Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Dario De Cicco
Indice
le relazioni
La libertà d’insegnamento:
(Casati)
Capo I – Del fine dell’istruzione superiore e degli Stabilimenti in cui è data artt. 47-50
Capo VIII – Della laurea dottorale e degli esami che vi si riferiscono artt. 126-142
Capo I – Dello scopo, dei gradi, e dell’oggetto della Istruzione pubblica artt. 188-193
Capo IV – Degli studenti, degli esami e delle pene disciplinari artt. 219-229
Capo V – Delle autorità preposte alla direzione dei ginnasi e dei licei artt. 230-234
Capo VIII – Degli istituti appartenenti a corpi morali e degli stabilimenti privati di
istruzione secondaria artt.244-254
Capo I – Del fine, dei gradi e dell’oggetto dell’istruzione tecnica artt. 272-278
1
Capo II – Degli stabilimenti tecnici artt. 279-286
Capo V – Dell’ispezione degli stabilimenti tecnici e della loro direzione immediata artt.
300-303
Disposizioni generali relative a tutti i titoli della presente legge artt. 379-380
omissis
Capo VIII. - Degli istituti appartenenti a corpi morali e degli stabilimenti privati di
istruzione secondaria.
244. Gli istituti di qualsivoglia denominazione con convitto o senza, aventi per se stessi,
secondo la legge, caratteri di corpi o persone morali, od affidati dal Governo a corpi
morali, oppure dipendenti da tali corpi o persone, ai quali corre legalmente l’obbligo di
dare in tutto od in parte l’istruzione secondaria, e che non sono contemplati all’art. 261,
saranno sottoposti in quanto all’ispezione 1 ed ai requisiti voluti negli insegnanti al
regime stesso cui sono sottoposti gli stabilimenti o regi o comunali d’istruzione
secondaria, ai quali, per ciò che concerne gli studi che vi sono fatti, sono interamente
pareggiati.
I sussidi che lo Stato fornisce nell’interesse di una parte della popolazione ad alcuni
istituti di tale ordine, sono mantenuti.
245. Gli istituti di questo stesso ordine cui non corre legalmente l’obbligo di dare, ma
nei quali comechessia si dà effettivamente l’istruzione secondaria del primo e del
secondo grado, non potranno pretendere ad essere parificati, per ciò che riguarda gli
studi che vi si fanno, agli istituti summenzionati, se non in quanto sottostaranno al
regime cui questi sono sottomessi, e impartiranno compiutamente l’istruzione delle
materie prescritte dai programmi.
246. è fatta facoltà ad ogni cittadino che abbia l’età di venticinque anni compiti, ed in
cui concorrano i requisiti morali necessari, di aprire al pubblico uno stabilimento
d’istruzione secondaria, con o senza convitto, purché siano osservate le seguenti
condizioni:
2° Che gli insegnamenti siano dati in conformità del programma in cui sarà annunciata
al pubblico l’apertura dello stabilimento, e che ad uno stesso insegnante non possano
essere affidate più di due materie d’insegnamento.
3° Che lo stabilimento sia aperto in ogni tempo alle autorità cui è commessa l’ispezione
ordinaria delle scuole secondarie, come altresì alle persone cui il ministro avrà data una
delegazione a questo fine.
247. Il cittadino che vorrà usare di queste facoltà farà conoscere, con una dichiarazione
per iscritto, la sua intenzione al provveditore della rispettiva provincia.
Il provveditore dovrà accertarsi, col mezzo dell’autorità municipale, della salubrità del
locale, e della sua opportunità per le vicinanze, ed assumere tutte le informazioni
necessarie sulla moralità dell’individuo 1che fa la richiesta, e delle persone seco lui
conviventi.
Se entro due mesi dalla fatta dichiarazione non interviene per parte del provveditore
un’opposizione motivata, officialmente notificata al dichiarante, lo stabilimento potrà
essere aperto, e finché si mantiene nelle condizioni accennate all’articolo precedente
non potrà essere chiuso se non se per cause gravi, in cui sia impegnata la conservazione
dell’ordine morale e la tutela dei principii che governano l’ordine sociale pubblico dello
Stato o la salute degli allievi.
Se però lo stabilimento non sarà aperto entro sei mesi dal giorno in cui, a tenore di
quest’articolo, può esserlo, la dichiarazione precisata sarà considerata come non
avvenuta.
Al giudizio dello stesso consiglio saranno sempre sottoposte le cause, che possono
rendere necessaria la chiusura di questi stabilimenti.
In ogni caso, tale chiusura non si farà che per decreto ministeriale, sentito il consiglio
superiore.
I loro corsi saranno sottoposti all'ispezione dei provvedimenti, né potranno essere chiusi
che per cause gravi, ai cui all'art. 247, stando ferme a questo riguardo in favore di tali
251. L'istruzione secondaria che si dà nell’interno delle famiglie sotto la vigilanza dei
padri o di chi ne fa legalmente le veci, ai figli della famiglia, ed ai figli dei congiunti
della medesima, sarà prosciolta da ogni vincolo d'ispezione per parte dello Stato.
252. All’istruzione di cui all'articolo precedente sarà eguagliata quella che più padri di
famiglia associati a questo intento faranno dare sotto la effettiva loro vigilanza e sotto la
loro responsabilità in comune ai propri figli.
1
253. Ai giovani che avranno fatto in tutto od in parte i loro studi, sotto la vigilanza
paterna, a norma dei due ultimi articoli, o negli stabilimenti di cui all'art. 245, o
seguendo i corsi di cui all'art. 250, sarà aperto 1' adito agli esami di ammessione o di
licenza negli stabilimenti analoghi d'istruzione pubblica secondaria, e agli esami di
ammessione negli stabilimenti di pubblica istruzione superiore.
