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La navigazione in Egitto nell'età greco-romana

Author(s): Maria Merzagora


Source: Aegyptus , Dicembre 1929, Anno 10, No. 2/4, FASCICOLO DEDICATO ALLA «
SEMAINE EGYPTOLOGIQUE » DI BRUXELLES - 14-20 SETTEMBRE 1930 (Dicembre 1929),
pp. 105-148
Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

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La navigazione in Egitto nell'età
greco-romana

INTRODUZIONE

interesse che il problema della navigazione in Egitto


assume per noi non si limita a quello che evidente-
mente deriva dall'importanza e dallo sviluppo particolari
che la navigazione raggiunse nel paese, ma acquista
una portata assai più vasta in quanto i nostri documenti, pel loro
carattere speciale e per la considerevole ricchezza di informazioni
che contengono in proposito, consentono una conoscenza diretta
e in taluni casi minuziosa della navigazione fluviale, quale per altre
regioni siamo ben lontani dal poter raggiungere attraverso gli
scarsissimi e talvolta insignificanti ragguagli delle epigrafi.
Mi pare ad ogni modo che il problema della navigazione non
possa presentarsi nel suo pieno valore e nella sua luce più chiara
se non incluso in quello generale dei trasporti ; benché di questo
sia indubbiamente la parte più importante e forse la meglio nota.
E si può dire che esclusivamente a segnalare tale importanza
sieno ridotti gli accenni relativi alla navigazione dell' Egitto in
età greco-romana, che compaiono qua e là in trattazioni di varia
natura, coi quali si intuisce più che non si accosti il problema.
Questo tuttavia non è trascurato in lavori come quelli dell'Oertel (1)
e del San Nicolo (2) ma, naturalmente, riguardato sotto quell'unico
aspetto della storia о dell'amministrazione che le singole trattazioni
tendono a chiarire.
Né più comprensive si possono considerare le brevi pagine

(1) Die Liturgie. Studien zur ptoL und kais. Verwaltung Aegyptens,
Leipzig 1917.
(2) Aegyptisches Vereinswesen zur Zeit der PtoL und Rom., München
1913.
Aegyptus - Anno X - 8

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che il Rostowzew (1) dedica alla tecnica della riscossione dei


grano e al relativo trasporto, poiché l'autore si diffonde piuttosto
sulla prima parte, e solo in quanto serve di naturale complemento
a questa, pare si riferisca alla questione del trasporto e, anche in
tal caso, prevalentemente al trasporto per terra, prendendo in
considerazione solo alcuni documenti che più convengono al suo
scopo.
Oltre questi riferimenti parziali, certo preziosi ma di valore
sempre assai relativo, non si è spinta finora F indagine coir intento
preciso di studiare il problema della navigazione in Egitto in età
greco-romana (2) nella complessità dei suoi varí aspetti, facendolo
oggetto di una trattazione particolare.
Di proposito non mi sono preoccupata di istituire raffronti
fra la navigazione dell' Egitto in questa età e quella dello stesso
paese nelle epoche precedenti (3), tanto meno quindi di altre regioni
del mondo antico nei varí periodi del loro sviluppo : infatti, se
anche tali raffronti non riuscirebbero privi di interesse per una
visione più vasta del problema, tuttavia Г ambito della nostra ri-
cerca non li esige necessariamente, in quanto il materiale papiraceo
dell' Egitto risulta di per sé organico e può esser da solo base di
una trattazione indipendente e compiuta.
Naturalmente, in rapporto al carattere di tale documentazione,
benché nel complesso il quadro si delinei abbastanza completo,
alcuni punti restano quasi interamente oscuri ; non deve pertanto
sembrar strano che ad esempio non trovi posto in questa ricerca
il problema della costruzione delle navi che parrebbe naturale si
affacciasse tra i primi, poiché, per quanto sia facile supporre quale
sviluppo debba avere avuto tale branca dell'industria nell'economia
locale e si trovino accenni non infrequenti ai vaux/iyot e alla loro
attività (4), sarebbe ď altra parte fuor di luogo pretendere dai

(1) Kornerhebung und -transport im griech. röm. Aegypten, in Arch.


Ill pp. 201-24.
(2) La presente ricerca non si limita tuttavia al periodo greco-romano,
ma trova opportuno completamento nei documenti di epoca bizantina
notevoli pel numero e talora di particolare interesse.
(3) Cfr. in proposito Boreux, Études de nautique égyptienne, Vart de
la navigation en Egypte jusqu'à la fin de V ancien Empire (Mémoires
publiés par les Membres de l'Institut français d'archéologie orientale du
Caire 1924-25).
(4) Cfr. in particolare 248/7a PSI. 382; IIIa SB. 6994; 1ЦР PFlor. 69;
IIP BGU. 1663; 535P POxy. 1893.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 107

nostri documenti ragguagli sulla tecnica costruttiva delle navi.


Per la stessa ragione trattando dei mezzi di navigazione dobbiamo
generalmente accontentarci di un elenco più о meno esauriente
dei nomi delle varie navi, limitandoci ad osservare quale impiego
si faccia delle medesime nei singoli casi e a registrarne i dati rela-
tivi alla portata, mentre anche per quel che riguarda le parti, gli
attrezzi e le insegne non possediamo che informazioni scarsissime
di numero e di valore : mancano cioè gli elementi che permettano
di illustrare i varí tipi di nave nelle loro particolarità strutturali e
di presentarne comunque una descrizione.
Se è pertanto ovvio che i nostri documenti non si prestino a
chiarire i problemi tecnici della navigazione, notevolissime sono
invece le questióni di organizzazione che sulla base dei medesimi si
possono prospettare e in primo luogo, di particolare interesse, quella
relativa alla proprietà delle navi, cui si riconnettono i contratti di
¡MdS-o-paffta. Né è di minor importanza il determinare la posizione
dei vari individui addetti alla navigazione, la loro funzione nella
complessa organizzazione dei trasporti, i limiti dell'attività di cia-
scuno e i loro rapporti coi funzionari dell'amministrazione centrale
e locale, quali particolarmente possono dedursi dai contratti di
trasporto e dai recepta nautarum, per cui si affaccia inoltre la
grossa questione della responsabilità del nauta. Vanno quindi ag-
giunte le testimonianze relative all'esistenza di associazioni tra gli
esercenti l'industria navale, per quanto di queste non sia sempre
facile cogliere il preciso carattere. A queste parti, che si può dire
costituiscano il nucleo più interessante della ricerca, mi pare oppor-
tuno far seguire un accenno agli scali e vie di navigazione, per
passare infine ad esaminare il complesso sistema di tasse e dogane
che regolavano il traffico sulla rete fluviale.
Tuttavia anche le informazioni che possediamo non sempre
sono così chiare e precise da permettere una ricostruzione sicura
delle questioni che più spesso lasciano soltanto intravedere ; perciò
dobbiamo in molti casi limitarci ad ipotesi più о meno probabili.

Fra i documenti sui quali si fonda la nostra ricerca (1), di


natura assai diversa e perciò utilizzabili in vario grado, mi pare che
un gruppo a sé, indipendementé da una classificazione per categorie,
possa ritenersi costituito dai papiri appartenenti all'archivio zeno-
niano, nonostante il diverso tipo che i singoli documenti rive-

(1) Citando i papiri ho mantenuto la grafia originale.

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stono (1); in quanto da tali testimonianze, considerate nel loro


insieme, risulta un' idea abbastanza chiara della complessa attività
esplicata dalla flottiglia fluviale di Apollonio e dello sviluppo del
cantiere navale speciale annesso alla medesima.
Nella serie notevole degli altri documenti, a prescindere da
quelli pur numerosi ma di valore assai scarso per noi perché
contenenti menzioni puramente occasionali di oggetti о di individui
che concernono la navigazione, il gruppo più uniforme e senza
confronto più importante, se non numericamente il più copioso, è
certo quello dei contratti di trasporto (2) e recepta nautarum (3);
i quali, rappresentando nel caso nostro la documentazione più
diretta, è evidente che si possano efficacemente sfruttare sotto
diversi aspetti. Non meno interessanti ma indubbiamente di utilità
più ristretta per la nostra ricerca sono le convenzioni (4) che
hanno per oggetto le navi о parti di esse.
In una categoria unica trovano posto documenti di carattere
ufficiale molto varí nel tipo e di valore diverso agli effetti della
nostra trattazione, tra i quali meritano considerazione particolare :

(1) Si annoverano ad es.: conti di spese di trasporto IIIa PSI. 545;


257/6a PS1. 332 - liste di oggetti importati con le relative spese di porto
259a PCairo Zen. 12, 13, 14; 257* PCairo Zen. 110 - otüojjlv^jaxtä in cui
si richiedono forniture di marina 257a PCairo Zen. 54; IIIa PSI. 533 -
parecchie lettere d'affari che riguardano l'andamento del traffico, colle
quali si comunicano informazioni sui carichi spediti e ordini per quelli
da spedirsi, ad es.: 265/ Ia PHib 39; 257/6a PSI. 614; 2532a PSI. 568;
250/49* PSI. 374 ; 248/7a PSI. 537 ; IIIa PSI. 594. - Caratteristico il PCorn.
3 (IIIa) che, come è dimostrato dal Westermann (introd. al pap.), con-
tiene non il conto per un trasporto effettivo ma la stima delle spese di
trasporto per un supposto carico.
(2) 252/la PHib. 156; 251a PHib. 98; 221a PLille 21, 22, 23; IIIa
PLille 24; IIIa PPetr. Ili, 48; W PStrass. 113; 77P POxy. 276; 173/4P
PHamb. 74; II/IIIP PTebt. 370; 286P POxy. 1260; 315P PCairo Preis. 34;
380P PFlor. 75 ; IVP PThead. 47.
(3) 15P PLond. II, 256 (a) p. 99; 13861P PLond. li, 301 p. 256; 167P
PGrenf. li, 108; 236P PLond. HI, 948 p. 220; 326P PAmh. 138; 580P POxy.
144. - A questi, raccolti dal Mitteis (Das receptům nautarum, in Sitz-Ber.
der sächs. Ges. der Wiss. 1910 p. 270 ss.) il quale si può dire si sia limitato
piuttosto a present re i documenti che a discuterne le particolarità e il
valore, vanno aggiunti i seguenti: 159/60P PMey. 14; 211/12P POxy. 1259;
220/21? POxy. 2125; 23P St. Pal. XX, 32.
(4) ÄltffSoTcpaunat: 10a BGU. 11)7; 212P PLond. 1164 h p. 164; 291P
POxy 2136 - compre-vendite: 13a BGU. 1179; HIP SB. 423; 581P PMon.
4; 5 v. - locazioni: 298P PCorn. 45; 570P PLond. V, 1714.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 109

le suppliche al re in caso di naufragio (1), caratteristiche dell'epoca


tolemaica; Гаяоураф^ di PQrenf. I 49 (220/lp), unico esempio
del genere ; le garanzie dei naucleri (2) ; gli ordini di carico da
parte di ufficiali superiori ad inferiori (3) ; le petizioni a funzionar!
alto locati (4), alcune concernenti questioni liturgiche ; infine di-
chiarazioni di contenuto diverso (5).
Un nucleo numericamente cospicuo e fonte in alcuni casi di
ragguagli preziosi costituiscono i conti, i quali si distinguono
propriamente in spese di trasporto (6) e conti di carichi (7).
Carattere particolare ha il làyoç TupodaywytXwv di PPeir. Ili
107 (IIIa), in quanto consiste nella registrazione fatta giorno per
giorno delle somme ricavate per determinati trasporti. Si aggiun-
gono a questi di importanza più diretta parecchi conti di spese
miscellanee tra le quali compaiono anche alcune per vaCftov тЛоюи
e simili.
Fra le lettere private, pure abbastanza numerose, hanno un certo
valore quelle che riguardano di proposito affari di trasporto (8) ;
nelle altre di carattere più intimo (9) gli accenni a viaggi per nave
sono piuttosto insignificanti.
Non vanno trascurati certi documenti che per il loro tipo
speciale non rientrano in nessuna delle categorie citate e la cui im-
portanza è talora notevolissima, come nel caso dell' inventario di
forniture di marina di POen. inéd. 5 (IHP), del Xóyoç хатауа>у$<; (10)

(1) 252/la PHib. 38; IIIa PMagd. 11 = W. Chřest. 442.


(2) 343P PCairo Goodsp. 14; 390P W. Chřest. 434.
(3) Ia PBerol. 13958 e 13957 = Kunkel nr.2 e 3 in Arch. Vili pp. 187-90;
Н-ШР PS1. 1053; II/IIIP POxy. 63; HIP POxy. 1421 - cfr. gli ordini del
praeses della Tebaide agli abitanti di Afroditopoli, per l'imbarco del
grano dell'annona: VIP PCairo Masp. 30, 280; VIP PFlor. 292, 293.
(4) Ad es. 15/14a BGU. 1188; 191/2P PTebt. 328; 338P POxy. 86; 1VP
PSI. 298.
(5) Ad es. 118P PGiss. 11 ; 2ЦР POxy. 1197; 342P POxy. 87.
(6) Ad es. IIIa PLille 25; I/IIP POxy. 1650; IIP POxy. 522; ЩР POxy.
1651, 1652. - Cfr. gli ordini di pagamento per trasporto, di epoca bizan-
tina, quasi tutti raccolti in St. Pal. Vili.
(7) Ad es. II HIP BGU. 812; II/IIU» PTebt. 486; HIP POxy. 1738; 345/6P
PSI. 948.
(8) Ad es. 224a PPetr. II, 40 a ; IIP PGiss. 70; IIP PHamb. 54; IVP
PFlor. 305.
(9) Ad es. 25a POxy. 805; HIP POxy. 1763; HI/IVP POxy. 112; VP
PAmh. 144; VIP PSI. 97.
(10) 42P BGU. 802; 210P PHamb. 17; 315P PThead. 29.

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110 MARIA MERZAGORA

e di alcuni altri che avrò occasione di esaminare nel corso della


trattazione.

Un considerevole gruppo di ostraca conserva inoltre un'inte-


ressante documentazione relativa alle tasse che concernono in vario
modo la navigazione (1).
Naturalmente mi è stato indispensabile il sussidio di studí di
carattere generale, di attinenza più о meno diretta col l'argomento
trattato; ma l'averne usato solo in quanto era necessario per la
valutazione dei dati forniti dai nostri documenti giustifica l'assenza
о quasi di indicazioni bibliografiche.

Cap. I

I MEZZI DI NAVIGAZIONE

§ l. - Denominazioni delle navi

Per l'indole stessa della nostra documentazione non è strano


che fra la notevole varietà dei termini usati a denotare la nave,
intesa qui in senso generale, la parola vau; risulti così scarsamente
documentata. Ricorre in uno degli й~о;лу^[лата zenoniani (2), senza
che determinazioni più о meno dirette permettano intravedere una
qualsiasi ragione che possa aver motivato la scelta di questo
termine, la cui menzione è connessa alla richiesta di certe forniture
relative alla nave stessa che pare dovessero provvedersi in città.
Il medesimo termine ricompare in un documento di partico-
lare interesse (3), in quanto ne risulta testimoniata l'esistenza di
una forma di trierarchia liturgica nel senso ateniese (4). La nave
evidentemente da equipaggiarsi per la flotta tolemaica pare fosse,
secondo la supposizione dell' Edgar (5), una éwiípyi;: risulta stazio-
nata in Alicarnasso, e affidata ad un rappresentante del trierarca ;
è inoltre caratteristico il fatto che tale individuo faccia fronte

(1) Ad es. bizèp TCOTauicxpuXocxiotov cfr. WO. I p. 282 ss. ; - 7cop^[ju8(ov


cfr. Mey. O. p. 127 ss.
(2) IIIa PSI. 533 13.
(3) 257a PCairo Zen. 36 5, n, 12 = SB. 6773.
(4) Per ulteriori deduzioni in. proposito cfr. Wiixken in Raccolta Lum-
broso pp. 93-99.
(5) Ann. Serv. XXII, p. 212.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 111

all'incarico che gli è imposto mediante un prestito di denaro


prelevato da pubbliche contribuzioni. Pure con allusione a navi
da guerra si incontra vxuç in altri due testi (1), relazioni entrambi
di spedizioni militari.
Appare invece relativamente frequente Tuso di alcuni termini
pei quali è evidente l'ellissi di vaco; (2), in quanto ne sono altret-
tante specificazioni, quali ad es. èXeçavTY)yó;, 'iSr,yóç: attributi cioè
passati nell'uso come denominazioni indipendenti e che includeremo
senz' altro nella enumerazione degli epiteti che si riferiscono per
lo più a Tu^oïov, termine di valore generale come vau; ma che, in
confronto a quest'ultimo, risulta nei nostri documenti adoperato
con assoluta prevalenza ad indicare sia navi da mare che da fiume
о da lago, di portata varia ed impiegate per trasporti ďogni ge-
nere (3).

