo. A seconda
AF: Assolutamente è così. Anche gli di questi bisogni un essere vivente inter-
animali interpretano. Non sappiamo fino preta il mondo esterno per poter accedere
in fondo in che modo e in che misura, ma alle risorse. Ad esempio, ognuno di noi ha
interpretano e costruiscono significati. dei bisogni: bere, dormire, volere bene
Questo è uno snodo fondamentale. Anche alle persone... Se questi bisogni non sono
per gli uomini il rumore, in determinate soddisfatti, si originano delle sofferenze
situazioni, non è solo qualcosa di fastidio- che possono essere fisiche, psicologiche,
so ma fonte di informazioni, quindi alla spirituali.
fine suono. Per ogni bisogno negli organismi si
attiva una funzione per trovare le risorse
LC: Possiamo quindi dire che la com- necessarie a soddisfarlo. Come facciamo a
ponente sonica del paesaggio non appare trovare queste risorse? Nel nostro genoma
come un “neutrale” sfondo di eventi fisi- sono immagazzinati dei template cogniti-
co-acustici, ma come un complesso in- vi, cioè delle “immagini di ricerca”; an-
treccio di informazioni. Nei suoi lavori, diamo quindi a confrontare quanto imma-
secondo questa prospettiva definibile “bio- gazzinato nel nostro Dna con le immagini
semiotica”, ogni specie decodifica i diversi esterne. Molto importanti sono i template
pattern sonici in base alle proprie esigenze che gli organismi hanno per la ricerca
vitali, come ad esempio l’individuazione di delle risorse alimentari. Per esempio, per
risorse per la sopravvivenza o l’evitamento un merlo un template di questo genere è
di pericoli. Ogni varietà del regno animale un bel prato verde tagliato recentemente;
costruisce così grazie all’informazione so- un albero invece non è attraente perché i
nica il proprio “universo soggettivo”, sia merli non sanno cercare il cibo negli al-
denso di indicazioni per la propria specie, beri come invece fanno altri animali. Il
sia orientato alla comunicazione fra specie prato è quindi l’eco-field per il merlo alla
distinte. ricerca di cibo (lombrichi). Quando inve-
Ci può aiutare a comprendere questa ce vuole riprodursi, questo volatile cerca
strutturazione così complessa? All’interno i cespugli perché questi sono il suo eco-
di tali ecosistemi sonici quali sono il ruolo field dove costruisce il nido. Questo vale
e la responsabilità dell’animale uomo? anche per i suoni, perché essi rappresen-
tano degli eco-field acustici per noi e gli
AF: Per rispondere alla sua domanda altri animali. Se io mi perdo nel deserto,
dovrei fare riferimento a un modello che ad esempio, l’eco-field della sicurezza può
ho elaborato con un lavoro di molti anni, corrispondere a delle voci lontane. Un po’
ovvero al modello dell’eco-field acustico9;

razione spaziale portatrice di significati per una


9
Anticipando l’argomentazione successiva, specifica funzione (Farina 2014, p. 26; cfr. Farina
l’eco-field può essere definito come una configu- – Belgrano 2004; 2006).

n. 184 | musica domani | 29


come quando si va a funghi e i cercatori si tolineando come la qualità dell’ambien-
chiamano da parti diverse del bosco per te sonico incrementi la capacità acustica
non perdersi: quei richiami sono un eco- nell’ascolto umano e modifichi la relazio-
field di sicurezza. ne fra i segnali sonici e la loro interpreta-
Ecco, questo vale per tutti gli animali zione sociale e culturale10. Mi pare che si
che emettono o ascoltano suoni per avere intreccino così nello studio del paesaggio
accesso a una risorsa. Una cinciallegra, sonico urbano due analisi: una derivante
ad esempio, sente il richiamo specifico di da un più stretto studio fisico-matematico,
una compagna di specie che, trovandosi l’altra che tiene conto dell’interpretazione
in un albero vicino, emette un determina- da parte dell’uomo degli eventi secondo i
to suono e capisce che in quell’albero c’è codici percettivi e semiotici. Può illustrarci
del cibo: quel suono fa parte dell’eco-field questa ricca interpretazione ecologica dei
della cinciallegra per la ricerca del cibo. paesaggi urbani?
Quindi, gli eco-field acustici sono i Come può e deve essere interpretato,
meccanismi attraverso cui ogni specie analizzato (e progettato) il soundscape
trova una parte delle risorse per soprav- delle nostre città in funzione del benessere
vivere. Pertanto modificare tutto questo degli abitanti?
sistema semiologico può portare a una Potremmo ulteriormente dire che – li-
mancanza di comunicazione, venendo mitandoci alla percezione sonora – un am-
compromessi gli eco-field acustici: que- biente orientato al benessere dei fruitori sia
sto può determinare la non disponibilità anche un paesaggio sonoro “bello”?
di una parte considerevole delle risorse
necessarie a una specie per sopravvivere. AF: È chiaro che il rumore di fondo di
In un ambiente molto rumoroso, dove gli una città è un grosso problema.
animali non riescono a farsi sentire gli uni Parto da una constatazione personale:
con gli altri, a comunicare, diviene diffi- per concentrarmi ho bisogno del silenzio
cile la ricerca di risorse: queste possono assoluto. Non ci devono essere voci, ru-
essere non solo cibo, ma un partner, la ri- mori, apparecchiature, altrimenti la mia
cerca di un luogo sicuro ecc. mente va dietro a questi suoni e mi de-
Modificare l’ambiente sonoro intorno concentro. Ovviamente al rumore – quan-
a noi significa cambiare profondamente do è noto e costante, come quello emesso
il comportamento di tutte le specie che ad esempio dal mio stabilizzatore elettrico
utilizzano i suoni, non banalmente per per computer da poco acquistato – ci si
comunicare, per “parlare”, ma per acce- abitua. Il rumore viene “assorbito” e as-
dere alle risorse. E questo è importante! sociato a un ambiente; rifacendomi al ci-
Si parla sempre di suoni come qualcosa di tato stabilizzatore, allo studio dove lavoro.
“estetico”, ma essi sono qualcosa di più Avviene così l’assuefazione ai rumori: il
importante, sono degli elementi essenziali cervello li sente e non ci fa più caso.
per la ricerca delle risorse prioritarie. Nelle città avviene esattamente que-
sto. Gli abitanti non sentono più i rumori
LC: Lei dedica grande attenzione alle di fondo, anche alti. In realtà però que-
influenze dei soundscapes sul benessere e
sulla comunicazione degli individui, sot- Farina 2006; 2014.
10

30 | musica domani | n. 184


sti rumori agiscono. Infatti il “filtro” che so, della capinera, è già un ambiente più
elimina la percezione del rumore è un fil- favorevole, perché più vicino alla natura.
tro attivo che è costantemente in azione; Molti animali vivono bene in città perché
quindi una parte del cervello, senza che non hanno predatori; sono di per sé op-
ne sia consapevole, è sempre in azione, e portunisti e in città trovano abbondanza
questo consuma “energia”. L’assuefazio- di cibo. Pensiamo ai gabbiani, sono sgra-
ne non è “a costo zero”. Anzi determina diti a molti perché sporcano; oppure ai
un debito ecologico che noi pagheremo cinghiali di cui si ha timore. In realtà è
nel tempo. Ad esempio, tanti meccanismi la magnifica sensazione che la natura ci
sociali di aggressività, che diverse disci- stia “assediando”. Appena “abbassiamo i
pline spiegano da prospettive e con ele- toni”, come in questo periodo di pande-
menti differenti, possono essere imputati mia, ecco che la natura ritorna.
anche a questo fattore acustico. Il suono Quindi, ritornando al benessere, og-
“a-specifico”, ovvero il rumore, può avere getto della domanda, non posso che riba-
in questo fenomeno un ruolo importante. dire che si ottiene eliminando i rumori,
Oggi la qualità di una città si valuta non mascherandoli, perché come detto
sulla quantità di decibel: sulla quantità di prima anche se non li sentiamo, siamo ob-
intensità dei suoni emessa dalle varie sor- bligati ad agire per eliminarli. E questo è
genti nell’unità di tempo. È un buon me- connesso con il bello, perché bello è ciò
todo: essendo quantitativo ci permette di che “funziona” bene e non richiama un
specificare i livelli di pressione acustica grande sforzo tecnologico. Quindi i suoni
che le nostre orecchie sopportano. Ma non della natura sono belli per questo.
ci sono solo le orecchie; c’è ad esempio la Ovviamente è un bello soggettivo, per-
struttura scheletrica, come la cassa toraci- ché il 99% delle persone il canto della
ca, che assorbe le vibrazioni e ne subisce capinera non lo sente, non lo seleziona,
le conseguenze. lo esclude; ci vuole quindi uno strumento
Appare evidente che per migliorare culturale per apprezzare il bello, anche il
l’ambiente delle città occorre ridurre le bello di questo genere. Questi strumenti
fonti di rumore. Le auto elettriche, che si sono necessari nelle culture contempora-
stanno diffondendo, danno un buon con- nee, in quelle antiche non esisteva il bel-
tributo; non si lavora però a migliorare lo, esisteva il “funzionale”.
gli pneumatici che sono una grossa fonte
di rumore. Infatti è proprio l’attrito delle LC: Lei ci riporta involontariamente,
gomme dei veicoli sull’asfalto che produ- con le sue prospettive da naturalista, a cer-
ce gran parte del rumore di un veicolo, te teorie estetiche e neuro-estetiche utiliz-
piuttosto che il suo motore. zate in ambito psico-musicale. Esse sotto-
Si devono quindi diminuire le fonti di lineano la necessità, per apprezzare il bello
rumore e contemporaneamente aumentare artistico, di possedere strumenti culturali
i suoni che possono avere una “qualità”: che categorizzino in primo luogo lo stimolo
c’è chi ha pensato all’acqua che scorre, sonoro come “artistico” e quindi “degno”
al suono delle fontane… Banalmente, da di attivazione dei processi estetici. In questi
naturalista, posso dire che se in una cit- processi ha un grande ruolo l’educazione,
tà riesco a sentire il suono del pettiros- proprio come lei ha sottolineato per la per-

n. 184 | musica domani | 31


cezione e per il successivo apprezzamento il senso che preferisce) da sollecitare e so-
del “bello” naturalistico. Come può avve- stenere per il prossimo futuro?
nire questo processo formativo?
AF: Scherzando dovrei dirle, come si
AF: Su questa idea di evoluzione cul- usa dalle mie parti [Lunigiana, Toscana
turale in ambito naturalistico verso l’ap- N.d.R.], che «ne ho più in testa che in ta-
prezzamento del bello, personalmente sca», per dire che ho più cose in mente di
sono molto scettico. Se un bambino nasce quelle che riesco a seguire. Cerco sempre
e cresce in un ambiente tecnologico fatto prospettive nuove. In questi ultimi periodi
di televisione, computer, telefonini la na- mi sto dedicando agli aspetti più episte-
tura non gli appartiene, non la potrà mai mici; ho lavorato a un articolo che mi ha
ascoltare. Ci deve essere un’educazione impegnato molto, accettato su “Biosemio-
alla natura, non è vero che abbiamo tutto tics”, la rivista di riferimento per gli studi
nel Dna. Il bambino deve crescere nella con maggiore grado di ibridazione fra se-
natura e con i suoni della natura. miotica e acustica11.
Vede, io ho una nipotina di tre anni Proprio oggi devo consegnare una rie-
che va alla scuola dell’infanzia: è molto dizione di un mio libro, Landscape ecolo-
sveglia, sa fare molte cose tecnologiche e gy12, una cosa orribile per me, perché non
fa molte cose a scuola. Ma non le fanno rileggo quello che ho scritto, dopo che è
mai fare un gioco per ascoltare la natura, pubblicato; quando riguardo i testi mi ar-
nessuno le parla della natura, né i geni- rabbio con me stesso per quanto ho scritto
tori, né i nonni perché sono lontani, altri- male. A parte questo, sto scrivendo un li-
menti le parlerei io. bro di metodologie acustiche per l’eco-a-
Quello che manca è l’educazione a custica che è la disciplina di riferimento
vivere in natura. Ma come può avvenire in cui si inserisce il soundscape. Nei miei
questo processo se l’80% della popolazio- precedenti studi, nel 2008, assieme a un
ne vive in città? Nascono così gli stereoti- promettente studente che mi ha dato una
pi della natura, delle immagini di ricerca mano considerevole, ho elaborato degli
di paradisi lontani: grandi distese, prate- indici metrici, gli Acoustic Complexity
rie… Invece la natura è intorno a noi. Se Index13, ormai adottati in tutto il mondo.
la natura non la possiamo vivere sin da Al tempo mi meravigliai molto per l’atten-
bambini, dopo, tutto è molto più difficile. zione ricevuta, ma oggi sono diventati uno
standard. Purtroppo però i ricercatori non
LC: Sappiamo che i suoi studi proce- li sanno applicare, perché talvolta sono
dono in maniera intensa con impegni che molto superficiali, utilizzandoli in siner-
la portano, seppur con le modalità ristret- gia con software non costruiti bene. Ecco,
te imposte dal periodo, a collaborare con per risolvere questi problemi sto scriven-
università e ricercatori in varie parti del do per l’editore Springer un volume con
mondo. molti esempi pratici. Parallelamente, un
Quali sono le sue attuali prospettive di
ricerca? Quale potrebbe essere, in base alla 11
Farina – Eldridge – Li 2021.
sua esperienza, il filone di indagine più in-
12
Farina 2006.
13
Farina – Morri 2008; Pieretti – Farina – Mor-
teressante e “rilevante” (dia lei al termine ri 2011; Farina 2014.

32 | musica domani | n. 184


collega che lavora ad Harvard mi sta pre- sensibile e più si fa confusione perché
parando un software opensource, MatLab, registra un intorno ampio anche due, tre,
basato sui miei codici. Siamo quasi in quattro ettari. Bene, allora bisogna trova-
fondo al lavoro e dovremmo consegnarlo re delle possibilità di filtro. Ecco, proprio
molto presto. per risolvere questo problema mi sono in-
Dal punto di vista sperimentale vor- ventato, e “inventato” è la parola giusta,
rei invece dedicarmi a testare alcune mie i termini che ho introdotto poco fa: cam-
idee, come “campo vicino”, “campo lon- pi vicini e campi lontani. Sono termini
tano”, sonotopes ecc. Vorrei così verifica- e modalità che usano anche gli astrono-
re i modelli epistemici che ho elaborato, mi per ricostruire i segnali che derivano
quelli che la gente legge, apprezza, ma poi dalle galassie. Nel nostro caso i campi
[quando fa ricerca] non segue, tornando vicini sono quelli caratterizzati da suoni
a riferirsi alle usuali teorie. Vorrei quindi più forti e quelli lontani dai più deboli.
dimostrare sperimentalmente la validità Quindi posso individuare l’ambiente vi-
e l’importanza di chiamare con un certo cino caratterizzandolo con una intensità
termine gli oggetti che vado a studiare. specifica, ad esempio 50 decibel, per-
Senza un nome, gli oggetti non si possono ché in natura l’intensità dell’emissione
studiare. Io ho dato un nome agli ogget- sonora degli animali è molto simile. Ad
ti acustici, ma non sempre questi nomi esempio, un merlo e una capinera canta-
vengono accettati, perché si fa fatica ad no più meno con la stessa intensità; non è
accettare le idee altrui: è nella natura perché il merlo è grande tre volte di più
umana. Ecco, nel prossimo futuro vorrei della capinera che lo senti a chilometri
dare una evidenza sperimentale agli og- di distanza! Può sembrare una grande ap-
getti sonori a cui ho dato uno specifico prossimazione, ma funziona. Questi campi
nome. Dare un nome, significa costruire possono essere individuati con un softwa-
un modello. Ad esempio, quando chiamo re che ho progettato e quindi posso capire
sonotopes le unità omogenee di paesaggio qual è il contributo sonico dell’ambiente
sonoro, vuol dire che voglio andare a stu- in cui mi trovo. Posso filtrare le intensità,
diare una parte specifica del soundscape, quindi le distanze dei suoni e quindi rico-
non la sua totalità. Oppure quando uso struire l’ambiente nello specifico: cosa c’è
l’etichetta “zone di tensione” o “zone di nell’intorno di 30, o 50, o 100 metri e via
contatto” fra due sonotopes [ovvero i sono- via fino a un chilometro. Non è così sem-
tones, N.d.R., vedi oltre]. plice come lo descrivo, ma questo proces-
Altri termini rilevanti sono “campi so consente, con una sola registrazione, di
vicini” e “campi lontani”. Facciamo un ricostruire soundscapes a diverse distanze.
esempio: se metto un registratore in aper- Provo a chiarire con un altro esem-
ta campagna, più lo strumento è sensibile pio. Un mio collega bravissimo, italiano,
e più registra lontano. Ma da un punto di lavora nei tropici e utilizza microfoni tri-
vista ecologico è molto difficile associare dimensionali costosissimi, cinque-seimila
i pattern ricevuti, registrati, con i suoni euro, e apparecchiature altrettanto costo-
ambientali. Sorgono le domande: questi se. Questi strumenti riescono a percepire
suoni da dove vengono? Qual è la sorgen- i suoni che vengono da tutte le direzioni,
te che li ha emessi? Più un microfono è che vengono quindi analizzati. Ma è un

n. 184 | musica domani | 33


modo di lavorare che richiede tecnologie Bibliografia
molto dispendiose. Il mio invece è un ap- Almo Farina, Principles and Methods in Land-
scape Ecology. Toward a Science of Landscape,
proccio molto più semplice, economico,
Springer, Dordrecht 2006.
che dà però i suoi risultati. Almo Farina, The Landscape as a Semiotic Inter-
Ci possiamo anche chiedere a cosa può face between Organisms and Resources, “Biose-
servire pragmaticamente questo mio lavo- miotics”, n. 1, 2008, pp. 75-83.
ro. L’utilità non la posso trovare io che la- Almo Farina, A Biosemiotic Perspective of the
Resource Criterion: toward a General Theory of
voro nella ricerca di base, la può trovare Resources, “Biosemiotics”, n. 5, 2012, pp. 17-32.
chi fa ricerca applicata come ad esempio Almo Farina, Soundscape Ecology. Principles,
nel settore agro-forestale, zootecnico, nel- Patterns, Methods and Applications, Springer,
Dordrecht 2014.
la gestione dei parchi. Io vorrei dare degli Almo Farina, Ecosemiotic Landscape: A Novel
strumenti quantitativi per fornire delle ri- Perspective for the Toolbox of Environmental
sposte, ma le domande le devono fare colo- Humanities, Elements in Environmental Huma-
ro che lavorano nei diversi campi. nities, Cambridge University Press, Cambridge
2021, doi:10.1017/9781108872928
Questa è quindi l’idea che ho del mio Almo Farina – Andrea Belgrano, The Eco-field:
prossimo futuro: dare evidenza sperimen- a New Paradigm for Landscape Ecology, “Ecolo-
tale ai modelli semantici; “semantici” in gical Research”, n. 19, 2004, pp. 107-110.
quanto basati proprio sulle “parole”, che Almo Farina – Andrea Belgrano, The Eco-field
Hypothesis: Toward a Cognitive Landscape,
però hanno dietro un costrutto, degli ele- “Landscape Ecology”, n. 21, 2006, pp. 5-17.
menti che vengono nominati. Se non fosse Almo Farina – Davide Morri, Source-sink e eco-
così, il termine “paesaggio sonoro” indi- field: ipotesi ed evidenze sperimentali, Atti del X
cherebbe “tutto”. Nel paesaggio invece ci congresso nazionale della Siep-Iale. Ecologia e
governance del paesaggio: esperienze e prospet-
sono i sonotopes, i sonotones, le comunità tive, Università degli studi di Bari, Bari 2008,
acustiche, gli habitat acustici, i campi vi- pp. 365-37.
cini e lontani di cui abbiamo già detto. Almo Farina – Alice Eldridge – Peng Li, Eco-
Queste categorie e le procedure cor- acoustics and Multispecies Semiosis: Naming,
Semantics, Semiotic Characteristics, and Com-
relate sono utili anche per analizzare il petencies, “Biosemiotics”, n. 25, 2021 (in cor-
paesaggio urbano di cui abbiamo parlato. so di stampa), disponibile online in http://doi.
Mi consente di “tagliarlo a fette”, selezio- org/10.1007/s12304-021-09402-6 [consultato il
10/03/2021].
nando eventi vicini e lontani (ad esempio Raymond Murray Schafer, The Tuning of the
un’ambulanza, una campana) per valutar- World, McClelland and Stewart Limited, Toronto
ne la ricorrenza. Ovviamente, darne poi 1977 [ed. italiana, Il paesaggio sonoro, 1985].
un significato ecologico è altra cosa e più Nadia Pieretti – Almo Farina – Davide Morri,
A New Methodology to Infer the Singing Activity
complessa, ma intanto abbiamo una de- of an Avian Community: the Acoustic Complexity
scrizione della stratificazione del nostro Index (Aci), “Ecological Indicators”, anno 11, n.
“intorno” acustico. 3, 2011, pp. 868-873.
Non è cosa da poco, ed è molto fun- Bryan C. Pijanowski – Almo Farina – Stuart
zionale per comprendere l’ambiente e i H. Gage et al., What is Soundscape Ecology? An
Introduction and Overview of an Emerging New
diversi elementi che lo costituiscono. Science, “Landscape Ecology”, n. 26, 2011, pp.
1213-1232, https://doi.org/10.1007/s10980-011-
9600-8 [consultato il 10/03/2021].
Barry Truax (a cura di), Handbook of Acoustic
Ecology, 2nd edition (Cd-Rom version), Cambri-
dge Street Records, Burnaby (Canada) 1999.

34 | musica domani | n. 184


Suono Spazio
Ambiente:
costruire
e percepire
Intervista a Ricciarda Belgiojoso
a cura di Alessandra Anceschi relazioni

Il suono diviene sempre più elemento determinante a qualificare spazi


e ambienti. Saperlo leggere, progettare e plasmare diventa un’azione
decisiva anche al fine di incrementare la qualità delle relazioni sociali e
dei rapporti interpersonali. L’autrice, combinando competenze variegate,
ce ne parla in questa intervista.

Parole chiave: spazio e suono – ambiente – architettura del suono – sound art – inquinamento
acustico

Sound becomes more and more a key element to describe spaces and
environments. Knowing how to read, project, and shape it becomes a
crucial act also in order to increase the quality of social and personal
relationships. The author talks about this in her interview, combining
various competences.