La tassa però che avranno a pagare per questi esami sarà sempre doppia di quella che
sono chiamati a pagare coloro che avranno fatti i loro studi negli stabilimenti pubblici, o
negli istituti che a questi sono pareggiati.
254. Gli stabilimenti ed i corsi d'istruzione seconda ria, che verranno aperti senza che si
sia adempiuto al prescritto dell'art 247, saranno senz'altro chiusi, e coloro che li avranno
aperti saranno passibili di una multa estensibile dalle cento alle cinquecento lire. In caso
di recidiva, alla multa potrà essere aggiunto il carcere, che non ecceda i tre mesi.
255. La cittadinanza è una condizione senza la quale non si può essere ammessi ad
insegnare in nessuno degli stabilimenti pubblici d'istruzione secondaria, né essere posto
a capo di alcun analogo stabilimento privato, nessuna eccezione fatta per le corporazioni
religiose.
256. Le cause, per cui, a tenore dell'art. 167, s'incorre nella incapacità legale di essere
ammessi ai concorsi, d'insegnare o di essere comecché impiegati negli stabilimenti
universitari, producono lo stesso effetto per ciò che tocca i concorsi, l'insegnamento e
gli impieghi negli stabilimenti d'istruzione secondaria, sì pubblici che privati.
258. L'anno accademico tanto per i ginnasi quanto per i licei, è di dieci mesi compresi
gli esami.
Nei ginnasi e nei licei le lezioni avranno luogo, meno i giovedì, tutti i giorni della
settimana, eccettuate le feste religiose e civili.
1
259. I professori de' ginnasi potranno essere obbligati a dare fino a venti ore di lezioni la
settimana.
Nel caso in cui si chieda loro un più gran numero di ore, si fa luogo ad un'indennità.
261. Gli istituti retti da corporazioni religiose che in alcune città tengono legalmente il
posto dei collegi reali saranno sottoposti, per ciò che tocca il programma degli
insegnamenti, 1'ordine degli esami e il regime dei minervali e delle tasse, che a questi
insegnamenti ed esami si riferiscono, al sistema da cui sono governati i ginnasi.
Essi saranno inoltre, per ciò che concerne 1' ispezione superiore e la idoneità legale
degli insegnamenti che vi sono addetti, sottoposti alle regole stabilite in ordine agli
stabilimenti di cui all'art. 242.
I certificati di licenza vi saranno rilasciati col visto del provveditore, dietro gli
esperimenti voluti dalla legge.
A queste condizioni solo potranno tenere nelle città in cui sono stabiliti il posto dei
ginnasi, ricevere i sussidi annuali e fruire dei redditi che a titolo particolare d'istituti di
pubblica istruzione loro furono assegnati o largiti dallo Stato, o da fondazioni.
Nessuna corporazione religiosa potrà dare insegna mento in opposizione della regola
sotto il regime della quale fu riconosciuta nello Stato come corpo morale.
262. Si continueranno dal Governo i sussidi agli istituti comunali e provinciali di scuole
secondarie nelle misure attualmente stabilite, purché concorrano le condizioni sotto le
quali furono concessi, e che gli istituti vengano regolati a norma della presente legge.
263. Le nomine dei professori titolari che sarà opportuno di fare alla apertura dei
ginnasi e dei licei, al fine di assicurare ai1nuovi stabilimenti i professori più distinti fra
gli antichi, potranno aver luogo per appello diretto, quand'anche non concorressero in
essi tutte le qualità per le quali si può prescindere dalle vie del concorso.
264. Per queste prime nomine, i municipi riservata l’approvazione ministeriale non
faranno uso di questa facoltà se non se riguardo ai professori con nomina definitiva che
occupano presentemente un posto nei collegi reali e nei collegi nazionali stabiliti nei
rispettivi comuni.
265. Non potranno del pari usare dei diritti che loro conferisce la legge per rispetto alla
nomina dei professori nei loro ginnasi, se non dopo che avranno chiamati in essi in
qualità di reggenti quelli fra i professori preaccennati, ai quali non avranno potuto
assegnare la qualità di titolari.
266. Le norme dei due precedenti articoli saranno egualmente osservate per ciò che
concerne le nomine dei reggenti nei licei.
267. I professori nominati in conformità dei due articoli precedenti non avranno, salvo il
trattamento stato adottato in proposito dei professori universitari, che lo stipendio
assegnato ai reggenti; ma saranno, del resto, sia in quanto agli accrescimenti sessennali,
sia in quanto agli altri diritti, pareggiati ai titolari.
268. I titolari dei collegi reali e dei collegi nazionali, che non saranno stati chiamati ad
uffizi, od accademici, od amministrativi dei ginnasi o nei licei, o nelle scuole o negli
istituti tecnici, o nell'amministrazione della pubblica istruzione, avranno diritto di
conservare la metà dello stipendio di cui godono presentemente. Coloro però fra essi
che avendo le qualità volute per esercitare i mentovati uffizi ricuseranno di accettarli,
scadranno da questo diritto, salve le indennità o pensioni che loro potessero essere
dovute per i servigi prestati.
270. I convitti nazionali saranno ordinati, seguendo le norme sovra stabilite, nello stesso
tempo in cui saranno ordinati i ginnasi ed i licei delle città in cui essi sono aperti.