(1) 246a W. Chřest. 1 и l7; IIP OQIS. 90 20.


(2) Cfr. Mayser, Gramm, der griech. Pap. aas der Ptolemäerzeit II,
pp. 23-24.
(3) 266/5a PSI. 322 4; 258a PCairo Zen. 31 7, 10 = SB. 6712; 258a
PCairo Zen. 29 4; 258/7a PSI. 854 9 ; 257a PCairo Zen. 107 „ 5 = SB. 6725;
257a PCairo Zen. 53 4, 7 = SB. 6714; 257/6a PSI. 332 10; 256a PCairo
Zen. 124 5 ; 256a SB. 6808 2; 256a SB. 6798 4; 253/2a PSI. 568 2; 252a
PPetr. II, 20 i 3, 6, 8, и 7, u ; 252/la PHib. 38 9 ; 250a PHib. 152 ; 250/49a
PSI. 374*0,^; 248/7a PSI. 382 3; 248/7a PSI. 537 2; 247/6a PSI. 437 2;
245a PHib. 54 32; 243/2a SB. 7178 4; 241/0a PLille 3 3, 15; 241/0a SB.
6769 o8. *>; IIIa PCorn. 3 12; IIIa PLille 24 5; IIIa PLille 25 w; IIIa PMagd.
П 3, e» io, m, и v ! - W. Chřest. 442; IIIa PPetr. II, 20 iv 3, 9; IIIa PPetr.
Ill, 46 (i) 4, 9; IIIa PPetr. 107 (e) 30, 40; IIIa SB. 6994 2, 17, 23, 30; IIIa
PSI. 428 57 ; IIIa PSI. 429 e, 12 ; IIIa PSI. 545 19, 21, 22 ; IIIa PSI. 619 „ 4, 8 ;
IIIa PSI. 862 о-, IIIa PCairo Zen. 66 8; 200a UPZ. I, 149; 196a o 172a
PAmh. II, 37 2; 118a PTebt. 5 100,253; 107/6a BQU. 1378 4 ; 107/6a BGU.
1379 4; IIa Theb. Bank. 12 5: IIa UPZ. I, 19; 38a PRyl. 229 n; 25a POxy.
805; 8a PLond. III, 1171 8 p. 177; 14P SB. 977 2; 15P PLond. II, 256 (a)
p. 99 = W. Chřest. 443; 19P SB. 3924 5,11,19; 23p POxy. 259 28; 42P
BOU. 802 11 5I iv 1Ч, ,5, xii ,з, xv 4 ; 77P POxy. 276 7 ; 100P Theb. O. 78 , ;
IP PLond. III, 856 22, 28 p. 91 = W. Chřest. 274 ; IP POxy. 799 ; IP POxy.
1153 и ; IP PRyl. 437 9 ; IP SB. 6265 8 ; I/ЦР POxy. 1650 g0 ; 1/ЦР PSI. 967 14 ;
118P PGiss. 11 18 - W. Chřest. 444; 133ДР PSI. 446 4 ; 136P PSL 792 5;
156P PLond. II, 317 8 p. 209; 157P BGU. 645 ie; 157P PRyl. 78 14; 158P
BGU. 212 c ; 192P BGU. 10 14 ; 194/5P BGU. 199 v. 9 ; 196P PRyl. 196 13;
IIP PAmh. 127 и,м; IP PBad. 85 (a)5; IP BGU. 277^ IP PCaiio Preis.
48 5; IP PGiss. 70 7; IP PMey. 19 5 ; IP POxy. 528 „; IP PRyl. 224 (a) l5, 18 ;
IP SB. 6298 10; IP SB. 7173 ie; II/IIP BGU. 1 x = W. Chřest. 92 11 ; II/IIP
BGU. 337 2G = W. Chřest. 92 1 ; II/IIP PHamb. 54 1 10, 11 2, 8 ; II/IIP POxy.

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112 MARIA MERZAÜORA

Di -)votov conosciamo un diminutivo rcX


quale ci è documentato dal IIIa fino all'epoc

36 и 8 = W. Chřest. 273 : H/IIP PPar. 18 bis 7 =


POxy. 1585 4, 6 ; 207/8P BGU. 653 n ; 2ЦР POxy.
1259 3; 212P PLond. Ili, 1164 h p. 163; 220/1
Chřest. 248; 220/1P POxy. 2125 3; 229P POxy. 2
32 4 ; 236P PLond. Ili, 948 p. 220 = W. Chřest. 3
251P POxy. 1554 б ; 284P POxy. 1412 10; 284
POxy. 1260 4,7; 291P POxy. 2136 5, 9, H, 14,
PBad. 43 7 ; HIP BGU. 1663 6 ; IIP CPHerm. 6
HIP CPHerm. 85 5; HIP PCorn. 33 ì0; HIP PF
69ietsaepe; IIP PFlor. 89 13> 14 ; IIP PFlor. 15
PLond. IH, 928 5 p. 190 ; IIP POxy. 937 I3 ; IIP P
1173 12, 15; IIP POxy. 1421 8 ; IIP POxy. 173
POxy. 2153 ì7; IIP PSI. 213 6 ; IIP PSL 1048 4,
68 f. , v. * ; IIP St. Pal. XX, 68 f. 14 v. 3, 8 ; IIP
IIP PStrass. I, 73 20; IIP SB. 423 5; IH/IVP PMey
112 5 = W. Chřest. 488; III/IVP PGot. 110; 30
PCairo Preis. 34, 4, 7, 16, 19 ; 326P PAmh. 138
PLips. 97 x 14, xxxi tl ; 338P POxy. 86 5, 8 = W
Preis. 33 5 ; 343P PCairo Goodsp. 14 3, 4 ; 345/6
PLips 64 ,6 = W. Chřest. 281 ; 378P POxy. 17
= W. Chřest. 433; 390P W. Chřest. 434 8; ÌV
1VP PFlor. 305 3; IVP PLips. 112 и 4; IVP PLond
1223 4, 13, 34 ; IVP POxy. 1288 б ; IVP PSI. 960 15
PStrass. I, 35 ]0; IV/VP PGiss. 54 8 ; IV/VP POx
Strass. О. 458 5 ; 475 2 ; 476 4 ; IV/VP POxy. 10
1871 3; VP POxy. 2017 2, 1(M ; VP St. Pal. XX,
V/VP POxy. 1923 2; V/VP POxy. 1924 2; V/VP
Masp. 286 3, 14 ; 534P POxy. 142 2 ; 535P POxy.
1714 3o ; 572P St. Pal. VIII, 774 , ; 581P PMon
PMon. 7 зе, до, 39, 46, 49 ; 584/5P PLond. V, 1728
VP PFlor. 293 14: VP PFlor. 298 53; VP PLon
1074 о ; VP POxy. 1091 3; 1092 , ; VIP POxy. 11
VP POxy. 203252,54; VP SB. 1966; Ì967; 1968
VIP PSI. 97 a, 4 ; VP St. Pal. VIII, 920 2 ; VP
St. Pal. VIII, 1134 a; VP St. Pal. VIII, 1225 3; VI/
POxy. 1875 16; VI/VIP POxy. 1936 4; VI/VIP
Pal. XX, 223 e; 246 4 ; VI/VIP PGot. 17; biz
Masp. 30 в 5, 7 ; 138 iv ? ; 280 в 3> 5 ; 287 iv 26 ; 3
biz. SB. 4907 с ; senza ¿ata SB. 4080 4 ; 4650 «4
(1) 257/6a PSI. 333 13; 253/2a SB. 6745 3; 250/
PSI. 431 4; IIIa PStrass. 102 18; IIa PStrass. 11
II IIP BGU. 812 1 5, 8, и o, 4, 5; biz. PGen. 14 8,

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 113

tale forma non sembri conservare in ogni caso vero valore dimi-
nutivo (1). Quanto a rcXobaptStov (2), per cui non mi risulta possano
addursi altri esempi ali' infuori dei due conservatici dai papiri,
entrambi del Hp, si tratta evidentemente di una forma a sua volta
diminutiva (3) di wXoiápiov. Tuttavia è da ricordare una seconda
interpretazione suggerita a proposito di PGiss. 11 dal Wilcken,
secondo il quale la forma in questione avrebbe potuto anche
intendersi come risultato di 7^otá;(tov) etStov (= tòtov). Sembrò
bensì al Kornemann (4) che valido argomento ad appoggiare tale
ipotesi potesse essere l'osservazione che in PGiss. 11 l'espressione
diminutiva mal si concilierebbe coll'indicazione della portata della
nave stessa che ammonta a 4000 artabe. Ma se questa è certo
una delle portate più considerevoli di cui si abbia notizia nei
papiri, il [леуа -"Xoìov (5), citato dallo stesso Kornemann, ha una
portata non di 1000 ma di 10000 artabe : e in tal caso non potrà
apparire del tutto fuor di luogo l'uso di una espressione diminutiva
per una nave di 4000. D'altra parte, avuto riguardo al facile atte-
nuarsi del valore diminutivo, non potrebbe esser quella una ragione
sufficiente a sostenere Г interpretazione accennata, in favore della
quale più persuasiva, se mai, mi pare potrebbe essere l'espressione
che segue nello stesso documento (I. 17) : xXkou; òxto [AuptáXsç (6)
(sic) ìyoì tc^ouov wv è£ou<ytav e^co, già citata a questo scopo sia
pure con riserva dall'Oertel (7). Potrebbe essere inoltre signifi-
cativa a questo proposito la posizione stessa dello scrittore della
lettera, la quale è indubbiamente quella di un ricco vaóx^yjpo; ; né

(1) Cfr. (Atxpòv 7tXoiáptov in PGen. 14 12.


(2) 118P PGiss. 11 6 = W. Chřest. 444: 7rXatpei'8i<o)v ; ЦР PCairo
Preis. 48 8.
(3) Cfr. Petersen, Greek diminutives in -tov p. 223: ¿yapfôtov, ^<*-
pi'Stov e simili.
(4) PGiss. I, p. 48 n. 6.
(5) IIIa PMagd. И 15.
(6) In base alla lettura fjwptáSo«; per [¿uciáSeç suggerita dal Wilcken
(Chřest. I p. 523), si potrebbe intendere che lo scrivente voglia alludere ad
altre otto fra le navi della capacità di 10000 artabe di cui ha il possesso;
ma, tenuto conto del femminile áXXocç che in tal caso mal si troverebbe
riferito al neutro 7rXoTov, mi par preferibile leggere [/.uptáSa; da accordarsi
con аХХас e ritenere, come fu già proposto con tutta riserva dallo stesso
Wilcken (PGiss. I p 49, 17-19), che lo scrittore della lettera intenda dire
che egli ha ancora otto miriadi di artabe di grano dello Stato per le navi,
ovvero da caricare sulle navi di sua proprietà.
(7) Die Liturgie p. 122 n. 4.

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114 MARIA MERZAGORA

mancano nei nostri documenti esempi di t


qualcuno per lo stesso secondo secolo d. Cr
Ma né il Wilcken nella sua edizione del documento in Chřest. I
444 parve ripensare a tale interpretazione, né vi è comunque ragione
di andar raccogliendo prove più о meno dirette a dimostrare la
probabilità di un'ipotesi di per sé infondata, dal momento che
risulti perfettamente ammissibile e chiara la semplice interpretazione
grammaticale, quale appunto si presenta spontanea per il тЛоьарс-
Ãtov di PCairo Preis. 48 dove la brevità del testo non potrebbe
fornire elementi per un'ipotesi analoga.
In singoli casi al valore generale di kIoïov conferiscono una
qualificazione più precisa epiteti di natura diversa. Prescindendo
per il momento da quelli che comunque alludono alla proprietà
del tcXoTov (1), alcuni servono a caratterizzarne la qualità: se sieno
cioè navi marine (2) о fluviali (3) о da lago (4).
Per i 3"аХа?<ла izloix le testimonianze, abbastanza frequenti,
appartengono quasi tutte al IVP, e precisamente ad essi si allude
a proposito delle tasse pagate pei relativi v*Cfta (5) о spese di tra-
sporto del grano egiziano a Costantinopoli.
Quanto ai battelli fluviali, se ne trova una menzione caratteri-
stica in PSI. 1048, istanza diretta allo stratego dell' Ossirinchite
da parte di alcuni Kußspv?iTab per oßoXtdfAO; тсота[л([аш] ^Xotwv, ma
ci è ignoto il valore del termine о[4о>л<хр; che compare qui per
la prima volta, onde rimane per noi oscuro il senso del contesto.
Benché pei worájAia тсХоТа non resti da aggiungere alla precedente
che una seconda testimonianza diretta (6), è ovvio che la grandis-
sima maggioranza delle barche di cui abbiamo notizia nei papiri
dovette essere impiegata per la navigazione fluviale.

(1) Cfr. cap. II.


(2) 257/6a PSI. 61419.20; 339P PCairo Preis. 33 4; 334/64P St. Pal. XX,
93 2, 6, 10, 15 ; 368P PLips. 64 10, 16 ; IVP Strass. О. 172 5 ; IVP POxy. 1288 e ;
cfr. inoltre V/VIP POxy. 1905 9 : [vaójXou 0xXxmo>vo; probabilmente per
!SaXotTTio)v (se. 7:Xoi'o>v).
(3) HIP PSI. 1048 1>18 ; HIP SB. 423 5.
(4) 156P PLond. II, 317 9 p. 209 - W. Chřest. 31 : X^vaTov (tuXoTov).
(5) In St. Pal. XX, 93 è menzione di un versamento : vauXou SraXaaatcov
xaì àpYuptxGv titXwv ; è pertanto probabile che si debba leggere àpYupixwv
anche in PCairo Preis. 33 ß.
(6) HIP SB. 423 5 ; cfr. HIP CPHerm. 66: x°P*)Yl* **oiwv [t]c5v Sta tou
NsiXoU XOfAlÇoVTfOV.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 115

In taluni documenti (1) in cui al -Xotov si allude in modo


più determinato e preciso, esso si trova costantemente qualificato
coir epiteto éX.Xy)v«tóv, il cui uso si può dire nei papiri limitato al
caso delle navi : non mi risulta infatti che si possano citare esempi
nei quali é*XVr)vtx.óv si adoperi con riferimento a oggetti qualsiasi
d'altro genere.
Il fatto che in BOU. 812, in cu? si trovano specificate le varie
barche che hanno servito all'esportazione di determinate merci,
accanto ai wkoiipix éXXyjvixá vi sia menzione di TwXotápta <7*a<pó-
7uXa)pa (2) induce a credere che si tratti di barche di modello
greco in contrapposto ad altre di tipo egiziano e che la differenza
significata dai due diversi attributi riguardi la struttura delle bar-
che stesse; come è evidente che a qualche peculiarità costruttiva,
in rapporto forse all'uso e alle necessità locali, allude l'attributo
<7*a<po7cáxTwv con cui si trova qualificato il ttXoiov in uno dei
nostri documenti (3). Mancano tuttavia elementi che permettano
di determinare in che precisamente consistesse la distinzione che
tali attributi lasciano intravedere pei relativi wXoTa. Barche che
prendono nome dalla loro larga impalcatura sembrano essere i
lAaTumíyia (se. iťkoi*) di POxy. 1652 2,8 (IIP) non noti a noi
altrimenti ; a cui va probabilmente connessa e conseguentemente
modificata la forma тс^ау^уьа quale è stata letta nell'oscuro conto
riferentesi a Pelusio e ad Alessandria di PThead. 59.
Più chiare risultano le proprietà caratteristiche ad altrettanti
tipi di barche, quali vengono designate da una serie di attributi
di facile interpretazione etimologica. Con 5аХа;лу)уо<; (se. vaö;) (4)
o 3'xXa(/.7)yóv (rc^otov) (5) si allude a una barca con cabina la cui
funzione appare nei papiri quella di un comune battello fluviale
da carico, di carattere quindi ben diverso da quello che contrad-
distingue navi dello stesso nome nelle fonti letterarie (6).

