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spazi
Il dialogo intimo tra musica e
architettura
Roberto Favaro
09.01.2009
Roberto Favaro
Indice
Quattro prospettive ..................................................................... 2
Case e citt che suonano ............................................................ 5
Educare allascolto, in una scuola svizzera di
architettura .................................................................................... 7
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Quattro prospettive
Musica dello spazio. Larchitettura mostra sempre la sua intrinseca
componente musicale sotto forma di suono ambientale, di paesaggio
sonoro,3 ma anche di musicalit del progetto, come musica pietrificata,
per usare le parole di Goethe, cio fissazione di principi armonici, ritmici,
melodici, in un ordine di segni e volumi,4 ma infine ancora sotto forma di
una musicalit delledificio parlante e cantante di suono concreto, di vera
musica intonata dal corpo stesso delledificio e dal suo utilizzo, dal suo
essere abitato, vissuto, umanizzato.
In un saggio di qualche tempo fa, lo studioso di popular music Franco
Fabbri riferiva che solo nel 2002 sono stati prodotti e installati (in
casse hi-fi, radio, televisori, telefoni, auto ecc.) quindici miliardi di
altoparlanti.5 La dimensione abnorme, smisurata di questa saturazione
sonora del nostro mondo alimenta la convinzione che larchitetto debba
misurare oggi le proprie competenze anche con la materia musicale
coordinandosi con il musicologo, il musicista, il fisico acustico, il
costruttore di strumenti, lo psicologo e il sociologo della musica, il
musicoterapeuta, per una progettazione che consideri anche la voce
delle cose costruite. lauditorium-mondo che necessita oggi di una
considerazione progettuale attenta anche al profilo della musica prodotta
da e in questo stesso mondo.
Occorre dire che il 900 stato un secolo in cui la musica dello spazio
entrata prepotentemente nel quadro di pertinenza della composizione
musicale, inducendo cos il mondo stesso, la realt sonora extra-musicale,
a entrare nellambito della composizione e creazione sonora: con il rumore
sdoganato dai futuristi fin dagli anni 10 (con Luigi Russolo, il suo Larte
dei rumori, i suoi intonarumori) e da autori immediatamente seguenti
come Edgar Varse o Henry Cowell;6 con lavvento della musica
elettronica a partire dagli anni 40; infine, con lipotesi iconoclasta di John
Cage, il quale (in particolare con 433, titolo e durata di un brano del 52
di solo silenzio) fa coincidere la composizione musicale con il suo esatto
contrario, con quel paesaggio sonoro che viene definitivamente portato in
primo piano, fino a sostituirsi alla composizione stessa.7
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7. Cf. John Cage, Silence, Wesleyan University Press, Conn. 1961. John Cage, Pour les Oiseaux,
Pierre Belfond, Paris 1976.
8. W. Shakespeare, Il mercante di Venezia, Newton Compton, Roma 1990, p. 105.
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Ma esistono anche gli spazi delle musiche altre: della musica etnica, che
ha propri spazi delezione irriducibili al teatro; del jazz, che flessibilmente
si adatta a molti ambienti, ridisegnandone la funzione dorigine; del rock
e della popular music in generale, che trasfigura lo spazio in relazione
allevento; della musica da ballo, dalle milonghe di Buenos Aires agli
edifici dismessi e riconquistati dei rave party.
Studiare lo spazio della musica significa andare oltre la consuetudine,
immaginare luoghi altri, o altri luoghi possibili: per fare un esempio,
alla fine del 500, presso il Teatro anatomico della facolt di medicina
delluniversit di Padova, si tenevano delle esecuzioni musicali durante le
dissezioni anatomiche per ricreare lo spirito degli oltre 200 studenti che
assistevano assiepati sui sei gradoni ellittici e concentrici della struttura
lignea a forma di cono rovesciato.10
Cos la musica entra oggi (oltre che nelle sale ormai diffusissime
e spersonalizzate, camaleontiche a geometria variabile) in spazi
9. Per questo e altro si rinvia a Roberto Favaro, Musica e architettura, un rapporto incrociato,
in , Skira, Milano 1999, pp. 41-54; id., La forma del suono, in Auditorium, 10 architetti
per Padova, Editrice compositori, Bologna 2007; id., Suono come materia, architettura come
paesaggio sonoro, in D. Abbado, A. Calbi, S. Milesi (a cura di), Architettura & Teatro. Spazio,
progetto e arti sceniche, il Saggiatore, Milano 2007.
10. Cf. il cd De Auditu, Musica nellantico Teatro anatomico, musiche di Antonio Rotta, Julio Cesare
Barbetta, Manoscritto Herold, Liuto Terrell Stone, a cura di Maurizio Rippa Bonati, Velut Luna
CFCD 028.
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11. Cf. Charles Warren, Brunelleschis dome and Dufays Motet, in Musical Quarterly, LIX
(1973), pp. 92-105; Craig Wright, Dufays Nuper rosarum flores, King Solomons Temple, and the
Veneration of the Virgin, JAMS, XLVII (1994), pp. 395-441.
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14. Frank Lloyd Wright: Letters to Clients, a cura di B. Brooks Pfeiffer, The Press at California State
University, Fresno 1986, p. 82.
15. Cit. in Frank Lloyd Wright, a cura di Bruno Zevi, Zanichelli, Bologna 1979, p. 124.
16. Peter Zumthor, Atmosfere. Ambienti architettonici. Le case che ci circondano, Electa, Milano 2007,
pp. 29-31.
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17. Un parziale bilancio di questi anni a Mendrisio e una riflessione sulla didattica della musica
affiancata allarchitettura e al disegno sono da riportati in Roberto Favaro, La musica dello
spazio, in L' immagine maestra. Opere di Arduino Cantfora e dei suoi atelier, Mendrisio
Academy Press, Mendrisio 2007.
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