271. Nelle nuove provincie dello Stato, affine di accelerare il definitivo riordinamento
degli studi, rimane stabilito che pel prossimo anno scolastico gli alunni che hanno
compiuto la ottava classe e superato l’esame d’idoneità possano accedere all’università;
che quelli i quali passerebbero della settima all'ottava possano essere ammessi al 3°
anno di corso liceale; e quelli che dalla sesta passerebbero alla settima possono essere
ammessi al 2° anno di detto corso. Essi però avranno obbligo di frequentare le lezioni di
filosofia insieme cogli alunni del primo anno
1 di liceo, alla qual cosa i presidi dovranno
aver riguardo nel fissare l'orario scolastico. Gli alunni che hanno compito la classe
quinta entreranno nel 1° anno di corso liceale.
Con un regolamento si determinerà quali parti della presente legge saranno poste ad
immediata esecuzione.
omissis
omissis
355. I cittadini in cui concorrono i requisiti voluti da questa legge per essere eletti a
reggere una scuola pubblica elementare, sono abili a tenere in proprio nome un istituto
privato dello stesso ordine, salvo il produrre all’ispettore provinciale gli altri titoli
comprovanti la capacità legale e la moralità. La licenza ottenuta nei licei e negli istituti
tecnici terrà luogo di titolo di capacità.
356. Le persone che insegnano a titolo gratuito nelle scuole festive per i fanciulli poveri,
o nelle scuole elementari per gli adulti, od in quelle dove si fanno corsi speciali tecnici
per gli artieri sono dispensate dal far constare la loro idoneità.
Si ritiene, pertanto, opportuno richiamare1 la Vostra attenzione sui criteri che dovranno
essere seguiti per quanto riguarda l'insegnamento dello strumento musicale negli Istituti
Magistrali.
Premesso che l'insegnamento dello strumento musicale può riferirsi a diversi tipi di
strumento (pianoforte, violino, armonium) e che, dato il carattere eminentemente pratico
dell'insegnamento stesso, questo non può essere impartito che per gruppi costituiti da un
numero limitato di alunni, si dispone quanto segue:
a) le due ore settimanali previste dai programmi per ogni classe debbono essere intese in
relazione a ciascun strumento, in modo che l'insegnamento di ogni singolo strumento
possa essere impartito nella misura di due ore settimanali per ciascuna classe.
E pertanto, per l'insegnamento di ciascun strumento possono costituirsi tanti gruppi
quante sono le classi dell'Istituto;
c) per procedere alla formazione dei gruppi si tenga presente quanto stabiliscono i
programmi d'insegnamento approvati con R.D. 7 maggio 1936 - XV n. 762 a proposito
dello strumento musicale;
Si supponga, ad esempio, un Istituto magistrale con venti classi, nel quale il numero
complessivo delle ore settimanali disponibili per ogni strumento sia di quaranta ore (due
ore per classe). Nell'ipotesi che gli alunni richiedenti l'insegnamento di un determinato
strumento (pianoforte) siano ottanta, tenuto conto della composizione minima dei
gruppi per il pianoforte (4 alunni) si potranno
1 costituire venti gruppi e si impiegheranno
in tal modo tutte le quaranta ore disponibili.
Nell'ipotesi che gli alunni richiedenti l'insegnamento del pianoforte siano venti, tenuto
conto della composizione massima dei gruppi (5 alunni) si potranno costituire venti
gruppi, e si impiegheranno anche tutte le quaranta ore disponibili.
Ma, accanto all'ipotesi normale, possono presentarsi casi in cui l'applicazione dei criteri
suddetti incontri qualche difficoltà.
Nell'ipotesi di cui al n. 1), non è consentito superare il numero delle ore disponibili,
occorrerà, quindi, procedere ad una selezione degli alunni (sempre in base ai criteri
esposti alla lettera c), in modo che il numero dei gruppi da costituirsi non superi il
numero delle classi.
Nell'ipotesi di cui al n. 2), non è consentito ridurre la composizione minima dei gruppi
indicata alla lettera b); si dovranno, pertanto, costituire tanti gruppi quanto è possibile
per il numero dei richiedenti. In ogni caso, le ore che nei riguardi di un determinato
strumento risultino eccessive, non potranno essere trasferite all'insegnamento di altro
strumento.
Premessa
In tale ottica il progetto consentirà la piena valorizzazione delle attività elaborate dal
collegio dei docenti che potrà avvalersi di maestri esperti in campo musicale. Il ricorso
alle esperienze di più alta qualificazione professionale è stato possibile sulla base di una
intesa intercorsa tra la Direzione generale dell'istruzione elementare e l'Ispettorato per
l'istruzione artistica che ha individuato, nei conservatori di musica e nelle annesse
scuole di didattica della musica, i soggetti istituzionali con cui attivare una forma di
costante e sistematica collaborazione. Il raccordo che si instaura tra amministrazione
centrale e periferica della Pubblica istruzione, tra direttori di conservatorio e direttori
didattici, unificando intorno ad un progetto più soggetti che si muovono all'interno del
sistema scolastico, propone un modello che utilizza in modo sinergico le esistenti
capacità e competenze professionali.
Il documento di studio, che costituisce parte integrante della presente circolare, espone
in maniera analitica i contenuti, le finalità ed i profili scientifici del progetto in modo da
offrire un proficuo contributo, anche in termini di riflessione e di possibili
approfondimenti, nell'ambito dell'organizzazione didattica e pedagogica
dell'insegnamento in questione.
Un seminario iniziale di studio, i cui lavori sono previsti per la prima metà del mese di
maggio, costituirà la sede idonea per la presentazione dell'iniziativa ai soggetti che
concorrono alla realizzazione della medesima e varrà a creare le condizioni per la
migliore possibile organizzazione delle successive attività corsuali che presentano
aspetti di integrazione di competenze e di progettazione congiunta.
