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SEMESTRALE DI CULTURA E PEDAGOGIA MUSICALE | ORGANO DELLA SOCIETÀ ITALIANA PER L’EDUCAZIONE MUSICALE | ANNO XLIX | DICEMBRE 2019

CORPO
E/È
MUSICA

n. 181
CO
Indice

RP
O
E/
È
M
Editoriale

US
Un corpo che arricchisce

IC
la conoscenza

A
Alessandra Anceschi p. 3
Attività corporea
e abilità cognitive Su www.musicadomani.it
Paola Gherardi p. 6
Le giostre e la lirica. Document-Azioni
Corpo a corpo con Rigoletto Corpi Sonanti.
Antonella Caputo p. 16 Ripensare l’orchestra
Gabrielangela Spaggiari
Corpi Sonanti.
Ripensare l’orchestra Can I dance with my flute?
intervista a Gabrielangela Spaggiari a cura di Mariacarla Cantamessa
di Roberto Neulichedl p. 26
Viewpoints
Il tocco del suono. La Ritmica Il pensiero del corpo. Prospettive
Dalcroze come pratica somatica della Embodied Music Cognition
a cura di Lara Corbacchini p. 34 a cura di Lara Corbacchini
La musicalità del movimento.
Libri
Appunti di espressione corporea a cura di Mariateresa Lietti
Susanne Martinet p. 41 (recensioni: Roberto Neulichedl su Suoni
Uomini e Dei di M. E. Bucci; la Redazione
Il prender corpo del suono su: Corporeità a cura di M. Gagliardo – S.
Carlo Serra p. 48 Rizzo – T. Tarsia – E. Vergani; Il corpo della
voce di AA. VV.; Piedi per terra e testa fra
Riletture le nuvole di R. Schmid; The Moving Body in
Armonie della dissonanza: the Aural Skills Classroom di D. J. Urista;
Quaderno del pianista al ballo di B. Cocconi.
attualità delle idee di Lapierre riletture: la Redazione su: La valigia
e Aucouturier dei suoni di D. Bartolini; Musica Corpo
Melita Cristaldi, Patrizia Fenaroli, Espressione di C. Serra; La musica del corpo
Maria Brigida Ochoa p. 59 di S. Martinet. sconfinamenti: Franca Mazzoli
su Mamamusica; Lorella Perugia su Canti per
giocare di R. Goitre – E. Seritti; la Redazione
Digressioni su Dieci falsi miti e dieci regole per insegnare
Meglio il trattore. bene di A. Calvani – R. Trinchero)
Riflessioni sulla musica d’insieme
e i repertori “etnici” Notizie
Claudio Dina p. 65 a cura di Anna Maria Freschi
Musica Domani
Semestrale di pedagogia e cultura musicale Organo della Siem - Società Italiana per l’Educazione Musicale
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 411 del 23.12.1974 - Issn 2421-7107 Anno XLIX, numero 181 (dicembre 2019)

Direzione responsabile
Alessandra Anceschi

Redazione
Luca Bertazzoni, Lara Corbacchini, Anna Maria Freschi, Mariateresa Lietti

Impaginazione e grafica
Erica Spadaccini, La Nuova Tipolito snc - Felina (RE)

Segreteria di redazione
e-mail: redazione@musicadomani.it

La rivista è disponibile gratuitamente, in formato Pdf, per i soci ordinari Siem in regola con l’iscrizione. Ai soci Siem è data
la possibilità di acquistare copia cartacea (con interno in b/n) scrivendo a info@lanuovatipolito.it per un costo di € 6 +
spese di spedizione entro il 31 gennaio 2019. Oltre questa data le condizioni di vendita potrebbero modificarsi sulla base
degli aggiornamento dei costi di stampa.

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Soci ordinari e biblioteche (annuali): € 25,00
Soci sostenitori (annuali): da € 70,00
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Soci Junior: € 8,00

Modalità di iscrizione
Per associarsi alla Siem è necessario seguire le procedure indicate su https://siem-online.it/siem/

In copertina
Corpi Sonanti. In-canto. Performance del marzo 2019. Foto di Elia Ferretti.

Hanno collaborato al numero


Mariacarla Cantamessa, docente di Flauto traverso (Ic Quartiere Moretta, Alba, Cuneo)
Antonella Caputo, docente di Musica (Ic Leonardo da Vinci, Senago, Milano)
Melita Cristaldi, pedagogista e psicomotricista (Ic Fontanarossa, Catania)
Claudio Dina, direttore artistico e musicale della Corórchestra del Piemonte (Torino)
Patrizia Fenaroli, psicologa, psicoterapeuta, terapeuta familiare (Catania)
Paola Gherardi, psicomotricista, insegnante metodo Feldenkrais (Bologna)
Susanne Martinet, docente di Ritmica e di Espressione corporea (Padova)
Franca Mazzoli, pedagogista (Bologna)
Roberto Neulichedl, docente di Pedagogia della Musica (Conservatorio di Alessandria)
Maria Brigida Ochoa, terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva (Catania)
Lorella Perugia, presidente del Centro Studi di Didattica musicale “Roberto Goitre” (Avigliana, Torino)
Carlo Serra, docente di Teoria delle Arti, delle Immagini e del Suono (Università della Calabria)
Gabrielangela Spaggiari, direttrice delle orchestre giovanili (Ismm di Reggio Emilia)

Supervisione abstract in inglese


Alessandra Confetta, Marco Rapetti
Un corpo che arricchisce la conoscenza

«
[...] Fino a quando noi possediamo il corpo e la nostra anima
resta invischiata in un male siffatto, noi non raggiunge-

Editoriale
remo mai in modo adeguato quello che ardentemente
desideriamo, vale a dire la verità. [...] E nel tempo
in cui siamo in vita, come sembra, noi ci avvici-
neremo tanto più al sapere quanto meno avremo relazioni col
corpo e comunione con esso [...]»1.
La separazione dell’anima dal corpo, la liberazione dell’anima
dal corpo (a inseguire la vera conoscenza) è la linea di continuità che, a
partire dal pensiero dei filosofi greci e dei testi biblici, rimane in traccia
sino ai giorni nostri.
Infatti, lungo l’intero secolo di fine millennio scorso, anche la scuo-
la ha continuato a subire le cattive influenze attribuite alla presenza del
corpo e alla sua motricità, e ha faticato non poco a conferire piena citta-
dinanza cognitiva – non solo espressiva – alla corporeità e al suo sentire.
A ricongiungere corpo e mente ci aveva provato il pensiero montesso-
riano. La sua eredità è stata raccolta in tempi non lontanissimi da vari mo-
vimenti pedagogici popolari, tra cui il Movimento di Cooperazione Educa-
tiva (Mce). Su quelle sensibilità e modalità di approccio, in apertura degli
anni Settanta, si sono innestate anche le nascenti linee metodologiche del
fare e ascoltare musica.
A quel tempo sembrava che proprio la musica potesse aprire al corpo
una breccia nell’educazione, tanto che nei programmi della scuola ele-
mentare del 1985 di Educazione al Suono e alla Musica il lemma “corpo”
compariva quattro volte a fronte di nessuna ricorrenza nei programmi di
Educazione Motoria.
Ai giorni nostri, gli efficaci paragrafi introduttivi alle Indicazioni Na-
zionali del 2012 sono a suggerirci la ricomposizione dei grandi oggetti
della conoscenza, tra cui è compreso il dualismo mente-corpo. Poi, nelle
pagine successive, quel filo del discorso perde coerenza. Del corpo si par-
la ampiamente nella scuola dell’infanzia. Per la scuola primaria lo si fa
invece in modo un poco più disorganico, benché ancora evidente: qui il

1
Platone, Fedone 66 B-67 A, (trad. Giovanni Reale), Rusconi Libri, Milano 1997,
pp. 113; 115.

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corpo è un bene di cui prendersi cura; si introducono obiettivi di relazio-
ne del corpo con lo spazio e il tempo; si assume il linguaggio del corpo
come modalità di gioco e comunicativo-espressiva; l’esecuzione musicale,
oltre che con la voce e gli strumenti, è esplorata anche con il corpo. Per
la scuola secondaria di primo grado, invece, l’unico accenno lo si ritrova
all’interno delle indicazioni di Educazione Fisica. Più nessuna relazione
viene individuata tra la musica e il corpo. Relazione ancora assente nel
documento rinnovato del 2018 denominato Indicazioni Nazionali e Nuovi
Scenari.
Cosa sia dunque rimasto nelle nostre scuole e nell’esperienza musi-
cale del tentativo di vivere appieno i fatti musicali (e i fatti culturali
tutti, diremmo) attraverso il corpo, è il compito affidato a questo
numero tematico.
Il contributo di Paola Gherardi ce lo racconta in modo
vivido, ripercorrendo le tracce esperite e mostrandoci cosa
si è perso per strada. A questo fa da compendio, in chiu-
sura di numero, la rilettura dei testi di André Lapierre e Ber-
nard Aucouturier, opere per certi versi apripista rispetto al ruolo
della psicomotricità a scuola. Tre attente studiose ci mostrano cosa
di quell’approccio può essere rilanciato nelle azioni future.
La conferma che gli insegnanti, tutto sommato, continuano a far leva
sulle potenzialità del corpo arriva da Antonella Caputo. Benché quell’ap-
proccio non sia pratica diffusa nella scuola, le sue iniziative valgono quale
incoraggiamento a chi lavora sul campo. Le potenzialità del movimento,
ci dice Caputo, possono costituire l’aggancio ma anche il consolidamento
dell’esperienza musicale in tutte le sue declinazioni. Una ulteriore espe-
rienza didattica che pone in relazione la pratica strumentale e il corpo è
documentata nell’apposito spazio in rete a cura di Mariacarla Cantamessa.
D’altronde, la riflessione didattico-pedagogica e filosofico-antropolo-
gica su quanto la corporeità nella musica sia elemento costitutivo e ge-
nerativo è ben illustrata dai contributi di Susanne Martinet e Carlo Serra.
Due prospettive diametralmente opposte per linguaggio e per contenuto
che tuttavia sottolineano entrambe la centralità del corporeo nel pensare
e vivere la musica.
L’impossibilità a includere per intero un interessante studio di Karin
Greenhead ci ha fatto propendere per offrirne una sintesi a cura di Lara
Corbacchini. Nel saggio si considera la ritmica dalcroziana come pratica
somatica e si indaga la natura tattile della visione e del suono. Con questa
modalità divulgativa, con la quale si ripropone in versione più estesa ciò
che Luca Marconi usava fare nella storica rubrica “Da non perdere” ospi-
tata in passato dalla nostra rivista, vogliamo salutare la scomparsa di un
attento e prezioso collaboratore.
Il nostro periodico, infine, accoglie una prospettiva del tutto originale
del connubio tra espressione corporea e esperienza orchestrale. Si tratta di
corpi sonanti che non solo fanno acquisire maggior consapevolezza delle

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pratiche strumentali, ma consentono, sul piano performativo, di restituire
con intensità commovente nuovi sguardi poetici.
“Fuori tema”, ma dentro a un dibattito che vale la pena rinnovare, è
il contributo accolto nella sezione Digressioni. Claudio Dina ripropone ai
lettori una riflessione sul valore formativo dei repertori cosiddetti etnici
per la musica d’insieme.
Ma è il corpo, in questo numero, a chiederci di osservare la relazione
tra musica e processi di apprendimento. Ci auguriamo pertanto che le
direzioni suggerite diano conto del ruolo attivo che la corporeità può gio-
care nell’esperienza musicale e culturale in genere. Così che del logos
(la parola è, nella scuola, attore troppo spesso indiscusso) si possa
cogliere la sua gestualità e non solo «la sua intenzione logica [...]
dimenticando il messaggio di Aragon: “le parole sono gesti,
nient’altro che gesti” [...]»2.

Alessandra Anceschi

Proprio in prossimità dell’uscita ci giunge notizia della scomparsa di Louisa Di Se-


gni-Jaffé. Le dedichiamo pertanto il numero poiché su questo tema è stata per noi tutti
un riferimento imprescindibile.

2
Umberto Galimberti, Il corpo, Feltrinelli, Milano 1999, p. 100.

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Attività
corporea
e abilità
Paola Gherardi cognitive

L’autrice evidenzia, anche attraverso riferimenti storici, il profondo lega-


me tra attività corporea e apprendimento. Partendo dalla sua esperienza
nella scuola primaria propone una didattica incentrata sulla condivisio-
ne di percorsi che mettano al centro l’ascolto, l’attenzione e la valorizza-
zione della dimensione corporea.

Parole chiave: attività corporea – apprendimento – movimento – ascolto – cambiamento – percorso

The author outlines, even through historic references, the deep connec-
tion between body acting and learning. Starting from her experience in
primary schools she suggests a teaching method based on the sharing of
paths focusing on listening, attention and enhancement of body value.

Keywords: body acting – learning – movement – listening – change – paths


Io disegno il mare, zione, esperienza e pensiero, si pongono
e il mare appare uno dentro l’altro, senza perdersi, anzi
all’improvviso. chiarendosi reciprocamente. Non secondo
Posso nuotare tranquilla. una successione lineare, come in pedago-
gia ci piace pensare che avvenga, ma con
Io creo gli alberi e le foglie,
e striscio come un serpente
un movimento di continuo passaggio tra il
sopra i rami. dentro e il fuori e, in orizzontale, tra un
elemento e l’altro.
Salto nei colori, Non è solo la bambina a muoversi, ma
respiro con il corpo lo sono anche le “cose”, che le sue parole
e creo la mia danza. ci restituiscono vive, curiose, attratte le une
Simona, 6 anni dalle altre, disposte a toccarsi, mescolarsi.
La bambina disegna il mare e questo
gesto genera una presenza, desiderata ma
non scontata: difatti esso «appare all’im-
provviso».
In queste poche righe si mostra già la
Una testimonianza qualità della relazione all’ambiente, pro-

S celgo di aprire il mio intervento sul


tema della corporeità nella scuola
primaria mettendo in esergo le parole di
pria di noi umani: un Io che agisce con
intenzione, rimanendo aperto a ciò che
accade, all’apparizione di “altro”, un dif-
una bambina – una mia alunna – perché ferente che diventa subito un Tu.
vorrei che questa voce accompagnasse Tra i due c’è ora uno spazio sospeso,
me nella scrittura, come voi nella lettura. tra immaginazione e realtà; uno spazio di
Facesse da controcanto alle nostre elucu- relazione, di gioco, di apprendistato e ap-
brazioni di adulti, così facilmente pronti a prendimento, dove la bambina può «nuo-
dimenticarci il “soggetto”, meglio ancora, tare tranquilla».
“i” soggetti, plurali e concreti, dei quali Può passare dunque a una nuova cre-
intendiamo parlare. azione – di alberi e foglie – che diventa
È una poesia che questa bambina, luogo per un’ulteriore esplorazione moto-
come i suoi compagni e le sue compagne, ria: lo strisciare «come un serpente».
scrisse alla fine di un anno di lavoro in Una nuova apparizione: ora anche lei
classe prima: un lungo percorso dove l’at- può divenire “altra”, sentire e accogliere
tività corporea – insieme alla musica, al il differente da sé – l’animale, il serpente
disegno, alla pittura – s’intrecciò costan- – nel suo corpo, nel suo nuovo agire.
temente all’apprendimento della scrittura Incarnazioni che si succedono, in-
e della lettura. nestandosi l’una sull’altra, con una loro
Introduce dunque al tema e lo fa egre- poetica coerenza, rispondente tanto ai
giamente: Simona impara non “attraver- modi e ai tempi della bambina, come a un
so” l’attività corporea; tutto il suo agire rapporto via via più consapevole con l’am-
si identifica in essa, come persona che biente, la situazione vissuta.
sente, si ascolta, intera in ogni momento. Le risorse, le possibilità scoperte in
Sensazione, emozione, azione, immagina- essa diventano anche le sue, in un pro-

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cesso d’incorporazione, di definizione e di classe, bensì di una modalità di lavoro
cambiamento, inesausto e reciproco. da me adottata per molti anni con gruppi
A questo punto, nel passaggio finale, sempre diversi, a proposito dei contenuti
l’azione e il movimento riprendono piena- più svariati, che ha sempre dato risultati
mente la scena e avvertiamo nella bam- eccellenti, spesso eccedenti gli obiettivi
bina sorgere e dispiegarsi un sentimento canonici di “programma”.
di pienezza: salta «nei colori» e respira Nella risposta positiva si cela però
«con il corpo», e così può creare infine, un’ulteriore domanda: dato per assodato
consapevolmente, quella che chiama «la il legame di cui sopra, si apre la questio-
mia danza». ne del come inserire, usare, valorizzare la
I gesti, i movimenti scoperti, trovati ed dimensione corporea nei processi di ap-
esplorati, possono ora essere composti in prendimento.
una forma – nominabile, riconoscibile – Già i tre verbi da me usati – inserire,
che rappresenta l’entrata nel mondo del- usare, valorizzare – fanno riferimento a
le rappresentazioni, della cultura, come valori, concezioni non sovrapponibili o in-
testimonia del resto la scrittura stessa di terscambiabili. Cercherò dunque di ren-
questo testo. dere chiare queste differenze perché solo
La “danza” è l’esito finale di un per- così (per chi intende lavorare in ambito
corso che può essere raccontato anche con formativo, magari nella scuola pubblica)
le parole scritte: d’ora in poi, come i mo- “seguire il corpo” da buona intenzione,
vimenti possono comporsi in una danza, petizione di principio, può diventare dav-
così le parole possono diventare un testo. vero una scelta, un modo di operare effi-
Testimonianza di un apprendimento (del- cace e giusto.
la lettura e della scrittura) che possiamo
dire pienamente compiuto. Breve excursus personale e storico
Tornando al nostro tema, la testimo- Quando iniziai a lavorare come inse-
nianza della bambina, risponde implici- gnante di ruolo nella scuola primaria – al-
tamente ad alcune domande ma al tempo lora “elementare” – era il 1983. Si respi-
stesso ne pone altre, cruciali. rava ancora l’atmosfera del decennio pre-
Riconferma il legame profondo tra cedente, durante il quale si erano ottenuti
attività corporea e sviluppo di abilità co- cambiamenti legislativi di grande impatto
gnitive: anche in un contesto di apprendi- sociale: la legge sul divorzio, il nuovo di-
mento formale, scolastico e pubblico, con ritto di famiglia, la legalizzazione dell’a-
contenuti e obiettivi definiti. borto, la chiusura dei manicomi e – per
In questo caso l’attività corporea pro- quanto riguarda la scuola – l’introduzione
muove e sostiene gli apprendimenti fin dei Decreti Delegati, nonché l’abolizione
da subito, in particolare la prima, grande delle cosiddette “classi speciali” o “dif-
prova che attende i bambini e le bambine ferenziali”. I primi davano la possibilità
all’entrata nella scuola primaria, ovvero a insegnanti e genitori di partecipare alle
imparare a leggere e scrivere. scelte della scuola dove, rispettivamente,
Inoltre, e qui dovete credermi sulla lavoravano e frequentavano i loro figli,
parola, non si tratta di un’eccezione feli- mentre il secondo atto legislativo apriva
ce limitata a quella bambina o a quella alla completa integrazione degli alunni

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disabili nella scuola pubblica, fatto che, dai banchi e dalle cattedre, creando si-
vorrei sottolineare, resta ancora oggi un tuazioni di carattere esplorativo, ludico,
esempio pressoché unico in Europa. Col- espressivo, dove il movimento incontrava
legialità e inclusione erano dunque i valo- la musica, la voce, i materiali, gli ogget-
ri alla base di tale rinnovamento, frutto di ti, gli altri. Qualsiasi contenuto poteva
mobilitazione e impegno politico, sociale essere messo in movimento, in gioco, in
e culturale. relazione; animato e drammatizzato con
Riguardo l’insegnare e l’apprendere la la propria intera espressività corporea. Si
parola d’ordine era “riportare a scuola il poteva essere fiume, montagna, lettera o
corpo”, per citare il titolo di un libretto numero, fare il teatro della Storia, imper-
allora famoso1. sonare le categorie della Grammatica.
Che cosa significava? Aprire i confini, Sono esempi che traggo dalla mia me-
fino allora rigidi, tra la lezione in classe moria perché illuminano un altro aspet-
dove il corpo è fermo, attento, silente, to del nostro tema: oltre al come e al che
quella in palestra dove si vuole che sia cosa, anche il chi. Erano gli insegnanti
atletico, performativo, competitivo e il stessi, ovviamente non tutti, a farsi porta-
momento della ricreazione – termine in- tori di questo nuovo modo di far scuola e
teressante – dove è “libero” di fare, senza non c’era virtualmente area, tema o disci-
mai essere però veramente guardato, valo- plina che non potesse esserne coinvolta:
rizzato. Rimettere al centro della pratica e era meno un fare e più un saper cogliere,
della riflessione ciò che l’apprendimento ascoltare.
formale tradizionale escludeva e separa- Le connessioni, le idee, le pratiche
va: un corpo tutt’intero, sentito e vissuto emergevano dai bambini e dalle bambine
nel gioco, nelle relazioni; espressione di stesse: diventava allora un lavorare assie-
emozioni, affetti e desideri; portatore di me per percorsi, aspetto di cui parlerò più
storie come di progetti. avanti.
Quella corporeità che identifica, qua- Questo momento storico è un termine
lifica la nostra stessa presenza al mondo di paragone importante per valutare come
e guida l’apprendere organico, spontaneo cambierà in seguito la presenza dell’atti-
dei bambini fuori dalla scuola, ma anche vità corporea nella scuola primaria fino ad
degli adulti, lungo tutto il corso della vita: arrivare all’oggi. Inoltre, mette in luce un
in questo senso vero terreno comune tra fattore essenziale: la connessione tra ri-
noi e loro, tra insegnanti e alunni, come vendicazione del valore formativo dell’at-
tra i bambini stessi. tività corporea e proposte di rinnovamento
Esplorarlo insieme fa trovare i modi, sociale e politico. La troviamo negli anni
i tempi giusti, le regole, nell’esperienza ’70 del secolo scorso non come novità, ma
stessa, momento per momento: un modo come eredità di un momento storico pre-
di lavorare chiamato giustamente “ricer- cedente, di un discorso che circostanze
ca-azione”. avverse avevano interrotto.
Come si stava “a scuola con il corpo”, Non dobbiamo infatti dimenticare che
insegnanti e bambini, insieme? Uscendo l’idea di mettere al centro dell’apprendere
la corporeità, il movimento spontaneo, per
1
Alfieri et Al. 1974.
come si presenta, al di fuori di codici e

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modelli, è idea moderna che ha potuto es- s’intende soprattutto il movimento libero,
sere pensata solo da un certo momento in autodeterminato. Ed è proprio la riscoper-
poi, nella consapevolezza di andare contro ta del corpo, ma soprattutto del valore del
un’intera tradizione culturale. Mi permet- movimento naturale a guidare a un certo
to di raccontare questo momento iniziale, punto della nostra storia, una vera e pro-
pionieristico, perché fa comprendere cosa pria rivoluzione, prima nel campo dell’ar-
mette in gioco, non solo in termini di ri- te – musica, danza, teatro, arti visive – poi
sultati ma anche di resistenze, opposizio- nell’ambito formativo, educativo.
ni, riduzioni, l’operare seguendo la via del Quando avviene? Tra la fine dell’Otto-
corpo, così globalmente inteso. cento e l’inizio del Novecento.
Non dico niente di nuovo se affermo È l’immane trasformazione portata
che la tradizione culturale occidentale si dalla Rivoluzione Industriale, con il pas-
caratterizza per un fondativo dualismo, saggio alla moderna società di massa nel-
quello tra corpo e mente. Dualismo dove la quale tuttora viviamo, a rimettere sul-
però il valore positivo, superiore, sta dal- la scena – insieme ad altri elementi – il
la parte della mente – anima o spirito – a movimento, come soggetto interessante,
spese di quella del corpo e quanto ad esso da indagare come da usare in modi nuo-
associato: sensazione, emozione, passione, vi. Nella società precedente esso trovava
affetto, relazione con i pari... Un dualismo posto, ritmo e misura nei diversi momenti
generatore di infinite coppie di opposti, che scandivano la vita delle persone (il la-
che abitano il nostro pensiero, il nostro lin- voro, il rito, la festa), declinato in attività
guaggio, e indirizzano il nostro operare. differenti per le classi nobili e per quelle
Nel campo del sapere gli elementi ap- popolari. Un ordine preciso, scardinato,
partenenti all’ambito del corpo sono visti, i cui elementi tornano a circolare, liberi,
in questa prospettiva, come disturbanti, nuovamente visibili, pensabili.
portatori d’illusioni da abbandonare nel È un cambiamento enorme, che tra-
cammino verso la conoscenza che è – volge e stravolge, ma al tempo stesso è
deve essere – certezza e verità. un’occasione per rimettere in discussione
Non sto parlando di astrazioni filoso- equilibri di potere presentati fino ad al-
fiche lontane: ad esempio le frasi tipiche lora come immutabili. Dalla fine dell’Ot-
che accompagnano la lezione a scuo- tocento all’avvento dei fascismi, la risco-
la, credo presenti nella memoria di tut- perta del corpo e il valore del movimento
ti (“stai fermo, composto”; “stai zitto”; saranno dunque le parole-chiave di un
“non parlare col compagno”; “no, questo vasto e complesso movimento culturale e
non c’entra niente adesso”), la stessa di- artistico che si svilupperà in esperienze
sposizione classica dell’aula, con cattedra inedite. Un movimento composito, ani-
e banchi isolati, rivolti verso di essa, ven- mato da istanze di riforma se non di rivo-
gono da questa tradizione assunta quasi luzione sociale, ovvero dalla convinzione
inconsciamente come ovvia, naturale. In che, attraverso un’arte, un’educazione
molte situazioni, più di quante si possa differente, possa nascere una società più
pensare, è ancora così. giusta, libera, felice.
Il corpo a scuola doveva essere disci- Il lavoro nelle fabbriche, nelle minie-
plinato, guidato, limitato e con “il corpo” re mette difatti brutalmente in luce come

