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SERIE
DI RITRATTI D I

CELEBRI PITTORI
dipinti di propria MANO

CONSACRATA

ALLE ALTEZZE REALI

PIETRO LEOPOLDO
ARCIDUCA D’ AUSTRIA

GRANDUCA DI TOSCANA ec. ec. ec.


E DI

MARIA LUISA DI BORBONE


INFANTA DI SPAGNA

GRANDUCHESSA SUA SPOSA cc. ec. co


SERIE
DI RITRATT
D I

CELEBRI PITTORI
dipinti di propria mano

IN SEGUITO

A Quella Già' Pubblicata

NEL MUSEO FIORENTINO


ESISTENTE APPRESSO

V ABATE ANTONIO PAZZI


CON BREVI NOTIZIE INTORNO A’ MEDESIMI

COMPILATE

DALL’ ABATE ORAZIO MARRINI

PARTE l. VOLUME /.

IN FIRENZE. MDCCLXV.

Nella Stamperia Mouckiana.


CON APPROVAZIONE.
■■BfiSSSSSjBg||BSBÌiSSSfiSfiH|
ALTEZZE REALI.

NA delle più pregiabili preroga¬


tive , che rendono adorno l’ani¬
mo generofo dell’ Altezze Vostre
Reali , d.*e certamente ftimarfi
P ineftinguibile amore , che nutrite ne’ magnanimi
Volili cuori per la Virtù, ed il viviiTìmo defiderio
. di
di promuovere, c di (ottenere le belle Arti, per
gloria , e vantaggio di quelle genti , che dalla
Divina Provvidenza furon commefse al Voftro fe-
licittìmo governo. E perchè (ralle Arti più nobili,
che incontrano il genio fublime delle A. V. R.
quelle pure annoverare fi debbono del Difegno ,
e dell’ Intaglio in Rame ; quindi è che defide-
rando io di "fecondare le virruofe inclinazioni de’
miei Augufti Sovrani, mi determinai a delineate,
ed incidere una Serie d’ originali Hitratti di va¬
lenti Pittori da me acquiftata da lungo tempo, ed
accrefeiuta fino al numero di cento , perchè que-
fta fervir potette di laudevole profeguimento a
quella già pubblicata della Voftra Reai Galleria .
Vano però farebbe riufcito ogni mio tentativo, fe
Voi, o lapientittìmi Principi , con immenfa cle¬
menza, e con amorevoli fogni di benigno compati¬
mento non vi fotte degnati d’ incoraggirmi , ac¬
cogliendo quetta mia dcbol fatica (otto la Voftra
autorevole protezione . Eccola dunque umilmente
proftrata davanti al Trono delle A. V7. R. e men¬
tre implora la continuazione del potentiftìmo Vo¬
ftro aiuto, io profondiifimamente inchinato col più
rilpettofo oflequio mi dichiaro

Delle Altezze Vostre Reali

Umili fimo , ed obbedientifinno Servo, e Sudditi


Antonio Pazzi.
AL CORTESE LETTORE
ANTONIO PAZZI.

’ universal gradimento , che hanno per ogni


dove incontrato i quattro Volumi del Mu-
feo Fiorentino , contenenti la Serie de’ Ri¬
tratti d’ infigni pittori dipinti di propria
mano , che elidono nell’ Imperiai Galleria
di lirenze ; e le replicate premutole in-
ilanze di molti ragguardevoli perfonaggi aggiunte al vivo de-
lideno j che ho Tempre nodnto nell’ animo , d’ impiegare le
mie deboli fatiche a vantaggio degl’ intendenti , e d’ accre-
fceie altresì qualche luflro all’ arte nobililfima della pittura :
m hanno finalmente fatto rilolvere a pubblicare quella nuova
Serie d’ originali Ritratti d’ altri celebri dipintori d’ ogni na¬
zione , che apprelfo di me fi confervano , e che ora da me
difegnati fedelmente, ed incili a te fi prefentano , fulla fperan-
za , che potendo elfa fervire di continuazione alla predetta
b ma-
1[
magnifica Serie del Mufeo Fiorentino , effendofi a tal fine
mantenuta nel compilarla la mcdefima grandezza di Rami , la
(Iella nobiltà di carta , ed uguaglianza di caratteri nella Ram¬
pa , folle anche quella per efler da te ricevuta con plaufo ,
e con benigno compatimento .
Due però fono le cofe , di cui fa duopo avvertirti lui
bel principio . La prima fi è , che per facilitare maggiormente
1’ acquifto di quella novella Raccolta di cento Ritratti , (limai
bene di dividerla in quattro Parti , due delle quali conte¬
nendone cinquanta con altrettanti brevi elogj de’ rapprefen-
tati foggetti , potelfero poi formare il primo intero Volume ;
ond’ è che a tale effetto fi porranno alla fine della feconda ,
e quarta Parte gl’ Indici delle cofe più notabili , acciocché
compita tutta 1’ opera , in due Ioli Volumi polla effere age¬
volmente riftretta . L’ altra li è , che trovando tu in tutta
la prcfentc Serie undici foli Ritratti di pittori celebiati
nel foprallodato Mufeo Fiorentino , non ti cada in mente il
fofpetto o che quelli , che de’ medefimi artefici vengono da
me pubblicati , non fieno originali , o che gli llelh iieno da
me riportati foverchiamente ; effendochè della loto divella
veduta , ed atteggiamento potrai fubito re fiat peifuafo col
farne il confronto , e dell’ elfere ancora quelli originali te ne
debbono aflicurare la confultata perizia de’ profeffori , 1 au¬
tentica teftimonianza di chi finora gli ha pofleduti , e il fag-
giamente riflettere , che dalla mano d’ uno Hello pittore furon
fovente coloriti in diverfi tempi i proprj ritratti , per foddi-
sfare alle richiede de’ veraci eflimatori del loro merito .
Quello era ciò , di che io bramava , che tu redalli opportu¬
namente informato , e vivi felice .
IN-
R I T R A T
CHE SONO

I N CLU ESTÀ PRIMA PARTE


DEL VOLUME PRIMO.

B ARTOLOMMEO
L o , Pittore .
RAMENGHI , detto il Bagnacaval-

il. PIERO BONACCORSI , detto Pierino del Vaga, Pittore . 3

III. GREGORIO PAGANI Pittore. 5

IV. GIUSEPPE CESARE, detto l' Arhno, Pittore . 7

V. FRANCESCO CU RR ADI Pittore. 9

VI. LIONELLO SPADA Pittore. <1

vii. CRISTOFANO ALLORI , 1letto il Bronzino, Pittore . 13

Vili. MATTEO ROSSELLI Pittore . 15

IX. SINIBALDO SCORZA Pittore, Miniatore, e Intagliatore in rame. 17

X. IACOPO VIGNALI Pittore. 19

XI. GIUSTO SUBTERMANS Pittore . 21

Xll. FRANCESCO FURINI Pittore. 23

XIlI. SIMONE PIGNONI Pittore. 25

XIV. SALVATOR ROSA Pittore, Poeta , ec. 27

XV. ONORIO MARINARI Pittore. 29

XVI. ALESSANDRO ROSI Pittore . 31

xvil. LIVIO MEHUS Pittore . 33

XVIlI. ANTONIO NASINI Pittore■ 35

LU-
vVaVà ** yf^*' •/.> '-y; ■ >?\ ■■ .x>n

IV
xix. LUCA GIORDANO Pittore. 37

xx. ANTONIO FRANCHI Pittore. 39

XXI. CLAUDIO SEVIN Pittore. 41

xxil. G IO. RIDOLFO VERTMÙLLER Pittore , e Architetto . 43

xxiil. FRANCESCO BOTTI Pittore . 45

XXIV. GIUSEPPE PINACCI Pitterei 47

XXV. ROMOLO PANFI Pittore. 4p

IL FINE
«( I. ) fr

BARTOLOMMEO
R A M E N G H 1
T T O IL B A G N A C AVALLO

P 1 r 7 0 R E.

, che giuda 1’ ordin


embra certamente
tempi , che anche in quella nuova Serie d’
originali Ritratti di valenti prò felibri dell’
arte nobiliflima della pittura s’ ofTerva ,
affegnare fi debba il primo luogo a Baii-
tolommeo Ramenghi ; effendochè quantun¬
que dagli eruditi lcrittori , che di lui fe¬
cero onorata menzione , non fia (lato ac¬
cennato 1’ anno precifo della fua nafcita,
nondimeno per mezzo di plaufibili congetture e> apparilce ,
che quella feguifle verfo la fine del lecolo XV. , e che per¬
ciò da lui , come dal più antico artefice , prender doveffe
la prefente Raccolta il fuo felice cominciamento .
Quello valorofo pittor Bolognefe , che per 1’ antica ori¬
gine , che ebbero gli avi fuoi dal Cartello di Bagnacavallo ,
fu comunemente il Bagnacavallo appellato , fino dagli anni
più giovanili s’ applicò allo ftudio del dileguo fotto la buo¬
na direzione di Francefco Francia (*), che era uno de’ più ac¬
creditati maeftri di quell’ età . Ma non contento egli di quel
confiderabil profitto , per cui fin d’ allora s’ era acquiftato il
nome d’ un affai ragionevole profeffore , avendo fentito il
grido , che dappertutto fpargeafi , dell’ opere maravigliofe di
Raffaello da Urbino , defiderofo di renderli perfetto nell’ ar-
Par. I. A te

(x) Una delle ragioni , che ci ha indotto a credere , re , fe nato folfe nel lecolo XVI. , e molto piu
che il Ramenghi nafcefle prima dell’anno 1500., per aver egli per 1' avanti apprefo perfettamente
fi è , che eflendo morto Raffaello da Urbino , di il difegno da Francefco Francia luo primo maeflro.
cui e Ho viene aderito lcolare , nell’ anno 1520., (2) V. la Vita nel Balditiucci Dccen. 9. Parte del
non par verifimile , che egli tale gli divenire in Sec. 3.
età cotanto giovanile , come Infognerebbe accorda*
^ ( II. ) Cs-
re , fi portò a Roma , ed imparò dal medefimo una franca
maniera affai dolce , e di fquiliro difegno .
Ritornato a Bologna fu fubito deftinato a dipignere infieme
con altri (>) nella chiela di San Petronio alcune (ione della vi¬
ta di Gesù Grido , e della Vergine Madre ; ed effendo dagl’
intendenti giudicato il lavoro del Ramenghi il migliore per 1’
unione del difegno , e per la vaghezza del colorito , quindi av¬
venne , clic egli afcefe fovra degli altri a un ragguardevole gra¬
do d’ univerfale approvazione ; e da indi in poi fu impiegato
in diverfi tempi a efercitare i Tuoi accreditati pennelli in varie
chiefe , e in molti luoghi pubblici , e privati di Bologna , c di
quel territorio , e ùmilmente per molti Principi , e Signori d’
Italia , conducendo a olio , e a frefco numerofe opere di forn¬
irlo pregio (■), che a noi a cagione della brevità non è per¬
meilo di rammentare dillefamcnte . Per fua fomma lode badi
qui folo 1’ accennare , che fra gli artefici del fuo tempo fu re¬
putato il più eccellente , non lenza grande invidia di molti , e
fpezialmente del bizzarro , e capricciofo Amico Afpertini , pel
fingolare di lui talento nel dipignere devote imagini di Maria,
e nel colorire i putti con tal tenerezza , e grazia particolare ,
che Guido Reni era folito d’ affermare , che da lui avea tolta
la bella morbidezza , colla quale efprimeva i bambini .
Ellendo egli pertanto con lode di valentuomo , e di perfo-
na d’ ottimi codiami , pervenuto al cinquantottefimo anno dell’
età fua , (u rapito dalla morte , avendo lafciato erede della fua
abilità Giovambatifta fuo figlio , che con varie opere molto fti-
mate non punto degenerò da sì benemerito genitore .

PIE-
( i ) Quefh furono Girolamo della Codignuola , Innocenzo cufe , che crede avergli date il Vafari. Vedi pu¬
da Imola , c ètnico jifpettini . re le note del Battavi alla vita del Ramenghi nel¬
(2) Vedine la defrrizione fatta dal Baldimcci , ma la nuova edizione del Va fari fatta in Roma nell’
più dal Malvajìa , che minutam°nte le accen¬ anno 1759. T. 2. pag. 307.
na , e difende il noflro pittore dalle pungenti ac-
4( in. )e

PIERO BONACCORSI
DETTO

Pierino del Vaga

PITTORE.

iglto di Giovanni Bonaccorfi Fiorentino <•>


fu quedo eccellente pittore , che nato 1’
anno 1500. , ed allevato con grande (lento,
fu dal padre abbandonato alla cura d’ al¬
cuni fuoi parenti , che P accomodarono
al medierò dello fpeziale . Non piacendo
allo fpiritofo giovanetto un tal dedino ,
podofi prima nella bottega d’ Andrea de’
Ceri (>), e pofcia nella fcuola di Ridol-
lo del Ghirlandaio , dal quale apprefe i principi deli’ arce >
dopo qualche tempo fi portò a Roma condottovi dal Va¬
ga (!) , che lo raccomandò a quegli amici , che là aveva ,
acciocché non rimanelfe affatto privo d’ aiuto .
Riflettendo 1’ attento giovane , che in quella vada me¬
tropoli gli conveniva a cagione della fua povertà lavorare a
giornate per le botteghe di quei pittori fenza verun fuo
profitto , rifolvè di dipingere a opera la metà della fettima-
na , e nel redante d’ attendere a dil'egnare le nobili produ¬
zioni degl’ ingegni più valorofi . Un tal penderò , malgrado
gli denti , c 1 difadri , efeguì egli con tal felice riufcimen-
to , che arrivò per mezzo de’ fuoi lavori a rifcuoter gli ap¬
plaudì da Giulio Romano , da Gio. Francefco Pcnni detto il
Fattore , e da Raffaello ideflo , che non dubitò d’ impiegarlo a
colorire nelle logge papali varie grottefche , ed idorie , e a di¬
pinger con Giulio Romano la volta della (ala de’ Pontefici ,
amandolo fempre come figliuolo , e diletto difcepolo .
Do¬
(t) Dice il Va/ari , che quello Giovanni nelle guer¬ (a) Di lui v. il Safari Tom. 2. nella vita del no-
re di Carlo Vili. Re di Francia , come giovane animo jo , e Aro artefice .
libtrale , in fervith con quel Principe fpefe tutte le facuità (3) Quelli fu pittcr fiorentino , da cui prcfc la fua
fut nel foldo , e nel giuoco , ed in ultimo ci lafciò la vita. denominatone Pierino del Vaga .
4 ( iv. ) fi.
Dopo un piccol viaggio fatto a Firenze tornato a Ro¬
ma , per P Arcivefcovo di Cipri adornò di molte figure , e
grottefche un giardino , e per divelli mercanti , e (ignori i
cortili , e le fale delle loro cafe , oltre alle pitture , che egli
condulìe in diverfe chiefe di quella citta t1) j dalla quale
partendo nell’ anno 1525. a motivo del fopraggiunto conta¬
gio , vi fece pofcia ritorno , effendo già feguita la morte di
Raffaello . Perchè poi Pierino li facea ogni di più ammirare ,
e diftinguere , il Fattore , clic era Rato infieme con Giulio
Romano dichiarato capo della profeflione dal nuovo Pontefice
Clemente VII. , a fine di tenerfelo fempre amico , gli diede
per moglie la lua forella .
Profeguiva frattanto il noftro artefice i fuoi ftimatiflimi
lavori , quando accaduto in Roma il famofo fiacco P anno
1527. (offrì egli la prigionia , cd altre graviffime calamità ;
ond’ è che oppreffo dal bifogno , e (limolato da un amico fi
portò a Genova in cafa del Principe Doria , dal quale beni¬
gnamente accolto non folo arricchì di pregiatiffimi dipinti ,
di ftucchi , di fregj > c d’ altri ornamenti il di lui palazzo ,
ma conduffe altresì molte opere a olio , ed a frefco per va¬
rie chiefe , c per divertì perfonaggj , ed altre pure ne ter¬
minò dopo il ritorno , che ivi fece da Pifa .
Tornato quindi a Roma nel pontificato di Paolo III. fi¬
nì d’ adornare la cappella de’ Maffimi nella Trinità de’ Adon¬
ti , dipinfe nelle camere Vaticane , ed abbellì di ftucchi , e
di fregi la gran fala de’ Rè con indicibil bravura , e finez¬
za . Alla fine avendo in feguito molto operato , ed effendo
afcefo a sì alto grado di (lima , che a lui s’ allogavano tut¬
ti i lavori , ed era reputato uno de’ più univerfali pittori
de’ fuoi tempi , abbattuto dalle fatiche dell’ arte , e da’ di-
fordini della vita , improvvifamente morì nei quaranzettefimo
anno dell’ età fua , e nella cappella di San Giufcppe nella
Rotonda fu ripofto il fuo cadavere con fplendido elogio (col¬
pito fopra il lepolcro .
GRE-

(1) Di quelle, ed altre molte pitture di Pierino ve- Jlbregé de la vie des plus fameux peintres P. 1. e altro-
dine la deicriuonc nel Vafari , nel Sandrart , nell’ ve .
$ (V.) $.

G R E G O R I o
P A G A N I
p i r r o r.

acque in Firenze Gregorio 1’ anno 1558.


degno figlio del bravo pittore Francefco
Pagani , del quale effendo egli rimalo pri¬
vo , compito appena il fecondo anno di
fua età , fu poi per configlio de’ parenti
dedinato allo flucìio del difegno fotto la
difciplina di Santi di Tito . Quelli vedu¬
to il profitto dell’ accurato giovane , co¬
minciò a valerfene in ogni ina pittura a
olio , ed a frefeo , facendogli fpezialmente colorire gli abbi¬
gliamenti di quei ritratti , che tutto giorno gli eran com-
meffi . Ma il Pagani attediatoli ben pretto di tale occupazio¬
ne , e defiderando d’ efercitare il fuo ralento nell’ inventa¬
re , portafogli una favorevole congiuntura di ritirarli in al¬
cune danze , per compiacere a un amico , fi licenziò dal
maeftro , e in compagnia d’ altri giovani , e particolarmente
del Cigoli , attefe ivi a ftudj maggiori . 11 frutto di sì giu¬
da rifoluzione da elfo fu poco dopo fatto conofcere non fo-
lo con alcune pitture condotte a frefeo nel chiodro di Santa
Maria Novella , ma molto più con parecchi quadri iftoriari ,
che lavorò per diverbi perfonaggj , meritando fra quelli par-
ticolar menzione la belliflima doria di Mosè , che percuote
la pietra , opera di vaga invenzione , e d’ ottimo colorito ,
che inviata a Roma pervenne nelle mani del Cardinale de’
Medici , poi Leone XI , e che dal medefimo artefice fu polcia
con nuova invenzione replicata per AlelFandro Guadagni .
Effcndofi egli pertanto adicurato il credito di valente
pittore, fu impiegato in diverfe opere o in occafione , che
Pur. I. B d
(1) Vedine la defcrizionc nel Baldimcci Dee. 3. della P. 2. del fec. IV.
$ (VI.) fi.
fi fecero in Firenze gli apparati per la venata di Madama
Criftina di Lorena fpofa del Granduca Ferdinando , e in tutto
riufeì di tanta ammirazione ad ognuno per la nobile invenzio¬
ne , cd e fitto dileguo , che molti giovani defiderofi di far
profitto , cd animiti anche dalla fua cordiale amorevolezza ,
rifolverono di porft fotto la fua direzione , e alle fue danze
concorderò pure per geniale diporto t primi letterati della
città co . CondulTe dipoi una tavola d’ ottimo ddegno , be¬
ne accordata , e di vaghilfimo colorito per la chieda del Car¬
mine , efprimente il ritrovamento della Santa Croce , ed altre
molte (>) di fonimo pregio ne lavorò per varie chicle della
Tofcana , per nulla dire d’ un quidro grande, che rapprefen-
tava Lot imbriacato dalle figliuole , c d’ altri due più volte
copiati , dove era efpreffa una Diana in atro di dormire con Pa¬
ne , che entra nella grotta , e un Endim-ione , che dorme ,
tutte figure al naturale rnaeftrevolmente condotte . Ma non
folo nelle vicinanze della fua patria , ma in lontane parti fi
fparfero i belli filmi dipinti di Gregorio , che per commilito¬
ne di Bartolommco Carducci (;) inviò varie lue opere iu Spa¬
gna , traile quali fon degne di ricordanza due tavole , in una
delle quali era colorita la Natività , c nell’ altra la Refur-
rezione del Signore .
Finalmente dopo replicate infermità giu.nfe all’ ultimo
giorno del viver fuo nel mefe di Dicembre dell’ anno iùoj.
in età d’ anni 47. con lama non folo d’ eccellente pittore ,
ma ancora di buon architetto , e d’ uomo religiofo , e dab¬
bene , che faticò molto in far difegni per giovare a’ poveri
manifattori ; e nella Chiefa della SS. Nonziara fu dato tipo-
io al fuo cadavere nel fepolcro deteinato a ùmili profelfori .

GIU-
’Siryj

(1) Fra quelli furono Giovanni Berti , pel quale Natività del Signore,
colori una belliflìmt tavola da collocarfi nella Chiefa (2) Vedi il Baldimtcci dove fopra , il quale le ac-
Parrncchiale di S. Margherita ad Afciano in Valdelfa , cenna tutte con molta accuratezza .
e Iacopo Girateli , che ottenne dal Pagani uno ftupen- (3) Pittor fiorentino , amicilGmo di Gregorio , difcc-
do quadro di figure di braccio in circa , efprimente la polo di Federigo Zuccheri .

■SJ
( VII. ) I-

GIUSEPPE CESARE
DETTO L’ AepINO

pittore.

n Arpino cartello limato nella Terra di


Lavoro nel Regno di Napoli nacque 1’
anno ij6o. il valente pittore Giuseppe
Cesare , che fino dalla puerizia amtnae-
rtrato in Roma dal padre (■) groffolano ar¬
tefice nel difcgno , tnortrò ben predo una
felice difpofizione all’ efercizio dell’ arte
col dar compimento a’ volgari lavori del
genitore , e molto più coll’ aver colorita
in età d’ anni tredici la facciata d’ una cafa con forprenden-
te franchezza , e coll’ avere in oltre dipinte di nafcofto al¬
cune fpiritofe figurine nelle Logge del Vaticano con gran
fìupore di quei bravi maeftri , che prefedevano a un tal lavo¬
ro , e appretfo de’ quali Giufeppino , che così fu denomina¬
to comunemente , era (Iato collocato per maggior fuo profitto .
Fatta pertanto pervenire la notizia del valore di quello
vivace giovanetto al Pontefice Gregorio XIII., quelli dopo d’
averlo benignamente accarezzato gli affegnò un decorofo (li-
pendio pel luo mantenimento ; onde potè egli agevolmente
attendere a’ fuoi (tudj fotto la direzione di Criftofano Ron¬
calli , detto il Cavalier Pomarancio , e dimoftrare con varie
belliflime produzioni la fua abilità, come appunto fece nella
Minerva , alla Trinità de’ Monti , nel palazzo di Montecaval-
lo , ed altrove co , e di poi l'otto il pontificato di Siilo V.
nel palazzo di San Giovanni Laterano , e nella chiefa di San
Lorenzo in Damafo , effendofi in tal guifa acquetato il nome ,
ed il credito d’ eccellente profeflore .
Do-
C i ) Il nome del padre viene accennato dal Sandrart (2) Vedine la minuta deferizione nella vita di lui
con quelle parole : Patre Mutio de Cafa Polydoro pittore fcritta da Gio. Basitone , dal Dominici , dal Sandrart ,
comrmniore natus . nell’ Abregé ec., e da altri molti .
$ (Vili.) $.

Dopo il ritorno da Napoli , dove fu chiamato per con¬


durre nella chiefa della Certofa alcune pitture o , e dove
parimente terminò altre opere per (oggetti particolari , fu de-
ilinato a efercitare il luo franco pennello in molte chiefe ,
c palazzi di Roma, e nell’ anno 1596. dal Senato Romano
gli fu alTegnata la fila de’ Confervatori nel Campidoglio ; ma
dopo d’ aver cominciato il lavoro , dovè rralafciarlo per co¬
mando di Clemente Vili. , che elTendo fuo amorevole protet¬
tore , e da lui dichiarato cavaliere dell’ Abito di Crido , vol¬
le che foprintendelfe alle pitture di S. Giovanni Lacerano ,
alle quali aggiunfe aneli’ elfo ornamento co’ fuoi colori , e
ordinò in feguito , che a lui follerò dati da’ Signori della fab¬
brica di S. Pietro i cartoni della cupola , per farvi quei nu¬
mero fi molaici , quali addio fi vedono .
Correva 1’ anno 1600. quando in compagnia del Cardi¬
nale Aldobrandini fi portò Giufeppe Celare in Francia , ed
avendo prefentato al Re Arrigo IV. due fuoi ottimi qua¬
dri , fu da quel Monarca ricolmo di preziofiffimi donativi .
Tornato a Roma fu dipoi fempre impiegato in diverfi lavo¬
ri , e da’ Pontefici Paolo V. , e Urbano VJI!. , e da moltiffi-
rni Principi , e Signori di rango fu richiedo con gran pre¬
mura de’ fuoi applauditi dipinti , la ferie de’ quali , fpezial-
mente nelle chiele , è affai numcrofa ; effondo tenuto in al¬
ta venerazione da’ più illuftri perfonaggj , e dal Re di Fran¬
cia Luigi XIII. (*) , a cui inviò divede lue opere di fommo
pregio , creato cavaliere di S. Michele .
Avendo pofeia in età molto avanzata dato fine alla lala
del Campidoglio , e dopo d’ aver moltilfimo faticato , ma con
una eccedente dima di (e medefimo , e con bialimevole non¬
curanza delle perfone più rifperrabili , nel dì 3. di Luglio
dell’ anno 1640. chiufe i fuoi giorni , e nella chiefa d’ Ara¬
celi dopo una folenne pompa funebre fu data al fuo corpo
onorevole fepoltura .
FRAN-

(1) Fra qu-’fìe pitture fon degne di particolar meri? chele; ma il Bagliore, e il Dominici diligentiflimi [eru¬
zione quelle della vo ta della lagrefha . tori della fua vita , auribuilcono quello fatto al Re
(z) Nell’ Abregé ec. , e nel Dizionario portatile delle Luigi XIII. luo figlio, c lo fielìo pure afleril'cc 1’ Or-
belle arti li legge, che Arrigo IV. Re di Francia fu que- fendi neli’ Abecedario Pittorico,
v;T , che dichiarò Cmjeppe Cefare Cavaliere di S. Mi*
(IX.)

F R A N c ESCO
c u R R A D 1
p 1 T T 0 K E.

resso alla città di Firenze ebbe il fuo na-


fcimento in una villa 1’ anno 1570. Fran¬
cesco Curradi , che dietro all’ efempio
del Tuo genitore Taddeo (■) valente arte¬
fice nel lavorar di (cultura bellilfimi Cro¬
cidili , fin dagli anni più teneri applican¬
doli da fé Hello a ricavare varj difegni ,
e ad intagliare co’ ferri piccole figurine ,
fu finalmente dal padre , che in vano lo
dilTuafe pbr lungo tempo da tale efercizio , raccomandato al¬
la direzione dell’ efperto maelìro Badila Naldini <>) , il qua¬
le vedendo dubito nel giovanetto fcolare un confiderabil pro¬
fitto , e un’ ammirabil franchezza nell’ adoperare i colori ,
non dubitò d’ impiegarlo ne’ fuoi proprj dipinti , e quando
era afflitto dalla podagra , di fidarli di lui , e del Balduc-
ci ni altro fuo bravo fcolare, nel proleguimento dell’ opere.
Ben predo però s’ accinle il Curradi a condurre di pro¬
pria invenzione alquanti quadri di facra floria , che per la
correzione del difegno , e per la vivace naturalezza dell’ elpref-
fione lo fecero alcendere al grado d’ univerlale dima ; e al¬
lora fu , che venne impiegato non folamente ad adornare le
cade di molti nobili di varj ritratti al naturale , e d’ altre
lue vaghiflime produzioni , ma ad abbellire le chiede di San
Pier Maggiore , e di San Niccolò oltr’ Arno con belliflìme
tavole , e con più quadri una cappella nella chieda di San
Michele de’ Teatini .
Ma edendochè defidcrofo egli folle di fidare il fuo fguar-
Par. I. C do
(1) Vedine la vita nel Baldinucei Dee. 2. della Par. 2. abbecedario , ecc.
del Sec. 4. (5) Di Giovanni Balducci detto Cofci v. la vita nel
(2) Di quello pittore v. il Vafarì , il Baldinucei , 1’ Baldinucei Dee. 3. della Par. 2. del Sec. 4.
4( X )P
do full’ opere inaravigliofe , clic de’ più famofi artefici fi con¬
fervano in Roma , per far nuovo acquilto di cognizioni , tra¬
sferii]! colà , dove quantunque in quel tempo fionderò non
pochi eccellenti profellori , ancia’ egli però fu fubito dellinato
a efercitare i fuoi accreditati pennelli per divedi perfonaggj ,
per la nazion fiorentina , c principalmente pel Monarca del
Portogallo , dal quale oltre a una generofa ncompenla fu ono¬
rato della croce de’ Cavalieri di Cri (io .
Fatto ritorno a Firenze continuò colla fua folita vivez¬
za , e maeftria a colorire parecchi quadri ; c moltilìime tavo¬
le da altare (') condufle altresì per le chiefe della badia , di
Ceftello , di San Marco , di San Simone , della Nunziata , di
San Giovannino , di Santa Maria fui Prato , e per altre
chicle , e farri luoghi di quella città , tutte lavorate con ar¬
te maravigliofa , e con indicibile finitezza . Ne’ cartelli pure ,
nelle terre , e città di quello felicilfimo Dominio s’ ammira¬
no le prcgiabiliiìime pitture del Corradi , che nel monaftero
di Valombrofa , nel contiguo ritiro detto le Celle , nel duo¬
mo di Volterra , nel duomo , e in altre chiefe di Pifa , co¬
lori belliffime tavole esprimenti i fiacri (oggetti , che rappre-
fentano , con nobiltà di penfiero , e con ben’ intuba dilpofi-
zione ,
Con tali indefcftc applicazioni giunto il nollro inllanca-
bile artefice all’ anno ottantelimoquarto dell’ età fua , confer-
vò maifiempre un gran vigore , ed ilarità di mente , e un’
invidiabile robustezza di corpo , per cui fu capace di profe-
guire con ugual perfezione molti altri lavori <»), i quali tut¬
ti nel lungo corfo del viver luo condutlegli collantemente
efenti dall’ immodeltia , ficcome quegli , che aborri il liberti¬
naggio , e la fcollumatezza , e fu dedito agli efercizj della
pietà , e della religione , cui praticò fempre fino all’ anno
novat.funefimo , quale credefi , cha folle 1’ ultimo della fua vi¬
ta .

FIO-
(i) Vedine un più diftinto ragguaglio 'nel Voi. II, rato quello fuo ritratto , mediante il ricordo , che
de1 Muf-o Fiorentino , dove fi legge la vita di que¬ leggefi nel rovefcio del a tela con quelle parole : Ri¬
llo pittore . tratto elei Cavalier Currado dipinto di fua propria mane
(2) Come uno di cali lavori è degno d’ eller rammen* nell ultima fua età d' anni 84.
«t ( XI. ) |.

LIONELLO
S P A D A
PITTORE.

ello (lato d’ un’ eftrema mendicità nato


in Bologna 1’ anno 1576. il valentuomo
Lionello Spada , pensò lungo rempo alla
maniera di contentare il naturale Ilio gè-
nio all’ arre della pittura , a cui s’ oppo¬
neva il bifogno , e la fame ; ma alla line
prefe il partito d’ impiegarli in varj baf¬
fi efercizj , per afficurarlì un qualche fcar-
fo foftentamento , e d’ introdurli frattanto
nell’ Accademia de’ Caracci , dove per la fua fparutezza , c
miferia fu da’ giovani di quella fcuola beffeggiato , ed avuto
a vile . Dopo d’ e Ile rii quivi alquanto trattenuto , divenendo
appoco appoco colla fua fofferenza , c colla prontezza dell’ ar¬
gute rifpofte il più grato oggetto di quell’ adunanza , per
non poter foccombere alla falla dovuta da chi applicavafi al¬
lo fìudio del naturale , lì partì da quel luogo , e contratta
familiare amicizia con Girolamo Curri , detto il Dentone , e
accordandoli (cambievolmente di fervir 1’ uno all’ altro di mo¬
dello del nudo , attefe ad abilitarli con molto impegno , e a
terminare in feguito quei lavori , che gli vennero ordinati ,
di profpcrtiva , e d’ architettura .
Dopo le fue prime produzioni efpolle al pubblico col
migliorare la fua condizione , s’ invogliò d’ attendere aliai di
propolito alla maniera di ben dipignere a olio , e molto più
allorquando fentì cenfurarft uno de’ fuoi sì fatti lavori da
Guido Reni <m; e per contrapporli al delicato ftile del me-
delìmo , rifolvè d’ elercitarfi nel gagliardo impafto delle tin¬
te ; anziché premendogli di conleguire il fuo intento , por¬
ta-
( i ) La fioria d’ un tale accidente vedila deferitta dal Malvajìa Tom. II. nella vita di quello pictore .
( XII. ) (§»
tatofi a Roma fi trattenne predò al Caravaggio , che lo vol¬
le poi Tuo compagno (■) ne’ viaggi latti a (Napoli , e a Mal¬
ta , ne’ quali luoghi amenduc efeguirono con appi a ufo le lor
commilTioni .
Fatto ritorno alla patria , per la ricca , e ftrana moda del
Tuo veftire , e per la dilòggradevole oftenrazione delle ricevu¬
te onoranze , fi rendè a ciafcuno oggetto di derilione ; ma
egli nulla curando le altrui dicerie proccurò di far conofce-
re il fuo valore con varj dipinti di fommo pregio , quali
furono i due quadri efprimenti con vivace colorito la Sama¬
ritana , e il figlio della vedova richiamato alla vita dal Re¬
dentore , uno de’ quadri laterali nella cappella di San Dome¬
nico , altri lavori nella chiefa di San Michele in JBofco , e
diverfe pitture a frefeo , e a olio condotte nella chiefa de¬
dicata alla gran Madre di Dio in Reggio , dove trattennefi
lungo tempo , molte varie opere profeguendo con fomma
lode .
Quindi chiamato a Parma , colorì a frefeo una fala con
{limabile architettura , e terminò un teatro con tanta pubbli¬
ca foddisfazione , che oltre ad un annuo (lipendio fi guada¬
gnò 1’ amor di quel Principe . Fgli però abufandofi di tal
fortuna , abbandonò 1’ arte della pittura , ed accafatofi nobil¬
mente s’ applicò alla fatirica poefia ; ond’ è che dopo la mor¬
te del Duca fuo protettore , a cagione de’ fuoi difguflevoli
portamenti fi vide da tutti deprezzato , e fenza il necellario
aflegnamento . Avendo pertanto dovuto riprendere il tralafcia-
to efcrcizio , c più non trovando franca la mano nell’ efe-
guire i penfieri a (lento prodotti dalla travagliata fua men¬
te , fprovveduto de’ comodi neceffarj alla vita , e di nuovo
caduto in una non penfata indigenza , finì il corfo de’ fuoi
giorni 1’ anno 1622. , e nel duomo di Parma fu fepolto il
luo corpo con decorofa infcrizione .

CRI-
(1) Avrebbe voluto lo Spada licenziarli dal Caravaggio,
te bravo nell’ efprimere al vivo ciò che vedeafi da¬
per averlo ritrovato , com’ ei diceva , mancante d’
vanti ; ma fu vano ogni fuo tentativo , e fu obbli¬
invenzioni , poco graziofo ne’ contorni , e folamen-
gato a feguitarlo nc’ fuoi viaggj .
fm
<# (XIII.)

CRISTOFANO
A O R
detto il Bronzino

PITTORE.

Efatto , e diligerne pittore Cristofano Al¬


, che nacque in Firenze il dì 12. d’


lori
Ottobre dell’ anno 1577., ebbe per mae-
llro nell’ arte il valentuomo Aleflandro fuo
padre, o botto la dì cui difciplina fece
un conlìderabil profitto . lnvogliatofi polcia
d’ imitare la vaga naturalezza del difegno
di Santi di Tito , e 1’ elegante modo di
colorire ularo dal Cigoli , li formò uno
ftile tutto divcrfo da quello del genitore, a cui difpiacendo,
che il figliuolo fi facefle didinguere con varj dipinti non efe-
guiti a tenore de’ buoi infegnamenti , nè con amare doglian¬
ze , e contraili , nè con progetti fattigli comunicare da per-
lone autorevoli , fu mai polfibile di farlo rimuovere dal luo
fiabile proponimento <>).
Egli pertanto eflendofi allontanato dalla cafa paterna , per
togliere ad Aleflandro ogni fperanza , che un giorno porcile
adattarli alle di lui regole , ed opinioni , aprì una nuova Icuo-
la , e con una lodatilhma tela efprimente un fatto del Bea¬
to Manetto per la chiefa de’ Servi , e con un altro quadro ,
in cui era effigiato San Pietro naufragante <s) pollo nella cap¬
pella del Crocidilo della chiefa di Santa Trinità , fece cono-
Par. I. D fce-
(1) Vedi le notizie d’Alefiandro Allori nel Voi. I. del del Careggio , e del Cigoli , dicendo , che fuo padre in
Mufeo Fiorentino . genere di pittura era eretico .
(2) Giovanni Bottari in una Nota alla vita di Michel- (3) Ciò s’ afferifce coll autorità del Cmelli , e dello
agnolo Buonarroti nella nuova edizione dell’ opere fcrittore della vita di Criflofano nel Mufeo Fiorentino
del Vafari Tom. 3. pag. 340. fu tal proposto cosi Voi. 11. ; ma è da avvertirfi , che il P. Ricba nelle
fcrive : Ebbe Ale fiandra un figliuolo per nome Criflofa- Notizie 1 (loriche delle Chicle Fiorentine Tom. 3.
no , che fu uno de' più eccellenti pittori , che vanti la afferma , che folo la teda di San Pietro è opera del
città di Firenze , col quale il padre ebbe gran contrajìi , Bronrjno , effendo data queda tavola nel rimanente
perchè non volle feguitare la fua maniera , ma quella terminata dal fuo bravo dilcepolo Zanobi Rofi .
<§ ( XIV. )
fcere il fuo gran valore, e la finezza del fuo buon guido ,
profeguendo con fomma lode alrre (limabili opere , (ralle qua¬
li una Giuditta in atto di troncar la teda ad Oloferne , c
una Maddalena nel deierto .
Anche nell’ effigiare i ritratti al naturale fi dimoftrò Cri-
flofano ringoiare , ed eccellente per la (elice efprelfione di
tutte le parti , e di qualunque atto , e movimento del (og¬
getto rapprefentato ; la quale infigne prerogativa fu poi ca¬
gione , che il Granduca Ferdinando I. a lui commife il pro-
leguimento del lavoro della ferie de’ ritratti , che degli uo¬
mini più celebri in ogni età adornano i corridori di quella
Imperiai Galleria . Singolare fimilmente fu la fua grazia , ed
abilità non folo nel colorire in piccoli fpazj numerofe figu¬
re , ed in picciolilhma forma i fembianti delle più belle fem¬
mine de’ fuoi tempi ; ma eziandio nel dipignere i paefi fe¬
condo la foggia d’ Adriano Fiammingo ci , con un rocco però
molto più rifoluto , e con gruppi di figure mirabilmente di-
fpofte , ed atteggiate con quella fua così fcrupolofa diligen¬
za , colla quale volea veder terminata ciafcuna parte anche
minima de’ luoi lavori .
Maggiore certamente farebbe (lato il numero de’ fuoi di¬
pinti , le non folle (lato tanto incontentabile nel foddisfarfi ,
e fe in oltre non 1’ avelie aliai ddlratto da’ fuoi ItuJj il di¬
letto del ballo , del canto , e del luono , e molto più il per-
niciofo libertinaggio , e le amorofe trefche , che in età d’
anni quarantaquattro pieno di felli ('ufo nidore lo conduffero a
morte 1’ anno 1621., tettando fepolro il cadavere d’ un ar¬
tefice sì rinomato nella tomba de’ fuoi antenati nella chiefa
di San Criftofano .
«$( XV. ) i»

MATTEO
ROSSELLI
pittore.

el giorno decimo d’ Agodo dell’anno 1578.


venne alla luce in Firenze il famofo pit¬
tore Matteo Rosselli , che crefciuto con
un’ ottima educazione datagli dagli or.e-
fti , e fdggj luoi genitori , f'u pollo fan-
ciulletro nella Icuola di Gregorio Pagani ,
il quale molto 1’ amò per vederlo ben
collumato , e più d’ ogn’ altro difcepolo
applicato agli liudj dell’ arte , ed intento
a dileguare , anche nell’ ore delibiate al convenevole diver¬
timento , 1’ opere d’ Andrea del Sarto , e d’ alcun altro ar¬
tefice più rinomato .
Per mezzo di sì lodevole efercizio , e per elfer giornal¬
mente inftruito , e impiegato dall’ elperto maeliro , fece 1’ at¬
tento giovane sì gran profitto , che dovendo il Rallignano por-
tarfi a Roma , lo chiefe al Pagani , e con licenza del padre
1’ ottenne , a fine di prevaletene nell’ opere , eh’ ci far do¬
veva nella cappella Clementina . Giunto colà Matteo , che era
quafi nel quinto luflro dell’ età fua , aiutò con tutta la di¬
ligenza quel celebre profeifore , e nel tempo medefimo atte-
fe a ftudiare i lavori di Raffaello , e di Polidoro , conducen¬
do pure alcune opere di propria invenzione ; ma dopo lo
fpazio di fei mefi per 1’ infaufla novella dell’ improvvifa mor¬
te del genitore fece ritorno alla patria , dove fi vedde ob¬
bligato a terminare alcuni non finiti dipinti del venerato fuo
precettore , che anch’ elfo poco dopo finì di vivere , e con
tale occafione diede così buon faggio del fuo fapere , che fin
d’ allora venne reputato un eccellente pittore , e fu occupa¬
to in continuati lavori , che gli arrecarono un notabil gua¬
dagno j e 1’ univerfale eflimazione .
( X VI. ) ($♦
11 qui rammentare quali , e quante fieno le numerale fa¬
tiche di quello inliancabile dipintore , non è cola confacevole
alla brevità ; quindi è che tralafciando di far menzione di
tante lue bellillìme produzioni , che fparfe fi vedono in di¬
velli luoghi della Tofcana , e dell’ Italia , e d’ ^altre pitture
terminate per loggetti particolari , e defcricte dal Baldinucci (•),
accenneremo idratato , come per faggio , alcune opeie a olio ,
ed a frefeo da lui condotte , ed efpolte al pubblico nella fua
patria , quali fono frali’ altre molte una tavola nella chiefa del¬
la Nonziata , e nel chioliro della medefitna quattro lunette (>)
molto lodate dagl’ intendenti , e Umilmente u à lunetta nel
chioliro , e una tavola nella chiefa di San Marco . Nelle chic¬
le pure delle Monache di Candeli , di Sant’ Orfola , e della
Crocetta, in quelle d’ Ogniffanti , di Santa Trinità , di San¬
ta Maria Maggiore , e de’ Teatini , nelle confraternite di San
Benedetto Bianco , di San Carlo , ed altrove in gran numero
s’ammirano del Roflelli divelli lavori , che dimolltano quan¬
to folle vaga la fua maniera , buona 1’ invenzione , (traordina-
rio 1’ accordo , ed efatto il difegno ; per le quali pregevoli
prerogative non folo concorlero alla fua fcuola i primi inge¬
gni O) cleflinati allora dalla natura a quell’ arte , ma diven¬
ne eziandio cosi caro agli ftefli luoi Principi , che elfi oltre
all’ averlo di continovo elercitato in loro lervizio , non Sde¬
gnarono di vifitarlo nelle proprie lue danze , nè mai gli per-
mifero , che egli porgeffe orecchio a’ premurali inviti del Du¬
ca di Modena , che a fe lo chiamava con liberale offerta di
generofo ftipendio .
Dopo un lungo corfo di vita , che rcligiofitmente , e in
affidue fatiche condulfe maifempre il notlro valorolo artefice ,
amato , ed avuto in grande (lima da ogni genere di perfone ,
nel fettantaduelimo anno dell’ età fua fu aflalito da una len¬
ta febbre , che aggravando ogni dì più Io fece poi pervenire
al termine de’ fuoi giorni il dì 18 Gennaio dell’ anno 1650.
c nella chiefa di San Marco fu data al fuo corpo onorevole
fepoltura . SI-

(1) Vedi la vita del Rojfelli nel Baldinucci Decen. 3. gliofo , che Pietro da Cortona la giudicò 1’ opera mi¬
dolla Parte 3. del Sec. 4. gliorc , che fi vedeffe in quel chioliro .
(2) Una di quelle lunette colorita dal Rojfelli , che vi (3) Quelli furono Giovanni da S. Giovanni , , il Furino,
effigiò il Pontefice Aleffandro IV. quando 1’anno 1255. il Vignali , il Bolaffi, il Pugliani , G10. Batifla Vanni,
approva 1’ Ordine de' Servi , riulcì cosi bella per l’ Baldajfarre Francejcbini detto il Volterrano , Lorenzo Lip'
invenzione , pel colorito , e per 1’ accordo maravi- pi , Stefano della Bella , ed altri molti .
-v\N" '^v*'Àv*>v .v \ v - v- .''\ .V '
4 (XVII.) $

SINIBALDO
SCORZA
PITTORE , MINIATORE , E INTAGLIATORE IN RAME.

, una delle più amene terre del¬


oltaggio
la Liguria , fu la patria dell’ accreditato
artefice Sinibaldo Scorza , che nato il dì
16. di Luglio dell’ anno 1589., e pofcia
allevato nello ftudio dell’ umane lettere ,
s’ invogliò d’ occuparfi nel dileguare col¬
la direzione di Giovambatifta Carrofio va¬
rie piccole figure , che da lui condotte
con molto fpirito , ed eleganza , 1’ anima¬
rono a cimentarli a colorire a olio alcune tele con un feli¬
ce , e vantaggiofo riufcimento . Perlochè defiderando egli di
viepiù avanzarli nella cognizione , e nel poffeffo dell’ arre , e
conofccndo , che gli era neceffario un più abile precettore ,
fi pofe fotto la dilcipiina del bravo pittore Giovambatifta
Paggi (*) ; nè mai defiltendo dall’ intraprefo efercizio del di-
fegno , s’ applicò pure a contraffare con la penna le carte
ftampate d’ Alberto Duro to.
Tralafciata in feguito una tale ingegnofa occupazione ,
attefe a colorire con induftre pennello quanto vien formato
dalla natura , e dall’ arte nella graziofa varietà di vedute ,
di fabbriche , e di marine , e nella moltipiice produzione d’
animali , di frutti , e di fiori , ftudiando a tale effetto 1’ ope¬
re del Serrano valente pittor Milanefe , e conducendo con
fomma accuratezza , e fimigliannlfime al vero molte opere rap-
prefientanti diverfi fatti iftoricio), e favolo!! , e capricciofie in-
Par. I. E ven-
(1) Vedi di quello Pittore Raffaello Soprani , /’ Abece- (j) Tali furono la creazione dell’ Univerfo , 1’ Arca
darlo , ec. di Noè , il viaggio d’ Abramo , ec. , e diverfi qua¬
(2) Riufcì cosi felicemente allo Scorda d’ imitare quel¬ dri , ne' quali elpreffc lo Scorai gli amori di Pira-
la maniera , che i più pratici profelfori , qualora non mo , e quei di Medoro , i cafi d’ Attenne , di Nar-
riflettevano al millelìmo , che egli era folito di no¬ cifo , e di Siringa , il fogno d’ Endimionc , le bat¬
tare in ogni fua copia , le pigliavano per originali . taglie de’ quadrupedi co’ volatili , ed altre Amili
V. il Soprani , il Balditiucci , ec. rapprefentanze .
«}■( XVIII. )§
venzioni , le quali furono da illuftri foggetti (■) ricercate, c
celebrate con pubblici elogi > c c^e tuttora lì confervano nel¬
le gallerie de’ nobili perfonaggj .
Ma non folo per 1’ eccellenza de’ Tuoi dipinri alcefe lo
Scorza a un alto grado di reputazione , ma altresì per le
numerole miniature da lui condotte con tal finezza , e bra¬
vura , che il Duca di Savoia , che ne avea roggiamente con-
fiderato ogni pregio , lo chiamò con generofi inviti alla fua
Corte , dove giunto pofe mano a varie opere , che tutte in¬
contrarono la comune approvazione , e fopra ogni altra ven¬
nero celebrati i fei logli reali con miniature efprimenti di¬
velli latti della fiera Genefi , che riufeirono maravigliofi pel
vago frammifchiamenro d’ animali , d’ alberi , e di paefi , e
per la ben intela dilpolizione delle figure .
Partito Smibaldo da quella Corte , dove erafi trattenuto
fino all’ anno 1625. , per eiferfi accefa una fierilfima guerra
Ira 1’ armi Savoiarde , e Genove!! , c tornando alla patria ,
dovè foffrire gravi perfecuzioni , e notabiliflimi danni , anzi¬
ché per fofpctto di fegreta corrifpondenza col mentovato Du¬
ca fu confinato , benché innocente , nella città di Malfa ,
donde dopo il corfo di lei meli con permiffione del Senato
pafsò a Roma , ed ivi pure fi fece diftinguere con varie bel-
liflìme produzioni . Giunto finalmente il termine del fuo elì-
lio fece ritorno a Genova , e s’ applicò all’ efercizio dell’
intagliare in rame alcune piccole figurine con bei capriccj ,
ed invenzioni , ed affai maggiori cole avrebbe operato con
fontina lode ; ma affalito da maligna lebbre fini di vivere nel
dì 5. d’ Aprile dell’ anno 1631., e con decorala inlcrizione
fu fepolto nel chiolìro della chiefa di San Francefilo .

( 1 ) Fra quelli fuvvi il C


fcritti celebrò il va!or<
acquifto di parecchi el
*}( XIX, ) $

C O P o
G N A L I
I T T 0 R E .

acopo Vignali , uno de’ più {limati arte¬


fici del fuo tempo, nacque 1’ anno 1592.
il dì 5. di Settembre in Pratovecchio
terra del Cafentino in Tofcana ; ed aven¬
do dati fin dalla Tua tenera età ficuri in-
dizj d’ una geniale applicazione alla pit¬
tura , condotto a Firenze fu pollo da’ Tuoi
maggiori lotto la difciplina del celebre
Matteo Roflelli , che con particolare alìi-
ftenza gli additò le maniere da fé praticate , e da’ bravi pro¬
iettori nel colorire , e nell’ elcguire le opere con {ingoiare
efattezza . Divenuto quindi in breve tempo {ranco poffeflore
dell’ arte , licenziatoli dal maellro , col quale però mantenne
lempre un’ amichevole cornlpondenza , non dubitò d’ elporre
al pubblico varie produzioni del luo pennello , traile quali
una tavola per la chiela di San Simone , e quattro tlorie fa-
cre alludenti all’ arte medica per 1’ ingrctlo della Ipezieria
de’ Padri Domenicani di San Marco ,
Quelle , ed altre bellillìme pitture talmente procacciaro¬
no al Vignali 1’ univerlale (lima degl’ intendenti , che quan¬
tunque viveffe in un tempo , nel quale fioriva un gran nu¬
mero d’ infigni dipintori , ebbe però così numerale , ed ono¬
revoli commiflioni , che maggiori certamente non poteva de-
fiderarne , ancorché egli lolle (lato 1’ unico artefice più rino¬
mato . A richieda pertanto di parecchi nobili perlonaggj non
lo lo terminò con mirabile invenzione , e Iquifito dilegno una
lerie portentola di quadri d’ ogni genere (■), de’ quali tra-

(1) Nella vita di Jacopo Vignali compilata da Sebajliano no 1753. fi leggono diffufamente deferitte tutte le
Benedetto Bartoloigi , e ftampata in Firenze nell’ an¬ opere di quello egregio pittore .
<* ( XX. ) $.
lafciamo di far menzione , ma colorì ancora moltiffime tavo¬
le per ornamento di varie chiefe , c privati oratorj delle cit¬
tà , cartelli , e territorj della Tofcana , e fpezialmente di Fi¬
renze , dove nelle chiefe di Santo Spirito , di San Giufeppe ,
di Santa Trinità , di Sant’ Jacopo fopr’ Arno , de’ Teatini,
degli Agoftiniani Scalzi , nella chiefa , e fagreftia della Non-
ziara , nelle confraternite di San Paolo , di Sant’ Antonio , di
San Girolamo, di San Benedetto Bianco , ed altrove, fi vedo¬
no be 11 iIlime tele maellrevolmentc condotte da un tale eccel¬
lente pittore , ed esprimenti con paftofo colorito , e con va¬
ga corrifpondenza , ed armonia nella varietà delle parti , i fa-
cri foggetti , che rapprefentano .
Che fe con tali , ed altri nobili dipinti , che fparfamente
fi confervano nelle cafe de’ nobili cittadini , e che anche ne’
tempi più calamitofi o dovè condurre , fece conofcere il Vi¬
gnali il fuo valore ; anche nel lavorare a hefeo non fi dimo-
itrò meno efperto profelfore ; e fe quanto operò nel palazzo
de’ Buonarroti , c in quello de’ Riccardi in Guaifonda , può
clic re baflevole teflimonianza della fua grande abilità in tal
genere di colorire , i quattro quadri con figure al naturale (■>,
che fi vedono nella libreria del convento di Santa Maria No¬
vella , chiaramente dimofìrano quanto queffo valentuomo fapefle
colorire i ritratti , e con quanta ragione foibe deffinato ad
effigiare i venerabili fembianti della gran ferva di Dìo , ora
Santa Caterina de’ Ricci , e di Suor Domenica dal Paradifo .
Dopo tante illuftri fatiche , e dopo d’ ellere per molti
anni viifuto con efemplare religiofità crilìiana , caro a’ fuoi
Principi, da’ quali fu molto filmato, ed impiegato in diver¬
bi lavori , grato a ogni rango di perfone per le fue amabi¬
li prerogative , fu alfalito da un accidente d’ apopleffia , che
lo rendè afflitto inabile ad operare , e dopo qualche tempo
forprefo da nuovo colpo , con lentimenti di vera pietà finì
di vivere il dì 3. d’ Agofto dell’ anno 1664. , c nella chie¬
fa di San Michele Vifdomini fu feppellito il fuo corpo con
tutte le pubbliche rimoftranze folite praticarli in quei tem¬
pi agli eccellenti profeflòri dagli Accademici del Difegno .
GIU-
(1) Si vuole alludere all’ anno 1630. memorabile per Firenze .
Jo funeflo contagio , nel quale fu occupato il Vignali (2) Quelli quadri rapprefentano i ritratti , che furon
in diverbi lavori , fra’quali è degna di Ipezial memo¬ prefi da efattiffimi originali, d'Alberto Maino, di San
ria la tavola fituata nella cappella di San Baftiano Tommafo d’ Aquino , d' Ugone Cardinale , e di Tornati-
nella Badia di San Barcolommeo a Ripoli vicino a fo da Vio , detto il Cardinale Gaetano .
•t ( XXI. ) $>

GIUSTO
SUB' TERMANS
PITTORE.

acque in Anverfa I’ anno 1597. 1’ infigne


ritrattifla , e celebre difegnatore Giusto
Subtermans , che pervenuto all’ età capa¬
ce d’ apprendere , fu chiefto a Francefco
fuo padre da Guglielmo de Vos , per in¬
dirizzarlo nell’ arte della pittura . Fatto
pertanto non ordinario progredii lotto la
fcorta d' un sì valente maeltro , rifolvè
d’ incamminarli a Parigi , dove talmente
li fece diftinguere per la Tua bella maniera d’ operare , che
giunfe lino a deltar gelolìa nell’ animo Hello dell’ efperto pit¬
tore di quel Monarca .
Portatoli quindi a Firenze in compagnia d’ alcuni bravi
artefici nel tefler panni d’ arazzo , fu da’ medefimi prefenta-
to al Granduca Cofimo II. , che fatta pruova del di lui valo¬
re lo delfino al proprio fervizio , mandando pofcia in rega¬
lo le fquifite produzioni del fuo raro talento a’ Principi dell’
Italia , e della Germania .
Sparfafi per cotal guifa la fama della fua grande abilità ,
fu richiedo dalla Corte di Mantova per colorire il ritratto
della PrincipelTa Eleonora , che doveva inviarli al deftinato
fuo fpofo Ferdinando li. Imperadore , il quale dopo qualche
tempo lo chiamò a Vienna , perchè effigialTe anche il luo ,
e quello degli altri Principi della Cafa d’ Auftria , da lui de¬
corato con un diploma di nobiltà , e da ciafcuno , per cui
efercitò i fuoi accreditati pennelli , generofamente ricompen-
fato ; elfendo allora già flato prima impiegato dal nuovo Gran¬
duca Ferdinando II. a rapprefentare in una gran tela , la
quale fi vede nel Palazzo de’ Pitti , la folenne funzione del
Par. I. F giu-
tijl (XXII.) (Js*

giuramento ci’ obbedienza predatogli da’ Fiorentini primati nel


principio del Tuo governo o .
Dopo il ritorno da Vienna dovè Giudo di nuovo partir
da Firenze , e portarli a Roma chiamato dalla Cafa Barberini
per fare il ritratto del Pontefice Urbano Vili. , il quale tan¬
to fi compiacque di quel fuo nobil lavoro , che in più di¬
dime maniere volle onorare la fua virtù , e oltre all’ avergli
donata una collana d’ oro di gran valore , e molte medaglie
colla propria immagine , fetide al Gran Maedro di Malta per
fargli avere una croce di quell’ infigne Religione . Egli pe¬
rò dopo aver terminati i ritratti di tutti i nipoti del Papa ,
e di quafi tutti i Cardinali , che allora fi trovavano alla
Corte , rinunziando per ragioni a lui note tutte le debutate¬
gli onorificenze , pafsò allo dato coniugale , fatto ritorno a
queda città . Dopo di effe rii quivi trattenuto alquanto tempo ,
dovè più volte trasferiti in dtverfe città della Lombardia , nel¬
le quali lungamente operò , e quindi a Roma per condurre
i ritratti del Pontefice Innocenzio X. , di Donna Olimpia , e
d’ altri Signori della Cafa Panfilj , e nuovamente in Germa¬
nia , che fu il termine de’ luoi numerofi viaggj .
Tornato dunque a Firenze , e trovandoli privo della fe¬
conda conforto, pafsò Giudo alle terze nozze (o, proleguendo
intanto con molta vivacità , cd efattezza i luoi lavori , e in
età d’ ortantadue anni colori con molta bravura il celebre ri¬
tratto del Principe Francefco di Tofcana . Giunto finalmente
all’ anno otrantaquartrelimo del viver fuo , coll’ aver fempre
faputo confettarli indelebile il Imitinolo carattere d’ egregio
profedore nell’ imitare con mirabile indudria , c franchezza
quanto fece giammai la natura , e di Angolare artefice nel
formar fa Ile tele 1’ effigie , non già degli uomini volgari , e
plebei , ma folo di Sovrani , o di eroi , o di nobiliffimi per¬
sonaggi > pafsò agli eterni ripofi il dì 23. d’ Aprile dell’ an¬
no 1 68 t. , e nella chiefa di San Felice in Piazza il fuo ca¬
davere redò fepolto ,
FRAN-
( 1 ) In quella valla pittura , dove fono tutte le figure to fingolaridìmo . Vedi il Baldinucci Dee. 3.P. t.Sec. 5.
co’ritratti al naturale, fece il Subtermans veramente (2) Morta nell’ anno 1628. la prima moglie, che fu
conolcer fe (ledo non lolo in ciò , che al colorito ap¬ Deiawra Fabbrctti , pafsò il Subtermans nell'anno 1Ó35.
partiene , ma anche al difegno , all’ invenzione , e al¬ alle feconde nozze con Maddalena Mazzocchi , e di
la nobiltà de’ penfieri ; talmentechè quella loia opera poi alle terze nell’ anno 1664. cen Maddalena Arti-
baderebbe per dichiarare , che quedo artefice folle da¬
<81 ( XXIII. )(£„

FRANCESCO
F URINI
PITTORE.

orti' i
Tuoi natali Francesco Furini nella
noftra città di Firenze 1’ anno 1604. , e
dopo d’ avere attefo ne’ primi anni al
dilegno lotto la (corra del padre (■), con¬
tinuò in divelli tempi i Tuoi dudj nelle
Icuolc del Palfignano , del Biliverti , e del
Rolì'elli ; e andato pofeia a Roma acqui¬
lo maggiormente 1’ efattezza , e il buon
guflo per la contratta intrinfichezza con
Giovanni da San Giovanni fuo indivilibil compagno , ed ami¬
co . Redimitoli quindi alla patria volle far moftra del fuo la-
pere colla biafimevole nudità delle figure , e fpezialmente
delle femminili , fcegliendo a bella polla quegli dorici , e fa-
volofi foggetti (1), ne’ quali agevolmente potede adempire il
fuo Convenevole proponimento .
Piacque fubito la delicata maniera de’ fuoi naturali di¬
pinti per 1’ animata efpreflione di tutto il corpo , e per la
padofità del colorito , onde fu obbligato a portarli a Venezia
per lavorare il famofo quadro della Teti o>; e tornato a Fi¬
renze , dopo d’ aver dipinto quel tanto celebre dell’ Andro¬
meda ricercato dalla Corte Imperiale , tu in concorrenza d’ al¬
tri valentuomini dedinato a terminare le pitture della l'ala
terrena del palazzo de’ Pitti , ritnade imperfette per la mor¬
te del Mannozzi ; finite le quali , quantunque perfeguirato
dagli emuli profelFori , attefe a compiacere le brame di molti
edimatori del fuo gran merito , che defideravano di pofledere
le produzioni dell’ efperta fua mano . Ala perchè troppo gran¬
de
( 1 ) Fu quelli un pittore non difpregevole di ritratti , ni , vedile nel B al dinne ci, nel Mufeo Fiorentino, ec.
denominato Pippo Sciamcrone . (3) Quello quadro fu ordinato per accompagnarne un
(2) Quali follerò le Itone , e le favole feelte dal Furi- altro di Guido Reni, che rapprefentava un'Europa.
<$) ( XXIV. ) {a.

de era la folla de’ concorrenti , e fovcrchia la premura d’ al¬

,
cuni autorevoli perfonaggj per impegnarlo nel loro attuale
fervizio egli per liberarli da qualunque iiceica , c pei defi-
derio di foddisfare al proprio genio , non già all’ altrui im¬
portune richiede , rifolvè d’ abbracciare la vita ecclefiaftica ,
e di attendere alla cura dell’ anime , come egli foce con
gran fervore , e criftiana carità ; e lafciando 1’ ulara Icompo-
(tezza di Itile , attefe nell’ ore diloccupate a dipignere decente¬
mente (borie fiere , divelti ritratti , ed alcune tavole , che in
più chicfe del Mugello s’ ammirano . Durò qualche tempo il
Furino in tal lodevole efercizio , febbene importunato da mol¬
ti a far ritorno alla città ; ma finalmente non potè più refi-
fiere alla dolce violenza , che fecegli il Principe Lorenzo de’
Medici , per cui trasferitoli alla villa della Petraia conditile i
due bcllillimi quadri del parto di Rachele , c delle tre Gra¬
zie ; e dovè poicia per comando del Granduca Ferdinando il.
colorire il fatto di Lot colle figliuole ? che fu opera di (in¬
goiare invenzione .
Abbandonato pertanto il penfiero della fua chiefa , feguitò
a compiacere le brame di quei molti , che eran defiderofi di
poffedere 1’ egregie fue produzioni , e fi portò a Roma a ter¬
minare alcuni lavori col Duca Jacopo Salviati , che poi per
follevarlo dalla Itraordinaria malinconia , nella quale era caduto
per la morte feguita della fua genitrice , la di cui infermità
1’ avea richiamato alla patria , gii accordò il comodo d’ una
fua villa poco difhinre dalla città . Riufcì al Furini colla falu-
brità dell’ aria , e coila geniale convenzione degli amici di
tranquillare il fuo fpirito , e di nuovamente intraprendere i
tralafciati lavori ; ma breve fu il corfo della fua giocondità ,
poiché pel frequente moto , che egli faceva dalla città alla
villa , acquiftò una mortai malattia , in tutto il periodo della
quale provò gravi interni rimorfi per la rimembranza della li¬
bertà de’ fuoi pennelli ; e chiedendo a chiunque lo vifitava
perdono dello beandolo , che avea dato al mondo , anzi pregan¬
do , clic tutti i luoi liccnziofi dipinti fodero coniegnati alle
fiamme , con fentimenti di pietà , e di contrizione rendè 1’ ani¬
ma al Signore nell’ anno 1646. , effondo (lato fepolto il fuo
cadavere in quella Imperiai Bafilica di San Lorenzo .
SI-
( XXV. ) fa

S I M O N E
P I G N O N ]
PITTORE.

no de’ più fedeli , ed efatti imitatori del¬


ia vaga , ma Jicenziofa maniera del colo¬
rire tifata dal celebre Furini , fu fenza
contralto il fuo valente difcepolo Simone
Pignoni , che nacque in Firenze il dì 17. d’
Aprile dell’ anno 1611. Dopo d’ aver’ egli
efercicata per qualche tempo P arte del
libraio , dando tempre manifelti indizj del¬
la propria inclinazione al difegno , pafsò
per le amorevoli infinuazioni del Rallignano nella fcuola di
Fabbrizio ilo felli , dove coll’ indefelfa applicazione giunte ben
pretto a gareggiare con gli altri fcolati più anziani , c più
valorofi . Ma non punto piacendogli le difgultevoli maniere
praticate da tal maeftro nell’ infegnare , (limò bene di porti
lotto la direzione del Rallignano medefimo , che P avea con-
tigliato ad intraprendere sì fatto ftudio . Affittito da così ec¬
cellente pittore , e col copiare Itudiofamente i di lui dipinti ,
tece il Pignoni un confiderabile avanzamento , e molte ope¬
rette di propria invenzione condotte con fomma diligenza , e
bravura „ 11 fuo naturale però bizzarro , e dedito al liberti¬
naggio non fu capace di più trattenerli lotto la galtigata di-
fciplina di sì laudevole precettore ; c defiderando egli di fe¬
condare anche ne’ dipinti il troppo libero , e fconfigliato fuo
genio , determinò di farti fcolare del Furini , pretto del qua¬
le ebbe tutto il comodo d’ appagar le lue brame colle feon-
venevoli nudità vivacemente efprefte con ifquiliti colori . Ag¬
giuntati quindi alla tua naturai propenfionc la folle perfuali-
va degli amici , e il folletico della lode , che venivagli at¬
tribuita , e della quale oltremodo fi compiaceva , non folo s’
Por. /. G in-
>$ (XXVI.) £*
ingegnò di farli maggiormente diltinguere con ben’ intefi la¬
vori , ma portatoli nella Lombardia fece un diligente Itudio
fu’ quadri del nudo coloriti da Tiziano , dall’ Albani , e dal
Reni ; e fatto ritorno alla patria , con diverfe opere condot¬
te con più fcrupolofa cfattezza , e con maggiore eleganza co di-
moftrò un notabile acquifto di perfezione, e volle inoltre ap¬
plicarli di propolito alla lettura delle Itone fpezialmente pro¬
fane , notando que’ fatti , fu’ quali avelie potuto a luo talen¬
to fcherzare <>), come pur troppo fece in tutto il corfo della
l'uà vita , con una nuova , ed allettatrice invenzione .
Ma fe per la lunga ferie delle fue numero le pitture ,
che fparfamente fi vedono nelle private gallerie , e nelle cale
di quella città , e in diverii luoghi dell’ Italia , e dell Euro¬
pa , s’ acquillò molto credito per la delicata , e vivace efpref-
fione di tanti impuri foggerri ; non minor gloria fi procacciò
pel grande artifizio , e decenza da lui praticata ne’ fiacri di¬
pinti , che per le chiefe dovè condurre . La famofa tavola del
San Luigi Re di Francia O), che fi vede nella chiefa di San¬
ta Felicita ; 1’ altra , che fu collocata in una delle cappelle ,
che circondano il coro della chiefa della Nonziata ; i due
quadri laterali nel luogo (telfo , ed altre tavole , che nelle
chiefe di Firenze , e delle città , e terre della Folcana s’ am¬
mirano , fanno chiaramente conofcerc anche ne’ devoti , e re-
ìigiofi componimenti da lui terminati con ottimo colorito , e
con ben concepita difpofizione di figure , la ftraordinaria pe¬
rizia , ed eccellenza di quello artefice .
Pervenuto finalmente il Pignoni all’ anno ottantafettefimo
dell’ età fua lènti in faccia alla morte gli amari rimproveri
delia cofcienza , che gli rinfacciava la fcandolofa licenza de’
fuoi pennelli , e con replicate protette di dereftazione , e d’
interno cordoglio , e con veri fentimenti di pietà lafciò di
vivere il dì 16. di Dicembre dell’ anno 1698. e fu lepolto ,
nella chiefa de’ Teatini nella tomba degli Adimari io,

SAL-
( 1 ) Dodo il ritorno dalla Lombardia variò alquanto il la Maddalena nel deferto , che nuda , e giacente fui-
Pignoni la macchia del fuo colorito , riducendo piu la terra fila in atto di contemplare il Cielo .
vivaci , e piu gagliarde le tinte , e in effe mefcolan-* ( 3 ) Si dice, che Luca Giordano offerifie per quella bel-
do 1’ azzurro oltramarino . lillima tavola mille feudi a’ padroni di quella , ed
(2) Colorì Shnone diverfi quadri di fìmil guflo per la una copia della medefima lavorata di fua mano .
Granduchelfa Vittoria della Rovere , cui ella polcia do¬ (4) Vedi il Tomo III. del Mujeo Fiorentino nella vita
nò a varj Principi , c lolo fi riierbò una figura del- di quello pittore .
4 ( XXVII )

SALVATOR
ROSA
P I T T ORE , POETA , ec.