Ferma restando la necessità di svolgere, per ogni anno di corso, le cento ore
programmate e di realizzare un adeguato sviluppo degli indicati settori disciplinari,
l'articolazione degli insegnamenti potrà essere diversificata in rapporto alle specifiche
esigenze culturali dei corsisti e alle caratteristiche della loro preparazione iniziale,
ritenendo tuttavia di dover sottolineare che a nessun insegnamento vengano dedicate
meno di 10 ore annuali.
Considerata l'opportunità della integrazione delle discipline del corso con forme di
approfondimento individuali ed al fine di perseguire l'obiettivo dell'autonomia
professionale dei docenti di scuola elementare nell'educazione al suono e alla musica, si
rende necessario valorizzare - con riferimento al secondo ed al terzo settore - spazi di
riflessione e di esercizio personali che abbiano il carattere della costanza e della
continuità. Lo studio individuale, guidato e sostenuto da supporti cartacei, sonori ed
audiovisuali, mirerà a porre le basi per un impegno che continui sistematicamente nel
tempo. I materiali adottati dovranno implicare uno studio di non meno di dieci ore
annuali.
della musica che abbia dichiarato la propria disponibilità a titolo personale, così da
integrare le reciproche competenze didattico-pedagogiche.
Ovviamente l'intervento degli allievi è stabilito in orari diversi da quelli delle lezioni dei
propri corsi di didattica della musica presso il relativo conservatorio. L'impegno
richiesto agli stessi deve essere di almeno trenta interventi nel biennio, possibilmente in
continuità con il medesimo insegnante elementare corsista.
Le linee operative
I corsi sono istituiti presso 68 direzioni didattiche e la relativa gestione è affidata alla
responsabilità dei direttori didattici pro-tempore. Questa scelta operativa vuol realizzare
due obiettivi di fondo:
b) quello di favorire ogni forma di integrazione sul territorio di tutte le istituzioni che, a
vario titolo, concorrono alla realizzazione delle finalità formative cui tende l'attività di
aggiornamento.
conservatori di musica che sono individuati per ciascuna provincia a fianco delle
direzioni didattiche.
Nella prospettiva di valorizzare tale forma di collaborazione, tutti gli aspetti che
coinvolgono le competenze delle due istituzioni - come l'uso delle attrezzature e dei
materiali, l'utilizzo dei locali, l'uso degli strumenti musicali e dei sussidi didattici -
formeranno oggetto di opportune intese da parte dei direttori didattici e dei direttori dei
conservatori.
Ai sensi della circolare citata, ai direttori didattici medesimi compete la nomina dei
docenti che avverrà, a seguito di intese intercorse con i direttori dei conservatori,
nell'ambito del personale docente delle scuole di didattica della musica o, in caso di
accertata indisponibilità, ricorrendo a competenze interne ed esterne.
Ogni corso verrà organizzato per un numero di insegnanti di ruolo compreso tra
quindici e venti unità con livelli di preparazione musicale sufficientemente omogenei,
individuati, oltre che nel circolo sede del corso, anche in circoli viciniori nel numero
massimo di tre, in modo da consentire la formazione all'interno dei circoli stessi di un
nucleo di riferimento costituito da un consistente numero di docenti.
Ai fini della scelta dei docenti della scuola elementare che parteciperanno ai corsi si
terrà conto fondamentalmente della preparazione musicale ed, in questa prima fase,
sperimentale, in caso di concorrenza rispetto ad un numero limitato di posti, si
privilegeranno docenti che, per avere un limitato numero di anni di servizio nella scuola
elementare, debbano incrementare capacità ed esperienze professionali sviluppando non
solo conoscenze, strategie, abilità rispetto al settore in questione, ma anche doti di
pianificazione, di interazione ed integrazione.
- da un ispettore tecnico della scuola elementare designato dal relativo coordinatore del
servizio ispettivo;
- da un docente della scuola di didattica della musica designato dal direttore del
conservatorio.
Il coordinamento tecnico scientifico dei lavori dei gruppi provinciali operanti nella
regione sarà assicurato dall'ispettore tecnico.
- elabora e guida l'attuazione del piano di formazione provinciale sulla base delle linee
indicate dal progetto nazionale;
- valuta, ai fini della utilizzazione, l'adeguatezza dei locali, delle attrezzature, dei sussidi
e dei materiali;
In relazione alle varie fasi di realizzazione del progetto sul territorio, con particolare
riferimento a quelle procedure che richiedono preventive intese o valutazioni congiunte,
nella sede della conferenza di servizio, di cui si dirà appresso, potranno essere
individuate le ulteriori necessità che rendono opportuno avvalersi dell'attività
preparatoria del gruppo provinciale.
La complessità del progetto di formazione che emerge dall'articolazione delle varie fasi,
la previsione di molteplici momenti di collegamento tra le istituzioni interessate alla sua
attuazione, la forte connotazione innovativa dei percorsi didattici rendono necessaria, ai
fini della più corretta realizzazione dell'intervento
1 sul territorio, la predisposizione di
tutte quelle condizioni operative atte ad offrire una significativa risposta in termini
organizzativi.
La sede idonea per la messa a punto delle richieste condizioni è individuata nella
conferenza di servizio, sede istituzionale prevista dalle C.M. 18 maggio 1990, n. 136 e
C.M. 18 maggio 1990, n. 137 finalizzata a stabilire tempi e modalità di realizzazione e
di gestione delle attività nelle province interessate.
Particolare attenzione vorrà essere dedicata, nella prima conferenza di servizio che sarà
indetta in un momento immediatamente successivo ai lavori di seminario e comunque
non oltre il mese di maggio, alla costituzione del gruppo provinciale ed alle relative
modalità di funzionamento riguardo le varie azioni di supporto che il gruppo medesimo
dovrà attivare per l'attuazione del progetto. Altrettanta cura sarà riservata alla
organizzazione, anche attraverso la previsione di conferenze provinciali di servizio,
delle più efficaci modalità di diffusione e capillare informazione in ordine al progetto.