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il movimento – condizione che ci pone e Ed è ancora un musicista – Émile Ja-
mantiene al mondo – possa essere fonte di ques-Dalcroze (1865-1950) che sviluppa
gioia come di abbruttimento e sofferenza la Ritmica, una metodologia volta a per-
se imposto secondo modi, ritmi e finalità cepire e insegnare la musica attraverso il
che contrastano le nostre possibilità, de- movimento – a fare questo passaggio, con
sideri, progetti. la magnifica esperienza della Scuola di
Si rende visibile come attorno al mo- Hellerau (1910).
vimento – ovvero all’intera persona – si Una città-giardino, nata come esperi-
gioca un potere da esercitare, contrattare, mento architettonico innovativo, diventa
riprendersi come diritto umano, inaliena- sede di un esperimento pedagogico: una
bile. scuola dove riconnettere l’arte alla vita,
Il cambiamento di prospettiva co- il pensiero al movimento, facendo co-
mincia proprio in ambito musicale, con municare tra loro i linguaggi espressivi
il musicista francese François Delsarte in una visione globale in cui azione, im-
(1811-1871), cantante e insegnante al magine, suono e parola s’intrecciano nel
Conservatorio di Parigi. Lo studio di come processo quanto nel prodotto. La scuola,
le persone si muovono, si comportano, molto nota, visitata e celebrata da tutti i
reagiscono nelle diverse situazioni della liberal-radicali dell’epoca, allo scoppio
vita reale e la presa in esame delle diffe- della Prima Guerra Mondiale, fu trasfe-
renze che si manifestano nella voce, nella rita da Dalcroze – antimilitarista strenuo
respirazione, in gesti e posture al variare – in Svizzera, a Ginevra. Questo consen-
dello stato emotivo, diventano un metodo te al suo metodo di sopravvivere fino a
nuovo d’insegnamento per cantanti e atto- oggi mentre altre avanguardie artistiche
ri. Il suo lavoro influenza profondamente e pedagogiche soccombono, avversate e
il mondo del teatro e in particolare della interrotte dall’avvento del fascismo e del
danza, dove avviene un’altra rivoluzione nazismo, poi dalla catastrofe della Secon-
espressiva con Isadora Duncan (1877- da Guerra Mondiale. Alcuni protagonisti
1927) e Rudolf Laban (1879-1958). ed esponenti sopravvivono emigrando, in
L’estetica accademica del balletto particolare negli Stati Uniti.
classico è denunciata come inautentica, Nel secondo dopoguerra, nel ricordo
snaturante: dalla riscoperta dei movimen- ancora vivo del recente, disastroso passa-
ti naturali del corpo, della gestualità quo- to, e poi negli anni ’60 e ’70, con la ripre-
tidiana, dalla valorizzazione della gravità, sa economica e l’allentarsi della Guerra
del peso, dalla possibilità di esplorare, Fredda, si crea una situazione favorevole
provare senza un modello, un codice pre- alla ripresa di queste esperienze, al riac-
definito, nasce la danza moderna. Di que- cendersi del desiderio di cambiamento,
sto si nutrono le avanguardie artistiche sociale e politico: in America come in
di questo periodo. Cambia il training per Europa.
danzatori, cantanti, attori, ma al tempo In ambito pedagogico si torna a guar-
stesso, poiché il movimento è il linguag- dare lo spontaneo che emerge nell’azione,
gio stesso dell’esistenza umana, si tratta nei gesti, nel gioco dei bambini come un
di principi operativi validi e applicabili sapere, una ricchezza che contiene un
all’ambito formativo, educativo di tutti. progetto di crescita. Può la scuola, posso-

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no gli insegnanti, aiutare il farsi di questo tichiamolo: non è richiesta né prevista
progetto, mettendo a disposizione la loro infatti, per il futuro insegnante di scuo-
esperienza e il loro sapere di adulti? Cer- la primaria, alcuna formazione, training
tamente sì ma “seguire il corpo” in questo personale; solo un pallido tirocinio, vera
modo, nella sua apertura, irriducibilità Cenerentola del Corso di Laurea, necessa-
a tempi e modi prefissati, cambia tutti i rio per accedere all’insegnamento.
fattori dell’azione pedagogica. L’adulto E non è possibile abbandonare un cer-
insegnante deve fare molto meno ma esse- to modo di essere e di funzionare se prima
re molto di più: testimone e garante della non ne abbiamo maturato un altro, che
ricerca dei bambini, aperto e in ascolto sentiamo – non solamente pensiamo – mi-
delle esigenze via via emergenti, specchio gliore, in termini di efficacia e benessere.
e aiuto al bisogno, capace di leggere quel- Questo tipo di formazione esiste, ma non
lo che accade in tempo reale, per proporre dentro il circuito accademico ufficiale, a
variazioni e cambiamenti di situazione. È volte occorre anche uscire dai confini del
necessaria una diversa formazione, larga- nostro paese.
mente personale, che apra il futuro inse-
gnante al linguaggio senso-motorio, rela- Lavorare per progetti, laboratori
zionale, simbolico; una formazione basata oppure... condividere percorsi
sull’ascolto del corpo, in situazioni di gio- Cos’è accaduto invece? Una progressi-
co ed esplorazione di gruppo. va erosione, marginalizzazione, riduzione
Si devono inoltre operare cambiamenti dell’attività corporea su tutti i fronti: da
degli spazi scolastici, dei materiali, del- metodologia di lavoro trasversale, essa è
le attrezzature, rivedendo tempi e modi stata pian piano riportata entro i ranghi di
delle attività come della posizione e del- poche, specifiche discipline come l’edu-
le mansioni di tutti quelli che sono parte cazione musicale e ovviamente l’educa-
dell’ambiente educativo. zione motoria che ultimamente è persino
Dare respiro e continuità alla ventata ritornata ad essere, anche per la scuola
di rinnovamento, al patrimonio di espe- primaria, Educazione Fisica.
rienze positive di quegli anni, avrebbe ri- A ribadire che la mente, lo spiri-
chiesto scelte politiche precise, investire to stanno altrove. Nel migliore dei casi
nell’educazione e nella formazione degli all’attività motoria, corporea, si riconosce
insegnanti, modificare profondamente le un valore propedeutico o di supporto agli
istituzioni – Accademie e Università – apprendimenti “veri” e importanti.
dove tale formazione deve avvenire. Inte- Riguardo al come e al chi, progressiva-
ressi e gerarchie consolidate, vantaggi e mente le attività coinvolgenti in qualche
privilegi, posizioni di prestigio sono mes- modo il corpo sono state spostate fuori,
se inevitabilmente in discussione dalla non dall’orario scolastico, ma dal mansio-
prospettiva “corporea”. Chi si fa portatore nario dell’insegnante, demandate a esper-
di questa prospettiva nelle Accademie in- ti esterni, specialisti: di musica, teatro,
contra ancora oggi forti resistenze e remo- sport...
re. L’attività corporea rientra allora come
Resistenze e paure che sono anche progetto o laboratorio, con durata limitata
quelle degli stessi insegnanti, non dimen- a un certo numero d’incontri, finanziati un

12 | musica domani | n. 181


tempo da fondi per il diritto allo studio, lo spazio del corpo, sperimentato, vissuto,
ora sempre di più pagati dai genitori, con pensato. E non è poco.
le differenze immaginabili tra scuole po- Nella migliore delle ipotesi se può
ste in quartieri con diversa configurazione aprirsi ad accogliere quanto emerge dai
socioeconomica. Per non parlare delle di- bambini e dalle bambine, il laboratorio
verse zone del nostro Paese. può diventare percorso.
Il laboratorio può essere un’esperienza A questo punto è tempo di tornare alle
positiva, di valore pedagogico? Certamente parole di Simona, la bambina di 6 anni,
sì, a certe condizioni. Ho tenuto dal 2004 con le quali ho aperto questo contributo.
al 2012, nell’Istituto in cui lavoravo anche Simona non sa nulla di tradizioni cultu-
come insegnante di classe, laboratori di rali, interessi istituzionali, programmi e
Danza Educativa per i bambini e le bam- obiettivi, ordini d’importanza, gerarchie
bine, riuscendo anche, per un paio di anni, consolidate: arriva a scuola, nuova e igna-
a proporre e realizzare una formazione ra per così dire, con la sua particolare
per insegnanti. Ho potuto dunque vedere domanda – di crescita, di sviluppo – leg-
e sperimentare entrambi i fronti, quello gibile nel suo modo di muoversi, giocare,
interno e quello esterno, dell’insegnante parlare, agire. Con il suo diritto ad avere
e dell’esperto. Come insegnante dirò che il meglio, si dice: a essere, diventare se
nelle mie classi hanno dato buoni risul- stessa al meglio, aggiungo. Questa è la do-
tati i laboratori tenuti da persone passate manda cui accennavo prima, così partico-
attraverso formazioni caratterizzate da un lare, da non richiedere tanto una risposta,
profondo lavoro pratico, corporeo, perso- quanto di essere vista, accolta, insieme a
nale. Guarda caso formazioni facenti capo quelle dei suoi compagni e compagne di
proprio ai momenti storici, rievocati prima: viaggio.
metodo Orff, metodo Dalcroze, Psicomotri- Lavorare per percorsi permette tale
cità, Teatrodanza, per fare alcuni esempi. accoglimento, crea le condizioni perché il
Come esperta posso dire che il labo- modo di apprendere organico che è stato
ratorio funziona laddove riesce ad aggan- proprio della bambina fino a quel momen-
ciarsi alle attività di classe, le feconda e to possa continuare anche dentro la scuo-
ne viene fecondato, non rimanendo un’i- la, informando della sua qualità anche gli
sola – magari felice – contraddetta nei apprendimenti formali cui la giovane al-
modi e nei fatti dal mare quotidiano delle lieva è chiamata: imparare a leggere, scri-
lezioni, dove il corpo e con esso la glo- vere, far di conto per cominciare, e molti
balità della persona, ancora una volta si altri a seguire.
riduce, scompare, annega. Aggiungo che, Che cosa significa lavorare per percor-
talvolta, sul laboratorio si depositano at- si? Lo spiegherò dal mio punto di vista,
tese esagerate, richieste improprie, che quello dell’adulto, dell’insegnante.
vanno comprese e riportate entro i confini Un percorso si fa, avviene. Posso pre-
reali di questa esperienza. pararmi ad esso, immaginarlo ma so che
Sicuramente con i suoi limiti e con le non ne avrò il controllo. Mi pongo in at-
limitazioni che deve sopportare, il labora- teggiamento di ascolto e di ricerca, con-
torio può svolgere comunque l’importante sapevole che dovrò variare e modulare
funzione di mantenere aperto nella scuola secondo il bisogno la qualità della mia

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presenza nel gruppo dei bambini e delle Il resto del tempo si continua a fare
bambine, la natura e il carattere delle pro- esercizi, lezioni, studio... non tutto può
poste di lavoro. Il percorso comincia dalla entrare nel percorso ma sicuramente lo
domanda emergente, che si può cogliere spirito del percorso entra pian piano nel
osservando le loro azioni, i giochi, gli at- tutto e anche la classica lezione prende
teggiamenti, i discorsi, insomma tutte le un carattere diverso: per la partecipazione
produzioni; senza distinzioni e gerarchie dei bambini, la loro curiosità, capacità di
tra cose serie o stupide, che “non c’en- fare connessioni e accostamenti insoliti,
trano”, poiché ognuna ha un senso relati- di proporre soluzioni, di organizzarsi. Per-
vamente alle altre. Osservo partecipando, ché si è presenti, con la propria corporeità
con la parte conscia e inconscia del corpo, viva e intera, in ogni momento: il suo va-
rimanendo aderente all’evento, al fenome- lore non termina all’uscita dalla palestra,
no, ascolto le sue risonanze in me. o al suono della campanella che segna la
La mia proposta s’inserisce dunque fine della ricreazione.
sullo spontaneo che emerge dai bambini, Questo modo di lavorare è profonda-
qualunque esso sia, aiutandolo a prendere mente inclusivo ed è in grado di affrontare
forma e consapevolezza, a divenire pen- con successo sfide – quali l’integrazione
sabile e condivisibile. Metto a disposizio- degli alunni stranieri o dei bambini con
ne la mia esperienza di persona adulta, dislessia – cui si è risposto invece con la
la mia conoscenza e cultura: offrirò alla moltiplicazione dei progetti, dei “piani
classe musiche, opere d’arte, testi, ogget- speciali”, parcellizzando ulteriormente
ti e materiali perché possano essere uti- modi e tempi della didattica.
lizzati, rielaborati dai bambini nella loro Mentre la risorsa vera è sempre lì,
ricerca di senso, in momenti laboratoriali, presente, ma trascurata: quel corpo così
attraverso un uso integrato di tutti i lin- profondamente democratico, col suo modo
guaggi espressivi, dando luogo a prodotti di funzionare, tipicamente umano, crean-
originali, nuove domande da cui ripartire. do legami, connessioni, tra dentro e fuori,
L’adulto non preordina e scandisce con l’ambiente, il mondo.
contenuti e tempi ma funziona da cata- Come ho detto in precedenza un tra-
lizzatore di situazioni e di eventi, garan- mite, un ponte, un terreno comune d’in-
tisce che essi si svolgano in condizioni contro e di lavoro. Portare, promuovere
di sicurezza, dentro una cornice di regole l’attività corporea nella scuola primaria
condivise, segue le dinamiche del gruppo può prendere dunque diverse strade e mi-
intervenendo per tenere aperte le vie di sure secondo la situazione, la posizione
scambio e di elaborazione. in cui ci si trova a operare, ma credo sia
E il programma, le materie, gli obietti- necessario entrare in questa scelta a occhi
vi? Un percorso attraversa diversi ambiti, aperti, per così dire, ovvero consapevoli
si allarga come un fiume, prende talvolta di cosa implica in termini di possibilità,
con sé territori imprevisti. Rappresenta, quanto di resistenze.
all’interno dei tempi istituzionali, uno Concludo allora come ho cominciato,
spazio/tempo con un carattere speciale di con le parole di un altro bambino, compa-
festa, di sospensione dell’ordinario, in cui gno di Simona:
ogni dettaglio prende rilevanza e colore.

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Quando mi muovo, Bibliografia
tutto intorno a me inizia a parlare, Andrea Canevaro, I bambini che si perdono nel
a creare: bosco, La Nuova Italia, Firenze 1976.
i colori attorno a noi Fiorenzo Alfieri et Al., A scuola con il corpo,
e il tempo “Quaderni di Cooperazione Educativa”, 8, La
che comincia lentamente Nuova Italia, Firenze 1974.
a scorrere. Ivano Gamelli, Pedagogia del corpo, Meltemi,
Roma 2001.
Tarik, 7 anni Umberto Galimberti, Il corpo, Feltrinelli, Milano
1983.
Jader Tolia – Tere Puig, Essere corpo. Come ri-
pensare lavoro, educazione, sport, architettura,
design, moda, salute e spiritualità da una pro-
spettiva corporea, Tea Edizioni, Milano 2016.

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Le giostre
e la lirica.
Corpo a corpo
Antonella Caputo con Rigoletto

L’autrice illustra un’esperienza di ascolto e comprensione di alcune


arie tratte da Rigoletto di Giuseppe Verdi guidate da un approccio
psicomotorio. Ne inquadra gli sfondi teorici a supporto e ne focalizza le
valenze educative e formative.

Parole chiave: musica e movimento – ritratto motorio – sincronismo acustico-motorio (Sam) –


Rigoletto

The author outlines an experience of listening and comprehension based on


some arias from Verdi’s Rigoletto guided by a psychomotricity approach.
She sets the theoretical background and she focuses on the educational
and formative values of it.

Keywords: music and movement – motor portrait – motor-acoustic syncronism – Rigoletto


«A me piace la lirica!»
Il titolo del mio contributo na-
sce da qui, da una frase pronunciata nello
“flusso-rete”: cioè un evento dinamico
che mette in relazione soggetti, elemen-
ti, processi. Da un lato, la strategia deve
scorso giugno da un ragazzo appartenente essere funzionale, indirizzata verso uno o
a una famiglia di giostrai al termine del più scopi; dall’altro, le sue connotazioni
suo esame di terza media nella scuola in sono variabili: il raggiungimento di un
cui insegno Musica1. Insieme al contenu- fine può infatti essere perseguito con un
to, mi sono rimaste impresse le qualità determinato approccio, ma anche median-
espressive della sua voce “nomade”, un te innesti, intersezioni, sintesi tra diverse
misto di fierezza, pacatezza e sincerità. linee metodologiche.
Nel corso del colloquio è emerso che per
il ragazzo la “lirica” è una categoria vasta, Musica e movimento: cenni teorici
che comprende tutta la musica colta. Le L’incontro tra musica e movimento,
motivazioni di tale accostamento potreb- presente da secoli nelle diverse cultu-
bero essere approfondite, ma in questa re, è la cifra della Ritmica di Émile Ja-
sede è l’approccio didattico e alcune re- ques-Dalcroze che insieme ad altri meto-
lative domande a orientare la riflessione: di storici (Orff, Kodaly, Willems, Bassi)
come avvicinare bambini e ragazzi alla condivide da un lato la considerazione
musica in modo consapevole? Come pro- dell’arte come mezzo per l’educazione
porre esperienze significative per la loro globale dell’essere umano e dall’altro
crescita globale? Come “alzare l’asticel- l’importanza dell’esperienza diretta delle
la” della cultura musicale? Questa è la varie componenti musicali che precede e
pista su cui mi muovo, con l’intento di fa scaturire la formulazione delle regole
tenere costantemente viva la mia ricerca teoriche, l’analisi e la codificazione2. La
didattica. valenza della motricità nell’esperienza
Le risposte, punti di partenza per ul- musicale è stata confermata da altri au-
teriori itinerari formativi e professionali, tori, tra cui Michel Imberty3, Carlo Del-
mi hanno portato a elaborare strategie di frati4, François Delalande5 e Anna Maria
lavoro fondate sulle relazioni tra musica Freschi6, mentre sul versante della forma-
e psicomotricità applicate nei settori so- zione e della riabilitazione motoria è nota
cio-educativo, socio-sanitario e artistico. l’incidenza degli aspetti e dei contenuti
La finalità trasversale è quella di svilup- temporali, musica compresa7.
pare la musicalità mediante la motricità e In relazione al legame mente-corpo,
viceversa, in un flusso biunivoco costante. gli ultimi cinquant’anni hanno visto in-
Il fondale su cui agisco è composto da crementare le conoscenze sul funziona-
un doppio legame: mente-corpo e musi- mento del nostro sistema nervoso e in
ca-movimento. Si tratta di una tra le pos-
sibili chiavi di lettura della formazione. 2
Jaques-Dalcroze 1986.
Se dovessi tradurre in altre parole il ter- 3
Imberty 2014.
mine metodologia, potrei usare la diade 4
Delfrati 2009.
5
Delalande 1993.
6
Freschi 2006.
1
Smim “Salvador Allende”, Ic “Leonardo da Vin- 7
Piaget 1979; Le Boulch 1996; Sacks 2008; Ca-
ci”, Senago (MI). solo 2011; Wille 2016.

n. 181 | musica domani | 17


diversi ambiti è stato messo in evidenza Ancora in ambito neuroscientifico10
il ruolo fondamentale del corpo e del mo- è stato possibile comprendere meglio un
vimento quali vettori di conoscenza e di fenomeno di cui è dotata la nostra spe-
consapevolezza. cie, cioè il Sincronismo Acustico-Motorio
Ad esempio, grazie alle neuroscienze (Sam). Vi siete mai trovati a schioccare
sappiamo che il cervello è dotato di grande le dita, battere le mani o i piedi mentre
plasticità e che la sequenza percezione/co- ascoltate la musica? Questi comporta-
gnizione/movimento rimanda a una visione menti sono possibili grazie alla capacità
semplificata del sistema motorio cerebrale; di integrare tra loro stimoli acustici e mo-
inoltre, ci è noto che la nostra specie non tricità. Il fenomeno è complesso, coinvol-
solo è dotata di razionalità pura, ma anche ge corpo e mente e può essere spontaneo o
di una comprensione pragmatica, pre-con- intenzionale. Così come per le altre moda-
cettuale e pre-linguistica, e che tale abilità lità percettive, si verifica sia se ascoltan-
(per la quale agendo comprendiamo) si si- do ci muoviamo, sia stando fermi durante
tua alla base di alcune nostre capacità di l’ascolto o solo immaginando la musica
adattamento all’ambiente, come l’imitazio- (cioè in assenza di stimoli esterni). Il
ne e l’empatia. Sam è dovuto al confronto simultaneo tra
L’azione è presente anche nei nostri gli intervalli temporali dei movimenti e
processi percettivi: gli studi in neurofisio- quelli degli eventi sonori. L’elaborazione
logia hanno permesso di sapere che ai no- comprende dati musicali e propriocettivi11
stri cinque sensi ne dobbiamo aggiungere nel quadro di un gioco continuo tra tem-
un altro, quello del movimento, e che ogni po, spazio ed energia corporea, in base al
attività percettiva (uditiva, visiva, tattile) è quale l’andamento musicale è elaborato
mediata dalla motricità. La percezione non come flusso motorio. Inoltre, il corpo è in
è solo un’organizzazione di dati, ma anche grado di interpretare approfonditamente
anticipazione di configurazioni e conse- tutti gli elementi musicali, non solo quel-
guenza delle azioni8; queste vengono in- li immediatamente percepibili (per es.
serite in un contesto di «modellamento in- scansione regolare del tempo, velocità,
terno del futuro»9, che si fonda sui mecca- accenti). Ho avuto modo di tradurre nella
nismi neurofisiologici della memoria e del pratica tali evidenze scientifiche durante
riconoscimento delle situazioni in tempo una ricerca sperimentale realizzata come
reale. La percezione, per il nostro cervello, lavoro di tesi al termine della mia forma-
è sempre multisensoriale. Sarebbe quindi zione psicomotoria12.
un errore pensare ai nostri sensi (compreso
quello del movimento) come a strumenti tra 10
Chen – Zatorre – Penhune 2006, cit. anche in
loro separati. Come nel gioco dell’oca, que- Sacks 2008.
ste considerazioni riconducono alla casella 11
Relativi a posizioni del corpo e dei suoi distret-
ti nello spazio e a velocità dei movimenti.
precedente, riconducono cioè a intrecciare 12
Si tratta di uno studio sulle strategie della per-
musica e movimento. cezione dinamica del tempo tra musica e movimen-
to che mette a confronto ragazzi e professionisti uti-
lizzando il Preludio della Suite n. 1 per violoncello
8
Berthoz 1998, p. 2. di J. S. Bach, durante esperienze di ascolto in Sam
9
Lurija 1977, cit. in Wille – Ambrosini 2005, p. e nella prassi strumentale. La tesi è stata discussa
110. presso l’Istituto di Psicomotricità di Anne-Marie

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Nello scenario teorico che ho delinea- nuti dell’intervento. Il movimento è ener-
to, la psicomotricità entra occupando una gia, si svolge nello spazio e nel tempo, ha
zona interessante, perché sonda le con- implicazioni affettive ed è cognizione. Ciò
nessioni corpo-mente avendo come ogget- significa che questi aspetti vanno studiati,
to di studio l’integrazione delle emozioni messi in relazione tra loro e correlati al
e delle funzioni della corteccia cerebrale quadro psicofisico dei diversi soggetti. Le
(memoria, attenzione, linguaggio, capacità aree sono un repertorio, un punto di rife-
di ragionamento, percezione, controllo dei rimento validato da utilizzare per la ste-
movimenti volontari) con la motricità. Si sura dei progetti psicomotori. Ognuna di
tratta di una disciplina giovane e le scuole esse è divisa in sezioni ed è bene chiarire
di pensiero sono molteplici. Tutte però at- che la suddivisione serve a indirizzare e a
tribuiscono al movimento una funzione psi- rendere efficace l’attività dello psicomo-
chica e si fondano su un approccio olisti- tricista, il quale deve intendere il soggetto
co all’essere umano. Gli ambiti di utilizzo come un tutt’uno e la metodologia come
sono prevalentemente quello socio-sanita- un sistema cablato, cioè con fili interni di
rio e socio-educativo, con un’ampia gamma collegamento.
di applicazione degli interventi; tra questi, Per ogni area si offre una panoramica
quelli relativi a: disturbi del movimento, generale (definizione, descrizione, finali-
dell’apprendimento, dello sviluppo (come tà, tecnica); per ciascuna sezione si pre-
l’autismo), ritardo mentale e alcune patolo- cisano definizione, ontogenesi (relativa
gie degenerative del sistema nervoso (come allo sviluppo dell’individuo) e indicazioni
il Parkinson o l’Alzheimer)13. tecniche (scopi e procedimenti). Le aree
La metodologia che utilizzo si basa su comprendono dunque:
due assi fondamentali, che rispondono ai - motricità (coordinazioni cinetiche
quesiti “cosa” e “come”14. e regolazioni del tono muscolare);
- schema corporeo (corpo vissuto,
Gli assi dell’azione psicomotoria: percepito e rappresentato);
cosa e come - spazialità (percezione visiva,
Cosa: sono le aree funzionali psicomo- relazioni spaziali, orientazione,
torie alle quali riferire la scelta dei conte- strutturazione);
- temporalità (espressione del tem-
Wille a Milano nel 2006. Cfr. Caputo 2011.
po, percezione uditiva, concetto
13
La fascia d’età dei soggetti che possono usu- di tempo, sviluppo di prassie,
fruire di un programma psicomotorio va dall’infan- dialogo sonoro);
zia alla vecchiezza. Un dato da tenere presente è - prassie15 (gnosie digitali16, pras-
che la formazione in psicomotricità richiede anche
la conoscenza approfondita dello sviluppo del sog-
sie con oggetti, prassie senza
getto sano, in modo da acquisire un preciso quadro oggetti, riproduzione di modelli,
di riferimento per la valutazione dei casi. In Italia, prassie e linguaggio);
le prime scuole di formazione sono nate negli anni
Settanta; attualmente convivono due figure profes-
sionali: quella dello psicomotricista e quella del 15
Azioni finalizzate al raggiungimento di uno sco-
terapista della neuro e psicomotricità dell’età evo- po.
lutiva. 16
Capacità di riconoscere e localizzare le mani e
14
Wille – Ambrosini 2005. le dita.