el villaggio della Renella prefTo alla cit¬


tà di Napoli nacque 1’ anno 1615-, il fa-
mofo artefice Salvator Rosa , che dopo
d’ avere anelo all’ umane lettere , alla
mufica , e a varj Tuoni di (trumenri , colla
direzione di Paolo Greco Tuo zio mater¬
no , e del Tuo cognato Francefco Fracan-
zano fi pofe a dilegnare diverfe vedute
di villaggi , di marine , e di porti ; e da
cui fu polena collretto a continuare a ca¬
gion del bifogno , non folo ritraile lo icarfo loilentamento di
le , e della Tua cafa nello flato el’ elìrema miferia , in cui fi
era ridotto dopo la morte del padre , ma gli riufcì di gua¬
dagnare F approvazione , e 1’ affetto del Lanfranco , che vedu¬
te alcune fue vaghe operette defiderò di conofcerlo , lo con¬
figliò a profeguire gli fiudj , gli lomminiftrò valevoli aiuti ,
c comprando un fuo quadro , altri pure gliene ordinò per fuo
conto . Avendo pertanto ottenuto una convenevol mercede per
le varie pitture da lui leggiadramente condotte , e potendo
in pubblico comparire con decenza vefiito , s’ introdurle nelle
fcuole del Ribera , e d’ Aniello Falcone , e diedefi a colorire
ftorie , vedute , e battaglie . Ma perchè dopo il ritorno da lui
fatto da Roma alla patria , s’ accorfe , che tali fuoi dipinti
non erano ugualmente (limati , che quelli di Micco Spadaro ,
determinò di rapprefentare co’ fuoi colori baffi foggetti fu 1 la
maniera del Bamboccio , e folo in quelli tempi conduffe in
Viterbo una tavola per la chiefa della Morte .
Vedendo però il Rofa , che per la perfecuzione d’ alcu
ni pittori , de’ quali mordacemente (parlava , non potea farli
di-
#( XXVIII. ){:.
dillingucrc co’ Tuoi pennelli , rifolvè di tornare a Roma , do¬
ve pure non potendo ottenere il ino intento , proccurò di
farli per altro mezzo acclamare per uomo di bell’ ingegno ,
ed unitofi in tempo di carnevale con alcuni giovani di pia¬
cevole umore , facendo egli la parte del coviello , e quelli d’
altre mafchere , fi pofe a divertire quel popolo con frizzanti
motti , e con aliai ridicole rapprefentanze , cantando talora all’
improvvifo burlefche rime nel fuo volgare dialetto al fuono
de’ fuoi (frumenti o. ElFendogli riufcico per cotal guifa d’ in¬
contrar la grazia di parecchi nobili perfonaggj , facilmente po¬
tè render nota la fua grande abilità nell’ arte della pittura ;
ed avendo avute molte commilitoni acquiltò tanto credito , e
talmente migliorò le lue condizioni , che ambì di farli vede¬
re in Napoli , cd ivi facendo grandiofa comparla fu onorato ,
ed impiegato in diverfi lavori da lui egregiamente condotti .
Ritornato a Roma (■) vi (labili la fua cala , e dipinfe una leric
numerofa di vaghe tele, due delle quali peróni avendogli ar¬
recato molti dilturbi , lo coftrinfero a venire a Firenze , do¬
ve non folo per tutti quei Principi , e ad iftanza di molti
nobili cittadini dipinfe una quantità forprendente d’ opere
maravigliofe , ma fu uno de’ più bravi , e fpiritofi comici ,
che nel cafino di delizie del Cardinale Gio. Carlo de’ Me¬
dici recitaflero commedie all’ improvvifo . Dopo il Raggior¬
no fatto a Volterra , dove oltre alla pittura attefe a dar com¬
pimento alle lue finte , tornò a Roma , ed ivi con fontina
riputazione d’ eccellente pittore , e poeta dipinfe moire du¬
ne , favole , baccanali , ed alcune tavole da aitate , intagliò in
rame dive rii fuoi penfieri , e cominciò a formare una ferie di
ritratti al naturale con ridicole caricature . Non profeguì però
tal fatirica imprefa , perchè affaiito da un grave malore pen¬
sò per configlio degli amici a difporre le cofe lue ; e final¬
mente con chiari fegni di pentimento de’ luoi trafeorfi mo¬
rì il dì 15. di Marzo dell’ anno 1673. , e nella chiefa di
Santa Maria degli Angeli fu fepolto con decorofi ornamenti .
ONO-
( 1 ) Sopra quefto particolare vedi la vita del Rofa fcrit- la maggior parte pittori , formata da Aniello Falcone ,
ta dal Pajferi , dal Dominici , dal Baldmticci , dal Pa- che era fiato uno de’ Cuoi maefiri .
/coli , e da molti altri . (3) In quefie avea dipinto il Rofa la Fortuna , che di-
(2) E motivo del ritorno fatto a Roma dal Rofa , fu lpepl'a i fuoi beni a chi meno gli merita , e la Fra¬
1! tragico fine del famofo Mas' A ni elio , ed il timore gilità umana ; e fu obbligato a dichiarare con un
di non fare aneli’ elfo qualche funefia comparfa , per pubblico manifefto qual folle fiata 1’ idea di tale in¬
cITerli unito con quella brigata di giovani coraggiofi, venzione .
’)$)( XXIX. )

ONORIO
marinari
pittore.

ti al naturale ; nel che riufcì con tal proprietà , e fimiglian-


za del vero, che venne deftinato ad effigiare i fembianti di
tutti i Principi della Rcal Famiglia . Effendolì pertanto alhcu-
tato il credito di bravo ritrattifta , ed avendo , coni’ egli
defiderava ,■ incontrata la grazia de’ nobili perfonaggj , fi pofe
a terminare alquanti quadri (■) efprimenti favolofi foggetn ,
i quali eflendo molto applauditi per la leggiadria dell’ in¬
venzione , e del colorito , furon cagione , che egli folle elet¬
to a condurre per la chiefa di San Simone la bella tavola,
che rapprefenta San Girolamo nel deferto , per la Badia de’
Padri Benedettini la tavola del San Mauro da lui terminata
con forza di vigorofo colore , e d’ ofeuri gagliardi ; per la
chiefa Umilmente di Santa Maria Maggiore la tavola , in cui
Par . I. H fi

(i) Due di quelli quadri rapprefentavano in figure na , che furono trafportati a Londra,
grandi il Giudizio di Paride , ed il Bagno di Dia-
<$ ( XXX. ) $
fi vede effigiata un’ apparizione del Redentore a Santa Ma¬
ria Maddalena de’ Pazzi ; ed altre molte ne terminò per di-
verfi luoghi della Tofcana con ugual franchezza , e bravura .
Per quelle , ed altre numerofe nobililfime produzioni s’
era sì fattamente fparfa per tutta 1’ Italia la fama del valo¬
re d’ Onorio , che non folo da Roma , da Napoli , c da al¬
tre città , gli furon date frequenti commiffioni da lui fempre
efeguite con fingolar maeftria , ma da alcuni fignori di Ve¬
nezia , pe’ quali avea coloriti alcuni quadri fa 1 la maniera di
Carlo Dolci , venne invitato a trasferirà colà con grandiofe
pi-omelie , e con offerte affai generofe . Egli però , che molto
amava la ritiratezza <*) , e la patria , rinunziò a qualunque
onorevole , c vantaggiofa elibizione ■ ed effendo in quei tem¬
pi paffuto a miglior vita il Dolci , attefe a dar 1’ ultimo
compimento ad alcune opere del medefimo con sì gran di¬
ligenza , che fembra impollinile il riconofcervi i tratti del
fuo pennello , tanto è forprendentc , ed efatta P union dello
(file , e tanto grande era di quello valentuomo P intelligen¬
za , c la pratica d’ imitazione nelle maniere de’ più celebri
dipintori . Per quella fua Angolare prerogativa ebbe P onore
di fervire in divelle occafioni i Principi della Tofcana ; c
per P abilità , che ebbe pure nel colorire a frefeo , dipinfe
trall’ altre cole una volta del palazzo Capponi dietro alla
chiefa della Nonziata, avendo però fempre proccurato di tener¬
li lontano da sì fatti lavori , pel notabile pregiudizio , che
quelli arrecavano alla fua falute .
Era giunto il benemerito Marinari all’ ottantacinquefimo
anno della fua vita , quando effendo falito fopra un alto ponte
d’ affi , per continovare la parte fuperiore d’ una tavola , che
coloriva per la chiefa dell’ Oratorio , fece una prccipitofa ca¬
duta , alla quale fopravvivendo tre anni finì di vivere il dì 5.
di Gennaio dell’ anno 1715. , c al di lui corpo lu data le-
poltura nella compagnia di San Benedetto Bianco .
ALES-
(1) Quello virtuofo artefice fu al fommo inclinato alla la Gnomonica ; e tanto fi dilettò di quefta faticofa
vita (elitaria , e nell’ età piu avanzata non ufeiva applicazione , che non folo lavorò diverte macchine
mai di cafa , le non all’ alba , per afcoltare la fanta per facilitare la pratica d’un tale efercizio, ma fcrilse
Meda , o per affiderò alle l'acre funzioni nella com¬ un Trattato , che poi pubblicò nell’ anno 1674. con
pagnia di San Benedetto Bianco , della quale era uno diciannove tavole da lui intagliate coll’ acqua forte,
de’ fratelli ; e quando era fianco dal dipingere , e dimoflrando in effo una maniera affai facile per de¬
dilegnare , fi divertiva col luono della viola , o im¬ lineare gli orivoli folari all’ ufo di qualunque nazio¬
piegava il tempo negli ftudj dell’ Aflrononna , e del¬ ne .
( XXXI. )

ALE S S A N D R O
R O S I
P I T T 0 R E .

e P eccellenza , ed il credito del madiro ,


e la bravura , e la fama de’ fatti allievi
può alquanto conferire a formare nella
mente degli uomini una vantaggiofa idea
del valore d’ un qualche artefice ; al me¬
rito , ed al virtuolo carattere d’ Alessan¬
dro Rosi , che circa 1’ anno 1627. co
nacque in Firenze , rende non difprege-
vole tedimonianza il faperfi , che egli fu
uno de’ più attenti difcepoli dell’ infigne pittore Cefare Cau¬
dini (••) , e che infegnò i precetti deli’ arte ad Aleflandro
Gherardini , che poi divenne quel così celebre profclfore . Ma
poiché così fatte notizie ballar non potrebbero per dare una
ficura ripruova della virtù di quello valentuomo , faremo ono¬
rata menzione d’ alcuni Puoi dipinti , che furon da lui con
eleganza di flile in varj tempi condotti , e che oltre all’
avergli procacciata appreflo gl’ intendenti una (lima non or¬
dinaria , gli alficurarono anche fra’ poderi la fama di bravo
difegnatore , e di pittore molto accurato .
Per nulla dire pertanto de’ lavori a frefeo efeguiti dal
Roli nella Galleria de’ Corfini , e nel palazzo de’ Buini , af-
ferire fi puote con ficurezza , che adai molti furono i fatti
favolofi , e P ideali rapprefentanze in varie grandezze da lui
colorite , e fra quede ci piace folo di rammentare i due ra¬
pimenti di Proferpina , e d’ Orizia , un Ganimede , un Nar-
cifo , che fpecchiafi al fonte , un’ Arianna con Bacco , una Ve¬
nere , ed un Adone con diverfi amorini , la Mufica , e la Bel-
lez-

(1) Vedi P Abecedario Pittorico , dove fi legge di que- (2) Vedi il Baldinucci nella vita di Cefare Dandinì .
fio pittore un elogio affai decorofo .
lì (XXXII.) $>

lezza , cd un Nettunno con Anhtrite in una conca marina con


vai’j putti , c tritoni , effigiato in una rela , che fu (pedita a
Palermo . Anche ne’ facci foggetti fu efercitato da parecchi
perfonaggj 1’ efperto pennello di quello artefice , che fopra
una gran tela colori il tranfito di San Giufeppe , e in di¬
verbi quadri dipinfe 1’ effigie del Reale Profeta , del Precur¬
sore Giovanni , della penitente Maddalena , di San Girolamo
in atto di meditare la morte , di San Francefco di Sales , di
Sanc’Agnefe, di San Radiano, e d’altri comprenfori celebri , ed
in particolare la figura intera di Santa Maria Maddalena de’
Pazzi per la città di Napoli , ed un’ altra pure della mede-
fima colorita a tempera per le Monache di Santa Alaria de¬
gli Angeli di quella città . Che fe per quelle , ed altre sì
fatte bellilhme produzioni acquiftò il Rofi il credito di va¬
lente pittore , maggiore però fu la gloria , che gli procaccia¬
rono alcune tavole da aitate da lui terminate per varie cap¬
pelle domeftiche di nobili cittadini , ed altre tavole final¬
mente da altare efpoite al pubblico nelle chiefe ; e faranno
Tempre autentici teflimoni del fuo valore e la tavola del San
Francefco nel duomo di Prato , e quelle due , che fi vedono
in Lucignano efprimenti il tranfito di San Giufeppe , e P An-
nunziazionc di Maria Vergine , e 1’ altre , che fiì confervano
nella Compagnia del Suffragio di Caltelfranco di lòtto , nella
Pieve a Cintoia , ed in Calte! Gandolfo .
Fra già pervenuto il Rofi all’ età fenile colla collante , c
comune riputazione di bravo dipintore , impiegato perciò in
diverbi lavori anche da’ Principi della Tofcana , quando una
mattina nel pallate da una contrada della nollra città , gli
cadde addobbo una colonna , che precipitò da un terrazzo , c
lo privò infelicemente di vita bullo fcadere del lecolo tra¬
palato .
4 ( XXXII1. ) $

L I V I O
M E H U . S
PITTORE.

irca I’ anno di no (Ira fallite 1630. in Ou-


denarde città della Fiandra nacque F egre¬
gio artefice Livio Mehus , ed in Italia
condono da’ genitori a cagione dell’ in¬
forte guerre in quelle parti , iu pollo in
Milano nella fcuola di Carlo Fiammingo
pittor di battaglie . Egli però bramofo di
giunger predo alla perfezione dell’ arte ,
arrivato all’ età d’ anni quindici , lenza
veruno affegnamento , e fenz’ altra guida , che di fe (ledo ,
e del defiderio della virtù , fi pofe in cammino per porrarfi
a Roma ; ma dopo uno dentato , e lungo viaggio trovandoli
giunto a Ptdoia , fu codretto dal bifogno , e dalla fame a
pregare un lavoratore di drumenti da corde , che compraffe
alcune vedute di paefini , e di battaglie da lui vagamente
toccate in penna . Avendo quel buon maedro intefa la com-
padionevol cagione di queda vendita , dopo d’ averlo ridora¬
to in fua cafa , lo raccomandò a un lignote dilettante di pit¬
tura della nobil famiglia de’ Forteguerri , che facendone mol¬
ta dima , gli volle trovare un più valevole protettore nella
perfona del Principe Mattias di Tofcana Governatore di Sie¬
na . Quedi avendolo benignamente accolto , fatta pruova del
fuo valore , lo confegnò alla direzione del bravo miniatore in
penna Giuliano Pericciuoli , e pofcia del celebre Pietro da
Cortona , che allora appunto coloriva le danze del palazzo
de’ Pitti . Ma nel tempo , che più fervente era P applica¬
zione , e forprendente il profitto di quedo giovane fpiritofo ,
credendo egli d’ effer per invidia perfeguitato da alcuni cor¬
tigiani , fuggi improvvifamente da Firenze , con intenzione di
Par. /. I far
4 ( xxxiv. )®.
far ritorno a Milano , dove però non giunfe , fe non dopo
alcuni anni , perchè fmarrita la lira da , e inoltrarofi nel Pie¬
monte inondato allora di foldatcfche , fu coftretto a prender
foldo , e a fervire per tre anni nelle milizie .
Effóndo giunta la notizia al Principe Mattias , che Livio
da lui creduto già morto , fi ritrovava in Milano , proccurò
di rivederlo in Siena appreflo di fe , e dopo d’ averlo fer¬
mato all’ attuai (no fervizio , lo diede per compagno a Ste¬
fano della Bella , che doveva paliate a Roma , affinchè ivi coll’
ailìftcnza di Pietro da Cortona terminaffe gl’ incominciati fuoi
ftudj . Tornato quindi alla Corte , acciocché porcile più li¬
beramente attendere alla fua profeflìone , fu dilpenfato dall’
efercizio del conferitogli impiego (■); onci’ egli avendo tutto
il comodo di lare replicati viaggj a Roma , a Venezia , e per
la Lombardia (o, acquiftò poi quella correzione di Itile , e
quella robufta maniera , che fu fingolar prerogativa del fuo
pennello .
Stabilito finalmente il fuo foggiorno in Firenze , attefe
di propolito , e con fomma reputazione a condurre quelle
tante opere maravigliofe , che fi vedono nella fuburbana chie-
fa detta della Pace , nella Cattedrale , e in altre due chiefe
di Prato , nel palazzo de’ Pitti , nell’ Imperiai Galleria , e
nelle diverfe cafe de’ cittadini, c de’ lignori più didimi tn,
facendo conofcere nella maggior parte de’ fuoi lavori quanto
era eccellente nel rapprefentar vedute d’ ameniflimi paefi , e
nel formare qualunque forta d’ animali , e quanto nel condur¬
re i ritratti fapeffe gareggiare col nobil modo di colorire del
gran Tiziano . In così gloriofe occupazioni efercitandofi que¬
llo rinomato profeffore , fu nell’ anno 1691. forprefo da gra¬
ve infermità , che gli tolfe la vita , e nel di 7. d’ Agofto
nella chiefa di Sant’ Iacopo tra’ folli fu decentemente fepol-
to .
AN-

fi) Prcfe Livio in quelli tempi per moglie Ottavia Cal¬ cor Senefe , dato a lui per compagno dal Principe
vi onefla , e civile fanciulla , che da lui era (lata Mattias .
per molto tempo amata teneramente . (3) Dell’ opere di quello pittore vedi la deferizione
(2) Un viaggio a Venezia , e per tutta la Lombardia nel Baldinucci Dee. 6. P. 2. del fec. 6. , e nel Mn-
lo fece il Mebus in compagnia di Raffaello Vanni pic- feo Fiorentino Voi. 3.
<$ ( XXXV. ) $

A N TONIO
N asini
I T T 0 R E.

E grande fu il merito del celebre pittor


Senefe Giufeppe Nafini gloriofo allievo di
Ciro Ferri , e creato cavaliere dall’ Jmpe-
■ ■ : WÈ
Av n!1 f ’*i rador Leopoldo ; non minore certamente
fu il credito del di lui degno maggior
fratello Antonio Nasini , che nato 1’ an¬

1 t':.M
WS
no 1631. fu prima da Francefco fuo pa¬
dre ammaeftrato ne’ principi dell’ arte , e
pofcia da Raffaello Vanni <*) cavaliere, ed
artefice valorofo fu lungamente inlfruito con gran profitto .
Elì'endo dipoi feguira la morte di quefto amorevole precetto¬
re , pensò egli di abbracciare lo flato ecclefìaflico , ed afcefo
al grado facerdotale volle profeguire gl’ incominciati fuoi ftu-
dj , ed a tal fine s’ incamminò a Parma , ed a Modena ; e
perchè aveva acquiflata una grande abilità d’ imitare gli ori¬
ginali di qualfivoglia infigne dipintore , copiò con mirabile
efattezza le opere del Coreggio , ed altre ne copiò di di¬
vertì eccellenti profeffori nel gito , eh’ ei fece a Venezia , c
in varie città della Lombardia.
Elfendo quindi tornato a Siena , ed avendo fatto conofce-
re la fua fomma perizia , e bravura , gli furon commefh mol¬
ti privati, e pubblici lavori, cui elfo attefe a condurre con
tutta la diligenza , e buon guflo , come può vederli nella
compagnia di Santo Stefano , nella quale dipinfe a olio fui
muro la volta , nella chiefa di Sant’ Antonio nella contrada
detta della Fartuca , dove fi ammirano due quadri diligen¬
temente lavorati da quefto artefice , e in molte chiefe dello
flato Senefe , c in divertì palazzi di cavalieri , che del Na-
tìni confervano bellilììmc produzioni .
( i ) Di quefto pittore vedi l'Abecedario Pittorico .
<§ (XXXVI.) (g*

Oltre alla maeftria del pennello aveva Antonio non fola-


mente una dolce maniera nel dare i precetti dell’ arte a’
fuoi difcepoli da lui educati con paziente carità , ma ezian¬
dio una particolare comunicativa , talmentechè Giufeppe fuo
fratello , quantunque profeffore aneli’ elio di fommo grido ,
volle confcgnare alla di lui direzione il fuo figlio Appollonio ,
che fiotto la fui difciplina divenne un abi 1 copifta degli al¬
trui dilegui , e pitture più rinomate .
Correva 1’ anno 1716. , quando quello egregio maeftro
ed cfemplarilìimo fiacerdote rifiolvè di portarli al Bagno di
Avignoni pel defiderio di liberarli da una fiua penofa infer¬
mità ; cd avendo per parecchi giorni fatto ufo di quell’ acque
colla fperanza della guarigione , mentre era in viaggio per
tornarfiene a Siena , fu fiorprefio a Torrinieri da una luriofia
febbre , che lo privò di vita , avendo inftituiti eredi di quel¬
le foftanze , che avea acquiflate colla propria induftria ; e fa¬
tica , i poverelli di Gesù Grido .

LU-
/_ > jv. / / \ i
i)( XXXVII. ) (»

LUCA GIORDANO
pittore

uca Giordano celebratiflìmo artefice non


tanto per 1’ ingegnofa imitazione dell’ ope¬
re de’ più infigni proleffori , quanto per
la flupenda velocità nel terminare i Tuoi
dipinti, nacque in Napoli 1’ anno 1632.
e fino dalla più tenera età impiegando il
tempo nel difegnare , e nel maneggiare i
pennelli l'otto la direzione d’ Antonio ino
padre , diede follo lìcuri contraflegni d’
un futuro llraordinario progreilb , e fece rifolvere il Viceré,
che aveva con iftupore ammirato un fuo ben condotto lavo¬
ro , ad alfegnargli per maeltro il famofo Giufeppe Ribcra pri¬
mario pittore di quella Corte . Avendo pertanto dal medefi-
mo per nove anni continovi apparata la di lui bella manie¬
ra , e dato faggio del fuo valore con pubblici accreditati di¬
pinti , defiderofo di nuove cognizioni , contro voglia del ge¬
nitore fi portò a Roma , e fi pofe con indefelfo lludio a co¬
piar P opere di Michelagnolo , di Raffaello , del Caracci , e de¬
gli antichi più bravi maeltri , le quali poi dal padre , che
gli era venuto dietro , eran vendute a molti , che le ricerca¬
vano con fomma premura . Trattenutoli in Roma per qualche
tempo , ed avendo per tre anni voluto imparare da Pietro da
Cortona le più recondite finezze dell’ arte , fi trasferì nella
Lombardia per iftudiarvi le opere del Coreggio , di Tiziano ,
di Paolo , e d’ altri celebri proleffori , lafciando nel tempo
Hello in varie città eterni monumenti del fuo franco pennel¬
lo ; e tornato quindi alla patria intraprefe a olio , cd a fre-
fco diverfi lavori , ne’ quali per elferfi difcollato dalla prima
maniera apprefa dal Ribera , non incontrò 1’ approvazione di
moiri emoli dipintori , quantunque egli folle già falito a un
eminente grado di univerfale ellimazione , che dipoi viepiù
Par. I. K s’
( XXXVIII. ) g.

s' accrebbe, quando in concorrenza de’ medefimi li cimentò


a condurre le tavole per le chiefe di Santa Brigida , e del¬
la Madonna del Pianto , e terminò felicemente numerofe pit¬
ture per molti Principi , e nobili perfonaggj , c quelle fpe-
zialmente di Monte Calino .
Chiamato nell’ anno 1679. a Firenze dalla cafa Corfini
dipinfe nella chiefa del Carmine la cupola della cappella del
Santo Vefcovo Andrea , e ne’ varj tempi , ne’ quali li trasfe¬
rì in quella città , colorì oltre lo sfondo nella chiefa fubur-
bana , detta della Pace , e oltre diverfe belliffnne tavole , e
quadri , la galleria , e lo sfondo della libreria nel palazzo de’
Riccardi , ed altre pregiatilfime tele , che fparfe s’ ammirano
nelle cafe de’ ragguardevoli cittadini , c in quella particolar¬
mente della famiglia del Rollo . Redimitoli pofeia alla patria
abbellì di prodigiofe pitture la Cattedrale , e quafi tutte le
chiefe di quella vada metropoli , e per lo più colla fua fo-
lita forprendente preftezza , della quale fi fervi talora per
confondere quei profeffori , che gli fi dimoftravano feoperta-
mcnte nemici . Ma quella affai più gli giovò in Madrid ,
quando colà chiamato con generofo flipendio dal Re di Spa¬
gna Carlo II. fu pollo al cimento di condurre in breve tem¬
po , com’ egli efeguì con molta fagacità , alla prefenza di quel
Monarca un copiofo componimento , col quale finenti ogni ca¬
lunnia dell’ invidiofo Coeglio , e li guadagnò maggiormente
la (lima di quel Re , che lo volle dichiarare cavaliere della
chiave d’ oro , affigliandogli in oltre per onorario d’ ogni me¬
le dugento doble ; ond’ egli pofeia conduffe tutte quell’ ope¬
re maravigliofe , che vengono enumerate dagli fcrittori della
fua vita . Dopo la morte del Re Carlo ottenne dal nuovo
Monarca Filippo V. la perniiffione di tornare in Italia , ed in¬
camminatoli a Livorno , e dopo a Firenze , dove colorì varie
pitture al Granprincipe Ferdinando , pafsò a Roma ad umi¬
liarli a’ piedi di Clemente XI. , che gli diede la commiffio-
ne di lavorare due tele ; e finalmente fece ritorno alla pa¬
tria , dove fempre s’ efercitò in diverii lavori fino all’ età
d’ anni 72. effendo paffato all’ altra vita il dì 12. Gennaio
del 1705., e iu data al fuo corpo onorevole fepoltura nella
chiefa di Santa Brigida .
AN-
<$( XXXIX. )$.

A N T O N o
RANCH
PITTORE.

iceve' dall’ attento genitore , e dilettante


di pittura i primi precetti dell’ arte lo
Iti marittimo artefice Antonio Franchi nato
1’ anno 1638. in Villabafilica picciol luo¬
go del diliretto Lucchefe in Tofcana ; e
nel quattordicefimo anno dell’ età fua fu
dal medefimo polio lotto la difciplina dell’
accreditato maeftro Pietro Paolini , dal
quale apprefe le ottime regole del rica¬
vare il nudo, e s’ efercitò nel copiare con fomma diligen¬
za , e profitto le migliori opere , che in Lucca s’ ammirano ,
di celebri proiettori . Trasferitoli polcia a Firenze pel defide-
rio di maggiore avanzamento , prima nella fcuola di Felice
Ficherelli , e dipoi in quella del Volterrano fece sì gran pro-
greffo , che le prime di lui produzioni furono applaudite per
la fpiritofa invenzione , per la correzion de’ contorni , c pel
vivace impatto del colorito . Ma nel tempo appunto , eh’ ei
penfava a farfi viepiù diftinguere con nuovi lavori , fu ri¬
chiamato dal padre alla patria per difender la caufa d’ alcu¬
ni Tuoi congiunti a torto calunniati ; ond’ egli per foftener
la fua cala aggravata per tal motivo dalle foverchie fpefe ,
dovè impiegare fu molte tele il fuo induftre pennello , per
mezzo del quale incontrò la grazia del Cardinal Buonvifi , che
in qualità di fuo pittore conducendolo a Roma , gli diede
occalione di maggiormente avanzarli, ttudiando 1’opere di quei
maeftri , Dopo due anni però licenziatoli dal medefimo , fi
ritirò nella fua patria , dove artefe a colorire diverfi ritrat¬
ti , e a formar ttorie fiacre , coltivando ancora i geniali ftu-
dj di naturali efperienze ; e dopo alcuni anni elfiendofi acca-
fa-
4 (XXXX. ) $

fato , ed ivi trattenutofi per qualche tempo , aderendo agl’


inviti di parecchi eftimatori del fuo gran merito , rifolvè di
llabilire colla piccola famiglia la fua permanenza in Firenze .
Trovata quivi la protezione di molti nobili perfonaggj ,
pe’ quali molto operò , dopo la morte del Subtermans fu in¬
trodotto a ritrarre i Principi Reali di Tofcana , cd ebbe 1’
onore di fervire in fpecial modo il Granprincipe Ferdinan¬
do ('), e la GranduchelTa Vittoria della Rovere, che fuo pit¬
tore lo dichiarò . Moltiffime in oltre furono le opere , che
quello valorolo artefice condulTe per varj ragguardevoli fog-
getti , ed affai bene efeguite furon quelle inviate in Inghil¬
terra , e 1’ altre , di cui fi degnò di fare acquilto Federi¬
go IV. Re di Danimarca nella dimora , eh’ ei fece in quella
città ; ma qui folo baderà il far menzione d’ alcune poche ,
che ne’ pubblici luoghi s’ ammirano , quali fono una tavola
nella chicfa de’ Padri delle Scuole Pie , ed una in quella de’
Monaci Ciltercienfi collo sfondo della volta , e colle lunette
lavorate a frefeo nella cappella . Dipinfe pure nella chiefa del¬
le Monache della Santifllma Concezione la fpaziofa lunetta fo-
pra 1’ aitar maggiore ; e per 1’ Eremo di Camaldoli , per la
Certofa di Calabria , per alcune chiefc di Lucca , di Pefcia ,
di Siena , c d’ altri luoghi della Tofcana conduffe bellilfime
tavole , che fanno chiara tedimonianza de! fuo gran merito .
In mezzo però a sì gloriole fatiche non tralafciò giam¬
mai il Franchi le filofofiche applicazioni , fcrivendo particola¬
ri trattati intorno a varie curiofe ricerche , e talora propo¬
nendo molte buone regole per maggior vantaggio , e decoro
dell’ arte (») . Travagliato finalmente da varj odinati malori
pafsò all’ altra vita quedo egregio maedro il dì 18. di Lu¬
glio dell’ anno 1709. , e nella chiefa di San Felice in Piaz¬
za fu fepolto con decente infcrizione .

CLAU-
(1) Invaghitoli il Granprincipe Ferdinando della fìu- fu giudicata dagl’ intendenti efattillima , e conforme
penda tavola di Fra Bartolommeo dalla Porta , che fi all’ originale . V. il Muleo Fiorentino Voi. III. e la
conlervava nella chiefa di San Marco , al Franchi , Vita d' Antonio Franchi fcritta da Sebafliano Benedetto
che per le molte opere a lui commefTe s’ era fatto Bartolosgi , e (lampara in Firenze l’anno 1754.
diflinguere artefice valorolo , ordinò che ne faccfie C2) Un libro Icritto dal Franchi, e intitolato La Teori¬
una copia , la quale fu polla in luogo di quella , e ca della Pittura ec. fi Rampò in Lucca 1’ anno 1739.
% ( XXXXI. )$

CLAUDI o
S E V I N
P I T T 0 R E.

fcarfe fieno le notizie , per


uantunque
mezzo delle quali pervenire agevolmente
fi polla ad un’ cdefa cognizione dell’ abi¬
lità , e del valore di Claudio Sevin nell’
arte della pittura nondimeno il vederli
riportato il di lui ritratto con breve sì ,
ma decorofo elogio nella rinomata ferie
de’ dipintori più illuftri d’ ogni nazione ,
compilata dal nobiliffimo autore , e pitto¬
re anch’ elio eccellente Giovacchino de Sandrart (■) , a noi
fenza dubbio dee fervire di pregevole , ed incontraftabile tc-
dimonianza del fuo gran merito . Ignoto a noi certamente è
1’ anno precifo della fua nafcita ; ma effendoci data lafciata
memoria di quello della fua morte , e parendoci per alcune
verifimili congetture , che egli paffafle all’ altra vita in età
non molto avanzata ; perciò abbiamo creduto di dovergli af-
fegnar quello luogo , per meno alterare , per quanto farà pof-
fibile , quell’ ordine cronologico , che ci fiamo predili nel da¬
re alla luce quella nuova ferie d’ originali ritratti .
Sulla fede pertanto del foprallodato fcrittore diciamo , che
Claudio Sevin nacque in Brudelles , e che ellendo dato da al¬
cuni ragguardevoli perfonaggj fatto applicare allo dudio del¬
la pittura , fece sì gran profitto , e sì fattamente fi fegnalò
nel condurre varie opere tanto di grande , quanto di piccio-
la figura , che nelle corti d’ Inghilterra , c di Svezia colo¬
rì moltidìmi quadri , che in quelle gallerie furono colloca¬
ti fra’ più rari dipinti degli accreditati maedri . Artefice in-
L figne

(i) V. 1’ Accademia della Pittura del Sandrart pagi¬ menzione di Claudio Sevin , quale vien dichiarato per
na 587. Anche nell’ Abecedario Pittorico fi fa onorata artefice d’ alto fapere .
<$( xxxxii. )n>

figne li di inoltrò in oltre nel terminare i ritratti , molti de’


quali furono di Principi , c d’ illultri foggetti in Bruffelles ;
cd ivi pure colorì una tavola da altare egregiamente con¬
dotta , nella quale efpreffe la nafeita del divin Salvadore ; ed
altre opere ficuramente avrebb’ egli terminate con fomma lo¬
de , fe il di 29 di Maggio dell’ anno 1676. non foffe (tato
rapito dalla morte in Roma , dove già s’ era trasferito nell’
occafione dell’ univerfal Giubbileo .

GIO.
mmm
( XXXXIII. ) $>

G I o. RIDOLFO
WERTMULLER
PITTORE , E ARCHITETTO.

nche quello egregio profeflore è uno di


que’ tanti artefici valorofi , che degnamen¬
te fi meritarono 1’ onorifico diftintivo d’
edere annoverati dal celebre Sandrart nel¬
la fua Accademia della pittura , dalla qua¬
le noi pure trarremo le più importanti
notizie nel dar breve contezza della fua
vita . Nacque il dì 17. di Maggio dell’
anno 1639. G10. Ridolfo Wertmuller ,
e dal fuo genitore Gio. Giorgio Wertmuller Senator 'Figuri¬
no effondo (lato pollo allo Audio della pittura , elio per in¬
tieri tre anni s’ efercitò con indefeffa cura nel ricavare il
nudo , e nel dileguare i baflirilievi , e le (ìatue di bronzo ,
e di marmo più infigni ; e nel tempo ifteffo fi rendè efper-
to nel maneggio de’ colori fiotto la direzione dell’ accredita¬
to maeftro Conrado Mayer pittor Tigurino . Divenuto ben
predo aliai valente nell’ arte , attefie a copiare alcune opere
di Paolo VcroneCe , e fipezialmcnte una tela , dov’ era elpref-
fia la ftoria di Sufianna nel giardino ; e tanta fu la diligenza ,
1’ eleganza , e la maeftria del fino già franco pennello in co¬
sì fatti lavori , che gli riufcì di condurgli fomigliantilfimi agli
originali . Si pofie quindi a colorire diverfi ritratti , e a ter¬
minare altre opere di fuo piacere , ed oltre a ciò li applicò
ancor di propolìto allo ftudio deli’ Architettura militare , e
civile .
Avendo dipoi rifioluto di fare un lungo viaggio , arriva¬
to in Amfterdam fu forprefo da una sì grave , e furiola ma¬
lattia , che quafi affatto gli tolfe 1’ ulo della ragione ; onde
appena ritornato in fallite faggiamente pensò di non altrimen¬
ti
4 (XXXXIV.) #

ti irapcgnarfi nel meditato cammino , ma di redimirli alla


patria . (gitivi pertanto non folo s’ impiegò nel condurre al¬
tri bellinimi ritratti , e nel copiare alcune tavole dipinte dal
famofo Claudio Gille , detto Claudio Lorenefe ; ma di più s’
applicò fedamente alla plaftica , e Teppe ben predo formar
di terra due graziofe figure di Apollo , c di Pallade con al¬
tre molte .
Quedo geniali applicazioni non badaron però ad appaga¬
re P animo coraggiolo di quedo inflancabile artefice , che bra¬
mava ogni di più d’ imparar nuove cole ; onde rivolti i Tuoi
dudj alle meccaniche operazioni potè in breve tempo gareg¬
giar col padre bravilfimo profelTore nel formare diverfe mac¬
chine incendiarie, e divenire aneli’ elfo in tale efercizio un
efperto maeltro .
Ma nel tempo , che quedo dudiofo giovane con tante
mirabili produzioni del vivace fuo ingegno fi guadagnava P
amore , e la dima del popolo , e degl’ intendenti , eifendo-
gli venuta la volontà d’ incamminarli nell’ anno 1668. verfo
la Francia , e mutato pofeia configlio facendo ritorno in tem¬
po di notte alla cafa paterna , redò infelicemente fommerfo
nell’ acque del fiume Siila con fondibile univerfale difpiaci-
mento di tutti i Tuoi concittadini .

FRAN-
•f v
*( XXXXV. )$.

FRANCESCO
B O T T
pittore.

anno di nottra falute 1540. nacque nel¬


la città di Firenze 1’ efimio pittore Fran¬
cesco Botti , e da Diacinto fuo padre , ar¬
tefice aneli elio non ordinano , ricevè i
primi infegnamenti dell’ arte , apprcfi dal¬
lo fpiritofo , ed attento giovane con indi¬
cibile preftezza , e profitto . Acquiflando
egli pertanto ogni dì più una maraviglio-
fa franchezza nell’ operare , (limò bene il
prudente genitore di confegnarlo alla direzione del celebre
profeffore Simone Pignoni , i di cui vaghi dipinti copiando
elio con affidua applicazione , e con accurata diligenza , acqui¬
lo in breve tempo sì nelle copie , come nelle tele di fua
invenzione , una sì perfetta imitazione , e fomiglianza dell’ ope-
ìe del maeftro , che egli medefimo giunfe talora a non fa-
perne difeernere la differenza , e qualche volta reflò inganna¬
to nel creder fuoi proprj i lavori dello fcolare .
Si fparfe ben pretto per ogni dove la fama del gran va¬
lore del Botti, e moltiffime furono le commiffioni , che gli
vennero date da diverfi amatori della fua virtù , e che elfo
efcguì fempre con fomma lode non tanto per la vaghezza del
colorito , quanto per la nobiltà dell’ invenzione . Fu anche
impiegato a dipignere alcune tavole da altare , due delle qua¬
li lì vedono nella chiefa delle Monache di San Niccolò , una
ebbe luogo in quella delle Monache di Candeli , ed un’ al¬
tra Umilmente fu collocata nella chicfa de’ Padri di Valom-
biofa . Per la chiefa pure de’ Padri Gefuiti colorì un quadro
con Santo Stanislao figurato in atto d’ efler ricevuto nelle
braccia di San Francefco Borgia ; ed altri quattro ne termi¬
nar. /• M nò
(XXXXVI.) t*
nò per la chiefa di San Marco . Due in oltre fono gli ften-
dardi coloriti dal Botti , il primo de’ quali coll’ immagine
di Maria Alluma in Ciclo li ritrova nella Compagnia del San-
tillimo Sacramento di San Pier Maggiore ; e 1’ altro efilte in
Roma nella chiefa di San Giovanni de’ Fiorentini <■>.
Molto quindi operò per varj dittimi perfonaggj , e fra
quelli il Marchefe Albizzi ottenne dal fuo pennello una va¬
lla tela efprimente la gloriola vergine Santa Lucia in atto d’
e (Per follevara alla celefte gloria dopo il foftenuto martirio ;
e per nulla dire d’ una Flora di mezza figura comprata da
un intelligente Inglefe a caro prezzo , e d’ altre fue tele in¬
viate in Pollonia , ed in molti oltramontani paefi , accennere¬
mo , che il Granprincipe Ferdinando oltre all’ aver latto acqui¬
no d’ alcuni dilegui del Botti , per unirgli a que’ tanti di
rinomati artefici , de’ quali avea fatta una copiofa raccolta ,
oli ordinò , eh’ ei colorilfe il fuo proprio ritratto , per col¬
locarlo fra gli altri d’ eccellenti pittori nell’ Imperiai Gal¬
leria ; ma non potè efeguire un tal decorofo comando , per¬
chè aflalito da veemente febbre morì 1’ anno 1710- eoi cre¬
dito di valentuomo , e di perfona dotata d’ ottimi^ co (lumi ,
ed amante della ritiratezza , mercè della quale potè attende¬
re allo ftudio dell’ anotomia , nella quale fi rendè molto pra¬
tico , e diligente offervatore ; e fu data fepoltura al fuo ca¬
davere nella chiefa di San Pier Maggiore .

GIU-
do in tal congiuntura andato a Roma anche il Bot¬
(1) Quello ftendardo fu colorito dal Botti ad Manza
ti fu affai lodato , ed onorato da molti bravi profel-
de’ fratelli della Compagnia di San Benedetto Bian¬
fori , e in fpezial modo da Carlo Maratta , che lo
co , fra’ quali anch’ effo era aferitto , coll’ occafione ,
dilfuadeva dal far ritorno alla patria col fargli
che quella portavafi a Roma nell’ anno fanto del
confiderare i grandifiimi vantaggi , che avrebbe tro¬
1700., e per vati in quella metropoli ellimatrice del vero me-
la chiefa di San vjiuvaim» ... \i r
re ud’ dwuiujjogun....
accompagnamento all’--- altro
- , che ivi trovavau
trovavali
.• Carlo
«-. 1. Dolci,
7-1-7 • 1' mrnrn
«.„1\ -_ n#»ll’-«■IP nnno
nnnn I1 6
Al e Elfen*
l K. Kllpn.
di colà portato nell anno 1075. tlien*
( XXXXVII. )

GIUSEPPE
P I N A C C I
PITTORE.

orti' i Tuoi natali P anno 1642. nella cit¬


tà di Siena Giuseppe Pinacci , il quale
dellinato da’ genitori allo ftudio dell’ uma¬
ne lettere , ma dimoflrando una più forte
inclinazione al diiegno , fu lafciato in li¬
bertà di potervi attendere con tutto 1’ im¬
pegno (otto la direzione di Livio Mehus.
Ellendo però in quefto tempo arrivato in
Siena il valente pittore Jacopo Cortefi ,
invaghitoli il vivace giovane della di lui maniera nel colorir
le battaglie , fi trattenne col medefimo fintantoché quelli non
veftì 1’ abito religiofo della Compagnia di Gesù , e di poi
proleguì i fuoi ftudj inficine col Viani fuo cugino , e fcola-
re del Cortefi .
Pervenuto al diciottefimo anno dell’ età fua trovò una
felice occafione di portarli a Roma , dove profeguendo le ope¬
razioni dell’ arte , c divenuto molto abile artefice nell’ efpri-
mere con finitezza gli altrui fembianti , incontrò il favore ,
e la protezione d’ autorevoli perfonaggj , che lo affilterono ,
c lo provvidero nelle loro corti d’ onorevoli impieghi , e
fra gli altri molti rammentar fi vuole il Marcitele del Car¬
pio , del quale colorì il ritratto tanto al naturale , c sì
ben condotto , che meritò poi di fervir per le ftampe . Tra¬
sferitoli pofcia a Napoli il fuddetto Marchefe , per edere fla¬
to eletto Viceré di quel Regno , volle condur feco anche il
Pinacci , che ivi pure non tralufciò di farli diflinguere in va¬
rie occafioni per un franco , ed elperto ritrattile . Dopo un
viaggio fatto a Firenze , dove era (lato inviato per dipigne-
re alcune battaglie alla corte , (labili in Napoli la lua per¬
nia-
4 ( XXXXVIII. ) $•
manenza , che continuò fino alia morte del fuo amorevole
mecenate , dopo la quale tornando di nuovo alla noftra cit¬
tà , fu benignamente accolto dalla Cafa Reale ; ed efeguire
varie incombenze dalla mcdefima a lui commedie (■) , godè in
modo particolare la protezione del Granprincipe Ferdinando ,
e s’ occupò in pitture di diverfo genere , effigiando paefi ,
ftoriette , e bambocciate , ma con maggior proprietà , ed ele¬
ganza di (file varie , e fanguinofe azioni militari .
F' ben vero però , che più copiofo poteva edere il nu¬
mero de’ buoi dipinti , fe quello valente profedore non
avelie fpefa una buona parte della fua vita in fodenere di¬
velli impieghi nelle Corti de’ Grandi che 1’ obbligarono ad ,
applicarfi ad inventare nuovi ornamenti in congiuntura di fe¬
de , e di mafeherate , e lo renderono poco , o niente follc-
cito del guadagno , che avrebbe potuto fperare da’ fuoi pen¬
nelli <*). Oltre a ciò confumò molto tempo nel ritrovamen¬
to di nuovi fegreti , di vernici , d’ olj , e d’ altre cofe ap¬
partenenti alla confcrvazione , ed al redauramento delle pit¬
ture (si; c fu così bravo in tale manifattura , e così eccellen¬
te nel conofcere le diverfe maniere tanto degli antichi , che
de’ più recenti maedri , che fin d’ allora non s’ era conofciri¬
to 1’ uguale co . Giunto finalmente all’ anno fettantaduefimo
di fua età , e trovandoli in idato vedovile , rifolvè di paf-
fare alle feconde nozze , e dopo non lungo tempo affaldo da
mortai malattia nel 1718. finì di vivere , lafciando a’ pode¬
ri onorevol memoria della fua abilità.

(1) Una di quefle fa 1* edere flato inviato a Roma in la , dove colori il proprio ritratto , di cui ne pub¬
qualità di furiere nella Guardia de’ Gentiluomini d’ blichiamo 1’ intaglio .
Àledàndro Vili. , e benché tale impiego non aveffe (3) Ricusò il Piaacci coflantemente di comunicare ad
alcuna coerenza coll’ arte della pittura , ciò non altri tali fegreti , dicendo , che vani riufeivano mol¬
ottante il Piaacci fece conofcere anche in quello tem¬ ti di quelli , qualora rimaneva ignota la maniera di
po il luo talento , efercitandofi con molta lode nel fapergli opportunamente , c con difeernimento ado¬
colorire diverfe battaglie , e ritratti . perare .
(2) A quello appunto credefi , che alluder voglia 1’ (4) Quella fua rimarcabile abilità viene ancora enerva¬
appigionasi , che egli con pittorefca bizzarria ta nell’ Abecedario Pittorico dal Padre Orlandi , che
poic alla tavolozza , ed a’ pennelli efpreffi lulla te¬ tede di quello artefice un convenevole elogio .
vy-t;. .f/i-: ■ i■ sì. • i i.-' . . Zie».v ^^ v ' - V V ''"N ^ - -

_ - - • —
•i( XXXXIX. )

R o M O L o
A N
T ORE.

ravissimo allievo del rinomato pittore Ja¬


copo Vignali fu per comun fentimento il
valorofo artefice Romolo Panfi < ■ > , che
nell’ anno 1632. il di 7. di Novembre
nacque in Carmignano territorio del di-
ftretro Pifloiefe in Tofcana (»> . Dotato
quelli dalla natura di fpirito affai pronto ,
di vivaciffimo ingegno , e d’ una forte in¬
clinazione all’ arte della pittura , fece in
hr^ve tempo sì gran progreffo , che non eravi ne’ fuoi tem¬
pi in Firenze alcun altro giovane , che frequentando 1’ Ac¬
cademia lo pareggiaffe nell’ efartezza , e nella maeflria del
uiiegno . Divenuto quindi franco , ed efpcrto nel colorire ,
molto operò in rapprefenrare fopra varie tele di qualunque
grandezza Itone facre ,
e favolofe , ed in effigiare diverti ri-
tiatti ; ma più fpello , e con più felice riufeimento s’ eferci-
tò nell’ cfprimere co’ fuoi pennelli battaglie , paefi , e cara¬
mogi con bizzarri , e ridicoli atteggiamenti , ed alcune di sì
fatte bellifìime produzioni fparle tuttora s’ ammirano nelle
N ca-
(1) Era noflra intenzione d’efattamente oflervare nel- del quale cfTendoci flato per lungo tempo ignoto il
Ja difpofizione de’ Ritratti , e delle brevi refpettive predio tempo della nafeita , indotti da probabili in-
notizie de’ nollri dipintori , quell’ ordine cronologi¬ dizj gli avevamo riferbato 1’ ultimo luogo in quella
co, che fi vede praticato nella Serie del Mufeo Fio¬ prima Parte del Volume primo . Ma trovatali final¬
rentino 3 ma quantunque fiafi a tal fine da noi ufa- mente 1’ autentica notizia del giorno del di lui na-
ta ogni diligenza lenza rifparmio di fatica, e di fpe- fcimento allor quando la noflra edizione erafi ornai
la , non ci fembra però facil cola il potere adempi¬ condotta a quello termine, ci fiamo accorti , che do-
re perfettamente quello nollro lodevolittìmo defide- vea regitlrarli alquanto prima il nome di quello pit¬
rio 3 poiché molte cttendo le difficoltà , che fpefle tore , ma non abbiamo potuto correggere in tempo
fiate s’ incontrano nella ricerca de’ luoghi , e de’ tem¬ lo sbaglio , che ingenuamente qui confettiamo .
pi , ne’quali vennero alla luce alcuni di quelli arte¬ (2) Con tal ficura notizia da noi ritrovata con gran
fici , c dovendo noi talora leguire le poco licure trac¬ fatica nell’Archivio della Curia Vefcovile di Pifloia ,
ce di femplici congetture , fiamo foggetti a prendere fi potrà correggere 1’ afferzione del P. Orlandi , che
abbaglio nel dare , lecondo il metodo divilato , il nell’ Abececlario Pittorico chiama Fiorentino il nollro
fuo vero pollo a qualcuno de’ profeffori , che quella pittore , e fimilmente quanto intorno alia patria dtl
nuova Raccolta compongono . Ciò appunto è avve¬ Panfi fi dice in alcune Memorie MSS. efillenci nel¬
nuto nella dellinazione del luogo di Romolo Panfi , la Biblioteca Magliabechiana .
*$ ( L. ) ^

cafe di parecchi ragguardevoli foggetti , che con gelofa cura


le conbervana quali opere di. fommo pregio .
Congiunte a quella Tua grande abilità ebbe il Panfi mol-
tiffime belle doti , ed ornamenti , che lo renderono grato ,
ed amabile ad ogni genere di perfone ; amò cordialmente i
buoi fcolari , fra’ quali merita particolar menzione Cammillo
Sagrcliani (1 ) ; fu uomo affàbile, e familiare con tutti , amico
fincero , e d’ umor {epididimo , e concettofo ; e foprattutto
fu non mediocre poffeditore dell’ arti cavallerefche , facendo¬
li diftinguere non bolo nel ballo , e nel buono del violino
per un boggetto di molto merito , ma ancora affai deliro , ed
eccellente nella beherma , e nel maneggio della picca , e del¬
la bandiera ; per le quali (limabili prerogative effendofi oltre
al comune applaubo guadagnato il favore del Cardinal Leo¬
poldo de’ Medici , e del Gran Principe Ferdinando , conduf-
be bempre tranquillamente la vita , nè mai tralafciò di gode¬
re in varj tempi 1’ amenità , e la dolce folitudine della cam¬
pagna nel patrio buolo di Carmignano , dove in età molto
avanzata finì di vivere , compianto da tutti gli amatori , e
legnaci della virtù , c della vera amicizia .

FINE DELLA I. PARTE DEL VOLUME I.

( i ) Di quello artefice fi pubblicheranno da noi le notizie , e il Ritratto nella Parte II. del Voi. I.
INDICE
DE' RITRATTI
CHE SONO

I N Q^U ESTÀ SECONDA PARTE


DEL VOLUME PRIMO.

i. JL IETRO P A OLI NI Pittore pag. i


li. ANDREA SCACCIATI Pittore. 3
ni. GIOVANNI BECALLINI Pittore. 5
ìv. ALESSANDRO GHERARDINI Pittore. 7

v. ANTONIO BURINO Pittore. 9

vi. GIO. MARIA CIOCCHI Pittore. il


vii. PIETRO DE SPARVIER Pittore . *3
vili. FRANCESCO RIVIERA Pittore . 15

ix. GIO. CAMMILLO SAGRESTANI Pittore. 17


X. NICCOLO LAPI Pittore . J?
xi. BENEDETTO VERACINI Pittore . 21
xil. GIROLAMO HASTNER Pittore. 23
xnl. GIUSEPPE RENDELLI Pittore. 25
xiv. TOMMASO REDI Pittore . 27

xv. ANTON DOMENICO BAMBERINI Pittore. 2P

xvi. CRISTOF ANO MONARI Pittore. 31


xvil. GIOVANNI CINQUI Pittore. 33

xvul. FELICE TORELLI Pittore. 35


FRAN-
XIX. FRANCESCO PETRUCCI Pittore. 57

xx. FRANCESCO SODERlNI Pittore. 39

xxi. VINCENZIO BACHERELLI Pittore. 41

xxil. PIETRO PERTICHI Pittore. 43

xxnl. PIER LEONE GHEZZI Pittore. 45

xxiv. NICCOLAIO NANNETTI Pittore. 47

xxv. AURELIANO MILANI Pittore. 49

IL FINE
-a 11. IM¬

PIETRO PAOLINI
P I T T 0 R E■

acquisto da noi fatto recentemente del



bellilfimo originale Ritratto del valorofo
pittore Pietro Paolini o ci porge una
molto favorevole occafione di dare un no¬
bile cominciamento alla feconda Parte di
quello primo Volume colla breve narra¬
zione de’ Angolari meriti , e dell’ opere
affai lodevoli , cd accreditate d’ un inligne
artefice già rinomato , e che rende mag¬
giore , e più vago luftro alla prefente Raccolta .
Nell’ anno 1603. nacque nella città di Lucca quello ec¬
cellente profeflore , che mandato in Roma da’ fuoi genitori ,
fotto la direzione d’ Angiolo Carofelli acquillò un ottimo gri¬
llo nell’ arte , e divenuto già franco nel difegno attefe sì fat¬
tamente ad apprendere il buon colorito , che le opere , che
ivi affai numerofe conduffe , furono poi giudicate dagl’ inten¬
denti maravigliofe (■). Effendo quindi per la morte del padre
fiato coftretto a far ritorno alla patria , e per varie gravofe
contingenze avendo dovuto deporrc il penfiero di riveder Ro¬
ma , per attendere alla cuftodia , e al mantenimento de’ fuoi
domeliici , (labili nella medefima il fuo foggiorno , e ricusò
con animo generofo le ragguardevoli offerte di varj Principi,
che a fe 1’ invitavano molli dalla fama , che ogni dì più an¬
dava crefcendo , del fuo valore . Molte pertanto furono le
beliilfime produzioni del fuo fpiritofo pennello , che in Luc¬
ca fi vedono , molte delle quali furon da lui terminate con
grande fiudio , con nobiltà d’ invenzione , coll’ ornamento di
vaghilfime profpettive , e col dar molta forza alle fue figure,
Par. II. A va-
( 1 ) Si avverte qui opportunamente il cortefe leggito- come richiedeva 1’ ordine cronologico , che da noi »
re , che il Ritratto di Pietro Paolini , per edere flato per quanto è poffibile , procurali di conlervare .
da noi acquiflato dopo il compimento dell’ edizione (z) Vedi nell’ Abecedario Pittorico quanto afferiice 1’
della Parte I. di quello primo Volume , non fi è Orlandi intorno all’ opere fatte in Roma dz\ Paolini.
potuto collocare nella medefima al fuo vero pollo ,
•fi ( I I. ) c»
valendoti di fcuri profondi , nella rapprefenranza particolar¬
mente di tragici fatti , e crudeli . Fanno del fuo gran meri¬
to luntinofa teftimonianza i belliifimi quadri (■), che per Nic¬
colò Provenzali , per Francefco Manti , per Lelio , e Ruggie¬
ro Orfetti, per Gregorio Barfotti , e per altri molti nobili
cittadini dipinfe con fingolar maeftria , e forprendente viva¬
cità ; e fovra d’ ogni altro 1’ elegante pittura , che vedeti di
fua mano nel palazzo di quella Repubblica fopra la porta
del falone , efprimente 1’ immagine di Maria Vergine con San
Domenico , e Santa Caterina . Belliltimi pure fono i due qua¬
dri , che il Paolini colorì pel Monafterio di San Ponziano , e
P altro d’ affai vada grandezza , che vedeti nel Refettorio di
San Frediano ; e le tavole , che nelle chiefe s’ ammirano
della Santiitima Trinità , di San Michele , ed altrove , faran¬
no fempre un pubblico oggetto di venerazione , e di lode
all’ eccellente perizia d’ un così illuftre pittore , che molto
ancora ti fegnalò nel dipingere con gran vivezza , e naturai
proprietà diverfe azioni , e mftulli contadinefchi , e che fi¬
nalmente carico d’ anni, e d’ onore 1’ anno 1681. terminò
il corfo della fua vita , effóndo ripofto il fuo corpo nella
chieda di San Michele nel fepolcro de’ fuoi maggiori .

AN-
Co Di quelle , e d' altre pitture del Paolini vedi la deferizione nel Baldìmteeì Dee. 4. delia P. del Sec. 5-
«ì ( III. ) {»

A N D R E A
S C A c C I A T I
P I r T ORE

na delle più ficure riprove del merito di


quello valentuomo l'ara maifempre confide-
rata la diligente , ed anfiofa premura , ed
affezione , con cui vengono ricercate , e

IQ.
ir..
tenute care dagl’ intendenti le di lui di¬
ligenti operazioni , nelle quali Teppe egli
con maravigliofa imitazione rapprefentare
gli fcherzevoli , e vaghi prodotti della na¬
tura , che in mille guife colora , e dipinge
gli odorofi ornamenti de’ più ameni giardini .
Nacque in Firenze Andrea Scacciati nell’ anno 1641. ,
e fino da’ primi Tuoi anni ebbe nell’ animo un vivo delide-
rio d’ apprendere la pittura ; ond’ è , che portoli lotto la di¬
rezione del celebre pittore , e poeta Lorenzo Lippi , fece
ben prelto un notabil profitto , ed arrivò a faper colorire con
vivezza diverfe figure . Avendo però 1’ indultre giovane co¬
piato per Tuo mero divertimento alcuni quadri di Mario Ba¬
iarti efprimenti varie forte di frutti , e di fiori , ed effendo-
gli riufeito d’ efeguire un tal lavoro con gran bravura , co¬
nobbe fin d’ allora il Lippi 1’ indole , ed il genio particola¬
re del vivace difcepolo , e 1’ efortò a feguitare con feria
applicazione un sì fatto Audio nella fcuola di Mario , che in
breve tempo fi vide poi fuperato da quello artefice valorofo
per la (quifitezza , ed eleganza de’ di lui bene intefi lavori .
Sparlali pertanto la fama di quello profelfore a cagione
delle molte opere da elfo terminate con forza mirabile uni¬
ta a una verità rtupenda , e a un vivaciffimo fuoco , acquillò
egli talmente la (lima , e 1’ affetto de’ Tuoi cittadini , che
fi vide di continuo artretto a dar compimento a innumera-
bi-
«gj ( IV. ) l$*
bili commiflioni , delle quali perchè non mai far fi potrebbe
un’ individuata menzione , batterà folo 1’ alferire , che oltre a’
numerofi dipinti condotti da Andrea per moltiflimi foreftieri
d’ ogni nazione , e fpecialmente Ingleh , alcuni de’ quali ten¬
tarono di condurlo a Londra , non v’ è quafi in Firenze al¬
cuna cafa di ragguardevol famiglia , nè città alcuna nella To-
fcana , che di quello pittore non confarvi qualche luminofa
memoria della fua grande abilità in così fatto genere di lavoro.
Ma fe non folo da’ privati foggetti , ma da’ fuoi Prin¬
cipi ancora fu egli tenuto in grandilfima venerazione , e fu
fpeffo impiegato a condurre vaghillimi quadri per ornamento
maggiore delle Reali magnifiche ville ; con diftinta benevolen¬
za però fu riguardato, e con fomma munificenza protetto <>)
dalla Granducheffà Vittoria , che quafi ogni giorno lo voleva
appretto di fc , non tanto per ordinargli quelle opere , che per
dia in gran copia efeguì , quanto ancora per fentire dalla fua
bocca quei varj burlevoli motti , che egli , per etter d’ umor
bizzarro, e faceto <*), folca pronunziare con pronta naturalez¬
za , e vivacità da lui confervata fino alla fua morte , che fe-
guì nell’ anno 1704., effendo data fcpoltura al fuo corpo nel¬
la confraternita detta della Pura in Santa Maria Novella .

GIO.

(1) Quella generofa Principetta non folo impiegò lo piacere di farlo chiamare alla carrozza , c compa¬
Scacciati in varj lavori , facendogli perfino dentro il rendole davanti per inchinarla così fpogliato , com’
breve fpazio d’ un mezzo giorno colorire cento era , c colla tavolozza in mano , di farlo cammina¬
fiori tutti diverfi ; ma lo protette efficacemente , gli re per lungo tratto di firada , fenza che egli punto
procurò molti ufizj lucrofi , ed ogni volta che la fi feomponefie . Per maggior riprova della fua natu¬
moglie gli partoriva un figliuolo , mandava a ri- rale indolenza , e fua minima fuggezione , racconta¬
vefiirc tutti gli altri ( che di due mogli , che ebbe , li , che dilcorrendo egli un giorno con Piero Danài-
furon ventuno , e tre di etti efercitarono lodevol¬ tu , e Giovanni Cinqui fuoi amici pittori , c cammi¬
mente l’arte del padre) oltre al corredo delle pez¬ nando patto patto in pianelle , e negligentemente ve-
ze , e delle falce per 1’ ultimo figlio nato con un fiito , fi condufle fenza avvederfene fuori della porta
bel regalo alla madre . al Prato , e con elfi feguitò il viaggio fino a Luc¬
(2) Era Andrea un uomo affai faceto , e fuperiore a ca , donde tornò dopo cinque giorni , fenza che ve¬
qualunque umano rifpetto ; quindi avvenne , che la runo averte fin d’ allora faputo dove fi fotte occul¬
fletta Granduchefla Vittoria , quando pattava dalla ftan- tato .
za , dove egli lavorava lung’ Arno , fi prendeva il
*$ ( v. ) $.

GIOVANNI
B E C A L L I N I
p I T T 0 R E.

alora è addivenuto , che i fervidi animi


degli egregj coltivatori delle tre arti fo-
relle, quantunque adorni di pregevoli pre¬
'■ rogative , fieno flati nondimeno predomi¬
nati da certe violente , e quafi connatura¬
li paffioni , che hanno in qualche parte
ofcurata la bella gloria giuftamente dovu¬
ta alla loro virtù , e gli hanno renduti
in mezzo alla civil focietà oggetti piut-
toflo di difprezzo , e di biafimo , che d’ ammirazione , e di
lode . In una sì fatta , e poco aggradevole fituazione fembra
certamente , che il proprio umor llravagante , e collerico con-
ducelfe alla fine il bravo dipintore Giovanni Becallini , giac¬
ché fappiamo , che dopo d’ aver egli alcuna volta , forprefo
da fiero sdegno , corrifpollo alle amichevoli burle con langui-
nofe vendette, divenuto quindi non poco odiofo alle genti,
quafi fanatico , e fuor de’ l'enfi dovè finire nel Regio Speda¬
le di Santa Maria Nuova di quefla città gli eftremi giorni
della breve fua dimora fra gli uomini .
Era egli nato in Firenze il dì 22. di Febbraio dell’ an¬
no 1655. , e fono la direzione del già lodato Romolo Pan-
fi avea fatti confiderabili progredì nell’ arte . Quanto poi
divenille valente artefice rifulta non folo da molti fuoì qua¬
dri rapprefentanti diverfi fiori , ed altre pittorelche invenzio¬
ni , che fparfi fi vedono per la Tofcana (■) , e per la Lom¬
bardia , ma fpezialmente da due belle tavole elidenti nella
città di San Miniato al Tedefco , in una delle quali efpref-
Par. li. B fe
(1) Merita una particolare menzione un quadro con che efifte in Firenze nel palazzo degli Orlatidini.
varj putti bravamente dipinto da quell’ artefice , <
( VI. ) ($*
fe nell’ alto con molta vaghezza Maria Santiffima in gloria
col Bambino Gesù , e nel baffo Sant’ Agoftino , San Gaetano,
ed alcune Sante Martiri ; e nell’ altra effigiò 1’ edinto Reden-
tor Nazareno fulla Croce colla Vergine Madre , e co’ Santi
Giovanni , Domenico , e Filippo Neri .
Ma oltre all’ edere il Becallini un molto efperto fog-
getto nel colorire a olio le tele con laudevoli rapprefentan-
ze di proprio ritrovamento , e nel dipignere a frefco ; era al¬
tresì un maravigliofo reftauratore d’ ogni Torta d’ antiche pit¬
ture , fapendo con fingolar perizia adattarfi alle maniere di
ciafcun profeffore ; quindi è , che anche in tal genere di la¬
voro fu molto occupato , e nella dimora , eh’ ei fece in Pi-
fa , dove frequentemente efercitò il fuo talento in fervizio
di quei nobili cittadini , a lui fu data la commiffione di re-
ffaurare a frefco alcune lunette del Campo Santo .
Non può dunque negarfi a quedo artefice la gloria , e
la lode di valentuomo ; ed aderire fi debbe con tutta ragio¬
ne , che egli fi farebbe acquiftata maggiore dima , e benevo¬
lenza appredo le perfone civili , e di merito , fe foffe dato
efente da quei difetti , che rendon 1’ uomo alquanto ingrato ,
e lpiacevole ; e che più numerofa farebbe data la ferie de’
Tuoi dipinti , fe la morte non 1’ aveffe tolto dal mondo nel
mezzo del cammino della Tua vita .

ALES-
. •
■»( VII. )*

ALE S S A N D R O
G H E R A R D I N I
I T T O R E.

certamente un’ affai malagevole imprefa


V
il voler teflere nel breve circuito di po¬
.ì che righe un compiuto elogio di quei
tk- valentuomini , che iimiglianri nel merito
all’ infigne dipintore Alessandro Gherardi-
ni , colla perfezione , e colla moltipliche
’ ; v;
delle loro opere fovra degli altri fi fe-
A
4-
gnalarono , ed immortale renderono il lo¬
m
ro nome . Quindi è , che dovendo noi far
parola del fovrano valore , e degli eleganti , e numerofi di¬
pinti di quello artefice , e non ci eflendo permeilo, per non
decollarci dall’ intraprefo fiftema , di più lungamente effonder¬
ci nella defcrizione delle fue mirabili produzioni , n’ andremo
foltanto alcune poche accennando confufamente , lafciando ad
altri la bella gloria di celebrare con più diffufo encomio , ed
efatto un pittore sì rinomato , e maggior d’ ogni lode .
Nacque Aleflandro in Firenze 1’ anno 1655. , e dalla be¬
nigna natura deffinato a far gran comparfa nel mondo col no¬
bile efercizio della pittura , fotto la direzione d’ Aleflandro
Roli apprefe i principi dell’ arte , e ben predo divenne un
abile profeflòre . Franco , e fpedito nell’ operare , fiero , e fe¬
condo nell’ invenzione , e di gran macchia nel colorire , acqui-
ftò in breve tempo il credito d’ eccellente maeftro , e fu
di continuo impiegato nell’ adornare co’ fuoi vivaci colori
molti facri templi , e non pochi palazzi della fua patria , e
della Tofcana . Dovrebbefi pertanto far rimembranza di quelle
tante opere , che egli fparfe per ogni dove con indicibile ap¬
plaudì , e in fpezial modo della fua bella tavola da lui con¬
dotta con fingolar maeftria per lo fpedale della città di Pra¬
to ,
$ ( vili. ) £»
to, ed efprimente la probatica pifcina ; ma per fervire alla
brevità fralle molte , clic tanto a olio , che a frefco condot¬
te in Firenze fi vedono , d’ alcune poche faretn di paffaggio
onorata menzione , effendochè quelle fole poffono edere più
che ballanti per alhcurare a sì grande artefice nella memoria
de’ poderi un’ eterna rinomanza , e un altilfimo concetto del
di lui forprendente valore .
Le chiefe dunque di Santo Spirito , di Ceftello , di San¬
ta Monaca , di Candeli , di San Pier Maggiore , di San Gio¬
vanni di Dio, dell’ Oratorio di San Filippo Neri, ed altre , fanno
pubblica modra di nobiliflime tavole <■) lavorate dal Gherardini
con fomma eleganza , e bravura ; e nella chiefa di Sant’ Ja¬
copo tra’ folli , oltre a un bel quadro da lui colorito , e che
pende dalle pareti , fi vede nella foffitta una vada tela , in
cui quedo efimio pittore rapprefentò il trionfo della Fede ,
la deprefiione dell’ Erefia , e il Santo Dottore Agodino rapito
in edafi . Per li Monaci degli Angioli dipinfe Aleffandro nel¬
la lor chiefa la volta , lavorò ftpra le due porte laterali , e
nel coro , c dentro al convento fece lo sfondo della fala de¬
gli fiudenti ; per li Religiofi Domenicani colorì nella lor
chiefa di San Marco la cupola , nove lunette , c la vaga ten¬
da , che cuopre 1’ organo ; ed altre pitture conduffe per le
chiefe delle Monache dello Spirito Santo , e di San Giovan¬
nino de’ Cavalieri . Oltre a ciò molto ci cederebbe da ragio¬
nare fopra i varj , e dupendi dipinti , de’ quali un sì valen¬
te artefice abbellì i palazzi de’ Corfini, de’ Giugni , de’ Gian¬
ni , e le cafe , e le ville d’ altri nobililfimi perfonaggi ; ma
effondo affai meglio il tacere , che il dover dirne poco , fo-
lo ci baderà 1’ aderire , che il Gherardini, il quale dopo lun¬
ghe , e gloriofe fatiche morì in Livorno nel feffantottefimo
anno della fua vita , fu uno de’ più egregi pittori , che
fionderò in quell’ età , ed uno de’ più celebri profedori , pe’
quali andar polla fafiofa Firenze fua patria .
AN-

(O Rammenta alcune pitture del Gherardini anche il frefco, che egli per le qui accennate, e per altre
P. Orlandi nell’ Abtcedano Pittorico \ ma chi voi effe chiefe conduffe , potrà leggere le Notizie lfloricbt del•
eflere informato di ciò , che fu da quello infìgne le Chiefe Fiorentine compilate dal P. Rieha.
pittore rapprelentato nelle tavole , e ne’ lavori a
, -- —é ■ - T.^r. -
( IX. ) t*

ANTONIO
BURINO
pittore.

a poveri , ma onefti genitori nacque in


Bologna il dì 23. d’ Aprile dell’ anno
i6$6. p egregio pittore Antonio Burino
dotato dalla natura di maravigliofo talen¬
to , e di fpirito affai fvegliato ; e dell’ ar¬
dente Tua inclinazione all’ arte , che pro-
fefsò , ne diede fin da fanciullo chiarifli-
mi indizj , tuttodì difegnando figure ora
fui muro , ed ora fu quelle carte, che
gli fi prefentavan davanti . Effendofi egli da fe medefimo in¬
trodotto nella fcuola del bravo maeftro Domenico Canuti ,
che amorevolmente P accolfe , e P inftruì con aflidua cura , e
piacere , incontrò la forte di paffare al fervizio d’ un gentiluo¬
mo , che dilettandoli d’ incidere in rame , lo tenne lungo
tempo in fua cala per fargli i difegni de’ proprj intagli . Non
lafciava però lo ftudiofo giovane in mezzo a tale efercizio di
frequentare la fcuola del Canuti , dove aliai cofe copiava ,
attendendo inoltre a ritrarre le più bell’ opere , che nelle
chiefe di Bologna s’ ammirano , c quelle principalmente de’
Caracci . Dopo un sì fatto ftudio avendo cominciato a dipin¬
gere tanto a olio , che a frefeo con fomma felicità , e mae-
ftria , fi portò a Venezia , e molto ftudiò le pitture del Tin-
toretto , e di Paolo . Tornato alla patria conduffe frali’ altre
opere una tavola efprimente P adorazione de’ Magi io con tal
fimetria, ed eleganza di colorito , che fu lodata da’ primarj
profeffori, e lo fece conofcere un eccellente pittore .
Par. II. C Era
( 1 ) Quella tavola fu ordinata al Burino per Monfignor re il Burino mirabilmente dipinfe la fala , e alcune
Ratta , a cui fu mandata a Roma , dove la vide il ftanze in compagnia di Domenico Santi . Vedi la Sto¬
Cavalier Maratta , e la lodò grandemente 3 fu dipoi ria dell' Accademia Clementina Voi. 1. donde traggonfi
la medefima dopo la morte di Monfignore riportata in compendio le notizie intorno a quello efimio ar¬
a Roma, ed ora fi conferva in cafa Ratta , dove pu¬ tefice , che ivi fi celebra con lungo elogio .
■# ( x- )
Era pattato a Roma il Canuti , ed il Burino era entrato
nella (cuoia del Palmelli , quando egli avendo già colorito
un quadro coll’ immagine di Santa Eufemia per la città di
Ravenna , ed un altro con 1’ effigie di San Girolamo per la
cafa Ghifilieri ; pel Duca della Mirandola in concorrenza di
Gio. Giufeppe dal Sole , a cui era (fato dallo fletto Duca
commetto un altro fimil lavoro , efpreffe con grande Audio il
martirio di Santa Vittoria in quella belliflima tela , che da
principio non incontrò del tutto 1’ approvazione di quel Du¬
ca , ma che dal Burino più efattamente terminata , meritò po-
feia le lodi del Cignani , e fu polla nel Duomo.
Avendo pertanto acquiflato gran credito, fu molto caro
a tutti i più diftinti perfonaggi della fua patria , pe’ quali
inftancabilmcnte operò ; e nel palazzo , e nelle ville degli
Albergati , che più d’ ogn’ altro 1’ amarono , varie pitture , e
tutte maravigliofe , condutte a olio , ed a fretto con Appren¬
dente bellezza . Dopo i viaggi da lui fatti a Novellara , e a
Torino , nelle quali città lattiò fegnalate memorie del fuo
franco pennello , e dopo d’ avere , fatto ritorno alla patria ,
arricchito de’ fuoi fpiritoff dipinti diverfi palazzi di ragguar¬
devoli perfonaggi, e la fala fpezialmente degli Alamandini,
dipinfe con fingolar maeflria nel palazzo pubblico della città
la volta di due danze , e nella chiefa de’ Monaci Celeftini
colori la tribuna .
Altre molte opere terminò il Burino , nelle quali tut¬
te s’ ammira vivacità , prontezza , e fpirito pittorefeo ; ma
nell’ età fua più avanzata forprefo dal timore di non poter
reggere al pefo di foftentar la famiglia , ed efercitando la fua
nobil arte non più pel defio della gloria , ma del guadagno ,
avvenne , che affrettando egli i lavori , cominciò a declinare
dalla fua prima maniera , talmente che le ultime fue cofe non
corrifpondono alla fama di tale infigne profeffore, che final¬
mente dopo un lungo incomodo fofferto a cagione d’ una ca¬
duta , morì il dì f. Gennaio dell’anno 1727. con fentimen-
ti di vera pietà , lattiando erede del fuo fapere una fi¬
glia ('), che fi rendè affai celebre per le fue gloriofe fatiche.
& GIO.

