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1.21 Una cosa può accadere o non accadere e tutto l’altro restare eguale.
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2.131 Gli elementi dell’immagine sono rappresentanti degli oggetti nell’immagine.
2.151 La forma di raffigurazione è la possibilità che le cose stiano l0una con l’altra
nella stessa relazione che gli elementi nell’immagine
2.18. Ciò che ogni immagine, di qualunque forma essa sia, deve avere in comune con
la realtà, per poterla raffigurare - correttamente o falsamente - è la forma logica, cioè
la forma della realtà.
2.182. Ogni immagine è anche un’immagine logica (invece, ad esempio, non ogni
immagine è un’immagine spaziale).
3.001 «Uno stato di cose è pensabile» vuol dire: Noi ce ne possiamo fare
un’immagine.
3.02 Il pensiero contiene la possibilità della situazione che esso pensa. Ciò che è
pensabile è anche possibile.
3.03 Non possiamo pensare nulla d’illogico, ché altrimenti dovremmo pensare
illogicamente.
4.002 L’uomo possiede la capacità di costruire linguaggi, con i quali ogni senso può
esprimersi, senza sospettare come e che cosa ogni parola significhi. - Cosí come si
parla senza sapere come i singoli suoni siano emessi. Il linguaggio comune è una
parte dell’organismo umano, né è meno complicato di questo. È umanamente
impossibile desumerne immediatamente la logica del linguaggio. Il linguaggio
traveste i pensieri. E precisamente cosí che dalla forma esteriore dell’abito non si può
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concludere alla forma del pensiero rivestito; perché la forma esteriore dell’abito è
formata per ben altri scopi che quello di far riconoscere la forma del corpo. Le tacite
intese per la comprensione del linguaggio comune sono enormemente complicate.
4.003 Il piú delle proposizioni e questioni che sono state scritte su cose filosofiche è
non falso, ma insensato. Perciò a questioni di questa specie non possiamo affatto
rispondere, ma possiamo solo stabilire la loro insensatezza. Il piú delle questioni e
proposizioni dei filosofi si fonda sul fatto che noi non comprendiamo la nostra logica
del linguaggio. (Esse sono della specie della questione, se il bene sia piú o meno
identico del bello). Né meraviglia che i problemi piú profondi propriamente non siano
problemi.
4.0031 Tutta la filosofia è «critica del linguaggio». (Ma non nel senso di Mauthner).
Merito di Russell è aver mostrato che la forma logica apparente della proposizione
non ne è necessariamente la forma reale.
4.111 La Filosofia non è una scienza naturale. (La parola «filosofia» deve significare
qualcosa che sta sopra o sotto, non già presso, le scienze naturali).
4.112 Scopo della filosofia è la chiarificazione logica dei pensieri. La filosofia è non
una dottrina, ma un’attività. Un’opera filosofica consta essenzialmente d’illustrazioni.
Risultato della filosofia non sono «proposizioni filosofiche», ma il chiarirsi di
proposizioni. La filosofia deve chiarire e delimitare nettamente i pensieri che
altrimenti, direi, sarebbero torbidi e indistinti.
4.114 Essa deve delimitare il pensabile e con ciò l’impensabile. Essa deve delimitare
l’impensabile dal di dentro, attraverso il pensabile.
4.2 Il senso della proposizione è la sua concordanza o meno con le possibilità del
sussistere o meno degli stati di cose. (La negazione inverte il senso della
proposizione).
4.46 Tra i possibili gruppi di condizioni di verità vi sono due casi estremi. Nel primo
caso, la proposizione è vera per tutte le possibilità di verità delle proposizioni
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elementari. Noi diciamo che le condizioni di verità sono tautologiche. Nel secondo
caso, la proposizione è falsa per tutte le possibilità di verità. Le condizioni di verità
sono contraddittorie. Nel primo caso noi chiamiamo la proposizione una tautologia;
nel secondo, una contraddizione.