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- grafomotricità (espressività gra- formazioni sulla musicalità e la motricità
fica, controllo motorio del gesto, dei ragazzi, dall’altro, ad avere più chiaro
rieducazione della scrittura cor- il loro sviluppo generale e la loro intera-
siva). zione con l’ambiente fisico e sociale. La
gioia del movimento che spesso si prova
Come: consiste nell’insieme delle mo- nel Sam può essere linfa e filo conduttore
dalità interattive e comunicative dell’in- di un percorso indirizzato a diversi livelli
tervento psicomotorio. Alla conduzione di analisi e comprensione dei brani musi-
viene dedicata un’ampia e dettagliata cali, senza eludere il fatto che muoversi
parte della formazione dello psicomotri- richiede sforzo, precisione, tecnica e re-
cista perché essa è un’assunzione di re- sistenza; quindi necessita di formazione
sponsabilità nei confronti dei soggetti ac- specifica e di tempi per il recupero delle
colti in carico e presuppone un progetto, energie, il riposo, la riflessione, il silenzio.
strutturato e motivato, che si concretizza Per chiarire meglio l’approccio psico-
nella preparazione delle sedute, nella loro motorio propongo l’esempio dell’ascolto
realizzazione e nella verifica. di un brano musicale in Sam, finalizzato
La musica, insieme al movimento, è il all’esplorazione di “ingranaggi” musicali.
perno delle attività dell’area psicomotoria Questo approccio non esclude l’ascolto da
della temporalità17, e rinvia alla Ritmica fermi, anzi, le due modalità si integrano
Dalcroze. L’esperienza diretta (ascolto, tra loro. Ecco alcune possibilità di lavoro:
motricità, uso della voce e di strumenti - differenze di agogica e aspetti
musicali) è alla base della strutturazione ritmici possono essere tradotti in
del tempo, della sua misurazione e sim- coordinazioni cinetiche (marcia,
bolizzazione e della comprensione di rela- salto, corsa ecc.) e movimenti dei
zioni temporali. Il Sam di cui si è parlato è diversi distretti corporei, con ri-
inserito nella metodologia e fa parte della ferimento metodologico alle aree
sezione dell’espressione del tempo, insie- psicomotorie della motricità e
me a metrica, misura e ritmo. dello schema corporeo;
- la percezione di sfumature dina-
Psicomotricità in classe miche si può affinare mediante
Nella mia attività scolastica utilizzo un training sulla regolazione del
quotidianamente diversi aspetti dell’im- tono muscolare (aumento del
pianto psicomotorio con tutti i soggetti e tono = forte; diminuzione =
considero un insieme di elementi sonori, piano), per esempio agendo sul
motori, temporali, spaziali, cognitivi ed controllo dell’intera postura e/o
emotivi. La psicomotricità mi permette di segmenti del corpo, oppure
di integrare questo lavoro “multitraccia” sull’equilibrio;
con la metodologia scelta per promuovere - l’andamento delle linee melodi-
ulteriormente un accesso vivo e parteci- che si può esprimere con sposta-
pato alla cultura. Il processo è così teso, menti nello spazio (ubicazioni,
da un lato, a raccogliere e rielaborare in- salite, discese ecc.) o movimenti
di diversi distretti corporei, fa-
17
Wille – Ambrosini 2005; Wille 2005. cendo riferimento rispettivamen-

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te all’area della spazialità e dello - la dialettica tonica-dominante
schema corporeo; della musica tonale può essere
- l’articolazione si può rappresen- realizzata lavorando col corpo sul
tare con il carattere del flusso concetto di peso e di equilibrio
motorio (fluido e continuo = le- (tenere l’equilibrio statico = to-
gato; spezzato = staccato); nica, uscire dall’asse di equili-
- anche l’espressione “forma mu- brio = dominante), con riferi-
sicale” richiama i legami con mento incrociato alla regolazione
lo spazio, e il tempo. Si traduce del tono muscolare e allo schema
in simboli spaziali nella rappre- corporeo;
sentazione grafica, coinvolgendo - costrutti musicali come “aper-
concetti come dentro, fuori, so- tura”, “continuazione”, “chiu-
pra, sotto, direzione, dimensione. sura”, “ritorno” possono essere
Se consideriamo che Jean Piaget rappresentati con diversi profili
(1896-1980) ha affermato che il tempo motori-energetici, coinvolgendo
è lo spazio in movimento, il cerchio si tutti i parametri del movimento
chiude, ma contemporaneamente si apre, (equilibrio, regolarità, scioltezza
spostando il focus verso aspetti “dramma- e dissociazione);
tici”18: il movimento unito alla risonanza - i gesti della prassi (strumentale,
emozionale è fulcro della comprensione vocale, direttoriale) fanno riferi-
della musica, la quale «non è soltanto un mento a ciò che in psicomotricità
sonoro, è un sonoro trasformato dall’espe- si chiama spazio gestuale, che è
rienza umana […]; la musica non si fon- parte integrante della metodolo-
da su note, scale o regole di successione gia dello schema corporeo.
armonica ma su schemi che mescolano al Parole chiave come sforzo, modulazio-
sonoro il percettivo, il motorio, l’emozio- ne dell’energia, intenzionalità, direziona-
nale»19. lità, decisione, anticipazione sono comuni
Proseguo con altre esemplificazioni: a musica e movimento e l’interdisciplina-
- la regolarità della scansione tem- rità ne rafforza non solo la comprensione,
porale è fondamentale per suo- ma anche il piacere di praticarli e l’esplo-
nare e cantare insieme (anche se razione delle emozioni evocate.
non esiste solo il tempo pulsato) e Questo approccio può offrire un ul-
il nostro corpo ha una ricca gam- teriore vantaggio, cioè la possibilità di
ma di movimenti regolari, di cui variare ulteriormente le attività scolasti-
la marcia (con il movimento pen- che. Nel loro insieme le esemplificazioni
dolare delle braccia) è un caso elencate fanno affiorare tre aspetti già
tipico; accennati: da un lato l’analisi di un bra-
no è favorita da un training motorio mi-
18
La parola “dramma” deriva dal greco drama, rato che diviene mezzo di comprensione
che significa azione (da “dran”, cioè “fare”); solo teorica, sollecitando anche attenzione e
successivamente, in periodo tardo-latino, assume memoria. Dall’altro questo arricchimen-
il valore di componimento letterario destinato alla
rappresentazione sulla scena. to analitico ha positive ricadute sull’in-
19
Jean Molino, cit. in Imberty 2014, pp. 46-47. terpretazione musicale e il movimento

n. 181 | musica domani | 21


migliora le sue qualità avvalendosi della brata un’ottima chiave di accesso all’ope-
musica. ra, capace di integrare aspetti educativi e
L’osservazione psicomotoria, come si formativi specifici.
diceva, permette al docente di conoscere Ho motivato i ragazzi facendo leva
più approfonditamente ciascun soggetto e sull’avventura, raccontando di un mon-
la prassi consente a ognuno di integrare do fatto di passioni e sentimenti, perché
maggiormente le proprie diverse com- il mirabile flusso musicale disegnato da
ponenti, portando a un miglioramento Verdi si intreccia a una vivace tavolozza
dell’equilibrio psicofisico. Mediante l’u- di aspetti emotivi, psicologici e narrativi.
tilizzo del linguaggio corporeo si può in- Ho pensato di lavorare sulla capacità di
staurare una comunicazione più profonda decifrare, modulare e condividere emo-
tra docente e allievi, così come all’interno zioni, sull’intenzionalità e sul prendere
del gruppo dei pari, imparando ad avere decisioni, sull’identità e la differenza,
fiducia nelle proprie abilità e a usarle po- sulla libertà individuale e le strutture so-
sitivamente con gli altri. Il corpo, inteso ciali, sul rapporto tra natura e cultura.
come forma creativa e interattiva, può di-
venire attore di un processo volto a facili- Ritratto motorio di Rigoletto, Gil-
tare sia la costruzione che la condivisione da e del Duca di Mantova
del tempo e dello spazio20. Tutto questo va Le attività sono state strutturate in
a integrare un percorso di avvicinamento modo che i profili motori dei tre protago-
a forme culturali “lontane” dai giovani, nisti potessero essere costruiti partendo
rese più accessibili attraverso l’espe- dal proprio corpo in movimento per poi
rienza diretta, in cui ognuno può trovare via via calarsi nell’altro da sé, cioè nei tre
espressione personale e inclusione. personaggi. L’idea a cui mi sono ispirata
è quella del teatro come palestra di vita22,
Rigoletto: un melodramma tra che consente allo stesso tempo di “essere
musica e psicomotricità dentro e fuori”, cioè di vivere i personaggi
Il percorso che ora si andrà a illustra- e le loro vicende, ma anche di osservare
re si inquadra nella cornice del progetto dall’esterno, facendo affiorare la propria
“Opera domani”21 dell’AsLiCo di Como storia e trovando nelle pieghe tra la scena
che ho seguito con i miei allievi in diverse e la vita un terreno fertile di crescita.
edizioni e che si prefigge di diffondere la Queste sono state le fasi progettate:
cultura del teatro musicale tra i giovani 1. Contatto di gruppo e riscalda-
mediante la loro diretta partecipazione. mento
L’opera scelta per il 2020 è il Rigoletto di 2. Coordinazioni cinetiche sempli-
Giuseppe Verdi. ci e complesse
A scuola ho proposto la costruzione di 3. Imitazione motoria
un ritratto motorio dei personaggi princi- 4. Espressività corporea
pali: Rigoletto, Gilda e il Duca di Manto- 5. Identikit motorio dei tre protago-
va. Dar corpo ai tre protagonisti mi è sem- nisti e creazione scenica

20
Martinet 1992.
21
http://operadomani.org/ [consultato il 10/11/19]. 22
Delfrati 2010, p. 24.

22 | musica domani | n. 181


1. Contatto e riscaldamento23 4. Espressività corporea25
L’obiettivo è quello di creare un clima Le attività sono state progettate come
positivo all’interno del gruppo, osservare training al fine di entrare emotivamente
le dinamiche interattive, riscaldare i vari nei personaggi con il corpo e con la voce.
distretti corporei ampliandone il reperto- Offrono inoltre la possibilità di realizzare
rio cinetico, introdurre il tema senza un osservazioni su aspetti emotivo-affettivi,
immediato impegno adattivo da parte dei in particolare sulla capacità di regolare
ragazzi. L’area psicomotoria che sottende le emozioni e di porsi a distanza per me-
gli esercizi è prevalentemente quella del- glio rappresentarle. L’area psicomotoria
lo schema corporeo, cioè «la percezione e principalmente interessata è quella dello
la rappresentazione del corpo che consen- schema corporeo. Spazialità e tempora-
te di usarlo, il corpo, in modo appropriato lità sono in secondo piano, ma vengono
per i diversi compiti cui è sollecitato. È la comunque sollecitate: ubicazione (essere
coscienza del corpo»24. in un punto preciso) e direzione del movi-
mento per la prima; successione e simul-
2. Coordinazioni cinetiche taneità per la seconda.
Il fine è di arricchire il repertorio
motorio dei ragazzi. L’area psicomotoria 5. Identikit motorio dei tre protagonisti
maggiormente sollecitata è quella della e creazione scenica
motricità: coordinazioni cinetiche (per es. Unire sapere e saper fare, per avvici-
camminare, saltare) e regolazioni toniche narsi “in carne e ossa” ai tre protagonisti.
(tenuta dell’equilibrio). Inoltre: spazialità Viene sollecitata la capacità imitativa ed
(direzioni), temporalità (velocità diverse, empatica, la creatività, l’improvvisazione,
durata, successione degli eventi). Viene insieme alla ricerca di situazioni comiche.
sollecitata la capacità creativa, con l’in- Gli esercizi permettono anche di osservare
venzione di un’andatura “personalizzata”. le dinamiche interattive di gruppo. L’area
psicomotoria principalmente interessata è
3. Imitazione quella dello schema corporeo; inoltre, si
“Farsi specchio dell’altro” con due affiancano la capacità di mettere in ordine
esercizi diversi. Il primo richiede mol- e in relazione gli eventi principali della
ta precisione nell’imitazione; il secondo trama, nonché di sintetizzare le caratteri-
sollecita la capacità di “caratterizzare” stiche dei personaggi.
aspetti motori di un soggetto, con il corpo
e con la voce. Le aree psicomotorie sullo Durante l’insieme delle attività, sono
sfondo sono: schema corporeo (spazio ge- stati scelti alcuni brani dall’Opera: Sì,
stuale, distretti corporei, espressività mo- vendetta, tremenda vendetta (duetto Ri-
toria e vocale); temporalità (simultaneità goletto-Gilda)26, La donna è mobile (Duca
e successione degli eventi).
25
Ci si riferisce all’uso intenzionale dell’espres-
sività corporea nella manifestazione delle emozioni
e nei processi di simbolizzazione. Cfr. Wille – Am-
23
Una scheda didattica a integrazione di quanto brosini 2005, p. 149.
illustrato è disponibile su www.musicadomani.it 26
https://www.youtube.com/watch?v=3VblM-
24
Cfr. Wille – Ambrosini 2005, p. 132. MVOpNs [consultato il 30/11/2019]. Il brano è

n. 181 | musica domani | 23


di Mantova)27 e Bella figlia dell’amore Rigoletto nei confronti del Duca e l’im-
(quartetto Duca di Mantova, Maddalena, plorazione al perdono da parte di Gilda)
Gilda, Rigoletto)28. Qui la musica fa emer- da un lato ha attivato l’attenzione e soste-
gere con ricchezza caratteristiche, emo- nuto la motivazione dei ragazzi, dall’altro
zioni, sentimenti e punti di vista dei tre ha incrementato la comprensione delle
protagonisti e insieme al testo consente di “ragioni” compositive. Nella cabaletta,
cogliere con immediatezza i nuclei nar- la figlia riprende la melodia del padre,
rativi centrali per la comprensione della alla sottodominante, ma l’imitazione av-
vicenda. viene in un flusso energetico incalzante
e inquieto che segna l’incomunicabilità
Riflessioni conclusive tra i due e sfocia nell’infausta determina-
L’esperienza motoria della musica zione paterna. I corpi hanno interpretato
permette di creare un ponte tra i vissuti la complessità “traducendo” gli aspetti
musicali dei ragazzi e la musica “colta”. emotivi in elementi sintattici (carattere
Dar corpo ai tre protagonisti sembra essere dell’imitazione e dell’articolazione, dire-
un valido ponte di aggancio verso l’opera zionalità del flusso, tensione-distensione,
verdiana e l’uso del movimento può essere dinamiche) e formali (scansione di frasi
ottima strategia anche per la prosecuzione e periodi), mediando tra le diverse di-
del percorso: sia come strumento per inte- mensioni musicali, vissute globalmente,
grare il training di preparazione al canto e con interazioni costanti. L’ascolto è stato
alla prassi strumentale, che come mezzo sostenuto da «un’intuizione iniziale, un’e-
di analisi musicale e tecnica per attività mozione personale che [...]» ha conferito
di composizione. «all’insieme un’unità, una continuità, “un
Il monitoraggio delle attività ha testi- movimento”, un senso, qualcosa che non
moniato un incremento delle competenze fa più parte della conoscenza astratta»29,
specifiche, motorie e musicali. L’imme- e ha connotato la percezione di un flus-
diata espressione corporea delle emozio- so (musicale) mediante un diverso flusso,
ni, l’interpretazione delle caratteristiche quello motorio. La motricità si è rivelata
dei personaggi e il lavoro tecnico moto- essere un crocevia sia per l’intuizione del-
rio-musicale hanno permesso di accostar- la narrazione musicale che per l’approfon-
si con facilità all’espressività del tessuto dimento analitico.
sonoro, rendendo possibile un progressivo È importante sottolineare ancora che il
approfondimento dello studio di aspetti legame movimento/analisi sarebbe da in-
drammaturgici e compositivi. Ad esem- tendere sia come sequenza vettoriale che
pio, durante l’ascolto della cabaletta del come circolarità: si potrebbe, da un lato,
secondo atto, vivere col corpo la rabbia partire dal corpo per giungere all’analisi
vendicativa e il suo doppio (cioè l’ira di musicale; dall’altro utilizzare tale con-
sapevolezza analitica (che parte da una
incluso nell’elenco dei canti che i ragazzi devono mediazione motoria) per migliorare il mo-
conoscere per il progetto “Opera Domani”. vimento, inteso sia come attività musicale
27
https://www.youtube.com/watch?v=wKo- – ad esempio nella prassi interpretativa
a3BHHbB8 [consultato il 30/11/2019].
28
https://www.youtube.com/watch?v=lj-
Qo5JHRtgU [consultato il 30/11/2019]. 29
Imberty 2014, p. 46.

24 | musica domani | n. 181


– che come funzione generale. Durante le Bibliografia
attività ho osservato altresì un migliora- Alain Bertoz, Il senso del movimento, Mc-
Graw-Hill Libri Italia, Milano 1998.
mento dei parametri cinetici e delle aree
Antonella Caputo, Ascoltare (e analizzare) con il
psicomotorie sperimentate, prospettiva da corpo, in Scuola d’ascolto, scuola in ascolto, Atti
approfondire nella prosecuzione del per- delle Giornate di studio sulla didattica dell’a-
corso didattico. scolto per la scuola primaria (Alessandria, 12-
Un altro aspetto rilevato è che l’espe- 13 aprile 2011), a cura di S. Chiesa, Edizioni
rienza diretta ha facilitato la comprensio- dell’Orso, Alessandria 2011, pp. 101-111.
ne del testo e la memorizzazione di signi- Francesco Casolo, Didattica delle attività mo-
torie per l’età evolutiva, Vita e pensiero, Milano
ficati relativi a parole o espressioni desue- 2011.
te, come ad esempio “desìo” o “vegg’io”. Julian L. Chen – Robert J. Zatorre – Virginia
Questo è, in embrione, un elemento che B. Penhune, Interactions between auditory and
potrà incrementare la riflessione sui lega- dorsal premotor cortex during synchronization to
mi tra musica e libretto, nonché su aspetti musical rhythms, “NeuroImage”, 32, 2006, pp.
linguistici generali, creando nuove occa- 1771-1781.
François Delalande, Le condotte musicali,
sioni sia per l’ampliamento del lessico
Clueb, Bologna 1993.
che per la cura delle modalità comunica- Carlo Delfrati, Il maestro ben temperato, Curci,
tive ed espressive. Milano 2009.
La relazione tra musica e movimento – , (a cura di), I giovani e l’opera lirica. Indagine
ha favorito l’espressione di sé, individuale sulle azioni dei teatri europei per avvicinare i gio-
e collettiva allo stesso tempo, attestando vani all’opera lirica, Accademia del Teatro alla
Scala, Milano 2010.
un incremento della capacità di progetta-
Anna Maria Freschi, Movimento e misura, Edt,
re e condividere esperienze; l’utilizzo di Torino 2006.
tecniche espressive motorie ha avuto l’ef- Michel Imberty, Musica e metamorfosi del tempo,
fetto di migliorare l’equilibrio psicofisico Lim, Lucca 2014.
dei ragazzi, favorendo l’interazione tra le Émile Jaques-Dalcroze, Il ritmo, la musica e l’e-
loro diverse facoltà. ducazione, Eri, Torino 1986 (ed. or. 1920).
Il linguaggio corporeo, che è dotato Jean Le Boulch, Lo sviluppo psicomotorio dalla
nascita a 6 anni, Armando, Roma 1996.
di una propria identità, potrebbe essere Aleksandr R. Lurija, Come lavora il cervello, Il
strumento per avvicinare con naturalezza Mulino, Bologna 1977.
la cultura, cioè mezzo per facilitarne l’ac- Susanne Martinet, La musica del corpo, Erick-
cesso e approfondirne la conoscenza. Per son, Trento 1992.
fare in modo che l’affermazione «A me Jean Piaget, Lo sviluppo della nozione di tempo
piace la lirica!» possa conservare la gio- nel bambino, La Nuova Italia, Firenze 1979.
Oliver Sacks, Musicofilia, Adelphi, Milano
iosa vertigine di una giostra e allo stesso
2008.
tempo suggerire lo slancio per una mag- Anne-Marie Wille, La musica nella terapia psi-
giore consapevolezza. comotoria, Erickson, Trento 2016.
– , Il corpo musicale. Riflessioni sulla musica e
sul movimento, Armando, Roma 2005.
Anne-Marie Wille – Claudio Ambrosini, Manua-
le di terapia psicomotoria dell’età evolutiva, Cuz-
zolin, Napoli 2005.

n. 181 | musica domani | 25


Corpi Sonanti.
Ripensare
l’orchestra
Intervista a
Gabrielangela
a cura di Roberto Neulichedl Spaggiari

Come suona un’orchestra in cui gli esecutori si muovono nello spazio? Il


progetto qui raccontato e documentato, che viene proposto da anni presso
l’Issm “Peri-Merulo” di Reggio Emilia in collaborazione con Aterballetto,
dimostra che un’esperienza di questo tipo rappresenta un’occasione
insostituibile per far crescere musicalmente degli adolescenti in
formazione, per far scoprire loro potenzialità espressive, di relazione e di
ascolto, per costruire una performance di qualità.

Parole chiave: orchestra – movimento – ascolto – ricerca – interdisciplinarità

How does an orchestra play if its musicians move through the space?
The “Peri-Merulo” Institute of Reggio Emilia and Aterballetto have
been collaborating for many years, proposing a project in this sense. Our
presentation and documentation show that such an experience is a unique
opportunity to enhance the musical growth of a group of teenagers, letting
them discover their own expressive, relational and listening potential,
and thus achieving a high-quality performance.

Keywords: orchestra – movement – listening – research – interdisciplinarity


Q uando si pensa all’orchestra, si
pensa, come avrebbe detto Pes-
soa, a “una sola moltitudine”: tanti corpi
di “abbandonare il leggìo” (quale gesto di
ribellione e sfida artistica) trova gloriose
premesse in tutta la corrente di sperimen-
in un sol corpo. Non “di ballo”, in questo talismo del teatro strumentale inaugurata
caso, bensì “sonante”. Un corpo che “ep- già nella seconda metà degli anni Cin-
pur si muove”: come un’entità magma- quanta del secolo scorso da compositori
tica. L’orchestra – e con lei ovviamente pionieri, quali (per citarne uno) Mauricio
ciascuna sua cellula – si pone appunto in Kagel3. Si tratta di lavori spesso al limite
moto: per suonare, per trasformare l’ener- del provocatorio ma che, sull’onda di una
gia cinetica in energia sonora, in suono. spasmodica ricerca d’incontro tra più lin-
Se un’orchestra è in movimento, dunque, guaggi artistici, danno luogo a happening
lo è perché necessariamente (come ci ha performativi che si collocano in promet-
insegnato molto bene Émile Jaques-Dal- tenti zone di confine tra le arti e il loro
croze1) il suono è movimento. proprium espressivo. Una tendenza della
Tuttavia l’orchestra reca con sé anche ricerca artistica che ha caratterizzato tutto
un’idea di statico, d’immobile, di paludoso. il corso del Novecento e che ha condotto
Se si sposta, soprattutto se cammina, allora molti artisti a intersecazioni tra linguaggi.
si trasforma giocoforza in una banda; persi- Si pensi alla poesia sonora dei futuristi, a
no comica se a muoversi dovessero essere i Fluxus, il gruppo di artisti degli anni Ses-
nobili e salottieri strumenti ad arco, oltre ai santa pionieri nell’interazione fra diversi
consueti strumenti a fiato (legni e ottoni) e media e discipline, per approdare – in
a qualche sparuto strumento a percussione tempi a noi più vicini – a nuovi sconfina-
(grancassa, piatti, rullante e glockenspiel menti inter-artistici quali il Tanztheater di
da parata). Sin qui la tradizione. Pina Bausch che rappresenta la matrice
Da qualche tempo, però, la cari- espressiva di ciò che oggi definiamo, ap-
ca energetica dei giovani venezuelani punto, teatrodanza.
dell’orchestra “Simón Bolívar” ci ha Corpi Sonanti si pone dunque nel solco
abituati a bis nel corso dei quali anche di una lunga tradizione attenta alla dimen-
i contrabbassi ruotano danzanti. Si tratta sione performativa dello sperimentalismo
di gioiose esplosioni di colore (oltre che musicale. È un progetto che tenta di guar-
ormonali) che dinamizzano un fenomeno dare oltre il divertimento e la mera strizzata
altrimenti giudicato stantìo. E allora la d’occhio al pubblico in cerca di novità o
voglia di muoversi e di ballare contagia
anche lo spettatore più impietrito. merata e il coreografo, acrobata e regista Yoann
Ma a ben vedere, a parte le (neces- Bourgeois: https://www.youtube.com/watch?-
sariamente) semoventi bande paesane, v=p3BZpJw0Ioo [consultato il 23/11/2019].
le cariche energetico-motorie delle or- 3
Esempio di esplorazione della materia sonora
nello spazio è Pas de cinq (1964), scena “deam-
chestre giovanili venezuelane e alcune
bulante” per cinque camminatori con bastone, che
più recenti sperimentazioni interartisti- trova oggi eco teatrale e musicale nelle gestualità
co-performative2, va ricordato che l’idea ritmiche de I Funerali Dell’Anarchico Serantini
(2008) di Francesco Filidei. Ma, volendo, anche
l’Helicopter String Quartet di Karlheinz Stockhau-
1
Jaques-Dalcroze 1986; Martinet 2008. sen certo non scherza in quanto a sperimentalismo
2
Si veda la collaborazione tra la Geneva Ca- estremo nel porre musicisti in movimento.

n. 181 | musica domani | 27


di maggior partecipazione attiva. Promette passa a un ascolto guidato. L’ascoltatore
invece di superare le mode e le “posture”. deve comunque rimanere colpito in primo
Si muove (il progetto con la sua orchestra) luogo dall’esecuzione musicale».
in zone artistiche liminari e, soprattutto, in «Il pubblico, a mio parere, potrebbe
zone di confine del suono stesso, dell’atto rimanere colpito dai movimenti d’insieme
per produrlo e del suo ascolto, per poterne e dall’interazione fra musica e gesti. Ciò
così cogliere il significato più vero e pro- richiede un ascolto più attento e un pub-
fondo. Corpi, certo, in movimento. Ma per blico partecipe».
mettere in moto modi d’ascolto e di pensie- «Il pubblico che vede e ascolta, non
ro. A differenza di altri progetti in apparen- avendo dovuto lavorare per mettere in pie-
za analoghi (si pensi ai violini danzanti del di lo spettacolo, non è in grado di godere
Conservatorio di Losanna4, con cui sono appieno dell’esecuzione. Comunque, rie-
condivisi forse alcuni obiettivi formativi sce a cogliere la volontà dei musicisti di
importanti quali la coordinazione ritmi- fondere musica e danza e da queste rima-
co-motoria, l’ascolto reciproco ecc.) Corpi ne colpito».
Sonanti si pone obiettivi di ricerca al con- «Credo che il pubblico rimanga colpi-
tempo artistica e didattica per certi versi to principalmente dal fatto che degli stu-
speciali, forse unici. denti di Conservatorio riescano a suonare
A darne testimonianza sono anche le e a eseguire “coreografie” in uno stesso
parole dei ragazzi interrogati sulla loro momento».
esperienza. Ecco, in ordine sparso, alcu- «Gli strumenti e la nostra presenza di
ne risposte alla domanda «Da cosa pen- musicisti in veste di “attori”: il pubblico
si possa rimanere colpito il pubblico che è più attento».
vede e ascolta un’esecuzione di questo «Sicuramente il pubblico può ascolta-
tipo? Pensi che possa essere diverso il suo re in modo diverso rispetto a un normale
modo di ascoltare?»5: concerto, perché le scene che la musica
«Penso che il pubblico possa rimanere descrive sono rese visivamente».
colpito a vederci suonare in un modo di- «Penso che il pubblico che vede e
verso dal solito, non tradizionale». ascolta una performance così possa esse-
«Credo che la rappresentazione sce- re più coinvolto e colpito per l’originalità
nica serva ad accompagnare la musica della cosa. Secondo me il modo di ascolta-
in modo da rendere più evidente il si- re è un po’ meno intenso perché c’è anche
gnificato profondo; dunque credo che sia da vedere».
questa la differenza nel modo di ascoltare «Sicuramente il modo di ascoltare del
del pubblico: da un ascolto autonomo si pubblico è diverso rispetto a quello nostro
che suoniamo».
«Da quello che ho sentito, per chi
4
Una illustrazione del progetto Les Violons Dan-
ascolta è un’esperienza nuova; lo stupisce
sants si trova in Strinning 2012. Cfr. anche www.
tinastrinning.ch e il canale www.youtube.com/ il fatto che noi riusciamo a coordinare me-
channel/UC48AVlw7Ml9jvPyaarCug9w [consultati moria, movimento e l’atto di suonare».
il 04/11/2019]. «Si concentra di più sui movimenti
5
Le risposte al quesito (insieme ad altre) sono nello spazio e sull’immaginare cosa noi
state raccolte in forma anonima per lasciare mag-
giore libertà di espressione ai giovani strumentisti.
stessimo dicendo».