(1 ) Quella brava pittrice fi chiama Barbera Burini , di la Voi. 1. pag. e fe ne legge un decorofo , e
cui fi fa onorata menzione nell’ Accademia Cimenti¬ diftinto elogio nell’ Abecedario Pittorico.
<*( XI. ) £**
G I O. M A R A
c 1 0 c c H
P ITT 0 R E .

he la virtù degli avi , e de’ padri fi tra-


s*-[ sfonda talora ne’ nipoti , e ne’ figli , e
f divenga il più diftinto , e fucceflìvo ie¬
ri :g-, raggio d’ una bene educata famiglia , è
k l Mi ■ 1 quella una verità già palefe , e conferma-
| yp—» ta dall’ autorità , e dall’ efperienza di lun-
* •' | ghi fecoli . Con tutta ragione pertanto
jiflraL; afferire fi può , che 1’ accurato artefice
Gio. Maria Ciocchi dal fuo genitore Cle¬
mente egregio fcultore , e dall’ efperto ingegnere , e fuo avo
Michele ereditaffe quel nobil genio alla cultura delle bell’
arti , che impreffo pure fi vide nell’ animo virtuofo de’ fuoi
maggiori fratelli , e che poi fi trasfufe nel vivente Gio. Fi¬
lippo Ciocchi fuo degno nipote , erede non folo delle di
lui fofianze , ma del di lui non ordinario valore , e fogget-
to affai noto per le tante fabbriche da effo architettate , e
condotte con vago , e perfetto difegno , ed uno de’ più ac¬
creditati ingegneri del Magifirato della Parte di quella Città .
Alla ficura direzione di Pietro Dandini ellendo fiato rac¬
comandato lo fpiritofo giovanetto Gio. Maria , che in Firenze
era nato nell’anno 1658., fece egli in breviflimo tempo sì
gran profitto , che giunfe a difegnare con incredibil bravura
le più famofe ftatue di quella Imperiai Galleria , ed a copia¬
re a olio le più celebri pitture , che s’ ammirano nel Pa¬
lazzo de’ Pitti , e in altri luoghi infigni di quella metropoli .
Fra tali occupazioni però non volle giammai tralafciare d’ at¬
tendere ancora con gran premura al dilettevole Audio delle
belle lettere , e della mufica , come poi praticò egli collan¬
temente in tutto il corfo della fua vita , ricavando molto
pia-
<$)( XII. ) t*
piacere dalla lettura delle facre (lorie , e profane , e dal con-
verfar colle mufe (■>, e con varj letterati di fommo grido.
Per configlio dei luo maeflro eflendofi quindi trasferito
a Bologna , a Alodena , a Panna , a Venezia , ed altrove , per
copiare le migliori opere di quegli eccellenti profeffori , e
per lo (fello fine eflendofi portato a Roma , ed a Napoli , do¬
ve non folo s’ efercitò nelle copie de’ più grandioli , e rari
dipinti (*) , ma conditile diverfi lavori di fua invenzione , ed
effigiò con fomma lode alcuni ritratti ; tornato pofeia 'alla
patria con un copiofo corredo di cognizioni , e di merito ,
colorì a frefeo nella libreria de’ Padri Serviti due lunette
con figure maggiori del naturale , e lo sfondo della volta nel¬
la chiefa delle Monache degli fagiolini , Per la chiefa di San¬
ta Lucia, detta delle Rovinate, dipinfe a olio la bella tavo¬
la (;) efprimente il martirio di detta vergine ; per la chiefa
pure di Sant’ Jacopo fopr’ Arno conduffe la tavola , che rap-
prefenta Santo Antonio Abate , e quella finalmente , che fi ve¬
de all’ aitar maggiore nella chiefa di Santa Maria in Cam¬
po ; ed altre molte opere <*> terminò per parecchi perfonag-
gi , le quali fe gli procacciarono eterna fama , gli cagionaron
però un notabile dcbilitamento di vifta , per cui fu alla fine
obbligato ad abbandonare i pennelli . Ritrovandoli in tale (la¬
to , pet non vivere oziolo, li pofe a diffondere alcune offer-
vazioni fopra la lua profeffione , le quali per configlio de’ fuoi
amici s indulle a dare alla pubblica luce (si, fenza però ave¬
re avuta la confolazione di vederne affatto terminata la (lam¬
pa , peichè forprefo da una fieriffuna acuta febbre finì di vi¬
vere 1’ anno 1725-. con veri fentimenti di criftiana pietà , e
fu data al fuo corpo onorevole fepolcura nell’ Imperiale infi-
gne Bafilica di San Lorenzo,

PIE-
(1) Fu il Ciocchi amante della poefia , e talora fi ci-
(3) Quella è una delle più belle pitture del Ciocchi, e
mento nelle gioconde adunanze a cantar verfi ali’
dove molto imitò la maniera di Pier Dandini , il
improvvifo ; e per quelle , ed altre lue ottime qua¬
quale foleva dire a tutti i fuoi fcolari , che Gio. Ma-
lità godè l’amicizia dell’Abate Antommaria Salvivi,
ria più d’ ogn’ altro intendeva 1’ accordo , e la mac.
dell’ Avvocato Corftgnaui , di Ciò. Batijla Fagiuoli , chia d’ un’ opera perfetta .
c d’ altri non pochi letterati di quei tempi .
(4) Fra quelle lue opere merita una particolar men-
(2) Molte di quelle copie , e difegni fi confervano co¬
zione il proprio ritratto , che egli più volte colorì
me preziofi monumenti della virtù di Gio. Maria dal
affai (omighantc , per foddisfare alle replicate richiefte
fuo degno erede , e nipote Ciò. Filippo Ciocchi , e de’ fuoi amorevoli cittadini .
Ipecialmente la copia della famofa cupola del Coreg-
(5) Queft’ opera dal Ciocchi fu intitolata La Pittura in
gio , che fu dal medefimo fatta a olio fulle tele con
Parnafo, e fi flampò a infinuazione principalmente del
lomma intelligenza , e bravura .
Cavalier Gabbimi, e dell’ Avvocato Corftgnani .
gioì: inni m. ciò cl -hi
P l T T O lì E

P /].,! P.7**, Jrh


> ( XIII. )fr

I E T R o
DE SPARVIER
PITTORE.

ietro de Sparvier figliuolo u’ un avvocato


s oriundo d’ Uflel città della Francia nel-

A' ".
, d‘
V-.j
- è# li congetture , circa 1’ anno 1660 , pri¬
ma d’ applicarli all’ arte del dipingere ,
Wjjj.. ne’ primi anni della Tua gioventù attefe
in Livorno allo Audio delle belle lette¬
re , e in fpecial modo della lingua tofea-
na , e fu pofeia deflinato all’ arte della mercatura . Ma aven¬
do egli incontrato in tale impiego divedi dilatiti , ed uno
particolarmente molto grave in Smigaglia , e prudentemente
temendo , che un tale efercizio non folle un giorno per ar¬
recargli nuovi ditturbi , e pericoli , rifolvè d' abbandonarlo ,
e tutto rivolfe il fuo animo ad apprendere la pittura , cor¬
rendo allora il ventunelimo anno dell’ età fua .
Eliendofi dopo qualche tempo portato a liologna , fi po-
fe fiotto la direzione del chiaro artefice Celare Gennari , e
con mirabile celerità giunfe ad operare con tale eleganza , e
franchezza, che arrivò a dettare invidia al maeflro medefimo,
che a cagione d’ un ritratto d’ una femmina egregiamente
condotto dal bravo giovane , non potè dipoi mirarlo mai più
di buon occhio . Quello fatto divenuto pubblico gli accreb¬
be maggiore ftima , ed applaufo , e gli procacciò in feguito
moltiflìme commiflioni in ogni genere di lavori . Dopo alcu¬
ni anni però partendo improvvifamente da quella città per
timore di qualche galtigo ben dovuto alla fua libertà di par¬
lare , fi portò a Roma , dove s’ acquiltò un credito non or¬
dinario per la viva fomiglianza , per la bellezza , e per la
Par. II. D for-
•$) ( XIV. ) (gf.
forprendente velocità o, colla quale fapea condurre i ritrat¬
ti al naturale .
Fatta ivi non breve dimora , fi trasferì a quella città di
Firenze con 1’ intenzione di paffare in Francia ; ma quivi ef¬
fondo fiato riconofciuto per un valente profeflore , gli furono
ordinati diverfi lavori , fpecialmente dalla Reai Cafa de’ Me¬
dici ; e nello fpazio de’ molti anni , ne’ quali fopravvilfe , co¬
lorì belliflìme tele rapprefentanti fiori, battaglie , capricciofe
invenzioni , fiacre fiorie , e fàvolofe , e ritratti (»i affai va¬
gamente terminati ; e conduffe altresì una tavola da altare ,
che fu collocata in una privata cappella della campagna , di¬
pinte un’ adorazione de’ Magi , la nafcita del Bambino Ge¬
sù , ed un quadro affai vago efprimente la Cena Pafquale
farta co’ luoi difcepoli dal divin Redentore O) .
Fu il De Spander uomo aliai franco , e veloce nell’opera¬
ie , fecondo nell’ invenzione , animofo in ogni cimento , am-
mirabde nel formare i ritratti , ed altre figure in piccola
forma , e tanto felice nel laperfi adattare al guido , e alla ma¬
niera de’ protellori di qualunque carattere, che giunfc ad in¬
gannare la perizia d’ alcuni intendenti ; e la pittura d’ un
Faldato da lui formato fulla lavagna , fu giudicata opera di
Salvador Rofia , e come tale venduta per darle onorifico pollo
in una ragguardevole galleria . Morì quello infigne artefice il
dì 27. di Marzo dell’ anno 1731. , e fu data fepoltura al
fuo cadavere nella chiefa di San Piero Buon Configlio di
quella città .

FRAN-
( 1 ) A tal propofito fi racconta , che un nobile Ingle» Co (imo III. colorì quello di Monfignore Arcivefcovo
i'e , che era defiderofo d' avere il proprio ritratto , Della Gberardejca , e del P. Setomayoy Gefuit2 , della
ed era flato infaflidito da diverfi pittori , che 1' ob¬ grandezza d’ un palmo. Un bellilfimo ritratto d’una
bligavano a flar lungo tempo al naturale , 1* otten¬ femmina colorito da quello artefice fu cfpoflo alla
ne finalmente fomigliantiflimo , ed elegantemente pubblica moflra per la feda , che in Firenze fu cele¬
condotto dal De Sparvter , che gli arrecò brevi (limo brata dagli Accademici del Difegno nell’ anno 1729.
incomodo , e che per tale riflelfo ne ottenne oltre (3) Quello quadro affai (limato dagl’ intendenti fu
al pattuito onorario una generofa ricompenfa . comprato dalla Granprincipeffa di Tofcana Violante
(2) Fece il De Sparvier molti ritratti de’Principi della Beatrice di Baviera , che lo mandò in Francia col
Reai Cafa de’ Medici , e per comando del Granduca fuo proprio ritratto colorito dal medefirao pittore -
4( XV. )

FRANCESCO
RIVIERA
pittore.

accreditato , cd efimio pittore France¬


r sco Riviera o nacque circa 1’ anno 1660.
in Parigi , dove imparò i principi dell’ arte
dal celebre ritrattili De Largilhere . Par¬
tito in età giovanile dalla lua patria , fi
portò in diverfe città per defiderio di di¬
venir valentuomo ; ed arrivato dopo qual¬
che tempo in Roma s’ applicò con più
vigore allo ftudio della pittura , animato
principalmente dall’ elempio , e dalla virtù de’ due famoli
profertòri Carlo Maratta , e Benedetto Luti , che ivi con fiam¬
ma gloria facevano in quel tempo onoraro foggiorno . Dopo
d’ eflerfi trattenuto in quella illuftre città per lo fipazio d’
anni cinque , con aver dato non ofeuro faggio del fuo pro¬
fitto , gh venne in penfiero di pallate in Levante ; e perve¬
nuto a Smirne , dove fu accolto nella propria cafa dal Con¬
fole di Francia , s’ applicò con particolar fuo genio a dipin¬
ger quei Turchi , Boriandogli graziolamente in diverfe atti¬
tudini , ed in piccole figure fui guflo fiammingo ; e così bra¬
vo , e {ingoiare divenne in tal genere di lavoro, che quelli
fuoi bellilfimi quadretti , che (parli s’ ammirano in molti
paefi dell’ Italia , dell’ Inghilterra , ed altrove , fono aflailfimo
(limati , e tenuti cari dagl’ intendenti , i quali non dubitano
d’ aderire , che nel condurre tali eleganti , e ben intefe pit¬
ture il Riviera nella fua età non ebbe alcuno , che 1’ ugua¬
gliali . Avendo pofeia da Smirne fatto di nuovo padaggio a
Roma , ed ivi trovati due bravi pittori , in compagnia de’
me-
( i ) Sembra cofa molto probabile , che il vero cogno¬ viera. Certo fi è , che nella Francia fono fiate , ed
me di quello profeflore forte Riviere , e che poi ve¬ ancora elìdono più famiglie , che portano il cogno-
nuto egli in Italia forte chiamato comunemente Ri-
( XVI. ) (&*
medefimi (1 ì in varj paeli , c finalmente inficine con
eilì fi portò a Livorno , dove egli folo (labili la Tua perma¬
nenza .
Quivi per la Tua fomma virtù , ed ancora per la rara abi¬
lità di Capere imirare perfettamente le maniere de’ più ec¬
cellenti m3eftri , effendofi egli acquiftata la protezione d’ al¬
cuni nobili perfonaggi <»), lavorò moltiflìmi quadri, ne’ qua¬
li oltre alle bizzarre converfazioni turchefche , coloriva ri¬
tratti , paefi , e marittime produzioni , per (oddislare alle fre¬
quenti commiflioni di diverfi mercanti, che gl’ inviarono in
parecchi provincie dell’ Europa ; e tra le molte opere , che
con fomma lode condulfe per la città di Livorno , nella chie-
fa della Madonna de’ Padri Francefcani colorì una tavola da
altare ; e due altre pure aflai (limate ne terminò , una del¬
le quali efille nella chiefa degli Armeni , e 1’ altra nella chie-
fa della Pia Cafa de’ Mendicanti .
Era dotato il Riviera non folo d’ un’ eccellente perizia
nell’ arte , per cui divenne infigne maeftro di molti valenti
dipintori fuoi amorevoli allievi, ma altresì di civili coftumi,
di nobili fentimenti , di criftiana pietà , e di cultura , e fa-
viezza non ordinaria ; ond’ è , che da tutti fu amato , e te¬
nuto in gran pregio da’ faggi eftimatori delle fue sì prege¬
voli prerogative ; e quantunque la morte in età decrepita
nel 1746- lo roglieffe dal numero de’ viventi, fu nondime¬
no la fua perdita univerfalmente compianta , come quella d’
un uomo , che per vantaggio , e decoro delle bell’ arti de¬
gno folle di foggiornare nel mondo più lungo tempo ,

GIO-
( 1 ) Viene aderito , che quelli fodero il Perujfma cele¬ è Fvancefco laback fratelli nobili di Colonia » a’ qua¬
bre paefifla , e Sandrino Bagnafchi famolo per la va¬ li il Riviera fece molte belliflìme opere , che poi ,
ga , e naturale rapprefentanza de’ fuoi romitorj. mancato Michele , furon portate dall’ altro fratello
(2j Fra quelli meritano una diflinca memoria Michel», alla patria.
#( XVII. )(»

CIO. CAMMILLO
SAGRESTANI
pittore.

ell’ anno di noftra falute 1660. il di 15.


di Dicembre nacque in Firenze 1’ efimio
pittore Gio. Cammillo Sagrestani , il qua¬
le dopo d’ avere imparati i principi del
difegno , e della pittura da Antonio Giu¬
di , e poi da Romolo Panfì (■) , defiderofo
di maggior profitto , e di fludiare le ope¬
re de’ valentuomini , che fparfe s’ ammi¬
rano per 1’ Italia , pensò di portarli a Ro¬
ma , e quindi a Venezia , cd a Parma , dove copiò la famo-
fa cupola del Coreggio ; e finalmente pafsò a Bologna , ed
ivi frequentò la fcuola di Carlo Cignani , che obbligato do¬
po quache tempo a partire da quella città (>), lo raccoman¬
dò alla direzione di Cefare Gennari .
Ricco di cognizioni , e di merito effóndo pofcia ritorna¬
to alla patria , fece torto fra’ profeffori dell’ arte una lumino-
fa comparfa , e co’ fuoi dipinti a olio , cd a frefco , che in
varj tempi gli furon commeflì , dimoftrò chiaramente quanto
eftefa forte la fua abilità , e quanto a quella di Giordano s’
accoftarte la fua grandiofa maniera di colorire.
L’ opere di quello valentuomo , che in Firenze , ed al¬
trove fi vedono , iono affai numerofe ; e noi fenza reftringer-
ci ad ordin veruno di luogo , o di tempo , d’ alcune poche
firem menzione , non effondo poflibile 1’ ular maggiore efat-
tezza fra gli angufti limiti della brevità . Lavoro dunque del
bravo pennello di quello artefice fono lo sfondo della volta ,
Par. II. E e una
( 1 ) Ciò pure fi conferma dal P. Orlandi nell’ Abeceda• invitato dal Pubblico di For’ì a dipignere la cupola
rio Pittorico , dove fi legge di quello artefice un elo¬ di quel Duomo , colà fi trasferì con tutta la fua fa.
gio affai vantaggiofo . miglia , come fi legge nel Volume 1. dell’ Accade•
(2) Quello avvenne , quando il Cignani clfendo flato mia Clementina .
•#( XVIII. )
c una tavola rapprefentante la Crocififfione del Redentore nel¬
la chiefa dell’ Oratorio di San Filippo Neri ; un’ altra tavola
efprimente la Santa Famiglia nella chiefa della Madonna de’
Ricci ; una nella chiefa di Santo Spirito collo Spofalizio di
Maria Vergine ; una pure in quella de’ Monaci di Celìello ,
dove fi vede effigiata Santa Maria Maddalena de’ Pazzi ; ed
altre tavole fimilmente nelle chiefe di San Biagio , delle Mo¬
nache di San Barnaba , e di San Remigio , per nulla dire de’
varj fuoi lavori , che nelle chiefe di Santa Maria Novella , di
San Piero Scheraggio , e in altri facri luoghi di quefta città
tanto a olio , che a frefco vagamente condotti , s’ ammirano ,
Anche in varj templi della Tofcana fi vedono diverfe belle
pitture del Sagredani , e fervirà 1’ aver fatta menzione della
loia chiefa di Montevarchi , nella quale fi venera il puriffimo
latte della gran Madre del Divin Redentore , dove egli co¬
lorì la cupola , e quattro belliffimi medaglioni . Molti pari¬
mente fono i quadri , e i dipinti , de’ quali adornò le cafe de’
nobili, e privati cittadini ; e faranno Tempre rammentati con
fomma gloria di quello profeflore i modelli , che per ordine
della Reai Cafa de’ Medici egli fece di quegli arazzi , ne’ qua¬
li vedonfi efprefle le quattro parti del Mondo , e che iò-
glionfi efporre alla villa del pubblico in una delle danze del
Palazzo Vecchio in occalione dell’ anniverfaria feda in onore
di San Bernardo .
Molto fi dilettò quello artefice della poefia , e nella fua
gioventù didefe con pittorefca energia diverfi bizzarri com¬
ponimenti . Faceva inoltre colla penna , e com’ ei diceva alla
macchia , i ritratti di varj fuoi amici , e fotto vi poneva un
fuo bonetto , che con molta leggiadria efprimeva il vero , e
naturale carattere del foggetto rapprefentato . Giunto finalmen-
te all’ anno fettantunefimo dell’ età fua , finì di vivere il
dì 7. di Maggio deli’ anno 1731., e fu fepolto il fuo cor¬
po nella chiefa della Madonna de’ Ricci .

NIC-
^ ( Xix. ) $.

NICCOLÒ
L A p i
pittore.

llievo di
Piero Dandini , ma non Tempre
collante , e fedele imitatore della di lui
maniera , fu il bravo pittore , cd amante
infieme delle belle lettere , e della poe-
fia , Niccolo Lapi , che 1’ anno 1661. il
dì io. di Marzo nacque in Firenze . Quan¬
to grande lolle il profitto , che egli fece
ne’ primi anni deli’ età Tua , e a qual
grado giungelfe di merito pel franco , e
lodevole efercizio de Tuoi accreditati pennelli , palefemente
rifulta dalle varie Tue opere , che ne’ privati , e pubblici
luoghi di quella città fparfamente s’ ammirano ; e quelle po¬
che , che da noi brevemente , e fenz’ ordine di tempi s’ ac¬
cenneranno , poilòno effe re più che ballanti per dare una
giuda riprova del di lui valore .
Fralle pitture a frefeo , che nelle cafe de’ nobili citta¬
dini conduffe il Lapi , ci piace folo di rammentare i bellif-
fimi quadri , che nella villa de’ Morelli all’ Antella colorì
vagamente , efprimendo in effi diverfe azioni di San Filippo
Neri , ricavate dalla doria della fua vita ; e i due quadri
pure a frefeo , che fi vedono nel palazzo de’ Buontalenti ,
in uno de’ quali rapprefentò il giovanetto Bernardo Buonta¬
lenti ritrovato vivo fotto le rovine della fua cafa , e nell’
altro leggiadramente efpreffe 1’ improvvifo abboccamento del
gran poeta Torquato Taffo ni col medefimo Bernardo, dive¬
nuto allora il più famofo architetto di quell’ età . Fra quel¬
le poi , che di quedo valentuomo efpolle fono al giudizio
del

(i) Vedi la floria di quelli due fatti diftefamente de- Buontalenti Dee. 2. della P. 2 del Sec. 4.
fcritta da Filippo Baldimcti nella vita di Bernardo
•$ ( XX. ) g.

del pubblico , diremo , che oltre a una tavola da altare , che


egli conduffe per 1’ infigne Imperiai Bafiljca di San Lorenzo
coll’ efprelhone del martirio di detto Santo , e dell’ Anime
del Purgatorio , lavorò a frelco nel refettorio de’ Padri Do¬
menicani di San Marco , e ne’ chioftri del loro convento co¬
lorì una lunetta , che è quella . in cui lì vede la teda d’ una
fanciulla decapitata , e che gettata in un pozzo viene a gal¬
la , c fi confelfa da San Domenico . Nella chiefa pure delle
Monache di Candeli dipinfe lo sfondo fu11 a maniera di Gior¬
dano ; nella chiefa dell’ Oratorio di San Filippo Neri colorì
la tribuna dellf aitar maggiore, ed altri dipinti vi terminò;
uno sfondo d’ una cappella lavorò nella chiefa di Sant’ Ja¬
copo fopr’ Arno , ed uno de’ piccoli sfondi nella chiefa di
San Gaetano ; in quella di San Benedetto fece le figure del¬
la Santiffima Vergine , e di San Giovanni allato al Crocifif-
fo , che v’ è di rilievo ; altre figure effigiò in quella di
Santo Stefano ; nel coro de’ Monaci degli Angioli rapprefen-
tò moribondo San Romualdo ; e nella cupola finalmente del¬
la chiefa di San Michele Vifdomini figurò 1’ Arcangio'o San
Michele vittoriofo del fuperbo Lucifero o. Anche dentro a’
facri chioftri delle Vergini Religiofe penetrò quello induftre
artefice per abbellirgli de’ fuoi dipinti ; ed il cenacolo del
Divin Redentore colorito a frefeo nel refettorio delle Cap¬
puccine, e la devota rapprefentanza del riforto Signore, che
fiede a menfa co’ due difcepoli , che s’ incamminavano ad
Emmaus , efpreffa leggiadramente nell’ orto delle Monache di
San Barnaba , fon lavori del Lapi , che degni farebbero di
più pubblica ammirazione .
Quelle , ed altre plaufibili operazioni avevano afficurato
al Lapi il credito di valente artefice , e 1’ onore d’ effer di¬
chiarato uno de’ dodici maeftri dell’ Accademia del difegno;
quando venne a rapirlo dal mondo la morte nel dì 28. di
Dicembre dell’ anno 1732-) e con decorofo accompagnamen¬
to fu condotto alla fepoltura il fuo corpo nella chiefa di
San Miniato fralle Torri .

BE-

('1 ) La deferizione di quefle , ed altre pitture del X*. tà , fi può vedere nelle Notizie Iftoriche delle Chif.
pi, che ci conviene omettere a motivo della brevi- fe Fiorentine compilate dal P. Kicba .
*!( xxi. ) $>

BEN E D E T T O
V E R A C I N I
p 1 T T 0 R £.

carso può fembrare il numero dell’ opere ,


che alla pubblica luce produffe Benedet¬
to Veracini ; ma ficcome non già dalla
moltiplicità de’ lavori , ma dalla corretta ,
e bene intefa maniera nell’ efeguirgli , e
dall’ intelligenza , e perizia nell’ arti , ri¬
sultar dee il vero merito de’ valentuomi¬
ni , cosi da quel poco , che qui accennere¬
mo efferfi operato da quello ingegnofo pit¬
tore , potrà chiunque agevolmente venire in cognizione de’
fingolaii doni , onde fu dalla natura arricchito , e quanto
giulbmente riputare li polla valente profcffore.
L anno ióór. il di 4 di Luglio nacque in Firenze Be¬
nedetto , e fino dalla Tua prima fanciullezza palesò chiaramen¬
te a quale efercizio lo deltinava il naturale fuo genio , mentre
il di lui più frequente puerile trattenimento fi era il difegnar
colla penna quanto a’ fuoi occhi fi prelentava , o ciò , che fug-
geiito venivagli dalla fua fantafia , che dagl’ impubi d’ un vi¬
vace , e pronto (piato era agitata . Non volendofi pertanto i
fuoi maggiori opporre alla ben chiara inclinazione del giovi¬
netto , llunaron bene di raccomandarlo alla faggia cura , e di¬
rezione del bravo pittor fiorentino Simone Pignoni ; cd eb¬
bero ben toflo il piacere di vederlo affai franco non folo nel
difegnare , ma eziandio nel colorire diverfe tele con lavori
di propria invenzione , per le quali il maeltro , il di cui gu¬
ido imitava perfettamente , lo (limolò con molte lodi a non
trafcurare la cultura del fuo talento . Bramofo quindi 1’ at¬
tento giovane di fare ulteriori progredì , diedeli tutto allo
Audio , ed all’ oflervazione delle diverfe maniere ulate da’
Par, IL F pri-
*tj ( XXII. )

primarj maeftri nell’ arte, efaminando , e copiando le più va¬


ghe , e finite pitture , delle quali abbonda la città nodra .
Per quella non interrotta applicazione molto efperto di¬
venne nel faperlì trasformare nel gudo del moderno , ed an¬
tico Itile , ritenendo però Tempre ne’ Tuoi dipinti venudà , ed
eleganza congiunta ad una laudevole robudezza , e forza di
chiarolcuro , come fece in fpecial modo conofccre in alcuni
quadri efprimcnti 1’ effigie della Santiffima Vergine , e di San
Giufeppe , una teda d’ un vecchio , il difegno d’ una batta¬
glia , ed altre ideali rapprefentanze , che meritarono d’ efl'er
collocate alla pubblica inoltra .
Avendo egli dunque per cotal guifa fenduto chiaro il
fuo nome , dovè condurre alcune tavole da altare per varie
chicle nella campagna ; e qui in Firenze per la chiefa di
San Benedetto colorì due tavole , effigiando nell’ alto della
prima la Vergine Santiffima col divino Infante , e nel baffo
della medefima con figure grandi al naturale i due Santi Be¬
nedetto , ed Egidio ; ed efprimendo nell’ altra , che fu collo¬
cata all’ aitar maggiore , un prodigiofo fatto di San Benedet¬
to , che vien rapprefentato in atto di richiamare a nuova
vita, un fanciullo . Grande fu il credito , che gli procaccia¬
rono si fatti lodati lavori , e molte perciò farebbero (fate le
occafioni , che avrebbe incontrato , di far conofcere il fuo
valore con opere più grandiofe ; ma poiché s’ era già fatto
diftinguere in varie congiunture un molto abile artefice nel
faperlì efattamente uniformare allo itile degli antichi , e mo¬
derni dipintori , cominciò ad effere impiegato nel reftaurare
le guade pitture con tal felice riufeimento o, che fu pofeia
giornalmente efercìtato con fomma fua lode in tal genere di
lavoro , che gli procacciò un confiderabil guadagno ; e fi fa¬
rebbe innalzato a un grado più eminente di fortuna , fe pre¬
do la morte non 1’ aveffe rapito dal mondo il dì 4. di Di¬
cembre dell’ anno 1710., effendo data data fepoltura al fuo
corpo nella chiefa della Santiffima Nonziata .

Gl-
(1) Queffa fua particolare abilità di reffaurare le gua- zione, non potè produrre alla riffa del pubblico co»
fle pitture , ed il guadagno , che da sì fatto lavoro piofo numero di lavori , per mezzo de’ quali avreb¬
re ritraeva , furono la principal cagione , per cui be potuto lafciare a’ pofferi una più effefa ripruov»
il Vtracini ricufando qualunque altra opera d’ inven- del iuo non ordinario fapere .
4 ( xxiii. )

GIROLAMO
H A S T N E R
pittore.

no di quei faldati Alemanni , che all’ Im-


perador Ferdinando II. furon richiedi da
Ferdinando II. Granduca di Tofcana in
occafione dell’ attedio della città di Peru¬
gia , e che dopo gli aggiudamenti feguiti
colla Santa Sede furon rrafcelti da quelle
truppe per la formazione della nuova guar¬
dia di cento corazzieri , fu Giovanni Co¬
diano Hadner di Konigsberg città della
Prudia Ducale . Quedi nel fuo foggiorno in Firenze ebbe
circa 1 anno i66j. un figliuolo , che fu quedo efimio pro-
feffore Girolamo Hastner , e che poi bene educato , e dive¬
nuto giovane di bell’ afperto , e d’ alta datura , con benigno
referitto del dì io. di Novembre dell’ anno 1688. fu anch’
egli graziato dal Granduca Cofimo III. d’ un pollo limile a
quello dell’ attento fuo genitore .
Prima però d’ eder dedicato all’ efercizio dell’ armi ,
aveva Girolamo afìuefatta la dedra al virtuofo maneggio di
fpiritofo pennello nella fcuola dell’ infigne pittore Livio Me-
hus , e con gran franchezza , e bravura operando , s’ era già
acquidata la dima particolare di valente artefice nel colorir
vivamente bellidime vedute di paefi , e marine < Nell’ efeguir
tai lavori fu egli affai franco inventore , ma troppo celere
nel terminare la maggior parte de’ fuoi dipinti ; donde è
avvenuto , che alcune lue opere non hanno potuto ben con-
fervarfi , ed hanno alquanto perduto di lor vaghezza , quan¬
tunque per altro moltilfime fe ne vedano nelle cafe nobili,
e private della Tofcana , e d’ altre provincie , tenute in
fummo pregio dagl’ intendenti per la loro bellezza .
Lun-
$ ( XXIV. )
Lunga , e rincrefcevole riufcir potrebbe la narrazione , fe
di tutte 1’ opere da quello valentuomo condotte fi volelle la
ferie riferire dillintamente ; e per ficura riprova del fuo va¬
lore ballerà foltanto il rammentare i due gran quadri ( ■ ) ,
che in Fifa s’ ammirano nel palazzo de’ Roffermini , ne’ qua¬
li fi vede rapprefentata con mirabil forza di colorito una lie¬
ta battaglia navale contro il Turco con la gloriola vittoria
riportata dalle galere della facra Religione di Santo Stefano
fotto il comando d’ un prode condottiero di quella nobil fa¬
miglia ; e gli altri due quadri efprimenti vaghillime vedute
di paeft , e di marine , che fanno tuttora una bella compar¬
ili nella regia villa di Lappeggi .
Il confiderabil guadagno , che dalle fue numerofe pittu¬
re ritraea tutto giorno , avrebbe fenza alcun dubbio con-
llituito Girolamo in un felice flato di vita affai comoda ;
ma perchè era di naturale fplendido , e generofo , e ne¬
mico della prudente economia , tutto fpendeva fenza rifpar-
mio ; e un tal Alterna poco lodevol di vivere , onde non mai
fi prefe la minima cura di lafciare a’ iuoi figli un onorevo¬
le patrimonio , lo praticò fino alla fua morte , che feguì il
dì 17. di Novembre dell’ anno 1729. ; ed il fuo corpo co’
foliti onori militari fu accompagnato alla chiefa parrocchia¬
le di Sant’ Jacopo tra’ folli , dove fu decentemente fepolto .

GIU-
(1) Quelli due belliffimi quadri rifcoffèro in fpecial gui- principe Ferdinando fi portò in perfona a vedergli
la 1' applaufo univerialc degl’ intendenti , e il Gran- nel quartiere di quello artefice valorofo.
«9( XXV. )fr

GIUSEPPE
R E N D E L L I
p I T T 0 R E.

ertaldo , caftello nel territorio fiorentino


nella Valdelfa , venti miglia lontano dalla
città di Firenze , e luogo affai pregiato ,
e famofo (<> , per aver dato alla medefi-
ma una ben chiara famiglia , donde traf-
fe i natali il noftro più celebre novella¬
tore , ed il primario , e il più illuftre
maeftro iìpIla tofcana eloquenza : fu pure
la patria di Giuseppe Rendelli , che ivi
nel popolo della Prepofitura di San Tommafo nacque nell’anno
166$. il dì 8. di Maggio.
Bene , e faggiamente educato ne’ primi anni dagli one-
fti fuoi genitori , dimoftrò egli fin d’ allora un’ ottima indo¬
le , uno fpirito pronto , e vivace , ed una particolare incli¬
nazione ad apprendere il nobile efercizio della pittura . Ve¬
dendo pertanto 1’ accurato luo padre la nativa difpofizione
del figlio , e defiderofo di fecondare il di lui genio , e d’
aiutarlo ad incamminarfi per quel fentiero di gloria , e d’ in¬
nalzamento di fortuna , dove un giorno giunger poteva in¬
vitato dalla natura , non temè d’ anteporre alla propria tene¬
rezza , ed affetto il di lui fperato avanzamento , e allontanan¬
dolo dalla cafa paterna 1’ inviò a quella metropoli , che an¬
che in quei tempi fioriva d’ ottimi dipintori ; e da’ faggi
amici , a’ quali fu raccomandata la cura del giovinetto , fu
rra quelli prefcelto per di lui direttore nell’ arte 1’ infigne,
e da noi già lodato maeftro Onorio Marinari .
Coll’ indirizzo di così celebre profeffore divenne in bre¬
ve tempo il Rendelli un ottimo artefice , ed uno de’ più
Par. IL G efat-
(i) Vedi 1’ JJloria del Deeamerone di Giovanni Boccaccio fcritta da Domenico Maria Manni alla pag. 6.
4( xxvi. )$.
efatti imitatori della di lui corretta maniera ; ond’ è , che
molte furono in feguito le commilitoni , che gli vennero eli-
io ite dagli amorevoli edimatori del fuo merito , di diverfi
lavori , ne’ quali ufando ogni diligenza fece chiaramente co-
nofcere la fua non ordinaria abilità nella vaga rapprefentanza
di fatti talora favoloft , o profani , ma principalmente di fa-
cre ftorie , e d’ imagini divote , che fparfe in gran copia fi
vedono in varj luoghi della Tofcana , e della Lombardia .
Anche nel condurre alcune tavole da altare fu impiegato 1’
induftre pennello di quello valente pittore ; ed è ballante ri¬
prova del di lui fapere la fola tavola , che fi mira nella chie-
fa di Santo Romolo a Colonnata , luogo non molto diflante
dalla noftra città .
Vide quello valentuomo lungo tempo con fomma ripu¬
tazione , ed ebbe la forte di rimaner 1’ ultimo fra i molti
fcolari d’ Onorio , edendo arrivato all’ ottanteftmo anno dell’
età fua , in cui dopo aver copiato bravamente molte opere
d’ eccellenti pittori , ed altre condotte di propria invenzio¬
ne , morì nel mefe di Maggio dell’ anno 1745. , e nella chie-
fa della Santillana Nonziata fu data al fuo corpo onorevole
fepoltura .

TOM-
$ ( XXVII. )$.

TOMMASO
Redi
pittore.

opo I’ inutile efercizio di varj impieghi ,


a’ quali dal padre veniva deftinato Tom¬
maso Redi (*), nato in Firenze il dì 22.
di Dicembre dell’ anno 1665 , finalmen¬
te circa al quarto luftro dell’ età Tua ,
per configlio de’ parenti , e per conde-
Icendere all’ aperta dichiarazione del fi¬
glio , che confcffava di fcntirti molto in¬
clinato ad imparare il difegno , fu dal
medefimo raccomandato alla direzione dell’ infigne pittore An¬
ton Domenico Gabbiani , nella fcuola del quale con maravi¬
glia d’ ognuno fece in breve tempo un confiderabil profitto .
PalFuo quindi a Roma per aderire alle prudenti infinuazioni
del fuo precettore , dopo d’ aver già ottenuto un pollo fra
quei giovani tofeani , che dal Granduca Cofirno 111. erano al¬
lora mantenuti a lìudio fotto 1’ indirizzo di Garlo Maratta ,
ed in feguito di Ciro Ferri ; colla fua indefelTa applicazione
gli riufeì di divenire un efperto maeftro , nè inferiore ad al¬
cuno per la fquilita efattezza , e correzion del difegno .
Avendo pofeia il Regio luo Mecenate avuta occafione di
vedere varj bellillimi lavori di quello giovane , gli comandò ,
che faceffe ritorno a Firenze , perchè voleva prevalerli della
fua opera . Rellituitofi alla patria fu tolto impiegato a colo¬
rire alcune tele a olio per la chiefa della Santilfima Nonzia-
ta , e una tavola da altare per la chiefa principale di Bien-
tina . Per comando del fuo Sovrano lavorò frali’ altre cofe <*)
una
(1) Di quello efimio artefice vedi un più eftefo elogio mandata dal Granduca Cofirno alla corte di Spagna ,
nel Tom. IV. della Serie de’ Pittori del Mufeo Fio¬ e un bel quadro , dove era efprefla l’Annunciazione,
rentino alla pag. 175. mandato in dono dal medefimo Principe a Leopol¬
(2) Fra quelle fon degne d’ e (Ter rammentate, una ta¬ do I. Imperadore .
vola da altare colla figura di Sant’ Antonio di Padova
•<i ( XXVIII. )#>

una tavola , c due ovati per la chiefa de’ Padri della Rifor¬
ma di San Pietro d’ Alcantara predo alla reai villa dell’ Am¬
brosiana ; tre tavole condude per quella di San Francefco al
Monte fuori della città ; una fimilmente pel monaltero di
Buonfollazzo porto a piè del Monte Senario ; nel palazzo de’
Pitti colorì a frefeo la cupoletta della cappella ; ed altre fa-
ere , e vaghe pitture terminò per ordine della Principeffa An¬
na Luifa Elettrice vedova Palatina , e della Granprincipefla di
Tofcana Violante Beatrice di Baviera . Per commilitone quindi
d’ altri cittadini veraci eftimatori del fuo gran merito adornò
di fue bellidime tavole , e quadri le chiefe dell’ Oratorio di
San Filippo Neri , delle Monache di Candeli , di San Biagio ,
de’ Gefuiti , ed altre fuburbane , e del territorio fiorentino .
Ma non fu fole eccellente nella rapprefentanza di cofe fia¬
cre quello illuftre pittore ; edendochè aliai copiofio è il nume¬
ro de’ componimenti profani , favolofi , e ideali , che egli in¬
ventò , e dipinfe con molta eleganza ; e i cinque quadri , che
per varj perfonaggi Inglefi condude , efprimenti divelli latti
della fioria Greca , e Romana , furono una fplendida riprova
del fuo fapere , Si dimortrò pure efimio profedore nel dipigne-
re i ritratti al naturale , nel colorire a frefeo con lomma va¬
ghezza , ed in oltre nel riportare i difiegni degli etrufehi mo¬
numenti con maravigliofa efattezza , ed imitazione . Non dee
pertanto recar maraviglia , fe a un uomo dotato di tal virtù
dallo Czar Pietro il Grande furono raccomandati i quattro gio¬
vani Mofcoviti , che doveano in Firenze apprendere la cultura
de’ nobili ftudj ; e fe quel faggio Monarca , che molto gradì
alcune fue pitture da erto inviategli , 1’ invitò ad occupare il
porto di primo direttore dell’ Accademia delle bell’ arti nella
città di Mofca <■) . Obbligato finalmente a fervire un nobile
Inglcfie , che lo volle compagno nel giro della Tofcana , per¬
chè gli faceffe le copie di molte opere antiche , e moderne >
contrade una lunga infermità , che lo privò di vita il dì io.
d’ Ottobre dell’ anno 1726. , e lo condurte al fepolci'o nella
chiefa della Santirtima Nonziata ,

AN-
( i ) Aveva il Redi accettato 1’ efibitogl» onore , ma rità lo fecero retrocedere dalla fua rifoluzionc , c
fegretc pratiche de’ fuoi parenti con perfone di auto¬ T obbligarono a finire la vita nella fua patria.
$( XXIX. )$

ANTON DOMENICO
B A M B E R I N I
p I T T 0 R E.

ssistito dalla valevole protezione di pa¬


recchi cavalieri (■) amatori del e bell’ ar¬
ti fece un grandiilimo profitto nella fcuo-
la del famofo profellore Simone Pignoni
1’ attento giovane Anton Domenico Bam-
berini nato già in Firenze nell’ anno i 666. ,
e divenuto ben pretto un abile artefice ,
diede la prima pubblica ripruova del fuo
avanzamento col colorire una tavola da
altare efprimente Sant’ Anna per la compagnia de’ Servidori
in via della Scala . Tornato pofcia da Roma , dove era (lato
condotto dal cavaliere Ulifle da Verrazzano , per iftudiarvi ,
coni’ egli fece , 1’ opere più belle di quegli eccellenti mae-
ftri , fu impiegato a condurre moltittimi lavori , quali furo¬
no , per rammentarne alcuni , la pittura a frefco della fottu¬
ta della chiefa delle Monache del Portico ; i varj fuoi di¬
pinti nelle chiefe , e dentro a’ monafteri delle Monache di
San Gaggio , e dello Spiritottanto ; quelli fimilmente , de’ qua¬
li adornò alcune private cappelle del collegio de’ Gefuiti , e
i due ovati alla cappella di Sant’ Ignazio nella loro chiefa
di San Giovannino con 1’ altre pitture a olio , che fono nel¬
le parti laterali della cappella di San Francefco Saverio ; la
rapprefentanza del martirio di San Lorenzo pel Ritiro delle
Signore dette della Quiete ; e finalmente i molti telari, che
fregian la volta della chiefa di San Michele de’ Padri Tea¬
tini , e che dimoftrano Angioli , e ftorie della vita di San¬
to Andrea Avellino .
Par. 11. H Co-

(i ) Quelli furono delle nobili famìglie Strozzi , Cappo¬ cafe de’ quali fi confcrvano divcrfe pitture del Bam-
ni , Alamanni , Samminiati , e eia Verranno , nelle berilli.
4 ( xxx. ) $>
Copiofe pure fono ]e opere , che quefto valentuomo do¬
vè condurre per le chicle di varie città , e cartelli della To-
Icana . Lavoro pertanto del di lui franco pennello fono le
tavole , che adornano gli altari della Pieve di San Creici in
Vaicava ; le pitture a irelco del coro , e della tribuna con
altri quadri nella chiefa di San Romano ; un bcllillimo qua¬
dro colla Natività del Signore , e una tavola colla Santiflima
Vergine del Rofario , che vedefi in Marti o , dove pure ter¬
minò a frefeo varj dipinti nella chiefa di Santa Maria Novel¬
la . Nella città , e diogeli di Samminiato la chiefa cattedrale ,
quelle di Sant’ Iacopo , e del Santillìmo Crocidilo , quella del¬
lo Monache di San Paolo, con le chiefe di San Pietro, di Ter-
ricciuola , di Cafciana , ed altre molte ; nella terra di Santa¬
croce la chiefa collegiata , c quella delle Monache di Santa
Criftiana ; la compagnia di San Gio. Batifta in Fucecchio ; le
Pievi di Santa Maria a Monte , e di Montefofcoli ; le chiele
delle Monache di Santa Chiara , e di Santo Stefano nella città
di Pefcia , ed altre non poche , che fi tralafciano a motivo
della brevità , fono adorne di belli 111 me , e affai numerofe
pitture a olio , ed a frefeo del Bamberini , che in tutte di-
moftrò una maniera corretta ne’ contorni , vaga nel colorito ,
e propria negli atteggiamenti delle figure .
Oltre a tutto ciò quefto indefeflo pittore effigiò diverfi
ritratti dal naturale ; e ficcome quegli , che molto fi diletta¬
va delle filofofiche offervazioni , attefe anche a colorire nic¬
chi , animali d’ ogni fpecie , frutti , e fiori con indicibile
efattezza ; e maggiori cofe avrebbe forfè intraprefo , fe non
folle (taro tormentato da una fieriffima ipocondria , e da un
continuo timor della morte , che lo riduceva talora allo (la¬
to d’ un compaflionevole sbigottimento . Sorprefo finalmente ,
come egli temeva , da un accidente apopletico , in Gramu-
gnana , luogo della diogefi di Samminiato , nel tempo appun¬
to , che attendeva al compimento d’ un lungo lavoro nella
cafa de’ Bigiotti , pafsò all’ altra vita il dì 5. Gennaio dell’
anno 1741., e in quella chiefa parrocchiale fu data al fuo
corpo onorevole fepoltura .
CRI.
( 1 ) In quello luogo detto Marti , tre miglia dittante re , c fpelTc volte vi fi trasferiva per fuo diporto.
da San Romano , poffedeva il Bamberini alcune ter¬
<$ ( XXXI. ) 5*

CRIST OFANO
M O N A R I
PITTORE.

e creder fi debbe , che un dì la Grecia


j-J vedelfe correre ingannati gli uccelli a fin-
preda dell’ uve colorite con perfetta imi¬
tazione della natura da Zeufi , e che que¬
llo eccellente , e prodigiofo maeltro con
fommo rincrefcimento reftatfe altresì delu-
fo nel luppor vera una cortina , che fa¬
ceva moftra di coprire una tela dipinta
dal fuo celebre anragonilla Parrafio ; an¬
che la noflra Italia potè ammirare ne’ fecoli pofteriori non
molto dilfimili maraviglie dell’ indolire pennello de’ fuoi (li¬
mabili profelfori ; e fra i valorofi artefici , che coll’ efatta
efprelfione de’ diverfi lavori dell’ arte feppero imprimere fa¬
cilmente negli oggetti rapprelentati tutta 1’ apparenza della
verità con piacevole inganno de’ riguardanti , fembra poterli
annoverare anche il valente pittore Cristofano Monari , che
per 1’ eleganza , e bellezza de’ fuoi dipinti di fimil genere
famofo divenne , ed artefice Angolare .
Reggio di Modena fu la patria del Monari , dov’ egli
nacque , fecondo il computo , che c’ è riufcito di tare il più
verifi.nilc , circa 1’ anno 1667. Di quello valentuomo non fo¬
no a noi pervenute le diftinte notizie nè de’ fuoi primi du¬
ci j , nè degli ulteriori progredì , nè de’ particolari foggetti ,
pe’ quali operò ; ma la gloriofa rimembranza del tuo nome ,
che tuttora rifuona nell’ adunanze de’ profelfori , la ferie nu¬
merala delle mirabili fue produzioni , e la collante opinione
degl’ intendenti , che lui riconofcono quale artefice d’ un ra¬
ro , e prodigiofo carattere ; ci fanno con ficurezza aderire ,
che egli fu un così diligente , e Itupendo imitatore del ve¬
ro ,
•fj ( XXXII. )
ro, che fenza tema di foverchia efagerazione può dirfi fran¬
camente , che erto giungelTe all’ ultimo grado di perfezione.
Egli foventc s’ occupò in dipignere fopra le tele ogni
fotta di vafellami , di porcellane , c di criftalli ; e fopra le
menfe coloriva (frumenti , e carte muficali , tappeti , libri ,
partine , e altre robe comeftibili , con tanta proprietà , e na¬
turalezza , che talora ingannato lo fpettatore (tendeva la ma¬
no per prendere , come vere , alcuna di quelle cofe , che a
lui (i prefentavano davanti agli occhi . Si dilettò in oltre d’
efpritnere con vivaci colori alcuni pezzi d’ abete , con far
comparire , che follerò a quelli attaccati con fpilli , o bullet¬
te , (lampe, difegni , occhiali , ritrattini , forbici , ed altri fi¬
ntili arnefi , con tal verità , ed inimitabile fomiglianza , che
recavan (tupore , e diletto a chiunque gli riguardava ; e tan¬
ta era la dima , che univerfalmenrc era fatta di quelli fuoi
lavori , che molti di elfi furon dedinari per fervire d’ ador¬
namento nella villa di Lappeggi della Reai Cafa de’ Medici;
e il Granprincipe Ferdinando di Tofcana diede onorevol po¬
rto a uno di quefti quadri del Monari nel fuo gabinetto del¬
la villa del Poggio a Caiano traile opere più infigni di qua¬
lunque profeffore d’ ogni genere , di ciafcuno de’ quali una
fola opera vi collocava la più diftinta .
Ebbe ancora il Monari una particolare abilità nel pulire
le antiche pitture ; e per tal motivo fu chiamato a Pifa per
ridonare a’ quadri del Duomo la loro primiera bellezza ; ed
in quella città eflendofi accafato , ivi dimorò lungo tempo ,
e credefi pure , che ivi moriffe , avendo (empre condotta una
vita aliai ritirata , e non molto corrifpondente al (uo meri¬
to , per effer egli (fato d’ un naturale timido , e modello ,
e non punto conofcitore di fe medefimo .

GIO-
XXXIII. )$>

GIOVANNI
CINQUI
pittore.

rn a mento affai grato , e luminofo non può


negarfi , che comparifca la virtù agli oc¬
}
chi de’ faggi eftimatori del vero merito,
qualora da chi la poffiede venga eflà ac¬
compagnata dalla religiofa pietà , e dalla
fplendida comitiva d’ illibati collumi ; ed
il raro accoppiamento di quelle sì prege¬
voli qualità fu (empremai la chiara for-
gente della più fincera , e perenne vene¬
razione de’ culti popoli verfo gli artefici valorofi . (Quindi è
che con tutta ragione il pio ugualmente , che bravo dipinto¬
re Giovanni Cinqui (■), che al lungo efercizio dell’arte Tep¬
pe congiungere ancor quello delle criftiane virtù con un’
efemplarità di vita affai ragguardevole , fu finché ville un og¬
getto di fomma (lima a’ Tuoi cittadini ; e reità tuttora nella
memoria de’ poderi la fama non folo del fuo lapere , ma
quella altresì del fuo candore , e della fua probità .
Fu il Cinqui , che nato era nella terra di Scarperia il
dì 9. d’ Aprile dell’ anno 1667. , uno de’ più valenti di-
fcepoli del celebre profeffore Piero Dandini , che a cagione
delle molte di lui invidiabili prerogative teneramente 1’ ama¬
va , e 1’ impiegava talora a terminare i proprj dipinti , o a
condurne interamente alcuni col fuo difegno <*> - Pacil cofa
pertanto fi è il giudicare , che egli dotato dalla natura di
pronto , e vivace ingegno fotto la direzione di tal maeftro],
che avea tanto a cuore il di lui avanzamento , fia certamen-
Par. II. I te
[O Per togliere qualunque confufione s’ è creduto an¬ ro nome fu Giovanni Del Cinque .
che da noi neceflario il denominare quello artefice Gio¬ (2) Fra i lavori terminati dal Cinqui col difegno di
vanni Cinqui , perchè così appunto è comunemente ap- Piero Dandini, ne vengono particolarmente rammen¬
pellato da chi fece onorata menzione de’ luoi dipin¬ tati alcuni da lui condotti nella nobil villa de’ San¬

ti . Non fi lalcia però d’ avvertire , che il di lui ve¬ tini vicino a Lucca .
•§ ( XXXIV. ) &
te pervenuto a un lodevole poffedimento dell’ arte ; ma age¬
volmente comprendere non li può quanto folle alhduo , e in-
ftancabile nell’ operare . Non lono , per vero dire , in gran
numero i di lui dipinti , che a frefeo conduffe ne’ pubblici
luoghi , quantunque ellì lieno affai bene intefi , come fi vede
nella chiefa d’ Ogniffanti nella cappella di Santa Rota di Vi¬
terbo , nella chiefa delle Monache dette le Poverine , nel pri¬
mo chioftro del convento de’ Padri Agoftiniani di Santo Spi¬
rito , dove lavorò due lunette, ed altrove o ; ma quali in¬
numerabili fono i quadri , che di qualunque grandezza , c per
lo piu molto vada , colorì con fomma vaghezza , rapprefen-
tanti cnpricciofe invenzioni , e diverfi latti della (toria lacra ,
e profana , e che fparfi per ogni dove fanno un’ autentica
teftimonianza del fuo valore , e della fua non interrotta ap¬
plicazione . L’ opera però più memorabile , che ufeiffe dalle
mani di quello artefice , e che renderà maifempre degno d’
eterna gloria il di lui nome , li è la portentofa ferie di qua¬
dri , ne’ quali per comando del Granduca Cofimo III. efprelle
nel vigor dell’ età , e con ogni diligenza i principali fatti
riguardanti il Divin Redentore , la Santiffima Vergine , il Pre-
curfore Giovanni , ed altri fiacri mideri (>) , e che poi con
bell’ ordine furono collocati nel corridore , che dalla reai vil¬
la dell’ Ambrogiana conduce al coretto della chiefa de’ Padri
della Riforma di San Pietro d’ Alcantara . Altra limile opera ,
più numerofa però , e di maggiore grandezza , inrraprefe , e
felicemente terminò quedo indefeffo pittore , e a folo fuo ri-
fchio I’ inviò al Monarca di Spagna ; ma effóndo queda nel
viaggio perita , arrecò gravilfimo danno , e didurbo al povero
artefice , che poco lopravviffe a tale dilavventura , effendo paf¬
futo a miglior vita il dì 29. del mefe di Dicembre dell’ an-
no 1743., e come uno de’ fratelli più venerabili della com¬
pagnia di San Benedetto Bianco o>, fu ivi decentemente fe-
polto .

FE-
(1) La facciata della chiefa di Santa Maria Maggiore, affegnamento finche forte vivuto ; ma quello negli
che dovea effer coperta di marmi col difegno d’ M- ultimi anni della lua vita gli mancò per 1’ incoflan»
fonfo Parigi , fu fatt2 poi dipignere a frefeo , e le fi- za d’ alcune umane vicende .
gure furon condotte dal Cinqui .
(3) Quella compagnia conferva di mano del Cinqui
(2) Tanto fu g^ata al Granduca Cofimo III. quell’ una capannuccia affai bella , e lavorata con grande
opera , che deftinò al Cinqui un decorofo mentitale eleganza , e bravura .
S>*
G/ON/NN/ CINQUI
/• / r :/' o a r:
( XXXV. )$•

F elice
torelli
PITTORE.

dalle di quei rari dipintori , che ec¬


ella
cellenti divennero nell’ efercizio dell’ ar¬
te non già pe’ violenti impulii d’ una
potente , ed invincibile inclinazione , ma
per mezzo d’ un’ oltinata fatica , ed inde-
feiTa applicazione , e col vigorofo impegno
di fu pera re gli oltacoli della ritrofa na¬
tura , dee fenza contrailo aver luogo Fe¬
lice Torelli <•), che il dì p. di Setrem-
bre dell’ anno 1667. nacque in Verona. Attefe ne’ primi an¬
ni della fu a gioventù ad imparare le belle lettere , il fuono
del violino , ed alquanto il diiegno ; ma poicia chiamato a
Bologna da un iuo Barello (>) , ed incoraggito ad applicarli
totalmente allo itudio della pittura , con lorprendente indu¬
lti ia , e premura difegno le opere più belle di quella illu-
ilte città , e quindi nella fcuola di Gio. Giufeppe dal Sole
con protonda attenzione tutto li diede a copiare le opere di
quel celebre profellbre , che dopo qualche tempo 1’ animò a
condurre alcuni dipinti di propria invenzione , avendo già
veduto ii gran progrelfo da lui fatto nella fua lcuola , e nell’
accademia del nudo .
Avendo egli pertanto con grande itudio , e fatica colo¬
rito un quadro di mezzana grandezza, in cui effigiò San Giu¬
feppe deitato dall’ Angiolo , che lo avvila di dover fuggire
in Egitto , acquittò sì gran credito per quella fua prima , ed
elegante pittura , che tolto ebbe diverfe commilitoni d' efpri-
me-
( 1 ) La vita di quello egregio pittore fi legge diflefa- lino , e bravilfimo maeftro di mulica , e amante al¬
mente deferitta nel Voi. 2. dell’ Accademia Clementi¬ tresì della pittura , impiegando talora il tempo nel
na alla pag. 75. dileguare , e dipignere per proprio genio , e diver¬
( 2 ; Fu quelli Giufeppe Torelli efimio fonator di vio¬ timento .
-f ( XXXVI. ) ^
mere co’ Cuoi vivaci colori varie (torio lacre , e favolofe , 1
quali affai belle comparvero agli occhi degl’ intendenti , e ad
m ed etimo tuo maeftro . Sparfali dunque la fama del tuo gran
merito , ricevè 1’ incarico di colorire tre tavole da altare pet
la chiefa delie Monache dello Spiritoffanto in Cefena , che
furon poi Iodate dal Cignani come lavoro d’ inligne protet¬
tore . Perlochè conofcendo Felice d’ efferfi ornai ailìcurato il
credito di valentuomo , accafatofi prima con la brava pittri¬
ce Lucia Cafalini <o , volle aprir (cuoia nella propria cala , e
feguitò ad arricchire i (acri templi , e le abitazioni de’ no¬
bili cittadini con belliffime produzioni . Fra quelle fi conta¬
no , per rammentarne alcune poche , diverti quadri efprimenti
Rebecca al pozzo , Santa Maria Maddalena nella grotta , una
gran tela , che cuopre un Crocifitto nella chiefa di San Fran-
cefeo in Bologna , un quadro rapprefentante 1’ immagine di
Maria per la Regina di Spagna , una tavola con San France-
feo Saverio per la chiefa del Suffragio d’ Imola , cd una limi¬
le per la chiefa delle Grazie in Milano . Nella citta pure di
Verona fi vedono di mano del Torelli due quadri nella chie¬
fa de’ Gefuiti , ed in quella di Santa Anaftafia una gran tavo¬
la con San Pier Martire ; una nel Duomo di Pila con San
Ranieri ; una in quello di Ferrara col martirio di San Mau-
rclio ; ed altre tavole , e pitture nelle chiefe di Bologna , di
Bergamo , di Torino , di Bagnacavallo , di Cento , di Fano ,
di Pavia , di Cremona , e d’ altre città ; per nulla dire di
tante altre grandiofe operazioni , che egli terminò per diver¬
ti dittanti perfonaggi di varj luoghi , di cui non ci permette
la brevità di farne alcuna memoria <•-) . Solo diremo , che 1’
ultimo de’ tuoi lavori fu una tavola da altare per la chiefa
di San Gregorio in Bologna , nella quale rapprefentò San Cam-
rnillo de Lellis in atto di fai ire al Cielo , dove pure piamen¬
te può crederti , clic aneli’ egli faceffe felice paffaggio il dì ii.
di Giugno nell’ anno 1745., avendo lafciato a’ poderi in tante
tue lodevoli fatiche una perenne tellimonianza del iuo valore .

FRAN-
( 1 ) Di quella brava pittrice dovrem noi far parola re del Torelli , che da noi fi tralafciano , può veder*
nella Parte I. del Voi. II. di quella Serie . fi nella di Jui Vita , che leggefi nel luogo fopracci*
(2) La minuta , ed efatta deferizione di moltilTime ope- tato .
SSfifc..' JCv-i
$( XXXVII. )$

FRANCESCO
p E T R U C C I
P 1 T T' 0 K E.

nato in Firenze ii dì
Kancesco
Petrucci
17- di Maggio dell’ anno \66o. <■> può
con tutta ragione annoverarli fra’ migliori
difcepoli di Baldaffarre Francefchini , det¬
to il Volterrano ; e quantunque di que¬
llo valentuomo non fi vedano efpofte al
pubblico molte opere di propria inven¬
zione , il di lui nome però fi rendè af-
^al celebre , non folamente per elfer egli
(lato eletto dal Granprincipe Ferdinando di Tolcana , fimlfi-
mo conofcitore del merito degli ottimi profertori , a lare a
chiarofcuro ì difegni delle tanto pregiatilfime pitture , che
s’ ammirano nel regio palazzo de’ Pitti, ma molto più per
e ere flato dal medefimo a lui dato P onorevole incarico di
condurre le copie di tre bellifllme tavole d’ infigni maertri ,
perchè fodero collocate in quei luoghi ftefli , donde furo¬
no ertratti gli originali , de’ quali volle quel Principe fare
acquino con affai munifica ricompenfa
. l’ece dunque il Petrucci con indicibil maeftria , ed efat-
ta imitazione la copia ( = ), che elide appreflò i Padri Dome¬
nicani di San Marco , dell’ impareggiabil figura di quel fil¬
erò Vangelilla , condotta già con fomma eccellenza nella gran¬
dezza di braccia cinque da Fra Bartolommeo dalla Porta ; e
Par. II. K fi.
(i) L' elogio di quello valentuomo, fecondo 1’ ordine
trucci , e di LeJJandra di Lorenzo Giannini , nato in Fi¬
cronologico da noi fin qui praticato nella miglior renze il dì 17. di Maggio 1660. , riportiamo volen¬
forma , che è (lata poffibile , doveva aver luogo al¬ tieri diftelamente una tal ficura notizia e per di-
la pagina 17. di quella Parte li. avanti a quello del finganno d’ alcuni , che finora hanno creduto , che
Sagrejìani ; ma fummo ingannati dalla lomiglianza quello pittore foffe Sanefc , e per ricompenfare in
del nome d’ un altro Francefco di Giovami sintomo qualche maniera il noflro , qualunque fiali , difetto
Petrucci nato il di 3. di Gennaio dell’ anno 1Ó72. , di cronologico fiftema .
che ora abbiamo feoperto effer diverlo dal noflro ar¬ (2) V. il Bonari nelle Note alle Vite de’Pittori ferie»
tefice . Venendo noi pertanto afficurati da autenti¬ te dal Vafari T. 2. pag. 57.
che pruove , che egli fu Francefco di Benedetto Pe»
$( XXXVIII. )
ùmilmente terminò 1’ altra copia o , che ora li vede nella
chicfa delle Monache di San Francefco , della ftupenda tavo¬
la <*) rapprefentante Maria Vergine col divino fuo Figliole
che e forfè la più bella , e certamente la più confervata pit¬
tura d’ Andrea del Sarto . La tavola pure , che adorna la
cappella de’ Dei nella chiefa de’ Padri Agoftiniani di Santo
Spirito, è la copia d’ un’ altra rariflima del Rodo o) , ese¬
guita dal Petrucci con Somma lode , mentre egli , come of-
lervano gl’ intendenti co, non tralafciò d’ efprimere vivamen¬
te le molte figure , che la compongono , ed in oltre la fie¬
rezza , che molti-a un Vefcovo nel mirare il popolo con tal
Sopracciglio acuto , che incute timore .
Ma Se il Petrucci fi dimoltrò valoroSo nel copiare con
perfetta imitazione i dipinti de’ profefiori più rinomati , lop¬
pe eziandio lafciare a’ poderi una degna memoria della Sua
abilità anche nell’ opere di proprio ritrovamento , c quella è
la bella tavola dell’ aitar maggiore nella chiefa de’ Padri
Agoftiniani Scalzi fulla Colla , da lui terminata colla mano
fi ni lira , per elFcrgli flato da un tocco d’ accidente apoplcti-
co impedito 1’ ufo della mano delira . In uno flato pero sì
infelice poc’ altro potè operare quello benemerito dipintore ,
che in età non molto avanzata fece palSaggio all’ altra vita
nell’ anno 1719. , e fu fepolto nella chiefa de’ Padri di San
Marco nella tomba di lua iamiglia .

FRAN-
averla circa 20000. feudi , rifacendo la chiefa nobil¬
(1) Trovali memoria nelle fiorie , che una tal copia
mente a quelle Monache .
fu cipolla al pubblico nell’ anno 1704.
(3) V. il Va/ari dove Sopra alla pag. 294.
(4) V. il P. Ricba nelle Notizie lltoriche, ecc. T.IX.
pag. 27. e il Bocchi nelle Bellezza di Firenze pag.
145.
<*}( XXXIX. )f*

FRA N C E S C O
s o D E R I N I
P I T T 0 R E.

puerili traditili , nc’ quali tratteneva fi da


fanciullo Francesco Soderini , nato già in
Firenze nell’ anno 1673. , difegnando con
diligenza ora la formazione delle proprie
mani , ora quella delle lue gambe , e de’
piedi , palefarono fin d’ allora a quale
efercizio era (faro deftinato dalla natura ;
onde appena giunto all’ età capace d’ ap¬
prendere con profitto , fu pollo fiotto la
direzione del celebre , e dal noi già lodato profelTore Alef-
fiandro Gherardini , nella di cui (cuoia aiutato dal fiuo vi¬
vace talento fece pronti , e non ordinar; progredì . Uno de’
primieri efperimenti, della fiua Imprendente capacità fu una
copia , che egli conduifie , di due marine ricavata dall’ origi¬
nale di Salvador Rofia ; e tanto felicemente riuficì in quello
lavoro , che il Granprincipe Ferdinando ne volle egli mede-
fimo fare acquilfo (■) , ed animando il prode giovane a co¬
piare opere più grandiofie , ed infigni , 1’ alficurò della reai
iua protezione , ed in fieguito 1’ impiegò fiempre a termina¬
re varj dipinti con ifipeciale , e dillinta munificenza . 11 fa¬
vore di quello Principe gli conciliò pure la ftima della di
lui regia conforte Violante Beatrice di Baviera , che lo ri¬
guardò con parziale beneficenza , e che oltre a molti quadri
gli ordinò di colorire il proprio ritratto ; e gli procacciò
fimilmente le rifipettabili commiflioni della Principeffa Anna
Luifa Elettrice Vedova Palatina , che volle adornare di fiue
pit-

! ) Avea veduta la copia di quelle due marine il bra- te fife , e impiegò il Soderini in diverfi lavori , molti
vo pittore Piero Dandini , e tanto ne reftò l'orprcfo , de’ quali lervon tuttora d’ adornamento delle ville
che un giorno non potè fare a meno di non lodarla reali .
altamente al Granprincipe Ferdinando , che poi prò-
<$ ( XXXX. )$
pitture il nobile, e facro ritiro della Quiete io. Quali fie¬
no precifamente tutte 1’ altre pregiabili produzioni d' un tan¬
to artefice , {limato da’ fuoi Principi , e venerato da’ fuoi
cittadini , non è cofa agevole il rammentare ; e folo diremo ,
che nella chiefa del facro monte della Vernia , ed in quella
dell’ eremo di Camaldoli molti di lui dipinti fi confervano
vagamente condotti ; e che in Firenze oltre a un bel cenaco¬
lo efiftente nell’ ofpizio de’ Riformati, nella chiefa delle Mo¬
nache di Candeli evvi di mano del Soderini una bellillìma
tavola , in cui vedefi effigiata la Beatiffima Vergine avente in
braccio il Bambino Gesù , e polla in mezzo da Santa Mona¬
ca , e dal Santo Dottore Agoltino . Lavoro pure del di lui
induftre pennello fono due tavole nella compagnia detta de’
Raccomandati ; la pittura della tenda , che cuopre 1’ organo
nella chiefa dell’ Oratorio di San Filippo Neri colla figura di
Santa Cecilia; la volta dipinta a frefco < = > della piccola cu¬
pola dell’ Oratorio della miracolofa Immagine di Maria San-
tiffima (otto 1’ invocazione della Vergine delle Grazie; un
Ecce Homo colorito con patto di dover muovere ad una te¬
nera compunzione per comando del Granduca Cofìmo 111, ,
che fempre lo tenne nella fua camera vicino al letto ; ed
altri molnlfimi quadri , che nell’ abitazione de’ fuoi nipoti
figli di Mauro Soderini o) , nelle cafe di molti cittadini, e
ne’ palazzi principalmente de’ Gabburri , de’ Marucelli , de’
Guidacci , e de’ Gerini u> s’ ammirano .
Vide quello accreditato proLtfore con fomma riputazio¬
ne di valentuomo , e d’ onorato cittadino ; e quantunque di
genio allegro , e d’ umore fpiritofo , e faceto , fu dorato non¬
dimeno d’ ottimi coftumi , e di fentimenti di foda pietà , ne’
quali fi mantenne religiofamente fino alla fua morte feguita
nell’ anno 1735. ; e giace fepolto il fuo corpo nella chiefa
di San Remigio .
VIN-
( 1 ) La rapprefentanza d’ una parte de’ Miflerj del San- za de’ fuoi dipinti .
to Rotario, e due quadri , uno de’ quali efprimc 1’ (4) E' degno d’elfer qui rammentato con lode il Mar*
anima condannata all’ Inferno , e 1’ altro 1’ anima chele Carlo Gerini , che ebbe con quello pittore una
beata nel Cielo , fono alcune opere del Soderini, che grande amicizia , e gli fece dipignere molte tele , ed
fi conlervano in quello luogo . in oltre godè di tenerlo in lua compagnia nelle vil¬
(2) Dicefi , che quella fia I’ unica pittura condotta a leggiature, per averlo ritrovato di lpirito allegro , e
‘ frefco dal Soderini . vivace , e pronto inventore di lietifiìmi divertimenti
(3) 11 maggiore de’ quattro figli mafchi , che ebbe proprj della campagna , e fecondo il genio de’ vil¬
à France]co, fu Mauro Soderini pittore anch' egli affai leggianti .
1 valorolo, e molto celebre per la copia, ed elegan¬
«$( XXXXI. )t*

VINCENZIO
BACHERELLI
PITTORE.

iesce lenza dubbio un’ imprefa alquanto


malagevole , e non poco foggetta agli sba¬
gli , il dover far parola del merito , e
dell’ opere di quegli artefici , che lungi
dalla patria dimorando per qualche tem¬
Ah -r po , non fi diedero il penfiero di traman¬
imL^ì dare a’ fuoi cittadini alcuna preci la , e
vantaggiofa memoria delle proprie opera¬
zioni ; ed allorché non fuvvi alcuno amo¬
revole eflimatore della loro virtù , che fi prendeffe la lode-
vol cura di raccogliere dalla viva voce de’ medefimi , e di
confervare a’ poderi quelle notizie più riguardcvoli , e necef-
farie , che poteffero un giorno fomminillrare a qualche lcrit-
tore il convenevole aiuto per tede re ad eili quel decorofo
elogio , che farebbe loro guidamente dovuto . Quindi è , che
trovandoci noi fra gli angudt confini di molto Icarfe , e affai
confufe notizie nel dover ragionare di Vincenzio Bacherelli ,
altro far non potremo , che comunicare al pubblico quel po¬
co di vero , che ci è nufcito di difcuoprire con gran fati¬
ca , lafciando che altri al di lui merito per mezzo di ragio¬
nevoli congetture arrivi a comprendere quel di più , che da
noi fi tralafcia , per nulla avanzare , che non fia fondato lol¬
la verità .
Era nato il Bacherelli in Firenze il dì 17. di Giugno
dell’ anno 1672. , ed avea già per alquanto tempo applica¬
to allo dudio della pittura nella fcuola del celebre profeffo-
re Anton Domenico Gabbiani ; ma fentendofi pofcia interior¬
mente incitato a feguitar la maniera d’ Aleffandro Gherardi-
ni, determinò d’ entrare nel numero de’ fuoi fcolaii , Ghe
Par. II. L gran-
4 ( xxxxn. ) ®*
grande foffe il profitto di quello giovane , e non ordinaria la
lua abilità , fi dee ragionevolmente dedurre dall’ averlo il
Gherardini condotto feco a Livorno , perchè gli fervide d’
aiuto ne’ varj lavori , che gli furon commefli . Nella dimo¬
ra , che egli fece in quella città , avendo contratta ami¬
cizia con alcuni mercanti , rifolvè finalmente di portarfi con
loro nel Portogallo , ove giunto alla corte di Lisbona , fu
prefentato da’ medefimi a quel Monarca , il quale benigna¬
mente 1’ accolfe , e fubito gli ordinò una tavola per la
chiefa di Sant’ Jacopo di Galizia . Elfendo quello fuo primo
lavoro riufcito d’ univerfale foddisfazione , dovè il Bacherelli
attendere ad adornare co’ fuoi dipinti il reale palazzo , il
Duomo , e la chiefa de’ Padri Olivetani , ed a condurre al¬
tresì moltilfime opere , per compiacere le premurofe brame
di quei perfonaggi , i quali nello fpazio d’ anni undici , che
ivi fece onorato foggiorno , 1’ impiegarono ancora ne’ lavori
d’ architettura , e nel fargli effigiare i loro ritratti .
Una non punto equivoca ripruova , che quello valentuo¬
mo foffe in quel paefe continuamente applicato a render pa¬
go il defiderio di chi bramava le fue pitture , e che egli
foffe giunto ad un alto grado di liima apprello quei popoli ,
fembra , che debba da tutti giudicarli il confiderabile avanzo,
che egli vi fece , di quafi diciaffette mila feudi ; dopo il
qual lucrofo profitto avendo rifoluto di far ritorno alla pa¬
tria , s’ applicò ivi folamente a terminare qualche ritratto , o
alcuna immagine devota per proprio divertimento ; e quindi
appoco appoco tralafciando affatto 1’ efercizio dell’ arte , atte-
le a pallare comodamente il rellante della fua vita , al fi¬
ne della quale pervenne il dì 29. di Dicembre dell’ anno
1745. , e fu fepolco nella chiefa di Santa Maria Novella ,

PIE-
$( XXXXIII. )$.