Keywords: space and sound – environment – sound architecture – sound art – acoustic pollution
R icciarda Belgiojoso è studiosa
dalle plurime competenze. Lau-
reata in architettura, diplomata in Piano-
stro orecchio è in grado di comprenderne
la reazione ai suoni. Un ambiente reale,
come ad esempio un luogo urbano, è un
forte e in Tecnologie del suono, dottorata insieme complesso di superfici e volumi
di ricerca in Storia dell’Arte, si interessa che possono essere letti in questo modo:
alle variegate intersezioni tra architettu- udiamo le molteplici riflessioni dei suoni
ra, arte e musica. In qualità di docente di e ricostruiamo la forma dell’ambiente in
Arte negli spazi pubblici, presso il Poli- base all’interazione di suoni ed elementi
tecnico di Milano, ci è sembrata interlo- spaziali.
cutrice ideale a cui porgere quesiti sulle Il nostro rapporto con l’ambiente cir-
relazioni del suono rispetto allo spazio e costante è fondamentalmente il risultato
all’ambiente. di un complesso processo cognitivo che
deriva dall’interpretazione dei suoni. Si
AA: Quanto sono determinanti gli svolge in diversi stadi: le onde sonore
ambienti sonori sui nostri comportamenti sono trasformate in segnali neurali, per
e nella costruzione delle relazioni socia- cui siamo in grado di rilevare le sensa-
li? Come agiscono sulla nostra percezione zioni prodotte e di riconoscere le sorgenti
dell’ambiente circostante le proprietà del sonore e l’acustica dell’ambiente; questi
suono? parametri poi influenzano il nostro com-
portamento. Tra questi processi vi è un
RB: La nostra percezione dello spazio continuo scambio di informazioni, per cui
dipende in gran parte dal senso dell’udito la realtà fisica e l’interpretazione persona-
e i nostri comportamenti sono decisamen- le si condizionano costantemente.
te influenzati da come recepiamo e inter- Ad esempio, reagiamo in un determi-
pretiamo i suoni. Ad occhi chiusi possia- nato modo al carattere accogliente di una
mo farci facilmente un’idea delle caratte- stanza d’appartamento, in un altro modo al
ristiche dell’ambiente in cui ci troviamo: carattere pubblico di una hall di stazione
immaginate di trovarvi ad esempio in una dei treni – che sentiamo come fortemente
cattedrale gotica, oppure in una camera risonante per via dei pavimento in marmo
d’appartamento, oppure in una piazza ur- e dei soffitti alti – e in modo ancora diver-
bana, o ancora in un luogo di campagna. so al carattere di un edificio religioso che,
Le sensazioni che proviamo sono diversis- a seconda del culto e dell’epoca di costru-
sime. E infatti anche da bendati riusciamo zione può favorire la comprensibilità della
ad avvicinarci a un muro senza toccarlo parola (come ad esempio negli edifici pro-
o a una porta senza oltrepassarla, perché testanti), il timore di Dio (ad esempio in
percepiamo le caratteristiche dello spazio una cattedrale medievale) o la preghiera
architettonico senza doverlo necessaria- individuale (pensiamo ad esempio a una
mente vedere: recepiamo la risposta de- cappella di epoca rinascimentale). Per
gli elementi costruttivi al rumore di fondo quel che riguarda in particolare gli effet-
dell’ambiente circostante e ai rumori che ti che possiamo riportare negli ambienti
noi stessi produciamo con i nostri movi- urbani, consiglio di consultare quel bel
menti, i nostri passi, la nostra voce. Le volume realizzato da Jean-François Au-
onde sonore ci permettono di visualizzare goyard al Cresson di Grenoble, uno dei
la geometria degli oggetti. Ogni elemen- centri di ricerca dedicati allo studio del-
to architettonico è udibile perché il no- lo spazio sonoro nelle città, che appunto

36 | musica domani | n. 184


classifica e analizza gli effetti dei suoni di cogliere aspetti dell’ambiente circostante
sul nostro comportamento1. e orienta alla lettura dello spazio?
Ogni ambiente ha un suo significato
sociale, un carattere più o meno pubbli- RB: Credo valga la pena ricordare un
co o privato, e l’ascolto dello spazio varia paio di casi nella storia dell’umanità che
da cultura a cultura e da individuo a in- mostrano come sia stato posto da sempre
dividuo. Diversi studi dimostrano che gli il problema. Ad esempio, tra i numerosi
strumenti per interpretare i suoni sono misteri che avvolgono il complesso monu-
determinati dalla cultura più ancora che mentale di Stonehenge, il circolo di pietra
da fattori biologici. Un architetto consape- neolitico situato nella piana di Salisbury
vole delle proprietà acustiche degli edifici nella regione del Wiltshire, in Inghilterra,
progetta spazi di cui si può fare esperien- vi è la possibilità che fosse stato realizzato
za mediante l’ascolto: interviene come un con l’intenzione di amplificare il suono. È
operatore sociale, è in grado di interpretare stato da poco pubblicato in merito uno stu-
le esigenze funzionali, sociali e culturali dio condotto da Trevor Cox e dall’Universi-
date e di individuare le specifiche carat- tà di Salford di Manchester per il Journal of
teristiche foniche da rendere in termini di Archaeological Science2. Pare che la musi-
spazialità rispetto a intenzioni e obiettivi ca o le parole emesse all’interno del circolo
della committenza, creando uno spazio i venissero riflesse e amplificate in maniera
cui effetti sull’uomo sono progettati razio- notevole dai massi di pietra circostanti,
nalmente. Progetta un ambiente capace di che al tempo stesso invece proteggevano
incoraggiare determinati atteggiamenti: ad dai rumori esterni al cerchio, rendendo
esempio può ideare un luogo adatto alla quindi anche difficile percepire quei suoni
preghiera o alla meditazione per i luoghi di a chi ne stesse al di fuori. In particolare,
culto, o invece nel caso della realizzazio- pare che la riflessione dei suoni sui massi
ne di sale conferenze o di aule per lezioni potesse amplificare la voce umana di 4 de-
può trovare il modo di favorire l’attenzione cibel, senza produrre eco (per cui si ritiene
da parte del pubblico o degli studenti. Un che i riti religiosi fossero in realtà limitati a
architetto capace può rendere in termini poche persone).
di spazio sonoro valori e principi culturali. Pensiamo anche ai teatri greci ed elle-
Può manipolare gli oggetti, le geometrie, nistici, come ad esempio quello di Epidau-
le dimensioni e i caratteri fisici dello spa- ro, che sono stati realizzati in conche natu-
zio costruito in modo da realizzare luoghi rali, in modo da essere protetti da rumori
che suscitino tranquillità, o invece ansia o esterni, e con un orientamento verso sud
paura, luoghi che stimolino la socializza- tale per cui la voce degli attori al pome-
zione oppure l’isolamento, a seconda delle riggio (quando si tenevano gli spettacoli)
esigenze stabilite dalle necessità sociali e veniva accompagnata dal calore del sole (il
individuali. suono scorre più facilmente in aria calda
che in aria fredda).
AA: Come si può “musicare” uno spazio Per quanto riguarda invece esempi più
pubblico? Quali esempi virtuosi possiamo recenti, in un libro pubblicato qualche
prendere ad esempio? In che modo un inter- anno fa3 riporto alcuni casi tratti dal mon-
vento sonoro (installazione o altro) permette
2
Cox 2020.
1
Augoyard – Torgue 2004. 3
Belgiojoso 2009.

n. 184 | musica domani | 37


do della musica e dell’arte che mostrano sono decodificati da parti del cervello di-
come si possa giocare con il rapporto tra verse. In uno stesso luogo, se ne sentiamo
spazio e suono e tra noi e l’ambiente che ci i rumori potremmo quindi reagire in un
circonda. Si tratta di interventi che si pon- modo, mentre se sentiamo soltanto suoni
gono come parte integrante dell’ambiente eufonici, estratti da quei rumori, potrem-
costruito e che sfruttano appunto, come già mo reagire in maniera diversa.
Stonehenge e il teatro di Epidauro, i feno- Un altro artista attivo in questo campo è
meni fondamentali della fisica del suono. Bill Fontana, che negli anni Settanta aveva
Ad esempio, per tanti anni il comune lavorato alla registrazione di paesaggi so-
di Montréal ha commissionato una serie di nori di tutta l’Australia, per stenderne una
Harbour symphonies che mettevano in mu- mappatura, e che da allora ha sempre la-
sica il porto, con tanto di sirene delle navi, vorato a installazioni sonore. Generalmente
per festeggiare dopo l’inverno la riapertura Fontana mette in relazione tra loro diversi
delle attività portuali con brani musicali punti di ascolto, trasmettendo in tempo re-
pensati quindi su scala urbana, con la banda ale i dati acustici di alcuni luoghi in altri.
del paese, le campane delle chiese in zona L’idea di separare la sorgente sonora dal
e vari altri strumenti musicali più o meno suono, che viene collocato altrove, è volta a
usuali. Un ascolto godibile da tutta l’area riflettere sul significato acustico dei suoni
intorno al porto, per un pubblico distribuito e dei paesaggi sonori (un po’ come quan-
per oltre un chilometro lungo il lago. Allo do Duchamp aveva pensato di estrapolare
stesso modo, un compositore come Llorenç oggetti di uso quotidiano e ricollocarli in
Barber ha composto per trent’anni concerti ambito museale). L’effetto è straniante, l’u-
per le campane delle città di tutto il mondo. ditore avverte l’incongruenza e si chiede
Nel mondo dell’arte troviamo numerosi dove stia realmente e che cosa stia senten-
casi che indagano procedimenti specifici do. Ad esempio, in Sound Island, realizzato
con cui elaborare i suoni negli spazi pub- a Parigi nel 1994 in ricordo dello sbarco
blici. Ad esempio, O+A (Bruce Odland degli Alleati in Normandia, Fontana aveva
e Sam Auinger) amano creare strumenti collegato i suoni della costa della Norman-
come vasi risonatori, tubi intonatori e vari dia con l’arco di Trionfo di Parigi, trasmet-
altri sistemi, per convertire in musica i ru- tendoli in tempo reale con quarantotto al-
mori: riprendono suoni tratti dalla quoti- toparlanti montati in facciata. I suoni delle
dianità come il rumore del traffico o della onde dell’oceano che si infrangevano sulla
pioggia e li alterano in tempo reale con costa coprivano tra l’altro, per le persone
l’intenzione di renderli eufonici, armoni- salite sull’Arco di Trionfo, il rumore del
ci. Hanno ad esempio realizzato un in- traffico sottostante, creando una separa-
tervento intitolato Traffic Mantra a Roma zione invisibile ma molto forte nella perce-
nel 1991 ai Fori Traianei, riprendendo i zione, tra la realtà della piazza urbana e la
rumori del traffico circostante facendoli situazione creata dall’installazione.
risuonare in alcune anfore romane repe- Dobbiamo citare anche Max Neu-
rite in loco, per poi riprodurli in un’affa- haus, che è stato uno dei grandi maestri
scinante installazione sonora. Operando di quest’arte di lavorare i suoni negli spazi
in questo modo, Odland e Auinger si ri- pubblici, e di cui, chi è stato a New York,
fanno alle ricerche sulla percezione dei certamente ricorda l’installazione realizza-
suoni condotte da Oliver Sacks, il celebre ta nel bel mezzo di Times Square, ancora
neurologo, secondo cui rumore e armonia oggi in funzione: dalle grate della metropo-

38 | musica domani | n. 184


litana emergono suoni creati sinteticamen- immaginifico, mediante suoni della natu-
te, che creano come un muro invisibile che ra, suoni evocativi, frammenti melodici e
trasforma radicalmente la nostra percezio- dialoghi sonori che creano una musica in
ne di quello spazio, forse il più frequentato perenne mutazione nell’arco della giorna-
al mondo. Attraversando la piazza ci ritro- ta, con una successione di scene che in-
viamo in un luogo altro, come un piccolo terpretano in maniera variegata lo spazio
eden, per poi ripiombare nel caos newyor- acustico plasmato tra i due totem.
chese.
Ricorderei ancora Janet Cardiff e Viv AA: Il primo capitolo del suo volume
Corringham, che rappresentano bene inve- Costruire con i suoni4 colloca in esergo una
ce quelle forme di Sound Art interessate al citazione tratta dal Manifesto futurista di
tema del percorso, per cui la passeggiata Luigi Russolo. Cosa ci lasciano in eredità le
urbana diventa un modo per intervenire estetiche delle avanguardie storiche rispetto
sulle nostre emozioni. Le Soundwalks di all’arte dei rumori?
Cardiff ricordano le classiche audio guide
museali: al pubblico viene dato un appa- RB: I futuristi sono stati tra i protago-
recchio per sentire in cuffia un nastro re- nisti della storia dell’introduzione del ru-
gistrato, e sentiamo una voce che ci guida more in musica. A inizio del Novecento,
lungo un percorso, dandoci le indicazioni tra i vari rivolgimenti delle avanguardie
per come muoverci. Sullo stesso nastro artistiche legati naturalmente ai radicali
l’artista ha creato un paesaggio sonoro tra cambiamenti che stavano avvenendo nel-
il reale, il virtuale e la storia, raccontan- la società, grazie anche a decisive scoper-
doci un suo paesaggio sonoro. Corringham te scientifiche e tecnologiche, i futuristi
ha realizzato invece alcune Shadow-walks aspiravano a realizzare un nuovo genere di
in cui si ripropone di ricostruire le ombre espressione musicale appunto fondato sui
sonore di qualcuno che passeggia per la rumori, e quindi che facesse uso di nuove
città. Chiede di poterlo accompagnare in tonalità, nuove armonie, nuove melodie e
un percorso a lui particolarmente caro e nuovi strumenti. Insieme ai suoi colleghi,
percorrendo insieme la strada ne studia il Russolo crea gli intonarumori, strumenti
paesaggio sonoro. Poi, lo ripercorrerà da pensati appunto per ricreare vari rumo-
sola cercando di immedesimarsi nel perso- ri, naturali o artificiali, come il rombo del
naggio, indagando gli aspetti a lui più cari, tuono, i sibili del vento, lo scrosciare delle
realizzando le sue improvvisazioni vocali. cascate, il gorgogliare dei ruscelli, i fruscii
Un’altra artista da segnalare è senz’al- delle foglie, il trottare dei cavalli, i versi
tro Susan Philips, Turner Prize 2010, inte- degli animali, i rumori dei tram e delle
ressata in particolare alle proprietà emotive automobili, le ruote cerchiate in ferro di
e psicologiche del suono e a come possono carri e vetture sul selciato. Per realizzare
alterare la coscienza dell’ascoltatore. questi strumenti Russolo distingue tra loro
Io stessa ho partecipato alla realizzazio- i rumori e li classifica, secondo toni e ritmi
ne di un’installazione sonora, La Porta dei predominanti, in sei famiglie: rombi, tuoni,
Suoni, per il nuovo parco Pausa Urbana scoppi, scrosci, tonfi, boati; fischi, sibili,
di fronte al Cimitero Monumentale a Mi- sbuffi; bisbigli, mormorii, borbottii, brusii,
lano. Con Walter e Guglielmo Prati abbia- gorgoglii; stridori, scricchiolii, fruscii, ron-
mo pensato all’accesso al Parco come un
momento di stacco e possibile abbandono 4
Belgiojoso 2009.

n. 184 | musica domani | 39


zii, crepitii, stropiccii; rumori ottenuti da alle diversità dei rumori, che non sono in-
percussione di metalli, legni, pelli, pietre, distinti. Ora è per noi naturale pensare che
ecc.; voci di uomini e versi di animali come suoni e rumori differiscono soltanto per la
grida, strilli, gemiti, urla, ululati, risate, qualità delle loro componenti.
rantoli, singhiozzi. In queste sei categorie Dovremmo citare almeno altri due per-
i futuristi avevano ripartito i rumori fonda- sonaggi chiave di questa storia del rumo-
mentali, e ritenevano possibile identificare re in musica, ovvero John Cage, che con
gli altri rumori a partire da combinazioni 4’33’’ – il brano per qualunque strumento
di questi. I rumori della vita quotidiana o insieme di strumenti che richiede di non
venivano estrapolati dal loro contesto ori- suonare alcuna nota – ci ha insegnato a
ginario e considerati validi come elementi fare attenzione anche ai rumori circostan-
sonori a sé stanti: obiettivo era padroneg- ti, e Raymond Murray Schafer, il padre
giarli, organizzarli, rimuoverne il carattere del Soundscape, che ha invece aperto a un
di accidentalità, astrarli dalle cause che li universo di ricerche ancora oggi in corso
producevano per controllarne a piacere al- di sviluppo, legato alla pratica del field re-
tezza, ritmo, intensità e timbro. Ai rumori cording.
venivano applicati concetti strettamente
musicali, e così i rumori della città sono AA: Tralasciando spazi architettonici
entrati nelle sale da concerto (dando non appositamente pensati per il suono (audito-
poco scandalo). rium, teatri, spazi performativi), l’attenzione
Già prima dei futuristi una personalità verso la qualità uditiva degli ambienti abi-
come Ferruccio Busoni aveva cercato nuovi tativi sembra del tutto tralasciata. La co-
suoni con cui comporre musica, pensando struzione degli ambienti scolastici, ad esem-
in particolare a scale e strumenti con inter- pio, dimentica colpevolmente di considerare
valli musicali più piccoli del semitono. E quanto la qualità dell’esperienza d’ascolto
all’epoca dei futuristi anche altri si interes- contribuisca alla qualità degli apprendi-
savano all’uso dei rumori in musica, primo menti. Ci sono “colpevolezze normative”? In
tra tutti Edgar Varèse, che era affascinato che modo costruire una consapevolezza udi-
dagli strumenti a percussione e che aveva tiva degli spazi? Quali sono i parametri da
ad esempio introdotto tra gli strumenti vere considerare per aiutare a costruire analisi e
e proprie sirene (Ionisation, 1929-31), e valutazioni delle proprietà acustiche di un
poi George Antheil e altri ancora. ambiente?
Credo che le eredità che ci lasciano sia-
no fondamentalmente due. Una riguarda RB: «Se l’architettura è buona, chi la
l’idea di ampliare il più possibile la tavo- ascolta e la guarda ne sente i benefici sen-
lozza dei colori e dei suoni a disposizione za accorgersene» diceva Carlo Scarpa – lo
dei compositori per fare musica. L’altra ri- troviamo citato da Joseph Kosuth, tra vari
guarda invece un modo diverso di guardare altri pensieri e alcuni disegni, in Inventing
ai rumori: dopo Russolo anche un’altra per- Relations (for Carlo Scarpa), intervento
sonalità del mondo della musica ha pensa- realizzato nel 2016 all’Università Ca’ Fo-
to di classificare i rumori, Pierre Schaeffer, scari sulla grande vetrata che dà sul Canal
uno dei fondatori della musica concreta, Grande dell’Aula Baratto (restaurata da
realizzata con il montaggio di registrazioni Scarpa).
di suoni e rumori. Anche grazie a lui abbia- In architettura occorrerebbe tenere
mo imparato a guardare con più attenzione conto della stretta interrelazione tra spazio

40 | musica domani | n. 184


e suono, che tuttavia sembra essere poco abitative rispetto alla dimensione sonora
sfruttata: gli studi in materia tendono a li- dell’ambiente. Non tutti i rumori sgradevoli
mitarsi a progetti specificamente destinati sono di forte intensità, anzi alcuni tra i più
alla realizzazione di sale da concerto e altri nocivi sono di bassa intensità. E ci sono
ambienti dedicati a esecuzioni musicali. anche suoni desiderabili: obiettivo non è
Soltanto ricerche recenti hanno proposto ottenere silenzio ma progettare ambienti
di ampliare il campo di applicazione del- qualificati definendo i suoni appropriati
la scienza acustica in modo da integrare per ciascun luogo.
i suoni nel progetto con la stessa natu- È necessario progettare le forme costru-
ralezza con cui si trattano altri elementi ite in funzione delle loro proprietà acusti-
compositivi. Obiettivo è contribuire alla che, e intervenire verificando la corrispon-
qualificazione di edifici e ambienti urbani denza tra forma urbana e paesaggio sonoro
superando una mera pratica di elimina- rispetto alle esigenze di chi vive la città.
zione dei rumori basata su limitazioni dei Forme regolari rafforzano la riflessione dei
livelli di emissione dei suoni e interventi suoni, mentre forme frastagliate accentua-
di isolamento acustico nell’intenzione di no il fenomeno della diffrazione e distribu-
sviluppare anche un approccio positivo, iscono il suono in varie direzioni. Facciate
che consideri il rumore come segno di vita in materiale riflettente producono effetti
utile e necessario: i rumori possono quali- notevolmente diversi da materiali assor-
ficare, oltre che squalificare, un ambiente benti: pietra, metallo, legno e altri materia-
costruito. L’architetto deve saper padro- li possono essere scelti anche in funzione
neggiare i fondamenti della fisica del suono delle loro conseguenze foniche.
e della psicoacustica, come ad esempio la Una corretta progettazione del verde
propagazione del suono in campo libero e può contribuire in modo significativo alla
la modificazione delle onde sonore rispetto riduzione del rumore: alberi alti e folti di
a forme e materiali di rivestimento degli larghezza superiore ai 7 metri possono ri-
ostacoli incontrati. Se è richiesto un am- durre i suoni di 4 decibel, cinture dense di
biente dalla elevata comprensibilità della alberi profonde tra i 15 e i 40 metri arrivano
parola sarà necessario agire in un certo a ridurli di 12 decibel. Ed è fondamentale
modo, se al contrario si richiede un luogo pensare alla progettazione dell’ambiente
sordo o estremamente risonante si agirà di- come a un processo dinamico, che dipen-
versamente. de sempre da fattori temporali come orari,
Le politiche comunitarie in materia di giorni feriali e festivi, il susseguirsi delle
inquinamento acustico fondamentalmente stagioni. Per stabilire gli obiettivi acusti-
indicano i livelli di massima intensità pos- ci di un progetto, ad esempio ottenere un
sibile dei rumori prodotti da veicoli, aerei ambiente adatto a rendere ben udibile il
e automobili, e prevedono aree silenzio- parlato o la musica (amplificati o meno),
se o aree in cui non superare tot decibel, oppure preservare in un parco i suoni della
eventualmente in determinate fasce orarie. natura prodotti da uccelli e altri animali,
Un approccio che consideri i suoni da un o dal vento tra le fronde, è necessario va-
punto di vista qualitativo valuta invece gli lutare le caratteristiche e le esigenze del
effetti dei rumori sul nostro comportamen- contesto e pianificare strategie acustiche
to, ragionando in termini di gestione, piut- specifiche, pensando agli effetti desidera-
tosto che riduzione, del rumore. Si possono ti (e non). Una pratica usata abitualmente
elaborare metodi che valutino le pratiche nella progettazione riguarda la proprietà

n. 184 | musica domani | 41


del mascheramento dei suoni: ad esempio, Certo si potrebbero istituire anche corsi
in una piazza il suono dell’acqua prodotto dedicati. Come testo di riferimento posso
da una fontana è in grado di mascherare consigliare la pubblicazione storica Ear
il rumore del traffico circostante, e rendere Cleaning: Notes for an Experimental Mu-
facilmente comprensibile il dialogo tra due sic5, sempre di Raymond Murray Schafer;
passanti che altrimenti sarebbe soverchia- pensato per un corso per ragazzi, suggeri-
to dal rumore di fondo. sce una serie di esercizi per sensibilizzarli
all’ascolto, e ancora dopo decenni rimane
AA: Quali possibili azioni “pedagogi- valido, ma se ne potrebbero elaborare di
che” potrebbe essere utile intraprendere per nuovi.
costruire una sensibilità verso la qualità La materia è davvero interdisciplinare,
sonora di ciò che ci circonda? Se ci po- per cui potrebbe essere occasione per sta-
nessimo quale obiettivo il miglioramento bilire collaborazioni tra Università, Con-
delle interazioni tra suono e spazio, quali servatori e Accademie, per corsi trasversali
orientamenti e quali atteggiamenti dovreb- e scambi con il mondo dell’arte, ma anche
bero assumere la pluralità dei soggetti che della sociologia, della psico-acustica, della
potrebbero interessarsene (chi si occupa di medicina. Ideale sarebbe costituire gruppi
educazione, insegnamento, musica, arte, di ricerca misti, che possano combinare i
progettualità, architettura ecc.)? diversi contributi in studi integrati. Pochi
altri temi sono altrettanto interdisciplinari,
Credo sarebbe utile avviare centri di e credo che questa sia una risorsa e un’op-
ricerca dedicati, anche nell’ambito del re- portunità preziosa.
cente interesse sempre più diffuso in mate-
ria di ambiente. Ad esempio, in una facol-
tà di architettura dedicata all’architettura
ambientale (come alcune facoltà italiane di
recente denominazione), sarebbe auspica-
bile introdurre un centro di ricerca sul suo-
no come ce ne sono già in altri paesi. Cita-
vo ad esempio il Cresson, centro di ricerca
sullo spazio sonoro e l’ambiente urbano, Bibliografia
che è un gruppo di ricerca architettonica e Jean-François Augoyard – Henry Torgue (a cura
di), Repertorio degli effetti sonori, Quaderni di
urbana fondato nel 1979 alla Scuola Nazio-
Musica/Realtà, Lim, Lucca 2004 [ed. or. 1995].
nale Superiore di Architettura di Grenoble. Ricciarda Belgiojoso, Costruire con i suoni, Fran-
Pensiamo poi all’Ircam, Istituto di Ricerca coAngeli, Milano 2009.
e Coordinamento Acustica/Musica istituito Trevor Cox, Using Scale Modelling to Assess the
nel 1970 a Parigi per il Centre Pompidou, Prehistoric Acoustics of Stonehenge, “Journal of
centro nazionale di arte e cultura. Schafer Archaeological Science”, vol. 122, ottobre 2020,
invece ha potuto sviluppare le sue ricerche 105218, pp. 1-8.
Raymond Murray Schafer, Ear Cleaning: Notes
sul paesaggio sonoro grazie alla struttura for an Experimental Music, Clark & Cruickshank,
della Simon Fraser University di Vancou- Toronto 1969.
ver, dove ha varato il World Soundscape
Project, progetto a scala internazionale. In
Germania, Inghilterra e Stati Uniti vi sono
vari centri di ricerca in materia. 5
Schafer 1969.