I provveditori agli studi sono invitati a voler far pervenire la presente circolare,
unitamente al documento scientifico ed all'elenco allegato, a tutte le dipendenti scuole
elementari. Ciò ha lo scopo di creare un positivo clima di conoscenza e di interesse
intorno al progetto di ricerca attraverso forme di generale diffusione, condizioni che
concorrono alla elaborazione ed alla progettazione di iniziative nell'ambito degli spazi
di autonomia riconosciuta alle singole istituzioni scolastiche.
1. Il quadro attuale 1
Nel quadro delle finalità generali definite dalla circolare C.M. 9 febbraio 1994, n. 38
riguardante il Piano nazionale di aggiornamento 1994 e secondo l'impostazione delle
C.M. 18 maggio 1990, n. 136 e C.M. 18 maggio 1990, n. 137 trova riscontro l'attuale
progetto per la realizzazione delle linee educative derivate dai Programmi 1985 e dalla
legge di riforma degli ordinamenti della scuola elementare legge 6 giugno 1990, n. 148
nel settore dell'educazione al suono e alla musica.
L'accento posto dai Programmi 1985 sull'educazione al suono e alla musica delinea tale
sfera d'azione, collocata nell'ambito della formazione globale della persona, come una
costruzione che avviene nella interazione continua tra il mondo sonoro e il soggetto in
apprendimento che scopre elementi, strutture, sistemi, li riproduce e produce. Si delinea
così un percorso dinamico di immersione nel sonoro nel quale l'alunno definisce la
propria identità e nel penetrare gli aspetti più elevati della produzione umana elabora,
ricerca, sviluppa capacità comuni ad altri ambiti acquisendo strumenti mentali, sociali e
potenziando le proprie possibilità creative, comunicative e di godimento estetico.
Una trasversalità e trasferibilità, dunque, quella sonoro-musicale, che tocca tutti i campi
dell'esperienza e non solo le capacità creativo-estetiche, ma anche quelle psico-
cognitive (percettive, logico-analitiche, simboliche, rappresentative), utilizzabili per la
padronanza di tutti i linguaggi, e quelle sociali conseguite attraverso l'esercizio e
l'individuazione delle regole di convivenza,1 in dimensione ludica, nella globalità della
comunicazione corporea. E' una "educazione", quindi, che ha per obiettivo il
raggiungimento di una rete di obiettivi tra i quali non va trascurata la possibilità
dell'acquisizione del codice musicale convenzionale occidentale indirizzato anche alla
decodifica e alla comparazione con altri sistemi musicali.
La forza del discorso musicale lo pone come uno degli elementi di maggior peso nella
comunicazione tra scuola ed extra scuola e la flessibilità che lo caratterizza permette
l'integrazione della diversità e dei casi di emarginazione allargando, nell'esplorazione, i
confini della conoscenza ad altre culture.
Lo sviluppo della percezione attraverso la realtà acustica si pone come meta una
fruizione critica e consapevole del mondo dei suoni. Infatti, in un'epoca dai mille stimoli
sonori che impediscono lo sviluppo della capacità di concentrazione e di rielaborazione
si richiedono alla scuola interventi precoci che sviluppino l'attitudine all'ascolto e
consentano nell'età adulta scelte consapevoli in modo che il potere aggregativo, che le è
proprio, possa favorire incontri di crescita individuale e collettiva.
La formazione al suono e alla musica degli insegnanti elementari si colloca nel quadro
di attese multidimensionali, che richiedono
1 complesse abilità, alle quali fa riscontro,
nella maggioranza dei casi, una formazione musicale non ancora idonea alle finalità che
si vogliono raggiungere e che produce condizionamenti, senso di insufficienza e
insicurezze.
E' necessario pertanto un tipo di approccio al suono e alla musica che rifugga dalle
astrattezze e proceda per scoperta partendo dal bagaglio posseduto da chi apprende, per
promuovere la riflessione e sviluppare gradualmente tutte le potenzialità che il mondo
sonoro offre fornendo quegli strumenti e metodologie necessari a costruire
quell'atteggiamento positivo e di curiosità che solo può consentire l'attività conoscitiva
in percorsi di ricerca autonoma.
Si delinea quindi un tipo di formazione che offra momenti di immersione nel mondo
sonoro-musicale, momenti supportati progettuali e di traduzione nell'ambito
dell'esercizio professionale. Momenti di studio individuale con caratteristiche non
autodidattiche ma guidati attraverso materiali e momenti di riflessione, finalizzati alla
puntualizzazione e alla rimessa in gioco, in una dinamica formazione che sia basata
sulla continua ricerca-azione-studio-progettazione.
Un progetto formativo, per essere una risposta alle esigenze ora richiamate avrà i
caratteri:
E' innanzitutto necessario che gli insegnanti siano consapevoli del senso del mutamento
profondo previsto dai programmi. Infatti non si tratta di educare con la musica, né di
educare alla musica, ma di aiutare l'alunno a scoprire e a convivere, in maniera
espressiva e creativa, con quella dimensione della realtà che si esprime e comunica con i
suoni e la musica. Non è più solo canto e/o ascolto, ma un'articolata proposta di attività
percettive, di comprensione, di produzione sonora, di interpretazione e produzione
grafica.
Il progetto affronta tali problemi mediante una iniziativa che vuole costituire un
concreto avvio alla riqualificazione degli1 insegnanti elementari nel settore, partendo
dalla valorizzazione delle competenze e delle positive esperienze esistenti, fino a
condurre i docenti al possesso di quella nuova autonomia professionale, capace di porre
la scuola elementare nella condizione di soddisfare, anche in tale settore, le esigenze
culturali individuate dai programmi di insegnamento e la conseguente richiesta sociale
che esse pongono.