I E T R O
PERTICHI
pittore.

vea pattati Pietro Pertichi , che nato era


in firenze circa 1’ anno 1675. , i giorni
più belli , e più vigorofi della Tua gio¬
ventù nell’ imparare la corretta , ed ele¬
gante maniera di formare i caratteri , e
nell’ apprendere le materie legali (otto
la direzione d’ un ottimo precettore , che
procurava eziandio di procacciargli qual¬
che guadagno ; quando finalmente annoia¬
toli d’ un tale efercizio non punto confacevole al vivace fuo
fpirito , pensò d’ abbandonarlo totalmente , e tutto rivolle il
fuo animo alla pittura , elfendo allora nell’ anno venzettefimo
dell’ età fua .
Quella di lui improvvifa rifoluzione nel primo fervore
fu fecondata da un certo fuo amico imbiancatore , nominato
lo Schianta , che nella miglior forma polfibile gli diede qual¬
che indirizzo, e quindi fu applaudita da’ migliori maeftri di
quei tempi ; e quafi facendo a gara nel proteggere , nell’ in-
coraggire , ed ammaeflrare quello nuovo feguace dell’ arte ,
AlefTandro Gherardini , Niccolaio Nannetti , e Sebaftiano Ga¬
leotti <■> 1’ allillerono colla loro direzione , 1’ introdulfero nell’
accademia del nudo , e facendolo molto efercitar nel difegno ,
e nel far pratica de’ colori fu varie tele , in breve tempo
lo renderon capace d’ efporre al pubblico qualche fua non
difpregevole operazione . Le lodi , che ne riportava , e la con¬
tinua protezione degli artefici 1’ animarono ogni giorno più
a divenire con tutto 1’ impegno efperto pofleflore dell’ arte ,
e tan-

(1) Avendo già parlato di quelli due primi artefici in go di far parola nella Parte I. del Voi. II. di que¬
quella Parte II. del Voi. I-, del Galeotti avrem luo¬ lla Serie .
$ ( X X X X1 V. ) #•
c tanto s' affaticò colla diuturna, ed oflinata applicazione,
che giunfe ancia’ egli a fare una nobil comparfa , ed a rice¬
vere da’ Tuoi cittadini ammiratori del di lui non penfato
progreffo , diverfe commiffioni .
Nel palazzo pertanto de’ Francefchi conduffe varie pittu¬
re con molta lode , e nella lor villa , detta Lordino , colorì
a frefco alcuni sfondi , e diverfe (loriche rapprefentanze ; ed
a frefco pure dipinfe la compagnia de’ Pizzicagnoli , e la
chiefa di Sant’ Aleffandro a Giogoli , nella quale fi vede an¬
cora una bella tavola di quello pittore condotta a olio con
formata proprietà , e vaghezza . Il grande sfondo parimente
della foffitta nella chicfa di San Geatano de’ Padri Teatini
è lavoro del Pertichi , che in quella pure fuburbana della
Pace terminò altri dipinti , e per la compagnia di San Sal-
vadore nella chiefa d’ Ogniffanti due quadri a olio , in uno
de’ quali cfpreffe Crillo Signore in atto di benedire il pa¬
ne , e nell’ altro il Precurfore Giovanni col mifteriofo agnel¬
lo , fimbolo del manfuetiffimo divin Redentore . Quefte poche
produzioni , che di tal dipintore qui fi rammentano , e P
darre copie , che nel tempo del fuo foggiorno in Roma in
quattro grandiffime tele egli fece delle pitture , le quali lì
vedevano nella Penitenzieria , che demolir fi doveva , ripofte
pofeia per ordine del Pontefice nel Vaticano ; furono più che
l'ufficienti riprove dell’ abilità , e perizia di quello valentuo¬
mo , che leppe coll’ indefeifo (ludio pervenire a un grado
non molto inferiore a quello d’ altri coetanei profeflori , e
che a cagione di molte fue pregevoli qualità fu fempre gra¬
to a’ fuoi cittadini, che il di 8. di Alaggio dell’ anno 1756.
compianger dovettero la lua morte .

PIER
<t( XXXXV. ) i>

P I E R LEONE
G H E Z Z I
P / T T 0 R E.

oma , gran madre e regina delie nobili ar¬


ti , e dell’ ottime facoltà , fu la degna
patria di Pier Leone Ghezzi o , che ivi
felicemente forti i fuoi natali nel 1674 ;
e fu altresì 1’ invidiabile fpettatrice di
quelle tante maravigliofe operazioni , che
in varj tempi ufcirono dalle mani d’ un
sì lodevole profeffore . Atrefe quelli ne’
primi anni della gioventù agli ftudj della
mufica , del fuono , e della poefia , e all’ efercizio della fcher-
ma , e del ballo ; ma però con maggiore impegno fotto la
-direzione di Giufeppe <>) fuo padre s’ applicò al difegno , e
alla pittura con incredibil progreffo . Avendo egli pertanto
acquiflata con quelle fue rare prerogative la particolar prote¬
zione del Cardinal Gio. Francefco Albani , che fu pofcia il Pon¬
tefice Clemente XI., conduile di fua commilfione in divedi tem¬
pi affai belle tavole , e varie ftimabiliflime opere a olio , ed a
frefco nelle chiefe di Sant’ Onofrio , e di San Palliano fuori
delle mura , nella fagrellia di San Pietro , e nella Balilica di
San Giovanni Laterano , ed altre molte pitture affai pregiag¬
li terminò , che nel palazzo degli Albani , e ne’ gabinetti
delle loro ville s’ ammirano .
Effondo flato quindi da Francefco I. Farnefe Duca di Par¬
ma , che era rimafto molto contento d’ un diìfici 1 lavoro
commeffogli , con fuo diploma dichiarato Conte Palatino , e
Cavaliere dello Spron d’ oro , non gli fu poflìbile d’ attender
foltanto a foddisfare , coni’ egli defiderava , al privato fuo ge-
Par. II. M nio,
tt\ Un lungo elogio di quello eccellente profeflóre fi (2) Quelli fu Giufeppe Gbe^t oratore , poeta , e pit«
lesse nel Tom, IV. del Mui'eo Fiorentino alla pa- tore , di cui vedi la vita nel Tom II. delle Vite
l19 de’ pittori ecc. lenite da Leone Fvjcolt.
% ( xxxxvr. ) $
nio, ma fu corretto ad efercirare il fuo talento nelle pub¬
bliche operazioni ; onde per la chiefa di Santa Maria dell’ Ora¬
zione dovè condurre la tavola colla Santa Giuliana de’ Falco¬
nieri ; P altra colla venuta del divino Paraclito per la chiefa
dello Spiritoffanto ; due tavole per la chiefa di Santa Maria
in via Lata , ed una in quella di San Califfo . Adornò pure
d’ una tavola , e d’ altri dipinti la chiefa di San Salvadore
in Lauro a’ Coronari, e colorì la tavola dell’ aitar maggiore
nella chiefa di San Marcello al Corfo o. Dovè anche il Ghez-
zi , che era braviffimo nel colorire i ritratti al naturale , ef¬
figiare i venerabili fembianti di parecchi Prelati , e Cardina¬
li , ed in figura intera quelli de’ Pontefici Clemente XI. , In-
nocenzio XIII. , Benedetto XIII. , e Benedetto XIV. Per or¬
dine del mentovato Benedetto XIII. fece i difegni di tutti i
rami intagliati nel nuovo Ceremoniale de’ Vefcovi ; rapprefen-
tò in un quadro la pubblicazione del Concilio Romano fegui-
ta 1’ anno 17 25. nella Bafilica Lateranenfe ; elpreffe la mira-
colofa prefervazione del medefimo Papa dalle rovine del ter¬
remoto in Benevento (■) per 1’ intercelhone di San Filippo Ne¬
ri ; e nelle villeggiature , che faceva il fapientilfimo Pontefi¬
ce Benedetto XIV. dovè talora colà portarli per ritrarre al¬
la di lui prefenza con curiofe caricature , nel che era egli
eccellente , molti de’ fuoi cortigiani , ed affilienti .
Per tali , ed altre fue doti maravigliofe , quali furono il
colorire di fmalto , 1’ intagliare perfettamente in rame , lo
fcolpire in pietre dure , 1’ efercizio continovo di quei nobili
ftudj cominciati ad apprendere nella gioventù , il fuo genio
particolare per la medicina , per la notomia , e per la bota¬
nica , era divenuto quello inflancabile artefice 1’ ornamento di
Roma , 1’ amor del popolo , e un oggetto affai defiderato da
molti Sovrani d’ Europa (j); quando dopo un lungo corfo di
vita fu rapito dalla morte con univerlale difpiacimento il dì
5. di Marzo dell’ anno 1755. , e nella chiefa di San Salva¬
dore in Lauro fu dato al fuo cadavere onorevol ripofo .
NIC-
(1) L invenzione dell’ architettura , con cui fu ab- virtù, lo fece continuamente operare nel fuo palaz-
bel li ta quella chiela in occafione delle folenni fede , zo di Roma , e in altri luoghi , e fpczialmente nel.
che ivi li celebrarono per la canonizzazione di San- la Rufina in Frafcati .
ta Giuliana Falconieri, fu dei Gbe^i, che dipinfe pu- (2) Un tal quadro fu collocato appreflo a’ Padri dell*
re lo flendardo , ed il quadro lolito prelentarfi al Oratorio nella Chiela Nuova .
Pontefice, per commiflìone del Cardinale Jllejfandro (5) Due di quelli furono Carlo Sebafliano Borbone Re
Falconieri , che divenuto ammiratore della di lui gran delle due Sicilie , e il Re Cattolico Filippo V.
<t( XXXXVII. )fc

N I c c O L A I O
N A N N E T T I
P I T T 0 R E.

RA gli fcolari più rinomati del celebre di¬


pintore Aleffandro Gherardini dee giuda-
mente annoverarli il valente artefice Nic-
colaio Nannetti , che nacque in Firenze
il dì 12. di Gennaio dell’ anno 1675. ,
e che in tutto il cordo della Tua vita fu
Tempre occupato con fomma lode nell’
efercizio dell’ arte da lui poffeduta in una
maniera non ordinaria , come rifuita dalle
tante Tue opere , che ne’ facri templi , e nelle private abita¬
zioni della Tofcana tuttora s’ ammirano . Per dare un qual-
he faggio del fapere di quello valentuomo , balta rammen¬
tare i quattro bellillimi Baccanali , e gli altri lavori a fre¬
sco condotti in Pifa o nel palazzo della nobil famiglia Zuc¬
chetti ; il falone , ed altre danze contigue dipinte nella vil-
j ! del Cavalier Puccini detta Scornio ; le opere efeguite in
Pidoia ne’ palazzi degli Amati , e de’ Celleft , 1’ altre termi¬
nate nella villa al Terrafino de’ Riccardi , in quella verfo Em¬
poli de’ Rinuccini to, ed altrove.
Potrebbonlì pur mentovare diverft dipinti del Nannetti
fparft nelle cafe di molti nobili fiorentini ; ma farà per elfo
di maggior gloria il far parola della tavola, e de’ due qua¬
dri laterali dipinti a olio collo sfondo colorito a frefco del¬
ia cappella degli Anforti nella chiefa della Santiflima Nonzia-
ta ; delie due tavole , che fi confervano nella compagnia de’
Teflitori ; e della tavola , e de’ due quadri laterali alla cap¬
pella de’ Coletti nella chiefa de’ Padri del Carmine .

(1) In quella città dipinfe pure il Nannetti per la (s) Oltre a’ lavori , che conduffe a frefco il Nannetti
compagnia di San Giovanni m Spazzavento uno ften- in quella villa , dipinfe a olio diverti quadri di due,
dardo , in cui fi rapprefenta San Giovanni nel de- o tre figure , efprimenti i ritratti ifioriati di molti
lerto , ed è uno de’ migliori lavori di quello pittore. foggetti della nobil famiglia de’ Rinuccini.
«lì ( XXXXVIII. )

Dipinfe pure a frefco quattro lunette co’ medaglioni , e


10 sfondo della volta del primo ricetto nella compagnia del¬
le Stimate ; un medaglione, ed un ovato nella chiefa di San
Giovanni di Dio efprimente il primo la Beatiffima Vergine ,
che pone fui capo del detto Santo una corona di fpine , cd
11 fecondo il medefimo Santo , che lava i piedi di Gesù Cri-
fio comparfogli in fembianza di poverello ; fece il fregio ,
che ricorre intorno alla foffìtta , e le figure fopra 1’ altare
nella compagnia della Dottrina Criftiana ; nella chiefa di San
Donato effigiò le figure della foffìtta ; condufle a tempera due
ovati nella chiefa di Santa Lucia fui Prato ; ed altre molte
opere terminò per diverfi luoghi o , de’ quali riufcir po¬
trebbe noiofo un più proliflò , e minuto dettaglio .
All’ eleganza , e buon gufto nell’ efercizio della pittura
aggiunfe il Nannetti una maniera di vivere affai morigerata ,
ed efemplare , e feppe confervarfi apprelfo i fuoi cittadini il
credito di valentuomo , e la giuda lode di perfona onorata
fino alla morte , per cui fece palfaggio agli eterni ripofi il dì
15. di Maggio dell’ anno 1749. , e fu data fepoltura al fuo
corpo nella chiefa de’ Padri Carmelitani di Santa Maria Mag¬
giore .

AU-
(1) Fra quefli merita una particnlar menzione la Ba¬ chiefa de’ Padri della Vallombrofa , per cui conduf-
dia di Fiefole , dove molto dipinfe a frefco , e la fe un gran quadro con fomma lode.
3 ( XXXXIX. )$

AURELIANO
MILANI
PITTORE.

uantunque fin da fanciullo Aureliano Mi¬


lani , che era nato in Bologna 1’ anno
1675. fiotto la direzione di Giulio Celare
fiuo zio , e quindi nelle due ficuole di
Lorenzo Palmelli , e di Celare Gennari
s’ applicale allo ftudio del difiegno , e
della pittura con non ordinario profitto ;
fiembra nondimeno , che fin d’ allora egli
non fiapeffe adattarli a fieguitar la maniera
de’ fiuoi maelfri , e quella lolo de’ Caracci gli fielfie a cuore ,
mentre coll’ unica (corra del proprio talento fi pofie con ogni
premura a dileguare le loro opere , e giunfie in breve tem¬
po a poter copiare in difiegno , e in pittura il celebre qua¬
dro d’ Annibaie Caracci elprimente la Refurrezione del Si¬
gnore o. Quella fiua prima fatica gli fece acquillare la pro¬
tezione , e i’ affetto d’ un Religiofio Servita , amante dell’ ar¬
te , e quelli per aiutarlo , e per procurargli qualche guada¬
gno , lodandolo in ogni luogo , gli procacciò non poche com-
milìioni , traile quali furonvi alcuni quadri alili belli colla rap-
prefientanza della ftrage di Sant’ Orfola , e delle Vergini fue
compagne , del Riforgimento dì Crilto , e del penofio viaggio
fatto dal divin Redentore al Calvario in mezzo alla turba
de’ faldati , ed incontrato dalle donne piangenti . Animato dal¬
la lode , e incoraggito da’ lucroli proventi intraprefie il Mila¬
ni altri lavori a olio , ed a frefico con tal felice riuficimen-
to , che divulgatali la fama del fiuo valore , ebbe la commif-
fione dal Duca di Parma di colorir nove quadri di llorie fia-
Par. II. N ere ;
(1) Quella , ed altre più eftefe notizie riguardanti il Abecedario Pittorico fa onorata menzione di quello
Milani, fi leggono deferitte diffùfamente nel Voi. 2. ‘ pittore , « d’ alcune fue opere .
dell’ Accademia Clementina . Anche il P. Orlandi nell’
*# ( L. )

ere ; e quafi nel tempo ftelTo da diverfi cittadini fu incari¬


cato a terminare alcune fiorie , fralle quali molto piacque quel¬
la dipinta full’ alfe , degli ebrei, che danno idolatrando il vi¬
tello d’ oro ('); ed incontro 1’ univeriale approvazione il gran-
didimo difegno clprimente la caduta di Simon Mago, (>) che
dal General Marfili fu inviato al Pontefice Clemente XI.
Venne intanto al Milani il penfiero d’ abbandonare la
patria , dove già era dato uno de’ fondatori dell’ Accademia
Clementina , e dove per la chiefa della Mafcarella avea con¬
dotta la tavola del Santo Stetano lapidato , e 1’ altra con San
Girolamo , e col Beato Buonaparte Ghifilieri in quella della
Madonna della Vita ; e portatofi a Roma colla fua numerofa
famiglia , ivi godè la protezione del Cardinal Paolucci , che
gli lece fare alcuni quadri , e pitture a frefeo in Albano ,
per le chiete di San Pancrazio , e di San Marce'Io , ed altre
ravole gli fece commettere per la chiefa de’ Santi Giovanni,
e Paolo . Ebbe pure occalìone di terminare un adai vado di¬
fegno della Crocifìffione di Crido , di dipignere in un rame
il Profeta Daniello tra’ leoni , e in un bel quadro il Pre-
curfore Giovanni , che predica nel deferto alle turbe ; e per
nulla dire d’ altri molti difegni , pitture, ed intagli in ra¬
me mirabilmente efeguiti , dipinfe a frefeo la galleria del
Principe Panfili con tale impegno , che queda fu creduta 1’
opera più perfetta , che ufcide dalie mani di quedo artefice.
Ville in Roma il Milani lungo tempo , molti lavori vi ter¬
minò , vi tenne pubblica fcuola con numerofo concorda d’ ot¬
timi allievi , e vi li mantenne con fomma riputazione , e col
credito principalmente di bravi (fimo difegnarore ; ed ivi paf-
sò ali’ altra vita il dì 17. di Settembre dell’ anno 1749.

FINE DELLA PARTE II. DEL VOLUME I.

IN-
(1) Gli argomenti di quelle fiorie , che richiedevano nel quale effigiò Ercole , che uccide Cacco .
la mollra d’ infinite figure , molto s’ adattavano al
(2) Per quello perfonaggio dipinfc pure il Milani il ri-
fecondo talento di quello pittore , che era amante d’
tratto del Re Lodovico XV. allora fanciullo , e Net-
elprimere popolari , e tumultuofe adunanze e che
tunno , ed altre figure in un gran quadro , che fu
inoltre molco gradiva di colorire uomini nudi , mu-
dal medefimo mandato a Marfilia per certa pubblica
fcolofi , e terribili , come fece conofcere in molte folennità .
occafioni , e particolarmente in un belliilimo quadro,
*fì ( LI. )
I N D I C E
delle cose notabili

CHE SI CONTENGONO NELLA PRIMA, E SECONDA PARTE


DEL PRIMO VOLUME.

Il contrajjegno dell * indica ejfer nelle Note quanto viene accennato .

A
A Driano Fiammingo pittore. I. 14. *
Albani Giu. Francejco Cardinale , e di¬
Arrigo IV. Re di Francia riceve belliflìmi qua¬
dri da Giulio Cejare detto 1’ Alpino , e lo
ricolma di preziofi donativi . I. 8.
Artimint Maddalena terza moglie di Giv.Jìo Sub-
poi Pontefice Clemente XI. ordina va- termans . I. 22. *
rj lavori a Pier Leone Ghezjf da lui amato, Afpertim Amico , emulo del Bagnacavallo . I. 2.
e protetto . II. 45. Con lui dipinge in San Petronio di Bologna.
Allori Aleffandrò pittore non può ottenere , che ivi * .
luo figliuolo fi dichiari leguace del¬
Crifìofano
la l'uà maniera , I. 13.
Allori Cristofano detto il Bronzino pittore .
B
Impara 1’ arte da Aleffandro fuo padre . I. acherelli Vincenzio pittore impara 1’ ar¬
13. Propone d’ allontanarli dalla di lui ma¬ te da /.ìnton Domenico Gabbiani . II. 41.
niera , e dalla cala paterna . ivi . Apre Rilolve di leguitar la maniera d’ AleJJandro
una nuova fcuola , e fa conolcere il luo va¬ Gberardini, che lo conduce a Livorno. 41.42.
lore con una lodatifiima tela . ivi . Altre lue Suo viaggio a Londra . ivi . E' accolto , e
opere . I 14. E' bravo nell’ effigiare i ri¬ impiegato dal Re di Portogallo . ivi . Sue
tratti al naturale . ivi . Viene incaricato dal opere . tvi . Suo conliderabil guadagno , e lue
Granduca Ferdinando l. a proleguir la Serie occupazioni dopo il ritorno alla patria . ivi .
de’ ritratti degli uomini illuftri . ivi . Eccel¬ Sua morte . ivi .
lente nel dipingere in piccolillima forma i Bagnacavallo V. Ramenghi Bartolommeo .
fembianti deile femmine , ed 1 paefi tecondo Bagnafchi Sandrino famolo pittore per la natu¬
la foggia d’ Adriano Fiammingo, ivi . Suo rale rapprelentanza de romitorj . II. 16. *
carattere biafimevole , e lua morte . ivi . Bala/Jt Mario . Divitn maeltro d’ Andrea Scac¬
Anna Linfa Elettrice Vedova Palatina Principef- ciati . II. 3.
fa di Tolcana , commette varie pitture a Balducci Giovanni detto Cofci pittore, e fcolare
Tommafo Redi . II. 28. Adorna di pitture di del Naldini . I. 9. *
Francejco Soderini il lacro Ritiro della Quie¬ Bamberini Anton Domenico pittore , e fco¬
te . II. 39. 40. lare di Simone Pignoni . II. 29. Sua prima
l Arpino detto Giuseppe Cesare pittore . opera . ivi . Torna da Roma , e conduce di¬
Impara i principi dell’ arte dal padre . I. 7. verfi lavori in Firenze . ivi . Altre lue pit¬
D’ anni tredici comincia a ope are. ivi. E' ture per diverfe cittk , e ca(teli 1 della To-
protetto dal Pontefice Gregorio Xlll. . ivi . fcana . 30. Fa diverfi ritratti . ivi . Si di¬
Sue opere fatte in Roma , ed in Napoli, ivi. letta pure di colorire varie cole naturali .
Anche il Papa Clemente Vili, lo protegge , ivi . Sua ipocondria , e morte . ivi .
e lo dichiara Cavaliere dell’ abito di Cri- Bartolozpzj Sebafltano Benedetto pubblica in Fi¬
fio I. 8. Lavori , che da quefio Pontefice gli renze la vita di Iacopo Vignali .1 19. * , e
vengon commeffì . ivi . Va in Francia col quella pure d’ Antonio Franchi . I. 40. *
Cardinale Aldobrandmi . ivi . Suo ritorno in Becallini Giovanni pittore . Suo divagante
Roma , e fue opere l’otto diverfi Pontificati . umore . II. 5. Diviene quali fanatico . ivi .
ivi . Invia alcuni quadri al Re di Francia . Impara l’arte da Romolo Panfi. ivi• Sue pit¬
ivi . Suo carattere , e morte . ivi . ture in diverfi luoghi . 5. 6. E' bravo nel
re-
•n ) S* .
fiaurare ]’ antiche pitture . II. 6. Dimora
molto tempo in Pi fa , e vi reftaura alcune
c
lunette nel Campo Santo . ivi . r^ Alvi Ottavia moglie di Livio Mebus . I.
della Bella Stefano va a Roma con Livio Me- 34. * •
bus . I. 34. Canuti Domenico pittore , maefiro d’ Antonio
Berti Giovanni letterato , ed amico di Gregorio Burino . II. 9.
Pagani , dal quale ottenne una bellilfima ta¬ Caravaggio pittore prende compagno ne’ fuoi
vola . I. 6. * viaggi Lionello Spada . I. 12.
Bonaccorsi Piero pittore . Sua nafcita , ed Cardi Lodovico detto il Cigoli attende alla pit¬
educazione . I. 3. Suo primo impiego . ivi . tura con Gregorio Pagani . I. 5.
Suoi primi maeliri . ivi . Si porta a Roma Carducci Bartolommco invia in Spagna varie
col Vaga . ivi . Da lui prende il nome di opere di Gregorio Pagani. I. 6. Fu pittore,
Pierina del Vaga . ivi * . Lavora a opera in e Icolare di Federigo Zuccheri, ivi *.
Roma a cagione di Tua povertà . ivi . E' lo¬ Carlo Fiammingo, pfitor di battaglie. I. 33.
dato da infigni profelfori . ivi. Viene impie¬ Carlo II. Re di Spagna chiama alla fua Corte
gato da Raffaello da Urbino in varj lavori . Luca Giordano , e gli comparte grandiflìmi
ivi . Lavora per 1’ Arcivelcovo di Cipri . 4. onori . I. 38.
Motivo di lua partenza da Roma, ivi. Prende Carlo Sebajliano Borbone Re delle due Sicilie
per moglie la torcila di Gio. Francefco Penai defidera d’ avere apprefio di le Pier Leone
detto il Fattore, ivi. Sue calamità lofferte. Ghe^gfi . II. 4<5. * .
ivi . Va a Genova in cala del Principe Do- del Carpio Marchefe Viceré di Napoli proteg¬
ria . ivi . Ritorna a Roma , e vi conduce ge Giufeppe Pinacci I. 47.
molte opere, ivi. Sua morte improvviia. ivi. Carofelli Angiolo infegna la pittura a Pietro
Bojcbi Fabbri \io pittore , primo maeftro di Si- Paolini . II. J.
mone Pignoni. I. 25. Carro fio Giovambatijla inftruifce nel difegno Si-
Bottan Giovanni . Sua nuova edizione delle Vi¬ nibaldo Scorda . I. 17.
te de’ Pittori lcritte dal Vafari , pubblicata Cafalini Lucia brava pittrice , e moglie di Fe¬
in Roma con erudite annotazioni nell’ anno lice Torelli . II. 3 6.
I75P. 1. 2. * , e altrove . de’ Ceri Andrea primo maefiro di Fiero Bo¬
Botti Dhicmto pittore . I. 45. ti accorf . I. 3.
Botti Francesco pittore. Dopo d’avere im¬ Cignani Carlo pittore raccomanda il fuo fcola-
partiti 1 principi dell’ arte dal padre , entra re Gio. Cammillo Sagrejìant a Cefare Genna¬
ntiìa Icuola di Simone Pignoni . I. 45. Di¬ ri . II. 17. Loda alcune opere di Felice To¬
viene clatto imitatore dell’ opere del mae- relli . IL 35.
Bro . ivi . Suoi lavori in Firenze , ed altro¬ Cinqui Giovanni pittore . Suo carattere . IL
ve . 45. 46. Suo viaggio a Roma , e lua 33. E difcepolo di Piero Dandini . ivi . Suoi
op ra . ivi . Motivo , per cui non fi vede lavori a frefeo . 34. Sue opere a olio . ivi .
i) luo ritratto nella danza de’ Pittori dell’ Im¬ Fa una ferie portentofa di quadri per coman¬
periai Galleria . ivi . Attende allo fiudio dell’ do del Granduca di Tofcana Co fimo ILI. ivi.
a noto mi a . ivi . Sua morte . ivi . Altra limile fpedita in Spagna , ma perita
Burini Barbera brava pittrice , e figlia d’ An¬ nel viaggio . ivi . Sua morte . ivi .
tonio Burino . il. io. * . Ciocchi Clemente fcultore . II. II.
Burino Antonio pittore . Sua inclinazione Ciocchi Gio. Filippo ingegnere . II. il.
grandifiima alia pittura . II. 9. Da le me- Ciocchi Gio. Maria'pittore , allievo di Pietro
defimo s introduce nella (cuoia di Domenico Dandini. II. ir. Sue prime produzioni, ivi.
Canuti . ivi . Attende a copiare le più bel¬ Non tralalcia lo ftudio delle belle lettere , e
le opere de’ Caracci . ivi . Si porta a Vene¬ della mufica. ivi. E' amante della poefia , e
zia , per ifrudiare i dipinti del Tintoretto , de’ letterati . 12. * . Suoi viaggi . ivi. Tor¬
e di Paolo, ivi. Tornato alla patria entra nato alla patria termina diverti lavori . ivi .
nella Icuola del Pa/tnelli . io. Varie fue ope¬ Non potendo più dipingere per debilitamen-
re . ivi . Suoi viaggi . ivi . Motivo , per cui to di vifia , difiende alcune offervazioni lo-
nell’ età più avanzata decima dalla fua pri¬ pra la fua profefiìone . ivi . Non può veder¬
ma maniera di dipingere . ivi . Sua morte . ne la pubblicazione forprefo dalla morte. ivi.
Ciocchi Michele bravo ingegnere. II. II.
Buontolenti Bernardo da giovanetto è trovato Clemente Vili, protegge /’ Arp'tno, 1’ impiega
vivo lotto ie rovine della fua cala . Il, 19. in vari lavori , e lo dichiara Cavaliere dell’
S abbocca con Torquato Taffo . ivi . abito di Crifto . I. 8.
Della Codignuola Girolamo dipigne infieme col
Bagnacavallo , e con Amico Afpertini alcune
fio-
<$ ( LI I !. )#*
ftorie nella chiefa di Sazi Petronio di Bolo¬
Falcone Aniello dipintore Napoletano con una
gna . I. i.
brigata di giovani coraggio!! , la maggior
Coeglio pittore del Re di Spagna Cerio li. , ed
parte pittori , s’ unilce coi famofo Mas Anici-
emulo di Luca Giordano . I. 38.
Io . 1. 28. * .
Cor figurini Avvocato procura , che fi pubblichi
Falconieri Alejfandro Cardinale è uno degli am¬
colle iiampe un opera di Ciò. Moria Ciocchi
miratori della virtù di Pier Leone Ghei^gi ,
intitolata La Pittura tn Parnafo . II. 12. * .
e lo fa molto operare . II. 46. * .
Comf1 Uopo pittore tnaefiro di Gii,'leppi Pi- Fattore . V. Penni Gio. Francefco .
naca . I. 47.
Federigo IV. Re di Danimarca nella dimora
fa Cortona Pietro loda una lunetta colorita dal
fatta in Firenze gode di fare acquifto d’ al¬
RoJJelli ne’ chioftri del convento della Non-
cune pitture d’ Antonio Franchi . I. 40.
ziata in Firenze . I. 16. D’ ordine del Prin¬
Fadmando I. Granduca di Tolcana commette a
cipe Mattias riceve nella fua fcuola Livio Criflofano Allori il profeguimento della Serie
Me/jus . I. 33. Infegna le più recondite fi¬
degli uomini illurtri , che fono ne’ corridori
nezze dell arte a Luca Giordano I. 37. dell’ Imperiai Galleria . I. 14.
Cofimo IL Granduca di Tofcana deflina al pro¬ Ferdinando II. Granduca di Tofcana fa colori¬
prio fervizio Giujìo Subterm ans . I. 21. re a Giujìo Subtermans la folenne funzione
Cofimo III. Granduca di Tofcana , ordina a del giuramento predatogli da’ Fiorentini nel
Pietro de Sparvier di fare i ritratti di Mon- principio dei fuo governo. I. 21. 22.
fignore Arcivefcovo Della Gherardefca, e del Ferdinando Granprincipe di Tofcana , ordina a
P. Sotomayor Gefuita . II. 14. *. Conferire Frajjcefco Botti di fare il proprio ritratto , per
un porto di corazziere a Girolamo Hajìner . collocarlo nella danza de’ pittori dell’ Impe¬
II. 23. Protegge, ed impiega in diverfi la¬ riai Galleria . I. 46. E protettore di Giufep-
vori Tommajo Redi . II. 27. 28. Manda un pe Ptnacct . I. 48. di Romolo Panji . I. 50.
quadro del medefimo alla Corte di Spagna . Si porta in perfona a vedere alcune pitture
II. 27. * . Ordina a Giovanni Cinqui una di Girolamo Hajìner nel di lui quartiere .
ferie di quadri . II. 33. Deftina al medefi¬ II. 24. * Ordina a Francefco Petrucci di fare
mo un decorofo meniuale afiegnamento.i'ui*. i difegni delle pitture efiltenti nel Palazzo de’
Tiene lempre un Ecce Homo nella fua ca¬ Pitti, e le copie di tre quadri d’ eccellenti pit¬
mera , dipinto da Francefco Soderini . II. 40, tori . II. 37. 38. Fa acquirto d’ una copia
Cu il radi Francesco pittore , è diffuafo dal latta da Francefco Soderini da lui protetto. II.
padre dall’ attendere all’ arte . f. 9. Scolare di
3P*
Batijìa Naldini . ivi . Diinoftra il luo valore Ferri Ciro maertro di Giufeppe Najini . I. 35.
con varie opere, ivi. Suo viaggio a Roma, Infegna in Roma 1’ arte a Tommajo Redi .
io. E' fatto Cavaliere di Crifto dal Re di Por¬ II. 27.
togallo . ivi . Ritorna a Firenze , e vi con¬ Ficberelli Felice pittore . I. 39.
duce molti lavori, ivi. Aborrilce la fcoftuma- Filippo V. Re di Spagna dà pcrmiffione a Lu¬
tezza nel dipignere . ivi . Sua morte . ivi . ca Giordano di tornare in Italia . I. 38.
Curradi Taddeo valente artefice nel lavorare di Fracanxano Francefco cognato di Salvator Ro-
(cultura belliflìmi Crocififli . I. 9. fa . I. 27.
Curti Girolamo detto il Dentone pittore , ami¬ Francefchini Baldaffarre detto il Volterrano ,
co , e compagno di Lionello Spada. I. n. maertro di Francefco Petrucci . II. 37.
Francefco I. Farnele Duca di Parma dichiara
D Conte Palatino , e Cavalier dello Spron d’
Oro Pier Leone Gbe-ggi . II. 45.
Andini Cefare pittore , maertro d’ AleJ- Franchi Antonio pittore , lcolare di Pietro
fandrò Roji . 1. 30. Paolini. I. 39. Trasfcritofi a Firenze fa gran
Dandim Piero pittore , maertro di Gio. Maria profitto lotto la direzione del Ficberelli , e
Ciocchi . II. 11. Suo parere intorno al di del Volterrano . ivi . Torna alla patria , e
lui valore . II. 12. * . Maertro di Niccolò La- quindi parta a Roma col Cardinal Buonvifi.
pi . II. 19. di Giovanni Cinqui .II. 33. Lo¬ ivi . Sue opere dopo il ritorno a Lucca , e
da al Granprincipe Ferdinando una copia fat¬ fuoi rtudj . ivi . Rifolve di fermare il luo log-
ta da Francefco Soderini . II. 39. * . giorno m Firenze protetto dalla Reai Caia
Dolci Carlo pittore , e maertro d’ Onorio Mari- de’ Medici . 40. Sue pitture in Firenze ,
nari . I. 29. ed altrove . ivi . Per ordine del Granpnnci-
pe Ferdinando copia una tavola di Fra Bar-
tolommeo dalla Porta . ivi * . [ 5V avverte il
F
benigno lettore , che quejìa copia c diverfa dall’
Abbretti Deianira prima moglie di Giufli altra , che fece Francefco Petrucci rapprefen-
Subtermans . I. 22. * . O tan-
# ( LI V. ) 0.
tante la figura di San Marco Evangelica , di nio fuo padre . I. 37. Dal Viceré di Napo¬
cui da noi fi parla alla pag.~K.XXVH. della Par¬ li è conlegnato alla direzione di Giujeppe
te li. di quefìo primo Volume . ] Filolofiche Ribera . ivi . Suo viaggio a Roma , e luoi
applicazioni del Franchi. ivi . Suo libro pub¬ fiudj . ivi. Si trasferire in Lombardia , e
blicato colla ftampa . ivi * . Sua malattia , e quindi alla patria , dove intraprende varj la¬
morte . ivi . vori . ivi . Sua venuta a Firenze , e fue ope¬
Francia Francefco infegna il dileguo a Barro- re . 38. Per avere una tavola del Pignoni of¬
lommeo Ramenghi detto il Bagnacavallo . ferire a’ padroni della medefima mille feu¬
Furini Francesco pittore . Impara il difegno di , e la copia di fua mano . I. 26. * . Torna
dal padre. I. 23. Fa i Tuoi ftudj lotto diver- alla patria , e poi va a Madrid chiamato
fi profelTori . ivi . Contrae in Roma amici¬ dal Re Carlo II. , che lo dichiara Cavaliere
zia con Giovanni da San Giovanni . ivi . Suo della Chiave d’ Oro , e gli aflegna per ono¬
ritorno a Firenze, e biafimevol contegno, ivi. rario dugento doble il mele . I. 38. Dopo va-
Termina nel palazzo de’ Pitti le opere non rj viaggi torna alla patria, dove muore, ivi.
finite del Mannozpf. ivi . Abbraccia la vita Giraldi Iacopo infigne letterato , ed amico di
ecclefiaftica . 24. Varie fue opere maraviglio- Gregorio Pagani , dal quale ottiene un bel¬
fe. ivi . Si trasferire col Principe di Tolcana li dì m 0 quadro elprimcntc la Natività del Si¬
Lorenzo de’ Medici alla villa della Pctraia . gnore . 1. <5. * .
ivi . Torna a Roma col Duca Salviati. ivi. Giulio Romano loda i d1 pinti di Pierino del Va¬
Motivo della l'uà ultima malattia , e morte . ga . I. 3. Colorifce col medefimo la volta
ivi . della Sala de’ Pontefici . ivi . Dal Papa Cle¬
mente VII. è dichiarato capo della profeffio*
G
ne infieme con Gio. Francefco Penni detto il
Abbiavi Anton Domenico pittore . Infegna Fattore . I. 4.
1’ arte a Tommafo Redi. II. 27. E' mae- Giufli Antonio pirtore , e uno de’ maeftri di
Itro di Vincenzio Bacherelli . II. 41. Gio. Cammillo Sagrejìani . II. 17.
Gennari Ce far e pittore , m adiro di Pietro de Greco Paolo zio materno di Salvator Rofa. I. 27.
Sparvier . II. 13. Infegna 1’ arte a Gio. Cam- Gregorio XIII. Pontefice protegge , ed affegna
tnillo Sagreflavi . II. 17. E' maeftro d’ Au¬ un decorofo llipendio a Giujeppe Cefare det¬
reliano Milani . II. 4p. to f Arpino . I. 7.
Gerivi Carlo Marchefe gode d’ avere in fua Guadagni Alejfandrò ottiene da Gregorio Pagani
compagnia Francefco Sederini . II- -10. * . la belliffima itoria di Mosè , che percuote
Gherardini Alessandro pittore . Apprende i la pietra . I. 5.
pnncipj dell’ arte da AlejJandrò Roji . 11. 7.
Diviene in breve tempo un eccellente mae-
H
Itro . ivi . Sue opere . 7. 8. Sua morte in
Livorno . ivi . astner Girolamo pittore . E' graziato
Ghezjzj Gtufeppe padre di Pier Leone , oratore, dal Granduca Cofimo 1IJ. d’ un pollo fra
poeta , e pittore . II. 45. * . fuoi corazzieri . II. 23. Studia 1’ arte nella
Ghezzi Pier Leone pittore . Studj , a’ quali fcuola di Livio Mebus. ivi. Diviene eccellente
attele nella gioventù . II. 45. E ammaeftra- nel colorire vedute di paefi , e marine . ivi .
to dal padre nell’ arte . ivi . Gode la prote¬ Suo difetto nel dipignere . ivi . Alcune fue
zione del Cardinale Gio. Francefco Albani, opere. 24. Suo carattere , e fua morte, ivi.
che fu il Pontefice Clemente XI. , e per lui
termina varj lavori . ivi . E' dichiarato Con¬
te Palatino , e Cavaliere dello Spron d’ Oro
L
dal Duca di Parma . ivi . Sue opere in Ro¬ api Niccolo' pittore. Scolare di Piero Dan-
ma . 46. Fa 1 ritratti di varj Pontefici, Car¬ dmi . II. ip. Sue pitture a frefco . ivi .
dinali , e Prelati . ivi . Sue pitture , e dife- Altri fuoi lavori a frelco , e a olio efpoffi al
gni fatti pel Pontefice Benedetto XIII. ivi - pubblico . 20. E' uno de’ dodici maeftri dell’
Il Pontefice Benedetto XtV. lo vuole appref- accademia del difegno . ivi . Sua morte .
lo di fe nelle villeggiature , e qual folle il ivi .
fine . ivi . E' dotato di molte prerogative . De Largilliere celebre ritrattifta , e maeftro di
ivi . Sua morte . ivi . Francefco Riviera . II. 15.
Gille Claudio detto Claudio Lorenefe pittore . Lippi Lorenzo maeftro d’ Andrea Scacciati. II. 3.
I* 44* Luigi XIII. Re di Francia riceve alcune opere
Giordano Antonio infegna i principj dell’ arte a di Giulio Cefare detto 1’ Arpino , e lo dichiara
Luca fuo figlio . I. 37. Cavaliere di San Michele . I. 8. Diverfo
Giordano Luca pittore . E' inflruito da Anto¬ parere d’ alcuni fcrittori fu tal propofito. ivi *.
Luti Benedetto pittore. II. 15.
•$> ( L V. )
invia un fuo quadro al Pontefice Clemente
M XI. ivi . Si porta a Roma , e quivi llabi-
lifce il fuo foggiorno . ivi . Vi termina bel-
Alvafia Carlo Cefare difende il Bagna- liffime opere . ivi . Quali fodero gli argomen¬
cavallo dall’ accufe dategli dal Va fari . ti , che più gli piacevano . ivi * . Sua mor¬
I. 2. * . te . ivi .
Mattai Domenico Maria fcrive la fioria del De¬ Milani Giulio Cefare pittore . II. 49.
ca merone di Giovanni Boccaccio . II. 25, * . Cristofano Monaiu pittore , braviamo imi¬
Manno^gf Giovanni da San Giovanni amico , e tatore del vero. IL 31. Quali fodero i par¬
compagno di Francefco Fucini . I. 23. ticolari (oggetti de’ fuoi dipinti . 32. Sua abi-
Maratta Carlo pittore loda in Roma Francefco lith nel pulire le pitture . ivi . Ripulifce i
Botti, e lo diffuade dal far ritorno alla patria. quadri del Duomo di Pila . ivi .
I. 46. * . Inlegna in Roma 1’ arte a Tom-
mafo Redi . II. 27.
Marinari Onorio pittore . Impara dal padre
N
i principj dell’ arte , e poi divien Icolare di Aldini Batifìa bravo pittore , e maeflro
Carlo Dolci . I. 20. Colorifce ritraiti al na¬ di Francefco Curradi . I. 9.
turale . ivi . Conduce diverfe tavole . 29. Nannetti Niccolaio pittore , Icolare d’ Alef-
30. Riceve da varj paefi molte commiffioni . fandrò Gberardini . II. 47. Sue opere . ivi .
l'ut . Ricnfa di portarfi a Venezia . ivi . Altri fuoi dipinti in Firenze . 48. Suo ca¬
Compilce alcune opere non finite del Dolci . rattere , e lua morte . ivi .
ivi . Sue pitture a frefco . ivi . Sua vita lo¬ Nasini Antonio p'ttore . E’ inflruito da Fran¬
litaria , e luoi fludj . ivi * . Sua opera data cefco luo padre , e pofcia da Raffaello Van-
alla luce . ivi * . Cagione della fua morte, ivi. ni . I. 35. Abbraccia lo flato ecclcfiallico .
Marinari Sigifmondo pittore , padre d’ Onorio . ivi . Suoi viaggi . ivi . Tornato a Siena ha
I. 29. diverfe commidioni di pubblici , e privati la¬
Marmo Cavaliere rende celebre co’ fuoi verfi al¬ vori . ivi . Sua dolce maniera nell’ inlcgna-
cune pitture di Sinibaldo Scorda. I. 18.*. re . 3 6. Sua morte . ivi .
Mattini Principe, Governatore di Siena, prende Nafini Appollonto allievo d’ Antonio fuo zio , c
la protezione di Livio Mebus . I. 33. figlio di Giujeppe Nafini. I. 36.
Mayer Conrado pittor Tigurino inlegna 1’ arte Fa fi ni Francefco inlegna i principj della pittu¬
a Gio. Ridolfo IVertmuller . I. 43. ra ad Antonio luo figlio . I. 35.
Malocchi Maddalena leconda moglie di Giufìo Nafmt Giujeppe pittor Senele . I. 35.
Subtermans . I. 22. * .
de’ Medici Gio. Carlo Cardinale nel fuo calino
di delizie ha fra i bravi fuoi comici Salvator
P
Rofa. I. 28. Agani Francefco bravo pittore , e padre di
de’ Medici Lorenzo Principe conduce alla villa Gregorio Pagani . I. 5.
della Petraia Francefco Furtni , che gli di pi¬ Pagani Gregorio pittore . Sua nafcita . I. 5.
gne bell 1 flìmi quadri . I. 24. Impara 1’ arte da Santi di Tito . ivi . Da lui
Mrhus Livio pittore . Condotto dal padre in fi licenzia , e fa amicizia col Cigoli . ivi .
Italia , lludia 1’ arte in Milano nella lcuola Dipigne con fomma bravura la fioria di Mo-
di Carlo Fiammingo. I. 33. In etk d’anni sè , che percuote la pietra . ivi. Suoi lavori,
15. arriva a Pillola male in arnele . ivi . e lua amicizia co’ letterati . 6. Conduce
Ottiene la protezione del Principe Mattias molte tavole , e varie pitture per diverfi paefi
Governatore di Siena . ivi . Fugge improvvi- dell’ Europa . ivi . Sua morte , e luo Jodevol
lamente da Firenze . ivi . E' coflretto a pren¬ carattere . ivi .
der foldo nella milizia per tre anni . 34. Paggi Giovambatifìa pittore, e maeflro di Sini¬
Suo ritorno a Siena . ivi . Fa varj viaggi . baldo Scor-^a . I. 17.
ivi . Stabilifce il iuo loggiorno in Firenze . Panfi Romolo pittore . Qual folle la fua vera
ivi . Sue opere maravigliofe , e lua morte . patria . I. 49. * . Fu allievo di Iacopo Vignali.
ivi. 49. Bravo nell’ efprimer battaglie , paefi ,
Milani Aureliano pittore , impara fotto la caramogi , ec. ivi . Sue belle qualith . 50.
direzione del fuo zio Giulio Cefare , e poi Poffiede Parti cavallerelche . ivi. E' amato,
nella lcuola di Lorenzo Pafìnelli , e di Ce¬ e protetto dal Cardinal Leopoldo de’ Medici ,
fare Gennari . II. 49. Seguita la maniera de’ e dal Granprincipe Ferdinando . ivi .
Caracci . ivi . Sua prima opera . ivi . Altri Paolini Pietro pittore . E' mandato a Roma
fuoi dipinti . ivi . Colorifce nove quadri pel da’ fuoi genitori a imparar la pittura . II. 1.
Duca di Parma . 49. 50. Il General Marfili Suo ritorno alla patria . ivi. Ricula P offerte
di
1Ì( L VI. ) ®*
di varj Principi . ivi . Nobili foggetti , pe’ termina . 47. 48. Venuto a Firenze fa mol¬
quali operò . 2. Sua elegante pittura nel te opere , e gode la protezione del Granprin¬
palazzo della Repubblica di Lucca, ivi. La¬ cipe Ferdinando . 48. Varj ftioi impieghi .
vora in varie chiele della Tua patria . ivi . 48- * . Attende al ritrovamento di varj fe-
Bravo nell' elprimere varj traftulli contadine- greti , per confervare , e reflaurar le pittu¬
fchi . ivi . Sua morte . ivi . re . ivi , Rilolve di paffare alle feconde noz¬
Pajinelli Lorengo pittore , uno de’ maeftri d’ An¬ ze in età d’ anni 72. ivi . Sua morte . ivi .
tonio Burino . II. io. Infegna l’arte a Aure¬
liano Milani . II. 45?,
Tenni Gio. Francefco detto il Fattore loda 1’ope¬
R
re di Pierino del Vaga . I. 3. Gli da per mo¬
glie la lua forella . I. 4. E dichiarato infic¬
R amenghi Bartolommeo detto il Bagna-
cavallo pittore . Parere intorno all’ an¬
ine con Giulio Tornano capo della profcflione no della lua nafcita .1. 1. * . Perchè detto
dal Pontefice Clemente VII. ivi . il Bagnacavallo . ivi . Impara il difegno da
Pericciuolt Giuliano bravo miniatore in penna . Francefco Francia . ivi . Si porta a Roma
L 33- per imparare da Raffaello da Urbino . ivi .
Pertichi Pietro pittore . Suoi primi ftudj . Suoi lavori in Bologna , ed altrove . 2. Bra¬
IL 43. Rilolve d’attendere all’arte in età vo nel colorire divote immagini . ivi . E' di-
d’ anni 27. ivi. Riceve il primo indirizzo da fefo dal Malvafia . ivi * .
un imbiancatore . ivi . Tre bravi profelfori Ramenghi Gio. Batijìa pittore , c figliuolo di
1’ ammaellrano , e lo proteggono . ivi . Sue Bartolommeo . I. 2.
opere a olio , e a frelco . 44. Sua dimora Redi Tommaso pittore , e fcolare d’ Anton
in Roma , e luoi lavori. ivi. Sua morte, ivi. Domenico Gabbiani . II. 27. E’ mandato a
Perujjino celebre paefifta . IL 16. * . ftudiare a Roma fotto 1’ indirizzo di Carlo
Petkucci Francesco pittore , difcepolo del Vol¬ Maratta , e di Ciro Ferri . ivi . E' richia¬
terrano . IL 37. D’ ordine del Granprincipe mato alla patria dal Granduca Cofimo III. ,
Ferdinando di Tolcana fa a chiarofcuro i di- e dal medefimo viene impiegato in diverfe
fegni delle pitture efiftenti nel palazzo de’ opere . 27. 28. Altre lue pitture, ivi. Dipin¬
Pitti . ivi. Fa la copia d’ un San Marco Evan¬ ge cinque belliflìmi quadri per perlonaggi In-
gelica , pittura di Fra Bartolommeo dalla Por¬ glefi . ivi . Dallo Czar Pietro il Grande ven¬
ta . ivi. [ Noti fi , che ciò fi conferma anche gono a lui raccomandati quattro giovani mo¬
dagli autori delle note al Ripofo di Raffaello lcoviti . ivi . Il m-defimo Monarca 1’ invita
Brrghini pag. 153. ] Fa la copia d’ una ta¬ in Mofca ad occupare il pollo di primo di¬
vola ci’ Andrea del Sarto . 38. d’ una tavola rettore dell’ accademia delle bell’ arti . ivi -
del RojJo . ivi . Sua tavola di propria in¬ Suo viaggio per la Tolcana , e lua morte . ivi.
venzione . ivi . Sua morte . ivi. Rendelli Giuseppe pittore , impara 1’ arte in
Pietro li. il Grande Czar di Mofcovia racco¬ Firenze da Onorio Marinari . II. 25. Divie¬
manda quattro giovani molcoviti , che in Fi¬ ne efatto imitatore della maniera del fuo mae-
renze doveano apprendere i nobili ftudj.,a Fom- Uro . 26. Sue opere . ivi. Sua morte . ivi .
mafo Redi , e quindi 1’ invita a Mofca ad Reni Guido . Suo parere intorno alle devote inda¬
occupare il pollo di primo direttore dell’ acca¬ gini de’ putti dipinte da Bartolommeo Ramen¬
demia delle bell’ arti . IL 28. ghi . I. 2. Cenfura un quadro di Lionello Spa¬
Pignoni Simone pittore, che feguita la maniera da . I. 11.
licenziola ciel Furini. I. 25. Èlercita da gio¬ Ribera Giufeppe pittor primario della Corte di
vanetto 1 arte del libraio . ivi . Entra nella Napoli , e maeftro di Luca Giordano . I. 37.
lcuola di Fabbrico Bofcht . ivi . Rifolve di Riviera Francesco pittore, allievo del cele¬
farli in leguito (colare del Pajftgnano , che bre ritrattifta De Largtlliere . II. 15. Suo arri¬
già 1’ aveva elortato ad apprendere la pittura. vo in Roma, ivi. Rilolve di palfare in Le¬
ivi . Si pone finalmente lotto la direzione del vante , e fuo foggiorno in Smirne, ivi. Qua¬
F uri ni, ivi. Suo carattere . ivi . Si porta nel¬ li folfero i foggetti , che egli intraprefe ad
la Lombardia . 26. Tornato alla patria s’ ap¬ cfprimere . ivi . Sua venuta a Livorno . i<5.
plica alla lettura delle fiorie , e perfeziona Sue opere diverfe , e fuo carattere • ivi .
la lua maniera di dipingere . ivi . Sue ope¬ Muore in età decrepita . ivi .
re lacre . ivi . Suoi buoni lentimenti Dell’ av¬ Roncalli Crifìofano detto il Cavalier Pomarancio
vicinai alla morte . ivi . infegna la pittura a Giufeppe Cefare chiamato
Pinacci Giuseppe pittore . Attende agli fludj /’ Arpino . I. 7.
dell’ arte lotto la direzione di Livio Mehus , Rosa Salvatore pittore . Suoi efercizj ftudiofì
e poi di Iacopo Cortefi . I. 47. Suo viaggio nell’ età giovanile . I. 27. Quali fodero i fuoi
a Roma , ed a Napoli , ed opere , che vi maeftri della pittura . ivi. Si riduce in mi-
feria
<$( LVII )£(•
feria dopo la morte del Padre . ivi. E' aiu¬ Scorza Sinibaldo pittore , miniatore , e in¬
tato dal Lanfranco . ivi . S’ introduce nelle tagliatore in rame . I. 17. Suoi primi lludj .
lcuole del Ribera, e d’ Aniello Falcone, ivi . ivi . Si rende bravo artefice nella lcuola di
Tornato da Roma fi determina di rapprefen- Giovambatifla Paggi . ivi . S’ occupa in colo¬
tare badi foggetti fulla maniera del Bamboc¬ rire vedute di marine, di fabbriche, ec. ivi.
cio. ivi . Suoi modi bizzarri , e rifoluzione Sue opere ricercate , e celebrate con pub¬
da lui prefa in Roma . 28. Suoi viaggi , e blici elogj . ivi . Vien chiamato dal
fue opere . ivi. Recita in Firenze commedie Duca di Savoia alla Corte per 1’ eccellenza
all’ improvvifo. ivi. Da compimento alle lue delle fue miniature . 18. Danni , e perfecu-
Satire in Volterra . ivi . Muore in Roma.ini. zioni , che egli foffre . ivi . Suo viaggio a
Rose Alessandro pittore • difcepolo di Cefa- Roma . ivi Muore in Genova fua patria, ivi.
re D andini , e maefiro d’ Aleffandro G ber ar¬ Serrano pittor Milanefe . I. 17.
gini . I. 31. Sue pitture a frefco . ivi . De¬ Sevin Claudio pittore , colorifce diverfi qua¬
finizione di varie fue opere . 31. 32= Con¬ dri nelle Corti d’ Inghilterra , e di Svezia .
duce alcune tavole , ivi . Cagione funefta I. 41. E infigne nel condurre i ritratti. 42.
della fua morte . ivi . Termina una bella tavola in Bruflelles. ivi.
Rojì Zanobi pittore , difcepolo di Crifìofano Al¬ Luogo della fua morte . ivi .
lori . 13.*. Sod eri ni Francesco pittore , fcolare d’ Alef-
Rosselli Matteo pittore , fcolare di Gregorio Jatidro Gherardmi . II. 39. Suo primo elperi-
Pagatili. 15. Si porta a Roma col PaJJìgnano, mento . ivi . E protetto , e impiegato dal
c in quella città ftudia 1’ opere di Raffaello, Granprincipe Ferdinando, e da tutta la Reai
e di Po'idoro . ivi . Motivo del fuo ritorno a Cala de’ Medici . 39. 40. Sue opere . ivi .
Firenze . ivi . Saggio d’ alcune lue fatiche . Sua unica pittura a frefco . ivi * . Gode una
16. E' maefiro d’ infigni , e celebri dipin¬ grande amicizia col Marchefe Carlo Cerini .
tori . ivi . * I Principi della Tofcana gl’ im- ivi * . Suo carattere , e morte . ivi .
pedifeono 1’ andare alla Corte di Modena . Sederini Mauro pittore . II. 40. * .
ivi . Sua morte . ivi . dal Sole Gio Gtufeppe pittore , dipinge in con¬
della Rovere Vittoria Granduchclfa di Tofcana correnza d’ Antonio Burino pel Duca della
commette diverfi lavori al Pignoni, e gli do¬ Mirandola . II. io. E' macftro di Felice To¬
na a varj Principi . I. 26. * . Dichiara fuo relli . 35.
pittore Antonio Franchi . I. 40. Spada Lionello pittore . Suo fiato miferabile
nell’ età giovenile . I. ir. S’ introduce nell’
s Accademia de’ Caracci . ivi . Rilolve di con¬

S agrestani Gio. Cammtllo allievo d’ An¬


tonio Giufìi , e di Romolo Panfi . II. 17.
trapporli al delicato ftile di Guido Reni. ivi.
Va col Caravaggio a Napoli , e a Malta . I.
12. Ritorna alla patria , e fi rende oggetto di
Dopo varj viaggi fi porta a Bologna , dove derifione . ivi . Sue opere in Bologna . ivi .
ftudia 1’ arte lotto la direzione di Carlo Ci¬ E' chiamato a Parma , e acquili* molta lode
gnoni , e di Cefare Gennari . ivi . Suo ritor¬ co’ luoi lavori . ivi . Sua rifoluzione d’ ab¬
no a Firenze , e lue opere . 17. 18. Si di¬ bandonar 1’ cfercizio della pittura . ivi . Sua
letta della poefia . ivi . Suo genio particola¬ morte in ifiato di lomma miferia . ivi .
re di fare 1 ritratti degli amici . ivi . Sua Spadaro Micco pittore . I. 27.
morte . ivi . De Sparvier Pietro pitrore . Prima d’ impa¬
Salatati Duca Jacopo accorda a Francefco Furi¬ rar f arte , attende in Livorno allo ftudio
no il comodo d’ una lua villa vicino a Firen¬ delle belle lettere. II. 13. Vien defiinato alla
ze . I. 24. mercatura . ivi . Motivo, per cui abbandona
de Sandrart Giovaccbino pittore , e fcrittore ec¬ un tale efercizio. ivi. Si porta a Bologna, e
cellente . I. 41. s’applica lotto la direzione di Cefare Gennari,
Scacciati Andrea . Impara la pittura da Lo- ivi . Cagione del luo viaggio a Roma . ivi.
ren^o Lippi . II. 3. Copia alcuni quadri di Velocità , colla quale conduce i ritratti . II.
Mario Balajft , ed entra nella fua fcuola . 14. * . Venuto a Firenze , è protetto dalla
ivi . Ricufa d’ andare a Londra . 4. Lavora Rcal Cala de’ Medici , e vi conduce molte
molte opere pe’ Principi di Tolcana . ivi . opere, e ritratti . II. 14. Suo carattere , e mor¬
Suo umore faceto , per cui divien caro alla te . ivi .
Granduchelfa Vittoria di Tofcana . ivi . Si Subtermans Giusto pittore . Studia i principj
porta a Lucca in pianelle . ivi * . Sua mor¬ dell’ arte lotto la direzione di Guglielmo de
te . ivi . Vos . I. 21. Suo viaggio a Parigi, ivi. Sua
Sciamerone Pippo pittore , cosà era denominato venuta a Firenze , e luoi lavori. ivi. Si porta
il padre di Francefco Furini . I. 23. *. alla Corte di Mantova, e quindi a Vienna,
do-
•i ( LV I 11. )&
dove riceve un diploma di nobiltà, ivi. S’in¬ da Verra?x*no Ulijfe Cavaliere protegge ,e con¬
cammina a Roma , e onori , che vi riceve . duce a Roma Anton Domenico Bamberini .
I. 22. Tornato a Firenze prende moglie, ivi. II. 2p.
Va di nuovo a Roma, e in Germania.*?;/. Vignali Jacopo pittore . E' pollo fotto la difci-
Palfa alle terze nozze nell’ ultimo fuo ritorno plina di Matteo Rojfelh . I. 19. Sue prime
a Firenze . ivi . Suo carattere di braviamo operazioni . ivi . Conduce molte tavole , ed
ritrattila , c l'uà morte . ivi. altre pitture I. 20. Nell’ anno 1530. memo¬
rabile pel funefto contagio lavora una tavola
T molto bella . ivi . * . Per un accidente d’ apo-
pleflìa diviene inabile . ivi . Sua morte .ivi .
Affo Torquato s’ abbocca in Firenze con Violante Beatrice di Baviera Granprincipelfa di
Bernardo Buontalcnti . II. ip. Tolcana compra un quadro di Pietro de Spar-
di Tito Santi è maeftro di Gregorio Pagani. I. 5. vier , e lo manda in Francia col fuo ritratto
Torelli Felice pittore . Sue giovanili appli¬ colorito dal medefimo . II. 14. * . Commette
cazioni . II. 35. Attende alla pittura nella varie pitture a Tommafo Redi . II. 28. Ri¬
Icuola di G10. Gtufeppe dal Sole . ivi . Sua guarda con parziale beneficenza Francefco So-
grande applicazione per vincere gli oracoli derini , e gli ordina molti quadri , e il fuo
de la natura, ivi. Sue prime opere. II. 35. proprio ritratto . II. 39.
36. Rilolve d’ aprir fcuola in fua cafa . ivi . Vittoria Granduchefta di Tofcana .Protegge An¬
Conduce moltiftìmi lavori per diverfe citta drea Scacciatile tutta la di lui famiglia. II.
dell’ Italia . ivi . Sua morte . ivi . 4- *• Lo fa chiamare alla carrozza , e lo (palio,
Torelli Gtufeppe efimio fuonator di violino, bra¬ che le ne prende . ivi * .
viamo maeftro di mufica , e coltivatore della de Vos Guglielmo pittore. I. 21.
pittura II. 35. * . Urbano Vili. Pontefice onora , e protegge Giujìo
Subtermans . I. 22.
V da Urbino Raffaello ama , e protegge Pierino del
Vaga . I. 3.
Ag_a pittore Fiorentino, da cui prefe la fua IVcrtmuller Gio. Giorgio Senator Tigurino, bra«
denominazione Piero Bonaccorjì detto Pieri¬ vo profeffore nel formar macchine incendiarie.
no del Vaga I. 3. * . 1.44.
del Vaga Pierino . V. Bonaccorjì Piero . I. 3. Wertmuller Gio. Ridolfo pittore , e archi¬
Vanni Raffaello pittore . Viaggia cou Livio Me- tetto . Suoi primi ftudj , e fuo profitto nell’
bu% per tutta la Lombardia . I. 34.. *. E' maeftro arte fotto la direzione di Conrado Mayer . I.
d’ Antonio Najìni . 1. 35. 43. Copia alcune opere di Paolo Veronefe . ivi.
Veracini Benedetto pittore . Suoi puerili Si pone a dipignere i ritratti. ivi . Attende
traftulli . II. 21. Diviene fcolare di Simone allo ftudio dell’ architettura . ivi . Suo viaggio
Pignoni . ivi . Attende a copiare le pitture in Am/ìerdam . ivi . Motivo del fuo ritorno
degl’ infigni artefici . II. 22. Sue opere, ivi. alla patria . 44. Suoi lavori, ivi. S’applica
Rcftaura felicemente le guafte pitture . ivi . alla plaftica . ivi. Gareggia col padre nell’
Bravo nell’ uniformarli allo ftile degli anti¬ operazioni meccaniche . ivi . Sua morte infe¬
chi , e moderni dipintori . ivi . Sua morte . lice . ivi .
ivi .

IL FINE DELL INDICE.


SERIE
DI RITRATTI
D I

CELEBRI PITTORI
DIPINTI DI PROPRIA MANO

CONSACRATA

ALLE ALTEZZE REALI

PIETRO LEOPOLDO
ARCIDUCA D’ AUSTRIA

PRINCIPE REALE D’ UNGHERIA E DI BOEMIA

GRANDUCA DI TOSCANA ec. ec. ec.


E DI

MARIA LUISA DI BORBONE


INFANTA DI SPAGNA

GRANDUCHESSA SUA SPOSA ec. ec. ec.

IN F I R E N Z_E.
s E E
D I R I T R A T T I
D 1

CELEBRI PITTORI
DIPINTI DI PROPRIA MANO

IN SEGUITO

A Quella Già’ Pubblicata

NEL MUSEO FIORENTINO


ESISTENTE APPRESSO

L’ ABATE ANTONIO PAZZI


CON BREVI NOTIZIE INTORNO A’ MEDESIMI

COMPILATE

DALL’ ABATE ORAZIO MARRINI

PARTE I. VOLUME lì.

I N F I R E N Z E. MDCCLXVI.

Nel a S T AMPERIA MOUC


CON A P P R OVAZIONE
INDICE
DE RITR ATTI
CHE SONO

IN QUESTA PRIMA PARTE


DEL VOLUME SECONDO.

J. V NG ELO TREVISANI Pittore pag. 4

it. SEBASTIANO GALEOTTI Pittore . 3

ni. LUCIA TORELLI Pittrice . 5

iv. LORENZO DEL MORO Pittore . 7

v. GIOVANNI BAGNOLI Pittore. 9

vi. G IO. DOMENICO PIESTRINI Pittore . 11

vii. FRANCESCO CONTI Pittore. 13

vili. GIO. BATISTA GRATI Pittore. 13

ix. MARCO BENEFIAL Pittore. 17

x. GIULIO PIGNATTA Pittore. ip

xi. FRANCESCO MONTI Pittore . 21

xil. GIO. BATISTA PERINI Pittore. 23

xi il. ANTONIO NI CCO L A PILLORI Pittore. 25

xiv. GIUSEPPE MARO Pittore. 27

xv. GIOVANNI CIABII.LI Pittore . 29

XVI. GIOVANNI CASINI Pittore. 31

xvil. AGOSTINO VER ACINI Pittore. 33

XVIII, G IN E SI O DEL BARBA P.ttore . 35

CRI-
XIX. CRISTOFANO TERZI Kiwi, 37
xx. ANTONIO ZANCHI Pitture . 3?

xxi. G IO. DOMENICO FERRETTI Pittore . 41

xxil. GIO. DOMENICO CAM PI GLIA Pittore. 43

xx ni. GIOVANNI SORBI Pittore. 45

XXIV. GIO. GIUSTINO PREISLER Pittore. +7

xxv. FILIPPO DELLA VALLE Scultore. 47

IL FINE
<41 ( I. ) t*

ANGELO TREVISANI
PITTORE.

