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Il Trionfo del Tempo

e del Disinganno
(HWV 46a)
Oratorio in due parti

Libretto di
Benedetto Pamphilj

Musica di
Georg Friedrich Händel

PERSONAGGI

Bellezza soprano
Piacere soprano
Disinganno contralto
Tempo tenore

Prima esecuzione assoluta:


Roma, primavera 1707

Lo spettacolo persegue la drammaturgia realizzata da Jürgen Flimm a Zurigo nel 2007


con minime varianti musicali accettate dal direttore e dal cast.

(Editore Proprietà Opernhaus, Zürich)


PARTE PRIMA [3. Aria]

Disinganno
Sonata del ouvertura
Se la bellezza perde vaghezza,
se cade o more, non torna più.
[1. Aria]
È un sol momento ride contento
il vago fiore di gioventù.
Bellezza
Se la bellezza, ecc.
Fido specchio, in te vagheggio
lo splendor degl’anni miei
pur un dì mi cangerò. [3a. Recitativo]
Tu sarai sempre qual sei,
io qual sono, e in te mi veggio; Piacere
sempre bella non sarò. Dunque si prendan l’armi,
Fido specchio, ecc. e si vedrà quali più forza avranno:
il Piacer...
[1a. Recitativo]
Bellezza
Piacere la Bellezza...
Io che sono il Piacere giuro che sempre sarai
bella. Tempo
Il Tempo...
Bellezza
Ed io, io che sono la Bellezza, giuro di non Disinganno
[lasciarti, Il Disinganno.
e si manco di fede, importuno dolor sia mia
[mercede. [4. Aria]

[2. Aria] Bellezza


Una schiera di piaceri
Piacere pose in guardia i miei pensieri,
Fosco genio e nero duolo, l’altra meco pugnerà.
mai non vien per esser solo Si vedrà se del Tempo i morsi altieri
perché un sol, mille ne fà. san rapir la mia beltà.
Chi l’impero lor non toglie dal pensiero Una schiera, ecc.
giorno lieto non avrà.
Fosco genio, ecc. [4a. Recitativo]

[2a. Recitativo] Tempo


I colossi del sole
Tempo per me caddero a terra,
Ed io, che il Tempo sono... e una frale beltà meco fa guerra?

Disinganno [5. Aria]


unito al Disinganno...
Tempo
Tempo Urne voi, che racchiudete tante belle,
discoprirò, che la Bellezza è un fiore... apritevi, mostratemi
se di quelle qualche luce in voi restò.
Disinganno Ma chiudetevi,
che in un sol giorno è vago e bello, e muore. sono larve di dolore,
sono scheletri d’orrore
ch’il mio dente abbandonò.
Urne voi, ecc.

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[5a. Recitativo] Bellezza
Con ingegnosa frode,
Piacere quando a lui non si pensa,
Sono troppo crudeli i tuoi consigli; allor si gode.
di gioventù solo! Piaceri son figli.
[8. Aria]
[6. Aria]
Tempo
Bellezza e Piacere Nasce l’uomo ma nasce bambino,
Il voler nel fior degl’anni nasce l’anno ma nasce canuto.
fra gl’affanni Uno è sempre al cader più vicino,
passar l’ore è vanità. l’altro sorge dal Tempo caduto.
I pensieri più severi Nasce l’uomo, ecc.
son del verno dell’età.
Il voler, ecc. [9. Aria]