Per tale fine è stato costituito un gruppo di studio nazionale con compiti progettuali, di
raccordo e valutativi, composto da esperti, rappresentanti della Direzione generale
dell'istruzione elementare e dell'Ispettorato per l'istruzione artistica, dei conservatori di
musica con competenze nell'ambito della formazione oggetto di intervento.
Nel quadro delle problematiche educative che gli spazi di ampliamento dell’offerta
formativa consentono di avviare a soluzione, almeno in via sperimentale, è stata di
recente focalizzata quella relativa alla diffusione della musica come fattore educativo
all'interno del sistema scolastico.
E' stato a tale scopo creato un gruppo di lavoro, con il mandato di identificare gli spazi
operativi all'interno dei quali soddisfare questa esigenza.
Su tali documenti il giorno 1 ottobre 1998 si svolgerà presso questo Ministero della
Pubblica Istruzione un Forum di presentazione e di discussione, che vedrà presenti
illustri rappresentanti della cultura musicale. Si fa riserva di comunicare gli esiti di tale
iniziativa.
Come si ricava anche dal documento operativo, appare opportuno avviare una prima
sperimentazione che consenta di promuovere e raccogliere esperienze concrete utili al
successivo ampliamento degli interventi formativi in materia.
A tal fine per l'anno scolastico 1998/99 si intende dotare un centinaio di scuole di ogni
ordine e grado del Laboratorio musicale, che il gruppo di lavoro ha identificato come
spazio della musica, all'interno del quale e al di fuori degli orari curricolari si debba e si
possa avviare una serie di iniziative formative destinate a soddisfare la diffusa esigenza
Tre premesse
1. Per quanto attiene alla formazione musicale, la Camera dei Deputati, nel
licenziare il provvedimento di riforma delle Accademie e dei conservatori, ha
rinviato la disciplina di tale formazione nelle fasce dell’istruzione secondaria
alla legge di riordino dei cicli scolastici.
2. Si impone intanto l’esigenza di intervenire nel settore per assicurare una
formazione ed educazione musicale, che da una parte concorra alla definizione e
realizzazione del progetto educativo e metodologico-didattico complessivo del
segmento di istruzione nel quale è collocata, ma dall’altra abbia anche una
valenza funzionale e prodromica agli studi musicali e coreutici di livello
superiore.
3. Le attività musicali come fattore educativo non possono non essere diffusamente
presenti nel sistema scolastico italiano a tutti i livelli ed in tutti i settori.
3. Questa assenza, che investe tutta la fascia della Secondaria, ivi compreso il
biennio che si avvia a diventare obbligatorio, comporta non solo una indebita
sostituzione di formazione culturale alle esigenze e richieste degli adolescenti,
ma anche una ingiustificata interruzione dell’attività comunque avviata in
quest’ambito nel settore scolastico precedente. Va subito osservato che la
necessaria continuità deve necessariamente prevedere attività musicali adeguate
all’età e strettamente collegate ad un approfondito lavoro di ascolto, analisi e
riscontro storico. A tal fine restano comunque disponibili le attività
complementari e integrative di cui al D.567 del 10.10.96, con i relativi
stanziamenti.
Documento operativo
1
Premessa
Nella situazione nella quale attualmente vive la realtà del sistema scolastico italiano, a
livello ordinamentale, sperimentale e innovativo, il gruppo di studio ha ritenuto che una
maggiore diffusione della musica come fattore educativo all'interno di detto sistema
scolastico potesse essere più agevolmente realizzata sviluppando procedure operative
che non investissero direttamente le strutture ordinamentali.
E' apparso, infatti, necessario tener presente che, sia a livello culturale, sia a livello
normativo, sono in atto processi certamente complessi e di non rapidissimo sviluppo,
ma rispetto ai quali sarebbe fuorviante l'occasionale innesco di ulteriore procedure
innovative, ancorché rese meno vincolanti dal carattere sperimentale.
Tale obiettivo è stato identificato nella creazione presso tutte le istituzioni scolastiche di
un LABORATORIO MUSICALE, sotto la responsabilità di una nuova figura di
sistema, quella appunto del COORDINATORE DEL LABORATORIO MUSICALE.
Nel corso dell' anno scolastico 1998/99 si avvierà una sperimentazione guidata, che
promuova la creazione di 120 laboratori musicali presso istituzioni scolastiche,
rappresentative di tutti gli ordini, gradi e indirizzi, la quale, rientrando nell'ambito della
progettazione sperimentale resa possibile dalla normativa sull'autonomia, consenta una
prima verifica della funzionalità del modello ipotizzato e proposto, in vista della sua
progressiva estensione nel sistema scolastico.
Motivazioni di fondo
In una realtà scolastica, nella quale gli insegnamenti curricolari risultano già troppo
numerosi, è opportuno pensare piuttosto ad una attività espressiva, partecipata e
creativa, che si svolga in spazi operativi non convenzionali, per evitare qualsiasi rischio
di ricaduta in forme di didattica fortunatamente superate. Tali spazi vanno
specificamente attrezzati in modo da consentire modalità di insegnamento e soprattutto
di apprendimento che non siano o almeno non siano soltanto e in qualche caso
prevalentemente quelle della comunicazione trasmissiva, che vede l'alunno in una
situazione di improduttiva passività, o addirittura della trattazione teorica e libresca.