■e il vivo defiderio d’ una vera gloria , che


elTer fuole negli animi nobili , e genero-
fi il più forte (limolo per le ammirabili
imprefe , fu nella maggior parte de’ va-
lorofi artefici , che compongono quelta Se¬
rie , la bella , e primaria cagione del loro
avanzamento , e della loro (ingoiare virtù ;
entra opportunamente a dar felice prin¬
cipio al Secondo Volume della medefi-
ma P infigne pittore Angelo Trevisani , che al primo fen-
tirfi rinfacciare da un eccellente profeffòre la propria impe¬
rizia nell’ arte , sì fitto rammarico ne provò , e tali in lui fi
dedarono ardenti brame d’ onore , e di gloria , che franco
l'ifolvè di tentare ogni via per giungerne giallamente al lu-
minofo acquillo , e di cancellare collo Iplendore delle fue
virtuofe fatiche gl’ ignominioli , e da lui fino adora in fe non
ravvilati legnali di prefonruofa ignoranza .
Nato egli in Venezia P anno 1669 (■> avea pattati i gior¬
ni Tuoi giovanili nell’ elercizio del ballo , e s’ era fatto ve¬
dere fino ne’ pubblici teatri ; ma nel tempo dello invitato
da un interno genio ad applicarli allo dudio della pittura ,
frequentava la (cuoia d’ Andrea Celedi (>); e lulingandofi già
di faper molto , non dubitava punto di fard veder per le chie¬
de in atto di copiar le tavole de’ maedri più rinomati . Aven¬
dolo un giorno per buona forte trovato il celebre Cavaliere
Domenico Tempedi nella chieda de’ Santi Giovanni e Paolo ,
Voi 11 P. I. A tur-
(lì Non fi tralafcia di confettare, che il Ritratto del bligati anche quella vòlta a non mantenere efatta-
Trevifavfi
, fecondo il metodo cronologico da noi mente un tal ordine. ,
pella miglior forma pofTìbile praticato, dovea collo- (2Ì Vedi le lodi di quello bravo pittore nell A ece-
carfi nella P. II. del Voi. T. di quelta Serie; ma P dario Pittorico del P. Orlandi .
averne noi fatto acquifto pofteriormente , ci ha ob-
41 ( II. ) li-
tutto intento a copiare un famofo quadro di Tiziano , con
/incera franchezza gli fè conofcere la fua dappocaggine , e il
temerario fuo ardire ; e con rifolute parole gli fece intende¬
re , che la vera maniera di ftudiar con profitto era foltanto
quella d’ apparar bene il difegno nell’ Accademia , e (otto la
direzione d’ un efperto precettore . Altro non ci volle , per¬
chè il Trevifani , riconolciuta in quel punto la fua fcarfiffi-
ma abilita , ricolmo di rollo re , e accelo di nobil desio di
pareggiare nel merito , e nella gloria i più bravi artefici ,
nfolvelie di cangiar metodo , c d’ interamente applicarfi a
uno Audio indefelfo. Quindi è , che approfittandofi degl’ in-
fegnamenti , che andava egli di continovo cercando da’ più
accreditati maeftri , e giorno e notte dilegnando con inftanca*
bde impegno , gli riulcj finalmente di giungere al poflello di
quella gloria , a cui tanto afpirava , ed a cui meritamente lo
inalzarono non folo i di lui molti ritratti felicemente efe-
guiti (!) , ma i tanti , e divedi quadri con ottimo gulto ar¬
ricchiti di figure efprimenti facre ftorie e profane ; e molto
più le bellilfime tavole , che efpofte al pubblico nelle chic¬
le di San Vitale , di San Giuliano , di Sant’ Angelo , di bau
Cofimo , di San Biagio , ed altrove , fono illuliri monumenti
del luo fapere ; e dimoftrano chiaramente, che la morte di
quello valentuomo , feguita il di primo di Dicembre dell’
anno 1746., dovè effcre giuftamente compianta da tutti i ve¬
ri amatoti delie bell’ arti ,

SF-
(1) Con tutta ragione fu il Trevifani denominato buon 1’ aggiunte da lui fatte all’ Abecedario Pittorico c
figurila, cd ottimo ritrattila da Pietro Guarienti nel-
$( III. )(»

SEBASTIANO GALEOTTI
P .... / T T 0 R e.

certamente era flato il profitto , che


rande
Galeotti avea fatto in Firen¬
Sebastiano
ze , dove era nato 1’ anno 1676. , fiotto
la direzione dell’ infigne dipintore Alefi-
fiandro Gherardini ; ma defiderofio egli d’
acquifere nuove e più eftefie cognizioni
nell’ arte , pensò di trasferirli a Bologna ,
invitato colà dalla fama , e dal merito del
celebratiflimo macftro Gio. Giufeppe dal
Sole , dal quale apprefie la ficura maniera di comparir valen¬
tuomo . Tornato in fatti alla patria , diede fubiro manifefle
riprove dell’ indicibil frutto ricavato dagl’ indetefli fuoi ftudj;
e colla produzione di varj ben intefi lavori a olio , ed a fre-
feo , e col maneggio de’ fuoi fpediti e 1 piritoli pennelli li
procacciò apprello gl’ intendenti il credito d’ artefice valoro-
fo , A lui pertanto diverfe opere furon commeffe da parec¬
chi nobili cittadini , nelle cafe de’ quali tuttora fi conferva¬
no molti fuoi quadri condotti con ottimo gufto (■) ; e ne’
fiacri pubblici luoghi della noftra città s’ ammiran pure del
Galeotti non poche ftimibili pitture , come nel fecondo chio-
(tro de’ Padri di San Marco cinque lunette , che rapprefenta-
no alcuni fatti del a vita di San Domenico ; nella chiela di
Sant’ Iacopo fopr’ Arno una tavola efprimente 1’ immacolata
Concezione di Maria Vergine ; e nella chiefa delle Monache
di Sant’ Orfola lo sfondo della fofhtta (>) con San Pietro d’
Alcantara , che adora la Croce circondata da alcuni Angioli .
Più

( 1 ) Uno di quelli quadri rapprefentante lo fpofalizio Chiefc Fiorentine Tom. VII. pag. 49., che il Galeotti
di Rebecca , che fu già della nobi! famiglia France- credendo la foffitta più alta di quello , che è , s’ in¬
febi , è appreflo il Sig. Ignazio Hugfoed . gannò nelle figure ; onde quelle non fanno quella
(2) Avverte il P. Ricba nelle Notizie Iftoriche delle veduta , che meritano .
<0 (IV.) (
Piu grandiofe però , e meritevoli di maggior lode luron
1’ opere , che quello bravo pittore terminò in varie città del-
1’ Italia; ma aliai lunga, e difficile imprefa farebbe il voler
dare delle mcdefime una minuta contezza . Diremo folo , che
in Piacenza , dove egli li trattenne molto tempo , oltre a tan¬
te altre laudevoli produzioni , che fparfe in gran numero per
le chiefe , e per le caffi di quella illuftre città, dipinte uno
sfondo nella chiefa di San Donnino , e in quella de’ Padri Tea¬
tini una tavola rappreffintante Santa Cecilia : che nel palazzo
del Conte Scotti arricchì de’ luoi dipinti una gran fai a col¬
la dimoftranza di varie impreffi d’ Ercole , il quale nello sfon¬
do viene efpreffo afeendente alla Gloria , coll’ aggiunta di
quattro grandiffimi quadri a olio , in cui s’ ammirano alcune
celebri azioni di Cleopatra , e di Marc’ Antonio : e che final¬
mente pallando egli a ffirvire quella Reai Corte fregiò de’
luoi vivaci colori un belliffimo gabinetto . In Parma pure in¬
ficine con Franceffio Natali architetto dipinte la cupola , e le
pareti della chiefa della Madonna delle Grazie ; in Milano al¬
cune danze del palazzo Calderara ; e in Cremona, in Berga¬
mo , in Genova , e in altri paefi lafciò legnalate memorie d,l
fuo gran merito , ricevendo fempre , ovunque s’ incamminò ,
dalle cuffie perfone , che eran capaci di riconoffierc la di lui
virtù , didimi contraffegni di vera dima , e codante fico alla
morte , che lo rolffi dal numero de’ viventi in età più che
lettuagenana in un luogo del Territorio Genovele .

LU-
*( V.

LUCI A TORELLI
TTRICE.

al cognome del celebre dipintore Felice


Torelli (■) fuo conforte , non già da
quello del padre , che era de’ Ca(al 1 ni ,
viene comunemente rammentata , e cele¬
brata con fomma lode la brava pittrice
Lucia Torelli, che nacque in Bolo¬
gna nell’ anno 1677. , e che dopo d’ avere
apprefo i principi del difegno da Carlo
Calalini fuo cugino , divenne fcolara dell’
eccellente artefice Gio. Giufeppe dal Sole , fotto la di cui
direzione fece maravigliofi progredì . Fattafi in breve tempo
valente maeftra , cominciò a dar pubbliche ripruove del fuo
fapere ; e molte furon quindi le tavole , che ella condufle
con fomma efattezza , d’ alcune delle quali farem menzione!»).
Per la chiefa parrocchiale di San Marino colorì una tavola
efprimente due Santi protettori di quel Comune , e una per
la chiefa de’ Padri Celeftini colle figure di Maria Vergine ,
e di San Niccola da Tolentino ; e Umilmente per quella di
San Giovanni di Dìo un’ altra ne terminò colla rapprefen-
tanza del detto Santo in atto di lavare i piedi a’ pellegrini .
Ma non folo nella fua patria , ma anche nelle città di To¬
rino , di Gualìalla , di Reggio , di Caftiglione , e in altri
luoghi d’ Italia dipinfe egregiamente divede tavole , e ften-
dardi aliai vaghi , ed altre bellilfime opere fenza numero ,
ficcome quella , a cui giammai non mancarono occafioni di
fare in ogni tempo rifplendere il fuo valore , che pure tu
conofciuro dalla Regina di Spagna , per cui colorì una San-
Vot. Il P. /. B ta
( 1 ) Vedi la P. II. del Voi. I. di quella Serie alla pa- brava dipintorefla «’ è ricavata dal Voi. II. della Sta-
gina 35. ria Clement. pag. 8ò.
(2) La maggior parte delle notizie riguardanti quella
$ ( VI. ) fa
ta Maria Maddalena nel deferto , e da varj perfonaggi di
quella Corte , pe’ quali diverfi quadri dovè condurre .
Si dimoftrò altresì Lucia molto efperta , ed intendente
nell’ effigiare i ritratti ; ond’ è che ella venne impiegata ad
efprimere co’ Tuoi vivaci colori i fembianti di molti Signori
di didinzione , d’ infigni letterati , di parecchi Cardinali , e
finalmente del Principe di Galles figlio primogenito di Gia¬
como III. Re della Gran - Brettagna , alla di cui conforte
Regina dipinfe pure due quadri efprimenti Maria Santiffima
Addolorata , e un Ecce Homo .
Non è poffibile il rammentare nel breve giro di poche
righe 1’ altre numerofe pitture di quella femmina valorofa ;
e folo potrà badare il faperfi , che ella non cefsò giammai
d’ operare con pronta vivezza , e con forprendente bravura
anche nell’ età più avanzata , alla quale ella giunfe felice¬
mente , fopravvivendo per lungo tempo al marito ; e la di lei
morte, che feguì nell’anno 1762 fu giudamente compianta da
chi fapea riconofcere queda pittrice come una di quelle don¬
ne maravigliofe , che aggiungendo gloria , ed ornamento al fuo
fello , celebri fi renderono pel franco , ed ammirabile efer-
cizio dell’ arte .
( VII. )P

O R N O
DEL MORO
O R

borioso tuttora fra’ profcflori , e fra gli


amanti delle bell’ arti rifuona il nome del
/ J •» fW 7 1
valente artefice Lorenzo del Moro,
che il di 16. di Dicembre dell’anno 1677.
y é:"‘‘
nacque in Firenze . Dopo d’ aver egli
.Hi- ne’ primi anni della fua gioventù attefo
agli ftudj dell’ umane lettere , da Rinal¬
do Botti 0 fuo cugino , che in lui rav¬
visò vivacità , e prontezza di fpirito , fu
ammaeftrato ne’ principi del difegno , e dell’ architettura , e
da Aleflandro Gherardini (■) imparò la maniera di condurre,
e di colorir le figure . Fu tale il progrelfo , che quello
attento , ed indefeffo giovane fotto la dif'ciplina di quefli due
infigni maeflri fece nello fpazio di cinque anni , che veden¬
dolo operare il Principe francefco de’ Medici nella villa di
Lappeggi , dove il Botti , che ivi lavorava , 1’ avea condot¬
to , ed in elio fcuoprendo un’ abdità forprendente , e fupe-
riore all’ età , 1’ accolfe benignamente fotto la fua protezio¬
ne , e prima coll’ efortaziom , e con le lodi , indi con ge-
nerofa munificenza 1’ animò a feguitare con impegno , e con
vigore l’jntraprefo cammino oj.
Incoraggito pertanto da sì benefico Mecenate , e violen¬
temente fofpinto dall’ amor delia gloria , giunfe ben predo
per una certa novità di gudo, per la vaga maniera del co¬
lorire , e per la vivezza dell’ immaginazione a fuperare il mae-
dro,
( 1 ) Di quello artefice , che fu fcolare di Jacopo Cbia- tanto per la fua continua applicazione , e per la vi¬
vijìelli , e bravo pittore d’ architettura , ne fa ono¬ vezza del proprio ingegno , quanto per la parziale ,
rata menzione il P. Orlandi nell’ jibeccdario Pittorico . ed affettuofa protezione del Principe Francefco de'Mo¬
(2) Vedi le notizie di quefio pittore nella P. 2. del dici , il quale , finché vilfe , P aiutò , e incoraggi
Voi. 1. di quella Serie pagi 7. con generofi donativi , che fogliono edere negli ani¬
' 3 ) Può dirli con tutta ragione , che Lorenzo del Moro mi giovanili i più forti flimoli per correre a gran
divenne in breve tempo eccellente profeflbre non palli nel faticofo fentiero della virtù .
4( Vili.
ftro , il quale con raro efempio di civile moderatezza non
punto (offrendo di mala voglia di vederli inferiore al fuo di-
fcepolo , con lui s’ accordò di ritenerlo appreffo di fe fino all’
età d’ anni trenta , e di divider con effo il guadagno de’ lavo¬
ri , che avellerò infieme terminati, fra’ quali foltanto ram¬
menteremo le pitture condotte nella chiefa di San Domenico
di Fiefole , e nella fala del palazzo degl’ Incontri in via de’
Servi (1).
Separatofi quindi dal maeftro , ed avendo apprefo un mo¬
do più hello di formar le figure fotto la direzione di Tom-
mafo Redi (»>, che avea fatto da Roma ritorno alla patria ,
cominciò da fe folo ad operare ; e talmente incontrò la co¬
mune approvazione la fua diligente , e franca maniera , il fuo
finilhmo gufto , il fuo nobil genio tendente fempre alla no¬
vità , e la fua feconda immaginativa nell’ inventar cofe non
mai fomiglianti alle già elpofte agli occhi del pubblico , che
fi trovò maifempre occupato nel dar compimento a innu¬
merabili commilfioni . 11 dover noi fervire alla brevità non
ci permette 1’ enumerare una gran parte delle fue (limate fati¬
che ; ma per addurre qualche ripruova del fuo valore fi giu¬
dica più che badante 1’ accennare i lavori da lui terminati
nelle chiefe delle Monache di Rotano , e de’ Padri Filippini
di Pidoia , nella compagnia detta dell’ Alberto Nero ; gli al¬
tri pure molto copiofi , e fingolari ne’ palazzi de’ Dini ,
de’ Ricafoli nella via di Terma , de’ Tempi , de’ Ricci ,
de’ Martellini , e finalmente nella nobil compagnia di Gesù
Pellegrino , la quale quantunque non d’ ottima bruttura,
nondimeno da lui dipinta con fomma accuratezza , ed ingegno ,
comparifce affai ragguardevole, e maedofa ; ma che per efler fi-
tuata quafi fotterra, e poco ventilata cagionò a quedo artefice,
che ivi fra’ fali delle frefche calcine dovè dimorar lungo tem¬
po , una lenta malattia , che dopo cinque mefi lo privò di
vira in età d’anni $6. il dì 14. di Luglio dell’anno 173$. e
il fuo cadavere fu fepolto nella chiefa di S. Felice in Piazza.

GIO-
( t ) E' da notarfi , che il Del Moro faceva egli folo di cui abbiam parlato nella P. II. del Voi. I. dì
tutti i difegni, e poi gli efeguiva infieme col Botti. quella Serie pag. 27. prefe per moglie Matgbftit*
(1) Qui opportunamente s’avverte, che Tommofo Redi, Dii Moro forella del noftro Lorenzo .
<t( IX. )$>

GIOVA N N
BAGNO L 1
PITTO R E.

ontuttoche' verfo la fine del pattato tte-


colo non mancalttero nella nottra città di
Firenze eccellenti profeffòri , che indiriz¬
zar potettero con ficurezza gli ftudiofi gio¬
vani all’ acquifto dell’ arte del difegno , e
della pittura , fi vide nondimeno coftrcr-
to Giovanni Bagnoli, che in quel
tempo viveva , effóndo nato il dì 29. di
Marzo dell’ anno 1678. , e che aveva già
appretto qualche principio di quelli nobili fiutij , ad abbando¬
nar la ttua patria , e ad altrove procacciarli qualche amore¬
vole precettore , per non poter più ttollenere con animo (of¬
ferente e tranquillo 1’ umor capricciotto , e le llravaganti pre-
tenfioni del padre (.).
Trasferitoli dunque a Milano 1’ animotto giovane , ed a-
vendo ivi per buona forte ritrovato il ( avalier Domenico
Tempetti , pensò d’ accodarli a quello eccellente protettore ,
e di ttupplicarlo della ttua protezione , e aliiftenza ; e lòtto
la direzione del medefimo , che benignamente 1’ accollò , e
1’ inlfruì con parziale affetto , e premura , lece un non me¬
diocre profitto , e molta franchezza acquifto nell’ operare .
Tornato quindi alla patria , e facendo conofcere la (in¬
goiar ttua perizia nell’ effigiare con proprietà mirabile , e con
viva efprelfione gli animali di qualunque ttpecie , incontrò la
(lima univerttale degl’ intendenti , ed ebbe molte occafioni di
farli diftingucre un valentuomo in tal genere di pittura . Di
Voi. II. P l. C qui
( r ) Si racconta, che Ciò. Antonie Bagnoli, padre del proprio talento , e fatiche nel fervir d’aiuto a un
noflro ipittore , alle tante dilobbhganti maniere , le altro pittore , e a ricevere dal medefimo un gior-
quali praticava col fuo figliuolo, aggiunfe anco quel- naliero , e molto fcarfo flipendio .
la di volerlo obbligare forzatamente a impiegare il
( X . ) if>
qui avvenne , che alcuni dipintori fi procurarono la di lui
amicizia , e lo invitarono a feco unirli nel compire quell’
opere , che richiedevano la veduta di varj animali ; ond’ è
che molti quadri per lo piu rapprefentanti bofeaglie , che
fparfamente fi ritrovano nelle cale de’ noftri cittadini , e in
maggior numero nelle ville della Reai Cala de’ Medici allo¬
ra regnante , furono arricchiti di diverfi animali vagamente
dipinti da quello artefice , che s’ era pur guadagnata la (lima
del Granprincipe Ferdinando . Dipingeva altresì con non mi¬
nore efatrezza le varie produzioni della terra , e in fpecial
modo ogni Torta di frutti , e di fiori ; ma febbene potette dir¬
li , che fimiglianti lavori fodero quelli , ne’ quali dimottra-
va maggiormente il fuo valore , non mancò nondimeno di far¬
li conofcere valente operatore nel condurre i ritratti al natu¬
rale , e nell’ elprimere in tele aflai grandi fpiritofi baccanali,
e diverfi fatti della divina Scrittura o, rapprefentando con
fomma bravura quelli appunto , che richiedevano la dilette-
vol comparfa di numerofi animali , cui egli fapeva con finillì-
mo guido , e con naturali attitudini efprimere , c dilporre
con pieno foddisfacimento di quegli efteri perfonaggi , e di
quei cittadini , che a lui commettevano così leggiadri lavori,
Potea pertanto giuftamente lulingarfi quello diligente pit¬
tore pel merito delle lue (limare fatiche d’ edere annoverato
fra quegli artefici , che battono francamente 1’ arduo , e pe~
figliolo fentiero della vera gloria ; ma la morte , che lo ra¬
pì dal mondo circa 1’ anno trentaquattrefimo dell’ età Tua ,
troncò improvvidamente ogni conceputa Iperanza di maggiore
riputazione , ed avanzamento ,

GIO-
( i ) Due di quelli quadri molto grandi fi vedono nel palazzo de’ Conti d' Elei.
*( XI. ) ^

GIO. DOMENICO
P I E S T R I N I
p I T T 0 R E .

vasto polla conferire al virruofo avanza¬


mento de’ figli la cultura dell’ animo , il
nobil genio , e il non mediocre polfedi-
mento delle bell’ arti ne’ genitori , rav-
vifar fi puote agevolmente nell’ educazio¬
ne data a Gio. Domenico Piestkini da
Francefco fuo padre , il quale oltre all’
avere attefo alla pittura t■ > , amantiifimo
ellendo della virtù , e defiderolo di ve¬
derla rìfplendere nella fua prole (>) , non mancò con que¬
llo fuo figlio , che nato gli era nella città di Piftoia il dì
4. di Settembre dell’ anno 1678 d’ ufare ogn’ indultria pof-
fibile , perché divenille un abile profellore .
Appena che fu giunto 1’ amato giovanetto all’ anno quat-
tordicefimo dell’ età fua , (limò bene Francefco di collocarlo
Torto la direzione del famofo dipintore Giufeppe Nafini , che
in quei tempi Raggiornava in Pifa ; e quindi dopo qualche
tempo fapendo egli , che era già divenuto franco nel dile-
gno , e molto efperto nel colorito , volle che per tre anni
fi tratteneUe in Bologna , e per altri due (uccellivi in Ve¬
nezia , acciocché potelfe aver comodo d’ imparare dall’ ope¬
re , e dall’ efempio di quei celebri profeiTòri la più ficura nu¬
mera di divenir valentuomo .
Ritornato alla patria diede tolto con fommo contento del
genitore luminofe teftimonianze di quel Capere , che aveva
ac-
(1) Francefco Pieflrini fu anch'egli un diligente pittore, propria cafa d’ eccellenti maeflri , divenne bravif-
c fu molto pratico nel colorire i paelì . lìma nell’ clprimere al naturale varie forti di fio¬
X2) Menta qui d’ effer rammentata con lode Eleonora ri , e di' frutti ; e molte opere di quella pittrice
Pieflrini , che per 1’ infinuazioni , e premure del fi trovano collocate in alcune ragguardevoli gal¬
gencrolo Tuo padre , che non ebbe riguardo a ve- lerie di Roma .
run dilpendio pel mantenimento continuo nella
<*} ( x 11. ) ttf*
acqniftato nella non breve lontananza dalla cala paterna ; ma
poco vi li potè trattenere per confolazione de’ Tuoi congiun¬
ti , e per gloria de’ luoi cittadini , elTendochè Monfignor
Carlo A godi no Fabbroni , ammirata la grande abilità di que¬
llo giovane , volle in lua compagnia condurlo a Roma o.
Non può ballevolmente (piegarli quanto grande folle il pia¬
cere di Gio. Domenico nel ritrovarli (otto sì valevole prote¬
zione in quella intigno metropoli , dove potè daziare a luo ta¬
lento 1’ ardente brama di perfezionarli nell’ arte ; ed allor fu ,
che gli riufcì finalmente di farli dillinguere in fpecial modo
per un valente artefice nel dipignere a frefco con un perfet¬
to dileguo , e con un ottimo colorito . Le opere , che lo fe¬
cero afcendere ad un grado eminente d’ univerfale riputazio¬
ne, furono i dipinti a frefco fatti nelle volte della chiedi di
Santa Maria in Via, della Cattedrale di Migliano in Sabina,
e della chieda principale di Monterotondo ; quelli pure cfe-
guiti nella tribuna della Cattedrale di Civira Caftellana , e
nella iala , e in due llanze del palazzo del Duca Conti ; 1
due quadri Umilmente nella fala della Confulta , le pitture
terminate nelle villa del Marchefe Patrizi (■); e per tacerne
altre molte , quelle egregiamente condotte nella città di
Jefi nel palazzo del Marchefe Onorati . Anche la città di Pi¬
llola fua patria , dove per commilitone di Monfignore , dipoi
Cardinale, Fabbroni (*) li trasferiva talora il Piedritti, confer¬
va un bel monumento del di lui ftpere nella chieda vecchia
della Madonna dell’ Umiltà ; e tale pure può riputarli lo
sfondo della foflìtta dipinto a olio nella chieda della Santif-
fima Trinità .
Altre ripruove fi potrebbon produrre della domina perizia
di quello artefice , e in fpecial guida le molte opere a olio
fpedite in Spagna , e in altri regni li potrebbero enumera¬
re ; ma non altro ci permette loggiugnere lo (labi 11ro lille-
ma della brevità , de non che egli terminò di vivere in Ro¬
ma il dì io. di Maggio dell’ anno 1740., e che il di lui
corpo nella chieda di San Lorenzo in Damado giace kpolto.
FRAN-
(O Ciò feguì nel principio del predente fecolo in oc- (2) E' molto (limata in quefla villa la pittura a fre-
caftone , che Monfignor Fabbroni , il quale era al- feo della volta della (cala maeftra .
lora Segretario della Sacra Congregazione eie Pro- (3) Quefto degmflimo perlonaggio (pedi un giorno da
paganda Fide , venuto da Venezia a Piftoia , di Roma a Pifloia il Piefirini, perchè dipingere la
nuovo li portò a Roma. volta d’una danza nella lua villa di Celle.
$( XIII. )$.

FRA N C E S C O
c O N T I
t T T 0 R E.

HIUNQ.UE riflette , che nell’ angufto deter¬


minato giro d’ un breve elogio è allolu-
tamente impedibile il far conofcere il ve¬
ro merito d’ un qualche inftancabile ,
ed infignc profeflore con 1’ efarro detta¬
glio delle di lui opere sì numerofe , che
gli fpaziofi confini richiederebbero di lun¬
ga fioria ; potrà agevolmente intendere il
motivo , che ci ha obbligati a paflare fot-
to filenzio i tanti , e sì pregevoli dipinti del celebre artefi¬
ce 1 rancesco Conti , colla ragioncvol lufinga , che il
folo far noto al pubblico , che egli nei corfo del viver luo com¬
pì con plaufibile riufcimento per le chicle (olamente della To-
fcana centodieci tavole da altare , polla baltevoimente far con¬
cepire quanto egli fofle accreditato , e valente pittore , e
quanto altresì foibe infaticabile nell’ operare . Giudicando per¬
tanto , che una sì fatta veridica , ed onorevole atteflazione
del prodigiofo numero di tali opere fia il maggiore elogio,
che da noi far fi polla di quello efimio dipintore , accenne¬
remo foltanto alcune brevi notizie riguardanti i fuoi (ludj ,
alcun’ altre fue opere di diverfo genere , ed i fuoi avanza¬
menti ; e (periamo che anche quelte fole faranno badanti a
formare un vantaggilo carattere del fuo gran mento .
Nato egli in Firenze il dì 20. di Gennaio dell’ anno
1681 , e da Carlo Conti , e da Umiltà Ciabilli fuoi genito¬
ri onedamente educato , fu da’ medefimi in età d’ anni otto
raccomandato alla direzione di Simone Pignoni , nella di cui
fcuo.a fi trattenne anni dieci con incredibil progreffo . Co-
V. II. P. I. D no¬
4( xiv. )$■
noficiutafi quindi dal Marchefe Riccardi l’indole generala di
quello giovane , e il di lui vivo defiderio di maggiormente
approfittarli nell’ arte , fu dal medefimo condotto a Roma ,
dove feguendo prima gl’ inlegnamenti di Gio. Maria Moran-
di o , ed entrato pofcia nella fcuola di Carlo Maratta, ebbe
rutto il comodo di foddisfare all’ ardente fua brama di di¬
venir valentuomo , dudiando attentamente , e copiando le
pitture di Raffaello , e de’ Caracci , e difegnando le ammira¬
bili (latue degli artefici Greci . Nel corfo de’ lei anni , che
foggiornò il Conti in quella vada metropoli , non attefe ba¬
iamente a’ privati Tuoi ftudj , ma per diverfi Cardinali , e
ragguardevoli perfonaggi , e fpezialmente per la cofpicua fa¬
miglia Albani , e pel Pontefice Clemente XI- impiegò i
fuoi pennelli nell’ effigiare diverfi ritratti , e nel rapprefen-
tare lacre fforie con molto decoro , ed applaufo .
Ricondotto a Firenze dal Marchefe Riccardi fuo benefi¬
co , e coftannffimo protettore (■), allora fu , che oltre agli
accennati molriplici lavori deftinati alla pubblica venerazio¬
ne , arricchì il palazzo del luo amorevole mecenate di bel¬
lini me pitture , effigili diverfe commiffioni , che a lui furon
fpedite da Ginevera , da Praga , e da altre città della Ger¬
mania ; e per alcune vaghe pitture , eh’ ei dovè fare per
ri a delle lacre Congregazioni di Roma , dal Pontefice Cle¬
mente XII. fu decorato della Croce dello Spron d’ oro . Non
dee dunque recar maraviglia , (e anche i Principi della Reai
Cafa de’ Medici fi degnarono d’ impiegarlo in varie opere ;
fe fu egli eletto per maeltro della pubblica fcuola del di-
legno , e del nudo ; fe fiotto la di lui direzione fi formaro¬
no molti valenti artefici ; e fe finalmente la di lui morte ,
che feguì il di 8. di Dicembre dell’ anno 1760. , fu com¬
pianta dagli onefti , ed ottimi difcernitori del fuo valore .

CIO.
(1) Bravo pìttor Fiorentino , di cui fi fa menzione la protezione <M!a nobil famiglia Rìccrrdi , dalla
anthe nell’ Abecedano Pittorico . quale ricevè un menfua.’e e decorofo Hipenaio .
(1) Continuò lempre il Conti , linchè viffe , a godere
<t( XV. )0>

GIO. BATISTA
grati
pittore.

i principi del difegno da Lodovico


ppresi
Mattioli o pafsò alla /cuoia del celebre
Lorenzo Palmelli il diligente giovane
Gio. Batista Grati, nato in Bolo¬
gna il dì 8. d’ Agoflo deli’ anno 1681.
dopo d’ aver già palTati i floridi giorni
dell’ adolefcenza nell’ applicare agli fladj
delle belle lettere , e dell’ arimmetica .
Stette egli alquanto tempo flotto la dire¬
zione di tale eccellente ma e Uro , e molti pubblici quadri
d’ inlìgni proleffori , ed altre limili opere avea già diflegnate
in carta con grande eflartezza , e bravura ; quando per im-
penflato accidente li vide obbligato a mutar precettore , e
quelli fu il più volte da noi rammentato Gio. Giufleppe
dal Sole , che con molta amorevolezza 1’ accolle , e 1’ inftruì
con tutto 1’ impegno , ed affetto .
Cominciò ben predo il Grati a dimoflrare il fluo gran
profitto , e valore nella pittura ; ed oltre a due piccoli qua¬
dri eflpnmenti 1’ adorazione de’ Magi , e la Circoncilione del
Signore , che con lommo Audio condufle pel fluo maeflro ,
dipinfle per la chiefla di S. Jacopo la bella tavola <•) , che
rapprefenta Sant’ Anna in atto d’ infognate a leggere alla di¬
letta flua figlia Maria alla preflenza di San Giovacchino . Più
bella però , ed affai più applaudita riuflcì la tavola , che la¬
vorò per la chiefla della Madonna Incoronata ; e Umilmente
degne furono di fomma lode le altre tavole , eh’ ei dipinfle
per la città , e territorio di Cortona ; le due , che efeguì
pel
( i ) Fu quefti un diligente difegRacore , ed egregio (2) Quando il Grufi dipinfle quella bella tavola era nel*
intagliatore all’acqua forte. l’anno ventunefimo deli’età lua .
«9 ( X V I. ) 6

pel Senatore Spada (■), da collocarli nella lua chiela della


terra del Porcello ; il gran quadro (>> , che gli fu commelfo
dal Cardinal Gozzadini ; ed altre molriflime tavole , che gli
furono ordinate per trafmetterfi in varj luoghi dello Stato di
Genova , del Monferrato , della Tofcana , ed altrove .
Ellendo rimafto privo de’ genitori rifolvè nell’anno 1718.
di portarli a Firenze , q quindi a Lucca , ed in altre città ,
dove fempre trovò valide protezioni di nobili perfonaggi ;
ma giuntogli 1’ infaullo avvifo della morte del fuo maeltro m,
ftimò bene di far ritorno a Bologna ; e allora fu , che per
la chiefa del Suffragio d’ Imola colori la tavola del Tranfito
di S. Giufeppe , per le Monache di S. Lucia di Faenza un
San Bernardo con molti Angioli , e per il Duomo di Pefa-
10 la tavola , che rapprefenta il Divin Redentore , che ri¬
ceve il Battelìmo dal Precurfore Giovanni . Molte pure fu¬
rono le pitture , che quello bravo artefice dovè condurre per
diverbi iliuflri foggetti (♦) , efprimenti per lo più bellilfime
ft°rie del vecchio , e del nuovo Tetlamento , nelle quali non
tralafciò d impiegar molto Audio , e diligenza , per acqui-
Aarfi , come egli fece , onore , e Aima non ordinaria ; e la
tavola , che elio compì per le Monache Benedettine di Mon¬
davi , baAa loia a dimoArare il lino gullo , eh’ ei leppe in
tutti i luoi lavori far rifplendere mirabilmente , lo fpirito ,
e 1 eleganza de’ fuoi pennelli , la lua buona invenzione , e
tutti gli altri bei pregj , che rendon meritevole d’ eterna
gloria un accurato , ed ottimo dipintore .
Era il Grati 1’ anno 1719. fucceduto al Cignani nella
dignità di Principe dell’ Accademia Clementina , della qua¬
le era Aato uno de’ benemeriti fondatori ; e nell’ anno 1758.
nel quale occupava nuovamente un si onorevole poAo , morì
11 dì 6 di Dicembre con univerfale difpiacimento di tutti
coloro , che oltre al di luì valore nell’ arte , avean fempre
in lui ammirata una fomma prudenza , e faviezza , ed una
forprendente moderazione, ed oneAà di coAumi .
MAR-
(1) Per la cappella domellica del medefimo Signore
r* » e alla Scultura .
di pinic il Grati 1! Tranfito di San G,ufeppe . e
(3) Morì Gio. Giufeppe dal Sole il dì a2. di Luglii

maggior parte delle prefenti notizie .


*} ( xvir. ) $

MARCO BENEFIAL
P l T T 0 R e.

all’ infigne maeftro Bonaventura Lamber¬


ti <1 i apprefe per qualche tempo gli ot¬
timi infegnamenti dell’ arre della pittura
il valente arrefice Marco Bcnefial nato in
Roma il dì 25. d’ Aprile dell’ anno 1684.
dopo d’ elitre (iato nella Tua tenera età
bene e faggiamente educato dall’ arrento
Tuo genitore <«), il quale avea procurato ,
che la mente vivace del giovinetto figlio
acquiftafle una (ufficiente cognizione de’ buoni ftudj , e del¬
le lettere umane . Avendo egli pertanto fino al quarto luftro
applicato a sì nobile profeffione col copiare , ed imitare le
opere degli artefici più rinomati , volle coraggiofo azzardar¬
ci al difficile , e perigliofo cimento di terminare di propria
invenzione, e di produrre al pubblico un quadro rapprefen-
tante in atto beatifico di dolce diali il gloriolo Santo Filip¬
po Neri ; e ramo felicemente gli riulcì tale imprefa , che
efpofla prima la bella tavola al fevero dame , e al critico
giudizio degl’ intendenti , e pofcia collocata nella chiefa de’
Padri Filippini della città di Vercelli , non folo gli procac¬
ciò 1’ univetfale (luna de’ (inceri conolcitori del vero meri¬
to , ma gli eccitò ancora 1’ invidia de’ più vecchi accredi¬
tati pirtori .
Ravviando dunque 1’ incoraggito giovane le forze del
proprio ta enro , e lempre più animato dalle comuni acclama¬
zioni , non dubitò d’ intraprender lavori da collocarfi nelle
chiefe anche di Roma ; ond’ è , che nel ventunefimo anno del
lui. II. P. I. E vi-
(1) Nacque quefto celebre pittore ne'la città di Carpi te be'Ie,, e degne di Comma lode. V. Abeced.Pittor.
J anno 1652 ; ftj (colare di Carlo Cignoni in Bolo- (2) Fu quelli Francefco Benejial nativo d' uno de’ bor»
gna , e trasferitoli a Roma vi fece molte opere tue- ghi della Navarra .
Hf ( XVIII. )
vitale fuo corfo efpofe con molta fua gloria una tavola affai
ftimara nella chieia di San Niccolò de’ Celarmi ; e quindi
dopo qualche tempo , e dopo d’ aver molto operato per va¬
rie città d’ Italia , e per foddisfare alle richiede di diverfi
privati (oggetti , colorì per la chieia de’ Santi Giovanni , e
Paolo il belliflìmo quadro colla viva rapprefenranza del mar¬
tire San Saturnino condotto nudo davanti al tiranno . Dopo
la vaga inoltra di tali lavori riefce a noi impedìbile d’ indicare
quali opere terminaffe nel progredo degli anni un artefice sì
valorofo ; e folo ci contenteremo d’ accennare , che dovè por-
tarfi a dipignere undici quadri affai grandi nel duomo di Vi¬
terbo ; che in Siena nel Palazzo degli Zondadari conduffe a
frefeo molti dipinti ; che nella chieia cattedrale della città di
Cartello terminò magnifici lavori ; che in un feudo della nobil
famiglia de’ Malfimi , e nel ptlizzo del Cardinal Peroni o |a-
fciò maravigliofi monumenti della fua grande abilità ; e che fi¬
nalmente pel Re di Portogallo due quadri dipinfe coll’ efpref-
fione di due gefte gloriole di Santo Antonio da Padova Dire¬
mo inoltre , che in Roma non folo s’ ammirano molte opere di
quello bravilfimo dipintore , che come tali furon fempre da
ciafcuno riconofaute , ed ammirate , quali fon quelle , che li
vedono nelle cbiefe della Madonna delle Fornaci , di San Gio¬
vanni in Larerano , di San Pietro in Vaticano , e in modo par¬
ticolare in quella delle Stimate , dove fi ofierva il maraviglio-
lo quadro colla flagellazione del divin Redentore ; ma che di
p ù nelle chicle d’ Araceli , di San Francefco di Paola , e in
ami pubblici luoghi defiinati al culto di Dio , fi trovano fpar-
famente alcune tavole , e pitture , che credute per lungo
tempo lavoro di diverfi artefici , fono Rate dipoi feoperte
come opere illuRri del virtuofo Cavaliere Marco Benefial ,
che non ha potuto non confcffire , ed autenticare colla pro¬
pria vocale tefiinaonianza 1’ infallibile verità d’ un così fat¬
to dilcuoprimento ,

GIU-
(il Nel palazzo del Cardinal Ferant fi vede del Bene- branza , rapprefentante con figure grandi ai naturale
fiat un belliflfimo quadro , e degno di fpecial rimem- la ftrage degl* Innocenti .
XIX, )

GIULIO PIGNATTI
P l T T 0 K E.

hi ben conofce quanto fia malagevole im-


prefa il ritrarre dal naturale , e 1’ efpri-
mere Tulle tele con efatta , e vivace fi-
miglianza del vero le sì fra loro diver-
fe fembianze umane ; e chi parimente ri¬
flette , che non tutti i dipintori , ancor¬
itene
chéè valorofi , ed efperti , hanno faputo in
tal genere di diffidi lavoro guadagnarfi
con ugual felice nufcimento quella iftef-
fa lode , che s’ eran già procacciata colla produzione di tane’
altre opere prodigiofe ; non sdegnerà certamente d’ accorda¬
re la dovuta lode , cd un pollo infienie onorevole fralla fchie-
ra lutiamola degl’ infigni pittori anche a quegli artefici , che
chiari divennero per la fama , e pel merito d’ ottimi ritrat¬
ta 111 ; e degno pure di gloriola rimembranza riputerà il no¬
me di Giulio Pignatti , che nel colorire al vivo le altrui
fattezze dovè Tempre impiegare i Tuoi induftri , e diligenti
pennelli , per foddisfare alle quotidiane , e numerofe nchie-
fte delle perfone d’ ogni età , d’ ogni condizione , e d ogni
fello .
Era nato quello valentuomo circa l* anno 1684 nella
città di Modena , ed avendo fino dall’ età Tua giovanile fe¬
condato coll’ ìndet'eflo Audio 1’ innata Tua inclinazione alla
pittura , cominciò ben pretto a dare non ofeuri contraflegni
d’ abilità non ordinaria , anziché colla ben intefa fimetria d
alcuni ritratti , eh’ egli s’ era già cimentato con bel corag¬
gio a formare dal naturale , fece torto comprendere per qual
diritto fentiero la benigna natura avvalorata , ed addeftiata
dall’ arte 1’ avrebbe un giorno condotto all’ acquifto di foni-
4 (xx.) |c
ma gloria . Avendo in tal tempo Criftofano Monari o , che
avca jn quello giovine asm irata la vivacità del talento , ri-
foluto di trasferirli a Firenze, lo conlighò a feco portarli in
quella città , alììcurandolo della fua affillenza , e dandogli buo¬
ne Ipeianze di felice fortuna . Indotto dunque il Pignatti dal¬
le amichevoli perfuafive , ed animato dalle non finte promef-
le del Monari , non dubitò d’ abbandonare la propria patria ,
e qua venuto in di lui compagnia , fece un lungo foggior-
no nella di lui cala , fervendo , ed aiutando 1’ amorevol pit¬
tore in qualità di giovane alunno , e da lui imparando una
migliore maniera di comporre , e di adoprare i colori . Di¬
venuto pofeia franco ed elperto nel maneggio de’ fuoi pen¬
nelli , rende palele la particolar fua perizia nel ritrarre 1’ ef¬
figie umane da! naturale ; e tu tale 1’ applaufo , che inedi¬
ti irono i luoi lavori , che divenuto celebre ritratrifla non
loia fu impiegato dalla Reai Cala de’ Medici , ma dalia mag¬
gior parte de’ nobili , e de’ privati cittadini , apprelfo de’
quali tuttora li vedono fparfamente i quadri del Pigliarti
colla rapprefentanza talora d’ un’ intera famigliato. Conoicen-
do egli pertanto , che un sì latro elercizio gli procacciava un
confiderabil guadagno , non li curò di attendere ad opere gran-
diofe di tavole , ed a procurarli maggior credito colla produzio¬
ne di pitrure elprimenti famofe illune ; e quantunque da un
fuo parente gli folle con nera frode rapita una ragguardevol
porzione di quei danari , che erano (lati 1’ onorata mercede
di lue fatiche , potè nondimeno condurre una vira affai co¬
moda fino alla morte , che dal numero de’ viventi lo tolfe
il dì ij- di Settembre dell’ anno (751. (n lal'ciando a’ pq-
fteri una viva memoria della lua abilità , e della fua efem-
plare morigeratezza ,

FRAN-
(1) Vedi le notizie di quello pittore Modanefe nella
la famiglia beniflìmo difpofle, e fomigliantillime agli
Par. II. del Voi. I. della nollra Serie alla pag. 51. originali .
(2) Nella cala de’ Ginori dietro all’infigne Bafilica di
(3) lì cadavere di anello rinomato pittore fu con de¬
S. Lorenzo fi trova un gran quadro del Pionatti do¬
cente pompa fepolto nella chiefa de' Padri Domeni-
ve fi vedono colorite al naturale le figure di tutta cani di San Marco .
( XXL )

FRANCESCO MONTI
' ' T T 0 fi E.

eceve
Francesco AIonti i primi infegna-
menti dell’ arte dal bravo pirtore Sigi-
Imondo Caula o nella città di Modena ,
dove il padre avea (labilità la Tua fami¬
glia ; e quindi in Bologna, dove era nato
1 anno 1685. , e dove (i era refugiato 1’
anno 1703. 3 fi fece inftruire dal celebre
profeffore Gio. Giufeppe dal Sole, che vo¬
lentieri 1’ accolfe fra’ fuoi difcepoli . Diede
ben torto 1 attento giovane ficuri contrartegni del luo grande
rtudio , e valore , mentre gli riufcì di fuperare tutti gli altri
compagni nell Accademia del nudo ,* ed allor fu , che 1’ av¬
veduto fuo precettore formando di lui vantaggiofe fperanze ,
e in erto fcuoprendo vivacità forprendente d’ ingegno , non
volle , che fi trattenerti in copiare le altrui pitture , ma che
fi accingerti ad intraprender lavori di propria invenzione , come
egli fece con molta bravura, effigiando una Vergine annunziata
dall Angiolo , un Rinaldo in braccio ad Annida , ed una ta¬
vola pei la chiefa di Santo Spirito nella città di Reggio ,
esprimente la difcefa del divino Paraclito (opra gli Aportoli
Il fuo credito però comincio a farli maggiore , allorché
fi rendè pubblica nella chiefa di Santa Maria Maddalena una
fua tavola molto lodata dagl’ intendenti , e che fu cagione ,
che molti gli commettefTero diverfi lavori . Ed in fatti pel¬
li Conte Ranuzzi dovè colorire un quadro , che dimortrarte
il latto delle Sabine ; }ier li Padri Scalzi di Faenza una ta¬
vola rapprefentante la Vergine Santiflima fenza macchia origi¬
nale concetta ; per il Marcitele Durazzo di Genova una tela
■ U- P-I- F colla
C1 ) Parla con lode di quello pittore Modencfe anche il P. Orinili nel fuo Abccedario Pittorico .
( XXII. ) i|i*

colla morte d’ Ettore ; e per altri perfonaggi t ■ > diverti quadri ,


in tre de’ quali efpreffe alcune getta del grande Aletlandro .
Avendo in feguito quello valentuomo dovuto portarti a
Venezia , per difegnare i cartoni delle pitture fatte dal Ci-
gnani nel Giardino Farnete , ad iftanza d’ un dotto viaggiato¬
re Inglefe , che altre volte 1’ aveva già impiegato in molti
difficili lavori ; appena che ebbe terminata una tale opera a
lui commetta , fece ritorno a Bologna ; e traile pitture , che
gli furono ordinate , fi deono con tutta ragione rammentare
le tavole , che egli condutle per la chiefa de’ Gefuiti , e per
quelle de’ Padri dell’ Oratorio di Smigaglia , e del nuovo
Oratorio di Bologna ; ed un quadro aliai bello da lui colo¬
rito per ordine del gloriofo Carlo Amedeo Re di Sardegna ,
efprimente Mardocheo condotto in trionfo da Amanno per
comando del Monarca Alloco ,
Chiamato il Monti a Brefcia dal Marchefe Pietro Mar-
tinenghi , perchè gli dipigndte una tala , egli nello sfondo vi
colori con gran maeftria , e con proporzionato , e ben intefo
accompagnamento di figure , 1’ apoteofi di Romolo ; e varie
itone alludenti al medetimo dipinte polcia a chiarofeuro in
orto medaglie , che le danno un vago ornamento , con otto
puttim fopra alcune ringhiere , che a due a due collocaci
fervono per lignificare le quattro Ragioni . Sappiamo finalmen¬
te , che richiamato a Brefcia per la feconda volta , dopo d’
aver già dipinto in Bologna , oltre tanti altri quadri , la bel-
liffima tavola del San Pier Martire per 1 Padri Domenicani di
Modena , fu impiegaro ad adornare co’ fuoi dipinti la chiefa
de’ Padri di San Filippo Neri , e a terminare altre tavole ;
ma a motivo della brevirà a noi non è permeilo d’ accenna¬
re le altre moltiffime dipinture , che fino all’ età lua avan¬
zata conduffe ; e ci lufinghiamo , che tutro il fin qui com-
pendiofamente elpolto polla elfer badante per far comprende¬
re , che il Monti fu un profelfore molto eccellente , e per¬
ciò meritevolmente aferitto fra’ focj della tanto celebre Ac¬
cademia Clementina <>).
GiO.

Fra quarti dee rammentarli il Senatore More' An- (2) Le prefenti notizie fi fono ertratre dal Voi. 2. del-
tonio RtinuqiJ, per il quale il Manti terminò un bel- la Storia dell’ Accad. Clementina , dove fi legge di
iiflimo quadro , dove era effigiata Erminia , che s’ in- quello valentuomo un più dirtelo , e magnifico elo-
eoncra nel Paftoie , ec. gio .
<$ ( X X 11 I. )

GIO. BATISTA PERINI


P 1 T T 0 K E.

estinato dal padre all’ arte del lanaiuolo


il giovanetto Giovambattista Perini in una
bottega di Fondaco in Firenze , dove era
nato il dì 2i. di Giugno dell’anno 1687.,
moftrò fin d’ allora la fua naturale incli¬
nazione al dileguo , e alla pittura , mentre
nell’ ore , in cui fi trovava difoccupato ,
fi tratteneva fovenre in formar colla pen¬
na divede figurine , e capricciofi profpet-
ti di paefi , e di edifizj , Aveva ollervati più volte quelli
Tuoi ingegnofi rraftalli il celebre dipintore Simone Pignoni ;
ed avendo già difcoperta P indole vivace , e la genial pro-
penfione di quel fanciullo , lo chicle al padre per inftruirlo ,
coni’ egli fece , nella fua (cuoia .
Lalciato dunque al Perini libero il campo di poter fe-
guirc gl’ interni impubi dell’ animo fuo , cominciò dopo non
lungo tempo a dar ficuri contralfegni di dovere un di com¬
parire un eccellente profeffore ; ellendochè non folo riufeì mol¬
to valente nelle varie operazioni da lui efeguite nella pub¬
blica Accademia del Difegno , e Umilmente nel copiare le ta¬
vole più belle d’ infigni artefici ; ma oltre agii altri lludj , eh’
ci fece , d’ architettura , volle altresì alliflere alle anatomiche
lezioni nel Regio Arcifpedale di Santa Maria Nuova , c alle
lezioni del corpo umano , per faper ben conofcere la propor¬
zione , e Umazione de’ membri ; tutto ciò facendo con ban¬
cabile impegno , e quafi ad onta della iua debole complelìio-
ne , e delle fpeife malattie , che gl’ impedirono un felice con¬
tinuato proleguimento .
Divenuto pertanto molto efperto nel difegno , e nel ma_
neg-
# ( XXIV. ) $.
neggiare 1 pennelli , fa il bravo giovane animato dal fuo mae-
firo ad intraprender lavori in fervizio del pubblico ; ond’ è
che egli s accinfe a colorire le due tele cfprimenti i Santi
Domenico, e Diacinto , che ora li vedono fiutate lateralmente
nel grand’ armadio della Sagreftia di Santa Maria Novella , ed
a condune pel Marchefe Feroni un ben tntefo quadro rappre-
feltrante I l.tà dell oro (■) . Volle però prima di prender
moglie tiasfei ufi a Bologna , e a Venezia (*) , per olTervare le
vatic opere maravigliofe di tanti eccellenti maeltri ; e fatto
quindi ritorno alla patria , fli lubito impiegato a colorire a
frefeo lo sfondo nella cltiefa de’ Santi Apoffoli . Arricchì pu¬
re de’ fuoi vivaci colori le gallerie ne’ palazzi de’ Micheloz-
zi , e degli Ugolini ; e di varj dipinri a olio adornò le no¬
bili cafe degli Ughi , de’ Ricaloli , de’ Gianfigliazzi , de’ del
Vernaccia, della Stufa , ed altre molte ( ; ) ; e con ugual va¬
lore abbellì anche i fiacri templi di ftimatiffime tavole , due
delle quali li vedono nella ciucia di Santa riunita , una alla
cappella di Sant Umiltà , e 1’ altra a quella del Santiffimo Sa¬
cramento , dove pure dipinfie i due quadri laterali io . Non
poche furono parimente le opere , che egli terminò per di¬
velle citta dell Italia j ma attefia la di lui grande abilità ui
queflc fi vedrebbero in maggior numero , fie non forte égli fiato
aliai,to da olhnate infermità, e fe il corfo del viver fuo , che
terminò il di 24. d Ottobre dell’ anno 1726. non folle fla¬
to aliai breve ,

AN-
(*) Volendo il Marchefe Fevotu adornare una Tua ca¬
rini, che lavorò altresì per commillione del medefi-
mera con quattro quadri , che rapprefentallero le
mo Religiolò varj beilirtimi quadri , che furon poi
quattro Età del Mondo , pensò di valerfi di quattro traimeli! in quel Regno .
bravi giovani , promettendo a’ medefimi di premiare,
(4) Si fa , che tre aitre tavole da altare terminò il Pe¬
oltre alla [labilità mercede, con un diflirtto regale chi
rini . Una bellilfima fu inviata a Torino , un' altra
di loro averte riportato a giudizio degl' intendenti
ertile in Firenze nella Chiefa delle Poverine ; e la
maggiore il vanto ; ed «(Tendo fra quelli flato pre-
terza vagamente condotta fi vedeva nella chiefa nuo¬
fcelto anche il Perini , toccò a lui il premio promef-
va di S. Firenze , rapprelentante la Crocififiìone di
fo , per cfiere (lato da’ profefiori dichiarato il fuo
Noflro Signore ; ma quella dopo la morte del cele¬
quadro il piu ben intefo , e il piu vagamente con¬
bre autore fu levata , forle per la troppa pittorefea
certato .
licenza, con cui era fiata effigiata la Maddalena.
(il Dimorando in Venezia colori un quadro affai bel¬
(5) Anche per la fola abilità , che avea nel colorito
lo , dove efprerte un Bagno di Diana , e la meta-
del nudo delle femmine , avrebbe potuto operar mol¬
morfoft d' Atteone : opera molto (ingoiare per Io fiu-
to , fe non forte (lato un uomo affai religiolo ; e lu
dio grande , thè aveavi fatto , del nudo ; e torna¬
tal propofito fi racconta , che avendo egli negli anni
to a Firenze vendè un tal quadro al Cavaliere Ala¬
luoi giovanili dipinta a frefeo la favola di Venere lor-
manno Ughi .
prefa con Marte nella rete ordirà da Vulcano , n’ ebbe
<3) La maggior parte delle pitture , che adornano la
poi Tempre un lommo rammarico , e non tralalciò di
cappella della nuova infermeria de’ Padri Domenica¬
far vivilfime illanze , ma lempre in vano , acciocché,
ni di Santa Maria Novella , eretta dal P. Salvadere
una tal pittura fi cancellarti: .
De Afe amo Miniflrq di Spagna , fono opere del Pe¬
$ ( XXV. ) *

ANTONIO NICCOLA
P I L L O R I
p T T 0 RE.

er 1’ indole vivace , e per la particolare


inclinazione al difegno , cui fin da’ primi
anni con molte chiare riprove dimoftrò lo
fpiritofo giovanetto Antonio Niccola Pil-
lori , e molto più per le replicate folle-
cite ifbnze degli onetìi , e civili genitori,
a’ quali era nato un tal figlio in Firenze
nell’ anno 1687. , s’ induffe finalmente I’
egregio profeffore Si mone Pignoni , quan¬
tunque in età affai avanzata , ad accoglierlo nella fua fcuo-
la , e ad inftruirlo con parziale premura, ed affetto. Ma effen-
dogli (tato dalla morte dopo breve tempo rapito un così ec¬
cellente maeftro , pensò il Pii lori d’ eleggere per Tuo nuo¬
vo precettore il celebre artefice Lorenzo Rolli (*), (otto la di
cui direzione fece non ordinar) progredì . Mentre però egli nu¬
triva in fieno quafi certe fp manze di divenir valentuomo dietro
la (corta luminofa di sì bravo pittore , dovè predo fioggiacere
alla dura neceffnà di compiangerlo eftinto , e di perdere in
lui il fiuo più valevol (oltegno , ed amico . Affitto pertanto ,
e confuCo per la dolorofia mrneanza di due tanto illullri , ed
amati maeftri , rilolvè di profeguire da fie (dio 1 fiuoi ftudj ;
ed applicandoli ad imitare in modo particolare le opere , e
la maniera di Livio Mehus , gli riuficì dopo lunga fatica di
guadagnarli il credito dì valente profeflore , e la protezione
altresì del Marchefe Donato Guadagni , che a lui ordinò mol-
tilfi.ni lavori , e del Cavaliere Antonfrancefco Marmi , che ol¬
tre all’ avergli data la commiffione di colorire divelli qua-
Vol. II. P. I. G dri,

(l) Quello pittor Fiorentino, che morì 1’ anno 1702. poi uno de’ migliori feguaci della fquifita maniera
fu uno de’ più bravi diicepoli di Pier Dandìni , e di- di Livio Mehus
fj ( XXVI. ) f.

dri , volle che dipigneffe una ravola per la l'uà cappella nel¬
la chiefa di Santa Maria del Carmine .
Pervenuto a quel grado d’ univerfale reputazione , a cui
egli afpirava , cd effendofi in oltre pel Tuo bizzarro , e fol-
lazzevole umore acquillata la conofcenza , e 1’ affetto de’ Tuoi
cittadini , fu frequentemente impiegato in varj lavori ; per
faggio de’ quali ballerà qui il rammentare due lunette da
lui terminate a frefco ne’ chioftri de’ Padri del Carmine ,
una tavola con quattro ovati condotti a frefco nella confra¬
ternita di Sant’ Alberto , due tavole , ed altri quadri per il
Monafero di Monte Senario, ne’ di cui chioftri dipinle pu¬
re a frefco alcune lunette ; e lilialmente un quadro affai bel¬
lo per le Signore della Quiete , il quale dalla Sereniflima
Elettrice Palatina , che della di lui opera fi degnò prevaler¬
li in diverfe occafioni , gli fu ordinato .
Ville il P il lori fino al dì 15. di Febbraio dell’ anno
1763., e in tutti i fuoi lunghi giorni mantenne fempre un
collante tenor di vita , che può chiamarfi llraordinarjo ; effen-
dochè quantunque egli fi trovaffe volentieri in mezzo alle
gioiali converfazioni , era nondimeno amantiffimo della folitu-
dine , e della quiete , per amor della quale non volle pren¬
der moglie , nè ricever fcolari ; ed era poi così concettofo ,
e pungente ne’ fuoi detti , e nelle fue pronte rifpolte , che
anche i più arguti motteggiatori sfuggivano di venir feco a
contrailo, perchè per lo più vinti , e confufi ne rimaneva¬
no , e talora afpramente mortificati ,

GIU-
4 ( X X V II. ) fr

GIUSEPPE MARO
pittore.

on può certamente negarti , che quando il


merito, ed il valore di qualche artefice
s’ è renduro celebre , e degno dell’ am¬
mirazione , e della (lima univerfale degl’
intendenti , fi diffonde talmente per ogni
dove la fama delle di lui fegnalate , e
virtuofe operazioni , che anche nelle men¬
ti de’ poderi ne paffa ficura, ed invaria¬
bile la gloriola rinomanza ; nè riufcir fuo-
le malagevole imprefa a chi ti trova obbligato a tellerne do¬
po la di lui morte un nuovo ragguardevole elogio , il rac¬
cogliere e dalla tradizione rimalta fra’ popoli , e da’ pubbli¬
ci encomj degii fciirtori , che fi fecero un pregio di confa-
crare all’ immortalità il di lui nome , quelle fuiiicienti noti¬
zie , che fembrano neccffarie per laudevolmcnre condurre a
fine 1' ideato lavoro . E' ben vero però , che non debbefi
per lo contrario riputar femore un’ incontraftabil riprova del
poco merito degli artefici o il filenzio degli accurati compi¬
latori , che fono a noi noti , o la confuta , e quali perduta
memoria de’ loro nomi , che dopo il giro di molti anni appe¬
na ritrovati nelle loro patrie , o in altre città , dove elfi fpaiia-
mente dimorarono per breve fpazio di tempo ; ellendochè
molte fogiiono edere le circollanze , che impenfatamcnte con¬
ducono a un tal difpiacente difordine ; fralle quali la più
vera , ed utirata fi è quella degli Epe ili viaggj da loro fatti
in diverte città dell’ Europa , o la confiderabil lontananza di
quei regni , ne’ quali furono elfi invitati a fidare il loro
Continuato foggiorno .
Dovendo noi pertanto far parola di Giuseppe Maro , ci
tro-
4( XxV I I I. ) £

troviamo collrerti a confedare , che non intendiamo per qual


vera cagione debbano edere a noi pervenute così fcarfe no¬
tizie d’ un profedore , che per unanime adendo di chi n’ ha
avuta tutta la cognizione , fu un eccellente ritrattida , ed un
artefice molto accreditato , e perciò meritevole d’ elTer col¬
locato nel numero di quei valentuomini , che laudevolmente
compongono quella Serie . Sappiamo foltanto , che circa la
fine del padato fecolo egli nacque in Torino ; ed ogni pro¬
babile congettura c’ induce a credere , che da Giovanni An¬
tonio Maro fuo padre , pittore anch’ edò non ordinario , ap-
prendede i principi dell’ arte . Che in Bologna , dove egli fi
trasferì , e dove colo-ì non pochi ritratti , ftudiade dotto la
direzione di Gio. Giufeppe dal Sole, e di Francefco Monti,
lo aflicurano le autentiche telfimonianze di più perfone in¬
tendenti ; e quelle pure aderifeono , che avendo egli pofeia
fatto ritorno alla patria , dovè quindi portarfi in Fellonia ,
per lì trattenerfi tre foli anni ; e che ivi dopo d’ aver ter¬
minati molti lavori , prima però di giugnere al termine fta-
bilito del fuo foggiorno in quel regno , celsò di vivere .

GIO-
<§ ( XXIX. )

GIOVANNI CIABILLI

r T 0 fi E.

ra già ribollito fino da’ giovanili Tuoi gior¬


ni Giovanni Ciabilli , che il dì 6. di
Luglio dell’ anno 1688. nacque in Firen¬
ze , d’ clercirare 1’ onorevole impiego d’
ingegnere nelle milizie , e a tale ogget¬
to dopo d’ avere imparate le mattemati-
che Icienze dall’ infigne filofofo Vincenzio
Viviani , avea già procurato d’ apprende¬
re 1’ architettura civile , e militare ; ma
avendo Simone Pignoni in lui ravvifato una certa naturale
difpofizione per la pittura, lo configliò ad attender piuttodo
al poffedimento di quell:’ arte , alhcurandolo , che elio non
avrebbe mancato di predargli con tutto 1’ impegno la mag¬
giore adìdenza , e d1 ufar feco qualunque diligenza , ed in-
dudria , perchè divenir poreffe un abde profeffore . Dalle cor¬
reli elìbizioni , e dalle amichevoli perfualive d’ un tanto au-
torevol maedro animato il Ciabilli , abbandonando le primie¬
re lue applicazioni , tutto fi diede allo dudio della pittura ;
cd alcolrando con profitto i ficuri infegnamenti di quel ce¬
lebre precettore , che fino alla morte non celsò mai d’ amo¬
revolmente indruirlo , giunfe ben predo a dare non olcuri
faggj di plaufibile abilità ; e molto più luminofi farebbero
dati certamente i fuoi ulteriori avanzamenti , e affai maggio¬
re il pregio de’ fuoi dipinti , fc un atro vapore di folle tra¬
cotanza , e d’ un troppo vanraggiofo , e falbamente ideato con¬
certo di fe medefimo , non fi folle inalzato di buon’ ora ad
otfufcargli la mente , e a non fargli a tempo didinguere qual
altro più lungo , e faticofo fenderò gli rimaneva ancora a in¬
traprendere per giungere al giudo polfedo di quella gloria,
lol. II. P. 1. H che
*}( XXX. ) Ca¬
che è premio foltanto del vero merito , e delle virtuofe , e
univerfalmente ammirate operazioni .
Molti però fono i quadri d’ ogni grandezza , che di
quello pittore fi trovano nelle cafe de’ noftri cittadini , e ne’
palazzi pure di parecchi nobili perfonaggi <>), efprimenti do¬
rici farti , e vedute di paeft ; e molti fimilmente fono gli
{ìendardi , eh’ ei colorì per alcune confraternite ragguardevo¬
li . Più , e diverfi dipinti terminò ancora nelle ville , negli
oratorj , ne’ monalKri , e in altri luoghi della campagna de¬
sinati al culto di Dio in onore di Santi particolari patroni
di alcune comunità . Ma tralafciando noi di fare di tutti que¬
lli , e d’ altri fuoi lavori di vario genere una più dillinta
rimembranza , ci contenteremo di folo accennare , che nella
S igreltia della ciucia di Santa Maria Novella fi vede del
Ciabilli una pittura , che rapprefenta la Santiflima Vergine
Annunziata, e nella cappella di Sin Domenico in detta chie-
fa un quadro col Santo Patriarca , che crudelmente fi flagel¬
la : che due ovati fi trovano nella compagnia di San Nicco¬
lò detta del C eppo : e che nella chieda de’ Monaci Cifter-
cienfi evvi una tavola col mirtino di Santo Anaflafio . In ol¬
tre per la Badia di Vallombrolà dipinfe a olio in un grande
sfondo di figui'3 ovale il Santo Giovanni Gualberto ; pe’ Mo¬
naci Vallombrofani di Piftoia condufle una tavola col medefi-
mo Santo Fondatore , e con altri Santi dell’ iflefla monadica
Religione ; per la compagnia del Santilfiujo Crocidilo all’ An-
ciia una tavola colla làura Converfazione ; per il caftello di
Signa un’ altra tavola coll’ immagine della Santiflima Vergi¬
ne del Rolario , e d’ altri Santi ; e finalmente per commif-
fione datagli dal Senator Guadagni colorì la tribuna , e la
tavola dell’ aitar maggiore nella chiefa di San Donato . Mo¬
rì quello pittore il dì 28. d’ Agoflo dell’ anno 1746.

Gio¬
( 1 ) Opere di queflo artefice fi vedono ne* palazzi de’ ie' Guadagni dietro alla chiefa della Santiflima Non.
Tempi} de’ Dei Chiare , de’ Ricci , de’ Della Stufa , ziata , de’
Gtrini, e d’ altri non pochi .
GIOVANNI CASINI
PITTORE.

arlungo c) villaggio poco dittante dalla


città di Firenze fu la patria di Giovan¬
ni Casini nato il dì 24. di Giugno del-
I’ anno 1689.; ed il primo maeltro , dal
quale elio apprefe con molto protirro il
dilegno , fu il celebre Gio. Batifta Foggi-
ni (>), fotto la di cui direzione s’ invo¬
gliò d’ attendere all’ arte della fcultura;
e quantunque col progrelfo del tempo egli
rifolveffe di rivolgere allo lìudio della pittura le fue più le-
rie e indefeffe applicazioni , feppe nondimeno dimottrare an¬
che in quell’ arte la fua non mediocre abilità ; e di lui ,
che divenne un eccellente modellatore , in più luoghi fi con¬
fervano divertì lavori di firn il genere (3).
Avendo pertanto il Cafini determinato nell’ animo fuo di
far conofcere col maneggio de’ pennelli il proprio valore :
perchè dalla natura ottenuto avea il dono d’ una facile , fpi-
ritofa , e ben intefa invenzione , e dal frequentar 1’ Accade¬
mia , e dall’ olfervare con perfpicace ingegno le opere più
filmate de’ bravi artefici , aveva acquifera una franca maeflna ,
ed efattezza mirabile nel difegno , potè agevolmente arrivare
a quel grado d’ univerfale eftimazione , che andava egli cer¬
cando colla vaga moflra de’ Tuoi dipinti , ne’ quali a giudi¬
zio degl’ intendenti fi feorge una forza infieme , e una tene-
rez-
(1) Quello luogo fi rendè noto alle genti per la fa- fegno di tutta la grandiofa cappella della Santiflima
mola Nov. 2. della Giorn. Vili, del Boccaccio , e Nonziata ; e nel facro Ritiro della Quiete , olcrc un
per altre ragioni accennate nell’ Annotazioni dell’ quadro rapprefentante Ignazio , fi vede del Cajini
Abate Orazio Marniti all’ Idillio Erotico di Fraiicefco una Santa Terefa di terra cotta : le quali opere de¬
Baldovini intitolato Lamento di Cecco da Vari tingo fi am¬ gni egli d’ ordine della fopralloda-a Principefla . An¬

puto la prima vo'ta in Firenze 1’ anno 1755. che nella cala del Cavalicr Pitti fi conferva di que¬
(2I Vedi le notizie di quello valente fcultore nell’ llo artefice un modello di terra cotta in baffo rilie¬

Abecedario Pittorico del P. Orlandi . vo .


(3) Per la Sercnifiima Elettrice Palatina fece il di¬
4 ( XXXII. ) $.

rezza maravigliofa . Per quelle lue pregevoli qualità può age¬


volmente immaginarli quali e quante follerò le commifliom ,
che ebbe d’ operare , da ogni rango di perlone ; nè dovrà
arrecare (lupore , fe in alcune cale di ragguardevoli cittadi¬
ni , e di nobili perfonaggi fi vedono i di lui quadri collo¬
cati fra!le opere de’ più accreditati profeffori .
Delle pitture , che di quello valentuomo s’ ammirano
cipolle al pubblico , rammentare ci giova foltanto la tavola
dell’ aitar maggiore nella chiefa di San Piero a Varlungo ,
nella quale fi vede efprelfo il divino maellro , che chiama
Pietro all’ Apollolato ; 1’ altra tavola molto bella con Santa
Lucia nella Chiefa di Sant’ Jacopo fopr’ Arno ; e una lunet¬
ta , che egli colorì nel chioltro grande di Santa Maria No¬
vella , dove li rapprefenta 1’ ambalceria di Santo Antonino Ar-
civefcovo al Pontefice Pio 11. a nome della Repubblica fio¬
rentina ; e paHeremo Torto lìlenzio gli altri fuoi molti lavo¬
ri , che in più luoghi facri (>) della città , e della campagna
condulle con fomma lode in tutto il corto della fua vita ,
al di cui termine pervenne nell' anno 1748. il di 29. di
Marzo .

AGO-
(1) Un belliflimo quadretto coll’immagine del Patriar- tilfimo Sacramento nella chiefa di San Felice in Piar.,
ca San Giujeppt t che fìa efpofto full' altare del San- za , è lavoro del Cajìni.
•$ ( XXXIII. ) fr

AGOSTINO VERACINI

PITTORE.

tutta ragione vantar fi puote la città di


on

Firenze , madre in ogni tempo feconda d’


uomini valorofi in qualunque genere di
nobili arti , e di (cienze , d’ aver prodotto
verfo la fine del paffato fecolo <■) uno di
quei tanti illuftri cittadini , che dotati di
peregrini ralenti , e di particolari preroga¬
tive con mirabili produzioni d’ ingegno le
accrebbero perenne gloria , e fplenJore , e
renderono nella mente de’ poderi venerabile , ed eterna la ri¬
membranza del proprio nome . Fu quelli il tanto accreditato
dipintore Agostino Vekacini , che da Benedetto fuo padre a-
vendo ereditata la naturale inclinazione alla pittura , e dal ce-
lebratiffimo profeflore Sebastiano Ricci (•) apprefi avendo i pre¬
cetti dell’ arte , ed imparata la maniera di divenir valentuomo ,
co’ fuoi numero!! dipinti giunte a farli dillinguere in ogni occa-
fione qual degno figlio non punto degenerante dalla virtù dell’
efperto genitore , qual gloriofo difcepolo di precettore sì gran¬
de , e qual profeflore eccellente , a cui traila fchiera degli altri
artefici vien dellinato un pollo di merito luminofo , e diftinto .
Se le leggi da noi ftabilite della brevità ci permetteffero
di enumerare legnatamenre i diverbi , e copiofi lavori di quello
giudiziofo pittore , potrebbefi agevolmente fare offervare il di
lui gran valore in tante tavole da altare , che in molte chiefe
della noflra città tu, e della Tofcana condufle ; e nelle sì di-
Vol. II. P. I. I ver-
f i ) Nacque quello eccellente pittore in Firenze il di za il mantenne in quella illudre città per tutto il
14. del mele di Dicembre nell’ anno 1689. tempo della dimora, che fu nccedaria per li fuoi dudj.
(a) Nel Voi. IV. del Muleo Fiorentino li leggono al¬ (3) Nelle Notizie Idoriche delle Chielc Fiorentine
la pag. 137. le didime notizie di quedo valente pit¬ compilate dal P. Richa con lomma lode fi fa fpel'c
tore , dal quale apprefe in Venezia il Veracim l'arte volte menzione delle tavole , e d’ altri lavori dd
della pintura lotto la protezione del Granprincipe Virarmi .
Ferdinando di Tolcana , che con gencrola munificen¬
4 ( XXXIV. ) $•
verfe pitture a olio , ed a frefeo , che ne’ luoghi defilimi al
culto di Dio , nelle cafe , e nelle ville de’ nobili perfonaggi
terminò per ogni dove con uguale bravura ; e per incontra-
flabile dimodrazione della di lui non efagerata virtù deferi-
ver potrebbefi almeno la vaga bellezza del vado sfondo , che
nella volta della chiefa di San Giovannino lavorò con uni-
verfale approvazione fulla fine degli anni Tuoi . Ma fe co¬
rretti noi fiamo a trapalare fiotto filenzio quelle tante , e sì
chiare riprove del fiuo gran merito ; la fola onorata menzio¬
ne , che noi facciamo , della Imprendente abilità , che egli
con fingolar vanto poITedè perfettamente , di ritoccare , e di
redimire al primiero ludro le più antiche , e rifpettabili pit¬
ture , coll’ uniformarli a tutte le differenti maniere de’ più
infigni maedri , potrà fupplire ad ogni altra mancanza . Ed in¬
fatti rimane rodo convinto del valore ammirabile del Vera-
cini chiunque fi ponga a confiderare con qual maedria s’ ado-
prò egli intorno alle figure , che adornano il Cappellone del
Convento di Santa Maria Novella , le quali coperte d’ un’ in¬
canita polvere elfo attentamente le ripulì , ravvivandone gli
fmarriti colori , con adattarli con raro intendimento a quelle
maniere si antiche . Ma chi poi ne bramalfe ulteriori confer¬
me , può mirare la tavola della cappella de’ Rinuccini nella
chiefa di Santa Croce dipinta già da Taddeo Caddi ; il quadro
d’ Aranafio Bimbacci nella chiefa di Santa Maria Maddalena de’
Pazzi ; la Madonna colorita da Cimabue nella danza del Capi¬
tolo de’ Padri Terefiani ; la tavola di Miriorto Albertinelli nel¬
la chiefa di San Giuliano ; un quadro finalmente di Sandro Bot-
ticelli nella chiefa di San Barnaba : opere tutte redimite alla
propria loro bellezza dal Veracini , che oltre a tante altre an¬
tiche pitture da lui ritoccate elegantemente , nello Spedale
delle donne degl’ Innocenti a una tavola di Giotto diè nuo¬
va vita e fplendore con tal mirabile magidero , che a quella
fu affida a perpetua memoria una bella induzione , meno
edefa però dell’ altra adai magnifica , e decorofa , che Vincen¬
zio Gotti fuo valente ed unico fcolare , dopo la di lui morte
accaduta il di 20. di Febbraio dell’ anno 1762. , fece collocare
fiotto lo fplendido mauioleo da lui eretto a sì gran maedro in
uno de’ vediboli interiori della chiefa d’ Ognidanti , dov’ ei fu
fepolto . Gl-
4 ( XXXV, ) f.