4.462 Tautologia e contraddizione non sono immagini della realtà. Esse non
rappresentano alcuna possibile situazione. Infatti, quella ammette ogni possibile
situazione; questa, nessuna. Nella tautologia le condizioni della concordanza con il
mondo - le relazioni di rappresentazione - si annullano l’una l’altra, cosí che essa non
sta in alcuna relazione di rappresentazione con la realtà.
5.552 L’esperienza che ci serve per la comprensione della logica è non l’esperienza
che qualcosa è così o così, ma l’esperienza che qualcosa è: ma ciò non è
un’esperienza. La logica è prima di ogni esperienza […]: essa è prima del Come, non
del Cosa.
5.6 I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo.
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5.61 La logica riempie il mondo; i limiti del mondo sono anche i suoi limiti. Non
possiamo dunque dire nella logica: Questo e quest’altro v’è nel mondo, quello no.
Ciò parrebbe infatti presupporre che noi escludiamo certe possibilità, e questo non
può essere, poiché altrimenti la logica dovrebbe trascendere i limiti del mondo; solo
cosí potrebbe considerare questi limiti anche dall’altro lato. Ciò, che non possiamo
pensare, non possiamo pensare; né dunque possiamo dire ciò che non possiamo
pensare.
6.13 La logica non è una dottrina, ma un’immagine speculare del mondo. La logica è
trascendentale.
6.421 È chiaro che l’etica non può formularsi. L’etica è trascendentale. (Etica ed
estetica son uno).
6.41 Il senso del mondo dev’essere al di fuori di esso. Nel mondo tutto è come è, e
tutto avviene come avviene; non v’è in esso alcun valore - né, se vi fosse, avrebbe un
valore. Se un valore che ha valore v’è, dev’esser fuori d’ogni avvenire ed essere/cosí.
Infatti ogni avvenire ed essere-cosí è accidentale. Ciò che li rende non-accidentali
non può essere nel mondo, ché altrimenti sarebbe, a sua volta, accidentale.
Dev’essere fuori del mondo.
6.43 Il buono o cattivo volere […] può alterare solo i limiti del mondo, non i fatti.
[…]. Il mondo del felice è altro rispetto a quello dell’infelice.
6.4312 […]. La soluzione dell’Enigma della vita nello spazio e tempo è fuori dello
spazio e tempo. […].
6.432 Come il mondo è, è del tutto indifferente per ciò che è più alto. Dio non rivela
sé nel mondo.
6.45 Intuire mondo sub specie aeterni è intuirlo quale tutto limitato. Sentire il mondo
quale tutto limitato è il mistico.
6.5 D’una risposta che non si può formulare non si può formulare neppure la
domanda.
Non si dà enigma. Se una domanda può porsi, può pure avere risposta.
6.52 Noi sentiamo che anche qualora tutte le possibili domande scientifiche avessero
avuto risposta, i problemi della vita non sarebbero stati ancora neppure toccati. Certo,
allora non resta più domanda alcuna, e questa appunto è la risposta.
6.521 La soluzione del problema della vita si scorge allo sparir di esso. (Non è forse
per questo che uomini, cui il senso della vita divenne, dopo lunghi dubbi, chiaro, non
seppero poi dire in che consisteva questo senso?).
6.53 Il Metodo corretto della filosofia sarebbe questo: nulla dire se non ciò che può
dirsi; dunque proposizioni della scienza naturale; dunque qualcosa che nulla ha a che
fare con la filosofia, e poi, ogni volta che altri voglia dire qualcosa di metafisico,
mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato
alcuno. […].
6.54 Le mie proposizioni illustrano così: colui che le comprende, alla fine le
riconosce insensate, se è salito per mezzo di esse, su esse, oltre esse. (Egli deve, per
così dire, gettare la scala dopo esservi salito). Egli deve superare queste proposizioni.
Allora vede rettamente il mondo.