(1) II/IIIP BOU. 812; 212P PLond. Ili, 1164 h p. 164; 220/21P PGrenf.
I, 49 = W. Chřest. 248; 286P POxy. 1260; 291P POxy. 2136; IIP BOU.
1663; 343P PCairo Goodsp. 14; 581P PMon. 4; 5 v.
(2) La restituzione di questo termine nel documento in questione ove
si legge in 1. 2 ¿v 7ťXot(apico) акасро[.... e nella citazione analoga di 1. 4
<xxa<po . [.] . pw, suggeritami dal icXoïov axa<p<foXo>pov di PCairo Preis. 34 16
(31 5P) non mi pare presenti difficoltà.
(3) IIP POxy. 1554 7.
(4) 257/6a PSI. 332 10, ie ; IIP POxy. 1738 2.
(5) 42P BGU. 802 i 1C, iv u ; I/IP POxy. 1650 и 2.
(6) Cfr. in Appian. Proem. 10, gfli 800 SaXot^á те ypuao'Ttpuuva xxt

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116 MARIA MERZAGORA

Nel bilancio della marina da guerra fatto d


tra le navi del Filadelfo i x-ovrcorá (se. тсХоь
tonnellaggio (1) forniti di xovtoi' cioè di u
particolare foggia per mezzo dei quali, pun
acque, tali barche venivano sospinte. Dalle d
conservateci dai papiri per questi /.ovrcoTa (2
alPepoca del Filadelfo, essi ci sono noti come
di proprietà reale ; e più precisamente sul xo
PHib. 39 risulta caricata una determinata qua
da certi xXvjpoi.
Quanto alF TfyjuoXtov (se. -Xotov) àpyupó-p
in PSI 551 !_2 (272/1 a) mi par difficile stabil
così designata una barca con un banco e m
è ad ogni modo fuor di dubbio che si tratti nel caso nostro di
una nave di gala del re, come risulta dalla seguente dichiarazione
esplicita che ne accompagna la menzione nel papiro: sic 8 (ó)
ßaciXsu; avaßatvs[b . . .
Benché propriamente appartenenti alla marina militare e quindi
come tali esulanti dai limiti della nostra trattazione, gli асразстзе
(se. TuXota), XtapoTot e ¡aovóxootoi (se. v?jsç) elencati nei papiri Ber-
linesi pubblicati dal Kunkel (4) vi si riconnettono tuttavia, in quanto
risulta che tali navi hanno risalito il Nilo per un impiego pacifico,
essendo i componenti l'equipaggio, distaccato dal 5аХа<7<7ю; ttóXo;,
alle dipendenze del diocete come XsiToupyoi : evidentemente perciò
allo scopo di sfruttarne V attività in grandi lavori pubblici. Che
queste fossero navi di media grandezza, capaci, per la loro piccola
profondità di immersione, di risalire il Nilo, è confermato indiret-
tamente dalle notizie degli storici (1) relative alle navi dello stesso
tipo di cui si valse Alessandro il Grande per la discesa dell' Indus;
e ciò si può in particolare dedurre dalla mediocre entità dell'equi-
paggio, che è dato stabilire approssimativamente in base al numero

^puff£u.ßoXa del Filadelfo; e in Athen. V, 204 d, la descrizione della


^аХар)уос di Tolemeo Filopatore.
(1) Appi an., Proem. 10: xovwrà xal 8aa <т[/.1хро'тера áXXa; cfr. 272/71a
PSI. 551 dove il xovtwtov è detto Xtircrfv.
(2) 272/la PSI. 551 2 ; 265/4a PHib. 39 A.
(3) Cfr. *,tAt¿Xiov in Petersen, op. cit. p. 35, 91.
(4) Verwaltungsakten aus spätptolem. Zeit n. 4 e 5 in Arch. VIII
pp. 196-99.
(5) Diod. XVII, 86, 3 ; 95, 5 ; Arr. VI, 2, 4 ; 5, 2 ; 18, 3.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 117

delle artabe di grano assegnate nelle lista delle navi alle ¡/.ovóz-poTot
e alle Хь'хротоь. Per gli а<рраата l'assenza di questa cifra toglie la
possibilità di un computo analogo. Indipendentemente pertanto da
ogni rapporto di grandezza, la distinzione tra асрахта e XixpoToi
non è precisabile ; si può semplicemente affermare che con ¿фрахта
si allude a navi sprovviste di ponte, con ¡AovóxpoToi e Xi'xpoToi a
navi con un banco da rematori le une, con due le altre.
Da documenti che concernono questioni relative al servizio
liturgico dei rematori conosciamo i nloXx тоЛохсотса (1). Si tratta
evidentemente in alcuni casi di multiremi statali da carico (2),
mentre altre testimonianze riguardano propriamente il toAúxcuttov
appartenente al governatore della Tebaide, con tutta probabilità
quindi una nave di gala al servizio esclusivo dell'^yepúv pei suoi
giri d'ispezione; pel mantenimento della quale, da un papiro del
VI sec. (3) che ce ne conserva menzione, è testimoniata la riscos-
sione di un'imposta speciale.
Accanto agli attributi citati allusivi alla struttura о a partico-
lari modi di attrezzatura delle singole barche, ne restano da notare
due che più propriamente si riferiscono alla portata : del у bXtaycoyóv
(se. -Xoiov) si trova menzione in un papiro zenoniano (4), senza
pertanto che se ne possa dedurre a quale precisa funzione fosse
destinata tale barca. Pure al IIIa risale la testimonianza, tuttavia
incerta, relativa alla ¡ли?]рьауа)уо; (se. vau;) (5) l'uso della quale
sembra essere in relazione al complesso lavoro di irrigazione per
mezzo di canali e dighe praticato nel Fayûm sotto la direzione
dell'architetto Kleone.
Enumerati gli epiteti per così dire descrittivi delle rispettive
navi in quanto motivati da caratteristiche inerenti alle medesime,
ci si presenta, notevole per varietà, la serie delle specificazioni la
cui ragion d'essere dipende dalla diversità degli oggetti trasportati,

(1) HIP CPHerm. 119 v. IV 7, n ; 33SP POxy. 86 б == W. Chřest. 46;


1VP PSI. 298 5, 19 ; 400P PGrenf. II, 82 3, 10, 12 ; 402P POrenf. II, 80 7, „, 1C, u;
403P PGrenf. II, 81 7, n, ,6, u ; 403P PGrenf. II, 81 (a) 2, 5, 7 ; 572P St. Pal.
Vili, 774 2 ; 572P POxy. 149 2 ; VP PCairo Masp. 136 e ; cfr. inoltre ттоХи-
XW7TÍ; in Wessely, Sitz. Wien. Akad. 149 (1905) p. 21, E 930, I 3, 10 (IVP)
e VIP PCairo Masp. 58 vu u.
(2, Particolarmente significativa in proposito è Г indicazione della
portata del Syjjxodťov ttoXuxwtcov in 338p POxy. 86.
(3) PCairo Masp. 136.
(4) 247/6a PSI. 437 5.
(5) IIIa PPetr. II, 6 9.

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118 MARIA MERZAGORA

senza che probabilmente vada ad esse con


struttura fra le nayi stesse.
Il fatto che, nella gran maggioranza dei documenti, il trasporto
di quegli oggetti dalla cui qualità derivano talune di queste deno-
minazioni non importa una corrispondente qualificazione del ъкоХоч
per essi usato, induce a ritenere che Fuso di tali denominazioni sia
piuttosto casuale e che le medesime, quando appaiono, non stieno
quindi ad indicare altrettanti tipi di barche addette alP esclusivo
trasporto di determinate merci, ma denotino semplicemente uno
dei modi di utilizzazione, forse il più frequente, dei rispettivi ttaoi*.
È supponibile infatti che le stesse barche si mettessero a profitto
sia nei viaggi d'andata sia in quelli di ritorno, valendosene quindi
per carichi di vària natura e con tanta maggior facilità in quanto
pare che non fossero nel paese così numerose da soddisfare sempre
agevolmente alla necessità che di esse si aveva, specialmente in
determinati periodi dell'anno.
Non ci sorprenderà pertanto il fatto di trovare ad es. una sola
menzione di un iiTvjyóv (xXoìov) (1) accanto alP altra, pure isolata,
di un <7tTr/.ov (7rXotov) (2), mentre con notevole ricchezza di docu-
mentazione i papiri stanno a testimoniare la grande attività del
trasporto granario in ogni epoca. Oltre ai due citati, gli epiteti
di questa serie, di interpretazione ovvia e di cui ci rimane una
semplice menzione insignificante e tale quindi da non permettere
eventuali deduzioni sul funzionamento dei relativi ttaoïx, sono i
seguenti: à[A|Ao>w7rp7)yóv (3), 5to7rpy)yov (4), /•ouy/jyov? (5), cu)//¡yóv (ó),
oivyjyóv (7).
Ve ne sono tuttavia altri di maggior interesse per noi, in
quanto ci è dato conoscere alcuni particolari che in qualche modo
valgono a completare le nostre più semplici informazioni sulle
barche cui si riferiscono. Notevoli le testimonianze che possediamo
a proposito delle XiS-yiyot (se. vrisc) (8) о barche pel trasporto delle

(1) 258a PCairo Zen. 31 2 = SB. 6712.


(2) IIIa PPetr. II, 20 4, 9.
(3) IIP SB. 423 v
(4) 155P PLond. II, 317 8, « p. 209 = W. Chřest. 31.
(5) HIP PFlor. 335 4.
(6) HIP PFlor. 335 9; cfr. axácpr; £иХу)уос in Ia BGU. 1157 8.
(7) 253^ PSI. 568 2.
(8) 256/5a SB. 6736 e ; 255/50«* PPetr. II, 13 (18 a) 7, n ; IIIa PPetr. Ili,
46 (1) 4, 9.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 119

pietre (1), le quali pare venissero messe a disposizione per lavori


pubblici da intraprenditori rispettivamente proprietari dietro ade-
guato risarcimento. Si lamenta pertanto in PPetr. II 13 (18a) che
per la mancanza di li&nyoí non possa effettuarsi il trasporto delle
pietre cavate in Busiris e già portate al più vicino porto, neces-
sarie per un lavoro da ultimarsi in vicinanza delle cateratte di
Ptolemais in occasione dell'arrivo del re, e si raccomanda quindi
una sollecita requisizione di tali barche. Particolarmente interes-
sante è inoltre il caso di PPetr. IH 46 (1) in cui a uno di questi
intraprenditori, obbligatosi a fornire per dodici mesi una Х»«3т,уос
in grado di navigare e ben calafatata (сгтеуутч), viene assegnato un
pagamento suppletorio perché si era dimostrata necessaria per la
barca già abbastanza vecchia una nuova zá/.Tco<7t; ¿va ¡лт) зсзста
TOÖTO 'h <Xt3"/)yò; àpyvU.
A servizio del distaccamento stanziato sulla costa africana per
la caccia degli elefanti, sistematicamente organizzatavi dalF Ever-
gete (2), ci è attestato Fuso dell1 sXsçavxviyóç da una lettera (3)
indirizzata probabilmente da un abitante del Fayûm ad alcuni com-
patrioti facenti parte appunto di una leva di scuwiyot.
Se, sbarcati gli elefanti, le èXzyxvznyoi stesse portassero carichi
di grano pel mantenimento del distaccamento o, secondo la con-
clusione dedotta dal Wilcken dal nostro documento, semplicemente
scortassero altre navi recanti il grano, non mi par facile decidere
con sicurezza.
Il duplice invio di cui si fa parola nella lettera: di navi da
grano da Heroonpolis e dell's>.s<pavT7)yó; preparato in Berenice (4),
non potrebbe rappresentare un provvedimento straordinario con-
seguente appunto all'affondamento dell' èXe<pavT*/ìyóc, cui si accenna
nel papiro, piuttosto che essere indice della consuetudine supposta
dal Wilcken di imbarcare il grano su navi da carico provenienti
da Heroonpolis, le quali osassero continuare il viaggio dalla Bere-

(1) Cfr. pel trasporto in genere dalle cave di pietra Fitzler, Stein-
brüche und Bergwerke im pttl a. röm. Ägypten pp 138-48.
(2) Cfr. Rostowzew in Arch. IV p. 301 ss.
(3) 224/3a PPetr. II, 40 a 22, 2C - W. Chřest. 452; cfr. la menzione
che di tali IXscpavTrjyoť si trova in Agatharchides (Müller, Geogr. Gr. Min.
I p. 171 e. 83), in relazione appunto al particolare interesse del terzo To-
lemeo per la caccia degli elefanti, di cui il geografo da notizia.
(4) Verosimilmente, secondo l'ipotesi del Wilcken (Chřest. I p. 534),
la Berenice trogoditica.

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120 MARIA MERZAGORA

nice trogoditica in poi solo sotto la tutela delle navi da elefante


armate militarmente? (1).
Non mi pare pertanto riesca sufficientemente giustificata Tin-
terpretazione del Wilcken, secondo il quale Faumento del prezzo
del grano, che lo scrittore della lettera sospetta avvenuto dopo
l'affondamento della nave da elefanti, sarebbe stato determinato
dall'interruzione dei viaggi regolari finché non si fosse provveduto
alla scorta necessaria di una nuova sAsçavTTjyóç. Non è detto infatti
nel nostro documento che la spedizione delle navi da grano sia
contemporanea a quella deirèXspavTYiyóç ; anzi raggiunta dell'av-
verbio (7'jvTÓaw; ad xyovTx (se. kIoìol) pare stia a rilevare Г imme-
diatezza dell'invio di queste navi e in tal caso, se la cifra che
designa le artabe di grano da esse trasportate, è stata letta bene,
non sembrerà improbabile, come parve al Wilcken, che la spedizione
di grano fosse solo di 48 artabe, perché è facile supporre che
queste 48 artabe rappresentassero semplicemente un rifornimento
preliminare pei bisogni più urgenti, in attesa che la nuova èXs<pav-
TTrjyoç, già allestita in Berenice, trasportasse una quantità maggiore
di grano.
Per le barche da trasporto delle salme, testimonianza caratte-
ristica è la dichiarazione di un зси(Цэглтг,с тЛоь'ои vs>tpy,yoO (2),
documento che rientra nella serie dei contratti di trasporto ed il
solo in cui questa particolare qualificazione del tt^oiov si presenti
in forma così precisa, accanto ali' analoga determinazione : tt^oïov
tmv vsapcov, che si incontra in una lettera del I/IIP (3). Ci è solo
dato argomentare il frequente impiego di zloix di questo genere
dal pagamento del vaOXov cui alludono spesso le lettere accompa-
gnatorie (4) e le etichette delle mummie (5).
L' uso di barche che nelle processioni solenni trasportassero
nelle loro cabine a guisa di tempio le immagini degli dei - quali
Г esistenza dei -a-To-popot, che appunto a tali barche dovettero
essere addetti (6), ci permette immaginare - è in modo più diretto
testimoniato dalla menzione di una tassa kIoìoìv Ssayöv in PRyl.