28 | musica domani | n. 181


«Sì, ciò può andare a discapito però le), può attivare un ascolto più emotivo e
della musica, perché il pubblico è con- coinvolgente. Con Corpi Sonanti ho intra-
centrato maggiormente sui movimenti». visto un mondo nuovo, un varco entro cui
«Il pubblico, essendo abituato a ve- fare ricerca e sperimentazione, uno spazio
derci suonare statici, è colpito dal movi- per “ripensare l’orchestra”.
mento».
Di questa esperienza, infine, Gabrie- RN: Quali sono i problemi messi in
langela Spaggiari, ideatrice e curatrice evidenza da un percorso per alcuni aspetti
del progetto per l’Issm di Reggio Emilia molto inconsueto nelle pratiche di musica
e Castelnovo ne’ Monti (in collaborazione d’insieme, soprattutto in un organico ab-
con il coreografo Arturo Cannistrà, del- bastanza ampio?
la Fondazione Nazionale della Danza di GS: Innanzitutto vi è il problema
Reggio Emilia), nell’intervista che segue della memorizzazione dei brani orche-
restituisce un quadro fresco e in progress. strali, dato che nelle nostre performance
cerchiamo di usare il meno possibile il
RN: Tra gli obiettivi principali perse- leggìo. Lo studio delle parti musicali ne-
guiti dal laboratorio Corpi Sonanti vi era cessita di un percorso particolare: in un
quello di accrescere le capacità relaziona- primo momento proponiamo laboratori di
li/comunicative mediante un’innovativa ascolto per facilitare la memorizzazione
pratica musicale d’insieme per grandi en- uditiva complessiva del brano; in seguito
semble strumentali, tra i cui presupposti vi i ragazzi, dopo aver fatto con me l’analisi
era quello di far vivere l’esperienza dell’or- della partitura e aver individuato duran-
chestra in modo più creativo e dinamico, te l’ascolto alcune strutture musicali e il
superando la fissità delle posizioni e la loro sviluppo, sono invitati dal coreografo,
staticità dell’orchestra tradizionale. In che Arturo Cannistrà, a inventare e produrre
misura l’esecuzione e l’interpretazione di estemporaneamente delle gestualità. Pa-
brani musicali orchestrali muovendosi nel- rallelamente viene iniziato lo studio delle
lo spazio (potremmo dire abbandonando il parti con gli strumenti: prima a sezioni e
leggìo) si è rivelata una carta vincente del poi con l’orchestra. Nella fase finale, du-
progetto? rante la creazione della performance, i
GS: Penso che la carta vincente di ragazzi alternano momenti di prova con e
questo progetto sia stata d’intuire che l’u- senza lo strumento musicale.
so di una semplice gestualità espressiva, Un’altra problematica è quella dell’e-
mostrata coralmente durante l’esecuzione secuzione senza il supporto del direttore.
strumentale, avrebbe potuto amplificare e Per ottenere buoni risultati è necessario
dare più forza al senso musicale. Effetti- sviluppare un tipo di ascolto che comporta
vamente i giovani esecutori, coinvolgendo l’acquisizione di due basilari tipi di com-
anche il movimento nella performance, petenze. La prima competenza consiste in
possono trovare nel proprio corpo uno una sorta di “empatia performativa”. Ogni
strumento in più per esprimere la loro ragazzo infatti, pur trovandosi in uno spa-
interpretazione, mentre il pubblico, se- zio inconsueto e assumendo varie posture
guendo visivamente anche nello spazio (ad esempio suonando con le spalle gira-
un’altra forma (assieme a quella musica- te, seduto a terra ecc.), deve poter contare

n. 181 | musica domani | 29


sullo sguardo e/o il respiro dei compagni. nazione da parte delle sezioni orchestrali
Anche per questo motivo sono importanti solitamente più problematiche (quali gli
i laboratori iniziali sul movimento, perché archi ad esempio)6?
consentono di consolidare l’affiatamento GS: La semplicità delle gestualità ri-
imparando a conoscersi e ad ascoltarsi at- chieste non può compromettere la postura
traverso il contatto fisico e visivo tra tutti dello strumentista; anzi la rende più di-
gli esecutori. namica, flessibile, perché è funzionale al
La seconda competenza da acquisire senso musicale che si vuole esprimere.
riguarda la conquista di autonomia duran- Al contrario una postura statica e fissa,
te l’esecuzione. Ogni ragazzo, muovendo- che non interagisce con l’interpretazione,
si e cambiando la propria posizione nello può creare rigidità e appiattimento delle
spazio durante la performance, ha la pos- sfumature timbriche. Anche l’intonazione
sibilità di suonare vicino a strumenti sem- può migliorare, perché nulla di ciò che
pre diversi. Questo tipo d’insolita espe- riguarda l’emissione o la tecnica strumen-
rienza timbrica affina l’ascolto reciproco tale è fine a se stessa, ma tutto deve mira-
e contribuisce, oltre che a perfezionare re, insieme al gesto e alla postura, a dare
l’intonazione, a sviluppare una maggiore espressività all’interpretazione.
autonomia nell’esecuzione. Infatti, grazie
a questo “dinamismo spaziale”, è possi- RN: Il progetto si è posto l’obiettivo
bile memorizzare più facilmente le parti di accrescere la consapevolezza corporea
orchestrali degli altri strumenti, conqui- finalizzata alle potenzialità espressive dei
stando maggior sicurezza e disinvoltura gesti e delle posture in relazione all’inter-
nella gestione dell’esecuzione. pretazione musicale e alla performance.
La direzione sperimentata quali risultati
RN: Corpi Sonanti, pare quindi di ca- ha evidenziato, anche al fine di formare un
pire, ha scommesso su tre aspetti nel loro musicista competente sia nel campo profes-
insieme decisamente rivoluzionari: a) la sionale che amatoriale?
possibilità di affrontare l’esecuzione di GS: Il risultato di questi quattro anni
grandi pagine orchestrali facendo ricorso di laboratorio ha sicuramente influito sul-
in buona parte alla memoria (prassi soli- la formazione musicale dei ragazzi. Ognu-
tamente riservata ai solisti) in luogo della no di loro ha acquisito nuove competenze
lettura davanti alla propria parte, al pro- musicali: quelli che proseguono gli studi
prio leggìo; b) la possibilità di esecuzioni musicali professionali avranno alle spalle
mobili nello spazio, dunque con modi di un percorso formativo più ricco e comple-
ascolto del tutto inusuali delle altre par- to, considerato che questo tipo di compe-
ti di cui si compone un’opera musicale; tenza (nonostante nei percorsi dell’Afam
c) il fatto che l’abituale centralità data siano previsti moduli di Consapevolezza
alla figura del direttore sia qui completa- ed Espressione corporea) è purtroppo –
mente stravolta, poiché sostituita da una forse ingiustamente – poco considerata
sorta di auto-direzione collettiva. Come ai fini della preparazione accademica.
è stato possibile realizzare tutto ciò senza
rinunciare a un’esecuzione pulita e spesso 6
Cfr. la documentazione elencata nella sezione
impeccabile proprio sul versante dell’into- Document/Azioni su www.musicadomani.it.

30 | musica domani | n. 181


Sicuramente potrà tornare utile nella car- Quali resistenze ha trovato dunque il
riera professionale: si pensi alle forme di progetto tra i suoi principali destinatari?
teatro musicale o anche alle performance GS: Sinceramente non ho mai incontra-
di musica contemporanea che prevedo- to resistenze da parte dei ragazzi perché, a
no spesso il significativo coinvolgimento differenza di molti loro compagni di scuo-
del corpo. È però importante sottolineare la, sono abituati già dall’infanzia a vivere
che l’esperienza di Corpi Sonanti mette in esperienze espressive: prima nei corsi di
campo anche finalità educative importanti Propedeutica (dove il corpo è considerato
per tutti i ragazzi: lavorare insieme con la un irrinunciabile alleato della musica), poi
musica, coinvolgendo anche il corpo a fini suonando nelle orchestre giovanili. È un
espressivi, contribuisce a migliorare le re- aspetto decisivo, questo: nel nostro Istituto
lazioni e la capacità di collaborare con gli i giovanissimi musicisti incominciano su-
altri. Non va dimenticato che il passaggio bito a suonare in contesti orchestrali; per
dalla preadolescenza all’adolescenza co- questo oggi il “Peri-Merulo” ha al proprio
stituisce un periodo molto critico, in cui interno cinque orchestre distinte per fasce
è proprio il corpo a trovarsi al centro del d’età e per competenze strumentali. A faci-
cambiamento e del disagio che ne deriva. litare inoltre questo tipo di approccio con
il corpo è, come già ho detto, l’uso di ge-
RN: Proprio la fascia adolescenziale stualità che esulano da una tecnica speci-
(e preadolescenziale) è spesso caratteriz- fica e che sono alla portata di tutti. Sin dal
zata dal fatto che non sempre si è disposti primo momento facciamo capire loro che
a mettersi in gioco attraverso l’espressione non devono imparare a danzare, ma che è
del proprio corpo. Dalle testimonianze dei importante invece “risvegliare” il corpo al
giovani strumentisti, raccolte grazie alla fine di renderlo più partecipe dell’interpre-
rilevazione qualitativa di cui si è riportato tazione musicale. Inoltre, anche i risultati
qualche stralcio nell’introduzione a questa positivi ottenuti ogni volta dalle performan-
intervista, emerge una certa sorpresa: «era ce finali contribuiscono a motivare i ragazzi
qualcosa di nuovo ed estraneo»; «è piuttosto e a stimolarli nella loro personale ricerca
inusuale per un musicista dover suonare e espressiva.
doversi muovere nello spazio contempora-
neamente»; «lo studio musicale a cui sono RN: Gli aspetti innovativi concernen-
abituato è piuttosto statico»; «in genere ti le prassi esecutive musicali non sempre
s’impara a suonare in una posizione fis- sono accolti con entusiasmo negli ambien-
sa e precisa»; «quando mi sono iscritto al ti conservatoriali. Come è stato recepito il
“Peri” non avrei mai pensato di arrivare a progetto tra i colleghi del tuo Istituto?
fare un’esperienza così innovativa»; «erava- GS: La realtà delle orchestre giovani-
mo i primi in tutta Italia che lavoravamo li dell’Istituto che coordino da quindici
a questo progetto, quindi non sapevo cosa anni – supportata anche dal contributo
mi avrebbe aspettato»; e, infine, «più che dei docenti di strumento con i quali la-
sorpreso mi ha terrorizzato! L’idea di dover voro in équipe – ha creato un rapporto di
suonare muovendomi in uno spazio (e per di stima e fiducia reciproca. Corpi Sonanti è
più suonando i pezzi a memoria!) mi man- stato sostenuto sin da subito dai direttori
dava in crisi…». che si sono succeduti nel nostro Istituto

n. 181 | musica domani | 31


e, proprio perché è un progetto di ricerca RN: Nelle ultime produzioni un ruo-
e sperimentazione, concorre a realizzare lo centrale sembra aver assunto la tema-
una delle missioni portanti delle Istituzio- tizzazione della performance e, dunque,
ni di Alta Formazione. Anche la Fonda- l’attenzione alla “drammaturgia”. Anche
zione Nazionale della Danza Aterballetto, l’aspetto improvvisativo (tra gli obiettivi
con la quale collaboriamo in uno stretto formativi del progetto) sembra pian piano
scambio di idee e riflessioni, ha mostra- farsi strada. Quali nuove sfide attendono
to interesse e dato sostegno al progetto Corpi Sonanti e a quali prospettive di la-
proprio per il suo carattere innovativo e voro e di indagine guarderà il progetto?
sperimentale. Non va inoltre dimentica- GS: Ogni performance prevede una
to anche il consenso e la partecipazione “regia musicale”. Nelle prime produzioni
delle famiglie, che sono andati crescendo. di Corpi Sonanti la mia preoccupazione
Con tutta evidenza i genitori stessi perce- era focalizzata soprattutto sul collegamen-
piscono non solo le valenze educative del to tra i brani musicali, principalmente per
progetto ma, durante gli spettacoli, anche evitare vuoti e cali di tensione. Per questo
il manifestarsi di inaspettate potenzialità motivo ho scelto spesso d’inserire momen-
espressive dei loro ragazzi. ti d’improvvisazione, utilizzando elementi
del brano che poi verrà eseguito o altri ma-
RN: Gli aspetti innovativi sopra eviden- teriali totalmente nuovi. Negli ultimi due
ziati sono quindi riusciti a “far breccia” anni, con l’esperienza acquisita, ho capito
e a integrarsi all’interno di progetti sulla che un’idea tematica forte può essere fonte
musica d’insieme maggiormente ancorati di ispirazione e garanzia di coerenza anche
alla tradizione? per la costruzione drammaturgica della
Forse non tutti i docenti del nostro performance, nell’insieme delle modalità
Istituto hanno avuto modo di cogliere gli espressive che l’attraversano e la compon-
aspetti innovativi di Corpi Sonanti (credo gono.
in parte per scarsa conoscenza diretta del Quest’anno, ad esempio, abbiamo af-
progetto). Ma ciò che è evidente agli oc- frontato la tematica ecologica. Analizzan-
chi di tutti è che i ragazzi sono molto più do il canto delle balene e sperimentando
maturi musicalmente. D’altra parte, nei la sua interazione con musiche di Brahms,
concorsi per orchestra, i nostri studenti Wagner e Čajkovskij, ho intuito che que-
spesso si posizionano tra i primi selezio- sta fusione avrebbe potuto creare un forte
nati. Alcuni di loro, dopo l’esperienza di impatto emotivo. Questa idea ha permes-
Corpi Sonanti, hanno intrapreso anche lo so di strutturare una drammaturgia dello
studio di altre arti performative (il musi- spettacolo tenendo fermo un preciso filo
cal, il teatro). Sarebbe auspicabile pensa- conduttore: ho immaginato di progettare
re a un’integrazione tra questo progetto e una sorta di composizione in cui combi-
le attività di musica d’insieme nei corsi nare e controllare i diversi elementi musi-
Afam. Non escludo infatti d’intrapren- cali. La costruzione della gestualità corale
dere anche questa strada in un prossimo si è sviluppata in rapporto a questa dram-
futuro. Purtroppo, per il momento, l’espe- maturgia e regia musicale.
rienza di Corpi Sonanti si conclude prima Nel progetto del prossimo anno sto
dell’accesso al Triennio. immaginando l’utilizzo di testi poetici

32 | musica domani | n. 181


per introdurre anche l’uso della parola e Riferimenti bibliografici
della voce nelle sue diverse possibilità Émile Jaques-Dalcroze, Il ritmo, la musica e l’e-
ducazione, a cura di L. Di Segni-Jaffé, Eri, To-
espressive (cosa peraltro già sperimentata
rino 1986. Ristampa Edt, Torino 2008 (ed. or.
in piccolissima parte in una delle perfor- 1965).
mance). Probabilmente lavoreremo con il Jane W. Davidson – Jorge S. C. Correia, Corpo e
contributo di un drammaturgo. In futuro, movimento nell’esecuzione musicale, in J. Tafuri
mi piacerebbe esplorare altri campi d’in- e G. McPherson (a cura di), Orientamenti per la
dagine, come ad esempio il rapporto con didattica strumentale. Dalla ricerca all’insegna-
le arti visive e plastiche, la vita del mondo mento, Lim, Lucca 2007.
Susanne Martinet, La musica del corpo, Erick-
vegetale, animale, minerale, il mondo im- son, Trento 1992.
maginario dell’infanzia, perché credo che – , Esplorare il pensiero di Jaques-Dalcroze, Pro-
l’incontro del linguaggio musicale con al- getti Sonori, Mercatello sul Metauro 2008.
tri mondi possa essere, oltre a una fonte Roberto Neulichedl, Music-attanti: no verbal?, in
d’ispirazione, anche un modo per produrre C. Delfrati (a cura di), Musica in scena. Il teatro
cambiamenti e innovazioni. Corpi Sonan- musicale a scuola, Edt, Torino 2003.
Tina Strinning, Les Violons Dansants, in M. Ba-
ti, come dicevo, ha aperto un varco, uno
roni (a cura di), Prima la pratica e poi la teoria,
spazio per la ricerca e la sperimentazione. “Quaderni della Siem” n. 26, 1/2, 2012, pp. 69-
L’obiettivo è quello di cercare di aprire e 85.
offrire nuovi mondi e spazi di ascolto.

n. 181 | musica domani | 33


Il tocco
del suono.
La Ritmica
Dalcroze
come pratica
a cura di Lara Corbacchini somatica

Viene qui sintetizzato un articolo di Karin Greenhead e John Habron dal


titolo The touch of sound: Dalcroze Eurhythmics as a somatic practice1.
Gli autori presentano l’attuale pratica della Ritmica come una “pratica
somatica” (somatic practice). In essa sono centrali il movimento, lo spazio,
la sensazione, la presenza, il contatto e l’improvvisazione; in particola-
re questi ultimi due elementi consentono di esplorare la natura “tattile”
della visione e del suono così come si manifestano nella Ritmica Dalcroze.
Parole chiave: Ritmica Dalcroze – movimento – improvvisazione – pratica somatica – contatto

We summarize here Karin Greenhead’s and John Habron’s article The


touch of sound: Dalcroze Eurhythmics as a somatic practice. The authors
introduce the current practice of Eurythmics as a somatic practice built
around the notions of movement, space, sensation, presence, touch and
improvisation. The last two aspects in particular lead to the analysis of
the haptic nature of vision and sound as they are manifest in Dalcroze
Eurhythmics.
Keywords: Dalcroze Eurhythmics – movement – improvisation – somatic practice – contact

1
In “Journal of Dance & Somatic Practices”, volume 7 (1), pp. 93-112. DOI: 10.1386/jdsp.7.1.93 (2015).
Anche in https://www.academia.edu/29750524/The_touch_of_sound_Dalcroze_Eurhythmics_as_a_soma-
tic_practice [consultato il 09/11/2019].
Introduzione non solo come un obiettivo di studio ma

N el corso del Novecento le riflessio-


ni generatesi nel campo di ricerca
della “somatica”2 – attraverso i contributi
come «un mezzo di scoperta, di sviluppo
delle abilità e di trasformazione persona-
le» (Ibid.); grazie all’inscindibile legame
interdisciplinari, spazianti dalla feno- con il movimento, essa «trova origine nel
menologia alla musica, dalla danza alla corpo stesso» (Ibid.). Si individuano così
psicologia, dalla medicina alla pedago- in questo “approccio” (termine che si af-
gia – hanno cambiato la concezione della fianca alla più diffusa etichetta di “meto-
corporeità, promuovendo una idea olistica do” e viene introdotto pariteticamente per
della persona in cui corpo, pensiero ed sottolineare la flessibilità della visione di
emozione sono un continuum indissolubi- Jaques-Dalcroze3) i prodromi delle più
le alla base di ogni esperienza imprescin- recenti concezioni psico-sociali per cui
dibilmente connessa alle abilità proprio- «la natura della partecipazione musicale
cettive e cinestetiche. è “profondamente cinetica” […] e […]
Fra i precursori di questo paradigma si “fondamentalmente un evento corporeo”»
ritrova proprio Jaques-Dalcroze, affiancato tanto quanto un fenomeno eminentemente
da figure quali Delsartes (fondatore dell’o- sociale (Ibid.).
monimo “sistema” di espressione-interpre-
tazione corporea), le danzatrici Wigman e La Ritmica Dalcroze come prati-
Duncan e il coreografo Laban. L’approccio ca somatica
proposto dal musicista ginevrino ha il po- L’approccio proposto da Dalcroze
tere di rendere il corpo espressivo, ipotiz- prende forma tramite la Ritmica, com-
zando anche la genesi di «una nuova e si- prendente tre discipline correlate (p. 96):
lenziosa arte del movimento, indipendente
dalla musica» (p. 95). Quest’ultima rimane - ritmica, dove le relazioni fra
comunque centrale nella visione proposta tempo-spazio-energia comuni a
musica e movimento sono esplo-
rate con l’improvvisazione e l’a-
2
Con il termine “somatica” si traduce qui l’ori-
scolto;
ginale somatics. Si tratta di un termine introdotto
per la prima volta negli anni Settanta dal filosofo - training uditivo (solfège), in cui
Thomas Hanna per riferirsi a un articolato campo l’improvvisazione e il movimento
di studi e pratiche – gradualmente emerso nel No- favoriscono lo sviluppo percetti-
vecento tramite le visioni e i contributi di diverse vo e la categorizzazione;
discipline e suggestioni culturali – incardinato al
concetto di “soma”: ovvero attorno al corpo perce-
- improvvisazione, in tutte le sue
pito in prima persona ed esperito tramite la proprio- forme (vocale, strumentale e mo-
cezione. Il “soma” si contrappone così alla corpo- toria).
reità intesa come body, differentemente oggettivata
tramite l’osservazione esterna e percepita in terza
Nella più larga esperienza del corpo,
persona (cfr. Thomas Hanna, What is Somatics?,
“Somatics: Magazine-Journal of the Bodily Arts così come intesa nella Ritmica Dalcroze
and Sciences”, 5 (4), 1986, pp. 4-8; Martha Eddy,
A brief history of somatic practices and dance: his- 3
Per un’approfondita presentazione del metodo
torical development of the field of somatic education si veda Marie-Laure Bachmann, Dalcroze Today:
and its relationship to dance, “Journal of Dance and An Education Through and Into Music, Oxford Uni-
Somatic Practices”, 1 (1), 2009, pp. 5-27). versity Press, Oxford 1991.

n. 181 | musica domani | 35


(a seguire Rd), si trova costantemente Tornare alla sensazione. Il princi-
quella valorizzazione benefica per l’intera pio che l’esperienza pre-riflessiva deb-
persona della consapevolezza del «sé che ba precedere la riflessione cognitiva è
si muove», fondamento anche di differen- un fondamento dell’intera visione di Ja-
ti tecniche e metodi somatici sviluppatisi ques-Dalcroze: la conoscenza deve essere
nel Novecento quali Feldenkrais, Alexan- ottenuta tramite la sensorialità e non può
der, Ideocinesi, Eutonia ecc. (p. 96). Ap- essere separata da essa. Ovviamente l’e-
profondendo questa prospettiva di lettura sperienza di riferimento è primariamente
è possibile individuare interessanti riso- quella cinestetica, così come cristallizzata
nanze fra una contemporanea educazione dall’aforisma del musicista stesso: «lascia
al movimento somatico e la prospettiva che il tuo corpo diventi musica» (p. 97).
dalcroziana. I sei elementi considerabili Questa forma di esperienza permette allo
come cardine dell’apprendimento somati- studente di giungere a una sensazione in-
co sono tutti adeguatamente declinati dal- teriorizzata del movimento; essa non solo
la Rd come proposto di seguito: facilita la fluidità di future perfomance ma
consente «la comprensione del movimen-
Fare movimento: «Principalmente, to e dell’intenzione degli altri attraverso
la Rd riguarda il movimento, ma questo una empatia cinestetica» (p. 98). È pos-
movimento, anche quando silenzioso, è sibile avvicinare la complessità di que-
connesso in vari modi alla musica e deter- sta esperienza ai due modi di riflessione
minato da essa» (p. 97). proposti da Schön4: quello “in” azione e
“sulla” azione. Affinché quest’ultima co-
Modificare la postura: In base a mol- noscenza implicita divenga consapevole
teplici pratiche somatiche la posizione occorre che si riponga fiducia nel mondo
del corpo non può che essere pensata della sensazione, affrontandolo con impe-
come dinamica. Quattro sono le inter- gno e accogliendolo (p. 98).
pretazioni di questo principio, ben pre-
senti nella Rd: 1. La posizione del corpo
4
Gli Autori riprendono alcuni aspetti del lavo-
è quasi sempre correlata alla dinamica
ro di Donald A. Schön ampiamente diffusi anche
del movimento. 2. Gli esercizi di coor- nell’ambito pedagogico italiano. Come è noto, il
dinazione e dissociazione promuovono filosofo e urbanista americano ha elaborato una ri-
l’organizzazione e l’articolazione corpo- flessione sulle competenze e meta-competenze pre-
rea. 3. Le lezioni includono attività per senti nell’agire professionale di molteplici contesti.
La forma del sapere derivante dalla razionalità tec-
sperimentare e accrescere le abilità: di nica, identificabile come la conoscenza sull’azione,
spostamento attraverso lo spazio; di cam- o conoscenza tacita, perde la sua efficacia concreta
bio di livelli (verticalità dello spazio); di nell’applicazione routinaria e nelle situazioni di in-
“contatto” con gli altri. 4. Gli esercizi di certezza. Assolutamente più feconda è la riflessione
nel corso dell’azione, o in azione; essa si presenta
ascolto sollecitano un cambio di posizio-
come una meta-competenza “agita” che analizza la
ne sia come risposta affettiva personale pratica facendo emergere problematiche e variabili
dello studente, sia come precisa reazione in divenire, conducendo quindi gradualmente a una
a caratteristiche musicali (intervalli, ac- theory in use. Indichiamo il testo nella traduzione
cordi, strutture armoniche ecc.). italiana: Il professionista riflessivo. Per una nuova
prospettiva della formazione e dell’apprendimento
nelle professioni, Franco Angeli, Milano 2006.