Va subito chiarito che questo riferimento al vissuto musicale dello studente non deve
essere considerato mero e riduttivo espediente di strategia didattica, finalizzato, cioè,
soltanto alla realizzazione di un processo motivazionale. Se la prospettiva è quella di
lavorare in senso ed in direzione prevalentemente educativa, occorrerà sviluppare
procedure che facciano crescere attitudini, tendenze, vocazioni, potenzialità, ma
soprattutto occorrerà che si risponda a bisogni ed esigenze dell'utenza studentesca.
Obiettivi trasversali, sottesi ai diversi cicli scolastici, possono essere identificati come
segue:
In questo spazio sarà anche possibile recuperare una pratica che nel nostro orizzonte
didattico è marginale o addirittura assente, quella corale per lettura, con l'obiettivo di
costruire nello studente quel vocabolario musicale di base necessario da una parte alla
sua crescita culturale e dall'altra al suo personale processo di costruzione della
personalità.
Il che giustifica una definizione del laboratorio musicale inteso come luogo fisico dotato
di precise caratteristiche architettoniche e acustiche e attrezzato con strumentazioni atte
a produrre e riprodurre suono.
Caratteristica essenziale dello spazio deve essere quella della grande flessibilità e
mobilità degli arredi e della strumentazione, per consentire l'utilizzazione dello spazio
stesso per la proposta di molteplici linguaggi artistici.
Per quanto attiene all'acustica dello spazio destinato a laboratorio musicale, pur
riconoscendosi che il livello ottimale, peraltro non indispensabile e non diffuso in
qualche caso neanche a livelli conservatoriali, è quello dell'insonorizzazione
dell'ambiente, si segnala la possibilità di una serie di interventi di assai più facile
realizzazione.
1
Risultati accettabili da questo punto di vista si raggiungono: a) con una pavimentazione
in linoleum; b) con panneggi di stoffa lungo le pareti che non presentino aperture; c)
tendendo corde, dello spessore di due/tre centimetri nei due sensi della pianta,
presumibilmente rettangolare, dell'ambiente, alla distanza di circa m.3,50 dal suolo; d)
coprendo pareti e soffitto con pannelli di cartone, che attutiscano i suoni esterni. (3)
Le dimensioni ipotizzabili per questo "luogo della musica" si aggirano intorno ai m.8 x
10. Va detto però che è opportuno far prevalere la qualità dell'acustica, nel senso che è
più opportuno lavorare in ambienti piccoli ma dotati di buona acustica, che in un
ambiente grande, come talune palestre nelle quali risulta difficile anche soltanto la
comunicazione verbale.
Si indica qui di seguito un arredo di base per il laboratorio musicale, rispetto al quale va
subito chiarita la possibilità che esso sia realizzato in progress, nel senso che l'ordine nel
quale i materiali sono indicati rappresenta anche la serie delle opportune priorità, in
relazione alla progettazione specifica: 1. Strumentario Orff (4); 2.Pianoforte; 3.Impianto
di amplificazione per voci e strumenti (microfoni, aste, monitor); 4. Eventuali altri
strumenti (chitarre, percussioni, ecc.); 5.Amplificazione per chitarre e bassi; 6. Impianto
Hi- fi con lettore CD; 7. Televisione; 8. Videoregistratore; 9. Telecamera; 10. Tastiera;
11. PC multimediale con software finalizzato ad attività musicali; 12. Mediateca (CD,
CD rom, videocassette, audiocassette, libri); 13. Lavagna pentagrammata; 14. Lavagna
luminosa; 15. Un essenziale parco luci.
Per quanto attiene al rapporto tra più istituti si segnala che il complesso della normativa
relativa all'autonomia organizzativa e didattica in più contesti privilegia le attività,
sperimentali e non, delle istituzioni scolastiche che si consorzino in rete.
Tale privilegiamento non è soltanto da riferirsi alle ovvie ricadute positive in ambito
economico, ma anche al senso culturale della rete di scuole. E' appena il caso di
sottolineare che l'autonomia, per il fatto stesso che rappresenta un riferimento quasi
sinonimico alla realtà del territorio, non può non realizzarsi attraverso la presa di
coscienza della realtà territoriale in tutta la sua articolata e specifica identità e
autenticità. 1
Requisiti indispensabili per l'identificazione del profilo di questa figura di sistema sono,
da una parte, adeguate competenze musicali e dall'altra capacità pedagogiche di
coordinamento.
Tali requisiti dovranno essere verificati con riferimento a titoli di studio e diplomi ma
anche e soprattutto in relazione a sicure e certificate esperienze pregresse nell'ambito
delle specifiche attività che la funzione prevede.
Qualora, come assai spesso accadrà, tali requisiti non siano riscontrabili in personale
appartenente all'organico dell'istituzione scolastica, si provvederà all'assunzione
mediante contratto d'opera.
Conclusione
Se nella scuola secondaria superiore in particolare non è pensabile che, almeno per ora,
la pratica musicale possa rientrare nei programmi curricolari, questo non significa che le
attività esecutive e produttive debbano risultare assenti nel repertorio delle offerte
formative che nel suo complesso il sistema scolastico si sforza di proporre alla sua
utenza.
Il laboratorio musicale appare una soluzione sensata e praticabile per gli spazi opzionali
ed extracurricolari. Attraverso di esso si consente agli studenti di esplorare territori
ulteriori e di soddisfare esigenze della loro identità che non trovano risposte nello spazio
curricolare.