(1) Evidentemente appartenenti all'equipaggio di una di queste ¿Xg-


<pavT7,Yoi sono i (jLtffàocpopot 7uXy¡po)M.alTtxot ? e gli Iperat sul Маг Rosso
menzionati in IIIa PGrenf. I, 9; cfr. inoltre PPetr. Ili, 114 5.
(2) 173/4P PHamb. 74.
(3) LHP PSI. 967 14 ; cfr. inoltre HIP POxy. 1068.
(4) Ad es. II/IIIP PPar. 18 bis = W. Chřest. 499.
(5) Cfr. Crönert in Raccolta Lumbroso pp. 521-25.
(6) Cfr. Otto, Priester und Tempel I, pp. 94-95.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL1 ETÀ GRECO-ROMANA 121

196 (196P). Mi pare infatti senz'altro preferibile ravvisare nei t:'oXol


in questione le barche porta-immagini, piuttosto che ritenere così
designate barche da pesca appartenenti ai 5eayot (1).
Sono pertanto da ricordare come barche con tutta probabilità
di tipo analogo alle citate gli Upi rcXota di cui è menzione in
alcuni testi (2) e particolarmente il rcXoïov 3-sou di PLond. II 266 45
p. 233 (1/1IP), cui accenna il Wessely (3), giustificando l'espressione
coli* osservare che tutto ciò che era possesso del tempio si consi-
derava come appartenente al dio ; ma si può forse dire più preci-
samente che il T^otov è designato come tale in quanto appunto
serviva al trasporto dell'immagine divina.
Di maggior interesse per la storia della navigazione in gene-
rale sono le denominazioni che riflettono l'attività particolare per
cui le navi vengono utilizzate. Poiché per lo più ne abbiamo
notizia da ricevute di tasse ad esse relative, indipendentemente
dall'importanza che tali documenti hanno dal punto di vista fiscale,
l'indole dei medesimi non consente andar oltre la semplice consta-
tazione dell'esistenza di queste specie di barche.
Accanto all'unica testimonianza di wXofa wopsurixá in un'iscri-
zione del tempo di Settimio Severo (4), si trova menzione abba-
stanza frequente di tzIoìol o&tstmxá (5), per lo più in relazione alle
tasse che su questi battelli da pesca vengono pagate dai sacerdoti
di Soknopaiou Nesos ; alle quali pertanto risulta far riscontro una
rendita sui medesimi nkolx che si trova registrata fra le entrate
del tempio.
Da un notevole gruppo di ostraca (6) appartenenti al I/IIP

(1) Cfr. PRyl. 196, nota 11. 13-14.


(2) IVP PLond. I, 122 41 p. 115; cfr. Otto, op. cit. 1, p. 332 п. 4 a
proposito dell' tspòv irXoTov di un tempio tebano nominato nel PPar.
pubbl. da Revillout, Mélanges p. 344; cfr. inoltre il xpuor°uv wtaïov di
Osiride 301 -240a PHib. 27.
(3) Kar. и. Sok. Nes. p. 16, in Denkschriften der kais. Akad. der Wiss
1902.
(4) Arch. II, p. 447 nr. 77 e (Щ.
(5) 138P? St. Pal. XXII, 183 ад; 192P BOU. 10 14; № BOU. 277 г; IIP
PRamer 8 in Wessely, Kar. u. Sok. Nes. p. 15, 72, 74; IIP PTebt. II,
347?з,26?; II/IIIP BOU. 337 2б - W. Chřest. 92; VI/VIIP POxy. 1846 , ;
VHP POxy. 1867 15.
(6) Cfr. WO. I p. 282 e Mey. O. p. 160 a cui rimando senz' altro,
evitando di ripetere qui le citazioni dei singoli documenti e relativa bi-
bliografia; e inoltre per le diverse forme in cui appare negli ostraca il
termine in questione variamente abbreviato.
Aegyptus - Anno X - 9

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122 MARIA MERZAGORA

sappiamo della riscossione di un'imposta sp


mento delle ттота^схриХоои'Хг; (se. vvjeç) e ris
paggio che su di esse prestava servizio (1).
Si tratta delle barche della flottiglia fluvia
il servizio di guardia sui rami del Nilo e su
si limitava alla vigilanza per un ordinato fun
mercio e degli scambi, ma consisteva princip
per la regolare riscossione dei dazi e delle tas
e nella eventuale esazione diretta delle med
Per l'epoca tolemaica l'efficienza di quest
sul Nilo è testimoniata dalle fiAocxíSsç nomi
(164a) = UPZ. HO a proposito di questioni c
po(jiá^b¡jLOt arruolati su di esse.
La documentazione dei nostri ostraca relat
questa flottiglia di guardia nell'epoca imperia
che va da Vespasiano ad Antonino Pio; ad essi va aggiunta
un'iscrizione del tempo di Adriano per la quale ci è nota la
dipendenza della flottiglia stessa dal praefectus classis Alexan-
dr i пае (3).
Quanto alla custodia fluminis che secondo Giuseppe Flavio (4)
gli imperatori romani sulle orme dei Tolemei mantennero affidata
ai Giudei di Alessandria, il Wilcken (5) manifesta il dubbio che
essa, piuttosto che nella direzione militare e nell'equipaggiamento
delle barche da fiume, consistesse nell'attività fiscale esercitata
nelle stazioni di queste barche, delle quali ci è conservata men-
zione diretta in alcuni ostraca concernenti una tassa uwèp <тгхт1шос
7roTajjLoçuXa/aSwv (6).
Nei riguardi dell'organizzazione di tale тсота^схри^акса sono
inoltre notevoli le dichiarazioni del 218-22P (7) indirizzate allo
stratego del nomo da alcuni теотарсбХахЕ; dell'Ermopolite, i quali
giurano di far la guardia del fiume per determinati tratti ìtA Tfjç
ffuv^Souç <7>cá(py)ç insieme al soldato a ciò delegato.

(1) Cfr. IIp PFlor. 91 4 : XiToupyf« 7ioTa(xo<puXocxi8wv e in proposito


Oertel, Die Liturgie p. 272.
(2) Cfr. Lumbroso, U Egitto, 2a ed., p. 29.
(3) CIL. II, 1970: L. Valerio L. f. Quir. Proculo

Alexandrin, et potamophylaciae.
(4) С Apion. II, 5 § 64.
(5) Cfr. WO. I pp. 283-84.
(ö) Cfr. WO. I pp. 294-95.
(7) PSI. 734.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 123

A una funzione particolarmente caratteristica risultano desti-


nate le xuvYjytòe; (se. vyjsc) a noi note per un gruppetto di ostraca
del Ip (1). Dall'analogia colle тсотарофиХах^ес, cui la forma in
questione si trova accostata in due ostraca (2), fu suggerita al
Wilcken l'integrazione definitiva delle varie abbreviazioni in cui
la forma stessa compare nei nostri documenti e la relativa inter-
pretazione. Che si tratti pertanto di un termine allusivo a barche
di una determinata specie è confermato da un ostracon di Tebe (3)
nel quale a xuvq segue w, evidentemente da intendersi xuv/)(ytòu>v)
~(>.oi'ct>v).
Per precisare la funzione di queste barche da caccia il Wil-
cken (4) si richiama alle antiche figurazioni egiziane dove è ri-
prodotta la caccia ai pericolosi cavalli del Nilo, forse anche ai
coccodrilli, praticata appunto dalle barche, per mezzo di lunghe
fiocine delle quali pure troviamo menzione in alcuni ostraca (5), in
quanto oggetto anch'esse, non meno delle barche impiegate al
medesimo scopo, di una tassa particolare. A maggior conferma della
propria interpretazione il Wilcken aggiunge la seguente testimo-
nianza di Diodoro I 35, 10: <Ш<ухетаь Ы xal touto (se. il cavallo
del Nilo) Kokvyeipía. то v tutctóvtwv той; 9t$7)poTç efAßcAtoi; "Отсои
yap àv <pavY), «yuvayoixjiv fcr 'аото тсХоТа, notando la facile identifica-
zione dei (ть&ора гр$окик coi xuvTiysTixi бората dei nostri ostraca,
e dei ъкоХх con le xuvnytòs;.
Propriamente barche da traghetto sono i rcopS-fAeía (6) о тсорЭ-
[¿¿$sç di cui possediamo testimonianze particolarmente numerose
per l'epoca tolemaica, in grazia di un notevole gruppo di ostraca (7)
provenienti tutti da Apollonopolis Magna (Edfu) e appartenenti al
IIa, i quali contengono ricevute di tasse pagate per tali barche, la
cui utilizzazione particolare è in alcuni casi specificata dall'assom-
marsi di un pagamento per vauXov tou obou a quello generale va-
riamente designato con 7çop3(/.tS(ov, 7uop5[AixüW, тсорЭрха.
Ma se il poter disporre di un gran numero di ricevute di
eguale località e dello stesso tempo è di importanza particolare a
chiarire la natura delle tasse e il relativo sistema di riscossione,

(1) WO. II, 468, 479, 1408, 1564, 1565; SB. I, 2084; Theb. О. 77, 78.
(2) WO. II, 1408; SB. I, 2084.
(3) 100P Theb. O. 78.
(4) Cfr. WO. I pp. 229-30.
(5) Cfr. WO. I pp. 228-29: xuvTjfreTixtov) 8opá(TU)v).
(6) Per 7cop5r(jL¿tov nel senso di « scalo, porto » in altri papiri cfr. cap. VI.
(7) Cfr. Mey. O. pp. 127-30 e BGU. VI pp. 122-31.

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124 MARIA MERZAGORA

in rapporto agli scopi presenti della nost


succitati rappresentano una documentazion
e quindi di scarso interesse. Né maggiori in
di tali barche ci è dato dedurre da altre t
tolemaica (1), e da quelle di epoca imperi
mostrare il persistere di un monopolio stat
fatta eccezione per la notizia che possiamo raccogliere da BGU.
1188 (15-14a), dove si parla di un 7wop3|A?jov (sic) appartenente alla
comunità dei yswpyoc di un villaggio, usando del quale essi si
ripromettono di compiere та 3-sptvà spya x[ai] t/jv &Xkr'v зсатаэтгорау

Forse in rapporto alla loro funzione sono dette xpocaycoyíSe;


(se. vyje;) (3) le barche a noi note da alcuni papiri del IIIa (4),
che risultano impiegate per il trasporto del grano al ßa<7tXwcov di
Alessandria, ma delle quali è facile constatare Tuso anche per
trasporti d'altro genere dal Xóyoç TupoaayoiytSwv di PPetr. Ili 107
che include l'enumerazione dei passeggieri e dei varí oggetti tra-
ghettati sui canali di Crocodilopolis e di Ptolemais.
A che cosa precisamente servissero gli ó&oyi xXota (5) non
è possibile determinare con sicurezza. Di essi è menzione in uno
dei capi d'accusa a carico di funzionar! d'Egitto, in quanto sareb-
bero stati requisiti senza diploma pel servizio sii tali barche certi
individui, il precipuo compito dei quali, come è dichiarato dal
verbo Si&y-siv con cui ad essi si allude, doveva essere quello di
alare le barche. Né mi pare senza significato il fatto che unitamente
agli óSyjyà Ttlofa si trovino qui menzionati dei rcápoXxot, il che mi
suggerisce Г accostamento della testimonianza in questione a una
lettera di epoca romana (6), in cui si sollecitano gli anziani di un
villaggio a mandare gli sù<rj£ìQ|/.ovec oí èm töv тсаролю^атсоу) che
sopraintendessero cioè al rimorchiamento delle navi. Che tra questa
funzione e gli óSvjyà izloXx vi sia una qualche relazione risulta

(1) 257/6a PPetr. HI, 37 v. ih u ; IIa PPar. 67 и 17.


(2) 27/26a BGU. 1208 29: 15/14a BGU. 1188 9; 150P POxy. 732 4; 250P
PLips. 32 2 = M. Chřest. 93; IIP POxy. 118 6; IVP? PSI. 1082 5, 16.
(3) Che tale denominazione vada connessa pel significato a 7сро<тауо)уу),
come il Mahaffy suggerisce, è probabile; questo tuttavia non elimina
l'incertezza sul preciso valore del termine.
(4) 252a PPetr. 20 i e = W. Chřest. 166; 221a PLille 21 8; IIIa PPetr.
HI 107 a.,d,
(5) IIP SB. 7173 ie; cfr. Vitelli in Raccolta Lumbroso pp. 23-28.
(6) WO. И, 1153; cfr. Oertel, Die Liturgie p. 262.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 125

facilmente ammissibile ; non mi pare quindi fuor di luogo supporre


che nei kIoìx in questione debbano con tutta probabilità ravvisarsi
barche da rimorchio.
Per chiudere l'elenco dei varí attributi di 7c>,oiov (1) (rispetti-
vamente vau;) resta da menzionare il xa<nomxóv (se. tcXoìov) (2) di
Apollonio il diocete, sul quale un tale di Buhaste probabilmente
xußepvTiTYi; giura di non imbarcare egli stesso cosa soggetta a
dazio né di permettere ad altri simile contrabbando. Quale parti-
colare barca del Nilo si volesse designare con xaffukmxóv rimane
oscuro, ma non è forse da escludere che tale denominazione vada
collegata a una determinazione locale.
Che (TTsçavomxá, per cui larghe somme sono pagate nel
conto di POxy. 1652 (HIP) dove è 'menzione dei теЪатите^умс, possa
riguardarsi, come il Rostowzew suggerisce, un epiteto di kIoXx
non è del tutto improbabile ; ma anche ammessa questa possibilità
resta a noi ignoto il valore di tale espressione.
In senso generale come 7:*otov, e suscettibile quindi di qua-
lificazioni analoghe, si trova il termine rotáç» (3) e in documenti
di epoca bizantina <7xá<poç (4) in facile scambio con rcXoiov. Fatta
eccezione per la <7xá<py) ttjç aSe^çyjç (se. Berenice, sorella di Tole-
meo HI), di cui è parola in WChrest. 1 1 24, si tratta di comuni
barche da carico il cui uso è testimoniato per lo più in rapporto
a trasporti di grano. Conosciamo tuttavia anche una <гла<ру) Еи-
V/jyó; (5) e si è già accennato alla <тха<ру) in funzione di тготаао-
oiAa-/.íç in PSI. 734 ; caratteristico è l'epiteto Tpí<r¿aX[/.o; cioè a tre
remi con cui risulta qualificata una <гла<рт) della quale si fa richiesta
a Critone lo <7T<Aápyy)ç, in uno dei documenti zenoniani (6).
Ci è inoltre noto un diminutivo <r¿a<pt'Sbov (7), a proposito del
quale possediamo una testimonianza di particolare interesse in

(1) Quanto al ttXoT(ov) tò xocTOfxyjptxat (sic) di St. Pai. XX, 167 3, non
ci è dato intravedere di qual natura possa essere questa eventuale quali-
ficazione del irXoTov.
(2) 251/50a SB. 6752 8, 19.
(3) 246a W. Chřest. 1, 1 24 ; 225/4a SB. 6282 5 ; IIIa PCairo Zen. 25 5 =
SB. 6778; Ia PKunkel 1 9; 28; 36 in Arch. Vili pp. 187-89; Ia BGU.
1157 8 ; 13a BGU. 1179; 15P PLond. II, 256 a Y p. 99 = W. Chřest. 443;
45P POxv. 326: 218/22P PSI. 734 O9; rom. WO. 1198 , ; 1199 „ 12.
(4) 581P PMon. 4 48; 5 v , ; VIP PFlor. 292 4 ; 293 4 ; VIP PCairo Masp.
30 4, 13; 280 3, 10; VIP St. Pal. X, 207 „ б; biz. PCairo Masp. 330 ш 16, 17.
(5) Ia BGU. 1157 8; cfr. 225/4a SB. 6282 5: (тхаерг) š6Xwv.
(6) IIIa PCairo Zen. 25 5 = SB. 6778.
(7) HIP POxy. 1068 7; 570P PLond. V, 1714 30; 570P PCairo Masp, 151 278.

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126 MARIA MERZAGORA

PLond. V 1714, in quanto del ъШоч (7*a<pt<ì


di un contratto di locazione ci si presenta una descrizione abba-
stanza dettagliata.
Con accezione molto più larga in confronto ai termini pure
di valore generale succitati, si trova Tcopeiov anzi abitualmente il
plurale copeta (1) ; la qual forma, benché per lo più risulti signifi-
care mezzi di trasporto in genere о anche più semplicemente tutto
ciò che appartiene al trasporto, pare tuttavia usata in alcuni casi
forse con valore affine a 7rop5|Aetov (2), denotare cioè mezzi di
trasporto per acqua (3).
A causa pertanto della estensione di significato di detto ter-
mine, che difficilmente i documenti per la scarsezza delle loro
notizie si prestano a limitare, non è dato distinguerne con chia-
rezza l'esatto valore nei singoli casi, quindi il classificare col Prei-
sigke (Wörterbuch) certi testi sotto l'uno piuttosto che sotto l'altro
dei sensi attribuibili a rcopsiov mi sembra talora arbitrario.