36 | musica domani | n. 181


Essere attenti. L’attenzione dell’allie- to dice “andiamo” ed entra nel regno e
vo viene orientata sul corpo, sulla perce- nell’avventura della possibilità» (Ibid.).
zione sensoriale e sull’ambiente. Questo
avviene grazie all’azione dell’insegnante Sviluppare la qualità della presenza. La
che attraverso il movimento corporeo in- sollecitazione delle risposte pre-riflessive
coraggia l’attivazione, la condivisione e alla musica consente una tonificazione del
la comprensione dell’esperienza musicale sistema nervoso. Infatti la combinazione
e delle emozioni derivanti, stimolando e dell’improvvisazione e degli esercizi di
monitorando costantemente l’attenzione risposta rapida presenti nella Rd, oltre a
e la responsività del gruppo tramite l’im- sviluppare una flessibilità e una padro-
provvisazione musicale, generalmente al nanza della mente e del corpo, elicita una
pianoforte, ma efficace anche con altri responsività e una presenza qualitativa-
strumenti e con la voce. «Questa comu- mente rilevante. La prontezza nell’attiva-
nicazione non-discorsiva e non-verbale è re o inibire l’azione, l’attenzione nel do-
parte dell’essenza della Rd» (p. 98). sare l’energia in accordo con le esigenze
tecniche ed espressive (sia della musica,
Lasciarsi andare. Essere in grado di li- sia del movimento) mantengono i parteci-
berare se stessi dal bisogno di controllare panti vigili nel “qui e ora”. Avviene così
risultati ed eventi fino a giungere a quel- che l’esperienza di ascolto, collegata al
la che è già stata definita «la mente del movimento muscolare, sia «partecipare,
principiante» (p. 98). Questo importante essere coinvolti, impegnati e posizionati
obiettivo è raggiunto nella Rd attraverso corporalmente» (p. 99).
l’improvvisazione nelle sue molteplici de- La qualità della presenza nelle attivi-
clinazioni: con il movimento, con la voce, tà dalcroziane può essere ulteriormente
con la body percussion o con gli strumen- analizzata partendo dal seguente presup-
ti. Infatti «il senso di vuoto o l’aprire se posto: la finalità delle proposte è quella
stessi all’esperienza e a qualunque cosa di favorire negli studenti – attraverso la
possa capitare nel momento è un aspet- dilatazione del corpo – lo spostamento
to importante dell’improvvisazione, sia in dell’attenzione dalla percezione interiore
musica, sia nella danza» (Ibid.). Inoltre dell’esperienza musicale verso una chiara
la produzione estemporanea rappresenta, proiezione delle intenzioni nel più ampio
come accennato poco sopra, anche uno spazio e verso gli altri. Per fare questo,
straordinario strumento di comunicazione come avviene particolarmente nelle attivi-
fra l’insegnante e gli studenti. Attraverso tà di Plastique Animée5, gli studenti devo-
di essa il docente «può sollecitare, invita- no essere parallelamente “presenti” a loro
re, ispirare, correggere, trasmettere nuove stessi, alla musica, allo spazio e agli altri.
informazioni e condurre la classe attra- «In queste attività integrate “nel momen-
verso una gamma di esperienze musicali» to” si verificano frequentemente esperien-
(Ibid.) sviluppando contemporaneamente
molteplici abilità: consapevolezza spa- 5
La Plastique Animée consiste in una “analisi
ziale, sicurezza e comprensione ritmica, visualizzata” di un brano musicale veicolata dal
accuratezza nella percezione uditiva, fles- corpo; attraverso il movimento, generalmente rea-
lizzato in gruppo, vengono mostrate le caratteristi-
sibilità e memoria. «L’insegnante esper- che strutturali ed espressive del brano.

n. 181 | musica domani | 37


ze “flow”6 a loro volta associate alla gioia» mazioni che questa pratica somatica, così
(p. 99). Proprio quest’ultimo sentimento intesa, può portare nelle competenze, nel-
costituisce una delle caratteristiche della le professioni e nelle vite dei musicisti.
“qualità” dalcroziana consentendo un’ul- Esplorando ulteriormente le corrispon-
teriore avvicinamento con l’apprendimen- denze fra l’approccio dalcroziano (anche
to somatico e con le più generali forme di attraverso i contributi di più progetti di ri-
apprendimento: tutte queste esperienze cerca sperimentali) e gli elementi centrali
nelle loro forme più efficaci poggiano sul che danno forma al movimento somatico e
godimento generato dalle attività per loro alle pedagogie della danza, è possibile af-
stesse. La “gioia” dell’attività dalcroziana fermare che le pratiche del primo riecheg-
(sperimentabile da differenti categorie di giano le esperienze cardine dei secondi.
studenti) può essere messa in relazione Riportiamo di seguito (a titolo di parziale
con «il piacere e la sicurezza che deriva esemplificazione) alcune di queste cen-
dal senso di “essere nel giusto” in azione» tralità suggestivamente espresse (p. 100):
(Ibid.). - autoregolazione attraverso la
Così come avviene nell’apprendimen- consapevolezza e l’azione incar-
to somatico, anche nella Rd lo sviluppo nata (embodied);
considerevole e integrato dei sei elementi - comportamenti edonici attraver-
sopra tratteggiati si traduce in un proficuo so attività piacevoli e rivitaliz-
modo di essere e di fare, trasferibile nel- zanti;
la vita e nei problemi quotidiani. Proprio - valorizzazione dell’esperienza
questa trasferibilità potenziale che si ri- soggettiva in cui «il corpo divie-
trova nel “metodo”, lo allontana da certe ne «matrice delle nostre idee, va-
interpretazioni e percezioni dogmatiche. lori, emozioni» (Ibid.);
Rilevanti, in particolare, sono le trasfor- - autorevolezza verso il proprio sé,
mediante un attivo e intelligente
impegno nel dare forma alla pro-
6
Si tratta di quel tipo di esperienza “olistica”
pria vita;
categorizzata dallo psicologo statunitense di origine
ungherese Mihály Csíkszentmihályi, definita anche - gioco e improvvisazione creativa;
come “ottimale”. Consiste in uno stato di coscienza - visualizzazione e incarnazio-
che si verifica quando un individuo è totalmente ne dei pensieri e dei sentimenti
immerso in un’attività che costituisce essa stessa espressi direttamente o simboli-
un’importante fonte di gratificazione (esperienza
autotelica) e uno stimolo per la sua prosecuzione camente;
(motivazione intrinseca). In relazione alla presente - corpo in movimento concepito
trattazione si sottolinea che l’esperienza del flusso come una possibilità di sintoniz-
si verifica quando c’è un adeguato equilibrio fra zazione con la «danza della vita»
possibilità del soggetto e richieste del compito e si
(Ibid.).
caratterizza ulteriormente per un alto livello di con-
centrazione, per la perdita del senso del tempo e
per una fluidità dell’azione che appare “naturale” e Tocco e contatto
senza sforzo consapevole (Mihaly Csikszentmihalyi, Il contatto corporeo fra i partecipanti
Beyond Boredom and Anxiety, Jossey-Bass, San alle attività dalcroziane si pone come uno
Francisco 1975; Mihaly Csikszentmihalyi, Flow.
The Psychology of Optimal Experience, Harper and strumento per “fare insieme” attivando o
Row, New York 1990). condividendo l’intenzionalità di un obiet-

38 | musica domani | n. 181


tivo comune. Esso può essere visto tanto - body percussion;
come «l’avventura dell’“incontro in mo- - suonare semplici strumenti a
vimento”, quanto della connessione del percussione;
sé, degli altri e “dello spazio nel mezzo”» - suonare il pianoforte o un altro
(p. 100). Questa prospettiva costituisce strumento;
l’essenza della Rd attraverso un moltepli- - toccare e manipolare oggetti (ad
ce uso dei significati e delle denotazioni esempio: palle, cerchi, elasti-
dei termini “tocco” (touch) e “contatto” ci…; pezzi di stoffa, carta, mati-
(conctact), amplificando quello che già te, pietre…; oggetti comuni scel-
avviene nella più ampia pratica musica- ti per le caratteristiche visive,
le. Connettendo i termini, nella versione tattili o sonore);
inglese, alla loro etimologia o ai meticcia- - toccare o essere connesso con
menti linguistici, tramite essi è possibile un’altra persona con o mediante
riferirsi a una molteplicità di concetti di un oggetto.
frontiera fra musica, movimento, emozioni Numerose sono le occasioni di speri-
e corporeità, come ad esempio (Ibid.): mentare il contatto senza l’effettiva azio-
- “toccare” (to touch), vuol dire ne del toccare basate su attività “a spec-
entrare in contatto sia affettiva- chio”. Questi esercizi «conducono i par-
mente sia fisicamente con qual- tecipanti in una empatia cinestetica attra-
cuno; verso l’attivazione dei neuroni specchio
- in francese “toccare” (toucher) […] e possono essere l’invito a risposte
significa anche suonare; multisensoriali in una o più modalità: un
- il “tactus” è il nome medioevale gesto può essere rispecchiato, o riproposto
sia del gesto con cui il direttore con il suono» (pp. 103-104). Si ritrovano
marcava il tempo con un movi- in queste proposte fecondi collegamenti
mento del dito, sia della corri- sia con suggestioni di ambito filosofico fe-
spondente unità di misura; nomenologico, per cui il suono e i colori
- il “tatto” è anche quella attitu- possono essere accolti nel corpo e vibrare
dine che, attraverso una raffinata in esso, sia di ambito più prettamente co-
sensibilità verso gli altri, consen- reografico, per cui il movimento aggiunge
te di dire o fare la cosa migliore alla visione una qualità tattile (p. 104).
nelle diverse circostanze; essa si Portando avanti ulteriormente le connes-
connette con l’apertura a toccare sioni fra multisensorialità, musica e movi-
ed essere toccati dagli altri non mento è possibile dire che «la cognizione
solo attraverso il corpo ma anche musicale non riguarda la generazione di
tramite la sensibilità affettiva. metafore o rappresentazioni di affetti che
Accogliendo la molteplicità delle sfu- ci fanno venire voglia di danzare, nemme-
mature insite in questi sensi, la Rd utiliz- no li esprime; piuttosto ha queste qualità»
za un’ampia gamma di attività basate sul (Ibid.)7; o ancora «il movimento udibile
tocco e il contatto (pp. 101-102):
- contatto fisico diretto con gli altri; 7
Per una prospettiva integrativa basata sull’ap-
- massaggio e tocco terapeutico; porto delle più recenti ricerche attorno al rapporto
fra cognizione e corporeità, si veda nella sezione

n. 181 | musica domani | 39


della musica e il movimento del corpo si
costruiscono l’un l’altro» (Ibid.).
Strumento di questa complessa atti-
vazione è ancora una volta l’improvvisa-
zione. Essa, sia nella declinazione musi-
cale, sia in quella motoria, è da conside-
rarsi come un linguaggio: in entrambe le
versioni si caratterizza, al pari di quella
verbale, per la fluidità e l’estemporanei-
tà. Gli insegnanti Dalcroze “conversano”
con i gruppi-classe e con le individualità
che ne fanno parte attraverso la musica,
in una varietà di modi che si modificano
repentinamente in relazione alle risposte
degli studenti alle prime idee sonoro-mo-
torie proposte. Questa comunicazione si
basa proprio sulla «natura tattile del suo-
no stesso e del suo uso nell’improvvisazio-
ne» (p. 105). L’improvvisazione si viene
così a configurare nell’approccio Dalcro-
ze, soprattutto quando combinata con un
approccio didattico intersoggettivo e dia-
logico, come un vero e proprio strumen-
to pedagogico. La relazione fra le forme
musicali e motorie della stessa, essenza
della pratica Dalcroze, facilita infatti il
percorso di scoperta del «sé-nel-mondo»
(p. 106) e degli altri.
In conclusione, l’improvvisazione,
unitamente all’originaria ispirazione del
fondatore – basata sulle similarità fra
musica, movimento e spazio – e all’im-
prescindibile natura tattile del suono che
risuona simpateticamente nei corpi, co-
stituisce il fondamento per interpretare la
Rd come una pratica somatica.

online di questo numero della rivista, la rubrica


“Viewpoints” su Il pensiero del corpo. Prospettive
della Embodied Music Cognition (www.musicado-
mani.it).

40 | musica domani | n. 181


La musicalità
del
movimento.
Appunti di
espressione
Susanne Martinet
corporea

Attraverso parole fluide e spontanee Susanne Martinet parla con passione


del suo lavoro e ci invita con esempi concreti a cogliere con quale
profondità il movimento possa nutrire e accompagnare altri linguaggi e,
a sua volta, essere da questi alimentato.

Parole chiave: linguaggio corporeo – musicalità del movimento – trasformazioni del movimento
– Jaques-Dalcroze

Susanne Martinet speaks of her work with passion using flowing and
spontaneous words. Concrete examples help us to grasp the depth with
which movement nourishes and accompanies other languages and, in
turn, is fed by them.

Keywords: body language – movement musicality – movement transformations – Jaques-Dalcroze


Tutto l’insegnamento è impossibile. alla scuola del Bauhaus. Ogni mattina
Johannes Itten 1 portava i suoi studenti sulla terrazza del-
la scuola per farli muovere. Suoi colleghi
erano, fra gli altri, Klee e Kandinsky. Tut-
ti e tre erano degli eccellenti insegnanti
ed essere loro studenti era un privilegio

H o una vera passione per il mio la-


voro, rafforzata dal fatto che trovo
in Italia un terreno ideale: degli allievi
incredibile. Nello stesso periodo i Ballet-
ti russi e Diaghilev solcavano l’Europa.
Periodo benedetto, in cui tutte le arti si
sensibili, calorosi e generosi, completa- intrecciavano: la musica con Stravinsky,
mente aperti e disponibili, stimolanti per Satie, Ravel; le arti figurative con Picas-
la loro partecipazione attiva2. Si tratta di so, Braque, Matisse... Un sogno, no? Ma
un campo vasto, sul piano umano, arti- eccoci nel ventunesimo secolo, dove la
stico e psicologico, in cui l’essere umano condivisione ha lasciato il posto all’indi-
può ritrovarsi, scoprire se stesso, svilup- vidualismo.
parsi, esprimersi, espandersi. Dove niente Ho detto in precedenza che il mio la-
è fissato, stereotipato, premeditato, dove voro si fonda su tre aspetti: umano, artisti-
regna un ambiente sereno, fatto di scam- co e psicologico.
bi fruttuosi e stimolanti. Il mio lavoro mi Per quanto riguarda il primo, posso
offre la possibilità di condividere tutto ciò dire che esprimendo se stessi le perso-
a cui tengo, tutto ciò che scopro, tutto ciò ne imparano a conoscersi, scoprono sia
che mi fa vibrare; in una parola, tutto ciò le proprie potenzialità che i propri limiti
che la vita mi offre. Per me comunicare è e si rimettono in discussione. Imparano
un bisogno irresistibile: lo posso soddisfa- a stare in ascolto delle sensazioni, delle
re e ne sono felice. emozioni e scoprono l’altro, gli altri, che
L’insegnamento mi piace più di ogni allargano il loro orizzonte. Poco a poco
altra cosa. Da sempre ho desiderato inse- acquisiscono un rapporto migliore con il
gnare: all’inizio volevo farlo alla scuola proprio corpo, si liberano da freni inibitori
primaria, poi ho pensato di insegnare le e da stereotipi, si accettano di più e pren-
lingue e infine ho trovato quello che mi dono confidenza con il corpo.
corrispondeva perfettamente: il movimen- Sul piano artistico, poiché sono attira-
to e la musica! ta dalle arti figurative e dalla musica, mi
In esergo ho inserito una magnifica sta a cuore sensibilizzare l’allievo verso
frase di Johannes Itten. Amo molto Itten e tutto ciò che lo riguarda, cosicché ciascu-
i suoi compagni del Bauhaus e adoro quel no possa esprimersi sempre più con sotti-
periodo storico all’inizio del secolo scor- gliezza, sensibilità e musicalità. Sul piano
so. Johannes Itten era un pittore partico- psicologico, credo che quando una perso-
larmente interessato al colore e insegnava na si esprime attraverso la corporeità, si
rivela a se stessa (il corpo non mente, lo
1
Itten 1983, p. 5. sappiamo bene). È dunque indirettamente
2
Susanne Martinet tiene da anni presso il Con- che accompagno l’allievo nel suo cammi-
servatorio “C. Pollini” di Padova una formazione di no. Posso dire che in questo senso il mio
“Espressione corporea e ritmica” articolata in tre
annualità.
lavoro è terapeutico.

42 | musica domani | n. 181


Ritorniamo ora alla gioia di comuni- Farò, a questo punto, un esempio
care. L’insegnamento non si ferma qui. concreto, ma non andrò a descrivere tut-
Direi che risiede nell’arte di partire da un ti i momenti del percorso, ripercorrendo
punto preciso – un tema ­– per esplorarlo i passaggi, riprendendo alcuni aspetti di
all’infinito. Ciò non consiste nell’accumu- dettaglio o aprendo parentesi: la lettura
lare idee (ce ne troveremmo molto presto diventerebbe noiosa. Andrò dunque ad
a corto) ma nell’avere, al contrario, la ca- affrontare alcuni temi semplici mostrando
pacità di scavare, di andare sempre più in vari modi per svilupparli.
profondità. Per questo bisogna conoscere Con un palloncino gonfiabile, ad esem-
a fondo la propria disciplina allo scopo di pio si può:
attingervi senza sosta. Una capacità del - lanciarlo e afferrarlo a diverse
genere non si acquisisce che con l’espe- altezze; afferrarlo con più musi-
rienza. Servono anche rigore, precisione calità significherà far partecipare
e, se possibile, uno spirito analitico. l’intero corpo (il movimento par-
Il mio lavoro parte sempre da un tema. te dalla pianta dei piedi e il corpo
I temi sono di ordini differenti e si basano si solleva);
generalmente su: - non lasciarlo andare bruscamen-
- il linguaggio corporeo: il centro, i te ma continuare ad accompa-
piedi, le diverse parti del corpo; gnarlo (le braccia si aprono);
- lo spazio: il cerchio, la linea, il - prendere coscienza che stiamo
punto, un contrasto (ad esempio giocando sull’anacrusi, che può
largo-stretto); variare di lunghezza;
- la relazione: lavoro a due, a tre, - aggiungere una metacrusi3 pro-
in gruppo; lungando il movimento dopo ave-
- il ritmo: sfumature di intensità, re afferrato il pallone;
fraseggio; - alternare liberamente movimenti
- la maschera neutra: stati d’ani- con o senza metacrusi;
mo, sentimenti, caratteri. - riprendere il movimento iniziale
Per sviluppare i temi si parte spesso bloccando il pallone con energia:
da un’esplorazione libera, che mi per- seguirà un rumore violento e si
mette di osservare e poi di estrapolare creerà un’interessante poliritmia
delle idee a partire dalle quali possiamo collettiva;
lavorare. Poi tutto si concatena “mira- - lanciando il pallone, divertirsi a
colosamente”, perché vado a riprende- fare vari spostamenti prima di ri-
re poco a poco tutti gli aspetti che sono prenderlo.
suscettibili di miglioramento. Ne risulta Possiamo infine allargare il tema eli-
un lavoro estremamente chiaro e preciso, minando la metà dei palloni e lasciando
che mette in luce una difficoltà. Così l’al- libertà totale di lanciare o di afferrare,
lievo sa dove sta andando, è cosciente di cosa non facile perché richiede una gran-
quello che fa e, allo scopo di proseguire
nella sua crescita, finisce per ritrovare 3
“Metacrusi” è una parola poco nota in italiano.
una nuova spontaneità, arricchita dal la- Nella Ritmica Dalcroze si usa spesso in relazione a
“crusi” e “anacrusi”, intendendo con questo termi-
voro precedente. ne un prolungamento della crusi [NdR].

n. 181 | musica domani | 43


de qualità di ascolto e delle reazioni ra- se stesso per esprimere le gioie e i dolori
pide. Questa improvvisazione collettiva dell’umanità […]» 4.
può divenire musicale a condizione che si Paradossalmente, io lavoro la mag-
dispieghi una bella fluidità. gior parte del tempo in silenzio, perché
Ecco invece alcune tappe di lavoro a mi piacerebbe che gli allievi trovasse-
partire da un’esperienza grafica: ro in se stessi i propri ritmi e le proprie
- su un foglio A4, disegnare una melodie. Detesto la musica di sottofondo
composizione con linee rette o che nel quotidiano siamo troppo spesso
curve, cerchi e punti; costretti a subire (come in quei ristoranti
- osservare attentamente la propria che ci obbligano a urlare per comunica-
composizione e poi esprimere in re). Quando utilizzo la musica, la scelgo
una parola la sensazione che essa quasi sempre in ambito classico, per due
emana; motivi. Molti dei miei allievi non hanno
- come tradurla sul piano corpo- alcuna formazione musicale; quanto agli
reo? Dopo un momento di esplo- altri musicisti, succede che la loro cultura
razione fissare una modalità e in questo campo sia molto carente. Quindi
mostrarla al gruppo; mi sembra importante per tutti andare alla
- tornare al disegno iniziale, sce- scoperta delle opere della tradizione col-
gliere un segno e variarlo in base ta. Questa musica mi permette anche, più
all’intensità, il rapporto staccato/ di altre, di condurre un’analisi.
legato, la dimensione ecc; In alcuni casi scelgo la musica in fun-
- concentrarsi su un aspetto (per zione del contributo che può portare al
esempio staccato/legato) ed movimento (una certa qualità ed energia,
esprimerlo con il movimento, un certo spostamento nello spazio, un cer-
spostandosi nello spazio o usan- to fraseggio ecc.); in altri casi ne estrag-
do segmenti corporei (il gomito, go dei tratti essenziali in modo tale che,
la testa ecc.); in un secondo tempo, si possa arrivare a
- per finire, passare liberamente un’interpretazione corporea. Tradurre la
dal tratto scelto alla sua trasfor- musica in maniera precisa, imitativa, non
mazione ed esprimerlo anche con mi interessa affatto.
la voce. Torniamo ora al lavoro in silenzio, ba-
Per me la musicalità del movimento è sato sul linguaggio ritmico:
essenziale, ma è molto difficile spiegare
«Cos’è il ritmo? È il ritmo dei timbri,
come ci arrivo. È così impalpabile, pres-
dei movimenti nello spazio, delle altezze
soché impossibile da descrivere a paro-
o delle dinamiche? Tutto può avere una
le… Preferirei piuttosto citare questa ri-
funzione ritmica. Un ritmo consiste unica-
flessione di Jaques-Dalcroze che ho fatto
mente negli intervalli fra i cambiamenti,
mia:
qualsiasi essi siano»5.
« […] quando la musica sarà profon-
damente entrata nel corpo dell’uomo e
sarà tutt’uno con lui […] senza dubbio 4
Jacques-Dalcroze 1965, p. 131. Traduzione a
sarà possibile danzare senza l’accompa- cura del redattore.
5
Cott 1979, p. 229. Traduzione a cura del re-
gnamento del suono. Il corpo basterà a dattore.