42 | musica domani | n. 184


Formarsi
Vincenzo Culotta in ascolto

L’autore, convinto che esista una relazione tra gesto musicale e gesto
formativo, descrive una ricerca condotta attraverso due laboratori di
ascolto-formazione. Proponendo un ascolto performativo, basato su
pratiche di improvvisazione corporea, verifica come il gesto musicale
della partitura si possa trasformare in gesto corporeo, rafforzando la
teoria che la dimensione più basilare del conoscere e dell’apprendere
abbia come centro il corpo, inteso come strumento musicale primigenio.
Parole chiave: ascolto – azione e relazione – formazione insegnanti – corporeità – linguaggi estetici

The author, convinced that there is a relationship between musical and


formative gesture, describes a research conducted through two listening-
training workshops. By proposing a performative listening, based on
body improvisation practices, he verifies how the score musical gesture
can be transformed into a body gesture, reinforcing the theory that the
most basic dimension of knowing and learning has the body as its center,
understood as a primal musical instrument.

Keywords: listening – action and relationship – teacher training – corporeality – aesthetic


languages
Verso l’idea di un ascolto parteci- mente l’opera, sforzandosi di chiarificare
pato e performativo la forma e di comprendere il contenuto di

C on il termine musicking Chri-


stopher Small – musicista, musi-
cologo e educatore – intende alludere al
senso. Terzo: l’essenza dell’opera è atem-
porale e assoluta, e il suo valore si costi-
tuisce a prescindere dal contesto concre-
complesso delle azioni umane (comporre, to in cui di volta in volta essa di fatto si
provare, eseguire, ascoltare, danzare, ma realizza, e dai processi relazionali e di
anche regolare i suoni, le luci, prepara- soggettivazione che la sua esecuzione è in
re il palco) il cui intreccio individua un grado di innescare.
campo performativo del musicale1. L’in- Alla decostruzione dell’idea di musi-
venzione del verbo to music sottende la ca come opera si è dedicato – parecchi
volontà dell’autore di decostruire il con- decenni prima di Small – Heinrich Bes-
cetto di musica come prodotto, per lasciar seler, allievo di Heidegger, affrontando il
emergere ciò che tale ipostatizzazione ha problema nei termini di una genealogia di
adombrato, ossia che la musica è prima di impianto storicistico. Nel saggio, breve e
tutto ed essenzialmente azione e relazione. illuminante, intitolato L’ascolto musicale
Il considerare l’opera come un “ido- nell’età moderna3 l’autore usa a sua volta
lo” ha improntato le teorie e le pratiche un’espressione inedita: “musica-rappre-
maggioritarie della vita e dell’educazione sentazione”. Attraverso Besseler, com-
musicale della nostra modernità, almeno prendiamo come la “musica-rappresen-
nell’ambito della musica occidentale co- tazione” sia un vero e proprio dispositivo
siddetta classica. Dal pensiero che identi- che, nell’età moderna, arriva ad artico-
fica la musica con le sue opere – afferma lare e regolare l’intera vita musicale. Al
Small – derivano diversi corollari. Primo: suo interno, l’ideale dell’ascolto si figura
il momento performativo è esterno al pro- come un atto di cognizione interiore, che
cesso creativo, che si realizza nella ste- si sforza – al di là di qualsiasi elemento
sura dell’opera da parte del compositore. extra-musicale (comprese le proprie fan-
La performance è una riproduzione che ha tasie e suggestioni) – di riprodurre il pen-
il ruolo di trasformare in suono ciò che è siero musicale che nell’opera si rappre-
scritto in partitura, rendendolo così fru- senta. Il corrispettivo della “musica-rap-
ibile all’ascoltatore2. Secondo: compito presentazione” è dunque un ascoltatore
dell’ascoltatore è di apprezzare estetica- consapevole e attivo, capace di ricostruire
il senso musicale attraverso operazioni in-
1
Small 1998.
terne e non verbali complesse, basate su
2
A tal riguardo è significativo quanto afferma regole cognitivo-procedurali di associa-
Arnold Schönberg in uno dei suoi rari saggi sulla zione, comparazione, strutturazione gerar-
performance musicale (For a treatise on Performan- chica, astrazione, trasformazione.
ce, 1924): il più alto compito di ogni riproduzione
Su questa attività privata e invisibile
(Vortrag) musicale dovrebbe essere di restituire
nel modo più fedele possibile la logica del pensiero dell’ascoltatore – come fosse una verità
compositivo così come emerge nella relazione com- ontologica – si sono concentrate le anali-
plessiva tra tutti i suoni segnati in partitura. Questa
è la precondizione di ogni far musica e ciò che solo
può soddisfare le esigenze di un ascoltatore consa-
pevole e sensibile (Schönberg 1975). 3
Besseler 1993.

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si di Psicologia cognitiva della musica4 e base del formatore nella capacità di com-
anche le riflessioni di autori come Elliott, porre, alla stregua di un musicista, istanze
che hanno posto sì l’accento sulla costru- materiali, simboliche, affettive, cognitive
zione attiva e sulla proceduralità nell’a- in un setting capace di favorire l’accadere
scolto musicale5, senza però mai ricono- di un’esperienza educativa. Questo set-
scere ad esso una vera e propria valenza ting è un campo di «rielaborazione cul-
performativa: l’ascolto non assurge, per turale distinto dalla vita diffusa»8, ma in
questi autori, a livello del fare musica. cui proprio della vita, agli educandi, si dà
Nella mia ricerca di dottorato, ho la possibilità di fare esperienza in modo
esplorato la possibilità di istituire un intensificato, riflessivo e prospettico. La
campo di esperienza dell’ascolto musica- qualità dell’esperienza educativa ha a che
le che stia dalla parte della “musica-rela- fare con la temporalità: si tratta infatti di
zione”6. Qui l’opera non occupa il posto poter accedere a un’intensificazione del
di un oggetto di comprensione, ma piut- presente che abbia effetti nei termini di
tosto – parafrasando Mikel Dufrenne – di un ampliamento degli orizzonti di espe-
un “quasi-soggetto”7. Di un vero e proprio rienza nel futuro9. Essa è anche determi-
agente, cioè, in grado di catalizzare un nata da quanto accade sul piano materiale
processo di interrelazione organica (cor- e relazionale, strutturalmente intrecciato
poreo-emotivo-cognitiva) e materiale tra a quello dei contenuti di sapere. La “dan-
gli ascoltatori. Questi ultimi imparano a za” delle relazioni avviene primariamente
condividere i movimenti fisici e simbolici a livello dei corpi vissuti, del loro movi-
di attribuzione di un senso e di indagine mento e dei loro gesti. Questi ultimi, per
volte sì all’opera, ma al contempo anche a dirla con Merleau-Ponty, «tendono vettori
se stessi, ai loro reciproci posizionamenti affettivi, scoprono sorgenti emozionali»10,
e azioni, e alle dinamiche posturali mate- creano un movimento espressivo che è
riali e simboliche con cui essi costruisco- «ciò che proietta all’esterno i significati
no le proprie realtà di vita e professionali. assegnando a essi un luogo»11. Il piano
simbolico dei contenuti di senso e quello
Ipotesi di un’analogia strutturale materiale e performativo dei gesti formati-
tra il gesto musicale e il gesto for- vi sono embricati, inscindibili; così come
mativo nella musica. Come per il “gesto musica-
Sul pensiero di autori come John Dewey le”12, anche la qualità del gesto formativo
e Riccardo Massa ho costruito la mia cor-
nice teorica di riferimento in campo pe- 8
Massa 1997, p. 86.
dagogico, all’interno della quale ho potuto 9
La continuità è uno degli attributi fondamentali
riconoscere una competenza costitutiva di di un’esperienza educativa. Cfr. Dewey 2014.
10
Merleau-Ponty 1965, p. 202.
11
Ibid.
4
Cfr. uno dei più autorevoli rappresentanti delle 12
Da più di due decenni, una vasta comunità in-
ricerche di psicologia cognitiva della musica, Slo- ternazionale di ricerca lavora sul concetto di “gesto
boda 1988. musicale” secondo la prospettiva della Embodied
5
Elliott 1995. Music Cognition (Cox 2016; Godøy – Leman 2010;
6
È ciò che Besseler contrappone a “musica-rap- Gritten – King 2006; Hatten 2004; Larson 2012).
presentazione”. Cfr. op. cit. Mi sono in particolare confrontato col lavoro del
7
Dufrenne 1973. musicologo Robert Hatten, il quale giunge a de-

n. 184 | musica domani | 45


si struttura secondo la durata, il ritmo, La ricerca in tal direzione implicava,
l’intensità, la forma. Vi è una musicalità come già anticipato sopra, una riconside-
interna al gesto del formatore, ed è ciò in razione dell’ascolto musicale nei termini
cui consiste la dimensione performativa di azione e riflessione gruppali, al contem-
del formativo. Lavorare su tale dimen- po autonome e correlate all’opera. Andavo
sione significa spostare il cono di luce così figurandomi l’ascolto come un atto di
dall’azione didattica (con i suoi strumenti, intercettazione e di conversione14 di un
modalità comunicative e obiettivi) all’atto piano performativo immanente all’opera
e al campo pedagogici indagati nella loro in uno soggettivo, che mantenga col pri-
relazione co-costitutiva ed evenemenzia- mo una relazione di familiarità15; una re-
le. lazione simpatetica16 – si badi bene, non
di rappresentazione – in cui la partitura
Ascolto musicale come formazio- dei “gesti” musicali venga trasposta nella
ne. Domanda di ricerca e progetta- creazione di una partitura psico-corporea
zione di un setting laboratoriale ad opera degli ascoltatori. La morfologia
Dall’ipotesi di un’analogia strutturale dinamica e tensiva che si sviluppa attra-
tra il musicale e il pedagogico, è sorta la verso i suoni si espande, così, divenendo
domanda che ha guidato la mia ricerca: musica del corpo, grazie a una pratica di
se e come una certa esperienza di ascol- sollecitazione e di sintonizzazione svolta
to della musica possa favorire l’emersio- dal conduttore di tale percorso formativo.
ne – e così, la sua identificazione come
specifico oggetto formativo – della dimen- Realizzazione di due laboratori di
sione estetica, “musicale”, della pratica ascolto-formazione
educante. Se e in che modo, cioè, l’espe- Nel corso dell’anno accademico 2018-
rienza di ascolto di un’opera di musica da 2019 ho condotto due laboratori di ascol-
parte di un gruppo di educatori possa ri- to musicale (successivamente analizzati
flettersi in un processo di (tras)formazione come studi di caso all’interno della mia
delle loro posture dinamiche13, al contem- tesi di dottorato) con due rispettivi piccoli
po materiali e simboliche, che sono alla gruppi di studentesse iscritte alla laurea
base della strutturazione e della gestione magistrale di Scienze pedagogiche dell’U-
dello spazio educativo. Mi sono proposto, niversità Bicocca di Milano (il gruppo più
insomma, di esplorare l’ascolto musicale numeroso era formato da 7 partecipan-
come formazione elementare (non nel sen- ti). La loro adesione volontaria alla mia
so di semplice, bensì, di costitutivo) di proposta era motivata da un interesse ad
formatori. approfondire la relazione tra educazione,
corporeità e linguaggi estetici. Solo una di
loro aveva condotto in passato studi musi-
finire l’essenza del gesto musicale in termini che
cali, frequentando per un certo numero di
trascendono la sua specifica modalità percettiva,
come: «significant energetic shaping through time» anni il corso di violino in conservatorio.
(Hatten 2004, p. 95). Nel divenir-forma significan-
te dell’energia nel tempo si strutturano organica-
mente i fattori dell’altezza, durata, dinamica, tim- 14
Cfr. Vizzardelli 2017.
bro, articolazione. 15
Wittgenstein 1967.
13
Gamelli 2016. 16
Ridley 2014.

46 | musica domani | n. 184


Lo spazio a nostra disposizione era nei movimenti e nelle gestualità del corpo
un ampio salone, semi-vuoto, dotato di “vissuto”.
un pianoforte a coda. Ciascun laboratorio La progettazione di quest’attività ha
ha previsto cinque sessioni esperienzia- tratto ispirazione e preso numerosi spun-
li di tre ore l’una programmate nell’arco ti dal lavoro di espressione corporea che
di dieci giorni, più un incontro plenario Susanne Martinet17 conduce da decenni
finale con entrambi i gruppi delle parte- nei suoi corsi e seminari, a uno dei quali
cipanti. ho preso parte attiva, nell’estate del 2017.
Il cuore dei laboratori era rappresen- L’insegnamento proposto da Martinet si
tato dall’ascolto performativo di un’opera basa su una sua rilettura originale degli
musicale da me eseguita più e più volte scritti di Jaques-Dalcroze, volta a enucle-
al pianoforte nel corso degli incontri. Alle are, nella concezione del maestro ginevri-
studentesse del primo gruppo ho propo- no, l’idea e la pratica di una musicalità
sto l’Improvviso n. 1 op. 90 di Schubert; tutta interna al movimento corporeo, che
a quelle del secondo, La Cathédrale en- può essere didatticamente sviluppata an-
gloutie di Debussy. La scelta di questi che a prescindere dagli stimoli sonori pro-
brani è stata dettata dall’idea di presenta- venienti da fuori. Il pregio della rilettura
re in musica due concezioni molto diverse di Martinet è di svincolare la pedagogia
di processo: se quello dell’Impromptu di dalcroziana da un approccio “eccitazioni-
Schubert, infatti, consiste nell’evoluzione sta”18, che appare a tratti troppo imper-
drammatico-narrativa di un tema inizia- niato sulla relazione stimolo-risposta.
le, secondo un procedimento di variazio- La fase preparatoria all’ascolto musi-
ne sviluppante; quello che si svolge nel cale performativo, nei miei laboratori, non
Prélude di Debussy riguarda invece una costituiva un “riscaldamento”, ma direi
situazione sonora. Essa muta, evolve, per piuttosto, un’intonazione dei corpi, secon-
poi ripresentarsi nelle note finali, legger- do l’idea di un rapporto chiasmatico tra
mente ma significativamente trasformata. corpo e musica. In quest’ottica, disporsi
La dinamica della forma segue qui le av- all’ascolto dei suoni e delle strutture mu-
venture di emersione e immersione, den- sicali significa sentire la musica che si
sificazione e rarefazione attraverso cui il produce nel movimento psico-corporeo;
compositore francese fa evolvere l’imma- d’altra parte, tale percezione può ulterior-
gine sonora iniziale. Due differenti strut- mente espandersi e affinarsi nella misura
ture processuali, quindi, per altrettante in cui ci si eserciti a captare la morfologia
modalità di ascolto, che hanno a loro vol- dinamica interna alle opere musicali.
ta portato alla costruzione di due diversi In questa fase di lavoro le partecipanti
processi laboratoriali. erano da me invitate – nel corso di un’at-
tività che si focalizzava ora sui movimenti
La musica del corpo di spostamento nello spazio, ora sui gesti
In ogni incontro, le sessioni improv- riguardanti il tronco e gli arti superiori –
visative di ascolto performativo erano a sperimentare gli aspetti della continuità
sempre precedute da esercitazioni di
espressione corporea, volte a espandere
Martinet 1992.
17
la percezione della musicalità rinvenibile Lentini 2014.
18

n. 184 | musica domani | 47


e dell’organicità del movimento e della boratori, in una serie numerosa di sessio-
sua forma. A livello di estetica gestuale, ni di improvvisazione corporea realizzate
la “melodia cinetica” – di cui parlava dalle ascoltatrici-attuanti contemporane-
lo psicologo Alexander Lurija alludendo amente alle mie esecuzioni al pianoforte,
al coordinamento neurale dei movimenti e orientate verso la costruzione di una
motori19 – trova il suo luogo di montaggio performance finale. Quest’ultima – di po-
nell’appercezione senso-motoria. Si pos- chi minuti, interamente basata sull’azione
sono ricercare dei legami tra i movimenti corporea, con o senza la presenza della
corporei, in modo da conferire a essi una musica da me suonata (a seconda delle
continuità tale che il loro punto di origine scelte operate, in fase di progettazione, ri-
e di arrivo siano sentiti come ritmicamen- spettivamente dai due gruppi) – ha costi-
te connessi nell’unità di un’azione che tuito un momento di restituzione non tan-
assume così un valore estetico20. L’ascol- to del senso del brano, quanto dell’intero
to a livello micro – intra-corporeo – può processo di ascolto-formazione esperito
espandersi a livello meso, riguardante il dalle partecipanti.
corpo proprio in relazione a quello dell’al- Le improvvisazioni corporee erano
tro, e a livello macro: qui l’attenzione è sempre concatenate tra loro, e i punti di
rivolta alla polifonia che si genera in un raccordo erano costituiti da quelli che ho
gruppo di corpi in movimento. Così, la chiamato: “circoli di riflessività”. In essi,
seconda tappa della fase di “intonazione” ciascuna partecipante riportava al gruppo
ha previsto la composizione estemporanea i movimenti e le azioni da essa compiuti
di azioni di gruppo condotte all’interno nell’improvvisazione precedente, assieme
di cornici date: apertura/chiusura, den- alle proprie percezioni psico-senso-moto-
sificazione/rarefazione; slancio/cedimen- rie. Il gruppo, attraverso un confronto ri-
to; contatto/distanziamento, e così via. flessivo, poteva decidere allora di adotta-
La natura trans-modale di questi pattern re i movimenti/azioni dell’una o dell’altra
di processo si è prestata a un esercizio nell’improvvisazione successiva. Adottare
di conversione metaforica ad opera del- a livello di gruppo un movimento o un’a-
le partecipanti dal piano delle relazioni zione significava, sul piano individuale,
corporeo-musicali a quello delle relazioni adattarlo ai propri schemi motori, alle
simbolico-pedagogiche; esercizio favorito proprie attitudini e al proprio sentire. Gra-
dalla mediazione fondamentale di fasi di zie a questo doppio principio di adozione/
co-riflessività, su cui mi soffermerò qui di adattamento, si andava componendo non
seguito a proposito dell’ascolto performa- una coreografia rigida, bensì, una partitu-
tivo dell’opera musicale. ra psico-corporea aperta, sempre disponi-
bile ad accogliere modifiche e variazioni
Mettere in atto l’ascolto (enactive apportate dalle singole partecipanti, e in
listening) continua evoluzione.
Il percorso di ascolto performativo In occasione dell’incontro plenario
dell’opera è consistito, per entrambi i la- finale, le studentesse che avevano preso
parte al primo laboratorio – in cui era sta-
to messo a punto quello che si è rivelato
19
Oliverio 2002.
20
Martinet 2008.
essere un vero e proprio metodo di ascolto

48 | musica domani | n. 184


performativo – hanno insistito sulla fun- provvisazione corporea compiuta nella
zione di mediazione quasi salvifica svolta giornata precedente23. In fase riflessiva,
dal gruppo nei percorsi delle singole. Da l’agire assieme è stato connesso con l’e-
un certo punto in poi – esse hanno dichia- sercizio e lo sviluppo di una certa qualità
rato – il processo del laboratorio ha preso di ascolto musicale, e questo, a sua vol-
un altro ritmo e un’altra qualità. Da una ta, con l’evento della sintonizzazione. Le
dimensione individuale (anche di fatica partecipanti hanno trovato, infatti, che il
e frustrazione) si è raggiunto progressiva- vero punto dell’ascolto relazionale stia nel
mente un sentire di gruppo che ha sciolto sintonizzarsi. Perché siano poste le con-
i grumi dell’eccesso di pensiero, portando dizioni per il suo accadere, bisogna darsi
entusiasmo e facilitando un’intensifica- tempo e imparare a stare nell’incertezza.
zione della presenza a sé e all’Altro. Tale restare sospesi nell’ascolto di ciò che
Il dato rilevante dal punto di vista (tras) accade attorno è stato suggestivamente le-
formativo è stato il passaggio a una sog- gato all’esperienza del silenzio nella mu-
gettivazione di secondo livello, esito di un sica di Debussy, che esse andavano spe-
processo di consapevolizzazione ed espan- rimentando nelle posture e nei movimenti
sione delle proprie percezioni, sentimenti dei corpi. Un silenzio che non è assenza,
e schemi di azioni, esplorati assieme agli bensì, compresenza di gesti sonori molte-
altri e in dialogo con l’opera musicale; ma plici, locali, disparati, che sta all’ascolta-
anche il riconoscimento di una dimensione tore connettere in un quadro che presenta
strutturalmente plurale dei processi cono- uno stato di imminenza di qualcosa che ha
scitivi e di apprendimento, sin nelle re- da venire, ma nello stesso tempo, di inde-
gioni profonde del corpo-in-azione21. Non terminatezza su ciò che verrà.
parlerei, a questo proposito, tanto di co-co- La metafora del silenzio sonoro de-
struzione della conoscenza, quanto degli bussyano, evocata dalle partecipanti, ha
effetti conoscitivi e formativi di un’azione fatto evolvere la loro idea dell’ascolto in
composizionale22, sistemica e trans-indi- una direzione forse per loro stesse inedita.
viduale, che si struttura attorno all’evento Quanto esse andavano prospettando era
della sintonizzazione. un tipo di ascolto diverso da quello abi-
tualmente prestato nella vita e nei luoghi
La composizione di un sapere pe- di formazione (un ascolto volto a capire
dagogico incarnato nell’ascolto mu- che cosa ci venga detto e spiegato); un
sicale performativo: due esempi ascolto altro anche da quello che si adot-
Il fenomeno della sintonizzazione è ta nei confronti di un’opera musicale nel
stato oggetto di una teoria locale elaborata momento in cui si cerchi di seguirne il filo
dalle partecipanti del secondo laboratorio, e di analizzarne e chiarificarne il senso.
a partire dalla visione in video di un’im-
23
Entrambi i laboratori sono stati integralmente
video-registrati. Il video ha rappresentato il prin-
21
Il trattino ha la funzione di rimarcare l’inscindibilità
dei due termini – corpo e azione – che, in un certo senso, cipale materiale di analisi per l’elaborazione degli
si co-costituiscono. Il corpo vissuto, infatti (quello che studi di caso della Tesi. Esso è stato spesso utiliz-
i tedeschi indicano come Leib, distinto da Körper) è già zato, come nell’esempio qui citato, anche all’inter-
sempre corpo-in-azione. no dei laboratori per stimolare le azioni di riflessi-
22
Cfr. Formenti 2017. vità delle partecipanti (cfr. Goldman et al. 2007).