Di altre numerose imbarcazioni in uso in Egitto i papiri non


ci conservano per lo più che i nomi ; si può talora constatare a
quale impiego sieno riservate nei singoli casi, ma mancano ele-
menti per determinarne con sicurezza la qualità, stabilirne even-
tuali rapporti di grandezza, fissarne le particolarità di struttura о
eventualmente indovinare da quali caratteristiche derivassero alle
singole barche le loro speciali denominazioni (4) : sarebbe quindi
assurdo tentarne comunque una classificazione.
Per la maggior ricchezza di documenti di cui disponiamo per
il IIIa e per il fatto che questi, appartenendo in gran parte all'ar-
chivio zenoniano, illustrano la vita economica della (Цога di Apol-
lonio, nella quale dovettero avere grande importanza gli affari di
trasporto, è naturale si abbiano in questo periodo testimonianze

(1) Cfr. Mayser, Gramm, der griech. Pap. I p. 36, anche per il valóre
collettivo di Tiopétov in 257/6a PCairo Zen. 129 3 = SB. 6728.
(2) Cfr. WO. I p. 280-81 : отар tcooeutuv, dove теореит^ è evidente-
mente sinonimo di тсореи; che Esichio spiega come теор^би;.
(3) Cfr. vauXov Kopeiuv 112a PTebt. 112 72; 94 o 61a PTebt. 121 50 ;
Ia РОху. 792: per quanto il termine vauXov non possa accertarsi esclusi-
vamente allusivo ad affari di navigazione.
(4) Le stesse indicazioni dei lessicografi a proposito dei tipi di nave
designati con tali denominazioni sono generalmente assai vaghe ed appros-
simative, e d'altra parte non sempre potremmo ragionevolmente applicarle
alle imbarcazioni di eguai nome di cui è menzione nei papiri.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 127

abbastanza frequenti per parecchi nomi di navi, di alcune delle


quali i papiri non ci conservano menzione per le epoche successive.
Sappiamo di таирозсерхоироь (1) che Apollonio il diocete per
ordine della corte doveva aver pronti in Alessandria per un viaggio
che V Edgar (2) suppone sia quello di Berenice da Alessandria a
Pelusio (ávaTuXou;), col Filadelfo. Ammessa tale ipotesi come la più
probabile, è facile pensare che la denominazione si riferisse о alla
forma о all'insegna о a qualche ornamento dei aspaoupot (3).
Quanto alla ßapt; (4), ci sorprende il fatto di trovarne menzione
due sole volte nei papiri, mentre parecchi autori s'accordano nel
designarla come un barca particolarmente propria degli Egiziani,
ricordando gli impieghi caratteristici che questo popolo soleva
farne in circostanze speciali, ed Erodoto espressamente osserva la
gran moltitudine di queste navi onerarie in Egitto, alcune delle quali
capaci di trasportare molte migliaia di talenti. Le testimonianze
relative alla ßapi; nei nostri documenti riguardano il trasporto di
una certa quantità di orzo in un caso (5) e nell'altro (6) la venuta
di un gruppo di armati sul Nilo da Hermontis a Crocodilopolis,
in occasione di un conflitto. Ma a proposito di questa nave ab-
biamo una fonte di preziose informazioni in Erodoto, il quale da
notizia dettagliata della struttura, anzi del processo costruttivo della
ßapi; (7) e del particolare sistema di navigazione adottato per
essa nel discendere la corrente. Secondo lo* storico tali navi si
costruivano inserendo tavole di legno di acacia di circa due cubiti,
disposte a guisa di mattoni intorno a frequenti e lunghe caviglie ;
al di sopra della quale impalcatura si stendevano travi trasversali.

(1) 253/2a SB. 6745 2, 5.


(2) Ann. Serv. XIX p. 87: cfr. Wilcken in Arch. VI p. 453.
(3) Cfr. la strana interpretazione del Preisigke (Wörterbuch) di таиро-
xepxoupo; nel senso di : chiatta per bestiame bovino, suggerita probabil-
mente dal semplice esame etimologico del termine, indipendentemente
dalla considerazione del contesto del documento in cui esso appare.
(4) Per l'origine egiziana del termine cfr. Mayser, op. cit. I p. 36.
(5) 267/66a PHib. 100 13.
(6) 123a W. Chřest. Il i22: етгаТауо'т£$ . . . £v ßapei che il Wilcken
intende mal scritto da ßaps(<r)t ; altrimenti Mayser, op. cit. II p. 44 che
considera tale forma come un singolare di determinazione collettiva (per
nave): per questa forma di dativo cfr. Mayser, op. cit. I p. 266.
(7) Quanto ai tentativi di precisare la maniera più verosimile nella
quale potè essere applicato il sistema di costruzione descritto da Erodoto,
e alle obiezioni delP Assmann in rapporto alF interpretazione del passo
erodoteo in questione cfr. Herm. 31 (1896) pp. 180 ss.

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128 MARIA MERZ AGORA

Non si faceva uso infatti di costoloni e le commessure venivano


otturate dalF interno con papiro. Per queste navi gli Egiziani si
servivano di un solo timone che veniva conficcato attraverso la
chiglia, di un albero pure di legno di acacia e di vele di papiro.
Contro corrente non era possibile a queste barche navigare, a meno
che spirasse un vento gagliardo, ma venivano trascinate dalla terra
lungo la riva. Nella discesa si usavano per la ßapi; due singolari
strumenti : un telaio di tamarisco a forma di porta riempito di
canniccio e una pietra perforata del peso di circa due talenti, sul
funzionamento dei quali Erodoto osserva : tt)v ¡aev S-upyjv SsSs^évyjv
y.xkiù еатгросЗг tou iťkoíou inizi £7rt<p£psGr3"at, то v Sè ^tÃov а>До>
xilcù ottisS-s . CH [¿¿v Sv) Збру) tou póou ¿¡¿ttí-tovto; %<*>?еы тх/шс,
3cat гккы ту; v ßaptv , ó Ьг 'kíSoç отт^Зе £~£>>tó¡A£voc seal èwv èv
ßu<7<70 XaTt^UVSt TÒV TüWoV.
Troppo scarsa cognizione abbiamo delle condizioni della navi-
gazione fluviale nell'Egitto antico per ritenerci autorizzati a pensare
colFAssmann che Erodoto abbia frainteso Fazione propria di questi
due strumenti. Non è infatti inconcepibile che il graticcio moven-
tesi dinanzi alla barca per Г impulso della corrente che premeva
su di esso servisse a sviluppare una forza di trazione, come nota
Erodoto, e che la pietra trascinata dietro avesse una funzione
modératrice о meglio regolatrice (/-aTt^uvst) del corso, cosicché
da un opportuno equilibrio delle due forze fosse mantenuta alla
nave la conveniente velocità di navigazione.
Pertanto la contraddizione, che secondo FAssmann risulta dalla
versione erodotea, che gli Egiziani avessero applicato contem-
poraneamente davanti alla nave un mezzo di trazione e dietro la
medesima una pietra di ritegno, mi pare insussistente. Erodoto non
dice in quale posizione fosse posto nell'acqua il graticcio о quale
fosse eventualmente la sua profondità di immersione perché noi
possiamo aver motivo di supporre colFAssmann che esso funzio-
nasse come una specie di scandaglio, servendo quindi da avvisatore ;
né mi pare si possa ammettere che la pietra di rimorchio fosse un
mezzo per rallentare о addirittura arrestare il corso nei momenti
opportuni, come lo stesso Assmann suggerì, se si riflette che tale
pietra non viene gettata all'occasione nelFacqua ma, secondo Ero-
doto, trascinata sul fondo per tutto il percorso.
A proposito del trasporto di giare di olio samie e milesie
che il pagamento di certe tasse induce a ritenere giunte per mare
direttamente ad Alessandria (1), ci è testimoniato Fuso dei >i¡¿-

(ì) Cfr. Edgar, Ann. Serv. XXIII pp. 88-89.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 129

ßoi (1). Di un'altra barca di questo nome appartenente a un certo


Antikles, nel bacino di carenaggio del re, si trova menzione (2), in
quanto se ne lamenta la requisizione, facendo osservare che essa
non era compresa nella serie delle navi destinate al trasporto de!
grano per elefanti a Memfi.
Coi lépfyoi risultano utilizzate pel trasporto delle giare d'olio
d'oltremare i x&yjtec (3), e probabilmente perché navighino sul
mare Zenone è incaricato di collocare a bordo di un xéV/j; o di
una xußaia alcuni inviati di Apollonio (4); ma dalle altre testimo-
nianze che ci rimangono del x&yj; (5) non è dato desumere se
esso debba considerarsi costantemente come una nave da mare
piuttosto che da fiume. Forse era adattabile indifferentemente al-
l'una e all'altra funzione: ciò che i documenti permettono di osser-
vare a proposito delle xußaiai (6).
Infatti un pagamento per $ia??fòiov, aggiunto agli altri dazi
nel conto relativo ad una serie di prodotti importati su due jcj-
ßatat (7), fa supporre che tali barche, giunte dalla Siria a Pelusio,
come è detto nel papiro stesso, abbiano di qui proseguito il viaggio
per via fluviale ad Alessandria (8). 11 chiaro riferimento di questo
dazio alle medesime xußaiat elimina il dubbio che, compiuto il
tragitto per mare, da queste le merci fossero riversate in speciali
barche da fiume.
Appare inoltre indiscutibilmente utilizzata per via fluviale una
xußaix sulla quale risulta trasportato un carico di grano dall'Ar-
sinoite (9).
Dalle dimensioni dei tendoni richiesti da Aminta a Zenone
per l'arredo di un xépxoopoç e di una xußaia (10) è possibile farsi
una rudimentale idea della misura di queste navi in cui l'angolo

(1) 259/8a PCairo Zen. 15 r. u, 19, 28 = SB. 6781.


(2) 252a PPetr. II, .20 iv 41 u.
(3) 259/8a PCairo Zen. 15 r. 9A, o9f AQ = SB. 6781.
(4) 258/7a PCairo Zen. 2 . = SB. 6708.
(5) 257a PCairo Zen. 1104; IIIa PSI. 533 10.
(6) 259* PCairo Zen. 12 3 = SB. 6779; 258/7a PCairo Zen. 2 3 = SB.
6708; 258/7a PCairo Zen. 54 18 = SB. 6715; 257/6a PCairo Zen. 77 4, 10 =
SB. 6718.
(7) 259a PCairo Zen. 12 3 = SB. 6779.
(8) Cfr. Edgar, Ann. Serv. XXIII p. 74 ss.
(9) Cfr. Edgar, Ann. Serv. XVIII p. 230: vocïïXov rřjc "Iato; xußaiac тоЗ
xaxa^SfevToc очтои Ix tou 'ApatvotTou.
(10) 258/7а PCairo Zen. 54 = SB. 6715.

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130 MARIA MERZAGORA

di prua risulta più acuto di quelle di po


sumere che la xußoaa doveva essere eguale
po; ma più larga. Se le due barche doves
spedizione all'estero о per un viaggio ve
non è possibile precisare.
Che del xußaÄtov si usasse nella navigaz
mente testimoniato da PLille 25 28 (IIIa) (1
in quanto serve al trasporto di passeggi
polite. Ma non potremmo con eguai sicure
fluviale il xußatöiov che in PSI. 594 3 (II
l'invio di Eévta a Memfi. Non sappiamo
muovesse ma non è tuttavia trascurabile il fatto che nel medesimo
documento si alluda a prodotti provenienti da una località della
Palestina, e che lo scrittore stesso della lettera sia con tutta pro-
babilità da identificarsi colla persona di eguai nome a noi nota
da altri papiri per la sua attività nella provincia di Siria.
A differenza pertanto di tali barche di cui non è sempre facil-
mente precisabile l'impiego marittimo о fluviale, i зсерзсоирсн (2),
per cui possediamo testimonianze frequenti e tutte di epoca tole-
maica (3), e le y-epxoupoaxáçat (4), evidentemente analoghe, risultano
in prevalenza utilizzati per il trasporto del grano della /tipa al
$xGikiy.ov di Alessandria.
Si tratta precisamente di una di queste grandi barche da grano
nel caso di PMagd. 11 (IIIa), in cui il vafa^vjpoç dichiara di esser
stato costretto, in seguito alla rottura dell'antenna in una bufera
sorta presso Afroditopoli, a far scendere la nave, a stento trasci-
nandola, lungo il canale del Fayûm (5), a Нт<Аг;лае; opjAo;; e quivi
appunto egli chiede che gli venga caricato al più presto il zspzo'jpo:
con quella determinata quantità di grano che avrebbe dovuto im-
barcare nella Tebaide perché, se l'acqua calava, il ¡/iya ttaoiov non
avrebbe potuto tornare ad Alessandria neppure vuoto.

(1) Cfr. PLille I p. 278.


(2) Per l'origine e l'etimologia del termine cfr. Bouché-Leclercq,
Hist d. Lag. IV p. 343.
(3) 258/7a PCairo Zen. 54 3, AA = SB. 6715; 255/50» PPetr. Il, 13
(18 a)!?; 251/50a PHib. 98 4, 12 = W. Chřest. 441 ; 241 /40a PLille 3 7 ;
239/8a PHib. 82 б ; IIIa PPetr. II, 48 3, 23; IIIa PMagd. 11 2 = W. Chřest.
442 ; fine ep. toi. BGU. 1303 31 ; cfr. inoltre la menzione di xepxoupTrat о
ciurma di un хгрхоирс; in 257/6a PSI. 614.
(4) 221a PLille 22 5 ; 221a PLille 23 5.
(5) Cfr. Arch. IV pp. 58-59.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 131

Per il záxTíov (1), barca fluviale che risulta di largo uso in


Egitto, le testimonianze dirette conservateci dai papiri (2) non risal-
gono oltre la fine del Ip. Il trovare tuttavia menzione di ~7.xtojvít3cí
in un frammento di conto del 17/8P (3) potrebbe essere di conferma
alla facile supposizione che barche di questo nome fossero utiliz-
zate anche in epoca precedente a quella, cui si limita la nostra
documentazione (4).
Pertanto la produzione di siffatti battelli costituisce nel tardo
periodo bizantino un particolare mestiere: quello dei т:ахто^о-
TCotoi (5).
Nella enumerazione di una serie di zXoia ysouy txá, in un conto
relativo a (летос<рора obou (6), compare un rccbcTtov considerato evi-
dentemente come uno di essi. Né è questa la sola menzione che
si trovi di TcobcTiov in rapporto al trasporto di vino о di merci di
vario genere; mentre risulta pure testimoniato l'impiego di tali
barche pel traghetto delle persone, e in particolare da PRyl. 225
(H/IIIP) siamo informati di un ttocxtwv che doveva servire al ritorno
di certi о8ро<рЛах£<;, e con Tuaxxojv too 'AyouaraXtfou] si designa in
PCairo Masp. 58 (VIP) il battello, più comunemente detto woM-
xwttov, del governatore della Tebaide.
Nel conto relativo all'esportazione di determinate merci di
BQU. 812 (H/IHp), tra le barche che risultano utilizzate a tale scopo,
oltre che di un çiuoTcáxTíov ¡льхро; (7), è due volte menzione di un

(1) Si tratta, secondo Diodoro XX, 2, 16, di una barca che si poteva
scomporre per agevolarne il trasporto e ricomporre di nuovo quando
ve ne fosse bisogno.
(2) I/IIp POxy. 1650 i2; II/IlIp PRyl. 225 39; II/IHp BGU. 812 1 3, c ;
Шр POxy. 1220 ,2; HIp POxy. 2153 ?3; IHp PSI. 890 29, 3I, 32 ; 345/6p PSI.
948 16 ; IVp POxy. 1658 2, 12 ; Vlp PCairo Masp. 58 vi 5 ; VIp PCairo Masp.
330 и 19 ; VIp SB. 6266 23 ; VIp SB. 6704 23, 24, 25.
(3) 17/8p POxy. 814.
(4) Per quanto il valore di тгахтот'тт); non sia precisabile con chia-
rezza, perché tale termine potrebbe alludere al marinaio di un itax-row o,
con eguai facilità, designare il fabbricatore di una barca di questo nome ;
e non sia d'altra parte improbabile che тсахтотту;«: possa ritenersi sem-
plicemente sinonimo di чм-кщос, indichi cioè un costruttore di nave in
genere, come mi pare vada considerato il 7гахтсот7)с di PLond. II, 317 7,
p. 209 (156p) = W. Chresi. 31, pel quale cfr. Arch. Ill p. 244.
(5) Cfr. ad es. Vlp PCairo Masp. 20 ,7 ; 143 r. 5, v. 3, 4 ; 147 5 ; VI/ VHP
PHamb. 56 v 9, vi 5.
(6) 345/6p PSI. 948.
(7) Cfr. il diminutivo Tiaxrwváptov biz. SB. 4323 14.