44 | musica domani | n. 181


La velocità uguali è davvero affascinante sperimenta-
Trovo molto interessante la definizio- re la loro relatività a seconda del nostro
ne che ne dà Émile Littré6: «qualità di uso del tempo e dello spazio. Percorro uno
ciò che si muove in fretta, percorre molto spazio immenso, oppure faccio solo qual-
spazio, fa molte cose nello stesso tempo». che passo… Così posso vivere concreta-
Ecco dunque riunite le nozioni di tempo mente questa interazione fra l’energia, la
e di spazio. durata e lo spazio.
Al lettore chiedo ora di fare, quasi sul
posto, dei piccoli passi molto rapidi. Poi L’intensità
di correre con l’obiettivo di non perdere Cominci a essere stanco, caro lettore?
il treno; cercherà di guadagnare terreno Allora divertiti a trovare delle azioni che
allungando i suoi passi: quanta energia abbiano un legame con l’intensità, come
profusa! Analogamente, potrà fare dei mo- carezzare, urlare, saltare di gioia. Poi
vimenti molto veloci con le dita e poi op- continua la stessa ricerca trovando delle
tare per dei gesti rapidi con tutte le brac- espressioni quotidiane, come “vedere ros-
cia. La lentezza è difficile, perché meno so”, “avere un debole per”. Cominciando
collegata con il nostro quotidiano. Al suo a bocca chiusa pianissimo prova, cantan-
livello estremo esige controllo, precisione do, a fare un bel crescendo e poi a ritor-
ed equilibrio. nare al pianissimo. L’intensità è collegata
alla vita. È attraverso questa che i bambi-
La durata ni piccoli e gli animali ci capiscono. Per
La durata è intimamente legata allo l’insegnante di Ritmica è un tema prezio-
spazio. “Tempo” e “spazio” sono parole so. Come tradurre il forte con il corpo?
di origine latina. In origine spatium si- Con la forza muscolare, direbbe Monsieur
gnificava “momento” e per estensione Lapalisse. E poi? Con i piedi, ad esempio.
“durata di tempo”. È interessante che I pianisti giocano spesso su queste moda-
in greco antico “tempo” si dica chronos lità per creare sfumature nel suono. Poi
e spazio choros. Mi piace anche pensare con lo spazio. È possibile solo mantenen-
che nell’antichità (e in particolar modo in do una pulsazione regolare. Spostatevi o
Egitto) si misurasse la distanza attraverso fate dei movimenti utilizzando più spazio
il tempo necessario per percorrerla (detto possibile: tutto il vostro corpo sarà coin-
in altri termini attraverso il numero dei volto. Quanto alla leggerezza, essa non ha
passi). valore se non si origina dai piedi: non mi
Per molti strumentisti, il solo modo di posso sentire leggero se non sono ben ra-
sentire la durata è quello di avvertirla in- dicato.
teriormente. Che lusso avere l’opportunità Lavorare sul crescendo e sul diminuen-
di viverla attraverso il movimento e lo spo- do mi piace particolarmente. Il modo più
stamento nello spazio! Essa si concretizza naturale è utilizzare la forza in relazio-
nello spazio, acquista densità e diviene ne allo spazio: mi apro e poi mi chiudo.
quasi tangibile. Se scegliamo delle durate Tuttavia provate il contrario: apritevi nel
diminuendo e chiudetevi nel crescendo.
Nascerà una sensazione completamente
6
Lessicografo, filologo e filosofo francese
dell’Ottocento [NdR].
diversa, interessante perché meno bana-

n. 181 | musica domani | 45


le. Perché non giocare anche sul numero? precisione, che spesso porta alla rigidità
Béjart ci offre un esempio stupefacente e alla frenesia. Come rimediare? Pensan-
nella sua coreografia del Bolero di Mauri- do a ritmare lo staccato con dei silenzi di
ce Ravel, facendo muovere in successione diversa durata. Immaginandolo crusico o
le parti del corpo all’inizio e poi aumen- anacrusico, in battere o in levare, come
tando progressivamente il numero delle punto di partenza o di arrivo. Uno staccato
persone (quando i danzatori si alzano uno fatto di semplici colpi sul proprio corpo,
dopo l’altro) verso la fine. Infine vorrei sul suolo o su una parete non è interes-
farvi partecipi di una breve esperienza sante. È sufficiente farlo seguire da un
in cui abbiamo lavorato su questo tema. rimbalzo perché lo diventi. Disegnato con
Avevo scelto, pensando al crescendo, dei punti nello spazio intorno a sé acqui-
una successione di sfumature quali vede- sta vita se il corpo partecipa e se il ritmo è
re – guardare – osservare – esaminare – creato attraverso lo spazio (una successio-
scrutare. L’obiettivo era, ovviamente, un ne di punti rapidi si farà in poco spazio).
lavoro corporeo. È stato interessante con- Può essere piacevole anche concatenare
statare che, aumentando l’attenzione, cia- dei movimenti alternando staccato e lega-
scuno aveva rallentato e aveva percepito to (la sequenza potrebbe essere abbellita
un aumento di energia in tutto il corpo. da spostamenti nello spazio) oppure fare
una composizione grafica, più raffinata
Il fraseggio in quanto offre la possibilità di giocare
C’è ancora bisogno di sottolineare la sull’intensità.
sua importanza? È come la respirazione,
indispensabile per la vita come per tutte Il silenzio
le forme artistiche. In musica può tradurre Insisto molto sul silenzio che precede
degli stati d’animo, dei caratteri (pensate o che segue un’azione (anacrusi o meta-
alle melodie semplici di Bartók) e chiarire crusi). Un’improvvisazione ha bisogno
la struttura di una composizione. Soprat- di essere preceduta dal silenzio. Questo
tutto, dal fraseggio dipende la qualità mu- momento di concentrazione è importante
sicale del movimento che si traduce nel perché da esso dipende la qualità di ciò
corpo in sfumature quali un sollevamento, che seguirà. Ugualmente un’azione non
un rimbalzo, un contrasto come staccato/ deve essere interrotta bruscamente: resta-
legato, dei cambiamenti di velocità o di re qualche secondo immobili è indispen-
intensità, dei silenzi ecc. sabile. In un lavoro di gruppo il momento
Queste diverse nozioni si ritrovano co- finale è delicato perché richiede molto
stantemente nel mio lavoro e ne sono la ascolto. Mi piace molto vedere un allievo
base, le radici, il fulcro. Io veglio affinché che, consciamente, prolunga il suo movi-
ogni movimento, ogni spostamento nello mento di qualche secondo (metacrusi). Il
spazio, ogni improvvisazione si sviluppi silenzio corrisponde al vuoto, che i giap-
con questa qualità. ponesi chiamano ma. Il termine definisce
Vediamo ancora un esempio: il contra- un intervallo spaziale e temporale. Questa
sto staccato/legato. Lo staccato si esegue fusione dello spazio e del tempo in una
principalmente con dei segmenti corti sola identità è una differenza essenziale
(la mano, il gomito, la spalla) e richiede fra le espressioni artistiche giapponesi e

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occidentali. In Giappone lo spazio com- Ci sono molte possibilità da scoprire.
prende due dimensioni. Ogni abitazione Mi piacerebbe concludere sul tema dei
giapponese possiede una stanza chiamata vuoti che si trasformano attraverso lo spa-
mais. Il numero dei tatami presenti deci- zio: una persona crea dei vuoti con il suo
de il suo nome. Mi piace sensibilizzare gli corpo e mantiene una posizione mentre il
allievi a questa nozione di vuoto. Quando gruppo fa evolvere il proprio movimento
affrontiamo certi temi, come ad esempio intorno a lei. È fonte di stupore e di gioia
questo, ciascuno scrive le proprie rifles- vedere ciascun vuoto che si trasforma. È
sioni e successivamente le condivide con uno specchio della vita dove, spesso, le
il gruppo. Segue poi un lavoro corporeo di situazioni non cambiano; siamo noi, con
questo tipo: la nostra presenza attiva, che possiamo
- da solo, creare dei vuoti con le modificarle.
proprie mani, braccia, gambe,
sia in mezzo alla stanza, sia in Non sedersi mai nella vita.
rapporto con il suolo o con una Restare sempre curiosi di tutto, all’erta.
parete. Ripetiamo la stessa atti- Interessarsi agli altri.
vità a coppie, in tre, in gruppo; Proteggere il proprio ottimismo.
- cercare le cavità del proprio cor- Avere fiducia.
po (zona lombare, gola ecc.); Muoversi, muoversi, muoversi!
- immaginare il vuoto chiuso o
aperto: per esempio, le dita della
mano sono in contatto (chiuso)
oppure il contatto è interrotto da
uno o due dita (aperto);
- creare dei vuoti nello spazio: il
gruppo si dispone stando molto
serrato o prendendo più spazio; Bibliografia
- a coppie: il primo crea dei vuoti Jonathan Cott, Conversations avec Stockhausen,
J. C. Lattès, Paris 1979.
con le braccia e l’altro ci si in-
Émile Jacques-Dalcroze, Le rhythme la musique
fila giocando sulla velocità, la et l’education, Foetisch Frères, Lausanne 1965.
distanza, l’altezza, l’energia, la Johannes Itten, Le dessin et la forme, Dessain Et
durata. Torla, Paris 1983.

n. 181 | musica domani | 47


Il prender
corpo
Carlo Serra del suono*

In che modo il fenomeno sonoro, nella sua immaterialità, può prendere


corpo? Il saggio esplora la bivalenza e le mutue relazioni tra la corporeità
dell’esecutore – anche quale risonanza del corpo umano – e corpo dello
strumento – inteso quale materialità dell’oggetto. Ne deriva l’idea, discussa
in dialogo tra filosofia fenomenologica e etnomusicologia, che la musica
strumentale sia «un precipitato espressivo del corpo che si muove» e che
la percezione del suono sia da intendersi nella sua densità materiale.
Parole chiave: corpo del suono – suono musicale – rumore – André Schaeffner – Giovanni Piana
– Steven Feld

How can sound, immaterial as it is, become corporeal? This essay explores
the duality and the connections between the performer’s corporeality – also
as a resonance of the human body – and the body of the instrument – as
the object materiality. This brings up the idea, discussed in a dialogue
between phenomenological philosophy and ethnomusicology, that
instrumental music is «an expressive precipitate of the moving body» and
that the perception of sound has to be considered in its material density.

Keywords: body of sound – musical sound – noise – André Schaeffner – Giovanni Piana – Steven Feld

*
Il saggio riprende materiali trattati nel volume Musica Corpo Espressione (Quodlibet 2008) e in un testo
recente, L’impronta sonora (2019), pubblicato su “Il Rasoio di Occam” dedicato alle riflessioni teoriche di
Giovanni Piana.
I corpi sonori tezza dei giochi linguistici che posso co-

V orremmo prendere le mosse da


una distinzione, che potremmo
schematizzare attraverso un’opposizione
struire fra le altezze e, almeno in questo
senso, è ben distinto dallo spazio concre-
to, acustico, fisico, in cui si danno concre-
caratteristica, che corre fra suono musica- tamente gli eventi sonori.
le e rumore, fra suono musicale che imita Rispetto alla corposità del suono,
un modello e puro rumore, che prende ori- all’interno dello spazio musicale le cui
gine nella cosa. segmentazioni mutano a seconda delle
Nella prassi compositiva pre novecen- tradizioni culturali, esistono differenti for-
tesca la rappresentazione musicale del- me di organizzazione melodica: in gene-
la massa sonora che emerge dal rumore rale, sono distinguibili due direzioni. La
viene immediatamente investita da una prima, naturalmente, è una predilezione
sorta di sublimazione, che vede nel suono per l’astrattezza del timbro, o per la subli-
musicale un riscatto simbolico dalle tur- mazione della sua corposità, come accade
bolenze della matericità musicale inerte, per la nostra tradizione classica, in cui il
che risiede nella cosa. In questo senso suono aspira a una purezza, a una traspa-
la rappresentazione musicale del rumore renza, che allude a una rotondità cristal-
sembra essere un preludio alla separatez- lina. Dall’altra parte è facile individuare
za dei suoni musicali dal mondo concreto. una direzione in cui si faccia concreta-
mente percepire assieme al suono, il cor-
Rumore Suono Musicale po dello strumento, i suoi meccanismi, il
rumore che ne accompagna la produzione.
Così accade, in generale, nel mondo delle
A queste polarità corrispondono due musiche etniche, o di matrice popolare.
modelli di spazialità che, pur essendo Si apre così una dialettica, e una linea
collegati fra di loro, vanno, in linea di di continuità, che il Novecento ha tema-
principio, distinti. A qualunque tipo di fe- tizzato con ricchezza, ma che, in generale,
nomeno sonoro corrisponde una continua fa parte di tutte le tradizioni culturali, fra
interazione con l’ambiente, ma i suoni il preannunciarsi della sublimazione del
musicali hanno la possibilità di entrare in suono musicale e il rimando alla compo-
un sistema notazionale, che come un’asse nente strumentale e corporea del suono.
cartesiana ne definisce la posizione spa- Nel modo di imboccare un flauto, nel far
ziale e la durata temporale. vibrare una corda del violino, potrò opta-
La distinzione qualitativa è molto im- re per un suono puro, filato, oppure po-
portante, perché la scrittura musicale mi trò far percepire nettamente la pressione
permette di lavorare con i suoni, con una della colonna d’aria nel tubo o lo sfregare
scrittura precisa, che garantisce, almeno dell’archetto.
in generale, un controllo sull’intensità, Una simile bivalenza è interna alla
sull’altezza, sulla durata dei suoni, men- grammatica dell’esperienza della cosa so-
tre sul piano del rumore ciò che decide è nora, autorizzandoci a parlare, per un og-
semplicemente l’azione sull’oggetto. getto immateriale come il suono, di corpo
Lo spazio musicale è una nozione che sonoro.
trova il proprio fondamento nella compiu-

n. 181 | musica domani | 49


Corposo Sublimato umana, trasformandoli in oggetti da per-
(Cosa) (Suono) cuotere e da toccare a scopo espressivo:
il problema della materialità dell’oggetto,
della sua posizione nello spazio, viene
La nozione di corpo sonoro ha stretta riportato in una grammatica del sonoro,
connessione con l’idea di una organologia dove il duro, il molle, il liscio, il sinuoso
musicale, ovvero di uno studio sistema- sono pensati in relazione a un effetto so-
tico degli strumenti musicali, della loro noro specifico.
forma, della loro organizzazione formale. A ogni oggetto corrisponde un timbro,
Dovrebbe essere ovvio che un discorso di e quel timbro va esplorato, messo alla
questo genere mette in moto una serie di prova sul piano della sua declinazione:
concetti nascosti, legati all’idea di quel- dallo stesso oggetto, a seconda dell’inten-
lo che la musica è. Se una cultura come sità dell’attacco del suono, emergono pro-
quella indiana vede nella percussione il prietà diverse, che possono entrare in dia-
canto, se i Kaluli studiati da Steven Feld lettica fra di loro, seguendo un percorso
vedono nella voce uno strumento privile- che va dal semplice al complesso. Colpire
giato per rievocare il canto degli uccelli, sul centro o su angolo sollecita proprietà
se la musica occidentale ha tenuto lontano diverse, e anche la nuda superficie del-
da sé il rumore per secoli, queste pratiche la terra, a seconda di come viene sfiora-
mostrano un modo di concepire la musica. ta, percossa grazie alle diverse posizioni
L’idea di una organologia corporea è del piede, rimanda a un suono che varia,
legata a un testo dell’etnomusicologo e cri- passando dalla sordità alla risonanza. La
tico musicale André Schaeffner dal titolo categoria della densità, dell’articolazione
Origine degli strumenti musicali, scritto causale del numero di eventi che interro-
nel 1936. Si tratta di un testo molto impor- gano attraverso il colpo la materialità del
tante e, per i nostri scopi, ci interessa da terreno, si traduce in un repertorio di ef-
almeno due punti di vista: il primo è che fetti espressivi.
l’origine della musica vada colta nel corpo Ogni corpo, in questo senso è in primo
umano, inteso come risuonatore naturale. luogo una superficie, una superficie che
La seconda è l’attenzione maniacale con sollecitata evoca un timbro specifico, che
cui l’autore lavora attorno al problema del rimanda a una concavità, reale o imma-
corpo come superficie da percuotere, con- ginaria: timbrica e magia del suono, qui
cava o convessa che essa sia. fanno corpo unico. Quella forma vale an-
Vi è un presupposto forte, solo appa- che per i buchi, per le corde, per la dia-
rentemente ovvio: le pratiche musicali lettica che congiunge la tensione della
nascono come un referente corporeo fra corda a una possibilità intonativa. La cosa
una pressione e qualcosa che gli resiste, materiale risuona. Dove trovare questo
in una rivalutazione del momento tattile modello?
dell’esperienza. «Le origini della musica, sono da ri-
Lo scalpiccìo dei piedi, la mano, la cercarsi nel corpo umano» scrive Schaef-
voce, interagiscono tutti assieme interro- fner all’inizio dell’opera1. «Lo stesso vale
gando la costituzione di senso delle cose
e degli oggetti che circondano la vita 1
Schaeffner 1999, p. 32.

50 | musica domani | n. 181


per la danza. Quest’ultima è unica, mentre del tema del mito e del sacrificio, che atti-
la musica si divide in vocale e strumen- ra tanto sia Schaeffner che Artaud, e lo fa
tale. Da una parte il canto, prodotto, così per il registro drammaturgico, non epico,
come il linguaggio, dall’apparato vocale; che la caratterizza.
dall’altro la musica strumentale, nata, con È nel contesto di una drammaturgia
la danza, dal movimento del corpo. stilizzata come quella balinese che la
Ben lontani dal porre vaghi problemi musica può finalmente prendere spessore
di origine e di precedenza, cogliamo due come struttura interna al dramma, che ne
coppie fra loro simmetriche: linguaggio e guida l’organizzazione interagendo visiva-
canto, danza e strumenti. Il dramma musi- mente con il lavoro del danzatore. Non vi
cale riunirà nuovamente questi elementi, è una buca per un direttore d’orchestra,
nati due a due dal corpo umano»2. ma i musicisti vengono catturati nella
Viene dunque fissato un nesso cineti- loro interazione in scena e questo riman-
co, che si va stringendo fra l’aspetto visivo da a un’esibizione della gestualità, che è
del corporeo e la dimensione della produ- nucleo espressivo dell’opera, sfumatura
zione del suono: tale connessione fa svi- ancor più percepibile nel teatro di Bali,
luppare una serie di osservazioni che con- dove anche il movimento dell’espressione
viene seguire poco più da vicino. Schaef- facciale diventa carattere essenziale della
fner, infatti, sembra volersi appoggiare a danza e immagine del divino. Il conflitto
due grandi consistenti tronconi culturali e e la coesistenza fra estasi e pratica, fra ri-
cerca di sviluppare un paragone con il te- tualità e pragmatica musicale divengono,
atro balinese. Nel teatro balinese, infatti, tanto per Artaud che per Schaeffner, i por-
si mescola il recitato al canto e alla danza, tanti di un potente richiamo alla centralità
mantenendo l’orchestra visibile sulla sce- dell’esperienza del corporeo.
na, così che i gesti dei musicisti partecipi- La citazione di Strawinsky presentata
no realmente all’azione mimata. da Schaeffner è ancora più esplicita: nella
I gesti della musica si fanno spettaco- Poetica della Musica, egli dice di detesta-
lo, esibizione estrinseca di caratteri in- re l’ascolto della musica a occhi chiusi,
trinseci del suono: sono i caratteri che af- senza una loro parte attiva3. La vista del
fascinano Artaud, perché l’opera sollecita gesto e del movimento delle diverse parti
lo spettatore da più punti di vista contem- del corpo che lo producono è una neces-
poraneamente. L’opera è quindi narrazio- sità per coglierla in tutta la sua ampiezza.
ne e gesto; pratica che la sostiene al tem- Se leggiamo in questo senso un piccolo
po stesso, costituendo ora un unico nucleo passo di Wittgenstein in cui si sostiene
di senso, all’interno di una ritualità: la che la musica per pianoforte è una danza
dimensione del rituale balinese, lontana delle dita, cominciamo a cogliere lo spes-
dall’idea d’opera d’arte totale wagneriana, sore gestuale legato al corporeo4.
ma ad essa affine per la dimensione oniri- Possiamo comprendere qualcosa di
ca e recepita da questi intellettuali nella più, anche se appoggiarsi con enfasi su
stessa direzione, guardando cioè alla di-
mensione della musica come proposizione 3
Strawinsky 1987.
4
«Suonare il pianoforte: una danza delle dita
umane». L’osservazione, del 1939-1940, fa parte
2
Ibid. di Wittgenstein 1980, p. 77.

n. 181 | musica domani | 51


questo livello di analisi sarebbe fuorvian- ché nella danza va colto il fondo rumo-
te e lo stesso Wittgenstein se ne guarda roso dell’attrito del corpo con il suolo o
bene: così, nel vedere un corpo in azione, della percussione sulla pelle: ma questo
mentre suona ci fa rintracciare una dram- equivale a dire che la musica strumentale
maturgia corporea che fa capolino in ogni porta con sé regole che non sono di tipo
forma organologica che, nel fondo, prende esclusivamente linguistico, che anche la
il valore di una metaforizzazione dell’at- musica strumentale è, alle origini, danza,
tività corporea in cerca di strategie per perché azione, percussione dell’oggetto
produrre un suono. Si tratta solo di una sonoro, messa alla prova della materialità
tautologia? Forse no, perché il gesto del del mondo come percussione, insufflazio-
musicista fa parte dell’esperienza del mu- ne scuotimento, sfioramento e così via. La
sicale, ma il gesto del musicista rimanda tattilità è verificazione sonora, ma anche
al corpo che si ascolta, producendo suo- orizzonte nascosto della percezione del
no: il gesto rimanda al corporeo, ma il suono stesso, origine che non può essere
corporeo determina, in qualche modo, il obliata.
senso di quello che va accadendo. L’uomo batte il suolo con i piedi o con
È chiaro che ci stiamo muovendo at- le mani, oppure percuote il suo corpo in
torno a un tema che va scalfendo la super- cadenza, lo agita parzialmente, o intera-
ficie di qualcosa, per ora posto, pruden- mente, per animare gli oggetti sonori e gli
temente, sul piano della pura ricezione ornamenti sonori che indossa: le prime
estetica del musicale. danze strumentali fanno tutt’uno con la
La possibilità che simili nessi ci siano danza. L’origine della musica è gestualità,
e abbiano peso teorico, non è affatto ov- azione corporea.
via, perché una posizione di questo tipo Dovrebbe essere chiaro come il rilievo
implica che la musica rimandi, immedia- assunto da queste argomentazioni punti
tamente, al mondo e al corpo, intrecciati immediatamente in direzione di una di-
solidamente tra loro. mensione timbrica, dove suono musicale
Questo vale anche quando la musica e rumore coincidono, ma quello che in-
ci parla di ambiti spirituali e magici che teressa di più è che il movimento legato
sono fuori dal mondo, come accade per alla danza nasconde un’intenzione assai
il teatro balinese che ha impronta rituale diversa, e per noi molto interessante.
e si muove sul terreno del mito: vi è un Il mondo nella sua struttura materiale
piano semantico che passa attraverso il viene inteso come archivio di suoni attiva-
corpo concreto dell’esecutore e la corpo- bili attraverso percussione o scuotimento:
reità dello strumento, e i due livelli sono il fatto che il corpo venga battuto, o che
saldamente intrecciati. Tutto trova fonda- il suolo divenga primo luogo di risonan-
mento nell’idea di azione: la musica na- za, implica proprio che vi è un’intenzione
sce avviluppata in un tessuto di pratiche espressiva legata, ad esempio, alla possi-
che rivela una continua tensione verso la bilità di enfatizzare la propria presenza su
materia sonora, verso il suono come og- un punto, su un luogo, i cui orli devono
getto trovato. immediatamente dilatarsi per rendere più
Originariamente la musica strumenta- presente il movimento. Di qui la centrali-
le è legata a doppio filo alla danza per- tà degli aspetti tattili dell’esperienza, già

52 | musica domani | n. 181


richiamati, ma è evidente che il problema zio musicale, come accade esplicitamen-
andrebbe messo a fuoco nella sue compo- te in Aristosseno, ma può indicare anche
nenti motivazionali. una proprietà materiale che il linguaggio
L’idea che giace nel fondo di questa scopre nel suono.
analisi della musica sta in una decisa ri- Qui una serie di problemi andrebbe
vendicazione dell’arte musicale come af- risolta sul piano delle distinzioni elemen-
francamento dall’idea di mimesi: la musi- tari che valgono sul piano qualitativo e
ca strumentale non nasce come imitazio- su quello della terminologia che ad esso
ne del suono vocale, o meglio non solo di corrisponde. In un saggio seminale, Gio-
quello, ma è un precipitato espressivo del vanni Piana5 spiega immediatamente che
corpo che si muove, sollecitando il suono. un suono non può essere grave se questo
L’esigenza di separare la dimensione termine significa pesantezza: e nemmeno
del canto da quello della musica strumen- può essere acuto se con ciò indichiamo l’a-
tale non è nuova, ma il rilievo che qui as- cuminatezza di una punta: e, d’altra parte,
sume la funzione del corpo, delle mani e si chiede come possono i suoni muoversi
dei piedi che percuotono il suolo o gli og- e addirittura scendere e salire? Di fatto,
getti, prende consistenza significativa, an- parlando di musica, ci troviamo a usare
che se Schaeffner non vorrebbe neppure il linguaggio dei corpi trasponendolo su
rovesciare di colpo la questione dicendo processi che corpi non sono: grave, acu-
che tutta la musica è prodotto della mano to, salire, scendere sono tutte espressioni
o che la mano è primadonna. In che sen- immaginose. E sono espressioni immagi-
so possiamo intendere delle enunciazioni nose che puntano verso una dimensione
così tormentate? Vi è certamente molta pratico-tattile.
sottigliezza nel non ridurre un problema Qualcuno potrebbe obbiettare che la
d’essenza a un problema d’origine, si terminologia non ha nulla a che vedere
tratta di uno sforzo per non cadere in una con i fatti stessi, che non ha alcun pa-
forma di empirismo cieco, per far rilevare rallelo con il piano dell’esperienza, ma
la natura teorica della classificazione or- sarebbe difficile poter sostenere una to-
ganologica. tale scissione del piano dell’esperienza
Al tempo stesso, si affaccia un altro da quello della costituzione linguistica.
problema: in che modo il suono stringe Parliamo, con intento descrittivo, di suoni
col corpo un rapporto privilegiato sul pia- metallici, legnosi, pastosi, duri, morbidi,
no linguistico? ruvidi, mettendo continuamente in gioco
la dimensione pratico-tattile che il senso
La matericità del suono nella di- del sonoro continuamente provoca. È un
mensione uditiva problema solo psicologico? Forse no, per-
Con la distinzione acuto/grave la teoria ché usando il linguaggio per descrivere gli
musicale descrive un’opposizione relazio- effetti che il suono produce in noi alludia-
nale che lega tutti i suoni fra loro: ogni mo a una dimensione corporeo-percettiva
suono può essere più acuto di un altro, o in cui il suono, come scrive Giovanni Pia-
più grave: ma questa proprietà si sviluppa na, viene percepito come “massa”. Il pro-
in molte altre direzioni: acuto/grave può
indicare la relazione alto/basso nello spa- 5
Cfr. Piana 1979, pp. 155 e sgg.

n. 181 | musica domani | 53


blema è inscritto dentro alla percezione, voluminoso, eventualmente di profondo, o
il piano corporeo non è una metafora che di tenebroso.
abbia puro valore esterno, ma un efficace Vi è un continuo implicarsi reciproco
gioco linguistico, che ci piaccia o meno. di sensi e di possibili direzioni ed è que-
«[…] quando ci serviamo di espressio- sta continua implicazione di “idee”, che
ni immaginose intendiamo proprio descri- le riunisce sotto la nozione, assai plasti-
vere l’impressione che il suono ci fa, e non ca, di unità immaginativa, che incombe
possiamo ritenere che la pura e semplice continuamente sull’ascolto, scuotendo
possibilità di stabilire una terminologia l’ascoltatore dalla sua iniziale passività.
immaginativamente neutra abbia come Sarebbe bello seguire il dipanarsi dell’ar-
conseguenza che i suoni si presentino con gomentazione che ci pone di fronte a un
la stessa indifferenza che quei termini di- materiale capace di espressività proprio
mostrano. La differenza, beninteso prima perché intriso di potenzialità allusiva,
ancora che immaginativa, è anzitutto sem- secondo una delle caratteristiche tipi-
plicemente percettiva. Un’eventuale in- che dell’impostazione fenomenologica.
versione della denominazione tecnica non La conclusione è che nel materiale vi sia
conduce a nessuna modificazione nelle un’immaginazione nascosta.
qualità percettive dei suoni. E sulla base «Tuttavia, anche se ammettiamo che
di una differenza percettiva si innestano queste parole rendano in qualche modo
diverse direzioni di movimento dell’im- l’impressione che il suono ci fa, questo
maginazione»6. rimando dal linguaggio all’esperienza evi-
In questo modo Piana chiarisce bene dentemente non può garantir nulla in rap-
in che senso piano dell’espressività inter- porto ad una possibile generalizzazione.
na al materiale percettivo e valorizzazione Lo stesso parlare di una “impressione”
immaginativa stringano fra loro solidi le- non è forse equivoco? […]»7.
gami all’interno della dimensione dell’a- La risposta è piuttosto chiara: è la stessa
scolto: eppure resta ancora qualcosa da base associativa delle sintesi immaginative
dire. Quando parliamo di suoni, in ciò è a non permettere che si operi una disso-
contenuto non un semplice rimando asso- luzione delle resistenze del materiale insita
ciativo alla pesantezza dei corpi, ma una in un atteggiamento empiristico storicista
vera e propria fusione immaginativa. coerentemente sviluppato. I dati percetti-
L’idea di fusione va presa alla lettera, vi non sono un magma informe nemmeno
la gravità si presenta come “valore di gra- dal punto di vista dell’immaginazione:
vità”, e quindi come indice di una dire- un contenuto qualunque non può essere
zione sintetica dell’immaginazione (è una valorizzato in una direzione qualunque.
conseguenza del suo essere un precipitare Potremmo aggiungere un’ovvietà a quan-
di aspetti possibili verso il fondersi imma- to scrisse molti anni fa Piana: non tutti i
ginativo fra sensi). In essa sarà così messa giochi linguistici sono possibili, nemmeno
in questione non solo la sua pesantezza, nella dimensione dell’ascolto.
ma anche la lentezza, l’opacità, lo spes- E così concludiamo osservando, anco-
sore, l’idea di qualcosa di massiccio, di ra con Piana, che un contenuto qualunque