[6a. Recitativo] Disinganno


L’uomo sempre se stesso distrugge,
Disinganno l’anno sempre se stesso rinuova.
Della vita mortale scorre un guardo il confine. Uno parte ma torna se fugge,
Pur di tempo sì breve l’altro parte ma più non si trova.
voi l’aurora vedete, e non il fine. L’uomo sempre, ecc.
Bellezza [9a. Recitativo]
Il Tempo non si vede,
nacque per gioco sol di folle arciero Piacere
ed è solo crudel per chi gli crede. Questa è la reggia mia,
vagheggiami diviso in varie forme;
[7. Aria] coronato di rose, mira scolpito in bianco marmo
[eletto
Piacere* leggiadro stuol di giovanetti erranti;
Un pensiero nemico di pace mira quello che dorme,
fece il Tempo volubil edace ai papaveri unite
e con l’ali la falce gli diè.
l’edere fresche a lui fanno corona,
Nacque un altro leggiadro pensiero
molto crine è disciolto e non si cangia
per negare sì rigido impero
o per pensier s’imbianca;
onde il Tempo più Tempo non è.
poi dalla parte manca
Un pensiero, ecc.
vedi il dolore in nera pietra espresso,
col riso al labbro un bel garzon l’uccide;
[7a. Recitativo]
l’altro, ch’è presso a lui, col fiero ciglio,
Disinganno guarda le soglie della reggia e dice:
Folle tu nieghi il Tempo, ed in quest’ora “Ite pallide cure, ite in esiglio”.
egli di tua beltà parte divora.
Dimmi, degl’avi tuoi ora che resta? Sonata
Restano l’ossa algenti
che cela un’urna breve, un freddo sasso. [10. Recitativo]
Degl’anni tuoi già spenti,
dimmi, che ti rimane? O folli inganni! Bellezza
La beltà non ritorna, e tornan gl’anni. Taci: qual suono ascolto!

Piacere [11. Aria]


Il Tempo sempre all’uomo è ingrato oggetto.
Piacere
Un leggiadro giovinetto,
bel diletto
desta in suono lusinghier.
* Nell’originale: Bellezza

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E vuol far con nuovo invito, [14. Aria]
che l’udito
abbia ancor il suo piacer. Tempo
Un leggiadro giovinetto, ecc. Folle, dunque tu sola presumi
che non voli più il Tempo per te.
[11a. Recitativo] Vo per mari, per monti, per fiumi,
chiuse rocche fra bellici orrori,
Bellezza lieti alberghi di rozzi pastori,
Ha della destra l’ali, solo ardito trascorro col piè.
anzi fa con la mano Folle, dunque, ecc.
opre più che mortali.
[14a. Recitativo]
[12. Aria]
Disinganno
Bellezza La reggia del Piacer vedesti, or vieni.
Venga il Tempo, e con l’ali funeste
tolga queste Tempo
care gioie in sì placide rive. Chiedi piacer sincero,
Egli dorme, o non ha più gl’artigli; vieni alla reggia ove risiede il vero.
no, non giovano tanti consigli,
se per vivere mai non si vive. [15. Quartetto]
Venga il Tempo, ecc.
Bellezza
[13. Aria] Se non sei più ministro di pene,
per vedere ov’è il vero piacere
Disinganno la tua scorta fedel seguirò.
Crede l’uom ch’egli riposi,
quando spiega i vanni occulti. Piacere
Ma se i colpi sono ascosi, Non lasciare la strada fiorita,
chiari poi sono gl’insulti. tu non sai qual sentiero t’addita.
Crede l’uom, ecc.
Disinganno e Tempo
Se ti vanti piacere sincero,
[13a. Recitativo]
perché fuggi lo specchio del vero?
Tempo
Piacere
Tu credi che sia lunghi e il Tempo è teco.
Io preparo presenti contenti,
e non offro un’immagin di bene.
Bellezza ch’agli eroi per idea s’inventò.
Piacere, io non t’intendo,
meco sempre tu sei, misto d’affanno, Bellezza
e meco è sempre il Tempo e il Disinganno. Se non sei, ecc.
Tempo
Quanto chiude la terra (è) il regno mio,
se me veder non vuoi,
pensa di farti in cielo un’alma sede,
in cielo, ov’io non giungo,
e dove bella eternità risiede;
fa’ di me miglior uso, che se il Piacer t’inganna,
con tardo pentimento,
mi chiamerai ed io dirò: “Non sento”.