GINESIO DEL BARBA


0 R E.

ene fpefiò addivenir fuole , che la miferia ,


la quale è per lo più la deplorabil ca¬
gione , per cui molti vivaci ingegni ri¬
mangono inerti , c confuti fra 1’ ignaro
volgo , è forfè la primaria forgente della
virtù ; e che sdegnando talora gli animi
gentili di foggiaceli per lungo tempo al
giogo difgradevole deli’ indigenza , e alla
dura condizione d’ una incomoda fervirù ,
non rifparmiano premurofi veruna induftria e fatica per be¬
ne apprender quell’ arte , a cui fi fentono fortemente porta¬
ti dalla natura , affinchè coll’ efercizio della medefima riefca
lor finalmente di condurre in libertà una comoda vita , e
tranquilla , e di divenire nel tempo fteffo artefici rinomati .
Una qualche riprova di tal verità a noi la fomminiflra
la laudevol condotta dell’ indufiriolo giovane Ginesio del Bar¬
ba nato nel contado di Mafia di Carrara 1’ anno 1691. il
dì 17. d’ Ortobre ; eflendochè dopo d’ aver egli apprefe ap¬
pena le prime regole deila pittura da un mediocre maeftro,
alla di cui direzione i poveri genitori avean raccomandato
il loro figlio , che dimoftrava una mirabile inclinazione al di-
fegno , ali-etto dalla neceffità di procacciaci il vitto , fi pofe
torto a colorir varie tele , per poterne ricavare qualche fcar-
fo guadagno pel proprio giornaliero foftenramento . -Ma co-
nofeendo pofeia , che dal prezzo vile de’ luoi malcondotti ,
e dozzinali dipinti non potea neppur ritrarre il neceffario
alimento , pensò di cangiar paefe , e di portarfi a Roma , do¬
ve incontrò 1’ occafione di dipingere a tempera alcune dan¬
ze del palazzo di Monfignor Cybo , che 1’ avea accolto be¬
ni-
4 ( XXXVI. ) $>

nignamente . Prevalfe però a un tal privato Tuo comodo il defi-


derio , che egli in feno nutriva grandiffimo , d’ apprender per¬
fettamente il difegno ; onde licenziatoli da quel Prelato ,
volle attendere per qualche tempo a’ fuoi ftudj . Coftretto
di nuovo dal bifogno , e mollo dal cortefe invito a lui fatto
dal Cardinal Gualtieri , che lo chiamava a fervirlo in quali¬
tà d’ aiutante di camera , con dargli la libertà di potere a
fuo talento continuare le lue fludiofe occupazioni nel Mufeo
di fua cafa , rifolvè di fermarli in quella corte , e d’ abbrac¬
ciare quel favorevol partito , che venivagli offerto dalla prov¬
videnza . Quivi adunque potendo comodamente efercitar con
profitto il fuo ingegno , s’ applicò in fpecial modo alla co-
gnizione , e al maneggio de’ colori comporti di fughi d’ er¬
be ; ed avendo cominciato a dar qualche faggio della fua
abilità in tal genere di pittura con univerfale approvazione ,
s’ accorfe egli ben predo , che per tal mezzo poteva vivere
godendo la fua libertà ; e perciò sdegnando ornai le divife ,
e gl’ incomodi della fervil condizione , prefo congedo dal
fuo protettore , e padrone , intraprefe una maniera di vita
affatto nuova , e tranquilla ; ed arrivò in breve co’ fuoi pel¬
legrini , e ben intefi lavori a farfi onorare dalle perfone più
ragguardevoli , ed a farfi diftinguere qual uomo fingolare , ed
infigne .
A un tal grado di pubblica eftimazione lo inalzarono
guidamente i molti arazzi , che egli con gran maeftria colo¬
ri nella cafa Panfilj , per fupplire alla mancanza degli arazzi
veri efprimenti diverfe azioni del Santo Apoftolo Paolo ; quel¬
li pure lomigliantiffimi a’ veri , condotti trailo fpazio delle fu
neftre , e nelle cantonate in tre nobili danze di cafa Odefcal-
chi ; le pitture Umilmente , che terminò nella fala della vil¬
la di belvedere a Fralcati , dove con fughi d’ erbe efpreffe le
Mule, la fucina di Vulcano, Orfeo, Apollo, ed altre mitolo¬
giche rapprefentanze ; e finalmente oltre a tante diverfe opere
pregiabiliffime , i rari e maravigliofi dipinti da lui efeguiti
nel palazzo de’ Corfini , co’ quali egli feppe dimoftrare a qual
alto fegno di perfezione giunger porta una così diffidi ma¬
niera di pittura non mai fino allora praticata con tanto va¬
lore , e con si felice fucceffo .
CRI-
9) ( XXXVII. ) Ut

CRISTOFANO TERZI
P I r T 0 R E.

na profonda intelligenza de’ precetti dell’


arte della pittura , uno zelo nobile , e
giudiziofo per gli avanzamenti , e pel
decoro della profeflione , ed un genio par¬
ticolare per 1’ erudizione into’no a’ pre-
ziofi monumenti della venerabile antichi¬
tà , furono alcuni diftinti pregj , pe’ quali
Cristofano Terzi , che nacque in Bologna
1’ anno 1692. s’ acquiflò I’ affetto, e la
filma de’ fuoi cittadini , e in fpecial modo degli onefti , e
ftudiofi giovani , che da lui furono fempre incoraggiti , e fo-
ftenuti con parzialillimo impegno.
Aveva egli dovuto negli anni più forti dell’ età fua fer-
vir d’ aiuto a Leonardo Terzi fuo padre famofo fchermitore ,
e in tempo delle di lui malattie era flato coftretto a portar¬
li ne’ collegi a dar le lezioni di quell’ arte cavallerefca ; ond’
è che quantunque avelie apprelo le regole del dileguo dal
bravo precettore Aureliano Milani (') , e avelie dipoi fre¬
quentile le fcuole di Giuleppe Crefpi , e di trancefco Mon¬
ti rinomati maeftri , diftratto nondimeno da tali occupazioni,
ed anguftiato inoltre dalle quotidiane indigenze della propria
cala , non potè allora produrre opere corrifpondenti al luo
defiderio , e degne del naturai fuo talento capace d’ intra¬
prendere , e d’ efeguire lavori di maggior merito . Trasferito¬
li quindi a Roma , ebbe luogo di confiderare le opere inti¬
gni , che ivi rifplendono , degli artefici più rinomati; e di-
Vtil. II. P. I. K ve-

(1) Giampietro Zadotti y che nella Storia dell’Accademia Serie , rammenta con fiamma lode Crijlofatto Ter?»
Clementina Voi. 11. pag. 159. ci da 1’ elogio d’Au¬ come uno de1 bravi difcepoli di quel pittore t e ne
reliano Milani , del quale da noi pure fi riportano le produce alcune pregiabili qualità .
notizie alla pag. 49. della P. II. del Voi. 1. di quella
4 ( xxxviii. ) $
venuto un appaffionato ammiratore di Raffaello , e di Nicco¬
lò Rullino , parve che perdeffe il coraggio di cimentarfi a
metter mano a’ pennelli ; e ne’ pochi lavori , che egli s’ ac-
cinfe a condurre , fu così incontentabile , e irrefoluro , che
in vece di ridurgli a quella perfezione , che fembravagli ne-
ceffaria , gli deteriorava piuttoflo con qualche difcapito della
fua reputazione .
Aiutato dopo qualche tempo dalla fortuna , che vincer
gli fece una fomma confiderabile di danaro , s’ applicò a fa¬
re acquifto di quadri , di difegni , di fcelte (lampe , di cam¬
mei , d’ anticaglie , e di tutto ciò , che appagar poteva il
virtuolo fuo genio verfo le opere di bravi artefici ; ma tor¬
nato alla patria ricco d’ una fuppellettile sì ragguardevole ,
non andò guari , che per un funeflo accidente precipitato fi
vide in un abiffo profondo di calamità , mentre attaccatofi il
fuoco alla propria cafa divorò e confunfe quanto avea di più
preziofo , e lo ridulfe in uno flato di compaffionevol mife-
ria . Coilrerto pertanto a rivolger feriamente le fue applica¬
zioni all’ efercizio della pittura , terminò varj dipinti , fra’
quali rammenteremo il quadro , che fi vede nella chiefa di
San Giacomo Maggiore , e che rapprefenta San Petronio genu-
fleffo davanti a Maria Santiffima ; un quadro ùmilmente colla
morte di Sant’ Anna , intorno a cui fi vedono effigiate mol¬
te figure ; e una tavola nella chiefa delle Monache Terziarie
Scalze con San Giuleppe , e Santa Terefa ; la quale però
non rimafe interamente finita } perchè quafi improvvifamenre
fu forprefo dalla morte , che con fommo difpiacere di tutti
Io rapì dal mondo il dì 13. di Novembre dell’ anno 1745.
dopo aver già foflenuto il vigefimo fedo Principato nell’ Ac¬
cademia Clementina .

AN-
3 ( XXXIX. ) p

ANTONIO ZANCHI
0 R E-

ovendo noi dar qualche conrezza d’ An¬


tonio Zanchi , il di cui originale Ritrat¬
to ritrovali collocato unitamente con gli
altri , che amcchifcono quella Serie , ci
lulingammo per lungo tempo , che ciò ar¬
recare non ci dovefie alcuna briga , e
penderò , mentre credemmo , che effo
iapprefenrafie 1’ effigie di quel bravo pit¬
tore Antonio Zanchi , che nato in Elle 1’
anno 1639 dimoHrò in Venezia principalmente il Tuo gran
valore colli produzione di molte opere maravigliofe per I’
invenzione , per la grazia , e pel colorito , celebrato perciò
giallamente dal Sandrart , dall’ Orlandi , e da altri diligenti
Icrittori . Ma dopo alcune ferie rifleffioni , e dopo d’ aver
fatte quelle più minute , ed efatte ricerche , che fon necef-
farie per ifcanfare nella più poffibil miniera ogn’ abbaglio ,
abbiamo alla fine fcoperto , che il pittore , di cui fi produ¬
ce 1’ incifa immagine , non è altrimenti quell’ infigne arte¬
fice da noi rammentato , ma un altro valente foggetto , che
ricevuto avendo lo Hello nome nacque in Venezia fullo fca-
dere del pafiato fecolo .
Ma fe una tale ravvifata notizia ci fervi allora di non
lieve confolazione , ficcome quella , che ci liberava dal qua¬
li imminente pericolo di cadere in errore , ci collrinfe però
nel tempo Hello alla molefia neceffità di dover confeflare la
noHra ignoranza intorno all’ opere , ed al merito di queHo
dipintore , ma non già la noHra tralcuratezza nel farne da
ogni parte accurata ricerca ; eflendochè non abbiamo manca¬
to di fare quanto richiedeva il nollro dovere , e 1’ intrapre-
fo
4 ( xxxx. ) c»
fo impegno d’ informare , quantunque in maniera affai com-
pendiofa , i noftri leggitori dello dato , e dei diftinti pregi
di quei pittori , che compongono quella Raccolta . Quel po¬
co , che ci è riufcito di fapere , fi rillringe al di lui precet¬
tore , il quale fi afferifce effere fiato il -tante volte da noi
nominato Giufeppe dal Sole , lotto la di cui direzione fi pofe
lo Zanchi nella dimora , eh’ ei fece in Bologna ; e al rima¬
ner noi afiicurati , che in alcune cafe di nobili perlonaggi di
quella città fi ritrovano del medefimo artefice diverfi ritrat¬
ti , e varie pitture , che elprimono molti fatti d’ antichi
eroi , e in fpecial guifa alcune doriche rapprefentanze , qua¬
li furono ideate, e deferitte da Torquato Tallo nel fuo fa-
mofo poema . Ci vien di più riferito , che egli fu un uo¬
mo di naturale allegro, e faceto , e dedito alle follazzevoli
converfazioni ; e che dopo d’ aver fatto ritorno alla patria ,
fu un dì all’ improvvifo in una pubblica contrada rapito di
vira da un mortale accidente , cagionato in lui , come allor
fi credette, da’ frequenti difordim della fua vita .

5
GIO.
g ( xxxxi. )

CIO. DOMENICO
FERRETTI

r i r t o r e.

in Firenze il dì t^- di Giugno del-


acque

i! '
1’
anno 1692 G10. Domenico Ferretti , il
- .
di cui genitore e (Fendo Imolefe , dettino
| in Imola il bene educalo figlio allo liudio
della pittura lotto la direzione di Fran-
cefco Chiufuri , che a lui infegnò con
w ogni premura i principi dell’ arte , e 1’
. .i
addcftrò di buon’ ora nell’ arduo fenriero
della virtù , e della gloria . Trasferitoli
pofeia in quella città , da Tommafo Redi , e dipoi da Scbattia-
no Galeotti , ambedue valenti artefici , ed abili precettori , im¬
pilò con ulteriore profitto quelle migliori regole , che for¬
mano 1 valentuomini ; e nella dimora , eh’ ei dovè lare in
Bologna , apprefe altri ottimi inlegnamenti da Felice 1 ord¬
ii (■) infigne dipintor Veronefe .
Divenuto egli pertanto pel ficuro indirizzo di tali pro-
felFori , e per la fua indotefla applicazione un giovane affai
valorofo , cominciò ben predo colla produzione di varj dipin¬
ti a olio , ed a frelco ad acquetar molto credito , il quale
ogni di più in tal guita s’ accrebbe , che indicibile è il nu¬
mero dell’ opere a lui in ogni tempo commefFe , e dal me-
defimo bravamente condotte ; e noi , che oltrepaffar non vo¬
gliamo gli uguali prefilfi termini della brevità, altro far non
polliamo , che indicare foltanto alcuni luoghi , ne’ quali effe
li ammirano. Paffando dunque fotto filenzio le pitture , che
Ree il Ferretti nel Duomo d’ Imola , ed i quadri coloriti pel
Cardinal Gozzadini in Bologna , diremo , che in Firenze ha
Voi. II. P . I. L la-

(1) Del Tortili , ficcome pure del R'di , e del Galeot¬


ti , che furon maeftri dtl Ferretti , abbiamo pubblica-
4 ( xxxxii. ) $.
lafciati innumerabili monumenti del fuo fapere , e che di lui
fparfamente nelle chiefe , ne’ monafteri , e ne’ palazzi fi vedo¬
no a olio , a frefeo , ed a tempera (limabili , e grandiofe pit¬
ture , come può ciafcuno oflervare nelle chiefe de’ Monaci del¬
la Badia , e de’ Carmelitani Scalzi , nella chiefa Arcivefcovile
di San Salvadore , in quelle del Carmine , e d’ Ogniflanti , nel
refettorio de’ Padri Serviti , nella danza del capitolo de’ Padri
Domenicani di San Marco , nella libreria de’ Monaci degli An-
gioii , e limi finente nelle chiefe delle Monache di Santa Chia¬
ra , di Sant’ Orlola , di San Martino , di San Domenico , di
Santa Caterina, di Monticelli (•); e come pure può rimirarli
nella Reai Galleria , e ne’ palazzi de’ Corfi , de' Rncellai ,
de’ Criioni , de’ Conti della Ghcrardefca , de’ Capponi dietro
alla chiefa della Santillana Nonziata , de’ Roffia , de’ Ginori ,
de’ Panciatichi , de’ Gerjni , e d’ altri molti , dove s’ incontra¬
no gabinetti , (ale , volre di fcale , gallerie , magnifiche danze ,
e privaci oratori , adorni vagunente dalle ben inrefe pitture
di quello infaticabile artefice . Una copia si grande di lavori
ballar loia dovrebbe per dimoflrare la dima grandidima , che di
lui giudamente fu fempre fatta dagl’ intendenti ; ma ci giova
il credere , che molto maggiore nell’ animo di chi legge forge-
rà la maraviglia , ed il concetto per quedo valentuomo al primo
riflettere , che un numero non pintore n’ efeguì per quali tut¬
te le città della Tolcana ; e che in varie chiefe , e palazzi di
Pila , di Livorno , di Siena , di Piftoia , di Prato , di Volterra ,
di Samminiaro , di Lucca fi vedono del Ferretti belliflìme ta¬
vole , (fi inabili (fimi quadri , e pirrure maravigliofe nelle cupo¬
le , e nelle volte de’ (acri templi , e ne’ gabinetti , nelle l'a¬
le > nelle gallerie , e in altre fplendide danze di pubblici , e
di privati edilìzi . Un tale artefice pertanto , che per ogni do¬
ve lafciò in sì varie guife ficure riprove di fui virtù , degno
farebbe d’ un elogio più ragionato, ed eftefo ; ma a un si chia¬
ro profeflore , che ancor vivente gode 1’ univerfalc eftimaziune
de’ fuoi cittadini , non mancherà forfè un giorno chi libera¬
mente (paziando pel vailo campo delle di lui produzioni , colla
dovuta lode potrà rendere defie medehme un’ elatta contezza
CIO.
(i) Per rammentare ancora qualche pia confraternita , del Ceppo , e qudla di Sant'Angelo a Legnaia furonp
accenneremo , che la compagnia di S. Niccolò detta dal Faretti arricchite di varie pitture .
'«} ( XXXXIII. ) Q.

G I O. DOMENICO
C A M P I G L I A
Pittore.

a Lucca , dove era nato 1’ anno 1692. ,


mandato in Firenze in età puerile G10. Do¬
menico Camiuglia da’ iuoi genitori apprcf-
fo 1’ indolire , ed ottimo zio , che era im¬
piegato nell’ attuai fervizio del Granprinci-
pe Ferdinando in qualità di artefice vaio-
rolo , che intarfiava nel legno fiori , anima¬
li , e grottefchi capricci di diverfi colori ;
dopo d aver paflati i più verdi giorni del-
1’ età fua nell’ imparare i necellai j rudimenti delle lettere , fu
dal medefimo , che nello fpiritoio nipote avea ben predo ravvi-
fato un genio particolare per 1’ arte , raccomandato alla direzio¬
ne degli accurati , ed amorevoli precettori Tommafo Redi , e
Lorenzo del Moro , dal primo de’ quali appreie il dilegno ,
frequentando le fcuole del nudo , e della noromia , e dal fe¬
condo le regole della prolpettiva , e dell’ architettura . Gollo-
cato quindi nella Reai Galleria , dove col difegnare tutte le
ftatue , e i migliori quadri dimofirò gran valore ; e mandato
polcia dallo zio a Bologna ci nella lcuola di G10. Giufeppe
dal Sole, colla ■ fcqrta del quale copiò le opere de’ Garacci ,
di Guido , e d’ altri celebri dipintori : divenne in breve tem¬
po un giovane aliai valente , talché tornato alla patria fcppe
egregiamente condurre diverfi quadri pel Cavalier Gelidi , ed
alquanti ritratti .
Avendo poi rifoluro il Campiglia di trasferirli a Roma ,
s’ applicò fubito a dileguare 1’ antico , e ad apprendere la
pittura con maggiore impegno ; e dopo non molto tempo s’
acqui¬
ti) Dimorfi In Bologna II Campitili nel palano del prefentante la fuga in Egitto della Vergine Madre
Conte Paolo Zambeccan luo armntiffimo protettore , col Tanto Bambino Gesù .
2 cui fece un bel quadro di propria inveniione rap-
4 ( XXXXIV. ) $

acqui dò fortuna gloria nel folenne concorfo intimato dall’ Ac¬


cademia di Santo Luca , per averne ottenuto il dellinato pre¬
mio coll’ ammirabile produzione d’ un difegno elprimence un
Guerriero Capicano , che torna vittoriofo in trionfo . Di qui
avvenne , che avendo affai patito la fabbrica di San Pietro ,
il Pontefice Clemente XI. , il quale oltre al predetto dife¬
gno , avea pure veduti tutti quelli , che con indi.cibil mae-
ftria fatti aveva al Salvioni flampatore del Vaticano , coman¬
dò , che a quello bravilTimo giovane follerò coramelle molte
copie , che de’ quadri dipinti fui muro , primachè perlifero ,
era ilaro giudicato efpediente doverli lare ; cd avendolo un
giorno veduto operare fui luogo ile Ho , dopo d’ averlo com¬
mendato , ordinò a Monfignor Sergardi economo di quella fab¬
brica , c he a lui fodero dati a copiare altri quadri , affine di
coltivare , come egli appunto s’ clprelle , i buoni talenti .
Pervenuto egli pertanto ad un alto grado d’ univerfale
reputazione, non può ballantemente 1 piega' li quante , e quali
rifpettabdi opere dovè in ogni tempo condurre in Roma per
Cardinali , per Principi , e per diverbi infigni perfonaggi ; nè
a noi è permeilo di fare in qualche modo comp endere la
bellezza , ed il numero delle moltilfime tavole da altare , de’
pregiatilfimi quadri d’ ogni grandezza , e degli altri egregi
lavori , che per le chiefe di varie città dell’ Italia , per al¬
cune corri d’ Europi , e per ornamento delle Iplendide abi¬
tazioni d’ innumerabili illufiri foggetn d’ ogni nazione fe¬
licemente terminò quello infaticabile , e brividi no profel-
fure , che oltre a tutto ciò ebbe il coraggio di dileguare
più volte quinto in Roma si in pubblico , che in privato fi
trova di rdpettabile antichità ; che invitato a Firenze dile¬
gnò pure la gmndiofa , ed afidi ce'ebre opera del Muleo Fio¬
rentino ; e che richiamato a Roma dal Pontefice Clemente XII.
dileguò il copiofo Muleo del Cardinale Alelfandro Albani , che
dovea collocarli nel Campidoglio , coi riceverne in premio un
decoralo , e perpetuo menfuale flipendio , e coll’ acquiftare
ogni giorno più 1’ invariabile (lima , e 1’ affetto degl’ inten¬
denti , e il gloriofo nome d’ ìnltancabile , ed efimio artefi¬
ce , che fralla grandezza del merito , e (ralle univerlali accla¬
mazioni Tempre affabile fi mantenne , morigerato , ed onelto .
GIO.
$ ( XXXXV. ) t

GIOVANNI SORBI
fitto

A civili non meno che oneffi genitori na¬


to in Siena il dì 25. di Giugno dell’ an¬
no 1695-, P egregio artefice Giovanni Sor¬
bi , apprefe le prime regole del difegno,
e della pittura dal Cavalier Giufeppe Na-
fini , lotto la di cui direzione giunfe ben
predo a copiare con gran diligenza , e
maedria molte opere maravigliofe di Fran-
cefco Vanni , e a dare animofo alquanre
ficure riprove del fuo fervido ingegno. Non contento egli però
del progredo non ordinario , che avea fatto nella fua patria,
nel ventèlimo anno dell’ età fua volle trasferirli a Bologna ,
città da lui (aggiamente creduta molto opportuna per foddi-
sfare al vivo fuo defiderio di divenire eccellente profeffore ;
e dopo d’ aver ivi lungamente applicato a’ fuoi dudj coll’
aflidenza fedele del rinomato maeltro Giufeppe Crefpi , co¬
piando (') nel tempo dello le opere più indigni di quei va¬
lentuomini , e facendo altresì di quando in quando alcuni
viaggi per varie città della Lombardia coll’ unico fine d’ ap¬
prendere , ed imitare la buona maniera de’ dipintori più fe-
gnalati , fece alla fine conofcere il fuo gran valore con di¬
verbi originali lavori , che gli conciliarono la dima univerfa-
le degl’ intendenti .
Avendo il Sorbi dovuto portarfi a Roma <») , il primo
Voi. 11. P. I. M qua-

(1) Oltre alle tante diverfe opere di bravi pittori co» ria però di quello efimio pittore non fi dee tralafciar
piò i! Sorbi in Bologna 1’ intiera famofiirima Galleria d’ avvertire , che giunto elfo appena in quella valla
de’ Sanpieri di Strada Maggiore . metropoli , con la produzione d’ un belhllìmo dile¬
(z) Il motivo principale , che induffe il Sorbi a por¬ gno efprimente il Convito di Baldaflarre riportò con
tarli a Roma , fu 1’ efler egli flato chiamato colà a grandiflima lode, ed applaufo il premio in primz ciaf-
copiare i quadri , che dovean lavorarfi a molaico per le , che dall’ infigne Accademia di Santo Luca in al¬
la chiefa di San Pietro ; ma per varj occorfi acci¬ cuni tempi fuol deflinarfi a’ più bravi giovani con-
denti non fu poi impiegato in tal opera . Per glo¬ correnti .
4 ( XXXXVI. ) $
quadro , che vi dipinte , fu per la chiefa del Seminario Va¬
ticano ; e due furono fuffeguentemente le tavole , che per or¬
dine di Monlignor Riccardi dovè condurre per la chiefa de’
Santi Quaranta Martiri . Per la chiefa pure della Madonna
delle Fornaci de’ Padri Spagnuoli del Rifcatto lavorò una ta¬
vola con Gesù Nazzareno , e con le Sante Caterina , ed Agnc-
fe ; e per 1’ aitar maggiore della chiefa di Santa Caterina de’
Funari un quadro affai bello rapprefentante il di lei prodigio¬
sa martino. Per tali, ed altri ben intefi dipinti divenuto ce¬
lebre il nome di quello valentuomo , diverbi illuftri perfo-
naggi , e in fpecial modo il Cardinal Delci , gli ordinarono
var e opere , ed alcune tavole da collocarfi ne’ pubblici fan-
ruarj ; e la compagnia della Nazion Sanefe , e 1’ Arciconfra-
ternita del Suffragio vollero coloriti dal di lui accreditato ,
ed indulìre pennello i due proprj (lendardi ; nel primo de’
quali efpreffe egli da una parte la Santa Vergine Caterina
da S.ena , che moftra di ricondurre il Romano Pontefice nel
Soglio del Vaticano , effigiando dall’ altra San Bernardino in
atteggiamento vivace di predicare a’ popoli gli evangelici in-
fegnamenti ; e nel fecondo da una faccia rapprefentò la na-
feua della gloriofa genitrice del Divin Verbo , e dall’ altra
le anime del Purgatorio , che ricevon fuffragio per le pre¬
ghiere de’ fedeli , e per le fante opere di criftiana pietà .
Dell’ altre pitture , che in Roma , e in varie città del-
1’ Italia , ed oltre i confini ancora dell’ italiche regioni fpar-
fe il Sorbi in ogni tempo con fomma gloria , non effendo a
noi pofftbile il farne un’ efatta , e particolar rimembranza ,
ci lufinghiamo di poter rendere la dovuta giuftizia alla vir¬
tù di quello profeffore , col folamente aderire , che egli non
fu interiore nel merito a que’ valenti artefici , che fono lo
fplendore , e il decoro più bello di quella Serie ,

GIO.
3 ( XXXXVII, ) $.

GIO> GIUSTINO PREISLER


PITTORE.

io. Giustino Preisler nato in Norimberga


il dì 4. di Dicembre dell’ anno 1698. ol¬
tre all’ effere flato dalla natura dotato d’
uno (Vegliato talento , e d’ un genio par¬
ticolare per 1’ arte della pittura , ebbe
pure la bella forte d’ effer figlio d’ un pa¬
dre , che con fomma gloria occupava nel¬
la fua patria 1’ onorevol porto di diretto¬
re dell’ Accademia de’ pittori , bravilfimo
artefice , e profeflbre , il quale potè con tutto 1’ impegno , e
con ottima direzione infondere nel di lui animo giovanile
que’ precetti medefimi , e tutte quelle regole fondamentali ,
che aveva effo già diftefamenre defcritte in un’ opera da fe
compilata , e in tre parti diftribuita per inftruzione de’ gio¬
vani ( ■ ) .
Dopo d’ aver egli con grandiflìmo progreflo (atti i pri¬
mi fuoi fludj , dcfiderofo di far nuovo acquifto di cognizio¬
ni , rifolvè di venir nell’ Italia , e giunto in Venezia , quivi
fi trattenne per molti meli ad oflervare , ed apprendere quan¬
to credea neceffario per divenir valentuomo . Trasferitofi quin¬
di a Firenze , e avendo avuto il comodo di profeguire per
qualche tempo le fue ftudiofe applicazioni nella Reai Galle¬
ria , fi portò pofeia a Roma , dove fu accolto cortefemente
nella propria abitazione dal Barone Filippo de Stofch , per ivi
difegnare parecchi volumi della fua famofa Raccolta d’ anti¬
che pietre , e d’ altri pregiabiliflimi monumenti . Del fog-
giorno , eh’ ei fece di cinque anni in quella vada metropo-

(1) Quell* opera fu poi accrefciuta della quarta parte gniziom , e che era già divenuto non punto infer.o.
dal noRro pittore Gio. Gtujlin» , che con tale aggiun- re nel mento al fuo gran maeftro , cd «mantiflìmo
ta dimoierò quanto valle foffero le fue acquiRate co. padre .
4 ( XXXXVIII. ) $
ii quantunque il primo oggetto foffe quello di cercare il ilio
particolar profitto nello (ludio delle opere maravigliofe , che
ivi rifplendono , e molto tempo egli impiegafle nella confide-
razione de’ lavori ftupendi di Raffaello , e de’ greci fimolacri,
dovè nondimeno per foddisfare alle altrui richiede compire
numerofi difegni delle datue più belle , e copiare molte ope¬
re originali de’ più rinomati pittori ; e un quadro ancora di
fua invenzione da trafmetterfi in Amderdam dovè condurre
colla rapprefentanza d’ Achille ritrovato in abito donnefeo da
Ulilfe fralle damigelle della Corte del Re Licomede . Torna¬
to alla patria trovò, che la maggior parte de’ veri amatori
dulie bell’ arti era data dalla morte rapita; onde perdè qua¬
li ogni fperanza d’ incontrare favorevole congiuntura di poter
dare qualche pubblico faggio de’ nobili Tutti riportati da’
fuoi continovi dudj , colla produzione di quadri grandiofi
efprimenri , come avrebbe defiderato , drepitofe idoriche azio¬
ni ; ficchè dopo d’ aver colorita una tavola da altare per la
città d’ infpruck , ed altra vaga pittura rapprefentante favolo-
fa invenzione per la villa del Conte de Wurh , fu codretto
ad impiegarli nel far ritratti , e difegni per diverfi foggetti .
Fece pure alcune opere in acqua forte ; ed altri innumera¬
bili difegni efeguì di varie forti , e in fpecial guila alcuni
belli(Timi d’ antiche datue , che furon pofeia incile in rame
dal di lui valorofo fratello ; nè è fàcil colà il ridire quali ,
e quanti lavori abbia quedo infigne artefice terminati , e qual
vantaggio e fplendore abbia arrecato alla patria fino dal tem¬
po , che fu aneli’ egli dedinaro direttore dell’ Accademia de’
pittori , e della pubblica fcuola del difegno , alle quali tut¬
tora prefiede con fomma gloria .

FI-
( XXXXIX. ) (3.

FILIPPO DELLA VALLE


s C U L T 0 R E.

uantunque il merito di quetto valentuo¬


mo non rifiliti dalla produzione dell’ ope¬
re relative del tutto all' arte della pit¬
tura , e fembrar polla perciò a taluno ,
che annoverare non fi dovelle il di lui
ritratto in una Serie , che di foli egregi
dipintori è comporta , abbiam creduto non¬
dimeno , che le incile fembianze , e il no¬
me nipettabile dell’ inligne fruitore Filip¬
po della Valle oltre al recare alla noftra Raccolta novello pre¬
gio , e fplendore , pondero in ella con qualche ragion com¬
parire ; ertendochè dall’ aver egli intagliato in rame alcune
tavole di cammei per la celebre collezione del Mufeo Fio¬
rentino , e dall’ aver di più colorito con molta eleganza il
proprio lembiante , chiaramente apparilce , che non folo ei pof-
liede tutta la cognizione del dileguo nccertaria per 1’ eferci-
zio dell’ arte maravigliofa della Icultura , ma che avrebbe al¬
tresì potuto con felice riulcimento congiungere allo Audio
della medefima quello pure della pittura , come fecero tanti
chiariflìmi profellori , che colla cultura delle due arti dorel¬
le fi procacciarono eterna lama .
Nacque Filippo della Valle il dì 26. di Dicembre del-
1’ anno 1698. in Firenze, e dopo d’ aver tralcorfi gli anni
fuoi giovenili nell’ imparare le umane lettere , attefe ad ap¬
prendere il difegno dall’ egregio fruitore Gio. Banda Foggi-
ni fuo zio ; e quindi frequentando 1’ Accademia del nudo s’
efercitò nel modellare con Ipeciale attenzione le fatue più
belle della Reai Galleria . Invaghitoli polcia di maneggiar gli
fcarpelli , e procurando d’ acquetar pratica , e franchezza col
Voi. 11. P. I. N di-
4 ( L. ) C*
dirozzare i lavori , che dovea terminare il Tuo zio , gli riu-
fcì finalmente di cimentarli con felice elito a (colpire in mar¬
mo di propria invenzione un vago Amorino in atto piacevo¬
le di dormire. Pervenuto egli all’ età più matura, ed aven¬
do già rifoluto di far Tuo proprio impiego la (cultura , fi
portò a Roma , dove fotto la fida lcorta di Cammillo Rufco-
ni o divenne un braviflimo artefice, ed in progrello di tem¬
po acquidò tal perizia nell’ arte , che fi meritò giuflamente
1 univerlale eftimazione degl’ intendenti , e fu fempre confi¬
derai come uno degli (cultori piu accreditati del fecol co¬
ltro Quali poi fodero 1’ opere , che lo inalzarono a sì alto
grado di rinomanza , a noi non è permedo d’ indicarlo pre-
cilamente ; poiché in gran numero furono i bulli mirabilmen¬
te lavorati co vivaci ritratti di Pontefici , di Cardinali , di
Prelati , e d altri conlpicui perfonaggi , e di ragguardevoli
forediei i , quali innumerabili i gruppi , ed i badinlievi col¬
locati ne pubblici luoghi , e nelle chiefe di Roma , e d’ altre
città d Italia, e d Europa , e confervati gelolam.nte nelle
privare gallerie ; moltidimi , ed adai grandmi] i lepolcrali de-
pohti , fia quali per la dignità del foggetto fi rammenta quel¬
lo d Innocenzio Xll. e non poche altresì , e maggiori d’ ogni
lode le bellillime datue rapprefentann ora alcuni fantidimi
croi della Cattolica Religione , ora alcune virtù più fegnala-
te , e didime , ed ora elprimenti le originali bellezze d’ an¬
tichi pregiabiliifimi fimolacri da trasferirli nell’ Inghilterra , e
in diverli altri regni . Altro pertanto non fappiam fare , che
a un tale edmio Icultore augurare un lungo corfo d’ anni
felici per vantaggio , ed onor di quell’ arte , che con tanto
applaudì ei proteda ; ed ammirare piuttodo con rifpettofo fi-
lcnzio , che collo fcarfo tnburo di lodi ofeurare in gran par¬
te la rilplendente grandezza del fuo valore , e della fua glo¬
ria .

FINE DELLA PARTE I. DEL VOLUME IL

(i) Di quello valente feultore , che mori in Roma


giufto elogio nell’ Abccedario Pittorico.
nei mele di Dicembre deli’ anno 1728. vedi il
SERIE

DI RITRATTI ORIGINALI

D’ ECCELLENTI PITTORI

VOLUME 11. PARTE 11.


I N
DE' RITRATTI
CHE SONO

I N Q^U ESTÀ SECONDA PARTE


DEL VOLUME SECONDO.

I. JL IETRO TESTA Pittore , e Irtci/ore. pag. i

il. MICHELANGIOLO RICCIOLINI Pittore. 3

III. NICCOLO' RICCIOLINI Pittare. 5

ìv. VINCENZIO MEUCCI Pittore. 7

V. ANTONIO ROSSI Pittore . 9

vr. FRANCESCO CACCIANIGA Pittore , e Incifore. ■■

vii. FRANCESCO GAMBACCIANI Pittore. n

vili. GAETANO PIATTOLI Pittore. J5

IX. ANTON BASTIANO EETTINI Pittore. J7

x. FILOTEO DU FLOS Pittore, e Incifore in Reme. 1P

xi. GIORGIO ÀBRAMO NAGEL Pittore. 11

XII. DAVID LUDERS Pittore. J3

xiii. FRANCESCO PREZIADO Pittore, 25

xiv. TOMMASO GHERARDINI Pittore . t-7

xv. GIO. ELIA MORGHEN Pittore. 25>

xvi. GIUSEPPE BOTTANI Pittore. 31

xvn. VINCENZIO FANTI Pittore. 33

xviii. MARIA MADDALENA BALDACCI Pittrice. 33

ANNA
XXII. GESUALDO FRANCESCO FERRI Pillare.

xxm. GIUSEPPE HICKELS Pittore.

xxiv. GIO. FRANCESCO BRIGLIA Pittare.

xxv. ANTONIO PAZZI Incifore .

IL FINE.
p I E T R o
testa
VITTORE E INCISORE.

E tutti quei giovani , che bramano d’ efer-


citar con applaufo e con decoro 1’ Atre
t3ella, Pittura , muna cofa , benché minima ,
s’ accingelTcro a delincare, o a dipingere,
fe prima non l’aveller veduta dal natura¬
le , come collantemente ebbe in ufo di fa¬
re Pietro Testa [■> uno de’ pm eccellenti
ed inlancabdi dilegnarori , che nel (ecolo
fcorfo fiorillero ; tante non lì vedrebbero
capricciofé invenzioni , che troppo allontanandoli dalla verità
non pofton Tempre incontrare la comune approvazione degl’ in¬
tendenti .
Nell’ età fua giovanile conofcendo quello accorto artefice
di non potere per la Icarfezza delle parerne foftanze avanzarli
nello (ìudio del dileguare da lui inrraprelo in Lucca lua pa¬
tria , dove nell’anno 1611. (») era nato; li portò a Roma, e
fi pofe a confiderare i migliori antichi balfinlievi , e a farne
dipoi parecchi efarti dilegui . Perchè quelli gli furon lodati
da molti , e precifamenre dal famolo profeffore Domenico Zam-
pien Bolognele , che diventò in tale occalione fuo precettore ,
egli non foìo s’ incoraggi , com’ era giovevol cofa , ma fi con¬
piacque non poco di fe medefimo ; e lalciato dopo alquanto
tempo un tale inligne maeltro , cercò d’edere ammtflo nella
fcuola del celebrarilfimo Pieno da Cortona , il quale però fu
in breve collretto a licenziarlo da fe , per aver elfo con cer-
P. II. V. Il, A rezza

(1) Quefla verità venne Tempre aderita , e conferma¬ fe flato aitai pofleriore al cominciamento del'a prefen-
ta dal valente pittore francefco Mola , col quale il te Edizione , larebbere flati collocati nella P. 1. del
Tefìa avea contratta una grande amicizia . Voi. II. di quefla Serie , conformemente al cronolo¬
(?) Qui fi vuole avvertire, che il breve elogio di gico fiflema , che , per quanto è flato poflibile ,
quello pittore , come pure gli altri tre lufTegudnti, s' è procurato di mantenere .
fe J'acquiflo de’ refpettivi originali Ritratti non fof.
4 ( H. ) C»
tezza (coperto , che quedo giovane, quantunque fotte divenuto
molto abile, con animo nondimeno troppo franco non parlava
talora colla dovuta (lima de’ di lui univerfalmente applauditi
dipinti . Per un tal dilpiacence contegno farebbe forfè il Te¬
da (faro foggetto a qualche difgradevole avventura , fe non
avelie trovato nel Commendatore Calhano dal Pozzo un Alece-
nate amorevole , che oltre all’ averlo con generofo adeguamen¬
to impiegato nel dilegnare tutte le più belle antichità di Ro¬
ma , gli agevolò la drada di far ne’ fuoi dudi sì gran progref-
fo , eh’ ci potè pofeia compire di fua mano cinque libri di
bene efeguiti dilegni , ed inventare quelle sì rinomare , e nu*
inerofe carte , eh’ egli pubblicò da fe intagliate in acqua for¬
te co comprate a gran prezzo da rr • perlonaggi Italiani, e
Franqefi , e d’altie cofpicue nazu.
Quedi però non turc>no i Ioli l ivori , ond’ ei s’acquidò
una rinomanza didinra , poiché da Munlignor Girolamo Ruon-
vifi gli furon date divede commiUipni , cui bene compì ; e
non poche furon le tavole da altare , che nelle chiefe di Ro¬
ma , di Lucca co e d’ altre città terminò bravamente ; e moire
pure furon le opere a frefeo , i chiarofcuri , i difegni , e i ri¬
tratti dal naturale , che a olio, con padelli, con penna Teppe
condurre con (ingoiare vivezza c maedria . Arreca pertanto non
lieve ftupore il laperfi , che a un uomo tale non riufcifle mai
di follevai li dalla balTezza di fua fortuna ; e fe da alcuno fi
giunfe a comprendere , che 1’ indefedà applicazione allo fludio ,
e lo fpcciale fuo genio d’ efprimer nelle lue pitture le cofe
orride e tetre , 1’ avellerò appoco appoco ripieno d’ umor ma¬
linconico ; quando poi nell’anno 1650. fu egli difeopcrto nel
Tevere mileramente annegato , non fu polfibil giammai d’ in-
vedigare la precila cagione d’ una morte così infelice , che fu
giudamente compianta da’ fuoi veri amici , e da’ profedori del-
T arte più onorati , e finceri .
MI.

( 1 ) Di quelle fe ne può leggere la fpiegazisne nel fi giudica una delle migliori opere di quello prò*
Drcenn. V. della Pare. I. del Sec. V. di Filippo feffore . In Lucca pure nel Palazzo del Pubblico
Batdinucci , ehe vien citato anche dal P. Orlendi , fi vede da etto dipinta a frefeo la Giuflizia ; e
che anch’ etto ne fa onorata menzione . due tavole da altare da lui colorite , una nella
(2 ) Merita una particolar menzione una tavola , che chiela de’ PP. Domenicani , e 1’ altra in quella de*
li vede in Lucca nella chiela di S. Paolino , e che PP. Agolìiniani -
^ ( III. )

MICHELANGIOLO
RICCIOLINI
PITTORE.

LLOrchl' 1’ uomo onefto , civile , e ricco


d’ eccelle prerogative Damiano Ricciolini
dalla città di ! odi Tua patria portatoli a
Roma , ed ivi domiciliato godeva l’onorevo¬
le incarico di Auditor generale di tutti gli
(lati dell’ Eccellentiifima Cala Barberini;
in quella Iplendida Dominante il di 29. di
Settembre dell’anno 1654. lotti felicemen¬
te i natali il di lui figlio Michelangelo
Ricciolini , il quale laudevolmente educato , e nell’ età l'uà
giovanile dando chiari legni d’ ottima indole , e di non ordi¬
nario talento , pe’ Tuoi pregi perfonali uniti a que’ molti del
benemerito genitore, fu pollo nel numero de’ piggi della fo-
pra enunciata tan.iglia , e quindi negli anni poftenori genti¬
luomo della medefima fu dichiarato .
Avendo pertanto quello diligente giovane in mezzo a’ fuoi
primi virtuofi elercizi dimoflrato ben predo ara pirncoìare in¬
clinazione al dilegno , fu giudicato elLr cofa efpedienre e do-
verolà il fecondare il naturale (uo genio , e di collocarlo fiot¬
to la ficura direzione del rinomato pittore Carlo Maratta ,
nella di cui Icuola per la premurala alìillenza d’ un tal mae-
ftro , e per la Tua non interrotta applicazione fece in breve
tempo un così rapido progredii , che in età d’ anni venti fu
in illaro di efporre con fortuna lode alla pubblica villa nella
chiefa di S. Lorenzo in piftibus i quattro quadri laterali della
cappella maggiore, in uno de’ quali rapprefientò la Natività
del Signore , in un altro 1’ Adorazione de’ Magi , e negli al¬
tri due il Sogno milleriofo , ed il Tranlìto di S Giuleppe ;
e per evidente ripruova della riportatane approvazione dovè poi
colo-
1ì ( IV. ) $
colorire i Tedici quadri , che fi vedono fui cornicione della
medefima chiefa , efprimenti ciafcuqo diverfi farti allpfivi al
martirio di S. Lorenzo ; ed in oltre efeguì la data commif*
fione di adornare di fuoi diverfi dipinti tutta la cappella di
S. Niccolò di Bari , dopo d’ aver già per 1’ avanti nella chie¬
fa di Santa Maria in Campirelli vivamente efprefio nella volta
della cappella de’ Capizzucchi 1’ eftatico volo dell’ Apoltolo
delle genti fino al terzo cielo .
Per tali applaudite operazioni eflendofi egli meritamente
guadagnato il credito di valente artefice , non gli mancaron
diverfe decorofe occafioni di fare viepiù chiara e palefe la fua
fortuna abilità , di cui fanno tuttora una ficura teftimonianza
la galleria con due ftanze del palazzo de’ Marchefi Spada nel
luogo detto Capo di ferro , quella del palazzo di Monte ro¬
tondo , quella pure de’ Conti Bonaccorfi in Macerara , e final¬
mente in Frafcati nella villa de’ Pelcatori la volta della fala ,
e nella chicfa di Santo Rocco la volta della cappella in onor
del medefima inalzata , ne’ quali luoghi , ed in altri , che
per brevità non fi rammentano , adornati vagamente de’ fuoi
lavori , fi ravvifa il buon gulto , e la perizia di quello efper-
to dipintore , al quale rapito dalla morte il dì li. di Dicem¬
bre dell’ anno 1715. nel Duomo di detta città di Fialcaci fa
data onorevole fepoltura „

NIC-
vk muNi ifiijp.ril i li m /
p / r r o r e
^ ( V. ) $>

NICCOLO'
RICCIOLINI
PITTORE.

he la virtù degl’ illuftri genitori in ogni ge¬


nere di facoltà , d’ arti liberali , e di faen¬
ze trasfondafi per lo più , fe non totalmen¬
te , almeno in parte negl’ ingenui figli , fu
de’ faggi uomini d’ ogni età collante , e
uniforme fentimento , e refta ciò ad evi¬
denza comprovato dalla naturale diuturna e-
fperienza di qualunque colta nazione. Sem¬
bra nondimeno, che il valore, benché gran¬
de, d’ un padre redi talora fuperato dalle più frequenti riprove di
chiaro ingegno , e dalla rinomanza più elida d’ un qualche fi¬
glio ; e tale appunto ci companlce il merito del prelodato Mi-
chelangiolo Ricciolini , fe con quello fi paragoni di Niccolo'
Ricciolini di lui degno figlio , che nato in Roma il dì i. di
Febbraio dell’ anno 1687. negli anni dell’ adolefcenza avendo
fedamente applicato , oltre agli (ludi delle umane lettere , e
delle mattematiche fcienze , a quello pure del difegno , e del¬
la pittura , in età molto frefca fi dimoflrò fuperiore agli altri
pel fuo fapere ne’ virtuofi concorli , e il defliaato premio o
più volte ne ricevè ; e che nel decorfo della fua vita opere di
gran lunga più numerofe , e magnifiche condufle a fine glorio-
famente , per cui potè eternare nella memoria de’ poderi la
celebrità del fuo nome .
Ognuno pertanto conofcer può , che in un elogio sì com-
pendiofo vana cofa è per noi il tentare di far parola di tutte
le infigni pitture d’ un tale artefice ; e difcretamente dovrà ri-
fiettere , che 1’ accennarne foltanto una qualche piccola parte ,
P. II. V. II. B è ap-
[j] In età d‘ anni 14. nel coneorfo del Campidoglio primi , e di anni 16. fu giudicato degno del prime
ottenne il primo premio nella feconda dalle della premio nella prima dalle della Scultura .
pitturaj d’ anni 15. n« meritò il primo nella elide
’t ( VI. )
è appunto quel molto , che a noi vien permeilo . Sicché per
proteguir 1’ importaci brevità , non potendo far di-rtinta men¬
zione delle tante opere di facra ftoria , e profana da lui efe-
guire con fommo applaufo per diverfi erteri paert o, per fubli-
mi 1 ìincipi (»), e per nobili perfonaggi ; parleremo fuccinta-
mente , e fenz ordine d alcuni lavori , che Tappiamo aver egli
Terminati nella fola Roma . Il quadro dunque , che rapprefenta
San Teodoro nell’ Aula Capitolare de’ Canonici di San Pietro
è opera del Ricciolini , che nella Bafilica Vaticana efprefle Tor¬
to la cupola del coro il Sacerdote Azaria , e il Mosè , che ora
fui monte , fatti pofcia da altri in mofaico , come aderto fi ve¬
de , nella cupola dedicata all’ Arcangelo San Michele architettò
le decorazioni per ornamento di quella in, e dipinfe a olio
moltirtimi Angioli in 32. quadri (,> , che furon poi fimilmente
lavorati a molaico per mano d’ altri valenti artefici ; e per 1’
ideilo gian tempio avea egli dipinto il quadro della crocififlìo-
ne di San Pietro m , ed orto quadri aliai grandi , lette de’ qua¬
li iapprefenrano i lette doni del Divino Spirito , e 1’ ottavo
Alalia fantirtìma affifa in gloria . Tavole pure da altare , e qua¬
dri efprimenti lacri mirteti li vedon dipinti da quello elimio
profdlore nelle chiefe de’ SS. Michele e Magno, di Sant’Ono¬
frio , di San Giuleppe alla Lungara , della Madonna delle For¬
naci , della Confraternita del SS. Nome di Maria , di Sant’ Alef-
iio , nell’ Oratorio della Via Crucis predo la chiefa di S. Do-
rotea , nell Aula Capitolare de’ PP. Carmelitani della Tran-
fpontina , nella Stanza della Congregazione della Confraternita
della SS. Trinità de’ Pellegrini, ed altrove, ne’ quali luoghi,
ed in altri molti egli Jalciò una fplendida memoria della Tua
lemma perizia nell’ arre , onde giuftamentc vien reputato uno
degli ottimi dipintori di quello fecolo ,

VIN-
renda Fabbrica , forto il Pontificato d' Innocenza®
fi vede di mano di Niccolò Ricciolini un bel quadro
XIII. , architettò ancora il modello del compimento
rapprelentante il Tranfito d. S. Giuleppe ; in Todi
del colonnato , che forma 1’ atrio avanti a detto
una tavola da alcare nella chiefa delle Monache di
tempio , al quale non fu data efecuzione per la
S. G10. Batifla ; e un’ alcra fimile nel Duomo A»lla
della
morte del fopramencovato Pontefice ; e 1’ accennato
Terra di Paliano .
modello li conferva nella Fabbrica predetta .
[ij Per rammentarne due foli diremo , che per il Prin¬
[4] Alcuni di quelli quadri fi trovano prefentemente
cipe di Villafranca in Palermo lavorò aueflo epreoio
nella l'ala del Palazzo del S. Ufizio , alcuni nel Pa*
lazzo Pontificio del Quirinale , ed altri nel Palazzo
muicufione della celebre Perdonanza detta d’ Af- Vaticano .
fifi i e per lo Czar di Mofcovia Pietro il Grande
5] Queflo quadro , e altri otto , che in feguito io.
colori due bdliflìmi quadri , che fi conlervano in
r° accennati , fi vedono ade(To nec.a chicli della Ma»
donna degli Angioli alle Terme Dioclcziane -
[3] Per oidme della Sacra Congregazione della Reve¬
* ( VII.

VINCENZIO
M E U C C I
iPITTORE .

ìncenzio Meucci , uno de’ più efperti e ce¬


lebri pittori de’ tempi nodri , nato in Fi¬
renze il dì 6. d’ Aprile dell’anno 1694. da
onefli sì , ma non molto comodi genitori,
fé fu dotato dalla natura d’ una particolare
inclinazione alla pittura , onde fu pollo in
età puerile a imparare le prime regole del-
1’ arte fotro la direzione di Giovacchino
Fortini ; e fe ebbe quindi la bella forte di
ritrovare nella perfona del Marchefe G10. Banda Bartolini Sa-
limbeni un benefico protettore , che coll’ adeguargli un fuffi-
ciente mantenimento procurò , che fi portafle a Piacenza per
profeguire gl’ incominciati (uoi dudi appreffo Sebadiano Galeot¬
ti (■) , che era dato colà chiamato , e che area dimodrato forn¬
irlo rincrefcimento nel dover tralafciare il già inttaprefo indiriz¬
zo di quedo giovanetro , in cui fcorgea mirabile difpofizione
per riufcire un eccellente difegnatore ; per 1’ indolenza però ,
e per la mala fede d’ un tal maedro , che fenza nulla inlegnar¬
gli cominciò a tenerlo in luogo piuttodo di fervo , che di
fcolare > e a farlo in oltre comparire appredo il di lui protet¬
tore qual negligente , e incapace di far profitto , fi ridulfe in
tale dato di tridezza e di dil'nerazione , che avca egli già rifo-
luto d’abbandonare il precettore e lo dudio , e di vedir l’abi¬
to religiofo ; quando finalmente difcopertaù la lua innocenza,
e configliato da autorevole perlonaggio , s’ indufle a mutar con¬
figlio , e a non lafciare il Galeotti , che conolciuto il fuo er¬
rore , e cangiando contegno , fi diede pofcta ad indruirlo con
qualche fona di premutola attenzione .
Al-
fi] Vedi V Elogi» di quello pittore nella prefente Serie Parte I. Voi. II. pag.
<9 ( Vili. ) ifr
Allora fu, che il Meucci coll’animo più quieto, e fedel¬
mente ammaeftrato fece in breve sì gran progreffo , che fu cre¬
duto capace di fuccedere al Galeotti fpedito a Parma nell’ ono¬
revole incarico d’ inftruir nel difegno la figlia della DuchelTa
Dorotea , fintantoché ella non pafsò in Spagna fpofa di quel
Monarca . Per configlio quindi , e coll’ affluenza del fuo pro¬
tettore fi portò a Bologna , dove per anni otto ftudiò folto la
direzione di Gio. Giufeppe dal Sole ; e dipoi fi trasferì in di¬
verte città dell’ Italia , per ivi difegnare le opere più belle, e
famofe , com’ egli fece in fpecial modo in Forlì , dove difegnò
tutta la cupola del Cignani , ed in Parma quella del Coreggio .
Dopo il ritorno , eh’ ei fece da Bologna alla fua patria ,
il voler rammentare in quante città, in quante e quali chiefe,
in quanti luoghi pubblici e privati ,per quali diltinte perfone
abbia egli in tutto il tempo del viver luo impiegato brava¬
mente i (uoi pennelli , riufeirà colà quafi imponibile a chiun¬
que voleffe di quello artefice teff.r efattamente la vita , non
che a noi , cui è permeilo di farne appena parola Per lo che
ballerà il dire , che le chiefe , le quali confervano del Meuc¬
ci belle ravole da altare , ed ampie e vaghilìime pitture a fre-
feo nelle cupole o , nelle volte, nelle cappelle; i palazzi, e
le ville de’ cavalieri , e le abitazioni de’ cittadini , in cui fi
vedono da lui colorite bellilfime gallerie , gabinetti , danze di¬
vede , e quadri d’ ogni grandezza ; i perfonaggi d’ ogni nazio¬
ne , che ritengono appreffo di le fimigliantiffinni ritratti dal na¬
turale con altri lavori di qualunque carattere , e che ebbero
un’ altiffima (lima del Meucci per la fua lomma abdità nell’
arte , e per la fincerità , ed onefta maniera del fuo vivere ; fo¬
no in numero così grande , che il miglior configlio dee giudi-
carfi quello d’aver ciò accennato con foli termini generali , e di
poter inoltre afferire con verità , che Firenze nella di lui mor¬
te feguita il dì 7. di Novembre dell’ anno 1766. perde uno
de’ dipintori più infigni , e più accreditati per tutta 1’ Italia .

AN-
( 1) Parrebbe, che foffe colà malto convenevole il far- vifano condette • perfezione tutte le parti principi*
lì almeno qualche didima memoria della balliflrma li dell’ arte ; ma il trovarci obbligati da un' indi-
Cupola deli’ inligne Regia Bafilica di S. Lorenzo di fpenfabile brevità a tacer d’ altre opere molte me¬
Firenze , in cui vedelì dal maraviglia e- ritevoli ugualmente di particolar ricordanza , giudi-
fpreflo in pittura il Paradifc quale dilco- fica il noflro filcn?io , e ci dilpenfa da un tal da*
pcrta alla pubblica ammjrasione 1’ anno 1742. fi rav-
‘Ìjl ( IX. ) $>

ANTONIO ROSSI
PITTORE.

incontrallabile delle commende-


rgomento
voli qualità , c del raro valore U’ Anto¬
nio Rossi , nato f anno 1700. in Bolo¬
gna , effer dee lenza fallo il cordiale af¬
fetto , e la parzialillìma ftima , che a que¬
llo fuo caro difcepolo mantenne invaria¬
bilmente 1’ eccellente dipintore Marc’ An¬
tonio Francefchini ; eflendochè oltre all’
eiler cofa affai nota , che nella (cuoia d’
un tal valentuomo non potea per alcuna ragione guadagnarli
il di lui amore chi favio , ed onedo giovane non compari¬
va , è certo altresì , che qualora venivangli richiedi lavori
di qualche fuo allievo più valorofo , il Rolli tu tempre que¬
gli , che fra tutti gli altri fi vide da dio prdcelto in ogni
occafione , e diftmto con invidiabile proferimento co . Non
ebbe pertanto quefto valente giovane lungo motivo di com¬
pianger la perdita del luo primo e mediocre precettore Lo¬
renzo Borgonzoni , alla di cui direzione 1’ avea già racco¬
mandato Agoftino fuo genitore , mentre avendo egli trovato
nel Francefchini un nuovo amantiflìmo padre , non che un
maeftro totalmente impegnato pe’ fuoi vantaggi , e per la
fua gloria , potè far predo nel mondo una luminofa compar-
fa colla pubblica produzione di varie tavole lavorate con fi-
niffimo gufto , e con eleganza maravigliofa .
Per ulteriore ripruova del di lui fapere ftimafi dunque
fuperflua cofa 1’ enumerare partitamente i divelli dipinti ,
che per le chiefe della fua patria , e di vane altre città
P. II. V. 11. C con-
(t) Vedi l’Elogio d'Antonio RoJJì nella Storia dell’ ve fi pofion» legger difiefamente deferitte le di
Accademia Clementina Voi. 2. psg. 303. donde ab- verte pitture u’ un tal valentuomo .
biam tratte in compendio le riferite notizie , c do-
( X. ) fr

condufle egli con fomma lode ; badar dovendo il riflettere ,


che un allievo del Francefchini così prediletto , ed onorato ,
opere foltanto potea produrre cornfpondenti ai grande amo¬
re , e alla verace (lima d’ un profeflore sì giudiziofo , cd
infigne . Crediamo per altro di non dover tralafciare per glo¬
ria di quello artefice di rammentare , che oltre al credito
univerfale , eh’ ei s’ acquiftò , e per cui ebbe le commilito¬
ni di colorir molte tavole , e di condurre diverbi quadri e-
fprimenti idorie (acre , e contenenti figure di naturale grandez¬
za , godè pure il favore , e 1’ edimazion particolare di non pochi
illustri pcrl'onaggi ; e che il General Marfili , il Senator l.am-
bertini co, 1 Marchefi Lodovico, e Fabio Albergati , i Conti
Orli , ed altri rilpettabili cittadini impiegarono il Rolli in mol¬
te opere da elFo efeguite con (ingoiar mandria , e lo riguarda¬
rono come un uomo meritevole d’ ogni lode , ed affetto non
tanto pel di lui valore nell’arte, quanto ancora per gli altri
bei pregi , di cui andò fempre adorno il (no fpirito , e che in
qualunque tempo il renderono ad ogni ceto di perdine un ca¬
ro cd aggradevole oggetto .

FRAN-
(i) Nella fala del palazzo del Senator lambertmi fi ritratto del Cardinale Arcivefcovo Profpero Lambertini
vede colonco dal RoJJi dt grandezza al naturale il dipoi Benedetto XIV. Pontefice Mafiimo .
( XI. ) $

FRANCESCO
CACCIA NIGA
VITTORE E INCISORE.

A virtù di Paolo Caccianiga valente pitto¬


re, che adornò la città di Milano Tua patria ,
ed altri luoghi di varie opere molto (lima¬
bili , non rimale eftinta colla di lui morte ,
mentre quella rifornì li vide in (plendida for¬
ma nel luo chiaro figlio Francesco Cacci a-
niga , che il dì 6. A godo dell’anno 1700.
nato ancia’ eflo in Milano , dopo d’ avere
apprelì i primi crudimenti dell’ arte dal fuo
cugino Pietro Gilardi , rimafto privo del padre pafsò a Bolo¬
gna , dove con tutto l’ ardore , e con grandillimo profitto s’ ap¬
plicò a tale Audio o leguendo gl’ infegnamenti , e le regole del
Cavalier Marcantonio Francefchini luo maeAro ; e in età d’ an¬
ni 1 8. fu capace di colorir bravamente una tavola da altare e-
fpriinente il martirio di S. Caterina per commiiTione a lui da¬
ta dal Conte C alderari . Di quello primiero pubblico lavoro
effendo in modo particolare rimalo pago e contento un tal de¬
gno, e intendente perlonaggio , quefti per viepiù animare il gio¬
vane artefice al profeguimento de’ (uoi Audi , e a renderli atto
anche all'dedizione d’opere più grandiole , gli diè l’incom¬
benza di dipingere per ornamento del proprio palazzo cinque
quadri con figure di naturale grandezza , od efprimenti diverbi
Plorici fatti del'a bacia Scrittura . Ddiderando egli pertanto di
dulcite con gloria , e con altrui gradimento cd approvazione
in ral gravilfima imprefa , volle prima d’ e 1 porli al cimento far
nuovi Audi , ed tifare ogni poflibile diligenza ; e avanti di par¬
tir

(i)Non fu concento i! Caccianiga d' imparar fola- tu ; e negli anni più avanzati attefe con gran diti-
mente le ordinarie regole del dilegno , e della pit¬ genza allo Audio dell’ Anatomia , difegnando minu-
tura ; ma volle altresì apprender quel'e del a Pro- tamsntc e con cfactezza le parti del corpo umano •
fpeteiva lotto la direzione di Ferdinando Galli Bibte-
( XII. ) t*

tir da Bologna nell’ anno 1728. tre ne avea terminati affai be¬
ne inrefi e vivaci ; ed in progreflo di tempo dopo il viaggio
farro a Milano , e dopo di aver terminato a frefco un facro la¬
voro in una terra fopra il lago di Como , nel foggiorno poi ,
eh’ ei fece a Roma , dove s’ app icò con ogni premura allo
fludio dell’Anatomia , ed otrenne il premio deila prima claffe di
pittura nell’ infigne Accademia di S. Luca c> compì gli altri
due quadri , i quali tutti furono (limati da chi porca darne un
lineerò e aflennato giudizio di fommo pregio .
f lieti do dunque il Caccianiga falito ad un alto grado di
gloria , e di pubblica riputazione , dovè per la cbiefa de’ Pa¬
dri detti Buonfratelli di Milano colorire una tavola da altare
colla r.ipprefentanza di Grido Signore , che da Pilato vien mo-
ftraro al popolo ; due pure ne dipinfe per la città di Ancona ,
in una delle quali elprelfe con vivezza la morte di Sant’ Andrea
Avellino , e nell’ alrra il [Divino Maeftro , che comunica gli
Apottoii dopo 1’ ultima cena ; e altre due fimilmcnte ne conduf-
fe , la prima nell’ Oratorio del Gesù per gli arridi in Rumato,
dove li vede elegantemente efpreffa 1’ Annunziazìone di Maria
Santillìma col Padre Eterno , e con un coro di Angioli , e 1 al¬
tra gli fu ordinata da Monfignor Merlini per una chiefa di
Forii con figure più alte del naturale .
Egli però non ne’foli fiacri ifiorici foggetti f ce rlfplender
la fua perizia , che divenne nota fino alla corte di Portogallo
per un divoto quadro , cui dovè colorire per poi mandarlo in
dono a quel Monarca ; poiché dimodrò pure 1* ammirabile fuo
ingegno , e bravura in altre opere di diverfo carattere ; e per
faggio del fuo valore nel rapprefenrare con vivace energia le
azioni degli antichi popoli , e i mitologici avvenimenti , bade-
i a foitanto 1’ accennare i quattro quadri ti) affai grandi, che
per lei vizio del Re di Sardegna favolò il Caccianiga , che in
ogni fua dipintura feppe fard didinguere qual uomo fornito di
fio rumo talento , e meritevole di quella lode , che giullamente
è dovuta a’ profeffori fuoi pari „
FRAN-
( 1 ì In tale Accademia venne egli ammefio pochi anni tragica morte di Lucrezia , e di quello ne pubblicò
dopo nel numero degli accademici di merito . il Caccianiga il rame intagliato da le Redo in ac¬
(21 In Roma pure nella chiela de’ SS. Ceffo e Giu¬ qua forte -, e nel lecondo era efpreffa la morte di
liano I' vede un quadro laterale all’aitar maggiore, Virginia uccifa dal proprio padre. 1 loggetti degli
che è lavoro ni quello artefice . altri due di minor grandezza furono Aci e Galatea,
($) Hip e ci 1 quelli iurpn di larghezza palmi dieci ,e Bacco ed Arianna >
d' alttiza palrpi otto j il primo rapprelentava la
$ ( XIIL ) $•

FRANCESC o
GAMBACCIANI
VITTORE.

modella repugnanza , che incontrali


uella
talora in alcuni artefici valoroli , di comu¬
nicare a chi le ricerca con prcmurofe iftan-
ze 1’ efatte notizie intorno a’ propri meri¬
ti , ed a’ fuoi virtuofi lavori ; e quella al¬
tresì , che in alcuno ritrovali , troppo leve¬
rà noncuranza d’ eterna fama nella memo¬
ria de’ poderi , per cui anche 1 p:ù diligen¬
ti compilatori degli altrui pregi obbligati
fi vedono a teffere uno Icario elogio , e dilettolo d’ un qualche
profeflore , benché valente ; può ragionevolmente dubitai li , che
fien forfè date le vere cagioni , che abbiano indoito 1’ efimio
pittor fiorentino Francesco Gambacciani a palelarci dopo repli¬
cate domande con lomma difficoltà , e con breve , e coniufo
dettaglio alcuni latti riguardanti i fuoi dudi , ed il novero de’
fuoi privati e pubblici lavori ; onde è avvenuro , che trovan¬
doci noi nella pofinva necelhtà di tar parola anche di un tal
valentuomo , che giudamente concorre a render pregevole la
prefenre Serie , abbiam dovuto redar contenti di quel poco ,
che egli più volte richiedo s’è finalmente degnato di tarci noto.
Nacque il Gambacciani il dì y. di Febbraio dell’ anno 1701.
da onedi genitori , e avendo egli ben predo dimodrato una par-
ticolar propenfione al ddegno , lu da’ medefimi raccomandato
alla diligente cura dell’ efimio pittore , ed accurato matdro
Francefco Contici, e quindi divenne fcolare d’Ottaviano Dan-
dini celebre profellore ; e for o la direzione di tali infigni pre¬
cettori apprefe con gran profitto quella buona maniera di dipi-
gnere , che iuol procacciare a chi onoratamente 1 efercita uno
P. 11. V. II. L) fia-
( 1) Vedine 1’ Elogio in quella Serie nella Parte I. del Voi. II. pag. 13.
4 ( xiv. ) $.
(labile onore , e la non mai contrattata riputazione di valentuo¬
mo . Giunto etto pertanto a un plaufibil poflelfo dell’ arte dovè
in vari tempi , e per diverfi qualificati (oggetti impiegare i
Tuoi pregiati pennelli in condurre eleganti lavori d’ ogni carat¬
tere , nell’ efprimer ritratti dal naturale , nell’ adornare co’
iuoi dipinti alcuni nobili appartamenti , e nel copiare accurata¬
mente , e con mirabile imitazione le opere de’ più eccellenti
dipintori , molte delle quali furono inviate in paefi efteri , ed
attkiffìmo commendate .
Ma non folo in quelli , e in altri limili lavori fu impiega¬
ta 1’ efperta mano d’ un tale artefice , ma anche pc’ facri tem¬
pli fu egli incaricato di terminare diverfe tavole da altare, fpe-
ditc polcia fparfamente ne’ terntorj , e nelle città della Tofcana ,
come in quella di San Sepolcro , dove tre le ne ammirano mol¬
to (limabili , una in figline colla rapprefentanza della Nafcita
di Malia Vergine nella clnela de’ Padri Conventuali di S. Fran¬
cefilo , ed altre nelle Colline di Pila . in Cambiano , ed altro¬
ve pei ornamento di chiefe Parrocchiali , e di Confraternite
ìeligiofe , (ralle quali quella (uburbana di Monticelli pollìede
la tatuila coll’ Attunzione al Cielo della gloriohffima Divina Ma¬
dre . Che fe per gli accennati fuppofti motivi non c’ è permef-
(o di ragionare più a lungo del merito del medefimo coll’ ac¬
cennale almeno qualche altra porzione delle fue pitture con
pai ticolar limembranza polliamo nondimeno atteri re , che anco
Ja città di Firenze conlerva di lua mano nelle chiefe alcune ta¬
vole da altare , come in quella del Carmine alla Cappella de’
Manetri , in quella di San Salvatore detta delle Mendicanti
colla ì 1 efentazione di Maria Santillima al Tempio , e in quella
pure detta un tempo fa dell’ Arcangelo Raffaello , dove fi ve¬
dono lodevolmente effigiati i Santi Antonio, e Maria Maddale¬
na de Pazzi; e non dubitiamo di francamente affermare, che egli
nell età lua avanzata non ricufa di efeguire con felice riufei-
mento quei lavoii , che gli vengon commetti, e di mantenerli
in quel credito vantaggilo , che colle fue tante applaudite fa¬
tiche s’ è meritamente acquifero nel lungo corfo della fua vi-

GAE-
4 ( XV. ) $

G A etano
P 1 A T T O L I
P l T r 0 R E .