NOTE
Allo scopo di ottenere una omogeneità di criteri nelle scelte delle SS.LL., qui di seguito
si indicano, ai fini del finanziamento dei progetti, alcuni parametri prioritari di selezione
quali:
5. previsione di attività formative specifiche rivolte al Collegio dei Docenti nel suo
complesso e intese a creare le premesse per un lavoro integrato di ricaduta
didattica. A tal fine le istituzioni scolastiche progetteranno in relazione al valore
formativo della musica, attività di aggiornamento destinate ai docenti dei vari
ambiti disciplinari ed allegheranno copia delle delibere assunte in tal senso dal
Collegio dei Docenti; 1
6. inserimento del progetto nel quadro di una progettazione nazionale che renda
possibile il monitoraggio del progetto stesso;
Con l'occasione si segnala che, per quanto riguarda la funzione di sistema del
coordinatore del laboratorio musicale, si svolgerà in autunno un seminario residenziale
di confronto, allo scopo di giungere, raccogliendo opportunamente proposte ed
esperienze, ad una puntuale definizione dei compiti connessi a tale funzione e
conseguentemente delle caratteristiche professionali che chi la svolga deve possedere.
Successivamente saranno anche organizzate specifiche attività formative destinate agli
interessati.
Com'è noto agli uffici competenti nell'anno scolastico 1998/99, sono stati attivati i primi
laboratori musicali nelle scuole di ogni ordine e grado nel quadro degli ampliamenti
dell'offerta formativa resi possibili dalla sperimentazione dell'autonomia (nota n.158 del
1
25.9.1998 dell'Ufficio del Consigliere Ministeriale per l'autonomia).
L'iniziativa, finalizzata alla diffusione della cultura musicale all'interno del sistema
scolastico come fattore educativo, ha ricevuto una sua definizione più sistematica con la
circolare ministeriale n.198 del 6 agosto 1999, attraverso la omogeneizzazione dei
finanziamenti, quantificati in £.40.000.000 indivisibili per ciascun laboratorio, e la
indicazione degli elementi essenziali dell'arredo laboratoriale, sia pure da realizzare, ove
necessario, in progress. L'ampio documento programmatico allegato alla predetta
circolare indica i punti essenziali cui i progetti delle singole scuole debbono
irrinunciabilmente ispirarsi. Tali punti costituiscono anche parametro di riferimento per
le SS.LL. ai fini della selezione fra i progetti presentati e debbono intendersi
integralmente richiamati con la presente circolare.
Con la citata circolare ministeriale n. 198 del 6 agosto 1999 è stata ripartita la somma di
8.000.000.000 (ottomiliardi) per consentire l'attivazione di duecento laboratori musicali
secondo il piano di quantificazione contenuto, per ciascuna provincia, nella tabella A
annessa alla circolare di cui trattasi. Questi duecento laboratori musicali vanno ad
aggiungersi a quelli già realizzati nell'anno scolastico precedente, sia pure al di fuori dei
parametri omogenei poi individuati.
Il Convegno si è tenuto a Castiglione della Pescaia nei giorni 13,14 e 15 dicembre 1999
e gli elementi di approfondimento da esso emersi sono contenuti nel documento
allegato. Il profilo che emerge costituisce ovviamente quello "ideale" ed è comune la
consapevolezza che, nella realtà operativa, ben difficilmente i soggetti coinvolti
possiedono tutte le abilità e le competenze individuate. Tuttavia esso deve costituire
parametro di riferimento per le scelte che gli uffici competenti dovranno continuare ad
operare anche nel prossimo futuro, nelle ulteriori scansioni temporali del piano
pluriennale di istituzione dei laboratori musicali. Nel contempo il riferimento è
indispensabile anche per le scuole che si proporranno nel seguito dell'esperienza nonché
Senza entrare in dettagli, rinvenibili nel citato documento convegnistico, rileva in questa
sede richiamare l'attenzione su due aspetti specifici.
1. Non essendo possibile, perlomeno nella fase attuale di transizione agire a livello
curriculare, l'unica possibilità di conseguire l'obiettivo di diffusione della musica nelle
scuole, come fattore educativo, su larga1 scala, è affidato alla creazione di un certo
numero di laboratori musicali (tendenzialmente 1500) che possano servire in rete tutte le
istituzioni scolastiche. Essenziale appare altresì il coinvolgimento nell'iniziativa degli
enti locali per i supporti che gli stessi possono fornire alle scuole nell'ambito delle loro
iniziative in materia scolastica. Tale linea di indirizzo che deve costituire per le SS.LL.
ulteriore elemento discriminante per le scelte, anche sul piano della collocazione
territoriale delle istituzioni aspiranti, manifesta la sua influenza anche sul piano delle
risorse umane consentendo di inquadrare il tema legato alla figura del coordinatore del
laboratorio musicale anche sotto una diversa prospettiva.
Una rete di istituzioni scolastiche consente infatti di allargare il terreno dei docenti
coinvolti nelle attività laboratoriali in modo tale da rendere possibile reperire le
competenze necessarie anche all'esterno dell'istituzione in cui è ubicato il laboratorio. In
quest'ottica sfuma la necessità di avere a disposizione un soggetto portatore di tutte le
abilità delineate in quanto, al di la dei compiti di coordinamento e di progettazione, tali
abilità possono essere riferite ad una pluralità di soggetti all'interno della rete che,
agendo in sintonia possono surrogare efficacemente eventuali deficit formativi del
coordinatore sotto taluno degli aspetti individuati.
Il progetto musica si impernia essenzialmente sui laboratori musicali come luogo fisico
attrezzato che costituisce spazio operativo per l'insegnamento/apprendimento della
musica che dia luogo ad un'attività espressiva, partecipata e creativa,. In tal senso, come
già precisato, la sua diffusione sarà necessariamente limitata salvi gli effetti di
diffusione derivanti dal sistema di rete.
Esiste peraltro un'ulteriore possibile area che può efficacemente contribuire a realizzare
le valenze formative della musica e precisamente quella che si esprime nella creazione
di Cori che, per loro intrinseca natura, si prestano ad una diffusione che non presuppone
necessariamente strutture laboratoriali. 1