6
Piana, op. cit., pp.156-157. 7
Piana, op. cit., p. 158.

54 | musica domani | n. 181


non può essere valorizzato in una direzio- nipolata, fatta propria, come accade per
ne qualunque: la stessa natura fenomeno- un brano musicale che ci piaccia e di cui
logica del suono decide della natura del impariamo progressivamente a ricono-
problema, quei suoni sono leggeri, quegli scere, e prevedere intuitivamente, le ca-
altri, invece, svelti e leggeri. Siamo di ratteristiche: esso diventa un modello di
fronte a una specie di imbroglio? Forse ascolto, qualcosa a cui riportiamo forme
sì, ma come non posso vedere il volto di simili e dissimili, prevedendone gli esiti.
un uomo nell’Annunziata di Antonello da Allo stesso modo, colorando affettivamen-
Messina, farei una certa fatica a parlare te la nostra vita, indica un modo di essere
della trasparenza cantabile del suono del e prelude al concetto di stile.
timpano. L’imbroglio sta dentro al piano Dulugu ganalan significa, letteral-
fenomenologico, e possiamo farcene sere- mente «che suona sollevato al di sopra»,
namente carico, come accade, ad esem- ed è, fra le altre cose, una metafora acusti-
pio, per l’impossibile compito descrittivo co visiva che, nelle parole di Feld, si rife-
che il linguaggio si porrebbe, se cercasse risce a «strati sonori continui, in succes-
di definire l’aroma del caffè. L’ineffabi- sioni non lineari, con presenze e densità
lità, o l’inattingibilità di descrizioni che multiple, senza soluzione di continuità;
cadono solo sul piano dell’esperienza mo- pezzi che si sovrappongono, senza interru-
strano quanto ha inutilmente spiegato l’i- zioni interne, un movimento a spirale, ad
ronia tagliente del secondo Wittgenstein: arco, che si assottiglia nel moto in avanti
vi sono piani che il linguaggio non può, o e si inspessisce nel ritorno. […] Richia-
non deve, sbrogliare. mando l’attenzione verso gli assi espe-
rienziali tanto spaziali (sollevato al di so-
Il modello Dulugu ganalan e la pra) che temporali (che suona) il termine
densificazione sonora e il processo presuppongono che ciascun
Nella seconda metà degli anni ‘80 Ste- suono esista in campi di suoni precedenti
ven Feld pubblica un testo memorabile su e contigui»9.
una categoria concettuale esperita nella L’ambito su cui cade la metafora du-
comunità dei Kaluli, una popolazione che lugu ganalan è composito, mettendo in
vive presso la foresta fluviale di Papua relazione fra loro griglie di ascolto estre-
Nuova Guinea. Il testo, Estetica come ico- mamente differenziate:
nicità dello stile, che segue lo straordina- 1. rapporto fra gli strati acustici
rio Sound and Sentiment, tratta in modo all’interno di un suono strumen-
magistrale, fra le altre cose, di una catego- tale e rapporto fra questo suono
ria descrittiva impiegata in una espressio- e gli altri suoni circostanti, in-
ne linguistica, dulugu ganalan8. tenzionalmente o non intenzio-
Il saggio prende le mosse dal mondo nalmente co-presenti;
dell’umano, fissandosi sulla delicatissi- 2. rapporto fra suoni vocali, dal
ma transizione dal concetto di groove, la cantato al parlato, volutamen-
forma vissuta e condivisa nell’ascolto di te coordinati o semplicemente
una struttura musicale, conosciuta, ma- co-presenti;

8
Il testo verrà presto tradotto in italiano. 9
Feld 1988, p. 79.

n. 181 | musica domani | 55


3. rapporto fra vocalizzazioni e suffisso /-an/, che denota una dimensione
suoni di accompagnamento di di continuità operativa, mettendo così in
sonagli o strumenti di lavoro, risalto i concetti di processo, movimento,
a prescindere dal fatto che tali temporalità, persistenza, estensione. L’e-
attività siano svolte da un unico spressione non viene mai usata in forma
attore o da diversi attori; nominalizzata (dulugu gono), pur essendo
4. rapporto fra gli elementi citati questa grammaticalmente facile da co-
e i suoni ambientali circostanti struire»11.
compresenti (ad esempio tuono, La tensione temporale, processuale, è
pioggia, uccelli, animali, inset- legata a doppio filo a una forma di scan-
ti)10. sione basata su una densificazione strut-
Dulugu ganalan è così una struttura turale, cioè materica del suono che viene
fenomenologica che prefigura un modo di in avanti, acquista spessore, e si muove
essere e un modo di ascoltare: gli esempi in un processo che, potremmo dire, dura
che Feld seleziona – nella ricostruzione di sempre: riempie l’amorfismo temporale, lo
un suono che ha come modello il risuona- mette in forma con i contenuti sonori in
re della foresta in cui elementi mitologici sincronia, ma sfasati.
e reali si fondono assieme, dove le voci La continuità fra fasi, momenti del
dei morti, sotto forma di canto degli uc- processo di produzione del suono, crea il
celli, mi chiamano per non sentirsi soli e gioco dell’emergenza dello spessore nel
non farmi sentire solo – ci permettono di dilatarsi della durata del suono stesso. È
ricostruire una bella fetta di un immagi- pleonastico osservare che l’interazione fra
nario raccolto attorno allo spremersi, al contrasto e unificazione, il darsi di questa
venir fuori, all’emergenza dei suoni che differenza, enfatizza il rilievo timbrico fra
si volgono verso di noi, dal fondo del luo- tessiture sonore. Gli uomini-risuonatore di
go. Dopo una interessante serie di osser- Schaeffner trovano forse il loro senso nella
vazioni sul fuori fase, Feld osserva, con ridondanza del sonaglio, del tamburo, de-
finezza: «Due ulteriori dettagli linguistici gli armonici che Feld ha saputo cogliere
hanno peso nell’interpretazione di dulugu nella drammatizzazione dello spazio ope-
ganalan come processo di densificazione rata dal movimento vocale: le presenze si
testurale in sincronia ma sfasato. Anzitut- separano e si raggruppano, come in una
to osserviamo com’è costituita l’espressio- polifonia antica che abbia perso, in molti
ne dulugu ganalan: le forme imperative tratti, il gusto dell’unisono.
del verbo sono duluguma, “sollevare al Credo non sia ingenuo sostenere che
di sopra”, come quando si mette qual- i fenomeni di contrasto e unificazione di
cosa in alto (a esempio sulla griglia per cui abbiamo parlato non debbano essere
affumicare nella casa comunitaria), e ridotti all’ambito dell’etnomusicologia:
ganalema, “produrre suono”, un termi- il modo con cui Feld parla dell’ispessir-
ne generico e non marcato per agente o si del suono costruisce la grammatica di
varietà. L’espressione dulugu ganalan ha una grande teoria dell’ascolto pensata in
sempre il secondo verbo declinato con il termini di contrasto, unificazione, e ispes-

10
Feld, op. cit. p. 70. 11
Feld, op. cit., p. 83.

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simento, ma la cura dell’analisi fenome- e ne segue, sul piano logico, lo schiudersi
nologica dei materiali fa sospettare che delle forme.
questo modello valga anche per molti altri Vi è poi un analogon performativo del
contesti. Quanto verrà meno sarà, natural- rapporto accento-spessore, che Feld foca-
mente, il groove specifico, l’“in sincronia lizza nel concetto di discrepanza parteci-
ma sfasato”, ma basta leggere meglio cosa patoria, descritto da Charles Keil13. Keil
sia la densificazione testurale per coglie- aveva individuato proprietà espressive e
re meglio la ricchezza del modello teorico formali emergenti nella dimensione ese-
individuato da Feld. cutiva, processuale, improvvisativa della
«Uno dei fondamenti stilistici del “che forma jazzistica: egli proietta tali compo-
suona sollevato al di sopra” si riscontra nenti nei due livelli di tensione creativa
infatti nelle sfumature della densificazio- dell’ascoltare e del fare musica: nel pro-
ne testurale, ad esempio: l’attacco e la cessuale, nel testurale, dove il processua-
fine dei suoni; decadimenti e dissolven- le identifica la forma ritmica, lo swing, il
ze, cambiamenti di dinamica, profondità groove, mentre il testurale identifica tim-
e presenza; grana e coloritura della voce; bro e qualità del suono.
interazione di suoni fortuiti e modellizza- Ciò che crea intensità e partecipazione
ti; accelerazioni, allungamenti e accorcia- nella musica è un “margine” emergente
menti ludici; fissione e fusione di forme e dalla varietà di sfasamento (processo) e
frasi di suono in quello che il compositore stonatura (tessitura). Ma siffatti elementi
elettroacustico Edgar Varèse chiamava non si iscrivono solo nella performatività
“condensazione” (shingling) degli strati jazzistica: collaborano alla densificazione
sonori attraverso lo spazio delle altezze»12. strutturale che sostiene il prender rilievo
Non stupisce che nelle descrizioni di dei piano sonori e il loro differenziarsi
tali emergenze strutturali schegge di lin- nell’ascolto e nella pratica di dulugu ga-
guaggio visivo, tattile, e acustico si strin- nalan. Vi è riverbero, sfocatura, uscita di
gano fra di loro, nel concrescere dell’e- allineamento, anche ascoltando i rumori
spressione condensazione, espressione di un bosco, di una città, di un paesaggio
che Varèse va a recuperare dal linguag- sonoro meno affettivamente determinato:
gio della metallurgia: sta esplodendo una è una via aperta, che entra nel merito di
splendida categoria descrittiva, che co- moltissime forme di musica contempora-
glie il fondersi di tempo, materia, suono, nea.
all’interno dei processi di differenziazione Qui il pensiero di Feld si fa ancora più
e fusione percettiva. sottile, spingendo la nostra attenzione ver-
Il ricchissimo piano descrittivo mes- so l’emergenza di un margine. Quel mar-
so in gioco dallo spazio attorno al suono gine è un differenziale, un ritardo o un’in-
o dalla corona del mormorìo che orla il tensificazione di intensità, o un movimen-
suono, non è certo quello, pur interes- to di densificazione ritmica legata a eventi
sante, della texture di Wallace Berry; è che interferiscono sugli schemi, ruotando
molto più profondo perché va a catturare come elastici attorno alla scansione. È un
il problema alle spalle di quella categoria, ispessimento o un assottigliamento della

12
Feld, op. cit, p. 82. 13
Ibid.

n. 181 | musica domani | 57


densità timbrico-ritmica che ci parla pro- Bibliografia
prio del prender corpo del suono. Giovanni Piana, Elementi di una dottrina dell’e-
sperienza, Il Saggiatore, Milano 1979.
Ancor più impressionante, tuttavia,
Steven Feld, Aesthetics as Iconicity of Style, or
per chi legga, è l’altro differenziale, l’idea “Lift-up-over Sounding”: Getting into the Kalu-
della stonatura, della alterazione nell’al- li Groove, Yearbook for Traditional Music, Vol.
tezza data, che modifica la tessitura della 20, 1988, pp. 74-113, reperibile su De Musica
nota e la materialità dell’impronta. In quel XIII, http://users.unimi.it/gpiana/dm13idxrd.
contesto il differenziale pone sotto la lente htm [consultato il 08/11/19].
la metamorfosi fra suono e sfumatura, fra André Schaeffner, Origine degli strumenti musi-
cali, Sellerio, Palermo 1999 (ed. or. 1936).
punto e macchia, fra linea e ispessimento: Igor Strawinsky, Poetica della musica, Edizioni
una lucidità descrittiva così potente sem- Studio Tesi, Pordenone 1987 (ed. or. 1942).
bra tutta tesa a un discorso teorico, che Ludwig Wittgenstein, Pensieri diversi (trad. it.
rimodelli tutte le categorie dell’ascolto. M. Ranchetti), Adelphi, Milano 1980.
In fondo il modello suono-corpo, l’i-
dea di percezione del suono come mas-
sa, trovano qui, assieme, una conferma
e una apertura: la dimensione corporea
del musicale, che il linguaggio tematiz-
za, qui viene colto in una struttura gram-
maticalmente ricca e non riconducibile
al linguaggio, ma alla densità materiale
dell’accadere della percezione sonora.

58 | musica domani | n. 181


Riletture

Armonie della dissonanza:


attualità delle idee
di Lapierre e Aucouturier
Melita Cristaldi, Patrizia Fenaroli, Maria Brigida Ochoa

Le autrici dell’articolo si sono interrogate sull’attualità del contributo


di André Lapierre e Bernard Aucouturier a partire dalla lettura dell’o-
pera La simbologia del movimento. Queste riflessioni hanno individuato
nell’intercultura e nelle neuroscienze due direzioni lungo le quali, a pa-
rere delle autrici, è possibile intravedere dei margini di sviluppo dell’im-
pianto epistemologico dei due capiscuola della psicomotricità.
Parole chiave: corpo – relazione – apprendimento – neuroscienze – intercultura

The authors of this article questioned on the relevance of the contribution


by André Lapierre and Bernard Aucouturier on the bases of the work La
simbologia del movimento (Symbolism of movement). These thoughts identify
in interculturality and neuroscience two possible directions to follow;
according to the authors, along these two lines it is possible to discern
some space for the development of the epistemologic system of the two
masters of psychomotricity.

Keywords: body – relationship – learning – neuroscience – interculture


Introduzione «Nell’insegnamento tradizionale, di

I l presente articolo nasce da incon-


tri tra tre professionalità diverse
che si sono confrontate in modo dialogi-
fatto, è il bambino ad adattarsi al desi-
derio dell’educatore, essendo esso stesso
determinato dall’esterno da un program-
co, conversando sull’attualità dell’eredi- ma cronologico»4. A partire dagli anni
tà teorica di André Lapierre e Bernard ’60-’70 i due autori divulgano in Euro-
Aucouturier. pa la “psicomotricità”, approfondendo
Pedagogisti dall’anima inquieta, La- la loro ricerca sul corpo, il movimento
pierre e Aucouturier iniziano un percorso e sul vissuto, studiando la psicoanalisi
di ricerca esperienziale nel panorama cul- e avvicinandosi alle teorie freudiane e
turale educativo sociale degli anni ’70. In post-freudiane per favorire la dinamicità
quel periodo storico il pedagogismo «po- dell’apprendimento e contrastare il mo-
larizzato da obiettivi precisi, delimitati e dello di interazione verticale alunno-a-
predeterminati di apprendimento scola- dulto maggiormente presente nel mondo
stico, ha voluto trattenere dell’atto soltan- scolastico. Lapierre e Aucouturier, nella
to la manipolazione razionale degli oggetti loro modalità di approccio al bambino,
che prepara direttamente a questi appren- delineano un percorso che utilizza i con-
dimenti. Credendo di andare dall’atto al cetti di spazio gestuale e di spazio sono-
pensiero, si è andati dal pensiero all’atto ro. Il bambino scopre il suo corpo parten-
chiudendo l’azione in una intellettualiz- do dal movimento che egli dà all’oggetto e
zazione predeterminata»1. Il loro pensie- attraverso questa attività motoria scopre
ro fu considerato rivoluzionario all’epoca lo spazio. L’appropriazione dello spazio
perché scardinava una mentalità nor- diviene anche appropriazione del mon-
mativa dell’apprendimento del bambino do, si tratta di due dimensioni comple-
nelle sue fasi di sviluppo, dando centra- mentari e dialettiche: il bambino esplo-
lità all’acquisizione dinamica della cono- rando l’ambiente circostante pone le basi
scenza mettendo fra parentesi, in qualche per la conoscenza. Ed è nella dinamica
modo, la dimensione affettiva e relazio- degli scambi all’interno dei gruppi e nei
nale. «Credere che il bambino organizzi contesti di sviluppo che si co-costruisco-
intellettualmente il suo progetto prima di no differenti dialoghi gestuali che vei-
realizzarlo, come fa la maggioranza degli colano l’accordo tra i vissuti nel gruppo.
adulti, è un profondo errore. «Il suo pen- «Più ancora del gesto, il rumore riempie
siero si elabora nell’azione stessa, in una lo spazio della mia presenza, dà volume
dialettica permanente»2. Gli autori fanno a questa presenza»5. Questo spazio so-
emergere l’importanza del vissuto, inteso noro individuale incontra quello degli
non come mera manipolazione di oggetti, altri creando uno scambio comunicativo
ma come attività spontanea ed emozionale che, a seconda dei gradi di dissonanza,
che investe tutto il corpo del bambino, e può risultare comunicazione aggressiva
non soltanto «la punta delle sue dita»3. o armonica. Il decentramento da sé e
l’apertura all’altro permettono l’accordo
1
Lapierre – Aucouturier 1978, p. 64.
2
Ibid. 4
Lapierre – Aucouturier op. cit., p. 75.
3
Ibid. 5
Lapierre – Aucouturier op. cit., p. 69.

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dei ritmi e degli spazi sonori. Il substra- pubblicazioni, è (purtroppo!) ancora mol-
to necessario per l’apprendimento e la to attuale e importante (com’è noto, suc-
crescita personale è l’autenticità della cessivamente i due autori si sono separati
connessione tra agiti e vissuti, la con- e hanno orientato le loro ricerche in cam-
nessione emotiva in cui l’altro diviene pi differenti, mettendo a punto metodiche
la mia cassa di risonanza attraverso cui diverse). Ma c’è anche un altro motivo per
riconoscermi, conoscermi ed evolvere. È cui vale la pena interrogarsi oggi sull’at-
qui che s’introduce il concetto di “dif- tualità del pensiero dei due capiscuola
ferenza”. In tal senso, nella misura in della psicomotricità. Infatti, nuove dire-
cui l’educatore riesce ad armonizzare le zioni di ricerca, che si sono affacciate nei
“corde” individuali e collettive, la pro- decenni a noi più vicini sulla scena delle
duzione finale non è più una cacofonia di scienze umane applicate, hanno sollecita-
dissonanze, ma un’armonia di incontri di to nuove posizioni epistemologiche. Fac-
diversi spazi sonori. ciamo riferimento, in particolare, ai temi
della complessità, dell’intercultura e, per
È ancora attuale il pensiero di La- ultimo, delle neuroscienze. Ora, a parere
pierre e Aucouturier? nostro, è possibile scorgere nel contribu-
È vero che a distanza di circa cin- to di Lapierre e Aucouturier, antecedente
quant’anni, nonostante l’ingente pro- allo sviluppo delle neuroscienze e dell’in-
duzione di studi che sottolineano l’im- tercultura, dei segnali che indicano una
portanza degli aspetti emotivo-affettivi possibilità di sviluppo della ricerca scien-
sottesi all’apprendimento, la pedagogia tifica proprio in queste direzioni. Vediamo
risulta ancora impregnata di nozionismo e più da vicino.
cognitivismo statico. La scuola, purtroppo Lapierre e Aucouturier sottolinea-
ancora molto normativa, è peraltro sempre no l’importanza delle relazioni esistenti
più imbrigliata all’interno di una burocra- tra le strutture motorie sottocorticali e i
zia incalzante; forse, anche più di qualche centri di integrazione delle emozioni, in
decennio fa la valutazione viene realizzata particolare l’ipotalamo. È in questa strut-
con modalità che spesso non incontrano tura che la dimensione affettiva e psichica
i bisogni formativi degli alunni. Quella dell’individuo appare direttamente colle-
“pedagogia tradizionale” di cui parlano gata al corpo, alla sensorialità, al tono e
gli autori, in cui «il bambino che accet- alla motricità. L’ipotalamo, così come le
ta di essere mantenuto in una relazione altre strutture cerebrali più profonde, è
d’oggetto diventa docile e passivo, perde immediatamente interessato a tutti i pro-
tutto il suo dinamismo e la sua creatività, cessi psichici che gli psicoanalisti chia-
tutta la sua originalità»6, è ancora una re- mano “inconsci”. Da questo punto di
altà concreta presente e attuale in molte, vista, l’organizzazione psichica dell’indi-
troppe scuole. viduo, che è sempre conscia e inconscia,
Questo basterebbe per sostenere che razionale e affettiva, presenta un aspetto
il pensiero di Lapierre e Aucouturier, tonico-emozionale importante, punto di
espresso già nelle loro prime congiunte contatto essenziale tra mente e corpo. Non
a caso, Lapierre e Aucouturier individua-
6
Lapierre – Aucouturier op. cit., p. 75.
no proprio nel “tonico-emozionale” la di-

n. 181 | musica domani | 61


mensione-target a cui si deve riferire un tro è portatore può produrre dei “punti di
qualsivoglia «metodo di rilassamento»7. rottura”, delle “dissonanze cognitive ed
E giustamente, come notano i due capi- emotive”, e l’impianto educativo tradizio-
scuola della psicomotricità, proprio la nale e precostituito può andare in crisi. Se
dimensione tonico-emozionale è al centro l’educatore è disposto ad abbandonare le
delle pratiche terapeutiche di derivazione proprie idee perfette, cioè eccessivamente
orientale, molto lontane dal modo occi- razionali, allora può cogliere l’occasione
dentale, iper-razionale, di pensare8. per intendere i contrasti come degli spi-
Queste due note, l’una riferita all’a- ragli per nuovi livelli di apprendimento11.
spetto neurologico, l’altra alle pratiche In questo senso l’emozione, il desiderio e
orientali di rilassamento e terapia, mo- l’espressione corporea diventano facilita-
strano come Lapierre e Aucouturier pre- tori di apprendimento del nuovo. La stessa
conizzassero, in effetti, quegli sviluppi posizione di ascolto attivo e partecipato,
che dopo di loro hanno assunto le scienze nonché di connessione tra vissuti, può
umane, in sintonia con le tendenze oggi permettere all’educatore di cogliere gli
sempre più presenti nella società e nella aspetti “trans-culturali”, tali cioè da favo-
cultura. In effetti, lo sviluppo impetuoso rire la trasmissione positiva e arricchente
delle tecnologie dell’informazione e del- di significati e simboli da una cultura a
la comunicazione (Ict) e dell’Intelligen- un’altra nei contesti educativi.
za Artificiale sul finire del secolo scorso Per quanto riguarda in particolare
e perdurante tutt’oggi si è accompagnato l’intercultura, va ricordato che Lapierre
a un processo di “interculturalizzazio- e Aucouturier hanno condotto esperienze
ne” della società a livello mondiale9. Nel di formazione in diversi paesi del mondo,
mondo della scuola e dell’apprendimento, giungendo alla conclusione che è neces-
queste nuove tendenze hanno portato a sario distinguere tra i fantasmi corporei
nuovi approcci, come quello della Neuro- (vissuti immaginari del corpo nella sua
pedagogia e della Pedagogia intercultura- relazione all’altro e al mondo), propri di
le e la pedagogia tradizionale si trova a ogni civiltà, e l’aspetto differenziale-cul-
fare i conti sempre di più con queste più turale di ciascun gruppo di partecipanti
recenti acquisizioni delle scienze umane alla terapia e alla formazione12. E, di nuo-
applicate. E proprio nel tradizionale in- vo, i due capiscuola della psicomotricità
crocio dialettico fra dimensione biologica enfatizzano l’ascolto e l’accoglienza come
e dimensione sociale dell’apprendimento modalità grazie alle quali –­ attraverso la
riemerge la centralità del corpo e della spontaneità, l’emozione e il corporeo –
corporeità in quella che è stata definita la l’apprendimento del nuovo può avvenire
embodied cognition10. anche nel campo della transculturalità.
Attraverso l’incontro spontaneo fra dif- Sono in consonanza con quanto insegnava-
ferenze, l’impatto con il nuovo di cui l’al- no i due capiscuola le recentissime espe-
rienze di psicomotricità interculturale
7
Lapierre – Aucouturier 1984, p. 58.
8
Ibid.
9
Pampanini 2010.
10
Morin 1989; Varela – Thompson – Rosch 11
Cecchin – Apolloni 2003.
1992; Damasio 1995; Lakoff – Johnson 1999. 12
Lapierre – Aucouturier 2005, p. 17.