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132 MARIA MERZAGORA

xáxTíov costantemente qualificato come


caso il preciso valore dell'epiteto rimane
sare che àpffsvtxóç significhi « che serve
a specificare la funzione particolare della
in questo caso, il тиахтсоу è impiegato pe
per quanto non sia questa un'osservaz
Г interpretazione suggerita, perché è fac
una barca, indipendentemente dalla sua q
esplicito, potesse utilizzarsi in varia m
ritenere che àpssvt/cóç sia qui usato nel
valido » : accezione registrata anche da Su
di cui mi pare si abbia un esempio chiaro
proposito degli àppsvtttoi xáXa^ot menzi
in particolare nel caso nostro può esse
ferma a tale interpretazione la testimon
alludendo all'impiego del этазстдо per
accenna alla struttura di tale barca (3
di essa, stando nell'acqua о seduti su panc
e non v'era ragione di temere, non esse
caso che la barca fosse troppo carica.
intuire il motivo per cui lo scrittore d
(IIIP) dichiara di non osare imbarcare u
-á/.Twv e richiede perciò altri mezzi di t
Forse nella poca sicurezza che tale barca era in grado di
offrire in certi casi sta la ragione delP epiteto àpceviaóc, che nel
documento in questione pare stia a garantire la solidità del
7uá)tTü)V.

Nel Wyo; -aaxcovoc di POxy. 1650 I (1/HP), che concerne un tra-


sporto di grano a Memfi, è compreso un pagamento per KÓ&apov
ammontante a quattro oboli, e una spesa registrata sotto lo stesso
nome e della stessa entità si ritrova nel conto relativo a un tra-
sporto di vino in POxy. 1651 15 (IIF).
È pertanto evidente che si tratta di un particolare battello
cui doveva spettare negli affari di trasporto una funzione distinta

(1) Per questo senso di àpaevtxd; usato come epiteto di veste cfr. II?
POxy. 741 8.
(2) VHP St. Pal. XX, 940 12 ; VIP BGU. 837 ?6.
(3) Strab. XVII, 50: 6 Sé 7táxTtov Sta orxuTaÀiòtov TzsTzr¡yó<; éari (xxa<ptov
war7 iotxEvat 8ia7rXoxtvü>. Cfr. in proposito 1VP POxy. 1658: cpuvťx(iva) ÇúXa
e той 7ráxT[o)voç e quivi inoltre f|Xápta [¿eixpà той iráxTojvo;.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL1 ETÀ GRECO-ROMANA 133

e ben definita, che mi par naturale pensare analoga a quella per


cui siamo chiaramente informati da POxy. 1197 (21 lp) (1), dove un
&spaf/.aT£tTY)ç Фахоиасм giura тиараат^таьу то Ú7uáp^ov [aoi tí^oíov
xúŠapov àycoyfj; (apTaßcov) pv тгрос tt)v Statpadtv toö dYjfAOTtou тсирои,
ÓTwÓTav та èÇ àrcoaTÓXíov тЛо£а 7íapayév7)Tai. Risulta quindi in tal
caso il xtòajrov una piccola barca utilizzata pel trasporto del grano
delle imposte fino allo scalo dei grandi ъкоХх. Poiché l'intrapren-
ditore di tale trasporto col xóSapov è un Хьера[латьтт); e d'altra
parte da Procopio (2) sappiamo che, non essendo accessibile alle
grandi barche il canale che univa il Nilo ad Alessandria, era
necessario riversare il grano in barche speciali dette &ьар"о[лата,
mi par lecito, se non identificare il xóXapov con queste ultime,
almeno considerarlo come una barca analoga ad esse nelle sue
funzioni e ritenere sostanzialmente una stessa cosa il pagamento
per x'j$apov e il vauXov tõv $iaips¡/.2TCt>v di cui è menzione in due
ricevute di йеха-рсотоь della fine del II1P (3).
In alcuni documenti del Ip e Hp (4) si trova menzione di
^tfì'ipvoi о )aßspvoi (5), la cui appartenenza alla хХаетп) 'AXe^avSptva
risulta chiara ; ma poiché in uno di questi casi si allude più pro-
priamente alla /JXÌGTfì 'Аоитта 'AXe^avSptva non è dubbio che si
tratti di navi da guerra piuttosto che delle navi addette al tra-
sporto del grano per l' annona dell' Urbe e costituenti appunto
la classis Alexandrina o 'A>e£avXptvoç атокос, distinta dalla flotta
di guerra detta precisamente classis Augusta Alexandrina (6). Ciò
non esclude tuttavia che di tali navi si potesse talora usare pel
trasporto di determinati carichi, come può constatarsi nel caso
delle liburnae sulle quali nel conto latino di PRyl. 223 (HIP) si
trovano imbarcate forniture di vario genere; e senz' altro comuni
navi da carico appaiono in due papiri bizantini (7) i >ißepvot,
impiegati per un trasporto di legna in un caso e probabilmente di
grano nell'altro.

(1) Cfr. Oertel, Die Liturgie p. 130.


(2) De Aedi/. Vi, 1.
(3) 296P PThead. 26 12„13; 298Р PThead. 27 19.
(4) lp BGU. 455 « ; 143/4p BOU. 741 7 ; IIp BGU. 709 2, 23.
(5) Cfr. il diminutivo Xotßepvapiov (sic) in Wessely, Sitz. Wien. Akad.
149 (1905) p. 21, 930 1 2 (1VP) col quale si indica con tutta probabilità
una nave da guerra.
(6) Cfr. in proposito W. Grundz. I p. 379.
(7) VIp St. Pal. Vlil, 1094; biz SB. 5953.

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134 MARIA MERZAGORA

Altre navi che dai papiri risultano utilizzat


carichi di grano, presumibilmente in rapport
Xouarcoptat, per le quali possediamo una sola t
tarda (1).
Si trova pure menzione isolata di una xapt; (2) che appare
impiegata per un trasporto di vasi di miele, forse una nave di
struttura particolare, caratteristica dei Cari.
Che si debba inoltre ravvisare la denominazione di una barca
nella forma aXtaX/ di due papiri bizantini, da integrarsi quindi
con tutta probabilità in o&tá§(tov) diminutivo di áXtá; (3), mi pare
risulti sufficientemente chiaro dal contesto dei documenti stessi,
poiché si tratta nell' uno (4) di TexTove; che per ordine di un
vaiine hanno segato legna et; tw aXetaS/ той Xoyet'^ou 'ATtvã, e
nell'altro (5) della consegna di 132 artabe di lenticchie ßXv) Scevra)
et; то aAiaŠ/ tou SearcÓTOu ti^wv toö áytou 'AXeHávSp(ou) e mandate
nell'Arsinoite.

Non esiterei pertanto a riconoscere nell' аХьа&тг,; ítoi ур*[л-


¡¿атт)<роро; toö o^ew; Spó¡¿[ou (6), di cui è menzione a proposito degli
obblighi liturgici che gravano su di esso, il pilota di una di queste
barche, la cui attività venisse sfruttata per le necessità del traffico
postale. La consuetudine infatti di utilizzare per l'invio della posta
tutte le diverse occasioni di viaggio e di trasporto per nave è nota
anche per le epoche precedenti, attraverso le facili deduzioni che
i papiri consentono a questo riguardo (7).
Da papiri greci di epoca araba conosciamo la serie delle
navi (8) costituenti i хоорта organizzati dal Califfato ; i ragguagli
dei nostri documenti sono particolarmente preziosi agli effetti
dell'ordinamento tributario-finanziario destinato a regolare il man-
tenimento di tali flotte, ma Г occuparci comunque di queste navi
non rientra nell'ambito della presente ricerca.

(1) IV/VP POxy. 1048 «, 7.


(2) VI/VIP PJand. 18 7.
(3) Cfr. Stephanus, Thes. s. v.
(4) VP St. Pal. Vlil, 1126.
(5) VP St. Pal. Vlil, 1125.
(6) 396P PFlor. 39 6.7 = W. Chřest. 405 ; cfr. Oertel, Die Liturgie
p. 86 e pp. 262-3.
(7) Cfr. Preisiqke, Die ptolemäische Staaispost, in KUo Vili p. 273 ss.
(8) Axatiov, axocTYjVocptov, ôtTjpyjç, öpd(juov, opofjiovaptov, xapapoç, xapapiov,
Xoúcptov.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL1 ETÀ GRECO-ROMANA 135

§ 2. - Portata e carico

Poiché si tratta nei nostri documenti di navi da carico, è na-


turale si trovi designazione abbastanza frequente della portata e
in particolare essa risulti dichiarata nei contratti di trasporto (1);
in quelli di рюа-ояраак'а, di locazione e di vendita (2), dove oggetto
della convenzione sono le barche stesse; пе1Гатгоура<р^ (3), in cui
un Antinoite dichiara ali' epistratego un rc^otov éX^vtxóv apparte-
nente al figlio minorenne, del quale è pilota egli stesso; in ordini
di carico (4), in dichiarazioni e petizioni di varia natura (5) in cui
si tratta per lo più di navi impiegate pel trasporto di derrate dello
Stato; se ne trova inoltre menzione a proposito di un pagamento
relativo alla costruzione di un tcXoiov (6) e infine in una lettera
concernente affari di trasporto di carattere privato (7).
Già abbiamo accennato ai due attributi di tc^oiov (rispettiva*
mente vauç) allusivi alla portata, dei quali rimane testimonianza
nei papiri ; è pertanto notevole che talora nel caso dei vafocV/jpoi
££ipi<7¡¿oO Néa; rcóXeco;, che dispongono di più navi, si abbia un'in-
dicazione complessiva della portata: di 40000 artabe per otto
navi insieme (8), di 23000 per cinque (9), di 15000 per tre (10) ;
analogamente, a proposito dei sette -отааьа тгЪТа di altrettanti
xußcpvfiTai che partecipano all'istanza diretta allo stratego per

(1) 221a PLille 21 ; 15P PLond. II, 256 (a) p. 99 = W. Chřest. 443 ;
211/12P POxy. 1259; 220-21P POxy. 2125; 231P Si Pai. XX, 32; 236P
PLond. IH, 948 p. 220 - M. Chřest. 341 = Mey. Jur. Pap. 43; 286P
POxy. 1260; 315P PCairo Preis. 34; 326P PAmh. 138 - M. Chřest. 342;
343P PCairo Ooodsp. 14.
(2) 212P PLond. Ili, 1164 h p. 164; 291P POxy. 2136; 57QP PLond. V,
1714; 581P PMon. 4; 5 v.
(3) 220/21P POrenf. I 49 - W. Chresi 248 ; cfr. Grundz. I p. 205 e
WO. I p. 467.
(4) Ia PKunkel 1, 2, 3 in Arch. Vili pp. 187-90.
(5) 252a PPetr. li, 20; IIIa PMagd. 11 = W. Chřest. 442; 118 POiss.
11 ; Il/IIP PTebt. 486; 211P POxy. 1197; HIP PSI. 1048; HIP POxy. 1068;
338P POxy. 86.
(6) HIP BOU. 1663.
(7) HI/1VP PMey. 21.
(8) 211/12P POxy. 1259.
(9) 231P St. Pal. XX, 32.
(10) 220/21P POxy. 2125.

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136 MARIA MERZAGOPA

oßcAb<7[/.o; di battelli fluviali (1), per tre


cazione singola della rispettiva capacità
complessivamente una portata di 4500 arta
I dati inerenti alla portata di singole n
attualmente disporre, risultano oscillare tr
che è il caso dello <7*/-a<piSbov del quale si
pel trasporto di una salma (2), e un massim
senta la capacità di un xspy-oupo; (3) ; è tut
che in generale le cifre si mantengono piu
piccola scala, e riguardano in gran parte qu
nemente тЛоГа, se anche talora con aggi
verse (4), о con termine pure generale frx
è evidente che tali indicazioni sarebbero pa
se relative a speciali tipi di barche, in quan
forse considerarsi come uno degli element
navi di denominazione diversa.
Ma per quanto non ci sia dato registrare esempì così numerosi
in proposito, possiamo ad ogni modo osservare che, di fronte al
xáp>coupoç citato, del quale nel papiro si parla come di un ¡лгуа
mloiov, per una тсросауафс la portata ammonta a 3500 art. (5), per
un lé[j.$°<Z a 300 (6), e si trova ridotta a 150 pér un уЛЪъооч (7).
Che queste debbano ritenersi le portate in ogni caso proprie,
almeno approssimativamente, delle singole barche rispettive e che
quindi il fcépxoupo; debba ad esempio sistematicamente considerarsi
come una barca da -grano di una capacità di gran lunga superiore
al lép$o$, non oserei tuttavia concludere senz' altro in base alle
testimonianze isolate di cui disponiamo, benché indubbiamente
significative.
L' interesse che comunque possono avere per noi le indicazioni
relative alla portata è particolarmente notevole in quanto queste
sono gli elementi si può dire unici da cui sia possibile dedurre una
qualche idea di grandezza, sia pure approssimativa, delle rispet-

(1) HIP PSI. 1048.


(2) IIP POxy. 1068; cfr. Crönert in Raccolta Lumbroso p. 524.
(3) IIIa PMagd. 11 = W. Chřest. 442.
(4) Si tratta per lo più di irXoToc éXXvjvtxa, ma conosciamo anche una
portata, certo non inferiore a 500 art., per un rcXoTov (xxacpoTrXwpov (31 5P)
PCairo Preis. 34 e di 700 art. per un rcXorov тсоХихитоу (338P) POxy. 86.
(5) 221a PLille 21.
(6) 252a PPetr. II, 20.
(7) 21 IP POxy. 1197.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL' ETÀ GRECO-ROMANA 137

tive barche. Infatti in due soli casi i nostri documenti offrono


l'indicazione delle misure delle barche (1), e precisamente di una
cyJufm &Лг,у6с (2), oggetto di (дю^оярхака, si dice che era della
lunghezza di 35 braccia e della larghezza di 11 ; e nella ricevuta
relativa a un pagamento fatto ad alcuni vauTu/iyot per la costru-
zione di un 7T>,oïov é»/¡vt*óv della portata di circa 200 art. (3), si
accenna per esso a una lunghezza probabilmente di 30 cubiti, a
una larghezza di 6, mentre la lacuna del testo non lascia ravvisare
a che cosa vada precisamente riferita una terza misura che si da
per la barca in questione e che risulta di tre cubiti (4).
È naturale che assai più frequentemente della portata i nostri
documenti determinino l'entità del carico trasportato dalle singole
barche.
Se pertanto in alcuni ordini di carico (5) il numero che de-
signa l'esatta quantità di grano da trasportarsi risulta coincidere
con quello che precisa la portata delle raáçat da utilizzare a tale
scopo, non è tuttavia lecito ritenere che in ogni caso col carico
dichiarato fosse raggiunta la portata massima delle barche, e che
quindi Tuno possa senz' altro considerarsi equivalente all'altra,
quando questa, come si verifica nella maggioranza dei documenti,
non si trovi espressamente dichiarata. È infatti facile constatare
che ad es. in POxy. 1260 (286P) il carico di un ttXoTov ¿^ta¡vixóv
della portata di 350 art. è ridotto a 75 art. di orzo. E ciò è pro-
babilmente da tener presente in particolare quando si tratti, come
nel caso citato, di contratti di trasporto che concernono contribu-
zioni di singole località, colle quali forse non sempre le rispettive
barche potevano riuscire caricate al completo. Si può forse sup-
porre che il carico corrisponda con maggior approssimazione alla
portata quando ci troviamo in presenza di conti del tipo del Myo;
TráxTcovo; di POxy. 1650 i (I/IIp), poiché è presumibile che il com-
plesso delle spese di trasporto si riferisse a barche messe a pro-
fitto in tutta la loro capacità (6), o, per la stessa ragione, nel caso

