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IL PADIGLIONE PHILIPS e IL POÈME

ELECTRONIQUE
Il Padiglione philips e il Poème electronique sono 2 opere
di arte elettronica create dall’artista olandese e il primo a
scoprire il mondo della musica elettronica , LE
CORBUSIER.
PADIGLIONE PHILIPS POEME ELECTRONIQUE
EDGARD VARESE

PADIGLIONE PHILIPS
Creato per l’esposizione Universale di
Bruxelles nel 1958. E’ stato uno dei primi
edifici a incorporare la tecnologia
elettrica nell’architettura.

E’ stato progettato per mostrare i


prodotti dell’azienda olandese Philips ;
ha una serie di schermi di vetro dove
vengono proiettate immagini colorate e
animate con musica di sottofondo creata
da Edgard Varese .
Disegno 1

Struttura
La sua concezione geometrica è
Disegno 2 evidenziata dalla sequenza di schizzi
che illustrano l’evoluzione delle idee
di progetto (disegno 1), (disegno 2),
disegno 3).
Si parte da una pianta che assomiglia
Disegno 3 alla forma dello stomaco per
giungere, alla soluzione finale, ovvero
che tutte le curve libere sono iperboli e
i conoidi sono rimpiazzati da
paraboloidi iperbolici.
All’interno
dell’edificio venne
realizzata
un’installazione
della durata di 10
minuti concepita da
Le Corbusier. “Le
poème
électronique”, questo
il titolo dell’opera,
era costituito da una
combinazione di luci,
proiezioni e musica
(composte da E.
Varèse e dallo stesso
Xenakis), a
celebrazione della
nuova era
elettronica.
Le poème électronique
E’ un pezzo 8 minuti di musica elettronica dal compositore Edgard Varèse , scritto per il Padiglione Philips presso
la Fiera di Bruxelles Mondiale 1958 , l’idea del titolo è stato di
Le Corbusier , dicendo che voleva creare una “poesia in una bottiglia” .

Varèse ha composto il brano con l’intenzione di creare una liberazione tra i suoni utilizzando rumori non
considerati “musicali” in tutto il brano.

Poème électronique è stato sincronizzato con un film di fotografie in bianco e nero selezionato da Le Corbusier
che ha toccato vaghi temi dell’esistenza umana.

Il concetto originale di Le Corbusier prevedeva una pausa nel film mentre la sua voce veniva ascoltata, parlando
direttamente al pubblico, a questo però Varèse e l’idea fu abbandonata.

Il pezzo è stato registrato su tre nastri monofonici separati, due dei quali sono stati a loro volta registrati su un
nastro stereo con effetti panoramici. Il nastro stereo e il nastro monofonico rimanenti poi sono stati combinati su
un nastro perforato da 35 mm per sincronizzare il nastro con il film e i cambiamenti di illuminazione.
Le immagini sono foto astratte in bianco e nero . Queste si aprono con la testa di un toro e si concludono con una
mano aperta ed una voce che dice:

“Riconosci questa Mano Aperta, la mano aperta innalzata come segno


di riconciliazione , aperta per ricevere , aperta per donare“
Thank you
Alessia D’Ottavio 3^I

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