uanto grande iia (lato i! valore nell’ arte


della pittura, quanto certa ed efteCa l’abi¬
lità , e con quali dimoltrazioni di lineerà
(lima dagli ottimi conofcitori della virtù
Coffe maiCempre conofciuto , e tuttora fi
apprezzi il vero merito deli’ egregio pro-
feff'ore Gaetano Piattoli , è baftantemen-
te palefe non folo in Firenze , dove egli
nacque il dì 6. di Dicembre dell’ anno
1703., ma in altre città , non che della Tofcana , e dell’ Ita¬
lia , di tutta quali 1’ Europa , nelle quali fparfamente fi ammi¬
rano le opere infigni di un tale artefice .
Avendo egli dimoftrato fino dall’ età Tua più tenera una
particolare difpofizione ad apprendere con profitto il difegno ,
tu dal Tuo genitor Sebaftiano con Comma avvedutezza raccoman¬
dato alla direzione di Vincenzio Sgrilli (>) , da cui ne ricevè i
primi infegnamenti ; e dopo alquanto tempo offendo (lato dal pa¬
dre iftelTo condotto a Livorno , Cu pollo nella Ccuola di France-
Cco Riviera ro, e Cotto la dilciplina di tale efimio dipintore,
che per lo Cpazio d’ anni 9. 1’ ammaellrò con ilpeciale affezio¬
ne , divenne un abiliflimo giovane , e diede fin d’ allora evi¬
denti ripruove del Cuo talento , e del già Catto , e aliai prege¬
vole avanzamento , Egli però non contento di quanto avea im¬
parato in Livorno , volle ponarfi a Bologna , ed a Roma , nelle
quali città nel tempo che attendeva a perCezionarfi nell’ arte
collo lludiare le Camole opere de’ più rinomati artefici , lavorò
molti quadri per diverfi Coggetti , che paghi appieno fi dimo-
llrarono de’ di lui ben inceli . ed datti dipinti .
(1) Quello valentuomo godeva in quel tempo nella Guaftalla moglie de! Principe Fraucefao .
Reai Corte di Tofcana I’ alto onore d’ effere Rato (2) L' Elogio di quello pittore vedeli nella prefeme
dichiarato fuo pittore dalla PrincipcflTa Eleoner0 di Serie nella Parte 11. dei Voi. 1. pag. 15,
$ ( xvi. ) $
Farro pofcia ritorno alla patria , e contratta una vera , e
diuturna amicizia con Francefco Conti (>) pittore anch’ effo va¬
lente , cominciò egli a far quivi conofcere la l'uà fomma peri¬
zia ; e perchè li fece ben prefto diftinguere molto efperto non
folo nel rapprefentare con vivace elprclftone i fatti della facra
lloria , e della profana (*) , le immaginate azioni de’ finti Nu¬
mi , le fognate prodezze degli croi favolofi , cd ogn’ altro
iniftero della gentilefea mitologia , ma altresì nel bravamente
condurre i ritratti dal naturale ; quindi avvenne , che oltre al¬
la {lima univerfale d’ ottimo profelTore , egli acquiftò il credito
particolare di celebre ritrattifla ; cd indicibile è il numero de¬
gli e fieri perfonaggi , de’ nobili cittadini , c delle perfone d’
ogni rango , che vollero falle tele colorito il proprio femb an¬
te dall’ efatto pennello del Piattoli (3). Ma fe indicibile è il
novero de’ ritratti da elio coloriti , copiofa parimente è la fe¬
rie delle tavole da altare , che quello accreditato pittore con-
duffe per diverfe chicle della Tua patria , e per alcune parroc¬
chie e monaflcri luburbani ; e nella città di Volterra , dove
egli dimorò per qualche tempo , in Siena , in Pifa , e in tutto
il Ino territorio , e in altri luoghi della Tofcana , e dell’ Ita¬
lia parecchi tavole , e varie lacre pitture fi ritrovano lodevol¬
mente lavorate dal mede-limo profelTore , che per la fua univer-
falmente conofciuta abilità nell’ anno 1761. meritò d’edere di¬
chiarato maeftro del difegno nella Reai Galleria di Firenze; il
quale onorifico impiego egli tuttora va elercitando con decoro,
e con vantaggio di quei lludiofi giovani, che fcolari divengono
d’ un tale inligne precettore , il quale in ogni occafione fornito
di moftrafi di molti fplendidi pregi , e delle più commendevoli
virtù morali.
AN-
(1) S’ è più volte fatta onorata menzione d* un tal dri fi vedono con maravigliofo artifizio efprefli il
pittore , di cui fi legge 1’ Elogio nella Parte I. del Ratto d’ Europa , il Corlo d’ Atalanta , Orfeo uc-
Voi. II. di quella Serie alla pag. 13. cifo dalle Baccanti , e il Centauro Chirone , che
fa Molcifiìmi fono i lavori di tal lorte terminati dal tiene Achille fono Ja fua cuflodia .
Piattoli non lolo per le città dell’ Italia , ma anco¬ (3) Per chi bramaffe di vedere in Firenze di quello
ra Ipediti nella Francia , nell’ Inghilterra , in Olan¬ pittore qualche bell* opera di tal natura , fi accen¬
da , e in altre parti d’ Europa , de’ quali tutti il na , «he belliflìmo è il ritratto , che fece in figura
far diftinta ricordanza non laria facile imprefa , nè intera del Duca Strozzi in abito di Cacciatore -, e
a noi lo permecte 1’ uniforme intraprclo filìema . che , per nulla dire del quadro , che fra gli altri
Ballerà pertanto 1’ accennarne due foli , che in Fi¬ lavori di quello artefice fi vede nella cafa de’ Bar¬
renze fi ammirano , uno nell’ abitazione di M. Lau- gigli co’ ritratti di otto perlone vagamente difpofli,
gis confidente in un quadro , che rapprefenta Ada¬ nel palazzo de’ Marchefi Capponi nella llrada detta
mo ed Èva , Caino cd Abelle con vari (imboli efpri- Via Larga flimabiliffimo è quello , che rapprefenta
menti i loro affetti diverfi ; e 1’ altro nella lab del¬ illoriato i ritratti del Marcitele Roberto , e della di lui
la cala de’ Bigotti , dove in quattro grandiflìmi qua¬ Conforte eon due loro figli .
$ ( XVII, )

ANTON BASTIANO
B E T T I N I
VITTORE.

uel confiderabil progrcfio , che fece felice¬


mente nell’ arte della pittura , e per cui
potò comparire con giuda riputazione di
valentuomo fra gli artefici rinomati dell’
età fua Anton Bastiano Bettjni nato in
Firenze il dì 20. Gennaio dell’anno 1707.
debbe egli riconofcerlo non già folo dalla
vivezza del proprio talento, e dall’indefelfa
lua applicazione allo Audio avvalorato e
incoraggito dalla protezione della nobiliffima famiglia de’ Sal¬
vati , ma in lpecial modo dalla premura , e dall’ accurata vi¬
gilanza dell’ accreditato architetto Gio. Batifta Bettini fuo pa¬
dre, il quale avendo per tempo difcoperta,e fecondata la natu¬
rale inclinazione del figlio , lo raccomandò alla diligente direzio¬
ne di Gio. Cammillo Sagreftani , che non trafeurò mezzo alcuno
per fargli bene apprender le regole del difegno , e quindi pafl’ar
lo fece nella fcuola del celebre Ottaviano Dandini , che in bre¬
ve conduffelo a tal grado di abilità , che negli anni fuoi primi
fu capace 1’ attento giovane di terminare diverfi lavori con forn¬
irla lode . Chiaro argomento di fua commendevol perizia fu un
quadro , nel quale dovè rapprelentare S. Francefco di Paola col¬
la figura d’ un Angiolo , che gli prefenta lo feudo , efiftente
nel palazzo del Duca Salviati , dove pure colorì a olio uno
sfondo , nel quale efprefie 1’ Aurora col carro del Sole , col Nu¬
me del fonno Morfeo , e con varie fimboliche figurine di Ge-
nj , e di Zeffiretti vagamente difpofte; avendo egli terminata an¬
che una piccola tavola da altare coll’ immagine del Santo Ar-
civefcovo di Firenze Antonino .
Defiderando però il provido genitore , che un tal degno
P. II. V. II. E fi-
4 ( xviii, ) $

figlio andaffe crelcendo viepiù nella virtude e nel merito , rifol-


vè nell’ anno 1737. d’ inviarlo a Roma , e di lì mantenerlo tut¬
tora a Tue fpefe o, affinchè egli avelie tutto il comodo di ftu-
diare a fuo talento , e di bene imparare quel che egli giudi-
calle neceffario e opportuno a un più ertelo , e più fplendido
avanzamento . Prevalendoli elio pertanto dell’ amorevol premu¬
ra del padre , e conofcendo altresì , che non pochi pregi man-
cavangli per poterli follevar giuftamente Covra la Colta Cchiera
de’ mediocri pittori , con Cano coniglio pensò a proleguire le
incominciate applicazioni dietro alla Cicuta Ccorta del cejebratif-
iìmo profeiTore Sebaftiano Conca ; e Ceguendo gli ottimi di lui
inlegnamenti molte opere diCegnò degli antichi , e quelle pure
rtudiò di Raffaello , de’ Caracci , e d’ altri inCigni maeftri .
Dopo il ritorno , eh’ ei fece alla patria , incontrò varie
occafioni di far conoCcere il fuo acquirtato valore ; c in diver-
fe chiefe parrocchiali , c in pubblici , e privati oratorj del ter¬
ritorio fiorentino efeguì belle tavole, fra le quali rammenteremo
quella , che egli efpofe nella chiefa di Settimello per li Padri
Agortiniani ; 1’ altra ordinatagli dall’ Auditor Baldigiani per la
cappella della lua villa a Scandicci con quattro ovati nella me-
defima coloriti a frefeo di mezze figure ; quella pure nel luo¬
go Hello condotta per commilfione dell’ Abate Altoviti ; la ta¬
vola finalmente per la chiefa di S. Piero a Carignano nel Alu-
gello , e i due quadri a olio affai grandi , che s' ammirano nel¬
la chiefa di S. Alaria delle Selve de’ Padri Carmelitani . Che
Ce molto egli operò per adornamento de’ facri luoghi delle cir¬
convicine campagne , non dee dubitarli, che anche da’ cittadi¬
ni di Firenze Cua patria non folle riconofciuta , e in differenti
congiunture lperimentata la di lui perizia ; molto più che noi
^npiamo , che infieme con 1’ Ulivelii fu feelto ad efprimere nel
•0 chioftro del Carmine in diverfe lunette la vita del gran
meti Elia , e che il quadro , che nella chiefa de’ Padri Mi¬
niti! i degl Infermi detta di S. Gregorio all’ aitar maggiore la¬
teralmente fi vede rapprefentante il Santo Fondatore Cammillo
de Lellis , è lavoro del Bettini , e può quello Còlo fervire di
fufficiente ripruova del merito cf un tale artefice
FI-
(1) Anche 1’ enunciata famiglia Saivisti coneorfe al
accordata una comoda abitazione nel fuo palazzo , e
profitto maggiore del Bettini colf avergli in Roma
col mantenergli 1’ efficace fua proiezione -
( XIX. ) *

O T O
D U O
PITTORE, E INCISORE IN R M E■

Qualunque difcreto , e pratico leggitore


recar non dee maraviglia , fé alla fcarfezza,
in cui ci troviamo , delle notizie intorno
all’ opere di Filoteo du Flos nato in Pari¬
gi , s’ aggiunga ancora il non faperlì da noi
1’ anno predio della fua nalcita . Siccome
però ci fembra d’ aver qualche ragionevol
rifcontro dell’ anno , in cui dalla morte ei
fu rapito , e Tappiamo altresì , che d’ anni
foli 37. fu il breve corfo del viver fuo ; non dubitiamo perciò
d’ afferire , che il nafcimento di quello bravo pittore potè fe-
guire verfo 1’ anno 1710.
Dovendo noi dunque produrre qualche contezza d’ un tal
dipintore , polliamo dire , che avendo egli apprefe nella fua
prima era le buone regole dell’ arte da un certo profefTore ,
che era molto efperto nel dipinger vedute d’ ogni qualità , di¬
venne in breve così valente , che in concorfo d’ altri g’ovani
ottenne il premio , che era di godere un pollo di penlionario
nell’ Accademia di Francia in Roma , dove per molti anni Au¬
dio fotto la difciplina di Monfieur de Troy (■> direttore in
quel tempo della medefima , ed usò ogni diligenza per dive¬
nire eccellente nell’ efprimere con efatta naturalezza le vedu¬
te d’ ogni genere (*> ; e per giugnere a un tal grado di per¬
fezione , nel tempo eh’ ei foggiornò in Roma procurò fempre
di difegnare le più belle prolpettive , e fumili altri monu¬
menti d’ antichità Della copiofa raccolta di tali difegni ne
fot-
(1) Vedine 1’ Elogio nel Voi. 4. della Seri» de* Pit¬ in Firenze apprelfo Cofano Siries ; e nell’anno 1767.
tori del Mufeo Fiorentino . dagli Accademici del Dilegno fu aneli’ elfo elpofto
(2) Un belliflìmo quadro di Filoteo du Flos efprimente alla pubblica villa in occafione , che da’ me definii
una vaga veduta di campagna con due principali fi¬ fu fatta la folenne mofira dell’ opere de’ più eccel¬
gure rapprefentanti Endimione , e Diana , fi ritrova lenti artefici .
( XX, ) $
formò egli diverfi volumi , affinchè pofcia fervir gli poteffe-
ro di finceri efiemplari per colorirne a fuo tempo belliffimi qua¬
dri , come in fatti alcuni affai pregevoli ne colorì , de’ quali
a gran prezzo fu fatto acquifto da chi ne conobbe la maeftria
fomma, ed il pregio . Che poi egli folfe oltre a ciò anche ac¬
creditato incifore con acqua forte, è cofa palefe a tutta Roma,
che vide fovcnte del Du Flos moltiffimi intagli elegantemente
condotti con figurine e paefi ; e alcune fplendide edizioni di
libri comparvero in luce adornate di fquifitiffimi fregi di que¬
llo profcflòre , clic in fpecial modo arricchì di tal fotta di la¬
vori la Camerale Calcografia . Avendo in feguito per ordine
del fuo Re fatta la copia della Scuola d’ Atene famofa opera di
Raffaello t> ) , e dopo che ebbe terminata una piccola tavola da
altare (>), con avere inoltre nell’anno 174°- lafciato in Firen¬
ze , dove dimorò alquanti mefi , il proprio ritratto , nell’ anno
1744 partì finalmente da Roma per far ritorno alla patria ; ma
giunto a Lione ivi fi trattenne per due anni lavorando fempre
varie pitture con grande applaufo , e col credito d’ infigne pro-
feffore , e dopo tal tempo fu aflalito da una lenta febbre , che
appoco appoco lo privò della vita con univerfale rincrefeimen-
to degli amatori delle bell’ Arti ,

GIOR-
(1) La copia di quefta celebre pittura , che fi ritrova (z) QuefU tavola rapprefentante 1’ AfTunzione di Ma»
nel Palazzo Vaticano , dovè farla il Du Flos della ria Santifiima al Cielo fi vede in Caprarola luogo
ftefia grandezza , perchè poi dovea la medefima farfi lontano da Roma nella chiefa de’ Padri Carmelitani
in arazzo per 1’ appartamento del Re. Scalzi
4 ( XXL ) $>

GIORGIO ABRAMO
NAGEL
f J T TORE-

opere d’ un qualche pittore , quantun¬


ell’
que eccellente , che nella maggior parte
della fua vita da una città ad un’ altra con¬
tinuamente è rrafeorfo , ovunque lafciando
alcuna memoria della propria abilità , non
fembra pollibile , non che riuleibile impro¬
ba P efporne un veridico cd eiatto detta¬
glio lenza P aiuto c la (corta d’ un così
fatto artefice , il quale difendo tuttora vi¬
vente manifefti a chi debbe di lui ragionare quanto abbia elfo
operato . Conolcendo noi dunque una tal precila necellità nel
dover far parola di Giorgio Àbramo Nagel , di cui ci eran no¬
ti i vari e lunghi cammini in moiri paefi dell’ Europa , non
mancammo d’ ubare ogni premura , affinchè egli (fello ci dichia¬
rali quali folfer quell’ opere , per cui credeva d’ dirli acqui¬
fera maggiore (lima . Ma defraudata quafi del tutto rimai ogni
nolfra fperanza , poiché fi degnò di comunicarci una ferie fol-
tanto cronologica de’ buoi viaggi (■) con altre brevi , e poco
precifc notizie . Noi pertanto non volendo capricciofamente a-
vanzar cofa alcuna intorno a un tal dipintore , tutto quel po¬
co , che di lui accenneremo , altro non dovrà dire , che un
femplice eftracto di quanto elfo fi compiacque di palefarci .
Nella città di Norimberga Panno 1712, nacque quello
pittore. I primi precetti cominciò ivi a ricevergli nella fua
gioventù dal rinomato maellro Gio. Daniello Preisler (*) , che
era in quei tempi direttore dell’ Accademia della pittura , e
P. 11. Ir, 11. F con-

( 1 ) La carta del Nagel ci pervenne nelle mani il dì 4. pag. 47. di quella Serie , fi fece ivi opportunamente
di Luglio dell’ anno 17Ó3 onorata menzione del medefimo , e le ne accenna¬
(2) Perchè quello pittore fu padre di Gio. Giu/lino Pre- rono 1 pregi, che copiofamente furono efpofli dal San-
ìsle?, di <cui fi legge 1’ elogio nella P. I. del V»l, li. drert, dall’ Orlandi , e da altri molti .
fj ( XXII. ) t
continuò a ftudiare fatto la di lui direzione fino all’anno 1736.
Compito un ral tempo dopo d’ elferfi portato ad Augufia paf-
sò a Venezia , indi a Bologna , e pofcia a Firenze , dove fi
trattenne per lo fpazio d’ anni 6. , e abitò nella cafa del cele¬
bre letterato ed antiquario Barone Filippo de Stofch , per cont-
milfione del quale moltilfimi difegni egli fece di vari monu¬
menti d’ antichità , copiò per privato (uo fiudio non poche ra¬
rità della Beai Galleria , condulle ti i ve rii ritratti dal naturale ,
e nell’ anno 1741. hi alcritto fra’ fuoi loci di merito dall’Ac¬
cademia del Dileguo . Avendo quindi determinato d’ andare a
]<oma con fine di perfezionare i fuoi (ludi , là per tre anni
trattenneli olLrvando con Ino profitto le (fatue antiche , e le
pitture p.u celebri , e incamminatoli dipoi a Napoli per am¬
mirarci le opere piu Ihrrnbili lece dopo breve tempo ritorno
«ila patria. Nel mentre che ivi dimorava conducendo alcuni
1 inatti cin triturale accettò 1’ invito di Marco Tulcher pittore
dei Be di Danimarca , e luo amico , che lo chiamiva a Coppe-
ri hagen , perche gli lervilfe d’ aiuro in pirecchi lavori . Dopo
d' eli e rii tratrenuro per tre anni con un ral profellore , fi por¬
tò a Lubeck , indi a Schwerin capitale del Ducato di Mcckel-
hurg , e prefentandofi a quel Sovrano gli off.rfe certi fuoi la¬
vori , e ne ricevè generala mercede , Non fianco ancora d’ ìn-
trapiendcr lunghi viaggi pafsò il Nagel per Amburgo , e tornò
a Norimberga , donde quali Cubito partì per Vienna d’ Aufiria,
e finalmente di nuovo li condulfe a Roma , dove fu accolto, e
piotetto dal Cardinale Altllandro Albani , che più volte lo ha
incaricato di terminare diverfe opere in dilegno , e in pittura.
Se oltre a due quadri laterali per la chiefa di S. Norberto,
che il Nagel accenna d’ aver dipinti in quella Dominante , ab¬
bi.a ivi degù ire altre ragguardevoli pitture , confelfiamo , che
a noi non e noto , ed egli non ha avuto il penfiero di render¬
cene informati. Sembra però cola affai verifimile , che un fog-
getto tale infiancabile , e coraggiofo nel viaggiare, fiafi ancora
(empie, e in ogni luogo dimoftrato , e tuttora mantengali ani-
molo ed attivo nell’ operare per proprio vantaggio e decoro.

DA-
PITTORE

ualche volta addiviene , che un male ac¬


corto , e fconfigliaro artefice , fe per alcu¬
ne bene efeguire operazioni è giunto talo¬
ra a guadagnarli le approvazioni degli uo¬
mini intendenti , (edotto appoco appoco
dal buon piacente , e dall’ aura lufinghiera
delle replicare lodi , e cominciando a fen-
tir con diletto gl’ interni (limoli dell’ am¬
bizione e della (lima di le medelimo , per¬
de ogni giorno più la femplice e chiara luce della retta ragio¬
ne , ed arriva finalmente a reputare con vano orgoglio fe dello
fuperiore , o almeno non punto inferiore ad altri molti nella
virtude e nel merito , e (prezzante ed altiero rivolge appena
lo fguardo verfo le opere univerfalmente dimate di tanti arte¬
fici valorofi , disdegnando d’ odervarle con occhio cupido e at¬
tento per quel tanto lodevole defiderio di Tempre imparare , e
di ritrarne il necedario profirto ; effendochè egli ornai non più
crede d’ edere in idato d’ aver bifogno degli altrui documen¬
ti , e degl’ ìlludri efemplari per divenir valentuomo . Se ogni
(ùggia perlona pertanto è codretra a condannare con ogni ra¬
gione , come biafimevole , e degno della più leverà riprovazio¬
ne , un così fatto contegno ; dovrà per lo contrario giudamen-
te lodare , e proporre alla dudiofa gioventù qual vero modello
di prudente condotta , il (idcma in ogni tempo , e in qualun¬
que luogo praticato dal bravo pittore David Lùdeks nato in
Stockolm O, il quale febbene colle fue opere fi fede guada¬
gnato il credito di valente profeilore , nondimeno non tralalciò
mai
(i) Qual foff* P anno della nafeita di quefto pittore , chè comparve in Firenre circa 1’ anno 1742. ci pa-
a noi non è noto ; ma dal numero di quelli , cui re di poter congetturale effer egli nato non molto
probabilmente giudichiamo, che egli «ontafle allor- dopo il principio del XVIII. corrente Secolo.
3 ( xxiv. ) $
jnai di ftudiare !e opere altrui , ed attentamente oflervare ed
pfaminsre i più pregiabili lavori degli artefici rinomati , di ren¬
der loro , anco viventi , con ifchietto e gentil parlare i dovu¬
ti encomi , e d’ apprender da tutti quelle perfezioni , delle
quali avelie egli riconofciuto manchevoli i propri dipinti .
Teftimoni oculari del di lui riferito carattere , ed altresì
della fua civile, onefta , ed obbligante maniera di vivere, fu-
ron tutte le affennate perfone , che lo conobbero , ed ebbero
occafione di feco convellere nella breve dimora da lui fatta in
Firenze , e che lo videro quafì ogni giorno portarfi alla Reai
Galleria , per ivi applicarli allo (tudio , e all’ efame delle tan¬
te opere maravigliofe , che la compongono , quantunque egli
fole arricchito delle più ficure , e nobili cognizioni , e fofte-
neffe con decoro , e con (ingoiar maeftria il luo principale im¬
piego di Ritrattili^ ; e febbene per mancanza delle necelTarie
notizie noi non polliamo addurre numerofe ripruove del fuo va¬
lore , pure francamente proteftiamo , che i ritratti , cui il
Marchefe Andrea Gerini efperto conofcitore degli egregi dipin¬
tori a lui commefTe de’ luoi giovinetti nipoti sì mafehi , che
femmine , quello del Barone Fi ippo de Stohh, che volle ancora
il di lui ritratto per la grande Rima che egli ne concepì , e
gli altri moltiffimi , che in quadri di varie grandezze , ed al¬
cuni in intera figura , fappiamo , che ei colorì dal vero in Li¬
vorno per ragguardevoli perfonaggi , per femmine di rango di-
ftinto , e per diverfi mercatanti , e numerofi a tal fegno , che
egli non poteva foddisfare alle continue richiede di cialchedu-
no : faranno fempre chiari ed incontraftabili argomenti della
lìngolare di lui perizia in tal genere di lavori , che oltre alla
naturai fomiglianza s’ ammirano adorni di vivace forza e va¬
ghezza , e d’ un finilfimo gufto di colorito =

FRAN*
4( xxv- ) I*

FRANCESCO
R E Z I A D O
pittore.

insigne dipintore Spagnuolo Francesco


Prezi ado , che 1’ anno 1713. da civili e
comodi genitori nacque .in Siviglia , e che
dopo d’ edere dato da elfi virtaolamente ,
e religiofamente educato , portatoli a Roma
nell anno 1732. ivi pure vive tuttora col¬
la ben giuda riputazione non folo d’ eccel¬
lente pratico artefice, e di bravo maedro,
e direttore della gioventù , ma d’ uomo
ancoi letteiato <>) e adorno di fcientifiche cognizioni : fa nel
Alondo tilplender di nuovo 1’ illudre imagine di quei celebri
piofedoii , che colla coltura delle belle arti fepper congiungere
una feria applicazione alla ricerca di vantaggiole notizie ; e
leive di efemplare agli (tudiofi giovani , i quali pollono ravvifare
in un tal valentuomo qual maggior luttro acquidi 1’ arre del¬
la pittuta dalle fi 1 oFofiche fcienze,e dalla molriplice erudizione.
Dopo I’ arrivo , che fece in Roma il Preziado , fi pofe lot¬
to la direzione dell’ efimio pittore Sebadiano Conca , nella di
cui fcuola gli ritifcì di fare in breve sì gran progredò , che ot¬
tenne il premio della prima dalle del concordo , che nell’ anno
1739. fi celebrò in Campidoglio. Incoraggito pertanto dal Re
di Spagna 1 ilippo V. , al quale giunfe una tal notizia , con fo-
vrana menfuale munificenza , s’ accinfe a dileguare le” antiche
datue , e le più (limate pitture , che s’ ammirano in Roma ; e
P. 11. V. 11. G di-
(») Prima che i] giovine Prendo applicale 1’ animo ffgnar giornalmente alla gioventù le regole dell’ s
luo al difegno , aveva attefo nella patria allo fiudio te 3 iopra la teorica , e la pratica macflria della qi
dell’ umane lettere, e della Filologia . In Roma poi le compofe un’ opera ben ragionata , che dagl’ i
continuò l'empre ad arricchire il luo fpirito di nuo¬ tendenti li giudica degna della pubbl ica luce . E;
ve utiliflìme cognizioni , talmentechc oltre all’ efler- pure li è rcnduto filmabile per le lue poetiche pr
C procacciato il credito di pittore eccellente , feppe duzionij, alcune delle quali fi leggono nella Racct
ancor guadagnarli la fiima di {ingoiar precettore per fa di Campidoglio , e per cui fu aferitto fra’ Pafi;
la mirabile facilità , energia , ed erudizione nell’ jn- Arcadi lotjo il nome di Pnrra/io Teb.wo .
•9 ( XXVI. ) $

divenuto ornai artefice efperto , col Tuo faggio indirizzo potè


pofcia cooperare all’ elezione in Madrid della Reale Accademia
di S. Ferdinando , dalla quale fu anche creato Accademico di
merito ri, e dal Re Ferdinando VI. benefico inftitutore della
medefima fu nominato direttore in Roma di quei giovani pen-
fionari , che fono dalla Corte inviati a quella Dominante per
iltudiare le liberali tre arti forelle .
Le accennate dignità , e dillinte prerogative di quello e-
gregio foggetto pofTon edere una baflcvol ripruova del di lui
valore , e fanno agevolmente comprendere , che le moltiffimc
opere , che da elTo furon condotte , faranno per ogni dove una
fplendida teflimonianza del fuo gran fapere . Se la prefiffaci uni¬
forme brevità non ce lo impediife , avremmo fatta opportuna¬
mente un’ accurata defcrizione d’ alcune di effe , e in fpecial
modo di quelle tavole da altare lavorate per la Corte , e per
varie principali città della Spagna , per la Reale Cappella del
Mimflro del Re Cattolico in Londra , per una chieda di Capua,
per un’ altra nella diogefi di Pifloia , e per molti magnifici luo¬
ghi (acri della città di Roma (*) , e dello Stato Pontificio ; e
non avremmo trafcurato di far menzione di quei dipinti da lui
1 pediti nel Meffico nella nuova Spagna , de’ quadri coloriti per

le Accademie di Madrid , e di Roma , e di quei tanti a lui


commelh da vari Principi , da autorevoli perfonaggi , e da di¬
vertì Ordini Religiofi . Accenneremo dunque foltanro , che Fran¬
cefilo Preziado , oltre al credito grande , in cui vive , d egre¬
gio profeflòre , e per cui dal regnante Monarca delle Spagne
Carlo 111. è (lato nominaro fuo pittore di camera ; avendo in
Roma contratto il matrimonio con civile onefta fanciulla <n,e
dotata di gran talento , ha fempre condotta una vita morigera¬
ta ed attiva , rifpettato ed amato da ogni rango di perfone per
le lue pregevoli qualità, e pel fuo carattere d’ uomo onorato,
e di promotore degli altrui vantaggiotì ed onorifici avanzamenti.
TOM-
[ i ■) Anche dall’ infigne Accademia di S, Luca fu egli ftia ; in quella di S. Giacomo degli Spagnuoli altre
ammetto 1’ anno 1748. nel numero degli Accademici due , una nella chiefa di Monlerrato , c due nella
di merico , e fu polcia della medefima per vari anni chiela de’ SS. Quaranta Martiri .
Segretario , e Principe ; avendo inoltre fomentata la [?] Quella fu Caterina Cherubini oriunda di Spagna , che
fondazione dell’ Accademia de! nudo , che 11 Po >te- dimorando in Roma riceve dal Fretta do i più licuri in*
fice Benedetto XIV. erette per pubblico benefìzio lui fegnamenti intorno all'arte della pittura , c che dive¬
Campidoglio, diretta dagli (IcITi Accademici di S. Lu¬ nuta dipoi una brava pittrice con varie fue opere di-
ca , ed una limile avendone egli aperta , e mantenu¬ mofliò talmente la fua grande abilità nel dipignere a
ta per molti anni nella propria cala . olio , c in miniatura , che godè 1’ onore d’ edere
[2] Nella chi eia de’ PP. Trinitari Spagnuoli di Roma acc’amata Accademica di merito dalle due celebri Ac*
vi lodo due tavole da altare con un’altra in Sagre- cademic di Madrid , e di Roma .
$ ( XXVII. ) *

TOMMASO
gherardini
t i r t o r e .

£NE e laggiamente operò 1’ onelto ed accor¬


ro genitore di Tommaso Gherardini , allor¬
ché vedendo , che il figlio a lui nato il dì
2i. di Dicembre dell’ anno 1715. in vece
d’ attendere nell’ età giovanile ad appren¬
der le umane lettere , volentieri impiega¬
va le ore nel delinear colla penna divedi
pittorelchi capricci , pensò di non opporli
alla di lui inclinazione al dileguo , e lo
Collocò fiotto la direzione del celebre {cultore Giufieppe Piamon-
tinid, nella di cui fcuola molto profittò formando vari model¬
li , ed efiercitandofi in altri vantaggiofi lavori ; dalla qual pru¬
dente rifioluzione è addivenuto , che lafciato allora un tal gio¬
vane nella libertà di camminare per quel fenderò , per cui in¬
dirizzavate la natura , dopo una lunga applicazione è giunto ad
occupare per molti fiuoi rari pregi non (blamente uno de’ pri¬
mi podi fra’ pittori viventi nella città di Firenze fui patria ,
ma 1’ unico ancora nell’ arte del dipingere i baflirilievi , 1 qua¬
li apparificono o di marmo , o di ftucco , tanto naturale riefee
agli occhi de’ riguardanti 1’ inganno .
Prima però d’ arrivare il Gherardini a tal grado eccellen¬
te d’ abilità , avea procurato di farli molto pratico nel difegno,
frequentando le Accademie , e non lafciando alcuna occafione
d’ approfittarli nell’arte. Volendo pofeia imparare la buona ma¬
niera del colorito , elelfe per fuo maeltro Vincenzio Meticci ,
il quale elfendo allora impiegato in diverfe opere a frefeo , co¬
minciò quafi fubito ad impiegarlo nelle medefime , talmenrechè in
bre-

[ I ] Quello artefice Fiorentino, i di cui fommi pregi età avanzata quando divenne maedro del Gherardini
iòn rammentati dall’ Orlandi con giuda lode , era in elTendochè era nato nell’ anno 1 664.
4 ( xxviii. ) $
breve tempo acquiftò egli una mirabil franchezza nell’ operare,
e fj rendè capace d’ intraprendere alquanti lavori di propria ili¬
ve nzione (>), da’ quali ritraile un dccorofo emolumento, e una
fomma lode , che a tentar nuove e maggiori imprefe I’ incorag¬
gi . Ed in fatti in una danzi} del palazzo del Marchefe Rober¬
to Capponi s’ accinfe a colorire uno sfondo , e tale opera gli
?'i tifici di terminarla con tanta approvazione degl’ intendenti , che
elfendofi egli procacciato un credito grande di bravo artefice ,
ne’ palazzi degli Aleffandri (>), del Marchefe Cerini a), degli
Ajdobrandini U), de’ Martelli ts), in un calino de’ Baroni del
Nero (*) , c nelle abitazioni, e nelle ville d’altri ragguardevo¬
li foggetei adornò co’ iuoi dipinti a frefeo diverfe danze , ga¬
binetti , gallerie , cappelle, cd altri luoghi (acri <?), e dovè
inoltre lavorare per molti Inglefi , c per illuftri perfonaggi va¬
rie opere e baffirilievi condotti per lo più a guazzo fopra le
tele (f) . .avrebbe pure quello artefice acquetato un credito
uguale per la lua abilità anche nelle pitture a olio , come fi
può congetturare da quelle malte da lui condotte in varie oc¬
casioni , e come ne fa in Firenze una pubblica ceflimonianza la
tavola ila altare (s) , che di lui mino fi vede nella chiefa de’
l'P Carmelitani Scalzi rapprefentante 1’ Orazione nell’ Orto del
Oivin Redentore ; mi gli e dito impedito di più a lungo efer-
citasli in un tal genere di lavori dalle continue commilfioni a-
vute di terminare a frelco grandmi! dipinri , come appunro è
icguito in quelli ultimi tempi , ne’ quali è dato impiegato ad
abbellire co’ luoi applauditi pennelli una delle nuove (lonze
della Reai Villi del Poggio Imperiale (*•>), dove fi crede , che
dirà egli in avvenire altre fjmili ripruove del fuo valore.
GIO-
( i ) Molti di quelli lavori fi confervano nella villa det¬ nell’ anno i?6$- colorì a frefico la tribuna dell’ aitar
ta Grigliano dell’ illuftre cala Martelli. maggiore , in cui rapprefientò la Trasfigurazione del
( i ) Colori tre ftar.ze , in una delle qua i rapprefentc> Divin Salvatore ,
il Ratto di Prolerpina , nell’altra i quattro Elemen¬ (8) In alcune cale della città di Venezia , e di Bolo*
ti , e nella terza alcune azioni gloriofe d’ Attilio gaa fi vedono vari lavori di fimi! genere , e fipecial-
Regolo, di I-dbio Ma (Timo ec.
mence lon degni di rimembranza quelli , che rappre-
Llprefle in una danza la Frugalità Romana fiotto fentano Arianna fui cocchio tirato da due pantere
*a p-tlona d’ uno de’ Conloli di quella Repubblica. con diverfi Semidei : una fchiera di cacciatori e di
(4) In V3r*e danze effigiò la Giuflizia , e la Face, la cacciatrici con la fatta preda : la caduta de’Giganti :
mifieriofa Vifione del Patriarca Giacobbe , Venere e
il fatto compalfionevole del Conte Ugolini? della
A moie ec. con alcuni bafliriiicvi , ed altri lavori . Gherardelca ec.
vi) (n Lina volta d' una camera elprdfe il Monte Par* (9) Dipinle il Gherardini anche una tavola da altare
nalo con le Mule , c con divedi Poeti .
per una cappella di Campagna per commiffione da*
(r' ) *11 S'- R» luogo colorì una Galleria colla rapprc- tagli dal Marchefe Ferdinando Incontri.
1 entanza delle quattro Scagioni . (to> La dcfcrizione di tali inoriate pitture, che efpri*
'gl 1" l’irenze nella Chiela ili S. Felicita ha dipinto mono 1’ origine del Romano Impero , fi vede pub¬
m una nuvoletta il nuderò della SS. Trinità con blicata per mezzo delle Rampe in una erudita Lctc^*
Ichierc d’ Angeli intorno ; e nel Duomo di Livorno ra in data de’ 28. Aprile 17^9,
( XXIX. ) $

G I CK ELIA
M O R G H E N
PITTORE.

vea già rifoluto i’ oneflo uomo Giovanni


Morghen nativo d’ Arles nella Liuguadoca
di collocare il Tuo figlio Gio. Elia , che
a Ini nacque in Firenze 1’ anno 1717. all’
efercizio di qualche impiego , che in bre¬
ve tempo Io conduceile all’ acquiflo d’ un
vantaggiolo guadagno ; ma il giovane fpi-
ritofc , che fu dotato dalla natura d’ un
vivace talento , e che li fentiva nell’ ani¬
mo una vigorofa inclinazione alla pittura , refiflè con rifpettofa
libertà a’ concepiti difegni del genitore , il quale alla fine fu¬
mò bene di condefcendere a’ defideri del figliuolo , che dava
molto chiare fperanze d’ un ficuro profitto nella profeflion di
quell’ arte .
Ottenuto egli pertanto il confenfo del padre , fi pofe fiot¬
to la direzione d’ Angìol Feroci , il quale gl’ inlegnò quanto
feppe , e potè , e gli communicò intorno alla pittura molte re¬
gole generali , che dall’ attento (colare apprefie gli fiuron di
grande aiuto per avanzarli ogni dì più nell’ intraprefio cammino.
Egli però conofcendo , che un tal maeftro , quantunque ufalle
verfio di lui ogni pofiibile diligenza , non era abile a condurlo
a quel grado di fapere , cui elio bramava , procurò , che un
altro più elperto precettore gli folle propollo dal padre , il qua¬
le lo raccomandò alla cura di Gio. Domenico Ferretti o arte¬
fice accreditato ; e quelli col fargli copiare col luo indirizzo i
difegni da lui fatti , e i provenienti da’ migliori autori della
(cuoia di Bologna , e coll’ efortarlo quindi a dilegnare le mi¬
gliori pitture e flatue , che fi trovano nella Reai Galleria , e
V. lì. P. II. H ne’
(1) V. 1’ Elogio del Ferrati nella P. 1, del Voi. IL di quella Serie pag. 41,
4 ( XXX. ) fa

ne’ pubblici e privati luoghi della città di Firenze , lo rende


aliai franco e valente giovane , cd atto ad efeguire Con plaufi-
bile riufcimento un qualche importante lavoro (<) . Non redo
per altro contento c pago di tali (ludi il fervido animo del
Morghen, poiché per lo fpazio di anni i z. frequentar volle 1’ Ac¬
cademia del nudo ; e dagli efercizi fatti nella mcdebma t1 ),
leppe ricavarne un ulteriore profitto , come egli dipoi fece co-
nolcere con diverle private e pubbliche produzioni , e in fpe-
cial modo con alcune tavole da altare da lui colorite per varie
chiefe della Tofcana , e d’ altre città dell’ Italia . Ma perchè
quello artefice a cagione degli accennati fuoi (ludi era divenuto
uno de più darti difegnatori , dovè abbandonare per qualche
tempo i pennelli , ed applicarli a difegnare un’ aliai numerofa
quantità di famole pitture (s) di celebri maeftri , le quali pofeia
incile in rame da divedi valentuomini , pubblicate in Firenze fi
videro con grandinìo accoglimento .
Pairiro quindi dalla patria , dove i divertimenti avean co»
minciato a diflorlo dalle confuete applicazioni , andò a Roma ,
cd abitò infieme col luo (rateilo tri ; e dopo d’aver quivi rin¬
novati con ugual fervore i fuoi (ludi , e condotte varie opere,
li portò a Napoli . Introdotto colà alla Corte dovè dipingere di-
v^iii quadri per quel Monarca, e per la Conlorte Regina. Fi¬
nalmente dopo un nuovo viaggio fatto a Roma , fu richiamato
a quella (iella Corte Reale, ed ivi lu deftinato difegnarore de¬
gli antichi feoperri monumenti d’ Ercolano ; ed in un tale eferci-
zm ebbe tutto il comodo di divenire un infigne profeffore , qua-
!.. appunto in tal tempo lo riconobbe la celebre Accademia Cle¬
mentina di Lologna , che nel numero de’ fuoi locj meritamente
J' alenile. GHJ-
(l) Fin dall’ età d' anni i£. cominciò quello giovane
Morghen , che fapea difporre le attitudini del corp»
a colorire alcuni quadri con A fatto gulto ed efat-
Umano con universi gradimento , e foddisfazionc
teaza , che ri nobjl uomo Franala Maria Niccoli
per la giudiziola novità delle varie politure .
Gabbane intendencillimo di pittura , e che in quei
(3) Quelle furono molte pitture di Baldajfarrc Frutice,
tempo occupava 1' onorifico pedo di Luogotenente
[chini fatte nel cortile della Reai Villa della Petraia ;
per S. A. R. dell’ Accademia del Difegno , procurò
quelle di Già. da San Giovanni , del Forino , e d’ al¬
di avere il di lui ritratto originale , e non dubitò
tri coetanei , e celebri dipintori , le quali fi vedono
di collocarlo nella Serie , che in fua cala andava fa.
in un faione a terreno del Regio Palazzo de’ Pitti ;
rendo degli originili ritratti de' profdTori più bea-
àltre parimente d’ Andrea del Sarto , degli Allori , c
vi , che allora fiorillero ; quindi è , che non dee re.
dc-l Pontormo , che fono uno Iplendido ornamento del
ear maraviglia , fe quello artefice folle anche aggre¬
lalone della Reai Villa del Poggio a Caiano ; i di-
gato nel numero de’ locj dell’ iflelfa Accademia .alla
legni delle quali pitture furon dal Morghen efeguiti
quale In avea proporlo il di Jui maeliro Gl». Do.
per commillione del Marchefe Andrea Gerini chiarif-
racmeo Ferretti .
fimo protettore de’ profefidri di tali Audi , per cui
(zi Era si grande la Rima, che egli fi era acquifiara
egli compì altri lavori , come viene accennato nel
in cale Accademia appreflo gli fiudioli giovani , che
T"ino XXVI. del Giornale de'Letterati alla pag.250.
-e qualche volta folle mancato il maefiro di fetti»
(4) Filippo Morghen bravo incifore abitante in Roma,
mat>a , era da efiì prelceìto a far le di lui veci il
a cui fu maefiro nel dilegno il fuo fratello Gio. Elia.
$ ( XXXI. ) £•

GIUSEPPE
B O T T A N I
P IT T 0 R E .

ve fembra che fieno le firade più certe , per


le quali avanzare fi fogliono gl’ indefeffi
coltivatori della pittura a un eminente gra¬
do di pubblica (lima , e che furon calcate
con franco piede da Giuseppe Bottani nato
in Cremona il dì 17. di Dicembre dell’an¬
no 1717. efimio dipintore , ed uomo al¬
tresì di geometriche, ed aftronomiche faen¬
ze fornito ; quella cioè, che pone maiiem-
pre davanti agli occhi le tracce più femplici e belle del natu¬
rale , e del vero , perchè le medefime fien poi leguite collan¬
temente ne’ pittorefehi lavori ; e 1’ altra più chiara e fpaziola ,
che ogni forra di vifibili oggetti imprime nell’ animo dell’ at¬
tento artefice , il quale dolcemente invitato dalla loro bellezza
e varietà procura per quanto può di ftudiar la maniera di fa-
per tutto e fp ri mere co’ fuoi dipinti , c di porerfi un giorno ci¬
mentare con fpcranza di vera lode all’ efeguimenro delle più
importanti commilfioni di qualunque genere .
Da quello doppio e lucido fenderò il fuo piede non mai
torcendo 1’ accorto e coraggiofo Bottani , dopo d’ avere negli
anni luci giovanili ricevuti in Firenze gl’ infegnamenri dell’ arte
da Antonio Puglìefchi , e pofeia da Vincenzio Meucci accredi¬
tati maeflri , fi applicò con fonima diligenza a difegnare le ope¬
re antiche , e più (limabili della Reai Galleria , le pitture più
rinomate d’ Andrea del Sarto, e quelle d’ altri artefici infigni ;
e fin d’ allora non temè di tentar 1’ imprefa di colorire di pro¬
pria invenzione diverfi quadri . lncamminatofi quindi nell’ anno
1735. a Roma, per ivi fare acquilto d’ulteriori notizie , e per
defiderio di maggior profitto ; non mai deviando dall’ intrapre
fo
4 ( xxxii. ) b
fo cammino profeguì con indicibile applicazione lo ftudio dell’
opere antiche , e procurò di renderfi atto ad efprimere elegante¬
mente, con aggiuftatezza, e con decoro qualunque foggetto ; don¬
de è avvenuto , che nel progreflo del tempo , fofpinto piuttofto
dall’ onorato (limolo della gloria , che dal fervile allettamento
del guadagno , non ha celiato giammai d’ impiegare i Tuoi pen-
nellf in colorire molte tavole da altare per diverfe chiefe d’
Italia (.), e per alcune ancor dell’ Europa <*> : quadri rapprefen-
tanti illorici fatti facri m e profani, o favolofe invenzioni <«) ;
vedute di paelì , e di marine (s>, di mercati , e di felle popola¬
ri (5) : umane fembianze di ragguardevoli perfonaggi ritratte dal
naturale (?) , ed altri quadri affai numerofi , il far parola de’ qua¬
li non io permette la brevità ; ond’ egli dall’ infigne Accademia
di S. Luca di Roma , da quella del Difegno di Firenze , e dalla
Clementina di Bologna fu aferitto nel numero de’ loro Accade¬
mici profeffori ; e per le varie fue opere fparfe nell’ Italia , nel-
T Inghilterra, nell’Irlanda , nella Danimarca , nella Norvegia,
ed altrove ha fapuro guadagnarli , e (labile mantenerli il credito
d’ eccellente artefice , e di rifedere prefentemente in Mantova
onorato del pregiatillimo carattere di pittore di S. M. I. , e del
dillinro incarico di Direttore dell’ Accademia di Pittura , c di
Scultura . V1N*

(i) Per rammentarne alcune , diremo che in Roma il Tranfito di Maria Vergine con molti Apofioli .
nella chiefa de’ PP. della Mi filone a Monte Citorio (3) In Firenze nel palazzo del Marchefe Gerirli v’ è
la tavola dell’ altare del SS. Sacramento , e nella del Bottani un pregiatillimo quadro col Divin Salva-
chiefa di S. Andrea delle Fratte nella crociata mag¬ dorè , che prefenca il coltalo all’ incredulo Apoltolo
giore un quadro di figura ovale rapprefentantc la B. Tommafo .
Vergine , S. Anna , e S. Gioacchino, fono lavori del (4 ) Il bellilfimo quadro , che il Bottini terminò neH,’
Botta»! . Di elio pure fono opere una tavola da al¬ anno 1763. per mandarfi a Coppenhagen , in cui eftì»
tare coll’ immagine di S. Pgola nella chiefa de’ PP. piò Circe , che vuol trasformare in beltia il grande
G rolamini in Milano ; due quadri nel Coro de’ PP. Uliffe , meritò 1’ applaufo , e la lode di tutti i pro-
Domenicani di Calale nel Monferrato ; una tavola da felfori . Un altro quadro grande del medefimo coll»
altare elprimente S. Gaetano in Vicenza ; in Pontre- rapprefentanza d’Armida, che Ita per ferirfi , e che è ri¬
moli nel Duomo un quadro con l’AlTunzionedi Maria tenuta da Rinaldo, fu efpolto in Firenze alla pubbli¬
Vergine , c co’ dodici Apoftoli , e nella chiefa di S. ca villa 1’ anno 1767. in occalione , che dagli Acca¬
Niccolò , e delle Monache di S. Giacomo due belle demici del Difegno fu fatta la folenne moltra di mol¬
tavole , in una delle quali efpreffe il Tranfito di S. te opere de’ più eccellenti artefici .
Francefco Xaverio , e nell’ altra l’Afcenfione di Na» (5) Nelle cafc de’ diflinti perfonaggi nella Norvegia ,
flroSignore con gli Apofìoli ; in Livorno finalmente in Roma , in Livorno , e in altre città fi trovano
oltre a’ moltiffìmi quadri , che ivi fi trovano di ma¬ di mano di quello artefice diverfe vedute di paefi ,
no del Bottali in divelli luoghi particolari , dipinfe e di marine affai fìimate .
egli varie tavole da altare , che nel Duomo , nello (<5) E’ degno d’ edere offervato un quadro grande ,
Spedale della Mifcricordia , nella chiefa de’ PP. Cap¬ che con una rapprefentanza di tal genere fi ritrovi)
puccini , in quella degli Armeni , nella Congrega¬ in Roma nel Palazzo de’ Rofpiglio/ì .
zione de’ Mercatanti apprelfo i PP. Gefuiti , e in al¬ (7) Nella Pollonia , nella Danimarca, nell’Inghilterra,
tri luoghi facri s’ ammirano. in varie città d’ Italia , e fpeclalmente in Livorno
) Balli qui il far menzione di due tavole da altare li trovano molti ritratti di mano di quefio bravo
nella citta diLeopoli nella Pollonia , una rapprefentan¬ pittore ; e non fi dee tralafciare di far menzione di
tc le Stimate di S. Francefco ,c 1’ altra la SS. Trinità quello del Cardinale Spinelli , che ammirafi in Rom»
fon molti Santi, e con un Coro d'Angioli ; e d’un qua¬ appretto i parenti di un tal Porporato •
dro , che fu mandato nell’ Irlanda , in cui fi vede
$ ( XXXIII. ) $.

V
I N c E N 2 I O
N T
p I T T Q R R .

ella Corte Imperiale di Vienna , ed in mol¬


te citta della Germania ugualmente che
quello del genitore m è celebre il nome,
ed il merito del chiariflimo figlio Vincen¬
zio Fanti , il quale avendo nella prima età
apprefe alcune arti cavallerefche , le lin¬
gue redefca , latina, e italiana, e fiotto la
dificiplina di Barrolommeo Altomonti Na¬
ve , • . poletano le prime regole della pittura fu
dal padre inviato a Bologna , ed ivi da un fino zio p^tcmo’rac-
man ato a^direz ue del rinomato dipintore Vittorio Biga-
? ,dl CUà rCU°la n0n fol° ftudiò con premura copiandole
pere del maeftro , ed altre conducendone di propria invenzio¬
ne, ma procurò d’ andare a Torino , ed a Romani in conma-

F éfecmedeÌ^° ’ Che da qUCÌ S°Vrani era ftat0 chiamato al-


1 efecuzione d importanti , e lunghi lavori .

finmNeli’ ann° \744’ tornaco eSU 3PPena a Bologna , per un


fimftro incontro dovè partire per Vienna ; c portatoli a Melclc
a ritrovare il padre , queftì lo impiegò per fino aiuto in diver-
avori nella fiala di quel Monaftero , che doveva abbellire co’
uoi dipinti - Avendo poficia Vincenzio fermato il Aio foggiorno
Vienna , fece ben predo conoficere con divcrfic applaudire
operazioni o) la fiua fiomma abilità; onde in varie occafioni di

"kVpT"*1 d' Auftna ’e* d' 'hri Principi d’ eftere Cor-


ti ,
d.i 1“'n° aneficc, che nacque in Vienna
tutto il luogo , cui pole pofeia in profpettiva .
5- Aprile 1718. fB Gaeta»» Fanti braviflìmo
(3) Per accennarne qualcuna diremo, che mentre ci,
■rchitetto e pttror di quadrala , morto nel ,7,o.
leuno nell’ anno 1745. faceva a gara nel celebrar
(1) Trovandoli .1 Uotì in Torino copiò mite 1- epe-
con fplendidi apparaci di fefte la nafcica dell’ Are,
re che tv, icrm.nava il macftro, e frequentò 1' Ae-
duca Carlo , dimolìrò Vìncenti» il fuo valore , ed at
cederne del nudo ; e in Clemenfwen non folo co-
quillb molto credito nell’ adornamento magnifico
? 0 Iavorava il B.gari per comando
che egli fece al primo piano del palazzo del Baron
dell Eletlor di Coloaja , ma dileguò la pianta di
d> Brandau .
4 ( XXXIV, )

ti e in altre sì fatte congiunture , da’ refpettivi Aulici Mini?


ftr’j e da autorevoli perfonaggi a lui fuma cominelle magnifi¬
che’preparazioni di fede, le quali da elio efeguite felicemente
colla codruzione di fuperbe macchine d’ architettura , e con
molti pi ici decorazioni di lìmboliche pitture , e d’ ogni altro
grandiolo apparato , furono in ogni tempo ammirate con ìttu-
nore . Avvenne quindi pertanto , che il Principe Wenceslao di
Liechtelìein , che aveva anch’ elio fperimentato il franco valore
di quello artefice in molte opere , e in fpecial modo nella mi¬
rabile difpofizione del (uo Gabinetto , e nell’ adornar di lavori
architettonici e pittorefehi la (ua nobilijhma Galleria , nell an¬
no 1753. lo dichiarò fucceffore al padre nell’ impiego di Di¬
rettore 0 delia medefima : nell anno 1756. procurò che 1 Im¬
peratrice Regina lo eleggere maeftro del difegno per tutta
Augnila Famiglia : e in vari tempi gli ha ordinate molte ope¬
re To , nelle quali li dimoflrò il Fanti fempre uguale a le hello.
Per quel te , e per altre in gran copia laudevolilhme pro¬
duzioni fu da ogni ceto d’ intendenti pedone tenuto in altilh-
ma (lima d’ egregio artefice ; e come tale fu onorato , e aggre¬
gato fra’ loro loci dalle intigni Accademie di Bologna , e di f"1*
lenze io, e con particolar didinzione da quella eretta dall’Im¬
peratore Francefco 1. in Auguda (o . In Vienna ,dove nell’ an¬
no 1759. fu nominato Contundano per gli affari dell’ Accade¬
mia , gode tuttora Vincenzio Fanti le generofe munificenze del¬
la Corre , e coll’ opere fue virtuofe a fe mantiene 1’ acquetato
polle fio di quella gloria , che fplenderà fempre grande anche
nella memoria de’ poderi . 1
ché andò egli a ricevere la Reale Infanta Isabella de»
(O Fgli fuccefTe nell’ enunciato impiego del padre 1
rtinaia Ipola dell’ Arciduca Giujeppe .
anno 1759. , e nell' anno 1767. avendo di 1 polì a la
( > f Per un tale onore inviò a cialcuna delle dette Ac¬
Galleria con ordine migliore , telsè un efatto catalo¬
cademie un tuo dilegno . Ebbe inoltre Vincenzo Fan-
go , e la fpiegazione di quanto in elTa fi ammira ,
t, nell’ anno 1769. dall’ Accademia di Firenze la
con un dilcorfo preliminare intorno alla pittura , e
commi filone di prefenrare la Patente d’ Aggregata al¬
colla cronologica irtoria degli autori dell opere, che
la Reale Arciducheffa Marianna , la quale in legno dt
in quella lì vedono .
benigno gradimento fi degnò graziofamente di lpedi-
(2) Non potendoli da noi deferì vere le moltiflime ope-
re alla medefima un difegno d’ una Tcrta maggiore
tazioni , e le varie pitture d’ogni iorta terminate dal
del naturale , fatto di fua mano in lapii rotto , con
Fanti , accenneremo foltanto , che per orti .ne del Ino
beliiflìmo ornamento d' intaglio dorato , e con eri»
Principe Wenctslao nell'anno 1761. copiò Iimigliantil-
dallo 3 e 1’ incombenza d’ una tal Ipedizione da Lei
fima all’ originale la gran tavola da altare del Rubens
fu data al Fanti , che anch’ etto in così faufia occa¬
rapprefentante 1’ Attuazione di Maria Vergine ; in
sione volle inviare all’ Accademia un difegno di lua
Fellperg cartello appartenente al medefima dipinte a
mino in lapis ntro con femplice ornamento dorato .
olio 12. quadri affai grandi per la gran lala , ne ia
(4) L' Accademia d’ Augutta dopo d’ avere nell’ anno
fotfitta della quale già colorita a frelco dal tuo pad'e
1755. acclamato il Fanti fuo focio , per averle quelli
efpreffe nel mezzo Diana l'opra d’ un globo di nubi
inviato un bene intefo difegno efprimente Adamo ed
con varie ninfe , e puttini ; e nell’ anno 176^. com¬
Èva nel Paradifo Terrertre con gran numero d’ ani¬
pì la grandiofa pittura del celebre quadro ordinatogli
mali -, nell’ anno 1767. lo dichiarò con diploma tuo
dallo fletto Principe , dove ti vede rapprefentato il
ampiilluno Configliere .
di lui magnifico ingreffo nella città di Parma , allor¬
( XXXV. ) $

MARIA MADDALENA
B A L D A C C I
1 T T R I C

nche nel decimo otrayo corrente fecolo , co¬


me in altri rrafcorfi , vantar può la città di
Firenze un ragguardevol numero di femmi¬
ne yalorofe , che con gl’ induftri pennelli ,

fto ,
e co’ pittorefchi lavori con finezza di gu-
e con ifquifira maniera condotti forn¬
irla gloria ed onore procacciarono a fé me-
defime , ed accrefcon tuttora alla patria uno
(labile ornamento e (plendore , Che in ta¬
le fchiera luminofa d’ egregie fiorentine dipintoreffe occupi uno
degli eminenti polli 1’ accurata pittrice Maria Maddalena Bal-
dacci (■), che negli anni 1718. nacque il dì 29. d’ Ottobre ,
qualunque ingenuo conofcitore del merito di quegli artefici ,
che con bravura , e con decoro profelfan quell’ arte , non può
fare a meno di non renderne una fincera , e pubblica teflimo-
nianza .
Avendo una tale illultre donna fin dall’età fànciullefca di-
moflrato palefemente una naturale inclinazione al difegno , fu
raccomandata da’ fuoi genitori alla ficura direzione della cele¬
bre Giovanna Fratellini <■>; ma effendo quella dopo breve tem¬
po mancata di yìta , ebbe effa la forte d’ incontrare nell’ animo
del valente, ed onelto profeffore Gio Domenico Campigli <0
un amichevole impegno d’ ammaellrarla , e di renderla , come
fecondo il fuo defiderio gli riufcì, una yirtuofi} donna , ed un’
e fat¬

to Quell, pittrice vie da noi cognominar, un' annua pendone a lui benignamente accordata daC
perche negli anni .74a. divenne moglie di Gmf.pp, la lovrana muniticene. del Granduca di Totcana
Bsldaccì comodo ed onorato cittadin fiorent.no ; ma Fra"eefc° I“PeJ!at10-r.e fVu8u,,° * . , ,,
il d. lei genitore fu Tommajo Co?# cittadino anch’ (2) Nel Voi IV. delMufeoF.orent.no fi legge 1 Elo-
effo di Firenze , e che effendo conforte di Mar,a Tc g.o d. quefia r.nomata p.ttr.ce .
reta Mclis , e in onorevoli impieghi avendo fedel (31 Ved.ne 1 Elog.o nella P. I. del Voi. II. d. quella
mente fervito diverfi Principi della Reai Cafa de Serie pag. 43.
Medici, nell’ eià fua avanzata godè finché viffe
'4 ( XXXVI. )
elattillima Ritrattifta . Divenuta ella pertanto dopo luno-o ed
alliduo (ìndio eccellente maelìra nell’ efprimer dal vero in mi¬
niatura , in padelli , ed a olio le umane fembianze , è cofa ma¬
agevole 1’ enunciare le tante, e sì diverfe commidioni , che a
lei furon date da qualunque ordine di perfone , e fpecialmentc
di lavori in miniatura da molti eden (oggetti o e in modo
particolare da' nazionali Ingieii ; „„ „„fè da „c’e,fi che h
Principedà Anna di Tofcana Vedova Elettrice Palatina óltre ai-
livelle accordato il didimo onore di poterla ritrarre in mi¬
niatura dal naturale , le ordinò molti lavori dell’ avvifata qua-
AnV C fi" ° a '1' dl- PlccloljdIime figure per ornamento di pre-
ziod aneli, e d. var, lemmi,„li abbigliamenti. Un non didi-

Teitf Tl/' 1egn° PU‘e d‘ ■°mparrir]e la ReSina Imperatrice


1 uefa allorché in compagnia del Reale fuo Spofo Granduca
d, Tofana venne a fare un breve foggio™ in Firenze ; e U
nnatto d, tale Auguda Sovrana lo efeguì queda egregia pittri¬
ci per comm,filone del Marchefe Carlo Ginori , il quak defidl
rande Io vivamente effigio f, mode ad intercederle con le più
um.l, preghiere una grazia così fegnalata . Tali d.dince onoran¬
ze (oppongono in queda pittrice un’ abilità (ingoiare , e fanno
en cedei veridima la nodra aderzione intorno al di lei fom-
11,0 ’T1 Cito , quindi è , che il voler qui foggiungere edere da
ro adai copiofo il numero de’ Cavai,eri , e defle Dame dilla
ua patua (■>, che hanno procurato d’ avere i propri fembtan-
, cotonti ed e (preda dalla mano maedra della Baldacci , che
u ora profieguc le lue opere con univerfale approvazione , ad
L uomo peifpicace , e intendente fuperdua iembrar potrebbe
una si (atta ulteriore nmodranza del di lei conofciuto valore.

"lì dl '■ffi f3r ■»««■>»■ , di- , . AN¬


SI «oler piu volle effigiato io miniatura il proprio
D Cl,a effi8’° in miniatura il ritratto del
fembiante le diè ancora per tuo ufo la comnaiffioile

diverte r
T“r ’7,trrrC
'd,poi no" ,al° le dlè
' in padelli
dl farne altri moiri di varie perfone .
( a) Tra' quadri diverti rapprelentanti in miniatura , o
tratto d!nPS»ar^',°- ?"rl0"': ’ mJ V8lfc anc°ca il ri. in paftell, , oppure a olio le fembianze de'Cavalieri,
“ ,d'l,a *5®* P,"rt“ i ' mni quelli Icori fu-
ron dal modellino porrai, nel regno d, Spagna . Ol. e delle Dame fiorentine , merita una particolar ri-
membranza quello affai vago , dove in quattro quali
da efneTd' SiSn°ri SPagnuol, , bche que-
intere figure fi vedono coloriti a olio i fembianti
r d°nna 'inamente efeguì per ordine del
delle ere lorelle Xtmeoet , e del Marchefe fratello ,
della' £ fi fnC* Pa(ÌC,l‘ *“ollo che d, mano della delta pittrice volle feparatameare
C ' “> ^ innato in’don.
Ouchelta di Candia . Anche il Conte di Ride- altro quadro effigiato padelli il ptoprio ritrai.
fcce gtandidima (lima della B.ldo.e, , c olire
$ ( XXXVII. ) $.