n. 184 | musica domani | 49


Si trattava piuttosto di una sorta di ascolto corporea e fasi riflessive – a enucleare e
atmosferico, di campo. Proprio incarnan- a rendersi consapevoli di una competenza
do questa particolare postura di ascolto – essenziale dell’educare.
così andavano riflettendo le partecipanti Gli elementi di tale competenza sono
– si pongono le condizioni per un’autenti- stati contattati come esperienze corporee,
ca azione comune, polarizzata dall’evento e grazie a ciò si sono potuti rendere dispo-
della sintonizzazione. nibili a livello conoscitivo come “metafo-
Un ulteriore tassello aggiunto a questo re costitutive”. Tale espressione è stata
mosaico riflessivo è venuto dal commento utilizzata da Mark Johnson, nel suo libro
di una partecipante al suo stesso agire nel- intitolato The Body in the Mind25, in cui
la scena vista in video: «ho mosso qualco- egli mostra come le categorie fondamen-
sa, ora faccio un passo indietro e mi fermo tali con cui conosciamo e comprendiamo
a guardare cosa accade». Quest’ultimo siano delle proiezioni metaforiche, frutto
contributo è stato importante nel ridefini- dell’attività mediatrice e creatrice della
re il quadro di tale particolare tipologia di nostra immaginazione, in grado di traspor-
ascolto, esplicitandone una qualità fonda- tare ed espandere sul piano del pensiero
mentale: l’oscillazione tra attivo e passivo astratto le percezioni e gli schemi motori
– l’«andirivieni che connette la neutralità appartenenti al proprio corpo. Ora, poter
e l’intervento», come scrive Roland Bar- ripercorrere in campo pedagogico il pro-
thes24– che contrasta con l’idea lineare cesso di composizione di alcune metafore
del tempo. Questo ascolto flessibile, at- costitutive significa poter assurgere a un
tivo-passivo, situazionale, è performativo sapere incorporato e per questo ben più
nella misura in cui fa accadere qualcosa ricco, complesso, sfaccettato e orientante
di inedito, di non prospettato, di non già di quanto potrebbe essere acquisito attra-
saputo, il cui senso, anzi, potrà configu- verso un’attività di pensiero meramente
rarsi solo a posteriori. Questa postura del- riflessiva. Il secondo esempio che mi ac-
lo stare in ascolto è simbolica e materiale cingo ora a esporre spero aiuti a chiarire
a un tempo. È, infatti, in prima istanza meglio questo aspetto centrale della mia
una disposizione corporea a creare le con- proposta laboratoriale.
dizioni, e dunque un campo di esperien- Nello studio di caso avente per oggetto
za, affinché un evento di sintonizzazione il processo svoltosi nel secondo labora-
si dia. Esso segna il doppio passaggio di torio, ho voluto ripercorrere a ritroso un
formazione dall’individuale al costituirsi tratto dell’itinerario di ascolto performa-
di un “Noi”, e da questo a una ricompren- tivo, al fine di descrivere, passo passo, la
sione del sé in quanto co-essere di un pro- formazione ad opera del gruppo di una
cesso di apprendimento e conoscenza (ma metafora educativa incorporata. Quest’ul-
più basilarmente, di esistenza). A partire tima è stata esplicitata dalle partecipanti
dall’intercettazione di alcune dinamiche solo alla fine del percorso, ossia, nella fase
fondamentali del Prélude di Debussy, le progettuale della performance conclusiva
partecipanti sono così giunte – grazie a e nella riflessione che ne è seguita. Sono
un’alternanza ricorsiva tra fasi di azione state così enucleate e nominate tre cor-

24
Barthes 1985, p. 245. Johnson 1987.
25

50 | musica domani | n. 184


nici fondamentali di senso delle loro im- teriali – e ai corpi degli altri con cui si
provvisazioni: “risvegliarsi”, “contattare entrava in una relazione anche oppositi-
l’altro”, “incontrarsi”, “confliggere”, “ri- va, ma in grado di produrre degli effetti
conoscersi”, “tessere assieme una cono- di sintonizzazione. Di qui, infine, il darsi
scenza”. Nell’individuare queste cornici della possibilità di connettere, tessere as-
il gruppo ha così trasposto i diversi snodi sieme, comporre una molteplicità di pezzi
della dinamica strutturale del Prélude di diseguali e irregolari, una serie innume-
Debussy nell’esperienza propria di ascol- revole di istanze, nell’articolazione di un
to performativo. ritmo, un tempo, uno spazio, una forma, in
La descrizione dettagliata delle im- un’azione comune, che segna l’accadere
provvisazioni e dei circoli di riflessività, di un’esperienza di formazione.
che ha occupato pagine e pagine della mia La valenza formativa dell’esperienza
tesi – e in cui mi sono a mia volta messo vissuta dalle partecipanti non ha riguar-
in gioco nell’esercizio di un ascolto incor- dato tanto, o solo, l’elaborazione di un
porato nei confronti di quanto andavo vi- pensiero, di cui il momento esperienziale
sionando nei video26 – aveva l’obiettivo di e attivo si costituirebbe come strumento;
provare a restituire al lettore la complessi- quanto piuttosto, le modifiche trasformati-
tà travagliata della co-costruzione di sen- ve degli schemi senso-motori dei soggetti
so ad opera delle partecipanti, implicante che sono il nucleo corporeo-muscolare dei
una serie continua di attraversamenti me- loro posizionamenti teorici e pratici nel-
taforici: dalla musica all’azione corporea, la vita diffusa così come all’interno della
da questa all’elaborazione di cornici di scena educativa. La possibilità di ricono-
senso come restituzione incorporata delle scere – grazie al processo di costruzione
strutture sonore del brano, dalle cornici a gruppale di un sapere – le proprie posture
una nuova azione che si presentava come abituali, che si rendono così disponibili
ripetizione variata della precedente, e a essere modificate e affinate27, è il cuore
così via, secondo un movimento ricorsivo del laboratorio di formazione-ascolto.
spiraliforme. Dall’analisi è emerso, dun- Vi è una dimensione del conoscere e
que, come l’elaborazione di una metafo- dell’apprendere più basilare rispetto a
ra formativa sia stata il frutto di un pro- quella delle discipline e delle tecniche,
cedere metaforico (contenuto e processo e questa dimensione ha a che fare con la
risultavano dunque embricati). All’inter- musica e con quello strumento musicale
no di tale processo, il risvegliarsi è stato primigenio che è il nostro corpo. L’ascolto,
metonimicamente associato dal gruppo a l’azione e la composizione musicali (qui
un’esperienza di emersione, di riscoperta usati in un senso esteso ma non astratto,
del corpo proprio, dei suoi movimenti al in un senso trans-disciplinare, per l’ap-
contempo parziali e organici e delle sue punto) costituiscono una competenza es-
potenzialità espansive ed espositive. Le senziale del formatore. Noi – come scrive
ascoltatrici-attuanti potevano così aprirsi
all’Altro, ossia: all’ambiente circostante 27
Per un’idea di estetica che si esplica in prima
– con i suoi spazi e le sue presenze ma- istanza a un livello pragmatico di esercizio volto
a espandere le capacità percettive e sensitive del
soggetto legate alla dimensione corporea cfr. Shu-
26
Si veda la nota 23. sterman 2018 e la sua nozione di “somaestetica”.

n. 184 | musica domani | 51


Carlo Sini28 – «nasciamo alla vita psichi- Robert Hatten, Interpreting Musical Gestures,
ca come soggetti eminentemente ritmi- Topics, and Tropes. Mozart, Beethoven, Schubert,
Indiana University Press, Bloomington and Indi-
ci e temporali, legati all’intensità e alla
anapolis 2004.
durata, coinvolgendo in ciò l’intero corpo Elaine King – Antony Gritten, Music and Ges-
ovvero l’intero orizzonte dei cinque sen- ture, Aldershot, Ashgate 2006.
si; nasciamo insomma come soggetti pro- Mark Johnson, The Body in the Mind: The Bodi-
fondamente “musicali”». (Ri)apprendere ly Basis of Meaning. Imagination, and Reason,
questa musicalità, che è immediatamente The University of Chicago Press, Chicago (Usa)
relazione umana, è ciò verso cui è volta la 1987.
Steve Larson, Musical Forces. Motion, Meta-
pratica dell’ascolto musicale come forma- phor, and Meaning in Music, Indiana University
zione che ho esplorato nel mio percorso Press, Bloomington, Usa 2012.
di ricerca. Domenica Lentini (a cura di), La musica e le emo-
zioni. Percorsi nell’estetica analitica, Mimesis,
Milano-Udine 2014.
Susanne Martinet, La musica del corpo. Manuale
di espressione corporea, Erickson, Trento 1992.
Susanne Martinet, Esplorare il pensiero di Ja-
Bibliografia
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moderna, Il Mulino, Bologna 1993 [ed. or. 1959].
Maurice Merleau-Ponty, Fenomenologia della
Roland Barthes, L’ovvio e l’ottuso, Einaudi, To-
percezione, Il Saggiatore, Milano 1965 [ed. or.
rino 1985.
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John Dewey, Arte come esperienza, Aesthetica,
della musica espressiva [ed. or. 1995], in D. Len-
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John Dewey, Esperienza e educazione, Raffaello
nell’estetica analitica. Mimesis, Milano-Udine
Cortina, Milano 2014 [ed. or. 1938].
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Robert Shusterman, Aesthetic Experience and
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28
Sini 2005. naudi, Torino 1967 [ed. or. 1953].

52 | musica domani | n. 184


Ascoltare
Sandra Fortuna con il corpo

La didattica dell’ascolto musicale suggerisce da tempo l’attivazione di


strategie diversificate: movimento, rappresentazione grafica, verbaliz-
zazione. Ma come influiscono queste differenti modalità sui processi di
analisi e di attribuzione di significati? La ricerca qui illustrata, condotta
in classe con bambine e bambini di 9 e 10 anni, conferma, alla luce della
teoria della Embodied Music Cognition, l’efficacia di un approccio multi-
modale all’ascolto e suggerisce che il movimento corporeo favorisca una
condotta analitica focalizzata sull’organizzazione temporale delle rela-
zioni sonore.

Parole chiave: ascolto – corporeità – rappresentazione – verbalizzazione – ricerca – scuola


primaria

The teaching methods related to music listening have suggested for


a long time the activation of various strategies: movement, graphic
representation, verbalisation. But how do these different modalities
influence our analytical processes and the way we assign meaning? This
research involving 9 and 10-year old children, confirms the effectiveness
of a multimodal approach to listening, following the Embodied Music
Cognition theory. It also suggests that body movement fosters an analytical
approach focused on the temporal organization of sound relations.
Keywords: listening – corporeity – representation – verbalization – research – primary school
Quando sento la musica, immagino di che si allontana nello spazio, o un suono
ballare, per descrivere tutto quello che di forte intensità può far inferire un ge-
sento. A volte immagino di muovere le sto energico, come già descritto anche da
braccia come il direttore d’orchestra, Delalande (1993). La stretta relazione tra
così disegno la musica nell’aria.
musica ed esperienza corporea può esse-
Luana, 9 anni re facilmente individuata ulteriormente
nelle metafore che vengono utilizzate per
descrivere la musica4. Quando noi descri-

E ppure le bambine e i bambini, a viamo i suoni come alti, bassi, leggeri, ru-
scuola e fuori, sono invitati a non vidi, scuri, facciamo riferimento a un’in-
muoversi durante l’ascolto musicale, in tegrazione sensoriale (uditiva, visiva, tat-
modo tale che il movimento corporeo non tile, cinestesica) basata sulla nostra espe-
distolga l’attenzione dal suono e dalla rienza corporea5. Non solo il corpo, ma
«piena fruizione estetica del patrimonio anche le modalità di interazione corporea
culturale»1. Il coinvolgimento corporeo e con l’ambiente determinano differenti
visivo rimane spesso ancorato alla sfera processi di selezione percettiva. Facendo
immaginativa, mentre l’interazione con riferimento al concetto di enaction6, azio-
l’esperienza musicale si concentra princi- ne e percezione si influenzano a vicenda,
palmente sul dominio verbale: si parla per così che «quel che percepiamo è determi-
descrivere ciò che si è ascoltato. nato da quel che facciamo, da quel che
Ma siamo certi che un ascolto immo- sappiamo fare»7. Le interazioni corporee
bile sia l’unica strategia d’ascolto? Cosa con la musica determinano il modo in cui
succede nei processi di attenzione e com- i pattern musicali emergono dal flusso
prensione musicale, quando mettiamo il musicale e vengono rivestiti di significato.
corpo in movimento? In ambito educativo molte intuizioni rela-
Da diversi anni il nuovo paradigma te- tive al rapporto tra movimento e musica
orico della Embodied Music Cognition2 en- furono avanzate già da É. Jaques-Dalcro-
fatizza il ruolo del corpo e la sua interazio- ze. Secondo il musicista e didatta, l’ap-
ne con l’ambiente come strumento di com- prendimento musicale passava attraver-
prensione del mondo sensoriale esterno3. so il corpo, ed era necessario riprodurre
In ambito musicale, per esempio, si i tempi, i respiri, gli accenti e l’agogica,
ritiene che chi ascolta faccia riferimen- le energie della musica con il movimento
to ai propri schemi motori per attribuire del corpo e delle braccia per favorire una
significato alla musica, interpretando ciò ricca comprensione musicale.
che ascolta attraverso i repertori di azio-
ne di cui ha fatto esperienza in ambito Il progetto di ricerca
extra-musicale: per esempio un suono Facendo riferimento alla cornice teori-
decrescente può suggerire un movimento ca dell’Emc, lo studio descritto in questo
articolo cerca di indagare se effettivamen-

1
Indicazioni per il Curricolo 2012, pp. 58-59. 4
Zbikowski 2008.
2
Cognizione incarnata della musica, da qui in 5
Lakoff – Johnson 2003.
poi Emc. 6
Varela – Thompson – Rosch 1991.
3
Leman 2008; Leman – Maes 2015. 7
Noë 2004, p. 1.

54 | musica domani | n. 184


te diverse modalità di interazione, motoria Design
o verbale, possano influire sulla percezio- Lo studio ha adottato un design speri-
ne e sui significati attribuiti a un brano, mentale applicato a un contesto “ecologi-
durante l’ascolto8. Nello specifico la do- co”10 (la classe in cui le bambine e i bam-
manda posta è stata la seguente: «Se chie- bini lavorano quotidianamente) ed è stato
diamo alle bambine e ai bambini di de- organizzato in cinque sessioni distribuite
scrivere un brano attraverso il movimento in cinque giorni compresi nell’arco di due
corporeo, o di descriverlo verbalmente settimane.
dopo averlo ascoltato (senza coinvolgere il Il primo e il quinto giorno, come pre
corpo), coglieranno gli stessi aspetti della e post-test, le classi sono state invitate a
musica? Si verificherà un cambiamento disegnare una rappresentazione grafica
nel modo di percepire e visualizzare il del brano ascoltato (notazione spontanea)
brano? In caso affermativo, di che natura e a spiegare il collegamento tra musica e
sarà questo cambiamento?» disegno.
Come strumento per indagare even- Il secondo, terzo e quarto giorno, tra
tuali cambiamenti di significato, abbiamo il pre e il post-test, ciascuna classe è sta-
chiesto di rappresentare graficamente il ta divisa in due gruppi, rispettivamente
brano, attraverso notazioni spontanee, gruppo A e gruppo B, per un totale di cir-
sia prima che dopo le attività di ascolto ca 8 componenti per gruppo, con all’inter-
verbali o motorie, e di spiegare il collega- no lo stesso numero di maschi e femmine.
mento del loro disegno con la musica. Il gruppo A ha descritto la musica con il
movimento corporeo, il gruppo B ha de-
Partecipanti scritto la musica con commenti verbali.
La ricerca ha coinvolto 52 soggetti di 9 Lo scopo di questo impianto era osser-
e 10 anni provenienti da tre classi di IV e vare se e in che modo le rappresentazio-
V di due scuole primarie statali dello stes- ni grafiche della musica e le spiegazioni
so Istituto Comprensivo9. Dalle risposte ai delle bambine e dei bambini subissero un
questionari, compilate sia da docenti che cambiamento dal pre al post-test e se que-
da studenti, è emerso un background mu- sto potesse essere attribuito alle attività,
sicale piuttosto simile, rafforzato dal fatto di movimento o verbali, svolte intorno al
che le lezioni di musica organizzate dalle brano.
scuole erano condotte dalla stessa refe-
rente musicale. Materiale
Come contenuto materiale è stato scel-
to il brano Canguri tratto dal “Carnevale
degli Animali”11 di Camille Saint-Saëns,
8
La ricerca descritta è parte di un dottorato svol-
to presso il dipartimento di Systematic Musicology
dell’Università di Gent (Belgio), con la supervisio- 10
Secondo il paradigma ecologico, le ricerche
ne del Dr. Luc Nijs e del Prof. Marc Leman. educative devono essere svolte nei contesti (scuola,
9
Si ringraziano la referente di musica Sabri- famiglia, gruppi) dove i fenomeni realmente acca-
na Vernaroli per la competente collaborazione, le dono, in modo da poter offrire reale supporto alla
bambine e i bambini, le maestre e la Dirigente del- pratica educativa.
le scuole di Arnara e Badia dell’Istituto Compren- 11
È stata usata l’incisione del 1978 realizzata
sivo “Ceccano 1” (Fr). dalla Philadelphia Orchestra, diretta da Eugene

n. 184 | musica domani | 55


per la netta alternanza di parametri musi- descrizione rappresenti il proprio modo
cali opposti e la struttura simmetrica co- personale di vedere la musica».
stituita da due frasi ripetute tre volte con
una coda finale. Ogni partecipante ha ricevuto un fo-
glio e sette matite colorate di diversa gra-
Procedura dazione di colore e ha riascoltato il brano
Pre e post-test (1° e 5° giorno). Dopo altre due volte, durante il disegno.
brevi incontri per familiarizzare con le Al termine della descrizione grafica, è
classi, è stato proposto il pre-test. Bambi- stato creato “l’angolo della presentazio-
ne e bambini sono stati invitati a sedersi ne”, un luogo dell’aula appartato, in cui
liberamente sul pavimento di un’aula de- ogni persona. attraverso un’intervista non
dicata all’attività musicale, in cui erano strutturata, è stata invitata a spiegare il
stati disposti tappeti e cuscini. Lo scopo significato della propria rappresentazione
del setting era creare un’atmosfera meno grafica e il collegamento con la musica.
“scolastica” e favorire un ascolto rilassa- Nel post-test del quinto giorno, sono
to e informale, simile a una modalità di state ripetute le stesse attività del pre-test:
ascolto quotidiano. Dopo aver ascoltato ascolto, rappresentazione e spiegazione.
il brano due volte consecutive senza che
fossero fornite informazioni aggiuntive sul Attività (2°, 3°, 4° giorno). Tra il pre e
titolo e sul compositore, si è chiesto loro il post-test i due gruppi A e B hanno svol-
di descrivere la musica graficamente, se- to differenti attività di ascolto distribuite
condo le seguenti istruzioni: in tre sessioni.
Il gruppo A (gruppo motorio) è stato
«Chiudi gli occhi e immagina la invitato a descrivere ciò che sentiva nella
musica nella tua mente. Prova a de- musica mediante i movimenti del corpo. Il
scrivere12 il brano con le matite, in gruppo B (gruppo verbale) è stato invitato
modo tale che un amico che non può a descrivere la musica verbalmente dopo
ascoltare la musica, possa capire, dal averla ascoltata.
tuo disegno come è fatto questo brano.
La consegna è stata simile per entram-
Mentre fai la tua descrizione con i colo-
bi i gruppi:
ri, ascolterai la musica altre due volte.
Puoi usare quello che preferisci: forme,
linee, immagini, scene, note, con colori «Immagina di descrivere la musi-
diversi o un colore solo. Tutto ciò che ca con il movimento del corpo (gruppo
potrebbe essere utile per descrivere motorio), oppure con la tua descrizio-
il pezzo, tranne lettere, parole o frasi. ne verbale (gruppo verbale) a un amico
Ogni rappresentazione è valida, non ce che non può sentire il brano, in modo
n’è una migliore di un’altra. Ciò che è che, dalla tua descrizione, possa capi-
veramente importante è che ciascuna re come è fatta la musica».

Con l’obiettivo di sollecitare un’in-


Ormandy. terpretazione personale, la classe è stata
12
È stato evitato il verbo “disegnare”, spesso as- coinvolta in differenti giochi d’ascolto, in
sociato a immagini figurative, sostituendolo con i
termini più generici di “descrivere” o “rappresen-
cui il ricercatore ha evitato di fornire mo-
tare”. delli motori o suggerimenti lessicali.