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PARTE SECONDA [18. Aria]

Piacere
[15a. Recitativo]
Tu giurasti di mai non lasciarmi,
Tempo
o il dolore che sia tua mercede.
Se del falso Piacere
Se risolvi di più non amarmi,
vedesti già la favolosa scena, sai la pena a chi manca di fede.
del teatro del vero Tu giurasti, ecc.
ecco, il velo io discopro.
Osserva e mira, [18a. Recitativo]
mira colei che verità s’appella,
vedrai che non s’adorna, e sempre è bella Tempo
con bianca veste cinta; Sguardo, che infermo ai rai del sol si volge,
mira come si volge al sole eterno, non sostiene il gran lume,
quello specchio mira, incolpa il sole, ed è l’error dei sensi.
che a frale sguardo ed all’uman pensiero Che risolvi? Che pensi?
il falso rende al falso, il vero al vero.
[19. Aria]
[16. Aria]
Bellezza
Piacere Io vorrei due cori in seno,
Chiudi, chiudi i vaghi rai, un per darlo al pentimento,
volgi lungi il tuo pensier. al piacer l’altro darei.
O per sempre perderai,
infelice, il tuo piacer. Disinganno
Chiudi, chiudi, ecc. Ma dimmi a qual Piacere?
[16a. Recitativo] Bellezza
Al piacer che più sereno
Tempo pone in vista il mio contento,
In tre parti divise di cui poi mi pentirei.
l’ore del viver tuo misura; Io vorrei, ecc.
e vedi, vedi il Tempo caduto,
vedi ingrata il rifiuto [19a. Recitativo]
dei lumi eterni, e vedi il proprio errore,
vedi il presente che nascendo muore, Disinganno
di là dal denso velo Io giurerei, che tu chiudesti i lumi
ove giace il futuro, nello specchio del vero.
se il tuo guardo non scopre,
il varco è aperto alla speranza, all’opre. Bellezza
I lumi io chiusi
[17. Aria] perché timor mi prese,
di perder la Bellezza e il mio Piacere.
Bellezza
Io sperai trovar nel vero Disinganno
il piacer nè il veggio ancora. Quanto l’alma è più bella
Anzi il mio fato severo della spoglia mortale,
si contrista alla sua vista tanto a piacer terreno
e si perde o si scolora. vero piacer prevale.
Io sperai, ecc.
[20. Aria]
[17a. Recitativo]
Disinganno
Piacere Più non cura valle oscura
Tu vivi invan dolente; chi dal monte saggio vede
se mi cerchi e mi chiami, io son presente. ch’ella siede in basso orror

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e d’averla un giorno amata, Bellezza
è cosi l’alma sdegnata, Voglio Tempo, ecc.
che detesta il proprio error.
Più non cura, ecc. [22a. Recitativo]

[20a. Recitativo] Bellezza


Presso la reggia ove il Piacer risiede
Tempo giace vago giardino,
È un ostinato errore ivi torbido rio si muove appena
lasciar sicuro duce per aura densa e grave,
che il piede errante a buon cammino dimmi! quel rio d’onde deriva?
[ha scorto;
teco è Tempo e Consiglio, e presto il porto. Disinganno
Ascolta, deriva da quei pianti
[21. Aria] che sparge il mondo insano,
e formano quell’aura
Tempo gravi e densi sospir di folli amanti.
È ben folle quel nocchier
che non vuoi cangiar sentier, Bellezza
e conosce il vento infido. Giunge quel rio nel mar?
Navicella benché adorna,
torna, torna, Disinganno
finché hai Tempo, torna al lido. Manca per via,
È ben folle, ecc. perché il suo fine
e il buon sentiero oblia.
[21a. Recitativo]
Bellezza
Bellezza
Ed il pianto de’ giusti?
Dicesti il vero, e benché tardi intesi.
Ma pur nel mio cordoglio,
Disinganno
con riflesso di duol, voglio e non voglio.
Ha stille, che in vederle sembrano vili,
[22. Quartetto] e pure in ciel son perle.