(1) Cfr. l'accenno al sistema di misurazione di una nave nelle tavole


metrologiche di PLond. V, 1718 (VP).
(2) 10a BQU. 1157.
(3) HIP BGU. 1663.
(4) Pare debba leggersi ф]р[ои;], mentre giustamente, secondo la sup-
posizione dell'editore, ci si aspetterebbe ßdfcouc о бфоис.
(5) Ia PKunkel 1, 2, 3 in Arch. Vili pp. 187-90.
(6) Significativa a questo riguardo mi pare la testimonianza di PFlor.
305 (IVp), dove Io scrittore della lettera, comunicando di aver noleggiato
Aegyptus - Anno X - IO

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138 MARIA MERZAGORA

di quei documenti che consistono in elench


delle quali viene registrato il rispettivo caric
È ad ogni modo indiscutibile che in qu
è, se non altro, indice della capacità minima.
Pertanto di fronte ad ày<oyvi, l'espression
nellaggio (2), si trova usato il termine yó¡x
effettivo delle barche nel suo complesso. Ques
è indubbiamente il fondamentale (3), risul
dei documenti che ne conservano menzione (4
alcuni recepta nautarutn e alcune lettere, pr
curator Neaspoleos, a funzionari dei vari
consegna e verifica di carichi di grano spedi
Ai numerosi yó[xoi cui si accenna in ricevu
sempre fornimenti di paglia, e appartenenti
romana, il Wilcken attribuisce il significato
notando che nello stesso senso in documen
l'epoca tolemaica e sotto Augusto, la paro
trattasse di una misurazione a carrettate, se
ultima analisi il senso che il Wilcken riconos
non abbiamo ragione di escluderlo: ma è e
non vi è più questione del mezzo di traspo
yójjLot e le àywyai non stanno a designare a
entità di carico, ma con qual sistema si cal
risulti così chiaro.

un 7rXoTov, aggiunge : eu^ojjioct 8s 7r[o]XXà ;uXa ejps^pjjvoct ¿jote olvtò (se


7rXoTov) уо[Ли><гос1, fořt v yàp aeya.
(1) Ad es. HIP POxy. 1738; IV/VP POxy. 1048; biz. SB. 5953.
(2) Cfr. per un'accezione più generale del termine POxy. 2017 (VP):

(3) Cfr., accanto a ys^siv : IIIa PS1. 429 12 ; IIIa PMagd. 11, n, u ; Ia
BGU. 1303 3!, l'uso di y°(*°uv, proprio del caricare le navi, in espressioni
come: 4/5p PGiss. 54 n тсХоТа уо{лоз(х^а ; IVP PFlor. 305 8 уо(л&<тои 7cXoïov ;
VIP St. Pal. Vili 1094 2 airoyofjiuffat tòv XtSepvov.
(4) 136P PSI. 792 5?i 138-61P PLond. II, 301 12 p. 256 = M. Chřest.
340; 139P PGrenf. II, 46 (a) 4 = W. Chřest. 431; 159/60P PMey. 14 б;
188Р POxy. 708 з = W. Chřest. 432; Il/IIP POxy. 63 c; 220/21P POxy.
2125 29; cfr. inoltre VI/VIP PLond. V, 1759 2_3.
(5) Cfr. WO. I pp. 754-55 ; inoltre Mey. O. pp. 135-38 ; e in partico-
lare per yótAot cfr. Theb. O. 103-12 ; Strass. О. 429-30 ; 615 ; 625-26 ; SB.
1092, 2083, 3565, 5665; PLips. 92; PThead. 46: tutti di epoca romana;
numerose altre testimonianze si potrebbero addurre per questo termine e
non solo a proposito di carichi di paglia.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL1 ETÀ GRECO-ROMANA 139

In base a tale interpretazione, non può presentare difficoltà


la menzione dei due yójxoi di carbone che appaiono imbarcati
su un tcXoTov Tocjjuaxóv della portata di 200 art. (1), pei quali il
Meyer (2) osserva che è evidentemente da escludersi il senso di
« carichi di carro », potendosi solo ammettere quello di « carichi
di nave ». Né è questo il solo esempio di yó[/.ot imbarcati su
dola (3).
Non pare inoltre dubbio che a yó;j.o;, nel suo significato pro-
prio di carico di nave о di carico in genere, ci si debba riferire
a proposito degli ol arcò tou yójAou di cui è frequente menzione nel
Шр, in iscrizioni relative alle cave di pietra di Kertassi al confine
egizio-nubiano (4).
Che si tratti di membri di un'associazione cultuale (5), i quali
si occupavano del trasporto delle pietre, è l'opinione più verosimile
e prevalente; né mancano in alcune di queste iscrizioni accenni
al trasporto di pietre per mezzo di tali individui. Se pertanto non
persuade, come fu già osservato Hall1 Oertel, il tentativo dello
Zucker di vedere in yó(Aoç una designazione locale; né è ammis-
sibile la supposizione del Fitzler, il quale pensa che tale termine
possa anche significare, benché raramente, il sacerdozio dell' Upeùç
yójxou; non è forse neppure del tutto giustificata l'affermazione
dell' Oertel il quale si riserva di notare che, tuttavia, per уо[ло;
una spiegazione definitivamente sicura non si è ancora trovata:
non mi pare infatti vi sia motivo di dubitare che il senso della
parola si mantenga sostanzialmente quello che con tutta evidenza
ci è dato cogliere nei documenti sopra ricordati.
A denotare il carico si trova usato nel receptům nautarum di
PLond. IH 948 p. 220 (236P) in luogo di уоцос il termine çopTÍov,

(1) 326P PAmh. 138 и = M. Chřest. 342.


(2) Griech. Text p. 90 п. 3.
(3) Cfr. ad es. IIl/lVP PMey. 21 w: [IvßxAou фс т[о| tiAoTov уорм -
xori ap[Taßuiv £x<xt]òv £ß8ojj^xovT<x <5хто>, [й<гте то *5]v ^(vrótat) opwtö apxaßa;
Ixoctòv [ev6vv{xovTa] -; dove risulta inoltre chiara l'equivalenza di un yó^oç
a tre art. - In generale pel volume dei yó'Loi cfr. WO. 1. с.
(4) Cfr. Fitzler, Steinbrüche und Bergwerke im ptolem. и. röm. Ägypten
pp. 101-2, 145 ss.; San Nicolo, Vereinswesen zur Zeit der Ptol. и. Röm.
pp. 122 ss. ; Otto, Priester и. Tempel I pp. 128 ss., 251 ss. , Zucker, Von
Debod bis Bab Kalabsche (Serv. des ant. de V Egypte 1912) ; Oertel, Die
Liturgie pp. 128 ss.
(5) Cfr. la frequente menzione di 7upo<rr<xT<xi yojxou e iepeT; yófxou.

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140 MARIA MERZAGORA

anzi il plurale сорть'а, il cui senso di « carich


egualmente chiaro nelP espressione tõ]v tc
PBad. 85 (a) (Ilp). Significato analogo è da
il Wilcken, anche in àywytov, nel caso di al
mento per una tassa registrata precisamente
kiuov àycoyiwv (2), onde àyoiyta rcotefaS-ai
come lo stesso Wilcken suggerisce, Fazion
Ha pure attinenza col carico, come il W
luce (3), la laconica comunicazione tso; -T^
TwXouç (4) al KufispvTÍTYiç, in PCairo Qoods
ad intendersi 7u^pyi; (5), non altrettanto può
Г ipotesi del Wilcken tale attributo, al quale
ritenere sottinteso come soggetto un nom
indicare la posizione diritta della barca a c
pensando appunto il Wilcken al fatto che, fin
le navi giacevano su un fianco, quando poi
con un carico proporzionale, stavano di nuov
pilota non dovesse intraprendere il viaggio,
avviso dair етатгЪи; del carico in regola.
È ovvio che svariatissimi risultino i carichi
nella qualità loro. Lo sviluppo della navig
sua importanza nel sistema dei trasporti (
immaginare la molteplice varietà degli oggett
e di questi i nostri documenti consentirebbe
razione la cui utilità è tuttavia evidente che

(1) In questo senso si usa cpopxt'a, ad es. in lp


particolare la тетартт tqW £t<r<pepoui£vojv cpopx
Leuke Kome WO. I pp. 398 ss. - Nel vo'fAo; teXw
Chřest. 273 (II/IIIP) è menzione di cpopxiov come
merci da calcolarsi secondo il peso; cfr. inoltr
Tuso di âxcpopTt'Çeiv proprio dello scaricare la na
(2) Cfr. WO. I pp. 273 ss.
(3) Arch. Ill p. 116.
(4) A proposito di tale funzionario e del suo uf
(5) Cfr. 7гЛ/)ру)с in recepta nautarum: 220/21
PThead. 47 9.
(6) Notevole a questo riguardo la testimonian
= W. Chřest. 166, in cui, sollecitando la liberazio
arrestati dali' àpy tcpuXaxiTvjç, i quali dovevano
delle navi pel trasporto del grano, lo scrivente m
ticolarmente coli' accenno al fatto che un eventu
con bestie da tiro, invece di un trasporto per na
caro di 5 dr. per 100 art.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 141

§ 3. - Parti della nave, attrezzi e insegne

Non ci sorprende il tatto che una minuta descrizione della


nave, nelle sue parti e nei suoi accessori, si trovi in contratti di
¡люЗ-огсряюгСа (1), locazione (2) e vendita (3) di alcune barche, i
quali perciò, oltre ad essere di particolare importanza giuridica,
sono singolarmente interessanti dal punto di vista antiquario e
lessicografico, tanto più che solo per incidenza in documenti d'altra
natura è menzione di qualche parte di nave о di alcuni attrezzi.
A questi si accenna talora col termine generale ахебт) (4); mentre
in un documento zenoniano (5) i kIoïk sono detti ахатагаеиа.
Le descrizioni dei nostri documenti riguardano alcuni t:1oXx
iXkr¡viY.<í e un rc^oiov <j>ca<ptStov, cioè comuni barche da trasporto (6),
come risulta chiaro e dall'indicazione della portata e dall'essere
queste a vela con un minimo numero di remi, come abitualmente
si constata per navi di questa specie, in cui i remi servono solo
alle manovre, non alla navigazione.
Nella [¿iffâwpaffía di PLond. HI 1164 h p. 164, che presenta
la descrizione più ricca di particolari e certamente finora la più
compiuta del genere, la barca della portata di circa 400 art., che
è oggetto della convenzione, si garantisce perfetta e completamente
allestita con quanto occorre per la navigazione, per Г approdo,
per le operazioni di carico. Anzitutto il tc^oiov sXXvivbxóv è detto
xe^aXaTptw^evov : a quale proprietà della nave si alluda con questa
espressione, di cui non si conosce altro esempio, riesce difficile
stabilire ; non mi pare tuttavia si possa senz' altro accettare la
spiegazione del De Ruggiero (7), il quale pensa con xe^aXaTpiof/ivov
designata l'opera del ristoppare le commessure, cui doveva tener
dietro quella dello spalmare la superficie con catrame о pece, alla

(1) 212P PLond. Ili, 1164 h p. 164; 291P РОху. 2136.


(2) 570P PLond. V, 1714 p. 147.
(3) 581P PMon. 4; 5 v.
(4) Ad es. 258a PCairo Zen. 31 9 = SB. 6712; 247/6a PSI. 437.
(5) 257a PCairo Zen. 53 4 = SB. 6714.
(6) È pertanto ovvio che non possano servire di confronto i parti-
colari abbastanza minuti forniti da Athen. V, 204 d ss. riguardo alla ^a-
Xa[A7)Y¿; del Filopatore, nave dalle dimensioni straordinarie e dagli arredi
regali; a proposito della quale descrizione cfr. Perdrizet in Bull, de la
Soc. ArchéoL ď Alexandrie XII p. 82.
(7) Bull. Ist. Dir. Rom. XX, 1908 p. 53.

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142 MARIA MERZAGORA

quale precisamente si riferirebbe, secondo


V è<7Tf(o;x£vov che immediatamente segue
Quanto a x£/aXaTptto[jivov, mi pare partico
il fatto che il itloiov <7xa<piXtov di PLond. V
à-ò ¿ta5io>v ^xkxTpi(ù[v], alla quale espress
fondamento da accostare il participio in qu
di questa sia chiaramente precisabile il s
gnata una nave fornita di un copertone sop
suggerisce, non mi par probabile; si tratta
vista di cabina con natte di giunco (1), in
di PMon. 4 che si descrive come 2<>xr(vov.
forse semplicemente significare che il t:X
<TS<7avtíi[6j]¡¿£vov (2) Sti veci)? sta a denotare
in tutta la sua lunghezza ossia dalla prora a
nelle descrizioni più succinte dei docume
tien nota costantemente di questo requisit
In queste singole descrizioni si ritrova inoltre menzione di
alcuni di quegli accessori ed attrezzi della barca che in PLond. Ili
1164 h risultano dettagliatamente enumerati come segue: êttóç (3),
l'albero; xépaç (4) l'antenna; ^ivap[7Ìvov (5), l'attrezzatura delle vele;
(7/otvta (6), i canapi ; xá&ot, le secchie o sessole ; xpt'xot, gli anelli
per le corde о radancie ; ¡/.ávyavx (sic) (7) i bozzelli ; TnrjXáXia Xóo
<7Ì>v ota$i, due timoni con giglioni ; òxvoi, forse i curri che si met-
tono sotto le navi per trascinarle in mare о per tirarle in secco ;
xû-at (8) т£ттар£с, quattro remi; xovxoi (9) t:£vte <juv ЗтДаь; aibr,-
pai;, cinque pertiche con le punte di ferro o anghieri ; З-ирзфаЗ-рзсь,
le scalette del boccaporto ; йьатт^р (10) xXtadbuov, la scaletta con
uncini per poter scendere dalla nave in una barchetta; ¿руатт)?,

(1) Cfr. <7X7)vr) SepfjwcTivY) : 259a PCairo Zen. 13 14.


(2) Cfr. IIP PFlor. 69 dove si trovano registrate le mercedi di alcuni
vauTurjYoi che inchiodano aavtSs; [. .JocTeiaç (se. 7rXaT£i'a;) Irepou -cofyou той
TTpoxeius'vou icXotou.
(3) 291P POxy. 2136 б ; 570P PLond. V, 1714 31 ; 581P PMon. 4 12.
(4) 291P POxy. 2136 6; 570P PLond. V, 1714 31 ; 581P PMon. 4 1?.
(5) 291P POxy. 2136 e ; cfr. aptxevov : 570P PLond. V, 1714 31 ; àppevia
581P PMon. 4 ,o.
(6) 581P PMon. 414; ацо-Мл Stácpopa: 570P PLond. V, 1714 31_32.
(7) [Aavxava 581P PMon. 4 14.
(8) 581 P PMon. 4 13, dove non ne è dichiarato il numero.
(9) Cfr. 156P PLond. II, 317 p. 209 = W. Chřest. 31 : tuXoTov xoTrpr^òv
X'.uvaTov s'jv xovToi evi.
(10) II senso preciso di Stacmrjp non è chiaro.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 143

Targano ; ayxupai <riXspat Suo <rùv cxáS-ai; Gi&opaTç, due ancore di


ferro colle punte di ferro; a che cosa precisamente alluda il ¡¿ovó-
ßoXov che segue non è chiaro: si trova menzione, a proposito del
•rcXoïov éX^Y)vtx,óv di PLond. V 1714, di un' ayxupa tìtoi ¡¿ovóftoXov
sv, dove pare che il termine in questione non sia semplice sinonimo
di žyxupa, ma stia a specificarne la qualità, e non è forse da esclu-
dere che si trattasse di qualche cosa di simile a quella pietra
trascinata dietro la nave, di cui parla Erodoto a proposito della
ßxpic.; in PMon. 4 13 si accenna invece a ¡¿oXußXot (sic) w&Y)poT о
scandagli di ferro (1). Ai cavi delF ancora è facile pensare che
corrispondano le corde di filamenti di palma o syoivta asßeviva (2),
mentre con 'ЪароХхос (3) si designa l'alzaia per tirare in secco la
nave e con <r/otvta àrcóyeta il cordame da attracco. Successiva-
mente si nominano nella serie degli accessori di PLond. 1164 h
tre èy.$Qkix о tramogge; ¡/irpov, la misura per le derrate; £uyóv,
il banco dei rematori о forse, come la vicinanza del termine pre-
cedente può far supporre, una bilancia che garantisca la misura-
zione ; xiXixiov» una tenda probabilmente come riparo dal sole ; al
TT^otov appartiene inoltre un xawriov хата уе[и](ттрйа <7Ùv xútcoiç
ìWì ¿c*/)pTi<jfX£vov 7;a<7t toîç àv^xou<y(t) xat oßoXfexa) <7t&npö, cioè una
barca da salvataggio о da approdo con due remi, fornita di tutto
l'occorrente, con una prominenza ferrea ad uncino con cui pro-
babilmente afferrarsi alla barca maggiore: che tale appunto mi
sembra possa essere il senso di oßoXwxoc, piuttosto che pensare
con questo termine designati gli ombrinali del 7;Xoiov ¿Xtaivixóv,
come propone il De Ruggiero (4).
Al complesso degli attrezzi ed accessori enumerati si accenna
quindi in termini generali nella conclusione del contratto, confer-
mando che il 7;>,oì:gv si consegna ròv ryj хатарЗч'а (5) xat то хата-
yeu<7Tptw; e di espressioni analoghe, più о meno comprensive, si

(1) Interpretazione che mi sembra senz'altro preferibile a quella troppo


indeterminata degli editori che traducono « pezzi di piombo equivalenti
a ferro ».
(2) Cfr. аухирюс «jtßevtvoc ad es. in biz. PLond. IV 1433 1б3 ; 1435 13 ;
1442 „я.
(3) Cfr. IP SB. 7173 15.16.
(4) L. e. p. 55.
(5) Mi pare infatti che tale termine debba ritenersi equivalente ad
¿;ocpTt'a piuttosto che a xrrápTiov, Г albero della nave, come vuole il De
Ruggiero.