56 | musica domani | n. 184


Inoltre, per favorire una consapevo- Struttura delle attività del gruppo A
lezza dei diversi movimenti del corpo, o Attività del gruppo A – 1a sessione
Descrizione del brano solo con i movimenti
arricchire il vocabolario lessicale sulla di mani e braccia
musica, ogni sessione è stata suddivisa Le bambine e i bambini sono sti-
in due fasi. Una prima fase esplorativa, di molati a esplorare diverse qualità
di movimento secondo i parametri
riscaldamento, costituita da giochi moto- Esplorazione del peso, tempo e flusso, imma-
ri o verbali; una seconda fase descrittiva, Con tutto il ginando diversi scenari: Come ci
corpo muoveremmo se fossimo fatti di
dedicata all’interpretazione verbale o mo- pietra? Se invece fossimo foglie? Se
toria del brano Canguri di Saint-Saëns, ri- ci muovessimo nel fango, nell’aria o
nel ghiaccio?
ascoltato e descritto quattro volte per ogni
Durante l’ascolto il gruppo descrive
sessione. il brano usando il movimento di mani
Descrizione del
e braccia. Per esempio, immaginano
brano Canguri
di dipingere con le mani la musica
Le attività di movimento del gruppo A. Movimenti
sul muro; successivamente, seden-
di mani
La fase esplorativa si è stata organizzata e braccia
dosi su un tappeto, con gli occhi
chiusi, descrivono la musica facendo
intorno a giochi di movimento centrati sui muovere un foulard.
criteri di base dell'analisi del movimento Attività del gruppo A – 2a sessione
di Rudolf Laban (Laban Movement Analy- Descrizione del brano con i movimenti delle gambe e
la posizione del corpo nello spazio
sis)13, articolati secondo i seguenti para-
Si esplorano cinque tipi di movimen-
metri: to: camminare, correre, saltare, ca-
- corpo: consapevolezza delle diverse dere, ruotare e si inventano ulteriori
Esplorazione modalità di movimento sul posto.
parti; Gambe Successivamente, si esplorano diffe-
e movimento renti posizioni e direzioni del corpo
- spazio: personale, generale, ampio e nello spazio nello spazio: personale o generale,
ristretto, direzione e livelli; orizzontale, verticale, sagittale (avan-
ti/indietro), direzioni, traiettorie e li-
- effort: energia e qualità del movimen- velli.
to (peso, tempo, focus/spazio e flusso). Descrizione del
Viene descritto il brano con il mo-
La fase descrittiva, prendendo spunto brano Canguri
vimento delle gambe, senza usare
Movimenti con
da ciò che era stato esplorato precedente- le gambe, sul
mani e braccia, prima utilizzando il
proprio spazio personale, poi l’intero
mente, si è concentrata inizialmente sul- posto o nello
spazio della stanza.
spazio
la descrizione del brano con le mani e le
braccia (prima sessione), poi con i piedi e Attività del gruppo A – 3a sessione
Descrizione del brano con tutto il corpo nello spazio
le gambe (seconda sessione) e infine con
Si esplorano differenti qualità di mo-
tutto il corpo nello spazio (terza sessio- vimento, immaginando di svolgerlo
ne)14. in differenti ambienti. Prima si estrag-
gono a sorte due bigliettini indicanti
Esplorazione
rispettivamente l’ambiente (in aria,
Movimento di
sulla luna, nel fango, nell’acqua) e
parti o di tutto
le tipologie di movimento (correre,
il corpo nello
saltare, ruotare, cadere). Successi-
spazio
vamente, in coppia, si dovranno re-
alizzare gli abbinamenti estratti. Per
esempio, immaginare di camminare
nell’acqua o di saltare sulla luna.

Descrizione del Il gruppo descrive il brano con tutto


brano Canguri il corpo: prima sul posto, poi muo-
Tutto il corpo vendosi liberamente per la stanza e,
Laban 1971.
13
nello spazio infine, facendo muovere un foulard.
Un momento dell’attività motoria è raffigurato
14

nell’Immagine 1, in www.musicadomani.it

n. 184 | musica domani | 57


Le attività verbali del gruppo B. La Attività del gruppo B – 3a sessione
Descrizione verbale per aiutare la comprensione
fase esplorativa del gruppo B (verbale) è
Esplorazione
stata focalizzata su giochi di parole, giochi Confronto e
Confronto e discussione interattiva
di simulazione e domande aperte per sti- discussione su
su diversi frammenti di musica.
vari frammenti
molare all’uso libero di metafore verbali15. musicali
La fase descrittiva del brano di Saint- Descrizione del Dopo aver ascoltato tre frammenti di
Saëns si è articolata su diversi livelli di brano Canguri
Descrizione
musica, tra i quali è presente anche
il brano Canguri, ogni componente
difficoltà e interazione: descrivere il bra- per facilitare la deve usare la descrizione verbale per
comprensione aiutare le compagne e i compagni a
no sollecitati da domande (prima sessio- di compagne e identificare il brano che sta descri-
ne), interpretare le ragioni delle diverse compagni vendo, tra le tre opzioni proposte.

descrizioni musicali (seconda sessione),


descrivere il brano per facilitare la com- Analisi della documentazione
prensione delle compagne e dei compagni Durante il progetto di ricerca sono sta-
(terza sessione). te raccolte e analizzate 94 rappresentazio-
ni grafiche (47 pre-test e 47 post-test) e
Struttura delle attività del gruppo B 94 interviste video-registrate, nelle quali
Attività del gruppo B – 1a sessione bambine e bambini hanno spiegato i loro
Descrizione del brano senza condivisione con il gruppo
disegni. Delle 52 persone partecipanti,
Attraverso una serie di giochi, il grup-
Esplorazione po è stimolato a trovare almeno tre sono stati presi in considerazione i dati
Metafore parole o frasi per descrivere diversi delle 47 che erano presenti a tutte le ses-
musicali: frammenti musicali proposti. Il gioco
sinonimi e prosegue con la ricerca di parole o sioni.
contrari frasi di significato opposto alle pre-
cedenti.
Per comprendere se e in che modo
Bambine e bambini sono invitati a
le rappresentazioni grafiche e le spiega-
scrivere su un foglio le risposte a tre zioni verbali fossero cambiate dal pre al
domande:
- Cosa ti fa venire in mente questo post-test nei due gruppi, è stata avviata
Descrizione del
brano? sia un’analisi visiva delle rappresentazio-
- Potresti descrivere questo brano
brano Canguri
a un’amica/un amico che non lo ha ni che un’analisi verbale dell’intervista.
Risposte scritte
a tre domande
ancora sentito? L’analisi ha adottato un metodo misto,
- Se volessi usare la musica come
sottofondo musicale per un cartoon, sia qualitativo che quantitativo, definito
che tipo di azione o scena sarebbe
rappresentata in questo cartoon e
Mixed method exploratory sequential desi-
perché? gn16, ovvero prima sono state analizzate in
Attività del gruppo B – 2a sessione maniera qualitativa le caratteristiche dei
Condivisione della descrizione del brano con il gruppo
dati; successivamente, gli elementi indi-
Esplorazione
Interpretare
Si condivide l’interpretazione di fram- viduati sono stati organizzati in categorie,
menti di brani e si cerca di interpreta-
le diverse
descrizioni
re e spiegare le diverse descrizioni. per avviare un’analisi quantitativa della
Descrizione del
loro frequenza nel pre e nel post-test.
brano Canguri Ciascuna/o, come un conduttore ra-
Presentare alla diofonico, presenta il brano alla clas-
classe se. Segue un dibattito su ciascuna
la propria presentazione.
interpretazione

L’attività è raffigurata nell’Immagine 2, reperi-


15

bile in www.musicadomani.it Creswell 2012.


16

58 | musica domani | n. 184


Analisi delle rappresentazioni gra- Livello interpretativo
fiche Contenuto
Significato generale
Tenendo in considerazione la lettera- principale

tura centrata sia sull’analisi dei disegni a. Scena statica: senza azione (pae-
saggio, strumento musicale)
che sulle notazioni spontanee17, le rappre- Dinamica della
b. Scena dinamica/azione: un’azione
descrizione:
sentazioni grafiche sono state analizzate a. statica, b.
o un evento nel suo sviluppo (la lepre
corre; mare in tempesta)
attiva/dinamica,
secondo tre livelli: livello morfologico, ri- c. interattiva
c. Scena interattiva: due elementi dif-
ferenti interagiscono tra loro (il lupo
ferito alle caratteristiche morfologiche de- insegue la bambina o il bambino e
gli elementi del disegno (elementi, classi, si nasconde)

generi); livello strutturale, relativo all’or- TAG. Al termine dei tre livelli di analisi, a ciascun
disegno sono stati attribuiti dei tag in base agli elementi
ganizzazione, e costruzione degli elemen- individuati: figurativo statico, dinamico, interattivo,
ti del disegno (ampiezza, proporzione, notazione tradizionale, linee, forme, strumenti, esseri
umani, animali, elementi naturali, colori, policromatico,
posizione, pressione del segno e colore); monocromatico, segno marcato, debole ecc.
livello interpretativo: contenuto descritto e
livello di dinamicità degli elementi rap- Categorizzazione delle rappresen-
presentati, differenziati in statici, dinami- tazioni grafiche
ci o interattivi. L’analisi dei disegni ha permesso di
suddividerli in due ampie categorie che
Modello di Analisi delle rappresentazioni
grafiche (notazioni spontanee)
ho identificato come globali o analitiche.
- Globale: la musica è descritta in ma-
Livello morfologico
niera globale, attraverso immagini, scene,
Elementi del Individuazione di tutti gli elementi
disegno presenti nel disegno
azioni o stati d’animo evocati dalla musica.
- Analitica: la descrizione cerca di co-
Ogni elemento viene associato a dif-
Classe degli
ferenti classi: umani, animali, oggetti gliere almeno una o più dimensioni mu-
elementi
reali o immaginari, strumenti, forme o sicali (timbro, dinamica, altezze, velocità,
linee astratte, notazioni, simboli
profilo melodico, ripetizione organizzazio-
Genere degli Figurativo-astratto (linee, forme o
elementi simboli), misto ne nel tempo)18.
Livello strutturale
All’interno delle due principali cate-
Il disegno è considerato ampio
Ampiezza del quando occupa 2/3 del foglio; me- gorie sono state individuate ulteriori 11
disegno rispetto dio, quando copre 1/2 dello spazio sotto-categorie per permettere un’analisi
al foglio disponibile; piccolo quando occupa
1/4 del foglio qualitativa più approfondita delle strate-
Posizione e gie di rappresentazione.
Relazione tra gli elementi del dise-
proporzione tra
gno in termini di ampiezza e posizio- Per esempio, i disegni appartenenti alla
gli elementi del
disegno
ne (centrale o laterale) categoria globale sono stati suddivisi in:
Pressione del
a. statici, b. dinamici, c. interattivi, d.
Segno marcato, debole o variabile
segno strumenti e note sparse19.
Quantità di colori utilizzati e variazio-
Colori ne in lucentezza (chiari o scuri) Poli-
cromatici o monocromatici 18
In www.musicadomani.it sono reperibili le Im-
magini 3 e 4, esemplificative delle due categorie.
19
In www.musicadomani.it si possono vedere le
17
Tra gli altri Pinto 2015; Elkoshi 2002; Rey- Immagini 5-6-7-8, esemplificative dei sotto-rag-
brouck 2009. gruppamenti della categoria globale.

n. 184 | musica domani | 59


Dalle successive spiegazioni delle to un alto livello di accordo tra i risultati
bambine e dei bambini emergerà che i di- della loro analisi e quelli ottenuti nel-
segni globali statici (paesaggi) sono utiliz- la mia ricerca. La stima dell’accordo tra
zati principalmente per evocare atmosfere le rispettive analisi è stata misurata con
o stati d’animo, mentre quelli globali-di- il coefficiente Kappa di Coen, ed è stata
namici sono associati ai parametri musi- equivalente a 0.97 nel pre-test con un co-
cali (es. differenti velocità) attraverso mo- efficiente K di 0.956 e di 0.95 nel post-
vimenti di personaggi. test con un coefficiente K di 0.911.
Per lo stesso motivo anche le rappre-
sentazioni analitiche sono state suddivise Le spiegazioni delle bambine e dei
nelle seguenti sottocategorie: a. immagini bambini sulle proprie notazioni
analoghe, b. notazioni analogiche con un In che modo bambine e bambini spie-
unico parametro, c. notazioni analogiche gano il significato delle loro notazioni e il
con più parametri, d. notazione tradizio- collegamento con la musica?
nale20. Un’ulteriore analisi si è concentrata
Come le rappresentazioni globali, an- sulle spiegazioni individuali fornite du-
che quelle analitiche utilizzano differenti rante l’intervista che ho condotto con cia-
strumenti semiotici/metafore: le immagi- scun soggetto. L’analisi del punto di vista
ni analoghe utilizzano immagini figurati- sul proprio processo di rappresentazione
ve per rappresentare i parametri musicali della musica è risultato estremamente in-
(declivi di montagne per indicare melodie teressante per i seguenti fattori: differenti
ascendenti e discendenti). Le notazioni abilità nel disegnare e nel gestire il pas-
analogiche, invece, attraverso segni, li- saggio dal dominio uditivo a quello visivo
nee, forme di diversa lunghezza e spesso- possono essere integrate dalla spiegazio-
re, descrivono in maniera analogica uno ne verbale. Un aspetto non secondario
o più parametri musicali disposti secondo è che il punto di vista “adultocentrico”
una dimensione spazio-temporale, mentre può condizionare l’interpretazione delle
i simboli della tradizione musicale (note rappresentazioni secondo codici inter-
su pentagramma) offrono una descrizione pretativi ed estetici lontani dalle originali
sintetica. intenzioni. A questo proposito, un’anali-
Per essere certi che il procedimento di si tematica22 dei contenuti dell’intervista
analisi e categorizzazione fosse ripetibile (spiegazioni verbali, gesti, suoni onoma-
e affidabile, la stessa procedura di analisi topeici) e il loro raggruppamento in base
e categorizzazione è stata ripetuta da altri al significato semantico simile ha portato
due ricercatori indipendenti che hanno a identificare ben cinque categorie gene-
seguito la stessa procedura. Il risultato rali con cui le bambine e i bambini hanno
dell’interrater reliability21 ha evidenzia- spiegato le loro rappresentazioni e il col-
legamento con la musica.
20
In www.musicadomani.it si possono vedere Le categorie descrittive possono esse-
le Immagini 9-10-11-12, esemplificative dei sot- re così sintetizzate: 1. Evocazioni affettive
to-raggruppamenti della categoria analitica. L’Im- (stati d’animo suggeriti dalla musica); 2.
magine 13 mostra un esempio di rappresentazione
composta da aspetti analitici e globali.
21
Landis – Koch 1977; McHugh 2012. Braun – Clarke 2006.
22

60 | musica domani | n. 184


Associazioni ad azioni o eventi (ricordi, stanzialmente cambiato la frequenza delle
paesaggi o azioni); 3. Interpretazione di sub-categorie tra il pre- e il post-test24.
movimenti (danza, corsa, movimento del Dalle loro spiegazioni verbali, è emer-
mare ecc.); 4. Riconoscimento del timbro sa una preminente associazione della mu-
dello strumento (pianoforte); 5. Descrizio- sica con scene extra-musicali25.
ne delle caratteristiche musicali (velocità,
altezze, dinamica, frasi ecc.). Come sono cambiate le strategie
d’ascolto?
Risultati L’attività motoria svolta per tutta la
In che modo le differenti attività, moto- durata del flusso musicale sembra aver
ria o verbale, svolte dai due gruppi hanno favorito il passaggio da descrizioni globali
influito sulle loro interpretazioni visive e ed extra-musicali a descrizioni centrate
sulle corrispondenti spiegazioni verbali? sui parametri musicali organizzati secon-
Per prima cosa, sono state calcolate le do una dimensione spazio-temporale. Il
percentuali delle rappresentazioni iden- movimento sulla musica, infatti, nel fa-
tificate come globali o analitiche in en- vorire la resa corporea di energie, altezze
trambi i gruppi, per verificare se ci fosse e articolazioni musicali (legato/staccato),
stato un cambiamento tra il pre-test e il sembra aver influito sulla visualizzazione
post-test23. e l’immagine mentale della struttura del
Dai risultati è emerso che il gruppo brano. Evidentemente, ogni volta che la
motorio ha considerevolmente aumentato bambina o il bambino ha cambiato spon-
il numero di rappresentazioni analitiche, taneamente la velocità del proprio movi-
che sono passate dal 29% nel pre-test al mento sui suoni lenti e su quelli veloci, ha
62% nel post-test, con una concomitante alzato e abbassato le braccia per descrive-
riduzione di quelle globali. La significati- re l’andamento delle linee melodiche, op-
vità statistica di questa differenza è stata pure ha ripetuto la propria traiettoria nello
ulteriormente confermata dal test statisti- spazio in corrispondenza della ripetizione
co Exact McNemar. Nel gruppo verbale, delle frasi musicali, ha condotto implici-
la percentuale delle notazioni analitiche è tamente una personale analisi pre-rifles-
rimasta invece piuttosto stabile, dal 35% siva del brano musicale26. In effetti, la
al 39%. resa corporea di caratteristiche musicali
Un’ulteriore quantificazione delle attraverso velocità, articolazione, ampiez-
sub-categorie con cui erano stati cataloga- za, energia sembra aver favorito una com-
ti i disegni ha fatto emergere che il gruppo prensione “cinestetica” dello svolgimento
motorio si è orientato prevalentemente su temporale dei parametri musicali27.
rappresentazioni analitiche rese con nota-
zioni analogiche (linee, forme), con l’in-
24
I grafici sono visibili in www.musicadomani.it
tento di descrivere più parametri musicali
(Immagine 15).
disposti in una successione spazio-tempo- 25
In www.musicadomani.it sono reperibili esem-
rale. Il gruppo verbale invece non ha so- pi delle differenti modalità di rappresentazione del
brano fornite dai due gruppi nel post-test (Immagi-
ni 14-15).
23
I grafici sono visibili in www.musicadomani.it 26
Sheet-Johnstone 1999.
(Immagine 14). 27
Kozak 2015; Fortuna – Nijs 2019.

n. 184 | musica domani | 61


Dalle descrizioni, emerge che il coin- sull’uso delle narrazioni come strumento
volgimento del movimento corporeo ha per creare una relazione tra due diversi
ancorato l’attenzione dei partecipanti al eventi sonori quando sono disposti in or-
flusso sonoro per tutta la durata del brano. dine temporale. Il processo narrativo di-
La necessità di muoversi sul brano ne ha venta quindi uno strumento per collegare
vincolato la percezione, secondo un pro- il brano musicale con i propri mondi vis-
cesso circolare in cui percezione e azione suti o immaginati.
si integrano e rafforzano senza soluzione
di continuità, come già anticipato da John Conclusioni
Dewey (1896). Da questa esperienza di ricerca è
L’interazione verbale, priva del coin- emerso che diverse modalità di interazio-
volgimento del movimento, sembra invece ne innescano differenti strategie d’ascol-
aver mantenuto la descrizione su un piano to e di interpretazione. Il coinvolgimento
metaforico. La musica ha evocato princi- corporeo sembra aver favorito una con-
palmente eventi o scene esperite in am- dotta d’ascolto analitica, focalizzata sulle
bito extra-musicale. Le descrizioni sono strutture della musica e sulla loro orga-
in qualche modo ancorate ai significati nizzazione temporale, mentre l’interazio-
evocati dall’ascolto, ma li rappresentano ne verbale sembra aver diretto l’attenzio-
in maniera connotativa, per usare il termi- ne maggiormente sugli aspetti affettivi e
ne proposto da Gino Stefani (1976). Per simbolici della musica, rappresentati con
esempio, un pattern musicale composto scene ed eventi extra-musicali.
da suoni staccati con una dinamica decre- I risultati di questo studio possono offri-
scente dal forte al piano, potrebbe essere re utili informazioni alle e agli insegnanti
stato associato a un elemento che si sta di musica sul modo in cui attivare diverse
allontanando; da qui la scena della “lepre strategie d’ascolto attraverso differenti ap-
che fugge via”. Nello stesso tempo, due procci metodologici. Nello stesso tempo,
andamenti contrapposti – sequenza di dovrebbe essere sottolineato che una ricca
suoni congiunti o salti intervallari – pos- esperienza musicale è resa possibile quan-
sono aver suggerito il movimento di due do vengono riconosciute diverse condotte
personaggi che interagiscono nella scena. d’ascolto come contributo allo sviluppo
Alcuni elementi della musica, pur aven- musicale di allieve e allievi. Non si tratta
do acceso spunti narrativi extra-musicali, quindi di privilegiare esclusivamente l’a-
sembrano però aver allontanato l’attenzio- scolto associato al movimento a discapito
ne dalla continuità del flusso musicale. dell’esperienza verbale, ma piuttosto di
La prevalenza di interpretazioni narra- integrarli insieme secondo un approccio
tive con elementi extra-musicali nel grup- multimodale, poiché ciascuna strategia,
po verbale può essere spiegata dagli studi pur con differenti prospettive, cattura di-
di Nattiez (1990, 2011) e Imberty (1990) verse qualità dell’oggetto sonoro.

62 | musica domani | n. 184


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n. 184 | musica domani | 63


Riconoscimenti
all’ascolto:
un atlante
Anna Laura Longo possibile

L’autrice illustra come, nel corso di alcuni laboratori dedicati a pratiche


di ascolto, sia stato possibile raffinare le qualità percettive valorizzando
la memoria, il riconoscimento acustico e l’intersensorialità.

Parole chiave: ascolto – riconoscimento – intersensorialità – memoria – pratiche interartistiche

Illustrating some workshops dedicated to listening practices, the author


discusses how it was possible to refine perceptual qualities by enhancing
memory, acoustic recognition and inter-sensory skills.