62 | musica domani | n. 181


condotte dalle autrici di questo articolo13. tipo di esperienze si verificheranno sem-
Mentre i dati che emergono dall’esperien- pre più spesso, lasciando intravedere uno
za cui si fa riferimento sono ancora in ela- sviluppo interculturale e neuroscientifico
borazione, possiamo qui solo fare qualche della psicomotricità sempre più marcato.
cenno. Si tratta di una serie di incontri di Non c’è dubbio che, in questa tendenza,
psicomotricità interculturale con giovani il pensiero di Lapierre e Aucouturier si
donne africane, alcune vittime di tratta, dimostrerà ancora utile e produttivo per
avvenuti all’interno di uno spazio protetto le future generazioni di psicomotricisti,
di una comunità di Catania. I vissuti cor- educatori e psicologi.
porei hanno costituito le pre-condizioni
per esprimere a diversi livelli punti di for- Conclusioni
za e punti di debolezza, disagi e dolori vivi Lapierre e Aucouturier hanno avuto
delle ragazze coinvolte. Dopo una breve intuizioni geniali in tempi non sospetti,
fase di introduzione e di presentazione quando ancora la ricerca nel campo delle
del progetto di psicomotricità intercultu- neuroscienze e dell’intercultura era agli
rale, il gruppo di terapeute europee (psi- albori. Il loro pensiero costituisce la base
comotricista e psicologa) e donne africane dell’approccio psicomotorio al lavoro in-
ha adito la via dell’espressione corporea tegrato su mente e corpo, in cui la sponta-
attraverso la danza, in parte spontanea e neità espressiva e il piacere di svilupparsi
giocosa, in parte codificata, rituale, di tipo e apprendere hanno un posto centrale. Un
sciamanico, dotata di significati simbolici educatore che si accosti all’approccio di
ben precisi. Il punto che ha colto questa questi pionieri della psicomotricità deve
esperienza è che attraverso la danza e l’u- porsi in una posizione critica nei confron-
tilizzo psicoterapeutico del corpo è stato ti della pedagogia tradizionale, arroccata
possibile accennare ad aperture sul trau- nella difesa dei curricula didattici mini-
ma, dunque a una rielaborazione psichica. steriali. L’apprendimento come esperien-
L’ascolto e l’accoglienza (raccomandazio- za, quindi come vissuto, costituisce l’an-
ne-cardine di Lapierre e Aucouturier) fat- coraggio al corporeo di nozioni che altri-
to dalle terapeute, si è tradotto in un invito menti rischiano di rimanere fredde idee
ad affrontare il trauma, poiché ha signifi- razionali. D’altronde, è vero che tutto lo
cato la legittimazione a tradurre il gesto scibile umano, diviso nelle materie cano-
in parola. Anche se si è trattato solo di un niche e nelle unità didattiche consuete, e
inizio, questa esperienza ha rappresenta- lo stesso apprendimento, posseggono uno
to per tutte le partecipanti un importante spessore multi- e inter-culturale che, nel-
momento di crescita e di apprendimento. la pedagogia tradizionale, rimane spesso
Il proprio di un’etnicità è diventato, alme- sconosciuto e non indagato14. Il contribu-
no per una volta, patrimonio comune di un to pionieristico di Lapierre e Aucouturier
gruppo terapeutico interculturale, che ha contiene già in nuce questa sensibilità per
utilizzato la danza come un potente codice lo sviluppo neuro-scientifico e intercultu-
non verbale. È ragionevole supporre che, rale dell’educazione e della terapia. Una
in educazione come in terapia, questo maggiore democratizzazione dell’educa-

13
Cristaldi 2013a. 14
Cristaldi 2013b.

n. 181 | musica domani | 63


zione non potrà che essere il risultato di Bibliografia
un approfondimento di queste nuove di- Gianfranco Cecchin – Tiziano Apolloni, Idee per-
fette. Hybris delle prigioni della mente, Franco
rezioni della ricerca che già i due capi-
Angeli, Milano 2003.
scuola della psicomotricità intravedevano Melita Cristaldi, Psychomotricité et Intercultu-
nelle loro prime opere. ralité dans la Méditerranée, Éditions universitai-
res européennes, Saarbrücken 2013a.
Melita Cristaldi, Les dimensions culturelles de
l’apprentissage. La contribution de la psychomo-
tricité interculturelle, Cuecm, Catania 2013b.
Antonio Damasio, L’errore di Cartesio. Emozione,
ragione e cervello umano, Adelphi, Milano 1995.
André Lapierre – Bernard Aucouturier, Fanta-
smatica corporale e pratica psicomotoria, Sper-
ling & Kupfer, Milano 1984.
– , La simbologia del movimento, Edipsicologi-
che, Cremona 1978.
– , Il corpo e l’inconscio in educazione e terapia,
Armando, Roma 2005.
George Lakoff – Mark Johnson, Philosophy in
the Flesh: the Embodied Mind & its Challenge to
Western Thought, Basic Books, New York 1999.
Edgar Morin, La conoscenza della conoscenza,
Feltrinelli, Milano 1989.
Giovanni Pampanini, a cura di, (con la collabora-
zione di Diane Napier e Faten Adly), Intercultu-
ralism, Society and Education, Sense, Rotterdam
2010.
Francisco J. Varela – Evan Thompson – Elea-
nor Rosch, La via di mezzo della conoscenza. Le
scienze cognitive alla prova dell’esperienza, Fel-
trinelli, Milano 1992.

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Digressioni

Meglio il trattore
Riflessioni sulla musica d’insieme
e i repertori “etnici”
Claudio Dina

Si possono utilizzare i “brani etnici” per la musica d’insieme? No! Ma


si deve! Attraverso questa netta affermazione l’autore ne argomenta il
perché alla luce della ventennale esperienza di conduzione di orchestre
giovanili1.

Parole chiave: musica “etnica” – musiche tradizionali – tradizioni popolari – arrangiamento


orchestrale – tradizione orale

Can “ethnic repertoires” be used for ensemble music? No! But you
must! Starting from this paradoxical statement the author solves this
contradiction in light of his twenty year experience in conducting youth
orchestras.

Keywords: “ethnic” music – traditional music – popular traditions – orchestral arrangement – oral
tradition

1
Con la Corórchestra del Piemonte (Corórchestra del Piemonte 2005 e 2015) sono state realizzate due
pubblicazioni discografiche; con la Lagarina Orchestra, esperienza più breve realizzata in Trentino, si è
concretizzata una pubblicazione discografica a completamento (Lagarina Orchestra 2015).
Musica etnica? sica, in particolare nel Novecento, ha svi-

A ben vedere, qualsiasi brano può


essere definito “etnico”: è il
prodotto musicale di un dato contesto
luppato un percorso che l’ha vista essere
sempre più l’espressione del compositore,
dell’autore, lasciando ai fruitori il ruolo
culturale in un preciso momento storico passivo di uditori in occasioni determina-
del luogo ove è stato composto. Natural- te, il concerto/performance. Questo ha di
mente, nella vulgata il riferimento va a fatto escluso la musica da una relazione
quell’insieme di brani provenienti da attiva con il pubblico. Non intendo ripren-
paesi diversi dal nostro o che apparten- dere, non è mio interesse in questo ambi-
gono a un ambito culturale differente (ad to, la polemica che giunse in risposta alla
esempio per ceto socio-economico). Uno seconda avanguardia del Novecento, ma
degli elementi che distinguono il mondo solamente ricordare che questa tipologia
popolare da quello colto è la presenza di di occasione del concerto/performance
funzioni e occasioni articolate differente- propria della musica colta, per come si è
mente dal solo ascolto. Tre sono le prin- andata sviluppando, non è presente nelle
cipali categorie delle funzioni musicali culture di tradizione orale.
che si considerano2: Ho introdotto la locuzione “tradizione
a. espressive; orale” per ricordare che uno degli elemen-
b. di organizzazione e supporto delle ti di distinzione risiede in questo aspetto,
attività sociali; nella musica appresa “da bocca a orec-
c. di induzione e coordinamento delle chio”, nel ruolo dell’esecutore/autore che
reazioni senso-motorie. gioca nella trasmissione del repertorio e
Apparirà evidente che tutte sono pre- nel rapporto con il pubblico/comunità che
senti nel mondo classico o eurocolto. En- ne fruisce. Risulta forse necessario ricor-
triamo però nel dettaglio e consideriamo dare la tesi dei linguisti Jakobson e Boga-
la seconda categoria nei suoi aspetti (po- tirëv che si esprime attraverso le categorie
tenziamento del conformismo e del rispet- di “creazione collettiva” e “variazione” e
to delle norme sociali, supporto delle isti- il concetto di “censura preventiva” inteso
tuzioni e dei riti religiosi, contributo alla come accoglimento o sanzione di un’ope-
continuità e alla stabilità della cultura, ra del folclore3. Alcune situazioni popolari
contributo all’integrazione sociale), in- odierne (anche italiane), mostrano l’acco-
cludendovi anche la funzione dell’intrat- glimento e l’utilizzo di brani che sono nati
tenimento e aggiungendo lo stimolo alla con una modalità estranea a questo percor-
risposta fisica (compresa nella categoria so, ma rimane presente la censura preven-
c.): ecco che ci troviamo in un campo in tiva da parte della comunità che “utilizza”
cui le musiche “etniche” hanno elemen- questi repertori per i contesti tradizionali4.
ti originali che le distinguono dal mondo
eurocolto. 3
Riguardo alla riflessione sul rapporto langue/
Osservando le occasioni il confronto parole, rimando a Jakobson – Bogatirëv 1976, pp.
appare ancora più chiaro. La musica clas- 169-170.
4
Un’ampia disamina dei contesti attuali si trova
in Rizzoni 2011; attraverso il contributo di diversi
2
Su questa tematica cfr. un intero capitolo di ricercatori, viene messa a fuoco la denominazione
Giannattasio 1992, pp. 207-230. della disciplina (etnomusicologia o antropologia

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Apparirà ora chiaro che pensare di poter La varietà dei modelli scalari può rap-
fare eseguire, da un gruppo di giovani, mu- presentare una prima esperienza per ar-
sica che si possa definire da un punto di ricchire il campo troppo spesso limitato ai
vista musicologico “etnica” o “popolare”, modi maggiore e minore. Ovviamente la
ha ben poca ragione di essere. Questo ha modalità (i modi ecclesiastici), ma anche
ancora meno significato se si prendono in il pentatonismo si ritrovano nella musi-
esame i contesti e la modalità con la quale ca colta antica, la quale – non a caso – è
spesso vengono appresi, oggi, i brani della stata terreno di confronto musicologico/
tradizione, anche in stage o workshop de- etnomusicologico. Anche questi vengono
dicati, dove viene proposta un’unica ver- spesso sperimentati limitatamente (al-
sione, spesso per tutti gli strumenti uguale, meno nelle realtà che ho avuto modo di
proveniente da un dato musicista/informa- conoscere) e ciò riduce le opportunità di
tore a cui ci si deve attenere per fraseggio, arricchimento musicale, come anche la
variazioni ed eventuali modifiche agogiche semplice conoscenza della prospettiva
e dinamiche5. storico-culturale della musica eurocolta.
Di fatto i modelli di apprendimen- Più difficile risulta proporre la varietà
to sono colti, anche se la proposta viene dei repertori che non fanno riferimento
fatta oralmente, ma ancor di più lo sono alla nostra suddivisione dell’ottava (ad
le modalità di realizzazione e fruizione esempio il mondo mediorientale o quelli
del pubblico (il concerto/performance di indiano e asiatico in genere). Alla diffe-
ascolto)6. Ciononostante affermo che “si rente e ampliata gamma degli intervalli,
deve” far uso di questi repertori. Perché? infatti, si aggiungono le modalità di into-
In quale modo? nazione degli stessi, che potrebbero però
aprire opportunità verso la conoscenza
I materiali musicali e la sperimentazione della musica euro-
Da sempre i repertori delle tradizioni colta contemporanea unitamente a una
orali sono attrattivi per la ricchezza dei maggiore consapevolezza dell’intona-
materiali musicali che offrono. Senza di- zione dei suoni “classici”. Altro aspetto
lungarmi ne ricordo alcuni. che può rappresentare un vantaggio nella
sperimentazione extra colta è la differen-
della musica) che gli studiosi stessi hanno voluto, te articolazione dei metri. Il 7/8 o un 9/8
o intendono darsi. intesi alla maniera bulgara (3+2+2/8 e
5
Questa e altre ragioni mi hanno sempre spinto a 3+2+2+2/8) così come le clave, sono
proporre nei seminari, anche in contesti scolastici,
differenti versioni dello stesso spunto musicale ela-
particolarmente apprezzate dai ragazzi (la
borate da musicisti/informatori provenienti da aree suddivisione del 4/4 in 3+3+2/8 è ora-
geografiche diverse, unitamente a varianti specifi- mai scontata) e danno una chiave di lettu-
che in grado di tenere conto delle potenzialità so- ra anche di brani che appartengono ai re-
no-espressive dei diversi strumenti.
pertori classici e pop-rock che dalle varie
6
Ciò è particolarmente vero anche per i contesti
scolastici dove spesso viene proposto uno spartito tradizioni hanno mutuato ritmi e differenti
da seguire con un procedimento lineare. Questa suddivisioni. Nella sperimentazione delle
modalità, comprensibile in una logica di conteni- diverse concezioni metriche può risultare
mento dei tempi di apprendimento, snatura l’es- interessante un confronto con la musica
senza del repertorio rendendolo “indifferenziato”
rispetto all’approccio tipico di un repertorio colto.
antica al fine di costruire un patrimonio

n. 181 | musica domani | 67


di esperienze che vadano a consolidare occasione di confronto e di ricerca per la
la capacità di articolare una pulsazione e realizzazione di sonorità differenti. Senza
gli accenti in maniera differente7. Un’al- entrare in riflessioni filologiche, così come
tra macro-area di sperimentazione è data nessuno penserebbe di interpretare con
dal confronto con la diversa intenzione e le stesse sonorità brani del Settecento e
realizzazione armonica. Proporre brani del Novecento, allo stesso modo dovreb-
modali o pentatonici armonizzandoli al be essere per i repertori extra-colti9. Per
fine di dare l’opportunità di percepire la avvicinare gli stili ho quindi proposto, a
differente sonorità di un ambito modale giovani delle formazioni orchestrali che
rispetto a quello tonale è essenziale per seguo, di far precedere l’approccio ai re-
avvicinare i repertori “altri” e produce pertori da alcuni incontri preparatori, pre-
interesse da parte dei giovani musicisti8. sentando la tradizione nel suo complesso
e fornendo loro materiali ragionati tanto
Stile e approccio alle tradizioni per quanto riguarda l’ascolto (audio e vi-
La proprietà stilistica, intesa come deo), quanto relativamente alla sperimen-
coerenza delle scelte operate dagli ese- tazione musicale. Quando i repertori non
cutori in relazione alle funzioni cui la erano connessi alle mie ricerche etnomu-
produzione musicale si riferisce, è una sicologiche ho chiesto l’intervento di altri
qualità essenziale che spesso rende rico- colleghi esperti su specifiche tradizioni.
noscibile una provenienza extracolta; tale Laddove mi è stato possibile mi sono av-
“marchio” non è facilmente trasmissibile valso dell’intervento di portatori viventi
in quanto il musicista deve necessaria- delle tradizioni popolari ponendomi come
mente conoscere la funzione in cui viene mediatore culturale10. Nel caso delle tra-
impiegato un determinato repertorio e at- dizioni italiane del Nord Italia a me vici-
tuare scelte appropriate in termini di di- ne, ho ritenuto importante cogliere questa
namica, agogica, abbellimenti, ripetizioni opportunità organizzando spedizioni sul
e altro ancora. Le tipologie di produzione
del suono debbono, ad esempio, essere
9
Il riferimento inconscio per molti docenti è
un’occasione per far crescere i musicisti
ancora un suono “bello” connesso al repertorio
in formazione. Anche un suono “brutto”, eurocolto del Sette-Ottocento: attacco senza por-
infatti, è una scelta deliberata che deve tamento, mantenimento dell’intonazione e vibrato,
essere assunta come caratteristica, come variazioni dinamico-espressive; elementi che sono
logici per tali musiche, ma non necessariamente
per altre.
7
Ricordo il secondo volume di un’opera per la 10
Ricordo tra le più significative l’esperienza di
didattica violinistica (Doflein – Doflein 1932) che approccio e improvvisazione con i Music of Bena-
riporta al suo interno un repertorio eterogeneo faci- res (India del Nord) grazie ai quali abbiamo fatto
litatore di queste esperienze: duetti contemporanei sperimentare un alap (l’introduzione a un raga) a
e antichi, brani rinascimentali modali anche con più di 40 musicisti con i propri strumenti, in un
l’assenza delle suddivisioni di battuta. clima di ascolto e condivisione durato oltre un’ora
8
In diverse occasioni ho avuto modo di mostra- e riproposto, in versione più breve, in un concerto
re la possibilità di armonizzare brani pentatonici a dal vivo assieme a questa formazione. L’esperienza
più voci mettendo a confronto il travisamento della è stata poi ripresa in un concerto congiunto che ha
modalità che spesso viene operato con una armo- rappresentato la prima collaborazione mondiale di
nizzazione tonale data da una consuetudine e non un’orchestra siffatta con musicisti della tradizione
scelta come elaborazione consapevole. dell’India del Nord.

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campo per consentire ai giovani di ascol- applicando i differenti abbellimenti degli
tare le esecuzioni “in contesto”. Questo strumenti tradizionali, si riesce a dare vita
insieme di esperienze sono una caratteri- a una eterofonia che “ricostruisce” un pa-
stica essenziale dei progetti formativi cui norama sonoro “altro”. Vorrei proporre
ho dato vita e hanno consentito di offrire come esempio la realizzazione di due Re-
concerti in cui la varietà si è unita a una els (danze veloci irlandesi) che apparten-
consapevolezza esecutiva e, soprattutto, gono al repertorio della Corórchestra (Fig.
hanno permesso di arricchire il bagaglio 1 e 2).
tecnico-musicale dei partecipanti11. Partendo dai differenti abbellimenti di
questa tradizione (propri del violino, del
Idiomaticità, variazione, improv- flauto e della cornamusa) ho proposto ai
visazione e integrazione degli stru- musicisti di essere liberi nella loro scel-
menti etnici ta, così come nella scelta delle arcate e
Già ai tempi del gruppo di studio sulla del fraseggio. Il risultato è un’esecuzione
musica di insieme della Siem12 ebbi modo molto più vicina al modello tradizionale
di evidenziare come l’elemento idiomati- (da notare anche le differenze tra il flauto
co, ovvero la coerenza tra le caratteristi- traverso e il flauto tradizionale Tin whistle
che di un brano e lo strumento per il qua- o Penny whistle)14. Questo tipo di espe-
le, o sul quale, è stato creato/realizzato, rienze consentono di comprendere la va-
non veniva considerato sufficientemente lenza non solamente melodica, ma anche
nel realizzare gli arrangiamenti e le or- ritmica di elementi come gli abbellimenti.
chestrazioni per le musiche d’insieme. Contemporaneamente permettono di rac-
Le musiche tradizionali permettono di cogliere suggerimenti per inventarne altri
cogliere come la differente realizzazione per strumenti che non sono contemplati
di un brano segua la valorizzazione del- nell’ambito popolare.
le possibilità tecniche ed espressive de- Altro aspetto proprio di un esecutore
gli strumenti13. Se si esegue una melodia tradizionale è la capacità di variazione e
di improvvisazione che da alcuni anni è
positivamente comparsa nelle esperien-
11
Questi percorsi hanno portato alla scelta di
presentare, nelle ultime due pubblicazioni disco- ze formative musicali. Questa è, infatti,
grafiche citate e a fianco delle rielaborazioni orche- non solamente una qualità ritrovata nei
strali realizzate, le registrazioni frutto della ricerca percorsi formativi, ma anche una cartina
sul campo realizzate da altri studiosi o da me me- di tornasole dell’appropriazione di un ge-
desimo.
12
Il gruppo di lavoro, attivato nell’ambito della
nere, di uno stile e di un repertorio. Nel
Siem nei primi anni 2000, aveva lo scopo di indi- corso degli anni ho proposto la sperimen-
viduare le connessioni fra il rinnovamento della tazione di diversi strumenti tradizionali a
didattica strumentale e le esperienze d’insieme.
13
Per ricordare la forte connessione tra strumento
e creazione musicale sono utili le parole di Dela- 14
Il brano può essere ascoltato su https://youtu.
lande: «In alcuni, e solo in alcune opere, accade be/wXBXAqV_77M [consultato il 09/11/19]. I due
che l’“idea musicale” punto di partenza dello svi- Reels sono consecutivi a partire dal minuto 3’18’’.
luppo sia un’immagine di movimento o di un gesto. Questo brano è frutto di un laboratorio condotto con
[...] sicuramente la gestualità fittizia della partitura Marco Giaccaria e Martino Vacca. Si noti che gli
deve molto alle “idee” scoperte sulla tastiera» (De- esecutori che in questo brano suonano in maniera li-
lalande 1992, p. 105). bera, in altre occasioni sono rigorosamente assieme.

n. 181 | musica domani | 69


Figura 1

Figura 2

musicisti della stessa famiglia strumenta- altre soluzioni proprio in ragione della
le (es. due cordofoni come l’Appalachian sua capacità di variarlo, e l’accettazio-
Dulcimer o l’Ukulele a chitarristi) e questi ne da parte della sua comunità che ne
sono riusciti a entrare con scioltezza negli accoglie o meno le scelte in virtù anche
arrangiamenti e nelle orchestrazioni dei dello status di cui gode. Nella didattica
brani. musicale usualmente si opera “per sem-
plificazione” dei brani complessi. Se il
Complessità crescente brano risulta troppo difficile si eliminano
Vorrei evidenziare una suggestione abbellimenti, variazioni, si semplificano
per la didattica musicale generale. Le passaggi melodici. Il procedimento che
variazioni sono elaborazioni che mettono suggeriscono i repertori tradizionali è,
in risalto l’abilità tecnico-musicale del viceversa, di operare per “complessità
musicista e la sua capacità di offrire va- crescente” a partire da un brano più sem-
rianti rispetto al modello condiviso dalla plice, con strutture melodiche essenziali,
sua comunità per innovarlo. Si può dire trasversali e riconoscibili dai diversi ese-
che vi è una continua tensione tra la for- cutori sui differenti strumenti (compren-
zatura che il musicista tradizionale attua dendo anche gli abbellimenti che hanno
del brano consolidato, orientandolo verso funzione caratterizzante), per valorizzare

70 | musica domani | n. 181


la maggiore competenza tecnico-musicale pensati per la danza, per il canto o altro,
che sarà progressivamente raggiunta dagli passando da una prima versione a una se-
esecutori. Questo procedimento consente conda, creando una variazione presente e
di realizzare una scrittura pluri-livello coerente con la tradizione di riferimento.
che permette di far suonare assieme allie-
vi di abilità diverse. Musica classica contemporanea
La conoscenza dei brani, dei repertori e
Procedimenti compositivi e di ar- degli stili delle musiche tradizionali sono
rangiamento stati in tutto il Novecento un elemento di
Un primo riferimento è quello di uti- fondamentale importanza per rinnovare
lizzare gli aspetti strutturali/formali dei la musica; perché oggi dovrebbe essere
brani per la creazione di arrangiamenti e differente? Abbiamo maggiori informa-
orchestrazioni di grande effetto e che han- zioni, una scelta più ampia cui attingere,
no una forte connessione con le tradizioni. una possibilità di meticciare le musiche a
Nella tradizione bretone, i cantori che favore della creatività dei nostri giovani.
accompagnano a cappella le danze utiliz- Che il risultato sia, come preferisco defi-
zano la tecnica del Kan a Diskan (canto nirlo per non incorrere in banalizzazioni
e discanto). Le due voci si alternano per culturali, musica “classica” contempo-
poter mantenere una potenza sonora si- ranea anziché musica etnica, non credo
gnificativa e si sovrappongono dando vita vada a nocumento della prima; anzi, forse
al tuilage (da tuile, tegola) per un breve tale avvicinamento potrebbe contribuire
periodo sulle ultime sillabe tra la fine del- a sganciare l’aggettivo “contemporaneo”
la prima e della seconda frase, “passan- da una percezione che spesso l’ha vista
dosi” il canto. Questo procedimento può osservata speciale e quasi evitata in favo-
essere utilizzato per far dialogare diverse re di forme “più morbide” e socialmente
sezioni se si vuole eseguire un brano bre- accettate, ma anche più scontate, come ad
tone, o nello stile di questa regione, ma esempio le musiche da film. Contempora-
non solo15. neamente, se unito a percorsi tematici, a
Un secondo spunto può essere con- “carotaggi culturali” su repertori limitati
nesso alle differenti occasioni e funzioni e definiti, meglio se inseriti in un percorso
e all’utilizzo delle medesime melodie in pluriennale, questo insieme di proposte
diversi ambiti dove si modificano metro e va a comporre un ventaglio di esperienze
tempo metronomico. che arricchiscono gli strumentisti in for-
Spesso queste variazioni investono an- mazione rendendoli curiosi, flessibili e in
che l’ambito melodico, la presenza/assen- grado di affrontare esperienze anche di
za di abbellimenti o il fraseggio, in ragio- difficoltà tecnicamente sorprendente16.
ne tanto della funzione quanto degli stru-
menti o della voce che eseguono i brani. 16
La conferma mi è giunta molte volte da colle-
Si può, quindi, fare una scelta tra i brani ghi musicisti che si stupivano della versatilità dei
giovani nel passare, nel corso di un concerto, da
un brano indiano a uno rumeno, da un blues sta-
15
Questa tecnica è presente anche in altre tra- tunitense a uno irlandese o addirittura a un brano
dizioni (ad es. albanese) e può essere facilmente antico, sempre con attenzione alle scelte esecutive
integrata con altri procedimenti (solista-tutti). e alla differenziazione del suono.

n. 181 | musica domani | 71


Ecco, dunque, che l’utilizzo di temi Bibliografia
provenienti dalle tradizioni può risultare François Delalande, Il gesto musicale. Dal senso
motorio al simbolico. Aspetti Ontogenetici, in P.
una delle vie più efficaci per sperimen-
Boggi Cavallo (a cura di), Dall’atto motorio alla
tare con giovani musicisti in formazione interpretazione musicale, Atti del secondo collo-
le sonorità “altre”. Consente inoltre di quio internazionale di psicologia della musica,
arricchire anche la musicalità del pubbli- Edizioni 10/17, Salerno 1992.
co, citando lo spunto, l’origine dei brani Elma Doflein – Erich Doflein, The Doflein
e condividendo il valore dell’operazione Method, voll. 1-5, Schott, Mainz 1932.
oggetto del percorso di acquisizione. Francesco Giannattasio, Il concetto di musica,
La Nuova Italia Scientifica, Roma 1992.
Pëtr Jakobson – Roman Bogatirëv, Il folklore
E il trattore? come strumento di creazione autonoma, in D.
Ritengo che il dovere dei formatori Carpitella (a cura di), Folklore e analisi differen-
musicali sia quello di offrire un bagaglio ziale di cultura, Bulzoni, Roma 1976.
tecnico e teorico ai propri allievi, ma an- Claudio Rizzoni, Fare etnomusicologia oggi,
che una visione per la quale la musica è Edizioni Nuova Cultura, Roma 2011.
parte di una società in continua mutazio-
Discografia
ne, nella quale è testimone delle trasfor- Corórchestra del Piemonte, Il mondo in un’or-
mazioni e contribuisce a una riflessione chestra, una orchestra per il mondo, Giancarlo
dell’uomo su se stesso. L’aneddoto che Zedde, Torino 2005, con Cd audio allegato.
segue può essere illuminante. Alcuni anni – , Isole nelle montagne: musiche dell’arco alpino
addietro, a un convegno musicale, venne occidentale, Torino, Giancarlo Zedde, 2015, con
Cd audio allegato.
invitato un contadino per esemplificare il
Lagarina Orchestra, LeReCaNoGiù: musiche
rapporto tra attività lavorativa e musica dell’arco alpino orientale, Giancarlo Zedde, To-
(la funzione euritmica). Dopo aver cantato rino 2015, con Cd audio allegato.
alcuni brani, imitando con una falce il ge-
sto di tagliare il grano, rispose ad alcune
domande. Concludendo affermò che non
si cantava più perché “c’era il trattore”
e non aveva più senso utilizzare i canti
per sostenere il ritmo del gesto manuale
durante il lavoro. Qualcuno chiese poi
se non fossero migliori i tempi in cui non
c’erano i trattori e si poteva lavorare can-
tando. Con molta gentilezza il contadino
sorrise e rispose: «meglio il trattore!».

72 | musica domani | n. 181


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