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144 MARIA MERZAGORA

usa nei documenti affini ad indicare l'insiem


evitandone in parte la menzione particolareg
menti.
Caratteristico dei due contratti di epoca tarda, si trova riferita
al tcXoiov il termine <ptxo7ni&aXov, di significazione incerta. Wenger
e Heisenberg in PMon. 4; 5 v., connettendolo con çuxo;, tradu-
cono «mit einem Seetangsteuerruder »; dichiarando tuttavia l'oscu-
rità della parola, osservano che si potrebbe forse pensare a una
nave con TrvjXáXtov della forma del pesce detto çúxtjç.
Interesse non minore offrono le richieste di forniture di nave
di alcuni documenti zenoniani, per quanto vi si noti scarsa varietà
di articoli. Non avendo Aminta i zXota equipaggiati (2), in vista
di un prossimo viaggio (3) che egli sapeva di dover intraprendere,
sollecita Zenone a procurargli gli <7те[у]а<7[лата ed altri arredi
necessari alle navi, di cui egli dichiara di aver mandato una
lista allo stesso Zenone ; dalla quale, se essa è, come con tutta
probabilità si suppone, quella contenuta in PCairo Zen. 54 = SB
6715 (257a), possiamo constatare che si trattava precisamente di
fornire per ciascuno dei ttXoïoc, rispettivamente зсерхоиро; e xúfiaia,.
una tenda 7ípu¡¿v7)Tt)OQ, una 7гранрать>ао e altre due, pare per la
parte centrale della nave, delle quali singole tende si trovano spe-
cificate le misure; oltre a queste si richiede, nella stessa lista,
un'aiAx(a lw¿) о cortina di tela, di circa 60 cubiti, una (7/.v)v*ó pos-
sibilmente ttsvtohcX.ivmuó, ossia una cabina a cinque posti о letti,
un'altra cortina, di lana, di 26 cubiti in lunghezza e 3 V2 in lar-
ghezza, per il ЭоХо; probabilmente simile alla ravivé. Lo stesso
soggetto riguarda Г ÙTcó^vyiaa di PSI 533 (IIIa), in cui Aminta rac-
comanda a Zenone di portargli axwhv ... TSTpáxXtvov Й TrsvTobtXivGv
xai aiAatav Trspt [¿ev aùrijv t/)v <?ìa)vv)v èpeav, aXXv)v bi Xtvyjv tt/j^öv
e^y-ovTa e inoltre та £úXiva (se. (глеит)) (4), con cui si vuoi forse
alludere, piuttosto che ai pali delle tende, al complesso degli at-
trezzi in legno о fermi (5), da distinguersi da quelli pendenti о

(1) 291P POxy. 2136 9: <xòv tyj touto[u 1£]артса тгаат) 7ua[vToť<x?; 570P
PLond. V, 1714 34_з5 : dùv rfl Xonťíj тсаат) Ivoúcnj айтф (se. tcXoiw) 6Xyj ^xot
[Ç]uX(p; 581 p PMon. 414.16: <rúv ÇuXtvat[; l*Jv)X[ava~Ç] xo" ioiitótç 6t86<r)a(t
Í7cáffy)ç eÇaptta; ^TOt 6Xtjç ажЬ ^.еуаХои efôou; [/.e^pt IXa^iaxou xai еитеХои; tivoç*
(2) 258/7a PCairo Zen. 53 = SB. 6714.
(3) el-to (rìcYjvGW si dice infatti Aminta in PSI. 340 10, documento di
otto mesi posteriore alla lettera in questione.
(4) Cfr. le ŠúXtvoct travai di PMon. 4 u (581 P).
(5) Tappo;, TrvjoaXta, xXtfxaxtõeç, tardç, xepaTat, xovtot.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 145

xos(¿a<rr¿ rosó?) (1) ; alla quale categoria sono probabilmente da


ascriversi i Xó<poi Tpfyivoi di cui è pure menzione nel nostro papiro,
se è lecito supporre che questi designino arredi della nave, forse
non diversi dai тгараррб^ата che, collocati ai lati del ponte, dove-
vano servire come riparo dalle ondate e dei quali si conoscevano
appunto due specie: Tpfytva (<Ji crine) e ),еизса (di lino). Nello
stesso documento vi è ancora accenno a ratÓTcpcuipov e отиояро^-
vov (2), evidentemente analoghi alle tende di prora e di poppa
della lista di forniture succitata.
A Kritone lo stolarca in PCairo Zen. 25 =•- SB 6778 (IIIa) si
raccomanda di acquistare, insieme alla <ntá<p) тр£<тхаХ[ло<;, due хераТоа
0 antenne, lunghe venti cubiti ciascuna; un'altra lettera a Zenone (3)
tratta della costruzione di una prora e dell'acquisto di legna perché
1 vau7myoť possano lavorare ; così in un conto dello stesso archivio
zenoniano (4), relativo a un zhotov, vi è parola di Icrríot зсас £оХл
sic tÍ)v vau7r^y7)(7tv tou Trotou e di chiodi per un i^bďkiov.
A parti о attrezzi delle navi si accenna occasionalmente in
dichiarazioni relative ad avarie per incidenti di navigazione; e pre-
cisamente si tratta in un caso (5) della rottura della xspai'a di un
xépxoupoç, onde non era più possibile l' uso delle vele cui essa
serviva di sostegno, mentre in PHib. 38 (252/1 a) il vafoc^npoç
comunica che si era spezzato il fianco destro della nave, essendo
collocate delle stoffe sopra la (dojvìq, e che il tcXoìov era quindi
sommerso.

Sappiamo inoltre del çópoç pagato per l'affitto ann


albero di nave e della restituzione di questo in buono
scadere del termine (6); un l<rró<; è pure menzionato in
tario di proprietà (7), fra oggetti svariati che si dichiara
in un sotterraneo, forse di un defunto proprietario di n
Degno di nota è l'accenno a £fàa то[и] wkqíov e t
in una contesa ereditaria (8), in quanto questi compaio
articoli sui quali una delle parti non intende abbandon

(1) ТяоСшрата, íari'ov, tottäoc, тгарарр'5{хата, xaxaßXirjfAa, Ö7urfßX7]f


ávxupat.
(2) Cfr. Mayser, Gramm, der griech. Pap. I p. 4.
(3) 248/7a PSI, 382.
(4) IIIa SB. 6994.
(5) IIIa PMagd. 11 = W. Chřest. 442.
(6) 298P PCorn. 45.
(7) IIP PCorn. 33.
(8) 584/5P PLond. V, 1728 12, 13.

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146 MARIA MERZAGORA

pretese : se ne deduce che la metà e il quarto


questione in un altro documento relativo all
erano parti reali e non ideali.
Riguardo al timone, caratteristica è la menzi
si trova in alcuni conti di spese di trasporto
punto pagata una somma per ъъЬхЪоч la quale
e 4 V« oboli a 14 dramme e 5 oboli.
Analogamente, in due conti concernenti viag
registrata una spesa per 7.xkv[ù'n e тгтзатт'/ло
mente designino i due termini, non sappiamo:
*<xW¡Í7) a una piccola cabina sul tetto della nav
nendo in un'unica interpretatone anche TSTsáiT
poggiante su quattro colonnette, posta sul tetto
cui uso era percepito speciale denaro. Di una y.T
(sic) è inoltre menzione in una lettera di rac
relativa anch'essa a un viaggio su -)/;iy., ma l'accenno è oscuro
e imprecisabile il valore dell' espressione.
A proposito di forniture di marina possediamo un inventario
dettagliato di sei consegne distinte, fatte da parte di individui di-
versi ma consistenti tutte nei medesimi articoli (6). Si tratta preci
sámente di : à-órfesaoi Tua-'Auóvojv, fasci di tende di tela; vouzíňz;
7п'ф77); Evipã;, ceste di pece dura; yjAiv-oí taaTÚov che interpreterei
« rotoli di funi », connettendo taá-riov ad íy.á; che sappiamo essere
la corda collocata nel mezzo dell' antenna e scorrente sopra una
carrucola, per mezzo della quale l'antenna stessa poteva sollevarsi
e abbassarsi. A queste si aggiunge in ciascuna consegna una for-
nitura di sartiame di vario genere (7) : Хг.тоь т/oivúov tjwj.íy.-om
àvTttóv, balle di gomene con annessi cilindri giranti ; quindi 'w*x
(se. ^otvt'a) non, come l'editore suggerisce, esemplari staccati
riguardo al numero, ma probabilmente le gomene sole, senza cioè
le relative carrucole ; ma per lo più è menzione di un determi-

(1) 583P PMon. 7.


(2) I/IIP POxy. 1650 i ш и, 29; I/IIP POxy. 1650 (a) 2; HIP POxy. 1651 n.
(3) HIP PFlor. 335, HIP PFay. 104.
(4) Cfr. per le cabine sul tetto delle navi del Nilo Erman, Ägypten
и. ägypt Leben II pp. 579 ss.
(5) VIP PSI. 97 5.
(6) HIP PGen. inéd. 5 = SB. 1.
(7) A proposito delle diverse qualità di cordame e dei lavoratori di
esso, gli (j^oivo7rXoxot e ffpivoupYot, cfr. Reil, Beiträge zur Kennt d. Ge-
werbes pp. 123-24.

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LA NAVIGAZIONE IN EGITTO NELL* ETÀ GRECO-ROMANA 147

nato numero di d/otvta ßißXtva v'jwj.v/.t% e in un caso di lyowix


ßt^tvx gjwj.m-x à-ò tifoni évo;, ossia di gomene di corteccia di
papiro di differente calibro, se non è da escludere che in questo
senso possa intendersi, come l'editore vorrebbe, ^¡л;лглта ; tuttavia
meno persuasiva mi sembra la spiegazione suggerita a proposito
di g'jwjm-x à-ò sìstoli évo; dallo stesso editore, il quale pensa si
alluda con ciò a una distribuzione in lotti delle dette gomene:
non è forse improbabile che si voglia in questo caso dichiarare la
proporzione secondo la quale le gomene risultano ^¡/.¡лглта.
Fa inoltre parte della consegna di uno dei fornitori una зиттт,
zo'j)/¿sívtov 'TfAítov, una cesta di cuscini da sedere ; mentre oggetti
d'altro genere, e tra questi delle spade, erano stati introdotti di
contrabbando in certe casse.
Se le navi, cui tali forniture erano destinate, fossero mercantili
о piuttosto da guerra non sappiamo, né si vede chiaro come l'edi-
tore possa suggerire che molti dettagli rendono più probabile la
seconda ipotesi: mi par più facile pensare che si tratti semplice-
mente di rifornimenti per un cantiere navale, dove è ovvio che
tali articoli potevano servire all'assetto e all'attrezzatura di navi
di diverso tipo.

Della consuetudine, generalmente diffusa, di dare alle singole


navi un segno che le distinguesse, scarsissime sono le testimonianze
che ci è dato raccogliere dai nostri documenti. Evidentemente in-
fatti, tra i requisiti che valgono a qualificare la nave, la designa-
zione dell'insegna è di importanza affatto secondaria, mentre può
essere utile elemento di differenziazione nel caso di più navi in-
sieme considerate.
Trattandosi pertanto della serie dei ттотааьэс -'oXx apparte-
nenti ai /.ußspvYiTX! che partecipano all'istanza per ò^oXi<7[aó; in
PSI. 1048 (IIIP), si ha cura di notare il тгараедрс» che ne contras-
segna le singole barche ; e analogamente tale designazione ricorre
nel conto di carichi di grano di PTebt. 486 (II/I1IP) ove si dichiara
quali navi sieno state utilizzate pel trasporto. È inoltre naturale
che si trovi menzione dell' insegna nell' атгоураст) relativa a un
77>,oiov éX)//¡vr¿óv (1), per la precisione di dettagli che il documento
stesso richiede, e, per la stessa ragione, nella dichiarazione che
concerne la consegna di un battello fluviale in SB. 423 (IIP).
In uno solo dei recepta nauta rum (2) si accenna al xapá<rn¡¿ov

(1) 220/21P PGrenf. I, 49 = W. Chřest. 248.


(2) 15P PLond. II, 256 (a) p. 99 = W. Chřest. 443.

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148 MARIA MERZAGORA

di una <r/-á^7) $7)»A0<7ta, mentre acTjaov è il x^


mento analogo (1), e а^арэистоь sono dette le *
Х(сг(77); in due contratti di trasporto di ep
qual termine si vuole probabilmente allude
razioni ad encaustica su tali navi.
Quanto ai тгаратт^аа, consistenti per lo più in figure di divi-
nità tutelari о in rappresentazioni animali di carattere sacro sul
bompresso (3), quelli a noi noti dai papiri si riducono ai seguenti:
*V(o)v уОДрГсос? (4), yu;x( )? (5), 9аХ',а (6), 4ßi; (7), *I<riç (8),
7T3CVTÓ¡AOp<po; (9), ТО/ 7) (10).
È infine da ricordare che in uno dei nostri documenti (11) il
t:XoIov appare qualificato come аурю^т^отгртчрт); (sic), epiteto in-
dubbiamente allusivo all'ansercolo o chenisco posto sulla ruota di
poppa per simbolo ed augurio, il quale pertanto non appartiene
propriamente ai т:яра<г/)[ла ma deve ritenersi un semplice orna-
mento della nave.

(Continua) Maria Merzagora

(1) 236p PLond. Ili, 948 p. 220 = M. Chřest. 341 -= Mey. Jur. Pap. 43.
(2) 221a PLille 22; 221a PLille 23.
(3) Nel caso del 777)8áX(iov) r/jç [Nelepá;) di РОху. 1449 (213/17P) è
probabile non si tratti di un timone colla raffigurazione della dea ma
del timone appartenente alla nave che prendeva nome dal TrapádTjjxov
rappresentante Neotera.
(4) II/IIIP PTebt. 486.
(5) II/IIIP PTebt. 486.
(6) II/IIIP PTebt. 486.
(7) 15P PLond. II, 256 (a) 2 p. 99 = W. Chřest. 443.
(8) HIP PSI. 1048 9.
(9) 220-21P PGrenf. I, 49 20: il Mahaffy pensa a Proteus Tra^opcpoc,
mentre il Crönert (St. Pal. IV p. 84) ritiene più probabile si tratti di una
figurazione animale.
(10) II/IIIP PTebt. 486.
(11) 531P PMon. 4; 5 v.

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