Keywords: listening – recognition – inter-sensory – memory – interartistic practices


Lo studio-atelier “Territorio di Sti- stile denominato dinamico-estensivo. Il
molazione Sonora” è un micro-luogo di lavoro è stato dotato di spunti variamente
pratica, produzione e formazione artisti- connessi con i meccanismi di percezione
ca e musicale, situato a Roma e basato e di fruizione delle arti nel loro comples-
su un’impostazione marcatamente tran- so, con approfondimenti ulteriori sul po-
sgenerazionale, in cui trovano spazio la- tenziamento dell’immaginazione uditiva
birintiche prospettive di indagine e di e sulle possibilità di ingresso, attraversa-
comparazione tra i saperi e tra le disci- mento, intensificazione e individualizza-
pline artistiche. L’intento è quello di ali- zione del proprio tempo, da vedersi come
mentare, custodire e dare forma a vicende tempo di esplorazione densa e variegata.
allargate di sperimentazione didattica,
attraverso corsi strumentali, esperienze Premessa
cameristiche, progetti poetico-visuali e Il verbo riconoscere nella nostra lingua
incontri di coltivazione vigile dell’ascolto. è correntemente affiancato ai corrispetti-
Lo studio, attivo dall’anno 2007, si confi- vi individuare, identificare, distinguere
gura dunque come dinamico polo di ricer- (qualcuno o qualcosa di già noto).
ca, seguendo un criterio comparativo tra Il presupposto essenziale per l’attuar-
le diverse discipline artistiche, esulando si di una forma di riconoscimento prima-
da un’impostazione meramente strumen- rio è dato, quindi, dalla presenza del già
tale e propugnando invece l’importanza di noto. Ma come è possibile – musicalmente
una non-replicabilità (più che altro di una parlando – lavorare e ritrovarsi a esplo-
non-fissità) del gesto formativo, in vista di rare tale territorio, che potrà essere, per
una rivalutazione dell’intenzione poetica ciascuno, più o meno recintato o vasto a
dello stesso e in direzione di una pienezza seconda delle vicende personalmente vis-
di ricerca che ogni atto creativo esige. sute? Quali ipotesi di differenziazione, di
È proprio nel passaggio continuo avvicinamento o distanziamento si profi-
dall’accertamento del conosciuto all’e- lano in confronto ad altre sfere sensoriali,
mersione del nuovo che si muove la co- che siano distinte ma al contempo affian-
struzione di un’ipotesi e di una visione cabili all’udito?
ben specifica; essa conduce infine a una A partire da tali quesiti, nell’ambito
relazione con lo strumento che si connota degli incontri intitolati Ascolto e Contem-
manifestamente come vicenda poliedrica, poraneità svoltisi presso lo studio-atelier,
mai esente dal sentire l’arte come “sor- si è dato avvio a un percorso di ricerche
gente”. Particolare rilievo hanno assunto stratificate riguardanti proprio la varia-
nel corso degli anni gli incontri intitolati bilità e l’eterogeneità del dispositivo-ri-
Ascolto e contemporaneità, sorti con lo sco- conoscimento. Procedendo nella lettura
po di avvicinare a una conoscenza della sarà possibile notare come l’intento sia
fitta realtà sonora dell’oggi. I partecipanti stato quello di costruire una micro-ter-
(ragazzi e adulti, alfabetizzati dal punto di ritorialità intorno a questo argomento (e
vista musicale) sono stati condotti verso conseguentemente una sorta di cartogra-
un accoglimento di tipo “prismatico” dei fia). E trovandosi per l’appunto di fronte a
parametri musicali, mettendo agilmente a dinamiche territoriali è risultato oltremo-
confronto le sfere sensoriali, secondo uno do spontaneo concepire e pensare spazi

n. 184 | musica domani | 65


di plasticità, con alternanze di continui- Allontanandosi da una forma di abitudi-
tà e discontinuità, situandosi all’interno narietà e di distrazione rispetto agli sti-
di movimenti e morfologie. Il processo moli sonori quotidiani provenienti dalla
di riqualificazione del riconoscimento è realtà esterna, si è chiesto nello specifico
passato in primo luogo attraverso esempi di provare ad accorgersi se, e con quale
e forme di discorsività. Una diversità di frequenza, andavano verificandosi e de-
esperienze è coincisa con una diversità positandosi nella memoria episodi di rico-
di narrazioni-scritture. L’idea di fondo, noscimento musicale generico, con quale
in ogni caso, è stata quella di trasformare impatto emotivo e ritrovandosi in quali
il flusso istantaneo del riconoscimento da ambienti (tenendo conto proprio di con-
non-luogo (o luogo per lo più inosservato) testi disparati). Il tutto è stato suffragato
in microcosmo denso e ricco di sollecita- da un appoggio continuo alla quotidianità,
zioni e sorprese. recuperando forme effettive di risveglio
Naturalmente, è apparso sin dall’ini- sensoriale.
zio evidente come fosse interessante non Il riconoscimento a cui ci si è interes-
limitarsi a ri-conoscere in forma fine a se sati ha riguardato, in primo luogo, i se-
stessa, ma dimostrarsi capaci di osservare guenti parametri:
se stessi nell’atto di compiere il riconosci- - riconoscimento di un brano;
mento. Ritrovarsi quindi davvero attivi e - di una voce o di uno strumento;
senzienti nel riportare a galla e trattenere - di uno stile interpretativo;
episodi di riconoscimento, con particolare - di un genere o di un’epoca peculiari.
riferimento all’ascolto. Solo in un secondo momento l’attività
Si ritroveranno di seguito alcune delle è stata accompagnata e arricchita da un
principali linee-guida soggiacenti il tra- efficace allargamento di campo, arrivando
gitto. Si è trattato in sostanza di modulare a coinvolgere – unitamente all’udito – an-
un’esperienza composita, dando spazio e che la vista e i sensi nel loro assetto più
valore a sessioni di lavoro flessibili, pri- generale, giungendo quindi a includere
vandosi, soprattutto, di assumere i risultati esperimenti di riconoscimento riguardanti
dell’esperimento – parziali o generali che oggetti, volti, gesti, luoghi e spazi, con im-
fossero – come incrollabili dati di fatto. Le mersioni ulteriori tra sapori e odori.
scelte operative e metodologiche si sono ri- Coloro che hanno scelto di rilasciare le
velate dunque suscettibili di continui adat- prime micro-testimonianze scritte, dando
tamenti e modifiche sulla base di ciò che è voce al tema del riconoscimento uditivo,
andato emergendo strada facendo. sono partiti con tentativi alquanto esili e
soprattutto poco dettagliati, guadagnando
Narrazioni incrociate e libere, strada facendo un linguaggio decisamente
trattenute in forma diaristica più circostanziato, coerente e ampliato.
Per introdurre il tema del riconosci- È soprattutto emersa l’esigenza di far
mento è stato anzitutto richiesto ai corsisti ricorso a un’aggettivazione particolareg-
di lavorare in direzione di una “moltipli- giata, segno questo che l’esperienza ini-
cazione di sorveglianze”, provvedendo ziava a farsi corposa e a mostrare le sue
alla stesura di un diario vero e proprio, risorse interne, con una gamma di riflessi
il più possibile accurato e continuativo. e sfumature evidenziabili.

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La tavolozza di aggettivi prescelti, da un amente a inizio del percorso e trascritte
certo momento in poi, ha iniziato a fornire nelle pagine di diario degli interessati, di-
un’ossatura, anzi sarebbe meglio dire una venute – come già detto – via via più selet-
corporatura vera e propria all’esperimen- tive in virtù di consegne apposite. Tali os-
to in questione, facendo in modo che esso servazioni sono servite come spunti per le
iniziasse ad avere una buona delineazione. successive operazioni di approfondimento.
Nelle descrizioni dei propri episodi di
riconoscimento alcuni aggettivi sono ri- Caso 1
sultati più ricorrenti e incisivi di altri. Di L’allieva (16 anni, appartenente al
seguito una breve elencazione per render corso di pianoforte) riferisce di aver udito,
conto di ciò: inequivocabile, imprevisto, durante uno spostamento in tram, il canto
netto, graduale, blando, occasionale, im- inaspettato e gioioso di una bambina pre-
preciso, faticoso, emozionante, vorticoso, sumibilmente di età prescolare e di aver
sorprendente, involontario, consistente, riconosciuto con immediatezza e tenerez-
elusivo, amorfo, nitido, sensazionale. za in quel canto una filastrocca infantile
In ciascun partecipante è affiorato il appresa anni addietro. La ragazza sostie-
carattere di sorpresa insito nell’esperien- ne inoltre di aver seguito silenziosamente
za stessa. Le sessioni di lavoro sono state il percorso melodico in questione, avendo
effettivamente vissute come procedimen- chiare nella memoria le parole e le parti-
ti e atti insoliti e definiti, in quanto tali, colarità ritmiche.
“momenti di risveglio”.
L’assestarsi e il perfezionarsi del lin- Caso 2
guaggio nelle narrazioni scritte e negli L’allievo (15 anni, sesto anno di pia-
spazi di conversazione e di condivisione noforte) durante un’abituale passeggiata
che ne sono seguiti, ha reso possibile che pomeridiana dichiara di aver captato, e di
il riconoscimento – a detta degli allievi essersi quindi soffermato ad ascoltare in
stessi – iniziasse a “danzare” trasforman- lontananza, un pianista “in erba” intento
dosi in una sorta di corpo in movimento. a eseguire esercizi pianistici. Afferma di
Un evento, seppur di breve durata, da aver riconosciuto nello specifico l’eserci-
scorgere, assaporare e seguire volta per zio n. 1 tratto da Hanon, Il pianista vir-
volta, in virtù delle sue peculiari carat- tuoso, e di essere stato in grado di riper-
teristiche e sfaccettature. In definitiva è correre digitalmente, e con immediatezza,
apparso chiaro come fossero in corso veri il tragitto dell’esercizio stesso, in forma
e propri movimenti di appropriazione e quasi automatizzata.
assestamento, di messa in risalto e di con-
densazione dei risultati. Caso 3
L’esperimento ha interessato uno spet- L’allieva (adulta, 43 anni, partecipan-
tro davvero eterogeneo di partecipanti, te ai corsi di Guida all’ascolto) racconta di
con differenze più o meno marcate e con- essersi recata in farmacia e di aver rico-
sistenti riguardo le età, la preparazione nosciuto in loco un brano particolarmente
musicale ecc. noto, trasmesso in radio, senza però esse-
Si riportano, a titolo indicativo, una re in grado, lì per lì, di aver chiaro chi ne
manciata di osservazioni sorte spontane- fosse l’interprete e quale fosse il titolo del

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brano stesso. Salvo poi, una volta tornata in dell’insieme) è stato rimarcato e sottoline-
casa, risalire ai dettagli precedentemente ato dai più come fosse utile e necessario
sfuggiti. L’allieva annota inoltre come non lasciar trascorrere un tempo appropriato
si fosse mai accorta, in occasione di visite di adattamento, quasi di riscaldamen-
precedenti, della presenza di musica dif- to, affinché potessero diventare davvero
fusa in radio nella suddetta farmacia. Si pulsanti e animati gli istanti del ricono-
è detta pertanto incuriosita e divertita dal scimento. Gli esempi riportati sono tutti
fatto di voler tornare a fare ulteriori sopral- rientrati tra gli accadimenti occasionali,
luoghi nel medesimo luogo, con lo scopo di seppur ben localizzati e circoscrivibili.
effettuare nuovi rilevamenti. Queste prime individuazioni (sogget-
tivamente interpretabili) sono state uno
Caso 4 spunto per discorrere efficacemente del-
L’allievo (23 anni, studente di musico- la possibilità di costruzione di un tempo
logia) racconta come nel suo condominio quotidiano diversamente scandito, più
siano presenti da svariati anni due custo- che altro internamente scandito, quindi di
di, uno dei quali regolarmente riconosciu- per sé distinto e degno di esser rilevato.
to e riconoscibile a causa dell’abitudine Un tempo fondamentalmente disgiunto
di fischiettare. L’allievo fa notare come il dalle caratterizzazioni abituali e arricchi-
fischiettìo, nell’ambito dell’esperimento to dalla presenza di micro-eventi autono-
intrapreso, possa trasformarsi in una du- mamente gestiti, di fronte a cui divenire
plice occasione di indagine: riconosci- spettatori agili e consapevoli.
mento e accertamento della presenza del- Interrogare il riconoscimento, inten-
la persona, da una parte, e riconoscimento sificandolo, ha significato intervenire più
del brano proposto, dall’altra. o meno direttamente sulla qualità e sulla
“dinamizzazione” degli istanti, ritrovan-
Caso 5 dosi sensibili e permeabili dinanzi al loro
L’allieva (15 anni, iscritta ai corsi di dispiegarsi. Come di fronte a una varietà
Teoria e grammatiche musicali), in visita di paesaggi, spingendosi tra continue sco-
in una città belga, dichiara di essersi ri- perte e verifiche, è facilmente galleggiato
trovata in taxi per uno spostamento dalla e affiorato in superficie il fascino del rico-
stazione ferroviaria all’ostello e, in tale noscimento come prodotto interiore, come
frangente, di aver avuto occasione di rico- fatto esclusivo e fortemente individualiz-
noscere – tra i vari brani cantati in lingua zato, in grado di essere trattenuto nella
francese – una celeberrima canzone del memoria e, in quanto tale, ricondotto o
repertorio anni ‘60 interpretata in lingua ricomposto mediante associazioni plurime
italiana. Risulta perfettamente in grado di e talora non propriamente controllabili.
riportare e ricostruire musicalmente ogni I momenti di dialogo instaurati hanno
dettaglio, potendo inoltre accennare al condotto verso considerazioni ulteriori e
pianoforte i passaggi salienti. necessarie sull’ascolto, sul fatto che esso
possa definirsi, anzi manifestarsi, come
Nella ricca congerie di esempi emer- un luogo aperto e in costante trasforma-
si e condivisi (di cui i casi qui enumera- zione. Un ambito effettivo di configurazio-
ti rappresentano solo una piccola parte ne duttile e sostanzialmente inarrestabile.

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Il dare parola a tutto ciò – come già ac- Sono sorti e proliferati inevitabilmen-
cennato – non ha fatto altro che rinforzare te esperimenti di ascolto e auto-ascolto
il senso di appropriazione delle sensazio- inerenti le voci altrui o più direttamente
ni scaturite, creando un evidente slancio e incentrati sulla voce propria e, a seguire,
desiderio di compartecipazione. piacevoli ricerche suffragate da registra-
zioni, comparazioni e sovrapposizioni di
Suggestioni letterarie viste come stampo creativo. Le conversazioni quo-
viatici tidiane intraprese (soprattutto di tipo te-
Mentre iniziavano ad agire e probabil- lefonico) sono divenute inaspettate piste
mente a stratificarsi tali esperienze è stata di indagine per poter scorgere elementi
di fatto suggerita e intrapresa la lettura significativi riconducibili al nostro per-
di un passo letterario riportante la firma corso.
di Marcel Proust, tratto da La strada di Naturalmente, non è mancata occasio-
Swann. La bellezza della scrittura dell’au- ne di dare risalto a stili vocalici peculiari,
tore francese è stata un valido aiuto per la menzionando interpreti celebri e compo-
creazione di un varco ulteriore in relazio- sizioni più o meno rare o ragguardevoli.
ne al riconoscimento della voce. Non è sfuggita, ad esempio, l’occasione di
citare l’approccio singolare e sperimen-
«[…] Le sere in cui, seduti davanti tale portato avanti da Demetrio Stratos o
alla casa sotto il grande castagno, in- ancora le interpretazioni estremamente
torno alla tavola di ferro, sentivamo in innovative e personalizzate di Cathy Ber-
fondo al giardino non il sonaglio ciar- berian. Approfondimenti ulteriori hanno
liero e chiassoso che inondava, che
riguardato canti e repertori etnici dalle
stordiva al passaggio col suo rumore
ferrugginoso, inesauribile e gelido, caratteristiche particolarmente marcate
ogni persona della casa che lo scatena- (sardi, bulgari, inuit).
va entrando senza suonare, ma il dop- Ha destato particolare curiosità in
pio tintinnio timido, ovale e dorato del- questo frangente il racconto di un’allieva,
la campanella per i forestieri, ciascuno la quale ha riferito di aver ascoltato – di
subito si domandava: – Una visita, chi ritorno da uno degli incontri sull’argo-
può essere? – ma si sapeva bene che mento – la proprietaria della sua pizzeria
non poteva che essere Swann»1. di fiducia pronunciare la seguente frase:
«riconosco al telefono una mia cliente
E poco più avanti: solo dal modo particolare in cui si ritrova
a pronunciare, di volta in volta, la parola
«Restavamo tutti in sospeso per le buonasera».
notizie che la nonna ci avrebbe dato
In tale contesto è stato possibile ini-
sul nemico, come se potessimo esitare
tra un gran numero di assalitori possi- ziare a far ruotare il discorso intorno ad
bili, e poco dopo il nonno diceva: – Ri- alcuni verbi connotanti il tema del ricono-
conosco la voce di Swann»2. scimento, raccogliendo e producendo una
nuova elencazione utile per allargare la
mappatura e il tracciato.
Alimentare, attraversare, compiere,
1
Proust 1954, p. 19.
2
Ibid.
elaborare, evidenziare, attendere, dare

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spazio, intraprendere, seguire, far fluire, e girava un po’ troppo veloce, il che
attualizzare, distinguere, isolare, accer- faceva crescere tutto di mezzo tono
chiare, riformulare, accogliere, liberare il e urtava il mio orecchio assoluto. Al
riconoscimento. Sono questi alcuni degli tempo stesso però aggiungeva un toc-
co gradevole di brillantezza che dava
esempi più rilevanti.
alla musica un mordente un po’ tosca-
Tra le nuove testimonianze e narra- niniano. Mi ero abituato ad ascoltare
zioni sopraggiunte è comparsa la dicitura la mia incisione del Concerto di Bach
“arrendersi al piacevole richiamo del ri- in mi bemolle, ed ecco che ora, alla ra-
conoscimento”. Ed ancora è stato indicato dio, lo sentivo suonato in re minore e
come traguardo il fatto di poter masticare più lentamente. Mi chiesi chi poteva
il riconoscimento stesso (nutrirsene per essere l’interprete. Sapevo che l’opera
farne derivare utili conseguenze). era stata registrata recentemente da X,
Y e Z. Ero praticamente convinto che
Riconoscimento del proprio toc- quel che stavo ascoltando fosse di X,
perché l’interpretazione aveva tutte le
co e del proprio stile interpretativo
sue caratteristiche di solidità, mentre
Poiché quasi tutti i partecipanti erano io, quando l’avevo incisa, avevo avuto
coinvolti anche in lezioni di strumento, un atteggiamento molto più disinvolto
non è mancata una deviazione in direzio- rispetto alla musica. A mano a mano
ne del riconoscimento del proprio tocco, che ascoltavo mi chiedevo: – Perché
del proprio stile interpretativo. Anche in non riesco a suonare con questa con-
questo caso sono state utilizzate svariate vinzione, con questa disciplina così
registrazioni, con un coinvolgimento al- semplice? – Ero furente con me stes-
largato e con esperienze di gruppo, più so. Arrivò il secondo movimento e mi
che altro aventi una funzione di raccordo dissi: – Che tempo meraviglioso! – Poi
notai due appoggiature che erano ese-
delle singole esperienze.
guite molto prima del tempo, mentre la
La lettura e la conoscenza di scritti di nota reale non cadeva sul mezzo tempo
Glenn Gould ha potenziato a questo punto ma sui tre ottavi. Non conoscevo nes-
le discussioni. Nello specifico ci è venuta sun altro che facesse questo con Bach
incontro una pagina tratta dal volume No, all’infuori di me. Fu allora che mi resi
non sono un eccentrico. conto che la radio stava trasmettendo
Ecco uno stralcio risultato particolar- la mia incisione e, da quel momento,
mente accattivante, che ha dato adito a iniziai a trovarle ogni sorta di difetti»3.
nuovi dibattiti concernenti l’auto-ricono-
scimento: Al termine di questa lettura, ricono-
sciuta come particolarmente pregnante e
«Alcuni anni fa avevo registrato adeguata, si è parlato proficuamente del
il Concerto in re minore di Bach, e in riconoscimento come avventura, mettendo
quel momento ne ero molto soddisfat- in evidenza anche il carattere di perturba-
to. Un giorno, due o tre anni più tardi, zione di cui esso può farsi portatore. Ac-
mi trovavo in auto e ho acceso la radio canto all’aspetto perturbativo qualcuno ha
nel mezzo del primo movimento di una
voluto far leva anche sulle possibili dosi
registrazione che qualcuno aveva fat-
to di questo Concerto. In quel periodo
il mio giradischi non era ben regolato 3
Gould 1998, p. 57.

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di ambiguità riscontrabili, a volte, nel ri- stata aperta in relazione alla ritrattistica,
conoscimento. con esempi celebri desunti dalla storia
Si è poi voluta scorgere in esso la pre- dell’arte di epoche passate e presenti.
senza di una musicalità vera e propria e In forma derivativa è stato affronta-
soprattutto di un ritmo interno, notando la to l’argomento del riconoscimento come
caratterizzazione a volte fulminea, rapida agnizione, con esempi tratti dalla lettera-
e categorica o al contrario scorrevole e ca- tura teatrale.
denzata. L’apertura dei campi di possibilità
Tutto è riconoscimento: è stata la sin- ci ha condotti verso indagini su sapori e
tesi provvisoria a cui si è pervenuti. odori. Infine l’ultimo tassello ha interes-
Nel frattempo è maturato il desiderio sato i luoghi. Il riconoscimento di tragitti
di sondare il terreno del riconoscimento e ambienti è passato attraverso esperi-
anche sul fronte della lingua madre con menti partecipativi, che hanno coinvolto
l’intento di produrre nuove configurazioni gli interessati attraverso vere e proprie
e soprattutto nuovi margini territoriali. visite reciproche in condomini o in luo-
L’esplorazione, profonda e sistemati- ghi ignoti. In questi casi ci si è soffermati
ca, ha interessato un lasso di tempo abba- a riflettere sugli effetti e le sfumature del
stanza ampio e tale da lasciar incorporare riconoscimento in posizione statica o de-
risultati diversificati. ambulatoria.
Nell’evidente fluidificazione del lavoro
in corso sono affiorate nuove immagini e Conclusioni
metafore, fornite dagli allievi stessi. Ad Le descrizioni sommarie fin qui elen-
esempio, l’immagine di un arcipelago si cate e trascritte possono solo in parte re-
è stagliata e ha ravvivato uno degli ultimi stituire l’atmosfera generatasi e protrattasi
incontri effettuati. Riconoscimenti come per un periodo abbastanza esteso, durante
Arcipelaghi è stato il titolo momentaneo il quale è stato possibile immettersi in una
sulla base del quale è stato possibile tes- prospettiva davvero ricca di esplorazioni
sere e imbastire nuove riflessioni orali e progressive.
scritte, di carattere ampliato. Trasformare la nostra tiepida erranza
Non è mancata l’ipotesi di creare un tra cose, luoghi e persone in attraversa-
rapporto con il riconoscimento sfruttando mento vigile e consapevole non può con-
la sfera visiva, addentrandosi tra numero- siderarsi un risultato irrilevante o di poco
si spartiti e partiture in merito a brani più conto.
o meno noti. Portare quasi a ebollizione alcuni dei
Un capitolo a parte è stato caratteriz- singoli istanti quotidiani, dando loro dina-
zato dall’analisi di musiche dotate di un micità e ragion d’essere, è stato quindi il
alto grado di riconoscibilità attraverso la nostro compito provvisorio, ed è risultato
presenza di elementi fortemente identifi- certamente piacevole ritrovarsi esterrefat-
cativi. ti, coinvolti o semplicemente e inspiega-
Di pari passo sono iniziate perlustra- bilmente attratti dai singoli episodi.
zioni tra i volti, con immersioni attra- Tornando alla letteratura, affido quin-
verso incontri reali o mediante confronti di la conclusione alle parole di Jorge Luis
con materiali fotografici. Una parentesi è Borges presenti nel breve racconto intito-

n. 184 | musica domani | 71


lato La casa di Asterione (tratto da L’Ale- Bibliografia
ph). Rudolf Arnheim, Arte e percezione visiva, Feltri-
nelli, Milano 1962.
Henri Bergson, L’evoluzione creatrice, Bur, Mi-
«D’altronde, una volta, al calare
lano 2012.
del sole percorsi le strade; e se prima
Jorge Luis Borges, L’Aleph, Feltrinelli, Milano
di notte tornai, fu per il timore che mi 1959.
infondevano i volti della folla, volti Gillo Dorfles, Le oscillazioni del gusto. L’arte
scoloriti e spianati, come una mano d’oggi tra tecnocrazia e consumismo, Einaudi,
aperta. Il sole era già tramontato ma Torino 1970.
il pianto accorato d’un bambino e le Gillo Dorlfes, L’intervallo perduto, Einaudi, To-
rozze preghiere del gregge dissero che rino 1980.
mi avevano riconosciuto. La gente pre- Morton Feldman, Pensieri verticali, Adelphi, Mi-
gava, fuggiva, si prosternava; alcuni si lano 2013.
arrampicavano sullo stilobate del tem- Glenn Gould, No, non sono un eccentrico, Edt,
pio delle Fiaccole, altri ammucchia- Torino 1998.
vano pietre. Qualcuno, credo, cercò Victor Grauer, Musica dal profondo, Codice
rifugio nel mare»4. edizioni, Torino 2015.
Vladimir Jankélévitch, La musica e l’ineffabile,
Tempi moderni, Napoli 1985.
George Kubler, La forma del tempo, Einaudi,
Torino 1972.
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto.
La strada di Swann, Einaudi, Torino 1954.