ANNA PIATTOLI

F 1 T T R 1 C E

iu' volte è addivenuto , che un qualche ono¬


rato profcflor di pittura effendo flato dcfti-
naro ad infermar le regole dell’ arte ad one-
ila e civile donzella , nel ritrovarla ogni di
più non folo dotata dalla natura d’ indole
conforme al fuo genio , e di (vegliato ta¬
lento , ma fornita inoltre di quelle morali
virtù , e di certe amabili prerogative , che
a fe rapifcono gli animi ben comporti , c
gentili : ha finalmente rifoluto di elegger quella per fua con¬
forte , e come fida compagna ed emulatrice delle proprie vir-
tuofe operazioni . Adorna appunto di tali , e d’ altre pregiati!-
fime doti ertcndo fiata per lo fpazio d’ anni fette difcoperta , e
riconofciuta dall’ efimio precettore Gaetano Piattoli (■) la fua
brava difcepola Anna Bacherini nata in Firenze 1’ anno 1720.
nel mefe d’ Aprile , la quale dopo d’ clfere (lata nell’ età pue¬
rile inftruita dal valente difegnarore , e maeftro nella Reai Gal¬
leria Francefco Ciaminghi , e quindi dalla celebre pittrice Vio¬
lante Siries (>j, e dall’ egregio artefice Francelco Conti <3) eb¬
be poi la bella forte di continovare i fuoi (ludi fono la dire¬
zione dell’ enunciato valentuomo : egli lua (pofa lei prefeelfe ,
ed ottenne ; ed il chiaro nome , cd il merito d’ Anna Piatto-
li , che già era molto abile (<) divenuta , cominciò fin d’ allora a
viepiù farfi noto , e a celebrarfi da’ (inceri eftimatori della virtù .
P. 11. V. 11. K Nel-
(1) L’Elogio di Gaetano Piattoli fi legge in quella Par¬ merito nella P- I. del Voi. II. di quella Serie alla
te II. del Voi. II. alla pag. 15.
(2) Sotto la direzione di quella brava pittrice, di cui (4^ Era tale , e si noto il valore di quella virtuola
fi legge 1’ Elogio nel Tom. IV. del Multo Fioren¬ fanciulla , che prima che divenirle fpofa del Piattoli,
tino alla pag. 285. , cominciò la Piattoli in età mol- era fiata dall' Accademia Fiorentina del Difegno a-
to frefea a efercitarfi ne’ lavori a padelli , ed a olio; fcritta nel numero de' fuoi Accademici di merito .
e diede fin d’ allora evidenti ripruovc del fuo ta¬ In progrelfo di tempo fu ella aggregata fra’ luoi So.
lento . ci anche dall’ Accademia Clementina di Bologna .
(5) Di quello illuflre artefice fu da noi celebrato il
-ai ( XXXVIII. ) $

Nello (Tato adunque di faggia conforte di tal dipintore


avendo ella ben torto maggiormente renduto pubblica per ogni
dove la lua (ingoiare virtù con numerofa quantità di ritratti ,
e d altre pitture a olio , in padelli , ed in miniatura con fomma
pciizia condotte ; non è per noi poflibile imprefa il deferiver
con prccifa narrazione le di lei opere da ciafcuno in ogni tem¬
po , ed in varie città applaudite , e (limate; nè agevole impe¬
gno b è il rammentare i tanti ragguardevoli perfonaggi naziona¬
li , c foreftieri o , che hanno voluto appreilo di fe , od inviare
in erteti paert i loro ritratti , ed ogn’ altro lavoro terminato dalle
di lei mani , che anche nell’ efprimere in miniatura piccioliffimc
liguie t>), e nel copiare a olio moire pittore d’ eccellenti ar¬
redici ai hanno dovuto (pelle fiate impiegarfi . Ci contenteremo
petranto di accennar folimenre , che ie produzioni della Piatto-
Ji , ohre a quelle moltjllime , che elidono nella fua patria in
una gian parte delle cale delle nobili , e civili famiglie , fi ri¬
trovano fparfe in alcune città dell’ Inghilterra , e defi’ Olanda ,
in Vienna d’ Auftria , in qualche pacle della Francia, in Roma,
in Genova , in bologna , in Livorno , ed altrove ; e che aven¬
do ella goduto nell’ anno 1765. il dirtinto onore di ritrarre in
miniatura I’ auguro fembiame della Reai Granduchefla di To-
leam Mini Ludi infinta di Spagna, ha dovuto pofeia con tal
genere di lavori foddisfare alle richiede di varie nobiliflime
Dime della Regia Corte, e d’ alcuni Aulici Miniftri ; e con
eredito uiiverfile d’ egregia pittrice profiegue tuttora a termi¬
nar felice nente diverfi dipinti meritevoli oltremodo della co¬
mune approvazione ,

GIU-

'. — nun alcuno ,


anche la Principeffa di Tofcana Eleomora di Guaftalia
oggiornundo Fi,ente ebbero occafione di coi
le ordinò il lavoro i' un’ immagine di Maria Santi!*
lo" ’ \ 3mmirarc ’l »alo re di quella pii,rie
lima efprete in miniatura in atei piccola forma.
baldera jl dire , che il Principe di Craon le diè co
(3) Molte copie di btlliffimi quadri efiftenti nel Palaz-
mi (none d' effigiare il fuo rierano , e quelli pL
della Principia fua Conforta , e del figlio ; c c zo Res e fatte dalla Ptattoli fi ritrovano nell’Olanda-
e nel palazzo del Marchefc d' Adda in Milano fi
il Conte di Ricbccoun oltre all’ averle ordinato , c
cnnlcrva una Venere copiata dalla medefima in mi-
ritratte le lue lembianze in un quadro con ogni p
mura , le diede 1' incombenza di altri lavori ad nunura da un quadro originale di Tirino . Anche
ltanza di efleri ragguardevoli foggetei . per iM1 nobil Conte Tedcfco dovè copiare il faraof®
quadro di Raffaeli, rapprefentantc la Madonna detta
U; Si aggiunge molta loda alla P tamii dal faperfi, c
de.la Seggiola .
p 1 T 77 B / CE
V-
/ Piali ab J'/
iN?>,
4 ( xxxix. ) &

G I U S E P P E
B A L D R I G H I
p / T T 0 A £ ,

e giadiziofe , fincere , ed umili efprellioni ,


con cui qaefto bravo dipintore da noi pre¬
gato a comunicarci ie più intereffanti no¬
tizie , e le più atte a formargli un conve¬
nevole elogio , s’ induce a dichiarare tutto
1
’ amino fuo : e 1’ obbligante e gentile ma¬
niera , di che egli fi vale , nel manifeftare
alcune fue commendevoli operazioni , ce¬
dendo quafi alla dolce violenza delle altrui
premurofiflime iftanze ; dimoftrano fenza tema d’ inganno 1’ in¬
dole generofa , e il nobile e virtuofo carattere d’ un profeflo-
re , che libero e fcevro dalla vana eftimazione di fe medefi-
mo , e da ogni interno compiacimento , con Cavia condotta , e
con rara moderazione fa conofcer fe ftefio , e può con fpirito
retto c imperturbabile ragionar con decoro dell’ opre fue fen¬
za punto ingrandirne i pregi con alterezza , o fenza troppo de¬
primerne le lodevoli qualità con affettato avvilimento . Noi dun¬
que volendo feguire Je lucide e nude tracce d’ un tal valentuo¬
mo , efporremo foltanto con femplici note ciò che egli di fe ra¬
gionando volle farci palefe (•) ; c fe il tutto non afeondiamo in
un tenebrofo filenzio , quale appunto farebbe fiato il di lui de-
fiderio,procureremo almeno di non offendere in alcuna parte con
artificio di parole , o con replicati encomi la di lui Comma mo¬
deratezza .
In un luogo detto la Stradella della diogefi di Pavia na¬
cque il dì 15. d’ Agofto dell’ anno 1713. Giuseppe Baldrighi ,
il quale nella fua prima età eflendo venuto in Firenze , per lo
fpa-

(1) La lettera , ehe il Baldùghì fcrilTe da Parma , e lui e'ogio , è in data1 de’ 14. di Febbraio dell’ ir.
dalla quale fi ritraggono 1« notizie per telfere il di no 1766.
■f ( XXXX. ) I*
fpazio d’ anni lei coltivò lo rtudio del difegno e della pittura
finto la direzione dell’ infigne ed efperto artefice Vincenzio
Meticci o. Divenuto capace d’ efporfi con fperanza di felice
dito al grave cimento d’ impiegare i pennelli in opere di pro¬
pria invenzione , dovè incamminarli a Genova per efeguire al¬
cuni commcfligli dipinti , terminati i quali portatofi a Parma
ebbe ivi la bella forte d’ incontrare la benefica protezione del
fu Duca Don Filippo Infante di Spagna . Affittito pertanto dal
fovrano patrocinio d’ un tanto Principe pafsò a Parigi , dove
coll’ indirizzo di Mr. Boucher potè continovare i fuoi ftudi con
tal profitto , che avendo dopo qualche mefe prefentato a quell’
Accademia un fuo quadro colla rapprefentanza della Carità Ro¬
mana , Ili torto da ella acclamato come uno de’ fuoi iliuUri
membri , che la compongono , e nel tempo iDello fu dal mede-
limo Duca di Parma onorato della iplendida carica di fuo pri¬
mo pittore , Anche le Accademie di Bologna , e di Firenze ag¬
gregarono Ira i loro Soci il Baldrighi , che in quella della città
di Pa rma , dove aderto da gran tempo foggiorna , fu dichiarato
benemerito proiettore , avendo nelle ftanze di ella collocato un
luo bellilfimo quadro efprimente la favolofa imprefa d’ Ercole ,
che libera Prometeo dall’ avvoltoio . Le di lui occupazioni più
frequenti fono Hate il condurre dal naturale ritratti in padelli,
in miniatura , ed a olio , e in formare altre opere di fimil na¬
tura ; nell’ efeguir le quali fi moftrò Tempre un fevero cenfo-
re di fe medefimo , e non molto tacile a rimaner contento de’
tuoi lavori . Dopo la morte del Duca D Filippo godè 1’ onore
di fervire in qualità di maeftro nella pittura il Reale Sovrano
Don Ferdinando ; c protetto e mantenuto dalla regia munificen¬
za profiegue anche aderto con giufto applaufo , e con animo
tranquillo le fue conluetc occupazioni , le quali , fe trovato ei
li lotte in differente fonazione di fortuna, avrebbe forfè inter¬
rotte , fui timore , che lo fcarfo premio , che fuoi per 1’ ordi¬
nario raccoglievi dall’ opere della pittura , febben con diuturna
fatica , e con profonda applicazione terminate , non gli avreb¬
be forfè iomminiftrato un comodo c decorofo foftentamento „

AGO-
1) jz Elogio del Ututcl fi legge in quell» ferie P. II. Voi. li. peg. ?.
"•$ ( xxxxr. ) |(»

AGOSTINO
R O
r t o E

arie fono le {limabili prerogative , per cui


rcndefì 1’ arre della pittura tanto pregevole
ed applaudita , e per le quali un valente
dipintore , che quali tutte , o almeno una
qualche parte di elle {rancamente polliede,
più o meno celebre divenendo acquida me¬
ritamente il nome , e la gloria di bravo
artefice . Che una delle più neceflarie , ed
affai lodevoli , e diflinte qualità , che afli-
cura il buon credito , e la dima degl’ intendenti ad un profef-
fore delle tre arti forche , ha la (Indiata , ed irreprenfibile e-
fattezza nel difegno , nedùno fra’ faggi uomini efler vi può ,
che finceramente non lo confefli. Che poi il pregio , ed il van¬
to di diligentiflimo difegnatore , e per confeguenza di dipinto¬
re accreditato con ragione lo goda Agostino Rosi nato in
Roma nell’anno 1727. , ogni difappaffionato conofcitore del ve¬
ro merito di quei foggetti , che ne’ pittorefehi lavori s’ impiega¬
no con giuda lode , farà codretto ad accordarlo lenza contrado ,
Avendo Tommafo Rofi di nazione Tofcano , orefice di pro-
feffione , e padre di quedo artefice volentieri e faggiamente
condefcefo a render paghe le vive brame del figlio , che fino
dalla fua prima età avea dimodrato una palefe inclinazione al
difegno , e alla pittura , lo raccomandò all’ amorevole direzio¬
ne di Corrado Giacquinto , dal qual maedro avendo egli ap-
prefo le buone regole dell’ arce , e avendo altresì lotto la (cor¬
ta di Francefco Mancini altro fuo precettore <>) profeguito i
P. II. V. II. L fuoi

( i ) E’ defiderio del grato , e córtefe ’gojlhio Rofi , al vircuofo Cavaliere Meftiy, fotto I* amorevole di.
come fi può raccogliere da una fua lettera fcritta nel fciplina del quale ingenuamente confetta d’ aver mol¬
dì 15. d’ Agofto dell’ anno 1769. , che da noi fi pa- to imparato con fuo notabil profitto ,
Jffino le moke obbligazioni , che egli profefla anche
•f ( XXXXII. ) (£*
Tuoi Audi con ulteriore progreffo , fi trovò pofeia in irtato di
poter con molto vantaggio attender continuamente , e per lun¬
go tempo alla diligente confiderazione dell’ antiche Aarue di
Roma, e delle più rare pitture di Raffaello , e fpecialmente
di quelle bellilfime , che s’ ammirano nel Vaticano . A tale in-
defelfa applicazione egli inoltre aggiungendo un parricolar defi-
derio , ed una premura inAancabile d’ imitare , per quanto gli
fu p o Hi bile , la natura o , e volendo Tempre a tale effetto nel¬
la danza del Tuo Audio varie naturali produzioni , e diverti mo¬
delli del nudo ; gli riufei finalmente di divenire infigne profef-
fore , e d’ effer con decoro , e con 1’ approvazione de’ giudici
intendenti , c difereti impiegato in parecchi pubblici e privati
lavori . fa tavola da altare , che effo colorì per la chiela di
S. Maria fopra Minerva rapprefentante S. Niccolò da Tolentino,
è una certa , e vifibil ripruova del fuo valore , e fu (limata una
delle più belle opere condotte dal Rofi , e fuperiore nel meri¬
to all’ altre dite , che avea egli già terminate , una per la cap¬
pella delle Darne nella chiela di S Pantaleo , e 1’ altra della
bS. Concezione nella Trafpontina . Efeguì pure con gran vivez¬
za grandiofe pitture colla rapprefentanza d’ Plorici fatti ; ma
noi foltanco rammenteremo i due quadri a lui ordinati dall’ Av¬
vocato Salas , ed efprimenti la morte di Cleopatra , e quella
di Catone ; e gli altri due molto grandi da lui terminati per
Monfignorc Acquaviva , ne’ quali coll’ accompagnamento di nu-
merofe figure naturalmente effigiate dimoftrò la nafeita , e la
morte d’ Achille . Anche in Firenze , dove fu aferitto fra’ Tuoi
foci dall’ Accademia del Difegno , per commiffione di nobili
perfonaggi , e in fpecial modo del Conte Orlando Malevolti del
lieti ino , efercicò i Tuoi pennelli in frequenti lavori a olio , ed
a frefeo Agollino Rofi , il quale perchè addio fi ritrova in età
non troppo avanzata , nè mai tralafcia in mezzo alle quotidiane
lue occupazioni T affiduo Audio dell’ arte , potrà fempre più
far conofcere la Tua fomma abilità con nuove , e forfè anche più
ragguardevoli produzioni .
CE-

( i) Una delle lue geniali applicazioni fu il ritrarre con gran fimiglianza molte bellifiìme terte c/i vecchi ,
4 ( xxxxm. ) t*

GESUALDO FRANCESCO
R R
pittore

espaldo Francesco Ferri , che nel dì 2. di


Gennaio dell’anno 1718. nacque nella cit¬
tà di Samminiato in Tofcana , quantunque
folle flato dalla natura dotato di fino inten¬
dimento , e d’ un genio particolare allo
Audio della pittura; nondimeno non avreb¬
be forfè potuto giammai far nel Mondo la
luminofa comparla di valentuomo , fe egli
m
venuto in Firenze nell’ età puerile non
folle flato affittito da un faggio fratello O, clic non volendo
opporfi alle di lui iftanze lo raccomandò alla direzione di Gae¬
tano Piattoli («) , da cui per molti anni fu ammaeftrato nell’
arte con gran profitto ; e fe non aveffe altresì incontrato felice¬
mente la protezione d’ alcuni cofpicui perfonaggi ( J > > che a
lui preftarono 1’ opportuno ioccorfo con generala munificenza .
Effóndo dunque il Ferri pervenuto all’ età d anni 2 i. co!-
1’ aver già dimoflrato con varie opere il notabile avanzamento
da lui fatto nella Aiuola del primo fuo precettore , fu inviato
a Roma, dove avendo apprefo ulteriori infegnamenti da mi¬
gliori artefici , e in fpecial modo da Giufeppe Bottani m , che
r F af-
fommimitrarono in R.oma per alcun tempo un fufti-
(1) Quelli è il dotto, cd efetnplari filmo facerdote An¬
cicnte lullidio . Ma il mecenate più fplendido , che
tonio Ferri, che vive in Firenze con giuda riputa¬
fra gli altri molti trovò in quella Dominante Ge-
zione d’ottimo, ed erudito Ecclefiaflico .
fualdo Ferri, fu il Cardinale Domenico Orfini, che nc
(2) Di quello bravo pittore abbiamo parlato in quella
prefe dipoi una particular protezione , e gli concedè
P. II. del Voi. II. alla pag. 5. nel proprio palazzo un comodo quartiere ; e perche
(3) 11 Conte dt Richecourt per diverfi difegni del Ferri,
P avea cooofciuto un giovane oneflo , e dotato del¬
alcuni de’ quali erano flati incili in rame , c.per a-
le più pregevoli qualità 1’ affidò lempre con grandil-
tri fuoi dipinti avendo c«nofciuto il di lui già fatto
fime dimoflraziem di flima , e d’ affetto in dicerie
progreflò pensò d’ inviarlo a Roma con fargli fpera-
occafioni , c in un modo particolare in congiuntura
re un menfuale affegnamento dalla fovrana beneheen-
che quegli fu affililo da una fieriffima malattia , nel
za dell’ Imperatore Francefca /• Ma non avendo 1 corfo dell? quale lo fece curare da’ propri medici , ed
virtuofo giovane potuto ottenere 1’ accennato aiuto affi Aere da’ luoi miniflri , ordinando che tollero cifrar¬
per la feguita morte d’ un tal miniflro , 1 cavalieri
ti dal proprio erario i danari per le neceffane fpele .
Antonio Bari ohm Baldelli , e Gio. Botijìa Bargigli pre¬ / ,r> Elogio di quello eccellente pntore fi legge al.,;
gati dal nominato di lui fratello iupplirono pn qua-
pag. ii. di quefla P. II. del. Voi. II.
che maniera a quella non penfata mancanza > c 8 123

1
$ ( XXXXIV. ) $
V affidò in più congiunture con parzialiffimo affetto ; ed effen-
do egù flato continuamente a’ fianchi del celebratiffimo profef-
iore Pompeo Battoni Tuo principai direttore , oltre all’ efler di¬
venuto meritevole d’ alcuni premi nelle Accademie di Campi¬
doglio , fi rendè col progreffo del tempo così abile dipintore ,
c di tal pregio furono i lavori da lui prodotti , che s’acquiflò
il credito d’ uomo valente , e benché lontano lu aggregato fra*
fuoi Soci dall’ Accademia del Difegno di Firenze (•> . Fra le
molte pitture condotte dal Ferri con fomma lode rammentar fi
potrebbero alcune tavole da aitare , cui effo compì per varie
Confraternite , e Cbiefe Parrocchiali della Tofcana , e per di-
verfe private cappelle nelle ville , e ne’ palazzi di cavalieri
fiorentini, e di Prelati romani , e degna farebbe di qualche ono¬
rata rimembranza la tavola molto grande da lui colorita pel
Batti Aero di Livorno ; ma per una certa riprova del luo valore
baderà il far lolo menzione del bellilhmo quadro, (*) che egli
terminò pel Senatore Incontri colla rapprefentanza della Nafci-
ta del Divin Salvatore : di quello fatto pel Conte Alberti efpri-
mente la morte di Lucrezia Romana : e di quello ùmilmente ,
eh’ ci lavorò pel gabinetto del Cardinale Orfini , e che fu fil¬
mile all’ altro quadro , che in Vienna fu eipofto in uno de’
quartieri della Carte Imperiale , e commendato dagli Augufli
Sovrani . Non minore però è flato 1’ applaufo rifeoffo dal Ferri
in quelli ultimi tempi per aver egli per commiffione de’ con-
frarri di S. Alberto dipinto a olio con gran maeftria uno de’
tre magnifici sfondi nella chiefa de’ PP. del Carmine di Firen¬
ze (s); avendo egli con tal pubblico lavoro latto conofcere ,
che non già la mancanza della neceffaria abilità , ma le fofferte
malattie gl’ impedirono di portarli in quelle città dell’ Ita¬
lia , dalle quali era flato invitato ; e che le non ha per tal ca¬
gione potuto intraprendere più grandiofe e malagevoli opera¬
zioni , è capace nondimeno di eleguirle con fperanza di ritro¬
vare la comune approvazione degl’ intendenti .
GIU-
( i) La fqddetta Accademia dopo qualche tempo lo
(3) Il Granduca di Tofcana Pietro Leopoldo , che avea
dichiarò come uno de’ luoi profefibri maefiri . conolciuto il merito del Ferri per un quadro, che
(i) Quello quadro, e l’altro , che da noi in feguito
quelli gli fece prefentare , efprimeate i SS. Pietro
Fi rammenta , ed il ritratto dello fìefio Ferri dipinto
c Leopoldo , per un piccol faggio della propri» abi¬
da lui medefimo , furono efpofli alla villa del pub¬ lità , li degnò di portarli alla chiefa del Carmine
blico in Firenze dagli Accademici del Difegno in
per vedere un tal lavoro , cui grandemente lodò
occafione della folenne moflra £kc. da eflì fatta 1’ an¬
con benigni contraffegni di diro» dell’arcefice , efee
no 17^7.
era ivi prefente »
XXXXV. ) (s*

G I U S E
h i c K

Ualora dagli uomini faggi e intendenti fi ri¬


ceve la certa notizia , che qualche profef-
fore d’ un’ arte è flato impiegato dagli au-
gufti Monarchi , e da’ Principi in diverfi
lavori , ed è flato da’ medefimi inviato in
varie città, affinchè egli efeguifca con de¬
coro le loro commifhoni ; quelli ben rollo
fcnza attendere altre ripruove del di lui
valore, e fcnza far gran premura d’acqui¬
fere ulteriori informazioni intorno al copiofo numero , ed al
precifo merito dell’ opere d’ un tale artefice , concepire ne fo-
gliono giuflamente un’ altiffima (lima, e non dubitano di riguar¬
darlo come uno de’ valcntuomi infigni , che fiorifcono nel loro
fecolo. Dovendo noi pertanto far menzione dell’ egregio pittore
Giuseppe Hickels, il quale figlio di Giovanni Hickcls, e d’Eleo¬
nora Meltzer nacque in Lippa città del Regno della Boemia il
dì 9. di Marzo dell’anno 1736., e non avendo potuto racco¬
gliere una lunga ferie di ficuri documenti , onde ci folle per¬
meilo d’ appagare il virtuofo defiderio de’ leggitori con le di¬
pinte relazioni dell’opere d’un ral dipintore, con tutta ragio¬
ne ci luiìnghiamo, che dalla fola notizia, cui fiamo certi di pote¬
re avanzare con pubblica teflimonianza, dell’effer egli flato be¬
nignamente accolto , ed impiegato in varie operazioni dall’ Im¬
peratrice Vedova Maria Terefa Regina d’Ungheria, e di Boe¬
mia , e da altri autorevoli e cofpicui perfonaggi : ogni avvedu¬
to conofcirore degli umani , e politici regolamenti dovrà com¬
prendere , che 1’ abilità di quefto pittore non è ordinaria e co¬
mune , ma fegnalata e didima .
Avendo Giufeppe Hickels apprcfo le prime regole dell ar
P. II. V. IL M

•$ ( XXXXVI. ) $>
re dal Tuo genitore , ed edendofi pofeia porraro a Vienna per
iftudiar con profitto , e con 1’ impegno di farli un’ abile profef-
fore ; dopo lunga ed aflidua applicazione, e col frequentar 1’Ac¬
cademia gli riulcì di procacciarli il credito di valente artefice ,
e d’ acquidarfi la dima di molti Principi , le fembianze de’ qua¬
li dal naturale ei ritraile con gran vivezza e maefiria ; e con sì
fatti , ed altri dipinti talmente fi guadagnò 1’ approvazione uni-
verfale , ed il credito d’ eccellente maedro , che il Principe Bat-
thiani volle tare acquido di due quadri , ne’ quali il medefimo
avea colorito elegantemente due Tede filila maniera del Den-
ner, e gli collocò nella fua galleria di Trautmanfdorff. Di fimil
pregio dee fupporfi , che fieno i quadri , che da lui terminati
fi trovano nella Boemia colla rapprefentanza di fiorici avveni¬
menti ; ma creder fi dee con ficurezza , che i diverfi ritratti ,
cui nelle corti di Milano , di Parma , e di Firenze ( nella qual
città in tale oecafione nell’ anno 1769. anche il proprio effigiò )
egli dovè colorire per comando della già nominata Auguda Ve¬
dova Imperatrice , che a tale efietto fi degnò d’ inviarlo in Ita¬
lia , fodero da lui lavorati con la maggiore efattezza poffibile ;
e che tuttora ei vivendo polla fempre più avanzarfi nel merito ,
e nella gloria con altre nuove, e commendevoli produzioni.
( XXXXVIJ. ) fr

G I Ch FRANCESCO
BRIGLIA
PITTORE.

ICcola Briglia , che ville in Roma impiega-


ro al lervizio della Corte Pontificia in
qualità di fcrittore de’ Brevi a’ Principi ,
e che fu padre del bravo pittore Gio. Fran¬
cesco Briglia natogli in quella Dominante
il dì 25. d’ Ottobre dell’ anno 1737. , a-
vea già determinato di fare a quelto fuo
figlio intraprendere il yantaggiolo fentiero
della propria, o d’altra firnile profeffione;
ma efiendo ad effo flato troncato dalla morte ogni meditato di-
fegno intorno all’ indirizzo di quello giovane , ed egli allora
trovandofi in iflato di poter far ufo della fua libertà full’ ele-
zion dell’ impiego , con faggio avvedimento pensò di feguitare
gl’ interni moti dell’ animo , per cui fentivafi trafportato ad ap¬
prendere con molto genio il dileguo , e rifolvè di coltivare con
tutto 1’ impegno il difficile (tudio della pittura . A quelli dun¬
que applicatoli procurò di non folo imparare le buone regole
dell’ arte dal Mancini fuo primo precettore , ma d’ acquillare
diverfe cognizioni , ed infegnamenti da vari maellri , e in Ipe-
cial modo da Placido Coflanti , e da Marco Bcnefial , nella con-
verfazione de’ quali cercato avea d’ introdurli , e di confervarne
col fuo civile e modello contegno la contratta amicizia . Con
tal virtuolo liflema di fludio , e con la principale lua cura d’
attentamente ollervare qualunque prodotto naturale per poter
giungere un giorno a rapprelentarne vivamente le forme co’
Tuoi dipinti ; fece dopo qualche anno sì gran profitto , che in
una moflra di quadri fatta in Roma per S. Rocco , elpole una
mezza figura da lui originalmente lavorata , ed altri fuoi quadii
elprimenti diverfe naturali produzioni , che r ileo fiero la tonni-
( xxxxvm. ) $
ne approvazione , c da chi ne ignorava l’autore furon giudicate
lavoro di pittore fiammingo , o di qualche artefice molco efper-
to. Ad infinuazione pertanto de’ (uoi amici avendo egli dovu¬
to impiegarli in tal genere di pitture , non omelie però lo ftu-
dio delle più ferie operazioni ; ed elfendo venuto in Firenz ( ■ ) nel-
1’anno 1761. per efeguire le commilitoni d’ alcuni nobili Ingle-
fi , quivi aliai profittò full’ oilervazione dell’ opere di Raffaello ,
di l iziano , del Vandeick , di Rembrandt , e d’altri eccellenti
prò fello ri ; e nel progreflo del tempo oltre all’ aver’ egli termi¬
nato moltilhmi ritratti , e innumerevoli quadri colla rapprefen-
tanza di cucine con varie figure , e di vivi e morti animali di
ogni qualità , ha dipinto una tavola da altare per una chiefa di
Livorno , cd ha cfprelle diverfe facre , e profane Itorie ; i qua¬
li lavori <*) per ellcre fiati affai commendati per la verità, eia
bellezza del giufio loro carattere , cd altresì per la vivace fqui-
fitezza del colorito , fanno (perarc , che il loro illufire vivente
artefice farà per produrre ogm di più nuove , ed ugualmente
Limabili dipinture

AM-
(?) Arrivato il Briglia in Firenze, dopo qualche anno fio efimio pittore, e i nobili perfonaggi, nelle calo
prele per fua conforte la civile, c vircuola fanciulla de’ quali fono i medefimi conlervati . Faremo men¬
^>ma Bargiaccbi, la quale da noi volentieri qui fi ram- zione pertanto di quelli foli, che dall’ Accademia del
menta , perchè alle molte fue rare , e pregevoli pre¬ Difcgno di Firenze , di cui il Briglia è Socio pro-
rogative unilce anch’ effa la da lei in varie pioduzioni feffore , furono efpofli al pubblico nella folennc mo-
dimodrata abilità nel cjifegno , e nellq pittura , che fu flra da elfa fatta nell’ anno 1707., e quelli foho due
dalla medefima acquiflata fotto la direzione di Vince** quadri grandi traverG con figure, e animali pofledu-
Z!° Meucci ; e perchè crediamo di potere alfieri re, che ti dal Senator Bernardino Riccardi ; e un quadro elpri-
fc ella non folle oppreffa da un quali continuo dolor mente i due difcepoli di G. C. , che vanno in Em-
di teda , che le impedifee 1’ applicare a un tale efer- maus , e che fi ritrova apprelTo 1’ Auditor Mormorai,
cizio , avrebbe potuto coll’eleganza c vivezza de'fuoi il quale oltre ad altri diverfi dipinti di quello arte¬
lavori a die u rare a le llelfa jl nome ? p la gloria di fice pofiiede di mano del medefimo una tefla d’ un
valente pictrice.
vecchio , che ride , mirabilmentp condotta fui gudo
(z ) Lunga cob, e per noi non poffibile farebbe il vo¬ del Caravaggio.
ler rammentare didimamente tutti i lavori di que-
XXXXIX. ) fr

A N T 0 N I 0
P A z z I
INCISO RE IN RAME.

' Vvegnache' la grande abilità d’ Antonio Paz-


zi nato in Firenze il dì Ottobre deli’
anno 170 6. pur troppo a tutti fi a nota, e
riaffilino io reputi un [oggetto meritevole
d’ effere annoverato fra gli artefici illuftri di
queflo fecolo ; egli nondimeno per efl'er 1’
autore della prefente Raccolta eia quella
fenz’ alcun dubbio dato non avrebbe il sì
plaufìbile compimento coll’ efporre il proprio
ritratto , fe la [ingoiare modeflia dell’ animo fuo non folfe Ra¬
ta a far ciò quafi violentata dall’efficaci perfuafive de’giudi co-
nofcitori dell’ altrui vera virrù .
Avendo egli fin dalla prima età con chiare riprove mani-
feflata la fua naturale inclinazione al difegno , di cui imparò
le prime regole dal bravo [cultore Giufeppe Piamontini ; et{
avendo poicia quel fentiero intraprefo , che al facerdoral rnini-
flero conduce , agli altri gravi fuoi Rudi aggiunte quello dell’
incidere in rame lotto la difciplina dell’ accreditato maeflro Co •
fimo Mogalli ; ed in breve sì gran profitto egli fece, che di-
Vot. II. Par. II. N verfi
(1) E (Tendo al Pa^i dopo lunghe ricerche riufeito di
Tendone già compita I’ edizione , che doyea dedicar^
raccogliere un conlìdcrabil numero di ritratti origina-
alla Sacra Maelìà dell’ Auguflo Imperadore France-
li d’ egregi pittori antichi e moderni , ed effend® ciò
feo I. , credè il Pai^i fuo precifo dovere di portarli
pervenuto a notizia degli amacori delle belle Arti ,
alla Corte di Vienna , ed ebbe la faufiilìima forte d’
cominciaron quelli a pervaderlo, che in feguito del
umilmente prefentarla in perfona a quel clementif-
Muleo Fiorentino , come s’ accennò nella Lettera pre¬ fimo fuo Sovrano , che 1’ accolle con legni Speciali
meva alla P. I. del Voi, I. della prelente Raccolta ,
di gradimento, c con dichiararfi, che avrebbe fatto
incidere gli acquiflati quadri, e pubblici gli rendef-
collocare gli originali Ritratti nella Galleria di Firen-
fe per maggior gloria dell'Arte , e per viepiù inco-
ze. Ma feguita dopo pochi meli 1’improvvila morte
raggiare la fiudiola gioventù. Animato egli pertanto d’ un tal Monarca , fi compiacque benignamente 1'
da tali perfuafive s’ accinfe all' imprefa ; e fatta di Arciduca d’Aulirla Pietro Leopoldo SuccefTore all’
quelli una giudiziola fcelta , per ridurgli al numero Auguflo Genitore nel Granducato della Tofcana uni¬
di foli cento, nell’anno 17 51. cominciò a farne i di¬ tamente colla Granduchefla Spola Maria Luisa In¬
fogni , e a lavorarne 1' incifione; e dopo qualche tem¬ fanta di Spagna d’ accettarne la dedica , cd ordinò,
po diede I’ incombenza all’ Abate Orario Martini di che nella fua Rcal Galleria folTe preparata una flanza
teffcrc de’ prefeelti pittori un ugualmente limitato contigua all’ altra , ove fi confervano gli originali
£oncifo elogio . Nell’ arino 1704. elfendo già tcripi- Ritratti de’ Pittori , acciocché fi potelfe in quella co!»
tuta la P. I. e li. del Voi. 1. di quell’ opera , ed cf« locare anche la nuova Serie di quelli quadrj.

'JfsSi'C"’ -V. -<m y‘ A /*\


•f ( L. ) &
verfi lavori produde elegantemenre condotti , cui ammirando 1’
Arcivefcovo di Firenze Giufeppe Maria Martelli 1’ affiftè con
amorevole beneficenza , e a riufcir valentuomo 1’ incoraggi . E
tale appunto ci comparve allorché furono odervate le cento ta¬
vole con più e diverfi bei rami da elio intagliate maeftrevol-
mente nel Mufeo Teftaceo del Dottor Niccolò Gualtieri ; e in
sì alto grado di (lima ei pervenne , che non folo fu chiamato
a Roma , e ad ivi (labilire il ino f'oggiorno con larghe promef-
fe invitato dal Cardinal Neri Corfini , e dall’ efimio profeffore
.Gio. Domenico Campiglia , divenuto quindi fuo amantiflìmo dt-
rettor nel dtfegno , ma per 1’ incifione degli originali ritratti
de’ pittori efiltenri nella Reai Galleria di Firenze , avantichè
anco al celebre Carlo Gregori fofl’e accordato d’ unir la fua ope¬
ra per più predo condurre a fine un tal faticofo e ben lungo
lavoro , egli fu il primo prefeelto dalla nobile Società del Mu¬
feo Fiorentino per le premure dello de do Campiglia , il quale
al Pazzi non ha mai tralafciaro di fare incidere i Tuoi difegm
delle datue , de’ budi , de’ bafftrilievi del Mufeo Vaticano , e
de’ ritratti di Sommi Pontefici , di Cardinali , e d’ altri chia-
riilimi perfonaggi . Ogni ragione richiederebbe , che fe per la
brevità non rammentiamo altre molte Aie opere luminofe , che
gli furono ordinare da ogni ceto di perfone , facellimo almeno
menzione delle cortefi accoglienze , e delle onoreveli commif-
fioni avute da’ primari Miniflri dell’ Imperiai Corre di Vienna :
di qual natura e carattere fodero i ritratti , eh’ ei dovè incide¬
re a’ Principi pi Liechtedein , e di Kaunitz : con quai circo-
danze di clementifhma didinzione dal Sovrano della Tofcana 1’
Arciduca Pietro Leopoldo gli fofTe comandata 1’ incifione del
proprio rirrarto , e di quello pure della Reai fua Conforte : e
quale finalmente fia il vero pregio di queda Serie da lui con¬
dotta al defiderato fuo termine . Ma perchè neppur ciò c’è per¬
meilo , diremo foltanto , che Antonio Pazzi per le fue ottime
morali , e civili qualità , e per la fua eccellenza nell’arte vide
in ogni tempo , e vive tuttora col credito univerfale di faggio
ed clemplar Sacerdote , e d’ infigne profedore .

FINE DELLA FARTE II DEL VOLUME II,


delle cose notabili

CHE SI CONTENGONO NELLA PRIMA , E SECONDA PARTE DEL


VOLUME SECONDO.

// contrjffegno dell * indica effer nelle Nole pianto viene accennato.

A
Z» Meticci , e moglie del bravo dipintore
/tLbat/i Cardinale Alefjandro protegge il pit¬ Gio. Francefco Briglia. II. 48. *
tore Giorgio Abramo Nagel. II. 22. Barrolini Sahmbeni Marcheie Gio. Batifìa prò'
Al tornanti Bartolommeo pittore Napoletano. II. regge efficacemente Vincenzo Meucci. II. 7
33. Bortoni Pompeo celcbratidimo pittore è il direi
Afcanio P. Salvadore Domenicano , e Minierò tor principale di Gefiialdo Francefco Ferri
di Spagna alla Corte di Firenze dà varie com- II. 44.
miffioni di pittura a Gio. Batifìa Perini. J. 24. Benefici Francefco pittore, padre, e primo mae
Uro di Marco Benefial. I. 17. *
B BenefiaLi Marco pittore , e fcolare di Bona

B Agnoli Giovanni pittore I. 9. Per lo ftra-


vagante umore del padre fi trova coflretto
ventura Lamberti, I, 17. Sua nalcita , e buo
na educazione . ivi . Suoi ftudi , e prime
fue opere applaudite . ivi . D’ anni 21. la
ad andare a Milano . ivi . E' iflruito nell’ vora una tavola da altare per una chiela d
arte, e protetto dal Cavalier Domenico Tem- Roma .1. 18. Varie altre lue opere, e citta do
pefìi • ivi . Ritorna in Firenze lua patria , ve portali per efeguirle . ivi . Lavora per
e con varie opere fa vedere il fuo profitto . molti infigni perlonaggi . ivi . Moltiffimi luoi
ivi . E' bravo nel dipingere ogni Ipecie d’ dipinti fi trovano in Roma . ivi . E' mae-
animali e di frutti . I. io. E' impiegato a ftro di Gio. Francefo Briglia. IL 47.
terminare fimiglianti lavori in diverfi Inoghi, Bettini Anton Bastiano pittore , e fcolare
e fpezialmente in molte ville della Reai Ca¬ di Cammillo Sagrejìani. II. 17. Impara an¬
la de Medici. ivi . Suo breve corfo di vita . ivi. che nella Scuola d’ Ottaviano Dandini . ivi ,
Bagnoli Gio. Antonio , e iuo biafimevol conte¬ Sue prime opere . ivi . E' mandato dal pa¬
gno col figlio. I. p. * dre a Roma. II. 18. Fa maggior profitto lotto
Baldacci Maddalena nata GozZ pittrice, e leo- la direzione di Sebafìiano Conca . ivi . Suoi
lara per poco tempo di Giovanna Fratellini , e ftudi in Roma . ivi . Varie opere fatte dal
pofeia di Gio. Domenico Campiglia . II. 35. medefimo dopo il ritorno alla patria . ivi .
Diviene una braviffima Ritrattila . II. 45. Col pittore Ulivelli dipinge varie lunette dc’
Principi, e ragguardevoli perlonaggi , che a chioftri de’ PP. del Carmine . ivi . Sua ta¬
lei diedero varie commidioni . ivi * . Enumera¬ vola nella chiefa di S. Gregorio in Firen¬
zione d’ alcune fue opere . ivi * . ze . tvi .
Baldrighi Giuseppe pittore • II. 30. Suo lo- Bettini Gio. Batifìa padre del pittore Anton Ba¬
devol carattere . ivi . Fu fcolare di Vincen¬ ciano . IL 17,
zo Meticci. II. 40. Suoi viaggi , e fue ope¬ Bigari Vittorio rinomato pittore di Bologna , do¬
re . ivi . Diverfi onori da lui meritati . ivi. ve inftruifce nell’ arte Vincenzo Fanti , e le-
Quali fodero i luoi più frequenti lavori . ivi . co lo conduce in diverfi paefi dell’ Europa,
Divien maeftro nella pittura del Rcal Sovra¬ n. 33.
no Duca di Parma D. Ferdinando . ivi . Suoi Borgon7%oni Lorenz» mediocre pittore, e primo
l'entimenti intorno alla propria profeffione . ivi. maeltro d’ Antonio Rojjfì. IL 9.
Bargiaccbi Anna pittrice ed allieva di Vincen- Bottami Giuseppe pittore li. 31. Per quali
lira-
$ ( Lir
ftrade virtuofe cammina a fine di divenir va¬
lungo rtudio , e con varie fuc opere il credi?
lentuomo . ivi . E' Icolar? in Firenze prima
to di valentuomo. I. 43. 44. Da Clemente
d’ Antonio Puglicfcbi , c quindi di Vincenzo
XI. e dertinato a far le copie di molte pit?
Meucci . ivi . Quali fodero i fuoi rtudi .
ture , cfae lavorate fui muro della fabbrica
ivi . Si porca a Roma , e non variando il
di S. Pietro , avean patito . I. 44. dove fi
fliema delle lue applicazioni fi rende eccel¬ corregga l' affermane , che ivi s avanza , che
lente artefice , e conduce moltiflìme opere . la fabbrica di S. Pietro aveffe affai patito ,
II. 32. Si fa menzioue d’alcuni luoi lavori.
mentre dove a dir fi , che avean patito le pittu¬
ivi. Onori ricevuti dal medefimo da diveffe Ac¬ re fatte fui muro di quella fabbrica . Suoi la¬
cademie . ivi . In Mantova gode il carattere
vori in copia grandilfima fatti in Roma, e
di pittore di S. M. I. , e 1’ incarico di Di¬
per altre città dell’ Italia , e dell’ Europa .
rettore deli’ Accademia di Pittura , e di Scul¬
tura . ivi . iVl • E' chiamato a Firenze a farei dilc^ni
della grandiola opera del Mufeo Fiorentino .
Borri Rinaldo infegna le prime regole della
ivi . E' richiamato a Roma per difegnare il
pittura a Lorenzo del Moro . I. 7,
Mufeo del Cardinale Aleffandro Albani . ivi .
Briglia Gio. Francesco pittore . II. 47. Sua
E' amorevole direttore d’ Antonio Paggi nel
naicita in Roma . ivi . Sua rifoluzione d’ at¬
difegno , e a lui dà continove commilfioni d’
tendere alla pittura da lui prefa dopo la mor¬ incidere in rame i propri lavori. II. 49. 50.
te del padre . ivi . Suoi maefiri . ivi . Suo
Carlo IH. Monarca delle Spagne nomina fuo
profitto, efiftema incraprefo di rtudjo. ivi . pittore di camera Francefco Pregiado. II. 2Ó.
Suoi lavori in Roma . ivi . Si porta a Firen¬
Casini Giovanni pittore impara il difegno d4
ze, dove fa gran progreffo nell’arte, e ter¬ Gio. Batijla Foggi ni . I. 31. Ripruove della
mina molte opere di vario genere per diverfi fua abilità nel modellare, e del profitto, che
efieri perjonaggi . II. 48.Compifce varie ca- avea fatto nella fetida d’ un tal maertro .
pricciole pitture , ed altre l'acre , e profane fvi . S applica alla pittura . ivi . Sue ope¬
rapprefentanze , c ritratti diverfi . ivi . Suoi re. I. 32. Anno della lua morte . ivi .
quadri efpofii in Firenze alla pubblica l'o-
Calila Sigi(mondo pittor Modanefe , e maertro
lenne moltra . ivi * .
di Francefco Monti. I. 2t.
Bugila Niccola padre di Gio. Francefco Briglia Cele/li Andrea pittor Veneziano I. 1.
pittore , ed impiegato in Roma alla Corre
Cherubini Caterina oriunda di Spagna brava pit¬
Pontificia in qualità di fcrittore de’ Brevi a’ trice , e fcolara in Roma , e pofeia oonforte
Principi . II. 47.
di Francefco Pregi ado . II. 2 6. *
Buonvifi Monfignore Girolamo dà molte commif-
C b tu furi Francefco pittore Imolefe , e maertro
lìoni al pittore Pietro Tejla . II. 2.
di Gio. Domenico Ferretti. I. 41.
Ciabilli Giovanni pittore I. 2p. E' perfuafo
C da Simone Pignoni a Jafciare il penrtero d’

C Accianic.a Francesco pittore figlio di Pao-


lo dipintore aneli’elio eccellente II. 11. Sua
attendere a meritarli 1’ impiego d’ Ingegner
militare , c ad attender piuttofto alla pittura
lotto la lua direzione . * ivi . Suo carattere
naicita , e patria . ivi . Chi folle il fuo primo e motivo di non maggior fuo avanzamento .
maefiro . ivi . In età giovanile dipinge una ivi . Sue opere nelle cafe private . I. 30. *
tavola da altare con lomma lode . ivi . Im¬ nelle chiefe di Firenze, e d’altri luoghi . ivi „
para le regole della Profpettiva da Ferdinan¬ ciamingbi Francefco valente difegnatore, e mae¬
do Galli , c s’applica allo ftudio dell’Anato¬ rtro nella Reai Galleria di Firenze. II. 37.
mia. ivi* . Suoi viaggi, e lavori in diver- Clemente X/. Sommo Pontefice ordina a Monfig.
lc città dell Italia . II. 12. Divien bravo ar¬ Sergardi che faccia copiare a Gio. Domenico Cam¬
tefice nel rapprefentare grandiofi foggetti di piglia molti quadri dipinti fui muro della Fab¬
vario carattere . ivi . Intaglia pure i fuoi brica di S. Pietro, i quali cominciavano a fof-
lavori in acqua forte . ivi * . frir qualche danno confiderabile . I. 44.
C acci aniga Paolo valente pittor Milanefe , e pa¬ Clemente XII. Sommo Pontefice decora della
dre del foprallodato Francefco . II. u. Croce dello Spron d Oro 1’ efimio pittore
Campiglia Gio. Domenico pittore I. 43. Da hranccjco Conti. I. 14. Vuol che ritorni da
un fuo zio bravilfimo nella lua profertione d’ Firenze a Roma Gio. Domenico Campitila ,
intarfiatore nel legno è porto fotto la direzio¬ perche faccia i difegni del Mufeo del Cardi¬
ne di Tommafo Redi , e di Lorenzo del Mo¬ nale Aleffandro Albani , che dovea collocar^
ro . ivi . E' collocato a rtudiare nella Galle¬ nel Campidoglio. I. 44.
ria di Firenze . ivi . In Bologna fi pone nel¬ Conca fcbafliano inrtruifce nell’ arte dcll^ pitta.
la fcuola di Gio. Giufeppe dal Sole . ivi . Ri- ra Anton Bafìiano Bettini. II. 18.
lolve di portarli a Roipa , dove acquirta coq Conti Francesco pittore, che terminò innts*
mera-
•e ( lui. ) $>
mcrabiU lavori. I. i?. Fu fcolarc di Simmi
ma ur. accreditato artefice forto la direzione
Pignoni . ivi . Condotto a Roma dal Mar-
di Campitilo Rufconi. I. 50. Sue opere nume-
chcfe Riccardi fcguita ad imparare le buone rofe . ivi . Statue da lui lavorate . ivi .
regole dell arte dal bravo fiorentino pittore Du Flos Filoteq pittore , e incilore in rame.
Gio. Maria Morandi, e pofeia dal fa molo Car¬
II. 19. Sua patria . ivi . Suo profitto fatto
lo Maratta. I. 14. Suoi lavori fatti in Ro¬ in Roma premio
ma . ivi . Ritornato alla patria, e protetto Studia in quella Dominante fotto la direzio
dalla nobil famiglia Riccardi loddisfa a un ne di Monfieur de Troy , ivi . Diviene ec¬
indicibil numero di commiffìqni . ivi . Dal cellente nel dipingere qualunque forte di ve¬
?ontefice Clemente X/I. è decorato della Cro¬ dute . ivi . L' Accademia del Dilegno di Fi¬
ce dello Spron d’ Oro, e dalla Reai Cafa de’ renze efpone alla pubblica folenne moflra nel-
Medici è eletto pubblico inadiro del dilegno. 1 anno 1767.un di lui belliflìmo quadro . ivi * .
ivi . Anno della lua morte . ivi . Forma diverfi volumi de’ fuoi difegni di
Cor fini Cardinal Neri invita Antonio Pa^ft a vari monumenti d' antichità fatti in Roma .
fermare il fyo foggioruo in Rema con lar¬ If. 20. Suoi intagli in acqua forte . ivi . Per
ghe promette. II. 50. ordine del Re di Francia lavora la copia del¬
da Cortona Pietro, perefiè licenzia dalla fu a la Scuola d’ Atene famofa opera di Raffael¬
fcuola Pietro Tcfìa. II. 1. 2. lo . ivi . Stia dimora in Firenze . ivi . Muo¬
Co fanti Placido pittore, e madiro di Gio. Fran- re nella città di Lione .
cefco Briglia, II. 47,
Crcfpi Giii/eppe perfeziona nell’ arte della pittu¬
ra Giovanni Sorbi. I- 45,
TpAbbroni Monfig. Carlo Agofino conduce da
D *- Firenze a Roma in fua compagnia il pitto¬
re Gio. Domenico Pie frinì , lo protegge in
T\ Andini Ottaviano pittore , c uno de’ maeflri quella Dominante , e a lui commette diverfi
di Francefpp Gambacciani . II. 13. Maeflro lavori. I. ij.
di Bafiano Bottini, II. 17. Fanti Gaetano bravo architetto , e pittore d
De Froj' Monfieur pittore, e direttore dell’Ac¬ quadratura . II. 33. *
cademia di Francia in Roma , e maeflro di Fanti Vincenzio pittore. II. 33. Suoi prim
Filoreo du Flos. II. *$>. fludi . ivi . Nella pittura è fcolare di Bar
Del Barba Ginesio pittore- I. 35. Luogo del¬ tolommco Altomonti, e di poi del celebre Vit
la fua nafeita , c fuo primo flato di pover¬ torio Bigari . ivi . Suoi viaggi fatti con qu
tà . ivi . E' coflretto a dipinger quadri doz¬ fi’ ultimo fuo maeflro , c fuoi lavori . ivi *
zinali per aver con che vivere . ivi . Si fer¬ Suo ritorno a Vienna . ivi . Onorevoli., e
ma nella Corte del Cardinal Gualtieri in Ro¬ numerofiffime commiflìoni avute nella Corte
ma . I. 36, Nel Mufeo di sj benefico Por¬ Imperiale, e da diverfi Mjniflri efleri. II. 34.
porato ha comodo di fludiare con fuo gran Divien direttor della Galleria del Principe
profitto . ivi . Divenuto bravo artefice abban¬ IVenceslao di Liecbtefein , e ne tede una cro¬
dona ogni divifa di fervitù , e torna nella nologica ifloria . ivi * . E' eletto maeflro
fua priflina liberta . ivi . Sue varie opere fat¬ del difegno di tutta l’Augufla Famiglia . ivi.
te in Roma . ivi . pnori in ogni tempo dal medefimo ricevuti.
Del Moro Lorenzo pittore , e ne’ primi fuoi ivi . Definizione d’ alcune lue opere . ivi * .
(inni Scolare di Rinaldo Botti fuo cugino . Quali fieno 1’ Accademie, che 1’ aggregarono
I. 7. Impara le buone regole dell’ Architet¬ fra loro foci con diflinzione . ivi * .
tura , e del difegno da Alejfandrò G ber ardi¬ Feroci Angiolo pittore , che per quanto feppe ,
rli . ivi . E' protetto dal Principe Francefco e potè diede le prime regole dell’ arte a Gio.
de’ Medici . ivi . Supera di gran lunga nel Elia Morgben. II. 29.
Valore il Botti fuo primo precettore , e poi Ferretti Gio. Domenico pittore. I. 41. Im¬
compagno in alcuni lavori. I. 8. Da Tomn\a- para in Imola le prime regole dell’ arte da
fo Redi apprende una più elatta maniera di Francefco Cbiufurt . ivi . Venuto in Firenze
formar le figure - ivi . Sue opere in diverfi fludia fotto la direzione di Tommafo Redi ,
luoghi . ivi . Cagione della fua morte . ivi . di Sebaf iano Galeotti, e quindi di Felice To¬
Fu maeflro di Gio. Domenico Campiglia. J. 43. relli in Bologna . ivi . Sue opere affai co»
D ella Valle Filippo Scultore. I. 49. Ragio¬ piofe lavorate per varie città , e fpccialmen-
ni , per cui vien collocato il luo ritratto in re in Firenze , e in vari luoghi della Tofca-
quella Serie di pittori . ivi . Apprende il di¬ na. I. 41. 42.
leguo dal bravo Scultore Gio. Batifìa Foggi¬ Ferri Antonio eferiiplare, e dotto Sacerdote pro¬
ai . ivi . Suoi fludi . ivi . Diviene in Ro- cura 9 che il fuo fratello Gefualdo poffa im¬
Par. II. Voi, II. O parar
•$ ( LIV. ) $•
parar 1’ arte della pittura da bravi maeflri , Gberardini Aleffandro di i primi infegnamenti
e goda ip ogni luogo la valida protezione di della pittura a Sebafìiano Galeotti. I. 3. Am-
chiartflìmi perfonaggi. I. 43. maellra ne’ principj del Difegno , e dell’ Ar¬
Ferri Gesualdo Francesco pittore . II. 43. chitettura Lorenzo del Moro. I. 7.
Da un fuo amorevole, e laggio fratello vien Gherardini Tommaso pittore. II. 27. Appren¬
raccomandato alla direzione di Gaetano Fìat- de le prime regole del dilegno da Giufeppe
tolt . ivi . Apprende in Roma molte buone Piamontini fcultore . ivi . EN fcolare nella
regole da diverfi profeffori . ivi . Quali fol¬ pittura di Vincenzo Meucci . ivi . Suo gran
lerò i protettori di quello artefice . ivi * . profitto , e fua particolare abiliti nel dipin¬
«hi folle il Tuo principal direttore II. 44. gere i balfirilievi . ivi . Sue varie opere .
Onori da lui ricevuti, e varie fue opere . ivi. II. 28. Luoghi diverlì , dove ha terminati
Dipinge uno de’ magnifici sfondi nella nuova numerofi lavori . ivi * . Abbellilce co’ luoi
Soffitta nella chiela del Carmine di Firen¬ dipinti una delle nuove fìanze della Villa del
ze * ivi . opera belltjjìma del Ferri Poggio Imperiale . ivi .
perì nel totale funefìi[fimo incendio della Cbie- Ciac quinto Corrado pittore , e maellro d’ Agofìi-
Ja del Carmine feguito dopo la notte no Kofi. II. 41.
antecedente al dì 29. di Gennaio di quejt' an¬ Gilardi Pietro pittore , cugino e primo maellro
no 1771- Per qual motivo non è andato in di Francefco Caccianiga. II. il.
varie cittù d' Italia, e fi trovi tuttora in Fi¬ Goni Vincenzio pittore , ed unico fcolare d’
renze . ivi . Nella qual cittq attualmente la¬ Ago fimo Ver acmi. I. 34.
vora per ordine di S. A. R. il G. D. di To¬ Goi^gj Tommafo chi folle , e quali i di lui im¬
fana alcune pitture da collocarji nella Villa pieghi. II. 35.
detta il Poggio Imperiale . Grati Gio. Batista pittore , e fcolare del
Foggini Gio. Batijìa valente fcultore , e mae- celebre artefice Loren-go Pafnelli , e quindi
itro del difegno del pittor Giovanni C a fini . dell’ ugualmente eccellente maellro Gio. Giu¬
I. 3r. dello Icultor Filippo della Valle. I. 49. feppe dal Sole. I. 13. Suoi (ludi, e profitto.
Fortini Giovaccbino inlegna le prime regole dell’ ivi . Varie lue opere . I. 15. 16. Si ram¬
arte a Vincen-gio Meucci. II. 7. mentano alcuni perfonaggi , pe’ quali dovè
Francefcbini Cavalier Marco Antonio pittore , e impiegare i fuoi pennelli , e s’ accennano di-
maellro d’ Antonio Rojft. II. 9. E" pur mac¬ verfe cittk , che confervano alcune delle fue
ero di Francefco Caccianiga. II. 11. bell’ opere . ivi . Fu uno de’ fondatori dell’
Accademia Clementina, della quale fn due

G volte Principe . ivi . Quando monile . ivi .


Gregari Carlo braviffimo incilore in rame dalla
Abburri Francefco Maria Niccolò Luogotenen- nobil Società del Mufeo Fiorentino è dato
^ te per S. A. R. nell’ Accademia del Dife¬ per compagno ad Antonio Pa^gi per incide-
gno di Firenze . II. 30. * In quale liima eb¬ re i ritratti originali de’ più illuflri pittori ,
be il giovane pittore Gio. Elia Morgben . che fi ritrovano nella Reai Galleria di Firen¬
ivi * . ze. II. 30.
Galeotti Sebastiano pittore , e fcolare in Guadagni Marchefe Donato protegge il pittore
Firenze d’ Aleffandro Gberardini . I. 3. Si Antonio Niccolo Pii lori. I. 25.
porta a Bologna , e fi pone lotto la direzio¬ Gualtieri Dottor Niccoli fa intagliare ad Anto¬
ne di Gio. Giufeppe dal Sole . ivi . Varie nio PaT^i le cento tavole , ed altri fregi ,
lue opere, e luoghi di Firenze , ne’quali que¬ che fi vedono nel fuo Teftaceo Mulco. II. 50.
lle fi trovano . ivi - Si rammentano varie
citiù dell Italia , dove fi conlervano i dipin¬ H
ti di quello artefice. I. 4. E' uno de’ maellri
di Gio. Domenico Ferretti. I. 41. lekels Giovanni padre del pittore Giufeppe
Galeotti Scbafìiano inlegna 1’ arte a Vincenzo Hickels , e primo maellro del medefim»
Meucci in Piacenza. II. 7. nell’ arte. II. 45.
Galli Bibiena Ferdinando inlegna le regole del¬ Hickels Giuseppe pittore. II. 45. Sua nafeita ,
la Prolpettiva al pittor Francefco Caccianiga. e patria . ivi . E' impiegato in diverfe ope¬
II. li. * re dall’ Augufta Imperatrice Vedova Maria
Gambacciani Francesco pittore , e fcolare Terefa . ivi . Si porta a Vienna per iltudiar
di Francefco Conti , e polcia d’ Ottaviano con profitto . II. 46. S’ acquilla la flima di
Dandini . II. 13. Motivo della Icarlezza di molti Principi , de’ quali colorifcc molti ri¬
notizie intorno all’ opere di quello artefice . tratti . ivi . Due bellillìmi fuoi quadri fon
ivi . S’ a_;ennano alcuni luci lavori. II. 14. comprati dal Principe Battbiani . ivi . Altre
Sue tavole nelle chiele di Firenze lua pa¬ fue opere nel Regno della Boemia . ivi .
tria . ivi . Dipin-
Dipinge le fembianze di vari Principi in di- ri fi a Bartolini Salìnjbent . ivi . Si porta a
verfe città dell Italia par orbine della preio* Piacenza a fludiare fotto la direzione di Se-
data Regina . ivi ? bafliano Galeotti . ivi . Avvenimento , e ri-
foluzioni del medcfimo . ivi . Ammaetlra nel
difegno la figlia della Ducheffa di Parma Do-
rotea . II. 8. Studia in Bologna fotto la di-
fciplina di Gio. Giufeppe dal Sole . ivi . Al¬
Ambenti Bonaventura pittore . I. 17. * tri luoi viaggi , e fuoi (ludi in diverfe cit¬
Liecbteflein Principe Wcneesloo nell’ anno 1753. tà . ivi . Riefce cofa quafi imponìbile d’ enu¬
dichiara Vincenzo Fanti direttore della fua merare in compendio tutte le di lui opere f
Galleria. II. 34. Dà la commiffione a Anto¬ ivi . Suo carattere, e morte del medefimo . ivi.
nio Paxgi d'incidere il proprio ritratto. II. 49. Milani Aureliano bravo pittor Bolognele, ed uno
Luders David pittore. II. 23. Sua patria , e de’ maeflri di Crifìofano Terxj . I. 37. ?
fuo Jodevol carattere . ivi . Per le lue otti¬ Mogalli Coftmo infegna ad Antonio Paxgi 1’ ar¬
me qualità è lodato , e (limato dalle favie te dell’ incidere in rame . II. 49.
perfone. II. 24. Sua dimora in Firenze , e Mola Francefco pittore amico di Pietro Tefìa, e
Ino contegno . ivi . Ctlorilce molti ritratti fuo fentimento intorno alla vera maniera di
di viratole perfone , ivi . Altri Tuoi lavori . divenir bravo pittore. II. 1. *
Monari Crifìofano bravo pittore conduce a Fi¬
renze in fua compagnia Giulio Pignatti , e
gli promette affiflenza . I. 20.
M
Monti Francesco pittore. I. 21. Suoi mae-
jl/lAncini Francefco pittore , e maeflro d’ Ago- ftri , e luo profitto fuperiore a quello di mol¬
flino Rofì. II. 41. ti fuoi condilcepoli . ivi . Per ordine di Gio-
Maratta Carlo eccellente pittore , e maeflro in Giufeppe dal Sole fuo precettore comincia a
Roma di Franccjco Conti. I. 14. maeflro di formar pitture di propria invenzione . ivi .
Micbelagnolo Ricciolini. II. 3. GU lon commeffi diverfi lavori . ivi . Moti¬
Marmi Cavaliere Antonfrancefco prende la pro¬ vo , per cui fi porta a Venezia, e gravi com¬
tezione d’ Anton Niccolò Pillori pittore. I. 25. mi iffioni , che a lui tornato a Bologna furon
Maro Giuseppe pittore molto accreditato, che date da molti nobili perfonaggi . I. 22. Su«
nacque in Torino , e che riulcì bravo ritrat¬ diverfe pitture terminate in Brefcia . ivi .
ti fta. I. 28. Si rende cofa affai verifimile , E' uno de’ Socj dell’ Accademia Clementi¬
che apprendeffe 1’ arte da Antonio Maro luo na . ivi . Si crede che foffe uno de’ maeflri
padre . ivi . Per autentiche teffimonjanze di di Giufeppe Maro . I. 48.
varie perfone s’ afferilce , che folle anche feo- Morandi Gio. Maria pittore infegna in Roma le
lare di Gio. Gitifcppe dal Sole , e di France¬ regole dell’ arte a Francefco Conti. I 14.
sco Monti . ivi . Suo viaggio in Poiionia , Morgben Filippo fratello, e fcolare di Gio. Elia
dove morì , ivi r Morgben , e bravo incifore. II. 30. *
Martini Abate Orario autore dell’ annotazioni Morghen Gio. Elia pittore, e fcolare prima
all’ Idillio Erotico di Francefco Baldovini in¬ d’ Angiol Feroci, e poi di Gio. Domenico Fer¬
titolato Lamento di Cecco da Varlungo. I. 31. retti . I. 29. Suoi Audi , e profitto . ivi .
Per commiffione datagli da Antonio Pa^xj Per molti anni frequenta 1’ Accademia del Nu¬
tefTe gli Elogi , che lì leggono nella Serie do. II. 30. Divien bravo, ed elatto difegna-
tore . ivi . Sue opere . ivi . Alcune di que¬
prefente. II. 49. *
Martelli Giufeppe Maria Arcivefcovo di Firen¬ lle quali foffero . ivi * . Suo viaggio a Ro¬
ze incoraggifce , e protegge il giovane ec- ma , e fue opere ivi condotte . ivi . Porta-
tofi a Napoli vien deftinato difegnarore de¬
clefiaflico Antonio Pax^i. II. 49.
de' Medici Ferdinando gran Principe di Tofcana gli feoperti monumenti d’ Ercolano . ivi .
mantiene in Venezia Agojìino Ver acmi per
tutto il tempo , che fu necelfario al compi¬ N
mento degli lludi della pittura. I. 33. *
de' Medici Principe Francefco protegge efficace¬ N agel Giorgio Àbramo pittore. II. 2u
Sua patria, e fuo maeflro nell’ arte . ivi.
mente il bravo pittore Lorenzo del Moro .
Fa diverfi viaggi in molte città dell’ Euro¬
I. 7. *
Meltxer Eleonora moglie di Giufepbe Hickels , pa. II. 22. Abita in Firenze nella cafa del
celebre antiquario Barone Filippo de Stofcb .
c madre del pittore Giovanni. II. 45.
ivi . Suoi (ludi , c lavori . ivi . Dopo alcu¬
Meucci Vincenzio pittore, fua nafeita. II. 7.
ni viaggi va col pittore Marco Tufcber in
Impara le prime regole da Giovaccbino For¬
Coppenhagen . ivi . Portatofi quindi a Me-
tini . ivi . E' protetto dal Marchele Gio. Ba¬
ckel-
$ ( LVI.
clcelburg preferita a quel Principe alcune fue molti quadri in Bologna , ed in Roma . ivi.
opere . ivi . Dopo il viaggio fatto a Vien¬ In Firenze termina diverfe opere , e riefee
na torna a Roma , ed è accolto , c protetto bravo ritrattila . II. 16. Sue tavole termina¬
dal Cardinale Alejfandro Albani . ivi . Sue te per le chiefe di varie città . ivi . Per
pitture fatte in Roma . ivi . quali paefi dell’ Europa abbia lavorato mol¬
Nafni Giufeppe pittore , e maettro in Pifa di ti quadri . ivi . E' dichiarato maefiro del di¬
Gio. Domenico Pie frinì. I. n. fegno nella Reai Galleria di Firenze . ivi ,
Piejlrini Eleonora figlia del pittore Franctfco
o Piefrini , bravilfima anch' ella nell’ cfprime-
re al naturale varie forte di frutta , e di fio¬
S\Rfni Cardinale Domenico uno de’ più benc- ri , molte opere della quale fi trovano in al¬
fici protettori del giovane dipintore Gefual- cune Gallerie di Roma. I. 11. *
do Francejco Ferri, IL 43, * Piejlrini Francejco pittore , e padre di Gio, Do¬
menico . I. 11.
P Pi estr 1 ni Gio. Domenico pittore , e con fom-
ma attenzione educato da Francejco fuo pa¬
n Afincllt Loren?o infigne pittore , e maeflro dre pitcore anch’ elio affai efperto nel colori¬
*■ di Gio. Batifa Grati, I. 15. re i paefi. I. 11. * Divien fcolare di Giu¬
Pazzi Antonio incilore in rame , e aurore feppe Na fini . ivi . Per motivo di maggior¬
della pretente Raccolta. II.' 40. Motivo dell’ mente imparare va a Bologna , e quindi a
aver’ egli efpotto il proprio Ritratto . ivi . Venezia . ivi . Dopo il fuo ritorno alla pa¬
Impara le prime regole del difegno dallo Scul¬ tria è condotto a Roma, ed ivi protetto da
ture Giufeppe Piamomini . ivi . Apprende 1’ Monfignor Carlo Ago/lino Fabbroni . I. 12,
arte dell’ incidere in rame da Co fimo Mogal- Sue opere a frefeo fatte in Rom3 . ivi . Al¬
. ivi . Qual folle 1’ origine , e il prole- tri luoi diverfi lavori in varie citta . ivi ,
guimento di quella Serie da Jui cominciata , Sua morte . ivi .
c condotta a fine . ivi * . Intaglia le cento Pignatti Giulio pittore . I. ip. Si ferite in¬
tavole , che fi vedono nel Muleo Tcfiaceo clinato fin dagli anni luoi giovanili ad efpri-
del Dottor Niccolò Gualtieri . II. 50. Vicn mere al vivo dal naturale gli altrui fembian-
prefcelto infìeme con Carlo Grcgori a incide¬ ti . ivi . Viene col bravo pittore Crijlofano
re i ritratti originali de’ pittori , che fi con¬ Monari a Firenze , ed è dal medefimo affitti¬
fervano nella Rcal Galleria di Firenze . ivi . to. I. 20. Divenuto celebre ritratcìfta è con¬
Accoglienze , e commiflìoni ricevute in Vien¬ tinuamente impiegato in tal genere di lavo¬
na . ivi . Vari luoi lavori . ivi . Suo carat¬ ri . ivi . Sua morte . ivi . Luogo ove fu
tere . ivi . lepolto . ivi * .
Perini Gio. Batista pittore , e fcolare di Si- Pignoni Simone celebre pittore , e maettro di
mone Pignoni. I. 2^. Studia 1’ anatomia ol¬ Francejco Conti. I. 13. Benché in età avan¬
tre alle regole dell’ arte , e dell’ architettu¬ zata s’ induce a infegnar la pittura ad An¬
ra . ivi . Suoi pubblici lavori , c luoi viag. tonio Niccolò Pillori. I. 25. Avendo perlualo
gi. 1. 24. Sue pitture in Firenze, e anno Giovanni Ciabilli a lafciar lo ftudio dell’ ar¬
della Ina morte . ivi . Sue religiofita nel non chitettura civile e militare , divien luo mae¬
dipingere oggetti fcandalofi . ivi . * ttro. I. 25?.
Piamontini Giufeppe bravo fcultore infogna le Pillori Antonio Niccolo'pittore , fcolare di
prime regole del dilegno a Tommafo Gherar- Simone Pignoni , dopo la morte del quale
dini. II. 27. ad Antonio Pazzj • II. 49. prende per luo maettro Lorenzo RoJJì. I. 25.
Pi atto li Anna , nata Bacherini , fcolara , e Rimafto privo di quetto fecondo precettore ,
poi moglie di Gaetano Piattoli. II. 37. Nell’ anch’ etto rapito dalla morte , rifolve di pro-
età puerile è ammaeftrata da Francesco Cia- feguir da fe folo i fuoi ttudi , imitando le
mingioi, e dipoi da Violante Sinesì e da Fran- opere di Livio Me bus . ivi . Quali foffero i
cefco Conti . ivi . Sue moltifiìmc opere a fuoi protettori . ivi . Sue opere . I. 26. Sua
olio, in pafìelii , e in miniatura. II. 38. mahiera di vivere, e fuo carattere particolare.ru».
Lavora molto per efleri perlonaggi . ivi. Cu- dal Pozzo Cafflano Commendatore protegge in
lorifce i ritratti di diverfi Principi . ivi , e Roma Pietro Te fin. II. 2.
d’ altri dipinti- foggetti . ivi * . Copie di Preisler Gio. Daniello pittore, e maettro di Gior.
quadri d’ infigni artefici da lei efeguite . ivi * . gio Abramo Nagel. II. 21. Fu figliuolo di Già-
Piattol[ Gaetano pittore. II. 15. Apprende Giufìno Preisler . ivi * .
in Firenze i primi infegnamenti dell’ arre da Preisler Gio. Giustino pittore di Norimber¬
Vincenzio Sonili . ivi . In Roma diviene ga . I. 47. Dopo cf aver dimorato qualche
Icolarc di Lrancefco Riviera , ivi . Lavora mefe in Venezia fi porta in Firenze , e fa
molto
( LVII. ) $>
molto Audio nella Reai Galleria . ivi - Ac- fuo maeftro Francejco Mancini . ivi » Suo,i
crefcc della P. IV. un’ opera di fuo padre ri¬ Audi in Roma , e lua particolare premura d’
guardante le regole neceflarie per la pittura. imitare in tutti i Tuoi lavori la natura. II. 42-
tvi • In Roma e accolto nella propria abi¬ Varie fue opere . tvi . Lavora anche in Fi¬
tazione dal celebre Antiquario Barone Filip¬ renze per molti nobili pcrlonaggi, c per di-
po de Stofcb , il quale gli ordina moltiffimi verfi (oggetti . ivi .
difegni d’ antichiffimi monumenti . ivi . Al¬ RoJJi Ago fiino padre d’ Antonio RoJJi bravo pin¬
tre lue opere fatte in Roma. I. 48. Suo ri¬ tore . II. 9.
torno alla patria , e quali furono i lavori , Rossi Antonio pittore , e (colare di Marco An¬
eh’ ei fu coltrato a intraprendere . ivi , tonio Francefchtni. II. p. Sua patria , e fuoi
Prezi ado Francesco pittore. II. 25. In Sivi¬ lodevoli coltumi . ivi , Stima che ne faceva
glia fua patria attende allo ftudio dell’ uma¬ il maeftro per la lua abilità, ed amore gran¬
ne lettere , e alla Filofcfia . ivi * . In Ro¬ di Ilimo , che gli portava . ivi . Sotto d’ un
ma da Sebajìiano Conca apprende le regole tal precettore conduce a termine diverfi im¬
della pittura . ivi - Qual credito egli acqui¬ portanti lavori. II. ip. E' tenuto in gran re¬
ci di bravo dipintore , e d’ uomo letterato , putazione da moltillìmi perlonaggi , ed è da’
c con qual facilità , e maeftria infegni l’ ar¬ tnedelimi impiegato in molti lavori . ivi .
te alla gioventù . ivi * . Dalla Corte di.Spa¬ RoJJi Lorenzo pittor fiorentino , e maeftro d’
gna è dichiarato in Roma direttore della gio¬ Antonio Ntccolb Pii lori . J. 2 ■5. Fu uno de*
ventù Spagnuola, che a quella Dominante è più bravi dilcepoli di Pier Dandmi . ivi * .
inviata ad imparare le tre arti forelle. II. 26. Rufcont Commi Ilo valente Icultore s e rrjaellro dj
Sue opere numerofe . ivi . Onori , eh' ei ri¬ Filtpp» ({ella Falle. J. 50.
ceve , e vantaggi grandmimi , che egli ap¬
porta . ivi * . Da Carlo 111. Monarca delle
Spagne è nominato fuo pittore di camera .
ivi . Suo virtuoso carattere , ivi . n Agrp.flaiù Cammìllo maefiro del pittore Afa
fuglicfcbi Antonio pittore , e uno de' maeftri di ^ tón Bajliano Bcttini. I;. 17.
Giujeppe fyffwii. II. 3 1, Saiviari la nobilillima lamiglia protegge in Ro¬
ma il pittore Amo» Bajliano Bottini. IL 18. “
Sgrtlli Vincenzo pittore inlegna le prime rego¬
le dell’ arte a Gaetano Piattoli. II. 15. Dal.
n/cri Sebajìiano celebre profelTore di pittura , la Principeffa FJeonora di Guadalla moglie
■f*- e maeftro in Venezia d’ Agojìino Veracini . del Principe Francejco è dichiarato fuo pitto¬
I- ;3 3-. re « ivi * .
Ricciolini Damiano. Suoi impieghi in Roma . Siries Violante brava pittrice , e maedra d’ An¬
II. 3. na Piattoli. II. 37.
Ricciolini Michelangelo pittore. Sua nafeita . dal Sole Gio. G.iufeppe dà le regole della pittu¬
II. 3. Suoi primi impieghi,, ivi . Impara 1’ arte ra a Scbajlia'io Galeotti. I. 3. E' maedro d
della pittura da Carlo Maratta . ivi . Sue Lucia Torelli . I. 5. di Gto Batijìa Grati
prime opere efpofte al pubblico . ivi . Altri I. 15. di Francejco Monti . I. 21. forle d
fuoi lavori. II. 4. Sua morte . ivi . Giujeppe Maro. I. 28. d’ Antonio Zancbi. I- 40
Ricciolini Niccolo' pittore, e figlio di Miche-, Perfeziona nell’ arte Gio. Domenico Campiglia
langiolo Ricciolini. II. 5. Anno della fua na¬ I. 43. Divien maedro di Vincenzo Meticci ,
feita . ivi . Suoi ftudi . ivi . In più concorfi che portolTi a Bologna . II. 8.
in età giovanile ottiene il premio . ivi * . Sorbi Giovanni pittor Sanefe , e fcolare del
Sue opere accennate, ivi * , Lavori da lui termi¬ Cavalier Giujeppe Najini. I. 45. Si porta a
nati in Roma. ru/.Chiefe di Roma, che confer¬ Balogna , e lotta la direzione di Giujeppe
vano tavole, e quadri di quello pittore . ivi . Crcfpi procura di fare maggior profitto . ivi.
Riviera Francejco pittore è maeftro in Livorno Suoi lavori , e viaggi . ivi . Motivo princi¬
di Gaetano Piattoli. II» 15. pale della lua gita a Roma . ivi * . Sue ope¬
Redi Tommafo celebre pittore infegna a Loren- re fatte in quella Dominante . I. 46. Altri
■%p del Moro una più cfatta maniera di for¬ fuoi lavori per diverte città . ivi .
mar le figure. I. 8. E' no de’ precettori di de Stofcb Barone Filippo celebre antiquario ac
Gio. Domenico Ferretti. I. 41. E' pur raae- coglie in Roma nella propria abitazione Gio
ftro di Gio. Domenico Campiglia . I. 43. Giuflino Prehler , e gli ordina moltilfimi di
Rosi Agostino pittore , e braviflimo per 1’ fegni d’ antichi monumenti. I. 4. Fa 1’idef
cfattezza del difegno, IL 41* Scolare di Cor¬ fo in Firenze a Giorgio Àbramo Nagel. IL 22
rado Giacquinto . ivi . Molto imparò anche
dal Cavaliere Mejny . ivi . * Ebbe pure per
Par. 11. Voi. Il,
$ ( LV1II. ) g.

T fimi perfonaggi , I. 6. Anno della lua mor¬


te , che fu nnivcrfalmente compianta . ivi »
'Ernpcftt Cavali-r Domenico celebre pittor fio¬ Trevisani Angelo pittore. I. 1. Cagione del
rentino co’ filiti rimproveri , ed avvertimen¬ Tuo impegno a maggiormente ftudiare . ivi .
ti è cagione , clic Angelo Trevi/ani fa ogni Sua maniera di vivere negli anni giovanili .
sforzo per divenire iniigne dipintore. I. i. j. ivi . Per li rimproveri , ed avvertimenti del
Protegge in Milano , e atnmaeftra nell’ arte Cavalier Domenico Tempefìi determina di di¬
Giovanni Bagnoli. 1. o. venire a qualunque collo eccellente artefice .
Terzi Cristofano pittore. I. 37. Suoi pregi . I. 2. Sue opere . ivi . Anno della fua mor.
particolari . ivi . lrilegna in gioventù le ar¬ te . ivi .
ti cavallcrelchc in lupplemento del padre , Tufcber Marco pittore del Re di Danimarca .
allorché tra malato . ivi . Quali fofTtro i il. 22.
iiioi maefiri neila pittura . ivi . Suo viag¬
gio a Roma , e luot (tildi . ivi . Vince pna
v
grolla lomma di danaro, e compra molti qua¬ Eracini Agostino pittore, figlio di Be¬
dri , cd altre cole di (omino pregio . I. 38. nedetto anch’ elio pittore , e fcolare di
Funeflo accidente occoriogli . ivi . Sue ope¬ Sebafliano Ricci in Venezia, dove fu mante¬
re . ivi . Sua morte quali improvvila . ivi . nuto dal Gran Principe Ferdinando di Tolca-
Ter^i Leonardo farnolo khermiror Rolognde,e na. I. 33. * La brevità non permette, che fi
padre di C ri (lo[ano Ter^i pittore. I. 3-5. faccia l’enumerazione delle fue opere. I. 33. 34.
Testa Pietro pittore, fu* nalcita e patria. Qual folle uno degli ultimi Tuoi bellillìmi di¬
][. 1. Suo viaggio a Roma . ivi . Quali pinti. I. 34. Sua particolare abilità nel ri¬
iufftro i luoi maeltri, ed efercizi in quella toccare , e reftaurare le antiche pitture , e
città . ivi . E' protetto, ed impiegato in va¬ varie riprove della medefima . ivi . E' fe-
ri lavori dal Commendatore CaJJìano dal Po?- polto in uno de’ veftiboli della chiefa d’Qgnif-
d? • II. 2. Compilce cinque libri di dilegni. lanti di Firenze con maufoleo fatto erigere
ivi . Inventa ed intaglia in acqua forte mol- da l'incendio Gotti unico di lui fcolare . ivi.
tiffime opere . ivi . Ha diverfe commiffioni Viviani Vincenzio celebre filofofo infegna 1’ ar¬
da Monfignor Girolamo Buonvifi . ivi - Sue chitettura civile e militare a Giovanni C14-
opere divede . ivi . Suo carattere, ed infe¬ billi. I. 2<?.
lice morre . ivi .
Torelli Felice braviamo dipintore , e marito
deli’ ugualmente elperta pittrice Lucia Torel¬
z
li nata Cafalini. I. 5. E' maeltro in Bolo¬ Ampieri Domenico Bolognefe pittore loda i
gna di Gio. Domenico Ferretti. I. 41. primi lavori di Pietro TeJÌ* , e divien fu#
Torelli Lucia pittrice, nata Ca/alini^e mo¬ maeftro. IL 1.
glie deli’ egregio dipintore Felice Torelli . Zane hi Antonio pittore eccellente , nato in Elle
I. 5. Fa maravigliofi progredì fotto la dire¬ 1’ anno 1639. c lodato da molti fcrittori. I. 39.
zione di Gio. Giufeppe dal Sole . ivi . Colo* Zanche Antonio pittor Veneziano. I. 39. Fu
rifee molte tavole per varie chiefe di Bolo¬ fcolare in Bologna di Gio. Giufeppe dal Sole.
gna fu a patria , e d’ altre citta dell’ Italia . I. 40. In quella città lavora diverfi dipinti •
ivi . Divien pure brava rirrattifta , ed elpri- ivi . Suo naturale allegro c facete . ivi. Sa&
me vivamente i fembianti di diverfi chiarif- morte improvvifa . ivi „

IL FINE DELL’ INDICE.


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