Bellezza [23. Aria]


Voglio Tempo per risolvere,
Piacere
Tempo Lascia la spina,
Teco è il Tempo, cogli la rosa;
tu vai cercando
Disinganno il tuo dolor.
ed il Consiglio, Canuta brina
per mano ascosa
Piacere giungerà quando
ma il Consiglio è il suo dolor. noi crede il cor.
Lascia la spina, ecc.
Tempo
Pria ch’io ti converta in polvere [23a. Recitativo]
segui il ben,
Bellezza
Disinganno Con troppo chiare note
fuggi il periglio, la verità mi chiama:
Disinganno cortese
Piacere dello specchio del vero,
Tempo avrà per cangiar cor. deh! fa’ ch’io veggia un’altra volta il lume.

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Disinganno [26. Aria]
Eccolo, è pronto.
Bellezza
Bellezza Ricco pino,
Addio, addio, Piacere, addio. nel cammino,
getta al mare e gemme ed ori
[24. Aria] se a lui sono inciampo al piè.
I tesori trova allor,
Bellezza ch’egli disperde,
Voglio cangiar desio, ad un legno che si perde,
e voglio dir "mi pento”, trovar porto è gran mercè.
non dir “mi pentirò”. Ricco pino, ecc.
Quando mancar mi sento,
non voglio dar a Dio [27. Recitativo]
quello che più non ho.
Voglio cangiar, ecc. Bellezza
Sì bella Penitenza,
[24a. Recitativo] mentre io spargo pentita amaro pianto,
porgimi irsuto ammanto,
Bellezza e mentre io getto i fior, dammi le spine;
Or che tiene la destra in romito confine
vero specchio immortale, vivrò, ma sempre sola,
tu cadrai, vetro frale; che deve solo in solitari chiostri,
ecco ti getto, infido specchio, a terra. mostro di vanità, viver fra i mostri.

Piacere [28. Aria]


Ferma.
Disinganno e Tempo
Disinganno Il bel pianto dell’aurora,
Che tenti, ardito? che s’indora, è una perla in ogni fior.
Pur men grato è quell’umore
di quel pianto che in un core
[25. Aria]
già pentito apre il dolor.
Il bel pianto, ecc.
Disinganno
Chi già fu del biondo crine
[28a. Recitativo]
consigliero, al suol cadrà.
Soffra pur le sue ruine,
Bellezza
se sovente egli compose, Piacer, che meco già vivesti,
con i gigli e con le rose, il vero tu mira ancora
tanti inganni alla beltà. in questo specchio o vola sì lontano
Chi già fu, ecc. da me, che del tuo vil natale
io mai più non rammenti il quando e il come
[25a. Recitativo] e di te perda e la memoria e il nome.
Bellezza [29. Aria]
Ma che veggio, che miro?
Io credea d’esser bella, e son deforme Piacere
nelle mie chiome bionde Come nembo che fugge col vento,
con catena di rigidi serpenti da te fuggo sdegnato e severo!
la vergogna, il dolore, Se l’inganno è il mio solo alimento
morda nei miei pensieri; come viver io posso nel vero.
i miei contenti, sì, sì cadete a terra Come nembo, ecc.
ricche pompe del crine!
sia questo giorno ai miei deliri il fine.

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[30. Recitativo] [31. Aria]

Bellezza Bellezza
Pure del cielo intelligenze eterne, Tu del Ciel ministro eletto,
che vera scuola a ben amare aprite, non vedrai più nel mio petto
udite, angeli, udite il pianto mio, voglia infida o vano ardor.
e se la verità dal sole eterno E se vissi ingrata a Dio,
tragge luce immortale e a me lo scopre, tu custode del cor mio
fate che al gran desio rispondan l’opre. a lui porta il nuovo cor.
Tu del Ciel, ecc.

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