4
Borges 1959, pp. 65-66.

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Riletture

Rileggendo
Il paesaggio sonoro
Maurizio Disoteo

A quarantacinque anni dalla prima pubblicazione, il testo basilare di


Raymond Murray Schafer viene qui inserito nella più ampia letteratura
sul “paesaggio sonoro”. Le concezioni del compositore canadese si ven-
gono così a contrapporre, intersecare e arricchire con prospettive antro-
pologiche, etnomusicologiche, linguistiche, epistemologiche e artistiche,
generando una più articolata concezione del Soundscape.
Parole chiave: paesaggio sonoro – acustemologia – comunicazione – significati – musica
acusmatica – antropologia

Forty-five years after its first publishing, the basic text by Raymond
Murray Schafer is here inserted in the wider literature on the soundscape.
In this way, the concepts of the Canadian composer contrast, intersect
and are enriched by anthropological, ethnomusicological, linguistic,
epistemological and artistic perspectives, thus generating a more
articulated conception of the Soundscape.

Keywords: soundscape – acoustemology – communication – meanings – acousmatic music –


anthropology
N el corso degli anni, il termine
soundscape, o “paesaggio sonoro”
è entrato nel lessico musicologico, antro-
In effetti, la concezione di soundsca-
pe di Schafer emerse, nel corso degli anni
Sessanta, proprio in ambito educativo,
pologico, pedagogico, della progettazione poiché in quel periodo egli pubblicò di-
urbana e del design acustico. In genere, si versi fascicoli sull’Ear cleaning e in se-
attribuisce al compositore canadese Ray- guito su The New Soundscape2, destinati
mond Murray Schafer l’aver introdotto tale agli insegnanti e agli studenti che guar-
termine. In realtà ciò non è vero, poiché davano alle tendenze rappresentate, in
la dizione di soundscape è stata usata, sin particolare, da John Cage, la cui opera
dalla fine degli anni Cinquanta, in molti e ha avuto un’indubbia influenza sul com-
vari contesti da scrittori, compositori, ar- positore canadese. Più tardi, The Tuning
chitetti, educatori1. La questione ha una of the World sistematizzò il lavoro di tali
certa importanza, perché ne consegue che fascicoli tenendo anche conto del momen-
quando incontriamo, in un testo o in un to politico-ambientale, cioè delle nascenti
discorso, il “paesaggio sonoro” possia- istanze ecologiste, includendovi l’ambito
mo essere di fronte a un uso della locu- del suono. Non c’è dubbio che l’attenzio-
zione nel senso propriamente definito da ne all’inquinamento acustico e alla neces-
Schafer oppure a un impiego riferito più sità di mantenere e sviluppare le capacità
genericamente a un qualunque ambiente attentive e acustiche dei giovani fosse un
acustico. A oltre quarant’anni dall’uscita obiettivo importante. Inoltre, la chiarezza
del libro di Murray Schafer The Tuning of con cui Schafer proponeva la creazione di
the World, tradotto in Italia nel 1985, con mappe sonore, l’idea dell’esistenza di pa-
il titolo Il paesaggio sonoro, è soprattutto esaggi sonori low-fi e hi-fi ma soprattutto
nella seconda accezione che si deve in- l’affermazione dell’idea che non esistano
tendere la maggior parte delle esperienze, generici e indifferenziati “suoni e rumori
anche pedagogiche, che oggi fanno varia- dell’ambiente” ma che essi siano invece
mente riferimento al “paesaggio sonoro”, determinati in relazione e in dipendenza
pur conservando, in molti casi, un generi- con un certo spazio e tempo, una sorta ap-
co riferimento alle formulazioni del com- punto di tuning of the world (accordatura
positore canadese. del mondo) hanno contribuito al succes-
Peraltro, se lanciamo uno sguardo so della peculiare visione di paesaggio
retrospettivo su quale sia stato l’impatto sonoro nel mondo educativo. Proprio tali
della definizione schaferiana di sound- concetti, tuttavia, hanno provocato delle
scape nei diversi contesti disciplinari, contestazioni in altri campi di ricerca.
rileviamo delle forti differenze, poiché Sebbene il concetto di paesaggio sono-
mentre essa è largamente usata in educa- ro di Schafer stimoli la riflessione sulla fe-
zione, nel design acustico e talvolta nella nomenologia culturale del suono e inviti a
pratica musicale, è molto meno accettata, studiare l’ambiente da tale punto di vista,
come vedremo, dagli antropologi, dagli proprio la sua insistenza sulla distinzione
etnomusicologi e da alcuni studiosi di co- tra paesaggi rurali (hi-fi) e urbani (low-fi)
municazione. in cui i secondi sono associati quasi sem-

1
Cfr. Sterne 2014; Picker 2019.
2
Murray Schafer 1969.

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pre all’inquinamento acustico, ha attratto musica utilizzando i suoni dell’ambien-
su di lui la critica di proporre una visione te, ma differenziandosi dalla scuola della
nostalgica e utopica. Oltre a tale critica, musique concrète di Pierre Schaeffer poi-
l’antropologo Tim Ingold ha sostenu- ché riteneva si dovesse mantenere l’evi-
to che Schafer scinderebbe l’esperienza denza del rapporto tra fonte e suono re-
acustica dagli altri sensi, frammentando gistrato, quindi dissentendo, in sostanza,
l’esperienza corporea e psichica, e che dal concetto di musica acusmatica.
presenterebbe il paesaggio sonoro come Kay Kaufman Shelemay4, pur conti-
un oggetto da contemplare senza tenere nuando a usare il termine di soundscape,
sufficientemente conto della percezione e ha criticato la concezione schaferiana
dell’azione dell’ascoltatore come proces- di tale termine, che, a suo dire, collega
so cognitivo3. Per l’antropologo inglese, troppo direttamente il paesaggio sonoro a
il mondo che percepiamo con i diversi un determinato luogo, terreno o regione.
sensi è sempre lo stesso e non è giusto Suggerisce quindi una maggiore fluidità
suddividerlo in diversi -scapes poiché lo immaginando il mondo acustico secondo
viviamo come un unico e indiviso centro la metafora del seascape, più flessibile e
di attività e di coscienza. Non è quindi in analogia con le abilità musicali di un
sufficiente, ma anzi fuorviante, sostituire mondo che si trasforma rapidamente, che
semplicemente l’idea di una conoscen- permettono di assorbire meglio i cambia-
za visiva del mondo con quella acusti- menti, creando nuove forme e sedimen-
ca. Sull’aspetto della poca attenzione di tazioni di significato. A questo proposito
Schafer alla percezione attiva del suono va comunque ricordato che tale punto di
e al considerarlo come un oggetto dato, vista è quello di un’etnomusicologa atten-
non trasformabile, si sono concentrate ta soprattutto agli scambi e ai mutamenti
anche le critiche che hanno coinvolto il socio-musicali nel mondo, quindi parte da
suo concetto di “schizofonia”, fenomeno presupposti diversi da quelli di Schafer.
che si verificherebbe quando un suono è Anche Barry Truax, per lungo tempo
registrato e acusticamente separato dalla membro del World Soundscape Project, ha
sua sorgente. L’idea di non trasformabilità precisato una propria idea di paesaggio
del suono e il concepire come negativa la sonoro che accresce il ruolo della comuni-
separazione dalla fonte ha posto Schafer cazione, concependolo in modo più attivo
in opposizione alle correnti acusmatiche poiché contempla un equilibrio interattivo
della musica europea e anche con quanti, tra ascoltatore, suono e ambiente, con at-
seguendo il percorso di Pierre Schaeffer, tenzione prioritaria a quei suoni che pos-
concepiscono il suono come un oggetto sono costituire comunicazione e relazione
malleabile da parte del compositore. Non sociale5. Sia Shelemay che Truax hanno,
è un caso che già negli anni Sessanta Hil- quindi, introdotto nel concetto di paesag-
degard Westerkamp, che diventerà in se- gio sonoro l’aspetto di comunicazione e
guito collaboratrice di Schafer nel World di costruzione sociale di significati, come
Soundscape Project, iniziava a cimentarsi esito dell’interazione dinamica tra ascol-
nella soundscape composition, che creava
4
Kaufman Shelemay 2006.
3
Ingold 2007. 5
Truax 1999.

n. 184 | musica domani | 75


to, suono e ambiente, che in effetti è l’a- ceversa, nonché della musica di quel po-
spetto più carente del lavoro di Schafer. polo che simboleggia l’ambiente acustico.
A questo proposito è il caso di ricorda- Tale disciplina si allontana dalle conce-
re anche il lavoro di Steven Feld, partito zioni di Schafer perché non è un sistema
anch’egli da basi schaferiane da cui ha in di misurazione di nicchie acustiche, né
seguito tratto sviluppi autonomi e perso- un indicatore di come gli uomini vivono
nali. Lo studioso americano ama ricordare nell’ambiente, né un sistema per valutare
la frase di Schafer in cui il compositore se i paesaggi siano low-fi o hi-fi. L’acu-
canadese sostiene che la ricerca sul pa- stemologia dà priorità alla costruzione di
esaggio sonoro dovrebbe essere presen- senso attraverso l’ascolto di storie d’ascol-
tata come una composizione musicale. to, nella globalità di un processo comples-
Feld sostiene che proprio tale intuizione so in cui confluiscono i suoni dell’ambien-
lo ha portato a realizzare diversi Cd nati te, delle diverse specie e di quella umana,
dalle sue esperienze di registrazione am- chiedendosi se quest’ultima non sia in re-
bientale presso i Bosavi della Nuova Gui- altà solo una delle forme di vita possibili
nea. Lo studioso americano ha compiuto tra molte. In questa concezione di ascolto
un percorso dall’etnomusicologia verso e percezione globale e di costruzione di
l’antropologia del suono e in seguito è senso Feld accoglie le critiche che Ingold
passato a teorizzare l’antropologia con il ha rivolto al concetto di paesaggio sonoro
suono. L’antropologia del suono, secondo di Schafer.
Feld, risponde alla presa di coscienza e Esaminati alcuni dei molti rilievi criti-
alla valorizzazione di quattro aree di ri- ci rivolti alle teorie di Schafer ci dobbia-
cerca poco o nulla considerate nell’incon- mo evidentemente chiedere se esse possa-
tro tra musicologia e antropologia, cioè il no ancora costituire un riferimento per la
linguaggio, la poetica e la voce, le specie ricerca, la pratica musicale e l’educazio-
oltre a quella umana, l’ambiente acustico ne. Credo che a tale domanda la risposta
e la mediazione e circolazione tecnologi- debba essere positiva. The Tuning of the
ca6. Tuttavia, il ricercatore si spinge più world è stata e resta un’opera germinativa
in là sino a teorizzare, appunto, l’antropo- e influente in diversi campi e per varie di-
logia con il suono (in sound) e a dar vita a scipline e ha stimolato anche la riflessione
una nuova disciplina: l’acustemologia che in campo compositivo (soundwalk, instal-
coniuga l’acustica e l’epistemologia per lazioni ecc.), pur se è giusto considerare
studiare il produrre e l’ascoltare i suoni le critiche e le integrazioni che sono state
come un’azione cognitiva, una conoscen- variamente proposte nei quarantacinque
za con e attraverso l’udibile e anche come anni dalla sua uscita. Si tratta in parti-
costruzione sociale simbolica. colare di essere consapevoli dei limiti
L’acustemologia nasce dagli studi di dell’opera rispetto all’integrazione del
Feld sul sistema simbolico e mitologico suono in sistemi simbolici complessi e al
dei Bosavi, che si basa sulla conoscenza suo significato nella comunicazione. Inol-
del canto degli uccelli e sulla possibilità tre, di comprendere che, effettivamente,
che gli umani possano diventare tali e vi- alcune posizioni di Schafer sull’evoluzio-
ne del paesaggio sonoro e sulla preferenza
6
Feld 2017.
per gli ambienti “meno inquinati” posso-

76 | musica domani | n. 184


no, se non contestualizzate in una rifles- Bibliografia
sione più ampia, portare a visioni contem- Ricciarda Belgiojoso, Costruire con i suoni,
FrancoAngeli, Milano 2009.
plative, conservative e quasi museali. Per
Michael Bull – Les Back, (a cura di), The Au-
quanto riguarda il versante pedagogico, ditory Culture Reader, Berg, Oxford 2003 [ed.
è invece da incoraggiare la tendenza già it. Paesaggi sonori, Il Saggiatore, Milano 2008].
in atto a pensare la ricerca sul paesaggio Steven Feld, On Post-Ethnomusicology Alterna-
sonoro come un’attività stabilmente inte- tive: Acoustemology, in G. Giannattasio e G. Giu-
grata nell’educazione musicale che può riati (a cura di), Ethnomusicology or Transcultu-
seguire tutti i gradi dell’istruzione, dalla ral Musicology?, Nota, Udine 2017, pp. 82-97.
Tim Ingold, Against Soundscape, in A. Carlyle (a
scuola dell’infanzia all’università e non cura di), Autumn Leaves: Sound and the Envi-
solo, com’era un tempo, un approccio ini- ronment in Artistic Practice, Double Entendre,
ziale al mondo dei suoni a cui far seguire Parigi 2007, pp. 10-13.
l’incontro con la musica. John M. Picker, Soundscape(s): The Turning of
the World, in M. Bull (a cura di), The Routledge
Companion to Sound Studies, Oxford-New York
2019, pp. 147-157.
R. Murray Schafer, The New Soundscape, Bmi
Canada Limited, 1969 (ed. it. La nuova orche-
stra: l’universo sonoro, Suvini Zerboni, Milano
1988).
R. Murray Schafer, The Tuning of the World,
McClelland and Stewart, Toronto 1977 [ed. it.
Il paesaggio sonoro, Ricordi-Unicopli, Milano
1985].
Kay Kaufman Shelemay, Soundscapes. Exploring
Music in a Changing World, W. W. Norton, New
York 2006.
Jonathan Sterne, Soundscape, Landscape, Esca-
pe, in K. Bijsterfeld (a cura di), Soundscape of
the Urban Past: Staged Sound as Mediated
Cultural Heritage, transcript Verlag, Bielefeld
2014, pp. 181-193.
Barry Truax (a cura di), Handbook for Acoustic
Ecology, 1999, www.sfu.ca/~truax/handbook2.
html [consultato il 01/03/2021].

n. 184 | musica domani | 77


Digressioni

L’interprete in ascolto
Francesco Torrigiani

Restituendo sensibilità e vissuti della pratica teatrale e esecutiva,


visti anche in prospettiva didattica, l’autore problematizza l’ascolto
individuandolo come momento centrale all’esercizio e alla performance
dell’interprete. Alle argomentazioni fa da sfondo la lettura del saggio di
Fausto Petrella, L’ascolto e l’ostacolo.

Parole chiave: ascolto – arte rappresentativa – interprete – ascoltatore – teatro

The author problematizes listening by identifying it as a central moment


in the exercise and in the performance of the interpreter. The article
returns sensibilities and experiences of theatrical and executive practice,
also seen from an educational perspective. Background to the arguments
is the reading of the essay by Fausto Petrella, L’ascolto e l’ostacolo (The
listening and the obstacle).

Keywords: listening – representative art – interpreter – listener – theater


L’ ascolto è un’arte: come ogni arte
ha bisogno di sostegno tecnico,
di una serie di abilità esercitate, di sen-
«Siamo qua come agli orli della
vita, Contessa. Gli orli, a un coman-
do, si distaccano; entra l’invisibile;
sibilità ad esso indirizzate, di una educa- vaporano i fantasmi. È cosa naturale.
Avviene, ciò che di solito nel sogno. Io
zione mai sazia al suo esercizio. Quando
lo faccio avvenire anche nella veglia.
queste caratteristiche vengono corretta- Ecco tutto. I sogni, la musica, la pre-
mente individuate e praticate si può par- ghiera, l’amore… tutto l’infinito ch’è
lare di un’arte dell’ascolto, la quale è ne- negli uomini, lei lo troverà entro e in-
cessaria a nutrire, nel “performer d’arte torno a questa villa»2.
rappresentativa”, la persona che fa, che
dice, che agisce, che “gioca” in scena: La Contessa è ammaliata, malinconi-
essa diviene un prerequisito necessario camente attonita, di fronte ai “prodigi”
all’azione teatrale che altrimenti, quan- che accompagnano le parole di Cotrone.
do non sostenuta da un’attenta attività di Altrettanto, le parole di L’ascolto e l’osta-
“ascolto”, si svuota di senso artistico. colo di Fausto Petrella3 hanno risuonato
Mi sovviene un passaggio – o meglio in me: e mi rendo conto che si è attiva-
due frammenti di una scena – in cui i due to nella lettura un intricato, quanto per
protagonisti di quel magnifico “manuale me intrigante, gioco di rimandi tra i due
di teatro” che è I giganti della montagna mondi, nel quale un geniale drammaturgo
di Luigi Pirandello mettono a confronto le descrive dal punto di vista teatrale quelle
loro rispettive attività, le loro nature. caratteristiche che accomunano l’arte rap-
Alla Contessa Ilse – prima attrice del- presentativa al mondo della psicoanalisi.
la Compagnia teatrale appena giunta, di
passaggio nel suo viaggio verso la dimora Teatro d’ascolto
dei Giganti dove dovrà recitare e trovare Quando andiamo a teatro ci troviamo
la sua catastrofica fine – il padrone del- di fronte a una rappresentazione scenica
la misteriosa casa che ospita il dramma (drammatica, operistica o d’altro gene-
– Cotrone – spiega l’analogia e l’opposta re) limitata nel tempo intercorrente fra
prospettiva del loro rispettivo fare; cito un’apertura e una chiusura di un sipario
invertendo l’ordine cronologico dei due (come direbbe Strehler). Essa è costitu-
passi del testo: ita da uno scritto, studiato, provato suc-
cedersi di botta e riposta fra personaggi
«Voi attori date corpo ai fantasmi di una vicenda; un “dialogo” in forma
perché vivano – e vivono! Noi faccia- naturalistica nel dramma e antinaturali-
mo il contrario: dei nostri corpi, fanta-
stica nell’opera. La performance è il frut-
smi: e li facciamo ugualmente vivere,
to di giorni, di settimane se non di mesi,
i fantasmi… non c’è bisogno d’andarli
a cercare lontano: basta farli uscire da di studio, di ricerca di senso, di tentativi
noi stessi»1. d’interpretazione che riempiono il lun-

E ancora: 2
Ivi, p. 1337.
3
In www.musicadomani.it è pubblicata una re-
censione del testo di Petrella, a cura di Maria Gra-
1
Pirandello 1975, p. 1341. zia Vassallo.

n. 184 | musica domani | 79


go tempo di prova, di “gestazione” dello armonia, equilibrio, energia, benesse-
spettacolo: un lungo tempo di sospensione re, bellezza [Čechov è russo! N.d.A.].
del giudizio, di attesa di un senso efficace E immaginate che questi raggi si sono
per ogni battuta testuale, per ogni accordo sostituiti alla vostra sostanza anatomi-
ca reale. Immaginate quindi di essere
musicale. Il concetto di sospensione tem-
fatti di questo stato, di esserne costi-
porale è fondamentale nella scoperta e/o tuiti. Raggiunta questa armonica con-
nell’invenzione teatrale. E ciò è tanto vero dizione, iniziate ad ascoltare, ascoltare
anche nello spettatore, chiamato anch’egli il vostro corpo, ascoltare lo spazio, i
a sospendere, a un’attesa per l’espressio- colleghi che si muovono intorno a voi.
ne della propria parola, per la manife- Avete raggiunto uno stato di neutralità
stazione espressa della partecipazione al dell’attore, da cui partire per il percor-
giuoco teatrale. so di incontro con il vostro personag-
In questo senso, dunque, il teatro è un gio»4.
luogo professionale dell’ascolto.
L’attore deve esercitarsi ad affinare Se l’attore non è in questa condizione
un’attitudine a questo ascolto. Vi sono neutrale non ha – per Čechov – la pos-
esercizi che impegnano l’attore a imma- sibilità di ascoltare il personaggio e di
ginare il proprio corpo che si svuota, che ospitarne coerentemente le necessità e le
lo predispongono a un’ospitalità: l’attore intenzioni, la verità. E anche la costruzio-
dapprima studia il proprio corpo, le sue ne di questa verità – arbitraria in quanto
possibilità espressive, le sue caratteristi- costruita a tavolino, decisa, disegnata, du-
che fisiche, per poi cercare di renderlo rante le prove – è figlia di un ascolto neu-
“neutro” ­– secondo il senso degli inse- tralizzato del testo, sospeso, pacificamente
gnamenti di Michail Čechov. perplesso, metodologicamente “stupido”
– diremmo forse con Petrella. Bisogna che
«Camminate nello spazio, cercate le parole del personaggio risuonino in un
di ascoltare il vostro corpo, immagina- attore che guarda il testo «come la mucca
te le parti da cui è costituito: muscoli, guarda il treno», «come il gatto guarda il
organi, ossa, vasi; cercate di essere mi- calendario»5: solo col tempo queste paro-
nuti, precisi, di focalizzarvi su singole le cadranno, si sedimenteranno, si scopri-
parti del vostro corpo che cammina per ranno in una verità inconsueta e vergine,
ciclicamente tornare ad una immagi-
nell’attore, consentendogli di scoprire
ne del vostro corpo integrale. Adesso
inedite e fertili – e coscienti – correlazio-
immaginate di porre al centro del vo-
stro petto, dietro lo sterno, una sorta ni fra il suo portato personale e il testo,
di nucleo, un nucleo radiante, come e all’interno delle varie parti del testo
una piccola sfera da cui partono 360 stesso. L’attore quindi attiva un ascolto
per 360 gradi dei raggi che attraversa- costituito da una capacità di far risuonare
no il vostro corpo: immaginate questi (come la cassa armonica di uno strumento
raggi attraversare il corpo e fuoriuscire a corde) in corpo, mente e spirito creati-
da esso, dalle dita, dalla testa, dalle vo le parole, i bisogni, le intenzioni della
gambe, dal petto, dalla schiena. Im-
maginate il vostro corpo totalmente e
continuamente attraversato da questi 4
Cechov 2001.
raggi che conferiscono al vostro stato 5
Petrella 2018, p. 30.

80 | musica domani | n. 184


vita del personaggio. E tutto questo talvol- ruolo primario. Grotowski usava dire che
ta per molto tempo, con molta pazienza: il teatro è quel lungo tempo e quell’im-
quante volte il modo di recitare o recitar mane lavoro che va dal primo manife-
cantando una battuta arriva all’attore solo starsi all’interprete di una verità scenica,
dopo giorni e giorni di prova di tutt’altre alla possibilità del suo replicarsi sempre
parti del testo! vera, sempre prima, sempre vergine come
Tutto il lavoro d’immaginazione che al suo primo apparire. Analogamente, lo
l’attore compie nel costruire la propria strumentista che studia per ore, giorni,
“partitura scenica” – definizione che mesi e anni lo strumento, la sua tecnica, il
personalmente devo a Marisa Fabbri6 – è suo repertorio, altro non fa che arricchire
frutto di uno stato di ospitalità neutrale. un dato tecnico (artistico) da far scompa-
Ma anche l’atto creativo stesso, il gesto rire nel momento dell’esecuzione pubbli-
scenico – come il gesto interpretativo mu- ca, nel momento della condivisione del
sicale – è finalmente anch’esso un tuffo brano musicale con lo spettatore, quando
nell’ignoto che porta inevitabilmente con si manifesta, per l’ennesima prima volta.
sé qualche cosa di terribilmente fiducioso Ogni replica, ogni produzione, una prima
e qualche cosa di splendidamente cata- rappresentazione, non immemore del-
strofico. le precedenti, ma mai necessariamente
Perché l’attore/interprete non si di- pre-indirizzata dalle precedenti.
strugga in questo trionfo della verginità Il teatro è un luogo che per definizione
del gesto, e perché il gesto stesso abbia il è altro dal quotidiano, lo evita, lo rifug-
supporto di una coscienza, di una consa- ge, anche quando apparentemente lo cita,
pevolezza, l’interprete ha bisogno di uno lo mette in scena. Come la pipa di Ma-
studio, di una preparazione, di una tecni- gritte la realtà, una volta messa in scena,
ca, di un’arte, che fungono da sostegno al perde ogni suo connotato reale per darsi
corpo, alla mente e allo spirito dell’attore un valore esclusivamente rappresentati-
e che si sublimano nell’atto, nel momento vo. L’interprete è chiamato sempre a un
interpretativo, nell’accadere del gesto in- «risveglio dall’abitudine dell’ordine quo-
terpretativo stesso. È proprio affinché l’in- tidiano7»: l’attore sogna ogni volta che è.
terpretazione mostri una sua verità vergi- Quando questa esperienza è vissuta pie-
ne che essa è frutto di una preparazione namente da tutti gli interpreti (di parola
meticolosa, lunga e laboriosa, faticosa e e/o musicali) chiamati in causa dal teatro
avvincente, nella quale l’ascolto gioca un (di parola o musicale), quel “tuffo” di cui
parlavo poc’anzi – preparatamente, ar-
6
Marisa Fabbri (Firenze, 4 gennaio 1931 – tatamente vergine – genera un continuo
Roma, 10 giugno 2003) è stata un'attrice italia- manifestarsi del vero teatrale, così che
na. Storiche alcune sue interpretazioni: I giganti la centesima recita diviene la centesima
della montagna di Luigi Pirandello diretta da
“prima recita”, senza rinnegare le “real-
Giorgio Strehler; I parenti terribili di Cocteau
con la regia di Giancarlo Cobelli. È da ricordare tà” di testo, sottotesto e azione musicale
soprattutto per il lungo sodalizio che la legò a Luca e/o teatrale stabilite nel lavoro di prepa-
Ronconi, diretta dal quale restano memorabili le razione sulla base anche delle esperienze
sue interpretazioni. Poche, ma significative, le sue
interpretazioni cinematografiche, come le sue in-
cursioni nell’opera lirica in qualità di regista. 7
Petrella 2018, p. 30.

n. 184 | musica domani | 81


maturate dagli interpreti nel corso della te meravigliosa questa caratteristica di un
loro vita personale e professionale. Una ascolto fine a se stesso, non utilitaristico,
recita siffatta diventerà quindi non solo e mi chiedo in quali altri ambiti si possa
“ben eseguita” o “bella”, ma anche ferti- avere il privilegio di viverlo.
le nella mente e nel corpo dell’interprete L’interprete e lo spettatore si ascolta-
come in quelli dello spettatore. no l’un l’altro, ciascuno a suo modo, per
Ascoltarsi l’un l’altro è anche un con- realizzare uno scambio enigmatico, in un
notato primario dell’attività di ascolto in gioco di conferme e sorprese reciproche
teatro. Il lavoro di gruppo nella prepara- che definisce l’esperienza artistica inter-
zione e nella performance di arte rappre- pretativa, da qualunque riva del fiume la
sentativa è caratterizzato da una rete com- si viva. Questa condivisione dell’ascolto
plessa di relazioni personali, umane, tra è quindi definita anche dalla natura del-
tutti gli artisti coinvolti e la sua fecondità lo spettatore: molto spesso mi capita di
è alla base del successo della performance ascoltare commenti di non professionisti
stessa non meno della preparazione tecni- su spettacoli ai quali hanno partecipato;
ca degli interpreti. Ma la rete, durante il con me, che ci lavoro, ovviamente sono
concerto o recita, si estende improvvisa- molto cauti e quasi sistematicamente fan-
mente, dilaga oltre la quarta parete, dal no precedere il loro commento da frasi che
palcoscenico invade la sala e coinvolge in giustificano una loro scarsa preparazione
una relazione di ascolto reciproco lo spet- o vogliono dichiarare una certa ingenuità,
tatore. È del tutto evidente che lo spetta- assolutoria di eventuali “errori”. Incontro
tore ascolta l’interprete: diciamo che si è spesso anche spettatori che frequentano
mosso da casa, dalla sua vita quotidiana, le sale con assiduità fino a trovare i veri
e ha perfino pagato un biglietto per entra- professionisti della poltrona: quelli che –
re ad ascoltare, vedere, ad assistere allo per amore dell’arte quando non per desi-
spettacolo; ma l’interprete stesso, durante deri sociali diversi – vivono da spettatori
la sua performance, mantiene uno stato di una vita intensa e ricca, corredata magari
ascolto continuo della sala, un ascolto non di ascolti casalinghi, visioni televisive da
sempre cosciente, certo, un ascolto talvol- canali culturali, letture… Questi ultimi
ta ambiguo o enigmatico – giacché capita sono gli spettatori più “difficili”: in essi il
anche che per un’intera recita si ascolti pregresso dell’esperienza è tale da creare
una sala che appare fredda e che invece delle aspettative forti, che spesso inibi-
rivela una partecipazione straordinaria scono lo spettatore a ricostruire un ascolto
solo alla fine del percorso performativo. vergine. Intendo cioè dire che anche lo
Questo ascolto dell’interprete – così facil- spettatore deve mettersi in condizione di
mente vittima dell’equivoco – non è dun- ascoltare – al suo centesimo Parsifal – un
que finalizzabile al capire, ma serve solo a centesimo “primo Parsifal”; all’interprete
se stesso, serve all’interprete a mantenere sta la capacità di strappare con fertilità lo
un canale aperto con lo spettatore che non spettatore dotto dalla sua eredità cultura-
sia solo un “vomitargli” addosso la pro- le per condurlo verso una nuova e inedita
pria esperienza creativa e che consenta esperienza di un testo altrimenti ripetitivo
a quest’ultima di mantenere una propria e farlo rimbalzare continuamente – e tal-
natura di condivisione. Trovo francamen- volta simultaneamente – sulla poltrona in

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sala tra il conosciuto e l’incognito, tra il tecnica, fino al virtuosismo, è quello di su-
riconoscimento e lo stupore, tra l’ordine blimarsi, scomparire, annullarsi fluendo
e il caos. nella esperienza artistica performativa, in
cui l’interprete deve – mentendo a se stes-
L’interprete so e al pubblico? – inventare nuovamente
Il buon interprete – e abbiamo visto ogni volta quello stesso staccato, quella
forse anche il buono spettatore – devono stessa forma, quello stesso stile, come
in sostanza rifuggire dal cliché: esso è l’u- se questi fossero sbocciati nel momento
so del già noto come semplice riconduzio- dell’esecuzione stessa. Un atto realmente
ne a una categoria, a un tipo, a un genere. ri-creativo del testo stesso, che è un atto
Il cliché è – nell’immediato – rincuoran- non estraneo neanche allo spettatore.
te, stabilizzante, pacificante, rassicurante, Il mercato riconosce che questa atti-
ma anche essenzialmente sterile, in quan- vità è faticosa e difficile per l’interprete,
to appunto riporta a qualcosa di già visto, e non sempre destinata a successo, e im-
già elaborato, già ascoltato. In questo sen- pone prezzi più alti al pubblico che par-
so il cliché si colloca agli antipodi di una tecipa alle prime rappresentazioni di una
sana attività artistica interpretativa creati- produzione artistica rispetto a quelli delle
va, la quale invece utilizza il già noto per repliche, ma quello che qui interessa è la
relazionarcisi attivamente in modo sem- tensione, nella interpretazione, a cercare
pre inedito e non per rifugiarcisi quando per ogni performance una verità artistica
incapace di affondare le mani dell’inter- vergine.
pretazione in un mare ignoto. Arrivare a In un libro assai significativo per la
comprendere che una tal composizione, mia formazione di regista, Opera come
quel tal gesto scenico, quel tal momento dramma, Joseph Kerman8, polemizzando
specifico è appartenente a un tipo, a una con i critici musicali suoi contemporanei,
categoria dovrebbe semmai essere sempre sosteneva che era fuori luogo che essi
una scoperta, nonostante lo studio minuto scrivessero sulle produzioni operistiche
che precede necessariamente ogni buona alle quali assistevano. Egli riteneva la
performance. loro preparazione di musicologi inadatta
Ipotizziamo di doverci preparare a alla formulazione di un corretto giudizio
interpretare pubblicamente un concerto sull’opera lirica. La relazione fra musica e
classico della prima scuola di Vienna (per testo nell’opera lirica impone al musicista
esempio il Concerto KV 191 in Sib mag- un atteggiamento compositivo completa-
giore per fagotto e orchestra di Mozart): mente diverso dalla scrittura di musica
dovremo prepararci a un tocco particola- pura. Alla musica, quasi integralmente,
re, a uno studio preciso dello staccato del- va in questo ambito il compito di dare al
le note puntate, a un’analisi formale della testo letterario vita, una vita autonoma,
forma sonata piuttosto che del Rondò, a indipendente dal significato letterale del
uno stile. A che cosa serve tutta questa testo, una vita che testimonia quello che
preparazione teorico-pratica, tecnica e noi teatranti chiamiamo sottotesto, cioè
intellettuale? Io penso che il fine di tutto quella intenzione che il personaggio vuole
questo non si esaurisca nella mera corretta
restituzione di un testo altrui. Il fine della 8
Kerman 1990.

n. 184 | musica domani | 83


intendere al di là, oltre le parole che usa. primariamente dalle parole (e nell’opera
Dunque per Kerman il compositore di anche dalla musica) che il personaggio e i
opera va chiamato drammaturgo musicale personaggi si trovano a vivere. Al contra-
e solo se si legge una partitura da questa rio che nell’atto fonatorio (parlato o can-
prospettiva si può andare al cuore dell’im- tato) tutte queste attività preparatorie del
presa creativa dell’“Autore”. gesto scenico sono caratterizzate da una
Se ammettiamo ciò come vero, anche forte componente percettiva. L’interprete
se forse quanto detto non esaurisce (alme- si mette in disparte, organizza il suo cor-
no in questa brutalmente ridotta descri- po, la sua mente e il suo spirito creativo,
zione) l’analisi dei molteplici ruoli crea- per un ascolto (dove l’attività dell’ascolto
tivi di un compositore d’opera, allora an- non si esaurisce nel senso dell’udito, ma
che l’interprete dell’opera lirica non può si sostanzia in un atto di risonanza che
essere descritto semplicemente come un coinvolge tutti i sensi) che lo renda capa-
cantante, come colui che canta, ma dovre- ce di “ospitare” – secondo un’immagine
mo trovare una definizione che renda me- che mi è caro dovere a Giorgio Strehler
rito di una attività più complessa e volta – il personaggio.
al servizio della drammaturgia musicale.
Non sono bravo a trovar parole e neologi- Attore e spettatore
smi e dunque mi sono limitato a chiamare L’attore è – dovrebbe essere – prima-
nel mio lavoro di didatta questo interprete riamente un ascoltatore, un osservatore,
come l’attore-cantante, cioè colui che agi- un essere umano dotato in primis di anten-
sce una drammaturgia, cantando. ne capaci di percepire ciò che lo circon-
Ai miei studenti che iniziano in con- da. Se quest’affermazione può sembrare
servatorio il loro apprendistato uso sem- banalmente vera, vi invito a condividerla
pre dire che la bocca è l’ultimo degli orga- con chi si è “innamorato” del teatro, della
ni che l’attore e l’attore cantante devono musica, dell’opera e ha deciso di studiarli
usare: esattamente last but not least – ulti- seguendo qualcosa che sentiva come una
mo in quanto prezioso. E pericoloso: cioè propria inclinazione, un proprio talento.
esiziale, terminale; dopo la bocca, più Si deve ricominciare da capo! Lo studente
nulla interviene, più nulla può accadere. si è avvicinato all’opera mettendosi in-
La bocca quindi dovrà risultare attivabi- consciamente in una posizione che non
le solo dopo un uso accurato e coscien- gli competerà mai più, quella dello spet-
te, profondo ed educato, di altre attività. tatore, fascinato, sedotto, dall’opera, che
Queste attività che precedono l’azione, la ascolta senza sapere – senza dover sapere
parola, il canto, tendono tutte a rendersi – come ascoltare!
conto, a conoscere, a entrare in relazione Mi viene a mente ancora un “manua-
con le verità del personaggio, con le sue le di teatro”: L’opera da tre soldi di Kurt
esigenze, con la sua natura (psicologica Weill e Bertolt Brecht. Nel primo atto, un
non più che fisica); ma anche devono rela- certo signor Filch intende affiliarsi (dopo
zionare l’attore con lo spazio, con la realtà che è stato colto a lavorare a un angolo
scenica nella quale si svolge la vicenda della strada senza permesso della Ditta)
del personaggio e quelle dei suoi compa- all’organizzazione di Geremia Peachum
gni di avventura; una relazione che passa quale mendicante. Peachum mostra allora

84 | musica domani | n. 184


a Filch – in una specie di esilarante sfi- rendere efficacemente quelle intenzio-
lata di moda di accattoni – che esistono ni. Spesso, nel mio lavoro di regista o di
parecchi tipi di mendicanti, ciascuno dei didatta, sostituisco al termine intenzione
quali atto a muovere i più svariati senti- quello di necessità. Le parole, quelle pa-
menti del passante. All’arrivo di un “mo- role, («Amami Alfredo, amami quanto io
dello” particolarmente sventurato, Filch t’amo, addio», non più di «Giunse alfin il
ha un evidente moto di emozione al quale momento che godrò senza affanno in brac-
Peachum reagisce con straordinaria vio- cio all’idol mio») sono necessarie, in quel
lenza, ingiungendo che la compassione è momento della sua vita, al personaggio, ai
caratteristica del passante: il mendican- suoi scopi: sono le parole che sceglie, che
te deve suscitarla, non provarla! Se Filch elegge, perché le uniche possibili a rap-
prova compassione non sarà mai un buon presentarsi in quel momento.
mendicante. Rispetto alle emozioni penso La parola è quindi funzionale all’inten-
che questa relazione descritta da Brecht zione, alla necessità che vuole esprimere:
sia assolutamente applicabile anche al è un pretesto (anche letteralmente) del te-
rapporto tra attore e spettatore e chiedo ai atro, talvolta fino a diventare un ostacolo
miei studenti di riflettere continuamente al teatro! Il senso di queste frasi, di queste
con me su di essa. parole, di questo racconto teatrale che il
palcoscenico consegna all’interpretazione
La parola come strumento dello spettatore non è nelle parole in sé,
Come per gli altri strumenti del teatro, ma nel come queste parole sono dette. In
anche la parola teatrale cade in un con- quella riverberazione particolare che ri-
testo non quotidiano, non gergale e non vela senso alle parole (il tono della voce,
“qualunque”. Le parole che un amante la sua vibrazione, la posizione del perso-
dice in scena all’amata per dichiarare il naggio in scena, la prossemica, il contesto
proprio amore risuonano nel contesto del- delle scene, delle luci, dei costumi – pro-
la finzione scenica – e della realtà della viamo a dire “ti amo” in un campo di pri-
rappresentazione. L’attore che interpreta mavera piuttosto che in un salotto Bieder-
questo amante si è dotato di strumenti maier) e che le rende vere, lo spettatore
culturali, intellettuali, tecnici e psico-fi- coglie – interpretando col suo ascolto – il
sici per potere “incarnare” le parole del senso profondo, il sottotesto, vi entra in ri-
personaggio. Questo processo d’incar- sonanza e lo elabora per il proprio teatro
nazione è tanto più credibile quanto più mentale. È la forma che indica il conte-
il lavoro pregresso di studio e di ascolto nuto e la parola in arte esplode in tutte le
sarà stato profondo. Le parole in teatro sue potenzialità espressive, in tutto il suo
ben di rado significano il loro senso te- potere comunicativo, evocativo. In questo
stuale – e se proviamo a dire una battuta senso talvolta nell’opera lirica è l’inter-
teatrale seguendo il suo significato sintat- prete musicale che è capace di esaltare il
tico la troviamo ridicola: esse rimandano senso intimo delle parole del testo. Tanto
a un’intenzione specifica del personaggio da arrivare al punto paradossalmente co-
che le dice. L’attore in prova va in cerca erentissimo di quel direttore d’orchestra
di quelle intenzioni nella speranza di tro- che, per far risaltare al meglio le poten-
vare la maniera di incarnare le parole per zialità poetiche di quella particolare ope-

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ra lirica, correttamente chiese al teatro di di girare carte, e Desderi metteva il suo
organizzare la produzione di un’opera non corpo a disposizione di questa esilarante
già con quello specifico regista che gli era possessione musicale del personaggio. Là
stato proposto, ma in forma di concerto! sì, non si stava fermi sulla poltrona.

Il riso Il nostos
Quando la musica vuole imitare il riso, Nella musica il tempo è una variabile
raramente diviene comica. Anche per il fondamentale, direi quasi la prima, e in
riso vale quella legge delle emozioni di me si faceva strada tra le righe del testo
Peachum che vuole in teatro a ciascuno il di Petrella l’immagine della nostalgia in
suo ruolo, e quando il palcoscenico “ride” funzione non tanto del luogo – dei luo-
di fatto ruba allo spettatore il suo mestiere, ghi – quanto del tempo; l’immagine del-
e lo spettatore forse più che divertirsi ha la nostalgia come di un sentimento che
diritto di irritarsi. C’è qualcosa di non dis- si ostina a mettere nel futuro (davanti a
simile da quelle risate che in certe sit-com noi) il passato (che è dietro di noi): de-
americane compaiono in solo audio alle siderare il passato è desiderare di farne
battute più efficaci. Ricordo che la prima il nostro futuro così che quando si soddi-
volta che le sentii da ragazzino negli Stati sfa un sentimento di nostalgia il passato e
Uniti – in un tempo in cui alla Tv italiana il futuro implodono nel presente, che ne
non erano ancora arrivate – restai sbigot- viene distrutto. Mi si perdoni l’ovvia naïv-
tito chiedendomi “dove” fossero quelle ri- eté dell’osservazione, ma forse essa mi è
sate, che non erano ovviamente in “scena” servita per richiamare alla memoria una
e neanche nella stanza con me! All’esatto notissima poesia di Kostantinos Kavafis
opposto, quanto esilarante diventa il teatro che – riflettendo sul valore del processo
quando si prende gioco, in complicità con in sé, del viaggio, della ricerca a prescin-
lo spettatore, del personaggio. dere dalla meta – mi sembrava raccontare
In una regia di Roberto de Simone, un tante delle cose che leggevo nel testo di
geniale Claudio Desderi era chiamato a Petrella:
raccontare l’aria del sogno di Don Magni-
fico mentre “leggeva” delle carte, dei ta- Se per Itaca volgi il tuo viaggio,
rocchi. Ritmicamente, a ogni accento mu- fa voti che ti sia lunga la via,
sicale più marcato egli rivoltava una carta e colma di vicende e conoscenze.
(come Carmen) su un vassoio e vi leggeva Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
o Poseidone incollerito: mai
un’interpretazione del sogno che le figlie
troverai tali mostri sulla via,
avevano interrotto. Questo gesto di rivol- se resta il tuo pensiero alto, e squisita
tare la carta si faceva via via sempre più è l’emozione che ti tocca il cuore
incalzante, assecondando lo stringendo rit- e il corpo. Né Lestrigoni o Ciclopi
mico della musica di Rossini, fintanto che né Posidone asprigno incontrerai
Don Magnifico trapassava a uno stato in cui se non li rechi dentro, nel tuo cuore,
non era più lui a girare le carte, ma le carte se non li drizza il cuore innanzi a te.
– la musica di Rossini – a farsi girare da
lui. La musica di Rossini si era imposses- Fa voti che ti sia lunga la via.
sata di Don Magnifico e della sua volontà E siano tanti i mattini d’estate

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che ti vedano entrare (e con che gioia Bibliografia
allegra!) in porti sconosciuti prima. Michail Cechov, La tecnica dell’attore. Come
Fa scalo negli empori dei Fenici lavorare sul personaggio, Dino Audino Editore,
Per acquistare bella mercanzia, Roma 2001.
madrepore e coralli, ebani e ambre, Costantino Kavafis, 53 Poesie, trad. Filippo Ma-
voluttuosi aromi d’ogni sorta, ria Pontani, Mondadori, Milano 1996.
quanti più puoi voluttuosi aromi. Joseph Kerman, Opera come dramma, Einaudi,
Rècati in molte città dell’Egitto, Torino 1990.
Franco Petrella, L’ascolto e l’ostacolo, Jaca
a imparare imparare dai sapienti.
Book, Milano 2018.
Luigi Pirandello, Maschere nude, Mondadori,
Itaca tieni sempre nella mente. Milano 1975.
La tua sorte ti segna quell’approdo. Konstantin S. Stanislavskij, Il lavoro dell’attore
Ma non precipitare il tuo viaggio. su se stesso, Laterza, Roma-Bari 2008.
Meglio che duri molti anni, che vecchio Konstantin S. Stanislavskij, Il lavoro dell’attore
tu finalmente attracchi all’isoletta, sul personaggio, Laterza, Roma-Bari 2008.
ricco di quanto guadagnasti in via, Giorgio Strehler, Per un teatro umano. Pensieri
senza aspettare che ti dia ricchezze. scritti, parlati, attuati, Feltrinelli, Milano 1974.

Itaca t’ha donato il bel viaggio.


Senza di lei non ti mettevi in via.
Nulla ha da darti più.
E se la trovi povera, Itaca non t’ha illuso.
Reduce così saggio, così esperto,
avrai capito che vuol dire un’Itaca.

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Cacofonie

Risonanze

Confinati in una stanza,


riscoprir è dato tosto
una strana risonanza,
un suon forse fuori posto.

Non si sa se sia la panza


o la gola un po’ infiammata
sta di fatto che il rumore
già risveglia in me il timore.

E se il virus maledetto
(sì, sì lui con la corona),
mi facesse stare a letto
e non già su una poltrona?

Dopo tanto lungo strazio,


compagnato da sirene,
del bisogno d’altro spazio
sento ormai scoppiar le vene.

Sfondar vorrei le pareti,


forse una già ne basta,
sì la quarta, è quella giusta
per suonar la giusta danza
del teatro della vita,
che sai ancor non è finita.

Uncerto Eco
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